GIORNALE DI MEDICINA MILITARE ANNO 2

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dal 2 - agosto 1852 al 25 - luglio 1853


degli Autori e delle Hemorie. Prof. Comm. Rrnrrnt. Polip(cd escrescenze polipiformi del naso, pag. 8t-89-9'1- !Q5- f t3-t2t -129-131-145-153-IG I. Doli. CARNEVALE ARELLA Antonio, llied . Divis. Discorso d'aper-· tara rlelle Conferenze in 'l'orino, 24. · Doti. nouECCHI Carlo, Mecf. Di vis. Oell'cri~ine e dell'utilità delle Accademie, 369-387'. Doli. N1c0L1S Bonaveiltura, Med ..Di,vis. Risipola flemmooesa.con . tendenza alla c,1 n<"re.n~, 3'7 I. . . . · Doli. ALCU.Tl Napnleone. Mell. di Reizg. Re lazi<:Jne Medie.i, 57· Intorno ai danni risuUa:,t i dail'uso d'alcuni vini, 109 - Dell'rikera si.fìliÙr.a pri,;iitiva, ·111. Dolt. Cav. Gn.u Ùrnazit>, Mecl. di Reg._;. Riflessioni intorno all'ottalmia dominata io Genova, 4. Dolt. Bo11mG1.10NE Pietro , ì\[ed. cl! Reg-g. Mori e violen ta per c:iduta da ~avallo, 161. - Rendicon to Clinico, 21'1-225 ·- Ot_. talmia b!"enni;rragica 2Hl. Doll. C,H•RIATA Fùriu~a!o, Mcd. cli Regg. Ilendiconto Medico del le Terme d',Vqni, 86 93 - Genesi dei tumori in J~enc.1'1\ 32( - Risròs 1a alla rrilicà del Dott. Va[.!: lien\i, '331. . Doli. VAGLIE~TI. A"Zt>StinQ, Mcd: 'di R,egg. Esame critico Sll ltl gcnrsi dei tumori del Do\l. Capriata, 3~9. l>olt. Cav. CATTA NEO Alcss,rnd_ro, J\Iefl. <li Rrgg. èommozione cerebrnl<', 3 -- Ord.1iectomi~ p~rzi~IP, 211. Dolt. C1mALE Giacomo, l\!cd <li HegJ?·. l>Ìoccio acuto, 353. Dolt. Bnu Ciuseppe, l\lccl. di Rcgg. Osteite spinale, 171 - . Prostato-cistite, I 88 - l\Jorte conseculi va ad: avvelenarnento, 202· - Farcino S05pct!o, 316. Doti. DEnccm Franresco, Mcd. di Regg. C~utcriziaziooe dello ulcere veneree con l'acido do;·idrico, 1G3. Doti. C.r nn; Benedetto, Med. di Regg Qurstiooè l\ledico-logale per fer ita, 65 - Su l'unghia incarnal.i,· l93. Dott. RÙB Raimond<', Med. di R1>1'.l!?. Su l'ottalmia dominante · nell'Armala Sartia, 361 379<1%. . Dott. TESTA:Paolo, ~Icd. òi Regg. Rendic.ontò Clinic9, 241-249. .Friilttna della, to \t; ll,l, ~45 - Evir,aziortò' spontanc~·, 252 · , Commozionc .'c ércJmile, 253. · Doli. Bar. RòGIER DE BH,i'.ÙFo~rr 'ca tulio , l\J,ecl. di Regg. Straordinaria evoloziono di tornori, 18~ :201 - Rifles,ioni intorno a!le s i~tistiche l\le,lid)i>, 251. · Dolt. Pnuso Antonio, llie<l. d i Regg. Pnclfmatoco'e 'd,1 cagione lraumi.tica, 29 - l~erita da arma da taglio 243 - -Pe.ricar. dite da cagion artritica, 331. . Doti. Rovu11_rn. J,uigi, Med. di Regg. Sol pane del Sold,:to, 101. Dott. A1,Funr;o Luigi, Med. di Rèeg. Cenni su la mio.pia, 41. Doli. nonn10 Feliciano, Mcd. di ]ll'g~. Relazione ,chirurgica, 195-203 - Adenite ingui n,lle,,2!0. Doli . l~JSSORE ,Ba:\o}c:nneo, Med. di Re11g. Relazione Clioica, 209. Doli. CnosA Angelo, Me.<\ di Regg. Re.ndiconto CliQico,.67. Doli. DuPONT _Pielro, Men . ili Regg. Re.lazione Medica-,. 58. Doli. l\lAIIU.No Francesco, llled .. di Regg. Rendiconto Clinico, . . _ 51-60 ;_ Delirio, tremu lo dei li.evitori, 36G. Doti. C(?STA"MO Gio: ·Domenico, !\led. di Regf Relazione. ~fedica delle Terme d'Aix, 12,H33-150-t56.-'- Su l'uso del mercurio nèlla..sifil ide primitiva, ·169. · • Doti. TAPPAIII Giovanui , l'llcd. di !\egg. Sll'ingime n•i uretra li con ·incrostamento. calcoloso dell'uretr_a , 3Q9 - Il cloroformio adope rato come mezzo per distinguere l' epilessia vera· dalla simtilata, 345.Dott. BUBSTRA Luigi, l'lled. di R~gg. Cenni s u l'organizzazione

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- del Servizio S;ioilario-lliilitare presso le differenti Mmat& En ropee, 159· 167-183-191-198 ·206-222 - Relazic,ne su l'otI t,ilmia che dominò nella Guarnigione. di G!mova nel 185~, 25'1 -'.!65-213-28 l-289 29.8-305-313. 00;1. !li.luNOT Giovanni, l\( Pd. di Regg. Cura delle 11lcerr, 22 N?.yralsia inl1'rmi1tenle, 1-11. · Doti. J\LlllCHUND1 ·l'i,·tro , !\led. di I\egg e Segr. del Consiglio Slln. Mi ', di -san; 1i1. Patologia generale, 2-9-'25-33.· Elogio ;·. fu ne bre in (YlO rle del 0.,11.. Fabre, 204. 1 Do\\. V1urnn ,\n1ooio, Meri. <li Biti. Pleuro-polmonite,, G8. ;1 Do:I. PATIWCCO Giovanni, llled di B 1ltaglione. Relaziono J\le1 dic11, 60. Doti. DENINA Pìelw, Me<l, di R 1Ll. Ulcera varicosa con tleb i!e ! Pa 1·zial~. 304. -! DÒU. -lAVATHllO Anr;élo, Med. di Batt. Risipola, 228. f. Doli. PECCO Giacc,mo, Mecì . di Bill. Sul pane del Svldalo, 134, D );1, SASSI c ,,rlo, Mecl. · di J3at1. Del· diagnostico, pronostico e t tura delle mnlallil', 22'1 - Rendiconto Clinico, 259. · ; l)ot!. 1\IOTTINt, l'irtro, Med. di Balf. Della flogosi degli or~ani ,folla re,.Jl'r,niooe, 25-35. - Ruminnione nell'uo!llo, 1'19 C:,so di tisich,:iz,, polmooure acuta, 3~0 - Rendiconto Cli,. , ' nico; 403-41 1. Oo\t. l'ol.lffTl Luigi, Me<l. <li"Ball. F istola antica dell' ,rno, 231· Cura del la scabbia con il metodo doll'Hardy, 276 - Resccaz,one jiaq:ial(\ clcll~ 1;bia, 283. Doti. GrACOMF.TTI Lorenzo, Mcd. di Batt. Re.ndiconto Clinico,t'1 - Commozione Ct!rebrale, 04. Doti. l.or;Gin An lonio, Med. di ·Batt. Oltalmia bellica con pao--

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nn, 3124. Doli. Sou1,o· Pielro, l\fed. ili B<1lt Cenni sopra una ma·lallia ra rissima, 301. . Do\t. Bo1~rrnRI For.tunato, )led. rii BaU.-Encefalite, 4:l - · Rela- . zioiie Medica, '13 - Mielite lenta, 233 - Feblwe pertiiciosa ' emorra~ica, 346 - Gastrite,"413. DoU. T UNISI c~rlci, Mcd·. d i Batt. La febbre intermittente messa a conlronto ~on la febhre conlinu~, 293. · Doll BOGETTI Giovanni, l\Ied: di Bali. Artrocace del ginocchio dés)1:o, H. · · · 1 Dotl. ·PLAISAt'iT Giuseppe, ll!od. di Bali. Epatite traùmatica, t'1\?. Dott. LAMI•UGNA!'il Pielro,, llled. di Balt. Farcino cronico, 15. Doti. HIVA Cari,,, Mcd. cli Bali. Uretro -cislile, 356. · · Doti. PE11SONALI Ercol<', Mcd. di Bali. Colica Satornina, 4G. · D~lt. JlAuOFFIO Felice, l\fed. di;Batt. Ferita da arma da tagli"o, <\j. ] Dolt. ZACCHIA Fraocésco, ìlle·d. <Ìi lJatl. Su 'il b"Òbbonè sifilitico primi!iv", 53. DoH. B,\RUERO Giuseppe, l\[éd. di Batt. Esporlaz.ione del dito. pollici< 6. . · · ·.. .. . ' ·· .Do.l t. Z.n-nuuo Giùsq>pP;..llled..di fi.àtt •. Amp utazione della. co. scia in segu_ito;.a peda:rtrocaéé, 398. · : . . . . . ·. Doli DEAGOSTINI Giovanni, llfeci. di èorvella. ,Inalazioni"d"ell'e. . ._·tere' solf,;ricb neWepiiesiia, 50. . :. . : '~. -' _·.., : ., ' .

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qoll. \ 1~.LF. I>o;neuic'r ~e{ cÙ_ )<;rita . ~~-. a~ma ·· da fuoco, GO - Asces,sq.lento .au<lòo:noalc;?'4 - Idrocele per 1 is\i"\1Yasa;nçn°lo,.179°~ ' f.~~t(gr,a ~eil' \~ÒÌI ·1uss_azione . ;· ·· · . · '· · · · · .· . del cubito, 339: Dotl. l';lSCETTO, !\led. Mii. di Alat;iri( Relaiio,ne s'opra aléi11i_i çasi - di vafuo lo, 49, . . ,' · . · - . .. :.. ,. . . . G10RDAM Antonio, Farmae. lllilit. di t • Classe. lo torno alla po\ mata antipsorica del ranunculo, t 10.

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Indice degli argo~enti pii1 interessanti e -phì diffusamente discussi nelle Conferenze. Fehhfi inlermirtl!nli; l8'.Ml4-23S-2G~ 295-303. Ottalmia bellica, t3-46-11-318-335-35fl-3'74. Affezioni encefalo-spinali e loro cura. 41-,o 118' 246-261. Affezioni toraciche, 23-15t-,D6-326-34t. · Ferite, 296. · Lussazioni, 229-34'7. Distorsioni, 38-61-'77'. Ne·vralgie, t '.!-95-121-255-384. Sifilide, 3!-54-141-152-158-l 59-l 65-1 '74-I S :-190-t 91-326. Scabbia, 1''7-183-9'76. Apoplessia, t9'1-214-:H1-2'71. Epilessia, 315·401. Risipola, 211-285. Scarlattina, 218. Vaioolo, 62-408.

Cancrèna, 285. Renella, 334. ·Cistite, 392.,:.405. Pedartrocacf'1 400-40'1. Idartro, 406. B1gq.à'i ure, 3 18. Bagni freddi, 221. Orchiectomia parziaìe, 158. Terme d' Aix, 14'.!. Consolli e Relazioni Medichi', 62-96-128-401. Uso delle serl'e$ fines di Vidal, 325-367'. Sol pane da mt1nizione, i'8-lt1-t3S. Medidna le~ale, 8'7-95. Igiene Navale, 8'1·118-348. Questioni su la teva, 63-96.

Indice della Rivista dei' Gio1·nali. LA REDJZIONB. Cura palliativa del varicocele, 56..,... Cura della ' blennòrr aiia., 88- Iniezioni iodate nPlla cura degli ascessi linfatici ed i tumori cistici, 103 - G'ud.izio <lei llloniteur e ddl' Union 11/idica.le su la l\,·la1.iòne fatta dal Cav. Comm. l\iberi al Senato del l\,,gno intorno alia Conf1•renza Sartit.iria loterna~iona le, !98 ~ C:av. Comm. Riberi, Membro :1ssodalo dell'lmperialo Accademia di i\Iedicin:i <li Parigi, 263 - Dell'unghia inc;m{ata, 21\l. . Doli. l\lOTTINt. Lussazione del cocciczf' , 48 - lr•orulaziono dfi sali <li l\lorfìna nella cura delle novrah;ie, 11 - 'falfotà vescicato1-io vegPto-anirnalo, 112 - Effic:icia del s·eto11e ritlle frallu~e non cousolidate, t 28 - Cateratta nera, 22! ~ Det caraltte reb<:0 n ta gioso -della sifilide secondaria, ivi - Virtu.r1so1rnnte, e 11a e,,11a(1onna 11elle o-d1iti, 231 -~ Linimento di tartaro-stibitato e trrebentina nella cura della lombagine, id - Fratture della base del cra_nìo, 241 - Proprit,tà nutriente del bianco d'ovo, 26.4 - Nuova cura Ml!a ritenzione d'orina n('gli uomini attenipali, ivi -Nuovi fatt i relativi alla proprietà f.mostatica dell'~cqua del Pagliari, !86 - Su le cori,1·e:uen1.e ddlé ferite da arma da fuoco, :!48 - Urelrotomia perineale :1pplic~ta alla cura de~li st.ringjmenli urì-trali, 350 - Formola dei Si!(ari peltorali, 360 - Cura della blennoi'ragia con l'infuso di crei torrefalli, 368 - Dell'uso ~el ,balmimo tl'Opodeldoch nella cora della carie degli ossi, 3'78- Caso felice di trasfusione del sangue, 385. - Nuo\'o processo per la reset"szione de~li ossi del m_etacarpo, 4 I5 - Usò est ano Idella .Ìpel'8CUnl , ivi. Dotl. GucoMETTI. Su l'acqua emostatica de!Pagliari, 8 - $coli -cronici dell'uretra guariti col l _escicatorio rnlante al f!el'ii1eo, 8 - Su l'olio di fegato di merluzzo, 13 - Sol polso nen1>so, itiiCura dell'idrocele c.on·1,·etet1ro puntura, 14-- Introdu1.ione del· l'aria in una ,·ena del collo, 32 =- Su.-la dir,italina ·, 39 - lniéi.ioni iodate nella cura dell'ascite; 64- u~o trrapeutico della luppoli1111, 1'15 - Della \'erat.rina nel reum11tismo liCUto, ivi - Del cepilive direttamen·t e applfra.to 111 Ila cura ,telh1 bknnorragia, 199- Dell'alropius· nella cura delle nenàli:ie, j05 - Dell'ossido di zh:co nella cura· dell'epilessia, 206 - ·ì\lczzg f4cile onde prepariire gli estratti secchi, ivi - Cura · abortivà dell'an~ina tonsillare, jt 5 - Compressione dt-l' prepuzio nella c;ira dell'erezione m<1rbosa del pene, i39 - Gòlta•pété~' scio~1.··i1el cloroformio

quale rimedio topico nelle malattie della pelle, 240 - Virtù fehbrifug;i del solfato di chinina tarl'arizzato, ivi - Nuovo processo per esportt1r i tumori sotto-c·utanei mobili, 255 - Uso éslerno dell'olio. di fegato di merluzzo, ivi - Inalazioni del clo1·of ,rmio i nella pneumonia, 1!56 - pel fellandrio, 219 - Preparazioni dell'olio di piede ili bue, 3!9 - ldrocianato di ferro nell'epilessia, ivi - Del cloroforn,io quale mezzo di distinguere l'epilessia vera dalla .~irnulata, 336 - Della)gotla-perca quale m~zzo cootenitivo 'd'alcùne Ju.~~azioni e frattnr•·, ivi - Nuova cura dell'idroI cele, 359 - Bicloruro"mercurico nella cora d'alcone forme dell'am11uro-si, ivi - -Buoni effct!i della tintura di iodio nella febbre _ tifoidea, it>i - Uso delle iniezioni iodali nella cura della dissenteria, 360 - Nllova cura delle varici, i11i - D'alcuni nuovi segni .1 somministrati da lla percussione toracica e del suono timpanico1 negli spandimenti liquidi df>lle pleure, 402. Doti. PEcco. Nuovo metodo per la cura dell'ulcera vener•·a, 19 - l\foc•la dell'olio dtr;cino con il collodion, SO. U 111. P'nst. Intorno alla rottura del tendine d'Achille, 63. .Doti. QUAGLio. Segni di?.~Mstid della coxalgia, 96 - Metodo curntivo !!ella t,isichezza. polmonalc del Prof. Piorry, 136. Dott. LONG.IU, Cautcouch vulcaniu:ato del Dott. Gariel di Parigi, l 19. Dott. J\IASSONE. Trattalo d'Igiene :\liltl!!re del Do!I. Carnevale · Arella, 312. Dl)tt. Cav. DONINO. Trallato d'Igiene Militare del .Doti. Carnenle -Arella,,3j1-34il.

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CORlllSPONÒ~NZA. Lettfra del .Doti. C( raie, G4. Leitera del Doti. Zacchia, 80. · Lr.ltera del Doli. l\fassone, 256. Lèlter I del Doli. J\lastiò, 393. Lettera-dol ·Doll. Arella, !63.

Il D.ireHore Doti. COJ\IISSETTJ Med. Div. li Vice-Direttore responsabile Doti. nar. de llraufort M. R. Tor.ino 1853. 1'elaiz11, Tip. Subslpina. 'fia Alfieri 'H.



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( ai 2 di agosto 185i )

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ANNO li.

_ _ _ _ _V_ _ _ __.

GIORNALE DI HEDICINAHILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARMATA SARDA. L'associazione non si riceve che per uO anno e comincia col 1° d'agosto.Il Giornale si pubblica nel lunedì di ciaschednnasellimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino . . . . . . • . L. 10. In Pr"ovincia ed all'Estero, franco di posta

L. 11.

L' abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGRAFIA Sonu.PINA , via Alfieri, nnm0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postale.

SOMMARIO. - 1° La Redazione del Giornale ai suoi Abbonali. !i0 Doti. P. MARCHIANTI: Patologia Generale. - 30 Doli. Cav. Cnl'AN&O: Commozione Cerebrale. - 4° Doli. GrLLr: Oliaimia dominante in Genova. - 5° Doti. BARBERO: Esportazione del dito pollice. - 6° Doti. GIACOMETTl: Rivista dei Giornali. "10 Avviso.

LA. IIEDA.ZIONE DEL GIORNALE

Al SUOI ABBUONATI. Ora fa un anno i nostri Colleghi di stanza io Sciamberì, falli interpreti del com1rne desiderio del Corpo Sanitario-Militare, prendevano l'iniziativa d'una proposta tendente ad ottenere dalle Superiori Autorità la pnbblic1n,iooe d'uo Perioùico che, mettend'in mutua relazione gli sparsi Figli della Famiglia Me~ dico-Mililare, gli studii e le osservazioni individuali a comune vantaggio volgtlsse del medesimo Corpo, del Soldato e della Nazione. Questa proposizione accolta e.on trasporto dal distinto Medico Divisionale Dott. Oomissetti, validamente appoggiata dall'Illustre Personaggio che ci presiede, ottenne la sanzione del provvido ed intelligente Governo ed ebbe così vita un desiderio lungamente vagheggiato ed altamente sentito da ognuno che tenero veramente delle Patrie sorti alla floridezza dell'Armata le proprie cu1·e rivolgesse. Ma questa vita fu dessa veramente fruttifera di tulti gli sperati vantaggi ? E quando ciò non fosse, di chi la colpa? Forse dell' intiera Famiglia :Medico.Militare? di quella parte forse che alla Redazione del Giornale più direttamente attese? Giu· dici in causa propria lascieremo che altri sentElnzii su l'operalo da quest'ultima la quale se per molti difetti potrà esser imputabile , non lo sarà al certo per mancanza di buon volere. Ci sarà però lecito , parlando dell'intero Corpo Sanitario-Militare, rallegrarci con i nostri Colleghi per le molte Scientifiche quistioni eruditamente e profittevolmente discusse ,

per le mionte e fedeli Osservazioni Cliniche compilate, per le diligenti ed assennate Relazioni comunicateci int0rno alle malattie dominate , intorno ai mezzi più opportuni per celeremente sminuirle o cessarle e finalmente intorno a quelle cose tutte che direttameole od 'indirettamente alla tutela della Sanità del Soldato si riferiscono. Cbe se tuttavia alcuni desiderii poterono rimaner insoddisfatti , noi volootieri concederemo essere l'opera nostra di molti mi glioramenti suscettibile. Ed a questi appunto noi rivolgiamo sin d'orà le nostre forze pl'Ocuraodo che in questo Secondo Anno della pubblicazione del Giornale , abbia il medesimo a riuscire di maggiore utilità col far io modo i o Che le Relazioni delle Conferenze sien il più possibile diffusamente riprodotte ed abbic1no sempre l'impronta dell'attualità;

2° Che le Memorie Originali, versando su punti scientifici 01.10 ancora risolti, recbin intorno ai medesimi nuovi lumi o confermino con fotti precisi le Dottrine controverse; 5° Cbe le Storie delle più esienzial i malattie abbian il carattere della nuda verità; non servano allo sfoggio d'un'erudizione che ognuno può procurarsi nei Classici, ma sian io vece dirette a rischiarire la difficoltà del diagnostico ed a precisar il valore del metodo curativo ;

4° Che le Riviste dei Giornali, oltr'all'avere l'impronta della novità, comprendan in sè le Osservazioni, i Risultamenli ed i Giudizii dei più Insigni Uomini dell'Arte; 5° Cbe le Polemiche Scientifiche rivolte all'unico fine della ricerca del vero e dell'utile , non solo non contengano cosa offensiva alla persona, ma siano per tale modo compilate da infondere reciproca stimll, ~ · riverenza fra le partl io opposizione; ~~\tl10 ~ \_\>~ \'\

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6° Che finalmente tutto qatrnto riflette le variazioni nei Regolamenti e nel Personale Sanitario; tutto quauto ra_gguarda a puo:ve Disposizioni ri6etteati dirett1.11men~e od i{1di11~ttamente il Corpo Sanitario-Militire sierio proolumente pubblicate. A questi miglioramenti che ci furono consigliati da buon numero di nostri Collegtii .noi siamo disposti sempre ad aggiungervi quegli altri che, conformi allo spirito del Giornale, i Membri della nostra Famiglia qua e là sparsi ci facessero conoscere veramente profìLtevoli. Che anzi è unicamente confidando nell'operoso concors11 dei Medici Divisionali e dei nostri Colleghi tulli che- ci ripromettiamo poter adempir~ alle nostre promesse. Al quale proposito ci conforta assai la lusinga lasciataci dal nostro Illustre Presidente il Prof. Commead. Rib.eri -di continuar egli pure a farci dono dei prezio:1i suoi Lavori ; come pare c'infonde fondata speranza di prospero avvenire per il Giornale la pubblicazione che confidiamo potere continuare delle Lezioni Orali di questo medesimo nostro Iosigoe Maestro.

PARTE PRIMA IP4 'JrQ~QCIJtA\ GiRINIRBtl\~Ri DEL

DoTT. P. lnARCHIANDI CAPITO LO SECONDO

METODO <•> Ci sembra aver a sufficienza dimostrato come essendo essenzialmente sintetico lo spirito della 'Medica Scienza, male s'appooga cbt dallo studio speculativo o dal pratico esercizio, circoscritti ad una sua parte, voglia sperare quei progressi di fatlo o quella reallà di cognizioni che portende il metodo sperimentale dell'odierna Filosofia e noi sappiamo come questa, in sè riassumendo la somma di tutte le cog?iziooi d'un temp?, formoli quei generali principii d1 comune consent11l1CQto ossia quei dogmi di reale valore che sono la vera rappresentanza del progresso delle Scienze. La Filosofia è madre della Medicina per ciò cl.te I'aomo fisico e morule sono due parli d'un tutto indivisibile. Il Metodo che la Filosofia impone di ne · cessità alla Medicina idenlifica i progrnssi ed i. regressi d'entrambe e mtile si potrebbero l'una dall'altra disgiungere , come veggo che taluni s'avvisano di far oggidì. Nè della sol1:1 Med ìcina ma di tutte le Scienze fisiche e morali è la stessa condizione. Nec vera, d_ice Tu.Ilio, sine Philosophorum disciplina genus et specmn cu1usque rei cernere, neque eam definiendo (I ) Qaesto lavoro fa se~oito a quello già inserito nei numeri 2, 3 e 4 del primo anno del Giornale di Medicina .Militare.

explicare, nec trifiuere in partes possumus nec judicare quae vera,. qu~e falsa si~t, neque cernere ~onsequentia, repugna~t1a çidere, ambigua distinguere ( f ). La Scrnnza della natura non è un'arida accumula· zione di fotti isolali. I fatti isolati formano la O',lateria ossia .c?stituis~ono le i~dividualità cbe danno corpo alla Serenza la quale multa dalla loro connessione sintetica ed è l'enunciazione logica e coordinata di tutt~ le lo~o .at~i~en:e. Essa non è perciò limitata dagh stretti l1m1t1 d uoa certeiza materiale ma si solJeva a vedute generali che sono frutto della riflessione ossia dell'attività intellettuale da cui derivano i giusti corollarii che séorgono alle pratiche applicazioni. Abbiamo pure veduto come il Metodo di Verulamio che più a ragione ooi Italiani diciamo di Gali· leo, dal quale · fo auspicato il risorgimento scientifico del secolo f 7°, corrisponda perfettamente con quello d'Ippo~~ate. Osserv~r i falti, scomp<>rli, ricomporli e stab1hrne le reciproche loro dipendenze che è quanto determinare le relazioni tra cuusa ed effetto costituiscono , dice il Puccinotti , il Metodo propri~ delle Scienze fisiche che si compone perciò della Sintesi empirica , de.ll'analisi e della sintesi induttiva (2). La cognizione empirica è confusa e oon può tornar utile se non per via d'ana lisi la quale, raggirandosi su i particolari del fatto empirico, ii rischiara, li coordina ed apre la via ad nna legittima induzione. Le cognizioni induttive sono perciò le leggi od i prinoipii generali che nascono dagli ordinamenti analitici de' particola!'i del fatto empirico. L'affermare del tutto ciò che si è riconosciuto vero di ciasebeduna parte costituisce l'indnzione che è la d~riva~ione del. generale dal particolare. Ogni ordine d~ fatti n_a,tu~alt ha la ~ua ragio~e ossia il principio d1 causahta m un ordroe superiore e questo in un supremo formolalo in una legge che esprime il valore sintetico di luLti. Se la legge o formola uenerale è legittima vale a dire se è il frutto d'uo'ioduzione preceduta da una severa e compiuta analisi de' fatti particolari, p11ò a sua volta fornire un valido pri.ocipio .di dimostra1.ion.e degli stessi fotti particolari, per 11 qual~ modo s1 ~a un doppio criterio per conoscere la giustezza ossia la verità deJle nostre cognizioni. Derivazione del generale dal particolare e. derivazione del particolare dal generale formano la scala ascendente e discendente d'Aristotile che è la prova e. la contropr1,va della realtà delle cognizioni speculative. Penetrato da cosi falle verilà formolò il Puccinotti il problema rispetto alla validità clinica d'una Patologia generale nei seguenti termini : • E « ella possibìle una Pat.olo:;ia costituita da una serie a d_i ~iudizii si_ntelici i 9~ali , ridiscendendo per la • via mtermed,a dell'analisi sopra ciascheduna sintesi " empirica , dimostrino il mol1.iplo dell'osservazione • perfetlamente d'accol'do con l'uoit~, del giudizio • generale indutlivn ? » É quindi facile l'arguire non consistere la Scienza nostra ne' particolari . non potersi chiamar Scienza un cumulo d'osservazione e non potersi per giusta conseguenza salutare con il nome di sapiente chi pure possedesse tutta l'erudizione posi tiva della Me( 1) Ve Orato·1·., lib. 1, cap. 19. (~) Patol. Indutt. , Pisa 1839, p. ~-


delle malattie , è ciò stante non meno importante dica Scienza quando non avesse applicati i poteri della parte empirica o sperimentale da cui legittimà~ intellettuali a tutta l'indigesta mole di quesli matemente deriv•a. « Qui rationem cum experieotia corrriali; non avesse determinato in prima il loro valore « flictare volunt, dice ;Bagli vi , illi omnes desipere i-ndivid'1al:e e di poi il collettivo, ch.'è quanto dire, " mihi vìdentur. Quomodo enim dici potest restabiliti quei ptincipii o 1t1elle leggi a cui, per quanto " spectum ad solam experientiam habendum esse svarfoti si.ano , tutti debbono andare subordinati i • duro per rationem conseqnentia videt Medicus , fatti positivi o particolari. Oodechè non maneberà mai il segreto delle pratiche applicazioni nelle più « morborum principia et causas coni.icit aut omoes " rationi partes tribuendas ea in disciplina quae, ut ardue contingenze a chi abbia la mente informata alla vera Scienza , comecbè la conoscenza de' gene« sapiens quisque fateri debet, looginqui temporls rali inchiuda ~mplicitamente quella de' particolari , « usu et periclitatione acquiritur ? n (1). Ai pl'oselìti mentre si troverà per l'opposto ravvolto non di rado del dinamismo astrati.o che su proprietà generali io scor.aoti perplessità cbi è sorretto dalla sola eruprestabilite della vita pretendono fondare tutta la dizione positiva la quale, per quanto estesa essa sia, parte dogmatica della Patologia senza tenere nel giusto non potrà mai comprendere tutta l'immensa serie dei conto l'essenza vera e concreta di dette proprietà fatti particolari. . iden~ficate con l'organismo, si può opporre quanto Di vero la memoria non può mai tener il luogo gli antichi seguaci del Liceo opponevano ai sottili dell'intelligenza ; la prima rammemora i fatti e .la Dialettici. " Fili, ab Accademia venis fastum inspiras seconda ne determina le attinenze loro. L;:i Scienza " ex inani scrinio et indocto pectore ,, (2). delle attinenze nata da una logica interpretazione (Continua) delle singolari osservazioni e basata perciò su principii sperimentali invariabili , diventa: uria critica STORIE DI CASI RDIARCIIEVOLI. della ragione pratica la quale ba tutte le malleverie ~i giustezza e di verità. Sperienza pratica ed interpretazione sorrette. da un giusto metodo costituiscono 1 una Patologia generale d'un reale clinico valore. Il .Metodo sta nell'educazione intellettuale che sommiCOì\UlOZlONE CEREB[{ALE oistra le norme dell'osservare e del giudicare, avveStoria det Medico Reggimentale Dott. Cav. CATTANEO goachè la ragione nostra non sorretta da norme deNel mattino dei 21 di maggio ultimo scorso mentre il terminate e fisse nelle sue operazioni non possa Capitano N. N. cavalcava a diporto, essendosi il di lui procedere sicura. La natura delle norme colletlivacavali~ impennato e fatto ricalcitrante al freno, era getmeote riunite· determina la natm'a del Metodo e, tato VIOientemente a terra fuor de' sensi e trasportalo sebbene da quanto fu premesso in principio rispetto quindi esanime alla propria abitazione. ai procedimenti annlitici e sintetici sia in parte chia· rita la natura del_ Metodo di éui parliamo , verrà Quest'Uffiziale vincolato meco d'amicizia da ben tre tuttavia più esplicitamente nel segnito dichiarata. l~~tr~ ed in. età d'anni 54, di tempera~nento nervoso squiSi ritenga per ora che il Metodo segna le norme s1llss1mo, d1 casato distinto, non ebbe nel corso. di sua più sicure per derivare quel la serie di leggi o di vita a soJTrir alcnn malore di rilievo , ad eccelluazione principii dal complesso di cui è essenzialmente cod'una gastro-enteritide la quale aveva bensì perdurato stituita la Patologia generale. L'oggetto della legge a!cun tempo ma era però stata con razionale terapia guaè sempre generale percbè q uesta è un'espressione di rita senza !~sciare di sè alcuna. morbosa sequela. falti collettivamente considerati e non già d'un fattò Per motivi di servizio trovandomi appunto in Quartiere in particolare. La legge può distinguere e classificare dov'era la sua abitazione, ho potuto quasi istantanea· i fatti in quanto hanno comuni relazioni e reciproche mente visitarlo in compagnia del Medico di Batt. Dott. dipendenze ma non scende al fatto concreto od inQuaglio: rac~olti i particolari dell'avvenimento ed inlerA dividuato. La Patologia generale studia perciò le dif- · rogati quelli fra gli astanti che avevano presenziata Ja ferenze e le attinenze generali delle singolarità morcaduta e che avevanlo accompagnato presso di uoì, come bose , le quali differenze non potendosi altrimente questa avesse avuto luogo, mi feci poi ad esaminare con rilevare se noo da uno studio preventivo di ciascheattenzione il corredo de' sintomi ch'egli offriva; erano i duna in particolare, chiaramente si scorge la conseguenti : faccia pallida, occhio fisso, voce tremola, idee nessione intima della parte speculativ_a con la speripoco distinte, risposte vaghe, vertigini, bagliori di vista mentale nella Scienza delle malattie. s~rdità , respiro affannoso, vomito, pelle fredda , pois~ Ond'è che il valore clinico del Medico non po· piccolo, lardo, uscita di sangue dalla bocca, dal naso, dalle trebbesi altrimente riporre nella contratta abitudine orecchie, calteritura de' tegumenti alla sommità della di veder ammalati ossia nella sola pratica sperienza, tempia sinistra e contusione profonda alle articolazioni come taluni avvisano, percbè i fatti particolari e se· scapulc~omerale e temporo-mascellare dello stesso lato. gregati che son oggetto del pratico esercizio, rimanDall'insieme dei sintomi e delle cause, rimossa inoltre, gono circoscritti iu uoa cerchia empirica se non la spontanea cessazione dell'eqiorragia, la probabilità per sono feconda~i mediante la determipazione delle mudella rottura degli ossi componenti la ba.se dtll cranio, tue loro relazioni e dipendenze , vale a dire se non fu instituìta diagnosi di grave commozione cerebrale. s?no determinate le leggi che ne reggon il magistero. Date perciò all'infermo le prime cure, dopo poche ore La. cognizione di così fatte leggi che d issimo for(l)V, Operwomnia,lib. 11 S 12. mare la parte dogmatica o speculativa della Scienza (3) BAGLIVI, Op. el loc cii.


4 essendo ;;comparso lo stato d'avvilimento che so,goa l'iunsio11e di questa malattia, sorse gagliarda la reazione febbrile por cui oltre alle fomentazioni ghiacciate già poste io uso su le località morbose, fu data al tronco una positura elevala, si praticò un abbondante salasso del braccio , si prescrisse la dieta severa e per bevanda la limonata vegetalo. Nel pomeriggio a malgrado dell'appareule remissione dei fenomeni sintomatologici fu praticato un altro salasso e nella notte uo terzo, continuate le bagnature locali e la limonea. In circostanze pi:essochè identiche trascorse il giorno 22 ed identica perciò fu la terapia (quarto salasso alla mattina ed alla sera il quinto). Ad ora larda del la notte aumenlansi la reazione febbrile , la sete, i dolori al capo, il vomito resosi frequente c intollerabile ed alternalo col singhiozzo, le idee divenute confuse, esagerale, la sordità maggiore ed il sangue che nel mattino mostrava appena una Jeggicra crosta pleuritica essendosi coperto di densa e consistecte cotenna si praticò il sesto salasso , si sostituì alla solita bevanda una mistura di sciroppo semplice con acqua di mandorle amare e l'uso interno del ghiaccio ridotto a minuti pezzetti. Questo stato dì cose penlurò nella domane (25) e richiese la settima e l'ottava sottrazione sanguigna generale a coi, nello scopo d'evitare la probabile esacerbazione vespertina, s'aggiunse un'applicazione di mignatte ai processi mastoidei (10 per lato), non che l'imposizione d'un clistere mollitivo - oleoso al fin e d' eccitar un ponto di rhulsionc nella porzione anale ilei tubo digerente. Nè inutili furono questi compensi curativi, giacchè s'ebbe la grata sorpresa di vedere minorali nella notte i patimenti dell'infermo. · Ai 24, beochò altjuanlo rimesso l'imponente apparato morboso del giorno prima, persistendo tullavia l'elemento infiammatorio nel sangue estratto, la riazione febbrile, il vomito, il singhiozzo e tutta la coorte de' cefalici sintomi , si giudicò necessaria la nona sottrazione sanguigna generale in modo rivulsivo dalla mano, 1.10 secondo sanguisugio copioso agli scaricatori del Valsalva, ferme restando le altre 1irescrizioni. La notte che venne in seguito offerse, com'era a prevedersi, un nuovo rialzo dei fenomeni patologici, specialmente il vomito ed il singhiozzo crebbero l'uno e l'altro a dismisura ed , avvegnachè fossero tali sintomi quale un'esprnssione del disol'dine fu111.ionale dell'asse cerebrospiuall' , per tranquillare l'ammalato si dbvelle nondimeno ohre alle consuete applicazioni locali ripeter il cJistere mollilivo-oleoso ed amministrar alcune dosi della polvere antiemetica dol Uiverio facendo precedere quosle indicazioni da un allro salasso rivulsivo dalla ma'no (10°) : più tardi si procurò di spostare con polente calde ai piedi l'urto vasale che spingevasi con forza verso le parti superiori del tronco. Le abbondanti scariche alvine prodotte dai clisteri indirizzaron in meglio le cose ed ai 25 il vomito, il singhiozzo rallentarono visibilmente i loro accessi, le orine che da due giorni erano scarse si resero mòllo più copiose, I.e vertigini, la confusione ùclle idee non s'appalesarono più con tanta freque11za e poca era la cotenna nel sa11gu11. Si tralasciò pertanto dal nuovamente. estrarne ; fu solamente ripetuto il clislere e data una soluzione

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d'estratto d'aconito io couvenieule veicolo da prendersi epicraticameote. Passò l'ammalalo calma e tranquilla la notte, il sonno scese a ristorare le sue forze, di moderalo sudore si cosperse la periferia del corpo e questo movimento critico di oalura il quale iudicava una prossima risoluzione del male non avf!odo cessalo di compa rire nei giorni 26 , 27 e 28 lasciava fondata ragione di credere ormai viola la malallia. La soluzione d'estratto d'aconito ed il ghiaccio soppestn furono le sole medecine che da quindi · io poi s'adoprarono a compire la guarigione. Nel periodo però che tras(!orse tra questi giorni e gli ultimi della malallia, per la Cf!Sstziooe appunto dei fenomeni patologici più gravi , oe vennero io isceoa alcoui altri meno imponenti beosi, ma sufficientemente moleiti per annoiare l'infermo P richiedere anche la loro. parti· colar indicazione : s' addoleotarono ad ogni lieve 'toccamento i bulbi de' capelli dal !ato sinistro della testa , sede della contusione; si rese difficile l'inghiollimento dei cibi o delle bevande per lo stentalo movimento dell'artico· !azione temporo-mascellare sinistra ; il ventricolo r imase siffallamenle inetto alla digestione da non permettere altro fuorchò brodi o sostanze di poca consistenza ; persisteva una lai quale durezza d'orecchio ; ad intervalli scoppiavano insulti odontalgici alle radici de' denti ed altri spasmodici llei muscoli del lato sinistro della faccia. l\Ja l'iosisteoza nel metodo 1g1eoico , noo che l'uso della bella.donna in pomata soi punti dolorosi dei bulbi de' capelli e dell'articolazione lemporo·mascellare , la quotidiana iniezione dell'olio di maudorle dolci nell'orecchio e restrazione degli induriti grumi di saogue per mezzo di adatta curelta posero il mio Amico io grado di potere nel ventollesimo giorno di cura fruire dell'aria salubre della campagna ed una settimana dopo gli permi . soro di recarsi alle !lponde del Mare Tirreno in seno alla sua famiglta la quale ansiosa mente attendevalo senza che siagli insorto inconveniente alcuno. L'agii.azione che soffre la massa cerebrale nella commozione ci rende ragione dei sintomi cho' accompagnano questa malatlia. I nervi che nascono immediatamente da quest'organo dovendo partecipar i primi all' imprdssione del loro centro ci spiegano perchò la lesione del trigemino dal quale derivano, oltre all'ottalmico, il nervo mascellare superiore ed il mascellar inferiore debba essere seguita da quella sintomatologia che vedemmo nella r,. ferita narrazione cioè cla odontalgio ricorrenti , da dolori all'articolazione temporo-mascellare , al padiglione del. l'orecchio, alle tempia, al vertice della testa. Così dicasi dHllo spasrno de' muscoli della faccia per l'aberrazione funzio11ale della branca temporo·facclale del settimo paio. In fine per la disordinata funzione del pnenmogastrico si spiega l'origine del vomito e rliilla sordità se si voglia tenere conto de I nervo auricolare d' Arnold che nasce dal ganglio giugulare di quello. 2

ALCUNE UJFLESSIONI INTORNO ALL'OTTAL1\11A dominante in Genova. del Doti. Cav. G1L1.t MerJ. di negg. io aspettativa. Ardua impre,a assumo, t,~n1a11do, per qaant'il p1muette mio scarso ingegno , uilacidar uo punto di controversia


5 iote;rno alla natura dell'ottalmia regnante in alcuni Spedali .Militari dello Stato ed io quello specialmente di Genova. l molti studii e le molte ed accu rate osservazioni che furono fatte dai Medjci Militari di quasi tulle le Nazioni, chè le Armate di quasi tutte le Na.zioni furono bersagliate da questa malattia, ebber on molto preciso e chiaro riepilogo nelle Scientifiche Discussioni tenutesi in proposito dai Medici Militari dello Spedale e Presidio di Genova. Ed è appunto nel tener accuratamente dietro -alle medesime e specialmente a quelle riferite nei numeri ~50 e 51 del Giornale di Medicina Militare, ch'io sono io oggi spinto a manifestar intorno a quest'argomento la mia qualunqe siasi opinione. Coloro i qnali per il luogo loro tirocinio nella Carriera Sanitario-Militare ebber agio d'osservar e di seguire le fasi delle ottalmie dominanti nelle Armate; coloro che poterono studiare quella che' regnò Ira rroi nell'anno 1857 io quasi lùlti gli Spedali Militari dello Slalo e quell'altra che nell 'anno 1859 -40 si svolse nel Presidio d'Alessandria , riconobbero già allora nelle medesime tutti li segni caratteristici dell'ollalmia bellica ed Egiziaca. Coloro poi che videro questa rnalatti a <·onti1111arsi costante.mente più o meno diffusa oèi varii Corpi delle nostre Truppe ~ la videro riprodursi oell'auoo 184H nel 25111? 1tegg. di Fanteria per modo che nel numero · di 150 ottalmicf ricov.erati nello Sped!ile Hiv. di Torino una buona metà apparteneva a questo solo Regg. ; coloro finalmente che steller attenti al come la med.e sima, non ostan te le più savie ed a•ialle provvidenze, dim inui bensì per nu mero e pe1· intensità , ma non cessò mai affatto ; tulli questi non poterono uon nutrir il sospetto che l'ollalmia allualme11te dominante in Genova s,a della mede,ima natura ed . indole della bellica ed Egiziaca. Non moverà quindi stupore ch'io il quale mi glorio appartenere da lungo lempo al Corpo Sanilario-1\iili lare e che ebbi occasione d'osservare quest'ottalmia nei vari i accennali l_empi, sottoscriva pienamente a quesl'ult ima . opinione. Il riflettere come le cagioni che potent11me11le contri. buis'con all'evoluzione delle comuni ottalmie abbiano concorso a fare germogliar ed a rinvigorir il seme dell'Egiziaca, sèm(~ che trovasi radicalo nella nostra Armata, non è una vana supp-osizione: basta in falli per convin cersene accenoan: ciò che avviene i11 tulle le epidemie di morbi contagiosi i quali prendono nuova lena e vigore quando, non del tulio spento il loro fornite primitivo, 1>ccorrooo determinale circostanze o naturali od accidentali operanti come nuova cagione di maiallia. Nò mi s'opponga che la mancanza d'alcuno tra i sintomi anche più gravi ed imponenti che al lre volte corredarono que-. st'òllalrnia , è argomento sufficiente a negare J'iden.tilà del morbo, giacché noi sappiamo che le malallie epidemico-contagiose perdono parte del la loro inteosilà a mano che si riproducono, a mano che passano da una ad altra localilà ed a mano che .la Scienza Medica giustamei1le interpretata dai suoi Cultori è secondata oell'apP.licaziooe di quei mezzi dei quali seppe fare tesoro. Nè certamente è uopo ch'io r icordi come non si;i necessaria a caratlerizzar una malallia epidemico-contagiosa la e.ostante ricorrenza di lulli i singoli fenomeni che altre volle la se.gnalarono, giacchè, a mio avvrso, è sur. . ficiente cosa che questi si maoifest in in bnon numero e nei casi più. gravi. La quale c0.sa siccom'è ovvia nel:e

epidemiJ di vaiuolo, di tifo, ecc., nelle quali occorron~ var1i gradi ·dal più mite al pi.ù , grave senza .c!Je debba.. considerarsi il. primo diYerso dal secondo in quant'all'essenza morbosa, cosi debbe applicarsi, senz'esi1az,ione e senza pericolo di errore diagnoslico , alla dominaiite ottalmia. Allorché un morbo regna epidemicamente ed imperversa in una determinala località propagandosi a· buon numero di persone die ne subiscono l'influsso ;. allorquand'il medesimo è qua~i esclusivo ad una clas~e di persone le quali portano nascosto il germe diffusivo ; allorquando questo, non ostante la diversità delle cagioni e delle idiosinc.ra~ie, generato una volta, si fa generatore; allorquand'in fine questo morbo ·può a non dubbie proye. ritenersi quale contagioso , non è dessa cosa dannosa volere ricercare le ragioni del la sua evoluzione e del . suo incremento piuttosto in altre cagioni che non nel contagio stesso? Ciò premesso , mi sia lecito esaminar alcuni punti della Belazione fatta dalla Commissione ( vedi 11° 50 del Giornale) dal contesto della quale, ~e male non m'appongo, sembrami apparire come nello stesso tempo che si nega la specificità della malattia in quistione, questa sia poi ammessa chiaramente in pili luoghi di quella. teggo io fa lli in delta Relazione che quest'ottalmia considerala corn'una ser;nplice congiuntivite palpebro-oculare assnme non rade volle la forma catarrale per cui ha. luogo i'n qualche ca.w una secrezione nmco-puri(orme. da fare nascer il sospello non fosse l'oftalmia beltica ; clte però non avend'av·ute prove della sua tran.~mìssibUità,

nè avendo scorto tutto quell'apparato di sintomi che quast't1ltima distinguono dalla catarrale , la Commissione propende per un giudizio negativo. J)a ciò si scorge come la Commis'sione sia parlita dall'idea precoocella doversi · l'evoluzione di questa malattia unicamente allribuir al concorso di cagioni comuni per ciò solo che non aveva sufficienti prove della contaj!_iosil à e trasmissibil ità del•· l'ottalmia, Ma io trovo una prova della temuta trasmissibilità nelle stesse ragioni motivale dal la Relazione, al • lorquando leggo che per ragione del calor eccessioo e/te

vi regna nella notte, come per le abbondanti esalazioni che s·i soolgono nei corpi umani nel corso di questa , i Soldati non possono non sentirne 1tn morboso in/fosso, ecc. Di più io scorgo un'altra ragiono di paventata trasm issibil ità nel precello inserito nella Relazione che i tocchi, da ma~e agli occhi siano pronta1r1;ente separati ed inviati allo $pedale, e ciò per allontanar i Soldati sani dalle esalazioni provenienti dalle secrezioni oculari degli infermi e per impedire e/te gli ammalati non gravi ed i convalescenti c,.f'Tan i l vericolo delle recidive. Una ragione poi

della con tagiosità del l'otlalmia la scorgo anche in detta Relazio11e allorquando questa, accennand'ai precetti atti a menomar ed anche a cessare la dominante ottalmJa, propone si usi la massima seuerità nel fare seguir il dispo sto della Circolare dei 26 di Maggio 1850, nella quale a buon diritto si prendono tulle le precauzioni cousideran • dola come morbo contagioso (l). D'onda dunque tante. precauzioni suggerile dalla Commissione, se questa 090 (I) Anche il Consiglio Superiore Militare di Sanità nelle varit circ·olari ed istruzioni emanate in proposito sino dai primi tempi della comparsa di qoest'ottalmia, opinò per lacontagiosilii, come il comprovan i so~gerimeoli e le provvidenza ch'ebbe a pro~ porre in tali cil'costanze.


6 ~vesse sòspettata la contagiosità della malallia · in discorso P Nè un tale sospetto poteva non essere pl'esente aUa mente di quello o di quelli tra i Membri della Com· missione i quali si fecer a rilrettere come molte volte nelle ottalmie epidemiche alcuni infermi' tocchi solo da Ueve blefarite, dopo essere stata questa stazionaria e ribelle per molli giorni ad un razionale metodo .curativo, siasi poi fatta ad un tratto vivissima ed anche irreparabile l'ottalmia per il s·olo fatto della vicinanza che questi ammalati avevano con altri tocchi da grave ottalmia bellica. Aila verità del· qualti fatto · comprovante la natura contagiosa di quesla , io aggiungerò ancor esser a mia cognizione come Soldati recatisi in congedo per riaversi di sofferta, nè ancora bene vinta o~talmia bellica, in seguito ad esacerbazione della malal!Ìa prodotta dai disagii del viaooio o da trascuranza, questi, giunti a casa, co~ muoica~;er alle persone delJa loro famiglia un'ottalmìa per nulla dissimile da quella ond'eran eglino tocct~i. La generosa proposta del Doll. Piazza d'essere pronto a subire l'inoculazione, mentre si loda abbastanza per se sola, non arriverebbe, quand'anche fosse quella senz'effetto, a scioglier ogni dubbio in proposito, giacchè nella Storia dì quest'ottalmia non mancano gli esempii d' ardite inoculazioni con riaultamenlì ora positivi, ora n,egativì. In fatti, mentr'il Dolt. Caffe cita cinque o sei casi nei quali gli sperimentatori furono villima delle loro sper ienze, il Doll, Mac~ensie ·non crede contagiosa l'ollalmia Egiziaca perchè gli sperimenti teutali su se stesso non ebbero risultamento positivo. Un'eguale negativo risultamento ebbe pure ,l'inoculazione della peste bubonìca che Desgenettes praticò su se stesso in Egillo. Eppure clii osa ancor al giorno d'oggi credere non contagiosa la peste bubonica ? Ed a chi non sono conosciute le gravi controversie cl1e nel Ilelgio si suscitarono tra i partigiaui del contagio ed i loro avversarii in proposito appunto di qutist'ottalmia? E chi non sa com' il Governo di quel Pae,se a · cui arrideva il concello della non contagiòne , abbia incontrale ingenti spese per migliorar ii:i tulio le condizioni igieniche del Soldato al fine di renderlo immune da questo morbo, senza però che abbia potuto ottener il suo intento altrimente che con la compiuta segregazione de' soldati sani dagli infetti ? E non è forse dallo risultanze negative e positive di qut'st.e mede~i~e sperienze che dubbia per molti pende ancora la soluzione della presente quislione? Se non che in Medicina ed in tulle le Scienze un solo fatto positivo potendo molto più che cento negativi, sarà pure forza che anche i restii ammettano nell'otlalmia bellica la presenza d'un contagio. Ritornando per ultimo particolarmente all'ollalmia dominante in Genovii, io trovo nello Spedale Militare di quella Città una più facile ragione della propagazione del morbo ìn ciò che (almeno per lo passalo) gli ottalmici .tutti indistintamente erano collocali in una sola ampia Sala, Forse l'oculatezza dei Medici quivi di servizio avrà a ciò poslo riparo, ma quand'ancora sussistesse un tale difetto, non ho dubbio siavi alcuno che meco non convenga che quest'agglomeramento uon sia j:)er essere fune sto. Con<:hiuderò finalmente ripetendo ch'io non posso dubitare essere l'ollalmia attualmente dominante una recrude• scenza di quella che già regnaron altre vol te in quasi lutti i Reggimenti e che le cagioni numerose accennale -ilella Relazione valser a r innovare J!incendio che sopito \

covava sollo C.!)nere. lo pure neWanno 1849 fui tocco da questa terribile malallia mentre prestava assistenza ai numerosi ammalati d'oltalmia ricoverati nello Spedalé Div. di Torino senza che ad allrà causa , tranne all'ino• culazione , abbia potuto allribuirne la cagione. Fui da questo crudele morbo travaglialo per trenta lunghissimi mesi e non ne fui liberato fuorchè con il sacrifizio di non poca parte della mia facollà visiva. 5

ESPORTA ZIONE DEL DITO POLLICE della mano destra con frattura del radio e del cubito corrispondenti e con Mrie altre soluzioni di continuità cagionate dall'improvviso scoppio d'1m· cannone. (Storia letta dal Med. di Bali. Dott. BARBERO io nna conferenza di Torino) Tra gl' importanli casi Clinici offertisì nella Sezione Chirurgica diretta dal Dolt Bima, io scelgo per sotto. por al vostro esame un fallo di ferita da arma da fuoco che parecchi tra voi, Onorevoli Colleghi, ebber agio osservare nei mesi di novembre e di dicembre p. p. e che forma un dpcumento importante del valore della Chirurgia conservatrice, quando la pace e l'andamento regolare del servizio d'uno Spedale lasciano campo a metter in opera tutti li lenlalivi del!' Arte. Il Soldato nel Regg. Artiglieria di Campagna Giovanni Pratis , Savoiardo, di temperamento sanguigno, di costi• Luzione sana e robusta, mentre nella Fazione Campale che ebbe luogo su i colli di Torino presso la Torre del Pino, slava ai 28 d'Ottobre caricando con lo scovolo il cannone, per l'anticipato scoppio di ql/esto rimaneva colpito all'estrem ità dell'arto superiore des'!ro con la quasi total esportazione del pollice. Riceveva il Pratis sul campo di manovra i primi soccorsi dal Me<l. di Bali. Dolt. Clara il quale, recise con il gammaulle .alcune briglie ligamenlose che tenevan ancor unita l'ultima fa'lange del medesimo dito al primo osso melat:arpeo e compiutane così la totale separazione, adagiav~ quindi il membro secondo i precetti dell'Arte ed accompagna va finalmente in apposita ambulanza il Fer~o allo Spedale Militare. Quivi , rimosso tosto l'apparato di medicazione provvisoria, fu facile cosa riconoscer ed esaminar ad una ad una le seguenti lesioni ( lo scottatura di primo grado occupante tutta la melà. inferiore dell?antibraccio destro il quale offrivasi tutto disseminato di granelli di polvere incombu· sia . infissi nel tessuto cellulare ; 2° scopertura del capo artic~l;re melacarpeo, a coprir il quale cran insufficienti i le.mbi della circostante pelle ; 5° soluzione di continuità \;.ccupanle tutta l'eminenza tenare destra ed internanteili nella spessezza dei muscoli di questa regione con margini divaricali ed eminentemente lacero-cootusi ; 4° frattura semplice del cubito al suo quarto inferiore e frattura comminutiva del raùio di cui i frammenti, facilissimi a scomporsi, sporgevano nella ferita corrispondente ; 5° que· sta ferita , con molta perdita di sostanza, con lembi cutanei mortificati ed irregolari, estendentesi a tutta la faccia anterior e trasversale dell'antibraccio e prolungantesi pl}r la lunghezza di cinque centimetri, lasciava allo scoperto lacerali li tendini dei muscoli grande e piccolo palmare ed il legamento anular anteriore ed offriva contusi i mu-


7 estèndevàsi tra li muscoli .dell'eminenza tenare. Nel -giorno.

scoli flessori dei diti; 6<> emorragia arterioso-venosa eon 'forma .di stillicidio proveniente dall'arteria palmare su9, non solo era allontanato ogni ulteriore pericolo d'eperficiale e forse trasversale del carpo, non che dalle morragia, ma deterse ofTrivansi ·ben anche tutte le ferite corrispondenti vene state lese nella parte media ed infecon celerità proporzionata all'Anatomica tessitura ed at riore della sopra descritta ferita; 7°. a1tra ferila poco grado di vita fisiologica dei. varii tessuti lesi, talchè si ampia, ma profo.nda, con margini introversi, situata trassarebbe dello non esser avvenuta separazione d'escare versalmente nella regione palmare presso l'origine dei cancrenose, quali osservansi nelle ferite di cotesta natura,. diti secondo e terzo, ed interessante la pelle, l'aponeuqla i.a vece essersi operato un graduato ritorno alla vita rosi palmare, le guaine sinoviali ed i ·tendini nessori dei dei tessuti mortificati, e ciò per l'insensibiJ eliminazione medesimi diti ; 8° varie altre ferite della pelle e dell'afattasi con la suppurazione delle particelle affatto disorponeurosi nelle commessure del terzo , del quarto e del ganizzate direttamente dalla violenza dello scoppio, non. quit}lO dito, con es.coriazioni nella parte dorsale dei meche per l'eliminazione parimente fattasi con la suppurazione d'alcune minul.e schegge ossee sparse fra le carnì. desimi. Se la forza d'animo con la quale l'ammalato sopportava Così staudo le cose, il Dott. Rima rivoJse principalmente, il suo infortunio permetteva al C1-.1ra nte d'appigliarsi a quel il suo studio a trovare modo <l'impedire nelle medicazioni la scomposizione dei frammenti ossei ~ più specialpartito che più sicuro ed opportuno avesse giudicalo a rimediare così gravi lesioni, dobhia tutta.via . era l'indicamente lo sporgimento nella ferita del frammento supezione curaliva, giaccM se dall'una parte militava io fariore ( ostacolo continuo alla loro per.fetta coallaziorie), vore dell'amputazione la vastità ed il numero delle feciò che non poteva ottene,rsi aJtrimente ~he con la posirite; la natura dei tessuti lesi ; la frattura comminuti va tura prona ed orizzontale dell'anlibraccio. A questo fine ed il pericolo di consecutive infiltrazioni purulente: dalil citalo Dott. fece, preparar un'assict'\lla quadrilunga , l'altra parle l'arteria radiale illesa; la speranza di cessare estendentesi dal gomito all'origine dei diti, dell'ampiezza l'emorragia con la posizione opportuna, con i bagni ghiac<li 10 centimetri, la quale, perforata nel sito corrisponciali ed astringenti ; il buon temperamento e la docilità dente al quarto inreriorc dell'anli.braccio e nella regione dell'infermo; l'osservazione indefessa e le accurate me· carpea per modo che comprendesse nel suo seno tntta dicazioni possibili io un bene regola lo Spedale, infondela maggiore soluzi 011e di continuilà, dopo aver fatto ìnvano speranza che si sarebbe potuto ottenere la gnariv,>lgere con tela incerata ed imbottire. con cotone lungo ~gione conservand'il membro. Praticata perciò una medi- ' i margini della fend itura, collocò nella parte anteriore cazione lassamente uoitiva e data al braccio la positura de,ll'antibraccio e della mano, quivi fissandola per mezzo orizzontale, furono per due giorni alluati costantemente di tre nastri allacciantisi sul dorso di quosle medesime bagni ghiacciali, furon eseguite tre cacciate gene_rali di partL Con questo mezzo e con l'aggiunta d'una piccola e sangu~, corroborandone l'azione con la dieta rigorosa e corta assicella laterale esterna·, l'immobilità del membro con le bevande temperanti. Nel giorno 50 d'Ottobre rimauend'afTatto assicurata, senza che impedita rimanesse (terzo giorno di malattia) sollevato e n1esso allo scoperto la medicazione delle varie ferite e principalmente di il membro , poterono scorgersi l'antibraccio e la mano quella complicante la frattura su cui applicavansi fi laccica iotumiditi ; li vide le ferite e minaccianti morlilìcaziooe imbevute di decozione di malva clorurata e vi si soprapnon lieve; inevitabilmente mobile la frattura nelle meponevano cataplasmi mollitivi, non rimase più dubbio indicazioni e rinnovamento dell'emorragia la quale si pretorno alla possibilità della guarigione scnz~ bisogno del• sumeva e si paventava copiosissima al la caduta delle 1 l'amputazione dell'arto. Io fatto da questo momento (20 dì escare. In quest0 frangente ed in vista della continuante Novembre) cessata ogoi proclività a nuova infiammazione gagliarda riaziona febbrile ricorse il Curante all'applicanei margini e nel fondo delle ferite, con la diminuzione zione loc;1le di filaccica inzuppate prima in una soluzione della suppurazione cominciaronsi a scorgere bottoncinì d'estratto alcool ico di segale cornuta e fece praticar altri 1:arnei di nuova formazione i ql!ali, manifèstissimi nelle· due salassi conlint1aodo nella prescrizione dd le bevande soluzioni di continuità delle parti molli, non tardaroo a temperanti, della dieta rigorosa e delle fomentazioni comparire nel la cartilagine del capo articolare metacarghiacciale per mezzo di vesciche ri1)iene di ghiaccio onde peo e quindi nello stesso frammento superiore del radìo impedire l'affievolimento d'azione che nell'estrailo di sefratturato ; ed in pari lempo che le nuove carni si ripro· gale avrebbe iodollo la presenza dell'acqua che s'adopeducevaoo, effottuavasi dal radio il distacco di piccoli se• rava per far i bagni. Nel qua rlo e nd quinto giorno, questri ossei , simili a grani di miglio che comparivano mentre ·cominciava qna e là o mostrarsi qualche punto mobili tra mezzo le vegetazioni carnose più superficiali di suppurazione, mantenendosi ancor un lieve moto febdella grande piaga. Non è uopo ch'io minutamente debrile si praticò un piccolo salasso dalla mano; alle ve seri va l'ulterior andan-H\Oto del la cura , giacchè , credo, sciche con ghiaccio si sostituì l'uso dei calaplasm i mol· basterà sapere come, limitatasi ai 51 di Novembre la me• dicazione all'applicazione di filaccica asciutte cd a qualche liti vi; si diede all'antibraccio una positura più declive; si praticò lungo il medesimo una fasciatura blandemente ca~terizzazione con il nitrato d'argento, verso il fine di Dicembre ogni soluzione di cuntinuità fosse rimarginata , espulsi-va e si continuò nell'uso locale deli'estratto di segale, nella dieta rigorosa· e nella somministrazione delle null'altro rimanendo di tllnlo ,guasto fuorché la ma,ncani_a del pollice, un lieve ingrossamento osseo in c.orrispon• b,evande rinrrescative. Dai 5 ai 9 del mese di novembN si continuò nel medesimo metodo di cura sia generale, , donza della frattura, la perdita parziale nella flessiona sia locale e solo fu necessario aggiungervi una spaccatl1ra della mano su l'anlibra-:cio e dei diti indice e medio !lll. la mano; perdita questa dipendente, per ciò che spetta. faua con il gammautte per dar esito a.Ila marcia contealla mano, dall'anchilosi delle articolazioni radio-carpea e. [)Uta in un seno che dal capo articolare mcl~carpe.o ~


s ,carpo-llletacarpea , dallo strozzamento del muscolo palmare grande e dalla ·profonda l!3sione dei muscoli flessori; dipendente pure, pe.r quanto ragguarda a! diti, . d.all~ ferila esistente nella mano e comprendente I tend101 d1 ~uesti medesimi nmscoli. N~ fa uopo ch'.io vi dic~ ~~m~ queste morbose conseguenze sieno tuttavia suscett1b1h d1 molta diminuzione con il tempo, con il ricorso ai bagni termali e con- l'esercizio progressivo del membro; ag-· giungerò solo che il Pratis verso la metà di gennaio p. p. rimpatriava in buono stato di sanilà, dopo essere stato riformato e provvisto del maximum della pensione del suo grado.

PARTE SECONDA RIYISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Santi del Dott. Giacometti) Sull'acqua emostat1·ca del 'Farmacista Pagliari. Questo

Jiquido già_ rinomato in Italia quale mezzo emostatico èfficace per uso sia esleroo, sia interno, fu dal Prof. Sédillot sottoposto ad esperimenti comparativi con altri liquidi omonimi ed adopralo in varii casi d'emorragia esterna , arteriosa e venosa. I risultamenti furono soddisfacenti e favorevoli, siccome dall'interessante Memoria dal sullodato _Prof. letta ali' Accademia delle Scienze di Parigi venne a risultare (1). E siccome , alt' Ofl'Posto di Jalrich, di Binelli e d'altri facitori di secreti, il Pagliari, mosso dal lodevole fine di giovar all'Umanità ed alla Scienza, rese di pubblica ragione la formola onde preparare la sua acqna emostalìca , così per le medesime ragioni mi sembra cosa ìmportante riprodurla nel nostro Giornale, persuaso essendo ch'in quei casi d'emorragia {e non sono pochi); nei quaJi la legatùra dei vasi non riesce praticabile, troveran in essa i miei Colleghi un mezzo ausiliare assai favorevol e polente, com'ebb'a dichiararla il Sédillot nd citato suo lavoro, di cui qui riferisco le conclusioni (2). Comp'osizione dell'Acqua del Pagliari : form6la per prepararla. Sì prenclon o~cie otto di béllsamo di benzoino ;

Jibbra una di solfatofd' allumina e di potassa e dieci libbre .d'acqua comune. Si fa bollire il tutto per la spazio di sei ore in un vaso di te rra inverniciato, contiottameote agitando la massa resinosa e sostituendo successivamente all'acqua svaporata, acqua calda, onde non s'interrompa l'ebullizione. In seguilo filtrasi il liquido e si conserva in vasi di cristallo bene chiusi . La parte di benzoino non sciolta forma residuo ed ha perduto il suo odore e la proprietà d'infiammarsi. L'acqua emostatica ol!enula con questo processo è limpida, d'un colore simile a quello del vino di Sciampagna: ha un gusto leggiermente sliptico, un odore aromatico soave e, se la si fa svoporare, lascia un deposito trasparente che aderisce alle pareti del vaso, ecc. Essa presenta, come dice il Sédillot, la rimarchevole qualità di coagulare co mpletamcnte il sangue. Ogni goccia (1) Ga::. ~féd. di Parigi.

(2) Appena se ne conobbe la Cormola, l'acqua del Pagliari fu preparata io quesl' Ospedale Div. di Torino mercè della nota perizia dei Farmaci.sti Maletti e Derossi e per l'interessamento del Med. !li Regg. Doti. Bima a quanto riesce utile alla Pratica Me· dica. L, a.

della medesim~, versata in Yasi che contengano sangue, vi produce un magma istantaneo e se il miscuglio è fatto nei rapporti di 115 a 4 15 della lunghezza, si vede appa· rire un coag:.ilo così resistente da poter agitar e rovescìar impunen:ientè il vaso che lo contiene. l due liquidi sono convertiti in una massa nerastra omoger.ea e così fortemente aderente da non potersi staccare. Quest'esperienza ,la quale dovrebbe praticarsi prima d'usar~ pralicamente il nominalo liquido, riesce sovra ogni specie di sangue umano : in· oltre i pezzi d'arteria in esso immersi non restano alterati e conserva1:o il loro diametro senia apprezzevole restringimento e la spugna perde il suo stato soffice e la sua elasticità. Le conclusioni del Sédillot p_oi sono. 1° Esistono liquidi che j.>Osseggono la proprietà di coagular istantaneamente il $angue e di convertirlo io un coagulo ·spesso, omogeneo e consistente. 2° L'acqua Pagliari, di cui se ne conosce il secreto in grazia della generosità del suo Inventore, gode di ques ta rimarchevole proprietà e lungi dall'esercitar un'azione dannosa a confallo dei tessuti, part} suscettibile d'accelerare la cicatrizzazione · delle piaghe. 5° La teoria, l'esperienza e l'osservazione Clinica concorron egualmente a dimostrare l'efficacia degli effelli emostatici di questo liquido. 4° L'uffi1,io della compressione nell'applicarlo è quello di permettere la coagula~ione del sangue e le aderenze del coagulo all'imboccatura dei vasi divisi. 5° In tulli i casi r.ei quali non è possibile praticare la legatura senz'inconvenienti e nei quali l'alterazione del sangue ne impedisce la coagulazione e rende pericolose le emorragie) quest'acqua emostatica può adoprarsi con grandi vantaggi. La sua esterna apµlicazione operasi per mezzo di stuelli di filuccica o di spugne imbevute della medesima e mantenu'te in silo con apposita fasciatura compressiva che ne avvalora l'azione. Dose per l'uso interno dell'Acqtia del Paglìari. S'amministra internamente alla dose d'un'oncia a due in · un idecotto di gramigna da consumarsi nelle 24 ore, ed i1 l)ott. Bima, Med. di Uegg., l'ha con felice successo usata n un caso di emo ttisi. ·Scoli cronici dell'uretra guariti col vescicatorio volante al perineo ; del Dott. l'enain. In dodici casi dì questi

.~coli , essenzialmente cronici ed indolenti, immedesimali in certo modo con l' individualità propria dell'ammalalo e caratterizzali da stil licidio mucoso, sc~lorato e 1100 appa· rente fuorchè al matlino (goccia militare), l'Autore afferma aver ado prato per ultimo · rifngio e con successo quasi costante l'applicazione del vescicatorio volante al perineo . Nei due casi nei qua li queslo mezzo non impedì la ricomparsa della blennorrea, bastò per cessarla compiutamente un nuovo vescicatorio applicato nel medesimo. luogo dopo alcm;1i giorni di distanza dal primo , a cui fu unito l'uso per alcune seltimane continualo d'una solu-, zione astringente col tannino. Un metodo di cura non diverso da questo è quello del lJlillon il quale però colloca il vescicatorio sotto la verga. dalla sua radice fin alla corona della ghianda. Ma quando. i risultali così dell'uno come dell'altro fosser uguali , resta manifesto com'il luogo dal Tenain prescelto meriti. la preferenza (A bei/le Méd. ),

AVVISO Chi riceve il numero presente e non lo respinge prima della pubblicazione del sec'ondo, si ritiene abbonato per tutto il secondo anno. J1 Direttore Doti. COMISSETTI Med. Div. Il Vico-Direttore responsabile Dott. Bar. de Beaufort M. R.

Torino, Pelazza, 185j, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n° !A~


ANNO II.

( ai 9 di agosto 1852 )

N° 2.

GIORNALE DI MEDICINA HILITARE DEI-' CORPO SANITARIO DELL'AR!IA'fA SARDA. L'associazione ooo si rieev e ch'e per on a nno e comincia col t O d'agosto. Il Giornale si pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE In Torino

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L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco cli posta

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L' abbonamento dehbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla 'fIPOGRAFU SoBALPlNA , via Alfieri, nomo :l4. Le lettere per abbònamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postale.

SoinuR1 0. - 10 Doti. P. MARCBUNDI: Patologia Generale. _2o ·nott. BOGRTTI: Artrocace del ginocchio destro. - 3° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 4° Doli. GIACOMETTI: Rivista dei Giornali. - 5° Quadro Nominativo degli Utfiziali di Sanità dell'Armata di Tena. _ _ _ _ _____

tivo che, avendo legittime attinenze con i fenomeni I seusibili , lla pure un'eguale realtà. Dal che si può '

iuferire che due mezzi eleme11t'.lri di cognizione ba la nostra disciplina, come tutte le Scienz~ fisiche cioè l'osservazione e l'induzione e che per giusta couseguenza è doppio il Metodo, sperimentale e razionale. Mstudo positivo e severamente logico che scorge la , I mente nel difficile cammino della Scienza, le somministra uua giusta lance per l'estimazione dei fatti e la guarentisce dalle vane allucinazioni ; metodo che esamina tutte le opinioni , non per oppugnarle , ma per conciliarle, che oppune sistema a sistema, uon (del Dott. P. M ARClllANDÌ). per distruggerli, ma per verificare l'uno con l'altro; metodo empirico per fondàmento, razionale per principio ed ec?ettico per applica2ione. CAPITOLO SECONDO Così la mente nostra ha due distinte vedute, una sui fenomeni esteroi per l'intermezzo dei sensi ed è l'osservazione obbiettiva o sensibile, e l'altra sopra ~ETODO I~ leggi proprie e generali della cognizione razionale (J7. n° 1) che va applicando ai fenooieni sensibili, la collezione de' quali non avrebbe per sè alcuna significazione Nel considerare la successione dei fenomeni morlogica se la mente nostra non rivelassè in ciasche~ bosi il Pa,tologo è tratto, quasi direi, di necessità <luno di essi la conseguenza ed il principio d'un ~lti'o, a rilevare le attinenze loro e specialmente quell11 tra e la conoèssione razionale tra causa ed effetto di causa ed effetto; necessaria nozione di cui la realtà ' tutta intiera la loro successione. Un tale concet.to è è irrefragah'ile, forman.do essa il principio es~enziale l'assioma fondamentale di tutte le Scienz.e dei fatti e fondamentale delle Scienze fisiche alle quali spetta ed è la genuina espressione del Metodo di cui facdi ragione l'arte del guarire. Or-a, come così fatte ciamo ragione. nozioni necessarie sono principio essenziale di ScienLa parte sperimentale del l\lietodo debbe sempre za , chiara cosa è che la Patologia io esse debbe precedere la speculativa. L'osservazione debbe con avere fondamento se tant'è clie al valore di Scienza Jonganim ilà eMurire pazientemente lo studio dei fatti essa aspiri. ' Vuolsi nella Patologia distinguer una prirna di concbiudere o di generalizzare. L'insuffiparte obbiettiva o fisica che risulta dall'osservazione cienza dellè Teoricue l\liedicbe che dominarono sul e dalla sperieoza ed uq 'altra dogrriatica o speculativa principio di questo secolo è naturale ç_onsegueoza di di non minore realtà, che l'intelligenza trae per le" premature generalizzazioni. Seguendo i giusti dettami gittima induzione dall'ordine · e dalla natura dei fedel Metodo si cammina dal cogoito all'incognito, nomeni esteriori o sensibili. Nelle Scienze è forse tutto scemao i pericoli d'errore, le nozioni penefrano più visibile o non v'ba egli altresì una parte astratta facilmente nell'intelligenza ed, allargandosi il campo di reale validità ch'è frutto legit timo dell'esercizio della realtà positiva, si scoprono via via le molteplici intellettuale sui fenomeni obbiettivi ? Questi fenomeni attinen ze dei fatti onde si forma la cognizione indutson il linguaggio della natura che la mente comtiva. Le generalità non possono legittimamente stabiprende; questa , con lo stabilire fra loro le dipenlirsi se non quando, aumentando il cumulo delle nodenze mercè del principio di necessaria relazione fra zioni particolari , si fanno manifeste le loro correlacause ed effetto, crea il concetto scientifico speculazioni e si sente il bisogno di formol:.ll'le in un prini'

I

PARTE PRIMA

I


to cipio che n'esprima il valore colleltivo. Tott'altra ge· 11eralizzoiioue è ipotesi la quale può essere più o meno felice ma è però mancante della malleveria d'un sapere determinato e positivo sempre necessario per te pratiche ppp\icazioni. L'iodnziqne allora soltanto ce-rea di generaliztàre che il prin~ipio è legittimo risultaoienlo dell'osservazione sensibile e che non teme la prova della pratica applicazione. Dice perciò cou ragione Descartes che il :Metodo è tutta la logica e che a lui si del>be ogni realt à di cognizione, aHegoachè basti oo fatto solo per occupare la mente e \a memoria non s'estenda elle a picco!,, numero d'essi. Per l'arli fizi o dd Metodo s'ecce· dono qnesli limiti, un'ampia sfera di falli si schiera all'intellet 10 e si può abbracciare d'on solo sguard<, quanto divideva l'attenzioue in mille modi. Derivando così la prima fonte d'ogni sapere dalle reàltà obbiettive riconosceremo un carattere di verifa nelle nostre speculazioni tultavolta che fodelmeote corrispondano a così fatte realtà e che ne siano la genuina loro rappresentanza, abbandonanùo affatto il 1\.fet,ido ontologico, detto auclle a priori, secondo il qnale da un principio anticipato o primordiale di cogni1.iooi rit.ennte siccome un assionw, si fuono derivare I ulte le altre, così che si procede dall'astrutt.o al concreto, dal composto al semplice, dal difficile al facile a ritroso della naturale e logica successione delle nostre cognizioni. J I Metodo sperimentale o positivo di cui parliamo, circoscrivendo le sue indagini ai rapporti dc' feno meni sensibili , rinunzia ulla cognizione delle essen · zialità, che trascendono la sperienza ritenendo siccome vana presunzione il volere scrutare la recondita esseni.a dei fenomeni sensibili. Quind'è cbe il Yufaliui ed il Puccinotti, seguendo così fatte massime, tulle le rela1,ioni dello stc.110 morboso ricercarono nella connessione tra cause, sintomi e rimedii , pnsciachè i feoomeni morbosi, come soggiunge il primo, • com" preodono tanto gli effetti delle esterne cagion i a morbifere, quanto quelli che prorompono dal di" sordine per esse generato nella macchina ovvero " dai rimedi i che operao a dileguarlo " ( i). L'indag11re e lo stabilire simili relazioni equivale all'indagar ed allo stal>ìlire le dìfferenze delle malallie fra loro, non potendo noi concepire, dietro le premesse sulla derivuiiooe sperimentale delle nostre cognizioni , altra sensibile differenza delle malattie se non quella che naturalmente deriva dalla diversità che ciascheduna delle medesime ba nelle proprie caiioni, nelle proprie manifestazioni sintomatiche e ne.i rìsultamenti terapeutici insieme considerali. Di vero non :iltra fon te di cognizioni ebbero i Medici della Scuola d'Ippocrate nella Scienza dello stato morboso fuori quella che s'acquista d:11!0 studio delle cagioni produttrici de' mol'bi , de' sintomi loro e dell'azione salutare de' rimedi : ma qual armouica corrispondenza, avverte il Pucciuotti , vi fu mai fra le varie parti della Patologia ? Qual baudolo si può rinvenir io una sterminata enumerazione di cagioni capaci tntte di produr uno stesso elfelto ? Quale sicura norma poò aversi da una farragine di sintomi che sono tutti possibile effetto di svariatissime cagioni ? Quale cri·

terio io fine s'avrà dall'azione degli stessi rimedii prc,posti nelle Patologie contro malattie per natnra diverse o dall'azione di rimedii per natura diversi , proposti contro le stesse malattie? È necessario an legame di principii eh~ assicuri la rea lt à della CO• grliz.ion~. Non basta definire la forma de' morbj paragonando l'i nsieme de' fenomen i osservati ai Quadri sintomati ci o sindromi che si trovano nelle antiche Opere classiclle della Medicina. La diaguosi non può tolta esser a1Jidata alla buona memoria, 111a è essa di più uu risultamento d'operazioni intellelluali. Nelle Opere J cgli Antichi Classici st:.i. nno raccolti .gli elementi empirici att i a costruire mediante la cri li ca una razionale Patologia , multa velustas scire dedit, ma la connessione logica di così fatti elementi , le reciproche loro dipendenze, le differenze essenziali da cui derivan i sommi generi delle malattie e la corrispondenza armonica d i tutte le parli da cui risulta l'unit à della Scienza, sono fr utto del Metodo a cui , da Galileo e ùa Bacone io poi, l!anoo i Patologi rivolti i loro studii. Quid enim, dice Tallio, est aetas hominis nisi memoria rerum nostrarum cum· superiormn aetate co11texitut· ? (t). Nè si può dire che i nostri Antichi Clossici, paghj del tutto delle pratiche risuhanze, non si siano dati all'investigazione delle leggi di conues~ione fra cause, sintomi ed effetti terapeutici, ma, privi eglino delle norme proprie del Metodo che assicurò il reale progresso delle Scienze fisi che ne' tempi nostri , si val· sero più o men a tale rispetto delle tenriche allora dominaoti nella Filosolia cercando cli chiarire con esse la recondita natur:i delle mabttie che ooo si palesava ai sensi; del che son esempio il Sydenham, il Boerhaave , il Baglivi , lo stesso Huffelaod e molti altri cbe Latti introdussero più o meno nella Scienza de' morbi ora le leggi della Meccanica, ora quelle della Chimica a seconda della tendenza scientifica dei tempi in coi vissero per modo cbe le loro osserv:iziooi, in parte frammiste a teoriche dedotte a priori, non possoo in ist.retto senso ritenersi siccome genuina ed esclusiva risultanza dei fatti pratici. !'fon volendo 11el complesso de' soli sintomi ossia nella forma nosologica riconoscere con gl i Antichi le differenze delle malattie , non volendo deri varie du un princi pio generale ed aslrallo identificato con la natura delle malattie privo d'essenza concreta quale fu quello del Brownianismo primitivo o riformato, non volendo neppure derivarle dalle alterazioni materiali d'un supposto Chimismo o Mistionismo elle trascende il potere dei sensi e si riduce in realtà ad uno Specificisruo privo d'ogni luce rnzionu le e, vo. leodo per l'opposto, tenere conto, nello stabilire così falle differenze, di tolti g!i elr.menli sensibili materiali e dinamici dello stato morboso, siamn <.li necessità condolli a studiare non solo le attinenze de'sintomi fra loro, ma quelle dei sintomi con le cagioni morbose e con :'azione salutare de' rimedii, le quali tulle , derivaudtsi da fenomeni sensibili • escludono dal Metc,do {)gni creazione ontologica di prestabiliti principii. (Continua) (I) ln Orator. , cap. 34.

(t) Palol. Analitic. l\lilano 1833, p. "11.


H lenta raccolta o con il ferro o con la potassa caustica : STORffl DI CASI RDIARCHEVOLI. nè, quando le cireostanze sembravan indicarne l'uso, si dimenticaron le moxe e le iniezion,i di tintura di mirra. Ma tulio fu vano , poichè la malaltia progredendo continua4 mente e l'articolazione facendo!i ogni dì più la sedè d'un AHTROt;ACE DEL GINOCCHIO iJE.;rn.o. processo patologico. disorganizzatore , il Dolt. Mariano che dirigeva la Sezione, sul principio del mese di Luglio (Storia scritta dal Doti. BOG:RTTI l'lled. di Batt. applicato allo Spedale rtJilitare d'Asti). p. p. convocava al letto dell'ammalato i Medici Militari addetti allo Spedale Militare ed al Presidio d'Asti onde Carlo Garavello di Valenza, Soldato, dell'età d'auni 51, consultarli intorno al partito che prendere si dovesse. Le di temperamento sanguino-nervoso, nato da parenti sani, alterazioni del ginocchio nel giorno del 'consulto erano non mai stato tocco da contaminazione venerea , ebbe le seguenti: ginocchio voluminoso la metà più del natunel ventesimo anno del vivere suo a soffrir una grave rale : scomparsa delle fosse e prominenze proprie a quepleurite da cui risanò perfellame~te. Selle anni dopo sta parte : varie cicatrici cagionate dai sanguisugii, dalle cioè nell'anno 1848 in seguilo a cagioni reumatizzanti moxe , dalla potassa caustica e dalle incisioni : molte alle quali dovette esporsi marciamlo da Lodi verso Pizaperture fistolose ai lati del ginocchio ed al cavo popliteo zight:ltone, fu collo da reumatismo occup·an(e gli arti dalle quali usciva un' abbondante suppurazione saniosa superiori cd il cuoio capelluto per cui ebbe quasi calva che tingeva in nero i pannilini : seni fistolosi e tortuosi la testa in poche settimane, senza che in alcun modo dei quali alcuni, esplorati con lo specillq, r,ivelavano la cercasse rimediarvi -prima del mese di gennaio del succarie della tibia ed altri comunicavano direttamente con cessivo 18491 nel quale tempo entrò nello Spedale di Fela cavità articolare : coscia e gamba destre io ìstato nestrelle d'onde, miglioralo alquanto per la giornaliera 9'atrofia: dolori immani nella località continuamente lasomministrazione delle decozioni di legni, uscì non guamentali dall'ammalato : la condizione generale era discrerito per riparare due mesi dopo nello Spedale Militare tamente buona ; l'apparato respiratorio ed il digestivo non di Cuneo. Quivi il Garave.llo fn con mollo vantaggio cuoffrivan alcuna lesione. Dalla Storia anamnestica e dalrato con sei salassi e con altri opportuni medicamenti , l'esame dello stato generale e locale dell'ammalato i ma tuttavia non risanò perfeltameote se non nella suc·· Medici concordemente col Curante diagnosticaroo un arcessiva state dopo essere stato assoggettato ad una cura trocace prodotto dà cagioni reumatizzanti con gravissima balnearia nelle Terme di Vinadio. Nel mese di novembre , lesione delle parti molli e delle ossee, nè curabile altri ~ del medesimo anno entrava però di bel nuovo nello Spemente che con l'amputazione da praticarsi . non appena dale di Cuneo tocco da un'eruzione crostosa alle estrel'eccessivo caldo della stagione si foss'alquanto tempemità superiori ed alle regioni gluzie, la quale cedette in rato. Se non che, alimentatisi in pochi giorni i dolori e quaranta giorni alle unzioni fatte con olio d'olivo. Dopo la suppurazione con minaccia d'infiltrazione nelle parli la scomparsa dell'eruzione il Garé!Yello fu sottoposto a molli circondanti l'articolaitione e le forze dell'ammalato trenta frizioni mercuriali , ultimate le quali cominciò a accennando già a rapido deperimento, rinnovatesi il conlamentarsi d'un dolor ottuso alla regione anteriore-supesulto nel giorno 22 dei medesimo rnese di Luglio p. p., riore della libia destra ; dolore che non s'esacerbava per si decise non potere più oltre differirsi l'amputazione. la pressione , nè era accompagnato da tumidezza o da Questa, previa l'anestesia dell'ammalalo procurata con il rossezza di sorta, ma solo aumentava nel protratto camcloroformio, fu nel susseguente mattino dei 25 dal Doll. minare. Trattatasi la località con l'applicazione di qualMariano praticata con il metodo circolare al terzo infeche vescicatorio, dopo cinque mesi cioè nel mese di Giurìore della coscia ed ora se rie sta attendendo l'esil0 che gno 1850 si manifestò l'esistenza d'un processo di suppusi spera fortunato. razione ai lati del legamento rotuleo , motivo per cui si La dissecazione del membro amputato lasciò scorgere : praticò un'incisione la quale· diede esito a scarso stillici1° tutti i tessuti circondanti l'articolazione confusi e de- · dio di pus e si medicò la località con i topici m&Jlitivi. generati io una sostanza lardacea atlraversata da varie Il ginocchio d'allor in poi cominciò a tumefarsi e , la fistole delle quali alcune penetravano nel cavo articolare; suppurazione rendendosi più abbond.ante, si praticò una 2° le estremità corrispondenti del femore e della tibia contrapertura per la quale si fece scorrer uo nastro da alquanto ingrossate , intatte però le cartilagini d'intonasetone. In questa condizione l'ammalato nel successivo caménto, meno quella che incrosta la faccetta triangolare mese· di Luglio fece passaggio allo Spedale d'Asti dove della tibia corrispondente alla rotula Ja quale nella sua la tumefazione del ginocchio crebbe ognora più e diede parte inferiore era corrosa. Segata quindi con somma luogo . a vari i ascessi i quali essendo stati successivamente facilità l'estremità articolare della tibia nel suo diametro aperti, fu possibile con lo specillo esploratore riconoscere antera-posteriore, furono messe allo scoperto due cavità la carie della libia: La cura a cui fu sottoposto il Garasituate anteriormente l' una e posteriormente l'altra nel vello in questo Spedale fu varia a tenore delle circocentro della sostanza spugnosa delle quali, comunicanti stanze. In fatti fu sottoposto per ben cinque mesi al deinsieme a guisa di clessidra , l'anteriore molto ampia e collo di sarsapariglia con il sciroppo del Savarese e gli ripiena d'una sostanza semifluida di colore giallo-rossiccio fu prescri Ilo e continÙato il · ioduro di potassio e quindi s'apriva con uno stretto tragitto nel cavo articolare, menil protoioduro di ferro. Da quand'a quando per i risalti tre la posteriore più piccola dava egualmente stanza alla del male nella localilà furono su questa applicate nume~ descritta sostanza. li tessuto spugnoso della tibia era rose mignatte e tullavolta cbe si manifestarono nuovi talmente ammollito da ritenere l'impronta del dito lieveasceisi o seni, si diede sempre esito alla materia purumente comprimente e le areole, erano dilatate e ripiene


di E-ugo midollare allerato. Qut:$lt: ultimi, altera1.iou1 ma· nifestavansi anche già, benché in minore grado, nel li,ssuto spugnoso . del femore.

RELAZIONE DELLE CONFEllENZE SCIENTIFICHE (Mese di l ttglio). To1uNo. l>alasi dal Segretaro lellura del processo verbale ùell'antecedente Tornata, il Dolt. Marchiandi chiede ed ottiene la parola per isv11lger alcune proposizioni gfa da lui falle di p~bblica ragione intorno all'ago-pnntura. Egli lamenta che l'anhca terapia ricca di presidii sia or impoverita per la dimenticanza in cui alcuni di questi caddero : annovera fra i medesimi l'agoponlura e riconosce nella Dottrina di Tommasini una caus~ per cui ~oteslo valente presidio sia ,;lato c~ndannato atyoslr.a~1smo1 e cio penhè assegnando questa Doltrrna un esclus1v.o dmllo dt condizione patologica all:irritazione ed alla. fl~gos1 ten~e per questo modo ad escluder 11 ca ratiere d'essenzialità ad ..gm altra malattia. Ammette il I)ott. l\iarchil,lndi nel sistema uervoso un modo speciale protopatico d'ammalarsi di cui la condizione patologica debbe rintracciarsi nella cessata corrispondenza tra la facoltà sensifera t" la motrice. Prova l'esistenia nel sistema nervoso d'un fluido che ne presiede le funzioni per mezzo de,lle Sperienze lìsiolo~iche di Winslow il qoale, tagliali i nervi pneumogastrìci, ristabiliva l'azione dei medesimi .mediante una co~renle ?lettrira; la p~ova adducendo l'esempio d'alcune Jesan1~ e mame nelle quali 11 sistema nervoso non offre espressione ne dolorosa, nè d'altro genere; la prova finalmente con l'autorità di Pnccinotti e di Paciootlì dei quali 111 Sperienze ed Osservazioni dimostrano che i fenomeni elettrici debbon attribuirsi non ad una forza chimico-elellrica o fisio-elettrica, ma bensì all'intensità della vitalità o ad una forza bio-elettr·ic~. Provata per tale modo la presenza d'un floido nel sistema nervoso e quin~i nBa maniera particolare d'ammalarsi di queste, argomen½t .11 Doti. ~Iarchiandi come l'a.:o-pontura proposta ed usata eropmcamente dagli Antichi, trovi il suo appo~gio ragionalo nel modo con cui questa serve a ricomporre gli sbilanci del fluido nerveo; sbilanci che costitoiscono probabilmente la condizione ~atologica delle malattie nervose. Nega che l'ago-puntura operi sola: mente in modo rivulsivo e crede rhe quantunque le neurosi possano benissimo riconoscere per cagione una co~dizione irritativo.flogistica, tntlavia, questa vinta, possa sussister ancora viziato l'elemento nervoso, a cessar il quale vizio l'ago-puntura non come potenza deprimente o ri vulsiva, ma come pol~nza sciogliente t'eteroidesi nervosa debbe considerarsi : conch1ude avvertendo che il Pratico non può sperar alcuna utilità dall'agopuntura nelle neuralgie di genio-erettile od in quelle sostenute da adinamia (nelle qualì dice convenienti gli eccitanti e l'elettro. ago-punlura), ma solamente in quolle mantenuto da eccesso o vizio qo~1lunque del fluido che anima il ~iste!Da nervoso (Dottrina che e pressappoco quella del P. C. R1ber1). Il Doli. ~1acomelli, ottenuta la parola, si dichiara partigiano della Teoria .dal Dolt. l\Iarcbiandi esposta; non nascondo però averlo molto 1.mpressionato on fatto avvenuto al Dolt. Marot il quale, me!1tr' 1nsegnava ai suoi Allievi a segnare con il nitrato d'a1·genlo il corso del 5° paio che era tocco da neural~ia per adinamia I poco dopo con sua sorpresa s'accorse, corno fo confessato dal 'amm?lato, essersi molto sedati i dolori nei ponti stati cauterizzati; dal quale caso ammaestralo, il Dott. Maro I curò in seguilo con questo metodo altre ventitre neoralgie delle qnali tre sole furono ribel.li. Rid1iama perciò il Dott. Giacomelli l'attenzione del soo Collega intorno a questi fatti i quali proverebbero com'on potere.rivu.lsivo po!sa essere susseguilo da folico esito nelle !)~Uralgte. Risponde 11 Doti. Marchiaudi esternando la sua soddislazione nell'udire seco consenziente il Doti. Giacomelli intorno a que.sto punto di Patologia del sistema nervoso e notando che forse nei casi riferiti dal Dott. Marol non si trattava di semplice neuralgia dinamica , ma bénsì piuttosto di neuralgie a fondo eretlile e forse flogistico nelle quali un potere rivulsivo valse a distrurre la condizione patologica che le sostenev?. Riprende il Doti. Giacomelti non avere volato, riferend'i casi osservati dal Doli. l\larot, combattere le idee ed i principii del Dott. Marchiandi, ma solo avere voluto chiamare la conside1·azi0Dt1 del Pratico intorno a questj casi per dimostrare com'il metodo rivulsivo sia stato uiile in neuralgie che il Doli. l\tarol dichiarò a fondo adinamico od atonico, onde in consimili casi quello potesse confidentemente ricorrer a mezzi d'omonima azione. .Riepilogando il Doli. l\larchiandi ripete che menlr'egli accennava a due modi di neoralgie puramente dinamiche, non escluse mai quelle che riconoscono per cagione un processo irritativo o flogistico, nelle quali ìl metodo antiflogistico energico è d'assolato giova· mento : sostiene però che in queste medesime neuralgie allora-

quando l'irritazione o la flogosi souo già vinte, può tuttavia rimaner un. mo'do speci~e d:infermilà! prodotto questo da eccesso, da d1retto·o da sbilancio del f101do animatore dei nervi· sosti~ne ad ollimo che quest'nltimo modo d'infermare dinamicJ dlll s.1stema nervoso è forse il più f,eqnente e che l'ago-puntura è nttle quand'havv,i sbilancio od eccesso di fluido; è in veoe utiie l'elettro-puntul'a quando havvi difetto del medesimo fluido senz'esclodere però la bontà del metodo rivulsivo nei casi ana: loghi a quelli riferit i dal Dott. l\larol. Il Presidente Dott. Bima fa riflettere che se forse a torlo furono condannali all'oblio molli medicamenti i quali riescirono molto utili agli antichi Pralìci molli ~erò dei ~ecl~simi I tra i qoali ~p punto l'ago-puntura, fu~ rouo d1 nuovo rich1amalt a novella vita e convenovolment.e apprezzati., Pr<:>sJegue quiodi dicendo che, se non può non convemre dell ullhla dell'ago-puntura nella cura delle ueuralgie a P.uro fondo dinamico, la difficoltà però del diagnostico nel prec1sa~e .la vera natura delle nenralgie t'àrà però sempre sì che i P_rat1c1.non ad.u~ solo mezzo terapeutico, ma ad una moltiplic1ta dei medes1m1, messi in uso secondo la successione varia dei fenom~nì neura~~ici, s'appigliuo nella cura di 9ueste ma.laltie. Copch1ode per.ciò_ avere giustamente i.I Dott: G1acomelli, oltre all ammessa ot1htà dell'ago-puntura, r1vead1cata qoeJla dei rivulsivi dai quali molto volle i Medici tutti coocodon aver ollenoli vanla1;gi contro le neoralgie. Nou dissente il Oott. Marc~/a11:di che la diagn~si de~le varie specie di ~eoralgie sia diffìc1hss1ma e che non si raggiu nga talvolta la verità altrimente che con il criterio terapeutico o a juvil'l1tibus et laedcntibus; rifletto però che molli son i mezzi che posson a priori condur ad una retta .diagnosi e .cbo, p~r ciò che ragguarda alle malattie in discuss1ono, questi mezzi debbon ora grandemente •vantaggiarsi per gli sluùìi recentemente falli intorno al fluido nerveo-elettrico ed intorno alle malattie nervose, la natura delle quali non è .Più oggigiorno ravvolta. io quell'oscurità nella ~uale per l'addietro realmente era. Ricorda finalmente come I ago-puntura, ad~perata tra i primi da Baglivio I ebbe u~'origine empirica e la applicata senza che, come succede quasi sempre in Medicina, il raziocinio vi prendesse parto ; come le Jpotesi o le Teorie Patologiche variamente succedendosi, dovettor imprimere anche no movimento analogo alla Terapia e conseguentemente questa dovette or esser arricchita, or impoverita di mezzi a seconda del raziocinio degli Autori delle varie Teorie ; come finalmente sia sperabile ciò non abbia più a succedere frequentemente ()ra che la l\1edicina, oltr'al vaotaggiarsi dei profondi e diligenti studii Anatomo-fisio-patolo;ici, s'arricchisce giornalmente delle cognizioni che la Fisica, la Chimica e tutta la Storia naturale alzaron a così allo e qnasi insperato posto. L'Adunanza fu quindi dichiarala sciolta. Nella seconda Tornata, dopo la lettera ed approvazione del processo ve!'bale, il Segretaro Dott. Quaglio diede letlnra delle Riflessioni del Dott. Ca11. Gilli intorno all'ottalmia dominante

ir, Genova. Il Doli. 1\larchiandi rilleltend'alla diversità delle opinioni io torno alla natura contagiosa o non dell'ottalmia bel lica, manifestò sospettar eg1i ciò esser in dipendenza dell'ancora dubbio giudizio su la quistione della spontaneità d'o rigine dei contagii ; avvertendo cbe per coloro che ammettono questa spontaneità d'origine dei cootagii ( opinione che più d'ogni altra gli arride) non riesco dillicilo comprendern com'un oltalmia svoltasi anche per semplici cagioni comuni, possa per il concorso di determinate circostanze acquistare la ualara contagiosa, mentre per coloro che non ammettono questa spontaneità, rimane impossibile convincersi di della contagiosità se prima non riolracciaroo il fomite contagioso da coi ebbe principio. li Doli. Viale il quale disse riconoscere nell'otlalmia bel lica un priucipio contagioso, non solo non sostenne la spontaneità d'origine dei eont.1gii, ma non pote nasconder il suo stupore come vi siano persone che la possano l'ivocar io dubbio, giacchò, egli disse, quando l'origine dei coiitagii non fosse spontanea , bisognerebbe bene conchiudere che il nostro primo Padre Adamo portato avesse con sè il fomite di tulti i contagi i che si manifestarono da poi nel mondo e di qaelli ancora che potrebher qoind'innanzi manifestarsi. li Dott. Mantelli, sotfermandosi parlicolarmenle su quella parte dei Cenni 1;1·itici d~l Dott. CM, Gilli nella quale questi 1)ota ('he la Commissione, mentre f,l iodicò d'indole non contagiosa l'ollalmia, conchiuse poi con il proporre meizi profilattici soliti· ad usarsi solamente oelle malattie di questa natura , si credette in dovere, quale l\Iemhro della Redazione del Giornale, d! difendere la Commissione da quest'incoerenza, avvertendo come risaltasse dai Pro : cessi verbali (f/edi n° 5'.~ ùel Giornale. • Relax. delle Confer. Genova. Speilale di terra) che la Commissione , rneotre si mostrava piuttosto propen~a per un giudizio negativo intorno alla contagiosità dell'otlalmia , faceva però avvertire per mezzo del suo Presidente il llfed. Div. Doti. Arella che nel dubbio conveniva piuttosto attenersi a quei mezzi che valesser ad allontanar ogni bcnchè minimo pericolo <li diffusione del morbo. Dopo che ebbe il medesimo ricordate le o~inio~i ~h~ i~IO:n~ a quest'argomento espressero diversamente h :Med1c1 Mthtan d1 Genova e notando come specialmente li Dottori 13aleslra ed Omegna concorressero


15 nel giudizio del Cav. G1lli, il Dot.t. ~i~rchiao,li comunicò ali' Aduaaoza com'il Doti. Welt l\fod1co in capo de!!' Armata Prus3iaoa trovandosi in Genova in quesli ultimi giorni, fosse dal Med. hir. invitato a yi~itare !o ~pedale Militare dove, rattigli esaminare gli ottalm1ci, lo r.1ch1e1e s~ credesse veramen,te essere l'oltalmi.a di natura bell1ca e ie questa fosse contagiosa: al che il Doli. Welt rispose • avere l'ottalmia tolti i caratteri della bellica ed essere perciò tale app•mto quale reJZna nell' Armata Prussiana; non potere però pronunciar un g:u,1izio tlcfinitivo in,qoant'alla sua contagiosità , giacchè se alcune volte ebbe prove couvincentissirne che la at!estavano, altre volte in vece queste prove gli mancaron affatto •. Il Presidente Dolt. Bima disse essere stati tanti i casi da Esso lai osservati nella sua Carriera Militare i quali comprovano la co:itagiosità dell'ottalmia io discorso che oou poteva non meravigliarsi com' altri pote·sse dubitarne; soggiunse poi che tal e tanto era il suo convincimento in proposito da non ceder a quanto contruiarileuto possan avere sentenziato le Accademie Medico-Chirurgiche delle varie Nazioni , le quali, ~e in molte altre cose scientifiche acceleraron il progresso <!ella Scienza, parvero piuttosto essere creato a ritardarlo nel giudizio delle cose di fatto. Questa medesima opioione fu d•visa dal Doti. Marcbiandi il quale ricordò com'il Prof. Schina di grata memoria paragonasse le Accademie ad una Statua la quale posta longo uoa strada, mentr'additava al. via'ndante la direzione di questa, essa sola rimaneva staziona1'ia ed immobile. Presero ancora parto a questa discussione alcani altri 1\lédici Militari i qoaU tutti, per averno letta la descriziooti, si mostrarono propensi a giudicare bellica la natura dell'ottalmia dominante in Genova, ma non tutti in eguale modo ne giudicarono la contagiosità. La sedata fu dichiarata sciolta ·alle ore 9 e I 12 pomeridiane.

PARTE SECONDA RIVISTA DEI GIORNALI SCJENTIFICI (Suoli del Dolt. Giacomelti).

Sull'olio di fegato di merluzzo ; del Dott. P. Gambe· rini. F ra i molti rimedii antiscrofolosi cosi detti l'olio di fegato di merluzzo è riputato corn'un.o dei più attivi. Ma oggigiorno se ne fa un'applicazione così estesa che oramai riesce ben dillìcile l' apprezzare se, come antiscrofoloso, questo farmaco sia assoluto ed iuecceziooala ed il conoscere come, dove e quando riesca opportuno e sanatore. A questo doppio ed importante fine volle soddisfare il Dotl. P. Gamberini ri unendo in forma di Memoria il racconto di 50 casi di svariale nosopalie in cui il nominato rimedio fu usato dal Dolt. Daveri e riferendone il vario successo. Queste 50 osservazioni sono aall' Autore didtinte uelle categorie seguenti : t 0 Ingorgo ghiandolare o striun((;, consistente nel semplice aumento od ipertrofia delle ghiarftlole, cau salo dalla diatesi così della scrofolosa. Negli undici infe.rmi di qnesta forma fu necessaria una diver?a dose di dello rimedio al conseguimento della ·guarigione perfetta cioè la dose massima di 15 libbre, la minima di due, la media di sette. 2° G1tasti scrofolosi degli ossi. Con qnesto nome sono designate la carie che move dall'interno, quella ehe move dall'esterno ed ogni altra lesione ossea che ha relazione, dipendenza e legame col vizio scrofoloso. Nove furon i casi di questo genere, di cui la sanazione s'ottenne con la dose massima di 15 libbre, colla minima di sei e con la media di dieci. Localmente s'usarono le iniezioni coa la linlnra alcoolica dì iodio. 5' Piaghe scrofolose ossia tutte le ,olnzioni di continuità delle parti molli , caratterizzate dall'ulcera che ha per base là d,iatesi scrofolosa. Di dieci ammalali nove

guarirono per!ellamente ed uno morì per tubercolo mezzo fuso in un lobo del cervello. La dose massima fu di lihhre 28, la minima di cinque, la media di 10. 4° Mali scrofolosi degli occhi, caratterizzati da flusso palpebrale purulento, da blefarite, congiuntivite cronica, da opacità della cornea e simili. Nei quattro casi curati, l'uso dell'olio di fegato di merlU2Zl> in prima, più tarùi quello della pomata del Jaain restiluirono l'occhio in breve tempo in condizione fisiologi ca che per l'addietro con le altre medicature restava alto s1ato d1 desiderio. 5° ]'timori scrofolo$i cioè varii ascessi così detti di congi:stione, freddi o linfatici, prodotti dalla tabe costituzionale scrofolosa . Priina si somministrarono larghe dosi del lodalo rimedio, dopo le quali vt!dendo migliorata l'e· conomia dell'infermo, il tumore fu curato con le i11iezionì iodate secondo il Horelli. I risultamc11ti furono favorevoli e solleo.:iti nei quattro casi ossservalisi. 6° Scrofola proteifvrme C'he il tallo pratico e la perizia del Mt•dico rendono manifesta iò alcune ,.Jermatosi, uella fiacchezza delle gambe, nella gracilità , nell'appetito depravato, nella sproporzione tra la dia!ìsi e l'epifisi degli ossi, ecc. In tali occorrenze risultò egualmente palese la valentia ammirabile di questo rimedio. ' 7° Tisichezza tubercolare. Nove furon i casi e , dalle fatte osservazioni il Gamberi11i conchiude che l' azione del nominato olio è nulla quando la tisicheua è al terio stadio; è alleviante nel se<.:ondo periodo di rs,a ed è lusinghiera e probabilmente benefica co_ntro l'esordiente ... granulazione tubercolare. . La quantità giornaliera del rimedio nella prima settimana fu d'un'oncia, indi d'un'.oncia e mezza, più tardi di due onci(I e, vinta la ripugnanza non che il disgusto che ne risentono nei primi giorni gli nmmalati , anche gli stessi fancinlli preferiscono ingoiar il rimedio allo stato naturale (1). Dal grande e diutnrno uso che se ue fece noo insorsero che leggieri dolori intestinali ed un.i tempora11ea sliticheua che si vinsero con tutta facilità. Quale sarà perLanto l'azione di questo farmaco ? li Gamb1·rini dagli effetti ottenuti la dice modificatrice dell' impasto organico ossia dell'elemento rìp rodutlivo. (Gazz. To,c: delle Scienze Med .) Sul polso wnoso. Idea del Dolt. A. Desiderio. La morbosa pulsazione delle vene fu osservata da Haller, Spallonzani, ·Hnnler, Marlin-Solon, \Vard> Graves, Tommasini, Velp(:lau, Husk, Davis, non che da Riberi. Che anzi il CdSO da questo Sommo Pratico narralo di pulsazione bene distinta ed evidentemente attiva delle vene giugu - . lari est,m1e e di quelle delle estremità toraciche, è certamente uno dei più rimarchevoli fra quanti furono sio qui alle Mediche Scienze consegnati (2). Ma qual è la causa da cui debbe derivarsi la produzione di questo morboso _ fenomeno? Ecco un'imporlaote questione che manca tullavia d'uno scioglimento. Alcuni, come Velpeau, Ward, Martin Solon e Graves collocarono la causa della pulsazione venosa nella fluidi tà soverchia del sangue ; altri nel di lui ringorgo che, trattandosi di érouiche affe(1) Mll'Ospedale dì S. Orsola di Bologna dov'il Med. Daveri presta la sua benefica opera si deriva l'olio di fegato di merluzzo da Amburgo dirottamente per averlo naturale. L. G. (i) Vedi la Raccolta delle Opere Minori di A. Riberi, voi. t °, pag. 230. 'l'orino 1851, 'presso l'editore Schiepatti.


14 zìoni organichf' prfcordiali, non di raro osservasi nelle vene giugulari ed anche in all re vene più lontane dal centro della"circolaziooe. Bartlzez cd llamberg allribuirono alle vene la capacità d'una pulsazione vilale, già ammessa, come nota Riberi, dallo stesso Hunter e derivata dal cuore, eccelluaodooe la sola vena cava superiore la quale questi credeva indipendente dal centro della circolazione: mentre Riberi farebbe dipendere la menzionala pulsazione de.lle ,·ene giugulari da Esso lui os5ervata, dalla della capacilà di pulsazione vitale piullostoche dal rigorgo sanguigno il quale però non esclude nella specialità del suo caso. Da tulle queste opinioni diversifica l'idea sul polso veno.~o del Dolt. Desiderio, la quale riproduco dalla Gazzetta T oscana delle SC'ien:..e Medico-fisiche con il solo fine di farfl conoscer i suoi studii intorno a questa materia che, come gi uslamcnle s'esprime Riberi, è sin qui poco conosciuta (l ). l l Dott. Desiderio dopo avere comba ttuta I'opinionti di quelli che pongono la causa del polso venoso oella troppa fluidità del sangue e degli altri che la derivano dalla presenza di fibre muscolari o carnose nelle vene degli infermi, si fa a discutere le sperienze fisiologiche di Hosa, Bichat, Biscoff e Spallanzani ed i risultamenti d'Anatomia patologica da Senac, IIaller, Peyronie, Harvey, t1cc., narrati e tendenti sia qoelle come questi a stabilire se il cuo're o le arterie od il sanguu siano gli agenti unici d'impulso del sangue circolante. E dopo aver nuditamenle ponderale le ragioni ed i falli che favoriscono od iovalidaoo l'una o l'altra opinione conchiude cc che dietro l'azione dell'ossigeno sol sangue nel parenchima pçlmonare, la grande e naturale sottigliezza del sangu·e stesso è vicppiù alimentata e l'ossigeno seguitando sempre coo iterale giunto a combinarsi ai materiali del sa11gue e dal passaggio delle cavità anteriori del cuore alle po,leriori discorrendo lutti i canali arteriosi (i quali per la forma cilindrica contribuiscono mirabilmente al farsi serrale e chiuse le yibrazioni) dovevasi ottenere vicendevole allenua• ziono della maleria la quale distende le pareli dell'albero arterioso, e nel suo aillusso molecolare che viene con intermittenza, fa il polso arteri oso. • Applicando queste deduiioni ai casi di polso venoso il Doll. Desiderio stabiliva l'esistenza della flogosi di membrane ricchissime di vasi capillari arteriosi e venosi con pulsazioni generali dell'albero arterioso cresciute io frequenza, forza ed in modo permaoente, e stabiliva pure che, per essersi tratto mollo sangue, scematane la massa, eravi un sangue più raro ed espansivo, epperciò dotato di più grande forza rivulsiva , pronto io somma ad un henchè mini mo impulso occasionale ad acquistare le condizioni essenziali al pulsare. lmperocchè nell'aumento generale di ci rcolazione avviene ch'il sangue necessariamente penetri nelle ultime e sollilissime estremità arteriose le quali si continuan e s'imboccano nelle estremità esi lissime delle vene. Qui il sangue , insinuandosi con (1) ~on entro nel merito delle citate opinioni, percbè ciò mi nierebbe dallo scopo prefissomi nel compilare qoesta rivista; scopo consistente soltanto nel fare conoscere per me:i;zo del nostro Gìornafo a' miei Colleghi, lontani dagli Spedali Divisionari, gli stodii, Je scoperte ed i progressi che si vanno facendo nelle Scienze Mediche. · L. G,

istraordinaria precipitazione in qu11i canali sol.liii più del capello, prova un'attenuazione estrema, laonde si move celercmente e vibra eon una gagliard ia somma di espansione rivulsiva che , facendQsi con impeto maggiore del solito, anche dallo speciale s1a10 infiammatorio ' : :"iOn"e a , i:, fornir in un dMetminalo tempo abbondante copia di sangue io condizione ripulsiva che, puntando e mettendosi di forza entro le vene, dl~Sla il polso venoso. Ctlra dclfidrocele coll' elettro-pimtura ; dél Dott. E . Vir,arelli. Dacché s'è scoperta l'influenza che gli stati elellrici esercitano .m le azioni chimiche, fu tosl~ intrapresa l'applicazione dell'elettro àlle patologiche alterazioni. E fra i ta nti Medici che con alacrità s'accinser allo studio de' suoi effetti sul vivo organismo debbe noverarsi il l)ott. Vivarell1 che produsse la Storia di tre voluminosi idroceli, goarili con l'elellro-puntura la guaio v,ide con felice socce5SO sperimentala sin dal 1842 dal Pecchioli nella cu'ra della medesima malattia. Il primo caso si riferisce a.il tm idrocele della vaginale del Leslìcolo che da 18 mesi incomodava l'am malato. Fu sottoposto al mezzo sopraccennato con l'ir:trodurre due ai:;hì di rame nell'estremità dell'ovoide cos1ituito dal tumoro fin alla cavità della raccolta , e collo sta'bilire la corrente elettro-galvanica metleodo in azione uoa pila a cilindri di 26 coppie. La prima impress ione fu dolorosa e la scossa violen1a così che le coppie si dovcllero ridur a diciotto. La corrente fu mantenuta per lo spazio di ciDqoe minuti; trascorsi i quali, si tolsero gli aghi . .Durando l'azione di questa vedevasi il ·cremastore contrarsi e la pelle fa rsi rugosa . Non esscnd'insorto alcun accidente, si rinnovò con l'interruzione d'un giorno la seduta, mar.tenendo per dieci minuti la corrente la quale fu anche resn più intens<! con la giunta di due altre coppie. Alla terza seduta si cominciò ad avvertir una certa diminuzione del liquido r accoho ed, avendo in seguilo ript1lulo ogni due giorni la scdu1a ed accresciuto si:1 a 24 il numer11 delle coppie, l'ammalato restò compiutamente guarito alla St!ltima seduta. Nel secondo caso esposto dall'Autore si tral!a d'idro· cele consecutivo ad ori;hite traumatica , anlìco e compii . calo a grosse varici. Essendosi adoprato il medesimo apparecchio, dopo la seconda seduta s'osservò un vistoso appassimento delle varici ; nella terza la totale scomparsa di queste e nella nona la totale scomparsa del tumore. Le sedute furono fatte con l'interruzione cl'uo giorno. Queste uon durarono più rii dodici minuli e gli elementi elettrici furon accresciuti sin al oumero di 24. Nel terzo caso d'idrocele voluminoso al punto che lo scroto discendeva oltr'al terzo medio delle coscie, si fece uso della pila· di Duoseo , unita al condensatore olellromagnelico di De la llive. La prima seduta durò soltanto cioqae minuti e con l'interruzione d'uo giorno oe furono successivamente praticate allre cinque, dalle qnali s'ebbe la soddisfazione di vedere volla per volta scemala la qua ntità del liquido ra ccolto. La sesta seduta diè luogo ad uo dolore olluso e profondo , per cui si dovelle sospendere Ja settima a cinque giorni. All'undecimo il liquido era quasi totalmente scomparso ; però lo scroto offriva un volume maggiore del naturale in causa dell'inspessimenlo dei varii tassuti che lo compongono e della piccola qoanlilà di liquido tullavia persistente che l'Autore spera vedere cessato in breve tempo. Intanto d'onde derivare la risoluzione di questa malattia? li Vivarelli la deduce da due ·precipue ragioni : la prima dalla proprietà che le correnti ellettro-galvaoiche hanno di scompor i liquidi : la seconda da uo moto aumentalo dtti Ya!i assorbenti , dal dello fluido proyocato e crede che la seconda azione debba sulla prima prevalere, tullochè operino di concerto. (Ga,:z. Md. Jtar. To$c.)


i5 12. Melogno Gio. Antonio, 2° Fanteria .

.Corpo Militare Sànitario QUADRO NOMINATIVO degH Uffiziati di Sanità deWA't'mata di terra disposio pe1' ordine di g1·ado e d'anzianità

CONSIGLIO SUPERIORE ltU11TARE SANITARIO· PBESIDE!(TE

.Riberi Prof. Alessandro, Senatore del Regno, Comm. Ispettore l'tfassara di Previde Dotl. e B3r. Pietro. · Consiglieri Ordinarii Eynaudi Cav. Gioanni Battista. Carmagnola Pietro, Professore. Co11sigliere Ordinario aggiunto {in aspettativa) Demichelis Cav . Filippo, Professore . Consigliere Straordinario Ca.nlù Cav. Gio. Lorenzo, Prof. per la parte ohim. farm.

Marchiandi Pietro Med. di Balt. di 1a Cl. f. f. di Segr,

I

13. Boeri Clemente, ,19. Fanteria. 4 4. Caire Bent·deLto, Spedale di 41>. Kalb Raimondo, H Fanteria·.

Alessandria·. Genova. Genova\ Caglia-ri-.

Medici Militari di Reggimento di 2a Classe. 1. Gabri Michele, Nizza Cavaileria.

Saluzzo. Pianfei. 2. 1\fraoaira Paolo, Savoia Cavalleria. Pinerolo. 3. Testa Paolo, Cavalleggeri d'Aosta. Voghera. Savigliano. ~- Cerri Lodovico, Piemonte R. Cavali. 5. Cappino Giuseppe, i 7 Fanteria. Sass~ri. >> Abhene Francesco, in aspettativa. Torino, 6. Tu,rJoa Gius., Sp_ed . Torino com. a Fenestrelle. 7. Rogier de Beauforl bar. Catullo, 15 Fan!. Tori.no. 8. Carlelti Vitlore, 3° Fanleria. Torino. 9. Peluso Antonio, ·\ 3 Fanteria. Nizza. 10. Valzena Giacomino, 1° Regg. Gran. Sard. Noyara. n Novellis Carlo, in aspettativa. Toriuo. 1 •1. l\farielti Sebastiano, Zappatori del Genio. Casale. 42. Solinas Gio. Maria, Sped . Div. di Cagliari Sassari. com. a. 13. Rophil!e Luigi, Artiglieria, Torino. 1 4, Alfurno Luigi, 8° .Fanteria. Annecy. 1 ;). Bobbio _Feliciano, H Fanteria. Nizza. » Galleano Matteo, iir aspellativa.

Medici ]fl-ilitari di l/egoimento cli 3a Classe. 1. Sclaverani Giu~et)pe, Cavali. di Monferrato.

UFFICIALI SANITARI llfedici ltfilitari Divisionali di ~ a Classe. Bottazzi Dotl. Giuseppe, in aspettativa. Arella Doll. Antonio, Spedale di Cortese Dott. Francesco Mastio Dolt. Francesco Ròbecchi Doll. Carlo, in aspettativa,

Dimora.

Novi· Torino. Alessandria. Genova. Asti.

!tfedici JfHitari Dii!isio1iali di 2a Classe

Nicolis DotL. Bonaventura, .Spedale di Comisselli Dott.Aotoni o Besozzi Dott Simone

Nizza. Sciamberì. Novara

Medici in capo di •I a Classe

Friselli DotL Giacomo, io aspelt. Ferrero Dott. Nicola, Med. Col!., in aspell.

Torino· Montanaro.

Jfedici Militari di Reggimento di ·1 a Classe

1. N'Onnis Efisio, con tiLolo di Chirurgo Capo, Spedale di Cagli~r i. 2. Menardi Chiaffredo, Cavall. d'Alessandria, Sciamberi. 3. Alcià.li Napoleone, 10° fanteria. Alessandria. » Gilli cav. Ignazio, in aspettali va. Torino. 4, Borriglìone Pietro, Cavali. di Saluzio. Caiale. Alessandria. 5. Capriata Fo,rluoalo, Spedale di 6. Ferrero Lorenzo, 7° Fanteria. Sciamberi. 7. Vaglienli Agostino, 9° F<1nteria. Alessandria . Torino. 8. Cattaneo cav. Àlessand~o, Carabinieri R. 9. Ceralq Giac9mo, Cavalleggeri Novara. Vigevano. 1O. Bima Giuseppe, Spedale di Torino. 11 . Devecchi Francesco, Artiglieria. Veoaria. 0

Torino.

» Coppa Matteo, io aspettativa. Fossa!'}o. 2. lorietli G. B., Sped. di Sciamberì, com. a Lesseil!<>n. 3. Scior.etti Francesco, Genova Cavalleria. Vercelli. t Laj Gaetano, 2° Regg. Gran di Sardegna. Vercelli. 5. Fissore Bartolomeo, 5° Fanteria. .

Genova. Cuneo. Nuoro. Alessandria. Asti: Genova. Sciamberì. 12.. Arena Gaetano, Artiglieria. Torino . 13. Cigolini Amedeo, Corpo del Trcoo, 'l'orino. •I t~. Elia Giovanni, 4° Fanteria. Torino. 15. l'appari Giovarmi, t 6 Fanteria. Torino. "6. Balestra Luigi, '18 Ilegg. l<'anteria. Genova. o\7. l\falaOO'l Gio:, Dep. Utlìciali Cherasco (RA.) Cherasco.

6. Crosa Angelo, Bersaglieri. 7. Marini Nicolò, Caya\l. di Sardegna. _ 8. Duponl Pietro, ·1 ° Fanteria. 9. Mariano Francesco, Casa R. Invalidi. ,1 O. 1\fazzolino Michele, 6° Fanteria. . ,11. Costanzo Gio . Domenico, Spedale di

Jlfedici Il!lilitari di B.atta.glione di ~ a Classe. 1 . Baracco Domenico, Sped. di Genova com. a Gavi. 2. Ussi110 Gioachino, Sped. di Torino com. a Vi nadio. 1> Peccinini Gius., in aspèllaliva. . Casale. 3, Viberli, Antonio, Sped. di Torino, com. a Bard. a.. P.;irolo Benedetto, Spedàle di ·Exilles. ti, Persv Gaetano, ·1-1 Fanteria. Nizza. 6. Patr~cco Giovanni, 2? Fanteria. Alessandria, 7. Ferroglio Natale, Cavalleggeri di ·Saluzzo. Casale. 8. Cevasco Alessandro, Spedale di Genova , 9. Denina Pietro, Casa R Invalidi. Asti. -10 . Discalzi Paolo, Bersaglieri. Curìeo. n Chiai,ella Francesco, in asp-eltativa. Fossano. ~ ~. Buthod Paolo, ·1:2 Fanteria. Genova. 1'2. Borelli Giùs., Sped. di Niz.za, com. a Monaeo.


i6 13. Balestreri Pio, Bersaglieri. ~ 4,. Moro Paolo Giuseppe, Spedale di ~ 5.

Minetto Giulio, Genova Cavalleria.

16. Tarrone Giuseppe, Spedale di

,

Sassari. Novara. Vercelli. Nizza. Torino. Genova.

17. Quaglio Augusto, Carabinieri Reali. 18. Zavallar~ Angelo, 5° Fanteria. . 1'9. Fabre Gius., Sped. di Torino, com. al Cons. Superiore dì Torino. 20. Bonino Annibale, 16 Fanteria. Torino. 21. Pecco Giacomo, Spedale di 'forino. · t2. AgnetU Maurizio, Zappatori. Casale. 23. Benedicti Stefano, Bersaglieri. Sciamberì. 24-. Posseni Leonardo, Savoia Cavalleria. Pinerolo. 25. A'metis Pietro, 8° Regg. Fanteria. Annecy. 26. Viale Carlo, Bersaglieri. Toriuo. 27. Sassi Carlo, Bersaglieri. Cuneo. 28. Motlino Pietro, Bersaglieri. Cuneo. 29. Mazzi Giuseppe, Artiglieria, Genova. 30. Rossi Leonardo, Bersaglieri. Ozieri. 3·1 . Poletti Luigi, Cacciatori Franchi. Savona. 32. Magri Paolo, Cavalleggeri d'Alessandria. Sciamberì. 33. Dinaghi Ambrogìo, ·IO Fanteria. Alessandria. 34. Clara Francesco, ,i° Fanteria. Torino. 35. Omegna Guglielmo, 6° Fanteria. Genova. 36. Giacomelli Lorenzo, Cavall. di Monferrato. Torino. 37. Restellini Lorenzo, Nizza Cavalleria. Saluzzo. 38. Giudici Vittorio, Cavali. di Novara. Vigevano. 39. Bollino Grisanto, 2° Regg. GranaL. Sardeg. Vercelli. 40. Gozzano Carlo, Scuola Milit. di Fant. Ivrea. 4~. Longhi Antonio, Spedale di Torino. 42. Marchesi Domenico, Piemonte R. Cavali. Savigli_ano. 43. Panizzardi 'Francesco, Bersaglieri. Cuneo. 41. Solaro Pielro, 9° Fanteria. Alessandria. ~5. Crema Gaetano, Spedale di Sciamberì. 46. Tissol Gio. Batl., ,1° Fanteria. Alessandria. 47. Ve1.Zani Fulgenzio, Artiglieria. Venaria. 48. Muratore Giuseppe, 13 Fanteria. Nizza. 4:9. Aime Giovanni, 1 o Fanteria. Torino. 50. :Boltieri Fortunato, Spedale di Alessandria. >> Castellani Emanuele, in aspellativa. Torino. 54. Brandini Carlo, Cavali. d'Aosta. Voghera. 52., Gattinara Gio. Bali., Cavali. di Sardegna. Nuoro. 53: Moreschi Santo, Sped. di Torino (R. A.) Torin·o.

Medici Militari di Battaglioi1e di 2" Classe. 1. Fadda Stefano, Cavalleggeri di Sardegna. 2. Tunisi Carlo, 8° Regg. Fanteria. 3. Bogetti Giovanni, Casa R. Invalidi. 4. Piazza Giacomo, 5° Fanteria.

Nuoro. Anuecy. Asti. Genova. 5. Plaisant Giuseppe, ·I 5 Fanteria. Torino. 6. Luvini Giuseppe, 7• Fanteria. SciamberL 7. Muzio Gio. Batt., 14, Fanteria.· Nizza. 8. Gardini Vincenzo, 9° Regg. Fanteria. Alessandria. 9. Lampugnani Pietro, Spedale di Alessandria. 1 O. Cardona Carlo, 1 O Fanteria Alessandria. 11. Orengo Marc'Antonio, 3° Fanteria: Torino. 42. Chalp Francesco, Spedale di Torino. 13. Corbella Gaetano, Spedale di Cagliari. 4 i . Prato Stefano, Spedale di Alessandria. 15. Perelti Gio. Maria, Spedale. dì Genova. 1 $. Cantoni Michele, 2° Regg. Granat. Sardeg. Vercelli.

17. Levesi Giovanni, 1° Regg. Fanteria. Alessandria. 18. Bima Giuseppe, Spedale di Genova. -19. Riva Carlo, •I 6 Regg. Fa.nteria. Torino. 20. Garibaldi Tommaso, Spedale di Genova. 21. Bigatti Francesco, 6° Regg. Fanterill. Genova . 22. Pizzorno Giuse.ppe, 17 )legg. Fanteria. Sassari. 23. Falconi Giovanni, Cavallegg. di Sardegna. Nuoro. 24·. Agosti Giuseppe, Forte di .Bard

25. Aofossi Carlo, ·I 7 Regg. di Fanteria. Sassari. 26. Personali Ercole, 41 Regg. Fanteria. Cagliari. 27. Baroffio Felice, 1 ·1 Regg. Fanteria. Cagliari. 28. Mantelli Nicola, Artiglieria. Torino. 29. Zacchia Francesco, 4° Regg. Granat. Sard. Novara. 30. Bottero Guido, Spedale di Sciamberì. 31. Paradisi Carlo, 1° Regg. Graoat. Sardegna. Novara. 39. Baralelli Giuseppe, ,t 3 Fanteria. Nizza. 33. Panzano Giuseppe, ,t 2 Regg. Fanteria. Genova. 3,i-. Ubertoni Vincenzo, Spedale di Alessandria. 35'. Cameroni Antonio, Sredale di Alessandria. 36. Morionclo Giuseppe, 3° llegg. Fanteria. Torino. 37. Grandis Giorgio, Artiglieria. Venaria. 38. Sitzia Rafaele, 2" Fanteria. Alessandria. 39 . Ardissoni Giacomo, Bersaglieri. Genova. 40 .. Derossi Felice, Spedale di Genova . .u. Barbero Giuseppe, Speciale di Torino. >) Algieri Giovanni, in aspeltaliva (R. A.) Nizza. 4-2. Patella Alfonso, Sped. di Torino, coni . a Pinerolo (R. A.) Pinerolo. 43. Mal vezzi Lor~nzo, ,J8 Regg. Fau t. (Il. A,) Genova. U. Negretto Damaso, ,i.o Regg. Fant. (R. A.) Torino. 4.5. ·Granjeux Luigi, Sped. di Genova (R. A.) Genova.

Farmacisti Militari di 1 a Classe.

~. Grassi Cristoforo, Spcdale di

Genova.

2. Malelti Francesco, Spedale di Torino. 3. Dellacroce GiusP,ppe, Casa R, Invalidi (R. A.) Asti.

4-. Giordano Antonio, Sped. d'Aless .. (R. A.) Alessandria.

Farmacisti Militari di 23 Classe (con riserva d'anzianità).

,t. Baro vero Felice, Speciale di .!. Montani Carlo, Spedale di 3. Perelti Carlo, Spedale di 4. Giordano Luigi, Spedale di o. Piolati Natale, Speciale di 6. Derossi Carlo, Speciale di 7. Leoni Giuseppe, Speciale di 8. Tamagnone Francesco,-Spedale di 9. Bucellati Pietro, Speciale di 1 O. Muratore Francesco, Spedale di 11 . Fuselli Giu~.eppe, Spedale di 12. Rasino Luigi, Speciale di

Sciarnber'1. Vercelli. Saluzzo. Casale. Lesseillon. Torino. Cuneo. Fenestrelle. Novara. Annecy. Pinerolo. Alessandria.

N.B. Le lettere (R. A.) indicano gli Ufficiali Militari di Sanità ai qual i non venne ancora fissata la sede d'anzianità. ' Jl Direttore· Dott. COMISSETTI Med. Div. Il Vice-·Direttore responsabile Dott. Bar. de Beaufort M. R. Torino, Polazza, 1852, Tipografia Sùbalpina, via Alfieri, n° 24.


( ai 16 di agosto 185'2 )

ANNO Il.

GIORNALE DI BEDICINA HILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARMArrA SARDA. L'associazione-non si riceve che per un anno e comincia col 1° d'agosto. li Giornale si pubblica nel lunedì di ciascbedunasellimana. ln Torino

PREZZO D' ASSOCIAZlONE L. 10. rn Provincia ed all'Estero, franco di posta . . L. 1 t.

L'abbonamento dehbe pagal'si per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGIIAFIA SUBALPINA , via Alfieri, ilum0 24. Le·lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postale. SOIDIARIO. - 1° Doti. Gu.CO!mTTI: Rendiconto Clinico. 20 Doti. l\lALANOT: Cura delle ulcere: - 30 Relazione' delle Conferenze Scientifiche. - 4° Bollett.ino Ufficiale. - 50 Doti. ARELLA : Discorso

PARTE PRHIA RENDICONTO DELLA SEZIONE MISTA DAL MED. DI

REGG. DoTT. DE-BEAUFoni DIRETTA NEI MESI

DI MARZO, APRILE, MAGGIO E GIUGNO

1852

· (Riferito dal Dot(. Gucoi\fET'fl in ima Conferenza di Torino).

Riunir .i fatti che nel sn detto periodo di tempo hanno somministrato l'osservazione e l'esperienza ; accennare alcuna del le Igieniche questioni che hanno relazione con essi e con il Servizio Sanitario; sottoporvi finalmente, Onorevoli Colleghi, cosi gli uni che le altre con quella semplicità ed im[)arzia lità che tanto bene s'addicon al medico linguaggio, costitnisce lo scopo di questo lavoro. La sua importanza è fuori di dubbio superior alle mie forze ; ooo tralasciai però di sopperirvi con il bnon volere. La Sezione mista del Dott. De Beaufort, qualificata nel Servizio interno dello Spedale per seconda Sezione àei venerei, comp.ouevasi dì tre distinte Sale, occupate, secondo le Categorie che presso di noi s' usano, l'una da venerei, l'altra da feriti e la terza da scabbiosi. Di cia scheduna v'inlrallerrò partitamente , avend'io in esse alleso al servizio nei qnallro indi cali mesi. le, SALA DEI VmmnEI.

11· oom:ero totale dei curati ammontò alla cifra di 199. Ne u~citono gùariti 146; co;i che ai 50 dil" Giugno, qua,ndo la Sezione fn rimessa al J)ott. l'appari, ne rimaséro 55. Per questo movimento numerico occorsero : A 57 casi d'ulcera veneree primitìve di varia forma. di huboni da ulcera venerea primitiva. B 79 C 8 - di sifilide coslillP.ionalc.

D 14 E 2 F 6

di blennorragia uretrale. di balano-postite. d'orchite blennorragica.

l, Ulcere veneree primitive. Sitnale per 1a nnggiore parte su la corona della ghianda od ai lati del frenulo del prepuzio, la. !_oro più comune forma fil la regolare. A questa tenne dietro la fagedenica pultacea e l'indurata. M'interessa farvi rimarcare come quasi tulle siansi presentate al periodo di progresso , più propriamente detto d'ulcerazione e nessuna al primo periodo ovvero allo stato di pustula. Nella cura delle varie forme s'è con vantaggio seguìta la pratica di Ricord. Però nei casi di ulcera faged<~nica cicatrizzata con superstite indurimento, in vece di ricorrer.e tosto ai mercurial i internamente somministrali, si fece primitivamente ricorso all'uso interno del bicromato di potassa. Vi parlerò nel segnilo del Reòd iconto di questo rimedio, proposto, come ben sapete, e considerato da Robin e da Vicenti qual antisifililico. Ma posso sin d'ora premettere ché non conducon al gindizio da questi Autori pronuncialo i risultamenti da noi ottenuti.

_Un'eccelluazione che fu fatta alla pratica di Ricord r~ggnarda alla cura del fimosi da ulcere veneree primitive. In fatti in selle casi di fimosi accidentale s'adoprò ona solnzione di bicloruro mercurico alla dose di tre gra11i per ogni oncia d'acqua , con questa praticand'iniezioni sollo il prepuzio in numero di tre in ciascheduna visita della mattina e della sera e traltenend'in sito il liquido per alcuni minnti. Il risoltamento fu soddisfacente, tranne in due casi, nei quali preesistendo un intenso grado di stringimento naturale del prepuiio , si dovette quindi passar all'operazione. Ma se i primi cinque casi di fimosi furono compiutamente vinti nello spazio di tre giorni al più, negli altri due bentosto, siccom'io quelli , cessò con gli altri sintomi il dolore, diminuì la quantità della materia purulenta e si deterse la superficie delle ulcere le quali appena messe allo scoperto furono profondamente cauterizzate cori il nitrato d'argento fuso. Giova però notare che quando lo stato irritativo o flogistico del prepuzio era più i11tenso dell'ordinario, solevansi


!8 praticare, ollr.e alle iniezioni , fomenti freddi su la località. Quest' ulili.ssima mtidicazione stata usala da Haoter io poi il quale~ con lo scopo soltanto di curare le ulcer~, ebbe già a consigliare ,l'uso delle scbizzellalure mercuria-li con mercurio vivo in una densa soluzfone di ,gomma arabica o con calomelano nel medesime,, menstroo a cui univa una tenue quantità d'opp'io o finalmente con bicloruro mercurico alla dose d'un grano sciolto in un'oocia d'acqua. Un altro punto io fine mi resta, intorno al quale reputo opportuno chiamare la vostra attenzione, perocchè sembrami di qualche importanza. L' operazione del fimosi fu eseguita, tostochè cessò o diminuì notevolmente l'infiammazione del prepuzio. Ed avendo usala la precauzione -di fare preceder all'alto operativo le ripetute iniezioni della s0luzione anzidetta e cli cauterizzare subito dopo le ulcere, la ferita risultante, sebbene le ulcere siensi riconosciute al secondo periodo, restò immune dalla contaminazione venerea la quale suole quasi sempre manifestarsi io simili occorrenze. Su questo proposilo qualcuno di Voi, Colleghi Onorevoli, può notare che adollare si doveva la seconda modificazione falla dal nostro Riberi alla pratica del fimosi, siccome quella che, o)Lr'al difendere dalla venerea infezione la soluzione di continuità risullaole dail'atto Operativo, avrebbe procurata una guarigione più pronta (1). La riOessione è giustissima e tornerebbe per certo a nostra grave mancanza il non esserci attenuti alla Pratica da cosi Sommo Operatore introdolla mollo tempo prima di quella di Velpeau di cui essa non divide gl'inconvenienli, se, volendo noi apprezzare l'azione del nilralo d'argento nella cura delle ulcere, non avessimo dovuto astenercene. E fo appunto prescella questa circostanza per apprezzarla, po rchè la questione di tempo non poteva avere luogo, 1:1ssendo uno ò~gli ammalati contemporaneament~ travagliato da febbre inlermillenle reci · diva e l'altro da gastro-enterite. B B uboni da ulcel'a 111met·ec, primiti11a. Ai quallro di Marzo, quando fui destinato di servizio nella Sezione mista si c11ravao i buboni stazionarii ed indolenti con una pomata di nilrato d'argento, alla dose d'una dramma per ogoi oncià d'adipe, coo cui spalmavasi il tumore dne volle al gioruo. La pratica, come vedete, era quella di Gamberini, con la sola differenza che usavasi il nitrato d'argento fuso in luogo del cristallizzalo , secoodochè questo solerte Cultore del!' Arto· atlopra. Dai buoni olldnuti e.ffeui s'estese il medesimo metodo alla cura. di tutti i buboni, quelli eccettuando nei quali la pelle essenùo già la sede cli vivo processo, fiemmonoso, si facevano precedere gli anliOogislici locali ed all'uopo anche i generali. Ed ecco quanto avemmo campo d'osservare nolla pluralità dei casi. 1° Diminuzione notevole e talvolta scomparsa totale del dolore. 2'' Risoluzione dell'ingorgo cellulare cutaneo e quando esisteva solo il bub,,ne più o mt1n innoltralo nel periodo d'incremento, s'osservò accelerata la fusione purulenta di questo. 5° Progressiva 'diminuzione in vo(1 ) Vedi Raccolta delle Opere Mi11ori di A, RrnBR1, voi. 2.

lum1:1 dei buboni stazionarii ed indolenti e talvolta fusione purulenla. 4° Nessuna risoluzione compiuta del tumore. Alla suppurazione dei baboni si diede sempre largo esito con il farro, rron appena si manifestavano segni eiidenti di raccolla. La medicazione successiva era l'ordinaria ma qoand'assnmevan on catti.vo aspetto òd i car~lleri dei bubooe sintomatico (il che non occorse di raro), se ne cauleriuava il fondo e. l'ambito coo il nitralo d'argeulo fuso oppure si medicava a piallo con stuelli di fìlaccica inzuppale nella soluzione di bicloruro mercurico già menzionata dopo averne con la medesima bene tleterso il fondo. E qui mi cade in acCOf!CÌO notare, per ciò che ragguarda a questo compenso terapeutico, come conveogll sospenderne, anzi abbandonarne l'uso, tostochè le parti comiocian a detergersi , poichè altrimenle inducesi noi tessuti una spetio di macerazione la quale, mantenend' in essi pressocbè il medesimo cattivo aspetto che prima avevano, prolunga molto il lavorìo di:llla cicatrizzazione. Simultaneamente poi ai mezzi locali sin qui esposti , qnando ne occorreva l'indicazione , pratica vasi la cura generale. Cicatrizzato il bubone, rima.nevo un iogorio od un inùurimento parzia·le della gh iandola il quale si Lrallava, so piccolo , con la sola applicazione del cerollo de ranis iodurato e, se ancora ~oluminoso alquanto o cornpallo, vi s' aggiungeva la fasciatura compressiva cioè la spica dell'inguine. La medesima pratica fu adoperala per riso lver i buboni atazionarii che per l'uso della pomata di ni!rato d'ar, gento erano soltanto dimiuuti di mole. Nella maggioro par te dei casi s'oHennero pronle e ,soddisfacenti guarigioni e fra i tanti buboni supp1:1ra ti ed aperti che s'ebber a curare ; 11cssuno fece passaggio alla degenerazione cancreuosa. Vuolsi però ricordare che non s'è punto tralasciato dì comballere per tempo e con appropriati mezzi lo diverse èomplican1.0, fra cui la gastroenterica, così bene studiata dal Doll. Comis~elti (I), fu la più frequente e dirò anche la più pericolosa. ro falli la minaccia della cancrena, indi una profusa e cattiva suppurazione susseguita <Jalla formaz.ione di sen i e meandri fistolosi, occorsero specialmr.nle in due ammalali, coricati l'uno nel letto n° 545 o l'altro in quello avente il n° 548 della Sezione, nei quali la della com1>licanza insorse con un apparato di sintomi più imponente che non negli altri. Da breve tempo trovavansi eglino nella Sezione per bubone da ulcera venerea primiliq.,, il quale, mercè dell'uso della pomata di nitralo d'argento dava già segni di processo suppnrativo regolarmente incominciato. Se non che essendosi pochi giorni dopo mauifeslata la febbre con senso di peso all'epigastro, con nausea e propensione al vomito, beotosto il bubo11e crebbe di mole, si rese livido e così dolente ùn rendersi intollerante del contatto di qualsiasi corpo. Con uo'energica cura antiflogistica generale e locale si potè frenare J'intensit(1 di questi Ceoomeni, si polè prevenire l'evoluzione della cancrena e .,èistruggerc la complicanza; ciò r.on di meoo la guarigione si fece lungamente aspetlare; mas~imamente nell'ammalalo che giaceva al n° 548. Mi son espressamente trattenuto sopra questi falli , (1) Vedi Osse,·va::ioni si.il òubone canc l'fmOso del citulo Autore, N° IS1 A.ono t 0 del Gioni. di Med. Militare.


f9 affinchè ognuno facciasi uu'idea es:ftla del reale valore cl1e debbe assegnarsi ai mezzi or oi:a indicali nella cura dei buboni ed affinchè non ascrivansi ai medesimi i danui cagio'nati dalle diverse morbose complicazioni le quali , mentre ne paralizzan o diminuiscono l'efficacia, aggravano sempre l'entilà della malattia (1). C Sifilide costitii,zionale. Fra i molti rimedii ai quali s'attribuirono proprietà . identiche a quelle del mercurio nella cura della sifilide, vennero in questi u.llimi tempi noverati il sesquicloruro di ferro ed il bicromato di potassa. Ma mentre il primo fu lasciato (almeno sie ad ora) nell'obblio , il Dott. Vicent,i pubblicava i felici successi ·ton il secondo ottenuti io dieci casi ; motivo per cui Robin credette poter emettere fra le altre le seguenti principali conclusioni cioè esser il bicromato di potassa fuori di dubbio antisifil.itico ; possedere stanle la grande sua solubilità un'azione più pronta dei mercuriali ; non produrre lo ptialismo oè g1i altri in~oovenie.nti di questi' e poter giovare nelle ·neurosi, avendo rapidamente cessati i dolori neuralgiformi negli ammalati stati sottoposti al suo uso (2). Stimolati, piullostochè sedotti da questi fatti , ci r isol vemmo ad esperimentar il nuovo rimedio, tanto più che, e.ssendooe leouissimo il prezzo, ,~ cure dovevano riuscire di molto .minore dispendio· che non cogli altri mezzi. A sei riduconsi i casi di sifilide costituzionale stati con esso trattati e questi, io appoggio della gi;) manifestata proposizione, reputo necessario di brevemente esporre. Ed al fine d'evitar inutili ripetizioni, giovami avvertire ehe il rimedio fu somministrato, quando sane erano e libere le vie gastriche , in forma di pillole composte d'un quarto di grano di bicromato di pota·ssa e d'un ottavo di grano d'estratto gommoso d'oppio ond'impedire il vomito e la nausea; sconcerti questi che, almeno al principio della· cura, quasi sempre quello produce. Giovamj pnre notare che la dose minima fu d'un quarto di grano e la massima di due grani nelle 24 ore io tulli gli am·malati.

Osservazione 1 a. N° del letto 569. D. G. .B. Soldato nel 5o di linea entra il 2 marzo 1852 nella Sezione.per tubercoli mucosi ulce, rati all'ano. Fo ripetute volte tocco da ulcere veneree primilive che tardarono lungo tempo a cicatrizzare. È il primo ammalato staio solloposto all'uso del bicrQmato di potassa, senza che sia stato molestato nè da nausea, nè da vomito e tanto meno da salivazione Ja quale non è mai avvenuta in· alcuo ammalato. La localita fu medicata con i mezzi or<linarii. Dopo un mese di cura le ulcerazioni conservavano la medesima condizione di prima. Epperciò si ricorse alle pillole dolio Dzoodi, indi al protoi.oduro di mercurio. Usci guarito ai 12 di gingoo. (t) Il Med. di Regg. Dott. Birna ebbe ad esperimentare con successo il nitrato d'argento fuso nella cura dei bubooi stazionarii sino da quando dirigeva nel secondo semestre del 1850 la pri~a Se~iono dei venerei. Nell'applicarlo Egli s'attenne alla pratica d1 A. Cooper cioè soffregava il nitrato d'argento sol tumore previamente umettato sin a che quello producesse una macchia oscura la quale poi, com'ogouno sa, s'annerisce fìttamente. (2) V. Gazette M~dicale di Parigi ne 46, t8a1, e n• 14., 1852.

Osservazione 2a. 0

1\· _del letto 562. R. G. Artigliere, di temperamento sanguigno e· di costituzio.ne in a.ppaceoza buona, sofferse pel passalo malattie veneree che furono curate con i mercuriali. Trovavasi nella Sezione nel oiorno tt di . 1852 · per dolori erratici alle ' estr~mità " S[!periori febbra10 senz'alcon'alterazioue degli ossi; dolori .che rendevansi più acuti ad ogni atmosferica v:icissitudioe e lo molestavano così di giorno c;ome di notte. Fu messo all'uso del bicromato di potassa che da priocipio determinò il vo.mit? senz'altw fen.emeno morboso. I dol·ori scomp,arvera rapidamente, sebbene la stagione corresse freddo-umida , nè si mani.restarono nei successivi giorni, nel decorso dei quali l'ammalato fu trallenuto allo 5pedale io osserva• zione. Si licenziò ai 25 di marzo ed ignorasi se fin adesso sia accaduta la recidiva.

Osserv.azione 5a. 0

del letto 560. T. D. Soldato nei Cavalleggeri di Mo~fe~ra~o ~~tra nello Spedale al 1° di marzo per ulce • raz1on 1 s1fili11che alla gola e vegetazioni alla ghianda. ~ltr'al_la cura. lpcale, gli ~'am~ioistra il bicromato di potassa rn cootmua.ziooe sio a1 27 del medesimo mese ,I , seoz a tro sconcerto che quello <lei vomito occorso nei p~i,?1i d_ue giorni. I sintomi andarono via diÌeguandosi ed ~1 a1 d1 marzo, quaod 'il T. sorl.ì dallo Spedale, trovavasi rn lodev,ole stato. Però ebbe Ju,>go la recidiva, per cui dovette ritornarvi ai 21 di giugno. La nuova cura fu ini· ziata col protoiuéluro di mercurio. ~

Osservazione 4rt. Ne del letto 551. G. G. Soldato nel 160 di linea trov_avasi al_lo Sp~?ale. dai 15 di novembre 1851 per bubone smtomat1co ali 1ogume sinistro, suppunto e resosi in seguilo cancrenoso, il quale al 1° di marzo tendeva a cicatrice. Da qualche tempo si lagnava d'un dolore fisso all'osso iliaco destro che an<lò via crescendo sin a rendere ~nsonni le notti ; nell'osso però non esisteva alcuu'alterazione. S'applicaron alcuni rivulsivi cutanei e sestanze torpenti su la località,, le quali riuscite essendo inefficaci , fu posto all'uso del bicromato di potassa. l.a cura si continuò 40 giorni circa con la. scomparsa del dolore con notevole miglioramento della condizione generale del!'am· malato e con cicatrizzazione compiuta del bubone. Fu indi mandato in convalescenza , ma dovette di nuovo ricovera-re allo Spedale per on secondo bubone svoltosi all'inguine destro il quale, trattato con la pom;ta di nitralo d'argento, passò alla suppurazione prontamente. Per uso interno gli si somministrò il ioduro di pofassìo ed osc1 guarito ai 21 .di maggio.

Osservazione 5•. N° del letto 541. Ch. G. Artigliere, entralo ai 17 di ~arzo 1852 per vegetazioni all'ano, sofferse per l'ad'dwtro ulcere veneree primitive. Fu curato con il bicro~at~ di potassa internamente e si distrussero le vegetaz1?n1 parte coi'. la recisione e parte con la potassa caustica. La cura rnterna fu continuata per 55 giorni circa ,


20 collocali in wodo da poter esercitar una dolce pressione sul testicolo morboso. Noo è a dire con quanta prontezza sì risolv.esse quell'indurimeuto che suole rimaner · all'epididimo ed al cordone sp~rmalico. L'abbiamo a,doprato questo cerotto, come già dissi, per far isvanirn l'ingorgo od indurimento parziale della ghiandola, superstite alla Osservazione 6a. i cicatriz'lazione del bubone suppuralo ed ottenemmo con N· del Jett~ 592. G. B. Sergente nel Treno entrato in j il medesimo un grande giovamento. Credo quindi fare Sezione ai 7 d'aprile 1852, è sotlopqsto, all'uso interno ·. utile cosa indicandone la composizione secondo la fordel bicromato di potassa per ulcerazioni sifilitiche alle 1 ~ola del Doll. De Beauforl. • Cerotto de ranis con doppia· doso di men:urio , una fauci e dolori vaghi agli arli superiori. In diciotto giorni oncia : cerollo di gomma ammoniaca, mezz'oneia : ioduro di cura svanirono questi, ma le ulcerazio~i che si curadi potassio, tlue d·ramme: si foude il tulio insieme a lento van anche localmente , si mantenevano nel medesimo fuoco, quindi si disten~e sopra tela. • stato. Fu quindi nt•cessario ricorrer al protoioduro di mercurio per ottenerne la guarigione. Ques:t'ammalato che fu anche tocco da idartro al ginocchio destro, stato 2° SALA 0111. F1:rn1T1. vinto in pochi giorni con la pomata di nitrato d'argento, pas~ò ai 21 di maggio ai convalescenti. 26 rimàsti al fine di febbraio e 125 enri·ali nel quadriA queste osservazioni aggiungo una settima che debbo mestre formao il totale dei feriti che s'ebber a cu!:_are. alla gentilezza del DotL Elia. Di questi uscirono dalla seziouti 124 e rimasero così io C. l\f. Sergente nelle Guardie di sicurezza pubblica, numero di 27 ai 50 di giugno. Le malattie si ridussero : fu sottoposto all'uso del deuloioduro di mercurio ~er ul· 1° A contusioni fra cui la più grave fu quella da cui cerazioni sifilitiche alla gola e dolori erratici or agli ossi fu tocco l'Appuntato P. A. del l\egg. Cavalleggeri dt ed or all'apparato muscolare degli arti superiori. Mercè 'Monferrato all'ipocondrio destro cou successiva grave indel deutoioduro e d'un'app ropriata cura locale le ulcera· fiammaz ione del fogalo. Tralascio di farvi la narrazione zìoni guarirono compiutamente, ma i dolori tullavia perdi q1iesto rimarchevole caso, perché -andrebbe compilalo sistettero. Fu somministrato il bicromato di potassa a ìo un modo più circoslan.zialo e più diffuso di quello che dose tenu issima, la quale fu maao mano aumentata: dopo s'addìca· alla natura del presente lavoro. · non molto tempo il C. asseriva essere libero affatto da 2° A storcimenti che risultaron in numero più grande ogni dolore. al piede che non alle altre articolazioni ed in una proOra dal complesso di questi falli quale conclusione porzione relativa più frequente nei Bersaglieri e nei Cadebbe trarsi ? Puossi con Robin e Vincenti asserire che valleggeri. 11 riposo ed i bagni freddi locali continuat_i il bicromato di potassa sia antisifiWico ? sin alla h1tale scomparsa dei sintomi infiammatorii, fuSono bene lontano dall'impugnare le loro .pratiche' ron i principali mezzi che u!ilm<mte s'adoperarono nella Osservazioni, ma stando a quelle che vengo dall'addurre cura degli occorsi casi i quali, conviene dirlo, nou furoilo crederei appormi al vero, ove ne deducessi il medesimo dei più gravi. , corollario. Ha desso in falli il rimedio di cui si tratta Non t111ti i Praliti pongono la medesima fiducia nei spiegato un'azione salulare e veramente benefica contro fomenti freddi ai quali nelle storte ed altre lesioni di sila sifilide costituzionale da tubercoli mucosi e da ulceramile genere solitamente si ricorre nei nostri Spedali .Mizioni alle fauci rappresentala. In vista però dei risullalitari. Così l\fonteggia, Boyer, Roche e Sa11son, non che menli consegnali nella 2a e 5a osservazione specialaltri fra i ·recenti no vogliono limilato l'uso solamente al mente, sembrami più sano consiglio quello di sospe.odere principio della storta. Ma per quanto grave sia l'avtorità per ora ogni giudizio. Ma mentre si 6ta attendendo dal dei loro precetti, risulta ciò non di meno, almeno da quanto tempo e da ulteriori Calli la definitiva decisione, sarebbe tuUodì osserviamo, che l'uso continuato delle applicazioni intanto confermala la sua efficacia nella cura dei · dolori fredde riesce sommamente giovevole. Ed alla nostra codallo stesso Robin chiamali neuralg,i formi. mu~e es.perienza possiam aggiungere quella di Uaudeni ìl quale -in un'elaborata Memoria letta ai 24 di .maggio D Rlennorrag·ìa m·etrale. l easi che s'offcrsero erano 1852 all'Accademìa delle Scienze di Parigi intorno a ad un periodo di malattia alquanto avanzato. Fra le quest'argomento, comprova quanto ho teslè asserito. Di· varie comuni complicanze che posson accompagnare la falli in centinaia di casi nei quali il Ch. Autore adoprò blennorragia nel suo corso, non possiamo noverare fuor~ il metodo accennalo, ollenno in tutti un compiuto succhè l'emorragica. Il metodo di cura praticalo fu il raziocesso {1 ). nale. Riescirono molto proficue le inieiioni con una Noi usiamo, al fine di prevenir o di distruggere la flosoluzione di solfato di zinco alla dose di due grani per gosi : 1° circondare moderatamente il membro con una ogni oncia d'acqua con qualche goccia di Jauda110, all'apfasciatu ra regolare che si mantiene inzuppala con lo spre parire del secçmdo periodo. mervi di continuo sopra ona leggiera soluzione d'acetato E Balano-postite. Fu prontamente curata con iniedi piombo : 2• mante·nere convenientemente adagiato il zioni fatte da bel principio di bicloruro mercurico sciolto membro sopra un guanciale guarnito di tela Joccrata, e con fomenti freddi contemporaneamenle usati. proteggendo lo stesso membro dal peso delle coperture F Orchite blennorragica. Appena cessato lo stadio per mezzo dell'arcltetto. infiarhmator10 s'applicò . su la località il cerotto de ranù iod.uralo con la giu111a di còmpresse e de! sospensorio, (t)V: Gaz. Mià. di l'ar-igi, numeri 19 e 26. dopo i quali non essendosi riprodotte le vegetazioni , ru mandalo in convalescenza. Visitata 12 giorni dopo la località, non offriva nulla di morboso e, per quanto io sappia, non succeddte la recidiva.

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Baudens in vece fa immergere l'arto in un v.aso pieno d'acqua fredda com~ne a coi secondo la gravità , della le~ sione aggiunge ghiaccio., usaad'inoltre le precauzioni di conservar ·all'arto una posizione orizzontale più che sia possibile; d'impédire lo scivolamirnto della coscia fuori del lello e, trattandosi di storta del piede, d'evitare ogni pressione al polpaccio della gamba ed al calcagno. A tale uopo fa tener all'ammalalo una posizione diagonale ; il vaso è posto ad un'altezza relativa a quella del lello e sopra un piano inclmato , la coscia è sostenuta da uo guancialti al suo lato esterno ed il piede da una spugna che giace in fondo del vaso. A questi mezzi poi che adopra anche quando trattasi di flogosi cronica, fa succedere l'immobilità delle superficie arti<)olari per mt•1zo del bendaggio gommato t1on flessibile da applica rsi spe11ta che sia l'infiammatione: intorno a questo beudaggio , dallo stesso Haudens modificato, basta dire, perchè og.ouno facciasi un'idea del modo d'applicarlo, che componesi 1° di bambagia (ouatc) con cui riempionsi le depressioni perimalleolari; .2" di tre doppie compresse con le quali, gradatamente disposte, sosliensi la bambagia ; 5° d'una fascia abbastanza lturga per ci rcoodare leggiermeote il piede. Pertanto dal parallelo Ira la pratica di Baude!)S e la nostra, parallelo da me iuslituito ondH chiamare i;pecialnieotn la vostra att~nziooo sul bendaggio non fl,essibile gommato, · siccoine quello che sembrami utile per ottener una guarigione più pronta e radicale, da questo parallelo, dico, risulterebbe che io· massima ed io fallo ci accordavamo con Esso lui prima che, pubblicas,e la sua .Memoria. A questo punto metlerer termine · a quanto si riferisce agli storcimenti, se una circostanza da Baudens notala nel suo laVtJro non meritasse una breve riflessione. In sellaotollo casi, Egli dico, d'amputazione della gamba o del piede, sessanta riconoscevano per origine una storta degenerata io seguitl> ad imperfetta cura. Questa cagione che, presa nel senso del Chiarissimo Autore, riuscirebbe a carico della Chirurgia Militare Francese, fu già rimarcata da Boyer e Monteggia, ma v'aggiunsero la calli va disposizione costiluzio.nale d~lla persona . .E bene COll ragione, poichè il fallo tullodì lo dimos1ra. f'. fra i casi da me osservati mi soccorre alla memoria quello di pedartrocace sinistro che ereditammo nell'ammalato esisterle al n° 575 ; pedarlrocace sviluppatosi in seguito ad una contusione. Sara forse 1n•r colpa dell'adoprata cura ? Prima di pronunziare si esamini l'ammalato e si troverà nel suo temperamento e 11el suo abito la ragione per cui una piccola scintilla determinò così grave incendio. 5° A ferite di vario genere le quali non olfor~ero cosa rimarchevole. 4° A flemmoni dipendenti da causa traumatica , fra cui quello succeduto nel Cavalleggere P. alla gamba sinistra fu uno dei più gravi. Cadendo nel fare oli Escrc1z11 d1 Ginnastica su la pun la dei piedi ebbe a risentire un dolore esteso dal polpaccio della gamba sinistra all'inserzio.ne dtil tendine d'Achille; dolore ch'essendosi reso più vivo ed intenso con difficul(à al moto, dovelle il P. ricoverar allo Spedale. J)opo qualche tempo di cura subita nella prima Sezione dei feriti passò alla convalescenza dove, essendosi dato ad esercizii iutempestivi e •

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disordinati , si svolse una gr.,.rnd' infiam mazionc flemmo. nosa al medesimo arto ; per il che, entrò ~oi nella Sezione· Mista. Gli usali mezzi valser a modera(e l'intensità del processo infiammatorio, ma non a prevenire,, l'esito della suppurazione la quale fu oltremodo abb(,odante e per più giorni saniosa , con grande di~taccaniento delle parti. Mercè d'una melodica compressione e d'iniezioni fatte con !lecolto di china, le parti andarono via acquistando le primitive relazioni ed aLlt>sioni e la COHdizione dell'ammalato, deteriorata dal profuso processo suppurat.ivo, prese a rinvigorirsi con l'u,;o dei preparati ferruginosi ; così che, quando si èonsegnò ,la Sezione al Doli. Tappari, non restava che a cicatrizzarsi un breve trailo della fllrita risultante dall'ape·rtura dell'ascesso. 5° A cinque paterecci curati felicemente con le larghe e profonde incisioni fatte da bel principio, tranne quello, accaduto nel Soldato Q. del Corpo del Treno, che terminò coll'anchilosi delle dne ultime falangi del dito indice sinistro. Oebbe però notarsi che questo Soldato lardò mollo a consegnarsi ammalalo al suo Medico di Uegg·. e ch'egli stesso erasi praticato un taglio con un ordinaril> coltello coo il fine di dar esito alla già fo~mata suppurazione. 6° ,i\d orchiti traumatiche le quali, svanita la llogosi , furono tralla!e nel modo che già si disse delle blennorragiche. 7° Ad adeniti varie e più frequenti alla· r-egione de! collo. La maggiore parte erano l'espressione d'una diate8i scrofolosa o d'una cosliluziono linfatica esagerata. E, sebbene siensi trattale col ioduro di potàssio per uso interno e localmente coo i mollilivi o con i risolventi, secondo l'indicazione vigente , ciò non di meno rioscirouo di lunghissimo corso. (n alcuni casi s'usò anche la pomata di nitratò d'arge11lo senza che abbia corrisposto così bene come nella cura dei buboni. A Icone poi delle adeniti occorse erano puramente idiopatiche ed ìn persone ùi buona costituzione. Ma qual era la causa produttrice di esse? Ecco una quislione ìmporlaate, intorno alla quale dissentono tuttora i Medici .Mi-. litari. Lasciando ad altri di trallarla conve:,icn,temenle mi limito ad alcuni brevi cenni in relazione con quanto hci io stesso osservato. B_9ux !'a dipl'lnd1Jre gl'ingorghi cervicali t.lal callìvo stato della bocca, prodotto dall'abuso del tabacco. Ma Uochoux ebbe· a rimarcare che i Turchi ì quali fumano da mal· lina a sera goduo in generale buona sanità. Malaperl li· attribuì all'influenza del viver in (~omune ed all'insnfficiente spazio nelle Caserme. Larrny all'azione del freddoumido penetra11te_ per le aperture del casotto da senti. nella, falle appunto all'altezza della . faccia e per cui si produrrebber ora vliti, ora adeniti ed ora otialmie. Pe.rò s'è notato che i Coscrilli i quali per incompiuta istruzione non moo!ano le fazioni v'andavano soggelli non meno dei soldati anziani. Follet allo stringimento ed all'irritazione della cravatta.: allri in vece li riferirono alla mutazione del clima e del villo, e Berlheraod in fine in un suo recente Trattato su le adeniti idiopatiche e su quelle del collo in ispecie , così frequenti nell'Armala Francese, li deriva dalle cau5e reumatizzanti senz'escluder il clima, la nutrizione, ·l'abitato e l'àbbigliameoto. Riguardo al quale ultimo egli dimostra gl'ioconveoienti


della, cravatta- militare e propone di sostituirla con un fazzolello di lana nera o bleu; specie di cravalla lunga, annodala sotto il metilo o di cui ì capi verrebber ad es. sere pendenti sul pello. Dalle poche osservazioni da me f~tte intorno a questo argomento parmì che l'opinione dì Berlherand sia a·lle altre preferibile. 8 ·a reumatismi ed artriti : 9 ad ascessi lenti : 10 a nevralgie varie: 11 ad erpeti: 12· a stomatiti scorbuliclie: 15 ad ernie: 14 ad otorree; nella cura dei quali morbi non occorsero falli meritevoli di speci.l'le men zione. Nella Sala dei feriti in fine entrarono varii Soldati in osserPasione ; intorno -ai quali mi ris11rbo parlare nella seconda parte di questo lavoro. 5o ·s.u.A

DEGLI SCABBIOSI.

In lutto il corso del quadrimestre entrarono uello Spedale 1.20 scabbiosi e ne uscirono guariti 105. l mezzi di cura furono gli ordinarii cioè fiori ~i zolfo per uso interno alla dose di dieci grani nel giorno; frizioni con la pomata anli.psorica del I' Aliberi; bagni generali ; disinfezione e lisciva degli oggetti di vestiario. La loro guarigione fn pronta ; di fatti il numero totale delle giornate dì permanenza è salito a 970; per cui si ha una ·media di 9 e 115 per ciaschedun ammalato di scabbia. Ma per quanto soddi_sfacente possa essere questo risullamen,Lo, ooo credo debba sedu'r al punto da dovere lullavia continuare il medesimo rnetorlo di cura, anteponendolo a quello da Hardi propO!>lO. Non mi lratterrò a svolger i principii razionali su i quali esso si fonda, facendo dipendere le vescichette apparenti uella scabbia dalla presenza dell'acaro dì cui l'esistenza, già ammessa da Hautµmann , Redi, Morgagni, Casa!, Bonomo, Adam (e, tao ti altri l)er· matologisti), fu posta fuori di dubbio <lacchè Rennuccì insegnò ai Medici di P'arigi il modo di scoprirlo, estraendolo so\to i loro occhi. Ma non tralascierò di rammemorare come le sperienze falle da Hardi su centinaia di scabbiosi allo Spedale di S. Luigi e quelle dei M.edici l\iililari Dechange e Delatte sieno state da felice .esito coronate. Hard i compie la cura della scabbia in due sole ore ; mentre Delatte trattiene per tre giorni gli scabbiosi aJlo Spedale, ood' operare la disinfezione e la lisci va dei loro effetti. Ora se noi avessimo adollalo il metodo di Bardi con la modificazione di Delatte, si sarebbe ottenuto ìl numero di 665 giornate in méno su l'indicato totale della permanenza cioè una minore spesa ed un risparmio di tempo grandissimo. I quali vantaggi l}leritano d'essere tenuti in molto conto presso ogni Stabilimento, specialmente se, Militare, poichè mentre l'economia costituisce per se sola una grande entrata, la rapidità della cura fa sì che gli scabbiosi non sian esposti alle malattie solitamente cagionale dalla protratta loro dimora negli Spedali, dove per lo più son ai medesimi assegnale le località meno salubri : questa rapidità cli cura fa pure sì che i Soldati, tocchi da sì fallo malore, restino per più breve tempo distolti dai loro esercizii e dalle istruzioni; circostanza questa <legna dì riguardo per tutti, ma in ispecie p.er i Coscrillì. Nè per certo si sarebbe da noi' ommesso di por in pratica il metodo di Bardi, se l'inclemenza

della stagione, l'insufficienza. e )!improprietà del locale , non che altre circostanze da 09i indipendenti affatto, non avessero costituito altrettanti ostacoli insuperabili i quali nell'interesse dell'Esercito desideriamo siano per cessare in avvenire. Mancherei intanto a me stesso se nel terminare con queste riflessioni la prima parte del mio qualsiasi lavoro, non facessi atto di sentita riconoscenza ai' distinti Dottori De- Beaufort e Plaisant, pel modo proficuo, istruttivo e fratellevole, con il quale sì divisero fra di noi le cure del Servizio.

METODO SE~IPLICE EFACILE per la cura delle i1lcere, anche delle piÙ, ribelli, alle gambe ed ai piedi; de( Sig. MALA.NOT, Chirurgo Jlfagg. (1 ). 1° :Mantenuta la gamba in posizione orizzontale, s'applicano direttamente su l'ulcera filaccica fine ed asciutte alle quijJi si soprappone per due giorni coosecutivi un cataplasma molli!ivo da rinnovarsi al mattino ed alla . sera. 2° Abbandonala nel terzo giorno questa medicazione , da una lamina sottile di piombo, resa prima bene liscia ~ polita, si taglia uo pezzo largo due volle là circon(erenza della piaga e questo, I:mcherellato prim3 con un ago perchè possa permettere libera sortita alla sierosità della soluzione di continuità, con la sua faccia più .li.scia s'applica immediatamente sp quella : vi si soprappone quindi un piccolo cuscino di fil'accica la quale si ricopre con un fino pannolino che si ha cura di stringer alcun poco nella parte inferiore dell'ulcera. Data finalmente alla gamba una forma regolarmente conica per mezzo di opportuni strali di colone cardato, con una benda di conveniente lunghezza ed alq_uauto inumidita, perchè meglio s'adatti al ml'\mbro, s'avvolge il tutto per mezzo d'una fasciatura la quale eserciti un'azione espellente gradatamente più lieve dal basso in alto. Quest'apparecchio nei primi giorni dì cura debbe giornalmente riunovarsi, avvertendo però che, quando sia molto diminuita la sierosità proveniente dall'ulcera; non è più necessario bucherellare la sottile lamina di piombo. Persuaso io che coloro fra i miei Colleghi che vor. ranno far uso di questo mezzo di cura , con"incendosi co11 la sperienza della sua utilità, se ne faranno gli apologisti, non mi fermerò a ragionar intornn al modo suo d'operare, e ciò tanto più che avend'a parlar a Dottori non è uopo ch'io noti come le ulcere alle gam0e essendo nella proporzione d'11 su 12 mantenute da un ingorgo venoso o linfatico, l'applica?,ione di questo metodo, che, rimovendo l'ingorgo favorisce la cicatrizzazi.o ne, ha in sè una così manifesta ragione meccanica della sua utilità dal dispensarmi di tenere parola del suo valore dinamicoc,himico. (1) Benché questo metodo di cui l'ulìlità dipende principalmente dalla virtù astringente del piombo e dall'azione meccanico-espulsiva del bendaggio, sia ben lontano dall'aver un carattere <li novità; giacchè, senza rimontare a quelli che primi lo proposer e l'adottarono, lo si vide


23 sempre adoperalo nella Clinica del Comrn. Prof. Ribe~i nella cura specialmente delle ulcere mantenute da . ~aricosHà e lo si p11alica gio~n~l~ent<l ue)lo Sp~dale Militare di Torino in casi cionsnìltl1, tullav1a abbiamo credulo_ farlo di pubblica r-a 0 ione siccome quello che,serve a confermare l'utilità tl'n~ mezzo terapeutico reso frequentemente nece.ssario nella Pralièa Ch.i-rurgica . Una sola cosa dobbiarn in<>eouamente confessarlo, ci recò sorpresa 0 erl' è il precette dato dall'Autore di non adoperar il primo apparecchio di medicazione fuorohè per due giorni i precello questo che inchioderebbe necessariamente una perfetta identità di circostanze in tulli gli ammalali d'ul · cere alle 0cra_mbe od ai piedi ; lo che ci pare lontano dal La Redazione. vero.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (C,,ntinuazio11e del mese di Luglio). GENOVA.

Spedale di terra._Nella tornat.t dei 16 di questo !nese,

dopo la lettura ed approvazione del processo verbale _dell a:nlecedenle seduta il Med. Div. tesse UUd lettera del Presidente del Consiglio Si~. Prof. Comm. lliberi, con la quale questi comunicava il dono fatto al Gabinetto di Lellura qell'ultimo volume della Statistica Medica aenerale compilala dalDott. Cav. Bo nino tspe ttore Emerito del Corpo Sanita1'io Militare.'Fu;quindi dal Dottore Fissore comuo'icata ali' Adunanza una sua Memoria intorno alla Sifilizzazione; Memoria questa che oou riferiamo ond'esser coerenti al principio stabilito di non fare parola di quest'argomento prima che la Commissione stata nominata nel seno della nostra Acc~demia l\lcdico-Cbirurgica non abbia pronunciato il suo giudizio. Spedalè di mare. Datasi dal Dott. Valle lettura d'una Storia di coscite acuta terminatasi infaustamente .al ~esto giorno di malattia, il Doti. Pescetto 010;ve11do dai risultamenti necroscopici rinvenuti nella cavità del torace e massimamente dall'estesa aderenza del pc1·icardio a lulla la faccia anteriore del cuore per mezzo d'un trasudamento plastico con forma fibrillare, propose le seguenu tre questioni. · 1° Nello stato attuale della Sci·en·t a ed a malgrado dei lumi che la Stetoscopia e la percussione recarono nella diagn.osi delle malattifl delle visce!'e entro toraciche, abbiamo nei sin torni razionali e segni fisici sufficienti per decidere con sicurezza delle a derem:e del pel'icardio al cuore? ~o Queste aderenze son esse sempre l'effetto d'infiamma zione oppure d'uno speciale prodotto d'ipertrofia che giun~a al Qunto 'd) dare luogo.a.d o_rganizzazi~ni speciali palotogich.e? 3° R dessa conctliab1lc con la v1la e con u.na lunga vita .l'aderenza stessa del pericardio al ca ore? A questi quesiti risp_oodenclo ·i! !)ott.. Valle cominciò dal nota~e com,e Senac, Corvtsart, Kreys1g, Giuseppe Frank, ecc., mentre parlano d'aderem:e ,più o men estese del cuore al pericardio le quali furono dimoslrdte dalle autossie, accennano perp a si otomi e sogni svariatissimi ed incerti. In folli, egli dice, G. Frank noia come sintomi j più costanti la dispnea ; l'oppressione di pello; la pol~azione dell'epigas.trio; il ~olso .r,:cqoent~, piccolo ' irregolare; (rnalmente I~ prochv1t/l a!l'1drop1s1a : Corv1sarl, men tre distingue tre specie rl' aderenze cioè l'albioninosa prodotta da pericardite, la cellulare a corte lacinie, effetto d'una malaltia reumatico-gollosa e fioalnfaole la cellula.re a lacinia più o meno lunghe dì cui ignora la cagioue; fa solamente rifl Jttere corna gli affetti da quest'infermità sicao soggetti all'òrlopnèa mentre camminano erl all'impoteuza di r,arlar a lungo: le osservazioni d i Laeonec provano che le aderenze del perica1·dio nou. isconcertano l'azione del cuore: Sanders credelle lroYar uo se~no certo d\ queste arlerenw in qaell'incavo che si forma all'epigastrio al d1 sotto delle false coste nell'alto della ~istole; sei;i:no questo che Laennec per la costante osservazione di Ire anni non verificò mai. Riferendosi quindi il Dolt. Valle al 2° ,:çl al 3° qucsilo addu.ss~ l'opinione di C:irvisarl Hqual(l, mentre cousièlera queste aderenze siccom'il coslaole eff0tlo d'una pregressa pericardite reumatico-gottosa, opina però cb.e le medesimo q11ando sono P_arziali, noa ostante altoriuo scosibilrnenle l'azione dc! cuore, s1a~o tuttavia conciliabili con la vit,1, la quale infallantameote si estJogue con pronl<~zza quando quelle siaoo molto estese. Il Dottore _I>escetto, dopo avere ricordali molli casi d'adercnzc pericard1ach'} riferiti da Lancisi, Ualler, Tesla, Corvisart e Laennec; dopo aver altresì ricordato come quest'ultimo riferisca casi di totale aderenza del pericardio al c.oore se!na c.l1J mai nè l'ammalato, nè egli s tesso avess'in vita avverlita quest'alterazione organica; dopo ave re finalmente esposto come L.rncisi e Vieusseos_credano cbe questa malattia non sia i.lisgiunta mai dalle palpitazioni cardiache; come Tesla asserisca esser in.questi t'asi O'scure e tremule le pulsazioni del cuore; com:i Miche! ne,scorga

un sintomo nella costante piccolezn del polso ; COfJle Senac eCòrxisart lo scorgan in vece nelle frequenti sincopi; come rnal- . mente Sanders, l{reysig _ed il roedesi_m.QCorvisa~t a,ece'n~ino p~ · rimente al già addotto smtomo dell'mfossamento all'ep1gastr10 sotto la prima costa spuria sinistra nel momento che il cuore è in sistole, soggiunse che dall'esame delle Storie riferite da q(!esti Autori e dai varii casi cb'e~fì medesimo ebbe ad osservare, con i quali disse eoinéidere qùello rifo:ito ila! . Doll: Valle , gli sembrava potere formolare·l~ sc.guent1 proJ)os1z10m. t O Non conoscersi M'SO d aderenza parziale o generale se,nza che sia congiuntamente unito ad altre prolb.nde atlerazioni degli organi circonvicini e perciò dovere sempre dett~ adereo.,.e rt"uardarsi com'tina successione morbosa secondaria. 0 2° Che svariatissimo è il modo di coesione del pericor.dio con·il cuore formandosi talvolta per mezzo d'albomina semiconcreta facÌlmenle separabile, Lai altr,1 per ispessimento dei tessuto cellulare talora per mezzo di lenaèissime fimbrie che si attàccan al cuor~ con una moltitudtt:e di vasi di nuova formazione e talora finalmente per mezzo· d'una lamina indurita ed anche cartilaginea ad.erente alle superficie del caore e del pericardio. . . . . 3° Che il mag~ior o minore grado d'adesione del per1card10 al cuore può dedursi dal più o meno lungo periodo di tempo trascorso dal primo cominciamento di quella.. . 40 Che l'adesione nel ma~gior numero dei cast dcbbe considerarsi siccome l'effetto di pericardite. 5° Cho quando l'adesione è parziale, questa~ comportabile con uuà vita anche lunga, mentre questa non puo dorar a lo,1go quando quella sia genera(e. . ., 6° Che la diagnosi d1 queste _ades1?n1 e m?llo o~cura e che le Scienza nor. possiede ancora s1ntoon o segm certi e patognomici i quali valgan a carallesizzarla infollantemente. Nella seconda Co11ferenza, dopo che il dottore Pescetlo ebbe interpellato il Pl'esidente intorno ad alcune cose ragguardànti alle Confer.enze, il Doli. l\iari , a nome del Dolt. Ver-de , in quel giorno di servizio alla Foce, ritornando sull'argomento della possibilità di guarigione della tisichezza lobcrcolare, foce presente com'il Doli. Pes-cetto, quantunque nel suo Sc·ritto ( riferito p~r sommi capi nel ·N, 53 di questo Giornale ) avesse con l'appoggio di molte Autorità dimostrala possibile la gtt(J,tig'ione della tisichezza, pure n9n avesse nè ponto, ne poco fatto can~iMe d'opinione il comune Collega il quale persisteva a credere che la tisichezza tubercolare qi;,ale malatt,i a essenzialmente dia,ksica preceduta od asso·c iata ti tabe interna sostenitrice e 'Vivificante i fomiti locali, siccome lo provano e la siutomatologia e lei terapia ed i risutlamenti cadavèrici, nou è guacibile, qua nd'è giunta al suo secondo e laoto più se al terz<> stadio, nè dal c;reosoto, oè da rimedio d'altra natura; che la tisichezza tubercolare debbe distinguersi dalla lisic_hezza polmonare da.processu infiammatorio locale e deb6e parimente distinguersi dai processi di sopparazione, di vomiche, ecc. i quali susseguono: che il creosoto vantatissimo dal Doti l'escelto polè forse operare come mezzo pa lliativo atto a ri tardare gli esili dill micirtia!e m0rbo o tutt'al più l\ frenarli per qualche tem po, ma non può c<1nsideri1rsi com' un ri· medio specifico e radicale: che senz'oppor alle Autorìti1 citate dal D.oll. l'escello in l"<1vore della ~uarii:done della tisichezza tu· berc,>lare, altre Auloriti1 contrarie , egli si credeva in diri)tO di ri lene re che sia r.aclicatmente insanabile lti tisichezza tubercolare sin a tanto· che non sia dimostralo 1° 1:'SSere la tober(:olosi una malattia i?G_Hh1: 2° esblervi uno ~l?~cifìco alto a·c)istru_ggerla, quando du~lesica: 3° essere la spec1fic1ta d1 questo rimedio confermala .da motti e molti beu osservati ed appurali fdlli. A q ucsle obbiezioni che il l>ott. )fari io nom,) del Oolt. Verde oppone va al Doll. Pescelto questi rispose cbe si riserbava dare la Storia minutamente descritta degli ollo casi di gt1arigione da lui ottenuta su i ventiquattro ammalati di tisichezza e che inlorno ;ii singoli fatti pratici osservati avrebbe iu a.llora rlistintamen\e ragionato ; cbe intanto, stando alle parole stesse del Dott. Verdo con le quali asseriva che un f.1tto solo benH confermalo di guarigioue di tisichezza equivaleva a ceuto, <!g!i si credeva avere con il fatto dei molli casi riferiti dagli Autori prvvata la possibilità della ~oari!l;ione. li l>oll. Mari inslò perché il Collega oppone nte badasse a che il Oott. Verde parlò sempr:} deH'impossibilità di guarigione della tisichezza da vizio tubercolare e nor.i della tisiéhezza in generale !a quale, se prodol!a da acuta infiammazione e rnanlenola dalle vomiche, sequele di qi1esta, tant'egli, quanl'il Dott. Verde ammetternn essere possibile. quantul'qoe diffici le, la guarigione. Dopo che il Doll. Pes~etto ebbe risposto ch'av rehhe altra volta manifestala la sua opinione in proposito anche rlella sola tisichezza tubercolare e dopo òo il Doli. i\lari ebbe mani-, fostato il ,lcsiderio che questa qnistione, già troppo lungamente protratta, t1vesse prcs·to una soluzione definitiva, il Presidente dichiarò sciolta l'A,lunanza. A t ESSAl'iDIUA.Nel[a sectuta rl~l primo giorno del mese il Sii;tnor!} Giordano Ft1rrnarisla e Segretaro Cassiere del Gabioello di Let .. tura disse parole di ringraziamento per l'onore compar1itogli nell <ele:zgerlo a tale t;arica t~d in pa, i tempo sottopose n tl'esame dell' Adu nanza la gestione del t O scm<'stre dalla quale risultò es-


24 ser il Gabinetto di LeUura in fondo di L. 110 'i1. Quind'il Presidente avvertito ch'era stato trasportalo nello $pedale un Sol· dato gra_vemente ammalato, dichiarò chiosa la tornata. ·

PARTE SECONDA BOIJLETTINO UFFICIALE Variazioni nelpersona~e del Corpo Sanitario Militare. Dott. Anoelo F orestier, Med. di lhtl. di 2a Cl. in aspet· Ìativa , disp<>nsato. dal servizio it1 seguito a sua. domanda . '

DISCORSO letto 11ella Conferenza S<:ientif,'ca dJlli 16 d'agosto 1~52 dal Dott. ARELLA Med. Div .• recentemente nominato alla Direzione dello Spedate "Divisionari1:J di Torino. Colgo l'opportunità in cui mi trovo in mezzo a voi , benevoli Colleghi, per dirigervi alcuno parole che spontanee mi ,,engono dal cuore e dal vivo interess.amento che io prendo al buon andamento delle vostre mteressanti J)iscussioni. Onoralo di prPsiedcr all.e Conferenze Scientifiche che con moira ,tlòttrina e con lodevole suc · eesso finora compieste iu1or110 a moltiplicf e variati ar!?Omenti , come appari~ce chiaramente da l Giornale di Medicinct Militare redatto con mollo ingegno ed imparzialità, io mi faccio leci to proporvi, ad interpretazione maggiore di quanto · s.aviarnente prescrive il Regolamento, una specie quasi di programma che s?ttvpon?o ~l!a _co_n: siderazione vostra aflìnchè siano meglio precisata I hmilt de' vostri stndii e dei vostri lavori. Tuili dobbiamo concordi ed in propo"rzione delle nosl!e forze intel\elluali e delle conoscenze Teorico-pratiche concom.•r attivamente ed efficacementt• al prc,gresso della Medi 1·ina l\'~ilitare, co·ociossiachè gli sforzi isolati, per quanto grandi e lodevolissimi siano, non possono raggiungoro lo scopo prefisso dal Governo che intende e vuole che ciascheduno cli noi sia istruito ed allo al disimpegno del Servizio che è chiamato a prestare negli S1Jeda1', n~i <;}uarlieri, inuanzi ai ConsioJi di Leva e nt• lle lspez1on1 d1 Rassegna. fn queste tre 1~osizioni vi sono doveri da compiere, ~iflì:collà da superare, giudizi i da emett<.-rc e perciò s1 richicdono spl'Ciàli 1'-lndii e 0 0 11 poca Fratica e sperienza; di modo ch e, spero, 0011 vi sarà discaro .ch'io v'intrat tenga per aktmi. istanti intorno a questo. lripl:c_e, soggello. Gli Speda li Militari dopo le importanti ed uuh R1Jorme intrcdolle dall'Il lustre Generale Ministro di Guerra Alfonso Lamarmora, ideate e promosse dal Cl~iarissimo Presideule Riberi che onora grandemente la Sc,enia Medico-Chirnroica r.d il Corpo Sanilario ·l\'lilit:ne il quale, sorto a nuo"va \' ita sollo i benevoli di lui auspicii, si distinooe e progredisce; questi $pedali Militari, dico, sono div;~uti al!rellanli centri di Scientifiche Riuuiooi, d'istruzìone ·e d'emulazioné per gli Uffiziali di Sanità, giacehì è appunto al lelto degl'infermi che si rir,vigoriscono se111pre più nell'esercizio prat ico i più provetti e che~ esercitaudosi i più giC>vani nella difficil A rie di curare le malattie, imparano a superare le molle e non lievi difficoltà le quali s'incontrano nell'applicazione dt>lle Teorie alla Pratica. Pertanto a maggior ammaestramento è da desiderarsi che i Medici dirige~1L·i le )Sezioni te1rgano noia giornaliera delle cose più degne di rimarco i111orno alla na1ura delle malallie dominanti chll hanno a curare cd intorno ai coni pensi terapeutici che meglio corrispondoo alle loro viste ed al più pronto r istabilimento de' malati, onde cos) siano nella felice posizione, alla fine dei sei mesi e 11el loro passaggio da una in altra Sezione, com'è ordinato dal Regolamento, di sottome.ller al git:dizio vostro ed io conscienza il Rendiconto semesirale il quale forma la prova più bella io

i

faccia della Nazione di quant'eglino operaron o nella cnra razionale dei mo·rbi. Nel servizio del Quartiere, servizio che sembra così facile a primo aspet lo, quanti ardui quesiti d'igiene militare non s'offron al Medico osservatore! Compagno que· sti indivisibile de' Soldati lrovasi nella favorevole circostanza di conoscer i molli )oro bisogni, d'inVfsligare le cause che insensibi lmente valgono ad alterare le sanità anche più erculeH e <:i studiar i mezzi igienici più · acconci alla lor·o conservazione ed incolumità. I Dottori che per turrio sono destinali al Senizio Sanitario presso i Corpi, debbono invigilare a1te111amen1e al benessere dei soldati ti quando vengano ad osservare cosa che ·possono ravvisare contraria alla sani là, dehhon aver il coraggio della loro posizio1rn e dei loro doveri, rappresenla11do ri. spetlosamente ai Coma11dan1i le -loro osserva1ioni che pro · cureranno ùi ct>rrl'ò are di lulle quf>llt> igieniche provvidenze necessarie al la conservazione delle .1 \. Truppe. Es· S•· nd0 gueSlo uu campo quasi vergine a , percorrersi coutìd,> vivamente che vorrete m(lslrarvi·sollecili a questo mio invito e che occ11pandovi delle speciali circostanze le quali accompagnano la vita Md ilare, vorrete arricchire queste Conferenze dei pregievoli vostri scritti. Quelli in fine che fr.a voi saranno richiesti de' loro lumi innanzi ai Consigli Provinciali di Leva e nelle Jspeziooi di Rassegna, debbono andare forniti delle più estese conqscenze Mediche per sapere con prontezza, perspicacia · e giusti1.ia emetter un fondato giudir.io su l'altitudine fisica degl' Jns,;ritti pel Servizio Militare. Un' Armala forte e ben ordinata ha il suo fondamento nel modo con cui si compone e perciò, avuto riguardo all'importanza del soggetto che tanto interessa la Società ed il Governo, vorrete, ne sono cerio, accuratamente ogni benchè minima cosa che riflella la sanità del Soldato prender io seria considerazione ed occorrendo casi singolari e meritevoli di disamina vorrete comunicar Ii ai vostri Compagni i q1Jali, tulli egualmente .~o lleciti d'uua buona orgauizzazioue dell't:sercito a coi appartengono, le osservazioni voslre a ginsto esam.e chiameranno e così dall'allrito delle diverse opinioni sortirà alla fine un'utile massima da seguirsi in casi analoghi. Se volgiamo lo sguardo all'.ampiezza ed alle difficollà delle rnalerie ll trattarsi , scorghimo subìto la loro gran'de esleusione e, quando volessimo da soli studiarle e dilucidarle, ne resteressimo sopraffalli; ma ciò che non ci è dato fare da soli, agt"vole ci· riescirà quando ciaschedono, per la parte a cui ·sentesi· più iucli1l3l0' ed in cui ha fa_llo profondi sludi i, concorra a risolvere le più astruse questioni di ·Medicina Pratica, d'lgieoe e di Med icina Legaie Militare. lo l'accio calcolo su la vostra alliva cooperazione, sn l'ingegn_o e su l'erudizione di cui andatt-1 a dovizia forniti al finti di reudere utili queste lJiscussioni le quali son una giusta misura del grado d'intelligenza e di merito nella progressione della Carriera elle vi sta d'innanzi e che saprete con distinzione percorr!)re. Il merito si dednce dalle diffic01Là vinte e l'importanza della nostra posizione debbe essere misurata dall'util ità del servizio che prestiamo. Per rieséire eccellente in una Scienza od io un'Arte bisognano luoghi studi e prove penose e citi ,um suda e non gela e dalla via del piacere non si est olle, là no11, perviene. Ma che vado io mai ecc itandovi allo s1udio ed al lavoro quando già l'abitudine nei buoni stndi e le Esercilazioni Scientifiche vi sono famigliari e merita mente vi onorano? Proseguile dunque, Colleghi pregiatissimi, nella via che con tant'onore percorrete e moslrate 'con i vostri lavori che siete degni della confidenza che il Governo ed il Consiglio Superiore Mil itare di Sauilà hanno in voi riposta. Il Direttore Doli. COJ\llSSETTI l\fed. Div. Il Vice- Direttore responsabile Dott. Bar. de Beaafort l'tl ..R. Torino, Pelazza, t 852, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n° 24.


( ai 24 di agosto 185~ )

ANNO II.

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GIORNALE DI HEDICINAIIIILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'AR!IA.TA SARDA. L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col 1° d'agosto.li Giornalesi pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE In Torino . . . .

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L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di posta

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. L. 11 .

L'abbonamento debbe pagars.i per semestri anticjpati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGRAFIA SUBALPINA via Alfieri, num 0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postale. ' SOMIUARIO. - 1° Doli. ]\f.H\CBUNDI: Patologia . Generale. 2° Dott. MOTTJNI : Delle ilogosi degli organi del respiro. 3° Dott. PEtoso: Pneumatocele da cagione traumatica. -4° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 5° Bollettino Ufficiale. - 6° Doli. GJACOMETTI: Rivista dei Giornali ScienJifrci.

PARTE PRIMA J1>4\1rQl~QQrl!A\ ~~KIRBt~~~ (del Dott. P. 1\-1.mcarANDI).

CAPITOLO SECONDO

ltlETODO ('f/.

n° 3)

~ canone logico il riferir ogni effetto alla propria cag1e;>ne; ma con quale criterio , nella serie estesa degli effetti e delle cagioni, potremo noi con sicurezza argomentare che l'uno debba di pre(erenza andare connesso con l'altro ed a vicenda? Qual è la legge d'affi?ità per cui vanno insieme congiunti ? Hoc opus, hic labor! Arrestandosi Hume ai fenomeni esteriori e sensibili, non istimò necessario alcun vincolo d'affinità e stabilì cb'ogoi relazione tra causa ed effetto è unicame11te di successione e non di potenza ed atto. Questo medesimo disse il Bufalini che trasportò nella Patologia il principio empirico della Fi,1os~rfia di. Coodillac e di Hume. Il dire con quest ultimo Filosofo che il canone, ogni effetto ha una causa, si ritiene soltanto per abitudine, è quanto il togliere l'argomento più comune della nostra attività intellettuale. Il dire con Bufalini che l'attinenza fra causa e _sintomi non debbesi altri mente ricèrcare se non nella costante successfone degli uni alle altre e che l'argomento, hoc post hoc, ergo propter hoc è l'unico' di cui possa valersi il Medico (i) , è qua~to (1) Op. cit., pag. "/5,

il negargli ogni fonte di razionale cognizione ed aprirgli _il varco _ad uno scorante scetticismo, è quanto Ii togliere ogm malleveria di sicurezza al Metodo cb'eg_li f rimo tra i Patologi inaugurava ne' tempi nostri. ·Il concetto della relazione fra causa ed effetto è proprio dell'attività intellettuale che scorge l'astratto n~I concreto, oè potrebb'essere, come pretende Cond11lac, un prndotto della sensibilità trasformata. L'intelletto scop1·e così fatta relazione in virtù della fa. coltà pro~r~a. _subbiettiva . che esercii.a sull'oggetto .i;lella sens1h1li ta , vale a dire sui fenomeni sensibili. Ed una tale concepita · relazione è una verità astratta come _lo so~o. ~'Aritmetica e la Geometria di cui gli oggetti sens1b1h sono nella natura. La verità astratta ritrae il giusto suo valore dalla 1·ealtà concreta ti questa, isolata dalla prima , non ha alcnn:i razi()na)e sigo!fi_cazione e rimane nel proprio stato di sterile empmsmo. La costante successione d'effetti da costanti cagioni e la costanza d'alcuoi mezzi atti a rimovere cotali e~etti , fu l'unica norma al Bufalini per istahilire le differenze delle malattie e ridurle a sommi ordini ~it~n~ndo egli per fermo non potersi scoprir i vincoli rnt1m1 che fra loro annetton i naturali fenomeni ed essere stretta necessità il fondare le classificazioni delle malattie esclusivamente sulla nozione delle costanti precedenze e conseguenze di tali fenomeni. Da questa empirica cognizione delle malattie per succes· sioue di cause, di sintomi e per .togliersi questi da cost~~ti rime~ii, ne risull.ò una Nosologia parimente empmca ed improntata dello spirito della Filosofia scettica di Condillac e di Hume a cui informatosi il Me~odo del Bufali~i, ~erdè i reali vantaggi che a ragione dal medesimo s1 poteano ripromettere. La successione per quanto si voglia supporre co~ sta?te, noo v~rr~ mai tanto da rivelare le leggi fisiologtehe che rns1eme connettono le malattie con le proprie cagioni . L'ommettere lo studio di coteste leggi e lo affidarsi unicamente all'insufficiente cri erio della stJccessione è, ripeto, quanto volersi racchiu · der in una cerchia empirica perciocchè, sprovvisto qual è così fatto criterio d'ogni carattere razionale,


26 razio11i s'incontrano non liauoo altro valore se non non potrà nella serie copiosa delle ·cause e degli ef · quello che compete ai sintomi della malattia e confelti possibili, essel'e di sicura sèOrlo al Patologo pel' corrono con questi a determinare la sua forma nosodiscernere quali fra i medesimi debbano di prefelogica, ma non ne chiariscono nè punto oò poco l'esrenza andare connessi e quoli disgiunti. senza. Questa malattia a prncesso occuho cbe il HuProclamava ciò slaote il Puccinotti la necessità di falini chiamò Meccanico-chimich'e ed il Pùccinolti modi6ca1· il Metodo mercè dello studio dell'affinità Idiopatie non pot.rebbersi, per sentenza del primo, fisiologica che v'è tra le ca.use 1·emote e questo e quel l'aoa daU'alLra discernere essenzialme11te se uon mesistema d'orgat1i in cui compiansi quelle furi;;ioni di diante lo studio accurato di lnl.te le loro pertinenze vita di cui l'altera:iione costituisce l'essenziale condiinsieme considet'alo. Cosi 1100 vorrehhesi circoscrizione della malattia (i); per modo cbc, la cognizione vere lo studio olle attinenze de' ·sintomi fra loro, ma dell'affinità divenisse il vincolo di counessione raziosarebbe mestieri estenderlo allresì a quelle cbe colnale fra le came, i sinti)mi e gli effelli terapeutici legan i sintomi con le cagioni che li produssero e di rimeèlii già conosciuti per successioue. Vero è con i rimedii che valsero a dileguarli, per modo che che, per fissare le leggi dell'affenità fisiologica, diede si riescisse a determinare C(1n sicurezza quali nella opera ad una dottrina sullo stato mod.>oso di cui serie de' sintomi furono costante effetto delle stesse non tutti i principii ebbero la sanzione de' Patologi conosciute cagioni e quali costantemente disparvern contemporanei, ma è però innegabile che quest'era per effetto degli stessi rimedii. Cotesti sintomi sal'un!co spediente per foruil' :.,I Metodo empirico la rebbero certamente allora la costante rappresentanza malleveria razionule di cui era mancante e per chiudello stesso processo occullo in che consiste l'esder il varco allo scetticismo in cui incorse la Filosenza della malallia e tutl<J ne assumerebbero il suo sofia empirica di cui il Metodo era l'espressione. valore. Sta:_,ilita r:iuesta norma empirica per dedurre Per lale guisu acquistandc, il Mttodo 1111 carallei e le differeo7,e essenziali delle rnalall.ie, fu il Bufalini l'hionole senza perdere la snu base spel'imeutale staindotto dallo stesso studiu ddla costante successione biliva un'alleanza permanente fra la Clinica e la Padi caulic, sintomi ed effetti lerapemici, a decompol'le tologia , fra la parte· empirica e la parte razicrnale io elementi empirici ossia sUJti maleriali specifici di della Scienza nostra e la dollrina cosi derivata dal l' osse,·va1,ione nbbiettiva e dal principio dell'affini, ù permutazione orguoica di cui affatto s' igoura l'essenza. Gli elemc11ti indecomponibili ful'Ono cbiamali fisiologica , fu d:il Puccìool Ii clJiamata /Zziologismo. affezion·i semplici e queste fuC"ono considerale come Mu qual è la \'era differenza cbe corre fra le mala vera causa prossima delle rualallie. ni.:re seguite dal Rufalioi e dal Puccinotti nel conMa cbi uon veùe che questi processi occulti e innett ere fra loro lt~ cause ed i fonomcni morbosi ? I Qual utlinenza reale fra le une e gli .illl'i potè sco- , determinati son il prodotl o d'un abuso d'analisi prir il prinio mediante il criterio della costante 1. cbe in vece di puri.are luce, accumula tenebre; che in vece d'edificare, dislrugge; che in vece di fornire successio11e, e qual il secondo mediant e quello dell'Affinità fisiologica ? Per quaalo spella olle malallie / Scienza, accnmula lo Scetticismo ? Chi 11 0 0 vede cho d'alterata (orma organica ossia strumental·i che il Bu- I il principio org:.mico che il Bufalini sostituiva a quello falini chiamò Meccanico-organiche ed il Puccinot.ti i dinamico tJstratt.o dei Vitalisti nel conceuo di malatParamorfesie, malattie sewpre Joc11li u lesiuue 1· tia, si reode anch'esso, pel' 111Juso <.l'analisi, astratto, indetcrmiu3lù e privo di quella realtà concreta cue m:inifcsta, 11d esse son il prodollo mr1t erialc d'allf a da prima pareva pr-0mel.tcre ? A cbe voler progrem:tlaltia ed io tal caso la lesicme in che coasisto:10, dire al di là de' fenomeni seo~ibili della malattia non allro essendo foorcl1è un sintomo, ogni considequand'egli stesso ci disse che nei fenomeni sl'nsibili razione d 'a ltinf'nz:1 eziologici, vuol essere riferii a al. è posta ogni realtà delle nostre cognizioni? Volendl'\ l'aozidella malattia, oppure son esse idiopatiche da abbatlere 1'ed1tizio del Vitalismo e sostituire la ma· cao~e meccaniche o chimicbe direlle ed allora la teria olio forza, locci, il Bufulìoi l'estremo contrario palc$e !csioue , meccanica o clJi?'Jica a quelle rispone, troppo spingendosi cou l'unolisi ncllt: cupe mi;.ccle dente rive!:; per sti stessa cbiarao1rJ1te la connessione organiclJe cbe lr:\scendono i n(,slri ~ensi , ci diede eziologica. Di tulle poi coteste malallie Meccaniconel suu Mistionismo, uun uu priucipio di fatto o speorganiche o Paramorfesie, spetlin esse al primo od al rimentale, ma ontologico o trascendente a ritroso del secn11do ordine de' quali abbiamo ragionato, varrà Metodo positivo di cui fece l'apologiu. Cbe se i !iillsempre l'Anl:ltocni11 Pl:ltologica a stabilirne le diffetomi si possono Cùll< gare cnn le cagioni e con i rir~nze cl1c1 lle stesse sensibili mnteri:1li al.ternioni in elle consi!;l11uo. sullamenti l.erapeolici, l'eleruento materiale in cui fn riposta la causa prossima delle malattie resta isolato Ma vi ba nn'altra classe di malallie a processo e senzo relazione eziologica, perchè non si può conocculto che l'Anatomia Patologica non vale a chiacepir /;.!Icona r1jzin11ale rellliioue rispetto a quanto è rire. Cooie mai l'A11atomia Patologica varrebbe a sveocculto e iudeterminato, ·~ la mistione implica molar il magistero cli q.uolle intime permut:w,ioni ordalilà morbose spccHicbe incalcoll:lbili. gariiclic io cl1e co11siste l'esseoui d'ana malattia? Bene spesso la Necroscopia 110a ci fornisce indizio (Continua) d'alcuna sensi bi le organica alterazione o, se pur-e alcun<, 11e fornisce, clii potrà mai definire se siano cotali all.erazioui la cagione costilaliva della malattia o non piuttosto il suo effetto ? ~llorcltè coteste alle-

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(1) Op. e cap. cit.


D ELLE FLOGOSI DE4iìL1 ORGANI DELRE!!PlRO CURA'fB NELLO SPBDALB MlLlT,\RE DI CU:-IEO DAL l'RUIO GIORNO D 1

!IJARZ.0

1851

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50

DI GIUG~ O

1852

(Studii Clinici del Dott. P. :UoTTl;"il Jlfed. di Batt.

nel Corpo dei Bersaglieri;. PARTEPRlMA

Lii cognizione non debbe arrestarsi all'espe

rienza, ma innalzarsi a cognizione scientifica llolt. P. I\Ll'RCRIAIIDJ

(v. no 1, ai 4 di •gosto 1352 di 11ua,10 Giornale) Fra tulle le altro malatlie quelle che maggiormente e per frequenza e per gravità predominarono nel Corpo dei Bersaglieri dal l!lmpo del loro arrivo jn Cuneo sino• a tutto il mese di giugno p. p., fu rono le llogosi degl organi della respira1.iooe e c1uelle dei loro annessi. Le ragioni di sifJalto predominio slanno per un lato nella specialità ~ell' Arma di questi Militari e per l'altro ne Ile condizioni topografiche del luogo. lo fa lli gli Esercizii quotidiani del Bersagliere, la qualità delle sue manovre e le frequenti di lui marce sono tulle eseguite con molla rapidità e sveltezza e, per quanta a}>itudioe llgli vi acquisti-, non può mai, quelle ultimate, fare ritorno al Quartiere senz'essere coperto da profuso e generalo sudore : nè, ciò che è peggio, i Soldati tulli indistintamente hanno poi sol lecita cura di tenersi coperti e chiusi ne i loro Cameroni per quel tanto di tempo necessario al natura le ristabilirsi delle. funzioni cutanee ed alla perretta evapo · razione dèl sudore di cui son impregnate le ve$time11la. Molti in vece, appena deposto il sacco e la carabina, al legand'un pretesto plausibile qualunque, escon a passeggiare lungo i Corridoi scoperti del Quartiere oppure, rimanendo nei Camerooi , si collocan i11 prossimità delle finestre che non si possono sempre tenere chiuse o finalmente si sbarazzan interamente dei loro abili rimanendo solo coperti dalla camicia e per i.spegnere la loro sete fansi ingordamente a tracannare moll'acqua fredda: Se tulio ciò può talora farsi impunemente oei Paesi e nelle stagioni calde , la stessa cosa non avviene nelle fredde nelle quali non bavvi chi non riconosca le funeste conseguenze della trascuranza di questi precetti igienici. Nè, a fare che ciò noo avvenga, vale la rigorosa sorve gliaoza degli Ufficiali incaricati di questo speciale ram o di Servizio, chè i sotterfugi i plausibili non mancano ma i; nè vale sempre la parola benevola od autorevole de I Medico ; oè utili sempre sono le ammonizioni dedotte dall'esempio di quei loro Commilitoni che pagaròn e pagano caro il fio delle loro trascurau1,e igieniche, giacchè qui, com'altrove, il Soldato è per lo più d'incolto intelletto , non curante della propria individualità, nè altrimente arrendevole all'evidenza dei falli, se non quando egli stesso fu colpito da sfortunato accidente. li clima poi di questa Città ò freddo ed incostantissimo, il che dipende dall'essere la medesima situala in regione molto clev ala (545 metri sopra il livello del mare), a breve distanza da alti monti ch'io grande parte la ricingono ; dall'essere fiancheggiata da un fiume o da un grande torrente ( la Stura ed il Gesso), entrambi di corso piuttosto rapido, sebben in qualche loro parte siano quasi stagnanti; dal-

l'essere l'aria mollo viva e frizzante e dal rapido e frequenta succedersi di svariate vicissitudini atmosferiche. Per lo che, come saggiamente avvertì l'Illustre Prolorlllidiéo di questa Provincia il Doll. Cav. Parola , le costituzioni morbose sono presso che tulle d'indole flogi stica, abbondandovi, anzi a"endovi qua~i epidemica stanza le polmonilidi e le arlrilidi le più intense e mortali (Vedi Gazz. Med. Stati Sardi , Torino ai 5 di marzo 1851). Aggiungasi per il nostro caso che nei tre mesi ultima· mente decorsi l'atmosfera, anziché mite e pr6gressivamente tiepida e calda come per solitQ avviene -io questa stagione, fu conliouamenlc agitata da forti burrasche le quali rcser il soggiorno di questa Ciltà assai molesto e pericoloso alla sanità per sino delle persone più robuste eù acclimatizzate. Ora, sland'alla secolare Sperienza ed ali' Autorità dei più Celebri Maestri del!' Arte Medica > siccome l'esposizione al rapido variare dell'.almosfera costituisce la cagione più frequente, anzi direi quasi l'u- · nica, escluse quelle di dominio Chirurgico, delle malallie che invadono le viscere del petto, non havvi cbi lantosto non si convinca che le delle flogosi debban essere state io questo nostro Spedale tanto più frequenti, più gravi e più micidiali, quanto maggiormento imperversaron e dorarono quelle stesse vicissitudini atmosferiche, avvalorando così sempre più la sentenza di Pringle che : plus occidit aer, quam gladius. Ottantuno furon i casi di malattie degli organi reapiratorii, stati solloposti a cura in questo Spedale Succursale nel periodo di tempo già accennalo; numero questo · che corrisponde alla quarta parte della totalità degli infermi stati ricoverati nell a Sezione di 11edicioa. Io detti 81 casi s'annoveran 14 angine; 54 l>ronchilidi semplici; 2 bronchitidi croniche con sospello di tubercolizzaziooo polmonare; 25 pleuro-polmonitidi 11 6 pleurilidi. Dei medesimi 65 sono riferibili a malallia prìncipale od idiopatica e primitiva per cui gli ammalali ebbero ricorso allo Spe · dale, mentre 18 furono i.econdarii ad altre infermità di maggior importanza e gravezza delle quali, complicandone l'andamento, prolungarono la durala. La morlalilà fu minima, non essendovi stata che la perdita d'un peripneumonico e quella d'un pleuritico ; d'entrambi i quali casi ragionerem in seguito. Una terza perdila avvenne in delta Sezione per la morte del :Bersagliere Luigi Marchese, della 558 Compagnia , ma questa non fa al caso nostro siccome quella che , dopo sette mesi di cura nellò Spedale, succedelle ad uoa lenta osteite con carie molto estesa 2 lla lìbia si ui~tra. accompagnata da profonda lesione delle ghiandole inguinali corrispondenti con successiva loro degenerazione, a cui sussegui la diarrea ed il più compiuto marasma per eguaio condizione patologica nelle ghiandole mesenteriche. Ciò di rimarchevole, beocbè già da molti osservato, vi Io nella necroscopia di questo cadavere cioè la presenza di molli tubercoli migliariformi oei polmoni e più specialmente nel destro, senza che questi organi nel corso deJJa malallia avessero mai offerto sintomo d'alcuna lesione. Le angine gulluralì o laringee o tracheali e le hronchitidi semplici furono quasi tutte di facile cura, vinte come furono con il riposo, con la dieta e con pochi altri mezzi tralti dalla classe degli antiflogistici e, nei casi' più ostinali, da quella dei narcotici e dei rivulsivi cutanei. Accennerò ciò non ostante ad un caso non troppo fre-


28 qoente ,di broncliite capillare o ùi quella speciale forma di flogosi dei canali aerei la quale assale di preferenza le ramificazioni più lenui e più profonde del tessuto polmonare; forma quesla che tiene un posto intermedio fra la broochilide ordinaria e la peri pneumonia. Questo caso di bronchilide capillare che fu da noi osservato nello scorso mese di dicembre nel Bersagliere Carlo Slangalino della 25• Compagnia, ebbe un andamento piulloslo ostinato e ribelle agli :0rdinarii mezzi di cura; per il che fu necessario ins.islere nel salasso mollo piò che non nelle broncbitidi comuni. Due sole tra queste, per la loro durala, pertinacia e per la facilità con la quale alla più lieve cag4one s'esacerbarono ripetutamente, meritano speciale r.icordo, siccome di natura tale da infondere nell'animo del Pratico un triste presagio od almeno un pronostico tanto più riserbato quanto s'osservano nell'età più vegeta della vita ed in persone che per la loro delicatezza e suscellìbililà di costituzione possono indur il sospello d'una tisichezza incipiente.

Osservazione 1 a· Luigi Mombelli di Pavia, Sergente oella 25,. Compagnia Bersaglieri, d'anni 5t,,, di temperamento linfatico, di costituzione delicata con abito tisico , tranne alcune lieyi reumatalgie, visse abitualmente sano sin al trentesimo primo anno. In questo periodo di sua vita e precisamente ,nell'anno 1849 io segoilo ai disagii soflerti durante la campagna di Novara, ammalò por acuta polmonite destra di cui fu guarito nello Spedale cl' Alessandria con energico metodo antillogistico. Nel mese di maggio 1850 fu tocco da febbre gastrica da cui sì ri ebbe dopo dodici giorni d'opportuna cura e nell'estate del 1851, essendo di guernigione in Genova, colto da lieve emottisi, ne fu liberato in quello Spedale per mezzo dell'uso interno del balsamo di copaibe. Nel mese di gennaio p. p., entralo nello Spedale di Cuneo per essere curato di diarrea, mentre già convalescente scendeva al passeggio nel cortile, fu all'improvviso assalito da gagliarda febbre con tolti i sintomi d'acuta bronco-polmonilide destra, da cui tuttavia si riebbe sul finire del mese d'aprile, nient'altro più rimanendogli fuorchè qualche raro insulLo di tosse, 'accompagnato da escreati muc osi ed una tumefazione indolente di due ghiandole ascellari , una per i;iascheduu lato, contro le qoali a nulla giovarono gli antiflogistici locali ed i risolventi mercuriali e iodati. Rientrato nel Quartiere nel giorno 1° di maggio, quivi, non ostantt: le più severe ammonizioni fattegli, trascurò talmente ogni sorta di precauzione igienica che, ringagliarditasi la tosse, ai 1G del medesimo mese fu costrello rientrare nello Spadaie dove nel giorno susseguente offriva i seguenti sintomi : decubito dorsale; tosse frequente, ora secca, ora coo isputi siMo -mucosi, giallastri, densi, rugginosi ; dolore nella regione inferiore-posteriore sinistra del lo· race, appena sensibile oell"otdinaria respirazione, ma esacerbantesi per la pressione , negl'insulti di tosse e nelle forti inspirazioni; torace sonoro in tulli i punti , escluso il fondo posteriore sinistro e la corrispondente regione scapolare ; rantoli mucosi, sibilauti, sonori, crepitanti e E-cechi, senza gorgogllo, nè petlìroloquio, sensibili nelle porzioni super iore ed antoro-posteliore di ciaschedun

polmone; suono della voce alquanto aspro, ingrato e poco distinto; respirazione appena accelerala ; rumori del cuore naturali ; febbre moderata; faccia linla di colore pallido. giallo; iodizii di leggiero gastricismo; non diarrea , ooo sudori nollurni. Dal complesso di qnesti sintomi e dalla Storia anamnestica , il Dott. Crosa .Medico dirigente la Sezione, mollo assennatamente giudicò di bronchite acuta innestatasi sopra ooa broncbile cronica. Fu la malattia combattuta con gli antiflogistici diretlì ed indiretti e dopo un mese di ben appropriata cura l'infe'rmo fu licenziato, , per le replicale sue istanze, io buona coodiziooe generale di sanità, rimanendovi però uo poco di tosse ostinata e l'ottusità cor.rispondente alla regione scapolare sinistra. Volend'ora ragionar intorno a questa broochitide, possiamo ooi dire cb'essa sia semplice o non dobbiam in vece sospettarla unila ad un'incipiente tugercolosi polmonare i> Per quanto i segni statici sian io difetto, nè siavi per anche quel corredo di sintomi locali e generali conducenti ad ammetter un processo disorgaoizzatore del polmone, noi siamo tuttavia traili ad ammetterne per lo meno il fondalo sospetto. Qutlsto giudizio che noi dividiamo coo i nostri Colleghi dello Spedale, lo basiamo sul riflesso delle ripelule flogosi bronchiali e polmonari sofferle dall'infermo; su quello della tosse che da qualche anno lo va co» maggior o minore pertinacia travagliaodo; su la costituzione molle e linfalica dell' ammalalo e finalmente sull'indole ge11tilizia del morbo il quale già mielè nella famiglia del Mombelli un fratello ed una sorella di questi. Avvertimmo il difello dei segni fisici, perchè potemmo solo riconoscere l'alterala trasmissione della voce nella regione scapulare sinistra; ma in proposito del medesimo, senza volergli attribuire molt'importanza, ci aITretLìamo soggiungere che il di lui valore diagnostico fu già avvertito dal profondo Pralico Dotl. Gola ( Annali Univ. di Med. 1840 ; Gar,z. Med. Lombard. 1847 ). Quanl'al rantolo sollocrepitaoto fino ed ali' espirazione aspra e prolungata che i più paiieoli cd esaui Osservatori , quali Sacchero, Fournel , Parola , Gola, .Rilliel e Barthez, Louis, Andrai, Casorali, ecc., danno siccome criterio aulorevoliss imo di Lisichezza incipi ente e che nel caso nostro sembra siano mancanti, ollrachè siITalle modificazioni dei rumori respiratorii · non sempre possono con facilità riconoscersi anche dai Pratici espertissimi esploratori, manca anche nelle medesime il carattere di costanza in ogni caso ; di moùo che non è lroppa arditezza asserire che la loro mancanza non vale a sciogliere negativamente il dubbio della questione.

Osservazione 2a. Carlo Assalto di S, Maurizio presso Torino, Sergente nella 51:i Compagnia Bersaglieri, in età d'anni 28, nato da parenti sani, di temperamento linfatico, di costituzione mediocre, bene conformalo di torace, arruolalo nel 1841, visse abitualmente sano fin alla primavera del 1845 io cui, colto da acula. flogosi di pello, uo guarì con nove salassi e con altri opportuni sussidii terapeutici. Tocco nel 1848, durante ìl Campo d'fstruzione di cui faceva parte, da febbri terzane, ne guarl prontamente con l'uso interno dei chinoidei. Nel mose di giu~no 1851 uelPallo che, essendo di Guarnigione in Genova, usciva dal Qua,·.


29 tiare per trasferirsi agli Esercizii , fu ad un tratto sorpreso da strabocchevole emorragia polmonare con perdila di più che tre libbre di sao·gue vermiglio nel breve periodo di mezz'ora; poeomooorragia questa che arrestai io stesso con uo proolo e generoso salasso praticatogli in Quar liere , ·d'oode fu poi trasferito allo Spedale per subirvi un'adalla cura che si protrasse sia al 1° di sel· tembre. Avviatosi nel giorno 10 del medesimo mese verso Cuneo, nuova stanza d1;1I Ballaglione a cui appartiene, non appena toccò Savana che, tormentalo da iocessante ringagliardita tosse , fu costretto entrare nello Spedale Civile di questa Città dove rimase in cura sino ai 22 del medesimo mese , io cui sentendosi migli~rato volle proseguir il cammino. Dopo cinque giorni dal suo arrivo alla Guarnigione , essendosi alla persistente tosse unito uo dolore puntorio alla metà anterior-ioferiore si· nistra del petto con viva riaziooe febbrile, fu di nuovo costrello ricorrer a queslo Spedale Succursale di dove , mediante quattro salassi, due operazioni di sanguisughe, selle. vescicalorii e l'uso continualo dell'estratto resinoso di segale cornuta, fu licenziato convalescente coo il chiudersi di novembre per andar io congedo di . 40 giorni a respi rare l'aria natia, la quale non impedl che dopo pochi giorni di lieta tlimora io seno di sua famiglia si esacerbasse la brooohite e vi si consociasse un'acuta otite deslra. Curato di questa malallia per alcun tempo io famiglia, con lo spirarti del suo congedo si trasfed ad ultimarla nello Spedale di Torino dal quale s'allontanò ai 9 di febbraio per ritornar in congedo di convalescenza per allri 60 giorni. Riloroato finalmente ai 20 d'aprile p. p. a Cuueo, non ostante fosse mollo mitigata la tosse e con l'esenzione da ogni Servizio si provvedesse ad impedirne l'esacerbazioue , questa ebbe tuttavia luogo in modo acuto in su la metà del mese di maggio; ternpo in cui rientrò io questo tipedale dove offriva i seguenti sintomi : decubito dorsale sul lato sinistro impossibile per jl dolore ohe questa positura gli suscitava ; dolore ottuso, oppressivo che aumentava nelle profonde inspirazioni , negli accessi di tosse e che oon si manteneva fisso io un determinato punto , ma estendevasi a tutta la motà sinistra del pelto etl a quand'a quando s'irradiava anche · alla parte destra del medesimo ; senso di peso e d'oppressione alla mioima pressio11e esercitata sul torace o {la Ila mano o da qualunque si asi altro corpo; tosse nun straordinariamente frequente, ora secca, ora con escreati mucosi , bianco-giallastri, di forma rotonda ; respirazione a.ccelerata (a 26-28) col totale sviloppo del torace ; risonanza compiuta di questo, meno uel suo lato sinistro anteriore dove lo era in debole grado; rumore vescicolare chiarissimo e bene pronunzialo a destra , più profondo, meno chiaro e meno svolto a sinistra cioè dinotante l'incompiuta espansione delle cellule aeree; rantoli mucosi di varia qualità , a grosse ed a ·piccole boJl1;1, sonori e sibillanti , sensibili pnrimente . i o delta parie sinistra ; mancanza di trasmissioue della voce e mancanza pure ùi pell1rolo-quio e di soffio bronchiale ; rumori del cuorn alquanto ri levali ed aspri , ma non al grado dello sfregamento endo-cardiaco; polsi tesi e freqnenti (do 80 a 90); eolore suhitlerico della faccia; ce falea frontale; runzìoni digerenti sufficientemente rt>gola ri ; nutrizione ,lisoreta ; mancanza di sudori nollurni e di diarrea ; animo tran quillo e fiducioso di miglior avvenire. l>iagòoslic~ta una

leota bronchite con grave sospetto di tubercoli polmonari allo stato di crudità ; sospello taolo più fondalo io quanto che all'Assalto ·era già morto un fratello in età dì 22 aooi per consuuzione, il Doll. Crosa Cece ricorso al metodo moderatamente antiflogistico , insistendo maggiormeute nei revellenti cutanei fra i qùali scelse ad ultimo il setooe al braccio e sosteoend'io pari tempo con opportuno villo le forze e le nutrizione dell'infermo, ood'evitare l'eccessiva debolezza la quale, se è innocua nei morbi acuti e di ra,ido corso, complica all'incontro assai gravemente le malattie a processo lento, nelle quali le forze vitali fo continuo conflillo coo la diuturnità del male debboo essere ooovenienteroenle sostenute. Mentre sto scrivendo quest'Osserv&zione, l'Assalto trovasi migliorante sia per riguard'alla condizione generale sia per riguard'alla locale; solo la tosse mostrasi ancora di tale quale renitenza e sovente un lieve grado di febbre vespertina lo assale, in ispecie nelle ore della digestione seoza che quella sia susseguita da sudori profusi , ecc. Per riguardo al pronostico non pos$iamo non allenerei alle medesime concbiusioni già emesse nella prima Osservazione, polend'i ragionamenti in questa addolli applicarsi egualmente alla rualaltia dell' !ssalto.

STORIE DI CASI RDIARCHEVOLJ. 5

PNEUMATOCELE DA CAGIONE TRAUMATICA

( Storia letta dal Dottore

PELUSO

in tma Conferenza di

Ni.sza )· Luigi Teslore d'anni 22, Soldato nel 15° lleggimento di Fanteria, di temperamento linfatico-venoso , d'abito pastaceo, beochè di costituzione sufficientemente buona , trovandosi ioteato nel giorno 8 di marzo p. p. agli Eser.cizii ginnastici di salto del cavallello, nell'atto che, superala già l'altezza di quoslò, toccava il suolo poggiandovi sopra coo l'intera piaola dei piedi , s'accosciò, senza però che le natichll urtassllr conlr'il suolo. In quest'alto sia per effelto di contraccolpo, sia per effello diretto della compressione esercitata dal momentaneo combaciarsi delle cosce di cui i muscoli eran in islato di tensione, ·ebbe il Testare a provare uo dolore vivissimo nelle parti gen itali. L'U fficiale di Sanità presf!nte agli Esercizii ginnastici fattosi prontamente a visitar il solTrenlo e ravvisalo un tale quale g11ado di gonfiezza nello scroto sopravvenuta al persistente dolore, lo inviò lanlosto allo Speda le dove il Tosloro ,Jue ore dopo il suo ingresso esaminato io consulto con altri Colleghi, olfrivasi giacente nel letlo io posizione supina , cou 6sionomia pallida, incerta e corrucciala, non laato forse per l' acuteiza del dolore, quanto per il timore, siccome ne faceva dubitare la sua ansietà e la frequenza del polso il quale toccavasi pure Leso e conlràlto. L'esame delle località lasciò scorgere lo scroto nel suo stato naturale io quanl'al grado di temperatura otl al calore, ma gc,nrìo e teso nella sua parte sinistra per modo da simular un'ernia scrotale. Ne questo sospello era diminuito dalla natuta del dolore il qual intenso a


30 'tostante estendevasi lungo il cordone spermatico ed ac· erescevasì a dismisura in corrisponùtJnza dell'anello inguinalll, tultavolta che inutilmente· si tentò con la toxis -incruenta la riòuzione del tumore : sola la mancanza . d'aumento nel volume del tumore per gli s~orzi dì tosse, ad eseguir i quali era da n~ì sollecitato l'ammalato , sembrava -persuaderci altrimente. In così fatta ioct:lrlezza ·ÒÌ diagnosi, ordinala l'immediata immersione dell'àmmalaio in un bagno generale, fu dopo prescritta la dieta rì · gorosa, il decubito · supino ed on abbondante salasso dal braccio. Nel mattino vegoènte, persìstend'egnàle la con· dizione locale dell'ammalato, feci rinnovar il bagno generale ed il salasso ed ori:linai che, sostenuto lo scroto con adatto cuscinetto , fossero continuamente praticati bagni satornini ghiacciati sul tumore. Nella visita mattutina del terzo giorno la m~ggiore trasparenza ed elasticità del tumore permise che si scorgesse e si toccasse la sua durezza non essere formala da altro corpo fuorchè dal testicolo il qnale situato in alto, tanto più s'avvicinava all'anello inguinale quanto maggiormente si premeva su la parte bassa del tumore ; ma persistendo tuttavia nella località tutti gli altri segni morb,lsi si continuò nell'oso de' bagni ghiacciati saturnioi e si prescrisse un'oncia e mezzo d'olio di ricino in emulsione la quale procurò nel decorso della giornata quattl''abbondanti esili alvini, senza che il tumore nè punto, nè poco s'avvizzisse. L'effetto di quest'eccÒprolico cosi pronlamente e senza dolore manifestatosi , allontanò interamente il sospelto d'enleroepiplocele e ciò tanto più che il lumore anzichè cedere in volume o rendersi più resistente e duro, andava in vece acquistando maggior elasticità e trasparenza e lasci.iva distinto con la pressioni:' uo senso di crepitio. Diminuiva intanto il dolore, apiretico si faceva il polso e scomparivan affatto i segni d'imbarazzo gastrico per )'uso interno della decozione dj tamarindo coolinoalasi nei tre consecutivi giorni , decorrend'i quali l'ammalalo aveva avuti due esiti alvini senza che di molto diminuisse il tumore di volume il quale in vece acquistato aveva con maggior elasticità tanta trasparenza da simulare l'idrocele della vaginale. Se non che il crepitio che con la pres·sione sentivasi distiiitamenle nelle maglie del tessuto cellulare (tuttochè congiunto col senso d'un corpo pastoso, non elastico, del volume d'una grossa avellana, situato verso il fondo dello scroto, non mobile, nè opaco all'ispezione fatta con la luce artificiale) avendomi fatto fondatamente diagnosticar una poeumatocele, mi decisi a praticar in v ia esplorativa uoa pu!}tura con un piccolo trocarre ; puntura questa che fu tosto susseguila dall'uscita romorosa di gaz e da dimiouziooe di volume nel tumore. Confermata per questo modo maggiormente la diagnosi di pneumatocele, oon esitai a dare più libera uscita al]'aria contenuta per mezzo d'un'incisione lineare di sei millimetri che, praticala con una lancetta, procurò il totale avvizzimento del tumore ed il ritorno alla condizione naturale dello scroto, in fondo al quale solo continuava a 1occarsi un piccolo tumore pastoso aderente. Dopo quest'alto opel'ativo l'ammalato potendo dirsi quasi guarito, giacchè non gli rimaneva altra cosa foorchè on lieve dolore ricorrente da quand'a quando lungo il cordone .spermatico, gli fu aumentata la dieta e fu medicala la piccola ferita con una listarella di cerotto di diaquìlonne .a cui ·si .soprappose un empiastro fatto d'unguento mer-

curiale iodurato . onde prol'urare l'assorbimento del piccolo tumore che situato lunghesso la linea rafe io ritenni pe,r nn'ematocele da rottura di vasi sanguigni, avvenuta nel dartos, siccome conducevami a sospettare la compressione del medesimo ch'io dovt'lti far in varie direzioni ood'ottener il totale votamento del tumore. Io capo a due giorni dalla praticata puntura l'ammalato liberameute passeggiava nelle Sale dello Speda le, -dove solo si prò!ungava il suo soggiorno per maggiormente assicurarsi che nuovi accidenti non sopravvenissero. Né quesli , benché impreved1bili , mancarono, poichè nel giorno 20 del medesimo mese, discendendo l'ammalato le scale per andar al passeggio nel Cortile, scivolò battendo le natiche e ltJ reni so i gradini. Quest'accidente rinnovò la malattia· perfetlameQte coa i medesimi caralleri. Ripreso perciò l'uso dei bagni ghiacciati o continQala per due giorni una, tenue dieta , nel terzo fu praticata con la lancetta una nuova incisione la quale fu .di bel nuovo succeduta da uscita romorosa di gaz, del tutto scomparend'il nuovo tumore mediante le-pressioni eseguite in diverse direzioni su le cellulari enfisematiche. li nocciolo duro e pastoso situato in fondo d'elio scroto ed io corrispo11denza della linea rafe resland'anche aumentato alcun poco per il fai!<;> della nuova caduta, dopo l'uso d'alcune frizioni falle con pomata di ioduro di potassio , s'oltenne il suo perfetÌo assorbimento con l'applicazione dell'empiastro di Vigo co11 mercurio. Ultimo a cedere fu il dolore lunghesso it cordone sper!Da~ico il quale però ai 15 d'aprile (giorno d'uscila dell'ammalato dallo Spedale) era scomparso affatto, senza che in poi il Testore abbia avuto a lamentare la benché minima molestia, non ostante riprendesse in Quarliere le ordinarie occupazioni del suo mestiere. Quesl'Osservaziooe io credeiti degna di menzione siccome quella che, contrariamente all'opinione del Boyer sostenuta da molli Autori , conferma con i\fonteggia la possibi lità del pncumatocele per trasudamento sieroso o saognigoo o per alterazioni tali da produrre chimiche decomposizioni le quali facilmente diano luogo a. svolgì·m~nto di gaì. Senz'entra_r a discuter intorno all'esistenza o non dei vasi idropneu.mat-ici del Brognatelli ovvero intorno ai vasi pneumatici o gaziferì del .Malacarne ; vasi questi dei quali quei Celebri Autori ammettevano l'esistenza per avere veduto perdersi in alcune piaghe molta linfa mista a bolle aeree; senz'eotrar a discutere se sia vera l'opinione di Soemmeriog che i vasi linfatic/ assorban eziandio aria elastica, io mi starò contento ad accennare che i travasamenli di sangue nelle varie cavità del corpo sono quelli che più facilmeote danno luogo a produzioni di gaz. Venendo finalmente ali' esposto caso, chiaro apparisce daf descrilli sintomi che il tumore era formalo da un pneumatocele spontaoeo, prodotto probabilmente da versamento sanguigno per rottura di qualche ramoscello dell'arteria pudenda esterna diràrpantesi fra le lamine del fascia snperfi,cialis, piuttosto che per rottura di 'iualche vaso venoso , nel qual ultimo caso sarebbesi manifestala on'eccllimosi appariscente all'esterno ed assai eslesa e fluttuante, e non già il nocciolo pastoso circo· scritto e fisso in fondo allo scroto. Volendo per ultimo dare qualche spiegazione del riliramento del testieolo, io propenderei a considerarlo siccome l'effetto d'una contemporanea lesione dinamica o dinamico-organica del nervo spermatico,


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' 3t.·

Scritto, il Dl)tt. l\fenardi dichiarandosi contr~rio al metodo di,. cura proclamato dal Doti. Lovini nella cura della blennorragia .., cosi si esprimeva: " i rimedi i lutti debbon .esser accomodati al temperamento ·ed all'idiosi_n crasia dell'ammalato, se alme.no se (C,,ntinuazione del mese di Luglio ). ne vuol ottener ell'etti salutari, giaccbè la fibra organica essendo dotata d'un modo di sentire vario nelle varie persone e varia ~ mente perciò rispondend'all'~zione_ dei presidi_ terapeutici, il scu.wnERi. Dichiaratasi d~l Presid~nte aperta la seduJa ~ il Pratico debbe con accorto d1scermmento sc~gh~re qnel\o, tra Doti. Luvini nella tol'.llata dei 10 ~'apnle lesse una Memoria 111:questi che più ido.neo si reputa al1a buona r10~c1ta della cura. torno alla cura·della blennorrag1a. In questo soo scritto che r1O.r a, l'ad,,perare sempr.e nel caso dt blenoorrag1a una sola speferiremo· per sunto, il citato Dolt: vo_l?ndo prova~e.cbe • lo scolo de d'iniezione la quale non può ceri amen te ~empre e~ser adatta • uretrale debb' esser arrestato 11 p1u P.resto po351b1le e che le al modo di sentire di ciaschedua ammalato, e contrano assolu• funeste conseguenze della blennorrag1a depvaoo da che ll!'llla tamente al llledico nazionalismo, è la proclamazione del pretto " cura della medesima, quando quello non s1 promove ,. lo s1 laEmpirismo contro il quale se bene co~. Jragi_o!le s'alzaroo i Me.• scia- perdurar a troppo luogo tempo, • premessa anzi _tutto la dici Sommi di tolti i tempi, tanto p!U 001. 1n laoto progresso divisione della blennorragia _in sifili,tica1 in Specifica.~d 1n semdella Scienza nostra dobbiamo combatter 10 favore dell'egra p{ice, asserisce cbe la frequente pertmac1a della specifica~ !alora Umanità. E se havvi malattia contro la quale l'Empirismo faccia anche della semplice, non meno ch:e le _~onsecollve orcb1t1 ! gh malissimo le s,ie prove, quella. certamente, p_er c~n.fessioo~ di ostacoli uretrali, la cistite, ecc. non. der~v~no da altra cagione Desault, l\lonteggia e Ricor~, ~ la blennorr_agia: 11 latto SC!tve fuorchè dal metodo mollitivo ed anllflog1sl_1co genera.le tropp? a quest'ultimo cbe la blen!1orrag1~ l~ quale . m ogm su? periodo longo protratto e dalla trascuranza nel dir'.gere _le m1~e cural1v~ può ceder ad una. folla d1 metodi d1 e.ora d1vers1, i'!ls1ste bene contro la località morbosa per mezzo degh astringenti o de! co_s1 sovente a tutto ciò che la sperieoza secolare e la Scienza stessa detto metodo abortivo. A provare questo suo assunto vommc1a posson opporle. Quiod'è che ooo solo le in\ezi_oni astri~geoti dal ricorrer all'analogia, avvertendo che, come nell3: cura. della non debboo avere l'assoluta preferenza porche g1ovaron in po· balanile e dell'oltalmia catarrale qneslo metodo ba 11;1 o~gJ olle: chi casi ma debbon anzi esser abbandonate siccome quelle che nota la sallzione dell'esperienza ed il favo~evole g1_ud1z10 dei più sov;nte sono noch·e, perchè producon io modo metastatico Pratici distinti, cosi è da maraviglia~e com'il. me~cs1mo possa l'epididimite, l'orchite, l'otlalmia blennorragica, _l'i~a~tro, i tuesser osteggiato nella cura d~ll'uretr_1te non s1fihl1?a la,. q u~le, mori bianchi delle articolazioni (Cl.oquet) e svarial!ss1me c_ut~egualmente che qaelle, non e costJtu1ta se non se da, un mfiam nee eruzioni siccome lo prova il loro modo d'operare che, lim1maziooe della mucosa; ii;ifiammaz1ooe questa la qua\, appunto, tato alla sup~rfìcie mucos~ dell'ur·e~.ra ammal~la,__col chiudere perchè più frequentemente specifica 1 de~b' esser~ pm _prontale bocucce dei suoi condotti esc1•eto1'1.e degli onfizn delle lacune mente e più energicamente curai~ nei _suoi pro~oll1. Ra~ionand~ uretrali arresta l'umore separato nelle medesime e, sopprimenquind'intoroo all'orchite, alla cistite, a1 bubbom ed agh ~stacoh done momentaneamente la secrezione, .favoriste la genesi me~ uretrali malattie tutle le quali, quao,to sono secondane alla taslalica dei suddetti malori i quali .s ono per lo più allont;inall b lennor~agia, da taluno si consid?r~no si_ccom'ona con~egueoza ricorrend'al metodo comune. Di più le iniezioni astringenti non del metodo abortivo, il Dott. Luvm1 partitamente ?Sammandole solo producono le dette conseguenze più o tn<lno facihneute tenta provare che tanto le une quanto le altre, anz1chè es-sere la amovibili,. ma, per sentenza di 'tagneau, di Vidal de Cassis e di consa,,.uenza del metodo abortivo, sono piuttosto _l'effetto della Civiale f.lvoriscouo J'induramento e l'iospassimeoto clella mudurati delle blenuorra~ie di cui il lungo decorso e mollo favocosa uretri!le, prodotto .dei quali è lo stringimento del canale rito dal metodo mollitivo gen~ra\e che com_u~,,ment~ s'adope~a omonimo con le gravissime sue sequele. Perciò concili udo eh-, per vincerla. L'argomento prmcipale d1 cm s1 s~rve 10 appoggi~ gli antiflogistici ed i mocilaginosi in prima, quind'i bals11m1ci di questo suo pensamento consiste ne\Jare coos(derare che lo~l! ed i resinosi son in generale i più sicuri compensi che una l' raquesti malol'i csseod' il prodotto ?e(l'10fiammaz1one, quanl? p1u tica assennata e prudente debba oppor alla ·malattia in discorso presto questa è con qualunque s1ast mezzo arrestala o vrnta, e che le iniezioni non siano da adoperarsi so oou con la mastanto minore debb'esser il pericolo cli quelli; e siccom'il ~etodo sima circosp.eziooe in quei pocb,i casi eccezionali nei quali lo delle iniezioni tonico-astringenti associate agli oppiati hanno stillicidio proveniente dalla mucosa uretrale dipende da una l'incontestabile virtù d'arrestar o vioctJre l'Jofiammazione locondizìone passiva della medesima. Il Dolt. Benedicli associan cale cosi ,fosse anzichè favorire, s'oppongono clirettamente alle dosi all'opinione del prcopinante ne ri ì>ele i principali argo· produzioni degÌi_<>sili di questa: Per ciò e~~ rngg~arda al:evomenti aggiungeado che con il ni;etodo delle iniezi_oni astrin_g~nti, luzione deH'orch1le da metastasi, nota com 11 p_er1colo della me: anzichè l'essenza della malattia, on solo suo smtomo c10e lo desimu correndo m·aggior allora quando per Jl lu11go uso dei stillicidio si combatte, ment1·e tolti gli allri, quali il bruciore, il mollitivi e dei balsamici l'infiammazione nretr:ile va lentamente dolore, ecc., debbono necessariamente aumentarsi e che, ll'at·· scomparendo, non può non esser ,Jllootanato ~al metodo abo_rtivo tandosi di blennorragia specifica, quand'egli si decidesse far<, cbe, con il cessare quasi ad un trailo _la me_des1!1la 1_nfiamrnaz1one, ricorso alle iniezioni , le vorrebbe composte d'un,\ soluzwne di ne impedis,:e la decrescente gradazione ~nev1tab1le nel. metodo nitrato d'arf.(enlo ,nell'azione del quale confiderebbe per modificomune. Conchiude finalmente H·suc> rag1ol).amento col ricorrere care la natura della secrezioue ·uretrale. alla sper'ienza la quale, egli scrive, prova ~he io dieci casi di sifNelia seconda Conferenza tenutasi ai 14, il Oott. Luviul otfatti esiti o coroplù:azioni della blenaorrag1a, nove a_1mcmo so n~ tenne la parola dal Presiden·te per risponder alle obbiezioni la conseguenza de!!e più volle rinuovat~ ,hlenoot·rag1e ovvero d1 mosse dal !)ott. Menardi coolr'i\ metodo de lle iniezioni astrio, una sola perdurante da lungo tempo. Cto posto n~ .t,·~e la co~segenli nella cura della blenoorra~ia. In ciò fare egli comincia dal gueuza cbe lii prima r·egola por yrevemre questi es1t1 ~ons1~ta I premettere cbe non intese mài proclamai' in · modo assoluto nell'arl'eslar il più presto. po,$1bll·e \'u ret ri te bleno :P1?rro1c~ I' l'uso dello) de1te ioiezioni fatte a qualnoqae periodo della malatcon quel qualunq11e siasi rimedio che a qncsto fine s1 g1url!cb1 tia, giaccM quantunque ne ahhia ammessa l'utilità anche nel più acco neio. J~ profes;;an<l'essar uaico suo scopo quelio rh co. principio di questa, tuttavia ne raccom.audò l'uso solamente dopo mu ,licar ai SU.)i Collegh i i'1lso <l' oo Ci>mposto pilr iniezione , sedali li sintomi infiammatorii più acuti; periodo questo nel slalo parimente a lui comunicali) da uu suo amico che in Ire ! quale il metodo da·lui p1·opu;oato è p:ù sicul'o, più provato e giorni g11ari d'una hlenùorragia tultochè acula e mag~iorm,iote maggiormente scevro da funi>ste cons0gi1 em:e che non quello acutizzata dal contemporaneo viag~io che dovette fare eia Nizza patrocinato dall'onorevole suo Opponente. Rispondendo quindi a Torino. ìl qua le non mao'cò mai alla sua aspettazione in più di partitamente alle riflessioni del citalo Dotl. uo\a 1° che se per 40 casi offerli~lisi q uali in principio, quali in già innollrato deEmpirismo vuol intendersi quel metodo di cura che l'esper)enza cor.;o di malattia, ne espone la se;i:uonle fo rmala : decoz·i one di ha dimostralo utile in molte circostanze, io questo caso e~h non corteccia peruviana oncie sei, solfato di zinco- grani dieci, launef.{a <l'esser empirico, ma che se al contrario per Empirismo si dano liquido del Sydenha-m mezza dramma. Ag((i unge poi che intènde quell'usar. a caso il medesimo medicamento io 9aalundovelte egli variare la quantità dol solfalo di zinco secondo la que circostanza e sern;a cognizione di cause, in al lor cgh spera diversa iot.e nsità dell'uretrilP., cosi che nei casi roceuli si servì· che l'ep iteto empil"ico uou s'appliche1:à al metodo <la lui propodella proporzioi10 d'uno a due grani di dètlo ri'm eilio per ogni sto, giatchè, oli r'all'avere dett rmioato il tempo più propizi~ per oncia di veicolo e nei casi inveten1ti l'aumentò sin a quattro le iniezioui, ollr',1\ commendar un'iniezione fatta d'un votcolo gr,111i per la medesima quantità ùi veicolo. Dà fino al suo scritto contenenle rimedi i dai quali si può ragionevolmente sperare moa_vverl_eqdo che, quantunque egli . non esclu~a qual!rnque altr? derala l'infiammazione, vinto il dolore e modilìcato lo sc,jl.o,.egli r1med.10 11 q,1al;i nesca ad eguali r1sulta.menl1 , tuttavia non pno inculcò parimente varia dovere esser la dOS() del solfa to d1 zrnco ammettere nelle bleonorragie acute l'utilità delle iuiezioni falle a tenore delle circostanze; cosa questa che per sè sola basterebbe con nua soluzione di nilrato d'argento, e ciò in quauto che, egli ad escludere l'idea di pretto Empiris010 : ~o che dopo avere già nota, o la dogo di de1to rimedio è minima ed allor11 non ;>rodurrà dimostrato come l'orchite, i buhboni e la clslil~ siano piuttosto gli effetti dasiderati, ovvero qnesta dose è più elevala e(l allora l'elfetto della protrai.la iufiammazion0 e no n delle iniezioni astrinl'eft'euo delle iniezioni sarà la supel'ficiaie <listrnzionfl ti eli'epigenli, e,gli non sa. poi rendersi r_agio~e c~r.no l'otlalmia hlennorlelio de11'urelra la quale irritata aac:>ra da qu:t:id'a qu_ando dal rag!c;i possa fors1 per metastasi ed m c10 crede avern consenpassaggio dell'orina non potrà non rnfiammars1 magg1ormonte ·zienle la ma g~iore parte degli Autori i quali .la riten:(ono s,impre con grave danno dell'ammalato. ùllima(a la lellura di questo -µro,1t,tt,1 dal cont·~tto immediato del pus blcnnQrragico dal pene..

RELAZ10N~ DELLE CONFERENZE SClENTIFICHE


all'occhio: 30 che se l'idartro può esser anenuto ìn personache abbia osate inie,zioni astringenti nella cura d'u na blennorragia, da ciò non può arguirsi che cagione ne sian assolutamente !late lo iniezioni perchè molte volle fallace è l'assioma post hoc; ~go f'!'opter .h_oc e _ta~lo più nel cas~ i_o questione i~ coi possono 1nlìnit1 c1tarsr 1 cast d'1dartro sussegu1ll a bleonorrag1a-eorata con il metodo comune; la quale cosa d_ice poter ~goa/'!lE:n~e. appli: carsi all'evoluzione degli esantemi e delle 1mpet1g101 1 quahpossono susseguire lauto l'uno qua~lo l'a.llro metodo : 4° che gl\ indurimenli , inspessimen!i.e string1?.1ent1 del canaJ uretrale st generano con maggior fac1lltì usand il metodo c~mune _ch ~ non adoperando le infezioni le 'luali, s~cond_o _l'as1erz1one 1•Jlicord_ , pag.. 739, danno risultame~ti pro~II e fehc1e, con la rap1d(là ~ella guariuione che inducono, 1mped1scon app_unto l_e alle~az1on1 or. ganicbe dell'uretra le quali sono sempre m raR1one diretta della durata della malattia, ed alle quali furon allribui\i molli sfortunati accidenti che, per Jo,più chimerici o male spiegati, non sono abbastanza costanti perchè possano considerarsi siccom'efletti dipendenti da tale cagion~:. 5°_ch~ se vi sono Sifllografì i. 9uali alanno contro l'uso delle 101e21om, non mancano pure que,h non molto favorevoli all'uso interno degli evacuanti , dei diuretici e degli astringenti nella cura de!la blennorragia, Ira i quali lluoler, Teste e Cooper. Finalment_e il D?II. L~vini cooc~iude ~on le segnenli parole: " del resto m1 provrn_o gh av~ers~ru che 11l~ro metodo soddisfa maggior~enle al\'an\Jco ~d~gJ? c~to, t~to ce3ucunde di quello vi soddisfi 11.meto<~o delle 1mez_iom: ro1 provmo con il fatto c.he qnesle oe~la roagg_iore par~e _det casi banno ~oneste conseguenze : mi prov100 che I balsam1c1ne rendano gh ammalali immuni: mi provino che quesli corrispondan all'uopo in o~ni circostanza e che guariscano con celerìlà maggiore delle iniezioni ed allor io soiloscriverò volentieri alla loro opinione. l\la sin a tanto che io vedr<ì le blennorragie curate con le dcco· zioni mollitive, con i diuretici e più tardi con i balsamici durare mesi e mesi e sovente recidivare; sinlanto che all'incontro io potrò con le Stalislicbe alla m~no provar essere la ( ara della blennorragia ridotta al termine medio di quindici giorni, purchè fatta con le iniezioni astringenti, non titulìerò un momento nella scelta e proseguirò nel metodo di cura esposto. ,, Jl Doll. Dottero, ottenuta la parola, prende particolarmente a risponder al Doti. Denedicti, il quale, argomentando da due casi nei quali le iniozioni riuscirono dannoso, vorrebbe assolutamente proscriverle siccome perniciose, ripetendo molle riflessioni già emesse dal Doli. Lovinf ed avvertendo che i dae casi disgraziati a quello toccati, erano forse derivali da che avesse fallo oso della soluzione di nitrato d'argento la quale egli del pari che il Doli. Luvini dice credere dannosa nel Mcorso d'una blennorragia attiva. Cita quindi molte osservazioni di guarigioni ottenuto con il metodo delle iniezioni e, fra le altre, quelle da Jui viste ottenersi in Genova nello Spedale Succursale di S. Pier d'Arena dal llted. di Re!(!,?. Doti. Sciorelll e quelle altte non poche rhe dice avere ottenute egli med esimo nella Clinica particolare. Ricordato poi tm periodo delle Operi' di Ilicol'd con il quale quest'Autore dimostra · gl'inconvenienti del troppo prolungato uso delle bevande mucilaginose e rnoUilive, li Doll. Bottero interpella il suo Collega opponente se la blennorragia costituisca una malallia locale opp11r ona malattia generale. Al cµc dopo aver egli stesso risposto non potere quella considerarsi siccome malattia generale prosiegue domandando come mai voglian escludersi mezzi locaÌi nella cura d'nn morbo locaJe . .Percbè, esclama, percbè far ingoiaro per più setlimaue ad Ull ammalato decozioni le quali , appena vi sia abitualo , non producon il minimo vantaggio ? perchè questo spreco di tempo qnand'il pus blennorragico oontinua a slillarc sin a tanto che il soo germe non sia distrutto? perchè aspettar a 10111.io dai molli li vi e dai balsamici quel benefico effetto che le iniezioni astringenti producon in molto minore tempo e senza la sequela di quei danni che, troppo -paventali nel metodo delle iniezioni, sono piuttosto la conseguenza del metodo opposto ? 11 Doli. Menardi desioso di risponder ancor all e riflessioni dei DotloJ'i Luvini e Boltero, prega il Presidente a volere rimandare la discussione alla più prossima Tornata. Aderend'il Presidente a qn('st'invito non tra· lascia di notare come volendosi ripetere tutto ciò che in favor e contl'!il metodo delle iniezioui fn scrilto, non s'ultìmerehbe più mai questa discussione per la quale perciò fissava com'ultima la prima Tornata del mese d'agosto e quindi dichiarava sciolta l'Adunanza.

PARTE SECONDA BOLLETTINO EFFICIALE •Doti. Lorènzo Giacometti, Med. di Balt. di 1a Classo dal llegg. Cavalleggieri di Monferrato, passa al 1° Reggimenlo Granatieri di Sardegna.

Doll. Carlo Paradisi, Med. di Bali. di 1a Classe dal 1° Regg. Granatieri di Sardegna, passa al Regg. Cavalleggieri di Mon~errato,

RIVISTA DEI 6IOR'NALI SCIENTIFICI (Sunti del Dott. Giacometti). Introduzione dcll' aria in una vena ntl corso d'un'ope-

razio11e praticata al collo; del .Dott. Sclimid. L'entrata dell'aria nelle vene nell'atto d'una sperienza o d'un'operazione Chirurgica debbe riguardarsi com'un fatto oramai reale e positivo. E delle varie osservazioni che si cono. scono intorn a quest'argomento ' basterebbe per se sola a provarla quella registrata nella Raccolta delle Opere 1\Jinor i di Riberi: lanl'è convincente ed incontrovertibile il caso da questo Celebre Operatore ivi consegnato (1). Nè mi fa rei a riassumere questo da poco tempo pubblicato dalla Gazzetta Medica di Parigi, se non mi sembrasser interessanti e meritevoli d'essere conosciuti i fe. nomeni che ad esso susseguirono. 11 Doll. Scbmid ebbe a praticar in un giovine di 18 anni la recisione d'un tumore molle, elastico, immobile ed indolente, posto al lato destro del collo tra la branca montante delJ'osso mascellar inferior e l'apofisi mastoidea del temporale. Incisa la pelle e distaccalo il tumore da amendue i lati, procurò, servendosi dei diti, far al· trettanlo per la di lui parte posteriore che profondamente s'innoltrava tra la faringe ed i grossi vasi. l\la il lentatìvo essendogli fallito , dovette ricorrer al gammautte e menlr'il tumore cadeva demolito, ebbe luogo un gello di S3ngue nerastro, e ciò subito, a malgrado delle usate precauzioni, seguilo da on rumore simile a quello che producesi quaollo I versando uo ]~guido io una bolle auraverso d'un imbuto, insieme con il liquido·passa....aria per il cilindro dell'imbuto. L'ammalato svenne gettaod'un acuto grido ·che ripelè almeno tren ta volle. Un nuovo getto di sangue venoso, contenente bolle d'aria, destò on rumore diverso dal primo cioè simile a quello che produce l'aria allorchè giunge alla superficie d'un liquido. Tosto l'Operatore portò il pollice nella profondità della ferita , indi ne riempì il cavo con fìlaccica bagnate nell'alcoole e coolenule con fasciatura compressiva. Per 24 ore l'ammalato rimase privo de' sensi , in preda a convulsioni violente, a frequenti sforzi di vomito, con polso piccolo e celere (100 pulsazioni per minuto) o con pelle d'un colore giallo-pallido e coperta di sudore freddo. Rinvenuto nel terzo giorno da cotesto stato, si rinnovò l'apparecchio medicamentoso già inzuppalo di materia purulenta. Tre mesi appresso la ferita era guarita, però rimaneva una paralisia assai notevole del braccio sinistro la quale scomparve fra sei setlimano mediante l'uso interno della radice di piretro, da Kapp raccomandato e mediante il regime tonico.

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( t) Vedi deUa sullodata Raccolla il voi. 2°, pag. 108. 11 Direltore Doli. CO:MJSSETTl Med. Div . Il Vice·Di.rellore responsabile Doti. Dar. dc Beaufort M. n.

Torino, Pelazza , 1852, Tipog1·afia Subalpina, via Alfieri, n" 514


( ai 31 d'agosto 1852 ) ~ - --

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ANNO il.

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GIORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'AR'.tlA'fA SARDA. L'associazione non si ricev.i che per oa anno e comincia col ! 0 d'agosto. Il Giornalesi pubblica nel lunedì di ciascheduna selli mana. PREZZO O'A.SSOCIAZIONE In Torino .

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. . . . . L . IO. In Provincia ed all'Estero, franco di posta

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. L. l t.

L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ri cevonsi alla TtPOGRAFU S1rn.1.LPU1A , via .Alfieri, nomo 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da viiglia postale.

Somunro. - 1° Dolt. l\UB.CBliNDI: Patologia Generale. 20 Doti. MoTTJNI: Delle flogosi degli organi del respiro. 30 Rel11zione delle Conferenze Scieulifiche. - 40 Dott. GIAcoMETTl: Rivista dei Giornali Scienlitici. 5" Stato generale numerico.

PARTE PRDIA.

(del Dott. P. M .rnCll'IA.NDI). CAPITOLO SECONDO

METODO (//. n° 4)

L'errore foudaroe11tale (u nell 'avere volulo disgiuoger il concetto di fo1 u da quello di materia, il concetto di vita da quello dell'org:rnizzazione ·Cile so111> per oalura inseparabili e, se i Vitalisti , rìstrettìsi nel primo, diedero, per uua sintesi prematura, l'iosuffi. ciente generaliziaiione del Dualismo dinamico, ri . ~trettosi il Bufali11i 11cl secor1do cadrle , per :rnalisi 1otern1:ierata, nel Particolarismo o Speci(icismo dove ogni luce è spenta. I primi seguiruu il Metodo Onto logico d etto a priori, allo a sostituire crcazioui iotelletlnali ai fau, sper:mcntali e crearon una d•Jtlrinu cl.te que~;l.i foltì pii1 lardi srnenl.irono. Il secondo iniziò il M,;todo positivo ma, avendo posto a ba5c della s~a Patologia il principio 1uec<:auico dell 'nrg,rniz.za zione s~sceuivo di 1111>d1fic:izio11i qualilalive iooltiplc ed. 106n1te, tanto s'innolt.rò con l'au ,disi nellu ricerca d~',ral'ticolari che non poi.è rifare la strnda pcreorsu e ~r~ondursi alla sintesi e, sicc.: on1e i particolari della miscione organica sfuggon ai seusi e uon sor.o deten~iuabil.i, così le affezioni semplici da lui po~tc 11ei <iett1 l'ealtà concret:.i o . . pari 1colarj mancarono <l'o&ni b rresé1ron altrettante creazioni ootult)gicile affollo in-

capaci a fornir un valido criterio per lt: dilferenze essenziali delle mulallie. l>isse perciò con ruulta ragioue l'esimio Pucciuot.ti che " il coocello di vita 11011 ha realtà s,~ non nel complesso di materia e di fo rza e cbe il discuterlo e io separaziil11e, è quaut,, il distrugger!,, "· Quindi se, per ragi,1ne dell.i sua insufficienza, oppugnò egli coo il Bufalini, il dogma del Dinamismo astt·atto dei Dualisti ru pur indotto atl nppognare, per la ragi,,ne stessa d' iusuffic:enza, t;uello del Misto orgarrico inde· terminato, non meno astrai tn Jel primo. La parte visibile delle ma latti e· tut.ta si compendia nel perturbamento delle fuuzioni e, se la Necroscopia, COllle già dissiruo, pur ci rivela una materiale lesione sensibile , questa non è cbo un elemento di più in aggiunta a lJllelli che si hanno dai sintomi osservati nel vivente, mercè dc' 11ual'1 tutti è dichiarala la forma nosologica delle malaLLie; ma le intrinseche permutazioni orgauicbe iu che esse hanno p osta la loro esseoza , tutlochè inneg,1bili , per ciò appunto clJe trascendon il potere de' nostri sensi , non possouu fornir argot11e11t.o per le lnro Classilìcaziuoi no, sologlche, a me110 clHl non si voglia stabiliro l'iucogoilo cori l'incoguito. La pari.e visibile delle ro ... l;;itlie si cunchiude nel perturbamento delle fuuziuni é , rnlendo, giusta i Jet.tami,. del l\Jetodo speri111entalti, progredire dal cognito all'incognilo , dobhiawo dal perturbamc11to sensibi le delle fuuzioni argunientare le corrispo11deoti ii Iterale permutazioni orgau icbe · e 11cH1 già quello d.i queste. JJ Dinamismo ed il 11Iistionismo banno eutran,bi, a seconda del Paccinotti , 011a parle di vero e ~ossuno, iusieme riuuili , fornir uu giusto e Compiuto coucetto della malattia, meutre, se rimu11gono dis ginnti, il co11 cello descc parziale, insufficien te e per cousegucuz.i falso. Vidimo perciò c0m'il Dinamismo sia pel' sè ricscito a ge11er:1liz.iazioni insufticieoti e com'il Jl'/istionismo sia i11cors11 111:.llo teuehre dello Speci(icismo. Ca1ùiare b prcm:.1tura sintesi de' Diuamisti e l'uualisi abusiva de' Mistirmisli fu 11 proposito del Puccinolli per cui la sua Patologia assuuse 1111 carattere Eclettico. Quest'è quel giuslo me.:;zo racco mandalo da Ilacone clte fornis ce le m;)g~iori mal In· veric lli verità : at mcdfa su11t axiornata illtl ve·r a 1:t (l


34 solida , et viva , in quìbus humanae res et forturrce sitae surrt (i). Per la cognizione l'azionale delle malattie caratle)·izzate empiricamente dalla cnrrispondeow fra cause, sintomi cd azione salutare de' rimedii, oou cred~tte il Pucci11otli su fficiente il criterio parime11le empirico della successio11e e si mise io traccia della legge d'affinità fisiologica elle siffatti elementi insieUJe congiuuga. Ma sarebbe slalo impossibile il rintracciare questa legge qualora non si fosse egli soffermato ai fenomeui sensibili delle foozioni lese e si fosse, a guisa del Bufalini, spinto con l'anal isi sin alle cul'rispoodeoli intime permutazioni organiche di éui il magistero ci è sconosciot1,. L'iocogoilo O(lo può mai essere fonte di cognizione. Ma le fuuzioni turbate uveodo necessariamente uu correlativo costaule cangiamento nel misto orgauico, è cuiaro che di cotesto cangi:.imento spn esse la feùe le rapprese.ot:.inza e che lo studio impossibile 'a fa rsi sulle insensibili permutazioni orga niche, si può rivolgere con frullo sopra In funzi oni turbate che ne sono la sensibile espressione. Dunque studiare le fnnzioni turbate è quanto raccogliere tutti i caratteri visibili di quei prucessi permutativi della quantith e della qualità del materiale organico in cui sia realmenle l'essenza delle malattie C1Ssia la causa prossima che sempre trasceude i nostri i.ensi. Che se la causa prossima si riponga io vece nelle fonzi,in i stesse turbate, la nostra cognizione si rassoda, si rende obbieLLiva ed ba un eguale valore. Ma come m:.ii , nel complesso delle funzioni turbale e nella serie copiosa delle cause remote cnpaci di turbarle, potrà scoprirsi quel vincolo di fisiologica atti· nenza fro le une e le ali re che, a vece del criterio della successione , debbe ,•aler u differenziare le malattie ? Egli è a Lai uopo indispensabile, per sentenza del Puccinoll i , che si faccfo una riduzione fì · siologica ddle funzioni complesse in quelle più sem plici e geuera li, iudispeusabili ad alimentare la vita e che si cerchi nella ser,e degli agenti esterni quali furono di preferenza dalla natora destinati a maot.enere l'esercizio di così falle più semplici fuozio11i. L'assimilozione rappresentata nell'organismo dal sistema chilifero-arterioso, lu dissimilazione dal sistema linfatico-venoso e la sensazione dal sistema nervoso sono le funzioni più semplici e generali a cui , siccom' a centro, tutte le alt le si riferiscono, e lult.i gl i agenti esterni si risolvono ad ultimo io quelli che bjwoo altioenza con i processi di nutrizione, con quelli d'esalazione e con quelli di sensazione. Ora chi non conosce la naturnle affmilà che corre lra l'a limento ed i processi d1 nutrizione, tra le condizioni termiche e igrometriche dell'ambiente esterno ed i processi d'esalazione, tra le fisiche e morali impressiuui e le fonz.iooi del sistema nervoso ct-11trale e pe riferico ? Posciachè le funzion i turbate costituiscono la malattia e le cause remote del la medesima sono le stesse potenze salutari rese oocevoli, è chiaro che l'aflì11ità riconosciuta nello stato fisiologico tra le fu nzioni e gli agenti esterni , si potrà eziandio riconoscere nello stato morboso quaod' il Patologo proceda diligeole(t)Nov. Org. lib. 1, capii. 104.

mente alla premeotovala riduzione tanto delle fuoziom torba te, quanto delle cause remote della malattia. Qu?slo, secondo che a me pare, è lo spirito del metoLu che il Puccinoltl intese a sostituire nella Patologia o quello del Bufalini; percioccbè, fatta la riduzione lìsiologica delle funzioni complesse in quelle più semplici e primitive iudisµ ensubili per la vita e, posta uel sensibile Lnrbamentu di quest e ultime la causa prossima delle malattie , fo allor agevole il ri· conoscere la razionale connessione di così fallo turbacuenlo con l'azione innaturale delle potenze esterne da cui è nianl.enuto l'esercizio di dette primitive fun. ziou i, che è qua11to dire, fu ullor agevole- il ricooosccre la razionale con11cssioue della cataa prossima cu11 Je remote ùelle mulau.ié. Cusì senz' uscire dulia sfera d~i fo norne11 i sensiliili fu il Pucciuotti io orado di fornir un· vi11colo di razionale connessione fra'o cause, sintomi ed azione de' rimedii; il qoale vincolo di· veune di più uua riprova della con nessione empirica già preventivamenLe determinata per via di successione. Duuque anche il Puccinolti nello stabilire le ditfereuze delle maliittie si valse del criterio della i-UCCessi11oe fra cause, sintomi ed azione salutare dei rimedi, ma l'assicuri, mediante la legge fisiologica premeotovata cbe diede alla cognizione un carattere razion:ile di cui prima mancava. Se 11el Dinamismo di Rasori ed; Tommasini troppo ri~ strel te ed insufficienti riesci rono le differenze morbose pPr effetto di prewature generalizzazioni o sintesi, e . sclusive e iodetermioate t'isultaronu nel Chimismo di Bufalini per coutrario abuso d'am,lisi. Più felice nondimeno quest'ult.imo che, identificando con l'organismo il pri11cipio dioc1mico aslrallo dei primi, aperse la via allo studio cbe, vedemmo cusi fr11lluoso, del!' Anatomia Patologica. Postosi frammezzo agli u11i ed agli altri il Puccinolli dimostrò lt: legittimità dei ùue principi i dinamico e meccanico e tentò segnarne i giusti limiti. Se vi sia riesci lo giudichi clJi è compete11te, ma è egli pt!rciò a giusto titolo salutato siccome il Rappresentante del moderno Eclettismo. Le <Jliali fasi di sviluppo nella l\1edicina !Ji,ooo un perfetto riscoot ro io quelle della Filosofia di cui è figlia. Come fra la Scuola Filosofica trasce11dmte o speculativa Germanica che rappresenta quella Medica del Dinamismo astrailo e l'opposta Scu,,la Filosofica cm· pirica ossfa del sensismo elle raffigura quella Medica del chimismo organico, s'alzò una nuova Scuola Eclet· tica della Scozzese, così s'alzò pur in Italia dove nacquero le due preacceno11le, una nuova Scuola -Medi ca Eclettica che, del pari alla Filosofica, cercò <li conciliure gli opposli princi pii e ridurli a giusti limi ti. Se l'i 11suffici eoza d0' Sislemi Fi losotìci derivò dal considerare per un solo laro il magistero delle operai ioni intellett.uali, l'insoflìcieoza de' Sistemi Medici derivò alla Joro volta dal considerare per un lalo solo il magistero de' fenomeni vitali. Sistemi veri per la pari.e che cont.engono ed t1rronei per la pari.e che escludono, veri nell'ordine pa rziale dei feno meni rappresentati ed erronei nella pretensione d'esprimer il valore collettivo di Loll.L Che se l'erroneità da ciò solo prov ieoe chr. son incompiuti , è chiaro cbe, rioneod(,li , potranno muruamente sopperir al rispettivo difetlo e che si potrà forse conseguire quella vel'ità elle mauca va a ciascheduo in particolare.


DELLE FLOGOSl DBl.Ll ORGANI DEL RESPlllO CURA TE NELLO SPEDA.LE llHLlTARE Dl CUNllO MARZO

1851

Al

50

DI GIUGNO

DAr, PRIMO GlORNO DI

1~52

(Studii Clinici del Dott. l'. MoTTINl Med. di Batt. nel Corpo ~ei Bersaglieri). PARTE SECONDA

Sei furon i casi di pleut·itide. Di questi, tutti unilaterali, cinque si svolser ad un Lrallo ed un solo fu consecutivo a pl~urodioia. Quattro passaron alla risoluzione; due in vece terminàron io un enorme versamento di siero nella cavità delle pleure che cagionò la morte d'uno degli infermi doè di Giovanni Barletli della 25a Comp., d'anni 25, di temperamento linfatico-nervoso con gracile cosliloziooe. Costui aveva goduto sempre ottima sanità sin all'eslale dello scorso aooo io cui cadde ammalalo per acuta 11,ogosi di petto. Risanalo , poco tempo dopo cominciò ad essere travaglialo da tosse ricorrente, senza che però mai se ne desse briga. Nel decorso dell'inverno s.usseguenle alla tosse s'aggiunse l'affanno e la brevità del respiro ed a poco a poco le forze e la nutrizione dell'infermo furono gravemente lese. Con lutto ciò un falso zelo di servizio lo rallenoe dal ricorrnr a questo Spedale sin ai 15 del passalo mese d'aprile, nel quale giorno fù ad un tratto sorpreso da febbre, da dolore costale e da aumentata oppressione di -re~piro. Dopo un attento esame si stabilì diagnosi di pleurite sinistra con sospetto di tubercolosi. La cura attivatasi fu io armonia con il éoocetto diagnostico del morbo ed i primi soccorsi furono diretti contro l'acutezza della pleuritide : se non che dopo i primi ci11que sa lassi, l'intolleranza di questi si m,ostrò evidentissima e fu per ciò uopo ricorrer ai revellenli cutanei ed intestinali i quali alla loro volta non fruttando vantaggio di sorta , il Barletli così rapidamente peggiorò che nel giorno 6 di maggio c.èssava di vivere io un compiuto marasmo e con tutti i sintomi d'idrotorace. La sezione del cadavere dimostrò le seguenti patologiche alterazioni : lato sinistro del torace elevalo ed ottuso alla percussione : la cavità della pleura sinistra distesa da abbondante raccolta di liquido sieroso limpido e frammisto a fiocchi albuminosi in esso nuotanti : pseudomembrane variamente organizzale, di forma reticolata, della spessezza di tre in quallro linee, uoienti nella parte inferior e posteriore la JH)gina costale della detta pleura sinistra con la pagina polmonare da cuì però facilmente si staccavano : polmone corri.spandente respinto in allo ed a destra, assottigl iato e compresso nei suoi due terzi inferiori per modo che era ridotto alla spessezza non maggiore d'un pollice, compresavi la pleura mollo consistente e Slipata: tubercoli Crudi, migliariforcni qua e là dispersi nel la sostanza del medesimo polmone il quale nel suo centro rinchiudeva una cavità larga qu!)nt'una nocciuola e distesa dalla presenza d'un pus denso, bigio-giallastro : cuore spostalo a destra, flaccido e vuoto: polmone destro sano, ma più svolto. Era quest'un caso di torac.e nlesi? Non è a dire quanto l'attuazione di qtlest'operazione vagheggiata fosse e dal Medico Curanle e dagli altri Medici dello Spedate, massimamente dopo la pubblicazione del felice risul tameuto che con la medesima s·ottenne nel caso descritto da I D,itt.

Nicolis Medico Assistente allo Spedale di S. Giovanni di Torino. Ma le segueot.i rillessioni ci distolsero da siffallo partito. Aozilullo la raccolta sierosa nella cavità pleuritica sinistra non era per anche àrrivata al massimo suo grado ; oltr'a ciò la tosse da cui era lravirgliato incessanLemente l'infermo negli ultimi mesi della sua vrta ed il progn~ssivo impoverimento di forze e di nutrizione che ne furono compagni, dovetlero di necessita infonderci il convincimento d'un irreparabile guasto nel polmone ; guasto questo il quale, se non potè in modo assoluto essere accertato durante la vita, fu poi ampiamente confermato dall'autossia. Nel secondo dei due. casi di versamento sieroso nelle pleure fum;no in vece fortunati laolo da ottenerne la g11arigione dopo. cinquaut'u'oo giorni di cura cioè dai 51 di marzo ai 2.1 di giugno p. p. Ma l'infermo a cui questo caso si riferisce, Giuseppe Gerlo della 51a Compa:gnia, era di costiluzione robusta, aveva sempre godulo oltima sanità ed ìl male s'era manifestalo in mndo acuto; in questo caso pertanto la Medicina polè operare con la -pienezza dei suoi mezzi cioè con il metodo anliflogislico energico in su le prime e più Lardi con numerosi vescicalorii applicali nelle diverse regioni del corpo, l'azione dei q11ali fu coadiuvala dall'uso interno dei diuretici presi nella <:lasse dei così detti catdio-vascotari. Dei 25 casi di pleiiro-polmonite raccolti nel periodo di tempo accenna to, 24 furono osservati nei primi cinque mesi di quest'anno, mentre la metà dèlle bronchilidi fu curata negli ultimi quattro mesi dell'andato anno. Questa succedentesi preponderanza d'una malattia su l'altra è strettamente legata con le successive. vicissitudini atmosferiche delle tre ultimo decorse stagioni. In fatti l'autunno fa assai umido per le pioggie che continuaron oltr'al solito: a questi susseguì un fr<1ddo che lentamente crescente sin alla metà di dicembre, · toccò il sommo grado di rigore nei mesi di gennaio e febbraio , dopo i quali ebbero luogo frequenti piogg ie e molte burrasche atmosferiche con alternativa di freddo acutissimo e di caldo-umido. Ora la sperienza ha dimostralo e tutti i Clinici lo ri1>eterono che le bronchiti si svolgono di preferenza nelle stagioni umido-piovose, mentre nelle stagioni rigide ed in quelle nelle quali hanno luogo rapide variazioni atmosferiche, come nella primavera di questi paesi, le flogùsi degli organi parenchimatosi prevalgono su quelle delle mucose. Questa legge di Clinica patologica fu am. piamente confermala dal le Osservazioni da noi raccolle. Quasi lulli gl'infermi dei quali ragioniamo entrarono nello Spedale a malattia già incominciala ed ollrirooo nel maggiore numero dei casi i cara!Leri del primo stadio della pleuro-polmonite cioè !',imbibizione o l'ingorgo del polmone secondo Andrai : in un solo caso erano presenti li sintomi dell 'epatizzazione o del rammollimento· rosso, e ciò in dipendenza di circostanze speciali al Soldato che ne fu tocco, com'accennerem io seguilo. lo uessnn caso la polmonite era i;ià perven11la al terzo suo stadio od al rammoll imento grigio, e ciò per la naturalissima ragiooe che i Militari nnn sì tosto sentonsi incapaci d'eseguir i loro <loveri, ricorrendo per la legale dispensa al Medico, qnesli , r iconosciutone il bisogno, prontameole li manda allo Speda le. In due sol i casi la malallia si svolse in am malati già ricoverali nello Spedale i quali in via di convalescenza ebbero l'imprudenza d'esporsi all'azione del


36 freddo. ln quesli tlue casi ebbimo l'opportunilà di r ilevare i diversi segni sialici del primord ial inva1lere del morbo e delle progressive sue fasi. E siccome q11est'oppor11111ilà può raramente cogliersi dal 1\lcdico, cosi crediam ntile cosa descrivere di questi due il caso p.iù rimarchevole. Antonio Caranta di Valdieri, d'anni 25, di complessio11e assai robusta, di temperamento sanguigno, vissuto sem1>re sano, trovandosi in Gmiroigione iu Fenestrelle, nei primi giorni dello scorso maggio iu seguilo a soppressione di ·sudor ebb'a soffrin, d'insolita stauchezza e d'oppressione di forze per IJUaltro consecotivi giorni. Messosi ciò nou ostante iu marcia per tornar a Cuneo cou il proprio Battaglione fu nella $era di quel giorno stesso (ai 5 di maggio) preso da on intenso accesso tli febbre con dolore puntorio al costato sinistro. con respirazione breve, accorn · pagnata da qualch'insullo di tosse, la quale nel dì seguenlo era susseguita da sputi sanguigni. Non ristò perciò il Carenta dal prosflguir(' nella ma rei a e richiese ne anche iI Medico. Giunto però do po lungo soffrir a Cuneo nel giorno 7, fece pronto ricorso allo Speùale. Quivi si rilevarono quali segni di pleuro-polmonite inferioru sinistra pervenuta nl secondo s tadio, l'ambascia del la r~spirazione, il soffio bronchiale, la hroncofonia, l'otLusità ùi suono, la febbre gagliarda, ecc., ai quali sintomi s'aggiunsero nei successivi giorni non lievi manifesta1.ioni tifoidee le quali vie più fecero temere µer la vita dell'ammalalo. Confidando tutlavia nella robustezza e nella costantemente inallervta sanità del Caranta , il Doli. Crosa oppose all'imperversan te morbo nn energico rimedio anliflogistico allivo e purgatil•o ed ebbe per questa guisa la soddisfazione d'ottenerne la risoluzione dopo soli quindici giorni. ::ie non che, essendo nel giorno 28 del medesimo mese stato esposto per alcu ne ore ad una finestra dell ' Infermeria mentre spirava on vivo vento, ru nella noue sorpreso da dolori vaganti nelle articolazioni, da malessere generale, da febbre, da opprossione nella respirazilrne e dal rinnovamento del dolore puntorio sioislro con rossezw ci rcoscrilla alle guance; sintomi questi ai quali nel mallioo vegnente s'associa vano quelli d'acula irritazione gastr ica , cagionala fo r se dall'impPdita digestione dei cibi presi nell'aotecerlenle gior110. Esplorala la melà sinistra del petto, si rilevò una leggiera ollusita della sua metà superiore alla qualcorrispondeva la debolezza della respirazione. Si fa dia gnosi d'inr.ipìente pleuro-polmonite superiore sioislra con gastrite, si praticano due salassi di libbra e si somministra per be-çaoda la decozione stibiala , e nel giorno consecutivo, ai 50 di giugno, l'ollusilà del suon'l è mollo più pronunciata e si ùifTonde a tull' il polmone: alla <lebolezza della respira zione si van associando rantoli crepitanti minutissimi, con qualche rantolo sibilante e con respirazione frequente : la febbre si rende più risentila, la tosse secca, un poco frequ~nte; più pronunciati sono parimente i sintomi gastrici: il decubito dorsale sul la to sinist;o è doloroso u rende ambasciosa la respirazione: 0 0 11 si notano spuli sanguigni : (dite salassi di libbra e continuaz'ione <lel decollo pettorale stibialo). 1° di luglio. Ollusi tà di suono ancora più manifesta , tamquam perwssi femoris; rantoli crepitanti ora secr.hi , or umidi ; maggiore la febbre ; inquietudine genera le ; pelle secca, bruciante; lingua rossa, punteggiata ; meteorismo ; sete gagliarda; sangue poco cotennoso, ma riuco

di crnssamento (due salassi di li/Jbra ed infuso di tiglio stibialo ). Ai 2 . Ai rantoli va succt'dendo un fiev6 soffio bronchiale con hroncofouia un poco confusa ; nessuna notevole 1lifi\irenza negli altri si ntomi; la pneumonite passa :il secondo soo stadio (due salassi di libbra: all'infusione stibiata di tiglio s'unisce 11na dramma di nitro). Ai 5. Soffio bronchiale notevolissimo con broncofooia ancora confusa : vaniloquii frequtt11t i: ottusità d' idee: len. tezza 11el111 risposte: sintomi questi .che durarono quattro giorni: sangue st,inpre cotennoso (si pratican altri due sulassi: si ripete il decollo 1>ellorale nitrato). Ai 4, 5, 6 e 7. Contiuuaiione dei medesimi sintomi (un salasso nel 11rimo giorno: 1m ,purganle d'olio di ricitio nell'ultimo ed 1m largo cescù:<itorio al petto). Ai 8. Sudor proruso generale: abbondanli esiti alvioi: sc.,mparsa dei sintomi tifoidei : tosse umida coo espellorazione muco-sierosa : slazionarii :;;li altri sintomi toracici (ttso interno del kctmes e della go mma ammoniaca nella decozione d' m·zo ). Ai 9. Leggiero mig:ioramonlo uei segni statici (prescrizione come , o,,ro ). Ai 10. Pe~gioralo lo stato dell' infermo: respirazione .grave ; sete ; me1oorismo; avversione ai cibi; epigastrio dolente, lingua impaniata. Da alcuui rimasugli di formaggio r invenuti sollo le coltri s' argomenta trattarsi d'1n<ligesliono (pozione purgante con la munna e cti$teri soltitivi). Ai 11. ln seguito ad abbondanti evacuazioni alvine ed alla ricornµarsa del sudore, l'informo offre un discreto miglioramento che tli poi si rnonlenne e s'accrebbe. J1 po 1monc am malato comincia a sgorgarsi (1m(IVO vescicatorio al petto e ripetizio11e dei rimedi del giorno 8). ~\i 12. Progressivo miglioramento: soffio bronchiale e l'ottusità di suono diminuiti: sputi scarsi, ma densi, gial· !astri e<l avvolti i11 mo lto muco (con/inuazùme dei rimedi come sopra). Ai 14. Gessato il soffi o bronchiale e ritoroali i rantoli crepitanti; scompa r~i quasi pe r intero i sintomi gastroenterici: nei gforni successivi lo stato dell'ammalato va lontamente sì , ma progressivamente migliorai:do. Ai 22. Polmone pormeabil all'aria in tutti i suoi punti: rumore vescicolare con alcuni rantoli mucosi: scomparsa della febbre: appetito: l'ollusità di suono si mantiene tutta via , bencbò in grado minore (s'accordano leggieri cibi alt' ammalato). Queslo caso ofTre argomento ai seguenti corollarii pratici : 1° L'opinione emessa da Fouroel ch'allo svolgersi della polmonite il respiro si faccia esagerato e puerile, è contraddella dal presente caso il quale sembra a noi con. eludente siccome quello che ci permise studiare la ma-· lattia nei primi istanti di sua evoluzione. Il medesimo al contrario è uo noovo aµpog gio alle Osservazioni di Grisolle e di Gola su la debolezza del rumore respiratorio quale stigno caralloristico del primo invadere dEII morbo. 2u li freddo, come già dissimo , è Ja cagione costaute della polmoriile sia ch'il medesimo operi per le sue qualità fisiche toglicnd'alla cute ed agli organi respi ratorii la quantità di calorico volata per il regolare esercizio delle loro funzioni, sia che produca la soppressione rapida del sudore ed il cousoguente rifluire degli


37 umori dalla superficie del corpo agli organi della respisanguigna o colorita in rosso di mattone, come si osserva ràzioae, massimamente se ciò avvenga in persone già generalmente nei polmonitici, conservò sempre il colore bianco. Io un caso mancò il dolore pleuritico quantunque predisposte a risentirne gli effetti. Questa verilà Clinica la. malattia cooseguitasse ad un reuma acuto. Finalmente sanzionala dalla sperienza otlieoe nuova conferma dal dobbiamo dire ch'i segni statici non fallirooo mai in nesfallo che abbiamo esposto e perciò ,sembra meno vera l'opinione.di Chomel, Louis e Grisolle i quali sostengono 1 sun caso. Le Complicazioni che più sovente si osservarono nel doversi l'evoluzione della polmonite, nella generalità dei corso della malattia furono l'irritazione più meno ricasi, aozichè ad µoa cagione esterna, all'arcana influenza senlila dei bronchi ; quella delle vie digestive e, ciò che d'una disposizione interna che ci sfugge, ma ch'io realtà gli altri Pratici hanno già notato, la frequente comparleesiste. Ed in conferma della nostra opinione ci riesce cìpazione del fegato e della membrana sierosa che lo incosa gratissima ricordare la Storia con tanta precisione veste nelle flogosi polmonari destre ed inferiori; del cuore e chiarezza espòsta dal nostro Collega Doll. Vezzani la e del pericardio in quelle del polmone sinistro: lìnalquale (vedi N° 50 di questo Giornale ai 5 di lugl io) offre mente io qualche raro caso notammo la complicazione ar)punto un'identica specialità di causa. Dal che debbe con il reuma muscolare o con l'articolar acuto. La frederivarsi 'non essere mai abbastanza inculcalo ai conva' queoza delle complicàziooi gastro-enteriche fu quella che lescenti di gravi malallie il precetto di non esporsi imvalse a prolungar la cura di molle pleuro-polmoniti col prudentemente all'influenza dell'aria fredda. metterci che quella faceva nell'impossibilità di r icorrere 5° La percussione può trar in ioganuo il Medico che ai controslimolanti energici i quali per la maggiore su la medesima fonda unicamente il suo giudizio, giacché l'OsservaziooP- ha messo fuori dubbio ed il caso da noi parte hanno un'azione di contatto irritante snl ventricolo. espos.to lo conferma , persistere talora l'ottusità molti Quindici ammalati avevano già so[Terto precedentegiorni dopo che l'au~cuhazione dinotò· avere le cellule mente la medesima malattia; ciò che, secondo la comune polmonari ricuperala la naturale loro permeabilità. opinione, contribuisce moltissimo sia al rinnovamento, sia 4° La giu.gulabilità di ,Bouillaud o la rapidissima rialla maggiore durata, sia anche ad un meno fortunato soluzione del morbo da che ha oltrepassalo i limiti di esito della pleuro-polmooilo :" in nessuno dei tlelli casi semplice co0geslione non è sempre ollenibile anche nei pArò noi avammo a deplorar uoesito iofausto. casi i più favorevoli nei quali il Medico prende a cuLe Crisi della malattia ebbero luogo io tulli i casi prinrarlo nei suoi primordii. Nel nostro caso per altro 1a cipa lmente per sudore, anzichè per via dell'espettorazione pertinacia del morbo ed il progressivo suo avanzarsi sino e dell'orina. fd anche questo fallo confermà sempre più al secondo stadio a malgrado dell'energica cura aoliflogila nostr'opiniooe cioè eh' il freddo sia cagione costante slica attivatasi da bel principio, furono sopratutto dipendella polmoni1e, giacchè riesce naturale che la polmonìle denti dal la special e condizione in cui versava il Carant,a la quale è appunto determinata dal repentino concentrarsi ancora valetudinario per la pregressa malatlia, per la quale degli umori dalla pelle sugli organi toracici , si risolva il polmone, già stato ammalato e di nuovo tocco dal mepoi facilmente per il copioso rito1;no dei medesimi umori desimo morbo, dovelle più a lungo subirne l'influsso e ciò alla superficie del corpo; alto questo il quale è eloquentanto più in (Juanlo che non ru possibil insistere maggiortemente espresso dalla profusione del sudore. È quindi mf)nte nelle sottrazioni generali di sangue. dovere del l\fodico favorire quesle crisi per sudore con Nelle Diagnosi della malattia in discorso, oltr' ai setutti i mezzi µC\ssibili; fra questi, edotto dall'osservazione gni razionali, generali e locali fornitici dagli infermi, ci fai.la in alcuni paesi montuosi della Lombardia, io credo furono d'utilissimo giovamento anch' i segni fisici cioè tenga non ultimo luogo il mantenere calde le camere de·· J1anscullazio11e e la percussione; mezzi questi ch'il Dolt. gli infermi di malaltie di petto per mezzo d'opportune Crosa non ebbe mai a trascurare, convinto appien~ come stufe le quali, mettendo l'infermo in nua temperalnra egli è, formar i medesimi, beo interpretali-, un polente soc- ' egualmente calda, favoriscono le crisi cutanee per sudore corso diagnostico~ rna.ssirnamente in ispeciali oscure mae rendono meno necessario quel grande numero di sa·lattie, le q11ali facilmente. potrebbero non appieno essere lassi, quasi necessariamente richiesto quando quest' avconosciute. E qui, dobbiatn dir, esserci riescila cosa al vertenza si trascuri. Ad una siffalla favorevole condizione sommo sorprendente e dolorosa l'anatema recenlemente d'l nferrnerie piccole e bene riscaldate mediante un bene contro all'anscullaziooe lanciato dal Prof. Geromini di ordinalo i,istema di calorificazione a stufe e tubi conCremona, il qual è altronde uno dei più eminenti Clinici duttori, noi dobbiamo sicuramente in grande parte il fadi cui si onori l'Italia. vorevoie risullamenlo ollenuto in .questo Spedale Militare Quant1 alla Sede della mala\lia, nella maggiore parte dei di Cuneo nella cura delle malallie delle quali c'intrattecasi era essa circoscrilta ad un solo polmone , più soniamo. Ciò premesso, ci sia lecito emetter il voto ch'ona vente nel sinistro che nel destro, per lo più nt~lle sue poreguale provvidenza Sanitaria sia maggiormente diffusa zioni inferiori , anzi quasi costantemente nelle inferiori. non solo in tnlli gli Spedal i, ma ben anche nelle case dei In due casi solamente O'ssorvammo lesa la porzione suprivali abitanti in regioni dov' il clima è piuttosto rigido periore del polmone. In allri tre casi la polmonite era e le stagioni fredde son assai lunghe ed incostanti; il che doppia ed a questi appartieo appunto quello che riusci generalmente si avvera io buona parte dell'alta Italia. nella morte dell'ammalato, meni re negli altri doe il morbo, Tutti i Clinici che scrisse1; de.Ila polmonite ne notadopo una lunga cura proporzionata alla gravità del caso, rono la gra vezza derivante tanto dall' importanza de!la vifu vinto. scera affolla , quanto da altre speciali circos tanze delle Per riguard'ai Sintomi generali e locali dobbiamo 00qnali le principali e le più frequenti soo il lardo ricorlare ch'in soli due casi l'espelloraziooe, in vece d'offrirsi rer degli ammalati ali' Arte, la gracile e deteriorata loro


3S costituzione e l'età avanzata. È di fatto dalle ·Statistiche pubblicatasi nei diversi Spedali d'Europa abbiamo per termine medio un morto sopra otto o dieci persone · tçc· che da pleuro-polmonite. All' incontro dallo stato generale numerico delle malallie curale negli Spedali .Militari del nostro Regno nei primi sei mesi dell'anno corrente rilevasi che in 601 casi dì polmonite e di pleurite, soli 57 furono gli esiti mortali; .ciò che corrisponderebbe alla proporzione d'un morto so 17 ammalati. SifTalla diffe, renza di risultamento Ira gli Spedali .Militari ed i Civili dipende in grande parte a nostro credere dalla gioventù e robustezza dei soldati. dal più pronto ricorso che questi fanno ai suggerimenti del!' Arte e fin~lmen te dall'efficace terapia saggiamente condotta e basata su le cognizioni Classiche della Scienza e su gl'incessanti progressi della medesima, ai quali i Medici .Militari per il benefico ef, fotto del Decreto dei 50 d'ottobre gelosamente e con pre· mura s'informano, di che abhiamo fra le molte altre , una prova nelle tanto elaborate Storie di casC gravi, difficili e singolari che videro la luce in questo 1.iiornale. Un solo caso, com'avvertimmo , ebbe esito infausto. rrallavasi di pneumonite svoltasi da prima nel polmone sinistro e dopo tre giorni nel destro, la quale riesci fatale all'i.nfermo dopo 21 giorni di cura. Alla sezione del cadavere si trovò: discreto versàmento sieroso nel cavo pleuritico destro: nel corrispondente polmone i caratteri dell'epalizzazione grigia nei suoi due terzi inferiori con istillicidio di materia purulenta; 11el polmone sinistro in vece si rinvenner i caratteri dell'epatizzazione rossa ed in parte quelli di semplice ingorgo: i ventricoli del cuore pieni di coaguli sanguigni polipiformj, prohrngantisi anche nelle più vicine diramazioni arteriose. Nel primo dei no.stri prospetti Statistico-Clinici su lo Spedale femminile di Brescia, pubblicalo nel 1845, notavamo parlando della cura della polmonite_ che i diversi suoi metoài di cma si riducon a quattro cioè: 1o. All'aspettante, indicato solamente nei casi più leggieri . 2°. AI controslimolante d'esclusiva proprie1à della Scuola Medica italiana, fondata da Rasori e da Tommasini e più tardi da · Giacomini. 5°. All'antiflogistico che Hildebrand chiama la sacra àncor'a di safote. 4°. Al rivellente ·non amme11so da Tommasini, ma a cui gli altri Clinici allribuisco'no molta efficacia. Di questi metodi, come ciascheduno non ignora, i Medici Italiani , nella cura del morbo in questione, òe fan una saggia e svariata combinazione, appoggiandosi però sopratutto alle sollrazioni sanguigne gener'ali a larga mano ed a breve distanza rinnovate, massimamente uei casi gravi, e ciò dietro le norme ed i precelli dei nostri Borsieri e Borda. La famosa formola di Bouillaud dei salassi coup sur co_u p, della quale egli si vanta loventore, la quale però non fece che dare una maggior e salutare spiola alla cura troppo inattiva generalmente adottala dai ~fodici oltramontani (di che una prova l'abbiamo nella malattia pleuritica che condusse alla tomba il celebre loro Chirurgo Dupuylr~n ), è fra noi conosciuta fino dal non havvi Medico del più principio di questo secolo remoto e piccolo villaggio, il qua le non la metta in pra· tica. Ma i Medici Italiani bau inoltro il vantaggio di saper unir all'uso del salasso, quello dei rimedii iposteniz-

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zanli dai loro grandi Maestri già stati preconizzali e spe · rimentali utilissimi. E che ciò sia Io prova il risulta., mento fortunato che generalmente s'ottien in Italia nella cura di questa ma lattia. Per lo che il profondo l)ott. Ca· sora'ti esciva. nelle seguenti parole che noi r iproduciamo a quelli fra noi che si mostrano, non che tenerissimi ossequiatori, studiosi piaggiatori degli stranieri, quasi che il sole d'Italia sia velato sempre da dense tenehre. « La Storia imparziale ha da scriver una bella pagina dei Medici Ital iani della prima metà del secolo decimonono circa la terapia in generale, perchè•.... in quanto ad e,sa ch'io fine è la parte più impor1ante della Medicina, gl' Italiani, può dirsi francamente, sono superiori ai Medici di tulle le al·' tre Nazioni. » Non essendo nostra intenzione discendere a minuti ragguagli sul modo con cui furono- dal ])ott. Crosa comhattule le pleuro -polmoniti, conchiuderemo coo l'avvertire che giammai le sottrazioni sanguigne generali furono spinte a quel numeroso eccesso, veramen1e deplorabile, il quale converte la Medicina in uno stromenlo di disgrazia, anr.ichè di salute, con render interminabili le convalescenze, e che nella somministrazione degli ipostenizzanli, fu sempre usata prodenza anche solo quando la mucosa digerente era in istato di subirrilazio11e.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE ( C,,ntinuazione del mese di Luglio ). N1zz.l, Dopo la lettura ed approvazione del processo verbale' dell'antecedente torn':lta, il !\led. Div. Dott. Nicolis si fece a leg1er un sunto da esso lui redatto della Memoria del Dolt Bandeos intorno alla cura delle storte del piede ( Vedi Rendiconto Clinico del Dott. Giacometli, N° 31 anno 2° di questo Giornale). A questo sunto il nominalo Doli. tece susseguire le seguenti riflessioni ed osservazioni. Quantunque l'oso dei bagni freddi nella cara di siffatti malori sia ben lungi dal non essere conosciuto e praticato in Italia , tuttavia la Memoria del Baadens debbe merilamente apprezzarsi in quanto che, d'accordo in ciò col Signoroni e con i Dottori Pou!laio e Carré, tende a dimostrare con giuste riflessioni e con il fatto d'una lunga sperienza che i danni paventati dall'uso contìaoato dei bagni freddi sono ben lungi dal verificarsi nel maggiore numero dei casi pratici e che in vece pronti e sicuri furono sempre i benefici risullamenti dai medesimi.ottenuti nella cura delle storte, ciò che non può egualmente dirsi del metodo mollitivo e dell'uso topico delle sanguisughe. Ed in vero i_principii sui quali si fonda .questa teoria sono pienamente conformi alla Dottrina llfe1Hca Italiana da noi lungamente professata, mentre non havvi chi ignori ch'il freddo per la sottrazione ch'indace del calorico morbosamente svoltosi nella parte infiammàla, costituisce un efficacissimo rimedio deprime-nte del quale ci serviamo quotidianamente per combattere gran numero di flogosi · interne ed esterne; al che se s'aggiunge, ,omo per recentissime osservazioni è provato, goder il freddo d'tma virtù aneslesica · cioè alla a vincer od ·a sedar il dolore che forma la spina metafisica della flussione e della flogosi; , noo vi sarà certamente chi non vegga la reale utilità che i detti bagni freddi avere debbono nella cura delle storte nelle quali sono lesi tessuti tali che, quantunque apparentemente appena sensibili nello slato fisiologico, '(ivamente dolgono quando sono da cagioni meccaniche allungati , stiracchiati o lacerali in parte od io totalità. Nè i bagni freddi giovano solo nelle lesioni di questa natura, chè senon anche mirabilmente in mollissimi altri casi, come, ad esempio, ad impedire l'evoluzione delle risipole flemmonose le quali così facilmente complicano le gravi lesioni traumatiche , le ferite da armi di fuoco o da armi bianche; flogosi queste che minacciano la mortifica~ione della parte o lun~he suppurazioni , com'ebbi campo di scorgere nei moltissimi feriti di Novara, nei quali le scarificazioni profonde e moltiplici , unile all'oso dei bagni freddi , furono di sommo giova• mento. E già da longa pezza di tempo io nella cura delle lesioni violente mì servo con utilità dei b·.1gni freddi i qaàli ora adopro soli, ora di conserva con i salassi generali e locali , a seconda della minor o ma~gior riazione. Fra i numerosi casi curati con successo ne riferirò uoo gravissimo che m'occorse nell'anno 1848 quand'era comandato in qualità di l\1edico Capo allo Spe-


39 dale provvisorio di Cherasco. Un Uffiziale Lombardo' addetto a quel Deposito, in seguilo ad un duell?sostenuto con !1n~~o Commilitone, rimaneva tocco per un vJOlenlo colpo di sciabola da. una gravissima ferita lacero-cootusa alla !Daoo des~ra,. nella_faceia palmare di questa ed a un ~ilo_ lrasvers_o_ dall arucolaz1ooe rad10-carpea. Il taglio i1~ un~ _direzione curv_1hnea, part_endo da! margine estero<> del radio dmd1:va la ~ute, 1 tend1!11 de,1 mu~coh palmari, l'aponeu rosi palmare, 11 ~eodrne del cubitale aote:r1.ore e quelli del primo e secondo rad.1ale e del flessore superficiale dei diti: divideva inoltre uu ramo arterioso muscolare proveniente dall'arteria interossea, scopriva il cubito neI1a sua ~stremità profondandosi per alcune linee nel corpo del medesimo e terminava in forma di coda al lato dorsale della mano. In presenza di tanto sconcio cioè della lesione di tessuti fibrosi ed ossei messi allo scoperto e forniti di mollo diversa vitalità, io ri·masi alquanto perplesso su ciò cbe avessi tanlost.o a fare: ~é non che, badando alla regolarl'ità della ferita,fermata l'emorragia_ per mezzo della torsione del vaso, accostai i lembi della medesima, coosiderevolmente.attratti e li mantenni in questa posizione per mezzo di listarelle agglulinalive piuttosto lunghe con 1'1~tendimeuto di telltare la riunione immediata della ferita od m totalità od almeno in gran parte, siccome di fatti mi riusciva. Av: volto quindi il membro con compresse bagnate ne~l'acqua ~1 Go11lara ghiacciala e data al medesimo una conveu1en~epos1zione, feci continuar i bagni ghiacciati per più d'una setln~ana. Nè questi , com'era facile prevedere, bastando ad imped1_re la gagliarda riazion'O generale, feci nel medesimo tempo prallc_are selle ~alassi generali e due abbondanti applicazioni di saogu1s1:1,zhe nelle parti circondanti la lesione. Con questQ metodo anhtlogistico ripercussivo , con la dieta sollili~sima e con l'assoluto riposo fai in grado d'arrestar jo giusti limiti la flogosi, d'impedir anche l'insorgere della risipola ti:aumatica e delle infiltrazioni purulente che ne sono la sequela e finalmente d'ottenere la riunione primitiva di grande parlo della ferita, Tido\lo il rimanente alla condizione d'una piaga semplice suppurante che gradatamente volse a cicatrizzazione lasciando poco sconcio all'arlicola~i~ne della mano cioè lasciando una rigidezza ed una tumefazione pastàcea; sequele queste cbe con un congruo bendag: gio compressiTo , ooo movimenti graduali , e con opporlum linimenti svanirono, avendo l'ammalalo .progressivamente riacquistali i ,·arii ed importanti usi della mano. ì)iè voglio lacere on recente caso,occorsòmi nellapersona d' una-giova.o~ Signora, di questa Città, la quale cadendo nel ?iscendern prcc1p1tosamenle la scala,rimane.va tocca da uno slurc1menlo d~l. P!ede sinistro cosi grave che ebbe uopÒ del·s9ccor~o d_ei v1c1m per essere trasferita nel proprio.letto. Chi.amato 10 p.tù t~~di a visil~rla , rinvenni il volume del piede duplicato p~r la g)a sopra~g,uola gonfiezza ; la pelle del piede e della parte 10feriore deUa gamba corrispondente, tinta in colore paonazzo per e!fetl~ d1 stravasareento venoso· l'ammalata in preda ai più strazia nt1 ~olo:i per cui tçi fu a sten lo concesso esplorare la parte lesa <11 cui l'esame m1 convinse trattarsi <!i grave storcimento del piede._Ordinai perciò l'irµmcdiata.immersione del piede in no ~a.so_ p~e_oo d'acqua fredda per modo cbe questa ascendesso ollr a1 hm1tt de\lo slravenamento, lasciando che per sei continue ore perd_urasse1n questo bagno.. Appli.cato quindi un conveniente be~da~g10 , sta~o prima immerso . nell'acqua v~g_eto-minerale g~1ac~1ata, fec~ ~on questa continuare le bagnature per otto g1orn1 consecut1Y1,_t~ascorsi i quali, la Signora trovossi ridotta a tale stato d1 guarigione da pot!lr attender alle sue domestiche faccende, senza risentir altra molestia fuorchè un lieve dolore c\1e scom~arve perfettamente per la.coulinµazior1e del bendag~ i;10 espuls1.vo. D1 questa guarigione è testimonio i! Doti. Mazio 11 q~~le mi !a cortese della sua opera io questa bisogna. Aggiung~ro m_fin ~I- caso di quel Sergente collocato allualmonte nella sala _d,e1 f~r1l1 p~r uua distorsione al ginocfbio toccatagli ncll'eser~1:010 gmna.sl1co. li medesimo nella prim; visita oltr'ai dolori ~d alla d1fficol,tà nei movimenti che lamentaYa, 'offriva una ~ons!derevol_e tum1dez~a la quale, insieme con quelli , cedeva c?~ 1\ se~phce uso -~e1 b_agni freddi stati con\iouati per otto o pm g,~rn1._Credo poi mutile cosa soggioni:ere che questo metodo e ap~hcab1l egualmente, con quelle variazioni richieste dalla locahta, a tutte le storte delle altre articolazioni. _Ultimata la le!tura di questo suo Scrillo, il medesimo Med. Div. fece ~olar a1 l\Jembri d_ell' Adunanza come cessala quasi del folto f?sse I? p~eseoza degli Scabbiosi nello Spedale dopo cbe i Soldati ~om!nc1aron a goder il beneficio dei ba2ni di mare. Chia~ata qumd1 l'al!enzio11e dei Colleghi in tomo all'oltalmia spora~icaf!!ente domj~ante e di coi la Ùatura egli disse es1er reumatico-1npam~a~ona , dopo avere raccomandato nella cara della ~ed~s,'?a ,~ ncorso al metodo antiflogistico piuttosto energico, d1c~ 1aro chiosa la tornata. Nella seconda Conferenza tenutasi ai ~~' (I Dotl. Persianounziò aver e41Ji fo lto un Sunto della Metno1 iainurta nella Gaz~tte des H6pitaux intorno al trattamento dtlla rottura àel tentline d'Achille. Rimanùata la lettura di que~~o Sunto_ ad. altra Conferenza, il J\led. Div. riferì di molli casi 1 malatt,,e simulate dagli Inscritli dt•lla nuova Leva, tra le quali

cit~ in particolar modo varie ulcere alle gambe cagionate volontariamente e mantenute col mezzo di sostanze vegetali acro-irritanti; una voluminosa ipertrofia ùel testicolo sinistro stata cagionata da volontaria puntura fatta nello scroto e penetrante sin al testicolo medesimo; al~une palpitazioni delle quali non si potrebbe trovar fondata ragione nè per mezzo dei segni staticit nè per mez:i:o dei sintomi razionali. Diede poi termine alla Seauta accennand'ai criterii che più facilmente possono giovar alla cognizione-di queste simulazioni. CAGLI.un. Nelle prime Conferenze di questo mese, il l\led. Div. Dott. Mastio, comunicato all'Assemblea il Dispaccio Ministeriale con il quale gli si partecipava il suo traslocamento allo Speda le di Genova·,disseparole <l'elogio e di ringrPziamento ai suoi Colleghi per la zelan~e cooperazione che gli prest.aron io ogni occorrenza onde il Servizio dello Spedale procedesse con vantaggio della sanità del Soldato e con soddisfazjooe de'i Superiori; soddisfazione che questi ebbero più volte ad esternargli. Nella seconda Conferenza il Dott. Nonnis, destinato a fare le veci di Med. Div., s'intraltenoe lungamente a parlare del Servizio interno dello Spe~ale, per il buon andamento del quale impegnò i suoì Coll~~h1 a volere p,re~tarsi con quell'attenzione, 1Jiligenza ed opero·s1!~ con le quali s.erano fin allora adopera~i. La tornata fa poi chiusa dopo la lellura ò'una Storia di ferita da arma lla taglio pef!et_ra!lte. nell'"!ddomine c~m.unicàta dal Dott. Baroffio, che da noi s1 r1produrra nel prossimo numero del Giornale.

PARTE SECONDA Rn'ISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Sunti del Doli. Giacoinetli). Su la digitalina. Quest.1 sostanza già studiata da Boucl!ardat e da Bouillaud dal lato terapeutico, l'n ultimamente solloposta a nyqve sperieoze da Andral e lemaistre in diciannove casi, d' affe~oni croniche del cuore; in uo caso di albuminuria; in un secondo di cloro-anemia con accesso dì febbre intermitte ule; in un terzo di acefalocisti d~lla pleura;· in due di pleurite ed in altri due di reumatismo. Dal complesso. di questi c~si i nominali Sperimenta tor i pensano che- la digitalina debb'esser am~inistrata: 1° nelle malattie croniche del cuore, quando 11 po lso è rialzato ed il circolo irregolare, avendo questa sostanza la virtù di r icondur- il polso al suo naturale tipo: 2° in t11lti i casi d'idropìsia proveniente così da malattie de l cuore, come da alteraz ione del sangue, rendend'essa facile la diuresi ntill'albuminuria e dileguando le infiltrazioni sierose. Per riguardo poi alle altre malattie, febbri intermit· tenti, tisichezza polmonare., palpi tazioni nervose e .cloro• fiche, nelle quali fu preconizzata la digi lalina, dichiarano r.o? avere falli in tale numero da pronunziar in modo sod di11J'acente. Credono però, dietro ai r isultamenti favorevoli olteouti in alcuni di questi morbi, che nelle inlìammazioni, nel la febbre intermittente, nelle palpit azioni nervose, ecc., l'effetto della digitalina sia assai secondario quando pure non si laccia desiderare. Quaot'alla dose Andral e Lemaistre i quali nelle loro osservazioni si se~virooo dei granelli d'un milligraa.ma di quevenne, conchi usero che l'ordinaria debb'essere di due a tre "ranelli nel giorno e che 0011 puossi oltrepassarla fuo;chè nei casi ecceziona li. 1 granelli di quevenne possono surrogarsi con l'alcoolato di digita lina che contiene tre milligrammi circa <li questa sostanza in trenta gocce.

(<IJull. gerar, de Terap .) Il Direttore Doli. COl\IISSETTI Med. Div. Il Vice- Direttore responsabile Doti. Bar. de Beauf'ort M. R. Torino, Pelazza, 1852, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n° M


STATO GENERALE NUMERICO DEL MOVIMENTO DEGLI AMMALATI E

delle malattie state cu~ate negli Sp.edali Divisionali e Succursali llilitari di Terra e di ftlarina .nel mese .di luglio t 852. o s::

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Vizi organici del cuore /~neurisme . .. . . . . Ulcer e .. . .. .. . . . l<'istole Tumori . . .. . Ascessi acuti·_ . ld. lenti. Idrocele . ..... . . < Varicocele, Cirsocele . <.) o Sarcocelè ... . . . .. . ..) Artrocace .. . .... Spina ventosa ~ Osteosarcoma o: o Carie e necrosi. :;J Ostacoli uretrali . Calcoli. Ferite Fratture. Lussazioni . . . Scirro e cancro. Cancrena.

4

3 " 26 4 11

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10

2

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Lcggieri morbi locali

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Totali

Totale dei morti

Torino, 1852, Pelazza, Tipografia Subalpina, via ,\.!fieri, na 24.

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Riporlo

o Epilessia . . . o::' Tetano . . .. ~ Paralisia . . . z Prosopalgia . . Ischialgia. . . Stenocardia . N~uralgie varie

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A riportare

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'l'igna . . ·. . . .. .

Tolale dei curali .

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d'umori . se,:reh

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Spinite . ... . . . Otite . . . . . . . : . . . . . . . Reumatica . . . . . . , . Purulenta . . . . .. Olla,mia Bellica o C?nt agiosa. Blennorrag1ca . . . . Angina. Bronchite P leurite e l'.o\Jnonite Cardito e Paricardite .

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GENERE DI MALATTIA

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Mortalità relativa, 8 meno dell'1 p. O[O.

Il Dirollorç Doti. COMJSSETTI ì\lad. Div. li Vice-Direttore respons. Dolt. Bar. de BEAUFORT M R.

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( ai 6 di settembre 1852 )

ANNO II.

GIORNALE DI MEDICINA HILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARIIATA SARDA. L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col l O d'agos to. fl Giornalesi pubblica nel lnnedì di ciascheduna ~etti mana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE In Torino . . . . . . . . L. 10. lo Provincia ed all'Estero, franco di posta . . L. 11. L'abbonamento dellbe pagarsi per semestri anticipali. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TtPOGRAFI A SUBALPINA , via Alfieri, nomo 24. Le lellere per abbonamento al Giornale debbon esser atfrancate ed accompagnate da vaglia postale.

S01D1.u11o. - 1o Doli. ALFURNO: Cenni intorno alla miopia 2° Doti. .BAnoFFto: Ferita da_arma da taglio. - 3° Doll. BOT· TIERJ : Encefalite. - 4° Dott. PF:RSONALI: Colica saturnina. 5° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 50 Doti. Gu· coarsTTl e MOTTJNJ: Rivista dei Giornali Scienlifici.

PARTE PRIMA. Cte:NNI INTORNO ALLA bflOl'U CONSIDERATA COllfE CAGIONE D'ESENZ IONE DAL SERVIZIO U:LlTAllE

(del Med. di Regg. Dott.

ALFURNo).

Tra 18 informità intorno alla r~al esistenza delle quali sovente il Medico Militare è chiamato a recor il suo giudizio tanto nei Consigli di Leva e nelle visite di Rassegna, quanto nel ·servizio di Corpo, frequ entissima occorre la miopia. AlloralJUand'uo Coscritto allega siffatto vizio, il Consiglio di Leva fa tosto l'esperimento con gli occhiali a tal uopo designati e, se con questi il Coscritto r iesce a legger od a distinguere più o meno chiaramente gli oggetti, resta il medesimo senz'altro giudicato inabile it! Militare Servizio. Ma que.sto gindizio desuntò da quello solo Sperimento è, a parer mio, fa llace, siccome te nterò provare con i seguenti ragionamenti ed osservazioni. Nella miopia i raggi luminosi provenienti dagli oggetti situali a distanza ordinaria, in vece di riooirsi al momeolo in coi arri van alla retina , si raccolgono trorpo presto : una volta riuniti, si dividono, vauno divergend'io fondo all'occhio , giungono spa rsi alla retina e non le trasmettono più fuorché una i:onfusa immagine dell'og gello. Questo vizio può offrire varie gradazioni , cosl che, se taluni non iscorgooo chiaramente olla distanza d'un piede, altri poi non ci veggon a pochi millimetri. Ciò posto, il miope trovasi coslrello o ad avvicina r arfatto l'oggello all'organo visuale ovvero a far uso di lenti concavo le quali, divergend'i raggi luminosi, co rreggano quel vizio con impedire la riunione dei raggi luminosi prima ch'essi abbiano raggiunta la retina. Varii essend'i gradi di miopia, varia per conseguenza dovrebbe essere la concavità delle lenti ; ma siccome nel caso nostro è

necessario un grado di miopia tale che renda il giovine Coscritto 1utt'a.ffatto inetto al suo ufficio, cosi non senza ragione presso i Con~igli di Leva o di Uassegna s'usano solamente leali le quali valgono a denotare quesL'allo grado di miopia. Ma queste lenti sono poi desse il vero termometro dell'esistenza o non della miopia al punto di potere pronunzia r issofatto iotol'no alla validità od invalidità di q11egli occhi ai quali le medesime son appl icate? Sland'io per la negativa, rifletto prima di tutto che un vetro, per quanto sia lrasparcole, ooa lo è mai tanto come l'aria; quiod'é che non bisogna aspettarsi che la facoltà visiva s'eserciti immediatamente, siccome nello stato naturale : riflello secondariamente che l'uomo il qual è solito spaziare la sua vista iotoroo a svariali oggetti, com'ad esempio il campaguuolo, ooo potrà ad un tratto servirsi d'occhiali se prima ooo cerca assuefarsi ad un'applicazione fissa intorno ad un determinalo oggetto. Non così succede a quegli uomini che per l'esercizio del loro mestiere tengono di continuo Ossa la loro atteuziooe ad un detormioato puu10, doveudo per questi facile riesci re l'esperimento delle Jen ti : tanL'è vero che non raro è il caso di persone le quali si procurarono la miopia, nella speranza di guarirne poi seguend'uo metodo opposto , con armare l' occhio di lenti concave sempre più forti a mano cbc le~gcvano frequentemente e per lttngo lcmpo caratteri sempru più lini , ad una· distanza sompre minore e ad un 1 luce sempre pili debole. È neCC$Sa rio inoltro rillettere, come già d issi, che gli occhiali servienti all'esperimento nei Consigli di Rassegna non rappresentano già l'estremo grado di miopia, ma solamente quel grado di questa che basta per l'esenzione. t>i più è cosa noia c:he quando cortissima è la vista la convergenza degli assi visuali essend'assai grande, fa uopo raccorcia r un poco l'arco ceclraJe degli occhiali ood'i velri corrispondan esattamente all'asse pupillare. Or in questo caso gli occhiali d'esperimento son iuservibili e sarebbero necessarii due paia dei medesimi dei quali uno più debole per gli oggelLi vicin i e l'altro più forte per i lontani , oppure sarebbero neccssarii gli occhiali di Frank.lio moùificati da l!:wi ogton i quali conoiun"On inge 00 nosamente quella doppia proprietà. Dal che ::, .:, "' Lullo può conchiudersi che una persona potrà talora non


49. essere creduta sufficientemente miope, quand'io vece lo

-sad ad - un· grado superlativo , nel medesimo modo che

STORffi DI CASI RDIARCHBVOLI.

miope può stimarsi taluno per ciò solo che avrà supoJ'AiO lo sperimellto degli occhrali , .mentre ciò pot-rebbe

derivare da un'abHudine pr.ecedentemente I contr111La. t.e seg11én1i due Os11ervazi<>ni mirabilmente ~comprovano qllesla verità.

Osservazione 1'* .

6

FERITA DA ARMA DA TAGLIO PENETIIANTE NEL1.' A0D011UNE

(Storia letta dal Dott.

BARorFt0

in mia Co11/erenza

di Cagliari).

Il Coscrillo Gratou, couladioo della valle d'Aosta, raggiungeva su i primi gioroi di dicembre dello scorso anno J'ottavo Regg. Fanteria a cui era destinalo e tosto mi veniva presontalo siccome tocco da miopia. Gli occhi volominosi, la pupilla fissa ed enormemente dilatata e pit\ cl1e tutto la caratteristica espressione del viso mi convinscr a primo aspelto dell'esistenza di siffatto vizio. Sottoposto a •'Riforrna e non riuscito lo sperimento delle ]enti, fu gilldicato abile e come tale vestito ed armato. Ma le lagnanze per parlo degli Uffiziali e Bass'Uflìziali che l'istruivano, non· tardaron a succedersi, qualificandolo siccom'incapace a dislinguere gli oggelli alla più piccola distanza. Passarono così quallro mesi , nel decorso <lei quali il Graton frequentand'ogoi giorno la t'>cuola Reggi.mentale, imparò a legger ed a scr iver approssimando l'oggello alla distanza d'alcuni millimetri dall'organo vi sual(•. Trascorso dello periodo di tempo lo solloposi di nuovo a Riforma la quale questa volla gli si accordava perchè riusciva perfellameole nell'esperimento prima inefficace.

Osservazione 2'1 • li Coscritto Mugniè, d'Annecy, presentavasi nello scorso mese di sellembre al Consiglio di Leva munito d'occbialì ed adducendo miopia in sommo grado. Esaminati i suoi occhi io 0 0 11 vi potei scorgere quei caratteri i quali quasi sempre accompagnano que sl' infermità. Sollomesso alla sperienza degli occhiali , riuscì sebbene con istento a legger in un libro collocato alla distanza d'un mezzo piede. Già il Consiglio di leva stava per pronunziare l' inabilità, quand'io, non conv into, proposi di farlo legger ad occbio nudo. Dìmonlico il Coscritto della parte che voleva rappresentare , si pose a leggere correntemente alla distanza d'un piede. Fu quiudi destinato nel 2° Regg. Fanteria ed ivi fu confermato il giudizio di validità a malgrado delle sue protestaziooi io coutrario, .dalle quali I visti inutili i snoi sforzi , cessò per farsi surrogare. Da Lullo ciò io conchiudo : 1° La confer mata · esistenza della miopia non debba considerarsi a priori on·in!ermilà esimente dal Servizio :Militare. 2° L'ciTicacia d'uno sperimento non è ragione sulliciente per pronunciare l'invalidità sopra tallo qlland'esistono altri segni che provan il contrario. 3" Il Governo dovrebbe nell'interesse della giustizia applicar a quegl' 1nsc rilli che maliziosamente si procuran una tale infermità , le penll medesime delle quali sono passibili li rei di mutilazione volontaria.

li Soldato Salta VII dei Cavalleggieri di Sardegna , menlr'iosieme con allri Soldati nel mattino dei 51 ' di maggio tentava in Seurgus on importante arresto , rilevava una grave ferita noi ventre, statagli falla con un coltello. La ferila corrispondeva al lato sinistro dell'addomine, all'altezza dell'ombilico ed a cinque diii trasversi all'io foori del medesimo ; la sua direzione era perfettamente trasversale cd estendevasi per la lungh~zza d'un pollice con forma regolare e con margìni nelli : l'uscita degl'iote.stini indicava internarsi ~ssa nel cavo addomi. nalo. ll l)olt. Crespo il quale solamente quattr'ore dopo il triste cas0 visitava il ferito, rin1 eoiva lo anse inlesti· nali protruse d'un colo re aranciato intenso ed assai distese da raccolta di molto gas, per coi, straziati qua~i gl' iot~stini fra i labbri dellu ferita, l'ammalato era tormentalo da violentissimi dolori colici e da incessante vomito. Impossibile cosa riescend'al prcfato Doli. fare rientrarf.\ gl'inleslini per la breccia falla dalla mano assassina, a cessare questi sintomi di strozzamenlo fu costrotto dilatare con il gammaulle la ferita pur ohr'ad uo pollice por quindi ridurre nel loro naturale lìilo le viscere protruse le quali prima riconobbe non toc.cbe dal coltello feri toro. Ravvicinò quind'i margini della soluzione di continuità e, mantenutili contigui per mezzo cl1 due pun ti di cucitura impennala , ordinò l' applicazione continuata di ·bagni freddi su le località e la limouata vegetale per beval)da , Iacend'in pari tom()o praticare con intervallo di poclio oro due generosi salassi. Dopo una notte trascorea ni>lla più graod'agitazione ccl in conl.ioui vaneggiamenti, il Salta nel mattino del primo giorno ùi giugno (giorno in cui io subentrai al Doll. Crespo nella cura del Cerilo) henchè ristorato alquanto da uo lieve sonno mallutino offrivasi lullavia prostrato d'animo e di corpo con poco calor alla pelle, con polaì celeri e cedevoli, con ventre tumido ed alquanto dolente, con linglla arido e con sete piuttosto viva : feci perci•'> continuare le bevande acidule e l'ap . plicazione dei bagni freàdi locali. Verso st1ra Ja frequenza del polso, il calor urente della pelle e la sete intensissima rivelando la .riaccensione di gag li arda febbre, rinnovai il salasso dal' braccio e prescrissi 011a pozione calmante da prendersi a dosi ripartite. !\ella visita mallutina del susseguente giorno trova ndo di bel nuovo migliorata la condizione generale e locale dell'ammalato, stelli contento a prescriver un'oncia d'elelluario lenitivo allungato io sufficiente qnantità d'acqua, con l'intendimento di promovere un qualcho esi to alvino r.he valesse a cessar i continui borborigmi del ventre. A rendere però nullo l'effello di questo leggioro subduccnte contribuì forse. non poco la gagliarda febbre che si svolse nel pomeriggio, la quale , precorsa da intensi ribrezzi di freddo, era segnala da calor ureolissimo, da polsi piccoli e frequentissimì ed ir1


43 corpo. A questo (la lore \en~vano qielro nel mattino dei reoolari e da sobdelirio: la accom,pagilavano poi la tùmi15 4n'irrequietudii;_ie generale con se.gni ,e movimenti d~za ed il dolore della parte lesà; di cui la pelÌe er~ circontinui dell'ammalato il nuale çosj, pitì che, co,n la yoce, condata da cupa rossezza risipolacea. Nè ~ diminuire esprimeva l'acutezza dei d9lori capitali fissi spepi!!lroente quesla comliziooe di cose valser la prescrilta bevanda alle regioni temporo-front~li alle quali sovente portava tamarindala co1;1 laudano e l'imposizione di due cl isterii la mano: tenevano pure dietro al medesimo la palli.dezz.a mollitivi con l'olio di ricino , giacc,h è a sera inoollrata del volto quasi· contraffatto; il scintillare ed. il convelle.rsi non solo l'ammalato non offriva miglioramento di sorta , degli occhi che rifuggivano dalla viva luce; la dilatama era talmente prostrato di. forze che, non giudicando zione òella pupilla; l'aridezza e l'impaniamento fosco esservi il permittente per un quarto salasso , dovetti atdella lingua ; la sete intensissima, il polso piccolo, fretenermi all'ordinazione d'un sanguisu~io all'ano il quale, quente , alquanto duro e contratto; il violento battere benchè non sussegui~o da abbondante stillicidio di sangue, delle arterie carotidi e temporali ; l'aberrazione dei sensi; fu tullavi~ cosi benefico da procurar un poco di tranquillo la respirazione accelerata ed interrotta da frequenti so- · sonno nena nolte. Nel mallino dei 5, non ostante l'appa.. spiri. In vista di cosi imponente apparato morboso si rente bemissere dell'ammalalo, i polsi si toccavano celeri, diagnosticò senz'esitanza tratti1rsi di grave encefalile idiopiccoli, strelli; l'addomiue era teso e dolentissimo anche patica , di genio essenzialmente flogistico e richiedente al minimo tatto; la regione soprapubica oltre modo tuper ciò no metodo di cara euergie'amente antiflogistico. mida indicava una grande raccolta d'orina io vescica la Quindi fu subilo praticato un generoso salasso dai bracquale da tre giorni più non s'era votala. Apprestatomi cio di circa 28 oncie di sangue senza che ne derivasse il per far il caleterismo, l'ammalato vi si rifiutò così ostideliquio e si prescrisse un'oncia e mezzo d'olio di ricino natamente che dovetti ricorrer ~d una nuova ed abbonsospeso io ott'oncie d'emulsione di gomma arabica da dante applicazione di sanguisughe al basso ventre ed prendersi epicralicamente. Verso le o~re 11 dello stesso all'uso topico di cataplasmi di !inseme irrorati d'olio opmallino , punto non rimettendo l'intensità dei sintom'i , piato : con questi mèzzi verso il mezzodì l'ammalato s'applicarono venti sanguisughe all'apofisi mastoide ed orinò una grande qua o tità di liquido rossigno in cui nuoalla tempia del lato destro, le quali procuraron un abtavano mal.ti fiocchi albuminosi ed ebbe anche due evabondante slillibidio di sangue che si protrasse sin a sera cuazioni di feci liquide, neraslre e fetentissime. !'.Si rininoltrata con · lieve miglioramento dell'ammaJato. Ciò non novò ci«) nulla meno verso sera gagliat·da la febbre preostante nella visit;i della sera si fece ripeter il salasso ceduta da ribrezzo, ma la sua durata· fu così breve che dal braccio onde rendere più mite l'esacerbazione febbrile il Salta polè nellà notte dormire per cinque ore d'un che si prevedeva sarebbe più tardi comparsa, com'avsonno tranquillo e non interrotto fuorchè dalla ripetuta e venue: in fatti l'infermo alle pre 9 vespertine smarri facil emiss-iooe d'orina e da altre due evacuazioni alvine. compiutamente la ragiç)De, alternando tra il coma ed il Da questo momento la condizione generale dell'ammadelirio; la s_ua faccia si rese più scolorata, la papilla p_iù Jato progressivamente migliorando, mi permise rivolgere ed il ca lor alJa pelle più intenso; la respirazione difatata le mie cure specialmente alla fari ta la quale ancora tuaucnentò iq ansietà , come pur aumentaron 'il violento mida e dolente fo bene presto ridotta a cìcatrizz;zjone battere dello arterie carotidi e temporali e la frequenza e la mercè d'un saognisogio locale e dei cataplasmi mollila piccolezza dei polsi (cataplasma se'navizzato ai piedi ; tivi. Nel giorno 7 di giugno non rimanevano più che bagni d'acqua ghiacciata m la te,ta e bevande omonime). alcune larghe esulcerazioni corrispondenti ai fori della Dopo una notte agitatissima l' infermo in su l'albegcucitura , della quale non appena furono tolti i fili che, giare del giorno 16 offrì un miglioramentò sensibile macessa.lo il processo esulcerativo , la guarigione progredì nifestato dall'ammansirsi di tutti i sintomi e da! debole rapida tanto da permeller al Salta d'abbandonare Seurricuperamento della ragione. Si rinnovò un abbondante gus. nel giorno 14 per andar a com)>ire la convalescenza sanguisugio alle regioni mast,>idea e giugulare destra , di nello Spadaio di Cagliari. Finalmente, uscito il medesimo cui. l', efJ etto, tnttochè salu tare, non impedì che verso sera nel giorno 5 di luglio da quest'uhimo Spedalc , attua I1 s'aggravasser i sin tomi predominanti cefa lici, ai quali mente attende a tult'i suoi doveri senza risentì rne alcuno perciò s'oppose un salasso generale dal piede destro, conincomodo, osando però pPr precauzione d'una fasc iatura 1 linuandosi nelle bevande gbiacciate,- nei bagni freddi su compressiva, munita d'un morbido cuscinetto in corri· ! la tesla e nel rinnovamento delle polente senapizzate alle spondenza della ferita. gambe ed ai piedi. Più sensibile del giorno precedente fo · I la remissione dell'apparato fen~menologico morboso ai 17, i giacchè l'ammalalo dopo avere passata una nollc discreta· 'l. i mente tranquilla lasl;iava toccare men arida e bruciante ENCEFALITE la pelle, più dilatati e meno frequeuti i polsi e con la sua ' !! tranquillità lasciava argornentarn una diminuzione nella (Storia letta dal Dott. B0TT1E11I in una Conferenza flogosi cerebrale. Questo ~iglioramento diurno, sussegt1ito <l'Alessandria). 1 da esacerbazioo i notturne press 'a poco corrispondentisi Gio. Batt. Chevrot, Soldato nella Brigata Savoia , di 1 nell'ora, facendo però sospettare una tale quale periodi1 cilà, si giudicò opportuno ovviar alla medesima con la temperamento sanguigno-bilioso e di forte e robusta cosomministrazione di 12 grani di citrato di chin in a sciolto stituzione entrava in questo $pedale nella sera dei 14 di in una conveniente quantità d'acido e diluito -in un'emulmaggio p. p., compreso da , frequenti ribrezzi ai quali, sione di gomma arabica, non tralasciando tuttavia di comprotrattisi sin a nolle , succedeva un calor ure.nlissimo baller il fondo flog istico con °la rinnovazione. d'un sanguimolto più molesto al capo che non nelle altre parli dei

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44 sugio alle ragioni temporali ( specialmente indicalo dal fatto d'una rinorragia occorsa nel giorno medesimo) e con. ,l'iosislenia nei bagnuoli e nelle bevande ghiacciate. Nella visita della sera si rinvenne l'ammalato con i:_iacquisto di serino tale che potè darci, benchè un poco confusamente, r'agguagli dei suoi patimenti" i quali co~sistevano nella persisienia della cefalalgia e nelJa s'ensazione d'un dolore puntorio nella regione iatera le destra con grave affanno nella respirazione: per que-ste manifestazioni dell'ammalato, sospetìandosi che le replicate e lunghe esposizioni " all'aria alle qlÌali si dov,elle lasciar il medesimo per l'effelluazìone dei presidi i t~rapeutlci indicati, potesser essete state cagione di questa nuova complicanza morbosa, si decise dov~r smettersi'·J•uso dei bagni e delle bevande ghiac-. ciate e doversi iuvece ricorrer alle bevande tiepide di siero di latte con nitro, aì cataplasmi mollitiri senapizzali sulla regione del petto e·d all'applicazione d'un largo vescicatorio alla nuca. Ai 18. La nolle decorse tr·anquilla per l'a!Ilmalato il quale 11011 sofferse· più d'alcun'esacerbazìone dei sintomi cerebralì, m'a solo· della _continuazione del dolore puntorio toracico. Nullameno un sudore moderalo ch'aveva avuto luogo e ' le orine di colore citrino deponenti nn copioso sedimento bianchiècio inducevan il presagio d'una favore• vole crisi del male (continuazione del siero d,i latte nitrato, 15 sang·uis11gl11i all'ano). · Ai 19. Notevole miglioramento nel .dolore toracico, ma ritorno d'un leggiero grado di vaneggiamento nelle ·idee ( co11tinuazione del .siero · 4i fott e : due senapismi ài piedi). Ai 20. Nessun miglioramento nei sintomi cefalici quan-

tunque l'ammalalo abbia avuto nella oolle due esiti al· vini; che anzi sembra che al vaneggiamento. sottentri il subdelirio ( 20 ~anguis1;g!te all'ano: due vescicatorii alle gambe: bevande subacide niti:ate). Ai 21. L'abbondante sanguisugio avendo sgorgalo l'apparato venoso cerebrale, operò un notabile miglioramento io ciasceduno dei sintomi cerebrali e specialmente nel vaneggiamento e nel subdelirio ai quali sottentrò la quasi perfetta. lucidità d'idee (continuazione delle bevande acidulo-nitrate: un poco di brodo).

Ai 25 e 24. Lo stato dell'ammalato essendo stazionario, ferme restano le prescrizioni del giorno 21. A i 25 26 e 27. Nuova sonnolenza ; segai d'irritazione gastrica denotati dall'eretismo delle J)"apille e dall'impaniamento della lingua; sete piullosto viva; pelle calda; faccia animata: febbre più pronunciata nella sera; nessuna tensione o doglia dell'addomine. Questi sintomi s'offrono crescenti nel giorno 26 e nel 27, nella sera del quale giorno si manifesla un'eritema dell'orecchio destro, ben presto susseguito da gonfiezza e da dolore del medesimo e della guancia corri11pondente (cataplasmi mollitiPi sulla locàlità: pozioni diluenti , sudorifiche: cl-istere ~ollitivo olioso). .A i 28 e 2H. Aumento del calore in tull'il corpo e del dolore locale: diffusione dell'ernzione flemmonosa al cuojo capel!u10 ed a tulle due le tempia: maggiore lucidità delle facoltà intellettuali e cessazione del dolore toracico di man .in mano che l'esanlema prende maggior evoluzione: notabile miglioramento nei segni d'irritazione nella lingua. Su le undici ore del medesimo giorno alcune sensazioni di freddo avvertono l'ammalato dell'ingruenza di un'esacerbazione rebbrile che, rimettendo nella notte, si

rinnovq nel susseguente giorno 29 press'a poco alla medesim'ora. Quantunque questa · febbre fosse considerata pi11ttoslo come sintomatica della maggior evoluzione dell'esantema, che non come l'illvadere d'un accesso febbrile a periodi, lullavia s'addivenne alla seguenlt-1 prescrizione (citra_to di chinina grfil,ni xij, sciolto in opporhino ve frolo da prendersi 1·n più, volte).

Ai 50. Diminuzione ilella febbre_: risipola decrescente: impaniamento della lingua : v~ntre chiuso da più giorni (mezz'oncia d'olio di ricino misto ad 1m'oncia di quello di mandorle dolci).

Ai 51. Ripetuti esili alvini accompagnano la sempre decrescenle febbre e la quasi scomparsa della risip.ola.' Scompaiono pure gl'indiziì d'irritazione gastrica e sollen· lra in vece un discreto sudore generale (co11tinuazior e dei dilueuti e dei diaforetici antiflogistici: s9mministrazione di leggieri brodi).

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Ai 5 di · giugno. In un colla cessazione assoluta della feob;e · r:omincia ad operarsi la disquamazione della pelle risipola tosa, la quale però si fa alquanto edematosa; l'ammalato comìncia parimente a gustare nella notte d'un sonno ristoratore ddle sue forze già affievolite in sommo grado. Da questo giorno son accordali leggieri alimenti _fatti ,di brodi più nuhienli e si sostituisce al metodo puramente antiflogistico sin allor adoperato, l'uso interno di pillole corroboranti falle di citrato di ferro con rabarbaro e con eslralto amaro. A i 6. La disquamazione esantematica è compiuta, tutti i segni morbosi sono del pari scomparsi, più non rimanendo che lo spossamento delle forze le quali sembran io poi gradatamente erigersi per l'uso continuato di dette , pillole e per la somministrazione di maggiore copia d'appropriati alimenti'. L'ammalato entra io perfella convale· scenza la quale si prolungò sin alli 8 del testè scorso luglio, tempo in cui il Chevrot uscì dallo Spedale perfettamente ristabilito. Meritevole dell'altenzione vostra, Colleghi amatissimi, mi sembrò l'esposizione di questo l'alto patologico , siecome quellò che, a mio crederà, può essere fecondo di molle ed òtlime riflessiòni pratiche per ciò che concerne il diagnostico, la sedo speciale del male ed il metodo di cura, sia che si voglia avere riguardo all'imponenza e gravità dei sintomi con cui s'annunziò, sia che si r.itlella alla pronta ed energica cura antiflogistica adoptJrata, sia in fine che s'avvisi ai modi moltiplici con i quali la natura tentò deviare dall'importantissimo organo cerebrale la sede del male. Oi fallo, quantunque dall'allento esame <lei sintomi vigenti potesse congetturarsi l'esistenza rl'una malallia grave che occupasse l'organo encefalico, non era poi cosa tanto facile precisarne subito la sua vera natura ed intraprenderne un {agionalo relativo metodo di cura, e ciò perchè, mentre per una parte la debolezza e prostrazione generale, la pallidezza della faccia, l'oscuro im· paniamenlo della lingua , la piccolezza e frequenza del polso, il vaneggiamento subcomatoso, la grand'anzietà, la respirazione accelerala e sospirosa, e finalmente il calore mordace e sommamente urente parevan accennar ad una febbre di carattere nervoso maligno, per altra parte la cagtone reumatizzante la quale aveva eccitata la malattia, il predom inio dei morbi flogistici che regnava, la costituzione forte, l'e~à, il temperamento sanguigno dell'ammalato, il forte vibrare delle arterie carotidi e temporali,


45 il scintillamento degli o echi , il forte dolore cefalalgico f cevano fondatamente diagnosticar al Curante uo'infiam;aziooe ce"ralica, idiopatica, grave, la quale fu poi posta in ma11vior evidenza dal successivo aumentarsi del male stesso"~ dalÌ'utilità del metodo di cura energicamente antiflogistico stato ado Ila to. Nè ci si darà, spero, la taccia d'irnprudenli o di troppo audaci s'in un caso di tanta gravità nel quale eravi ve· rameute l'occasio prreceps et immùiens periculum 'In mora d'Ippocrate, siasi da noi senza perdita di tempo praticato un mostruoso salasso di 28 e più once di sangue, perocchè mentre l'ordinazione del medesimo conferma la nessuna titubanza del Curante nella diagnosi della malaltia, io credo ancora che l'utilità di questo mezzo sarà ora tanto più apprezzata da chiunque voglia rifiellere non essere stata l'alluazione del medesimo sussP.gnita dal benchè minimo deliquio, nè da troppo notevole concideuza di forze dell'organisn10 iu generale; essersi anzi operalo, tottochè siMo slale praticate allr11 tre <leplezioni sanguigne abbondanti nelle due prime 24 ore, 1111 rallen tamento nel polso; rallentamento però che s'associò a maggior evoluzioue tl ad eaualo vigoria del medesimo. Per IE> quali considerazioni io crederei pinllosto non emetter un giudizio avventato asserenrlo che forse a q,wl primo gen1iroso salasso l'infermo debbe la sua vita, perché appunto I'impelo e la violenza del processo flogistico cerebrale [u da quello nel suo esordire compresso ~ perché s'ollcnne con tale mezzo tanta opportunità di tempo da µotere con vantaggio chiamar in soccorso Je successi ve deplezioni sanguigne. Laonde conviene dire che sia vera l'asserzi,one del Clinico Francese che scrisse . « dans l'encéphalitc aigué, « grave, le .,salul du malade réside uoiquement ao bout • de la !ancelle, la quelle doit è tre en parei! cas employée , prom.ptement el avec énergie. » Una tale pratica fu pure quella seguii~ dal nostro Cav. Doli. Belling~ri d'onorala ricordanza il quale, adoperando nell'encefalite prontamente e generosamente il salasso, voleva che nei casi intensi fosse rinnovalo sin alla quarta ed anche alla quinta volta nel primo giorno di cura ed asseriva che cou questo me· todo ottenne sempre, uei casi consimili, i più prosperi e pronti risultamenli. All'efficacia del salasso noi aggiungeremo nel caso nostro, l'utilità somma che apportarono le bevande freddt.-1 ed i bagnuoli ghiac:ciati sul capo; mezzi quesli che Lallemand, Bouillaud, Andrai o più che ogn'altra tutli i nostri Pratici Italiani più distinti racco· mandano nelle malaltie infiammatorie del cervello e dei suoi involucri. Riflettendo poi più particolarmente all'andamento di questa malattia e considerando specialmente- al èom'il morbo capitale diminuì d'intensità dal momento ch'insor· ser il dolore puntorio toracico , l'irritazione delle prime vie e la scarsa epistassi ; considerando quindi come rapido e perm~nente siasi fatto il miglioramento per la com· parsa del1a risipola flemmonosa all'orecchio esterno ed al cuoio capelluto; considerand'in fine come lutti questi nuovi malori siensi limitati alle parti contenenti senz'estendersi alle viscere contenute le quali perciù appunto non die dero mai segno di grave lesione, chi con noi non giud ica a prima giunta essere stata la mauireslazione dei medesimi un mol'imen naturce ad expellendam materiem morbosam, anzi un vero atto con il quale natura operò una

derivazione del morho capitale . ed una vera crisi di questo ? E nel considerare queste morbose manifestazioni siccom'un allo critico della natura, piullosto che com'ona morbosa complicaziorae, mi confermano sia l'utilità che noi; presa indicazione <la~li alli della natura stessa, ritraemmo t,1:,to dai blandi eccoprotici , quan ~o dall'azione dei vescicatori i quali ebbimo cura mantenere suppuran ti sin a pe-rmanente convaltJsceuza; sia ancor il gmdizio ch'il celebre l\aimann emelle nel pronostico dell'encefalite allorquaud,; scrive « se nel tempo in cui è per succedere la crisi insorge un dolore al pello con tosse od _agli arti ·od all'addomine; se succede un'emorragia cl.il naso o dalle emorroidi; se comparisce un sudorn profuso gene·rale e le orine ernésse in grande quantità si rendono sedimentose; se fiualmente in qualche parte esterna meno nobile avvien una me-tastasi con diminuzione nei sintomi idiopatici del cervello, potrassi in tulti questi casi nutrire speranza che l'infiammazione encel'alica sia per ris1lversi; • speranza questa éhe nel no,stro caso dovemmo tanto più fiduciosamente avere, in qu.,nto c,he potemmo annoverare quasi intera la comparsa di qiresti 11t1i critici. Un ultimo punto ri fiettenle la diagnosi del caso esposto dovremmo ora trallare, cioè dov remmo dal criterio sintomatologico stabilire se piuttosto il cervello od i suoi io- · volucri fosser idioj}aticamente lesi. Ma in ciò fare sottoscriveremo noi all'autorità di Cullen e di Pietro Frank che disconoscendo questo punto diagnostico ammeuon es· sere quasi impossibi le ch!l la flogosi occupi le membrane senz'.estendersì al ctirvello od al contrario? Ovvero con Lallernand, con Pareo!, con Martinet, con !\ndral e con altri ammetleremo la possibilità delle meningiti e cerebritì isolale i> O finalmeule, acconciandoci alla divisione fatta da Ahercrombie e da Giuseppe Frank llell'encefalite in cefalalgica, in frenetica, in letargica, in convulsiva ed in ' tremefaciente, potremo noi col nostro Bellingeri stabilire dalla prevalenza d'alcun i sintomi che la ma latti a avesse sede piullosto nelle membrane che nel cervello o nel cer:vellello e che· fosst~ piuttosto lesa la sostaJ1za corticale che ls1 midollare qi questi ultimi? Per verità , confrontando noi i sintomi osservati nell'esposta Storia d'encefalite con quelli che questi Autori vogliono proprii della meningite, della cerebrife e della cerebellite e con quelli ancora che attribuiscon in particolare all'infiammazione della sostanza cinerea od a quel.la del la sostanza midollare, saress.im indotti a coucbiudere che solo il cervelletto ru immune da tlogosi nel caso descrillo. Di fallo noi osservammo primt1ggiar acutissima la forma ceralalgica (meningite), seguire la frenetica (cinerite), succedere quindi la letargica (midollite degli emisferi cerebrali), e mancare solo la tremefacienle (cerébellite), pèrchè non comparve il fremito continuo il quale distingue appunto quest'ultima 'forma •. Che se argomentando dalla varia successione dei sintomi ci fosse lecito avventurar uu nostro qualuoquesiasi giudizio, noi ioclineressimo a credere che la flogosi occupasse di preferenza su le prime le sole membrane del cervello e forse l)iù specialmente l'aracnoide e la pia madre, e che quinòi per mezzo di quest'ultima siasi estesa agli emisferi cerebrali cornprnndendo di questi e la sostanza midollare e la corticale. Mi preme però mollissimo, amatissimi Colleghi, che voi riteniate questo mio giudizio com'un'iuduzioue la quale misi innanzi solamente per eccitarvi ad una discussione in proposito , non già com't:.ma..


46 15entenza la quale in un punto diagnostico così controverso potrel\lie forse immensamente dista~·e daila veri1à . 8

COLICA SATURNINA. (Storia redatta dal Dott.

PERSONALI

e letta

in ima Conferensa df Cagliari). Luigi Costa sopranominalo Cavernoso, marinaio, d'anni' 25, di temperaineot.o sanguigno, d'abito alletico, godè sempre di florida sanità, quando nei primi giorni dello scorso mese di giugno cominciò a provare lievi e non continui dolori alla region ombellicale. Aggravatisi poi i medesimi dopo qualche giorno, il Medico del bordo del Piroscafo J'Icnusa a cui apparteneva il Costa, somministralo in vano l'olio di ricino ed usati con pari insuccesso i clisteri mollitivi, credette l)ecessarie tre sottrazioni generali di sangue le quali non migliorando punto la condi'· zione dell'infermo, questi, per consiglio del Curaiùe, accondiscese ad essere trasferito nel nostro Spadaie .Militare dove 1;el mattino dei_ 9 dell'indicato mese offriva la sintomatologia che segue: dolori strazianti alla region ombellicale. non c;onlinuì. e mollo al leviati dalla posizione prona; allrallura delFùll).bellico sensibilissimo al tallo; stilicllezza straordinaria ad onta degli somministrati rimedii purgativi; Ja,ccia pallida e slravolla; occhio infossalo; lingua impaniala in giallo, ma non arrossala; sete intensa; polsi tardi, dori e contraili; calore della pelle naturale; agitazione generale; smanie e contorcimenti nell'infierire dei .dolori. Non potendo ·nel criterio eziologico trovare la conferma dì diagnosi .di eolica salun: ina corsami alla menle in contemplazione speciale d'alcuni tra gli esposti sintomi, mi attenni primieramente nella cura alla prescrizione dell'olio di r icino, al'riroposizione di ripetuti clisteri rnollitivi ed ai bagnuoli tiepidi all'addomioe {' foci poi più tardi praticar no salasso, piuttosto nell'intento di preven ire la fl.ogosi, perchè 11bi stùnulus ibi fii,xus, che non in quello d'àbballerla già presente. Queste indicazioni, susseguite come furono da abbondanti esili alvini, pr,Jdusse1· un notevole miglioramento sul fare della sera in cui feci oon ostante rinnovar il salasso, i bagnuoli ed i clisteri, _prescrivend'in pari tempo una bevanda ruollitivo-eccoprotica. Continuava il miglioramento nel maLLino del giorno 10, ma non essendo tuttavia tranquillo intorno a lla stabilità del medesi,mo feci applicar ai vasi emorroidali buon nu mero di sanguisughe e rinnovai la prescrizione della be· vanda, dei clisteri e dei bagnuoli, mercè dei quali mezzi trovatosi l'infermo in istato di sempre progredientc miglioramento, vol le pochi giorni dopo, conlr' il mio consìglio, raggiunger il Pirosèafo di par1enza per Tunisi. Ma ooo appena il Costa r ivide I' lcnnsa che ricompa,:,vero tutti li so descrilli sintomi io grndo forse maggiore della prima volta; tanto al1neno dovetti argomentare dalla persistenia dei medesimi nel giorno 21 del mese, nel quale giorno il Medico della Regia Marina, vista 1nfrulluosa la pratica di sei salassi e l'uso d'appropriali rimedii interni, fn costrello farlo di 11uovo trasportar io questo Spedale: di fatto nella prima visita ch'io dello giorno feci all'infermo, trovai che alla continuazione dei dolori òrnbelli cali, della stitichezza, dell'allrallora delle pareli addomi-

na'li, ecc., s'eran associate la contrazione dolorosa dt1gli arti e la cefalea : i polsì però m3uteaevansi tranquilli, di-

latali e resistenti mollo più di ciò che avrebbero dovuto essere.dopo le soli raz ioni di sangue operatesi . Per questo fatto , per il pronto sollievo dei 4olori ricavato di bel onovo dagli ·oleosi e dai mo)Jitivi usali sia internamente com'esternamenle e soprattutlo per il particolare sintomo 4ell'attrattura delle pareli addominali confermatomi maggiçrmenle nel sospetto di coiica salurnina, volli minutamente riandate dall'ammalato le cagioni tulle che polesser avere dato luogo ai suoi patimenti, eccitandolo particolarmente a richiamar alla sua memoria se mai per caso si fosse trovalo in un'atmosfera carica di vapori di piombo o, più ancora, se avesse in qualsiasi modo dovuto servirsi dei medesimi. A questa mia interrogazione subito rispondeva il Costa avei· avuto soventi volte a trattare la biacca ed il min-io cd essergli spesso avvenuto di- portar il cibo alla bocca con le mani imbrattate di queste preparazioni di piombo. Riconosciuta per tale modo la vera cagione della colica, non esitai a ricorrer all'oppio somministrato alla do~e di tre grani al giorno, mercè dell'uso del quale e con l'avvertenza di proroovere da quand'a quando per ·mezzo di clisteri qualche deiezione alvina, 'Ottenni in pochi giorni la cessazione compiuta dei dolori colici. Se non che essend'a questi subentrato un senso di. forte ca\or all'addomiue ed i polsi toccandosi forti e duri, dovetti, per timore si svegliasse una flogqsi intestinale, rimediarvi con doe salassi, con bagni ~oéali e con bevande riofrescativ.e; a questi rimedii aggiunsi per ultimo l'uso interno dello zolfo, tanto commendalo dai Pratici in questi ,casi, dalla co11tinuaziooe del qual~ ottenni la totale reintegrazione della sanità del Costa che fu perciò rimandato alla sua destin;zione. ·

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTil?ICllE (Me~e d'agosto. l a Conferenza). To·arno. ~on appena fu letto ed approvatQ il processo verba1e dell'ultima tornala, ìl Dolt. Elia, stato nominat.o a Segretaro in sostituzione del Dotl. ·sclaver,mi partito con il proprio Reggimento alla volta di Sciamberì, cou un suo forbilo discorso disse parole di ringraziamento ai suoi Colleghi ·per il com partitogli onore. Prese quindi la parola il Pres. Med. Div. Doti. Arella leggend'una Lettera Cìrcolat·e del Presidente del Consiglio Snperiore Militare di Sanità tendente ad introdur alcune · norme generali per il buon andamento dèlle Conferenze e per la pronta red,1zioue e trasmissione dei proces,i verbali delle medesime. A questa comunicazione il medesimo Mcd. Div. fece succedere la lettura del suo discorso giil da noi pubblicalo al No 30 del 2a, anno di questo Giomale. Interpellali açl ultimo i Membri dell'Adunanza se avesser ancora qualche cosa a dir intorno all'o·ttalmi~ dom.iuata in 'Genova, non essendovi chi prendesse la parola, 11 Dott. Arella che nella sua qualitlt di !\led. Div·. dirigeva ancora io Spedale Militare dì quella Divisione appunto nei primordii. dell'evoluzione di quell'Ollalmìa, si credette in obbligo di riepilogare brevemente le importanti discussioni cbe intorno a quest'argomento avevano, lui Presidente, avuto luogo fra i Colleghi di quello Spedale e Presidio. Ricordò anzi tutto come, in mancanza clt prove di fatto, i Membri della Comissione avessero dovuto procedere con molla riserva e prudenza nel pronunziarsi intorno alla contagiositìt dell'ottalmia dominante, lascianµo, per cosi dire, il giudizio in sosp~so e riserbandosi a giudicare più tardi e con maggior fondamento in una qoistione per se cotanto grave e vitale. Accennò poi come siffalta riserbatezza 0


47 fosse a;,npiamenfo giustificata dall'osser.vare che la mal<1t~ia nolgevasi da prìma quasi escl~sivamente in determinate località maocaoti talmente delle opportuno condii:ioni igieniche da fare realmente credere che cligioni local i confPrissero specialmente alla produzione di quell'olla Imia.: acceonand' inoltre al come il Dott. l\fazzi Relatore della Commissione ( 1) 1tià per otto anni Medico eserc13nle .in· .Egillo dove re~na epidemica e forse originaria qnes[a malattia e conseguen~emenle Giudice co~1petente io questa questione, non riconoscesse nell'allora dominante ottalm1a qoe'speciali caralleri, ch'egli aveva lungame.nte o~servali nel sno medico esercizio presso l'Armata Egiziaca,giustificò l'oper3to della Commissione la quale si limitò allora dì· chiarare di natura reumatico-catarrale l'ollalmia dominante; la quale natura od indole sembrava aocbe c<,nfermata dalle inconstanlissime vidssitudini atmosfericbo cbeappunto nel decorrere di qnolla stagione si succedettero frequenternenle in Genova. Riferi ad ultimo éome non tutli i Colle~hi di quello Spedale accordandosi oél rilenerl' la do_minanle ollalmia siccome di natura rellmatico-catarrale, ma alcuni, tra i quali specialmente li Dottori Balestra ea Omegna, volendola veramente d'indole bellica, la Commissione, tultochè non persuasa, tuttavia apprezzando le ragioni della parlo contraria e sopraltulto premendole tutelar in ogni modo possibile la sanità del soldato, ére~elle dovere 'proporre pròvvidenze tali che valesser ad impetlire la comunicazione della malallfa doll'uoo all'altro soldato, senza chfl però scientificamente potesse dirsi convinta sia.della natura btllica di qoell'ottHlmia , sia ,!ella sua contagiosità,. llllirualAsi p1Jr tale modo la discussione iuloruo a quost'argomenlo, il !\led. l)iv. conéesse la parola al Dolt. Giacomet Li perchò drsse lettura del Rendiconto Clinico della Se:i-0ne mista di 1>1:11c1·ci , di feriti e di scabbiosi, diretta dal Bar. di Reaufort 11ei- mui cl!i:ipdle, maggio, giugno e luglio. (Vedi N° 3o del Giol'UaleJ. 11 Presidente però, attesa l'ora tarda, t'u obbligato dichiarare c,hlusa la tornata prima che la lellura di questo l\,mùiconto fos~e dal predetto Dott. compiuta.

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Glil'lòVA. Dopo la lettura ed approvazione del processo verbale, il Presidente diede lettura della Circolare del èonsigHo Superiore ntilitare di Sanità rillettente alcuO'e norme generali da seguirsi nella tenuta delle Conferenze e nella redazione dei processi verbali. lo seguilo il Dott Omegna riepilogando con un suo discorso quanto ~i era dello intorno a!l'otlalmia dominante nella Conferenza dei ~5 di giugno , ccl'cò novè!laweole provare come quella fosse ,1erameoto l'oUalmia bellica oli egiziaca o si còmmunicasse pe,. contagio. A convalidare questa sua opinione Ja quale disse divisa pure dai Dollori Balestra e i\Iaz.zolini , citò il fatto osservabile nello $pedale Civile nella Cliuica del Dolt. Mari netti in coi mentre v'erano mo Ili ammalali Borghesi affolli da ottalmia di varie specie, olto soli cran i casi d'ottalmia granulosa e di quP.Sti , selle in altrettante persone che già avevano sofferta l'ollalmia montre apparlenevau ali' Armata , cd nuo in Dorgbese fratello ad on Soldato che era ritornato a casa tocco ancora dalla sotl'drla ottalmia. Citò il caso d'un Uffiziale che, curalo in Nizza nell'anno 1851 d'un'ottalmia con un 'r.oergico metodo antiflogistico, ebbe tallavia a perdere l'occhio sinistro e dovette la salvezza dell'allr'occ~io all'intervento d'un Medico del l'Armata Francese per nome DJ'essy il quale, riconosciuta tosto l'ottal mia per Egiziaca, riuscì alla gual'igione del modosimo con pronte cauterizzazioni di nitralo d'argento. Conchiusecol ricordar i caratteri sp@ciali di quest'ollalmia di cui a natura specifica e contagiosa, disse essere messa fuori di dubbio dal metodo curativo, giacchè me oll·e nelle oltalmie d'altra natura le cauterizzazioni con il nitrato d'argonlo cagionel'obbero danno, nella bellica in vece da queste solo può sperarsi la guarigione; cosa questa ch'.ei disse anche sufficientemente provala dalla buona riuscila delle delle cauter izzazioni nella cura delle ottalmie dominate e domioant i nello stesso Spedale Militare. ALl!SSArìl>IU.l. Comunicatasi dal Presideut.o la Circolare del Consiglio Superiore ~Iilitare di Sanità ragguardaute alle C<>nfe -

(t ) Non MAR1 com'inavvertentemente si stampò nella pubbli cazirmc di detta Rela~ione.

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renze, il Dolt. B~lHf ri,l\Sse la $loçia ,d'fncefalite pubblic,1la in qaesto medesimo numero del Giarnale. Dichiarata quindi dal Presidente aperta la discussione intorno a questa Storia, il Dottore Vagliecti interpellò lo Storio~rafo per sapere qual indole attribuissèalla maÌà ttia iu djscn.ssione..Risposo il D.ott. .Botlierì credere l'encefalite da lui dr.scritta d'indole eminentemente flo gutica. li Dott. Vaglicoti a1~pog!Xiato alla cagiono detenninank cd alla natura.delle) complicanze mauifestaJesì nul dcco~so poll,f malattia cioè al dolore muscolare toracico ed alla risipola, soggiunse esser egli di parere clie l'indole della malattia foss'in vece 1a reumatica. Rispose di nuovo il Doti. Bollieri che l'indole infiammatoria pretta della malattia in discussione era statabastantemente dimostrata dalla stessa descrizione dei sintomi e dalla utilità ricavata dall'energico metodo anlillo.glalico positivo e negativo stato adopPrato. Allo stesso metodo cli cura appo,gg1aodosi il Dott. Va~lienli sostenne che appunto dall'aver udilo legger~ essersi solo allora modificato in meglio l'andameoto ùella malattia, quando comparvero mctaslalicaroente il dolore pantorìo toracico e la rfaipola dell'orecchia, e quando si fece largo ricorso ài vescicatorii, egli aveva arguito dell'indole infiammatorio-reumatica dell'e.ncefalito; dal che, Jisse, poter aucor a posteriori arguirsi che, se si fosse ariticip,110 l'uso dei reyell1mti , ~,arep,b~si forse ahbrevialo il corso della malallìa con vant,iggio del1'ammalato.Aquesti argomenti il Doli. Bollieri oppose che quand'anche la 1:a~ione determìnar,le sia stata di nalnra reurnal!1:a, toltavia nou poteva da ciò conchiudcrsi essere la malattia d'iodole remr1atica., giaccbè avviene moltissime volte chG a ragioni reu_matiz:r.anli succedono malattie di r)alura eminent~mente infiammatoria ; il che appuoto avvenne nel caso in questione, siccome ne convincevano li sintomi coocomilauli. Obbidlò in seguilo il medesimo Dolt. Vaglieuli che i:1rande numero di valenli Pratici, a.uzichè raccom~ndare nella cura deli'encefalile l'energico metodo antiflogistico, proponp.ou io vece 'si debba andare mCJ.lto <;;autaroeole nell'uso del sal~sso, siccome quello elle, quando non vi sia il pe-rmiUenle, può con tolta facilità pr\>moyere la condizione atassica dell'ammalato A questa nuova obbiezione risposo il Doli. Bollieri che, se è vero che qualche volta l'ence[alito può andai' unita a debolezza od a febbre nervosa, non è però meno vero che questa debole:i.za è le molte volte (siccome nel caso in discussione) fittizia cioò non costituisce altra cosa f\1orchè l'opPressione di /'orze; che per ooosegoeoza qoesle raro ecce1.ir,ni non scemauo 1rnnto i.I valore pratico del metodo antiflogistico energico così caldarncnle raccomandalo 'aa B0rsic1·i, Frnnk,Vogel, Richler, 1>cc. i qm1li nella cura <lell.'encefalite commendano sovente le r.ecessità del sala&so dalla stessa vena giagularc onde pià proolamrnte domare l'impeto della .flogosi ed imped.ìr i gu~sti cbc nella delii;nta strullur·a Jell'enc,efalo pos· sono facilmente operarsi; che fìnalroeole se nel caso da·lui esposto non ebbe ricor~o a ·q~esto spedienle ru pet·chè egli crede qualche volta il salasso della giogulare pericoloso per la stasi sanguigna che può farsi nel cervello per mezzo della compressione indispensabile aù arrestare l'uscita del sangue dal vaso sala~sato. Nol~nd'. ad ullimo il Dolt. Vaglienti come la meninqite nella cura della quale s'addice maggiormente il pronto e generoso oso dei salasst sia per lo più rappresentata da moti convulsi1>i, ed in vece la corebrile la quale mostrasi poco tollerante del salasso, lo sia dal sopore, ne dedusi.e che nella Storia letta dall'onorevole suo Collega prevalend' il sopore e couseguentemoote dovendo qubitarsi di r.erebrite, l'indicazione del metodo anllUogtstico molt'altivo non fosse cosi chiara.mente manifesta e necessaria. Contro quest'obbiezione il Dott. Botlieri notò che non sempre il sopore è sintomo di verl,I cerebr ite; cbo anzi molle volle non è altra cosa fuorchè l'effetto della congestione di sangue nel ricchissimo apparato venoso delle membrane del cervello ; casi questi nei quali ooo solo l'uso del salasso non è imperiosamente comandato erapidamenle utile, come ne convince il pronto rialzarsi de' polsi, ecc. , ma sarebbe fatale per l'ammalalo la titu banza del Medico nell'avervi ricorso. Postosi fine a questa discussione, il Presidente propose l'acquisto per il Gabinetto di Lettura delle Opere Minori del cav. Prof. Alessaodro Riberi rres. del Consiglio Superiore Militare di Sanità. La spesa occorrente. essendo stata unanimamen~e votata, ll,l so)iuta fu s.:io\ta.


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PARTE SECONDA RlVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Sunti del Dolt. Giacomelli). · Cura dell'idroc,le coll' Elettro·puritura; qel Dott. E. Dacchè si 'è scoperta l'influenza che gli stati elellrici esercitano su le azioni chimiche fu tosto ,intrapresa l'applicazione déll'Elettro alle patologiche alterazioni.E fra i tauti Medici che con alacrità s'accinsero -allo studio deisuoi effetti sul vivo organismo debbe noverarsi il Doli. Vivarelli che produsse la Storia di tre voluminosi idroceli , guarili con l'elellro-puntura la quale vide con felice successo sperimentata sin dal 1842 dal Pecchioli nella cura d!!)la medesima malallia. li p_rimo caso si riferisce ad un idrocele della vaginale del testicolo che oa 18 mesi incomodava l'ammalalo. Fu sottoposto al mezzo sopraccennato con l'introdurre due aghi di rame nell'estremiià dell'ovoide costituito dal .tumore fin alla cavità della raccolla e collo stabilire la corrente elellro-galvanica mettendo in azioue una pila a cilindri di 26 coppie. La prima impressione fu dolorosa e la scossa violenta cos) che le coppie si doveltero r.idurre a diciotto. La corrente fu manteguta per lo spazio di cinque minuti, trascorsi i quali si tolsero glì aghi. Durando l'azione di questi vedevasi il cremastere contrarsi e la pelle farsi rugosa. Non essend'in~orto alcun incidente si rinnovò coò l'interruzione d'un giorno la sedùla, manlenendo per dieci minuti la corrente la qualff ha anche resa più intensa con la giunta di due altre coppie. Alla terza seduta cominciò ad avvertir una Lai quale diminuzione del liquido raccolto ed avendo in seguito ripeti.1to ogni due giorni la seduta ed accresciuto sin a 24 il numero delle coppie, l'ammalato restò compiutamente guarito alla settima seduta. Nel seco,;do caso e.sposto dal!' Autore si tratta d'idrocele consecutivo .ad orchite tra umatica antico e complicato a grosse varici. Essendosi adoprato ii medesimo apparecchio , dopo la seconda seduta ·s'osservò un vistoso appassimento delle varici , nella terza la totale scomparsa del tumore. Le sedute rurono fatte coo l'interruzione di un giorno. Queste non durarono più di dod'ici minuti e gli elementi !)lettri~i furon accresciuti sio al numero di 24. Nel terzo caso d'idrocele voluminoso al punto ·che lo scroto discendeva oltr'al terzo medio d,~lle coilcie, si fece .uso. della pila di Bunsen, unita al condeosatoJe eleltromagnelico di .On La Rive. La prima seduta durò soltanto cinque minuti e con l'interruzione d'un giorno ne furono successivamente praticale altre cinque, dalle quali s'ebbe la soddisfazione di vedere volta per volta scemala la quantità del liquido raccolto. La sesta seduta diè luogo ~d un dolore ottuso e profondo, per cui si dovette sospendere la settima a cinque giorni. All'undeciro,ll il liquido era quasi tolalmenle scomparso; però lo scroto offri va un volume maggiore del natura le in causa dell'iuspessimento dei varii tessuti che lo compongono e della piccola qpaatità di liquido tullavia persistente che I' Aolore spera di vedere cessato io breve tempo. Intanto d'onde derivare la risoluzione di questa maJaUiaP JJ Vivarelli la deduce da due precipue ragioni: Ja prima dalla proprietà che le correnti elettro-galvaniVtVARELLI.

che hanno di compor i liquidi: la seconda da no moto aumentato dei vasi assorbenti, dal detto fluido provocato e cr.ede che la seconda azione debba sulla prima prevalere tultochè operino di concerto. '(Gazz. Med. ltal. Toso-.) Snll'us,> locaU del nitralo d'argento f(iso nelta wra delle nevralgie del Dott. MAROTTE. Per un modo meramente fortuito l'Autore fu· condotto a questa ·comoda e semplice pratica la quale io pure ebbi già l'occasione di sperimentar in un caso di nevralgia soprorbilale oon buon successo., tutlavia persistente. Mentre esercitava i suoi Allievi nella ricerca dei punti nevralgici che, per meglio trovarli in seguito, faceva segnare con . il nitrato d'argento osservò ch'in tutti i punti stati toccati il giorno prima era considerabilmente diminuito il dolore. Quin.di egli adoprò questo me·zzo sopra 25 ammalati di nevralgia ed in tre soltanto gli andò fallito; il ·che prova , non trattarsi d'una panacea·, ma d'un rimedio di cui le indicazioni e l'efficacia sono subordinate alla natura del male. . Volend'usarlo, bis,ogna fregar il nitrato d'argento, pre· viamenle bagnalo, su tutta la parte ch'è sede della nevralgia. Le frizioni dovranno essere tanto piu ripetute e forti, quanto da una parte la sensibilità nevralgica sarà più intensa e dall'altra la pelle dell'ammalato o della regione affetta sarà più fina. In generale è meglio insister o.lire alla necessaria misura, piull0stochè fermarsi troppo presto. Nullameoo converrebbe arrestarsi ·tostochè l'ammalato comiQciasse a provar un senso di bruciore o di puntura. Talvolta e senzachè manchi l'effetto terapeµtico l'aroma. lato prova alcuna dolorosa sensazione, ma per lo più producesi un bruciore per due o tre ore, dopo cui com paiono fl ittene su diversi punti della superficie cauteriz . zata e l'escara cade ,generalmente dopo sei od otio giorni. ln somma, dice il Dolt. i\:IAROTTE, il nitrato d'argento fuso, usalo corn'agente d'frrita1ione sostitutiva nelle nevralgie ha il vantaggio: 1'' d'essere sempre nelle mani del Medico: 2° di llOll spaventare l'ammalato, com' il ferro rovente ed il vescicatorio: 5° di non essere così lun• · gamen te ed inte.nsamenle doloroso quanto questi mezzi: 4° d'aver in ge11erale un'azione pronta ed efficace : 5° di non lasciare cicatrice, nè rossezza cosi durevole come gli altri topici irritanti del medesimo ordine. (Sunto.del Dott. MO'fl'INI). I

Lissazione d; l coccige in seguito a cad·uta; riduzione; pronta guarigione; del Dott. BoYEU. Chiamato il DoLL. Bo· yer presso d'una Signora che, discendeudo una scala era caduta su le natiche, la trovò coricata su il fianco sin istro, con lé gambe ~lese su le coscie e con queste sul bacino lagnandosi al.la regione dell'ano d'un dolor olluso che reodevasi vivissimo per il 1nin imo movimento ed era ac· compagnato dalla sensazione d'u11 corpo $traniero che tendesse ad uscire dal rello. Non v'essend'indizio di spostamento nè degli ossi del bacino, nè del sacro, Boyer, sospettando qualche lesione all'(>Slremilà di quest'osso od al cocciize, tentò inulilmente con l'indice nel re tto d'arrivar a qnest'osso il quale però riconobbe spostato dal di.dietro al davanti e da destra a sini·stra. Facendosi allora spingere con forza il cobiLo corrispondente all'indice introdotto Jlell'ano, giunse ad uncinare il coccige che leggiermente crepitando r1cuperò il suo sito naturale. L'ammalata potè tosto dopo stendere senza dolore le coscie e dopo 5 giorn i abbandonò il lello, nè più la lnssazione si riprodusse. 11 Direttore Doti. C0ll1ISSETT1 Med. Div.

Il Vice-Diretlore responsabile Doti. Bar. de Beaufort M. R. Torino, 185i, Pelazza, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n• 24


( ai 13 di settembre 1852 )

N° 7.

ANNO II.

GIORNALE DI IIEDICINA HILITARE l

DEL CORP-0 SANITARIO DELL' ARHA'fA SARD~. L'associ azione non si riceve che pe1· ou anuo e comincià col t" d'agosto. Il Giorualesi pubblica nel lanedì di ciascheduna sellimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino . . . . . . . . L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di'posta . . L. 11. L'abbonilmento debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TlPOGRAPIA SUBALPINA , via Alfieri, numo·24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postale. SOMMARIO. - 1° Doti. PESGETTO: Relazione intorno ·ad alcuni casi di vaiuolo. - 2° Dott. DEAGOSTL'll: Delle inalazioni d'etere solforico n_ell'epilessia. - 3° Doli. l\lARIANO: 1\elazione intorno alle malattie chirurgiche curate nello Spedale degl'Invalidi. - 4° Dott. ZAccnu : Bubbone sifilitico primitivo. 5°"-Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 6° Bollettino officiale.- "/0 Rivista ·dei Giornali Scientifici. - 8° Tabella dimostrativa.

mesi successivi e ad infi<Hire c:011tinua nella nostra Citlà (1). 1 A questa generale influenza, come bene v'è noto, non isfuggirono né gli Equipaggi della nostra Marineria, nè il Battaglione }\eal Navi, ond'il nostro Spedale, sebbene io proporzione assaì mite., dovetto eziandio fornir all'epidemia dominante il suo piccolo contingente, pagandone il relativo tributo. Nove ìn tutto furon i casi di vaiuolo svoltisi nel complessivo numero di 1600 persone delle quali consta .attualmente il Personale della bassa forza della ·nostra gente di mare, tra i qua li uno dovelle soccombere. RELAZIONE D'alla Tabella che vi preserilo in calce di questo DEI CASI DI VAIUOLO ARABICO CUIUTI N l~LL,\ DIVISIONE Scritto intorno al movimento, alle complicazioni , alla MEDICA DE LL'OSPEDALE l.'IIINCIPAL~ DELLA R. ll!A ll!NA forma, alla natnra ed all'esito dei detti nove casi , poNE I i'IIl!SI DI MAGGIO E r, UG.LIO 18152 dat G. PESCflTTO, trete facilmente rilevar alcune utili osservazioni le quali, Medico di Marina. sebbene· dedotte da una cifra troppo ristrella, p1fre valgoo assai per potere conformare quanto iri più ampie St' dopo la scope.ria dell'immortale leoner si può riproporzioni verificarono già non pochi valenti Osservatori tener in generale essere costante l'eseuzionc dei vaccie Scrittori d'Épidemie vaiuolose. ' nati dall'inlluenza vaioolo.sa d(grado ordinario e sporaLa classe dei marinai fu la più colpiia dal morbo, dica, l'esperienza però ha dimosl'rato che 11elle gravi ed giacchè ne somministrò sei casi nella proporzione di tre estes(3 epidemie nè il vaccino, nè lo stesso vaioolo sofper il Balfaglione R. Navi. ferto rendon assolutamente tJ1tli immuni da un nuovo 11 primo che ne rimase tocco appal'te11èva a quest'ulattacco del morbo. Corpo ed ebbe luogo sul decliuare di maggio. Egli timo ~1e accuratissime osservazioni che sino dal principio di è rimarcherole che il Soldato che fornì un tale caso si qnesto s_ecolo usciron a.Ila luce in Inghilterra, in Germatròvava da 25 giorni in distaccamento al Cautiere della nia, in America, in Francia ed in Italia, corredate d'utidi quel recinto, nè in tutta la Bor· Foce, dove nè dentro lissime ilh1strazior1i st.atistiche e di coro!la rii importanti gala che lo circo.nda non s'era ancora verificalo alcun S()pra un tal argomento, provano altro11d'assai ch iaracaso di vaiuolo : ollracciò ritengasi che, sebbene quel mente che, se non sempre la vaccina prf.'serva dal vaiuolo, ma rinaio avesse subiw u11 corso di regolar e buona vacnè d,1 un seçondo auacco coloro che già iI s11perar,,no, cinazione, come ne convinse e t,r'sua ricordanza d'essere esso , astrazione falla da qualche raro _caso , si mostra stato vaccinato nel settimo annv di sua elà e l'inspezione cosi be11igno e modificato da cedere facilmente alla na-· delle largho e profonde cicatri.ci residue nel braccio , tura ed al l'Arte. pure sofferse un corso di vaiuolo gravissimo e confluente Coteste osservazioni di fallo le quali pure vedemmo a 1:ui tenne dietro una grandissima quantità di furoncoli verificate nell'ultima epidemia dell'Arabo contagio che ed una lenta convalescenza la quale fu la più lunga di negli anni 1828 e 29 menò strage gr;i.ndissima in tutto , tutte. Questo caso lo troverete indicato nella Tabella col lo Stato nostro, mietendo nella sola G_erìova quasi 5 mila nome di Gaggiero. vitlirne ed oltr'a 4 mila in Torino, neppure falliron io qul'lla che si svols~ in quest'anno tra· noi la quale, (1) Nel momento in cui scrivo oltrepassano già i 500 i .morti cominciata in gennaio , dominò saltuariamente nei nel corso dell'attoale epidemia.

PARTE PRIJiA


50 l>o~V qM ~to L1.1lti gli altri casi si manlfiislàrono rW!

R'ìduc'e'od'or ad analitioo calcolo tutte qoeste nozioni di fatto <tesante dai no·stri va·ro-6losi, mi sembra potere dedurre le conclusioni seguenti le quali, come sopra ho accennato , colliman appunto con quellé che furono già ra-ccolte da molti altri osservatori.

mese di luglio rascfa1nt.1

lìb~ro i1 grogo·o. Cooflueottl <:ome quello che ho sopra acceonato, s'ortersè al 1° dì Jy~Jio il s'ècò·M6 r 'aso Ml Sold~tò Riva, con la différenza però che riòo essendo quesfi ma i st,110 tionoi,6st6 all'inné'stò vaceino, nè tnai prima colto da altro attacco di vaiuolo arabico , morì al <lecimo giorno con sintomi di gravissima sinoca meniog1•a, mostruosamente gonfio io tott'il corpo e o'el massimo peTiftdt> d'ella suppa razion.c. Degli allri selle casi, quallro si può dir appaTlenessero al vainolo discreto, Ieggiero e benigno e tre a quella varietà modificala che dai moderni variamente s'appella con i 11omi di vaiuoloide, vaiuolelto, vaiuolo bastardo, falso vaiuolo. Per quaoto non voglia ammellersi da talunv l'esistenza di quesla nuova forma morbosa e non credasi meritevole cÌ'una deuomfoazione propria, p,ire siccome l'espe rienza insegna che da qualch'anno a questa parte essa cominciò a rendersi -assai frequente nei v11ccinati , io stimo dover ammettersi come specie a parte, perchè bastantemente fornita di ca ratteri suoi proprii perchè noo sia nella Pratica confu sa con il vaiuolo o con la varicella. Qul;lst'esantema il ,1uale ebbi più volte occasione. di studiare, non s'offre per lo più che io quelle persone le quali subirono l'inneslo vaccino , ed in tale condizione in fallì eran i tre Soldati ai qua li accenno in questa Relazione ed i quali troverete registrali nella Tabella con i nomi di Coccola, Lanterminet e Polvere. l siuLomi prod romi con i quali si manifestò il vai1w-loide in questi tre Soldati non diversificarono quasi da quelli del vaiuolo A rabico. Lo febbre però fu io · tutti di breve dura ta ed assai mite ; l'eruzione com parve nel finire del terzo giorno e continuò nel quarto, ma le pu stule, meno svolte che nel vaiuolo primitiv9 erano rare ed isolate; l'elevamenLo e l' ioduramento alla base era appena tracciato; l'areola male circoscrilla ed ìrregolare e sino dalla fin e del quarto giorno. la sommità delle pustuJe assunse un colore bianco ed opal ino; al quinto divennero sierose ed appianate e la febbre era già svanila ; l'areola scomparve al sesto senza prendere carattere marcioso o suppurativo; al sellimo la disseccazione e ra compiuta e la sanità ricuperata alTallo; nel decimo giorno finalmente ogni macchia era svanita senza lasciare apparenza di superstite cica triziazione. Quant'alla provenienza, nella classe dei marinai cinque casi si manifestaron a bordo de' llegii Legni mentre si t rovaron armati per il viaggio d'Evoluzione e colsero due Marinai del Governolo, uno della Staffetta, uno del S. Giovan11i ed uno dcli' Aquila ; il sesto caso fu il solo che siasì svolto nella Caserma dell'Arsenale. Tra i casi osscr\'ali nei Soldati del Baltaglion e R. Navi, uno si manifestò a bordo dell'Aquila, un altro alla Foce ed il terzo in Quartiere. I vaccinati con buon esito furono quallro, dei quali un solo contrasse il vaiuolo Arabico e ne guarì sebbene fosse grave e confluente, gli altri tre lo manifestarono modificato con i caralleri della vaiuoloide; i non vaccinati, oè mai stati colli precedentemente da vaiuolo furono tre, dei quali uno mori. : i casi dubbii od i nocu lati èon va'Ccino s1>urio furono due ed in ei>si il corso, del vaiuolo fu benigno e dis.creto.

1° Non dover rivocarsi in dubbio .che il virns vaccino sia un valido preservalivo dal vaiuolo naturale. 2-0 Essere possibile , ma assai rara , la manifestazione del vaiuolo nelle persone che hanno subilo con buon esilo l'innesto vaccino, e guella stare probabil mente nella medesima lim itata proporzione di quelli che sono per la secopda volta colpiti dal vaiuolo : nei quali dne casi raro è che non si superi la malallia perchè qnasi sempre benigna e modificata. 5° La massima parte dei casi d'eruzione vaiuolosa che accadono nei vaccinati non esser altrimenti coslituili dal vero vaiuolo, ma sibbene dalla vaiuoloide, malallìa fornita di caratteri nosologici proj>rii , sempre mite e benigna. 4° Finalmente la cifra della mortalità dei v-aiuolosi , specialmente in tempo d'epidemia, essere quasi tolta fornita da per~one non vacèinate o che prima non ebber a soffrire il vaiuolo naturale ( V. la Tabella· Ì'lt fit1e).

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DELL'USO DELLE I NALAZION I DEI VAPORI DELL ETB1lB SOLFORICO 'NBLLA CURA DBGLl ACCESSI BPILETT ICI

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( Cenni corredati da tm' OsserPazio11e , letti 'in ,ma Con· fere11sa di Genoi>a dat Medico di Marina Dott. lh,AGOSTJNI).

Quaotuoqoe non m1 sia stato prima d'ora concesso polere partecipar ai van,taggi d~lla nuova e sapiente instiluzione delle Cooferenz·e Scientifiche a nostrq benefizio decretate, non cessava però nella mia lontananza dal vagheggiar il Jortuoato momento nel quale tra voi, Onorevoli Colleghi , trovandomi, avrei potuto anch'io allingere a questa novella fonte di studio e di emulazione quei frulli i quali necessariament e debbon emergere dalle scientifiche nostre produzioni e discussionj. Compiuti presentemente i miei voti, non mi starò certamenlE\ dal concorrere, per quanl'il comportuno le mie forzo, al maggiore vantaggio ùi queste Adunanze, da quand'a quando intrattenendovi specia lmente intorno a quel le pratiche osservazioni cbe potei acquistare nell'esercizio del!' Arte salutare sempre cosi rlifficile, ma penoso in ispecie a bordo dei Regi Legni, affinchè con fortalo dai vostri consigli possa o confermarmi nelle mie opinioni ovvero modi Ocarle, od anche rigellarlo, se meno giuste e dannose. E per con vincervi tosto di questo mio antico desi derio dh•isai parteciparv i quest'oggi i benefici risoltamenti ottenuti dall'inalazione dei vapori <l'etere solforico nel caso d'epi lessia che sto per narrarvi. Il ma rinaro Gano (ooroe di guerra), Genevese, imbarcato sul R. Piroscafo l'Jcmisa, d'anni 25, di temperamento nervoso-linfatico, soggello da varii anni a convulsioni epi lettiche ricorrenti ad intervalli indeterminati , nel mallioo dei 24 di giugno p. p. avend'altercato con on suo compagno ed essendosi veementemente abbando-


51 nato alla eolltna, rimaneva colto da un violentis~iroo acRt<:.LAZlONE cesso d'epilessia 'li quale per più d1un"ora resisteva a tutti i so·ccorsi dell'~rte. Cessaw l'accesso, si lamentava il DELLE _pn1Nc1rAL• ~ .ALA1'T1E Cm,lfu11 G1cnE STATE p,u.Gana d'nn dolore gravativo all'occipite, non tale da i~to~1'ATE N:E L MESE ,.O' AGOSTO 1.' . P . ~ELLO SPEDA·LE DEL.LA. dlrgli un prbfondo sonno il quale, però fu nel dopo-pranzo R. C;1sA DEfiL1lNVA L1DI ou ;M1m. m REGG1M. DoTr. e 'nella notte sovente interrotto d:alla rinnovazione èlegli MAIHAìi'p. accessi, a fr'enar i quali i~1pote11ti fo ron eU i salassi e la somministrazione dei rimediì calmanti e l'applicazione A compi menln <lel'la Storia d'artrocace del ginocchio dei rivelienti indicali a combattere la congestione cercdestro, già stata pubblicata nel o0 2 dell'ani10 Sf\condo di br-ale, staia, a mio giudizio, prodotta dal violento trasqne-sto Giornale, debbo aggiungere che non oslante la porto di collera. mitezza della riazione generale ·consecntiva all'at\ci opeA fronte della quasi subintraote invasione di questi rativo pllr cui la soluzione di continùità trovavasi già in accessi che nei giorni consecutivi Si manifestaron in varii punii riunii a per prima intenzione nel quarto giorno modo spaventevole, a fronte dell'inutilità dei su ri (orili dall'operai ione e non ostanti;'\- la conlint1azionc di /henesmezzi io _a·od-ava meco stesso serJamente ritlette.ndo con sere del Gara vello sin al settimo. giorno dà quel la, ebbimo quale presidio avrei po tuto alleviar i tormenti del mio lnltavia a deplorare la morte di qtlest'ammala.lo io seammalato, a-llorchè ·mi risovvenne dell'utilità che dai vaguito 3:d infezione purulenta, com'apparirà dalla seguente pori d'etere solfo rico ina lati ottenner in questa malaùia descrizione sintomatologica e necroscopica. · li •Dottori Lema1lre e Raboda nges nei due casi stati- riNella sera del settimo giorno il Garavcllo fu ad un feri ti ali' Accademia Medica di Parigi. Non esitai' quindi !ratto sorpreso da ribrezzi di-' f'reòdo accompagnali dà. ad appigliarmi a qoe!'lo me?'zo ed approssimai t'osto alle narici dell 'amma lato, travagliato appunto da l'errihi li con - - vomito bil i/Ho : .al senso di ribrezz,o successe più tardi un freddo iolensu con tremito generale e stridore dei vnlsioni , una .l>occotta cdntenente etere solfor'ico. J)opo denti e.be si continuò per più di due ore; compari poi poch i momenti l'ammalato si scosse con impeto e cadde un calor urenLe ben tosto sussegoilo da abbo11danle e viquindi p.e r alcuni minu ti in un profondo soj.io re sussescoso sudore che guito da nn delirio gaio che grài:latame11le decrescendo . .lasciò l'amma !ato io istato di ~orave spossateiza . Quesla fenom enologia si rinnovò con la melasciò campo ad un profondo sonno ristoratore. Lusindesima successione ed intensità nel decorso. della nolle, ga-lo da cosi felice risultamento non cessai di fare ri mot ivo per cn.f nel rnattino vegoente io trovai l'ammalato corso a sirni-le mezzo ogni qual vo lta si r innovaro110 gli in islato d' aurnen tata spossatezza n con qu ella particolare access i 1>d· <>.bb( sempre la consola_zione di sospendere fisionomia della Ippocratica e caralerizzata dall' infossa quasi i111medialamerrle le contraiiiorl i e gli sp~simi ai meolo degl'i occhi, dal c\erchio livido intorno ai medesim ,, quali forse queJ disgraziato avrebbe soggiaciuto seoz'un dall 'affilamento <lella ·raccia , eco. Sfa sciato il moncone siffallo soccorso. J.\'on potend'i n seguito, per mancar a che s' ù a reso a lquanto dolenle, , vièli t:he le aderenze fra bordo •dei piccoli nostri Vapori da guerra un locale allo a i margini della feri ta erano di bel nuovo sciolte e che stabi lirvi uno Speda le , provveder a tutte le emergenze di cosi gra ve malattia, _feci r icoverar il Gano nel fo~ Speper la rattrappalnra del'le carn i stillan ti una materia scioIla, ncr.aslra e fetente, l'osso sporgeva oIti·'alle mededa le di Càgliari, d'onde fu poi traslocato in questo $pedale sime. Nel rinlracciare se, p1 1re vi foss11 qua lche cagione Pfincipale dell a R. Marina. dr c;osì inaspeltalo apparato morboso, mi sol.fermai speN_el comunicarvi, Onorevoli Colleghi, questa breve oscialmente ad indagare se per av1'entura un qualch' crrore seTvazion1:: no.n cr'ediate già ch' io prestJma addit·arvi iln dietetico non fosse stato commesso dall ',immalalo il quale mezzo sconosciuto nella cura dèll'epilessìa, giacchè beo·e conoscendo quan(o v6i siate versali in ogn i ramo della cosUrntemente .si m~nteone nella ne&àLiva ; d'ondo fu che nella mancanza di cagioni estri nseche produttrici di queScienza nostra sono C6ovintissi·mò che tu tte avete già apprezzate le eroiche virtù di questo benefico agente test' infausto _cambiamen to, tosto. mi corse all a mente , e la rapetllic<, così variamente sperimentate da i più celebrati comun_icaì al Doìt. Denina mio coad i1)lore nella cura , Clinici. Mia sola inleo'iio11e fu quella di c_onfermure con l'idea d'in[t'zione purulenta, Voi.li ciò non oslanle speri mentare Toso in.terno dei prepara li chinoidei, nel mentre un fallo bene verificato l'ulililà dell'etere solforico nella c1tra di cosi lerribile malattia, eccitandovi cosi a r icorrere che sul moncone feci applicare fi laccica imbevute nella cou fiducia al medesimo qòando vi s'offra l' occasion è ed decozione della corteccia pe_ruviana avvalorata cla.ll'unione a r-ende r omaggio agli American i Jackson e Nofortuo che dell'akoole canforato. Q ut;sti sussid i! però, facile pur troppo a_prevedersi ! non imped irono nè il frequ~ ntti alt)rirni facendo l'applicaziono dell'elere solfo rico. alla Chit(wnarn del freddo e del S!.Jdore, nè il vom ito bilioso, nè rurgia Operativa, arricchirono la Terapeutica d'u n preil. corrseculivo estremo avvi limento di forze ;. che anzi sid io in mi lle modi g'iovevole all'umani tà languente, bene pre_s lo sopraggiunse u 11 do Iore oppressivo al la LO' sempre che però \1i ;s'abbia ricorso con quella riservadestro del torace, accompagrrnto da tosse e da ottusi tà di LC'lza o prudenza che la Scienza i\ft:iél i(;a suggerisce ai s:ioi fodeli e diligenti Cultori . suono éorrispondentè al punlo•<loloroso del èostàlo destro snl quale era per l'ammalalo impossiliifè co sa il Jecuhilo. Ridotto allora agli estremi, il Gara vello confessò avere commesso gravi Uisordini ditltelici: ma ah i troppo tardi! cM dal moncone nerastro e preso quasi Ja cancrena seéca sempre più ·sporgeva nero esso puro-::l'o:Sso; èhtr la lingua secca, i- denti fulig inosi, la respirazione affaònosa?

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52 lenza. In fallo il pus è un umore clw, una volta formalo, i polsi filiformi ed i gelidi sudori annunziavano f'estremo debbe uscire dal corpo e quando rifluisce uell'economìa fine il qual ebbe luogo nel giorno 6 d'agosto. NF.c1;oscoPIA, Moncone d,i colore pavooazzo e quasi animale non può non dare segni eviden\i della ·sua presen.a. Tant'è vero che qua~d'in qua·Jche parte def co~po essfrcat.o : raccolta purulenta nel tessuto ccllufare inlersuccede , fo.qnaziooe di pus , questa è Lantosto accompa muscolare : tonaca interna ·a i tutté le vene corrispomleoti gnala da turbamento nel sis\ema angio-cardiaco e pel di colore rosso-cupo persisteole dopo la làvatura ~ pseudomembrane di colore rosso carico nella cavità: delle vene nervoso; turbamento questo èhiamato con il nome di lebsafena e femora'le per tult'il tratto superstite dellé medebre suppurativ3 , caratterizzata dii ril,rezzi di freddo, da sime fin all'iliaca esterna· : inie~ione aotabilissima della sudori e da no sedimento denso e bianco nell' orina, ditonaca interna di questa e dell'iliaca, primitiva di ciapendente, come scrive i\lonteggia (Ved. Suppurazione,. cap. 5°) , dall'assorbimento d'una parte del pus stesso. scheòun lato sin al loro sbocco nella vena cava ascenQuesti sintomi i qua li son un rudimento di quelli, propri i dente : vasi linfatici del m ;ocorJe infiammali. Ca1;ità del petto : pleura destra. inalterata, ·ma contedell'infezione, pu rulenta non crescon in intensità quand'il pus sia tosto elimi,nato ovvero rimanga localiZZi!IO e cirnente nella sua cavità poco meno d'u11 litro di pus biancogiallogn(\Jo e denso : polmone ,omologo sano : pleura e condato da speciale membrana nelle parti nelle qu~li . !!i formò, ma quand'iu vece succeda il contrario, al.lor i fepolo1oni~ sinistri sanissimi : cuore flaccido, non irifiarnnomeoi d'in_rezione purulenta non mancaòo. È lleilsì vero matò : vene polmoriali e condotto toracico in condizione che alcun,e voi.te si vedon asces.si vastissimi scorn1)'arire naturale: sciolto e di · colore nero il sangue co_pteouto oell~ veM. ,, senza che ne succeda l'infezione purulenta, ma in questi rari casi il pus fu tosto, or in natura ora, decomposto, Addomine : nessuna 1raccia di flogosi nella v.ena cava, dalle forze riageuti della nalora elim inalo dal corpo . per nella porla e nelle. sue òiramirzioni : fe_gato alquanto più diverse vie e specialmente, per le orinarie, come l,o provol11rni11os,o e molle del n at,urale, cistifelea molto distesa vario le ricerche di d'Arcet che nell',orinJl delle persone da siero trasparente e dal.la presenza di quatlro calcoli morte per assorbimento purulento lr,ivò la fJr~senza delbiliari dt'I volume d'oo cece dei qu;lli due ann idali nel l'albumina la qual abbonda· moltissimo nella partii liquida foorlo di quella ·e gli altri due -lalmeole impegnali nel condel .pus. Vera por anch·e l'asserzione di Bérard c(oè dollo cistico da chiuderlo ermeticamente, senza che sia che negli Spedali s'osservano frequentem ente vasti ed stato possibile smoverli con qualunquesiasi maneggio {1). anticbi ascessi per congestioue i quali conlengon un pus Cranio: nou fn aperta la sua cavità percbè l'ammafétidissimo, senza che le persone le quali sono tocche da lato non diede mai segno d'alterazione negli organi contenuti, avendo conservate sin all'ul timo respiro integre· le quelli olfran i' sinto~i dell'infozione purulenta; ma, ol . lrach~ altra cosa è il pus al contallo dell'aria ed altra funzioni intellettuali. fuori dell'aiione di questa, sin a che quello, come già Hescri lli così i sintomi che occorsero negli ultimi notai, rimane chiuso nella cavità della cisti che s'è forgiorni di vita del Garavello e· riferiti i sègni necroscomato, difficilmente rimane assorbilo ci, se ciò avviene per pico-patologici; mi sia lecito brevemente ragionar intorno qualche piccola quanlità del medesimo, la natura ne proai seguenti tre ponti. · 1° La prese.nza dei calcoli biliari e l'alterazione del move tosto l'elimina.zione, come succede molte volte di tutti gli altri principii dele-Leriì. Che poi l'assorbimento fegato avrao avuta qualçh,e parte nella produzione dei del pus si manifesti con i sintomi del)' infezione purulenta, sopra descl'illi sintomi ? lo dimostrano le sperienze di Castelnau e èJi Ducrest i Se dai fonomeni osservati nel vario andamento di que• quali iniettando pus nelle vene degli animali o -servar~no sta ma)allia noi avessirn a dedurre dell'importanza funcostanl~merite svolgersi tulli li sintomi proprii di quell'afzionale della cistifilea,, dovressimo conchiuder~ che questa è bene poca cosa, gi-acchè, meutr'alla genesi dei prpdo11i fezione. E se le medesime sperienze ripelule da altri Sperimentatori non ebber i medesimi risullamenti, ciii morbosi rinvenuti nella medesima e nel fegato è lecito dipenòe 1 per sentenza dei medesimi Casteln;u e iJucrest affennare che abbia dovulo correr on trailo di tt·mpo piuttosto lungo, noi non osservammo mai nd Gara vello da che aveudo. lrof)po presto uccisi gli animali inservienti alle sperienze, irnpedir~oo che. l'i,nfezione purulenta si alcun sintomo, eccettualo il .vomito bilioso facilmente . manifestasse con tutti l; suoi caratteri. spi~gabile per l'olluramenlo .del condot.to cistico, che va sarà fatta la 5° la quale modo nel 11os1~0 ~aso lesse a farci giudicar a priori funa grave affezione di raccolta purulenta nella pleura destra,[> quelle viscere. Cinque sono le teorie conosciute per ispiegare le ·rac- · 2° L'agsorbimento purulento fu veramente desso la i cagion esse.oziale degli sconcerti osservati e_della conse- , colte purulonte od . i cosi delli ascessi mollipli. 1° La 1 j·. teoria fisica o delle metastasi con cui si suppone il pus cutiva morte ? assorbito dalle vene0 e dai linfatici essere quindi lradollo Quanlouque Boyer ed Hunter neghino cl}'il pus il quale non abbia provata alcun'alterazione possa dare luogo ad j nel lonenle circolatorio e finalmente deposto 11egli oraccidenti funesti auch~ quando rifluisce nell'anima) eco- ! gani. La seconda è quella dei dinamisti nella quale si suppone non il vero pus essere material:1.ente trasportalo nomia e quantunque alt,ri Autori raccontino casi nei quali da un punto all'altro, ma succedere solamente un'eguale vastissimi ascessi f,oçono visti scomparire senza . che l'inmanifestazione ,flogistica nelle parti simpaticamente unite fermo abbia manifestali sintomi proprii di detta infezioa quella in cui succedette la prima raccolta purulenta ; ne, tutta vja io non polrei accomodarmi alla loro senepperciò le varie raccolle purulente non esser ailra cosa fuorchè il prodotto di tante flogosi ·svoltesi nei diversi (1) Questo pezzo patologico si conserva tnttora intatto nelpunti nei quali queste ebber luogo. La terza è la mec• l'alcoole. ·

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canica, corifeo della quare è il Cruveilhier: con questa si suppone ch'i · globuli dol pus più voluminosi di ~uelli del sangue, non poten~o più, per la s proporzione tra il contenuto ed il cont.e nente ,, circolare oei vasi· minimi, quivi s'a~reslan' , ostruiscon i dett i vasi e producono qui ndi la Oebile eapi llare , feeonda prpduttrice di nuovo pus. La qua rta è 1,J.· Tt>otia di I)auce il q~1ale pensa èh'il pus framm i,to al ·~angue ne allori profondamente la crasi e ro renda flqido Jll' r modo cho fa cii 1110010 a v vengaul.l slrasVasi i qual i costituiscono, nelle varie pai'li del corpo iu cui si formaho, tanti corpi stran;eri in1orn'~i quali si svolgono circos·c ritte infiarnri'1~zioni che danno poi luogo ~d allrellanti a.,;ce~si. La quinta finalmente è la così <ltilla pioemia. di Tessier il qual arnm.ette la generazione spontanea ,del pus. Le teorìe dei Vìtalisli , dei Meecanici e di Dance si confondon in qoa r, L'agli efTctli cioè in quan to che suppongono sempre os1roz io111 nei vas i, quind'infiammaziooi circo;scrille e fina lmente racco lte puru lent'e. Queste leoriti però non possotl invocarsi ne! nostro ca~o, poiché, com'abbiain <> notato, la pleura non offriva traccia di llogosi. Nè meglio farebbe al caso nostro la l<'oria di Tessier, perchè nc,i gVevam il moncone, gei\eratore di grande quarllità di pus. Quind'e che a rendt··rci ragione di qua ut'osservammo ntll cadavere de.I Garave llo, noi abbracciamo di 1ireferenza la teoria della Metas.lasì la quale , più antica delle altre, è d'al1rond'amrn,is.;a ria quei grand'iogegoi che fùrOn il Morgagni, ti Bo:, rhaave ·, il Vanswieteo, il G. L. Peti t, il Montcggia; com!l pur è ammessa dal non men chiaro VelpP.au. IDROCELE. Cura radfrale . Tre fnroH i casi d'idrocele curati uel corso di detto nwse. l due primi li offrì il Soldato nella R. Cas<1 Invalidi Michele Apostolo, in età, di ann i 65, simultaneamente e da pitì <111n i tocco da idrocele doppio per cui più volte era stato pal liativamenle curalo cori la puntura. Il volume di ciascheduno ra,somigliava a qutlllo della testa d'un feto sellìrneslre e pa rimente i11 ·ciascheduno si toccava l' inspessimento delle vaginà.li e l' indurarncnto con i.ngrossamento del leslico lo. La cagione era sco1f(lSCiu la ed io la ri tengo di na tura reumatica . L'operazione fu esegu ita cc,n il metodo dell' inieziorie della tintura di iodio ,diluita in .egua le quantità d'acqua <li.stillala e fu coronala del più fel ice suecessn, Allt>Sa l'età ava nzala dell'amma lalo e: per 1-imori.i di !r<i pp'O g,Jgliarda riazionc nell'operare simultaueamenle, operai primo l' idrocele siuist.ro e; quando la guarigione dì q,1eslo fu certa, operai il dest ro. All 'ing('(,ssamcnto rh~i testicoli opposi prima le nnzioni cou pumata -d'idriodato di pot,,ssa e q11ind i la èompressione fa lla con list1ire!le di cerotto di Vigo con mercurio disteso sopra la tela e reso un poco più adesivo co11 aumentare la dose del cerollo di diaqnilonue gommoso. L'amma lalo usci dallo Spedale perfellamenle guarito. (l terzo caso d 'idrocel(:) l'ebbi a curarn nel Conte ,B. Le circoslanze erano' precisamer:te id,; nticÌ1e. L'opera-· zioue fu eseguìta con il medesimo rm~Lod0 e sl.lrt\ il medesimo fe lice risu ltarnento . Lo s'Les,o dicasi <lell 'ingros~Jmento del teslìcolo.. ( Coi!tin 11a)

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STORIE DI CASI RIMARCHEVOLl, 9 ,

BUBUONE PiùM·ITLVO Sl.FIUTfCO GUAHITO LA ~fERCÌ~ DHX: .METODO ABORTIVO PROPOST O' ED ADOTTATO. DAL

Mim.

Dl REGG-. l>oTT. C.EnAI.E

(Storia li:tta in. una Co11/ere1iza d'i Novara dal D ,,ltorff· ZACCHlA).

N. N. Soldalo nt•I 1° Regg . ~iranatieri di Sardegna, in età d'anni 24, di lemperamento sanguigno e ai svegliato ingegno entrava in questo Spedale d1 Novara ai 26 di luglil•, toi:co da un holYbono _all'inguine sinistro, del vol11me d'un 1wvo gallinaceo, dll ro, 1ila~tico, mobile, dolente al tallo, -non aderente all a pélle, riè offrente indizio d'incoato processo spppura.tivo. Cotest'ingorgo ghiandolare all'inguirl'e manifes'nilosi qu ind ici giorni dopo che N. N. aveva av1Jto com!11ercio con una prostituta, fu tuttav ia per ol 1r'c111 mese dat medesimo lrascura lc> o per meglio d ire fu curalo c:ùn mezzi empirici, nella fiilucia di procurarne la risolmione , in vece d11lla q11a_le non s'o.ttenne ·altra cosa fuorché l'irritazione della pelle so . pr'a1>pos1a. Qua11 1unqoe quest'fni:;orgo non s'a.,soeiasso nè a blennorragia, nè alla presenza d'ulcere veneree t~slerne od enlrurntrali, Lullavia valevan a qualificarlo nu bubhone· v.enereo primitivo { d'emblée} I.i cognizione della cagione deter mina·nte, l'aspello part.icolare· dell'ingorgo, la sua località, il ternpéramento sangu igno dell'ammala10, la sua robusta costituiione , la mancanza d'all re località ghiandolari ingorgate e finalmente la compartecipazione tlogis tica del less"'lo ·cel lulare solloculaneo. Stabilita perciò la diagnosi di bubbone sifilitico ed ordinata la pozione purgaute dt)I ·Codice per cessare quilch~ lieve gastrica complicazione consecutiva a disordine dietetico, il Dott. \'alzena mi consegnò f'ammalalo ond'il soltoponessi al metodo di cura pra ticata- in simili casi dal Vott. Cerale-; metodo questo del quale il medesimo l)ou. Valzeaa aveva più vo lte te nuto discorso si·ccome tale che a!l'eco11om ia, alla semplièi tà, alla regolarità dd la cicattice -ed a!la celeri!à di gua rigioue a_ggiunge l'incslimabile bendizio di preservare 'l'amma lalo dai cousecutivì forromeni general i sifilitici; del eh~ aveva avu to campo restare più vo lte convin to uel sno pratico esercizio. Questo metodo che debbe chiamarsi abort ivo per eccelrenza, consiste : 1 ° Nello spaccar immediatamente il tumor a qualunq,ie te mpo o periodo dì malallia l'amrna lato si consegni nelle mani del l'Arte. 2° Nel farn questa spaccatura con nn gammautte nella direziont~ del ·maggiore diametro del tumor.e cd in modo da dividerlo d'oltrll la sua metà sìa in lunghezzat sia io profondi 1à. 5° Nel c:rnterizzarn profondamente tutta quanta superficie cruentala per me1.1.o del nitrato d'argen.to sin a che sia cessato lo stil licidio çli sangue. · 4'' Nel far immediatamente succed~r alla cauteri1ia• zioue una fasciatura compressiva sopra la. quale si con• tinueranno seni' int~rruzione per tre g-ioroi cvnsecutivi. i bagni ghiacciati.

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54 nosct>re per mezzo delle inoculazioni sp erimenlative che 5• N~l mettei: a nuclo nel quarto gi6roo ta ferita , il pus delle singole malattie sifilitiche ha bisogno di mosu cui quando vi sia aumento di turgore s'a~plicheranao dificarsi al conlallo dell'a ria onde possa riprodursi. io vece dei bagni ghiacciali carapfasmi mollitivi per racilitare la caduta delle escare, 1~ quali eliminate, si cau teriiierà di nuo,•o la (erila tulla, medicandola quindi à R.ELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFlCllE p}allo sin a perfolla guarigione la quale non suole farsi desiderar 1>llr'al ventei;imo giorno. (C,mrim1azio11e del mese a·ugvsto. 13 Conferenza). Nel giorno 28 del medèsimo mese, situato orizzontalmente l'ammalato sul ·propri<., letto , convenien temente SCIAMllERÌ. Dovcnd'il Se~relaro Oolt. Loini trasferit·si con jJ proprio l\eggimenlo ud Annecy, il Presidente propone la nodistesa la pelle, reso il pla possibile tondeggiante il tu mina ci'un Segretaro prov:•isorio il qual abbia solamente a rimamore, con uo solo taglio lo apllrSi per duo lerzi di sua ner in carica sin alla loia! effettuazione del cambiamento di lunghezza sopra un terzo di profondità , senza che ne Guarnigione, onde la nuova nomirJa eff'elliva possa essere la uscisse goccia di suppurazione, ma solo un'abbondante siuccra e1m111azi011<1 della voloul à di tutti gli Uffiziali Sanilarii , quan tità di saugue il quale arrestai però faci lmente per che concorreran a compol're lo Adunanze Jell'anoo 185~-53. Addivenutosi allt1 votazione per iscbede se~rele, lu scella cadde mezzo della profonda cauterizzazione che ho praticato in sul Ool!. Crema il quale tosto assunse le funzioni di eni lo si ogni parte della ferila con il nitralo d'argento : ra vvici . volle onorato. nati qnind ' i margini della ferita , praticai l' indicala fascia, Lello$i quindi e1I approvatosi il processo vcr})ale dell',m1ece Lura compressiva e soprap.posi alla mede~ima alcune comdenic Tornata., ebbe la parola il Dott. Menarcli per dare comupresss !,agnate nell'acqua ghiacciata le qnali ebbi cura nicazione d'uno Scrillo in confutaziooe del metodo proposto dal fare rinnovar a brevi iptervalli per tre giorni consecn · Doti. Loini nella cara della bleooorragia 1u qoesto sao Scritto il citalo Ooll. si fa a dimostrare cbe l'inieziooe usata dal suo tivi. Trascorso q1u1sto periodo di tempo senza che nè la Collega, oltr'all'essere contr.aria all'arte di bene formoJare, è ·febbre, nt) la cefnlalgia, nè la sete , llè altro sin to mo di irrazionale, percbò l' infoirnm.iziono (sia dllssa acuta, lcu1a o generale riazione si manifestasse, nel quarto giorno, ricronica) essendo sempre di natura attiva e non potendo consemossa la fasciatura , trovai molto diminuito l'ingorgo guentemente ceder ad altro metotlo faorchè .il deprimente, eghiandolare e ti11lo di bel colore rosso vermiglio il sclude necessariamenle l'uso di quelle sostanze r·iconoscillle di natur11 eccitante o stimolante. Ciò premesso, egli scrive, come fo ndo della ferita in quelle sue parti nello quali erano mai l'uso dell'oppio o della cortecein peroviana, rimedii annogià cadute le ·escare. Fatti poi applicar i cataplasmi mollilivi nel decorso del quarto e quinto giorno,Jinnovaì 1 verali fra gli eccilauti, potranno RiOvare nella cut'a dell'orelrite blennonagiea, luttocbè questa abbia superalo il colminc del nel sesto la cauterizzazione, dopo la quale, per la tumiperio(lo iofiammalorio, se giornalint'nle noi ricol'ri11mo con pl'O· dezza che nei margin i della forila s'era manifestala i11 6Ho u qoesti l'imadii nella cara dì m~latcie di natura diame1ralmeoto opp(1sta? Come mai pot1'emo no'i ritcoere rhe voramente seguilo all 'applicazivne de i cataplasmi mol litivi, credelli sia cessata l'uretrite per ciò solo che la scompursa dello sliJlicimigliore consiglio cjhello <;li fare riloroo ai bogouoli ghiacdio bl<>nnorragico avvenne i.o st'guilo a quest'iniezione, quando ciati su la località morhosa e di conli ouarc nei medesimi noi sappiamo che quest'elfollo suole prodursi appunto uell'iosin aJ giorno ottavo in coi alla diata si sostituiva il quarto tensilìt d'un processo iufiammalorio ; intensità questa che nel de-Ila porzione, così permettendo non solo la condizi(,na nostro caso sarebbo Sl(lla ridesta 1a dall'azione sli rnol,1nte del liquido iniettato ? Come mai, quando non si vo,lian ammellere , generale dell'infermo, ma ben anche la condizione locale e1ò che non credo più possibile, le iofiaÙlmnzioni passive, podella ferita la quale s'era già cicatrizzata ollr'ai $UOi due tremo noi razionalmente c_rederc guarite le blcnnorragie rurale 1 ()Uinti. Al ventesimo giorno dopo l'atto operati, 0, la con questo métilcto uel periodo di maggior o roiuore loro acuparie giù tocca da bu.bboue o sottoposta a cruenta dil'itezza, senz'amme!lerc od un errore diagnostico p01: ciò che sione ed a profonda caolerizzazioue non offrendo pili raggo,\rc:Ja ,l!l'indolo della blennorragia, ovvero, in caso cli vera che pochissimo ingo-rgo ed una cicatrice lineare, avrubbe uretrite, un rinnovamento dello stillicidio manifestatosi qualche tempo dopo l'abbandonato aso drlle iniezioni? Volead'io seguilo perniesso all'infermo l'nscita dallo Spedale, se quivi non il Doll. Menardi prc1vare che qoesta prescrizione non solo è fosse stato a ocora trallenulo tla Ila •'presenza d'un foruncontraria ali'arte di bene fo rmolar e rnmmenla l'antica poliforcolo assai esteso che si svolse noi dèco·r.so della cura. macia, così s'esprime: " l'onorevole mio Collega per provare L'esi to olleouto nel nostro' caso 1>ienamen le conferma ' ch'il metodo da lai proposto ed nsato non sa d'Empirismo, ana· i vantaggi d'economia, di lemµo e dì regolare cicatrizzalizza il modo d'opernre dell'iniezione adotlata nella quale vorrebbe scorger ana qoadrDplice azione cioè l'astringente, l'aolizione che possono sperarsi dal metodo del Jlolt. Cerale ; flogislica , l'anlisellka e la sedante e couchinde ()he razionale melodo questo che inspira p11re fiducia all 'ammalato il debb'essere questo metodo appunto perchè combatte ad uo qllale potendo quasi quolidianamcnle osservaro la ra pidità temp<> gli elementi tutti ·iJella fl ogosi e la natura settica dello di progresso verso la guarigione, anziché sconfortarsi o stillicidio. Ma io temo assai ch'il mio Collega vada lungi dal vero spaventarsi dell'energica allività di quello, del grave do-· nell'accord.irc tante simultanee virtù ad un composlo e penso in vcico che l'unica sua virlù consista nella st.imo!antc. Di fatto lor& conseculivo alla profonda caulèriz,zazione> fac ìlmeolo l'azione astringente ed anliilogistica del s()lfoto di zinco debbo se ne coosola 11t!lla lu~ioga d'una pronta guarigfooe. ln esser in qnesla mislura elisa dall'azione prevalente di stimolo quànto poi alla fa coltà di preservare dall'infezionu genech'inducono la cortéècia peruviana ed il laudano liquido, se rale (racoltà che si · vorrebbe inerente a questo metodo) pare le composizioni e decomposizioni chimiche cbe possooo qlian,tunque io po~-segga altri falli in'• appoggio , I11 Lia ,•ia risultare dalla ·combinazione di sostanze di dÌffcrcote natura nòn credo 1>olerli per or invoc~r in conferma di q'u~slò nò'fl sooo tali che .reodano' quasi i1np(lssiHile specificare qn~le poolo di paLologia sifilitica, siccome quelli che , per t'S · ' sia definitivamente il vero modo d'operare dell'ioieziouo propostaci dal Doli. Lnini. E dat-0 por anche che la risultante di que$le sere' lropp_o receuti, polrebber essere smentili dal tempo. coml.,inaziooi potess'essere di natura non sii mola o te, basle1 ebbe Ad ogni modo però e sia a prova contraria mi sembra sempre a render inaccellabile questo metodo il l'isclifo in coi ~he ·quest'utilità' pòssa anche sperarsi tla questo metodo, i.ncorrerebbe il Pratico o di non giovar o di llUocere realmente .i tanto inducendoci la ragione teoretica la quale ci fa coricorrend'a<! on mezzo terapeutico d'azione non definita. Contro


55 ~ cmodo

di medicare ~ià si levarono con a,dor il Redi , il Baglivi, il Rosa ed ultimaIDcente il .B.asori ed jl Tommasini i quali r.iìincend~ ragionato .s1siema la:-se.mplicilà del medicare, dimostr.ai:ono tèotlcamen~ e=:praticamé;nle l'eccellenza d,i .questa e l',3SS'1fdO che d~iva da l~ten'er D'ila .con:doUa,oppo~ia. T<1nto è vero"c:!b'ègg-i nrai>tmt'il~on,d-0 M edjco.,-aécorda,9dosi in q,èste massime (V. Diz. ddle Scienze llleà., tom. XXII, pag. 3:!9) dimostra d'apprezza~e la verità delfa satira del Poeta che per sferzar i Medici con:temporanéi: scrive va li b'en noti versi:

• 'Fr-igiaa pugnab.dnt caliqis, htmrentia siccis, • Mt>ltia cum duris, sinc. pondere ltabentia pondus ». Conchiudeva finalmente il :Dotit. l\Ienardi manifestand'il dispiacer~ suo per -no!) tròvarsi d1accordo intorno a q.aesl'argomento con jl:D0att. ·Luini di cui•aUronde· ammirava le qualità di mente e di cuore che lo ailornano. Dopo alcune parole del Dott. Benedicti tendenti a dimostrare i danni ch_e derivare possono dal metodo delle iniezioni, iLMed. Div. prima di chiudere la Tornata fece notare com'eg1i nel permettere che questa discussione si protraessl})per tre consecutive sedute fosse stato indotto dall'impegno e dall'emulazione insorta rfra gli opponenti, p.ioUosto che dalla lusinga che avesse a•sor'lirne più rischiaralo quest'argomento ·o ma,g_giormente rav.vicinale le opinioni degli avversarìi. Cagione di,questil sua sfiducia, dissE', consister io ciò che tanri faulori delle iniezioni, quanto quelli che parteggiano per-la cur.a interna llanno dev,iato dalle leggi fondamentali della sana Pratica con lo stabilir ~111 solo ed unii:·o mczzo -at.to a tronca.reJo..stillicidio. blennorr:igico, giacchè quantunque abbian avuto l'avvertenza di consid·e ràre Ja malattia ·Bel suo aspetto il più semplice cioè spoglia dalle Silo co.mplica:tiooi e ridotta à lla sua pdnèipal espressione fenomenale, tuttavia ammettend'io modò assoluto l'esclusivili1 d'uwmetodo e peggio ancor una.so1a·formoia -medicamentosa, CQme nel caso de.l,Dott. Lnini, non posson evita11e· la taccia d' Empitici, siccome quelli chem9straosi dir.a-entic~i delle molte condizìoni·individuali'le quali pus-sono talora T'i'chfodere non-s·ofo la m.odifieaziooe, ma s.ovente L'intiero abbaoqouo d'u.n compenso ,terapeutico. foss' anch'il più 'riparato. 'Soggiunse ;rncor, ,a meglio motivare qu.esta s.ua sfidu eia, che mehlr'era disposto a riconoscere la non comune erudizione dcli.e parti cont-endeali nel sostenere scientificamente le prolJTie idee, non lo era del pari i;re'I riconope1' fine. la ricerca • del vero ) ii-nescere che si fossero proposti ~ . I •• cbè dall'u.na e dall'altra parte erano stati esagerali gl'inconvcnieilti dell'un metodo e dell'altro e nella citazione de~Ji Au-tori ciascheduno coglieva quel punto, quella sentenza, quel precetto che meg,lio eonfacesser arlii su11 opinione, senz'acceanare minimamente le ragioni ch'indusser il Pratico citato à preferire piutlos.to l'no metodo che l',)lltro. rEspresso così il suo modo di sentir intorno al merito della discùssione, cosi proseguì : "In fallo di Terapeutica vi ha un grant!e criterio, ,q,uello dell'opportunità, il quafo tlebb'altamente es~er impresso:nell'aoimo del . M.edico quaudia\J;eHo tlell' ammal,1to vuole scrupol·osamente e,-scientemeute sòddisfar al dovere della sua missione. Questo cr\terio il qu/ìle presiede a\la presGFìzione d'un emetico, d'un salass-0, d'un-puFgante, eGc., , debbe p.D.re regolarci oella prescrizione degli astr.iogenti o dei balsamici ne lla 1:,.-ura della blennorragi-a, senza' dÌ ehe accadrà bene sovente che g!'insuccessi sian attribuiti al rimedio od al rnet<l'do, quand' io -vece ,dipenùoo :unicamente da inavvertenza del Curante. Piu d'una v~l~a. ho veduto . nella, cµr.~ <lell'ufotri!e lilennorragica falfa o x:!escire tant'i b;ilsamici, quanto gli astringenti per il solo moIlvo che prematura o lrOJ)po· tardiva fu l'applicazione dei me'desimi. Da questo · criterio che in ultima analisi non è atlra èosa fuor.cbè l'esercizio raziQnale dell'induzione. derivata dall'esalta e gin.sta estim·azione dei fenomeni patologici,che si vogliono coinbaltere, d'ebbe, a mio avviso, derivarsi la predilezione d'an farmaco ed i fel:ici -r,isultamenti (-h'un Pratico ne ottiene a preferenza d'un.altro; dall'esercizio diverso di questo criterio hanno bene sovente origine molti disparei·i fra uomi ni di hene merit~ta t'ama i quali per non goder in grado eguale ed in tulle le coutmgenze patologiche della medesitll'a 'squisilezza ,li sentire e di giadicare, ottengon appunto' risull'an:ìentr non affatlò conformiiin fatto dTlerapia. È dunque della-massima imporlanza tanto i>er

la e.ara inte..roa co.n i baJ.s_ami<ii quanJo p.er ll:l'-'1!lJ'3 djretta con gli astringenti lo stabilir.e prima d'ogni ,cosa $1,Uale sja il Ill'om.ento più ,o,ppor{ui:i.o· d~\la,ilor injlicaijooe. $)ra se noi copsul1 tiamo gli Scritti cl~ pi\l rinom.ali · Sifilografi Jro.Y.ere.mo eh.e Ja lor opp.orlunità è iòdica.ta :1,Uo.rq9.ao.do ,ono quasi 4e\ IoltP}<',. !ISs,ati ,H sinto.mi iPn,a»1mJ1lorii ed allorq,9ando, ces~ata O~/i comp,lic.<11.ionl', lo stillicidiò, ,c;limì~uito i11.11u.antilà, fè cyi,09i(ìc1,1l~ in qt1a\!:tà_. Q'11.~.s te tpodifio.azioni non oss~,rvaup.ole ,noj jp *'ene;.:jle p.~ima del ventesimo gio11no di oial,!}Hi;i, do,hbial)'.lo p,ed,1m·e çll'il tei>l,>re la~soppnessione dello sliHicidio blennorragico pr{ma .di quel tempo sarebbe, se non sempre dannosa, per Jo méop e.o.sa inopportu.na.e .~J!Mjt.o ,assai j.nc.e rto. Nè il dev,iare ,éh,e Uomini anche nell'Arte insiga_i hanno fallo in qualche raro caso da questo preceffo, ,:roM1111a-i invocarsi per regola, quando, come noi ora facciamo, lenti;µno slaNlirc n,onqe ,genei:ali : quind'è che il Doti. Luiui il qµàl e!staoiii~cc per la cori radicale delfa blennorragia oua da rata medi.a di.q.\ùudicl giorni, trovasi in opposizione con le massime da noi propugnate. Fors'egli dirà che con l'foiezione d;i •lui p)iopos,ta v~lle sla~llJ,r 'JHla ecura abortiva la quale scostandosi dal_le norme comuni cesserebbe d'essere subordioata•alle leg~i più sopra .meuz.iqnate :, ma, lasciato iu disparte il valore della parola abortiva che rigo.rosamente parlando non sar@bbe più applic;i\Jil ai casi di blennorragia in corso, confesso francamente che i rtsultamcnli da lui ottenuti con qaesto metodo non vaono d'accordo con cjuant'ebbi sio qui ad osservare. Di fatto la solozione di solfato di zinco unito al laudano, qoale la prescrive il Doti. Luioi, fu prima d!ora da me e da molt'altri frequentemente usala , ma ogni qual volta ebbi l'ill].pradenza di non aspettare la voluta diminuzione dei siuto. mi1ioth1"mat <1rìi, i'irnoi èff~tti furoù' iò,ctlmpiQt,i èjal;volta perniciosi. Fors'è che la giunta del decollo di china paò rimediare ai citati inconven~enti ? Intorno a questo punto l'esperienza sola, _appogg(ata a fat,li 9.e~ avvorati,1 può ..tefioiti~am~ote pronuncrnre. l\11 giova però sm d'ora prei.numrv1 contro. le pretese guarigioni ottenute. con questo •metodo in tutti i periodi della blennorragia, perchè bene sovente avviene d'osservare dichiarala peFfeltamente guarita una blennom•gia per la momentanea scoqiparsa dello stillicidio all'orifizio uretrale, giacchè ollrachè - il soldato, il giovi11e speosier~to od allri tali impazie~li del regime ed ignari délle conseguenze alle quali s'espongono, SO"li.ÒDO Mnsideraro per cosa di nessun'eotità un leggiero tra.~rlamento d;amore hlanéhiccio, sciolto, In grande parte mucoso il quale si rinviene al mattino l)ell'orifrlio dell'ur~t~a, prima cbè l'iimmalato abbia èmessa l'orina, sovente av,viene mas~iroamente tl·a i Soldati, che alcuni lo nascondano maliziosamente òrinahdo ed ,isciugandosi prima dell'ora della visita onde così inga.onar il Curantè ed olteoere ·l•uscila dallo Spedale. Di ques!e -pretese guarigioni se ne possou osservare. tolti i giomi e sono quasi se::oprè la cons~guenza dell'applicazion io!empestiva · dei,balsamicl e degli astringenti i quali, ·senza vincerla , ridussero la bl_~nnorragi.,.allo stato di blenuorrea cronica O' di gòc.cia .Militare. A ·questa medesima .inlernp.estiva. applicazione YOglion esser ;.Uribniti la maggiore parte degli (lstacoli uretrali, dèlle prostatiti e di lutti gli altri orgauico-·ctinamici sconcerti del1:apparato uro-genilalç, per modo çho volendosi nelle Cliniche giudicare della maggior o minore bontà. d'un meloilo, lo si deduce dalla. mag~io r o minore ç1:cq!1cnza di queste secQn;Jarie malattie. Volend'ora concbiudere, dal sin qui esposlo ciascheduno può inferire che nella cura deHa blennorragia in generale non bisogna·lirnitarsi in modo. esclusivo oè ai balsamici iatern~·mente somministrali, nè agli astl'ingenti localmente iniettati, peggio ancor.a poi ric<>rre1·e sempre alla medesima formala in ogni circosh.mza, ma bisogna io vece scegliere l'opportunità per adottar ora l'uno, ora l'altro metodo·cioè bisogna imilare Baumès che, dopo avere disapprovala in genere la cosa abor\iva, prescrive all'occasione l'uso dei balsamici inferni accoppiato a quello degli aslriogeuti hiterni; bisogna imitare Ricord il quale volendo ten.hire la cm:a abortiva prescril'e or l'uno or l'allro metodo, ma più soveut,e il rnelo<lo dei balsamici, .isseréodo però francamente talvolta nocivo, tanto l'uno, quanto l'altro. In quant'a me seguo parlicolarmente Bao.rnès cou qoRlcbe modificazione cioè, stabilita una volta l'opp·cirlonilà di troncare lo stilticidio, inco'inincio con i balsamici 1\ell'uso dei qu.ali prosegu~ '

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TABELLA NOMINATIVA dei Reali Equip1 principale della R. 11farina

56 . 'Sin a tanto éhe riconosco on progressivo miglioramento, cessato ì~ quale , li abbandono per attenermi alle iniezioni astringen!i, l'(on occo.r re aggiungere che, oltr'all'aspettare che la malattia abbia percorso un graod e tratto del suo terzo Pl'.ri6do prima di somministrare le sostanze balsamiche o d'usare le astringenti, fa uopo in pari tempo prescrivere ona tenoe dieta e .~ualc~e volta, anzi più volte, fa uopo modifi'(are la dose del, r1med10. Che se qoeste avvertenze sian.o, tsa1cq~ate, succedera sovente d'inciampar in accidenti disgustosi i quali, anzicbè all'un metodo od all'altro , all'inopportunità del metodo adottato dovranno ascriverst • Ultimato questo discorso, la discussione fu chiosa.

. NOME

PARTE SECONDA

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BOLLETTINO UFFICIALE

Doti. Malahot .Med. di Regg., collocalo in aspettativa per r· soppressione d'impiego. Doli. Sisto Moreschi Med. di Bali., dispensalo da ulteriore servizio in seguilo 3 sua domanda , (:0 11· ì ·servandogli l'uso dell'uniforme. :pou. Giovanni Algeri, id. .

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RI'VISTA DEI GIORNALI SCIENTIFl(JI ( Sunto della Rad.azione). Cura palliativa del variçocele. li varicocele costituisce una malattia frequentissima, ma fortunatamente non moHo incomoda per l'ammalato che si sot1opo11ga aJl'uso d'un bene adalto sospensorio. Avviene però qualche volta ch'il medes.imo siffauamenle cresca in volume da cagionare con ·i'I suo peso oon solo moll'incomodo nel cammino, ma ben anche dolori più o men acuti cbf:l facilmente si diffondono alle rena. I_~ questi casi pit1 non bastando l'uso del sos pensorio ed i varii tentativi operatisi per Olll:lnere la cura radicale· del tumore avendo mancalo alaloro scc,po, furono proposti diversi mezzi direlli ad evitare più ' stabilmente gli stiracchiamenti dolorosi del cordone spermatico, cagionati dal libero penzolare del testicolo varicoso nello scroto stato allungato e disteso dal volume di quello. Fra questi mezzi il Dolt. Hervez de Chégoin immaginò quello d'innichiar il testicolo ammalato nella parie alta dell.o scroto fissandovelo con il tirar in basso la pelle corrispondente di questo e con lo stringerla moderatamente tost'al di sollo di quello per mezzo d'un adatto legaccio. Que;;to metodo fu con pieno successo .rdoperato molte volte dal ])ott. Larrey ed ullimàmel,te lo vidimo dal medesimo mollo vantaggiosamente usato ntllo Spedale dii Yal-de-Grace in un giovine soldalo che da no volumino• sissimo varicocele del teslicolo sin istro era reso impotente a continuare nel suo servizio. li mezzo di cui il J)olt. Larrey si serve per cingere l.:i pelle dello scroto onde fis~ar in alto il testicolo ammalato, si compone di piccole e fine lislerelle di diaq1:i lonne. . Noi indicheremo però un mezzo ancora più semplice il quale consisle in un anello incavato al di den tro (stato fabbricato dal sig. Gariel io Cautclwttc vulcanizzalo) il qual·e può rendersi più o meno compressivo a tenore della maggior o minore quanlilà d'aria di cui per mezzo d' un soffielto si riempie Ja sua cavità (Dé!lla Gazette dos Ho_pitaux, N., 105 ai 4 di settembre 1852).

CORPO

PROVENIENZA

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dello del ~

Ghigg~ro ... .. Riva .... ' . Parocchiano ' Cosseddo . . . . Cosimo. . . . . Coccola Blenda . . . Polvere .. Lanterminet . . '

R. Navi Cantiere Foce 26 d R. N. . Aquila • 1o I R.E. S. Giovanni 1o I R.E. Aquila 2 R.E. Governolo 2 R.E. Governolo v R.E. Staffella 5 Caserma R.E. 22 R.N. Quartiere . 25 1

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N.B. Dopo la µresenlazione di questo rendiconto av

11 Direttore Dott. C0l\1ISSE'IT1 l\Jed. Div. 11 vice-·Direttol'e responsabile Doti. llar. ùe Beaufort M. I\.

Torioo 185'l. Pelazza, Tip, Subalpjna, via Alfieri ~4 .


eSoldati del Battaglione Real Navi colpiti dal vaiuolo e cutati nello Spedale t·ante l'epidemia che ha d01ninato in Genova in quest'anno ~ 852. o r-4 < ~o ETÀ (.)u z~ ,e( o

1ppo olo

.. NATURA EGRADO PATRIA

Chiavari 30 s·1 of"lio 26 No Porlo Maurizio glio ~1 Dubbio IsolaMaddalena ,o 19 No Idem ,o 23 No Idem ,O

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Laigueglia 22 S: 15 Spurio Isola Maddalena Spezia il9 Sì Nizza i7 Si 1

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EsITO

CoMPLICAzroNK

del vaiuolo ..

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DATA

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dalla sortita dello Spedale

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Confluenlc Molti furonco1i Guarilo ~ 5 di luglio Confluenlissimo Sinoca meningea Morto 4,t detto Benigno Nessuna Guarilo 21 dello Discrelo Idem Idem ~ 9 detto Discreto Idem Idem 21 detto Vaiuoloide Idem Idem ~ 7 detto Discreto Idem Idem ~ 6 detto . Vaiuoloidc Idem Idem 29 detto Vaiuoloide Idem Idem 30 detto

1ero altri tra casi di vaiuoloide nel BaUaglioneR. N.

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( ai 20 di settembre f8.52 )

.GIORNALE DI IEDICINA IILITARE DEL CORPO SANt'JARIO DELt' AR!IATA SARDA. L'associazione non si rieeve che per un anno e coruin.:b col! " d'agosto. Il Gioroalesi pubblica nel lunedi di ciascb"edunasellimana. <

PREZZO D'ASSOCIAZIONE

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1° Dollori ALCJATI, DUPONT e P&TRUCCO: Relazione intorno alle numerose malallie dominate nel mese di loglio p. p. in Alessandria. - 2° Doli. l'tÙRIANo: Continuazione e fine.della Relazione intorno alle malattie cbirnrgiche ·curale nello Spedale degl'Invalidi. - 3° Relazione delle Conferepze Scientìfiche. - 4° Dottori PERSI e GucOl!IETTI: R\Vi· sta dei Giornali Scientilic\. - 5° Corrispondenza.

SOJIIMARIO. -

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PARTE PRIMA ]NTORNO ALLI!: CAGIONI DELLO STRA0l\D1NAH10 INGOJII.B RO

o' AMMALA TI

AVVHN UTO NELLO SPEOAL.I!: MILITARE DI

ALESSANDRIA Nl!L l\fi.SE DI LOGLIO P. P.

( Relazioni dai Doti. ALCIATI, DuJ.>ONT e PA1'RUccp. lette nella Conferenza dei 15 d'agosto).

La sanità del Soldato è cosa tanto preziosa ai Superiori che ad ogni più sensibile dissesto della medesima, tosto si risveglia la comune attenzione per gareggiare nell'impiego di tutte quelle provvidenze igieniche che ·meglio valgan ad elidere, a C'Orregger od a)men ad ammansare la mala iAfloenza delle cagioni prodnttrici. Ma que· sto nobile e pietoso ufficio più specialmente s'addice al Medico Mililare il quale solo, sia per la natura dei suoi studii, sia per la cognizione ch'egli ha degl'intimi bisogni del Soldato e di tulle le singole occorrenze del .Militare Ser-vizio, polendo, con maggio;e certezza investigar ·è co· noscer~ le vere cagioni delle malatlie dominanti, debbe svelarle ai Comandanti dei Corpi onde vi pongano pronto e certò riparo. Ad oggello pertanto di sceverare lotte quelle ordinarie c.rgioni le quali quando non sian al.lentamente considerate fomentano le malallie nei Quartieri, dirò che, seconùand'in ciò le premurose igieuiche prov. videnze sancire dal Comandante il 1Q 0 Regg. di Fan.leria, si provvide alla debita""' rinnovazione dell';lria nelle carceri, alla scelta dei frulli che si veodon in Quartiere •, alla buona condizione dtlle stoviglie, alle rn<1derate passeggiale dei ~oldati convalescenti nelle ore più coovenieoli del giorno, alla chiusura delle finestre delle carne-

rate per uo determinato tempo dopo l'arrivo nelle mede~ ~i,me dei Solèiati reduci dalle manovre e finalmente ai impedire ch'i medesim·i, madido ancor il corpo di sudore }o seguito agli" Esercizi i d'ogni genere, si sve~taoo dei lpro ahiti o s'abbandonin. alle intemperanti e<] ahi! troppo freqnenli hibile d'acqua fresca. Credetti mio debito premettere che furon attuale tulle qu~ste provvidenz~ igi.~ni'che y erclìè se aJi'•unà od all'altra . di qt1e$te cag!oni 1~luno voless(1 allribuire l'imperversare dellé malaltie domìnate, io risponderei negàtivamente; e ciò non s.olo perché foron attuale le dette provvidenze, ma ben an~h'e perché nelle altre annate i Soldati sollostaroo ad eguali condiiioni di vitto, di vestito e d'abilazione. Che !\0 io un CorpQ di questo Presidio si man'ifestò un nnme; o di ammalati minore ch'in altri , ciò debbe riferirsi a che alcuni più favoriti dall'ampiezza del Quartiere conserva . rono le Infermerie Reggimentali le quali dovelter in altri ,Qul\rtieri destio~rsi ad all-r'uso p,er la rislrellezza del locale; a che in alc:uni Heggimcnti _si costuma abbondare nefle piccole convalescenze', me111 r'in altri non si cono.sce v'ia di mezzo Ira Ja s'a11ità e la malattia e si costuma percip inyiar allo Spedale hilli li Soldati non atli a fare 1 serviz(o, sr,condand'iu ciò il prescritto 'dèl vigonte Regolamento Discìplir;iario. Dal sin qui esposto non voglio . tuttavia itiferire che la cagione dell' ingombrç> d'ammalati nel l? Spedale llia affatto nuova o specilì.ca, perch~ cjò 1 sarebbe contrario al benigno decorso dalle rnalalli,~ do· min~t~ le quali (acilmen.te cedetter . ai mezzi pili sempli~i. In fatti ùi che altro lraitos.si se non di numerose irritazb11i gastriche, sinoche re~maliche, di diatree, di poc,he dissenterie e di renmalalgie varie con capiplenii ? Siffallameofe bandiia la specificità. di causa, es<:lusa la CO· stituzione merhosr end!3mica od epidymica, Lolla la specificità di cura, con;iEI di rim balzo, se male 0011 m'appongo, fluisce la i;olnzione del problema dalle s~guenti ~onsi.derazioni.

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1" :,e l'inverno produc(I sovénli velte · frequ'enti e gravi malattie, l'estate del pari altre ne coòta nella produzione delle quali le varianti mutazioni tetmometri'che e barometriche ed i fre•quenti e gravi squilibrii elettro·magnetici hanno grandissima parte ; che ciò sia stato nel


58 caso O"Oslr6, lo proverebbero le stesse funeste conseguenze f succedute per la medesima cagion~ nei yegetali. ·:t' G.li Esercizii di Gi1111;islica . Sòno. per la nostra Armata quasi ur1 nuovo acquisto da cui, 011portuoameo1e u8'an'd&1 i Soldati ricevono vigore e avellezza, fl,)a io pari t'emf>& ptsson ì medesim~, tJ~ndo quelli l)oo 11,ifì:110 convenientemente direlti e prat'icati, riceverne danno u predisposizioni a svariate malalli&, massi mamente per coloro che non sortirono dalla natura la necessaria attitudine fi~ica , siccom'in quelli nei q,;ali facilrn eoie si congela 1'abhondan1e sudore senza che la termo'J)oosi vitale l'e·npori. ·5° Nel çors0 di quest'a11no la Truppa di questo Presidio fu addestrata senz'interruz.iene di sorta in ogni geoere d'esercizii: sovente mezz'ora o Ire quarti d'ora aJ più dopo avere mangiato il rancio della sera i Soldati s'incravauavan e s'alltistivano di tulio punto per recarsi a mano!rar in su le ore sei vespertine cioè quand'il sole ancora bastantemente potente cagionava tendenze emormeLiche al capo, già favori~e dai disturbi gastrici e dall'influsso d'un'atmosfera caldo-secca all'eccesso. 4° Negli anni scorsi i Reggimenti componevansi per la maggiore parle di Soldati anziani perchè dopo l'anno 1849 non s'era più operata alcuna nuova Levata d'uomini; questa poi avend'a.vuto luogo nel mese di gennaio, accadde che allualmente nei Reggimenti abbondao i Soldati giovini i quali sono molto più soggetti ad ammalaro ; 'il che già a'vvertiva il .Ooll. lsfordink con queste parolfl: « Dall'istante in cui uo giovine ò formalmente aggregato ali' Armata entra io una sfora di relazioni per lui a(fatto nuove : costumanze, occupazioni, 11u1rirneoto, va stiario, domicilio, tulio in somma nella vita Militare ri- 1 sveglia io lui sensazioni non ordinarie; straniero ai nuovi j modi e fatiche si trova continuament,i dìsagì alo ». Da queste considerazioni dedurremo che le sopra delle circostanze combinale con una squilibrante stagion estiva formaroo il compendio occasionale del più grande 011. mllro delle mala.llie che dominarono . ,ion 1101 solo mese di luglio, ma in tull'il trimestre scorso; malatlie di poca gravezza ed attualmente io grande diminuzione in grazia dei sopraggiunti favorevoli cangiamenti atmosferici. Che I se non è possibile megi'io determinare lo strelle. relaiioni i tra cagione ed effetto, oopo· è confessare, Onorevoli Col- I leghi, che non si po1rà stabilir una connessione esalta , rigorosa e precisa fra gl'influssi atmosferici e le malattie 6nchè non sarà creala la Sciel'lza rnetereologica. In vaoo si raccoglieran osservazioni barometriche, termometriche, igrometriche, ecc., giacchè sin a tanto che uo legame scientifico non venà a rannqdarle, i frÙlti cbe se ne raèC'oglieral'lno sarannò limitali ed i11direllL Di fau o; menlr'ìl Genio d'Ippocrate tortura vasi già a stabilire le relazioni che occorrono fra le condizioni meteteologiche e le malalli~' è da mer'avigliare come dòpo venti ~ècoli uè Srdenbam, nè Stoll, ntll Pinel, nè allri Medici niilla di noovo abbian aggionto intorno alle costituz.ion i 1\Jedicbe, a quanto aveva insegnato il Padre della Medicina in tempi così poveri nelle Scienze Fisiche qoand'aceennava all'1nfiaenza termometrica od igrometrica. Sorse, è vero, di poi la sorprendente Dollrina dei fluidi elcllrico, galvanico e n;iagnetico, i:na qua ntunql.l,, questi studi.i siensi faCti coo portentosa alacrità nella lusinga d'ulili applicazioni alla Medicina, latlavia i· tentativi, forse non saggiamente

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direflì, to1ser il prestigio e grande parte di 4ìducia ch'io queHi s'aveva. -Ciò non o-stante teste 1o stampava neofi . . ' " Opuscoli patologici , è probabile eh.e l'elettricità abbia grande· parte in molte oscure malaltie del nostrò orgaoi8mO. :ed un giorno forse saremo per ·questa via condolli aifla ,.ritelaiione d~i misteti più amrnirabili de'lla vlta ani-male ». Ed ora m'è cosa molto soddisfacente vedendo sorger uo valido difensore dei medesimi principii nella pe,rsona del nostro l)otl. .Marchiandi ·il quale ( V. le Con· (ere'nse del N° 2, anno 2' di qut1s10 Gio~nale ed altrove) parlando dell'utilità dell'ago-puntura nelle neuro-palie, saggiamente discute in merilo alla potenza ed analogia dt1I Oui.do elottro-nervoso e delle iutrioseche loro relazioui 11elle maoirt1stazioni fisio-patologiche, d'ond'è lecito arguire cho lo slato elettrico dell'atmosfera debba aversi in grande conto nella spiegazione delle disposizioni morbose. E non si potrà forse credern che nello !'lesso modo con il quale i cibi somministran il sangue , così il fluido eletlrico somministri il fluido nervoso all'organismo? Una significazione abbastanza sentita di q11esta presunzione si dedurrebbe a mio avviso dalle seguenti considerazioni le quali oso sottopor al comune giudizio. ' 1° Dalla scarsa energia nervosa negli abitanti di qòelle règioui nelle quali difetta l'elellricilll posiUva. 2° Dall'util applicazione d~ll'elet1T·icità nei casi ò'infertnilà consecutive a lesioni di propagini nervose. 5° Dalle esacerbazioni dei morbi flogistici cronici nelle crisi procellose. 4° Dall'inesplicabile benessere del mattino sereno e dalle recrudescenze vespertine nelle malallie. 59 Dal generarsi morbi nervosi per cagione di squi librii sanguigni discrasici. 6° Dallo svolgersi poi:tentosA forzo muscolari nella mania .od in altro morale eccitamento; clall'illanguidire la vita per forte e protratto dolore ,che potrebbe quasi chiamarsì emorragia ;ierçosa. ; dalla stessa simpatia fra sesso diverso. Conchiudo perciò con Sydenham che ~ morbi 7)rae· setites non poss·unt agnosci nisi ex praeterita tempontm constitutione •. Doti.

ALC1A.TI.

2a Relazione. S'i l benigno decorso ed i I fortunato esito della malattia cb'imperversò oel mese di luglio testè scorso fra le Truppe di questa Guarnigione dovrebbero dispensarmi dal riferire particolarmente intorno alla medesima , il numero straordinario dei Soldati che ne furono tocchi e lo studio delle cagioni le quali valscr a pròmoverla mi sembraron in Yece mt1ritevoli dell'atten1.ione vostra. Ma siccome questo studio riescinibbe incompiuto quand'an dasse disgiunto da quello della siotomalologia, della natura e sede, delle complicazioni e del metodo di cura adoperato contro quesla malattia, cos\ vi dirò brevemente di ciasche'dun io parlicolarn. Numero degli ammalati. A provarvi quanto straordinario sia stalo l'ingombro degli ammalali io questo Spedale nel ·corsu dell'iodicalo mese, basterà ch'io v'accenni come, mentre sul finire di giugno gli ammalati nella Sezione Medica non oltrepassavao ì 66, i! movimento totale


5~ di· questi' sia ppi s~ato .di U9t nel corso di quello. Questo numera che corrisponde press'a _poco alla sesta parte della .forza. effettiva di questa Guarnigione trovossi _di\'iso fra i varii Reggi.il.lenti. nelle segu~nli proporziou i :

io Regg. Fanterja; forza effelliva 856; N<> degli am:. mala~i, en~rati nel decorso del mese 146. 20 Regg. id.; forza. clfèlliva 877'; N° deg!i amm_alati entrati id.. 79. 9° Regg. ìd.; forza effettiva 805; N.. degli ammalati entrati id. 1.35. 10° Regg. id. ; forza effelliva 6~5; N° degli ammalali entrati-id. 165. Artiglieria: for.za effettiva 516 ; No degli ammalati entrali id. 59. Cavalleria: · forza effeuiva 117; N° degli ammalati entr.ati 'id. 29. Totale della forza e.lfe!Uva /d. degli ammalati èntrali.

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Cagioni della mala.ttia. J)allru semplice osservazione di queste cirre apparisee subito co 11e nel,Ja produzione di cos,ì r,ilevante numero d'ammalati do'Yellè concofrer una• cagione universalmente sentita da tutte le• Truppe: ma • in pari tempo dalle medesime apparisce come questa stes:ia ca~ioue· abbia dovuto specialmente operar in quei 1 Reggimenl•i •oei quali il numero degli ammalati fu rclattL, vamente in r,agion ìnve11sa· della fonza effettiva degli uo·mini che l'i compongono. Questa cagiòne, avendola in ,V1aoo1 ricercata negli aJ.imenli e nelle beiva·nde, dovetti con mio rammarico coòvincer.mi èhe, tacendo delle,cagfoni cosmo,• tellurièhH ie quali da soÌe a.vr-ebbepo dovuto operare egeneralmente su tutta la popoiazion'.l, dovevao1ascriversi· in• pa1:te alla disposizione e situazione più infelici d'alcuni Quar.tieri ed in grandissima. parte a.Jl'eccesso· dì fatica dei · SoJdati , m~· più , specialmeo.le •di quelli tr,a i medesimi ch'appartenendo a .keggimenti di forza effettiva1mi · nqre doveviano cih ,non di _meno prestare servizi i eguali a quelli di forza effettiva ·maggiore : di più doveUi convin• cermi che generalmente parlando in concorso delle fati· che eccess(ve relativamente aH~estonuante calorédi quella stagio,ne, l'.uso dei bagni freddi contribuì· mollissimo nella produzione di q~iesla· malattia·; ,e ciò. tanto p.er, ca.gione delle or.e meno ·conYenièn.ti ,in , cui, quelli . s!effeUuavano, quanto pei: c~gjooe d'.alcune altre . mancate p,recauzioni igieniche. Che ciò sia vero e quaot'i~porti nella cose di questa natura_un'assoluta deferenza ai cons,igli del)' Arte di cui l'azione bene soveote ·è· ancora·'lroppo paralizzala , lo prova chiaramente la. quasi cessazione del)a malattia non ·appena fu concesso maggiore riposo ai . Soldati- nelfe . ore più calde del g\orno e tosto che le bagnature dèi·medesimi forono regolate a seconda di più sani precetti igi_énici. Ma quand'il fatto per se solo non fos's'e abba,ta·nza eloquente , basterebbe a metterlo fuori di' dnobiò il rillellere che , se per la tonicità maggfore della fibra organica, nell'luvernL> il Soldato ptiò vittoriosamente ·re· sister ai piu variati ei faticosi esercizii, la medesima c'osa non può dirsi rela'tivamen1e alla stagion estiva nella quale gli eccessivi çalori facendo difettare l'energia degli apparati muscolar e digestivo, al maggior eccitamento prodotto nel Soldato dalle fatiche succedono bene tosto la debo-

lezu e· l'estenuazione e conseguentemente una ~ minore resistenza aH'aziorie dèlle cagioni morbose! 'tra le qual1 .essenziale fu senza dubbio nel .caso nostro l'in'lpréssì'one' dei'bago·i freddi. E quàntu.nque i9 'sia bene fontano ·dar' disapptqvare .l'instituziohe cgsi.,ufrle della· Scuola ai nuoto ed il conseguenle osò dei bagni' fr:eddi i quali· nell'es,tJfè formano quasi un bisogno istintivò dell'uomo onde tenersi monda e fresca· fa superficie- del corpo , debbò tuttavia notare ch'in quest'anno la lempe'ratura, lultc;>chè per àl ~ cuoi giorni elevatissima, essendo srata'. soggetta a frequ·ènti e brusche variazioni, prodotte tanto dal continuo s-offiare' dei venti del Nord quanto dal freddo' url:iido nottur'ilo consecutivo all'estenuante ·calore diurno , fece sì chel'·acqua fiumana fosse generalmente torbida e fredda e che per .ciò il Soldato i'I quale vi s"imrilerge:v-a sòvent'è" con ripugnanza, beòe llmgi dal proyar un senso di. ben!.,: es~ere e· dal riceverne quella 'forz'al,ed energfa che quelli s.og\i'ono d"ord·inario generare, ne uscisse molte VO'lle cod' la fèbbre. Al' che il'e s'aggiunge che l'ora per i bagni ca"· deva sovebte vers'H m·eriggio cioè n'ell 1ora in cui_' più1 cocente' è la sferza del sole e cfi'e molte volte' ·si trasa'n· dava1.10 Ìe altre igie~iche precauzioni ragguard~nti alla volùta distanza' tra 'l'ora del pasto e quellà' dèi bàgni eèJ alla uece'ssària evaporazione del sudor~ dnd 1è'ra co'pef la la superfìcle del èorpo, ecc., chiaramente emergerà' c'oò1d da un'.olilisslina•disposizione derivare possano conseguenze lamentevoli. Sintomatologia. Alcune volte senza prodromi ed ·altre volte previo un senso di sp_ossateiza,, e di malessere generale si manifestava· utdòterisa cefàlalgia , "più so'Yenle soprorbitaria, con tensione dolorosa e difficile -rotazione dei rnusc·ol.i dell'occliio: Co'stantemènte poi la faccia eràr6ssa, gli . occhi splendenti ed a'Yv'e ri alla IÒce. Alcune volte 1iamm·alàto lamentava~uù dolo'te' luogo la ·spir:ta <lor:. salè o neì muscoli del vello con oppressione e dis_pnea : altre voHe era una sènsazione dblorosa a!l'epigastrio· con sego'i d'iml>arazzo· gastrico od•ai lom'bi' con1 drfficollà'nen~ stazione e quasi sempre agli arti 1 inferiori e6 1 alle"articolazioni con un' s'enso d'éstrem_a t fatica e1 di trafi1:furé 'in. tercorreoti. N'on manca:vano' qÙas\· mai I I.i' prostra'tion"e delle forze, 1~ selll viva , l'aridità ed! impaò\i~dientb delta lingoa ( impaniatti'entò alcune 'volte · bianco èél altre volte rosso secondo ctie'preva'leva l'imbàrazzo gà'stHéo mucoso od il bilioso), la cl1iu's ura dell'àlvò o la diarrea, l'anoressia, il calor· e la siccità-, dé'lla p'elle'; l''esageraziòn'è' dèi' movimenti dèl cuore, la pienezza e ·là freq4·enià: dei polsi (di 1 rado lenti ed ondosi) e 6halmeòte l'àbbondan·za di cra'ssamento nel sangne estratto·'dall'éi' vena; il quale per.ò oon' s'offri n'iài coténtròso. ' Natura ;.e sede. DaJla d.escrizi·oòe 'd_j{questi sintomi mi sembra che questa 'malattia' possa riferirsi ad un'a ·fèbbré infìammatoria semplice , reumatismale ' ed ej'Jidèt:rii'ca, ·de'1 term'ioatà : da un'irritazione primitiva o s'impalica della membrana ·mucosa gastrìntest.inale o del si'stema musèò· lare ··o del 'cervelld o 1del p'olmone; irritaziooé"'pr6pagan '. tesi al cuore· od avente talora séde nel I cuor'e stesso., e determinatà dall'eccessiv·o esercizio o dal'la soppresston~ e retrocessione. del sudore. Complìcàzioni. N~i 160 casi di siòoca da me osservati nella 'Sezione da me diretta; quindici volte_la complica!. rono gl'imbarazzi gastrici, sei volte ·l'angina:', cinqué Yolte la pleurite o la bròochite, tre \.'dite la diarrea é j


-60, fl!cile put~efazione ·di s~stauze. qrganicbe ed animali, non può non ~iuscire dannosQ all I sanità del Soldato . . Quantypq9e il numero dei Solòali ~rnmalali sia stato proporzionatamer)le minore nel -, 2° Regg. di Savoia al qual appartengo e ciò in grazra delle savie disposizioni dal Signor Colonnello Conia:ndaote -prese, , tanto per riguardo alla proprietà del Quartiere, quar.to per riguardo ai cibi, alle bevande• ed al riposo dei Soldati nelle ore più calde·del giorno, tullavia dall'esame dei Soldati che visitai sia nel sito stesso djli bagni s_ia in Quartier~ potei raccogliere cb'i sintomi principali con i quali I.a malattia esordiv.a eran i &eguenti: cefalalgia, somm.~ prostrazione di forze, diarrea , dolori vaghi arld<>minali, sensazione d,i peso all'epigastrio, fre-ddo alle membr~, lingua biancastra, polso variabile. Questi malori dei quali si lagnava 11 i Soldati, furon egualmente lamentati dagli ,Uffiziall che voflero bagnarsi nel medesimo locale, • Per prevenir altra volta questi disordini nefla sanità del .Soldato io credo che, per ciò che- riflette le precauzioni da usarsi vers'i bagnanti, debba stabilir1'i : 1° Essere sufficiente ch'il Soldato nella stagione calda prenda un numero minore di. bagni. 2° Esser all'incontro necessario .che vi sian io Q.ttartiere recipienti atti. alle lavature parziali più frequenti delle gambe e dei piedi. 5° Dover il . locale costrullo per i bagni generali , Doli. DUPONT. 1,' il quale riceve l'acqua dal canale Carlo Alberto, avere l sufficiente- inclinazione per il rinnovamento dell'acqua e dover avere nel suo fondo una httona quantità; di ghiaia, 't 3a Relazione. ,, .affinchè l'acqua non s'intorbidi più così facilmente. 4° Essere necessario un ienzuolo da asciugarsi il Nell'uJlìma Con.feren.za jl President~ -proponeva ali' Adu · quale · serva tutt'al più per due Solda.ti. nanza d'indagare quale potev'esser\l . la cagion.e che nello 5o Dovere procurarsi ch'il Soldato appena giunto dai sco,rs9 .mese di luglio diede iu9go al coosfde~evol aumel)lo bagni possa riposare per qualche tempo nel pròprio Cad'ama:i.alali in qpe_sto Spedala. Jncaric!lto io d~ll'ass)stenza merone. ai bagni per, la ·Brig~la Savoia al[a qui!le appartengo,,cr,e-, 6° Dover imp.edirsi le bagnature in ore troppo vi. detti mio ~?ver.~ coil?unicarvi il risurtamentq delle, mi~ cine al pasto ed io quelle nelle quali il sole è troppo osser~azioni, fe lice reputandomi se dalle ll;ledesime polrà cocente. venirne qualc)1'utilità ai , prodi nostri Soldati. Dotl. PA.TlllfCCO. A mio avviso .la cagione principale del lamentato aumento d'amma,lati vuolsi riferir agli esercizii gicùiastici od alle manone eseguile mentre correvano giorni calRhLAZIONE dissimi e specialm~nle alle bagna~ure effettuatesi ad ore inopportune, con condizioni atmosferiche talvolta per DELLE l'RINCJPALl lVJ ,\ LA Tl' rn Cl:ltRURGlCIIE STATE CUnulla' favorevoli ed in un'acqua quasi slagnarite. Senza RATE NEL MESE D'AGOSTO P. P. NKLLO SPEDALE O.E LLA rianqare ,come g\i esercizi i gino;istici e le m.anovre, contiB. CASA DllGL'INVALIDC DAL Mtn. ot 'Rf;GG 1M. DoTT, nuale anch.e nelle ore p.iù calde della , stagion estiva abMARIANO. biano c,oot ribuito <1ll'evoh,1zione della malatti·a dominala nell'accennato mese, farò riiletlere che l'ora del mezzo(Continuazione e fine). giorno è molt'impro,pr,ia per le bagnature· dei Soldati, siccome quella che pf3r l'azione òirella del cocente sole sul Ascesso linfatico. Per mezzo del le iniezioni iodate guarii capo e sn la superficie nuòa dd corpo determina facilppr il medesimo Conte B. d'un va.sto ascesso linfatico. mente le eroormesi cerebral i, le cefalalgie, le encefaliti e Questo caso essend'una bellissima c·onferma di quant'in Je ~arie eruzioni morbose della pelle; eh~ ipedesima . proposito delle iniezioni iodate nella cura degli ascessi mente favorisce l'evoluzione d,dle f~bbri r.eumatiche Ì'imlinfatici scrisse l'ottimo mio Colleg\l ])oli. l\fenar~i (N° 55 mergersi nell'acqua fiumana mentre forte sopì;i il vento, di questo Gìornale), io l'esporrò viò minutam.enle. ]a quale cosa avvenne più volte nella scorsa stagioo e- , Il Cot1te B. il di temperamento linf.atico-sanguigno, tra stiva ; che finalmente il locale inserviente all'uso dei bail 550 ed il 60° anno d'età ed ebbe già a soffrire pa - : g11i situalo com'egli· è in una parte non abbastanza declive reccbi altri tumori d'eguale natura. Quest'ullimo dì forma e facile al rinnovamento t.otale deJl'acqua , favoreod'i_l irregolarmente rotonda e del diame tro di dodici a tr~ristagno· di questa e la sl)a corruz.io.ne per le immondizie dici centimetri occupava in parte la regi9n epiga.strica ed che · facilmente ,•i pGssono soggiornar e per la non fi'.icno in parte l'ipocond riaca destra .. Il medesrmo era sillrnlo finalmente due volte lii congestione cerebrale, se pure non sia meglio dire ·ch'i.1,1 tutti questi ..càsi , io vece d'una semplice Cebbre reumatis.male, si svolse la vera infìam· maziooe· d~lle del!~ viscere. · . , Ct1ra. -~ iù Ìrequentemen.te il. riposo, la,diet11 ~- !e bevande emetizz<!le, &pmminislra.te a dose ~picratica basta. r;on a Vil)~ere la malattia. Quaogo pre.valevano gli_ji;nbarazzi g,!strici,, furou utili gli erI)_elo-catartici. Quanùo dopo tullo ci·ò p~rsisÌeva la cefalalgi!l o eh.e si manifestava l'iQfiammazione di qualche viscera 9_d organo importante, ai riposo I alla dieta ed alle bev'ande ,lempe~anti univa con ·pronto van1aggio le SOllfa:tioni generali di sang1,1e JÌÌI) o 1~1e.no.i rinnovete <l, se.conda dell'esigenza del caso, Il risullamento di, questa cura fu sempre fortuna\o ne.i 222 a_mma:lati che n~'t co,rso del mese di l!)glio furono I collocati nella Sezione da me di retta. · ba quanto prec. e cte può ctedur~i : .1° che gli snervanti 1 1 ca'lori, dell 'estate" rurono· la eagione predisponente di que· sta malatlia: 2° che le (a,ti<:he eccessive, le brusche va- . 1 r iazioni at mosfericJ1e e l'uso dei b11gni freddi ne costituìrono la cagione determinante : 5o <:he l)ndamento della malallia fu acuto e benigno : 4° e.be la natura di questa I era l'infiammatoria e . cb/3 I :esito fu fortunato : 5° che j l'allontanam,ento delle cagioni produttrici basto a dimi· nuirla ciinsideçevolmente. J ·1

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videre Je quali toccai con il gamm:aulte il proietto ,chiuso fra le pai,eti dell'a~domine ed aveva nna base dura e in,una cisti che spaccai ampiamente. Feci allora pas,~are profonda per, modo che non si potevano conoscer i lis'oll'a l r,roiell<l la branca a cucchiaio deUa pinza .del miti del suo :fondo. Pratici ulenti della Capitale avevano Percy con la qualEt, fatta · una t'e~a, ottenni la rapida t,-· visitato questo tumore e. nè avevaM pronunziato , un grascita di qr.iello ra,ppresen1a19 da una palla dell'onci.a, dt ' vissimo pronostico. Ne assuiisi tullavia la cura.e? eccone forma rotonda ma un poco schiacciata d~IJ'urto ch'e.bbe a:: il come. Previo l'uso continuato per alcuni giorni dei sostenere contr'il femore nell'alto della sua ,entrata. S.t} cataplasmi mollitivi , evacuai l'ascesso con · la <puntura medicò la ferìta semplicemen'le ed in dodic.i giorni s'ol:.. sottocutanea da cui stillò nella prima v-olla una libbra di tenne la c.icatrizzaziooe. ' liquido alrin circa. Rinnovai que.;t'operaziont' per quattro volte e quindi mi decisi tentare l'iniezione della tiqlura Pterigio. Antonio Garello, Sergente nella R. Cas~ degli alcoolica di iodio; ma premendomi sopr'ogni altra cosa Invalidi, cieco dè ll'occhio sinistro in seguito ad esplosio,ne conoscere ben bene se mai per avventura l'ascesso avesse di polvere da gùerra, era tocco da esteso· pterigio nèlqualche comuoicazio1i'e con la cavità dell'addomine, col'occhio sinistro che dall'angolo esterno arrivava al centro della cirnea. Già nell'anno scorso io lo a'veva operato, minciai dal.l'iniettare semplice acqua tiepida _per mezzo della quale mi convinsi non esservi comunicazìone di ma la malattia s'era riprodoua. ,Questa v91ta, alteneodomi sorta. foiettai allora la tintura alcoolica di iodio non U· pe:rfe1tamo11te al met.odo proposto ed adollal~ dal Denita ad altro veicolo e f,eci quindi pralicarA bagni ghiacgnissimo n.ostro Presidente dd Consiglio· Sanitario Mi_liciati. La riazione fu mite. al punto che tre giorni d'opo tare il Prof. Riberi divisi p_er met.à il pterigio, ne di.sse-cai potei ri11riovare l'iniezione senz'inconvenienle. J>'allor in la porzione interna dalla base all'apice e la porzione poi le rinnovai quasi lotti i giorni per bene venti volle , sterna dall'apice alla bas!l, Questo metodo mi riusci faciavvertendo però di rendere gradatamente sempre più delissimo e la guarigione fu cornpiuta. bole l'azione della tintura di iodio con unirla ad una quantità sempr-e maggiore d·' acqua distill.ala. Non tardò ' molto tempo a ·comparir aH'aperllJra pralic'àta un lembo RELAZIONE DEIJLE CONFERENZE SCIENTIFICBB di ·1essoto membranaceo largo due decimetri, lungo tre e della spessezza d'uno. Per estrarre questo lembo fui (Continuazione del me11e d'agosto. 2 3 Tornata). olibligalo dilatare l'apertura; ciò che mi lnrnò utile per eslrar altri lemb·i co·nsimili nei giorni consecnlivi. Di TORINO. Ultimatasi dal Dott. Giacometti la lettora del Rendi-. man in mano che questi lembi venivan estraili , che si conto Clinico della Sezione diretta dal Doti. Bar. De-Beaofort continuavano le 1niezio1ìi iodate e cll'il volume del tumore (Vedi N° 3 del Giornale), il medesimo esprime il soo rincrescimento di doversi al)on.tanar, in forza del cangiamento di 'Guardiminuiva, io aveva cura per mezzo d'una graduata comnigione, dai Colleglii di questo Presidio ,dai q11ali si accomiata pressione di por a mutuo contallo le pareti dell'ascesso con accon'cie parole, a cui il Presidente Doli. Arella, facendosi le quali con la loro lotal adesione indusse~ una perfetta interprete il9i s,entimcnti dell'Adunanza, risponde tributand'eloguarig_iooe nel Conte B. Non debbo però tacere che sigii per lo zelo dal predetto Dott. dimostrafò nell'adempimeoto multanea alla cura locale, l'ammalalo subì una cura in dei suoi doveri. Quind'fl m.ed~sirx;o Dott. Giac~i;netti a maggiore anipliazione di quant'iotoruo i\ qoest'argomento conliensi nel terna per mezzo déll'ioduro di potassio. suo Lavoro, testè comunicalo al!' Adunanza, imprepd'a,.parfare Estrazione d'una petlla di J>iotnbo. Giovanni Chiarlano, della cara degli storcimenti accennando come nella cara di qne• Sel'gente nel la 5 3 Compagn ia Veterani, nel fallp d'arme ste lesioni -li distinti Pratici Cbardoo e Baudens diversamente dei 26 di giugno 1848 fu colpilo da una palla di fucile s'adoperino, giarcliè mentre Baadens limita l'uso dei bagnnoli che ..penetrò profondamente tiella coscia destra passando freddi al primo per:odo del male per quindi dare luogo all'apper il triangolo formato dal Sartorio e dall'adduttore plicazione dei fomeùti caldi' e dei cataplasmi mollitivi, il°Dott. Chardo1,1 jn vece prosc~iv(} qualunque altra medicazione attemedio. Cic,alrizzò fa so.luzione di continuità, ma r imase nendosi esclusjvamenle all'usò dei bagni freddi, come risulta da fra le carni il p:roielto feritore. senza che m•I cor~o. di un recenfo sa~ Scritto nel quale rispondeod'aµ ona Memoria di quallr'anni il Chìarlono ne soffrisse : da qualche l<'mpo Baodens ra· notare che non ebbe mai a lamentar alcun sinistro l)erò la coscia esse,!dosi resa dolente ed il camminare dal costante e continuato uso per ben quarant'anni fallo di detti riuscendo difficile, il medesimo ricorse allo Spedale per bagni fre~di nella cura degli storcimenti. Il metodo di Chardori, dice il Doli. 'Giacomelti, è il seg:1eµte: collocalo l'artò in opporessere lioeralo da quell'ospite incomodo. Quivi tentai pri · tuna positura applica fotl'all'intorno della giuulura ammafata mieramente l'estrazione della palla dal lato esterno della i;ma stoppata con.albume d'uova e con aGelato di piombo liquicoscia, dove quella si lasci~va maggiormente st•oli re , ma do;_ riempie con questa regolarmente tutl'i v~ni e tulle le annon vi r,iuscii 11er essermi la palla sfuggila nell'alto delfrattuosi là che circondano l'articolazione, lasciandola poi in sito l'estrazione senza che la potessi rinvenire poi per quante per quattro o cinque giorni, trascorso il quale termine applica per la seconda volla un'identica stoppata di cui l'azione avvaesplQrazfo11i ed indagini abbia fatte: guarita in pochi lora con on bendaggio moderatamentè éompressivo che mangiorni la solozio.ne di conlim,iita falla nel primo allo opetien· a permanenza. Questo metodo ~il quale comprende tanto rativo, divisai tentare di bel nuovo l'estrazione dal silo l'uso dei bagni freJidi_quanto l'i!Jlmobililà delle supercie articod'oud'era penetralo il proietto. A questo fine, fatto. tenere lari, fu da Chardon esteso al!a cura delle fraltur~, delle lussafissa la pelle da un Assistente, la ho incisa per dué buoni zioni, dei tumoh bianchi, ccc., aggiungendovi però l'oso delle mign·a ue, delle piccole moxe e dei vescfoatorii a seconda dei pollici in corrisp.ondenza ed un poco al lato esterno casi. Conchiade il Doti. Giaco,rnetli ch'il metodo di Chardon di dello triangolo, per rnodo che arrivai sul corpo ·del meril.a, ·a suo avviso, d'esser anteposto a qualunque altro nella muscolo sartorio di cui le fibre divisi a strato a strato, cura degli storcimenti, S!)_mpre quando P\ll'Ò non siano dimentisin a che, divisa pure l'ap,rneurosi profonda, misi allo catf quei compensi generali che posson e·s·se~e richiesti dalla scoperto l'arteria femorale ta quale allontanai con i diti specialità dei casi. Apertasi la discussione iolorno a questo Rendiconto redatto dal DoH. Giacomelli, li Presidcnt~ fa notare., per arrìvar alle fibre del muscolo vasto interno , nel di-

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6~ come, qnantonqoe non,sìa.. soa intenzione di deststere dalla,

Segreta,rio, il Presidente Dott, Mastio' fa•rifiettere cbe,p_e r là già, avvenatacmorle di--0ue So.ldati va,inolosi e ,µer la presenzamello1 consuetudin,invalsa di non roPtter 'iq dis,ç,u§siope le. Me.morie, S,p,edale d'altri sei, ammalati della medesim.a..malattia era .J1elette in nna Conferen,za s~ non nella Tomat-:i posteriore, tut!acessa~i9 ch'i Medici addetti al Servizio del ~eggim,enti facessero. via, sja.per non esservi pre~entemf!ole altro i,,,!IVOro in pr!:rnlo, una seconda :visita per riconoscere se vi.fosser ancora s&ldati sia per avere. più volle notato che le discnssìoni improvvisate non stati . va'ccinali o sospetti' che.la va ccinazione non avesse riescon assai animate e feconde di m9Ha utili'tà, eccitava l'Adusortiti i· suoi 'IJeoefici effetti· pe,r quindi sottometterli ad una • nanza a voler incontanente far intorno al Lavoro, del Doti. nuo,va vaccinazione. Nota poi che; nel riconoscer.e1la c.oudiziooe1 Giacometti quelle riflt<saioni I.e quali avess~ credote,·opportune.morbosa dei . Sòlda,ti ricoverati nello Spedale ay'end'osservato·, Rispondend'a quest'in~ito il ~oli. lllanlelh, premesso che non., che molti tra questi.sono tocchi da ,n;ialallie-tali che.non ammet. era suo soop.o entrare nel merito della qn.e st,i.one instituendo tono più una guarigion.e solida abbastanza da renderli abili. a 'giadizii comparatiJi fra questa o qqella Prati'ca corati'va, fa nocontinuare nel Servtzio l\liiitare, era necessario.ch'i Capi-Seta~e com'il método o meglio la· Pratica di Chardon non abbia zione facesser uu Elenco di questi ammalà,ti per proporli alla· .alcun carattere, di novità presso di noi, giacc,h~ da, temp.o forse visìta di Ra~segoa a tenore>dell' A~ticolo ~14 del Reg~lamenlo immemorabile so1tli\ll'l i viflid n!)l caso. di s.t orcimento, la/fare Sanitario dei 4 di giugno 1833; e ciò tan(o pjù in qoantl).ch~r tan,tost.o il membro nell'acqua fredda mantenendovelo fin,chè· q11esti Solcjati quancl'avesser aocoFa prolungata !i lciro perma' lor9 sia stato preparato un particolare cataplasma composto per ne.nza ne llo Spedala non avrebbero fatto che peggiorar in dilo più. d i farina d.i segale, di chiara d'uova e d'aceto insieme r.,ndenza delle poco salubri condizioni della stessa località. Il' frammisti e distesi sopra la stoppa.con la quale si circonda diDott. Mazzolino espone che nel-13° Reggimento quei ·Soldati che rellameòte l'articolazione ammalata; mentre ial'allra volt.a si, potevan essere suscettibili di con.t~artil ·vaiuolo erano' slati tatti' sostituisce o s'aggiung~ alfa farina d\ se!(ale-la foli·g gioe ; con• vaccinat;. Il DoU. 'llfazzi r1fe.risce. ave11 el'l,,a più, riprese.ed . inchiude quin,di con dire, e~islervi, giusta il su.o modo d'opinare, fruttuosamente vaccinati molti Soldati del, Regi1 d' +-\,rti!:\lieria,., m'o1t•analogia d'azione tra: la Pratica, di Cbardon e quella dei Piazza al ql!ale appa1:tiene e creéler (l per.ciò a buon (liriito la nostri Villici, io amendue delle q,a ali per?, mentr'egli riconosce . ooo riuscita del vaccino dipendere dalla cattiva qualità del m·el'utilità ' proveniente dall'inamovibililà della parte ammalata e desimo, com' ebbe a convincersi per ~Ia replicata vàccinazione in dall'azione astringente sia dell'aceto, sia dell1acetato di piombo, due faoci1111i nell'uoo de? quali sohtmente si•svolse una• p'iccola non sa scorgere quell'identità perfetta con il metodo di Baupustola. li Dott. Omegna con{ermandp la v~rità del.suo Collega , deos dall'Onorevole suo Collega ammessa, giacchè non crede Doti. Mazzi dice e'ssere stafo costqetto. preg11r un suq,ami.co afc!J.e, p)er inJç!!§i~ e gxadQ d'a~ione ri.n frescaote e resping:ente , fincbè gli volesse. regalare due tubi di bu90 va9ciQq fatto. venire la quantità deJJ!',aceta\<.>, .db pJoD!l;/!11 o. d'Metq .c he··p;Q\'> en~rare espressa.mente dalla Sviziera, per mezzo del quale ottenni' fanella composizione dflla stoppata o del cataplasma, non rinvorevoli innesti jo molti Soldati del 5°, del 6° e dei 12° Regg. novato prima.dei qaattr'o cin.qµe giorni, corrisgoR4a a quella 1 Fanteria ed anche in non pochi Borghesi. Il Presidènte chi-ude indubitatamente moil'eoergica dei bagni freddi costantemente· la iT.o~nata rinnovandofo,sue·istanze perchè tostO!s'ad'd i-venga(a , continuati. li ~ott. Giacomell i.,risppn,$le /a volgata çpnoscen~a questa seconda visita e s'assQggettino. a ,o.uovo innesto tutti i di· questa,. Prati.e{!., non, e~clodere cne sia dJ.sco.ssa e comecbè Soldati sospetti dt non aver avaio il vajuolo o d'e$sere stati.in· bagna gpneraliizata, tanto più _ch_e I~ Pra.tica di Ch'a,çd.on ba fruttuosamente vaccinali. for;fa p,arere ·suo qual~he cos~ dl speciale nel modo e nella coALESSANDRIA. Il Med. Div. Doti. Cortese apre la ~edula parstanza d'applic~~ione dell'apparec'chio me~ica:mentoso. tecipand'all1 Adan.anza·com'il Commeod. Prof. Ritleri•Presidente· Jl Doti. Roph~Je esprimii la, sua l\)a,r:aviglia ch'io tanto decao- · tata utilità dei bagni fr~rldi nella cqra delle lesioni i!] discor,o, f del Consiglio Super-iore .Sanilario-1\lilit,a-re·con sua cotnpitissima'· lettera regalava il Gabinetto di Lellur~ dei doe volumj,; conte• nessupp, si» qoi. apbia.fatto .cenno q~ale debba esser il grado di nenti, le sue Opere,Mioqr.i. A. qnes\·a P}li;tecip~zione,il1 Cops~sso freddo di qa~siiJ>,agl)i, l\ispoµd'il Doit. G~ai:ometti yario dovere 11naoime pregava il Med. Div. di tributar al Chiarissimo Presie~ser il .sr~ll?. d! fhr~g~o dei med_esim i a secoJntda di m_otti ~siine dente li bene dovuti riograziam.ent.i. Li Dottori 4-lciàti,'Duponte circostanze,. cosi e e sia nec~ss?rlO a 1i::una vo a pra,11car1I cq? Patrocco danno quindi succe,sivamente leUura delle Rela'zioni semP,lice a'cqoa 1a!}!l lemperatura ordinaria , m~ntr'allra volta pubhli'cate io questo medesimo numero folÒrno<allb straordinabi~ogna au:m.entarn~.il if~do con l'àcetato ,di piombo o con il. rio ing.o.mbro·d'amQ'lalati a:vvenuto,nel mes,e__di lugijo p. p. QileghjaRciq,siçcome qualche volta pratica Baudens. Il Doti. ·viale espone avergli s~mpr~ giovato nella cura degli j ~tà. lettura porge.oecasjone di ,discussione al Do.tt. Vagljenti, il 1 quale, accennando più specialmente al conteno\o nella Relastorcimep.ti f'u~9 d~i bagn~,o~i fa.tti. cÒn tintura d'arnica mo_ntazione del Dott. f)opont, premessa l'utilità pratica che d~bbe na ; non~volere.pero con c10 111s\1lJ:!1r alcun confron\o con gh altri n;ietqdi cu·rativi,. ma1 solo lìmilarsi ,a riferir il 'fallo, seòza , emergere dalla retta distinzione dei morbi· iecondo la loro natara, dichiara che, considerato il corso, il quadr.o sintomatolotaqipoc!) pr,etendere di scrutarne il mo<l°' d'operar,jl qua{e forse gico .esposto ed il genere di .car.a adottato, le malattie dominate debpe -derivarsi dall'a~{çin allivante, l'assorbiménto che ha l'arnica o dallll prei;enza dell'aJc~ole il q9ale per la proola vaporiz- 1 nel mese di luglio voglion essere riferite alle. febbd gaatric~e ed alla gastro.si; ctie per?iò si mar~v.igl,ia com'il cop!:g·~ Darwo.Ue.. zazjone opera sotlraend'il caloJico o più ,PfOb?bilmenl,e da queavesse chiamate con 11 nome di febbre . reumat,ca. Qllll~li riste due azioni combinate dalle quali, fors'emerge . la virtù di qo~~$a ·me,qicaziqne. Fà no!ar _il ' ~ott. C-i3Ào~etli al pre·opio~nt~ · spondè facendo rifiéttere ch'il grave e distensivo dolore sopr·o rhitale, nl)n che gli altri si atomi r eumatico-cefalalgici provavano la di!f~renz\\ ,eh.e p~s~.<). fr~. 11 risulta,tn~n.to d! poch-e oss~rvaz1.po1 ver.amente trattarsi di febbre reumatica ,e ~on di gastrosi, o di e qµellq .ottenuto da grande numer9 delle ~ec)esi1pe; ll!Olivo febbre gastrica delle quali sa~ebbero mancati i caratteri ~pecial,i peç -cui egJj cr~d~.ch:il Do tt. V_ia/,~ diverr~ fqr1'on gi,?rn~ part_i~ e la ,sp.e cialilà della ,co~a di cui il ri~ultame~lq conva!id~ la.diagia,o!) ,sincero dell'app,ljf azione d!Ji lìagQi.freddi cost.anllimenle rin!)ovati nella cor,a degl(stqr-ci,viepti. Ricorda il Dolt. Mantelli ; gnosi da lui fatta. Il Dott. Patrucco nell'ammetlere·la .freqaeute come nel tempo dell'uJtima .Camp~g,na fal!a.,io,,Lpm~arc)ia, l'oso 1 çomplicazione i,:astrica riconosce similmente l'esseo:iialirà reudell'arnica foss'appunto da un ,S!lgg<1çe df)!:"'anneman co~~ante- 1 matica delle malattie dominate. Soggiunge il Oott. Vaglienti ch'i me11\e. predicato utiie uella cura d'nn'immensa quantità di le- 1 dolori· cefalalgici:costituivano mere simpatie·e ,clre nelle malattie veramenle·d'indole ~eumatica, qo;mdò s90 acate,.oltrecbe,il0 sioni traumatìche e come tale raccomandato ai )\ledici Militari i q9\lli p~rò di tai' e~ag~ra~iope fec~ro la dovuta giu~ti;ia, punto , dolor è d'indole lacerante e nqn contusivo, il cors11 suol essere, non desistendo dall'~tti:peJsi ai principii, d'una Pratica più ra- ! almeno d'una settimana, la cura debb'esscre puramente anliflo- , gistica ed il sangue es·lratto dalla vena per l' ordinario s'offre zionale, sebbene non tanto comoda siccçime quella di ricorrere cotennoso; e quando quelle. sono di natura crooioa la loro ilosempre in, cia$chedona lesionr traumal,ic~ all'uso dei bagni rata è molto più lunga che non nei casi osser.vatl nel mese•1li d'arnica. luglio, nei quali l'acutezza del morbo non oltrepassò .mai i due GENOVA, Speda.le di /1/arç. I M,edici lllilitari di Marina udirono giorni, i salassi furono pochissimi e . direu~ piuttost'~ ·vincere Ja lettura degli Scritti dei Dottor:i. Deagostini .e Pescetto; Scritti l'ip~remia cefalica, 'il sangue non offrì mai cotenoa1 di .s orta ed . :,questi già da noi pobblicati !}e\ N° '1 di q_a~sto Giornale. il metodo curativo fo quale si convien _appunto nella gastrosi e · Spedale di Terra·. Dopo la nomina dèl Doli. Perelti a secondo

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ad ovviarli per quant'è possibile, appoggi& la fatta _proposizione nei suoi prodotti ; malattia questa che altronde più che le af-ctedend'essere nell'utilità dello Stato e nei doveri del Corpo fezioni .d'indole reumatica era stata favorita dall'intenso e.proSanitario il preralersi di quei mezzi che gli sono concessi onde trailo calore della stagion estiva. IJ Medico Div. riassumendo la sug~erire quei provvedimenti che gli sembran indicati. Il Doli. questione pone in evidenza le cagioni opefanli le quali dice . Persi dà quindi lettura d' un Sunto della Memoria di Velptau spettar al gener.e delle reumatiche; analizza il valore dei sintointorno aUa.ci'lra de(la rottura del tendine. d'Achille; Sunto che mi e li riferisce tra quelli che distinguono le malattie reumatiriferiamo io questo stesso numero. che; 6m1lmeate appoggia l'opinion emessa dai Dottori Dupont li D oti. Peloso nel m'entr'annuisce alla possibile consolidae Patrucco per mezzo dell'utilità ricavata nella cura di quelle 1:ione del tendine d'Achille anche nel caso di rottura della sua dallo stesso Doli. Vaglienli con on metoc,lo non atto certamente guaina, fa però riflettere che la riunione in quest'ultfmo caso è a vincere gl'imbarazz.i gastrici, basalo essenzialmente come fu molto più difficile e la guarigione non restituisce lolla la IÌberlà 0 1Ila somministrazione dell'acqua imperiale-di cui l'azione diudi movimento. In prova di che riferisce le sperienze èlell'Amretica, dice, è piuttosto atta a derivar il principio reumatico, che mon, del Bouvier e del Philips, dalle qaali risulterebbe che la non a vincere gl'imbarazzi gastrico-biliosi, quando questi avesriunione s'opera anche quand'i capi del fedl:iirie rollo'slatino 1el'o realmente avuto luogo quale predomiòio d'entità morbosa. discosti l' uno dall'altro, sempre che però la guaina sia conserIl Doti. Vaglienti nota essersi egli prevalso del tamarindo, delvata ·p'er quant'è possibile intatta; la qnale cosa proverebbe cn'i l'ipecaquana, del rabarbaro e dell'acqua imperiale giusta le vamateriali per il tessuto d'i nuova formazione necessario alla'riurie esigenze della condizione irritativa mucosa o biliosa dèl vennione sono somministrati piullosfo dalla i;uaina ricca ·com'èlla è tricolo; nota qai"1di cli'al cremore di tartaro, base essenziale di vasi e di nervi, che dal tendine stesso di coi la str ullura è dell'acq_ua imperiale, non può ascriversi meramente la virlò qull'si compiutamente sprovvista dei delli etementi d'orgaliizzadiuretica, ma operar il medesilll'e in modo vantaggioso nel mozidne. Fattosi 'poi il medesimo Dott. l'eluso a parlare d'un »tlòvo dificare lo stato morboso dinamico delle viscere digerenti; conago da cucitura stallinvebtato dal Dott. Bran SechiJld (V. Ga dizione questa, alla quale se pooo'badavasi dagli Antichi , soliti a considerare solamente l'imbarazzo gastrico materiale, fu da ~elte àes H6pitaua; , N° 89), il qoale per la sua rimarchevole •Elulfeland specialmente appretzata quand'enonciò ch'i purganti sernplicit-à e •per la grande facilità con la quale penetra tra le non possono supplire l'emetico tnttavolta che nella gastrosi il Mrni può facilitare molto la riunion immediata, invita I' Adufe~alo è trailo es30 por in morboso consenso, come nella fobbre nanza a vòler esaminar un altr'ago ch'egli medesimo ioventò'da biliosa, nel quale caso il solo emetico può prodOT una modificadue anni per la più facile cucitura dei cadaveri, di cui la forma ~ione dinamica. Il Presidente fa 11olare come fosser intensi ed e le dimensioni son ìdentiche a quelle del Doli. Brno. Finaleccessivi i dolori cefalici, come teso e gaglìardo il polso, come. mente il medesimo chiude la Tornala presentand'all'Adananza cinque Opuscoli del Doti. Cunier Medico Belga versanti intorno urente jo generai il calore della pelle; sintomi questi che caratalle malattie degli occhi, i quali erano stati regalati al Gabinetto terizzano Je si,nocbe reumatiche piuttosto che la gastrosi la quale , quando vi si,consoeiava in modo essenziale, era al contrario di Lettura dal Direttore di quello Spadai.e , a cui i Membri tutti dell' Adonaaza votan espressioni di riconoscenza. disliota da sintomi di grave prostrazione geperale. Esortando poi i Colleghi a studiare la natu ra-delle malattie dal lato pratico piµttosto ,che dal teorico, dichiara sciolta l'Adunanza. N1zn. Il Dott. Peloso fa le faotioni di Presidente. Il Dott. Muratore è Qominato Segretario provvisorio. Il processo verbale dell'antecedente Tornata è letto e dopo .alche modificazione approvato. Dopo ciù,,il Doli. l\Iàratore colta l'opportunità dell'app.~ossimarsi il tempo della nuova Leva l\lililare fa rifietBI-VISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI tere che I allese le nuove ed utili instituzioni introdotlesi nell'attuai educazione Militare ed attese le cresciute esigenze di Servizio, richiedendosi nel Soldato una piò. robusta complesll!ernoria del Prof. V..BU'EAU intorno alla rotLura del sione di corpo affi.ochè possa lodevolmente e senza detrimento tendin~ d'Achill e, t"tiserta nel N° 69 della Gaze111, de, grave dalla sanità vacar alle svariate incombenze del suo meliopilaux. stiere, sarebbe ·necessai-io ·che nelle visite dei Consigli di Leva si teùesser in calcolo la gracilità fisica ed anche talune appa(Sunto del Doli. P.BRSI letto io uuo Conferenza di Nizza). rentemente leggiere impe~feiioni, più di quanto s'avessero nei tompi andati nei quali le minori fatiche non importavano ta nte Già da qualche lustro il Prof. \ie11leau per mezzo di precaa.zioni; c:be perciò sarebbe necessaria sempre in detti non poche osservazioni dimostrava .erroneo il giudizio Consigli di Leva 1a presenza c\'un l\Iedico llfilitar il quale famid' A~brogio P areo, di Petil, di Dosaull e di Iloyer i glia1iztato c_om'esso è con la'Vila•del Soldato sarebb'iu grado di qual,, tratti vi dall'infelice risulta mento ( l'anchilosi della provveder m modo che non accadesse pii.I dovere licenziare parte lesa) ottenuto nel case, di rotlu ra del tendine d':Agrande parte dei Coscritti pochi mesi appena dopo che furono chi!le toccata a Monrò, (1ronuaciavao6 quasi incuraarruolati; e ciò per una cagioo-e sicorllmcnte non ascrivibil a bile siffatt/1 malattia od a Imeno crerlevano difficilissima colpa dei Medici Civili i quali non possou esser io grado d'apla riunione delle rc,ltè estremilà tendinee senza l'aioto di prez.zare convenie.ntemenle tutte le difficoltà e le fatiche dell'atspeciil'li macchine. Molti falli d'allor in poi dimo'sfraroi:\o tuale Servizio Militare. Il Dott. Bobbio non solo aderisce che non solo !)'oteva ollenersi 1'a riunione é la con soli<laall'opinione del Dolt. Muratore, ma 'fa di pia ri0etl1,re che saz!one delle estremilà rollo del iendi ne , ma che qnesto rebbe pare di somma utilità che le Visite di Rassegna fossero np renèleva col tempo l'i'l')legrità dell 'uffizio suo con l'aiuto presenziate dai Medici ):llilit.ari in attività di Senizio i qµali per di _mezzi sen:iplìèissi mi èibè escluilendo qualunque· rh'acle care prodigate al Soldato nello Sp,edale, per averlo osservato chrna e specialmente quella dallo stesso ]Uonrò inveo• in Quartiere ed in Pi~zza d' Arme possono somministrar al Consiglio lotti qoegli schiarimenti che talvolta son indispensabili t~la per sµo uso ed alla quale si crede debba perla masa_d un cònscieuzioso ed adeqbato giudizio. Nol a inoltr'il medesima parie atlrihuirsi i.I disgustoso incomodo che a·ccor'npagnò i successivi giorni di sua esislerlza. simo come sarebbe necessario che le altre Persone dell'Arte intervenienti alle dette Visite di Rassegna fossero sempre- munite A convalidare sempre più questo trionfo della rnoderoa della doppia I.aurea affiochè non avvenlla più clt'un l\iedico Chirurgia, ir Pror. Velpeau nella citata Gazzetta.. riferi debba decidere d'ooa malattia Cbirurgica ed al contrario un sce un recénte caso tli rollora dél lendine d'Achille, n·et ~blrargo d'ona malattia Medica, non si sa poi con quale matuquale 1100 ostante coocorrcssero speciali circostanze aarità e sapienza di giudizio. Il Oolt. Peloso nel mentre ric'onosce gravanti la difficoltà della cura, qu~li un'abbondante ra~l'esattezza delle_ falle riflessioni e l'obbligo che coloro i quali si colta umorale ne.I dintorno della parte lesa etl or.a con• trovarono nel caso di verificare gl' inconvenienti ca~iooali da siderevolc spessezza delle rolle cslremità lm1dinee, s'olgiudizii troppo precipitati, propongano mezzi giudicati acconci hrnoe una perfella guarigiooe nel termine di sei selli-.

PARTE SECONDA


64 mane. ln questo- caso il citato Prof., pr'oscrill~ o_gn~ ~ualun~ue siasi ma.cchi~ismo , stell~ contento nei pr1m1 -,oforni di cura ad adagiare con.vementemente sopra un ~uscino iì membto offeso, fàcenilovi praticare frequenti ba"nl risolventi . In progresso -·di cura ·sopr~ppuSl' a <:ia-scheduna e$tremità rotta del tendine alcune cornpresse 1graduate e bagnate prima m~I liquido risolvente, rnaute'llendole in sito con pochi gi ri circolari d'una semplice :benda; i'I che baslò perchè avesse luògo la riunione èlel 1end'ine e fosse restituita la flessibilità ed elasticità dei movimenti nella p;rle amm.alata. Alla sposizjooe di questo fallo il 'medesimo ProJ. Ve:peau fa succe<,lere il set;uen te· teorico ragionamento: . " Ailorchè il tendine d'Achille si rompe, la sua -guaina essen'do molt'eslensibile non è ·compresa nella ·rottura, così che mentre le due estrell)ità tendinee roue s'aHontanano, questa si mantien intatta e vascolarizzandosi c..là luooo alla sécrezione di sostanza organizzabile che s'accre;ce e s'inspessisce sempre più col tempo nello spazio rimasto lihero per l'allontanamento delle delle estremità del tendjjie. Que~ta sostanza dopo qualche setti~aua perfellamen'Te s'oraani'lza, Jorma un vero rapezzo che riunisce in un sol; corpo il lendine e 6nalmenle s'assouiglia e si regolarizza per nrodo da permetter al tendine il suo na~urale scivolamènlo entro la propria guaina. E bl}ne facile supporre. che la maggiore . vascolarizz1zione della guaina sia dal Velpeau attribuita all'irrilà· 2:ione di cui la medesima dovell'essere la sede per l'effetto della violenta distensioile sofferta; irritazione questa che , inducendo un'abbondaAte secrezione di linfa plastica dalla superficie della guaina, concorre, per l'eguale tràsudamento, operatosi dalle rotte estremità del Lendine, alla rigeneraziçme della continuità di quest'ultimo. _La teoria del Velpeau riceverebbe conferma: 1° per ciò che spella alla resist._enza della guaina, dalle sperienze da Reil fatte s·u i nerv-i, per mezzo delle quali vide disciogliersi in una solnziooe di sottocarbonato di soda tutta la sostanza midollare, in tallo rimaoend'il neurilemma : 2° per quanto spetta · alla rigenerazione della sostanza tendinea, ,da ciò che, secondo le sperienze di .Meyer e di Poccinolti~ nelle lesioni dei nervi con perdila di sostanza, il ritòrno della motilità o della sensazione non é già l'ef· fetto dell'avvenuta contiguità del neurilemma rimasto in· colarne, ma bensi della rigenr.ratasi sostanza midollan}.

calmò. Però due. ore dopo comparvero dolori più vivi çon brividi, nausee, sete violeiila, freddo alle estremità e dolori !li ventre. Il po!so che prima era a 58 s'elevò ad • 80. Si prescrissero bagni caldi ai piedi ed un cataplasma Jaudanizzato sul,l'add6mine. Questi fenomen'i andarono via di'leguandosi ne' successiv.i giorni nei quali si riprese l'uso d' una bevanda compvsta 8 gramme d'acetalo di potassa in un decollo di gramigna e si praticò una qietodica compressione alle gambe che si conservavan edematose. Al 1• d'ottobre ,cioè otto mesi circa dopp )'operazione, il ventre offriva il . suo volume ordinario ·e le estremità in f'eriori erano considerevolmente dim\noite nella circonferenza , ed ai 27 del medesill:)O mese l'Operato usciva J· dall'Ospedale perfettamente gu~r'ito. _ Nella seconda Osservazione si traila d'una donna che , ebbe. a soffrir antecedentemente una leggiera epatite con I febbri ·intermittenti. Questa offriva, quand'enlr.ò all'Ospei .;!aie, l'addomine voluminosissimo con senso di liqqido 1 fac ilmente spostantesi, con estremità inferiori infiltrale, con perdila dell'appetito, con insonnia e dispnea, ·seb 1 bene gli organi respiratorii non rivelasser aJtù;izione i materiale. Nello spazio d'.ollo giorni furono praticate due , punture con uscita d'una grande quantità di siero citrino i· ed albuminoso ed alla seconda puntura, avendo r_icono· sciulo in islato naturale le viscere addominali, si fece succedere la già indicala iniezione. [nsorser e susseguirono, oltr'ai fenomeni stati accennati nella prima Osservazione, ìl singhiozzo . ed ·uno stato timpanico al lato sinistro <letraddomine. Si prescrissero bevande diuretiche con l'acetato di potassa! Dieci giorni dopo pralical.:l l'i11. iezione , mentre l'addornine non era più doloroso ed il sonuo non che l'appetito ristabiliti, s'aumentò l'idropis'ia, , per cui divenne necessaria una terza pu_ntùra. Il liquido estratto e_ra albumi nosissimo quanto la prima volta e• senz'odore di iodio, ma la condizione generale dell'ammalala sèmb,.il)do rnigli'orala non si tentò una _n,uova i'niezione e _s'ormnò solo l'uso dell'acetato di· potassa e della gomma-gotta. Dopo otto giorni l'addomine ricuperò lo stato naturale e l'ec..lema delle estremità scomparve, cosi che quandi> l'Operala uscì dall'Osped.ale non provava che qualche stiratura alla regione splenicà. (Journ. de Méçl.. de Bord.).

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CORRISPOl\fDEl\TZA

(Sonto del Dolt. Giacomelti). 1

DelÌ'iniesione i od.ate nella cura detl' ascite. Dal Prof. Costes , slimato pe,r un coscienzioso e distinto Pratipo, f~.irono pubblical·e due Osservazioni le quali meritan essere conosciute , sicco.me guelle che ragguardan ad un ai:gomento, su il quale regnan ancora non pochi dubbii. La prima Osservazione ri~uarda un ammalato ante• riormenle aO'elto da emollisi, da- emalur.ia·,· da pleurite e da febbre intermittente recidiva.la, ed offrenle i segni di versam.ento addomiua.le. ossia addomin_e disteso, · fluttua zione evidente ed edema delle estremità info·riori. I I liquido il quale riempiva l'addomine, forma'ia all'ombellico on . tumore sporgente. Nel lo spazio di tredici giorni dovettero praticarsi tre punture al tumore ombellicale, col mezzo delle quali si diçde esito la prima volta a sr.i litri circa di siero alhumiooso; la seconda. ;id olio kil. di li . quido ; la terza ·a sette kit. circa. È dopo la terza puntura che il Costes iniettò 110 miscuglio di 100 gramme d'acqua --Oistillata , di 20 gramme di tintura di ioqio e di due .,gramme d'idriod~to di potassa; · miscugl io che dopo .il ~oggioroo ~i due minuti fece sortire 'dalla cannula nella :maggiore quantità possibile. L'ammalato di ct)i le viscere ....cadclominali eransi precedenteurnOle riconosciute sane, ac~cusò tosto un dolor vivo e.d acuto che ,in poco t,empo si

Ltltera del Dott. CERALE Med. di Reggimento alla Direzione dèl Giornale. Casale, ai 15 di settembre 1852. Non avendo mai proposto alcun metodo ab·ortivo per ·1a cura dei bubboni sifilitici, prego la Direzione del Giornale a voler inserire nel prossimo numero queste poche righe, a-ffinchè il Dott. Zacchia leggendole possa rettificar il titolo di cui fregiava la Storia pubblicala nel N° 7 dei 15 di settembre 1852. Per quanto ragguarda poi alla pratica çlie il mio buon amico riferisce nella .citata Storia sarà ollima ed abortita per eccellenza, ma per nessun verso di mia invenzione e spellanza. Gradisca ecc. 11 Direttor,e Doti. COMISSETTJ Med. Div.

Il Vice-Direttore responsabile Dott.' Bar. de Beaufort l\f. R . Toriuo 185'2. Pel_azza, Tip. Subalpina. viaAltìe:ri

i,.


( ·ai. 27 di settembre 18~2

!

ANNO Il.

GIORNALE DI MEDICINA HILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL.'ARIIATA SARDA. L'associazione uo.n si rieeve cb.e per un aooò e comincia col 1° d'agosto. li Giornale si pubblica nel lunedì di ciasched,una settimana.

,

PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino . . . . . . . . L. 1O. In Provincia ed all'Estero, franco di posta. L. t 1. L'abbonamento debbe pagarsi per semes~ri aotjcipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla '.!-'IPOGRAFIA SusuPINA , via Alfieri, numo 24.. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnale da vaglia postale.

SouMARIO. - lo Dottore C.u11E : Riflessioni Medico-legali. _2o Doti. CROSA : Rendiconto clinico. 3° D.ott. VIBBRTI : Pl~uro-polmo·aitè. - 4~ DoU. VALLE : Fer-ita da, arma da fuoco.- 5° Relazione delle Conferenze Sci'eotjfiche. - 6° Bollettino officjale. - 7° Doti. MorTINl : Rivista· d_ei Giornali Scientifìci. - 8° Errata ..corrige, - !)e> Quadro statistico.

PARTE PRHIA Rll!Ll!SSIONI :MEDICO-LEGALI INTORNO

FERITA ,

da{ )!ed. di Regg. Dott.

CASO DI lette _in una

AD, UN

C,URE

Conferenza _di Genova. Per ardòum et admodum difflcile llledentiam in Foro officiam est. Dacchè son inslituile ed allivate le nostre Conferenze Séienlifiche, non mi sovvengo·, Onorevol i Colleghi , nè anche mi risulta ch'io esse sìasi finora tenuto discorso di . Medicina legale. , QoesL'importante ramo dell' Arie salutare il qnale secondo Devergie ha per isèopo d'applicàre le Scienze Fisiche e Mediche alla composizione d'alcune lèggi , alla cognizione ed ali' interpretazione d'alcuni fatli in materia giudiziaria , c'istruisce la Storia essere .sla!o conosciuto ~n dai tempi più remoti ed oggigiorno chc1 mercè_delle indefesse cure de' sooi -distinti Cultori prende lustrb·, incrementò~ e favore , debbe in ispe'ciale modo ess\')r apprezzato anche da noi mentre sovente ci tocca ve<ler ed assiste,re nei nostri Spedali persone ferite ora da arme pungenti, taglienti,-contundeoti ed ora da quelle da fuoco e da guer~a. Quante volle in fatti non siamo noi chiam?-ti dal Foro a depo1· il nostro parere non solo su l'entità, durala ed esito di feri te, e su la qualità e forma dello stromento che le ha .prodotte, ma ben anche su i difetti che possono susseguirle risanando P Al pari delle altre Scienze positive , la Medicina legale offre le sne

difficoltà nell'applicar i suoi princq)JI teorelici alla Pratica perchè essa ver$a 'molto più sopra cose di fatto. che non di · speculativa·. La vasti là poi e la gravil'à della materia che racehiude nella sua sfera; l'immensa diversità ci'effetti · che nelle violenle lesioni , nei veneficii, nelle morti apparenti osservasi derivare dalla forza delle ca~ gioni , dalla qualità dei mezzi adoperali, daila gravità. e natura delle parli offè1;e, dalla costituzione in 6ne delle persone · fer_ite, dimostrano CÌi iaramente al Medico ~gaie quantti cognizioni scientiGche egli debb'.avere, quanta perspicaci~ e prudenz~ rlebb'usarè per formar un retto diagnostico e per bené pronosticar inforno a ciò che il F oro chiede e vuole esser illuminato- Tal essendo nella sua sostanza la .~Iedecina legale, parmi chè ognuno di noi debba -fa'rsi accorto della necessità di porvi studio ed esercizio sia per conoscere , sia per [.spianare quelle difficoltà le quali tratto tr:llto ci oc.corron in Pratica e sono quasi sempre la cagione di dispute e di còntroversie nelle Scuole e oel Foro. Egli è dunque per queste considerazioni ch'io ho divisato nèlla presente Seduta esporvi un caso di ferite rilevate da un Soldato ·ricoverato nèllo Speciale nello scorso semestre allorché io dirigeva la Sezione .di Chirurgia, invitandovi a considerarlo come di spellanza della Medicina legale, con esternarvi alcuni miei dubbii intorno alla cagione delle medésime e con proporvi alcuni relativi quesiti. · Addì 16 dello scorso gennaio circa le ore tre pornefr. diàne il N. N. , Soldato nel 5° Reggimento Fanteria, Brigata Aosta era accompagnalo allo Spedale da un Caporale che lo dichiarava bisognoso di pronto soccorso siccome ferito per caduta occorsagli sopra suolo sassoso e disuguale mentre inavvertito è non io fazione se ne stava ritto in piedi senza badare al sottostante pericolo ed alla declività del terr.eno qual è quello di S. Benigno presso ' Porta Lanterna, dove in 'luel turnò era comandato· di guardia. Fallo coricare il ferito, seques_trali gli -abfli che indossava e falli cerli che le ferite 1100 era:n accompa- · gnate da gravi accidenti , gli si fecero varie interrogazioni sul modo, .sùl come, sul quando ed in quale luogo le aveva rilevate. Esaminata poi scrupolosamente tutta la superficie del corpo, non si riconobbe esistervi traccia


di contusione o d'altr,a superficiale ·ll}Sione, tr.anoo le seguenti due ferite le quafj. prendo a descrivere. La pril)la òi queste situata a Ila :çegion anleri,or- inferiore de$tril d~I torpç~ ~~tendevasi p,yall~la l all'qf.~" longitudinale <)11 1 c~po d;ill'aho in basso tra la sellima costa e la parte superiore deJl'addomine I olTriva la lunghezza di dieci centimt:lri ; la sua maggior~ larghe1za ,equivaleva a due centimetri ; la sua profondità e'ra cosliloillr ·dalla divisione, . della spessezza de' comuni integumenti ; i suoi margini si vedevano lisci, regolari, nqu frastagliati, non contusi, non l,umidi; gli angoli affatto regolari ed acuti; dal sno fondo vermiglio non st~llava saoguo ed era sgombro dalla presenza dì corpi eslr.anei. Ad onta della sua semplicità la quale permelle1•a che quella fosse medicata per , prima intenzione, non pe!·taolo tenuta in considerazione Ja distanza dei margini, la facilità di scomposizione dell'apparecchio oei movimenti della respirazioue ed io q·uelli dell'ammalalo; fallo caso dolla tendenza dei comuni integumenti ad altonlaoÙsi quando hanno perduta l'elasticità di co11tinuità od acquistala all'opposto quella di divisione; te11ute a calcolo l'estensione e la direzione della ferìta si praticaron(\ due punii di cucil\)ra attorcigliata ., avrnlorati da compresse e da semplice contcntivo benda,ggio a corpo, commellend'al Piantone l'incarico d'irrorare sovenle l'apparecchio .con semplice acqua fresca. 1 La seconda fÙila la qual a prim a vista, per la sua sede èù r,stensiooe di ire centimetri circa, llOn sembrava aod,1 r esente da le~ioni di parti profonde, occupava la tegion anteriore -latural interna dell'omero destro; si dirigeva obliquamente dall'alto in .ba!\so ed io senso quasi tr~sversalo dall'interno all'esterno rappresentand'una fì . gu,ra a g_uisa di luna nascente cou la convessità in basso lra il margine interno del bicipito ed il condilo iuteruo dell'omero; la divisione delJa pelle e del so1tos1a11te tessuto adiposo formava la sua prol'ondilà. Detersa anzi tulio la superlìcie coperta di sangue venoso rappreso ed ossBr· vato ch'.i vicini vasi e nervi noo cr.iuo offesi, se ne ravvici11aron i margini, la si medicò CC'll.- listerelle di cerotto adesivo e s'appoggiò l'arto nella posizione dell;i di semiOessione. L'ammalato tissendo dotato di temperamento sanguigno, io et~ di circa vent'anni, forltì di cosJit_uzio.ne fisica , non s'indugiò punto a porlo io severa dieta e, mediaole cinque sarg11igoe generali , bevande. temperaoli e ripo~o asso)uto, risaoò 11e1Jo spazio di sedici giorni con cicatrici regolari, soli<!e, e quello che più vale, libero da ogoi in · comodo ir, qunl11nqqe S4\l altitudine fisica. Esposto in succinto il oomero, la seùe, la figura, la dimensione, la direzione, la profondità, il metodo di cura e la gu,arigiooe di delle ferii.e, iole"do or enlr~r in alcune riflesmedesime, consiperandole specialmenle s;oni intorno dal lato della Medicina legale. :5e non cho parmi oppor Inno esporre quali fossero i vari i pensieri l'elativumenle alla cagione che le avesse prodqlle ed ac,cennar in quali difficoltà s'iuconlra talvolta il l\Jedico uel fare bene la di<Jgnosi . Quanlnnque le ferite fossero d'una tal quale estensione ·ed io regioni anatomiche degne di riguardo, non di meno il fe rito, inscieote delle sini stro conseguenze che potevan 11ccadergli ed in !'Ul momeuto e ocl primo periodo di cu ra, poco s'e ne inlimoriva, anzi balenava dal suo volto quella lraoquillilà d'animo çbe da molli si cerca in vano in simili circoslauze. Una tale condizione dell'a·

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oimo del f.eritQ.._p.uUacil_lll~,ÌlJ.!lJIJ..dqi:_ io errore il Medico ed 6 per ciò ch'io amo soffermarmi su questo punto, onde il Curanle tu~lo osservi e di tulio si 71è11a in guafdia. Se po~ l'iod1fferen~a e quasi non ca.raoza che il ferito q11n9strava, dip~pdcssero da ìogenòità I dJ·1 suo brillante càrattere giovanile o pure se f~sser atti dì si.'huJi/ione stµdiali a bella p~sta ner allontanar ogni idea o sospetto che le su·e ferile axesser ~.vuto Ollil cagione di\tersa da quella ch'e;l i accennava io non saprei dirlo ed in via legale avre_i avuto le !nie difficoltà a ·proou11r.iar un assoluto giudizio. A mettermi in questa incertezza sorgtwano, oltre all'impassibilità del ferito, le circostanze ch'ìl medesimo, conscio altronde di so stesso, inculcava rìpetutam-enttt al Caporale di stendere la relazioue e di conSl:l· gnarla al rispellivo Reggimento nei precisi termini e modi tra loro convenuti. Ora· quesL'iodilf~reoza e questa premura presso il Caporale non foono nascer il dubbio cb'il ~aso non fosse legalo a mera accidentaliÙÌ siccome · cercavasi di persuadern i> 1 miei detti saranno troppo severi , ma parmi scorgere bastante ragione per credere che quelle fcl'ile siano state occasionate da ben altra cag.ione_ed Jn allre condizioni. Questa mia opi11ione inoltre prende maggior appoggio dalla figura piana e rogolare dell~ ferite che ho descri tto. E. qui mi cadll opporlm,o far uo'otile rillessione. So jH.W superaro le difficoltà che il l\ieclico talvolta incontra. nel soccorrer un ammalato a lui affidalo 0 011 debbe mai perdere di vista lutto ciò che possa tornargli utile per determinare la cagione che direttamente od indirellamente poò aver influito all'evoluzioue della malattia , quanto più debl/egli andare guardingo a non lasciarsi srtig_gir il minimo indizio allorchè tratlasi di violente lesioni P lo questi casi non si tralla solo della sanità d'una sola persona, ma pur aoobe del bene della Società, poichè in mancanza d'esalle iodagioi può accadern che si dichiari colpllvole qf delittò un innocente ovvero che si faccia assolvere colui che conlr'ogni diritto e con occulta mano ha ·inlentato alla vita del suo simile. H ienlraodo nell'argomento di 1\lediciua legale rispelto al caso in queslioue, altre riflessioni slitno aggiooger onde sostener i miei dubbìi tendenti a fare prevalere il giudizio che le descritte ferite debbano più presto 1·jguardl)rsi occasionate dall 'azione .ùi cagi(lo· esterna e violenta di quello che da tntlra accidentalità. Le l'erile che risulté!no da cadHla d'una pors9na sopnr suolo ~uro, resistenrn ed inegu.ile sono per l'ordinario contuse, di Jìgurn irregolare, bizzarra, circondate da più o mco estesa ecchimosi , danno lunga suppur11zio11e, durano maggiore tempo a cicatrizzare; in queste la cicatrice non s'offro mai lineare, eguale, liscia, com'acè'ade nelle ferite da semplice taglio : inoltre sia effetto di comuhe (sljnto o Jella prevenzione istantanea dell'animo c~e veglia alla conservazioi1e del proprio essere, acciide elle uell'allo di cadere si cerca per lo più da ognuu~ di ripararsi e di renderti meno violento · l'urto de' corpi coo lo stendere le mani cd i bracci i da tale precauzìone oe ri· sulla c.lte queste parli ed anche la faccia restano malconcie in varii punti ; nel nostro ferito, i,I quale i:>?rtava in un sqlQ lato del corpo e in di~tinte loca!it~ le lesioni, non si scorgava la più piccola offesa in altre parli : circostanza questa che vuol essere cousiaerata ; m11 havvi a ocora di più : esaminale le veslimenla sequestrale cioè il cappotto e la camicia, si ricouobbe che questa era la-


67 parte anteriore destra orecisamente al gliata a filo • nella 111 \ I J.F.. ". i, Juooo corrispontle~tè della prima ·ierita , menlrecbè 1'I cap;otlo vedevasi iotau.o ed era in vece taglialo a guisa di lembo libero· nella part~ infe.riore della manica destra io corri1>poodenza della quale non esisteva ferita di parli molli e la camicia era iUesa tanto in -basso quanto in alto dell'avantibraccio. In qual modo possano concordare queste disparate lesioni degli abili e df.llle parli molli , come ciò possa esse re avvenuto e come si possa spiegare non il cosa di tanto facile soluzione e merita per ciò d'essere bene ponder ala prima dì proferir un giudizio, poichè a tenore delle circostanze esso polrebbli aggravar o dimin~tire l'entità della questiono che bo propost_o , e converrà dire clrn arduo ed oltremodo difficile è l'officio del ;\fedico legale ; imperocchè 1o dal narralo caso il Med ico ha egli .fat i positivi per afformare se le ferite sian il risnllamen.to di .semplice caduta od altrimenti ? 2° dalla figura e dai caratteri della fer ita si può sempre recar un retto giudizfo intorno alla nan1ra del)o slr.omenlo che le ha proilolle P 50 quando non si hanno presenti gli slromenli da confrontare con l'apertura e forma delle fer ite , qual è la gui da dt?I Medico per giudicarle cagionali} piuttosto da una che da nn'altr'a~ma jl 40 io quale conto debbono tenersi dal Medico perito • le di-posizioni del ferì to ?

r.rlt.

RE NDTCO'NTO CLIN ICO DEL MOVlllfEN TO DEGU AllUrULATl

succeouTo Nt::r.to SPEDAL8 SuccoRSALH 01 Cosso 0

DAL

CO'N

lo DI SllT'l'~~fBRE 1851 A TUTT A60ST_O 1852; Bcrnvl C0Nsrn1nuz10N1 Curnc11& del Med. d '

Regg. IJott.

CnOSA,

,\llorcbè noi pr incipi? di scllembre 1851 io presi la di· rezio11e dello Spadaie Succursale di Cuocio, 58 erano gli ammalali di Corpi <liversi che rimanevano uello Spedalo ed 84 furono quelli di questi medesimi Corpi ch'entra • rono nel volgere dell'anno: di questi, 118 uscirono guarìli i; morirono ed 1 rimase alla fi nfl d'agosto 185~. Fra i Soldati componeul~ li quallr'ullimi Ballaglioni dei Bersaglieri stanziati in Cuneo cd ai quali io appartengo, 775 furono quelli che ammalali di diverse malattie ebbero ricorso allo Spedale. 71U di questi guarirono, 7 mo rirono e 49 rimaser in cura alla une del medesimo mese d'agosto. Il movimento totale degli ammalati fu qnindi cli 897, dei qoali 10 morirono e 50 rimaser in cura. La mortalità ascese per consegueqza a poco più dell'ùno per 100. Sezione ~ltfedica. Le malallie predomioaoli [urono le iofiammaiioni viscerali del pollo e le sinoche. Siffalla preponderanza trova spiegazioue in quelle ragioni state ampiamente svolto dal mio Collega Doli. lVfollini negli articoli pubblicali nei n:Jmeri 4 e 5 del second'acno di questo Giornale. Nella generalità dei casi di sinoca il tubo gastrenterico or io modo ùir1llo e primitivo, ora por consenso o per irraùiazione <li flogos i si mostrò quasi sempre compartecipe dell'affezione morbosa. Il metodo j

di cura ritrasse perc,iò sempre di quei medicamenti che ia comune sperienza dei Pratici rieonobbè aver un'azione elellivarneote antiflogistica sopra quell'apparato organico, quali p. es. i s9bacidi, i leggierì enoprotici, i mueilagi nosi o gli oleoai, ovitan~o sempre . con precauzioffe ì forti ptirganli, roassimamenle i drastici i quali, se per un lato possono giovare per gli abbondanti esili alvini the promovono , aggravanq per solito dall'altro la condizione irritiva o wbilogistica di . quell'~pparato ed indocon uo grave periurbamento nelle funzioni del sistémà nervoso ganglic111are. L'uso moderalo do! salasso ed il ghiaccio compierono la cura quasi da soh oei casi più gravi. J)ue casi di sinoc11 o di febbre tifoidea ci si offersero nel perìo<lo di tempo d'i cu i 1·agioniamo. Jo enrraml,i la malatti11 aveva comincialo da leggiero malessere, da inqoietuclioe, da senso di stanchezza e d'inappel~nza , ai quali incomodi poco badarono gli aro~alali sin a tanto che non li distolsero dal l'altc.ndere ai propr ii doveri. Ma -subentrarono poi altri fenom en i è di bene maggior importanza cioè quelli di profonda lesione agl 'inlestini tenui specialmente e tulla la coorte di qutigli alCri sintomi co· nosciuti con il nome ili tifoidei. L'ofio dei due casi ter· minò fatalmento e la necroscopia svelò numerose ulcerazioni negl'inleslini te11ui con ipertrofia e rammollimento di molle ghiandole del Peyer e c:nn assai vh'a e minuta iniezione rrelfe i:noningì cerebrali. Nel caso in vece che ri.osci a guarigione la convalescenza fu ruollo lunga ed accompagnata da molli pericoli che ritenni dipendenti <lai processo <li cicatrizzazione dello ulcerazioni formatesi nel progred ire del gravo morbo . Sezione C!iirurgica. Trenta furnn i casi d'otlalm io , quasi tnlli rfferibili alla catarrale, ·pochi alla reumatica. . Limitali per la maggiore parte all'infiammazione della congiuntiva oculo- palpebrale, furono nella massima parte, condotti a pronta guarfgione. In pochi casi però la per- sistenza de.Ila congiuntivite catarrale fece luogo all'oliaimia gt·anellosa la quale olio volte dominò come rualallia principale. A combnltère q11es1'ultirna trovam mo unico rimedio fo quotidiano caulerizzuzioni con il solfato di rame, continuate sin a porfelta guarigione elio si pr·otrasse alcune volte -anch'a più mesi. Limitalo fu il ricorso che facemmo al nitraL11 d'argento, perchò poche furono le granulazioni molto pronu11ciatc, antiche, indurito e fungose e perchè, qoand'abbiamo sperimentalo noi casi meno gravi , duvellimo subilo smettere dal suo oso siccome quello che costanlemente esacerbò la condizion in(iam materia latente che costituisce il fondo della malatlia cd è origine dello sti llicidio mucoso-purulento che acco ,upa:.. gna la medesima. Usammo anche la pielra caustica di l>esmarres, composta d'azotato d'argento e di nitro, ma ooo obbim a notar a1cuoo speciale vantaggio dalla medesima. lo nessun caso potemmo, non che convincerci, dubitare ch' il ma le fosse slalo comunicalo per mezzò d'un conlag,o diretto od indiretto. . .Frequenti occorsero le distorsioni , massimamente quelle degli arti info riori. Le più lievi furon in poco tempo guarite in Quartiere per mezzo dei bagni freddi e del riposo. Ventiquattro furon i casi di maggiore rilevanza e questi furono curali nello Spedale con il riposo, con i bagni facqua vegetò-mineraie ghiacciata continuati per quattro, per sei, per olio ed anche per maggiore numero di giorn i a seconda della maggior o minore loro


iod.icazione. .Coadiuva"mmo la lor àzione coo il mezzo di oppprtuna fa~cialu ra e qualche volta anche con il sangui· :9ugio locale. Questo metodo di cura fu da,. noi .castantem'ente messo in pratica e sempre con ·esiio felicissimo, cosi che nulla di nuovo risconlr~mm; nella M11moria di Baudens or ora pubblicata inforno a quest'argomento, quando non· siano alcune secondarie modificaiiooi da questo distinto Chir urgo iotrodollè. · · Sei furon i c~si di cancrena nosocomiale, manifestatisi tutti nella stagion -invernale ed in quella di primavera. lo due casi il male si manifestò nelle piaghe suppura!)li di due . vescicatorii e neglì altri quattro comparve in bubboni sitìlilici parimente sup1)uranti. il corso della malattia fu sempre lentissimo e o·ei J?ersaglieri Pecello e Bottero tant'era vasi.a e profonda la piaga, tante furono le sinistre emergenze le quali ebbero luogo nel _periodo di cicatrizzaz.iq"ne, che ad ottener una compiuta guarigione fu· rono necessarii sei mesi di ~empo. Nella cura di questo morbo di cui la Patologia fu. app9ggiata sopra basi sicure solaoient1;1 da che fu pubblicato l'inleressaòtissimo lavoro, da tulli conosciuto, dell' Illustre uostro Capo, il Prof. Comm. Riberi ,1 furon usati a vicendà. i caustici potenziali e la soluzione sa tur~ di sublimato. corrosivo, io ragione di 4 a 5 gra11i per ogni oncia d'acqua distillata. Quest'ultimo topico ha il doppio vantaggio di penetrar iu. tulle le. SÌ· ·ouosità, in tolti li meandri della piaga e di favorirne e prumoverne la detersione, operand'in modo poco sensibile per l'ammalato. . · . Gli ammalati di sifilide furono 205. Tutti furono più o meno rapidamente condoUi a guarigione e per ciò ~non avressimo cosa di rilie·vo da notare. Comunicheremo ciò non ostante quelle sfavorevol i r·isultanze che nella Pratica adottata in questo Spedale abbiam a· rilevare dall'uso delle cauterizzazioni con il nitrato d'argento e delle medica zioni con il subÌimato corrosivo, comuni.cando poi ·l'utilità . da noi ricavata d~ll.e cauterizzazioni con l'acido acetico. l o La cau terizz'azione con il nitrato d'argento, mas· simamente se rinnovata frequentemente, delle ulcere nel loro stadio suhaculo od iufìammatorfo, fu rrequente ca· gione dell'evoloziono di bu\)boni. · 2o La medicazione cou · la soluzione di sublimato corrosivo (due grani per ogni oncia d'acqua), quantunque sia un eccelleute detersivo, favorì tuttavia l'indurimento dei margini delle piaghe, 5° La cauterizzazione in vece con l'acido acetico non produsse alcuno dei citati inconvenienti e ci fruttò prontamente lo· scopo desiderato. Fummo indotti nell'applicazione \ Ji questo topico dalla leÌLura della Memoria del Medie<? Belga, Doti. Henrotay (V. Gazz. Med. It., N° 25· , 21 di giugno p. p.) . Gli sperimenti furon . institniti di comun. accordo con il Doli. Sassi al quale per turno trimestra-le i·ncombe il Servizio secondario di questo· Spedale. Finalmente associammo frequ entemente all'uso dei detti topici quello dei bagni mollitivi · per mezzo di compresse inzuppate ne\la decoz ione di foglie cl i malva con le qu'alì · facevamo tener avvolto il pene degli ammalali. L'utilità òi questi non ci venne mai meno.

.STORIE·DI CASI RIMARCHEVOLI. 10

,

PLtURO-POLMONITE. .

( Storia letta ·dal Dott.

V tJ3ER1'l

in una Conferenza

di Sciamlierì).

Antonio Sperone nato iò Alessandria da p~renti sani, in età d'anni 25, Soldato nella 4a Compagnia dei Caccia• tori Franchi ~on destinazione alla Fortezza di Bard, di temperamento sanguigno, di costituzione robm;la, non mai stato ammalato, essendosi nella sera dei 24 di maggio addormentalo su l'erba mentr'aveva il corpo lutto bagnato . da profuso sudore, fu ad un triitto colto da forti 4olori al torace.ed a tulle le articolazioni, da cefalea e da tosse secca, ma piu.Ltosto frequ<iote. Rientrato in Quartiere, siccome quegli a cui rincre.sceva conse.gnarsi ammalato, stette per ·tre giorni senza r icorrer ai Consigli dell'Arte. Obbligatovi poi dalla sempre crescente intensità dei suoi mali, eotrò nello Spedale nella sera der 27 ·offrend'i segue11li sintqmi: faccia pallida, livide· le unghie ed i labbri ; infossali e languidi gl i occhi; tremanti per il freddo fe mem~ra; lingua rossa, asciulta e tremola; celere, ansiosa ed in~goale la respirazione con senso d'oppressione al petto; movimenti del torace lim itati ed ineguali ; battili del cuore molt.Ò accelerati e forlì con polsi picèoli, contratti , duri e frequenti ; dolore laterale pungente , lancinante e fisso nella regione mammaria destra ; tosse fr~quente e forte con sputi roi;si e spumeggianti; decubito sul lato sinistro impossibile; agitazione somma; pelle fredda e secca ; ollu~ilà di suono corrispondente al dolore toracico. lnslitoila la diagnosi di pleuro-polmonite, mia prima cura fu quella di tentar il riattivamento d'equilibrio lra il si stema circolator'io centrale ed il periferico per mezzo di pòlenle senapizzate Jrequeolemente traslocale dai piedi alle gambe ed alle cosce, per mezzo di cataplasmi mol· lilivi nel luogo dolente del .torace e finalmente con la somministrazione d'uo'infusione satura d'i fiori di camomilla. Ottenuto io parle con questi mezzi il mio intento, praticai più tardi un genero.so salasso .dal braccio che rinnovai ·due altre volle nell!Y--24 ore e prescrissi una be·v anda di decòzione d'orzo con un grano di tartaro emetico, dolcificata con s~iroppo di gomma arabica. -Queste· medesime prescrizioni furono continuate nei tre primi giorni di cura nei quali per la sempre crescente inten.sità dei descritti sintomi, per essere sopraggiunto .il delirio e per l'a lta. e dura .cotenna che offriva il sangue eslrallo, · dov!'llli .rinnovar otto volte il salasso. Nel quarto giorno l'ammalato dopo avere, bencbè inlerrol~arnente, riposato alquanto nella notte nella quale ebbe pure due esiti al• vini sa lutari, offrivasi più tranquillo e più lieto in viso ; ìl polso si toccava molto· pitì cedevo!~> più regoiare, meno frequente ; la pelle era umida per un abbondante sudere; il dolore toracico quasi scomparso e. solamente sensibile nelle lunghe inspirazioni ; la tosse era meno frequenle, più umida , con ispuli mucosi facil i ·ed abbondaoli (Latte di mandorle dolci due libbre, sciroppo di gomma arabica due once , estrailo d'aconito napello sei grani, acqua


69 coobnla di lauro-ceraso una dramma : mescola : da pren• dersi poco per volta). Nel quinto giorno le cose procedevano sempr'in II\e·· glio: solo il dolore persisteva nelle lunghe inspirazioni e la sele era molto viva ( applicazione di venli saniuisughe sul luogo dolente: continuazione del latte di mandorle dolci, ecc.). Nel mallino del sesto giorno continuava il benei\sere dell'ammalalo e la su perficìe della pelle mantenevasi bagnala da abbondantissimo sudore. Verso sera però, avendo l'infermiere improdeotemente accondisceso a cangiare di letto l'ammalato., trovai questo con il respiro affannoso, coo la tosse di nuovo secca e l'requenle, con il sudore scomparso, con il venlre teso o dolente alla region ipogal'trica per accumulamento d'orina io vescica e con i polsi di nuovo celeri e ristretti ( rnucilagine di gòmma arabica ijei once cou sei grani d'idralcoolico estrailo di giusquiamo nero e mezza dramma d'acqua coobata , da prendersi a cucchiaiate: applicaziooi di cataplasmi molli· tivi sul venlre: imposizione di clisteri mollilivi P. calmanti). Sensibilissimo era nel 91allino rld settimo giorno il dolor alla region ipogastri.ca che loccavasi e11ormèmenle tumièla per la graode quantità d'orina raccolta in vescica : alconi ribrezzi di freddo susseguili prontamente da svo, lazii di, calore s'cran alternati oella ootle : persistente era la rinnovata gravità dei sintomi dell 'apparato ree(,iralorio. Praticai incontanente il cateterismo per mezzo del quale raccolsi nel vaso più di sei libbro d'orina torbida e sedimeolosa con grande sollievo dell'ammalato. ~itornavano però verso sera i ribrezzi di freddo alteròati con .urente calore generale ed i dolori alla r egion ipoga· strica cha di nuovo si sentiva alquaolo tumida e resistente alla preasiooe (inlroduziooe nell'uretra d'una cannula di gomma elastica spalmata d'una pomata ccmposta d'una oncià di grasso cli maiale con una dramma d'eslrallo idralcoolico di belladonna e con due scrupoli d'estrailo di giusquiamo nero : unzioni falle su l'addomine con la medesima pomata : continuazione dei cataplasmi e dtii clisteri : applicazione di due ves.cicanli alle· cosce: latte dì mandorle con nilro, acqua coobala e sciroppo aperitivo per bevaoda) . Spontanea qualche ora dopo l'introduzione della cannula nell'uretra stillan l'ori na e la pelle aprivasi di nuovQ nella notte ad ~o moderato sudore; motivo per cui nel mattino dell'ollavo giorno ritrovava l'ammalalo quasi in islato d'apiressia, beochò in sommo grado di prostrazione di forze. Persistendo tuttavia un lale quale grado di dolore nella regione loracica e lo perc,Jssione lasciando udir aocor uo s11ono ottuso ; feci applicar nna pece di borgogna caotaridata al torace e due vescicatorii ai bracci, continuando nell'uso <lei latte di mandorle per bevanda e concedendo due tazzti di brodo pt:ir alimento. Nel doèi mo giorno v'era perfeua apiressia : il dolore non era più sentilo anche nelle profonde inspirazioni : l'orina stillava liberamente e moderalam·eole sedimentosa s'offriva nel fondo dt:il vaso ; la rospirazione non era più che qnalcbe rara volla interrolla da tosse con facil e copioso escreato: abbondante si mostrava la suppurazione dei vescicatorii : l'ammalalo era ilare ed appetiva con avidità il cibo che però gli si concedeva limitato a tre pani triti nel giorno (due libbre di decozione d'orzo edulcerata con sciroppo in cui si scioglieva una clrawma di nitro da prender$i per bevanda) .

Da questo giorno l'andamento della malallia progred} costantemente in meglio, così che ~ssendosi potuto gradalamenle aumentar il cibo, l'ammalato guadagnava giornalmente in forze e la g!iarigione compievasi in modo cosi perfelto chn nel giorno 12 del sucéessivo mese di giugno lo' Sperouti usciva dallo Spedale tutto gaio ed io istato di potere riprendere il suo servizio. Ntil comunicarvi, Onorevoli Colleghi, questa Storia, non fui già indollo dal pensiero ch'essa avesse in sè qualche cosa di straordinario e da voi oon prima osservato, chè bene su quanto frequentemente ci tocchi nella nostra carriera Saoilario-Mililar,e .combattere, coutr'ostiuatissime infiammaziani delle viscern respiratorie e co11tro lti frequentissime loro recidive, ascrivibili quasi sempre a trascu ranza di quelle ordinazioni e di queJ suggerimenti ch3 ciascheduno di noi non manca di severamente inculcare tanl'all'aannalaw, quaut'at;l'infermieri . Mio unico-scopo fu d'and,1rvi ragguagliando di quelle malattie che più gravi m'occorse curare nella Fortezza di Bard alla quale fui lungo tempo comandato e nel medesimo tempo di provare con il fa.Uo che, quando particolari circostanze non l'impod1scano , nelle malauie infiammatorie <lei polmone il m11todo di cura che si fonda essenzialmente nelle pronte e generose sottrazioni di sangue generali e locali, nell'uso intorno dei mucilaginosi, dei deprimenti , dei narcolici antiflogistici, degli espettoranti e dei rivelleoti, è certamente il metodo più razionale, più facilmente susseguilo da compiule guarigioni e cooseguenlemenle da anteporsi a quell'altro che si fonda . quasi unicamente nel generoso uso interno dd tartaro emelico ; metodo quest'ultimo sovente fallace, molle volle non tolloralo o dannoso per le g3.strenteriche irritaz ioni cho procura e per ciò da adottarsi solamente in quelle circostanze nelle quali, lutlochè vi sia l'indic~zione del salasso, . queslo non può assolula· menw essere tol leralo dall'ammalato.

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FERITA DA ARMA DA FUOCO. \Storia comunicata dal Dott. VALLE Jl.1ed. Milit. di !t1ar. comandato al Bagno <l'i Genova). Piclro Venturino. di professione contadino, d'anni 22, di temperamento linfatico e di gracile costituzione, mentre uella sera , dei 22 di maggio andava vagando nel territorio Vercellese, un colpo di mo!lchetlo, non si sa d'onde partilo, colpivalo noi dorso del piod~ destro penetrando la palla per oltre a due pollici al di sollo dell'arlicola zione tibio-astragalen fra i tendìoi del muscolo tibiale anteriori! e dell't~stensore corriune dei diii , cl'ontle percor· rendo la medesima unà linea rella venne ad uscir in corrispondenza della parie laleral-c$teroa del tendine d' Achille. li Venlurino por tale modo ferito trascioavasi a stento ad una vicina cascir.ia, da cui, mcdicat3 la ferita come meglio seppt'\ o polè, dipartivasi poco dopo conti· nuand' il suo cammino per raggiunger un'osteria situala noi Borgo di Tronzano, dove rimasti per sei giorni con . linui senza che ricorresse a Persona dell'Arte, non ostante che acerbamente gli dolesse la forila e g;1gl iarda gli si fosse svolta I.a febbre. Arrestato in questo luogo dalla.


70 forza pubblica che correva su le sue lracce quale so- r. luttavia, èonsiderate le sfavorevolissime condizioni nelle quali era sin allora versalo il Venlorino, debitamente apspello di grassazione, veniva tradollo nelle Carceri di Verprezzate lo stupende guarigioni che la natura coadiuvata celli, dove fu tosto visitato dal Chirurgo delle medesime dall'Arte operò in molte consimili circoslanze e più d'ogni il quale gli fu prodigo dei suoi soccorsi per oinquaDla altra cosa confidando nella pròfonda o rara sapienzo del gierni coosecutivi, trascorsi i qoalì, per il miglioramento !liberi che aveva pr~nuncialo poter ancor aCommend. manifestatosi tanto nella località quanto nello stato geneversi fiducia nella Medicina aspellante, mi decisi ritentare rale, potè il Venturino essere tradollo io Torino a_ fare lutli quei mezzi che ;a Sciouza suggerisce nell'altu.alilà le sue difese nel Giudizio che lo con~annò a1 lavori forIlei caso. Prescrisei qui.nd'e feci r innovar alcuni giorni zati a vita. Menlre soggiornava nelle carceri di Torino, dopo un'applicazione di sanguisughe alla località nell'ioil Doli. Adami Chirurgo per turno delle medesime contilento di rinluizare la ringagliardita infiammazione della nuando ·nella cura della ferita, vi praticava alcune dilatamedesima; dilatai per mezzo dei trocischi di minio l'aperzioni per dare libero, esito al pus elle s'era raccolto io tura d'entrata onde favorire lo stillicidio dell'ii)oroso ,p,us, varii seni e meandri tull'intorno alla superficie del piede scoprire le lesioni dnll'articolaziooe e così rendere più e n'estrasse in più volle cinque sequeslri ossel , sonza facile la medicazion~ ; procurai finalmente l'immobilità che per ciò le cose volgesser in meglio ed infondessero dulia parte lesa éontenend'il piede o la gamba in on apnel Curante la sporaoza d'una guarigione altrimeote otteposito appareccliio che rinnovava solamente da ql_land'a nibile fuorchò con l'amputazione la qoale fu coslanlequando al fino ùi rimovere le immondezze lasciatovi dallo menlf.'I ricusala dall'ammalato. In questa condizione di circostanze il Doli. Adami provvide a che fosse chiamato . stillare del pus o dai residui ùei cataplasmi mollitivi nell'uso dei quali continuai costantemente sin a che, cessale a consulto il Chiarissimo Commend. Prof. Riberi il quale, J'in6ammazio11e locale e la ria1.ione febbrile vespertina, attentamente esaminala ed esplorala la località ti tutte mi sembrò fosse necessario provveder alla infrali la cocalcolate le circostanze tanto estr insecht1 qoanl'inlrlnsesliluziooe generale . con un regime nutriente e 1onico1 e cbe le quali potevano favorir o contraria re la guarigione medicare la località con iniezioni di. tintura di mirra, alspontanea della ferita, con quella sagacità di giudizio che Leroale ·con quelle di iodio. Con l'aiuto di questi mozzi segnala solamente i più grandi Maestri ocll' Arte. pronunl'omma l-ato anùò si lfauamenlo acquistand'iu ogni so.oso, c iando non essere le cose a tale stato ridolle da dovore cl1e nei primi giorni ù'ollobre 1851 poté discendere nei disperare della gua rigionf.'I con la conservazione del i>iode, .Bagni null'altro più r imaneudogli Cuorcliò J'inevitabil anconfortò il Curante a proseguire oelfa bene flirella applichilosi ed on tale quale grado di debolezza ch'io breve cazione dei mezzi sin allor adoperati e ad aggiungervi cedetle ad una buoua e sana nutrizione ed al salutar inin progresso di cora quegli altri che audò mano mano indicando. Non molto tempo dopo questo consulto il Venflusso dell'aria libera. Se molli son i falli registrali negli Annali della :Scienza turino che coniava oramai sci mesi di carcere nella Capitale, fu tradotto al Bagno òi Genova a scontare la sua i quali depongon in fav,, re dr.Ila Chirurgia aspeltante, più d'ogni altro, a mio credere , debbe depor il presente il pena. Giunto quivi ai 9 di lnglio 1851 fu inco11lanente acceltato nello Spadaie dove, visitatolo nel giorno susseguen te, quale f11 condotto a perfcllo guarigione non ostante manriscontrai : ingr ossata l'articolazione tibio astragalea decassero quelle .favorevoli condizioni di località, di lemstra c:on goofìtnza edematosa occupaoto circolarm~nle peramenlo, Qi costituzione fisica e di moral eccilameoto, tulla l' nrticolaziono ed estendentesi dai due terzi inferiori le quali uella maggiore parlo dei casi leggonsi avere podella tibia sin a tutt'il metatarso; arrossata . in intonso lentomente contribuilo a favo11ire la guarigione senz'il colore rosso-livido la pelle soprapposta all'articolazione ; concorso della Chirurgia operante. aperto e stiliante pus icoroso il foro d'entrala del proiello feritore, situato sul dorso del piede fra i tendini dei muscoli libia! auterior ed estensore çomune dei diti; cicaRELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIBNTIFICllE tri1.zalo in corrispondenza del lato esterno ed inforiore del Lendine d'Achille il foro d'uscita del medesimo pro(Continuazione del mese ct'agosto. 2 3 Tornata ). ieuo ; cicatrizzalt1 pari mente sul dorso del piede altre due soluzioni di continui tà stato dall'Arte praticate, ed aperta SCrA!\lBEni. Il nott. Vihorti . legge la Sloria di plouro, iu vece una terza siluala medesimamenlo sol dorso del polmonite pubblicala in questo medesimo numero del Giorpiede e stata pore artificialmente pralicata ; imperfellanale , iolorno ,illa quale il Presidente dichiara aperta la mente anchilosala l'articolazione. Oltr'a questi segni obdiscussione. Non essendovi però chi prenda la pa rola il medesimo Presidente onù'eccilare la cJ,iscussione si biellivi lo specillo esploratore int1·odollo· nell'apertura di lungamente a rarlarn dell 'utilità dell'ascoltazione e della entrata del proirtlo lasciava sentire la carie d'agii ossi percussioue nella diagnosi delle malattie di petto e quindi circoodanli l'articolazione, nel cavo della quale per un move la quistione intorno all'opportunità della sommioilungç, tragitto fistoloso quello s'internava. Qoesl'inaspri strazione e della dose del tartaro emètico nella cura di mento della condizione morbosa locale a della stessa delsiffatte malattie , esternand'il deside1·io che questa que· l'ammalato era nell a massima parte dovulo ai disagi del slione sia studialo e discussa. l)opo ciò rivolge le sue pnrolo agli Uffiziali Sanilarii del 7° Fanteria ed a quelli viaggio i quali alterando pure la condizione generale l'adel Uegg. Cavalleggieri di Sardegna i quali stanno per vevao estremamente dimagrato cagionandogli per soprapcangiare di Guarnigione, esprimendo loro il rammarico più uoa lenta fobbre esacerbantesi verso sera. che lutti i Colleghi proyaoo nel d_overo diYirlersi da pe·rB.accolte ~Ila rinfusa le nozioni commemorali ve più sone.le qu:i!i per lo zelo e per l'abilità dimostrati in servizio sopra r.s posle , non oslarilo fortémente Lemes~i non potere e per l'urbanità t1 cortesia dei modi eraosi rese caro ed -ollenersi la guarigione .allrimenle che con l'amputazione, accelle ad ognuno. A queste cortesi parole risponde il

f;


71 Dotl. Ferrero con sentile ed alTettu,)se esp+es-sioni e quindi RffiSTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI si scioglie l'Adunanza. , NOVARA , Dopo la lellura della' CircblBr!' ra~g'uardahle al buon · andamento delle Conferenze1 il Doll. Valzena ff. Inoculazione dei Sali di Morfi11a tiella cura delle Neu, d~ f.>re'sfqerit~ r>4rlll"nqo (letla , -sòmma uli!ità .•·i~à~ata_ ~al ralgie del .D.ott, WA Y t~t. nitrato d' argentò nella cura delle ottalm1c s1 la a d1st1nooere com'egli abbia usato il nitra lo d'·Jrgento io solu{ Sunto del Dottore Mollioi ). ~ìone , senza l'aggiunta d81 laudaod , nei casi nei quali le granulazioni non erano mollo rialzala e la Cl)ruea era I n quallro neuralgio per losion.e del or.rvo ischi.atico ed compa rtecipe dell'Ìnlìammazione cungiont ivale; com'a·bbia ~ in vece usato il pennello bagnalo prima nell'acqua 0 quindi io Lre altre per isolata lesione dei nervi prelibiale, sosoffre~alo int9rno al nilralo d'argento fuso qoand·era ne prorbitale e d'alcuni rami toracici,. il Dott. Hayem fece cessnir.d c.\Julérfziàre la èongiirntiV'll del'ln• pa1lpebra supo· fortuo-acto ricorso alle ioocula.~ioni di cloridr.ato di morfina riore: com'ir1 lìue,abbia fallo ricorso direllamente al ui · praticate con ùna lancetta o con allro stromen10 pungente Irato d'ar~ento solido nei casi di granulazioni auiche e loogllesso il corso del nervo ammalato. li numero del le m,olto pronunciale- , s,1111.a che rn.ai abbia avnlo a dol.ersi punlure e la (piai11ltà del rimedio fn varia in questi eas-i, oè d~ lruppo gagliarda rìat.ione 0 ~ delì'inleasilà e durala a ten·o re della gro~sezza del nervo e dcJla perlinacia tid del dolore il quale 111 vece fu quasi sempre nullo tolta volta elle alla cauterizzazione fece succeder ìnstaotaneainterisilà del dolorè : così, ad esempio, nel caso di oeu . mente atibomlan li Javalnre con acqua conl(,l11001e I.re gocce r~lgia pr!'libiale in,J<:ulo ptir la prima volta con trenta d'acido idroclorico per ciliscbedun•oncia. Il Doll. tacchla p'un(ure- sei ceuligrarrlm i di clòridra,lo 'di morlÌna, replicontermand'in tesi generale l'opioioòe emessa dal JJott. cando poi l'inoculaziòne ad eguale dose ùi rimedio per Va17:eoa sostiene ch'il nilh,1to d·a rgeolo solìdo può 0 debbe cinque consecuti vi giorni, trascorsi i quali cessò a/Tallo sempre ri~piah are la soluzione ed il pennello• qua nd o la oeuralgia : nella neura lgia soprorbit'ale bastò l'inoculaperò il Pratico àbbià l'a,,verlenza di regolarne l'azioni\ per mezzo qella ma~11ior O minore lentezza con cui può zione per tre giorni replièata di cinque centigrammi di fa re strisdare fa pièfi'u 1fo la·c.:iugiunli va granellosa : amquesto sale oppialo i finalmente a vincere le iscbialgie melle Aerò essJre n1oces~aria la soluzioni.; nei casi 1.l'opa· dovell'adoporar oJlo Ctlnli grammi dol rimedio, rinnovando cilà della cornea nei quali non si tende già a distruggere, poi l'operazione per altre qnallro volle. Qu6ste iChJculam ~ sol ~ modificare tu.llo l'esterno app ,rato oculo-palzioni dello quali coad iuva-va l'aziono facen Ll'involger o pebrale? eqcitaooo nei v1si assorl.Jeilt! i1n g~a:do maggiore baguare la parie amrna)ala 1.:on panuilini mzuppali in una d'a1.ione. Passa quiod'il medesimo in ras.segna i varii decozione narcotico ·mollitiv.i, furoa in lull'i casi susst1· colliri i sta li proposti in tulli i tempi tl li vorrebbe asso· [ . Jota r.ne!)le proscr.itti, siccome quelli di cui i vantoggi sono guilo, dopo un'ora o due al più, dalla cess.aziouc o dimilimitati io patàgo1,c di q1,aoto può il Pratico sperare ouzione del dòlore , rna io p,1ri tempo da vertigini , da dall'uso del nitrato d'argento. Conéhi11de dicendo non voO\ili, da contrazioni delle pupille, <la confusione nelle meritarsi pure maggior~ cooficfenza l'acolalo tli piombo idee e da sonno interrollo ; sintomi questi di poca duusalo in poivere 'seèònd'ii' metodo di nuys, percl~è que'slo rata ed ai qull ii teMti semprn dietro un notevole migliometodo ba il grave inconveDienLc di sollrar alla continua ramcnto sin a oompiula guarigione. Non però in lutti i osservazione del Curante lo stato della congi11nliq oculo· polpebrple e solo pvtrubbe convenire quando per mancasi il Doll. Hayem polè ollencre ri.sultame11l1 compiuti canza di Personale San i la rio le medicazionì sono ra rn e con questo rimedio, giacché uua lra lo ischialgi e ri1:igliorò difficili. Riprende poi la parola il Dolt. Valzena per parsolamente: a vincerne un'altra f'u necessario ricorrere lare dei casi più gravi ,iccorsi nelio 5pedale, specialmente ancor all'applicaziooo di vescicalorii volanti : lo stt•sso soffttrnrnnc'losi lptorno ad un caso d 'ascite cht:i 11ecessi1ò accadde per la neuralgia in1ercostalo cb·e fu solo <loma la paracenle$i e ad un aÌLro di febbre lifoidea torminato dopo l'applicazione d'un largo vescicatorio nel luogo doinraustamente nel quale la necroscopi a confermò piena· lente. Accenna parimente il Doll. llayem al miglioramente la diàgno~i. CAG LIAiit. Ua letYcua della Cìrcol-dfo del Consìglio Sumehto 011cr1uto con questo metoclo nello cura d' alcuni falli perioro Sa1.1itario-:.\lilitare con la quale si siabiliscono nuo,•e di reumatismo acnlo articolare, ma il cnso più singolare normo per lo Cooferenzb; on consulto fallo al !elio del asserisce t:issergli stato comunicàlo da i\Ialgaigne che Solc)a.lo tl,ioval1oi q~salone tocco. da amaurosi ; la lettura quas i instanlaneamenLe guarì ·per me1.zo d'u na sessantina della *oria di cblic-a slturniira già da noi pubblicata ; e di puntore prali-cate nella sede dei . dolo re un'u retrite finalmente l'esame d'alcuoi lnscrilli di Leva mandali in , secca aolorosissima. osservazione allo Speda le, forrnaron il so<>eello delle Con'" I I ,:,._ u,renie d'I qneslo mese.

ERRATA-CO RRIGE'.

PARTE SECONDA B(mlJID'l-1'f~NO UFFICIALE

Yat·iazioni del Pe1·sonale Sanitario-Jl'lititare. :Dolt. ·<:1h'ho B~\bàriti, kii M'elli'c\> di lfl!a1(t'a,glione , o!o'lènne la facoltà di vesliro la relativa divisa. Dott. Luigi Granjux, l\'ledico di Battagl.iooe addetto allo Spadaie Divisionario di Genova , colloca to in riforma.

Nel Ì\ 0 8 1 pag. 60, colonna 2a, lin. 57, ove si legge : per qiii1l(ii dare luogo all'appUca zione dei fomenti caldi e tle.i ca.taplasmi rn.ollitiv-i... leggasi : 1>er quindi dare luogo all'applicazione del bendaggio non flessibile gom . mato. li Direttore Doti. COmSSET'l'l Med. DÌ\•. 11 Vice- Direttore responsabile Dott. llai·. de Bt\aofort i'IL R.

Torioo 185~. Polazza, Tip. Subalpina. via Alfieri 'H.


STATO GENERALE NUMERICO DEL MOVIMENTO DEGLI ,AMMALATI .E •

I

delle·malattie state ·curatè negÌi Spedali Divisionali e·succursali !lilitari .. . di .Terra e di ~larina nel mese d'agosto ,t 852 . .. .

.

.

GENERE DI MALATTIA

GENERE DI MALA'fTIA

1------------~ ---- -- - ,------------- - -- --·; ~

312 538 689 13 25 20 • I 126 423 368

Sinoche .. Continue. . T/foidee . . . . . .., Tifo . . . . . . . . !:: Periodiehe In g~nere · · • · · • ~

I•

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1)

6

PernJCIOS8 . . . .

~

'"' ~

~

Adenite . . . .. ~ Gastro-enterite

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5

~ Epàtite . ..., Splenite. Reumatismo . Artrite .. Cistite Uretrite. Id. Blennorragica . Orchite. , .. Osteite Periostite. . • . Flemmone.

l

~

~ ~

l j

A

Risipola. . . . . . Vaiuolo . ; . . . . . Scarlattina . . . . . ~Rosolia . .. . . . . Jscabbia . . . . . . . { Erpete . . . . . . .

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1

11

" 64 .t5

1 14

4 56 20

14 2

38

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. . . . .

Vizi o~ganici del cuore . Aneu,nsme .. . . . . . . Ulcere. , . Fistole Tumori . . . . Ascessi acuti . Id. lenti. Idrocele . . . . . . . . Varicocele, Cirsocele . Sarcocele . . . . . . . . ... Artrocace . . . . . S1>ina ventosa . . . . Osteosarcoma . . . . Carie e necrosi. . . . Ostacoli uretrali . Calcoli.. . . Ferite .. .. ·Fratture. . . . . Lussazioni . . . . . Scirro e cancro. . .. , .cancreµa . . . ..

~forbì non compresi nel quadro:

Leggieri morbi tocali , . .

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1)

19

Idrotorace . . . . . . . . : . . . Ascite . . . . . . . . . . . . . . . Edema . . . . . . . . . . . . . . Scrofola. . . . . . . . , . . . . . Scorbuto . . . .. . . . . . . . .

Sifilide primitiva Jd. Costitozioilale Suicidio. In osservazione

JJ

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1)

1

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Tabe . . . . . . . . . . . . . . . ..

39 ~ 1~ , ;:; o '"' 18 ... ; '1 o 4 ~

1264 1994 2272 29 95'1 2 4 3 » 3

eJ Tisichezza polmonale. . . . . . .

31 52 9

5. •

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. . . . .

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19

3.

9 ;, 1 "

83 19 1 3 55 21

Riporto Manìa.. . .... . lpocoudriasi . . . . . . Nos~algia. . . • . . . . .~ Ap!>P.l ~~sia . . . : .. . o Epilessia . . . . . . . . ;,: 'l'etano . ; Paralisia z Prosopalgia Ischialgia. . I Stenocardia Neuralgie varie

)I

6 29 •

2

l'ò@OO

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32 46 4'7 " "IO 11'1 131 4

. .

. . . .. . . .. . . . . . . . ..... . . , ...... . ......

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Sanguigni. (Pneumorr~giè. . lEmatemes1 . . . . ~ !Diarrea. . . . . . ~ d'umori Dissenteria . . . PI secreti Cbolera morbo . P. Diabete . . . . .

"I 2

)I

193

12 18 1 3 12.6 133 " 79 2 • I '16 105 •J 103 2 2 2 2 " '1 1'1 24 34 .,, 60 69 84 4 41 4'1 29 46 5 25 t ,2 3 3 1 1 5 1 5 " IJ t 1 "

:

Emormesi cerebrale !d. polmonale

~~

4

10 96 1 132

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, . .

l

. . .

Encefalite. . . . . . . . . . Sp!ni~e . . . .. ·. . . . . Oltte . . . . . . . . . . . . . · . Reumatica . . ., . . . . . Purulenta . . . . . . . OllaImia Bellica o Contagiosa .. Blennorragica . . . .. Angina. . , Bronchite Plenrite e Polmonite Cardile e Pericardite . Angioite . . .• Flebite Angio-lencite. .

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3 158 6 12

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225 225 · 218 • 232 26 11 20 " 17 " » " 1 • 13 14 12 " 15

196 183 "

89

53 23'7 203 ,,

8'1

'16

,:po~ra,: . i264 1994 2212 29 95'1

·Totale d·ei curati.. . 479i -

Totale dei morti . . . 4•1 -

Totali . .

1849 2943 3199 41 155~

Mortalità relativa, 7 meno dell'•I p. 010.


( a1 4 di ottobre ~ 852 ) .

N° !O.

ANNO II.

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE . DEL CORPO SANIT!RIO DELI/ ARIIA.rfASA.RDA. L'associaziooe uon si riceve che per un anno e comincia col tO d'agosto. [I Giorualesi pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana. PREZZO D'ASS0C1A'l10NE L. 10. In Pr'ovincia ed all'Estero, franco di posta

. L. 11. In Torino . . L' abbonamento dehbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TiPOGRAFIA SUBALPINA, via Altieri, o.umo 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postale.

1° Doti. BOTTllmI: Relazione Medica.~ 2° Dottore VALLE: Ascosw lento addominale. - 3° Doli. LAMPUGNANI : Farcino cronico. 4° Relazione delle Conferenze sc\enlifiche. - 5° Bollettino officiale. - 6° Doli. P1ccco : Rìvista dei Giornali Sciontilic( - '7° Corrispondenza. - 8°

nocbe ·gastro-saburrali, le ·gaslrO·f'Purnatiche , le gastriti, le gastrenterili , le diarree, le disseolerie e le emormesi corebra li. Le sinoche gastro.saburra li , precedute da avversion a·i cibi, specialmente animali, dalla perdita d'appetito, da seoso Avviso. .,._---- - -- - - - - - - - 1 di peso alla region epigastrica , da sapor amaro della bocca, i r da erutlazio~i , da rfausee , da stanchezza e gravezza di I capo, si manil'estaron in generale con ribre1.Z1 di freddo verso _sera allernati con ca lor e con sete, con polsi fre• ! quenti .e sòvenle irregolari : le nolti erano per lo p-iù io sonni 1)er gli ammalati i quali generalmente sul fare del IN'l'OI\NO Al,.LO STllAOl\DINARIO INGOMBRO D' A MMALAT~ mattino gnstavan un'ora o poco più di pacifico sonno che bastava a cessare la maggior parte dei fenomeni mor· CHE NEL llESE DI LUGLlO P. P E8DE LUOGO NELLO bosi, restando solamente persisteo le il sapore depravalo, SPEDA LE o' A LESSA'NDRtA ; Refozione del Doli,. Bo-rgl'iocomodi del ventricolo, l'iropaniamento bianco o gìal T1En1. iognolo della lingua, I' alit.o fotunte e qualche .volta il vomito di materie acide ed amare con reliquie d' alimenti. Destinato io pure per la grand'afiluenza d'ammalati in Nel maggiorn numero d11i casi il riposo, la dieta e la questo Spedale a dirigt1r uoa Sezione di .Medicina oel somministrazione d' on bla11do eccoprotico bastaron alla testè ~corso mese di luglio, speciale dovere m'incombe, guarigione nelle 24 ore. Alcune volle però si esacerbaOnorevoli Colleghi, di soddisfar all'invito filtto,:i dal .Mevano verso sera li già notati sintomi ai quali s' aggiundico Divi sionario, ragguagliandovi inlorno alle <:agioni geva ]·ansietà, 'la · cefalalgia soprorbilaie, la siccità e l'imdelle malattie dominate, intorno alla natura di queste me• paniamento brùno _della lingua, la tensione del veulre e desime mal;illie' intorno al me lodo di cura adoperato a la scarsità d~lle orine. ln que~ti casi la malattia si provincerle ed all'esito ottenutone, e finalmente intorno al traeva sin al quarto, al quinto ed a11ch' al settimo giorno, movimento totale d'a.mmalati occorso in dello periodo di cedendo poi con rapida convalescenza per l'effetto di critemp2 nella Sezione da me drreua. tiche diarroiche evacuazioni o per l'effetto di non meno Le cagioòi che, a mio avviso, più direllamenle contricritici profusi sudori. Il tnetodo di cura s'appoggiava alle buiron al!' e,:olozione delle malattie· dominate furono · le dosi di l.arlaro stibiato nell'acqna tarlarizzata , agi' infusi indige,tioni 1>rodoue da eccesso cli cibi o provocate da d' i1.1rcacnana, alle decozioni o diluziooi dei frolli del tamaalimenti di' calliva qualilà, specialmente di frulli imma rindo o della cassia con manna o coo solfato di magnesia, turi, o consecutive a digestioni perturbate per eccesso di ali' olio di ricino somministrato ~ piccole dosi, alle befaliche o per I' a1.ione dei bagni presf a uon sufficiente vanclt< subacide composte di sugo di limone o d'acirlo soldislanza di tempo dal pasto; al raffreddamento instanlaneo forico o nitrico dilungalo in molla ·quantità d'acqua e fidella superficie deL corpo consecutivo alla pronta immernalmente alla dieta severa. Ove moslravansi indizii di sione <lei soldati in un'acqua resa fredda dalle frequenti complicazion infiammatoria si fece con vantaggio ricorso pioggie temporalesche o dal .frequente spirare dei venti al le moderale generali sottrazioni di sangue ed alle apdel Nord• fioalmente all'insolazione a cui non ùi rado si plicazioni di sanguisughe all'epigastrio od all'ano. F inal esponevan i SOidati IO<rnlr' erano nel bagno. Queste camente se 11ella IH'(\(luzione della malattia ayeva concorso gioni generarono condizioni morbose diverse a tenore una cagione reumatizzante, ollr' ai suindicati riincdii, si della varia loro indole ed anch' a tenore del :vario temfaceva largo uso di bevande diaforetiche e di vescicatorii peramento e delle varie predisposizioni dei soldati nei applicali nelle diverse regioni ciel corpo. quali operarono. Predominarono però in genet'ale le si-

SOMl!URIO, -

PARTE PRUlA

.j

I


74

Le gastriti e Ie ga$trentct"iti s' offrirono con gradi di · versi d'intensità. Per la maggìore -parte furono d' indole acuta ed erano contrassegnato da calore dolore pungente ali' epigastrio, da sete intensa e talv,>lla i,nesti'.ng_uibile, dalla frequenza del vomito , da aridità e rossezza delle rauci e d'ella lingua eh~ spesso si manifestava punteggiata, artosa e qualche volta qua o là fess~. dalla tumidezza del ve111ro, da stitichezza, da orine scarse, da calor alla pelle, dal coloramento rosso della l'accia, da polsi duri , piccoli e di rado pieòi. Questi medesimi sio lo mi in grado minore maaifeslonlisi,· e' indi cavano qualche volta la gastrite lenta. li metodo di cura fu per la gastrite acuta esseozialmeote ed at.tivamenle anti.Oogislico, basandosi specialmente al saJ asso, al sangnisogio, alle bevande mucilaginose e subacide, al ghiaccio dato internamente a piccoli pezzi oppure alle bevande ghiacciale. Nella gastrite lenta il metodo antiOogistico e deprimente fu più moderato, essendoci di rado occorso il bisogoo del salasso, il quale veniva supplilo da più frequenti applicazioni di sanguisughe all'opigas1rio. l casi di gastrenteritc furono pochissimi e tra questi on solo gra\•issi mo e già .avviato allo stato tifoideo, fu in dod ici giorni goarilo la mercè di due salassi praticai l nel primo gior no cçn poco sollievo, d'11n'opera1.ione di sangÙi.sughe ai pri>cessi mastoidei, ma 1>iù d'ogni al tra cosa la mercé del ghiaccio, delle limona te ghiacciale e dell'imposiziooo di frequenti clisteri rnollitivo-oleosi, e rlei cataplasmi mollilivi. Ne~li altri casi di gaslrenteriti, nei quali v'era !)'linore predominio di sintomi nervosi cefalici e maggiore di quelli (\' infiammaz ione della mucosa, fommo p)ù largh i nelle sollrazioni dì sangue sia generali, sia locali. Giova però qui notare eh' io generale ìl salasso, forse per cagione del caldo della stagione , era di rado tollerato ollr' al lèrzo od al quarl•> e che sommamente vantaggiose ali' incontro ci riuscirono lo applicazioni di ' sanguisughe le qual i , applicale alla rogion ombelicale od all'ano, bastarono per lo più a vincere la malallia nel suo esordire. Fioalmente anche nella cura di queste malattie, quand'erano prevalenti le cagio.ni reumatizzanti, ebbimo con frutto ricorso alle bevande diaforetiche ed ai rivellenti cutanei, e quando vi s'associava co1)iosa diarrea furon utilissimi il decollo del Sydheoam con sciroppo di pa pa, ero e l'imposizione di cfo,trri molli ti vi ed anodini. Lo diarree e le dissenleric prodolle quasi tulle da sta to saburrale o da soppressione di sudore, non furono mollo gravi, so si eccellua un caso solo di dissenteria acuta che, ribelle a due salassi e ad un'operaz.iooo di mignatte, ccdelle poi al decollo bianco <lui Sydheoam con sciroppo di papavero. Nelle diarree da sta io saburrale baslarono la dieta rigorosa, il riposo, i blandi eccoprotici, fra i quali gion\ notare per la speciale sua utilità I' olio rli ricino sospeso nel lalte di mandorlo dolci, e finalmen te i clisteri mpllil1vi ed oleosi. Non ru di n>rsa la cura delle llissonterie, se non che ro uopo ricorrere qualche volta ad ope. razioni di ·sanguisughe all'ano o persistere più lungamenle nella somminislrnzione degl' indicati rimcdii. Le emormesi cerebrali quas i tu lle dor1vale rlall'insola . zione, guarirono con 11,olta (.'elerità, eccetluaLo un caso di cui riferimmo la :it,,ria nel t\ 0 6 di questo Giornale, per mezzo del pronto salasso rinnovato a seconda del caso, delle sanguisughe applicale ai processi mastoidei, ai giuguli, alle temp ia ed all'aoo, de lle bevande fredd e, del ghiaccio applicato alla fronte, delle be\'ande nitrate, cjel.

l'estratto d'aconito, dell'acqua coobata di lauro-ceraso, del tartaro stibiato o del c-aJomelaoo ; finalmente per mezzo di pedilovii senapati e dei vescicatorii applicati alle gambe, alle coscie, ai bracci e~ alla nuca. Do,lla sin qui fa tta esposi1.ione · (acilmente si scorge : 1° che l'a11menlo degl i amr.na)ati cl1'ebbe luogo nel mese di luglio non dipende dall'evoluzione di qualche malallia nuova. o di natura sµecilìca, ma solamente da una maggiore manifestazione delle malattie proprio della stagione: 2° che una fra le principali cagioni di queste malatlie è staia, non v'è dubbio, oltre alle eccessive fatiche prodotte dagli esorcizii di vario genere, la troppa frequenza dei bagn i per i quali eran assegt1a te ore incongrue, siccome quelle che, se di buon mallino noo erano propizie al voluto grado di calore delle acgue destinale ai bagnaoli, o, se verso le ore 5 della sera, oon lasciavan al soldato un te mpo abbastanza lungo per la digestione degli alimenti presi alle ore quattro : 5° clte essendosi opportunamente dalle Superiori Autori là Militari, a s11ggerimealo del Corpo Sanitario, posto riparo allo cagioni produllrici, il numero dogli ammalali diminuì si!Talta.mente d:,1 lrv varsi in breve rid·ollo all;i cifra ord inaria. li numero totale degli ammalali accellali nella seconda Sezione di Medicina nel decorso del mese di luglio fu di 555. Di questi, 15i erano lùcchi ùa sinocùe gastrosaburrali o gastro- ~eumatiche: 52 da gastriti o gastrenLerili : 22 da diarrea o da dissenteria: 11 da emormesi cerebrali : 89 finalmeDle da malattie varie. Di tutti questi ammalali 51 O uscirono dallo Spedale guariti, 22 rimasero io cura alla fino del medesimo mese di luglio ed 1 solamente succombelle, il quale già da lungo' tempo tJovavasi allo Speriate por tisichezza pervenuta al wo terzo stadio. Questi 22 ammalali restanli in cura furon al 1 del mese d'agosto tiunili alla prima Sez ione di Medicina , cosi per· mellendolo la già notala grande diminnzione dei solda ti ricorrenti allo Spadaie pe r malattia.

STORIE DI CASI lilllARCUEVOU, 12

ASCESSO LENTO ADDO~flNALE ( Storia comunicata dal Medico di li-farina Dott. VALLE). Giovanni l\Jaxia, io età d'aoni 60, condannalo al Dagno di Genova, avendo nel caricare pesi a bordo d'una fregala violentemente urlalo con lr'uuo dei medesimi, fu tocco _da grave contusione alla parte inl'erior e laterale s inistra dell'addomino , lp quale, S1Jssegui1a come fu da violenta riazionc, l'obbligò a fare ricorso allo Spèdale ceni raie di Genova, d'oode, curato con olio salassi, con alcune operazioni di sanguisughe e co~ opportune bevande, usci dopo non lungo tempo io islalo di senti lo rniglioraruento. Quattro mesi dopo $Ontcndo rinnovato l'incomodo, toccando la parte s'accorse della fJresenza d'nn piccolo iumorP. del volurnu d\1110 nocciuola, sporgenle in corrispondenza della region epicolica sinistra , non dolente, nè oITrente alcun cangiamento di colore nella pelle che lo cor.riva. Questo


tumo're a poco a poco crescendo, raggiunse nel periodo d'un anno· il volume d'un grosso pugn_o, eosichè, costrello il Maxia a ricorrere di . bel nuovo ali' Arie, fu mandato allo Spedale di Villa franca, dov' io breve il tumore, esacerbalo per i· disagi del viaggio, acqnistò _il volum~ d' un melone che si estéodelle dal margine posteriore del m11scolo gran<,l'obliquo· alla lin~a bianca e tla_ll'ipocoodrio sinistro sin al dì sopra della spiqa iliaca anterior- superior c. DE>stinato io in quel tempo ad assumere !a direzione di quello Spedale, tro:1ai il Maxia io istato di notab ile di · magrimentò con febbre vesperlina, susseguila nel maltino da profusi sudori, con lingua rossa al margini e con sete piuttosto viva e con l'eclema.:ti-a dell'arto sinistro. Esp loralo attentamente il turno-re, m'accorsi d'un profondo on· deggiamento , esteso quaot' il tumore, nou prodotto da impnlso intestinale ed inducente perciò a ritenere quello siccom' un ascesso lento, qnaorunqne la sua pos11.ione mi met tesse in qoalch' imbarazzo nei' diagnosticarne con precisione la natura, l'indole e l'eslensiùnè. M'aN>igliai per conseguenza su le prime ad un metodo aspellante, staod·o contento a 'tenere l'an:lmàlato in riposo ed in regime opportuno àvva lora10 dalle bevande rinfres·calive e ad applicare sul tumore cataplasmi moll ilivi. Trascorsi appena pochi giorni, il tnmore aumentando _çl i volume e l'ondeggiamento rendendosi sempre più manifesto, mi riw lsi a dar esito al liquido conteou10 rrnr mezzo d' un' incisione falla a slralo a strato di tnlli i tessuti soprapposti, sin a che potei con l'occh io scorgere I' ondeggiaroonto de l liquido a traverso della trasparen te membrana che 11 ltim a lo ri(:opriva : armatomi allora d' un gamrnaulle di lama lunga, mollo slrdta .ed a punta ben acuminala, I' immersi len tamente e con precauzione nel si to piu prominente del tumore, da r.ui incontanente sgorgò a gra nde getto e cc,n impelo no umore bianco e lallicirioso, senza odore ed in tale quantità che oltrepassava al peso le dodici libbre. Evacuala c:osì la maggior 1n rle del liquido conteoulo, ravvicinai i margini della ~ferita per modo che rimanesse nel ~uo angol inferiore nno spaiio libero allo stillicidio consecutivo e medicai poi sempliéernenlo cootenend' il tulio con apposita. fasciatura . L'ammalalo dopo qoest'operaziooe diventò subilo più ilare e non essendo · molestato da riazione <li conseguenza, no.o bisognò d' alcuna modificazione nel· metcdo di cura intrapreso , Solamente dop•> poch i giorni gli fu somministrata uoa decozione di china da prendersi a tlos i ril'ralle oodé ristorare le forze ed tlna bevanda falla d' emulsion arabica con nitro per aumentare la secrezione re nal e, Con questi ·soli mezzi il Maxia migliorava di giorno in giorno , cosi che già passf'ggiava per la camerata e gli si concedeva la mezza porzione, quand', esposto&i a cagion i reumatizzanti, ru collo da freddo genera le con dolor acuto alla parte la· Lerale sinistra del torace, ~on tosse, con decubito sìn istro dolorosissimo e con somm a difficollà nel respirare. Al freddo succedette. ber.e presto un intenso dolo,e, la focc ia si rese rossa, la diffi.col!à oel respirare s'aumen tò, in uo_a parola si svolse una g~gliarda riaziooe a cui s'opposero prontameote cioque sa lass i, le bevande pellorali antirno · niate 11 l'applicazione <li due vesc.;icatori i, NJ? lutto fu invano, chè nel giorno 24 di novembre , l' infermo, este· nuato iii f6rze , clel i ra , 1;1 tt>sse si rende rara e la se te ardentissima , le estremità si raffredda(lo, ed in mezzo alla più grand' agi tazione spi ra alle ore 4 vespertine.

NECR0SC0l'IA

24

ORE . DOPO

tA i\IQRTE,

Superficie es,terna. Cadavere- emat:ialo : gamba sinistra livida ed ~dP.matosa. Cavità del torace. Piéura sinìst·ra ~ootenente una discrèta·qu~olità di siero sanguinolen l-O: aderenza della pleura costale con la polmonare 11ella 'parte posteriore : polmone aoleriormentc sano, poster ior:mente arrossalo -ed epatiziato nella sua parte inferiore ed inoltre ricoperto da pezzi di pseudomembrana di recente formazi·one: aderenza del cuore al pericard io. · Cavità dclt'add'omine. Alcune aderenze organ izzale del peri toneo con il fegato e con le parti molli del piccolo bacino sono le sole vestigia de Il.a sofferta peritonite: mucosa gastrica arros-sala : i reni r iuniti in un solo che stava a cavalcione della colonna ·vertebrale e comonicava con la pp.rle posteriore della voscioa per .mezzo d'un solo grand'urnlel'e: vasto _cavo esistente nella parte sinistra deJl'ad dom ioe Ira le pareti addominali ed il pel'i_toneo, tutto -circondalo da una cisti mHmbranosa, dal fo ndo della quale già cominciavan a spuntare vcgetaiioni carnose le quali acèeooavan ad un possibile processo adesivo fra le pareli della cisti stessa e conseguentemente ad una radicale gua· r igione del tlfll'.lore qoand' il Maxia ooo ave·ssè dovuto sgraziatamente soccombere per l'effatlo della sop.ravvenuta pleurite.

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15

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CASO DI

sospetto

ff,\_ \U?llTE PER CONSl!CUTlVQ

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LnlPUGNANl

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FARCl~O CRO.KlCO NELL'UOMO, SEGUITO

Moccio

ACUTO; _del

Dott.

Mecl. di Bau.

~ N. di Salozzo, d'anni 26, dì temperamento linfatico, di coslituziono mediocre noli flbl>e rnai a soffrire màlal· !ia alc11na pri ma del ventesimo an110 di sua età. In que sto periodo di sua v..ita fu tocco da 1• iolenla plPurite ch'io j breve risanava in conseguenza d'adequata: regolare cura. Nel· gio rno 15 d'oaobre 18~0 , mentre scaricava alcuni pesi da un éarro, riltlVÒ una Jeggil-! ra fer ita lace,rata al dito anulare della mano destra, la quale, non che curare, ' inasprì quo lid iau arneotr, persisteoJo nell'affidatogli lavoro d'accU{hr ai bisogn i tulli d'alcuni cavalli fat'cinosi in apposita scuderia confinali per esser as,oggcllali ad opporI tuna cora . Guariva ciò non ostaole la ferila nel volgere di tre giorni, ma manifestavasi in vece una dolorosa tumefazione dt>lla medesima mano destra ed in breve s'e· Ii stendeva all'antibraccio, minacciaod'il braccio stesso . In questa condizione di cose mandando per il Medico ed i essendo da me visit alo nel giorno 18 d'ottobre 1850, i esponeva essersi lordato iI dito fe rito nella.materia farci! uosa che stillava dai bottoni farcioosi di quei cavalli ammalali e sospettare perciò d'averne contratta la maII lattia. Rassicurato alquanto il paziente intorno all'origine I del suo male n fa ttomi poi ad esaminarlo io riconobbi : la mano tocca da vero flemmone estendentesi all'anlibraccio con dolore piullòsto vivo irradiantesi sin all'ascella del medesimo lato; la lingua impan iata in bìaoco ;, l polsi frequ enti; il t:alore della pell e aumentato. Benchè questi i sintomi siano so li li accompagnar il Htimmone gcnui110, dubitai tuttavia l' innesto del pus farcinoso essere slato la cagiun immediata dcli' evoluzione del medesimo e

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76 perciò considerandolo siccome l'effello del l'àssorbimenlo di quello mi decisi consultar il Med. di Regg. Dotl. Gahri i I quale, dopo ponderalo esame, meco divise il concetto diagnostico e meco parimente convenne nel prescrivere un metodo di cura che valesse -a moderare la condizione corregger il disordine delle infiammatoria locale ed prime· vie per mezzo d'un ragionato me!Qdo antiflogistico ed evacuante. Qu.esto piano di cura sembrò nei primi tre giorni così giovevol all'ammalato da cessare quasi affatto io noi il sospetto della natura specifica dì quella località morbosa ; a tanto per lo meno c'inducevano la pronta risoluzione del flemmone e la migliorata condizione generale dell' infermo di cui i soli polsi conservavan ancora verso sera una lieve allèrazione in fre_quenza. Ma non tardò l'ammalato a lamentar uo cupo dolore luoghesso il muscolo supi.natore destro, contro il quare essendo ~lati in vano usati i cataplasi:ni mollit ivi, i narcotici ed i fr solventi unitamente ad un regime dietetico opportuno, comparvè dopo quattro giorni nella medesima regione on piccolo tumore isola.lo, senza c~robiameoto di colore nella pelle, quantooqne la percepita fluttuazione indicasse co11 · tenere marcia nel suo cavo. lnciso perciò il tumore con un gammaulte e slillatane. nna discreta quantità di pus consistente, di colore giallo-aranciato e o'bdor ingratissimo, medicammo semplicemente la superstite ferila la quale, non s,usst>guita da riazione generale, si mauteoue per alcnni giorni inerte. A questo stadio'' della malattia serubrò a me ed àl Dott. Gabri di non ess~re stati traili in inganno nella diagnosi della malallia, essere perciò ne· cessaria cosa iolrapreuder un metodo di cura adatto· alla circostanza e doversi ad ogni altro medicamento preferire il ioduro di potassio il quale somministrammo di fatto alla dose di sei grani al giorno in opportuno veicolo nel principi,> della cura ed aumentam1110 poi sin a mezza dramma da consumarsi in eguale periodo di tempo. ln pari tempo med icammo giorna lmente la ferita sèmplicenieote soprapponendovi fi laccita imbevute d'una soluzione di tinturn eterea d'arnica, raecomandammo l'assoluto ri poso del membro ammalato e prescrivemmo un regime dietetico conveuieote, av,•alotalo dall'uso di bevande acidulate alternate con quelle d' una decozione di china. Con questo metodo di cura ollennemmo dopo qualche tempo tal un miglioramento nello stato generale dell:infermo da concepire lusinga di non lo11tana guarigione. Se 110 0 che n.egli ultimi giorni di novembre uo nuovo dolore alla regìone cubitale del medesimo arto, 1accompagnalo da leg~ giero grado di febbre ci fece pre1•eder il rinnovamento della scena morbosa pregressa nell'antibraccio. Nè fu male fondalo il nostro timore, chè ben presto si man ife stò io della regione on a'itro tumore grosso . quant'una nociuola, esso pure flutto::wlo senza cangiamento di colore nella pelle soprapposta ed esso pure stillante, dopo 1a praticai.a apertura ,"un pus del medesimo carattere di quello dell'antibraccio. Credemmo utile cosa persistere nel metodo di cura intrapreso che solamente modificammo restringendo la dose del ioduro di potassio e più larga parte facendo alle bevande acidule ed ai bagoi freddi locali dall'ammalato stesso ri.chiesti. Diminuiron il dolor e la febbre non appena fu dato esito al pus raccolto nel tumore, ma ciò non ostante, persistendo sempre un Jeggiero grado di febbre verso sera , si manifestò dopo pochi giorni un nuovo tumore subito al di sotto di questo

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ultimo e fummo perciò obbligati ad una nuova spa·ccatura 1 che mise allo scoperto una nuova piaga di catliva indole stillante un pus fotidissimo. Persìslendo tuttavia sempre nell'intrapreso metodo di cura, fummo lieti d'osservar in breve tempo 110 notevole llliglioramenlo nella condizione generale e nella locale. dell'a.mipalato di cui le piaghe, per il progressivo ripristinarsi delle forze, trovaronsi cicatrizzate verso la metà di dicembre senza che alcun nuovo accidente morboso venisse ad intorbidare là già ben avviata ·convalescenza che si protrasse sin ai prim i giorni _di gennaio. '.Ma in questo tempo gagliardissimo ed ollr'ad ogni dire tormentoso per l'infermo ìnsorse u" dolor alla regione omero-scapolare destra il quale fu µresto susseguito da uo 1umore svoltosi in corrispondenza deHa parte inf'erior-posteriore del m.uscolo deltoide del medesimo lato ed avente li.liti quei caratteri proprii dei già descritti tumori. Aperto di bel nuovo con un garnmaulle, lasciò stillar uo buon cucchiaio di materia purulenta di natura simile a quella degli altri tnrnori, ma questa volla , nw 1 O$lante subito non s'ac·cendesse gagliarda Tiaziooe generale, il dolor in vece di diminuir in intensità essendosi gradatamente accresciuto nella regione scapulo omerale, l'ammalato fu più tard i colto da intensa febbre e~acerbantesi verso stwa ed accompagnata da viva sete, da sudori èopiosissirni e fetenti e da somma prostrazione di forw. Nè a mitigar anche di poco la triste cond izione dell'infermo valsero tolti quei rimedii che l'Arte suggerisce in queste circostanze; eh~ anzi diffusosi il dolore alla regione sinistra del capo in corrispondenza del sopracciglio, rnanife,tatasi un'irritazione alla schoeideriana sinistra con i'stillìcidio di muco biaùcaslro' comparsa prima una risipola, quind'un flemmone nella regione scapolo-omerale corrispondente al dolore e copertasi questa!di numerose flittenç liv idastre, s'ingorga, rono più tardi tulle le ghiandole oeJ fato sin istro del , collo: s'ingorgarono pure quelle dell'ascella corrispou1 . deol~; ras.osi ad ultimo edei:oat?so tu~l'il 'iat~ . sinistro I della faccia e del co llo e qu10d1 resasi pure r1s1polalosa e sparsa di flittene caucrenose tutta la pelle di queste I parli, l'ammalato tormentato da dolori immani , da proi (usi sudori, da copioso sli llicidio purulento dalla narice sinistra, dall'a perdita involontarfa delle feci, dalla respi · razione breve ed affannosa _e finalmente dal subdel irio, cessò di viver ai 15 di gennaio 1852. 1

Nec,roscopia 48 ore dopo la mo,rte. 1

Abito esterno. Higi_dilà cadaverica scomparsa : colorito giallogno lo di tntta la superlìcit; esterna del corj)O con macchie lividastre : edema della palpebra supe,riore sinistra con flittene cancrenose in corrispond enza déll'angol orbita! esterno: cornea sinistra opaca: vaste macchie liv idastre alla regione scapolo-omerale sinistra con piaghe cancrnnose ed · ascessi di varie dimensioni comunicanti fra loro e lascianti stillare sollo la pressione una marcia ,felidissiroa di colore giallo-bruno: emaciazione del braccio destro ed ingorgo ghiandolare del medesimo, specialmente nella rt'gion ascellare: ecchi mosi in diversi punti della ghianda e dello scroto : flittene d'aspello lucido al metatarso del piede sinistro : bolle migliariformi al collo , al petto_ ed alla parie interna del braccio sinistro.


77 mento e la funesta terminaz ione dover attribuirsi alla so~ pravvenienza del moccio acnto : 5~ il fallo pHologico avere Qonfer.mata la diagnosi primitiva.

Cavità del cranio. Dura madre assai iniettala : straveoamenlo al di sotto della.. mt1desima : lult'i vasi turgidissiroi, specialmente quelli dell'aracnoide e del)a pia meninge: iniezione di tulla la sostanza corticale e midollare del eeryello, del cervelletto e del mid<;>llo allungato: raccolta dì liquido siero-sanguinolonlo nei ·ventricoli laterali. RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE R.egio'/1,e soprorbitale sinistra. Piccoli ascessi comuni(Mese d-i settembre. 1a Tornata). · canti tra loro nel tessuto cellulare soltòculaneo e nella sottostante muscolatura la qual offre un aspetto scirroideo ed è sd1ricchiolante nel taglio. '!'ORIN O. Essend'all'ordine del giorno la discussione intorno at Rendiconto Clinico redatto dal Dott. Giacomelli, il Doti. Mar(:avita nasali. Fatta la sezione verticale mediana dechiandi esprime il sqo rincrescimento di non avere potuto ·per gli ossi della faccia e messe allo scoperto le cavità naragioni di Servizio intervenir all'Adunanza io cui si parlò della cura degli storcimenti, poichò avrebl>e con grandi! piacere preso sali s'osservano : la mucosa del lato sinistro in istato parte alla discussione d'un tal argomento ch'egli crede di somsci rroso e tutta coperta da una sostanza semi- liquida e ma in,1porlanza. ~ ota qui ndi com'i Dottori Viale·e Giacometti giallastra: i suoi fronleli ed il a1ascellare sinistro ri pieni abbian entrambi proposto e sostoooto un metodo di cura nelle stor.t e, dei quali due m~todi egli non saprebbe a qu~le _dare la di siero-sanguinolento : uguale raccolta mista a suppurapreferenza per averli usali entrambi ed averli riconosc1u11 egualzione nella narice posteriore di cni il periostio è dimente utili. Parlando dell'arnica stata raccomandata nella prece.deQte Seduta dal Dqtt. Viale, dìce creder e'gli con _Brus.chi _e strutto : lingua di volnm3 doppio del naturale : ulcere Vavasseor che questa sostanza operi eccitando i vasi cap11lar1, caocrenose .alla mucosa del palato superiore e del velo segnatamente venosi, per coi, stand'ai priGcipii dì Buffalini e pendolo. Tom.masini iD: ordine alla genesi della flogo~i, l'arnica avre~b~ precisamente 10 grazia di questo suo ml1do d'operare la v1rlu Cavità toracica. Aderenza pleuro-crns lale sinistra: rac di_prevenir il_processo flogistico; virtù questa che sarebbe r-e;a~· colta di meu:o litro di siero nella pleu ra sinistra: ademente propria dell'arnica e non dipendente, com11 sospello Il Doti. Viale, dal!a prcsenia delt'alcoole nella tintura cli questa renze posteriori della pleura costale e polrnonàre destra : medicamentosa, perchè quando questa virtù fosse inepolmon i ingorgali à i sangue uerastro , enfisematici , in I· so~lanza rente piuUoslo all'alcoole che all'arnica stessa, in allora tutte le alcuui punii epalizzati e specialmente nei lobi in'feriori : I tinture oppure l'alcoole solo fl1,1;aalmente gioverebbero oella cara delle storte. Accenoand'in fioe all'uso dei , hagoi freddi e J>iù mucosa della laringe, della trachea e di•i bronchi inietta ta particolarmente all'oso del gbiaccio, crede che ques ! ullimo sia ed ingombra di mucosità spuhleggiant i. veramente d'ooa virtù sovrana nella cura di siffatte malattie, purch~ osato nei primi istanti della lesione, mentre che l'arnica Cavilà addontinale. Fegato ipertrofico con ascessi mipuò bastare più tardi a compiere da se sola la cura, senza e.ha gliariform i nell'intimo della sua sostanza : cistifellea con s'.a~bian a temere gli accidenti ch'io molli casi potrebbero C?U· poca bile giallo -verdastra molto densa: mìlza voluminosa s1ghare la sospensioni) dei bagni ghiacciati. li Dott. Rophtlle nola che avend'egli fatto grand'ust> della liotora·d'arnica nello per ingorgo sanguigno e faci lmente spappolabile :• scarsa Spe1ale della Venaria Reale, siasi dovuto convincere della magraccolta sierosa nei calici del rene des tro. gior utilità della tintora d'arnica preparata omeopaticamente, a p~efe re~za di quella preparata secondo le nostre Farmacopee. Esa.me delle cicatrici. Ue0sa suppurazione sollocutanea U,t11nata:S1 per tate modo la discas~ione inlorno a quest'argoed inlermuscolare io lutte le parli nel le quali, s'eran in mento, ii Presidente invita il Dott. Ropbille a leggere la Memovita svolti i tumori. ria promessa intorno al pane del Soldato. Risponde il Dott. Ropbille che non avend'in pronto la delta MemQria, si Umitava ad annuuziare ch'il suo Sc.ritto avrà per' iscopo di dimostrare come Riflessioni. n.ell'inleresse del Soldato e del Governo sarebbe opportuna una radicale modificazione uella .confezione del Jp'aue di munizione; modificazione qt1esta che consisterebbe ' nell'estrarre dalla fa. Avuto riguardo allo stato di sanità di N. N. prima delrina il 20 per 100 di crusca, in vece del 15 come presentemente si pratica e ridacendt) la razione al peso di 22 once , in vece di l'avvenuta ferita e del consecutivo governp dei cavalli 24 che attuai mente si dislribnisconp; la qaale modificazione safarcinosi i quali furono poi d'ordi11e ·superiore abbattuti : rebbe, a suo avviso, utile al Soldato in quaolo che avrebbe una considerato lo stato flemmo·noso segui to nel terzo giorno razione di pane egualmente nutriente, bend1è di peso minore, ma di più facile diges tione per la sottrazione di maggìo!'e parte dopo il contauo immediato òella ,;upe rficie del dito esuldi crusca la quale, oltr'al non esser atta alla nutrizfoou , serve cerato con il pus che stil)ava dai bubboni dei cavall i farad infiacchire le forze digerenti èlello stomaco; utile poi egualmente al Governo in quaolo che questa moclificaz;one non imchiosi : considerate la presenza de i sintomi tutti che ca porterebbe spese .maggiori delle presenti. Il D,)tt. Barone De ratterizzano lo stadio acuto del farcino , la pertinacia della Beaufort prende primò ad oppugnare la p1\1 posizione-Rophille addnccndo che l'essersi goneralmenle adottata l'unione della ·malattia e l'inutilità del metodo d i cura oppostovi : te · crusca e ciel cruschello nel pane, avvenne precisamente per esnuti a calcolo i caratteri propri i del farcino e del mocser universalmente ,;mmesso è riconoscinto che, oltr',11 principio cio, modificali nell'uomo, occorsi prima nel decorso acuto tllttrilivo, era necessario nBI pane ed in tutti gli alimenti del Soldato il volnme o la massa dell'alimento stessl'>, onde così e poi nel cronico della malattia farcinosa e seguiti quindi soddjsfarc non solo al bisogno di nutrizi.one, ma anch'allo stida quelli del moccio acuto : esaminate diligentemente le molo del ventricolo i dal che ne conseguilerebbe che, quando si intro,lucesse la rnodilicazione proposta dall'ouorevole sno Coldegenerazioni tutte rinvenute nei°Ja necroscopia in corrilega, incakolabili sarebber i danni che deriverebber al Soldato spondenza delle varfe località morbose, simili in fatto a il quale non avrebbe più nel pane, alimento precipuo, un prinquelle osservate in ' seguilo a morte per farc ino e per cipio che rispo,nda a tntti li suoi bisogni, perchè non soddisfarebbe più allo stimolo del ventricolo. Tn fotti la crusca ed il crumoccio nell'uomo: parmi non andare lungi da l vero nel schello sono principii tali i quali obbliganil'il bolo alimentare a conchiudere : soffermarsi di più nel ventricolo, fanno sì ch'il Soldato, obbligato a langhe marc\e, a dure fatiche e talvolta a protratte asti- · 1° aver il dello N. N. per via d'innesto con tralia nenie, non provi così vivo lo stimolò della fame e possa perciò la malattia farc inosa , resistere di pìù alle fatiche d':ll suo mestiere. Questo vanta:?gio non dovrebbe certamente tenersi iu molto calcolo quando per 2o essersi questa manifostata in tulle le terribili altra parte dal modo con cui alloalmente si fabbr ica il pane desue forme ed avere tenuto un decorso regolare ; potere rivassero conseguenze funeste alla sanità del Soldato, ma be,i. perciò ascriversi al farcino cronico il lento suo andalungi dall'èssere giusto questo timore, egli crede che la quantili\,


18 t)i crosca e di cr oschello che sì coute!lgon al\ualmente ~cl pane

del Soldaio, sia appunto io proporz1.ooe tale che ~.egho ser~a alla sanità del medesimo con far~ s1 cbe,_per la pm lo.~ga d1mora del b61o alimentare nel ventr1co~o, p10 regola~ e pm compiuta riesca la digestione. ~isponde. li Doli. l~oph1lle notando non poter egli petsuader~1 che la crusca ed 11 cruscbel}o, so: 'Stanze essenzialmente in.d1gesle, P?Ssan? prod?rre 11:11~~ quei --vantaizgi da l suo Collega riferiti , giacche q11~sl1 _pnnc1p11 poco assimilabili non possono far .allru co~a foorrb? d_1stender en~rmemente le pareli del ventricolo, fall tarlo ~d ,1b1tuarlo p~r I evoluzione anormalé ch'inducono nel medesimo a~ un bisogno macrniorc d'alimenl o con .danno del S?l?at~ med~s1mo, quando non"'abbia i mezzi necessarii p~~ so~d1starv1 : ch'1l pane d~l Soldato egli dice sia poco nutr111,•o m par~gone del pane_ b1~nco, lo p~ovano oll~'ad influiti altri ar~omen_ll, la suo propriela, da tutti amme~sa d i facilit11re gli esili alvmi e la presenza della crusca nelle m~terie feca li. . . . Nota il Presidente che la presenza nel pane d1 mun1z1ooe della crusca e del nuscbcllo unili .,Jla farina che s'ollien anche con i mil{li~ri mezzi di macinazioo~ ~in qui conosci~ti, ò u~a cosa essenzialissima come per la nutrmone, cosi per la salubrità ed economia. Jn falli, dice il i>rts1den1e, se, C~';Xle.provano l'osservazione e la sperienz'l, un alnncnlo tan!o p1_u s.• s?lfor~a n?I ventrkolo quant o più abbonù~n in ~s.so I pri nc1pn nutn_cnh, chiaro appa risce ch'il pane d1 munsz10~!1 del. qoale s1 _ciba 11 Soldato soffermandosi nel ventri~~Jo p1u ch'JI pane b!ao~o 1 debbr contenere principii outrieoll 10. proporzione maggiori d1 quelli dei quali si c1,mpooc q?est'~ll1m?; cosa ~uesta c~o ,sarebbe pure provata dalla quauntà d1_glut1oe ma~g,ore nell,1 _crusca che non nel lìorc stesso della forma la qual iu ,c~e cont1ono io più, gra nde proporzione la ~eçola aruiiacc,,; per il <:he può 1·onchiudcrsi in ordin alla n11lnz.1one che nel la confez1000 ùel pano da ·muniziono togliendosi già dalla farina \1 L5 I?· LO_O di crosc:1 e di croscbcllo, è assolutamente nec~ssano lisciar, I almeuo la parte più fina del cruschello e'la l'arma d1 crusca,.c~me si pralica allnalmeote , se u~n si ~uole· llU?cer alla n.ut1·11.1one del Soldato. Per ciò che, éonhnua ti medesimo, r;igguarda olla salubrità non credo dovere spendere mol~ po1·olo per proy:1re che più salubre- ùebbe ri t1:nersi qoell'ahmcnto 11 qu~~e p1u s1 confà al genere di vita della persona che,_nc. fa US? : c10_ p_osto, il nostro Soldato il quale nel soo genere ar vita athv~ e tahco:10 consuma e digerisce compiulameu te il pane confe·c1ona10 con fal'ina clo cui s'estrae il 15 p. 100 ,li crusca, g.ua<lug,nerebbe fors~ io salubrità qaando dalla medf sima dos~. d1 9uella estr~enùos1 il ~Op. 100 venjsso ad aVl'i' on pane pn~ ~rn,nco, ma m dosi: minore? Fioalmoulo economico debbe d1rs1 I attuale. modo d1 coofezion:11· il pane del So!da 10, iu qua nt? eh~ a sufl!crnote o~trizione· o salubrità llDisco pur il .vai~ta~g10 t\1 S\)Jnm1n1slrar ID peso la quantità di pane necessaria a, lnsogm ù1 quello; qu untità questa che, trovandosi dimiuuila n~l m_etodo proposto dal D.oll. Ropbille, od il Go,·eroo sareb~e ?bbl!gato a spesa ma~g1ore ovvrro il Soldato correrebbe r1scb10 eh non css~re bastirntemente nutrilo. Il Dult. Ropbilto clice persister eglJ nella sua opinione in qoaoto che non sa convincersi com'uoa sosla11za inerte, l~J;:oosa ccl indigeribile qual'è li~ cru.soa, poss,1.essor~ c~eduta più notriti~a _dello sle~so fio!·e. d1 tarma. l~erche, ogh dice, se la cosa è cosi, il pane eh muo1z10ne non è d1 preferenza adollalo per uso dei convalescrnli i. quali bano.o izra):i perdite a riparare o conse(?Ol'Olemente on bisogno ru~g~1ore rii sost_anze oatrienti ? Risponde 11 DoU. Arella che le forze \lei V(mtrrcolo d'un coovalesceote non corrispoo,.lt>n a quelle J'uo sol?at? sano e che perciò a quello si concedon !l brodo,. 131 caroe, 11 v1.1:o ed un pane più bianco appunto perc~e la ~otnz1one. pl·.o_Porz1?nata ai suoi biS0'1oi si compia con ahmeot1 pm le11t!Jer1 1 qoah non da noeg!lino le forzo ,rncora troppo ùeboli_ del loro ventricolo. . Il Doti. l\JnJchiancli fa notare cbo, lasciata lt Pill'le l'econom,a la quale nelle Mediche <lisquisizioui nou debh 11were fuercbò uo valore seconùarfo, la presenza del gl~lme 11 r1uale !orma la, parte più ootritiYa del grano potendo d1mostra rs1 nel fiore della forina e non nella crusca, egli òubitaYa mollo eh'il pane da munizione nella composizione dt:1 quale si fosse estratto il ~O p. 10(1 di crusca dovesse riuscire meno nutriente di quellu che attualmenlo si dispnusa id Soldato; conseguentemeote tendll il m~desimo ad opiuare con il DoJt. Rophille che, quai:d'ancbc dimi nuisse il pane ùcl Soldato d1 Jue once, tultav1a siccome qnesta diminuzione ùi peso sarebbe solamente costiloila dalla rliminozione d'un principio di proprietà oalriente no~ ~bbastanza prov~ta,. cosi il S~lch:to gmi~ag nercl~ be o~II?, qm~hla .del ~uue che r1usc1rebbe piu lrnrnco, più sapon tl), di p1u lac1le d1gesl1one e più nutriente. In roul'utazione di quesl'c>pinione, il l)ott. A!ella espone le osservazioni di Payen le quuli l<:D!le1:ebber. a d1mosti·llre la presenza del 2lnline 11ella crusca; s1 ricava m falli cla questo osservazici ni ch'il {!rano si com po ti e : 1° dell'episperma, l'interno <lei quale lrnv,1si come t~ppczwlo dii u11 sottilo ~lralo di mate ria azotata, albuminoide o t,1scPsa e cl'um1 s ostanzll grassa; al di sotto di questo strato trovaasi cellule piene di slatine e d'amido : 2° il perisperma cooleoente gll)betti d'amido uniti alle sostatJze precedenti. Adduce io seguilo

le sperienze di Mi!lon il quale avendo fatto maciuare pe1· quattro volte consecutive la ·cr usca ottenne sempre io ciascheduna macioatura uo aumento di glutine, così che so dalla prima s'eran~ ricavate 13 po1·li di 1-(lntioe, nella quarta si vide che questo eras1 aumenta.io sin a 16. Deduce <Jaiudi da q ueste sperienze che l? . so1traz1000 della cru_sca della foriua net far il pano può ave1·s1 m conto d'ooa cosa d1 tnCl'O lusso p iatt,,sto che d'aumentata 4oalilà nutritiva del pane. Fa quindi rifletter il medesimo Dol!· _Arella che lull'al più la prcsenv,a drlla crusca nella compos!z1ono ~e.I pane puo ostar alla lunga conservazione del medesimo, o ciò .rer.cllè_ la crusea conlieno una quantitb. pi~ltosto a?h ~n~a!)le di. muterrn grassa la quale nell~ re~o lar~ trast~rmaz1om ch'.11 glnhne debbo subire uella panihcaz1011e 1mpecJtonùo la suffic1e!1te ev~porazioue dell'acqua, fovorìsce la corruzione del medesimo; c1rcoslaoza ques ta che non debbe tenersi molt'a calcolo nel pane da munizione li quale, destioato com'è a non essQre conservato J>iù di due o Ire giorni, non può altera rsi quand'anche , come prima s'uijava s'es11aesser anche sei sole parli di crusca ,u coulo di farina rileulr'al coulrario debbono essere te~ur~ in ~iustl) calcolo le 'due once di pane nutritivo del(e quali g1ornalmoute s3rehbe privo il Soldato nella moùific~1.1one propos!a dal Doli. Ropb1Ue. A provar ancora pitì arop1amen~e ~om 1 1I pane del Soldato siu più nutritivo, il Dolt. Arel)a. r1fensce le sperionze cii Mogonc11e fall o sn i cani i quali nutr,111 a puro pane bianco noo vivevano più di 50 giorui, mentre v1v_eva1?0 sa~i e prosperavano qaelli nutrili con pano bigio f~lt~ _<11 far1_na d1 fr_umcntc qual esce dalla macio~; riferisce cons1m1h ~pcr1eoze d1 Edwards e Balzac i qo~li r1oscivan a fa-re viver i _ca ni nutriti tli purn pane bianco o di gelatina, ;1ggiungendov1 qualche cucchiaiala di brodo di carne di cavallo cioè la ~o~tarrza grass11 la q uale si contiene ne!la crusca ; riferisco !'opm1one del ~taresdallo Marmont, Aulorilà rispettabilissima 1~ questa qoC3hooe, il quale credeva che fosse inutile l'estrazione della crusca sempre che nella confezione del pano s'impiegassero farine di buon fram eoto: conchiude finalmente facc1;1do presente come sia delicata cos11 toccar al pitì essenziale degli alimenti ciel Soldato, prima d'essere bene sicuri che J.1 modifica?,iOne ~~ ~nlroduni sia foudata su fatti c11rli e su sperienzo non r1vocab1h 10 dubbio. Esorta perciò gli Cffiziali lotti di san)là della Ga~rnigione e dello $pedale a yolere ben beno slud~~1 e la 9oesllone onde poterla fondalamooto risolvere nella pm prossima Tornata.

PARTE SECONDA BOLLETTK~O UFFICIALE

Viz-ria'l,i·oni del Pe1·sonale Sanitario-1/tfilitcwe. Iloti. Carlo Robccchi, Medico Divis. di prima classe in aspellaliva, richiamalo in servizio elTeuh·o e destinalo presso l'Ospedale Mi lit. Divis. di Cagl iari. Doti. Giuseppe Zava11aro, Allievo Saoitario, 11ominalo Modico di Hall. di seconda classo presso l'Ospc~ dale di Torino. Doll. Luigi .Migl iOI', Allievo Sanitario, nominato Medico di Ilatl. di seconda classe 7 presso l'Ospedale Milil. JJ1vis. di Cagliari.

Nel H. Decrclo ( 15 d'agosto 1852) con cui'S. ~. determina intorno al modo d'oC(:erlare i dirilti dei Militari a lle· Giphilazioni , Pensioni, ecc., s i lcggo110 i scgue111i paragrafi che ra gguardano specialmente éd Còrpo Sanila rio-Mililare. Sr;:ztoKE :?. A,·1. G. HicorHlS1!iula la régolarilà dolla domari tl" e dPi documen ti gins tìfìcativi , il Consiglio ( d1 .Ammiuistrazionc Jel Corpo a cui il .\lilita re appartiene)


farà visitar innanzi a sè il _Militare R ichiedente· da due Ufficiali di Sanità addetti al èorpo od in difetto da due altri Ufficiali di· Sanità M:il1tari od auche Civil i 1 purch·è addelli ad un Pubblico Stab ilimento. La visita sarà preced1ita dalla lellnra degli artico li 1 , 5, 4, 7 e 8 dal.la Legge dei 27 di giugno 1850 e si farà r isultare nel Processo verbale. Art. 7. Gli Ufficiali di Sanità spediran un certificalo nel quale descriverar.i accuratamente la natura delle ferite od infermità addotte dal Mil itare , indicando a quale Categoria di ferite od infermità contemplale dalla legge esse appartengono. Per quest'effetto si distinguono in tre Categorie : L (a\ La cecità o la perdita incur.abile della vista; (b) L'amputazione di due membri ; (e) La perdita assoluta ed insanabile di due membri. Il. (a) L'amputazione d'un membro; (b) La perdila assoluta ed insanabile d'un membro e le informità equivalenti desc.rill~ nella Tabella an- . nessa al presente Decreto . · HL Le ferite o le informità non comprese· nelle Categorie auLecedenli, ma che rendon il Militare inabile a proseguir ed a riassumere più tardi il servizio. Gli Ufficiali di ::5anità indicheraono l'origine del le ferite od infermità anzidette, in quanto si po~sa desumere dall'osserva'liooe e se debbon o se possan o se no!I possano atlribuirsi alle ca11se addotte da l t:.ichieden te. R ignardo a quel le comprnse nella li I Categoria, dovranno dichia rare! in modo distinto e ragionato se, giosta i lumi della Scienza , rendan il i\Jil ilare inabile a proseguir ed a riassumer il servizio nel Corpo a cui a ppar·tiene od io altro qualsiasi, esclo~i gl' In validi.

TABELLA delle infermi/a considerate come eqiiivatenti alla perdita assoluta d'una mano o d'wi piede 1iel conseguimento del mai.imum della pensione di ritiro. l\hLA.TTie OBL CAPO. 1° J'..' imn1obil ità assolula del capo nella sua positura na lurale e le sue permaoeuti deviazioni in avanti, in diet,ro o dai lati , tutlochè siano ~ncora sng·~rstj ti alcuni rnovhncnJi di .semi. rnla1,io11e. 2° Le grandi ll)si,oni del crarJio o la pendila d,i, raggu.rrdevolì porzlooi d·egli os_.;i d.el meJe,imo che dia110 foogo a gravi neiirosi abi tual i. 5° La sord iLà com piota . l\iAL,\'l'TlE CE.R~ORH.L .41° L 'afieoazione mentale, l'imbeC'illHa, la mania e la deme111:a. ì\:l ALA TTIE CEREOI\O ·SPIN ALI. 5° ll tremito permaneote d'u·uo o di due cosp icui ani; vi e.ppiù se di luno il co1·p:1 . 6° La para lisia d~l lo palpebrti, ct·uno o di più arli ,o dei muscoli del collo. 7'' Le vertigini abituali delle · quali o si riconosce evidcntemen,te la causa materiale od è sensibile il fatto patologico,

MALATTIE DEGLI Occ1u. 8° Le gra vi alterazioni organiche d'ambi gl i occhi che di minui ~cono talmente la facohà visiva da render i.nposs.jbile di distinguere gli oggetti ao~he a menoma distanza. MALA.TTIE DELLA BoCCA , 9G La perdita totale o di

grande parle della lingua, la paralisia, l'atrofia, l'ipertrofia~ l'ii:nmobililà della medesima, per cui sia perduta la facoltà di JJarlar~ e ri<~sca diffici le la deglutizione. 10. La disfagia organica permanente a base s.cirrfsa. MALA.TTIE DEL Cou,o E DEL PETTO. 11 . La tisichezza laringea e la polmonare e le fistole insuper.abi li dellè vitt aeree con grave dillicol(à di respirare. 12. La cifosi o gibbosità rlella .colonna vertebrale as_sociata ad ascesso freddo sintomalico congestizio od a paresi, qualunque ne s ia la causa. 15. Le fistole penetranti nell.e cavilà dell e pleure e le gravi lesioni degli organi della res-pirazione con dispnea abit11a le.. l\'1Ar,A1'TIB DBLL'ADDOU!NE E DELLA P1u.,v1. 14. Le 6s10-le epaliche o spleniche, il vomito abituale, la melena, la dia rrea e la dissenteria bene riconoscioti ed accof!1pagoati da cachessia inoltrata. 15. Le fistole dello stomaco , l'ano artificiale, la fistola retlo-vescicale e l'incontinenza del le feci per para. lisia degli sfioteri_. 16 .. L'enoresi, )'iscuria, la sl.rar.goria, 1·ematuria e la pio,ria permanenti. · M,\LATT 1B OllLLJJ: ESTltfl~llTA'. 17. La mancanza di quattro diii d'un~ mano, ùi cinque diti Ira le due mani ovvero ,!ei diii pollice ed ind ice rl'amhedue le mani. 18. L'artritfde croriica già r iuscila a vizio organico delle principali giunture, soprntt11llo al.l'anchl losi compiuta con attratturà del membro, non meno che la r.ontrallura permanente d'uno o più muscol i o tendini d'un membro priracipale es,sendo, così nel primo come nel secondo casci, perduto l'i1so della parie. 19. La carie e la necrosi estese, la spi na ventosa degli ossi del corpo umano più i;ospicui per volume, per ispessezz.a., per lnnghezza, con grave di'ssesto o con · perdita della funzione della parte a coi sono destinali, escluse per conseguenza le consimil i malallie degli ossi piccoli delle. estremilà . 20. L'elefantiasi . 21. 11 marasmo universale indipendente da tisichezza. 2'2. Gl i aneurismi bene Yerificati dei grossi lronchi arlerio~i , come carotidi , subclavie , arterie ascellari , omeral i ,. cubitali , radiali, iliache, femoral i , roplit.ee e libialL (Giorn . Mifit ., N° 29. Parte Prima, 7wbbl. ai 6 di settembre 1852).

RIVIS'l'A DEI GIORNAU ~CIENTIFICI ( Su-nti del Dottore

l'ECCO ) .

Sopra un n110!Jo metodo di curl re.l'iiloera . venerea pl"imitivà . l i Dou. Henrolay partendo da un fatto stabilii.o da Ricord nel!' esperienze sull' inoculazione cioè che l'acido acetico togli e al pus sifilitico la qualità inoculabile, ebbe il pensiero di tentarne l'uso nella- cura delle ulcere ve-


80 tiPo curato col metodv del .Dot1ore Cerale (1) seuza agner eo primitìve ùietro il supposto d 10 alla proprietà di giunta alcuna, come ri3ulta dal manoscrillo esistente in neutralizzare l'umore secreto dovesse r iunire pur quella quesl' Archivio. di modificare con vantaggio la superficie secer.nente'. L'eA, ver io in progresso -di narrazione solo usalo l'epiteto sit,o corrispose alle speranze ed alcune_ ulcere da esso .Jui medicate coll'appli éazione di filaccica intrise d'acido ' « abortivo per eccellenza -,, perché se la medicina accetta il valore dell!l parola abortivo dai Sifìlografi nsata nel ~iacetico guarirono rapidamente. 1· risultali d'Henr..otay fugnilìc'ato di troncar· ed impedire lo sviluppo di malall ie ·rono- poscia conferma ti da quelli di Dechange e Gougée si fili ti che, la storia da me <l_escrilla legittima il figuralo i quali ne modificarono por utilmente la pratica in qu~nto qualificativo e m'auto'rizza ad usarlo in avvenire e perche, a vece di lasciare a permanenza suWnlcera le hlacsistervi. ci~a intrise d'acido, non fanno che toccare con questo Se il l)olt. Cera-le vuole rifiutare l'opera sua, non posso una o due volte nel giorno la superficie ulcerata e quindi sovrappongono filaccica asci.olle. In questo modo la mn- I lratL1:1nernelo: io però debbo persister è ritener il metodo cosa ciscostaote ed ancor sana non restando denudata del I ann11nciato co.mc di sua proprietà, perchè non ne sdegnava suo epitelio per l'azione caustica dell'acido, è sollralla al , l'onoranza quando in Vigevano lo richiedeva di dellagli pericolo d'un più facile assorbimento del pus. Le nkere f sulla pratica Ja lui usala nella cura dei bubboni; perchè così cnrale guarirono ,lolle in meno di 15 giorni seuza f non lo sc:onosceva quando·ai 50 di giugno lo domandava di ·che nessuna d'esse si sia indorata. j maggiori schiarimenti , avvisandolo che voleva porlo in pratica ; lo confermava quando col silenzio rispoodev.a alla mia lettera colla q11alt1 disimpegnava ad un obbligo di gentilezza significandogli come nel la nostra Confereo1:a 1Wiscela dell'olio di ricìno con il collodion. aveva letta la descrizione del suo metodo felicemente riuscitoci; in fine non mi si doleva nullamenle quand0 nel Il r.ollodion che con tanta t)Lililà ;,'adopera in molte magiorno 12 corrente in Casale gli teneva discorso del mio latlie esterne, lascia pur e,so in particolari circosla_nze operato, aggiungendomi che non era da usarsi ùi tu,Ui i c1ualche cosa a desiderarn. Così, per non parlare del docasi, alquanto avendolo urlalo la parola abortivo , per cui lore ch '~gli d.esla essendo portalo a contallo di superficie se egli' vuol esonerarsi da Ila risponsabilità d'Autore n'on spogl_ie d'epidermide ove sia applicalo su pa rti noo sua me deve ricorrere, da lui solo c!ipende, pubblicando scellibili di perfeua immobilità; qnali sono gl'arli e talune ._il nome di chi primo lo ideava ed alluava. regioni del tronco, non larda molto a rompersi qua H là Che se poi lo disconosce forse perchè non sono stato in più pezzi , inducendo per tale modo la necessità di nuove l e ripetute applicazioni con ritardo nella cura e maggiore · I fede! espositore, riempia egli la · lacuna da me involon dispendio per gJ'infermi o per gli St;ilìilimenti. I tariamente lasciata e pertanto ritenga che, come lo deAd un tal i~~onvl:\nienle, tullochè leggiero, riparò fe- ,.1.· scrissi , una tale pratica in questo Spedale .Militare già fruttava eccellenti risullati. licemente il Dolt. Robert-Latour mescolandp 50 gramme Mi duole aver dovuto discender a simili parlicolari di collodion con 50 centig. d'o lio di ricino ed 1,50 cen· altron<le imposlirni senza libertà di scelia dalla lettera tig. di terebintina, come si legge nella relazione della sedel sig. Cr,rale del qual<1 ammiro la modestia ed i 1alei1ti duta 5 di giugno 1852 della Società di Medicina Pratica senza osteggiarglieli, fermamente persuaso che quesla con· di Parigi . · . tingenza no.n sarà più per alterarn qtiei reciproci sentili collodion così preparalo, mentre rie·sce d'applicazione menti di stima e d'amicizìa che nacquero e ci legarono nel men dolorosa nel caso sovranolato e resiste per l)iù luogo breve mio soggiorno in Vigevano. tempo senz~ frangersi ai movimenti delle parli a cui ade· Aggradisca, ecc. risce, nulla perde oè in prontezza d'essiccazione, nè in tenacità di presa. ( 1) Avendo il Dott.Zacchia' nel testo della storia e nella discus( Gazette des H<Jpit.) sione della Conferenza fatto usp più volte delt• espressione di c1ira abortiva, la Redazione credè meglio spiegare il pensiero dcli' Autore aggiungendo la medesima espressione nel titolo della Storia.

ma

CORBISPONDEi\fZA Lettera del D ,t/,

ZACCBIA

alla Direzione del Gior11,;ale

Novara, ai '.!5 di settembre del 1851. La storia da me !ella nella conferenza del 1° correu le e riportata nel N° 7, anno 2° del Giornale di Med·icina Militare P.ssendo staia occasione di doglianza per parie del Medico di Re\gimento Dottore Cerale, spero che la Direzione del Giornale stesso come ifaya luogo e pubbli · cava nelle sue colonne il lamei:ito, vorrà pure dar luogo e pubblicare la mia risposta. Non a me, ma alla Direzione del giornale spella la ..rellifìcazione del titolo dato alla storia io questione, giac_:S(:bt\ io la intitolava: Storia d'un bubbone ven;reo primi-

A.-V'l11SO La Direzione del Giornale iovita gli Abbonati ·che sono in ritardo di pagamento a volere pagare la rata àel primo sémeslre, giusta le condizioni d'associàzione. Si pregan i. Signori .Medici Divisionali perchè abbiano la bontà di riunir in un solo vaglia postale le rate dei loro dipendenti o di farne sborsare coslà l'imporlo col mezzo dei Quartier-Mastri dei Cori)i. Quegli Abbonali che preferiscon inviar il loro vaglia postale isolatamente, sono pregati a volerlo dirigere al Barone

DE BBAUFORT ,

Vice-Direttore del Giornale d1:

Medicina Militare e non allrimente, inch iuso in lettera affrancala. Il Direttore Doti. C01\1ISSETTI Med. Div.

.

li Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort M . R. Torino 1852. Pelazza, Tip. Subalpina , via Alfieri 'H.


ANNO D.

( ai 41 di ottobre 1852 )

GIORNALE DI MEDICINA !IIILI1,ARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARIIA'fA SARDA.

L'a8sociazione

11011

si ri.: •ve!

cne p.ir uu auao e co mindacol 1" ..l'agosto. Il Giornale si pubblica nel luaedi di ciascheduna settimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino

.

. .

L. 10.

In Provincia ed all'Eslero, franco di posta

.

.

L. 1 t.

L'abbonamento dehbe pagarsi per s0 meslri anticipati. Lo associazioni per i non militari ricevonsi alla TCPOGRA.Pl'A. SuB.UPJl'(A , via Alfieri, numo '14. Le lollere per abbonamento al Giornale dobbon essèr atTranwite ed accompagnate da vaglia postale.

lo Dolt. PADRE: Lezioni Cliniche del Comm. Prof. Riberi su i polipi del naso. - i 0 Doli. C.iPRlATA: Cenni su le terme d'Acqui. - :3° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 4° Rivista dei Giornali Seienlilici: sunto della Redazione.

SoMMARtO. -

PARTE PRIMA LEZIONI ORA.LI ED OPERA.TIVE

Oggigiorm• i-'ommettono generalmente le varie di• visioni e distinzwni d ei polipi fatte ai ten\pi andati cioè i11 carnosi, maligni e mucosi ( RiclJter), io mu-

cosi e sa,·comatosi ( Boyer), ì11 carnosi e maligni (Sum. Cooper), idatidei, gelatinosi, fungoidei e carcinomatosi ( Astley Cooper ) , e fondate parLicolarmente su 1.) loro forma estrinseca eome quelle che tutte non ue compreodo110 le specie t•<t i loro caratteri, e s'ummelle come a ciò più conducevole la divisioue generale dei p olipi fatta da Gerdy in quattro generi cioè 1.0 in polipi cellulo meml>ranosi o molli di cui quattro sono le specie , i mucosi, i tardacei, i fungosi, i granellosi: 2. in polipi dori , aventi due. specie, i fibrosi ed i sarcomatosi: 5 ° io polipi durissimi, cornposli di tessuti cartilaginei , ossei, pietrosi: 4° in polipi misti o composti di sostaozll éartìlagioose, osse,!, pietrose, di cisti, di peli e simili. Su il couto di quest<l disl.inz.iooi e divisioni io vogl1o, Signori , francamente spiegarmi. Qualunque divisione sara sempre poco razionale fìncùè verserà essa sopra rnalattie così, per cause, per indnle, per corso. per com , in somma ·per lutto, diverse che, :.irrz.ichè es!ier abbonacciate in on solo ..irticolo e tratla1 e alla mescolala, dovrebbero trovarsi sperperate le une iu pri111;ipio, le altre a met à e le altre in fine della N11sologiu. Di grazia , se eccettuiamo la sede , cbe cosa hanno di comune fra sè un polipu vescicolare o la rdaceQ ed uno fu11gos11 n cerel>rifurrne ? Nè credo ingannarmi ùicendo cùe · l'avere un pedicciuolo 11 0 0 è neppure uu cara tlere comune, giacchè, s'il pediccioolo è fors'un can,t.lere essenziole del polipo v~cicolare, è poi uei polipi sarcomatosi, fangosi, cr,rcbrifurrni uo carattere fortuito cioè dipendente dai distretti ossHi dell 'apparat.o nasale in cui sì formano ed l.tanuo stanza e pt1r cui passano. È ciò così vero che quelle stesse malattie sorte nei · me111l>1 i offro no , noi; già uu pedicci uulo, wa una base sessile. Se , fatre queste riserve, io m'acc()1icio alle divisio11i accellate di comuue consenso dai Pralici , confes~o cbe ']nella del Gerdy è di tutte la 1oigliore, ma ch'essa totl.;lvia non mi s()d disfu. Non mi soddi~fa percbè quei polipi ch'ei chiama sarcomalosi le 0

del Prof. Comm. RmEiu (tracciale dal OOll. F.URE ').

POLIPI ED ESCRESCENZE POUPIFORHI

DEI~ NASO Piò f,equenli di l111 1i ed alle volle d 'origine ered i taria, i fWlipi del 11 1,so, non .1ltrime11tc che quelli di alcuoè altre sedi del curpo , sono fnrm.ili ora da una morbos:.i vegetazione della membrana cbe copre le cavità nasalì~ compreso il tcssnto cellulu -fibroso che le SI.a intorno, nlfrendosi ruulli, mucusi, vescico lari, ed ora eh un'innaturule v1~ge1.az.innc che, nalfJ dietro a questa memhraoa dal periu3tin , dallo superficie o dal centro degli 0s$i spug1111si della parte unleriore della base .del cranio, la respinge ~tvanti a sè distaccandola, alterandola, imrnedesimand1,visi e preseo · taodosi con forma tl i tutnn ri duri o rni,lli, librosi , sarcomatosi, fungosi, cerebr,formi e simili.

• Non avrò nello scrivere queste Lezioni dell'llla,h•e Professore alcun1allrà guìùa fuor,cbè quella che ho già es ternata tracciando le Lezioni orali del medesimo su il Rachiartrocace e su il Cancro: se non che per maggiore comodo del Lettore ho credo~o ~e~e citar a luogo a luogo le sue Osservazioni in prova dei prmctpn annunziati nel testo.

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82 pìù delle volte sono veri osteosarcomi e ciò toccherei.e con mano, Signori, quando vi tratterrò su i casi pratici ùi polipi per me veduti. Non mi soddisfa ancora percbè non distin~u.é è polipi sarco-!}latf)si cotanlo per natura lo,ro1 t.rt)Ctll~:nti d.ti sare-0idei , o car,. n@si p.i:otwsto herii.gnif emn.e. l'.i provern,nno le1c(1Sserv aziuoi che a questo proposito vi riferirò. Non mi soddisfo in liue per ciò çb;e,. mentre parla co'r1 lusso di polipi cttrtilaginei, ossei; pietrosi che son una sequela d'altri polipi, e dei polipi misli o cpmp<1sti che occorrono rarameute nelle cavità nasali, ommette uoninamente di parlare dei µo lipi cerebriformi di cui vi n:nrer(> più tardi Ire casi: (Osserv. 13, 16 e 47). Enl1·and11 or a parlare dei polipi secondo la divisione di· Gerdy Voi, Signori, siete già da quellv çbe vi dissi pur ora avvisati ch'iù vi tratterrò più rarlicolarmente dei. polipi dei due IJrimi geueri, cne sono, quale pii! , quale meno ; frequenti e ve ne addurrò i-cara Iteri a11atomici .e fisiologici, tocoondo di" passo gU altri due generi ed aggiungendo due parole su i polipi sarcoidei ed encefaloidei e sn le escre~cenze polipi formi. :1. 0 Polipi 1;escicolari. La prima specie del primo genere è costituita dai polipi così detti mucosi o molli o vescicolari. Di tutti i più frequenti, questi soo insensibili ai- tatto e poco sensibili ,illa pressione .; di colore liraote ora su il roseo-paUido, ora su il h;anco-ceruleo , ora su il giallastro ò grigiustro ; dotati di trasparenza alle volte lardellata da alcuni punti t pachi; teneri ù polposi· , epperciò facilmente lacerabili ; cr1perti da una membrana più o meno sottile secondo le sue varie sedi e fittamente aderente alla contenuta ~ostanza poliposa, composta di tessuto celluloso dalle aiuole piccole, trasparenti, piene d'un umore albuminoso uon concreto, talor i.nsino gelatiniforme; percorsi da ~·asi sottili e rari, tal voll.a solo visibili nel pedicciuolo; igrometrici cioè capaci di incremento nei tempi umidi e piovosi ed all'opposto; capaci purn d'avanzarsi o di ri tirursi second'i movi · meni i della respirazione , di suppural'e e di nascou <lere nel loro centro un ascesso (Oss. 31. e 51 bis) · od una o più cisli, ordinariamente del ,;olume d'un cece e piene di siero per cui stringendoli o lacerandoli co11 le tanaglie si riducoo a piccola mole; circoscritti alla mucosa;· facili a modellarsi ai varii meandri del naso seoza fare forza contro le pareti e sconnetterle; non soliti a crescere prontamente, nè soverchiamente; soliti anzi, una volta cresciuti ad un tale quale volume, a rimanere stazionarii per molto tempu, anche per anni; la\9olta per'ò pendenti insino su i labbri ; non producitori d'altri i:icomodi foorcbè di qnelli che nascono tfal lorn volume, dall'otlaramento delle nurici per cui alcuni ammalç1ti ne patìscon a segno di sembrar asmatici , ed alle volte da il'ritazione od infiammazione della Schneideriaoa con secre1,ione muco.. puriforme, raramente sanguigna, ed in fine suscettivi di riescire talvolta col tempo all'opacità, alla consistenza ed allo stato lardaceo (Oss. 39 e 41), talvolta anzi ad uno stato sarcoideo· (Oss. :1.5 e 3~)), m.i nou nwi alla vera degenerazione cancerosa. P1,sson esser argomento di morte solo quando nas~on· ~ si svolgon nell'etmoide (Oss. 8). In un caso (Oss. 41) i polipi vescicolari, molti in numero, stivavano così bene le ca.vità nasali che impedivano la

discesa nelle medesime del pus formatosi còqtro la · base del cranio e facevan · una pTessione apopletica su il cervello. 2.0 Polipi lardace·i•. I)i lunga maoo più rairl, i polipi d.éll:a seco11da specie del pri_qio g.ener,e cit>è i m.oUi ,e tardacei sono più ,sQHdi e ll)Ult()l m.eo igr,pm~trici de' precede11ti ; opachi ; sovente spruzzolati da punti rossi; pe1 c;:orsi da piccoli vasi , specialmente nel loru pedicciuolo; alcune rarissime volte intarsiati da piccole granulazioni fibi·o-car1.ilagioose; talora primitivi, ma il più sovente consecutivi ad un polipo mucoso u vescicolare degeneralo; fo,:inati da uua sostanza .omogenea, più o meno spessa, biancogrigia, apparentemente composta d'albumiua concreta e rinchiusa nelle maglie del tessuto celluloso; alqu<1nto simili al lardo per colore, ma non per cnnsìsteoza e per coesione, giaccbè in alcuni casi sono più molli , meno oonsislenti e c;apaci , come molle formaggio, d'essere distrutti con la sola pre1;sione ; più incomodi dei ve~cicolari , perchè maggiormente riempio110 le narici.; c:,ipaci, se infiammali, di degenerazioni alle volte fastidi~>se. , 5° Polipi fungosi. Pinttostu frequenti, i polipi del.la terza specie del primo genere cioè i fungosi, chiamati da Lévret vi<mci, sono rnoHi , spungi formi con . una superlicie, tomentosa; ròss1, talvolta IÌvidi; d'or• ' dinarìo fàcìli a lacerarsi ; proclivi alla degenerazione cancer~sa ed alla riproduzione ; accompagnali d.a emorragie frequen',t i , s@v~nte <l-a ·caf ie d.~gl i ossi ; per di làrga "base; soliti · ad occorrere 1 lo più dolenti; nelle persone d'età avanzat.i, snervate di forze o contaminate da qu11lcll,e discrasia , specialmente in queJle in cui è ,cl,~ 4uogo tempo in inedomioio m0rboso il sistema inigatMio ,·oseH, massimamente il venoso. 4° Polipi granellosi. Composti, secondò Gerdy, di una membrana sottile, d'un tessuto omoge11eo, lardaceo e p1·ovvist.o di pochi vasi , i polipi della quarta specie del primo genere cioè i granellosi sono piccoli, dotati d'un peclicciuolo sottile, d'una soperficie piuttosto estesa con forma dì, ,gr:a.nelli biano.11stri ; grigi o rosei e sim ili alle vegetazioni sifilitiche chiamate cavolifìori di t;ui per ctltro, ritengono anche la natura. Questa specie di polipo è oltre ad ogni dire rara e, curandosi con gli sles~i mezzi con cui si curano le località sifilitiche, non c'intrattenemo più oltre dei meMs1mi. 5° Polipi fibrosi. La prima specie poi tld socondo genere è formata dai pòlipi detti fì.brosi . Acquistano essì sovente un grande volume. Quantunque d 'ordì· oario piriformi, incontra però spesso che, modellan• f dosi ai meandri oasali , ussunprno forme svariate, offrendosi diyisi da prnfondi solchi in due, tre, quattro lqbi ed anche più. li pedicciuolo è stretto, durn, ] alle volte resistente qnant'uu tessuto ligamentoso o I tendineo ed aderente al peri_ostio. Analogo al fibroso., I il loro tessuto è formato di fibre bianco-grigie aventi svariatissime direzio.ni. Sono pesanti, opaclti, dori, di sup~rficie per lo pii1 levigata, "lalvolta tomentosa o bozzola, raramente ulcerata. Benchè sovente sottile e bianchiccia , b membrana che li Cf>pre è però talvolta più spessa e più rossa del solito ; diramaosi altronde nella me'desima vasi sanguigni p\ù numerosi e più voluminosi di quèlli else si di,strihuisco110 nel-

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83 l'interoo del tumore. Per sè iodoleoli , i tumori io discorso sono causa di dolol'e per la pressione che recan alle , parti circostanli : alcune volt.e però divenliat1 CSS I stelisi d11\nrOSÌ ed it1(fomrnati , pro~OCl.1 00 iufiarnmazione nelle part-i vicine e, be11cbè 1"1c,, pro# clivi ,1lla degeuerazio(!e ca11cerusa, pussouo ptjrò assumere la degenerazione sarcornatosa o sarcomatofongosa o suppurare od ammollirsi o oancrenarsi e divenire pericolosi ed auclle esiziali {Oss. 10 e 25) per gravi emorragie u per l'assorbimeul<, del liquame risaltaole dal lvr,, scomporsi. Ebbi a curare più di questi poliJJi, mu in tre (Oss. H, <iS e 37) fu per la loro rcsisten1.a impossibile lo strappam1:111to ed in · tre non veuni a capo d'estrarli fuorcltè recidendo con le forbici il loro pediccìoolo. tant'e tanto era desso resisteole (Oss. H, 51 e 58). Ho però osservato che , quaod'assomooo la degenel'azione sarei,. matosa o sarcomùto-fungos11, il loro pediccioolo si vascolarizza e s'ammollisce a segno cùe può essere senza graude violenza strappalo e senz'il bisogoi1 di ricorrer alla recisione (Oss. 44 e 45). Ci p<Yrge ciò Ja ragio11e dr qt)itnto è stato delto ~ntorno alla maturità di que' polipi che si distaccano da sè : bene si vede che la parola maturità è un'espressione vaga, in quanto cbe il distaccarsi spontan~o dei polipi , specialmente vescicolari , rwo è in ragione della du_raLa del tempo, n,a dell'~ssere la lor,, t·àdice irnpi· gliata o non da ilogosi progressivll o ramòllante : ondecbè, i,econdo 17ooa o l'altra di qoesle coodizi(lni, pnò il polipo esserti matnro irr un mese od immaturo dopo più anni. 6° Polipi sarcomatosi. I polipi de.Ila sl"conda specie del secondo genere cioè i sarcomatosi sono da Vidal bene descritti io questi tennioi : ùffroosi sovente piriformi , talvolta però formati io lobi; comunque, capaei, Hnchè poco voluminosi 1 di modellarsi alle ca· vità io cui soggiur111.1110; dotati di colore rosso o livido u bruno; meno dari , più facili a degenerar ed a provocare sìntomi generali e dolori ancb'incomportabili e fornili in maggiore copia di tessuto cel Julòso, di vasi sanguigni, sopralluW> di vene, sovente varicose, che non i fibrosi; più duri dei fongosi; spesso monili dj largo pediccioolo ed offrenti un tessuto apparentemente oarnosci come quello dell'utero gravido; dolorùsi per sè 01 fornite di dolore per le parti vi cine cbe comprimono; sanguiDaoli spontuoeamente , vieppiù se loGcati od irritati con imprudenti maneggiameoti; inferiori , per la facilità di degenerare, ai soli poli pi fungosi sopria <IPscritti; uapaci nella loro degenerazione di dare l'infezione miasmatica. 7° Polipi cartilaginosi, ossei, pietrosi. La ragione per cui vi bo, Signori, dello che toccheremo di passag~io i polipi durissimi cioè oarl.ili.1gi11osi, ossei, piet~os1,. è che nun ~on essi tali in origine, checchè ne dica in contrario Gerdy, ma son una semplice trasformazione degli altri polipi, specialmente dei fibrosi e. sarcomatosi. Non son essi allronde caprtci d'ulteriore re'a degenerazione ed incomotfano solamente alla maniera dei Cùrpi stranieri. Non ebbi mai occfrsione d·osservar,e qaesta SJJecie di polipi . 8° Polipi misti o composti. In questa specie sono da Gerdy eompt·esi i pt>lipi cavi, contenenti oo li.quido laU'icinoso (Spondeter), ·sàngoigno (Saviard), gelatinoso o più altre sostatiiz'e , e quelli che senz'essere

cavi souo formali di tessuti e di sostanze di va!'ia natara, contenenti cisti , peli, cartilagini e simili. Qoesta specie di pnlipi debb'essere ben rara poiohè n_on rni capitò di vedei'la uella mia lunga pratica in nn gr.iude Speda l e ; d'essa perciò 11011 fi tratltH'rÒ dì vantaggio :· bensì vidi più vtillè polipi costituiti da pièr sostonze appartenenti alle varie loro specie. 9° Polipi sarcoideì. Competon a questi molti dei caratteri dei. s1.11·corrratosi·, se non ohe, giudicando dnl loro occorrere sempre o nel t1·a mezzo del naso od io vicinanza delle narici, specialmente dell'anteriore, dal piccolo ltJro volume e dalla facilità con cui guari scono- senza più riprodursi , è facile a vedersi che sùn essi m0-rhi locali e che differiscon in essenza dai sarc,1matosi, con cui non baooo altro di comune fuorcbè un'apparente analogia di forma. 10. Polipi cerebriformi. Aveuduvi, Signori, in una àltra Occasione f>arlato dellr~ degenerazione cerebriforu,e e dei sooi caratteri anatomici, non istarò a ripeter" le cose cbe vi ho allora dette. i i. Escrescenze polipi(ormi. Derivuno queste solitaruerit e da infiarnma7.io11e per lo più sèr(lfolosa con ulcerozione e ricrescimento di èaroi nelle narici e nelle cavità nasali più o men in dentro, per coi rimangono queste ristrette o turate. Beochè le escrescenze polipifonni ed i polipi siann di natDra ben diversa, .haono però comune la Lerapia come risulle1'~ da du·e osservazioui cbe narrerò ( Oss. C:t5 e 46). E questa la ragione di cotesto mio cenno. Da questo· rapido ragguaglio Voi vedete, Signori , essei'vi polipi pt·imitivamente o benigni n ,naligni ed andar errati coloro che, calcando .1e orme di G. .Brll, negano questa vel"ità. I polipi nasali vescicolari son nr unici, nra moltiplicati. É però !'aro ché s'incontri un solo polipo VH· scicolare, potend'f>sserue uilo o più iu entrambe le cavità nasali o molteplicì io una stessa cavità. Levnit ne osservò sette ad uo tempo in un ammalato. lo ho dovuto estrar insino cinque polipi vescicolr1ri da nna solu narice, di cui ciasèheduno era monito d'uu di · stinto pediccioolo. Un caso d'un g.l'ande numero di polipi vescicolari coesistenti nelle stesse cavità nasali è narrato da ·Payao e riferito nella Gazzetta ll!edica di Parigi. Noo sono rari gli analoghi fatti. Quando coesistono più polipi , son essi per lo più della stessa · natura. Alle volte però sonsi ineon tra Le due specie di polipi nella stessa persono. In un caso che vi riferirò (Oss. '14) ho visto un polipo bilobato di cui uo lobo era vescicolare e l'altro lardaceo. In un altro caso (Oss. 4'.l) IJo incontrato un polipo di natura lardacea verso una delle aperture posteriori del naso , mentre le cavhà nasali erano piene di polipi vescicolari. 1 polipi non vel->cicolari son ordinariamente unici : ma dandovi tra poco un breve sunto comparativo dei caratteri delle varie specie di polipi per me veduti , ritornerò su quest'argomento. Una volta strappati, i polipi nasali sovente si riprodocono. In ciò·però vi ba molle volte uo'illusione. Seoza negare che dalla radice d'un polipo vescicolare strappalo possa riprodursi un secondo polipo, pare però che ne' più de' casi la riproduzione non abbia luogo in cotesto modo, ma piuttosto percbè un altro piccolo polipo profondamente collocato in una cavità anfrattuosa , alle volte inaccessibile alla vista od al


.84 tallo I passò inosservato o per l'evoluziou~ Qi g_~rmi · COD cui vanno a stretto COntaltO S ma Coteste adere.nze poliposi vicini a quello che fu strappa~o, t quali, alnon sono radici e possono facilmente sciorsi con il lora embrio11aU , crescono dì poi. Oh 1- quante volle solo passa.rvi fotorno uno specillo. m'è sucçeduto, strappando ' un polipo, di _ritrovar a~La forfi'.Ja ·d11 i pohpi nasali , fi~cbè sono piccoli, è cidentalmente fra le branche ' dçlle tanathe uno o pm d'ordinario-globosa o piriforrue, m(.I crescendo di volume rimangon essi, se molli, difformati, per ciò che -di que' polipi embrionali, grossi com'uo pisell o o c?~e la capocchia d'una gf(lssà spilla (<?i;s. 2_6 _e <>2)._S1 n: debbono modellarsi alle irre,golari fo rme de' mean<;{ri ferisce ciò più particolarmente a1 polipi vesc1colan nasali e mandar oltracciò appendici o_vungue non in di tulli i più benigni; d_ovechè la riprodutiooe dalla contrano alcuna resistenza . I pùlipi duri all'opposto radice d'un polipo strappato suole più spesso occordislocando le pareti del naso conservano più tempo rere ne' polipi. fungosi, sarcomatosi, in s()mma in la luro forma. Succede uoo perciò, ed è già stato, quelli di rea natura, 1 quali banno più spesso relazione , notato, che incontrino talvolta nel loro distendersi con un vizio ossl:'O o costituzionale. un'insuperabile resistfmza per cui debbon anch'essi , ·À questo proposito m'è paruto aveT osserv~to _che, alla guisa dei molli, difformarsi, :Jssottigliarsi e con~ quando coesistono di cotali polipi in germ.e 10s1e~e vertirsi in appendici cbe pe11etra110 nelle vicine cavità. con polipi già sviluppati ., una volta questi estratti ! Sebbene la diagnosi de' polipi nasali debba sorgere que' germi prendon uoa p:ù rapida evoluzione, quasi dal complesso dei sintomi e segni cotanto, per le cose che su i medesimi si rivolgesse_una parte del sugo fin qui dette, tra sè diversi, in genere però nel loro rmti'icio cb'era destinato all' incremento dei maggiori esordio so·n essi accompagnati da un poco d'imbapolipi. . . . . ' . razzo nel respi rare per il naso e da gravediné. conBencbe siaosi veduti ,sorger 1 pol1p1 n;lsah da quafusa cun il catarro di naso (polipo latente di_Vidal ). lunque punto della membrana Scboeideriana, ~a !oro ~on è però ciò bastante· per accertarne la diagnosi. . sede più frequente sQno però le conche supenon ed E alt.ronde raro che cbi ne è afl'etto ricerchi allor il jnferiori e la parti~ inferiore ed il centro dell'etmoide. parere dell'Arte. Divenuti più voluminosi senza turare Contrariamente all'opinione et Astley Cooper due volte ·affatto la narice, aggiungonsi a questi caratteri i sem'è occorso vederli impiantati uel tramezzo del naso guenti : doloruzzi verso la radice del naso ; prurito (Oss. i e 5). Alle volte la loro radice è riei seni masceldisaggredevole ed. uggia indefinibile nel medesimo; lari, frontali, sfenoidale, ne' condotti nasali, . intorno sensaziC>oe d'un <:orpo straniero; una gravedine ir~agalla tuba Eustachiana , nella faccia nasale del velo giore cbe invita il paziente. a soffiarsi il naso e ad mobile ed insino- nel fa superficie, inferiòre delle cavità ! introdursi dentro i diti e che cresce ognora più per nasali (Oss. 7 e 35), siccome vi sarà provato, Signori, la ripetizione di questi atti ; stillicidio mucoso o pudalle cose che vi dirò più innanzi. . rulento od anche, essendo il polipo carnoso,_ sanguiLa parte della Scbneideriana in cui s'impiotan i gno; sonno coo bocca aperta ; ricorrenti corizze; polipi è nei più de' casi della spessezza naturale, alle diffioiie e sibillante il · passagg!o dell'aria per la navolte però incontrai.i spessa , bozzura , ipertrofica ; rice a'ffel.la; un ondeggiare cou rumor il polipo inper guisa che, anche levali i polipi; essa talvolta con nanzi ed in dietro second'i movimenti del capo e gli tinua ad, essere per un tempo più o meno lungo un alti del respiro e del -soffiarsi il naso ; a guisa di ostacolo al libero passaggio dell'aria. (n oissun caso bandiera agitata dal. vento, e ciò sopra_ltutto qDando mi venne fatto di confermare l'upioioae di Patrix èbe ba lunga la sna radice (polipo ondeggiante di Vidal), i polipi tirin e dislacchin alquanto la mucosa su di come succede più specialmente oei polipi vescicolari; cui s'impiantano. avanzamento del polipo ·verso le narici anteriori o I polipi son ·io ordin al volume o piccoli ed a posteriori ; sovente incremento del medesimo, eppek'stento visibili o talmente voluminosi da rendersi ciò de' patimenti ne' t.empi umidi ed all'opposto, come pendenti dalle narici esterne ed interne e da penetrare s'è già detto altrove. A questo periodo del male ed nelle vicine cavità. anche molto prima d'ordinario può già l'Arte riconoDalla descrizione delle varie ·specie di polipi nasali scere con un'esatta r.inoscùpia la sua natura. Rendus'è veduto alcuni essere ·dotati d'un pedicciuolo più tisi vieppiù voluminosi a segno di turare la narice o meno lungo e -s pesso, ed altri esserne mancanti o seozi;t distenderla, s'aggiungon ancor i· seguenti fenosessili. Ne sono dotati i vescicolari, i fibrosi e sin ad meni : molto maggior imbarazzo od impedimento toun segno anch'i sarcom1àtosi; dovechè i lardacei , i tale della respirazio_oe dalla narice affett.-a; impossifungosi, i granelh1si, i sarcoidei per lo più ne sono bi_lità di respirare per il naso se ambe Je narici sono sprovveduti o lo banno beo corto. I polipi, massima· impigliate; perdita dell'odorato; voc~ alterata come mente vescicolari che , discendendo dulia parte alta chi parla col na$Q; aumento dello stillicidio di muco . del naso, passano per anguste filiere, sono dotati di il qua le anzi comparisce ora .vie più purulen~o ed ora una radice più lunga che non quelli che nascono dalle acr.e e · fetido (polipo obliterante di Vidal ). Crescendo sedi basse e larghe delle cavità nasali.' Sonosi alcnne finHlmeote ancora di più i polipi nasali sì che non rare volte veduti polipi sessili) aventi segnatamente solo turio~) la narice ma distendano le ·pareti del sede ne' dintoroi delle aperlurn posteriori delle cavità naso, · sopraggiungono altri mal i che imbruttiscono nasali , assumere con il tempo un pedicciuolo: ma non più o men il quadro , secondo che son essi molli o -so che $iansi veduti polipi nasali dal pedicciuolo diduri. I primi non sconnettono gli ossi e non defor'\'enta re con iI tempo sessili. Del resto, ciaschedun poli· man il naso, ma, dopo aver occupati gli joteroi suoi po, quale ne sia ~a natura, ba uoa sola radice : bensì meandri, _si presentan alle sue aperture anteriore e alcuni fra essi, oltr'all'aderire per la loro radice, si posteriore. I duri all'incontro,· come quelli che sono attaccan ancora crescendo di volume ad altre parti sovente di rea natura e crescono un giorno più che

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85 l'altro di volume, generan infiammazione con iscolo I cui preesìsle negli ossi che la costituiscono l'avvia· più ._abbondante di sangue, di rr~oco ~ di_pus e con I mento ad ammollirsi, sconuettersi; carnificarsi e dedeperirne11to della persona; resp1ngoo 11 tramezzo del l gener:are, come succeJe negli vsteosarcorni ; il che . naso·, ne alzanli le sue ali, spingendolo d&lla .p:,rte ' · !urwggierò a11ct1ra più inna nzi . Sel,bene nelle fin q,ii esposte nozioni <1bbiansi gli opposta della faccia la quale diventa contralfaua; I elementi della diagnosi de' :polipi nasa li, non per quedeprimon il vel() mobile del palaH,_; s'111~ollrao~, vers~ sto al fine di renderla· certa è necessario un minuto le fauci e vi si rendono sporgenl1 cacc1itndo woan~1 esame, specialmente int1~roo alle circostanze anamne• la lingua e geuerando sordità, difficoltà nell'inghiotstiche. Un esame ancora più minuto esige la r.icerca tire e nel respirare con replicale minacce di soffocasu l'origine e su la sede Jel polipo: intorno al primo zione; s'internano 1w1Je vie lag.rirnali producendo epifora e fistole iagrimali ; s'interouno pure ne' seni mapunto inconll'aosi talvolta difficoltà insoperabili se scellari, sfenoidale, frontali , nelle fosse zigomatiche l'ammalato non porge le necessarie nntizie su l'andamento del male .. Per riconoscere poi la prima sede per il foro sfeno palatino, nelle fosse ptel'igo-rnascelJari; deprimon alle. volte e perforano gli ossi ùel padel polipo giova l'esploraziope fatta con l'occhio, dilatata prima la narice anteriore e be.n il luminata dalla lato ; distruggono quei del naso; mandan una lor appendice dentro gli alveoli dopo averne cacciati i luce dei sole o Ja quella di cand(ila concentrata da denti; sconnettono le parei.i dell'orbita e rendono uno specchio concavo o da un globo di ve.tro; giova spostato l'occhio; guastano altre voltè e corrodono lo specillo; giovano Je forti espirazioni e giova pure l'etmoide e si fauno a traverso del medesimo una alle volt.e l'introdurre nelle narici posteriori il dito strada dentro il cranio ( polipi invadenti di Vidal ). indice e spingerlo fin contro la radice del pùlipo. E quando ha luogo cotesta comunicazione suecede A malgrado di t,anti mezzi di diag.nosi debb'il Neoalle volte cbè , uel ristagnare con la riempitura l'epratico 11vere presente che multo sdrucciol1:1nte è il monagia d'ordinario consocia dei polipi malignanti sentiero all'errore. Debb'egli segnatamente rammengiun·Li a cotesto periodo, il sangue respinto dall'etarsi Qel caso di Del Greco, Menici e Vaccà, i quali sterno rifluisce nel cranio coo rapida morte per apùcommiser H deplorabil e. fatale scambio d'uà polipo plessia da compressione (Oss. 47). In un caso narrato con- un tumore fibroso lobato del nervei trigemino da Monteggia il polipo ~ era continuato per una inoltralosi nella narice sinistra. I>ebbe rammentarsi " lunga radice passante attraverso della lamina criche s'è alle VI.lite veduto un fungo della dura madre « brosa dell'etmoide con una grossa rneliceride forfarsi strada alle cavità -nasali. Debbe rammentarsi che " matasi nella sostanza del cervello. a Un caso presin un caso la fossa nasale sinistra era riempita da sochè identico è st:Ho per me visto ( Oss. 8 ). Da un11 porzione di cervello facente ernia in quella sede: ciò che vengo d'esporvi Voi vedete, Siguori, che non quanto biasimo gli ridonderebbe s'egli iu una somi· s'incontrano nella .Nos·ologia molte màlattie a questa, gliante cougiuntura s'accingesse, come fece A.. G. per orridezia, paragonabili. 11.icbter cbe riferì · tale caso ( Ann. di Med. stran. Non in un modo solo rimangono gli ossi guasti per voi. 3), strappar il tumore scambiandolo con un l'azione ecceutrica ·ed iovadente dei polipi duri e mapolipo. Debbe rammentarsi cue corpi stranieri intro· lignanti, ma le necropsie cbe vi riferirò, Signori , vi dotti nelle narici o calcoli nati nelle medesime posdimostreranno ch'essi alle volte si sconnettono nelle son essere confusi cou polipi, essendo a questff proloro giunture o diventano sottili a segno da modelposito notevol il caso d'nn cece stato spi11t1> nelle larsi t~nto o quanto a quegli ammassi morl>osi ; che cavità nasali , il quale vi germùgliò e gettò dieci o altre volte s'offrono cariosi o coatréui dalla degenedodici radici state scambiate con un polipo (Annali razione carnosa o fungosa degli stessi polipi e ch'io uniç>. di Med., vol. 60). Debbe rammentarsi cb'in al· alcuni casi io fine cadon essi spezzandosi iu frantumi cune pérsone d'abito o linfatico od apopletico od maggiori o minori. erpetico, state soggette ad abituali rinitidi, la memPerò non tutti gli ossi e tutte le parti dell'apparato brana mucosa s'ingorga per gradi cositfattamente che nasale cedono coo uguale facilità all'invasione dei po· tura il naso, rallenta od interrompe il resp'iro per lipi, ma offron loro una valida resistenza posterioril medesimo ed offre alcuni de' caratteri de' polipi, da ~ente l'apofisi pterìgo!dea, il corpo delld sfenoide , cui è però facile distinguére cotesto ,cronico ingorgo il margine spesso del vomeve ed anteriormente l'a· per ciò. che primamente non si può con uno specillo pofisi ascendente dell'osso mascellare e più di tutto passato intorno isolarlo dalle vicine parti, come s 'i· l'orlo tibro-cartilagiuoso dell'apertura anteriore della sola un polipo; perchè in secondo luogo , contra· narice , come quello che· è molto elastico e poco ·o riarnente a ciò che succede nel polip.o, il siffatto inpunto estendibile. gorgo svanisce con facilità con la pressione fatta Dalla · sopra fai.lavi e non punto 'rifiorita descricon il dito indice introdotto dal lato delle narici anzione vòi vedete, Signori, che dai polipi, specialmente teriori o posteriori, e percbè in terzo luogo quell'inda quelli di reà natura , rimanO'OrJO nel lor incre . gorgo non è ondeggiante e, se è esso generato da 0 mento lesi, oltr'àll'apparato nasale , 11 respiratorio, il causa scrofolosa, è ancora più facile distinguerlo dalle vocale, l'oculare, l'acustico, altre volte quello della solite sue accompagnatore, ingorgo delle ali del naso, masticazione, della deglutizione e della loquela, non tumidezza delle ghian~ole sottomascellari e cervi~ che gl'involucri ossei cl.ella base det cervello ed il cali, ecc. Non debbe dimenticarsi che nei ragazzi, cervello stesso. Noto però che la lesfone della scatola secondo che avvertiva Astley_Cooper, occorron alle ~ssea nnn move sempre da pressione fatta dal povolte prominenze roseP, confondibili con i polipi., ma. lipo di rea natura, ma ben sovente deriva da .ciò che da essi diver~e, le quali posson essere guarite tocquesto pose in quella scatola le sue prim.e radici, per candole con l'estremità d'una candeletta armata di

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86 Po , ru collo da g a-gl iardissima febbre reumatica elle si nitrato d'argento. Dehhe rammentarsi ch'io tre casi risolveva io un'eruzione ruroncolare, la quale di quind'in riferiti negli Archfoii generali di Medicina un ascesso del tramez1.o del naso sporgente in ambe le narici poi essendosi molte volte ri11novata, esigette frequenti safo scurnbialo cu11 un polipl> è che in cl.li>è diviso il lassi dei qnali il Piacenza, ne conta il vistoso numero di tramezzo del uasu poò credersi che vi siano due po196. Dieci -ano i dopo trovandosi di Guarnigione io Gelipi, ornotre ha"vene uno solo. N011 debhe dimenticarsi nova , l'u nell'estate ·coodotlo con i suoi commilitoni ai cl.te facìl è lo sbagli? su il uumeru di polipi_ polel)dO bagni di mare, nel quale non appena immerso con ripucredersi che siano moli.i, 1uentre forse ve ne ha uno gnanza, fu tosio colpilo da deliquio, per cui fu trasportato solo diviso in più lt,ùi tOss. 35) o elle vi si1,1 .0110 solo allo Spcdole. Quivi, dopo nna notte insonne per un con · mentre saranno due o più collocati a scaglione uno linno o molesto pizzicore della pelle, s'accorse nel matdietro l'altro (Oss. i4, 5i e 55). Non debb'e1.iu11dio tino d'un'erozione p·ustolosa este.sa a tulla la superficie del dimf\nticarsi clt•l caso rarissimo narralo da Cl.lambe ret corpo, oltremodo tormen tosa ed accompagnala da vio(Giornale Complerne11tario delle Scienze Mediche, i8i8), lenta febbre, a vincere la qnull'I fu di nuovo necessaria la da cu i risulta che la mucosa delle narici presa da· . proola ed energica at1ua1.ione del metodo antiflogisti<;o. flogosi acutissima gouliò rapidamen te cioè in 11110 o Da q111•l tempo in poi fu continuamente molestato da ero1 due giorni a segno eia empiere le narici, inle, romsie al capo ed alla pelle delle altre parli del _corpo., alper ad 1111 tratl.o il respiro per ,le medesime, sporgarc ternantisi con una produzione furfura cea, a debel lar inoltre alla nal'ice unter101 e, olfre11dosi con l'aspel.lo di Lieramente le quali furon i11vano chiamati in uso i più due tumori conici, di colore tirante al bigio, elastici, me.r.zi che l' illominata sperienza potesse suggepotenti semitrnsparenti, della forma e consistenza cli polipi rire. Giova però avvertire che l'efficacia di yuesli mezzi vesçicolari , ciascheduno della luugliciza d'on polera, se uon distrutta, affibvolita molto dalla 1rascuranza lici!, cou h1 b:ise impiantata all'interno delle narici e dell'ammalalo 1,er tulle quelle igieniche cau1ele che ne con la punta rivo!lu all'in giù, appena sensibili, facili doveva o evvalorare J'azione. Nè forse si sarebbe deciso a ad impicciolirsi rou la pressioue et! a rientrare nel teutar una volta con serietà e ragionevolezza uu' appronaso, e facili pure, .ippen!J tolta la pressione, a ricura, se 1111' artrili<le, figlia forse del rirercosso priala ·Compurire , st.illHnti un muore sieroso-sanguigno, i germe erpetico, non l'avesse coo violeuza assalito e coquali risaoaron in pochissimo tempo c,,o il metodo stretto a ricorrer a Il' Arte. Per combattere quesL' affezione antiflogistico locale e generale. Io debbo 6o~ilme11te morbosa delle articolazioni furono messi in oso li più enerJ'ammeotar :i.I Neoprat1co il caso ugualmente ruris~ simo per 01e visto d'una ooncrezio11e tibl'ioosa, nata gici argomeuti terapeutici di cui I' efficacia prevalse al ·t'apidameote per rioitidc acuta associata a broncliititle, morbo, superstite però o na lieve attrai.tura dell'antibraccio inlerrompente del tuW.1 il respiro per il oaso ed as:sai sul braccio sinistro. In pari tempo scomparve l'erpetica analoga a dae polipi vescicolari (Oss. 42). manifestazione., rua per poco, giacchè dnpo breve tempo (Continua) ricomparvero le croste susseguite dalla forfora la qual" alternava con le prime la sede nelle varie parti del corpo. l'lidolle le cose a tale stato, il Doti. Carltllli ch'in altre .BRRVI CE!'i.NI INTOR.NO AD "\_LCUNE TRA LE PRINCIPALI circcstanzc saggiam~ule già · consigliava il Piacenza , lo &IAl,ATTIE CUIH.TE l'iELLO STABlLHrBNTO BALNEAIIIO diresse alle termo d' Acqui , dove non oppena giooto, questi D'ACQOI, CON QUADRO NOMElllCO -NOS<H,OG ICO DI TUT'fE esternava il suo carallere irrequieto od incontentabile, LE J\fA'LATTII!, del Med. di Rcgg. Df,tt. CAP.RIA'l'A coper modo che per.venni a statilo a persuaderlo della nemandato aL medesimo Stabilimento. cessità assolula in cui versava d'intraprendere con costanza li numero dei Boss' OfJiciali e Soldati che furoo inviali la cora balnearia. Persuaso però, appigliossi con costahza allo Stabilimento baloear:o d' Acqui ascende alla cirra di veramente esPmplare all'oso della bevanda idro-solforosa ~62. Lo operazioni termali alle. quali furo11 i medesimi del Ravanasco, a quello dei bagni con doccie od all'ap· assoggellati raggiungono complessivamente il cospicuo plicaziooe dei ranghi alternali con quelle. Con siffallo me" numero di 1095~. torlo tal e tanto fu il vantaggio che olleone dalla prima Non essendo scopo di questo mio lavoro di tolte passare muta de'bagn,i, che lo persuasi a rinnovare le operazioni in l'assegna le malollie che furono vinte, modifìca~e o che in Lull' il decorso della seconda muta, dopo l.1 qoale il moslraronsi ribelli alla curo balnearia, rni limiterò atl .Piacenza poté rt'lsli tuirsi al suo Reggime11to con morbida accennare particolarmente ad alcuni casi più speciaJmenle la pelle, non· offrente più che pallidissime macchie nel rimarchevoli erl il notare come generalmente le mala~lie luogo corrispontleote alle produzioni croslacee e forforose -della pelle siano state quello cho più prontamente cedete con l'assoluta libertà dei movimenti dell';intibraccio 1ml ter all'uso dei bagni ge.eerali od alla più o mebo protratta braccio sinistro. La guarigione Mrà essa permanente? applicazione dei fanghi o muffe ed alle bevande sulfureoFarò ogni m io possibile per averne precisa contezza. saline-jodorate, Osservazione 2a. Giuseppe :Bessi, d'anni 52, di temOs,erva:&iotie 1 a. Pasqoalo Piacenza , Capo di musica peramento sanguigno , di forme atlllli~he, godé sempre nel 5° Reggimento di Fanteria , d'anni 54, di temperaottima salute, quan1unq1rn abusasse del vino e dei liquori mento oervoso-sanguigoo, di gracile costituzione, ebbe più spirilosi. Colloca to per anzianità di servizio tra i Vetevolte a soffrire di malallie ernormetico-coogestizie, a rani del Corpo (Reggimento Artiglieria Operai) , era dedomare le quali fu semp1 e nncessario l'energico metodo stinato a, Nizza, dove già da >tre anni era tocco òa treantiflogistico posilivò e negativ,l. Nel mese di decembre molo alle e·stremità superiori e da circa olio mesi ffi'a condannalo a] letto per ispasmi clonici agli arti inferiori. 1-8 52, meòtro da Toritlo trasferivasi a Casale in barca , esse·odo, per lo sfasciam'enlo di questa, caduto nel fiume 'Riosciti inutili lotti i tentalivi falli per vincere cosi per-

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81 cenoio ed avendo rinvenuti rarissimi i casi di febbri intermittin,\e.e e .doloroso m1,:>rho, era invi;JtOi arie, t~r-me il' 4'c1,qui. tenti; quantunque ip tan to lasso di tìimpo i'requenti~simi siano Qui11i· io lo rinvenni toe.c@ éla·· r isi,pola flemmooosa alle • stati gli approçi e. le lung~e formate su le coste d.èlla Sarq~g_11~ in tutte le stagioni dell'anno, doveva dedurne -che'generalmente gambe co11 fobbre ard.eòtissima, con pois! -pice9li resi- . siaqo seCQpre .statò messe in pr~tica buone regole igieniche. · Il stè nti, eon liògl,ia impaoi;)la in giallo _i~ con sete: inesti nDott. Mari nel riconosceré l'ulililà delle provvidenze igieniche guìl.iile. lo que,;to s tato, tuttochè divisass_i rar i.o t rasferit e 1 adoperate dal sùo Collega , delle quali dice aver egli pure fatto allo Speda le Civi le,' tnttavia per cagione del l'ora tarda fui us_o in egual1 circostaqzé, crede cµe l'efficacia !orti sia potenteobbli"ato ad intrapcl.l-nder e prose~µirne 1;1 cura nello Sta~ ménte avvalorala dall'aria salubre e ventilata del mare·e dalla, buoqa scelta dei luo~pi d'approdo; ,luoghi questi,già conosciuti bilim~oto. Due abboodiÌJlli &ottrazi'on i gimerali di sangue imìnµoi da o~oi f?i~smatica inllaeoz~ l_a qqale eili pretende e J' uso epicra tico del tartaro ,stibiato nella deco-zione di. non estendersi ma1 sin al mare, tal!)hè dice basta1·e per questa gra01ig11a qo,mni ron in sei i içimi la ClJra dejl,1 ris ipola, immunità ch'i . Bastimenti ·stian in discr.eta distanza dal tido e séomparsa la quale ; feci nel settimo gior~o prender al e che.~'inibisca ai ma1·ioai lo scender a terra ed il soggiornarvi, segnatamente nelle prime ore del mattino e"dopo il tràmonto Bessi un !Jagno geòerale assai temperato e r.orrelto con del sole. If Dptt. Leoncini s'<,1c;~orda' Mll'opinione del preopiacqua semplir.e. Dopo pochi minuti c1he si trovava imnante faceqdò notare che sul Brigantino il Colombò menlr'era merso nel bagno, cosl violeo!i I.' assa liron i spasmi mudi stazione nel porto del?li Aranci, lutto l'Equipaggio, perchè scolari alle gambe che, di ven uto q11a,i rre11e1ico, dovetti trat(eputo a bovpo, aoaòjnc9lume dalle !'ebbri, meo~re gl'lmnon seoia g rave diffi.colta farlo tras1>ortare dai fan ga roli pjegati del Genio Maritùcno ébe voUel'O scpnde1· a terra fur~no colli dalle medesime. Parlaron ancora nel senso di questi ultimi nel letto, te11tando tosto di calmar i dolori pe r mezzo d i li Dottori Frecero e .l\lalacarne e quindi fu dichiarata sciolta un'emu ls ione di gomma a rabi ca ·nella quale feci dilu n7 · l'Adunanza. gar 9pportuoa dose d'('1slrallo d'atropa belladonna ed alSpedale di Terra. J.J Doll. çaire dà lettura dellc1 Stori,;1 d'un cun~ gocce d'acqua coobala di lau ro ceraso. DOPQ òue caso di ferita con 1·iftessioni lrfìiài'co,l.egali, già da noi pubBlicata giorn i nei quali conti nna1 la somroinistrazi one di. quest_a netl'an,!,ecedente numero del Giornale. 11 Presidente nel dichiamis lor<1 calma_ti,ì i dolo ri , ritentai la prova del bagno nel rat' aperta la discussione intorno alla meclesi·ma , inlerjella la soluzione di contil'Autore se v'esistesse corrispond1!nza qu~Je, me assiste nte , polè rimanere senz' iocomodo oltr'a nuità degli abi'.ti e quel!~ delle carni, Risponrl'il .Dott. Cairc che quara nta minuti. Riuscita la prova, :;i raddoppiarono nei questa corrispondenza non csistend·o fuorcbè tr,a la cao;iicia e le giorn i cons~culivi i bag11i alternati con il fango parziale carni, pQteva dedursi ch'il ferito fosse nell'a,t to della sapposta alle 1.'1Stremilà inferiori, nell'uso dei q uali si persistelle cadgta spoglio d~g)j altri abili e che perciò potesse già pec questa cagiou~ sospet.ta1~j cbe le feri te, anzicbè df caduta sopra con sempre crescente utilìtà pl.lr tutt'. il t~rnpo della prima un terreno sa·s,!loso -ed ine.gual~, fossero state prodotte &a causa m ttta. . In considerazione d1 quest o vantaggio foc i rin110.· violenta d'alt~a natura ; sospetto qu,esto sul qual appunto egli vare, dnplicanrlole, IA medesime operaiioui termali per ' cbj()mavà l'attenzione dell'Adunanza onde porgesse.il suo gid·il tempo della seconda mu'ta, nl limala la q1)a lu, il Bessi dizio il ,quale avnibbe polulo essere di gµida in casi anàloghi che da otto ffi#Si era obbligato a letto , pol è con nn ba· che fossero ,di spet.J;.anza ~lcdico-legale. Il Dott. Pia;,:za inclina a credete che qne_ll~ ferite fossero meramente 11ccirJèptali e pro.'.' stoncino raggiunger a pied i la vell11h1 situata in di1'tai1za dotte dai pezzi di vetco a· beli,~ posta ioopjantatj .in 4uel suòlo di più di mille passi dallo Stabilimento. ond'irnpedir il passaggi,o. Li Dottori Perétli ed Omegna all'in(Continua) · con,tro coin-cidooo nel sospetto estei·nato dal Dott. Caire1 e ciò pe,r Je medesjme ragioni da questi espos~e. li Presidente, dopo · a"-Ore dichiarato cl;i' il l\tedico nelle Relazioni Medico-legai~ REL!ZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE del,>be limitani a.Ila designazione della qualità della ferita c;ioè se falla da arma'. .da punta o da taglio, se c,la corpo cont.undehte (JY.lese di settembre. 1a - Tornata) . o lacerante, se 1·eceute o. più o meo .iritica e finalmente quali ne possan essere' la durala c,i'esito , ra: notare cooo'agli occhi del GENOVA. Spedale di Llfarina. Dopo l'ap-provazioìle del prO'Mec:lico eguale sia la natura di queste forite tanto se· accadute cesso verbale dell'anteceli>ente Tornata, il Doli. De Agostini dà per mera accjdentalitii ovvero se fotte ud arte dal ferito stf~so o lettura d'una sua Memoria nella quule, parlando delle febbri infina lmente se falle violentemente da aHra mano, e come, q\lantermittenti così facUi,a svolgersi .nei Legni che navigano laogo d'il taglio <fagli at>ili corrisponda a quello delle car:'.li, il Medi_co lecoste della Sardegna, di mostra come per le i_gicniche provvinon possa decirjere se siano sfate fatte in uo modo, piuttosto che denze da lui preso il R. Piroscafo l' Ichnusa ch'é' dovette a luniro in tin altro; ut,:ìzio questo che più direttamente s'appartiene alle solfermarsi lungo quelle coste sia stato esente da questa malatindagini focali . Fa notare di più c;he quando si trattasse di fetia. Asseguantlo l'Autore tre principali cagioni all'evoluziono di rita da corpo contundente, JI risullamento essend'il medesimo dette (ebbr i cioè 1° i disordini nella traspi razione cutanea: taµto -}e-fatta da çaèlu!',1 o da corpo scaglialo conlro la persona, 2° l'esposizione ai raggi cocenti del sole ed all'umidità notturil Pe.rilo,ove fosse dal Giudice interrogato, non potrebbe mai decina : 3° i'eccesso d'alimento o di bevanda e la cattiva qualità ·di' der alformativameote o negalivamenl<?. la qu,eslione. In questa qqes_li; rspo.ne com'a prevenire quest' inconvenienti egli a bbia sent1mza .conccrre purim~nte i_l Dotl. Halestra, arrècaod' a-llre coos1gliatol'uso perenne della camicia di lana; il lenere costimré\gioni per conv?li,1arla. li Doll. Caire si mantiet!e d'~vviso contem~nle ~isl~se le tende d,'estate da,poppa a prora oode protegtrario e dice cbe pe; dar uu retto giudizio il Medico cle)ih'ancbe ger _1 marmai dalla sferza del sole nel giorno e, u'Mla nolte, dalla interro~ar il ferito Jnl-01:uo alle più minute c.ircostaoze ,11'1 fotto. r~g1_adaabbon~autissima in qua! clima, massimamente nei mesi Rispo,rrdon il Presidonle ed il Farmacista Sig. Grassi che qu.ed1 gi ugno e d1 luglio che dccorrcva n io quel tempo · l'impedito st'inform~zione de) c:ome sia successo il fat\o non s'appartien al passeggio s~l ponte tlel bastime.nto dopo 11 tramootJ del sole e, Medico, ma al Fisco il qllal';;-, nel_caso dubbio, può ovocar una per ,I.e sentrn_el Id che dovevano per ragioue di servizio restare contropet'i-lia per rr1aggiore schi~rimen\0- del i;nedesimo. Essopr _il medesimo, la vestizione d'un cappotto di panno con casendo l'ora ta rda si sospende la discussione e si rimanda ad al~ pu~c10 che teoes~e caldo il capo; la diminuita freqocoza del cos, detto lavaggio delle na\Ji oud'i mudoai non nvessero fre - , tra Tornata. ALESli.~NDRU . Invitato dal l\ied. Div.', il DQ,tt. Aleiati rifetisce quentemenle a ten~r~ per !unga pezza di tempo (siccom'è indiessere stato accettato nello Spedale e collocaio liel leUo n. 153 · speosab1le) le estremità nell'acqua-; 6:ialmenle l'impedito acq uiil Caporale Baccigalnpo,dcl 9° Regg . .Fanter;ia pe1: ùave ferita da s\ò p~r parte ~e' mar.inai ~i ci~i solìti_ a comprarsi da nego,arma da fuoco al terzo inferiol'e del lato posteriore dell'omero zianti ambulanti che a tale fine m apposite barche s'accQs tano sinistro con frattnra della diafìsi di quçst'osso ed i mezzi di cura al l~ogo dove approdatt i Legni da Guerra · cibi questi d'ordistati adoperati essere ri uscili cosi prolìcui da lnfondere speranza nario mal_sani o per.lo meno dannosi io q1ianto cll:e ·fanno ecdi guarìgione. JI Dott. Vaglieoti iegge qni ndi alcune sae riflesc;~d~re nel vill? i marinai ai quali già si distribùisce una razione sioni intorno a quella particolare condizione morbosa del vllndi v1v~r1 su~c1ente e di buona qualità. Espone quindi cQme con tricolo stata da Hnfelancl chiamata con il n,omc di gastrosi. Fique_slt sem~hcissimi mezzi sia rìusèito a pcemunire dalle fobbri oalmente il Dotl. Botlie'ri comunica la sna relazio_ne_, gi~ ,da noi t~tti ,I mct~1nal affidati alio suo cure, quantunque io quel turno d1 tem po più che mai imperversasse in Sal'degua quel flagello pubblicata nef n° antecedente, intorno allo straordinario ingombro d'am ri1alali nello Spedale nel .mese di luglio p. p. e,_pe~ la ti:ascuranza dei dett.i mezzi, ne fossero colli non ·solo gll a~1ta-nt1 rlell'lsola , mil' ben anche le· ciurme ·delle mm m(}I'- · i.'(yzzA. Non essendovi in pronto alcuna ~!emoria ori~inale o c~ntlh c~e approdàri e si tratteugon io quelle parti nella staStoria di malattie, il Dolt. Pduso f. f. di Mcd. Div. 1!;1nd'an rag_ion estiva. Esaurita la letlura di questa Memoria, il !f. di Pre. pido cenno dei casi clinici più ra~guardevoli occol'si neiia Sesidente Dott. Pescet.to , lodato l'Autore e per la se.ella e per il ziono -Chirorgica nel corso del mese d'agosto, s,'arresta princii_nodo_ e.on _cu i trattò l'argolJlento, fa notare conì'avend'egti ~OD'· palmcnle a considerare le malaWe sifilitiche le qunli, comparasultalt 1 Giornali Clinici degli Spedali di borJo d'un iiitier.o de tivameute a quanto erasi notalo nei mesi precedenti, erano state

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88 piuttosto numerose. Fa noto .c?m'essendosi fatte le più _minut~ indagini per conoscerne l'orfgme èd arrestarne l'evoluzione, s1 fosse conosciuto ch'esse provenivano quasi tulle da una sola sorgente e. che la forma più frequente con la quale si manifes~arono fu l'ulcerosa a' fondi> fagedenico, prontamente suHegu1to1 da ingorgo ghiandolare agl'inguiµi. Accenna ch'i poclìi casi òi blennorragie manifestatisi, s'otrriton in _Soggetti già alll·a volta tocchi da tale malallia e che solamente m un Soldato nel quale la blennorragia fu cagionata dalla per_sona tless~ che procurò agli altri Soldati il virus ulceroso, eras1 dovuto ~1corr~r al_ metodo delle iniezioni per arresta rla, mentre ncgb altn casi bas•.aron -i balsamici somministrati sul finire del processo infiammatorio. Parte da quesl'osservazione per discuter int,orno alla natura del virus sifilitico e del blennorragico, il qòal'ultimo concordemente con ·i migliori Sifìlografi ritiene di notu1:a diversa_d~ quella del primo. Passando finalmente ad espor Il metodo d1 cura adoperato nelle ulcere, fa cono!cere com•egli abbia tratto vantaggio'dar.;li esperimenti intrapresi con l'acido acetico impiegato loca)me~le secondo_ che propo1;1e il l\:ledicoB_elga_Dott.Henrotay. Concb1ude àd ultimo partec1pand'esserc sua mtenz1one espor altra volta in apposito Scrillo le parlic?l.arità !lotale nelJ'nso di questo metodo e la cura generale a cm m pan tempo assoggellò gli ammalali da ulcere sifilitiche. NovAR.A. li Dòtt. Valzena f f. di l\led. Div. accennand'agli inconvenienti occorsi nel 1° e 30 Batt-. del Regg. Granatieri di Sargna in seguito allà passeggiala Militare fatta nel giorno 23 d'a_gostò fl. p., fa conoscere come nonostante _nel primo· maltmo 11 cielo fosse velalo da diverse nubi, tuttavia, scomparse queste verso l'ora decima mattutina, il caldo di quel giorno fu cosi eccessivo che dieci Soldàti ne ammalarono ed uno per nome Roggero della 3a Compagnia, succombelte noo appeo~ entrato nel Quartiere. Prosiegue quindidiroostrando_come legg1er1 pot~vano dirsi gl'inconvenienli occorsi nei primi dieci S0ldat1,po1cbe tut\i gua_riron i.o pochi giorni con il semplice riposo e· ~on hbevadnde g~iaccialee come,nonall'oggetto direttame~tede11~ 1at1c e e ell'ms_olazi?ne, ma bensì ai gua~li or~an1c1 pre~s1stenll dove_v~ ascr1vors1 la morte del Roggero 11 quale,tuttoche_per la grac1hl~ di corpo e per rinnovate affezioni di petto avesse dovuto quasi sempre dopo il suo assento nel Militare Servizio soggi?rnare negli Spedali e nell'Infermeria, tuttavia non solo non cbiese la disrensa dalla passeggiata, ma arri.Vò felic(}mente nel luogo dellr. Esercitazioni e v1 prese parte senza dare se~n~ d1_ sofferenza alcuna e senza ricorrer al Medico per cons1gho d1 sorta. Concbiude finalmente dimostrando com'un siffatto giudizio poggiasse particolarmente sn i segni necroscopi<Ji i quali dimostrarono la preesistenza d'una lenta gastrite, l'ingrossamento e l'ammollimento della milza spappolabil alla più piccola pr~ssione, l'ammollimento della sostanza cerebrale e la degenerazione gelatini forme della sostanza del cervelletto. li Doli. Moro prendend'argomeolo dal doloroso accidente insiste su la necessità di rassegnar a chi di dovere aoa motivata domanda, tendente a fare si cbe ad ogni Reggimento sia applicata un'Ambulanza non solamente per le annuali Fazioni campali d'Istruzione, ma ben anche per ogni Esercitazione o cambio di Guarnigione, affinchè non accada più, siccome nel presente taso, cbe cadendo-gravemente ammalato un Soldato siano mancanti i necessarii ecomodi mezzi di lraspor~o. Esaùritosi quest'argomento, il Doli. Zacchia legge la Storia di bubbone venereo primitivo curato con il metodo del Doli. Cerale (V. Storia, n° 9), per mezzo del quale pcrfeltamenle r.isanava l'ammalato. Il Dotl. Giacometti, stato recentemente destinato nel Regg. Granatieri. di Sardegna, ravvicina il metodo del Dotti Cerale a quello pralicato nello Spedale di Torino neUa Sezio.iie mista del Dolt. Bar. De Beaufort (Vedi N° 3, anno ~o di questo Giornale) ; metodo che dice non essere altro fuorchè quello del Gàmberini esteso alla cura di t11tli i bubboni. Continua quindi notando che per l'importanza Pratica del caso espos\o dal Doli. Zaèchia sarebbe necessario che la Storia fosse deposta nella Sala ·delle (;onferenze ailinchè ciascheduno avesse. agio di meditarla per farvi quindi quelle riflessioni che potrebbero sembrare del caso. Finalmente 11 medesimo Dott. dà lettura d'una Storia di commozione cerebrale osservata nello Spedale <li Torino, la quale dke voler ancora ritenere per poterla corredare dell'epicrisi. 11 Doll. Valzena pone fine alla Tornala esponendo per sommi capi on caso d'idropisia ascite rimarchevole per l'instantaneilà con cui questa ebbe luop:o ed avvertendo come la secoGda Tornala non potesse avere luogo se non_ dopo il giorno venti del mese, e cio perchè il Personale .Samtano debbe recarsi al. Campo d'Istruzione sotto Casale: ScIA~rn1mi. li Dott. Botlero dà lettura d'una Storia di frattura d,ella gamba da lui cur~la in nn Signore Borghese la quale era r1mar~bevole per il lun~hissimo-tempo che fu necessario alla consohdaz1one del'callo che tuttavia s'oltenoe perfetto dopo sei mesi non o_stante che J..1 frattura ragguardasse ad una persona ses~~gcnana, di temperamento linfatico, piatlost.o dedita al vino e gia p~ececlen\em_ente toc~a da periostite alla tibia di poi fratturatasi. Fa qu10d1 conoscere come questa guarigione siasi ollenuta la mercè del solo bendaggio di Sculteto e dei bagni di Smucker. -Finalmente coglie l'opportunità per esporre le teorie

dei più Celebri Autori intorno alla formazione del callo, ricordand'in ispecie qudle di Galeno, di Duhamel, di Dupuytren, di Bordenave,di Callisen e di Brechet. li Presidente prima di chiudere la Tornata rend'avvertiti i Colleghi ch'il D.olt. Costanzo 1eggerà nella prima Tornata una soa Memoria intorno alle Acque Termali d' Aix.

PJ\RTE SECONDA RlVISTA DE.I G.IORNAL.I SC.IENTIF.ICI ( Sunto della Redazjone ). CURA DELLA BLENNORRAG:U.·

I I

1

li 1Joll. Buhyuck mentr'èra incaricalo del Servizio dei feriti e dei venerei nello Spedale Militare d'Anversa, profittò di questa circostanza per instituir ·alcune sperienze di ragguaglio fra i diversi modi di cura adoperali contro la blennorragia. Egli divise gl' ammalati di quest' affezione in tre Sezioni di furza press'a poco eguale e senza alcuna considerazione né della nalura nè dcli' antichità della blennorragia , e curò gl' ammalati della prima Sezione esclusivamente con le iniezioni astringenti ( solfato di zinco 2 gramme, laudano una, acqua duecento) fa. ceudo praticar in ciascun giorno .ed in sua presenza una sola iniezione con uqo schizzatoio ord inario ripieno del detto liquido è lasciando quest' in permanenza nel canale dell'uretra per cinque minuti. Curò quel li della seconda Sezione con la somministrazione del balsamo di Copaiba, preso parimente in sua presenza alla dose di t O grammo in uua sola volta per ciaschedun gìt;n·no. Curò finalmente quelli della terza Sezione con la sola tisana ordinaria dello Spadaie e con il regime dietetico il quale si compose indislintamen1e per iutte le Sezioni , del quarto della porzione_ per i tre o quattro primi giorni e quindi della metà della medesima sin a guarigione coinpiuta e sen'l'obbligar a lello gli ammalati dei quali nessuno fu licenzialo dallo Spedale se non q1,1attro giorni almeno dopo la _cessazione dello s,~olo blennorragico . .Ecco intanto i'I risultamento ottenuto. Ammalali curati con le iniezioni n° 15, guariti 12 : numero delle giornate di permanenza . nello Spedale da 10 a 25: numero medio 17 giorni. Ammalali curali con il bal$amo di _Copaiba n" 17; guariti 14: gior· nate di permanenza da 6 a 60; nnrnero medio, giorni 25. Ammalali curali con il metodo aspet!ante n° 15; guariti 12: giornale di permanenza da 9 a 41 ; numero medio 25 giorni . ' Da queste risultanze l' Autore, premesso però non essere le medesime abbastanza numerose e co,mpiute, crede poterne dedur L seguenti coro.llari i : 1° il metodo antiflogistico non esser in generale ne. cessario nel la cura della blennorragia : 2° un regime dietetico approprialo essere sufficiente a cessare lo scolo blennorragico, ma questo scomparire più presto con uoa medicazione alliva : 5° le iniezioni astringenti e le meòicaziooi con il balsamo, anche usate in principio di malattia , non esacerbare la blennorragia , ma ,1Ltivarne in vece la risoluzione: 4° la cura falla con le iniezioni essere la più spe ditiva, la più comoda e la meno costosa; mancargli però le -osservazioni per poter aggiungere che le medesime non espongano gl' ammalati agli accidenti consecutivi ed in partitolar agli stringimenti uretrali più di quant' il pos(f(ev. Mçd.) sano fare gli altri metodi. ERRATA-CORRIGB. '...- Nel N° 10, pag. 80, col. 'la, linea 38 ove leggesi: nonsartì più per alterare, leggasi non sarà per alterare.

Il Direttore Dolt. COllllSSETTI Med. Div. Il Vice-·Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort lit R. Torino t85'l. Pelazza, Tip. Subalpina, via Alfie..-\ 'H.


ANNò Il.

( ai 18 di ottobre 185~ )

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SA~fTARIO DELL' ARIIA'fASARDA.

L'associazione uoo si ri c~V<J che per uri anno ecominda col 1° d' agosto.l i Giornalesi pubblica nel lunedì di ciascheduna sèlt imana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino .

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. L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di posta

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L. 1.1.

L'abbonamento dehhe pagarsi pel' semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla T1POGRAF1~ SuDALPINA, via Alfieri, nomo 24. Le !elte.-e per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompa~u_ate da vagha postale.

10 DoH. FADRE: Lezioni Cliniche delComm. Prof. R,iberi su i polipi del naso. - ·2° Dott. CAPRIATA: Cenni su le terme d' Acqui. - 3° Dott. ~IACOM'ETTI : Commozione_ce~ebrale in 2° grado. - 4° Relazione, delle Conferenze Sc1cnllfiche. - 5° Rivista dei Giornali Scicnlitìci: sunto del, Dottore

S01111iun1o. -

parte più ampia delle cavità nasali, sono più pres·to visibil i , J>iù presto tangibili e, se dotati di pedic•

ciuolo, dM1dolano con facililà nel respirare, nel sof. fiarsi il naso e simili. D,ivechè se il polipo , come succede d'ordinario in quel li cl i rea n.a tura fo ngosa, QUAGLIO. 6,HCO,matosa, encefoloidea , 1.r,u: la sua orìgine déJ!la -~ --'=-----·--- - - · - ---···----··· base del cranio, vogliasi dul centro dell'etmoide, v,, • gliasi dai seni sfenoidale o front.ali, ·è solamente dopo un 1,mghissimo dolore ora cupo, ora vivo e frequente alla fronte ed alla radice del naso, neJ corso del quale rimangono ·sgangberati gl i nssi i qllali ue sono la sede ed aucb'.i vicini ed entra.no sovente in socielà <;li male il cervello od i suui invogli , che il pol ipo fiualmeule penetra nelle cavilà nasali per l'arppia del Prof. Comm. RrnERl si rada che, corrodendo, s'è ,preparata e che corni o· cfa a disturbar il respiro a travel'so d'elle medesirue; (tracciate,dal Doti. FADRE "-) . nn sì fatto polipn, digcendendo, sovente sconnette gli ossi e rende tondeggianti od il se.no fronl hle o la rarlice del naso od uno degli <,cclli e non rallenta , nè im(>edisce il respirare per le nari fuorchè quando POLIPI ESCRESCENZE POLIPIFORJII è disceso ed offresi, tostoclfr è disceso, di colore roseo o porporino carico: un sì fatto polipo cresce DEL 1liA.S0 continuamente seuz'alterazioni d'incremento o di deCr€mento; duole o provoca un'ingrat.a sensazione alla Uim(lortanza dell'orgomento mi spiuge, Signori fronte ed al naso nell'an.o del t(tssire, del lo steroua cbiarirv elo vieppiù facendovi present.e che i polipi, tare, del soffiare il naso ; duole pure, tostocbè può quale ne sia la na1 or(!, che nascono Ìlalla pari.e bassa toccarsi, al tatto e sanguina facilmente; è ferrno e delle cavità nasali sono, finchè 110n degenerati, per non dondola nel soffiar il naso e nel respirare pel lo più iudolenti a,nch'al tatt,, ed alla pressione . se medesiru(J; ba talvolta Pstese aderenze; tramanda sobenign i, ed hanno tende,na a spingersi verso la na, vente una materia scolorata ed icorosa, ma fetente; rice autMiprn, se nati da lla metà anlcrinre di quelle rende i~ alcuni casi difficile il passàggio d'una- tenta cavità, verso la posterion· , ,n nati' nella metà poste da lla . narice aoterior al la pogt.eriore, ancorcbè la,mriore delle medesime ; raramente s'alznn a disturbare bisca quest,a la parete in ferior~ del naso (Oss. 47); le cavità dell'orbita, il seno sfenoidale, i seni fro11 sieaue, discendendo , un piano che lo conduce verso tali e l'etmoide, come quelli di cui l'evoltuiùne ,è la :netà po.steri ore delle cavità nasali, ·poi nelle fauci molto più facile p1ir le · naturali apertur:e intorno a P.d è soltanto nel massimo grado della sua evoluzione · cui sonosi svolti ·; non son- in consegoenz,l prec_edoti che si diriae esso altresi verso le narici anteriori ; un od accompagnati da lenti ingorghi cerebrali con son- 1 sì fatto p;lipo in fine come quello che, nato, in vicinolenza e con 1enden1.a alla stupidità ed all'imbenanza del cervello, sovente dalla sua corteccia oss~a. cillità; son ir1 fine più prcgt<i avvertili dall'ammafa prontamente risentir i I suo ipflu~so su quel_la . lato e. <lall 'Arte perchè disturbano piì1 prontamente scera, è accompagnato, .alle volte srno dal pnnc1p1~ la respi razion~ per il naso e perchè , essendo nella del male , da ingorghi cerebrali con torpidezza :'e1 moti ed allentamento delle funzioni affettive , iostm· (*) V. il numero antecedente.

PARTE PRIMA

LEZIONI ORA.LI ED OPERA.TIVE

ED

v!-


90 tive ed' ihtel\ett'Llali. Il ooo avere riscontrato il polipo -verso la oarice ,posteriore e ,•ers-o- le fauci-fu appunto la ragione ·che m'incoraggiò ad operare du~ pul1p1 (Oss. 44 e 4fH fibrosi d~~n~rati in sa~c~~a; il che i;ni diede Fidèa cllti nom d~1vassero dal_l a-~~o, cvme l'eveuto, provò. NcllfammaliltO: della teste cll~\a quarantesimaquinta osservazione . fum'.111 un_ ut1_le s~s · sidio diagnostico l'avere veduto eh ti ,p<;>lipu 11 quale sanguinava cotanto nella sua• parrn degene!·a~a , non dava poi nè ptint<ì nè poco sangue allorclle io mandava uno specillo con fo rza contro aHa su~ radice. In ordine all'etiologia dei polipi nasali s1 disse l'Arte essere tuttora nell'- iufanzia. .l\i1 pare che ~· spinse tropp'oltre lo scetticismo, giacchè i.o 47 casi di Pltlipi per me veduti , fu nella maggwr~ parte ben apparente là causa or~ locale, ora' . e di lunga mano più frequentemente, universale. Risulta presumibilmente · locale nei easi iu cui , una volta guanto con l'operazione uo p.ùlipo; un nuovo uon si riproduce e rfaul1a fors'anche locale da alcune osservazion/ che vi riferirò. Le quali osservazioni confer · mano quelle state consegnate negli Annali dell'Arte 1 di polipi generati dall'abilazione in luoghi b~ssi, umidi, oscuri, dall'abuso di polveri sternutalt,ne (Oss. 32 e 33) ' dall'abitudine di fre I:>0 are tratto tratto le • narici con l'intromissione dei diti e da quella di sradicarne le vil;rizze da colpi e cadute su il naso : con o senza frattura ; 'com'è asserito da più Autori, i spt:eialmenle da Gerdy (Oss. 3~), dall'irritazione i.n~ dollll dall'estrazione dei corpi stranieri dalle 11anc1 (Forestus), da svolazzi artritici (Ricbter)_ fissati su le medesime, da causa venerea, da mercuno abusato, da cessata abitudine pletorico-emorragica del naso , da rioil.idi inveterate catarrali o d'altra natura, ecc. Lo sobiacciamento della radice del naso è talvolta un istradamento al polipo ( Oss. 7 ). Vero è i:he ' molte volte cotesti ·agenti son anzi l'occasione che la cagione del male cioè non altro fanno fuorcllè loca - 1 lizzare so l'apparato nasale gli effetti morbosi d'una malsani-a costitu1.ionale : ma non per queslo son essi da tenersi io conto iu quanto che son alle volte capaci di produrre pei· se stessi i polipi e soprattutto è da tenersi in conto che operan essi c,,me mezzi irritanti ed infiammanti. In quanto poi alle malsanie costil.u1.io11ali ci.Je per sè o con il concorso d'alcune del le fin qui dette cause locali generan i polipi, vidi l'evolnziooe di questo male esser in rela1.ione ura con un'irritazione abituale· cardio•angio-cefalica (Oss. 40); ora cob una naturale e morbosa squisitezza di sensibilità della Scbneideriana (Oss. 7); ora con on abito linfatico o non ancora ,ridotto o già ridotto ad atli locali e que sti casi son i più, corne ·vedretr, Signori, dalle t1sservazioui ohe v'addurrò; ora co11 una cro11ica congiuntiviti de palpeb.rale diffusa alla Schneideriaoa ( Oss. i2, ~ e 40); ora con on'ipervenosità- costituzionale già · stata rappresentatfÌ ·aa piit ani locali d'identica natura (Oss. ·6 e 44); ora còo uu'infìammazione che dalla base del cen•ello s'era fatta strada all 'apparato nasale (Oss. 36); ora con abituali pletore capitali (Oss. $); ora con un abito capitale vistoso (Oss. 17) e simili. Generalmente la disposizione linfatica, come quellache lia tani.a affinità p,er le mucose in ragione del grandìssimo numero dì vasi, di ghiandole mucipare

e di vescichette chiuse (Henle), piene ora d'crn umore tH1sparente, ora d'un umore latticinoso, -spinge di preferenza alla geuesi dei polipi vescicolari di cui l'origine è. neHu Schoeideriana od al più. nel tessuto rntromucoso ed· i qual; coòtengon io copia uuo degli ele.menti umùrali abbondante _ nell sistema I lli1fatico cioè l'albumina. Quaul.'alla genesi di cotesti polipi può essa contribuire l'alteraz1one di que' vasi , di quelle ghiandole, di quelle vescichette e d1~l loro contenuto j> ln quella vece i polipi aventi relazione co11 un'ipervenosità pronunziata e con una profonda lesione delle vene della parte è, del loro C011tenuto, soprattutto _delle vene cotanlu abbondanti nel tessuto spogo0so degli ossi cbe formano la base del craoia , sono di rea natura e nascono dai dintorni degli ossi o dagli ossi stessi prolungandosi poi alle pareti molli, come gli encefaloidei , i fungosi, gli osteosarcomatosi. Chi ignor-a le grandi lesi,)11i che s'incontrano nell'apparato venoso degli ammassi encefaloìdei e fungosi? Ed in quanto t1gli ost.eosarcomatosi chi ignora parimente corné si siano scopette le vene vicine ed esterne alle membrane che coprono l'osso , siccome le minori cvsì le maggiol'i, sviluppatissim·e, facili a lacerarsi, piene di sostanza degenerata e cqnvertita in vero umore canceroso ? Cnme le cellule dìploicbe siano fragili' dilatate' ipertrofiche e con tengano nella loro sostanza e nel loro cavo, anzichè fosfato di calce e sangue venoso, una sostanza allrnminosa , grassosa , simile a crema od a lardo od a sostauza cerebrale,? Come da questa stessa sostanza sia invaso il tessuto adiposo, midollare , contei:iuto nel tessuto s-pugnoso io cui cotapt'abbondan i vasi capillari venosi che Cruveilher l'aggiudicò alla classe dei tessuti cavernosi od ereltili? In ordine ai due polipi sarcoidei aderenti al tramezzo nasale (Oss. 1 e 3), s'io rougo ment~ all'età giovanile, al predominio ev identemente arterioso dei due op~rati ed al non essersi più riprodòttf, rion posso 1100 derivare la lorn genesi da ·una prevalente lesione dei capi Ilari arteriosi della parte. 0 si onnsidel'ino dunque i polipi nelle, loro cause , nella h•ro origine , nel loro andarbenw o si considerino nei loro prodoHi non può esservi dubbio al cuno che un morboso lavoriQ, comune o speciale , generato dalle cause sopra mentovate e consistente in un'iperazione o subflogosi della Schneidedana o delle parli circostanti <>on maggiore affluenza d'umori rossi o bianchi, per cui rimane viziato il processo plastico, è a base del la l<1ro genesi. Queste cose st im:;i dirvi, Signori, intorno alle cause dei polipi, petchè sono persuaso che senza questa cognizione è vana cosa sperarne uua compiula guari• gione. Si desidera ancor una Statistica su la frequenza comparativa delle varie specie di_ polipi, su l'età e su la sede delle cavità nasali che ciascbednna d'esse predilige, su il sesso cbe n'è pii1 soggetto, sn la natura del temperamento e degli abiti morbosi che occorrono più in una che non in un'altra specie e si. mili. Benchè sia cosa difficile sottopor ad un'esatta St.alistica alcune di queste cir.costanze p. es. quella della natura del pol ipo per ciò che i polipi di rea natura offrono quasi sempre una mistura di varii tes· suti, lardacei, sarcomatosi, f1ingosi, cerebriformi, eèe.,


9t tmtavia , prendendo per norma il tessut.o m~rbos~ predominante , io ottenni dall'es.ame C?~parat1vo d~ 47 polipi i segoeuti risultament1 : pohp1 vesc1cc!lar~ ')6 cioè più della met:1, di cui 0110 svolt:os1 1o eta d1 an11i 9, 5 tra iO e '.W a uni , 4 tra 2.0 1! 30, 8 fra 30 e 40 , 4 tra 40 e 50 , S tra 50 e 60 , 5 tra 60 e 70. Di questi polipi 5 soli occo!'sero nel s~ssu fe~ minile e tutt.i gli altri nel masco\100. 1~1 soli 2.~ s in: contrò sola sostanza vescicolare,, io due degli altri tre casi jl polip(I vescicolare era accompagnato da un all1n polipo lardaceo nato in un'altra sede del naso e nel terzo il polipo era bifido con un 1(~1,o v.eseicolare (Oss . 14) e con l'altro lardaceo; ·il che mostra quaut'affinità abbrano fra sè. Fra gli altri 2.l polipi erao.vi 2. escres~enze polipiformi in femmine; 1 l'ungo vivace degenerato, molto somigliante ad on tessuto erettile di base ar~eriosa i~ un maschio ; 1 lardaceo trifido con due 1t,b1 lardace1 ed il terzo già passalo al l_o state) SafCO~deo io U~I ma~ scbio ; 8 fibrosi, 1 io femmi ne e 7 10 U};,scb1, der quali 4 av~vaoo soffesto la degenerazione sarcomalosu o sarcorn:.ito-fungosa; 5 sarcomatosi ,di cui i io degener:.izione fo ngosa i 5 sarcoidei di cui 2 già ulcerati; 5 encefaloidei misti cioè 2. cerebro-fungosi ed uno cerebro-lardaceo-fuogoso. . Da questa Sti1 1istica sembrerebbe non cousonaute alla vel'i tà l'opinione di Vidal ch'i polipi Jardacei s~anP. più frequenti del fibros i. In quant'alla moltiplicità dei polipi, i fungosi, sarcomatosi, sarcoidei, cerebriformi, lardacei, erano soJi,tarii; i fibrosi sette volte in otto solitarii. ed in un sol11 caso eranvi due dei medesim i nella stessa cavità llasale; i polipi vescicolari poi in più della metà dei casi i,rano solitarii , io tre v'erano due, polipi nella stessa narice, io ciiique v'er:mo due polipi uno per cavità nasa le, in nno quattro polipi nella · narice dest ra e cioque nella sinistra , in on altro cinq.ue nella cavità · nasale destra tl cinque nella sinistra, in uno quattro polipi nella cavità nasale destra, eéc. In quant'al luogo d1adereoza, i pi.ù de' polipi veseicolari aderivan ali~ faccia interna della parete e sterna delle cavità nasa~i , più particolarmente agli ossi turbinati od allo, spazio cbe è fra essi ; alcuni alla parte inferiore dell'etmoide;. un alle parti molli coprenti l'apofisi basilare; on al ceutro dell'etmoide; due alla parete inferi o.re del naso ; nissun al suo tramezw : dei fibrosi on :.illa cavità del serio frontale (Oss. IO); un ai tessut.i molli coprenti l'apolisi basilare; UÌ'l al con·toi'no delle narici posterio1'i ; ?n intor.oo alla tuba Eustacbiani1; quattro alla facçia rn\eroa dellu parete esterna del naso : dei sarcoidei la radice e1'a impiantata o nella metà anteriore del tramezzo del naso o nella faccia interna delle sue ali in vicinanza delle narici anlMiori : i fu ngosi , sarcornatosi , cerebrifurmi aderivano tulti agli ossi della base del cranio ; le escrescenze polipiformi al contorno interno della metà anteriore delle' èavità nasali ; i lardacei ai contorni della narice posteriore . . Per quanto spetta al temperamento , _alla costituzione ed ali 'abito degli ammalati, otto di quelJi cbe eran,~ tocchi da' polipi vescicolari o lardacei erano d?~at1 di temperamento sanguigno pretto o sanguignobilioso e.on costituzione robusta, e tutti gli altri che formano più dei due terzi, di temperamento ·linfat icò

pretto o linfatico•nenoso Q linfatico-sanguigno con abito più o men evidentemente scrofoloso e con costituzione più o meo:o debole .. Gli affetti da polipi sarcoidéi offrivano tùtti un temperamento sanguigno ,·d oua fo rte costituzione. Dei travagliati da polipi fibrosi tre erauo di lempe.ramenlu flebo-epatico con abito venoso e capitale e con robusta costituzione; tre di temperament'o sanguigno squisito eoh costituzione robustissima ed uno di questi tre d'abito cardio-capitale ; uno di temperamento ~ d'abito linfafici con, costitu1Jione debole; uno in fine di temperamento linfatico-sanguigno eoo cachessia.· Di temperamento e d'abito linfatici erano pure le due donne travagl.iate da escresc.eoze polipiformi. F inalmente dei tra· vaglianti di polipi fungosi, sarcomatosi, cerehriformi uno era di temperamento sangui,Jn'o-oervoso ; uno di temperamento sa-nguigne con ,abito capitale ; uno di teroperament0 liofat.ico-sanguignn coo abito pure capitale; uno ~i temperamento linfatico-sanguigno con abito scrofoloso ; uno di temperamento flebo-epatico; uno di temperamento Si:lnguigno coo cosl,it azione robusta; un io .fine dì Lemperamenlo sanguigno con_ abito cardio epatico. · Le cos1.:_ fin qui dette, ,1ggiuote massimamente alla considerazion~ dei caratleri anatomici risulunti dalla struttura dei polipi , ne chiariseon<l molto il prono• stico. l vescicolari possono disturbar il respiro , con faci li tà rigermogliano , se strappati, Jon posson alle voli.e. essere s~rappali dalla radice ·, sono fastidiosi , ma non fatali, salvo il caso elle si svolgano nell'c1.moide 'o che rimpinzando le cavità nasa li vietino la discesa del pus raccolto . alla ba's e del cranio con grave offesa delle parti _eutro contenute (Oss. 8 e 4i ). La stessa benignità ofl'rnn i lardacei che SHUO di quell i l'ordinariu successione. L sarcoidei ch'ebbi operali, li vidi ·risanare tutti definitivamente senz'alcuna .sequ(lla. Le escrescenze p'olipiformi della me1i1 ~nter1ore delle narici con opportuna eur:1 locale ed nìlerna sono, benchè coo qualche· stento, superabili. Superabili sono pur i fibros i st! ooo degenerali e se ùccupauti le region i basse delle cavità nasali : sorio ancorc1 superabili _quaodt, hanao già sofferta la deae0 oeraziùne fungosa o sarcoma tosa (Oss. 44: · e 45), se non ~anno_ sconnessi in modo incancellabile gli elemeot.1 anatomici dell'apparato nasale e se non è an cora s.ucceduto assorbimento purnle111 ,,, giacchè, presenti queste circostaoze, son èssi esiziali (Oss. · 10 e 25 ). La genìa fioa lmente più formidabile dei pol ipi è quella dei sarcomatosi e vieppiù dei fu ngosi e dei cerebriform\ i quali souo , comunque curali, quasi sempre esiziali. Se a queste notevoli differenze di prr>nostico tra le va1:ie specie di polipi grandemente conferisce la rnalignil~ inerente alla natura di questi ultimi e non dei pdmi, però vi prende eziandio qualcl1e parte il luogo d'origine d~gli uni e degli altri. I polipi vescicolari, lar;d:1Cei, fibrosi, sarcoìdei hanno solitamente un'origine discosta dalla base del cranio; l'opposto è l'eccettuazione: iu quella vece i" fungosi, _ i, sarcomatqsi e vie più i cerebriformi traggono per regola fa loro origine dalla base del cranio e peli eccettuazione da altre parti delle cavità nasali. Quegli oltracciò nascono dalle parti molli coprenti gli ossi e questi solitamente hanno relazione cop goasti ossei di cui 1

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92 bene suv,eute ouu altro sono fuorcbè un prodotto. Se I seodo dunque provalo che l'Arte uun s9lo può cua ciò aggiungiamo tutti i polipi in genere, lasciati a 1 rar i po li pi molli e be1iigni, ma anche ulcun i duri , sè od operai i, dare, qua~do volg11n a n~a,ie, la .rn~rte 1 d'apparenza fungosa o sarcornaf,<Jsa, mentre La poca per infiammazione d'ordinano ~ ~ase .venosa .d~ll m- ,I potenza su quelli cùe sow iu realtà primitivamente terno 'del cranio con versamenti s1eros1, con c1st1 pusarco111atosi, f1uigusi , cerebrifvrmi, tutta la quistiooe rulente,' con ammollimento ce,,el:irale, cou iniezioni o, a meglio dire, lii quis.lioue più dilicala versti su il modo di distinguer. i polipi in apparenza malivenose palesissicrie, con vene pieùe di materiali o purulenti o fìbrinosi, con paralisia , ecc., ci dia/'llu 1'a· gnanti da quelli che lo suuo sostanzialmeòle: alla gione come ques~i ultimi, compromettend'il vastisquale cognizione rnanuducono ne' più de' casi la consimo circplo capillare degli ossi spugnosi della base siderazione dell'età, del temperamento , dell'abito , della costituzione, dello si.alo delle parti entrqcranee· del cranio, generino, lasciali "-sè ud operali, più il qual è prontameute, per le più volle dette ragioni, presto alterazioni entrocrauee c~e ~1?.n i. pri~i.. In somma, messa io disparte la mahg01ta dei polipi, a e quasi sempre più o lneo alterato nei polipi per esloro base sta un cupo . lavorio flogistico il quale tanto senza m<1lignì ed all'opposto, e manuduce specialpiù tardi si diffonderà alle parti interne, quanto ne mente quanto abbiamo sopra esposto intorno al piano sarà più discosto , analogamente a qqantu occorre che sieguon i polipi maligni della base del cranio , nelle cupe inveterate 'tlogosi au.riculari le quali con il rivolti al loro comparire quasi sempre verso le temp(J invadon il cervello ed i suoi involucri, ma taoto fauci, ecc. più tardi quanto più la loro sede primitiva è da Cura. Dietrn alle cose fin qui esposte voi vedete, quelle interne parti discosta. . Signori, d i per voi stessi senza ch'io ve lo dica come, ' Ma dopo questa digressione, Signori, ·a cui mi ha prima d'accingersi ad utli operativi per guarire racondotto l'aver osservato ch'in un caso , il polipo , dicalmente i polipi nasali, conve11ga molte volte rituttochè vescicolare o benigno, riesci fatale (Oss. 8) correr ad una cura preparatrice e disponit.rice al perchè a,•eva la sua sede nel centro dell'etmoide, io buon esito di quelli ; cura cotest.i la qnale debb'<~stornti a dirvi che dovete nel pronostico fare molto sere direlta or a <leplelorizzare, di.siùitar o disinmaggiore conto della natura .di quei polipi. Per confiammarc l'albero venoso, massimamente i suoi comvincervene badale, Signori, a ciò che succede quando partimenti addominale e capitale cotanto spesso com• le degeuerazioni da cui sono costituiti i polipi di pr~messi quand'i polipi non sono di benigna natura; male6ca natura hanno loro sede io un braccio : voi or a vincer una cronica infiammazione palpebrale; or le levate via , ma esse uccidono l'ammalato per flea placar un'abituale tensione cardio-carotideo-cefabitide traumatica o si riproducono su il moncone o lica; or a combatter una rnalsania erpetica, celtica, su d'u11 altra parte ed in un modo o nell'altro riescrofolosa , gottosa ; or a cacciar una · 1eota flogosi scono sc,litamente esiziali. Che cosa volete poi che pettorale o gastrenterica; or a cessare gli abusi di succeda quando han origine dai prof_?ndi ossi della vino, di tabacco e di sostanze calorose in alimenti base del cranio che a voi non !ice resecare come e bevande ; or a ravviear uo qualche filtro sanguigno, quello del bra~cio ? mucoso, purulento; stato soppresso ; or a preparare In qnant' alla cura dei polipi è stata llgitata la un diverticofo al male con un rottOl'io permanente ; quistione se abbiao a cu1·arsi i soli benigni ( Pott ) e or a disirritare le cavità nasali stesse state irritate non i duri, irri~abili, fungosi, sarcomatosi e Sill!.ili. I dalla presenza del polipo con lavande o fomenti cnolpiù dei Pratici pendon oggigiorno al partito d'ope litivi e simili. Vero è che questi mew.i mol litivi farar anch' in casi apparentemerite meno favorevoli. cendo rigonfiar il pqlipo, ingombrano maggiormente Però la vaghezza di questo concetto e l'importanza, le cavità nasali, ma non per questo, allorchè sono le l'estreuìa importanza del medesimo, m'invitan a sot · medesime infiammate, recano·, disinfiamrnaodole, non topo,·lo a nuova e più esatta dìsamina ed a circoscri poco sollievo, come vidi nell'ammalato citai.o nell'osverlo nei suoi giusti confini. Già vi ho detto, Signori, servazione quarantunesima, il quale per riacquistare che i polipi fibrosi , piuttosto frequenti , per' sè non un poco di respiro dal naso era da lungo tempo uso malioni e soliti a germogliai· a distanza dal la base del a fomentarlo con l'aria espirata ch'egti con . le sue cran~), invadenti per lo più persone robuste, alle mani mandava contro le narici. volte assumono. la degenerazione fungosa o sarcoIn quanto poi alla cura radicale ed operativa molti matosa o sarcomato-fungosa per cui si confondono compensi sono stati consigliati i quali applicati a cacon quelli di pessima natura. Ora bene, se prevalesse vità cotanto anfrattuose come lo SODO le cavità nail partito d'operar i soli polipi benigni, eccovi una sali, non ~ortooo sempre un esito compiuto. Di queseri'e di polipi che sarebbero per incuria fa1ali. Se è sti i princip4li sono la compressione, l'essicazione, la ciò biasimevole,_ugualmeote biasimevole sarebbe pure cauterizzazione, il setone, l~ recisione, lo strappamento, il partito d'open1re tutti i polipi, giacchè lo strapla legat'Ura. pamento dei fungosi, sarcomatusi ed encefaloidei priAlcuni di questi operano respingendo gli elementi mitivi , aventi per solito relazione con gli ossi della umorali del · polipo ( essicativi, compressioné ), oppobase del cranio , non s1)lo sarebbe contrir'tdicato nendosi a nuova affluenza e correggendone la condiquando. hanno raggiunte le ultime loro fasi, ma anehe, zione organico-vitale , per cui esso atrofizza ; altri stand'alla mia sperienza , nei primi periodi e nei disfacendo più o meno presto il polipo per azione chiperiodi di non ancora pronunziata degenerazione. mica o meccanica e per infiammazione, ulcerazione Ondecbè, se troppo ristreuo è il partito , di Pott e ,e suppurazione (caustico, setone, alle volte la comde' suoi seguaci , quello che vince oggigiorno pecca pressione stessa in alcuni suoi maggiori gradi); altri per troppa larg_hezza e la verità sta io "fra due. Esschiantandolo (strappamento) ; altri recidendolo im1


mediatamente con opportooi slrameoti (recisione) ; altri in . fine procurandone il distaccamento medi~to con uo Lacciuolo portato intorno al cullo del polipo che cinoe e strozza. Tutti questi mezzi non hanno per ce·rto un uguale valore. Esa1;1inianJQli. . Compressione . Lama~v~ aveod, 10. un ~asu veduto un p<>lipo vescicolare svanire Con la r1ernp1turn delle C~vità nasali praticata cùme per arrestare L'emorrag1? _ del naso, tiene in qualche conto cotesto mezzo. Pero nello stato atlnale dell'Arte chi anteporrel>be un così fatto compen1,o, doloroso, luogo, mcerto, disagioso, non appoggiato a s1ifficienli fatti, ai tanl! mezzi spediti, meno doloì·osi, certi, confermati . dal la sperienza che si possedooo? Non perciò avend'io, costretto dalla necessità, avuto una volta ricorsi) àlla compressione per a rrestare l'er-nor_ragia esseotio presente il polipo nel naso, la vidi utile nnn solo co111ro l'emorragi1,1, ma ancbe contr'il polipo degPneratu (Oss. 43) di cui s'olleooe la guarigione. Un caso aoulogo è consegnato nel Filiatre Sebezio . Epperciò ai soli casi a que~li ao<1\ogbi od identici circoscriverei la sua utilità. , Non vi cada però di memoria , Signori , che vidi talvolta la compressione generare nu icise sequele ,Oss. H e t8 ). (Continua)

BREVI CENNI INTORNO AD MALATTIE CURA.TE

ALCUNE TRA LE

NELLO

PRINCIPAL I

STAB1LUJ8NTO BALNEAIIIO

D'ACQUI, CON QUADRO NUMERICO - NQSOLOGICO Dl TUTTI!

LE MALATTIB,

del Med. di Regg. Dntt.

CAPRIATA

co-

mandato al medesimo Stabilimento.

(Continuazione e fine).

Osservazìone 5a, Ambrogill Bosio, Foriere nei Cavalleggieri d'Aosta, d'anni 27, di temperamento sanguigno, di forme regolari , ebbe ,a solfrir una frallura ad ambi gli ossi della gamba ,sinistra, io seguito a calcio d'un cavallo. Accettato tos-to nel lo Sped aie della Venaria Reale, il Dolt. Devecchi ebbe_a riconoscere lacerazione e con · tusione delle parti molli e la presenza di quisquigl ie os, see nella fer ita corrispondente a lla frattura siluata al terz'ioferiore di detta gamba sinistra. Ciò non ostànte con opportuna cura ne olletH)v& una pronta e regolare guarigione. Dopo qualche tempo però elevavasi intorno al callo corrsolidato un tumor emisferico di nalora osseii con tensione delle partì molli, con formico lio e pesantez.za del piede corrispondente e c_on diffi col tà nei movimenti del medesimo. Tornati vani i rimedi i topici saggiamente stati aEloperali dal Doti. Testa, questi lo inviava alla Succursale Baluearia d' Acqui, dove dopo l'azione prolungata dei fanghi e delle docce direttamente operanti sulla località, allivamente f eff'ettuò l'assorbimento del veicolo plastico, l'osso si condensò e meno voluminoso divenne l'alterato callo con ce~sazione del -dolore e con totale ritorno dei IDl)vimenli del piede. Osservazione 4a. Carlo M.etraz , Sergente nel 16° Fanteria, di temperamento sauguigno, d' abito cardio-capilale, _da luogo tempo travagl'iato da malattia erpetica, già oel1'-anno 1847 aveva {eiitato inutilmente la cura balnearia

io questo Stabi limento. L'affezione morbosa· aveva sede. nella pelle d'ambe le guance ed o[friva da qua<id'a quand<> Jeggiere e ricorrenti modificazioni, siceom'avviene io sif• fatto morbo, a meno che non sia: di natura e forma cor· rodent<', coslringendolo sovente a r icorrer ali' Ospedale, dov'i - suoi mali si mitigavano bensi, ma non guarivano mai radicalmente. Nell'anno 1851 fu inviato ai bagni d' Ai:s:, dove modilìcavasì in meglio la profonda e ricorrente gastrica irritazione che complicava I' erpete facciale, ma questa, tullochè sembrasse alqoant'avviata al meglio, non cessò affallo con il cessare della stagione balnearia. loviato finalmente in quest'anno alla Succursale balnearia d' Acqui, non ·appena giunto fu tocco d,a grave gastricismo e quindi da pertinace diarrea. Curale con opportuno metodo qo~ste alterazioni funzionali del tubo gastrenlerico, 11i diè priòe'ipio ai bagni genera li ed all'uso interno del1' acqua fredda del Rar,anasco, non che alla tiepida del Fontanino proprio dello Slabilimeoto, alla somministra_zione dçlle quali, senza verun disturbo gastreqterico, si perdurò sin alla fine della prima muta, ma solo coò ap· pena percellibile miglioramento di così pertinace ed ao• tica affezione. Gli feci rinnovare la.muta nel corso della quale non solo immergevasi due volte al giorno nel bagno, ma umellava ripetutarnenlll in egoaJe tempo la parte ammalata con l'acqua liepìda' dol Fontanioo e nel corso della notte applicavasi le muffo su ambe le gote. Tutti questi mezzi però furon e saranno f6rse per sempre inutili, giacché i vasi capi'!lari arlero--venosi del derma, per il rinnovato fatto erellistico al quale furori e con1inuao ad essere soggetti in modo ricorrente, resisi ormai permanentemeole molto più ingrossati ·e dilatati non !asciano speranza che possan esserf) corrl:'Lti nè dalle operazion i termali, nè ila qualunque altro mezzo di coi va doviz iosa la Scienza salutare. _ • Osservazione 5a,. Giovanni Ballarino, d'anni 24 , Soldato nel 4° Regg. F anteria , di temperamento s~nguigno, di hoona _costituzione , non mai stalo sog'gello a malallia di rilievo, in seguito a violenta stiratura fa tocco da un tumore gaoglioforme nella guaina tendinosa del musco! estensore del dito medio, in corrispondenza della regione carpo-metacarpea della mano destra. Uopo avere per lungo tempo ne·glelta questa co11dizione morbosa , costreltovi fioalmenle dagli impediti movimenti della mano e dal vivo dolore , entrò nello Spedale Mi li Lare di Torino, dove furono messi in opera inulilmente le ernbrocazio1)i fredde, i cataplasmi mollilivi e .la pre,sione un ita a rimedii risolventi. Trattavasi finalmente di ricorrer al ferro od al caustico .. Quest'ultimO' ebbe la preferenza , perchè il tumore a base larghissima e profondamente ed estesamente r.adicato fra i tendini estensori della mano non offriva sicurezza tale di guarigione che v~·lesse a compensar il dolore che dall'ampia ferita necessaria per polere seguitar ed estirpare tulle le diramazioni del tu• more indisp_ensabilmente doveva seguirne. Proscefto il caustico s'ebbe ricorso al potnnziale col mezzo del quale il tlÌmore fu nella massima parte distrutto, rim·aneodo però una considerevole tumefazione per sopran11trizione delle parti ; tumefazione in cu i stavano comprese e tra loro imbrigliate le capsule articolari , i legamenti ed i lendini della regione radio-carpea cori impedimento nei movimenti dei diti e <folla mano. 1n qoesto stato fa inviato per la terza muta ai Bagni Termali d' Acqui dova.


94 I

dopo parecchi bagni generali feci ricorso alla docciatura [ STORIE DI CASI RHIA:RtH.EVOLI. a pioggia, aumentando gradatamente il filo dell'acqua • sin al totale suo sbocco ; alternai poi la doccia con il I fango e finalmente , faltogli rinr.ovare la mutà con l'ag'l 3 giunta delle muffe su la località nel corso della nollè, ot- l tenni la quasi totale libertà dei movimenti della mano e COMMOZIONE CER.t:.BRALE DI 2° GRADO dei diti , la diminuzione della tumidezza e la scomparsa (Stor_ia letta dal Dott. Gu.co111BTTI Med. di Batt. n,lla della soluzione di continuità ; così che è lecito fondataConferenza tumtasi 1:n Novara al ·1° del .m.ese di setmente spe~are che, usando precauzioni. Dtill'eseguir i moli tembre 1852). della mano, sarà per continuar il miglioramento indotto dalle operazioni terma li e potrà riaversi da così profonda La commozione cerebrale ·mentre si mao_ifesta per e(I ostinata organica alterazione. mezzo di sint.o~i d'ordinario transitorii o rapidamente mortali, secondo ch'é di primo o dì terzo grado,J>ercorr.e TAVOLA NOSOLOGICO-NUMERICA all'mcontro, quand'è di secondo grado, una serie di fenomeni più o meno pericolosi ed avtinti fra loro un'indole di ttdte le Malattie curate nella Succursale Balnearia del tutto diversa . Così d'essa parlando .Ben. BelJ e Mond'Acqui nella Stagione dell'a_n no 1852. teggia accennan ad alcuni sintornì delti oscillanti, perché gravi da bel principio, indi leggeri, riappaiono più imllI4U'n!e Totale Guarite llligliorate Sen~'elfetto ponenti di prima per decrescere e dileguarsi io seguilo. Emiplegie 6 4 2 Altri riferiscono casi di po·tenza ·della forza .motrice o di Paraplegie li 4 1 3 esercizio delle facoltà iotellelluali, rimasti per un tempo Torpori 10 3 4 3 variamento protrallo aboliti od alter.ali. Nè mancan in Tremiti 2 4 2fine gli esempii di congestione e di flogosi e'ncefalica susSpioili lente. 3 1 2 seguile allo svol1gersi della riazioue generale· che, tras,Otlalmie stramose 3 3 • corso il primo IJeriodo della commozione, suole succedere Ostruzioni viscerali . "/ 1 2 4 e terminarsi talvolta con la morte. · Ulcere stromose 3 3 • " 1\11,1 se convengon i Patologi nell'ammetle_r il fatto della erpetiche . 2 2 differenza sopra espressa, non s'accord. a no po-i in quanto 4 . Erpete pustoloso . ' ~ J5 9 ,, al modo dì rimediarvi. Io fatti Hunter, Sehmucker, Aberforfuraceo. "I 5 5! nethy e .PetH, trattandosi della commoz;ione cerebrale di squamoso. 9 4 3 2 secondo griJ.dO ed al primo periodo , ri i;orreno subito ai crostoso 16 '1 6 3 salassi, ai purganti, ai clisteri ed ai fomenti freddi loc.ali. Eonre&i 1 1 Laddove Dopuytren ed altri fanno precedere l'us9 dngli Anchilosi. 15 3 11 ec.citanti. 1 primi così adopran ot:1ile prevenire le conse . Rigidità arlicolarj. 1'5 28 11 ~ ,, guenze della riazione generale, in vece i secondi trovano j Attrattore degli arti . » 1 più ragionevole di rianima.re prima le funzioni della vita Tumori ·articolari . 3, 11 3 5 Dolori arlìcolari alla minima loro espressione ridolle e di combattere. gli 51 14 7 30 I ldartrosi . » effelli della riaziooe appena ch'iosor,gono. 4 4 Periostosi 2 Fra tanto dissenso di Pratici così autorevoli 0C1n po6 3 1 Co:xalgie . 6 2 3 1 I' tendosi altro.nde che dai fatti clinici ricavar una decilschiadi 21 5 13 sione , vi comunicherò , On.ore.voli Colleghi , il caso di 3 Lombagini 1 3 3 1 commozione cerebra·le occorso nella Sezio11e dei Feriti Pseodo-reumatalgie . "I lO 3 dal Med ico di Regg. Doti. De Beaufort dirjltta, in cui la Cicatrici aderenti. 9 2 4 3 pratica da Dupuytren e da al!ri consigliata e seguita, fu Dolori per callì deformi. 14 5 7 ~. cor, buon successo praticata. l)ebho, credere che Voi l'ac• Reumi cronici . 28 52 21 3 coglierete -in favorevole modo, siccome quelli che nelle Sarcoceli. 1 1 vostre discussioni premurosi vi mostrale nel concorrerà Osteosarcomi 8 5 2 1 al progresso delle Mediche Scienze con lo studio severo · Tumori ghiandolari . 1'1 '1 6 4 e con la retta interpretazione dei fatti , non già con le, Ca,rie. .2 1 1 1 sole teorie e con le ipotesi le quali p~r l'ordinario quanto N~nralgie » 4 3 t a primo aspetto sono seducenti, altrellant'iufeconde.o vane Ipertrofia delle estredisvela quasi sempre o.na serie riflessione. mjlà inferiori. » 1 1 • La matlina d'ei 19 di luglio 1852 verso le ore setta il Atrofia de' membri 51 1 • denomato Garello che poco tempo prima era stato rinOtorrea . f 1 " venuto in una delle fosse della t.:iltadella, era (allo tras. Tumore per preesistente portare per cura del nostro Collega D·ott. Orengo allo aneurisma. 1 • $pedale Militare Divis. cii Torino dov'era co)locaio nel letto. N° 268 della Sezione testè,accennata-. 11 suo stato era Totale generale 362 U2 76 164 il seguente : per,dita totale Qella coscienza ; freddezza del tronco e delle estr.emità; difetto dì contrazioni muscolari e rilasaamento dello- sfintere dell'ano con involontarie e-

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vacuazioni alvi ne; jYallore generale e .so(iraltutto alla f~ccia. d'i cui ne1 sinislro lato 8$ÌSlevan i segni di COlllUsione violenta. estesa alla regione lemporo-parietale corrispondente ; pal11ebre raHicinale e le sinistre ecchimosate ; occhio fisso con pupilla larga ed immobile ; respirazione. così leggiera e soave· da sembrare sosi.,esa; moti del cuore appena percettibili con polsi piccoli e deboli. Questo disgraziato accidente era da allribui'rsi; siccom'ebbe poi a raccoutarci lo stesso ferito, ad una cadula falla da uno degli spalti della Citladella mentre preso alquanto dal vino cercava uscire furtivamente ·da essa fra le dieci ed undici ore dell'antecedenle. notte in compagnia d'un Soldato del 5° R:eg~: di linea il quale, assai più, .di lui infelice, vi lasciava miseramente la vita. Erano dunque da olio ore almeno che quest'uome continuava ad esser in preda ad una commo:.io,ne cereb1·ale di secondo grado ed a( primo periodo. Rilene,nd!il Dott. De Beauforl ed io cb' in simili occorreoze_fa uopo prima d'ogni allra cosa rianimare l'affievolita potenz.a vitale , i primi soccorsi furono diretti a fare- pra.ticave di comune accordo e consenso ruvide fregazioni su tnlla la superficie del corpo, ad applicarn senapismi su le estremità inf.eriori eè a somministrar 1,1na mistura cardiaca ecoitahle. Verso le tre pomeridia rrn già eransi svolli sintomi di riazioue generale e, sebbene confusamente, ·1•ammalalo rispondeva ad alcune delle interrogazioni cbe gh si fà'c'eva 11·0. Per il che in contemplazione dello stalo febbrile del polso si praticò tosto un abbondante salasso dal braccio , si prescrisse una bevand.a emeto•catarlica e s'applicò una vei;cica piena di ghiaccio sul capo r3iìo 1}rima dei capelli. Ne1Ia sera si ribnovò iI salasso.- Dopo. ona noUe agitatissima con subdelirio e coo vaniloquio, trovammo all'indomani (20) l'ammalato immerso in profondo sopore con la respirazione difflcile e breve, coo· il polso duro e Lar: do, con la pupilla dilatala ed insensibile, con la faccia soffusa, con la perdita dei sens i •e con moli delle mani automatici ed indeterminati. S'appl icarono venti sanoni. o sughe ad ambo le regioni ghrgu lari in modo da ottenere, secondochè ~onsigl ia Gama, uno scolo sanguigno per più ore coulinuato, facendo contemporaneamente uso del ghiaccio sul capo, dellft bevande emeto·-calartiche, di vescicalorii alle coscie e di cl isteri purgativi. 4d onta dell'efficacia di questi ruezzi alla visita della sera persisteva tullavia i.I sopore ad un grado imponente e perciò .si ricors_e alle ventose profondamen te scarificai.e alla !lUCa ed al processo ma_stoideo sinistro e si ri11novarono le medesime sopr'iòdicate prescrizioui. Nella notte succedelter abbondanti evacuazioni dell'alvo, e uel mal· lino 'del giorno 21 SI provò fa grata soddisfazione di ve• clere ch'·i sinistri fenomeni rl<~l oioroo precedente erano affatto scompa!•s'i. L'ammalalo ~rasente a se stesso lamentava solamente un seoso di peso al caì)o con somma prostrazìooe di forze ; il polso, sebbene un poco tardo, nou era, febbrile; il calore della pelle naturale ei la re~ s~irazione libera e compiuta. LaooJe si prese il partilo d1 sospendere le sottrazioni satlgu igne tanto generali, quanlo locali e di somministrar a dosi epicratiche il solfalo di magnesia senza punto desistere daWuso locale del &b iaccio. Nel covslil délla gior.nata non-avvennero •notevoli v-ariazionL E i;ebhene oeJ mattino del giorno 22 il senso· di peso ~I capo fosse scemato, furono tutta·via rinnovate le

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prescrizioni _medesime del giorno antecedente , quella compresa · del solfato di magnesia da cui eransi ottenuti salutari effetti. Ai 25 continuando la pesantezza soj)r'accennafa1, fu poslo mano ai· riyulsivi cutanei , mercè dei quali quella rimase ' in breve lèmp•> coropiutamer1ie vinta. Da questo giorno p_erLanto comi-r:ciò quel progressivo e rapido miglioramento che s'ebbe a notare nell'ulteriore corso deila descri!ta-rnalauia; per ,mò.do che avendo successivamente modificato· il regime dletelico, stato sin allora manleuuto rigorosissimo, pot(ll il l.ìarello alzarsi dal letto nel giorno 27 del medesimo mese ed uscfre dallo Spedale ai 7 del mese d'agosto. · · E però da ·notar'si che ad un esito così prontamente felice hanno cooperato non poco le' condizioni così fisi" che come mora li del ferito, essen'd'egli io verde età , dotato di temperamenlo sanguigno e di buona costitll- • zionA ed"ayend'opposlo tanlo negl'intervalli della riacquistala coscienza, quant'in appresso Ja· più serena calma, anti quasi l'indifferenza al pericolo da cui si trovava mi· naccialo.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE

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(Mese dì ·seltembre. 2a Tornata). ' GENOVA.

Speda.te di Mare. Riferisce il Doti. Pesce\lo lf. dì

Me'd. Div. un caso di delfrium tremens occors'O in nn Soldato Savoiardo appartenente al Battaglione Reale Navi, il quale, ami1 cissimo di Bacco, reduce dalla: sua Patr,ia a:vend<, lungbe-sso il l cammino dalla Savoia a Torino abusato straordinariamente del vino e dei liquori spirilosi , fu al suo arrivo io Genova coito da acuta ollalmia a cui, curala nel suo prioèipio con tre salassi, s'associò 'ben presto un delirio tale cbe per il moao silo cli manifostarsi e per la cognizione delle cagioni produttrici non lasciava dubbio intorno alla sua natura. Per lo che, ponderata b!!n bene ogni cosa, non ost~nte l'ottalmia fosse ancora nel pe!10do di sua acutezza', egli giudicò' opportuna cosn sospendere 11 salasso per fare ricorso all'oppio. Riferisce quin'di, còme per la somministrazione continuata p~r alcuni giorni di questo potente "farmaco, non solo sia cessato alfàllu il del·irium tremens, nrn sia parimente vinta l'ottalmia la quale sembrava essere mantenuta da un processo congestizio-irritativo local e. Rife.risce finalmenle com'io tutt'il corso della malattia n,m vi sia mai stalo sintomo di.generaic riazione. I Dottori Valle e Mari fanno riflettere che l'ottalmia sir.come quella che costituiva un fatto idiopatico ed i~cl1pendente da\· delirium tremens avev~ cedato no~1 gia in ' forza dell'oppio , ma bensì irr forza dei tre s;ilassi opportuna• Il!énte stati praticai i in principio <li U'lalatLia. La discussione versò in seguito ' intorno al Servizio interno del!<) Spedale, es sendo rimaste pi·enamente ,:oncilìate alcune lievi d.vergem:e di · opinione che l'avevano promossa. Speda/e di Terra. Dichiaratasi dal Presidente ;1perta la Sedu. la, si riprende la discussione iuloro(I ai quesili J\ledicoalegali stati da.I Doli. C~ire proposti nella Storia pubblicala nel N° 9 di queslo Giornale. ln risposta al secondo quesito il Presidente fa riflettere ch'il l\lcd'ieo perlto non essendo nella sua ReJazione obbligato-ad espor altra cosa fuo1·chè se la ferita sia l'atta da un co·rpo puni(enie, ia~licnte o contun<lenle, gli sembra che poca o nulla sarebbe l'utilità che potrebbe derivare dalla preèisa cognizione dello·stromento feritore . Il Doli. Caire risponde ch'il se('.ondo quesito non l'u già da lui proposto all'avventura, ma bensì·con buon fondamenlo, gìacchè non essendo sempre permesso dalla semplice figura giudicare se la ferita sia.stata piuttosto fatta da un'arma tagHenle o d,i un r.orpo contunde.ate ri• mane sempr.e ad investigarsi se vi possa essere qualche via per poter in ognt caso determinare con es~ttezza se la ferita ·sia piuttosto l'effetto d'uno stromento da taglio o da punta oppure da un C<>l'PO conlunclente. li DJlt. lllaziolino opina che considerando il quesjlo fo quest{l verso, la Stil.\ soluzione può essere moll'imbarazzanle. ln falli , egli so~~innge, può accader il caso d'ana ferita ·che offrat lulti i caralleri di quelle fatte da arma da taglio, ,mentr'io vece fu operata da uo corpo contundente, quale p. e. un bastone od una pietra che strisciando su, le parli molli abbia prodotta una soluzione di coutiuuità lineare cd a margini regolari, ed al· contrario può accade.re che una ferita-offra tutti i f

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96 ca alteri 5 oliti a manifestarsi in seguito a lesioni violento da co~ i contundenti e sia in vece stata operai~ da_ un'arma tali!te non ben affilata. Dalle quali fattispecie cll1arameote _e~er e come dalla semplice i_spaziono e ~~l)a forma della ferita non\ sempre possibil inferire della qual1ta dello strome_nto feritore e conseguentemente della ~a1ura sl~ssa della ferii~- Ad appoggiar il Doti. Mazzolino sorge 11 Dott. P_razza racendo_ riflettore com'il calcio d-'on cavallo ferrato _possa md ur una_ ferita taJe nel capo che abbia i caratteri tutti ~1. quello da taglio, mentre in vece la potenza operant_c app~r11eo al _genere doli~ cooh~ndenti : nel quale caso, sogg1~nge 11 medesimo , u~a tale ~e?ta può essere dìchiar~ta. provoment~ da ar_ma da ,tagho,! s~oza c~e per ciò ne venga b1as1mo al Med1co-perito, quando s1 riconosce essere stato l'effetto d'un corpo c~ot~ndenle. A questo pro_posiro il Dott. Fissore fa notare ch'_i terr1 ,. specialmente da ~h!accjo, onde sono muniti ) p)edi dei cavali!, pro_ducono ben1s_s1mo una ferita regolare, simile ~ qoel!o da _tagho, m~ tuttavia _se beue s'esamina questa soluzione d1 conhnu1t~ la s ~~serva circondata d? un grado di conl~sione sempremagg1~re d1 quello ,che ba luogo mloroo ad una fer1lada stromcnto ta~hont~ben a~lato: Il Presidente , tenute in giusto calc?lo le ~all1~p~c1e_ r)fertle da1 Dottori Maziolino e Piazza e la d1fficolla d1 gmd12;10 cbo ~a quelle emergerebbe, ripete non esseredove~e del ì\Ied1co pento accennare nella sua Dichiarazioue oltr'alla forma ed al_la natura dell'osservata ferita della qual~ _sol~mente debbo g1ud1carn con tolta quella precisione di cogmz1on1 che posso_n cme_rgero_ da_u_n attento esame e dall'esplorazione_ della sohJZJone di <:9ntmo1là. E rkbiamaod'ad esempio la ferita lace~o-contusa pro~olta da sciabola non beo affiléita a cui alludeva 11 Dolt. ì\Ia:izohoo, sostiene che debba-1'iguard~rsi siccom'origi~ata eia un corp_o coutondenle e oon da uno slromento da taglio quantunque a questo genere appartenga la sciabola,_perchè il _modo suo d'~perare nel caso supposto fu qoollo pr~pr10 ai_ corpi ~onton~cnt1e )lon agli stromonti taglienti. COnl"~llld~ qu1ud1 ch'1I Medico per1l_o, quantunque interrogalo dnl F1~~0 1utorno alla nalur~ det~o sh omento feritore, debba tutt'al pm acceunare nelle fertte da arma da taglio che quest'arma può esse~ ~na sc1~bola, un coltello, on pezzo di vetro, oua pietra a marg101 acuti, rc<·., e che nelle ferite contuse può essere hmt'on corpo per sua natura contundente com'un bastone, una pietra, ecc,., qoant'u~o stromeuto la~lie~te ma a margini ottusi. Itipreod'il D?tl. Ca1re la parola por notare che quantunque da quanto ~ece r1~eller 1~ Pr~1~ente sembri che nè possa , ne debba esser tl Medico perito r1ch1_esto a precisare Ja quali là. dello stromenlo vulnenmte, t~ttav1a, ~ suo credere essendovi casi noi quali è della _mass1m!i 1 1Hlz1 d'assolata im'pnrlaoza lo stabilire, so ~on la precisa quahla, a}men in generale se I~ slro~enlo abbia operalo. con~~udeo~ o ta~liando, sarebbe des1dorab1le ed anche necessario e~ 11 Mcd1~0 nolln sua Diohiara1.ione accennasse con quan\a maggiore precisione n-li è dato la qualil11 dello stroroento fentore. Dopo queslè ed alt~e poche riflessioni in proposito è accettata dall' ~duuanz~ la conclusione che dalla forma e dalla oato~a della fcn_le non s1 poò o non si debbe specificar in particolar 11 mezzo fer!toro, ma solamente essere lecito iut.licar a quale classe delle fenle,_fra le acC'ellate in Patologia Chirurgica, quella ?_pparlenga che c1 ca_dc ad esame. La discossione del terzo quesito è &bboudooata siccome quello che è già compreso nel!~ solo.zion~ de1 sec~ndo. Esaminato finalmente il quarto con 11 quale. S) c~1ede in 9ual~ conto debbano tene,·si nella peri:ia le disposi~ifm. del fento, s1 decise che il Modico può fate di questo depos1z1oni quel calcolo

cho maggiormente crede a proposito per _su~ nor_ma, ma non ~ai prenderle di guida ~olio _stender~ la D1ch11;1raz10~~- ~saur1ta per tale modo la d1scoss1one dei proposti 4ues1t1, l Adunanza è sciolta dal Presidente. Ar.ESSA.!'<DHl.l . li Mcd. Oivis. in coutinua:1.ione a quanto fu e: spresso nel processo verbale dell'aotece~ente Tornata (V~d1 No 11 del Giornale) jnforma l'Adunanza mtorno al successivo andamento della cara del ferito Baccigalupo fncendo presente che riconosciutosi ormai non più necessario l'uso continualo dei catapfasmi moliitivi, consigliò la cura sem~lice, per .mez~o c)ella quale la gonfiezza era sensibilmente e rapidamente d1mmu1ta e la sappurazfone ora di,•enuta più densa, più elaborala e meno abbondante. Prosieaue quinci' esponendo come sperasse co~ molt'apparonza di s_nccesso O!JnOV?rare qoesto caso fra quelli nei quali il ,nembro ~ clal!a Ch11:u~g1a aspellanle cooserv~to, a! paziente · casi qu-esh dei quah_ m questo. Spedale_ eraov1 stati altri escn:ipii, siccome fra Bli allr1, p~te~a ricordar, 11 Dott_-. Capriata. Soggiunge ad ull1mo e.b e 11 r1r.orrer 1111 ampulai1oue quando v'è ancor una raRionevole sp~ran2.a d1. c~nseJ"V~re I~ parti costituisce ao gra,•e errore , mass1roa!llento in . quel casi nei quali il soccors~ può essere pronto_ed effic~ce ; cho ~el cas11 del Baccigalupo si sarebbe dovnlo dl!>cuter in tempo mtorno alla convenienza dell'alto operativo; cosa questa _che non s'era potuto fare percbè egli era stato solamente avvertito del funesto avvenimento dodici ore circa dopo che il Baccigalopo era staio -trasferito allo Spedale. . . Il Doti. Capriata dà poi lettura d'alcam Cenni intorno ai casi

rimarchevoli ed al Quadl'o nosologico-numerico delle malattie curati: ne!I~ Succursale Balnearia d'Aequi ; Ce~ni qnesli stati pabbhcal1 io parte nel numero antecedente ed m parte si pub· blicheranno nel presente numero del Giornale. 'Dopo questa lellura non essendovi più clii prtmda la parola, il Presidente dichiara sciolta l'Adunanza alle ore undici e tre quarti. C.lGLllRL Dopo la lettura e l'appro,•azione del processo verbale dell'antecedente 'fornaia il Il'. di Presidente Professore Nonnis propose che fosse da tutti li Membri .dell'Adunanza instituilo un esame di due Inscritti di Leva stati mandati in osservazione allo Spedale, l'o_no per enuresi e l'allro per unghia incarnata doppia ai pollici dei piedi. L'Adunanza, valutate nel primo caso la gracilità di complessione, la fistola dell'arco alveolare superiore, la sensibile palpitazione cardiaca ed il dolore gravativo permanente ulla regione lombare che complicavano nel soldato Cara la real esistenza dell'enuresi, dichiarava che quest'Inscritto era veramente meritevole di Riforma. Parimente, esamfoato e tenuto io dovuto calcolo lo staio malatticcio precedente e la diatesi scorbutica prevalente nell'inscritt11 Debrio staio pure mandato io osservazione nello Spedale, l'Adunanza uon oslanle il medesimo fosse già per opera del Dotl. Kalb ricltitlo in buona condizione per ciò cbo ragguardava alla doppia uughia incarnata, l'Adunanza decideva unanime che quest'Io· scritto fosso meritevole della Riforma. Il Presidente iOYitò quindi lutti gli Uffiziali Sanitarii a radunarsi in consulto presso il letto d'un tale Valesano cavalleggiere tromba nel 1\egg. Cavollcggieri di Sardegna, infermo da fango tempo di psoite la quale, tuttoché stata opportuoamPnte combattuta e.on energico metodo antiflogistico, con gli epispaslici e con i fonlicoli, tullavfa.era terminala per la suppurazione di cui 1i sentiva con l'esplorazione la fluttuazione nella parte destra del cavo addominale. l Consulenti dopo un attento esame concbiusero doversi dar esito qlla materia raccolta per mr.z1.0 d'una piccola aperturn da praticarsi nella regione lomb.ire in corrispondenza al margine anterioro del muscolo qo.).dr.ito dei lombi. Praticatasi subito quest'apertura, stillarono dalla medesima più di quattro litri d'una materia purulenta simil alla feccia del vino, e ciò con sollievo grandissimo dell'infermo, con remissione dei dolori oppressivi che gli rendevano stoniate le funzioni respiraloria e circolatoria. Si conchiuse finalmente doversi quindi star ili attenzione per combattere prontamente quei sintomi che s'offrissero più imponenti e doversi di bel nuovo dar esito al pus quand'altra volta, pe1· essersi di nuovo fo troppo g1·andc quantità raccolto oel cavo addominale, i sintomi d'oppressione nella respirazione e nel circolo si fossero rinnova1i. Fu qoindi dal Presidente dichiarata sciol!a l'Adunanza.

PARTE SECONDA RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Suolo del Doti.

QUAGLIO)

Su d'alcun-i segni diagnostici della Coxalgia. ' Premesso che oolla Coxal~ia avvi sovente il dolo r al ginocchio corrispondente, al fìoe <li beo accerlarsi se quello sia l'espressione d'un malor idiopatico ovvero iodichi sintomalicamenle un' affozio oe dell'arlicolazione co· xo-fcmorale secondo il Prof. Nelaton basta riUeuere che nel prime coso il dolore si percepisce nella parte supe· riorn interna della libia, mentre nel secondo risiede propriamente nel centro della rotula. Nella cura poi il citalo Autore raccomanda in parlicolare modo il riposo e la positura parallella delle eslr.e mità inferiori, a cui alcuni aggillngooo la ·fasciatura amidonata la quale reputano di molla utililà seoz'essere di incaglio all'applicazione .degli altri mezzi curalivi richiesti dalla condizione patologica generale dell'ammalalo. il Direllore Doti. COì\llSSE-'ITI Mcd. Div. Il Vice-Diretlore responsabile Doti. Bar. de Beaaforl lii. 1\.

Torino 1852. Pelazza, Tip. Sabalpina , via Alfieri 94.


( ai 25 di ottobre 1852 )

ANNO II.

GIORNALE DI lllEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARIIATA SARD~. L'associazione non si riceve cbe per un anno e cominda col I'' d'agosto. li Giornales"i pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana. l'REZZO D' ASSOCIAZLONE In Torino . . . . . . . . L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di posta . . L. 11 .

L'abbonamento debbe pagarsi per semestri antici~ati. Le as.sociazioni per i non militaci ricevonsi,alla TIPOGRAFIA. SuB~LPINA , via Alfieri, nomo 24. Le iettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vagha postale.

SOMMARIO. - t O Dott. FABRE : Lezioni Cliniche del Comm. Prof. Riberi sù i poUpi del naso. - 2°.Dott. J\oPmLLE: Brevi cenni intorno ad .alcune modificazioni da introdursi nella ,confezione del pane: - 3° Rivista dei Giornali Scientifici: sunti della Redazione e del Dott. QUAGLIO. - 4° Avviso.

PARTE PIUMA LEZIONI ORALI ED OPERATIVE_ del Prof. Comm.

RrnERI

(tracciate dal Dott. FAJJR}!: "'). '-

POLIPI ED ESCRESCENZE POLIPIFORIII DEI,, 1\IA.SO Essicazione. Sono stali, non è gr-an tempo, lodati alcuni mezzi topici al fine d'essiccar i polipi, come

1a polvere del teucrium mar'!,tm , del marum veritm , la soluzione allumi,no§a o di l)i.trato d'argento cristallizzato o di solfato di rame, il creosoto, la tintura d'oppio preparata con lo zafferano della Farmacopea di Prussia (Toll e Rainer), la carica decozione della radice fresca del rumex acutus introdotta più volte fra il giorno nel ·naso (Ferrarnosca) , il laudano , l'acqua di calce, una soluzione di solfato di zinco nella decozione di rose rosse, il liquor astringente zinco.:saturoino-alluminoso ( Pasero ) e simil_i. Già gli Antichi ripouevano qualche fiducia negli es.siccanti: Questi mezzi sono secondo la varia loro natura o attratt.i nelle cavità nasali per inspirazione o soffiati dentro od intromessi sino contr'il polipo con istuelli inzuppati ne' medesimi o de' medesimi cospersi. Il loro uso fo specialmente consigliato nei (*)V.i numeri antecedenti.

casi di polipi vescicolari. É superfluo dir~ cu~e_debbao essi riescir inutili o nqcivi ne' polipi mahgn1. Per altra parte la sperienza fattane da m?lti ~rati?i. del!'età nostra e da me stesso, anche he1 soli polipi vescicolari ' non corrispose oè alla loro .aspettazione' oè alla- mia o diede per lò meno risultamenti dubbiosi , di maniera che l'Arte, fornita qual è di mezzi spec;liti e certi per demolir i p1~lipi .vesci~olari, può con ragione fare poco caso de,1 ess1ccaot1, considerati èome mezzi di cura radicale. Considerati però come mezzi ausiliarii, noil si debbe spezzarne l'u.sò. In questa qualità han essi alle volte utilmente servito , ed è ciò stato provato dalla sperienza, a far~ svanir alcnne granulazioni biaucht, simili a gr-aoelh di miglio e formanti altrettanti germi di nuovi f)O·lipi. Io sono di ciò cotanto persuaso che non m'accade mai che non ne consigli _l'uso dopo ·t•es~ràzione de' polipi, massimamente benigni. Vado oltre e dico che, opportunamente adoperati, posson essi prevenir il germogliare dei polipi benigoi debellando la cronica flogosi con inspessimento della Schneideriana che è un avviamento ai medesimi. Cauterizzazione. S'eseguisce o con i caustici pocon gli attuali. Gli Antichi adoperavano tenziali come caustìci potenziali l'arsenico, il solfato di rame, il pimmento, la sandaraca, il piombo fuso, la calce , la potassa , .la radice di ranunc1~lo e. simili_. Fur~no que' mezzi suppliti d~ G~ren~ot .m poi c~o 11. but1rr~ d'antimonio, con l'acido clondnco, con 11 mtrato di mercurio, con il nitrato d'àrgento (1), con gli acidi nitrico e solforico. Tutelate le parti sarie con un empiastro introdotto fra esse ed il polipo, s~ porta s~ la parte più eminente di questo u_no degli ora d~th caustici e ciò mediante taste, stuelli, torunde, lamme di piombo, caooel!ini, ecc.: si reitera la sua ap~li: cazione sin alla totale distruzione del male e poi si termina la c.ura coli l'uso degli essiccanti sopra men· tovali. Così adoperavano gli Antichi e così adoperano pur i Moderni. Fra questi è famoso un tale

,o

(I) Alibert fra i Moderni ha registrato un caso di P?lipo vescicolare guarito con il nitrato d'argento ( Comment. di Brera , Voi. 2).


98 Jeoscb , Méoit:onzolt> Tedesco , il quale, al dire di Wago-er, pretende guarir i polipi d~L- n&so, quale oe sia Ja. nalu~a , con iiu aaustico ~composto ·d'MHlo solfòr'ico 3 buUrro à'abt)rriQòiO è nitrato d'ar,gento. che egli·addper/l co[!le ~i~guc, Si lra ih prontò uho_sLalo metallico della forma d'una grossa spilla avente uoa capocchia grande com'un pisello. S'a.pplica ·uno strato . di quella pasta caustica iutorbo alfa capotcùia e si porta contro alla parte più emioeute del polipo, ripetendo questo toccamento da due a cinque volte e facendolo preceder e seguire da un'iniezione alluminosa. Riooovellusi l'cpera1.ione ogni giorno sin a che la parte maggit,re del polipo non sia distrutla e si toccaoo poi i suoi avanzi con il, nitrato d'argento , continuando per due mesi le iniezioni alluminosè UV'viceodate con l'introduzione della pelvere del teu.· crium ma1·um nelle narici, a cui s'attrl):>uisce il potere di ritornar all'odorato quaot'aveva potuto pcrdern tra per il polipo e tra per l'operazione stata diretta a distruggerlo. Cuer.chè si pensi di ciò , il vero è che i caustici pot~nziali rion salirono , nè saliranno forse mai ad alta fortuna e ristrettissima sarà sempre la loro applicaz.ione, e ciò pel' queste ragioni. Sono essi nocivi , e lo confessano gli stessi Fautori dei caustici, ne' polipi maligni ed in quelli cue cado·no giù dalle narici posteriori : son alle volte pericolosi e d'or.dinari'O d'un effetto incerto ne' polipi che han il loro attaccamento e la loro stanza nella metà profonda del naso per ciò che, non vedendosi beue fuorcbè di rado la loro radice, incerta è da un lato la lor aziùne su di quella radice, mentre dall'altro diffon dendosi nel ,:iaso possono ledere le parti sane. Senza negare cbe non siansi con i medesimi 01.teou,te guarigioni radicali, la sostanza è però cbe questi esi· gono sempre un tempo più luogo che oon altri com· pensi operativi cbe si diranno. Se dunque gli esclu· diamo nella cura de' polipi maligni, de' polipi cadenti nelle faur.i , de' polipi occupanti la melà posteriore delle cavità oasali , oe viene per legittima conseguenza elle la loro applicazione è ridolla a soli pochi oasi di polipi vescicolari della metà anterior~ delle cavità nasali, non voluminosi, soprattutto aventi stnoza a poca distanza dalle narici anteriori ; ma qual è l'arn·· malato, non troppo pusillanime, il quale voglia anche ~n questi pochi casi di polipi visibili e tangibili nella loro radice antepor i caustici di cui tarda è l'azione, alla recisione ed allo strappamento cotanto efficaci e pronti ? A pocui, a pochissimi casi ed alle _persone io superlativo modo pusillanimi, tocche da polipi ancora recenti e piccoli nella teslè detta ~ede, sia dunque dstretto l'uso de' caustici potenziali. In ordine al caustico <lttuale, esso , fu già V<lntato da Ippocrate, da Rolando di Parma che lo portava su il polipo mediante una cannula, da Sacchi e Marèhettis· i c1oali ebbero l'ardire d'applicarlo venti giorni successivi , da Purmanu ohe si serviva d'un filo di ferro candente, da Ricltter ed A.crei che l'iotroducev.ano nelle narici con la guida d'una cannula circondata da un pannolino inq.uppato nell'acqua fredda , Il più semplice modo d'applicarlo è questo: dilatata per alcuui giorni una delle narici anteriori, s'i11troduce nella medesima uno specòlo p·c'r vedere be'ue la sede del polipo e poi, levato lo specolo, s'inLroduce in sua vece nella narice in sin al polipo, avviluppata

da un paooolioo, una cauoola avente un manico impiantato ad angolo retto nella sua base, oppure uo solo tobo m.elallico mantenuto in silo con le ptnzette da medica~ìone, e con la guida d'uno di questi con· tluho111 si pòrta coulr'il polipo un càul.e,'io iò forma di rosa o d'oli'va . .Avuto però riguardo ch'assai difficile è nei più de' cosi l'applicazione del cauterio attuale ed· aboh'impossibile allorcllè il suo pedicciuqlo () on è visibile; ch'il conduttore, riscaldandosi per il passaggio del cauterio, nuoce alle parli saoe ed, as. sorbendo calol'ico, scema di questo la potenza ; che può con facilità provocare gravi sequele, collie cefalalgie intense ·ed altri accidenti cerebrali, è esso, contro l'opinione di Vidal che lo dichiara quale migliore mezzo di distrugger il polipo nella son sede e contro pure l'opinione di Gtlrdy cbe si fece suo palrocioatorc , qoa;;i sbandito del lulto e riservato ;ii soli casi di polipi maligni e faci lmenle accessibili ocl alle loro radici super..tili allo strappamenlo , e ciò su il rillesso aJlresì cb'il timore dell'emorragia, per cui era dagli Auticbi accarezzalo, è nell'attuale dovizia di mezzi emostatici svanito. Per me io dico francamente ch'io un grandissimo numero di polipi ch'ebbi a curar incohtrar qu:utro soli casi in cui la mia previsiòne su la sua utilità ed ancora come ausHiario della recisione, sia stata co!l)pl'Ov.ila dal fallo. Trattavasi di piccoli polipi sarcoidei, attaccati alla faccia interna dell'ala del naso -o -del suo tramezzo, di base piuttosto larga e visibile (Oss. i, 2.-, 5 e 20), e credo fermamente che,. eccettuati casi congeneri, vi si debba sempre rinunziare. Nou eccettuo neppute il caso riferitt> da Ricliter (Ann. di Jl.fed. Stran. d'Omodei. voi. 3) d'un polipo così dnrt> e così assettato all'io· terno delle oarici che rendeva impossibile il passaggio delle tahaglie, per cui il citato Autore prese il partìto di ,ridul'lo alqaanto perforandolo con il caustico attuale e poi di strapparlo, .perciocchè a me cb 'in analoghi od identici casi ( Oss: i3, i$ e 2-5) volli imitarlo, t()ccò veder nn esito ben altrimeote diverso da quello riferil<> dal Richter. Setorie. --Gli At'abi prelendevanò non già, come dice Velpeau , distrugger i polipi, m0 consumarne i pezzi superstiti all'opet·azione con uno spago uodoso fatto passare dalla narice posteriore all'anteriore. Levret volle supplirlo con un filo d'argento circon'dalO da una spirale io latta. Ledrun 1'ipulivu le cuv ila nasal i , poi distruggeva alcune 1·adici di polipi, poi detergeva le ulèere supen;titi facendo passa,· una minugia od on uociuo dalla narice anteriore alla posteriore con il fine d'attaccarvi un COL'doncino di· cotone po1'tato ne1la bocca, di fado poi uscire dalla 11arice anteriore e, annodando quindi oll'es_tremità faringea di questo uno stuollo di filaccièa ora -secche, ora spàlcr11.t1e ai rimedii .cateterici o digestivi secondo la particolare iodi-cazione , di farlo scorrere nelle cavità nasali ritirando l'estremità anteriore élel setone. S'incoàtrano già alcuni cenni di cotesl'opcra2ione p-resso Ippocrate e ne patlù poi più dicllia1·otamente il L6yseau. Goulard volendo correggere, scorresse il m0tlo s~ato praticatu da Ledran circa al fare tJassar . il setone dalla uarice posteriore all'antel'iore La superiorità che l'età nostra ba su le età pa~sute i11torno a queste cognhiooi e la superfluità di:lla sedicente correzione di Goulard m'indocoo a tacerla, come taccio q11ell'al-


~? p;irti sane e nqn pqò çotesto perico\9. evjtarlo f/.llP· tra pratica peggio ch'inutile ~i. trafo_ra_r i p~>lipi con pure ·recjden?,o . cop il sciripgQt9~? dl Wat~l~t ç,b~ un. setone ch'alcuni poao eruditi Autor~ , svisando le è una speci_e, qi gamm;rntte term(nato co.me· Ja PUN!}. jdeè degli Antichi, hànno loro spr?pos1t11-tamente .a~d'una sonda .1 ~qnc~vo sµ il ta.gliebte e riqèhigso in coccata. .1ina g-uai1ia in cui si f1! scorrere, così :iltrp 0 90 vi hi! ·Dallè po?he cose -fin qui de;lt~ in~orn9 al m~tod~ fuorch~ la necessità .per me inc!mtfata di p9lipi fidel setone è facile vedere eh esso e una spec1e d1 liro·si- non passivi di strappamento e di cui sia bepe ~enlone o.perativo di cui può far~i il segnente giuconosci!llO il lùog!) dell'impiantamento che porga un~ dii;io : il metodo in genere faflisce del tùttò la mira ragione scusabile di reciderli, giaccl1è in siffatti casi a cui è diretto : può mettersi in dùbbio se con esso la legatura sarebbe d_i troppo difficile applicazione e siasi mai guarito un polipo del naso: io particolare <li troppo lenta azione é lo 'strappamento sco.nnetpoi lo spago nodoso degli Antichi e la,. modificazione tendo le parti sarebhe pericoloso. fatta da Le-vret si rrieritan appena d'essere menzio~ nate : di tutto ciò in cousegpenza non doveva rimaMà è des.sa la recisione ·inaispensabile io tutti i nere come non rimase, nell'Arte nient'altro fuorcbè polipi vicir1i alle narici anteriori od alle posteriori ? ]a p;atica cli fare passare dalla narice anteriore alla, Pel' dar un'adequat.a risposta è bene dis\ioguer i poposteriore un filo, un cordonéino e simili, direlli non lipi he?igni e, di base stretta qai maligni .e di base già al fine di guarir i polipi, ma d'intr.odurre nelle larga. E pur beffe distinguer i polipi impiantati verso cavità uasali stuelli o semplici o medicati per netle narici anteriori da quelli, che hanno. sede verso le tarle o per distrugger alcuni piccoli avanzi di polipi posteriori. ,Con la legatura e con lo strappamento può o per corregger un qqàlch.'altro male, soprattutto u1un polipo t>enigoo, dotato d'irn piccolo pedicciuolo cerativo, della Schneideriana. li modo d'eségui11e CO· ed avente sede verso le narici anteriori, levarsi via testa pratica non differisce da quello con cui si fa ug11a1m~nle che èon la MCisione; .noQ perciò è qll(lla :riempit ura delle. narici io caso à'eruurragia. sta per avventur.11 da anteporsi allo strappamento Applicato secondò altre vedµte e con altri modi il perchè leva forse rr1eglio la prima radice del male , ...setone riesci una volta utile ad Hoffman : un polipo, ed alla legatura perchè più agevole e più spedita, distaccatosi dal seno frontale, occupava una cavità Lil reci.sione non è dunque qui uu còropenso indinàsale e le fauci ; strappò egli le porzi_oni pol ipo,se spensabile ma on. corr!pçns,o eletti v:,11nenL~ preferibile. delle fauci e dellà cavità nasale, poi, aperto 'il seno i\1a se il polipo vicino iille òaricj apteriori non è di frontale, ne recise Ja radice : il polipo essendosi ri- , n;Jtm:a tanto benigna ed ha ,larga la base, iq penso prodot~o, lo risanò con un setone fauo passare dal ch'essa è all'ora nn me~zo n~c,essariamente preferibile seno nel nas9 e poi ne confermò la ·guarigione con iu quanto che potrebbe la légatJJra f11r!u i11cip~ignire uo setone alla nuca (~ull. d~s Sciences Méçl:). (Oss. 20 ). In qu<1nt~ai polipi vicini allè· narici_posteSe con i niezzi fin qui detti, tendenti (eccettuati i riori, sicéome de' più efficaci mezzi emostatici direi.ti caustici) a co1:reggere la condizione organico-vitale a ristagnare l'emorp~gia che pn() seguire la loro di,. dei polipi o ad atrofiz~ar!i od a procur1m1e il disfast)'uzione 4!c;uni sqn in quella sede i!llpo~sibili ed cimento per infiammazione, st1ppuraziooe e Junga U • altri difficili ad appl j'cal'si, qosì la legatqra è in g~nere sura, S01l9Si talvolta-otte!]ute guarigioni, non si ilehbe QP.- ~nteporsi, _come qu,ella co.r,. cui si leva il p0Jip9 .e però pretermett~re che la lor azione è lenta , incerta, nel tempo stesso si previen~ l'~mo_rragia. Non per dolorosa, fastidiosa e non scevra dal timore che met· ques~o sonvi casi in cui può il Pratiço con frutto ritano talvolta nei polipi il lievitò di r(rn degénerazioni. correr, alla recisione od allo strappnmeoto, scherPer 1a quale cosa i migliori Pratici convengon i mendo l'operat.o dagU inc.omodi annessi alla legatura mezzi più spediti e più sicuri essere la recisiooe, la che sono la disagevolezza e la (lifficolJ.à "d'applical'la. legatura ed anche lo strappamento, e ciò a malgrado Fra que~ti casi hayvi quello d'un polipo vescjcolar~ dell'opinione di Vidal il quale scrive niente essere pendente nelle fauci il quale può con prontezza esmeno metodico quanto lo strappamento. sere reciso o str:ippato senza timqr~ di ~overc.hia e'Recisione. Ad onta della difficoltà, di maneggiare . morragia. In queste contingenze la r~cisione e lo strumenti taglienti nelle strette del naso e del peristrappamento sono d'uguàl ·azione e sta nell'arbitrio colo dell'emomgia, l'idea cli reèider i polipi del naso del Pratico l'éleggere di queste pratiche una anzicbè andò spootaoet) nell'animo dei primì Cultori dell',\rte, }·'altra. V'è ancora un caso in cui può anteporsi la re# :Qi fatti si trova racc-ornandat.a nelle Opere di Celso cisione ed è quaudo il polipo ba noa radice fibrosa . e poi via via dis(!endendo fin a. noi. Vi fu però e spessa, assai resistente ed attaccata non precisamente v'è tuttora divario d'opinioni circa i casi io cui la all'orlo della faccia oasale del velo mobile , ma un recisione ha- da applicarsi e gli strumenti co,n i quali po' più in dentro di qu.esta sup~rficie. Se in uÌ1 tale qehb'eseguirsi. S'è preteso d'applicarla a tutti i po~ o sorniglianlè caso la radice del polipo non è amJipi, quale ne fosse la sede. l\fa si ravvisa subito ch'è mollita da lavorio flogistico o resiste essa per la, sua essa una pratica d'eccettuazione che non può utildurezza allo strappamento o non c~de fuotcbè dopo men~e e· sictJramente appU_carsi fuorchè ai poli'pi imenprmi e pericolosi tiramenti. Comunque, questa prapiantati nella metà anteriore <lell4 cavità nai;ale, spetica debb7essere sbandita, mentre che da un altro lat9 cialment~ in vicinanza della narice anteriore, di cui la prontezza dell'esecuzione, il poco tiI_nore d'er,norla radice sia visibile o tangibile, ed a quelli che sono ragia per la recisione di quelle radici fibro~ç solitar~dicati verso le 11arici . posteriori di cui il pedicciuolo mente pochissimo vascolariÌz~tE} e, succedendo emorsia, se non visibile, tangibile. In quanl'ai polipi della ragia, la facilità -con cui si può ristagnare introdusede mediana cotant'anfrattuosa del naso , siccom'il cendo uu grosso stuello nello spazio compreso fra Pratico dovend'operar .a tentone s'espone a ledére l'orlo delle narici posteriori e la sede in cui è im-


iOO J>iantata la radice stata reçisa, tutto in sò_mma milit.a perèhè si éonceda alla recisi.oTl~ un valore uguale, se non maggiore, che alla legatura (Oss. ,38}. . Nascono aucora spessò .d.alla superficie nasale del velo mobile del palatp vegetazioni', piccoli pol!pi od altri tumoreÙi a pedicciuolo in ~ui la recisione è per la sua speditezza da preferirsi , com'io ho più voite · provato con il fatto, avvegnachè pO!\san anche vincersi con la legatura e con lo strappamento. Ma se il polipo pendente nelle fauci posteriori, nasca esso dal margine libero o .dalla faccia nasale del velo mobile, è voluminoso, d9tato d'un pedicciuolo spesso e .di tait~ na.tura che faccia temere un'emorragia gr.ave dopo l'operazione, debbe allòra preferirsi la legatt~ra, come si dirà più innanzi. Comunque s'operi , debbo qui notare, Signori, ch'in alcuni casi m'e rii1scito di voltar il velo insieme con il · polipo e di rovesciarli entro la bocca : il che mi ha renduta facile l'operazione, qnal~ ne fosse la, specie. Non mi rimarrò finalmente dal dirvi, Signori, che, per la cura delle escrescenze polipose del naso di cui vi riferirò due osservazioni (Oss. 46 e 25), è necessario reciderle con le forbici e con il gammautle e poi . favorire _la cicatrice· della superstite _ferita con rimedii mollitivi od asLringenti o caterelici secondo Ja particolare indicazione, introdotti ne.Ila narice per mezzo di candelette le quali conservin 'al naso, mentre ha luogo la cicatrice , iJ suo naturale calibro, e ciò previa l'i3zione Iòcale e generale di quei rimedii che s'on idonei' a vincer una causa ·costituzionale, qqasi sempre scrofolosa, che è a base del male. In riguardo poi agli strumenti necessarii alla recisione, molti ne sono stati proposti, come tu spatola tagliente (Celso), la spatola po}ipica (Pa~lo d'Egina), .una specie di sciringotomo ' (Ilutten); una pinzetta della forma d'un doppio cucchiaio tagliente (RicoJli::. ni ), un semplice gammautte ordinario (Abù l'.'Kasem e Sacchi), un gammautte curvo e boltonato (Nessi), un gammautte ordinario od una forbice curva ( Ledran, Maune, Levret), ma presentemente rimangono soli nell'Arte il gammautte bottonato retto o cUt'vo e Ja forbice ordinaria retta pur o curva ed a punta sui_ussata se il polipo occop!} la narice anteriore, più lui:rga e piil forte trattandosi di polipi della narice posteriore. Afferrato per ciò con un pinzetta o meglio ancora con uu uncino serri pi ice o doppio il po· lipo e tiratolo alquanto, si fa scorrere lo strornentù tagl iente fin contro la sua radice che si taglia, cau terizzando di poì la parte, se il polipo giace verso la narice anteriore , non e di natura benigna ed ha larga la, base. Nei polipi delle rHirìci-posteri'ori debbe preferirsi al ·gammautte la forbice curva e lunga portata con la parte curva all'alto bene rasente la parete posteriore del villo mobile, voltato prima e rovesciato nell·a bocca . V.i debbo finalmente dire, Signori, ch'io non ho osservato che i polipi recisi siano più facili a ripro· dorsi che non gli strappati, come dice aver osservato Astley Cooper. Strapparnento. Il metodo dello strappamento è ugualmente àntico e ben altriment.e importante che non quelli che furono fin qui esàminati. Avuto riguardo alla sua estesà. applicazione può cbia marsi metodo-tipo. Han alcuni, ad imitazione di l\'lorand,

consigliato come pLù semplice e più.co!llodo Jo strapP.amento fat~o con i diti in~ici introdotti uno. nella ~arice anteriore è- l'altro nella posteriore e portati m opposta dit·ezione contro la radice del polipo che debbono spingere or in .dietro, or su il dinanzi per istaccarlo e poi cacciarlo per quella narice che è più vicina alla sua origine. Ma se questo compenso naturale può alle volte servire com'utile àusiliario ad altri più efficaci mezzi , siccom'ebbi ad ossel'vare e vi dirò più innanzi (Oss. 30), nissun Pratico vi ha oggigiorno che ad esso ricona com'a mezzo esclusivo· o principale. A questa ragione della sua esclu.sione come metodo principale ~ da :iggioogersi ··pure quella dell'essere la radice del polipo sovente collo· cata in allo ed iu .ispai.ii_così angusti che i d iti non possono raggiungerla: ma non si Pl!Ò convenire con G. Beli che sia esclus:i"perchè il dito l!On pµò giungere fuorcbè dove la parte cartilagioo~a delle a.li del naso s'unisce alla loro ·porzione ossea e dove incontrasi l'estremità anteriore dell'osso turbinato inferiore; perciocchè vi son ammalati dalle narici e dalle cavità nasali molt'ampie p!ir natura _e poi soD esse solilamente amlJie in chi è tocc.o di po.li po, oltrachè con una hl(rnda vi9lenza po_ssooo al:>bastanza allargarsi per capir il dito, come l'osservaiione mi ha• provato. Lo st.romento perciò con cui si compie è la così detta pinza a polipi , della quale l'oso è anti· chissimo, ma la sua forma .fu sin ai nostri tempi piuttosto disadatta cbe ~JO. Di lunga mano più utile è la pinza di cui . ci serviamo presentementé. I suoi anelli son attaccati JlOn nella direzione. delle sue branche ,ma su i lati: i suoi cucchiai non istanno neppure nella direzione di queste, ma son alquanto piegati in fuori, un poco concavi, fenestrati e forniti di piccole punte a guisa di denti, per cui meglio afferran e ritengono meglio il polipo. Con questa forma succede che, aprendola, grande risulti lo scostamento fra -i suoi cucchiai e piccolo fra le branche, il che è conforme ai voti del Pratico. Sonvi pinze rette ed altre curve. Le rette debbon iD genere anteporsi quando s'opera dàlla parte della narice anteriore. Il Pratico può con esse operare con più forza· che non con le curye con cui non può praticarsi la trasiooe; il che rende lo strappamento più difficile , più pericoloso e ruepo compiuto. Queste sono più adatte ai. polipi delle nariGi posteriori che hanno da afferrarsi dal lato della bocca; nel quale caso debbon introdursi in questa cavità con la parte concava rivolta al palat~. Nei casi di polipi assai voluminosi, difficili ad esser abbracciati dalla pi~za ordinaria entro le cavità nasali, è stata dà J9seph (Magazzino del Bal· ùinger) e più tardi da Richl.er encomiata una pinza di cui le branche s'introducono separatamente, come quelle del forcipe , e questa maniera di pinza nun è. ib alcuni casi da disprezzarsi. Se I'ordirìarià forza delle pinze è sufficien te per il maggiore numero dei polipi , a strappare però polipi ,fibrosi · dalla radice dura è spessa ed immedesimati con il tessuto fibroso della parte, debbon· esse, perchè non si pieghino nell'att9 operativo, essere molto più solide e con i cuccb.iai muniti di denti dì lupo , le quali più o meno macernndo il pe<litciuolo _oe rend.9no più facile lo strappamento. La pratica degli Antichi, stata ancora favoreggiata


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da C~or.er, di legar il polipo e poi di strapparlo tirando con forza il laccio è nella oostrà età co11 ragi,rne di· menticata perche è difficile, ha l'inconveniente :di ri · chieder una doppia operazione e non può applicarsi . fuorcbè ai polipi duri ed u pedicciuolo. Nell 'acciogerci all'operazione dello strappamento è necessario aver io pronto, oltre a varie delle testè dette tanaglie, acqua fredda ed aceLo; polvere di· culofonia i pinzette sottilissime e lunglle, altre curve, altre rette ed uncinate o terminate io piccole punte a guisa di denti semplici o bifidi, e ciò per meglio fissare polipi troppo mobili; au gammautte retto' ed 011 altro bottonato; pinzette da medicazione ; le pinze del Museo:&; uuo schizzatoio e tutto ciò che è oecessario per fare la riempitura delle cavità nasali. Alle volte non ò per avvenlura mal.e fare, ad imitaz.ione di Guido da Saliceto, precedere l'operazione dalla dilatazione della narice anteriore mediante spu. goa , e ciò in quegli operandi clJe la hanno trnppo ristretta. Quindi debbesi prima d'ogni altra cosa fare sedere !'operando su d'nna seggiola in faccia ad una fìoeslra iltnminata dal sole con il dav-anti <lei trunt:o coperto e circondato da un lenzuolo cbe nel tempo stessQ lo preservi dallo stillicidio del sangue e vieti i mov'imcnti delle sue inani da cui potr·.ebbe l'Operatore essere disturbato. Giova pure LagUar i peli ohe fitti guaroiscon alle volle l'entrata delle narici ed imbarnzzano la vista. Frattanto POperalore riconosce con uno specillo la sede in cui è impiantato il po· Jipo e dopo ciò varierà gli atti operativi secondo che è esso molle o duro , piccolo o volnminoso, collocato verso le narici anteriori ò verso le posteriori o nel bel centro delle cavità nasali , second0 gli accidenti che occorroo operando e secondo altre circostanze di cui daran un 'idea i seguenti riflessi. Ne' casi ordioarii l'Operatore raccomonda all'ammalato di fare avanzar il polipo con lo spingere quanto può il fiato pel naso e poi lo branca con una piccola pinza tenuta nella mano sinistra : iutrodolla qu1ndi la pinza a polipi chiusa per la naricu e riconosciuta di nuovo Ja precisa sedP. della radice del rnale ., ne dilata le branche ora verticalmente, ora lateralmente secondo q11esta sede, poi egli afferra il polipo io cot::ile guisa port~l? in_nan~i _e l'afferra largamente ed il più ch'è possibile 10 v1c1oaoza del pedicciuolo. Occorrendo che nel tirarlo, il polipo ceda, s'allunghi e s'assottigli, S'()bbraoca alquanto più in alto con una seconda P!?za a_ c?i_ per lo stes~,o assottigliamento del polipo pm fac1l ? il varco e c,o seoz'abbaodouare la prima, e successivamente anche con una terza ove et1li tema che venga lacerato senza che ·ne rimaoaa sctiantata 1~ radice: io cotale guisa stretto il polipo, se il Pratico ~e torce !l pedicciuolo dando on mezzo giro od un ,g,ro a_lla ~,mzetta chiusa, gli riesce per lo più di le~arlo d un tratto e lutt'i_nt(ero. Ma se il polipo P1 ofondame?te collocato non puo allungarsi a segno da e~sere tirato_ faor~. prima di venire strappato , è meglio ~ar eseguire p1u d'un giro ulla pillZetta chiusa,_ e ~,ò .senza alcuna forza , continuando nel tempo stesso ti tiramento sin a che siasi esso distaccato. Aslley Cooper consiglia di strappar i polipi dal 0 ro punto d~adereoza con un colpo imprnvviso come 1I modo .. f ac1·1e d1• portarne via tutta la radice ' ed pm una porzione della Scboeideriaoa e dell'osso, evi-

tando la ricaduta. Ma se questo .consiglio è meoo. dannoso quand' il polipo. ~ vescicMare, e può.- essere. abbrancato Della ràdice , tQttocbè aocb 'in questi"casi' sia da aqteporsi 1a pratica poco sopra descritta , è. poi da dimenticarsi affatto qaand'il polipo è vol~minoso e non si può prendere fuorchè nel suo corpo , giaccllè io questi casi quanto più a luogo e più lentamente si rivolge io giro la pinza e quanto più la parte da cui uoa porzione di polipo si distacca, ri• m:iue torta e contusa, tanto. mi1101· è il pericolo d 1emorragia e più facilmente il polipo si distacca neHa sua · parle ·più sottile o verso la radice. Nei maneggiarnenti sopra indicati la mano destra dell'Operatore debbe tenere gli anelli della pinza e la sinistra il luogo di congiungimento delle sue branche al fine d, dirigere meglio i moyiineoti e di poterne ioclinare con quanta forza ò necessaria i cuc~ chiai in alto, iu dentro od in fuori, servendosi io alcuni casi de' medesimi come d'uoa leva di primo genere per trar il polipo in direiione diversa e fa. cente per così di°re angvlo con qaella in cui s'era afferrata. Quand'il polipo avesse una radice così àlta o fùs~e così volnmiooso o la cavità del naso così piena che non si potesse toccarne o brancar la sua radice, dovrebu'il Pratico stare ùo1ìleotn ad afferrarlo più in alto che fosse possibile. Succede allora o ch'il polipo si distacchi io totalità tottoche sol:imente preso nella sua parte anteriore o che si distacchi _la sola parte brancata rirnanendone in dietro llna porzione e segnendone talvolta emorragia al>boodante. Io questo caso il migliore mezzo di sopprimere l'e. monagia è quello di procurare di sradicare la s 11perstite porzione. Ove non fos~e ciò possibile sarà questa strappata più tardi cioe cresciuta clie sia (Oss. 4) e si sopprimerà frattanto l'emorragia con i soliti mezzi, Succedeod,1. che vi sia più d'uu polipo, si debbono ripetere gli stessi testè detti alli operativi, dopochè è stata con istul!lli o con iniezi oni d'a~qua fredda nettata fa narice ed è cessato il gemitio di saogae che incaglia gli ulteriori at~i operativi. Quaodo ciò non. si conseguisse dovrebbe differirsi l'esame e la nuova operazione ad un altro giorno. Non avendo alcnne volte potuto, a malgrado delle iterate e reiterate operaiioni, levare via que' rimasu, gli di polipo, 1111 veduto giovevole lo raschiarli con il dito introdotto nella narice. Viùi altre volte utile l'introdurre uel tempo stesso il dito o la tanaglia nella nari ce anteriore ed il dito dell'altra mano nella posteriore e poi spingere il rimasuglio ora di dietro in avanti ; ora io direzione opposta fincb è non ne rimanesse svello. (Continua)

;ia

!

BREVI CENN I I NTORNO AD ALCUNE )fOOIBICAZIONl DA IN•

1'ROOURS1 Nt!LLA CONFBZIONE UBL PA.Nt! PER lL

del Dott. glierici Piazza. DATO;

ROPIHLLI!,

Sot•

Med. d·i Rtgg. nell'Arti-

( Sonlo della Redazione )

li Dolt. Rophille dÒpo over in questa sua Memoria dimostrata la gravità e l'importanza dell'argomento in q1ie· stione, importanza che dice appunto essere stata ricono•


tai sciula dall'attuale Ministro della Guerra · quando coi;i Ja più sag~ia e p~ovyida .sQllecit~di~e i~tr?duceva ~~!la confezione .del pane dél Soldato quei m,ghoraqieni1 eh~ sono pre6isamente nel verso di° quelli c~'egli sta ora_ per prop_or a maggior ampli·aziqne e- perfozione dei priO)i , enumera storicamente le varie m<;>dificazi.onj state succes· sivamente adottate uella fabbricazione del pane per la Truppa facendo principalmente ri~ultare come , 91e0Jre una volta il pane si confezionava con farina tale quale s'otteneva dalla macina , fu ~uccessivamente riconosciuta ed ammèssa l'opportunità d'estrarre dalla medesiina nna determinala quaniilà di ;naterie basse, estrazione ·che andò poi mano mano aumentando per modo che ragguagliava già il 12 p. 0 10, quando con ottimo accorgimento l'attuale Ministro di Guerra prescrisse· che rion solamente il 12, ma il 1'5 p. OtO di 'Cl'llSCa e cruschellò dovesse estrar.si dalle farine quali si ottengono daTia macina; e ciò. co·n generale soddisfazìone e con evidenté vantaggio dell'Esei:ciio e senza che per nulla s'avverasser i danni o gl'inconvenienti che dall'estrazione della crusca sono da taluno preconizzati o paventati. Quindi il Doll. Rophille proponendosi dimostrare come, seguend'appunlo il corso clegli accennali progressivi perfezionamenti maoo mano adottati nella fabbricàzi·one del pane di munizione, sarebbe cosa vantaggjosissima al S@ldalo non solo, ma altresì al Governo che s'estraesse dalla farina quel tanto che ;rncora -rimane di crusca, s'esprime nei seguenti termini. " Se le farine che s'impiegan altualmente per la fabbricazione deJ pane di munizione danno ~ppo la panificazione un maggiore prodoùo. in peso eù ·io volume , ciò non per altro avviene .se non per la presenzç1 della crusca la qui3le, sostanza emjnentemente dotata · di proprietà igrometriche, mantiene nel pane un.'eccedenza, pi acquà in sospensione senza ch'H me~es·imo possegga poi, rigorqfamenle parlando, le fac?lli! nutritive proporzionate al suo peso. Per questa ;agione s'è in ogni tempo respinta l'inl'roduzione del riso e d'altra sostanze igrometriche nella formaz.ione ciel pane per il Soidato; per questa ragione anco~a si potrebbe toglier affatto la crnsca e diminuire la razione giornalieJa del pane di quel tanto ·che la sottratta quantità di crusca può pesare; e ciò non solamente senza limor alcuno per la ,nutrizione del Soldato, ma bensì con vantaggio della sua sanità, giacchè cosa inconlrastabil ella è che sollraendo' 'dalla farina tutta la crusca s'eviterebbero non pochi inconvenienti i quali bene sovente sono cagione di giusti lamenti per la calliva ,condizione del pane·; incònvenienti questi provenienti dalla fermenlazione resa difficile dalla presenza della crusca nella pasta, per cui alla sua volta la .cottura del . pane resta imperfetta e questo riuscendo soverchiamente compatto e massiccio passa prontamente allo stato acido nell'estate ed in nessuna slagione o circostanza può. essere suscetlibile di quella conservazione che le esigenze della vita i.\'.lili\are possoQo molle volle richiedere. In falli nei lung11i lrasporli, in tempo di guerra, é1uando corre umida e piovosa la stagione, dipendentemente dell'ac'cenoata proprietà igrometrica della crusca, il nostro pane di munizione s'ammollisce con molta facili là ed ammuffa una volta ammollito: ognuno dL noi sà quanto ripugni mangiarlo e come sia quasi impossibile farlo nuovamente essicare, mentrechè il paue bia~co, qual io propongo , essiccherebbe facilmente e così diventerebb~ di nuovo allo all'ali-

ment.azione del Soldato; qllaµ,do poi.il pane è a_mmuITato, non vi ha parimente tra VO\ clù non ·.sap.pia quant'il medesimo nob solo non riesca disgustoso, ma ben anche ed indubitatamente no~iv_o rendepdo falicos~ ed imperfette le digestioni e dando così' IQogo a .diarr.ee, a coliche, a disserìte~ie, a nausee, a vomiti, a meteorismi, ecc., i ,quali tristi effetti sono dal sig. Raymond dì Lione attribuili non ad uno speciale principio velenoso, ma bensì ad una grande quantità di gaz acido carb_ooiéo c);ie si svolge nel ventricolo nell'alto della digestione. Ondechè gli av:velenamenli prodolli dal paue ,ammuffato sono costituiti da altrettante c·oli,chè ventose le quali 1u molti casi possono divenìare mortali egualmente che la dissenteria, così frequente negli accampamenti, la. quale molle volte non deriva parimente da una cagione diversa. Per ovviar alla perdita· di sostanze nutritive, perdita che secondo taluno conseguiterebbe la tota1e sottrazione della crusca dal pane di munjzione per cagione della quantità di glutine che a questa sta aderente, si potrebbe molto bene sottoporre ad una lavatura meccanica ·per mezzo dell'acqua ca lda la crusca ed il cruschello di cui fu privata J.a farina destinala alla panificazione spremendone poi con la pressione la fecola ed il glutine _che possano per avventura in quelle contenersi e per servirsi quindi dell'acqua di. questa lavatura nell'impastare la farina totalmente monda dalle parti legnose del gran.o. Io questo modo s'otlerrebbe la medesima quantità di pane e s'ayrebbe il vantaggio d'averlo quasi affatto bianco, di qualità eccellente E' fornito di tuue le volute proprietà nutritive. Il bene del° Soldato è . cpsì strettamente collegato con gl'interessi tutti del· Governo che riescirebbe. appena possibile esaminore separatamente i vantaggi che all'uno ed all'altro deriverebliero d.al ridnr al massimo grado di possibUe perfezione il pane il quale costi lnisce la base della nutrizione d~.l .Soldato. E primieramente il ·Governo senza timore di defraudar il Soldato o.el la necessaria sua alimentazione po'trebbe Qiminuire di due once il peso della giornal iera razione del pane, pt;ocnbndo çosì un'eco oorni a all'Erario ed un'ev1den1e utilità al Soldato il quale riceverebbe un pane più gradito, più gustoso , di più facile digestione, più nutritivo e non tanto .soggetto a· <leterio· rameoli : secondariamente la provvideuza da me proposta rappresentonèl'lln vero e oolevole progressò -nel senso delle leggi igieniche, l'utilità del Governo ed il bene del Soldato 'non tarderebber a ma.nifesrarsi in molti modi , ma specialmente n~lla diminuzione delle giornale di preseìi'za negli Spe~ali. Finalmente un altro vantaggio ne verrebbe al Soldato coscrìllo, in qua'nlo che tolto il medesimo per lo più alla vita rurale ed accostumato .ad un cibo grosso· )ano troverebbe nel pane, cli grande lunga pi'ù saporito e migl iore di quello a cui fosse prima avvezzo, no adeguato compenso allà nuova e faticos11 sua condizione di vita; mentre che il cos::>rillo di condiiione più agiata e civile non sarebbé contro le sue abitudini condanna.lo a cibarsi di p~ne nero, e ciò potrebbe forse conferire non poco- a rendergli meno gravi e meno moleste le fatiche e le privazioni della vita Militare, » Continua quindi il Dottore R~phiJle ndll'euumerazione dei vantaggi cJ1e ridonderbbero al Soldatò dalla provvidenza da lui proposta con il rammentare le camp;igne del 1848 e del 1849 nel tempo delle qualì i Soldati erano sovente costre.tti a gettare qua e là per le strade e per le campagne il pane di muoi-


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zione perchà ammuffato, mentre ciò 0011 a-vveooe mai per riguardo al pane bianco ed lii pane ifa ~1pt>11, ed 811• che con produrre lo spreco che i Soldati fanoo generallflèìlle del pabe di ·munizione vendendolo l)er ,lò P!Ù a soli cenle.simi 50,. mentre no vale 50, e ciò per comprarsi del pane biant:o. Dà poi termine alla sua Memoria propooend'aoche che sia modincata l'attuale torma del pane. adattand'io vece della roto.,da la forma oblunga, con Ja quale.sarebbe resa più facile e più uniforme la collura , . ~·avrebbe an ris:parmio di combuslib.ile perchè non sarebbe più necessario n~i forni un ~l"ado hosi elevato di ·temperatura ed il pane sarebbe più acconcio per i tras- · porli tanto del Soldato individualmente dietro lo zaino, quanto sopra i carti di provianda nei grandi traslocamen Li.

PARTÉ SECONDA RIVISTA DEI GIORNALI SCIEl\rri'IFICI ( Sunto aella lteda'ziooe ) Intorno al metodo delle ùiiezùtn'i 1"odate nella cura degli ascessi litifàtìci e tlci tumori cistici; dol Do.tt. Coll. G. 8.

IlollELLt. La lellura del caso da o,o i pubblicato nel 11 ° 8 di questo Giornale (ai 2Q 9i seltembre 181>2) concernente un nscesso linratico, gua. ito la mercè delle iniezioni ioda'to dal nostro 'Coll~ga Don. Mariano .N1ed. di Regg. nella Casa a. Jnvalidi, porse occas1011e al Chiarissimo Signore Dott. 13011elli cli fare di pl:lbblica ragione nel n° 42 del1a Gazzetta Medica Italìana di l'orinò alcuni rìschiarimenti Storico-patologici intorno al citato metodo delle iniezioni iodate i quali sono dire1.ti : 1° a fare conoscere che il Dott. Borelli fu il primt> erre sino dall'anno 18,i'G ioJ.r:o(lus~e nella T~rapeutica Chi11argìca l'uso delle iniezioni iodate tn1Jlodioamente rinnovate millà cura,· deUe raccolte ,norb·ose ùfl;a1>ità abnorini o dì formazione patologica; ~ 0 a dimos~raro che .duplice p i! proc(,)qimenlo nel metodo delle ioiezléo i ioda l~·cioè, l'uno d'iiliczione i,~1ica, di spettanza del Sig. Velpeau, con il quale si curano le raccolte morbose h, cayilà naturali, qnali ad' esempio le idroceli, lé asciti, l e iriarwosi , i ganglii; ecc. L'a'ltto chiamato dal suo Autore delle iniezioni metod:camen;e rt'nnovàte e diretto a curar i tum(!ri cistfoi propriamente detti> gli ascessi linfatici, i congestizi fin a un ee io segno, i subacuti e finalmente i seni e le fistòle in d:terminate circostanze;

5° a specificare quàle s:a la pratica operativa di qu est'ultimo procedimento di coi i caratteri distin,ivi consistono: 1° llè1 praticare la puntura del lumore con un'incisione alla a permettere lo sli llicidio del l'umore contenuto e ad operare le iniezioni necessarie, ma lale (mezzo centi_m~Lro ad un dipresso ) che nòn favorisce troppo l'uscila deÌla tintura ioìenata; 2° nel rinnovare le iniezioni ogni due, tre o più giorni a seconda. della riazione 1logistica dall,e medesime 11:romo:ssa nella cavità del lo· more, continuando· nell'uso di qu.elle sin a che sia espulsa per inlìero la membrana cistica e sil\ scomi,1arsa

. ogni sorta di durezza nelle pareti del tumore ovvero sin 11 ·che il Pratico possa (nel caso di ascessi ~iofalici) essere sicuro dell'obfiteraziooe· della cavilà morbosa ; 5° n~ll'impiegafe la. tintura ~i iqdio setn.prf piira, salvo forse qualche rarissimo caso c11e il Dòtt. Borelli chiama problema,tico; ~0 nell'i.,ieUai,e nella cavilà del tumore un'abbonùanle quantità di tintura (un'oncia nelle cavità più estese) , nel far a questa p.ercorre1·-e lutti i meandri della cavilà dèl tumore o nel lasciarvene soggiornare quaol'io essà spòOtaneamen'te ri~ane ; 5° nell'alternare le inlez1oili iodate con i caU.rpl,asr'nl mòlliliMi sili tumore onde per uoa partè calma, e la ridestala flogosi, per l'al• tra favorir il processo suppurativo e coo esso il distacco dei tessuti dìsor~aoi ci ; 6° uel1'Ìr)lrodurre come mezzo sussidiario, quando uoo può ottenersi il distacco dei tessuti d'isorgaoici ovvero quando l'aperlùra· praticata 11iai.i rimpieoiolita o te-ndà a. chiudersi, nell'apertura del tumore Un trOCiSCO di minio, facen'dolo p·enetraTè profoodamente secoad'il bisogno e lasciandovelo finchò non siasi operata intoròb ad esso la morHficazione dei tessuti , il 'che per lo più avviene in quinflfci o venti ore ; 4o finalmente a formolar i nnlaggi di questo suo metodo; vanlaf§gi dall'Autore riferiti al lieve dolore della puoziorie·; alla breve durala -dell'irritazione consecutiva all'inieziooe; alla moderazione òeJla riazione flogistica che può tosto cnJmarsi, .se u11 po' eccedente, con i cala· plasmi mollitivi ; alla rll1>idità della cara ch'io generale non s'estende al di fà dei • 5 ai 20 giorni per i tumori prtlioarii e d'µu mese ·per i volumioosissimi ; al.la sicurezza della cura; alla guarigiorie radicale resa maniresta nei tumori cistici dalfa fusione .ed espulsione dèlla membraoa cistica ; Iioalmente alla piccolt:izza della cìcatrice superstite.

Cu.,·a dèUa S ifilidè nei Neonati. (Suolo del Doli. QUA.Cl.IO)·

11 Doll, Cul lericr titenèrid'o come foò:lpo con danno sprecato quello che i dovrebbe impiegare nella cura anlìsilìlitica della nutrrce ne' casi di sifilide de' n-eonati , altrondè éssen~o poca la qùanlità de' principii idrargfrosi che restano nel latte; pro~one, qual<1 migliore spedieote, le unzioni d1ungucnlo napolitano, sul torace dello stesso bambino oppurb l'n~o di bagni generali· con il sublimato corrosivo. · (Abeitle Mèdicafe, 15 ott.)

AVVISO La Direzione del Giornale invita gli Abbonati cbe sono in ritardo di pagamento a volere pagare la rata del primo semestre, giusLa le condizioni d'associazione. Si pregan i Signori l\'ledit:i Div isionali perchè abbiano la bontà di riunir in un solo vaglia z,ostale le rate dei loro dipendenti o di farne sborsare costà l' importo col mezzo dei Quarlier-M11mi dei, Corpi. Quegli Abbonali elle prefel'iscon inviar il loro vaglia z1ostale isolatamente, sono pregali a volerlo dir igere al Barone DE B~AUIIORT, Vice-Direllore del Giornale di Medicina Militate e non altrimente, incl\iuso in lctte1·a all'raocata.


STATO GENERALE NUMERICO DEL lUOVIì\'lENTO DEGLI AMMALATI E I

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d:~lle:malattio ·state eur~te negli Spedali Divisionali e ~uccursaU MilU~ri di Tetra e di ltlarina nel .mese di settemb1~e I 852·. .GENERE DI l\lALATTJA

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Encefalite. .. •. . . Spinite . . . . . .. Otite . . . . . . . . . . . . . . . . neumatica . . . . .. tt .• Purulenta . . . . . O a1mia Bellica o Contagiosa . . Blennorragica . ·. . . . Angina .· . .. . . . • . . . . . . . . Bronchite .. . . . . . . . .•. . Pleurite e Polmonite · .. Cardite e Pericardite . •. Angioile .. Flebite . ., . .. !:ì~~it~~u~i~e: : : . . . .• Gastro-enterite .. , Epatite . . • . . . . . . . . . ~ . Splenite. . . . . . ·. . . ~. Reumatismo . . . . . .. Artrite .. . .. Cistite ., . · Uretrite. . . . . . . . . .. Id. Blennorragica . . •• . Orchite. . . . . . . . • . Osteite .. •. . • .. Periostite. • . . •. Flemmone. . .

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Tisichezza polmonale • . . . . . . ~ Idrotorace . . . . : . . . . . . . . :: Ascite . . . . . . . . . · . . . . . . . g ·Edema . . . . . . . . .. . . . . . <.;) Scrofola .•..•.. ·.• . . . . . . Scorbuto . . . . . . . . . . • ... ,vizi organici del cuore . Aneurisme . . . . . . . . Ulcere. Fistole Tumori. . . . . • Ascessi acuti . ,... Id. lenti. • Idrocele . . . . . . . . ·. ~ Varicocele, Cirsocele .. o Sarcocele .. : .• ,•... >-l < Artrocace . . . . . . . • . ,.. Spina :ventòsa . ç::, Osteosarcoma . .. ;; Carie e necrosi. . ::.t Ostacoli uretrali . . çaJcoli. . .. Ferite Fratture. . . . . . . . . Lussazioni . . . . . Scirro e cancro . •. \Cancrena.

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Cholera' morbo . . . Diabete . • . . . . .

Risipola. . . . . . . . . . . . . . . Vaiuolo .. . . . . . . • . . . .• • Sca.dat'tina . . . • . . . . . . . . . Rosolia . • • • , . . ..•. •. • . Scabbia. _. . . . • . • . . . . • . . Erpete . . . . . . . . . . . • • . . Tigna . . . . . . . . • . . . . . . .

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Riporto .. -1\lanìa. . . . . . . . . . . . . . • . lpQcondriasi . . . . . . . . . . . . Nostalgia ...•. . . . . . . . • . ;;; 1Apoplessia . . . . . . . . . . . . . o Epilessia . . . . . • . • . •.... ; < Tetan:o..... . ... . . . . . . . 111 Parahs1a . . . . . . . . . . . . . : z Prosopalgia . . . . . • . . . . . . Ischialgia.. . . . . . . . . . , . . . Stenocardia . . . . . • . . . . . . Neuralgie varie . .. . . . . . . ·.

35 5

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Sifilide primitiva . . . . . • . • . . Id. Costituzionale . . . • . . .. Suicidio. In osservazione ..

ilforbi non c,ompresi_nel quadro : Leggieri morbi)ocali • .•

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155'l 2670 2601 34 1587 ,.

Totale dei curati- . . . i22~ -

Totale dei morti . . 34 -

Torino, 1852, Pelazza, Tipografia S11balpina, via A.lfieri,

n, 24.

Mortalità relativ.a, 8 meno dell'4 p. 0(0.

li Direttore Dott. COMISSETTI Med. Div. Il Vice-Direttore respons. Dott. Bar. de BEA.tJFOll.T M R,

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di settembre 1852 )

. ANNO II.

GIORNALE DI MEDICINA HILI1,ARE 'DEL CORPO SANIT!RIO DELL'Al\UA'fA SARDA.

L'asso::iazione non ;i ri.\w~ che ;.i:ir un :ia-io e po:n:n Jia col 1° ,l'agosto. li Gillrn,i!o~i pubblica nel luneJ(di ciascheduna settimana. PREZZO D' ASSOGIÀZlONE

Io Torino . . . . . . . . L. IO. ln Provincia,ed all'Estero, franco di posta . . L. 11. L'abbonamento dehbe pagarsi per semestri anticipali. Le associazi.oni per i oon militari ricevonsi alla T1PoG11AFIA SUBALPINA, via Alfieri, num 0 24.-. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate.~d acc.orrfpa,gnate da vaglia postale. SOMMARIO. - 1° Doti. F.t.BnE: Lezioni Cliniche de!Comm. Prof. Riberi su i polipi del naso. - 2° Doli. ALCUTI : Intorno ai danni risullanli dall'uso di alcuni vini. - 3° Sig. G!ORDANO : Intorno alla pomata del Ranuncolo. - 4° Relazione delle Oooforenze Scientifiche. - 5° Rivista dei Giornali Scienlilìci: Sunto del Dolt. Mourn1.

o non vi penetri se non se con suono spezzi.lo oppure provuéhi un suono gorgheggiante nell'atto che l'amrnalato alterna rapidamente i .moti d'inspirazione · e d'espiraziòne. V'è allora molta probabilità èbe l'ima parte della ca,· ilà nasale capisca ancor ona qualche vegetazioQe polipo$a, Cresc·e la prob:ibi[ità se nello strappamento dei primi polipi che sono verso le na ~ rìci anteriori, le cavità nasali sanguinano ed il ~angue non cade nelle fauci, avvegnacbè l'ammalato ab~ bia il capo alquanto incliriato su , il dorso co;s. 55). Finalmente la probabilità si converte in ce~tèzza ove l ' a~imal atob faccia u n'espirazi_orie .forte e protratta , c111usa 1a occa e 1a narice sana, perciocchè sulleI valo dall'?ria uscente, il polipo da prima invisibile e del Prof. Comm. RrnEru profondamente ac~ovacciltto, rendesi per uoo de' suoi lati vìsibile tanto che dura l'espirazione e poi ricade, (tracciato dal Dolt. FABnE *). quei>l.a cessala, nella pristina invisibile sede. _ I>ebbe in tale c.aso il Pratico procurare d'afferrarllJ con pinzette uncinate sottili e lunghe, rette o curve , POLIPI ED ESCRESCENZE POLIPIFOR)ll weutr'è sollevato dall'aria espiruta e, così fissato , portarvi contro la pinza a polipo. Ma quando oou si DEI" NASO pu~ in questo modo venir a capo d'estrarlo o perche non e sùllevato dall'aria espirata o non è~solleCredesi generalmente clie se, estratto uno o più v~t.o_ abbastanza in g_razia della brevità del suo pepolipi , l'aria tirata r,er il nasi) passa liberam!!ole d1cc1uolo dal luogo in cui è questo attaccato, io ho nelle vie del respiro con suùno naturale, vi sia la con vao1agg10 fatto passare con la sonda di Bellocq ce1'.tezza che il rnal è lutto ,diradicato. Non nego elle ùn grosso stuello nel la narice postel'iore, cbe ho poi cos't appunto succeda ne' più de' casi il fatto: vidi v,~rso l'anteriore tirando il per gradi fotto avanzare .però casi d'eccett1Jazione. Vidi alle volte l'aria pasfilo a cui era allaccalo. In questo modo lo stuello sare liberamente e naturalmente per il naso, tuttavia . il polipo ,dal di dietro in avanti, . lo. fissa per spinge con un atle,nto esame ho . :rncora riconosciuta la preguisa che non riesce pui cosa difficile l'afferrarlo con sen~a d'uno o più polipelti, ader~nli all',tlto e pe,nla pinza pol'tatavi coutro (Oss. 1.2. e 35). zolooi nelle fosse nasali, i quali per la loro piccoLa pratica delle operazioni fin qui descritte riesce lez_za e mobilità _sfuggivano facilmente la pinza. In senz'alcun'altra giunta ordinariamente a bene quaudo tait o somiglianti casi vidi pur essere b1rnn partito i polipi sono,· vescicolari , eppèrciò molli e facili a quello di fissarli 'afferra :1doli per la punta con lun modellarsi alle strette aperture del naso. Ma quando ghe e sottili pinzette uncinate e poi di mandarvi conson essi duri·; quando hanno mandate appendici nell etro la pinza a polipo. , fauci e nelle cavità circostanti alle fosse nasali ; Occorre altre volte che , sebbene estratti uno o quando coteste appendici sono così voluminose che più polipi , non · si vedano più àltri nella cavi.là narimangono come incastrate 'nelle cavità circostanti s~le, tuttavia l'aria tirata per il naso~ chiusa la nanaturali od accidentali e sproporzionate alle aperture rice sana , non possa penetrare nelle vie del respiro con cui queste comunicano con le cavità nasllli , (')V.i numeri antecedenti. quelle operazioni esigon allòra le seguenti giunte.

I

PARTE PRIMA

LEZIONI ORALI ED OP:ERA.TIVE

I.


106 Se il polipo òurò, sconnesse le pareti ossee e cartilaginee del naso, è arrestato dall'orlo fìbfo -cartilagino1;o delle nurid; se, tuttochè contenuto nelle cavità nasali senza giu11gere contro quell'odo , è così voluminoso elle si preveda l'inJpossibìlilà d'eslrarnelo per l'orifizio del.le narici; se si preveda che , anche <lila1.andole con ispugua, rimangano tuttavia troppo strette per dare passaggio al polipo, giova innanzi tutto ricorrer alla prutica di Aforel-L:ivall~e cbe è di tritare, sminuzzar e così appicinir il polipo con forti pinze, essendo cnsa più naturale il scemar il volume del corpo da estrarsi che l'allargare le aperture per cui ba da passare. Ma non riescendo questa pratica è rla abbracciarsi quella degli Antichi ch'è. dL incidere la pinua del naso e ciò nel verso della linea median_a, cd è forse più commendevole quella dei moderni che consiste nel tagliare l'ala del naso in footi uellt1 sua ·unione eon la guancia. Vi dal, per , e· vi lare la cicatrice, , còrn,iglià (li preferenza il taglio del tramezzo <lei naso. Ad ogni modo questo ,aglio ooo solo rende facile l'cstr.n.ione del polipo, ma mette l'Operatore in grado di ,·er·ifieare con il dito la vera sede del suo pediccinolo, di riconoscere la presenza d 'a ppendici polipose accovacciute enlrn cavità confi· nanti con le fosse 11as1lli, di meglio e più pronta- · mente estrarle, di bene sbrattare la caviU1 del naso , ecc. Ho in questa guisa operando potulo levare via dalla narice non solo il polipo doro delle cavilà nasali, ma anche alcune sue appendici cb'eraoo nascoste nell'antro d'Igmoro, io cui mi fu facile penetrare con il dito iutrodollo per la narice e pCli piegato. 1I polipo sporge alle volle nelle fauci ora mao· dando una romificazione ,•er$o la narice anteriore ed ora no: in quest'ultimi) caso esso deub'esscre diret tam1:nte attaccato dal lalo della faringt:, mentre nel primo sar4 meglio strappare prima la fJarle di polipo ch'è verso la narice antedore procurando di pren · derlo bene in d~nlro verso la sua radice, percbè da questa parLe l'operazione è più facile, meno soggetta ad emorragia e s'è 1.alvolta osservato ùopo lp strappamento della p9rzione anteriore cadere da sè Ja posl eriore. Ciò non riescendo , si strapperà questa porlando la pini,a curva nelle fauci posteriori e prendendo cou la medesima il po!ipu più vicino che fare si può al suo pedicciuolù. In questi casi può essere profiitrvole ;ibbrancare con le doe pinze lauto la porzione di polipo che è nella cavità nasale, quanto quella che pende, nelle fauci e poi , tiraodule in dietro ed in avaotì prirna leggiermeote e poi coo qualcbe forzo, s'otlieoe alle volte di lacerare la r:ldice del polipo e d'estra rlo tut.to intforo dal lalO della b11cca. É superfluo avvertire ch' in simili congiunture il Pratico 11 00 debi/accingersi all'opera1.ione foorcu è d11po avere fauo passar un filo per il naso nella bocca al liue di potere con massima proot.ezia eseguire la ricmpil.u·ra del naso, diretla a ristagnare l'emorragia che sovente accade e per lo più grave. Sebbene 0osi fat.li sian i precetti dell' Arln, non <lobbiumo tacere cbe ne' casi di polipi pendenti nelle fau ci , coesistesse o uon una l'amiCicazione poliposa nella narice anteriore, 11bbiarnl) vedulo mettere uene le seguenti mudificaz.iQni operative: se il polipo non è per il suo grande volarne sproporzionalo alla na-

rice posteriore e se ha luogo il pcdicciuolo , può trasportarsi verso la narice anteriore mediante una grossa t.orunda fati a passare con la sonda d i Bellocq dalle fauci nella narice posteriore, la quale spirige il pt,lipo avanti a sè e nel tempo stesso lo fissa e ne rend~ facile lo strappamento; ma se è lrnppo voluminoso, se ha cori.a la radice e questa fissa ne' di ntorui della narice posteriore, allora per renderlo più sporgente nelle fauci , pel' meller in muggior evidenza la sua radice e per meglio fissarlo, si può con vantaggio fa rvi scorrere contro un grosso stuecllo dalla narice anteriore ,•erso la posteriore. Quesl'opera:z.iooe, già tempo, propugnata e poi abbaodooata, sortì tuttavia uel!e mie mani un huon effetto. Io alcuni casi il polipo pendente nelle fauci spinge, o perchè assai voluminoso o percl.Jè dotato d'una forma particobre, il velo mubi le d~l palalo in avanti ed i11 uasso a segno çli restringere l' istmo delle fauci . Al fine• di poterlo meglio strappal'e Muone e Nessi propoogou in queslo caso un'operazione, stata già indicata da Ippocrate , poi da Guido da Cauliaco e da Garengot, lodata da Moraod ed Ileverma110, praticala utilrnente da Loyseau , Pelit, Hulterus , la quale consiste ucl fendere con uo garumauue coo~esso il detto velo rooliile dall'alto al basso. fo nou seppi rnai aderirmi del lutto a questo parlito per le seguenti ragioni. La sperienza mi ha più volle dimostrato ch'un polipo voluminoso a segno da abbassar e portar innanzi ìl velo mobile è sempre così pendente nelle fanci che dà una facile e fol'te presa alla pinza sen'za che \iÌ sia bisogno di fendere quel velo : siccome fratLanLo lo slrappameuto d'un polipo su quell'andare è quasi sempre seguito da un'cmorrogil.l grave, non vi lià chi 11or1 veda come, spaccfl to il velo mnuile, sia cosa alLrettauto difficile risl~1gnarfa, CJ11U11t'è facile se è il~ leso questo velo il qunle serva di punto d'appoggio a grossi stuelli. Per un'altra pari.e la soluzione di cominuità del velu mobile è una complicazione lanto moggiore i11 qnanlo cue non iucontra sempre la fortuna toccata a Velpeau di vederla cicalriziare c.Jo sè e la stafilorafia, oltracbè di!'llcile, 1100 è seo:;prc l'iu scibile. J\1i è sempre, ciò stante, parnto cl.Je gli inconvenienti cli quel taglio fosser a pezz,, maggiori dei suoi vani aggi e posso assiclll'ure che ho sempre conseguii.o il 111io intento, avvegn:,clJè io non v'abbia mai avolo_ricorso. Sarei forse 111 eno severo 11el giudicare cotesto compenso qullnd'essu fosse Leuuto come uusiliarc della l<lgatura d~il polipo, giacchè iu quest11 caso la spaccatura del velo mobile permellorebbe che si legasse il polipo piil facilmente ed io maggiore vicinanza del luogo in cui è allaccato, nel mentre cbe la lega tura impedendo l'ernlirragi;.i prnvei·rebbe il sopra nolato danun che dalla spaccatura del velo mobile deriverebbe oel caso d 'emo1 ragia per la <lifficile appli cazione de' mezzi emostatici. Nei casi io cui il polipo è dalle cavità nasali penetralo in un:.i ,, più cavità circostanti, naturali od acciden tali, è per lo più pos:;iuile, ~gombrate le ca vità nasali, est.rane quelle appendici d11lla narice an teriore, sopral.lult<• se l'orifrt.io di qnesla è staio dilatalo con il taglio. Ho già dello che bo pulul(, in cotes!o modo estrarre voluminose appendici polipose entrate nell'antrn d' Igrnoro, e qui soggiungo che, non diversameute operando , ho qualche volta potuto e-


:1.07 strar appendici polipose già penetrate nelle vie lagrimali, nell'orbila e n~!lo ste~s? seno frontale: ,Ma qua udo ciò 110n fosse pm p~ss,b.le; q~11.nd,'. s11p1 attutto le appenditi pvlipose d, quelle ~av,ta s,_ f~ss~ro già assuj avvicinale alla peli~, corrosi, assotltgl1at1 o sconnessi gli ossi, dovrèbbes1 allora. dopo sgombrate le cavilli nasali, levare vi:.I per istrapp11meo10 quelle appendici peiletrando nelle ora dette cavi là con una incisione praticata in corrispondenza o.ra dell'orbita, ora della fossa zigomatica , ora della fossa c:, nina verso l'atlaccameuto del labbro per penetrare nel seno mascellare, ecc. No11 vi taccio ad ullimu, Signori, ch'io un caso d'un enorme polipo che aveva scassinai.O l'apparato nasale e le vicine cavità e che offrivasi voluroinosissimo uelle Cauci FauberL figi io, per procurarsi uua larga via, dovette ampnture l'osso m~1scellare superiore sinislro (Gazz. llfedica di Parigi, ogosto 1840); operazione la quale oun tro,•ò sin 'Jlli imitatori , LrO\ ò unzi oppo~itori che miser in dubbio se sia ess.i ind1spensabi~e. Quul è la contluUu del Pr::itico allord1è, levai.i per istrappumento i polipi, la Schneideriana off,esi ipertrofica? Se piccola è l'ipertrofia, sogliono ,·inceda le ini<'zioni d'm,a soluzione d'allume, di sol foto di raou', di nit.ml.O ù'argenlo, d'acqua con il creosoto e simili; ma se qnella membrana ·è in massimo grudo ipertro fica, spessa e COl-Ì bozzola ch'abbiii, come m'è accaduu, vedere due volle, l'app:.reuza d'un aggregato di piccoli polipi di base larga lra sè ravvicinati, allora io, seriz'osare di consigliare lo strappameiltu o, meglio, il di!ilacc.imnilo di qvelle $De pfltzioni elle si 01l'ro11n coi.i degenerate, dico però ch ' in un caso lo vidi molto vantaggiosh (Oss. 50). N11n Jiciamo essorvi c::isi in cui convi ene cLe l'O peratc,re faccia concol'nW in un con la pratica dello strnppamenlo alcune delle altre swte soprn r11enziona1e. Non diciamo che nell'ril lo di slrnppar il f)olipo è sovenle bisog110 di frappor alcune pause per permei ter ull'ammalulo di i,offiarsi il naso, (ier nell.are C<-JO iniczio11i le CIWilà nasali, per ristugno1· il sangue con iniezioni d'acqua fredda semplice od acetosa , con solazioni allumiuose, con l'acqua òel Rabel e simili. Non diciamo che se insorgesse gru~·c emorragia e non bastl\i-sero quest e iuiezioni per arrestarla , nè basrasse l'estruiione tolale del pulip1), cCJme bo gia detto, (1 noo po1esse questo effetLUarsi, dov rebbesi subito ricorrer alla riempitura dcìle caviLl1 uasali. Non diciitmo pe1· ultimo che conQscend.u il Pratico la disposizione anatomica delle cavità nasali debbe nel mant>ggiare la pinza entro le medesime procurare che non ,divii dalla giusta dire.zinne e guardarsi dal leder il tramezzo del naso, la lamina cribrifnrrne dc\. l'etmoide; dal prender e guastare le conche inferiori del naso, ecc. È vero che per quanto ragguarda alle conche son esse cosi deviate o per natura o per causa del mule che non è sempre possibile evitare lo strapp_amento d'una porzione più o meno grande delle medesime. Io confesso che più volte m'è accaduto guesl.'acoideole, mu affermo nel tempo stesso con fraòcbezza c!Je lo vidi sempre esente d.i inconvenie.xti (Oss. H, 27 e 50). Con tnllo ciò non oserei consigliarlo come pratica ordinaria , siccome fece Aslley Cuoper.

É lo strappamento uo'opetazione così spedita che, bene riescendo, l'amma!at11 è nel momento stesso li . berato dal male. S'addice in generitle ai polipi non gran che voluminosi e dµtati d 'un piccolo pedicciuo}\.1 , massimamente ai vescicolari ·: s'(1ddice pure talvolta ai polipi voluminosi e di radice piuttosto spes· sa. Nulla o pochissima è la suppurazione che desta e nei casi ordina.rii è appena seguito da riazfone, ma alle volle ,genera una grave riazione traumatica forte echeggiante so le viscere entrocranee e su il sistema vascolare, segnatamente nei casi io cui s'è dovuta appianare fo via al medesimo con incisioni ed in quelli che necessitup una 'Viulenla riempitnra emostatica delle cavità nasali. N<ìn è da tacersi lo strap· pament o non essere generalmente dicevole per il vivo . dolore che provoca e per il pericolo dell'emorragia ne' polipi di base larga e nei prirnitivamente maligni di cui accelera le solite tremernle degenerazioni. Non è pure da tacersi esser alle volte diffici le lo afferrar il polipo, snprauuuo quand 'è profondamente collocato nella parte superiore delle fosse nasali; incontrare perciò tulvolla la necessità di Care reiterali tentativi non sempre fruttevol'i e molto molesti all'ammalato; non essere sempre possiLile estra r intiero il pdlipo stato aff"rrato e riescir alloru cosa più difficile l'estrarre la rìmaneo t.e porzi<rne, come quella che dà poca presa alle 1.11oaglie; succedere ciò riei polipi bene fissi nella loro r~dice , ma .più particolarmente n-ei vescicolari i quali si k,cerano e si so!Jiacciano per l'uso delle taoaglie; tornare quesl ·evento molto dispiacevtìle per ciò che debbesi lasciare nelle cavità nasa li la radice o la porzione ùi polipo cll'è la cosa più importante di levare via. Legatura. A prima fronte più vantaggioso di tuu 1, ma ordi11ariamente difficile od eseguirsi éd in molti casi ineseg uibile, il metodo della legatura è pur C$s1, antichissimo e s'applica o. per le muici anteriori t> per le posteriori cou lo scopo di provocare ~la mortific.lzione del polipo con poco dolore, senz'emorrn. gia e se nza quell 'innaturale staccamento e lacera . metJto di parli cbe alle volt,~ succede allo srrappa. mento. l Greci però e gli Arabi dell11 med~sima si servivano anzi come mezzo au~iliare della recisione e d ello strappamento cl.le corno. mezrn cu1·11tivo per sè. Noi ommell.iamn di parlare di I une le prtilicbe state proposte dall'infanzia dell'Ari.e sin a Gorter: ommetti:@o per- ciò di dire delle pratiche d'Ippocrate, Tessalo e Uracone, Paolo d'Egina, Rl.iazes, Glandorp, Fallopio, Thedcn , Vcigel, Heistero e di ))ioois isttsso, dell e q1111li 1rnv11nsi diffose descrizioni nella Biblioteca Cllirnrgica d'Jfaller, nella Sloria delle Operazioni Chirurgiche di Sprengel, nelle Opere di Sabatier, ecc., e c:ò ommelliamo per la ragione che, se si ·poteva con esse portar un Olo intorno alla radice e.lei polipo, non si poteva poi farne la si rettura successiva; per guisa cl:l.e, rilassandosi il fil o, era quasi ad ogni volta bisogno tipetere l'operaziu11e; il quale inconveniente quanto sia grande non vi ha chi non lo veda. Avuto anzi riguardo ad un cosl grave inconveniente, 0 01} si sa capire com'il rnelodo della legatura sia stato :i que' tempi un tema di somma importanza e come siasi pensato a dargli un'estesissima applicazione. Nei tempi a noi più vicini è stata ristretta cotest'appli • caiione. Fu perciò la legatura sbandita come metodo


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più celebrate pratiche operative che sono quelle di :iusiliare d'allre pratiche: 'fu sbandita ne' casi d! poLevret ,.. Brasdor , Desa·utt , Dubois , Pietro Moscati, lipi -aventi una radice profond~ · e n~n be?e .chta~a: Rig:wd, Hatio. mente riconoscibile: fu sbandita .nei cast d, ,polipi piccoli e flaccidi·, per. éiò f.acili .a .1·asciai:e ,sd~uccioFormala della pratica-Leçret. St porta con una èan· 1ar il laccio : fu sbandita· nei pohp1 dotati ~ una base nula un filo d'argento intorno alla ractice del polipo: . molto larga: fu meno stima~a che ,non pre~~o . gli del che avvertito il Pratico dalla resistenza che inAntich: come mezzo profilattico ?,el~_erno~rag_ia con: contra nel trarre la cannula, fa poi passar i due esecutiva all'operazione e çiò ~er I pm __:fhcac1 ~1ez~1 stremi del filo in una cannula formata ·di due Lulfr emostatici cbe si po§sedono: 1u reso p1u s~mphc~ Il saldati insieme di costa, li fissa a i:Jue anelli di cui · è tempo operativo piÌ.l difficile ch'è quello d! .nD~hm: . muuita nelle sue estremità libera e poi torce la cander il polìpo nell'ansa del filo: fu con dovizia d ut1h nula. Io vece d'una cannula formata di d~ue tubi salperfezionamenti provveduto acciò '· una ~olta portato dati insieme di costa, Levret si serviva più lardi di il filo ·intorno alla radice del polipo; s1 poss,a farne una cannula sola , di cui la cavità era divisa nella una successiva strettura senza ripetere gli atti ope· sua estremità nasale da un tramezzo : in ciò sego ito rativi . Nell'alto che sto per- descrivere le pratiche dei da Nessi, Hunter, Kluge e Pallucci che -contestò al tempi a noi più vicini credo otil~ . avver_ti~e che, Levret quest'iuveozione di pochissimo rilievo. A. quepreoccupato io, come lo furono tul!.1 , ~rat1~1,. d.ella sti e- ad alcuni . altri analoghi e non più validi strumaggiore difficoltà di venir a c~po dei _po.lip1 ~e~1menti si ricorreva con lo scopo di legare polipi ospidenti dalle narici posteriori , nuro quas.1 e_sclus1·v~tanti nelle cavflà nasali, portando direltam~nle cor1tr'il mente, i1el descrivere quelle pratiche e g_i~~icaroe 11 lorn pedicciuolo l'ansa del lacciuulo, di cui non vi valore comparativo, all'utilità; al!a f~c1(1ta ed ?Il~ tratterrò , Signori, di vantaggio come quelli che sersicurezza c!Je offron applicate ai med~s1_m1 ·ao~1c~e a, von :Jd una pratica entrata oggigiorno quasi affalto polipi collocati in vicinanza delle nar_ic1 a_nte~IOn. E nell'obblio. Piuttosto mi dimOl'erò a dirvi più estesaqui ,provo, Sigoori·, il bisogno d~ d1rv1 ?h\10 fui semmente delle pratiche in cui l'ansa del Jacciuolo s'inpre fortunato di liberare la meta anter10re delle catroduce per la bocca·, dirette a kgar i polipi i)endenti vità ' nasali dai polipi che le ingom,brav~no wn ~ra: dalle narici posteriori. tiche semplici senza cbe sia stato obbligato mai d1 A~duttrihatò ·dalla sperienza dell'impossibilità di ricorrer alla leoatura con tutt.e le sue malagevolezze, raggiungere con la cannula doppia poc'anzi citata i le quali sono ta~to maggiorCquanto più. vol~mi_no~o polipi delle narici posteriori, Levr,e t propose piil tardi è il polipo ed alta la sua radice. P.ocre1 qmn~,. diper quest'uopo , una pinza ad anelli, curva ·, con le spensarmi dal dirvi che non m'aderisco all'.o~in101~e branche lunghe, la quale non fece fortuna . per alc_uni non è gran tempo dichiarata ( Di:zionar-io Formo/a della pratica-Brasdor. Per agevolare l'atto de' Diz. di Med. Francesi e stranieri, ·voi. 5, e V1dal, operativo il più difficile nella pratica di Levret, che tom. 3) che trattandosi di fare la legatura per le è quello di far entrar il polipo nell'ansa del filo · narici anteriori nasti una pinzetta da medicazione, metallico, Brasdor propose la ·seguente pratica. Pieoffrente un occhiello nell'estremità d'ambo le branche, gato un filo d'argento di coppel/a in due a modo iofilzl!tO da un fi,lo, la quale, introdotta chiusa nella d'ansa, se ne faono passare gli estremi uniti dalla narice , poÌ' aperta in guisa che abbracci il polipo , narice posteriore verso l'anteriore mediante qualcheabbia da ritirarsi , stringendo quindi crn1 un serraduno degli ,strnmenti sopra detti con cui si fanno nodo la radice 'de,l polipo, abbracciata d~I filo; perpassare stuelli in quella direzione, lasciando l'ansa cioccbè la radice del polipo fibroso puo alle volt~ nelle faucL Si -prc,,odrno con una mano gli estremi resister allo strappamento ed essere nel tempo. stesso del fi lo uscenti dal naso, meolre con due diti delcollocata così -addentro nelle narici che non sia posl'altra portali nelle fauci si dirige l'c.1osa intorno alla sibile abbraccia;·la con una semplice pinzetta . da rneradice del polipo. S'inlroducon i fili nel serranodo e dicazion~. Parlo qui di cose cl.le bo toccate con si stringe il tumore. É all 'a nsa del filo a'ttaccafi, un mano. filo direttore semplice pendente dalla bocca, il quale Tuttocbè bene circoscritta sia la sfera d'azione serve a ritirarla é poi riporla, caso che sia da prima della legatura , non perciò intorno ad essa il · genio male collocata. Chirurgico si scapricciò a sua p<,sta talmente che ne Formola della pratica-Dtsault. A vveg1fachè dalrisultò un numero prodigioso di pratiche di cui ,noi l'ansa del filo metallico adoperato da llrasdor s'ottoccheremo soltanto passaudo le principali, le quali tenga , come quella che sta aperta, l'incontrastabile ciò hanno di comune che', mirand'il Pratico con 'Ovantaggio di farvi più facilmente penetrare dentFo il gouna delle medesime a portar un'ansa formata d'un polipo, essendo tuttavia: cosa frequente che nel torfilo maneggievole e ,:esistente intorno alla radice del cerla la legatura si spezzi prima che lutto il tumore polipo, può c[ò conseguire portando quell'ansa insiane sta.lo diviso, alcuni ·ebbero ricorso ai fili di catorno a cotesta radice con istrument'i introdotti dinape, di seta , di lino, i quali, a dirla innanzi tratto, rettamente' -per la narice esterna ( indicazione rara son ora generalmente anteposti. Fra questi è Desa'ult cotesta ai giorni che corrono, siccome. bo sopra acdi cui la. pr,Jtic:, è la seguente ; si hanno in pronto cen,wto), òppure portando il laccio dalla par.le della i 0 una carinula alquanto curva con uu'est.remilà ter· bocca dove s'annoda alla sò'n·da del Bellocq da cui · è minai.a a bottone e dutata l'al tra d'un anello laterale: poi tirato fuori dalla narice anteriore, superstite in 2° un portanodo cioè un cilindretto metallico di fetro hocca l'ansa che ba da cingere il pedicéiuolo del o d'i.lcciaio , rinchiuso in ùna cannula e rappl-esenpolipo. tanl.e, aperto, una specie di pinzetta e, chiuso, un Ciò premesso , passiam ora alla descl'izione delle anello : 3° un serranodo cioè un· altro cilindrello me·


:1.09 tallico di cui un 'estremità, piegata ad a ngolo retto sul suo asse, ba un foi:o ro~pndu e l' alt~a ha la forma d' noa lamina biforcata. Una metà del filo debb'atlraversare la cannula ed essere fissata al suo anello, e l'altra met à si fa passare nell 'anello del portanodo che si chiude subito ritirauiiolo nella sua guaina. Si portano- questi due strumenti uniti s in al di là del polipo: si fìssa il J)Ortanodo con la mano si nistra e con la destra si fa scorrere la cannula in giro al polipo. Questo così abbracciato, si fanno d ue o tre volte girare gli strumenti uno intorno a ll'a ltro pe r convertire l'ansa del lìlo in 011 circolo perfetto. llilirat i quindi tutti e due gli strumenti , timaneod,1 la legatura nella sua sede , si faanù passare gli estrem i di questa nell'anello del serranodo il quale viene spinto con fo rza conl r 'il polipo.con lu scopo di slrozzarlo. Poi fissata la legatura nella lamina bifo rc·ata del serranodo, s'attacca questo al berelto dell'operato, lasciando il tutto e ntro le cavità 11asali. Stringendo cou il seguito per gradi il serranodo, la legatura rimane di più in più ristrella sin ulla tuta le di visione del polipo. Un'allra pratica-Oesault meno complicata è la se guente: con una canuula in gomma elastica si fa pas sar a tra verso della narice udle fau.c i l'aosu. <;l'uu Iunao filo: si prende con i diti nelle faoci quest'ansa, si ,~tira d alla bocca, vi si allacca uo filo che si lascia pendeole dalla bocca per servir ali 'uso di c ui s'è parlato nella pratica Brasùor, poi si ritira dal oaso la cannula con duttrice. Si fa con d ue diti salire quell'ansa nelle fauci posteriori mentr'un Assistente tirn bla ndemente gli estremi dell'ansa uscenti dal naso : quindi s'impegoauo questi nel serranodo e si opera com'è stato detto di supra. Uue, fil i attacca ti cAl l'ausa, pendenti dalla bocca ed impegnati ciascheduno io una can11ulu particolare, servuuu forse megli o elle non i diti per portare beue tlisp,egilta l'ansa alla maggiore p1>ssibi\e ;.d tezza delle fauci p!lsteriuri. Con l'inteodi menL,, di rentlere vieppiù facile la legatura dei polipi delle fauci Desault di cu i Vi dal de . ploro la sciaurala fertilità strumentale , h1.1 ancora f!?Odificata la leslè detta . pratica C11me siegoe : fatto passar uno sll'ume11tu condu li.ore dal uaso nelle fauci, vi s'attaccano gli estremi d 'lln'a11sa . di (Hu e l'estremità d ' un altro filo di colore diverso, rimatlt>ndo l'altra estremità di quest'ultimo peodeole d.11la bocca. ll ìt.irali per il naso IUlli i fil, Uttacc:ati al cundut.t.ore, s'impegna il filo pendente dalla bucca io una cannula curva che s'introduce ne\ foudv della fariogc e si fa con la medesima passar il filo intorno ul polipo. Falla quindi sdrucciolare la sopra deua ansa nella cannula , un Assistente ne tira gli estr emi pendenti d1.1l nasn. L'ansa couduce in cotale guisa a modo di uncino all'orifizio anteriore del 11aso l'estremità della !eg~lora pendente dalla bocca, la quale si fo passare insieme con la prima a traverso del serranodo ordinarìo. Boyer io vece del lìlo servivasi d 'una miougia. (Continua )

hifORNO Al f)Al'iNI RISULTANTI DALL' USO o'Ar~CU NI

VIN{ .

(Sunto di Memoria letto dal Do 1f. At,C IA Tl in una Conferenza d'Alessandria). Alcune massimtt igieniche siate svolte in una dolle ultime toroole dì queste Sci011tifiche Co nferenze sono merìtamente commendevoli i11 quanlo valgon a scemar al cuni morbi a cui \' O soggello il Soldato . Ora io vorrei intrallenere per poco, Colleghi, la vostra allenzione ialorno a quella qualsiasi importanza che 1iossa rimerilarsi la malallìa dominata delle uve ; malallia di cui lo studio eccitò l'emulazione di d0tti Naturali sti. e di preclari Agronomi dei giorni nostri. L'Uffiziale Sanitario non del,be considera rsi estraneo a queste discussioòf, specialm~11le per ciò che concerne. la buona o calli va natu ra dei vin i risultanti i quali per l'a1>p11nto costiluiscon una di quelle ordinarie bevande del Soldato da cui , anzichè forza e ristoro, alcune ,•olle ritrae rnalallie cupe o violc11le e non ram volle ua vero avvelenamento, come già notò Larrey per alcuni vini di Spagna . ' Nùa essendo mia int~nziooe di menzionar i singoli modi dolle alle-razioni e sofisticazioni dei vini, io vi proporrei solamente la soloziontJ del seguente problema cioè se il fracidume delle uve sia nocivo alla buona condizione del 1JÙl0 P Con quali mezzi 11ossa ,·ù:onoscersi tm -vino (allo con uve infette? Quali caratteri distinguono gli sconcerti funzionali dipendenti dal di lui tuo P In quaal'a rne starò c"onlento ad esporre sempfìcemente quale possa supporsi ia cagione specifica <lui morbo e come possan essere controbilanciali i funesti e/folti della medesima. Mi sono indollo a svolgere quest'argomento sia perchè locca da vicino la sard i~ dei Soldati al pari di quella dei Borghesi, sia perchè questa convenienza fu già lodevolmenlo iniziata dal Sig. Farmacista Giordano e commentata dal Dolt. March iandi , eolramh! distinti Membri tiella aoslra Famiglia Sa nitario-Militare. Ma poidaè il tempo, più che altro1•e, qui torna preziosissimo, io non farò ch'iudicare per sommi cupi quel lanlo che v'è di pili essenziale ìo questa materia, a tratta re la quale posso dir esservi allresi sfato sospinto dulia gravissima considerazione della volgariz1.ata opinione rhe debba i11rli tenere dietro una mort;le umana epidemia la quale sup1)()nesi avere già altra fiata susseguita la malallia delle uve. R1spclLo a siffa llo ponto conviene dire la delta tradizione volgarn ass~i incerta, tan\o perchè la regnata epidemia compt>,ndia per fellarnente. quella mala llia del le uve descri Ila da I soia, da Teofraslo e da Fracasloro, quanto perché s'in allora poté susseguirne qvalche pubblico malore, non viene fallo di rile,,aro nella Storia del meclesìmo alcuna fondata relazione tra cagione ed elfello. Che se nella teoria di questo morboso processo prevalser in Francia e nel!' Italia nostra le due opinioni o d'ua'infettante strabocchevole progenie d 'inselli micro.scopici o della pullulazione della pianta criltogarna parassj la che rivolga a proprio n11tr i mento il sugo del rrutto della ferace vi le, farò a voi riDetlerc com'io mi sia dipartito da tali due massime fondamentali clolla questione d'oggigiorno per ciò che gli insolfi 0011 si rinvenner anche con il presidio dei più por"


ho per quanl'in me sta , mi pregierò in altr'occasione d'etentosi microscopii e perchò l'insetto così minutamente descritto da Bidault, primieramente ideato ,lai Sig. Troc · sporre non tanlo la serie degli sperimenti, quanto le ra,con, ammesso da Montain, da Hugener de Maioville, eia gioni chtJ m'indusser a questo genere di tentativi. Dupuy, da :fléchel e da ahri noo é quel. tale che l'er il suo numero possa mi nacciar incommensurabili gùasti ai tralci, ai germogli ed agli acini dell'uva, siccome fu as· birom110 ALLA P Ol l ATA DBL RA~UNCOLO ACllB QOAl.B RIME· serito. Per quanto poi spella all'opinione 'dell'esistenza DIO STA TO PROPOSTO NELLA CURA DEI.LA SCARJllA. della crittogama che involga i pir.ciuoli, i grappoli e gli acini sollo forma di mu·ffa ricca di belle ramificazioni, io (Relaz ione letta dal Sig. G 10 ROAM Farmacista Militare enunciai in 1100 Memoria sporta al Comizio Agrario di in una Conferenza d'Alessandria). Tortona come ciò polesse solamente avere luogo dopo u n principio di vera corruzione, sopravcgneote solo al loraqnando s'indeboliscono , si squi librano, si rom pon i NtJIJo sco rs·o mose .di nìaggio io v'esponeva brevemenvincoli di quelle leggi fisiologiche che reggono l'accrescite , o Colleghi, alcuni miei ragionamenti inloroo alla mento regolare e la naturale malurazione dei frulli. Di scabbia e specialmflnle mi sofferma va parla ndo cli quel metodo con il quale la si vorrebbe guarir in poche oro fatto a quale pro ricorrer a cagioni ipotetiche quand 'alcuni fonomeni sono spiegabili a sufficienza per l'intere cJi quell'altro che, richiamato dal Mcd. Div. Doli. De· vento di cagi.oni naturali eù ordinarie? Non ~appiamo sozzi, consisté O!ll soslituirn la poma ta di ranuncolo acre a quella sin qoi usala n'CI nostro Spedale ; metodo que noi che nihil f r 11Sl?'ti natura molit11r e che poche cagioni baslan ad essa per li più svariati effolli ? Per la quale st'ultimo di c:ui \"i ,pro.misi sverimenlare l'e fficacia pflr cosa se è vero che ogni germe, ogni gemma d'una pia11la quindi da rvi ragguaglio doi suòi risulto.m enti. lo vi ho vivace crescendo su le radici, su l tronco, su i rami di io allora parimente dimostralo come la pomata . anlipsoquesta medesima piania vi trova già preparalo il suo rica adoperala dal Doti. Hardi fosse perfottamcnt<! simile primo nutrimento; se è vero che dopo la matnrazione nei suoi agenti a quella osala in qoesto Spedalt> , anzi questa fosse d'azione più energica perchè composta di del frullo le pianto s' esonerano dei pri11cipii nutriti vi cioè dell"amido che stempralo nel succhio si vu depositando più genorose dosi dei medesimi e tullavia uon avessimo mai potuto rilasciare guariti gli ammalali di scabbia prima io tulle le parli , siccome Heyer potè av verare; se è vero che questo deposito provvidenziale sarà tull'a profi tto dei di dieoi giorni (termine med io) di cura senz'i nterrnzio ae nuovi germogli, oh quanto pericolo non soprasla all' ubercontinuala µer mezzo di fri zioni rinnovalo nel mattino e tos;i vite già troppo tarJiva, in paragon e d'a ltrn piante, • nella sera. lo vi dissi poro della potenzo di questa poalla maturazione del proprio frutto ! Ecco iI pe'rchò i mata cli cui voi poteste replicatamente ri conoscere 1·cc . nuovi polli ni reca rono con sò l'i mpronta del malo che cellenza , staia in modo i11cnntrasl~bilc dimostrata da ciò serpeggiante invase i grap;,oli di cui le malallie debbono cho nei venti mesi da che ricorremmo al suo uso ebhimo considerarsi subordinate al le coudiz ioni di11amico-orga111 la soddisf;JZi_one di scorgere per be ne ci11que volte chiusa la sala degli scabbiosi. che del tralcio medosimo; giacchè chi volesse Ji milaro le proprie considerazion i alle apparenti idiopatiche alteraOra vi dirò bre vemente della pomata raccomandata dal sig. Dott. Besozzi e dei suoi effelli. zioni trasanderebbe la vera fo nte da cui il vizio emana. Ogtri qualsiasi squilibrio termo -igrometrico od elettro· Non ostante le r ice.rche fallo nelle circostanti campagne mag11elico non µolè a meno di costituir uo'opporln11ilà non nii fù possìhile rinvenir il raouneuln acre se non se morbosa e perciò non pote11dosi plaosibilmenle escludere nella già inoltrala stagione estiva, ad un chilometro di un qualsiasi principio morbi foro disseminalo oell'atmosredistanza da questa Cillà ed io quan·Lrtà cosl tenue da pora., chè troppo il dìmostrarono i suoi morbosi effelli io trrue solo ricav:irtl due once d'estrailo il quale consC1rvai più d'un vegetale, forza è ammellt~re per tale uu conlagio per farne spe.rimeuto n,el primo caso che mi si sarebbe offerto. Quesla circostanza propizia mi fu procuraia nel volatile corruttivo il quale , svolto una volta per un complesso di cagioni cccez ionale, produsse quind'i suoi tristi giorno 7 dello scorso settembre dal soldato Viollet del effelli i11 modo epidemico-r.on1agioso. A questa conchiu2° Fanteria, di temperamento sanguigno- liufatico, tocco sione io m'indossi per l'ana logia stessa delle mala1tie iipida scoblJìa migliare. Dal giorno 8 si n al giorno 14 iodemico-contagiose h! qua li si manifestano per jt· concorso elusivamente del medesimo mese si provvide l'ammalato di diffici li e straordinarie circostanze , si propagan in e s'ebbe cura che consumasse giornalmente in due dimodo veramente ca ratter i3lico, s'aggravano per determistinte frizioni da farsi mattina e sera sei dramme di po· nate circoslanrn, conservano note carall eristiche ùalle mala composta di 4 di grasso t\ di 2 d'estratto preparalo quali risul la la speciale (acies inorbi .ed hanno · i loro pecol sugo al cal ore del B. M. Dal giorno 15 al 25 dell'inriodi ed esiti non confondibili con alcu11 altro genere di dicato mese, essendomi mancata la pomata di ranuncolo, fu quello assogge ttato alle frizioni del· liparoleo antiscabmalattie conosciut1:. bioso già in oso nello Speda le. Ta_nlo nell'uno, quanto Slabiliendo che specifica sia la malallia delle vili, potrà sperarsi di frappor uu argi ne alla desolante epidemia ed nell'alt~o metodo a giorni alterni si feco prender un ba· alle conseguenti sequele del pro'tlotto \litirero? Se le gno generale all'ammalalo. Eccone il risullamento. Dopo molliplici diffi col tà son allrellante sfide che Natura lancia le quallro prime unzioni il prurito era molto diminuito, agli uomini, se cotesloro nel moltiplicarne le solQziooi si ma nel giorno 1O il medesimo r icomparve più molosto c.rearono cou la forza dell'inLelletto Sovrani dell'Universo, che mai con alcune pustule qua e là ripullulate le quali ciascheduno per proprio cohlo non può sdebitarsi fuorchè sembrarono scomparire con le cootinnale unzioni della ,percorrendo tulla la serie· delle ricerche utili, ond'è che pomata vegetale per risorgere con maggior intensità nel


Hf. giorno 12 dopo de.I quni'e se ne co1,tinu_ò ancora , henchè infruttuosamente , l'uso per due giorni cioè 6.n alla totale cohsurmn,ione dell'estfatlo, trascorsi i quali e i·alle,si più che mai -conlluen.ti le puslule f(! t.:iecessit~ ricorrere, come dissi , alla pomata aolipsorica gi~ ili usg, per mezzo ,della qnale l'am·malato uscì pt>rfettame_nte guari10 dallo Speùale ne·1 g,iorno 25. Quanl11oque per maoc~an:z:a d!es_tralto non siasi potuto continua-re ne.Ila cùra con ÌI medesimo, tuttavia d,il breve e conscienr,ioso ragguaglio espostovi voi scorgerete non potere stabilmente ammettersi 11e·I nostro caso essere la pomata consigliala dal Signor potl. Besozz l alla a dehel lare la scabbia ; del che non potrei ragivnev;Jlmenle atldurvi Ja cagione a ffif'OO chi, non la voglia•te rin venire uell'es.lrallo pr.eparato con ranuncolo raccolto a stagione già tro ppo innolttala ; ragione qt1esta però poco vyalida perchè la foria me<l:icalrice di quesfa pianta 0011 s'indebolisce fuorchè con l'essicazione. Conseguentemente io " a pronunciarmi. in favore della pomata anlinon indugio scabbiosa che così ulilmenle da due anni circa s'1.1sa in queslo Spedale.

RELA.ZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (Mese c(~ttobre. la Tornata.),. T ORINO. Letto ed approvato il processo verbile dell'antecedente Twnata, i1 DJll. Roph,illé legge· la sua M:emori;i già pub· blicala nell'antecedente numero dèl Giornale, .concernente alcune modificaiioni da introdursi nella fabbricazione. del pane di munizion~. Dopo la !ettur.a di questo Scritto s'im·pegna .uoà viva discussione a cui preud•mo parte li Dottori Biiaufort, Arella, Chalp, Arena, l\larchiaodi, Cwletti e Pecco. Il Bar. Beaufor.t sorge primo notando come dal Lavoro del Dott. Ilophille teslè comunicato all'Adunanza s'indurrcbbe volontieri a credere ch'i l m }dtsimo foss., in grande parte rimasto convinto dagli argomenti da lai e dal Sig. Presidente con ta nta dovizia addotti nell'antece.dr.nte Tornata p~r dimostrar.i 1'ioo;>portunità, à_nzi i danni che avrebberò potuto derivare da una sot~razione di crusc<1 maggiore di q 11e;la cll6 pre~ontemente si prali'ca nella cpnfozione del pane' pèr il'Soldato, poicl)è lo stesso Dolt. _Rophille dimostra ora di riconoscer egli puro la Ìleèessità di solloporr.:, la crusca ad una lavatura d'acqua calda, Joccbè proven,bbe esser oram 1i persuaso c~e aderente ,tl hl medesima v'è realm~nte. aaa determinala q·oantità d1 priocipii nutritivi i quali convrnn ·assolutamente conservare per il sostentamento del So,ldat.,. l\la qu110tunquecou que., to o con altri simili mezzi fos,e possibile distribuir MSol.lato un pane più bianco ed egualme1,te nutritivo benchè io dosi minore, tuttavia il Dolt. 13Jaufort si mostra diss_-en7.iente dal D:,,lt. Rophille .ueli'adollar una simile provv1d~nz1 in quanto che , com'ebbc ~ià. a notar allra volt~, ve·rrebbe a mancare ncll'alimenl';;:i:ione del Soldato la marni od il vol'ame necessario a sod.iisf~re lo stimolo del ventricolo, iodip_endentemente .dall'àziòne rip,1ratrice dell'alimento stesso. Pros~eg_ue poi par ciò ·che si riferÌ$CC. alla forma del pane, che ove S( riconoscesse la convenienza d'adottare· per il pane di, munì, z10~0-un"aUra forma , per la miglior e più. facile cottura del medernno_, oel chll egli pure non sarebbe alieno dal convenire, ciò costttu1rebbe,un'altra bene distinta qucstioile, d'·un'importaoza affatto s~co_ndaria fo confronlo della questione gravissima che t~cca all'rnt1ma composizione del medesimo pane; gi~cchè, egli drne, \u. questo caso si potrebbero !'are noti alla Soperior Autbrit~ ~h argomenti principali su i qu~li· appoggian i l\iedici Militari 1l loro desiderio di vedere carwiata la forma del pane per la Trup'J>a, senza che occorresse pe? ciò. alcun'io1uvazione nella proporz1~ne dei materiali che lo comp.ong-ono. li Pres1de.11le prima di proseguirn nella discussione f,1 rifl~ ttere come sia necessario di definire bene e preci5ar i limiti della p_re.;en~e questione, roicbè so si considera, e~li dice, h cos.1 per r1_guarà'a ciò ch'il Soldato mangia più volonlie~i un pane più b~~n~o,_ non vi ha dubbio che con la propost,i del Do H. Roph 11le p1u lac1lmente s'ollenga q1rnst'intent,,, chr, però non cosiitui1·;,~be·ma.i fuorchè la men importante parte della questione, ma s~ ,111 vece _si co11sidera la cosa per riguard'a ciò a cui debbono piu essenztaJmente tendere l'Igeologo ed il Medico liii! ilare cioè

per riguar.d'alla nutrizione,.il Presidente dice non esitar egli aq. atferma're che un pane da coi non siansi so.ttratte in totalÙà là crusca ed il cruschello sia di principii . nutritivi ricco più dì quello che si fabbrica con solp fiore di fari.na. fa, quindi notare H medesimo come l'argomento po?.to in campo dal Dolt, Ro, phillè del maggiore piacere con cui il Soldato si cìba del pane bianco, potrebbe for.se ritorcersi contro lui medesimo·, in quanto ch'il. bisogno d'alimento si prova tanto più forte, quaolo minore è la. po\.enza nutritiva del mi,desim•>; o,nd'è elle se il· ·Soldato ·mangia più volontjeri'il -pane biaqco, ìn vece di ridurue la dose -a 22 once,giu~ta la pvoposta-Rophille ,' que.s la dovrcbb~ éssere aumentala almeòo sin a:,26 once onde po.lere così soddisfar all'accresciuto bisogno d'aliment~zione. Quin'd'il Presidente fattosi ad instituir un giudizio, di confronto fra le di:verse qualit_à ~i gr,ani, nota coi;n'in latte le varietà indicale possa essere con.s1gliata u11'es,trazione maggior o minore di materie basse giusta_la v,.a ria proporzione deÌ principii che costituiscùno Il). parte essenziale della nutrizione e che pçr ciò ' presso di noi 11osserva• zfone e la sp.erie,oza avend11 dimost rato che con i nQstri grani è uopo non sottr-arr~ più dlll 15 p. 0,0 _di crusça e crus.:bello dalle farine destinale ,1lJa panificazione' del Sol.dato onde non impoverirle troppo dei priucipii nutritivi, i';,cce<ter io piu nella delta .sottrazione danne;i:gierebbe alla uu~rizione e conseguentemente alla sanità ed alla rob.us;tezza del Snidato. In qoaot'ai facili dete·Ì'ioramenti ai quali, già sta il Dott. Ropnille, andrebbe soggetto l'atluale pane di munizione in paragone del panè .bianc9 risponde il .Presidente che nei tempi ordinarii il Soldato non dovendo conservar oltl''a due gio'rni it proprio pane, non è probabile cbe in questo breve tempo si verific.llin i lamentati déteriori\OOe(!ti i eh.o nelle cii:,çostaoze stra.ordinarie- di Guerra questi medes1m1 deter iorame1:ti non possono più paventarsi io quanto che a quest'ineùnvehiente ptovvecle il Regoh\mento per mezzo del pane bi$COllo per cui il ri1,'!uardo della conservazione non tei;ne confronti. Per ciò in fìoe che ' concerne il desiderio espresso dal Do!l. Ropbillc di :vedere cangìata. la forma del pane, il medesimo Pl'esideote nota the forse questa questione sarebbe già stata ri• solta nel senso di tale proposta, se considerazioni econo.miche dipendenti dalla forma dei forni attualmente esistenti e da altre considerazioni d• Amministrazione no·n v:avessero sin quj posto iocai:;lio; nota pei·ò cl;i'~sse.ndo,geueralmente riconosciuta l'\lti. lilà la qua_lè si ritrarrebbe da questa mo,Nìcazione, egli opina I che la medesirna sia per essere tost'o \ardi adottata. Il DQU. Carlelli p.rendend'ad esame la forma-de) nostro pane di muò.izione e riflettendo che le a ttuali pagnotte risultano di I due razioni ciascheduna,, domanda ,se e.on le proposte modificai zionì di forma non sarebbe opportunissima quella pure per cui ogni razione costituisse una pagnot.ta da distribuirsi giornalmente al Soldato. · Il Dotl. Arena neli' allo che dichiara e riconosce ottima la pro] l posta del Doll. Carlelti, ,dubita poi che la medPsima per riguardi e&onomici e d'Amminislrazione possa esser attuata. Il Dotl. Chalp et.nelle l'opinione che dalla giornaliera raziono ~i pane uoo possa e ooo dehha farsi alcuna riduzione di quan- li lii, corrrunqi:io siano le modificazioni creda le opporlune nella I intrinseca sua compo,sizioile. i\ corrobonwe questa sua opinione I! s'appoggia alla sperienza quotidiana eia cui.risulta t lHl ruollissi• mi Solda ti non trovano nell'ordin,.ria rnione un 'sllil'ìcienle sostenlarnenlo è sono 1>erciò costretti a ricorrer onde !oro sia doplicat,1 la razioue di pane. li Dùll. Areoaritornanclo su la· questione principale sollevata dal Ooll. Rophil!e dice ·non potere sollos.criver al!r1 inedesiroa per essere convi nto cprn'io questa matè!'ia sia argomf!Olo prin: cipalissimo quello che si.rifèri,ce .sllti ahiludinl ed al genere d1 vita òelle varie per;one. ()'jscrvate, egli dici\ il nost ro giovine Soldato quand'abbrndona il-campestre c~sùlare per venire sotto le armi, giacchè ap punto 1:lai campagnuoli ri'sÙita costituita la grande maggioranz'.l ddl'Armata; osserviìteLo e lo vedrete in generale ben·e nutrito e ,robusto, non ostante ch'eJ:d.i non sia mai slalo avvezzo a cibarsi d'al tri cibi fa orchè di quelli più grossolani cioè di pana nerissimo fallo con segale e con poco grano ovvero fatto di grai10 turco ed anéhe di miglio; nr,n o~tante che I.a polenta, le palate e le castagne siano slat0 più sovente il solo suo nntrimenlo. Orà , perchè vonete voi ad un tratto cangiare Ja . quali1i1 del nutrimento al Cuscritlo, di qud nulrimcrnlo che m mezzo. ai più rudi ese1'cizii ed alle più gravi fatiche. promosse., crebbe e· conservò !e alletfohe forme e la robusti,sima costituzione del ~ioviue Coscritln? P<Jl'chè vQrrele voi provoc.are riforme nell'alim •nto del Sol,l~fo te quali vi condul're.bb'ro forse a risnllaroenti con\ra.1'ii a quelli che vi' fa <le,;id'erar il vostro amor a tult:o c;ò che direlt ~mflnte otl imlircllamente concerne il benessere del Soldato ·1 R~ssicuralevi pur.} o Colleghi pcrchè quand'anche le qoalilà esteri,iri ilei noslrò p_we di munizione v1 .facess~rn giudicar?,, ciò che non è, delle nvn troppo buo!1e rntrinseche sue qualità, tutt;wi.i rles isleres.to dal chie,fore rifo_rme in propo,silo, quando, com'io n'ebbi l'occasione, voi poteste stabilir u'n confrùnl9 tra il nostro pane di munizione e q iello che si distribuisce a\ Soldato nei vari i Sta li Germanici, oeH' Aooovet·

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U2 a cagiono d'esempio, ntlla Sassonia, c~c., lanl'II noslro P.~r.~ su:

pera in bellezza esterna ed in bontà interna quello dei c1lal1 Paesi. d 1· 1· ti Doli. Rophille più ampii11~enlesvolg~n ? IP ar?ome!11 contenuti nel suo Lavoro si fa a r1ballere le rag10~1 de_ suoi oppusil'ori sin U, che prr,ndc la paroh\ il Dolt. ~r-ii-ch1und1 .. Quesli dice ehe, messa da partè le -questwn ~1 ono~m~a \a quale a parere suo non debbe lrov~re posto nelle d!scuss~?m d~_questa Adunanza, ef?li avrebbe ade~IIO ul progel~o d1 caog,a~e l ~.1tualo pane di mnoizfooe io pane bianc~ qual?r 11 Gov.erno s1_ d1:c1dess? a somministrar al St,ldato una g1otoahera ra~1one di_ vino, ,m!l <;be fuori di questo rnso non polevu votar ~llri~nento_cho p~1 11 mantenimento dello stat·u quo essendo~he 11_paue bianco naturalmente più asciu!lO che non quello ,<h m~nmone non potr~bb~ fors'esser usato abitualmente senza I uso cootem~oraneo d uoa qualche porzione di vino, srpnalPmco~e qu_aod'1l p:iae, come non di rado accade debb'esscre l'esdainvo cibo del S~ldalo pe1: parecchi gio,r.ni. Di 'più è provato, llgli pros\e~uc, cbe 11 pane di munizioo,•, oltrachè per la oatarale sua am1d11à_ rendo rn~a? necessario l'uso contemporaneo delle bevande, fac1ht~allres1 I ulvo tanto per la maggiore qoantilll di crosca che eonl!ene la_ quale non è sosceti.iva d'assimilazione qoanto per uu oho parltcutare che, ineroute alla medesima drusca, è a_uo a _movere l'alvo. Crede ciò stante il Doli. Marchiandi che l'usQ ,\bll~ale del pane dì munizione renda meno necessario quello del vino e elio .v~lend'a qt1el_l~ sostituir u_n p~ne più ~loti?os,o ma C?Dle_n~n~e m1n-0re quaohtadi erose~, 10d1speo~ab_ile_s1~ l ~cco~1llarv1 1 us~ ~e,J vino. Che se i! Governo per ragioni d1 d1sc1phn~ e d1 morahl~t non stim~ opporlono conceder r I Soldato nelle c1rcos1anze ord1· nariQ l'uso abituale del vino, ne siegue non _t sstir~ ~eµpo1 e con.veniente s·ostituil' il pane.b'anco a quello d_1 mumz1one, POJ(.he è provato che l'uso continuato del pane bianco, segnalemenle qoand'ò cibo esclusivo, c.oroe non di r!lro accado al Sol~ato, è cagione di stilicbena d'alvo lalor assai oslif!ala, eo~e d1'!1?slra la spcrienza il che non accade facend 'oso d1 pane d1 muo1z1ooe. S012giouge a~cor il rncdèsimo essere ciò ·non . oslaate d_'avviso che aderente alla crusca ed al crnsrhello I\On rimanga pq1 quella grande quanlit-à di glutine che altri prelendt\ rua solo poca materia mucosa. · . Tale non essendo l'opinione del Dolt. Carlelli, quesL1 _facev~ tosto riflellere al Doll. Jllarchiaadi come le prove g1ornahcre d1 fotto stessrro contro di lui. Ed in verit_à, diceva, non vediaro_o noi tutto giorno il contadino o lo svecul;itor iograssttre gh animali domestici deslioali alla pubblica alimentazione con l'oso esclusivo della crusca? Com'avverrebbe ciò se .,iderenle alla medesima non si trovasse una grande qnantilà di materie vera. . meole nutrili ve cioè di glutioe ? A questo punto il D91t. Peci-o, !'tucsta I.a p~rolu 1 facevasi 11~ espo'rrt1 to~'egli n~l!a qoes!iooe della qa~Dt)là eh glutino e d1 altre mulern1 notritme che rimangou adereoll alla crusca od al cruschello s'accosti di preforenza all'opinione del Doli. Ca1·Jelti che non a quella del l)oll. l\Jarchiandi, e ciò per la ragione che da sperienzo molto accoratamente ioslitoile io Parigi nell'anno 1840 dal s,p;nor Bollct, Direttore delle Su~sisleoze Militari a l\och<'fo1·1, risulta ·ehi;11 aoornte che la già della q11anlitil costituisco quasi più della melà del peso delle mate1ie estl'atle. I>i fallò , so si preudono le materio ora delle, si lavano be_n bene con acqua tiepidi!, si sottopon11ono poi ad unu forle-press1000 che ne faccia o~cire la masigiore parte di liquido e fioalmrnle, fatle~e seccare in ou forno, si pesano, lrovasi che le medesime hanno.perduta la metà o poco più del loro peso, mentre chll l'ucqoa che ha servito alla lavatura acquista es,a io peso quaol' ba perduto la materi" le~nosa restante: la verità delle quali cose fu confermata da due Commissioni nominale una àal Ministro della Guerra o l'altra da quello della Marina, come sta scrillo nelle loro Relazioni. Dice inollr' il Dott. Pecco eh' in consegueuza dello delle spericnze il signor l\ollet faceva rillellcr al, Governo com'olìlizzando l'acqua che ha servi lo alla lavatura della crusca e del cruschello ne11'1mpastameuto delle farine, si sarebbe potuto, anche con l'estrazione del ~O p. 010, dar al Soldato on pane di mooizione egual in bianchezza a quclto delle paoa\jerie di Cillà, ottenendone ciò non ostante noa qoanlilà io peso, se non maggiore, certameote eguale a quella che s'ollrnevacoo la sola estrazione del 12 p. 010, com'aJlora si praticava in Francia, esclusa ne la Goaroigiooe di Parigi. Il Doli. Bopbille chiede ancora la parola per dichiarare che sebbene abbia egll pare proposla la lavatura della crusca e del crnschello, trovasi tuttavia perfellameote d'accordo con il Doti. l\larchiandi llel credere cho la quanli tà di sostanze nutritive che posson acr.identalmente rimaner ade1 eoti alla crusca, sia minima; COf!tesla perciò che ,·i si I.rovi realmente il glutine nella proporz1one da tahrno indicat:1 e, ad accertare maggiormente ~a~sto paolo dell~ queslione,, propone che il Presidente preghi 11 s1gno:~ Farmac1st~ Ma\etti a_ determinare p,,r vìa sperimentale ed aoahllca la quantità d1 glu~rne che può esser unita alla crusca. , Ri~ponde il. Presidente c~e _le indagini di molti e dHigentj ..Sperimentatori hanno or~m3:1 d1moslrata la presenza e determi-

nata la quantità del gl11tine unito alla crusca in modo incontrastabile; che· per ciò il risullamenlo delle noove indagini proposte dal pnopinanla al nostro Fa1macista polrebb' al certo tog Her ogni dubb;o qualora questi accondiscendesse all'in,Ho. del che egli dice dobilare-per la ~ancanza dei necessarii ateo~ sili e dei molli acccssorii che cccorrono per eseguire éoo precisione sìfl'alli studi i. J<ir;almrnte il medesimo Presidente prima di thiudere la tornata fa rdlellere esisltrvi ona strella -relazione fra la qualità del pone che ~i distribuisce al Soldalo e l'altra parte del suo notrimenlo così dello alla gamelfa; ricorda a lai nopo cbe quando s'addivenne all'estrazione del 15 p OtO di crusca e cruschello nelle farine deshnate alla paniljcazìone del Soldato, il dello nutrimento alla gamella fu aomectalo ;·motivo per cui una tal esll·azione polo farsi impunemente; e cho al presente esso pure acconsentirebbe alla modificazione del Doli. IlophiUe quand'io compenso della perdila di sostanza nutritiva nel pa_ne il Soldato ricevesse una maggiore dislribozion io carne, minestra o vino. Fuo.ri di queste co'ndizìoni, per le ragioni già ampiamente.svolte, il Presidente dichiara che ma,i solloscriverebbe ad una riforma di qurslo genere.

PARTE SECONDA Rl'VISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI ( Sunti del Dottore MoTT1~1 ).

Taffettà vescicatorio 1:egeto-onimule di

LUIGI VE!'iTO-

Questo vescicatorio mentre sembra godere dc,i vantaggi dol collodion cantaridalo perchè non scorre con molta facilita, non ne ha però l'inconveniente d'aderire con troppa tenacità alla pelle, nè lascia alcun dubbio della sua inoocuilà su l'organismo umano. Preparasi il m~desimo con gramme 550 di cantaridi sano e fìriamente polveriz-zate; coa grammo 150 d'euforbio; con ehilogr. 2,200 di alcoole a gradi 55 B. Le primo due sostanz~ s'rnlroducoao in un matraccio in cui si versa la metà dell'indicato peso d'alcool~, quindi, chiuso il matraccio, si fanno bollire per pocl1i minuti a bagno maria: si lascia io seguito digerire per sei ore il miscuglio e quand'è raITreddalo si fil tra. Si versa finalmente sul residuo la met~ superstite dcll'alcoole e si procede di uuovo come ~opra. Le due tinture riunite si distillano poi per r icavare grande parte· dell'odo· peralo alcoole il qoale debbe tenersi a parte per impiegarlo di bel nuovo in snccessive identiche operazioni . All'estratto per tale procedimento ottenuto s'unisce una soluzione di 45 gramme di colJa di pesce falla entro un infuso di 70 gramme di corteccia di timelea recente su 450 gramme d'acqua. Questo miscuglio si distende con pennello sopra ua drappo di seta spalmandone 1>er due o tre volle una sola superficie ed avvertendo di lasciar essicare il miscuglio prima di rinnovare la spalmata. Una volta bene essica10, questo sparadra ppo si taglia in peni della voluta dimensione e quindi, bagnatane con semplice acque la superficie· preparala, lo s'applica alla pelle su cli cui produce prooli e distinti efl'~lli. nINJ.

(Gio rn,ale di Farmacia, T orin0, mese <l'ottobre 1852)

1

11 Direttore Doti. COMISSETTJ Med. Div.

Il Vice-Direttore responsabile Doli, Bar, de Beaofort 1\1. R. Torino i 852. Polazza, Tip. Subalpina, via Alfieri 'H.


( ai 8 di novembre 1852 )

ANNO U.

GIORNALE DI MEDICINA IILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARMATA SARDA.. L'associazione 110n si ri~s,ve che per un a ooo e comincia col l 0 ,d'agosto._li Giornale si pubblica nel lu.nedi di ciascheduna settimana. PREZZO·D' ASSOClAZlONE L. 10. In Provincia ed all'Estero, franço di posta .

In Torino

. L. 11.

L'abbonamento dehbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazionf per i non militari ricevonsi alla TtPOGRAFU. sb11uP1NA , · via · Alfieri, num0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia .postale.

t 0 Dott. FAilBE: Lezioni Cliniche delComm. Prof. Riberi sa i polipi def na,so . .- 2° Dott. l\lA.LANOT: Nefralgia Intermittente. - 3° Relazione"delleConfereoze Scienlificbe.40 Bollettino ufficiale. - 50 Copia di Circolare - 60 Rivista dei Giornali Scientifici: Santo del Doti. LoNGHI.

SoMMABIO. -

PARTE PRIMA LEZIONI ORA.LI ED OPERATIVE del Prof, Comm.

RrnERI

(tracciate dal Dott. FADn:a • ).

POLIPI ED ESCRESCENZE POLIPIFORMI DEI.i NASO Formola della pratica Dubois. Si disp()ne un'ansa di filo forte e sul1ìcientemente lunga , tenuta aperta da un semmento di sonda in gomma elastica, lunga da sei linee ad un polli<:e : sta att:rncato t-i quel semmento cl.te debbe sdrucciolare facilmente su l'ansa' un filo c<ilorato : un altro filo è annodato alla parte media deli'ansa. Ciò preparato si fa passare dalla Ìlùrice nella bocca una sonda di gomma elastica, meglio la cannùla di Bellocq e vi s'attaccano il mo coloi·ato e le due estremità dell'ansa: sonvi allora tre fili pendenti dalla darice clte servon a tirare l'ansa e, scadendone il bisogno, anche il sem mento di sonda : v'è pur on quarto file, pendente dalla bocca il quale serve a · titar al basso l'ansa, se ne occorre la necessità. Introdotto il dito indice ed alle volte anche il medio riuniti nelle fauci , si pro· cura di dirigere l'ansa in modo che àbbracci la rn· dice del polipo: un Assistente tira allori due estremi dell'ansa ~' se il polipo è bene abbracciato, anche il (*) V. i numeri antecedenti.

filo colorato per levare via .il seiµ~ento . di sonda : quindi si stringe con il · serranodo. Formola della prati'Ca-Rigaud: Stao io una forte , cannula nascosti tr.e ciliuèlri d'acciaio cbe- si fan a v:olontà e separatamente od jnsiemo movèr ed avanzar o retrocedere nell.a medesima. Arcuati nella loro e~tr~mità che è fessa, quei cilindri forman una specie d1 p1oz_a ~ tre br~nc~e con forma di tridente che si .può volontariamente cl11uder ed aprire. Si fissa il filo nella fe»sura dell'estremità .terminale e poi con' la sonda di Bellqcq fat_ta passare nella bocca si ritiran i suoi estremi per il .naso. Introdotta quindi .la pinza chiusa nelle fauci, s'apre più o meno s.econd() la larghezza che si vuole dar all'ansa e s'alza contr'il polipo come per afferrarlo. Non altro più rimane allora fuorchè a distrigare !'ansa; il che s'ottiene tirando con qualche forza le sue estremità pendenti dal naso. Rimane da questo tir~mento vinta l'elasticità de' margini della' fessura termrnale dei ,cilindri; io grazia di cui ritenevano l'ausa. Formo/a della pra.tica-Hatin stata premiata dall'Accademia delle Scienze. In questa pratica l'ansa del filo, fatta passare prinìa per il naso nelle fauci è io~rodotta dal e.avo della bòcc::i intorno al polip~ Il)ed,ante una lamrna metallica , bene liscia e curva nella sua faccia convessa. Questa lamina la qual è d'un mt?ccanismo semplicissimo e p~trebb'essere sostitui~a ~a un cucchiaio ordinario alquanto piegato , n.ella radice del suo manico, portata contro il polipo tiene da un lato depressa la lingua, mentr'e che dall'altro offre all'ànsa del filo di cui. si tirano legaiermente gli estremi pendenti dal naso, un piano i;clinato su _d i cui essa sdrucciolando con facilità cade contro il pedicciu<1lq del polipo che abbraccia circolarmente. I testè detti strumenti di Rigaud e di Ilatin servono lutti e due allo scopo a cui sono destinati. Velpeau però entra11d'a giu,dicare del loro valore comparati'°o, sedollo forse dalla semplicità di quello di H.atin, gli dà quasi la preferenza, adducendo per ragi()ne che, se quello di Rigaud offre il vantaggio di occupare minore spazio, d'imbarazzare per ciò meno la vista dell'ima parte delle fauci in cui bassi ad


U4 operare-e di portare meglio la legat1_.1ra 4i>Ve e come si voole, esso ha però poca sulidilà e ridolto in allo è pjù iucomodo .~~ quanto ~i pensel'ebbe a prima giunta,. • • · Non. diciamo dclla pratica .ai P.ietro. .Moscllli , 1a· guàl'è des·critta negli Annali Uniu. di Meà. d'Omo: dei (Voi. 25, pag. 218 e Voi. 29, pag. 86), pcrche è analoaa a quella di B;atio , _rnu alquAulo più com• plicata. t>Ha essa però il merito d'essere stata pro· posta lungo tempo prima di quella di Halio. Omroetliamo pure· la pratica di Leroy d 'Etiolles, stata descritta nella sua Raccolta di Lettern e Memorie diretta all'Accademia ,delle Scienze di Parigi , come quella che non è ancora convalidata da sufficienti sperimenti clinici. Ora che vi Lo_,, &ignori, parlato delle vari~ I?ru~icbe con cui si legan i polipi delle narici postenon dal lato deJlà ijoçca: .non debbo lasci·arvi igoòr~re che i maneggiameoti a ciò necessarii provocano nausee ' vomiti e talvnlta insostenibili 'éonvellimeoti e chliJ modo di scemare, se non cessare del tuttq , que-sti imbarazzi nell'alto. dell'operare consiste nell'addestrare preventivamente quelle parti al contatto di corpi strtinieri, toccahdole tutèi i giol'oi od ànche più volte nel giorno con uo qualche corpo metallico. Quale siasi il' modo con cui sì fa. la legalura, per capire quando l'ansa del filo ·abbia,·serrata tutta la radice del polipo ossia quando oou vi rimanga più alcuna sostanza da strin'gere , debbesi calcolare la lungllezza del filo che s'è tiralo fuori. Conferisce inoltre a questa cogni'zione l'osservare cbe nel· tirare il filo esso non s'arrende 'più affatto. In questi termini aIle volte il poi ipo cade da sè, inentr'in -alcuni casi riman :m·cor attaccato, percliè la legatura ha bensì schìacciafa I.olla la sostanza pareocbimatosa del medesimo ' ma non ha ancora ciel lutto sciolta 'la conth1uità della .membrana esteriore che per· la sua sottigliezza sfugge quasi la compressione. Si può allora senza peri-colo d'emorragia Lirar blandamente i fili della l~gulura : il cbe basta per distaccar i rimasugli membranosi e filamentosi. · Non sempre così benigno è il distaccamento del po.li po, anzi raramente è ,così benigno, giaccbè suole dopo la legatura intiammarsi la porzione di Scl.ineide,.riana so cui s'impianta e l'infiammazione dilfoudersi non s(>lo in tutta la sua distesa ai seni rnuscellari e frontali , alle fanci , ma talvolta insin alle vie aeree con diffièoltà d~ respirar e d'ingl.iiollire, con cefalalgìa e con febbre sovente gagl iardissima , per coi è necessario uo prouto ed energico melodo aotiOo· gistico. Si è più volte parlalo del serranodo di Desault , ma non è o credersi essere quellv il serranodo,tipo. L'Arte possiede molle altre m,rniere di serranodi. :Bichat var.ta un serranodo pieghevole il quale senza essere spostato , può, scadendone il bisogno, venire allungato ed accorciato. Il serranodo di Grcefe è fatto di duP. pez-z.i che, senza spcstal'li , è facile fare sdrucciolar uno su l'altro e strappar con forza il JJOlipo. li rnigliore di tull i è forse qnello idealo da Rode1'ick e messo in pratica da Sauter P. da l\layor, pe1 chè s'adatta meglio, cl.iecchè ne pensi in cont, a rio Vidal, alle cavità nasali e meno le irrila, il quale consiste in uaa coronq. di cui i globetti son in legno, 1

i_n osso . od_in meiallo. Sauter predilige i globett.i fatti coo la sommità del corno de' ruminanti e Mayor i globetti d'argento o di stagno. Se oru chti vi ùo parlalQ di tarite ·pra"tiche e di tanti strumenti diretti · a legar i polipi P.,andèoti dalie narici posteriori Voi, Signori; mi chiedeste chè cosa su di ciò m'abbia insegnuto la mia particolare sperieoza vi dirò . i • che p;er .abbt·ancare l'ansa del filo in bocca la sonda del Bcllocq' è mezzo ioarrivabilti : · 2. 0 clJe per fare pai)sar H laccio intorno al pedi.cciuolo del polipo ,· il che è malagevole per sè ,. malag&vole alle volte per la profondilà della. radi'ce del polipo e per il aon bene noto luogo in cui è essa impiantata, così mah1gevole ancora per la difficoltà di mantenere dispi.egata l':rnsa del .filo intorno al polipo che da qui trassero la loro origio~ le modiijc:i·z.ioni di Pallucci , [)esault, Levret, Brasdòr, B.igaud, Moscati, ' Hatiu, Leroy d'Eliolles, ·ecc.; cl.le, ripeto, 'p~r 'fare passai' il laccio iplorno al polipo manteoèodone bene dispiegata . l'ansa, lo strumento <li coi in più incontri ebbi maggiorme11te ()ccasio_ne !,l'essere soddisfallo è qtiella specie di po.rtanodo di DesaulL costiluilo ila un oiliodrett.o metailico di ferro_ o d'acciaio, rioç,hiuso io uoa èannula e rappresentante, apel'bo, una spec"ie di pinza e, chiuso, uo anello, non ~ssendo m11l:1gevole con due di quelle cannule convertite ad anello in cui sta rinchiusa l'ansa in due punti opposti della sua cerchia, epperciò ~iseiegata, ques\a portare su il di diel.ro o su il da~hnti inWr{io al pcdicciuoln del polipo secondochè aderisce esso alle parti molli co prenli l'apofisi basilare o ad una delle parti laler:ili più o meo elev-0.Lc. della parte profonda (lell{l cavità nasali , oppor aderisce alla . faccia nasale del velo mobile : 5° che per istrozzar a morte la radice del poli po, quale ne sia la spessezza, ~issuo serranodo è da porsi al paragone di quello idealo da Roderick e messo in praticu da Sauter e da l\Iayor, giacchè troppo incomportabili riescoo i serranodi di Levret, di Oesaolt i, d'allri, l'isullanti da cannule metalliche, epperciò iollessibili, lasciate a permanenza oel OllSO. Vi parlo, Sigoori, di èose che ho più volte verificate nella Clinica e nella pratica particvlarc. Con questa prediletta specie cli serl':rnodo rwn vidi mai con tinuarsi col circolo la vita nel polipo con le sPquele di cui vi p.irlerò tra pQco e oon è questo H minore de' suoi vantaggi: 4° che in fi ne il filo metallieo per la sua facilità a rompersi debb'essere postergalo al filo di canapa o di seta. La narice ·anlerior essend'alquanto sot.t'il piano della parete palatina della cavità nasale, succede che i fili della li)gatura tiruli rui;ri cl.il nusu appoggino con forza sopra il margine facciale di qoella parete e v'inducano iffita1.ione od anche escoriazione. Si previene facilmenle cotest'incoovenienl.e interponendo uu piccolo e solliM cusci11etto fra quella parnte ed i fili della legatura. Applicata la le.gatnra, del,b'essa esser ogni giorno ristretta sin a che il polipo non siasi distaccato. Questo subito dopo la legatura intumidisce, poi s'avvizzisce e si scompone. La materia putl'ida cl.le ne stilla potendo , trangugiala, çlanneggiare le vie <ligerenli, è bene che l'operalo stia abitualrue11 te iuclinato in avanti e cùe per correggere qnella materic1 si prulichioo iniezion i d'acqua acetosa vd alluminosa o clorurala o d'altra specie richiesta


U i5 dalla particolare natura del caso. Parimente per an- ·1 adduco troppi casi, se non identici , mollo analoghi di polipi vescicolari ed io co,werrei con Voi, Sigoorj, liveni-r il pericolo che il poli.po delle fauci cada, diin ciò se nell'addurli, unzichè la pa-rte dell'O.pér-astaccandosi , nella laringe, coosigliun alcuni Pratici di fare Loslo, dopo la le«atura, passar a traverso del 1 tore, non avessi _fatta più la parte del Pa.tologo che, nell'attuale penuria et.iologica su il conto dei polipi 111edesimo un .tno di·eui le esll:emit.à riunite ed unasali, ama ~ede1;e quali abiti, tempehmeoti. coslitu~ ~oenti dulia boe.ca saranno fissate alla guancia coo 1 zioni, idiosincrasie, abitudini e simili concorrano più lislarelle emph1stiebe oppor al berretto ·dell'operato. Del testo finchè la narice operato. darà segni di mule 1 parlicolarment"e alla loro produz.ione. Osservazione i~. Camillo:. Bonaoate: di Torino : e getterà supptrraziooe, dovl'à .co11tinuarsi alcuna delle Stampatore e Compositore. di lettere.:_ anni 2.i: tempoc'anzi dette iniezioni. peramento sanguigno coo teodeoza alla pletora capiQ.oaJltlO la legùrura applicata intorno al polipo otale : costituzione robustissimài: soggetto a frequenti pera pe1· gradi così ·che cuuLìuui col 'Circolo la vita epistassi e cefalalgie. Nella metà dell'anno :f.836 gli ne' suQì strali cer11rali, può succedere cb'il medesimo, si svolse un polipo sarcoideo nella parte anteriore jn vece dì rio,bne,·e strozzato e privo di vita I s'in<lei lato sinistro del tramezzo nasale, abbarbicato in fiammi, assuma ona graude mole e minuoci gravi scporte al tramezzo molle ed in parte.al duro: crebbe <.Juele. lu uo simile evento G. Cluquet ( Ar..:hiv. gcn. per gradi così che nella metà del mese di marzo di 1Ved., voi. X) prese il purtito di reciderlo iocoo1837 era del volume d 'una g ro~sa nocciuola , santaoente. lo temel'ei però una . grave emorp_-gia dal guinava , era di volta in volta dolente e recava taglio d'un polipn co·sì per ll0gosi inaffiato di sangue molestia con pooa deformità. Ai 23 del testè detto e forse mi deciderei di prefer.enza a privarlo del mese di marzo lo h~ in presenza della Scuola con tulio di sangue e di .vita ~on lo st.ringe,,e.di più pinze a polipo in più. riprese levalo via quasi del 1'1:1 1laccialura. tutto e poi, toccatane-la ba~e con un {iiccolo cauterio Diremo ch'io · molti casi i metodi e le pratiche fìo attuale candente per provveder -all'emorragia ch'era qui descritti posson , anzi debbun essere combinali . piuttosto ,•iva e per distrugger alcuni avanzaticci del Diremo 'pnre cou MQriteggia cb'alle volle i polipi medesimo, ho, coperto la superstite escara con fr. son accoa1pagrniti da qoalcbe altra imperfoziooe delle narici ehe rle rende malagevole e<l infruttifera la cura, J.lcoica asciutte .. Dopo -tre giorni dall'operazione, tolte I~ fi14pcioa, ..,si vide l'esc[.lru già separata e nel..puot1J sic<:ome sarebbero un'in(lalur1,1le eminenza od inclicauterizzato null'altro rimase foorchè una piccola ulnazione del tramezzo nasale (Oss. · 15 e 34 ) o l' iogrossameut.o eslcso della membrana Schneideriana cera-. che nel corso d'una settimaea spontaneamente cicatrizzò. . · · (Oss. 30 e 33): di fa.tli il citato Autore vide un caso io cui dopo l'esl razione del pnlipo era impedito il Si dedusse la diagnosi di cotesto pÒlipo dall'inna,. turale ed abituale ofiluenza di sangue al capo, rivepassaggio dell'aria per .ciò che più in dietro dalla sede ch'esso oècupuv'a I.i ·membrana JJiti,ilarìa e la lu~o. da frequenti epist~ssi e .cefa\algie e preparata dal suo tewperameoto $anguigno e dalla sua profesoonca· eran a conlallo: alt'argata per alcuni giorni la sione, in grazia di cui era per lo più, obbligato di narice con grosse candelelle di budello, s'off'erse più stare col capi) chino. . in dietro oo altro polipo di cui lo strappamento ba . Non vi fu a!alJor io poi riproduzione del male resa libera affatto la cavità nasalH. Diremo per ultimo che le parti profonde delle cavità nasali, state (~sservazione stata scritta dal Sig. Dolt. Scipione sottratte per no tempo notevole u.ll'azione -dell'aria G1orchmo, le solide cognizioni del qual~ gli frnttarooo esterna, potrebbero ·itritarsi , come vidi in un caso, successivame.nte gli onorevtili posti di Dottore Coll-eove, comuuqae guarito il polipo, l'operato non oe giato delle Facollà Medico-Chirurgica e di Chirurgo della Maternità}. · moderasse per qualche tempo l'impressione sa le Oss. 2.". Narro un altro caso, all'a.ntecedcu·te molto medesime, pressappoco come s'irrita un occhio operato dalla cataratta che s'esponga ad uu tratto ad analogo e stato accuratamente scr.itto dal Dot.t. Blanqui, una viva luce (Oss. 32.). da cui rilevo che nel mese di novembre i.857 fu ricoverata nella Clinica un'ammalata per nome Anna Come bo a'doper.ato parlandovi, Signori , del raDerlero ,.d'anni 30, di temperamento sanguigno, di CO· chiartrocace in coi dopo la trattazione didascalica stituziooc ottima, sempre bene meostruata, non stata detl'argomento vi ho offerte osservazioni compromai soggetta ad alcnni incomodi fuorchè a corizze e vanti ì precipui principii io quella dichiarali , così pletore .capitali, la quale era da un anno affetta da adopero io quest'argomento. Val a dire ora che ho polipo sarcoideo aderente alla faccia interna: dell'ala p~ocurato di farvene conoscer i principali concetti , destra del naso, voluminoso a segno da riempire tutta -n11 conduco subito a desGrivervi io modo st.l'ingato e la narice, stillante facilmente sangue e stato da me redél tntto siuoLlico, non già tutti i casi di polipi na_ciso e poi con pieno successo cauterizzato coo il causali per me veduti e corali, ma solamente ona buona terio attuale; cosi che l'operata fu io dodici giorni màoo dei medesimi ad oggetto di appoggiare quei io grado di rimpatrfare. concetti. Alcuni di quesli casi sono dedotti dalla mia Oss. 5a_ Teresa Bardelli: anni 24: maritata: tempratica particolare , ma i più lo sono dalla Clinica perameot() sanguigno : costituzione ròbusta. Era a Operativa e furono nel tempo compilati dagli Allievi questa donna, dopo la lunga azione di cause reD ma che la freqoeutavao<1. Fecer eglino quello che voi ticbe, spuntato un piccolo tubercolo sessile su il trafate oggigiorno e, siccome le loro osservazioni fanno mezzo nasale dal lato della narice destra in distanza ora il vostt·o pro, così le voslre faran il pro dei vendi sette linee dal piano della medesima : pallido ed turi , costituendo in tale modo una non interrotta indolente nel suo principio, qoesto polipetto, irritato catena di fatti clinici. Troverete per avventura che

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con il nitrato d'argento, divenne doloroso e rosso. In questo stato presentossi la Ba~delli a me nell'anno t855. Ammaestrato da lunga sperienza eh' in tali casi la recisione e poi la cauterizza,zione .son i migliÒri mezzLad oppor al male, io fo ho subito reciso avanti ·1a Scuola e cauterizzato leggiermente ~- ciò bastò per conseguir un.a raprda guarigione. Oss. 4 3 Filippo Della Valle.: aiini· 55 : contadino di Bossolasco: ammogliato: temp~ramento.sangoigno bilioso : costituzione atleticlJ. Nel mese di maggio dell'anno t850 fu colto da int~osa corizza che lo molestò per lo spazio d'un mese con abbondante secrez.ione di matéria· fetente e biancastra eh 'egli assomi. .gliava alla.marcia. Quando parve s'al,leotasse l'intensità della Cùrizza, incominciò allora l'ammalato a provare una sensazione come di corpo che ·turasse kl narice sinistra o di muco che l'ingo111.brasse, eui cercava egli rimovere con ogni mezw dall'Empirismo femminile dettato. Ma la. malattia ili vecé cupamente s'aggravava a segno ~.a por ostacolo al ·passaggio-dell'aria, finchè, nettandosi una volta il naso, parvegli abbrancasse con i diti uu aorpo che gli sfuggì , il quale ora rende• vasi più superficiale ,ed .ora piµ profondo. S'aggiunse frattanto che, per colmo di sventura) la cavità nasale destra si restringesse por essa per lo svolgersi d'un 111tro po.lipo che dilatava per gradi le pareti del naso e tura'\la in fine la narice. Ma; o sia che eccedesse egli nel villo e uelle bevande spiritose a CQi era in• cllinevolé· o sia che twppo a lungp faticasse o sia che s'espones~e a cause reumatizzanti ,· a , vicissitudini atmosferiche, il fatto è che dai -16 d'ottobre appunto qaand'ebbero luogo diuturne pioggie, la vegetazione dei polipi si rese più che mai pre·cipilosa in sin a generarli leggieri sì, ma frequenti dolori, seosazio.Qe di solfoca·zione :vacando a gravi fatiche e trabbondao'te secrezione' d'umore si~roso. I quali iocom,idi non po· tendo più sostener e cercando togliere , ebb'egli ricorso alla Clinica Operativa, dove nella mattina dei 29 di novembre del citato ànno io . ho in. presenza dello Scuola afferrato il polipo sinistro il.qu,ale pareva aderente al turbinato inferiore e con torsio:1e tratto fuori 'intiero, offrendosi composto d'uria sost.anza vescicolare alquanto più compatta del solito. Ho di pòi afferrato e I.irato verso di me.,il pol\po· destro ·il quale aderiva all'alto, ma oppose esso tal una resistenza che _si lacerò pres5'al.:suo ·pedicciuolo , essendone però .stata estratt.a la maggiore parte. Uoperazione fu celere e semplice .ed il suo e~ito tale da infondere speranza che la malatl.ia non si riprodurrà,_almeno dal sinistro lato. L'emorragia fu di nessun momento (Storia compilata dal Sig. Dott. Giacinto.' Pacchiotti). É qui evidente la .generazione dei polipi da una rinitide catarrale. D'allor in . poi l'ammalato non s'è qiai più presentato alla Clinica. Oss. 5•, N. D..di Sciamberì: anni 58: Cappuccin'O: ròbusta costituzione : sano 6n ai diciannove ;ipni : stato di poi soggetto a .frequenti ma passeggiere ~efalalgie sin al trentesimo anno, oel quale tempo fu colto da uria violenta. corizza ; stata seguita da abbondantissimo scolo mucoso, la quale durò un anno e poi scemò, quasi si spense, quand'il Frate Cappuccino riconobbe la presenza d'un polipo nella narice destra. Un anno appresso una persona dell'Arte ne tentò lo strappamento ,. ma rie.scì questo parziale e

dovette essere rinnovato sei mesi dopo. Con questa seconda operazione non si venne a capo di diradicare il polipo il quale s'è riprodotto e cinque anni dopo cioè ai i5. d'apl'ile 1859 il .Cappuccino entrò nella Clinica·- Operativa. li polipo ~ra mucosp -e dotato di pe'dicciuolo, occupava la parte. posteri6re del -meato medio della · ea vità nasale 'destra ed eta del voi ume 9'una mandorla e di figura alquant'Jrregolare. Ai -1 8 del citato 'mese lo ho in· presenza della Scuola Htferrato con le ·pinze e ne bo in due riprese estratta la ·PÌll grande parie . .Per lo stillicidio di sangQe piuttosto abbondante che ingombrava la narice si dovette smettere l'atto operativo. 'l're giorni appresso mi fu possibile diradicare la sua radice b,en io vicinanza del tuogo del sno impiantamento ed alfora la narice . rimase del tot.lo_sgombra. D'indi in poi . non .ebbi piì1 notiìie dell'operato. (L'Allievo che compilò cotest'orservazione .dimenticò di firmarla). O~s. 6. éarlo Cariasso : di Tagliaferro : anni 60: Lempérameo'to epato-veooso t:isagerato.: costituzione flaccièlà· e snervarà : negoziante iò bestiami e pescatorè : abusatore· di vino : sano fin-ai 25 anni in cui ,fu assalito da una gravissima bro~co polmonite che, a malgrado di quattro salassi, durò per quattro mesi accompagnata da ab~9ndaritissim.o e~creato. e, po! cessò per benefizio delle forze naturali. In eta d anni 40 fu assalito da febbri intermittenti endemiche nel suo paese nativo, le quali svanirono da sè. In età di sessant'anni s'ac corse su il finire .del ··mese d'agosto 1838 che gli pul1ulava n~lla cavità· nasale destra un tumore ch'io breve tempo gliela turò del tutto , generando impossibilità di respiro da quel lato, stillicidio di' lagri,me dali'oècbio corrispondente, sordità e gravissimi dolori entrocra~ei .. Nella ~et~ de1 mes~ di novembre gli furono -pràl)çati tre· salassi senza m1glioramento. Uo distinto Chirurgo l'avvertì allora come l'operazione foss'il solo mezzo per sollevarlo , ma l'infelice, messo in non cale il salutare avviso, ripar9 in uno Spedale di Provincia, dov'il Medico curante gl_i fece praticar_ otto salassi. Furono ques~i più che sprecati , percbe non solo nou scemaron 11 male, ma inutilmente affralirono la sua costituzione in un grado estremo. Riparo aliora alla Clinica Operativa nel quarto giorno di gennai.o 1859 , essendo nel seauente stato: ai già citati sin torni e segni di sordità~ di gravissimi dolori cerebràli, d'i·mpossibilità di respirare per la narice destra , di stilli~idio di lagrime, associavansi la prior.ipiaore esottalmia; un'e,. norme distensione della parice destra di cui le pareti molli e.ran assottigliate e le dure scassinat.e; polip0 lobato di grande mo!~ , di nator~ sarcomato .fu_ngosa , di colore grigiastro-livido e facilmente sanguinante; la parte · mediana della parete dest.ra del .palato già alquanto mollèggianle; un essere morale apatico ; in· terriato il colore della persona ; edematose le estremità· inferiorj sio ai polpacci ; fegato alquanto in• grossato ; notevole macilenza; fondala presunzione di dilatazione del cuore destro con respiro per breve marcia affannoso. ChbHO appariva ch'il suo temperamento natura.le flebo-epatico, spinto ancora dall'abuso del vino, dal suo mestiere per cui era di continuo esp.osto a sorw ressioni di traspirazione, e dall'aria umida del suo paese nativQ, -malsani} e sempr.e contaminata dal seme delle febbri intermittenti, aveva


H ·1 fattQ <il passo ad atti flogistici CtJpi nei capillari vetemperamento' linfatico, d•1ll'abit.o capitale, dal connosi del fegato, del cuore destro e dell'interno della genito schiacciamento della narice del naso e deter-. C!lVità oa~ale destra, ~·onde :i:rass.e la sua origine la 'minato da lunghe. Cori lZe . Ora COO forma acuta, ora.' sopra descritt~ degener_azjone. sarcoa:u ato -fµngosa. Hl c~n forma lenta. ( Osserva~ittne st.afo c/Jrnpllata dal un trattenimento Clinico si fece pronostico infausto Doti. Giorgio CvJte). .' ' e si decise di ricorrer ~r mezzi :fa;maceutici e diete• (Cò!'ti~ua) · · tici ristoranti le atiralite for7.13 e di nulla intraprendere prima che non fossero qtrelle alquanto rifoçìl.late. Furono qu~te eft'etti'i~mente alquanto ristorate STORIE DI CA'.SI RIMAROHEVOLI. dopo due mesi dall'uso. d'un vitto aualeptico, ma quando !?i venne ·a discutere se fosse sì o non conveniente fare ricor,;o a qualcbe mezzo · operativo , 14 l'ammalato a cui 1roo si oascosè, nè si doveva nascon· NEFRALGIA; JNTEttMlTTENTE. dere, la gravità del caso, chiese di rirn[!~triar.e. (Storia stata · compilata dal Sig. Dott. Aogelo Clerico da (Storia comvnicata d~l Med . di Regg. in a'spettati<111 Santhià). Dott: . M.u:.~NO'r), Oss. 1•. Maria Odela: nubile: temperamento linfatico-sanguigno: anni 59: abito alquant4 capihle: .M. B. in età d'anni 65, di temp.erame.nto -sanguigno a costituzione~ piuttosto buona: offrente a !quante schiacba~e venosa, di piccola statura · e di ·gTacile complessio• ciato il n.aso nella sua radice e per natura dotata ne, impiegato qual~ Segretario in un'Ufficio . d'losiouad'una squi~ita, forse troppo. squisita, sensibilità della soggetto da qua·nd'a quando alla pirosi fu nel 50G zione, Schnei(jeriana : ·stata nell'infanzia soggella :ti pedi" anno di sua età- tocco da nefrif..e .calcofosa la quale d~algooni e ad un tumore gbianaolare al collo di luogo lor in poi più non si rinnoyò. Nel giorno 11 di settembre corso: meostruata su i dodici anni. Nella rivòlutiooe p. p. dopo av~re ve~séi sera falla una lunga passeggiata della pubertà· la prevalenza ·linfatica cessò in fa yore ftt ad un· subito assalito da gagliarda febbre con intensa del sistema irrigatorio ro&~o. Ed è da quest_a prevacefalalgia da cu·i si liberò coò un pediluvio e con ·un lenza che debbe derivarsi l'abbondante meuslruazioblando purgante. l\feòtre nel giorno 15 del m,e~esirriò ne, alle volte ripetuta uua e)i anche due volte al mese àttelldeva alfe sue ordinarie occupazioni fu se'nza mese, a cui da quindici anni soggiaceva prOV,ii!ldone prodromi preso .da ·violento dolore al rene sinisti-o · con sollievo , aoziclìè danno: per modo che viss'ella io stranguria, con vomito e con . meteorismo. Da quest'ictutto questo lungo intervallo -di tempo iocolurne .da mali , salvo ch'ebl:ie uoa volta cioè su i 36 auni a cesso, stato giudicato per unà nefrite calcolosa, fµ pronsoffrir una corizza acce,mpagnata _d a abboodantissinio taqiente liberalo per mezzo di due salassi dal bracéio, di scolo di muco nasale,. la qual.e durò per 1~ spazio di un altro ·da·ll~ mano e d'.un;applicazione .di venti s~nguìun mese con forma acuta e poi passò · allo stato lento. sugbe alla località. Nèl _giorno 15 fu di bel nÙòvo se·n~~ Cotesta corizza fu, sono nove mesi, aggravata da una sintomi precursori · assalito da un atroce dolore , quasi febbre sinoca da cui fu colpita e per cui si praticafosse prodotto da un ~car,bone ardente, al rene sinistro con rono due salassi. Tre mesi d,opo cotest'. accidente,, esstranguria. li dolore si propagava al cordone spermatico sendo la corizza ricaduta nello stato di l~ntezza, fu del medesimo lato ed era accompagnato da leggierissimo . l'ammalata fatta accorta da una · persona dell 'J\rle gr_ado di febbre, o.on punto 10 relazione con l'intei:isità che polipi ospitavano nella sua cavità nasale sinistra del dolore. Gli furono pràticati per la seconda volta tre e si det~rminò ricorrer alla Clinica Operativa ai 18 salassi ed 1m'operaziqne di sanguisughe alla località con di m:nzo i839. Erano due i polipi d'indole vescicosoprapposizione di ventose e gli si prescrissero bevande lare di cui tino aderente alla faccia inferiore della ghiacciate e mucilagioose, clisteri mollitivi ed un'unzione cavità nasale sinistra poco al di là dell'unione della. con olio di giusquiamo canforato. Dopo oll'ore se?mparpon.ione cartilaginosa· con l'ossea ci9è nella sua parte ver i dolori e l'emissione dell'orina riprese il oatur.ale più strelta , e l'altro all'osso turbinato iof~riore: suo corso. Non erano trascorse più di 15 ore da questo bianco-giallo erane il colore e ciascheduno dei me.açcesso che tutto l'apparato sintomatologico si rinnovò desimi offrivasi deJ volume d'un'avellaua. Molesti con la medesima intensità, ma con maggior insistenza tornando, lnttocùè indolenti , all'ammalata pel frenel dolore che cltirò per 12 ore e éon accompagnamento quenle sternuto, per l'impossibilità di respirare per di gagliarda febbr~. An'che questa volta gli ·rurono prati~ la narice sinistra e , per la copiosa secrezio.ne di càti un salas,so dal braccio, un'applicazione di sanguìsu~ maco, ai 2i del citato mese c:oè due giorni dopo la ghe ai vasi emorroidali ed agl'inguini senza migliorasua accettazione nella Cltnica; ofr tiescì facile strapmento. Fu ,solamente verso sera che dopo mi piccoÌo saparne uno_ con ·le . pioze cioè quello ch'era impian• lasso dal piede l'ammalato si trovò di nuovo libero affatto t~to ~ell'osso turbinato ed bo nel tempo stesso reciso 11 secondo dQpo che l'ebbi afferrato cou 110 • dalle sue _sofferenze. E~seod'ìo stato_ chiamalo a consulto, dopo avere ben bene ponderate le circostanze sopra rifa. doppio uncino, spinto alla recisione dalla dLfficolt.à di rite conchiusi-che nel nostro caso avevam a fare con una poterlo, a cagione èlel frequente sternuto e della sua nefralgia intermittente e perciò prescrissi d'accordo con irregolare conformazione, ben afferrare con la tana. glia. a polipi. -~Moderata fu l'emorragia e pronta e i Colleghi curanti alcune pillole di chinina unita all'opradicale la gnari<1ione dell"arnmalata che d'allor in pio. Con -questo mezzo eb"bimo la ~entura di prevenir il • " b poi pm non rividi. ritorno del male e nel medesimo tempo la soddisfazion~ É quest'un caso di polipi nasali stati preparati dal di scorger il nostr'arnrnalato perfettamente ristabilito. 0


U.8· Questa Storia lulloçJ1è breve, prova l'errore in èui versano· quei. Medie.i i quali in qualunque malatiia non sa)leodo scorger altr'elemento fuorchè l'infiammazione, con, segù·enli a questd loro r.n;do di vèdere cagionan, infiniti malo,ri ai . loro clieoli. con la smania del -salasso : può . anche ~uesta Sloria essere di qualch;utilità· ai giovini Pra· tici i. quali l'esperienza non rese ancor abbastanza sicuri di loro ste~si al letto dell'amma1ato.-,.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTil11CHE (.Mese a' otto'bre. 1°3 1'or11ata), GEl'\OVA. Spedale di mare. Nella prima seduta il Doli. Valle legge una sua Memoria nella quale passa in-rassegna le principali malattie-a cui vanno soggetti li :Marinai, specialmente però soffermandosi a trattar.e dello Scorbuto che considera sic-come l'effe.Ilo dei longhi. via~gi mari~tirn.i e d'altre cagioni concomi· tanti. Dice che quandQ lo Scorbuto si manifesta in·seguito a11 una navigazione non lunga più d'o.n o due mesi, l'inos.ser-vania dei 'precetti ig;enici, l'oso d'al.imepti corroHi, la sov,erchia agglomera:tiooe d'uomini su la medesima nave e l'umidità sono le cause cbe valgon a det'erminarlo; ·ed' all'inconlro ·quando lo Scorbuto Si mtmifesla dopo un veleggiar.e. protratto pe1: un tempo !)iùlungo de'l g_ià notato; la stessa Jàoga permanenza in roai·e è cagione determioante 'della malattia, indipeodeotemeotè da qualunque altra, asserendo che l'uomo nori può iodefin'i.lamentè viver in buone condizioni,fisiol-0gip,he su l'infido elemento per la presuo!a mancanza nell'alm-0sfera roaritlima di determinati fluidi sottili sconosciuti mà necessarii all'integrità, aell'umana, santtà. 'Facendòsi >poi a·percorr.er iri mo()o generai.e la serie di (ulle leallre roulat1ie. a cui va soggello il Marinaro, nota çome nei primi tempi ·della navigazione occorrono frequenti le intìammaziooi le"'Juali·conservanèl'ancora l1indole loro genuina, esi~on una cora p~etta~11nte anliQogi~tica; colD'all'incontro dopo un lupgo s,oggiorno.lll mar11, massimamente se la. traversata succ11de 10 un'atmosfeta hmidà od ip Jatiludio~ nelle quali la tempera.tura sia molt'~levata, svolgansi malattie di. natura diversa, IJ)a setpP,re a.ssoç1a~e _alla pr~sc1na di sab.urre -iaslriche; m'l>li\°'o per coi e~li raccomantla inquesli casi l!ùso degli emetici e dei purganti, nella somministrazione dei qoali (associali in quest'oll1mo·caso, a-ii tonici ed .escloso assoluta.mente il salassò) ctebbesi tanto più io~islcre quanto più l'Equipaggio scarseggia di viveri frescbr (le patate, ec·c.), qnàolo più insieme coi disordini gastrenteric-i ot.corrono disordini èelle funzioni cerebqili e quanto pjù .l'aniJDO deltammalato offresi melanconico ed avvilito. Nota quindi come la durata sempre più lunga del viaggio, l'insoddisfalto ardente desiderio di toccare terra, la maggiore mancabza di buoui cibi, la ma!lcanza del labaccQ cotanto iodispensabil al :Marinaro abituatovi e finalmente la consegoente prostrtiz11,ne òi (orze fisiche e morali, Eiaoo le· cagioni cbe più d'ogni altra valgon ad originare lo Scorbuto navale di coi le prime vittime sono le persone di temperl!meoto linfatico, quelle tocche da sifilide e quelle già ammalate per gravi febbri. Riferisce in seguito la pescl'izione di .q~esta_ terri~ile malattia ed aecenoa alla to~efazione delle _gel).g1ve sllllanti sangue ora rossas\ro ed ora d1 color oscuro, alle abbondàoti emon:agie, alle frequenti lipotimie, all'estremo deperimento delle forze, ai dolori atroci consecutivi ai più lievi movimenti ed in fine ;11la morie, sovente unico sollievo a tanti mali. Finalmente, considerato lo Scorbuto qual ·un<5 stato astenico di tutta li'cconomia ed avenle per prima,.cagione il troppo lungo soggiorno in mare associato ad insufficienza di nutrizione . e per cagioni secondarie le faticbeeccessive, il sucidume, l'irregolar .uso dei viveri callivi, le passioni tristi, ccc., si fa a ragionare del metodo curativo il quale dice difficilissimo quando dal riposo dall'oso d'alimenti vegetali freschi o cli carni bjancbe, dall'ahi~ tazione in locale caldo e ventilato, ecc., vada disgiunto il pronto appro_do al più vicino porto, dove gli ammaJatì sbarcali ottérlgono ID. breve· la guarigione da tanto tempo sospirata e forse n~m ma, effettuabile continn.and'a star in mare. Udila la lettura d~ qo~sto .scritto il Presidente ne chiarisce l'importanza ed invita 1 ~d.una!lza a volersene immediatamente occupare, semb!andogh utile che ad ulteriore dilucidaiione dell'argomento c1asc.bedu~o degli Uffiziali Sanitario-marittimi comunichi li risoHa~cnll ~ella.. pr~p~ia sperienza verifi.cati nelle navigazioni esegmte ne1_van,i, ehm,;_ mezzo questo ch'egli dice il miglior.e per form?rs1 u~ idea chrnra e precisa delle malattie dominanti nei nos~ri legm .d? ·g.~erra, della lor indole e frequenza e dei •.soc.co!s1 Jera~eut_1c1 prn fr~qu~nlemenle usati e riconosciuti gio,l'e,oh. Fattos1qumd a rag10uaredel!o Scorbuto io parlicolareri-

flette che,q?an\~nqu_e mcrcè delle mi~lìor_ate condizioni igi'eniche e~orah de oa!1,ganll esso !!On,,s1a prn quella terribile malallia di coi banno lasciato un ~os~ lugq.~re qu.1dro gli antichi Medici e segnatamente L1nd, tollav1a ·occorrend~ancbe in giofnala d'osse'rvarlo su le nostr-e. Na~i in _detenpina!e ci'fc?sta.oze,egli crede opport~no che ~er v1~,91 f~ll.1 bçne_.confermat1 e coµçbiudenti si p.ros ur1 determ1pa!e .Vl qu~h co.ntiug.e'!ze, per quali çagiooi ed m quale latJtudJne pm rac1lme'nte domini lo Scorbuto. Pritn? a ris_polidere a que,t'iiwilodel Presidente ilDoll. Verde a.ppogg1ato. a1 ~olli e lung~i vjagg.i mari,ltim,i da lui eseguiti: prende a d1sc1,1tere.delle cagH,m cbe, secondo le sue osservazioni, maggiormente ·contribuiSC"OD ill'evoh'lzione dello Scorbuto navale. Quèste sono, eg1i dice, 'le pri:vazioni ~'ogni ~orta; l'uso dell_a carnesalB;ta, d~l b1scott9 alllm,pffato e d1 leg~m1 guasH; le rapide alleroatrve d1 calore cocente e di freddo umido· le fàticlie eccessive e~ i_ P.aleini d'anim~.' Cita quindi alcuni' ca;i di Sc-orb!,)lo occors1gh •per le accennale cagioni, rimosse le quali gli riuscì ~gcvole Cf ~à guarirne,gl')nfe1 mi, senza che, .siµ. stat:O Iiecessar19 sbarcarli a terra ed esclude pe?è:ò nellìl produzione dello Sco1·buto il.lauto malefico.i.ctlosio, dal Doli. Valle-tenotoin gr~ve calcolo, d~ll'aria maritltma; inflosso questo ~be conii ibms~e all'ev~lo7;10~e della mala_llia oou allrimepte .che per lé _co_ntun~e v~r1a~i.0~1 terf!1omeh·1c~r; barometriche ccl igrome·tnch_e m~v1tab1h nelle·d1verse f?s1 d'una lunga navigazione le q_oah n,?~,possona meno d'eserc1tar~·n~ll'eco!l"mia om?na.un'az1on~ ~J?,,O meno daono~a :a se~\rndà della maggior o minore su· scettib1lrta delle persone ebe·v1 s'espoogooo. Concordeme:ote ~11 Doli. Ver~e·!} Dott. J:eoncini-Qppogna l'id~a che la ~av!g.~z10.ne lunga_sJa .P,er se sles.sa ona_cagiçne dello Sco~lrnt,o d_1 cu, non e;bhe ma, ad, oss~rvar alcun caso nelle sue nav1gQz1om quantunque lunghe c_piu volte rinnovate. Il 'medesimo dì~e l'aria· de.! mare altrettanto b_uona e satobre- quanto q~~lla_ d1 teri;l'a, c.ome lo prorano la robustezza el'integrità di samta d1 mQ!ll uomini che v.issero qaasi ih.tiera la loro vita sul mare. Ragionando -qoind·i· intorno al perebè nei tempi andati lo S_corbulo fosse frequente a b'orclo delle o_a'vi più di quanto lo sia _al presen\e, fa ciò dipe~dert dalla cqrrnzione ·ckll'acqua po. labile che d1ffic1l':1?eole .S I poteva COt:Servare j ÌllCOnVenje·nte questo a cui s'ovvio pr-e'se111emenle la mercè dei lini 'di ferro· reC~!1temente stati adol_tati per C?_nt,ene,rla-, per conservarla e di ptu pci: renderla quasi un rimedio profilattico contro lo Scorbuto . stesso. m grazia dei principii ferruginosi <'he contiène. Peninè~te contro l'opinione Ml,Dolt. Valle parlano li Dollori I)eagos11m, Trecer?· ~.Promi_s. li primo ricorda l'evoluzione dello Sco~outo _c.be q~an _ep1drn11camente dopo pochi .giorni di navi-· gazl?De SI ~aOlfe.sto nell'estate del J 85Q·a bordo della fregata il S: Giovanni meutre dalla Sardf<gna veleggiava -per l'isola cii Gib_1lte_rra, della quale malattia ooo si poterono scoprir altre ceg1om ftH,rc~è. l'uso d~lla. ca1 ne ~i. bestie bovine state acquisiate ni:I Golfo ~1 P_alma~ d1 cui celle vicinanze ave!a in quell'anno domrn"1to uo epizoozrn, siccome ne convrnse prn lardi la cessazione della_ malattia e la ,gu_arigione degli ammalati no11 appena quelle carni {ur~no. gctt?_te rn,mare, e ~uro.o a quesL'çllimi prodigati 1i opporluo1 nmed11, senzac~a srn stato necessario-l'approdo in terra. . .,.1 ~eco.odi riferisc~~ os~eryazioni di ~corbulo non stato cagionato_ da lunghe nav1gaz1on1, ma bens1 dall'umidità da patemi d'ammo,.da nostalgia .e da çaUiva alimentazione prodotta anche dal_ delerior.amento. del pane b1scoll\J. In proposito di questo delertorameo~o. ~~I, biscotto, il Doli. Promis più specialrnéute' accenna ~llata~1l1\a c~n cui. il me~esimo è -soggetto a'd ammoffare , n_elle slJve dei nostri basll~enh ·le quali_q_uanlonque foderate· di Zll!CO 11:on lo ,preservao appieno dall'um1d1là· motivo questo per c~1 egh vorrebbe ~h'il bisco\to si sigillasse: secondo la costumanza francese, es1 provvedesse così all'economia e nello slesso tem;p~ alla .sanità degli equipaggi. Esauri.ta per tale modo la discoss10ne, 11 Presidente dichiara sciolta l'Adunanza. Spedale di Terra. Letto ed appr\()vato il processo verbale del1:a1?leeed.enle _tornata, il Doti. @megna dà l~ltura di due casi di ferii~ susseguile ambedue da tetano che terminò coo la morte. Il pnm~ d! questi casi si rife-risce,ad un Ilersa"liere dell'età di 20_ anm, d1 temperamento sanguigno e di robu~ta costituzione a _c1;11 e~sendosi co~ficcato 1?D chiodo. acumio~to oèlla pianta del piede d_cstro tra 11 2° ed[1l 3° spazio intermetatarseo ne risultò una fenta pe.nelranle sin verso l'aponeurosi dorsale la qùale medi~ata sem p_licem~J? t~ con bagni saturnioi _io principi~ e quindi C?D c~taplasm1 !Xlolh_tm e con unguento refrigerante, in soli nove giorni volse a cicatrice senza neppure la più lieve sensazione di dolore nella parte lesa, tranne uo tal .quale senso di calore che l'ammalato provav_a verso la-r~gione dorsale del piede ferito allorquando passeggiava; sensazione questa a·cui oon badava l'infermo il quale cbiede\'a con istanza d'uscire dallo Speda le. S.e non · che J?~I dopo pranzo del 10° giorno di sua permanenza in detto Sta~1hmento per l'improvviso iofuriare d'un tempornle essendosi molt~ abbassl':la la \emperatura caldissi.m~ ~i quella stagione (co1reva !I mese d1 logho), l'ammalato commc10 verso sera a lamentar un senso di dolor alle fauci il quale gradatamente nel

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successivo giorno propaga vasi a tutta Ja _mascella inreriore con impo~sibililà nel movimento ·della me<1:es1,ma. Que?lo dolo~e fu sospella!!.I hon esser allra cosa. f~orche l etfetto a una cag!oue l'eomatizzaote ma ben presto 51 r1conobber ev1de.1,1lemeute 1 sego i del tetao~ l)'.IOlivo pe~ coi si fec4t ·proni? ri?orso ~L salasso, ;,11le bevanc.\e antispa~mod~ch.e C?D1au~ano hqmdo, ali_~tere solBOLLETTINO UFFICIALE forico alla c1oro(l\rm1zzai1one,·a1 bagu1, quando sèmJJltc1,quando medic~ti con foglie d'a.tropa-b~lladonn~ e fio_almeute at clisfor.i purganti. Nel quinto giorno dalla man1festaz1one .della malattia tetanica mentre sembrava l'ammalato avesse ottenuto qualche migliorame0:10 dai_ t.e!apeutiçi_ compen_si s1a1jgl.i pro,digat!, si m"~ /Tariazi'oni nel Pe·rsonale Sanitàrio-JWititare. n1fes\aron_o SJ!)l(!IDL d1 P?ngeshò~o cere~ra\e la quale, ribelle al saogoisng10 rn1oovato a1 pro-èéss1 masto1de1, fo d'I bel nuovo susMuratore Francesco, Farma.clsta di 2a Classe.,,traslocato seguita da più gagliardi-insulti tetanici ch'io breve spensero la dallo Spedale d'Anoecy .a quello di Pinerolo. vita dell'a.mmalato. li secondo caso si riferisco ad altro, Soldato eguah.nente gioClasse, d11llo ~pedale Fuselli Giuseppe, Iìarrnacista di vine e robqsto il quale fu tocpo di ferita nel piede sioisfro stata: di Pinerolo a quello d'Annecy. gli cagio.nala dalla ca~tacc1a d1 latta c~nleneolo la palla ~1 piombo per l'ìnvoloofano sparo d'un fnc1le ch•ao suo Comm1Jitone iuavverteolemebte lasciava cadere per ternr. La cartucoJa entrata nel lato interno del calcagoo sinistro erasi anestata conCopia 'di Circolare · e dispaccio del Minister,1 Interni tr'il malleolo interno., ma la -palla segt.!itaod'il suo corso solcava la pianta del piede coperta dalla i,elle, lacerava il piano osseo , diretta agl' Inteildenti Generali in data, .dei 25 di 1ett. perforava i leijsuti mollì e, percorreod'aoa linea obbliqua dall'in1852, N. 5878, Divisione seconda. tèrno all'estetoo, usciva tra il secondo ed il terio dito.uel pietie, Facil essendo stata t'eslrazione della cartoccia, la parte ammaDappoichè gli Ufficiali militari di sanità furoa equilata si sottoponea prima all'oso cootiooato dei bagni freddi e qaind'a qnell~dei cata_pl~smi_mollilivl_;.s•ordina_va. \I ripo~o a:1para1i nei rispettivi gradi agli ' Ufficiali della R. Armata solulo, la dieta e le bevande rmfre~eat, v.e, merce dè1 quali come vennero loro tHlesi' gli stessi pr ivilegi di cu i questi ul·pensi nei primi 5 giornì l'ioferrno andava mano mallo migliòraodo e punto non Jagnavasi di grave dolore nellJ:1 looali_tà. Nel timi godono, coJ]1pete senza dubbio agli Ufficiali di sanità sesto giorno p~Ò si manifestaron incoptaneole:i,intomi di t_etano predetti, in allivilà di servizio, quando sono vestiti del generale coi:1tro, di coi a nulla valsero i salassi, l'oppio, l'etere, loro unitorme; il di'ritto di portare armi lunghe (la fuoco ecc., così eh'& ro mezzo a violènti spasmi tetanici I' mferma succombeva oella sera del 'fo giomo. l•er impT'evedute circostanze e pistole di misura senza mooirsi dellÒ relativa licenza. non potè avere laog-0 l'autossia nel primo caso, !}la nel secondo Il Ministero Interni nel . rendere di ciò io tesi i Signori essendo stata la medesima diligentemente esega~ta, quantunque con la più ·seropolosa. attenzione siano stati osservati 11 nervo sliInteodeòtj Generali ptlr loro norma, li prega di fare téne're biale pm;teriore od il popliteo, il cetvello, il midoHo spinale e le analoghe istruzioni alle Autorità da lo-ro rispett'i va mente yiscere tolte del petto e deJl'addomine, non fu da to trovar altedipendenti, razione df sorta io tolte queste parti, tranne 'un tale q U<1 le grado di rammoll-imonto nel midollQspinale ed i ~oasli _locali del piede Firmato PEnNATI. riferibili a lacerazioni dei tessali d'ogni maniera 1 quali costituiscono l'organismo di quella parte. Terminala la sposiziooe di questi due casi, il Oott. Omegna si fa a considerare s'il tetano traumatico abbia la sua condir.ione patologica od midollo spi· nate e nei suoi involucri, siccome pe1' questa specie di tola(lo non RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI che per l'altra detta reumatica è staio ammesso da Sommi Patolo~i, ovvero so per contro debba considerarsi come rnalallia (Suato de\ Dolt. Lorrnm). avente un faltore irritativo il qnalo movendo dàlla periforia del corpo per lacerazione anche lieve d'un filamento nervoso p·èrvenga poi per la vià dei cordoni nervosi all'asse cel'ebro-spiSull'uso del caoutcouch vulc;anizzato. Da poco tempo nale. Escludendo la prima ipotesi per la r;J~iooe che le numel'ingegno Inglese ha arricchito la Chirurgia d'un mezzo rose oecroscopio cadaveriche dei tetanici non depongono sin qui in, favoro d'un.a con,liiione patologico-infiammatoria del midollo meccanico il quale, non ostanlo l'aspello um ile e modesto spiuale eù anrbe flCrchè noi casi di mielite o d'aracnoite idiopacon il quale Cece il suo ingresso nei dominii della Scienza, tiche non si manifestano segni o siolo!Dì cbo possano riferisi ai ha già prestali soccorsi reali e nolabilissimi all'umanità tetanici, ilD:>ll. Omegna, appoggiandosi al parere di Roche e Sanson, erede con i mec.lesimi ch'tl tetano a qualunque spelangu~!]te e sembra cli¾stinato a diventar uuo dei più precie appurtem;a sia Q1'igìnalq da un'irritazione nervosa della ziosi agenti meccanici che si possano desiderar in molle Sl!slaoza midollare del cordone rachidiano, statavi trasmessa e.la una lacerazione o disleosiooe paqfale periferica del sistema malattie nelle quali ora la Ch1n~gia è troppo (JOCO effinervogn. Questo movimento, egli dice, sarebhe il primo fattore cace e ~ene spesso aflà (to i 11sufficienle. per opera d'el quale iie nascerebbe un secondo ,nell'iperemia oJ ·emorrne:si_dei·centri oervosì.Le speri eme d i Rolando, prosieguo, Vog lio parlare del caoutcltouc vulcanizzato, ritrovato dalle qu_ah risalta che irritato il midollo spinale e l'alh.(ogato si d'origine lnglese ma ch'ollenno recentemente rihwanlis mello_n mcontanente io moto i muscoli con uoa gagliar(lia tanto simi perfez ionamenti in Francia, specialmente per opera maggiore, qoal'1to più polente è stata la cagion inil~ liva e l'imango?o c.osì sottratti all',1ziooe volitiva,ed aÌl roodei folièi risuld(II talenlo meccanico del Dottore Gariel e delle abili tamonlt <lai Commend. Prof. [liberi ottenuti io due casi di tetano mani dei Signori Varoout e Ga1aote di Parigi. trau!nnlico _pl'r meno dell'elerizzaziooe o dell'oppio in uaivne con I sa\ass1 s.on argomenti più che suffbienli a provare questo Sottoponend'ad una fortissima pre1-sione la gomma elamodo drcons1derarn la c;1~iooe prossima clell,1 malatii,1 letanìc11. stica, in lngh ilter.it si pervenne a comparlir a questo Da questo stesso modo di concepire la condizione palologba del corpo una <lurezin di cui non pareva sin ad ora suscettit~tano ne conseguita che in caso di tetano traumatico debbasi sob,to troQca~e la comunicazione del nervo comunq•1c forito con i . bile e tale chti così iodurata la gomma elastica. può essere c~~tr, de_l s1slema nervoso perquindi frenare izli ac1'es,;i convulrisegala in foglie s'otti lissi nrn non a l1ricnente che se f.osse s11' 1 con 1 soccorsi anestetici rinnovali a hrcvi int~rvnlli od impedire_ così l'emormesi dt'i ceuh·i ocnrosi, la quale 1tppuoto ba duro leg!lo od avorio. La gomma elaslica così 1aglia1a in luogo !n eoosegoénza degli strazfan•i do!ori manifestantisi negli foglie di spessezza varia secood'i bisogni e tenuta per a~c~ss1. Ove poi 111 congestione orl abbia già aYut,, looao o non s1as, p·otutò impcclire, convien allora fare pronto ùcurso ;i quei qua lche tempo in 1m bagno di clorurv di zolfo o di zolfo ~ez7:1 beoo conosciuti cbe i,rontarocnle val1.tan a cessada. Dopo e carbone od anche di puro zolfo, si converte in ciò che hreV1 parole del Presidente relative.id un caso d'emerolopiaJ'A· dicesi caoutchouc P1tlcanizzato che fu tanto utilmente adaoaoza fu quindi dichiarata scjolta. doperato nella costruzione di vati strorneuti ed apparec, chi Chirurgici estremamente utili.

PARTE SECONDA

2a


Ì.20 I vantaggi che offre il cauutcliouc su la gomma elastica ~omune sono : lo di riprender il volume primitivo -anche dopo di ~ssère stati più volte dist.rsa in modo da acquistar ·una luughi;zza .cinque o. sei volte maggiore délla primitiva , 0 locchè non è mai . della o omma elastica naturale ; ·2• ha tale forzQ di coesione che difficilissimamente si rompe per quanto }o .si tiri e s'allunghi ; 5° d'e·sser inalterabile dall'olio ; . 4° di non iodurare per il freddo o di rammollirsi troppo per il calore, come Ca la gomma elastica naturale; 5° d'offrir una · superficie uniformemente liscia e come vellutata che I a rende il meno possibile offensiva egli organi eon cui la si mette io. contatto, mentre dall'altro lato essa gode di lolli gli altri vantaggi propr ii della gomma elastica· ordinaria, quali l'impermeabilità, la resistenza agli agenti cl1irpici osati in Medicina, ecc. Ognuno vede già . quanto fi!cile qoveva r iuscir a comporre con questi fogli di gomma elastica i quali si . possono facilmente e tenacissimamente riunire tra loro solo che si ram.molliseane con etere o con aJLro liquido i margini, una quantità d'oggeltì · e .di stromenli C~irurgici ol tr'ogni ~reder utilissimi. Di fatto· se ne costmssero bende, ginocchiere, ra·scic, sospcn_sorii, cinti , borse per contellflr~ liquidi o ad uso di clistari, cuscini di varie forme e di !lvariatissimi usi , pitali co11 cinture per l:inconlinenza d'orina, pessarii chti sembrano raggiungere il più alto grado di perfezionamento . cbe possa desiderarsi dal Chirurgo e va dicendo. Siccome però troppo prolissi riusciremmo se volessimo djscorrere partitamente tutti questi singoli Stromenti ed Utensili ed. oltracciò molli d'essi , com'a modo d'esem• pi~ i pesÌ!ar ii, ecc., non sono del dominio della Chirurgia Mililare, noi ci limiterem a parlar ed anche qui brevemente, dt>gli stromenti · cho possono più utilmente cooCClrrer al perfezionamento di quel ramo di studii Chirur· gici a cui tcnéle specialmente questo Giornale. Ond'è che fra tutti i preparali di caoutchouc -v11lca1'ÌZ · ::ato noi parleremo soltauto della sciringa neutrale e dei cuscinetti da riempitura (1) e da compressione. Ciò che costituisce la vera e grandissima superiorità dei preparativi di citoutclwuc vulcani:nato in confronto di quelli di gomma elastica ordinaria, ciò che la rende un ma teriale veramente prezioso è . la proprietà che ha di prestarsi ad una dist13nsione proporzionatamente enorme per pochissima forza che vi si eserciti e per la semplice insullazione quaoélo sia ridotta a foggia di piccolo sacchetto. Di questa proprietà fece proOllo il sig. Gariel nella costruzione degli istromeoti che siamo per esaminar e che polranoo forse essere sostituiti in progresso di tempo da altri meglio adatti, ma certo 611 d'ora lasciano poco a desiderar e soppliscooo ad alcuni dei bisogni più laml.'l nlati nella Chirurgia. Sciringhe di catdchouc vulcatiizzato con rigonfiamento. Queste sciringhe somiglian a quelle di gomma elastica senza occhielli, se non che sono molto più pieghevoli e morbide e terminano da una parte con un bottoncino metallico ingoaioato nella sostanza vulcanizzala, destinala a ricevere internamente la punta dello slilello metallico che -<!ebbe spingere la sciringa nell'uretra e se fa d'uopo ,bolla vescica e dall'altra con una piccola chiave (2). (1) Tamponnement.

· (2) Robine!.

ln on punto qualunque della sciringa, punto ch'il Chirurgo può determinar a. piacimeulo, il caoutchouc vulcaniuato mentre s'assouiglia alcun poco, si rigonfia insensibilmente in U D Sacchetto più O meno Jnogo e che Si dilata per semplice insuflazione, meut~'il rimanente del tubo non cede se non insensibilmente j!ll'.aria che lo riempie e lo· preme per di dentro, Introdotta la sciringa nell'uretra fo modo ch'il rigonfiamento della medesima corrisponda allo slringimento che si v1iol ,(o.gliere, si leva fuori lo stilello metallico , s'applica all'apertura de.Ila chiave la corrispondente apertura d'on'altra chia.ve improntata su d'un tòbo di caoutchouc vulcaniuato il quale -u a termiòar in un sacco della stessa mattlria, chè dicesi soffietto. Questo sacco è pieno è.l'aria che vi si è soffiata prima e cba vi è riteuula dalla chiave che trovasi in fondo a-I tubo. Quando l'estremità di quest'ultima è ben assicurala entro l'orifilio della scirioga , s'apre la chiave e premendo dolcemente il. cuscinel~o-soffietto sì spinge l'aria bella sciringa la quale, dlla1andos1 molto maggiormente dove havv i il rigonfia . men Lo allarga lo s lringimenlo. Spiula nella sciringa quella quantità d'aria che si vuole, si chimle la chiave e si lascia continuare la 1,fressiooe, aumentandola o tliminuen-" dola a piacimento poll'inviarvi nuova aria, o col lasciarne uscire quella.. quantilà che si vuole. · Per dar un' idea dell'effetto rhe può aver.e silfalta manovra sugli stringimenti ci basterà dire ché quel r igonfiam ento quasi imp11rce1tibile della scitinga sì dilata fino ad av~r uo diametro di circa tre ceòtimetri ,· quando si volesse spingerlo a Lanlo. S_u i ,medesimi priocipii S'ooo formali gli stromenti a r1emp1t~ra sia pei casi di melr,orragia, sia per quelli d: ep1stass! o ver i casi di stringimenti del rello variando_essi soltaoto nella forma perchè sian adattali alla cavità a cui sono dtislina ti. E .su -principio non dill'erenle è .costrutto il compressore destiuato a fan, compress ione · sull'esterna superficie del corpo, come si potrebbe fare nella cura dei bubboni, per arrestar un emorragia e va dicendo. Quest'apparecchio consta d'un sacchetto terminante iu un tubo, all'estremità del quale è assicurata una chiave, e qneslo è il compressore 6 d'un al tro simile che è il soffietto. Volendo fare la compressione, qualunque sia .la località su cui vuol,i esercitarla, si pone ìl sacco compressore vuoto d'aria sul luogo da comprimere e su di e·ssa si fa una fasciatura moderatamente stretta, ma resistente. Ciò fatto~ s' adatta al tubo del compressore quello del sacco-soffiello previamenle carico d'aria, s' aprono le chiavi e comprimendo gradatamenle colle maui quest'ultimo sacco si caccia l'aria Dtil sacco-compressore. Votato il _sacco soffietto, lo si distacca, lo si riempie nuovarnente e r iadattalo al tulio del compressore lo si vuota di nuovo in quest'ultimo, rinno·· vando l'operazione fio chò siasi ottenuta la necessaria compressione d 1e si potrà aumentare, diminuire o togliere a piacimento, come abbiamo dello delle scirioghe a rigonfiamento. J>er avere pt:li un'idea ddla forza di compres sione che si può oltenere con quest'appareccbio basti il dire che un comp ressore che abbia quand'è vuoto e schiacciato nn diametro di ci rca sei centimetri , può quand 'è gonfio acquistar un volume maggiore della testa d'un uomo, rilornaod'al volume primiero appena si la sci sruggire l'aria dall'apparecchio. . Chi desiderasse ulterior i noiioni su questa materia veggoi i seguunl opuscoli : Note sur les pèssaires à rtser· voir d' air en caoutcliouc i;ulcanisè ecc.; par '!tf,11. Gariel, Paris, e Cata logtte des Appareils et l nstrttments de M é· décine et <le Cldrurgie en ca1,tcliouc 1micanisé, etc., par Yarnoutet Galante, Paris1 851. 11 Direttore Doli. COMISSETTI Med. Div. Il Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. dc Beaufort lii. R.

Torino 185'.l. Pelazza, Tip. Subalpina, vio Alfieri j4.


ANNO II.

( ai 45 di novembre 185~ )

GIORNALE DI MEDICINA !IIILITARE -

'

DEL CORPOSANITARIO DELL'AR!IA'fASARDA.

'L'associazione a on si ri e.i v-e che ,>er un a ano e comincia col !" d' agosto. li Giornalesi pubblica nel Lunedì di c~ascbeduna settimana.

PREZZO l)'ASSOClIAZIONE In Torino .

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L. 10. In Provincia ed al.l'Estero, franco di ' posta

.

. L. 11.

L'abbonamento debbe pagarsi per semestri antiéipati. Le associazioni per i non mili lari ricevonsi alla T IPOGJU.FIA SUBALPINA via Alfieri, nu.m 0 24, Le le ttere per abbonamenlQal Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vagHa . postale. 1° Dotl. l ~ABRÈ:' Lezioni Cliniche del Comm. Prof. Riberi su i polipi del naso. - 2° Do.ti. COSTANZE: Relazione delle· malattie curate ai Bagni d' Aix. - 3° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 4° Bollettino ulliciale. - 5° Rivista d ei Giornali ScienHfici: Santo del Dolt. llfo1'TINT, - 6~ Avviso ai Signori Medici Divisionàli. - 7° · Avviso ai Signori Àssociali.

S OMMARIO. -

PARTE. PRIMA LEZIONI ORALI ED .OPER!TIVE del Erof. Comm. RrnERI (tracciate dal Doli. FABRE

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POLIPI ED ESCRESCENZE POLIPIFORJII DEI/ 1\JAS(i) Oss. sa. Calterina Fa bano: di Poirinò : anni .50 conladlna: costitm ione piu1tosto. buona ; temperamento primitivo sanguigno linfatico, rnsnsi sangu igno prevalente nel tempo della puberlà: , stata sooo-etta nell'età· di due anni a croste al .cì1po le <1uali dnr~~·ono fio ai :dieci armi in éui furono sostit uite da tumidezze ghi~mlolari -al coll o che cessarono su i tredici all'apparire della menstruazione. Passata à mllrito su i ·vent'_ano i, sostenne ella fo licernente più grav ida1ne e fu d1 ~oi bene menstroala sin ai 49 anni. In questu lungo 1otervallo di tempo aJ alcun altro male non fu ~Ila so.ggetta fuorcliè a ri correnti cefalalgie. ·O sia p_er effetto della di recente cessar:.i mens,truazione o sia per cause reumalizzaflli a cui s'è. espost.a , rH_evò ella allor nn'infiammazi1me lenta . della Schneidedaoa coprente la narice destra, rivelata da cociore in questa narice , da sensazione di peso nella · radice del naso, da morbosa St'Creziooe di muco, }a quale la (*)V.i numeri antecedenti.

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,rendeva proclive agl'insulti di corizza per uri nonu_ulla . ro qu~sto mezzo tempo la cefalalgia, io prima ri,corrent_~, si. rese continua ed ebbe luogo il lavo'riì) d no polip~, 11 qu~le passò su le prime .inosservato. Cre~cwto· frattanto a .maggioi;e mole, si spinse il rnedes,my contro . l'esterno orlo della ·narice e verso la cavità dell'orbita , prccqrso ed accompagoa~o da senso d1 peso e da dolore che dalla medesimà si prolun~ava alla nuca. Già il lavorio flogistico cupo aveva i.n gr.ande parte distr_ulto il tràmeizo orbitonasale; già erasi f~rcnato un ascesso nell'interna parte dell'o!'bita ; già qoèst'a.scesso àlzavasi verso la parte supenor ·ed alquant'interna dell'orbita destra spingendo l'occhio verso il lato esterno ed all'io fuori , quando finalmente l'ammalata consultò l'. Arte. ·Fu . ron allora· praticati due salassi ed applicati cataplasmi. nwllìt.ivi pér a!cuni giorni, ma crebber i dolori al luogo affetto ed. alla nuca , l'ascesso si rese così apparente ed ondeggiante che si' stimò aprirl9 nella parte med!a della palpebr~. Scolò d~1_1la praticata apertur:.i molta· copia di m1Jteria pu..rulenta e sa,uiosa , e parte . / ' pure scolava. dalla narice: ma non ammansen dqs1 per questo il male, anzi vieppiù progredendo, l'ammalata fu ricoverata nella Clinica ai '! di m;irzo 1839, dove riscontrammo il seuuente stato: . • ti occhio destro spinto all'esterno : foro fistoloso nel centro. della palpebra superiore: Jo specillo nel rnedesi mo intromesso penelra va da un lato a tra verso di· t.essul i cari osi nella cavi-là nasale e dall'aliro nel seno ~ronta(e di Olli le pareti erano pure comprese da cane : poteva dunque la marcia· stillare nella cavità nasale a traverso del tramezzo drbito-rwsale e per mezw dei seno ·frontale: alquanto· tumido e dÙ. rotto il tessuto cellulo-adiposo occupante l'interna e superiore parte dell'orbita : narice destra riempita da 1 un polipo vescicolare: visibilmente tumido il soprac-1 I ciglio destro nelle sue parti molli e dure : con lo l specillo si riconosce impiantarsi la radice del polipc>I nella regione etmoidale : l'ammalata si lagna 'di dolore cupo alla r adice del naso, alla parte bassa dèlla J r fronte ed alla nuca, ma è del resto briosa d'animo allegro, senza febbre e con perfetto equiÌibrio nelle sue funzioni fisiologiche : si fa diagnosi di polipo ve-

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i~2 scicòlare, nato dall'etmoide, il quale da un lato discendendo nella cavità oasal~ ba guasti pet· ammollimenlo e per carie il seno frontale ed il tramezzo orbilO·llOsale e generato l>aozidetto ascesso entrorbitale,, mentr~ dall'altro, (~er la suu sede e J:ler la sua vici,laòza :illa parle anteriore della base del cranio, aveva dovuto produr in questa alcune alterazioni. Ma quali pot.<:van essere <]o.es.te alterniooi? Riflet.Umdo cbe nella loro perfelt11 inlegrità er~no tot.te le funzioni inerenti al cervello cioè isliuti, sentimenti, affez ioni, iutelletlu, facoltà del moto e de' sensi esterni , si credette prubaLile, senza far in ciò una diagnosi certa, che qoell'allern1,ione non potesse oltrepassare )a corteccia ossea della base del cranio. Certamer;ite non poleva il male avere primitiva. radice entrocra· nea, giacchè in tale caso, giudicando dal grave gua sto prodotto al di fuori, sarebb'esso stato inconciliabile con la vita. Un'a circostanza r.ecava sollpresa ed era quella dell'insolita associazione d'un polipo vescic9lare con on guasto organico osseo della sì fatta natura, ma la necropsia ci porse la chiave dell'enimma. Del resto era cosa chiara cl.l'un tanlo lavorio era stato la sequela d'una lenta flogosi, manifestata da cefa'lulgia .soprorbitale in prima ricorrente e poi quasi continua, da lenta schneideritide con ripetute cori1.ze ed aggravatasi nel finire delfa meostruaziooe. Sorgevano spontanee tre indicazioni cioè levar il polipo, dilatar il foro fistolo·so della palpebra fio contro la radice del naso e quindi con un piccolo searpello e con un maglietto rendere regolare e più ampia la morbosa comunicazione a traverso del tramezzo orbito-nasale. Fatto passare con la sonda del Belloeq uno stuello nelle narici posteriori meno per timore d'emorragia dall'estrazione del polipo, che per evitar il disturbante passaggio del sangue verso quelle narici nell'atto operativo, bo con facilità alle ore 7 mattutine d.e l giorno 8 di marzo estratto in presenza della Scuola il polipo: falla quindi la spaccatura della palpebra, il dito cadde io on vano da cui rit irò. insieme con molta materitt sanio~o-pol'Ulenta alcuni avanzi di poUpo e poi riconobbe un'apertu1·a di comunicazione coo il seno frontale a traverso della l!;UU parete inferiore ed un'altra molto ampit:1 con la cavità nasale a tr~verso del trame1.zo orbito nasale , di cui alcuni irregolari ed angolosi sporgimenti furono cou lo scarpello ,appianati: il seno frontale fu oltracciò con le iniezioni votato da molta sostanza ad,po cerosa da cui era cbi sa da quanto tempo rimpinzito, e poi con un piccolo cauterio attuale si cauterizzò il contorno del suo foro di comunicazione con l 'orbita. Non vi fu emorragia, ma solamente un gemitio sanguigno dai vasi capillari. Consistette la wedicaiior.ie oel fure passar uno stuello nella breccia orbilo -uàsale e nel coprire la ferita della palpebra con unu tela spalmata di blando unguento a cui si soprapp(•se unt\ vescica piena di gbiaocio pesto con l'ordine di protrarne molto l'uso. Alle ore due pomeridiane si destò uoa lieve riazione coo indolente gonfipzza della palpebra super.iure : continuava un Jeggiero geruitio di sangue, anzi utile cl1e danuoso. Nel1{1 notte l'operata fu rifocillala da on sonno di tre ore; il gemitio sanguig1:.o continuava , ma ruiuore ( continuazione dell'a71plicazi0t1e del ghiaccio su la parte operata). Nella O)atlioa del nono giorno di marzo

aumentata era la febbre ed alla tumidezza della palpebra eraosi l¼ggiunti un vivo rosseggiamenlo della congiuntiva oculo-palpebrale ed un sordo dolore oèll'occbio che audò crescendo verso sel·a (salasso dal 'braccio di dùci oncie) : nella notte del gim.no nono al decimo l'opel'ata fu inquieta ed insonne per il dolore dell'occhio che slava aumentando. Nel decimo giorno il gemitio sanguigno cessò e ci·ebber in quella vece la r·ossezza ed il dolore dell'occhio, non cl1e la febbre (salasso di libbra dal braccfo). Trascorso questo giorno senza sjntomi imponenti, ad ecceuuaziooe che conlìnuàvan una reazinoe febbrile neppure sino· data ed il dolore dell'occhio, l'operata su le dieci ore vesperl.ioe fu colta da vomito di materie acquose e poco dopo, perduta la favella, en trò io una placidi, agonia che riesci alltl morte alle ore tre antimeridiane del giorno undici. Nella necropsia si rinvenne: fisionomia poco o nulla alterata : in islat.o naturale le rimanenti parti della superficie del corpo : ipertrofia dd cervello talti che questa viscera riempiva esattamente la cavità del cranio: dura madre in un modo immediato aderente aÌl'aracnoide in qudfla sua parte che copre i lobi anteriori del cer"ello : aderenza çlei margini antet'iori di questi lobi verso il loro apice: piuttosto ampia· cavità nel CP-ntro del lobo anteriore destro, comunicante con il ventricolo late· raie destro e contenente sostanza corticale, linfa plastica, pus e sangue insieme immasldciati: guardata dal lato deUa morbosa eavi~à, la sostanza midollare era di colore gialliccio ed a maggiore distanza di colore di l'avagoà: moòerata iniezione delle viscere e delle membrane entrocranee : una CllVità morbosa nel centro dell'etmoide risultante dalla quasi totale distruzione..çlella sua lumiua quadrilatel'a e aelle cellule etmoidali aoterinri : ammollimento e quasi totale degenerazione del tnrbinato medio e gra\le lesione del superiore : seno sfenoidale ripieno di soslanza gelatinosa come polipiforme: il corpo dello sfeuoide rammollato e convertilo io una sostanza quasi lardacea: le cellette etmoiduli ·posteriori distrutte e convertite in una cavità pieno d'una materia melmo$a : corrosa la lamina cribrosa dell'etmoide a1 lati dell'apofisi cristagalli: corrosa pure la suu lamina orbitale pel tratto d'un mezzo pollice: ristrellis!limi i seni frontali e ripieni di sangue nerastro e spappolato. La necropsia mise in chiaro l'origine del polipo dal centro dell'etmoide di cui nella sua evoluzione interessò l'organismo: quantunque di 11atura non malignante, QOO ossivoro, quantunque compressiQjle e facil a modellarsi ai tessuti vicini , generò esso le sequele dei polipi malignanti per l'angustia del luogo io coi uacque: sarebbe forse stato ionocenle se avésse preso rndice nella parte larga della cav ità nasale. Spinto alla crescenza da incoen;i bile stato morboso intrinseco ed impedita questa ere. scenza da resistenti pareti ossee, dovette di necessità succeder u11 cupo movimento infiammotorio coruuoe al polipo contenuto ed alle pari.i conteoeulì, le quali dal medesimo poco per poco invase all'io su ed ai !ali, ne ~uccedelte quel grave guasto organico osseo che si rinvenne nella parte anteriore della base del cranio, uello sfenoide, nell'etmoide, nel §eoo frontale e nel lrame7,ZO orbito-nasale. li medesimo polipo si aperse in fioe un passaggio nella cavità nasale de-


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stra , ma ciò non accadde fuorchè quaod' i I guasto nei tessuti ossei da esso geuerato per pressit}l)e e -pérdiffusione di flogosi, gli aveva spianata la via. Be da talu.ni si · volessero deriva.re colanti guastò dalla rinnovala attività linfatica dell'infanziu ·o da una qualohe altra causa malignante, ·sj durerebbe fatica a. capire CO!))e per l'influsso di simili cause il polipo avrebbe avuta e mantenuta fin al.\a fine una ordttura ed una natura benigna, sapendosi corne sogliari i prodotti di cause mal/gnanti essere di rea natura. Questo caso debb'essere (egistrato negli" Annali• della nostra LeLteràtor.a a canto a que.\li d'eno,rmi guasti org~nico-cerebrali i quali passairono c0me i~osser_vaU durante la vita degli ammalati, Di futt-0, ad eccettuazione della cefalalgia ricorrente soprorbitale, ancora 1100 grave, la nostr'ammafata non erasi la· gnata mai d'alcun dissesto funzionale, nè avev a sofferto mai ca lor insolito, febbre Q sete ed era altroflde d'un omore giQviale. Fu essà la rr.airte g~nerota dal· l'antico guasLo c.erebrale <~ppure dalle sequele dell'operazione? Certamente quel guasto sarebbe poi divenuto ,fatale, mo se si riflelte che la vita s'era già da qualche tempo accomodala a•lla sua esistenza: se sì poo ancora mente alla .grave ipertrofia del cer vello rinvenuta nel cadavere, si ha luogo di presume1:e che quell 'ipertrofia aggravata da rapida affluenza dj sang.ue al cerve!lo per l'irritazione d_iffusa dalla parte ammafata e per l'insorté mot-0, febb11ile, sia s.tata, se non la causa, l'o:ecasioue di quella. morte a cui era a\.tronde condasnata _l'ammalata per · il genere delle sue lesioni. Ne mi distoglie da cotesto per1siero l'aver oss;ervata una scarsa i'Ore'LiCJne meningea e cerebr.ale nella necropsia, percbè, seconà'ogni probaèili.tà, si dileguò essa in gra;ode parte nel momento della morte, come si vide dileguata nel cadaver.e la rossezza dell'occhio -destro, la quale era durante la vita vistosissima ( Osserv.. stata compilala dal Sig. Dott. Scarlata). • , Oss. 9n. Luigi C. da S. Egidio: ~acerdote: anni 24 : temperamento linfa{ico-sangui,gno: costituzione lodevole: precoce nelle facoltà intellett'uali: nato da par~nti d'eboli e ma_latic,ci che non raggiunsero la vecchiaia : t,icco nell'infanzia da tigna e da pedignoni e nell'adolescenza da lenta ' oltalmitide dell'occhio sinistro con dolori e gonfiezza ricorrenti delle ghiandole sottomascellari. Girca il doodecirno'. anno della sua vita, quando già stava sciogliendosi l'ottalmitide·, cominciò, senza previa rnalallia delle cavità nasal,i , previo però .un diuturno -scolo dalle medesime , ad accongersi di qualche diftìcoltà nel respirare dalla narice sinistr.a ed a pel'cepire la presenza d'un corpo e.be inutilmente si sforzava espellere. Qnalcb'e tem:po d.opo si rese' visibile all'apertura anteriore della narice medesima un'escrescenza poliposa ch'il paziente non fu però sollecito di far estrarre, Crebbe questa len~an~ente pèr lo spazio di die~i an ni or abbassandosi sm all1orifizio della narice, ora ritirapdosi profondamente nella cavità nasale e cagionando sempre maggior imp.edimento alla respfrazione ed un tale qua.le senso di peso e di tensione in corrisporideoza, del' seno mascellare. Ed allora solamente pensò egli a liberarsi da ciitest'infermità ricorrendo nel mese d'aprile i84i alla Clinica Operativa, quando

un>oguale ostacolo cominciò a f àrsi notare nella ca,vità nasale destra. Afferrai con. le pinze iJ polipo della ca.vità nasale sinistra ch'era d'indole mucosa ed in· fisso su la c_onvessità del turbinato inferiore e ne strappai avaòtì la Scu<-il_à una porzione lunga un pollice _ci rca,. rotondata, della grossezz.a d'una penna da scrivere e di tessitura mucosa. Rier:npitasi qnindi la cavità nasale cli sangue , bo dilferita l'operazione al gitirnn seguente, in cui, strappatane una nuova porzione, do".etti per lo. stesso rnoLiv:o rimandar il compi mento dell:'operazione ad ùna terza volta , nell~ quale mi venne fatto di sradicar il pedicciuolo stesso del polipo. Era cless? unico , piccolo , ma dopo alcune linee dalla -sua rad ice · si -divideva io tre rami dei quali due minòri davao wigi,ne a due piccoli polipi, ridoni a fimbrie per le precedenti operazioni ed il terzo maggiol'e sosten_eva un pqlipo rotondato, del volume d'una ciliegia , di tessit11ra quasi sarcoma,tosa e fors-e collocato n-ell'anlro d'lgmorò, come parr-ebbe prevarlo la direzione da cui pervenne e la sua maggiore durezza ed inièzione per la malagevolezza della sua staR~a e qnel. senso di teosion.e sopra avvertito di cui l'ammalato_si lagnava in corrispondem.a del seno mascellare. Riacquistò_l'i,uferrno tosto dopo l'operazione. l'in.tiera Jiber--tà del respiro per la narice sin,islra , ma la destra continuando a preseo , tar ostacolo al pas:s·aggio dell'aria , oencb.è io essa nul'la ancora si sc011gesse pel picc<~lo volume del tumote, ,fu co.nsigliut-0 a ricondursi dopo qualche,tèmpo ailla Cl_inica.-e'ònsiderando la par,~e' che. la· Scbneideriana ,t:.ia· dovutq •t>1·ender alifa; dii1turna otMhnitid'e si,nistra, parte rivelata-dalla SOf:lrabbondante secrezione di muco nasale; si h'a d '0nde presumerti eh~ ad uno slato,flogistico della Schneider.iana sia pute da attribuirsi la genesi di cotest0 polipo (Osservaziòue stato compilata dal Sig. IDott. Luigi Balestra; attualé l\liedicç> di Reggimento di distinta capaci ~à).. In <4ue~t'operata fuvvi tre anni appresso • cioè nell'anno 1844 la r.i.compar'1Ja d?un polipÒ vescicolar.e nella cavità, nasalt destra che ho pure strip~ato io presenza della Scuola ai iO d'aprile di dett'anO'o., siccome', trqvo ~critto io una Storia che ho s1)ltO gli occhi stata redatta dal. Sig. J)ott. Melott,L D'allor in poi non· fuvvi più riprodu21i0'ne, Oss. 10. Giacomo Barberis , ,d ' Acqui : a-noi 65 : contarli no : 1:1bito capitale: temp,.~rameuto sanguignobilioso: costi~uzione primitivamente buona, ma deteriorata per il lungo wffidre : abusatore di bevande e d'alimenti ca,lorosi :- dai 120 ai 40 anni contristato da cupe irritazioni venose addominali delle vene estra ed entroviscer,ali , da cui fu al fine sollevato per la comparsa d'emorroidi ffoenti. Su i 60 anni cessarono le emorroidi d'essere fluenti o sia per il corso degli anni o .sia· per l'abuso & sostanze calorose o sia per quello d'esporsi spesso alle · vicissitudini atmosferiche e d'affaticarsi oltre alla sopportabilità delle sue forze. E la cessazione. del flusso emorroidale e.ra staia poco. stante seguita da rioilide cronica con iscolo abbondante di muco dalle narici, con dolori cupi alla radice del naso -ed al sopracciglio. destro e più tardi da polipo della cavità nasale de-, stra. Senza punto badarvi il Barberis continuò per lo spazio di due anni e più 11elle sue abitudini e non cercò ricovero nella Clinica Operativa fuorchè 1


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nel sollev.adi si lacerarono e per distaccarne ulfalto quand'il s.uo volto e sopra~~utto (I naso_ er~no già deformati dalla malattia e c10 fu a1 29 di settembre · ~a s?s~anza, la si dovette ragchiare con uu gammautte: :1840. Era questo il suo stato : narice ed ala destre i 11l~s1 11 cervelletto e la midolla allungata : lamina del naso oltremodo dilatate d~ un voluminoso polipo cnhrosa dell'etmoide ammollita , molto sollevata in che giungeva fino contro l'or!fizio esterno deHa me.~lto, conformata a volt.a , molto pi~ .spessa ?el .oat.udesima : il · tramezzo del naso aggella.to dal. lato della iale e coperta dalla dura madre hv1da e molJ,ccia: cavità nasale sinistra cb'erane quasi del tutto chiusa: la volta dell'orbita destra anch'essa molle "in alcuni polipo di colore g1'igio-paona2zo e stillante di· contipunti superficialmente corro.sa, in altri già -perforata nuo un umore siero-sanguigno-pmulento, molto fee coperta dalla dura madre di colore rossastro e così tente cioè a·vente il fetot'e della carie: di fatto con lo a!"mollita che non resisteva alla più semplice presspeciJlo introdotto nella narice sJ locca~an in più . inooe : la sella turcica elevata e la dura madre cbe luoghi punti cariosi , soprattutto m cornspondeqza la copriva men ader.eote che nel!o stato naturale : del tul'binato· inferiore e verso la parte alta del naso: tutti i lut'bina(i corrosi , frantumati ed in grande occhio destro assai sporgente e respinto all'esterno parte consumati: ampiamente spalancato l'antro di ed al basso : sopracciglio destro più toodeggian~e del lgmoro e pieno di pus icoroso nel suo fondo: sospinto a sinistra il tramezze, delle narici ed il vonaturale : dolore in .corrispondenza del medesimo e nella radice del naso : stato morale cupo, depresso mere in grande parte scoperto : la lamioà orbitale e con continua sonnolenza : polso tardo : interriato il dell'etmoide e l'osso unguis corrosi e mancanti affatto colore della cute : del resto poca sete, libere la re, così che eravi' ampia comunicazione tra la cavil'à naspirazione e le funzioni .delle vie digeren_ti. ~alzava sale e l'orbita , per cui introdottasi una parte del agli occhi d'ognuno la gravita del caso: il dmturn_o polipo aveva respinto l'occhio all'in fuori : alcune parti della cavità nasale cancrenate e rid<.1tte in lembi dolore cupo e la gonfiezza permanente ~el sopraccipolposi e peozolon'i nella cavità : il seno frontale glio destro accennavan ad una grave les1~ne d~I sen? frontale: lo stato d'apatia, di lentezza d~ mov101ent1, dest.ro ampliato, da ogni parte sfiancato, pieno di l'allentamento de.Ile facoltà intelle~tuah e la sonnosiero e ricoperto dalla membrana mucosa poco adelenza accennavano poi ad una· pressione del cervello, rente·, çia cui distaccavasi un medio.ere pedicciuoto· a ciii forse conferiva la 'dilatazione della parte profibroso, . ao~ica radice del polipo stato strappato : il seno sfenoidale anch'esso ampliato, ricoperto anche fonda del seno frontale stesso. .Al}'ammalato cpe domandava con instanza ~'esserne libera~o con un'.opeesso da un~ mucosa iniettata, molle, poco aderente: razione non. -si tacquer i pericoli di questa e quelli .non esisteyan in somma più tracce di polipo fuorchè del suo' stato, e si differì l'operazione sin a che non nel seno frontale destl'o : turgidezza e tracce di flogosi nella faringe, nel ve.lo pendolo·, nelle tonsille e f_osse stata praticata una .cnra preparativa. la quale consistette in una dieta tenue, io bevande rinfrescannell'epiglottide: ·sane le viscere della cavità del to· race e dell'addomine, tranne una raccolta di siero ti, in tre applicazioni di mign~tt_e ~! .vasi. emo~_roi~ dati, nell'uso di blandi eccoprot1c1, d1 vesc1catorn, d1 maggiore del naturale nelle pleure e nel peritoneo (Osservazione compilata dal S.ig. Dott. Giacinto Papediluvii, di sali neutri e siinili. Effet,tiva~~nte_do_po chiotti ). un mese 9a ·quest.a cura l'ammalato era pm svegho, Era questo polipo di natura fibrosa e d'indole primen iniettato in volto . e meno.sonnolento. Chiamando mitivamente benigna : coli il tempo assunse una deegli allora ulnis expansis l'operazione, s'.ade~ì ad eseguirla come quella che era la sola tayola d1 sa_lute, generazione sarcomato-(ungosa. L'ammalato corre ripeteudogli però tutta l'incertez~a del. suo esito e grave pericolo se cotesta degenerazionè secondaria si tutti i suoi pericoli. Fu ess~ · praticata _ai 2.9 d'ottoscambia con la prfmariu, giacchè da questo sbaglio di diagnosi succede tal volta, e ne addurrò casi; che bre per istrappameoto : venni a capo d1 s_brattare del tutto la uarice dall'enorme polipo, ma ne conseguitò l' Arte rimanga inoperosa spettatrice della morte di una grave emorragia che richiese la ·riempitura per ammalati che si sarebbèro potuti salvare, Nel nostro caso chi non vedè ché, se l'ammalato fosse ricorso essere ristagnata. Intensissirna fu dop,o l'operazione la riazione, specialmente dal lato del cervello: riall'Arte prima ch'il . polipo per pressione e per floto1'11Ò maggiore la sonnolenza di prima , nunzia già gosi non avesse indotti i citati .tremendi esili organici, più tardi -non più superabili con l'opei·azione, chi essa stessa di grave co·ngeslione sanguigna cerebrale rion · vede, dico, cbe sarebb'egli stato salvato ? e, quantunque siansi prontamente praticati alcuni sa0ss. H. Carlo Bonino da Rivoli : anni 25: tem- . lassi derivativi ed altri revellenti e siasi fatto conti peramento sanguigno-liufatico: piccolo di statura, ma nuo u~o di bagni ghiacciati, di bevande· g~iacciate ' robustissimo: nato da parenti sani : sano sin ai 12 siasi avulo ricorso alle coppelle tagliate su il dorso e anni in cui cominciò ad essere frequentemente mosu la nuc\l, non si potè irnpedirp che quella sonno lestalo da ri'nilicli, le quali 'ad ogni sbilancio di temlenza riescisse ,nel corsò di cinque gior-0i àl coma peratura, beocbè lievisslmo, si l'innovavan o s'inaspri• apopletico ed alla morte. Si rinvenne nella necropsia vauo, .così che tutti gli inverni e per tutto l'invernQ grande iniezione dei vasi della pia mening(f: questa era raffreddato, e ciò pel corso ~i nove anni. S'avviinspesstita ed infiltrata di siero: mollo punteggiata cendarono Mn le còrizze frequenti epistassi che tala sostanza· midollare del cervello : iniettatissirni i lor in modo critico guarivano la corizza stessa, ma plessi coroidei : in generale. alquanto rammollata la questa alle ,•olte 1:ichiedeva un metodo antiflogistico sostanza cerebrale: ramm'Jllatissimi poi i lobi anteriori nella loro faccia inferiore in corrispondenza dei _ energico. Anzi una volta fra le altre così intensamente assali valo clJe, insorta gagliarda febbre, più nervi olfatto.rii e così fittameute adererilt alla dura .salassi f tHùno necessari i a domarla. Ma da un anno madre coprente la lall)ina cribrosa dell'etmoide che

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i2~ e mezzo la cayità nasale destra cumiociò a turarsi e l'ammalato . a provar un ostacolo alla respirazione dalla medesima e ad apparire frequ~oti emorragie ed, a gocciolare muco fetentissimo dal naso. E con iJ dit.o introdotto, ormai sei i;nesi , nella cavità nasale scoperse un'escrescenza mol>ile, du.rotta (~ supedìciale la quale rapidamente crescendo, il Bunino da ques:i progressi insospettito, anzi impaurito, ebbe ricorso alla Clinica ai 6 di settembre 1841, do.ve si rico,nobbe un polipo duro, di natura fibrosa ed ade· rent~ alla parte posterìore e profonda dell'osso turbinato inferiore. Due giorni dopo l'accettazione, non essendovi alcuna contl'indicazione , m'acciosi all'operazione avanti la Scuoìa. Tanto duro era il polipo , tanto tenacemente aderente e tanto io dietro i mpiantato che, tuttochè io adoperassi tutta la mia forza per istrapparlo con robustissime p.i.nze, punto schiantarlo non potei e fni costretto recl'derlo con lunghe forbici, curve su il piatto, introdotte fio :il pedicciuolo. Esaminatolo· ·dopo la recisione, riscontrammo un polipo fibroso , come tendineo, il qual al taglio praticato con uno, scalpello in più sedi dava uno scroscio simile a quello che ha luJgo nella tenotomia del tendine d'Achille. L'emorragia essendo rilevante, con lo scopo di ristagnarla e d'indur un'infiummazione vivace che favorisse la fusion e purnlenta della radice del polipo, i.Jo praticata una ri.empitura piuttosto stipata.. La riazione che si destq al secondo giorno dall'operazione con cefalalgia grave e con grave 'difficoltà di trangugiare ., fu gagliarda e dqll'interoo del naso s'è diffusa al palato qi61le , alla f!}rioge, alle tonsill~, alla ·base del c1·aoio, alla tuba Eustachiana e quindi per questa via alla cavità del timpano ed alla membrana omonima la quule passò a crepaccio e diede uscita a pus fetentissimo. A domare cotest'infiammazione furooo necess·arii quatt.ro pronti e larghi salassi generali , e su il naso furono praticati bagnuoli d'acqua diacciata , stati al terzo giorno surrogati' da foro.enti tiepidi di decozione di foglie di malva. Al sesto giorno fu tolto il zaffo di filaccica con cui era. stata prntic,.ta la riempitura e da quel ·momento l'iotìamma.zione_ andò scemando a bel bello ed al decirno giorno cessò lo scolo purulento dal meato uditivo. · Tu.ttavia affatto libero non era . per auco il passaggio aell'aria a traverso della cavità nasale ammalata, quantunque assai meglio inspirasse e· scorgendosi che, sebbene s'usassero bagni astringenti ed una soluzione d'allume, pure manifestavasi restia a cotesti dmedii la malattia e dubitando che non ud intumidiroento infiammatorio della mucosa ., ma bensì alla presenza di qualche porzìoncella del polipo stato reciso o di altro piccolo poiipo · coesistente o novellam~nte germogl-iato avesse tid atlril5uirsi la difficoltà del pas saggio dell'aria per la narice, sottoposto tammalato a nuova disamina e scoperto veramente un piccolo resiéluo dell 'aotica radice, ne ritentai lo · strappamento su lo scorcio del mese d'ottobre. Fortemente all'errata con le pinze e tirata, quella rad ice non si schiantò fuorchè ·p_ortando coll sè una ·piccola porzione dell'osso turbinato a coi aderiva. L'inspirazicne fu tosto più libera e nel momento stesso feci passare con la sonda del Bellocq ùo grosso zaffo di filaccica dal la narice posterfore verso l'anteriore, il quale non in-

cootrò più alcun ostacolo. La 1·iazione traumatica fu liev.e e pOC\> stante lo stillicidio, di muco purulento scemò. Al terzo giorno la cavità nasale. sj restrinse leggiermente di ·bel OUO\'O per ingorgo flogistico, il quale con l'uso det!e iniezioni e dtJi fumenl.i mollit.ivi. svanì. S'ebbe :illora ricorso ad i11i1nio11i c11n una decozione . di rumice acuto per c1111ci!iafe solidità alla mucosa e preoccupare la riprodùzìof1e d'altri polipi. Ùati quindi gli opf)()rtuni co.nsig!i all'operato, fu egli congedalo d<Jlla Clinica e d'allor in poi non :indò più soggell.o a ricresci menti carnosi nel naso ( 0:;serv. stata compifata_dal Dott. Giacinto [>achiol.li ). Quando l'Operatore ba da strappare polipi fibrosi tocca praticàmenle con mano che l'id ea che s'era egri formata dèlla tenacità della loro radice era m.olto al disOLto della rea !tà. ·

RELAZIONE DllLJ,E

MALATT IE CURATI$

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MlLITARI

· BAGNl o'Atx IN SAVOIA- NELL'ANNO COSTANZO

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_1852; del Dott.

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P.rima di cominciare la . sposizione storica delle malattie curale ai Bàgni d.' Aix ragione vuole cti'io, attesa la somma influenza ·che su i · risultamenti della cura balnearia hann-o le condiziÒu k fìsiche dell'atmosfera e le sue variazioni, brevemente v'accenn i, Onorevoli Colleghi, al come non osta_nte la temperalura deli'almosfera siasr in quest'annò elevata ad un grlldo straordinario di. calore e tale siasi conservala per un determinalo periodo di tempo, non s'ebbero tuttavia a lamentare que' termometrici sbilanci che nell'estate de!l'annò scorso fu rono cosJ fre. quanti e repenlini: Quindi fu c~e, a malgrado dei calori eccessivi del mese di luglio ì quali estenuarono le forze dei bagnanti più deboli e richiesero perciò qualche tregua dai bagni ,a vapore, gli -ammalati stati inviali alle prime, mule .furono nei loro risultamenli più fortunati di quanto lo siano slati q1ielli che destinali per l'ultima muta gi1111ser in Aix nel mese d'agosto nel corso del quale le incessanti pioggie reser impossibile od incompiuta la cura . Questo rallo è laùto ,più a lamentarsi il'! qnanlc1 ch'. in quel turno di tempo fu inviata ai Bagni la maggiore parte dei Soldati tocchi da malaltie linfatico-scrofolose e da ingorghi ghiandolari voluminosi , antichi e ribelli già. a ria.novale cure. Mi giova parimente farvi notare che per seguir un ordine nella narrazione e nella distribuzione delle malattie ho creduto non inutile cosa dal I.alo pratico adottare la Tavola Nosolog_i_ca dell'anno scorso, tuttocliè io stesso la riconosca alcunché imperfetta ( 1) ,. · nella quale figuran io quest'anno le oUalmie croniche che .amai meglio classificar a parte, perché costiluiscon un nuovo argomento d'Idrologia minerale, anzichtì compréoderle fra le malattie erpetich_e, scrofolose, veneree, ec.c., secdndo la diatesi che le manleneva. Malattie r:eumatiche. Siccome nell'anno scorso , così in quest'anno le malallie reumatiche tanto per la mag • giore loro frequenza, quanto per la maggiore felicità di (1 )

La Tavola Nosologica andrà unita al fine della Relazione,


!26 risultomeoto meri tano d'occupar il primo postò nella Tavola Nosologica. Gli Antichi nella cura del reumatismo c ronico già raccomandavano lo zolfo, lo acque terma li e specialmento il bagno a vapore e la doccia : nessuno meraviglia quindi che le acque d' Ai:c spieghin effot(i salutarissimi nelle doglie reumatisma·li invet~rate. È pe rò mia opinione che queste acque operin utilmente coolr'il reumatismo non tanto per l'elevalo .grado di calore o per la chimi ca loro composizione , quanto per gl'innumernvoli mezzi ch'io questo Stabilimento si possedono per l'amministrazione della doccia e del bagno a vapore : al che può aggiungersi la speciale tolleranza del reumatismo per la cura idrosolforosa ; tolleranza questa che può non solo servire di criterio di agnostico per distil)guere le ve.re dal le pseudo-reumatalgio, ma può valere come diatesimetro per conoscer il grado della malattia e conseguentemente per regolarne la cura , essend'.allrettanto meglio tollerate le operazioni termali quanto la malallia è più semplice e genuina e quanto più aoliche e profonde radici CS$8 ha geliate nell'organismo. Più o meno cronico il male, più o meno diffuso o circoscritto, generalmente limitato ai tessuti d'organizzazione prediletta , talora manifosÌavasi con sempJici CSJ>ressioni dinamiche di movimenti diffici li' di dolori fissi o vaganli, cont inui od intermittenti, più sovente remitten ti o variabili secondo le variazioni atmosferiche, talora concorrevano a manifeslarlo li sintomi obbiettivi di deformità , d'arrofia ·dei membri, di tumori articolari, d'anchilosi, ecc. Un caso d'anchilosi imperfett a e molliplicala con rigidezza mosculare pressochè universale, consecutiva ad acutissima artrilide sofferta un anno prima s' osservò nel Sergente Bar tolomeo P eyretti dell'ollavo Reggimento di Fanteria. La ma lallia occupava pill o meno profondamente le articolazioni della spalla, del braccio, della mano e qnella pure delle estremità inferiori, specialmeute del lato destro. I muscoli rigHli, gli arti atrofici, le giuntu r-e tumide, i movi menti difficili e dolorosi, gli arti atteggi ati alla semi-flessione permanente obbligavan a letto l'am: malato nei primi giorni di cura. A questa si diede principio cen bagni generali per immersione e rapidamente progred ic0<fo, a norma della tolleranza , fu beoe presto utilizzata l'enMgica azione della doccia e del bagno di vapore, coadiovata dallo stropiccio e dai movimenti al· quanto forzali degli arli che l' ammalalo stesso provavasi ad eseguire nel bagno. L a cura fu protratta ai trenta giorni sul finire dei quali le operazioni si rinnovavano nel medesimo giorno, generali le une, locali le altre e dirette_· su le tumi"dezze articolari più elevale eioè quelle del carpo o del ginocchio. li vantaggio ollenuto si mani fes tò per la calma dei dolori, per la morbidezza quasi lìsiolo . gioa dei muscoli e per l'elasticità restituita alle giunture meno tumide , d'onde maggior estcn, ione nei movimenti delle eslremità superiori e libera e sicura la progres- · sione. Un caso simil al precedente si verificò nel Soldato pro·· vinciale del 1° Regg. di F anteria Giovanni Monet. Offriva questi li seguenti sintomi : dolori reumatici universali, rigidezza muscolare, deformità, tumidezza delle articolazioni , specialmeole della mano e del piede, movimenti dolorosi e difficili quali può per.metter un'anchilosi incompiuta. Uo'artrilide da cagione reumatica sofferta tre anni _prima e varie consecutive esacerbazioni della medesima

furono sempre pallia te' mai vinte. L'ammalato, lutlochè prossimo all'elà adolla ' come nel precedente caso' di buono lcmperamenlo sanguigno e di forte costituzione, lasciava per ò scorgere squallore nel volto e èa lnl.lo l'abito esterno del corpo le inevitabili impronte di così lunghe sofferenze. Fiducioso accor reva a queste stufe e doccie poten tissime dalle quali avrebbe certamente ricavalo maggiore sollievo quando le continue pioggie del mese di agosto uon ne avessero limitato l'uso e diminuita l'efficacia. Ollr'ai dolori reumatismali cronici nelle articolazioni i quali ricorrcvan in relazione con le variazioni atmosferiche il Ca rabi niere R. Giovanni Pajeao 2° offriva pure on'idartrosi al ginocchio sinistro la quale s'era spontaneamente da sei mesi manifestata, preceduta però do dolori abituali accidentalmente esacerbatisi. Questi dolori si continua vano da varii anni : intermittenti e vaghi cedevano al comparire di foruncoli nelle vari e parli del corpo o di un'eruzione cutanea poslolosa più o men estesa e conlluenle. Avolo riguardo alla natura e cronicirà della m;ilaLtia ed alla tolleranza per le operazioni termali, la cura fu prolungata ai trenta giorni, aiulaodone l'azioue con la metodica compressione del ginocch io ; mHzi questi con i quali s'olleooe un notabile miglioramento. Non debbo però tacere che sol finire della cura i foruncoli abituali comparvero molliplici e voluminosi. Due casi di pseudo-anchilosi all'articolazione tibio-tarsea trassero le primo origini da lontane cagioni traomalicho le quali associatosi a rinnovate cagioni reumatismali non tardaron ad imprimer a quelle l'andamento delle malattie reurnaticht•. Ci terò di volo il caso di Claudio Bcrthod 2o Brigadiere dei Carabinieri Reali di cui la Storia è registrata nella mia Memoria su le Terme d'Aix (1). Io qnesl'anoo il Brigadiere fece ritorno ai Bagni per liberarsi d'un residuo lieve incomodo oei movimenti del piede e nella speranza d'allu_tire la squisila sua sensibilità alle impressioni ba rometriche. Le malattie reuma Liche puramente dinamiche, perchè non sostenute da lesione materiale ma nifesta, che s'ebber a curar io quest'anno ai Bagni d'Ai.x son in nomero totale di 14 , undici delle quali furono dalla cura termale ootabilmenle migliorate. Ora nei muscoli, ora nelle articolazioni, ora luogo il tragitto dei nervi ischiatici si facevano sentir i dolori reumatici varii per fa fo rma, per l'e· slcnsiooe, per l'inteosilà, per la durata, ecc. In alcuni casi i dolori non esisteva no quando gli ammalati fecero ricorso ai bagni, ma si rendovaoo beoe , tosto acuti e tor~enlosi per l'inlluenza d'una lieve cagione reumatizzante. E questa la c~isposizione reumatica, la costituzione reu· ·mat.ismale d'Huffeland. Talor ereditaria,, talor avveniliccia, sovente ribelle ai mezzi terapeutici ordioar ii, essa trova un ultimo rimedio nell'azione rivolnzionaria delle docce termali variamente modificate. ( Continua)

(t) V. Giol'na1e di Medicina Militare, anoo 1°,

pag. t91.


.i2.7 festa contraddizione nella quale cadon i Medici moderni i quali mentre ritengonò l'indurimento delle ulcere primitive qual lin. sintomo di lue generale, raccomandano poi l'uso di medic;azioni ~ali ctie valgon a_ proinovere questi stessi indurimenti contr'i (ll'lese d'ottobre. ,\"· Tornata). quali raccomandano sempre la cara generale antisifilitica. Il Dott. Camerooi risponde nel caso in questione tratta-rsi sdlaALESSANDRU.. In.seguito a-parlecipazione fatta dal Segretario mente della cura locale e non della generale; essere molti all'A.duna'hza dell'esisteuza nella cass~ del Gapihetfo di Lettura i vantaggi degli as\ringenli n~lla cura locale, quali quelli d_i did'un distinto fondo, qnella vo\ava quasi uuannne l'a~qu1s,to delta minuire la secrezione del nrus, d1 promover.e la: cicatrizza1Jiblioth'èque du 111édecin Praticien du Docteur Fabre. Succedeva zione d-ell'ukèra virulenta con il ~odificaroe la sup'erficie è con gu1òdi la lettura della Memoria. già pubblicata ne! N° _antece .. l'impedire la proRagazìone del vir,us :nelle _parti circon?an.ti la <1.enle intorno alla pomata ·dèl ranunco.to acre del S1g. Giordano ' medesima . .Aggiunge inollre, che q11ancto•·s1_a presente I mfiamEarmacista Militare. A questa teneva dietro la lettura d' uno mazione dell'ulcera convè1·ra sempre roegl10 usare filacc1ca 1mScritto del Doti. Vaglienti (Scritto che riferiremo quanto prima hnvùte nella decozi~ne di malva le quali, ollr'.al diminuire l'i':1sMà possibile), avente per _titolo: Considerazioni pratiche su la fiammazione locale servon anch'ad assorbir )I pus, che non riGastrosi. t:;eggeva poi il Oolt. Alciati lo SQritto pubblicato nel correr all'unguento refrigerante di cui l'uso locate mantiene io ,no 14; del Giornale intorno ai danni risultanti dall'uso d'alc_uni còntalto della stiperficie ul,cerata il_pus medesi~o. . , ~fai. La lettura della prima Memoria proìnovevà un'interpelA quest'ultimo punto della quest101,e r!spond 11 Dott.Vaghenh che le Jilaccica spalmate d'ungu~u~o refnge:rante, se non a~s?r· lanza del DoH. Alciati tendeote a sapare dal Sig'. Giordano se bon H pa'.3, ne favoriscono P,ero lo spandimento -nel,le v1cufe egli-credesse ch'il fallo dell'esacerbarsi l'eruzione scabbiosa nel parti senza mantenerlo direttamenle ~ contallo dell_ ulcera e Soldato Violel dopo le prime unzioni fatte con la 1>omala di ranuncol'o acre dovesse ascriversi alt'irritante azione di qdesla che d'altra parljl le medesime forniao all'ulcera un 10voluero ovvero all'ordinario andamento della malattia. Essendosi il Sig. ar.lificiale omogeneo. . . .. Nel mentre ch'il nott. Cameroni sta per comba~lern l'ut1ht_à ~iordano pronunciato per quesl'ullima opinione, il Doli. Alciati dd corpi grassi appunto perchè. favorendo questi lo ~pand1: faceva riflettere come la scabbia , comunque considerata, a~somento del pus nelle v-tcinB parli sono molle volle cagione d1 ciandosi sempre ad uno stato irrilat_ivo-llogistico dell.a pel~e noµ poteva ragionevo)men_te amroellere qu_ale mezzo umco d1 cura nuove u·!cere nelle parti sane, il Presid'ente, attesa l'ora tarda un determinato r1me1:ho .ma doveva11s1 nella cura della mededichiara sciol'là l'Adunanza. sima sempre avere pres'enti due elementi cioè l'anUftog'islico e $CIAMBERÌ. Approvato il processo verbale dell'ànteceden!e. lo specifico; elementi qu~li dei q~ali il_ primo_ n<>n solo è trasTornata, il D.>tt. Cos.tanzo l~gge un ~e~d1con~o ,a~ll~ malàtt!e c11rato nel metodo Besozz1ano, ma e anzi maggiormente esacerda lui turate nei Militari stati l).mmess1 a1 Bagm d A1x 1n Savoia bato dall'irritazionè ch'il ranuncolo quale sostanza acre nori nel corrente annQ 1-852 ( 1). , può non indurre sempre maggiore. nella superficie· cutanea già NIZ';.l. Il Doll. Nicolis l\led, Div. nel ripreòder il _post? .Presiirritata dello sèabbioso. _ danziale manifesta agli Ullhiali S~~itafi l~ sa_a s?pd1sfaz1one p~r Concbiudeva·perciò non potere convenir i'nlomo all'esclusiva !:onorevole modo con cui al Serv1z10 Samtario s1 sod.d1s_fece nel utilità d·i quesla pomata', sempre che non si, 1>rofossr la Dol~r~na teµipo della sua licenza, rendendone specialme_nle_ particolare Oi:neqpalica. Dopo quest'interpellanza il roedesi_mo Dolt. Alc1at\ tributo d'elogio al D-1ll. ~•elàso che fac~va le veci __d1 ~led~. D,1v. tf. di P~~sig_e~l\l proponeva si ~isi1utesse in\or!l~ al me(odo d1 Prendendo quindi atto dell'onore.vole c1rcost.anza_m cui 11 S1gnòr cura pm raz1011àle delle ulcere veneree pr1m1hve. Il Dott. Val\~inistro della Guerra df passaggio in Ni~za graziava d'una ~ua glienti, colta l'opportunità, fa notare ch'essendo succeduto al visita lo Spedale,Mili.tare, esterna a;ll' ~dnna1:1za la sua. a_mm)r~Doti. Capriata nella Direzione della Sezione Venerei, riconobbe zione l!,e r il modo con cui il Pre(ilto S1g. l\lm1s~1'? passo m .d1hgeneralizzato l'uso delle medie.azioni delle ulcere primitive con genterivista le varie Sale Cliniche. ~ degooss1 :111tratt~ne_rs1 n.el filaccica imbevute io noa solazione di zin'cO e di rame ed interGabinello di lettura sapientemente parlando_ d1 quest uL1le I~· pella perciò, trovandosi il Dolt .Capriata in permesso; li Medici stitu·iione la quale nacq!].e · e crebbe sott'1I suo_ ì\l11~1stero. _Dopo di B:1tt. di Sérvizio in a11.o r.à.l-lell~ detta Sezione.se siano con<)vere poi-convenJenteroente provv-isto alla destrnaz1one dei l\~evinti della bontà di siffatto metodo. Avend'il Dott. Cameroni fadici di Batt. nelle varie ·sale Cliniche, accor\ia la, parola al l>ott. vorevolmente risposto all'invito , il Dotf. Vaglienti nel pronunPersi il. qual-e accenna'nd'a dge Memorie i_nserite nelia Gazet~e ciarsi d'avviso contrario fa notare che qul)sto metodo, oltrachè des Hopiteaua; no 69 e nella Gazzetta Medica Lombarda n° 33, favorisce gl'induramenti del tessuto cellular~ circondante l'ulambedgè eo1_1cerne,nti malattie spasmodiche_ con?s~1ute _sotto. il cera, ciò che non accade usando sernpliceinenle i mollilivi lonome di _granchio o di contratture spa_smod_iche idiopatiche, g1ucali, non può più dirsi razionale ogni volta che dalla prima st~ U Clinico frances.e, fa r;iotare co)ll'i_n tutti d~o I c':ls1 s1aSt otcomparsa dell!ulcera é,già decorso un periodo di tempo lale che tenuto un felice risullarnento con un metodQ d1 cura affdtlo o.pponon lascia più speranza star ancor il vil'us nei limiti della semsto. Questa eomunieazione provoca un'animata ,lisc_us~ione per plice località, giacchè in questi ca.si l'ulcera ve.nere,\ non costiparte degli Ufihiali Sani~ari la quale ·il P.!'esi:dente ncp1loga toctuend'allra cosa foorchè un sinto_mo è cosa più ragionevole cucando primierameàte dell'oscurilà in cui s'avvolg13 ancor oggi rarla con seniplici filaccica imbevute nella decozione di malva giorno la Palolo"ii.l e1iiner:ale delle neurosi per l'1mperfez'ione èvvero con unguento refri~erante disteso sopra la tela; mezzi d~ll· Anatomia palologkà nell'indagare le intime lesioni de) nervi questi che non lasciano super.stili gl'indurimeali da loi osseri quali quanlunque tocchi da co-noizioqe patologica d1II.irent~,, vati dopo la medicatura patrocinata dal Dolt. Cameroni. Rituttavia so"lion appalesal·la con u.oa fonome1f:>log1a pressocbe sponde quest'ultimo che nel breve periodo di tempo in ·cui ri0 ogualei d;o nde- ne vion-e cl1e·stacod' alla. fprma morbos~ può molto mase ad8etto alla Sezione·venerci essend'asciti dallo Spedale volte seQ1brare ch' ul1a medesima mala\tia sia stata V!llla con un ve1;1li. Soldati già ammalati d'ulcera venerea primitiva e guari'ti metodo cH cura opposlo. . . umcai:nente la mercè delle med.icàz-ionUa~~e con lìlaccica imhe,\,ggiu-oge in seguito che, quantunque la, s1ntomatologia vule nella soluziono di rame e di zì nco, senza ch'io alcuno d'essi delle malattie Dervose sia ,per. l'ordinario tale da non ofsiasi manifestato l'indurimèntò pave-ntato dal · suo onorevole frir ·i cara~.teri deJI·~ fbgosi ciò non ostante siccom'i nervi sol)o Collega, non poteva egli non sosfoiìere l'opportunilà d'un tale dota'tf di tùtto le proprie!; organiche degli altl'i tes,mti , cos'i II!~lodo di cura locale; opportunità.che d'altra parte egli aveva possono disordinarsi nelle loro l'uoziou\ per cengesl1one e _p'e1r g1a avuto agio di ve~ificare nella Clinica dei Colleghi Dottori flogosi, nei quali casi sarà utilissimo il metodo ant1flogut1~0, <::e_rale 'e M~logno i·quali studiosamente bandivano l'uso locale mentre quando qnesto disordine funzionale è merame1He cagwdei cofp~ grassi, siccome quelli che forse ritenevano èon B.i!.:ord nato da un vizio dinamico· ciò che costituisce la neurosi, la spenocivò nn-sitfa.u o·. uso perchè se!ve,a_d arrestar il virus separat_o rionza ha diml)slrah utìli"ssimi gli a'nlisp;!smodi~i tra i quali dalle stesse ulcere I d'onde ptu (acile ne nasce quell'a5sorb1primeggian oggi g-iorno Ì'eterizzazione e la ~l?roto1·111tzzazlone ~éiifo virn'lento che si cere.i impedir,). Conchinde tìuahnénte che molte volte bastan a. restituire-l'inlegnta fanz1onale alla r'ij>etèudo con ìl ci fato Ricorò cll'il miglior rimedio localo c'e'st parte lesa. l<'a por-ò notare come dall'iòdicala oscndta nella. Pato • cefui qui gud.rit pl·tts çi!e l'accident ·tocai. lus'iste il Doll. V·a0 logia cl,,lle ma1at'\it?•'ne r.vòse ·clovè ndo··ct,p'seguì!tll'"Ue moll'inccr• ~he_nti e fa notare che, accordandosi quasi tutti li SifHografi n!ll tezza nel diagnostico, abbiano sempre a tenersi rn grande con_t~ h,!01l;ire gçneralmente ~ 5 òd a 6 giorni il tempo opportuno per quei fatti Clinici i quali valgan a somministrare lumi ~lio_log1c1 d1s.t~uggere con la caulerizzaziune il vi ras nella_località , oltree norme terapeulicho atle non solo a vincere le malattie ID d1~ passa'ti i -quati si può ràgionevolmenlo sospetta-re ch'ìl virus séo~so,(mà 'Mli :aoche a ~iat:i'r~Yinfrica-t,fgenesi tielle medesi• a'bbia ·e.stesa la sua malefiéa azione neli'orgau,ismo, non può pi'ù me. Giacchè, egli dice, le teorieTom,nasiuiaoe avendo riclolla la egli, p;1ssato già il notalo p.eriodo di lemp[>, scoi-ger ·on'adequàto te'rapeutica ad un dualismo nell'univer$ale riprovato, l'odiern'.a , C?mpel\SO tra l'indurimento indotto da un cotale modo di meV~tteralora l\[edica si trovò nella ne'Cessilà di rifare da ca1>0 la dicare ( indurimento ch'egli dic;i psscrvabile nagli ammaiali della sua Sezione stati curati con la soluiione di zinco e di ( t ) La discussio[le della Conferenza di Sciamberì versando s11 r~me) e la celerità p'!r qua'hto si voglìa maggiore_ne!fa ~uari-il Rendiconlo del Dott. Costanzo viene rimandata ad altro nug1~ne rdellà localifa di cùi la 'ra-ppresililtanza ·ptitologica Mn co ~ero, p~r non essere qui giunla in tempo .e p~rchè i Leltori ab, S\lluisce più alt1·a cosa fuo-!'cliè un sintom 1 di più estesa iofc • b1ano prima la Relazione, poi la Discussione, z1one'. Aggiunge Inoltre ch'egli non può non rilevare fa mani.·

R-ELAZlONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICIIE


!28 Storia dalle malattie, contenl:!'ndosi _sp~sse volte ?ella se~plice RlVISTA DEI, GIORNALI SCIENTIFICI sposizione del loro andamento e de, r1sultamenh ollenut1 con <Juesl'o con quell'altro metodo di l:ora. llitornandopoi più diret1amente al caso in discussione fa conoscere com'il morbo a cui ( Sunti del Dottòre MOTTJNI ) . Mcennò il Dolt. Persi dir~ndend'ioteramente da un'alterazione dinamica del senso e de moto, s'avvicina a quella forma morDell' éfficacia tj,el setone nelle fratture .non consolidate, bosa conosciuta con il·nome di tetano di cui due casi di guaridel Doti, VALENTINO MQTT. A schia_rir alquanto la quegione,(ottenuta per mezzo delle inalazioni eteree rinnovate, per ~ezzo dell'applicazione locale di ~~e.sVanesletic~ sotto forma di stione tuttor agitala dai Chirurghi intorno alla preferenza lmimento e per mezzo dell'~le_tt_r1c1t~ o dell'ago-punturn) poscla cooce.dersi ai diversi mezzi , proposti e raccomandali sono leggersi nelle Opero Mmor1 dell lllustre nostro Presidente il Cav, Comrneod. Riberi. Conchiude dicendo che le cagioni monel le fratture ribelli alla conso 1idazione , il valente Chirali e la grandi cOIDJl!OZioni politiche ha_nn~ molliplicata -la· gerurgo Ameri.cano riferisce clilersi faui i quali depongòno nesi di queste m~lathe _e c\l? ques!e~agwnJ dando luogo ~d una in favore del setone. Di fallo in 9 casi nei quali il citato particolare roanrera dmam1co-ch1m1ca d'rnfermare che molte volte rifugge ad 11gni $Orla.di cura, tanto più debbon apprezzarsi Doli. ebbe ricorso \li se'lo.ne , q1Jesto mezzo, fallì u~a sola tutti quei mezzi che cangìando lo stato dinamico-chimico della volta alla , sua , aspettazione ed in questo caso do velie riorganizzazione posson fssere di giovameuto nel vincer il disordine vitale manifestatosi neWinnervaziotie. Es>urila questa dicorrer alia resecazione. l n Ire casi ·Ja frattu'ra era nel fe. scussione, il Presidente prendend'occasio.ne dàll\l morte di due more; in altri tre nell' omero ; in uno nella tibià ed io due Soldati per tisichezza polmonare, discut_e lungamente intorno a questa malattia che dice frequente nel Soìdato, principalmente . casi fina l'!1ente la tibi{l. ed ìl perone erano simultaneain dipendenza della non sempre abbastanza procurata ventilamente fratturali. li tempo medio della cura fu di due zitme dei caroerooi nei quali alcune Yolle stanno amalgamati inmesi, notando però elle si fece ricorso al sctone dopo che sieme SQldati in numero maggiore di quanto i precetti Igienici suggeriscono. La seduta è sciolta alle ore, 3. ~rao? slali tentati inutilmen'te allri mezzi, quali la comCAGiTA1n. Lello il processo verbale dell'ultima seduta, il pressioue, !'·immobilità r egolarme·nte conLinuata, ecc. NesDoli. Kalb chiede la parola per riferir intorno a doe ammalati sun 'accidente òi qualche rilievo si manifestò nel decorso della soa Sezione al letto dei quali desidererebbe ch'i Medici presenti ali' Adunanza intervenisser a consulto. Avend'il Presidella cura falla · con il setone. Da questi casi· e da a1tri .dente aderito a questo · desiderio i Consulenti intervengono al par-imeul~ dal medes imo raccolti , l'Autore fu indotto. a latto di N. N. Falegname nell'11 ° Regg. di Fanteria il quale da parecchi mesi tocco da dolori osleoeopi, .conseguenza 'd'antica conchiudere ch'il ~elone è solamente utile nelle frauure lue, riparò dnpo mollo sollrir allo Spedale dovtl ollr'aì citati dono.n consoli4'lle nell.e quali le estremilà osse·e son a confori si riconobbe in preda a lenta gastrite ed avente nel cavo popliteo destro un tumore della grossez,;a•d'una piccola·noce, motatt.o fra di loro .o per lo meno mollo ravvicinate, mentre bile, circoscritto, pastoso ed ind'olente; il quale lamore fu dal negli altri casi debbesi fare ricorso al!a resecazione delle Medico Curante diagòosticato siccome prodotto dà semplice inestreµii1à ossee ed alla !,or.o riunione per mezzo di fili gorgo del tessuto cellulare dipendente dalla cooti.nuata irrita-zione dei tessuti articolari. Espone il Dott. I~alb come convinto metal lici. egli d'avere . raggiunta la· verità nella aicb.iarata diagnosi, non avrebbe creduto necessario il parere de' suoi Colleghi se l'informo non avesse più tardi manifestalo che questo tumore nella 1'.'7'71SO stazione protratta cresceva spropo1zionatamenle in volume e si face,;a dolente. Li Medici Consulenti dopo avere diligentemenle esplorato il tumore per mezzo dej diti e dell'auscultazione e dopo avere ririnov'a te queste medesime esplorazioni leliend'il Li Signori Meçlie-i Divi!-ionali sono pr~gati a volersi membro superiormente allacciato non essendo riusciti a distingue_r alcuna pulsazione direlta o comuoicara, non avend'osserstrett::imente altener al d isposto dell'ultima Circolare valo nè acc.rescimerito nè diminuzione nell'ammasso costituente il.lumore,e finaln:i'enlc non avendo l'ammaiato lamentato nè dodel Consiglio Superiore di Sa11ità per quanto spetta loi:e nè intorpidimento ne.ll'arl(l, conchiusero non esser il c-aso al pro,nl.o invio :.il detto Consiglio dei processi verbali d'aneurisma o di varice·e confer.marono perciò la diagnosi già institui!a dal Doli. Ralb, cioè esser il tumore costituito da·un indelle Cuuferenie 1 faceod'in modo th'il processo vergorgo del tessuto celluloso; i-ngorgo solilo ad oss_ervarsi nello bale della ia Confere11za del mese non giunga più stadio irrit,Hivo acuto dei dolori ostcocopi. Intervenuti successivamente presso il letto del Soldato Francesco Bravo dell'1 to tardi del giorno 20 del medesimo mese e quello della llegg. di Fanteri;i, lo riconobbe'!' tocco da degenerazione ·scirrosa d~! testic~l? destro co_n olce:a~ento della p~lle dello_~croto, ~on i 2a Ccrnfere'nza non P,iù tardi dei 5 ael mese sùssep1u guaribile con soh pres1d11 farmaceutici e perc10 unammi 1 guente. convennero nella ·necessità di rkorrer all'orchiectomia: I NOVARA. Accennatesi dal Presidente poche cose riflettenti il t Servizio dello Sped,ale, il Doli. Giacoi;netti legge oaa Relazionè 1 Sanitaria delle Fazioni Camp"i1li ch'ebbero luogo nelle .vicinanze ~VVISO di Casale, relativa al Corpo di Troppe stanzialo al Nord. D'opo questa lettura non esscncl' in pronto altro lavoro il Presidente dichiara. sciolla l'Adunanza. , La Direzione del Giornale· invita gli Abbonati che sono in rìtardo di p.agameoto a volere pagare la rata del pri·mo semestre, giusta le condizioni d'associazione. Si pregan i Signori Medid Divisional i perchè abbiano la bontà di riunir in un solo vaglia postale le rate dei loro diflendenti o dì farne sborsaFe costà l'imporlo col mezzo deì Quarlie r-Mas tri dei Corpi. BOLLETTINO llFFiéIALE Quegli Abbo'na li che preferiscon inviar il loro vaglia postale isolatam eolo, sono pregali a volerlo clirigere al 0

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PARTE SECONDA

Yariazioni nel 'p_e,·sonale Sanitario-/lfilitare.

Dolt. Carlo Brandìni, Med. di fiall ., dal Regg. CaYalleggieri d'Aosta fa passaggio allo Speda le Di vis. di Genova. Doti. Felice Derossi, Med. di Balt., da llo Spedale Divìs. di Genova fa passaggio al Hegg. Cavalleggieri di · Aosta.· '

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Bg.rone DE BEA UFORT , Vice-Direttore del Gior,nale di Medicina 1llil·i tar e e non allrimente, inchiuso in lettera affrancala, Jl Dir.ettore Doti. C0l\ll8SETTI Med. Div. IJ Vice-Direttore responsabile Doti. Dar. de Beaufort J\L R.

Torino 1852. Pelazza, Tip. Snba!pina ; via Alfieri j4.


ANNO Il.

( ai 2.2 di novembre 1852 )

GIOllNALE DI HEDICINA HILJ-TARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARllATA SARDA.

L'as$ociaziooe a

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sì ri,; !V,1 che per 1in ,inno ecqmi1u iacot t " d'agosto. li Giornale si ptibblica nel Lunedl di ciascheduna se ttimana.

PREZZO D' ASSOCIAZIONE lo Torino .

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L. 11.

l)abboname11to deb.bc paga rs i per semestri anticipati. Le associazioni per i oon militari ricevonsi alla Tll'OGRAFIA SUBALPINA via Alfieri, num 0 '24. Lo lotlere per abboname nto al Giornale debb on esser affrancate ed accompagnate da vagli a postale.

1 ° Doli. F A.11a11: Lezioni Cliniche del Comm. Prof. Riberi su i polipi del naso. - 2° Doli. CosTA.1uo: Relazione delle malattie corate ai Bagni d' Aix. - 3° Dott. Pacco: Memorfa. - 40 Relazione delle Goufor.enzo Scienti(ì'cho. - 4° R.ivista dei Giornali Scienti fici : Sunto tlel Dolt. QUAGLIO. 5° nollettino um eia le.

S0M1.1A1110. -

PARTE PRIMA LEZIONI OR!LI ED OPERA.TIVE del Prof. Comm.

RrnERI

(tracciate dal Doli. FADRE

').

POLIPI ED ESCRESCENZE POLIPIFORMI DEL NASO Oss. :1'23 • Teresa l'\ivn di Gmgliasco-: anni 9: tem paramento linfatico-.sangoigno : costituzione mediocre: oata da genitori sani, ma disagiati : avente dimor" io un luogo basso, umido, malsano ed esposi.o alle vicissitudini atmosferiche : stata su i tre anni soggetta a croste alla Lt:!sla le quali a c11p11 d'un anno cessarono spontaueamente e su i sei.le ad un'ottalmide doppia che, dopo il eorso di sei mesi, risanò pure per benefizio di natura. Nel tempo dell'ollalmfa ebbe lungo una snprasecrezi()ne di .muco dalla Scboeidei·iaoa , a cui è un anno s'assoc:iaron uno stirµ olo frequeute di soffiar il naso, difficoltà, benchè leggien•, di respirare per· la narice destra , senso d'uggia quale si prova in ona leggiera corizza, moderata epistassi per l'irritazione dei dit1 che l'ammalata, per vincer un qualche ignoto ostacolo, frequentemeu te introduceva nella narice. Finalmente su lo scorcio di febbraio dell'anno :1.842. la giovinetta toccò distintamente il polipo con (•)V.i numeri a olec:edenti.

,

l'apictt del dito ed ao rnes~ appresso cioè · ai 2.9 di marz,1 riparò ulla Clinica Opeialiva. ·Vi si riconobbe an polipo di natura vescicolare, adereole molto in cli;ntr,, alla parete esterna della cavità n:isule destra che Lura11a d<:I tutto. Acciò, vista la profondità della radice, il polipo oon retrocedesse verso le faoci nell'allo d'afferrarlo con le pinze, io ho impedito quel suo probabile regresso verso le fooci con on zaffo iotr11doL10 nella narice posteriore con la sonda del Bellocq. Oopo ciò, ho potuto ai .5, d'aprile io presenza della Scnola strappare la maggiore parte del polipo e rendere già facile l'ingresso dell 'aria, ma la forma della pmzione estratia bene. rni diede a vedere che la radice non °''era compret1a. F:ilta quindi per il mo. mento sosta da ulteriori alti operativi e consigliati fom ènli rnollitivi, sei giol'ni dopo cioè ai 1.2 dello stesso mese mi veooe fatto d'afferrar e svellere la radice. Rimasta quindi sgombra la narice e svonili tutti gl'indizi obielt.iv i e subiettivi del polipo, io bo coosigliuto all'operata l'uso delle iniezioni di decozione di rumice acuto e la ho congeda la dalla Clinica ( Os· serv. compilata dal Dott. Assandria). É oncbe qoi eviden te l'origine del poli po da una lenta rinilide. Oss. i5a .Angela Gianoletti: anni ,iO: ved,,va : con t.ad i11a : n:ita da parenti soni: di temperamento san guigno-linfotico : costituiiooe robusta : abito cardi ocapit.ale uterino: stata nr.ll 'infaozia io varie ricorreoie soggetta a 10111efaziooi ghiandolari al collo ed a dermide crosti2zanle al capo cbe le dorò per no decennio. Svanirono queste località all'avvicinarsi della menstrua, zioae la quale eruppe però solamente su i :17 a11ni. Fu la menstroazione sempre irregolare e sempre p.recednta o sussegu ila da leucorrea ~. se per poco tardava a mauifeslllrsi od era più scars::i del solito, sprgeva immediatamente per orgasmo uterino uoa tensione cardio-arteriosa manifestata da svolazzi sanguigni e ca lorosi al capo , palpitazioni di cuore, dolori ai lombi ed alla regione ipogastrica. Ai 55 anni scomparve precocemente per sempre la menstruazione e fo co11scg11il:1la da 111aggi11r esaltamento cardio-artcrioso, specialmente dei circoli sanguigni cerebralfJ e nasale con grav i e ricorrenti ccfalalgie frontali ch'erano sol-


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levate da frequenli epistassi e con morbosa e permanente sensazione di calore superficiale e profondo uella regione frontale. Sotto gli auspizii dj cotesta condizio.ne flogi stica cupa si svolse per gradi nel l11enlesimonono anno un voluruinoso polipo dì mali.gnante oalora di cui l'ammalata sostenne la molestia per un ,a uno ancora e final mente riparò alla Clinica ai 25 di novembre 1844, esseodlin questo stato: pulir,o in :115pareoza encefalo-fungoso, di colore grigio-nerastro, del volume d' un grosso uovo di gallina, occupante la oa1·ice posteriore destra, sporgente alquanto nelle fauci, premente la tuba Eustachiana destra, per cui rombi nell'orecchia corrispoi;idente, pr_olungantesi da un lato nella parte più alta della cavità nasale di cui àveva corrnsa la parete orbitale con isporgimeuto del, l'occhio, probabilmente nell'esso etmoide e nel seno frontale .destro, cagione cotesta della cuutinoa cefa · lalgia, e dall"altro fio in vicioauza della oarice anteriore ; polipo ossivoro, dill'ormaole la parte destra del oaso, sanguinante con massima facilità e stillante un continuo umore muco-icoroso con fetiùità di carie: del resto illese le facoltà iotellelluali ed illesa la vista dell'occhio destro: però abituale tensione card io-va sale ed irritazivne gastreuterica. Si vedeva chiaro che un così pessimo prodotto organico era l'effetto d'uoa diuturna Oogosi loçale , aven~e lontana relazione con la scarsa in prima e poi precocemente terminata men· s1 ruaziune, e vicina con l'abituale tensione morbosa cardio-arteriosa, la quale operava sopra un fondo alquanto linfatico. Finchè h~ menstruazione , tuttoc!Jè scarsa, continuò, lento fu il lavoùo locale: più lardi fu ancora lento per le frequenti epfstassi che tanto o quanto L'assottigliavano : ma, cessato il favore dei menstrui e quello delle epistassi, divenoe allora rapidissima la ~ua evolozicme. ·Fu qllesla la genesi del male e 1100 la reumatica incolpata dall'11mrualata per la ragione che aveva ella per longo rempo abitate slaoze urnido-fredde. La causa 1·eurnatica ba p<1luto esser una delle occasioni , ma non fu certamente la cagione del male. Tutto indicava un infausto p11,mo· stico del male lasciato a sè ed anche degli esili dell'operazione: nè questo si tacque a\l'arnmalata, ma <lita, risolulissima qual er,1 e disposta a morir au7,icbè a caotionar un'esistenza la più ll'ibolatù fra le tri'\.Jo · latissime, disse cbe, se l'Arte 0011 correva a suo soccorso, ella stessa avrebbe' di sue mani svelto .il male e di ~ero, mentre per noi si peri I ava a sottoporla a I l'atto operativo, fu un giorno sorpresa da no'J nfermiera mentre. si spingev1.1 una forbice ad uso Còroune nel naso. Si decise, ciò stante, di sottoporla all'operazione, percbè la negazione di qnesta l'avrebbe gettata nell"ultima disperazione e perchè essa era il solo mezzo cbe rimanesse a tentarsi. Prima però, per ammansir alquant o l'abituale concitazionè cardio-carotideo-oerebrale , fu sottoposta all' uso della digitale, dell'aconito .e dell'acqua di lauro ceraso a larghe dosi, e si persistette nel medesimo sio ai iO di gennaio in t:oi praticai l'operazione io pr-eseoza della Scuola alla lfUule ho io ripetuto il vaticinio poc'aozi toccato. Siccom' il polipo riempiva cosi esattamtnte la narice che, non che nna pinza, non si poteva passar intorno ucmmeno con uno specillo, presi , ad imitazione di ttichter, il parlilo di spingervi dentro .cinque successivi cauterii olivari candenti. Io tale modo nssottigliato,

ho potuto afferrarlo con la pi nza lien in dentro: però la ~ua poca consistenza nou mi permise d'estrudo nè iutiero, nè per notevoli porzioni , e solo mi permise di. renderlo così spappolato e dillluenle che la maab g10ro sua parte con il mezzo ddle iniezioni fu nel momeoto stesso estr.atta. Nei giorni successivi le ir,iezioni contiouaron a sbriillare di più in più lu uarice. Se non che tre giorni dopo il polso si rese più r.eso del naturale e leggiern1euLe febbrile e questo srato andò a lenti gradi crescendo fin al setti mo giorno dall'operazione. Nella sera del seltirno giomo sorse sp•ccatissima febbre con polso duro , pic:colo, freque.nte, cefalalgia froutale intensa, sete inestinguibile , pelle arida, liogoa secca e rossa, ed :; Itri sintomi d ' una .tlebilide degli i11volucri molli e duri del ce1·vello e del cervello stesso. Si pra~icaroo a pochi inlervalli di tempo due salas-;i derivotivi ed uno rivdleut~ dal piede; s'a1.iplicurooo pure l't>it.erata91en1.e rniguatte· iu grande numero alla base del capo; fu questo coslantomenlc mantenuto coperto con vescicùe piene di gùiacciu pesto.; s'usurono bevande e clisteri gùiacciati e simili , ma nessuna cura potè impedire che i sintomi sopra citati aurneotasscrn e cbc vi s'assocciasse meteorismo, lar,dezia di percezion~, sussulto di lendini , sopore, più lardj coma è morte uella notte dei 2 L ai 2~ di genoaiu cioè undici giurni dopo l'operazione. Necro· psia: uvanzaticei d'un polipo fungusn alla imperficie, lardacéo-m idollare nel centro ed aderente all 'usso turbinato superiore per uoa base sessile : ridotti alla loro trama rudimentale l'osso .nngµis e la lamina quadrilatero dell'etmoide: passaggio quiudi d'una porzioncella del polipo nella cavità orbitale : un'altra porzi.oncella, distro.tte affatto le cellule etmoidali, pro lungavasi direHamente sotto l' ap0fis'Ì! cristagalli: il seno sfeuuidale slabrato: iniezione finissima e del colore di ruggine nel corpo dello sfenoide: l'osso nasale destro ammollito e sollevato dell'altezzu d'un dito dal suo piano otdinal'io: il margine pusleriore del vomere ridotto ad uua· trama fibrosa per assorbimeo to interstiziale del fosfoto di calce: assai allargalo l'orifizio ddl'autro d' Igma:ro destro 1 così cbe, per poco ohe avesse ancora dorala la vi1a , il polipo avrebbe gettate :Jppendici u.el seno maseella,re e sa rebbe pure penetralo nella narice sinistra a tr1.1verso del vomere: tracce <li longa infiammazione nella tol>a Euslacbiana destra , illese le apofìs,i pterigoidee: tracce visibilissime d' iufiammazione uel cranio, massimamenle nei seni della dura madre: grumi anzi di sangue misto a materia icorosa ed a pus n-el seo.o cavernoso : inie-Lione ed inspessimento della pia nwdre estra ed entrocerebrale: io corrispondenza del ponte di Varolio la pia madre inspessita , immedesimata coo la solloposta sostanìa midollare ed -offrente suppurazi,me intel'sliziale: iugrossata ed ammollita la ghiandola pituilaria : corpo idaLideo di colore giallo-nericcio nella parte posteriore del ventricolo destro: illese le altre parti eotrocrance: gemitio di saogu~ sciolto dai lobi inferiori dei polmoni tagliali : sei oncie di siero sanguino.lento oel pericardio : sommamente flaccido il coore con parnti allividite: la cavità destra del medesimo assai ~ilatata con le valvole iniettate: alquanto di latato il ventricolo sinistro e l'ureo dell'aorta nella sua origine: indul'amento innaturale della base delle valvole sigmoidee: manifesta e morbosa iniezione della


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faccia interna dell'aorta dal suo a'.·co sin. al!? sua di· visione nelle due Hiache: tracce d1 tlngos, piu o meno jntensa in 1ull e le principali parti dell';;1pparuto ve · uoso 11(,\ petto e dell'addomine: vena aiigos in ispeci~ internamente lividastra e cònleneute q,rnlclie po_cn ~J pus: inftlzione forzatt:i e -piCChle_ elevatezze ,qua~f fungose spappolubll1 nell~ memb1 aua del 'entricolo, massimamente io ·cùl'nspoodenza del gra11de fondo cieCù~ membranr1 mucosa di più al1re pori,ioni del· l'iot€slino leone facil a spapp{)\arsi ed: a d\sl/:.lccarsi: presenza d'alcrrni lomb!'ici e visibile striuf;i_me~t~ del·l'intestino ileon io vièioan1.a della valvnla Bann1ana: morbosa inìezinne sanguigua degl'intestini grassf: ;iot'evole qu11nti1à di silrnle n_el colon discendente e nell'inflessione iliaca: fegato con apparenza d1 sani là: milza voluminosa e zeppa di sangue simile a feccia di vino : piccola cisti klatidea aderente a!l'o"vario destro (OssP.r V. stata scriLla dal Sig. Dott. Edoardo Savi, persor,uggio ch;t,11.0 di belle qu:Jlilà di mente e di cùore). li c:ad:were fu qui l'eco fedele de lle lunghe dogli'e s.offerte <lall'aòimalata nel la sua · viw : offriva ella sintomi d'irrilazi(Jne gasi reut.eric a ed 'jj C(idavere la con• fermò : offriva indizi d'irril r,zion~ cardio~.irteriosa ed il cudavere lr, confermò : offriva indizi d'orgasmo. <lei le pari.i · geoit.ali e si rinvenne nel cadavere nna cisti idàtidea : offriva ella indizi di cupa flogc,~i venosa estra ed ent?'ocranea' resasi più ::ipparerù.e dopo b uper:nione, ed il nadaveJ·e la cuufo1 mò pure. Oss. 14a. Bartoloineo Paglietti : anni 20: conta~ dino: temp·eramento sangoigno-linfatico: bnona costituzione: sano. sin ai 1.5 aurii in cui fu assalito da febbri terzane , ribelli ai preparali chin oiclei, le quali, lasciate a se , scomparvero sei mesi · appre'sso. Nel tempo degli accessi soffri.va egli di cefuhilgi a front.a ie spesso ségoita da epistassi e da maggiore secrezione di muco nr,sllle, e dopo cessai.a la febbre quella c.:efalalgia s'aggri~vo, s'aùm,eutò l:j secrezione mucosa della Schoeideriana, s,)rse una sèosa1.ione d'll'ggia indefinita ma quasi ·continua nella .radice del _naso e le epistassi cbe l' ummalato .sovente provocava con il dilo e cbe eran anche favorite ·dal suo frequente esporsi allé insolazioni, si re.sern più' frequenti . Quést.a subinfiam mazione locale, provocata dal concorso delle teslè dette c<1use, g~nerò ~n polipo a:indole vescicPlare, piuttosto voluminoso ; spesso nella radice , aderente alla .sup.erficie nasalé del palato m·olle, , n()n recante alcun altr'inc9modo (uorcbè quello d' impedire quasi aff1.1tlo la respirniooe pel naso , il quale costrinse l'ammalato a ricorrer alla Clinica nella metà del mese d'agosto 1845, d_ov 'io ne- feci con pieno e pronto SHC· cesso la legatura servendomi dei glCìbetti e del torcolore del Mayor. Dieci giorni dopo 1'opera·1.ione una ghiandola sottomascellare s'impigliò di fiogQsi , suppurò, s'aperse e guarì con prontezza. Dopo· la sua uscita dalla Clinica ai 50 di dicembre continuò la teodeoÌa 'f'olipizzarite, così che a capo di un anno e mezz-o circa ricomparve un uuovo polipo clie lo costrinse a riparare di nuovo alla Clinica nella metà del mese di maggio i845. Era questo nuovo polipo pur esso vescicolare, impiantato neni.\ mucosa coprenJe l'apofisi basilare ed aveva il suo corpo bipartito in due lobi di cui uno Jardaceo a sinistra penzolava nell~, t:aringe e vescictilare l'altro a destra, più

piccolo, era più vicino al pedicciuolo comune ed al. l'apofisi basilare. Ai 20 del testè detto mese di maggio "ne feci l'allaccia-tura con un'ansa fat~a passar intorno, alla, sna radice e poi lo bn C•)inpresso con i s:Jprad . deW ~:iezzi, stai.i consigli-ali da Mayor di Losànna_ Però, per quanto siami i11dostriato, nnn venni a cap1.> di comprendere. uel laccio lutti e due i ltibi del po· lipo, n'la solarne·nt.e il lobo sinistro maggivre pendente nelle fauci, essendoclrè t'altro a destra più !piccolo, per la sua forma rotonda , non potè dar un punto fisso al laccio, cos1 rche q11esto s'a~settò contro laTa· dice a sinistra e trà il piccolo ed il grande Jo~o a destra. La pari.e· :-1llacciat.a cadde otto ·giorni appress(~ lasciando uo incavo ulceratù nel picco!(> lobo. Praticala allora una profonda cauterizzazione in quesl'ioca"o, 11ccadde che siasi ottenuta la guarigione, pnossi dire, compiuta, gfacchè anch!il piccol-o lobo del polipo fu ridotto in termine d'n!J mese al V!Jlume d'un fagiuolo (Oss. stata scritta dàì Sig. Dott. Albertino. Ambrosino). L'origine di qoest.o polipo da upa sub!lngosi e an:.. che qui iueontroverttbile. _Oss. i5". Fclièe Ricca: Sarto.: anni 30: ~emperamento linfatico-oervo~o : costituzione debole: pallido ed esile. della persona : nato da pa_renti sani: non stato soggetto ad alcuna malattia dt rilievo sìno ·ai 21 anni in cui sofferse una grave ga~trentéritide acuta, prodotta da cause reumatizzanti, diffllndentesì per c-onsenso su la Schneideriaoa, stata élomat~ con undici salassi e con alJri congeneri soccorsi. Oodechè nel ~.empo della gastrenterid~ ed anche dopo andò egli ·semp~e soggetto a senso doloroso di pe,santezza nella regione frontal_e e soprattutto nella radice del naso eon soprasecreziooe mucosa e. coo . imbarazzo nel respirare per' la nai'i~e destra" Una persona del\' Arte -riéooobpe allora la presenza del polipo. Nella metà poi del mese d'agosto 1846 fo coltQ da graye odontalgia dal lato destro per coi .si pruticorooo quauro salassi . Nel corso dell'odoritalgia crebbe il polipo a maggiore volume, percorrendO' pressappoco le fasi di quella cioè' cres~endo ·di volo.me nell'acu, teiza della medesima e scemando nel suo l'egrèsso. Cessata l'odontalgia, fu egli ricoverato nella Clinica ai 1H di settembre del citato anno. Vi si ricqnobbe un polipo vescicolare nella narice destra, del volume d'una ciJiegia, aderente aÙ'osso lurbirJa.to inferiore, prolungato fin al di. fuori della narice esterna, quasi. carnoso nella parte fuomscita , ma ,... "questa lrae!ldo alquanto, si riconosceva la natu1·a vescicòla-re del suo pedicciuolo. Ristretta era la na·rice destra per ciò che il tram1zzo del naso era per natura convesso verso la medesima e· concavo dal lato oppçst.o. l?et' buona ventura era 'questo tramezzo cos'i molle cbe con le pinze pot.evu .focilmante :,tllargarsi più del naturale. Fu cotesto polipo strappato dalla sua ultima radice con molta facilità. Non. per questo, per la c,itata rist.reuena della narice, l'aria v'entrava io un piccolo volume e".c-0n qualche sl.trnto :· ent,rava poi in grande volume e con tutta facilità quando con le pinze si allargava la u-arice (Osserv. stata sc1·itta dal Sig. Dot tore Gio. Luigi Fillia). · Chi negherebbe la de'rivazione di questo polipo da subiouarr1rnnio11e lenta ? · Oss. i6·\ Giovanna Abello,: anni 55 : madre di robnsta e nume1·osa figliuolanza: temperamento sq11isi--


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E~a evidente Il, genesi del polipo da coodizione int.ament.e sanguigno: a·bito cardio·epati.co: costituzione fiammatoria negletta e la suù natura in prima encepiuttosto robusta: ~tata soggella a molli p'Jtemi d'afalo -sarcornatosa ed ora già degenerata in fungosa. Io nimo così det.Li deprimenti. All'età di 15 anni le com· così di(lìcili fr:.mgenti l'operazione, beuèhè difficile e parvero regolari i beriefizi lunari j quali cohtiouarono peric<ilosa, dovette accett:.irsi veluti extrernurn prrosipur.e regolarmente fin ai 4:0 anni e poi cesgarnno diurn e f1,1 p,er me eseguita in presenza -ddla Scuola senza notevole disuoio. Tra perchè era dotata d'abito !> • su i primi giorni di rna;gio con la pratica dello card io capitale e tra perchè s'esponeva frequentemente strappamento. La narice posteriore era stata prnviaa cause reumatizzanti aodò soggetta a molte lievi 1! ~011mente così bene turata con un ba1tutl'ol11 di filaccica talgie ,dal lato de$tro a cni si ~iparò sempre 1con pointrodottovi con la sonda del Bellocq che nell'atto chi mezzi antiflogistici. Nell'auiuuno ddl'anno 1845 operativo iieppur una goccia di· saugue passò nelle cioè nel cioquaotesimosecon<,l'anno della. sua vita efauci. Nou appena àtforrtJtO con le piuze, i\ pol,ip11si spost1Jsi per più Me all'azione <kl .fred_do urnido rispar.polò e 11e usciva dalle narici a grossi frammenti mal')eudo assil?a sotto una tettoia male riparatu, rilevò un'intensa rinitide la quale , alquanto ammansita da · avendo tutti i caratteri della sostanza midollare e fu,ngosa. Con il dito che in tànt'ampiezza di , narice due sulassi gerierali, s'inciprignì qopo tre applicniooi ho potuto liberamente in essa introdurre, bo inconsuccessive di mignatte int.oroo al naso: ù'indi in· poi trata la r:adice dd polipo ri voltu all'io -su verso ·j non fu più bene. Trascorse li ·dieci primi mesi del seni frontali e le cellette etmoidali. Con lo si.esso j846 tra uo'alteroazi9oe di miglioramento e di pegdito e con_le pinze bo potuto esalt.1me11te sb~attare gioramento, oppressa ora più ora merio dalla pes1rnza la n:irice (lai polipo cd insino d'una parte del suo di capo nella regione frontate, a cui s'aggiunsero Co.pedicciu,,l.o il quale era pur esso mo.Ile com' il corpo rizza, dolore gravativo agli- occhi ed alle palpebre. del polipo e facilissimo a distaccarsi. Gon· que' mezzi Avendo finalmente avuto 1'icorso :jll'Arte ,le furono be parimente votato '!!antro d'lgmaro della sostanza ·.p.ralicati quattro salilssj, f1Ì assoggettata .ad ,ina dieta poliposa che. v'er.a c11ntenula e con. le pinze e con piultostu rigorosa , all'oso di. beyande rihfrescative e reiterate, i1iiezio11i d'acqua ge!.ida bu potulo levare via fu alquanto sollevala ·da' suoi· malanni. Ma con il pro·1e quisquiglie di - polipo cli'eran aderenti agli ossi. gresso del tempo iJ dolore di cui si· lagnava ·alla 1:aA v'endo finahnente veduto che . non copiosa era I 'e· dice del naso conseguitalo da uoa leggiera_tumemorragia, còn lo scopo di liberar altresì le parri profazione verso la radice dalla parte sinistra del me!onde della narice posteriore da alcun!:l reli<Jllie di desimo e da imbarazzo nelle cavità nasali p~r cui polipo, ho estratto .con qualche forta ct·aJla narice an. l'ammalata era sovente costretta a _respirare con Il\ teriore il zaffo di lìlaccica con cur aveva preventivabocca aperta. Mentre la tQruefaziooe andava ogui mente turata la narice post.eriore.. Aflpena ultil!}ata la giorno crescendo, sopravvenne dalla stessa ,riarice sioperazione e procurata un'ampia via di penetrazione, ois1 ra uno scolo di materia siero mucosa fetente. Fu appa,:iron in chiaro i seg_uenti guasti generati dal allora cba riparò alla Clinica .cioè ai 15 d'aprile -1 847, polipo cioè gli ossi turbinati medio ed i·nferiore manessènd'in questi termirfi ,di cose: stato uoiv.ersale .di canti: ampia comunicazione coll'aqtro d'Jgmoro : dip~rsona che soffre da lungo tempo cioè abito cachestruzione del tramezzo orbil.o-na-sale ·e·comunicazione tico con inoltrata macilenza e con color~ giallo ed interriato della pelle: polsi piccòli , pr9fo11di e, lan. . con la cavità dell'orbita: · distruggi mento totale del canale nasale: notabile guasto nel seno frontale sini· guidi: cefalalgia quasi coolioua : bocca arida percbè' stro e, cosa veramente da farne le meraviglie, intequasi sempre aperta: . sete assa i ioten~a: forma del grità perfetta del tramezzo del naso, talcbè le inienaso rotonda e de\ l!JltO cangiata : narice sinistra zioni praticate nella narice sinistra p~uto non c9mugonfia e rimpin~ita da un polipo di colore cinenicavano con la destra. . rizio-livido, di superficie a luogo a .luogQ tomenLa riazionè febbrile fu minore di quanto si temeva. tosa e coperta da tubercoli fong(>Si : tramezzo del, S'infiammò il tessut.o celluloso dell'orbita sinistra con naso spinto ve.rsQ_ la parete esterna della narice opgoofìezza diffusa al lato corrispondente della faccia. posta, per cui ' era reso così diffìcil il respiro che non Le bevande ghiacciale, le iterate ~. reiterate iniealtrimente poteva effett.ua1'si fuorchè per la bocca : zioni d'acqua gelida· ad ogni medica?ioue ,, la dieta, scolo abb<mdante e quasi coutiouo dalla narice. sinied il riposo bastaroo a calmare la riaziooe traumatica. stra d'un lìqoido sier~Mnnco-sanguinoJeoto co.n mi· D'indi in poi nou altro si fece fuorcLè continuare la stura di pus· e con mòlta fetidilà : sporgimeoto del pratica delle lavande delle c~vità nasali con acqua polipo per la naric_e posteriore sinistra nella faringe fredda, insistendo nell'oso delle bevande rinfrescative con qualche impedimento alla deglutizione: fistola e s'ebbe la soddisfazione di vedere veoti giorni dopo lagrimale sinistra par impedita discesa delle lagrime tuttP. l~ parti ritornate nello stato primìtivo cioè le uella corrispondente fossa nasale. 1-1 polipo giunse a pareti dell'antro d'lgrnoro rientrate nel loro piano ,. dilatare per gradi le pareli ossee del naso io modo il naso ritornato alla forma naturale e facile il paseh-; erao innaturalmente. separati gli ossi qu;idrati , saggio dell'ar:ia per le cavità nàsali. L'ammalata fu distJccata pur e mollicc,ia ia porzione a~ceodente delquindi iri gra.do _di rimpa1ria~e nel mese ·di giugno l'osso mescellare sinistro e slabrato e più tumido, ( Osserv. stara compilata dal Sig. Dott. Giuseppe l'antro d'Igmoro sinistro con passaggio d'una porzione Rizzetti). del polipo nel medesimo : ·di fatto premendolo esterVu,,le la verità ch'.io djca elle due anni app1~esso namente dal lato della fossetta canina tra il labbro e cioè nel t849 rigermogliò nel naso dell'infelice operata l'arca.la al9eolarè si riscuoteva un vivo dolore e offri· un'ulcera d'indole cancerosa e' che le diventò poco vasi esso mollèggiante' us.ceodo ad 'un tempo 'saoie stante scirroso il lobo sinistro della ghiao,dola tiroide. icorosa e sanguinolenta d::illa .narice corri~p.ondrnte.

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,ru.


i51 Os.5• t 7•. Tommaso Deaira: uegoziante in vini :

anui 57: temperamento biliosu-sa~guignu squisito: abito cardw-caf'Otideu-cefalico: cost11uzw~1e a_tlet1ca : molt'obeso della persona : nato da pa1;eoll sam_ ! stato nella sua vita passata suggeLto a molt1plicate s1noche, state sempre domal(l con il ~alass? e pruvuca_te dall'abuso di cibi animali e di -liquori ferment~l.1 : stato pure per le stes~e cause, aggiur_1tevi _le ·c1,1gioni del su() mesrier-e, soggr.1.to a frequ-entl conz:t,e: eran esse da un anno oltre al solito oslnate, specralmeute nella cavi1 à nasale destra da cui st_illa va frequente un umore limpido. Da ère mesi cioè <lai mese di fel>_braiu ~847 s'accorse che l'aria passa.va con qualcbe d1f11colta per la narice destra e poco stante avverll c~e. nell'atto dell'inspìrar ed espirare l'aria per la nane~ destra , un corpo pareva rnoversi entro la me~es1ma. Una persona dell'Arte consultata a ~endo ravv1sat_u un po· lipo, riparò egli alla Clinica a1 2.8 di ma~g10 i847. Era il polipo tib,rosu, aderente alla parte fHU profuuda dell'ossu turbiuato i-nferiore, grosso qnauto nna me· d'i ocre noce di forma subrotoud'a e con la superficie in parte to~entosa e russa cd iu parl~ levig~ta erosea. Non essendovi alcuna coutnnd1ca1.10ne , 10 lu Q•J ai 'l. di giugno strappato in presenza della Scuola, la qu:,le fu te~limone della prudigiQsa forz~, che dovetti impiegare per isvellerlo . Io fine, quando g_1a ~o volgeva nell'animo l'idea di reciderlo, ·fu svello insieme con una piccolissima porzi9~e d'osso. Una vul~a estratto, avemmo ad accorgerci ch'era composto d1 due lobi impiantati in un solo pedicciuolo fibroso: un_ solo di questi lobi_ era prima déllu st,,apparnenlt• visibile e l'altro profondamenle celato. La narice rimase sul}ito perfettamente libera. Non vi fu quasi riazione traumatica così che otto giordi appresso bll consigliato le iniezioni cli decozione di rnmice acuto Cun estratto dì ratania ed ho consentito alla dtlOianda che l'Operato mi fece di rimpatriare. Ebbi occasione d! sapere che no.n fuvvi sin qt:1i riproduzione del male (Oss. stata compilata dal sig. Dott. Michele Garezzo). Anche qui era evidente la genesi de~ p;dipo da- rinitide protrai.la. (Continua)

RELAZIONE l>ELLE Ml!.L,\,TTIE

CURA.TE

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AMMÌ'.SSI

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Suou. NELL'ANNO 1852; del· Dott. Med. di Reg9.

BiGllfl. o'A1x lN COSTANZO

· . (Continua,ione. //. Num, anteéedente). Malattie linfatiche e scrofolose. Ingorghi ghi_andolari cronici, indurimenli, ascessi, ulcera1.ioni, fistole e cicatrici sono gli elementi morb·osi che oocor,e sovente os. servare nei soldati bagnanti. Queste varie rd'l'me morbose sovente io 'ammassi unìte ai lati del collo, alla nuca, alla regione sottomascellare, talor orano riferibili alla diatesi scrQfoÌosa, . tal altra meramenle lòcali e cosliluiv ano le adenopatf~ cervicali dei M_ilitàri così bene recenteme_nte· descritte dal barone Larrey e tlilT~renziate dalle adeniti diatesfohe scrofolose che frequentemente occorrono negli Spedali Civili. Di queste ultime che corrispondvn alla Scrofola vera d'lluffeland , tre casi furoo osserva ti ai

b_agni nei quali furono purn osser vati -qaatt,r,m •ea~;i ·(fade-nili locali o scrofole spurie. La t:ura baJn.ea.rìa ed i:.. nuovi stimoli igieoil:i produsser io geuerdlo maggi.ori vaplaggi che tutti fi rimedii prima lt'lllali allo Spedafo. Pi(t degJi altri però furono favoriti, siccome nolai, gli amma• lali che furo,n destinati alle prime mute, · Fra questi merita speciale menzione il Sùlda.to Giov,anoi Frascarolo Cavalleggiero d-' Alessandria , d'~nui 25 , di lemperamento linfatico, ù'abito_scrofoloso, di costituzione mediocremente forte in app1renza, ma affralita dal lungo soggiorno nello 3pedale. Andò costui nell',nfanzia soggetto a croste al capo ed a l'l)runcoli ricorreoli nelle varie parli del corpo, e 1ion fu mai l~cco da coriraminazione venerea. Or.a sono due anni maoifesla1·a.~i spontaneo e lento un ingorgo dei gaoghi linfatici del collo, quindi del tessuto cellulare, poi ~ell.e ghiandole parotidi e sottomascellari, dando così luogo ad un vasto tumore irregola re, indolente e cospicuo maggio_rmeote al lato destro del collo d' ood' eslendeva~i sin a!la nuca. Bopo Jung.a éura interna ed- esterna statagli praticata nell'anno scorso -in questo Spedale, il tumore riusc1va ai suoi esili or-dinarii di ·µarzisli suppurazioni, d' indurimenli pure parziali, d'ulcert1 sinuose, ecc. Finchò destiualo ai bagni d' A iic ottennè da questi un miglioramento tare che prossima ne lasciava sperare la gua.rigioue. Ma vana lusinga! Chè ritoruatò il Frascarolo al Quartiere e ripreso Jlordinarìo servizio dopo tre mesi appena fu coiH:rello nuovamentt> a rientrare nello Speda:e oove rimaso sin all'a nuova stagione dei bc1gni. ln questo tempo i rumori del collo avevano raggiuoto il volume di prima, le antiche cicatrici eransi riaperte -~ varii ascessi so,ttocutanei qua e là si manifestavano. Non ostante la cura razionale interna od rsterna· che si coD · tinuò lungamenl~.' per la s; conda volt3: nello Sped~le, la costiluzivne del 119stro ammalato impovèriva insensi.bÙmente, i tumori , g\1iaodol~·ri dopo varie vicende di bene e di male i;i scorgevano slazionarii e 111 piaghe de.I collo er,ano divenute ,.. la sed e di dolori così vivi e talmente dìffusi alla spina dor~ale eJ alle estremità in_feriori -da impedirgli il sonno nella noHe. Questi era l'apparato sintotomalologico con il qnalti i'! -Frascarolo si presentava io quest'anno ai bagni. Quivi prima mia cura fu q·uella di farlo irn·mergere replicalame!lle nella piscina, per il quale fatto bene pr·esto cessand'i dolori potè l'ammalato gode.re nella notte d'un sonno ristoratore. Successivamente proseguendo nell'uso dei bagni le forze si_ ripristinarono o con queste gl'ingorghi e le piaghe del collo talmente miglioraron.o che l'ammalato dopo vt1nti giorni di cura oon eta più rièonoscibile (1). La cura fu protratta 1?ii1 a lungo OJ1de potesse goder'anche <lei benefizii dell'aria, degli alimenti, ecc. Egualmente vantaggiosa fu la cura termale in alti:o caso di scrofola ribelle da cinciue anni e ·mauife, ta ptir i rapporti di famiglia, per l'. abit0 e per il temperamento incHviduale, per i 'frequenti orzaiuoli -alle palpebre, P\lr croste ricorrenti alle narici e per indurimenti gangliformi ai lati del col19, alle. ascelli, ed alle.. piegature inguinali. Locali sembra.vano sebb1rne crooicl e ribelli gl'iogorghi (I) <:":iò tant'è vero cl).e l'ollimo nostro ~fedico Div. Doti. Comissetti essrndo venuto a far una visita allo -Stabilimento, rimase altrettanto sorpreso, quanto soddisfatto della metamorfosi ope... ratasi nella sanità del Frascarolo.


'\5!~ fronto del bianco n,anca di mate.riali nulritivi ed abghiandolari cha offri va aì lati del collo il soldato .Paolo bonda in yece di ·maleriu legnose lt} quali non _sono buoue Ronco de i Cavalleggieri d' ,\ lessandria, di buon temperaad altro che a rendere più laboriosa la .d igeslionè, a pro'lllento, di forte cosliluzione, appartenenle ad una famiglia durre n'el tubo gaslt'o·enterico molle malattie èd a far sì sana e non mai stato ammalalo. Il Ronco godè parimente che il pane con· molla facilità si guasti Òve non sia bene già nell'anno scorso del ~enefìzio dei bagni d' Aix e con preparalo o be·n collo o - quando venga ·per caso ad estanto vantaggio che potè proseg1iire poi per lottò !"anno sere bagnato. · In prova quindi d.ella pretesa inferiorità nell'ordinario suo servizio ; ma· essendosi ultimame'nte del 'pane di munizione egli nota e.be il soldato bene spesso screpolale le cicat~ici ed intumidite' di bel nuovo le ghianlo vendé per comperarne del bianco e, se fosse· vera (obdole, fu novelfamenle con vantaggio solloposto all'uso .debiettava inoltre n~lla Conferenza del 1° di settembre.) la gli ~nzidelli bagni. conlrarià sentenza, perchè non dare, per es sere logici, il Tralascio di parlar intorno a quattro casi di fumori medesimo pane, ai convalescenl i ? ghiandolari cervicali, siccome quelli che non. pc,teron rfOnde procedere con ordine nel passare a rassegna ed trarre vantaggio di sorta per le poche e deboli opera-, a g-iusta c_ritica questi argomenti, com inciamo dal più eszioni alle quali fummo costrel_tj qalle vicende atmosferiche senziale cioè: il pane (di munizione manca di materiali ad alle nerèi. nutri tizii in confronto del bianco. Quest'argomento, o Si· Maiafrie impetiginose. Vi queste n~alattie, numerosisgnori , che è però la _base su cui poggia la desiderala insissime neli'anno scorso ai bagr)i_, tre soli casi oceorser in novazione non è che qna pura ipotesi, stando anzi la cosa quest'anno e "tul,li all'ultima -mulà. Cagione sempre l'in pre:cisamenle al contrario. Diffalli è · cosa .prova ta che costanza atmosferica, la cura consistelle unicamente nei bagn i di piscina, nelle bevanùe ed in pochi bagni vapo- I l'a.rte meccanica la quale in questi ultimi tempi ha pure ~n to progredito, non- è giunta ancora a trovar il mezzo rosi. ln due casi la malattia ; d'origine .gentilizia, aveva di macinar il grano in modo che la .scorza ue venga seincominciato sino dall'in!'anz ia co·n,croste al capo. per maparata s·ola seoza trasporrare cou sè grande parte di manifestarsi nelle successive età Or!1 con p11stulelle ed ora con l teriali autritizii. Nel che non ci fecero avanzare d'un passo squame discrete e sparse ne'lle diverse parli del corpo. nè i mulini Anglo-am ericani così decantati, nè lè macine li terzo. caso era costituito da un'eruzione' l'urfuracea da di · 1a lìerté le quali per la Joro durezza ed omogéneità di Ire an1Ji ricorrente alle t>Stremilà iu(eriori. Di quest'ulcomposizione sono le più. perfelle l:he si conoscano. Una timo çaso s'ollenne quasi compiuta la guarigione per mevz,9 dei bagni; ci·ò che non può dirsi dei due primi i tale insulfJ.Cicnza della Meccanica, lamentala specialmente quali rim'asero stazionarii e ribelli' ad ogni rnèzzo adoin epocl'le di carestia per la perdita ibcalcolahilo d'una grande quantità di sostanze assimilabili. fù dichiarata e perato. ' (Continua) . falla scopo di profondi stud ii da uomini- benemeri ti, come da Lasantais oel 1770, da Parrncnlier in seguito, dal Dottor Herpin nel 1855, G11aln'Ì'enle ed in ispecie Jdal Signore MEMORIA Rollel nel 1840, il quale con accurate speri e oze di cui letta dal Dott. PEcco nella Conferenza nella leftura del processo verbale abbiam 1Ìdito un conciso . ~ ' ragguaglio, .dimostrò come le materie d'cslrazione pòrtino del 15 d'ottobre. coa sè uua buona metà del loro. peso di sostanze utili le La discussione sollevata dalla Memoria del sig. Doti. qua li vanno, in consegueoz.<1 perdutti per l'ali mento del Rophille sulla necessilà 'di bandire dall'a limento del soll'uomo. Che ciò .non sia allri,nenle lo pr<rva ancora l'os dato il pane di munizione, ha, secondo me, un colale servaz,ione volgare, già portala in mezzo daLsig. Dollore poco fuorvialo da quella slrada clie doveva portarla ad Carletti, del facile ingrassar alcuni degli animali domeun più pronto scioglimento. Sar-ebhe pertantò' necessario stici dèstinali alle nrnnse ·per l'uso esclusivo della crusca di ricondurvela ed io lo. tentèro q.uanlu_nque in ciò fare e del r,·ruschello. Così stando le cose, come stanno, è. forza non mi manehi il sospello di predicare a pt>rscne già con'. ammellere che qnanto· è mag.giore la quantità delle materie estralle dalla farina, tan!o è minore la facolla nu~ vertile. Io debbo anzitutto dclre luogo ad una confessione. · Colpa ' trient-o. del pa·ne che ne risulta ed all'oppt.,slo. Ecco dnnla mia • poca pratica iiella lingua francese non avendo (JUe già distrutta 1;1 base deJJa · proposla tlel sig. Dollore bene compreso il prelodato Dottore, dove nella sua .MeRophille al quale non dispiaccia che io qui lo costituisca moria accennava a la vature e ad altri maneggi .da farsi in contradcfoione con se s.tcsso, pernhè come .mai 'poteva su le m~terie estraile dalla farina, erami rimasto oell'a- · egli sostenere questa sua opinione, mentre ha fatto vedere nimo il dubbio se il pane che egli irìtendeva dover.si so<li conosc.ero le speri'enze e le pratiche di Rollet, le quali stituire a quello' di munizione fosse il pane bianco fatto appunto dimostrano che un pane biancp eguale in facoltà col . metodo comuae ovvero un paue · preparato ' secondo nutriente a q11ello ~i munizione non -si pu9 a_vere che ail metodo Rollet di cui quelle· pratiche di lavature, di do ttand o ùn metodo di. panificazione speciale? Metodo che pressione, ecc., son esclusiva propriefà. Se. non che dal per le spese maggiori dì r,ersonale e di macchine., non seguilo delle discussioni credei ravvi·s are -ch'egli volesse che ·pcr la perdila totale delle materie d'estrazione di cui piuttosto parlare del primo cioè del comune,. che noll di il prezzo è sempre considerevole, aon verrebbt>- accellato quest'ultimo. Ciò detto per maggiore chiarezza, veniamo dall'Amministrazione, come n911 fu ·accettalo, per qllanlo alla quistione. _ · io sappia, dal Governo fraucese ad onta dei favorevoIl sig. Dollore RopJ1ille proponendo di sostituir il lissimi rapporti di dt1e Commissioni. ·pane bianco a quello di munizione a qnali argorpeali Seco'ndariamente. il Sig. Dottore ·Rophille vuole che sia ..s'appoggia? JI pane di munizione, egli dice, in con, aboillo il pane di munizione perchè abbondando di mate-

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competenti in quesla materia e comprovato dall'osservariali Jegoosi rendesi men atto alla digestione, cagiona malattie al lui.lo digerente ed è per la sua facoltà igrozione volgare, quanto dalle spcrienze metod iche, ohe le materie eslralle da qualsivoglta specie di farina cli formonlo metrica maggiore più pronlo à guastarsi. li fatto da cui portano con sè grande parte delle sostanze utili della me~i parie è, innegahilo, ma le conseguenze 1100 possono essere a&ceCtate. l!:d in verità, come mai pu,Ò dirsi che, i soldesima per l'insufficienza dei mezii meccanici · attualmerrte dati in genere trovino diffi coltà a digerir il pane di muusali nella macinatura . É on secondo fallo logicamente dipendente dal primo oiziooe, ora tanto più che si fa coll'esLrazione del 15 p. 010, se la maggiore porle di essi provenendo dalla classe che il pano bianco fallo col metodo comune è io confronto agricola era già abituala a nutrirsi d'alimenti molto più del pane di munizione. meno ricco di materiali assimilarozzi e grossolani ? F orse che il pane di meliga e di sebili. É un lerzo fallo che gl'inco01·onie11ti che s'attribuigala o la polenta saranno d'una più focile digestione? soon all'uso del pane di munizione sooo per lo merio mollo es.agerati. Quanto alle malallio dell'apparato ùigerenle che se ne Ciò poslo, siccome coll'adottare la proposta innovazione vorrl!bbero com'un funesto prodotto, la Stafistica ci rassicura ben tosto colle sue cifre . Negli olio primi mesi di si giungerebbe ad tm effetto dia0tctralmente opposto allo guest'anno sopra un'entrata totale di 2o 199 ammalati ,negli 1 scopo filantropico del Dottore Rophille, creèlo poter co'nSpc1fali militari, il nomero dello affezioni dell'apparato . ei1iudere proponendo che si dia termine alla pre.sentu di· digerente noo for ma che il 7 p. 010 del totalo, e di que- 1 scussi(?ne coll'esprimere sèmplicemente e puramento il voto, già manifestato dal Doti,. Barone Beaufort nell'anle sto piccolo numero non è forsti più razio11ale tro.v ar le cagioni predi,;pouenli e determi11an1i nei disordini d'ogni denle Conferenza cioè che il parre di munìzione s'abbia genere a cui s'abbandona il soldato , noo che 11clle vicissempre a trovare preparalo e cotto secondo le regole delsitudini atmosfericho e nelle l'a11ch0 del ser.vh:io-P Quanto l'arte e non secondo quelle della s,peculazione. poi alla facilità sua di guastarsi, non dovendo esso durare che per due giorni sarebbe facile reuder,a come nulla meJiante una cozione più accurata e men pronta, per modo che si lasciasse evapora re lulla quella quantità di RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHH .acqua di cui il pane non abbisogna. È ùen vero che tal· (Mese d'ollobre. 2a Tornata). volta si rendo insorvibile per essere stato baguato. Ma questo fallo forma una rara eccettua,ziooc e le eccellua'l'on.1No. Apertasi la seduta all'ore2 pomeridiane, il Dolt. Pecco zioni uon vanno mai calcolate oella coutemplnione delle dà lettura d' uoa soa Hemoria tendente a comba\lere le modifi' regole generali. cazioni stato proposto dal l)olt. llophìlle inlorao alla panifica. In terzo luogo nola il sig. Dottore Rophille che i zione del Soldato. Dopo questa leltura,il Presidente opinaod'essoldati vendendo molto spesso il ioro pane per compe- J sersi oramai abbastanza discusso intorno a qnesL'argomento, invita l'Adunanza a pronunziare se intenda porre fin~ alla dirartle del bia11co, dimosttano 1.1 sufl'ìci<}1iza·di non trovarlo scussione allonenùosi alle cònclusioni emesse dal ])oli. Pecco. Contro la chiusura prende la parola il Dott. ì\Iarcbiaudi notando oè nutriente nè _buono. La spiegaz ione elio secondo me che, se può llarsi che.per quauto rill :tle la questione economica può darsi ad un tale abuso è ben diversa. lo credo che concordi po&Sdn essero le opinioni, la medesima cosa forse non il Soldato appelisca il pane bianco per la stossa ragiono può dirsi della questione scientifica intorno a coi perciò'sarebbe nocossario che si ])roloogasse ancora la (liscussione ti sig. De rossi por cui l'Officiale ed il Cittadino i 11uali fanno uso abiFarmacista Milit.>.Jre prende allora la parola el dopo avere passale toalo di pane bianco, provao alla loro volta llt'n sovente il in rassegna le varie qualità di grani dei qoa i espone i caratteri dillèreoziali, dim,,stra con l'appoggio di ricerche sperimentali desiderio di ricorrer al ,pano di munizione. E ciò sta nella ch'i materiali cli nutrizione si l'lllVeogono cliversamenle ripartiti natura dell'uomo il qllale non s'adatta che a malincuore in queste di\lerse varietà, per modo che i grani cresciuti io terrem asciutti, quali i izrani piccoli, rossicci, trasparenti e pesanti, alla monotonia in qualunque contiogt!nza della sua vita; si mostrano più ri,:chi cl-i glutioo di quanto lo siano qaell: crecosì che se voi venii;te oggi a dar il pane bianco al solsciuti in terre11i inaflìati c.lall'acqua i quali, sono più Jeggiori ed dat'l, l'udireste domani lamentare la perdita· di quel lo di opachi ed abbondano ma~~iormeote di f<l1 ola ami'ac.ea. Ammesso questo principio il s1g. Oerossi nell'interessedet Governo munizione. Una sP.condo ragione sta in ciò che il soldato e per il bene del Soldato vorrebbe ch'il primo nell' incella dei non può creder alla bontà del suo pane perchè non la grani per i l\lagazzeoi l\lililari desse in ogni caso la preferenza 1• quelli cbe più abbontlano di glotioe; innovazione questa' ch'egli conosce e teme anzi d'essere in questo la viltirna del la dice più imporhmte d'oizoi altra 1>er miglìorar il pane del Solspeculaiione. Sia questa una prova, fra tante altre, deldato. Risponde il Doll.' Riva che qoesla quP.slione sarebbe per l'utile che si ricavernbbe da 11 11 Catechismo d'Igiene che noi, alm•m in Piem•>nte, affal'o 1niosa, in quanto che quì si è sompro ador,eralo il grauo del Paese senza i;icorrer ai graoi andasse per lo mani doi Soldal i e fosse ,>roporzionato al esteri e senz~ che siasi credut•1 ulilo-di ciò fare onde averlo di grado della loro intelligenza. migliore_qoalità; la quale cosa è provata anche da ciò cbo solo da pochi mesi si è principiato per oso della Troppa a Lrarre Finalmente al\a riflussic;,ne fatta dal sig. Dottore Ro. ,zrarfo dalla Sardegna, da cui, tul\or,bè,parlo esseozidledel nostro phillo che, cosi staudo 11~ cose, si dov rebbe nutrir il con· Slht('>, non stera mai lr:1tlo prima. Il Prcsldoutc crede intempesliva l'obbie1.1one del Doli. Riva in qaaRto che il prmdpio sta·valescente col pane di munizione, io risponderò che non bililo clat sig. Derossi non sarebbe dalla medesima contestato, lo credo necessario perchè egli, i\ledico abilissimo qual è, potendosi henissimo colla scoria d·e' carallori dal meclesirno conosce benissimo e più di mo clie nella con valcsccnza di esposti scegliere lo mig;liori qa\\lità di C(rani, tanto facendoli ve, nire dall'Estero. quanto prondeo loli soldmeote nel Paese; mezzo malattie un po' gravi la quantilà e la qualità dcll'alìmenlo quest'ollimo ch'il medesimo credè più opportuno 11erchè, mentre si. debbono prorwrziono re alltl diinionitc forze dell'or"ale nostre tei'r<, sop alte a' procl11rro grano avente lo cwalità tulle o descrille <!al s'g. Dcrossi, il Guvorno acqu1sland 1 ooicamente dai nismo. Altronde qui non si tralla r1'amm,ilati o di conva l('P1·oprif\tarii questo g.rauo di qualità superiore , promoverebbe scentr, ma d'uomini sani, di Soldati in alli \'ità di servizio l'r oiulazione fra i nostri agriwllori per modo da non più temere e n-el pieno est>rc1zio di tulle ltl loro facoltà \'egelative . la concorrcnia esl<'ra. Finahneoto il medesimo Presidente giudicando questa nuova queslioue rl'Igeo!ogi'a soperchiameote ~.iepiloghiamoéi. ' e.stesa e tDle da fuorviar affallo la discùssio11e del primitivo ar.E 110 fallo ammesso dal comune consenso degli uoiniui gomento, senza porne tuttavia io dubbio l'utilità, ne propone la.

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sosP.cnsione onde dGro com11imcuto alla discu3sione intorno uln!,o: li prim o co~1s1stè 11cll'uso del joòio in vapori, in fril 'ulllità od al danno che possa .v~11irne al solda to d~lla presenza Z!O nl ed 111 soluz,o~e ?d uso interno. l\igua rdo ai vapori '(lellt1 cr usca nel pane di muomor;e. 11. D~ll: Marcb1~od1 men~re s~ colloca per l)Ut:Sl _e~ello uoa gramnra d, iodio io uo re11ihrhiara di non volere contestar 11 prmc1p10 enuuc1a10 dal s1g. Derossi, imprendo non pèrlanto aù esaminarlo da! p~n!Od_i vista ~~pi~nte della ca~ac11 a ù'un lit ro e si fon no respiroro dalfisiolo~ico e dice che, mentre SO<'O~do qu.estò Pl'!ntap_10 s1 ver: I rnh:rmo u~olto. hate nel giorno i vapori del metalloide l'ebbe a dare qu.1si l'esclusivil~ a1 gram cresc1011 1~ lt:r~em Mcotr.e _le 11!SJllrazioni dcbl1011 essere profonde affinchè asciutti siccome quelli t be ma111uormt'nt~ ~bbo11~aJ10 <11 glu11oe, vapori lodali possano pe,,ctrare ben addentro nelle vie .s'avrebbe solamente di mira la somm1mstraz1one al soldato aereo, non hanno . però quelle a farfi fu rochè una per d'un alimento più rirco di principii "!parat_ori, se_nz_a tenere forse nel dovuto conio 11li elemnt!t r_esp1ratori I quah s1 contenvolta ood~ 11 ~n eccitar soverchiamente i polmoni. gono nella feco111 ~milacca cii cm s1 pretcnùe t1bhond1no mugL ti friz..0 111 ~1 faranno ogni sera collo tintura di lodio Jliormente i 2 rani cresciuti in condizioni diverse e non sono , (una gramrua 111 100 di alcoolo) allo regione sotto-clavimeno dei primi utili al soldato In dipeodenz~ del suo genere di vita e delle rne abitudini. Tant'à vero! so_$g•u.o~e ti Doti. Mar- 1 colaro nt:lla luos bezza d'u n palmo procurando òi non cbiandi rhe forse 0 00 è nè la sola m1ser1a oe 11 solo caso che praticarle duo 8.tre di settuito sufi;> ~tl'sso punto della spioao~ il villiro a ribarsi d'alimenti gr~ss_olani e. ricchi _di feco!a, · I pel !o a fi ne d'c.v11o re l'infiammazione. ma è molle volle piuttosto un hisognornt1mo cd ms11,nl\VO dell ~- I • 8arà rn ti no 111 .c1·as•·J·sed , un giorno arnm 1n1strala 1ntcri1aconomi11 quello chr- lo fa predill~er .on_ geo.ere d ahmcnto Jl · qua!A me111io risponde a tutti h s~o1 b1~~go1, appunto p~r I~ l men l~111 una soluzione composta di qua llro grammo di iod!o qu:ntiul proporzit,11ata d'acqua comune cou ra maeaiore quantità di prinripii resp1raton 10 css~ conteoot1, dei gnrnta d1 ;:,Q " rarume c1· · · · '? quali prinripii è tnnla fa ronsumaziool'.prtsso chi .atte~de ad un . o I sci roppo d1 fior i d'a rancio; rJattivo o faticoso fle n.-re di vita. JI Presn.lrnle c~pnme ti dubbio partuu rn guisa che un cucchiaio ne sin dato al mollino che l'argomento dol Doli. Marchi.mdi possa nvoJ·e graod~ pe~o 1· uno al mezzodì cd unialt . ' . . ra o11 a sera· coll'ovverte11;,rn 11101. nel CHSO nostro, pPrla raeiono t.• ho l,'alnncnto.'tol sold~to e hrrn t~e ~1 tralasciarne l'uso quanuo io;org1•ran sintomi d'i rtato, ralcolatoe pesnto, d'oode ne ,,iene ta.ncccssll~t.~ In questa ruaz,oroo del _fu.bo . gastro intestinale. d_elermioala qoaolilà si cocten110 la. ~'!_!,\g_lOr~ p~ss.1_b1.lc prop~rz1on11 d'rlementi veramP nìe nntriln I cweo1 pr1r.c,p111r-1parator1 o 1 1,1 Metodo igiemco poi del Piorry comprende l'alimento di itlotine. Riastootnsi in fior dal medesimo rulla la dis~ussione, I so,zailii1ae che alà cln 110 ~ec<'lo·~i sta ,1gitan<lo la qoesllone del- I e I im,. delle cose con11a1ttrali. Il primo è ,mest ieri che l'infusione o lavatura della rrosra e d< I ·e, nsrlu Ilo per la l'ab- j/ ~_sa cnimf.°~em~ntc riparatore cioè composto di cibi d'otbrira1ione del pane sirccmr n'è p1 orn una J\ll'tnoria del Uolt. ima qua 113 , di carui di pesco particolarmente d'ova di Z_ave.rio !\fanelli st11Ìnpala io Firenze nell',ion~ li65 io coi sooo fru lla coi~e morto mature, di poco latlll e d' ~na pic~ola r1fcr1te alcune spericuze di Chom11l e chela circostanza appunto dose ui vrno vcccl110, con la niuola ueqli inter valli Ira di non rssersi nep1rnrc dalla privnta specola210.n1.1 credu to cou- 1· un p_as to e l'~ltro d'una decozi;ne òi pomi cdalcorala coo veniente rli ricorrrr n siffatte pralich1>, lo 'luah tullavia_favod 11 s~11·oppo. d1 gomOJa·arabica. scono m,1110 l'aomcnto io peso del pane, d_ebbo ritenersi_ argo. mento validissimo rhe serve con molli altri a persuaderci come 1 Jìra le co s, conn,~t1.1ruli consiglia l'esercizio proporzioona tnl inno,•azionA non sarr-bbr forse sosse~uit:1 da lutti quei 1 oat? ~Ila. ro~ui dcl_l infermo, i via~gi d'amenità, 1100 fativanh1111ri di' taluno it!Pnti, quando non s(a io )ecc, poc? t~mp<? cosi, .' a~ita~ion,e d1 locali ben esposti e convenìentcmcnto '1opo dalla tentala sua ap plicazione, fomite d iocoovemenll e <.h aerali d1 c1,1 1 l atmosfora sia secca e cal,la. L'uso della _danni .cvid~.nti Esprime perciò il rresidenl_<) lu S\111 con,•inziouo rn onimo all'oppC1rt11oità di daro fin o alla chscuss,one adottando fl_ane~lu n~n però od immediato contatto <lellu pelle o l'ale conr.losioni emesse dal Doll. J•e1·1·0. Arnodo I' A<iuoau:ta adeb1Judine .d1 ten~ro calde e ripa rate dal freddo le estremità. rii o a queste ('Onvin1ioni del PrPsidente, qoesli di( biara termiQu.cst, mezzi terapeutici ed igienici ò necessario continala la tornala allr 3 tt4 pomrric!i;me. nua rli con perseveranza por alcuni mesi. GENOVA. _Spetlalc di mare. Si prc~cro i,n qaest~ loroatrt a_l~al; Prima di tutto linal.mento il s111loda10 Professore ractare cose dr para spertanza ammintslratrva speciale agh Ullizrah Sanit11rio.1\Jilìfa1i cli mare. corr11rn.da d'acce~·lare uon solo l'esisteuza cle'tubercoli poi. Sptdale di urra. Dovevasi in qorsta tornata formolar on giumonali ma b~ns,. I? l_o ro esLeusione, poichè, sebbene egli dizi? so l'esistenza cieli' emer-Jlopia io un caso, forse ~oleo nei a~b,a ot1eo_u11 f~l1c1 r1sultamenti anche a periodo innoltrato f~i:lt d11lla Scienza, in , oi il paziente assieora,,a and~ r~1s<'ggetto d1 1.ubercolizzaz1one, il però d'avviso cho qu1•sti casi s'avsmo dai primi an n.i cli ~ua vit:i; raso questo prr <-.u• si verrebbe a sospo111,re rhe s1 fosse iogrnoratn nel n<'n'O01t1co ona parUverrno soltanto allorché il male è limitato, circoscritto e colarn modifica1.iono non per 11n1·ho notata tlagli Ossetvato1·i. poco esteso. AbeiUe Mt1,l , 15 setl. 1802. Avrndo però i!Prrsicl('ntc av,ertilo dovero riconoscersi reato• per moll<' tesUmoni110111 d'uomini probi l'esistenza dì questa malalli11 lullorbè straordinaria nel suo modo di maoffeslaziooe, 1 l~AdonRnz:i udi la lettura d'una lunga òichiaraiiont: ~ orival~, r111uarclantl' un Cll~O di follia e slata rrdalla eia' i\led1c1 valcntr. BOLLETTINO UFFICIALE A qursl11 lollura il Prcsiclente frc·e sueseauir una serie di giudiziosa riOessiooi o cl'ar11omcnti lralli dalla conside razione del caso strs.,,, i quali et•nrorreva no non solo a fare rigua rdare questa dichiarazione siccomo monca in molte parti per precipitaziooo //ariazioni nel Personale Sanitario-J}filitare. di ginclizio, ma eran ancor alfi a dimostrare corno l't.:ffiziale Sanitario·Mllitnre in quPste difficili <'mergenze sin più atto a profDott. T ommaso Nogrollo, Med. di Bali. , nel 4_0 Regg. tli fP.rire sontrnze meno lont~ne d11ll11 verilà, siccome quello uh'ò più abflo:r to a svelare tulio le asluzi(I di rhi s'adopera per trar iu fanteri a, collocato i'n nspellali vo per informità ioeanno li Mrdici anche piv ocolati. Prima rhe si chiudesse la temporaneo. torna111, il SPirretario cnmonirò all't\clonanui che l'Estregio Cav. Dott. Luiiri Parola fe-ce dono al Gabinetto di Lollura degl'interesDott. Giacomo c>i:cco, Mcd. di Batt. , dallo Spedale Di santi sooi Cenni topografico-sanitarii su la Città di Cuneo e vis. di Torino passa comandato ol Cons. Sup. del Quadro numerico d(J/t'entrata l'd uscita, mot·talità e pcnriaMii. ()1 Sanità. nenza vert/ìcaiasi nel co,·sn di duo anni nello Sprdale di quolla {;ittl1. Comunicò parimente l'invio d'altro dono fallo dal Dottoro Dott. Pietro Solaro, Med . di Bai!. nel 100 Regg. di FanTimoteo Riboli dei suoi ouoTi stai.lii aolro pologid teria, passa allo Spedafo Divis. Uì Torino. Don. f rancesco Chalp, ìVJed. di Batt., dallo Sped. Divis. di Torino al 10° 1\ugg. di Fant.

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PARTE SECONDA

RH'ISTA DEI GIORi\ALI SCIEl\TIFICI ( Sonio del Doli ore

Q UAGLIO ).

T isichezza p olmonare. Metodo curativo del Profess . P1011 11\". Si divide quc lo mNodo in Medicativo ed J9ie·

Il Direttore Doti. COM1SSETTI Med. Div.

Il Vice· Direttore 1·csponsabilo Doli. Bar. de Deanfort M. n.

Torino 1852. Pelaiza, Tip. Subalpina • via Alfieri U .


( ai 29 di novembre 1852 )

ANNO II.

GIORNALE DI lllEDICINA !IIILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARIIA:TA SARDA. I

L'associazione

000 si

rieev.i che pu un anno·e comiu~iacol l" d'agosto. ll Gio~ualesi 1>ubblica nel.Lunedì li ciascheduna settimana. PREZZO If ASSOCIAZfONE

In Torino .

. .

. . . · . . L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di posta

. • . L. l 1.

L'abbonamento debbe pagarsi per semestl'Ì antici pati. Le associazioni per i non mil!tari ricevousi alla TIPOGRAFI~ SUBALPINA , via Alfieri, nomo 24. Ile lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postale.

e copiose emorragie occorse : febbret.ta verso sera : notti ,agitate : cefolalgia frontale quasi contjnua : siutomi d'abjtuale initazi.one gaslrenterica coo sete vivace, disappetenza, stitichezza, lingua voluminosa, vellosa , rossa , ecc. Quantunque ci fosse per prova nota la gravità dei polipi fungosi vivaci, manifestata all'ammalato stesso, pure chiedendo ègli con istanza l'operazione come qùello ch'era convinto dell'imposdel Prof. Comm. RrnERI sibìl.ità della sua guarigione altrimenfe e l'operazione essend'altronde là sola tavola di salvezza, si decise (tracciate dal Dott. FAJJIIE *). d'eseguirla dopo cbe sarebbero state assott.igliate o vinte la febbr:.etta vespertina e l'irritazione gastrenterica ; il che s'oli.enne ,11el corso di quattordici giorni con congr~o vitto, con bevande diluenti, con clisteri POLIPI EO .ESCRESCENZE POLIPIFORftll e cou l'amministrazione dell'aconito e del giusquiamo. Prevedendo uo'emonagia grave bo ai 15 d'ago. DEL NASO slo con i soliti mezzi turata la narice posteriore e Oss. 18. Nicola Gafeano: temperamento saòguipoi, afferrato fortemente il polipo con le pinze nella gno-nervoso-liofatico : sario fin ai 20 anni. 1n· quemaggiore possibile vicinanza · dal suo pedicciu'o lo, sto tempo cioè nel :1-839 fu, in seguito a molte viebbi la sorte d'estrarnefo per la rpaggiore parte. -Noo cissitudini atmqsferiche sostenute cacciando per lunga appena estratto il polipo, occorseTepentè un'emorrastagione io luùgbi alpestri, ventosi e coperti di neve, gia per me non vista ·prima per· quanto rìtlette l'imassalito da infiammazione lenta deJlé cavità- uasuli , peto con cui usciva· il saogne dì prevalenza arteriosa. rivelata da cociore nelle medesime, abbondàn le sePraticai subilo una forte riempitura delb cavità nacrezione d'umore siero niucosò è cefalalgia. Trasansale, la quale nou bastando ancora: perehè il s.angue data per sei mesi , quella flogosi diventò cronica , sì passava intorno ai- battuffoli_di filaccica e s'infiltrava associò a frequenti, copiosissime èd alle volle insin·o insiu a tra.verso di questi, dovetti eziandio rafforpericolose epistassi dalla narice sinistra , occorrenti zarla, 'procurando in tale guisa una massima disten .. maggiormente quando l'ammalato-accostava cibi caldi sione della parete sinistra del nòso. Cessò l'emorraalla bocca, e generò difficoltà , quasi impossibilità , gia e, perchè più non· _ricomparisse, 1100 si levò la di respirare per qIJella narice. Dopo usali molli -ririempitura fuorchè al tleèìmo giorno dall 'operazione medii e dopo una lunga f.ispellaziooe di dieci mesi ed, a malgrado sia stata levata con molta dilicatezza, il 'Galeano enVò nella Clinica Operativa ai 2 d'agosi rinnoYÒ l'emorragia ugualmente impetupsa che la sto i840; essendo nel seguente stato : narice sinistra prima volta , la quale uon cedette fuorchè ad una perfettamente turata' da un polipo {u,ngoso vivace, di nuova riempitura. Dopo cinque giorni cioè al deéimocolore rosso crl:lmisi , sa.nguinante al più leggiero quìnto dall'operazione si levò la riempitura e ricomcontat1 0 e separante un'abbondante copia di s(e1 oparve sn,bit.o l'emorragia la quale esigette, per esmuco · fetente : cavità siuistra del n~so allargata e sere ristagrwta, una nupva compressi9ne. La stessa tonda : continuazione dell'escrescenza polipnsa fino cosa ' accad\:le al ventesimo, al ventesìmoquinto e alla nal\ice posteric,re : macilenza: abbatti mento mo- , trentesimo giorno dall'o,perazione. La COO)pressione rale : colore tendente Hl lucid,>-cereo per le frequenti finalmente potè essere leyata senza r iproduzione d'emorragia al trentesimoquinto giorno. In tutto questo tempo la febbre fu mite, ma in quella vece si destò (*) V. i numeri antecedenti.

Somwn o. - lo Dott. FA]lRE: Lezioni Cliniche del èomm. Prof. · Riberi so i polipi del naso. - 2° Relazione delle Conferenze Scieqtifiche. -: 30 Quadro Statisiico.

LEZIONI ORALI ED OPERATIVE


15S uo'inteosissima flogosi nella cavità nasole sinìstra , diffusa pur alla destra, diffusa alle vie lagrimuli slnistr e con distensione e crepaccio del sacco lagrir:tw le e con uscita delle tagtime a traverso dell'aper tura, dìtfusa pure alla tuba l'.ustaohianu, alla oa'Vità del timpano stesso cron crepaccio e perclò con uscila di pus e d 'noa notevole colonna d'aria dall'oreccbia sinistru , diffusa in flue alla base del cen:ello con istupidità ed alle volle inslnn coma . Le spoveutevoli pe1·· dite di sangue occorse oon permettendomi le sottra zioni sanguigne, stelli contento al metodo antillogi· stico negativo con il quale, dùpO levata lo compressionti , vedemmo poco per poco svanire la flt1gosi. delle 1:avità nasali con tune le sue diffusioni e \'am mal1.1 10 rientrar in convalescenza, guarila la fistula lagrimale e superstite il crepaccio della membrana del timpano elle pnnto no11 vietav1.1, si noti ciò specialmente, l'udito. L'ammulato avendo su lo seoroio di sellembre ricuperata cou la carm1gione sufficienti forze ed essendo l;i nal'ice sinistra libera e facil il respiro per la medesimà, rimpalriò. Datosi , non appena giunto a casa, ad uua vita sovertltìo attiva ed all'abuso d'alimenti è di bevande calorose, rilomu'rono con la malattia la difficoltà di respirare per la narice sinistra ed emorragie cos't profuse che si lemeli.e della sua vita . Riloroò egli allora cioè su lo sco1'ci<, dì nov(\mbre alla Clinica all'rulitissirno nelle fone per la cc10Linuazi<,11c delle gravi perdite di sangue. Minor era il volume del polipo riprodollo, sì clJ'appeua gion~va esso io distuoza di mezzo pollice dalla narice antel'Ìore : conservava però nella sua riproduzione il primitivo colore cremisi ; dava sangue al piit semplice conlallo, unzi premendo solo di poco il naso all'est e, 110; era associato a cefalalgia fr equen te ed a dolo!'i verso la parte anteriore della base del cranio · e ~tillava tibbondante on umore sieroso-sanguigno. Esplor1.1to cou il dito dalla narice posteriore , 1occ:l\' asi aderenl e alla faccia nasale del pulalo molle ed ai dintorni della tuba E11stacbian1.1, pende11le alquanto ,wlle l'auuì e spingente il velo 010 -bil<~ del p11lal.o su il (fava111i; velo il quale (1ffrivasi percorso da numerosi ,,usi varicosi , come percorso n'era pur il palato osseo che nella sua pt1rte pnste• riore offrivasi nel tempo stesso assottiglialo: non po . teva (•splonn·si nel le ulte purti del naso, UJa il dolore che l'ammalato provava alla I ad ice di questo ed alla parte an teriore della base del cranio induceva a presumete elle s'estendesse all'etmoide. l bagni locali d'ticqua gùit1ccia1.a, il riposo, l'uso inlcruu del gbiaccio e dell'acc1oa ghiacciata e simili cessurono l'ernor rogia cou qoalcl.te sussecul ivo incremento di forze. S'opponeva all'idea d'onu nuova operazinoe la rea Mturn del male, lu sua facilità a riprodursi , In sna pi'obahile .difl'osio11e \'ersu la base dd crnnìo, l\rceupare meandri in coi s;irebbe stato difficile poterlo assalir io tulle le sue pa, Lì. Con tullo ciò considerando che la malaltia lasciata a sè surebbe inevitabilmente riesci 1a alla morte non tardi o per te ripetute emorragie o per. di[usioue di flogosi alla ù:1sc ael cervello ; ch'io conseguenza l'operazione era il solo mez1,.0 a disposiziO'ne dell'uomo; chP bella era l'età dell'ammalato il qnale per altra parte pregava iostantemente es~ere cornunèjue l1bera10, quale fosse l'evento ch'avessc da succedere; che non essendovi

discrasia geoeràle non era impossibile cangiare la condizione dinamico·organica della parle affetta ; a tullo ciò riflettendo si concbiuse per l'operazione. J n quanto poi alla pratica operativai falla ragione delle sopra Mtaté atl~renze del polipo al palato; ai dintorni della_ tuba EustacUiaoa ed alla sua diffusione per meandri a cui sarebbe stato impossibile che si foss'acconciato il gammaotLe, parve cb'avesse dq anteporsi il cauterio attuale il quale, oltr'all'.essere di più facile applicazione, avrebbe più utilmente modificati· i tessuti lesi. Dovevasi il cauterio introdurre pel' la narice anteriore o per la posteriorn, spaccato prima il velo mobile e rovesciato in avanti per mettere bene allo scoperto il male ? Ho prescelto il primo purlito perchè la divisione del palato molle , per il suo Sl.'.ltQ di varicosità , avrebbe <lato luogo a grav e emorragia; percbè coo quell'incisione sarebbe poi moncato il potente mezzo em0st.atico della compressione dalla parte della nal'ice posteriore_, a cui non avrebb'esso più dato un punto d'appoggio; perchè anche rovesc· ando bene le <lue metà d_el palato molle non sarel.lbesi potato cauleriizor a d.ovore ; percuè in Cìne, riescendo fortun atamente l'esito dell'operazione , Slll'ebhe poi stata forse necessaria la stafilt>rafia, dirtici! ad eseguirs i. Per altra parte siccome la narice. unLeriore era troppo stretta percbè potesse permettere libero il passaggio dd canl.erio, ho deciso dt distaccare l'ala sinistra del naso dalla sua base fino coni ro il corrispondente osso quadrato con la speranza che, ampliando con questo m( 1.1.o la narice :.lntcriore ed abbreviundo la via ulla posteriore , mi sarebbe riescito più facile le\lare con i diti o recidere con il ferro le morbose vegelaziooi e quiudi esaltameole cauteri_zzare le sedi affette. Prima pe1ò di pnHìcare. l'operazione ho giudicato bene praticare un rotlorio ad un braccio con lo scopo di diminuire l';ibiluale mOl'ÙOsa afiluenz11 saoguigna verso il n,m>. Quiudici giorni dopo la foru1aziooe del rottorio il male sempre più crescendo in moclo ch'aveva al quanto dis'tesa la parte sinistra del palai.o osst!11, :iddivenni an'opt!t'azione quale l'avea itleata e sopru accennata . Dopo distaccata I'ula del 11aso do,·ett i per rendere maggiore la , ia alle parli prt,fo11de dilo tare con le pinze la porle piil str-ella della ct,vi tà nasale: tuttavia, a malgrado di ciò, lant'era profondo il cQrpo p·1·incipale della vegela2ior1e che polei Jev:irne poca pttrle etio i diii e con d gamuùiuLle ; così che mi fu forz3 distruggerlo con il ca11teri11 candente introdotl.o e reintrodotto selle volte nella parie pro , fon da della O!,tl'ÌCe. Vinlenlissima in principio del l'o perazione, l 'emnrragia fu ridoua a poco dal cauterio e poi del tut tn rii.Lagnala con la riempitura della narici?. S'applicurooo quindi permanenti vesciche di ghittcèio su là parte (lperul.t1 e su il capo e s'assoggel.l ò l'operato 6lla diela ossolul.a ed u bevunde fred : de. Nella sera del giorno dell ·operazione la riazioue febbrile fu così viva che, a malgrado delta grande copia di sangue perduta prim:\ e nell'atto dell'operazione, si ·t•icorse ud un salasso genera le. Ne l ·secondo giorno dall'operazione c!-sendo appa rsi sintomi d'irritazione cerebro-gastreoterica, si praLicò un . saoguisogio ulla base del capo ed un altro alla regìone epigastricooml.lilicale e , cunlinirnndo nel terzo e quarto giorno il medesimo stato, però ulqoaoto leoilo dol lato ciel 1


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auriculo-ventricolare destro : vene cave superior ed cervello, si praticarono due allri saoguisugii all ano, inferiore molto rosse in vicinanza del cuore; rosso A malgradQ di questi sussidii, la febbre continuò n~l che andava scemando nelle vene giugulari e nell a sesto giorno rigogliosa cun calore urente, polso m~cava iuferiore, nelle quali però incontraroosi molte nuto, celere, profondo e quale occorre nella flebiti· bollicelle d'aria : arteria polmonare rossissima com e de, l'ammulato si rese sonnolento, soltenlrò grave CJel suo tronco, cos:, ne· suoi rami , specitllmente i ri dolore addo,mioale con meteorismo, cor) diarrea e quelli del polmone destro : segni di gagliardissima con sete inestinguibile, e la respirazione div-entò anflogosi nel polmone destro il qual era inoltre im sia con tòssicola secca , con grande vibrazione pre· permeabile all'aria e, tagliato in varie direzioni, getcordiale senza che nulla però di morboso si rilevasse tava dalle incisioni una grande copia d'ornare sierocon la percussione e con l'ascollazione( bevande mupurulento , offreocl'ancora qua e là -alcuni dori tucilagi1wse, latte vrtccirio con acquei, continttazione delle bercoletti di calore rosso-scu1·0 senza tracce di supbevande fredde , vesciche piene di ghiaccio a perinapurazione : pleura destra coperta da uno strato di n,m.za su il capo, clisteri d'acqua ghiacciata). Nel setsostu11za albumino-porulenta conformata a pseudotimo giorno non fuvvi cangiamento nè nello stato membrana e piena d'una grande copia di siero pu morboso, nè ne\11;1 terapia ; ma oall'oltavo e nel nono riforrne : polmone sinistro inultrato di siero: alr.rebbe ad al~o grado la lOJ·pidezza e la sonnolenza , quanto di siero misto a sangue nella pleora la quale illese però le facoltà intellettuali, crebbe parimente era in varie sedi aderente al polmone: piuttosto rossi il meteorismo e lo diarrea e coll'uscolt[rzione s'iuil cuore sinrstro e l'aorta per non breve ti·atto : feconlrò impervio in massima parte il polmone aestro. gato uo poco molle, di colore rosso gìàlliccio con S'applicarono su lo scorcio del aoou giorno due verosseggiamento delle sue vene e con molte bollicelle scicatòrii alle gambe e rlclla notte due ali~ coscie : ma aù unta d 1ogo i mezzo l'u rl'lmalato entrò verso la d'aria al disotto de' suoi invogli : milza vo lumino~, metà del decimo · giorno nell'agonia che riesci alla molla , inzuppata di sangue e facilmente lacerabile: morte oell'oude·cimo. Taccio ch'iu tutto questo fratla vena porta pur essa per un lungo lratto ros<seggiaote e coutencnle aria in molta copia : tubo gatempo fuvvi dalla narice operata on controuo scolo sjero-muco-purul eoto-sanguigno molto fetento,. streotel'ico disteso da molto gaz, ma non alterato : Necropsia. Straordinariume11Le ampia la cavità naghiandole ooesentericue grosse, ma <li colore e di consale del lato affetto: truroezio oasale traforatp nella sistenza naturali (Osserv. st:, ta scritta dal Sig. Dott. sua parte anl.criMe per ulcerazione lenta : necrNico Pietro Bruno). il vomere in un modo molto circoscri tto : mancanti La morte fu qui chiaramente derivata da flebitide gli ossi turbinati superiore e medio e l'inferiore ri. · la quale ~al circolo venoso capitale si diffuse al pet· dotto ad nCJ'informe quisqoiglia: scavato il centro torale ed ali 'addominale. In questo modo meglio che dell'etmoide per la distruzione dei tramezzi delle sue non altrimente si spiega l'influsso delle flogosi capicellette e largamente comunicante con la cavità na · tali , specialmente traumatiche, nel generar ascessi Joot:wì , più s11vente nel feg.. to, alle volle nei pol sale e con il seno sfenoidale, del tatto mancante della sua parete anterior-io(eriore : atl'allo scomparsa la moni, altre nel le vie digerenti e ne\ nostro caso io porzione orizzonlale dell'osso palatino sinistro ed in lotte queste parti ad un tempo. La considerevole parte a oche la sua porzione verticale: strato di de. rappresentanza patologica delle vie digerenti oon generazione lardaceo-fongosa della superficie nasale stata confermata oel cadavere, prova ch'era essa condel palato molle e del suo rnargin aderente: parete sensuale della flogosi venosa lniscorreote nell'epate esterna della cavità nasale sinistra intonacata (salvo e nei vasi della vena porta; apparato venoso qnesto in a/cuoi punti in cui gli ossi necrotici eran a nudo) che, formando quasi on int,maco alle vie digerenti , da un tessuto molliccio e polposo il quale, internannon può non ravvolgerle ne' suoi danni. dosi nella fessura pterig<>-mnscellare . sporgeva per Oss. 19. Giovanni Peirotti: anni f4 : co11tadioo : un piccolo trullo nella fossa zigomatico-temporale , temperamento linfatico -saognignu : costituzione buosorgend'in un tumoretto molleggiante, deJ volume di na : nato da parcnli sani: non stato mai soggetto un grosso pisello , intorno alla tuba Eustachiana : ad alcuna malitllia faorcùè ad epislassi le qu~li dagli questa tuba anzi ampia e liberamente comunìcaote anni 8 ai i2 furono piuttosto freqnenli ed abbondanti. Essendo l'epistassi da quattordici mesi cessata con la cavilà del timpano, contenente ancor i proprii ossicini nella loro naturale posizione , sebbene fosse cominciò egU dopo poco tempo a provar un vivo essa priva della sua mernbraua mucosa di cui non calore con ìnsopportabjle prurito nella narice sinialtro rimaneva fuorchè una stretta e lunga valvola stra, a cui si sforzava continuamente porre riparo introducendo i diti nella medesima ; cun questo ti~erso 'il margine inferiore <lella sua apertura di CO · municazione con la tuba: colore rosso -livido della tillamento scomparve realmente dopo alcuni mesi il prurito. rna si rese difficile il passaggio dell'aria per cavità di. tutte le ramificazioni venose circostanti olle parti affette, specialmente della parte spugnosa degli la narice e ec1testa difficoltà crebbe a segno ch'in fine ne restò perfettamente chiusa. Era da tre mesi ossi; colore elle, allont1111andosi dalle medesime, de· cresceva per gradi ed era del tutto scomparso nel in questo stato quando ricorse alJa Clinica Operativa ai 12 di luglio i844. Si riconobbe un polipo vescitronco delle "ene giugulari : corvello nello stato naturale, seuz ·iuiezione, salvo che s'incontrorono nei colare, bianco-rossigno, quasi trasparente come geseni maggiori della dura madre grumi sanguigno-filatina, offrente diramazioni arborée di vasi sanguigni brinosi : cavità destre del cuore dilatale, molli .i alla sua superficie ed aderente all'ima parte della parete esterna della cavità nasale. Non essendovi piene d'a1:ia ~ di sangue semiuggromato : <li colore assai scuro , quasi nereggiante le valvule del foro cootriodicazioni , lo bo tre giorni dopo avanti la 1


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Scuola afferralo con le pinze, ma essendosi esso, io mente intensa cardio·angio-epalitide che · domandò grazia de_! soo luogo pedlcciuolo , mollo allungato , 36 salassi per essere doma : è on anno fu salassato credetti bene afferrarlo con altre pinze in vicinanza due volte per emormesi cerebrale : oltr'a queste gravi della sua inserzione; torcendo quindi ambo le piuze affez,ioni , era da più anni soggetto a rinilidi pi4 o nel t~mpo stesso, facile ne fu l'estrazione. Era ·esso meno gravi, per cui nessun pènsiero prendevasi e le longo e grosso quant'il dito pollice (l'uo adulto ed lasciava alle sule forze della natura. Ormai due anni, offriva iutici'a la sua radice ed alla sua superficie _ senza cagione a lui noia, ma cbe nel suo abito e incavi e rialzi per cui s'era acconciato alla forma nelle dette rinitidi rinvenivasi, cominciò a provar it dei tmbioati e dei meati elle riempiva esattamente. corrispondenza del meato medio dell~ narice sinistra L'aria pas~ò subito cùn facilità per la narice senza una sensazione incomoda, quindi difficoltà di respiro alcuu rumore. Non perciò, sapend°n com'i pQlipi veper questa e frequenti ~mièran ie dallo stesso lato ed scicolari siano raramente soli , lo ho lasciato in osin fine accorge-.asi della presenza d'un polipo nella servazione per alcuni giorni. Effettivamente si ricocavità nasale ospitante. (fuesl6 fu allora cinque ç, sei nobbe profondamente collocato u11 secondo polipetto volte, da dieci a quindici giorni d'intervallo per ciavescicolare, luogo un mezzo pollice, non maggiore d_i scheduna, canterizzpto con il nitrato d'argenlo da cui un piccolo spago e pur esso aderente alla parete ricavava ·sollievo. Ma corto fu il sol!ievo, giacchè esterna della cavità nasale. Faci_le ne fu l'estrazione alcuni mesi appresso prese il polipo tal uu'evoluzione senz'alcuna sequela, così che l'operato partì ai 24 che, non, pii1 li,mital~ come prinia ad '!Ila sola sede del citato mese onninameote libero e con il consiglio della cavità: nasale, tutta la riempiè, caccjandosi verso d'iniettare per luogo témpo uella narice, operata la la narice posteriore sinistra , ·mentre che un altro si decozione di rurnice .acuto o l'ossicrato f0s$, compi· manifestò nella destra, con respiro impedito da lata dal Sig. Doll. Melvni, giovine molt'amante della quella èd assai scemato da questa. Fu allora che riScienza). cors~ alla Clinica Operativa ai 6 di maggio -J 845, Non può negare la genesi flogistica di cotesto podove si riconobber!) çlne polipi vescicolari , uno per i/po cbi ritlette elle a morùi pletorici, inil.ativi, llonarice, il sinistro occupante tutta ·la cavità nasa le g.istici danno sempre luogo · le soppressioni di abituali dalla narice anteriore alla r,osteriore ed il destro, filtri sanguigni. la parte media della ·corrispoudente cavità. Nel giomo Oss. 20. Alla quotidia.na visita gratuita per me consecutivo ho in presenza della Se uola strappato un termia ' allo Spedale Maggiore di S. Giovanni presenpolipo ves_cicolare dalla cavità nasale destra del vo· tavasi ai 25 di sellembre :1844 il contadino Giolume d'µua uocciuola e questa narice fu per sempre vanni Loera , d'anni, quattordici , di temperameoto · 1 sgombra: bo pure nella stessa seduta strappato dalla saoguiguo , di costituzione robusta, dotato d'abito narice sinistra un polipo -della stessa natura e dello cardio-capitale vistosirsimo , nato da parenti s:1ni .e stesso volume, ma, .questo strappato, m'accorsi che non mai stato soggetl o ad alcuna malattia propria un altro era vi più · profondamente collocato: per l'iudell'iufanzia e dell'età- successiva. Nel mese d'agosto gombro però del sangue ne ho rimessa l'estrazione gli s'era S\'Olto, preceduto da llll intoJlerabiJe prurito al giòrn!J dopo .nel qut\le riescì essa a seconda dei accresciuto dal continuo irritarlo ch'egli faceva con miei voti, avendo st.rappato un ~econdo polipo della le ungbie, ori polipo sarcoideo, aderente .alla parte stessa natura e pressappoco dello stesso volarne del anteriore dell 'orifiziu dt:ll la narice sinistra e dotato primo. Da questo momento l'operato fu i111.ier;uneot.e d'un rlisliuto pediccior,lo. Per me stato legato, cadde libern e . rimpatriò (Oss. stata scrilla dal Sig. Dott. questo polipo nello spazio d'oli.o giorni con pronta Teodoi:o Cesano). ed apparente guarigione. Ma nel principio del mese Oss. <lCJ.. Maria Maiza-Turchet.Li : anni 52: tessidi dicembre ricomparve esso nella stessa ~ede e con trice: temperamento sanguigoo: costituzione buona: la stessa natura del primo, sanguinava C1HJ foci lit à , figlia di, parenti san issi mi : nnn stata mai tocca da era del -volume d 'una nocciuola, di base spessa ed alcun'esse111.iale m~hiltia. Dopo che le soe meostrnain quiodici giorni cresciuto al segno da vietargli la zioni erano cessate, i\ che accadde su i 47 anni, corespirazione da que_l l11to. Convinto per cento prove. minciò ella a provar un f requeote dolore eçl anche cbe la legat~ra è un m~zzo insufficiente contfo i acuto tiella regioni.'! fronto-nasale con tal ingombrq tumori sarcoidei quale sia 1a parte del crjrpo in _cui delle ca" ità nasali, massimamente della destra per occorrou e ch'essa uon ne vietù · 1a riprudazir,ne, i·o ingnrgo della Schneide1 iana, . che noo poleva ell~1 di lo bo io presenza della Scuola recisv d~lla radice e ordinario forvi passare l'arìa fnorchè con istento. poi profondamente cauterizzali con il cauterio attuale Nun punto baJandovi, le si formò su i 49 anni nella i tessuti in cui s'impiantava. Rapida ne fu la guarifossa nasale destra un . polipo -vescicolare, occupante gione senza suscettiva riproduzioue (Ossè·rvaz. stata tutta la medesima cavità, che fu d:.i una persona delscritta dal Sìg, Dott. Edoardo Savi). 1' Arte strappato. Steue alcune settimane libera dal Oss. 21_. l?elice R.: praticante Notaio~ anni 27 : polipo, ma quindi riprodottosi rapid4mcnte nel lertemperamento sanguigno,bilioso : abito cardio carotimiue d'otto mesi, si divenne ad uo secondo strap-padeo-cefalico : nato da parenti sani : propenso ai cil:ii mento. Senz'e-ssere toialmente dislm~Lo, il fomite e liquori stimolanti : stato incolume nella prima elh. mo~boso stelle celato fin al cinqu.111tesimoprim':rnoo Fu su i :1.5 auni assalito da epat_itide, stata curata della sua vita iu cui , essendosi riprodotto, riparò con i salassi, con la dièta e con opportuni farmaci : ella alla Clinica Operativa nella metà di luglio 1828. a 18 anni., vigeodo l'epidemia del grippe, ne fu as11 polipC> era. vescicolare e voluminoso così che non salito e liherato coo lftJ salassi in un con allri consolo riemp,va .la cavità. nasale destra esteudendosi grui soccorsi: su . i 24 anni fu colto da iocredibildalla narice al)teriore :illa posteriore, ma ç_on la sua


t4t nica le narici e la metà auteriore delle cavità ua . . . compressione che spingeva il tramezzo nasale versi) sali, apparver esse liscie, uon più iufiùmmale, n~ la cavilà nasale sinistra, rendeva anche stentato l'indisuguali e senza mòrbosa s·ecrezionr~ umorale. L'11. gresso dell'aria per quest'ultima. perata non s'affacèiò più mai alla Cliuica, benchè le Cinque giorni dopo la sua accettazione ho c1rn uoa avessi incplcal.o di. ritorrtar in t:aso d, nuovi incon ~ pinza afferrato il p11lipo, ma allungandosi que~l.o, ùo · venie11ti . Non tralascio di_ dil'e che tre giorni , dopo velti successivamente applicare due . altre pi1ize a l'operazic-ine.e poì successivall)entc fin alla guarigione scaglioue, con l'ultima delle qiiali abbracèiai il pesi p~n~ò a ma11tenere dilatate [e parti operale con dicciuolo, di gtJisa che UO potuto estrarlo in Wtalità: candele.t.te di cera, che si ritornò al°l'uso del mur.iato era esso della luughezza di quàtlro diti con un pecli !>;irite e che gliene fu consigliata la c1111linuazio11e diccitH,lo molto spesso e motto aderente. Dopo al· a casa sna ( Storia stata scritta dal Sig. Doti.. Alescuoi gioroi di ripuso l'ammalata u_scl dallo Spe1lale sandro Sei-la d·i cni tutti conosciamo la bene meritata ai iO d'agosto 18'28 ( sebbene l'Autore di questa fama). Sloria siasi dimenticato di firmarla, mi pare che sia Os.s. 24. Giacomo_ Boscbero : càlzolaio : anni 30: essa stata scritta di pugno del valeute Sig. Dott. temperamento liofatico: abito .scrofolosn. Trn per · Caire). l'abitazione io un l,uogo umido e tra per l'abitò scro · Oss. 23. Maria Paulrier : anoi i5 : temperamento f11loso aoaò sovente soggetto a corizze le q11ali nel sqnisilamente linfatico : costituzione mediocre: nata 1':,lrln<) i82"8 riesciron ad un polipo vescicolare -della ed abitante in pa ese d'aria IHnida : nubile: .contadi " cavilà nasale sinistra, staio strappato nello Spedale na: figlia d i parenti sani : scarsamente menstruata : oun stata ammalata mai, salvo che da ·due anni sof- , di Si.iluzzo. Riprodottosi dne anni appresso, anzi compa rso anche nella cavità nasale destra , fu egli. friva d'una lenta rinitide, stata seguita da escreaccettato nella Clinica Operativa ai 6 d'agosto i830. scenze carM,se olluranti ambo le cavità nasali , le Il polipo della cavità nasale sinistra occupa·va lÙtta quali 110 a11no prima furon in quest'Q3pedale curar.e la sua cavi1à dall'orifiz.io an1.eri11re al p,,steri1Jre e non so d~ chi. Essendn riptillulate, riparò ella alla quello dei la destra era piuttosto profondarneute col· Clinica Operativa ai 26 d'aprile 1851. . Il nasù era loc:11.0: erano l.uttì e due d'indol,e vescicolare. Con durn e volornioosn; le ca·vità nasali ufl'rivansi nella una minnt a esplorazione ' si riconobbe che erano pure loro metà t.1nleriore perfettamente turate eia esèretutti e dt,1è adernnti agli ossi tu rbinai.i infor;ori, il scenze C[;lrnuse rossigoe: la vocé era oscura, rauea , destro però più in rientro elle non il sin ist ro. Gli ilo nasale, difforme: l'ammalata provava u11a se11sazione come (J!un corpo che. riempisse e · distendessti le ca- · levati tutti e due. per islrapparnentu ai 10 d'agosto io j)resenza degli Allievi interni dello Spedale e di vità uasali ed ancb'on pi)co le fauci ; corpo che le mC1lti Dottori. Vedevasi ,disl.intl¼, dopo svelti, la rapareva avere da trangugiare : stillava suvente dal dice dell'uno e dell':,dtro. Uscì poco sangue: le nanaso un liquido sie1'oso-puruleuto, alle volte sanguirici rimasero bene sgombre e non essendo insorta gno. Una causa reumatica opera11te su d'un fondo ri,1zione traumutica ·, l'operato rimpat.dò <1.tto giorni scrofolùso. era stata la cagione del male. Avuto riappres~o (Sloria sta ta redatta . dal Sig. Alario, giovine, guardo alla scàrsezza della menstruazione, s'applicaDott.ure d',dLfssirne speraòze che l'inesorabile morte rono due volte le migntùre alle pudenda e si consirar~iva in giovanile età). gliarono pediluvii tiepidi, sernicupii, cataf'>lasmi sinapizzati su la regione epigastrica e simili, e ten.uta ( Continua) d'occllio la cagione scrofolosa, si sottopose l'arnrna- . lata per h, sp~zio di 40 giorni all'us,u interno del muriatu di barite, applicando in tutto questo tempo cataplasmi mollili-,,i ,-u il na~o ed nngµe11 ti nrnllitivi RELAZlONE DELU~ CONFERENZE SCIENTIFICHE dentro il medesimo. Dopo ciò llo con le forbici recise qu(rnto polei alcune escrescenzè'e poi con il dito (Mese tt'ottobre. 2? Tòt: iata ). bo sr.biacciate e scbit.1ntat.e le altre, bistrattando così ALESSANORU.. Si continua nella discussione già iniziata o-ella mucosa con lo scopo tli destarvi una flog<Jsi acuta. l'aolecedenle seduta intorno alla cura locale delle ulcere vene·· Comun'gue, le cavità nasali ri,'.1asero. del lutt.o-sgoni· ree primitive, u_n icamente però limitando la ·q uestione nel decidere so .mo~lio convengan i topici moltitivi ovvero ~li astrinbre_. Ve11tiq!1at1 r'ure dopo 1· operazione divenoer esse · genti. Stauno per la I.H' ima opinione li Dottori Alciati; Vaglienti, molto dolenti cou riazione febbrile piutlostu sp iccata, Patmcco e Lcvcsi. Propu_~na la .s econda il DotLCameroni. I che fu calmata con il riposo, c1rn la dieta e coo un par.tigìani del metodo mollitivo locale fondano le loro ragioni su a_rgomenti speciali a ciaschcdu;lO i quali però comples3ivamente ~alasso revellente dal piede. Calmala era I~ fehbl'e s1 riducon :ii seguenti. t . La cura locale mollitiva, trascorso nel secondo gio,:110 dal1'.,perazio11e e nel l.~rzo l'alito già, quel periodo di tempo dagli Au.tori assegnato approssimatidell'operara divenne fetente e priucipiò ad uscire vamente all'azione tuttora locale del virus dopo ia contaminazione venerea e di venuta perciò' in ulite la neutralizzazione del qualche poco di suppurazione dalle 'narici esterue. virus nella località per mezzo de'l la caulerizzazione, favorisce Cr~bbe questo siu, al decimo giorno , poi per gradi l'opera della natura che tenta d'espeller il princìp[o virulento dalla località, mentre che la cora astri.ngente, non da tanto da dec_reb?e,e ~o.indi cessò, essendosì ottenuto dall'openentralizzar il virus quand'anche per avvcnlura fosse ancor·a loraz,oue l esito cu~ si aveva progettato. r>i fatto la cale, s'oppone direttamente a ,questa salutare riazio·n e locale, mufosa nasale s'infiammò violentemente caogiandosi 2~ ~e °:ledicazioni aslriogenti favo1:endo _l'.assorbiroenlo del princ1p1? virulento e da?do Juo~!l -all'~ndurtmento_ e~ alla callosi!à cosi la flogosi lenta io acuta, poi suppurò al1bondandell ulcera, determmano p1u facilmente la s1fihde secondaria temeote e pui si fonnarou aderenz-e e cicatrici le ovvero lasciano do po il loro uso un segno (l'indurimento) che quali si aveva fundat.,Jme'nte a sperare che sarebbero secondo l'opinione di Hanter o dei più recenti ScriHori,tra i qoali Ricord, dovendo considerarsi quale sintomo' di luo sifilitica, un argine_ bastevole ad una terza ricaduta . Esploradebhe per necessità indur il Pratico adappigliarsi ad uo metodo le uel giornu della pàrleou dell'operatu dalla CliSenerale antisifililico, mentre che potrebbe darsi non fosse altra. 0


142. cosa quell'indu rime nto se non che l'effello locale de_gli slessi astringenti. 3.0 l Soldati wcchi da ulcera VfOer:rn ~1correodo generalmente assai tardi aJlo $pedale,. per ! or d1 ~ario nor: offrono più nell'nlcera locale altra cosa fuorchc un smtomo d una sifilide ditfasa· nell'o rganismo la c1nale_~uol ess~re ~urala co~ tutti li mezzi .atti a debcllal'la, Ira I quali non, ultnno e quello di favorire, meno in ispcciali circosfuoze di processo locale prontamente disornanizzalore la suppurazione dell'ulcera stessa; suppurazione q~esta che, ~on sì tosto. l'.org~nismo per _oper~ della cura seoerale si snoglia del princ1p10 Ytrulento, ~on pa11 _~elcrità s1 modiffoa e i.'anesla lasciand<• luogo alla c1catn~2az1one: 4.0 Lo ukere venere.e primitivo c·,in~idnalc a11ch~ c?n I se11,~ac1 della do ttrina della Ooaosi, siccome l'effello d'un'1ufiamruaz1on.e locale, ammettono più r.q:donevolrnente uoa cura locale moH1tiva che non una cura 2strinitente. 5. 0 Non dolortsa, ma omogenea nlr'ori?anismo è l'applicazioue Joca!e citi mollilh-i ed io ispecie c1uella dell'on1<nento ref'rip;crnnle nel raso q'olcera. venerea più o men i116;1wmall1 ed all'incontro dolorosa r1es·( e l'applicazione cireli ~st ringenti i quali tutt'al più potr~bbero convenire> quando l'ulcera fosso 1?ià avviata al pertodo d1 ripa· razione. 0.0 Nei r:1si cl'nlre, a primitiva già rfa quakh~ tempo persistente cun tutti i <'ara Iteri dell'u1ci:ra vene rea e ribelle al metodo mollili'lo, qo:rnd':rnche senz'il ccoc ~r.so il'ona c~ra ~cner nl11 ~li astring<'nti a,•essero r ront;;mente lij~o, 1ta la. w·~1ltJ7:· zazi<>ne, ruttavia, meno io casi speciali d_'atuma lol',)le o sn:n1h, sarebbero da r,r<•scriversi sirrcmo quelh <ho per 11 fallo dell'avvenuta cicatr·u.11:zirre privan,l'il .P1alico d'un potrnto soccorso diPgnoslico pl'r dttrrmim?Isi o non ad una cora generali>, esporrfb hero l'amm,tlato ?d us~ile da!I? Spcd.ale ,1 ppar~n.1cmente ~u;1riro, ma aYcote c,on se in reali a I genrn d' una s:lt111l~ sero'nc!aria ra qoall~ tcsl'o 1,1rdi ~i rnan'ifosten·bbe ron 1.1. s1om anche dei sistemi l'l'l?rnici li più dirella ~ enle necessa~11 alla vita. A questi aree menti il D1 Il. C;.mer?n1 c,ppon<: 1. 0 il fat~o della guori11iooe di vrnti e più ammal~h d'~lcere_Yene~ec primiti ve curate ànl Uc,tt. Capi inia con {lii a_strm11,rut1 lor~!•: ~.o la fa cilità co11 <ui i ml'lli1i"i ed in i~pecie .1 un ~nenlo relngCl'ante m anlet,ioo in confallo ,ll>lla sopr1lìcie ulc1·r11ta e dell~ parti yicine il proclo!to stesso de'l'alcer2zio1Je, motivo per cui succede più fat'ile l'a~sorbimrnto e si corre pericolo di produrre. DU!)Ve ulcerfl nelie p~rli vitine non inrellE', mrntre che_ le_ fi lacc1ca imbevo le d'un Il qu ido i· si rinif·nt1•, oltr'alla propnela detergente di questo, asso, ben<l'il pus qu11si di man in mari o cbe. si se~ar_a d_all'ulcora, i~pt>cliscwo lo spandimen!odi <1oe!Io nelle pari~ vicine, fan no s1 1 ho n,,n solo sia minore Ja quaol1tà del medesimo in contatto c<rn l'ulcera ma abbre,•ian anrhe la durala del contatto st<'sso e pH rcmrgul'nza s'< ppongono più dirttlamrnte all'a srn1b'mento in!ewo { d all'inoculazicne ddle parti vicine: 3. 0 c,ppon~ rnr o che we ntr'1tz' i r?rtornan1la l' mo cl~i topici ast1 i ngen1i perchè r ,, 'l'ide l'aio sussr goil!l da buon. es110, non esclude pnò in c:1si pn!irolari di molla rnfia_n•1J!az1one loca.le l'applirazicnt> 11< i 1no/litil'i rmcrè siano posli d1rellameo te ID contatto dPll'uk"r:1 P<'r mozo lii filaccica imbe,•ote di liquidi omonimi, non .m.ii di s!'st.-n7,(l uoluos,r, quali l' ung.uento.rtfrigeranto e simili: 4,o <•ppone fi nalmente che gl! astri1wentt promovc ndo la l'Ì<'alri'l.za1.ione pi"ù celeremento <la qua11t'1I possano far i mollitiri, sarà &f mpre vero rhe per l'uso di quelli si troverà dimiouito il pericolo d'infrzionf' gen1•1ale.JI Sig. Giordano Fannacist11 s'11Esocia aorhP al DQtl. Cunuoni nrl , ulcr c·scluso l' uso dell'u ngneoto Hfrij!rrante nrlla cnra ili queste ulcere, e ciò con gi/1 per le r,;~ir. ni sin qoi discusse-, le quali per la maggiore pal'l e son ·estranee nl cnmr.o delle sue innstif?Jlzioni, ma l.,ensl perchè l'unµurnto nfrigerante anc be l't'cent< meutc prrparalo facilnwole s'<-ssida ed iuacidi~ro in ctnlallo dì qualunque siasi superficie organira esulcerata. A qucst'cbbinìoou rispondono li Dottori Aléiati e VaµfiPoti fari mio nolar al Sii(. Giordano, ehe se questo pericolo può essere facile per l' uso d'ungaenlo refri: gerante mule o da ftw11:o tempo puparato oVYerQper l' rffello d, medica2ioni non ubbnstanza frequentemente rinnovate, la sles~a cosa non poò clirsi dell' oniiuenlo refriireranlo d1e quasi giornalmente si prepara nelle Fm macie dcpli Spcdali lllililari nei quali è pure precello costantemrnto seguito quello di rinnoYare le medicazioni due ed 1111che più volle n~llc 24 ore: Fan inoltre notar i medf>simi che quand'and1e fosser in quakhe parte veri gli espressi timori, lullavia non si sapl'ebbe con qual altr·a $O· i,tan~a più omogene11 difenòere d11l roolallo dell'a ria le vaste ùenudazioni della pPl!e, quali r. c. ~',,sscrva no nelle scollature e simili. t;i 1eclola h.i termine alle e l'll 121t4, SclA)IDlll\Ì. Nella pl'ima seduta <li questo me~e dop~ eh~ il Doti. CQsta11zo ·ebbe <isaurita la lellura della sua Relazrnno 10lorno 1111,li ammalati lii ili lari stati ~mmr.ssi allo terme d'Aix, il Dollor Sclaverani ,mo,•eva al suo Colleca la quesliòne se on tale quale grado d'eretismo vascolare locale o grncr.ale nell'ammalalo da destinarsi ai Bagni costituisse sèmpre una contrindicazione per i medesimi ovvero se non ostante la pres< nza di quello p9lesse esservi qualche lusinga d'utilità daJl'uso di questi,; ed in tale caso quale fosse il 2rado di movimento vascolare morboao o d'accresciuta sensibil ità, se non di prellà infiammazione, con-e iliabilo con l'oso proficuo delle (erme. A questa mozione t'he

il Doti. Sclaverani dicev a sentirsi spini o d,tll'u\'er osservato l'uso delle terme essere stato proficuo in qualche caso d'evidente mo. derata flogosi r ersislen ~e ~ncor i~ ~le.une località state lungameo_tc a~mala1e percag1om lr~umal•tbe; essere parimente stato prohcuo in altri t·osi nei 9u~li i. 1\ledki. dissoadeva n appunto i loro am,mal~t1 dall'uso dei Baga1 per la preseaza d'un tale quale grado d eretismo vascoiare lo<·ale o g'cnnale ·1 e finalmente esst- re stato proficuo nel caso di congim,tivilo cronica dose, Hto dallo stesso Doti. Costanzo, qutsti rispondeva do, ere per regola generale d'a m_m< ssior.e ai B;1gni ritenersi siccome contrindicante un qu,\lunque siasi grado dì vera iofi~mmazione locale o ge nerale ; ue nel caso r,er lai descritto di congiunli'l'ile cronica avei· acceon3:10 ad a!cun sintom.o l'IJ~ vale.ssc ad indiçar un tale quale grado d1 flogos, oculare, gia·cc·be maur,IV~no realmente il dolore e .I~ fotofobia, sintomi questi caraltHistici e compagni indivisib1h dell'olla!mia acuta. Jusisleva però il Dolt. Sclaverani dicendo che, O!lrad1e non pote.va l'icbiamar in dubbio i casi per lui osserv:,tl, quantunqo~ uella co11gi untiYile cro(1ica d~scrilla dal suo ~ollcga ll!ancasse~ 1~ c!olor o la fotofobia, erano tnltavia presenti 1 cant tlcn analon11.c1 de!I~ flogosi la quale rglì non aveva della acuta, ma solo ~s1slente lil tale qualt1 grado. i\l ancande poi il lt~po. a r,ro_segu~re nella discussion.e, il P, csidrnte, dopo a lcuoi scbrnruoentt dal, da l Doll. Alfurno intorno a due balneanli SolLlati ne l 8.0 Re~g. a cu.i egli 11pparliene (J/tgga11si le note a piè del Quudro), dicbiaraya sciolla l'Adananw. ' n1tormmd'alla medesima discossiooe nella 9.a tornata il Presid~ute, riepilo. •!la la _questione, no riconosce la ditficollà di soJoz1.ont: quando s1 ~og_ha realmente defiuitu a qualistadii <li malattia s1 possa C<1ns1gltare l'oso delle Terme e si d€bba dar intoro~ a ciò regolo esatte per i singoli casi, ma crede tuttavia che r~1n1san_do la qoestione in modo generale il Pratico, purc hè àbb1a studialo tutto ciò che direttamente od indirellamente conc~r ne i suoi ammalali ponderando la I oro 3us1·cllibiJilà alla riaZIQne tanto generale quanto locale, esamioanùo la condizione delle viscere. lutto e delle località morbose e richiamando a severo ~cruti nio gli efl'elli ottenuti dai compensi terapeutici adopera_!(, può ~tmr.re !'acr;ogliere uoziòni ahpAstauza fondate per stabilir o non I mchcaz1one delle Terme. E massima eofl dice sanzionalo dalla sperienza cbe le acque termali sono prcffillcYoli nelle sole malattie spoglie di qualunque grado d'ere.tismo vascol~re g~nerale o locale doè pe,veouLe allo stadio di véra c1·oniC!tà. U1conoscero questo stadio non debbo certamente essere difficile p~r il Medico che sia stato chiamato a por argine alla malatl1a smo dal suo esordire, che fu teslimonio del suo corso dei suoi esi!i e che in ogni caso pòs~a valersi della storia anam: nesti~~· Nè tullav\a quando dicesi uou dover essere presente una cond1Z1one d'erel1sru o vascolare ,•uole questo precetto osser inteso per rr.odo che le località, morbose siano per così dire ridotto a'd uno slato. d'inerzia tale che lo renda insensibili allo stimolo del.lo a~q~e _ter_mali .stesse, giacchè per ollenere da queste li voi uh dlet11 r1cb1edes1che la parte ammalala conserviancora una tale quale snscetlibililà a soprcccilarsi od a riagire, essend'appunl.o da questa rfazione lraltenula nei limiti opportuni cb'iJ l\fe~hco balr.eam) attende la risolozfone di antichi prodot ti morh?s1 oppor.e ~uelle modificazionì che più tardi recano la comP)Uta guar1;1?ue delle infermilà. Può quindi stabilirsi che una dt~crela ~lllYllà l!)Cale con polrebbe contri ndicare l'applicazione d~1.haf:(lll termali alloraqnaod'essa non costìtoisca un processo d1 naz1o~e .domabile con gli ant;l1011islici oppure incompatibile c,on la raa1,1one .baln!),ir.i.a a c~i dt:bbe di necessit~ soggiacere I ammnl.110. Agir esempn catall <fui Doli. Sclaveram potrei oppone obe l'ecçeltuazione non fa la regola, se a me parimente n_on fo~se .toccai<~ d'osservare casi consimili a quelli dal medesimo c1talt ed ulhmamente ancora non avessi visto migliorare per l'uso delle T~rme un. ammalato tocco da erpe te ulceroso febb:ile ~i pendente da cagioni specifiche; osservazione questa cbe ~1ede in me.luogo nl seguente ragiomimento. Qoaud'una malatlta convenientt'mentecurata devia daU'ordinario suo andamento per assumere l' indolo cronica e farsi ribolle ai mezzi ordioarii bisogna di tu lla necessità riconoscere nella medesima nna ca: gione perenne la quale vale a fomentarla od a mantenerla.Tant'è: se noi facciamo le <lornte indagini troviamo infalJaotemente che o la della cagione risiede nella località stessa ammal11ta coslilu_e~d':11.l csemr. lo ipertrofie, le aderenze, ì versamenti pla-sllc1, ect',, quali prodol!i morbosi conseculivi a semplici infiamma ~inni !"'?a doma te per )empo, oppure troviamo che questa cagiono 11sirde 11ell'ecouom1a iicnerale d_ell'amm,llalo costituendo le rosi dette discrasie costituzionali (scrofola, erpete, reumatismo, OC<') le quali pritnilivamente o seconò~rjame·nte influirono 11ll'evoluz1one ovvero alla protervia della malattia. Nel primo caso dovendosi semplicemente dislruggrre per muiodefl,. 'l'ermo gli esili d'trn'infìammazione non a lerop·o repressa e divenuta perciò cagione un ic,a e prinl'ipale dell'entità morbosa, sarà a mio avviso necessario vincer assolutamente ogni eretismo locale e generale prima di ricorrer ai Bagni; nel secondo caso all'opposto dovendosi corregger un vizio coslituzion;ilo che costiluisce il f(j. mite della malaflia, sembrami non si defiba essere tanto scrupolosi nell'invocar il prezioso sussidio delle Terme, a malgrado


i45 la(lie dogli occhi debba essere regolata con norme speciali cd vi sia una tale quale suscoltività o proclivilàaila riazioue cioò a mal rado non vi sia una calma perfetta. Senz 1 _po_lor accerta~o esi(;a talla la sorve~liaoia e la prudeuza del Curante tuttavia. chetie foss'il caso narralo dal l)ott. Sclaveran1, ritengo che in egli crede che quesll medesimi lla~ui non operino s~lameotebeoeficarneote per ta loro azione ~u J'econorni,1 generale ma neste ultime condizioni versasse l'ammàlato tocco da cougiuobeo anche per la dirella loro <1zione locala ~u l'occhio e ~o lo tite cconica di coi ci lracciò la Storia il Dott. Costanzo, come ar ·i n eguali circòstat1:t<¼ si trova~a l''llml1'lalato che designai sfop~rti'circouclanti. N~ lo prove di q~osla rn1a· opinione, egli dioe, m1 mancano g1aC'che, ollr'al fallo, 11 ragionamento solo può ba~ome tocco da malattia catanea.esalcerativa il quale fu mandato slar a ~oovinccroe. Di fatto se nella cura dulie ollalrnie noi ci prolknamenle ai Bagni non os\aoto vespertine esacerbazioni serviamo di collirii contenenti appunto i sali, gli ossidi minerali febbrili l'assalisser ancor alloraqoand'111cominciò lu cura bale gli acidi che nalu1'almente uelle acque termali esistono, quale nearia: ma, lo ripeto, tanto nel caso narrato dal Doli. Coslaozo, me1'aviglia' se quesle ultim~ dirottamente rec:1te su l'occhio quanto nel mio prei1omioa_v,a evjdente~ ente discr;_isia umqralea spiegaa ou'~tifoacia uella cura delle oltalmie? Conchiude lìoalbase scroft1losa. Da tu~lo c10 puo conch111Je1•s1: 1." che la cura mootc il 0 1Jlt.. CuslìlllZO che il criterio per l'ammes;iooe ai Babalnearia termale è specialmente iudicata nelie malattie cronicile g11i debb'essel'e regol11to dalla domala ioiiammaiiorrn ovvero oa·I spo"lre affatto d'erelismo locale e generale: 2." che nei casi compassa_g~io di quésta allo stato- cr9nh:o; che non ostante la diOlplic1li e mantenuti. da una discrasia coslìtutiooale (:U1'8cbile posco!là d1 definir i limiti esistenti tra lo stato cronici) delle ma!alli& sibilmente con le Terme, queste son egualmente indicale oon ed ou talli quale grado d'eretismo elle possa render innL,le la osta11te on discreto grado d'eretismo looale e generale. salularo azione dei Ba~ni, .tuttavia qu0sta difficoll.à diminu:.;co Dopo quoste riflessìoni del Presidente, il D:ltl. Sclaverani rigrandemente quanù'ìl Medico consideri attentamente il lelllJ)epetendo le ragioni ~Ile l'avevao indotto a fare _la sua mozione, ramento, la costituzione e l'àbilo dogli ammalati, noocbe lanaag.,ionge che se prima della lettura della Rè1.iz1ooe ùcl Dottore tura e J'iudole della malattia; quando constderi le suscettività Co~tanzo, egli, indottovi dalle osserva1.ion1 esposte, dubitava sonaturali od acquisite e gli effetti dei ro.'dicameati adoperati. lamente ch'1-0 qualche raro caso un talo guaio grado d'infiamli D:>tl. Crema dice cbe se secondo l'avviso del Dottor Sc!avemazione locale nella p~rte ammalata fosse compatibile con l' uso rani uou si posso~o dolioic i dae stadii d'infiammazione domata proficuo dei Bagni, questo suo. dubbio si convertì in qaasi t,ere d'infiammazione cronicd, co, i pure non potrà essere determitezza·dopu quella lenµra; giaccliè se l'ougano della vista dotato nato s' il punto iutercnetlio alli mo1lesimi pOSiil o no essere favocorn'egli è d1 squisilìssirna sensib1Jità, di-seosioililà quasi unica, revole por una cara bah1ea1·ia. E;li !!.iu,hca ii:nprude11te !•uso dei così pronto a<l mfiammarsi ad uua mmima cagiono, potò, noo Bagni in uuo stato d1 ·manifesta iofiammazione e crede che se ostante fosse ancora proseule nuo stato sGbflogislico cronico vi fu chi in tali condn:1oni 1te abbia rilevato ~iovnmento, ciò per-quanto lo !>I vuol<:, r!cevere giov~ment-0 dall'uso delle Terme, debba.piuttosto altrìbuirsi a quell:•iotestine azioni e riazioni sa.. ché cosa nou dov1'Ì1 d1rs1 d'altre parli noo dotate d'egùale sensilutari i11c1,n,:upibili le t11rnli si,desttt n o si compiono nrill'aui1n,1Je bilità e PO!CiÒ n_on così pronte ~ riO$ire '/ Aggi~nge i1101lro. cbe economia,senza che il .\Iodico poss:Hl01le medesim41 darsi ragiono quan\anque egh uon ero.da cbe I casi d'oltalrn1a accen11all dal ed,ancorcl.tè il meQe3imo nou le abbia previsto, non abbia penDoti. c ,,stanzo siano stalt condotti a guarigione dall'a1.ione I ,_ sato a·promoyerle, ioro abbia anche ta!vul!a posto un involoncale u_ello acque d' Ah, 19a bensì dalla m.1dificaziono gener&le tario ostacolo. A questa olJbiezione risponde il Doli. Selaverani che queste indussero ncll'orgauismo d i quei Solddti tocchi da che uelln i\letliciua, come iu tulle le Scieo,ze, v'è sompre on vodiscrasia scrofolosa, ri3olta taltavi.1 dallo sori.Uo d-01 Dotlore Cocabolo i ndicantè )o slàlQ <l'una mal11Ltia e che v,1 uuilo ad esso stanzo l'he u,1 organo seusihilissimo, initabilissimo o grandeuua de1iui:1.ione ocl unadesct'izione di quollo'stalu a cui si vuol acmente proclive ad una smodata ,riaiione, può ess~ro soltopo,;to cennare; ne2ata la quale cosa, i voc,1b1li c'rv11ico, acuto, ·lento all'azione dei pre~'idii lermali e per couse"ul' nza che altre parli de! corpo meno sensibili dell'occ-bio e tocche da antica malattia , o stazionario· restano vuoti òi scuso. SvgS!,iunge q uindi cbe tra infiammnione domala e cronic<t v'<'sistfl uno s1a10 intermedio ribelle ~ià ai presidi i terapeutici più cqrnuni, non ostante sian~ più o meoo favorevol .itl una cura termale; che però tutte le ançor,1 ht sede d'un tale quale gradi! di lenta infiammazione, regole generali d;.1le da~li A.a tori par conr1scere, distinguer e depossano ,del pari ?on pr\;bobilità d-i s~cc~sso• esser assoggellate fluire tale s lato, falliscooo poi nell'applicazione ilei casi specialì; all'oso dd medesimo 'rllrme. Nega qumd1 al ·Hott. Gostauzo cbe cbe finalmente avo,·a egli mo.ssa questa qiles!iooe ,li Dottor CoH concetto d'iufìammaziooo domata ma passala allo stato rronico stanzo a1>pu11to per u11\1pprasiimal:t determinazione di quel possa baslar11 qual~ r.egola gencraled'ammessiune ai Bt1trni, perponto che a suo avvfao csisl.: tea l'infiammaziona domata e l'incbè,· oltrachè è diffoJile nei casi parli col ari deiìofr esattamente fiammazione cronica u oon già per richk1erlo so lo stato in . quando l'in(iammàit?OC dom;..ta abbia fuUo reale passaggio allo lìammalorio ?ia conciliabile çon una Ctll·a t_ermale, giaccl)è nè sta.lo cronico, il Pratico aLl.,isògna di 1·egole e di prì11cipit detert1gli ehhe ma, l'idea cho le 7'ernw posrnno ~iovare n<1ll' infiammaminati per formolar on giudir.iò e per potere favorevolmente al zione vera, nè crede ch'alcuuo de'suoì Colleghi possa attribuirgli contrario pronosticare dell'e11ito d'una cura balnearia. Finalrueote menlte dico d'aderir alla spiegazfonedata dal P.resideule intorno quest'erroneo giudizio. . Ullimo a prendere la pi,1rOla il Doll. Alfuroo, nel p11ssar in rasal modo d'oper;ire ddle l'c·rme, ne;ta che nei casi 1li malattie segua le coucbiusioni cuu cui il Doti. Costanzo accompagna lo locàli non mante11ute da disoras1a !NllOr.ile sla occess:irio vincere sue .Uel:•iioul 1 tottt> le coromjlnda ~iccome frutto della sperienza assolulatpcnle og11i sol'lt\ d'erotismo gcuerale e lo011le p1'ima di o del raziocinio. i'iè crcd;, d'aver iu tiò dissenziente alcun Colfare ricor~o ai Bagoi_. g!ll.CLhà i casi per.lui osservali etl ui quali lega, p<!rCbè ben sà qu:rnl'a ·tutti s(ia a cuore il benc;sare del accennò erauo cosl1tu1l1 da altrellaote lesioni affatto locati e consecutive a cagioni traumatiche, senta che ootesso~adere dubSoldato; m·1 teme che lo prov l'idenze ed i precetti su:zgeriti d:,r Volt. C()stanw, mcntr'ollerra ouo l'approvazion0 <:lei Superiori e bio di yizil1 costituzionale, di discra:sia o di d'.iatesi mo1 bosa; lel'onore della stampa, 0 011 ~ian" poi coo eguale f:Jrilità pl'r ession~ queste l"O quali offrivano uella locai it/1manifo; li segni d',msere mes,e in pi'ati1:,1. Ond'è chtl a rua!!gio r eccitam<> nlo dolla mento di vascolarilà e di se1wbilllà o ù'ere tismo vusco!are pronta attuaiioue di qoanto cqnliensi itl. q11elle ,·onclu; ioui, proesqlusa ccrtumcnte ana geooina iolfommazione. I IO:>ll. Costanzo pone il se1.1no11tc ordurn del g:iurno il '~uale fu atl u11:1oimilà di ripete essere quaol' importnnte, allrctlanlo difficile stabilire voti approvalo dal\' Adunanza • Gli Uffi::iali S1.mi/al'ii- lllilitat•ì !J)3Ssime delerroicat~ ed invariabili lo quali valg.io a .letermioare di presidio in Sciamberì 1·atc0Ui fa conferen;a per t{dire dal 11 ~rado d'<iretismo vasrolaro comporu1bile con l'uso proficuo Dott. Costaneo lettum rt' u,i s1,o Scl'ilto intorno ai risulltimcntl d_e1 Ba~ni ed essere perciò n~cessario che in c-iò la ~ui<la prindelle cw·e balnearie d' rl.Li;, nel corso dell' anàat1i 1tlti11ui stagione cipale sui la prudenza o l'ocalatezz<.1 tlel Medico Curante. Nega ésliva, esprimo,i i loro voti affìnchè le conchiusioni, di q·uello poi che nei casi d'oltalmia da lui clescrillì skcomti guariti per· Scritto siano prese in co1uide,·aziono e messe in pratica. !'oso delle T,mne d'Aix csislesser aucoro segni di vera infiammazione, giaccbò oltre alla diuturoilà di queste malattie elle contavan on anoo e mez1.o eJ aol be due di perdi, leuz.1, non esislevano più nè il dolora, nè la folofohia; sintomi questi costanti AVVISO oell'ott)llmiu.i,nfìammatoria. Al dubbìo rnc1nife5la10 dal Dottore La D rozlone del Giornale invi ta gli Abbonati die soo0 Sclaver:111i cbe l'organo della,visla cosi 1\elicato nollo stato sano io r.ilar1lo di pagamento ,1 vùl crc pagare (a rata dd possa lollt,rare Còn vantai:gio l'uso d,·l11J 1'1?rme nello stato morboso, risponde che la pratica o la sperieoza di 50aoni <lel Decano primo semestre, giusta le coodiziuni d'associazione. dei~Iedici adùelliallo Stal,ilimenlo b:.lneario, il Outt. Despinc, paSi pre<>a n i Signori Modici D ivisionali perchò abbiano dreteslè rapi lo alla S.:ieoza che collivava ancorn con giovauil a1·- ' la b,ontà 0 di riunir it1 un solo .·uaglia postale lo rate dei dore, debhun abbastanza rassicurar il Pratico iptoruo ·a qoc,to loro diponùenli o di farne !:'b orsare costà l'imporlo col J)unlo; che ,a llronde l'immunità .tcll'o1·gano della vista iriistato mezzo dei Quartier-Mastri dei Corpi. fisiologico dai cattivi cll'elli delle Termé è pr,ovato djl c;ò che lo persone le quali assiston i bagnanti ( doncheurs, porteors ) Quegli Abbonati ch1:: prèferis r.on iuviar il loro éagliu e. eh-e passano quasi l'inliero ~ioroo nelle stufe di zolfo, ra;:postale isolatamente, sono pregati a volerlo diriger e al S!DDgon ordinariamente I.a più inoltrata, vecchiaia seuz 1 sofBarone OE U1IAUFORT, Vice -Direttore del Giornale di rire malattie d'occhi, e s111nbra anzi cb1~ a queste malattie siano ./J'Iedicinct Mil-ilare e noo altri men le, inchiuso in lellera. merlo soggette delle altro persone del Paese. Aggiunge poi che Quantunque l'applicazione dei Bagni termali nella curn delle maaffrancala.


STATO. GENEllALE NUMERICO DEL MOVIMENTO DEGLI AMMALATI E

delle :malattie state curate negli Sp.edali Divisionali e Succursali !lilitari di 'ferra e di !farina nel n1ese d'ottobre l -852. GE~ERE DI MALATTIA

GENERE DI MALATTIA

·co 105 437 401 • -1'!1 8 4 3 3 6

Sinoche . Continue. . T!foidee . . . . . "< Tifo . . . . . . . . f- Periodiche j 1° g~nere · · · · PerDJCIOSO . . . .

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Emormesi cerebrale Id. polmonale

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Sanguigni. (Pneumorr~gie .. iEmatemos1. .. . :l · DiaHea . . . . .. ~ d' umo~i Diss.enteria : . . r::: secreti Cbolera morbo . ;o. Diabete .. ~ .. :,.-

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, Riporto 88115161526 21 191 3 1 2 ., 8 l\lama . . . . . . . . . . . . . . . ,; Ipocondriasi . . .. . . . . .. . . Nostalgia . . . . ·, . . . . . . . • . 2 2 " 1 • ;;; Apoplessia . . . . . . . . . . . .. ì" o Epilessia . . . . . . . . . . . . . . 1 2 ;; · Teta0:o.. . . . . . ,' . . . . . . . . " 1><1 jParahsia ... ... . . . . . . . . 11 9 3 " ,, J1 z Prosopalgia . . . . •... . . . . 1 2 3 » Ischialgia. . . . . . . • . . , . . . 4 3 ,, 1 ,, 1 Stenocardia . . . . . • . . . . .. N!!uralgie varie .. . 12 23 . 26 • 9

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Encefalìte. .. Spiniie . . .. Otite . ,. . . . . . . . . Reumatica-. . . . . Oli 1 . Purulenta . . . . a mia Bellica o C?ntagìosa. · B.lennorrag1ca . . . . Angina . . . . , Bronchite Pleurite e Polmonite Cardile e Pericardite . Angioile .. .. . FIE>bite . Angio-lcucite. Adenite . . . . Gastro-enterite Epatilè . . . Splenite. Reumatismo . .. Artrite Cisiìle Uretrite. . . .. Id. 1llennorragica . , ., . , . Orchite. •. Osteite . : . . .. Peri osi ile. Flemmone .

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~abe . . . . . . • . . . . ei Tisichezza polmonale... . ~ Idrotorace . . .· . . . . . !;l ~scite. . • . . . . . . . . ~ Edema .. . . . . . . . . <-> Scrofo!a. . . . . . . . • . Scorbuto . . . . .. . , .

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. .. 1 . . . -8 . . . 1 . . .. 2 ... , 1 . .. 9 .. . 4

Vizi organici del cuoré .. . Aneurisme . . . . . . . . . Ulce1·e. . . Fistole . Tumori. , Ascessi acuii. ,.. Id. lenti. . . ..i Idrocele . . . . . . . . ;:; Varicoccle, Cirsocele . o Sarcocele. . . . . . . . . . ..i < Arlrocac~ . . . .. ... Spina ventosa .. : Osteosarcoma . . .. . . . Cari e e necrosi. . .. .. 0 ~ Ostacoli uretrali . .. Calcoli. . . . .. . Ferite . . . .. .. .. Fratture . .. •. .. . Lussazioni . . . Scirrc, e cancro. .. : \Cancrena.

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6 . ~Risipola. . . . . . . . . . . . .. . 4 ~ Vaiuolo . . . . . . .· .. . ... . . :; Scarlattina . . . . . . . . . ,. . . . · • ; {Rosoli.a . . . . . . . .. . .. .. . i:i Scabbia . . . . . . . • . . . . . . . 35 5 A Erpele . . . ... . . . . . .. . . Tigna . . . . . . . . . . . . . .. . "

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Sifilide primitiva Id. Costituzio,nale Suicidio.. . .. Io -osservazione . ,.

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1lfo1:bi non comptèsi nel quadl'O :

Leggieri morbi locali . .

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Il Dir.eltorc Dolt. COl\USSETTI Mòd. Div. li Vice-Direltorn respons. Dolt. Bar. de BEAUFORT M 1\.


ANNO II.

( ai 6 di dicembre 1852 )

N° ,t 9.

GIORNALE DI MEDICINA !IIILITARE •

DEL CORPO SANl'f ARIO DELL' AR!IArrA SARDA.

L'asso-:iazione non si l'ieeve cbe per un_auno e coini·n<;ia 9ol l" d'agos_to. li Giornale si pubblica nel Lunedì Ji ciascheduna settimana. PREZZO D' ASSOCIAZION~

In Tori'no . . . , . . . . . L. 10. la Provincia ed all'Estero, franco di postu

. . L. 11.

L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipali. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGRAf"lA SoBALl'INA , via. Alfieri, numo 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postale.

I

tanto cue giungeva esso a contatto degli ossi turbiSoMMAIUO. - 1o Dolt. FABRE: Lezioni Cliniche del comm. Prof. Ril)ei:i su i polipi del naso. - 2° Dott. Co·sTANZO : Relazione. . nati sinistl'i ; a destra comprimeva ì turbinati cor· sulle malattie curate ai bagni d' Ai~. - 2° Relazione dello Con· rispondenti , così _ che n'erano come compianati; in ferenzo Scientifiche. basso avvallava il palato osseo a segno ch'era questo '

:

LEZIONI ORALI ED OPERATIVE del Prof. Comm.

RrnERI

(tracciale dal D,o tt. FABRE · ).

POLIPI ED ESCRESCENZE POLIPrnOR311 DEL NASO Oss. 25. s~bastiano Va lle: anni 19 : contadino : temperarnent.o linfatico-pastaceo pretto : nano di statura : costituzione debolissima : da :.i lcuni aoni pellagroso : privo di rnez'ii di fortuna e perciò in preda alhr miseria più somma. Sia ct1e non potesse esprimersi cbian1mente per la difficoltà di respirare e per la sua voce nasale, sia perchè era scemo nelle facoltà intellettuali, sia a11che perchè era sordo, non si potè· sapere da esso lui quale fosse stata l'origine del suo male, quali i folti morbosi trascorsi che ·si collegarono con la malattia del naso e quali le cause de' suoi patimenti. Solamente si potè rilevare cl.te da sett'anni s'era accorlo d'un ostacolo alla respir::izione, di frequenti epistassi, di capogiri, di dolori periorbitali. ed entrocranei e che la pelle del dorso delle sue sconcie mani 1!rasi resa rnvida copnrndosi di croste a modo di squame di pesce. Quando rip,arò egli aliti Clini.ca ai 20 di novembre 184:t , quest'era il suo . compassiooev<1le stato : un enorme polipo carnoso ost.ruh·a tutta la cavità nasale destra; sporgeva al di fuori della narice due linee circa, spingeva .a sinistra il tramezzo nasale . (•) V. i numeri antecedenti.

resò convesso verso la lingua ; in dietro con un a grossa :.ippendice prolongavasi nella faringe e questa affatto riempiva, sì che il palato multe era caccit,t.<> in a.vanti. Pareva scemo ed era pressç_chèsempre so}Jito. .Era magrissimo com'in cbi la pelle s'informa dagli , ossi. La respirazione ern di fficil issi ma e tal.ora s'alzava impro.vvisamente _su il letto quasi fosse minacciato di soffocazione. In tale malauguroso stato di cose locale e gener,ile poca speranza di qualche successo restava. all'Arte.· V'Hrano indizii di pressione cerebrale , epp-er'ciò non sarebbe stato in grado di sostener una lunga e dolorosa operazione di strappamento o di recisione .. Guidato dall'istinto conservativo dell'Arte, pensai in qilell'imminente pericolo dell'ammalato cbe, se avessi potuto io qualche modo assott.igli:fre l'appendice poliposa della narice ante, riore, forse piil tardi avrei p<1tuto farm i strada e portar il lacoio intorno all'appendice poliposa delle fauci. Prescelsi perciò il cauterio attuale introdotto ìh modo che non toccasse alc11o'al1 ra parte fuorchè il polif)O. E quest'operazione che l'ammalato noil ha quasi avvertita, fu per me praticata tre giorni dopo la sua accettazione, incalzato dagli estremi casi del.. l'ammalato il quale era s_lato nell'antecedeole notte prossimo a spegnersi. Parve che le cose volgesser al bene dopo t'operazione. Parve che l'ammalato .respirasse con mìnore difficoltà e che fosse pìù tra~quillo. J\fa nel quinto gi'oroo dall'operazione cominciò egli a rendersi piil cupo , più sonnacchioso, poi ritorob il cocria che in 2.4 ore riescì ad un'esiziale. apoplessia. Necroscopia . . Raccolta di tre oncie di siero nella caviU1 dell'aracnoide : pia meni~ge iniettata ed in corrispondenza dei lobi rnedii infiltrata di siero: seni veuo!ìi turgidi di sangue: sostanza cerebrale di consìstenza natura.le ma molto punteggiata in rosso : la pia madre della base del· cerve.Ilo più 1niett-ata che non nelle altre parti: in corrispondenza del seno sfe• 11oidale la base del cranio, corrosa per la larghezza d'un pollice di circonferenza, era appena coperta


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da. Qnesto corpo per gradi cresciuto sin a sporgere dalla 'JUrà rmrdre clJ'erJ '1n queslu punlo rossissima, dalla 11arice anteriore sinistra, · l'ammalato chiese ai spes~a, sollevata a mod0; di volta, cede11te al tatto e 22 di dicembre 1846 d 'esser accettato nella Clinica dar;te la sensazione d'un corpo molle,-. elastico e Operativa. Bra qt:ie'sto c<frpo un· polipo vescicolare, 1'Jndeggiante che copriva : seno sfeodidale ilmpliato adei'entè alla parte àlla del n:iso e q1:1incli, avuto ricosì ch'era d'un diarhetre He volte maggiore del soguartfo alla sua hatlìra llèoigha ed all'esser èsso sce)ito: un'appeiidice déÌ poiìpo lq riempiva lrsà(làfnente -,ed era questa molliccia, di colol't:'i pavonazzo, ade- 1 vrn da ogni eomplicazion.e , lo bo strappato nella ,. mattina stessa d~ll'accettaziòHe in presenza della rente alle pareti ed avente la forma dèl s'e'llo: nulla Scuol,a. Nella prima lor introduzione le pio·ze afferranella midolla allungata e nella spinale : il polipo aroo e portaréino fuori fra le loro branche un pnli· deriva per una radice dura , quasi fibrosa, larga petto vescicolare , della luQghezza di due linee, di quanto ]a moneta d ·un franco e rossigna , ,alle parli base sessile, ' non prima veduto. Preso poi il polipo molli vicine alla faccia ir1fel'i(1re del processo basimaggiore con una pinzetta per fermado, lw pol1,1to lare e da questo punto- maotlavà un prolungamento focilmente estrarlo: era esso vescicolare, dell:. lunin alto nel seno sfenoidule; uo altro -grosso nella ghé1,za di- due pollici circa e fornito d'una lunga ranarice, un altro grossissimo nella faringe ·: cju'e~tò; dice la quale fu , ~econ_d'ogi;ii probabilità, schiantata grosso quaot'un uovo di gallina, durissimo, fibroso, dal luogo del suo impiantamcnlo. Cotest'operaziooe ovoideo i pallido ' discendeva diletro velo pendolo non fu consegu.itat.a hè da emor'ragia , ne da alci1t:J aldél palaio clie spingeva io avanti e ginngeva fino con tro inconveniente, così che tre gioi~ni appresso fu I'otro l'epiglottide che quasi toccava. Totle le parti perato rimandato a casa sua con le avvertenze opdella cavità nasale destra eran,> sfiàncate ed il setto portune a schivare nuov~ corizze le c1uali avrebbero mediano a coni.alto .degli - ossi turbinati sinistri lapotùto pol'ger una CatJ'sa di rip·allulanlerito al pnHpo sciava ~ppena .un piccolo nieato nella parte inferiore (Oss. stata compilata dal Sig. Dott. Pozzòli ). . òella cavità nasale sinistra, pel quale sarebbe pasAnche qui è evidente l'origine dei polipi ·.da causa sato a mala pena uila penna da scrivere: questa tlogistica. . · porzione di polipo della cavit.à nasale destra ern diOss. 27. Paolo P(;looa: anni 41 : .contadino: amvisa in frangie e lacera dai caoterii : filte ed antiche mogliato : temp-eramento misto sanguigno-bilièlsoaderenze tra la pleura costale destra e la polrhoçare: liofati~'O : costil'ùzione dtbole: stato nell'infanzia sograccolta di siero sanguign<> nella pleura , sioisl ra con getto a .de-r·mitidi crosti1,zanti al capo, ad ottalmia un poco di raccolta sanguigna nel corrispondente scrofolosa d'andamento cronico e ribelle ad ogni polmòue: alcuni tubercoli crudi nel polmone sinistro, cura ed a frequènti corizz::e .che un .nonnulla bastava specialmente nel suo lobo superiore : cuore volumia provocare- Passato incolume lo stadio della pubernoso ed -ipertrofico : membrana mucosa del ventrità , su i 22.- anni , per esser'si bagnato nell'acqua colo - e degl' inte§tini mollò iniettata ed in alcuni fredda e per aver abitai.o in un luogo molto umido, punti apparivano piccole suggt:llaziOÌ)i : · tracce di flogos i gnidataù1enle più vistose dal ventricolo al'- . fo sorpreso da grave e lunga corizza, dopo la cessazione dt'lla quale incominciò a provar un incomodo l'intestino ci~co: in vicinanza di questo l'intestino nel respirare i'n prima dàlìa uarice sinistra , quindi tenue ;assai più iniettato che non altrove : membrana dopo qualcbe t~mpo ·anche dalla destra, ed andò mucosa degl' intestini len11i, ollrachè ros~~, rammolquesta co11 molta lentezza crescendo fin a cbe dilita con piccoli. tubercoli bianchissimi, forma li dalle venne insopportabile , non potendo quasi pii1 avere ghiandole del Peyer ingross,1te : ghiandole: mesentèluogo la respirazione per le narici. :Fu allora che riche quasi tulle più de\l'ùrdinario rosse, tumide e molli : fegato VLilurn inoso con le vene ingorgate di · venne egl i, esgtrnùo nel LrenLesimo qn:nt'anoo, accettato nella Clinica Operativa e pe1'. me avanti la Scuola sangue e più facilm.ent.e lacerabile: milza, apparato sottopos.to 'ail'11perazione dBilo strappamento in cui genito-o rinario , grossi tronchi arteriosi e venosi , il, lesi (Osserv. compilala dal Doll. Giacinto Pachiotti). ho estratti dalle dµe cavità nasali nove polipi vescicolari, aventi ciascheduno il suo speci:.ile pedicciuolo, J gr·avi guasti rinvenuti nel cadavere hanno data a.mpia ragione della morte. Grande danno che l'amc1derenti · alla parete esterna di quelle cavità, per le quali, rimaste libere, (acile divenne !a respirazione. mal:ito noi'I siasi presentato all'Arte prima ch'il poComparsi un anno e mezzo dopo nuovi polipi vescilipo con la sua grand'e,1 ol uzione non avesse indotti i tanti accennai.i g-uasti e prima che l'~ffozìone locai.e colari, lo ho di nuovo accettato nella Clinica ed oavesse traiti in società di malattia apparati lontani : perato sempr'in presenza della Scuola per istrappamento con l'estrazione di selle pòlipi piccoli da imperciocchè risulta chi·aro clJ'il polipo ir! origine ambo le .cav ità nasali, aventi P,Ur essi il loro impiane·r.a fibr6s0' e che la sua degenerazione fungosa era tament.o nella parete esterna delle medesime. affatto se()ondaria , e si sa quanto in simili incontri In questa guisa liberato rimpatriò egli e, dopo una l'Arte sia potente. guarigione di due anni circa, andò soggettq_ ad una Oss. 26. Francesco Magnetti : anni 16 : contadino: terza riproduzioue ch'io cinqlie o sei mesi avendogli temperamento Jinfati<;O· sanguiguo : non stato soggetto resa inipossibile la respirazione dalla narice sinistra prima ad 11lcun altro male mai fuorchè • a corizze più e difficile da)la destra, .fu egli novellamente accettato o meno gravi e Ìunghe. Su i 14 anni cominciò ad nella Clinica Operativa ai 6 di febbraio 1846 , ~sessere IJ_J.olestato da un'ingrata sensazione di difficile sendo su i 40 anni. Nel giornù successivo a quello respfraziooe, la quale, a ~tribui Ia a corizza, non tardò dell'accettazione io ho in presenza della Scuola a cangiarsi nell'atto del respiro in quella d'un corpo strappati due polipi vescicoLui dalla cavita nasale contenuto nella cavità nasale sinistra ; corpo che diminuiva nell'atmosfera secca ed ingrossava nell'orni- I destra, aderenti alla sua parete esterna, di ri1ediocre

a

.

I


147 ,-ulume e non profondamente collocati , e nd mo· mento stesso divenne affatto Iibera la respi sazione da quel lato. Succedette una lieve emorragia che si arrestò facilm ente con le ioiczi<>oi d'acqua gelida e si l'imandò ad no altro giorno l 'tJperazione dall'altro Jato. Sei giorni dupo ùo st.rappato dalla cavilà nasale sinistra un p11lipi, vescicolare del volume d'unu grossa noce, nato dall'osso turbinato inferiore e così pro· fondamen·te collocato che fu con qualche difficoltà preso con le pinze e dopo due o tre trazioui es~ratto portando sec11 nel suo pedicciuolo una piccola porziono dell'osso turbinato inferiore. Lieve assai fo pure quivi l'emorragia ed arrestata ugualmente .con le i niezioni. ,l'acqua gelida. Nissuna ria1,ione si de~t.ò dopo l'opera:done e la respirazione divenne libera da ambo le oarici, epperciò liberalo da~ grave incomodo, l'operalo rimpatl'iò e d'allora in poi noo• più si prnsentò ( Oss. stata compi jatu dal Sig. Dott. Lessona, degno 6gliù del suo valente Pa~re). · Oss. 28. Pietro Ci ..... : anni 22: contadino : temperamento sanguigno-linfatico : costituzione mediocre per natura e deteriur-ata dal vizio dell 'onaoisrr10 : prima dei i9 anni nou altro sofferse fuorchè una lenta subrioilide nell'infanzia, la quale durò ranghi anni coo abbondaule secrezione mucosa avvicendantesi con fiequeoti epistassi. Avendo su i i9 anl)i dormilo per sei mesi io una stalla di coi l'umido vapore aveva aumeutata l'abituale secrezione di muco nasale e· questa esseudu stata varie volte soppressa dal freddo rigo1·CJso nell'uscire da lla s~alla , gli sopravveunero uella cavità aasale destra due polipi fibrosi di cui uno aderente alla sua parle alt.a ed esterna e l'altro in vicinanza dell'orifizio gutlurale della tuba EusLachiana con impedimento sempre crescente del respiro per quella narice. Un Pratico gli strappò il polipo della parli: anteriore, ma non putè distaccaroe il pediecìuolo tant'e tanta el'aoe l'aderenza; ondecbè, essendosi riprodolto, dopo un anno cioè 25 giorni prima di presentarsi alla Clinica , si ritentò lo struppamento, ma, lungi d.~1 riuscirvi, per le violenze òsate nello strapparlo, per il pizzicarlo che faceva continuo l'ammalalo con agùi e pe1· il sito che occupava nella parte anteriore della cavità nasule di coutinuo esposta all'aria atmosferica, degenerò oel suo corpo e <li benigna natura qual era-presentavasi, quando l'ammalalo fu uccellato nella Clinica ai 3 di gennaio i.844, di natura apparentemente maligna, éarnos<>, stillautc fac ilmente saogue, conservandosi però fibroso il suo pedicciuolo : in quant'al polipo vicino alla narice poslt'riore, era esso pure fibroso nel pedicciuolo ti nel restaute molliccio: in· tan lo l'osso nasale destro erasi alqua11t11_ discostato dal sinistrn e l'irritazione della oclmeideriaoa diffusa alla mucosa del canale nasale insieme con la pressione folta dal polipo, dava di volt.a in volta tuogo al tumol'e lagrirnal~ des),rn cnn istillicidio di lagri1Tfe : ooo stillicidio quasi co11Li11u,1 siero-mucoso, alle v11lle sangoiuoleolo, succede,·a pure dalla narice : non eranvi dolori lancinanti. Nella matiina dei 15 del ci1ato mese ho tentata uvanti !a Scuola la legatura del polipo posteriore, ma la sn~1 positura e più ancora la larga sua base reser inutili lulli i miei sforzi: con l' idea di reciderlo più t:i.rdi ricorsi allora allo st rap· pamento dell'anteriore : venne via con facilità la

parte degenerata, ma, p er' '}tt&ot~ forH ¾O abbia u-. sala e tale nel tirarlo che già comjociavan a sconnettel'si gli ossi della cavità nasale, non bo potuto le~ vare via di quel pedicciuolo altro fuorchè una sottile lamina di tessitura fiurosa. Mi bolliva nell'animo l'idea di levarlo via subito con la recisione, ma l'emorragia essend'irnpet.uosa, dovetti f'ermarJa ::5ubito con Ja riempitura che praticai più stipata del solito con 1a speranza ch'avrebbe essa destata u,_J'infiarnmaziooe rammollatrice di quel pedicciuolo ed anche del polipo posteriore e con il progetto di ricorrere, ciò non succedendo , più tardi alla recisione del polipo posteriore e del pedicciqolo dell'anterivre. Ma l'ammalato ch'era d'un naturale indifferente, rozzo e salv'a lico, si levò dopo poche ore la compressione e n~lla mattina del 15 volle uscire dalla Clinica ( Osservaz. sta~a _compilata dal distinto Dott. Gio. Catella). E qnegt'oss.crvazione un'ulteriore prova dell'origine flogislica dei polipi, della tenacilò. con cui aderiscono i fibrosi e della lorn tendenza alla degenerazione carnosa. Oss. 2-9. Gi1)s~ppe Lanza di Truffarello : anni 59 : Cùntadino : robusto : alleticu: 4busatore di vino : abito ~rdio-capilale: sovente esposto pel suo mestiel'e al s11lall1, ed a t'requ~oti vicissitudini atmosferiche che non curava. Nell'anno i82 l fu collo da grave sinoca gastro-reumatica c00 dolori al capo ed agli occhi che al solito 1100 curò. Cessò con il sudore la (ebbre, cessarun i dolori degli arli , ma rimase un dolore cupo che dalla radice del naso si p1:olun gava alla base del cr:inio, con seuso di tura nasale , con frequeqtc romb,, 11elle orecchie e cou seminie,zioue degli occhi . 1):.11.osi a.Ile sne ordinarie occupazioui ed agli abituali abusi in alimenti e bevande calorosi, quel dolore persistè.e sei mel'i appresso fu coosegµitato da torpidezza delle forze fisiche e d~ imbecillità e tendenza all'apoplessia lenta, cm istrahismn dell'occhio destro , conservando però nncora il movimento degli al'ti toracici ed ad 1lo111i_oali. I mezzi terapeutici adoperai.i furono pochi ed insufficieut.i. Tant'e: fu egli tre anni dopo cioè ai 7 di giugno t8'i4· ricoverato nello Spedale Maggiore di S. Giov,tnni in condizione di compiuta apoplessia con respirazit>ne quasi atfatlf) impedita per un enorme polipo che si riconobbe occupare t11tla la cavità Da· sale d,~stra la quale era mollo distesa e che si prolungava nelle ft1uci in modo da turarle quasi affatto. L&sciato a sè, nell'irnpùssihilità di far in quel suo misero slato alcun utile tentativo , egli si spense tre giol'ni dopo cioè ai 9.7 dl'l detto mese. Necropsia. Polipo sarcomatoso elle, nato dal seno sfenoidale di cui le pareti eran assottigliatissime e quasi ovuuque oecrolicbe, si divideva in due appendici di cui una riempi va la narice destra e l'altra le fau ci : più di tre linee spP.ssa la ùun.1 madre coprente il seno e oel tempo stesso adereut.e alla faccia i11feri11re dei lobi a11teriori del ccrl'ello : in ciascheclu no di questi lobi un ascesso cislico , pieno di mate1•ia saniosa e 11tll1 comunicijote con i ventricoli laterali : siero limpido in poca quaotita nei ve11lricoli laterali con una cisti in ciaschedun ventricolo, piena pure ùi sieru, Jarga C{>SÌ che poteva capire on me1.1.'uovu di . gallina: !-Comparsa quasi totale delle anfrattnnsità nell.i superfic:e superiore del cervello in corrispon-


148

mollito, ne rimase traforato. Dopo trascorsa la ifa . denza di quegli asces~i e di quelle cisti : la sostanza zione traumatica che fu lieve, ho con la sonda del cerebrale era molle e d1 colore gialliccio in giro a Bellocq fatto giornalmente fiassat·e nelle cavità nasal i queste cavità morbose e ridiveniva dura a mano che uuo stuello piuttosto voluminoso e spalmato d 'un-. dalle medesime si discostava: è cosa notevole ch'in guenti ora mollitivi , or astringenti, ora cateretici semezzo a 11,1nti guasti dei lobi cerebraii anteriori acondo le circostanze, fin alla cicatrice delle interne vess'egli conservato· l' udito fino quasi agli ultimi ferite, e ciò nel doppio scor,o d i mantener allargate tempi del vivere suo. · le cavità nasali e le narici, di , favorire la guarigione La sede primitiva del polipo, evidentemente di· delle sofoziòni di continuità e di cancellare l'azione pendente da flogosi negletta, spiegò la prpnta ten:polipizzante della mucosa. Fra.ttanto non fuvvi piil denza apopletica. · d'allor in poi alcuna riproduzione poliposa e l'ope Oss. 50. li Paroco N. : anni 4.0: Lemperamento rato potè sempre respiraré pel · naso, se non come s:rnguigno-bilioso: costituzione ottima_: abito cardio nello stato di sanità, senza bisogno però d'alcun arc~pitale: nato da parenti sani : stato· sano egli stesso tifizio. · siu ai 24 anni io cui per ripetutissime corizze proOss. 3i. li Cav. Comandante G.: anni 48 : tempevocate dall'aria vivissima ch'egli ; per dovere di suo ramento linfati.cò con carni flaccide : naso e cavità stato , andò a respirare, bene diversa da quella ·del nasali grandi straordinariamente : stato oella sua vita suo luogo nativo , fu colto Ja poliffi nasali: otto o passata sòggetto a: frequenti corizze , epistassi ed u dieci volte un Pratico altronde distinto ne tentò lo soprasecrezione di muco nasale con· intercorrent e strappamento : ad ogni volta egli levava via qualche difficoltà di respirare pel naso la quale si rese Sl\ i porzioncella dì polipo, ma in nissuo caso mai potè 45 aoui continua per l'evoluzione di polipi· nasali di sbrattare del tutto le narici·, sì che il benefizio delcui . alcuni erano già stati strapp'ati e 1·iprodotti ·l'operazione era in poco tempo perduto e le cose quand'io presi -a curarlo n·ell'anno i 828. Le cavità tr'ascorsero tant'oltre che, disperando di guarirlo con nasali erano letteralmente pieue di polipi vescicolari le operazioni , lo consigli<> di portare costantemente _e d insin allargate nella loro parte cartiiagino.sa. Non due cannule in argento, una per ciascli.eduna narice ; ho potuto sn I~ prime riconoscere quanti. fosser i il che l'ammalato praticava già da sei anni, quando ricorse alla Clinica Operativa nel mese d'agosto f827. , polipi, ma, accintomi all'operazione, dovetti strapparne in più sedute cinque dalla ca\'ità nasale destra Riconobbi un polipo lardaceo dalla base piuttosto e quattro dalla sinistra , dotati ciascheduno del prolarga ed aderente ai tessuti coprenti l'apofisi h?silare prio pedicciuolo , aderenti alla parte .alta e laterale dal lato della narice sioisrra, che ho potuto con qualdelle narici e posti a scaglione dalla narice anteriore che difficollà strappare. Riconobbi un altro polipo alla posteriore. Due dei medesimi m'offèrsero questi vescicolare, avente lunga radice nella parte alta d~l particolari fenomeni ch'in uno, divisolo con il gam · naso e pendente pur esso nella cavità oasalf: sinimautte dopo estratto, rinvenni un ascesso di· cui la stra, che ho pure senz'alcuna difficoltà potuto . strapmarcia usci a sprazzi, mentre nell'altro rinvenni una pare. Riconobbi altresì· e strappai un polipo vescicovera cisti purulenta certamente di lontana Migine. lare aderen! e all'osso turbinato inferiore della cavità ·Nessun accidente essendnsi manifestato uè nell'atto nasale destra . Riconot,bi io ù~e ipertrofica la mem delle operazioni, oè dopo, l'ammalato, pe1,fettamente brana mucosa d'·ambo le cavità nasali con- molti ·par~ libèro dai pregressi incomodi che tanto lo contristaziali ingross~menti non ulcerati che la rendevano -vano, partì per il luogo della sua residenza con tutta bozzuta com'un aggregato di polipi, per cui il consiglio d 'usare per lungo tempo mezzi astringenti respirare per le narici era impedito a segno cbe Hised oppiati locali all'oggetto di prevenirne la ripro sun profitto aveva ancor l'ammalato ricavato dalle <lozione. praticate operazioni. Quest'ip~rtrofia e queste bozzé Oss. 3i òis. Il Sig. C. : temperamento sanguigno : avevano più specialmente sede nella parte inferiore costituzione robustissima : anni 56 : abusatore di ed esterna d'ambo le cavità oa_sali. , vino: soggetto da raga:z-z.o a corizze e ad epistassi , Ho potuto. in nove seduté liberare la metà antefavorite aocbe dal vitto disordinato e dalle vicissilu. riore d'ambo le fosse nasali da quelle ~ozze dure , dini atmosfe~icbe a c,ii tuttodì imprudentemente si parte recidendole, parte schiacciandole con le pinze esponeva. Avvertì due anni prima la presenza d 'un e poi riempeodo ad ogni medicazione le cavità napolipo vescicolare nella cavità nasale destra, presusali così che le soluzioni di contiuuità nel cicatrizmibilmen le aderente all'osso turbinato inferiore, che zare più nori le res.tringessero. Ma anche· co11 questo io ho strappato in presenza e con l'assistenza d'un bell'evento che non s'òttenne fuorcbè co11 cure prodistinto, dilicato e prudente Prali<;o di questa Capitratte di due ~ più mesi, là respira2ione pel naso tale il Dott. Gromo, già mio Allievo, a cui la Parca ura poco più facile di prima perchè tuttora rimane vano le bozze con ipertrofia della metà profonda delle. ha troncato il filo della vita oel suo fiorn con inenarrabile e duraturo cordoglio ·de' suoi Amici. Ora cavità nasali. Prevalendomi allora defl'opportunità bene , il polipo strappato ch'era del volume d'una ci.Je m'offrivano le narici, già pet· tante operazioni e nocciuola ci offriva un colore roseo-pallido con una per la longa presenza di polipi e di cannule più del arborea e di"stiota · distribuzione di vasi nella sua sunaturale dilatate nella loro parte ossea, con i diti perficie ed, aperto, un ascesso d i vera maréia la quale indici d'ambo le . mani , introdotti uno .nella narice anteriore e L'allro nella posteriore in modo che quasi schiziò a distania. Oss. 5'l. Il C11v. B.: anni 68: temperamento bi · si toccavano nelle cavità nasali, ho potuto lacerare lioso -sanguigno: cosl.it.niione forte: naturale allegro: e distaccare tutte le porzioni della mucosa così con, stato soggetto a ricorrenti pletore addomiu a\i e pettartiioate. li tramezzo del [!Uso, da lungo tempo ram-


mez1:o e ra stato spinto verso la sm1str~ mirìce in-. rali viote sempre con le miguatte all'ano: stato pure modo ch'era in distanza d'una sola linea dall'osso soctgetto io tutta la sua vìta a corizze ed a iptu·seturbinato inferiore · sinistro. Ne conseguitò. una lunga. cr;ìione mucosa dal naso, favorita dall'abuso cùe fa· rinitide nel corso della quale si formò nella cavità ceva .eoli di tabacco forte. Tant'è : · da 52 anni non Qasale sinistra un piccolo polipo che , avendn reso poteva 'Degli più respira~e dalla uaric·e destra per un impossibil il passaggio di quel piccolo filo d'aria che polipo vescfo'olare cresc1utole ~entro ed .aderente alla aveva luogo prima, indusse dopo due anni dall'acci• parte profonda dell osso t~rbrna~o med1_0,, che neldente l'ammalato a presentarsi a me nell'anno i844. l'anno i852. io gli ho strappato 111 Lotal1ta con qual · La narice esseudo ridotta ad una semplice fessura, che difficoltà e con eonsecutiva guarigione. Due osmi volle moltv per iscoprir il polipo, ma in fine lo servazioni ebbi a far in cotesl'occasiooe, una è che scopersi nell'atto d'una violenta espirazione in cui nelle branche delle pinze rinvenni con · il polipo mag· venne cli passaggio dondolare ali.a fessura. S'atfacgiore svelto · dalla sua radic.e due . pic~oli pol(pi in~ ciava la difficoltà clell'atferrarlo. Per ciò con una tieri, non maggiori della capòccl11a d uua spilla , 1 piccola e sottile pinza introdotta nella narice per• quali nella successiva lor evolu~iolie s~rebbero sta~i a · venni poco per poco a farla passare a traverso della to1:to ccmsiderati siccome la riproduzione del polipo fessura tanto che llli permise di prendere con un'altra stàto strappato. L'altra osservazione è che dopo l'opinzo parimente piccola il polipo. L'operazione non perazione la metà profo~da della cavità na_sale e fu seguita da alcun accidente. Subito dopo l'opera, le fauc.i oon più da 52 anm avvezze al contatto delzione la narice ammettevà un lìlo d'aria del doppio l'aria, pel passaggio di quest~ i_n_.colonna P!~ttosto maggime del solito, ma nello spazio di quindici giorni, grande percbè grnnd'era la cav1ta r~asale, s 1_ofia,rnper il graduato accostamento del tramezzo ·nasale marono , diffondendo la loro flogosi a quasi tutta all'osso turbinato iuferiore sinistro, tornò ad ammetl'estensione della membrana w·ucosa delle vie aeree ter il solo tenue filo che ammetteva prima dell'evocon febbre e con secrezione abl:!ondantissima di caluzione del polipo. tarro avente in alcuni periodi del male i caratteri di Oss. 55. N. N.: capo d'Albergo: anni 40: tempe· pu,:ulenza. E non fo libero da .quest~ fl,igosi che due ramento linfatico: abito scrofoloso: stato fio all'età mesi dopo l'operazione. della pubertà soggetto a rinitidi scrofolose · con inOss. S5: 1 L'Avvocato F.: am:~i 5i>: temperamento grossamento del naso. Ebb'egli sempre diffidi il resanguigno-linfatico : coslit uzione robusta : affetto da spiro per il naso, ma da veut'aoni erasi reso steni idrocele destra : abito cardi o ·capitale : alquanto atatissirno per l'evoluzione di polipi nasali, per cui si busatore d'alimenti e di bevande calefacienti: emorpresentò a me nell'anno i83f. Noo mi volle molto a roidario e soggetto a pletore venose addominali che riconoscer un polipo vescicolare nella cavità nasale soleva fregare con le roig:1alle applicale due o tre sinistra, pendente dall'alto e moltiplicati polipi della volte nell'anno: stato pure per un nonnulla soggetto io tutto il corso della sua vita passata a frequenti t stessa natura, aderenti alla faccia interna della parete esterna della cavità nasale destra. Fu facile l'estrazione corizze con abituale soprasecrei,ione mucosa nasale del polipo sinistro, ma nella parte destra dov'erano in ch'egli favoriva ancora c0n l'abuso di tabacco fino e numero di quattro, collocati a scaglione, se mi fu facile forte di Sardegna. Su i 47 anni cominciò ad avere lo strappar i tre primi in due sedute, ardua mi riescì difficile il respirare pel naso ed _un _anno appresso..l'estrazione del quarto tant'era esso profondtimente un Pratico l'avvertì della presenza d1 polipi nasali. collocato ed ancora, per 1iescire nell'intenlO, dovetti Dopo aver ancora sostenuto cotest'incornodo per due spingerlo innanzi e fissarlo con un battuffolo di fi. anni, si presentò egli finalmente a .me nell'anno f836. Jaccica introdotto con la sonda del Bellocq per la Riconobbi essere la narice e la cavità uasale siaistre narice posteriore. Fuvvi però dopo lo strappameolo onninamente turate . dalla membrana Schneideriaoa di questo una riazione locale e generale che dovetti ipertrofica,. tutta bozzuta ed offrente letteralmente placare con tre salassi. Ambo le cavità nasali rimal'aspetto d'n!l aggregato di piccoli polipi. Riconobbi ·sero affatto sgombre. pure la presenza di polipi vescicol.arì nella cavità Ma que~to caso mi porse l'occasione di due os· nasale siuistra. La c ura della malattia della cavilli servazioni. Una è che l'uscire, dopo l'estrazione di nasale sinistra dovendo necessariamente protrarsi in uno o pii1 polipi da una_ cavità nasale, il sangue dalla ùiluogo ed essendo limitalo il tf'mpo che l'ammalato, narice esterna e non dall'interna è indizio ch'allri quale Magistrato, poteva dar alla sua guarigione, si polipi più profomli e voluminosi coesistono. Di fatto convenne <l'operare soltanto su la cavità nasale deiii questo caso fuvvi emorragia anche un po' notestra : il che feci strappando da questo io tre sedute vole dalla narice· anteriore dopo l'estrazione dei tre cinque polipi di cui tre voiumìuosi e due piccùli e primi polipi della cavità nasale destra, ma non dalla con ciò sbrattata del tutto rimase quella narice : posteriore da cui al p1ù nscivan alcune gocce di uoo de, polipi voluminosi era trifido ed uuo dei pie· appena bastanti a tingere il muco delle fauci . sangue coli era aderente alla parete inferiore del naso , La second'ossen•a1,ione, tuttocbè non analoga al mio mentre tutti gli altri o discendevano dalla parte alta argomeuto. la dico però per la sua curiosità ed è della cavità nasale od erano radicati nella sun parete che l'operato essendo da più di vent'an ni tocco di esterna. varice a11eì1rismatica al braccio destro io seguito ad Oss. 34. Il Cav. R.: ex-Capitano : temper,1mento un salasso infelice, fu incuriosamente salassato dal sanguigno: costituzione robustissima: ~no i 40: non stato ammalato mai. Cadend,1 da ca vallo e pèrco- , Flebotomista nel cenlro del tumore senza che siana risultato inconveniente di sorta. tendo su il naso rilevò, oltre ad altre gravi lesioni, una notevole alterazione fisica nel -naso di cui il tra· (Continua)


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1>'A1x lN' SA VOI A NE LL'ANNO 1852; del Dot(. CosTA~zo Med. di Regg.

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Malattie Penerec. Quattro furon i Mililari stati inviali ai bagoi per tentare la gua rigione di questa malatlia. Due erano tocchi da orchite blennorragica cronica e gli altri due da sifilide terziaria invai.lento il sistema osseo. Nei due primi casi le circostanze fisio-patologiche individuali che precedetter ed accompagnarono la malattia essendo presso a poco i.dentiche, basteranno pochi Cenni Storici comuni. li testicolo sinistro voluminoso, duro, indolente, con superficie liscia leodeole alla fo rma sferica lasciava distinguere per mezzo del tatto l'epidimo moll'ingrossato e di durezza lapidea : sano alTallo era il cordone spermatico: non si notava raccolta Sillrosa nella vaginale del testicolo, non le disuguaglianze, non ,il peso, non la forma propria del testicolo venereo. La malallia non preceduta da ulcere veneree durava in un caso da un aono e mezzo e nell'altro da duo anni, stazionaria e ribelle in tutti e due a tulti li mezzi cural ivi locali e generali . Ambi i casi riguardano giovini di temperamento sanguigno e di forte costituzione, non mai sta.li prima ammala ti, ma solo soggetti a dolori reumatici articolari e muscolari dqpo l'infezione blennorragica. 1 bagni d'immersione ed i bagni a vapore lùcali prod1Jssero notab.ilo vantaggio, ma la doccia locale su i lesliceli, ten tata nei primi giorni di cura, dovette abbandonarsi perchè esacerbava la malallia. Come la coulaminazione sifiliti ca possa a vero luogo a dispetto delle più eccellenti condizioni lìsiologichp individuali e como la medesima possa rimanersi inerte e latente per · lungbi anni, presente apparentemente la (più Jlorida sanità, verrebbe manifesto dalle seguenti osservazioni concernenti gli al 1ri due cosi, se quei fatti n6n fosse ro già bastantemente couosciuti nella Storia dellà Sifilide. Francesco (.) . 4 : 1 Brigadiere nell'Arma uei Carabinieri 1{. , d'anni 56, di temperamento sanguigno, di costituzione atlelica per eccellenza, non mai stato prima tocco da maJallie, io seguito a "enerea contaminaziontt era tocco, or sono selle anni mentre si trovava il Piemonte, da ulcera venerea alla ghianda, a quauto sembra indurata ed ostinala, per cui fu sottoposto ad una cura mercuri ale gene· raie. pe r mezzo delle frizioni continuale per piu d'un mese, d'alcune pillole prese internameote, ecc. !)'allor in poi god'ette ollima saoilà e scevra da nuovi accidenti locali. Solamente da un anno a qut1sla parte trovandosi di ser· vizio in Savoia, previi dolori notturni prima vaghi , poi fis~i alla fronte, al ginocchio ed allo sterno, comparvero esostosi alle due prime regioni eù un ida rlrosi al ginocchio. Al comparire di queste morbose manifestazioni cessaron i dolori oollurni cd i tumori ossei presero l'andamento che loro è ordinario. Alcu11i giorni prima di venire ai bagni l'ammalato aveva cominciata una cura interna per mezzo del joduro di potassio che tollerava assai bene e sembrava prndurrc buoni elTelti . Questa cura fu perciò continuata insieme colla termale e, sebbene le docce ed i bagoi a "apore locali e generali fossero tollerali in principio e per piu di venti giorni continui, essendosi tullavia esacerbale le idropalie degli ossi, fu necessa rio

sospender i bagni che non poterono più essere ripresi. Qui alcano potrebbe Corse domandarmi perchè non ebbi in sul principio ricorso alla cura termo-mercuriale la qualo in simili cir.costanze produsse migliori effeui nelle mani di Despiue, di Guillaud, di Bertier, ecc. Veramente . do ai selle anni trascorsi <lalla prima cural avuto riguar fatta con il me~curio ed avuto r iguardo ai dolori ostl!ocopi caratteristici che segnarono la prima or igine delle esostosi, una nuova cura mercurial e sembrava indicala ma la 1ollt:lranza che subito si manifestò Jler le docce 0' per lo stufe d'inferno e specialmente il si lenzio dei dolori nolluroi, se da uua parte lasciavano cret.lere distrullo o degenerato il germe sifilitico, dall'altra lasciavano sperare mi~liori vantaggi dal ioduro di potassio di cui l'uso erasi sotto buoni auspicii intrapreso . Il Maresciallo d'alloggio dei Carabinieri H. B ... d'anni 44, di temperamento sanguigno-bilioso, di forte costitu zione, ricorre\•a per la terza volta a questi bagni per ampia esostosi parenchimatosa ad ambe lo tibie, :;1aziooaria, eburnea, indolente e so lamenLI¼ séusi\Jilu alle varia• zioni atmosfer iche. Fu costui nell'anno 1857, mentre si trovava di Stazione in Pinerolo, tocco da ulcere e da bub . bone che durarono per alcuni mesi e poi cessaron affallo seoza cura mt!rcuriale e senza lasciare di loro alcun ricordo sin all'anno 1848 in cui dopo longa m_arcia a traverso di copiose nevi con i piedi male riparali e guazzanti oell'acqua, comparver alle gambo li descritti~ sintomi di sifilide terziaria. l\i~orreva ailor allo Spadaie dove, convcnientemeole curalo con il mercurio, fu a tale ridotto da poter esser ammesso a gode r i benelhi i dello acque d'Aix a cui fu ammesso nel 1849, nel 1850 e nel corrente anno con sempre cr~scente utilità. No'due casi 1Jl'0Vornente es posti di sifilide terziara noteremo di ,,o)o. 1.o La mancanza dei sintomi sccondarii che formano ordinariamonle, m.a 1100 necessariamente l'anello intermedio nella morbosa catena della siulide. 2.o La comparsa delle esostosi tanto nel primo caso in. cui . ebbe. .ll1ogo la cura mercuri.ale mentre vioevano . . o srntom1 prnn1tm, quanto nel secondo in cui ebhc luogo la sola cura anlillo&islica. 5.° Finalnwuto come la disposizione ( 1) si61ilica lateote da varii anni e che con il tempo forse sarebbe cessata, siasi in vece manifest ata al di fuori per l'influenza del cangiamento di clima dal Piemonte alla Savoia ed io seouito o ad ona potente cagiou occasionalo meccar.ico -roumalizzante. Questa cosa ·si verifica pure, scrivo Baomès, per i Soldati Francesi che dall'Africa · e dal mezzodì della F rancia vengon a Parigi od a Lione con i germi della sifilide latenti. A provare maggiormeole l'influenza del clima freddo, incosta nte e talQr umido della Savoia nel· l'evoluzione della si61ide latente, potrei citar ancora due casi osservati nella mia pralic.a particolare. L'uno riguarda il signor F. che curai ù'un'esoslosi venerea alla libia ; l'altro il sig. l'. che ricorse ai miei consigli per la cura t.lei leslìcoli evidentemente sifilitici. Amend11e sof. rriron aoni sono sintomi primitivi di sifilit.lo io Piemonte

' disuguaglianze e le bozze caratteristiche del testicolo si_~lilico h~nno sede nella membranza Hbrosa albuginco, come g1a avverti va A. CooPER. (1) Le


:l.5i dove fecerò la cura mercuriale e non ebbero sintomi secoodarii, ma, venuli io Savoia, furon incontaoeote tocchi dall~ suddette produzioni terziarie. Certamente in questi casi l'elemento .causaÌe reumatico amante com'esso è dei tessuti fibrosi non pµò esS'er estraneo ·ali' evoluzioo_e del le osteiti, delle pfriostiti e dei testicoli siiìlilici (1) a preferenza delle varie dermatosi più frequenti nei cl imi ca 1di. Malattie <la cagioni traumatiche. Sei furon i Militari che accorser ai bagni per lesioni traumatiche antiche. Due di questi lamenta-vano dolori e diffico·Jtà nei movimenti del piede i11 seguilo a storta sofferta alcun i anni prima. Liberi ed estesi i .movimenti spontanei e comuni· cafi; naturali il volume, la forma e la direzione del pied e, non poteva tuttavia negarsi la possibile realtà dei dolori che i medesimi allegavano soffrire nelle lunghe marcie, nelle soverchie fatiche, nelle prolungate maoovr.e, ecc., o per l'influsso di variazioni almosferiehe. l med'esimi ritrassero vantaggio dalla cura termale. Meglio manifeste le tracce della lesione traumatica e più gravi le conseguenze nppariyaoo nel seguente caso di fràttura . Es·so riguarda il Sergente Veterano Amato Alamar d'anni 52 e di mediocre costituzione, il quale si presentava ai bagni con le grucce per anchilosi al ginocchio sinistro, corisecativa a rottnra lraversaìe della roleHa a ciii soggiacqèle or sono sei mesi io seguito a cadu'ta. La fasciatura conveniente, l'immobilità e l'es·teosione cootinna del membro,, se erano necessarìe all'ooiooe dei frarDlJ!COli, n_on pete · vano non favorire la rigidilà dei mn·scoli .e dei legamenti , il torpore e l'atrofia dell'arlo: s'aggiungano l'ingorgo fio gistico, i versamenti plastici, le aderenze morbose, la loro facile diffusione per l'estensione e complicazione aoato· mica dell'articolazione, ecco gli agenti causali prossimi dell'anchilosi e della qnasi perfetta immobilità del membro. Li vantaggi olleouli dalla c1,1ra termale, se non corrisposer alle speranze che s'aveva per l'età non anc.ora troppo avanzala dell'ammalalo, per il poco tempo decorso dallo sventurato accidente e per la . cagione stessa che lo produsse, ecc., furono proporzionali alla durala della cura la quale dovelle per necessiità limitarsi a pochi bagni di z1iscina ed a poche docciature non abbastanza calde. Un giovine Tamburino del 7 .° Fan teria-ricorreva pure C()[1 va11taggio ai Bagn i per fratture sofferte due anni sono al terz'inferiore della gamba destra. Lagnavasi dj dolori intorno al collo, poc.> sensibil al tallo , d'incomodi e diffico'llà nei movimenti del piede il quale diceva intumidirsi e dole.re maggiormente nelle lunghe marcie, nelle manovre, ecc. Compion il quadro delle malattie traumatiche un caso di grave conlusioue ed. nn altro di conlu-sione con commozione cerebro-spinale accadute da un anno. li passaggio rapido della ruota d'un carro d'Artigli eria su le spalla d'un Caporale di qnel Corpo (Carlo Tosaòo) produsse una violenta distensione d'ei l·egame·nti ed una grave contusione dei tessuti che compòugon e difendono l.'arlicolazione. Il riposo del membro unitamente a lutti quegl i altri soooorsi che una cura illuminala può suggerire, rimisero l'Artigliere in istato di continuar il slìo servizio, ma rimaneva però ancor un tale quale grado di -rigidezza (1) V. Réclferchcs sud'aclionùlls--ea'ux>min~ràle~ d1A1&o èn Sa• voie dalis iles ma1adies des yeux pas J. E. PETREQUTN. Clfàmbéry, 1S52. .

nell'articolazione ed alcani intercorrenti dolori oh'i bagni cessarono. Leopoldo Migliorato, Musicante del Regg. Cava lleggieri di Aless.andria, in seguito ' a caduta dal primo piano d'una casa rilevav'a uria grave contusione con commozione cerebro-spinale di cui le conseguenze dopo un anno e pitr si fanno tuttora sentire special.mente nei caogiarnenti . atm?sferici. Smemoratezza, · vertigini, cefctlalgie, traballa menti degJi occhi, olruscamento della vista, dolori ai lombi, torpòre delle estremità infe~iori, spossa tezze spontanee generali, ecc., soo i sintomi che ricorrono di quando in quando passeggieri e che dimostrano non ancora reintegrale le funzioni del cQmmosso sistema nervoso. Essendo venuto alla seconda muta, l'ammalato ha potuto goder i beneCìzii delle belle giornale di luglio, ma non sembra h)ltavia migliorato quantunque tale sia il nome del su·o casato. (Continua)

REl,AZIONE DELLE CONFERENZE 'scIENTl~ICHE (Mese d'ottobre. 2a Tornata ). NIZZA. Nella seduta dei 15 il Dott. Tarrooe 1·icerdando le assennate parole delle .dal Med. Div. l)ott. Nicoli;; intorno alle cagion_i che favoriscono l'evoluzione della tisiohezzà nel Soldato menlr'egli dice accostars_i di preferenza all'opiniooe, stata pu; eme~sa dal ?Cito Med .. D1v , che fa dipendere la primitiva ro·rmaz1ooe dei lu.bercoh pol~onari da tutte quelle cagioni che valgon ad ~Iterar.e J'emalos1,.crede che questo fenomeno meglio possa .5p1egars1 ammettendo le idee filosofico-analitiche dell'o dier~a Sc~ola ~erma~ica, per mezzo delle quali. partendo dallo studio fis1olog1co dell _orga!)O polmonare si iunge quasi a sorprendere la natura ne1 suoi morbosi procedimenti. Di fatto i pazienti e'd oculati Osservatori di quesla Scuola éonsideraodo come per la loro struttura gli organi polmonari potrebbero esser~ capaci ~·un vo\~~e d'_ari~ eg_uale a 2sq poli. cub. lasciaµd o cosi luogo a 60. e pm rnspiraz1om per ogm minuto, mentre la natura r:ion .d~~tmava \JUesti organi ad operare foorchè in proporz1001 m101me relativamente a delta loro capacità cioè facen.do _si che al\'in~egrità della vita bastassero da 1fi a 18 iuspiraz10m per og_u1 m10uto e conseguentemente ch'il volume d'aria 1nt1ydqceotes1 nel pol~one per ogni inspirazione fosse ridotto a 18 m 20 poli. cub., spiegano nel seguente modo la prima formazione dei tabercoli polmonali. Accadend_o,dicouessi, che per uno straordinario impulso vitale qualunque 11 polmone acquisti una capacità magRiore del consueto e per. consegn:-nza od- una maggiore quantità di sangue trascorra ne\ medes1m? o_ppure h sola ordinaria quantità di quello magg1_or1:"enle s1 diffonda e. compenetri quella parte di questo che s1 dllala per ecceltuaz1one; accadeod'aocora ch'io queste circostanze s'arresti la respirazione iocootao,ente e per modo che n~u tutto il sangue contenuto nel polmone abbia avuto tempo a sub1re la combustione necessaria per l'ordinaria metamorfosi del sangue venoso in arterioso, ne debbe conseguitare q_uando per movimento retrogrado non sia assorbita, on parzial~ r1_slaguam~nto nel tessuto pol~o~are d!u!Ja tale quale quantità d1 sangue inefficace alle fuozw01 della vita. Orli questo sangue p_otendo solo esser assorbito per quella sua parte costituita dallo siero, ma non per quelle formate dal c~uore, dalla fibrina e dai, principii. carbonasi abbondantissimi io quello-prima della sua C?mbust)ODe, darà luogo ad una stasi di globuli sanguigni,,cagwne pmna dclla·formazioae dei futuri tubercoli. Volend'in seguito,il Doft. Tarrone più minutamente analizzare la genesi del tubercolo, dopo aver ricordata l'opinione del Schwan e del 'furpin secondo la quale, i globuli del sangue e della linfa (priocipii rudimentali dcl'tubercolo)· sono composti d'un nocciolo e d'un invoglio, .anzi a delta dell'ultimo sono corpi organici viventi e 11}sullanti d'una veséica rinchiusa in un'altra per la di cui formazione generasi prima il ooçciolo a coi si soprappone in appresso una mcmbrana,o cellula; dopo avere ripetuto cofDonnè ch'il tuhercolo·non sia sul principio altra cosa fuorchè una particella dj- fibrina provenient~ ~a piccole emorragie; dopo ave.re finalme.nt:e accennata l'opmrnne del Mogendic e del Crecvcllher secondo la quale i tuherooli s' offrono prinìa allo stato liquido e quiudi pel' effetto dell'assorbimento dei. liquidi che concorron a 0

0


formarli pasf,ao ,11lo slalo di solidific:nJone con forma di corpi rotondi, co•,.1chiude che, formatosi il 11rimo rudimento dtl !ubercolo, ques'w suole ri'disciogliersi e rimaner iner.te e stazionari? oppure s,oole vitalizzarsi e riagire, nel qual ultimo caso _dovra destar ,·Jn tale quale grado d'irritazione nei tessuti che lo circonda1,10; motivo questo per cui riuove mòllecolo concorremra1 mede,simo, dovranno accrescerne-il volume e preparare cosi le sucr;essive fasi della lisichezz,1, secondo che pienamente la pratica osservazione comprova. E cbe ciò sia in realtà, prosi~g~e il medesimo, lo dimostra il fallo quotidiano con la frequen!1ss1ma evoluzione della tisichezza in quelle persone che .straordmaria-mente debbon esercitar i polmoni, quali sarebbero i Suon_atori, i Cantanti, i Declamatori ed altri molli tra i quali i Soldati che, astrotli a faticosi esercizii corporali e conseguentemente ad alternazioni frequenti di funzioni !'espiratorie ora regolari ed ora precipitose, soggia"ciono sovente a quelle condizioni che sec~ndo le osservazioni della Scuola Germanica favoriscono l'evolnz1one della tisichezza. Per conseguenza crede il Dott. 'farrone che alle cagioni accennate ' dal l.\ied. Div. quali occasionali della tisichezza polmonare nel Soldato, debba forse considerarsi prima la vita intima del medesimo. Esaurita questa discussione, il l.\ied. Div., data comunicazione della Circolare riguardante il ooo,·o modulo del Quadro Nosolof:!ico e dei Rendiconti mensuali, invita il Dott. llfuzio a leg~er il Sunto cla lui annunciato intorno al metodo di cura della blennorragia. E questi, passati -in rivista i vantaggi che si .o tterrebbero nella cura è:li questa malattia dall'uso del metodo abortivo, qualora potessero preoccuparsi le funeste conseguenze ascritte a questa pratica, si fa a parlare della cura stata proposta dal Dotl. Nidriè e. dal medesimo fatta di pubblica ragione nel Jlidical lancet, per mezzo della quale, a detta dell'Autore, s'otlerrebbe la guai'igione della blennorragia in soli tre giorni o tutt'al più in una sellimana. Consiste questo metodo nella pronta somministrazione d'un purgante sc1lino a , cui s'aggiungerebbe~ in seguito le bibite fatte d'una decozione di semi di lino con mtro e nell'uso di contemporanee iniezioni d'acqua fresca,-rinoovate ad ogni mezz'ora d'intervallo nel -primo giornò di cura ed.alle quali con pari frequen,za sarebbero sostitùite nei giorni successivi altre iniezioni d'una soluzione d'una gramma di solfato di zinco in trec.ento d'acqua distillata. A questi mezzi andrebber uniti il riposo assoluto e la posizione orizzontale. Nei casi poi di persistenza nella condizion infiammatoria deìl'uretra, debbesi fate )·i torno all'uso delle in;ez;oni d' acgua ghiacciala susseguite parimente da quelle .della· soluzione di solfato di zinco. Il I>oUor 1\lnzio crede òove,re deri,va rsi l'efficacia di qaesto metodo dalla frequenza delle iniezioni, mercè della quale per il prolungato contatto della soluzione del solfato di zinco con la menbrana delturetra, si supplisce ,dia poca intensità dell'ag.cnte modificatore Il quale solo gradatamente cesserebbe la coudizione patologica della parie infiamm ata. Apertasi la discussione intorno a questo argomento, il .Doti. Ilobbio rimprovera la denominàzione di blennorragia siccome quella che non comprende la condizione patc;logica specifica dPlla malattia che verrebbe chiamata blennorragia uretrale sifilitica. li Presidente combatte la denominazione proposta dal Dottor Bobbio, percbè al giorno d'oggi con l'epiteto sifilitico si chiam~no le malattie dipendenti dal virus alceroso e non quelle indotte .Jal virus blennorragico: Il DoJlor Tarronf' s'unisGe in questa sentenza con il Presidente, distinguend'egli pure il virus silìlilico dal blennorragico, percbè secondo l'opinione di Hunter, l'innoc1Jlazi,me del virus ulceroso produce sempre _l'ulcera, mentre quella del virus blennorragico non produre altra cosa fuorchè la forma cateriale, e percbè ancora l'ulcera sola è capace di produrre la lae sifiJitica la quale non è mai generala dalla blennnorragia. Il Dottor Peluso d'accordo con gli ultimi per riguardo alla condizione patologica liiversa nell'ulcera e nella blennorragia, aggiunge, che ritene.odo quest'ultima qua[ infiammazione di carattere specifico-contagioso, bene sovente sia necessario. a guarirla l'uso degli speéifici' astringenti, quanJunque nei casi più benigni abbia molle volte veduto bastar i.I me,todo antillogistico blando associato alla tenue dieta, e bastar anche talvòlt.a l'uso solo del sQspensorio p1:r prevenire l'orchite btennorragica meutre gli ammalati continuavan ad occuparsi delle varie loro sociali incombenze. Crede inoltre cbe questo semplice metodo di cura, purchè adoperato in principio di malattia, possa generalmente essere coronato da buon esito, massiro;imente poi se nel cessare del periodo hifiamm;itorio si faccia. uso del balsamo di copaiba qual astringente interno. Quaot'al · metodo delle iniezioni opina egli che p~ssa benissimo in ileterminati casi essere più efficace de11li altri metodi, ma vorrebbe però che solamente si facesse ricorso al me~e~imo quando fossero già riusciti inutili tutti gli altri più sempl!CI compensi, giacchè mentr'egli è be.n lontano dal negare la cagione degli stringimenti alla natura stessa· della malattia trova tuttav_ia_ c~c q_u·esti susse~uono più ordinariamente al me~ t??O delle m1ez1on1 che non alla cura semplice da lai esposta; c~o che altronde sembra consentaneo all'osservazione ed al ragionamento, essendochè le rinnovate iniezioni destano sempre

nuo ve il'rilazioui oel canale deli'uretra. l)opo ii Dottori Persi e ~aratelli cb~ dicouo sottoscriver alle idee del preopinantc, sorga Il Doli. Muzio per sostenere che nello stesso modo con cui nelPacatissima ottalmia se havvi stillicidio purulento è adottato il metodc_> delle_cant~rjz~_azioni c?n il :°.itrat_o _d'argento, così per anafog1a negli st1lhc1dn urelrah pur1lorm1 si possa senza timore di diffusione far uso del medesimo per iniezione; e ciò tanto più in quanto che con questo metodo s'otliene una guarigione più pronta. li Doti. Bobbio ritiene parimente preferibile l'uso dele iniezioni fatte con una soluzione di nitrato d'argento e .vuole che nei casi d'in:i.;,mmazione mollo acuta nei quali ammette più proficuo l'uso del metodo antitlogislico, debbano bandirsi da quest'ultimo le bevande çilrate le quali, a suo credere, tenderebbero troppo spossata la parte ammalata. Non ammette il Dottor Tarrone l'analogia tra la blennorragia e l'ottalmia pui:u\enta, giacchè it,1 quesl'ulti_m,~ l'organo che da origine allo stilhc1d10 pul'ulento e Ja ·sede d1 p1ecolo ulcerette convertite in organ·o secre,torio, e v'·esistono granulazioni le quali non s'osservano nell 1urelrite blennorragica. Il Presidente ·nel riepilogare la questione, premesso che per blennoragia egli intende quell'idiopatica morbosa alfexione dell'uretra, consecutiva a contaminazione venerea o mantenuta dalla,pr~senza d'un virus specifico-contagioso, conosciuto con il nome di blennorragico, divide la cura di questa malattia in diretta la qual.e consiste nell'uso di rimedii caustici ed aslringentrecati direttamente su la mucosa dell' uretra ed in indiretta consistente nella somministrazione dei rimedii anliflogistici e dei balsamici per uso inleruo. Ragionando quindi eruditamente intorn'al met"ito di questi due metodi di cura _opina, che volendo far attenta considerazione- al lungo. anJameòto della cura interna, ai fac.ili disturbi gastrenterici che si svolgono nel corso della medesima, e conseguentemente alla maggiore facil ità delle successioni morbose che possono sopraggiungere per simpatia, per metastasi, per contigttità e contim,ità di tessuto e per innesto di materia purulenta, debba d"arsi la preferenza alla cura diretta cioè fatta por mezzo delle iniezioni astringenti o caustiche le quali preoccupano con la loro virtù dinamicò-chimica operando direttamente 1u l'ors;~no ammalato tutti quegli incooYenienti che sono proprìi della cura iudi retta. l.'ìè da questa sua opinione lo rimove il timore della infiammazione uretrale la guale, come che d'indole specifica, resta anzi modificata e semplifiçata dall'uso di rimcdii astriugenti e dei cautei·izzanti. Nè parimente lo rimòve la gravità delle sequele morbose state accagionate alla cum diretta, giaccbè qucsle sequde piuttosto che al metodo di · cura debbono rifrrirsi alla natura stessa della malattia la quale quanto più a luogo persislente, m:issimamente se curata cori rimedii·incon\irui, quali i drastici, le sostanze ~timolanli, ecc. tan.to più facilmente può accompagoarsi con l'orchite, con l'epididimite, con gli striogimenli uretrali, con l'oltalmia blennorragica, ecc. Questa sua qpiuione egli appo11gia ai risultamenti della ·sua pratica ecl a quella di rinomati sifilografi, q,uali Vacca, B. Beli, Ri~es, Reich, Malv~ni, Serres, Ricord ed .altri, con i quali conchrnde dovere pH lo meuo .ritenersi esaiz;erati li danni stati attrib1,1iti all'uso delle iniezioni; uso quesl.o che, quando nietodicament~ sia _ad(?perato, yorrebhe aozi più' generalmente diffuso. Parlando qurnd1 del con dello metodo abortivo, dopo avere notato com'egli non p(lssa definithamente pronunziarsi intorno al sno valore perèhè gli manca in proposìto una sufficiente quantità di risultamenti pratici, appo~giato però ad alcuni casi delicati nei q,1ali, costretto quasi ad im piegarlo, fu coronato da buon successo, conchiude che quand'il medesimo sia adoperato in tempo utile, cioè prima che si svolgau i fenomeni infiammatorii, possa essere susseguilo dà felici risultamenti, purchè per<Ì vi si ricorra prudenter a.prudenti Medico.

A"VVISO La Direzione de! Gio rna le invita gli Abbo nati che son.o in ritardo di pagamento a volere pagare la rata del p~rimo semestrn, giusta le condizioni d'associazione. · Si pregan i Signori Medi11i Divisionali perchè abbiano la bontà dì riunir in un solo taglia postale le rate dei loro dipendenti o di farne. sborsari, cosià l'importo col mezzo dei Quartier-Mastri de i Corpi. · Quegli Abbonati che pri,ferncon inviar il loro t,aglia postq,le isolatamente, sono pregati a vole.rio diriger a l Baron.e DE BsAUFOR1' , Yice-Diret(ore del Giornale di Medicina Militare e uon al1rimen1e , inchioso in letlera affrancata. Il Direttore- noti. COMISSET'l'l Med. Div. Il Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de ,Bea~fort M. R.~

Torino 185~. Pelazza, Tip, Subalpina, via Alfied i4.


ANNO H.

( ai ,f 3 di dicembre ·1 852 )

N° 20 ..

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GIORNALE DI ItlEDICINA !IIILl'l,ARE DEL CORPO SAN.ITARIO DELL' AR!IArfASARDA.

L'associazione

0011

s i ricwe ci1e per u11 a n110 e cocnin ;id col 1" d'agosto. 11 Giorualosi pubblica nel Lunedì di ciascbednna sellimana -

PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino . . . . . . . , . L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di po .. .1

L. I t.

L; abbonamento dehbe pagarsi p·er se~eslri anticipati. L~ associazioni ·per i non militari ~icevousi alla TIPOGRAFI~ SUBALPINA,

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SomtARto .• - 10 Doli. FADRE: Lezioni Cliniche de!Comm. ~rof, Riberi su i polipi del. naso .. - . i~ Dotl. COSTANZO : Relazione sulle malattie curate a1 b_agm _d A!X· - 3° _Relaz1on~ delle Conferenze Scientifiche. - i'' Bollettino u,ffic1al~ .. - 5 _DotJ. B~LESTRA: Cenni sull'organizzazione del Serv1z10 Samtar101\11litare.

PARTE PRIMA LEZIONI OR!Ll ED OPERATIVE del Prof. Gomm. RrnE1u (tracciale dal Doti. FABRE •).

POLIPI ED ESCRESCENZE. POLlPIFORllÌI DEL 1llA:S0 . Oss. 36. La Signora . D. : aon.i 55 : temperamento linfatic_o·sanguigno : costituzione mediotlre : corpu · lenta della persona: -~bb'a sti~rice nel corso del!~ sua vita tante inte.ns·issime infiammazioni d'·utero, , d1 epate, di bronchi 1 dì po\mc)ni , ecc. , c)1'il narrarle trarreb~e troppo in dilungo e per Clll, S_1a e~etto del metodo antiflogistico, sia effetto delle malattie e della sua Mstituzione , le si piegò pocn per poco la co · loona· vertebrale con iscoliosi dal sinistro lato. Una sola malattia acuta io accenno perchè ha relazione con il polipo da cui fu affetta 11~\l'anno iS4t ed . è un 'arcivioleotìssirna cardio-angw-cerebello-cere_l;m tìde, ·della base di queste viscée da cui si salvò a miracolo. Mentre la flogosi trascorre!1do nella base del cervell<; lè smarriva ora ' l' udito ' ora l'odorato , ora la vista , avvenne che siasi diffusa con soll_ievo· ~ può dirsi con crisi, all'apparat1• nasale con ep1.st.ass1 frequenti , con consecutiva rinitide, con cros_re nel naso e con ipersecrezione .mucosa. Come s_, vede alle volte la tlogosi deltapparalo nasa!e od aunculare diffondersi alle parti en trocranee, cosi non f~ mara viglia che talvolta si diff,>nda essa dalle parti entro• (·) V. i nameri antecedenti.

cranee a quegli apparati. Se da una parte la flogosi dell'apparato nasale salvò l'encefalo , dall'altra gettò essa, previi -_dolori cupi alla radice del nasù, i fondamenti d'un polipo vescicolare nella cavità nasale destr.a , avente una lunga radice nella parte piil alta del nasli, che _ho potuto con facili tà estrarre, orrnai dieci anoi, senza che siavi fin qni stata riproduzione•. Oss. 57. Giuseppe lt.: anoi 22: temperarneuto linfatico-.sangui~no : a.bilo cachét.tico ; probabilmente anche per l'inveterato abuso dell'onanismo. Cotesta Storia ché fn scritta nell'anno f827 dal Sig. Dottore Moisio, esercente da ruc,lti anni l'Oculistica in Napoli con molto-vantaggio, nQn parla della genesi del p\) lipn e solo si 'rinviene- ch'era esso fibroso , aderente alla parte posteriore de,ll'osso , turbinato inferiore sinistro, deprimente alquanto la volta palatin.a; eb 'io lo ho brancato con le pinze e tirato con · q11anta forza m'avessi , ma non venni -a capo d'estirparlo e che fili costrett.o reciderlo. Oss. 38. Per sommi capi indicata trovo pure nei miei Diarii la Storia scritta dal Sig. Dott. Rissone di no ammalato per no~e Martinetto, d'anni 50, sta to ricoverai.o nella Clinica oell'a1100 i839 e contristato da un polipo tìbroscl aderente al contorno posteriore della cavità nasale destra, pendente, nl4lle fauci , dal pedicciuolo piuttosto spesso, che, dnpo tentato inutilmente lo st.rappameo·ro, dovetti recidere con lun· ghe forbici curve. Oss. 39. Giovanni Serra: arini 55: contadino: temperanJeoto epat.o-saog'uigoo: costitu·,1iooè atletica: belle e regolari forme : nato ' da parenti sani ed in paese d'aria salubre: non stato animalal.o mai, bènchè allevato in mezzo alla trascuranza d'ogni precetlo igienico: nutrito di pochi e malsani alimenti: dedito al viop: sprezzatore della sua robustezza a segno che, sopraffatto dalla fatica e dal vino passava iotiere notti ne' fossi .allo scoperto , non rilevand'altri mali fuorchè molte corizze le_quali, persistend'egli sempre nello stesso tenore di vita, duravano lungo tempo e furono nel mese d'ottobre 1843 susseguile da un tu• moretto vescicolare cpe continuamente tocco .e graffiato con le unghie dell'imprudenre mano, poco per poco s'avanzò verso la narice anteriore destra e poi


154 l'oltrepassò tu·raoiiola affatto. Allora l'ammalato, male r· soffrendo cot.est'incomoù·u ed il mott~ggio de' suoi 1 cornpaani , .oe strappò colle sue proprie unghie una piccolàio pouione spiuta innmizi du una ~-Orte espirazio11e. , Riprodollasi in breve al v.o}mie d1 pnnrn, con gli stessi mezzi ne dista cc~ tm'altra _porzione; ma vedendo non bas[:ne le proprie unghie , si pr.esentò alla Clinica ai :17 d'aprile f850. Si riconobbe uopolipo di natura surcoidea, diventalo tuie per i ripetuti. maltrattamenti, quasi sessile, occupunte la parte anteriore della tiav.ità na~ale destra, aderente alla parte anterior-ioferioie del tramezzo nasale, di figura irregolarmente ovale, molle, stillante facilmente sangue, quasi indolente alla pigiatura ed appen.~ alquunto dolente itetla sua radice quand'era tirato -e principalmente nell'alto d'un'espira'lione fonal.a, f>H cui pare rimanessero si irati i romi m1sa.\i 9el trigeh1ino che scorrevano r.el luogo della si:Jà aderenza .. Non, essendovi ancora complicazion<~, in lo lw nella mattina· ·del primo giorno di maggio strappato co11 torsione. Facìle fu l'opcrnzione e con poca emorragia per cui quattro giorni dopo l'opera1,iune il _Serra abban~onò la Cli1.1ica, a cui p1·rò si presentò sei mesi dopo senza recidiva del male (Stoda stula scritta dal Sig. Dottore .Alessandro Per1 usi). Oss. 40'. ·Bet}edelta Biissi : anni 27 : serva : veJCJva : temperamento linfatico-sanguigno : nula da madre saua , e da padre morto di tisjc!Jez:w: morti pure di tisicbezz,a due fratelli ed una sorella: stata soggetta prima della pubertà a geloni, a croste al capu, a tumidezza del ventre, a diarr1.~a con ._ esili di vermini lornbricoi<li e d'ascaridi, ad ottalqiia scrofolosa dell'occuio destro di lunga· dur:.ita, associata u corizze e seguita da odontalgie, da go·nfiezza del le gbiaudole de l cuJlo con tum id«'. zza e rnssez·za de-lle fauci: cessa1,ionc di Iuli.i questi acèiacchi su i 15 anoi in cui comparve, la menstrnazi·one e buona saoilà lìu ai 19 io cui passò a marito. lrigravidò ai 21. ,,uui; ebbe, un puerperio fel ice e gru11tle quuutilà di lalle. Espo· stasi precocemente :ill'ari11 fredda in principio del puerperio, le si soppresser il !alte ·e là ti·aspirai;ion~ cutanea: da qui ebbe a soffrire per tre anni un'infiammaz,ione di p.ello e di vasi, nel corso della quale provò sempre una sensnion_e di pienezza nei naso e di <loloruzzo con peso verso la cuvi\1t uas~le destra corrispondente all 'occhio slato t.ravagltato dal1'01talmia. Infermiccia ancora ed appena reggentesi-in piedi, ritornò alle faccende di snva e ricomparver i menstrui , rimanendo però una respirazione tossicolosa ed agosciosa . Alcuni mesi appresso le si ruggra-vò, per intenso cruccio, l'infiammazione pettorale con palpitazione, con. aumento di tosse. e di flogosi tracbeobronchi,ile. Nel corso di questo rimbal7,o flogistico il polipo lahrnte nel naso prese una c6sl graud'evoluzione che le impedi~ a la respirazione dalla n·arice destra . Fu allora ch'ebbe ricol'so alla Clinica Operativa cioè ai 12. di maggio 1850. Si riscontrò agevolmente on p9lipo vescicola re, di longa radi.ce, aderente alla parte pr.ofonda della pal'ete esterna della cavità nasale desti'a. 1\ccintomi ulcuni giorni dopo all'operazione per istrapp1imento av:wti alla Scuola, mi venne soltanto fat.t.o. di levur il corpi) del polipo e non la sua radice. Irubarazzato dal sangue, bo rimesso l'atto operntivo d iretto ad estrarne la radice ad un'al-

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tra seduta in cui ottenni accoociamente l'intento che m'a\·eva prrfrsso. Prima e dopo l'operazione uon si amministrò all'ammalata fuorchè bevande diluenti e mucil:l'ginose con l'estrl!llO tdnilcoolico d'àconitv per tempeì·are se.mpre più l'irritazinne delle vie zieree e quell:1 delle arterie rivel0ta da un ta-le. quàle grado d.i stimolo nel polso (Osscrv. stata compilala dal Si"uore Dott. Mulveui, Medico di Ball.). i Per ch iari.re la genesi del polipo è da notarsi _sin , golarmenl.e cbe, dopo la sofferta ottalmiu, separò ella sempre maggiore coria di muco, alle volte fe\.e nle, dal naso, specialmente dalla narice destra; secrezione elle s'auinentav:J sempre nei rimbalzi della tlo gosi pettorale : pare che una rin i ti~e lenta scrofolosa cagione del polipo e cons<~cutin a diffusione flogigistic·a della congiuntiva , fosse rimasta inosservata nelle cavili.l rias,di; il che,- nttesa la loro forma, oon reca maraviglia. Oss. 41. Nel l'anno :1827 f.ui cbiamato in Crescentino per vedervi in un c,il Doti. Cbiò il Sig. ~1. l\faggiore nellu l\egia ,\rrnata, tra i sessnntaciuque ·ed i selt,1nl'anni, rnbu.sto e di tewperumento sanguigno. Già da piì.1 anni <· ra t.ravagli ... to da polipi ve.scic(>la1:i che a quando a quando. stroppati sempre i:il.ornavano. fn 4uel tewpò, essi'nd'i poJipi ricomparsi; egli fu per causa eventuale affetto da bro~cbitide colarraie di lungo corsu che, combattuta co11 un'oppor tuna cura anliflogisJica dal citatu Dottore, riesci a guarigio11e. Se non che ·vel'SO il suo· termine si ·manifestarono sintomi d'apoplPs·sia lenta , minaccianti la esistenza. temendo con ragione il citato Pratico ch'i polipi di cui eraoo ripiene ambe I.e cavità pasali con· ferisser a questo stato apopletic9 volle udir il mio parere. Nella visita. ch'i.nsièroe faceruruo all'ammalato lo. trovammo soporoso e prostrato nel letto in positura orizzontale , con 11 volto iniettato e con il re· spiro affannoso: interrogato, apriva gli o<:cbi, rispondeva per monosillabi e ricadeva t~sto o~l .sopore. A malgràdo della gravità del suo stato io strapr1ai uo polipv dc! vr,lome d';ona grossa av-ellana , di natura lardacea recente, poichè , alcuni mesi prima da me esami_nato offriv,asi vescicolare., pendente: nelle fauci ed. ad'e rente ulla faccfo superiore del velo mobile : strappai pure per le na-rici anter'iori più polipi vescicolari osritaoti in · ambo le eaviltl nasali, per guisa cl.te un cotale poco libero rimase il respiro, pel nas.o. Dùpo ciò le cose dell'operato, anzicbè migliorare , tant'e tanto peggiorarono ch'egli stette· tre giorni in stretta lotta coo l'agonia, in fine dei qualj, dischiusosi io uno sforzo di ~omito un · qualche- obice cbe eravi p1fr entr.o le fosse nasali, tale ne uscì dall~ narici anteriori copia di muco-pus che gli Assistenti ne rimasero ~tupiti , e ciò con tanto sollievo che in pochi giorni l'operato , come risort(I da morte a ~·ila, toccò la convalescenza. Ma intanto, per me esamina.te poco appress() le cavità _nasali, si trovarono, di bel nuovo ripiene di polipi. E cosa .ben evidente che questi . érano bene incastonali e stivati in. un qualche meandro delle cavità nasali: è evidente che' così stivati, trattenevano imprigionalo il testè detto mucopus verso la base del cranio: è evidente ch'essenrlo nello sforzo· del vomitu .discesi nelle fosse nasali state con l'operazione liberate dagli altri polipi ~he le turavano, !asciarono libero il transito -a quel muco-


far una pronta rie()lpitura ·con i soliti mezii. L;\ J'l a· pus. Quale era però la vera sede . di . q~e'. polipi e zione traumatica insorse piuttosto grave, ma fu doquale quella de~ rnuc?·pus.?. L~ g1ud1~b1 11 Lettore. mata io cinque gioroi cu11 un opportuno metodo ao ~ JI ver.o è che d allnr tn poi 1L S1g. M. godette ott1iua tiflogist.icù. Trascorsi frattanto i cinque primi giorni saoilà, a malgrado elle siuno ritornati altl'i polipi che io ho p.er quatt.ro volte ancora strappati senz'alcun dall'operazione, vidi c<7n grata sorpresa avvizzirsi per gradi la ramilìca¼ione fungosa peod.e nte dal palato, acc-idente. Si noti la coesistenza di polipi vescicolari uscir in copia dalla oarjce nnleriore in un con il pus .e di polipi lardacei, multi grossi minuzzoli del polipo imputrid iti , ed il Oss. 42. Vidi oeìl'aono-1.831 insieme con 1111 buon naso, tibero dal polipo, ritornare bel bello alla sua Pratico il Dott. Garneri da Moncalieri il uominato for·ma e fun1.i (J11e primitiva, supersfite un -sulo forn Tommas_o -Massola da Tagliafen'o, rohustissimo e su il fìMe dell'età. Alcuni giorni prima era egli stato ns- I 11el f>a lato. É cosa probal>ile che fibrosa fosse la radice del polipo, nrn era essa così in allo locata c.he s;i liLO per raffre.ddamento di corpo da infiammazione non . potè prima dell'operazione essere raggiunta dal della mucosa delle cavità nas{1l.i, delle_ fauci, della 1racbea e de' bronchi, violentissima nelle cavilà na- . dito. ·Oss. 44. Carlo l\'.fot.is : anni ' 59.: temperamento tl.e sali e moderata n~lle altre parti, con febbre gagliarda li.>o-epalico: ~isterna venoso_ superficiale dilatatissimo: e tosse. Riescì essa in p11chi giorni , :,id onta d'un ç.oslituzione ,prirnitivameute buona , ma cosi deteriobene diretto n~etodo antiflogistico, ad un trasudarala d.J sette malattie sifilitiche per cui fu 1. ':?, volte mento nelle ca,•ilà nasali per cui l'a1nmalato nou pO· sottopos.t.o al lungo uso dei mercuriali, da una lenta teva più in nessun altro rnodo respi l'are fuorchè per epa titide che riuscì nell'ascHe per cui fu cinque voìte la bocca. Questa Circoslanza con la giunta della dif· fìcoltà di respiro che 11asceva altresì. dal l'infiammaassoggettato alla paraceot~si addomina le, da una lun;ga zione delle vie aeree, ave.va messo l'ammalato a dne diarrea, ch'aveva egli l'aspetto d'uu decrepi.to iu conliii.i dalla tomba. Cbiumat:o io a ,cuosulto in quell'imsun.zione con gli occhi infossati , c1111 culore lurido della pelle e c.011 "grande inerzia dell'essere morale minente pericolo, fermò subito la mia aue11ziuue il ve•der entro le narici due tumori perfettamente analoed abbandono del suo essere tisico. Qu.Jndo sn i 56ghi a due polipi vesci'colari. Siccome l'ammalato non cessò egl i ,dall'essere minacciato nella vita per iugor_a~eva mai priu:i.1 so.fferto 1J1:Ubt'a di male nel nasu, io ghi e cupe flogos i venose add()rninali' allora uppunto. cominciò .ad andare soggetto a _congestioni flebitiche afferrai con uoa pinzetta da m~dicarn1.1Hi quelle opn crezioni ,ed ho potuto con · facilità es1 ra·rle ui1a dopo del circoli, venoso cerebn1le, auriculare, oculare e nasale: per la lesione ilei cervello era sott.opusto · a l'altra. Er1:10 esse .simili alle concrezioni libriuose bianche che s'incoutrau<i nelle · cavitiÌ del cuoce di frecJÙenli vertigini e fld inerzia inlellet.tuale: per quella delle oreccbi11 era divenulo m~zzo sordo: pet· quella molli ,cadaveri ed offrivar)O 1nolte ramifìcazioni che rappresentava.o un gei.tu di tutti i meandri tielle cadegli occl.ii soffriva d'un'ambliopì.J amaurotica da lento vità nasali. T.Jle fu il sollievo cbe n'ebbe sub:tu l'amingorgo della co~oide di cui il culore pavooazzu trasmalato, cbe dopo pochi giorni, mediante la continuapari\"a ·a traverso dell:1 sclerotica , e fin;1l mente - pe,r zione d'nn blando metorlu antiflo.gislicu, ritornò alla quella dell'apparato nasale andò soggetto ad nn pulipo. Era lungo tetnpo cl1e soffriva egli corizze e scoli primiera sanità. Oss. 45. Nell'anno 182.9 è stato ricoverato nella muco-sanguigni dal naso e che provava diiticoltà a Clinica ·operativa N. N., d'anni t9, contadin~. dotato res·pirare per la narice destra, rna, .Jpatico qual era,, di temperamento linfatico e· <l'abito capitale. Era egli sr stette ancora per due anni soffreutlo senza consul stato soggetto dal qufoto anµo della sua vita sin al deci tam l'Arte. Frattanto il polipo a disrn,isura creséiuto mottavo a freqLtenLi e smodate epis.tassi. Cessarono queol1repassò I.J narice auteriore ed ~bb'egli allora ri · ste a quell'età seozìl urrn .nota causa e da quel momento corso alla Clinica. Il polipo era di colore cinel'izio· scuro, sangnirrnva con facili'tà; aveva sconnesso l'osso ebbe la sua cfrd itura on polipo probahilmente fibroso nella .cavità n.Jsale sinistra, il quale tanto e .così ranasale destro, allargata la parte destra dèl nasu stra. pidamente · crebbe assumendo una dègenerazione sar ordinal'iameri'te, stillava c,Jnt.inuamenie in quantità in· credibile una specie di tabu colante feteutissimo ed ~ra comato-fungusa che gli, ossi del naso ne · l'imasero ·sconnessi,.corroso il 1jalato osseo, per guisa che, nel associato a gonlìezza molleggiante dell ' antro d'Igmoro tempo della sua accettazione nella Clinica , vedevasi destro. In siff\tta condizione locale e gener'ale -delun ammi1sso carnoso, lividastro, stillante di ·continuo l'ammalato l'operazione ,era .a primà giuuta cootrin. icore. i·n gr?nòe Copia e di VOiia in VÌ1lta sangue , d icata: cercfli d'esplMar il polipo d.J!la n.Jrice posteriore; 11ou potendo dall'aoteriore,e q11est'esplo1;aziooe empier esatfornenl!e la 11:uice , eù un'altra ,ramifica mi ha deciso per l'operazione, percl1è acquistai Ct1n zione p-eodente in bocca dal laln t:lel palalo. L'amtnalato ,era cadut.n in i.aie stupidezz:1 elle ci ptitè a essa una grande probabiliLù che la radice del polipo fosse tìbwsa , tuttocbè alquanto molle, che la parte .mal.a pena narrar i pochi ceuoi ,ch'io ve11go di tr:ac.:. fungosa per nui visibile ne fosse una dègenera1,ione ciare. Naturali erano ped>· le funz.ioni del suo e_ssere fisic,,, quelle eccettuate cl.t'tlt'ano disturbate dalla.pt'e· e che, essendo IP. narici pusteriori e le fauci sgombre , 11eoza materiale del polipo. ,\ccintorni a levare via eravi grande presunzione che la radice del polipo non 1quell'enorme ammasso carn11so da cù.i era ripie11a la avesse relazione con la base d!}I cranio. Dissi alla ,nariee con l'intendimento di farmi una via alla ra.Scuola che v'era an~he un'appendice poliposa nel l'antro d'lgmu'ro destro e cht), se 01,n foss'ess:i veuuta dice del polipo, avvenne che, nou appena stra,:ipala la maggiol'e porzione di quelle carni, ~aie e così imvia con il polipù occupanLe la c.Jvitù nasale, l'avrei ponente siane conseguitala un'emorragia che m'obpiù taì'di levata ·a trarnrsr> dd l' antro stesso. Oupo questi esami, chiusa ctrn li\accica portate con la sonda hlig9 di sopras~edere da ulte,,iori atti operativi e di

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i56 il reumatismo, l'oltalmia in vece s'esacerbò su le prime del Bell,,cri '.Ja narice posteriore destra,. io bo in pree rimase poi stazionaria. senza della Scuola abbnincalo il polipo verso. il. peUn'esacerbazione passeggiera fu pur osservala in questo òiccinolo, lirato con molta forza cd <>stratt.u: lllsieme nei primi giorni dì cura nella maggiore parte dei anno con qnel:1a porzione venne pi1r' via l 'appen.dice ~l~lcasi, e~acerbazione questa dovuta naturalmente ail'iperel'antro d'J.gmoro, così che il polipo estratto c1 si offr1va mia vascolare ch'il bagno determina in tutt'a la sup('rficie hilobato: 1à parete nasale 1:ivolla all'antro d'Jgmoro e.ra del corpo e per consegueuza anche neJla · congiùntiva nel così per c.onosione ampliata, .che. . bo potuto fac1I! suo ~lato flogistico, ma quest'esacerbazione non tardava mente penetrarvi. dentro con 1\ d1to e vot,~rlo, e. str:iendo ancor una materia adipo-ccrea con alcune I generalmente a cessare spor.Lancamente o per l'uso di quisqniglie polipose. La radi?e ?el po~i'Pl'. era pii!r- j lozioni d'acqua fredda semplice o della solforosa di Mar corsa da vasi piutt0sto consp1ctll e com1n~~1~va a pro- 1· lioz. Del re~to, seguendo la Pratica dei Médici locali, nella vare Ja degenera2ione del suo corpo ed e m ra~1one cura delle ottalmie si adoperaron a preferenza i bagni di appunto di ciò ch'essa resi!-tett.e me~o ieuacemente immersione generale, i pediluvii Lermali, le dçicce rivulsive ai piedi, le bevande ed i collirii minerali e raramente le alle pi11:ie. L'cmorragin, come p~r solito s~ccede nell'estrar i polipi fibrosi, fu moderata e, chi lo cr~destufe. Allo z·elo ed alla perspicacia dell'alluale benemerito sebbe' ? nel termine di veni.i giorni tulle- le pa.rt.~ ~Ispettore dei Bagni .l)ott. iJespine il qual arricchisce anrano ridotte allo slato normale, cefsat.Q lo stillfc1dw nualmente lo tltabiiiinento di nuove macchine e d'altri dal naso, cessa fa o quasi la goofiez;z,a dell':101.ro d'lgmoutili congegni, è dovuta l'idea d'un picco! apparecchio a ro e ritornate s11fficien1nnente le forze (Osserv. stata doccia oculare per operar in alcuni casi direllamenle sn scritta dal Sig. Dott. Rey che l'inesoràbile morte ra: l'organo ammalato. Lè ottalmie cJ1e occorse curar in quepiva mentre un b('llo e ben meritato avvenire gl , st'anno 1iei Militari ai bagni sono sei, cinque migliorate sorrideva)· .dalla cura termale, 110a stazionaria. 1n un caso l'ollalmia (Continua) crànica ricorrente · era pur accompagnata da reumatismo alle estremità inferiori. Queslò caso riguarda un BrigaRELAZtONE diere dei Carabinieri R. per nome Giçi . Gaja 4.:,, d'anni DELLE .MALATTIE CORATE N8l ' M1LITARI Hnrns,s1 Al 58, di temperamento sanguigno e di forte costiluzione, BAGNI D'A1x IN S,ivotA l'\ELL'ANNO 1852; del Dott. il quale da on anno e mezzo lrovavasi. soggetto a dolori Cosnì'izO Med. di Regy. ischiatici ed aveva pllrimente una congiuntiv ite ·pa)pebrale cronica ad ambi gli occhi di èai le primo origini rimonOttalmie croniche. Un nuovo_ argomeolo di terapeutica balne~ria imprese a trattare reée_!)temente il Dollor Pe· 1 tan all'anno 1857. L'abito esternò del corpo, le prece· , • deoze Cisio-patologiche, la forma, la sede· della malattia trequin parlando dell'olilità delle acqu·e d'Ai~. nelle malatverso il margine libero dei tarsi appena adorni di poche tie degli occhi. La blefarite cronica, 1'0Ltalm1a scro(olosa, ciglia, la tumidezza delle gl1iandole muciparo e di quelle la reumatica, l'erpelica , la sifililic_a ribelle, alcune pertur.~ cli .Meibomio, la morbosa loro secrezione, il prurito conbazioni nervose dt1ll'organo della visione son i ca~i in c111 tiouo, l'esacerbazione varia secondo il vario ge'nere di poteva ragionev<ilrnente essere pr<~sagìta l'utilì~~ d~lle·ac:que cibi, ccc. non lasciavano dubbio intorno· all'indole erpetica d'Aix. I'fatti pralici raccolti ed ultimai:nènte fatlr dr puhbhca ragione per opera dei Medici ,locali venner .a coofermarn la I dell'ptLalmia contro la quale furon inutili li rimedii sino al lo1" adopera1i. Venuto ai bagni per correggere-la dispooiustezza delle-teoriche inspirazior}1 (1) . Di f:; tto;essendosi da sizione reumatismale il Brigadìere fece uso abbondante lungo tempo osser:vato come le ollalmij diatesiche antiche in persone venute ai Bagni per allri malori dìpendenli dalla I ' dell'acqua solforosa fredda di Marlioz in bevanda e lavature agli occhi menl'r'allernava· con i bagni liquidi genemedesima diatesi l'assero talora guarite o vantaggiosamente rali la dçic·ciatura ai piedi come rivulsiva. La cura fu promodificale dalla . cura balnearia , era naturale l'idea d'etratta ai trenta giorni nel corso dei quali oon comparvero stendere pur il dominio ter[lpeuti.co dì queste acque a qu~i casi in cni l'occhio coslituisce- solamente una rappreseni dolori is-chia1ici e le palpebre ripresero la ìòro condizione tan2a morbosa delle diatesi scrofolosa, reumalica, erpe· fisiologica. Un'anoolazionc merita qnivi d'essere fatta intorno ai lica, ecc. Per l'ammessione ai Bagni è norma coslanle lo sl'ato cronico dell'ottalmia di cui sia domato l'elemento pediluvii lermali ed alle docce rivulsive ed è che l'azione troppo protraila di questi mez.zi pnò favorir uri movimento inUammalorio e nell'applicnione dei medesimi il Pratiço debbe scrupolosamen'te avere di mira iJ ·grado di tolleflussionario al capo' ond'il precetto di .Despina padre di usar i pediluvii più caldi e meno prolungati. _ranza la quale impone talora di moderare, di sospender 'o d'abbandonar affatto la cura quando non risulii conveSimil al' precedente è il caso d'oUalmia per coi ricorse egualmente con vantaggio 'ai bagni il Sergente Pietro Giniente. Un caso d'oltalmite cronica ebbi già ad osser'varlç> nellardo dell'8" Regg. Fanteria. Li sinto'mi cll'esso offriva erano ·li seguenti : rossezza e turgidezza della con_giontiva l'anno scorso in un Soldato recatosi ai bagni per malattia palpebrale -lici amlii gli occhi, prurito locale1 cispa- al matreumatica. Avuto ·riguardo ali' iniezione morbo~a della coritino per cui s'osservano tra lor unile le poche ciglia che giuntiva s'_a~operarono pochi e deholi bag~i a vapor.e :~ s'abbondò maggiorrnen~e uell'uso ·delle altre operaz1om rimangono, apparizione frequente di piccole pustole al margine palpebrale, ecc. La malatlia nveva avuto principio h~rmalì, non esclusi i collin i con l'acqua alluminosa. _.l.\fa da due anni con i I corredo sintomatologico d'intensa flo ~ non debbo dissimularr. che ; la cura fu vantaggiosa per gosi congiuntivale, per cui dovettero praticarsi molli sa-(1) v. Récherches sur l'a.ction des eaux minérales d' Aix en Salassi che mitigarono, im, non cessaron il male.-Jl Sergente voie dans !es maladies des yeux pas J. E. PETREQUIN, Cbamè di temperamento sanguigno-bilioso, è appena Gilardo béry, 1852.

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aduli<>, gode abitualmente buona sanità, ma andò soggetto nell'infanzia a crosle al capo e 0 11!10 età successive ad eruzioni cutanee pustolose 1,> furuoco lari. Passo sollo silenzio la narrazione di due altri casi d'oltalmie croniche da due anni delle quali l'indole erpetica era manifesta per i rapporti di famiglia, per l'.abilo spe· ciale del corpo, per le procednnze patologiche, per i ca· ralteri anotomici e dirò ancora per i vantaggi ollenuli dalla cura termale. l i Soldato Giacomo Dracco dell'8° Fanteria, d'anni 25, di temperamento sanguigno-linfatico, di forte costituzione, era da un anno e mozzo tormentalo da ollalmia all'occhio destro. La malattia e3acerbatasi più volte in questo frattempo i;ic'1ieso pfù salassi a divtjrse riprose ~ varii oeneri di medicamenti furono provali tnell'inlento di coro regger un vizio costituzionale supposto, ma non rivelalo dai criterii diagnostici ordina rii. Di fallo, in vano si cer· carono lumi nell'esame etiologico-nosologico e nel cr iterio terapeutico, così che appena potrebbe pre'Somersi l'indole scrofolosa dell'onalmia dalla disposizione anatomica dei -vasi della congiuntiva i quali si r iuoiscon in fascelti convergMti ,•crso la periferia e su la superficie della cornea, do1·e si ~corgon alcune piccole ulcorazioni. La · cura balnearia non ebhe ror tuna migliore ùei rimedii antiscrofolosi e degli altri sin or adoperali, anzi stlmbrò cho l'ottalmia peggiorasse per l'oso di quella. Com'ullima risorsa in nn caso di cheratite cronica paonjformo con granulazioni palpebrali ribelli e consecutivo ad oUalm ia blennorragica, furono proposti i bagni. Sarebbe tropJ)o lunga la storia circostanziata d'un'ollalmia pervicace ch'iu prima acutissima, poi lenta ael suo corso e sovente esacerbata, condunnava il povero in fo rmo al soggiorno nello Spedale per dieci continui mesi. Dirò solamente cbe frenalo con ardila cura l'elemento specifico virulento e domato l'infiammatorio, la trasparenza della cornea che aveva resistito a que11e duro prove era poi insidiosamente minacciata dalle granulazioni palpebra li. Si volser allnr a queste tutte le cure altaccandole successivamente con il nitrato d'argen to> con il solfalo di rame, con l'acetato di piombo nautro (Boys), con il tannino e 1iaalmeale con le recisioni prima sole e poi combinate con la cauterizzazione. L'oso del caustico lunare sospeso, abbandonato e poi ripreso più volte è quello che prodnsse migliori effelli. Di fatto; se non riusciva a cessa r affatto 1e granulazioni, ne impediva però l' ullerior evoluzione e rendeva parimonle stazionaria la Cl)roeale opacità costituita da ua ltlggiero panno vascolare ad· ambi gl i occhi. Frauanlo conveniva ristorare le forze dell'ammalato affranto per longa cura e dimora nello Spedale; conveniva parimenlG cercaro modo pe r combatter una discrasia erpetica di cui s'.iveva qualclse sospetto. Ad ameudue gli scopi si conchiuse potere condurre l'uso dei bagoi d'Aix. 11 soggetto di questa Storia, l'avrete immaginalo, o Colleghi, è il Sergcole N. N. (1) dei Cavalleggier i cl'Alossandria il quale ciasched,1110 di voi più volte vide nella sala dtgli ol!almici. Egli sortiva dalla natura un temperamento sanguigno ed una forte costituzione per cui godette sempre buona sanità sin al lrcnlosimo a1n10 di sua età. Solameute due anni ora sono c;olfriva un'impetigine {t) È questo l'onico ammalato d'ottabnia che fu inviato ai ba-

gni dallo Spedale di Sciambcri.

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157 crostacea e più tardi una bleanorragia uretrale che diede origin all'otlalmia. Qoe'ita sembrava ultimamente 5ostenuta da uno staio cloro-anemico universale e da atonia , locale ed i vantaggiosi <lifotti della cnra balnearia prova , rono che non s'tira mal appPsto il l)ott. Com isselli cbe avova en'unciata quell'o1)inione. Casi isolati. Un caso ò'asma ed on altro di mielite cronica sebbene non possan essere compresi nelle classi nosologiche stabilito nella Tavola , meritano tuttavia una bro\'e menzione. Le acque mi11orali di Pyr mont e di TmJ)Ji tz, le prime specialmente ricche di fe r ro e di gaz acido carbonico erano già raccomandale da llulfelaad per ristorare le forze nel marasma dorsale. Men ahboadanli di quei priocipii le acque ù' Aix, per la loro composizione, per la termalilà, per i speciali modi d'amministrazione e per la tonica loro aziono riconosciuta dai piu distinti Pratici , indncevaoo quella lusinga di felici tisullamenli che si verificò nel caso seguente: Gio. F. Soldato provinciale nel 1o Regg. Fant., cli temperamento linfatico, di graci le costitu1.ione, arrivava ai bagni trascinandosi a stento con l'appoggio del bastone. li colore terreo della faccia, l'abito smunto del corpo, la prostrazione di forze e l'eslrema macilenza atleslavan ab. bastanza i lunglii patimfinli. .Di fatto la mala ttia che da tre anni ·s'era svo_lta in seguito ai disagii del la vita, alle falicho eccessivo ed alla moltiplicità di cagioni reumafo:zanti, si manteneva poi per eliello dell'onanismo a cui quol giovane conf~ssava e_ssersi sino dalla prima pubertà abituato. Quindi a poco a poco il languore universale, la dl•boleua, il torpore delle estremi là inferiori, il passo va cillante, un dolore sordo alla spina nella regione dei lombi ed in seguito !a paresi dei muscoli addominali, della ,•cscica e del retto inteslioo, d'oode la stitichezza e l'iscuria che richi~soro più volte il cateterismo, i clisteri, ecc. L'ammalato incominci·ava la cnra coo i bagni tiepidi generali che furono continuati per nlcuui giorni prima di solloporlo alla docciatura ed ai bagni a vapore. Della doccialurri, in ispecio si fece u;o abl>onclante incomi nciand'a di1·igurne la caùula su le estremità inferiori o lunghess'il tragitto dei ner vi, poi lungo la colonna vertebrale, anmeo . tandono graòalameote la temperatura e la pressione. Fu talor adoperata la docciatura ascendente noi rt1llo per iscuotere quesl'inteslino e la contigua vescica orinaria e si somministrò internamente l'acqua solforosa di .llarlioz. La c11ra fu protraila ai 50 giorni e per essa e per i nuovi salutari stimoli igienici rist()rate le forze , ristabilite le fttnz iooi delle viscere addominali e fallasi libera e sicura la progressione, il Soldato F. lasciava ai ba gai l'appoggio del bastone divenuto a[atlo inutile. Di temperamento sanguiguo-bilioso e di forte costituzione, il Brigadìere Lacreusaz 2o in seguito a febbri intermitteuti rihelli contralle nel 1841 per soggiorno io luoghi umidi e contaminali du miasmi paludosi audò soggollo a frequenti accessi d'asma da cui ordinariao-.eote riceveva sollievo con frequenti evacuazioni sanguigne. Alla produ . ?,ione di siffalll malori passeggieri ma talora minacciosi della respirazione non era forse estraneo lo stato morboso delle viscere addominali e specialmente del fegato e de lla milza, rimaste ostrulle e tumide per effetto delle solfarle febl>ri intlirmillenti . Avuto riguardo all'imbarazzo continuo, sebbene leggiero ùella respirazione, all'abito ca7>itale del-


158 l'ammalato e direi an<;he cardiaco per il predominio di azione abit~alè del cuore e dei grossi vasi, convenne li mitare la cura ai bagni di pis·cina ed alle be0vande d'acqua solfo-rosa. Alcune dramme di . cremore di tartaro e talora . . di sale amaro furon aggiu1)te alle bevande dlllle acque minerali per conservare libero l'alvo, L'azione deostruente di questi mezzi terapeolici si ma,;,festò be(Je presto per via di nalnrali crisi. Di r.{llo mirabile fu la crisi che s;operò per mezzo ciel sudore _e l'abbondanza dell'es_pellorazione che Ml corso della, cura si manifestò ·debbo certamente aver avuto la massima parte neL rendere più libefa, estesa e regalare la n~spir-az,io,w. ççontinua)

UELAZlONE DELliR CONPEllENZE SClENTU?ICHE tJ"Uese c(,,1tobre. 2? Tornata ). CAGLlAnr. Dopo che il Dottor Ralb ebbe ra~guagliato l'Adunanza intorno ai motivi che nell'Operazione della semicastrazione stata. eseguila nel Soldato Bral'O del!' l t.° Fanteria, tocco da sarcocele de_stro gli fecero dare la prefoi:enza al 1lfetoclo antico, anzichò a quello di Rern modificato daf prof. Commend. 'ìHber.i, dopo aver il medesimo con il pezzo patologico alla mano d'1mostrata la ~iustezza della diagnosi e la verità delle in· dazioni relative .ill'allo operativo ed al pronostico; dopo che questi ebbe acc.ennate le probàbiliià per cui l'operazio·ne lascia sperar un esito felice, colta l'opporluuilà delle prossime visite di Riforma, il Presidente parlò a longo della somma prudenza e jlerizi·a necess~rio al Mectico l\Ìi"!ilare prima d'àccingersi ad emetter i l suo .i;1iudizio iii alcuni casi di dubbia diagnosi e d'ancora più dubbia ,prognosi. Contiuu.,tasi quindi la discussione intorno a quesl'ar.i:omento, furono rilevate alèune mende detl'.at: taale Regolamento-per le quali la con~i,zione dél Medico lllilitare pro ponente è resa assai difficile e precaria, dovend'i suoi giudizii essere sindacati da un altro. Medico, soveiltè ·non Militare, senza che al primo sia dato presenzia're le 'Visi tè di ·Riforma per potere scientificamente so-s tene1•e la propria opiqiooe; circostanza questa. resa ancora più ara ve dal fallo che meritr'al Medico chiamato al Con5iglio di Riforma, compete tutta larisponsabilità ·dell' emesso giudizio e bisogna perciò di tutta la possibile libertà d'opinione, il'mec1esi mo è poi limitato nell'es,e rcizio di qaesto suo diritto, giacchè il .suo voto è semplicemente consultivo. J,a discussione di qoesl'argomeolo ebbe poi lermioe con l'espressione del desiderio, stato emesso eia parecchi tra li Membri dell'Aduoaoza, che le Superiori Autorità vogliano nella loro previdenza e sapienza provv.ederc a questi inconvenienti.

{ll111Mc di no cemb,;e. '1 3 Tornata ). TORINO, ln qu-esta Sedu!a l'Adunanza udì la lellura: 1° d' una J\lemori.a dèl ì\led. di I~egg. Doli. I)evecchi intorno alla cauterizzazione delle ulcere veneree primitive _per mezzo dell'acido clol'idrko: -20 d'un'Osservazione d'epatite traumatica s't~ta raccolta dal Doti. J~laisant : 3° tl'nna Storia Ili Jrachiaruocaoe, comunicata.dal i\Jecl'. di Regg. Dott. Bima il -qaale ,pér essere stato i(Curante dell'ammalato la accompagnava con àlcooc annotazioni ·e con la presentazione del relativo pezzo , patologico : 4° della Relazione fatta diii Med. di negg. Doti. Bori~lione d'un caso di grz.vissima frattura de~li ossi del cranio con ischeggiamenlo della rupe petrosa sinistra, siccome può scor>(ersi dall'e$ame della porzione di crao io foattorato che fa deposto nella sala del ,Gabioello di LetltJra. ilopo la le\lur°a di gucsti Scrilli, il Presidente, manifestata ai _sullodati Dottnri !a s\1~ soddisfazi9ne per· l'importanza dei IMO Lav..tri , dichiarò che nélla prossimasetlut,a sare,bbesi aperta !a discu~sionc in loro o;, ai medes·imi, secondo ~ l'ordine coo cui furono letti. GE!'i ov'A. Spcdale ili 1VaÌ·e. 'Il Presi<lente'Dotl. l\lontolivo dopo :iv.e:r.(n mn uo suo disco,so diroostr.ati i vantaggi che dall-e Conferel}ze del Corpo Sanitario-i\lilitare emerg,0110 per h1 Scienza e per chi la co11iva; dopo aver eccltata l'Adunanza a veli ere dare opna a Lavo1,i ~~he1\•utili1à rag"inngnno per -cui qaelle faron.o inslitaile, 1,ropose la ri(:ostitozioife dell \Ullìcio di Se~reteria; ri- . costituzione questa che,~ termini' del ne~olaroento, debbe avere hiog_o sul finil'e di cia~che~un anno. Att\iatasi qoindi"la:votazio~o ~per J'.Schede,segrete, rmsc1v-a•-na0,vamente nominato a Segretano con grande maggioranza <li Yoli .il Doli. Gio. Balt. Massone a cui a seguilo di nuova votazione era aggiunto il Dotl. Valle col quale coi1c·o1·reva,il Doti. I)Pagostini. · · Spcdale di 'l'erra. Il l>o\L Balestra lesse la prima parte d'un

suo Lavoro inlitola_to: Cenni su l'organizzazione del Servi:io·S anitarw presso le d1ffcrenti Armate F.uropee. Questo Scritto che sarà poco per voll,t pubblicato neHe colonne dl ques to Gior11-ale benchè la sua lettura dorasse tutto il tempo dello Seduta , no~ solo fu ascoltalo con Co.stanle attenzione, ma meritù gli appkrnsi degli Utnziali sanitari i radunali i quali eceitaron il Doti. Balestra a .proseguire nella tcn.tata impresa, associandosi pienamente nel giudicarla di ruolta utilità e ctogoa della gratitudine della fami· glia ~Iedico-ì1Iili1are. . Arnsi.ANDllIA. li Dott: Vaglienti dà lellura d'una sua Memoria mlo1·00 alle ulcere veneree induritr. Onindi il Doti. Alciati stand'all'argotnento proposto nell'aotece<lenlc ton;ata, p·arla de-' gli accidenti che accompagnano l'ulcera venerea primrtiva e limitando la discussi_one al dolore socio de !l'ulcera stessa, pass.i io r,assegna le varie opinioui·dci Sifilografi intorno alle cagioni del medesimo,,.riferèndo come taluni lo fanno dipender ouicatiiente dalla condizione infiammatoria deWàlcera ste·ssa, all1•i dal!.1 malignità.del virus ed altri ancora dal modtJ co,n cui s'opera l'erosione ulcerativa. li Doll. Vaglienti per seconliaro la discussione legge altra parte del suo Scritto in cui acceuna il sintomo dolore essere più frequenl~ nt lle ulcere'·veneree the s-i svok:ono nelle pcrson-() di lempcrameuto nervoso, quantunque tal volta le medesime siano piccole, senza cara!lere fl,;~istico .manifesto, ma solamente offrano un car,altere speci(Ile d'aridilà. Prepone in questi casi la cora topico-mollitiVa, per cni promovendovi la suppur.izi.one cessa il do,lore; il che quarH).ò noo s'otliene con i mollithi lo.cali, dice dovervisi associar aoch'il metodo di cara antillogistìco gener.al<.>. Esclude io questi casi la cauterizza'ziooe con il nitralo d'argento, siccome quella che mentre non reca fuor e;h"è un passeggiero vantaggio, può poi favorì re moito l,r diffusione yirulenta, la quale, secondo lui, è ,già mollo favorita dall'aridità dell'ulcera stessa, .sia cbe quest'aridità voglia considerat§i quale cagione o qual effello cli quella. Il Doti. A:lciati nello assòciamcuto dell'e!emeoto dolore con !!aridità déll'ulcera scorge una condi-zione d'esaocrbazk ne infiammatoria contro cui, d'accordo col Dolt. Vaglicnti, propone il metodo al.Jtillogistico locale e generai.e . Nota-però che quando l'elernenlo datore predomina in modo aEsololo debbon impiega(,si ad alte dosi Ii così ~letti rimed.ii torpenti, quali la, belladonna, lo stramonio ed altri simili che cotanto giovan a cessare l'intensa fotofobia nello ottàlmie scrofolose o nerv,,se. Conohiude col di1:e che per riguardo al me,todo di cura debbe disl_inguersì il dolore ohe dipende dalla m1lignità del virns o dall'innormale processo ulcerativo, da quelio~ elle provi,rne da una speciale eondiziooe delle persone tocche da ulcere veneree. li DvU. Vaglienti risponde che, qualunque sia la cagio~e. pro~sima_del do l9re cioè sia che questo dipenda da uua cond1z1one 11id1V1cluale sia che dipenda da .un modo particolare di lesione anotomica che può essere comune a ferite e ad ulcere di diversa natura , quand'il dolore d'un'ulcera persiste renitente da alcuni giorni inaica sempre !lna cond.izione flogistica generale la quale quando non $ÌU combattuta si riverbera su l'ulcera stessa, fa a questa assumere l'aspe_tto fagedenico.che no o p11ò essere moditieatò a ilrimeute l'uorchè dal proulo ricorso al metodo antiflogistico. Non nega 'il Dott. Alci ati ch' il dolore sia un ele_mooto costitutivo della flogosi, ma fa notar.e-che in questo caso decorrono soci i l'e.leme.nto idraulico e ,l'elcment.o plastico, mentre che la pratica quotidiana evince esistervi casi nei q11ali l'elemento dolore scompagn~to dagli altri decorr.e in modo ccsì acuto da non poter ascriversi ad allra cugione l'uor-cbè alla maggior acrimonia della materia yìrulenta. Sostiene all'opposto il Doti. Vaglien!i ch'il maggior od il minore grado di dolore corrisponde sempre alla maggior o minor evQluzione della diatesi flogistica. Cita ad esempio il patereccio oel quale, tuttochè limilat1ssimo, quaod'il dolore è maggiore, tanto maggior è pure la diatesi infiammatoria, mentre che in piaghe anche vastissime le quali siano poco d,olenti, mino!' è il grado di questa medesima diatesi. Risponde il DoU. Alciati non potere regger.il paragone tra il ùolore ciel patereccio e q11ello dell'ulcera venerea, perchè nel primo caso l'acutezza del dolore corrisponde al .grado di.strozzamento dipendente dalla natura compatta dei testuti ammalali, mentre C'he uel secondo caso questa medesima acutezza non poten1o ricever eguale spiegazione, ragione vuole che si cerchi.la sua 01:igine o nella natur.a della cagione morbosa o nella sp.ecialissima condizione delle persone ammahite. A provare che l'irritazione nervosa locale, se produce uno stato neurop~tico generale, ,Don tralascia porò di promuover egualmente la diatesi infiamroatoria, <1d<luce il Dott. Vaglienti un caso di tetano il cpwle, cagionalo da lieve ferita io un piede, già passata àlllesito· tli suppurazione con uissun indiziò di .strozzamento e con poçhissima infiammaziooe,!ocale, tale risvegliù un.g1:.ado di riazi.one içfiamnialoria da esigere prr I~ su& guarigione undici pronti salassi generali. Là con1inuazi1Jne della Uiscussione è rimandat1"1.ad allra-seduta. ScIAMBEI\Ì. li Doti. Costanzo chiede ed ottiene la parola per inserire nel processo verbale alcune sue ·rifiess.ioni state ommesse; svolge quindi le ragioni per coi credo· necessario c;he queste riflessioni non siano dimenticale. Dopo ciò non essend'in pronto a.trv La,voro, il Presidente dichiara sciolta ]'Adun:1nza.


159 Ni:zu.. Approvato il processo verbal~ dell'_aole~edenle tornata, il Prewidcnte invi ta l'Adunanza alla d1scuss1011e intorno alle ~!-

ceri -i!i;fìliliche. Il Dott. Pelu~o ~s~rd tsce con un breve, ~a c1rcost,mziato rapporto de1 c11-s1 d1 s1fi11de occorsi uella Sezione da lui cli{·etta dm·ante il passalo semestre. In questo r~ppor!o partecip<i come gli ,1mmalati cur~ti fos,_e~o tutti tocchi. da atfeziooi veoer.ee primitive m,inifestanlls1 per la magi1ore parte èOll la forma ulcerosa a preferenza d~l!a blenno~ra~ica , della qual ultima non ebbe a curare fuorche cmqoe casi prnltoslo renitenti al metodo antilJ.>gislico ed ai balsamici; motivo per cui dovene ad ultimo ricorrer alle iniezioni t'austiche. Sollop.ooeodo quindi ;\l giu~izio dc' suoi Colleghi_l'o_pinione che qu~ste blennorraii;ie riconoscessero. per cagione 11 virus ulceroso pi uttosto che il blcnnorrnii;ico, fa notare com'egli sia stato nella medesima indotto al considerare che tulle inclistintamente queste forme m·orbose sifil,iticho furono press'a poco contemporanee ; che 1utte- foron attinte alla medesima sorgente .e che quasi tulle si manifestaron immediatamente dopo la contaminazione vene1·ea. A.ppoggia "ncora quest'opinione al follo d'un SO"ldato il qual" recatosi allo Spedale con ooa semplice bl~nnorragia recentissima essendo s!alo curato prima infroltdosamente con l'ordinariò'i'netodo, dopo venticinque giorni di cura otteneva hensl Ja cessazione dello stillicidio la.mercè delle iniezioni•falle con upa solazione Ji solfato di rame a cui ·erano unite pocb·e gocce di laudano, ma olto giorni appena_da che era_ricntrato in Quartiere e senza che alcuna nuova cagione ~osse rn~ervenuta, riparava di bel nuovo allo Speda!~ per la rmnovaz1one dello stilllciclio blennoragico a cui, dopo quattro giorni, s'associavano alcune ulcere al pre·puzio di _caraJlere palesemente fagedenico, a vincere le quali fu necessaria la cura,µiercuriale interna ed e-' sterna. Accennato quindi com·e molle delle delle forme ulcerose assumessero pronlamente il caraltetefagcdcnico-pultaceo e fosser accompagnale presso cbè costant.emente dall'ingorgo ghiandolare vin1le.nto agl'in~uinì, si fa a parlare del metodo di cura adoperato e dice essersi'trovato nella necessità di ricòrr()re frequentemente alla cara mercuriale in!erna onde non sol·o ottenere la cicatrizzazione dell'ulcerà, ma beD anche per distruggere compiutamente H virus e t,•gllere così il pericolo d'ooa si-filide ,costitnzio.nale: Il Presidente volgendo la questione.intorno alla genesi della sifilide, mentre nota che a detta d'alcuui Aµtori la tue venerea seguirebbe le leggi che. regolano gli altri contagii nell'evoluzione degli esante mi acuti cioè che svoltasi ooa Yulta ed ona volta vinta uon si riprodurrebbe più, ritiene però esservi grande ddlerenza· fra quesH due contagii anche per l'indole loro e che o!tr' al non esser ancor abbaslauza provala l'immu-· nil /1 d'una persom, qaalsiasi ad una seconda lae dopo la guarigione d'una prima , ciò non toglierebbe p.erò mai che s'accresc-a localroenle la pre'disposizione a nuoYe contaminazioni veneree. 11 Dolt. 'l'arrone move il dubbio se lo diverse forme morbose si· filìliche dLpendano dai diversi elementi oraanici che sono tocchi dal'Virus, ovvero piuttosto dalla natura alf.,tto diversa del virus stesso, per modo che altrettanti sian i virus qoa1rtc sono le diverse forme morbose sifilitiche. Quest'ultima opinione che dice arridergli più di quella cbe -vorrebbe spiegato il fenomeno con la semplice particolarità d'accidentali condfaionf individuali , egli corrobora con molli argomenti dedotti _dall'analogia di tutte le altre malattie, e specialmente delle contagiose le quali sono manifestate da una serie di sintomi particolari indicanti sempre la lesione dei medesimi elementi organici, .come ad esemp. os. servasi nel vaiuolo e nella scarlattina; malattie queste le quali perchè generate da on contagio diverso ed aveuli la loro ~edc ip un elemento organico diver.so si ma!!ifeslaoo s,•mprc con forma morbosa d.iversa, senza che l'una assuma mai la forma morbosa dell'altra. La corrobora con argomenti <ledotli da I criterio terapeutico e dice Perchè mai non talli gli ammala.li di lue venerea guariscono con il medesimo metodo di cura ·? No n ri vela ciò forse "in una differente forma anche una diversa natura dell'ag~nle morboso? Nè, continua il roedesimu, v.ale la spiefl"azione d1 ceriani i quali Yorrebbero rip() rl'e la ca~ione del feùQmeno nella maggior o minor iilteosilà del principio morhoso, giacchè a ,prodorre nell'auimal economia uno staio pàlologico non si richiede già un intenso, ma solo un disaf(ì,ne principio che operi nel)a meclesim~. Corrpbora ancora questa sua opinione con l'esemi:1io di p;1rticolari ulcere le quali accompagnano sempre la Jui,, senza che questa sia mai accompagnata da altra forma ul' cerosa, tulloèhè di longa darara, e conchind.e col di re, se ;,'ammette che per mezzo del conlallo possano prodprsi due speciali forme morbose provenienli da due diversiconlagii, l'ulceroso ed 11 bleo11orragico , qaal'esilanza si dovrà avere nell'ammettere pure alh'eltanti speci~li contagii, quante sono le varie manifestazioni morbose indulte dalla sifilide? li l)ott. Peloso oppone alla moltiplicità dei conlagii sifilitici l'osservazione quotidiana · <l'ùomini ·i quali dopo aver avuto commercfo con una medesi:ma ~onoa ed a poca distanza di tempo, rimangono tocchi ·ct·a manifestazioni sifilitiche dive rse, nel qual caso,. onde spiegar i I feno meno seéondo-1'-avviso del Dott. Tarrone, do'\lrebb'iammett<wsi che la donna fosse nel medesimo tempo essa pure tocca da altret!anti speciali conlagii , quante furono le forinP. morbose

manifoslatesi nelle persone ch'ebbero secolei commercio. Credi perci~ c_he,con r~gione questo fallo debba attribuirsi alla particolar 1d1os10oras1a della persona e ad alcune particolari condizioni passeggierc per le quali alcuni elementi del derma sono più degli altri esposli alla contaminazione venerea. li Doli.. Ba- · rate lii_ per .a~poggiare, qoesi'ulti\Ua opinione manjfcsta come d~lle rndag101 a~cura te da_e~s_o_l_m_falle_, gli risulta che la maggiore parLe degh ammalati s1fih11c1 a cui accennava il Dott. Peluso avovan attinto il male alla medesima fonte. li Presidente riepilogando ammeUe il vit:us sifilitico come principio delle ulcere le q_aali secondo le parole di Bicord. costituiscono la porta della: sifi.lide costitu.zfonalc è ritiene che la sua azione primitiva e t1p1ca sia locale e cbe dal contaminare ch'il medesimo fa la cute la mucosa od i folli"coli, può assumere diversa forma; diversità do~ vuta ~ queste modificazibni di tessuto, senza che si possa arguire 1~na d11Jereoza essenziale noi principio morboso , poichè s.e la forma può richie~ere modifi cazic>ni nel metodo di cura, ciò non toglio però ch'il mercurio sia il rimedio specifico ed il più efficace per vincere tulle queste diverse forme morbose, per abbreviarne la cura; per renderla più solida e per opporsi all'évoluzione dei sintomi sifilitici secondarii. Crede quindi che uno ·degli .argomenti principali da cui derivò la distinzione fra il virus blenoqrragico ed il sifilitico, sia stata la non utilità dei mercuriali nella cura d\llla blennorragia; cosa questa che per nulla tornerebbe in favore del Carmichael il quale assegnava on virus special~ ~er ogni forma o segno di malattia sifilitica. ·

PARTE SECONDA BOLLETTnNO UPFICIALE

FariazionJ nel Pe1·sonale Sanitario-11'/ilitare. Dou. Domenico Baraccò, .Med. di Batl., dal Forte di Gavi passa allo Speda le di G_enova. Doll. Guglìelmo Omegna, Med. di Bau., dal 6° Regg. di Fant. passa al Forte <li G"a·vi. Doll. Gio, Maria Perelli, Med. di B~H., dallo Speciale di . Genova passa al 6° Regg. di Fant.

CENN.I

S0LL'0J1GA N1ZZAZIONÈ Dfl T. ::'ERVIZIO

SA·Nl'I'AP.10 PRESSO

LE DIJtFEREN'H .AIIM.HE E UROPEE.

(Letti nella Conferenza del 1° novembre 1852 in Genova dal i\Ied. di .flegg. Dolt. BAJ.ESTRA). Un ramo di pubblico -Servizio· niolt'importanle > una delle parli più vital.i nell'organizzazione d~gli Eserciti, il servizio Sanitario Mi litare, giacque, come voi non igoorale, Onorevoli Co lleghi, per lunga serie d'anni assai negletto, difelloso, alfidatçi tal volta a persone che grandemente distavano dall'a ltezza del sublime loro mandato e più sovente a persone che abilissime e ·zelanli a compierlo, non ne risentivano poi altra cosa fuorchè i penosi oneri, non ne ritraevano per lo più che sconsolanli, iogiuste umiliazioni. Certamente dal primo sorgere dell'odierna citillà di mezzo alla barbarie del medio evo e nel progressivo suo svolgersi sin ai dì · nostri, 1,rna successiva e,·oluzione fu pnre data alle Instituzioni ·che riguardan il Servizio ,Sanitc1rio presso le Armate e numerosi miglioramenti furono di man in mano al medesimo arrecali; ma lento assai al i>aragone di altre forse, men.o utili Discipline ed lnslituziooi fu il suo progresso, a gran pezza non pro·porzionato alla innegabile sua importanza e troppo sovente funestalo da nemico, rapido, lungo f(~gresso. Contrariamente a quanto


i60 suole per lo più avveoire alle umane lnstiluzioni che chiamato a pio -allivo , più ampio e libero esercizio delle loro fuoziooi; chiamate a provveder a più sentiti, piu urgenti bisogni , sogl ion ingrandir ed accostarsi a perfezione , il Servizio Sanitario Mili.lare nei giorni stessi di sua maggior attività , di sua più evidente necessità, durante le lunghe sanguinose guerre ch'in questi ultimi seéoli si di frequ ento desolarono l'Europa, elibe bene sovente a subire più disgraziate peripezie, a cader anzi tale fiata in quasi compiuta disorganizzazione. Colpa ciò in parte della natura stessa delle terribili necessità a cui esso debbo provvedere, in parte dell'avversa for tuna , ma colpa troppe ,•olle pur anche di poco previdenti e poco illuminali ordinatori d'Eserciti. · Noto ~ quanto asserisco a chi non suol appagarsi d'imparare le storiche vicende delle Nazioni dai pomposi e sovento mendaci hollellioi con cui dal campo della più sanguinosa ballaglia s'ha frena di proclamar alla lrepfda nte Nazionu che poche gocce -di sangue solo le costava l'acquisto d'una .strepitosa gloria e chL, le più solel'li, le più diJigeoli cure erano prodigate ai poc~i Valorosi che èadevaoo colpiti dal forro nemico. Ben altro s'appalesa a chi pielo -o agli strazii d11lla povera schiatta umana va rintraccianùone i ricorcli nelle 15iò veridiche, ma non di rado poco note pagine di Storici fedeli o di coraggiosi Cultori dell'Arle salutare i quali dal desiderio di rivolgerla a pro delle generose vittime della g11erra erano guidati su i Campi di battaglia. Migliaia d'uomini spiranti, esangui per mancanza di mano Chirurgica che pronta chiudesse le toccate ferite , migliaia di F'ori li abba'ndonali per lunghi giorni e _più lunghe nolli sul sito do.v'erano caduti; e ciò per mancanza daj veicoli; migliaia di languenti accalcali in angusti ricettacoli senza un conforto, senza 110 consiglio salutare per difello di Spedali, di Medici, di farmaci; ecco quanto troppe> s~vente attesta lo staio imperfellissimo e talvolla la deficienza assoluta d'un Servizìo Sanitario qualunque presso grandi, immense .Armate. Certo è che uell'alluale secolo aocora, dopo più di vent'anni di guerre pressoché contin111•, nelle ullime Campagne che precedettero le paco del 181 5 il Servizio Sanitario presso tulle le Armale che vi presero parte si trovava nello staio più meschino e deplorabile; scarso o mancante o mal distribuito i ( materiale; iosufficientti, scoraggiato, in islato d'abbiezione il Personale. Poco rapidi e di poco rilievo furono generalmente i miglioramenti che in questo Servizio furono introdolti ne i primi lustri che seguiFono la pace; e non è che da alcuni ano i che presso pa recchie tra le più colltt Nazioni Europee si pensò seriamente a praticare quelle riforme che più inrlipensabili furono riconosciute al migliore suo audamonto. Ciò s'operava col richiedere maggiori garanzie di l>ollrioa dalle persone che aspiravan alla carriera di Medici i\lilitari, coll'accrescerne i vantaggi maleriali, col renderne più decorosa la posizione, col rivestirli d'un grado che li pareggias;e agli Uffiziali rlegli altri dilTerenti Corpi, con lo stimolarne lo zelo mediante la prospelliva d'on rapido avanzamento; fissand'inollre più precise e ben intese norme al Servizio ch'essi debbono prestar e più stabili basi per l'Amministrazione degli Spedali, sopprimendo gli a~usi che di frequente vi ·prendevano piede, dotandoli di un materiale _più confortevole per gli ammalati, benchè più economico talvolta per le finanze , arricchendoli d'islrumenti o d'apparecchi Chirurgici ed altivand'iooltre molle non meno utili misure le quali troppo lungo sarebbe qui parlilameote enumerare. Lo S1ato nostro t'iobalpino non rimaneva estraneo a tale moto di lodevolissimo, anzi necessario progresso. Gi;i da parecchi anni con una serie di successivi caugiamenti, di nuove instituzioni e di nuove norme custantemente si mirava ad adottare parecchie tra le mentovate migliorie; ciò che pur venne di tratto in tratto per molti lati ollenuto. Lode calda e sincera a chi di tali vantaggiose riforme si raceva promotore, a chi valeva a superare le non

poche difficoltà che le attraversavano e riusch·a a mao. darle ad effello. Nla francamento, conscieuzi'osamenle può fors'affermarsi che quanto si mandò ad effollc abbia ad esse re sufficiente per dar al Servizio Sani tario presso la nostra ArnJat-a u11 assello defiuitivo e per assicurarne l'avveni re P- E desso tale già che debba appagar ogni giusto ed onesto desiderio, qgni legi lli.1-a tendenza ed aspirazione? Tale che nulla ci lasci da invidiar all'organizzazione di qnesto Servizio presso estere Armate il J mezzi, per esempio, a disposiziono dei Medici Militari per acquistare quelle cognizioni che più da vicino e più specialmente riUellon il Servizio pr esso I' Armata oon lascian essi nulla a dasiderareP J maggiori van laggi materiali accordali agli Uffiziali di Sa11ità son ossi un sufficiente cd equo compenso per qnanl'i medesimi per molti altri versi, per la fusione ,dei due rami Medico e Chirurgico, ad es., ,,euivano a perdere~ La probabilità, la rapidità d'avanzamento io carriera ò per gli Uffizial1 di Sanità in equa proporzione con l'a"anzamenlo a cui posson aspirare gli Uffiziali dugli altri Corpi dell'ArmalaP Quanto non é d11l>bio se le norme cbe regolano l'avanzamento nella carriera siano veramente tali da far si ch'i l\ledici dotati ~ di qualità e cognizioni superior i giungano prestamente ad occupare le piazze cbe loro compelouo, senza menomare del resto per gli altri Ulliziali di Sanità quella stima e quella fiducia, tolte le quali essi pon valgon a disimpegnare convenientemente le proprie funzioni! - Quanto non è dubbio se la Carriera A1edica ;\l iii lare, quale dessa attualmente esiste, sarà in somma sufficientemente attraente per giovini distinti ù'auimo -e d'intelletto, addottorali iu ambe le facoltà e che già abbiano sacrificali per il solo corso di Scienze Mediche sei intieri armi senza tenere conto dei lunghi stadii di belle le~tere e di Scienze filosofi che ac.Ct!SSorie all'Arte del guarire! Nè più certo si è che la composizione alluale del Corpo Sanitario, la sua forza numer ica sia tale che permetta all'aprirsi d'un a improvvisa campagna di -provveder in modo anche appeoa soddisfacente alle molto maggiori esigenze di ::iervizio dd1' Armata sul piede suo di guerra. Nè certo che ciò sarà possibile senza ricorrer ad un numeroso cd affrettato re. clutamenlo che non potrebbe seoza dubbio in tali strette andar accompagnalo da. tnlte quelle garanzie di capacità scientifica e di morale integrità così a buon diritto volute dalle viger,Li norme per l'ammessione nel Corpo nostro : che ciò sarà possibile senza che funzioni d'alta importanza, di grande risponsabilità sian affidale a persone non ancora abbastanza esercitate nella difficile pratica del!' Arte Saiola re oppor a persone le quali, tuttochè versatissime nelle .Mediche Discipline, quelle però ignorino che speçialmante reggQno il Servizie Saoilario presso l'Esercilo Piemontese. E sono queste Discipline riflellenli il Servizio nostro in guerra stabilite in modo da renderlo d'un andamento il più che possibile semplice, rapido, esteso, sicuro; da lasciare agli Uffiziali di Sanità suffi ciente libertà d'azione nelle varie conting1rnze d'una Campagna Militare per lutèlare quella risponsabilità chc3, se non sempre ufficialmente, moralmente però sempre so essi gravita in fa ccia all'Esercito, in faccia alla !Xazione per tulio ciò che riguarda la Sanità del Soldato ed i soccorsi ch'essa richiede? Ed io pace sono lt1lle egualme111c lodevoli, sono le più semplici, le più economiche le norme che governano l'andamen to del Servizio presso i Corpi e presso gli Spedali J\iili1ari ? Sono in questi tulle egualmente assicurate quelle previdenti attenzioni, quelle benefiche r.ure a cui ha sacrosanto dirìllo il cittadino che chiamalo dalla' legge a sopportare il più p~noso come il più onorevole carico dello Stato, il Servizio .Mililaro, ne subisce le quasi ioevilahili e sovente fatali cor.seg_u enze? (Continua ) li Direttore Doti. COMISSETTI Med. Div.

Il Vice·Diretlore responsabile Doti. Dar. de Beaufort !lf. R. Tori no 185~. Pelnza, Tip. Subalpina , viaAt6eri 'H.


ANNO II.

( ai ~O di dicembre 1852 )

N° 2!.

GIORNALE DI HEDICINA HILITARE _DEL CORPO SANITARIO DE~L' AR~IA'fA SARDA .

L'associazione rì ,)n ,;i r icav ~ che ;>er 11u anno e comincia col 1° d'agosto. li Giornalesi pubblica nel Lunedì di cias·cheduua settimana , PREZZO D'ASSOCIAZIONE

.

L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di posta . L. 11. In Torino . . . . L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGRAFIA SÙBA.LPINA via Alfieri, num0 .2 4. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postale. ! ' ...

SOMMARIO. - to D'ott. FABRE: Lezioni Cliniche del Comm. Prof. Riberi su i polipi del naso. - 2° Dott. DBVBCCHI: Sulla cauteri;i;za:,;ione d.alle ulcere çoll'acido cloridrico. - 3° Dott. BoB.IGLIONE :_Morte violenta per caduta da cavallo. - 4·0 1nott. coSTANzo ·: Relazione sulle malattie curate ai bagni d'Aix. 5° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 6° Bollettino Ufficiale. -"1° Boli. BALESTRA: Cenni sull'organizzazione del Servizio Sanitario Militare.

PARTE PRIMA LEZ[ONI OJlALI ED OPERATIVE del Prof. Comm.

RrnERI

(tracciate dal Doli. F ABRE *).

POLIPLED ESCRESèENZE .POLIPIFORMI . DEL. 1\TASO caso qualche aualogia, quello d'una -vecchia ch'io ho nell'anno t846 operata nella Cl inica. _La fattispecie es.sendomi parut.a molto interessante, ne presi io stesso gli ~ppunti. E buùu per me che gli abbia pres·i, perchè l'Allievo incaricato d'ella Storia , dimentico del ~uo dovere, no_n q1e l:1 ci',nsegnò. Era una vecchia su ! 70 anni, grinzosa, coraggiosa, vivace, di , temperamento sangoigno squisito e 111adre 'di prole numerosa e sana. Oopo che s'erno in leì smarriti su i 50 anni i meostrui i quali eran abbondantissimi , aveva ella sem·pre in modo però ricorrente sofferta una morbosa t~nsio~è cardio-carntideo -cefalica con palpitazioni , v1braz1ooi caro'tidee , vertigini , svolazzi calorosi al capo, epistassi ·e da un anno e mezzo provava im~arazzo nel respirare per la narice destra : negletto, 11 ;'Il~le progredì tanl'oltre che guan rlo si presentò alla Chn1ca era ella nel segu.e!11.e stato : polipo fungoso , (·)_V.i numeri aot~cedeoti.

stillante facilmente sangue, aggettato oltr'a due linee dalla narice ,anteriore destra che . riempiva ben bene, allargan te la pinna nasllle al seg110 da renderla tonfleggiante e sconnettente gli ossi quadrati. Avui:o riguardo all'età, alla natura del male, all'abituale oroas?1o vasale, -~r~n a. tem~rsi gravi sequele dall'ope~azione : perc10 10 rp1 peritava tanto più perchè con il dito introdotto nella .narice posteriore, non 'aveva potuto ~o~care la· radice del polipo e p1·endere lume s~ la sua natura. Però quest'esplorazione negativa mi diede a conoscere che traeva esso origine d.illa metà anterioi·e della cavità nasale e non dall'alto, perchè in questo caso il polipo sarebbe stato t.anulbile nella naric~ posteriore. Mentre si stava aspetta~1do, l'am• mala_ta mi' decise ella stessa all'operazione ~iceodomi • c~'ell! conosceva che non - voleva operarla perchè " temeva che , stante la sua grave età, ne morisse· , • ma che l'operassi pure, perchè ella aveva tale vi• gor interno che- non sarebbe morta. • Contribuì ancora più a decidermi il non· avere provocata uscita di sangu_e dalla radice del polipo con uno specillo elle le ho p1u volte mandato contro con forza : il che mi diede grande presu?zione che si trattasse di polipo fibroso degenerato in fungo. · Elfetth amente brancato, dopo la tnra della narice posteriore con i soliti mezzi, il polipo venne via tutt'intiero; moderata fu l'emorragia, nessune le sequele dell'opèraziooe e pronta la totale guarigione, ritornand'al naso la sua forma primitiva. La radice del polipo era pur essa già irrorata di_sangue e molleggiante. Da queste dne Osservazioni si raccoglie che la degenerazione der- polipi fibrosi gli reode più acconci allo strappamento. · Oss. 46. Anna Rico.: di Moocalieri: anni 55 : nubile : temperamento -linfatico : abito scrofoloso : scarsamente menstruata: stata sempre . soggetta ,a molte località scrofolose con forma d'ottalrriidi , di geloni ulcerai.i , di tumidez_ze delle ghiandole del collo , di croste al capo e fra le altre di rinitidi ripetute: l'infiammazione scrofolosa della mucosa nasale, limitata alla metà antel'iore d'ambo le cavità nasali, aveva con il suo diffondersi :.rlle. parti attigue iospèssate le pareti del naso e resa lucente la peli~, CQ'me risipeatosa : aveva essa nel tempo stesso resa ipertrofie~ 1

Oss. 45. iliferisco, corn'aveul.e con il sopra c·itato

!

I

'


162 occhio destro molto spostato dall'orbita, convergente quella mucosa e bozwta co11 difficile i11gresso dell'aversn il naso e cieco affall1J , Lencbè noo alterato ria nelle narici. U11 Empirico cauleriziò piò volle nello sua forma analt1·mica: udito quasi del tutto smarquella membrana e quelle bozz~ ed il risultamento fu elle, ulcerall!.si l'una e le ultre , diedero .can~i che . rito dall'orec1;bia des.tra: grado inoltrato di stupidità: febbretta lenta : co miMiaute emaoiazi0ne. Lu converinosculandosi dalle. pnreti opposte chiudevan affatto genza dell'occhio ,·erso 'il naso ·indicava cb'il tumore ambo le nari e buona parte della metà anteriore delle del nuso era passalo trasversalmente e profondamente cavità n,,sali. Tal era e n<>n punto esagerato lo stato Qell'orbita in modo rla premere verso il lato esterno in cui si presentò alla Clinica. J)o;po ov.ere per due 1'emisfero profondo dell'occhio e da farue rolare l'au mesi usali rimed ii diretti a hvorire la roenslruazione leri/ll'e verso il lato nasale. ed a corregger il vizio scrofoloso, io ho io presenza della Scuola priJticaia qui l'operazi one stessa cùe si Quel sanguinare del tumore toècato con lo spècillo pr;,i li co per corrt>ggere l'ellroprin da cronica 1umia gruodi altezze nel naso; quel 0 0 11 incontrarne in oi1111 modo il pedicciuolo; quell'occupéi re di prefedezza della rnncosa palpebnile cioè pra ti ca i.o un I.aglio triangolare all'urlo inspessito delle chiuse narici , bo renia le narici posleri.ori e le fauci, pt'oprio io genere dei polipi che tom bolano dall'alto; quell'avere spinto poi continualo sollo ed ai lati la dissecazione del tula parte profonda del tr~mczzo oasa le contro Ja paracciolo carnoso fiocbè ho riscontrale previe le carete esterna della cav ità nasale sinistra; quella stupività oasali . Le bo quiodi mantenute distese con fidi1 à ed imbeci llità ; tutto in somma faceva prova che Jaccica. Trascorsa la riazii 11ic traumatica, uo su.pplile le filacci ca con caodeJe t1r io cera, or io gomma elal'ammasso morboso aveva relazione d'origine co11 la base del cranio, mentre la rapida· sua grande evolustica, talvolla spalmate d'uoguenti o caleretici o mul· lit ivi <id astringenti second'il casi>, ed io questo modo zione, la sua facol tà ossivora per cui aveva sganghellato il palato osseo, .il tramezzo orbito·oasale, ecc. lottando per più cli tre mesi contro la continua tene'CI il non · essere stato precorso da morbosa secrezione denza che avevano le narici e le cavità nasal i a cui'udi muco dalla Sclrneideriana , escludevano l'idea che dersi , ottenni finalmente Ja cicatrice e la Joro perfosse nato dalla mucosa ed includevano qoe.lla della manente dilatazione. Taccio che io tulio quel tempo sua origine da.Ilo scbeletro e dai suoi involocri, e non ho perduto di vista m11i la scomparsa della meostruazi(1ne ed il vi1,io scrofoloso, i quali furono l'una dellu sua malaugurata oat.ura. Qu.id ageridum ? Lo strappa mento del tumore e la e l'allro con opp,,rtuna cura assotl igliuli. cauterizzazione sarebbero stati l'indicazione da seOss. 47. Ant onio Sacco: anni i6: contadino: temguirsi e per ciò sl;lrebbe stata necessaria la spaccatura paramento linfatico pretto: costituzione medivcre: del naso, la lussazione degli ossi quadrati e la recinat9 da pareuli sani : abitante in un paese sano : sosione di men' il tramezzo nasale pel' aprirsi un'am lito dormir io un luogo umido: non slato soggetto mai ad alcuna malallia fin al mese di giugnò dell'anuo pia strada ,111.e parli profonde e caule.rizzarle. Ma con !850, in coi fu assalito da febbri intermittenti che, qual esi10 ? Second'ogoi probabilità con esito infelice dopo overlo tormentato per due mesi , svunirono da se si poneva mente a1l'esteosiooe, alla natura ed al sè in principio di settembre.. Allo svanir!} delle febbr i grado della nwluttia, alla fe'bbretta leotu ed alle già esistenti lesioni cerebrali. Si dovette quiudi di necessuccesse una difficoltà di respirare pel na~o senza che lo scol<1 mucoso fosse noternlmenle aumentato. e, ebbe silh procrastinar . e lasciare portare gl i eventi dal a poc'a poco questa difficollò per lo spazio cli 5 o 6 tempo. E questo gli portò fatali , giaccbè quind ici giorni appresso l'ammasso poliposo fu invaso da demesi, f:ìnchè divenue affoll.o impossibile il passuggio dell'aria per le cavità nasali e poco pvi l'occhio degeneruio11e con emonagia che per lo spazio.di quindici giorni undò di volta in volta riproducendosi , a stro si rese per gradi sporgente nell'orbita con graduata diminuzione della vista che fu in fine del tullo malgrado delle frequenti lavande· d' acqua ghiacciata al copo ed al volto , delle frequenti iniezioni della perduu1. Si manifestò intanto verso fa parte postesìore destra del palato un'ulcera fun gosa che fu due sless'acqoa nelle cavità nasali e della ·permanente volte senz'alcun pro cauttrizzutn. Si presentò alla applicazioue di vesciche ghiacciate su la fronte. Un giorno questi mezzi non più bastando ed essendo lo Clinica Operati\'a ai f6 di maggio 185f essend'io amm:ilalo per la perdita dì sangue quasi esanime, un quest o stato : r,efalca fr ont.aie frequent e e dolore cupo Allievo avvisò opportunamente di fore Ja riempitura alla radice d<-il naso: cavità nasale.destra, nella metà delle cavità nasali e da quel momento fu bensì sopanteriore massimamente, tappata da un polipo aoii presso lo stillicidio di sangue al di fuori, ma 's ottentrò duro che no che dalla narice anteriore si prolungava coma apopletir.o, e si vedrà il percbè, il qnale lo alla posteriore sporgendo nelle fauci: la cavità nasale tolse di vita nello spazio di ci nque ore. sinislra pur essa piena verso la narice posteriore di Necropsia. Iniezi0ne della dura madre dell'emisfero un ammf1sso poliposo che non permise di fare passare no catatere da dorlna e cl1e io quest'esplorazione destro del cervello in corrispondenza della fossa craoiaoa antel'iore e della sella turcica: cervello io quesanguinò molto: mancnote la parete ossea del palato ·ste sedi evidentemeo.te rammollito: spandimeoto di Ilei luogo dell'accennata sua ulcera, per cui la ~avilà della bocca comunicava con la cavità nosa]e destra: tre o quattr'oncie di sangue non proveniente dal cerparle profonda del tramezzo nasale spini.a a sinistra: vello, ma salito dalle cavità nasali dopo la loro riempitura , passando per un'apertura larga della il dito introdotto nelle fa uci toccava un tumore subdura madre in corrispondenza della lamina cribrosa rotondo, voluminoso, molleggiante e fac il mente san dell' etmoide ; ol trachè perforata , la dura madre guinante e, per quante indagini siansi fa tte , non si era anche qui molto vascolarizzata : chiasma dei potè toccare la radice del polipo: era perciò fatto nervi ottici rammollato e molto vascolarizzato : il evidente che moveva q.uesta dalla base del cranio:


nervo ottico destro in parte distrutto e n_el resto spappolato: lieve corr_osione dell,a la~ina o~bita)e del coronale nella sua uoione coo I etmoide d1 cui non appari:vano quasi più tracce, se s'eccettua la presenza d'un frammento dell 'apofisi cristagallì: tumore di natura lardaceo~encefaloidea, il quale , sorto dall'et.moide,· s'inoltrava, per un'apertura fotta a spese della lamina orbitale di quesl'osso, nell'orbita destra, men· tr'a -sinistra, distrutta anche una porzione della stessa lamina, stava altresì per entrare · nell'orbita ed in basso uppogg.iava su il tramezzo oss·eo del palalo cbe era corroso dove la lamina palatina del mascellare si uoiscé con quella dell'osso palatino ed ernpiva tutta ìa parte posteriore della ·cavità nasale destra sp,iagend'il trameizo contro la parte posteriore sinistra e pendendo nella faringe: i\ tumor era -ancor iw alcuni punti involto nella sua membrana propria, ma nel suo interno offriva una poltiglia di sangue e di sostanza encefaloitlea, men~re nella periferia la sostanza lard:lCeo-eocef.,\oidea formava com'uo guscio: Schneideriaoa rammollita e faoil a distaccarsi dagli ossi.

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Il cadavere ba c.onferma\o il diagnostico, il prònostìco e gi,ustificata l'astinenza dall'operazione. Chi noO'vede che ue sareb\te· mor-t.o nell,'operazione pel passaggio del sangue. nel cranio, impedito come sa· rabbe que!<tO st<Ho di discendere- nelle narici poste· riori prima turate?' (Oss. stata sèrìtta da) Sig. Benzo; giovine Dottore dotato di tutte le qualità d'un buon Pratico). Tralascio molti altri casi di polipi rùsali ch'.io possedo nella mia, Raccolta d' Osservàziooi -Pratiche e 11?,elto termine a quelli ch'io m'aveva prefisso di narrarvi a riocalz.o dei principii stati ·aonunciati oel testo: fatene, Signori, il vostro pro.

16 CAUTERIZZA7, IONE' DELLE ULCERE VENEllEB PRIMITIVE

Ùonrnmco. / . {Cenni con Osser.vai:ioni del Doti. DEVECCHl Med, di Regg. alla Venaria Reale). PEll MEZZO DEU/ ACIDO '

l buoni risullamenti ottenuli. nella cura delle ulcere ve,• I aeree ~rimiti".e con il metod? del Dott. Henrotay, riferìlo nel Giornale di il'ledicina nY10, m'inducon a comunicare al miei Colleghi up metodo·analogo che da circa due' anni iosoglio impiega_re quando m'ocèorre intraprendere la cura. n,i primordii della malaHia. Consiste questo metodo n.el caJte11izzare dette ulcere per mezzo dell'acido cloridrico, rilnovando la cauterizzazione sin ad intiero rinnovamento d•la superficie ulceratk (al che bastan ordinariamente due o re cau.terizzazioniJ ,e compiendo poi la cura con le. più se:iplici medica-zioni. '.Accade akuna volta che l'ulcera caterizzata tarÙ a detergersi : ìo questo caso basta copl1:e, la superficie· s<Jrdida dell'ulcera coi1 polvere di ca. lo1elano per ottenere che presto si deterga e se ne promca la cicatrice la quale suole compiersi, da dieci ìn qq1dici giorni e qualche volta anche in tempo piu' breve. I01essm1o dei casi nei quali impie.gai questo metodo di éu, vidi susseg,uire la sifilide costHuzionale. For.zatovi dal delicatezim dello·circostam.e, le quali m'imponevano,, pi~he ogni altra cosa! d'accelera.re per quant'era in me

la guar1g1ooe ebbi ricorso a questo metodo io una giovane donna più sventurata che colpevole la quale era tocca da tr.e ulcere recenti aì genitali. La medesima fu cauterizzata per due volte nei due primi giorni . di cura e dall'ollav-o al nono trovavasi afl'allo guarita . D'a\lor in poi oÙenni molte a,llre consimili guarigÌoni delle quali, per non avere registrate lotte le particolarità caratterizzanti la malattia, non farò parola in questi brevi cenni e mi-limiterò io vece ad espom: q11ei casi di guarigione che vidi compiersi io questo Spedale della Venaria ne.I mese di settembre p. p. li Cannoniere L. D. tocco da'quallro ulcere al prepuzio fo cauterizzalo -nel giorno 18 e nel 19 di dello mes.e: nel giorno 50 usciva guarito dallo Spedale. Due ulcere alla ghianda ed una al prepuzio furono nel Caooonier~ G,. toccale con l'acido cloridrico nel giorno 15 e nel giorno 2Ò eran affatto cicatri7izate. Nel giorno 9 entrava il Ca11noniei;e S. t.occo da sei ulcer'e· al prepuz.io rist~elto su Ja, ghianda per fimosi : sembrava pure,che quatche okeretta avesse sede nella stessa ghianda che si toccava dura e dolente alla pressione io corrispondenza del frenulo. Le ulcere del prepuzio furono cauterizzate per due volle e medicate in seguilo con ba· gnuoli di decozione di malva. Non deterg~ndosi la superficie ulcerat~ con l'ordiinuia. celerit·à, ad-0perai in questo caso la polV:ere di ca:lomelano posta iri contatto diretto delle ulcere e pro'cùrai nel medesimo tempo d'introdurre piccola quantità d'unguento mercuriale tra il prepuzio e la ghianda nell'i·ntento di raggiunger e modificare le ulcere nascoste. Nel giorno 24 ·e·ssendo ridotte a cicàlrice le ulcere del prepuzio, fu possibile· metter· a nudo due ulce'· rette che avevano veramente sede su la ghianda : desse però erano de~erse e ·tendenti a cicatrice. Nel giorno 50 il Cannoniere S. abbandonava lo Spedale. Travagliato da febbre ardente con fimosi àolorosissimo entrava nello $pedale il Cannoniere B. nel giorno 4 di settembre. Era la febbre sin tomatica dell'infiammazione del prepuzio e di grande p-arte della pelle che cop_re il pene; infiamma1,ioue questa che aveva già avuto per esito la cancrena o per meglio dire lo sfaèelo. Questi f~oomeoi s'erano manifestali tre.giorni dopo un coito impuro e l'ammalatp, per pudore o per qual altra vogliasi circostanza, da tre allri giorni li nascondeva, nonostante si i:endessero ognora più intensi e più doloro.si. Lasciand'a part~ l'energico metodo antiflogistico generale ch' incontaoente fu posto in attività, esporrò solamente la cura locai~, siccome quella che ha relazione con ìl metodo di cui è caso. Esportata la pelle cancrenata e messe allo scoperto due vaste ulèere della ghianda le quali p_artecipavan ancora della degenerazione cancrenosa, le cauterizzai profondamente coll'aèido cloridrico in un coo la ferita risultante dall'tisportazione della pelle cancrenata. Rinoovai la cauterizzazfone nei due •successivi gforni e continuai la cura prima con filaccica i11zupp:lte in una lieve soluzione d'acido cloridrico , poi con lavature e bagnuoli di semplice deco~ zione . di malva e finalmente con l'applicar,ione d'unguento refrigerante {listeso sopr.a la tela. Nel giorn·o 25 l'ammalato era guarjto e ciel 26 lasciava lo Spedale. Qoesto merodo·; non altri mente che gli altri i quali hanno ' per base la cauterizzazione con qualunque siasi mezzo, si fonda su la presunzione che l'ulcera venerea primitiva sia nei suoi primordii malattia locale e che con la di,struziooe della superficie ulcerata sia pur di.strutto il virus sifil~tic0;


i64 che la contamina, così che l'ulcera sia convertita in una. soluzione di cor,tinuità analoga a quella prodotta da una ~collatura Od a quella che sarebbe prodotta dall'acido adoperato sul corpo vivo. Da ciò si !\Corge che questo metodo non potrebb'esse.r àdoperato se· non q11arido nor hav1•i ancora tumidezza di vasi o di ghiandole linfalìche o, con altre ·parole, se non quando non havvi ancora sintomo di assorbimento e di diffusione di malattia. Non occorre che io. accenni come nessun'ulccra vuol e~sere risparmiata dalla cauteriizazione, bastando che una sola prosiegua il suo corso naturale, perchè ne po,sa consegU'ilare l'infezione costil.uzionale. Se non che il caso del Cannoniere S. sem· brerebbe accennar alla possibilità di più larga applicazione la quale avrebbe per base uno speciale modo d'operare dell'acido cloridrico; quando questi sia assorbito. Quanto_ possa esservi di vero in siffalta congettura , le sole os: servazioni di fatti numerosi q bene confermali ·potranno definirlo. Questa pratica ba finalmente il vantaggio d'es• sere facile ed. economica sia per riguard'al tempo, come per riguardo -ai mezzi: ha inoltre ciò_ di particolare che con il cessare del dolore prodotto dalla cauterizzazione, dolore vivo ma di breve durala, cessa pur ogni .altra_sofferenza nella parte ammalata.

esterno sinistro : non perdita di feci, nè d'orina; ad ultimo due profonde conlusioni dell'estensione di due pollici ciascheduna di cui una per. ciascheduna tempia costituivano la somma delle lesioni esterne. Dal complesso di quesli sintomi così imponenti diagnoslicai una gràvissima commozione cerebrale con rottur,a di vasi e con .pr.,babile frattura . Penetralo perciò dalla gravità della malatlia non abbandonai più Ì'infermo sin a ch'ebbe vita, onde pronti fosserc;> lutti que·i soccorsi voluti dall'esigenza del caso., non che da lle insorgenlì 0011 prevedibili circostanze. Ma lutto fu vano, 1>oichè nè i bagni ghiacciati--al capo ' le,nuto rilevalo ed alqu,anto declive a sinistra . onde favorire lo stillicidio del sangue dall'orecchia, nè le frizioni con flanella riscaldata lunghesso le estremità iriferio~i, ·niJ i senapismi, nè le ventose più volte rinnovate nelle varie parti del corpo, nè i salassi, uè la titillazione delle fauci, oè i cli• sleri stimolarÌli, nè finalmente altri sussidii di minor importanza valser a torlo d''in braccio a morte che tranquilla e per gr~di seguiva verso le. ore 5 del pomeriggio. 0

Necroscopia ese91!ita 4S ore dopo la mort~.

Abito esterno naturale: faccia lividella , ma mollo più lividi i· labbri che s'offrivan aderenti per densa e glutinosa saliva: occhi s-emiaperli: collo leggermçnte gonfio a STORIE DI· CASI- RUIARCHEVOLI. sinistra: cuoio cappelJuto in corrispondenza delle contusioni delle tempi~ 1fun colore livido intenso, tendente al 15 nero. A peri o il ·crzoio, lo si rinvenne pieno di sangue rosso, .MORTE VIOLENTA PER CA.DOTA DA c.1,.v:,LLO proveniente dal!& rottura dell'arteria meningea media : si (Storia letta dal Dolt. Bo111GLIONE nella prima Cenferenza del rinvenne parimente nel. meòesjmo la frattura comminuliva mese di novembre tenutasi nello Spedale di Torino). con distaccamento di ..bene gro;;sa scheggia Òella rupe dell'osso lemP,orale sinistro e di lolla la porzione squamosa Permelletemi, o'noreyoli Colleghi, ch'io richiaQ)i tjuedel medesimo; .lesioni queste che ciascheduno di voi, Onosl'oggi per poco l'attenzione vostra so ·a•un lriste·caso non revoli Colleghi, può osservare nel pezzo dì cranio che vi _ba guarì da me osservato il quale, se non avrà · con sè il sta sotl"occhio. La sostanza cerebrale si riscontrò spapmerito della novità, potrà lullavia dare luogo alle sapienti polata o meglio abrasa in forma circolare radiata emulante vostre considerazioni teori co-pratiche ed anatomo-patolola larghezza d'un soldo, per la profondità di tre buone linee giche. e più ed io situazione direllamente opposla a quella dove Ai 20 d'aprile p. p. verso le selle del matlino Pietro aveva sede la frattura. Sano, del resto, era il ce-rvelletto, Barbano da S. Germano di Casale, d'anni 21, Soldato neJ come pure sane s'i rinvennero tulle le viscere contenute Ilegg. Cavalleggieri di Saluzzo , già mugnaio di profes, 1 nelle altre càvilà. • • siooe, il più rohuslo e vegolo inscl'Ìllo della sua Classe Ora che siete a cognizi'one del fatto mi rivolgo a vDi, (1850), nel cambiare· di mat10 in maneggio al piccolo ga · Onorevoli Colleghi, affioch~ mi veniale in aiuto nella riloppo in circolo, il suo cavalJo cadde e s'abbattè sopra di cerca della cagione coeffici~nle la più probabile Ìa quale lui. Rilevalo dal suolo privo dei sensi , era tosto con la di concerto con la caduta abbia contribuito a produr '111a massima sollecitudine trasportalo allo Spedale poco dal simile frattura, non potendomi persuadei:e che per se sda maneggio dislanle. Quiv~ •fattolo adagiare sul letto e scioltolo d'ogni impaccio, m'accinsì ad nno scrupoloso esame ' la cadula abbia potuto cagionar un tanto gua,slo. Frattaol>, mentre a maggiore scbiarimenlo del fallo, sto :atteodenco da cui rilevai quanto sio per comunicarvi : colorito poco i saggi consigli vostri dai lunghi ~ severi stuclii fatti m.· meno che naturale : compiuta prostrazione di forze ed tori, io, con la scorta d'ella fisica là dove parlando dela abbandooo di lutt'il corpo : ca po ed arti penzoloni.. quaodo caduta dei gravi e del loro meccani's.mo dice ch'i medesifli non fossero sorretli, tranne nei primi islanli noi quali portò senza scostarsi dàlle leggi irnmutabilj di natura sono c.., per due volle automaticamente la mano sinistra alla temstretti a modi.ficar il moto e la difozione lqro a secona pia corrispondente (segno qoeslo non mai fallace, indi dell'urto ricevuto dalla forza impellente, v'est~rnerò o cante la sede della lesione la quale è bene difficile possa mio pensiero il quale, quand'anche fal,lisse allo scopo, ·>i rinvenirsi dal Pratico, massimamente nelle fratt~re del non isdegnerele accellarlo almeno come l'espressione Sl· cranio per coritraccolpo, in cui mancano per lo più i segni proprii (,}elle medesima) : volto suffuso: occhi semi-chiusi cera de~ mio buon volere a pro di quell~ Scienza c:he cn tanto amore, assiduità ~ vantaggio voi coltivate. Dietro;li e fissi coo pupilla dilalata a mezzo ed immobile: loqòela, invocati priocipii io credo che la morte dal Barbano 1percezione, molo e deglotioazione nulli : respirazione ortopnoica e stertorosa con saliva spumeggiante alla bocca: contrata per effetto della caduta, si spiegherebbe da .ò che nel moto relativo dei due corpi •cadenti cioè cavfo movimenti del cuore e delJe arterie lenti, profondi ed irregolari: stillicidio abbondante di sangue dal meato uditivo e cavaliere, le rispettive forze d'impulsione e di gratà 1


16$ insieme combinale abbiano eimullaoeamcote e veemen· temeole operato su quel punto del capo che lrovavasi fisso e solidamente appoggiato so d'un piano solido e resistente qua I era il suolo del maneggio; motivo questo per coi la forza impulsa acquistò potenza tale da valer a rrallurare comniinulivamente l'osso pii:1 duro del corpo umano. La quale cosa al certo non sarebbe accaduta sonz'il concorso delle delle circostanze o di quelle altre a cui voi sarele per a-ccennare. :;

RELAZIONE DELLE MALAT'flE cunA·r.e BAGNI

-CosT .UiZO

NEI M1tiTARL A?t1M1lSSI Al

Snoa NELL'ANNO 1852; del Dott. Med. di Regg.

n' Atx

IN

Con l'ultima Storia riferita finisce la narrazione dei oasi più rimarchevoli delle mala Ilio curale nei Militari ammessi ai ba1,ni d' Aix, ma prima di lasciare l'argomeolo mi sia permesso , Onorevoli Colleghi , aggiunger alcune brevi parole intorno al regime dietetico necessario al Soldato reduce dai bagni ed alla scelta dellè malattie da destinarsi alle prime mute. Duranle la cura balnearia più o meno protratta un'ul tima lolla si stabilisce fra un male antico, ostinato e pro· fondo ed un rimedio egualmente lento nel suo modo di operare, ma capace tullavia di produrre col te.rnpo nella animai economia qoelle profonde e salutari modifi cazioni organico-vitali in vano lu.ngameole allese da altri rimedii di più pronta ed energica azione. Questa lotta fra il male ed il rimedio , quest'azione e riaziooo successiva continuandosi per un trailo di tempo più o meno luogo dopo la cessazione dei bagni, spiega no l'apparizione la.lor assai tarda di fioriture alla pelle, di sudori profusi, d'orine ah• bondanli, di febbri termali e d'altri fenomeoi critici che segnano la guerigi~ne altrettanto prodigiosa, quaol'ioaspol· tata di sciatiche antiche, di reumi , d'ingorghi ghiandolari, ecc. imporla pertanto ch'i1 Medico il quale rivede i suoi ammalali al ritorno dai bagni, secondi la natura nei suoi movimenti con quelle provvidenze igieniche convenienti ad uno stato di convalescenza la quale dovrà essere più o meno lunga secondo la cronicità della malattia, i vantaggi ottenuti, ecc. Guorseot ed Alibert davano tanta importanza alla convalescenza dopo i bagni che raccomandavano persin ai hagnonti di passare la successiva stagioo invernale in un clima caldo. E qoi merita pure menzione il precetto raccomandalo da Costantino James (t) di non prescrivere medicamenti energici, perchè inlempe· stivi , sin tanto che dora la consecutiva azione delle acque minerali. Un'altra considerazione uon men importante , specialmcole per i Militari por i quali la cura ordinaria è fissata al breve periodo di 20 giorni, è la scelta degli ammalali da inviarsi alle prime mute. Giacchè, a mio giudizio, debboo essere compresi nelle prime mute, quando altre circostanze lo permettano, le malattie antic]1e, dialesiche, viscerali; le metamorfosi organiche, ecc.. non altrimenle vincibili foorchè con l'azione lentamente continua e rigeneratrice dei modificatori igienico-terapeutici su la (1) V. Guide Pratique aua; principale& eaua;

ris, 1851.

minérales. Pa-

vita vegetativa. lo questi casi speciali il ~ledico dei Bagni potrà protrarre la cura a trenta o più giorni, quando questa sia tollerala o vautaggiosa . n·ordeu e Guersent -ebbero gjà a lamentare le lroppo brevi t' precipitate cure balnt'larie. Ed in vero, come potrà ragionevolmente sperarsi la guarigione d'anlichi depositi morbosi arlritici , scrofolosi, sifiliti ci; d'ingorghi viscerali; d'anchilosi; ecc. cou la cura balnearia lim ila la neèessariamente ai 20 giorni per gli ammalali che giungon all'ultima muta ? Uo ,•oto ancoro vorrr.i fani , Colleghi, in vantaggiò delfa Scienza e degli ammala li che accorron ai Ilagni e questo voto che corrisponde ad un lamento universale dei Modici addetti agli Slaùilimen li bahìeari, Patissier l'esprime con lo seguenti parole con le quali darò fine a questo mio qualsiasi Lavoro « il serait il désirer que ciJaque Médecin donna a celU qo'il envoil aox eoux un bulletin exact et detaillé de leur maladie, ecc. n (V. Dict. dcs Sciences Médicale,, artici. Eaux Min érales ). ( Vedi la Tabella in fine del Giornale).

RELAZIONE DELLE C()NFBRENZB SCIBNTIFIClffl '(Mese di riovembre. 1 a Tornata). Nonu. 11 Presidente dopo aver accennato come nel mose di o.tt?bre avesse~o predominato le febbri intermittenti a tipo qaobd1apo, complicale frequentcmen~e _a gastriche irritazioni, si fa spe~ia.lm,ente a parl~re d'un lai Ohv1eri Soldàlo nel l\egg. Gra~alle~1 ~1 Sardegna 11 qnale mentre con on energico metodo anttflog1shco e con g~nerose ammi1:1is~razioni di nitrato .di po. tassa. era press?chè hberato da grav1ss1ma pieuro-pol.momte soss~go1ta da a1"tr1te, fu tocco da an ~ccesso di febbre J>erniciosa a vu~cer~ la_ q~ale si rese necessario il ricorso a larghe dosi dei sah ch1001de1. 11 Doll. Valzena ragguaglìa l'Adunanza su d'un caso d1_frattura al terzo superiore.del cobilo sinistro, toccata al Graoattere Mancosa per caduta da ao fenile meotr'era com11ndato di S~nizìo per. es!i~g!Jer un inc~odio presso le porte di Navara: ragiona qumd1 scienhficamonterntomo alla-poca frequenza della frattura del cubito ni:ll'indicat~ sito., intorno alla prevale~~ de_lle fra~turo ~el. ~ad10 sai cubito, intorno alla maggiore f~c1htà c~n cui cons1m11t fratture susseguoo all'azione d'un colpo diretto, piuttosto che d'una caduta e finalmente, dopo aver esposto come per la presenza d'una ferita complicante lal'ratlura non poteocl'applicare l'apparecchio di Boyer , dovette attenersi al bendaggio dì Scoltetto, invita i suoi Colleghi al letto dell'ammalalo. ond'ami:nira~e s_eco lai la celerità con coi van operandosi la c~lhficaz,o~e e,d 11 ritorno d~l membro al primitivo alalo !ìsialog1co. Dà qumd 11 Doll. Zaccl11a lettura d'nu caso rimarchevole di Anatomia patologica offertosi io questo Spodale noi cadavere del Soldato .Roggiero ( 1) di cui la massa cerebrale rra in stato di amm(!lhmeoto e d1 degenerazione gelatioiforme, la quale degenerazione egli coo~idcra come ~agiou cssenzi~le della pronta !l)Orle. La lettura d1 questa relazione necroscopica promovo ana 1~ter~ellan~a del Doli. Giacomelli diretta ad una più precisa ind1caz1ooe d1 quella parte della massa cerebrale invasa da siff~tta .de~enerazi?De, i~dicazione questa che il Doli. Giaoomelli d1c.e 1~d1speosab1le, g1acchè s'o~servarono t.alvolla gravi~sime leS10111 dell'encefalo non susseguite da morte. Rispondo il Dottore Zacchia che avendo detto la massa cel'ebrale credeva dovesse comprendersi il cervoilo, il cervelletto ed -il midollo allungato e consegoentemeote non temeva essersi dilungato dal vero riferend'a questa condizione patologica la cagiÒne dell'avvenot.a morte.

(Me1e di noceml,re.

2,a

Tornata).

To1mso. Letto cd approvato il processo verbale dell'antecedente Seduta, s'apre la disoossione fotorno alla Memoria del Doti. Deve cebi (2) ,·iguardante la cauterizzazione delle ulcero ve( 1) Vedi nel o0 11 del 2° anno del Giornale le Relazioni delle C?nf~1:eoze in. cui a p~g..88, lìn. 48, io vece di com'un siffatto U!Udmo poggiasseprincipalmente su i, ecc. debbe leggersicom'un siffatto preventi()O g-iudi;io poggiasse evidentemmte mi, ecc. (2) Vedi la Memoria in questo stesso numero.


i66 ' neree primitive per mezzo dell'acido cloridrico. li Doli. Bima .men1re dice accordarsi con il Doli. Devecchi e con molti altri Si(ilogr~fi, tra i quali anche alcuni di quelli che ritengono l'ul· cera venerea siccoro'uo'espressione del virus già stato precedcntcmenlc assorbito dall'economia, intorno all'opportunità della cauterizz.azione delle ulcete Vénerec primitive onde modificandone la superficie diminuir il pericolo dell'assorbimento e conseguentemente quello anche dell'infezione generale, non s'accorda poi con il medesimo nelJ'asse~n.ir all'acido cloridrico una virtù maggiore di quella che possedono gli altri escarolici di natura liquida ed esclude perciò l'idea d'una qualunque specifica azione dei medesimi ncll'applic(11,ione di cui è caso. Appoggia 4uesta sua opinione alle osservazioni altrui ed alle proprie, per mez1,o delle qu!!li, dopo avere per longa pezza di tempo data Ja preferenza all'acido nitrico oell'uso·del quale era stato indotto dall'aver osservalo l'ulilissimo partilo che no suo antico Collega (che di questo rimedio faceva quasi on segreto) no ritraeva nella cura di speciali ulcere a Ioniche alle gambe, dòvctte collviocersi che lutli eguahneole ~li acidi concenlrl}ti esercitano la medesima efficacia nella cura drqneste ulcere, giacchè DE;i casi in coi, nella cura dello medrsime l'efficacia d'unacidocoocenlrato qualunque gli venne meno, non gli fu mai dato ritrarre.maggior utilità dagli ,litri ~cidi, comunque fossero'da lui successivamente e reileralamenle impiegati. À.Cèennand'in segnito,alle cagioni che più facilmente rendou infruttuosa ed anche dannosa la cauterizzazione io questi casi, il Dott. Bima ritiene come più essenziale quella elle si riferisce al lungo tempo già trascorso dalla conia· minazione venerea e dall'evoluzione dell'ulcera, o ciò non già perchè creda che nel primo periodo dell'evoluzione d'un'ulcera si pc ssa ancora, per così diro1 pei'.mezzo del caustico rag~iunger il virus, neutralizzarlo oa io uo modo qnalunquo distruggerne gli effetti, risoltumènti qoesli ch'il medesimo non giudica più ollenibili da che l'ulcera s'è già manifestala, ma bcnsl percbè l'oli lità della. caulerizu.zione debb'essere tanto minore, quanto maggioro pet ragione di tempo polè essete l'impressione sìfililica risentita d~H'economia. Conchiude perciò il Dolt. Bima lamentando come la prali'c.a della cauterizzaziòne, cosi per se stessa vantaggiosa in tempo utile, sia raramente applicabile con profilto 1onto negli ammalali Civili quanto nei l\1ilitari per cagione della somma indolen1,a loro noi fàre ricorso all'Arte; indolenza questa a còi, por riguardo agli ammalati Militari, oon bastaDC1 sempre ad ovviare la rcgòlarità delle visite sanitarie e la speciale sorveglianza dei Medici ai quali spetta il servizio del Qoarliere. li Presidente Doli. Arella, ammessa con il Doli. Henrotay l'utilità dell'acido acetico, amme'ssa con il Doti. Dovecchi l'utilità dell'acido cloridrico ed ammesSil fiualroente quella' pure dell'acido nitrico patrocinata dal Doti. Bima, credo cosa più utile a-Ila ,Scienza allargàr il campo dt:1lla questione estendendola a quelle analitiche indagini e chimie.he investigazioni, dallo studio delle quali potesse per avventura emergere che questi acidi, oltre all'azione c.austica, possegi:;ono rut un modo d'operare cbimicamo11le per mez1,o del qui.Ile il virus sifilitico rimane modifièato, neutralizzalo od in gai sa qoaluoque distrutto ne' suoi malefici effetti. Si rivolge a tal uopo 111 Farmucista Sig. Uerossì chiedendogli so com'osperlo Chimico e con la cognizione da lui posseduta delle molteplici azioni e riazioni orgaoico-chimiche che posson aver luogo nell'organismo vivente in contatto con le \lari e sostanze medicamentose, fosso per caso in E!l'ado d'addurre qoelle chin::iche diluoidazioni le quali meglio servisser a svolgere la questiono io-discussione cioè indicando se creda che li tre menzionali aèidi applicati alle 11\cere veneree posseggan uu identico modo n'operar od altrimente, o se creda ch'io favore d'alcu·no dei medesimi sia ammessibil una specificità d'azione sol virus sifililico. Risponàe il Sig. Derossi che la soluzione del propostogli problema rimarrà, a ~uo ~redere, s~mpro irnpossi15ile in Chimica fin a tanto che es1stera nella Scienza la irande incognita io ordine ai caratteri fisico -dinamico-chimici dei virus·! fin a lanto che uoo potrà determinarsi in modo posiUvo qual sia·n i loro riagenti e quali le riaziooi che ne succedono. Prosieguo quindi con dire che se, astrazione fa'tta da qnalunque pratica applicazione, gli si chiedesse semplicemente quale sia il caoslìc<, più polente si_n qni ~onosciulo. e qual .il più attivo clistrugiz;il<>re òell'organ1smo v,veole, egli non esiterebbe ad assegnar il primo posto all'acido solfol'i.co anidro. Concbiude perciò manifestando non esser in grado cli conoscere nei varii acidi concentrali applicati alle ulcere veneree primitìvo altra qualunque azione tranne la oaafeTizz,rnte con ,•aria celerità ed estensione giosta la loro varia natnra ed il Joi'o modo di preparazione e d'.1pplica1,ione. Il Doti. Bima fa riOettero che, qaantunque i fenomeni che s'osservano quand'uo acido concentrato è posto in contatto del solido vivo, la formazione dell'escara o la successiva sua soparazìono dal'l'o parli vive , baslino pClr se soli a far escludere l'idea d'una specifica virtù di quello sopra un principio cbe sta lalente nell'Economia o con il quale l'acido non ha contatto diretto, tuttavia egli, per aver avute molle occasioni di couvincersi che l'acido nitrico convenieotemènte dilato nell'acqoa e qoind'usato in lavacro alle parti geoHali può realmente giov·a re

com'on compenso profilattico contro la sifilide primitiva, non è lontano dall'ammettere che sempre qnand'tl coolallo del pus virulento con la mucos~ sia recentissimo o n!)n abbia ancora avulo luogo l'cvoluziooe dèll'ulcera, possa l'acido nitrito esercitare veramente un'azione oeutraliizante e distruggilrice del virus sifilitico. Il Doll. Arena pi:omellend'esser egli d' opinione perfettamente conforme a qoeJla dei Colleghi Dovccchi e Bhna per quanto si riferisce all'applicazione dei caustici nella cora delle nll:cre veneree primitive, non meno che per rigoard'al lllO· do d'operare degli acidi concentrati, dice trovarsi tuttavia condotto dalla proppa sperienza a dare la prefereoza alla potassa cao slica siccome quella che trovandosi egli allo Spedale della Venaria Reale ed-aveod'avuto mezzo di procorarsene dell'egregiamente preparata e purissima, ebb'in grandissimo numero di casi a riconoscer efficacissima nella cara di delle ulcere. Preparata in forma di piccoli cilindri o temprata a foggia di lapis, eili dice, la potassa caustica si può maneggiare con il porta caudtco non allrimente che il nitrato d'argento fuso ed ha perciò il vantaggio di poteroo perfetta~ente di~i&er.e limitare l'aziooe a quel punto ed a qoella profondità che s1 ues1dera col solo aumentare o diminuire la durala del coulallo, po1endo·si anche , aWoccorroozà, ottener un'escara della spessezza di parecchie linee la quale poi prontamente si separa por dare luogo al lavorio di riparazione che non solo è rapido e regolare, ma lascia dopo di sè una cicatrice inolto regolare. Non ugualmente favorevole all'oso di questa sostanza, il Uoll BiJDa nota ohe essendosi anch'egli più volle servito della potassa canstita della migliore qualità, statagli dili~enternenle preparata dai Farmacisti l\lililal'i presso qnesto seouale, ebb'a conviuèersi che l'applicazione di questo caustico o troppo-dolorosa, ollracbè r vantaggi staligli attribuiti dal Preopioaote oon ~li sembrano di tale portata da decider il Pratico a preforirlo in ogni caso. Non nega che con on contatto molto prolungato possa ollènersi un'escara profondissima, ma non giudica cbo questo. vantaggio possa tenersi in tanto calcolo nella oora delle ulcere veneree, a modificare le quali meulre basta tc1lvolla un'escara osili~sima, non vale tal allra una profo~ dissima canterizzozione. Il Doli.. l\iva, avolo riizoardo ai fenomeni che posson accompagnare la presenza dell'ulcera venerea primiliva ed ai varii periodi che qutlsta percorre, domanda so debbasi sempre cauterizzare nel caso d'ulcera venerea, qoalonque sia lo stadio io coi la medesima si trova e qualunque sien~i le circostanze che l'accompagnano. Risponde il Doli. Aren'a essere d'avvìso c<in là grande maggioranza dei Pratici chè debba io ogni ~aso porsi mente alle condizioni nello quali l'ulcera si trova, non cauterizzaod', ad esempio, quando l'ulcera ò infiammata, quand'è associata alla presenza d'un bubbone ed in molte altre circostanze le quali posson assolutamente contrindicare l'oso del oaoslico. Datosi così termine alla discussione intorno alla· cauterizzazione delle ulcere veneree primìlive, il Presidente invita ltAdunanza a discutere le storie già lelle dal Doli. Plaisanl é dal Dottore Bima (1), intQrno alle quali nessuno prendendo la parola, mette in discussfono la Storia stata letta dal Dott. Borigliooe. Intorno a questa il Doli. Longhi interpella l' Aolore so abbia osservata la presenza d'un· sintomo dagli Autori ammesso siccome costante o patognomonico nelle fratture della rape petrosa cioè lo stillicidio sieroso dalVo,-ecchio corrispo11de11te al lato della ftattura. 11 Dolt. Borigliono risponde cho no.n gli fu possibile accertarsi dell'eSiilenza di questo sintomo, percbè nelle poche ore che l'ammalalo sopravvisse alla sua disgrazia si mantenne costant"e un ì1bbondaute stillicidio di sangue dall'orecchio corrispondente alla frattura. li Presidente lodand'il Doli. Boriglione per il modo·(2) con coi tenlò dare spiegazione della frattura dell'osso tra i più cornp(ttli del corpo umano e dello gravissime IO· siooi cbe ne derivarono, dice voler accingersi a spiegare qoesto medesimo fatto con la scorta dello leggi fisiche le più conosciuto, rille(tendo: 1° che' per legge d'inerzia i corpi conlinuan a rimanere nello stato in_ cui sono, sia di molo sia di quiete, se una nuova forza operanle su i medesimi non lì fa cangiare di stato : 2° che la, trasmissione del movimentò prodotto in un punto di una massa non si fa giù in' on modo instantaneo su lolla I.i massa s·tessa, mahensl successivamente di molecola in molecola e per una successione di moti, ond!il trito adagio la natura opera non a salti ma per g,·adi 'Dal che no viene che quando violentissima sia la forza applicala ad un corpo, prima che la medesima da quesla si trasmetta ai corpi contigui ~·un volume o d'una massa maggiore, produce sul primo i suoi effelti dirompenti quasi instantaneamenle avanti di comunicare l'orto o dividersi su le pat'ti circostanti. A muggiore dilucidazione il Uott. Arolla riferiva uno .sperimento chechiuuqòo può faro e e.bo il Prof. Elice di Genova adduceva io cooTerma d' una sua idea cioò che l'iner:ia foss'una forza e non già un'essenziale attribplo della materia, una legge: appendasi, diceva il medesimo, ad un filo una _massa (1) Le medesime saranno pobblicate q11ant.o prima. (~) Ved-i la Storia pubblicala in questo stesso numero del Giornale.


1.67 i!ale che basti aggiungervi la meooma·forza per romperlo; a_tta_c: çhisi a questa massa un altro filo e qoeslo per poco elle s1 t1_r1 rompe,rà il filo _su.periore e farà cadere la dett~ ~assa: m~ sem vece si tirerà v1ole~tcmenle s~. que~lo stesso !~I.o m veci: dt r?m: persi il sµperiore s1 romr!,erà l. 1oferrnre, ~i,lmie~ta,nd?s• cosi gli cffotli diì'ompe.nti della_v1olenta forza apphcatav1_, pmna che lii medesima abbia avuto 11 tempo pe_r una success100.e d1 torze da trasmellersi alla massa che s~a appesa al filo superiore .il quale in questo caso rim.ane i,nlatto ed immobile. Ques\o principio fi. .sico quando sia.ben inles·o, sembra al Doli. Arella che possa ap· plicarsi ali~ spie~azione- delle ~ratt~~e de~le varie parti ùello scheletro e prrnc1palrneute degli arl1 1 qoah nel cadere v1olcntemeote dall'alto non si rompono già nel punt'o nel quale urtano pe'rcotend'il suolo, ma in luogo più o meno lootano, secòndo la violenza e là. celerità della jrasmissio.ne, dell'orto e del movimènto da .bna parte ossea trasmessa· in on'altra di maggiore massa e volume. Prima di sciogliere l.' Adunanza il ·Presidente, ad istanza del B~r. de,Beauforl, inv.i.la li Medici di Reggimento ad.intervenire ad-un consulto al letto dell'ammah1to Zoppo del Regg: Savoia cavalleria, onde decidere se sia veramente il caso di praticare J/amputazione del.la coscia ,destra , siccome il citato Dott . .de Beauforl in seguilo all'inutilità delle cure sin allora prodigate al detto ammalato dal Doti. Bima, dal Dott. 'fappari e poi da · Jui stesso, credeva dovere tentarsi qual unica speranza ,di salute. Li 1\ledici di Reggiml':nto, udite le relazioni d.éi DoU. Bima,Tappari e Beaufor,l ed· esaminato attenlameale l'ammalalo , votarono unanimi per l'amputazione. GENOVA. Sp.edale di Mare. Dopo .la lettura e l'approyazi.one del processo verbale, il Dott. Valle dà le~t(!ra d'una Storia d'idrocele per istravasamenlo. Il Doti. Deagoslim prendendo la parola su ques\largomento appoggia con osservazioni proprie e con alIre raccolte neilo Spedale di Pammatone il metodo delle i-niezioni iodate nella cura di siffatta malattia contro l'opini'One di coloro che vogliono o volevano servirsi delle ,i.niezioni fatte con ammoniaca o con qual allro siasi liquido irritante. Arreca esempii da lai notati nella Clinica dal Prof. Gherardi d'alcuni idroceli dei qualiJentossi la cura con l'ammoniaca e che furono susseguiti da deplorabili ·effelli per la rìazione sascitatasi così gagliarda.da fare temere danni gravissimi. Dopo alcone riflessioni del ·Presidente tendenti ad appoggiare le idee emesse dal Preopinante, la discussione cade sop.ra cose .le quali sicco.m'csJ.ranee all'instituzione delle Conferenze Scienlifichcci crediamo dispensali dal ,love_re di rif!)rire. Spedale di Ter1•a:U l\ied. Div. Dott. Mastio legge alcune sue Osservazioni in tor.no ~d·,u~pr\f)leso,,c;aso 4'alie,na,zione .JD...en\ale, .lungamente ei:l eruditamente sponerido tutte le ragioni che l'foduceY;in .ad.emetter ao gipdizjo negativo,da inviarsi al :Ministero. Siccome però' il Solda(o a cùi questo caso si riferisce era stato in osservazione presso ciascheduno dei Medici dirigenti qualche Sezione, cosi il·Presidente esterna il desiderio che la Relazione da inviavsi al Ministero, siccome frutto d'una matura e libera discussio,oe , fosse la sincera espressione (lei giudizio di tutta la Adunanza. Questa, dopo un longo discutere, conchiude non trattarsi di vera alienazione, ma solo d'una tal quale deficienza nell'evoluzio.ne delle facoltà intellettuali, considerate in ragione dire.tla dell'età del Soldato in osservazione.

sione. Io -stimo anzi affatto necessario che alcune tra tali questioni ottengano previdentemente, mentre i tempi Io concedono, una definitiva soluzione e repulo dovere d'ogni persona versala nella materia .d'll'lil iizare a tale fine quelle cognizioni_ di cui si trovi io possesso e quei concepimenti che la propria mente possa s11gge1,i·re. Que'ste sono le considerazioni le quali mi consigliano ad incomi.nciar ed a prorflovere su questo soggetto una discussione che sollecita del henessere del Soldato e di chi gli presta le proprìe cure, ma senza preoccupaz ione d'egoistico interesse personale e di Corpo: calda come di chi aspira a :,i far il bene, ma spassionatà come di chi rifugge da vane declamazioni; franca e coraggi9sa, ma imparziale ed abborrente da ogni meno leal attacco contro le persone; rispettosa verso gli ordinamenti esistenti, ma ardita a proporné dei migliori, ·ma indipendente e perseverante çome di éhi ha idee proprie da fare prevalere; appoggi·ata sempre a cognizioni positive ed a risulta menti di pratica esperienza, ·tale sia in somma oua discussione a cui ogni più onesta e riservata .fJersona possa prendere parte .e tale che abbia da arrecare là convinzione in chi desideril illuminarsi e progredire. Egli è noto ·di quanto vantaggio e meglio di quanta necessità sia per chi voglia approfondire lo studio d'un ramo qualunque di Scienza o l'esame di qualcùna delle tante Instituzioni · deWodierna Società, per farne soggetto delle proprie elucubrazioni e scri tture, il conoscere tutto che di più fmportante siasi su tale Scienza od lòstituzionè in qualche tempo o luogo scritto o praticalo ed il conoscere· soprattutto con certezza ,a quale pun-lo :ai per-fozione siano giunte I.e relative eognizionj od ordinamenl.i p.resso le y?rie Naz'ioni che più a-yanzate s'i ·lro·va·oo nello svolgimento della ci·v,i,ltà . .Cpsa, tQinl o ,più ip_di.spensal?,j le a chi fa parte di Nazione la quale . per disgraziate vicende politiche per~ota la vita, l'esis·tenza sua propria ed individuale e priva d'un centro d'intelligenza e d'azione che aia come Capo al corpo, abbia da tempo ri11t\nziato qu,asi ad ogni iniziativa per provveder alle pro pri!3 tendenz,e e bisogni; difclti per molte Discipline ed lnstituzioni di Piroprie compiute e generali leggi o sistemi e solita sia riçorrer agli altri Po.poli per ,iicev.erne norma e direzione, copiandone le pra.tiche, le leggi, gli ordinamenti , locchè sovente pnr troppo senza perfolta cognizione della materia , senza ~iusto cr'iterio, _servilmente ed iocompiutame,1,le e senza le opportune correzioni o .perfezionameòli si va praticando. la necessità BOLLETTINO UFFICIALE di cui parlo essend'evidenle anche per quanto riflette il Servizio Sanitario Mifilare, sembrami che non si potrebfl'ariazioni nel Personale Sanitatio-11filitare. bero preparare migliori premesse a tutti i· ragionamenti i Dott. Massola, Med. aggiunto ~ 1 Marina, passa Med. di quali s'avranno a svolgere su questo vasto argomeuto, che Ball. al Corpo Sanitario-Militare. il fare precede.re dei cenni comparativi sull'odierna organizzazione del S.ervizio in questione presso le principali Nazioni d'.Europa; cenni chè valgan a stabilir a quale CEl\ìl\ll punto <li maggior o minore perfezione presso ciaschedllna su1,t'OnGANIZÙZI0NE Dl!L ~ERVJZTO SANITARIO l'JlESSO delle medesime sian attualmente giunte le relative vigenti f,'E DIFFERENTI ARMATE EuROPiE. disposizioni. Vieppiù ulile ciò sarà a mio giudizio chè il lmùile ·credo di conliooare in questo momento l'incomhiciata r\v-ista delle innumecevoli questioni le quali si '. procacciatsi un'estesa ed esatta conoscenza di quanto conpossono sollevare su le varie parli del!'lnslitu.zione che ci cerne .il Servizio Sanitario presso i dilferenti eserciti offre occupa; que.stiÒni a voi _ben note, Onorevoli Colleghi , da dovnnque nqmerose e s.e rie difficoltà, attesa la scarsezza cui vengono sì di frequente a,gitàte e riso[te pure S?veote e la poca pub.blicjtà delle notizie a cui è uopo ricorrere. E eon conchiusioni non intìeramente favorevoli a quanto è di fallo ne'molti coll,oquii ~vulì con Ufficiali ùi Sanità delle attualmente-stahilito ..lnutile- non .meno lo sp.ender..e' pa.i:oJe differenti estere Armate ebbi. per Io più a·,riconosc~re che per dimostrare la loro importanza e. l'utilità che le mede,pochissima contezza essi avevano .del modo ·con cui fosse sime subisc'an rina più generale, aperta e pubblica discus-

PARTE SECONDA


t.68

disamina tulio quanto al Servizio di Sanità presso le Arordinato quoslv Servi~io presso i vicini ed anche finitimi Stati. mate Europee si riferisco, con ordine metodico ed esteosio!le su fficiente le precipue norme esponesse le quali ~oi 0011 ci troviamo per questo verso in molto mi· gliori condizioni . Se da un lato è llresso di noi forse più presso ciascheduna di quelle i differenti suoi rom i fissano che altrove colli valo lo studio .dello lingue straniere; ciò e governano. lliferisse , voglio di re, per il Corpo •degli che ci l crmelle d'attinger ad un pi1'1 svariato numero di Uillziali di Sanità il modo ùi reclutamento, gl'io stituti fonti, versa per altra parte rra noi lo scambio libra rio in speciali d'istruzione, le prove a subirsi per l'avaozameoto troppo sfavorevoli condizioni e tali che diffici le ed imposio carriera, i vantaggi materiali di cui godono, i gradi e le prerogative di cui sono investiti , l'Uniforme, i di· sibile oziandio talora ci ritisce di avere conoscenza, non che degli esteri, di quegli Scritti stessi i quali da torchi sliotivi di cui erano insigniti, i diritti conferii dai servigi; Italiani souo stampali. resi, ecc. ecc. : le medesime notizie riforissa per gli UfConscio già per prova delle difficoltà cbe io ques to geficiali addetti ali' Amministrazione degli Speda li in pace nere di sl11dii tra noi s'incontrano, 1100 tralascia i, nell'ine io guerra; la composizione indicasse del Corpo degl'lntraprender .una peregrinazio11e compiuta non 1\ gu~ri presso . fermieri , il loro riparlimenlo, Uniforme, arredo, il tratle principali Nazioni d'Europa, d'annoverarn puranco tra lamenlo ad essi fissato, il modo ed il grado di lor istrugli sfudii e le ricerche chè ne formavano lo scopo, l'inda- 1 zione e via via; ragguagliasse sul numero e natura degli gine delle condizio,ii in cui presso le medesime aLtual- !. Stabilimenti Speùalieri, su l'interna loro. disposizione, su menlé si trova il Servizio Sa'r,itario Militare. Locchè non I la dotazione in utensili e provv iste, sul regime diol1~lìco senza qualche fati ca e dispendio di tempo essendomi rieaccordalo ai ricoverali, su le regole di contabilità o simili; scito, considero come una specie di dovere il:rispa rmiare facesse conoscere l'organizzazione delle ambulanze cam· ad altri che per avventura di tale soggetto volesse più pali, il Personale loro adllello, il materiale che seco tragtardi presso di noi occuparsi, eguall• dispeodio e fatica; gono, il genere di vetture destinale al trasporlo degli ameccitamento questo per me vivissimo a redigere i cenni malati e feriti, ecc. ; desse contezza della composizione comparativi di coi lestè vi fac eva parola. E mi lusinga del Personale farmaceutico, del materia)e affidatogli , dei inoltre la speranza che questi possano fors'anche ser vire Codici che alle preparazioni ed alle prescrizioni dei medi rudimento ad uo libro il quale tullora manca e che po- I dicinali fissan una regola ; esponesse le norme adottale trebbe a parer mio oltr'ad un beo meritato interesse avere per accertare lo stato di sa nità delle persone da arrolarsi altresi sull'importante nostro ramo di Servizio la più be· I o da riformarsi , e su altre molte analoghe disposizioni ( Continua) nefica influenza. Uo libro cioè che prendend'a diligente porgesse i più essenziali ragguagli.

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i

I

l

delle malattie curate nei Militmi stati ammessi ai Bagni d' li.ix in Savoia nèll'anno ~ 852, con l'indicazione dei risultamenti della cuta.

TAVOLA S INOTTICA. E Nu1t1E1ucA

CL.ASSE DELLE M4LAl'TJI!:.

l

Malallie Iin fatiche e scrofolose Malatlie impetignose Malattie veneree Sequele di malattie traomali che Oltalmie croniche Casi particolari

TOT4LB.

muscolu; .. articolari ischiatici . semi-anchilosi e rigidezza Jdartrosi . . . Scrofole vere (adeniti, ulcere, fistole, ecc.) { Scrofole false (adeno-patie .cervicali dei .Milit~ri pustolose fo rfuracee . orchiti croniche blenuorragiche f esostosi Semi-aoch·ilosi e rigidezze dolor i vaghi ed eteroslasie erpetiche scroffllose . . blenoorragiche (cheratite cronica pannifor me granulosa) mie lite cronica asma. dol~ri

Malattie reumatiche

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FAMIGLllt

{

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Totali

MlGLlOllATB.

S't.UION4BIB,

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5

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1

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47

55

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12

(a) (b) Dobbiamo qni notar nna cosa che torna. a molt'ooore del Doti. Costanzo per la scrupolosa verità a cui s'olleone nella fatta sposizione ed è che il Dott. Alfurno Medico di negg. nell'8° Fanteria esponeva nella prima Conferenza d'ottobre di Sciam-

beri com'uno dei Soldati tocclii da adenite cervicale e staio contemplato dal Dott. Costanzo nella colonna stazionarie abbia grandemente miglioralo dopo il suo ritorno dai nagoi. La medesima cosa dèbb~ dirsi per ri~nard'al Soldato Bracco il quale dopo il suo arrivo dai Bagni oltenne vistose modificazioni in meglio deJl'oltalmia da coi era da tanto lempo travagliato. La Redaifone.

li Direttore Dott.. COl.\flSSETTI !\led. Div.

Il Vice-Direttore responsabile Dott. Dar. de Deaufort M. R.

Torino t85~. Pelazza, Tip. Snbalpina, via Allìeri ~4.


( ai 27 di dicembre ,t 85'.2 )

N° 22.

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ANNO II.•

GIORNALE DI HEDICINAHILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARllA'fA SARDA}

L'associazione oon si rieeve che per un anno e comincia?ol 1° d'agosto.Il Giornale si pubblica nel Lnoedì di ciascheduna sellimana PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino . . , . . . . . L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di posta

.

L.11.

L'abbonamento debbe pagarsr per semesll·i anticipali. Le ass9ciazioni per i non militari rice·vonsi alla TIPOGRAFIA SuBu.l'INA , via Alfieri, nomo '24. Le lett')re per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ecl ac~ompaguate da vaglia postale.

1a Doti. CosuNzo : Pensieri di Baumès sull'oso del me1·corio nella sifilide primitiva. - 2° Dott. Bu.u.: Osteite spiq_ale·passata a racbiartrocaee. - 3° Doli. PLAISA~T : _ Epatite traumatica. - 40 Relazione delle Conferenze Sc1enllfiche. - 50 Dott. Guco:unn1: Rivista dei Giornali Scientifici. 60 Staio generale numerico.

SOMlURIO. -

PARTE .PRIMA PENSIEltl DI BAUMÈS SU LL'O SO O.E L MERCURIO

NBLI.A

SIFILIDE Pl\)MlTIVA

(Esposti dal Doll.

COSTANZO

Med. di Regg.).

La fortuna avendomi offerta l'occasione d'intrallenerm in Conferenze Scientifiche col Sig. Baumès durante il di lui soggiorno ai Bagni d' Aix n-ell'ora sco.rsa slagione balnearia, ho cercato studiare le idee di questo egregio Sifilografo moderno intorno all'oso del mercurio oella silìJide primitiva come prolì laltico della secondaria. É questo l'argomento che ho già toccalo io un rendidonto clinico (V. Giorn. di Med. lliil., anno I, pag. 299) che chiudeva con le seguenti parole con le quali interpellava il vostro giudizio, o Colleghi, eq i risullamenti della 'Vostra sparienza : " non sarebbe meglio, io diceva, astenersi io massima dal mercurio nella siCìlide primitiva, considerato come profilattico d~Jla second;iria e ricorrerv.i · sola· mente quando la pertinacia, l'andamento lento, la forma, la durala dei sintomi inducono probabilità d'infezione generale P • É questo un precetto terapeutico che emana naturalmente dai principii nosologici stabiliti nella Dottrina di Ilicord su la .,ifilide, Dottrina che sorta gloriosamente ora sono vent'anni, quale faro luminoso io mezzo alle aberrazioni della Scuola fisiologica, segnava un'epoca per sempre memorabile nella :Scienza. Ma la novella via aperta dal · Professore di Parigi alle indagini su la natura e sull'~ndameoto della si6lid1~ . non tardava ad essere percorsa da altri benemeriti Cultori dell'Arte, fra i quali è distinto specialmenle il Sig. Baumès di Lione·il quale incom inciava· pochi anni dopo ad impugnar alcune ?asi fon-

dameotali della Dollrina di Ricord cioè insegnando (1) a distingll(Ìf i risultamenti dell'inoculazione da quelli che accadono per i rapporti sessuali nell'allo del coito; dimostrando la virulenza del bubbone f1' Emblée e delle antiche blennorree; riconoscendo coi molti cootagionis[i un virus speciale blennorragico capace di produrre sintomi costilu:r.ionali, e producendo fatti ed osservazioni sulla trasmissihilità dei sintomi secondarii per conlallo, per abbracciamenti, ecc. Percorr.end'i Fogli di Med icina Francesi voi vedeste , Colle,ghi, come buona _parte di questi principi i ed altri professati dall'antico Chirurgo in Capo dell'Ospizio del!'Anticagli~ a Lione ebber ultimamente un'eco' faverevolé in seno all'Accademia di Med icina di Parigi , quando la J)otlrina di B.icord era complessivamente impugnata dalla autor1:1vole parola di Malgaigne, di VeJpeau, di ~Lagneau, di llibert, e.cc. Ma un punto essenziale della Doltrioa di Baurnès diametralmente opposto al le idee di Hicord si è ·« la possibilità e la realtà in un grande numero di casi dell'assorbimento del virus sifilitico dopo un coito impuro, prima della comparsa <ielle ulcere alle parli genitali {2) ": quind'il bubbone d'emblée ed il virulenlo; la sifilide costituzionale o solamen te l'impressione sifilitic a leggiera ma universale. Il precetto dunque <li Ricord di cauterizzare l'ulcera nei primi giorni, se è importaolissimo perché tende i distrugger nn fomite permanente d'infezione generale, oon debbe fare dimenticare, dice Raumès , l'impressione o la concezione sifilitica che posson avere già preceduto o seguilo il sintomo locale. Risulterebbe in fatti dalle spetit,nze pralicate allà Scuola Veterinaria d'Oxford· che Ia C311lerizzazione praticata ne) primq ÌSlarìle dopo l'inO(?Ulazionc del contagio rnorvoso no''i1 prevenne la manifesta. zione della morva. Si vede dunque, conchiude Baum_ès, quale fiducia può meritare la cauterizzazioue dell'ulcera vener~a praticata ord inariamente alcuni giorni, dopo la di lei comparsa ·collo scopo-di prevenire l'infe:r.ione generale. Dvvrass·i dunque in ogni caso ricorrer al mercurio ' (1) V. ft·éeis thùJrique et pratiqae sur les maladit, vénérien-

nes, etc.

·

·

(2) V. Op. cii. prefazione del 2° voi., pag.

'

vm.


1.70 nella sifilide pTimiti va come profilattico della secoodnri a? A questa domanda il Prof. Baumès "Crede non potersi risponder adeguatamente senza premetter alcune considerazioni che riguardao il clima ed altre vorie cir.costanze individuali igieniobo, .fisiolo.giclle e pa1ologiche i.o cui po&· sono trovarsi gli ammalati; circostanze Lalora firvor evoli .all' assorbimento del virus, alla sua elaborazione, diffusione e moltiplicazione; talor io vece sfavorevoli a queste operazioni morbose. Senza stabilire pertanto uoa regola generale lascierebbe Daumès al tatto del Pratico l'amministrar o no il mercurio secondo le circostanze che qui ci farem ad esaminare : 1. L'importanza del clima nell'esercizio della Medicina io generale e specialmente nella cura della sifilide è Lalo che questa malallia guarisce spontaneamente e con i soli rimedii non mercuriali oei climi caldi, mentre lo specifico diviene necessario nei paesi io cui la lemperatura ordinaria è freddo-umida. È nuta la sentenza di Celso: differre pro natut·a locorutn genera Medicitiae et aliud &pus esse Romae, alit1d' in lEgipto, aUud in Galti,·s, etc. Cos\ il Baumès d~plora egli pure l'abuso che si fa io alcune parli d'Italia del m.ercurio, rimedio che a parilà di _circostanze è meglio indicato a Lione, a Parigi, a Loodra, ecc., lanlo per la cura dei sintomi primitivi, come per prevenir i secondarii più fre1uenti io queste ultime regioni. A proposito del clima Egli narra com'il trattamento ~i Chrestieo coll'oro il quale riuscì così bene a MonpelJieri contro la sifilide secondaria generalmente non riesce ed è poco impiegato dai Prati ci a Lione; ed all'opposto il jo,duro di potassio che riesce a Lione ed a ~arigi, dovelle esser abbandonato dai M.edici Francesi in Africa e nel mezzogiorno della Francia, dove produsse talora l'apoplessia ed il delirio iodico. 2. Oltr'al clima, ai luoghi d'abitazione, alla costituzione atmosferica, ecc. debbe considerarsi l'.età, il temperamento, l'abito, la costituzione individuale degli ammalati , ecc. Così concorrendo le favorevoli condizioni di giovane età, d'abito sano, di buono temperamenlo, di forte costituzione e d'una posizione sociale per cui .si possa seguir un regime dietetico pili o meeo prolungalo, possiamo astenercj dal mercurio quand'allre eircostanze non lo richi11ggano. 5. Quando le opposte condizioni individuali facciano ,temern che il virus abbia a~ito o sia per a.gire profonda. mente; quando l'ulcera sia iodurata o sia d'andamento lento e ribelle; quando s'aggiungano vaghi disturbi funzionali generali che il Pratico oculalo saprà subito afferrare e dis\inguere quali segni di avvenuta concezione sifilitica, debbesi ricorrer al mercurio. 4. Queste considerazioni c'inducon a far noa distinzione importante nella sifilide primitiva; distinzione di due modificazioni morbose differenti le quali uel conr.etto dell' Aulore poiisooo tenere dietro all'assorbimo1.1to del virus e da cui derivano diverse indicazioni terapeutiche. Bisogna distinguere, dice Baumès, l'impressione ,ifilitfra dalla concezione, come si distingue l'emozione morale dalla passione. L'impressione sjlìlilica è una modificazione morboso superficiale e passeggiera prodotla dal primo contatto del virus e dal primo assorbimento; è diffusa a tutta l'economia e specialmente al sistema nervoso della vita v~.getativa, ma svanisce generalmente da se sola o per la crisi materiale (ulcera) che ha iuogo nelle porti genitali od in ;quelle allr~ io cui ebhe·Juogo il primo con-

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tallo! questo fallo debba cli rsi accadere solo 9é11eral1111mte percbè talora per circostanze individuali non sempre apprezzabili avviene che la prima impressione sia sentila profondamente nt:,ll'orgaoismo e prodoc3 d' emblée la concezione. Questa però or.dinariamente ba luogo dopo l'apparizione dell'ulcera, . fomite permanente di nuove o conlinue impressioni le quali più e più volle riooovaotisi per cagione del continuo assorbimento, inducono nella fibra, per favorevoli coodiziorti disposta, un'abitudine a quei movimenti morbosi cb'essa riproduce per ria1.iooi successiv6 ed indipendenti dalla prima cagione ohe le ha prodoue. lo questo caso, dica Baomès, è-sempre necessario il mercurio per comballer una diatesi latente ma reale e già trasmissibile alla prola per via ereditaria. lo appoggio di quesla sua opinione reca esempi di bambini che videro la luce tocchi già da contaminazione venerea quantunque nei genitori non si fosser ancora maoifoslati sintomi costituzionali, meolrechè i medesimi genitori assoggettali poi ad un trattamenlo mercuriale procrearon io seguilo figli saui. Rigoard'all'imprenione sifilitica, essa non indi~herebbe l'uso del mercurio, sempre però che pote~e essere conosciuta e s.c.everata dalla :concezione 11he aprn v,ia .alla (jiatesi. Le circostanze individuali degJi ammalali e 'Soprallutto gl'iodi:r:i nosologici sopresposli potranno fin ad un tale quale punto illuminare la diagnosi, ma in vano si cercherebbe in Medicina la fatalità delle leggi che reggono io Fisica ed in Chimica la materia morta. Perciò siccome noo sappiamo fio a guai punto la fibra abbia sentito la prima impressione e siccome allro11de );3 tJlN!sonza dell'ulcera indica per lo meno che l'impressione ha avuto luogo, così sarebbe prudenza , secondo Baumès , d'amministrar il mercurio ogni volta che si·a presente l'ulcera o.d almeno quando l'ammalalo si trovi in quelle condizioni fisiologiche e patologiche sopra descriltè e più volte citate le quali sono favorevoli alla concezione :ed alla suc,cessiva diatesi sifilitica. Per dar un'idea dell'-i,npreuione e della concezione sifilitica, il Prof. Baumès paragona la prima all'emozione morale, la seconda alla passion~. C~l6Ì l'emozione più o meno forte nelle diverse persone è 1'iverberata a tutta l'economia, ma generalmente è superficiale e passeggiera, e cessa quando cessi d'agire la cagione che l'ha prodotta; io vece la passione è profonda, radica.la e permaoenle; è una riazione della vita ìotellettuale cd affettiva che ,ha un'esistenza indi pendente dalla cagione prima che la ha prodotta. Ma la prima ·emozione, prositigoe l'Autore, può essere talm~nte s.entila da produrre d'emblée fa passione: 1>iù e più emozioni rinnovale per l'azione continuata dell'-0gge1to emovente producono la passione, ecc. Svolgendo ampiamente quesii priocipii ed applicandoli ingegnosamente ,alla Fisiologia, alla Patologia geoerale·ed alla Materia Medica il Prof. Baumès spiega come gli stimoli igienici, le cagioni morbose ed i medicamenti seguano nella produ:r:ione dei fenomeni della vita veg~lativa le leggi medesimo che regolano gli atti della vita morale , iotelJelluale ed istintiva. Questi sono, s~ ho bene compreso, i principii :di Filoso, fia Medica e d'Analogia che appoggiano le idee del.Signore Baumès intorno al modo d'operare del virus sifilitico nel corpo omano; intorno agli effelli suoi immediati ed ancora latenti, talora superficiali e passeggieri, talora pro• fondi o permanenti : questi pur son _i principi i su la scoria


i7i dei quàli il medesimo fonda le sue indicazioni terapeutiche. · La parola l'acile, chiara ed elegante e la logica strin oente ohe emana dall'inter na convinzione non sono gli ultimi dei pregi i chH adornano i discorsi e le Opern: scritte del celebre Patologo F rance.se. . Finirò esprimendogli i miei se.osi di gratitudine per la afl'abllilù, cortesia e benevolenza che mi ha dimostrato nel breve di lui soggiorno alle Terme.

STORIE DI CASJ JWIARCIIRVOLI. 17 OSTEITE SPll'U.LE PASSATA A JlACHIAllTR OC.ACE.

(Storia letta dal Med. di Regg. Doli. Bnu.. nella prima Conferenza , del mese di novembre in Torino). lgnazio .Morel.Jo Caporale nel Corpo degl'lnfermieri, nativo di Saluzzo , alto ddlla persona , di coinplossiooe gracile, di temperamento sanguigno-nervoso , non mai stato tocco da località morbose nè siflliliche, nè scrofolose, nè d'altra natura, nel mes·e di gennaio p. p. cadeva ammalato di gastrite per cui curato in questo Spadaie , era poi inviato in c,ingedo di convalescenza io patria. IJi ritorno da questa ai 10 di marzo susseguente, uon tardava, a rientrare oello Spedale dicendosi da più giorni molestato al collo ed al braccio destro da uo dolore ,mpo e profondo che nella oo_lle s'acutizzava al segno da darn luogo ad ostin.ata insonnia , senza che, all' infuori d'un tale quale grado d'emaciai.ione, offrisse indizio o lamentasse sintomo dì lesione viscerale qualsiasi . .Ben al1rim_ente però ci risultava dall'esame della colonna Vttrtebrale la quale nella sua porzione cervicale dolente alla pressione in corrispondenza delle apofisi spinose, lasciava scorgere nella doccia osiste11te tra i processi spinosi ed i trasversali sinistri un ria.Jzo avente li ca ratteri d'una solida periostosi che perpendicolarmente intersecava le apofisi spinose e le univa in on solo pezzo dalla prima alla sellima vertebra, cosi che ogni rnovimeolo parziale di dotta porzione dico· lon-na vertebrale era del tullo impedito. Dolori vivissimi oeeorrevano di tar.to io laoto, specialmente nella oolle, i quali percorrend'il corso dei rami cervicali superiori si propagovan in allo sin all'uscita del ramo frontale .esterno del quinto paio, menlr'a livello dell"osso ioide provava l'ammalalo una sensazione di stringimento con vivo cociore, a guisa di corda che trasversalmente gli stringesse il collo. Rittrnni per allora la malattia qual un'osteite subacuta delle vertebre cervicali con periostosi delle mede· sime e con pigiatura dei nervi ·che ne dipendono; ritenni pèrciò esser uoa malallia d'una porzione di sistema osseo per la sua località e per la nobiltà delle parti che è destinata a proteggere cosi importante da richieder una sollecita cura direlt.1 alla risoluzione dell'osteite e della peri-oslosi e nel medesimo tempo dfretta a palliar i vivi d'olori che lormenlnano l'ammalato (1). Se non che ri belle

agli adoperali mezzi di cura la malattia passò io seguito al rachiartrocace e condusse il Morello alla tomba per lenta estinzione di vitalità; ciò che accadeva cinque mesi dopo il suo ingresso nello Spedale , nel corso dei quali potè osservarsi la segoeole serie sintomatologica. Andò lentamente cresceod'il tumor osseo o con esso li sintomi per parte del male custodito midollo spinale si manifestarono con oo senso di peso alla onca il quale s'estendeva parimente al dorso ed ai bracci, con anomalie di seoso nelh, medesime parti; con intirizzimento agli omeri conservando l'ammalato 1a facoltà di mover i soli antibracci ; coa senso di stringimento al costalo ed ai precordi e con penosissima sensazione di pressione, quasi d'imminente saffocazione, all'epigastrio. A questi sintomi che succedettero dal giorno d'entrata sin alla melà del successivo mese d'aprile s'aggiu11se poi quesl'altr'ordine di fenomeni morbosi cioè la respirazione si rese molto più pe11osa, difficile, sospirosa e 1utl'affatto diaframmati ca; la rigidità s'estese agli arti inferiori ed a tull'il corpo; impossibile divenne ogni movimento spontaneo, motivo per coi provancl'il Morello continuo bisogno d'essere locomosso fu necessario accordargli due infermieri particolari; sottentrarono quindi l'iscuria con enuresi per rigurgito; l'ostinata ritenzione dello feci; l'appiattimento delle pareti addominali che dure e lese si toccavano qual assicella; il tremito dei membri con violento freddo di cui l'ammalato, egualmente che dei corpi riscaldati al pl_!nto di . produrre vere scolta Iure, non aveva la percezione; finalmente l'au meoto della dog lia epigastrica elle formava il tormento pio sentilo dall'ammalato. In mezzo a quest'iliade di patimenti il medesimo coosen1ava però illese le fa coltà intellettuali e l'uso doi sensi ; conservavasi la fonazione della voce; buono era l'appetito e nulla la sete; ristabilivasi parim,ente il movimento spoolaoeo ed io giro del capo su l'epislrofeo . Dalla metà di maggio io poi fuvvi tempo io cui il Morello dicevasi rìoato (1 ). Non più l'acerba ed insistente cardialgia; libero l'alvo ; lranqoilli i sonni; appetito e digestione buoni. Esternava il suo contento perché, scomparso il tumor osseo ai collo, poteva libera mento movere il capo. Ma tinesti miglioramenti com'era da prevedersi non dovcvao ossere fu ol'chè eflìmeri. Di fatto non lardarou ad offrirsi più che mai intensi 'li sintomi i:he pe~ poco eransi ammansati, poiché alla paralisi compiutissima degli arti vi s'aggiunsero dolorosissimi convellime11ti; si rinnovò il bisogno più che mai imµcrioso di rnoversi conlinuamenlo; tutte le sporgenze ossee del corpo diventarono sede di escare;. le nolli ridivennero tormentose ed insonni; la respirazione giù da lungo tHmpo semplicemeule diaframmalièa andava illanguidendosi e con essa ,s'illanguidivano l'ematosi e la nutrizione; le vertebre cervicali da prima quasi riunite in una sola dalla predescritta periostosi,

taplasmi mnllitivi ai qaall io seguilo s'aggiunsero lo spalmatore d'uattuento mercuriale con estratto di bellaùJnaa. tnlcroamente si somministrò qualche lorpoote e più lardi l'olio di fegato di merluzzo. · ( L) È da nolarsi che i o quei,t'iotervallo di tempo era stati, sospeso l'olio di feJZato di merluzzo che l'ammalalo non aveva po' tulo tollerar a luogo ed eranglisi io vece somministrali per rial· zare l'inn·ervazione l'estralto alcoolico di noce vomica ed il vino (I ) Non essendov,i ,,iazione ~eoerale ed alfralita trovandosi la amaro, mentre s'usava per frizione su Vaddomioe l'olio di croton costituzione dell'ammalato 11011 s'ebbe ricorso aJ salasso, ma si tilium mescolato io tenne proporzione con l'olio d'olivo. procedette in vece a rinno"ato sottrazioni locali di sangue, a ca·


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scioltasi questa e scomparsa affatto (1), si presta van ad una 1lessione del collo tale che avrebbe potuto produrre una subitanea morte per pigiatura esercitata dagli scon· nessi pezzi ossei sul midollo spinale, come ve! ccfrnprova, o Colleghi, il peizo patologico che vi sta soll'òcchio (2), qualora l'ammalato quasi per organico istinto sin llll'ulti mo momento del viver suo non avesse pi:escelta ad ogni altra la pos izione del capo all'in dielro cercando mantenere incurvala in avanti la colonna vertebrale cervicale por mezio d'apposito guancialelto che si faceva mellerè tra l'occipite e la seltìma vertebra; posizione questa che impedend'un qualunque siasi movimento inopportuno del capo fece sì che quella debol aura di vi.la che poteva in un istanLe mancar, andasse quale lampada estinguendosi lentamente tanto da campargli tormentosa la vita si.n ai·27 del mese d'agosto. - Ecco in complesso la serie dr.i fonomeni ai quali credo bene far immediatamente succetlere il risultarnento necro'scopico, senza parlare dell'etiologia che fu oscurissima e del metodo di cura del quale,, momentaneamente lusin ghiero ma in fine inefficace nei suoi risultamenti , amai meglio dar uo sommario cenno con apposite annotazioni aozichè interrompere la descrizione dei sintomi.

Necroscopia. Abito esterno marasmatico al sonno: tracce di recenti cic11 lrici alle varie sporgenze ossee cioè i!1dizii di decubiti pervenuti a r.icatrice negli ultimi giorni della vita (5). Cavit<ì splancniche. La visceratura tutta non offriva condizione morbosa tale che meriti particolare descrizione. Esame della colonna 1:ertebrale. Nel la porzione ce·rvicale si rinviene: la prima vertebra sana; la seconda qua e là punteggiata da -·incipiente carie; la iena cariosa nel processo trasverso sin:s tro già per métà rlistrutto e curiosa parimente nHI corpo dell'osso con distruzione a sinistra dei legamenti che l'uniscon alla quarta vertebra sottoposta; la quarta vertebra talmenie distrutta da carie che nella medesima non rimangono più in sito Iuorchè i processi spinoso e trasverso destro, mentre del corpo della medesima altro più non si scorge se non un p.ezzo discretamente volum inos() e libero tra i corpi delle confinanti vertebre 5a e 5a; scomparsi affatto si rinvengono pur i legamenti che nni~cono questa vertebra alla 5a, cosi che, lolla ,la faringe che era illesa , le meningi si mostravano allo scoperto. La 5a vertebra si rinv iene parimente cariosa nel corpo da I lato suo sinistro e nel processo tras{t ) Io attribuisco questo fatto a Ile rinnovatemoxeèhe si con vertiron io rottorii ed all'azione del sciroppo di ioduro d'amido il quale fa per lungo tempo somministrato all'ammalato in sostjtuzionedell'olio difegatò di merluzzo. Dal che, a mio giudizio, può dedursi che se da un lato l'atlivilà del jodurod'amido si mostrò evidentissima, dall'altro, conviene confessarlo, la so~ministrazione del medesimo ci ridondò a male, siccome quello che avendo prodotto la scomparsa dell'esostosi tolse di mezzo quel puntello natornle che la natura aveva creato per soddisfar ad una delle più indispensabili indicazioni nella cura dal rachiartrocace, l'immobilità. (2) .Questo pezzo patologico è stato preparato a diligenza del Doli. Pecco e si conserva nella Sala Anatomica di qnestoSpedale Divisionario di Torino. (3) Rima11e in me la corivinzìone che la guarigione di questi d~cubiti mentre l'ammalato versava in condizioni poco favorevoli sia pure da attribuirsi alla virtù del joduro d'amido.

verso omoJogo il quale al rimanente dell'ossv uon aderiva più che per mezzo delle parti molli. La 6a e la 7a vertebra sono qua e colà notabili per macchie rosso-scure al di sotto delle quali il gamma1:1tte penetra facilmente nel c,orpo dell'osso. Con tutto questo guasto os,seo noo si riscon1ra nè ascesso, nè tendenza ad ascesso tanto dal lato 1}elle apofisi spinose, quanto dal lato della faringe e da quello del canale vertebrale: se non clie i circostanti tessuti molli e la cellulare p,e_rimeningea s'offron infiltrati da un liquame pùrulent9 misto a polviscolo osseo risultante dalla carie delle verteb~e. 11, pr\lcesso èa rioso non al'l'estavasi però al tratto cervicale della colonna vertebrale, chè locco ·dal medesimo era pur il corpo della decima vertebra dorsale; tocca l'art(colazione della 2a costa falsa sinistra i:011 le faccette della nona e della decima vertebra dorsali corrispondenti, con distruzione del capitello dellà costa medesima. Se quivi pure si notava la medesima maocaoza d'ascesso al di fuori, più manifesta però Q più volum inosa era la sporgenza nella teca vertebrale cagionata da un molle ri1Ìlzo per infiltramento 'del già notato liquame purulento misto a quisquigl ie ossee nel tessuto ce!. lulare del canale rachideo, appunto nella regione corri spondeofo a delta fesione cioè a s-inis lra e ne.llà parte anteriore interna della vertebra cariosa. Il disco fibro-cartilagineo corrispondente s'offre sanò in ogni sua parte, ffi(HJO però in quella che concorre a formare la cavità articolare corrispondente al capitéllo della 2a còsta falsa. Finalmente le meningi s1)inali· sono rimarchevoli per un abhondante versamento sieroso (1 ).

18 _fl'A'fJTE TRAUMATICA,

(Storia !ella dal Dott. PLAI8.lNT nella prima Canfereoia del mese di novembre tenutasi nello Spadaie. di Torino). Nel compi lar il Rendiconto clinico della Sezione mista diretta d;il l)o tt. De lleanfort, il mio amico e distinto Collega Doli. Giacomelti si)imitava, allesa la nat1,1ra di quel suo Lavo~o, a poéhi cenni intorno ad un caso di grave contusione occorso nella sala dei feri'.ti. ·Questo .caso però sembrand'a me non meno che .ilio · stesso citato Collega meritevole d'essere conosciuto nelle diverse sue' circo• slanze, mi determinai, Onorevoli Colleghi, comunicarvene la Storia di cui la redazione non poteva essermi di grande difficoltà avend'anch'io atteso al servii.io della soprint.licata Sezione. Andr,ea Pera, Appuntato al Regg. dlli Cavalleggeri di Monferrato, d'anni 50, di temperamento sanguigno e dì robusta costituzione, nel giorno 16 del mese d'aprile ultimo sco1·s0 era successivamente colpito dal calcio d'un cavallo al ginocchio destro ed alJa regione ipocondriaca destra con violenza tale da restarne trabaliato a terra a non poca distanza dal luogo in cui si trovava. Rialzato per (1) Da queste investigazioni anatomo~patologiche sono confermali molti principii esposti dal Prof. Comm. Riberi nelle aue Lezioni Oral1 state tracciato dal 'nott. I~abre e pubblicate in questo stesso Giornale nel notevole articolo im il rachiartrocace, tra i quali principii quèllo specialmente rifulge che riguarda l'incolumità dei processi spinosi io questa malattia. . La Redazione.


173 opera di alcuni suoi Commilitoni fu senz'alcun indugio trasferito a questo Spedale dove, coricato uel lello avente il 0 ° 578, offriva alla prima visita li sintomi seguenti : abbattimento sommo delle forze: C.reddo generale di lutto il corpo, ma in ispecie de.Ile estremità: fa<:cia palli1la, alterata ed esprimeoto un profondo soffrire a cui l'ammalato opponeva una rorza·d'anirno veramente rar.a : respirazione affannosa ~d interroua·: polsi esili, filiformi ed appena percettibili ·: addomine trallabile, ma tumido i,i corrispondenza specialmente dell'ipocondrio destro dove il Pera adduceva provar nn senso di profondo dolore che diffondevasi all'epigastro ed esacerbavasi ad ogcii più lieve pressione e ad una prolungata inspirazione : sospensione della defecazione e dell'emissione dell'orina. Noo .iscorgevasi però alcuba traccia d.'ecchimosi e di contusionl:l in altra parte del corpo, da quella in fuori che s'osservava nel ginocchio destro tocco da contusioue di primo grado, la quale in ·breve temp;> con l'uso locale dei bagni freddi s,compariva in un col do,Jore nella medesima articolazion!l esistente. Oa quest'esposizione appare pertanto che J'efTetto più grave della lesiono traumatica stava concentralo nell'ipo condrio destro e che perciò ogni nostra cura doveva da bel principio essere diretta a prevenire l'evoluzione della infiammazione del fegato ed, ove tanto non avessimo potuto, a moderarne almeno l'intensità. In vista però della condizione generale in cui si trovava l'infermo, non si ebb'iu Sll le prime ricorso fUOl'Chè a -bevande sem1jlici,- a ~listeri blandemente eccoprotici ed all'applicazione del ghiaccio sulla l9calità morbosa. Ma rialzatesi appena le forze dell'informo e. con l'aumenlo della tumidezza e del dolore nell'ipocondrio destro acc~sasi gagliarda la riazione generalt<, non si frapp.ose indugio a ricorrer ad un ener. gico metodo antiflogistico diretto ed indiretto, tanto più necessario in quanto che, mentr'erano presenti tutti li sintomi sialici e razionali d'un'epat'ite già diffusa al ventricolo, mancava il dolor alla spalla destra e v'era perciò fondala ragioni, di credere che. la lt:siono del fega to fosse gravissima s.icco·me quella che àveva sede uella parte , piì1 p~ofonda del suo parenchima cioè verso la superfici,~ con cava. Sì praticarono qui.odi nei giorni 18 e '19 tre abbondanti salassi dal bracr.io ,e furon applicale 60 sanguisughe cbe dalla parte destra e posterior-i·oferiore del torace si estcodevan io giro al corrispondente ipocondrio ; diretta quest'operazione specialmente a miligar il dolore che, a dire dell'ammalalo, erasi reso insopportabile dopo le generali soLtrazioni sanguigne. Nei giorni 20 e 21 per quanto cì constasse e s'osservasse che il dolor e la !umidezza dell'ipocond_rio 1'9sser a le un poco d irrJi nui ti, ma nife standosi però e facendosi insistente iI vomito di materie biliose con segni manifesti d'ittero e persistendo sebbene non io egual grado i sintomi lutti di riazione· generale, non escluso l'obbiettivo dedollo daWalta coterioa del san gne eslrallo, si rinnovaroo. in ciaschedu11 giorno due abbondanti salassi dnl braccio e si somm inistraron all'ammalato bevande molliti~e e deprimenti. Ai 22 stanle la persistenza del dolor e del ·vomito bilioso si prescriveva e si esçguiva l'applicazione di 20 sanguisughe ai vasi sedali. Nella sera del medesimo -giorno ~!l'esacerbazione febbrile, alla .continuazione del vomito associao~osi per la prima volta il singhiozzo, praticavasi l'oliavo salasso che si faceva rinnovare nel mallino del susseguente giorno 25 in

cni pcrsistevan i medesimi fenomeni morbosi. Alla visita pomeridiaua di qutlsto stesso giorno l'ammaiato per li quasi incessanti vomito e sing.hiozzo lamentava, ed i sin-. tom i geilcr~ h lo confermavano, uno sflnimeuto di forze tale clte, non ostante la l)resenra dc~J grave dolore locale, si prese il partito di desistere dal metodo antiflogistico per ricorrer agli oppiati, prescegliendo l'estraUo gommoso di o_ppio da prima (mezzo grano per pi lloltl) e quind'il laudano liquido dì!uto in opportuuo veicolp. Ma in vista dei quasi insigni[ìcanti" effetti di quesli rimedi i somministrali per bocca, dei quali l'azione resta-va 11eutralizzala dall'abbondante raccolta di bile nel ventricolo e resa poi nulla per il fatto dt-ill'incessante vomito, si 1>rescrissero clisteri mollitivi nei quali stava diluta buona dose di , laudano e furono sulla loca lità. applicati cataplasmi pure mollitivi irrorati di questa me.desima preparazione oppiata. Mercé _di siffatto p1el<Hlo continuato per due giorni il singhiozzo era gradaiam.enrn scompa-rso ed il vomito non era. più nè così freqnente, nè .cosi copioso. Erano le cose ridotte a questi termini allorchè il Dotl, Giacometti (che da qualche giorno pllr inl"ermilà del Dolt. De .Beaufort dirigeva la Sezione) fallo edotto da. altra consimile circostanza in cui il solfijto di magnesia somministralo per consiglio dell'llM lustre nostro -Presidente del Consiglio il Comm. Prof. !liberi aveva sortiti li più sorprendenti favorevoli risullamenti, prescrisse a dosi epicratiche questo medesimo sale · di magnesia ed ordinò foss'applicata tra le scapule dell'ammalato una pece di Borgogna con cantaridi. Da questo sale conlinuato per alcuni giornì ollenevansi abbondanti evacuazioni alvine bigio-verdastre con tanto e cosi CO· stante sollievo dell'infermo che nel giorno 5 del mese di marzo cessati eran .alfallo il vomito, il dolore locale e tutti gli altri sintomi di così grave malattia. Nel giorno 15 di dello mese per cagione di disordini · dièleLici ìrisorgevano di bel nuovo alcuni sintomi d'irrilazioné gastreuterica, la quale cessala beo presto con gli opportuni mezzi, l'Arte non do.vette più occupar:-i d'ahra cosa fuorchè delle regole dieteli,.;he necess11rie al -convalidamento della cenvalescenza relicemen te terminatasi con il giorno 8 del mese di maggio. Pa tologi commendati e s_egnalamente Stoll, (;'io. Pietro I?rank, Htldebrand, Brunel, Heche e :Saoson ed altri, nello stud io dell'epatite distinguono l'infiammazione che occupa la superficie convessa da quella che iuvade la superficie concava del fega to ed assegnano speciali sintomi per cui l'una dall'altra si differenzia. Indicano la prima lesione il dolor acuto, lancioante, pungente quasi pleuritico, dolore che s'rstende alla clavicola ed alla spalla destra; la res pirazione difficile ' con decubito dnloroso sul lato destro ; la mancanza o la p_resenza in grado leggierissimo dei si.nlomi gastrici e dell'ilterizia. f)imostran in veèe la seconda il dolor ottuso e profondo; il decubilo sinistro difficile; il sapo1· amaro, la nausea, i vomiti biliosi e più sovente il sirtghiozio che al dire di Gio. Pietro Frank tende a strozzare l'ammalato; la dimostran in l.ìne li i.>ene manifesti segni d'ittero. Ammessa quosta distinzione, quantunque non assolutamente -scolastica pure di non poco momento pM la terapia ed avuto risguardo al quadro-siatomatologico esposto, sarà facile ad ognuno di Voi <leaurrn nel caso nostro trattarsi c..li graiJe epatite traumatica oc_cupanle so prattutto la parte concava del fegato. Di fatto oltre all'accennala analisi dei principali fonomen1 da me enunciali e fr;i. qu.esli specialmente l'ottusità del dolore, la mancanza..


¼74 òel mcJc,imu alla· clavicola eJ alla svalla destra , i sin. 1omi gastrici, il singhiozzo, ecc., var rà a convincerne io modo direi quasi assoluto il rifictlere che al momento del colpo· diretto dall'esterno .i ll'inl(' rno trovandosi il fegato compresso fra due corpi duri, la spina dorsalo ecl il corpo contundente, su la sua concavi là piullosto che~ su la con vessilà dovevano riverberar i tristi elielli della contusione. Precisata per tale modo la s ede della rnalallia, tlarà ancora più ovvio rendersi ragione dell a comparsa dei già riotali fenom en i quando vogl iano tenersi nel dovuto calcolo gli intimi ra pporr-i anotomici che connettono tulle le vi s1:ern addominali, massimamente il regalo con il ventricolo e quando vog liano considerar.si le mira.bi li anostomosi del pneumogastriéo con il plesso solare e di ques to con i nervi frenici. Per ciò che r iguarda la cura di rò soltanto che il metodo a ntiflogistico generale e. locale era nel nostro caso tanto più imperiosamente r ichiesto, in quanto che aveva operato uoa cagione. trau matica , genuina era l'indolo e l' inlcosilà dell'infiarnmazioott, giovane, forte, sanguigno e pletorico l'ammalato.

RELAZIONE DEI,LE CONFEIIBNZB SCIENTIFICHE (M1w: di novembre. 2a T ornata).

Sc1.otnsui. Datasi dal Doli. Costanzo lettura del suo. Scritto intilolato: Pe,uieri di Baumèi intorno all'uso del mercurio nella cura della sifilide p1·imitiva ( I}, il Doli. Sclaverani, dopo essersi associato al suo Collega nel tri butare li bene meritali encomii all'eg)'cgio Si filùgrafo lionese e ne;! ritenere siccome rilevaolissima l'agitata questione, <'melle lullavia il dubbio che la medesima per l'ipotesi ammessa e per gli argomenti addolli possa dirsi sciolta per modo che più non possa impugnarsi. Di fallo il medesimo fa riflellcre: 1° che i principii emessi dal Doti. iCoslanzo nel suo Scritto sono la riproduzione di queglino stessi che intorno ulla sifilide secoudarh, il Baumès faceva di rrnbblica ragione nella prima parte Jel suo Trullalo : 2° che in quello non si accenna menomamenle al modo d'operare del mercurio su l'impressione e su la concezione o dia tcs·i sifilitica; morbose 0011dizioni ques te ch'il 0,lumès ripo'ne uuicamen \e iu una modiUca:zione del sistema 11crvoso: 3" cbo questa qai&lione del modo di operare del mercurio tlal naomès nel 3uo Trallato chiamala o:tioza ed inutile, fu tutla1'Ìa dai medesimo evidentemeuto risolta col dar a qoestu rimed io un'azione plastica, non potcnd'allrimeote interpretarsi l'opinione da l mcd,'simo emessa " che l'azione del mercurio non ci sarà mai ,svelala finchè ci rimaogao igno te le leg~i cbe rcl(olano la nutrizione e la composizione intima dei liquidi e dei solidi •: 4° che posta per tale modo da uua parte la esseuzn delle malallie sifilitiche io una semplice moditicaziooe del sistema nervoso e rite11ota per l'altra l'azione del mercurio siccome plastica, non può capirsi come questo rimedio il quale opera su la compa!(e or~aoica possa vantarsi utile contr'ooa malattia di pura essenza dinamica: 5" che parimente non può capirsi com'uoa condizio11e morlJcsa dinamica dia luogo dopo un lunghissimo perio<lo di tempo a fatti morbosi i quali si localizzano pioltosl'in questo che io quell'organo o tessuto, simanten-· gooo per un'alterazion11 ialeslina materiale disorganica e quantunque indipendenti dalla prima caRione, tollavia hanno rela:ciooi di natura con il primiti\·o fatto morboso: Go che fioalmenle non è fondalo sa i principii della scienza l'ammettere <:h'ana malattia d'infezione o contagiosa che dire si voglia la quale tan to neisinlomi primari i qua nto nei seconda rii è rappresentala da fatti mo1bosi disorganizzatori, possa nell'ioterval!o, talora lunghissimo, esistente tra li detli sintomi primarii e secoodarii ridursi ad una semplice modificazioné nervosa. ' (l) V. il primo articolo di questo stesso numero del Giornale.

Rispol\de il Doli. Costanzo cbe quan tunque essenzialmente di· namica, la sifilide soc ondaria poò lullavia essere curata dal mercurio, perchè questi ollr'alla sua azionecbimica e plastica opera pure, come tu tti gli allri ri medii, sul dinamismo; che qaantur\que la sifilide secondaria sia primitivamenle ra ppresentata da una condizione morbo~a dinamica, tuttavia a luogo andare per le azioni e le riaziooi cb'il sistema nervoso lrasmelle alle altre parti dell'organismo , laol'i liquidi quanl'i solidi ne debbono compartecipare; che, a suo avviso, ii Baomès non volle riporre noicamonlo l'essenza della sifilide secood,.1ria in aoa moclificaz.ione morbosa del sistema -nervoso, esclus<,> ogni altr 'elcmcolo or~anico, perchè allribnend'egli all'animai economia uo potere attivissimo di cambiare, di neutralizzare ed anobe di distruggere il priocipio deleterio sifilitico , intese certa mente che tulle vi concorressero le facoltà dell'org;mi~mo; che tutte le malattie diatesiche, ollradi'è si mantengono per luogo tempo con forma di semplice disposizione, noo posson in origine essere rappresentate da altra cosa fuorchè da uoa particolare disposizione dinam ica la quale rimarrà latente ed innocua ncll'auimal economia finchè aou sopraggionga l'azione di potenze interne od esterne favorevoli all'evolo.zione dell'impressione oh'i solidi hanno rice. voto; che la disposizione sifilitica si manifesta per non equivoci segni nelle varie persone, giacchè in alcune di queste non appena si maoifestau .ilcoai sintomi loculi che immediatamente oe sosseguooo quelli di sifilide secondaria ed in nl,lre all'incontro per delel'minar•e qoest'ullima.sono necessario più e più manifestazioni locaii: mentr'io altre ancora la sifilide secondaria noo consegue ai più caratteristici morbi primitivi locali; che finalmente la diatesi sifilitica latente è provala dal trasmettersi la malattin dai genitori apparentemente sani alla loro prole. Insiste nelle sue riflc·ssion i il Doli. Sclaver&oi e dice: non potere reggere il paragone tra la diatesi scrofolosa, la scorbutica, la cancerosa e la disposizioae.-reumalismale egoltosa da Baumès iostituilo con la diatesi sifilitica: questa, nùn allrimeole che tutti gli altri contagii, non avere fa orchè un modo solo di dolermi· narsi cioè l'introduzione e l'assorbi me nto d'on prinèipio deleterio mi gmerische sia alla diatesi sifilitica come l'ombra al corpo; le altre diutesi poter in vece esser acqnistale senza comnnicacazione alcuna, giacchè sia ora nessoo'iadagine rii Chimka organica rervenne mai a scoprire noi saoi prodolli un principio particolare comunicabile: le espressioni ll}Orbose locali della sifilide secood~ria non cambiare la natura, nè la proprielà di rontagio trasmissiùile; ciò che non acrad rebbe tJuando la si!lliùo nel procetlere da primaria io secondaria fosse costituita da una sola malallia dinamica la quale per sè non potrà mai produr un contagio seo1.'il concorso d'un/I cagione deleteria che operi su la fi. bra e sn gli omori : le malaltie ùiatcsiche non aver analogia con la sifilide in altro modo faorchè nella forma, nell'aodamcnlo e nell'avere per cagione comune uo caogia:nento essenziale materialo dei solidi e dngli umori, senza che mai, anché nello staio di semplice dlsposìiiooe, siano m,ilattie mernmonle dinamiche: non potére finalmente comp·rendersi come mai il virus sililitico che por .Baomès non è altra cosa fuorcbè lo stesso pus sifililico circolante, possa rimaner innocenlemeole e per luogo tem po nell'animai Economia trasformando la sua contagiosità in una semplice modil.ic,1zione nervosa per poi erompero con falli locali morbosi disorganici generatori per no processo intestino onico d'un principio contagioso, se non inoculabile, cerlamente trasmissibile.

Il Doli. Costanzo crede io vece ravvisare moll'analogia fra la sifilide e le altre malallio diatesicbe percbè e l'una e la altre offrono Ire studii (quello di disposi:fo,-e morbosa, quello di diatesi e quello di malattia dichi.arafa co" p, od,uioni locali); perchè la sifili,Je come le allre malallio dialesicbe ha un'origine od acquistala od ereclilaria o congenita; perchè fìnaJ roeute, secouJo l'opinione d'alcaui .Autori, la sifilide inveterata può degenerare nella scrofola. Aggiunge inoltro il Dott. Costanzo che, secondo Baumès, l'azione dél virus sifilitico debbe esercitarsi specialmenle su gli organi della vita vegetativa eia coi dipendono--hllle le 1illre manifesta:iiooi vitali: e, siccom'il sistema nervoso gau. gli are è il moderatore della vita organica, così il medesimo debbe per il primo seolire l'io flusso malcficò.del virus sifilitico come delle altre cagioni morbose dietetiche. Ne l'imprtssione e la concezione sifilitica debbon io tendersi nel senso dei Fisiologisli i


i75 qaaliravvisand'in queste morbose manifesta:iiooi un effetto puraroente dinamico, quasi d'una virufeoza nervosa, d'uo'eletrizzazio.ae o d' una calorificazione, negano poi f'esi&tenza e l'assorbimento d'un contagio speciale roat~riale_da cui quelle sono proRIVISTA ·DEI GIORNALI SCIENTI~ICI dotte, roa sibbe.ne coosiderando1e <J.Uali l'effeltò d'1ma cagione (Sunto del Dottore ·Gu.COMETTI). materiale viru1enta, non debba fare meraviglia come per azioni e reazioni successive a!la co~cezione, $ifilitica debba coolami1° Uso terapeutico della l-upolina. Gli anliflogisfici narsi l'organismo ed .a,·ere così luogo le ;produzioni materiali generali e locali; gli oppiali esternamente ed internamente proprie della sifilide confermata, Di fatto, prosiegoe il Dott. Cousati, soli od associati alla canfora; i cataplasmi di cicuta 1tanzo, è opinione generalmente abbracciata ch'il n,iiasma delle già da Cir,illo commendati; il decubito laterale; i bagni freddi paludi nella prodo:iione delle febbri tifoidee operi primitivament~ su le diramazioni nervose dello vie respiratorie e che le sulla verga e la ventose applicate alla pianta ·pei piedi discrasie sanguigne, le affezioni viscerali ed i pr.odotti morbosi riuscendo n.o_o rare volte insufficienti nelfa cura delle critici o sintomatici accadano più tardi: in questo caso l'ipotesi morbose erezioni del pene, Sistach propose la compres,d'on'imprèssione morbosa puramente dinamica sol principio sione del prepuzio, Dumont_(Pedro) l'agopuntura e Velpeau (perchè non manifesta per lesioni maleriali) ne spiega ass~i meultimamente 'in un caso ùi priapismo spontaneo ricorse glio che l'idea d'un virus circolante con i principali omori del sangue od avente sede· nei liquidi delle &ecre.zioni naturali o persi oo alla puntura dei corpi cavernosi -(1 ). Ma la pratica del morbose i quali- tolti ·inoculati non diedero mai alcun risoltaSistach è ,essa sel'np,r!;3 att,ua~il,e P E quella di Dumont e di mento·convincente, come,la fibra possa facilmente dimenticarla Velpeau sopratlutto puoss-i seguire? Persuasi in senso-conovvero fatalmente contraml' l'abit1uline e così come possa avere trario, sia.mo p.er riguardare quella sostanza la quale, oltre lo9go una Jonga incubazione. J>~r ciò che ·finalmente ba tratto al poter çssere somministrata in ogni contingenza, spieal modo d'operai:e dèl mercurio, concbiude il Doti. CostanzQ, si gasse. Qn'effica~ az.ione contro la morbo!a. erezione del iiznora certamente com'il medesimo· operi.contro la disposizione sÌfilitioa e contro la J!ifilide confermata, nello stesso modo che pene, com'un prezioso agepte terapeutico nelle mani de.I ignoriamo "l'azione dello cagioni morbose su l'organismo, ma la Medico. E siccome tal'è lodata dappresso i buoni effetti <èperienza aJendnlo dimostrato utile &I .Sig, Baamès nella sempiù e più volte olleputi la lttpolina la quale eserciterebbe plice disposizione sifilitica,, puù arguirsi che operi su la fibra non solo un'influenza sp.eciale contr'il fenomeno dell'erenervosa e .sa altra qualunque-per modo che valga a canc.ellarc zione, m·a eziandio un'azione narcotica incoutes\abile senza l'impressione slfililic,i. Il Presidente ifa noJare e.be il Baamòs nel riferire la sifilide dare luogo a costipazione dell'alvo o disturbare le funzioni 1econdaria ad una modificazione del siste,ma n.ei:v.o~o non .volle d~lla digestionè. certamente-io tale st~etto senso parlare cli e.gli altri elementi prL'ordinaria dose s~rebbe di 0,60 ceptigràmma da pren·ganici non ricevan anch'essi la-m9rb osa impressione indotla·sa dersi ogni sera, avviluppala con pane azimo; do$~ questa loro dalla presenza del virus, percbè quantunque l'azione pr,ima. che secondo le indicatioui si .<lebbè per più giorni contid'ogni agente o:stimolo sia fisiologico sia morboso s'eserciti primieramente,sol sistema ne.-voso regolatore e moderatore di tutti nuare aumentandola ,anche ,del dop.pio a hrnore délle- cirgli :altri alti organici ~ quell.a tuttavia non .pnò no.n estendersi costanze. · ( Gaz. des H6JJif. 'N. 128) tar,di o tosto ,anéh',agli altri elementi organici.come lo comprova 2o Dellçi ver.at.-in.a nel· reù.n,iati.smo ar(icolàre acuto. li il modo u'operaro11on solo degli agenti deleterii introdotti nella DoH. Piédagnel partendo dalla supposizione che l'efficacia Economia1mabeo anche del'le impressioni morali che vivamente del colçhico ;rntunnaJe nel!~ cura del re\Jmalismo (li pendesse sen tite e ditfuse:ad no.subito all'intiera vita si manifestano IP~i dalla presenza ,della veratrina la ·.qual è contenuta nei va. per lesioni materiali che dv,elano l'ir:np re,sione di .quelli non essersi limitata al ·principio ner.vos.0.011.all'.elemento organico ,cbe rii suoi preparali, sla·ccinse ad esperimentar il npminato lo estrica, ma essersi Ji.n 'vece diffus,a ,all'intiera compo&izione oralcaloide nella ,cure del reumati,;mo podagroso e ne ricavò ganica del med6s.imo. 'E se, dico i'I medesimo; dal modp d',~p6-in .diversi casi segnàlati servizi. Egli fece uso di pillole di riare d'un rimedio può per analogia !riferirsi della condizio.ne mezzo cenligra,m ma ciascheduna, prescrivendone tre al morbosa d1uoa IJ)alaltia, nello stesso modo ~h'i,I .rep,entino vanprimo i;ior-00 da prender.si una a:I mattino, la seconda a taggio ed il.éambiamento salutar.e chè1 nella, sifilide .secondaria ad ·esempiq, prov-àno \tutti 1gli-atli -morbosi looali e tuH'intiero mezzogiornp e \a terza alla sera ed aumentand'ogni gforno l'organismo perlla somministrazione· di pochi grani 'di deutoclouna pillola sin al numero di sei ,e non oltre. Se il riraro di1merci;irio, noo,può ,spiegarsi se non s'ammette che l'amedio produceva senso di calore alle fauci ed al veAfrizione di questo è sentita ed è immed iatamenle trasportata dal col,o, 1>e pro~uceva vomito o diarrea era sospeso per risistema•ner~o.so a;lutta ;quanta l'Economia, ,così se.nz!ammettere corre11e nel tem,po dell'iuterruzione ai bagni a vapor,.e senza unteguate spiegazi-One,non1s!ar~iverà, r.agionevolmenie-.a convincer.si del modo d'Qperare del virus sifilitico al ·<JUale nella profar uso del salasso. (Journ. de Cltim. et de Pltarm,) duzione dèlla sit'ilitle secotidaria io mi persuado che anche Baunièsinon.avrà 1volo,to dare llazione,d!.una ,m,o,dificazio.110 piorbosa 01) V. Ga:;.,"des Hdpit. N° 1iJO 1852. s:entit:a aal!sistema ne:rvoso che tardi o tosto non s'estenda agli à•lr-i,ehimenti Ofganicì. AVVISO 'li Dott. Sclaverani oopo ftUeste parole del Presidente fa riflettere chti, ammes:sa Ull;'a lesione materiale qualunque nell'organir;J.,a !Dirè,zione del \Giornale invita gli Abbonali che sono -zazione1di flDei teHoti più proclivi alle manifestazioni sifilitiche in , rita rdo di pagamento a - volere pagare la rata del secomia:rie.,,l.a ,questione è per sè scfolta., ,graccbè non v'è modò tpri.movsemeslr~,· giusta ,Je condizioni d'associazione. con cuiiPossa darsi spiegazione dei fenomeni della sifilide seconpi pregan i ~ignori Medici Divisionali perchè abbiano daria fuorchè con il considerare la cosa io questo modo. la bontà di riunir in un solo vaglia postale le rate dei 'Nel mentre che-il Dott. Tunisi prendeva la parola per espriloro dipendenti o di farne sborsare coslà l'importo col mere com'egli.s'·acçostasse all'opinion,e ..di1c~l~1.10 che_nella sifiQl,ezzo dei 0u.arlier-Ma,s1ri dei Corpi. lide secondaria ammetton un'infezione sanguigna cioè ch'il pus Quegli Abbonali che preferiscon inviar il loro vaglia ·sifilitico operi alterando la crasi di quest"umore elementare delpostale isolatamente, sono pregati a volerlo diriger al l'org1ulizzazicme,~I Preside.n:~,,jl..~ll:~~7t!lrP3t"teeittar.e~he.,qnesla , :;Barone ,DE ,BtìAUllO.RT , ~Eice~Dir.ettore del Giornale ili discussione sarà conlinuata,.attesa l' oca,già .trq.ppo tarda, diphiara .Medicina Militare e ,nQJl ~ltriIDpnte, ,inehiuso in lettera terminata la sedate. · •ffrancala.

PARTE SECONDA


DEL MOVIMENTO DEGLI AM1'IALATI E

~elle malattie state curate negli Spedali Divisionali e Succursali !lilitari di Terra e di Jlarjna nel mese di novembre ,t 852.

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Sifilide primitiva . . . .. Id. Costituzionale .. . Suicidio. ln osscrvazio'n e

Totale dei morti .

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Emormcsi cerebrale Id. polmonale

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. . . . . 1E acefalite. ;Spinite . .. . . . . Otite . . . . . . . . Reumatica . . . . . , .,- Purulenta . . . . Ottalmia Bellica o._C?ntagiosa. Blenoorra grna . .. . Angina. . . . . . . . . . · Bronchito . . . . . . . . . Pleurite e Polmonite Cardite e Pericardile . Augioite I~lehitti An,;io-leucite. Adenite. Gastro-enterite Epatite Splenite. . Reomatismp Artrite Cistit.è Uretrite . Id. Blennorragica . Orchite. \ Osteite . . . . . ~ tcriostite . .• . Flemmone .. ..

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Tifoidee . . . . . Tifò . . . . . . . . ) Perfodkhe O g~nere · · -Pernrc10se . .

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Mortalità relativa,. 1 più 'de\1'11). 010.

Il Direttore Dott. COMISSETTI ~rad. Div. Il Vice-Direttore :i-esponi. Doti. Bar. de BEA UFOllT. M R.

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( ai 3 di gennaio ,1853 )

N° 23.

ANNO-Il.

GIORNALE DI HEDICINA HILITARE DEij CORPO SANITARIO DELL'ARllA'fA SARDAi)

L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col t O d'agosto. Il Giornale si pubblica nel Lnncdi di ciascheduna settimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino . . . .

L. 10., Io Provincia ed all'Estero, franco di posta

. L. 11 .

L'abbonamento debhe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla 'l'IPOGRAPU SuJlALPINA, via Alfieri, num0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbòn esser affrancate ed ac::ompagnate da vaglia postale. SO!UIARIO. - 1" Dott. ALCU.TI : Dell'ulcera venerea primitiva. - Sl 0 Dott. VAI.LE: Idrocele per istravasamento. - 3° Dottore MoT.TINl: Ruminazioue nell'uomo. - 4° Relazionedelle Conferenze Scientifiche. - 5° Dott. B&sozzx: Proprietà antipsorica del ranuncolo. - 60 Doli. BALES'I:RA : Cenni sull'orgauiizazione dei Servizio Sanitario Militare.- 7° Bollettino Ufficiale.

·PARTE PRDIA !>RLL1ULCRRA SlFIL ITIC A PRl llHTl V A.

(Memoria ,letta in Conferenza dal Doti. ALCIATI). Quando quel recoi1dito sotti lissimo principio dello contagio o virus sifi,litico arriva ad immediato cootallo del solido vivo di persona sana, semprechè questo vi reagisca cootro, ha luogo una pustola a-cui succede oo lavorio ulcerativo specifico con caratteri proprii cioè l'ulcera venerea primitiva la qua le parimente, diventa organo secretore d'un pus capace di ridestare successivamente un analpgo ordine di fenome11i morbo~i; ed appunto in quella circostanza di tempo o di modo s'è operata l'infezione sifilitica primitiva. La distinzione tra i due ord.ini d'ukeraziooi primitiva e secondaria è esse,nzial e in prati ca, perchè nell'un caso è costituita una malaltia locale, nell'altro all'opposto risulta un vizio idro-organico generale ossia CO$!Ìtu11io_nale.- l nomi di sifil ide, morbo Ga llico, celtico, venereo, Napolitano sono stati consacrali dall'uso, ur occorre ùi.sculer·e della loro capricciosa applicazione. Premesso cho l'ulcera primitiva rappresenti l'effetto dell'inoculazione diretta e stabilito per massima che l'ulceretta costiluiscarropriamen te il fatto iniz iale, almeno apparente ed ordinario, sarà forza ravvisare in tlSSa Un nuovo organo, vera fonte d'infezione. Com'è noto, Colleghi, quest'u!cera sequela immediata della puslolo-vescichetta, serba forma rotondeggiante (a llorachè l'innesto non s'appici·ò a preesistente ulcerazione d'altra n.atura) od ha un fondo lardaceo con tendenza piullosto ad allargar~i che nnn tanto a profondarsi, assnmend'anzi qoella forma caratteristica di mozzo cece così del inealo da Beniamino Beli. • l)acchè l'ulcera, specifica di cui è caso si svolge par-

ticolarmenle là dove abbondan i follicoli sebacei, è iovalsa l'opinione ch'essa abbia sede precisa e primitiva in quei follicol i medesimi, prestaud' appoggio •a qoesla ·credenza l'ora detta figura di rotondità. Secondo i pensarruinti dei Patologi Collerier e Ralier i prodoLli di secrezione morbosa deposti io queste cavità vi soggio(nan e vi determinan un'infiammazione speciale di cui i risultamenti secretorii son atti a suscitar on'infiammazìone simile o megl io, come dice Cesare F eooglio, • a produr altri enti sim ilissimi e capaci di generarne degli altri •. Se non che mentre questo distinto Sifilo;,. grafo nostrano opina essere segno.diagnostico delle ulcere. venert>e " il diventar esse di giorno in giorno più sordide anche cauterizzate col nitrato d'àrgtinto e deposta l'escara palesarsi di bel nuovo con la medesima crosta larda cea; correr esse un lungo stadio, quantunque medicate a proposito eenz'offrir alcun indi1,io di guarigione, onde sem., brano godere d'un periodo inabbreviabile; farsi però meno dolenti e spogliarsi del loro carattere coll'uso del mercurio; • è mio avviso dover accettarsi con la massima riserva queste conclusioni le qua li non possono sancirsi io modo assoluto ; che per lo contrario gi0va andare convinti come le ulcere veneree, medicate con appropriati mezzi in utili circostanze, corran un periodo molto più spedito· ed inuocuo; ed in vero se altri virus, quali l'idrofobico, il vaccinico, il vaiuoloso, il viperino e secondo altri anche il gonorroico sono distrutti con una proÒla cauleriziaziooe, perché non sarà lecito presumere ch'allretlanto accada deJ contagio venereo? Non ha egli un periodo d'incubazione abbastanza manifesto? Dovrà rite.nersi illusoria ed insufficiente sempre la spontanea riazione lpcale, · mediante cui N<1tnra si forza elimin[lr un principio infenso? Jn tante altre circostanze s'apprtizza altamente dai Clinici la forza medicatrice ossia la resistenza organica e solo per quanto rillelle questo insidioso processo venefico dovrà considerarsi muto od indifferente il potere conservatore anche ~t1coodato dai presidii torapeutici? A questo proposito l'Autore prelodato si farebbe scudo dell'antorità di Huoter per consigliare quasi generalmente la cura rnercuriale interna temendo ancora che i precetti della cauterìi·tazione sostenuti da Ràtier non sian applicabili fuorchè in bene pochi casi; dice in falli • che solo


i78 quando l'ulcera è inca rnala, rossigna e poco o nulla tendente al colore bianco -giallognolo (ciò che suol avvenire oel periodo defìoitivo di 24 ore) si può cauterizzare, locchè accade difficilmente. Già l'Ilunter nel suo pregil!lis · simo Trattolo intorno ni mah venerei aveva propos'lo il caustico o l'estirpaziot,e per distruggere l'uleerea 'l'Merea. Però, soggiunge l'Autore, egli lenne cotesto linguaggio piuttosto nel senso di guarire l'ulcera al più presto possibile elle allo scopo d'opporsi all'assorbimento contagioso impedendone cosi la perniciosa diffusibilità nell'Economia animale. , Nè per allora pensò· l'H11nler che si potesse arrivare alla repentina distruzione od aonichìlameoto del fomite contagioso cou la cauterizzazlooe e~eguita in tempo d'impedire l'assorbimento che genera la lu e, giacchè egli non poteva dissuadersi dal propor il simultaneo uso del mercurio. » ~elio· svolger i principi i teorico-pratici del ])otL Fcnoglio io mi sono pr,•lìsso mlllter in- evidonia l'argomento seguente cioè: se dal tempo in cui fu officialmenle proposta la sua Opera agli Uflh.iali Sànitarì dell' A1·mala, non debbao òperarsi io merito alle sue applicazioni utili emendamenti. Consideraod'i gravi pericoli imminenti dell'infezione universale col poco danoo dell'irritazione cagionala dal caustico nell'intendimento di :itruggern sul luogo un potente veleno, il Sig. l:\icorcl forse troppo spinse l'alluabilità della Dollrioa proò:1ulgata da Hatier. « Tanl que le chaucre resi.era à la période d'ulceral ion, il faudra répéter la cautérisation avec le nilrale d'argeol , aus~i souvent qu'à la cbilte des esca res produit1is on retrouvera, soit par le fond ou les bords, les caracléres qui apparlienilent à celte période, mais, dès que la réparation aura lil'u, on s'abstleodra de pMtM le causlique sur les parties ,rn voie de guérison , po11r en conli ,,uar l'emploi sur les points eccore à l'élal d'ulcéralion spéci6q11e. » Che più P alla pagina ~87 parlando della grande irritabilità e del dolore dell'ulcera veuerea, ripete con 11011 manr.anle ard, mento: • ici encorc la caotèrisation constituc uu puissant auxiliaire. 11 faul bien su ga rder, par <le$ fausses doclri nes, de se Jaisser arrèier par la doulcur ou l'ioOammation. ,, A questo punto non posso omellere di citar altresì i pensameo li del Doli. Daomès il quale nel suo Trallato dei morbi venerei si dimostra assai piu cauio e Limido MIia pt·atica delle cauterizzazioni cd io ordine alla convenevolezza e snlficienza del metodo an liflogisl ico semplice, rolalivamente al l'uso contemporaneo dei metcuriali nella sifilide primitiva, così parla a pag. 544 e l'>48: • sor un cerlain nombre de malades pris à peu -près ,lans les mé· J'hes conditions, et trailés, la moi1ìé, par le lraitemont sìtnplè, plns ou moi11s aotiphlogistique, la moitié, par .!es préparalions mercurielles, j'ai vu chez les prcmiers para1tre des syn,ptòmes constill>lionels bien plus sonvenl, qua chez les seconds; • da ciò coochinde che, a circostanze favorevoli, sia più lodevole sussidiare la cura coi rnercuriati. In tale asserto Baumès non fece ci.e riconfermar una verità pratica la più essenziale e la me110 contestabile nella Medicina Mililare, imperocchò noi clrn applaodiam<> tanto officiosamenle alle Autorità Scientifiche massimamente Straniere, se pure la. Scienza Medica (!ebbe coslil11ir una solà compalta famiglia , non dovressimo dimenticar.e fra noi le più solide basi di un hcue ponderato giudizio, le

quali poss iam attingere nei nostri abituali r.c111,r d'istruzione r.ioè negli Speda li .Militari dove, appunto nelle Inferu,erie dei silìliti1:i, si ha irrefragahilc prova J;)a-lpabile o q•,otidiana ()ell'enunciata verità, e perciò ~e ha peso nna q11~d rilustre ()sservazio11r, dirò com'allorqoando i1• òaschedun Cor~o erano curali economicamente i propri·r ammalali, distiolamenle avverai com'alcuni Chirurghi. Alaggiori ahslcmii dal mercurio, coutassero nelle loro r-ale piÌI e piu venerei tocchi di si61idt1 seconò;iria; menlr'il sifflile non avveniva che rarameote in qudli che non rttu_ggivano dalla preventiva 111edica1.iont, s71ecifica. E non solamente polrei citare le statistiche dcgl' 1nfermi curali 11tdl'uno o nell'allro modo; 1na i 11omi ancora dei Curanti che avo val\o !mono o cattivo esito. Nè tampoco ·jo m'arresierò a conH1taro la tesi di ,;oloro che impiegano gli astringenti per lutto rimedio nella sifilide primitiva, poichè con glì astringenti torici o s·impedìsco il trasudamento plastico e -ne risulta un'ulc1m1 con .ind11rameuto, o si stimola a più vivace azione le bocc11ccie degli assorbenti linfatico-venosi ed allora più facili diventano l'assorbimenlo del virus & l' infezione generalo. Che se il chinino comballe le febbri da principio mia·smalico, se lo 'Wlfo combatte la scabbia neùlralizzanJo la virnl1·nza scabbiosa od auossicanrlo l'acaro, si IJlOlrebbe egli sapere se valga il mercurio a scomvorre direttamente quel priucipio venefico che l"ulcera sostiene o se \ piuttosto modifichi vantaggiosamente le condizioni palologiche del 11110'1'0 organo nato, l'ulcera suppurante P Abbraccio quest'ultim_a opi nione fondato sopra il tem po e le circostanze io cui dello farma co può riusci r utilA o <lanuoso ; poichè, sabbeue sembri che di bollo si possa attorrar e vincer on nemico prccariamc11Le intruso, tullavia solo allora qua odo, sedala In flt}gosi co11comiti,11te, il Jav~r\o suppur.itorio si è stabilito, i preparali mercuriali concorron ulilmeute ad accelerare la cicatri21.a1.ione, volgend'a questa radicalmente lseuza residuo ioduramento; un'tllcera può anche con altri compensi cicatrizzare, ma a qual pro? Se tal accident~ d'indurameuto l'accompagna 1100 ò da riguardarsi stabile la guarigione, anzi concordan i più accreditali Clinici a consigliare per so1>rappit'i la preposlera medicatura rnercuria le interna. A questo proposito Ricord medesimo che non può incolparsi d'essere troppo mercoriali$ta. 0011 lascia di ripetere che : ,, le c:hancre ìnduré ne guérit radicaltimeul par les moyens ordinaires, et les bons effots des merc11ria11x dans son traile· ment , onl é tè les principaux argume,,ts qnì l'onl fait cousidé rer comme seol spéciCìque à llli opposer.» Ora siccome i fatti sono Sttmpre i medesimi per i buoni e couscienziosi Osservatori, così Ila11mès ra r.comanda cht1 •. Ics sympLomcs restaol slationaires, 011 augmentant mème d'iotensité, alors c'est à un Lraitt:meol spécifìque qu'il fauL s'adresser : pormi toutes le$ méd ications, proposées <lans ces circonstauces, c'est le mercure qui présente le plus de succès. • Il perchè giova raccogliere le opinioni dei più va lenti in questa materia prima di generalizzar il metodo curativo. li Prof. Barovcro opinava che una qualsiasi ulcera venerea guarita entro il termine di quindici giorni dallo sua apparizione, indichi il 0 0 11 avvenulu assorbi men lo. La cura locale in questa t:ircoslaoza anebbe corrcllo la specificilà del morbo rimosto localizzato e per ciò non sarà necessar.ia. una cura interna. Il Sig. Rico rd che commenda

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179 :le cauterizzazioni giusta i principii del Ratier, crede che, deterS!lSI l'11lcerà, l'organismo no vadi immune. Altri ancora 'pensano che oon debba più sospellarsi ·infezione quando la cicatrizzazione abbia avuto luogo senz'indiirainentu: perciò, se regole generali di cura razionale possono assegnarsi all'ulcera venerea primitiva, uopo è basare le. indicazioni su le seguenti avvertenze. 1° Ad ulcera iniziale (cauterizzazione ossia metodo ecctrotico). 2° Ad ulcera primitiva con i car~tteri dì specificità, non accompagnala da ,predominio.infiammatorio (cauterizzazioni ripetute e. regime temperante). 5° Ad ulcera primitiva specifica socia d'eminente elemento flogistico (metodo antiflogistico locale t.\ geuerale e cura consecutiva prevenzionale specifica). 4° Ad ulcera specifica oltr'ai sei od otto giorni di data stazionaria con induramento e con segui d'adenite per as· sorbimenlo (ollr'ai presidii accessorii, cura mercuriale interna).

percbè corre a ciaschei!uno di noi l'o~bligo dì comunicarci a vicenda lutto ciò che d'una tal quale rilevanza ci s'offre nella Clinica dello Spadaie , quanto perchè rimanga sempre più confermata in Pratica l'utilità della tintura di jodio nella cura· dell'idrocele.

20 RUMINA,ZIONE NELL'UOMO,

(Storia comunicata dal Med. di Bai.t. ~ott. l\lorroo).

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STORIE DI CASI RHIARCHEVOLI. 19 IDROCELE PER 1STRAVASAM8N'(O.

(Storia letta dal Doti. VALLE uella Conferenza dei 15 di novembre tenutasi dai Med. Milit. di Marina).

Un vecchio condannato entrava nello Spedate·nel giorno 14 di marzo p. p. per esservi curato di un tumore .allo scroto, volum inoso qoanto due pugni insieme uniti, estendentesi dal basso fondo dello scroto sin all'anello in guinale in cui si toccava un corpo ovoideo, libero e sensibilissimo alla pressione il quale fo riconosciuto non esser altra cosa fuorchè il testicolo. Questo tumore di color uaturale, ondeggiante, elastico e, con il soccorso della luce artificiale, lraspa reo le, non poteva lasciare dubbio intorno al la vera sua natura, giacchè ai caratteri su descrilli aggiungendo la mancanza d'impulso sensibile alla mano esploratrice negli sforzi- di tosse che ad arte si facevan eseguire dall'a~rnalato, facilissima s'offriva alla mente l'idea cbe non potesse altrimente essere costituito fuorchè lalla presenza d'un liquido il qual a poco a poco avesse spinto il testicolo nell'anello inguinale·. A Cùnfermare maggiormente questa diagnosi venivà pur anche la sposizione anamnestica fatta dall'amma lato il qua le asseriva che due anni prima essendo tùcco dalla medesima malattia, il Dott. Demt>ra ne lo liberava per mezzo d'una puntura ch'aveva prornossa l'uscita d'una tal tJua le quan tità di liq11ido , ma che poi il tumore andò lentamente ,rinnovandosì, crescend'al punto da obbligarlo a ricorrere allo Spedale. Accertata per tale modo la natura del tumore, non lardai a decidermi all'atto operativo per mezzo tlellà puolura ~:otand'il liquido coulenuto e quindi ricorrend'all'iniezione nel la vaginale d'un liquido còmposto di una dramma di tintura di jodio su tre once di veicolo, dose questa che bastò alla radièale guarigione dHll'idro cele. · · Pèrsuasissimo di non dirvi cose nuove, Onore.voli Colleghi , voftli tuttavia ragguagliarvi· di questo casò, tanto

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Fra le molte e strane anomalie che l'organismo umano offre talora nell'esercizio delle sue funzioni, non ultima è da annoverarsi la ruminazione o mericismo la quale con• siste parlicolarmenle in unas erie di vomiturazioni successivo sopravegnenli dopo il pasto, per cui il cibo dal ventricolo riascende verso la bocca, d'onde, dopo breve soggiorn.o, fa ritorn.o nel ventricolo per mezzo d'uo movivimento di deglutizione secondaria. La Scienza debbe ad u·n insigne nostro Italiano, Fabricio d'Acquapendente, vissuto nel J6<• secolo, le prime positive e minute notizie intorno a questa malatlia. Ma ai suoi tempi le Scienze Naturali non avevao ancora potuto sbarazzarsi dalle pastoie dei pregiudizii e delle superstizioni ond'erano lolla via imbraltate pe'r cagione dell'ignora11za dominala nei precedenti secoli; per lo che, come di Lanli altri fenomeni insoliti e singolari, s'aveva pnre fatto del mericismo l'infausto degradante privilegio d'alcuni Esseri già disgraziati per altre anomalie, riferendone la cagione ad una conformazione del ventrit:qlo così speciale da potersi questo d,;l pii) al meno pareggiar a quello molteplice dei ruminanti. li tempo e più d'ogni altra cosa l'incessante progredire delle Scienze fecero giusta ragione di siffatti errori, ed ora, la mercé dei più accnrali sludii clinici ed anatomici, è messo fuori dubbio esser il· mericismo un semplice fenomeno morboso del ventricolo senza che questo per nulla dillerenzii dall'ordinario tipo ,. tanto per riguard'al numero, quanto per riguard'alla conformazione delle sue cavità. Tullavia , se la Scienza polè ban·dire gli antichi errori e dare nnova luce allo studio di si,ffalla malauia, uon è la medesima ancor a tanto pervenuta da chiarire lotto l'intricato labirinto della sua Storia clinica; ondechè molti elementi di questa rimangono tuttor avvolti nell'oscurità costiluend'allreltanle incognite le quali S'o lo col lungo andare del tempo e col moltipl icarsi delle osservazioni potran essere sciollc. La principale cagione di quest'imperfezione dei nostri sludii ·sta .appunto nella lamentala penuria dei casi che s'offrono ai Pratici, Laonde essendoci occorso un caso di mericismo nella persona d'un giovine Soldato r icoverato io qoesto Spedale l\lililare di Cuneo, non crediamo cosa affatto inutì le darne contezza ai nostri Colleghi, non foss'allro che per semplice curiosità scienlilìca, giacchè premeltiam anzi lullo che le ossèrvaziooi per noi fatte non sono da tanto da meglio chiarire la patogeuia del mericismo. Appartiene il 11osrro ammalalo ad ona famiglia di villici della provincia di Mondovì; ha 22 anni, è di temperamento linfatico a fibra ·molle e pastacea ed è discretamente robusto, ma di limitala intelligenza e di pochiss,ima energia morale: fti allattato dalla propria genitrice la quale, oltre ad essere di gracile costituzione, va soggetta sino dalla sua gioventù a convulsioni epilelliformi: il di lui genitore,


i80 ed il lav,,ro della digestione proced1J e si compie nei sodell't1là di 54 anni, è un agricoltore assai robuslo ed atliti regolari modi : Se i cibi ·sono rigurgitati pochi·· momenti tivo che fù anche Soldato, ma e.gli pure va soggetto a legdopo la lor ingestione conserv~n il primitivo loro sapore giero grado di ruminazione. li rimanente della famiglia è o tull'sl più seriton un po' dtil dolce, rna se ciò avviene composlo d' un fratello minùre del l'olà di 5 anni e d'una una_ o due ore dopo il pasto, gli alimenti assumo11 un sasorella Lrilustre, entrambi robusti, vegeti e- prosp1~rosi, nè pore acido e disgustosissimo; in ogni catto poi q11esti a.li. mai stali tocchi da infermità. Allri sei fratelli morirono menti arriv~n alla boc,'.a frammi sti a gran.de quantità di mentr'eran ancora nellt1 fasce. Il nostro infermo non ha liquidi. Se l'inJ1:ro10, allorchè 110 sente l'insliqluale bisomai soffcrlo negli anni addietro alcuna malallia di qualcht1 gno, si sforza d'impedire che- gli alimenti rimo.11tin ·alla gravità; nè la loe celtica, questa piaga pnr trop[)O frequente· per 11011 dire comune nella vita Militare , non lo · bocca, prova subito all'epiga$trio un molestissimo senso di peso e d'oppressione che l'obbliga ad obbeclir a questo ha, ancora contaminalo, grazie alla costante sua illibata imperioso bisogno: quando poi nel cibo pecca per ei:cess", condotta . Nella ma. infanzia però fu tocco. da adenite cerciò che di rado gli avviene, ne vomita subito la porte esu• vicale e da disturbi ndle funzioni digesti,e cioè da indiberanle per tternplice cootrazion organica ·dél ventricolo il gestioni, da vomiti frequenti, da diarrea, ecc. Da siffalli quale rrnr tale modo i.i sharazza d'alimenti incompatibili disturbi sembra che abbia avola la sua prima origine l'incon le 1,ropr1e forze digtisti ve. No.o tutti i cibi·però sono dalcomodo del mericismo il qual in seguito si mantenne col'ammalato rigurgitati, giacchè sembra che la mucosa del stante, giacché l'infermo non sapendo l'icordare le precise suo venÌricùlo goda d'upa sensibilità lulla nropria la quale circoslanze ,lella sua prima co111p,Hsa , la fa tuttavia ri · gli dà faco lt,, di conoscer e sceglier i cihi che bisognano montar ai pri~i anni della sua vita. Con tutto ciò ed & d'un nuovo!lal'Orìo_di mastificazione ond~ poter e~ser in malgra~o di quèsto gravo e sgradevole suo incomodo, il noseguito assimilati. Producono la ruminazione_ le carni, la stro.infermo andò regolarmente progredendo nell' evolu?.ione polenta, il pant1. il l'o~mag~io ed il falle di cui tutt.ivia l'indel corpo, della nulrizioM e de.Ile forze muscolari, cqmpafer.r~o fece sempre .~carso uso, la _producono pure le mi1ibilmente con la di lui tempra linfatica, molle e pastace&. ne.sire di paste grossolar1e cd anche il riso, ma questo soDi l'alto quando l'età glielo permise· si diede ai lavori lamente per una parte· della sùa totale quantità. Son aidella campagna che non abbandonò se non quando fu chia· l'incontro digerite senza J 11minaz:one le minestre <li pasta matv al S,•rvizio Militare in cui però non si distinse mai fina, le semole ed , in generale quei cibi che richiedono né per alÙvilà, nè per intelligenza, nè per robu ~tezza . Nel poco ìavoro, digestivo. I I vino non framm isto a<l altre sovol;,ere <lei corre11te anno soggiacque ad acuta gastro-epastame non è rigu~gitato , ma provoca tullavia un senso tite con sucMssiva ipertrofia di fegato da cui ùon è ancora di bruciore nello stomaco; motivo questo per cui l'infermo affatto guarito, non osta nte. per due me~i sia già sta lo .sotnon è troppo amico al medesimo : quando poi l'iofermo toposto a conveniente cura e lo sia tulLor io questo $ped,ipo o çon gli alimenti beve vino, lo rigurgita insieme con dale. L'incomodo del mcricismo fu da l ooslro amma lalo q\lesti provand'il distinto sapore di quello. Gli alimenti passato sollo silt:11zio quando fu chiamato alle visite della vegt>tali ad ultimo son anch'essi rigurgitati, ma con. forma Leva, bcncbè però non potesse perc1ò ess~r eseutato dal acquosa u con sensazione disgustosa d'acidità . Non debbo Serv izio Militare perchè la di lui .economia ge nerale non passare sotto silenzio che durante la digestione intestinale era ahe1'a1a ai ponto dal renderlo inabil1J al medesimo. ed anche dopo la medesima l'ammalato emetle molta quanParimente quest' incomodo fu da lui costantemente taciuto tità di gaz per le vie intestiuali, l'uscita dei quali ò acda che fa parie dell,l Regia Armata ed anche quando cadde compagnala da profondi e involontarii sospiri dcll'iCÌfermo infermo di gastro-epatite, ma solo, e casualmente ancora, i quali, rinnovantisi per molte ore di seguilo, son uditi fu obblibalo manifestarlo d.i che si trova in questo .Spedai suoi compagni vicini di letto. Ef{li non fu mai nè dale. La -ragione di questo sno ostina°l_o silenzio è ora dal ghiotlone, né precipitoso nel masticar e nell'inghiollir i medesimo attribuito alla vergognJI del proprio stato ed a1 cibi,. o,landovi la di lui natura 11.emmatica: ha buona e timore d'essere fallo oggetto di riso o di disprezzo dai -robusta dentatura, ma11candoglì solamente due denti mo· meèle$imi ~noi compagui . lari : non ha l'alilo fe tente, nè fu mai incomodalo da sinLi fenome11i principali relativi alla malattia singolare gh iozzo: ha medioére l' appetito, ma per nulla capriccioso di cui te11iamo parola e che nel nostro infermo furono -e strano: soffre d'abituale stilichezz.i che si prolunga da sempre più o meno costanti ed identici, sono li seguenti: 4 , a 6 e per~in lllÌ 8 giorni per lerrninarsi con moderata seoso <li malessere, di peso n d'imbarazzo alla regione dial'fea accompa~ua)a sovente da presenza di sangue. epigas trica, manifestantesi lli\ qua rto d'ora o mez:i:'ora, Dac:chè trovasi in questo Spedale cioè dai 27 d'ottobre p. p. talora l)iù lardi, tal altra anche subilo dopo il p~sto: senfu da! Doll. Crosa sottoposto prirnieramenle ad una cura saz'·one quasi d'un :,lobo di ~ostanze gazose che dall'esoantit1ogistico-risolvenle che g_li valse una notevole dimifago ascendend'alla bocca produce nn rumore molto bene nuzione dell' ipertrofia del fegato e gli rese più Tegolari e percepito 'anche dalle persone che gli stanno vicine : a meglio ordinate le funzioni digestive, state sempre irrequesta sensazione di globo ascendente tiene subito dietro golarissime dopo l'ultima malattia da lui sofferta. Succes· una porzione d'alimenti più o meno chimificati, a seconda sìvamcnte furono da l medesimo Dolt. Crosa messe in pradel tempo trascorso ùalla loro i(lgestione al rigurgito; i tica diverse qualit--à di medicine . quali il magistero di biquali masticali _di nuovo o tralleouli solo mornenla11easmuto, il solfato di chinina, l'estratto acquoso d'oppio, i mente in bocca s'uniscon a nuova saliva e sono quindi preparnti di magnosia ed i rivulsivi cutanei onde cèrcare risospinti nello stomaco. Terminata appena questa prima modo di vincer o per lo meno di scemare gl'incomodi del operazione, un'altra porzione d'alimenti riascende dal venmericismo. 11:la per quanto siffalle. prescrizioni mediche tricolo alla bocca sin a che la rnminaziooe sia compìnta, fo ssero dettale dallo più s~ie e ragionate induzioni, non nel quale tempo l"ammalato si trova in migliore condizione


.i 8l potevano, come facilmente . può sospettarsi, riuscire nel propostosi .intento, gia"ccliè siffatta anomalia gastrica forma ormai parte essenziale ed integrante del modo d'esister e di nutrirsi dei nostro infermo. Gli Auto.ri che scrìsser. intorno a questa singolar iufermilà, ascri\·on a cinque particolari circostanze le cagioni della· medesima cioè: 1° alla voracità: 2° ai cibi di difficile digestione: 5° afle pigiature su l'epigastrio: 4" ad una specialè sensibilità del ventricol11, tan to congenita quanto effetto 'di malattie organiche di quest'organo o d'altre pregroRse informità: 5• all'impel'o dell'abitudine. Nel nostro amma lato 100 affatto da escludersi le prime tre delle ci tate cagioni,. giacchè, come rilevasi <laU'ora descrilta Storia, egli -vi~se abitualmente sobrio e temperante , oè inghiotte i cibi se prima non li ha sottoposti ad una buona maslica1.ione, nè la rnminàZione iu lui si verifica soltanto per i cibi grassi o pocri co'nvenienli al suo stomaco !iccome nel caso riferito da .V else! ed ,)sservato da Slt'gel, m• s'effettua anche per gli al imenti sani e beoo colli ; inoltre egli non ha mai mal111enalo il suo ventricolo con pressio11i, con pigia1ure e con qualuiìque altro mezzo, sic· come -verifo:ossi in qoelJ!Ecclesiastico che costituisce il primo dri due casi raccolti e citati da Ginlrac. .l\imangono le ultime dtrn cagioni le quali in v_erità sono pienamente applicabili al caso nostro: òi fatto ., non potendosi altrimente, è forza ricercare la cagione di questa (nalattia nel nostro Soldato in una sp<•ciale e! probabilmenle congenita maniera di sentire della mucosa del ventricolo, dipendente da una singolare, oscura e pM nulla definibile condizione morbosa dell',nnervaziooe che presiede e di· rige le funzioni or 5aniche di questa viscera; la qual anomalia d'azione di questa ·parte del nobilissimo sistema dei nervi uon ess,rndo stai.a combattuta nell'dil infantile dell'ammalato cioè nel primo periodo di sua esistenza, andò con gli anni mano mano cadendo uel dominio dl;!ll'abitudine d, cui J'infloer,za crescend'io ragionr della ~ua durata fece si che quella di ventò,.starei perdin~, una funz ione indispensabil al natural e regolart1 pro,:esso dP.lla digestione, tanto che nessuna sostanza medicamentosa o lo meglio intese cure igieniche varrehher a cessarla, nè sar('bhe prudente farne l'applicazione per quanto l'informo ciò desideri, poichè acquistammo la convinzione che qnaodo l'infermo volontariamente o per un tale quale tempo oppone sfo1·zi violenti alla ruminazione, prova subito gravi inconvenienti allo stomaco li quali l'obbligan a desistere dal suo propo5·i10; , la quale cosa sarebb'a(fallo contraria a quanto riferisce "\Vindthier di quel giovane Svedese che, tocco dal mericìsmo a 24 anni, pnise tant'avversione al proprio staio da viocern gli effelli di quella sconcia malattia, [ulle le -volte che lrovavasi in compagnia. Ma ollr'ad una speciale sensibilità del ventricolo, oltr'all' impero dell'abitudine, le quali furo11 e sono potente cagior1e del mericism<> nel nostro infermo, noi <lobbia m aggiunger una terza cagione cioè la coudizion ereditaria. Abbiamo già avvertito ch'il genitore di questo nostro infermo, sebbene sia un villico assai robusto e laborioso, va luttavia soggetto sino dall'infar1Zia alla ruminazione; la quale circostanza ci porge fondato dubbio che nel nostro caso la disposizione alla l'Ominazione sia congeoi\a ed ereditaria 1 tanto più· se-pongasi mente al fallo che la medesima manift1slaudosi solamente con caralleri di pervertita innervazione, vuol essere classificata fra le malal.tie così delle nervose le quali

son eppunto quelle che più facilmente si propagano per enidità da padre in figlio. Ondechè a lle tante altre ma•. lattie d'indole nervosa trasmissibili per eredilà noi non esiliam aggiungervi la ruminazione. Questa malallia, siccome già notammo, co,i di rado si manifesta che i'o stesso ~Jorgagni, Osservatore 11cntissiq_io e diligenlissimo, nella lunga sua carriera medica non 'r accol,e alcun caso di me· ricismo, per quanto almeno appare <lai suoi Scritti ed in ispecie dalla di lui Opera d'Anatomia Patologica de sedi.bus et causìs, ecc. le 'quale fu la base del nuovo e splendido edifizio della Medica Scienza. Se non che, se questa malattia trovasi di rado accennata nelle mediche carie, la sua frequ~uza non debb'essere nel fatto così limitata-, consland'a me per relazione di varie persone con le quali ne tenni parola, ch'allrti due p.ersooe, a cui potrei aggiunger un vecchio Israelita di questo paes~ morto ora sono appena pochi anni, ne erano o ne son ancora tocche in modo convincentissimo. Per la qualt1 cosa m'è lecito conchiudere cht1 qùestà malatlia, tuttochè d'm1a discreta frequem.a, non formò mai il soggetto di serii studii medici, e ciò in grazia forse del sommo stu<l;°o osalo dagli ammalati nel 11ascondere questo loro ribultante incorno<lo, massimamente quando sono questi di civile condizione, e forse anche perchè, mentre non ne riscnton alcun grave danno della generai Economia, credon in vec~ essere la mede· , sima relativamente al !ore, individuo una necessità di sa~ nità, siccom'appunto è il caso dell'infermo che formò l'argomento di questa uostra qualsiasi OsservazioM.

RELAZIONE DllLLE CONFEllENZE SCIENTlFICHB (Meu di t10uembre. 2a Tornata). ALllSSANDllU.. Dopo che il lled. Div. ebbe ragguagliata l'Aduoaoz& della perfetla guarigione del Caporale Baccigalupo (Vedi li o omeri 11 e ti del j 0 anno di questo Giornale), il Dott. Alciati si fa a lelit'ger no suo Scritto intorno alle ulcere-veneree, nel quale, accennate le opinioni in proposito di Ratier, di Hunter, di Ricord, di Baumés e dei nostri Feuogtio e Barovero, conc,hiude col propor alcano avvertenze da seguirsi nella cura nelle medesime, siccome risulta dalla sna lllemoria sopra regrstrata. li Dottore Vaglienii riferendosi all'accennata divcrsilà dì pratica CU· rativa tenuta da Ricord e da Baumès in questa malattia, fa ri• flettere come questa diversità dipenda da principii diversi dai medesimi sost.1rnuti intorno alla patogeoia della sifilide, tanto che mentre Ricord suppone essere. condizioni:' necessaria alla diffusione <lei virus venereo che i tessuti siano prirnien,mente imbevuti del medesimo, che siano quindi distrutti ·per opera di questo dando lu,oa:o all'ulcera primitiva e che lìualmente da quest'ullima il virus per mezzo dei vasi linfatici si diffonda nell'Economia, Baumès in vece crede che a!l'imbevimeoto dei tessuti non tenga sempre dietro l'ulcera, che questa non sia neciissar.ìa alla diffusione del viro, e che il sistema liofatic.o non sia veicolo nece,sario per qoesta diffusione, con)'.il comprovan H _bubbone d',rnblée ed il bubbone flemmoooso. Cooch1mle perciò 1lD0ttore Vaglienti col dire che Ricor<l ~ssegn,rnd'al virus s1fililico oo pe• riodo di localizzazione, merìtamente commenda la cauterizzazione falla in tempo opportuno, mentre questa non dovrebbu ma( avere luo~o second'i r,rioc,pii sost?nutr ~la llaumès. Risponde 11 Dott Alc1ali che qoaotunque la <l1scuss111ne noo possa ca· der intorno al bubbone d' emblée per.::hè Egli n<}I suo Scritto contempla solo l'ulcera venerea primitiva e la più conveuicnte sua roedicaiione, non può tuttavia non avvertire che la furrnazhrne del bubbone venereo d' emblée è ancora preseuter;neule da molli Autori negata, mentre da altri è ammessa solamente iumodo eccezionale, giacchè la mag!liore parte dei medesimi propende a credP,re che la presenza dell'ulcera o sia passata inosservata _ne: 11Ji ordinarii luoghi di sua sede ovvero la sua evoluzione sias1 fatta io altre parti tocche dal contagia nelle quali non è sempre facile cosa verificarne l'esistenza. Di più, soggiuo~e il Doti. Al~ ciati , i bubboni che. sì considerano formali d'emblée possono hen esser il risult~mcnto cli varie altre cagioni, quali le reuma-


'182 ticbe, le traumatiche, ecc.; imperocch~ c~i ?OO vede come si_a contraria alla sper.ienr.a la mancanza d1 nazi one della fibra vivente allorquand'è tocca da un· principio infenso all'Economia? Tant'è vero che non il solo Ricord ma lo stesso Baomes ràccouianda la caoleri zza·z ione dell'ulcera iniziale, perchè lulli e due seguou il principio t~orico di na_tier il quale_stab\liva che .i _veJeni in génerale subisron un periodo d1 locahzzaz1one ulcerativa: che se in generale la me_dii:azio':1e dcl!e. ul~~reJvenerce è variamente raccomandata dai d1v~rs1 Pra11c_1, c10 dipende da che le circoslanze accessorie a ll'ulcera stessa posson essere diversamente interpretate. Il Doll. Va~ li euti contesta che la questione intorno al bubbone <l'emblée sia estranea alla presente discussione percbè la soia supposizione che _la formazione di quello possa realmente avere luogo, basta a distruggere molle delle ragioni che s'adduco.o in favore della cau le1nzaz1onc nella cura delle ulcere veneree; modo questo di ~edka~ione ch'egl,i crede favoris~a l'evoluzione de! bubbone, dell 1~dunm_e11to_ dcli ulcera, dell'indole fagedenica di questa, ecc. Fa !n segui lo ~i flettere che Ba umès nell'ammettere come fa, tuttoche con maggiore r1serbatezza l'utilitit della sua cauterizzazio11e, si mette in con!r_addi zione' con i suoi princi1>ii te,,rici, e ciò tanto p!ù in _q,uanto c~e nella corn di questa malattia raccomanda !asciare libera la vi~ alla suRpurazione dell'ulcera ou~c l'organismo_ possa. sgra_v~rs1 più facilmente del virus che lo rnfo~fa, tranne 11 caso 10 cur I ulcera sia recentemente prodotta da 111oculaz1011e o d,.11 coolalto <lei pus virulento con una superficie esco~·iata; solo caso questo nel quale, m entr'ammellr potere re~ger J! para~on~ che fu slabilito tra l'ulcera primitiva e la morsrcatura d'un amr_nale vele_noso, raccomanda in par_ticolare _modo la cauter1zzaz.10ne _co_n 11 nitrato d'argento. Il Pr<JsldeultJ riassumendo gh 1.1rgomenll r1feriti nella discussione fa conoscere come uella cura delle ulcere veneree ciaschedun l;'ratico abbia s~mpre voluto commenrlar in alto modo la propria e cho le differenze _essenziali degli esiti dipendon in massim~ pa~te ap~~u!c~ dal diverso rneto~o d1 ca r~ stato adoperato. Conchrnde CJUmd1 che seu~a voler impor a_gh altri il propl'io modo di TX(ed1care, Egli . pote nel}a s_ua Pratica persuadersi delle settueutl cose: 1° che la c~utam10az1one venerea primiliva cioè l'ulcera e bubbone' (l~scr;; ta :.1 parte la blennorr?."ia che costituisce una quèst1one d1vers,,) quando non sorVifne "'ad altra antecedente infezioue, poò heue medicata localmente, nou generare la sifilide costit uzionale_: 2° eh~ conseguentemente nella maggiore parte d1 questi _ca~1. giova _p m la medicatura locale che,non il ricorso ai me.rcunah rnlernamente, la somministrazione dei quali m_e utre può ess~r infonsa alla sa!ii!à d~ll'ammalato, uon serve poi sempre ad ~m.P.~dtre _la pos~11l1Je futura diffusione della tu e: 3" che fra talli h r1m~d11 locah da apph·carsi all'ulcern EoJi come ne potevano fare fede mnlti del l\1erobri radunati, bà tfo;ato migliori la nettezza dell'ulcera ed i bagni detersivi tìo('bè la medesiro,1 è nel period o d'iufiamrria,zione e, subii<> dopo, le medicazioni falle C()JI la ~olvere_di caiom~fano,; che. per ri!!uar<l'ai buhbom, ove non ne sia poss1bi-le la risoluzione ha riconosciuto più con\'eniente promoveroe la suppurazio~e e curarli quindi com'i consueti ascessi inliammalorii; cos~ qoest~ eh.e s'uHieoe con facilità quamio. no'? s·e~ceda uelle sottrazioni sanguigne: 4° che finalmente quale rimedio esploratore df' lla vera natura <lelle ulcere, ba provato uti!e l'uso IQcale dei saturnini i qu~li valgou a peggiorare la condizione dell'ulcera se venerea ed all'incontro ·celereme.nle la mochficanp e ue promovono la guarigione se d'altra natura ; nel quale caso la polvere di calomelano reca danno. NizZA. Il Doti. Bobbio dà lettura d'un suo Rendiconto dello priuc ipali malattie da lui curale nella _S ezione di Medicina ne! 20 semestre di quest'anno. In questo suo -Lavoro, premessi poclu cenni intorno al movime nto dei:tli mmrrnlali occorso negli ollimi cinque m esi si ferrM a pa rlare delle febbri int.ermillen(i le quali a malgradò ~Jell;i bontà ciel clima dominaron in quest'anno per modo da costituire più della terza parte del totale <lei corali. Esaminan<l'il Doti. Bobbio IH cagioni di qoc~to predominio, crede trovarne la spiegazione nell'incosta:iiia atmosferica do mi nata nei mesi òi m agg io e di fl. iurno ne! corso _dei quali, ol lr'alle frequenti pioggie, a ~iorni caldissimi le ncrnno rlieti_-o notti 01!1ido-fredde, massimamente in viciuanz.i del Varo; motivo rier cui la mag!.liore parie dei casi di fobhl'i period ic,he si svolsero in quei Soldati che avevano più o m eno perdurato nei posti di guardia situati in vicinam:11 di questo finm e. Dà quind'il medesimo la descrizione dei prin cipali sintomi m~ni\·es_taotisi nell'invasi?nee ~et decorso dell'accesso, e dai me<les1m1 risulta che le febbri dom10ate erano a tipo tcrzaoario e complicate quasi sempre, quali più, quali meno ad irritazioni gaslrenteriche oé! a saburre gaslrintestinali; ondechè, premesso qualche-blando eccoprotico oppure qualche bevanda rinfrescath:a, le medesime prontamente cessavano senza recidivare per la somministrazione del solfato di chinina , coadiuvato dall'uso del decollo amaro e continuato ·per alcu ni giorni. Proseguendo poi nella sua Relazione, accenna ad alcuni casi di febbTe tifoidea manifestatasi in Soldati già più ,•olle tocchi da malattie intestinali e dotàt.i di t~mperamento nervoso-sanguigno; nella quale malattia , proscritte le sottrazioni sanguigne ge-

nera.li, 1?gli ~'o_tlenne c_on ~eli~~ risu lta men to nel.l a .qu_asi totahta dei casi ai sang01sug11 p1u volte rmnovatJ ail'ep1gastrio od ai processi mastoidei, secondochè predomina van i sintomi gastrici od i cefalici, somministfand'in pari tempo per bevanda le limonate minerali e vegetali ed il ghiaccio ed ordinando l'imposizione di c listeri mollilivi per tene re libero il ventre. Con eguale felice risultameuto assetisce avere curali 16 casi di flemmasie dell'apparato .respiratorio (ple1iro-polmoniti, laringo-tracheiti e bronchiti) per me1.zo del salasso rin11ova10 al più tre o quattro volte e per mezzo della somministrnione <le! nitro. Accennando ad ultimo a, quattro casi di tisichezza polmonale te-rroinali infaustamente dopo 40 o 50 giorni di permanenza nello S.pedale, nei quiili casi la necroscopia rivelò estese tuhercolizzi:1zioni e caverne nel parenchima polmonar0 ed abbondanti effusioni sieropurulente nel cavo pleuritico, conchiude col di1·e che fra le malattie state curate .e comprese nella categoria di malattie di genere diverso erano da annoverarsi lievi pteJirodinie, varie reumatalgie, poche sinocbe gastriche ed alcani esantemi di poco momento. · Apertasi la discussione intorn o a questo Rendiconto, il Dottore Tarrone interpellò il Doli. llobbio su la natura di queste febbri periodiche le qua li, egli dice, ritenere piuttosto siccome febbri .a t ipo iemilleu te sostenute da irritazioni gastriche;motivo questo per cui credech~ se ne sa rebb'anch'ottenu ta la guarigione per mezzo del metodo antillogistico bla.ndo senza riconer ai preparati chi noi dei i qua li, nel caso in quisliono, avrebher operalo semplicemeute pe1· la loro viri tÌ deprimente, anzichè per quella di spccitici antiperiodici. li Doli. Bobbio- ripetendo molte rngioni già addotte nel suo Rendiconto e più specialmente il fatto dell'evoluzione predomim1ta di queste febbri io quei Soldati che comr.ndati di r:;uardia al Varo avevano dovuto subire l'inllueriza degli efilavii miasmatici originati in quella località dallo stagnam ento delle acque destinale all'irrigaziorie dei prati, concbiude non poter aderir all'opinione del preopiuante· nè per quanto l'igoarda la supposla 11atura delle febbri dominate, nè per quanto si riferisce al.modo di spiegare l'ulililà ricavata dai c,binoidei. Opp?ne_ aocor il Do_tt. Tarrone cb'il ristai.namento deHe acque nell'rnd1cata local11a non essendo tal l' da poter produr il miasma paludoso, ma lotl';;I più da generare nell'atmosfera una condizione d'umido,.freddo cbe sopi)rimendo la traspil'azione fa vorisce l'ovoluzioue d i febbri reumatiche a tipo remittente, gli sembrava non lontana dal vero l'in<ltl"li() ne che le ,domioauli febbri non foss ero vere periodiche a lìpo inlerrojllente, tanto più che le medesim e. pro1,larnente cessavan alla prima somministrnione dello specific(). A c;onci liarn la Jisp:1riti1 d'opinione sorgo il Presidente il qua le fece nòtare come le febbri inlermilteivli s emplici potendo be niss imo, per sentenza del F<ilcbi e d'altri, essere ca· gionale lfal freddo-umido non rimaneva dubb io di sorta intorno ;\ll'indole verariìenlfJ periodica intt\rmilleo!e a tipo terziario delle frbbri dominanti quali le descrisse il Dott. Bobbio, ma uel medesimo tempo cbiar:1mente appariva non esser fuori propesito la riflessione d e l l)rol.lon, Tarrone che nel caso in questione non si trallaf se <li vere febbri periodiche i:la cagione miasmatica , giacchè in que;t' ipotesi le medesime !-arebbersi rnHuifrslate con sintomi più gravi, facilmente avrebbero degouerato in perniciose e non avrebbero ceduto alla prima somministrazione delso lfoto ,ti cb in1na. J11 prova del cheil mèdesimo Presidente addusse l'es_ernpio delle febbri periodiche manifestantisi in aie.une locaiil à del Piemonte le quali perchè non riconoscono per cagio11 un pr in cip io miasmatico-p,iludosa, decorrono be nigne e facilmenlecessan anche per la sola somminis trazione delle dec<,zioni amare, mentre quelle dell'agro Vercellese nel. tempo dell'~sdu~am enlo delle risaie e quelle dcUe maremme <l'Orisl:ino -in Sardegna nella stagion estiva prendono quasi subito il carattere pe rnicioso e richieggono per fa loro gnl.l rigione la pronta, !!onerosa e rinnovai.i) somm inistrazione dello specifico. Il Dutl. Bobb,o ne l riconoscere molteplici le cagioni delle febbri peri<>dicb<', ~mmeltfl che anche le più benignedi <[Ùesteposs,m esse'r!l clet.-rmiuaro d11 (Ju egli /Jf!enti rhe nel maggiMe. numero dei casi g"11erano le per11itiose e perciò <'.Oncbiocle che in questo c~so non souo più rimedi i soffici, nli g li antiflog istici e le decozioni am;1re, ma sono nc<;essarii i, preparali cl1inoidei. Il Doli. Barntelli cousideraqdo la somma 11lili!à dei blanrli eccoprolici e <lelle bevande riofrescalive nei casr di febbre periodica riferiti dal Doti. Bobbio li Ct•nsider:1nd'anc1m., che non tolti i Sòld~ii tocchi eia queste _fcbbri erano stati mannati di guard ia al Varo, couvlen egli pure con il o,;1 t. Tarr(loe ne! l'lte nerc le dette febbri sintomatiche <l'un'irritaziono gnstrentet'ica prod otta da cagioni r<rnmatizzanti e da disordini dietetici e conseguentemente nel credere che avrebbero potuto b:tstar alla guarigione il metodo antifloJ.?istico e la somminì.;tra1.kne degli omari, senza il concorso dei chinoic:lei. Il Doti. l'eluso mentre s'accorda con il Doti. Bobbio intorno alla uatnra della malattia ed allo cagioni che la produssero, fa notare che :,ttesa la benignità dP Ila medesima e 1<1 frequentissima sua complicazione con le irritazioni saburrali sarebbe stato necessario insistere maggiorniente -nel dare opera a togliere questa complicazione prima di ricorrer ai chi-

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noidei, giacehè sovente gii accadde iu pn1tìca di v1ucere queste febbri con 110 purgante salino nell'infasiooe di senna e con la somministrazione rleila deco·tione di tarassaco con l'estratto di _ genziana continuata p·e r otto o dieci giorni. Dopo alcune parole del Dotl. Muzio tendenti a provare che i rimerlii amairi non posson aversi foorcbè come ausiliarii dei cbiuoidei e dopo alcune altre del Presidente con le qnali dimostra essere facilissime e l,!ravi l,~ tebbri miasmatiche nelle regioni calde dopo le abbomlauti piog~ie, mentre meno frequenti e mollo meno gravi sono le medesime nei IHtesi freddi ancorchè qua e là sparsi di paludi, ia seduta è dkhiarata scio.Ila. NOVARA. Il i\fod. Div. Dottore Besozzi legge on suo ScÌ'itto tendente a comprovare sempre più _l'ellfoacia dell'estratto del ranunéolo acre nella cura della scabbia ccl ·:, rihattere quelle obbiezioni che, m9sse dal Farm~cista S1g:. Giordauo <i dal l),1tt. Al ciali furono pubblicale nei numeri 14 e lii di qoc,to secondo ano~ del nostro Giornale. Dopo questa lettura i ~ledici Militari rallunali confermao i fatti esposti dal Doti. Besozzi ed il Dollore Giacomelti fa rine.ttere ch'il fatto delle pustole fatte;i c.:oofluenli dopo l'Òso della pomata di' ranuncolo acre ne.Ilo scabbioso osservato dal Si~. Giordano, può esser 11 prodotto di trnvpo protr,1Uo e ruvido stropiccio, gi.,ccbè nei molti casi in cui il Doitore Besozzi nello Spedale di Novara fcee ricorso a della pomata nella cura della se.abbia, non accadde mai d'osservar un tale fatto, avendo sempre avuto e.uni d'incolca_r agli ammalali·, d'accordo_in . ciò con llarclj e Dévergie, k blaud,: fregagioni e tali che appena coritribuissc,r .il faci\ ass .. rhn'x:hinto del rimedio. li medesimo Me/t. Div. accenn~odo q11indi alia morte di F. R. Sergente. Furiere nella Compa~uia degl'lnfermicri, dopo avere riferito come 'il mcdesim" g•à da qualche auoo aodasse soggetto a tosse ric.:orrentn ed osti11\1 ta ed a fobbri p~riodiche e come poi ammalatosi sul finire del mese di settembre P·. p. _pe_r aculissim·a iscbiade, meotr·o con un attivo metodo anliìlog1st1co generale e locale semb, ava volger a noo lontana convalescenza, fosse, per ca~iooe li'il'1snlazione " coi incautamente s'espose, ve rso la metà d' çttobre s11ssrguenlc assalito da i ritensissima meningite cbe ribelle Il I più razioòal0 ed at:ivo m.itodo di cura lo 'trasse alla tomb:1. mvitò il Do!L Giacomelii ad espor i risullameuti della necroscopia stata dal medesimo specialmente ·eseguila. Questi risoltamenti ch'il l)ott. Gìacomelli ot'dioat..,m~nle e minutamente descnsse nella sila Relazione, dimostraroo un'intensa rossezza limitata in allo alle meningi del cervello e del cervelletto, rnenlr'in basso la medesima ('()miociand' ad invadere ~l'iovolucri del midollo spinale verso la loro metà, s'estendeva poi al plesso sacro ed :,I grande .nervo ischiaticv destro·sio alla sua divisione uei due nervi poplitei; divisione ch'efft?ttuavasi verso il te rzo medio rlella coscia. Dimostraron inoltre l'esistenza rl'akuoe lege;iere adereo·te fra le pleure e quella pure di tuberi:oli crudi qua e là isolati nella sostanza del polmone. Dimostr;1ron in fine l'aderenza del fegato ipertrofico ccn il diaframma, non che la rossezza e l'csulceraa zio e di buon numet·o delle ghi,mdolP. tncscnteriche.

PrtoPllIETA'

ANTII'S01llCA DEL f\ANUNCOLO ACf\ll .

(Sunto d'una sccond~1 Memoria del Med. Di.v. Doti. 'BESOZZI).

In ·questo s1;o Scritto il Volt. Besozzi si propose un dop_pio scopo c·ioè quel lo di rimover il dubbio ch'intorno all'efficacia di questo rimedio nella cnra di tiella malattia rnossern li Signori J>o tt. Alc iali e l<'arrnacista Giordano (vedi li numeri 14 e 16 del s.t~cond'anno di questo Giornale) e quello aocora di p:-odurrn noovi falli in aproggio di quelli che, pubblicati 1wl nu rn. 12 del prim'anno di queslo medesimo Giornale, l'induce,·ano non s.;Jo a commendare, ma ben an,:o ad an tepor ad ogui altro il dello rimed io nella cura della scabb ia.;\) primo scopo soddisfa facendo brevemente no1:1r a.I Sig. Giordano eh~ una sola sperienia infrulluosa bensì, ma per circoslirn1.e eccezio nali rimasta incompiuta, non può dis truggere la serie dei risullamen·1i da lui pubblicali i quali depongon assolutamente i n favore dell'<islrallo del ranunco lo ::ere contro la scabbia; <1 vi soddisfo facendo pure notar al Doti. Alciati che in .Medicina le disquisizioni teoriche non fmooo sçm · pre quelle c:he favorisser una sana e soda pr.alica. ; che altronde monlr'Egli adòilava a'. suoi Colleghi la virlò ati-

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tipsorica di questo preparato farmace11Lico 1 non intese mai escluderne qnalunque altro il quale potesse più ragionevolmente e fondatamente condur il Pralico a più pronti e più sicuri risulta menti- e tanto meno [)'oi fu sua inte nzione raccomandare sempre ed in qualunque circostanza r·u,o del rauuncoln , chè bene sapcnrlo come l'a sua parola fosse diretta a ' Collt>gh i eruditi e prudenti , avrebbe creduto loro fare gravissi rna ingiuria quand'avesse impreso ad accenna re tutla la serie delle s peciali. contrindicazìoni. Al secondo scopo so.ddisfa parimente offren<l'un quadr~ degli sc,1 bbiosi s tati cou vario me todo curali nello SpedaJe di Novara dal 1° di selleml>re 1851 a 111110 l'ottohre 1852. Da q11esto Quadro risnfta clw il numero compl<:lssivo degli scabbiosi curali in questo fr,1llampo fu di 87; che 51 tra i .medesimi, ao LLoposLi alle frizioni con la pomata d'estrailo di ranuncolo, consumavano complessivrnente t1ello Spedale 557 giornale di permanenza, dando così la media proporziona le per ogni scabbioso di giorni 7,20; che altri 52 scabbiosi, curali con la pomata del!' A liberi, stanziaron in complesso nello Spedale per giorni 451, onde la mrdia proportionale di giorni 15 ,15 di p~rmanenza per ciascheduno; che finalmente altri 4 scabbiosi , sottoposti ad un metodo 1iarticolare di cura. dì cui sì riserva fare cenno dopo av.ere rinnovati li sperimet1li, consumarono parimente nello ::-pedale giornale 15,02 per ciascheduno. Nel dare fine a questo suo Scritto il . Uoll. Besozzi, dopo aver esposto come la verità dei sopra citati risultamenti può esser attestala dagli Uffoiali :;anitarii di presidio in Novara i quali lutti con•:orsero dal più al meno non solo nel dirigere l'applicazione dei varii enunciati metod i, ma her1 anche uel fore lo spogl io nominativo dai relativi quadl:lrni di visita onde c,Jmpor ìl Quadro, ri volgendosi di bel nuovo al S ig. Giordano assevera che, dalle sperienze di raggua~lio da lui istituite su l'estratto che sì ricavò dal la pian ta del ranuncolo acre cresciuto nr lle vièin,1nze di Cuneo con goello estirpalo a stagiòni diverse e nei dfversi terreni nei rliulorni di :N ovara, gli risolta « che questo vegetale raccolto nel vigore della sua fiorìtura nei mesi di maggi<', di giugno , di lnglio e d'agos to, somministra un estratto molto più efficace, rn~ssirnamente se il medesimo provì<!ne da looghi aprici ed argillosi • ; ciò che starebbe conlr'al dubbin mosso dal S ig. Giordano sn l finire della sua Relaz ione (vedi n; 14, 2° a nno) cioè che il mancai.o risnltarnento potesse di1rnndere da ll 'avere raccolta la pianta a stagione troppo inno ltrata.

PARTE SECONDA CEl\ìl\ìl SULL'0RGANIZZAZTONF. DEL ~EltV1 7.IO LE

D1FF1lf\EN'1'I

SAN ITAl\10

A_nM ATI> EUROPEI!

PRESSO

(1).

Importandomi oltremodo sapere se un libro siffatto già p<:lr avventura esiste~se, ne cercai in lulle le biblioteche, le quali ebbi occasion<:l di visitar in Franc ia , in loghi!(1) Vedi i numeri 20 e 21.


184 ragguaglio di sorta. Ma ciò apparirà meglio da. nna raterra, nel Belgio, nell'Olanda, io Prussia, in Austria ed pida rivista ehe mi sembra utile di premettere su i. molin parecchi altri Stati del Continente; consultai i cataloghi tiplici Seri Ili çhe credetti dover consultare. tutti ch'ebbi tra le ma,ti , interpellai tutti i Medici Mili· Tacerò quanl'a!)a prima categoria che non è del resto tari con cui ebbi delle relazioni, ma non mi riesd di tro· mollo ricca, del librò del Cor.réard Annuaire des Armèe& n_rne traccia e la dìligenr.a d1e posi nelle mie ricerche mi de terre ei de mer: iu èsso ciò che rig1Jarda le Armata permelle <li dire che no lalè libro non esiste _ L'idea però, estranee alla ]<'rancia è di proporiioni mollo meschine e per qua ot'almeoo concerne l'orgaoizzaiiooe dei vari i _Corpi per l'Armata Franct~se 111essa il Servizio Sanitario fu afd'Ufficiali cli Sani tà, già J'a c0ncepiva la mente del distinfatto dimenticato. Nè farò parola della Geografia Militare tissimo Doll. Fallot, antico Mediço Principale nell'Armata del Kudlorlfer, Opera· per molti lati assai lodevole, onoRelgica ed ora Vicepresidente cieli' Accademia di Medicina rata di lraduzio!li in parecchie lingue e che sta per averne di Bruxelles. · pna anche in lingua italiana : essa è però per Ia parte delmpi>dito .da molle circostanze di compiere il suo Ladicata all'organizzazione delle differenti Armate assai manvoro egli non fece sin ora di pubbliça ragione fuorché alcante e difettosa e per quanto poi al Servizio Sanitario ai cuni brevi comii su la costituzione dei Corpi Sanitarii riferisce, affatlo nulla. Basti il dire che al Servizio Sauilario Francese, Inglese ed Ola11dese; cenni che comparvero nel dell'Austria consacra una mezia pagina, a quello di altre Bulletin Médical Beige per l'anno 1821 e di cui alcune tra· le preciputi Nazioni come la Francia e la Russia, nepcop ie s1a111pate a parte :fr lrovan ora affatto esaurite. fl pure una linea. Doti. Fallot, ciom'egli stesso m'asseriva, ignora se potrà Ma sorpresa maggiore desta il o~tar un'egu aie negl idare segu ilo al suo progello, ciò che sarebbe sommamente genza a tale riguardo nella Statistica Mil itare dell'Haillot, a desiderarsi , potendosi avere per certissimo ch'il suo Opera specialmente destinata a fare conoscere l'orgaoiz· Lavoro eguaglie,rehbe in tnerilo i pregevolissimi Scritti i zaiiooe delle v·arie Armale Europee nelle singole loro quali di lui già si posseggouo. parli. Essa è il libro più geoeralmeate cooosciulo su ia Nella maocauza intanto d'uno Scritto, quale sopra ho materia e per i rrrollissimi suoi pregi fa dagli Ufficiali studivisalo, ch'in un solo volume quanto sul Servizio Sani· diosi .generalmente lamentare ch'il medesimo ri'1)anga intariò almeno delle principali Armate più importa sapere compiuto 111a ncandovi tuttora quanto concerne gli l~serciti rinse rrando, potesse valermi come di guida nei miei sludii di parecchie tra le principali µott-11ze , quali Spagna ed e r iducesse l'opera mia ad accertarm i solo dei fatti, a comInghilterra. Eguale desiderio però nou lascia in. èhi s'ocpletare le notizie per avventura troppo scarse od iiuperfette, a prendere nota ddle variazioni introdolle ed altre· i cupa di cose Sanitar-ie Mii ilari; poichè l'Autore diligen· tissimo altronde pel maggiore numero delle parti anche simili indagini, dovei rivolgere lo sguardo alle altre fonti accessorie nelJ.:1 composizione d'un' Armata., mentre somche mi rimanevano dischiuse. O~ ecco in qual ordine, com 1 plessiva mento considerali lntli i -numerosi a svarialissimi ' 01ini1tra talvolta esle!i raggu&gli su cose d'u n interesse e d"nn'importao1.a ,alTallo mediocri, dimeolìca ìu vece affatlo Scri!ti a cui poteva ricorrere per rinvenire le notizie delle quali andava in traccia, mi sembrò doverli classificare J il ramo Sanitario. Valga il vero: mentre l'Autore stima, nel mio spirito partendo dai più generali cioè da quelli in J a cagione d'esempio, dovere fare nel Capitolo relativo alla Prussia speciale parola ,persino d'noo Squad·r one di pocui poteva sperare di trovare ragg1rn,sli estesi ad un nuchi Cacciatori a cav11llo destinati come corrieri al tra· mero maggiore d'Armale e man a mano seendend'a Scrilti !!porto· di Dispacci, non consacra poi una sola linea al più parzia li sin a quell i che oltr'ad uno special oggetto in Serviiio di Sanità, nel quale son impiegati più di mila un determinato Eserc ito non s'esieodono. Medici in attività di Servizio, tra cui parecchi col grado 1° Opere avenli per iscopo d'olrrir un quadro dell'ordi Ufficiale Superiore: e mentre egli non tralascia di parganizzazione generale di tutte o del maggior numero delle lar a proposito degl'lnstituti d'Edocazìone Militare nemArmate Eoropee. meno della casa succursale di Pretzsch per le orfanelle 2u Libri versanti su la costi luzione d'una sola Armata dei Son'Ufficiali e Soldati, non accenna poi pè anche alconsiderata nelle singole sue parti. l'esistenza dell' Instiluto Federieo Guglielm·> fondato da 5" Scritti dt>sti'nali ad espor il complesso deWorganiz più d'un me120 secolo per l'esclusiva lstrnzione dei Mezazione del solo ~ervizio Sani.tario presso uno speciale dici Mitari, in cui si trovano d'ordinario da 15 O a 160 :Eserci to. A lii evi di diverse categorit>; lnstiluto che impiega, oltre al Personale dirigente, 11 Professori e che figura sul bi4" Decreti, Hegolamenti ed altre pubblicazioni ufficiali lancio della Gnerra ogui anno per 56,8 I 5 tali eri (franle qua li presso ciascheilun' Armata reggon il Servizio sud(Co:ntinua) chi 146,468). detto. 5° Scritli critici, artie.oli di . giornali e cenni accidentali che su varitJ parti dello stesso Servizio sono conteBOl.,LETT!NO UFFICIALE · nuti in Opere versaoti sopra aflì11e materia. 60 A Lali svariate footi di ragguagli debbonsi aggiuoJl'a1'iazioni nel Pe1·sonale Sanitario-J}filitare. gei:e le informazioni particolari, le coronoieazioni orali. Dott. Giuseppe Mòriondo, ì\-ie,l. di Bali. di ~a Classe , Le differenti categorie <li Scrittisumeotovate sono lungi nominato .Med. Agg. di 2a Classe nella R. Marina. dall'aver un medesimo grado d'utilità; tutte non sommiDoll. Maasola, Med. Agg. di Mar., nominalo Med. di Batt. nistrano una pari quota di materiali da raccogli'er ed utidi 2a Classe e deslinato al 5° Faot. lizzare; in, taluna anzi noo si trovano chti poche notizie assai incompiute, antiche o d'epoche disparate, ed in tale Jl Direttore Doti. COMISSETTI Mcd. Div. Il Vice- Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort J\{. R. altre eziandio, contrariamente ad una naturale e legittima aspellazione, non rinvenni su l'oggetto delle mie ricerche Torino t8S~. Pelazza, Tip. Subalpina, via Alfieri i4.

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N° 2/i.

( ai ~ 1 di gennaio 1853 )

ANNO II.

GIORNALE DI HEDICINA HILITARE DEI-' CORPO SA.NITARIO DIUiL' AR!lA'f A SARDA , L'associazione non si riceve che pet un anno ecominciacol'1° d'agosto. IlGiornalesi pubblica nel Lun.edì di ciascheduna sellimana, . PREZZO D'ASSOCIAZIONE In Torino

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. L. 10. Io Provincia ed all'Estero, franco di posta

.' L . 11.

L'abbonamento debbe p<1garsi, per sem.eslri anticipati. Le.associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGRAFIA SUBALPINA via Alfieri, num0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed ac~ompagnate da 'Vaglia postale. ' So:m umo. - 1 ° Doti. DE BEAUFORT: Straordinaria evoluzione i d'aria pura e secca ad on'allro d'aria umida e pesante di tumori. - 2° Dott. Buu.: Prostato-cistite lenta con delirio · , per la vicinanza dei fiumi, fallo sta che non tardò ad es'parziale a forma religio~a cd accompagnat(, da allucinazioni. sere locco da febbri iotermillenlì a tipo terzanario lo quali - 3° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 40 Doti. BAcosì profondamente invaser il suo organismo che nè il LESTRA : Cenni sull'organizzazione del Servizio Sanitario Micangiare di Spedale, nè il cangiare di Curante e di cura, litare. nè il recarsi in luogo congl!do a resp irare l'aria nativa· - --- ---valsero per più di venti mesi a libera.rnel<' .. Qua le cagione o quale eonq.>lif;azione di male sostenesse queste febbr i, è ciò ' che 110n ci fu dato ricavare dall'ammalato il quale solamen.te ci raccontò come violo dalìo scoraggiamento e dalle insinuazioni di volgari consigl i finì una sera pet· tracannar.e d'un tratto una penta di vino c;ildo enh''al STORIE DI CASI RUIARCUEVOLI. quale erano prima stali scitdti due 1uorli d'uo vo.; strano rimed io quèsto che gli produsse un'impetuosa diarrea per 21 1 tre .giorni consecoli vi, al termine dei qual i c~ssarono le febbri e potè viver in islato di sanità la vita òel Soldato STRAOllOlNARÙ. EVOJ,UZlONll · 01 TUM9HI. si n ai 2 di giugno p. p., tempo in cui espostosi a cagioui (Storia letta dal l\Ied. di Regg. Dott. Dzt BEAIJFORT nella prima reumatizzanti fu tocco da sinoca reumatica e ricoveralo Conferenza del mese di dicembre in Torino). perciò iu questo Spedale in cura del distinto Collega Dott. Elia. Mi riferiva questi che i! Giai fu· in pochi Quanlunque, Onorevoli Colleghi, la maggiore parte di giorni liberalo dalla sinoca reumalica con pochi salassi voi conosca il caso di cui sono lHH' tenervi parola o per coadiuvali dalle bevande emelo-catz.rliche, ma che persiaverlo osservalo nell'ammalalo o per aver assisti lo alla sestendJ tu llavia un tale qoale grado d'eretismo vascolare ziout1 cadaverica, credo tuttavia che sari, per riscuotere lo so ttopose all'uso dell'estrallo c].;aconito napello di cui tutta l'attenzione vostra· la lettura della S1oria I.a quale l'azi0ne fu così pro11lamente efficace che l'ammal alo 18 senza fallo forme rà argomento tlei voslri s1udii e poi di matura discussione. Prima d'u~n'a ltrn cosa mi corre de- , giorn i dopo la sua entrala nello Spedale poté restituirsi bito rendere le bene <lovute lodi al l.1 011. !:liva .\led. di · al Quartiere perfollamente guarito e senza neppur il più piccolo ind izio cli quei tumori elle di lì a non molto così Batt. ed al Solda lo :,tudeute Dotl. Guastalla i quali con numerosì si svolsero. )'esalta giornaliera registi-azione dell'andamento del la maDodici giorni dopo , qua11d'io lo visitai per la prima lattia e quindi d~i risultamenli necroscopici po tentemente volta coricato nel .letto 11° 272 offriva l'aspetto d'uomo in soccorsero Ia mia memo ria nel la descrizione eh 'i otra prendo· sommo grado d'abbattimtll1to fis ico e morale; la sua pelle Ai 2 di luglio p. p. entrava in questo Speda le nella Se. zione Ch i~urgica da me diretta il denomalo Eusebio Giai, j secca, ruvida, calda era d' un colore subilterico; il pojso loccavasi piccolo, mol le, irregolar e frequente; la respiraSoldato del 5° Fant., d'an11i 22, di temperamento sangui gno -linfatico, figlio di sani e viventi genitori, avente tre , zione era alquanto stentata; la lingua secca ed impaniala; la sele continua e viva; il ventre tumido, ma non fratelli sani, robusti e di con<li1.io11e villici. JI Giai ebbe i stitico. L'ascoltazione toracica lasciava udir i balliti del suoi natali in Pinerolo ed in tolta la sua' giov inezza non ebbe mai a so:'!'rire d'alcuna malattia di rilievo, nè fu r cuore alcun poco lumultuanli; il cuore istesso leggiertocco mai d.a alcuna spede di tabe. Entrato nel Militare i . mente spostato a deslra ed un rantolo mucoso mii polSeryizio nell'anno 1848, sua prima stanza di presidio fu mon i. La percussi·one rendeva un suono euuso verso J'e. nelle YicinanzA della CavaO Fosse il cangiamento del ge- 1 stremità i,;reriore del torace sinistro di coi la parte ponero di vita o delle fatiche, fosse il passaggio da un luogo I slerior-infuìore era la sede d'un vivo dolor intercostale

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PARTE PRHIA

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186 csacerban te$i r:ei conati della tosse poco frequ ente e presto susseguita fla escreati mucosi. Questi siotomi e sogni erano accompagoali da un senso generàlo d'agitazione e d'irre· quietezza tali che non abbandonarouo mai l',immalalo sino agli estremi 1nomenti del viYere suo. Le alLl'e cawità del corpo esplorate parimente con attenzione 1100 offrivano condizione morbosa essenziale, talchè se in quel momento avessi solamente avuto a stabilir una diagnosi dai descrilli sintomi, non avnii esitalo a dichiarare la malattia una lenta pleurite posteriore sinistra . .Ma un'altra serie di prodotti morbosi esterni richiamava la nostra allear.ione alla superficie esterna del corpo, la qual era qua e là sparsa di tumori varii per numero e per volumo secondo le varie regioni nelle qua lì si prnndevan ad esame. Tra questi alcuni appena allo stato loro rudimentale apparivano nella pellt~ ùolla grossezza d'una lenticchia. , non non mollo duri, di colore livido ed occupanti la fronte, le e-stremità superi ori éd inforiori, il torace e l'addomine seguendo specialmente il corso J elle vene ; altri erano progres,;ivaruente pi1'1 voluminosi e senza cangiamento oei descrill i carallen esterni raggiungevano la grossezza d'una noce; alcuni soltocutanei e molto più voluminosi, in alcuni siti, come 11ella regione s1ernale ed addominale, aveYan appena la grossezza d'un uovo di piccione, mentre un altro situato nella regioo esterna del torace destro tra la sesta e la settima 1:osta simulava una piccola mela e si sarebbe pot1110 confonder, egual mente che gli altri di questo second'ordine, con un lipoma ; altri finalmente. pro· fondi, sollomuscolari, più s,•olli ancora dei secondi, massimamente nei !ali interni delle coscie e nel lato superiore del braccio sinistro, spostavano li soprapposti muscoli e yasi, ma specialmente l'arteria crurale destra la quale circondava a guisa d'arco il voluminosissimo sollostante tumore . 11utti quesli tumori eran [nrlolenti al tallo , aù eccelluazione òei du<, più profondi l' più voluminosi <lclle coscie i quali erano cagione di dolore piuttosto per l'effetto della pressione distendi mento o spostamento dei Ics. suti circonvicini,che per se stessi, siccome ne convinceva la assoluta i11ùolenza di tulli gli altri tumori silnali io regioni doYe potevano liberamente svolgersi.. A quosta straordinaria evoluzione di lllmori s'as,ociavano l'ipertrofia e l'in dorimento <lelle ghiandole cervicali od ascellari. La nov.i1a del caso non mi permise di poler emettere alcun r:;indizio intorno alla natura di rJuesti 111mori oè, per <111a11to slancassi la pazienza dell'ammalato con do· mande, non mi· fu mai dato potermi formar un giusto cri terio delle cagioni ùi questa malollia che tanto più mi riusciva sorprende11le, quallto pif1 riandava la rapid ità d'evolnzlonc di tulti questi tumori i quali in molti di Voi, Onorevoli Colleghi, che foste corlc~i visitare con me J'ammala111 cagicrn.iron egu3le esi1an2a cli giudizio diagllostico. In I.anta inc(~rlezza mi limil.nì a provvedor ai bisog11i dell'ammalato cuu il riposo, con opportuna ùiol'a, con bo~ vande ri11frescati\1e e mollitive, ecc. con6dantlo nel lcm1>0 per quegli ulteriori lumi che traili ùn un severo esame dei falli an»mneslir.i, ctall' allenta sorveglianza tlell'amma lato e ùal semplice andamento Ilei lumori 3\'l'Cbbero po· IULO guidarmi ad u11 co11ce1to diag11oslico ragiouevole. Con quest'intendimento non esitai a praticare l'apertura d'un tumore soltocutanoo della grossezz;i d'u11a uoce, situalo fra il la lo anlorior e l'esterno superiore della coscia destra, il quale al terzo giorno di permaneuza dell'ammalalo nello

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Spedale m'aveva lascialo percepir un lale quale grado di rammollimeolo e d'oscura ilulluazione, sperando cbe dal contenuto nel medesimo avrei ricavato ragionevol indizio per giudicare la natura degli altri tumori. Fallo pereiò nel ceotrn del tumore un'incisione di ci,ca duo cootiP)etri , Yidi prima uscir un coagulo di sangue ne.raslro ; quindi un nocciolo giallognolo della consistenza dulia cera e stillarne poi sangue veno~o flutdo quale s'olliooe con la flebotomia, ma io tanta abbondanza ed insistenza cho fui costretto a praticare la riernpitu1·a della cavità del tumore per mezzo di filaccica ond'arrestare l'emorragia la quale o-oo cessò affatto se non dopo quauro giorni io ciasche· duno dei quali dovetti sempre rinnQvaro l'iotroduz.iooe delle filaccica. Questo tumor~ cho fu il solo eh' io abbia esploralo, percorse tulli gli sladii dell'infiammazione minacciando la cancrena la quale impedii con rinnovate la· vature dr cloro liquido misto ad alcoole. Non mi fo però mai concesso scorgere, per quanto variassi le 111eù icuzioni locali, pullolaoti dal fondo della piaga carni dì buona for. mazione; che anz.i questa si mau1trnotl sempre lurida nella sua cavità da cui si staccal'aoo sovtrnte fiocclJi di tessuto çelluloso mortificato. Dopo l'apertura d I quòslo tumore mi l'eci. doverosa premura di narrar il caso ali' 11 · lustre nostro Presidente il -Prof. Commeud. Hiheri il quale, uditane la minuta descrizione, non es1trì puoto a dicl11ararini trAllarsi d'un'in!iammaz ione dell'apparato centralo artero·venoso o ciel s,is tema vasale capillare, di cui non potevano io qualche modo non partecipar i vasi liufatici aventi costante correlaziooe con i vooosi. E per sempre puì co11fermarmi 11el giudizio emesso su la semplice mia narrazio ne si recò 1101 ·giorno dopo a vi· sitare l'ammalalo nello s·petlale dove <lai letto del medesimo cosl spiegava la geof\si di questi tumori: "la morbosa e grave \'ibrazione cardiaca, carotidea e radiale iosiemo co11 l'ansia ,Ji respiro, coti i dolor11zz.i intercorrenti plourilìci o con il gemitio di saog110 nolla cavilli dei bronchi pare indichin una condizione fl ogistica del cuore e dei grossi lronrhi venosi 1:d arlerio&i centrali, dillusa ai capillari degli organi del respiro e dei lor involucri, la qoal infiammazione dclii:; nobili viscere ptlllora li echog• gia forlo su i capillàri venosi ed arteriosi dei luoghi dovÌj occorre l'evoluzione dei moltiplicatissimi tumori i quali sembrano formali dal ,·ersamcoto d'umori sanguigni e fibrinosì da quoi vasi capillari stessi i11fiarnmalì. Sveulura. tameote dobbiamq credere che simili versarne11ti e tumori abbiano già avuto luego o siano pure per avere luogo nelle viscere, specialmente io qu,•lle del petto dove maggiore fen•o la lotta. Se il temperamento, dell'ammalalo fosse linfutico prello, se già foss'eKli allre volle s tato sog. gello a loca lità s·crofolose, se ì si11tomi e seg1ii morbosi c,ttuali non fossero così vistosi. se meno rapida fosse la vìbrazionu morbosa, so it ;i~lcmct linià.tìco si mostrasse più tocco e OJèno l'nrloro-venoBo, avrebbe questo male una remota somiglianza con 1111'afft'2.io11e lubercolore acuta: ma lo contrarie circostanze r.scluilono coteol' idt>a. !:;o i sintonii di cardio-flcbilid1, la qual è quasi sempre a base dello seorbuto, fossero meno gi·avi, so il sistema ar terioso non prendesse lanla parlo o Sl'\ i tumùri ad occhio veggente crescenti non fo~ser associali a vistosi fenomeni di flogosi, si peirehl,o in questo mole veder uno lontana analogia coo lo scorlJ11!0 in cui il sangue, a Yece d i st illare dai capillari delle membrane mucose, si strav~nasse noi


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teasuto ce!lnlo.so, ma le circostaoze -~oo.Lrarie e soprattutto -vavansi lnnghesso il tragitto di qua1che cospicua vena, l'esplorazione, previa pnnlufa, dell'i-nterno d'uuo dì quei , erano sempre in continuità di piccole v,ene anomali e forse tumori, vieta cotest'analogia. Taot '€:: uon vi vuole molto abnormi, a vedere qui - un'infiammuiona art-ero-.venosa dei grossi 1'umori ·intermwsc,!lari. 1° Il .tumore s,·tualo nella parte tronchi e dei capi Ilari , J)iù ancora 'lenosa chi~ non arteinterna superiore della. coscia destra era nella spessezza riosa; ii:fìammazione_provocaote rapidi versamenti di madd muscolo retto interno _con il quale per mezzo di fibre te.ria concrescibile; ma non vi vuole pure molto a vedere tend inee, filiformi e frastagl iate a guisa di pettine aderiva che con i suoi vistosi prodotti esterni e con i probab ili e alla pari(~ anlerior-inferiore del pube; era piriforme con congeneri prodotti interni e viscera li, è essa superiore agli l'apice in basso e con la bàse in alto; lungo 15 ceatimetri, sforzi dell'Arte ·ed è perciò d'infausto pronosti.co, comecbè largo 11 nella sua base proluberava all'indietro per modo l'indicazione più chiar-a sia quella di ricorrer ai mezzi da esser in contatto·con il ne1·vo ischiatico spostand'all'iodisinfiammanli, " torno lutt'i muscoli circonvicini. Ad'erente al suo apice, Aumerilavan intanto di volume gli antichi tumori; allri quasi appendice, stava aderente un altro tumore mollo più di nuo,•a formazione si rendevano sensibili ; s'acutizzava piccolo, La di.ssecaziooe del primo lo svelava composto la pleurite da cui era leggiermente tocco l'ammalato nel d'una sostanza pultacea rosso-s·cura con nuclei puri formi suo ingres-so allo Speda le e fìniva coo un versa men lo siebiancastri a guisa di tub~rcoli fusi. L'altro più piccolo ofroso oel la pleura sin istra di cui mano mano la cavità si friva tulli i caraUeri d'un pezzo di cervelletto· rappresenriempiva spiugcnd'il cuol'e, ne l lato destro del torace. Detando persin in tale quale modo l'albero della vita, Nei scrivere minutamentl'! ·le successive fasi di questa ma!allia muscoli; vicini ed in _quelli inferiori della gamba trovasarebbe cosa impossibile, tanto furon o varii e rapidi i caonnsi altri tumori quali sanguig'no-veuosi , quali encefagiamen.ti che si manifestarono specialmente riei movimenti loidei, quali composti di sosta01:a fìbrinosa rammollita. del polso ·e nel grado del calore cutaneo : basti accennare 2• li tumore della c.oscia sioistra erasi parimente svolto ch'in mezzo a rinnovati accessi di pneumorragia, prontanella sostanza del muscolo retto, ma era alquanto più picmente ces"ata con la somministrazione dell'ergolina, _l'amcolo, non aveva appendice, trova vasi situato più in basso malato andò continuamente deperendo :si~chè dopo lunga cioè-verso la metà:della coscia e conteneva nel suo interno e tranquilla agonia cessò <li vivere .ai 2 di settembre ci,oè _una caverna cistica riempita !la due cucchiaiate di s iero un mese dopo la sua entrala nello Spedale per immediata sanguinolento ed evideolemenle formata da sostauza fìbrilsoffocazione prodotta clall'idrotorace. Il metodo di cura stato lare. Non so ch i di voi, o Colleghi, paragonò con molta adoperato consistet!e in cinque sa lassi praticali · ad iuter· rassomiglianza l'interno di questo tumort, alla superficie valli più o meno lunghi secondo le circostanze : in geneinterna dni ventrico li del cuore, nia è verissimo che la rale però fummo sempre moderati e lenti nel farvi ricorso era carnosa con fasci di fibre quali libere, quali ;derenti, perché il sangue estrarlo offriva sempre una straordinaria come appunlo .$000 le colonne endo-ca.rdiacfle, Come nel- . quantità di s.iero et! un crassamento piccolo e tenuissfrno, l'arlo inferi ore d11slro, molti tumori , ciaschednoo di di., S'impiegarori anche localmente :.il torace le applicazioni verso genere, erano sparsi nelle parti molli dell'arto sidi sanguisughe ed i rivulsivi; si somministrarono gli anti, nistro. 5° li tumore più rimarchevole del le estrem ità su-· moniali, i snbacidi e gli anr.iscorbuLici: in nna paro la la periori fu quel lo svoltosi nel muscolo coraco-brachiale sicura fu sintomatico-razionale. nistro, l11ngo 6 c~nlirnelri, largo 4, offrente nel suo interno alcune cavernfl circondate da tessuto fibrinoso decomposto di coloro rosso-scuro con ooc1:ioli biaoea·stri di materia Necroscopia. pmifo,m", qn,si di lnbe,coU ru,;. Nei moscoli d'amb, le L'abito esterno del cadavere i>ra quello di persona estremità superiori si rinvennero pure, come nello estremorta per lenta mal,1\lia di consunzione, tranne che si mità inferiori, molti altri tumoretli dei quali i più volumipotevano scorgere spars i qua e là tumori ·numerosissimi e nosi erano, siccom'in tutti gli arti, situati di preforeuza di vario volume. nella sostanza déi muscoli addullori. l'umori cutanei. I piccoli tumori esistenti nella spesCaPitcì del cranio. Le 1neuinii s'offersero leggiermenté sezza della pelle offrivano con la dissecazione nel loro inieltalfl e molto turgidi di .~angue nerastro i seni della interno un grumo sanguigno od .un nucleo giaJJogno.lo délla dura madre: le ghiaòdole del Pacchioni èmulanti il voconsistenza d'un tubercolo polmonaie, palcotemente comlume qua li d'un 1 graoo di meliga, quali d'un cece. La soposto di ~os tanza fibrinosa. stanza. cerebrale si trovò di consistenza naturale con poca . Tumori sottor,utanei. Parimente lutti li piccoli tumori quantità di siero nei suoi ventricoli. Parimente in istato sottocutanei ch'erano so lamente nello stato loro rudimennatura le si rinvenne il midollo spinale, tranne che s i scotale avevano li sopresposli caratteri. Il tumore sollocutaperse un tumoretto bianco, tubercolare, della grossezza neo esistente nella parte laterale destra del torace aveva d'un fagioolo aderente alla superficie interna della dura 11,1 forma ovoidea ; lungo nove centimetri, largb sette, in madre tra la selli ma e l'ottava vertebra dorsale. In tutto ternamente biancastro, consistente, con i caratteri ghianil corso della malattia del Giai non s'olfersero mai fenodolari del pancreas o deUa parotide scricchiolava con il meni i quali valesser a fare sospettare la presenza di quetaglio quasi scirro, Vit:inù a questo ed in alto verso l'ascella sto tumore. s.e ne rioveoiva un altro la metà più piccolo e pieo.o di . Cavità del torace. Aperl'il torace, ne:_flui una grandis~na sostaoza spugnoso-sanguigna la quale formava egualsima quantità di siero leggiermeote tinto in coloro nero. mente la sostanza onde componevansi tutti ·gli altri tuIl polmone sinistro era compiutamente avviz,zito e spinto in alto dalla compressione prodotta dallo siero. li perimori del torace e dell'addomine,. È da notarsi però che lant'i tumori cutanei, quant'i sottocutanei, qanndo non tro· cardio ed il cuore erano spostaìi a destra ed il polmone

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destro era pa.imente avvizzito. e compresso nel suo lerz'inQuantunqne io non mi periti aggiunger una sola parola feriore dalla raccol[a sierosa contenut\l, nella pleura dea quanto il nostro Sommo Maestro esternavà intorno alla stra. La ·sup_erficie anteriore delle pleure polmonali era esposta genesi patologica dei. descritti tumori, mi sia lesparsa di minimi ma numerosissimi. tubercoli biancastri ed cito tuttavia, Onorevoli Colleghi, propor alla discussione i. margini liberi dei polmoni, massimamente nel sinistro, ,ostra la seguente qnestione. Sarebbe possibile che nel offrivansi circondali da una sostanza dura, bianca, ei:iunostro cadavere avessimo sorpreso la ·natura nel suo ignoto lanle un misto d'albumina e d'adipe compatto ed alta più I Javorlo rud imentale della formazione, se non di tutti, aldi tre centimetri. I tubercoli notali nella s1werficie interna I meòo dei principali tumori; lavorio che sin ora c'è ridelle pleure lussureggiavan in particolare nella ripiegatura j . masto nascosto? posteriore della pleura costale e diaframmatica; il volume Nell'esposto caso potemmo osservare nella medesima dei medesimi variava da quel!, d'un grano di miglio a persona svolgersi mollissimi tumori con caratteri fisici diquello d'un uovo e la forma loro era svariatissima ed irsparatissimi cioè quali formati da_grumi di sangue; quali regolare·; alcani eran insieme- riuniti a grappoli; altri eda sostanza tubercolare, melanolica od encefaloidea;.quali rano peclnnco!ati; altri fungiformi; altri in fine moltiformi. da sostanza fibro-lardacea, quasi scirrosa, sangnigno-spu· Lunghesso il corso della vena polmonale destra si rinvenne gnosa o sanguigno :fibrinosa; quali finalmente di natura un tumore melanoLico grosso gnant'un uovo. La sostanza mista. Ma ovunque abbiamo potuto esam_inarli nello stato polmonare era tutta tempestala di piccoli. tubercoli bian• loro rudimentale li potemmo riconoscere costituiti da un castri allo stato di- crudezza . La membrana interna delle piccolo grumo sanguigno e, quando la parie colorata del arterie polmonari si s.copriva arrossala sempre più intensangue esa già stata assorbila, da un. nocciolo di fibrina. samente a ma110 che si divideva nelle sue ramificazioni Ora se questi tumori, allo staio loro rudimentale offersero per ptinetrare l'intima sostanza del polmone; quella in tutti il medesimo modo d'origine e quindi Stlnza riguardo vece delle veno polmonari a misura che s'addentrava n!,!I di località e di tessuto hanno nel loro svolgersi manifepolmone s'osservav.a sempre più scabra per piccolissimi stati caratteri lanto differenti, perchè non putrebbe sup . bottoncini tubercolari. Nel sacco del pericardio. v'era circa porsi che, anche nei casi ìn cui OCC<Jrron isolati, una sola ùn'oncia òi siero e la sua membrana interna presentava s ia la primitiva genesi dei tumori ? Se lj studii nosiri inalcune macchie biancastre sintomatiche d'endo-pericartorno a questo straordinario caso potessero realmente guidite. li cuore era nel suo stato naturale, come pure la ven'a darci alla cognizione della prima formazione dei tumori in cava. L'aorfa contenente coaguli di sangue si scorgeva nel generale od· almeno della massima parte d'essi, la Scienza suo interno tanto' più intensamente colorata in rosso, quanto non profitterebbe forse moltissimo dalle nostre osservazioni? più la s'osserva,a in prossimità gel cuore; ·questo coloramento cessava nella sua porzione addominale. Il nervo lo mi lusingo che non solamente Voi, 011orevoli Coltrìsplancnico fin a!mente scorgevasi maoifestamenle arleghi, ma tutti gli Uffiziali Militari di- Sanità delle altre rossalo. Divisioni e Presi·<lii loggendo questa Storia nel Gioroale Ca-vità dell' addomint .. l)peritoneo sia parìetale che vinostro, ne formeranno argomenfo di studio e di discusscerale, I' epiploon e i I mesenterio erano sparsi di turnosione onde dall'insieme dei· lavori delJ'intiero Corpo Saniretti biancastri di varia grossez.za: la maggiore parte di tario Militarè di terra e di mare q11alche luce emerga che essi non eccedeva quella d'un grano di meliga; quallro valga a chiarire la genesi dei tumori. però e per natura e per volume si disting_uevano tra gli altri. D,i questi uno grosso quanf'un uovo e di nah1ra encefaloidea stava situato nel mesen_lerio; gli altri tre a 22 poca distanza di questo ed egualmente voluminosi era110 formati da grumi sanguigni. Nella fossa iliaca destra ve ÙSSERVAZIONE DI PROSTATO · CISTITE LENTA CON DELIR IO n'era uno grosso quanl'una noce di natura m·elanotica ed un altro pure d'.eguale grossezza, ma cnèefaloideo. Il fePARZIALE A FORMA REUGIOSA ED ACCOM1AGNATO DA gato di volume, di forma e di consistenza naturali offriva ALLUCINÙ ION I. nella sua superficie posteriore in prossimità del margine inforior un lum_ore del volume d'uria noce ùì natura me(Storia letta dal Med. di Regg. Dott. BIMA in una Conferenza tenutasi nello Spedale di Torino). lanotica, ma non alterante le parti circos~nti. La cistifelea nel suo interno offriva dieci tubercoli mucosi ed era '.' ripiena di sostanza melanotica con fiocchi d'albumina dePietro N. Luogotenente nel 5° ~legg. Fant., d'anni 55, composta. L; milza ed il rene destro erano spostati ed di costituzione robusta , cli temperamento sanguigno-epa'atrofizzati per la pressione che conlr'essi esercitava un tico, d'abito pletorico, d'indole mite e pinllosto ind.ilforente enorme tumore della gros;;ezza dalla tesla d'un feto di sei in materia re ligiosa, ha percorso la scala di gradi mi• mesi, il quale. coperto dal peri toneo nasceva dal muscolo litari inferiori ed ha fatte le campagne del 1"848·49. Sofpsoas corrispondente. Qtrnsto tumore il più voluminoso ferse di fobbre inte.rmitlente nell'età infantile e fll colpilo di tutti comprendeva in sè tutti li carallHri descriLti negli da I cholera-mor bus in Genova nel 1895 per cui furongli altri tumori cioè s'incontrarono cisti contenen ti siero sanapplicati senapismi ai polpacci dei q11ali il destro, lunga· guinolento o grumi sanguigni; un tessuto fibrinoso inzupmente trascuralo, diede origine a vasta e sottile cicatrice pato di sangue; nuc lei di sostanza encefaloidea ed in fine ove si svilupparon in seguito voluminoso varici; fu pure uno strato irregolare di sostanza lardacea scricchiolante al piu volte affetto da 1.1retri 1i bleònorragiche siate consetaglio . Tutte le altre viscere addominali eran in condiguitale· da ostacoli uretrali di. poca entità. Da lnugo tempo zioni naturali. va soggetto a Lrapelamento sanguigno a traterso della


{89 Scbneideriaoa per c11i taul-, gli escreati , com'tl muco sono abitualmente mescolati a sangue. Nel mese di gennaio prevalendosi delle varici al le gambe chiedeva d'e.ssero sol\opo·, lo a r iforma e metteva molta importanza nel riusci n •;, alleso che aYeva in capo uo progelto e.li cui 1·~1fottu31.ione dipendeva dal riaultameolo della suesposta domanda; ma il suo disegno non ebh'i l bra mato esito, poichè una Com missio11e giudicò il mede . simo ancor allo a proseguir il Militare Ser vizio. In marzo successivo entrava allo Spedale per un'ulcera erplllico-varicosa alla stessa gamba destra 1, sul cloasma ivi esistt>nte, di rui guari va ed usciva d.allo Spedale mm,ilo di hendaggio compressivo mediautc di cui se la passò sempre bene, lnl che prese parte all1i Fazioni Mi litari ch'ebbero Juogo in settembre. Sul principio d'otlobro si trovava bene e solo osserva va avvinirsi-alquanto le v~ue varicose o diminuire di volume la gamba. Cominciò aÌlora a provare difficoltà nell'evacuare l'orina, difficoltà clii\ aumentava a gradi e s'as!ociava a dolori ed a IP11esmo vescicalo senza febbre. F u allora che chiese li soccorsi dell'A rte nella persona del J)oll. Cn rlt>Ui Medico de! rispettivo Reggimento, lii quale vedendo lra llarsi di restringimento uretrale passò all 'introdm:ione di candelette in cera , operazione ch'1miguiva in seguilo l'ammalato stesso per più giorni cioè fin a quando occorso per fetta l'i~curia e sv1:1gliossi no po' di febbre. Il Doli. 1:arlelli, tentalo allora in vano il cateterismo, ordinava un sanguisugio ai ,•asi emorroidali; ma seuza grande vantaggio. Lai complesso d1:1i sopra narrali sintomi, dalla presen7a di gagliarda febbre, dal doloroso ingrossamonlo prostatico altra verso del rl'llo e dall'orina fia-mmca e carica di fiocchi mucosi e tlai tlisturbi funiionali dell'appa· rato escretc,re dell'orina si fece diag nosi di proslato -cislile. N B. Non credo indifferente il notar a vermi detto l'aro· malato che durante li primord ii della presente malallia Si occupava della l.:1 llura d'afcuni libri biblici che personu Tispettabi li_per onestà, ma appartenenli al Cullo Protestante gli avevano mAsso nelle mani e che da tale lettura edificato sentissi vacillare nelle primilive credenze religiose, ma poi preso da rimorsi si d1He rminò abbandonare quella casa e fu allora che si fece trasportar allo Spedale cioè ai 22 del mese d'ottobre dove, continuando nl'lla cura del sullodato Doll. (arlelli , gli furon o praticati nello stes·so giorno due salassi, tre ne.I giorno successivo, due altri alli 24 io cui li sintomi vescicali si ammaosaròno susliislendo la condi1.ione llogisl ica del sangue estrailo. I n della sera all'applicazione dei cataplasmi si foce precedere un'u11zi0ne della pomata seguente eslrallo di belladonna dr. 1, grasso onc. 1, al perineo ed all'epigastrio. Nella nolle si presentò un tale quale grado di lorpore con r1elirio nel quale l'ammalalo s'abbandonò ad ideo tetre di morte, di Religione, di penitenza e di perdono. Ai 25 in vista di tale stato il Curante sospellando non sr.nza ragione che l'assorbimento della belladonna fosse r,ausa di tali sin tomi somministrò caffè con vino di malaga; ed ecco nella sera l'ammal ato tranquillo, come pure assai tranqoi Ilo fu nello notte io cui a più inlcrvalli ~odeva perl'etia lucidità : se 11011 che yerso il maltioo dei 26, avula nn~ scarica alvina, credette ravvisare nelle feci, milza, feKalo, polmoni, ecc. o per ciò si diè morto e delirò di continuò fin all'ora della visita; di poi reslò t1:anquillo fin al mezzogiorno dopo coi ricadde nel d..:l1rio ma più intenso, avente fa forrn a di teomania.

S'ordiuò un salasso dal piede, bibite slibiate, ghiaccio sul capo: la oolle fu assai tranquilla. Ai 28 si presentò piu manifesto il miglioramento maltutino ; continuava però il polso ad essere ristretto, fr cqoente con pel le calda e con dolore gravativo al capo : oolle alquanto calma fin alle ore tre. Al dumani 20 ricadde per la terza volta nel delirio re· ligioso clie fin a lle 6 112 l.:Ontenuto entro dal i limiti a gradi a gradi anelò spiegaudosi fi n a schiamazzar a lutla pos~a e ad ord111ar agli a~tanll ora d'uscire, <1ra di re~taro; aveva ripresa la poiro11e Stibiala : s'ordinò altro salas~o dal . braccio (11u) 11011 senza ritenere uo qualche sospetto di periodicità che parve confermarsi in vi~ta d'un quarto accesso compar$o nel seguente giorno 50. AJa essendo questo accompagnato òa si ntomi cer,•brali allarmanlissimi si focer applicare venti migoalle ai processi mastoidei e nel dopo pranio si p.roscrissero 12 grani rl'ipersolfato di chinina da prendersi tosto cessato l'iusulto a rifratte dosi. Nel 1'11attioo vegnenle, 51, la ca lma to1ale 111 ispl1cie di:ll l'apparalo circolalorio non era ancor entrala; il capo era lullora caldo e doltmle: s'applicaron altre tredici mignatte allo 1cmpia e si replicò lo ~pecifi<:o. Con tulio ciò la sera l'ammalalo era io istato di somma agitazione, continuava la disuria Pd il dolore cupo della vescica e della prostata: insonnia total e che durava. da più giorni. Semprn in preci& a i suoi vaneggia men ti religiosi si rifiutova osli11atamPnte di volor più oltre. obbediro alle ordinazioni del Curaute e di chicchesgia che 0011 fosse i.I Commend. Riberi ed ogni qu~ I volta gli si voleva prescrivere q11alche cosa e~li r ispontlcva col suo ritornello: mi si condo ca iI Doliore R1beri. Se questo era tleli rio, l'o deliri o provvidenziale e benefico poiché.manifestato tal desiderio dell'ammalato all'egregio nostro Presidente non lardava questi a recarsi io coo1t1lto dal medesimo (presente lo Scriven te che ,la quel giorno ne dov<1Va seguire la cura) ed udito dal Doli. Carlelli il racconto .id un di presso di qui1n10 sopra sla scriUo e bon bene esaminato ed i111errogato l'ammalato stabili : che po11mdo per allora escl11ùersi l'idea d'idiopatica affezione flogistica del cervel lo e visto il bisogno di rare cessar il lungo insonnio e di stabi lire l'armonia tra li due sistemi sanguigno e nervo!lo propone\'a l'uso interno dei deprimenti diretti sul cervrllo e snl sislema cardio · Ya• scolare e quindi insisteva più specialmente per l'introduzione d'una candeletta nell'uretra portante doe grani di eslrallo acquoso d'oppio giusta li precelli tante volte det· lati nella sua Scuola e consegnali nella Raccolta delle sue Opere Minori , mostrando la fulucia che , procnrand'uo luogo sonno, la natura avrebb'io quel silenzio del sistema nervoso, cessato il suo esultamento e rrnlegrata la smarrila armonia delle principali funzioni vitali. Ciò fallo il beneficio non si fece aspettare, cbè l'am. ma lato dopo la prima introduzione della candelelta spalmala d'oppio noll'uretra tosto gustò quatlr'ore dì placido sonno. Quest'operazione era con pari successo più volte nella giornata insliluila dal 1° alfi 8 di novembre e nello stesso montM s'amministrava una mistura calmante e di' · primente (eslralto idrulcoolico é\'aco11ito, grani 2; id. di giusquiamo, grani 4; acqua dislillala di lalluca, oocie 4; acqna coobata di lauro coraso mezia dramma). Cosi che da questo momento, nel mentre si pensava a tempo op. porl11110 di soddisfar ad alcune indicazioni generali COI\


1'90 amministrare clisteri e blandi eccoprolici, per .quindi ri· tornar ai preparali· chinoidei che parevan ancor indicali sia per ri'mediar alla mobilità ;wrvosa indotta dai salassi, sia perché osservasi ancor un bencf1è lieve indizio di periocl icilà, si com inciò ad accordare qualche lieve cibo alJ'amma lato e, combinando la cura fisica colla morale, sì riescì a farlo rientrare in so medesimo; di modo che usciva egli dallo Spedal11 verso il lìne del mese di no· vembre non por!ando altra traccia del la sua allucinazione e del suo delirio fuorché on piuttosto vivo ma non esagerato fervore in. materia rel igios,1 per cui prima, come sopra dissi, visse piutl.nstn indifferente. lu questo caso· abbiamo un uomo che quantunque abitualmente indiffe'renle in mal_è ria religiosa c::'onservava però assai vivace in fonrlo al cnorn l'innato sentimento religios,o il qua le acquistò sviluppo da lla traversia del trovarsi am malato e dalla lettura di li bri biblici e più un uomo di cui ìl cervello era i11 'istalo d'irritazione o di morbosa sensibilità pel patema sofferlo dalla mala riuscita dell'aro· hito progetto. Questo per il lato morale il 'qoal era perciò, se non in)stato di malattia, almeno in istalo di predisposizione morbosa pronunzi~ta. Non fa quindi marav igliare che quell'uomo medesimo incontrando nt:ll tempo stesso un morbo fisico acuto, una prosli) to-cistite associata a riazione card io-angioilica mo!to gagliarda, cadesse iv delirio. La _s impatia degli organi uropoietici c<1l cervello è posta fuori di dubbio tanto dal fatto onalomico che c'is:rnispe come quel li sian abhon-. dantissirnamente provvisli di nervi provenienti dal duplice cen tro gangl ionare e cerebro spinal e, quanto poi ancora dall'esperienza clinica ch'insegn~ esservi una frequentissima motu a simpalia Ira il cerebro e la vescica in ispecie, vcden<lòsi ogni giorno come nelle meoingo-cerebriti succeda l'istu'rla o l'eneu rosi e com' al la cisti te s'associ il sopore ed il df>lirio. J) irò di più: nei pietranti ancorché ragazzi ed i~scii perciò della gravilà del male da cui sono affelli si scorge mai sempre un'abillrnle lrislezza e non superabil allrim ente fuorchù coll'estrazione della J)ietra mede$ima dalla vescica. Nel caso nos.lr.o pertanto il cervello cosl malamente ,l isposto dal sofferto patema d'animo triste, dall'url.o che per sop rassoma r.i'cevelle dalla flogosi prostato-vescicale e dall'echegg1ame1110 angioiLico, fu sconcertato nelle sue funzio ni e ne n,acque il delirio. La forma poi otsia la veste, la ti11La di q11esto delirio fu l'e5pressi one fed ele dei Sflnt imenti e delle ideo c:he pro-· dominavano nel moru le dell'ammalato, val a dir il rid<}sta· merùo del senso religioso e gli scrupoli che nacquern in lui per !'indi fferente condotta anteriore ad onta del senlirneolo religioso innato e per le le1tore <le i libri alieni dalla rel igione sua paterna . Le alluci11aziuni ch'insorsero dappoi relative a viste spaventevoli, a voci che lo dice vano dannato ed indegno d'ogni divino perdo no non erano più che secondarie al delirio prineipa le cio~ erano figiie tulle dcll'.esaltato e scon cer.1ato St:1ntimen10 religioso. Se queslo staio morboso fisico-morale non fosse stato · assali lo con metodo di cura adallo ed energico e die n·on fosse guarito pro.nlamente nel suo grado dì acutezza , avrebbe forse potuto passar a pazzia e probabilmente a monomania religiosa con tristezza ed allucinazio~i di varii sensi; ma tale quale si ma·nifeslò in quest'ammalato, le cause fisiche preferibilmente che lò produssero, il suo de -

co.rso rapido, acuto e quasi sempre accompagnalo da febbre, tulio in somma l'insieme di questa ma lattia fa pre sumere che si sia trallato di delirio acuto non nato da flogosi idiopatica del cervello o dei suoi involucri , ma ben~i <la semplice loro iper<>mia attiva cagionata per simpatia da,llo prostato-ci;;tite e direttamente poi dalla riazione cardio-aogioitica che da quella Tu eccitata. Unitamente a queSLA Cagion i credo pure che la belladonna abbia avuto una parte sufficiente alla produzione del del irio mede;imo, poiché, quantunque dalla Scuola Italiana essa sia tenuta per ueprimento cerebro-spinale, possiede però una virtù incontrastabile nello sconvolgere le azioni cerebrali e produrre facilrne-nte allucinazioni di più sorta ; questa coefficienza della be lladon11a è poi secondo me- provala a po steriori cioè dacchè il delirio scemò gradamenl<1 e q11asi cess·ò tosto dopo l'applicazione dçll'oppio nell'uretra, il quale oppio è considerato corn'agente sol cervello io sengo affallo opposto alla belladonna . medesima.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (Mese cli dicembre. 1 a Tornata). TORINO, Essendo presente alla Conferenza il Dolt. Devecchi Med. del Regg. Artiglieria di Campagoa di stanza alla Venaria Reale, il Presidente propone di riloroare al a discussione del Là'l>oro dal medesimo inviato ali' Adunanza e da questJ discosso nell'ullima tornala. Il òott. Oevecchi, espressi prima coo gentili I parole i ringraziamenti al Presidente ed alì'Adunama tutta per ·, la graziosa deferenza di coi lo volevan onorare, espone com'egli noo avend'alcuoa fon data prova per riconoscere nell'acido clo- . un modo d'operare speciale contro l'u lcera venerea priI1 ridrico ruìtiva, coove11lva nell'ascriver al medesimo un'azione semplice1 mente cauterizzante, come del p11ri conveniva .con il Dotl, Bima .I intorno alla conveoieoza di cauterizzare prontamcnle le ulcere I veneree primìlive al primo loro manifestarsi, se- pure si voleva scorgere realizzata in questa caoleri:i:·zazione quell'eflìcacia che gli foce più volle deplorare la condizione di quegli ummalati in cui non potevi• far uso di quella, P,1rtecipa io S(iirnilo come tut, tavia egli abh'ia applicato con mirabile successtt questo metodo eccrotico in c,1si dis paratissimi d'ulcào mo,teplici alla ghianda, al fl'en ulo, .1lla' pelle prepaziale ed iu casi d'ulcere cancrenose 1 socie a bubboni inguinali, senza cbe mai siansi manifestate nnove complicazioni o sicosi aai.ra vate le già esisleDti. A guesli pensamtnti del Doti. Devecdii non potendo compiutamente sottoscriver il Dott. A r eoa, apertamente manife, ta creder egli inapplicabile il metodo cauterizzante ai!ora quandoP.ulcera è infiammata o con q11esta coesiste un bubhoue, poic.hè nel , primo caso è a temersi la diffusione del processo infiammatorio alle parli , jcine e nel secondo per il nuovo stimolo eh-e Ja cauterizzaziQne ind nce nelle ghiandole inguinali già infiammale si impedisce o si ritarda il p;ù lodevo! esito del bubborrn cioè la risoluzione e si favorisce in vece la suppurazione. Il Doti. Devecchi riconosce bensì fondate le riflessioni del Dott. Arnna, ma fa notare che non sempre la coesistenza del bubbonecoo l'ulcera osta alla buona riuscita della cauterizzazione, dovend'il Pratico solamente desistere-da questa allorqoand'il bubbooe è sintomatico e non aià qoaud'è simpatico, poid1è quest'ulti,mp riconoscend'appnnt.o la sua evoluzione e la soa condizione patologica d11l fallo sttisso del!' ulcera, può essere dalla cauterizzazione modificato in meglio, .ipponto nello stesso modo con coi la pronta cauterizzazione dello stomarace modifica in meglio l'adenite cervicale già esistenfè o ne impedisce l'evolu:i:ione io caso contra· .rio. li Doli. Rophille movendo dal fallo della pronta guarigione da lui ollenat.a per mezzo della cauteri:izazione con il nitrato di arl!'.enlo fuso in un caso di vasi a ulcera fagedenica alla corona della 1?.hianòa, interpella l'Adurrnnza per sapcrese in cas·i d'identica natura sarebber applicabili gli acidi concentrati odi i caus,tici liquidi. Risponde il Presidente ch'essendosi già stabililo in massima generale esistervi casi in cui i caustici debbon essere proscritti ed esistervi altri casi io cui convien adoperar il causlico in forma solida piuttosto che nella liquida , la discussione sarebbe di sviata dal sao scopo quando tutti si voi esser accennare i singoli casi in coi una più che l'altra è indicata. Il Dott. De Beau· fort soggiunge essere per lui, esclusa ogni idea di specificità, affatto indifferente servirsi d'un caustico piuttosto che d'un altro e l'unica differenza consistere a parere suo in una più spe-

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dilivn e più s icura applicazione del rimedio. Conchiude quindi con rhre che od caso di t:oesisteoza riel bubbone con l'ulcera, e_gli no.o crede che il fallo dell11 cauterizzazione possa ave;· ooa ~rand' intlueoza su l'andament<Ì del prim(). Fioalmeot<i il Dottore I.lima a cui sembravano conciliabili le upiuiooi rlei preopinanti cqn la distinzione del Doli. Devecchl cioè l'l1'il Pratico -debba pri1na di cauterizzar esaminare se il bubbone sia sin lo· malico o sim patico, aildace alcune sue particolad osservazioni dìretlo a conformar il valot·e pratico c:li silfalta di·stinzio ue. Esaurita qoesla discussione il OotL De Beaufort ra'!~uaglia I' Acluoanza intorno al buon anrlameoto del Soldato Zuppo a cui egli aveva alcuni giorni prima ampu tata la e ,sl'ia de,stra al lerw infel'iore; amr,u l.v,,ione questa di cui la neoessi!à ,·ra slata 1li cbiara1a dal consenso dei Medici cli R.eg~. di Servizio i!IIO Spcdale. Ari ultimo il Presidente aderend'alle islanzc ,lei noll. Dc Bcaufort Se!!retari11-Cas;i(lro del Gahiuello di Lellura, nofuinò onu Commissione la quale lìVesse a rivedl'r i con li ed a vc~ifìcar i fondi esistenti io Cassa per disporli quindi nel modo più utile agrinteressi del Gabiocllo medesimo.

:191 dità alle quali si diffonde la sna azione neutralizza ad an tratto il yiros e lascia dietro di sè un'ulcera di hell'aspelto e di sero. phce, na.tura, ~urchè per mezr.o de~li opportuni pr esidii tera~ peut!c1 il P~·al!co a tteulameoto sorvegli a diminuire la troppo ga11,J1arda naz1oue localo cbe potrebbe sa,seguir nlla caalerizzaz1<'no falla con qoeslo mezw. TI PresidPnl e oou un sou erudito 1liscorso ribatto lutti !!;li argomenti do2;li uvversarii della cttutcri1.1.aiione e çlicbiar andosi sc~uace della Dllltrina cli Riconl ummelle l'utilità di quella non solo _ad . ulcera primitiva recentissima, noi quale caso confida nell'mt10ra neutralizzazione dal virus sifilitico, ma ben an che n1:I c,1so d'ulcer.1 ve,1Hec1 a P"'riodo già inn•>llrato associandosi su questo punto ,11ic idee già emPSSe cl.il Dolt. Peloso.

NOVA_G.l. Non essendovi cosa alcuna all'orcl ine del giorno, il Dott. G1aco1Ul'lll propone ali' A<l,1Mnza I.i rliscnssione intorno all'azio_ne ùirotta del balsamo di copa1ba nella cura della blenoorrag1a e della leoconea; applicazione q nesta slala 1".ilicernenle tentata eia! Prof. Mar5bal 11 quale pubbli, ava in proposito una sua Memoria di cui il Doli. Giacomelli inviava uu sunto alla OiGitNOVA. Spaàate di Mure. 11 D<>ll. l)eagos tioi dopo av~re dato ' re~iooe del Gionrnlo che s;.irà foti.o di pubblir,~ r,1gione qunnto prima. U- Med. D1v. aùoreurlù alla proposta fac"va conoscere coun rnioulo ra!:(l!,uaglio dP I <'i1S" 1ii colica salur uina avven uto a m~ quest'-:tpplicaziono dirella del balsamo <li copaiba .un costibord11 ciel B. P1roscafv l'.lchnttsa, d•I quale c;,so pubùlicammo tmsce ao fatto terapeutico nuovo poichè già ne avr·vano fatto a,o ool o• 6 clel ':! 0 nrrno del Giornale la Storìa ra c:Coll;1 d11l Doll.Per i celebri Chirurghi dello Speda le eh Uil~no Nani e Mazza i qualì svnali, interpella I' Adu11unza per conoscere se siano fcequeoti a des istetlero poi da quc, t'uso per i costa'llì lnsnccc~sl che no ribordo i casi d'identica natura e, 4uaorlo éiò f.,sse, quali sarebtraev,mo. ln seguilo entrand' il Med. Div. a ùiscalere inloroo alber i mezzi più ovvii a p1·cvenirlt. All'interpellanza risponde il l'azione di questo rim edio tentò provare com'il merlesimo non Dnll. Mari ch'l'ii;li non obbe mai ad osservar a bordo alcun caso potesse realmente , direttamente ,1pplic;1to , riuscire giovedi quPsla o::itura e che, a ~uo avviso, i mez1.i più _alti ad il'llpedirli vole ,nelle enunciale malal.tie, percbè, oi:tli disse, il balsamo di ,sono la venlila1.ioue nei s ili dove si ra uso dei preparali di piombo copa1ba ha an <lupljce modo d'operar", l'uno primiti\lO o di cone la pulitezza delle persone cb~ sonn obbliga tè a roaueaicia rli. tatto ch'è irritante, secondario l'altro erl cletti1•0 so la membrana Spcdale di Terra. Il Doli. Caire dà lettura d'un suo Scritto inmu.cosa ~ell'uretr a tocca da blcnoorra~i~. Cnsì sl,rndo la cosa, t it.011110: Cenni pratici intorno all'unghia incarnata, Sr:ritto che er:li cootmua , si capisco focilmenle coro '1l detto rimedio ·il quale pubhlicheren\tl·quanl <• prima. Fu poi d;Jtll lei tura doli a (;ircolaro 0 opera _mirabilmente contro la blennorra1.1ia quand'è s,11nminid<>I Consiglio Sup Miti I. di Sanilà segnata col o 87'51 e quindi slrata mternamente, uon possa poi per la sua azione irrilaote la. seduta fa tlichiaral11 sciolta. localo esser cgu'llmente giovevole quan.lo s'applica clireliamenScu.1rnERi. L;1 kllura della suùdella Circolare eri alcune rite. A questo rngionam ~nto li Dottori Valzeoa e Giacomelli riflessioni <lei Dottori Sclaverani e All'umo occuparono lull'il temspondono: 1° che Ri cord e molti ,iltri Sifilo11rali derivano l'ulipo ùella Sildula. li.là de l balsamo di copaiba oclla cura ù111la blenuorragia noa gtà ti.I una sul\ virlù cl,ttirn, ma bensì dalla pruo riclà catartica C.lCLURI. Il Doti. Roheccbì rl'ctmlomentr chiamalo alla carica ch'il medesimo pnssif'•lc: 2° chr> l'azioni) irrilantr. loc'ile dello di l\fod. Div. di qu,,stu S1t<·dale ll'fl.ge oo suo applirndito ù1sMrso stesso sarebbe <·oolradJ11ll.a dai M iei ri s11ltarneali ciel Prof. 11:Iarrelativo alla 1·in·oshmz;1. Si dii quin1li fine alla Sed,Jl<1 <:oo la noshal d_i cui la diligcnz» nell'os~ervare o la buona t'c<le nf' I riferire mjna del D11tl. ~omis a SegrPlario in snrrogaziono del Doli. Kalb non s1 possono metter in dubbio. lnsi;ten1lo tu1ta,•ia il l1Ied. Oiv. parti hl µer al lr,1 desti nazione. n_ella sua opinione, il O,,Ll. Val1.ena propose che quesl:i discusNu:z.l. Si continua nella discussione intorno alla cu1·a dello s~one f?sse rimandata ari altro tem po io cui, per i pradenti es1)eulcere veneree primitive. l'rendouo pari.e a quella li ·Dollori r1mcnll che si sarabboro falli nella Clinica Sifilitica dello SpeTarrono, Paluso, P.:rsi, ll1ralelii, lluzio, Bobbio ecl il Med. di dale, più rai:-ionevolmeule e fonòalaroimte si sarebbe potuto scioDi\·. Oott. N1colis. Tuili s'accortlano nell'encomiare l'utilità gliere la questione. della cauterizzar.ione uoha cura di queste ulc;tire, m.i nou tutti egualmeulu conveugon inloroo al modo eri al tem po d'allua rla. Di fatto menlr'alcuui la vorr,.,.hhero limitata al caso d'ulcera venere,, primitiva n·~nt•s;imJ, ;!iudic:1111!0 che a periodo più inoltrato della mcde~ima 111 canterizr,a1.iono armchè giovare w,ssa essere di dauoo al l>uon ,rn,lamcnto della curn, il Dotl. P<!luso vorrebbu che non solo !IP.I c:1so d'11lcera venerea primitiva recente, ma a periodo J:?ià innolt rato della medesima ed anche nel caso d'ulct·re fuD!,:ose e fogedenicbe si dovesse r icorrer al caustico, sperando che, quantunqac io quest' ultimo ca10 ammetta , CENNI non potere più ottenersi la ue1Jll',11i'l7.aziono intiel'a del virus nelfa loi,alilà, correggonilo la cooditioue patologica ùell'nlcer a più faci!menlc possa impedirsi l'evoluzione della lul', al qaale sur.t'OnGANtZZAllONr~ DBT. ~ER\' IZTO S.H'IITARIO P88SSO scopo raccom11.rula pare le medicazioni falle con lìlac:ch:a inzuppate nel vino aromatlco od in una soluziono ùi denlocloruro di LU Dll!FEltltNTr AR~tA'l'E Euno(1Jrn (1). merellrio da alternarsi con la caulerizz3zioue. Li Dottori J\lu1.io e B•,bbio, scoz·esclndere l'utilità 1lella cauteriz1.aziono nt:ll'al· cera venerea primitiva receutissima, r ifur.<,zouo poi dalla medeÈ evidenlu che tall' prima categoria di p11l,blicaziooi simi.I nel caso tl'11lcera moll'infiarnrnata o già S1tpp1m111te, percbè da cui mi sembrava ragionf\vole d'aspeltaro sul l'oggetto in questi ca~i, ollr'al tsmere l'irradiai.io.no infiammatoria allo delle mie ricnche, SP non particolarìizati ragguagli, qualparti più 1·icine ctes;li org1oi geait<1li, pavontan anch.: cho col sopprimere per mezzo della caoteri1.1.azione il filtro suppura toche generalo cenno nltnE-no. rit:scircl,lm in vece affallo torio local!! dal quale s'elimina p,,,·ziooe del virns si fa;;1lili anzi inuti le qualora non gio vasse a dar 110a qualche conoscen za l'evoluzione della lue.. Conseguenlomeule vorrebbero ch'io questi casi la m cdicaziooc locale fosse autiflogistico molliliva e tale de lle altro partì della co1<tituzione d'11t,' Armala, nozione in poche pal'ole che comballeod'il processò infiammatorio favosenn di cui male polrttubo giudicarsi della maggior o r isse una l.Jo nna suppor.11.ioue. JI Ootl Tarrone, !11llo(:hè favC'r11minoro opporlun ilà e conveni1rnza rlef.\l i O rdinamenti Savole alla canteriuazione in :;:ener alr, vorr~hbe, .id eccezione riel caso <l'alce.ra semplicissima primiliv,1 io cui :imm1'tlO l'atilìlà nilarii che rispello alla med<'sima per 11Ilra via si vengano del caoslico potenziale, <lare la preferen:w a l caaslico attuale, , cono,cerf'. massimame.ulu ~e trattasi cl'nlcera a fondo lurdaceo, p1m:hè, e!.{li dic«, !11 questo caso se vuolsi otlenerc con il cnu;lico potenziale Lo seconrla. cnlegoria dì Scrilli cioè di quelli che su l'orla nculrali.:zazione del virus lor.alo e la cooseguento moclifìcaganin:niono d'un singolo e spe1iial E~ercito unicamenle si ziooe ,fol fonclo dell'ulcerJ , si corre pericolo, per la necessilà aggirano, è molto più ricca ed importante. Libri di tale del rinunvameulo delle cautc;rizzazioni, della diffusjono del processo iu1iammatorio alle s,lliandole inguinali e pcrcfò ùell'\WOluZH\nc dd bubbone inguin~le, meni re cbo ciò oou. ò a temersi nsand'il caus!ico attuale il quale, perl'tlsten,i11uec per la profon. (I) Vedi i numeri 20, 21 1 23.

PAJ.lTE SECONDA


specie si posseggono per quasi tulle le Arma te, parecchi anzi per ciascheduna delle principali, senza tenere conto degli Ser i.Li critici pa'rziali d~i qnali lo scopo non è di .me· todicamente espor esaminare l' inliera oTganizzazione d'un ese.rci to, ma di rilevarne so'lo questi o qne i vantaggi od inconvenienti oppure di proporre miglioramenti, trasformazion i, creazioni novellt1. Genere ri i Scritti quest'ultimo di cui un numero ìnfiu ilo vide la luce in ogni angolo d'Europa in qnesli ullimi an ni soprallutto, nel corso dei quali le vicende politiche miser in maggior evidenza i meriti <" le pecche di quasi tutti !;lì Eserciti di tale parte del globo. Attenendomi solo ai Lavori più compiuti non citerò tra quel!i chn mi passarono per le n·iani, fuorcbè Seelhorst, Kumpf, Nitiky, Caraman, . Wilzleben per la Prussia; per l'Auslr ìa Richter, 1\1uller, Bergmayr, Bavichìo di Peretsdorf, Dub, Strefllleur; per la Confederazione Germanica Friederici, Ruston, Xy!ander, Jacobi; per la Francia Vaudecoul'I, Bayllet, I>urat-Lassalle, Vauchelle, Bardin, Paixhans; per l'inghìl\erra j}upin, Jackson , Pasley; Storck, Tanskì, Bi:1rna re;k per la llussia; San ·Roman per la Spagna; Marion per il Belgio; Leemann per la Svizzera; Storck, Cìriacy per la Turch ia; Raeder per la .Danimarc&; Oud ìtiot per lt1 Sìcil i e , la Sardegna e gli altri Stati Italiani; Paul de Chaulot, Giustiuiani, Corsi per il Piemonte. Tenue soccorso mi _frullarono le indagin i praticate in tali vol11mì. Ollrachè essi videro la luce in epoche tra di loro sovente molto disparate e per parecchi già assai rimote, l'11sposiiione che vi si fa degli ordinamenti Sanìlarii è d'ordinario mo lto superficiale., incompiuta e riOettente solo questa o qpella parte del Serv ii io. È molto se vi sì trova il quadro cost itutivo del Corpo San itario, se vi è ind icalo il Lrallenimeulo di cui godono gli Ufficiali di tale Corpo; il numero e la sede degli Speda li; l'esistenza di Solda ti Inferm ieri od alcun altro similti ragguaglio. Tant'è l'<lbblio in cui è per lo più lasciato tullo quanto concerne il Servizio San ilarìo dagli ScriLLori che dell'or. ganizzazione d'un',\rma ta prendon a tratlare anche diffusamente. U che debb'a mio giudizio attr ibuirsi non solo al poco studiv che nrnllono La.li ScJrillorì nel procurarsi le relative nozioni, ma all'ìmbarauo p11r at1che chP <lebhono provare per utilizzare quelli che sra nno in loro po,;sessione, lrallandosi d'u11a rnaleria la qu~le rimase per lo più aliti abituali loro PluclJbn1zi,rn ì troppo .es 1ra11ea ed in cui po.e-::> aman avven t11 rarsi. Per quanto scarsi sian i fru tti che sì possono cogliere nel consult ar i libri di questo genen', è nullameno nocessìlà l'avervi ricorso quando mancano gli Scrìui della ca tegorìa segnell te cioè quelli destina ti ìu mndo apposito ed escl1J sivo ad espor il comp lesso de lle disposizioni che il Serv izio Sanitario presso una particolar Armata fìssan e governano. i quali Scritti a dire vero se esisless~ro per tulle le Armate, oltr'al render affatto superflua ogni ricerca nelle O per.e di cui fu si nora discorso , farebbero pu re sì che noo troppo dìfficìl11 e falìcoso riescìsse il procuccìarsi su la materia una vasta e soda istruzione, M.a pl'r s.fortuoa essi non es istono fuo rcltè per un piccolo numero d'Eserciti. Libro siffa110· (1) esiste per l'Armata Austriaca col titolo d'Esposizione sìstemalìca della costituzione degli

oa

( 1) .AusT: Systematische Darstellung der k. k. Oslerreichiscben

Militair Spìtaler Verfassang.

Spedali Militari oell'lmpero d'Austria. È lavoro del Commissario dì guerra Aus.l che Jo stampava nel 1844 rimpiazzanJ'un'Opera ana loga, ma più antica, pubblicata dall'HObler nel 1824 (1). Numerosi ed importanti cangiamenti essendo stati introdotti dopo il 1844 · oella Legislazione Sanitaria Austriaca , l'Opera del)' Aust veniva nel 1849 rislampala ad instanza del Ministero della Guerra con le opportune aggiunte ·e variazioni. Riassume dessa melodicamente i Regolamenti e le ·disposizìoni tutte che reggono i vari i rami del' Servizio in modo da offrirne una sposizione generale, conoisa rria sufficiente per dispensar il Lellore dal consultar i numerosi e sparsi documenti officiali. O'oti)ità grandissima è il libro dell'Ausl per i Militari Austriaci e per ognuno che del soggetto voglia prendere cognizione; peccalo solo. che altre molle e noteyoli Y~riazio ni più di recente opera te nel!.: costituzione degli $pedali, nella dotazione delle Ambula11zè, nello stato e lrallamento degli Ufficiali di Sanità , già . lo rendano di nuovo per alcun i versi alquanto imperfetto. · Un lavoro analogo' fu intrapreso dal · Rich thofon (2), Consigl iere d'Intendenza per l'Armata Prussiana a . cui egli appartiene. La prima parte che racchìud~ .un sunto storico delle vicende del S1irvizio Sanitario di Prussia dalla sua origine sin all'anno 1825, comparve nel 1856. Nel seguente 1857 usciva il secondo volume ch'esponc l'organizzazione dal Corpo degl i Uffizìali dì Sanità e ·delle altre branch0 cl_el Personale che han,oo parte al Servizio. Doveva seguir un terzo volume io cu i sarebbe stata esposta la cosliluzionc degli Spedali e di tutto ciò che al materia le loro destinato. si riferisce : se non che i pro~ gelli che silr d'allora già si ventilavano per la riforma dei relativi Regolame11li consiglia~·ono ali' Autore di differi re la pubbl icaiione dell'nltima parte dfl ~uo Lavoro che rimase perciò sinora incompiuto, come conti nuerà probabilmentH a rimanere, la seconda parie trov:rndnsene ora per modo irH'ecchiata che abbisognerebbe d'esse re rifusa per inliero. !" è può tenere luogo dì qnanlo manca la compi latione dello Scheller (5), pre,iosa raccolta di tulle le cìrc.o lari dir3ma1e si n a questi ultim i anni dai Medici in Capo del1' Armata·, ma che non ptrò giovare quando non preceda la conoscenza delle disposizion i fondamentali a cu i tali cir colari servono di Mmmen:o o di correzione.

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(Continua)

( t) El unLEn: Dìe J\filitair-Sanitats-Anstallen bei der Oslerreichischen Armee. · (:!) RtcllTH01.EN : Die 1\ledizinal Einrichtungcn dès konigl Prussischen Heercs. (3) ScnEr.LEn : Dic amUiche Cirkularo, welche vondem Chef des Militair-1\ledizinalweseus der Prussischen Arrnee erlassen worden !ìind.

AVVISO La Direzione de l Giornale ·invita gli Abbonati che sono in . ritardo <lì pag;Jmenlo a volere pagare la rata del primo semestro, giusta le cond izion i d'assoc iazione. Sì pnigan i ~ignori .l\fodìci Divis ionali perchè abbiano la bon1à dì titrnir in un so lo vaglia postale le rate dei loro dipendenti o .di farne sborsare coslà l'importo col mezzo ,del Quartier-Mastro dell'Armala. 11 Direttore Dott. CO!IIJSSETTI l\Ied. Div.

Il Vìcc-·Direltore responsabile Iiott. Bar. de Beaufort M. R. Toriu o J85~. Pela:zza, T ip. Subalpina, vi.a Alfieri !H.


.N. 25.

( ai 18 di gennaio ~ 853 )

ANNO Il.

GIORNALE UI HEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DEIJL'ARMATA SARDA,

L'associazione non si riceve clie per un anno e comincìa col t O d'agosto. Il Giornale si pubblica nel Lunedì di ciascheduna settimana PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In 'forino . . . . . . . . L. 10. rn Provincia ed all'Estero, franco di posta

.

L. l I.

L'abbonamento debbe pagarsi per semeslri anlièipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGRAFIA SuBALPINA via A.lfi,eri, nomo 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed a·c~omp'agnate da vaglia postale.

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1° Doli. C.1.rnE : Cenni Pratici intorno all'unghia che curare " ed è pur noto· per sentenza d·i sommi Praincarnata. - j Doll. Bom110: Cenni Storici intorno ad alcuni tici che chi conosce la ·sede , fa forma e l'indole d'una casi rimarchevoli. - 30 Relazio'ne delle Conferenze Scientffi. che. - 4° Giudizio del 1l1oniteur e dell'Union Médicale sa la morbosa affetione ha tutto con sè per pronunciaro con Relazione fatta dal Cav. Corom. Rihni al Senato del Regno ' franchezza intorno all'esito della medesima e può con intorno ataa Conferenza Sanitaria Intcroazionale. - 5° Bolpari cert1>zza applicarTi i mozzi atti a signoreggiarla. D·a lettino Ulf:ìziale. - 6° Doti. BALESTRI. : Cenni sull'organizzazione del Servizio Sanitario l\Jilitare. - 7° Dot.t. GucoMETTJ: qui il pregio onde la pratica riesca più pronta e facile; da Rivis~a dei Giornali Scientifici. - 8° Avviso agli Associati. , qui anche la meno lunga permanenza degli ammalati negli Spedati, l'economia, il benessere sociale e finalmente il decoro dcli' Arte di guarire. lo non mi prendo l'assunto, Onorevoli Colleghi, d'enu merarvi ad un'ad una le morbose affèzioni locali che vestono forma e caratteri appr.ossirnalivi da rendere difficile Cl!NNI l'RATICI INTOI\NO ALf,'.o ~GllU. INCARNATA. i la diagnosi e più ancora la cura; non essend'i miei omeri (lotti dal Mcd. di Regg. Dott. Cua1t in una Conferenza tenutas atti a lanto peso, mi limito a d'escriverve,;e uoa sola la nello Spedale dì Genova). quale siccome si osserva famigliare nei Soldatì, incombe Nel vasto e libero campo dcll'eserci1.io Medico ·Chirurmaggiormente al .Medico Militare di conoscerla nelle sue @icÒ occorrono uon raro volte morbi locali .che prr , fa particolarità per bene curarla. loro forma e per analogia di renomeni facilmente si posLa malattia a cui ho rivolto le mie attenzion.i · e che sono confonder insinme, quandocht> per carattere ed andebb'esserc l'oggetto .di di~cussioni nella presente Seduta damento speciale debhonsi a tuùo rigore distinguere; in si è fa così chiamata unghia iucarnata. Nella classe dei siffatte organiche lesioni poco bene si condurrebbe i I Pramolti vizi cu i .;ooo soggette le unghie, quali sono l'aritico che da Ile apparenze giudicasse esister.vi idenl ità di dezza, scabrezza, fonditura èd altre degenerazioni, quello ptOC(l8SO morboso e conchiudesse convenirvi eguale meche realmente costituisce una rilevante malattia delle metodo di cura; imperocchè determinand'egli in tale gnisa desime non si può negare non essPre l'unghia incarnala la un esclusivo metodo curativo non solo non risponderebbe quale in forza d'alcune particolari circostanze assai note, ti alla dign_ìt~ della Patologia e della Terapeuti,;a e non giomanifesta per lo più al dito gros$o del piede e qualche rara verebbe ai suoi ammalati, ma danneggierebbe in vece alla voha anche agli altri diii e del piede e della mano. L'un · loro sanità. Quindi quale fiducia , quale stima rotrebbe ghia che-t~nde ad incarnarsi comincia a deviare dalla naalla Medicina derivare maggi.o re di quella ch'aYesse nei turale sua d_irezione per la continua azione e pressi.one tempi andati in cui trionfna il puro empirismo! A parere di .slretto o male fallo calzare od in seguito a ricevuta ~io una sola è la via che conduce il Medico Pratico ad contusione o ad altra accidentalità pregressa od inerente esser utile. a i. suoi simili, una è la fonte a cui può fare tealla condizione individuale e mano mano s'ingrossa, s'insoro di cognizioni pel sublime suo ministero. Egli debbe curva di preferenza ai margini laterali dei quali ora l'esterno rivolgersi con coraggio e perseveranza allo studio della cd ora l'i111eroo od ambidue finiscono per impian~arsi nelle Patologia , teuere conto delle osservazioni e . meditarvi parti moli, cagionando dolori atroci all'infermo sia quando sopra non preoccupalo da sreciose teorie o da falsi si~ cammina, sia quando trov.asi in istazione. E bene vero cbe &temi. Nella Patologia speciale la prima indicazione che cotest'affezione assai comune e semplice in. apparenza insi richiede per istabilir un efficac~ metodo curativo non spira a prima fronte la ~ducia ch'abhiasi a lrattar una maè forse vero che sta riposta ne.ll'esalla cognizione del male? latlia di poca imporlanza, ma chiunque abbia tenuto d'oc Un solo sintomo in mezzo a taoli altri non basta talvol.ta chio il sno andamento si . sarà più d.'uoa volta convinto a difforenziar una malattia da un'altra ed a qualificarne che le bisogna corrono diversamente e che non sempre la •ede? Già d·i,se Ippocrate • chi sa coooecere., _sa anguarisce facilm·enlc e radicalmente in breve spazio di temS0111ua1o. -

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PARTE PRIIIA


:194 debb'anch'esser il metodo curativo ; per !aie ITllodo può po. Questa verità noo abbisogna d'essere dimostrata mentre eziandio stabili"rsi che nella malattia della sr.rnplice alte. celebri Autori ci assicnranouhe a malgrado dell'uso di questo razione dell'unghia ancorchè sia aecoropagoala da ulcerao di quello sp~diente la frequenza della recidiva in più zionP e fungosità riusciranno proficui i processi curati,i casi è costante. L'esperienza ha pure fatto conoscere che suggerili da Desaull, Molleggia, Bu1,zi, Bo~r e meglio oè gli escarotici , oè il taglio parziale od il tòtale strapancora quello dì Dupuyll'll11 spaccando ·1·ungt1ia nel bel pamento dell'unghia non hanno giovato e non giovano in mezzo di sua lunghezza cd afferrando le due porzioni nella tutti i caai, anzi si sono persino veduti rallir o lùll'al più parte interna con pìnielta mordente per poi esportarle sortir effetto palliativo, per cui dopo avere ripetuti questi una per volta mediante movimento dì rotazione 4all'inmezzi ad intervallo più o meno lungo, il male si. riprc, · tcrno all'esterno. Una tale pratica se s1estenrlesse a tullì dusse come prima e fors'audie con peggiori condizioni . i casi senza distinzione di malattia non sarebbe òa seguirsi , Così che se dagli accennati sussidii rarame11te si ritrae come non si debbe segu ire quella di Boyer il quale afil desiderato nnlaggio nella cura dell'unghia incarnata, non ferma essergli sempn~ riuscilo nei cnsi recenti il suo mela si debbe considerare per malattia tanto semplice come todo di spingere delle filaecica fine tu l'unghia ti la carnti appare in su le prime; e per non versar in -errore è giuoe no'n disapprova l'uso della lamina di latta di Dcsault coforza ammellere che in essa non vi sia sempre identità nei casi antichi ed ostinati. ,\ llron<le quando si couosee di processo morboso; che v'esistano essenziali differenze ch'il vizio sta nella m'atrice, non debbe sperarsi da simili d'alterazioni organiche sia ne lla parte primitiva.mente compensi lerapeuliei on permanente risultamenlo dì guaiiffolla, com e nelle parli contigue; che diversa ne sia là. sede rigione slantech~ quivi imporla distruggere la per-vertila e e' la natura; che ad ultimo eguale metodo <li cura non sia morbosa tessitura delle parti ch'iovolgo110 l'unghia. Qualo utile e non abbiasi ad adoperar ·in ogni caso. (orredala dunque sarà il metodo curativo più ap,proprialo per trond'idee che palesirno ia sua grave·i za, la pertinacia_e le sue car il corso della seconda specie ch'è mollo più tormenconseguen1e, questa malallia noi la troviamo descritta da tosa della prima e che abbandonata a se stessa o malparecchi Antori i quali ci lasciarono nei loro preziosi Trattrallàla può produr i descritti sinistri accidenti ? Il ·mitati accurato nozioni intorno alle cause, ai sintom i, all'an gliore mezzo ch'io sappia e che sfa stato finora coronato damento alla cura, ed alla dillicoltà che sovente s'incon · da fel ic11 e costante successo è quello inventalo da Dutrano per combatterla con buona riuscita. èontullociò sempnytrno che, vista l'insufficienza dei metodi di cura citali bra che in quei lemµi e .posteriormen te l'unghia incarnata da lui e da altri e riconosciuta l'impossibilità d i porre fosill unicamente considerata dipendente da sol·o vizio termine alla frequenza della reèid"iv'a, si determinò togliere dell'unghia stessa e l'a lterazione delle parti molli non ne fosse che una conseg-uenza od un'insignificante eompli- I insieme con l'unghia anche la di lei matrice colla seguente cazione. Desaull, Montcggia ed altri fanno bensì menziono J operazione che volentieri io riproduco per averla eseguila delr alTezione d1 queste nl,tìmc:\ ma i1Mrn modo tllll'a!Tatto I e .veduta più volte eseguire. Essa consiste nel far un'incisione profonda e semicir. secondario , quando per contro l'alterazione dell'ungh ia l spesse volte, a nr:ichè essere la_ eausa di quella delle parti 1 <:olore Ire linee ollr'alla r ipiegatura della pelle che sopporta 11 l'unghia alla sua origine; s'a lza quindi il lemho; si stacca mo lli, né è direttamente la conseguen:r:a. tutta la pell e in relazione coll'unghia; si distruggono le Ora la mercè d'ullcriori studii ed osservazioni si coparti bianche e fibrose nel rondo e verso gli aogoli della noscono due specie tra loro distinte d'unghie incarnate, ferita perchè costituiscono i rudimilnti che possono ri· secondochè la malallia ~i svolge primitivarnente e prende produrre l'unghia e man.te,nere la mal:itlià, Ciò fallo, si sede o nei soli margini o nella · matrice dell'ungh ia; che medica semplicemente la ferita ed in capo a pochi giorni se poi le cause le sono in gr3nde parie comuni, .ne ~ono l'infermo guarisce. In verun modo si possono contestar i però diversi i caratteri e le ,conseguenze per · la diYertiilà di tessuti che inleressaoo. E valga il vero, nella prima j buonissimi etl't!lti che <la quest'operazione risulta no, poiehè specit~ ch'è quella · ammessa per l'addietro dagli Autori 1 a sostituzione dell'unghia esportata e dnlla mancante ma"' come un ica , sogliono i detti margini conficcarsi nella 1 trice, la pelle diventa <lensa , quasi cartilaginea e la ripelle, determinarvi dolori, infiammat.ione, ulcerazione e i produzionè dell'unghia viiiata più non compare. A vendo io veduto con quesl'operazioue guarire penonc che da · fungosità che si riscontran~ costantemente innanzi e su di selle ed otto mesi gemevano in lt!tto a'd<lolorale ed emauno o d' ambidue i lati dell'unghia la quale non cangia grao fallo di eolore se non coll'andare de'l tempo e non il cis te per unghia incarnala stata ribelle a molti anteriori trattamenti , mi sono pt<rsuaso così altamente dei suoi produce una suppuraziòne moll°abboodante. Nell'altra spe· cie, dove il vizio risiede esclusivamente nella matrice, J pregi salutari che non mi ,dimostro mai perplesso a praticarla e suggerirl a ogni ' qualuoqne volta m'occorre di ollr'ad alcuni c~ratteri che ha comuni colla de$Cr.ilta , si curare o vedere questa ma lattia non universalmente conorilevano le fungosità nella matrice stessa; l'unghia dive· sciota; e per <l im<istrarv i quant'io apprezzi una. tale Pranuta secca o nera la si stacca poco a poco; la piaga tratica vi dirò che non son ancora venti giorni che fui conmanda in grande copia marcia saniosa fetente ; sovente su ltato per una ragazza di cinqne anni circa, la quale da ne sorte sangue puro; l' infermo è travaglialo da crudeli ·sei mesi e più trovas i :.iffella da unghia incarnata di sedolori e non trova quiete in alcuna posìiiooe; l'infiamconda specie al dito grosso del piede sinistro e, ver quante mazione s'estende al periostio, sviluppasi la.carie e la nevolle le sia gii, stal11 strappai! ed in altre maniere modificrosi d'una o più falangi e le parli molli pa1sano io decala, la malaltia contin11.a e progredisce in peggi() con fondo generazione cancerosa. profondo, livido, attorniato da alti e dori bord i. Appena che Stabilila quMt'es!enziale ditTereuta , 'uLilissima nella Pratica, ne risulta ch'il ·proce,so morboso non è sempre · ebbi esam inata la tagaz·,>:a e veduta che spe.cie. di malattia la molestava, senz'<lsitanza io proposi di trallarla col identico, che diversa è la sede della malattia e che diverso

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i9.5 taglio delle parti molli ossia della matrice e -sne adiacenze tolsi d( speranza la madre di guarire la sua lìglia in altri terÌnioi . lgooro se l'nperaiione sia stata esegu ita o 110 • Mi rimarrcbber alcune av,ertenze <la aggiùngere, ma pongo .fine col r icerdare ch'i margini lall~ral i dell'unghia si conficcan alcune volte profondamente nelle carni ed of, fron una resistenza tale nell'alto dell'operazione da fare credere callose le 'carni mentre non lo sono. A quP-~t'inc idente è necessario dar atlenzione ond'asteuersi dal no11 div,idere delli ma rgini e la11.ciarne la porzion inferior a fo mite della continuazione della malattia di cui la pa togenia, per dirla in poche parole, permette che possa stabi lirs i: darsi due specie distinte d' ungh ia incarnala, confuse per molto tempo assieme : interessar una l'unghia soltanto , l'altra la matrice. Necessitare ognuna un metodo di,-euo di cura.

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t:ENN) ::ÌTOl\lCf JNTORNO Al> ALCUNI

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CASI lUMARCHEVOLI

SEz10N8 Oll t F1rn1Tr DELLO SPEDALH nr N,zu NE L L ' UI.TIMO TRIHEiTRH 1851 (1)

NELLA

MII,JTAICE

(Da un Rendiconto del Doli. BoD1no Med. di llegg_.)

1° Ferite da arma da taglio. Giusepp~ Morettino Caporale ne l ·14• Fan teria, d'annì 22, di temperamento sanguigno-liufatico, di mediocre costiluzione sebbene non mai stato pre.::edentemente tocco da grave malaqia, nella sera ilei 27 ò'ollobre altùcand'in 1ro Albergo rilevò due ferite di sciabola al capo per le quali immediatamente fu trasferito all'lnrermeria. del Corpo, 1fov'il Medico di Servizio al Quartiere , isitandolo poco dopo, lo trovava p·allido in viso e sba lordito cou polsi piccoli e lent i, con procliv ilà al so nno e con la pelle intensamente fredda . Fallosi il medesimo ad esaminare le ferite ritrovò che l'una, la cero-contusa con denudazione dell'osso e della lunghezza .di due pollici ci rca , s'eslende·rn trasversalmente dall'in dietro all' avanti nella regione media dell'osso parietale sinistro, meu lre l'altra, lineare, più semplice e men estesa, discendeva verticalmente a sinistra dell'osso occipi lale . La oolle essendo giil .innoltrata e non sembrando ch'allra urgente indicazione fosse necessaria, limitav;isi il predetto Medico di Servizio a riunir i margini dt,Jle forile con cerotto adesiv.o ed a dar una convenieule posizione al c~po dell'ammalato il quale non lardava ad abbandonarsi a placido sonno , da cui risvegliatosi nell"ora della visita del susseguente mattino, mostrava;;i tranq11illo, senza febbre, poco conscio dell'accaduto e molesta to solo lievemel)le da un leggiero senso di peso al capo contro di cui si credette bast.tnte la dieta lenlÌe ed un'acqua ta rtariz · zala per bevanda. Coi1tinuavasi per qualchi, tempo in cotesto regime con sempre più srnsihile miglioramento deli'ammala lo, quando nel· sesto giorno ·da ll'a(:caduto, so· pravvenuti mia forte cr.fola lgia. , la febbre gagliarda ed i segni d'un 'irritazione gastrica , si credelle urgenl1i coaa ' ordinare ch 'il Ferito fosse lrasferit-0 nello Speciale. Quivi oella visita d!ll pomerigg io si rinvenne l'ammalato in (t ) Una it:ave malattia sofferta dal Dott.. Bobbio fu la cagione p_er cui il medesimo differì fin a questo momento la comunicaz1011e di questi Cenni Storici. '

I

istatc <l'ansietà e di somma agitaiione , accompagnale da senso di peso e di calor al capo con faccia suffusa , con sete ardente, con polso pieno e duro, con gli occh i iniettati, co_n la pupilla dilatata e con altri non equivoci ~egni d'incipi1m tc encefalite, contro di cui, sostituita anzi tult o al primitivo appare~chio unitivo delle ferite la iempl ice medicazione ,'nollili va, credetti uecessari o ordinar un largo salasso dal braccio da rinnovarsi a sera più avanzala e la sommi11istrazione di bevande fredde acidulate. Ciò malgrado la nolle essendo stata inquietiisima ~ pcrsilltenti mantenendosi nel mattino del 25 lolli li descritti sintomi, non solo feci prima <lei me:tzo giorno praticar il terzo ed il quarto salasso , ma ordinai che prima della visita del pomeriggio fossti eseguita un'operazione di sanguisughe ai processi mastoidei. C~o questi mezzi curatiri ottenni tale una diminuzione nella gagliardia della febbre e così sen sibile miglioramento dei sinlor.n_i capitali che giudicai opportuno desistere nella sera d11 ulteriori sottrazioni di sangue, soìnministra nd·in vece una bevanda lartaro-emetizzata da prendersi e11icra tica mente, di cui l'effetto cala rlico fu nella notte così abbondar.te e profittevole ehe l'ammalato dopo qualche ora di ristorante sonno moslravasi nel mallino del giorno dopo ilare in "ollo, libero quasi da ogni d.oglia ed in istato di quasi compiuta. apiressia; miglioramçolo questo che co·n il 80lo aiuto d'opportuna dieta si man tenne progressivamente costan te così da fare sì ch' il Morellino perfettamente guarito e delle feritfl e d'ogn i altro suo incomod'o, potesse abbandonare lo Spedale nel giorno 5 dttl succt,ssivo mese di novembre. La verità già presentita dagli Antichi che Je ferite del capo costituiscono sempre lesioni di mollo riguardo sa . rebl.Je provata anche dàll'esposla fallispec ie. Le copiose sollrationi di s~ngue rinnovale a brevi intervalli furono quelle che valsero a frenal' ed a con tenere nei giusti limiti del suo primo periodo l'i11cipiente encefalite. T ullo ciò è fuori di dubbio nel nostro caso .. Ma questa masaima già saggiamente adottala da I1.irco, da Peti! e rla molti altri Pralici dovrà essa costanlernente esser adoperala in quahrnque alt ro caso consimi le, ovvero sarà ella cosa indifferente r icorrer alla Pratica del Boui llaud, consi;stente nel praticare coup sur coi,p piccoli salassi, la quale conta pure risultamenti favorevoli P 2° Onice cdl'o1:chio destro. Giovanni P. Soldato nel 15• Fanteria, di temperamento 11anguigno-nervoso, di gracile costituzione, soggetto fino dall'infanzia alle malallie reu · maliche e ad una quasi abituale cefalalgia, nel giorno 2 di novembre entrava nel lo 8pedale dov 'era collocato ael lellÒ 11° 15 dell a Sala degli Oltalmici. È uopo prima di ogn'altra cosa avvertire che costui er_a stato espressamente per ragione di malallia d'ordine Supuiore liberato dalle carceri Senatorie di questa Ci ttà, dove la.nguendo da molli mesi ìn allesa d'un defiuit ivo giud i1,io per reato di insubordinazione era slalo toccn da grave congiunlivile catarrale la quale, -a le!JOre dell a· Dichiaraziooe del Me· dico di delle carceri, ribelle ad ogni rnetodo curativo aveva ad ultimo and1'invasa la cornea lucida. Di fallo, oltre l'immagrimr.nlo, la fotofobia e l'epifora cl:i,e il P. of. friva nel suo pr imo ingresso nello Spedale , riscootravasi pure la tumidezza della congiuntiva palpebrale destra dalla quale parti van alcuni fascelli venosi di colore rosso sbiadito che convergendo per uo tale çiuale tratto sn la congiuntiva ocu lare finivano r>er riunirsi e ~oofoude rsi nella


!96 parte inferiùre <iella cornea in un solo 'punto <l'onde moveva un distinto e semilunare cerchio ~ianco-giallognolo, molto sporgente, concavo in alto e convesso in basso e tale in breve che, obbliquamente · guardato, non lasciava dubbio su fa real esistenza di q11ella partico lare forma morbosa conoscinta r.on' il nome d'unghia os$ia ascesso della cornea. In tale stato di cose ritenen_do che una più dolce ecl equabi le temperatura a-vrebbo non poco con tri buito al 1)1100 andamento della cura, disponeva che. l'am malato fosse !raslocato in una _camera poco illuminala del 3° _piano in cui dopo aver infru ttuosamente fatto ricorso ad un regime t0nue rinfrescativo, al'le bevande mucilagi-· nose con nitro ed ai collirii anodini, non 011tanle che la . delicata costituzione del l'ammalato non, senlbrasso gran fatto perro<'lter,1 l'ti8o delle sottrazioni sanguigne, tuttavia per la <'Ostan te persistenza d~l la ccfalalgia e della folof'ohia mi decisi per l'attuazione del salasso poche volle ed a lunghi in tenalli rinnovato, facend'in pari tempo uso della pomata <l'atropo-bellmlonna con ungueolÒ mercuriale per- frizione alle palpebre ed al sopracci~liu . •-\ggiungeva in seguilo il sangui,ogio alle tempia e l'uso interno dt>l calomelano unilo alJ'estrnll.O di cicuta mer<:è 'dei quali e di rinnovati TOSCi• calorii fui lieln osservare no i breve giro di pochi giorni talmente diminuita Hiofiammaziont' congiuntivale e ·così limitalo l'ascesso da non rimanervi fiiù che on lievi8simo leucoma. Così ridotta la biiiogna, nella speranzll che con j col,lirii aslringer!li e cateret.ici sarebbesi onnioamt'nte dilc,,uatn il residuo morbo, ai medesimi" ed all'opporltma dieta limitava no11 senza profitto il metodo curativo, quando l'iotempcstiva e volontaria' egprsiiiono dllll'ammalalo a cagioni renmatizzanti risvegliò nuovamente più che mai ioten~" la congiuntivite e con questa pronta mentti com parve l'ascesso. Opposi di bl'I nuovo a questa ricaduta il metodo autiflogislico ·attivo e negativo; ma 11011 potei questa volta impt>.di re che l'ascesso si screpolasse•e ne risultasse un'ulcerella irrl!gol~re la quale per qualche tempo stazionaria finì tuttavia per volger a cicatri1.zazione col mez.zo di rinnovati tocchi fatti con il nitralo d'argento fuso e la· gliato a lapis, nienl'allro più rima·oendo fuorchè un punto biancastro, npaco ed incapace per la. sua posizione fuori del campo pupillare di nuocer alla ·facoltà visiva dell'occhio. Co11seguenh1meote il P. polè uscire dallo Spedale ai 10 dnl suci:essivo mese di dicembre, senza che d'allora in poi abbia avuto luogo recidiva di sorta. ~onz'·attendere, come per lo più usan i Pratici, ch'io questa· malattia il pus sia assorbilo per lo sole for:te di natura, non sarnbbe co~a lecita e prudente ricorrere subi lo a Il' incisione dell'escesso come praticarono qualche volta Désault ed altri Celebri Maestri ? 3° Steatoma della spalla sinistra. Giuseppe Maffeo, Sol4ato nel 15° Fanteria , di temperamento sanguignolinfatico, di robusta costituzione, soggetto da quand'a quando a leggiere irritazioni vasali attribuibili alla giovanile sua et:i od all'uso smodato del vino, ma facilmente dom·abili con il semplice regime minorativo o LuU'al più co11 uno o due salas_si1, qualche tempo dopo .la prima Campagna del 1848 incominciò ,ad avvertir un incomodo alla spalla sin istra che, cagionato dalla presnnza d'un piccolo tumòre,·· su le prime non molestandolo gran fatto gli permetteva il ·disimpegno dei suoi doveri. Col Tolgere del , lompo però quest'incomodo insonsibilmente,. aodò aumen- ' tando sin a tanto che nell'autunno del 1851, in occasion e

del cambiamento di gnaro1g1ùne tra Genova e Nizza, la pelle che copriva il tumore, per la continua fregazione della bretella dello zaino , s'irritò talmente· che non appena arriva!o ' in Nizza il Maffeo fu ob!>ligato riparare nello Speda le, don\ domato iu pochi giorni lo stato risipolaloso ùèllà 'JH~lle sopraslanlc o. circondante il tumore per mezzo del sangnìsngio e dei cataplasm i mollitivi , si verificò nella parie superiore della spalla J' esistenza d'un tumore per grossezz'a e forma sirnil ad un uorn gallinaceo, piuttosto duro , indolen'te , ineguale. , 11vn elas lico , poco compressibil.e con il ·tallo e tale in breve nei suoi caratteri differenziali eia indurci nella diagnosi di vero steatoma. Fatta questa diagnosi, co11 buone ragioni faceva presente all'ammalato ch'il miglior e più sicuro mezLo di pronta guarigione sarebbe stato quello déll'est irpazione. Ma il Soldato o fosse rea lmente pauro~o o nutrisse iu vece una subdola speranza (era il Maffeo un surrogato) che persistendo la malattia, egli avr~bbe con il tempo potuto ottenere la riforma, fatto è che non voleva in alcun modo acconsentir al le· reiterale nostre istan~e laseianòo che a quest'operazione s'addivenisse. Se non che dopo ua considerevole lasso di tempo di permanenza nello Spedale, stanco forse della nessuna u.tilità che si ricavava ~on i topici mollitiri, fors'anco disperando di poi.ere riuscire ne.1l'intentu della Riforma, si decise finalmente per l'estirpazione. A questo scopo, falla dal Dùll. ,Massùlino tendere la pelle che copriva il tumore, io praticna con il gammaulte un taglio in crocn nel senso del maggiore diame tro del tumor e quindi , conv,mientemente r ialzati e disstH:ali i lembi, afferrava con la punta dei diti de!l;i mauo sinistra I' ammasso l~rdacf.o H smossolo bel "bello dal suo fondo nell'alto che lo faceva lateralmante sollevare col mezzo di furti pinzette a 111edicazioue, con alcuoe inei,ioni <ldle più resistenti briglie che lo tene,·an adereute io perveniva a sradicàrlo compintamente . Accostali in seguito i .margini della ferita e falla una medicazione sempli cissima' non tardò molto a compiers i la cicatrizza. zione la quale perm ise al Maffi)o d'uscire dallo Spedale libero da ogn i i11comod<1 nel giorno 10 di òicembre. L'esame del tumore rivolò nel 'mede.,imv una sostanza lardacea, acislica, dnra, di colore biancastro, stillante un umore 1111lllOSI) qoasi di linfa addensata e composta di molli pii ci disti nti lobi come d' a ILrellanti otricoli contenenti un tessuto adiposo alterato nella sua natura. Que8lo genere di tumore uovrà sempre ritenersi gene rato da vizio diatesico e da cagioni interne, o pure da locali e meccaniche è-agiou1? 0

REliAZIONB DEl,LB CONFERENZE SCIENTIFICHE (Mese di diceml,re. 2a Tornata ). Tonrno. Dop,o lettura ed approvazione del processo verbale della Seduta anteriore il Doti. Riva, qoale Relatore della Commissione iostiluila all'oggetto di ,erificàr e dispor i fondi àel Gabinetto di Lettura , diede comunicaziono del suo rapporlo in proposito aonunziond'ad un tempo i nuovi acquisii d'Opere o di Giornali da quella progettati. Da questo Rendiconto, nel qua.le aczi tutto renclovansi al Bar. Doli. De Beauforl li dt1voti ringraziameoti per l'esatta e lodevole gesliooedei foqdi del Gabinelto, ri~ ullò ch'essendosi nel decorso dell'anno 1855! ottenuti considerevoli r,sparmii, potevasi oramai con la giunta delle quoto del


197 1853 di$porre d'una somma. discreta in acquisto delle seguenli Opere · e . Giornali: t O il Giornali d' Omodci: ~0 Il Journal d'oculitt(que: 3° RfcueU à, Mlmoires de ilfédecìne, de c4irurgie et de Pharmacie (Vidal): 4° la Farmacologia dell'O,·osi : 5° il J)isiona,io di Chirurgia Pratica ài S.Cooper.: 6° la Biblinthequ, du Médecin Pr_aticien à" Doct. Fabre: '1° l'Atlante d'Anatomia del Bonamis. L'acquisto di questi Giornali ed Opere fu partitamente v(?tato ed approvato a grande mag~ioran:r.a dal!' Adunanza, Si yotò quindi e s'approyò la proposizione del Doli. Riva '<oncernente la legatura dei Giornali ed Opere già esistenti nel Ga• binelto onde così procurarne la conservazione. Finalmente ad istanza del Prcc5idente s'emise concordemente il voto che fosse inoltrata al Ministero per la via gerarchica la domanda diretta ad ottenere l'acquisto della grand'Opera à' Anatomia Plastica in dimensioni naturali di cui l'importare dovesse prelevarsi sul bilancio dello Speda le Militare della Divisione; Opora d'Arte questa preziosissima di cui molti dei l\Iedici Militari poterono l'anno andato a mmi r.are la fioitezza e la precisione nell'csposi.:ione che il sao Aotore ne foce in noa· delle Sale Universitarie di questa ·111etropoli e d i cui i principali Stabilimenti Lii Franci_a trovansi provvisti. GENOVA, Presenti li.li.ledici Militari di terra e di mare fu letto ed approvato il processo verbale dell'antecedente l;eduta alla quale gli ultimi avevano· pare preso parte. Parimente fu approvato il Rençliconto fatto dal Sig. Grasso Farmacista Capo nella sna qualità òi Segretario Cassiere del Gabinetto di Letturà, rendendoglisi in pari tempo le bene meritate lod~ per l'onorevole modo con cui adempi a questo suo mandato. Qaind) l'Adunanza prese a discotere se non sarebbe stato conveniente sosti1uir ai Periodici l'Aòéille llfédieale, la Gaiette des Hopitaua; ed il Giort)ale'di ilfedicina Politica di Brescie, l'acqusto di questi allri , Les .Archivès Belges de l.l'lédécine Militaire, la Révue Scientifi.que el Ad,ninistrative des Armées o le Récueitdes illémoires de ll"if4icine, Chirurgie e,t Pharmacie ilfilitaire; Periodici questi nltimi i:quali tr,.1 ttando direllamente di cose Militari t.lnto Scientifiche quanto Amministrative avrebbero potuto essere d'utilità maggiore dei primi, il contenuto dei quali o trovasi riprodotto nella Gaietto llfédìcate de Paris ovvero non è di quell'immediata utilità (il Giornale di Brescia) che da principio ciascheduno poteva ripromettersi. Ma a\'end'il Med. Div. avvertito l'h'interpellato io proposito il Consiglio Superio~i Militare di Sanità; questi aveva per or~ano del suo 'Presidente risposto " che non può la Società coutribuente per il Gabinetto di Lettura sopprimer i Giorrìali che formano la dotazione comunu con gli altri Spedali Militari per sostituir altri Perìodiei seoz'avcr il concorso dei Socii d(:l:(li altri Gabinetti di Lettura dr Ilo Stato e senza l'antorizzazior.e del Ministero della Guerra che parimente concorre a tale dotnione la quale debb'esse'r uniforme in ogni Stabilimento Militare San'itario • , I' A.do naoza ferma neh'opinione che questa sostituzione di Giornali possa realmente riuscir•a vantaggio comune, decise rivolgersi per mezzo del nostro Giornale a talli i Colleghi <lt:llo Stato pregandoli 11 volere prender in considerazione l'enu nciata pro p9sizione e1 trovatala bnona e vantaggiosa, rassegnarla d'unanime cQuseoso di tutto il Corpo S ao itario-1\lilitare al Consiid:o Superiore, acciò impetri ,,sso dai\'Onl'rcvole Ministro della Guerra l'autorizzazione del predelto scambi o o soslitazione di 6iornali. Esaur.itosi quest'argomento, il Presidente, prendend'occasione dai -l'isultamcnti necroscopici verifieatisi nel é;idaver0 d'un Veterauo d'Art·iglieria morto recentemente per apoplessia, i quali dim'Jslrar<1n ·e sternamente una ferita al c.apo con ispòstameuto delle fibre ossee del cra nio ed internamente un· abbonLlanle stravenamento tra !a dura o pia mr.niol(e e nei seni -~erebraii; si fece a discu'ler intorno ·aJ!a ct1ra più conveniente io detta malattia tlimostrnndo come quella dvvesse essere varia ,;ocon:lo che ques~a aµparleneva all'una od all'altra delle varie sr;ecie di apoplessia ammrsse dagli Scrittori di l\leclicina Pratica. Restringendo quind'ìl soci dire in·torno al caso toccato al Veterano d' Artiglieria i ù cui tra uavasì d'apoples:;ia .sanguigna, ·accennato come nella maggiove parlo dei ..:asi foss'impossibile eva.cuare direttam~nle il liquido comprimente, .dimostrò che ad ottener indirettamente il medesimo effetto per quant'ahneno eracpossibìle era uop ,1 ricorrer allo sottrazioni sanguigne tanto geu.;rali quanto

locali le qoali diminuendo la qaànlità dal sangue in generale e ritardandone eziaodio il corso verso il cervello, fa'Vorivaoo gran~ dament~ l'assorbimento del sangue stravenato. Li Dottori Pe'rso-. nali e Mari tuttochè favorevoli in generale nelle apoplessie sanguigne al metodo di cura che ha per base il salasso,ciò non ostanti) prcndend'ad esame il caso speciale in cui l'apoplessia abbia luogo per istravaso effettoatosi in grazia di lacerazio,ne dei Yasi sangoigni e considerando come per legge idraulica dell'economia . animale quando si sottrae sa·ogue da una vena s'attin di molto il circolo generale e conseguentemente s'espone il cenello a sof.., rire più grave compreasione per la ma~gior uscita dì saogne dalla parte lesa del medesimo, sostengono ch'io tale caso il salasso lungi dal giovare, non fa altr<1 cosa che aumentare la cagione del male; e ciò tanto più in qoanto che col rinnovato sa• lasso si diminuisce la plasticità del sangue della quale debbe tenersi molto calcolo ond'opporsi ad una maggior uscita di sangue dai vasi lacerati. Io prova di quest'aumento del circolo per effetto del salasso il Dotl. Mari riferisce il caso di gravi e genuine in• fiammazioni nolle quali l'organismo trovasi talmente oppresso che dal polso non si può argomentai:e gran fatto intorno alla febbre che le accompagna, quaòdqche, salassando,il pol&o si rialza e divien celere per l'aumentata azione vascolare dichiarandosi così ad un subito la febbre. Ai preopiaauti s'unisce pur il Dottore Piazza per ciò che spetta al salasso generale, ma tuttaYia ammette in questi casi l'ati!ità delle· sottrazioni sanguigne locali. All'incontro il Presidente sostiene ch'il salasso generale dimi• naendo la quantità del sangue· e consegoentemente lo stimolo che ne accelera la velocità di corso nei rispettivi vasi heu loagi dall'iadar in timore d'aumentala uscita di sangue dalle parli lese del cervello, ne fa iii vece sperare la di mi nazione con utilità manifesta dell'ammalato. li Dott. Fissore, notando primieramente come prima ù'l1pplicar il metodo di cura nell'apoplessia pe'r ç:ompressione, sia necessario distinguere ,se la medesima abbia luogo per istravaso sanguigno, per la presenza di schegge. ossee, per cagione d'un tumore qualqaque formatosi nella cavità del cranio ovvero per semplice enbrmesi cerebrale, termina con unirsi a] Presidente nel ricooosc.ere nelle so!traziooi sangoig't e gene- . r.ili ·non ,olo uo meizo perdimìnuirè la velocità I) .t 'urto ilei sangue stesso, ma s,bbene 11ncor un poleoteaiutouoì procurare \'asso rbimento del sanf.(ue slraveoato. E noo solo utile, ma neces.sari.o reputu il salasso quando !a compressione nasce da emormesi c~~ebrale e da stillicidio sanguigno , dubbioso Io riguarda quando la compressione dipende da scbef(ge ossee o dalla presenza d'Dn tumore, inutile poi o probabilmente dannoso se da · sfiancamen.to delle fibre cerebrali la compressione dPriva. Con ciò ha termine la seduta. · ALESSANDRIA. li Oott. Lampugoani' dà lettura d'una Sloria di emormesi cerebrale con susseguita encefalite, la quale promosse alcune dotte considerazioni ed illustrazioni per parte dei v;,rii Membri presentì. In seguilo il Presidente propose e l'Adunanza confermò con il suo voto l'atto del l'innovamento dei Segretarii delle Conferenze, uniformandosi in ciò a quauto si pratica negli altri Spedali .Militari in cui il rinnovamen to di tal Ufficio si fa annualmente. Addivenutosi alla volazioue, il Dotl, Alciatì otteone per due volle la pluralità dei voti, ma rifletteod'il Presidente che per la validità d~lla nomina era n ecessaria la maggioi·iti's de, voti ( 1), l' Aduoan:za passò ad una terza votazi one io cui il Dot• tor Alciati ottenne voli "n° '6 ed il Doti. Bollieri voli n° tO. Fu per coasegnenza eletto a primo Segretario il Dolt. Botti eri ed ìl . Doti. Prafo fu poi rieletto nella quali tà di Segrelarfo in secondo. ·

ScHMDl!RÌ. La lettura della Circolare del Consiglio Superiore l\Iililare di Sanità, o0 8'185 ed alcune annotazioni state fatte in(1 ) Poi0bè nel l'iunovamenlo dell'Uffizio di Segreleria vollero i Medici llfililari della Guarnizione d'Alessandria uniformarsi a quanto si pratica nella maggiore parte degli· Spcdali Militari dello Stato, crediamo fare cqsa grata loro partecipando che in• 'forino ed anche in aitri Sped'ali !llititari per la validità della no inina del Segretario bastò sampre la pluralità dei voti e noo si r:cbiese mai la maggiorità assoluta quando questa non esisteva, di fallo. La Reda;ione.


198 torno alla medesima dai Dottori Sclaveranì ec"\ Alfurno a cui rìspo.se ii Presiderite, occuparono tutt'il tempo di questa Sedata.

G-iuo1i10 ÒEL Mo «1TE CJ 11 Ill$LHIONE FI TT.-\ DAL DEL RtWNO

1i.'ro11No

TE11NAZIONALE.

i,

oRu)UNlON

c:\v. Co~rn.

Mim1CALE su u

R1.1um1 . AL SENATO

AI.L.l CoNP'El\l!.NZA SA'NITAl\lA

1N-

tre dans cles grands et iotéressants développemens ; on voit que l' Auteur ne s'est pas pror,osé seulemeoi de parler au Sénat, mais qu'il a voulu,en ipème temps éclalrer l'opinion publiquo, a fin de la préparer a recevo ir a vec confiance la nouvelle ins.titu tion_ Sanitaire. Sous ce point de vuc, le trav.1il rle Mr Riberì es( un véritable serv ice rendu à la cause San ita ire, et il aura certainemenl pour efTet· de llis~iper bien des. erreurs, d'écarler bien des pré · venlioos. La Redasione.

Non ultimo ufficio delli-Rodazione del nostro Giornale quello ('ssendo di registrare nelle colonne del medesimo tull i quei Falli o Sèritti i 11uali mentre giovan alla Umanità ed arricchiscono la Scienza Medico-Chirurgica , illostran in ispeciale modo il nome di qùalche Mèr1bro del la famiglia M~dico-Mililare, già prima d'ora 1 B(U,LETT{NO llfi'FICIALE uoi avremmo dovuto offri r ai nostri Lettori al.men un suolo della splendid.a Relniono r.h'il Commend. Profe~sorc Riberi nostro l lluslre Cal"o, nella sua qualità di SeVariazioni ·nel Personale Sanitario-1Jililitare. oa.tore Relaiore, faceva alla prima Camera del Regno in lbrnò all a nuova Convenzione Sanitaria Internazionale. Se non che all'immensa importanza sanilario-commer Doli. ·Battista Pescetto, Medico di la Classe nella R. Maciale dell'argomènto av.end'il Relatore per chiarezza e purina, collocato in aspellativa. rità di lingno, per vastità di ricca e solida erudizione e Dotl. Ellìsio Nonnis, Med. di Regg. addetto al lo Spedale ,per la stringente eloquenza dei falli · pratici logicamente Div. di Cagl iari cou il titolo. di Ch irurgo i o Capo, interpretali, voluto soddisfare per modo d;i rimover ogni ammesso a far valer i suoi tifo!( alla· giubila dubbio ch'intorno alla questione delle Quarantene anche " zione. nell'animo dei più meticolosi potesse ancora sussistere, Uoll. Matteo Coppa, Mecl. di 1\egg. in aspett., co llocato non poteva il suo Scritto non riuscire lungo tanto da in riforma ed ammesso a fare valer i suoi titoli irnpndirci~non solo di riprodurlo per intiero nelle ristrette alla giubila~ione. colonne di questo Giornale, ma nemmeno di darne. on ragionato sunto. --- . · - - - ·- ':'Volendo tuttavia ·io qualche modo .soddisfar al debito no~tro, senza riferir il giudizio favorevolissimo ch'intoroo CEl\Jl\JI a quello Scritto pronuncialo troviamo in quasi tutti li IULL'Ùl!GA1'1ZZ ,H l0!111: Dl!J, 5ERVIZIO SA!'iJTA IUO PRliSSQ Giornali Scientifici e Politici ciel n1Jstro Slato i qnali fa. cii.mente posson essere consultali dai nostri Lettori, creLE DIFFERENTI AllMATll EuROPil!: (1). diamo fare cosa grata ai medesimi loro comunicando le ' 11 Belgio possiede due Lavori del Sig, Meynn<~ distinto ,testuali parole con cui alcuni lra i Gi1m1ali Fraucesi si Med ico di Battaglione, i quali completandosi a ticenda esprimo11 intoroo a qnesta Sc ientifica 'produzione. 1 molto giovan a fare conoscere le norme che presso tale Così leggiamo nel Giornale offciale dell'Impero Fran, Nezione go,ernaoo la San ità Militare. il primo (2) <lei cese, il JJfonitmr dei 29 di dicembre 1852 (1). due Scritti è 1111a Raccclta per ord ine di materie di tutti • . , . . . Les développeme11ts dans Jesquels .M.r le i Regolamenti, Decreti, Circo tari ed Istruzioni che dal ·1314 Doclem Riheri esl entré òonnent u11 baut degré d'iotéret in poi dal governo Ola11dest) e più lRrdi del governo Belga à son rapporl, oti l'erndilion s'all ie 3\JX rnes praliques furon emanati i,1 proposito . li secondo (5) è l'espo1izio11e Q'un esprit à la fois éla,vé N conciliaot ; ·i]s contribueroul dei dirersi progetti di leggi, rapporti e <liscnssioni parlacertaineme11ti à ltiver les doutes qui o,nt empèché jusqu'ici mentari che negli anni 1845, 46 e 17 l;ll.>bero luogo nelle plusieurs Etats d'adhérer définitivement aox vues si saaes relativaménte all'Nganizzazione da sto. Camere del Regno et si éclairé(1 S de la Confòrence Sanitaire International:.• bilirsi per il Corpo Sa01tario dcli' Armata. Tali dibatlimenli Parimen te leggiamo nel Giornale Scieni ifico l'Unir.n rìesciron all'adoz ione della legr;e dei 10 marzo 1847 che Médicale dei 4 di gennaio '1852 (1). fissò le condizioni altual i del Corpo e che si trou « · · • • . . Mr Riberi est, au jngemenl de tout le nel libro del Volt. Meynne riferita in 1111 con le re lative monde, un des premiers,· si ce n'~st le premier Chiruristruz ioni ed appenùici. L'Autore ha promesso di tenere gieu de l'I1a!ie: il est, <le plus, le Médecin aimé <!11 Roi la sua Raccolta a! corren te delle nuovll disposizioni che actuel de la Sardaigne, .après avoir été celui de son auve~r~,liber emanate col me1Zo d' anmrn dispense supp lemenguste pèrn, l'infortuné Charles Alhert , qu'i l est allé soìgne1· dans son exil . . . . • Le rapport de Mr Riberi en· {!,}Vedi i numeri 20, !1, !i3, 24. ·- -- ------ -··---- -· (:l~ l\hYNNE: llécueil des Régléments, Circulaires, etc. con(1) Tanto nell'uno quanto neli!al!ro Gìoroaie tro, iamo pure cernaot le Service de Santé del' Al'mée Beige, fatta onorevole roenzione della persona del Doti. Cav. Bertici e (3) l\htYNNE: Réorganisation do Service Sanitaire de I' Armée del suo Rapporto fatto alla Camera dei Deputali. · Beige.

PARTE SECONDA

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199 tari, locchè lornerebb'anche pili utile quaiora noo fosse, eom'è,3ffatto esaurita l'edizione del volume_principale (1). La Francia non possiede ancor i11 questo momento un libro che basti da solo a dar una conoscenza generale di lolle le disposizioni çhe regolan il Servizio in questione. Ella curita però deg_li ollimi lavori parziali che ·questa o quella parte prendon 'in ispeciale considerazioiie . N6n farò che di passag~io mem-ione della raccolta gia troppo antica cbe il Courtin ,~) compilava di lnlte Il} Leggi, Decisioni e Circolari relative agli Spedal i Militari; come delle tavole (5) . che il De Piis stese per tutte le misure di simile genere che furonò prese dal 1851 a lutto l'anno 1842. Esse non giovan a ch i non tenga a propria disposizione la raccolta del Giornale Officiale per l'Armata Francese. Né m'arresterò all'istruzione del Dubois (4) per gli Ufficiali d' Am· ministrazioue negli Spedal i Militari, la qual oltr'al non essere di data troppo recent~ è affatto limitata alla parte amministrativa. Chiamerò bensì la ·vostra attenzione su l'Opera ancora recente del Prof. Begin (5) Medico Ispettore e Membro del Consiglio di Sauità, Lavoro ottimamente ideato ed utilissimo a chi ami conoscere le vicende passate, le cond izioni recenti ed i voti per I·avvenire del Corpo Sanitario Francese. Sufficienti particolari però non offre per quanto spella gli Sta bi li menti Spitalier,i, la loro di_stribuzione, economia e dotazione. Per questo lato può sin ad un tale quale punto supplire l'Opera dei Oollori Maillot e Puel (6) di cui la seconda parte destinata ad indicare le attribuzioui ed i dot'eri degli Ufficiali di Sanità negli Stabilimenti Militari, comprende un suolo assai bene fatto di tulle le più irnposlanti norme reé!olarnentari re• lative agli Spedali ch'all'epoca della pubblicazione di tale libro eran in vigore. Ma il medesimo veèleva la luce nel 1842 ed io quest'ultimo decennio no~ pochi furon i can, giamenti portali da nuove Istruziopi e Circolari di cui alcune stampate con i processi litografici non si trovano 1 neppur inserite nel Giornale .Militare Officiale. 11 Doli. llogier, Redattore deìla Révne Scientifique et Admin·istrative des Médecins des Armées de terre et de mer, Giornale che caldamente patrocina gl'inleressi degli Uffizial 1 di Sanità Francesi, per soddisfar al bisogno da questi ge11eralrtwnle sentilo d'aver in un solo Corpo riunite tutt~i le leggi le qua li reggon il Servizio ch'essi sono i:hiamal i a prestan', concepì l'utilissimo pensiero di stampar 11nilarne11te ad ogni dispensa ·del suo Giornale alcuni fogli separali elle sollo il titolo di Legislazione Sanitaria per l'Armala conterrannn l11lli li Begolamenti, le Decisioni , le Istruzioni, le Circolari drn si tro,ao attualmente

(~) Debbo la possessione d'ua tale volume alla somma cortesia del Cav. Cunier, antico Medico Militare, ora Direttore dell'Istitoto Oftalmico di Bl'Usselle, il quale sapendo che non m'era stato possibile \l'averlo altrimonte, volle toglierlo dalla propria Biblioteca per farmene un gentilhsimo dono, del che gli rendo le più vive grazie. (~) CouRTIN: Récaeil général des Lois, Régléments, etc. sar le Service dcs Hòpitaax Militaires. Paris 1809 (3) DE Pus: Tables cles LÒis, Ordonoances qui ont rapport au:i.: Hòpilanx Militaires. (4) Duno1s: Instruclions sur le Serv"ice des Officiers d'Ad.ministratioo d aos les l:Iùpilaux Militaires. (5) BEGIN: Eludes·sur lè Service de s,mté l\lilitaìre en F1·ance. (6) ,l llAILLOT et PURL: Aide-niémoire Médico-Legal de l' Offi• cier de Santé.

in vigore. Queila raccolla cominciata nel 1850 forma già un volume ricco di parecchie istruzioni assai importanti; ma per il modo di pubblicnione adottalo avrà bisogno di ·1ungo tempo ancora per· diventare compiuta, massimamente se, com'è necessario, essa avrà a compre·ndcr un suolo almeno del voluminoso .llegolamento d'31 1851 per il Servizio negli Spedali; Hegolameuto che forma tuttora la bo.se della Yigente Legi~lazione. 11 Doll. Boudin già .Medico in Capo dell' ,\ rmata delle Alpi nel 1848 ed ora Medico in Capo dello Spedale du Roule a Parigi, Autore d'ecèellenti Memorie sull'Igiene Militare, formava oon è guarì il progetto d' uno Scrilto ch'io un paio di volumi riassumendo tntto quanto su la Sanità. Militare Francese può esser utile ed interessante di conoscere, dispen~i da ogni ricorso ad altri libri od ai molteplici ·documenti officiali. L'Opera di cui la redazione sarà governala da una tal idea non può a parere mio riuscire che nt.ilissima; e siccome il Doti. Boudin, come da lui stesso son alcuni mesi ebbi a raccogliere, stava per darvi la più sollecita cura, è sperabile che presto ne potrem approfiltare; i talenti dcli' Autore non lasciand'il menomo dubbio su Ìa compiuta riuscita del suo assunto. (Continua)

RIVISTA DEI GIORNAU SCIENTIFICI , ( Sqnto del Dottore GTACOMETTJ ).

Del Copaive clir.ettamente applicato alla cura della blennorragia ·e .de'lta blennorrea. 11 Prof. .Marcha l tenendo calcolo per una parte della grandi} ripugnanza che hanno d'ordinario gli ammalati per il copaive prc~so internamente, degl'i11convenienti che suole produr il protratto uso di questo rimedio; della poca sua efficacia, all orehè come anLibl~.nnorragico è usalo per clistere e del nessun giov~mento ch'arreca dato internamenl<i nella blennorra gia vaginale ed uterina; e çonsiderando per altra parte quaol'ulile azione, il· medesimo iotrodolto nell'intestino retto spieghi · rielle diarree croniche, somministrato internamente nella flogosi cronica dei br·onchì e dell a trachea, nel catarro e perfino nella tisichezza polmonate , institui da più anni una serie di sperimenti so la dirella applicazione del copaive portandolo nell'uretra· , nel la vagina e nell'utero. Noi indicheremo il modo con cui questi sperimenti furono praticati ed i risultamenti ottenuti riass umend'in brevi termini quanto l' Antore espose nella Révtte 1f!léd, Cltìr.

Da prima Egli inietlò il copaive . liquefatto nell'uretra dell'uomo e di donna tocchi da hlennorragia . l1 successo ru sovente pronto, ma in altri casi lo scolo persistette ( Il Prof. Taddci ebbe già a rimarcare fatti consimili). In seguito fece le iniezioni con un'emulsione cornpos.la di copaive, cinque parli ; gomma arabica, otto; acqua distillala, cento. Esse riusc:rono peTfellamento , giacchè là blennorragia uretrale disparve io pochi giorni così nella donna come nell'uomo. Però ta lvoila insorsero accidenti ioGammatorii che l'Autore credend'allribn_ibi li all'inesperta introduzione della sciringa, utilmente li prevenne facendo


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collocare, come conduttore della me.Jesirna, l'estremo di u·na sonda ordinaria ..N,ella rn.aggiore parte dei casU(,l iniezioni furono pratiç:Ìle dopo. c!1è il p1:riodo d'acule,zza era ~la to coovcn.ieotemente comha.Uu.to. Pi,Ù ·tardi sostituì alle ini~zion i l'introduzione uell"urdra d'11na son,la di caoutchouc riempita ed in1/)nacat<1 cou la menzionata e,nulsione la quale lasciava in ~ilo senza farla penetrar in ve~cica mantenendola fìsfa con i soliti mezzi. Il successo fu co.stan le sem:,1 n;ed iq1ri,)11<\ inl~rna e la dnra1a media d1• lla cura fu di 5 ad S ;.:ioroi. 1\I medt,,imo scopo csperi111enlò anche cQ._ndeielle fa tte cou 1~mpiastro semplice, 20 parli; cera gial la, 10; copaivc, 6; ma riuscirono meno efiicaci. In vis1a pertanto di risullap-1Pnti, così favorevoli l'Autor e,le~e l'uso delle iniezio11i al la cura della blenriorragia_ vaginale ed uterina e della leucorrea, otte11e11Qone il medesimo ,felice esito senz'alcun inconveniente.

Sulla preparazione dell'1mguento ·egiz'iac6. Mentre preparava qnest'unguenlo il ::iig. Harley ha rimarcato, che giusta quanto prescrivono h.i Farmacopee facenùo bollire l'acetato di rame col miele, ne risulta un precipitalo rosso dovuto alla riduzione/ del rame; mentre il liquore diventava allora poco impressionabile dall'idrogeno solforato ed il rimedio io questione non conservava d'efficace che il nome. Quindi consiglia di non espor il miscuglio che ad una temperatura prossima a quella dell'ebollizione. Con lale cautela ottiensi una bella soluzione verde ch'io vece · d'esser una nullità escaro'tica, come l'ordinario, possiede tnlli i caratteri e le proprietà dei sali di rame. ( Gaz. des Hopit.)

ANNUNZIO NECROLOGICO Quando, nnn è gran tempo, nelle eolonne di questo G_ioroale spnrgevam alc11oi tìori s11 la . tomba d'un distinto Mernbrù della Famiglia . Medico Sanitari/! Mi· l'it.are. il Dott. Berti , eo,;ì fatalrn enll~ 11el lìore degli aoni r::ipito all',irnore degli amici ed al eh-coro e progrtsso della Scienza , 11011 che credut(..I, sospe! t11to neppur avremmo che un 1ao10 dolornsi, officio ci sarebbe stato così presi.o dall'iuelutt.,1bile dcsti110 novellarueute imposto, <1bblìgandoci a partecipa re la grave ed arnarissima perdila cb'il Corpo Sa11itario-Mililare ha fotto nella persona del Doli. GIUSEPPE F ABBE , di stinlis~itno Medico di Hatt. di 1a Cla:.se , llpplica lo a Consiglio Superiore Milit a,re di Sanità ,· Giovine quanto per le r/lre doti di cuore caro e prezioso ad ognuno a cui è toccai.a la ventura di co11oscerlo, altrelta11to per elevatezza d'i11gegno, per solidità d'erudizione e per assennatezv1 di giudizio !\limato ed ammirato dai Superiori e d/lgli Eguali. Qua11to polesser in lui l'a. more di patria ed il sao·to fuoco dell':m1icizia beue lo provan i pericoli ed i disas.t.ri d'ogni genere a cui, tuttochè di 1ehole ~ernpra, con coraggio , cnn senno e con indescrivibil entusiasmo s'espose nelle due infelici Campagne da noi sostenute a pro dell'Italiana Indipendenza 'e l'immenso cordoglio dei nnrnerosi amici

ch'ora lo rimpiaugon eslinto. Quali poi fosser i! suo aruor allo stndio, la p(}teuza dell'intelleltu e la facilità di memoria non Liavvi sicuramente tra. i Lellori di questo Giornàle chi ammirare uou le possa d'un subito, so !o che voglia ricordare l'Autore dt!l la Raccolta <lelli lezioni Orali del Prof. Comm. Hiberi state sin qui pubblic11te. °<.}inviue apr.ena su Ì l.rent.'ànni 1 d'al1,1 statora, di forme regolari ed avvçnenti, di complessione ddicata, òi modi cortesi ed aflì, t.t1wsi sdnza rkercatezza, d'eloquio facil e gr:it<> ma p.arco, di sr1uisitissi ino ed elevato seni.ire moriva per lenta malattia polmonare a cui era fisicamente predisposto nel giorno J i vene1'dì ; :14 dell'anda111.e mese, alle 7 de! mattino. Le premurosissime, illuminate ed affettuose cure stategli pr0digate da molti dei suoi C<>lleghi ed h'iuici, rrw specialme11te dal l'residenle del Consiglio . Prof. Cornm. Ribei·i e dai Med. Div. Dott. Arella non p<\terono, ahi t.rnppo fatalmente! .' impedire che la Patria perdess,: iu lui un ornamento, Ili Scienza un I . illumio.ito e fidi, interprete , il Corpo Sa.n ilario . uno tra i più illnmiuati suoi Membri , l'umauilà ìangnente on . valido. ed insta11cabil appoggio, i Colleglli un te· nero ed un non in6nto amico. La sna fa ima nel giorno di sabbato verso le 5 p,,,medidiane, ern accornpllgnata all'ultim/l sua dimora 11011 solo dall'intiero C"rpo Sanitario-Milit11re della Divisione di Torino con alla testa il degoo suo Capo Dllt. . Arella , ma , trai.liv i dalle rare qualità dell'estinto , ii1terve11ivaoo pur ad ono rarla alcuni alt., i Medici Militllri i quali , od in permesso ,o d i11 ,aspellat.iva , trovavansi per c/lso in Torino. f\1terv el)ivano ,lr,rirnente uu picchet.10 d'onore del 5° Reggimen10 di Fant.eria e la Musica !\1ilitare del Corpo d'Al'liglieria. ma mnlto 'p iù eh'il flebile suorw . dei musicali sl romenti e la solennità del nu. rneroso corteggio funebre <HH)l"aVaDo J/l memo da del)'esl into il cordoglio ed il p·anl.o dei' Col!c:gbi e degli :,miei:

A.'7'71SO

Con il numero venturo ha termine il 1° semestre d'ab· booamento del 2° anno di questo Giornale. S'invitano perciò quell'i i:he son in ritardo di pagamento a Yolere unire l'importo del 1° semestre con quello anticipalo del 2~, giusta le co'ndizioni d'abboname11to. Coloro ai qua.li o per cangiamento di guarnigione o per qualunque altro motivo mancasse un qnalr.l;ie numero del Gioruale, sono pregati not.ificarlo ,alla Direz1on!l non più tardi del corrente mese e la medesima si darà 1,remura di farglieli pe,rvenire. Il Direttore Dott. COMISS~TTI°Mcd. Div. Il Vice·· Direttore,resp.onsabile Dott. Bar. de Bcaufort M. R. Torino 1859. Pelazza, Tip. Subalpina, Yia Alfieri U.

'


·N. 26.

( ai 24 d1 gennaio ·1853 )

ANNO II.

..:

GIOllNALE DI HEDICINA lllIIJITARE DElA CORPO SANITA.RIO DELL'AR!IA'fA SARDA ,

L'associa1.ione non si riceve che per tm anno ecominciacol 1° d'agosto. Il Giornale si pubblica nel Lnncrlì di ciascheduna scllimana PREZZO D' ASSOCIAZlONE

L. 1o. In Provincia erl all'Estero, franco di posta L. 11. In Torino . L'abbonamento dcbbe pagarsi pcr.semestl'i anticipali. Le associazioni-per i non mili.lari ricevonsi alla TIPOGRAFIA SUBALPINA, vja Alfieri, num0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale dcbbon esser affrancate ed ac::ompagnate da vaglia postale.

SOMMARIO. - 1° Appendice alla Storia n° 21 del Doti. De Beau. fori. - 2° Doli. BlMA: l\Iorte consecutiva ad avvelcnamento.30 Doll. Bo11mo: Cenni Slorici intorno ad alcani casi! r imarchevoli. - 4° DoU. l\lAucHlANOI: Elogio funebre del i\Ied. di Bali. Dolt. Fabre. - 5° Dolt. GHCOME1'TI: Rivista dei Giornali Scientifici. - 6° Doli. BAJ,ESTR.l : Cenni sull'organizzazione del Servizio Sanitario-1\Iilitare.

PARTE PRIMJ\ AP PE NDICE ALLA STORIA

B.h.

N" 21

DEL DOTTORE

DE BEAlll•' OIIT,

La narrazione della Storia della malattia del Giai che fu illustrala dal giudizio diagnostico nel noslro Illuslre Maeslro Cav. Prof. Riberi; quella dell'autopsia che fu presenziata. oltre che dal medesimo, ancora dal Cavaliere Prof. Cantù e dal Prof. Malinverr,i, non _si poteva ritenere compiuta seoza farh seguìre dall'analisi Chimica dei diversi tumori rinvenuli nei differenti lessuti organici del cadavere. In seguito ad invito del Cav. 'Riberi, il Prof. Abbene si prestò con somma compiacenza ad analizzare chimiéa· mente questi lumc;ri ed eccone il risultamento.

Seconda specie. Tumori muç·os1 in n° i.li tre (tolti dalle mttcosc dello ,stomaco, della ci.5tifelea e dell'ileo) pesano in totale grammi 1,500 mill igr. Sono formati da una membrana sollile rossiccia che rinchiude una materia hianco rossiccia, fragife, granulare. All'aria s'essiceano e prendono l'aspetto d'una materia ~cornea. Uno di detti tumori essiccato e fallo macer-are nell'acqua, Jia anmenlalo considerevol_mente di volume prendendo la forma e l'aspello di prima. Detti lurnori risnltaoo composti da Albumina, maleria analoga al muco, gelatina, materia grassa tracce, fosfato di soda, fosfato di calce, ossido di ferro traCC\\, cloruro di sodio tract:e, acqua. Te rz-a .~pecie. Tumori ghiando losi in n° di cinque (tolto dalla ghiandola_ tiroide e dalle ghiandole cervicali) p~sano in totale grammi 7,100. Sono formali da una pellicola d'un bruno rossiccio e da una polpa bianca ; assai compatta a granuli fini, che presenta però poca coerenza. Coll'essiccazione s'induriscono, prendon il colore della madreperla e divengono coriacei . Essiccati e quindi di nuovo fatti . macerare nell'acqua gonfiano e riacquistano il volume di prima. Med iante la Chimica .anal isi risultano composti da Molta albumina , gelatina, materia grassa , fosfato di soda, fosfato di calce, cloruro di sodio tracce, acqua.

·Quarta specie. Tumori muscoiarì in no di due (tolti dalla coscia destra) pesano grammi 14,700. Sono formali da una sotli lissima membrana riempita d'µna polpa molle, Prima specie. Tumori scirrosi in n° di due (t olti dalle granulare, rossiccia, che si schiaccia facilmente col dito, pleure e dal mesenterio), uno pe$a grammi 21,500 , l'all simile a sangue alleralo e condensalo. Coll'essiccazione tro grammi 11,000, in totale q2,500. S.ono di colore rosI i lumori divengono duri e coriacei ed essiccati colla masiccio pallido, appiattili , flessibili, molli, viscidi al taHo, i cerazione riacquislano il colore ed il volume di· prima. facili a lacerarsi, di struttura intcrname~le quasi granni Risulla1to composti_da molta albumina, materia grassa, Jare. Sono formati da una membrana esilissima, con una Ì poca gelatina, una materia coloranlt1 rossa .~ una materia polpa colo1· di carne. All'analisi chimica risultano compoI analoga alla fibrina, fosfato di soda, fosfato di calce , sti da · j tracce di cloruro di sodio e di ossido di ferro, acqua. Albumina, gelatina, fibrina, materia grassa tracce, materia colorante rossa, fosfato dì soda, fosfato di calce, .,i carbonalo di soda trac<:e, cloruro di sodio lracce, ossido ! di ferr,, tracce, acq1:1a.


<102

STOUIH DI CASI RlMARCJLEVOM.

.\lo1u }: ,:,,.--sEC1'1'1VA

AD A V\IF.LEN ,ME:ST O l)A ACIDO AWT1CO,

(S toria !ella dal l)olt. Bnu i\led. di Regg. in una Conferenza

di T<•rino). Con l'inteodimonlo di fare cosa grata ai Cultori d' Anatomia pa tologica io m'accingo a tracciar in succinto la. Storia d'un Soldato che succombt:tte alle sequoie d'un avvelcnamonlo d'acido aiotico 1rang11giato quattro mesj prima. Paolo Buretta, apparteoeotd alla Lombarda .Emigra zione , Furiue nel 15° ftegg. di Faol. , uomo d' intelligenza piuttosto svolta e d'atletica costituzione, cou abito apatico, s'abbandonava ai 19 marzo p. p. in compagnia d'alcun i snoi amici ad una smodata in~estione di cibi e di alcooìiche be\'ande e ritiratosi q11 ind'in (.Juarliere ed adagiatosi su la sua branda senza spogliarsi, accostava alla boccc1 una boccella contcnènte, a suò dire, da due a lre noce d'acqua forte di cui era s,,lito servirsi per incidere su i metalli; e sembra 11e abbia trangugialo una buona ùose, siccome quegli che s1•cond'og11i apparenza avèvà fermamente determinale di porre fine ai suoi giorni . E ciò che Lenderebbe rnoggiormtH1le a dare forza alla supposi zione che noo a caso ciò sia accaduto è il silc11zio dal medesimo co nservato senza chiedere soccorso almeno per qualche nra dall'ingesLionè cioè sin a quando gli ostinati sforzi di vomito susseguilo da copiosa egesticne di cibi risvegliarono l'allem.ione· degli astanti. Venuto allo Spedale fu facile l'arguire l'accaduto , ol'· frendo lulli gli abiti coloriti io giallo dall'acido : allronde l'ammalato stesso con calma e rassegnazione raccontava il lutto, dicendo solo non occorrere lo spiegarsi se piul· tost'al caso od a dtllcrminalo proposito attribuirsi dovesse }a propina:tione del veleno. Le labbra , l1Hlo l'ioluroo della .bocca o le fauci per quanto l'occhio giungere poteva, erano ridotte ad escara. Non p<ir vom ito rna per uu' espuizione continua , grande copia di fi lante saliva era con tinuamente eml'ssa dalla . boci:a, com'in ch i è alTctto dal più veemente p1ialismo. 11 corpo era rred,lo e Ju esiremità ghiacciate con gra11de sen;o di bruci"re all'epigastrio c con oppressione sollo sternale. Dolevano meno le fauei e l'<isofago, for se perchè ridotti ad escara La deglutizione era difficile; la sete ardenle; i polsi piccoli , frequenti, irrego lari; la faccia scoll\· posta; l'occhio in<,ava!o; tnll'il corpo lìnnlmenle era bagnalo da fredrlo sudore. Dand'ancora I,} materie reiellc no11 dubbie pro ve di reazione acida, si fa prender a grandi dosi una poltiglia di magnesia decarbonizzala e quind'11n'e01ul~iooe oleosa; glj s'applicano corpi ca ldi alle estremità inferiori. Scompare oollo 2,J ore il pericolo immediato inerente all'azione chimica dell'acido, compare e progredisce in seguilo una minsccinnte flo gosi di cui pure si trion fa con appropriato metodo all'ollavo giorno; eliminandosi quindi gradatamente le escare. A mal :srado tutto foss e rientrato nell'ordine e cho, tanto all'esplorazione medica quant'al racconto ddl'ummalalo,

non esistessero più sintomi di viva nogosi e r itornato già fosse l'appetito, persisteva tuttavia costante il vomi lo o me. glio il rigurgitamento delle coso in 5oiale a qualche ora di distanza le quali mosttavansi sono forma d'un ammasso nerastro, nofJ però d'aspetto stercoraceo. L'alvo rimaneva affatto chiuso per interi giorni 28 , conservando l'addomine naccido cd indolente per ogni dove. Continuando nei mucilaginosi e oei cli3Leri ora pnrganli ora nutricmti, mi fu dato lener in vita l'ammalato e , edere ristabilito il corso delle materie_ fecali, p<miisteute però sempre una tale quale suscellivilà al ,•omito. Così che riavutosi i I Berella dalla grande debolozza ed annoiato dal lungo soggiorno allo Spednle ne usciva ai 14 di giugno autorizzalo a goder un mese di convalescenza, per cui ben dirigere gli s'erano date lo opportu11e norme. Ma siano li disoròinl dietetici a cui era piuttoslo proclive, 11ia il naturale progresso del male, fallo è che f1 1 astrtltlo ai 21 di luglio a rientrare nello ::ipedale dove .~uccombette ai 50 d'agosto alle sequele della primitìva malallia ci1,è ai vom iti fattisi quotidiani ed a còntinuo diarrea a cui s'aggiunse io fine un pertinace si nghiozzo e la dispnea. .Morì conservando sin all'ultimo momenlo il libero u,o delle sue facoltà inlellellnali e dopo a,·ore sostenu1a ur1<1 terribile lolla di più giorni nel grande apparato della re· spirazione che (secondo il linguaggio di Bichat) pcl prirna succombelle, quand'anche l'autopsia abl.Jia dimostrala integra la sua tessitura. Esposti cosi la cauRa, il corso ed i principali sintomi della malattia, passo alla necroscopia la qualt•, t ranne il marasmo, nulla lasciava ~corgère di morboso 11è nc~ll'abito esterno, n<) nella cavilà del cranio od in quella del lorace. La cavità adJominalu dimostrava: il tubo illte,;lìnale quasi ovunque bianco o direi an emico, 111\a grt!lldH dilal.nziooe del ventricolo che contene"a anco ra grande copia di melma uerastra ed all'intorno dell'imboccatura rlel piloro oll'riv~ varie saccoccrn a sfondati Jerivanti dallo smagliamento della muscolare membrana, prodouo dall'urto che le sostanze alimentari chimilìca11~ do1·ettero per 1anto tempo produr intorno all'anello pilorico il quale non potevano superare per essere questo ridollo a tale s1ato di atresia da ammetter a sten lo 11na penna di pi cc ione:) , e ciò per la luoghei,za di più d'un dilo trasverso lungo il d110Jeno. con aspetto per tale tratto di cicatrice inodulare e con co11siste11za di vi~ra fibro- cartilagi ne $e11z.'i nt.lizii di vascolarità. J1 rimanente del tubo iotestfnsle, come già sopra dissi, . quasi anemico, o!lriva qu;i e colà e•d in is1>c· cie nel re(lo isolale ipertrofie della n1utosa con evidenti indizii di flogosi lenta. Degna poi d' allenzionc era la cosi <lolla cirrosi del fegato. Tocca vasi queslo al sommo com· pa llo e si scorgeva di volume un 1ioco al diso1l.o del naturale e con corrugamen to generale 1lella sua membrana corticale che gli dava l'aspetto d'una mela appa~sila: t> ra d'omogeneo colore giallo-biancastro e taglialo in varie di · rezioni offriva quasi nessun vaso, comt! pure niente apparenti erano li condotti biliari. La cisti l'olca poi , ridotta al niente, conteneva neppure traccia di bile di cui alla secrezione, a tutlo credere, il fegato così inaridito era divenuto incllv. llHI resl" nulla di rimarclu•vvlo. Che la rnorlc 11011 ahhia avuto luogo primiliYamcnte o per la perforazione del ventricolo o por la veem enza rii infiammazione, si comprende dall'essersi trovalo il ve-


205 leno , luttochè abb@udante , in contalto con nna grande copia d'_i!limenti che ne dovette attenuar ed elidere iò -parte l'aziooe; che quale fatto anatomico si sia rinvenuta l'atresia 'del piloro e cht! da questo ne thpendessero · gli ·ostinal i vomiti e la deficiente nutrizione si comprende parimenie, come si spiega pure la diarrea dalle varie isolette infì ~mmate in varii pnn li del tubo intestinale ed in ispecie nel retto. Rimarrebb'or a sap<·rsi per quale modo abbiano potuto avere lnogo lo slalo patologico tutto speciale del fegato e la totale scomparsa della bile. Ch'11na parte dell'acido sia stata assorùila ed abbia dellivamcnte operato su l fogalo? Quest'è qn!:lllo ch'io inclinerei a credere, piultosto d1'ammellere che la malattia del fegato preesislesse all'avvelenamento, perché il Berella goden prima di buona e flo rida sani tà. Nella mia. ipotesi una parte dell'acido più o men allungato ed alterato sarebbe passalo ollr'al piloro e, rjle· nuto che li vasi chi lifo.ri non appetiscano o rifiul in anzi ·li principii disaffin i, come l·i sali ed altre sostanze non a.ssimilabili e che perciò sia slaìa, secondo gli Sperimentatori fisio logico-ch imici , preclusa a questo principio velenoso la via dei li nfatici chiliferi, sarebbe stato di preferonza il veleno assorbilo dalle boccucce venose e pel corso del le vtine ·meseraiche sarebhe pa&sato nel la vena porta e da questa nel fegato, gella r)do con· la sua conosciuta azione coagulante sol sangue le fondamenta della alterazion~ patologica di questa viscera. Ora non v'ha dubbio· ohe a ta le ridott<> il fegato quale il dimostrò l' autopsia, abbia esso pure contribuito con l'atresia pi loricodnodenale al lo sfini_mento dell' ammalato' poichè ' dato che delle pochH sostanze chimificate e che riuscivano ad- oltrepassare !'angusto stretto pilorico-duodenale, la parte costi tuila di pr incipii azotal i quatt.1rnarii fosse regolarmente assorbila dai chilifer i e quinclì, subi la una prima elaborazione nelle ghiandole mesenteriche , andasse per le note vie ad immischiarsi col sangue o ad ossigenarsi nei pol_moni ed a costitnire quindi l'alimento plastico degli organi ; dato questo, io dico, si desidererebbero sempre li materiali respiralorìi idrogeno-carburati perchè il fallo per cui le materi e amilacee venute nel duodeno col chimo avrebbero, dovuto esser assorbite dalle vene meseraiche, esser elaborate nel fegato onde convertirsi in zucchero e successivamente in sostanza grassa che tradotta ai polmoni debbe somministrare l'alimento alla respirazione, non poteva avere luogo stante la varia ta struttura e, direi quasi , l'impermeabilità del fegato . Ed ecco anche in questo modo spiegato perchè una volta consurn~ta tulla la pinguedine propria, l'alto della respi razione dovette intorbidarsi e cessar in fìne il suo uffici o per mancanza di materiali respiralorii. CENNl STOR!Ct JNTOIINO A·D A L CUNI éASI RUIAllCHEVOLI OCCOllSI Nl>LLA SEZIONE DEI F1rntTI DELLO 8PEDALE M1LITAI1E m NIZZA NELL'ul:rtMO TI\UlE6TRE 1851 (1)

(Da un Rendiconto del Dolt. B01lBIO Med. di Regg.). Fistole compittte a,/l'ano. Due furon i casi di questa malattia ch'io ebbi a curare nell'ultimo trimestre del 1851 (1) Una gr.ave malattia sofferta dal Dolt. Bobbio fu la cagione P.er cui il medesimo dill'erì fin a questo momento la comunicà11one di q1l'esti Ce~ni Storici.

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in ciascheduno dei quali dovetti per la radicale guarigione fare ricorso al taglio .. Del primQ di questi occorsoio •H\ !aie Gio. Batl. Carrani Infermiere ordinario di que. sto Spedale già vi tenni parola, Onorevoli Colleghi , in altr'occasione. Soggello del sec_ondo fu Luigi Massa, Tamburo nel Hc, Regg. F ant., d'anni 19, di temperamento linfatico, di fibra molle e pastacea, di cattiva conforma zione .di pello, già più volle stato am malato di malattia catarra le ed 11ltimamenle, nel mese di dicembre, di gravissima enterite follico lare per cui dovelle rimanersi oltre a du~ mesi nello Spedale. Trascorsi eran appena pochi giorni da quest'ultima malattia che, per la comparsa di tormentosissimi e persistenti dolori intestinali, grande_mente esasperan li si uell'allo della defecazione , fu obbl igato il Massa di ricorrere di bel nuovo allo Spedale. Quivi s11 le prime si lemè non fosser i medesimi rap\l!resentan'ti del r innovamento del\'entMile, tanto più che l'esame della region anale non sveJa'fa alcuna lesioo apparente da farci diversam(~nlo giudicare. Siccome però mancavan i sintomi d'una qualsiasi riazione, così la cura fu Jimitata al semplice riposo, al regime teoue rinfrescante, a qualche cl istere molJ iliro ed a pochi semicupii. Con questi mezzi -sempl icissimi sc:omparver i dolori addominali, e la molesta sensazione dell'ano cessò per modo da farc i creder estinto ogni fom ite .morboso. Volendo tuttavia prima di licenziare l'amma lalo dallo $pedale assicurnrmi di bel nuova della perfella sna gnarigione, l'assoggellai ad una seconda visita la qua le mi lasciò scorgere nella parte laterale sinistra dell'ano un lumorello di colore livido, duro, poco sensibile ed avente nel suo r.entro una piccolissima apertura che difficilmente permeHen l'in troduzione d'uno specillo anche sol! il issi mo, mediante il quale però potei persua• derrni della presenza d'un seno fistoloso alto circa aue pollici con denudazione della parete inteslioalo corrispontlenlc all'ascesso. Conv intomi di questo fatto, dopò avere conven ientemente preparato l'in fermo io praticai alcu-oi giorni dopo l'operazione pHr mezzo del · tagli o second'il melodo ordinario face ndola susseguire da diligenle ed opporluna medicazione col 1:1eLter e mantener io contallo, per mezzo del bendaggio a T lunghesso tult'il tratto · della fistola spaccala, 1111 voluminoso .sluello ·di fil accica ,spal malo d'unguento refrigerante. Mercé di questo metodo nel breve corso di quindici giorni rinscii alla totale guarigione dell'Operalo. Orchite venerea lenta. Giuseppe. G, Sergente falegname nel 15° Regg. di Fanteria, d'anni 28 , di temperamento sanguigno, di forme atletiche, di robusta costituzione' ma alquanto logoro da!le Militari fatiche e dai disordini dietetici, dopo avere passala la sua infanzia e _buona parte della giovine1.za io florido stato di sanità, era per la prima volta nell'anno t 840 toéco da uretrite blennorragica di cui ben presto guariva per mezzo d'adatto regime dietetico e cli poche iniezion.i astringenti , senza che più mai lo stillicidio si rin n.ovasse. Su lo scorcio del mese-d'agosto dell'anno 1849 fu oovellamente tocco· da contaminazione venerea manifestatasi _per mezzo d'ulcera venerea alla ghianda e ne guariva in poco te1r1p9 con l'uso topico dei mércuriali e con lievi cauterizzazioni per mezzo dell'azotalo d'argento. Nella primavera dell'anno 1851, previi alcuni dolori ricorrenti alle spalle ed alle gambe pèr cui sovente gli si concedeva •qualche giorno di riposo nella Camerata ovvero lo si ricoverava nell'Infermeria Re~gi·


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mentale, cominciò a lagnarsi d'un tale quale ·malessere alla parle inferiore d'ambi i testicoli, più specialmente al destro, conlro di cui senza consultarsi con il Medico applicava cataplasmi ora mollitivi; ora r isolventi , proseg.uendo così nel suo servizio per lunghissimo !rallo di tempo ad on ta ch'al dolore fossersì associali J'aumento di volume e la durezza del testicolo destro. Ma, abolito per Mini$!eri.ile dis posiziùne il posto di Capo Falegname nel l'A rmala, dovend'il G. fare passaggio nella sua qualità di Sergento al Servizio d'una Compagnia e nòn potendo regger alle ·maggiori fatiche di questo nuovo ufficio deci devasi finalmente a recarsi al lo Speda le per.cercare riparo contro questo lento td antito malore. Nel giorno ciel suo ingresso nello- Spedale si riscontrava : il testicolo destro grosso quaut'il pugno d'un a<lulto, duro al ta tto, ma non berno$)c·o]uto; l'epipidimo parimente ingros,atu; ii cordone spermati co dolente per sola ragione meccanica ; la pelle dello scroto di colo~e naturale. J>a questi sinlo~ni obbiettivi a cui s'aggiunge.va la sensazione d'alcuoi dolori che nella n91tc ri1;scivano rnoleslìs,imi; argomentai d'accordo con il l)oll . \fozio lrallarsi u' iper trofia del test icol<> ge · nerata da cagione sifi lit ica piuttosto che blenuorragica e mi decisi assoggettare l'am malato ad un metodo di cura. antisifil iticti. Ordinai perciq la dieta t~nue , il ripo,;o io letto e la posi:iione elevata del testicolo , m·adoprai per mezzo d'un blando. metodo ant iflog istico e purgativo a togliere quel resto di lento protesso infiammatorio locale ch'ancora ri manere vi potesse. Ollennto quest'intento, mi appigliai alla somministrazione del protoioduro di mercurio unito all' estratto di cicuta io forma pillolare cominciando da dosi tenuissime ed alzandole in fine sin a presçrivere nel giorno sei grani di protoioduro; io pari tempo faceva praticare localmente blande friz ioni con unguento mer curiale soprapponendovi cataplasmi ora mollitivi ed orarisolventi. Prescriveva finalmente per bevanda una tisana di sa lsapariglia con dulcamara. Grazie a qnesto metodo di cura nel volgere di 40 giorni s'ottenoe gradatamente ·un miglioramento tale del testi colo da lasciare fondata spe· ranza di totale guarigione se l'ammalato non fosse stato obbligato ad abbandonare lo Spedale , cl'onde si dipart1 senza soffrire verun incomodo. · Io sono d'o pinione che se la ca~io,ie di questa. loca lità morbosa fosse stata, come poteva supporsi, blenoorragica o tl'altra natura, piullosto che celt ica, il metodo di cura a cu i s'ebbe ricorso non sarebbe ri usci to cli tanta utili tà. · " · ---··

·--.- ----------: PARTE SECONDA ELOGIO l1UNEBllE DEL ~IED. DI BA.TT. DOTT. FABRE

(letto dal Dolt.

ì\ÙncHTANDI

nella seconda Conferenza dj gennaio

in Torino).

Dolente ullìcio di domestico lutto mi chiama in mezzo è guari siedeva frn noi e tutti r icordale con ·quanto valore gareggiasse in queste nostre scientifiche lotte l'egregio Collega ch'ora non è

a- voi, Onorevoli Colleghi. Non

piu. L'animo mio si stringe d'angoscia allo scorgere deserto in quest'aula il suo seggio e nel p.onsar es ti nto quel senno e mancala fJnel la virtù per cui e stìma ed amore ebbe da voi tulli 11 Jloll. Giuseppe Fabre al quale, ahimè! anzi tempo si scliin,e la tomba. ,\ Itri con più forb ite e con più accomodate p·ar,ole che nor1 sono le m ie pot rebbe onorare la sua memoria, nessuno, altamente il dico, il farebbe con più affetto _di me come qll'ello che da varii an ni l'ebbi compagno indefesso nelle . lucubrazion i dell'Uffizio del Consiglio dove l'alacrità sua mi fu di 1:obil esempio, mi sovvenne il suo consiglio, m' assicurò la sua lea ltà , mi serenò l'an imo il suo ct1nsorzio e mi fu sprone a virlù il nobi le e generoso suo carattere. E che dirò di quel conlegno decoroso, di quel prudente rise rbo , di quel!' a !Tabi Iità officiosa, di quella s,iuisila bontà, <li quell'animo connaturalo ad amare per cui chiunque avesse seco lui attinenza era forza che lo stimasse non solo, ma che pore l'amasse. Nato da Giuseppe e da Cristina Dariiele in Barge, Provin cia di Saluzzo, ai 25 di sett. 1822, stud iò Lettere e Filosofia in Mondovì, .Medìcina in Torino doye fu con plauso graduato Dollore ai 50 dì luglio 'I 846. Entralo nell'anno stesso uel Corpo Sanitario Militare confermò nell 'esame di concorso quel concetto d'ingegno svegl iato che presso i suoi Compagni già s',~ra mer itameote acquista lo nella palestra Universitaria. Destinato ai 25 d'agosto dell'anno stesso allo Spedale ivlilitare di Sciamherì , fu chiamato al 1° del successivo dicembre presso il 5° Regg imento di Fa111eria. La sua naturale amorevolezza gli calli vò tosto l'affetto dei suoi· Colleghi e degli Uffiziali lnlli di que) C ,rpo, affello che l'usanza crebbe e ribadì la stima ch'indi nacque dal conoscere che, non meno di quell e dell'animo cospic1ie nel Jagrimato nostro Collega erano le doti de) . l'intelletlo. Durano tullavia io quel Corpo l'impressione e la memoria delle sue rirtù e quantunque volle gli accadde di poi incontrare· qualcuno di quegli Ufficiali, tanri fu rono i festeggiamt'-nti, tante le amorevol i dimosttazioni per parte loro ch' io che più volte ciò. vidi 11e res tai con l'animo commosso. Le esigenze del aer°l' izio lo chiamarono ai 25 di selteri1bre 1848 presso i-J Quartiere Generale dell' Armata in campagna. Carissimo l'ebbero colà il Medico ed il Chi. rurgo in Capo proposti alla direzione generale del. Servi.zio ·S.anilario che videro 11cll' inLell igente opera sua giusti ficata la bella fama che lo precorse. Nè questa fama gia mm ai la smen tì s ia ch'egli° allendesse all'arduo uffic io in quel tempo <li Segretario, sia che prestass<:1 le sue cure ai fe riti che 0\1merosi più che altrove da tulte parti colà affluivano . L'animo suo s'apriva ai pensieri e.d agli affetti generosi di patria e non è a dire con quanta sollecitudine ed amorevolezza usasse l'Arte in coi tanto valeva a pro dei feriti , come s'i nfrinsecasse con ·vivo senso di simpatia e quasi con essi soffriSS(l. Ma quando pie[!:ò l'astro delle nostre fo rtune e fallì l'atto eroi«o del più magnanimo dei Re, fieramen te pi0rnbò nel suo animo l' infortunio delle nostre armi e lapto l'accorò che ne fu lungamente sc.on sola to e vuolsi c:h'al cu ne pu ngenti c11rn domestiche e gli in~efessi stud,i comiociasser allor a svigo_rire iE suo fi. sico ed a procreare i germi di qnel male che doveva con· ciurlo al sepolcro.


2.05 Non Jirò, ch è tutti no foste le,-timr,ni, quaota operosità e quanta intelligenza egli mostrasse in ogni s11a gerenza dopocliè, terminata la guei:ra, fu chiamato uel 1849 presso questo Spedale Militare. Quanta stima s'acquistasse nel Co_rpo dei Carabinieri Reali negli 1850 e 1851 allorchè fu -chiamato a sussidiar il · servizi'o di quel Corpo, ve lo diranno gli onorevoli Col leghi nostri Cav. Cattaneo e Quàglio che gli furono compagni di quel servizio. lo solo vi dirò .quanto bt•nemeritasse del Consiglio dove, e per la solerzia <lt-ll'opera e per il valore dell'ingegno e per l'ecce~lenza dell'animo crebhe in tanto cre<fito presso i suoi l.\fombri che di lulli godette un'illimitata confide, za. li nostro illustre .Presidente l'amò d'amore paterno e, subite ch'il seppe ammalato corse al suo letto e volle dirigere egli stesso la cura della sua malattia ch'il degno no· stro Medico Divisionale intraprendeva con quella bontà d'animo e con quella perizia che tutti io lui conoscete. E se quell'efferata malattia non fosse stata per propria natura superiore ai poteri dell'Arle, questa n'avrebbe certamente trionfato, ministrala quale fu da Pratici di tanto valore. Ma il deslin avev.a decretato che quella vila fosse troncata nel llllQ fiore; con l'anirno colmo di rammarico il nostre, Presitiente prenunÌiava lìno dai primi giorni infausto presagio e quel nresagio stringeva augosciosamenle i coori di tulli i Colleghi ed amici che voluto avrebhero illudersi su lanl"infort11nio. Nè illudersi egli pure potev,a , come .Medico , sul fine ineluttabiÌe clw lo att<-'.ndeva. L'amorevole consorzio e le pietose cure dei congiunti avrebbero solo uotulo lenire la tristezza del suo animo, ma quest'amorevole consorzio e queste pietose cure di cong iunti manc~ro110 allo sciagurato nostro Collega, Supplirono a questo difetto i ·Colleghi e gli Amici die nobilmeote fra loro gareggiarono neì pro· digargli le più affelluose cure. E qui.vi concedetemi, o Signori, ch'io renda tribolo d'ammirazione e dia quanta lode più s-0 e posso a (,lue di questi, al Causidico Craveri ed al Farmacista l\lili tarc Oerossi che rinnovarono gli antichi eseò1pi ,li qod la vera amicizia che Tullio diss" esser il più grande dono dato dagl'lddii all'uomo: hau,d scio an amicitia quidquarn melfos ft.,mini sit a Diis immortalibu.s datum; solem, enf m e rmmdo tollere videntur qui amicitimn e vita tollunt (De amicitia, cap. 15). Questi due virtuosi amici tennero luogo di congiunti all'infelice nostro Collega e tutti ne compiron i pietosi uffici . Solleciti costantement(~ al suo letto di dolore so ,•venner ai suoi bisogni, ne vegliarono !e oolli, ne leni rono gli spasimi, ne confortarorw l'animo e nell'anelito della lunga agonia ne sostennero le forze, gl'inumidirono le aride _labbra, gli tersero il freddo s'o dor di morte, raccolsero angosciati l'ultimo suo sosp iro, gli chiusero gli occhi e ne composero la salma. Ah! lasciatemi; lasciate · mi, ·o ·Col leghi, ripetere : haud scio an amicitia quìdquam melius a Diis immortalibus, lwminibus datum; solem e mundo tullere vidcntitr qui amicitiam e vita toltunl. Morì ai 14 del correnlc me,e alle orn 7 antimeridiane. lo il vidi in sul tardi della sera precedente, ma le forze affralite, il grave anelito, la faccia decomposta e la v_oce semispenla. m'avverlirono ch'inca~ava l'ora esl'rema. V elando la piena del dolore che m'opprimeva l'ani,no, volli rincorarlò • . . . . . Cessa, rispoBe, cessa da un pietoso inganno, ogn'illusiooe è ormai inutile •.. . . io mi sento morire! Tacqui e gli occhi mi s'empierooo di lagrime.

Sopravvenne il l\fodico Divisionale che da tre mesi e mezzo il consolava delle più affettuose cure. Si provvide ai soccorsi !\ledici per la nolle e partimmo entrambi aceorali con il tristo presentimento che più non lo rivedremmo. E Così fu. L'infausto annunzio- della sua morie p~rcosse d'acerbo dolore llÌlto ,I Corpo Sanitario .Mililare di cu i egli era si nobil ornamento. Il Consiglio senti gravemente tanta perdita ed il Presidente profondamenle contristato la la.mentò come quella d'un fi~l io, ché tale l' ebbe vivendo. Voi lutti. ne foste costernati e , come l'arnasltl in vita, così l'onoraste in morte seguendo il suo mortorio nel funereo con· voglio; ultimo ul1ìcio che per voi rendere si poLEisse ad ·un dolco amico che, tanta ·vi lasciò ere,li1à <i' aìfelli ! Morì trenlenrie ! Miserando spettacolo è una vita che si ipegne nel suo fiore, quand'essa più lusinghiera sorride, più ,ive sono le speranze, più caldi gli affetti, pit1 baldo il desio, più vigorose le forze e più saldo l'itllelletto! .. .. . . Morì t_rentenne ! . . . . . E dove,•i lo dunque, o amico, solo viver q11el tanto cho bastasse per affezionarti alla vita acciò più crudele ti fosse il lasciarla? Dovevi inlràprendern così severi studii , durare così su-· date fatich3 perchè fossero frodali del loro effello? iJoYevi ,sortir un animo così affettuoso e nodrire tanta sim· patia per gli amici pel'cbè così acerbo li riescisse l'abbandonarli ? . • . • . Morì trentenne! .. , .. Rreve, ahi troppo! O amico, fu la tua vita sé la 'ca:Icoliarno dagli anni ma non così lireve se compuliam il tempo dall'eser· cizio delle tue virtù. E s'è vero quanlo disse Tullio che UOO ViSS(: pOCÒ chi ha perfellameole adempiuti Ì doveri d'una virtù perfetta, Lu viv·esti' assai , o dolce amico, ed un conforto dovesti provare, morendo, nel pensiero d'aver yissuto una vita onesta e virtuosa, Profcclo mors cum requiss·imo animo appetitur, cwn suisse laudib11s vita occidem consolari polest. Nemo parum dùt vixit qtti virttltis 1ierfectae perfecto functus est mu·nere ( Ttiscut . I, 45).

RlVISrrA DEI GIORNALI SCIENTIFICI ( Sunti del Dottore GucOMETl'I ). Dell'atropina nella cura delle nevralgie. li Doti. Mor· ganti stimolalo dai pregiati Lavori di Lussana ,u I' atropina e dalle feììci guarigioni con essa ottenute da Crofio, 1perimentò ad imitazione di questo Pratico il detto alca- Ioide nella cura ,!'alcune nevralgie ostinate e ribelli. A Ire riduconsi i casi da esso pubblicali i quali per l'importanza pratica che in sè racchiudono riescon inleressanli ed utili. Costi tuì il primo caso on'ischialg_ia esisteolu da due mesi circa la qu.ile essendo staia infrolluosarnente curala con i rivulsivi cutanei, con l'ago-puntura , con l'oppio, con il chinino e con il fer ro roveotc strisciato luogo il corw del grande neno i,chiatico, si risolse di combalte,re con l'atropina . Fo des,a usala in forma d'uoguenlo, com posto. d'atropina purissima 1 grano ?ciollo in s. q. d'e.tere solforico, e d'adipe, 1 on,:ia; spalmandone con una metà soltanto la superficie denudala d'un ampio vescicatorio previamente applicato all'uscita del nervq ischiatico. Con questa medicazione la quale !u rinnovata per tre altri gior-


206 ni, impiegaudo al 2v .:!d ,, ! 3" giu rno lt4 di grano d'a · Nei fanciulli poi la quanti tà del rimedio è ridotta se· tropina, ed al 4° -i t2 grano in 112 oncia d'adipe, val a r condo l'età. Così d~ lla nascita ad un anno la I rima dose 1 dire grani 1 112 dell'alca!oide in lutla la cura; l'ammaebdomadaria è di 25 cenligramm . (5 centigramm e mezzo lato ru celeremente liberalo dal dolore e riacquistò il pieno al giorno) la qual acc;rescin ta di 25 centigramm. ogni set• limaoa è portata al maximnm a 5 gramme e 50. Da uno uso dell'arto da lungo tempo impedito. li secondo caso fu d'un'oslinatà nevralgia della metà a dieci anni si principia da 50 centigramm . c7 centigramm. destra ddla faccia, contro cui erano stati ma indarno proper giorno), s'aumenta di rne-zzo gramma nella sellimana vati numerosi rimed ii così interni com''eslerni. S'applicò successiva> poi d'una, , come n,~i periodi precedenti. Da da prima 114 di grano d'atropi11a> in seguito 1(8. In breve dieci a quindici anni in fine IH prima d_ose settimanale è i d,.,Jor i s·ammansarono ed al secondo giorno. di cur,a ed'una grarncnà là quale· si va a_umentando come già si rano qnasi di•) tulio scomparsi . disse. li Doll. Herpin fa notare c'ft e la durala del la . 1:ura Nel terzo caso io fine si ricorse al menzionalo rimedio ha bene poca in fluenza su là cessazione degli accessi; che onde libera re dai dolor i articofori superiori ed inferiori conviene specialmente tenere ·calcolo della totale quantità . Ùna persona che da oltre due mesi ne era travagliata e del rimedio adoprato e che quando gli accessi sono vi nti. conviene somm ini strar-e il più presto che sia possibile e contro di cui a nulla valsero gli empiastr'i mollitivi , i preparati chinoidei, l'oppio ed il linimento saponaio can- l scni'interruzione una quantità di r imediq superiore ·a foralo d'Opodeldoch. Col sopra formo lato ungùento s'in- · j quella data nel momento della soppressione degl i a.::cessi. nun$ero tulle le parli addolentite e dopo cinqlle giorni di Occorrend'il caso d'intolleranza del rimedio µr escrillo cura s'otlenne una perfella guarigio1ie. nel m.odo testè indicato, vi si può a~ginngP.re qualehe soIn !ulti e Ire gli esposti casi furono r imarchevoli e la stanza aro-malica o·ppure ridurlo sotto form a di pillole pronta diminuzione (lei dolore susseguita alla pn,nta ap- I unilo all'estratto di \;a leriana e simili. plicazione def rimedio e la comparsa dei fenom eni sola- j (AbeiUe il:lédfrale) naeei cioè scosse più o meno sentile per tuLL'il corpo, ar- i Mezzo facile onde preparare gli estraili. secèfii. li Farsura rlelle fauci , dilatazione. dello pupille, ccc. , i qual i macista Morh in dica il seguente proces:;o il quale non può che riuscir ~tile in quei lalloratorii nei qualì mano.ano però non s'estesero mai al cervello e per se medesimi gli apparecchi di Granval ed analoghi. dilèguaronsi . L'Autore poi c.h iud0 la sua Memoria con varie rifles,ioni che in sostanza tendon a dimostrare come Si prendono parti eguali di regofaia polverala e del· l'estratto che vuolsi preparare e si mescolano con d iligenza l'atrnpina eserciti la sua az ione sul sistema nervoio eccitosenziente. ( Gazz. lrled. Lomb.) in un mortaio. Posta quìndi questa pasta omogenea in un Dell'oss_ido di zinco nella · cura dell 'epilessia, del Dotvaso di terra a fondo piano, collocasi il vaso sopra un lorn Herpin. Hufeland t:bbe già a riguardare questo rimealtro di ferro, alquanto profondo cd a bordi rialzati, stato da prima riempito di cloruro di calce già essiccato a grande dio inl.rodollo nPlla Scienza eia Gaubius com'il migliore degli specifici anliepilettici; menir'allri Pratici ·non gli fuoco, 11011 però fin alla fugione nel medesimo vaso di ferro, il quale va mnnilo di coperchio al fìn('I d'impedire l'1rnprestarono l'ugna) crnd ito e lo p0~poser nlla Valeriaoa. · trala dell'.aria e di permetter\\ al cloruro <)i calce l'assorEpperciò nella cont1•stazione· meril,1no d'essere conosciuti i ris11ltamenlì dal Ilol!. Herpin ollenuti. Egli somminibimento delle materie acquose dell'eslrallo. Si lascia cosÌ strò l'ossido di zinco in 44 casi , ricavandone vantaggi il tutto per alcuni giorni e, tolto. indi l'estratto perfettamente secco ed u'nitolo in un mortaio con parli uguali di superior i a quelli d'ogni altro rimedio usalo cioè menlre in due ma lati la virtù dello zinco risultò dubbiosa, dei repolvere di regolizia, si conserv'a i11 vasi chiusi. stanti 42 casi 28 rurono coronati da fel ice successo; ri(Joiirn. de Chim. et de Phann.) sultamenlo questo che corrisponderebbe al 66 per 100. Uso del collod-ion contro i geloni. Le applicazioni di Ma è da notarsi che la malattia non sempre offre il me· questa sostanza da \Vetzlar fatte hanno in un br1on nude.sima grado di gra,oitù. Così fra i 42 detti cas i, da Hermero di easi tolto quasi istantaneamente il dolore, il pru· pin classificali secondo la prognosi basati su la durala rito ed il rosso ddle parti ammalate; laddove in al iri del morbo e sul numero clei comparsi accessi, 51 erano casi si d·ovette riapplicar il rimedio più volte ; il che d i prognosi favore11 ole; 5 di progno~i poco favorevole e 6 massimamente occorse, trattandosi dei geloni ulcerati. li òi prognosi 3favorevole. Nella prima categoria ottenne 26 risultato però fu egoalmente soddisfacente. successi sopra 51 cioè quasi 1'84 per 100; nel~a seconda là (Journ. de Méd. et de Chir.) proporzione risn ltò di 2 su 5 ovvero del 60 per I 00 ; quando nell'oltima categoria l'esito fu del lullo negatiYo • . Nella cura dell'epi lessia con l'os5ido· di zinco il Dottore CENNI Herp in ordi nariamente procede nel seguente modo. Nel· l'adulto prescrive nella prima settimana: ossido di zit1co IOLL'0Il0J.NIZZAZ10NJC DEL ~ERVIZlO SAIHTAIIIO PRESSO 5 gramme, zucchero 4· gramme da dividersi in venti parti LE DIFFERENTI AHll.\TE EoROl'.ln! (1). e da prendersene tre al giorno un'ora dopo il cibo ossia 45 ccntigram. al giorno circa . Se il rimed io è tollerato Non ·sono a mia cognizione altri libri che tendano al oppure se sul fini.re della prima setlim ana cessa il males. med1~simo scopo p~r altre Armate Europee: esistono bensi sere da esso cagionato, aurnenta d'una gramma d'ossido, per parecchie di queste Scritti critici, progetti di riforma, la dose settimanale conservando uguali la quantità dello rapporti dì Commissioni· od altre consimili pubblicar.ioni zu~che~o, la divisione e la somminislrazìone. E così di se- I su gli Orninamenti Sanitarii esistenti, dall'analisi dei quali gmto srn a. portare la dose d'ogni settimana a 15 gramme ) _ ossia a 2 gramme e 15 centigramm, per giorno. (I) Vedi i numeri ,!IO, !1 !3, 24, ~5.

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~07 riesce sio ad un tale qnaltl punto r,ossibile desumer il complç~so tic! sis1oma in vig()rc. Si possono ltiggere per la Conl',:de razione Ge rmani ca gli Scrilli di Blscoff (1), Wasst'rfnhr (2). Eichheimt'r (5\, Bergbauer (4), Guggcn · berger {5); quélli di l~etzfl l (6), .Mi.ilhhauer (7), Quilzmann (8) o Somtn(' r (O) per la Ba\'iera ; di Nenlrnrt (10) per la Sassonia; d'Uh·all (11) per la ))ani marca ; di FalJot (12) per l'Olanda; d'Erimiann (15) per lo SchlcswigHol:1Lcin ; di Fl0 5cl {14) prr la Svizzllr,1; di lhllingal (15}, Howard (16), Faulkner (17 •, Jack5011 (18ì, 1\Jarsball ( 10), Fall()t (20) od altri per l'Inghilterra. Scrilli analoghi osistou nit resi per A rrnate che già dicemmo possedt!re La\•ori più imporlaoli; cosi si cono · scono per la Priissia gli Scrilli di Baltz (21), Hichter (2~), l\folziit (25). Merita 11oi s1wciale menziono l'elaboralo rapporto (24) d'una Com missione appositamente nominala nel 1848 dal Ministero di Guerra in Prnssia per esami naro la: q1wstione del le riformo eh 'insta11Lanearoente eraoo allora richiesle per il Servizio Sani lari o : rapporta che diede origine a parecchi Opuscoli in commento od in

opposizione dei Dottori Richtu (1), Hetschler (2), \Y ol lenhaupt (5). Per la Francia posson eziandio consultarsi le Memorie di Gama ( 4}, Scoulelleo (5), Liandon (6), Pari.; (7), \7igncs (8}, lllot (9), Cerfbeer (1O) . Singolare eo,;a è che menlre b Prussia e la Francia contano tanti Scrilli critici su questo soggullo, l'Impero Austriaco da tre.11t'11r.n i non ne produsse, ch'io mi sappia, pur uno. A taltl 1dasse di produzioni naluralmenLe s'accosta11 i frequenti {articoli che su la materia compan·ero nei Giornali .Medici e Politici di quas i tu\le le Nazioni e specialmtrnte poi nei Giornali ch'alla Medicina i\:li litaro sono in particolare modo dedicati. Numerosi noo sooo però i Giornari di <]nesta specie e pareccl11e aazi delle priucipali Nazioni non ne posseggon alcuno . In lolla Germania in falli che conta duo delle mag~iori Armale del Continente, l'Austriaca e la Prussiana, ollr' a perecchie .illre molto coflsiderevoli, non si s,Lampa ,1tlualrnente un solo Giornale di l\Jedicina Mililarn. La Prussia uno (11 ) ne possedeva assai dis tinto che corni11cialo riel 1816 durò sin alla morte avvenuta sono pochi anni del suo Fondatore ~ llirellore Prof. Kusl, Medico in Capo nell'Armata Prussiana. Altro Per iodico Medico-M ilitare (12) si pubblicò sin al 1848 nella Capitale del Ducato di Braunschweig, ma 0 0 11 polò sopraVl' ivere agli scorwolgimeoti politici di tal anno. Nessun Giornale di ta le specie possiede l'Inghi lterra; nessuno l'Olanda; 11n{I ne ha la ll11ssi a, uno il Belgio (15), uuo la Fraocìa (14), uno il Piemonte. Lo Francia possiede inoltre uo'ouima Raccolù1 (15) di i\Jemorie di Medicina, di Chirurgia e di Farmacia l\lilitari pubblicala sotto la direzione de.I Min istero di Guerra che già è ricca di 60 e più volumi e due ne acquista ogni al!oo nei quali son inserti quei Lavori dei Medici e 11armacisti Militari che da apposita Commissione ne ,•engono giudicali mcrilevoh. É da lamentarsi che tale ulilissima raccolta non sia tra noi più generai . mo11t u conosciuta. Mollo 111ag;:io r 111ilità che 11011 da l111tc le categorie di

(I) Il1scuon ·: Ubm das Helwesen der deolschen Heere. (2) WASSlllìl'llHR: Rrilik des Wercks vom H. Biscboff: Uber das lleilwiscn etc. (3) .ElCttHF.IMElt: umras3ende Oarstellong dP.s tllilitair-1\ledizinalwcsens. (4) B11nGn.1mm: Voi schlii~e zu cincr O rgauisalion dcs MilitairMedizinaiweseos fiir die deutsche neere. (5) GUGGEND8UGER: Oer Baucrw.igen als Forlscbaflung dcr Verwundetcn vom Schlach lfelde. ( ()) Bt:TZ&L: Pelvausru,tuug dcr Oaierscben lllililair·Sanitiit. (7 ) MoLB.\HCF.11: Das )l1lilair-l\lcdizinalweseo Baieros io zwckmil~sigor Umgcstaltung. (8) QunzMA:'lN: Dio l\eform dei· Mililair-Sanilill nacb den Ouforderangen der Ge??enwarl; (9) So:uuER : Uber die aus,eren Slaodesverballoisso dcr ritilitair-Arzle, insbesonèle!'t in Oair-rn. ( 10) NEO»En1·: Darslclluog der ilr.:\licllcollildung der MilitairArlle òer Siichsiscben Armce. ( 11 ) l:L \' u1.: llaandboog i c!cn g1etvende Militai re l\1edicinalLov~ivnin~ fiir Dti<Jmark. ( 12) F .ULOT: Notice sur le: Servica Saoitaire de l' Armée en Rollaorle. ( I) R1TCUl!1t: Bcgutachluog des B~ricbtes etc. (-2) BETSCHLEI\: Uber den Berichl etc. ( J3) f;RISl1Al'ii'i: Armee uod Milita ir-Saoillllwesen de r Herzogt. Scbleswig-Uùlsteiu. (3) VVoLTE!SIIAOPT :,ldeen zur Reform des lllilitaìr-Medizinalwesen Preussens in Verbincluug mii dem Bcricht der Commis(14) F L OGEr.: Relation iiber den Gesuudbeìlsdienst bei der Schweizerischen Armee. sioo etc. (4) GAMA: Esqaisse historique du Service de Santé llilitaire. ( 15) DA1.uNOAJ,1.: Ontlines of the coarse or leclurcs on rnililary · ( 5) ScONT1nnr~ : Ex posi li on do la situati on des Officiers dc surp,erg. Santé de l'.\rmée Française. (16) How.1.no's accouol of la2;arelloes. _ (G) I.JANOO!'i: Prnjct d'Organisalion du Corps des Ofliciers de (11) FAn.Krrn n: On the cxpediency or ;m llospilal for omciers. Saoté Militairo. (7) PAnts : l)es Officiers dc Saul~ .Mililaires, de leur posilion ( 1Sì JACKSON' S vicw of tbc fo rmali on, discipline and economy ofArm,es aorl various other works. ' dans l'Armée elc. (19) MAIISIIALL: l\iililary Miscellaoy. (8) VIGNR ~ : Do la fausse posilion cles Officiers de Sanlé daos l'Arméc oc terre. (20) f AU,oT : ~utice sur le Service Sani lllire de I' Armée cri (9) JlLOT: r.oo,idéraliuus sur la uécessito d'une réorgaoisaAogltllerre. lion da Corps des Officicrs ùe Saoté lllililaires. {2l) B.HTZ: Ereiinlithige ·worte ilbe,· dio iunereu Verhaltnisse (10) CERFIIH&R: De la necessit~ de consliluer le Corps des Ofin d er Preuss. !\lilit:1r-Ì\lCdicinal -Vc rfasson~. fic1 ers chi Santé dans l' Armée et pour l' Armée. (22) 1l1CHT1tn : D1e Hcforrn des ii rzllichen l'ersonals der Pruss. ArmE>ll. (1t) Rusl Magazin fiir die gesammteI1e1lkaode mil besouderer Bezichang ~uf das Mililtlir-SAnilaLswesen. Rtcunn: Oas lnstilut der Chil'Ur!!engebillfen, oder Kranken( 12) Allgemeiue Zcitung fiir llli lilair-Arzte. pfloger der Preuss, Arrner. (13) Archives Belgcs de Médecine Miii llaire. (23) :\luzco: Ein ll~ilrag zor Yerslandigung tiber dic Reformeo des Prouss. l\Iilitair-Mediiinalwesens. ( l4) Revue Scionlifique et AJministralive des illédocins des Armées etc. (24) B1rn rcaT der vom Kriegsministeriam zar Einleilung eioer ( 15) Recaeil de i\lémoires de M6dìcine,Cbirnrgie el Pharmacie l\eform ,!es Mililair-Medizinalwosens . medergesetzteu Commis~i11n. Mililaires.


208 Scrilti sin qni me:1tovate po trdil>t1 fo rs'ai lri credere che s'abbia a r itrarre dal consullar i Regolamenti e gli altri docurn,•nti officiali che p~esso ciascliedun Esercito il soggetto n~stro concernono. Una prima oifficoltà però loslo sorge a questo riguardo da che presso alcuni Stali, la Prussia ad esempio, tutti i Regolamenti per i varii Servizi deJle Trvppe non cadono nel dominio del comm!lrcìo librario, ma solo si posson aver in via dì serviiio so condo l'~~prnssi ne co11secrata. Nuova difficoltà poi deriva da che la maggiore parte d_ei Regolamenti per il Servizio di Sa nità Qr esislt:nti prr~so le differenti Armate già sono di dala .assai antica. Così, per dtarne alcuni, il Regolamento dèll' Austria è del 1815; quello della Prussia del 18!5 (1) ;. dél 1819 per la Baviera; del 1841 per la Sassonia ; del 1822 per l'Assia Granducale; del 1824 per il. Ducato di Baden; del 1854 pel Belgio; del 18iH' per :1;i Francia; del 1X21 per lt'! Sici lie; del 1855 per la Sardegna. N~cessariamente ne1 decorso dei molti anni che segui rot10 la pnhblicazione dei sing.oli Regolamenti, molte ed essenziali mod ificazioni furon a ciascheduno dei medesi~ii arrecate; locchè togl ie moltissimo alla loro utilità ed in dorrebbe tota lmente in erroro chi stimasse the questo ge· nere· di pubblicazioni possa tenere compiutamente luogo delle altre· tutte di cui fu sopra discorso. Tali Re!;olamenti non sono di positivo vantaggio_che a chi possa se_guire nei Giornali Mili tari officia li od in altrn simili Raccolte di leggi la serie delle successive modificazioni ch'ai medesimi furon arrecate . Ora tali Raccolto che constano ge_neralmeÌi te di numerosi volumi, non oltrepassando fuorchè di rado lè frontiere degli Stati a cui spettano, è giuoco forza a clii vog! ia consultarle il recarsi presso le Nazioni a cui sono destinate. E ciò è tan to più necessario per alcuni particolari 'tltil Servizio , relativamente ai quali talvolta nulla fn nemmeno nelle Haccolte officiali pubblicato e di cui non si può prendere cogn izione fuorchè sui luogh i· · stessi dall'esame degli oggetti o dalle informa1.ioni parli · culari e dalle òrali comunicazioni. A malgrado di 'tutte le fon Li di nolizie che termino d i enumerare, certo si è ed innegabile che un'esposizione genera lo e compiuta Jelle condizioni attuali. del Servizio Sanitario presso tutte le Armate Europee offre srr.ie diffico ltà, numerosissimi ostacoli che molto arduo e foti coso rit>scirebhe ad uno Scriliore .il superare, qualora da se solo nnic·amN1te con le proprie forze avesse a radunare tutt"i materiali necessarii, ad eseguire tutti i lavori prel i· minari indispensabili. ;\folto più s'emplice e spiccia procederebbe la bisogna quando più numerosi fosser ' i Lavori speciali ad un'Armata, come quelli dell' Aust, del Meynne, del Rozier, del Boudin che potessero servire come di materiali agevolmente ed immediatamente utilizzabili; e som . mameòte da desiderarsi sarebbe pertanto che presso eia. sche.dun'Arrnata, la qual ancora ne dil'ella, un qualche Ufficiale di Sanità alacremente no intraprendesse l'esecuzione. Questa potendo però essere condotta secondo metodi ass~i differeoti e non tutti egualmente vantaggiosi, potendo ad es. consister in una compiuta Raccolta di tulle le leggi e regolamenti Sanitario -Militari come la pubblicazione del Me'yenoe pel Bel;;io, quella del Rozier per la (I) Un nuovo Regolamento deve venire pabblicato tra breve per la Russia,

.Francia op pur ,,sserc so I!) un metodico riassunto delle leggi ~wdesime com'i I Lavoro dell' Ausl per l'Austria o vestire altra più o men acconcia ed adatta forma, sarebbe per avvenltira da· desiderarsi ezian àio 1~he. procedendo di comtùrn concerto s'adottasse 11n piano uniforme il qnal ai siogr>li cooperatori avesse a servire di norma e direzione. Qoant'agevolti non riescirebbe allora ntilizzando tutti questi parziali Lavori ·i l'origine recente e di fa ittura non troppo dissimile, sintetizzarne il contenuto, trarne tutte le hoziooi più iutert>ssanli, metterlo ·a confronti , a parallelo e creare per il ramo nostro del Servizio un lthro che atto fosse a farne esallam,ente c~noscere le condii'.ioni contemporaqee in tutta .Europa; libro simi le a quanto già esist<1 per parec'c hie altre brnncbe del Servizio Militare, la pregiatissima Opera dt,I Jacobi (1 ) a cagion d'esempio sulle artigl ierie di campo; quella del Birago ,2) sogl i eqnipaggi di ponte dei differenti Eserciti Europei. · Quanto non. sarebbe il vantaggio d'un tale lihro per i Medici Militari non solo> ma per le persone tulle che dalla loro posizione sono chiamale a prender ingerenza nel Ser,,izio Sanitario delle Armati"; Servizio ~u cui non hanno be_ne soveot~ che cognizioni molto limitale ed in cni corrono rischio di prrnder ad ogni piè sospinto i più grandi abbagli. lo r.on dubito menomamente ch'una ta ! Oper~ avrébbe la massima efficacia per abbatte"r alcuni inveterati pregiudizi che t~pto danneggiarono sinora il Servizio in questione, per.dissipare molle preoccupazioni e molli vani ti mori, per evitare certi ostinati c:onlrasti, per facilitare molte utili riforme, per alzar in fine il Ser vizio Sanitario a quel grado di perfezione elle beçe merita il nobilissimo suo scopo. Cosi si sarebbe, cred' io, probabilmente eYitata presso di noi una lunga, inutile, disgraiiala polemica circa i van !aggi ed inconvenienti della fusione dei due .rami Medico e Chirurgico in una sola catego;ia d'Dffi~ialidi Sanità, qualora fosse stato più generalmente uoto ch'una la.le fusione già era staia con molla utilità operata da lunghi a11ni in Pru5sia, Austria, Baviera, Sassonia, .Belgio, Olaq_da ed altri Stati parecchi. Mi rincresce il dirlo, ad adottare si vantaggiosa riforma noi non fummo nella centrai Europa che i penultimi ; gl i ultimi furono i Francesi (5). Jn (n. ghiJLerra da molto· tempo più non esisie che un'unica ca tegoria d'Ufficiali per tùtli tre i rami Medico, Chirnrgico e Farmaceutico. lo nessuno Stato ' adottala una volta la fusione si ritornò più al sistema opposto. Se un rimprovero merita la disposizione del decreto dei 50 d'ottobre 1850, si è d'esser giunta lardi e fors' incompiuta ancora (4). ( Continua) • (1) JAcon1: Etat actuel dc l' Artillerie de Campagne en Europe. (2) BIRAGO: Sur les équipages de ponls :Militaires en Europe. (3) È degno di venire notato.che per lo più nei var.ii Stati i

Corpi Sanitarii furon i primi a godere ed apprezzar i vantaggi di tale fusione e che .questa esiste già da anni in Arroaled'akuni paesi, dove ancora non venne adottata per la classe civ.ile. (4) Decreto '.!3 m.irzo 1852. · JI Direttore Doti. CO:MISSET'l'I Med. Div. Il Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort M. R. Torino 1852. ~elazza, Tip. ~ub;;lpina, via Alfieri 'H .


N. !7.

( ai 31 di gennaio ,1 853 )

ANNO II.

GIORNALE DI IEDICINA 111ILl1,ARE DEIJ CORPO SANrrARIO DELI/ ARMArrA SARDA.,

L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col t O d'agosto. Il Giornale si pubblica nel Lunedì di ciascheduna seltimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino . . . . . . . . L. IO. In Provincia ed all'Estero, franco di posta

L. 11.

L'abbona~ento debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non.militari ricevonsi alia 'fIPOGRAFU SUBALPINA, · via Alfieri, nom0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed ac:ompagnate da.vaglia postale.

1• Dolt. 1,1ssoRE: Relazione generica delle malattie state corate nello Spedale di Genova nell'oltimo trime, stre 1852. - 2° Doli. BOBllIO: Adenite inguinale sinistra. 3° Doti. CAT1'ANKO: Orchiectomia parziale. - 4° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 5° Bollettino Ufficiale. 6° Dotl. GUCO.llETTI: Rivista dei GiornaliScienlifici. - 7° AV· viso agli Associa.ti.

S0:1uu111o. -

PARTE PRIMA. Rf!LA'llO:'iE

GENERICA DELLE ~lALATT I.I!:

NELU SBZlO~E MEDICA DELLO 1

NELL ULTIHO Tl\UIESTI\E DEL

6'1-.,HE CURATE

8PEDAI, E

1852, CON

DI t:ì-ENOVA

ALCUNI CE.ll!NI

il'i;l'ORNO ALLE CA GIONI DllLLA STRAORDI NARIA LITA' CH'EBTIE

LUOGO NEL

CO'lSO

D'llL

~TESE

MORTA· Dl 01

CE}IBRE

(Lella ·dal llled. di negg. Doti.

F1SS ORE).

Nel rnellerv"i sott'occhio, Onorevo li Colleghi, il Quadro delle malattie state de me curate nella Sezione Medica durant(i l'ultimo trimestre, la cifra delle quali ascende a 725, non è mio intendimen to ('n trar in ragionamenti etiologici e patologici intorno alle mcdt>sime. nè t.ampocn accennar ai mezzi terapeutici che meglio corrisposer a com· batlerle ed a vincerle. Sì(fatto ragionamento , io ben il sento, riuscirebbe certamente a recare luce, 1100 mai ab· bastanza viva, nella via della Pratica 1\ledica, ma a ciò fare m'avrebbe bisognala maggiore lunghezza di tempo di quello che mi sia stato concesso in questi ultimi giorni nei quali le incombenze di ~enizio furono tante e così svariate da superare gli effetti deJi•ardnnle desiderio ·che mi spronava ad un tanto scopo. Limitandomi pertanto a dirvi sommariamente cho nel maggiore numero delle malattie per, me curale la condizione patologica di natura infiammatoria aveva sua sede speciale nell'apparato ga strenlerico, menlrechè. non scarseggiarono le malattie e santematiche che pure dom inan in questa Città, nò mancarono le,malaltie croniche di di versa natura le quali so-

gliouo sem pre, dai più al meno ,rncondo lo stagioni, essere preienli nelle Sale Cliniche destinale ad accoglier i febbricitanti , farò scopo prÌncipale di questo mio breve Scritto l'esposizione del le cagioni che in 522 ammalali curali ·nel corso del mese ,di dicembre produssero l' infausto risulta mento di 1 t casi di morte; cifra questa in vero straordinari~ tanto da destare meraviglia quand~ la ragione dui medesimi non fosse fotta manifesta, massimamente che, com'ad ognun è noto , non regna in questo momento alcuna malallia epidemica. A cessare quindi quella meravigli,r e quel sospetto iu cui una tanta mortalità 'pòlrebb'indurre quei Colleghi che non hanno potuto giudica.re da vicino la vera condiz ione delle cose, reputo opportuno indicare qui · ad una ad una le malalfie tulle che quelle morti occasionarono, accennand'ir:: pari tempo a quelle cagioni che concorst1r in alcuni casi ad un cos·ì in fausto risultamento. Li Soldati Antonio Palmieri eri Antonio Masia, amendue del 12° Fant. , già per doe volte proposti per la riforma, riformali quindi; ma troppo lardi perchè, già esaur ite le forze vitali da lento marasmo , dovettero succombere dopo più mesi di permanenza nello Spadaie. Il Soldato Val le dei Granatieri di Sardegna, già stato mandato in permesso' temporaneo per riaversi dì cronica polmonite, ricoverav~ in questo Spedale nell'ultimo periodo di lisi chezza polmonare per cui moriva dopo non mollo tempo. Giovanni Dem~las delr11 r, Fanl., Giuseppe Cayo e Carlo Pi_zzone del 17° dopo più recidive di febbri inter• mittenti rilevate in Sardegna le quali avevano già avul<., per esito ostruzioni ed altri gravi sconcerti viscerali, moriron il 1° per febbre tifoidea, il 2° per timpanite int~stinale ed il 5° per tisichezza polm0nare. Nel Caporale Giulio Goria dell'H° Fant. ehe già per due anni, meno per qualche breve intervallo di tempo , era stato in cura nello Speciale d'Alessandria per malattia di petto e che moriva nello Spadaie di Genova 22 giorni dopo esservi entrato, la necroscopia, comprovando la fatta diagnosi , svelava la presenza dell'idropericardlte con ammollimento del la · sostanza del cuore e l' idrolorace con l'atrofia del polmone destro. Il Sergente Carlo Faccio del Corpo dei Bersaglieri dopo


210 essern stato invaso da febbre intermittente otll viaggio da Sardegria a Genova rimase per più giorni rnalaticc.io io Qua,,rtiere senza ricorrer- al Medico il quale però non cosi tosto s'ar.corse delle cattiva condi1.ione di sanità io cui il Faccio versava obbligò il mede.imo ad entrare nello Speda le . ()uivi ri,:overato nella SE\rlf dei 20 di dicembre e visitalo da me ·nel susseguente mallino lo trovai api retico, ma assai palliùo in viso, con la lingua impaniala, con il ventre tumido e con senso di dolore ricorrente all'epigastrio. Ordi natogl i un blando purgante d'olio di ricino Mli' emulsione arabica il quale produsse nel giorno vari i esiti alvini, lo trovai nella sera senza neppure l'ombra di febbre e mi limi tai perciò a fargli sommiuislrar una bevanda d'accp1a mulsa. Nella medesima sera verso le ore 7 sopravvonoo un parossismo di febbre in freddo il qual aumentando sempre d'intensità e resistend' a lutti li mezzi impi~gati, dovolle l'aw,malalo succo mber all'accesso pernicioso circa le ore 11 della stessa notte. Ammalatosi di siooca reumatica , il Soldato Stefano Devccchi moriva per effello del sinoco sopraggiunto. L'Artigliere Pìso della 7a Comp. di Piazza entrava allo Spedale cou sin.tomi di gastrencefalite la quale, mentre la morcò d'un metodo anlinogistico energico, allivo e negativo, gener~ le e IO(\ale, cominciava a migliorare, fu per colpa d'un incauto suo Compatriota che gli somm inistrò vino a piu riprese silTatlameote esacerbata da cagionare dopo ollo giorni di malii.tti:i. l'estremo fato del Pillo contro cui più non "alsero nè il ripreso primitivo metodo di cura, nè i rivellenLi d'ogni specie, nè quegli altri mezzi che più specialmente sou in simili circostanze raccomandati dai • sommi Pratici. .Egualmente della grave gastro -meningite per cui aveva fatto ricorso alro Spedalo il Bersagliere Francesco An· Lonioz, coricalo in ua lello vicino a quello dr.I Pii;o, lro· vavasi già dopo sei salassi ed altri opporln11i rimedii migliorante a segno che gli si concedeva il quarto di porzione, quand'il medesimo Soldato che con generosa somministrozione di vino aveva credulo giovar al P iso eslendend'un si mii allo di crudele pietà ali' Anlonioz, promoveva non solo il ritorno della gastro-meningite, ma lai un'intensa encefalite, che fattasi superior ai mezzi dcli' Arte, lr-asse in breve l'ammalato alla tomba. L'au to psia di questo cadavere dimostrò nella cavità del cra,tio Ja dura madre aderente alle pareli ossee ed alla sostanza cerebrale per modo che riusciva difficilissima cosa staccare quella senza olfendere l'integrità di quest'ultima; la medesima mem- . brana ossificata nella parte anteriore della grande falce cioè dall'inserzione della medesima nell'apofisi cnstagalli all'altezza di dodici e più linee nel setto che form a alla scissura longitudinale del cervello. In corrispondenza dei vasi lemporaU la delta membrana o!Trinsi colorata in colore rosso-cupo e lasciava scorgere l'ar teria meningea media così distesa dal sangue da assumer il calibro quasi d'una penna da sc:rivere. La superficie degli emisferi cerebrali lolla coperta da u na sostanza biaoco-gelalino!a era profondamente solcala dai suoi vasi arleriosi e venosi i quali offrivaosi pieni di sangue ed aumen tati di volume. ~ei ventricoli laterali si rinvennero due cucchiaiate di siero-sangninolento. La sostan'l.a cerebrale tagliala in varie direzioni, oltrechè offrivasi tutta punteggiala in colore rosso, con la pressione lascia va stillare gocce di sangue. Li seni venosi erano lulli turgidi per il sangue che conte-

nevano o nel foogitudinalt, più specialmente inie!lato si trovò un grumo biancastro della grossezza d'un pisello e d' una tale qua lo consis!enza alla pigialura. Le 'Viscere della ca1>ità toracica si rinvenoer io 1stalo naturale. Qu!31le della cavità addominale si rinvennero parimente sane, ad eccellua-zione del fegato ch'era- più volumino~o del naturale e del t_ubo gastrinleslinale il quale dimostrava segni non dubbii della pregressa sua infiammazione nella mu. cosa del ventricolo ed in quella degl'inlestini crassi. QUADRO DBLLK MALATTIE $TA.' T8 Cl/RA.TI! ll'i DB'l'l'O

Tll~l!ST.RE,

Sinoche Febbri periodiche Id. perniciose Id. tifoidee Encefalite .

184 156 6

5

2

Angine.

28

.Bronchiti . Pleuro-polmonite Carditi . Gaslrenleritt EpJ1titi . Spleniti

56

29 5

54

Artriti .

1:'.mormesi cerebr~li Poeumonagie Diarree Dissenterie Hisipole Vaiuoli Hosolie Reumatismi semplici Tisichezza polmonari Edemi . /. berrazioni mentali . Totale

9 5 6 5 5

8 4

'1 2 7

6

121 16 2

10 710

STORIE DI CASI RUIARCILEVOLI. 24 A Dt:NITE

INGU l!'i ALR SINISTRA.

(Storia letta dal Doli. Bonn10 .llled. di Uegg. in una Conferenza dì 'Nizza).

Enrico Carlevaris Caporale Maggiore nel 14° Fanteria, d' an ni 22, di lernperamcnlo nervoso linfatico, di gracile complessione, soggetto da quaud'a qna ndo ad ade11iti cervi cali ed ascellari, non mai però stato locco da contami· nazione venerea, viaggiando verso la melà di se ttembre da Genova a Nizza, cominciò a provare nella region inguinale sinistra un cupo dolore che gradatameuto aumentand'e d associandosi alla tumidezza delle ghia 11dolo di della regione lo mise in condizione di do·vere profittare del carro d'ambulanza per poter arrivare sin a Nizza, dove giunto fu immediatamente invialo allo Spadaie. J)al-


211 J\saroe che quivi s'instituì, ollr'ad un tale quale grado di geoer~le riazione, si riconobbe la presenza d'una tumidezza flemmonosa , di forma oblunga, dura, tesa , dolente al tatto e trasversalmente situala nella piegatura dell'inguine sinfslro, contro cui credetti necessario impiegar il metodo antiflogistico generale e locale. La mercè di questo metodo di cnra cessarono l'angio-cardiaca riazione, il do·lore focale e lo ,stato tlemmonoso della pelle che . copniva il tumore, ma persistevano tuttavia l'ingo.rgo è la durezza della ghiandola, a vincer i quali inutilmente feci ricorso per lungo tempo ai topici calerelici, alla com pressione ed ali.~ pomata di nitrato d'argento di cui la virtù risolvente trovasi al giorno d'oggi così vanta la in molti Giornali Scientifici. Tornali inutili tolti .questi mezzi, tullochè va· gheggiassi l'idea dell 'applicazione del metodo di .Malaperl, tullavia per timore d'esacerbare la 'Condiz ione. irritativa angioleutica, massimamente in persona c0sì delicata e sensibile, credetli migliol'e consiglio l'astenermene per ricorrere nove Ilamente ai cataplasmi mollilivo-sedanli , dalla continuazione dei quali ollenni fin a !mente ·di potere toccar in alcuni ponti del la gh iandola tllla manifesta sup· porazione a cui per mezzo dello strumento apersi successivamente un esito al di fuor i, converlend'ad ultimo le varie incisioni in una sola pi.iga da cni stillò per lungo tempo un liquido siero-purulento, opponendosi ad una pronta cicatrizzaz ione ed il temp~ramen to linfatico del J'ammalato e la presenza d'alcuni ganglii in9urili che impedivano il ravvicinamento dei margini della piaga. Di fatto non fu che· dopo nn lunghis~imo insistere nell'uso dei mollilivi locali, dopo l'esportazione dei ganglii e dopo la recisione dei margini assolti gliali ch'i l Carlevaris polè fina lmente abbandonare lo Spedale in stato ·ai perfetta guarigione . Quest'Osservazione mentre depone io favore del metodo mollitivo io alcuni casi d'adenite, prova pur ad evidenza come nella cura della medesima sia necessario tener in giusto calcolo il temperamento e la sensibilità dell'am· malato prima di fare ricorso ai così vantali rimed ii caustici ed ai risolventi, se· pure non si vuole pregiudicare maggiormente alla san ità del medesimo.

25 ORCHIECTOMIA

p A.1\7.IALE.

(Storia comunicata dal Med. di Regg. DoU. Cav. CATTANEO). Addì 24 di giugno ultimo. passalo (1852}. presen lavasi allo Spedale del Corpo dei Carabinieri Beali il Vice-· Brigadiere dell'Arma a piedi Giuseppe Tr., d'anni 28, onde essere curalo d'nna tumefazione al testicolo deslJ:P che lo travagliava .da ollr'un mese. Questo giovine di temper amento epato-sanguigno , avrencnte e simpatico , di gentil aspetto, dimostrava una co~liluzione apparentemente robusta ed· una certa floridezza di sanità che realmente non aveva, poichè s.ino dal duodicesimo anno d'età diceva avere sofferli' do lori r icorrenti con forma acuta e pungente alla regione renale, i qua li, sebbene cedesser alla semplice strofloaziooe falla con la mano dando luogo ad una grata e piacevole sensazione locale, nas,coodevaoo però soÙo la lo;o benigna apparenza i germi d'up'a(feziooe

che doveva alla fine imporgli il doloroso sagrifizio d'uno degli organi destinali alla riproduzione della specie. Pervenne così al venlesimoquinto anno di vita con la continua ricorrenza di tali patimenti seozà ch'avess'a sof• frir altre .infermità ·di rilievo. Nel 1850 (26 d'età) rilevò uno scolo blenoorroico che scompar-ve nel corso d'un mese mediante il pepe cubebcl. Nel 1851 fu !oeco da tonsillitide acuta la quale richiese ollo generosi ,salassi generali ooa'essere vinta. Le antiche, doglie renali frattanto che sul principio lo aggredivano raramente, crebbero siffallamenle in questi ultimi tempi che si resero continue e quotidiane e tradussero fi nalmente in allo il cupo lavorìo ch'interoamente si covava, p·er cui uno dei testicoli (il destro) prese poco prima del l'ingresso del Tr. allo Spedale proporzioni innaturali di forma , di volume e di consistenza senza poterne ·a-d altra cagion ascrivere l'origine non avend'egli sofferta oè luc celtica; oè cause traumatiche alle a determinare una simile infermità . Ad eccelluazione d'una parlicllllare sfericità che riuniva io un soJ corpo l'epidid imo e.d il teslicolo ·e che costituiva per sè un.a cireosta111.a degna di riguardo, la località era poco dolente, il suo vo ltfme ec-cedeva appena del quinto il diametro naturale , poco era parimente il rosso ed il cordone spermatico con i ·suoi involucri, non che lutto l'apparato uropojelico, non sortivano dai confbi fìsiologìci a ma lgrado della ricorreo'te ins'islenza dei dolori renali. .Furono perciò prescrille bevande rinfrescalive, il riposo, la <l iela e le fomentazioni topiche con decollo ameno]. Jien le tiepido. Queste prescrizio.ni non a,vendo recalo suffiçienle giovamento ed essendosi anzi spiegala un po' di r eazione febbrile nei giorni seguenti, furono praticati quatlro co piosi salassi generali e due abbondanti sanguisugii all'ano ed al perineo con l'inleodimeoto di liberar il più direttamente che si poteva l'organo soffren te dall'ingorgo che lo opprimeva ed i bagni locali liepidi' si scambiaron in quelli ghiaccia li ed astringenti con acqua vegeto-minerale. In onta di siffalli compensi curativi crebbe tllllavia il lesticolo a maggiore volume ed, aocorcbè il pe.so non corrispondesse alla mole, fu lieve cosa arguire da quèl momento qua.nlo difficile fosse ricondur al pristino stato un organo di lant'importanza così profondamcntu alteralo. In. tale stato di cose dopo avern per oltr'ad un mese quotid ianamente esplorala la parte ammalata pel' riconoscer.e se vi fosse l'esislenia di qualche raccolta sierosa nell a vaginale o J' allro prodotto morboso sia nelle membrat1e, sia nel parenchima del teslico·lo, sospellando che tulio l'apparato morboso si r iducesse semplicemeule ad un processo irrilativ.o congestizio del testicolo, come sembrava anch'iod icarci l'assolula cessazione della febbre e dei dolori nefritici; tentammo con ogni più razionale mezzo la r isoluzione del ·medesimo. Furono quindi prescrille e praticate alcune operazioni di sanguisughe alla region ipogastrica, all'inguine, lunghesso il cordone, spermatico , al ·perineo, al corpo del testicolo ed all'epididimo, alla parte interna superiore delle cosce e finalmente ai vasi sedali; si somminisl~ò più lardi all'am!l)&lato io dosi giornaliere • convenien ti e per un lernpo assai lungo il ioduro di po- • tassio di cui consumò 560 grani e si fecero praticare 28 frizioni mercuriali, non tralasciand'in pari tempo l'appl icazioue locale della pomatà -iodurala di belladonna, dei


cataplasmi di cicuta cçntusa e dei bagnuoli tanto semplici poco la malallia alle risorse della provvida natura, confidaud'intanto che maggiori lurrii avremmo potuto acqui • quanto medicati. Tutte queste medicazioni però non solo stare per chiarirn1:1 con maggiore fondamento la d:agnosi. non corrìspose.r alla ragionevòleiza dell'ind.icazione, ma .non impedirono neppure che l'ammalato dòpo due mesi Se non che l'assoluta indolenza del tumore, il -persistente di cura si lronssc cun un testicolo eguagliante il volume suo quadruplica lo volume e. più d'ogn'altra e.osa lo scod'un gros50· pugno, indolente alla pres11iorie, al4uanlo berraggiamento che conlinciava ad invadere l'animo dell'aro. malato dopo Lre mesi di permanen~a in letlo,obbligandoci noccoluto, un po' elastico, ma tion molto pesante. Nacque a nulla lasciare d'intentalo, ci risolvemmo a -sperimentare perciò in noi la con,inzione che Ja malattia non stesse più nei limiti d'un'fnfianunazioue più o meno acuta., ma ancora la cpmpre,sione tanto vaotatà da Recam.ier, . i bafoss' in vece già la rappresentante d'on esito di rea n·atura gnuoli d'acqua coobata di lauro ceraso, di decozioni sadella. medesima ; .esito questo però di cui Ìa possibilità ci t1)re di digitale e di papaveri, 1irescrivendo. nel medesimo sembrava sin allor.a contraddella dalla giovani! età deltempo per uso .inlcrrio il deutocloruro e quind'il ioduro d'amido, Sé dall'uso di questi ultimi tentativi nou ottel'ammalato, dalla nessuna provenienza ereditaria, dalla nemmo vantaggio alcuno di rilievo, non furono tulla:Tia integrità del cordone spermatico e dell'amma,so costituente del tutto inefficaci, giacchè nel mallino dei 15 d'.olt.obre il tumore, dalla quasi cessala riverberazione dolorosa <.1lla ci fu d.alo osservar un'insolita trasparenza del tumore la regione renale e dalla mancanza d'una cagione morbosa quale, mentre sembrava volerci rnellere ·su le tracce della alla per se sola- a generarlo. !)a queste considcraziooì vera natura della malattia, ci suggeriva P<!rime1110 qnale indolli, lultochè, maestra la sptirienza, sfì~4.ciati di quamezzo a meglio scoprirla l'i ndìcazione della puntura del lunque tentativo terapeut.ieo che non· fosse l'esportazione tumore. Pungemmo _perciò con piccola lancetta lo scroto del testicolo, ci determinammo a sperimentare per due da· cui 11:11tochè stillasse una quantità piuttosto abbondante giorni l'introduzione d'una c,indelclla nell'uretra nella lu· cli sar1gue sciolto e misto ad u11a sostanza paragona,bil alsinga che riallivato lo stillicidio blennorragico il quale l'idatid.ea, ·a01;ichò impicciolirsì il volume del tumore, si forse intempestivamente .,oppresso e ripercosso sul testiaumentò in. ve,e per niodo che dovettimo fare prontQ ricolo poteva essere stato la cagione prima dell'orchite, corso ai bagni ghiacciali per poterlo dopo 24 oro, ricon-· avremmo ancora potuto giovar all'ammalalo senza privarlo dur allo stato primit ivo, Dne gio~oi dopo quest'alto 'ope-' d'uno degli organi prolifici. Ma vana lusinga ! chè questo ulivo avendo l'ammalato eseguito qualche brusco movitentativo non ci servi ad altro fuorchè a risvegliare , la mento si rinnovò l'emorragia la quale, cessata 1100 senza sopila flogosi dell'appa-rato genito-orinario, a se.dare la difficoltà per mezzo d,ell'eslralto d'ergo·tina e ,della polvere quale dovellirno di bel nuovo 'ricorrer ·a quallro salassi, a .astringente, fu susseguita ~a.Ila comparsa d'una vescica due sanguisugi i praticali l'uno all'ano e l'altro alla regione nera, . n1olle, elastica, indolente, del volume d'un grano renale ç ad altri ben molli compeosi antiflogistici che non di meliga la quale facend 'ernia tra i labbri della ferita dello valser ad impedir un a11me1110 di volume del lestic~lo-ed scroto rimase per alcuni giorni stazionaria per ingrossat'si un tale quale graslo di persistente aumentata' sensibilità quindi sensibilmente al punto da equiparar in, volume un det reni_, mezz'ovo gallinaceo . . Visto perciò che le cose volgevano Riuscite' · cò!Ì inutili tutte le medicature più commen · alla peggio, prima d'addivenir a quaJuoque allo operalito date in simili casi, non potevamo _non confermarci uel cr.erlcmmo per noi doverosa cosa invitar il Comll_lénd. sosp~llo che ad una degenerazione di rea natura, non più Pro[. Hiberi perchè con quell'immensità di- solide e pro· sanabile eon rimedii farmac(\ulièi, non fosse da riferirsi fonde cognizioni leorico·P,raliche che gli valser una tanto la malàttia del · testicolo. Ma se genericamente avevamo brillante e bene meritata carriera porgesse a noi conforto potuto acquistare ci.uesta fatàle certezza, difficile oltre- ·1 e consiglio in così critico frangente. modo ci si parava tDnanzi la diagnosi-della degenerazione Non appena fn dal Dolt. Quaglio csirresso questo nostro particolare eh'il ·1esticolo avesse subi to. Di fatto a carat- ·1 desiderio al prelodato Sig. Commend. ProL !liberi ·che , 1erìzzarla di natura scirrosa; mancata la durezza propria come per ingegno e per dottrina Chiarissimo così per della medesima; a v9lerla dire- ca·ncer0sa mancavan i docortesia e per desiderio di . giovare Distinto, volonteroso lori lancinanti caralleristici; la degeneràzione ·melanotica accorse al lello dell'amrnalato dove, accuratamente esploe fungosa era esclusa dalla mancante opacità e dalla derata la località morbosa II la éondizione generale del mefièieòza del c.olor o~curo carico del tumore; sir.tomi·quedes:mo, ci feee riflettere èh'essend'il tumore bernoccoluto sti che Lacnnec dà per distintivi dì silfaHa generazione. sì, ma e I.i.stico, non duro e non do.ll·nte; ch'il discreto ben Nè si sarebbe potuto a!criver alla colloidea peréhè mancavan ì caratteri foici della medesima e perchè ancor il j · essere dell'ammalalo a malgrado d'una simile degeneraprodotlo morboso era sempre rimasto limitato al corpo ] iione, la totale mancanza di cagioni specifiche o traumatiche le qua)i favorit_o· avessero · la malattia e ' lo stato di del testicolo senz'estendersi alle pareli prossimiori ed al .le<ssuto osseo - come suol avvenirii nelle degenerazioni di sanità del cordone spermatico e delle ghiandole inguinali, tale natura. ·Nè finalmente si sarebbe' poluto eon eerle2za anzichè ad altra specie ,di degeneraiìone accennavano determinare che fosse di natura cerebriforme perchè nello piuttosto alla c~rebriforme. Soggiunse qui·ndi ch'io vista ~lato attuale della Scien"ìa si desidera ancora quell'insiedel'lo staio generale uon soffrente dell'ammalato, dell'~di segni e sintomi che valgao ad infallibilme.nle ca- . morragia cessata e non ·più minacciante e· dell'integrità ratterizzarla. Questa difJìcollà nel deiermina·re la vera degli elementi anatomici componenti il funicolo s:perrnatico ed intima natura del tumore iJ quale non poteva certae le sue-·correlaziooi pÒteYansf, benchè con poca probabi· mente riferirsi ad idrocele cistica od acistica poichè manlità di successo, prima di ·venir all'orchiectomia tentare la cay~n e la figura ed il peso ~ la truparenza che le ·sono recisione della·protuberante vescicola cauterizzando quindi proprii, c'iudU!ile nella determinazione d'.ibbandonare per subito la parte restante· e badand'in seguito a· v-egliar al·

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2-i 5 l.cntamcn te ai risultamenli di quest'alto operativo per ,[·pcirvi ~bilo, a norrna del caso, quel genere di rpedi('azione ·che fosse credulo più conveniente. Se, abituali come noi fnmmù ad ammirare sempre o nella Clinic~ Operativa e nella Pratica sia Civile, sia Militare il 11orprend1:111le 01000 con cui questo uoslro IIlustre Maes,lro- spingendo per così dire il .;uo occhio Clinico nelle· intime latebre dell'organismo ainmalato µ,ervicne per una mi'rahilc concatenazione òci fatti morbosi giust:imente apprezzali a scoprire ooò solo il punto di partenza della malattia, ma a ~ceverarne •~ le complicazioni e le dipendenze e l'intima nalJl'a ,ed i sintomi dilTerenziali che la distinguono da altre co1J cui potrébhe facilmèute confondersi, non ci foss imo subilo persuasi della verità del pronunciato giudizio diagnostico , pienamente convinti ·ci avrebhe rnsi il ri~1iltamcolo dell'atto ope·rativo che, a tc11ore del consulto , praticammo nel giorno susseguente. l)i fallo, recisa orizzoutalmeuto cou il ga.mmaulle la porzione erniosa del tumore , q,1ella sotloslanle s'appalcsò con lutti li carattr.ri della sostanza cerebriforme, giacché era d'un colorn bianco -lallicinoso, disposta a guisa delle circonvoluzioni cerebrali, della medesima cÒnsistcnza cli queste e pér soprappiù velata d'una sottile membrauà p:nagonabil alla pia meninge. Inoltre \I giudi1.io diagnostico fu anc:he pienamente comprovato e daÌla perfetta inrl~lenza del prodotto morboso all'azione del forro cancle'nl'e i:on· cui fu toccalo tl cla ll·a mancan1.a dell:emorragia sia nell'atto del taglio, sia subilo dopo il medesimo, sia foialmenle al distaccamento dell'escara cbo succedetl-e dopo no\'C giorni. Quest'ultimo mezio tt-ntalo per la conservazione del testicolo, fu pur esso, siceome ne fu c,presso il iimon-1, infruttuoso. In fatti, separatasi l'escara, la superficie denudala apparvo lurida; la suppurazione slillava oerastr~ o saniosa; le circonvoluzioni encefaloidee crnbbero dì volume; si moltiplicarono, si se , parai'on in alcuni punti le une dalle altre, i11 altri punti si riuniro'n i'n ammassi irrngolari e r mollissime·, ulcerato il vefam_e d' f11voltwr.o, turono tocche dalla .cancr1>na e ri · dotte in un liquame 01·ra,1ro. A questo risultamento op· ponemmo le rnedicaziooi fotte con filacc ica imberule nell'acido cloridrico soprappooend' alle medesime altre filaccica bagnale oel cloruro di calce, ma queste non poterono impedin: che la cancrena allargasse i suoi conlìnì esténdendosi alla pellt! dello 'scroto ed a quella .pure del cor· · done spermatico e che il tumore 11011 prendesse proporzioni ~lraordinarie col pareggiar io grossezza quasi la lesta d'un feh), Con iullo ciò però la condizione generale dell'informo era discretamente buona; le ghiandole inguinali superficiali e profonde, le pelviche e lo lombari, per quanto yoteva dedursi dàll'esplorazione, nianlenevausi in istalo di iotegril-à ed i dolori nefri1ìci, sveglialisi .,111alche tempo d~po l'operazione, crauo quasi cessati. Ragguaglialo. giornalmenll:l il Commenrl. Prof. .Ril.ieri dal l>otl. Quaglio dell'andamento di più in più inquietao.le della malallia e del vivo .desiderio che l'ammalalo esprimeva d'una pronta operazione che lo liberasse da tutto quel guas,to, fissò a ial uopo il giorno 50 di-novembre nel quale! a mia istanza, intervennero pur a prestarti l'opera foro gli onorevo)i miei Colleghi ~foti. di lle'gg. Dott. Cigolini tl Rophillo. Non appena in dello giorno ci'trovammo riuniti al lello dell'ammalalo il prelodato Prof. Comme!)ù. con brevi parole accennand'alla pratica .da seguir~i n.e ll'auo ope·ralivo, dimostrò come per la mancanza di pelle atta a. co-

prire l'ampia breccia falla dalla cancrena non ci restasse altra via fuorchè quella d'adottare la Pratica. di Zellemberg da esso lui modificata, la pratica ordinaria non trovando qui la sua applicazione. Premessa quest'avvertenza ciaccingemmo all'Uperazione .·nel seguente modo. Fallo coricar orizzontalmente l1ammalato su la sponda del letlo, stand'il Co111mend. {liberi ed il Dolt. Quaglio a destra, il Doti. ·cigolini ed il Dou. ·Rophille a sinistra di qu~llo, il primo afferrò con ambe le mani l'enorme tumore tra~ndolo verso di sè ed in allo, gli ultimi abbassaron il pene, e la pelle <h:llo scroto con il testicolo sano dirigendo queste parli al l'io fuori ed io situalo a destra del Prof. .Riberi ed armala la mano con un gammaulle rello incominciai un taglio che, pa1·tendo dall'o rilicio esterno del canal<~ inguina!e e passando nella linea media dello scroto oltr'ai- confini dell:l parte contaminala, prolungai ~in alla parl<~ inferiore, dello stesso si:rolo ; isoìai in seguilo con lunghe e replicate incisioni,l'organo ammalato ed il cordonti spermatico che·ru subito allaccialo strellissimame11ti:: · dal Prof. e recisi ad ultimo tutta la parte affella. Terminato ~sì l'atto principale dell'operazione, allacciati prima tre rami arteriosi provénienli dalle pudende esterne; il Com• mend. l\.~.beri secondato ·dal Ùolt. Quaglio riunì tra di loro con alcuni punti di cucitura inlercisa. i labbri della ferita che fu quindi medicala con listerelle di cerotto ugglutinalivo a cui furono ·soprapposte molli fllacci ça spalmate d'unguento refrigerante e c.ontenute io silo mediante opportuno bendaggio. , Poche ore dopo l'Operazione insorsero vivi dolori nella regioue renaltt, nella coscia destra e nel r_imasto .testieofo i q1iali di poco precedelle~o l'evoluzione d'una febbr,e traumaJica piulloslo risentita che, insieme con quelli, .cedette ben presto al rigoroso regime dietetico ed alle bevande molli li ve. Senza ferma rmi ad .esporre l'aodament'o giornaliero del p'rocesso di riparazione -che procedelle costan temente con .alacrità e non fu interrollo da alcun ·Sinistro accidente, dirò solo che nel giorno 20 di dicembre l'ammalato, già abbastanza in forze per l'effetto d'un vitto parco, ma ,nutriente, passeggiava agilmente' senz'appoggio per le salo dello Spedale dopo uù lungo soffr[re di quasi sei ~esi e che nel giorno 6 del corrnole mese partì in congedo di convolescenza alla volta d'una comoda, sana e b<me riparata casa di campagna. Ma questa guarigione sarà essa costante? 0

E,1ame dell'e,t-irpato tumore.

Il suo peso era. d'una libbra e nove once : i lessuli dello scrolo e del . fun iéolo sperniatico ch'esportali col tumore aderivan alla parte posterior -e sinrs·tra del mede· simo, si rinvennero spessi, duri, lardacei: l'ammasso de· géneralo era precisamente paragooabil ad no piccolo eer· veli\) ciof composto nel suo insieme dì membrane, di v.asi finissimi di lobi 1 cli protubera,ize, d'anfralli, di ventri· coli, di iamine, di strie, ecc.:. l'incisione del testicolo praticatasi i1) vario s_enso e direzion~ del medesimo dimostrò èhe la sua degenerazione era nella circonferenza d'une tale quale consi,ten:r.a e di colore nerastro, ro~nlrn nel centro conservava il colore ,bi.anco-lattic10oso ed i11, in più luoghi offriva sfondali e meandri contenenti .una so..,, / stanza pultacea giallognola.


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RELAZIONE DEJ;LE CONFERENZE SCIENTIFICHE (Mese di diceml.,re. 2a Tornata).

N1zzA. Do.Jfo che il Dott. Bobbio ebbe data lollura del suo Scritto ìotitolato: Cenni Clinici intorno ad alcuni ca1i rimarchevoli occor.ii nellti Sezioné feriti duranie l'ultimo semestre I 851, ìl Dottore Tarro'ne, olleuu!a la parola, chiede schiarimenti intorno alla natura della mala\lia ce.rebrale complicante il caso di ferita alla lesta stato dal Dott. Bobbio·esposto nella sua prima osservazione, giacchè mentre gli sembrò udirn attribuirsi a questa malattia e.erebrale complicante la ferita il nome d'encefalite, dalla sintomatologia descrilta, dal corso celere della malattia stessa e finalmente òall'utili!à dol metodo curativo stato adoperato egli crede cbc--si trullasse di semplice iperemia con lieve grado di commozione cerebrale. Risponde il Doll. Bobbio che no J a caso aveva aggiunto alla denominaziooe d'encefalite l'epiteto d'ineipiente, siccome quello che sembravag.li meglio indicasse la condizione_pato!ogica del cervello, giacchè se non eraosi mani-· festali tntli li sintomi e segni indicanti realmente la vèra encefalite, l'imponente corredo di quelli che s'osservaron era però · tale da accennar a qualche cosa di più d'un semplice fatto iperemico·, come comprovù anche l'energia del metodo antiflogistico che fu necessario per ottenere la risoluzione della malattia. li medesimo Dott. Tarrone obbietta in seguilo contro la denominazione di catan·ale attribuila all'ollalmia sorveouta nel caso d'onice stato dal Doft. Bol>bio de,critto ·nell'Osservazione seconda, dicendo che la divisione dell'ottalmia in cat<wrale era, se non erronea, almeno,inulile, perchè la medesima non rappresenta fuorchè H se.condo stadio ovvero lo stato cronico dell'ottalmia reumatica I.i quale sola cosl.itoìsce l'infiammazione legitti.ma dell'ocebio. Contro questa conclusione il Doli. Peloso fa riflellere, chese era vero cbe le moltiplicidi.visioni dell'otlalmia state ammesse dai Patoftalmologi moderni, specialmente Tedeschi, anzichè giovar in pratica, generano confusione, non era però meno vero cbe quelle divisioni scolastiche le quali valgono ad indicare la diversità di natura del tessuto leso nell'infiammazione dell'apparato oculo-palp~brale, dovevano rilenersi utilissime jn Pr~tica siccome quelle che conducon il Medico a stabilir un m.etodo di cura ragionato. In questo senso,egli-dice, debbo, sccònd'uò recente Oftalmologo, ritenersi buona la divisione dell'ottalmia in reumatica e catarrale in quanto che là prima indicando Jlinfiammazione del tessufo fibroso o siero-fibroso dell'oc, cbio e la seconda in v_ece quella del tessuto mucoso _del _medesimo, il Medi.co non solo può riéonoscer.lc ai loro caratteri aoatomo- patologici, ma può pronosticare ch'io questa gioveran, a tempo opportuno, i rimédii astringenti ed i ca-us!ici, _mentr'in quella si dovrà puramente adottar il metodo antiflogistico_, Sostiene il Dolt. Bohbio l'aggiustatezza della dénomioazione da lui data altottalrnia concomitante il caso d'onice in quanto che non solo dalla Relazione del Medico cbe prima aveva curato l\nfermoappariva come la malattia avess'esordilo con i caratteri di congiuntivite catarrale che quindi diffusa alla cornea si manifestava già al periodo di suppurazione tra le lamine di questa allora quando l'ammalato era stato inviato allo Spedale Militare, ma ben anche in quanto che, ammessa la divisione anatomica propugnata dal Dolt. Peloso, era facile comprendere come l'infiam mazione della congiuuliva per la lunga sua durata e per le frequenti esacerbazioni si fosse poi diffusa agli !Ìltri tessllti dell'apparato ocuJo;palpebrale. Il Presidente associandosi all'opinione del Doti. Peloso per ciò che riguarda l'utilità pratica tli tale distinzione, aggiunge che la divisione de!l'otlalmia iu catarrale e reumatica si fonda anche sol fatto etiologico e che nella predazione dell'una piuttosto che dell'altra forma morbosa concone per soprappiù in modo essenzialissimo il lemperamenlo e la 1>articolar idiosincrosia dell'ammalato, osservandosi che l'otlalmia reumatica inva,de di preferenza le persone di temperamento sanguigno ed frritabili, mentre la catarrale è piullosto propria di quelle a temperaruento linfatico e per consego·enza oei ragazzi nei quali predomina la linfa. }>rima di chiudere la tornata il l\Ied. Div. chiama l'aUenzione dei Colleghi intorno all'utilità che debbe veni!' al Soldato infermo dal recentecambii:unonto di locale·per lo Spedale il quale da

un luogo basso· e male disposto in cui prima si trovava, fu recentemente collocato in una fabbrica situata io posizione elevata ben aerata ed avente disposizione tale per cui Mn solo è più cile e più.comodo il servizio degli ammalati, ma è anche più opportuno •e più ·spazioso il locale per le Conferenze Scienti-fiche. In elogio ed in segno di gratitudine del Corpo Sanital'io-Militare per q\)esta Superiore Disposizione, il Dott. Bobbio propone ed i Colleghi votano per acclamazione che la Sala delle Conferenze sia cfecorala dell'augusta offigie dell'adorato nostro Monarca S. )'L Vill,>rio Emanuele Il.

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NovAM. Il Presidente conscio che nella vicina Lombardia esiste io commercio una quantità di solfato di ehinina che si suppone adulterato e persuaso che l'attuale buon mercato a cui si vende in Novara questo sal·e febbrifugo possa dipender in parte dall'acquisto del medesimo in variomodo~dulterato, dopo avere esposti i caratteri fisico-thimir.i delsolfato·di.éhinina,si fa ad accennar alle più probabili maniere di falsificazionediquestosale c<I ai mezzi più atti a riconoscerle coo facilità , li solfalo di chinina dice il Presidente, sol!oposto all'azione del calore perde part~ deli'acqua cbe sempre contiene e quand'il calor ollrepassi li 100 gradi si liquefa come cera spandendo per mezzo dello-strofinamentò una luce fosforica nell'oscorità. Di più , mentr'una sola parte di questo sale richiede per la sua soluzione 750 parti d'acqua fredda ed al medesimo scopo bisognano 30 parli d'acqua calda, si scioglie poi facilissimamente a freddo oell'alcoole a 35 gradì ed a caldo nel medesimo liquido avente soli 20 gradi: ondechè se al solfato di chinina di cui si vuole far m,o mancan alcune delle indicate proprietà, può tenersi per certo esser il medesimo falsificato. Questo sale,.prosiegue il Dolt. .Besozzi, può essere mescolato con lo zucchero, con la focola, con la gomma, con la mano_ite, con l'amianto, con i solfali di calce, di soda e di magnesia, ccn la magnesia calcinata, èoo la salicina e con la florisina, ed il medesimo può anche dirsi adulterato quando conpresenza dello zuctiene ollr'al due per cento di cincouina. chero si.riconosce dal ·non sciogliersi perfettamente il solfato di chinina nell'alcoole a 35 gradi e ùall'odore zuccherino che que· sta soluzione tramanda a llorchè la si abbrucia. La fecola e la fa. rina sono svelate da una specie di pasta ordj colla che rimane al fondo del vaso nel gna!e siasi fatto svaporare questa soluzione; che se a questa pasta o colla s'unisce qualche goccia di tintura di iodio, subilo s'ottiene uo ioduro d'amido riconoscibile facilmente al sqo bel colore azzurro. Evt1porand'una soiuzione di solfato di chinina nell'acqua, si riconosce la presenza della gomma dall'aspetto relativa mente mucilagìnoso ciel residuo sale, A r1coooscere la pr-esenza della _mannite basta scioglier il solfato di chinina nell'acqua leggiermcnte acidulata con acido solforico e V!lrsarvi quindi sopra un leg(lier eccesso di liquore causlico di bal'ite, nel quale caso la chinina ed il sol foto dj barite si precipitano e la mannite rimane sciolta nell'acqua ch'evapol'izzala nell'acqua si converte in cri5lalli bianchi, lucidi, in prismi esaedri. Quand'abbJ'!lCciand'una qoantità di solfato di chinina su d'una lastra d'acciaio beòe pulita e convenientemente riscaldata rimane un residuo filamentoso e di colore di madre-perla, non può esservi dubbio intorno alla miscela dell'amianto con il solfalo di chinina. Se ad una soluzione di questo sale ottenuta per mezzo dell'acqua bollente s'aggiunge acido solforico o quindi si fillra e si tratta con ossido ossalico, il precipitalo bianco ( ossalato di calce) che fosse per comparire, dimostrerebbe l'esistenza del solfato di calce nel sale febbrifògo; se ~!l'incontro il medesimo liquido filtrato e trattato con l'idroclorato di platina precipiterà una.sostanza di color.e pagliarioo (ossido di platina) rimarrà certa la miscela con il solfalo di soda; se finalmente sempre nella medesima soluzione filtrata si verserà carbonato di potassa o di soda, il precip.itato residuo (carbonato di magnesia) d'aspello polve1:olento; Ieggièro, insipido ed avente la proprietà di solidi· ficarilbalsamo di copaiba svelerà l'adulterazione ciel solfato di chinina con il solfato di magnesia. L'adulleraziono per mezzo della magnesia calcinata si riconosce sia perchè il solfalo di chi· nina non si scioglie per in ti ero nell'alcoole a 35 gradi, sìa ancora ~ercbè aggioogeod'<1cido solforico al residuo non sciolto si pro· durrà un solfato di magnesia facilmente riconoscibil esso pure per la composizione-che subisce trattandolo con una soluzione filtrata di carbonato· di soda o di potassa la quale svelerà nel

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215 suo precipitato il carbonalo di magnesia (l ). La saHcioa e la flvresina si manifestano pooend'il solfato .sJispe~tq ia. UQa caps11!,1. di porcellana asciutta e versandovi sopra--deUlacido solfO'.ric,, concentrato il quale con il bel colore ros~o che farà acquistar al sup~os~o:sale chin,oideo ,nileveçà•la prftseoza nnche\.,centes}male di quelle dne sostanze. Finalmente i! D9lt. Besozzi per scoprire J'eccedenza di cinconina ne.l solfatp di ~bipiua 'si fa ad espor i. procedimenti chimi ti del•Vogel e d~ll'Ilenri i quali posson essere facilmente consultati. A questo adulterazioni il Dott. Valzena aggiu,nie quelle· cbe p05so-n-oper.arsì per.-mezzo -dei _solfati di soda, di l)alce e di magnesia descl'ivend'i relativi processi·chimici per riQonosc1r.Ie· (2) ·eçl accenna. anche all'inumidimento del ~olfato di chin.i na a 1cui ricorron i coiprnerci;ui \i ond;aume.lltar.ne,il peso; inumidimento questo.che puù facilmente essere riconosciuto solo che si'ritenga ch'i_l solfaito<ii chinina per essere buono non debbe contenere più.deJ110 o del 12 p. 100 d'acqua e si confronti la reh1~ioqe es.is.t~pte fra il pe~o ed il volume. li Doti. Giacoruetti ad ulti;rno acceon.'l àlla.Jrode commerciale per cui talora si vende per, solfa\o d,i chiqioa il solfa~? di chinidioa il quale mentre ba molli caratteri fisioo-chimici'. coinJ1nic'ol.p.ri.mci, oon ne.ha ,però ego.aie virtù teraP,eutica, ed 1a. dislinguere. q.uesti due sali il me~ desjmo Dotti -si fa ad esporre le · recenti osservazioni· di Bussy e di Guiboµrt dalle quali trjsuHa·: 1° che il ~oIfato di chinina (biQar sico $econdo Leibig, neµl.ro secondo Resnaull) è solul>U~ a freddò io 51,par.ti d'alcoole as~p,lulo cd in 6Q pa,rt.i d'aJcoole a 9Q1100, mentr'il solf/1.tO di ehinidina è solubil a freddo in 30 od in 32, par.li cl'alcoqle assoluto ed in '1 parti d'alcoole,a 901100; 2° cb'il solfato di chinina è solubile io 2"15 parti d'acqua fredda ed in .24 d'acqua bP.llQnte, wentre quello di chinidiua è solu;b}le secondo Howard in '73· d'acqua•fredda :ed in 4,20 d'acqua bollente o, secondo Let),rs, in 16 _parH.soltanto d'acqua fredda ed.in 1 a 30[100 d'acqua bollente. La 'l'oroat11 è quindi dfohiarata -cbiusa. CA.GLL\,~l\ La payziale lettµra d'una ·Memoria del Doli. Balr,stra inlo11no .all'oltalmia bellica ed alcune comunicazioni risguardanli il Gabinelt(l di L.ettura occuparonQ, tµlt'il tempo d~J,ta Tor.nata. (t) Si ricon.oscc ancora decomponend'il solfato al fuoco co11 caibone in un crogiuolo,: se ~i forma un' solfuro (facilmente dislin~uibi~aHrodor!) ,di uova fracide cb.e si. svolge traJt;mJolo c.oo acqua aci,dulata) si può1esscw cer.li che J.a materia in discorso ,è soda 9 potassa, sei non si forma ·un solfuro si può ·conchiudere per l'esistenz.i della ma,gnesia la quale sola ha la proprietà di non combina11si con l'acido solfidrico. (2) Om~tliamo dj descrivere que~li p.rociiuimonli chimici per,chè, come notù il Dvtl. B~sozzi, siffatta.frode de.bb'esser.e rarissima.per l'ele:vato;prezzo di questi sali ·fosforki.

PARTE SECONDA.

Dotl. Giacomo ,F riselli, ~led. in Capo in aspell. nel Corpo Sa,r>lt. Milit., ammesso a fare valer i suoi titoli alla giubilazione fld insignito parimente dell'Or· dine EquesJr,e dei SS. 1VI. e L. Dolt. Gio. Maria Solinas , ~iect. di Regg., addetto allo Sp~d. Div. di Cagliari e comandalÒ a quello di Sa~sari. fa passaggio al 2° Regg. Granatieri di Sardegna. Dott. Gaetaoo Lay, Med. di Regg. nel 2° lhanalier_i di Sa'rdegoa, passa allo Speda.le di Cagliari.

RIVIS11A ,DEL .GIORNALI SCIENTIFICI ( Sunti del Dottore

G!ACOMElff[,).

Cui:a abor,t.iPa dell'arigi1ia tonsillare. Intorno a q11eslo argomento furono già lodati i gargarismi d'acqua fredda lungamente ripetuti, qu·aJe mezzo efficace non solo',, ma anche meno 1d'ogn i allr.o. disaggradevole all'ammalato. lo seguilp il Do.Il. Dezoueaox ebtr'a pubb.licar i pronti e fe. lici successi ottenuti rte!la ·cur·a abortiva dell'amigdalile median\e il .tartaro stibiaLo· internamente somministrato alla çlose di 15 a 20 centigramm. tanto al principio, della malattia, qo~nto alcuni giorni dopo la di lei inva!ione; fa·· cendo però preceder il salasso ogni qual volta i sintomi di flogosi e d'asfissia fo~sero m9lto pronun~ialì. l;d ultimamElnle il [Doti., GigoL in una specialé nota diede la preferenza all:a cauterizzazione col nitralo d'argento. Mancando dei necessari.dal.i .onde pronunz.iar 'un compa;raHvo giudizio, ci limiteremo a fare ·note le ragioni dal Gigot prodolle in favore dellil . c.au ~erizzazion.e , essendo qnell~ degli altri oramai abbastan.za divulgate. 1°,· La .cau,tcrizzazion~ calma il dolor e rende la respirazione più facile .guasi 1in modo istantaneo, anche' quando sintom i infiamm,atorii' ed asfiltici son intensi._ 2• 'Es?a favorisce la risoluzione dell'ingoi:go. 5° Mutando il modo di vitalità dei tessuti previene l,a formazi9.ne del le pseu.d,o.-membrane e di quelle concrezioni pultap,~e e biancastre che s'inconlran in certe epidemie e sovr\tutlo nqll'amigdalite delle febbri èi:utlive. 4°· Il Idi lei--uso ~ facil e .poco spiacevole. In fiqe. , suggiqnge Gigot ·, che la cauterizzazione col nitralo d'arg~ulo falla , alla fiiritJge ,l)ast?• -arl arrestare più volte 1fra due, .o tre. giorni lo sviluppo d'angina le quali si pres~nta,vano•con un a,pparalo ai sintomi imponenti.

( Gaz. des Hopitaux1

Giubilazioni con onorificenze e variazioni. Dott. Cay: ,Gio. Bali . Eynaurli , .Membro ordinario de.I Consiglio 811periore l\filiiare ,li Sanità, ammesso a fare valer i suoi titoli alla giubilazione e prC·· mos,~o. nel medt!sirno .tempQ al .gr;ido d' lspe,llore OnorHrio del Corpo Sanil. Mili!. noti. Prof. Paolo Andrea Curn;agnola, Membro Ordinario di dello Consigli6, ammnJ:SO a (are valer i suoi titoli alla ,giubilti;ione. .!3<1• in€>.ign.i;to dell'Qrdine ·Equestre dei SS,. M. e L.

&'VVISO

Con i:I numero 26 ephe termine il 1° semeslro d'ab· bo.namepto d.el ,2° anno di . questo Giornale. S'invitano perciò quelli che son in ritardo di pagamento a volere unire l'imporlo del ·1" semestre con quello anticipato del 2°, giusta, le co11rlizion_i ,d'abbonamento. Coloro ai quali o per canÌ;iarnento di guarnigione o per qualunque altro motivo mancasse un qualche numero del Giornale, sono pregati .nolifi<;ar:19 alla Direzione non più tardi dei 15 del venlur,o mese· e la meile.!ì,ima si darà._ premura di farglieli pervenire.


STATO GENERAL.E NUMERICO DEL MOVIMENTO DEGLI AMMALATI

e delle malattie state curate negli SpedaU Divisionali e Succurs~li tlilitari di Terra e di llarìna nel mese di dicembre .,t s·o2. à i: .§

;~

GENERE DI MALATTIA

·~ 143 515 484 •

Sinoche T!foidee . . . . . "' Tifo . . . . , , , . f Periodiche Permc1ose In g~nere · · . . . . ~

I

Continue. .

4

1 I

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95 I

Eocelàlite. Spinite Otite Reumatica . . . . . . Purulenta . . . . Ott8 Imia Bellica o C?ntagìosa. Blennorrag1ca . . . . Angina .. Bronchite Pleurite e Polmonite Cardite e Pericardite . Anljioite Flebite . . . . _. An~io-leucite. Adenite . .. . Gastro-enterite Epatite . Splenite. Reumatismo Artrite Cistite . . . . . . . . . Ure!r.ì te. . . . . . . . . Id. Blennorragica . Orchite. . . . . . . . . , Osteite . . . . . . . . . Periostite . . . . . . . . Flemmone .. : .. .

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Emormesi cerebrale Jd. polmonale

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Diarrea.. . . . . Dissenteria .. Cholera morbo Diabete . . . .

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Varicocele, Cirsocele Sarcocele . . . . . . . Artr:ocace . , . . Spina ventosa ., Osteosarcoma . Carie e necrosi. . Ostacoli uretrali . Calcoli. Ferite Fratture. . . L.ussazioni . . . \ Scirro e cancro. Cancrena . . . .

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Totale dei curati

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5 95

5

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2

Sifilide primitiva . .. Iil. Costituzionale . Suicidio.. ... Io osservazione

235

2!8 24'7'

24

10 2

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206

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34 41

Morbi non cdrnpresi nel quadro :

29

Leggieri morbi locali ,

-- -

A riportare

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,,

14 ,, 1 ,,

.

Idrocele . . . . . . .

3

4 3 2" 11

~

• 1 3

2 9

,Vizi organici del caore Aneurisme . . . . .. . Ulcere. Fistole Tumori . ·. Ascessi acuti . ,., Id. lenti.

10

45

,

l:ffs~.~beiza p~J~~nale: :-

3

"

. . . .

;l ;:s Idrotorace . . . . . . . . ~ Ascite. . . . . . . . . . . t3 Edema .. . . . . . .. . ~ Scrofola .. . . . . . . • . Scorbuto .. . . . . . . .

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I

Tcta0:o. . .. . . .

1Parahs1a . . . . z Prosopalgìa . . Ischialgia. . . . Stenocardia . . Neuralgie varie

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;) 2 » 125 1 J3 " 13 18 1 1 1 I 1 j 6 3 "

5

26 "

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34 . ~18 i>

8 4

Risipola . . . . . . . . . . :;:; Vaiuolo , , , , , , ·. , · · g Scarlattina . . . . , • • • ii ~'Rosolia .. . . . . . . . . /,;i Scabbia . . . . . . .• . . 0 Erpete . . ... . Tigna .. . . . . . . . . .

6

3J 14 1 " 17 57 47 J44

5 1 5

- _ ·_;a

683 1'707 1480 43 861 f; 1 10 " 3

Manìa. lpocondriasi 1 Nostalgia .. ;;; Apoplessia . o Epilessia

89

I)

-~ - - -

- - - ,,, - - - - - -

Ri'porto

1 1

4 2 2

11- - - - --

1'71

6 6

1 172 178 " 11 5 5

11 ! 21

.4 . . . .

9

• 2 10

,j

=: JSanguigni. Ematemes1. Pneamorr~gie. ..

..,.

GENERE DI :MALA'fTIA

o<.oo:;,

a;;

Totali

683 t'i'O':' 1480 43 86'7

Totale dei morti .

'forino, 1852t Pelazza, Tipo6 rafìa Subalpina, via Allìeri, n2 24_

-

42

-

-

--1. -

1249 2430 2215 5,4 14 11

Mortalità relativa,

~ 1\<2

p. 010.

I l Direttore Dott.•COMJSSETTI Mad. Div. Il Vice-Direttore ;-espons. Dott.Bar. de BRAUFORT 111 R.


N. 28.

( ai 9 dì febbraio 18o3 )

ANNO II.

GIORNALE DI lllEDICINAMILITARE DEL CORPO SANl'fARIO DELL'AIUIATA SARDA ,

L'associazione non si rie1we cbe pei· un anno e comincia col I O d'agosto. IIGiornalesi pubblica nel Lunedì di ciascheduna sellimana .

Pll EZZO D'ASSOCIAZIONE

L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di posta . L . 11. In Torino . . L'abbonamento dehbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla 'l'IPO GRAFJA SonALPINA via Alfieri, nomo ~4,. Le lettere per abbonamcnlo al Giornale debbon esser affrancate ed ac~ompagnate da Yaglia postale.

°

SO.lUURJO. - 1 Dolt. DORllIGLlONE: Rendiconto Clinico. i 0 Doli. .BOllRIGLlONE: Oltalmia bleonorragico-pnrulcnta.

3° Relazione delìe Conferenze Scientifiche. - 4° Bollettino Ufficiale. - 50 Doli. .81.LESTU : Cenni ~nll'orgaoizzaziono del Senizio Sanitario-Militare. - 6° Dolt. ]10TTIN1: Rivista dei GiornaliSeientifici. - 7° Qoadro Slatislico.

PARTE PRIIIA RENDJCOl'ìTO CLrn1co DB J,LA

2a SEZIONE Dt ) Jrm1c1NA

l'fm ! ,U E$! DI SE'l'Tll}{HRf! fil) OTTOBRF. P. P .

(Lello dal Dott.

BORRIGLJONE

in ana Conferenza di Torino).

Assumendo nel primo giorno di sellcmbre la direzione d1,l Servizio nella 2a Sezione di Medicina non potei non restare compreso da grata soddisfazione nel l'osservare come , la mercè delle assidue e sapienti cure dell'ollimo mio Collega Dol i. Elia che sin a tal tempo aveva diretta questa SczioM, nel numero di sessantasei ammalati nep · pur un ca:10 vi fosso il quale per l'auoa le sua (}O&lilà fo:;:se degno d'essere particolarmente registrato, giacchè avviale al b(,loe erano pure quelle malallie che qualche tempo prima co11 11n'imponenle sintomatologia eransi offerte al prelodato mio Collega. Le malattie ch'io soguìto preùominarono furono le fob · bri reumatico-gastriche accompagnate () non con diarrea o •!on dissenteria e le (ebbri intermittenti quasi tutte a tipo terzatiario, se s'eccettuano fl'e qitotidiane (li cui una consociata alla prosopalgia del nervo sopror bilale sin istro, ima quartana e due minaccianti pcrnicie. La prima classe di dette malatlie predominanti, d'indole piullosto benigna, cedette facilmente al salasso parcamente usato, ai purgativi oleosi, a lle beYande leggierme.nlo stibiale ed alla som ministrazione dei sudoriferi e dei subacidi; alla seconda s'opposero eon buon successo le preparazioni chi11oidee. Non debbe però recare meraviglia ch'in no movimento di bene ceolol!a ota arurnnl ati , quale obbe luogo nel mese di souembre, sicosi man ifcst11li alcuni casi i quali per la

loro gravità, pe.r l'iosolil:i feno menologia o per la loro rarila potend'a buon diritto annoverarsi tra li speciali, meritino ch'io oe dia qui un più circos~aozialo ragguaglio. E primieramente accennerò a tre casi di gastro- epatiti gravissime, in due delle quali, dopo scongiuralo già l'irn·· rninente pericolo d'esito funesto con un · energico metodo anliflogislico, si manifestò (negli Artiglieri Franc:esco Bersano e Luigi Carbone) una febbre z1erniciosa comatosa la qual oppose assai viva resisleoza ad una molto cospicua dose di solfato di chinina inlrodolto in part(I (nel Carbone in ispec ie r.el quale non poteva più avere luogo la deglotizi<,ne) ooll'auimal economia per metodo endermico. Tale fu la condiziono atassico-adinamica prodotta dall'azione deleteria dell'insiùiosa febbre nel sistema nervoso di quesli due Soldati, ch'esnusti di forze percorron ancor 1-10a stentala convalescenza . Più diO'usamente Yi terrò ora parola d'un caso di paresi del ncrvu facciale sinistro cagionata dalla perma· nente compl'essione esercitala sol medesimo da una ghiandola accidtntalmeole ingrossala e d'un allro coso d'enter ite diarroica degentrata in febbre tifoidea e terminatasi con la morie al settimo giorno di malallia nello Spedale. Paresi del nervo /acciale sinistro. Luigi Bermondo , Caporalo uel 15° Regg. di Fant., d':rnni 50, nativo di CasligHone (N izza Marillima), di temperamento sanguigno, vispo e snallo della persona, entrava io questo Spedale ai 7 di sellemhre. Offri va i I medesimo la bocca tor la per modo cuc la comroetti1ura labbiale sinistra trovavasi piu di Ire liner. al di sotto dell'ordinario suo livello, e ciò per elTello d<!ll' innervaiione mancante nei muscoli zigomatici, negli elevatori proprio e comune o nel Lriaogolare dell a faccia, i quali flaccidi , Hon contrattili ed insensihili all'a zione degli slimoli offrivansi cadenti per proprio peso in basso. I111 errogalo l'iorermo intorno alla probabile cagiono di questo suo malore e sn gl'incomodi che provava, rispose: « non poter ascrivere questa sua morbosa condizioa ad allra cagione foorchè olla i·emnatizzante a cui s'era per r:igione di sorv izio e$posto due giorni prima : a,1 er egli una tale quale pesantezza di capo e proYar un senso di formicolio, quasi d'aura fredda che lolla gl' invadeYa la guancia si nistra sin alla metà della fronte: dolergli pari-


I

2t8 gravità dei - fen omeni che la ra ppresentavano potend'a mento beochè in leggiero grado lutt'il corpo, ma pil'i di buon diritlo sospettarsi di natura perniciosa, chiamò a se ogni altra cosa tormentarlo il sapore amaro e l' aridità della bocca. • L'esplorazione avendomi dimostralo che all'ari- J tutta l'alloozione mia spingendomi ad invigilarne l'a..odadità ed all' impaniameoto della liogoa s' aggiungeva la du- , mento ond'esser in tempo opportuno di soggiogar la per mezzo dei ahinoidei; se noo che essendosi maniresLati sinr ezza e la frequ enza òei polsi in on con l'aom11ntato catomi d'imminente soITocazion_e per soperchio aillusso di lore deHa pelle , feci ~r·aticar un salasso dal braccio e sangue al cuore, come ne conviocova e la natura del prescrissi un'infusione di fiori di tiglio con tenuissirna dose polso e l' auscullazione immediata, dovelli proulameote di tartaro slibiato da prendersi a dosi epicraliche. Queste a questa condizione morbosa per mezzo d'un soccorrer medesime pre.scrizioni rinnovai nella sera e nel domani piccolo salasso alla mano. Ciò non ostante non soro semsiccome quelle cho .meglio indicate rni sembravauo e per pre più incalzava la febbre , ma. , enivan in ìscen.1 lulli la cagiono determinante della malauia u per la già olle· li sintomi caratteristici della febbre tifoidea , quali l'abnotane utilità e per l'alta cotenna di coi mostrossi coballimento generale con decubito supin<>. il colore pallido perto il primo s.angue est.rallo dalla vena. l\imcssisi i del volto, gli occhi lucenti ed.erratici con zona plumbea polsi, fallasi morbida la pelle per abbondante sudore, nel circondanle le palpebre, la cefalalgia frontale , il perturqua,rto giorno tentai le vie gastriche con un puragnte bamento delle facoltà inlellelluali, l' indilJerenza per i suoi oleoso e feci applicare con totale sollievo dell'ammalalo mali e per gli oggelli circostanti, la siccità della lin&1ua venti sanguisug,h!l ai giugoli. Nel qui1110 .giorno -visitando e <leJle fauci con sete intensa, la fiuUgg,ine dei depti, il l'ammalalo cori il ì\led. Div., questi mi sugger) d'es.amimeteorismo del ventre, glì esili alvini io,olonlarii e final . nar attentamente la regione mascellare locca da paresi mente il senso di gorgoglio alla regione del ceco. I quali onde verificare se per caso, come a lui era accaduto osservare due volle, uo qualohe ingrossarneuto ghiandolare siotom.i si sµccodeltoro coo r~l)iàìl.à tale eh'al lorzo giorr10 comprimente· un cospicuo ramo del nervo facciale oon della lor invasiooe trasser a morte l'ammaJa!o cioè nçll;i fosse la vera cagione dell'esistente paresi. Nè falli il suo notte dei 14 di dello mese. so&petto, gi·acchè esaminata atteotameote la della località, Necroscopia. rio\'enoi solto e dietro l'angolo della maodibola una ghiandola del volume d'una mandorla , poco mobile ed assai Abito esterno pallido-terreo : livide 1le estremità dei coo$istente la quale per la sua posizione p.ote.n benissitno dili oon meno ohe le unghie ed i labbri : dimagramento sospettarsi esercitasse sul n.eno un'~zion.e cqmpressiva generale notevole: ventre lumido, meteorizzato e sonoro tal-e da produrre tutta la fenomenologia morbosa della alla percussione. par.te sil)istra della faccia. Nè parimente falli alla nostra Sostanza del cervello punteggiala in rosso con notevole aspettazione il 1)'1etodo curativo ch'io conseg!lenza di queuscita di sangue alla pressione: stravenamento nei plessi sto verificalo sospello convenimmo doversi adollar.e, giac· coroidei: ammollimento della sostanza del r.ervellello e chè J'uso interno del calomtlaoo e le unzioni localilfatte più compatta dell'ordinario quella del midollo alluogato. con pomata d'idriodato di potassa, sttssidiate dalla continua Cnoro mioore per volume e vuoto di sangue, coo pareti applicazione del ,cotone cardato onde meglio favo~ire l'asflaccido e friabili : iniezione a tutta sostanza dell'orecsorbimento di qnella , avendo compiutamente risolto l'inchieUa destra, inzuppamenlo venoso alla base doi polmoni go11go ghiandolare, cessaroo affatto la paresi e miser il per effello cadaverico.. JJermondo in condiiioll8 di poter abbandonare lo Spedale Fegato e mil1.a più voluminosi dell'ordinario con am in istalo di piena guarigione. mollimento dell'ultima: venlricolo tulio sparso di macchie ecchimotiche: omento io parte distrutto, io parte maceEntel'ite diarroica dege11erata fo febbre tifoide.a. Giarato: ghiandole mesenteriche ingrossate, quali suppttrate, como l\:lilaoo, Soldato nel 4° Regg. di Fanteria, di tem .. quali indurito, 11uali ammollite : intestini cnssi tulli temperamen to linfatico, ·di gracile coslil11zione, da poco te!l)po pestati da piastre di varia forma, grandezza o colore con gearito di febbr e periodica a base gastrica, entrava nello distruzione della mucosa per molte delle stesse: appenSpellale ai 7 di scuembre. :501toposto ad esame si :rindice cecale per volume o per lunghezza svolta dei due venne il polso profondo, frequente , leso e resis~ente; la terzi più del naturale : intestini tenui conlencnl i poche pelle secca ed assai calda; la li11gua asciutta ed impaniala m·aterie liquido-giallogoole ed aventi la mucosa iniettata vc'l'so la base; la sele intensa ; il vèotre non tumido, ma in colore vinoso caricv con segai di non lontana esulcedolente ad ona benchè discreta pressione in quasi talli razione: sani i reni e la vescica orioaria. i suoi punti con frequenti esili alvini di materie l·iq11icle Movendo da questo fatto patologico mi perme.tterò , e giullognole; leggiero dolore di capo con rosse le gole; liOnorevoli Colleghi , solloporvi le seguenti riflessioni : bera fa respirazione e le altre funz ioni. _La dieta assoluta, 1° cagioni accidentali e poco cognite, pérchè infreqoenti , il s,alasso, l'emulsione cou l'olio di mandorle dolci e con posson, indipendentemente dalle proprie d:una determioa(a .sciroppo diaoodio, i clisteri mollilivi e carminativi, i camalattia imprimer a questa uo andamento diverso ed intaplasmi sul venire furon i primi sussidii mess i in opera durre sbaglio di diagnosi sempre quando alle medesime e rinnovati n-ella sera. Nel malli no seguente, cessala la non si anerla: 2° nella cura delle malallie debbe tenersi iperazione cardio-vascolare, si ·sospese il salasso e si conto di lutti i meni atti a ·vincerla, qualunque sia la pronide al desiderio dell' ammalato r.oo abbondante dose oalura e l'uso di questi, perchè taluni benchè apparente· di ghiaccio. Con quesli meni semplicissimi sembrava che mente di poco momento posson in alcune eccettuaziooali le cose s'avviasser al beni', quando verso le tlie.cì malln· circostanze r iuscire molto proficui: 5• tulfavolta che nelle tille del giòrno quarto di malallia il Milano fu colto da maJatlit:l delle viscere addominali in ispecie, accada che li gagliarda febbre coo tngrueo1.a a freddo la quale per la sintomi coocomilanli o superstiti d'una febbre , sia perio-

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219 dica, sia d'altra natura, si manifestino per loro gravezza n-00 proporzionali all'apparente intensità del morbo, debbe il Pratico sempre temer no non lontano, subdolo ed esiziale malore e mellersi porciò i11 grado di scongiurarlo quando accada. ( Continua)

STORIE DI CASI RIMARCUEVOLl. 26 0T'l'ALMU. BLENNORIIAGICO-J'U llULllN'l'A GRA VISS ll l A.

(Storia letta dal Mcd. di Regg. Doli. 130RRIGL10NE). Giuseppe N. , d'anni 26, di temperamento sanguigno, di buona costituzione, già contadino e da sei ann i Soldato nel Rcgg. Zappatori del lJenio, mai stato tocco d_a con· laminazione venerea, oè da malattia oculare , era nel giorno 4 d'agosto accellalo nello SpedalH di Casale per bleonorragia contro di cui impiegati utilmente i rimedii antiflogistici onde domar i sintomi primitivi d'irritazione, si prescrtssero più lardi i balsamici. Erano tre giorni appena da cho gli si somministr\vano questi ultimi quando nel giorno 20 di dello mese verso le ore 11 antimeridiane l'ammalalo seoza previa ragionevole cagione provù d'un subilo vivissimi ilolori all'occhio sinistro cou sensibile rossezza e gonfiezza della coogionliva oculo-palpebrale, le quali con tanta rapidità s'aumentarono che alla visita del dopo pranzo, quantunque l'ollìmo Collega Dottore P,rnzano avesse già con un salasso proYveduto all'urgenza del caso, rinvenni l'ammalato nel seguente stato; agitazione somma, quasi portala al delirio; dolor acutissimo del1'occhio estenden tesi a tutt'il capo sin all'occipiler intolleranza massima della luce con frequente sternuto per efTello del quale numenla,asi molto l'acerbità del dolore e l'occhio rimaneva quasi spiuto fuori dell'orbita; palpebre di colore rosso vivo, tumide per modo da chiuder erme ticamente l'occhio con rovesciamen to dei tarsi all'io fuori;chemosi notabilissima con abbondante stillicidio d'un umor alquanto consistente e di colore giallo-verdognolo il quale spandeudosi insiemo colle Jagrime giù per le gote 1>roduceva moleslo senso di bruciore; pelle calda e secca; asciutte lo fauci; molesta la sete; impan iala nel eeutro e rossa ai margini la lingua; vibrati , frequenti, duri e stretti i polsi; chiuso l'alvo e se.arse le oriue. Ordinalo l'immediato s1.1questro dell'ammalato in una camera appartata ed oscura e fallo provveder il medesimo d'un· servi1io tulio suo propr io oncl'evitare la possibile trasmissione., foci rinnovare per quel giorno altre duo cac,ciate di sangue, prescrissi bcvanùe leggiermen te slibiale e ghiaccio a petizione; praticai alcune iniezioni con soluzione di nitralo d'argento (impossibile ri uscendo adoprare il caustico solido) le quali dopo un vivo aumento di dolore producevano lieve lregua e raccomandai ad ultimo le fomentazioni locali con infusione di belladoooa , la dicla assolata, la perfetta tranquillità e la maggiore nclloiza possibile. Altri tre sn lassi furono praticati nèl giorno susseguente, si continuò nelle medesime bevande e nel medesimo genere di med icazioni locali , senza ehe però l'ammalato ·ne provas.e qualche herwfìco effello. Nel mattino

del terzo giorno ai sopra descritti siolomi oo altro se ne agginogeva di gravissimo momento cioè quello della sensazione d'u(corpo estraneo fra le palpebre, la quale manifestatasi nella notte dopo un pungenlissimo dolore nella parie anteriore dell'occhi-0 cou inslanlanea crepitazione simulanJe il rumore prodotto dalle vibrazioni d'un:, scudiscio, fu da me interpretata quale sintomatica della rapida ulcerazione di tnlla la spessezza della cornea con procìdeoza dell'iride e con totale p'e'rdita dell'occh io. Falli intanto praticar in quel gio rno altri due salassi . di cui l'indicazione era manifesta e per la persistenza della febbre o per l'alta coteona ond'era coperto l'abbondanlo crassa monto dei precedenti , prescrissi qoallro grani di calomelano con zucchero da dividersi in ollo ca1·tolinc sommioistrabili epicraticarnenle ad ore indeterminate, dall'uso interno delle quali. non si <lovesse cessare so non al. manifestarsi d'abbondante salivazione ch'ebbe realmente luogo al sesto giorno con discreta gonfiezza delle gengive, facend'in pari tempo praticar alla regione sopracigl iaro Jeggiere frizioni con unguento oapolitaoo. Scemato alquanto il generale orgasmo si fece q1)indi ricorso alle polente senapizzale e si continuò nelle bevande diluenti, nei blandi purgativi o nelle iniezioni iolerpalpebtali con la soluzione di nitrato d'argento, più o méno satura a seconda della suseellività locale. Mentre per il concorso energico degl'indioa ti sussidii terapeutici sembran n·el sellimo giorno volere l'iofiammamazione dell'occhio sinistro volger al muglio, l'occhio de· str'o sin allor incolume si manifestò esso pure compartecipe in alto grado della specifica malallia, e ciò in onla di Lutti i mezzi promattici per iscongiurarla. Contro q11esto nuovo fallo morboso cbe riduceva l'ammal:Ho in condizioni peggiori fu fo rza ricorrere di bel nuovo a due salaui di cui l'uno dal braccio e l'altro dal piède ed insistere più che mai oell'intrapreia medicatura ~ coi, per scongiurare la sopraggiunta cungeslione cerebrale, s'aggiunse un dop· pio saogoisugio di vi,oli mignatte, applicate una volta ai giuguli ed un'altra volta alle tempia. Ammansitasi al4uaoto la condizione morbosa dell'occhio sinistro , potei nel giorno dopo scostar alcun poco le pa lpebre e scorgeod'appieno verificato l'enunciato sospollo di corrosioqe della cornea di cui a traverso della duplice rottura osservabile nella parie esterna e suporiore del suo asse trasversale l'iride intieramenle spostala faceva n'ou poca procidenza, grave timore per alcuni giorni mi colse cho con egual esito avesse a terminare l'io6ammaziooo del destro: se non che, cessati per gradi li fenomeni morbosi generali e locali, dopo quattro giorni mi fu possibile ricorrer ai vescicatorii applicati prima alle braccia e quindi al collo; la mc.rcè dei quali , dello replicate cauterizzazioni quando con il nitrato d'argento fuso quando con il solfato di rame, <lolla pomata del Janin e dei còllirii astringenti pervenni non solo a distruggere le già esistenti e le insorgenti granulazioni, m3 beo anche ad ottenere la corri· piula saonione dell'occhio dt'slro. A questo risullarnenlo, non è uopo dirlo, concorse potentemente l'uso interno di lutti quei rimedii c:he secondo le circostanze meglio sem bravan adatti a ricondurre l'organismo in coodiziooe fìsio· logica; lo che perfettamente o con granùe mi a soddisfazione potè dirsi realmente avveralo ai 27 del mese di settembre, giorno in cui l'ammalato uscì dallo Spedale. Descritto cosi il fo.tlo morboso, mi proverò ora ragio·


2'10 l'i11tt>nsilà dell'uretrite ~pacifica. 1ni•nlre che nello sladio nando a scoprir in quale modo, a mio giudizio, possa aver d'acutezza la qua11lità e la qualità pi t'l ~ero dP.l lo stillicidiò avuto luogo gusst'ottalmia blennorragica. Se Ull M si risembrerebbero, quando foss'allrime nte , maggiormente Hetle all'instantanea e brusc~ evoluz ionu della medt1sima, favori rla. sembra poter inferirsi cl1e sia e[t.,lto di metastasi piutl>n llll!o ciò conchiude rcmo qui ndi che, siccome latct tosto che d'immediata inoculazione del pus gonorroico dal a119,1is fo erba, sarà cura speciale de! Pratico iu ogni peno all'occhio, uel quale caso dovrebber avere preceduto qual11nqut! si asi caso di blennorragia uretrale d'allo 11tanare alcuni, per quanto si voglia leggieri, si ntomi d' irritazione per quanlo sta in lui lutto le. pùssibili cagioni d'infez ione oculare. È ben vero che l'ottalrni a bleonorragica da mce cho se ciò non ostante avrà luogo l'oualmia , qnesla tastasi fu negata da Sanson e <la altri, ma in oegi però dovl'à <·.onsiderarsi c:om e malauia prontamente eRizialo essa è messa fnori di dubbio , non già spiega ndola per il per l'organo della visione; di cui la salvezza sta unicafallo della ma teriale metaslalica trasposizione del pus dall'uretra all'occhiot sibbene in vece per via dell'assorbimente ripos1a in un prnfito ed t>nergico metodo di cura. mento del principio vi rulento il qnale traùolto nel circolo vada per l'iunoenza di cagioni speciali ad operare su l'occhio. Che se questo moclo metastatico dell'evoluzione dell'oltalmia blennorragica non YOlesse ammettersi, come mai (Mese di gennaio . 1a Tornata) . potrem altrimenle noi darci ragione della sinovi te blennorragica al ginocchio; della nefrite da cagion omonima 'fORI'.'10. Non appena il Dott. Bar. De Beanforl ebbe dato tersenza che la vescica e gli ureteri ns compartecipino; del· ruine alla lellura della Storia (N° 21) già stata pubblicata nel l'orcliite dalla medesi ma cagione, illese le vescichette seN° 24 di questo Giornale, il Doli. Pecco fa notare come mancasse minali cd i condotti deferenti P Di più non è fo rse prodi precisione l'asserto ch'il più rimarchevole dei lulllori intervalo nella maggior ~ parte dei casi r.he quando questi acmoscolari delle estremità superiori fossesi svolio nel moscolo coraco-bracciale, giacchè a lui che attentamente sezionò il pezzo cidenti morbosi si svolgono nel corso d'una blenuor ragia , patologico sembrò in vece che dello tumore avesse sua origine per niente o ben per poco lo stillicidio locale diminuisce, dal tessuto cellulare intermmcolare e che la sua sede fosse fra com' avvenne appun' o in quella fallispeci e? le fibre del muscolo braccialo anteriore, piollost.o che fra quelle Un'allra grave qoestiooe rimane· parimente non ancora del coraco-bracbiale il quale solamente lo ricopriva. Dopo alsciolta nello sta io odierno della Scienza ed è la seguente: cuni schiarimenti scambiatisi fra i due oppositori , il Bar. De Beaufort concbiode non essere suo intendimento oppugnare le ogni qualunque siasi blennorragia è dessa atta a produrre osservazioni del Doti. Pecco ed ammeltere perciò cho la Storia l'ollalmia omonima ? Se noi ci facciam a considerare come fosse emendala nel senso espresso dal suo Collega. Non sopranell'immensa frequenza di blennorra gie uretrali cosi rari vanzando tempo p_er l'ulteriore discussione, il l\fod. Div., dopo sien i casi d'ottalmia dalla medesima cagione, dovremmo aver eccitato l'Adunanza a malnrare l'argomento per fa rne sogfrancamente asseri re di no: ma, ciò posto, se ovvio s'ofgello di riflessioni nella prossima Torn:1la, levò la Seduta. fre al pensiero l'investigare la speciale natura della bleuGl!Non . Presenti li Medici Militari di terra e di mare si dinorragia che favori sce l'evoluzione dell'ollalmia in que scusse primierameolo per luogo tem po intorno a cose relative stione, non così facile sarà potere da r uoa ~oddisfacenle ali' Amministrazione del Gabinetto Letterario. lo seguito il Med. risposta, perocchè sarebbe prima necessario che noi coDiv., dopo avere ricordato specialmente ai Modici Capo-Sezione l'obbligo loro imposto di raccoglier e stendere Storie delle pili noscessimo fondatam ente i caralll:lri dislintivi Jelle lro specie di bltrnnorragia ammesse dagli Autori cioè dell'u- , notevoli malallie osservate, faceva introdurre nella Sala dell'Adunanza il Soldato Luigi Colli il quale, sotlopo&to già a Rassegna retrite semplice, dell'uretrite blennorragica e dell'uretrite per allogala debolezza del braccio destro e giudicato ido neo al sifilitica; la quale cosa se ci è dato conoscere por riguardo Militare Serviiio, fa tuttavia ammesso a fare pi>ssaggio dal Regall'ur elrile semplice, non sempr e, difficilissimamente anzi gimento di Cavalleria a cui era addetto n~I (ìo llegg. di Fanteria, dove seguiland'ad allegare per debolezza del medesimo braccio avviene che possiamo francamente dire dell'ur·etrite blenl'impossibilità di maoeggiar il fucile, per ordine del Generale norragica e della si Cìlitica , giacchò i segni diagnostici Com;,ndaote la Divisione fu mandalo in osser vazione nelro Spe· difforenziali addolli in prova da J{ icord, Ca zen ave e Vidal , dale Militare di Geno\'a affìnchè dopo continuo ed accurato osaquali, ad esempio , lo maggiore mitezza ed il moderato mo delle persone dell'Arle si decidesse in merito di lalll debostillicidio dell 'uretrite- ~i61itica, la pertinacia e la facile relezza. ll_Med. Div. ptrtanto, non ostante per lo diligenti ed assicidiva della medesima, sono bene poco conchiudonli da due indagini già praticale da lai o dal Medico èlirìgenlc la Sezione di Chirurgia foss'in grado di decidere non esistente la rassicurar il Pratico su questo punto di Sifilografin. Oopretesa debolezza, volendo tullavia nell'interesse del Soldato e dechè ci sembra non essere lontani dal vero ritenendo, del Governo ch'il giudizio da omellorsi fosse il frullo <lelle consin a ehe almeno maggiore lome non sia fallo intorno a viozioni di ciascbedon Uffiiiale Sauilario presente· ali' Munanza quest'argomento, ch'ogni qualunque blennorragia da coito inYitò i suoi Collei;bi perr.bè aùdivenisser a qoeslo scrupoloso sospetto possa considerarsi quale morbo insidioso il quale, esame di cui il risullamento ru che l'allegatadcbolena si dichiarasse insussistente perchè non v'era segno d'immagrimenlo o di quantunque apparentemente di poco momento, può lullav ia altro difetto fisico d,l b1·accio clte ,;,a[esse a comprova,-za. per ignote par ticolari circostanze favorire l'evoluzione dell'ollalmia blPn norragica e ciò tanto più quando questa sia già ALl!SSANDJlIA. La lettura folta dal Sig. Giordano i?armaci,ta fav orit a da individuale e locale opportunità. Che rea lmente Maggiore del Rendiconto Semestrale di sua gestione in qaalità si richieggao all'evoluzione rii detta ollalmia speciali cirdi Segretario del Gabinetto di Lettura ed il rinnovamento della nomina a late posto d'un Uillihllo Sanitario occuparono tull'il costanze e eh' il mezzo più razionale pet cui la medesima tem po della Seduta. L'Adnnanza approvò pienamente il primo e s'effettui sia il motaslalico, lo prova, a mio gi udizio, l'osserper dir al Sig. Giordano on attestato di suagralitudine e fiducia var e che questa, siccome pure l'orchite e la sinovite dalla lo rielesse ad unanimità, meno un voto, nella suddetta qualità mcdtisi ma cagione, ha quas i sempre luogo sul declinare deldi Segretario-Cassiere del Gabinello di Lettura.


scrurnERi. A tenore dell'ordine del giorno il Doti. Amelis dà fetlora d'una Storia di 7èl'ita da arma da fuoco rilevata dal Carabiniere Martin i alla pà lma. della mano con fi·attura dell' estremità inferiori) del terz'osso metacarpeo e dell'estremità superfore delta prima falange del d'ilo cor'rispondente. L'oso continuato dei ba!(ni freddi ai quali i! Doli. Ametis ascrive i nlieramenle la guarigionc,di della lesione, l'in?ussero sul fine della narrazione storica ad espor alcune considerazioni teorico-pratiche intorno al mod" d'operare di questo mezzo terapeutico ed· a formolar alcune regole da seguirsi nella pratica del medesimo. Appoggiato agli Scritti di llerard,di naadens e d'altri, crede il Dolt'. Amelis che l'ulililà d.ei bagni freddi non possa oggimai essere posla in dubbio dai P1·atici. l bagui d'acqua fredda o gelata, scri ve il medesimo, ban on'azione antillogistica nelle màlatlie iperstenicbe tanto interne, quanto esterne, sian esse spontanee ovvero traumatiche: all'azione ipostenizzante·aggiungon noa virtù sedativa sul sislema nervoso la quale giova mirabilmente a calmare l'eretismo cerebro-spinale: di più i medesimi opel'an in modo discuzieote e risolvente nelle stasi, nelle congestioni e nel reumatismo cronico. JI grado del freddo, continua sempre il Dott. Ametis, nelle irrig.azioni e la loro dorata esige una graud'oculatezza nel Pratico che le impiega, giacchè se si trascorre ollr'al necessario, non solo s' impedisce o s'interrompe il [>rocesso plastico t·iparatore, m.a tal una prostrazione subisce l'innervazione che, tolto quest'elemento, la stupefazione della parte e la stessa can- erena possono derivarne: gli è perciò che a correggerne la giustezza dell'indicazione bisogna specialmente allender alla sensaiione benefica od ingrata dell'ammalato stesso, al grado di calor aumentato od abbassato nella parte ammalata, alla presenza o scomparsa della tumefa2:ione e dell'ingorgo e finalmente allo apparire ed al ritardarsi di quelle organìcho mutazioni cbo svelano l'avvicinarsi del processo, plastico riparatore, per modo tale o·perand'il Pratico da cessare dall'uso dei bagni freddi subito che vi ripugni la sensazione ingrata dell'ammalato e quan. do siano venali meno il calore e la tumìdezza della parte o quando imminente sia, mollo più spesso se già allualo, il processo suppurativo e fioalmenle quand'è sopraggiunta l'ir.Ì!lammazione adesiva. li Presidente ond'arrccare maggiori !ami alla discussione, previe alcune nozioni più estese intorno alla forma, al grado ed alla natura delle lesioni offerte dalla ferita , comunicava il complessò delle riflessioni che nella sua qualità di Curante l'avevano condotto a ricorrer esclusivamente, nel caso esposto dai Doti. Ametis, ai bagni freddi continuati ed a confidare nei medesimi per quel salutare risullamenlo che di fallo ottenne. La fe. rila offriva, dice il Presidente, una figura imbutiforme, precisamente quale s'osserva allorquando la parie offesa trovasi vicina alla bocca dell'arma che scoppiò: tale forma era rnppresenlata da un ristretto e rotondo foro d'entrata che si strombava lacerand'e rovesci:and'all'infuori le schegge ossee, le parli molli ed il lendine lacerato _del dito medio : ad operar un tanto guasto non era ccrli1mente bastata l'azione sola del proietto, ma vi aveva concorso l'esplosione e la' rarefazione del gaz, giacchè pogiand'il Marlini con la mano su la bocca della carabina, quella dovette subire tolti gli effetti della detonazione. In vi'sta di così grave ferita, prosiegue il medesimo,· mi corser alla mente tutti li gra\·i accidenti ch'o!'dinariameete tengono dietro a questo genere di lesioni, come lo slrangolamento delle parli, i flemmoni diffusi, le va.sie suppura'lioni, i fenomeni nervosi varii, la mortificazione e la caucrena della parte, i quali , se nel caso riferito potevano con molta probabilità avere luogo, non mancava però ad allontanai·ae il pericolo una circoslanza favorevole e mollo da apprezza·rs.i cioè quellc1 derivante da che, la lesione essendo sac'Cednta nell'alto d.ella più grande celerità del p1·oietto,la commozione del membro e dei tessuti offesi do,_eva essere minima, come p'ure non dovevan essere moll'allerale ·1a circolazione e conse2uentemente la forza plastica nella parte lesa: quindi è che contenendo nei desiderali limiti l'immar.cabile consecatiya riazione, poteva sperarsi di promovere nella ferita quei cangiamonti ulla cicatrizzazione. più farnrevoli. E che realmente la commozione d'un membro si.a in ragion inversa della celerità rlel proietto cbe lo colpisce facilmente, dice il Doti. Comisselti, ne convincono l'osservazione d'alcuni fenomeni fisici e la lettura dello Teorie di Balistica: di fatto risulta da qgeste che un

vetro può esser allraversato nettamente da una palla senza fendersi e frantumarsi parchè ,sia colpito nell'atto della maggiore celerilà di quesla; mentreebè si frantumerà in più modi s'il proietto lo colpisco qaaudo la sua forza d'impulsione è già diminnila. Tp nt'è vero che gli Artiglieri in caso d'assedio o d' approccio diminuiscono la qoantilà di polvere per ciascheduna carica on<le produr al nemico maggiori guasti e più facilmente scoscender i bastioni ed i p,arapetli. Nel caso nostro poi non solo sia.va i11 favore d' un fausto pronostico il déhole grado di commozione dipendente da siffatta cagiono, ma mancava pure la stn'pefazione caratteristica delle gravi e profonde lesioni ed in .. dizio di prossimo sfacelo e di cancrena. Che se l'insufficienza della pelle riruast.a intatta per coprire la vasta denudazione ci poteva render alquanto perplessi intorno al prQnoslico d'an esito favorevole, ci rimaneva però la fid ucia che non manifeslandosi per le esposte ragioni alcun processo cancrenoso noi avremmo per mezzo di convenienti bendaggi, dei cerotti adesivi e, nel peggiore caso, de ll'auloplastia potuto ·riuscir ad avvicinar i margini della ferita per modo da ottenerne presto una solida cicatrice. Rimaneva a slabilirsi,.è sempre il Doli. Comisetti che parla, il metodo di cura più opportuno, ma dopo gli Scritti di Rognelta sa l'utilità dei bagni freddi io questo genere di ,lesioni , dopo gli splendidi risaltamonti che dai medesfmi ottennero li Dottori B1·eschet;Vélpaaa ed A. Berard, là scelta nostra n.on poteva più essere dubbia. Soddisfallo perciòalle prime indicaiioili richieste dalla località cioè ravvicinati il più che possibil i lembi e mantenutili in sito con leggiero bendaggio, collocammo la mano in un apparecchio seinplicissimo ·e lale per coi facile fosse mantener e rinnovare continuamente le bagnature ghiacciate, dall'opportuno oso delle qriali ebbimo la soddisfàzione dì scorger in quindici giorni rammarginata una ferita che poteva ave1·e tristi conseguenze. .. Passand'in seguito il Presidente a ragionar intorno al criterio che debbe guidar il Pratico nella conlìouaz,one dei bagni freddi~ mentre dichiara non ritener affatto ioutHe la regola suggerita da Berard di scemare gradatamente l'intensità del freddo e la quantità dei delli bagni, sostiene tuttavia esse'i·e migliore guida secoudar in ciò la scnsaziooe stessa dell'ammalato. A quest'opinione con Dupuytren e con Baudens non sottoscrivend'il Dottore Sclaverani, fa notare che.questa sensazione è molte volte infida, giacchè molte volte gli ammala ti dopo 24 o, 48 ore rifuggono dall'azione del freddo, mentre alla conlinoazione nell'uso del medesimo si debbo poi la guarigione. Risponde il Presidente che ciò solo può avvenir in quei casi i_n cui i bagni freddi son adope. r11ti qualche tempo dopo la rilevata ferila, ma che quando s'hala fortuna di poterli impiegar a breyissima distanza di tempo dalla rilevata lesione rarissima cosa è che la sen&azione dell'am• malato non sia guida sicura al Pratico, Conc.ordemenle col Dot. toro Comisselti, li Dottori Paradisi e Costanzo opinano che possa ritenersi qaale termometro dell'utilità del freddo la sensazione speciale degli ammalali per modo che qlland'eglino l'appetiscano o ne provino giovamento si possa, si debba anzi, insistere nel SllO uso, desistendone poi subito che dimostria un'avversione o ne provino dolorosa sen~azionc. ll nott. Paradisi nel soste. nere questa proposizione parte dall'analogia che le infiammazioni esterne da causa traumatica hanno con le malattie infiammatorie ·viscerali da qualunque cagione e, siccome egli ebbe a convincersi in Novara che nella cura di queste ultime si ritrasse sempre grand'utilitii secoodando la sensazione che faceva ap• petir o rifiutare dell'ammalato le bevande ghiacç'iate od il ghiaccio in natura, cosi vuole che questa medesima sensazione possa anche solrt essern di guida al Pratico nell'iusister o desistere dai bagni ghiacciati nella cara delle lesioni esterne in cui o già vi esista o sia inevitabil un processo infia mmatorio. 11 Doli. Costanzo ritenend'in massima generale l'imporlanza da darsi alle sensazioni dell'arumalato, menò il caso di neo rosi in cui le sensazioni sono pervertite, nel dirigerne la terapia delle malattie interne, più specialmente propugna per la bontà del criterio terapeutico rledolto dalla sensazione ·dell'ammalato nella cura delle ìesioni violente sin anche ai 10 od ai 15 gi6rni cioè sin a quando sono,lollerali dall'ammalato, e ci ta alcune Osservazioni falle nell'Hulel-Dien di Lione in coi il Doli. A.Valette in un caso di frattura della gamba complicata con uscila di frammenti ossei.


faceva sott'i sooi ·occhi applicar nn apparerchio d'irrigazioni fredde continue asserendo che a questo mezzo già doveva la salvezza di varii membri talmente malconci da cagioni traumatiche da esser indicata l'istantanea ampotazione, e cbe in generale gli ammalati sembrano conoscere per istinto sin a·quando convenga insister in delle irrigazioni, qoando sospenderle e quando cessarle affatto. Li Dottori Sclaveraoi, Amelis e Tunisi, tultochè non escludano quale criterio utile nell'uso dei bagni freddi la sensazione dell'ammalalo , sostengono lullavia ch'il Pratico non ùebba o nicamente attenersi alla medesima perchè sovente infida, osse1·vandosi sovente volle gli ammalati rifiutare per il dolore l'ullerio1· insistenza dei bagni freddi, quando la conUnuazionedei medesimi mantenuta perchè suggerila dal concorso di fenomeni infiammatorii presenti riuscì a tutto vantag.. gio di quelli ed essendosi visto lai altra volta che , qoantonqne gli ammalati non si riJiutasser all'oso dei bagni freddi, tuttavia l'uso di questi Ti uscì a gl'avc danno ed anche alla mortificazione stessa della parte lesa; cosa questa che riceve facile spiegazione dalla morbosa sensibilità indotta dalla stessa cagione vulnerante, Il Presidente concbiodendo fa notare che , quanlonqae nell'uso dei bagni freddi in caso di lesione violenta debba il Pratico tener a calcolo tulle le condizioni più o meno favorevoli della locaiilà lesa, non che il grado più o meno forte del dolore che d&ll'uso di quelli possa derivare, tuttavia in generale per la nlteriore continuazfone e per la cessazione di questo mezzo terapeutico, molt(l si debba conceder al desiderio, alla volontà ed al giudizio emesso dallo stesso ammalato.

PARTE SECONDA BOLLETTINO llFFlCIALE f/ariazioni nel Personale Sanitario-Milita1·e. Dolt. Fronct>sco .Masli(), Med. Div. di 1a Classe nello Sped. ~Jilil. di Genova, promosso al grado <li Ispellore nel Corpo Sanitario Militare. Doli. Antonio Comi~selli, ì\fod. Dii' . dì 2a Classe, nello Sped. Milit. di Sciamberi, des tinalo allo Spedale Div. di 1a Classe in Genova.

CEl\Tl\II JOLL'ÙllOANIZZAUOI'II'. Dl!L EEBVIZIO

u

DIFFJ!lU!NTt AMUTE

S.&IUT.4'1110 PJIBSSO

EcraoPER (1),

Quando il libro di cui vi parlo somminislres11e on facile mezzo di metter a confronto aJeune cose di fallo, alcune cifre, forse non si vedrebbe più il Ministero Prussiano esitar a ridurre da 14 a 10 Medici il Personale Sanitario d'uo Reggimento di Fanteria, mentre un Reggimento di Fanteria Piemontese, ad esemp., di non troppo dispari forza non conia sui suoi ruoli che tre Ufficiali di Sanità. E per contro più a rilento for5e s'andrebbe presso altre Armate nell'operarti riduzioni nel Personale San itario, riduzioni tali da rendor impossihil il pronedere neanche ai soli Corpi armali sul piede loro di guerra; mentre la Prussia stima invece indispensabile di ritener anche do(t) Vedi i numeri 20, !t, 93, 24, 95, 26.

rante la paoe in attività di Serviv.io presso i Corpi una parte del Personale necessario in guerra per gli Spedali e per le Ambulanze (I). Nè posso persuadermi che la Commissione incaricala l'anno scorso dal .Mini6tero l<'raoceso di riv~der i varii progelli di riorganizzazione per il Corpo Sanitario sarebbe stata così unanime com'asserisce il rapporto ministeriale (2) nel respingere quale pretesa affollo inam. missibile la domanda cl1e i Me<lici .Militari t'ace,ano dell'assimilazione ai gradi Militari qua odo a lull'i Membri della Commissione fone stato egualmente noto che tale 1ssimilaz1one esiste in quasi lolle le Armale, iu quelle dell'Inghilterra, Russia, Austria, Prussia, 13elgio, Olanda, Baviera, Annover, Baden, Sardegna, ecc. Cosichè quo si solo tra tanti il Corpo Sanitario Francese rimarrà privo di questa prerogati,a, di cui la conservaziooe formava pur uno dei suoi più vi,i desidcrii. lo sono talmente convi nto dell'utilità grandissima che per l'avvenire del Servizio Sanitario presso tutti gli Eserciti potrebbe d6rivare dall'Opera di cui lestè ,·i ragionava che non mi sembra lroppo difficile indur iu allri la conv.inzio11e medesima. Questa sporaoia mi stimola a dare effetto al divisamento già prima formato di rivolger ad alcuni tra i molti Ufficiali di Sanità di cui ebbi l'onore di fare la conoscenza presso le differenti Nazioni, un invito di cooperar all'impresa col reùiger i Lavori parziali su Ja necessità dei quali già vi faceva cenno ed ho fede che un tale invito sarà Yolenterosamenle accolto e segul10. Intanto però che si prepareranuo, oso sperarlo, i preziosi maleriali che renderanno possibile la redazione d'un Lavoro generale e compiuto, io non tralascierò d'otilìzzare per la discussione che sto promovendo , tra i raggoagli comparativi che già mi riesciva raccogliere quelli che mi parranno allo scgpo più eonfaconli e dell'attenzione vustra più meritevoli. Locchè verrò facendo con uua serie d'ar· iicoli che avrò l'onort> di leggervi, Onorevoli ' Colleghi, nelle Conferenze Scienlifìc.he le quali con pensiero !Ì degno d'encomio da chi presiede al Corpo nostro furono per noi iosliluite; a meno cbe le circostanze non mi di mostrino più conyen iente di riunire tali ragguagli in liii Opuscolo che sarei molto fortunato di potere raccomandar alla squisita Toslra gentileu.a e benevolenza ; e se pure l'incalzare degli nveoimeoli non mi consiglierà a consecrare di preferenza le poche ore che saranno a mia libera disposizione alla redazione d'altro Scritto eziandio mancante a mio aniso nella Letteratura .Medico·:\:lilitare eioò tfoo trattato di Tallica per il Servizio Sanitario in Cam(1) Uo Reggimento Prussiano di Fanteria di linea conta tro Battaglioni a 4 Compagnie con 1517 uomini in tempo <li pace e 3006 in gaerra, Esso avrà quando la riduzione sia compiuta un Medico di Reggimento, 2 Medici di Battaglione e '1 Medici Assi· stenti, talli addottorali. Un Reggimento l'iemontese conta 4 Dat· taglioni a 4~Compagnie con 1355 uomini 1ul piedo di pace e 3500 circa sul piede di guerra. Esso ha ora un l\Iedico di Reggimento e dae Medici di Battaglione: in gurrra verrebbero aggiunti due Medici di Battaglione. (i) Ecco le parolo del rapporto del Ministro della guerra De Saint-Arnaad, che precede l'ullimo decreto organico sol Corpo di Sanità Francese: per la loro crudezza meritano di venire citate. • Sur la bierarchie des Officiers de Santé, et sur l'assimilalions de leurs grades avac ceux des autres Corps de I'Armée, la Commission repoasse à l'ouanimité les demanlles i!l observa · lions émises par le Conseil de ~anté, •

i


225 pagna in cui vorrei consegnare quei peo5ieri che su la composizione d'ogni genere d' Ambulanze 1 su Ja loro di, ~tribuzione, condotta, collocamento ed azione sul Campo di P,attagl.ia, in me nas-ce\'an in mezz.o ·al trambusto delle per noi gloriose se non sempre fortunate fazioni guerresche di Pastrengo, di Santa Lucia, di GsHo, d_i Staffalo, di Custoza, di Novara o che maggiormente si svolgevano poi nel percorrnre pacatamente durant~ 110a lun~a pere..grin:azione i Campi delle più sangu inose e micidiali lotte ch,e prendou il nome da Wagram, da Austel'litz, da lena, da Hofamlinden, da J}resda, de Lipsi.a, d.a W aler,l@o.

RIVIS11A DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Sunii d~I Doti. l\{OTT1~1 ) . Catamlla nei:a. L'esislei11:a di questa rarissima spec'ie di cataràlla nera .fu conosciut.a sino dai più remoti l"!}mp.i e cònforma1a da .Mo.r.gagvi, -da J.anin ,da ·W euzel, ifa CJ1t',· ron (du Vitlars}, da Velpeau e da tl"llloslrè nostro Capo il Comme,nd . Prof:. Htberi ,il .qual appunto p.er la somma difficoltà di disti:riguere questa malartia tlall' amaurosi, con la quale· fu co1:1fusa dai f;qrpmi Pr.a~ici W.a vswicteo, D,elhaen, ecc., ne descrisse i c-aratteri differenzial·i i·n ·un ap,posito specchio c,omparativo che può leggersi nel fine de) sno ~lassico Trattato di Blefarottalmo- terapia operativa. Tµtta:via siccome l'.csislenza della cataratta nera è p.er.•ta sua rar.ilà neg;i,la i11 modo .assoluto da celebri Chirurghi, ,quali D11p11ylrnn. l:)elpecb, Biobè, ec·c., ·non riesçe priv-o d'utilità il tener a giorno i no,;tri Leltori di quanto inL.or.no a c~test'-argoment,o si va facendo di pubblica ragione. !(I Dolt. Blot p,resentò in quest'anno Ja Soc.ic.tà di Biofogia pi Parig,i di àue .eserriplari ·di ·cataratta ·nera rinvenuti in un medesimo cadavere ch'avev·a servi to p.er le RipJJM· zioni di 'Meèlicina Operator.ia . .l\fanca,ndog.li le fiogniziooi ioto.rno allo st.no antecedertte del'la malattia , dovette il ci·~a;io Dot~. stare coolenlo ad es.potre le ,sue osservazion i Ana1omo·Pcéltolqglche , dalle qnah · ris111lò che in entra.mbi gli occhi rnaoc·av,a compiulainonle il pigmento d.en~ corn.e a e ,dell'irrde e cbe la mater.ia· ner-a es,iSh\n·le fra le lamine del ,ctis,t.allino po.te,va per mezzo del microsco.pi,o ricpnQ sceEài ~!Tatto analog.a .all:,1 sost.a11·u [l.igmentale. H mede· simo pr~sentò ,o.oltre la tdolla Società d'un .dis_egno r,l1,pp11esentanle una porzione 1sottilissima del cristallino ,·eduta COll ;iJ ~icr08COpio 0 (e g~arm\'a1,t0'.tli ·pigmentarie; disegno qµesto in cui pu,ò t-Vflritìcarsi l'esatt.ezza·. delle sue asserzion i. Nel BoU..ettùio del'lc Scienze Meciidie di Bologna di quest'anno (fascic..ol,o del me~e di giugno stato pubblicato in agosto) le~·gesi-ona Storia (h cat·aralta 11era, opèrata con felicissim'esito per qiezt.o dell'estraz:ione dal Socio corriS(llilndente di quel!' Accademia Medico· Chirurgica, Signore D.otl. Ales~i.. Trll.llasi i!l, quos~~ .St0;ria .d(una vec~•a 8ig110ra !essagenarià, cornpiulamente cieca dell'occhio sinistro e con uu grado di visione nel destro da distinguere appena le ombre dei corp1, lanlo -e-he solo t>tHev,a tHrigersi a tentone in luoghi a lei bene ,eonO'sciuti. L',infermilà·aveva cominciato da circa sei . anni ~n modo ·leggierissimo•ed era 1

poi andata sensibilments crescend'al punto che con l'oc0J1i0 sin istro, s.ebbeoe l' iride fossè impressionabilissima alla luce, l'inferma non distinguendo nè oggelti, nè colori di sorta, percepivi). sol·amente ii pit'i ofll ·il ineno della luce alzaud'od .abba.ssando le palpebre innanzi ad una finestra ben illuminala. Nel medesimo modo la pupilla: si dilatava e si string~va second'i gradi della luce; il corpo pupillare era perfeuamente nero e la facoltà v,is ìva era del tutto perduta.. Qnando dall'amm 1Jata si facevano. volgere le spalle alla finestra, essa riusciva a distinguere con l'occhio sinistro il colore bianco wun faz,zolelto, senza che mai abbia potlllo distinguer il colore rosso. Sottoposta in s~gu!ito la medesima ali; sperimento dell'Alemanno Purcklnlc (1825), ingiustamente attribuito a Sanson (1857), su la .,ripro,duzione delle immagini del.J.a candela [lefle lenti dall'occhio, fu os;;e.rvato .che .n!)n tre, non due i01,qiagini della fiamQJa s'ebbero per ris.ultameilto , ma una sola ,cio,è quella rillessa dalla cornea . Finalmente per mezzo della dUatazione artifi;ciale del.Ja pup,il\a s'osservarono su },a s1,1perficie deHa ·cal;iralla dt1e piccoli punti meno rnac chia~i in nero, ras.somiglianti a dt~e piccole tnacchie giallorpSs?stre situale quasi alla periforia della lente. Dopo la estrazione della cataratta l'io(errna sotto,poSita a sperimenti Justa,,tanei percepì minutamente ogni picco! oggetto che le sì parava innanii agli occhi. 'Dopo 28 gior.ni dall'ope•razio.ne la medesima èra perfettamente guarita e p,e tè quir~à'aHendere ija per sè a tutte le domestiche cure, distingue,ndo con gli occhiali .a lenti, copvesse anche gli eg~elti li più minu.ti.• Del carattere contagioso delfo sifilide secondaria del Dott. Walter d.i Praga ( Anna/e, des 'm atadies de la 11eau). Essendo tuttavia vivame,nle combattuta tra i ·M e·

dici la questione della contag'iosità della sifilide secondaria

.e moh'im.portand'al bene della Soci.età che la n;iedesima sia ris.;,Ha in m0do definiti,•o, oltr'ai fatti già pnbblicati dal llotl. 8tarlt e da no i riferiti in compendio nel ·n° 40., 26 d'aprile p. p. di ql1esto Giornale e,l oltr'a quello da 110.i stessi osserva.lo ,ed aggiunto ai precitati , crediamo cosa utile sotlopor al giudizio dei nostri Lettori i corollari i che i·I DoH. ·W aller Qredette potere .dedurre dalle ìnoculazie,ni per lui praticate con pµs tolt.o da ulcere ,mucose o con il sangue dì persone tocche da sifilide se~ohdaria . Si,ffatti corollari sono 'li seguenti : 1° La ~fi:lide p.rimi:tiva e la .11econda,ria .son entrambe iooculabHi. 2° In ,opposiziol,le al P,rincipio gi Ui.c?rd la sifilige ,s.eeonda.r~a s;i .s.v.olge anche senza-precedenza d'un'ulceita .primitiva e può es!\er il primO' fen~meno della sifilide.• 5° L' ir1oc11laziQ11e non somministra un mezzo sicuro p_e.r tlis\ioguere la ·sifilide primi li va dalla secondaria, se uou nel caso in c.ui ìl .risultamento è positivo cioè quando determina si,a un'ulcera primit iva, sia un'ulcera secon .. da ria. 40 li sangue di persone tocche di sifilide secondaria può servir a comunicar i I virns sitìlitico.

50 La sifilide secondaria si loç.ali~za da ,1>rincipto nel punto dove si fa l'inoculaiione.


STATO GENERALE NUlllERICO DEL ì\'IOVI1\1ENTO DEGLI AMMALATI

e delle malattie state curate negli ~pedali Divisionali e Succursali tliJifari di Ter1~a e dr Itlarina nel corso dell'anno ,t 852. GENERE DI MALNl'TIA

GENERE DI MALATTIA

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·Continue.. ·ISinoche · Tifoidee . . . . . . .

125 6297 6251 10 17! 2 222 170 53 ' • 10 2 7 t 76 2'116 2701 2 89 1 49 24 24 2

Tifo . . . . . . . . . . Periodiche j In g~nere · · · · · · Permc1ose . . . ..

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Eoeefalile. . . . . . 1Spinite .. .' . . . . . . Otite . . . . . . . . . . . . . . . . Reumatica . . . . .. • Purulenta . . . .. Otta1mia Bellica o C?ntagiosa. . Blennorrag1ca . . . . . Angina .. Bronchite Pleurite e Polmonile Cardite e P~ricardilc . Angioite .. Flebile . . ,· • An~io-leucite. Adenite. Gastro-enterite Epatite . Splenite. Reumatismo . .. Artrite

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, Vizi or:ganici del cuore Aneunsme . . . . . . . Ulcere. Fistole '!'umori .. . . Ascessi acuti . Id .. lenti. Idrocele . . . . . . . . Varicocele, Cirsocele .. . . Sarcocele. . . . . . . . .. Artrocace . . . .. Spina ventosa .. Osteosarcoma .. Carie e necrosi. Ostacoli uretrali . •. Calcoli. . Ferite . . . . l?ratture. . . . . . . · ., Lussaztonì . . . .. Scirro e cancro . .. Ca.ncrena. ..

Sifilide primitiva Id. Costituzionale Suicidio.. . .. In ·osservazione

..

Morbi non compresi nel quadro : Leggieri morbi locali

Tot.ali .

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Idrotorace . . . . . . . . . .. . .

Totale dei morti . . . 530

Torino, 1852, Pelazza, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n2 2 . 4

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e; 'f isich.ezza polmona!e . . . . . . .

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Risipola . . . . . . . . . . . . . . . Vaiuolo .. . . . . . . . . . . . . . Scarlattina . . . . . . . . . . . . . ~Rosolia .. . . . . . . . . . . .. . 'Scabbia . . . . . .. , . .. . . . . Erpete . ... . . . • . . . . . . . · Tigna . . . . . . . . . . . . . . •.

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Dissenteria .. . . Cholera morbo . . :Oial)ete . . . . . .

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~ Sanguigni. {Ematemesi (Pncumorr~gie .. . .... . 5 Dianca .. . . . . .

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Emormesi cerebrale Id. polmonate

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Cistite

Uretrite . . . . . . . . Id. Blennorragica . Orchite: Osteite . . . Periostite. . . • . Flemmone.

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Mortalità relativa, ·i e ~ 12 p. OtO.

li Direttore Dott. CO.MISSETTI l\Ied. Div. 11 Vice-Direttore . espons. Dott- Bar. de BU UFORT M

It


ANNO II.

( ai ,J 4 di febbraio 1853 )

N. 29.

GIORNALE DI MEDICINA HILITAllE DEL CORPO·SANITARIO DELL'ARMA'fA SARDA;>

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SOlUlARIO. -

1•

Doli.

BOllllIGLIONE:

Rendiconto Clinico. -

inese, ma di questi v'esporrò qui appresso compendiata ia Storia. Resta ch'io accenni a due casi di risipola' facciale spontanea. Snrpeggianle e molto diffusa si manifestò la prima complicala a febbri intermi ttenti nel Soldato del 15 Fanteria Giovanni ·Armando; fissa, flernmonosa ed occupante la guancia destra occor~e la seconda nel Bersagliere An· tçrnio Dalia. Tanta fu in quest'ultimo caso l'intensità del processo infiammatorio che, non ostante cinque abbondanti salassi stati praticati nelle prime 24 ore, non potè evitarsi in meno di 40 ore l'esìto suppurativo, a limitar il qual ed a vincere tot.alrnente la malattia, oltr'a molli altri prt1sidii antiflogistici, furono necessarie dieci sollra:i:ioni ge 1lerali di sangue. Quantunque risipole di siffalla natura non siano, le più frequenti, tralascierò tuttavia, Onorevoli Colleghi, di tracciarvene la Storia, perchè nulla avrei ad aggiuuger a quaot'iotorno alla si11tomalologia, decorso ed esito cli questa grave specie di rì,~ipola trovasi "descritto nei Trattati di teorico-pratica Medico-.ChiriÌrgica. Verrò in vece subilo alla promessa vi sposizione dei òue spe · ciali casi d'enterite. ·

2° D!)U. S•ss1: D'un mezzo facile al Medico )lilitare per la precisione d'el diagoostièo e del pronostico nella cura delle malattie, ecc. - 3° Doti. ,ZAVAT'l'ARO: Risipola. 4° Relazione delle

Conferenze Scientifiche. - 5° Dott. MOTTINI : Rivista dei Giornali, Scientifici. - 6° Quadro Stàtistico Generale.

PARTE PRHIA HRNDICONTO CLINICO DELLA

2a

SEZIONE 01 MEDJCll'O, ,I

PnR l }JESI DI SETTEMflllE llD OTTOBRE P. P .

(1)

(Lello dal Dott. BORRIGLIONE in una Conferenza di Torino).

Mese d'ottobre 1852. Centosettantuno furono gli ammalali chl net corso di quèslo mese entrarono nella sala della ~a Sezione di Medicina da me direua. FaYorite dalle frequenti vicissi tudini at(nosferiche continuaron a predominare generalrne'nte le sinoclte gastro-reumatiche e le feb/Jri intermittenti a {ip0 terzanario. D'indole più Tiflite. Giorgio Boasso, Caporale nel 4° Fant., d'anni grave ebbero le prime un corso più lento; P.er la mag 52, nali\'.o di Macello (Pinerolo), d'ottima costituzione, di giore parte recidive e sostenute da una condizione gatemperamento sanguigno con predominio venoso, ri(;orstrico-irritativa, guarirono per lo più le seconde sen1.a spe,. reva per violenti dolori di ventre allo Spedale nel pomecifico riggio dei 15 d'ollobre. Esaminatolo poco dopo il suo inAlcuni casi di pleurodinia, tre bronchiti ed una pleurogr~sso, lo rinvenni con il volto di colore pallido-giallopolmouite che trasse a fiore di tomba il .Soldata nel 5° : gnolo ed atteggiato all'angoscia ed al dolore. S~cca ed Regg. di Faot., hrHtibale Carlevero, costituirono le ma- I urente aveva le pelle; profondi, frequenti, ristretti e relattie dell'apparato respiratorio. ·1 sistenli i polsi; arida ed impaniata io giallo la lingua, Non scarseggiarono le enteriti , nè di queste mancanon saziabile la sete; non tumido, nè dolente ardente rono casi gravissimi. Di falli occorsero due enteri lì villose [ il ventre, meno nella -regione del ceco dov'uo'elevatezza le quali quantunque intense ed ostinai.e riusciron a totale rosso-vermiglia, dora, resistente e dolorosissima al più guarigione. Non così di due altri casi d'enterite -follicolieve con tallo simulava quasi un llemmone di quella parte. lare ùi cui l'una già terminò con ìa. morte dell'ammalato .i Finalmente l'irrequietezza somm~ de.ll'ammalato, la cefa· e l'altra, tuttor in corso, accompagnata ,com'è da imper- I !algia e la stitichezza compivano la serie dei fonomtrni versante non frenabile diarrea avrà probabilmente il memorbosi. desimo esito. Altri due casi, l'uno d'enterite compl-icata .I , Dall'insieme di questi sintomi avendo giudicato aver a con miliari, di vera tiflite l'aJLro, occor.ser ancor in dello combatter una tiflite, fe ci senza più aprire largamente la vena del braccio prescrivendo che fosse riaperta ad ora {1) V. n° precedente. j più avanzala della sera; somministrai be,·ande mollilive

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~<26 ed un lambitivo con olio di mandorle dolci e con siroppo diacodio da prendersi a dosi rifratte cd ordinai l'imposizione di clisteri mollitivi ed i bagnuoli d'olio di giusquiamo su la località. Questi mezzi non apportarono calma di sorta nella notte, nè nel suaseguente giorno 16 io coi furouo praticale altre tre caccia te di sangue coteonosissimo e furono continuate le altre prescrizioni. Qnantunque alquanto diminuita l' intensità dei dolori , penislendo tutta via ancora gagliardi e duri i polsi, foci di bel nuovo nel giorno 17 aprire la vena; aggiunsi al lambitivo oleoso duo dramme d'olio di ricino ed ord inai nella visita del pomeriggio l'applicazione di ~O sanguisnghe da applica rsi alla regione dolente, le qua li avendo lodevolmente operato r.ontribuiron insieme coll 'olio di ricino a promovere l'escrezione di poche sostanze liquido .giallognolo con ovidMte sollievo dell'ammalato; sollievo questo cbe fu ci rca le ore .10 de lla ser-a novellamento susseguito da ~sacerbazione (Ì ) violenta cosi da ne cessi lare la pronta alluazione d'altro sala$so generale il quale r iusci a procurar alcuue ore di pacilìcc, sonno ed a nrndcre costante nel giorno J3 l'allievolimento di tulli li sintomi infiammatorii. Attenendomi perciò in queslo giorno alla somministrazione ed all'applicazioue degl'indicali rimedii, fee i rin novar il snnguisugio alla località cbe per questo fatto dive nuta meno tesa e meno dolorosa pnmiso l'.1pplicazione di cataplasmi mollitivi, prima semplici o quind i spalmati d'ungoento mercuriale con estraUo di cicuta e di belladonna. lJ.a tale tempo io poi progressivamente diminuì il movì mento rebbrile ed il dolore; più moile si rese il lumor e l'al vo si schiuse regolarmente a mode rate escrezioni dì feci le quali erano favorite da lla giornaliera somministrazione .del calomelano unilo all'oppio, i11 principio nellp proporzione di grani 6 d1•1 primo Sll d'un solo grnno del secondo e riduct"n•l'in fine la dose del calomelano a 2 gra ni al giorno mentre quella dell'oppio :;i conservava intatta . Por tale modo il Beasso arrivò con discreta celerità alla sospirata convalescenza, quiod'alla guarigione totale d'una malattia la quale per la fa cilità dei troppo rrequenti fnn estissirni suoi esi I i avrebbe potuto, scnz' i I concorso dell'ottima suo temperamento, condurlo a·lla tomba.

Gastrenterite complicata con eruzione mii iore. - Giuseppe Rolli, nativo <li .Milano, d'anni 40> di Lemperamenlo sanguigoo·hilioso e di robudta costituzione, Sergente di Musica noi Rr-gg. Cavallegg. di Saluizo, entrava, portatovi nella barella, nel giorno 16 di Sijllembro nello Spedale dove alla visila pomeridiana del cnedesiròo giorno offri~a li sintomi segncnli: febbre violentissima manife. stnla da polsi duri, lesi , frequenti eù accompagnala da delirio : pelle discretamente colda ed umida : lingua rossa ai margini ed all'apice e tenai.:emcnte impaniala in gial lo nel centrc, e nella liase in ispecie~ aridità delle fauci con "Vivissima sete: dolore gravativo <lei capo con occhi scintillanti, con sguardo erratico e con pupilla dilatata : tumidezza dello scrobicolo con segni di dolor alla pres3ione iltd medesimo : respirazior.e affannosa cd ansante: agita( I) Credo ch'alla gravità di quest'esacerbazione abbia conlribnit o lo 5moversi delle materie fecali da ~rande tempo dimoranti nell'intestino ceco lo quali, effetto e fvrs'ancho probabile cagione della roalallia, costitnile in parlo da principii . r.austioi non potevano non aumentare l'irritabilità dcll'iutostino gia precedentemente infiammalo.

zione ed irrequietezza somma ~ stitichel!z-a; i»in~ nulle : pelle di colore pallido e spa,rsa, massimamente nelle regione laterale del torace, di vistosissime miliaYi, quali, opaline , quali cristalline. Nop pote1,~o per lo stato de1ìrante dell'ammalato rac-coglier<) dal meqes.irno le indispensabili uozi~i iptorno all'etiologia, al precorso andamento ed ai mezzi leraptmLici già opposti a quest'imponente l,llala ttia e d ubitando che buona parte degli osservati fenomeni morbosi po1es. ser essera l'effetto del trasporlo da luogo piuttosto lontano, mi limitai· a prescri vere bevande gommoso con $iroppo diacodio ed a far applicar un largo cataplasma molliti,·o all'epigastro. Ma aumentatasi ancora nella notte la gagliardia della febbre ·e sopraggiunti di più la nausea ed il vomito, avendo nel mallino trovato l'ammalato in sempre peggiore condiiione di cose, era pure forza che con energia pari all' intensità ed alla natura della malattia io tentassi opporvi quei rim11dii dai sommi Prati-ci raccomandati nella specialità della circostanza. So non che r ipensand 'a quanto questi medesimi Pratici eran o son usi a pratics1r in presensa d'un'oruzionc miliare, appunto per le grni divergenze d'opinione da cui soa i mtidesimi divisi ncll'applicaiione del metodo curativo, io non avrei potuto non rimanermi a1quanto ·perplesso sul da far.si. J)i fan,, mi sovveniva coro'II celebre nostro Allioni nella dotta sua monografia su le milia ri s'esprimesse con queste parole : vehemens f'euris, delirium et relt'.qua gravia sy11iptomata alterius veriodi venae sectione non sedantur; imo conP11lsiones et mortem ab ejus i11.ttitut-ione acceleran: vidi . Mi sovveniva ancora come <li que,to medesimo pa.·· rerc siano molti allri ed antichi e recen ti Scrittori di Teorico-Pratica ;\Jedica. J1i sovven iva (inalmenlc come II lo altrui ùS!<crvazioni e le mie provassero cho se alcune volle si volle atlribui r all'uso del salosso l'avvenuta morte d'un ammalato tocco da malalti I miliare, que~lo medesimo presidio terapeutico fu rnolltJ t\ltro volte l'àncorn di salute tlegl'infermi di questa grave malallia. Confortato perciò dal giudizio di questi Pratici e piÌI fogni altra cosa allenentlorni al f.atto i! qual evidenlementti dimostrava come quest'eruzione anzi r.he critica dovesse dirsi sintomatica., non tardai a prescr iver il salasso; la limonata vegetale .ed il ghìaccio; couvintomi <1uindi maggiormente della sua indicazione o per li buoni effotti da questo ottenuti e per l'al1a cotenna or.de copri,·asì ìl sangue con il medesi~o estratto, lo feci nei tl11c primi giorni di cur.i pra ticar altre volte, ricorrendo nel ooallino del terzo giorno al.I un abbondante sanguisugio alle tempia. Tanto ba stò perchè con 11otevole diminozionti nel grado della fobbre riacquistasse il Rolli l'uso delle funzioni iotelletl11ali e potesse così verbalmente raggoagliarmi intorno alle prime manifestazioni ed al successivo svolgersi di questa sua malattia. Conobbi quindi dal medesimo ,:orno da 1Oe più giorni prima clel suo lrasporto nello Speda lo egli fo4$e travaglialo <la nausea, da inappetenza , da un malesse re generale aggravantesi verso sera co11 se.gni non dubbi i di febbre; come volendo tentare di liberarsi da questi incomodi senza faro ricorso al lo Spedale avesse fatto più volte uso cli purganti salioi uniti al rabarbaro e cli altri rimedii alli a promover un profuso. sudore; come finalmente, rima$ti infruttuosi tutti questi mezzi, nella sera precedente il suo ingresso nello Speda le fosse collo da febb re gagliardissima con manifestazione dell'eruzione miliare. Di pit't non seppi.


227 somma difficoltà che quasi sempre il Medico cli'iamato s·congiuralo nel 1nodo sopresposto l'incalzante pericolo, a presso d'un amo1alato incontra nel conoscere co n suffivincer affatto la già ammansita gaslrenterite ed a sgorgare ciente es~tlezza la Storia dellè malattie da questi già sofil fegato e la rn·jlza ev iden temente tocch i da congestione ferte, i metodi di cura già usali o gli esili già olten'utine; feci , con pl'onlo sollievo, ricorso al sanguisugio pra ticato e ciò 'tanto più quando le malallie pregresse rJi~rendosì prima alla regiìoo epigastrica ; rin no,•ato quind i ai vasi alle veneree o qtrnnd'in determinale circostanze il Medico, e morroidaH. So.stituii ·ii'l segui lo alle bevande acidulale la nell'in teresse talora del solo amma lato, talor in vece per somministt"azione di blandi purganti oleosi e dell'elelluario ragione· di coscienza e di giustizia, dovendo pronunziarsi in dd Tronchin e finalmen te, jnsistcndo sempre neÌl'uso di modo assoluto intorno alla possibilità di guarigione erl alle clisteri qu.ando semplici , quando 1:iurganli, prescrissi , coosegnenzè più o meno funes~e d'nna speciale malattia, quale r isolvente, il ca lomeìano a ,dosi rifratte. Mentr'in richiedesi oecessariamenle ch'egli senza velo o con la gr azia di questo metodo di cura prendeva la gastrenterite maggiore precisione conosca nvn solo tutti gli accidenti un gradna,to e l'avotevol andamenl,,, l'eruzione mil iare remorbosi p:·egressi, ma be11 anche le predisposizioni gen golarmente toccava il suo terrn iue e l'amma lato entrava tilizie e le malattie così delle ereditarie, percli~ una manel lo stadio di cònvalescenza la quale, tuttochè hrnga e lintesa v(1rgogna o la malizia nel primo caso , l'ignoranza dillìcile, ottenne tale grado di stahilità che ai 25 del suco la ritrosia nel secondo fanno sì che l'ammalato , con ccssi·vo ottobre il Rol li poté abbandonare lo Spedalo in quanto danno di se stesso o, della società non è no po che istato di compiuta guarigione. io' elica, più sovente si stndii cclàr od allerare la verità. Due sono, Onorevol i Colleghi, le qoist ioni principali, Quelito danno, poco SP nL'ilo ncll'esBrcizio clinico civile speciale l'una, generale l'allra , che dalla sposizione di del_le camp'agoe pèrchè avendo lo stesso Medico quasi 'luesto fa tto emanano cioè, 1° in questo caso le ,miliari sempre a curare le persone medesime ne conosc;e facildebbon esso considerarsi siccome spontanee e sintomatiche mente ltl malaltie sofft1rte, le predisposi1.ioni genlii izie, il della gastrenterite, ovvero siccomo promosse dali'abuso genere di vi la, ecc.; più lamentato dai Medici delle grandi dei sudoriferi propinali ali' ammalato prirr\a del' suo ine popolusé Citfù dove per le attu:, li cond izion i di r,iviltà gresso allo Spedale ? 2° ne,lla cura d'una rualaltia qnale di commercio ha sovente a curare persone prima no11 sias.i comrtl icala con la l'reseuza dell a mi iiare dllvrà il conoscillle; questo danno , dico , per le gravi sue consePr.atico imitare g.li Antichi astenendosi dal sa lasso, o doguenze <' dal Medico Militare lamentalo così che da lungo vrà in vece farvi o non ri,:orso a seconlla doll'inJo le e tempo mi si_ parò innanzi come soggetto di meclilozione del ìa gravità della 1nalatiia principaltl ? e · di studio per lenlàr in qualche modo di ripararvi, Che Nell'emetter intorn~ a qùesle due questioni il mio pasé _non havvi chi possa movè-rc dubbio intorno o il e gra vi rere, dirò che nell'esposta fattispecie le miliari debbono difficoltà che sovente oc,~orron al .Medico nella Clinica Mi · considerarsi come spontanee e sintomatiche della gastrenlitare per .;vera faro più sovente coo persone spi nit: o terìte eh(} fu per tanto tempo trascurata, esacerbàLa anzi dal tiinore del casligo o dal desideri" di · visitare la terra dall'abuso d'inopportuni rirnedii, i quali se concorser alla natia o dalla premeditala inttmzione di sehermirsi da l evoluzione di qoest'eruziQne, per ciò sol o vi contribuirono i\1ili1arn servizio .ad esagera r od a simulare le malattie, ìn quanto che valser a rnan tN1er cd a · rendere più ,grave ehi saravvi ma i il quale non vegga come queste dil!ìcoltà la preesisteutH gastreulérite. i n quanto poi alla seconda sicosi accrescio tn dopù le Campagne fall{~ nel 1848 e nel questione, appoggiato all':rnlorità dei più distinti Prat ici, 1849 le quali, per essern state a non poch i ::ìoldali catra i quali mi basti citarv i l'Esirn iò nostro Med . Div . ed gione di r:nali fisici lali da ioabililarsi al mestiere de lle ammaestrato dai favorevoli ri~ultamenti di,questi e d'altri consim il i fall i morbosi ridotti a guarigione la rnercè del / armi ecl anche all'e.scrcizio di qu alsiasi professione, avendo indotto il provvido Governo a venir in soc.corso di questì salasso, non esilo .punto a francam ~nto a,~erire che quando Prnùi eh ·avven turarono la vita per la patria con pensioni nel corso d'una febbre infiammatoria con o sc11z'omopatia cli nforma e co11 giubilaiioni, fHcero sì che alcuni scaltri vise:eral@. si manifesta l'eruzioire mi liare, debl:iesi, senza prcnléudosi d'ioferrniU1 contratte per l.utL'altra ragione 1·iguard'alcuno a questa più o meò ioooltrata man ifPsLaziooe mo rbosa , tanto volte addivei1ir all'uso del ~alasso, I che per quella di · gnerra , per ciò solo che a queste presero pnrte, giornalmenle , srcoad'il disposto delle recenti quau!e vo lle richieder il possa l' intens)tà del procc , so in · leggi, sono mandali al .Medico Mili.tam perchè dopo atfiammatorio domiua11lc , solo da quello ,J'esistendti quando con l'epp_arire dell'eruzione mi liare lutto l'appal'alo sinto, . teulo esame giudichi se le .illegale infermità sono tali malologico · cl i questo rimettendo, accennasse · all'indole j che va!gaa a dar al postulante diritto alle delle pensioni e giubilazion i, E eh.i 9011 vede come molte volte , spe· cr'ltica della medesima . cialmente quando !rallisi di malattie interne , a volere pronunciarè un giudizio coscie111.ioso e per quaot'il concede la Scienza nostra, sicuro, il l\fodico 'Mi litare, molto D'UN MEZZO FAC I LE AL M1m1co 1\0UTARE PE!l. LA PRECI· più che non d' un src:mplice tutlochè mi nuti;simo esame SIO'NE DEL DiAGNOSTICO I, DEL PROISOSTICO NELLA CUflA bisogni di C"ognizioni estese talmente da comprendere lulta DELLE MALATT!l!: E .FER f,A FACILITAZIONE D ' UN SIC.O RO quanta la vita de l Soldato postu lante? E bene mostrò di GIUDIZ IO I N CASO DI RIFORMA O Dl GIURIJ,A ZlONE l>EL essere penetrato di questa verilà l' illustre noslro Presi S OI,DAT O dente del Con~iglio Commend . }{iberi quando con la Circolare (N° 8785) ultimamente dirama ta a tutt'il Corpo (.Proposizione del Med. di Batt. Dolt. SAssr). Sanitario-Militare ingiungeva che • premes$i i generali sn l'età. temperamento, costituzione, abito, discrasie, maPiù' e più vol te sin dai prìmi giorni del mio esercizio lattie pregresse del Militare assoggeltalo alla visita in ternell'Arle Salutare ebbi rneco medesimo a lamen tare la

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<2'!8 n11111 conci$i, esplicitì e chiari, debbe seguirn per simile guisa 11el Corlìficato una descrilione regolar e compiuta della malallin per cui è propos1a la giuùilazione o la riforma, ecc. • debb'il Medico Mililare somministrar al Consiglio tulli gli elementi 11ecessarii per clii sia in grado di formarsi un giusto concetto della natura e del grado dell'infermi tà per calcolaroc le conseguenze e per derivarne le ragioni del :Militare al conseguimento della giubilazione o della riforma. .Ma quante volte non occorre che per raccogliere tulli questi elementi. l'Uffiziale Sanitario-Militare noo può avere per guida fuorchè o l'induzione o la sospella sposizione del postula ole P Ad ovvia re pertanto agl'incoovcnienli ch'io silTatte circostanze possoo avvenire io proporroi che nel libretto di ciasche<luo Soldalo vi fosse un det1mninato numero di fogli cifrati e, per maggiore· gara11zia della verità, munili di firma i quali fossero desliuali per la descrizione dello stato fìsico del me· desimo in tutt'il tempo della sua pt·esenza sollo le armi. Jn questi fogli (per i quali potrebbe stabilirsi un modello comune) dovrebbero registrarsi il temperamento , la costiluziooe, l"abi lo, le discra5ie, le abitudini ed il regime dietetico abituale, la natura e la data d'in vasione di ciascheduna ' maiali ia con indicazione del giorno d'entrata e di uscita dallu ::ìpedalt:, il metodo di cu ra adoperato, l'esito olleonlo o di perfolla guarigione o di residui morbosi sanabili col tempo od insanabili. Si potrebber anche indicare i principali rirnedii usati. la loro preparazione, il modo di amministrazione, la dose giornaliera e la totale consumata in 11n determinato lempo, eec . .Finalmente polrebber essere compresi il numero dei salassi, la qnantila di sangue estratto in ciaschedu11a volta, il numero dei ,•oscicalorii, il regime dietetico osservato e tulle quelle altre circostanze di rilievo chll po trebber aver influito sul buono o sul maligno andamento òella malattia la quale , quando che occ·orresse, dovrebb'anche minutamente essere descrilla. Per (Juesto modo ogni qual Vòlta un SolJalo cadrà ammalato, il Medico potrà sempre dal L ibretto prendere cognizione delle già soffitrte malalliè s,rnz'affaticarc l'ammalato con interrogazioni 1100 s1!m1>re susseguite da ri sposte precise e verilicre. Che se fossero pure 11el mede· simo registra te l11ll1, quelle allre lesioni incontrate dal Soldato negli esercizii ginnastici, in piazza d'arme o per qual11n(1ue altra ragione di sen•i zio. con indicazione precisa del dovt~, dei corno e del quaudo, sa rebbe quello uo autentico documento da consultarsi nello stabilir i dirilli alla riforma ed in caso cli riassolda mcnto di ravore. l::d a questo proposi to l'ulilità che se ne ritrarrebbe sarebbe grandiss ima perchè, mentre un Soldato può talvolta anche dopo accura ta ispezione t1·un .Medico oculatissimo apparire qnale persona robustissima ed esente da imperfezioni, tale più oon s i ravviserà in casi speciali dopo la cognizione delle malallie dal medesimo sofferte ; perocchè ap parirà dal Libretto che questo tale ha una predisposizione all'artrite; che quest'ahro ha in SI! la ragione di futu ri dolori osteocopi , di disurie o strangurie da ostacoli 11relrali e simili; che quell'altro in fine è predisposto alla mania, all'<·pilessiu, alla. tisichezza, alle rnalallie di cuore' , alla scrorola, ecc. Oitr' agli accennati vantaggi l'clfoltuazionc di <1uesla mia proposta avrebb'anche qnello di non poco momento di preparare maleriali esatti per le Sta tistiche Medico-Militari dalla precisione e verilà delle quali quaAlo van·

laggio sia per trarre la Scienza non vale ch'io il dica. Ma, mi si polrebb'obbieuare, lo scopg a cui è diretfa questa proposizione sarà sempre sperabile ? Il Soldato 1ho si decide a simular od a dissimular i suoi mali anche con daono della sua ,;auilà, non si deciderà forse con eguale fa cilità a laceror d fogli o ùel Ubrct/ o che depone contro l'effettuazione ùel suo progetto ? Non potrà accadere che questa disposizione filantropica in sè ed u til egual. mente al Soldato ed alla Scienza, danneggi quello con isfregio di questa ? E quando, ad esempio, il predisposto alla tisichezza lubercolare, od alla mauia, od all 'epilessia , ecc., fa llo conscio per mezzo delle annotazioni del Libretto uel destino che l'allende, al primo erompere d'un qualche sintomo che sembras~e accennar all'evoluzione di queste malallie, talmente s'accora,se da rimanern e vitlima anzi tempo, uon sarebbe quest'un danno grave abbastanza da controbilanciare tulli li vaulaggi sperali i1 Rispondo: a quest'inco11vonieuti può a11òarsi i11co11tro sia col fare cu stodir i Librelli, sia coll',mporre gravi pene a chi nelle frequenti riviste lo consegnasse alteralo o mancante nei fogli, sia con l'usaro nella registrnione delle ma latliu di natura dulicata quei termini tecnici i quali difficilmeute già es,eodo compredi dai profani all'Arte Salutare, potrebber ancora scri versi con parole abbreviate ed in lingua Ialina, ~ia finalm ente con quegli altri mezzi che potrebbero credersi più ido11ei allo scopo.

STORIB DI CASI RDIARCHEVOLJ. 27 RISIPOLA

(Storia lella dal Doti. ANGBLO ZA.YUTA.llO in anaCooferenza di Genova). Ne,suuo vi ha certamente fra voi, Onorevoli Colleghi, che non abbia negli or or~ tra scorsi mesi di novembrti, dicemùro e genn_aio posto special allenzione alla particolare costituzione reumalico-gaslrica che dominò presso che tulle le malallit' in ddto periodo di tempo occorse specialmeo tè nello Spe<lale Militare. Siffaua costiluziooe che se percorriamo li Giornal i !\ledici veggiamo pa rimente avere dominata in altre Ci llà d' llalia e di Francia assoc1andos1 ad ogni specialità morbosa, ne faceva Lacer il ~enuino fatto flogis1i co . Che li mancali rigori invernali e le frequ enti ed abbondanti pioggio aùbia110 d·ato origine all'elemcoto reumatico sembra cosa fuo ri cl'ogni dubbio; che poi quest'elemeoto in grazia del nesso anatomo.fisio· logico cis istente fra la pelle e lo mucose abbia potuto da se solo originar il gastrico non sembrerobhi:, sufficientemente dimostrato , poichè il numero st ragrande delle gastriche complicazioni ribelli sovente ai riinedii diaforetici lungamente somministrali e la fa cile tendenza di quelle a determinare la fcbùre gastrico-nervosa consecutiva farebbero presentir altra JJiù polente e recondita cagione. Comunque sia, fatto è che pochissime malattie di med ico dominio poteron a tal influ(rnza sottrarsi ed anche in queste pochissime ebber a notarsi tracce della medesima . Fra questi casi ec<:c1.i011ali la però annover ale la Storia


2.29 di ri-sipo!a d1'imprendo ad esporvi, degna a mio avviso credtmdola d'e·s sere da ·voi conosciuta per avere costilu 1~ 11 na rarissima e fttlice eccelluazione a quanto l'asseonac,1 e provetta sperienza dettava già ad Jppocrate cioè essere funt>sla n·elle risipol11 la 'inetaSli!SÌ dalle esterne alle interne parti; aforismo questo più soveute ,eridico ove agli illumi11ali sforzi che l'Arte e le Scienza tenlan opporre Natura medicatrice pronta non sovvenga mercè dei potenti e sva riali suoi mezzi. Soggetto deÌla presente Storia è il Caporale Rt•gis del 5° Fant., d'anui 29, nato· da paren_ti suoi e tuttora vi venti in avanzala età, di temperamento sanguigno-J"infatico, d'abilo r.ardio-capitale, di pelle finissima, d'indole ' dolce e sensibile, 1100 dedito a vizio di sorta e per conseguenza nc,n mai stato ammalato· per grave malallia, ma solo per quafohe lieve reurnatalgia t' nel 18:47 per intensa corizza associala a congestione cerebrale per cui gli furouo praticale tre cacciale di sangue le quali in concorso d'un abbo!ldante epi~tassi favorevolmenle giudicaron<? la malallia: malattie queste lìglie tutte dell'abito suo particolare e delle cagioni nrnmatizzanti, all'a.zione delle quali è cosi falii !mente sensibile. Nè altra cagione potre.bb'asse.goarsi alla risipola <facciale per cui era il llegis tibbligato Nitrar in quesro Spedale nella sera de~li 8 p. p. dicembre. Questa risipola pertanto d'indole· reumatico -in. fìammatoria, preceduta dai soliti sinlomi d'addolentalura e tensione alle ghiandole cervicali, di brividi universali, protratti ed alternali con vampe di calor alla faccia, d'im• barazzo gastrico, ecc.. , esordiva per un bitorzoletlo do. lente al davanti dell'orecchio siuistro ed in breve invadeva tulla la metà corrispondeotC\ della faccia in forma levigata .dando luo~o a febbre gag!iàrda e ad imponente corredo dì sintomi infìamm11torii , per cui, premessa una bevanda d'acqna tarlaro-emcti·.nata, il Dotl. Fissore Med. Curante ordinava il salasso che fu ririnova:o per ben sei volte nei tre primi ~:orni. Senza ch'io mi facci<! a miuutamentc deseriver'fi le giornaliere fa!i della malattia. e quindi della cura adottata fin al settimo giorno, la qual iu nulla si discostò dall'ordinario metodo antillogistico, onde non riescirvi le· dioso, verrò subito ad esporvi come, mentr'in detto giorno settimo di malattia sembrava11 le eose aniarsi al meglio e la"risipola già in islato d~incipiente desquamazione, ad un subito nella,- notle successiva e se_nza co11osciula ca·gione s'offrissero sintomi d'e retismo meningo-cerebrale li qualj cresciuti d'intensità e resisi ~ostanti nel mattino vegaente dei 15 di dicembre accennavan evidentemente alla meningite per diffusione , contro di cui, di più non permettendo le affralite forze dell'ammalato, si prescrisse benchè con poca fiducia di buon esito un'applicaiion,e di 20 sanguisughe ai giugoli. Nè in fatti molto pote-va spe• rarsi da qu~sla locale sottrnzione contro l'ardentissima febbre e l'intensissima cefalalgia çhe strappand'all'ammalate lamentevoli gridi s'associava quind'al dl'lirio loquace a cui continuatosi per tutla la notte sottentrava nel mattiuo un'estrema prostrazione di f~rze eon polso molle e cedevole, con assoluta immobilità, con delirio placido e con istato comatoso tale che facendo temer omai disperate le cose, indusse il Medir.o Curante a far apporre due vescicatori i aIle gambe e. due senapismi a pied,i ed a sostituir alla; limonata con generosa dose di nitro , statagli prescritta nell'antecedente sera, µn'acqna zuccherala leg-

giermeote aromatizzata. L'esposto desolante sr.1to si continuò p~ggiorand'in lult'i) giorno, ma nella successiva notte, d'onda meno s'aspettava venne salvezza. Natura secondando l'Arte e prenden<l'.impulso ossia dal propiitato nitro ossia meglio dalle canlari_di di cui eran iospersi i ,e·scicatorìi, destò con sollievo déi sintomi cerebrali nell'apparato, uropoietico tal un'irritazione che ad evacuare l'abbondante orina raccolta nella vescica dovette o.ella notte il Medico di Guardia fra li strazianti gridi dell'ammalalo praticar il cateterismo. tiifTalta condiziqn irrilaliva degli organi uropoietici durna tutta-via assai intensa nella visita d.el ma1ti110 susseguenlt\ ma di g.ià la sintomatologia atassie.a era per modo diminuita da infondere nel Curante · pit'1 liete speranze. Ordinato perciò un cli!ilere molliti vo ed u,n pari cataplasma irrorato d'olio di giusquiamo da , applicarsi all 'ipogastrio per mitigare l'acerbità çello spasmo vescicale, a promover una più benigna e meno dolorosa crisi prescrisse il med·esimo un'infusione· di v'ìule da somministrarsi calda nel decorso del gior_no. L'efTe'tto rispose all'inlenio, perocchè con sensibil ammansimento delle doglie vescicali manifestossi nella no·ue un'abbon · dantissimil diaforesi che, conlinuarasi per due giorni, rimosse onnioamente il grave pericolo della vita in cui versava il llegis'. A questi movimenti critici della natura sapientemente secondata dall'Arte, un ultimo se n'aggiunse nella spontarwa nuzione di sei o sette. furuncoli qua e là. sparsi nella superficie del corpo, Ira i quali uno più voluminoso alla parte destra ,del corpo. La manifestazione di questi fufuncoli , tuttochè accompagnata da rim'balzo febbrile a cui tenn,: dietro per otto giorni una buona suppurazione, fo lanto evidentcrneute ·di natura critica cbe l'ammalato dopo pochi giorni poteva assolutamente dirsi guarito, quando 0011 fosse stato d'un tale qualè grado di persistenza dello spasmo vescicale il qual alla· sua volta ben presto cessò mercè dt'I solito cataplasma, dell'uso interno del l'estratto di belfadoona e d'altri terapeutici e die tetici presidii che una non comurH! dottrina e speriénza suggerivan al Dott. Caire nella S~1.ione Chirurgica del quale l'ammah1to era stato sino dai primi giorni di gennaio traslocalo per la maggiore facilità dei men;i d1 medicazione. Uedolli dalla presente Storia forse troppo concisa> permettetemi, o Colleghi, ch'io sottoponga a! giudizio vostro lì due sr.guenli corollarii: 1° doversi sempre andare moho cauti ·nel pronostico di fatti roo)"bosi aualoghi _all' e5postovi, giacchè natura convenientemente sorretta dall'Arte molte volle contro la previsione del -Med'ico po• tentemente soccorre alla guarigione dell'infermo: 2° po~ tersi forse in casi ànaloghi · tentar energicamente le vie uropoietiche con opportuni rimedii, seguend'in ciò l'ammaestramenll> della natura.

RELAZIONE DELLE CONl1EllENZB SCIENTIFICHE (Mese di gennaio. 1a Tornata). CAGUAltI. Io questa Seduta l' Adooanzà udì la lettura d'una Storia di lussazione radio-omero-carpea simultanea stata comunicata dal Med. di Batt. Doti. Malvezzi. Esauritasi questa lettura e dichiaratasi dal Preside1ite libera la discussioae intorno alla medesima, il l\led. di Rerzg. Dolt Nonnis dice ·che riferendosi alla narrazione del caso com'era stato descritto dal Dolt. Malve:i:zi era facile-comprendere come liberato il radio dai suoi legami superior ed inferiore, potesse venire tratto in allo ad occupar il


230 terz'inferiore dell'omero clalla contr azione del muscolo-bicipite del braccio. Il Jlfod. di Regg. Doli. Balestra a !llaggiore dilucidazione della riferita lesi·one inter pella lo Storiografo onde manife~tasse in termini precisi sin:a qual altezz;) fosse giunta la testa del 1·i1di(). Risponde il Doli. Malvezzi essere d'avviso ch'il radio sia salilo per on pollicè e mezzo al di sopra dell'omero cioè all'unione rlei tre C[uarli superiori ·con il quart'inferiore di questo med·esim'osso. Il Uott. Balestr1:1 fa al lora l'illettere che la simultanea totale lussazione del radio nelle sue due articolazioni superior ed inferiore_, oltr'al noti potere succedere senza esser accompagnala da soluzione di couti.nuilà de!l.'.ulna, lacrede,.mcora iu questo caso impos.sihi fe per ìe seguenti ragioni: 1° perchè nel giorno posterior all'avve.nnta luss,1ziooe avend'egli visitato nella. scia Sezione la parte offes;1, non vi rinvenne segni consecutivi tali da potere creder ad una così rilevante !esiont>: 2° perchè mentre questasarebbes1 fatta contemporc.nenmente, tuttavia non s'osservava la frattura del cubito: 3"'perc.bè-ad altro genere di lesione r,l(Jlto più ragionevolmente che non a quello descritto dal Dott. Malvezzi sembrava n accennar.i sintomi e segni che rimanevan accora nel·braccio offeso nel giorno dopo avvenuta la caduta. Di fallo, disse il Dott. Balestra, nel giorno dopo l'infortunio, l'amm11lalo fu trasportato aHo Spcdale con sintomi di ~emmone diifoso in alto alla spalla sinistra e !imitato in- ]>asso alla parte inferiore dell'antibracci o senza che l'articolazione radio-c.irpe~ ne fosse t_occa: dopo pochi giorni l'iofiammazione cominciò a svanire rimanendo libe1·i 11 rnovimenli di proM1zione e di supinazioue; cosa questa che fa presuporre non esser accaduta lussazione per parte del n1dio, giaccl}è questa pon sarebbe così presto guarita senza lasciare nessuna traccia di sè: a,llronde la mag5;iore intensità dei siulomi no.n sia va d,i !la parte del radio, ma hcnsi da quella del cubito, giacchè l'alterazione di forma era piuttosto alla parte interna ed .anteriore dell'articolazione omero-cubitale cioè fra l'apofisi coronoide e l'estremilil inferiore dell'omero. Finalmeote il gooere di càdata persuade ancor intorno all'improbabililà della doppia e contemporanea lussazione cll,l rad io, pe1·chè nel cadere sopra la mano, cem'avvenue nell'esposto caso, il corpo unitamente al radio si, spinge in alto e può avvenirne · più facilmenle o la fratturn o la lussazione ·superiore di questo os&o. Per queste ragioni r,rede il Dott. Balestra meglio potere speci!Jcarsi l'avvenu ta lesione riferHHlola alt ii lnss.azione della estremrtà inft> rio re dell'omero d?.vanti all'ar)(lfisi co1:onoide del cubito; e ,iiò tan to più in q11anto che perché fosse ammessibi! in questo caso la lussaiione doppia e simultanea del radio era. necessaria nei legamenti () nei muscoli una lesione \nle dm avrebbe resa impossibil<> l'otlencta libertà dei movimenti di pronazione e di supinazione nel breve periodo di venti giorni. li DoH. Nonnis coufestaud'al Dott. Bale~tra che la 1ibC1rtà de1 movimenti di pronazione e di supinazione o!teou.! a a11cbe dopo pochi giorni possa essere snfficienle a negare la possibilìtà di questa lussazione, perocchè la sperienza dìmoslra che ridotto appor.a l'osso slogalo, più o nieno· facili rito roano' subito i suoi movim.enti e, stand'al solo fatto ed all'osservazione del Dottore Malvezzi, crede possibile che fosse una lussazione complicata e ch'il radio, coadiuvato dalla ritr;iziooe ciel muscolo bicipite, pòbsa essersi per breve tratto portalo in alto. li Doti lllalvezzi domanda all'opponente Dott. Balestra spiegazione della prominenza osse,1 fotta da un corpo cilindrico ch'attraversava diagonalmente l' articolaziono,non che dell'apparente mancauza del radio nella sua parte interiore; prominr.nza e mancanza ciueste ch'egli aveva realmente osservate subito dopo lo sfortunalQ accidente. A quesl'intcrpellanza risponde il Dottore Balestra che, riputando puramente ilusoria la mancanza del radio inferiormenlo, può 1a·promi11enza ossea ~sscr abbondantemente spiegata dalla lussazione dell'omero al davanti del cubito Dopo cb'il Oolt. Corbetta inferpellava il Doli, Malvezzi intorn~ a Ila posizione ch'aveva l'anlibrac.cio nell'alto della lesione, ebbe da_questi per risposta essere l'antibraccio esteso e supino; dopo ch'il Do!t. Falconi ebbe manifestata l'opinio.ne che nell'esposto ca&o vi fosse,uoa s\lroilussazi one del radio congiùnla a frattura del proces~o coronoide del cnbito e·ch'il tendine del bicipite e del bracchial anteriore ratlralli formasscr il corpo cilindrico resistente osss~rvato dal Dolt. Malvezzi, il i'tled. Div. Doli. Robecchi prese la parola e disse convenire con il Doli. Balestra intorno

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all' impossibiJità della lussazione simultanea del radio in alto e io basso, poicbè la medesima, oflrachè è contrasta ta da molli Prnti,ci, non poteva aver avuto luogo per li seguenti rngionamenli: 1° se fosse realmente avvenuta la lussazione delle due es tremità del radio, la lacerazione dcllé parti tendinee e ligamcntos.e sarebbe stata tale da i n<lur una riazioQe molto maggiore di quan to in realtà ebbe 'luogo ed in tale caso i capi dell' osso !assalo non avrebbero pi ù potuto con tanta faci litàrienlrar e rnim, tenersi nel loro sito naturale, nè si sarebbero così facilmente ripristinati li movimenti di pronai,ione e di supinazione : 2<• l'ingrossamento tuttor esistent'e uella parte interna dell'arlicolazione omero-cubitale sinistra prova che fa lussazione è succeduta nel modo espresso cla1 Doll. Bulestra, piuttosto che in quello descritto dal Dott. Malvezzi, giacchè qaell'ingn1ssamento indica tnllora snssistente un t aie- quale grado di semilassaiione della estremità io fori ore del l'omero ·per cui il processo olecranico nou poll)ndo perfetlamente rient1·ue nella sua cavil!ìl, impe rfetta rimansi l'eslension~ de!l'anlibraccio. A questo punto ùella discussione molli l\lombr,i ·dell'Adunanza avénd'espresso il desiderio d'esaminar altenlamenlel'ammalate, il llled. Div. 'a<lel'end'a \l' istanza fo fece iulrodurr.e nella S.ila del.le Conferenze, dovò rlopo minuta esplornzione della parte lesa .si conchinse a mal!giçiranza cl'opinioni che lit lesione superstite si limitava alla sola al'l.icolaziooo omero-cubjtale. Nacque qoiodi dissenso lra il l\led. Div. e lf Dottori Not;nis e Balestra trnllo stabilire quale fosse la 1rn1o·ra di qu·esta tuttor esistente lesione, giacclìò opioand'il Med. Div. che la m'edesima dovesse ascriversi ,i Ila mancanza-di perfetto r<1pporto tra il pr<>cwsso olecranico e la corrisponde.~te cavi.tà articolare dell'omero, del che diceva convincere l'imperfollo grado cl'csteoziooe dell'antibraccio, il Doli. Ualeslra im p ugr.ò l'esistenza di questa somilussazion(i e disse i limitati rnovimenti ·d'estcnsione dovere riforirsi o ad iospessin1ento dei le g;m1enti od a qualche lrarndamento operalosi nell'articolazione; falt.i p,,tolo~ièi questi the .mentre per la minore robnsteiza <lei legamenti nella parte anteriore dell'articolazione chicirinnu la possibilità dei movimenti di flessione, per on'affatto opposta ragìonc spiegavano la limitazione di quelli d'estensione. Jn questa mèd<·sima sentenza pàrl~nd'il Dott. Nonnis, aggiunse che quando realmente la cosa stasse nel modo prepugnato dal Med. Div., non solo li movimenti d'estensione, ma }'Jeu anche qt1eili di lìessio ne dovrebber essere limitati e conchiuse qni ndi con dichiarare ch'e11.li cres.lcva ad una !ossaziouc secondaria prodotta da!l'inspessim~uto dcj tessuti mlerarticolari. In vista della disparità dei'gimlizii pronundati e sostenuli dal J\Ied. Div·, dal Dott. .Malvezzi, tlal Dolt. Nonnis e dal Doli. Balestl'a, quest'ultimo, nel!ij sua quali!à di Curante , interpellò il i\led. Div. e I' Aduna'nla lutla perchè decides~e quale metodo di çur-a ,arcbb() stato, da seguirsi nell'avvenire, pcrocchè qm1ndo si fosse !'ealmente trattaw d' una superstite semilus~azionc sarebbe fqrse slalo il caso di ten iamo !a ri<Ì uzione. Il Doti. Nooois disapprovò i tr,ntativi di riduzione e mostrò confidare per la guarigroue nei bagni termali. li Dott, i\figlior dividendo pure questa confidenza, suggeri nel fr att~mlJOl'iJso dei topici risolventi , quali l'uugaeoto mercul'iale, il linimento voìaHle e simili. Il !\led.Div. in fine, tultochè poco confidente nell'uso dei fiagni termali, non s'oppose a tempo opporlt:rno a questo ~perimento e propose intanto le bagnature locali falle con decozioni d'erbe mollitive. La discussione ebbe quindi lioe per cagione dell'ora ta rda. N1zzA. Dopo la I etlu rà della Circolare del Consiglio Su p. Mii. di Sanità (N° 8'785) e dopo alcune. anno tazioni intorno alla medesima di vari i Membri dell'Adunanza tendenti quelle a fa re rispettosaroenlerifletle re com'i Consie,li di Rassegna essendo quasi sempre. assistiti da Medici Borghesi non dovrebber i Certificati su le Riforme essere richiesti ai :\led. Milil. i qua!i per questa ragione cd anche perchè talvolta nell'Elenco dei proposti per la TÌforma si scorgono compresi Soldati all'insap uta stessà dei ~Iedici di Reggimen to, non potl'chbero ta mpoco avei' in ogni caso la risponsabilità su i Riformati, il Presidente nel toglier il velo che copriva ·1•Augusta Effigie di S. S. R. 1i.\1, l'amatissimo nostro Sovrano Vittorio Emanuele li, pronunziò le seguenti parole. "Credo di non potere meg.lìo inaugurar il corso delle nostre Conferenze per l'anno 1853 che col mostrarvi attuata la mozione del llied. di Regg. Doti. Bobbio io seguito-alla quale voi per ac-


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,clamazione decideste che questa naova Saia fosse fregiata della Effigie del Re Vittorio Emanuele Il gloriosamente regoanlo. 11 ,, perciò in quesl'oggi l'all'_onore di scoprir innanzi a voi l'Augus,a immagioe; .innanzi a voi, benevoli Colleghi, che qui congregali vi trovute appunto in virtù ·di quelle nuove Istituzioni che ,1 grande luslru del Corpo Sanitario -Militare ed a maggiore van-· taggio clella Scienz,t e di quelli.\ valorosa Nazionalo. Armata a coi tutti oi .vantiam appar-tenere, promosse dall'illustre Presidente del.illlostro Con_siglio il Commeod. Prof. Riberi ed avvalorate dal potente suffragio deil'jl)trepido ed illuminato guerriero che regge il Dicastero della Guerra ci furono largite dalla provvida Sapienza del migliore dei Re. Il nos tro Corpo, voi bene lo conoscete, creato si può dire nell'auuo 1833 dal I\Iagnaniroo Carlo. AJberlo di gloriosa e noh perilura memoria per i miglioramenti introdotti in ogni ramo di pubblico Servizio, per il llegime Parlamentare concesso ai suoi Popoli e per la tentata generosa impresa dcll'lndipendeoza Naziouale, fo dal!'attual Augusto s uo successore pt- r larghezza d'Istituziooi Scientifiehe e per distio.zione~'onori accresciulo per modo da potere degnamente s.Qd<lisfar alle seµipr.e .cr.esc.en.ti ~sigJm.Z.e .d.ei .tempi ch,e corrono. Onore du'.lqoe, o Colleghi, all'amatissimo nostro ·l\19·narca. " Sciolta quindi I' Adunal).za, il Med. Di vis. la convocava altra volta nel giorno 10 cli q aes to 01ese per ricev:ere dal Dottore _ -,Peloso Segretario Cassieri) del Gabinetto di Lettura · il r tU.) ifo:oulo della sua gestione la qnale fu per-ogni verso dichiarata meritevole dég.li encomi i e della gratitudine dei Colleghi. In questa medesima seduta il l'reside11te, fallo un riassuuto auuuo de1l'operato,j dai 'Me<l. Miiit. della Divisiòne nelle varie Sezioni 1\Iedico-Cbirurgir.he dello Spedale, nelle Conferenze, nelle Eserci•azioni Analomichll e nei Consigli cH Le-và, rendeva gn1zie ai Colleghi per l'onorevo\ e sapiente loro co.ndotta e per le abbondanti. e s.olide .cognizioni dimostute nel disimpegno d'ogn\ lol'o inoowb.eoz3; moti'vdp,;ir cui provava ·il bisogno d'esternare eome ·sHossero .-esi meritevoli dell'estimazione del l'uliblico o della 11tim.a dei Superfor!.

·-------!!jf·~ ----~PARTE :SECONDA

ÌUV,ISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Sunti del .Doli. MOTTINl).

Della -virtu risolvente delta belladonna 1.1c.lle orchiti e ne.Ile epididimiti. lJal.l'elahorala Memoria su la ,virtù terapeutica della belladonna e dell'atrop.ina stata pubblicata .dal !Dott. Lussana negli Anuali UniPer sali di Medicina dell'Ornodei, fascico li dei m,esi di giugno, di loglio, d'ago· sto e di sellernbre dell'anno scor,o, ricaviamo c·he questo ' etlìcacissimo rjmedio, -0ltr'alle altre pnliche applicazion-i, riesce d'azione quasi s.peciftca contro le orchiti e le epididimiti. Dai EaHi pratici raccolti da altri Scrillor·i e dalle proprie osservazioni l' A.Btoro ha tra lto li seguenti corollari i, 1o L'appl·ieazione dell'estratto rl'atropa-belladonna giov.a in queste malattie dopo spcnt,i li primi fenomeui inlìammalorii cioij dal 4° -al 5° giorno, diversamente è dan-' 11053.

2° Cessa ti li sintomi inua-mn).alorii, co.n sorprendè.nLe rapidità l'estratto di bulladonna scioglie l'indurimento del-. l'epididimo e togli e il conseguente -versal:R~/llO sieroso: questa rapid ilà d'azion'e La.lora si f:imila ai ·f)·rimordii de.ll'ar}plica:tione del rimedio ·per operar i-u -seguito -in modo p;ù lento: comunemenlo l'cslratlo d'atropa-belladonna adoperasi in frizione da rinnovarsi nel giorno ed in forma

cli pomata composta d'un:i quarta pHrte d'estrallo e d.i tre quarti di sugna, aumentando però -all'oécorreoza la quantità dell'estrallo. Dall'usq- di siffatta pomata non avven00-ro mai accid(H1Li locali disgrazjosi, nè sintomi di nar• e.olismo. 5° Questa medesima pomata giova anche a lla risoluziona dei bubboni sifìliti.:i nei quali gia sia stato allrimente vinto lo stadio -acuto d'infiammazione. 4° li suo uso (u pure Ticonosciuto utile contro le adeniti, le ganglionili acute, contro .gl'ingorghi édematosi dolenti, contro le parotiti recenli, contr'i tumori ascellari nello stadio d'indurimento infiammatorio e finalmente contro le gonfiezze edematose al ginocchio. 5° L'estrallo <l'atropa-belladonna può supplir i cataplasmi mollitivi massìmame11te nelle persone irritabili . Co~ì falle _pr9prictà. risolventi della belladonna, aozichè .all'atropina di cui Ja virtù dirig_esi esclnsiv~qieote i,ul si.stem~ nervoso ·cerèbro•spinale, sono dall'Autore attribuite ai molli· saii ei1e l'analisi .chimica scoperse nella pianta ,in discorso, quali il salo potas-sico, il nitrico, il mu.riatico , il s9Jforico, l'ossalico, l'-aeelico e più special.menl~ l'ac-ido -acetico lib11ro. Linimento di tattaro st.ibiaJo e df ttrebentin.ct nella cura delfo lomuagine; del Do·Ìt .. Del{raysse. La formola di questo linimen'to è h sf>.guente : esse11za di tereben.lilia, gramt>ti 50; tartaro stìbÌato, grammi 50. Pei"fettariterrte uniti insieme, q,rnsti due rimellii danno origine ad uu composto il quale iu modo dj l'ri1.wne .da rh;i,novai'si quatlro volto nel giorno de-bbe av11l·icarsi di-reltamente alla parte ammalata dal.la ma no i.l' un lnt'en1;iiere il qll.Jl le deb be avvert ire di coprfrsi la maJ10 con una vescicll pr~rna bagnata $ d ammol:Jita. ln apfJogg.io 1l~1l'u1i-lllà ,dj que,sto i'jmedio l'Autore rifc~risce 1ri. o,S6,i"Vazioni 1,el la prirm~ dellll quali 1'ammalato lrovossi guarito un quatto d' ora dopo la prima .frizio-oe, qllan11:1nquc la lo.mbagine durasse da lungQ .1-empo; nella seconda i-l male esse11d'acuto si corni aeiò' la cura con un sangnisugio e qui11d i cou 1i'n bagno a. -vaµore ì qnali non valser a cessar il· male ehe fu- intieramente domato dal linimc~nhi; 1-1ella l<:!rza 111 _fine in cui la lombagine era viollsntissima, riusciti va ni gli effetti d'a lt ri rimed ii, si tentò la prova del linimeJ1lo che cessò immediatamente la lombagine. A: quesl'e o,servaz-ioni de.ll 'Autore Francese, noi agghrngiain.o che l'dlìcacia della terebentina in forma _d'em.piaslro (ora sola, ON unita al tartaro sti'bi,ito) nella cura dei dolorj ueuralgici, muscolari e r,rnmat1ci è talmente conosciuta presso .di uoi che le siesse J)erso-ne del .volgo ne -fauno quotidiano uso nelle,· dd le circostanze , ~enza neppure consultare Je persone del!' Arte. Ond'è per noi u)'la cqcnpiacenza lo scorgere c-t1e i Medki S1ranierì s'af:frellan ,a pubblicare, foeendoseue quasi un lilolo di beuemerenz.a, for.mole di n;iediciiìali le 41Jali suno cosi vol gate nel nostro Paese cl11~ 11011 si tr_o_verebbe Medico il gnale cred.esse farA cosa d, qualche ril1e.:vo propagandole. ,Am, in-noerèrn anc-0ra , a: proposilo del·là lombagme, che .in al~~ni ~asi io cui la m.alalliil si manifestò quasi ad un :t:rllllD in _seguito a cagioni n 1u m9tismali ed assuo.s e un :grado di viu lenia no.te-voi~. ebbirno Ja fortuna di .procurarne · la r.apida riso:!u1.io:110 per mezzo dell'.abbomlanle sangujsu.g.io locale, · -f.al.lo su.bJ to sussego1.re dall '.a.ppJ i ca-. sione d'una tale quale quantità d'etere s0.lforicQ (mezz'on-J;ia-aà wi'-oncia) ree.ala in con1atto .della parle-_doìeo-le per mezzo tli. spugne copel'te -da vescic'l1e arnmol.lite e ten-utc~ in sito con fasciature circolari. (Re11 . .Méd. Ckir. 1852) Il 1)-ii-eltore Doli. COMISSE'l''.J.'.I Med. Di-v. Il Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort 1\1. R. Tonno I 85'.I. l'eiazza, Tip. Su.halpina, via Allìon ll4.


QUADRO STA.TISTICO GENERALE del Hovimento Numerico degli' ~nimalati negli SJledal.i Divisionali e.Succursali Hilitari · per il deèenuio dal ,.f 8%f ~J ! 850 in rapporto con ·gli anni .f 85.f e .f 852. f

NU~IERO DRGU ABUIALATI E NATURA DELLE iUALA.TTIE

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DESIGlWA.ZIOl\l'E ,

FEBBRICITANTI

DI CHIRURGIA

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N. 30.

( ai 23 di febbraio 1853 )

ANNO II.

GIORNALE DI HEDICINAHILI'fARE DEI-' CORPO SANITARIO DEl-'L'ARHArrA. SARDA .

L'associazione non si riceve che per un.anno ecoroinciacol t O d'agosto. Il Giornalesi pubblica nel Lunedì d.i ciascbeduna settimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

L. 10. In.Provincia ed all'Estero, franco di posta L. 11. In Torino . . . . .· . L'abbona.mento debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla Tn•OGl\AFIA S- llBALl'INA via Alfieri, num0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale 'debbon esser affrancate ed ac;.;:upagnate da vaglia postale.

1° Dott. Boi:nsR1: :Mielite lenta passata all'esito d'ammollimento. - 2° Doli. PoLETTI: Fistola antica all'ano.30 Relazione delle Conferenze Scientifiche.- 4° Onorificenza. - ,\'.) Dott. GIACOMETTI: Rivista dei Giornali Scientifici.

SOMMARIO. -

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PARTE PRHIA STORIE DI CASI RHIA.RCHEVOLI.

MrnuTB 1,11,;NTA PASSATA ALL'8Sl'1'0 D'A~UlOLLll\fEN'l'O H TEEl\\llNA'fA CON J,A ~!ORTI!

DELL'INFERMO

(Storia con riflessioni dal Med. di Batt. Dott. Bottieri letta in una Conferenza d'Alessandria). Paolo Servetai, Soltlato nel 1o Fanl. , d'anni 22, di temperamemo sanguigno-linfatico, d'abito gastrepatico, di costituzione piut,loslo buona , d'animo docile e cli cara!· !ere melanconico, non intemper-anle, 11è abusalorè di sii· moli, non e,bl.le mai prima del 1848 ad amma lare cl'alcuoa malattia di ri lievo. In dello arrno pt'rò senza poterne accagionar alcuna straord inaria circMlauza cadde gravemente ammalato di febbre tifoidea di cui non l•Slante nou rimanesse .v illima, . non guarì tullavia per modo da o\leneroe la perfetta ri~oluiioue. Di fallo asseriva l'ammalato ehe da· questo tempo iu poi fu sempre tormentalo da senso di debolezza gemirale cou torpore ·e pesantezza delle estremità inferiori e da dolori profundi più o rrnrno ottusi che uella regione lombo-dorsale ricorrevano da guand'a qHando e massimamente dopo una qualsiasi fatica _ o dopo un luogo ·canmÌinare. Ammesso ciò non di meno a fare parte del Contingente del 1850 entrava iu servizio ai 2 di sellembre di;I 1851, ma nel sostenere le .Militari fatiche fo, ..:ome facilmente poteva preveJersi, cosl poco forlunato che di rado accadeva oon avesse a star in riposo per alcuni giorni lolla volta ch'al la Militare disciplina acco modandosi lunghe mucie o protratti Esercizii o qualsiasi ,fatica d'altro genere intraprendesse. Tant'è che avviatosi nell'ora scerso m;ise di sellembre insieme col proprio Reggi-

mento per le fazioni le quali ebl.lero luogo .in Casale, a men'il cammino fu inopinat;irnente tocco da paraplegia per cui fu trasforilo a questo Sµedale ai 12 de! dello mese. Quivi nella visita dd mallino dei 15 fu trovato io giacitura sup•na lull'affallo dorsale (la quale rnanleone costantemente sin alla fine dei suoi giorni) ed in istato di compiula perdita di senso e di moto uegli arti inferiori con paresi della vescica orina ria da cui con senso di grave dolore stillava un'orina piulloslo colorala in rosso: a questi sintomi s'aggiungeva un moderato grado di febbre con polsi duri e celeri, con lingua rossa , ma umida e con sensç> di doloro gravalivo provato da ll'ammalato per la compressione fatta ai lati dfllla colonna vertebrale nol'la sua regione lombo -dorsale. Del resto non v'era sintomo o segno ch'accennasse ad una lesione qualsiasi delle viscere conlenule nel cranio, nel torace e nell'addomine. Fallasi qninùi diagnosi di paraplegia C(m cistite da mielite lenta fu prcscrillo un salasso dal braccio (rinnovato nella sera), la rigorosa dieta ed una decozione di frutti di tamarindo con manna per bevanda. Nel domani la condizione dell'itrfermo mantenevasi la me~e!ima , giacchè perfella aYendo l'intelligenza non provava nè senso di formicolio o di dolore, nè eontrallura, nè rigidità negli arti lesi, i muscoli dei quali in istato di compiuta risoluzione eran inetli a qualunque movimento, mentre quelli della fa ccia, del collo, delle estrem ilà superiori e qoelli pur in$ervienti alla respirazione maotenevansi illesi : le escrezioni delle materie fecali e dell'orina era sospesa e pereiò la regione i['ogastrica toccavasi dura, tesa ed era mollo sensibil alla pressione: il p_olso era meno febbrile e nel sangue estratto, anzi che la cotenna, pote,a osservarsi l'abbondanza del crassamento con pochissimo siero. A rimediar a questi mali fu immediatamente pr·aticato il cateterismo e s'ordinò l'applicazione d'olio ventose scarificate ai lati della colonna vertebrale, sommirfistrand'in pari tempo bevande mollilive con nitro per moderare la sete. ..A questi sintomi essf>ndosi nel giorno 15 aggiunta ·1a prtisenza 9i dolori vaganti per l'addomine, ma più spe. cialmente Ossi alla region ipogastrica che pure toccavasi alquanto tesa e lumiùa, si prescrisse una pozione purgante , si fece applicar un largo vescieatorio alla regione dcilla vescica e si praticò il calclerismo che fu da quind'in poi


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quotidiaoamenlo necessario. Non ostante la somministrazione del purgante avesse prodollo nella notte alcuni esiti al\7ini, Lullavia nel giorno 16 nissun miglioramento si uJanifestò nell'ordinario andamento della malattia; che anzi J'am01ulato r t1ndendosì di giorno_ in giorno più pallido in viso e più privo di forze si giudicò potere farsi utìle ricorso a qualchu poleole farmaco che specialmente operasse sul midollo spinale. A tal uopQ s'impiegò lant'ioter· oamenle quanl'esleroamentc la noce vomica io polvere , il suo alcaloide e _la tin tura di cui l'energica azione specifica sul cerdooc rachidiano è ormai da lutti ,immessa, vantandola quasi tulli li migliori Pratici siccome potenti5:;ima per combaltere la paralisi indipendente da lesione del cervello. La somministrazione di questo rimedio con tinualo per 12 giorni noo avendo giovalo in altro modo alla paralisi degli arti fuor che co11 lo svegliar0 nei medesimi alcuni mov'imenli spasmodici soliti a manifestarsi dopo l'uso delle preparazioui di noc<1 vomica, si chiamarono quind'in soccorso la n leriaua, l'arnica ed altri po· teoli nervini. Ma ogni tentativo dell'Arte riusci vano , giacchò già sino dal settimo giorno di malattia cominciò a manifestarsi un e.stesissimo decubito per effello del qaale cadde in pochì giorni sfdcelata la pelle occupante lo spazio compreso fra i due trocanteri e tra la seconda vertebra lombare ed il cocci~o con distruzione · noo solo della pelle, roa ben anche dell'ammasso muscolare e legamentoso di queste· parli, riman1:od'allo scoperto li stessi due Lroocateri. Allr'escara cancrenosa per decubito manifestossi quindi nella regione dorsale in corrispondenza della Ga e 7a vera costa; e finalm ente altre se oe form aroo in più luoghi delle coscie, delle gambe, dei piedi, dei cal cagni e della pelle 'prepuzio le, le quali furo110 susseguite da allrellante piaghe cosi abbondanlemeole e profondamente suppuranti da meller in poco tempo a nudo il calcagno e l'aslragolo. Quest'enorme mortificazi one e suppurazione di tessuti s'op1!rÒ senz'alcuna sensa1.ione di dolore per parte del paziente il quale ciò oon pertanto a malgrado della tenue sua alimentazione e della gravità della profonda lesione di quest'importantissima parte de! l'asse cerebro-spinale, potè tullavia per più di lre mesi caro par io quosto miserando stato la vita la qual allora solo s'eslinse quando pervertitosi per legge di consenso tulio il sistema nervoso ra~hidiano, insorsero disordini simpali_ci tali nelle funzioni della respirazione, del circolo e de)la digestione che l'ammalato in mezzo ad una febbre lenta consuntiva accompagnata da diarrea incon tenibi le, con perdita dell'orina. con ansielà di respirazione, con irregolari là di pulsazioni cardiache arlr.riose e con estrema emaci01.ione, dopo due giorni di ptrnosa agonia in mezzo alla quale conservò sempre intatte le facollà intellettuali, cessò di viver ai 22 di dicembre p. p.

Nac roscopia. Abito esterno del corpo. Pallido . lllnacialo cd offrente profonda distruzione di tessuto in tulle le parti tocche dai descri tti decubiti. Cavità del cranio. Cervello perfettamente s:.1110 ·in tulio le sue parli, non oITrend'clTusione di sorta nelle varie sue cavità ed illesi affollo lasciando scorger i suoi involucri. Speco rertebrale. Grave lesione del midollo spinale consistente in quélla disorganizzazione del suo tessuto co-

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nosciuta con il nomo d'ammollimento biat1co per cui la sostanza midollure era divenuta molle, poltacea, diffiuontc, biancastra, senza traccia d'effusione di glopuli sanguigni; degenerazione questa che oc~upaodo quel tratto di midollo spinale cbe dallo due ultime verhibre dors&li si ptQlunga sin a'la seconda lombare si -manirestav·a senz'atc~rn-n npparente indicazione d'inÌlammazione o d'altra qua lsiasi alterazione dei suoi iovoluori. T orace. Non fu esamirata queata cavità perchò uon .essendosi mai in lutt'il corso della malallia manifestalo sinlomo o segno di lesione delle viscere nella medesima contenute, non si credelle cosa necessaria metterla allo acoperto. Addomine. Nessun'allerazione delle viscere quivi rac chiui;e, tranne quella della vescica orinaria la quale fo trovala diminuita di volume, contratta sopra se stessa e nolevohrrnute insp~ssata ed indurita nelle sue pareti, senza cho nella sua parie interna apparisse ulcerazioue <li sorta. Dal risultamenlo di quest'aotossia, come dall'osseJ'va. zione, tanto dei sintomi ma'nifeslalisi e risentili per lungo tempo dall'ammalato prìma della paraplegia, q1manto da quol;i da noi osservali dopo l''t'.ffenuazione di questa, sembra poter inferirsi che questo S oldato fosse 1>rimitivamente tocco da mieHte cro11ica consecutiva alla (ebbre li foidlla e che 110n essendo quella stata frenala 11el suo esordire con mezzi opportuni, abbia cnntinuato in modo lento ed iosensibil il suo a11d-ame11to, tanto che passala allo stato d'ammollimento diede poi origine alla paraplegia, ali.i paralisi della vescica ed a sconcerti funzionali in tulle quelle parti innervale dai neni 5pinali che pren, devau originA dalla parte ammalala del midollo spinaltJ ùi cui la mancala influenza recò pure tutte le gravi sequele del decubito e le non meno gravi alterazioni delìa vcsci1:a. L'ammollimento costituisce un fallo patologico dei piu rilevanti tra le malattie dell'asse cerebro-spinole e merita perciò lolla l'allenziona di coloro specialmente ch'inh•n· don a chiarire quest'importantissimo parte della Medicina Pratica. Non debbe quindi fore merav iglia so 11el nostro caso esse.odo l'ammalato stato trasportalo in questo Spadaie in islalo di compiuta paraplegia e per coaseguenia mentre la lenta mielite era già passata all'esito d'ammollimento, non delJIJe stupire. ripeto, se intorn<> a siffatto esi lo io cercherò oggi Gs~are la serie delle nostre riflessioni aoatomo-patologiche. La questione dell'ammollimento dei centri nervosi è una di quelle eh~ dappoi 20 e più anni svendo suscitalo maggiori controversia in Patologia, forma tullor un punto di dollrina mollo controversa fra gli Autori che la hanno discussa. li Sig. Recarnier uno dei primi che chiamò l'at• tenzione dei Pratici intorno all'ammollimento della so· stanza cerebrale sostenne che siflalla co-nd izio11e patolo~ica poteva elTelluarsi in poco tempo. 11 Sig. Trousseau andò ancora più oltre sostenendo con osservazioni proprie e coo altre ricavale dalle Réchercl1cs sttr le rammollissement du cerveati (v. Rostan . Osserv. 4, 6, 9 e 20) che la paralisia dall'ammollimento del cervello o dal midollo spinale poteva essere subitanra lnnlo quanto quella che riconosce per cagione un fallo emorragico ; asserziouo questa che non solo sembrerebbe fondala sopra osserva· ziooi falle nell'uomo, ma ben anche sopra quelltl falle iTI animali domestici ·dai due dislioti w,terin.irii Roulay


23.5 e Leblanc. l)i rauo iri cavalli subitamente tocchi da paf'aplegia e morti qnalch'ora· dopo l'accesso ebbero questi Pratici ad ossernre per mezzo dell'antossia la presenza d'un considerevole ammollimento del midollo spinale. Falli consimili fnrono poi pieo!lmente confermati da altri Au·· tori recenti e specialment·e dal Uotl. Calmeil il quale non · esitò di scrivere • d~s observations récentes, qui me sont ·propres, m'ont convaincu encore d'avanlage de la .soudaioeté de l'i nvasion du rammollissement du cerveau et de Ja moélle epiniére, au poiot que je croi_s ponvoir affirmer que l'invasion du rammollissemenl des centres nervcux est, à peo de chose prés, aussi brnsque qne celle de l 'hémorragie. » Quantunque le serie di tutti questil fatli ci conduca a non poter io alcun modo dubitare della quasi insta_otaneilà del l'ammollimenlo dei centri nervosi ; dobbiamo tuttavia confessare che nella pluralità dei casi ess-o è il risullamento di preceduta infiammazione e che facilmeot·e qene dietro agl'ingorghi, alle stasi sanguigne ed alle emorragie cerebrali. Ui -quest'opinione è appunto l'illustre Prof. di Mompellieri, Lallemand, il qual in una sua Opera apprezzala (Récherches anatomo-patho"logiqties sur l'en'ceJJhale) spande il piu grande lnme intorno a varii punti della patologia dell'encefalo , dimostrando non solo come l'ammol li mento di quest1organo sia il risultamento dell'infiammazione, ma beo anche come siffatta malattia abbia caratteri proprii per mezzo dei qnali può distinguersi da altre condizioni patologiche della polpa cerebrale e particolarmente dall'apoplessia. Ed in vero il Lallemand assegna all'ammaflimento due periodi affatto diversi caratterizzali da fenomeni distintissimi. i fenomeni del primo periodo (irritazione della sostanza cerebrale) consisterebbero per quanto spella all'apparecchio locomotore Ì'll contrazioni continue od intermittenti dei muscoli, in rigidità con o senza convulsioni éd in dolori più o meno intensi ; i fonoLneni del secondo periodo (coliasso) sarebber in vece espressi dalla paralìsia con risoluzione. Questo doppio ordine -di fonomeni, dice l'Autore , non è osservabile nell'apoplessia la quale si manifesta subito per mezzo della paralisia con risoluzione, giacchè in questa rnalallia la disorganizzazione avendo luogo subitaneamente per il f,alto dell'emorragia, i fenomeni spasmodici non hanno campo ad effettuarsi. Aùollaod'intierameote l'opiniollc di quesl' Autore ed ammellendo questa Teoria dei due periodi dell'ammollimento, non che il doppio ord ine dei fenomeni dei , quali quelli d'irritazione precedono gli altri di collasso in modo costante cos) da cosfiluire cqn questa loro successione uri segno patogoominico dell'ammollimento, ne conseguirebbe ch' il diagnostico di questa condizione palblogica dovrebbe divenire facile per modo ch'impossibile I fosse all'allento Osserva!ore prender abbaglio intorno ad l uri punto di patologia cerebrale che tullavia lien ancora Il oggigiorno in sospeso la sentenza dei più accreditati Pra- I lici. Ma s1ando noi all'osservazione e considerando come I ih pratica questi falli non offrano sempre quella semplicità nella successione e nella costanza tlei ·fenomeni morbosi, non possiam acconciarci in m0do assoluto all'opinione ·1. del Lallemand, benchè questa poggi principalmente · su , l'osserva·zione. Di fatti la pralica quotidiana ci convince I che se la rigidità e la convulsione dei muscoli prece- I dono sovente la paralisia> suc:oed~ anche.frequentemente · che quest'11ltima si manifesti subitaneamente o d' em'6lée qualunque .sia le natura dell'ammollimento cioè sia che J J'

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qnesto abbia lu~go per l'ingorgo !languigno o per emorragia, sia che la polpa nervosa ammollita non offra alcun colore particolare, nè offra traccia d'iniezione vascolare, siccome per l'appunto accadde nel caso da no; sopra ri ferilo il quale per.ciò starebbe contro l'asserzione ·del Lallemand petchè tanio prima, q'u·aoto dopo la paraplegia non fu d.istinto nè da contrazioni, nè -da· rigidi là dei muscoli, nè i:la co.nvulsioni , nè da doiori essenziali. Altri consimili e$empii co11tro la Teoria del più volte citato Aut'Oro si leggon in Martinet il quale rìferisc·e CRèPue Médir:ale)= 1° la storia d'un ammol limento bianco considerevele operatosi in un ammalato di 19 àntli nella volta a tre pi ]astri, nel corpo calloso ed in una po'nioue dell'emisfero destro senza che abbia avuto luogo alcuna lesione dell'apparecchio locornotivo ; 2° altra storia d'ammollimento bianco circoscrillo all'angolo posteriore dell'emisfero sinistro del cervello per cui in u.na persona \i'a.nni 48 si manifestò un'emiplegia subila-nea del lato destro con flac cid'ità primitiva degli· arti di q-uestà parte; 5° un caso di ammollimento considerevole ~lel corpo strialo e dello strato ottico del fatò sinistro del cervello con intenso coloramento $anguigno, l)e,r cui nell'ammalato, in età d'anni 60, . ebbe luogo la paralisia delle estremità destre con flaccidità dei medesimi. Dai quai i falli è forza conchiudere che nei casi d' ainmollimento del cervello, qualunque sia l't1tà dell'ammalato, tanto quand'esisle infiltrai.ione od iniezione della polpa nervea, quant'allorchè quella manca, la paralisia può non esister o può sopraggiunger a tutta prima ossia

d'emblèe senz'essere preceduta da fenomeni di spasmi. E mentre diciamo non poterci acconciar in modo assolu lo a'll'opinion~ del Lal/emaod iot,,rno alla costanza della Sintomatologia osservàbi•I io caso d'ammollimento della sostanza nervea cerebro-spinale, dobbiamo parimente confessare che siamo hrngi del soH-oscriver alla sentenza del Rostan il quale nel suo Trattalo des récherches sur le rammollissementducerveau, facendo dell'ammollimento una malattia generalmente cronica ne dà _per sintomi ordinari i la paralisia sitbitanea con t'isoliizione dei membri, quandochè il primo, come sin qui dicemmo , vorrebb'assegnare per carattere patognomonico di questa malattia la rigidità muscolare, appunlo perchè ne stabilisce gtlneralmenle ·fa condizione patologica in una preceden!e infiam • mazione del cervello e ,del mtdollo spinale. A parte però questa differenza intorno all'essenza ed alla-sintomatologia dell'ammollime'nto, la quale non sembra dipendere da altro fuorchè dalla diversa età degli ammalali che formarono il soggetto delle lor osservazion i, .il Rostan il quale studiò questa malallia in doune di 70 ad 80 anni ed il Lallemand che la studiò in vece in persone d'ogni età e più frequ~ntemente, sembra, in persone giovani, hanno nelle loro Classiche Opere molti punti di contatto, assegnando entrambi aWammollimento le medesime cagioni, lo stesso genere, di disorganizzazione, in parte anche li medesimi sintomi e finalmente le medesfme regioni del cervello ) quali sono le parti laterali degli emisferi in prossimità dei corpi striatì, predispo5te a questo genere d'alterazione più façilmente di ·altre, com 'ad esempio il midollo spi. nal_e il _quale più consistente nelle s~e fibre o per più precoce evoluzione o per primitiva orditura, si,come ne convince la mobilità già mollo' svolta nei bambini anche quando gli alt'i volitivi sono quasi nÙlli, debbo più rara· ramente del ·cervello andare soggello a questa malattia.


2.36 Acce1111ali così li punii principali intorno a cui nello studio dell;ammollimenlo convergono le opinioni di questi due Autori ed accennala anche la ragio_ne principale del loro dissenso intorno alla natura ed alla· sintomatologia , proS6!-(Uirem avvertendo che Roslan ha meno sovente del Lallemand ri11veuuto l'ammollimento ~on iniesio-ne vascolare; ch'il medesimo_ non parla nè della presenza del pus misto alla sostanza cerebrale ammollita, nè della raccolta di questo medesimo pus quale fomite dell'alterazione in discorso, siccome noi lulli potemmo osservarne un magnifico esempio nella recente aulossia del ti oldalo Graziano morto in seguilo ad encefalite passala a suppuraziontl con llmmollimeuto; che per Rostan siffatto genero d'alterazione cos.lituisCt' uua delle malattie più comuni del cervello , ritenendola specialmente propria ,all'età avanzata (I); che ammellendo la prevalenza dell'ammollimento astenico su l'iti.fiammalorio, dà per fonome11i generali di quesfultimo un tale qualo grado di riazione generale, la rigidità, la convulsione dei membri e simili (2); che finalmente accennando quesl'Aufore specialmeute all'ammollimeoto del midollo spinale ginng<3 a stabilire per induzione analomofisiologica, piuttosto che per pratiche o.;servazioni, manifestarsi sintomi cefalici speciali elle a1;compagnano sempre cotesta lesione, cosi che, scrive egli, « si telle portion de la moèllc épinière est affeclée, on devra lrouver lttl, cl lei symptòme, et il po11rra y avoir exaltation ou diniinution <les fonctions des sens ou de l'inlellingence (5). "

Dal sin qui dello ri IHasi che se molte e grandi sono le dillìcoltà in cui s'avvolge la patologia dell'encefalo nelle varie sue parli, queste maggiormente aumentano quando trallisi di formar un'esalla diagnosi dell'ammollimento; e ciò per cagione ddla variabil e proteiforme sintomatologia che lo. accompagna, la quale mette molte volte anche lo sperimentalo Pratico in grave imbarazzo nell'intraprendere un ragionato metodo curativo. Siffatte clifficolta 1)'erò, luttochè reali, · dovranno forse trallener il Curante ,dall'operare sollecitamente in cosi diffic:il e ptiricoltiso frangente ? Certamente no. Sarà pertanto alla persona riell' Arte l)on il suo ~discernimento e con la sua sana prati.ca foudata su la sperienza e sn resalla osservazione dei fatti clinici di coordinare la terapia con i dellami d'una lt,llJria l'ondata su i risultamenti clinici più appurat_i . Se non che, giova . confessarlo , l'Arte ha ìn questi casi iudicaii,,ni a com., piere, ma è <lessa assai povera di mezzi curativi e trovasi più sovente ridotta al metodo.antitlogislico negativo, al rivulsivo ed al derivativo. E quesli:mez·zi ancora, benchè lalvolta amministrati sollecitamente possano riuscire a manifesto vantaggio oel caso d'ingorgo rnin.acciante arnmollirnenlo, riescono tuttavia troppo sovente anelli:! inulili allorquando l'ingorgo rendendosi persistente favori8ce l'amrnollimenlo della polpa nervosa ; i.I qual amrnoUimenlo quand'abbia avuto luogo in grado compiuto !)ostiluisce sempre \Jll fatto irrimediabile e r efrattario a qualunque mezzo dell'Arte. Dissi in grado compiuto perchè allorquando l'ammol limento succede lentamente sen1bra probabi le che percorra diverse fasi prima di g iungere :il suo più alto grado. Questo fatto s,1 rebbe dimostralo dall'osserrazione di falli patologici citali dal Sig. Trousseau dai quali risulta essersi manifestati casi di paraplt'lgia seguila poche ore dopo dal.la morie, specialm0nte nei bruli, come nei cavalli di cuj parlarono li ci lati Boulay e Lehlanc, nei quali l'autossia non scoprì alcun' alteraziooe sensibile oè nel cervello, nè nelle we membrane o fu lrovata solo un'iniezione assai pronunciata di tutta la parie dt\_l foglielto aracnoideo viscerale che cùnisponde al rigoofiarnen,o lombare della midolla. Ciò dimostra che uoa·varalisia compiuta dei membri· inferiori (posteriori nei brnti) può avere luogo per una semplice modilìcazione del cordone rachidiano dipendente. da infiammazione dei suoi involucri; la quale modificazione che sovente. lo scalpello analornico non può scoprire, ci viene nnllameno dimostrata dai disordini fun1.ipnali osservali durante la vila dell'ammalalo. Ora , ciò es.send!), non potrà sospel-· tarsi che siffatta intima modificazione del 1i1idollo possa· sopraggiungere. subitanea e cagionare quelle paralisie subitanee di cui non trovasi alcuna spiegazione anatomica dopo morte! Non potrà sospettarsi che questa modificazione c'ostituisea il primo grado d'ammollimento. del tes· suto nervoso o piuttosto sia il passaggio tra lo slato sano ed il primo grado di detta alterazione P Non potrà forse credersi che, trovaodosi solo presente questa morbosa modificazione della soslanza nervea, la medesima e la

(1) Quest'opinione ch'il Ro~lan debb'essersi formala io conseguenza della frequenta con cui verificò l'ammollimento cerebrale nelle donne moll'allempate ch'aveva a ç,urare, mi semln·a . infondata , giacchè ciasche.duno può facilmente convincersi che questo ìnodo d'alternzion organica è egualmente comone alle altre età e più specialmecte aacora neì bambini, siccome sovente lo provan ed i falli clinici e le necroscopie. (2) Io dubito forlemenle che quei Medici i quali si sono pa1·ticolarmcnle dedicali allo studio di queste malattie al letto dell'ammalato, possan apprezzare la giustezza di qacsti sintomi di generale riazione. Di fatlo avviene sovente ch'i fenomeni d'irritazione elei sistemi Jocomotivo e sensitivo non compariscono fuorchè alcuni giorni avanti la ruorle casi d'amr;nollimenlo già esist~nle da qualche tempo, come del pari avvien altra volta che i detti sintomi abbiano compiutamente mancato in ammalali, il cadavere dei quali per mezzo dell'autossia svelò poi fomiti purulenti più o men estesi; segno questo non equivoco d'una pregressa infiammazione del parenchima cerebrale. .Questo fatto noi abbiamo verificato appunto nel cadavere del Graziano in cui essendo mancali li sintomi d'irritazione e manifcslati solo quelli indicanti il collasso con riso lozione dei membri del lato destro, trovossi tuttavia all'apertura del cadavere on considerevole fomite purulento nel centro del lobo medio sinislro del cervello, accompagnato con ammollimento deJ cervello e con stravaso sanguigno. (3) Quest'assel'zionc non sembra appoggiata dai falli, perocchè se li sintomi cefalici posson avere luogo allorquando con la lesione del midollo spinale coincidon alterazioni pelle meningi cerebrali, non si potrà dire la stessa cosa nei casi d'ammollimento del solo midollo. Ed in vc•ro nei caso del Soldato Servot.az in cui il cervello fu trova.lo in condizione fisiolol\ica e non v'esisteva aracnoite del prolungamento rachi dico, non avendo la si'.'dros a d~ltcervel_lo partccipato in. alcun modo .all a lesio ne ~el Imi o11o, lU egre s1 manteuncro 1e 1unzioni tutte dc1cerve11o sino i l'opinione anatomica' di Gall intorno al modo d'evoluzione delquasi all'ultimo anelito dell'ammalato. Ciò poi che maggiotmenle l'encefalo? E non sarebbe per ciò stesso chiaramente dimostrata sorprende è cb'in alcuni casi d'ammollimento del cervello semla bella scoperla o.el distinto nostro Anatomico Torinese, il Probra che ad onla di questo si èonservi la vita, come talvolta s'osfessore Rolando, su le ramificazioni cer cbrali dei processi fibrosi sorgenti dai corpi piramidali e•t olivad, scopèrla questa che serva nei bambini nei quali le funzioni della respirazione, del vagito e del succhiamento del latte persistono purchè non sia fu poi maggiormente chiarita da un valente Anatomico Francese. leso il midollo allu11gato: simili fatti non conformerebbero forse

in


237 par'alisia da essa derivante possan ancor e,sern suscettibili di guarigione? Noi saremmo in questo per l'affermativa, siccome tcniam all'opposto per fermo con i più gravi Autori che la paralisia dipenrleote da ammollimento già effellm,10 è a~soozialmente al di sopra èl'ogni risorsa dell 'Arte.

29 FtSTO l.A. A."I TI Ci. AI.L ' ,l.l'W GUA8 1TA

...

(1)

Pl\ll MEZZO

08 1, TAGLIO.

(Sloria comunicala dal D olt. I'OLl!TTI l\fed. Ji B1tt. nel Corpo dei Cacciatori Franchi in Savona).

B. lì., Falegname 11el Corpo dei Cacciator i Franchi, attua lmente Recluso Milìta ro, dell'età d'anni 31 , malaticcio sino rlall'infanzi.i egualmente che gli allri suoi fra telli e sorelle di cui tre morirono prima di trent'anni, figlio di gen itori tullora vivenli in istalo di buona sanità, nel giorno 2H del m~se ù'agosto p. p. entrava in questo Spedale de lla Reclnsiono per esservi curalo d'antichi seni fistolosi all'ano i quali infiammati e òolenti avevano destato un'infiammaz1ono Oemmono:;a nello ci rcostanti parti. Interrogalo l'ammaliHo perchè mi ragguagliasse intorno alle sofferte aulecedonze morbose . mi rispose ch'all'età d'anni dieci fu tocco eia viva infiamma zione nelle vicinanze .dell'ano e contelllporanPa monte da difficoltà e da dolore noll'emettere l'orina; cito l'infiammazione dei tessuti circondanti l'n110 bene spesso si convertì i11 ascesso al quale tenne dietro la fistvla da cui già da vent'anni ora da quand'a quando costrello ad assoluto riposo io letto: che nell"anno 1842 essendo compre!'o fra {;!'iscritti di Leva dissimulò siffallo male l~ f11 arruolalo nel i° Fanl. , dove per le fatiche inerenti al suo mestiere rinnovandosi frequentemente sia la difficohà nell'emctÌere l'orma, come · l'io6ammazioue dei seni 'fistolosi, fu più volte obbl igalo a fare ricorso allo $pedale. Cosi nell'anno 18-15 ammalò per due volle; nel 1845 snbi por due mesi uo'ada tta cura nello Sped. Di\,. di T orino; nel 1846, lrovandosi nella Reclusione Militare d'Alessandria, sofferse tal on'esacer. bazio111, dei suoi mali che lo condusse a fior di tomba . S0ggiu11su poi che liberalo dalla Reclusione nell'arioo 1847 , fece le Campagna del 1848 senza soffrire grave incomodo dalla per:;islenlc fistola; che nell"anuo 1849 avendo fallo passaggio nel Corpo doi Cacciatori Fra nchi fu tocco per l' ultima vo lta in Sassari dagl'incomodi vescica li; che con daooalo di bel nuova alla tleclusione nel Forte di ~avooa ebbe più volte a rientrare nello Spedale per rinnovamento d'infiammazione nella fistol a da cui stillò co11l1nuamento una materia purnlenta. Finalmente espose com'il Dottore Romeri in allora Medi co del Presidio ed il Uotl. Destefanis ex Medico di Regg. gli proponessero più volte l'o~erazione a cui ostinatamente egli si rifiutò sempre; che ( L) Volli ritardare la comunicazione di questa Slol'ia ond'assicurarmi delJa costanza della guarigione la quale per notizie ora ora ricevute {26 gennaio) so mantenersi inallerala e seoz'C'mbra d'incomodo nella località, non ostante che l'ammalato, il quale conserva luttor l'aperto selone, abbia ripreso l'esercizio del soo mestiere.

però avendol'una volta il Doli. Desle fanis pl!rsuaso dt1lla assc,luta necessità di qnest'opera1.iooe, egli pt1rrnise bens) che gli si facesse 1;on il gammaulle una prima incisione, ma impedì poi assolul~ mento che si desse compimento all'alto operativo; motivo per cui dovette a!Jbando11are lo Spedale r.on appena 1>ervenne a cicalrizzaziono la praticai;, incisione. Jnlerpdlalo quind'iutorno alle cagioni di quest'ultima esa<:erbazione dei suoi mali , sinceram ente confessò ch'avenJ' egli cccessivarnente abusa lo di liquori spiritosi dei quali 1'11 in ogni tempo mollo l1.lllero ed essendo costretto p..-r 1·osercizio d,•lla sua professione a stare conlinuament,1 in pieJi, 11ei primi giorni dt>I mese d'agosto si risvegli& nei seni lì,lulosi U11'infiammazione tale per !a veemenza del doloru locMante che provava all'ano nell'atto do::lla dt1focn ion1• 1 1wr la diffusione del me desimo all'arto inferiore dest ro che ~e111brava irrigidito e per la non mai osservata straord inaria abbondauza dello sli lli cidio sanioso dai fori fistol osi che <lupo avere per pi1'.t giorni tentato senza frullo rirriediarvi con il ri poso in letto e con q11alche bagouolo freddo, fi ualmcnlc si determinò a fare ricorso allo Spedale. :\ vula così co11t1:zza della Storia anamnestica dt!ll'amnialato, passai all'esanrn del la lc,caliJà nella qualo , ollr'all'i11fiammazion1:1 Oemmonosa esterna ed all'abbondauto stillicidio purulento, rilevai Je seguenti cose. ì'.ella natica destra io prossimità dell'ano scorg1wansi due piccole aperture distanti fru loro di circa 5 centirne'tri; siiperiore l'una e I ont;ina dallo s{ìolere poco più di 4 centimt1lri corri~poodeva ad una cicatrice lineare; ,·nferiore l'altra dh;tava dallo sfì ntern per soli 5 centimetri. Tanto nell'una, qua11to neil'allra lo specillo esploratore dirigevasi dal bas.so in alto verso il coccige. L' indice sinistro introdotto nell'intestino rt:llo, nella parte destra è terminale di questo trovavasi in coutallo d'nn indurimento che dallo sfintere estendevasi in alto per più di 4 cen-, timetri t, quasi 1,d mezzo di quest'indurimento vi sentiva com'una,cicalrice alqua nt'a.vvall ata ed irrt<golare alla qua lo di rigevasi lo specillo perr.orrend'1 seni fistolosi. Sospettando di fistola compiuta foci dei tentativi per riconoscerla pi.\r mezzo, ddlo specillo, ma non mi riuscì mai poterne distinguere la punta a traverso ddlt pareli del l'inte,lino. Manlenend'allora sempre nell'intesti uo retto il dito pritria in1rodollovi, mentre teoeva ollurata i'una delle apertnre fistolose, per mezzo d'una piccola sciringa introdotta nell 'altro fo ro feci spingere c()n forza de.ll'acqua la guaiti pt·r il forte spruzzo contr'iJ polpastrullo del dito esploratore e per la manifesta sua uscita dall'aper lnra anale non mi lasciò più clubbio intoro,i all'esistenza di due fist le com11fote cht: riunendosi 11 g,Jisa d1 V eon una comune apertura sit11ata ci rca 5 ceni i metri supcriormentt~ allu sfìn111re apri\'ansi nel lalo destro dell"inteslino retto. Nei successivi giorni studiai nuovamente di penetrarn con lo specillo si11 alla aporlura intorna. ; la quald cosa ol · tenni dopo avere pratic11ta una piccola dilatazione nelle aperture esterne e dopo a vere cooven,enlemente curvato lo specillo. Accl'rlale per ta le modo l'esislc11za della fistola compiuta, e I i possibili tà dell'atto operativo, mi rimaneva ancor a vincere la ritrosia dell'informo ed a ponderar attentamente se non vi fosse cosa eh~ q11Hllo conlrindicasS1½. Con persua:sive e ragionate parole mi ru facilti cosa eliminar il primo ostacolo, ma rilevanti mi s'affacciavan alla mente le contrin<licazioni a rendermi titubante. Ed in


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'!5S vero, l'esistenza d'una fis tola che durava da bene venti an ni, il frequen te insorgere dei do lor i vescicàli ch'accennavan ad utia diffusione iufìamma loria a questo ricclla· colo dell'orina tuua·-volta in is pecie che riaccendevasi l'infi ammazione dei se'ni, la già non buoua costituzione del l'infermo, il m iglioramento gene~a le dopo l'effertnazione della fistola, eran indizi i tali che bene lungi _dal favor ire l'operazione la cor.lrindicavano. Per contro mili~avàn in favore di questa il miserando stato a cui era ridotto l'ammalalo sempre quando s'inaspriva la condizione dei seni fistolùsi , i due a1ini già trascorsi senz'ombra d'ulte riori disordini v.escicali, l'esclusione d'ogn'altra mala ttia qualsiasi, lo stato d'attuale benessere e linalrnentt~ la facilità di soccorrere con l'Arte all'abi1uale spurgo che Natura sponta11ea da luogo tempo ·aveva eccitalo e mantenuto, Volli t-Ullavia udir il parere del sullodato Doll, Destefan"is di cui le asse11nate ragioni mi decisero senza più ad esegu irla. Premessa perciò un~ breve cura di re-lla a cessare affatto ogni ombra di condizioo infiammatoria generale e locale, dopo aver lwacuato l' irrtes tino re tto per meizo ·di un c-listere, in uuo dei prim i giorn i d'ollobre p. p. cominciai ad aprire con il gammauJte il seno inreriore giusta il metodo di Desault, facend'uso del suo cucelriaio modifkato cioè ridotto a cilindro cavo con lo scannellamen to adallo a ricevere la punta del gammautle. S11~va quindi per ultimare l'operazione facend'allreltanto per il ·seno superiore, quando l'osti nato rifiuto <leli'arnm.a lalo m'obbligò a r imandarla ai ·giorno susseguente in cui fu effettivamente compiuta. La cura consecutiva fu ·sempli"Cissima, poichè con semplici fil accica quand'asciutte, quando spalmate d'unguento refrigeran.t~, con l'uso della pomata di p"recipitalo rosso o delle cauterizzazioni falle eon il nitralo él' argeuto , secondo che lo r ichiedeva la condizione d·elle piaglie, nel giorno 6 dei rnes·e di novembre p. p. ebbi la soddisfazione di scorgere perfeuamentè cornpillto l'atto di riparazione; r·ì sultamento questo a cn i forse non puco conlribu-ì la suppurazione che promossi per mèZzo d'un setone stato qualche tempo prima praticalo poco 'Solto della regione poplitea de'stra o.ode · rimover ogni timore di rinnovamento della malattia in un parte che n'era stata per tanto tempo bersagliata.

RELAZIONE DELLE CON17ERENZE SCIENTIFICIIE (Mese di gennaio , 2a l'ornata.). 'foRINo, Appena dichiarata aperta la seduta, il Presidente offre iu dono all'Adunanza il suo Trattato d'Igiene l\iilitare e per parte del Doti. Looghi offro quello di Medicina Pratica di Gi.useppe Frank, Il Doti, Marchiandì propone cbe siano dall' Assemblea votali soleonì ringraziamenti ai due generosi oblatori per avor arricchito-questo Gabinello di Lettura di due Opere cotanto utili e pregievoli. L'Adunanza plaudend'alla proposta vola per acclamazione ne t seoso espresso. In seguito Io stesso Doli. l\Iar-:hiandi porge lettura dell'elogio funebre del Dolt Fabre (t). Esaurita la lettura di questo Scritto, il Presidente a nome di tulti i Colleghi tributa all'Autore li dovuti elogii per avere cosi degnamente adempito all'incarico assoolosi d'offrir on ultimo bene meritato omaggio d'affetto e di dolore alla cara memoria (I) V, n° 'ì6 di questo Giornak

del non mai abbas1·anza compianto Collega e scorgendo quindi per non eqaivoci segni quale triste commozione signoreggiasse gli an imi-in seguito alla fatta lettura, propone di soprassedere alla discossiune della Storia del Doti. Beiufol'l (t), siccome quella che per I a sua importanza esigeva maggiore calma,di·cuore e di mente di quu·nta ne potesse concedere la ·dominaçte mestizia dell'Assemblea. Dopo breve pausa il Doli. Bima , invitato, riferisce la Storia d'un caso d'avvelenamento conl'acidoazotico (2), stato per esso lui cu rat,o +n qoeslo Spedale Divisionario, Finalmente il Doli, Bar, De Be1111fort,a complemento dell'anzi citata Storia letta nell'antecedente 'l'ornata, comunica all'Adunanza la Relazione dell'analisi Chimica stata instiluita dal Prof, Cav. Abbene per riconoscer i principali componenti ood'erano formali li di versi tumori rinvenuti nelle varie regioni dél cadavere the formò il soggetto di questa Storia (3). GENOVA, Approv,ato, -prè:vi·a·lettera, il processo verbale dell'antecedente Tornala, il Doli, Fissare si ·fa a legger il Rendiconto delle malattie da esso lui curate nella ta Sezione di Medicina nelì'ultinio trimestre 1852 (4). Il Presidente imprender..do quindi a <liscuter intorno alle febbri inlerinillenti per ciò che si riferisce ad alcune concomitanze delle mèdesime ed alla migliore regola da seguirsi nella· cura delle stesse, dopo aver accennalo di volo alla ripugnanza degli ammala.li per il solfalo di cbininà ed al tempo più opportuno per somministrare con efficacia e senza inconvenienti quest'eroico rimedio-, fa notare come secondo la sperieoza dei: migliori Pratici tutta volta che la febbre :periodica è genuina, la pronta amministrazione dei <·hinoidei basti senza altro a vincere la malattia. Prosiegae quindi esponendo che nell'Isola di Sardegna, allorchè trattasi di febbri inlermittenti invernali o vernali prevale l'uso di preparare gli ammalali per me..zzo dei cosi detli amari, quali la colanea minore, la genziana, ecc., prima di propinare loro il febbrifugo chiooideo; e cìò per aver osservato che dall'uso troppo precoee o troppo abbondante de,Jsolfalo di chinina alcune volte le febbri lungi dal cessar aumentano ptr intensità e per durata. Nota poi che quando le febbri intermittenti son associate a qualche complicanza, come ad esemp, alle'saburre gastriche, alle flogosi viscerali, 'ecc,, io questo ·caso-non debbe porsi mano ai chinoidei prim'a che quelle siano vinte pere bè questi non riuscirehber a cessare la febbre, mentre l' uso di rimedii atti·ad allontanare le complicanze bastano talvolta a vincer anche la periodicità della febbre la quale, se non promossa, è certamente mantenuta dalle medesime. Dalla qnale regola, dico, debb'il Pratico solo recedere quando trattisi di febbre peroìciosa le qoali per il pericolo a cui espongono la ,vii-a dell'ammalalo essend'in gravità molto superiori a qualsiasi ~:omplica.zione, richiedoo urgentissima la somministra· zioné della corteccia peruYiana o sola od uo"il.a ai sali chiooidei, non potend'o~icamente confidarsi nell'uso di qu!)sti i qoali o per ' essere l'nale preparati o per essere adulterali nc,n ba~tano sempre all'intento. Premesse queste regole generali cl! sana Pratica l'Adunanza pasSl\ a ragionar intorno alle così dette ostruzioni di milza e di fegato le quali possono precedere,accompagnar e sassegoire le febbri intcrmillenli, discutendo prima se delle oslrazioni siano per lo più cagione od effetto della malattia in discorso oppure se sian esse il prodotto del rimedio stesso con il quale più frequentemente si lenta combatterla, A questo propo- · silo il !\led. Div. emette l'opinione che le ostrozioni siano la conseguente rinnovarsi degli accessi·periodici i quali nel loro periodo di freddo fav~risconoJe conge1,tioni delle viséere e speQialmente di quelle in cui primeggia l'alimento venoso: congestioni queste cbe non_cessand'alfatto per l'aumentata rapidità ed ec· ceutricilà di circolo nel periodo di caldo, di man io mano che gli accessi si rinnovano vanno sempreaumentando sino chepervengon ad ordire quel morboso organico.processo che si conosce con il nomo d'ostruzione, Non nega però che queste ostruzioni una volta per siffatta guisa-originate, possan esse stesse divenire

(t) V. n<> 2-4, St. n° 21 di questo Giornale. l~) V.·n• 26·, · idem. (3) 'V. n° ~6 ldem. (,4) V, n° 9'7 idem.


239 cagione di febbri intermittenti difficilmeolo goaribili o faoilissimameote riproducii>ili. Concbiude.negand'ip modo assolo lo che Ja china ed i suoi preparali possa,uo concorrer a produrre le ostruzioni in discorso. li Doli. Fissorc riguardand'al come le febbri intermittenti bene contrassegnate dai regolari loro periodi di freddo, di caldo e di sudore siano, ad ccelluaziono di quelle che riconoscono por cagiono il miasma paludoso, lb quali difficibnenlo Qsservansi associale ad oslrqziooi, quasi sempre uni ~!! a vizi i slazionarii delle viscere del basso ventre, propende a rrcdere cbe nel maggiore numero dei ca.si lo febbre perioùica sia secondaria a questi medesimi vizii viscerali. Ammette laltavia oh• nell'un caso e nell'altro la ·cara:debba specialmente fondarsi su la pronla somministrazione dei chinoidei i quali non solo, a soo giudizio, valgon a vincere la periodicità della malattia , ma beo anche le ostruzioni dalle quali molle volte la mt!desima di· pende. Il Segreta rìo Doli. Maz·r.i fa notar al Dolt. J,'issore che l'opinione espressa circa lapin frequento cagione delle febbri intermilleoti non è sorretta dalla sperieoza dei Pralici coscienziosi, perocchè, quantunque fra i moderni Piorry sostenga che l'ostruzione della milza è cai;ion ad no lerupo e sede cteUe febbri iolermitlenli, ciò non ostante l'osiervazione dimostra bene spesso che si daooo fehbri iolermìttenti, in fuori delle paludoso, nelle quali quest'i ngorgo della milza si cerca io vano nei primi accessi, menlr'in altri casi., l'ostruzione splenica sussistendo, la febbre periodica non si manifesta mai io veruna delle sv~riale suo forme. Di più fa notare che questi ini;orghi splenici appariscono dorante l'accesso per sciogliersi alfallo appena cessalo il medesimo, mentr'allrc volto si manifestano solo al declinare delle febbri o qoando queste sono già stute vinte. Da tulio ciò deduco ìl Doli. Mazzi che, senza negar affd llo che le dette ostruzioni possano lalor essere cagione delle Cebbri periodiche, siano quelle per lo più un elfetto secondario della febbre stessa. Pianamente poi dice concordare con il Doli. Fissare nello stabilire la china cd i suoi preparali quale mezzo principale di cura di qoeste fobbri, sia che desse decorrano semplici sia ohe siano complicate con le ostruz;oui viscerali, pcrocchè l'osservaziooo dimostra non solo lo febbri semplici ceder all'uso dei preparali di corteccia peruviana, ma ben anche le ostruzioni e le stesse idropisie consecutive alle febbri e non manlei;iule eta an'allera· zione organica dileguarsi a poco a poco per lasomministrazione conlinoata a dosi rifratte di qnest'antiperiodico. L'utilità dei chinoirlci nella cura delle ostruzioni dipendenti ·da febbri periodi· che è pur ammessa dal Doli. l\lazzolino il quale per ispiegarle ricorda ci.uauLo ha s1:riuo Giacomini_ in proposito ctel m·>do d'o· pera re dei medesimi. Contras·iamente il Doti. Pc!r;;onali , aro. messa l'opporlonilà del rimedio io discorso per vincere l'accesso periodico della folJbre., vorrebho che le ostruzioni fossero curate per mezzo dei così detti rimedii deostruenti. Il Farmacista io capo Sig. Gl'asso ricordando com'in on tempo attrib uendosi alla cbinachina dala in polvere la cagione d,e llo dire,orse os,lrazioni, per il che l'Acc?.demia di Francia, non aliet1a dal dividere quosl'opinioue, proponeva un prnmio a chi avesse scoperto l'alcaloide ln que,;ta corteccia, avverte come nella presente dlscussio .e siasi forse con troppa inavvertenza fallo oso ora della parola chi11a ed ora di quella di sali chinoidf!ì poichè potrebbe realmente essere che la somministrazione della prima prodocesse realmente quel temolo effetto che uon producono certamente il solfato ed il citrato di cbiniua. Il Doli. l'.\Ia·i·i 11i3poud.e-cbe ques_tii distinzione non ha alcun valore, percbè sia che s'impieghi la china io natura, sia che s'impieghia i sali estratti dall<1 medesima, la virtù febbrifuga debbo sempre attr ibuirsi alla presenza dell!alealoide sul modo d'operare del quale s'intende sempre vole.re 1;agionare. Ciò premesso, fa il medesimo ritorno alla primiliva ques tione notando che quantunque le ostruzioni traggau origino o ~i mantengano per lo avvicendarsi tlci periodi fobb1·ilì, tutta via quando c1uelle contiuuan ad aumentarsi possono giunger al punto da acquistare, per così di re, una vita loro propria e per to1lemodo sossìslcre poi iodipende nlemeote, anche viola già la febbrile intermittenza. Riconosce in seguito la necessilà di distinguere le febbri intermit· tenti, qualunque sia il loro lipo, che 1000 promosso da c<1gione miasmalica, da quelle che provengono Ja saburre gastriche a da altrt> cagioni,per lo chè se per le prime è Cuori questione la pro-

pinazione dei chinoidei per debellal"le, non è cosi per le altre le quali molte volle cedon ai ri medii alti a debellare la cagione determinante senza che uopo sia rictirrer alle preparazioni di china. Esauritasi in questo modo la discussione intorno a quest'argomento, il Presidente, prima di scioglie1·e l'Aduoanza propone cbe d'or in aYanti l'ora della Seduta abbi11 a cominciare no.o piit alle 2, ma bo1,1sì all'l 112 pomeridiano p.er potere dure facilità ai Medici di Marina intervenuti alla Conferenza di recarsi per tempo al rispellivo Spedale ond'attender al loro Servizio.

PARTE SECONDA. ONORIFICENZA. l.:Ìià c,orreva vocf:" ùa alquanti giorni essere state da S. M. l' Imperatore dei Francesi confl·rile le instigne di Commenrl. dell a Legione d'Onore al nostro illustre Presidentll d.e l Consiglio e Capo dol Corpo Sauilario Mili tare il Commend. Prof. Riberi. La Uireiio.ne del Giornale può darne positiva notizia che tornerà cert11me nte gradila a lllll 'i Medici Militari come lo fu a quelli d111!0 Spedale Milil. Div. e del Presidio di T orino. Se io quesla nuova insegna d'onore imparlita al Com. mend. Prof. Hiberi dall' Imperatore dei Francrsi ed in queli'altra dell'Ordine ùel Cristo ch'ebbe, Ire an ni òr sono. dall a Regina del Portoga llo altri vedrao un omaggio per parte de~li Stranieri all'ingegno ed alla scienza del dotto Professor e del valeale Pra.tico per cui l'u gii1 a buon dirillo rimeritalo in Patria con il grado di Senatore del R 11gno, con quello di Commend . dei SS. Mauriiio e Lazzaro e con la dt1co razione del ~lllrito Civile , i Medici Militari vi sco.qrn ranno di più un a sa nzione di quelle lsti· tuzioni da esso lui promosse in favore del Corpo Sanitar io-Militare per cui, se in via di migl ioramenti solevano ì Medici Militari Piemo11tesi invocare l'esempio dello Francia, han ora questi la soddisfazione di veder i Medici Militari Francesi invocar a tale rispello l'esempio del Piemonte.

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RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Sunti del Oallore Gut0)1BTTl ).

Dtlla compressione del prepitzio nella mra dclt'erezion1;1 morborn del pene. Parlando in un altro numero d11l la tlivista della Sf)tlCìale inlluenza che possiede la lupulina coutro il fenomeno dell'erezione e lldl'uso generale che s.e ne può far in terapia, m'occorse la pratica del S istach che dichiarai per ragioni abbastanza manifeste non sempre alluabile. Tultavia , avuto riguardo alla sua semplicità, all'applicazionu piullosto cstes.a d1 cui è susceltibi!11 ed alla grande efficacia che le venne dal!' Autor allribuita, non riu,;cirà inopportuno e tanto meno inutile d'indicarla io modo più preciso e circostanziato. La pra tica del Sistach per la cura dell'erezione morbosa del pene viene formolata cosi: trarre in avanti il


!HO prepuzio, coprire ctin esso il ghiande e praticare .sul pre·· i·agazzi ed a 22 dee igr. in uno febbre quartana ostinata) pnzio mantenuto iR tale maniera una Jpgalnra circolare. secondo la durata della malaffia, il numero delle recidive Questa dov'essere leggiera, modèi:uta, e s'es.egnisce megià sofferte e la violenza dt.'i sintomi. diante soffice cordon1:ino di cotone oppure con un naNella magg;ore parte dei casi la febbre era accompa. stro, evitando di comprimer il ghiande; s'.applica al mognata da iperemia alliva dell'encefal-0 e della mucosa hronmento di coricarsi e si toglie .al malli no. St!condo ·p Anchiale, non che da sintomi gastro·enll~rici e da elmintiasi; per le quali complicanze si dovell; fare ricorso alle tore non dà luogo ad incomodo od accidente alcun.o; nè cacciate di sangue, ai purganti salini, agli aotelminfici, ecc. è dall'ingorgo, Jallo stato edP.~1aloso e dalle ulcere del Questi casi risultarono iu numero di . 27. preruzio controindicala. ()ltrach~ osserva che, quand'anche l'erezion,, fosse già rnccedula , la si può dissipare, Adduce inoltre l'Autore un'ultima serie di i2 car;i di coi 5 recidiva ron in grazia· del rinnovame11lo delle medepurchè il prepo1.i6 offra sufficiente elasticità per potere sime cagioni eh'avevano prodotto la febbre; 5 nòn ricacon esso coprir il ghiande , bastando di mantenerlo per varon alcnn benefico effetto da l rimedio p nègii !litri 4 brevi istanti in tale posizione colle rlita , senza però com· casi ricomparver i sopraddetti sintomi irritativi che furono primere il ghiande; che gli effetti della compressione così con opportuni mezzi cessati. operata riescono tanfo più pronti, qnanto maggiore fu la li rimedio fu pr~sCr-itlo in varie forme cioè ora sciolto tra.zione del prepuzio al davanti del ghiande; per modo in J' OChe once d'acqua di ~tillal.; , or io pillole ed or io che vengasi a stabilir nna compressione circolare sovra polvere, somministrandolo per lo più a tenore del precetto !nlla la lnnghen.a del pene; e che 0ve il prepti'zio non di Sydenam, nel tempo più remoto ·d;ill'accesso sopl'avvefosse abbastanza lungo per coprir il ghiande e perrntiltere t Bullett. dellè Sc'ienze Mediche) gnente. l'anzidetta legatura, sì può al medesimo intento fa~ inservire quella de! p11nH. Molto d_opo che Sistach aveva pubblicala la sua MemoJia , un corrispondente d11I Journ . des - ·AVVISO • connaiss. Med. CMr. scriveva d'avere gnarito c1>lla deCon il numero 20 ebbe termine il 1° semestre d'abscrilla pratica un 1ndividuo ch'aveva perduto forze e sa" bonamento del 2° aouo di questo Giornale. S'invitano lott1 Ìn causa di polluzioni notturne ed involonlarie. perciò quelli che son in ritardo di ·pagamento a volere uuire l'importo del lo semcsire con qut1Ilo anlic:ipato del Della gotta pet·ca sàolta i}el cloro(ormio ·quale rimedio 2°, giusta le condizionr d'abbona p,ento. · topico nelle malattie della pelle, So questo proposito già Si pregan i Signori Medici Divisionali perchè abbiano. si cono~cevan i buoni effetti delle applicazioni di collola bontà di riunir in un solo vaglia postale le rate dei òion. Ora gli vien anleposla la gotta perca sciolta nel loro dipendenti o di farne sborsare coslà l'importo col cloroformio, non tanto perchè sia più attiva , quanto per mezzo del Quartier-Mastro cieli' Armata. la maggiore sua trasparenza che pennelle di vedere le Quegli Abbonati che pn•feriscon inviar il lor-0 vaglia pos(ale i~olatamente, sono pregali a volerlo diriger al sollo poste parti e per la fl,•ssibilifà più grande che Barnne DE IlBAU~'ORT , Vice -Direi/ore del Gio1·11ale di possiede. Il ])ott. Robert -grave la h.a adoperala nelle maMedicina Militare n non altrimente, inchiuso ìn lettera lattie ddla pelle squamose e tubercol<isn éon giovamento affrancala. notevole, ma sovra tutto n,illa psoriasi e nella lepra; nei quel i casi ebbe l'avvertenza di fare prima cadere le squa- , me mediante i ~ataplasmi e le lozioni alcaline. La solu- I Presso la TIPOGRAFIA Su!IALPINA zione dev'essere. molto sa tura, rimaoern applicala alle si è pubblicato parti malate per un certo tempo ed essere rinn_ovata ogni qual volta si rompo. Per adoprarla , non si fa altro che distenderla con un pennello ordinario sul la pelle; il cloroformio s'evapora lascia nd'ona pellicola estremamente ;1 .DI 6na e dilicata di gotta perca ch'a<ierisce lena,;emente alla pelle. Gli ammalali si lagnar.o sempre d'un senso di bruciore il quale però 0011 è di lunga durata· E (Journ. de Ckim. et de P!tann.) Virtù febbrifuga del solfato di chinina tàrtarizzato del Doli. Galam-ini. Prevalendosi delle favorevoli circostanze Dl in cui si trovava l'Autore sperimentò in modo comparati,•o la suddetta combinaz ione farma,ceutica ed ebl.>'a riconoscervi un'efficacia soprriore. 1:gli stesso però fa sagTRACCIATE giamente rifletter<• ch'i risollamcnli dello sue ·osservaDAL MEDICO DI BATT·AGLlONE DOT'TOIIE FABRE zioni cliniche non debbano riguardarsi siccome definitivi, E l\l\lEDlJTE DALL'AUT6l\E bisognand'ancora, per essere tali, della cenferma d'ulle · riori sperimeoti. 1 voi. in 8° compatb - P rezzo L. 4 25. A 42 ridnconsi i casi di febbri iuterrnillenti da esso Nelle Provincie si ri ceverà il dello volume mediante curale con il solfato di chi nina misto in dosi eguali all'aun mandato per la posta di L. 4 50 dir.etto all'Editore cido tartarico . In 51 ammalati la guarigiono fu radicale G. PELAZZA_, via ,\ (fieri n° 24 . e di questi 21 risa narono per m~zzo di sei decigram . del 11 Direttore Dolt. COMISSETTJ Med. DiY. rimedio , men tre negli altri 10 dovetle rinnol'arsi benchè li Vice·,Direltore responsabile Doli. Bar. de Beaufort }f. Il. in dose minore (di 5 a 4 ..!ecigrarn. ), oppnre fu .sommini· strato in quantità diverse (a 2 cd ad 8 decigr. in due Torino J 85'l. Pelazzc1, Tip. Subalpina. via Alfieri i~.

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LEZIONI ORALI

CLIN.ICA CHIRURGICA


( ai 28 di febbraio 1853 )

N. 3!.

ANNO II.

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GIORNALE DI IIEDICINA HILITARE DElj CORPO SANITARIO DELL'ARllA'l'A SARDAJ L'associazione non s'i riceve che per on,anno ecominciacol 1° d'agosto. llGioroalesi pabblJca nel Lunedì di' ciascbeduna settimana, · PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In 'forino , , , , , , , ,

L, 10,

In Provincia ed all'Estero, franco di posta

. , L,

11,

1,'abbooamento debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGRAFIA SoBHPINA via Alfieri, nomo 24, Le lettere per abbònalllento al Giornale debbon esser affrancate ed ac:cmpagnate da vaglia postale',

taro emetico somrniciis'tralo a dosi rifriJlle ed in pochi casi ai sanguis11gi i locali. Snlaìlltlntè ne\ Soldato Rolfo la sinoca ,gaslri t·.a difft1s~si agl'iutestini con lento ingorgo · del fega to e mànifestatasi con forte riazione fetibrìlo a con dolori addominali piuttosto intensi, si dovette per vincerla fare r ìc:orso al metodo antiflogistko generale, diretto ed indiretto; ai san;uisugii alla region epigastrica, all'ipocondriaca destra ed ai vasi sedali; alle bevandti gommose su le prime., qoind'alle subacide; ai clisteri mellitivi oleosi e finalmente sul declinare delkmàlattia alla somministrazione dì' pillole ri~olve:oti che continuate per due mesi valser a. radicalmente trionfare dell'ostinata mala-ttia. '

Doti. TESTA: Rendicqnto Clinico - 2° Dottore da arma da taglio. - 3°Doll. 'fEST.1.: Frattura trasversale, della rotella. - 4° Relazione dEille Conferenze Scientifiche. - 5° Dott. 1\IOTTINI: Rivista dei Giornali Sçientifici. - 6° Quadro Statistico.

SO)UIARIO. - 1° PELOSO: Ferita

PARTE PRHIA RENO ICO~ T_O Cr,INICO DEL MOVl~lENTO DEGLI .OHU.L ATI CURA TI NELL'ULTl~IO QUADRl~fESTRE DEL

1852

NELLO

8PEOALE DI VIGEVANO, CON BREVl CENNI INTOltNO AL ~IETOl>O DI CURA ADO.i'EllATO

(del Med. di Regg. Oott. TBSTA).

Nel rtdìgere questi brevi Cenni iutorno al genere delle malallie curate nell'ultimo quadrimestre, trasandati i ragionamenti. eliologicì . e patologici, non che le teoretiche induzioni, m'attenui ·solo alla parte terapeutica accennando per so mmi capi a quei rimedi i che meglio contribu irono a vincere le malattie occorse ni·l cita to periodo Ji tempo. JI movimento totale· degli _ammalati Medicr,-Chirurgici fu di 182, di cui 160 gnarirono; 21 rimasero ed nn solo it: cura da dieci mesi moriva per molteplici ascessi che si COQ'\plicarono con l'andare del tempo a· lenta gastreoterile che trass_e l'ammalato a marasmo e quindi ad ine. sorabile falo. Le giornale di permanenza nello Spedale i:.aggiunsero la cifra di 5108 la qnale, divisa pHr la somma totale degli ammalati, tlà ·per risultam,foto la media di giornate 21 l [5 per ciascheduno d·ei medesimi, siccome meglio· apparirà dalla seguente ripartizione per nrnla!lia. ,1° Sinoche 2_9. Rimaste 2. Giornate di permanenza 505. Media 11 115. Promosse da cagiol) ora r.enmalica, ora gastrica e talora gastro-reumatica_; d'indole generalmente alcune volt; socie adirbenigna; più sovente semplici ritazione dell'apparato gaslrnntt~rico, . cedevan ai blandi eccoprolici, agli oleosi, allo bevande refrigeranti , al lar-

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2° l?ebbri intermittenti 6. Rimaste O. Giornate di per· manenza 54. irlédia 9. Cagionale più sovente da imbarazzi goslrici consecutivi a disordini dietetici cedevano per lo più agÌi emetici od alle bevande sUbiate: scompagnale altre volte da qualunquo viscerale compl icazi·one pronlamente erano fugate da i chinoidei i quali o soli od uniti al decotto amaro e somministrali per qualche tempo a dosi rifratte impeùirono semp're la recidiva. 5° Ott~lmie reumatiche 6. Rimai.te O. Giornat.e di per-

manenza 116. l'rledia 15 115. lo generale benigne e di primo grado, <;ircoscrille alla falda oculo-palpeur~le. della ll congiuntiva e caraLterizzate da leggiera iniezione della ,. medesima, Ila poca fotofobia, da lagrimazione e.da slilI · Jicidio muciforme richieser in un solo caso soltrazioni ' sanguigne generali, mentre più sovente cedevano negli Ii ahri casi ai blandi purganti, alle polveri risolventi, ai col· I lirii .aslringenli e laudanizzati, ài rivulsivi alla rinca, ai I ! pediluvii sennpizzati. In altro caso d'otlalmia reumatica complicala a discrasia erpetica e mao,feslala da pustolette II con prnrito dei tarsi si dovette insistere maggiormente nell'uso dei voscicatorii, nelle polveri risolventi miste a I! discreta dose di zolfo e per trionfarne fu cecessario il ril corso. alla pomata di Jannin.

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4° Ottalmie pu,:_tilento-granellose 5. Rimaste· O. Giornate di JJermanenza 205. Media 41. Limitare al 2° grado e caratterizzate da viva fotofobia, da intensa rossezza e tu• midezza della congiuntiva oculo·palpebrale, da granula-. ziooi e da stillicidio purnlento, in tre casi l'ottalm ia aveva


542. csordi(o nel mese di luglio e s'era maoifos(ata ·in Soldat i provenienti da dislacc_amento in Genova. Appena reduci in VÒgbera questi Soldali ricorrevan ali' J nfermeria Reggi· mentale, dove per cinquanta giorni circa curati con blandi purganti, con bevande stilliate, con polveri risol venu,· con vescicato'rii alla nuca> oon pediluvii sen~pizzati.,. eon colJirii aventi per base quand 'il solfalo di ziùco, quand'il nitralo d'argento onilamenlb al laudano e talvolta con là cauterizzazione del le granullazio ni praLicata direltamenle per mezzo del solfalo di rame cristallin2lo o del oitra'to d'argento fuso, avevano già ottenuto 1rn notevole v~ntaggio> a_llorché per le faticlÌ e del viaggio che <lovetter in traprender iri occasione del .c:nmbio di · liuernigione, furono poi obbligati ad entrare nello Speda le. Quivi, domata per mezzo di saoguisugii alle tempia f:d alle: apofisi mastoidee l'esacerbatasi infiammazione oculo-palpebrale, si ritoruò al medesimo metodo di cura già stato prima adoperalo, la mercè del quale e cli pillole fatte. col calomelano e con polvere di gialappa, la mercè ancora di frizioni di pomata mercuriale con estratto di belladonna praticate intorno all'orbi.la si perver,ne a vincere questa terribile .1 malattia <li cui la guarigione fu poi consolidata. in grazic.1 _dell'aria nativa respirata per un tempo abbastanza lungo di temporaneo congedo, stato appositamente procurato a I1 favore dei medesimi. Un guano easo, d'identiea ottalmia, manifestatasi parimente in un Soldato proveniente dal I distaccamento di Genova trovasi allu·almente avvialo •alla guarigion'e, tu!lochè la malallia fosse ;ecidi va dopo lunga cura subìta in altro Spedale. Finalmente il quinto caso di que.sta rnala!Lia occorse in un Soldato dei Granatieri di Il Sardegna i.I quale pres_enlemeole volge pure pe.r gradi alla sperata guarigione.

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5° Emeralopie 2, Rimaste O. Giornate di permanenza 24. Media 12 . l)i questa malattia così frequente nel · l'Armala occorsero so]i due casi nei qua li quella fu in breve vinta la mercè d~ll'emetico, delle bennde stibia.le, dei Yescicatorii alla nuca, delle fr i1,ioni stimolanti al sopraè.ciglio e dej vapori ammoniaca-li direlli all'occhio. 6° Glossite 1. Rirnasta O. Giornate di permanenzci 20. Proveniente da ignota cagione e limitata alla parte anteriore della lingua manifoslossi questa malattia senz.à febbre e senz'altro sintomo concom itante. La freoaron un sanguisugio> i cataplasm i mollitivi ed i gargarismi mollitìvi. Rimasta quindi s_tazionaria per alcuni giorni, fu sus· seguila dalla comparsa d'un tumoretto che alzandosi dalla soperlìcie superiore della lingua e toccandosi 'fluttante ne.I suo centro, fu punto con la !ancella pel' dar es ito alla raccolta purulenta eotrostante: a questo primo tumore tenne dietro un secondo ·svoltosi ne lla. superficie inferiore del medesimo organo, il quale convertitosi egualmente io ascesso necessilò la puntura per votarlo del pus che conteneva. Medicali in seguito gli ascessi con gargarism i di decollo d'orzo e .di miele rosa'lo, a poco a poco cessò lo stillicid io purulento, così che, ridotta la lingua nel suo stato naturale, l'ammalato poté abbandonare lo Speda le nel mese di gen·naio dopo 20 giorni di malattia.

7° Angine 6. Rimaste O. Laringit·i 1. Rimaste O. Brtmchiti 9. R-imaste 4. Giornate di permanenza 1'50 . ./1,fedia 15 1 J2, A ma !grado do Ile iocostaati vicissitudini dell'umidofreddo atmosferico con sintomi di così lieve entità s'offri·

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rooo queste malaltie dell'apparato res piratorio che furono quasi tnlle vinte per meno del semplice regime d ietetico ' della provocala diaforesi, delle bevande gommose e dei bland i eceoprolici. In alcuni casi d'angioa fu so lenne rimed io il tartaro emetico ed in ·altri casi ·occorse l'indicazione delle cauteriizatiooi COO il nitralo d1argento, in llO solo an'ìma lato la rnalallia ·essendosi manifestata CùO sintomi di notevole riazion·e genera le ed essendosi diffosa all'apparecchio uditi vo, fu uopo ricorrer al sah,sso ,· :i.I .sanguisugio, alle bP.v ande anli flogistiche ed ni ri vo !sivi. .

8° Pneumonia notha nervosa l. Rimasta 1. G·iornate di permanenza 50. li Soldato .Cavallo ricorr·eva allo Spedale, per somma difficoltà nella resp irazione con tosse secca, con dolore puntorio al torace sinistro, con in.tensa c.efalalgia, con frcq•ien ti ribrezzi di fieddo, cori somma prostrazione di fo'rze: a questi .sintomi s'aggitÌngevano l'agitazione continua, il decubito laterale supioo, la se.te vivissima, la li.ngua arida, i polsi piccoli e freq.ucnti. L'insieme. di questi sintomi e di quelli manifestatisi nel decorso della malallia, l'intolleranza del metodo antiflogistico g·enerale ed i ca,ratleri fisici del sangue estrallo ci confermarono nel la preconoella diagnosi di pn.eumo·n ia notha nervosa. Riserbandomi c)i comunicar altr~ volta più diffusamente la Storia di questa malattia, mi I.imiterò per ora ad accennare <:om'i sanguisugii, le ventose scarificate, li rinnovati vescicatorii, il larl~ro stibialo ad alta dose e le bevande_ gommose abbian in trenta giorni promossa la risoluzione di così spec'iale ri10rhosa affezione del poi· mone.

9• Adeniti 7. Rimaste 2. G-iornate di permanenza 155. Media 50 1(2. Ui questi. sett.e casi d'adenite, sui occorser agl' inguini ed uno alla regione cervicale. La natura, il decorso, il metodo curativo e l'esito di queste adeniti fu vario: di fatto in due casi la malattia tu così benigna ch'i11 hreve tempo fu condotta a guarigione la mercè del r iposo e dei topici mollitivi: in altri dut) casi l'adenite ingu_inale, già. antica, restìa al metodo curativo oppostovi in altro Spedate , svoltasi sotto forma ùi bubbone duro ed indolente in persone già state tocche da cootam inazione venerea , r ibelle ai rimedii specifici, dopù essere s1ata inutilmente curata con i topici molli ti vi, cor! i vescicatorii , con le uniioni di pomata d'idriodato di potassa mista all'unguento mercuriale od all'estratto di cicuta, fu poi inLieramente superata per mezzo dell'inlerno us/J de ll'idriodato di pota.ssa, sommir.islralo al duplice scopo d'emen dare l'atonica condizione ghiandolare e di correggere sem. pre più il vizio sifilitico. In un quinto cd in un s_eslo caso nata la malallia da ignota cagione1 s_i manifestò con sintomi generali e locali d'acutezza tale ch'a frenarla furono necessarii il rinnovalo salasso, il sanguisugio locale ed i molliliv i sia internamente, sia e~lernamente usati : a vincerne poi il consecut ivo lento decorso dopo l'inutile ri-· corso fallo al calomelano, al la cicuta·, al sapone medici, nale, alle friziooì ioduro-iodate, alla pomata cli ni trato di argento, ecc., in un caso furono defin itivamente utili il vescicatorio, l'applicazione dèlla potassa caustica e la compressione ; nr.ll'allro 0aso ìn còncorren'za di qn11sli rimediì trionfò ddla malattia l'oso in terno J)ro!ungato dell'idriodato di po\'ossa. Nel séttimo caso in cui l'ingorgo ghiandolare si manifestò in modo iicuto- alla regione cervicale, no1r essendosi con due salassi, con un sanguisugio, ecc.,

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offendere la propria di·gnilà, sul primo albeggiare degl i 8 di novembre p. p. aveva luogCJ un duello al la sciabola fra due distinti Ufficiali. Quello tra questi ch'ebbe la peggio, appena ferito e subila una prima ml'd icazione, ·ricorreva ali<~ Speda le Militare con la des tra mano avvolta in bendaggio improvvisato per l'urgenza e con il braccio sospeso al collo annunciando d'av~e rilevata cir~a mezz'ora avanti una fer ita da taglio in delta parte. li suo spirito era sereno' e vivace per vigorosa forza d'anirno. 10, Gastrite 1. Rìmasta 1. Gìornate di perma.nenza 79 . i\ ell'età di tre ntadue a11ni, di stalura bene complessa , Manifestatasi con forma lenta per lunghi disordini diete· robusto o sano di cost ituzioll'e e di temperamento biliosotici e per abuso di liquori stimolanti, tenne questa masailguigoo ·cc,rne- lo ri'rovava la fermezza ed enti rgia dei lallia un decorso così spe·cii!le per complicazioni di ricorsuoi rnnscoli unila a tale quale dureiza e decisi<tne di ca renti accessi di gastra lgia e di renitente febbre period ica rauer.-, egli aveva percorso il cammino a pied i senza a tipo lerzanario ch'a vincerla dovelle impiegarsi per dare seguo del menomo turbamllnto o .sofferenza, a mallungo tempo uo metodo di cura vario taulo da meritare grado ch'al momento. del l'accider:le avesse perduto forse io altra circostanza una sp~cial!J menzi.one. dieci in dodici once ùi s.Jngue. Sfasciata diligeutemenlè 11. Rettmatismi 2 . Rimasti 1. Artriti 5. Rimaste O. la mano ed esaminala la ferita con il concorso d'altri Giornate di permanenza 154. Me dia 25 1·12. Prodo·tte le Colleghi riuniti , si mise allo scoperto una lesiono di con une e le altre queste malatlit! da cagioni renmalismali, tinui là lineare a margini quasi lisci, contus.i e solo fra. cedellero {acilmeote le prime al riposo, alle bevande diastagiia ti agli- angoli e lont.ini l'uno ,da ll'altro di circa un foi-et iche, ail'estratto q'aconi10, all'applica.zione di ventose pollice. Cotesta ferita occupava la parte metacarpea del scarificale ed ai vescicatorii; mentre a vincere le artriti prim o dito della mano destra, io direzione perfettamente più freqnentemenle comparse alle articolazioni ferflorotrasversale alla mano stessa con lesione dei comuni intetil:liali e tibio--tarsee, accompagnate com'erano da gravi gumenti, dello strato filamentoso sottocutaneo assai denso sin.tomi di geuerale riazione con intensa e dolorosa in in ' questa regioùe, dei lendini del piccolo- e graJ)d'estensorn fìammaz iu1\c delle loca lilà articolari furono necessarii l'atdel pollice nel luogo appunto dove que~ti si riunisco110, tivo metodo anliflo;: islico generale e -locale, l'uso interno di q11ello del piccolo abduttore, del prim"osso metacorpeo del nitro e del tartaro emetico , i revellenti cu1,anei e la ch'era compiutamente diviso trasversalmente con taglio applicazione locale .dei topici molli ti vi e delle fomenta· netto alia distanza d'un centimetro dal margine anteriore zioni oleose con l'acetato di morfina.- Fra i rimed,i che dttl capo metacarpo-fa\angeo ; oltr'a questi tendini erano più pronlamenle e più manifestamente furon utili , giova divisi' quell i del flessor e_ grande del l)Ollice, le prime du n ricordar il nitro ad alla dose e l'eslrauo d'aconi to ora porzioni del pjccolo flessore ·e parte dell'oppoMnle del solo, or in pillole od in dilnzione unilo al roob di sampollice stesso; fioalmente era pur in piccola parie lesa la buco ed ail'eslrallo gommoso d(oppio. Nessun caso di superficie esterna del 2" osso melacarpeo sul quale s'era re.cid iva ebbe a rimarcarsi in lutti questi ammalali. · arre~ta 10 il colpo. Esternamente la ferita perfettamente 12. Odontalgie 7. Rim.Usle 1. Gion1ate di permanenza I lineare r,el suo mezzo , frastagliata so lo agli angoli, come 88. lrledia 14 1,2: l\fen tr'è cenno di malattie da cagione I si disse più sopra, e dèlla lunghezza di più d'un decimetro s'estendeva da lla parie media del margine esterno del reumatisrnale , dirò brevement,~ come per I<" mede$imé secondo metacar1>eb, circondava il lato radiale della man:i cagion i siensi manifestati varii ,casi d'odontalgia ìn per0 ,•ev iva a terminare s1ill'emi11enza tenare a sei mi llimetri sone pred ispostev i ·dalla · preesisteole carie denlale. Di questi casi alcuni volser ad epul ide necessitand'a i1orrna ' di distanza dal solco della palma della mano, dello linea del pollice. L'inter no della ferita era pieno di grumi sandel caso un metodo di cura speciaie, ollr' a Want11logis Lico gu ig11i senza materia estranea e lascia.va stillare poco san- con cui generai men i e si riuscì a domare la · malattia. fo gue arrestatosi quasi subito dopo l'accadnlo per il pronto un caso speciale ì'ul ite odontalgica essendosi diffusa a:Ja contatto dell'aria con la feri ta, per il ravvicinamen to dei articolazione tempora-mascellare destra rich iese on enersuoi margini, per la praticala prima compressione susso• gico metodo anttflogistico gcri'erale, ollr' alla cura locale guila ,da bagno freddo ed anche molto probabilmente per mollitiva· sul principio e qui11di risol vente. Quest'ammala retrazione del le estrem ità recise dei picco li vasi. Per lalo dovelle rimanere nello Spedale per più di trenta tale lesione la parte falaogea del dito pollice rimaneva solo giorni. (continua) attaccala alla mano per mezzo della pelle della ,grondaia int.erdigilale, per meno d'una piccola parte del ·muscolo oµponente, dell' intio:ro piccolo flesso(e e déll'addullore STORIE DI CASI llDIARCHEVOLl. del po I!ice. Oltr"alla della ferita, un'altra oe esisteva parimente li51 I neare, prodolta da stromento tagliente e con tundente, cli FElll'fA DA AR"ITA DA TAGLIO CON SidTO,NE COllPJIJTA poca importanza, posta all'apice del dito ar.n lore della DELL'OSSO stessa mano dal lato suo radiale , in direzion obl iqua eù (Storia letta dal l\Icd. di Regg. Doli. Pi.wso interessante per un terzo circa il polpastrel lo e l'unghia io una Conferenza dì Nizza). alla distanza di 8 mi11imelri dall'apice del dito stesso. Sbarazzato subito il ferito l!lell'incomode veslimenla e Per uno di quei tanti e.r~ori eh.e segnano nella vita l'opifatto lo. sedere su d'una sedia, con spugna appena umet· nione sociale a cni l'uomo d'onore non può sollrarsi senza potuto imp·erlire che la malall.ia volgesse a lento_ascesso susseg1,1ifo da ulceramento atonico, la mercè della somministrazione Ù<•ll'idriodalo e dell'uso topico della deco zione di foglie' di noce ci fu finalmente concesso di licenziare dallo Spellale l'ammalalo in islato di perfetta guarigione. In questo caso e nel selli mo gli amma !ali uscirono dallo Spedalè nel mese di gennaio dopo 60 giorni di decubito per ciascheduno,

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244 lata d'acqna fr1::dda gli si puliva delicatamente la ferita lavando le parti della ferita non ancora bene riuuite rimoveodone i grumi di san~ut;, s'accostavano quindi tra , con ac,p1a tiepida o, dove e.sisteva qua lche bo!too,ci110 carJorn li margini della ine<lesima mantenendoli in silo per neo esuberante, con 1-rna soluzione caustica di solfato mezzo d'otto punti di sutura attortigliala; il che si faceva j di ferro medicaudo dopo con cerollo agglutinali vo o coJ· nel doppio scopo di manleqere la parie in buona posi- ' sol ito bendaggio applicalo SQlla mano appoggipta su di zione (cosa molto d.ifficilo ad ottenersi 1wr mezzo cii semun'assicella paln1are. La riunione riescì pe'rfelta e l'amplici coltelle e di bendaggi) e di teolar ogni m;·zzo per malalo lasciava lo Spedale ai 6 di di cembre in vento!ttiollenere la rinnione per prima intenr.ione. Ultimata la sima giornata con la cica1rice be~e consolidala e ferma. cucitura ed asciugata con fini pJnnilini _la _fèriLa più amSi raccomandò per qualche tempo di persistere oella pia, furono su la medesima ap1,lica.te alcune lislerelle di fasciatura conlentiva e nel ripc,so dell'arto sospeso in or.a diaquiloone lasciando fra l'una e l'altra l'intervallo di ciarpa a collo e, dopo gualcile tempo, tolto ogni bendaggio circa mezzo centimetro; furono qnin<li soprapposte alcune si · facevano · praticare bagnalure tiep,id~ e fomenti oleosi compresse tenute io silo da un bendaggio contenti"O , praonde togliere lo stato di rigidezza arlicolare nei diii, efticato in modo da rilasciar ii più possibil_mente fa muscofetto della protratta immobilità della parte . . latura e da conservare la mano in buollll posizione . .ArDue mesi dopo l'accidente si trovò perfe!!amenlo con. rotolata quind'una colle!la strella intorno all'altra piccola solidata la e:icatrice cou lraè.cia linearè assai ristrella e con ferita, fu l'ammalato posto in le!lo avendo cura ·d'ada· facilità ·_quasi naturale sia nei movimenti di pronazione e · gìar i.I braccio su d'un cuscino a piano inclinato. Raccodi supinazione del carpo , '·sia negli obliqui della mano m~ndalo i I massimo riposo, la tranquillità d'animo, !'-asall'esterno ed all'io dietro verso 'il cubito èd all'interno ed soluta dieta;,si fecero praticare.su la parte amrnalaìa liagnì a~ davanti verso il radio. Presso che liberi erao i movid'acq_ua ghiacciata da .rinnovarsi a brevi intervalli onde menti tulli dei quallro diti della mano. Quant'ai movimenti manleuer uno staio di perfrigerazione locale permanente, del pollicè, quantunque un poco lentamente ed i II grado atto a moderare l'impeto infiammatorio generale e locale moderato, pure si potevano eseguire quello d'abduzione che ne sarebbe susseguito. Co·n quest'intento fu parimente e d'adduzione ed appena per.cettibil era il movimento di flessiono e d'estensione della -sec~oda sn la prima falan ge nel primo giorno praticalo per Ire volte dal braccio .un generoso salasso il quale, rinnovato nel maltino e nélla come pure gli .stei;si movimenti della prima falange sul Sera de] ser,ondo giorno , j)er precauzione, ptÙl!OStO che metacarpo. Per tale mobilità della mano potè da solo verper necessità fu eseguito una sola volta nel ter~o giorno. gar una lettera di qualchii .facciata. J)opo -questo tempo, mantenendosi l'ammalato sempre. Prima di· ragionar intorno a questa Storia., mi corre calmo e tranquillo con moderatissima febbre , con Jegobbligo, Onorevoli Colleghi, di significarvi la mia ri.conogiero sonno nella nolle, con regolarità nelle funzioni nasc1~11za per l'utile assistenza prestatami massi.mamente nella turali e con nessun grave disturbo nell;i locali1à, tranne prima medicazione da varii di voi, fra quali mi compiaccio quello d'un leggiero senso di' calore o di snbbollirnento, specialmente rammentare l'intelligente cooperazione del giusta l'espressione stessa del malato, forono sospese le Mcd. di Bali. Doli. Tarrone e m'onoro porgere ringracacciale di sanguè, continuando solo nelle perfusioni di ziamen.li al Med. Div. Doll. Nicolis che mi volle se·guire acqua v,egelo-minera!e allungata . · giornalmente al letto dell'ammalalo, sovvenendomi nella Con questi. mezzi combinali con un leggier eccop,rolico cura: di molti utili consigli che mi chiamo fortunato di in prima giornata onde sbarazzare le prime vie, con qual- . aver esattamcnte seguiti. che bevanda addolcente nei successivi giorni per tenere L'esame del caso narralo mi suggeriva- alla mente vari i a~erto l'alvo, ma soprallOllo con l'assoloto riposo, con riflessi che) se per la roàggiore parte sono già universal, l'isolamento e con la dieta a brodi sf pervenne al sellimente accettali come assiomi nella Scie_nza, pure credo mo giorno dall'accaduto infortunio.; tempo questo. in cui. si non infruttuosa cosa rammentare, essenqo precetti i q_uali sfasciò la ferita per rinnovare la medicazione e pl'f tofrequerili ssimameule occorre ricordare nella cur·a delle gliere, se del caso, i punti di cucitura. ferite di questo gener.c. Scoperto l'arto e ritrovata la ferita poeo gonfia, poco È bens1 vero che la ferita essendo di taglio e solo legrossa e già unita per grande parte con tessuto plastico, giermenle· contusa con poca emorragia io parti non prov,·edute di grQssi vasi; eravi maggiore lusinga di potere si tolsero quattro aghi, due per parte dagli estremi della terita, lasciando gl'intermedii à fin(~ di maggiormente rafevitare lo stato di risipola llemmooosa 1~ d'avere per tutto .forzare la riunione dei margini non ancora sufficiente- l sintomo consecutivo nna moderata infiammazione adesiva mente soda. Applicate quindi nuove , lislçrelle di diaqui. ' i È vero altresì che la buona costituzione del soggello e I~ lonne e rifatto il bendaggio contenllvo con cnrhpresse gra• [ stato suo morale sempre bene sostenuto era al Ira condi · duatP, 1,i continnarono tuttavia le abluzioni fredde astrin- I zione mollo favorevole per un buon pronostico; ma tutgenti, ma con minore frequenza; si continuò del resto nel j tavia credo ch'il metodo seguito dei protraili bagouoli med,3simo metodo di cura, aumentando solo per poco il J freddi abbiano non poco conlriboito a' limitare la flogosi e 1 regime dietetico. 1 ad impedirne la propagazione alle parli biauche ed alle Per tal~ mod~ si poterono cinque giorni dopo togliere I articolazioni; lesioni que6te cho sono sempre di gravissimo altri due aghi e .quindi gli ultimi due r.el qna llordicesimo j' danno per le infauste sequele a cui danno luogo. Alle· giorno, lasciando sempre tranquilla la parte e non rimo- , nendomi nell'uso di questì bagni che sempre trovai giovendo la fasciatura fnorch è quando si voleva levare qual; 1 vevoii nella pratica al precetto del sorumo Assalini il che punto di cucilura 'o si voleva esamiuar il progresso I qual opina che le irrigazioni fredde rilardand'il corso del sangue col scemarne la temperatura proilucon il buono della cicatrizzazione. Tolti tutti gli aghi si cessò dai fomenti freddi e si rinnovò ogni due giorni la medicazione effello di rendere la suppurazione consecutiva men. abhon·

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24à della rotella per violenta contrazione muscolare. Data perciò una convenie11te posizione all 'ammalalo con fargli te· nere_ la eoscia .,emiflessa e la gamba estesa su d'm} pia110 alquan1'illclina10, limitaronsi le prime .medicazioni alla p.ralica dei bagni freddi su la local ità e una fasciatura cspll lsiva. A rnmansìlosi quir1di dopo poch i giorni il dolore, a mantt~n er 1n upporlnn.o contatto i pezzi fratturali ·provVtldevasi noi scg11r.n ~e modo: rresc due compresse lunghe, 'stri>lle n l' iù volte ripiegale su se stesse, s'applicò la pt'irna .c0n il suo centro su l'estr,•milà superiore della rutula cd ì11croccicchiatine quinrl'i capi al di dietro della· ~1rlicol<1ztone fcmoro-l ibiale st~ ne fis,arono le estremità ;ili() parti Jater,1li della soll9slante tibia; la seconda i.11 vece :1ppl icata ·eon il suo centro su l'estremi tà inferiore di detta . ro111la e fatline gi rar I capi a destra ed a sinistra obb_liquarnenle d.iJ basso in allo per modo che s'incroccicch iu~sero nel cavo pop liteo, fu con i suoi es tremi fissai.a al dì S(lpra dei cond ili del femore. Doe lunghe bende l'una Clln dolal.Jri ascendenti dalla radice dei diti, i'altra co11 dolabrì disc(•r1Clenli dalla parltJ superiorn rlell a coscia venivan a tener ' io silo le luugh{'lte fortemente, lese, a ccimpiere la fasciatur a ,i arl impedire l'a1.iòne muscolare. Venti giorni · dL> po, 11el c;or.,;o dei quali l'ammalato f(>llerò molto pazien temente e la p_osi.ziun() ed il bendaggio, messa allo sco• 1wrto la loc,J\ità olfo,a, cd osservata la molta regolarità nella forma della rotella 1'.0n diminuzione nella mobilità · dei frammenti, si rinnovò accuratam~nte il bendaggio nella lusin~a d'ottenere l'immediata .consolidazione. Ma stanco l'ammalato di più oltre pazi"entare , incautamente sorge dal lello e <listrnggrndo così in brevi istanti il frutto di sì ben avviato osseo lavorio di riparazione delude in un momento le quanto rare, altrellanto fondale speranze. Col stretto per·ciò à rinnovare dopo pochi giorni il l,endaggio stato. smosso dagl'intempestivi movimenti dell' Accino, riconobbi bensì una maggiore mobilità nei (rammenti, ma tuttavia non così sensibile corno quella osservata poco dopo il sopraggiunto disgraziato accidente; per il eh(~ con lusiughiere parole di fortunato esito persuadendo giornalmente l'ammalato a pazientare gl'inevita.bili incomodi del decubito in lelto ollenni che con d.iscreta rassegnazione i perseverasse nell'immobilità sin al cadere di giugno ' nel · quale tempo, sottoposta a nuovo esame la località, -vi notai minore mobilità nei pezzi fratturali ed una maggior al· lilnd ine ai movimenti del la. gamba. Rinnovata quindi per l'ultima ,·olta la fasciatura, ridolla a semplice bendaggi.o espulsivo, nel giorno 10 di luglio cominciai ad accordare 1 il permesso di quakhe movimeulo di semiflessione della e poi di moderato passeggio prima con le stamI gamba pelle e 'qnindi con semplice bastone , con il quale così bene poteva sorre~gersi ai 25 d i luglio cbe, conservando sempre ii benrlaggio, potè uscire dallo Spedale. Dopo un mese di mod(~rato eserciiio in Qna.rtiere, l' Acci no lro· vossi io condizione di potere riprender il Servizio attivo, I nell'esercizio deJ quale appe.na lamentava un leggiero grado di debolezza cht\ cessò anche non mollo ·tempo dopo. · Questo fal lo dimostra che per produrre la fratlura-della rotella non è necessarie, che la forza muscoiare acquisti grado tale d'azione da risvegl iare movimeot.i convulsivi , potendo bastar a cagionarla 110 lieve aumento e talora anche l'ordinario grado di contrazione muscolare, qualora concorrano sfavorevoli circostanze simi li a quella occorsa

danle, potei meglio lusingarmi d'ottenere la r iunione per prima intenzione e di ricorrer·alJa sutura cruenta la quale era d'a·ssoluta necessità ne l nostro caso per manten er in buona posizione le parti e per ottenere hrnmediata ade·sione. Questa· pratica che da .alcuni è assai frequentemente al;banòonala per il dolore che cagiona al paziente e p,~r la prolungala medicatura, ma soprattutto per la maggiore facili tà a generare le r;sipo!e e la divisione dei ma1:g_ini ..:ella ferita, per .h1 tur~ ula troppo violenta rnfiamm azione 1 e prr la stfsseguenle lac~razione dei fori che servin,n al Ii passaggio dei fili, credo essere sempre raccomandabile nei 1 1:~si di ferite _rece~ ti in, parli non rnallralt_ate p~r mala_tlie . I dt caratLere d1ales1co. Con la sutura l'un ione immediata I è 4uasi certa e se il Ch irurgo porge attenta sorveglianza al processo infiammah>rio uqn è quasi mai dao,,osa; ol- t traché, al dire di_ Liston, ancb'il _tessuto nodulare che subentra ·à costiLUire la cipa.lrice è mollo pii'i limìtato che i no11 nelle riunioni ouenute con i soli mezzi unitivi in- ' cruenti . Alfro · precetto al quale m'altenni e che m'era calda- _ ; mente raccotnandato· dal Med. Div. fu l'astinenza il più I che possibile da ogni specie d'unguenlo,· limi la ndo la me- J dicatura all 'uso se~pl ice delle filaecica ascinlto le quali I servivnno d'assorbente all'eccesso di suppurazione d'indole ! sierosa. Mà più d'.or:;ni altra cos:.i credo abbia giovalo l' av- I "e.1:tt•nza. di rinnovar il meno possibile le m_edicazioui onde ! OOll disturbar il processo di cicalriz_ zazione incoatO , pel'Ch0 col troppo sovente detergere la piaga si vien a privarla di q_ue!la colla che la Natura provvidamente sos1it11 isce Il 01)d(~ ripara r ai s1_1oi guasti . Ecco le rt\gole alle quali mi allenni per comincirneoto lè qual i credo non infruttuosa 1 co~a di sottopor alla vostra disamina. 1

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fun-uu ·msvERS>LE .::u >WTBLU ,.. V<OLBNTA . CONTlìAZlONE MUI\COI.A.RE

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(Sloria comunicata dal Doli. TESTA ,red·. di Reggimento dei ·cavallegg. d'Aosta).

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Giaçomo Accina, Soldato nei Cavalleggieri d'Aosta, giovane su i ventisell'anni, mai stato tocco da labe rli sorta alcuna, nel corso dt~I s110 Mil[tare Servizio ebbe por due volle ad ammalarsi di grave po.lmc,nite , guarita sempre senza sequele con 1111 altivo metodo antiflogistico. Ai 22 di maggio p.p. mentre 11P.ll'éserci2.io di volteggio in piazza d'Armi di Voghera tentava spicc,1r un salto,· ne ora arrestalo dall'inciamparsi del 11iede Si!lislro ,in un buco esistente nel terreno, d'onde s1J°l'istanto ebb'a provar un vivo dolor al giuocchio omonimo e cadde bocc0ne per terra, dallc1 ·quale subilo sollevalo gli rimase il pa$So doloroso e difficile per lò strisciare del piede sinistro alJ'in dietro. Ricevuto uell'lnfermeria Reggiwenlale ed esamina ta la località offesa, questa o·!friva : irregolarìlà uella forma della ·rotella : senso 1\'oscura d epitazione nello srnovere in senso opposto gli estremi della meri esima: leggier incavo trasversale nel corpo di quesl'o, so nell'atto della flessione della gamba: scomparsa di quest'incavo nell'alto dell'estensione: senso di dolore lld giiiocchio. Dalla cognizioné della cagiòn determinauie e dalla presenza di qn rsti sintomi deducevasi diagnoiii di frallu~a trasversale

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~46 l'aatossia avrebbe lasciati scorger infiltramenti o stravasi sangoigni: lo che non essendosi verificato ed essendosi trovato in vece l'ammoll_irnento bianco, debbe senza dubbio ritenersi che questo sia stato _secondario alla lenta ed antica mielite. Il Dollore Vaglienli ra in ,seguito notar al soo· Collega esser esagerata la confidenza da esso lui riposta nel senso di dolore risvegliantesi · per la pressione lungo la colonna vertebrale onde diagnosticare la mielite·, perocchè Autori di sommo grido e più specialmente Giuseppe Frank pretendono che qµesto .senso cli cloloFe accenni ad nn\iltra condizione reomatico-iniìamn;i'atoria della muscolatura cli quelle parti, piuttosto cbe all'infiammaziooe <l-el midollo spinale il quale rinchiuso-1:om'è nel cavo vertebrale non pnò esser accessibil alla pressione dei diti. Tant'è, prosiegae il Dottore Vagtienti, che alcani Pralici lcnend'in poco conio il doforo che si risveglia con 'la pressione, allo scopo di riconoscere l'esistenza della mielite raccomandano di fare passare luogo la colonna vertebrale una spugna prima bagnala nell'acqua calda la quale aumenlaod'ilprocèsso conge,stizio, produce dolore là dove esisle l'infiammazione del midollo, li Doti. Bottieri senza contestare l'opinione del F_rank fa riflettere che nel .c'aso in questione la diagnosi non erasi sernplicemrnfe dedolla dal dolore della spina ma bensì dal complesso· di molli allri sint'lmi o-iàenunciati a cui aggiungeva il dolor alla regione vescicale, la d ifficoltà e quindi l'impossibilità d'emettere l'orina; sintòi.ni tulli che nel lor iusieme-iudicavan una condizione iofiammatoria del mido!ao spinale e della vescica, siccome la comprovò poi auche l'alililà otter1uta nel principio di malattia dal metodo antiflogistico stato adoperato, Il Doti, Vaglienti stand'all'opinione emessa dal preopinaute REl1AZI0NE J)ELLE CO NJ<EUENZE SCIENTIFICHE che l'ammollimento fo~se io questo caso l'effetto diretto della mielite, nota non poter egli -riconoscere l'indicazione d'insistere (Mese di g~nriaio, 2 3 . Tornata), tanto, come si fec~, nella somminis!raziooe della noce vomica dovendosi di preferenza fare largo .luogo al caloaielano, al seto~ ALESSAl'iDRT.l, Apresi la Scdut:i-con la lellura fatta tlal Dotto·re ne, alla moxa, ecc. . B olt!eri rl ella SI ori a di mielite Jent,i da noi pubblicala nel naRisponde il Dott, Bot tieri elle allora solo fu fatto ricorso alla m ero 'anlrccdcnte del Giornale, :Oichian,tasi in seguito d;d Pre. noce vomica, quando pet' non-dubbii segni ossenclo manifesto che s idenlé libera la discussione intorno a qoesla Storia il Dott. Vail ~rocesso infiarom;itorio era domato, quella non me no che i glient,i fa notar essere cosa r ilevante clislinguere se nell'esposto soo1 preparati, giusta l'assentimento dei più valenti Pratici caso l'nnmollimenlo fosse primiti,,ooppure secondario, giacchè eran indicati per rianimare la potenza nervea <lei midollo spi'. trilli gli Autori che scri'sscro di quest'ar'{orne.nto ammisero,oltre nale l.a qual affievolita ceri amen le mo stravasi nel caso i o discusal l',1mmollimerto da mielite, un'alt ra ~pccie d('I ID('desimo afsione in c~i li ~imedii co mpres,i fra gli eccitanti nervini, qua!i la fatto primHiva ed iodipendenlc da qualsfasi a!tra manifesta mornoce vomica, I arnica, la valeriana, ecc., noo avrebbero potol() bosa con,,dizion<·. Espr. nem:o quiod'il med esimo com'a suo avnon essere di grande giovamento quando la malattia non fosse viso ne! casci in questione l'ammollimento dovesse ritenersi sicstaia superiore ai mezzi dell'Arte, giacchè la manc,mza d'ogni come cor,sernti"o" midite lenta, iole rpcliò lo Sl<:riografo per compartecipazione. morbosa per parte dell'encefalo coslitaiva saper a qu;1}i ar-gnmenti speciali s'appoggiasse nell'asserire che appunto una circoslanza favnrevolissima alla sommini slrazione qnanclo l'ammalato fa accettalo nello Speciale io istalo cli paradei detti rimedii, Coocbiude poi il medesimo con <lire che qae~ plegia l'ommoilimenlo del midollo avesse già avuto loogo;assersto non era per certo il caso i.o cui meglio potessero c.onveoir il zione questa d1'fgli ·non crede ;ibbaslania fondata peHhè pocalamelano, ~a, moxa ed il setone, rim.edii questi ch'egli crede trebbe darsi rbe l'ammalato già da longa pezza di tempo tocco sol,oment~ ntih nelle malattie cerebrali cli simile natura, ·e;iacchè ùa mielite lenta abbia sofferla un'.iculizzaziooo della mE-desima q~1 no~ s1 trattava di semplici stravasi sanguigni o sierosi non la qoal ,1cutizza2.ione aumPotando lo stato corigcst;zio del mi! dolio spinale pote,,a questa dar ,1mpia ragione dell'improvvisa , d1 contrn~ant~ ·lenta mielite, ma bensì di yera clisorganizza;ione del m1dol,o, siccome fa provato dali'aulossia. paraplr!!ia; siccome s'osserva talvolta succedere oell'esorclire Nega il Doti, Vaglient.i che li rimedii da lui proposti ..,iano sodellil midite primith•amentc acuta, Risponde jl Doli, Bottieri lamenle convenienti nelle malattie cerebrali e sostiene all'foconvenir egli pie1,amente con l'onorevole suo Oppositore nello contro con pratici ragionamenti esser i medesimi di somma utiammrtter un 2mmollimcnto primitivo ed un ammollimento selità nelle malaltie tutte dell'asse cerebro-spiuale sempre che l'incond,1rio, c• me pare nel credere (' he a quest'ultima specie debba fiammazione cli que~le parti aveuclo preceduta I.a paralisia, s_i poò riferirsi CJUl'llo del c,1so in questione, ma soggiunge non potere temere che qaestt1 sia l'eil'etto d'un in!Hlramento linfatico-pla·egli pnnto dubitar inlorno alla genesi della paraplegia istantastico, · nea ch'egl i ha dkhiarata siccl'rn'tllHlo d'ammollimento e non JIDoll. Alciati, f. f, di J?residente, .dopo avere dimoslrato p'racome dipendrnle da aumentalo processo congestizio del midollo licamente non esser uu mezzo da disprezzarsi la compressione spinale per acutinnione deFa mielite, giacchè, meo1re, non d:bitamente fat'.a ai lati della colonna vertebrale quando si vuole IDl!nc11ron in principio li sintomi indicanti un processo lento riconoscere l'esistenza della mielite, si fa più particolarmente a infiammatorio del midollo spinaie, quali la febbre , la sete, il doparlar intorno all'uso dei mercuriali nella cura della malattia in lor es2cer bante~i per la pressione lungbesso la colonna vertediscussione, sostenepdo ch'i mi:desimì sia per la loro virtù de• bralr, ecc., la ricorrenza slessa di qoesli sintomi risentili dalplaslizzante, sia per la rivulsione sai tubo intestinale non posl'ammalato dopo una fatica corporale qualsiasj e più <l'ogni altra s?no non éssere di grande giovamento tultavolta che vi si faccia cosa la scnsa1.ione di peso in quella località e l'intorpidimento ricorso io tempo opportuno; la qoat opportunità di tempo debbe progressivo degli arli inferiori con.sempre crescente diJlicollà pare sempre avere presente il Pratico tanto nell'applicazione nel camminMe accerrnavan e,•ideole'lllente al lento effettuarsi del metodo antiflogislico, qoanto nella somministrazione deoli d ell'au:mollimento, Joollre, dice if Dott. Bollit ri, se nel nostt·o eccitanti nervini, "' caso l'ammollimento fosse stato primitivo, istantaneo cioè prodolio da congestione per acutizzazione della mielite certamente ScxuruEni, J/intiero tempo della Seduta fa occupalo dal Dul· nel presente caso in cu i, fisso il piede , fissa -a11;i. tibia dal legamrnto rotuleo la rotella e, inrgrazia dell'attitudine di flessione io cui trovavasi la coscia, portatasi questa in conlat!o della superficie art icolar· inferiore del femor·e, per l'energica-azione del le due J)Otenie in senso inverso operanti subi tal una violenta inflessione nella sua cvnti nuità che finalmente dovette rompersi. Q~1esta fattispecie dimostra parirr1ente la verità dell'asserzion e di Jfoyer cioè che quando nella frallnra ddla rotella nnn si lacera lo strato aponeurotico fibroso che copre l'anteriore · facc ia della medesiwa, il passo non è i ntieramenle abolito e l'altontanamento dei pezzi fratturati rimane circoscritto: circ-ostanze queste -le quali verificatesi pienamente nel nostro caso ci poser anche in grado di poter ottenere, se noo on callo veramente osseo, ta.le un gr~clo di resistenza oel tessuto di riun ione dei pezzi frallurati- per cui l' A cc ino polè r iprenckre dopo tre mesi l'esercizio delle sne funzion i, senza che a questo risullame nto ,siano stati ne cesrnrii i li sprciali apparecchi dei sommi Desan lt, Dop 1rylren, IlPII, Sabatier, Boyer, ~1ayer, nè tampoco il bendaggio nnitivo delle ferite trasver,al i


247 lore Tunisi i I quale die.Je lélltura della J)rima pute d'un suo Lavoro per titolo: la _febbre inlumittc,itc messa a con{ronto con la febbre co11ti11,ua. •

NOVARA. U llled. Div. Dott. Besozzi prendend'occasione dalla lettura del sunto del D111l. Giacomelli su l'all·opi11a pubblicato nel 11° ~6 di qoeslo Giornalè, comuuica ali' A.dnoanza molfi felici risoltamenli di mal..1llie a fondo patologico eguale a quello io coi è_raccomandato quell'alcaloide ua esso lai ottonali per mezzo dell'etero acetico puro dii·cttamento applicato alle parti ammalale., per mezzo d'on linimento composto con sei parli di cloroformio, con dodici d'alcoole e con trentasei d'olio di mandorle dolci e fi nal mente per mezzo d' una miscela d'etere acetico poro con piccole dosi di mo rfi na. Na rra. quindi come sperimeolai1do da due mesi in qoa la vi1·1ù dell'atropina adoperala S6cond'i metodi dei Dollori LusanOll, Pignacca e :\Lorga·oli, sia. pervenuto ad otlenere la guarigione o l'alle_viameuto io alcuni casi d'isteralsia epilettiforme, di prosoralgia, di convulsioni a forma sincopalo o di ce,folalgia. Raceomaòùa fi :wlmenle multa circospezione nell'oso di qoosto· potentissimo farm aco , avvertendo che non si debbe ricorrer al mede;;imo se non se dopo vinta la condizione iutiammaloria che può esser unit-1 all-3 citate neuralgie o che quando per l'uso del mede~imo si mellesser in scena li sintomi tl'altossicamenlo, il vino generoso ò il miglior antidoto che possa somministrarsi.

CAG LI.) 1u. In questa 'l'ornala il D,1ll. Falconi lesse uoa sua Relazione inl.oroo àd tllld ferita da arma da fuoco che un Caporale dei Cavalleggieri dì Sardegna volool ariamcnlo si procurava nell'intento di porre fine ai suoi gioroi per mezzo d'un doppio sparo di pistola, diretto l'uno nella parie anteriore dell'orecchio sinistro e l'altro nella cavila deìla bocca. li Presidente Doli. n0 • becc.hi dopo avere fatta quulch'annotazione intòrno a questa relazione, incaricava il DJLt. Balestra di tracciarn la Storia di quPsla violenta lesione e stabiliva che hl di scassione in proposito avrebbe avu to looio quando l'ammalalo (tottor in corso di malallia) sarebbe condotto a guarigione. Falle quindi alcoue comunicazioni riguardaoli, il Servizio inleroo dello Spedale, di· ebiarava sciolta l'Adunanza. N1zu. Dopo la lettura e l'approvazione ùel processo verbale dell'untecedeule Tornata, il Presidente fattosi ·a parlare del caso di morte per apoplessia fulminante la quale colpi il So1dato Raimondo Y1 trio la meuh'e lrovavasi prossimo-a gul\rigione nella S6'liooe degli scabbiosi e dimostrata l'utilità cbe poteva emergere da. nua disc,ussioae scionlifica intorno a quest'.irgomenlo, imprese la n:irraziooe 1lello ossel'\'azioni necroscopiche falle nel cadavere cii questo Sohhlo •18 ore dopo la morte, lo quali fedelmente noi qui rife1:hmo. Ab-ilo del co1·po esterno. n,~idi:à cadaverica quasi scomparsa: faccia pallida con occhi leggiermenle avvizziti: ventre limpanico in debole grado : oe3suna lesione di cootiouilà e nessun indizio di contosione nella superficio do! corpo: tracce dì suggellazione caclavel'ica qua e là sparse per il corpo e massimaroonle nelle rel,\iOl'li dorsale e laterali del co Ilo. Cavità àcl cranio. L, pia e la dura madre ingo rgate di sangue venoso noraslro. spccialmeole denso nei seni di ques1'ol1iro3: il parenchima Jel cervello pallido, soflo ed alquanto più com1)alto doll'ordinm'io: rallidi e pochìssim-> rniell ati la tela cd i plessi coroidei: 1accolla sie,·ost uei veutriciol i appena sensibile: ef. fasi oue poco ahb ,ndanle (un cucchi 1io app<' na) di siero limpidogiaHognulo alla base t.lel cranio : stato presso che naturale di lutli gli og~elli osservat,ili all'inlemo del cervello. Cavo rachideo. Iniezione atleriosa nol.1bi Iissi ma delle roening i che involgevan il midollo spinale e l'alluogato: plessi e seni ve· nosi roolt,l turgidi di sangue. Ca<•ità toracica. 1 polmoni ,mii e lib •1·i da ogni morbosa ade reoza con le pleure offri vari i ve1·so la loro parte superiore il pareachiorn spugnoso e crepitante, mentre nella parlo inferiore e mollo più nella po,terioro erano per ,tue terzi del lolalo volume lalmeale ingorgati di sangue da co.tiluire quel grado di cong e. stione conosciuto con il nome d'apoplessia polmonare. 11 cuore sano in tulle le altre parli e volo di sangue offriva nella parte interna del ventricolo sinistro una legi;for a ip-artroila i:oncentrica ed ave\•a libere, pallide, esilissime le v,llvule; molto sollili orano pure ieparli tutte del sistema vas·l le rosso. Cavità acldomiJiale. Intestini, mass:mameote i tenui, vo oli d· sostanze alimentari, non altri mente che lo sloruaro od i cras 8 ~ nei quali era vi appona quale scibala·: upparato venoso in tosi i -· nale !urgi.do di sangue per modr> chAdava a questo p,1rli uu co. lore paonazio: fogato vol~mioosìssimo, cornpajtu e pesaolìssim 0 pel sangue venoso ond'ora zeppo: milza o reni pur e,qsi, sebbene in grado minore, iogor~ali di sangue. Premessi riuesli risulta menti necroscopivi, il Prc ;ide ote d11 <:omuuicaziMlll dèll'act;id,.mte òarrando com'il Vilriola essend o in via di guarigione della scabbia per cui aveva fatto ricorso allo Speda le, meolro nella sera antecedonle al funesto caso lrov dVasi in ollimo staio di sc1nità ed allcgramonte coaver.;ava e.on i so oi Commilitoni ricoverali nella saia 11~,;li scabbiosi, nel malti o o sussegwmle alzatosi <la lelto per aoda1· alla lalrina,f ,sse improvvisamente o senza neppure l'ombra d'uu segue o sintomo precursore colpilo dal citalo accesso fulminante contro <li coi a noi la valsero talli I• più pronti e potenti rime<lii suggeriti dall'Arte. Alla narr:11.ione dell'egposlo caso alcuni fr.i gli Ullbalì Saoitarii facevano susseguire molte interpellanze dirette ad ilio minare la <lbcussione laquale per l'ora tàl"da fu rimandala ad .illra Se-dola.

PARTE SECONDA RlVISTA DEI GIORN!Ll SCIENTIFICI (Sunti del Doli. MoTUNl).

Fratl11re della base del cranio ; det Doli. Brnn-Sica,,d. L' Aolore riass ume nelle seguenti proposizioni le coush.le ,

1

razioni praliche alll:) quali gli forni argomento il caso da esso descritto. t 0 N0lle fratture d~l cr_anio o della base è sernpre ulile di togliere la compressione qualunque sian i mezzi ed in pari tempo di ricorrer ad una cura energica in armonia con le forzo dell'ammalalo. 2° Non debbe giammai disperarsi della vita d'un fral · turato del cranio, quali ne siano le lesioni, giacchè la so . s tanza corticale del cervello può essere schiacciala, ·tritu rata, ridolla in poltiglia senza che succeda il porverli mento o l'aur:ien1am011lo degli alti rnlelleuuali o la so. s pensione dell a sensivi là e della motil ità; per lo che nou è sempre corta la morte dal momento ch'i centri dai quali partono le radici non1ose non sono profumlamenle alterali, le quali perciò possono conliuu.1r ad esercitare le proprie funzioni . 5° Un versamento sanguigno alla base del cranio può dare lnogo alla perdila temporaria della visione ed alla co ntrazione delle meml,ra. 4° Le fratture della volta orl.Jitn lc producono sovente .degl i accidenti dal lato degli organi della visio ne: siffalll accidenti sooo preziosi per <liagooslicare le delle frallure. 5° La frattura della rocca petrosa si m~nifesta quasi sempre per uno scolo di saugae dal l'o reccuio ed il sangua versato alla I.Jase del (lranio può cade re nel la fariuge per la tromba J~ustachiana. Questi due sogni riunili sono d'un reale valore. (io La diagnosi delle fratture dello !ifenoide e del foro occipitale 6 assai difficile. Possono dare luogo ad uno scolo di sangue nella faringe di cni non è facile precisare l'origine. i 0 Per ultimo tutte lo frat111ro !lella base del cranio sono sempre gravi, r ichiedendosi a produrlo una forza vulnera nte considerevole. Tullavia no n son a trascura rsi le risc,ri:e dt'lll' Arie, perchù sovente riescono vitLor jose.


ST!TO GENERA.LE NUlllERICO DEL MOVIMENTO DEGLI AMMALATI

e delle malattie state curate negli Spedali Divisionali e Succu1lsali ftlilitari di Terra e di Hairna nel mese di ge !tnaio ,I 853. o

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GENERE Dl MALATTIA

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Scrofola. . . . . . . . . . . . . . . S.c orbulo . . . . . . . . . . . . . .

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Vizi organici del cuore . Ancurismc . . . . . . . . Ulcere. Fistole

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Idrotonrnc . . . . . . . . . . . . . Ascite . . . . . . . . . . . . . . . .

.., Edema . . . . . . . . . . . . . • .

Tamori . . . . Ascessi acuti .

. .:. Artrocace . . .

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... Spina ventosa

..

; Osteosarcoma . . o Carie.e necrosi. ·. ~ Ostacoli uretrali . Calcoli.

..

Fer ite . . Fratture. Lussazioni . . . Scirro o cancro. Cancrena. Sifilide primitiva Id. Costituzionale Suicidio. Io osservazione

. .. . . . . . . . . .

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Jl.Iorbi non compresi nel quad1"0 : Leggieri morbi !oc.ali . . .

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• 1 2 6

1

... Id. lenti. .... fdrocelo . . . . . . . . ~ Varicocele, Cirsocelo . o Sarcocole. . . . . . . .

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1 •

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Tabc .. . . . . . . . . . . . . . .

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El Tisichezza polmooa le. . . ·. . . .

Totale dei morti ... -58 -

Torino, 1852, Pelazza, Tipografia Sobalpiua, via Alfieri, n• 24,

,

• 2 1

861 32 15 2882 43 li 5'1

5oo9 -

. .

Stenoc,mlia . . Neuralgie varie

18

26 • 8f> 6

li

2

Tigna . . . . . . . . . . . . . . . .

Paralisia

Prosopalgia . .

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5 82 40 1 95 215 266 • 4 26 11 •

~ l Si:.ibbia . . . . . . . • . . . . . . . i:i Erpete . . . . . . . . . . , . . . .

Tetano.

2

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2 3

1

Epilessia . . . . . . . . . .

85 5 6

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20 12

Apoplessia . . . . .. .. .

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34

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Risipola.. . . . . . . . . . . .. . :;; Vaiuolo . . . . . . . . . . . . . . . l=: S1·arl11tlina ... . . . . . • . . . . :; ~Rosnlia . . . . . . . .. ... .. .

8

210

lpocoodriasi . . . . . . . . Nostalgia. . . . . . . . . .

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861 32!5 2882 43 1157 3 • 3 » •

Riporto

Mania.

GS ,. 28 •

Diabete . . . . . . .

Totale dei curati .

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• •

82

3

?Em,11emes1 . . . .. . D.ia1 re11 .. . .. .. . d'umori DiSBeuteria ... . . secrnti C~olera morbo .. .

A riportare .

1

29

3 3

, 1

Sanguigni. (Pn~umorr~gie . . . .

·

28

»

Emorroosi cerebrale

;,.

23

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Osteite \Periostite ..•.

:l

I

J4

Ur"t rilo . Id. Blonnorragica . Orchite.. . . . . . . . .

polmonato

4

1

35

Reumatismo . .. Arlrile Cistite

Id.

3

34 128 10 19

• .

'"' Splenite.

Flemmone. . .

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101 406 3(i4, 6 143

· . .

1

4 2 1 2

..

;;: Gastro-enterite

z Ep11tilc.

6

l • 23 112 !Ot

Blennorragica . . . . . Angina. . . . . . Bronchite . . . . Pleurite e Polmonite ·. Ciirdile o P~ricardile . Anaioite .. . .

<

5

1 248 1 2 )) • ,, 73 2 ~ 3

5 20 11 85 155 !44 4 6 5 26 16 24

Reumatica . . . . .. PurolrT) la . . . .. OLt alinia Bellica o Contagiosa .. .

6

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1------- -- -- --

171 1127 1049 1 2 • 1 " J 89 185 2'11

Sinoche . . . . Cont.inue. . T/fioidee . . . . .

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l\lortalilà relat,iva, 3 più dell',1 p. 010.

li Direttore Doti. COMISSETTI Med. Div. ll Vico-Direttore .espons. Dott Bar. de IlEAUFORT M R.


( ai 7 di marzo ,185~ ) ANNO Il. N. 32. ~--- -----------------------------------------~v--

GIORNALE DI HEDICINA DILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL' ARMA'f ASARDA. ,

L'associazione non si riceve <;he pe1· un anno e comincia co_l 1" d'agosto. li Gioroalesi pubblica nel Lunedì ·di ciascheduna settimani). PREZZO O' ASSOCIAZIONE

In Torino .

L. iO.

In Provincia ed all'Eslero, franco di posta. . .

L. 11.

L'abbonamento debbe p;ig(lrsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGRAFIA SonALPINA via Alfieri, numo 24-. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed ac::ompagnate da vaglia postale.

1° Doti. TES'J'A: Rendiconto Clinico - 2° Doltore DE BEAOFO&T: Riflessioni intorno alle Statistiche Mediche. 3°Doll. TESTA: Evirazioné spontanea. - 40 Idem,: Commozione cerebrale. - 5° Relazione delle Conferenze Scientificllt>. -- 6° Dott. GucòMRTTI: Rivista dei Giornali Scientifici. - '7° Lettera del Dott. Massone.

da abuso di cibi acri, s<1Ja1i e Slimolanti , scompariva in breve per l'u,o di polveri risolventi e di congruo regime.

S~:1uun10. -

17 Gastmlgia 1. Rimaste O. Enteralgia 2. Rimaste O. Diarree S. Rimaste O. Giorna_le di permanenza 112. Media 14. Frullo in genel'ale d'irritazio,;i inlcslinali µer vini alterati o di cattiva indole e sequela, le diarre11 special-

PARTE PRHIA. R1tNOICOIITO CL INICO DlìL . )lùV llllEl'!TO DllGLI .UIMALA TI CURATI JiiE LL'ULTUIO QUAUl\aJESTllll DEL

SPEDALf!

1852

N EI.LO

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DI VIGEV ..\l'i01 CON P.I\EVI CENNI I NTOR NO AL

~[l\'f0DO M CURA AD0l'EJ\ATO

(del i\fed. di Regg. Dott. 'FSSTA).

(Cont. e fine, v. n° prec.) 15. Uretrite, semplice 1. Rimasta O. Giornate d'i petmanenza 11. ])ovula ad abuso di cibi e liquori _slimolanti e manifestantesi con sintomi di clis~uria e d'ematuria cedeva in breve tempo . alla dieta, al riposo, alle bevande gommose, al saognisugio perineale ed ai cataplasmi molliti vi soprapposi i ad nnzioni d'estrailo d'atropa-belladonna falle ,w lla regione ipogastrica.

14. Risipole 4. [(imaste O. Giornute di permanenza 58. Media 14 1J2. Spontaneo le une o dipendenti da imbarazzo gast rie o comparvero per lo più alla faccia e cedetler in poco lt·•inpo al moderato melodo antiflogistico ed alf'uso epicratico delle bevande stibiale; se1:ondarie le al• tre di ufcere iulìamm»le alle gambe, scomparirono col migliorare delle ulcere stesse. 15. Scabbia 5. Rimaste 1. Giornate di permanenza 55. ltfedia 15 114. L'uso iulerno dello zolfo, le unzioni con la pomata antipsorica, 1<1 disinfezione degli oggetti di vestiario baslaron alla guarig.ion e ad im pedire le recidive. 16. Erpete 1. Rima810 O. Giornate di permanen.za 12. Si otomatico di gaslriche saburre da disordini dietetièì e

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mente, di pel'turbata 1 traspirazione della pelle manifos!a-: vansi con dolori addominali più o men intensi e frequenti e con slilichezza o con diarreà e facilmente si scioglieyan con purganti oleosi, con bavande goiIJmose o tamà . rindate, con le decozioni di riso, con le poJv·eri del -J)ower; con l'oppiu e con l'ipecacuana. Più ostinala si mantenne la gastralgia contro cui, oltr''lli citati r imedii, furono nccessariì sanguisugi.i locali, frizioni di pomata con acetato di mor!ìna, vescicatorii alternali per più d'un mese e finalmente l'uso interno dei così dett i rimedii virosi. 18. Prosopalgia 1. Rimastct O. Giornate di pennanenza' 15. Compl.icata a gastricismo decorreva con regolari

acc(•ssi a tipo ter1.anario i quali, vinta con gl i emetici la condizione gastrica, cede,·an alle pillole di soll'a1 0 di chinina, all'.-stral\o di valeriana ed· all'oppio gom moso di .Baumè$.

1!J. /dropisìa ascite I. Rimasta O, Giornate di permanenza 19. Questo spetiale caso d'idropisia ascite complicala con in;orgo splenico e con idrotorace _sinistro, richi!•So presidii terapeut ici varii, così che formeranno l'oggello <li particolare Memoria. Per ora dirò come li sanguisugii ai vasi emorroidali , le bevande diuretiche, la digitale, l'acetato di potassa, il nitro ad alla dose, la squilla, i purganti draslici, il calomelano, li vescicatorii rinnovali ed i bend.iggi compressivi , allil'ando la catarsi o la diuresi , prOrYllJ\icodo l'assorbimento dei liquid i stravasati e risolvendo l'ingorgo splenico abbiano, insieme coi preparati maq.iali ,~omministr.ili per correggere la disc rasia· sangoigna, condotto l'a~malato ad in-sperata guarigione.

20. Edema consecutivo a grave contusione della gamba 1. Rimasto O. Giornate di permanenza 60. Il Ser · gente L. nello scorso maggio, colpilo nel la parte interna della gamba sinistra dal calcio d'un ca vallo rilevava una ,gravissima contusione in quella parte. l l pronto uso dei


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bagni ghiacciali -combinali con una Ie ggiera cornpressfon 6 cessò in cinque giorni la tumidezza e diminuì il dolore deHa parte olTe:sa; a tla persislçnza di quest'ultimo furono in seguito e per più d'un mes·e op_pos,ti con van~ag·gio un sangu1sut io locale, i càtaplàsmi m\lllitivi irrora'ti con \lèetalo Ji piombo liqoido:ed un semplice bendaggio espulsivo. Ma resth1 l'ammalato alle ammonizioni, con il frequente alzarsi da letto, oltr'ad un irrgorgo 'edematose alla -gamba il quale n:iollo sensibile nella sera cessava affollo nel mattino, favorì l'evoluzione d'una risipola edematosa a tulio l'arto inferiore di cui riuscì a liberarsi con il riposo, con la posizione tiella parte ammalala su ù'un piano. leggiermente inclinato, con cataplasmi mollitivi irrorati con acetato di piombo liquido e con blanda fasciatura espulsiva. Rilllaneva però ancor un discreto ingorgo nella gamba il quale, perchè non apparen te fuorchè dopo 11m1 protratta stazione, non fu giudic.<110 tale da impedirn ohe il Sergente L., muuito ·d'opportuno bcndagg·io espulsivo, rientrasse in Quartiere. Quivi atlendeva il medesimo alla meglio al proprio Servi1.io senza punto curarsi di questo ,:;110 abituai edema e senza cousultare mai alcu1•a persoha dell' .\ rie, qua odo resosi di bel nuovo più diffuso e pil'.1 dolunte l'edema, dopo cin-quaota giorni fu quello costretlo a rientrare nello Spedale. Il rinnovamento del metodo di cura già prima usato, le unzioni con linimento vo,latile canforato, li vescicatorii hequenlemeole applicati quand'io questo, quand'in quell'allro putilo della gamba e finalmente -l'uso protratto del bendaggio Hspµlsi "o, nel periodo di sessanta giorni dimi : nuirono quell'ingorgo edematoso per modo che , munito l'ammalalo di calza elastiça atta a facilitar il circolo lin fatico divenuto difficih, per la probabil ostruiione od obliterazione di alcuni tra questi vasi, tro\•asi presentemente in grado d'attendere regolarmente ai suoi doveri.

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più essenziali rinvenute nel cadavere merita singolare men-

l zione un tumore cistico del volume d'un ovo gallinaceo ,

d'indole sleatomatosa, di consistenza dell'adipe indurito ma crepitante e costih1ilò da unà sostanza bianchfocio -gra, nellosa di vern ca raUere ossrvoro : m.otiro per cui' fu am. mol1ità e r idotta in ateroma una graòde patte della sostanza ossea della quinta e sesta vera costa sinistra alle quali 0 1 alla sottostante pleura inspe9sila aderiva il tumore oltre ai limiti del quale scorgevasi inalterata la rimanente parte delle medesime coste. '1

25. Pseudoreumatalgia termin.ata in aitces.w con ca,ù della cresta iliaca 1. Rimasta ùi cura. Costantino n., Sol-

dato nei Caulleggieri d'Aosta, di temperamento sangui . 1 gno, non mai prima stato ammalato era tocco da contal mioazione venerea quando nel mese di luglio p. p.· ru ·! condannalo al carcere per rissa. Sottoposto ad un metodo di cura specifico ne rilraeva pochissimo vaotàggiò; che anzi dopo un mese di prigio.nia i1t un care-ere umido fu preso da dolori ,aghi che· tormeniandolo incosta11leme11te ora di giorno, ora di 11otle, or in questa ed or in quella parlc del.l'apparato muscola"t'é setnbrava11 escluder i'J d-u'bl>i'o ~he polesser essere dolori osleocopi. Sconiala la.pena.,. dopo qualche tempo era accetta-lo in questo Spedahi dove, o1tre all"intèusa febbre socia ai d@loTi musc0lar1 vaghi per tutto il corpo, lamenlavasi specialmente' d'un dolore fisso alla cresta iliaca d.estra. li (Jletodo antiflqgistico generale e lor.aie, le ventose ed i vescicatorii signoreggiarono la febbre ed attuliron il dolere , ma un subdolo e leuto lavorio infiammatorio dava luo-go nel!a tei;mu iliaca destra ad un profondo ascesso il quale aperto con il'ferro lasciò stillare un'abbondante e f~Lida suppurazione mescolata a sanie. E1;pl'brato con lo specHlo il fondo de'll'ascess·o e toccatasi denudata e scabra la crrsla iliaca, si pra,ticò una più ami pia apertura di quello; medicando quindi l'ulcera con quei 21. Scorbuto 1. Ri masto O. Giornate di permanenza 52. presidii maggiormente atti a favor ire l'esfogliazione della Quest'ammalalo entrava nello Spedale di Vùghera per parie neérosata del l'osso e somministrand'ioternamente gìngivile scorbutica ·la quale , :i nùlla giovando le bevande il ioduro (ii potossi1:> che ad alta dose é allualm~nte molto minerali subacide e li garga rismi aslringenli e tonici, fu bene tolleralo ( 1). susseguita da s.intomi di conformata omonima discrasia di cui trionfarono poi compiutarnenle J:ulterior uso dei suba· 24 . Uretrit·i IJ/emwl'ragiche 4. Rimaste 1. Giornate di cidi e dei tonici, il vitto nutritivo e l'aria nativa. permanenza 87. !tfedti.a 29. Gli ammalati di blennorragia Ì,I

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22. Morbi lùcali 45. Rimasti 5. Giornate di 11ert1Ut· .nenza 882, da cui dedotte 406 consumate dal Soldato Rey che morì per lenti ascessi manten·uti da ign0ta disci·asia , riducevasi la Media a 12 giorni. Non mi fermerò ad accennare partitamente al melodo curativo adoperato nei varii easi di furoncoli, d'escoriazioni. di leggiere scollature, ~h flemmon i, di as~cssi acuti e d'allre simili lesioni ; accennerò in vece di volo al caso del Soldat<_) Bey dei Cavalleggieri di Novara il quale mancò ai vil'i dopo 406 giorni di decubito nello Spedale in seguito a moll1plicali lenti ascessi che associa1isi in fìne di malattia ad infìammazion"' del tubo gastrenlerico trassero l'amn1alalo al ma· rasmo e qui11d i a morte. ColHSti ascessi mantenuti da ignota discrasia e renitenti all' illuminalo metoòo di cura ch'il distinto Collega Don. Cerale primo ir.traprendeva ed io prnseguiva: non essendo stali da me osservati nella loro prima evoluzione e nelle successive fasi , ma avendone solamente avuto un sommario ce11 no, non 1)ossono formare il soggello d'una Storia per parte mia, siccome potrebbero formarlo per parie d'altri che .meglio soddisferà al volontario incarico. Riferirò solo che lrà le lesioni patologic~e

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aveodo fallo tulli ricorso allo Speda le mentr'erano già ad uu periodo più o men innoltralo di malaltia, non polè più tentarsi la cura abortiva. Curati perciò con i I metodo molli1ivo sul principio e quind i con la pozione balsamica del Chopart, coq il pepe di cubeba e , nel terzo periodo di r'nalallio, con alcune iniezioni a.veilti per base il nitrato d'argento od il solfato '·di zinco con laudano , ~uarirono lutti fenza recidiva conosciuta.

Orcltiti blennorragidie 5. Rimaste 2. Giornate d·i permmienza 42. Dei tre casi d'orchile blennorragica ch'ebbi a curare cedette il primo al metodo antiflogistico generale e locale e poi allo unzioni locali d' unguento mercuriale unilo all'estrailo di cicuta. Nel secondo caso mauifesla 10.si in un 1ale F. già staio altra vQlta tocco da contaminazione ,•enerea, il medesimo metodo di cura non polè imped ire l'indurimento del testicolo, indurimento questo che fu poi C'o ndolto 3 perfella risolozione la mercè dell' idriodalo di potassa sc,mministralo internamente. Nel terzo caso fin/li( 1) Di questo C'aso dil'ò più diffusamente a malattia lìnita.


mente all'orehilo leone dietro l'idrocele il quale curato pallioti.vamenle con la puntura si ri11r..idusse, per cedere poi alla medesima cura pallialiva susseguita da fomenta zioni fatte con tintura di iodio dilullo nell'acqua. 26 . Ulce,·e teneree primitive 9. R imaste ti. Giornate di pennanensa 151. Media 20 110. Offertcsi generalmente

nel lc,ro periodo di progresso e situate per lo più alla ba se della ghianda od ai lali del frenulo guarirono quasi tulle ()fil con semplice cura locale mollilivo-na rco tica ed ora con la caolerizzazione falla con il niiralo d'argento. In ua caso io cui si manifestò l'indurimento Hunleriano, oflre alla modicazione locale con unguento mercuriale, dov11t1i 1•icorrer all'uso intnrno 1lelle pillole cli Plenk. 27 . B ubboni venerei do ttlcere 1,rimitfoe 8. Rimasti O. Giornate di permanenza 409. Media6 l t 18. A comballere

questi ingòrghi ghian"ilolari da ca~ione specifica furon o sempre utili <' qualche volta suffi cienti il met()do au tifl o gìstico generale e locale e le unzioni locali d' unguenlo mercuriale. In guelfi d1e volser ad indurimento s 'ottenne la guarigi one la mercè dell'uso interno dei iodurali e della applica1ion esterna della pomata mercuriale con cicuta o con idriodato di potassa, la mercé dei vescicatorii e della compressione. Per lo più $i doveller anche somministrare inte rnamente 11'1 preparazioni mercnriali ed in un solo caso io cui il bubhoue riusci a suppurazione baslarolll) la medicazione mollitiva locale e quindi la compressione. 18. Conditomi 2 . R imasti O. Gior11ate di 1>en1ianenza 45. Media 22 112. Espressione di lue sifiliti ca già staia in parte combattuta in altro S'pedale, furon o questi condilomi curali per mezzo del metodo dello ))zondi, dell e cantPriu:oiioni con l'acido nitrico e dei bagni locali con l'acqua fageden ica. Hopo aVf.re per lale modo soddisfallo al prefìssomi scopo di riferi r intorno al roovimeolo geuerale degli ammalati ch'ebbi a curaro nell'ultimo qua drimeslre del 1852 ed a quello d'offriru la media delle giornale di permanenza nello Spedale pM ciascheduna classe <li rnalallio , accennerò solo brevemente com~ non ostante lt, incostanze dell'umido-fredda atmosfera per cui po1evan :1 buon diritto lemcrsi malattie di dominio medico di non poca gravità, queste tuuavia occorscr in ienerale benigne e tali da cedere fa cihneole ai più semplici mezii dell'Arte. Acceunerò anche <:ome le ottalmie domioale, se.mplkemenle d'indole reumatica, siano statti di fu cile guarigione, menLre che occor,rnr ostinatissimo le ollalmie pu ru lente che si manifestarono nei Soldati reduci da Genova; circostanza questa la quale prova come nel presidio di Voghera, in grazia forse della salubrità <lei locali e delle regole igieniche prescrille ed allua te, siano mancale quelle spe• ciali cagioni che valser allrove a generare l'oltalroia pu· rulcnta. Dirò finalmente come nella sposizi one del metodo di c11ra sta to adoperalo in ciascbeduna malallia io mi sia allenulo fe1lelmeo1e ed esallameote allo Memorie mensuali che per mia normo. andava di man in mano tracciando.

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(do! Dolt. J}ar. DE BE.lUFOll.TMecl. di Regg. lette io una

Conferenza nello Spedale di Torino). Fino da q11aodo cominciò ad avore vila questo nostro Giorllole, la Redazione pensand'all'uli lità r:ho lauto da 1 lato della Scienza. quanto da quello dell' Amministrazione sa rebbe immancabilmente derivata dall'uniformità o regolarità-delltl Slalistic.he Medico -Chirurgiche Milìlari, emelleva voto perchè lull' il Corpo Saoilario··Mi lilare volesse dar opera a l couseguimenlo di qoeslo scopo. Lusingandosi quindi che qualchednno fra i nostri Colleghi avrebbe proposto un progello cli Slolisli ca tale che racchiudend'in sè lulli li requisiti alti ad illustrar un siffatto genere di lavoro meritevole fosse della generai approvazione, lìmilovasi la Redazìone a pubblicare mensilmente il Quadro Numerico degli ammalati diviso nelle antiche quallro categor ie; e ,·iò si n a quando , 1rovatasi delusa nella sua aspellaziono e coslreua a supplir essa stessa alla meglio a queslo son lito biso,:no, propose l'attuale Quadro Slalistico il quale, la mercé del patrocinio dell'illuslre Presidente del Consiglio Snp. Milit. di Sanità , il Commcnd. Prof. Riber• dt cui le prr,murose e potenli solleciturlinì non vennero mai meno in qualunque sìas, cosa che all'utile ed al decoro del Corpo SaniLario-Mililare contribuire potesse, fu per Superiore disposizione generalmente adollalo. E sebbene questo Quadro non possa dirsi compiuto, perchè di moltissimi miglioramenti suscettibile dal complesso dei quali emaneranno sempre più incontestabili i buoni risultamenli che la Scienza e l'Am minislra.zione ritraggono dal nuovo Ordinamento elle da due anni ci r egge, tuttavia sare,hl.,e già il medesimo in grande parie sufficiente sempre quando gli Uffiziali Sanitario-.Militàri vi s'atteness1::ro rigorosamente per ciò specialmente che riguarda la precisione del diagnostico e la uniformità dei vocaboli nosologici. E valga il vero, da 1111 allento esame dei dodici Q11adri mensili dello scorso anno pote11do scorg(•rsi in quali mesi il numero ùegli ammalali sia stnto maggiore, in quali minore e qna li siano state le molallie che in cia$chcduo mese hanno predominato, non solo siamo traili a studia re le cagioni dirette , ma bene ancho l'influenza che nelle medes!rne malallie esercitan o le stagioni, gli EsHcizii l\Jililari, gli alloggiamenli, i cibi, il cli ma, ecc., per avvisa re poi ai mezzi di prevenirle, di minorarne il numero e di curarle sempre più ragionatamente. Di fatto scorgendo nel Quadro eh 'il numero massimo (5574) degli ammalati fu nel mf!se di loglio e ch' il minimo (522-:"?) fu io novembre ; cbe gli ammalati esse nil' in numero di 4125 in genna io mossero continuamente in senso progressivo sin a raggiunger in maggio . la cifra di 5571; che nel mese di giugr,o la diminoziooe di circa 500 ammalali (5097) fu susseguita nel loglio dal massimo aumento dei mede~imi (5574); che Onahnente nel mese di luglio la quanlilà degli ammalati andò progressivamente diminuendo sio al mese di novembre per aumentare di nuovo i11 dicembre (5679), scorgendo noi, ripeto, dal Quadro qullste varie fasi d'aumento e di diminuzione e nou polea dole raoisare siccome opera del caso, siamo ragionevolmente indolli a rintra cciarne le cagioni nella diversità delle stagioni e nella vita del Soldato. Per ciò che riguarda le stagioni , a volere ooi , oltro


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le foggio. Quanti fra noi uon hauno segoalato q11est'i11 alla co11usciuta J0ro generai iutlucnza 11ella proùuzione cooveniente ? Eppure qu;;nti fra noi furon ascoltati i' di questa o quella malattia, parlare del c11ucorso speciale Quant'agli t. sercizii od alle grandi manovro d'ostalo e ch'esercilarono nell'evoluzione dellt, rnalallie dornir.ale d' autuuno, io credo che, se possono qualche volla riuscire nell'anno 1852, bisognerebhu che disc1mdc3i;imo i,: parl j . a da11110 dtJlla sanità del Soldalo, ciò dcbb'uccaderc sola colarilà relative a tulli i luoghi dove vi sono Spedali Mi·· mente in graùo leggiero per le prime volle, giacchè in )ilari e che avessimo noi Quadri Statistici lt, indicazioni generalo noi vediamo che, con il rinnovarsi di queste Lcrmo-barumelri che speciali a ciascheduna, le quali ci man manovre, il numero dc61i ammalati diminuisce t.1111t, nei cano e f}Uand'auch~ le a vèssirou noo potrebbero figurare in questo breve Scrillo A que~to riguardo oi limiteremo Quartieri, quanto negli :;pedali. Contro questa rnia as~erzioue sembrerebbe a prima giunta depor il notalo au· perciò od accennare corno l'inverno • benchè mite, fu mento degli :1mmalati appunto 1101 m(•se di luglio in cui piullosto i,roluugalp dalle _rrequenti variazieni almosreri· furono ricominciate le gra.ndi manovre ; ma, oltrachè che e dall'i11costauia della lempt1ratura; che la primavera fu sin al maggio quasi una prolungazione dell'inverno ; quest'aumento essendo stato momentaneo debbe , come dissi, derivarsi dall'assuefazione mancata nell'inverno, è che il caldo <foll'estate fu nel mese di luglio e nella prima poi dessa cosa positiva che le grandi manovre siaon state decade di settembre tcmptiralo da frequenti pioggie; che la cagione di questo massimo aumento di malattie? In finalmente l'autunno fu btilfo eµ asciutto io principio ll quaot'a me non sarei hrngi dal ritenere cht1 sifTallo au . che il successivo freddo l'u mite sin ai primi giorni ùi ml\llto debba al!ribuirsi al rnoclo 1!Ù all'ora in cui t-hbero òiccmbrc in cui soprovvenncro le folle e conlinuale 11ebbio che ncs'suno ricorda le eguali. In qutisto sommario cenno luogo i bagni, piulloslo che all'anzidetta cagione. IJi faito inloruo alle stagioni lull'al più noi u·overcmmo la ragione le acque del Po qui in Torino sono troppo vicioe alla sor• del prcdomioit1 dello varie malall:e dominale, ma 11011 gente e scorrono troppo rapide perebè possa rit~norsi che . nel mallino di buon'ora sian ancora calde dal sole del giungeremmo fo rse a spiegar il progressivo aumcuto o diminuzione di queste, quando non 1e11cssimo ut:'l t!ovuto giorno innanzi : ritengo perciò che il tuffarsi 1;el Po prima del mezzogiorno sia cosa dannosa. A quei Sold\\li poi che riguardo molte altro circostanzt: e specialmente il genere di vita del Soldato, vario c,rn il variare dtllle slagioni vanno il tuffarsi n11l Po rlopo il meno giorno :1i lascia stesse. E prima d'ogn'allra cosa noteremo cl/il maggiore sempre tutt'il tempo necessario per asciugarsi dal sudore aum~nto deglì ammalali nell'inverno de riva per cagione promosso dalla gita dal Quarliere al Valentino, q11and' il pri111a dalla presenza òei Ccscrilli i quali nuovi alla vita termometro s1~gna 26 a 28 gradi nell'aria e soli 17 gradi :Militare nou possono noo risentir incomodi alla sanità nell'acqua r La quantità delle si noche reumalicht1. di dall'cssl'I' obbligati a cangia,· ad un trailo le loro abireumatismi e di gastrnnteriti p,,r soppressione di sudore tudini , la natura dei cibi, la qualità di vestiario et.I il , lo quali domiuaron a ppunto nd mesti di luglio ,,. p. ci indicano piullosto che ciò non sia. Comunque p1,rò io gen;re di fati che. Un'altra cagione di maggiore numero dcsidurorni che quost'argomeoto fe rmasse la vostra allendi malattie 11ella stagion invernali vuolsi ricercare nel Servizio di GuarJia il qaale riesce molt11 volte anche funesto zioue t! promovesse una tliscussione pacata dalla quale ai vecchi Soldati per la ragione cht1 s'aspongocro lrequenpotesser emergere quei suggerimenti valevoli ad ailonlatemeutc a troppo rapide variazioni termometriche pasoa re dal Soldalo gri11convenienti sanitarii nei quali può incorrere nel bagno che per aflra parte gli è cos i utile sando dalla temperatura che è in generale calda nei Corpi di Gùardia al freddo più o men intenso cho domina le e salutarn semprochè sia eseguito second'i dettami dell'Igiene. varie lor.alità in cui quelli debhono. star in faz ione. 111 concorso d1~lle anzidette cagioni , ad aumentare nell'i11In altra riunione ccrcl1crò s, olgen·i alcuni mìei pensieri intorno all'aheroar$i del predominio ddle di\·crs~ verno il numero degli ammalati conferisce il maggiore abuso clte in della stagione il Soldato fa dei li quori spimalattie nel 1:orso dell'anno l'<l 111toruo alle cagio11i della r itosi , lo smt>rcio dei qua li coslitui:;co generai me11le lo instabile relazione fra il numero degli am,nalali e quello dei morti. speciale traffico di negozianti ambulaul1 niiserabilissimi clie si permetlon ogni sorta d'adulteraz ioni collo sco1>0 di renderli più graditi al palalo del Soldato a cui sembra tanto meglio ripararsi dal freddo ai primi albori del matSTORIB DI CASI RIMARCHEVOLI. tino, quan to maggior è il grado di calore che gli eccita nel veulricolo il bicchierino ili brandviii che tracanna d'un sorso. Finalmenll! gli Esercizii ai quali il Soldato è co . 55 maudato nell'inverno . riescono freqn 1111l1imcn1e dao oosi più che nell'estate, non già pllr stessi. ma bensì per f VlltAZI OP.:E SPONT.t.NEA la lrascurarna di quelle regoltt ìgieniche cbo so,cnte dal Medico Militare proposte, difficilme11te soo ottenute nei (Storia comunicata dal Mcd. di Regg. Doti. T11s1·A). Quartieri. Così, ad esempio, quand'il Soldato fa dagli Esercii.i ginnastici ritorno al Quartiere lo 11i fa camminar a Carlo B., già Contadino , quindi 5olùato 11ei Cavallt1g· passo Ili corsa perchè troppo rapidamente non ~i rafgiori d'Aosta, d'auni 22, di ternperame11to sanguigno- bi. freddi la superficie del corpo, madida in generale di su lioso, oon mai staio tocco da malattia speciuca , nel decimo dore per effello degli eseguili esercizii. Ma , rio11Lralo il anno di sua età cadendo dall'alto d'un albero riltwava la Soldato in Quartiere, nessuno più bada a che il medesimo frattura dell'osso parietale sinistro con depressic•oe del continui pt1r un determinato tempo a rnanh,rrersi vestilo medesimo o con susseguente grav issima commozione co. e ad impedire che !Camicialo s'esponga alle fines trn o su rebrale la quale, quonlu11qno rl'golarmcnle curala e vinta,

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lo lasciò d'indi in poi proclive a vertigini e ad alterazio oi me'nlali di varia indole, specialmente ricorrenti dopo le protratte fatiche o per elfotto dell'insolaziooe a eui era sovente obbligato soggiacere nell'esercizio dei campestri lavori. In mezzo a siffatta morbosa predisposizione es sendogli sopraggiunte cagioni di tristi patemi d'animo, nel giorno primo del mese di luglio p. p. spontaneo allont.. navasi dal Quartiern dirigendosi incerto per. la campagna dove, dopo avere qua e là vagato, stanco finalmente del cammino arrest:H•asi sùraiaodosi in pien meriggio in in un prato distante quattro miglia da V9gl.Ìera. Quivi dopo essersi spogliato del!\~ vestimenta , silenzioso se ne ~lette per qualche tempo tisposto ai cocenti raggi del sole. Alzatosi quindi ad un lratlo .e datosi forsennatamente a correre per li circostauti campi solo si l'errnò per tagliare, con un falc~llo trovato a caso in quei luo?;hi, fronzuti rami e fiorilll pia 11te con cui $' a1Jornò il capo cri il corpo lntto. Ciò fatto ripigliò precipitoso la corsa i11 cui perseverò sioo a che precipitaod'111 1111 1Mn avvcr tilo fosso , tullu gro11 danto di sangue eq eviralo ritraeva~entt a stento dopo non mol-to tempo per ricader a hrevll di5tanza al iluolo sfinito di forze ed in mezzo a prol'usa emorragia. Alcuni Villici poco lontani da quel luogu e sin allora testimonii oculari della lragi-com1ca scena , chiamali dai lamenrnvoli gridi dalla infeli~e \'illima del!a propria demenza accorsero b·cn prc~to e, rimiratene le tragiche eon;eg11e11zu , àiclforo pronta opera a ripararvi per quanto polèvano tras.portand'il B. allo Spedale di Voghera Giunti in questo luogo quallr'ore dopo il doloroso avvenimento ci rendevan ii1formati delle suesposte particolarità lasl'-i~do clie l'A rt~ provvedesse alla sorte dell'ammalato i! qual offri vasi nel" seguente stato : facc ia pallida con occhi lan~1wnti ; sincopi frequenti ; prostrazione somma di forze con respirazione languida e con polsi piceol i, molli e cadenli; ma11i ed abiti intrisi di rnngue: ampia ferita verticale al qua nt' irhigolare ed eslendentesi dalla base del pene al pt1rineo con lotale mancanza ddlo scrolo e d'ambi li testieoli, in, vece dei quali scorgevansi volumiuosi grumi sanguigni che ùìligcntenie nle rimossi lasciaroM notare la ·ritrazione dei cordoni sper. malici e la spontanea cessazione dell'emorragia dei vasi omonimi, dand'in pari te'mpo luogo al rinnwam,mlo em orragi.:o dalle boccucce d'alwni va si arteriosi c11la11 t}i i qua li furono prol)tamente legati . In visla rli tanto gua.to nl)n lar,lava il Doll. Poggi a metter in mutuo contatto li sufficionli lembi della p 1~1le scrotale; rnantene1:dul1 in posizione per mezzo della cuci _ tu·ra a sopraggitto , continua 1a solo sino ver~·it fine de Il'angolo inferiore della ferita onde lasciare. libera la via alla suppurazione. Alcune listerei lt> di cc rollo diaqui lonno una f'aldella spalmat~ d'unguento rl'frige rante, poche bene dispvste fìlaccica e fi11:1lmenle un sos1wnsorio compivano l'apparecchio di rne.dicazione a cui s'aggiun so l'uso locale dei I.Jagni freddi, la presl:rizioue d'una mistura cardiaca e della limonata vege1ale per bevanda, ra ccomandando uel medesimo temp0 :,!l'ammalato la maggiore tranquillità fì;;ica. e morale d1e pn lui fosse possibilli, Nei giorni susseguenti nei quali vi~ita i l'ammalato insieme co pre!odalo Dott. Poggi , trovammo : ai 2 di lugl io avero {}assala la notte io discreto son110, ìnterrollo solo qualche rnlta eia vaniloquio e da agilazio1rn pr<>vocata da I timore di futuro castigo e notammo nel maltio 1 la respiraiione mnho naturale, il ca lore del la p0i!,• t1!1 pùl!O aumentato,

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1

poisi piri animati, lu sete piullosto viva, Ja località non dolente e l'apparecchio di medicazione appena umido di siero sanguinolento: (dieta, cuntin.1'ttzio,1e dei bagni freddi' localmente e delta limonata vegeta.le ghiacciata interna.· men.te): ai 5: noti•• · più tranquilla: maggiore calma mora!e: più, mito la sete: più tranquilli 1 pol,,i ed affauo 11ulurale la respiraiione. (medesime prescrizioni), ai 4: condizione generale dell'ammal11lo mol to lodevor~ , dopo una notte tranquillissima. Rimosso l'apparecchio òi m1~dicazione si rinvennero : l1cvenwnt,: 1urgi1ti i margini d(,lla ferita non ancora suppurante: discreto edema dei pene: missi!n dolore locale (medicazione a piatto: si so.~pendon i bag,ii. locali: solita bevan·!a e regime dietetico): ai 7 : dopn tre giorni passati ud medesimo stato si rinnova nel mallino la medicazione; ne ll'atto della qnaltl scMge mmo i margini dd l~ ferita per buon tratto udla lur es1ensione già aderenti; mutivo per cui potemmo senza pericolo tagliare parncchì punti di cucitura : alli 1.1: aveud'osservato i'apparecchio di medicazione alquanl'umido pei 1111 discreto stillicidio purulento di buona natura,. esaminammo la ferita la qual essendo quasi pea· iutiero ri1111i1a e senz'ombra lii tunidazione nei suoi margini , ci permiso <Ii rncider e d'esportar i fili della cucitura : rinnovammo quiudi la medicaiione con sem plici lislercllc di diaquilonne, con laide.ila- spalmata di unguento refrigerante e con. sospensorio. Da questo mo me111 11 in poi volsero di giorno in giorno in 1neglio le cose .cosi che, tranne qualche leggi era cauterizzazione con il nitrato d'argento ond'appianare alcuni lussurreggianti bolloncini di carne di nuova formazione, non cbbimo più a altra cosa fuorché medicare la ferita con semplici filaccica asciutte, mercè delle quali e d'un più largo regime diete,tico l'ammalato lasciò lo Speda le ai 6 d'agoslv perfeu.amcnte guarito. La pregressa malattia, gli abituali u·isti patemi d'animo , la sofferta insolazione ci danno ragione della momentanea aberrazione mentale la quale, co11ft'rmata poi per allo consobirc siccome abituale i_n seguito a potem1 d'animo, tnsse il B. ad un allo così deplorabile; la len1e.i:za del circolo, il rinnovarsi delle sincopi, l'abbassament-o di temperatura, la quiete di corpo, Ia coucrescibi li là del sangue costituì scon altrettante ragioni della spontanea cessazione della emorragia: ma nel nostro caso più d'ogni altra cosa co11cors~ a quesl'effello la natura stessa della ferita la quale per essere stata prodolla da uno s1romento mal adatlo al taglio polend'annoverarsi fra le lµcero-conltfse ci dà la ragione del come in grazia della ritrazione delle arterie abbia potuto l'emo1·ragia arrestarsi spontaneameute in tempo utile per la vita dfll'ammalato.

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54 COMMOZIO!IE CEREBR&LK OA FR4T1'1JRA Df!L PARl81'ALK

OHSTRO

(Storia comaoìcata dal Med. di Regg. Oott.1'esu). Giovaun i Patrncco Soldatn nei Cavall~gg!•~ri d'Aosta , d' an11i 25, di temperam r nto sanguigno , di c:ostituziona robusta, nè ma i ,;tato ::iotect•tlentemente ammalato, mentre


verso le ore sei anl:imcridiane dei 15 di maggio p. p. a·tpr.escr:izione dell'irifusione di soma e si concedon alctmi brodi). tendeva in Voghera al Servizio di Guardia-Scuderia fu A i Vi' . Sintomi cerebrali stazionarii: minore proslra dal calcio .d'un cavallo colto nel capo e stramazzato al 2.ione di fo r1:e : decorso regolare della ferita con poca sup . suolo privo di senso e di molo, Traslocato prontamente_ pUFazione: poca la·sete: stitico il venire: polsi dilatali : allo ~pedale ed esaminato quivi allentamenle,offriva: larga molto regolari le altre fu11zi,011i ( si sospetidon i bagn.i ferita lacero-contusa a Ila regione parietale destra presso ghiacciati; si fa la medicazione a piatto e si con.timw )a sutura sagittale. circondata da larga ecchimosi e da frattura del tavolato esterno dell'osso : l!allidezza di volto nella bevanda di limonata vegetale). Ai 18. Leggiera tendenza al sonno con senso di peso con profondo coma da cui appena poleva scuotersi chia~I capo, coo sussurro rwgli orecchi : inlolleranza della mandolo ad alta voce per nome: assoluta perdila di coscienza e di moto ; occhi semichiusi con ecchimosi uella luce: polsi più stimolati (sa119uis 119he ai processi mastoidei palpebra destra inferiore: pupille fisse: respirazione lenta: e vescicatorio alla nuca). movimenti dt'I cnore -lentissimi con polsi languidi: e~tre.A i 19. !\em issione dei sintomi cerebrali : senso di peso e di formicolio nel dorso coo torpidezza nei movimenli milà fredde. Di concerto con il Dott. Poggi, previi bagni degli arti superior ed inferiore destri : sensibilità della ghiacciati al capo e la regolare medicazione della feriia, ovviavasi a questa concidenzà vitale per mezzo d'u n'infu. pelle piultoslo ottus.a (venlose alta nuca ed al dorso: clistere purgante). sione d'arnica montana con siroppo di men la e con qualche Dai ,20 ai 24. Mentre lentamente andavano diminuendo goccia di 1iq1Jor anodino e pl'r mnzo dei sei1apismi ai piedi. Hianimatesi .alqnanlo verso il mezzodì le affievolite i sintomi cerebrali, s'aumentaron i rach idei con St>mpre forze e manifesta tosi verso le tre pomerid iane un tale crescente torpidezza llel!'apparato locomolivo (ampio ve·scica.torio tra (e scapote). quale grado di riazione, fu ordinato un piccolo ~alasso che si ,rinnovò poi alle dieci della sera prescri vend'in pa1'1 . A i 25. Un lieve grado di parai isia nei muscoli della tempo la limonata vegetale ghiacciata per bevan da. E · , faccia con storcimento della bocca e l'enuresi ina vvertita qoesti presidi i terapeulici non avendo baslato a diminuire j climostrauo sempr1~ più' crescente la diffusione morbosa lo stato comatoso, fu prescritta su la mezzanotte un'a p· ' al mi~ollo spinale (v entoseal dorso, vescicatorii all r. gambe e l't/SO interno del calomelano trio11fè;.no 'di qutsle parplicazione di dodic i mignatte ai giugoli la quale, così imponendo la persistenza dei sintomi cefa lici, fil rinnovala ziali paresi ed aprono con fnttlo il ventre). alle qnattr'ore del mauino df•i 14 cl i maggio. ~ella prima Ai 50. Perstando stazionaria la torpidezza nei mov.ivisita di questo giorno potemmo bens'Ì osservare le facoltà meriti degli arti superior ed inferiore destri si prescrissero inleiletluali meno lorpide, più mobili le pupille, più libera bagni generali e frizioni mercuriali alla nuca ed alla spina la respirazione e più dilatali e molli i polsi, ma persi,;lP,ndu nelle quali si con ti nuò senia 1'antaggio por più di venti tulta~ia somma facililà a ricadern nel sopore non appena giorni. In visi a però delia regola rità di tulle lo a lire ~unsi ce$sa·va dall'interrognre l'ammalalo e rnostra11do5i imzioni si concede più largo alimento all'ammalato. paniala la lingua, credemmo utile cosa un'infusjone di Ai ,20 di giugno. Sospetiando che li ~~posti sintomi di senna da prendersi ripartitamenle. Rimasta questa senza paresi fossero tuttav ia dipendenti da un cupo lavorio ffo. effel't@· fecimo sul mezzogiorno rinnovar un sang11isugio gistico cerebro- spinal<.1 e non giudicando perciò opportuna da cui no6 avendo parimente ottenuto alcun vautaggìo , cosa ricorrer alla no ce vomica, al la stricnina, ecc., limi· per la sopraggiunta maggiore tendenza al sapore con polsi tam mo in questo frattempo la cura ai permaner,ti rivul · concidenti prescrivemmo di bel nuovo nella sera l'infusivi al dorso ; l'az ione continuata dei quali inducendo sione d'arnica e l'appl icazione di sanguisughe al capo e una vi:;1bile diminuzione del l'intorpidimento muscolare i vescicatorii alle gambe continuando nelle medes.ime bedelle eslrern ilà destre, l'ammalato, già alquanto rinforzato vande ghiacciate e nei bagni freddi alla testa. dall'alimentazione, potè con il soccorsù dei compagni CO· Giorno 15. Dopo u na ,notte· passata in perfetta calma mi nciar ad alzarsi dal letto e quind'a poco a poco .prima trovammo nel rnall ino l'ammalalo con lai 011,m;ilà dei con le stampelle e poi con un semplice bastone cam· sensi per il persistente stato com:iloso da non essere minar alquanto per le sale dt>llo Spedale lra.~cinaodo però punlo. scosso da q11 al11nque sia~i mezzo. Aveva intanto il a stento l'arto infer iore destro. In questa condi;done di medesimo la respirazione moll'affannosa, languidi i mocose il Patru cco ai 25 di luglio abbandonava lo Spedale vimenti de l cuore, poco resistenti i polsi, s.emichiusi gli per tentare, non i'enz'il parere del Curante., lo sperime,ito occhi con spasmodica rotazione de l bulbo e stitico il vendelle terme d' Acqui <.!alle quali ritrasse un r.otevole vantre (satura infi,siotte di se1~1w, senapis~i volanti e brodi). taggio nella li bertà dei movimenti , quantunque però ri · Verso il meriggio le facoltà intellettuali e la respirazione mdnga tulto.r un lieve graao di paresi nell'arto inferiore essendosi rese alquanto più libere con aumento nel Ca• destro; m,otivo per cui è obblit;alo ancor a servirsi di solore della pel le e con maggiore concitazione nei polsi , stegno nel camminare. rinnovammo le medesime prrscrizioni ed un nuovo sanIl decorso e la sec;uela di questa traumatica lesione cegu isugio al le tempia. rebrale foscia luogo al sospetto che alla commozione fosse Giorno 16. Continua la prosirazione del le forze> ma . socia la iompressionc per stra'Venarnmto. Di fatto mentre, l'ammalato rispoiide ba lbeltando qualche frase alle nostre cessato il primo avv ilimento vitale, gl i effeui delJla com interrogazioni e si lam.enta di senso di peso al capo, d 'i nmozione accennaod' a miglioramento 5(\mbrava che dovesse tolleranza alla luce, di sussurro negli orecchi e di viva segu irne una r,iazione viva tanto da richieder u11 opporsete; la respirazione è però più libera, piì1 dilatali i polsi luuo metodo di cura a moderarla, s'aumentaron in vece benchè persistano l' impaniamenlo della lingua ,. la stitinel !! ionio secondo di cura la prostrazione delle forze chezza di ventre e la scarsità dell'orina (si rinnova la e lo stato comatoso , manifestandosi di più la paresi,

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!!55 quale sintomo oon dubbio di eompru;ione, che dai rin• novati ,sanguisugii, dai derivativi e dai rivellenti fu bensl arrestata nel suo progresso ma non del tutto viola nelle sue sequele. La sede della superstilll paresi dimostra non essere sempre ,•eritiera la sontenza di Magemlie,. di Floureos e di Buillaud pr.r cui si stabilisce che la paralìsia ha sempre luogo nel la to opposto a quello dove si tro1•a la lesione , giacchè in ques10 caso la lesiono traumatica essendo stata fatta nel lato destro del capo, la paralisia avrebbe dovuto !Jl&oifeslarsi negli arti sinistri, ciò che uou fu.

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DELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (Jles, di febbra io. 1 a l'onwta). ToaLNo. LI Med. Dii•. dà comoolcazione d'una Circolare del Presidente'del Consiglio Superiore Militare di Sanila tendente a· consultare I' Adutaaoza se intenda acceder al voto g!à stato espresso dal Personale Sanilario d'altri Spedali Militari relativamente all11 soslilozione d'alcuoi Poriodic i a quelli che formano attnalmentc. la dotuione comune dei G1lbioetti di Leltar11. Cotesta proposiiio)le ·è approvata ad una grandé maggioranza. Datasi qui ndi dal Doti. Borriglione lettura del suo Rendiconto Clinico già pubblicato nei numeri i8 o 29 di questo Giornale, il Med. Div. chiama rattentiooe dell'Ad unanza sopra il caso di paresi del nervo faccia-le staio osservato dal citllto Doti. 8orrigliooe nel Caporale del 15" Fanteria Luigi Bermondo in cui la pare1i, preceduta da neuralgia del '7° paio in segoito a cagioni reumatismali, si ricòoobbe dipendere dall'iogros1'11meato d'ona ghia'i\· dola rétro-mascellare comprimente alcano Ira i rami di detto nervo, siccome comprovò poi l'aver oltouula una radicale guarigione con la promossa risoluzione dell'ingorgo ghiandolare snddellti. Kcceònati succt<ssiv-amente altH consimili casi per lai ossei vali e 'felicemente curali, il med,simo l'\fed. Div. chiede al Doti. Cartelli so nel caso di pareti del facciale stato ultimamente da lui curato noll'a persona d'un Uffiziale del 3ùRegg., abbia e~li pure ricooosciato dipendere la malallia da on ingrossamento ghiandolare. Risponde il Doti. C~rletli che , quantuoqoo abbi;a avolo alr.ao·a volta ocOasione d"òssetva'.t'e càsi di jiaralisia e di partsi del 7n paio con cui coe3iSle\·an ingrossamenti ghiandolari io varii punti della regione mascollare, uon è tuttavia disposto a .considerare si!falti in~ros,;amenti allrimeolc che com'uoa coin.. cidenza di malattia, assai probabilmente generata da una medesima.cagione determinante la paralisia la quale crede dovere derivarsi da una tumidezza del periostio io qualche punto corrispoodenle al passaggio del nervo o da uoa tumidezza dello stesso neurilemma, piuttosto cbe da un' ipertrofia ghiandolare. 11 Doli. Pecr.o si dir.hiara io ciò consenziente con il Doli. Carletti ed in appoggio mette in campò molli argomeuti desunti dalla Anatomia e dall'osservazione patologica la quale dimostra che nella ualurale frequeuza d'ingorghi ghiandolari al collo ed alle regioni mascellari, sono tullavia rarissimi i casi di paralisia o di p'aresi del nervo facciale. ll )téd. Div. dopo avèreragìooatameote escluso il dubbio che nei casi per lui osservali ed in quello specialmente riferito dal Doli. Borrigliooe la paresi potesse dipendere danna coa(fozione del peri ostio o del neurilemma di cui la integrità fisiologica era baslaoternentc maoitestala dàt'la ' mancanza d'ogni sintomo o seguo morboso, attesa l'ora larda dicbial'a sciolta l'Ada nanta. GS1'0YA. Speàale di ma.re. J)opo lettura od approvazione del proce~so verbale dell'antecedente Tornata, 11 Presidente dà co.. monicazione <l'nna lettera del ~led. Mii itari\ di Marina Dottore Massone ( t) in cui questi esprime il suo rammarico nell'esserij

( 1) S. M. riconosceva lcstè i distinti merili del nostro Collega Doli. lllassone nomioandolo a Cavaliere dell'O rdino dei SS. M. e L. per lo illuminale fatiche da questi sosleonte onde migliora1·e l'infelice cond:zion~ dei dilenoli nel Bagno tli Geoov;i.

costretto d11I novello suo Impiego ad abbandonar il Corpo Sanitario Militare di .l\larioa di cui fanno parte Colleghi altamente da lui apprezr.ati ed amati per le rare quantà di meote e di cuol'e cbe li adornano (1). Il Doll. Valle dopo essersi unilo al Presidente ed agli altri Membri dell'Adunanza nell'esprimer ìl desiderio che la lettera del Doli. Massone fosse pubblicata io questo Giornale, con adeqoate parole esterna il rammarico generale per l'allontanamento dal Corpo Sadilario-1.\fititaro di Marina di un Collega così distinto qual era il Dottore Massone e propone quindi che questi sentimenti siano per lettera fatti manifesti al medesimo. L'Adunanza por acclal'nazione annuisco a questa p'to· posizione incaricandone dell'e{fottoazione lo stesso Doli. Vallr. li Presidente olfreod'iuseguito all'Adunanza il Trattalo d'Igiene Militare del Doti. Carnevale Arella Mcd. Div. di! la Classe a Torino; Trattato questo che fu accolto con il più segnalato gradi mento e per la molla olililà degli argomenti che discute è~per il modo scòiello o conciso con cui i medesimi sono esposti, talobè paéS il m'Mesimo essere letto èon vantaggio tanto dai ìllédioi , quanto dai non Mejici, ne propone l'abhooamento ai Medici di Maritia i quali subito volenterosi aderiscon all'invito. La Seduta ha quindi termine con la nomina del Doli. Promrs a Segretal'io dèlle éònrerenze io so·stituziooo del Doti. Massone che per duevolte era stato eletto a tale carièa.

PARTE SECONDA. RIVISTA. DEI GIORN!LI SCIENTIFICI ( Sonli del Duttore GucOMEl'TI ) .

Nuovo processo per esportar i t1miot·i sotto-cutanei mobili; del Dutt. Cas,aignac. L'esecuzione di questo processo il quale può comprendersi oel numero di quelli che hanno il merito di facilitar e d'abbreviare le operazioni, compiesi in tre sur.cessivi tempi . 1° Tempo. lncisi,me dei teg1,menti la quale basta per se sola ogni qual volta non vi son adt!reoze della pelle con il tumore ; mentre 11el caso opposto bisogna , dopo incisa la pelle nel puuto men aderente, proceder a.Ila di~· secaz.ione. 2• Tempo. Pedu11colizzazione del tumore mediante la formazione del nodo. A tal uopl' afferrasi con una pinta a polip,, il tumore e lo si distacca dalle ci rcostanti parti. Indi si fa passar al ùi qua delle branche ddla pinza u11 cordo ncino di seta lisoi0 e n•so scorrovole con sapone e simili, il quale si dispone in modo da rap presenlar un nodo semplice, sopra i du e capi del quale l'Ser ci1and'una forte lra~fon.11 si compie la forn,azione del peduncolo. 5° Tem1)0. Esportazi:one del tumore mediante cont inuato stringimento del nodo . Tolta la pinza e continua11d'a stringere progressivamente il no1o.. o,;Sl!rvasi ch'il tumore , bene sollevalo ed avvilup1)alo nel suo sac,:o te~u1ntHltale, tende a sfuggir a truverso dell'in<:isione falla nel primo tempo, e che firi isce per snuclearsi in modo compiuto come so lo si spreml!sse. \'uol~i però oolare ch'il <les.:rillo 1irocesso uou va tipplicalo fu orchè ai 111mori sollo-culanei e mouilì. (Reu. Méd. C/iir. ) Uso estet'llh dell'olio di (eguto di 111erfozzo. ~ebh1rnt1 intorno a qul'st'argomonto siausi gia divulgati alcuni falli , non riu,;cirà t111Lavia superOuo ùi fare conoscere quelli raccolti dol IJoll. David nella sua eill1~a prali<:a. Secondo esso l'olio tli fegato di nH1rl11izo eSllirnarnenle usato è come 11n t:cro specifico contro le malallie r,rnniche della (1) r?d· la pubblicazione di questa lellern nell'ultima colonna di q11es1<> numero del Giornale.


pelle. Egli I' arloprò ; I O in ven ti · E) più casi d'erpete del cooi.o cappelluto, la .maggiorn parle d.ei qual.i ~opo avere per settimane resifl1to ad altri mez'l1 cura11v1 passarono ., h b con questo mezzo a guarig~one. così .rapiua e e laI ora astarono quattro O einqne giorni; 2° 10 un grande numero di casi di tigna con un risultato idetflico'. 5° ie un ammalato p~r psoriusi iti~eterata. La malatlla dur~va da tre anni, occupava la più grande parte d~I corpo. e?. era stata sempre in vano curata. 11 lìott. David cons.,g.ito. di man: ten er invollo le regioni malate con paulll h111 mz~ppalt d'olio di fe<>'ato di merlu1.zo ed in meno d1 tre scuunane " · 1·1oramen lo , pu1c · h·'., s'ebbe a notar nn ragg11ar d·evo Ie m1g cadder in abbondanzà ~le crosle e la pelle comiudò ad acquistar il colore naturale. 1.a ·eontiJ1uazio11e di questa medicatura rrotr~tra per cinquanta giorni ,n~usse la. tot_ale 0 11ari•1 io111> che fu confrrmata da molti Medici; 40 10 fine malattie ciitanee e specialmen te nell'acne rosacea, , .,, d (Gaz. lué .) ricavandone ott imi efTefti. Inalazioni del cloroformio nella p~ieumonia. Si credeHe sin ora che l'oso di que~t'aoente anestes1co fo,se conlrme ·· dicato nel la flemmasia polmonare,. menlre d.a "00 e pm oss<>rvazioni .puhblicate nei Giornali Ted~sclu risulter.ebhe che le inalazioni di· del.la sostanza avrebbero van1agg10Eamente modificato il ·corso della 11omiua1a m~lauia. _l)i fatto sopra 195 c;1~i di pnrnmonite curati dai JJ01lori Wachern, Baumgarlnt'r Helbin" e Schmid non accaddero che nove decessi ; ed i~ 25 alt;i ·riferiti dal lJott. Warrcnlrapp, 19 furono curati esclusivamente con il clorùl"l!rmio ed uno solo dei · malati soccc>m bel te. Le inoculazioni , srcondo la relazi0ne publ.Jlicala dal Journ. de Méd. et de Chir. Prat., ~i compieron in questi

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All'lll.rno Sig. il Dott. BENEDETTO l\foNT01,1vo

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in C(lpo della R. Marina.

Or.orafo io questi giorni da S. M. del titolo di MedicoChirurgo della Sanità l\:hrittima in tienova, io mi o malgradl! obbli;:alo d' umi ;iare ~I Comando Generale della Regia llarina la mia dimissione da lla ·carica che da qua Uro 1~ più anni ricopro di Medie•> del primo Dipartimento della ~lt>S!-a R. Ma ri na. La qua le mia dimissione o,;gi stesso rassegnata amai 110n fosse disgiunta dalla preSl'>ttle, i11lesa a comunicar al111 S. V. lii.ma siccome a mio Capo immediato, quest'atto di S.ovrana d;•gnazione a mio riguardo. è nel mentre compio a questo dovere non pc>sso nasconderle il grave rammarico ch'io provo nel lasciar un Servizio , nell'esalto adi~mpimento del qua le posi mai sempre da parte mia il

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LEZIONI ORALI

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I di gennaio 1853.

TIPOGRAFIA SUBALPINA

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ultimi c~si facendo ,·espirar all'ammalato ogui due, trn I o qnallr 'ore i vapori di 60 gocce di cloroform i~ per lo , spazio di die('i o quindici minuti, senza 1:e.r ò ma, rro_cn- I rare la pe.rdila dei sensi. In tutti si determrnò la traspira- ! zi ooe che <:ùmparvt:> talvolta tlopo la prima inala.zione, ma giarr.mai più tardi della terza e della <1uarta e lu sussegnita da diminuzione ed in ullil)'lo da scomparsa del ilolorn. La r.e spirazione rìcupera,,a il s.uo lipo naturale, calmavasi ·la tosse e l'PspeUorazione riusciva più f.aci le, modificala H men ahbondanle. Cessava in fine rapidamente la febbre e sopravv~n iva un sonno refocillanle al terzo o quarto giorno dopo l'uso delle inalazioni . t,li ammalati che furono ad es~e sotloposli eran adulti ed in 1ermioe medio trovava osi al <Jnint o giorno di malatlia.

CORRISPONDENZA

più possibil impegno. E qut' Slo mio Jolore vieppiù s'accresce dovendo abbandonare Colleghi vnso dei guaii l'a· . . . m1c11.1a non so 1o ma 1a più alta stima caramente mi lega. 11 perchè pri'go la S. V. lii.ma a voler ad essi riuniti darn comu11icazit1ne di q111'sti m.iei i:cnlimenti, assicuraodoli che m:ayrò i n ogni lt1 mpo per grata ricordanza la menwria d'essermi :-tali rompagni nel/a Militare carriera e d'avermi rglino onor;i lo prr ben due volre dt:I titolo di Segretario delle fi o,c:Jre m<'n~uali Adunanze, dalle quali ho ricavato sempre nl ilc grandissimo, es~end'i medesimi edu· ~ eati alla vera dottrina egoalm•.•nl~ che ~Ila più squisita gen tilezza dei modi. Se d~)gneranrio eglino accettare benevoli questa parola d: c·ong-edo che loro dolente indirizza pitì che un Collega nn fratello, io ne sarò doppiamente tenuto ~ V . lii .ma per avere saputo interpretare quel lina11 a~. guaggio dl~I cuore, che, i:e profondamrnte si sente, non si scrive però, nè si parla. V og1·1a .intanto, ecc. Dott. Gw. BATT. MASSONE.

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CLINICA CIIIRURGICA DI

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DI M EDIC:ll'WA. OPER&TIV.& 01

TRACCIATR

DAL MRDICO DI BA'fTAGLIONR DOTTORE FABRE E Rl\'EDOT.B DALL'AUT6RE •

1 voi. in 8° compall :- Prezzo L. 4 25. Nelle Provincie si riccwerà il de1t1) volume mediante un mandato per la posla di L. 4 50 diretto all'Eòitore G. Pi!LAZZA , via Alfieri n° 24.

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AVVISO Con il numero 26 ebbe lermine il 1° semestre d'abbonamento del 2° an110 di qurslo l,;iornale. S'invitano perciò qtrnlli che ~on in ritardo di pagamento a volere ouire l'importo del 10 Sfmt'stre con quello anticipalo del 2°, giusta le condizioni d'abbonamento. Si pregan i Signori Medici l)ivisiona!i perchè abbiano la bontà di rim1ir in un solo i·aglia postale le rate dei loro dipendenti o di farne sborsare costà Jlimporlo col mezzo del Quartier-Mastro dell'Armala. Quegli Abbonali che preferis con inviar il loro vaglia postale isolatamenle, $Olio J: r<>gati a volerlo diriger al Barone DE IlRAUFORT , Vice-Direi/ore del Giornale di Medicina Militare o 110n altrirne1ite, inchiuso in lettera affrancata. li Direttore Dotl. COMJSSETTI Med. Div.

li Vice-Direttore resn.onsahile Doti. Bar. de Beaufort M. R. Torino 185~. Pelaiza, Tip. Suhlllpina. via Alfieri 94.


ANNO II.

( ai 2~ di marzo 1853 )

N. 34.

GIORNALE DI IIIEDICINA IIIILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL' ARMA'f ASARDA

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L'associazione oon si rieeve che per un anno e comincia col 1°d'agosto.Il Giornale si pubblica nel Lunedì di ciascheduna sellimana.

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PREZZO D'ASSOCIAZIONE L. 10.

In Torino

In Provincia ed all'Estero, franco di posta ., . L. I 1.

L'abbonamento debbe pagarsi per semestl'i anticipali. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla T1POGRAF1A SUBALPINA via Alfieri, num 0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed ac:ompagnate da vaglia postale. 1° Dott. BALESTRA: Relazione sull'ottalmia che dominò o.elio Spedale di Genova l'anno 1852. - i 0 Relazione delleConf'erenzeScientifiche. - 3° Rivista dei Giornali Scientifici.

S0r,nu.R1o. -

PARTE PRIMA RELAZIONE SULI,' OTTALMIA CHE DOMINÒ !'IK[,LA GUARN'I·

GIONE DI GENOVA L' ANNO

1852 (1)

(letta dal Med. di Regg. Dolt. BALESTRA in una Conferenza dello Spedale di Cagliari). Caratteri della malattia.

Come già ho notato, 468 furono i casi d'ottalmia curati nell'Ospedale di Genova nel semestre dal maggio a tullo l'ottobre" del 185i. La massima parte degli infermi che ebbi campo di esaminare, l)resentavano i caratteri d'una stessa ed i,deotica oltalmia; i casi che a .questa non si dovevano riferire, non furono che eccezion i. . Nella. mia Sezione (2) passarono: . 5 Oualmie erpetiche. 1 vaiuolosa. I reumatica. 1 irido-coroidite sifilitica. 1 keralite ulcerosa centrale. 1 ulcera alla congiuntiva scleroticale. 5 emera lopie. 2 . orzaiuol i. 15 in totale.

(t) Continuaz. Ved. n° precedente. . (2) Convien notare che per quanto concerne il movimento to-

tale degli ottahnici nello Sperlale la presente relazione comprende le due Sezioni, perchè le cifre portate dai registri le abbracciano entrambe , quanto al resto , riferisco specialmente ·quanto si è passato nella mia Sezione. Occorre altresi notare che la contraddizione che potrebbe apparjre tra le mie asserzioni e quanto'risalta dai rendiconti mensili, deriva da che questi vennero pare stesi collettivamente per le due Sezioni dal Medico Divisionale e da che ottahnie caratterizzate in una ~ezione per reumatiche o reumatico-catarrali, erano nell'altra Seziolle ri• tenute per beJliche.

Come è facile lo scorgere, tali ottalmie non furono numerose, le altre tulle spiegarono il carattere dell'ottalmia dominante, sulla cui natura, come sin da principio accen, nava, erano lungi dall'accordarsi le opinioni dei diversi Ufficiali di Sanità del Presidio. Già dissi come la maggioranza di questi propendesse a crederla d'indole r eumatico-catarrale ; non ilitarò qui a ricordare tulle le ragioni da essi addotte per corroborare la propria opjnione; d'altronde già si videro svolte nelle Relazioni delle Conferenze ed in parecchi articoli che sul soégelto comparvero nel Giornate Medico-Militare. Noterò solo che la ragione principale, per cui molti di essi ricus'~no di riconoscere nella dominante l'ottalmia bellica si è che di quest'affezione essi ritengo.no un'idea assai inesatta e lontana dal vero. Essi si raffigurano l'ollalmia bellica, della anche Egizia ca, Belgi ca , purulenta , come un morbo che rapido ne' suoi attacchi e nel suo sviluppo, procede quasi sempre colla massima violenza minacciando sin da principio il potere visivo e l'esistenza degli organi stessi della vista, accompagnato da voluminosa intumescenza delle palpebre, da dolori intensi, da scolo puriforme copioso, acre, distruttore. Tale si è press'a poco la descrizione che .dell'ottalmia egiziaca e bellica fecero parecchj Scrittori che primi tibbero occasione d'osservarla al principio del corrente iiecolo sia in Egitto , sia tra le truppe che, reduci da tale rngione, seco ne trasiJOr!arono il germe, o che pure la descrissero nelle epoche io eui più infieriva presso alcune Armate Europee, come la Prussiana, la Russa, la Belgica, l'Inglese. Nè troppo dissimile è la descrizìone che tuttora ne fanno alcuni Ottalmologi anche recenti , tra cui citerò , come particolarmente tra noi conosduto, il Dott. Rognetta. L'ollalmia dominante nella Guarnigione di Genova era lungi dal presentare una tanta iotensiti1 dal correre così facilmente alla purulenza e non poteva perciò , dicenno i mentovati Colleghi, essere l'olla lmia egiziaca o bellica. Nello stesso errore cadeva il Doll, Landi il quale non scorgendo che l'ottalmia regnante nel 1849 e 1850 in Firenze tra le Truppe Austriache ivi stanziate, spiegasse quella fer•icia che nel 1817 in Livorno, la caratterizzò per reumatica e più tardi reumatieo-catarrale. L'errore fu diviso dalle due Commissioni che nella stese;. circostanza


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furono ~-al }li,ni~tero Toscano nominate l'una a Firenze, l'altra a Siena ove ora pur comparsa la stessa malattia ; fu ·diviao dal Doti. hrtosio che riferL-all' Accademia -di Meditil11a tJi 'J'orio·ò sii.\ lo Sc1~1~ (t) d~I Do'U. Lahdh tla.1 Dòlt. Fre~cili ché c~fl im~tt;OO ne difes~ Ìe ~pibi1lhi. Dessi Lutti non seppero r1conoscere i·n ta'lé ottà1'1nìa , -cbe nella maggior parte dei casi ·decorreva mite e piulloslo lenta, l'ottalmia bellica 0,'d ie.gizfa€a e lii de,iÌni'ro'nn semplice blefarollalmia catarrale epide.1 .ica, prodotta e mantenuta da cause romuni : se non che la Commissione di Firenze non menò esitante e dubbiosa che quella di Genova, aggiunse che in qualche caso più grave l'ottalmia dava se'crt-zionl3 l:bme mo'lto "s~8tfet'ttz •e l}Om-e puf'iforme. Ebbene, a malgrado del la benignità e della lentezza di decorso che sì in Toscana che io Genova dimostrò l'otta1mia, essa non è però 'meno d.a ti'l'etlersi 'per l'otraèlmia belli<ea od -egi~iaoa,. Per perstrad-er&ene convi.oe prima di t11llo ricorlJ'hT!I che ~emmeòò ·n·eJ nativo t gHro i rt'àsi uon jl'rO· cedono tntti cou una grande intensità di apparato fonome· nologico: conv ion o~~ervare che A~salin i, Medico' presso l'Armata Francese in Egillo scrisse che i aue terzi di quesia ne furono asssaliti e certo se tutti g'l''indi\•idui lo fossNo stati da ollalmii intensa, pnru'ienta, l'Armala sa· rebbe divenuta beò presto affatto · impoteille. Larrey poi asserisce esplicitamente nelle sue Memorie ili Chìrurgia Militare che quasi tutti i 52,000 uomini che Ìormavano l'Armata Francese della Spedizione, ne furono affèlli, ma la uiaggior parh, ad un grado legg'ierò e che soli 5,000 uomini aua·ccati con più intensità :passarono successivamente ne.gli Ospedali nei mesi di marzo ed aprile del 1801, ed altri 5,000 nel giugno deilo stesso anno. lii secondo luogo l'ottalmia Militare, 'figlia della Egiziaca (come meglio verrà più sono osservato) che lul.lora serpeggia nelle 'Armata Belgi ca , Austriaca ed altre, non procede nullamente con quella veemenza , rapidità e ferocia con cui venne raffigurata dai suoi primi .pittor'i. ,',essuna malattia anzi è forse ora meno violenta nel suo esordire; nessuna nasce nei più dei casi più subdola., nes~una sa camminare più lenta ed inavvertita: i casi , io cui essa traseorrn a violenza, sono eccezionali: quel che più ritiene della triste indole ,nativa si è la pervicacia, la sua diuturnità, la te·oace facoltà di riprodursi, estendersi, perpetuarsi. A chiarir meglio questa questione gioverà e.sami11are un po' _attentamente il particolar mòrlo di esseru dell'ol.1.almia sì comune nella nostra Armaia e raffrontarla con quella che si trova pure cosi sparsa tra le troppe di altri S1,ati Europei. La ma,ggio;,parte degli Autori che trattarono di questo ge·nere d'oltalmia allribuirono al suo de cor~o tre o più successivi periodi ·che dissero d'origine, d'evolnzione o d'aurli!!nt~ e d'apogeo, a cùi succede soventi lo stato eronico. Un tal modo di descrivere una malaltia che è i1,fini1amente varioforme nel 8110 'proceder(', che in 13Jc11ui casi in poche orn ha _distrutti g)i organi attaccati, 111ent.re allron1 perdUia dt'gli anni prima che l'i'nfermo ne sia sensibilmente incomodato e pensi a ricorrere a persoua d1·ll' Arte, in una malattia che può arrestarsi talvolta ad nna semplice. ir1iezione vascolare e correre tal altra sino al disfacimento purulento, .on tal wodo di descrivt,rla non ( 1') Dell' o-ttalmia cata,rrnle-epidemica tielle.Milizie .4t'6triacht s,tqm:ia,te i·n. Firenie; Narrazione e Considerazioni del Dolt. Pasquale·LandL

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mi parv'e mai gran fallo logico e profittevole ed in effetto riescii quasi mai oei tantissimi casi che ebbi sott'occhio -a ravvisare ben distinti i differenti periodi che sono cosi perf11tbmente deJ'i.milati nei libri d( ce.rti ÒttalOlologi. M'ò1tn 'pÌÙ ahtto è confao·e ntiè a'.na natura :deth inoalaltia ed 'a'lll}. t:i cìlità ~'Cl sut> s1udìo, mi tiare il 'disl\in'gùet per essa dei modi differenti d.i svolgersi e di procedere ,che, ne~lette le infi'nife "8 minute vuiantì dovute a speciali con-dizioni individuali, si 'possono a mio avviso con bastante esattezza ridurre a tre. Questi sarebbero per ordine di frequenza : 1 • otlàlmia mite: 2'' granulazione primìliu od ottalmia mitissima : 5° otlalmia intensa. JI primo modo che è il più ordinario e freqÙente, procedé, 'giffsta quauto mollissime osservazioni m'hanno dittrostr'ato, col seguente andamento. 11 militare che é colto ,dall'ollalmia sente per alcuni gitmi i un po' di bruciore ·agli -0cohi; è obbligato a,l asciugarsi ql¼alche la,grirna cho tratto tratto trabocca dal le palpebre ; nello svegliarsi al mattino trova verso gli angoli d'uno o d'ambi gli occhi qualche grumello dì cisjia ,~ qua-Jehe vo,\a anche fé èÌ\5lia sono :Jeggier-mente, paniàlme1ùe appìcciccate insieme· Tali sintomi vanno presto crescendo, s'associano ad ,una leggiera intumescenza delle palpebre e ad un rosseggiamento più o meno marcalo della congiuntiva rialpebro · oculare. L'individ~l·o · inqt)hitalo da tale incipiente malore si co 1,segna ammalalo, oppure nelle visite sanitarie ·viene ricono:iciuto tale ed inviato all'Ospedale. Ivi non presenta per lo più a'\cuna reazione fébbr1le, raramente fotofo'bia; ~isente, ollro a leggiero brnciore allè palpr.bre, un senso come •di ·sà~b'ia t-tll. 4è m~tl-eSiìne, ,talvolta 1:111 pl}' di capi· plenio. La dieta, ·ur\o o due salas~i, qnaJ-che rivellente cutarrno od in!l;!stinale, dissipano ben presto l'intumidimento delle palpobrn ed il rossore della congiuntiva oculare; le sensazioni .pe·noso vanno $'cemando; l'ammalato ap'petisce, ~li si eoncede il cibo; domanda d'esdre, e dopo 10 o 15 giorni di permane·nza nl'll'Ospedale He ,-sori~; sul biglietto d'uscila si segna d'ordinario congiuntiv ite semplice, idiopatica, oppure ollalm ia reumatica, reumatico-catarrale. [I convalescente rientralo in Quartiere co-nser-va bene un po' di lagrimazione, uri po~ di secrezione palpebrale che al mattino lo obbliga a lavarsi gli occhi ver poterli bene aprire, ma fatto questo esso non è l1111go il giorno gran che incomodato, ci vede b!lne, spera che presto tolto si dissiperà e riprende il Senizio. Però s'inganna; ca li incomodi psnsislon"O, ma sonù tol lerabili. li Soldato li tollera in fatti bene spesso per un tempo assai lungo senza nulla accusare e passa e ripassa davanti al Medi•o ·del Corpo che nulla vede. Ma rove:ici le palpebrP, anche Je ..superiori, guardi allentamenlt1 e vedrà, talora forse con qualche sua sorpresa, io quesl'ind 1viduo un puoteggiamt\nlo di tutta la congiuntiva palpebral0, più discernibi le specialmente su quella che tappezza le p-a lpebre ·sup·crioti , in ép1è'st'a·ltro vedrà la -congiuntiva palpebrale tutta èoJ)erta di pkcole villosità addossat'e le une alle ·altre, appiatt~le, imbr-icate cti:e danno..a lia·le m·tm brana, l'apparenza d.i:.un velluto r.ossq; iu»iw t~t'Zo so:ggel'lo v.edrà d,·11~ p·romiminze gìà p iù ma.r·èale ·di forma or tònica, or to'ndeggiante, di consis!cb~a varia, di colore quando rosso, quando roseo, t'alor ·awch'e .bianchiccio, più o meno numerose, più o meno Oistinte .tra loro, ·,ma ,ta·li da ,dai;e alla superficie mentoY,ata .un aspetto granulato come la pelle di certi ,rettili e di ·oerli 1

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267 non se ne accorge ; si al,i.~ua poco a poco a provare quelle pesci: altre volte poi vedrà delle vere escre~ceoze come funingrate sensazioni e solito qual è ad indorare tutte la gose nascere più o meno grasse, coo o senza pedicciolo, molestie del Servizio più non vi bada; finisc·e. talvolta da questo o da quel ·punto della congiuntiva e nic~hiars i per per~liadersi dtaver -sempre avuto lo stesso incomodo, neg!i sfondi che stanno tra il globo oculare ed i suoi veli non si considera come ammalato, oppure se ha la con· protellori; in qoas'i tulli gli affetti vedrà 11} falde congiunscienza d'essulo, lo . dissimula per evitare il regime dello tivali oculo palpebrali inferiori, divenute esuberanti , for-· Spedale. L'affezione intanto ha. progredito e dopo due, mare due o tre pieghe S!}micircolari e concentriche, sulla tre od anche più mesi · sotto l'influenza d'una causa accn i superfi.cie si possono, ezianù io distinguere il velluta· cidentale sopravviene un subitaneo e marcato inasprimento ment9 e le granulazioni testè accennate. · od in lllancaoza anche 'di questo, sopravviene, una visita Questo stato di cose può durare lungo tempo, parer.chi diligente d'un .Medico famigliari?,zato con tal genere d'otoiesi, iutieri anni, senza che il Militare sia più costrello talmia che rovescia le palpebre e trova l'individuo affetto di riparare all'Ospedale; ma il più delle vollè, dopo un già da vellutamento, od eziandio da vere e distinte gratempo che nulla ha di fisso nella sua durata , sotto l'innulazioni' palpebrali. Esso viene allora per la prima volta fluenza d'una causa accid,rntale , un disordine dietetico , invialo all'Infermeria od all'Ospedale con grande sua·sor• l'esposizione ad una corrente d'aria fredda, ad· una piog• non convinto· d'esser ammalalo e con sorpresa, poìchè gia, od altro , aumenta l'afflusso sanguigno agli ,occhi , presa talvolta anche maggiore de' suoi Sùperiori che lo · questi s'i1J.tumìdiscono, cresce lo scolo, anche la congiun hanno sempre · veduto aHendere con precisione ai suoi do· tiva oculare' diventa rossa, l;ind ivid110 non può più attenveri e che sorridono, quando non mormora no, della faci • dere al suo Servizio ed è nuovamente invialo al·l'Ospedale. lità del pottore a distrarre -gli uomìni dal Servizio. Le Se ivi si pratica una conveniente ispezione degli occhi alterazioni palpebrali non esistono però meno e costituiesso viene riconosciuto affetto da ottalmia con granulascono quella specie di granulazione che da alcuni Ottalzioni palpebrali o subisce nn trattamento più o meno promologi sono dette primitive, perché da essi credule ante· tratto e compiuto; nel caso poi che si trascuri di rovesciare ognuna delle palpebre., l'infermo ,. trallat·i come af- 1 riori ·ad ogni infiammazione della congiuntiva, Il Dottore fello da ollalmia reumatico-catarrale, viene con alcuni l Gouzée, distintissimo Medico principale dell'Armata Belmezzi terapeutici liberalo da quanto era sopravvenuto ad I gica, che scrisse sulla materia un'Opera eccelleore (1 ), di cui volle farmi grazioso dono quando ebbi l'onore di aggravare la malattia di c1Ji è da luogo tempo portatore farne la conoscenza in Anversa , dice , parland·o di tali e rientra con granulazìani al<1uanto più grosse alla Caserma granulazioni: " Nous !es appelons primitives, parce que per ritornare forse tra breve, una· terza volta, una quarta ceux qui en sont affectéi, o'ont jamais eu ni l'ophtbalmie, o più all'Ospedale con ottalmia ·sempre più g.rave, o già ni aucnne autre maladie oculaire, et qu'ils igoorent meme colle sue conseguenze, quali ulceri, leucomi, panno delle qu'·ils portent en eux ce germe actif de la maladie. » lo cornee, ecc. Dalle note che posseggo sugli ott~lmici srati non credo una tah~ opinione troppo consona al vero e sono traila li nella mia Sezione risulta , che durante i mesi di più disposto a ,ritenere simili granulazioni come figlie già giugno e !tiglio circa i due terzi dei ricoverati erano re. d'un oscuro lavorio infiammatorio, d'una cupa e. lenta subci div: ;' parecchi lo erano per la seconda ,olla, alcuni per flogosi della congiuntiva palpebrale. ta terza, ra quarta volta, uno per l'ottava, un altro per la I 1n fatti lo stesso Gourée soggiunge alquanto più sotto: decima. Nei successivi mesi di agosto e settembre i recidivi sj 1 " On rencontre quelque fois des hommes, qui n'olfrenl presantarono in propori.ione assai minore, locchè ci con- ! qu'uo peo de rougeur et d'épaississement de la portion de la muqueu·se, qui avoìsine le globe de l'reil, !es. quels fortò a progregu.ir.e nel sistema dì trattamento che avediminueot et s'effacenl bientòt sur le cartilage tarse...... . vaino adottato. Cet état ne peut èlre .confondu avec la rougeur catarQuesto primo modo d'evoluzione dell'9ttalmia che ci rbale. " Esso é per me la subflogos i foriera delle granuoccupa, è lontano assai dal subitaot~o e violento scoppio lazioni dette prim iti ve. Mi pare nollameno che questa de· ·che da molti tra noi è tullora creduto carattere essenziale nominazioue sì debba consenare per designare quelle lra dell'ottalmia bellica od Egiziaca. esse che sono anteriori allo svolgimenta dei sintomi floMa più ancora se ne scosta il sPco ndo modo che, se è gì8tici alquanto marcati e vistosi i genere di granulazion i meno frequente del primo, è tanto più insidioso e meriche veramente esiste, giacchè non è fonùato quanto asse tevole di Yenir studiato. Come nel primo modo, il Soldato risce il Dolt. Rognett11, esser cioè l)ecessario per la. foraffetto prova un po' di bruciore agli occhi, un po' di epi mazione delle granulazioni che abbia preceduto una flofara, un leggier a~glutinamenlo delle ciglia lr~ di loro , gosi d'una certi,1 dQ.rala e d'una certa intensità; un grado ma gli occhi non gonfiano se,nsibilmente , lc1 congiuntiva minimo è senza dubbio più che sufficiente. oculare non presenta che qualche vasellino iniettato o li Uott. Gouzée considera pure queste granulazioni pri· re-sta bianca affatto ; l'individuo credendo che qualche cor· mitive come il modo ordinario di evoluzìooe dell'ollalmia picciolo estraueo sì sia introdotto tra le palpebre; va ,ia Militare, od almeno eome il mod.o suo più frequente. Alla fregandole di quando in quando, ma non molestato dì conquale opinione nemmeno non potrei sottoscri,ere , per tinuo. tieo poco conto di quel che prova, non si presenta quanto almeno ebbi occasione di ossei:vare nel corrente al Medico e continua il suo Servizio,. o se lo consulta, la anno io Genova, e credo che il valente Scri-ttore non abèo&a tia un'apparenia così leggiera che gli viene concesso bia tem~to suftìcieQlemente cQolo dei pie.coli atta~cbi . di un qualche giorno d'esenzione dal Servizio; al più passa congiuntivite in apparenza genuina sofferll moll!> tempo per alcun i giorni nell'Infermeria del Corpo. L'affezione rimane per qualche lem~o come stazionaria, (1) De l'ophthalmie, qui règne àa111 l' Àrtnée B1lge. oppure cammina con passi così lenti che l'ammalato quasi

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i68 prima , i quali c.edeltero facilmente e di cui il Curante e nemmanco quasi i pazienti più non serbano memoria al momento che si presentano affelli da granulazioni palpebrali. Ecco del resto la proporzione con cui furono in di · verse çircostanze osservate tali granulazioni primili,e. Yleminkx (1), Ispellore del SeHizio Sanila rio pre~so )'/ .rmala Belgica, riferì che il 29 maggio 1854 la foria del 5° Hegg. di Lin.e a era di 5056 uomini, di cui 287 allo Spedale e 1150 granulali in Q1ìartiere; di questi ultimi soli 460 erano già stali ricoverali negli Spedali per oliaimi a ; 670 erano affelli da granulazioni primitive. Il Cav. Cunier (2), Chirurgo dell ' Istituto Oualmico di Bruxelles, vide in una ci rcostanza sopra 52 ammalati, 12 granulati primiti,i; in alira circostanza ne contò 99 sopra 276 .affeUi. J, Ila Chambre, casa di reclusione, notò cà e i granuiati primitivi formavano più della metà della cifra totale degli infell_i. Jn generale però stima che essi si trovano io pro porzione di 7 010 nella classe borghese del Relgio, in cui, come è noto, sì trova ora anche più sparsa che nell' Ar· mala l'ollalmia in questione. Queste granulazioni senza patnnli flogosi furono pur vedute dal Uotl. Bellini (5) nell'ottalmia che regnava negli anni 1849-50 tra le Truppe Austriache io To&cana. Sopra 100 ammabti, egli dice, noi le abbiamo osservate all'incirca in 50 pei 60, forse in più. r casi da riferirsi a queste Categorie di granulazioni furono assai frequenti nella mia Seziono, specialmente sul priIJcipio, quando per ordine del Medico Divisionale si praticarono presso i Coq>i rigorose visite Sanitarie, in cui secondo le reilerate istanze da me fatte nelle Conferenze vennero rovesciale eziandio le palpebre superiori ; più tardi non ne incontrammo, locchè facilmente si spiega da che gl'individui venivano direlli all'Ospedale al primo apparire anche della più leggiera iniezione congiuntinle. I casi di granulazione primitiva o di ottal mia mitissima, venendo a provare un inasprimento , presentano poi le stesse apparenze ed andamento che le esacerbazioni delle ottalmie cominciate negli altri modi. Siccome nulla.meno tale inasprimento pùò non avere e non ha realmente ben spesso luogo, conservandosi I'ottalmia costantemente mi · Lissìma e con granulazioni quasi secche ed indolenti, perr.iò non s'hanno (come da alcuni si fa, Florio lra essi) da considerare tali casi semplicemente come on primo pe riodo o stadio dell'ollalmia, ma piuttosto come un modo par ticolare e mollo notevole, di co mportarsi della medesima , cl1e può cominciare e finire senza confondersi cogli altri. 11 terzo modo di evoluzione ossia per ollalmi3 intensa, purulenta è il più raro di tutti. Quando esso deve aver luogo, dopo alcuni prodromi analoghi a queJJi gia meato· vali per gli altri modi, scoppia rapidamente l'otlalmia con intensità sempre grandissima, ma che nollameno ancora comporta dei gradi. l o certi casi in falli il chemosi della congiuntiva è piuttosto seroso che carneo, il dolore è com · 0

( I ) VuMJNJn::

Préface à la trai)uction de l'Oavrage do Docteur

Eblo. (2) CUNUUl: Mémoire sor l'ophtbalroie contagieuse, etc. (3) BELLJNl: Brevi sinceri appanti raccolti nell'Ospedale di

Cestello sull'essenza , ecc. della dominante ottalmia nei l\fiJitari Austro-Toscani. Prato 1850.

portabile, lo scolo puriforme non è profuso, la reazione febbrilti modica ; ancora si possono scostare le palpebre per ispezionare celen:meole il globo dell'occhio : ma io altri casi il chemo.:1i Hcarlallo ,. duro , cinge e strozza la cornt>a, i dolori so110 immani, lo scol,, incessante , la tu midezza enorme; v'hanno insomma i sintomi lutti ad ognuno beo noli d'un'ottalmia decisamente purulenta où anche del flemmone del globo oculare cbe ne minaccia I~ totale fusione. lo non starò a fare un quadro completo di tale ottalmia di cui nessuno ignora il rapido andamento e le pericolo . sissime conseguenze; solo farò notare come le recrude: scenze cui vanno soggetti gl'iodividui affetti prjmitivamenle in uno dei modi antecedentemente descrilli possano prendere quest'ultima forma ed insisterò poi soprattutto sulla circostanza che i casi che prtindooo sia primitivamente che consecutivamente un tale andamento, sono piuttosto; rari e come già dissi quasi eccezior.alì. Durante il periodo di .f mesi, dal giuguo all'ottobre del 1852, sopra più di 400 ottalmici non se ne presentarono che 9 casi, di cui 4 piuttosto leggieri et! un solo molto grave, ma io cui nullameno mi riescì di salvare l'occhio e la vista. Il Doli, Gouzée dice iu un suo articolo inserto negli Àrcl1ive1 Belges dc Médecine Militaire (gennaio 1852) che ntlllo Spedale d'Anversa da lui diretto dopo una lunga serie di anni passati senza cbe comparis!ie una sola oltalmia pu· rulenla; a parte le gonorroiche, una se ne vide o~I 1843, due nel 1846, una o due ciascuno degli anni s11guenti sino al 1850 in cui ve ne furono 4 ; nel 1851 tale cifra fu oltrepassata. La media annua degli ottalmici ricoverali rrnll'Ospedale rudi 66 dal 1845 al 1846 e di t 16 <fa i 1847 al 1850 ; si noli che in tale novtlrO non sono compresi i numerosi granulati trattati nelle Infermerie Reggimentali: nulla meno l'Autore trova la cifra delle otlalmie purulente troppo elevata per gli ultimi anni specialmeuto e ne incolpa, oltre alle straordinarie vicende atmosferiche, l'abbandono fatto ùa alcuni Medici del nitrato d'argento nel lrallamenlo delle granulazioni palpebrali per altri agenti che non reprimono come lui il contagio ottalmico. 11 Cav. CunitH nella sua Memoria sopra l'ollalmi a contagiosa, identica alla bellica , che regna nella classe po,•era ed operaia del Belgio, porla la cifra ùolle ottalmie purulente da lui osservate dal 1840 al 1845 in una massa di 7 42 affetti al 9 010. Nel periodo dei due anni 1846-47 durante i quali erano stati dati dei prc,vvedimenti per reprimere la malattia, non trovò più che la proporzione del 5 010. Soggiunge però: • La proportio o de 5 010 doit eneore elre ~onsidèrée cornme é norme , elle ùépasse de beaucoup celle, qui étail observée dans l'Armée en temps ordiaaires à l'èpogue, ou les granules n'éta ient point recherchés pour èlre suumis à la thérapeu tiquo, s1 convenable, qui est aujourd'hui instituée. " Secondo un rapporto del Mcd. di Regg. Uott. Uecoodé, nell'Ospedale del Campo di Beverloo (Belgio) nel periodo dal 21 luglio al 51 agosto 1851 vennero curali 69 ottalmici oltre a 572 granulati trattati nelle baracche presso i rispettivi Corpi. Sopra tale massa di 441 ullalmici vi fnrono 15 ottalmie purulente di cui due blennorragiche; delle rimanenti 11 alcune fu rono poco intense. La propor· zione sarebbe 2 1t2 010 approssimativamente. Per l'ollal~ mia dominante nelle Truppe Austriadle in Toscana nel 1~49-50 il DotL Bellini scrive: • :Sopra 100 ammalati la

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269 la purulenz.a , la secrezione marciosa regurgitante al di fuori delle palpebre, l'abbiaml)· rimarcata in 15 -o 20: » qui la pro~1orzione sa~ebbe di gran longa più forte e, se non fosse -supp.onibile che molli di tali casi non presentavano veramente una grande intensità, parlerebbe poco io favorti delle regole igieniche , con cui sono tenute le Truppe Imperiali , come de! trattamento da principio impiegato ·e1l avrebbe dovuto render.i anche meno difficili i Medici Toscani ad ammettere d'aver che fare coll'olla( · mia Égiziaca, bellica o purulenta. Tratteggiali così i varii modi eon cui può svolgersi la ottalmia in quesliqne, la quale spero sarà dai Colleghi al· tenti e couscienziosi ricouòsciula per quella stessa che suole in tulle le Guarnigioni dello Stato L.ogliere Mntinua· mente dal Servizio un considerevole numero di Soldati, mi giova ripetere che essa si presenta pure con caratteri affatto identici presso tutte le Armate Europee che ne s'ono infette, presso la Belgi ca, l'Olandese, l'Inglese, la Prussiana, la Russa, l'Austriaca ed altre. Di tali ve·rità ebbi largo campo a convincermi nei viaggi da me inlra- · presi negli anni 1850-51-52 presso· le mentovale Nazioni. Ciò vidi nel 1850 nell'Ospedale Militare -d' AoYersa, dove il Medico principale Uolt. Gouzée ebbe la eompiacenza di farmi esaminare gli ollalmici che vi si trovavano ricoverali e che riconobbi soffrire d'nn'affezione oculare ac· compagnata da quei sintomi precisamente , da qutlle al terazioni di tessuto, da qudl'andamenlo che da lungo tempo aveva potuto studiare sopra i nostri Soldati. La sless.a cosa vidi uell'Ospedalc Militare di Bruxelles , la stessa nel seguente 1851 nell'Ospedale di Beverloo: nel. Liroburgo, dove l'Armala Belgica ~uole ogni anno tenere un Campo d'istruzione e dove ebbi l'onore di fare conoscenza d.- 1 Doll. Decondé che vi dirigeva il Servizio Sanitario, persona mollo conosciuta nella Repubblica Medica appunto per moltiplici Scritti snll'ollalmia Militare da lui dati alla luce. · Ciò medesirnamenl~ pOtt'i osservare uell'lslilulo Ottal mico dì Bruxelles dircllo dal Cav. Cunier che vi tratta ogni anno una quantità grandissima d'individui della classe borghese a(lelti dall'otlalmia medesima, su cui pubblicò pure dei Lavori pregievolissirni, che egli aveva la somma gentilezza. di offrirmi in dono. Ciò potei vedere nel 1850 negli Ospedali delle Truppe Prussiane stanziate lungo il il Reno, nel 185,1 negli Ospedali di Berlino e del!' Aia in Olanda ; nel principio del 1852 negli Ospedali di Vienna. Ovunque l'ollalmia in discorso è la stcssìssima e non presenta differenza se non nel numero degli individui affetti, che trovai, per esempio, scarsissimo all'Aia. ed a Berlino, più considerevole a Bruxelles, a Bcverloo e ma.;· giore ancora a Vienna (1). Una specie di controprova ricevette la mia asserzione circa l'idcuticità dell'olla Imia nostra 1~011 qut:llla delle altre Armate· Europ'ee dal giudizio ·del Dott. Welt, Medico in Capo nell'Esercito Prussiano'. chu avendo visitate nello (t) Trovandomi a Vienna ebbi occasione di ved~rvi defilare

_alcuni Battaglioni dì Confinarii (Croati): al s~lo ~spello degli occhi di molti tra i Soldati era.facile per chi è famigliare colla ottalmia bellica il riconoscere esser dessa largamente sparsa in tali Battaglioni. Du ~ante il 1850 noo se ne contarono nell' Ar~ata Austriaca meno di 1501 casi; nella sola Firenze la cifra d~gl'in. dividui curati dal 31 gennaio al 31 ottobre di detto anno superò i 1756, di cui 2l rimasero affatto ciechi.

scorso giugno le Sale degli oltalmici nell' Ospedale di Genova, ,i venne dal Medico' Divisionale interpellalo sulla sua opinione a tale riguardo. li J)olt. Wclt rispose averè l'Ntalmia tulli i caratteri della bellica ed 8$Sere lale appunto qua le regnava ne li' Arma la Prussiana. Per chi poi é persuaso che l'otlalmia che dominò in Ge · nova è. icleut:ca a quella che domina nel Be.lgio ed in allri Stati., rnsla pur dimostrato che essa è identica a quella che regna attualmente in Egitto, contrariamente all'opinioue del Doti. Mazzi, Relatore della Commissione di Genova , il. quale ave11do dimoralo per parecchi anni io Egillo dichiarava non riconoscere nell'attuale i caralleri dell'ollaltnia da Jni vista in tale regione. Ecco quanto si legge nl'lle Recher.cltes Statistìques sm· ies maladies ~culaires d,d Doli. Cunier (Bruxelles 184i): « Dans ces dernièrcs anuée, !es rémarques de M. HO:iec ( Uber cin,ge Krankeiten dei. Orienl, eh:. , Augsbour~ 1857) qui a constai~ l'idenlilé d<J l'ophiha-lmie Égyptienn11, eL de l'ophthalmie,. qui règne dan, les Armées Européennes, ont été confirmées par m1 J rs collaborateur, de mon Joumal .M. le t>octeur Higler, Médecin d'.un Regimenl Ali · trichien, aujourJ hui Médeci,ì en chef de la Garde du Sultan et Jnspecteur des Hòpitaux Turcs dc la còte d'Asie. Le compie renòu _des malad,es lraitée, à l'Hòpital Aoglais de B_eyrouth (Lhe Lancel 1845) coofìrmc de tous poinls ce qu'ont avan,'.é MM. HOser et Higler. ~!. Léon Ralier, qni vieni de . visi1cr l'Égypt,e et la_Turquie, et M. la ];>1JC· lçur Géorge Mdaxa, .Médecin ì\iilitaire T11rc, élève de M.Rigler, m'onl alfirmé ces jours derniers reconnailre chez. des ophthalmiques d(-\ mon serv ice à 'lHùpitaJ Saint-lean, lous !es cara·clères de I.a i;naladie oculaire ·toujours endémique dans tout l'Orient, mais qui ·semble depuis qoelques an•,ées èlre devenue beaucoup plus bénigne qu'autrefois,• Tale citazione mi dispenserà, cre<lo, dall'entrare in una più ampia discnssione (che non comporterebbe del resto la natura di questo lavoro, nè sarehbe di grande utilità) per dimostrare la figliazione dl'll'ollalmia delle Armate E,1ropee dall'oll~lmia <l'EgilltJ. Tanto più che 1100 potrei nulla aggiungere a quanto già si ampiamente e .dottamente esposero parecchi Scrillori, tra i quali cìterò il Medico .Militare ,v erneck che nelle sue Considerazioni sull'ottalmìa contagiosa ra.:colse dei µroziosi particolari sull'origine Egizia della malallia; il Dott. Cunier che nel suo erudito Lavoro testè citalo dimostra eome non solo l'Armala della Repubblica Frances(>, al prin1:ipio di questo secolo, ma le Armate P.Ziandio degli a,;tichi Greci, dei Romani e dei Crociali del .Medio Evo contrassero nelle loro spedizioni in Egillo l'ollalmia iv i endemi,:a da tempo immemo'riale, e la trasportarono poscia in Eu ropa, dov e dopo aver regnato per alcun tempo poco a poco disparve. Citerò an cora i paz.ienti Lavori del Med . Milit. Belga Decondé (1) nei quali egli si diede a ricerche storiche le più minute e le più complete per stabilire i legdmi che uniscono l'ap (1) Histoire de l'ophthalmie des Armées; des eodémies et des èpidémies de celte maladie: de la simi)itude eotre l'ophlhalmie d'Égypte, et celle de Belgique:· Mémoire sur quelques points propres à éclaire1· l'hisloire de l\>phtalmie des Armées. llistoire des ophthalmies dans les Armées Françaises , dans les Armées Rmso -Polonaises et Suedoises, dans !es Ètats Italiens: l'tlémoirc sur Ics rapports qui existent entre les ophthalmies qui ont eu lieu daos les Armées en Italia, et celles qui se sonl mootréeS: dans la Monarchie Autrichienne, et le Royaume de Prusse.


i10. · parizione delrollalrnia ndla maggior parte dello Arma te col ritorno io Europa dei Soldati chu avevano Sl)fferia l'ollalmia i.o Egiuo. La fi gl iai ione per l'A rmala Belga, Austriaca, Prussiana, R ussa, S,•edese, ll anoo,'erese, Spag1111ola, Napol1lana e San!a, è resa così incon1es1ahile corM per le Arn,ate Francese ed I nglr:se. Nè è necessario per ammt'llere la discendenza dell'ot · talmia che allualrnenle infosta le :\ rmale i nropee, dal · l"ollal:11ia delle sponde dt1I Nilo , il dire come molti già fecero (tra <:ui ancora recentemente il 0011. Gilli µer J'ollalmia di Gr.nova ed il J)oll. Belli ni per quella di T o scana che, se io Europa ess;i non spiega 1111ella v1ieme11za e rHM cagiona quei tanti danni che vennero deplorali io Egillo, si è perché tale malauia, come lii tanti alfri morbi è avvenuto, trasportala in clima lontano dal nativo e meno favorevole al suo sviluppo, non potè conservare lunghi anni l'originaria sua virulenza, ma dovelle invece rimet tere poco a poco della sua rerocia, perdere alcune delle più imponenti sue manifestazioni e rendersi più cedevole ai mezzi · dtll'Arle diretti a combatler)a. Una loie rimessione prima di tulio secondo· le citale asserzioni dei Dottori Ratier e Mctaxa avrebbe avuto luogo anche nel nativo Egillo, ma dol resto sono poco di~poslo ad ammet· terla , qua ndo ricorùo che di 32,000 Soldati F rances i che ne furono quasi tulli attaccali, non più di 6000 dovettero riparani negli Ospedali. L'ollalmia attaccava duoque anche allora alcuni individui ,•iol~olemeote ed altri solo leggiermente, alcuni privava in pochi giorni ed · in poche ore della vista, ad altri perrnelleva di continua re a rimanere nelle fi le ed a preslare l'usalo Servizio , appunto come oggidì vediamo o, 11i giorno in Europa. Che se durante la speJizione io Egillo e nei primi tempi dopo il ritorno , pare che i casi di purulenza fossoro propo~zionalmenle più 11umorosi, è facilo rendersene ragione, prima riflettendo alle pessime condizioni igieniche in cui si trovarono io quei tempi cerle masse di truppe, in secondo luogo da che ai casi mili, ai casi di gramtla1.ioni primitive, indo· lenti che erano allora, geoeralmeole sconosciute ai Medici, 0 011 si aveva in tanto incalzare di avvenimenti il tempo di badare o ooo erano riforili all'ottalmia dominante. (n rea li.i. tali differenze di inleusità e di andamento che esi· stevano allora, come esistono oggidì, non sono dovuti ad aie.una essenziale modificazione nella natura del morbo assalitore; esse costituiscono solo delle modifi cazioni dovute al vario modo di sentire e di reagire degli individui attaccali , alla diversa loro cosliluzioue e tem peramento, alle differenze di condizioni igieniche in eui vivono, allo stato anl1•cedeote di loro salute ; ma io tolti l'affezione ha per sua origine, per suo punto di partenza la trasmìssiooe di un,.ollalmia sui generis che nrioforme nei singoli casi veslc però in ogni paese cd in ogni tempo uno stesso modo generale d'essere e di procedere. Cha an:r.i quei suoi di1Tere11li modi di esordire e di procedere nei varii individui unitamente atruoiformilà del suo andamento generale che si ver ifica idciotico presso lolle le Armate; quel suo r it>scire quasi costantemente in tutti i casi alla produzione di granulazioni palpebrali qualunque sia la mitezza o la gravità dimostrata; la molliplicilà dei casi presso certi Corpi d'un' Armala e l'ostinala sua ripro.. duziooe e perpetuazione presao i medesimi, costituiscono a mio n viso i caratleri più notevoli che formano di qaesta

olla lmia un morbo suoi generis e che valgono a differenziàr la più chiaramente dalle affini. Non llasla infalli a distinguerla da quesl·e la presenza delle granulazioni ·vescicolari descritte dapprima da Jforkard Eble (-1) che le chiamò fl ittene o le considerò come un carallert:1 auatomicv proprio dell'ollalrnia belJica, che non si ritrov·a mai 11ella catarrale. Quest'opinione fu abbracciata pur anc:he dai Dollori Solleau, Decondé, Gouzée, Call'e, Hair ion ed altri che le credono indica re un insidioso e speciale lavor)o morboso nelle parli sn cui nascono . Siffalle gr~nulazioni ,vescicolari consistono i11 piccole bollicine, grosse come capocchie di spilla , molli, bianco• rosee, pellucide sul principio, ma opache più tardi o piì1 rosseggianti: esse hanno la loro sede sulla congiuntiva palpebrale dove sta per ripiegarsi verso il globo oculare, ordinari amente sulla palpebra inrerioro e vè rso l'angolo esterno, p iù raramenle altrove. Queata spet:ie di granulazioni, la cui presenza sin or.i, che io mi sappia, nessuno ha segnalalo presso i ooslri Soldati, io la vidi effeltiYamtinte ìn parecchi casi ed ebbi l'occasione di fa rla notare a parecchi astanti, tra cui il Dop . Arella, ìl Dott . Perelli ed ancora in ques li ultimi giorni in Cagliari ai Dollori Corbetta· e l\ligliora. Ma esse sono longi dall'esseri, costanti ed in molti Soldati che vidi non appena cornirH:iata l'ollalrnie e che potei seguire per mollo tempo, ebbi a consta taro I' aasoluta loro mancanza. Nè stirvono di carallere distintivo assoluto le granulazion i ordinarie che sono a dfr vero quasi c~stanli nella ottalmia bellica , ma che pur si possono osservare, beochè non molto di frequente , dopo le ollalmie blennorragiclre e catarrali inte11s11 od inveterate, come molti Autori ammettono e tra essi il Commend. Riberi (2). Non sene il colore, la disposii.ione, la sede principale detrinieziooe congiunlivalc, perchè sintomi che presentano grandi v~ rietà nell 'olla lmin bellica e nulla hanno di bene particolare, definito ed esclusivo: non il migliorare verso ~era, nè l'assenza di fotofobia e di epifora , perc,hè non costa oli; ooo lo scolo puriforme, nè la proprietà di comunicarsi perché comuni all'ollalmia blennorragica ed a quella d6Ì neonati ; non l'inl~nsità della flogosi, perchè oltre al mancare nei piu dei casi, è pur comane con questi ul· timi ; non l'utilità delle so~tanze caustiche p11r combal· terle per eh è ad esse pure estensi bi le ; ed è poi affatto erroneo l'asserir e, come fece non è lungo tempo il Dottore Freschi nel feno dell'Accademia Tori nese di Medicina , che valga a diffo rcnziare l'ollalmia bellica od Egiziaca dalla catarrale la neces,silà di ricorrere nella prima ad un energico metodo antiflogistico, giacchè senza on solo salasso la caulerizzazìone falla a dovere arresta soventi come per incanto l'ottalmia beJlica la più minacciosa.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTJFICHE (Mes, di febbraio. 1a Tornata ). N1zu. Dopo la coQ'Jonicazione del Dispaccio del Consiglio Superiore Militdi Sanità con coi ò consentilo il cambiamento d'al-

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(1) Uber die io der BeJgischeo Armee beuschende Augenkrankeit. Wien 1835, (j ) OpereMinori: della ceratilide prodoUa dalla degenerazione granellosa della congiuntiva palpebrale.


cuoi Gioroa\ì Scientifici di dote comune ai diversi ' Gabinetti di i' piedi nudi sa d'an snolo fre~do mentre la superfioio del cgrpo _Lettura con altri Giornali pnre· Scientifici scelti a maggioranza trovasi iu ano stato d'elevata temperatura, eserciland'on'az1one di voti dagli Ufflziali Sanitarii radaoati in Cooforenza nei varii ripercusai,a su l'Qrganismo atta a produr io determinate circo,spèdali Oivisionarii dello Stato, il Presidente aprendo la discusiilaoze uo veemente e passeggiero disseslo oefle funzioni della sione intorno al caso di morte instantanea accenr1.ato nel Processo vita automatica., opera spocia1menle su l'appatato cardi o-vascoverbale drlla Seduta aotecedeù~e, comincia dal di,uostr.àre la lare inducendo lalor uo•'ìmprovvisa feriazione di tutte le funzioni difficoltà universalmente ammessa di potere dar una spiegazione proprie del medesimo. Siffatto fenomeno è più facilmente o~sersoddisfacente del fallo e quindi si fa a ragionar intorno alla cavabilo in quelle persone io coi per una particolare struttura di gione pros)ima che presumibilmente avrebbe potuto indurre la corpo il sistema vascoh,ire sanguigno trovasi imperfettamente svolto, cOIDll osservammo appunto noll'autossia del Vitriola in morte. Questa, egli dice, non ~uò attribuirsi ad alcun agente cui le arterie erano cosi slraordinariamenle sollili da simulare esterno trasmissibile, perocchè di sei ammalati di scabbia che trovavansi oolla medesima camera assog~eltali al medesimo mequasi fosse :n esse lJlancante la ton:1ca medi::. Quind'è che a parità di circostanze clovendo le parti più deboli e più nobili per todo di cura, nessuno ebbe a risentire molestia per uo'iofloe111.a peroicios,, qualsiasi, come, ad esemp. p~r uu'abbom.lanle evapole loro funxi,mi subire maggiormente l'in.flur.oza delle potenze razione solforo~a, per uou troppo elcv,•ta temperatura o per la nocive, ne avvi.ene naturalmente ch'il sistema centrale ~irco1atorio· possa per l'inslanlanea variazione di lc1nperatura llrrepoca ossigenazione dell'aria atmosferica aella camera stessa la slarsi nelle sue funzioni e dare- luogo ad uno stato lii sincope quale beo aerala e graode abbastanza per contenere do,lici letti, prl>nlameule mortale. non era io vece abitata che da sci . altri scabbiosi. l'ion può parimente attribuirsi all'influeuza d' una cagione ,nornle perchè i Coll·sla spiegazione non arride al Doll. l\laratore il qnale fariVitriola nei giornt antecedenti al fatafo caso fu ~empre gaio ed flettere cho nellt,Sale ùegli scabbiosì la1emperalura essendo quaai intrallenevasi piacevolmente conversando con i suoi Compagni. sem4->redi 12 gr.,come lo si vede i11dicnlo dal termometro esìsieote Non può riferirsi ad uo' indig.,sliooe perchè ciò oon er.i possibile io della Sala, e per allra parte l'azione do! freddo essendo stata io nello stato d'isolamento e di sveciale sorve~lian:r.a in cui si tro,. questo caso ù1 brevissima dorata, ooo potrebbe facil mente comva vano e sono. a.li scabbiosi; e per allra parte l'aotos~ia rimosse prendersi come potesse avere luogo una sincope così prontaogni dubbio intorno a' quosla cagione. Qaale danqoe, prose~ue mente mortale; e c.iò tanto meno in quanto.c·ho ilVllriola fu collo 'sempre ìl Med. Div., polè essere l'agente infenso che instantadall'apoplessia non appena posi\ il piede a terra e gli foron iruneamente produsse la morte? Forsccbè dovrà ammotter5i con medialameote presta'ti sussidi! tali cbc l'avrebbero sicuramente Borsieri o con molti altri Autori quale cagi-0ne dell'apoplessia richiamato olla vita quando si foss o soh,mente trattato di sinfoltnioante la scabhia stessa? Potremo forse ritenere cbe ne 11ia cope. stà-ta•cal(iolle il decubilo supino conservato costantemente d11 IJ.I Doli. Pelus0.amm P,lleodo con Gendriu l'apoplessia nervosa l'ammalato durante il profondo sonno della 1iott~; ~I quale decuda cagione dinamica fa con ques1' Autore giuilamente notare 1,ilo col favorire la congestione sanguigna al cupo 111Jbia prodotto com'ammetleodo la neurosi dolio ramificazioni nervose debbono ia m·o1•te ? Ne dovremo forse incolpare il freddo della stagione? tmche di necessità amruel\ersi neurosi dei centri nerv si, le quali Accenna1e tulle (f\1estc c.1gioni e dichiaratele problematiche, il per ciò oppunlo cbe accadono ue1 sistemi g:eneralo ri dell'ioner Presiilc111e fa riflettere che nel caso io questione la rapidilà slossa vazio11f', assumono più facilmente la forma di neurosi apopleticòn 'Cui a-ccadde la morte indicava che la cagiono .prossima doformi. Variando quind'il medesimo della difficollà t;he sovente veva es~ere stata· dinamica, piullosto dlo fìsico-ebimica. A ques'incnntra nell'appreizare giustamente i dsullamenti delle nesto p-i-optlsilo nota che lanto il Poccinotti, quanto l'Aad.ral, ma · croscopie, dopo avere dimostrato cho quando la morte con rasoprattullo il Geodrin conveogollo uella necessità d'ammettere pidità massima colpisce una persona nel più perfetto stato di sal'apoplessia nervosa da cagione dinamica in tutti quei casi nei nità senza che si rin ve ngano nel cadavere lesioni organiche surquali le necroscopie le più accurate non dimostrano nel cadaficienti a spiegar il fotto, sia lecilo sospcUarc che un'iofluon:?a -vere degli apoplelid sufficiente lesione ma.tcriale per spiegare 111 puramente dinamioa ne sia stata la cagioue determinante, espone morti'. Nota com'il Gendrin fa rifleller a tutti coloro che vorrebcome llelle autossie a cui egli asslstctto di per5ono morte per bero sempre spiegare l'upoples_sia per mezzo d' un fallo congeapoplessia fu lminea noa potè mai scorger alcuna palènte altestizio ed omorragico, come nulla osi i ad a mm elterc ch' il cervello, raziono o stri1vaso em~1·ragico nel cel'vello, ma, solo (jnalche il midollo s rioale o l'allungato o quali centri doll'infiut!nza pervolla un leA~iero ~rado d'iniezione nella sostanza del m<:desimo v-0sa o quali organi secretori d'un parli colare flaido molt'atnne o nelle me;1iogi; d'onde fu condollo ad ammellcr una varietà di all'elettrico, per una cagione anche lievissima possano sospengenesi morbosa dipendente, a suo credere,.da un acco mulameoto dere la secrezione di qaeslo tloido oppure possao impedire l'inòell'inoervazionc o da eteroidesi, come vorrebbe il Pncciootti. fluenza ner vosa e così cagionare la morte iostaotauea quasi per Venendo qoiud'al caso in discussione, così si esJ>rimc: "se noi .strozzamento, senza che l'autossia no possa poi svelar alcuna vorrem avvertire che l'accesso apoplelico .accadde nel mattino obbiettiva cagione. Nola finalmente come quest'asserzione det· non appena l'.ammalato s'era sveglialo ; se .ivverliremo che lu Geodrin sarebbe avvalorata dalle0:1sorvaziooi fisiologiche e paqnesto tempo per il luogo decubito della colle il cervello si trotologicb<\ le quali provano che !e lesioni dirette al midollo alvava in istalo di congestione o di compressione o, come diss e il lungato, lievi tanto Lia non produrre spargimento di sangue, caP~esièlentc di sLro:tzarnento;se vorremo partitamente tenere calgionano la morte s_enia che la mede~ìmu cosa possa dirsi sacr.ecolo dell'i;stantanerlà del dect>sso, ti.elle suggellazioni improvèlere nelle a lire parti cho compongono I' Rsse cerebro-spinale. visamente manif, $latesi nell'io,·aèlcre d;rll'accosso , massimaIl Dolt. Bobbio comunica due casi tl'apoples:1ia fulminante ·mente noi lato sinistro ciel corpo o scomparse poco tempo dopo succedola in due persone tocche da scabbia, 1nentre questa era la morte per dare IDogo a congcsliooi cadaveriche nelle parti più presso che scomparsa dalla saperficio de l lòro rorpo. basse· so -vorremo avere di mira lo s1a10 d'indorimen\o ,pre1erIl Doti. Poluso movo il dubbi11 che nel caso in questione possa oatar~1le ,lolla polpa cerebrale; se fiualrne:lte vorrèmo coosidela morte essere stata l'elfeLlo della manuslorbaziono la quale da rnre lo stato di vacuilà io cui si trovaropo le cuvità tutte.. del qualche Aul.,ro è annoverala fra le cagioni alle 11 produr nn'incuore o l'albero circolatorio nella sua origine, mentr'all'iocootro stantanea epilessia che può anche fdroi letale, siccome comproerano zeppi tutL'i vasi efferenti, coslilueodo nei polmoni qoella va110 gli esempi di persone morte nell'a llo del coito. Il Dollore condi7.lone che da taluni si dir"bbe apoplessia polmonare e coTarrone partendo tlal fatto che nel caso io d.iscussi,me l'apoplessia ; slituendo p,nr un evi,don.tc stato couges lizi.o e nei seni cerebrali e nel sistema ,.!ella véoa porta ( condi'l'ione quest' ultima riebbe luoAo oell'allo che l'ammalato rna·ili'do di sudore discen..marcala da .molti Autori nei casi d'apoplessia folminaoto ) ; de~ daUello e..poggia,·a sul fceddo suolo con i piedi nudi, 1·orse vorrtmo·.coosider;ire lolle qursle cose, cerlamonle non re1>be sospeUarc la ca~ione dell'avveuulo fatale oaso io una resembrerà tanl'impropria la dednziooo che uno stato convulpcolina soppressione di soilore, -siccome ne fil cenno Attdral ,nel sivo tclauico possa essersi svolto repeolinamenle nel centro cirsuo ·RP.pcrtorio Clinico. L'inlensa-.aziono, egli dice , qua-si ~e letcolatorio, per cui sospesi i movimenti del cuore e respinto i trica-del freddo a cui s'espone una persona qualsiasi disce nèlendo sangue in islato di carbJoizzazionè nei polmoni senza che pote11e dal letto appena sveglia, massimamente se questa passe·ggia con 10

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più oltre rifluire da questi ed es~ere di nu.ovo riman~ato ossigeblicati nel N9 25 (18 di gennaio 1853) di queslo nostro nalo nelle varie parti deH'orgamsmo, abbia nccessamimente per _ Giornale, fa le tr1erav iglie dr.I non avere veduto in questi questo fatto dovuto avere luogo l'esito letr.le. ~OVAIIA. Jn questa Tor.nata il l\fed. piv. dà lettu!a.dell'arti~olo I accennato ad un metodo di cura semplicissimo e quasi prodigioso contro l'anzide11a malallia; metodo coteslo ·che d,cl l)ott. Sper,yler, inse!'ltO .ne} 1Vor.it.eur ·des 11,0'pitaux dei i9 -gennaio p. p., intoroo alla v1r.1u della-tintura_<_lell elle~oro bianco il ,Sis. Batfico, Ch irurgo dello Spedale di Savona, per il nelhi guarii.:iooe delle malattie cotante In pm r1belh e dopo es- I, primo fece conosct>r -al mondo .Med ico, e che fu poi dallo sersi inlralter:uto·a descrivere le varie fo1 me dcliii pty1·iasis ed a distiD,::ue1 ne la ~·escièolare dal'c dle11di CfJitticbc, fa l'enu- I stesso Sig. Doti. Borclli corredalo d'alcune pratiche oss~r~azion! _in appoggio ed_ in conferma della sua utilità, merazione di v;irii yrgetali, specialmente delle famiglie raouncolacel.', d'M.ione an.do~a a quella dell'elleboro bianco .'di cui siccome puo leggersi nel l\ 0 42, pag. 341 dell'anno 1851 l'altivilà dire dovere derivarsi dalla ver;itrìna ebe in questa radi detta Gaz zella 1tledica italiana. lo colesla ma Letd~ce trovasi. probabilmeote e! I!lbin.a la .con l'acido ga1J1co. s.o~tera il chiarissimo .Doll. Jlorelli dopv avere d•itto essersi g1uni:e pero cbc nel ;i plurahta dei casi , anche per le proprie r ivolto · alla Direzione del nostro Giornale con l' unica insperienze,gli srmbra·che oelle anzidelle malallie couvengano di tenzione d';iddilare questo uuovo metodo curativo dell'unpiù le preparazioni solforose e tr,1 quesle commenda in frizioni su le parti amnialate, l'u~o d'una pom.ita composta ~on on_a - ghi~ incarnata ai Medici .Militari ai quali famigliarmente dramma di rarbon ~nimale e con ;;llt~ttanta dose ~1 fiori d1 zolfo occorre d'aver a curare siffatta malaltia , disli ogue e"li levigato unili ad un'oncia d'adipe, commenda parimente nelle pure còn il Doti. Caire e su le traccie de! grande CJ~imedesime circoslanzc le rinnovate lozioni con una soluzione di rurgo Francese, il Dupuy1ren , l'uoghi;i. incarnala ir: dut, fegato di zolfo il quale dice av~re_ recentemente .con felice esito adoperato in un caso di ptl/nasis vescicolare rnveterata dopo specie secondo che la malattia si s'IJolge prjmiti'IJamente e averlo reso inodoro per mezzo del seguente procedimento. prende sede nei soli margini o nella matrice detl'titighia Prendansi quattro parti di solfat.o di potassa sottilmente polo, meglio, secondo e::~ la cagione della malatlia, sia in ve~1zzalo; doe parli di carboue d1 leg~o .dolce, rece~temente seguito all'alterazione èrll'organo secretore del l'unghia estmto e sollilmente polverizzato; ohod1 hno g. 6 per farne una sia primitivameule per azione diretta d'una cagione mec~ pasta cbe si divide poi in tante pallottole di 4 onco ciascheduna, le quali si fanno essiccar all'aria libera. Unà volta essiccate queste canica che '\'alga ad allerare la sostanza o la forma o la pallottole si depongon in un ampio tr!)giuolo e si cop~.ono perdire.zione della medesima, sta nell'unghia slessa secondo fettamente tanto nella loro ·parie super10re, quanto nell mfer1ore che la condizione patologica risiede prirnilivameote nella e negli intrstizii tra <li loro esistentLcoo polvere di carbone onde malrice su detta alla base dell'unghia. Premessa questa imp.edir il contatto dell'aria almosforica. Ciò fatto si copre con divisione, accennati con il J)ott. Ca ire e co11 Dupuytren i un mattone l'.ori'fizi·o del crogiuolo e lo si espone al fuoco violento per quattro o per ciuque ore cioè sin a tanto che sia vi la presuncaratteri ditforenziali dell'.una e dell'altra' specie, ed, espo· zione che lutt'il -solfoto sia decomposlo; ciò che si conosce facilsto il melcido òel Si.g. Baffico il quale consi.~te unicamente mente d.all'odore d'ova fracide ch'il miscuglio cessa dallo span- . e scmpli'cemente nell'introdur un pezzetino d'agarico o di dere. Si allontana allora dall'a,zìone del_fuoc• il crogiuolo, si esca al di sollo del margine dtlll'ùnghia incarnata cioè tra versa·la materia che contiene in on vaso d1 terra ·onde si raffreddi e., raffreddala che sia si fa bollire per alcuni minuti e con suffiquesto e le carni .fungose 11lcerate, da rinnovarsi ogni tre ciente quantità d'acq~a in un tegame di forro. DOJ?O ciò si lascia o quallro giorr:i a norma dd caso e delle indicazioni vadepositare lungi dal fuoco il liquido, lo s1 decanta rn altro vaso e rie, il Doll. Borelli fa nota.re come nei casi della prima sul residuo si versa un'opportu~a qua.ntHà ~·acq~a su cui _si rin~ specie a cui spetta realmente il nome d'ttngltia incarnala, nova la medesima operazione sm che 11 l1qu1do nesca sapido. St riuniscono quindi i vari i liquidi così ottenuti, si fillrano per carta nei quali il Dupuytren e con esso lui il l)ott. Ca'ire race si fan evaporare sin al ponto che io ciaschedon'o!lcia di liscicomandano d'incidere co.n un paio di forbici ben acute vio possa calcolarsi esistervi una dramma d1 sale 1n soluzione. dall'apice ali<! base per melà l'unghia incarnala e quindi Questo !iquido cosi preparalo si lascia 1:affreddarc quindi si conserva all'oso io un allro velro bfne clnuso. La dose per un ba- 1 c0n forti piuzelle srad icar il lato incarnato-con un movimento di rolazio11e dall'interno all'esterno , t.;ònveoga apgno generale d'ona persona adulta è di sei once di .liquido, a cui se s'~l.?giunize qualche 1;;occia <l'essenza di limo o. di lavanda riP\JOlo. esclusivamente il metodo de l Sig. Baffico (1), senza marrà megli_o mascherato quel poco d'odore ·_d1 gaz solfidric.o avere bisogno di rieorrcr a quello del Dupuytren che, che potrebb'ancora svolgersi nell'acqua rnscrv1ente al bagno.Se comunque ollimo per la cura radicale, non tralascia però questo liquido è bene preparato debb'essere limpido e leggierd'essere barharo ; fa parimente notare come questo memente paglierino; non debb'emetlcr alcun odore di gaz idrogeno solforato e versandovi sopra uo acido qualuuque debbe decomtodo gli sia pure riuscito utilissimo nelle {11n9osi.tà ed ulporsi s1•olgendo gaz solfidrico e precìpita!'.ldo lo zolfo. Finalmente cerazioni che succedono non di rado alt.a circonferen:a mescolando col medesimo qualche sale d1 piombo debbe dar on delle mani itt $eguito a paterecci, a fi.ogosi eritematose, precipitato nero. risoli ante dalla combinazione dello zolfo con il alt e traumatiche od a quelle d'altra natura. Fi nalmeute piombo ossia un solforo di piombo. Dopo là sposizione di q~esto manifesta l'opinione cho il metodo dell'agarico possa, preprocedimento Chimico-farmaceutico, non essendovi chi domandasse la parola, il Presidente scioi:lie l'Adunanza. venendo forse le gravùsime conseguenze d'un ulteriore CAGLUnI. Dopo la lellura della Circolare N. 8854 del Consiprocesso del male, riuscir utile alm.eno nel primo periodo glio Superiore Militare di Sanità, ragguardante al cambio d'aldella seconda specie d'unghia incarnata cioè in quella che cun i Giornali Scientifici formanti l'attuale dote dei Gabinetti di ha sede nella matrice della base dell'unghia; e ciò sul riLettura con altri Periodici da scfgliersi dai rispellivi Uffiziali di Sanilà facienti parte delle varie Divlsioni, il Doti. Balestra f. f. di flesso da una parte_che ogni imghia incarnata anche marPresidente fa notar ai Membri del!' Adunanza, i quali unanimi ginale riconosce nella grande -maggioranza dei casi una convenivano nel desiderio espre~so nella Circolare, che questo lesione primitiva della sua matrice e d'altra parte svl ricambio non avrebbe.potuto per ora avere luogo per essersi già flesso del costante grandissimo vantaggio dell'applicazione rinnovata per semestre l'associazione dei Periodici di prima dodell'esca nei casi delta prima specie. Ed io prova di questa tazione. Dopo ciò il medesimo Dott. Balestra continua sino sul finire della Seduta nella lettura della sua Relazione intorno alsua opinione, dà termine il Dolt. Borelli alla sua Lettera l'ottalmia bellica. · con la narrazione d'un caso d'unghia ir:carnata della seconda specie felicemente e radicalmente da lui gnarito la mercè dell'agarico, ;;enz'aver avuto bisogno di ricorrere al secondo metodo del Dup11ytren, propugnato e degcritto dal JJott. Ca ire nella sua .Memoria. RlVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI Dott, Bar. DE BuuFORT Med. di Regg. Vice-Direttore del Giornale: Nel N° 11 (14 di mar1.o 1855) della Gauetta Medica (1) Cotesto metodo del Boffico. fu da me più volte usato con Italiana degli Stat'i Sardi. il Sig. J)oÙ. Coli. G. 8. Borelli esito feliei1simo nella Pratica Militare e nella CiYile. Direttore della medesima pubblica una lettera ind irizzata al sottoscrillo nella quale dopo avere fatto plauso alle flenIl Direttore Doti. COMISSETTJ Med. Div. Il Vice-Direttore respo11sahile Doti, Bai:. de Beaofort M. J\. sate disquisizioni generali e speciali con cui il Doli, Caire Torino H!5'l. J'elazz:.1, Tip. Subalpina, via Alfieri 'H. adornava i suoi Cenni intorno all'unghia incarnata pub·

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_PARTE SECONDA

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ANNO II._ ______________________________

N. 35. --------~__;:__

( ai 29 di marzo 1853 )

GIOltNALE DI HEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL:A.RilA'fA SARDA.}

L'associazione non si l'ieève che per un anno ecominciacol 1°d'agosto.Il GiÒrualesi pubblica nel Lunedì di ciascheduna settimana . PREZZO In Torino

L. 1o.

O' ASSOCIAZIONE

In Provincia ed all'Est.ero, franco di posta

L.11.

L'abbooarneuto debbe pagarsi per semestri anticipa,i. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIP.OGRAFIA SollALP-INA via Alfieri, num0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbo a esser affrancate ed ac;;_:~pagnate da vaglia postai~. SOMMARlO. - t• Oott. BALESTRA: Relazione sall';,'ltalmia ché dominò nello Spedale di Genova l'anno 1852. - i 0 Doli. Po J.ETTI: Cura della scabbia con il nuovo metod<> dell'Hardy. 30 Relazione delleConferenzeScientifich1.! . - 4° Bollettino Officiale. - ·5• Doti. GucOMBTTl: Rivista dei Giornali Scientifici.

troppo frequente dei capelli, il cattivo pane, la cattiva acqua, l'abuso dei liquori spiritosi' le ·falichè eccessive' le guardie nollnrne, la polvere del campo d'esercizio, il complesso delle sne abitudini, delle condizioni igieniche in ·cui vive; il lrattamenlo della scabbia con sostanze acri, le fumigazioni di cloro n~gli Spedali e Caserme; la sifilide degenerala ed altre cagioni senza fine. Ciascuna ebbe dei ca ldi partigiani cbe la difesero a spada tratta, ma ciascuna incontrò una massa di fatti che !a contraddissero; RISLAZION~ SULr,'oTT~UlfA CHE DOl.llffÒ NELLA GUAllNI tulle furono suécessivamenlt\ confutate e respinte, meno G!ONt:: 01 l ;KNO\';t J.'ANNU 1852 (1)li una, che finì per riunire il suffra 6io della quasi totalità (!ella da! l'lfcd. di Rcgg. Oott. BALESTRA io una Conferenza , dei Medici illuminati e conscienz.ìosi che studiarono a dello Speciale di Cagliari). fondo il soggello. A ciò si riuscì però solo dopo un'infiCause detia malattia. I 11ilà di Commissioni, di polemiche, di pubblicazioni più o meno importanti, di cui a soddisfai.ione di chi ne fosse Ho di sopra insistito sull'identità dcll'ottalmia che do· l. eur,ioso ed ancora non ne avesse conoscenza, ci tarò qual · mina nella nostra Armata con quella che è sparsa in molti cuna tra le principali (1). allri Esercili Europei, perchè constatata tale identità resiano· semplificate molle altre qoistioni che si sono in (1) Tralascio di far naova menzione dei lavori_già citati dei questi ullimi tempi Ira noi sollevate , e perchè a riso!- . verle possiamo allora valerci delle osservazioni, delle di - I Dottori Gouzée, Cooier, Decoodé ed altri, come pure degli Scritti I tra noi ben noli dei Medici ll(lliani Assalini, Fuzzi, Penada, Monscussioni ,. degli esperimenti, dei lavori tolti che . presso I. g1&.n101, - 1.. R u)m1, 1 - - Co11a, Pao,, 1- vasam,· 0 mo de1· , scarpa, 8 rera, . . altre Naz.1on1 vennero sopra tale morbo da ~gregie per- ' · Quadri, Florio. Tra gli Esteri non citerò che ADAMS: Letter for the extermination of ·Egyplian ophlhalmia sonti dbli' Arte intrapresi , al fine di chiarirne la ria tura intima, le cause disp·onenli e determinanti , i mezzi più froro lhe Army, andfroin the kingdom. \O~ER: Att&mpt lo investigate the cause of lhe Egyptìan oph· acconci a prevenirlo ed a combatterlo. Se di tale ideo . th Uffiziali di Sanità ,' av,mia. . wh'1ç11 has appeare · d 10 tilà fossero tnlli µersuasi i nostri . . . ,. . . . ETCH: An accoan t of lh e op hth. a1mia SI eviterebbe certo d ingolfarci con pura per:!ita di tempo England sìncer the retnrn ofthe British Army frow Egypte. FARll!U, : Ohservations ou the ophthalmia, etc. in discussio1ii già invec·.chiale rd esaurite, di ripetere inu- ; \'VER'.'I ECK: Que!ques observations sur l'ophlbalmie _contaliii e talvolta fnnesti esperimenti, di consigliare misure già 1· riconosciule ioeflìcaci; di ricominciare insomma ciò che j' gi~usP.. ' KLUYSKRNS : Oisserlation sur l'ophlh;ilmie contagiease, qui aitrove a vantaggio comune già è sla!o da luogo tempo con• !f règne dans !'Armée des Pays-Bas. dotto a ter:mirrn. DELRMA°RRR : Ob.servations pratiqne sur l'ophthalmie qui rè. Come tra noi, così altrove, e specia lmente nel Belgio , gne parmi Ics Sold'als des l'J)'s-Ba,. si accusaron·o un tempo di ·tale ottalmià lotte le cagioni ! VLEMJNCKX: Rapporl à M. le Ministre 9e la guerre sur l'ophf immagioabili : la contagiosità, le vicissitudini atmosferi- i thalmic de l'Armée. che, le rapide transizioni di tempera tura cni il Soldato GRosNENVAl!J,S : Examen da rapport de M. Vleminck 1ar per la natura dei ' suoi doveri è astrello , alcune parti l'oph!batruie Je l'Armée. - Examen des opinions sur l'ophthalmie des Mmées. incomode del suo vestire, che comprimono il collo , che aggravano Ja testa; le so'stanz.e acri, irritanti ; di cui si SEUTJN: Considération sur l'ophtha!mie del' Armée des Pay1serve per pulire il suo arre.do e le sue armi, i.I taglio Bas. FALLOT et VARLEZ: Recherches sur les caases de l'ophtbalmie qu i règne daus l'.!rmée des Pays-Bas. (1) Contiuuaz. Ved. n° precedente.

PA.RTE PRHIA

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·274 uno proveniente dall'Africa; uno solo, in fine , ehe non Non è mio intendimento, e sarebbe C0$3 troppo inutile era mai stato arrolato, ma aveva contralla l'oltalmia da il rinnovare qui la confutazione si vittoriosamente fatta un suo fralello militare r ientralo a casa con male d'occhi. da distintissimi Scrittori di tutte le cause summentavale, li Doti. ~farinelli dichiar'ò inoltre al Dott. 'Oinegna, a ma crèdo di non poter ·tralasciaM di ribatterne, come io cui. si debbono qm·:iti dali , che in quell'epocà erano allra èircostanza già facev'a verbalmente, alcune che vennella città le ' ottalmie più rare che d'ordinario, ·ed altri uero di nuovo tratte in campo dai Colleghi in Genova. Pratici' di Gen~va gli affermarono che nulla vi era a tale L'ollalmia vi venne generalmente dai Mediéi di Presìdio riguardo di ;,traunJinario. carallerizzala come d'indole reumatìco-catarra le e· ne fuVennero più tardi i mesi di giugno e luglio caldi, secrono inr.olpate le vicissitud111i atmosferiche allora domi· chi, helli, e ' gli oltalmici crebbero, tripl icarono , per dinanti. . minuire poi all'avvicinarsi del fresco settembre. Ma lascianclo in dispar te che se l';i tmosfera fu nella Chi or-erebbe insistere sulle caus t11 reumalizzan' i? primavera quando cominciò a maggiormente diffon_dersi la Un altro genere di cagioni, che , si pensò ad incolpare malattia piultoslo fresca, fu però in pari tempo notevoldell'otlahnia, furono le fatiche eccessive cui era assoggel· mente ·secca (1), condizione i;he non favorisce lo sviltJppo tato il Militare, la troppa frequenza delle esernitazioni , ddle affuioni reumatico-catarrali, non si pose mente che il sole, l'ardore della Piazza d'armi. Non si badava cho alcun i Corpi della Guarnigione come il Battaglione dei Sotl'Uffiziali addetti ai varii Ufficii dello Slalu Maggiore Bersaglieri, lo Squadrone di Cavalleria e le Compagnie e del!' Amministrazione, che raramente o non mai pren· d'Artiglieria, che pur ,·i vevano in mezzo alle stesse condevano parte alle esercitazioni, furono colli dall'ottalmia; dizioni atmosferiche, non avevano. quasi nessur. ollalnè si badò che stanziava in Genova un Battaglione di mico (2). Bersagl\eri ed uno Squadrone di Cavalleggieri i qual i fa Non si post} meute che la grande massa di popo lazione tìcavano quanto gli altri Corpi, che freq,~entavano la stessa povera, che vive in Genova nei din t.oroi, dove alloggia in Piazza d'armi, eppure ebbero rarissimi ottalrnici , assai case uniide ed oscure, cìie attende a lavori faticosi ed leggieri e senza granulazioni; mentre per contro Soldati anche malsan i, che è esposta ,a tulle le intemperie, a da otlalmia discendevano frequentemente dai Forti, afletti tulle le vicende della vita di carrettieri, rnulalieri , mudove si trovavano i11 distaccamento e dove non pratica. ratori, minatori· , pescato.ri ,· ed il cui regime dietetico vano esercizio ,di sorta. Si po~rebbe osservare che i Bercerio non è migliore di quello cfel Soldato, riscnt\ nut'la di straordinario uelle a(fccusa 1e vicissilu dini) atm os~~riche , 1- sagli<~ri ed i Cavalleggieri ,ion portavano lo stesso uni~i forme, non praticavaeo lo stesso genere d't1sercizi ; Nella stessa epoca ine di m·Jggio I 852 nel1o Speda 1e era in Genova un l:leggimcnto di Fanteria, il 18°, che avea Civile di Genova dello di Pamallone, granclioso Stabili· lo stesso uniforme, le stesse manovre, lo' stesso Servizio, mento in cui sono sempre ricoverali da settecen to ad otche il 5'' ed Il 6° che sotfrirorono maggiormente; ep-tocento ammalati nel solo compartimento degli uomini, pu~e tale Reggimento ebbe circa sei volte meno d'ollal ·non si trovarono mai 11ella Sezione degli ollalmici diretta mici, come è facile ricavare dalla citata Tabel la. 'da! l>oll. Marinei tì che una ventina di affezioni oculari. Si obbiellerà che tale Reggimento non era a tanta diEral),O queste per la maggior pa rte ottalmie.scrofolose, stania dal Campo di Marte, che non doveva attraversare psoroUalmie, ollolmie catarrali senili e, ciò che r iesce più le h.ioghe e polverose stra1e della cillà , cagioni questa notevole, otto dei ricoverati, i soli che abbiano presenpur addotte dell'ottalmia. E però facile· la r isposta . Il 12° tate de lle granulazior.i palpebrali .erano Militari congedati, Reggimento era acquartierato presso il 18°, su llo stesso uno del Genio, due del 160 Hegg., due del 15°, uno del 5°, promontorio di Carignano ed ebbe nel primo vcriodo della stagione un bumero mollo maggiore d'ottalmici. LUTBNS: Trailement•des granulations, et do boursoufilemeol Sì incolparono i Corpi di' guardia, lo fazioni notlurue ; chrouique des conjonctives. HAIRIOM : Considérations. pratiques sur le traitement de l'oph- ma vi erano dei Soldati che non montavano alcu na guarth!llmie, qui règne dans l' Armée Beige. · dia, gli allendenti cioè degli Ufficiali, e risulta dalle note RERST: Bydrage tot de behandling der 9phlbalmia purulenta. prese per ciascun individuo che gli attendenti diedero un J' oNGKEN: Mémoire sur l'ophtbalmie qui règoe dans I' Armée Contingente assai più fo rte d'ollalmici. Si pensò ad inBeige. colpare la calli va natura del pane, ma i I nostro Soldato -WALTHE\l,: Die contagiose Augenentziinduog am Niederrtieio. DzoisDI : Die Heìlart der conlagiosen Augenenlzundung, etc. mangia il miglior _pane che mangi SoIda lo in Europa. Mii LLER: Erfahrungssi.ilze i.iber die contagiose oder Agyptisebe Nè ha maggior valore l'opinioné di coloro che stimano Augeuèntzundung. dipendere l'ollalmia dalla vita propria al Militare. , ossia RUST: Die Agyptìscbe Augenentzundnng u nterder R. Preusdal complesso delle condizioni igieniche, in mezzo a cui siscben Besantzung in Mainz. ,ive la massa d'uomi ni che forma le Truppe. Tale opiGRA.E FJ,: Dic epidemisch-cootagiose Augenblennorrboc Agyniontl viene potentemente contraddella da quanto si vede pten, i n den Europaische Befreiongsheeren. BuRKARD·EllLE: Uber den Bao, und die krankheiten der Binin alcune Armate , nella Francese per_esempio , che da dehaut des Auges mit besondcrem Bezuge auf die contagiose molli anni non è più ìnfeslala dall'ottalmia , nè manco Augenentzundang. sul ~uolo dell'Algeria , dove certamente non mancarono - Die sogennente contagiose, oder Agy.ptische A_ugeoentzonai Soldati nè ltl fatiche, uè le privazign i d'ogni genere, dnng. nè il clima di quella stessa Africa , in una delle cui re· (1) Non sì ebbe quasi mai il benefizio della pioggia, così che si difettava in città d'acqua, e per-lo Spedale stesso, per dirlo di gioni sì comune, è la malatlia ·in questione (1). E d'altra passaggio, era neces»ità il Carla cori grande dispendio trasportare in bolli da una lontana fonte. · (l) Ebbi recentemente occasione di vedere in Toni;i alcuni (2) Ved. la,Tabella citala nel N. 33 di qoest0 Giornale e la Reggimenti di tale Reggenza. Son le truppe peggio veslile,;peg· quale pubblicheremo in uno dei prossimi numeri. 0

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parte nel Belgio questa oon è più i.imitala all'Armata, ma -è passala ai.la Classe c ivile e cagiona ora dei danni immensi specialmente tra le masse d'Operai dì tale iodu · slrioso paese, S'insi,;tè, e con ra:.;ione, ,ul cattivo casermaggio, sulla rislrel\P.Z:La ed insalubrità di ce ni ca meroii i. Tali tristi condizioui pur troppo r.eali ~ somm~menle nocivi!, ser-. v!•no invero assaissirno a favorire la. diffusione dell'o!lalmia (avrò or:casione più tardi li i ritornare su questa cir· costanza), ma· 1.on ba.stano a spiegarne l'origi ne e l'andamento. Non si spiega, per, esempio, il fallo seguente osservato dal Dvlt. Buthod Nfod. di Batt. al 12° Hegg. La 15a Compagnia di ql1esto Corpo aveva 8\'Uti ' mcrilre era distaccala ;il Forte di Savona pa recchi ollalm ici; rientrala in Genova vemie col locata nel Camerone N° 15 del Quartiere Ca1)11cci11e: Ca mero no evidentemen te 1 sano , circondai.o t11ll' inlorno da latrine in cauivo stato e di cui la Com1n issione propose anzi · l'assolu:a chiusura motivata ap. punto da che la 15a Cornp·agni,1 era una di quelle, in ·cui più frcq11enlc ed inl<insa ~i "era svol ta l'ollalmia. lbhene t~elJo stesso Camerone avevano prirna abitato successivamènl,1 la (ia e 1'8a Compagnia, e queste non ebbero 011almiei, benchç l'occupassero l'11 na per un mese, l'altra per lre o.ella s1a·g,ione autunnale che fu molto più fredda e l)iovosa d!'llla sussegul'n te primavt•ra. Falli rii lai gene re ·mi sarehbe assai facil e citarne altri molli osservati nei nostri Qmirticri, e mollissimi r1 t, r,irono pur riferiti per estere Armale. Se dunque nemmello il ·cultiyo caserrnaggio noo hasla e !tille lt1 altre cagioni adtlolte debbono eliminarsi come irnpotenli a renderci ra gione <lelì'<·sistenza e della diffus,one dell'ol talrnia, cosa resta per i,µiegarla ? Besta una causa già proclamala da parecchi Medici sin da i primi tempi C'he questa malattia ne rid1iamò l'aueniione n le cure: causa avversala per lungo lt>rnpo da coloro che non .sanno amm ettere quello che non san no spiegare, m;1 so• stem11a sempre dai più ocula ti ed :Jmmessa ora quasi ge 11(\ralmente ila lutto le persone cho hanno avuto campo di vedere e seguire per un tempo e sopra una scala sufficiente l',1rulame11to di questa 8ingo lare mal~11ia. Resia c:oè la proprietà che, essa h;J di comunicarsi da un individuo all'allro, resta la srnJ trasmissiùil i1à.: trascn issi!Jililà, dico, per non dire contagio, mias111a, per evitare d'en · lrare sui miasm i e sui c<iulagi in discussioni teoriche astratte, inutili, pe r evitan} di ddì11;1c se più miasma o cont agio si,, la po1e11za che ge11e1 a J., sv_olt'\imf.nio del la oltalr~1ia Militan·. Q1H%to ;o non c1so dcte1,mi11are; nè vc,glio d1~cu rere se sia lle,:cssa r,o il trasporlo d'una parti· cella di muco-pus da 011 occhio a !l'altro per procreare l'oliai mia , se basti qu esto mu..:o :pus Jiluilo nel l' ,H:qua, o~ptHe se sia da 1an1<1 arrnht~ l,;1 so la foflu enz.a d'un 'aria irnprt'gna la di vapori oculari mc1rbcL, ì. t<1 pe rò son0 dispust<l' a credere eon Cu11ier, d1e 1111li

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gio alloggiale, pcgr,:io nutrile che io abbia mai visto. Non si conoscono per esse regole igjeoicbe .di sorta, vivono. sul suolo di Africa, eppure non coooscoto l'ottalroia Militare. Visitai lo Speda le dell'Artiglieria, vi si trovavano da circa trenta ammalali, di cui uno solo oltalmico; lo esaminai to~lo curitsamcrite; esso avca una semplice congiuotivile senza g,ranulazioni di sorta; mi' ~eoni a.ssicuraln c;he nemmeno negli a'ari Reggimen.ti non si vede alQDn Caio d'ollalmia granellosa.

questi modi di trasmissione sieno equipotenti, benchè now dt<l pari frequenti, possano a vicenda supplirsi e convengag~ard~rsi egualmente d.a tultj. Le granulazioni poi costi-· luiscono la sede ove si' elabora il principio morboso, perr la cui polem:a _ha , luogo la trasmissione; e<l è in fal li cosa b~11 cerla che. più vi sono i11- u1\ Corpo di Troppa dei granulali, più facilm.ente su~cede io esso la diffusione della ollalrnia , sopr_allullo quando si trovi ristretto io locali non propo rzionali alla numerica sua (orza. Queshi sono le ver;là verarnente utili e pratiche, sn cui cred,, di <lovero in$islere, perchè non ancora abba,tanza generalmente am messe tra i Med ici dcJla noslra Armata, sebbene alcuni di essi già le abbiar.o ahbracciate e sostenute: altri stanno ancora obbieLtando che esperimenti d' inocu lazione del muco-pus nell'ollalmia falli dal Mack.ensie, dal Jacquet e dal Landi sulla congiuntiva di animali (Id anche .su quella d'uomini non diedero luogo allo srolgimento de lla 111aJallia. Essi non possono però igoorarn che si conoscono molli più tentativi analoghi che diedero risultati positivi a Marshall, a Graetfe, a Guillé, KerikoIT, Cunier, Caffe, Kerk how, Hupsch ed altri . Del resto , cosa provano alcune inoculazioni folle infrulluosamenle sulla congiuntiva di qualche indi viduo, qua11do è nolissimo c~sl:'rvi delle pfr1sonc che si espongono ripetutamente e per luogo tempo a contrarre il , tifo, il cholera, la scabb;a, 1;1 sifi lide , la pes!e bobunica e ne restano immuni ? Si vorrebbe perciò negare la p.ropri età di lrasmellersì di lalr maialtie? Si r,]l. biella pure che molti Pratici che ebbero c,ccasione di trallare questa malattia le negarono la propric1i1 contagiosa per mancanza .di prove convin.:eoli, e si citano principalmente Larrey, Désgenelles, Bruaul, Savaresi, Medici d1•lla Spedizion.e d'Egitto comandata da Bonaparte. Ma si dimentica che Larrey negò anche la proprietà di trasmettersi della peste buboniM <~ 0011 si pon mente che s e) al nipote del Generale cui obbediva Larrey piacesse domani che ne' suoi felici dorninii la sifilide non fosse più della contagiosa , 1100 avrebbe che a <lame l'ordine. I Medid però rlellc Truppe Ingles i sped ile in Bgillo, i D.ottori PowH e Briggs ne procl~maronn tosto ·1a contagiosità e Mackcusie, che·prese pur parte alla ::-pedìzione, non la contestò che JH'r uu momenlv. Dopo di essi l'ammise un numero iufioilo di. Scrittori .presso tutte le Nazioni. In lngh ilt1~rra Edmonstone, Mac Gregor, Adams , \V elch, Fa rrel : ' in Prussia l\Hiller. Rnsl, for1gken, Pralfo; in Austria \Vernech, Eble : in altri Stati di Alemagna \Verrlès, Lceuw, Wallher, lliebel; io Russia Seid.Jilg, Sanvenko, Salomon, L:crche, Florio; in Francia Pariset, Roux; in Olanda Va n-Ousenvort, Vau der l3ergen, Buchnèr, Hof,1rlin, ì\1e11sert, Herkhove , Servais, Cbarron, Kerst; nel Belgio Groenendaels , Mari!lY, Klupkeps , Ponta, Fa llo!, Varlt~7, Gonzée, Decondé, Cunier; iu Italia Vasani, ;\,.longiardini, Cimba, Penada, Buzz i, Paoli, Om,J· dei, ecc. , i qtJali lutti adJusse!'O a conferma della loro opinione sulla conlagiosilà argomenti convincenlissimi e, quel che più rnon la, prove di fallo numerose ed irrefragabi li. Una gra ri'de massa di tali fatti i più autentic.i ; i più compro\'anti, venne raccolta dal Cav. Cuoier, persçJlla più che altri rn~i cornµetr.nle nella questione, come que;!li cht1 fu già Medico dell'Armata Bl!lgica e si tro,•a ora 1Jire11ore dello Stabil imento Òttalmicu di Bruxel les ed Ispettore Sanitario di tulla. la Provincia qei'l.lra!Janle per q11~nlo concerne l'.\ malattie oculari. fo non saprei far meglio 0


4176 che consigliare le persone r.he ancora conservano dei dub · bii a consultare le ricerche statisLiche di iale Scrittore ~ulle malattie oculari che ~i osservano nel Belgio. lvi troveranno tanti esempi di trasmissione dell'oua lmia tra .Militari e Militari, tra Militari e Borghesi , in questi Ira loro, da pèrsoa'dersi che 'persistere a negarne la contagiosità oarebbe un'ostinazione ingiustificabile ed una pretesa a 1;ui hanno rinunziat'o da lungo tempo in altri naesi i suoi più decisi oppositori. Ecco quanto dice Urnier in propo~ito : « Après l'ouvrage de Fallol et Varlez {t•1i' 1829) il ne se lrquve plus personne, si 1'011 excepte q11l> lques compressiooistes, qui révoquat en doute, que la maladre é~ait co·ntagieuse, ou qui demanua commenl elle l'éta it. n Ed io altro lavoro suo più recente (1): • la contagiosilé de ce · mal d'yeux est devenue une vérité ioc()ntestablemenl établie sur des faifs malheureusement lrdp nombreux, et - trop désolants. Cette propriété explique de la maniàre la plus satisf11isa1,1le l'existence, et la perpétuation de l'ophtbalmie dans l'Armée, de mème qne sa propagaLìoo dans le peuple. Toutes les théories qui avaient élé imagiuées pour rendre compie di:' son règ.ne parini nes TroÙpes sonl aujourd'hui comp!élement abbandonnées par leurs auleurs, et par !es écrivain.s, qui s'étaient ,:onstitués leurs defe useurs. ,, (Continua)

CURA DELLA SCABBIA CON IL NUOYO METODO

OELL']hnDY

(Memoria comanicata daJ Doti. PoLETTI). Nel me;;e dì marzo dell'anno testé .scorso essendomi stato affidato il Servizio Medico-Chirurgico dello $pedale della Rt•closione Militare di Savona, venni subito in pensiero di metler in pratica il nuovo metodo dell'Hardy per la cura della scabbia, dall'attuazione tlel quale ottenni bensì on risultamento ' favorev ol e, ma non tanto , quanto quello che ollenner a Itri :\peri menta lori c!1e mi precedettero. Di 50 scabbiosi ch'io sotloposi a questo melodo di cura 12 guarirono chi in 24 e chi _in 48 ore dopo le praticate rrizioni. Negli altri 18 .dovelli rare rinnovare, io chi più ed in chi meno, le frizioni ed il bagno, e ciò principalmente in clue casi in cui la scabbia essend'inveterata, l'orono oecessarii nell' uno 28 giorni, nell'altro 10 giorni di cura. In un altro caso io ,cui alla _scabbia andava unito l'ectima acuto furono nccessarii 20 giorni di cura per la g.uarigiooc_ conrpiuta. In comple,so que,ti 50 scabbivs1 .avrebbero consumato 240 giornate di permanenza nello Spedale cioè circa 8 giornate per ciascheduno, ma bisogna ayvertire che la maggiore parte di' quesli ammalali avrebbero potuto essere licenziali alcuni giorni prima dallo Speoaie, quando 0011 avessi amato meglio tene di per qualche giDrno in osservazione e non avessi dovuto ritardarne l'uscita per .dai·e · lcrnpo al necessario liscivio e purificazioµe degli oggelli di vestiario. Debbo par.imente avvertire chi} olt.riatla pomata di Gobley, volli anche sperimentar il soll'uro di calce e quello di potassa raccomandati da Delalle e da Dééhaoge, ma i migliori risultamenti -gli ottenni dall'uso dulia prima pomata; motiv_o (1) Mémoire sur l'.ophtbalmie contagieuse qui règne dans la classe pauvre et oovrière. Bruxelles 1849.

per cui credo ehe si~ in tutti li casi avessi indistintamente fallo ricorso alla m·edesima, avrei forse complessivamente ollenulo un risullamènto più felice e più rapido. Quantunque il nu,nero cfogli scabbiosi ch'io potei sottopor a questo sp~ri.rnenlo non sia tale da recar una deci11ione assoluta in n11.-·rito del metodo dell'Hardy, tùllaYia creduto bene comunicafl'i, o Colleghi, questi risultamenli; al complesso dei quali eJ a quelli già fatti di pubblica ragione da altri Sperimentatori aggiungendo voi il risultame1.1to di quelle sporienw che potete far in maggiore numero di casi, pervern•te certamente a dar uri giudizio il quale, se favorevole, comproverà sempre più la teoria dell'acaro nella scabbia e rassicurerà i meticolosi nel tempo stesso che la Sa11ità deJ Soldato e I' Ammiui stra1.ione degli Spèdali non- potranno non esserne granilemente vantaggiale.·

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llELAZIOl\TR DEJ,LE CONFEUENZE SCIENTll?lCHE (Mese di fehbraio. 2a Tornult~ ). Il Segretario dà Lettura d'ano Scritto stato invialo ali' Adunanza dal l'tled. di.Bali. Doli. Polelti, nel qu.1le questi, fattosi con pratiche osservazioni a dimostrare l'eccelleuza del metodo del . Doli. Hardy ne!la cura della scabbia, ìnvila i suoi Colleghi a volerne sperimentare l'u,o Òncle quando, siccome a lui accadde, si ' avverassero numerosi i casi di guarigione in 48 ed' anche io 24 orti, fosse quello gener.:lmenle adottalo in tutti gli Spedali Militari. Il medesimo Dott. Polelti dà termine a queslo suo Scritto pregand'i suoi Colleghi·a volerne acconsentire la pubblicazione nel Giornale. Apertasi la discussione, il Dolt. .Rophille s'oppone a che sieno falli questi sperimenti adducendo pP.r ragione che la scabbia non costituisce già una. malattia semplicemente locale, ma bensì una malattia generale discrasica e però non curabile con soli rimedii esterni. In proYa di questa saa opiuione espone il 1mdesimo aver egli più volte nellé persone agricole verificati casi di riproduzione spontanea della scabbia ad epoche Jelerminale dell'anno, corri~ponclenti per lo più al tempo in cui fu primitivamente contratta la malattia; lo che, a somiglianza di quanto avvieno delle malattie celtiche le quali si _rinnovano talora spontaneamente in alcune sconosciate condizioni dell'organismo vivente senza nuovo cootaito locale, era un evidente prova d'infezione discrasica a cui sembra appunto accennasser ed acce1rnio i migliori Pralici assegoando nella diagnosi delle malattie anlicbe un grande valQro alle pregresse eruzioni psoriche. A queste considerazioni obçiella il Oolt. Carletli la .cara gene- ~aletcontro la scabbi~,!1ot1l1 essere .n.ecesstaria se uo nb~ malatt ia mve erata ; cessare s1ua a necess1 1a con ro 1a sca1> ia recen1o , la quale solo è determiuata e mantenuta dalla presenza <leil'acaro ! di cui s'olliene prootaruente la dislrozionc adoperando rimedii locali II non generali : non poter invocarsi dal Doti. Rophille l'analogia tra la psora e la sifilide perchè in questa non fu sin al ' presente riconosciuto alcun insetto particolare · il quale sia cagiou" delerminaole delle varie produzioni celtiche, mentre la presenza dell'acaro nella scabbia è oramai un fallo acquistato ed avverato nella Scieuz~: finalmente il cri\crio diagnostico tratto I dillla pregressa psora non essere di molto v.aloro se non io quei pochi casi in cui la scabbia esscnrl'ioveterala e non essendo stata I in tempo opportuno curala con i nocessarii_ mezzi, potò da malallia semplicemente locale farsi ma'latlia generale disc.-asira od l associarsi cesì a lutle quelle alt1·0 infermità che sopraggiunser in 1 1 seguito nelle persone che furono prima e luogamrnte da quella molestate. l Persiate il Doli. Ropbille nell'asserire che costituendo la scabbia una malattia generale discrasica, non possa ammettersi per base di cura la sola azione dei rimedii esterni, ma debba in vece selJ!pre invocarsi il concorso dei rimedii interni, perocchè da

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!77 una parte non è io modo inconcusso provata l'esistenza ,Jell'acaro quand'aucbe provata fosso realmel)te non è bene certo ch'il 1Dedesimo si 1 la c.i~ion efficieote della matallia; e d'altra parte seoz'ammetlcr,oo principio generatediscr:1sico non saprebbe trovarsi la raaiooo della contagiosità psorica che ha luogo p,~r il 10!0 cool!!llo delle len1.uola che abbiano molli me,i prima servilo acl un rognoso. Riba' lo di nuovo ilDott. Carlelli quesl(' obbiezioni a&srroado cbc l'esistenza dell'acaro non solo è confermata da molte osservazioni di distintissimi l?ratici, ma che h1 descrizione che del medesime danno Walz, Ouvergie ed altri è mioul:1 ed es.it111 cosi da uon potere lasciare dubbio di sorla ; e che la ragione della conta ~iosilà psorica cbe ha luogo per il s,ilo contatto delle lenzuola.che già serviron ad uno scabbioso, può ;is~riversi alla i.;cnerazi O'OO spontanea dell'acaro ! lesso, piulloslo cho alle emanazioni corr olle del ,aog·oe, siccome vorrebbe il Dottore Rophille. Contro la pr.oposizione del Dott. Rophille prende parimente 111 parola il Ooll. ){archiandi il qaale fa notare che l'opioiono del Doll. Carletti gocle della sanzione e dell'~ppoggio rli molli e chiari Autori, quali Redi, "&forgagoi, Cestoni, Renocci , Ra~pail, Atlams cd al tri i qaali concordi a mmettono l'csisleoza dell'acaro, mentre quella del Dolt. Rophillc non è avvalorala da alcuna lestimQoiaoza o da alcuu fa tto pr,1lico evidente cosi da potere contrapporsi all'autorità di questi clistintissimi Membri della l\ledica famiglia; che dagli ultimi Lavori ili Carlo Voght 0011 solo risolta dell'tsistenza dell'acaro, rea risulta ancora che per i varii starlii di vita da quest'insetto percorsi (di l.1rva, d'ovulo e di crisalide) si spiega benissimo come l'acaro nello stato d'ovulo possa essere tradott... in circola1.ione con il sangue e darci cosi l'idea del lungo pe!'iodo d'incobazione chr, precede la compars a doli.i scabbia alla supl\1 ficio del corro omano;· che la sc.ibbia non può essere malattia ilei sangue perchè si contrae per via. del conlalto locale a guis~ dei conlagii fis,i i quali nei loro esordire non sono cho locali, sPbbene col tempo possan origioar una malattia genensle discrasica ; c be linalmeote di lutto 1,;iò si ha uo'evideuto prova considerando t·he a Yirwore la scabbia basta io principiJ la cu1·a locale la qu.\lc im pedisce l'assorbimonlo della sostanza acl'e della pastoia scabbiosa ed allontana pel'ciò il pericolo dell'iofo1.ione generale del sangue, nollo stesso modo appunto che la cara locale prontamente eseguila dell'ulcera Yeneraa previene pet' lo più l'assorbimento del pus omonimo. Il 001t l\ophille appoggiandosi a che non sono noli i car~ Ucri i quali possouo segnar i c.onfioi esistenti tra la scabbia µurament(\ localo e quella dipenclonte i;:ià <la i nfeziooo ~cneralo di . scrasica, insiste nel volere s empre associala la cura genernle all,t locale nello scopo di curare la cliscr:111ia se già esiste e di preve' nirla quand-0 non siasi aucora presentala. Ma il Doli. l\Iarcbiandi da queslil dillìcolllt di distinguere l' infezione locale dalla generale, ch'egli stes~o candidamente ammette, deduce appunto il maggiore bisogno d'inlraprcoderc sabilo la cura locale per mezzo del metodo del Doli. llardy, sic- 1 come quello per cui poteod'in brevissimo tempo vincersi la scabbia, più d'ogni allro è va!evol ad imr,cdire l'infezione generale. ·Il Oolt. A.rena p;irtendo dal follo c·he una medesima malattia subisco infinito modificazioni a seconda delle pllrlicolari circostanze individuali di c;hi ne è to cco, nou ammette che si' possa generalizzar il metodo del Doll. Harcly per tutti gli scabbioai, dovend'ogni tratti.l mento di qaesto genere Yariar in ra\'l iOne del tempo, della costituzione, dt11l'abitud ine o d'allrn circostanze in coi può trovarsi l'infermo. A queste riflessioni del Doll. Arena rispondo il Doti. l\farchiandi trovandole bensl in geoeralu applicabili ad ogni genere di cura, ma non opportune nel caso pre~eole in cui trattasi solamente di risponder alla questione del Dotl. Rophille il quale contesta che la scabbia sia semplictJmente malattia locale. Al r>oll. Ropbillo che nuovamente interpellava il Dott. Carlctli intorno alla durata di vita che l'acaro paò conservare fuori delle pustole psoriche, questi, dopll avere risposto che gli Aulori a;~ aeg11an a qaeUo il termine me.lio di due-o Ire giorni, proponendo di abbandonare la questione dell'acaro per atte,oersi al più eloquente linguaggio dei fatti, adduce d'avere curato localmente un e

numero considerevole di scabbiosi con felice riuscita e senza 'H• runa ricomparsa del male. Non s'arrende il Doli. Ropbille a lle esf}oste ragioni e perciò s~nza contestare minimamente i fat'ti addotti dal Preopioanle, dice dovere la f•·lice riuscit;i rler.ivarsi ~All'assorbimento ·Opei:atosi d'una tale quale quantità di zolfo. Se non che il Dott. Marchiandi oppone a questo naovo argomento del Doll. Rophille • che dalle rinnovate·sperìenze in proposito risultaYa io vece non scioqliersi lo zolfo nel sangue e non essere sinora riconosciula la presenia de l medesimo nell'orina degli scabbiosi solloposli alla cura solforo,a. li Doti. P,icco fa parimente ritlettere al Doti. Ropbille che se le sue opposizioni potevano sino ad un tale quale punto slare contr'il melodo di cura attualmente adottato negli Spedali l\Jilitarì, non avrebbero le medesime ulteriore valore contr'i numerosi casi di guarigione ollenuli con il metodo dell'llardy, nel qoale la cura operandosi nel breve giro d'on'ora non è più ammissibile l'assorbimento dello zolfo. Non sa,tult.av1a il Doti. Rophille acconciarsi all'idea di seorgere nella scabbia ·una malattia puramente locale , se prima li suoi Oppositori non gli somministrano soddisfacente spiegazione della spontanea produzione della scijbbia solita aJ osser varsi oei Villici siccome lui stesso ebbe più volte a convincersi oell':1 saa Pratica particolare. :R.ispoode il Doli. rtlarchiaodi essere qucsl'il carattere di talle le malattie contagiose le quali stanno lalooti per on tempo indefinito nell'oniaoismo umano e non rendonsi manifeste faorchè per ispecìali ·~ondizioni intrinseche od estrinseche al medesimo. Conchiude quind'il medesimo che non annoverandosi sinora nella Letteratura ~iedica esem pii di guarigione di scabbia così proote come poouo presentemente ottenersi col melodo dell'Hardy, è cosa mollo commendevole il tentar in via di sperimento l'nso d'un tale metodo. A qneste conclusioni s'associa il Doli. Bima, avvertendo però che, a soo parere, debbono gli scabbiosi così corali essere per un determ inalo lempo tènuli d'occhio ond'essere sicari del buon tsito della subìla cura. Postasi finahnen:c lii voti la proposizione <lclla pul,ùlieaziooe in questo Giornale de lla Memoria elci Doti. Poleui, l' Adunanza, µrim,1 di sciogliersi, a grande maggioranza l'ammise. G1rnon. Non essendovi all'ordine del giorno argomenlo alcuoo iuloroo a cui dovesse cadere la discussioue , il Presidente prop une o l' Adunanza accouseoto di fare soggetto dello 5ue elurnhrllzioni la Storia di risipola letta dal Doti . Zuvallaro in una prr.cr<lenlc Conferenza o da uoi pubùlicala nel u0 ~9 di questo Giornale. Primicrnmenle il 1)011. Caire avverloodo come dalla suddetta Storia non emergesse ben chiaro se l'irritazione spasmodica delhrvescica e le aumeolate secrezione ed cmissior.e dell' urina dovessero riguardarsi come l'effetto della sinergia esistente fra le membrane cerebrali e la mucosa <lella vescica òrinaria, piulloslo cb~· dipendenti dalla virlù diuretica <lolle cantaridi di coi erano stati conspersi i Yescicatorii applicati alle estremità inferiori dell·~mmalalo e ritenendo che l' utilità pratica la quale po.leva ricavarsi tJaì narrato caso dipend1wa iu mas&ima parl~ dallo stabilire con la maggiore possibile certezza uu tale fatto, si fo con solide ragioni a provare elle il uolalo conser.nlivo soproccitamen!o dell'apparato uropoielico dovesse riferirsi alla eonosciula simpatia esistente fra le membrane cerebrali è la vescica, piuttosto rhe all'azione delle cantaridi, cd in ciò ba con so coo~cnzhmle il Dolt. Valle. Lo Storiografo Ootl. Zavallaro risponde aver egli brnsìaccen· nate amendue le cagioni, quali po5s1bilmeute prodoltric1 dell'osser vato fenomeno, ma non avere voluto sentenziar io modo assolato a qo11le delle duo fosse maggiormente da ascriversi, amando meglio che questa sentenza fosse quindi profferita dal concorde giudizio dei suoi Colleghi. Ma, soggiaago, poiohè ora sono tratto da ll'interpellanza dell'onorevole mio Colloga Doli. Caire a -prolforir intorno a quest'argomento quella qoalooqoe ~iasi mia opinione, dirò fraoc,nneote esser io propenso a r iguardare l'indicala sinergia 'siccome cagiono predisponenle e l'azione delle cantaridi siccomecagionefficieote dell'epifenomeno in questione, li Ilott. Mari dopo avere dello esser egli cooseuzieote con il


~78 delirio. Ricorda io flue ai Medici Mililari di Servizio al Quartiere Doti. zayat)aro, intorno all'argomento discusso, agita la questione · di fare ben atte nzione ai primordii della malattia ondo toslo se la risipola debba in generale considerarsi come sintomatica separare gJ'infetti per inviarli allo Spedale, dove furono prese d'ima malattia interna, qual ad esemp. il gaslricìsmo, piuttosto tutte .le ,disposizioni opportune per collocarli in luogo separato. che éome idiopatica per etfclto d'una cagione loc,il_e esterna irNon essendovi quindi argomr.uto pre.fissQ alla discussione, il ritiliva, q\Jaf' all esemp. l'insolazione. A questo proposito egli non tituba nell'asserire che 11} malattie viscerali-le quali accomDolt. Vaglieoti propone d'indagare le più essenziali cagioni della cancrena manifestatasi nel qu~drimestr.e scorso in sei Soldati pagaa110 lò risipola sono !11 q>osegueaza pioltoslo che la cagioue colloc~ti nella Sezione venerei. ~ ment;·e tra queste éagioni amdell'irrilazio1H, cu tanea, appÒnto ·nel modo stesso con cui negli esantemi febbrili, tra i quali ruò ,HrnOVE'Ta rsi la risipola, pi ima mette gli sconcerti gast renterici (la ~aslrosi in isP,ecie), le costiad ;1m11.alarsi è la pelle· e quindi, per successione o· pei- simpa. tuzioni endemico-epidemirbe, le condizioni° di località, la poca vitalità dei tessull, gl'in~orìmenti vasti e profondi de!Ja,tela ce!. tia, compartecipano de·ua malattia le muco.~e interne viscerali. lulare sottocutanea, gl'.ingorghi irJVeterati .delle ghiandole, ccc., Un siffat!o modo di considerare la genesi della risipola, di cui la nega io modo ~ssoluto che possa darsi cancrena pe1· .effetto •lisede ~o l,!oca, onde spi.ef!arc la aatur.1 e rratica d i questa malatrelto dell'infiammazione genuina asse rendo che se qrnC?slo protia, nelle ultime ramific11zii, ni Yàscolari, trova.il Dott. Mari più cesso morboso consfguita qnalche volta l'infiammazione,, iò avconsenta.neo alla rag;one e maggiormente sorretto dai falli stessi. viene per cagione d'alcune complicazioni cbe alla medesima si A quest'opinione non s'acconciano li Dottori ·1\lazzolino·e Zaconnettono, quali ad esemp. lo strangolamento delle parti, ecc. vatlaro i"qua)i ammetlead'ia qua 1che speciale caso la r isi_pola Contro quest'opinione del Do!!. Vari.tienti pr·endono la parola li idiopatica da insolazione o da altra cagion esterna irritante la Dvt!ori Cbalp, 'l'isso!, Camerooi, Si_lzia ed Alciati i .quali tatti pelle, fanno però ritlellere come nella generalità dei casi la ridopo avere sostenuto su la scorta dei più celebri Scrittori di Teosipola s:a secondaria <l'un parlicolare principio morboso interno,. rico-pratica llledic<1-Cbirurgica come debba ammettersi la canestraneo ali'organismo sano, siccome parimente accade per le crena per violenza d'infiammazione, finiscono., li Dottori Cbalp, malattie reumatiche, artritiche e simili. Da questo,modo di veCam()roni e Sitzia particÒlarmente, per citar il c,\SO del Serdere per poco s'allontana il Dolt. Kalb il quale distinguendo le gente N.N. io cui essendosi manifestala la cancrena senza che malallie infiammato rie generate da cagioni comuni da quelle di si potesse attribuir ad altra cagione fùorchè all'imperversaot~ cui la cagion e.ftìciente è un clomenlo particolare disaffioe a!l'or-processo infiammatorio, lo stesso Dotlore Vaglienli curò e siganismo, sostiene che, a guisa delle malattie esantenrnliche, la risipola, l'artritr, il r<' UIDil, ecc. debbono rilenrr,,;i siccome apgnoreggiò questa cancrena la merrè d'll abbondanti salassi edi altri congrui mezzi appartenenti tutti alla classe degli antiflogipartc11enti a que~t'oilim.1 classe in cui il medesimo piir.cipio cl1e stici. Rispondendo a qu este obbiezioni il :Oolt. Vaglieoli , dopodetermina la malat.1ia locale, vale pur a delcrminar ed a mantenere le' consocic alfez;oni viscerali. 'l'aol'è vero, egli dice, che aver avvertilo corn'ègli aYessc dello esse,· er·1·onea cosa il considerare la cancrena quale figlia diretta dell'infiammazione gela· cosa corre di questa maniera che quando nella curn di queste ultime malattie voglia solamente farsi ricorso al semplice mc lodo nuina, fa notare .-be nel.citato caso del Sergente N. N. quando st antiflogistico ne~ativo e p_osilivo, ,:oo si perverrà mai a vincerle; manifeslò la cancrenw aveva questi l!ià snbìla per alcuni giorni ciò al ,contrnrin s'.oltPrrà con maggior o minore facilità t.entaodo la cura con il proloiocluro di°me-rcorio la quale ;ivcva avolo per con op portuni mezzi,d'climioarc dal corpo il principio disaffiue effetto d'indurre, se n,on una vera gastrite, uno s_talo irritativo delle prime vie , siccome lo rlimòstrava110 Ì'impaniameoto e la che promosse c-mantieuH l;1 malattia. Così, ad esemp., prosiegue il medesimo. aell'artrile e nel reumatismo le sottrazioni sanguifuliggin (: do lla lio.~ua; che ciò non ostante e a,l onta della mangne, i prepa;.ati <l'aconito, l"CC. giovano bensì a <leprimel'e l'q?e- J canza di sugni fio;2.is1ici ndl.a località, ,neva t111.tavia dovuto rinrazione èardio-vascol.ire prodotta dall'l presrnz:1 del priuciP,io . novare per undici volte il salasso onde opporsi alla gagliarda generale· riazione. Che pèrciò in questo casi,, oìlr'alla febb re indisaflìne che Mig1 nò quelle mala ttie, ma 1100 p,1nerraau'.i mai · 1 da soli a vincerle inlieramente e sarà perciò necessario fore ri- 1 fiammato ria, potel'a ritenersi avere favorito l,1 cancrena la concorso ad uri mezzo, ,,!l'ace.tal;> d',\mmonioc<1 ad cscmp., il quale 'I dizionr, ii rilaliva (zasl rosi) del ventricolo ; cbe lìoalmente lutti gli <1ltri ca,i di canrrerrn che si ma_nifostaroao prima e dopo l'acsostenendo le forze organiche riesc;i 11d eliminare d<1l corpo la cagione primitiva dii male cioè il principio morboso es•nmeo cennato dai-sooi Coll··ghi, furono condotti a guarigione senza che lo maBtirne. I aver avuto bisogno di meller in 1>ratica qn energico metodo anA queste idei! no,; acconscnte1:id'il Dott. Mari, prodTJce ragio- 1 tiflogisti co. Aggiunse fìoalmenl!l molte allre ragioni per corroborare la manifestata •>piuione, le quali riferiremo quando pobnamenli e falli per confutarle e cerca modo di spieg;ire com'i riferiti rimed ii così detti espellenti la maleFia rnorbo.:;a lrov:no la 1, bliclrnr11m il suolo dc·Ha Confaenza a rui fu rimandata questa ragione del loro modo d'operare favorevolmente in lull'altra discussione. guisa che non i'n qnella esposla dal Dott. Ral b. Vi sono rimeùii, ScrAMllERÌ. il Doli. Comisselli recentemèotc nom in .. to a l\lcd: egli dice, l'.Jzion elelliva dei quali su alcuui tess uti or.ganid a Div. di 1" Cl. nello Sped. lltil. di Genova, dopo avere chiamato il preferenza d'altri è messa fuori dubbio'. Ora siccom'è ·cùsa rallfed. di llegg. pi ù aozi.1no a presiedere la Conferenza, pronaorissima ch'in una qualsi2si-malallia uno o più apparati escretoeia alfelluose pal'ole di congedo con le quali ringrazia i Colleghi rii non siano d issestati neHe loro funzioni, cosi avYicoe che som.. del costante ed illuminalo concorso chè~preslarono al buon aomioislrando rimedii d'azioa elettiva su i medesimi ed inducendo, damento del Servii.io ed esprime il suo ram marico per doversi per tali moùi in questi una salata re modificazione per cui la fanseparare dai medesimi con i qu,di era uo ito con i legami d'una zione s.:oncertata non solo riprenda il suo ufficio naturale, ma vicendevole stfma e di fratellevùlc concordia. l\icorda come un s'aUivi per guisa da eliminar anche le materie sofferm.ite, le tanto bene dov ev:i ceri a mente alfribui rsi alla squisita ed ucazioue quali, sic1·omc agenti incongrui non possono riuscire fuorchè ad . morale ed intellettuale dei Membri che compongon in oggi la aggra,•io della mala:tia principale, talnni voglionò veder in qaefam iglia J\ledico-ll1ilitare; educazione questa che fu grandemente sl'ulil attivazione delle soffermate escrezioni l!eliminazione (opevantag~iata dalle 1D$liluzioni le qu,di da d,ue anrii reggeud'il ratu dirèll<1monte per virtù d'un dato rimedio) d'on principio Corpo Sani tario-lltililare, produssero parimente srgnalati vanmo rboso speciale cred uto frammisto agli umori del corpo, mentaggi io ciaschedun r,1m,> del Servizio Sanit;irio. Coochiude, comlr'essa in realtà non è fuorchè il risl.abilimcl)IO della funzione mosso, thè le continue prove di stima e rl'~tfezìone ond'era in escrelor-ia iu un qual,iasi organo od apparato in virtù dell'az'one ogni tempo stato fotto se~no dai suoi Collel!,bi in Sciamberì, gli d'un delerrninalo rimedio elettivamente operante su !-'organo sarebbero sempre state impresse oel!a mente e nel cuore ed escretore stesso. avrebbe pure falli continui voti percbè la sorte delle destinazioni ALESSANIHIU. Il Presidente chiamaJ'allenziooe dell'Adunanza ed i movimenti di Guaroigione gli procnrasser in avvenire la su la malallia scarlattiòos_a da pochi giorni manilestatasi nel bella sorte di trovarsi novella mente riunito èoa 'cosi cari Collei:residio_d'Alessandri,!l in alcuni Soldati del toRegg. di Fauleria. ghi. A questo discorso che fo ascoltalo dall'Assemblea con quel Nota come la forma della malattia non sfa rappresentata da fereligioso silenzio cb'esprime la profonda sensazione dell'uditorio n"omeni gravi, dal .caso io fuor i del Soldato l\feyaard in cui si il Dolt. Sclaverani a cui tocçò per anzianità la presidenza, rimanifestò con fmponenti sintomi di grave dispnea e di vago subsponde con poche ma acconce parole di ·gratitudine ;ill'esimio

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279. capo di cui la partenza, eglì diJ~, oon è solamente htmeotala dai Medici Militari i qualj ebbero meglio occasione d'apprezzarne i meriti, ma dagli ahitanli eziaudio della Ciltà,di<cui il D·o u. J(ìoroissetli aveva saputo acquistarsi la stitn'a e l'affetto talmenle.da indur.li spbrnt,ine.i ,a pubblicar in su·o onore un arikdlo meli a•Gazette Of!lcielte de S0voic dei~\ di febbraio .P• p. Oopo di ciò il Doli. Tunisi ultimò la lettura del suo Scril:.lo intitolato la febbre intermiltente messa a confronto con la fdtbre continua e co,ì ebbe fine la Seduta . ' NIZZA. Il President,½chiama l'attenzione def Colleghi sopra alcuni casi importanti presen1i nella Sezione di Medicina e fa notare che debb'allriboirsi ,all'incostanza dell'atmosfera lo slat9 di gravezza che offrirono·fu olle malattie e l'esito fatale da cui alcune de"lle medesime furono susseguite, non ostante le più assidu~ ed intelligenti cure che ciascheduno si studiò d'opporvi. Accennate quindi le più importanti osservazioni patologiche falte nei cadaveri dei due ammalati che soccumbeUl'ro, passa in rassegna le principali Opetazioni Chirurgiche siate -eseguite su i medesimi allo scopo di pratica istruzione. Ha poi termine la Seduta con la. lel~ura fal~a dal Doti. Peloso della Sto1·ia di ferita da arma da taglio già pubblicata nel n° 31 di questo Giornale.

C!GLU.RI. Il Dolt. ,Laj recentemente destinato a Mcd. di Regg. applicai.o II questo Spedale nell'.assenza per congedo del Meilico Div. presiede la Conferenza; so11getto della quale furon alcune considerazioni intorno al !buon andamento del Servizio dello Spedale, l'asscs!amenlo dei conti dèl Gat>inctlo di Lettura e la convenuta nece!)sità di richieder alle Autorità Superiori la provvista di stromenti da clissecazioqe. NovA!IA. Le funzioni di Segretario rimaste vacanti per la malattia de1Dolt. Valzeoa son interinalmente conferile al Dott.Giacometti il qual intrattiellfl l'Adunanza con la lettura d'un sunto da esso lui fallo del t,avoro del ·Doll. Roger intorno acl alcuni ntw<,•·i segni somminist, a.t i dalla P.ercussione toracica e s·ul s,uono timpanico negli spanàimenti Liquidi delle pleure. Dopo questa lelturà il Presidei1te; invitati prima i Colleghi a veriµcare con le loro osservazioni pratiche il val.ore di quesli nuo1>f segni plessimetrici e falla quindi una sommaria relazione intorno al regolar e buon andamento del Servizio Sanitario, dichiara sciolta la Seduta.

PlRTE SECONDA BOLLET'HNO UFFICIALE Onorificenze, f!ariazio ni e Giubilazioni nel Personale Sanitario-Jl'lilitare. Dou. Arri , Chirurgo in Capo in ritiro , decoralo· della Croce dell'Ordine dei -Sanli Maurizio i, Lazzaro con ll. Docrelo del 25. correnle mPSe in vista dei lungi ed ,o.norati suoi servizi i. Doli. Viberti, Med. di Bai!. di 1a CL, dal 7° Fant. passa nei Cacciatori Franchi a Fenestrelle. Dott. Poletti, Mcd. di Uatl. di la Cl.. dai Cacciatori Fran. chi passa al 7° l\egg. di Fant. DoH. Pietro Borriglfone, .Med. di Regg. di t a Cl., ammésso a fa re valer i suoi titoli alla giubilazione.

RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Santo del Dott. GMOOIIIBT'1'I) Delta fellandrina. Diede questo nome il Farmacista Rute! di Lione al principi.o_ attivo che ricavasi dai frulli del [ellandro acquatico e :che ~··offre. in forma d'un liquido p.àrticolare neutro che ha un'apparenza oleosa; più leggi ero

dell'acqua h1 cui si discioglie in tenue quanlilà; d'un odor.e forle, nauseabondo e le~giermenle etereo; solubile nell'etere, Ticll'alcoole, nelle sostanze grasse e meno solo· bile negli olii fissi e nei volatili. Il lJotl. 1Jevay usò la- feUandrin-a in forma di pomata e crede che mflrili la. pr~fereoza in lnlli quei casi in cui convengono l't~strat~o di cicuta, quello di giusquiamo e di bé.lladonna; e che per .i suoi effetti calmanti e se<)ativi s'avvicini al-bal.;amo di conicina. li Dott. ·Mauche eziaodio vi ricorge nella s(la pratica Medica ed i risul tamenli corrisposer a qìielli di Devay; in fine il Doll. Gromier in una gio~ine donna che per cagione d'una contusione rilevata al seno o.ffriva al la parte interna della mammella una piag,a di caltivo aspello, saniosa, a margini rotondati , al disotto della quale esisteva.n in forma di piccole ghiandole. cinqne puo.Li d'indurimento, adoprò la pomata di fellandrina composta d'una gramma d'essa e di 50 grammo di assungia bene lavata e recente; facendola applicare direttamente ed io unzioni all' intorno della piaga. · E questa, che per più mesi era stata infrnt1uosarnente sebbene t la abile 'Medico curala, si cicalTjnò in meno di 15 gior~i in modo completo. La fellandrina p·nò anche sommini·sl rarsi per uso in·ter,no: i granelli <li Hutet ne c'Ontepgono un milligr.amma per ciascheduno ed il sciroppo un centigramma per og11i cucchiaio ordinario. È però da notarsi ch·essa ha, come il principio atlivo della cicuta, un'aiione tossica, lullochè in grado minore e che secondo le sperienze praticate sopra gli animali produce effetti· somiglianti a quelli della (Rcv. Med. :Clifr.) cicutioa. Togliamo tla lla :liedicinisclte Neuv·i-Kciten., le seguenti disposiz.ioni circa i I gratlo, stipendio e pensioni dei Medici Militari in Ausl ria. Il Medico in primo, 1:l1irurgo Maggiore, Consi.gl1ere di Sta to, grarlo di Maggior Generale, coo 4,000 fior. (più di 10.000 fr.) di stipondio, ùomicilio gratuito in' cinque luoghi differc:11\i ed una pensione uguale a quella dei Consiglieri di Stato. li Medico in secondo 2,200 fior. (5,500 fr. ) , cinque al loggi come il precedente, q11at1ro razioni ed una pen sione di 1,200 fior. (5,000 fr.). I Medici di 1a Cl. rrel l'Armala ha11no ·il grado di Generale, 2,000 fivr. (5,00 O (r.) di stipendio, quallro alloggi, qnattrn rnioni e 1,000 fior . (2,5ll0 fr.) di pensione. li Medico di Ueggimento di 1a Cl. ha 1,000 !ìor. di paga 12 ,500 fr. ) , tre razi.o ni,. tre alloggi e 400 fiorini (1,000 fr. ) di pensione. I Me-dici cli Re,;girn~nto di 2a Cl. hanno 1,000 fiorini (2,500. fr.) tre razioui, tre alloggi e 400 fior. (1,000 fr.) di pensione. Il primo Med ico d1 2a CL ha il grado di Comanda nte, 720 fior. : 1,800 fr. ), due razioni, due ali oggi e 500 fior. (750 fr). di pensìoneTuUi hanno diritto. ad 1111 cavallo e ad una razione per il medesimo. mnoiono in campagna o vittime di qualche epidemia, le loro vedove hanno diri.uo ad una pensione equi-valenl\} ai due terzi dell'intiera paga. Se mnoiono per altre circostanze non hanno diritto cbe ~!l'equivalente della metà. (Gazz. Med. ]tal. di Torino)

Se


STATO GENERA.LE NUMERICO DEL MOVIìUENTO DEGLI AMMALATI

e delle malattie statec-urate negli Spedali Divisionali eSuccursali Militari di Terra e di !lairna nel n1esc di febbraio ,t 853. o

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GENERI:: Dl .MAL•.\'l"I'IA

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Fratture. Lussazioni . . . Scirro e cancro. \ Cancrena.

Leggieri morbi locali

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Ferite

Sifilide primitiva Itl. Costituzionale Suicidio. la osservazione

4

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Osteos.in:oma . Carie e necrosi. . Ostacoli Ùl'etrali .

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Ascessi acuii . lei. tenti. Idrocele . . . . . . . ;:; Varicocele, Cirsocele o Sarcocele. . . . . . . ..:i < Arlrocace ... .... Spina motosa 0

Vizi o~ganici dc! cuore . . . . .. . Ulcere. Fistole

Calcoli.

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,~scile . . . . . . . . . . "" ~dema . . . . . . . . . j Scrofola .. . . . .. .. Scorbuto· . . . . . . '..

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Epilessia

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Riporto Mania. tpocondriasi . Nostalgia .. 1 - Apuplessia . ;

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Risipola . . . . . . . . ;;; Vaiuolo . . . . . .. . Scarlallina . . . . . . . . . . . . ;:; ~l\osolia . . . . . . . . . . . . . . : ( Scabbia . . . . . . . • .. . . . . A Erpete . . . . . . . . . . . . . . Tigna . . . . . . . . . . . . . . .

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. . ( Pneamorragie. . . anguigni. f1Imatcmesi. . .. . Dia,reu . . . . . . . d'umo ri Dissenteri a ... . secreti Cholera morbo . ·. Diabete ... .. .

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Reuma tica . . . . . (,)'t t ;, Porukota . . . . ' 3 m.a Bellka o C~ntagiosa. Blennorrag1ca . . .. Angina .. Bronchill'l .. . .. . Pleurite e l'olmonite Cardite e P er icardite . Aoizioitc Fltbite .,. A 11~i0-!('1 11CitC'. Adeoile. Gastro-enterite Rpatile Splenite. lleumatismo Arl rite Cistite Urt•l rite . Id. Blennorragica . Orchite. • Osteite Per ioslitt- . Flemmone

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MS 651 2 •

Sioocbe . .;; Continue. . Tifoidee . . . . . :l JTifo . . . . . . . . ~ 1>eriodi <' ho 1111 g~nere · Pero1c1 ose .

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1192 3062 29!6 '12 1866

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1\'2 p. 010.

ND. negli lro estinti riporla ti nei morbi 1t0n compresi nel Quadro rluc m orirono per asfissia ed uno rer idrofobia.

'l'orino, 18521 Pelaµa, Tipografia Sobalpioa, via Alfieri, na 24.

Il Direttore Doti. COMISSET'fl Med. Div. Il Vice-Direttore ,espou,. J>otl Bar. de BE.luroaT. M R.


( ai 5 di aprile ~ 853 )

N. 36.

ANNO II.

GIORNALE 1)1 HEDICINA HILITARE DEL CORPO SA~ITARIO DELL'ARMATA SARDA ,

L'associazione noo si riceve che per un anno e comincia col ! "d'agosto. Il Gioroalesi pubblica nel Lunedì di ciascbedun~ settimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino

L .. IO.

ln Provincia ed all'Estero, franco di posta • . L. 11.

L'abbonamento debbe ·pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari 1·icevonsi alla •r1POGRAFIA SUBALPINA . via Alfieri, oum 0 24. Le lettere per abbonameI!-to al Giornale debbQn esser affrancate ed ac~_; -::: pagnate da vaglia postale.

t• Dott. BALESTI\A: Relazione sull'ottalmia che I ~ervizio. Nè questi Ufficiali di ·sanità furono i soli nella dominò nello Spedale di -Genova l'anno 1852. - '3° Dott. Ponostra Armala cui toccasse tale disgrazia. LETTI: Resecazione parz~ale della libia. - 3° Relazione,delìe li Dotl. A ly-al- Fadel, già Medico ~i Reggimento, il Conferenze Scientifiche. -- 4° ])otl. 1'IOTTINI : Rivista dei Gior- , Cav. Rossi, già Medico tii Divisione, il Dolt. bealberli, nali Scientifici. - 5° Bibliografia. - 6° Tabella relativa alla Medico nella llegia Marina, ebbero pure a contrarla atl\1emoria del Dott. Balestra. tendendo al l oro ufficio : l'ultimo la trasmise a· suoi ragazzetti. Il Doli . Mazzi, Medico di Battar:;lione, che non ' crede alla trasmissibiliti1 della nostra ollalmia identica, come fu detto, all'Egiziaca, contrasse quest'ultima mentre era in Egilto e la comunicò alla sua moglìe ed ai suol figli : 1). Parecchi Uffi-zia li , eziandio di differenti Corpi dell'Armata, la coutrasscro per tron1rsi a frequeute conRKLAZIO}(E sur,L'oTTALMIA cml 00M111ò NBLLA Gu.u nn' tatto cou Soldati affetti; tra essi non citerò che il Capitano GIONE DI GE!'iOVA 1) ANNO Hl5'.! (1) · l\1alpascinti del 12° Reggimento,,che provò tale accidente , nel _ 1847 a Nizza, ed il Maggiore Radicati che la colse (letta dal Med. di Regg. Dolt. B.uns·ru. in una Conforenza l'anno scorso nella Scuola Mi litare d'Ivrea . dello Spedale di Cagliari). Un caso di trasmissione dèll'olta lmia ad nn Infermiere , si passò sollo i nostri occhi quest,anno , ttppun!o nella Cause della .malattia. 1 Sezione di cui io era iucaricuto. L'Infermiere Frescari prestava già da alcun tempo Serv izio nell'Ospedale e non Parecchi tra i Colleghi che credono alla contagiosità delprovaya alcun sintomo d'ottalm ia . Nei mese cl'agosto l'ottalmia egiziaca o bellica ricusano poi di ammettere tale venne add\1Lto ad nna Sala d'ollalmia , non trascorsero più proprietà per quella che dom ina nella nostra ~rmala, asdi 6 o 7 giorni e già esso risent iva un po' di ·bruciore serendo eh <." non se ne ha alcuna prova diretta ti positiva; agli oMhi, che fu segnito poco dopo da inie1.ione alla confann.o anzi di questa mancanza trn argomento per contegiuntiva d'ambi gli occhi. S'adoperarono tosto dei mezzi stnre che l'ollalmia nost ra sia la h•l!ira od egiziaca. Se anliOogislici, dei coll irii astringenti, malgrado i quali l'otessa, dicono, po tesse comunicars i, vi ,atebhero stati dei taltnia iindò crescendo. Dopo una decina di giorni già vi casi evidenti di còmunicaziont! ai Medici Mi lit11ri, aò Inerano ad ambi gli occhi delle grannlazioni assai marcale fermi.eri , a parenti, ciò che sinora non fu visto . L'as~erche obbligarono d'aver ricorso alla cauterizzazione. zione . è cornplelamente erronea. È a cognizione ct·a]cuni Frequenti furono nel.la mia Sezione i casi in cui i Mi· Medici del nostro Esercito, del J)ott. Gilli fra essi e del li tari a!felli poterono indi care qua le causa della loro ma, Doll. Omegna, che Mi litari , rien trali nelle loro case aflallia l'infezione ricevuta dai loro vicini di letto o dai cafetti da un residuo d'ottalmia .co11trntla sotto le nrm i, la , merata con cui solevano rimanere occupati in date cacomunicarono ai loro paren ti. Mn i no minali Dottori ebad es. nei varii Uffizii del Reggimento. mere, come bero della contagiosità dell'ottalmia una prova ancor più Non farò qui menzione che di pochi , che mi paiono certa e dolorosa, po ichè entrambi la contrassero prestando maggiormentfl meritarl0 henchè alenni d'essi già sieno stati le loro cure ai :Militari ch0 ·ne erano affellì. Il Dolt. OmeSOHM,UllO. -

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PARTE PRIMA

gna ne veni\'a ;iltaecato nel 1858 stando i.n Gnamigione in Cuneo, il Dott Gil li nel 1849 in Torino , e non ne è ancora sufficientemenlo gua rito per riprendt're il proprio

·- ----·-----(t) Conliounz. Ved. n• precedente.

.

(

(1) Esempi analoghi di Uffiziali di Sanità che contrassero l'oltalmia attendendo agliottalmici si conqscono per tulle le Armate. Nel Belgio furono colpiti i Dottori Reicb, Lind, Delemarre, Fascian, Rssely, Ilaming, Defuisseaox, Dumaolin, Sotleau, Varler e molti altri


'28! comunicali nefle Confere11ze Scientifiche diquest'anno. Il Furiere Galli della 4a Compagnia del 6° Reggimento Fanteria, la quale era stata la più bersagliala dall'ottalmia , av11ra sempre dormito in camera a parte e non aven, mai avuto a,lco11 sintomo d'ottalmia. Per ciscostaaze acciden • tali ,,euendo a mancare il locale, esso fu obbligato a dormire nel camerone comune della Compagnia., dove ancora si trovavano molti granulati. Dopo poche notti ivi passate contrasse tosto un'intensa ottalmia che minacciò la purulenza è si fece assai presto gra nelJosa ( 1). Un Soldato essendo r ientrato dall'Ospedale nella Caserma affetto ancora da granulazioni, ebbe dopo pochi giorni una recrudescenza con stillicidio purulento; due giorni dopo si svolse un'otlalmia con pari stillicidio in un Ser· gente che dor·miva nel letto vicino. Il Soldato Solimas ci asseverò che l'ollalmia granellosa di cui ~ra porlatoi:e, compa~ve l'indomani d'essere stato di piantone ad un oltalmico grave. La 4a Compagnia del G0 Reggimento, trangliala grandomenle dall'oualmia, veniva traslocala in un camerone ampio, sano, ventilato, nella Caserma della Provvidenza situata in Genova sopra una piccola altura. Per piùi;ù'uo mese non se ne manifestò più alcun nuovo easo. Dopo tal tempo discende da uu Forte il Soldato Ballotto perchè affollo dall'olta.lmia; soggiorna due giorni in meu:o alla Compagnia prima d'entrare all'Ospedale; tre dì dopo la stessa afTezione scoppia noi Sergente Gandini che era vi· cino di letto, e dopo pochi ailri gior-ni quattro altri Seidati che dormivano nello stesso angolo del camerone ne cadono parimenti colpiti. Noo pare che tali ratti possano provare qualche poco la facollà che l'ollalmia ba di tresmellersi anche presso le nostre Truppe? Del resto non si aspettò sino adesso ad averne fra noi delle prove. Ecco quanto il Cav. Bonioo, già fnspeuore Sanitario nel!' Armala Sarda e Medico in Capo della medesima nella Campagna di Lombardia, asseriva l'anno scorso in una Seduta della R. Accademia Medica di Torino; « si ebbe1ro num11rose e convincenti prove del (arsi lo oltalmielcatarrali, purulente o contagio,;e oell'oll3lmia che rloroinò in alcuni Corpi dell'Esercito Piemontese noi lrieiioio 1856 ,57-58, la quale esordita con caratteri di semplice catarrale, assunse più tardi per concorso di altre cause, e soprallullo pella conservatione di numerosi malati in locali di sov_erchio angusti, 1111 vero carallere contagioso, per cui si diffuso slraordinariamcnle. l'isolameuto fu ricoMseiulo il mezzo pili efficace per arrestarne il progresso. » Effettivamente le istruzioni e le prescrizioni in ~llora emanale dal Consiglio òi Sanità e dal Ministero apertamente designano i'oltalmia dominante come contagiosa. Ecco quauto si legge in un Dispaccio Ministeriale del 1854: " Essendovi ottalmie di lal natura che si possono propagare usando gli occhiali medesimi che colui usava che ne era preso, gli Uflìciali di Sanità avvcrliranoo che essi occhiali vengano sanificati con una soloziooe di cloruro di calce e con alll'O opportune maniere. » l o altro Di~paccio del Ministro della Guerra Villama( l) Il Doli. Gouzée ebbe pure occasione di osservare nel Belgi~ che i Solto-Ufficiali vanno meno soggetti all'ottalmia, ma che la coAtraggono cosi freqaentemente come gli altri Militari , se per mancanza di si lo iono astretti a dormire con questi nelle camerate comuni.

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rina all'Intendente Generale di Guerra, in data 21 dicembre 1836, si lron : « Nel rendermi ragione del moTimenlo generale degli Ospedali durante il mese di novembre scorso, il Co.nsiglio Militare di Sanità mi osserva che le ollalmie con maggi0-re o minor~ intensità dorano tuttavia in alcune Guarnigioni; che in alcuni luoghi tale malattia si mostra sopra due specie diverse, reuma ti ca ( t) e purulenta, che la purulenta sembra che si propaghi a. guisa di contagio ...... che fra le cause più probabili della sua propagazione debbono anno,•erarsi l'uso di lavarsi la faccia e gli ocehi il mattino nello stesso secchio promiscuamente il sano con l'inf~rmo, il giacere il sano coll'ammalalo ed altri simili occasioni d'immediato contatto ...... • Altro Dispaccio Ministeriale ai Governatori di Savoia, Genova ed Alessandria del 17 giugno 1857 è ancora più esplicito : « Facendosi vie maggiore sempre la certezza del Consiglio Superiore di Sanità Militare che l'ollalmia purulenta onde varii Corpi sono travagliali sia attaccaticc'ia e basti il comunicarla. il contatto con coloro i quali quantunque convalescenti abbiano agli occhi il più lieve sintomo di purulenza, mi giova .pregare Ja S. V. ecc. » È facile lo scorgere da tali ·Oispacci quale già l'osse 16 o 18 anni addietro l'opinione delle Autorità circa il modo di diffondersi dell'ottalmia nella nostra Armala . .Ma ammesso tale modo d! pro pagazione, ammessa la sua con tagiosità, come avvieoo, si chiede, che l'otlalmia taccia talvolta per longo tempo, nou si manifesti che di trallo io trailo in questa od io quella Guarnigione? Come e dove può essa rimanere per si luoghi .periodi in islalo di delitescenza P Non potrebbe essa forse svolgersi di quando in quando sponlaneameote e rendersi quiudi contagiosa? lo non ho ragioni per negare che alcune malattie possar.o talora svolgersi spontaneamente, ed acquistare in seguilo la facoltà di comunicarsi , ma oou credo che per spiegare l'audamenlo e la perpetuazione dell'ollalmia presso di noi sia necessario ricorrere ad ~na tale origine spontanea. L'oltalmia bellica esisto oell'Esorcilo Piemontese da lunghi anui i il Doli. J)econJ6, come già si é dello, ne dimostrava la sua figliazione dall'ottalroia egizia; Lutti gli Ufficiali di Sanità che da lungo tempo servono nell'Armata si ricordano, ed alcuni di essi (Dottori Omegna, Gilli, Bima) ebbero già occasione di dichiararlo, come essa infierisse nel 1854 in Torino, nel 1856-57-58 in quasi tulli gli Spedali Militari dello Stato e specialmente tra i Soldati dello Brigate Cuneo e Pinerolo e <lei CacciaLori Sardi ; oel 1858 59 ooli'Oapedale di Cuneo, nel 1859-40 in quello d'Alessa ndria. Poscia mai non cessò ua momento di esistere , mai non se ne disperse ìl germe; esso è sparso in quasi lulli i Corpi , ma io proporzioni assai differenti si trovano degli individui che sono portatori dell tl granulazioni pulpebrali. Da 8 anni che ho l'onore di far parte del Corpo SanitaTio sempro ne ho visti in tutli gli Spedali ove prestai servizio, o ne avea visti anzi, Allievo ancora, nella Clinica del Commend. Riberi , ove riparavano di frequente Mililari affetti da gravissime alterazioni oculari consecutiv e all'ollalmia bellica che formarono poi il soggello della Memoria del prcloclalo Pro(1} L'errore' di carattorizzare per reumatiche molte delle ottalmie belliche è antico nella nostra Armata.


!83 feesore pubblicala sulla Ceratide prodotta dalla degenerazione gt.anellosa. _ L'esistenza dunque di tale ottalmia fu continua e solo presentò, come è sua abitudine e natura, delle recrudescenze, sulle cui cagioni ·è importante di arresta.rii un momento . Convien prima di tutto notare che una causa di recrudescenze apparenti si è la maggioro attenzione c:hc il Medico ·di un Corpo rivolge alla medti;;ima. Un Medico poco attento non invia d'ord'inario all'Infermeria od allo Spedale che gl'iodividui in cui si. svolge in.tensa l'ottalmia od io cui almeno si a_rrossa sensibilmente la congiuntiva oculare. Ma se , per esempio, tale Offiziale di San ità è rimpiazzalo da un allrq, che meglio conoscendo l'indole subdola della malattia, creda suo dovere di esaminare con ·maggiore esattezza i Soldati del Corpo e di .rovesciare le palpebre s1 soperio.ri che inferiori di tutti quelli che può sospellare affetti da granulazioni si troveranno d'ordinar.io molti più individui che prima non si credesse i quali abbisognano d'un opportuno trallameuto. Così nel giugno dello scorso anno io Genova, quando tutti i Medici di Servizio ai Quartieri furono messi in avvertenza molti granulati si annidavano inosservati nei Corpi e che per riconoscerli conveniva rovesèìare tulle le pelpebre,_e quando tutti ebbero acquistata l'abitudine di discernere le varie modificazioni dello stato granelloso della congiuntiva, gli ().Halmici crebbero anche per questa ragione notevolmente all'Ospedale. E€! io son persuaso ch :;1 in certe Guarnigioni, nei cui Ospedal i ~on si trovauo attualmente che da 15 o 20 ollalmici, si vedrebbero questi salire ad una cifra mollo più elevala, quc1lora venissero praticate agli occhi di tutti i Soldati del l1~ visite sanitarie esatte e rigorose. lo_computo giusto quanto ho potuto sinora osservare presso i di/ferenti nostri Reggimenti , e tenendo conto di quanto fu riconosciuto per altre Armate che se si segue il rnetodq di non inviar,e all'Ospedale od all'Infermeria che gl'individui affetti da ollalmia decisa, od almeno da rossore della congiuntiva oculare, non vi si trova d'ordinario ricoveralo che uu teno circa del numero reale degli infelti; gli altri tollerano pazieutemen le le loro granulazioni e con tinuando a rimanere in mezzo ai Commilitoni, servono a "propagarle. Cagione poi ·delle vere e reali recrudescenze, di che dì quando in quando siamo testirnon ii , sono circostanze ac· cidentali che rendo'no più faci le e p'itì attiva la comunicazio..ne dell'oltalmia da un indiv idua all'a ltro, cosicchè i casi si fanno più numerosi ed assumono anche un'intensità più marcata . Ora quali sono le circostanze che posseggono tale pern iciosa efficacia? Si potrebbt>. credere che le fatiche straordinarie del Servizio, J.e lunghe marcie, le fazioni campali, le gnardie nol.lurne e simili, se non sono da tanto, come di sopra si è vislo, tla. originare l'ottalmia be llica, possono almeno grandemente favorirne la diffusione nei Corpi che ne sono infetti. L'o§servaziOll(-1 non conferma però sempre una tale opinione. Basti il notare che durante Lult.a la Campagna del 1848 sul Mincio il cui primo periodo fu quasi costantemen te umido e piovoso, l'ultimo poi caldissimo ed ari dissimo, Campagna che fu per le nostre Truppe faticosi-sslma e le obbligò a bivacare per cinque mesi continui, che necessitò marcie lunghissime in mezzo a nugoli di

polvere e sotto la sferia del sole più cocente, l'ollalmia io lutti i Reggimenti che erano parti.ti dal Piemonte più o meno infetti tacque affatto. Io non mi ricordo ct''ave.r veduto in tu\to quel periodo di tempo un solo ottalmico. Che più, parecchi degl'infermi che ebbi occasione di esam inare nella mia Sezione e cbo erano già stati ed ancora erano affetti dall'ollalmìa all'aprirsi della Campagna, tutti mi affHqnarono che durante la medesima ne erano od affatto o pressochè risanati. Durante J' Armistizio del 1848 , e sopratlullo finita la guerra del 1849, l'otlalrnia tosto ricomparve e si diffuse notevolmente in parecchi Reggimenti ; il 25•, ad esempio, che diede grande numer.o di !).mma!ali all'Ospedale Divis. di Torino. Ancora recentemente, nel setterobr~ ul1imo scorso, la Guarnigione di Genqva doveva eseguire delle operazioni simulate sui monti che circondano la città. Per tre giorni e due notti consecutive le Truppe rimasero \\sposte a tutte le più tristi vicissitudini atmosferiche .: il vento, il freddo , fa. pioggia vennero ad esercitare sopra di esse la loro azione. li bivacco fu assai penoso; i Soldati coi panni bagnati s'aggiravano la notte attorno ai fuochi che li avvolgevano in 11ugoli di spesso fumo. Molti s'aspettavano una recrudescenza d'ollalmie: lutto al contrario per parecchi gior~i noù si vide alcun nuovo caso, nè recidiva. Si sarebhe altresi disposti a credere che il sopravvenire delle stagioni autunnale eù invernale, fredde ed umide, sia solito favorire lo sviluppo e la diffusione dell'ottalmia; ed è invece un fallo ben constatato io ogni tempo ed in ogni paese che questa si sviluppa di preferenza al soprl}v· venire, dei calori della stagione estiva. Così av1·enoe anche quest'anno in Genova: l'ollalmia crebbe col la primavera ; si fece massima nel giugno e decrebbe col settembre. Non è però assolutamente a dirs i che i cangiamenti rapidi di temperatura , i venti freddi e gagliardi , i tempi burrasco-si non possano esercitare uua qualche influenza, beochè passeggiera, sull'andamento dell 'otlalrnia e determinarne .lo scoppio o l'esacerbazione in iodividni che già ne racchiudano il germe. Io ho anzi talora osservato in simili circostanze presentarsi parecchie esacerbazioni sugli ammalati stessi che stavano in tratta.mento nell'Ospedale. Ma non conviene esagerare l'im portanza di tal i vicende almosferiche, poichè è innegabile che soventi esse pas• sano senza esercitare influenza di sorta e come inavvertite. (Continwa)

STORIE DI CASI RIIIARCHEVOLI. 55 RESl!CAZIONE PAI\ZlALI! DELLA TIBIA Il( UN CASO DI glL\T'fURA CO:IIPLICA'f.l DEL MEDESllIO OSSO

(Storia comunicata dal l\Ied. di Bali. Dotl. Pou:TTI e letta in una Conferen.za di Torino).

Sul fare del giol'no 28 aprile 1852 il Recluso M ilitare nel Forte di Savona ·D. S. , dell'età d'anni 27, lentand'in• sieme con altri sei compagni d'evadere dal Forte cadeva dall'altez.za di circa dieci metri. I Gendarmi accorsi al


i84 grido d'allarme dolla Senlinel la edolla della tentala fuga e coprii la· gamba tulla C(IÌI la fasciatura di !:ìculleto. Fidal rumore della caduta, trovarou il Recluso D. steso irn. nalmente applicai due assicelle laterali monile dei risoelliyi mobil ~, suolo e vivamente lagnantesi di grave dolor alla cuscinetti onde mantenere nella necessaria immob."tilà la gamba ~inistra la quale non appena quelli riconobbero gamba la quale adagiai sopra un solido piano leggiermenLe mànifostumento ferita, prontamente trasportaron il painclinato, for~ato da lenzuoli più volte ripiegati su se stessi. ziente in questo Spedale della Reclusione. Quivi , chiaAlla descritta lesio11e ;,ggiungendosi uo dolor oU uso , ma inquietante nella regioue lombare ed una distorsione alla malo , io accorsi inr.ontaneul~ e dopo avere con la maggiore tlelicatena possibile fa lta togliere la catena attacarticolazione tibio·larsea de.stra, all'uno ed all'altra provcata alla gamba offesa riconobbi le seguenti lesioni: 1° una vidi con bugni risullamenli per mezzo dei cataplasmi molferita !acoro-contusa, irregolarmente rotonda, del diametro lilivi e dei bagni di Schmucker, dei quali feci parimente di cenlimèlri 5 1[2, situata 5 centimetri sopra il malleolo uso per 4 giorni sopra la gamba fratturala, non appena. te forze dell'ammalalo furon alquanto ristorale per mezzo di interno della medesima gamba: 2° una frallura della Libia la qua le partendo dalla distanza di 4 centimetri dal dello piccole, ma frequentemente rinnovate dosi di broòo. Gamalleolo e dividend'obbliquameote l'osso dal basso in alto gliarda anzi che no destassi sul fare della sera la riazione o dall'interno all'eslerno si prolungava io allo per 10 cen- , generale la quale, accompagnata da dofore lacerante nel timetri tlall'arlicolaziona tibio-tarsea, mentre l'estremità sito della ferita e <la sussulti di Lutto l'arto, resistette per molL'acuminata del frammento supariore, per buon tratto tulla la notte all'abbonda11te salasso praticato nel la sera privo di periostio, oltrepa~sava in basso per ao abbondante ed alla bevanda mollilivo-catarlica somminis lrola. il sacentimetro la peri feria della ferita, nell'interno della quale lasso quoLidianaroenle rinnovalo, la continuaziono dei bail dito esploratore distingueva aleone piccole schegge ossee gni di Schmucker, le bevaodfi catartiche e la somministrazione dì loggiAre dosi di mistnre aolispasmoùi<:he, valsero poco tenacemente aderenti alle parti molli e toc;cava la pelle distaccata per più di due centimetri dai sollopost,i nei tre primi giorni il moderare lo riazioue gt•11erale, ad tessuti: 5" !lilli gl'indi1.ii di frattura obbliqua del perone impedire la diflusion infiammatoria alla vicina articolapiù in alto di quella della tibia: 4° il piede sinistro, atzione ed a cessar i sussulti dell'arto. In terza giornata teso il mancato appoggio della tibia, rivollo inter'namente, feci la prima medica1.ione della piaga la qual offriva nna dando cosi luogo a Ilo' spostamento in fuori del frammento superficialo mortificazione uel ll)ssuto cellularo che cominciò a s1;1pararsi in quinto gio.rnala, tempo in cui s'iniziò inferiore : 5o la l.iceraziooe di poche fibre muscolari del muscolo lungo flessore comune elci diti e d'alcuoe anche il proce::,,o suppurativo e si potò scorger il frammento del mnscolo tibiale posteriore. resecato privo di periostio r.ella sua e!lremità . Del resto Senza potere con fondamento decidere subito se questa lodevole era lo stato generale, apiretico il polso, tranquille le nolli e, se s'eccettui un lieve disturbo cho fn Hffimero frattura fossa avvenuta per contraccolpo ovvero per l'azione diretta del grosso anello della ca tena il quale cir • delle funzioni gastriche, tulle le altre si conserl'aron in condizione naturale; stato di cose qne5lo che continuò sino condava la gamba precisamente uel sito della frallura , riandando con la mente tulle le cooseguenzo che avreba tullo maggio con pl'ogressivo miglioramento del probero potuto tenere dietro a così gravo fratLura complicala cesso suppuralivo, il quato scar~o e sieroso noi pr imi 15 e composta, quali la violt\nta infi ammazione, la dHl'usione , giorni , più abbondante o di miglior indole s'osservò quindi stillare dalla piaga dalla cui superficie e dal frammento di questa all'articolazione vicina, il cons<:cutivo· e prolunresecalo scorgevansi rigogliosi sorger i bolloncini carnosi gato pr0cusso suppurativo, la necrosi o la carie estesa di nuova formazione . Nei primi giorni del mese di giugno dell'osso stesso, ritenni essere necessaria cosa ricorrere manifes\ossi , a sconcertare queslo prospero andamento , alla resecazione dell'estremità sporgente del frammento una risipola llemmonosa io corrispondenza della parte superiore., la quale, denudala di periostio, con la sua presenza poteva non solo essere cagione di gravo irritazione anteriore della tibia, contro di cni non avendo potuto nè la dieta, ni.l i mollitivi , nè la somm inistrazione di bealle circostanti par.ti molli, ma s'opponeva ben anche alla vande purgative, dovetti beo presto per mezzo della !anricompositione dei )>eni frallurati . Quest'opinione fu tlicella dar esito al pus raccoltosi in tre distinti asct>ssi, forvi~a ed avvalorala con buoni argomenti dal Dotl. Destematisi successivamente (ai 10, ai 15 ed ai 50 di giugno) fanis già ~ledico Militare il quale faceva rilletterc rhe il in · corrispondenza 1lell'ob~liquità <lolla_ frattura Pd alle buo11 lemper11meoto del fer ito, la sua giovine età , il non parti laterali inl'er.iori d'ambi i malleoli a cui s'i•ra la riessere mai stato tocco da r11a]allie gravi ad organi imsipola di!fusa. Tanto però bastò per1;bè guarissero gli portanti, ecc., erano circost anze favo·revoli a fare cooceascessi, scomparisse, insieme colla risipola, l'edema che J>ire la speranza che non si sarebbero messi in scena acnel med,..11imo tempo era comparso in lult'il piede e perchè cidenti gravi. Presa pertanto questa determinazione , inda questo 111omenlo sin alla metà di luglio le 1:ose procetrodussi sotto la pel le il gommaut.Lo bottonato noll'inferiore dosser i11 bene così eh~ l' informo giornalmente trasporparie ddla ferita eseguendo nella direzione del malleolo talo fuori dello Speciale a respirar aria più salubre , pointerno una dilatazione di quasi 5 centimetri. Rivolto quindi ltisse nei primi giorni di settembre camminar alquanto con il piede verso il l:ito suo esterno e falla sporgere mag l'aiuto delle 11lai:npello. Erasi in quesl'inter'Vallo di tempo giormen te l'estremità tlel suddello framme;,I(>, ne praticai manifestalo un !eno fistoloso sollocutanco della lunghezza la resecazione {>er mezzo di piccola sega , 1100 omrnelùi 5 centimetri uella stessa dirnziooe obbliquu della fratleodo però d'incidere prima un filamento nervoso del safeno il quoto lrovavasi soprapposto all'osso in direzione tura, il quale guarì la mercè delle rinuovale cauterizza. longitudinale ed erasi ma1,tenuto illeso. OILìmata poi l'estrazioni e della succe$siva compressione. Rimaneva però anzione delle schegge ossee, misi il piede iu direzione nacor un altro seno in direzio11e perpend icolaru il quale, promoaso e mantenuto dalla necrosi dell'estremilà priva turale, eseguii la · medicazione con l'apparecchio ordinario


d1 periostio del frammento resecalo, non inclinò a cicatrizzazip_no ~e 11011 dopo l'estrozione di tre piccoli ptzzi os3ei 11ecrosali , estrazione che s'alluò ai 15 tl' agosio, oi 20 tli sellembro etl ai 6 d'ottob re, e non guarì perf,;llan1e11to se uon ue~li ultimi giorni d'ottobre; Le m1,o ir; cu i raminalato, ristorato in forze ed in oolrizione, tro vossi per fouarneutc ristabilito senz'ombra d'anchilosi nella vicina arlicolaziouo e &1.?nz'accorciarnento dell'a rto.

slaoza apflUDlo della dominante rosolia egli ebbe più Yolte a tenere coosnlti con li l)oltori l\fontolivo e P romis e che sol finire del trimestre nrebbe fatta un Relazione intorno all'evoluzione di questa malallia, al suo decorso, alle pronidenze prese per arrestarla ed al metodo di cura adoperato per vincerla. Dà quindi il Pr«•sidento alcu ne disposizioµi per il buon andamento del SerYizio Sanitario e dichiara poi scio Ila l'Adunanza.

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Spedale di Terra. li Doti. Comisselti 1·ecentemenle promosso a i\led. Div. di!• Classe in questo Spe-lale, opro la Seduta con

forbito ed affettuoso rl iscorso in cui dichiarando che nell'adempimento del suo ufficio si sarebbe comportato qoalo Collega affezio nato, tenero del decoro del Corpo e studioso dòl buon e reandamento del Serviz io, piuttosto che qnale Capo severo e REl,!ZIONE DELLB CONFERENZE SClBNTU?ICHE golar solo di saa dignità amante e sollecito, conforla i Colleghi alla coltura dell'i ntelletto sia con la perseveranza nei severi stof!ii 1 (Mese di marzo. 1a Tornata ). sia COA l'attenta e sera polosa osser vazione dei fatti morbosi che svariati e freqoeoti occorron in uno Spedale Militare , sia finalmente con la soambievolo comooicazione delle osservazioni inToatNo. Esseod'asseole per malallia il lllod. Div. Dolt. Arella dividuali e delle riflessioni che da qu~sto naturalmente scaloripresitde la Cooferei,za il Dolt. Bima il qoale, dopo alcune comusc<>no. Dipinge quindi con adequàti colori ·la ridente prospelliva nicazioni relative al mi~liore moJo d'attuu il desidel'io vivache può ollrir Il Corpo Sauitario-1\lilitare quaod'all'amore della mente manifestalo dall'intiero Corpo Sanitario-Militare òi tulio Scienza faeeia andare congiunti qaei ,ensiequelledimostrazionì Io Stato di dai· una pubblica dimostrazione d'onoro all'illustre di fratellanza e di concordia le quali , segno evidente d'a nimo Presidente dol Consiglio Sapariore Milita re di Sanità neUa recollo e civile, non dovi ebbero mai nni ro meno in persone incenlu faustis!'lima circostanza iu cui l'Imr,en1tore dei Francesi lo ten te al sublimo fi ~1e ùi giovar all'egra Umanità. Ed a maggiore aveva decoralo delle In,iegne di Commenò. dell a Legione d'Onoconforto e sprone ad ottenere qnest'invidiabile scopo dice non re ( 1)1 concede la parola al Doti. De Beaufort perchè dia lettura polo1'0 passare sollo silenzio come l'illustro Presidente del Con,d«lle /Uflessi-Oni intorno alle Statistiche lifediche, già pubblicate siglio Sanitario-Militare il quale tanto meritata gloria accoglie nei n• .32 di questo Giornnle. Prende in sei uito la parola il Dotin sè che mai la maggiore nel Corpo Sanitario Militare, non solo tore Petco pe r proporre che l'Adonanza aolorizzi il Segretario di conliouo stodii ad a<,crescer i materjali vantaggi del Corpo, Cassiere ciel Gabinetto di Lettura a fare la spesa nacossaria oude ma incess?. ntcruenle si rnoslri sollecito a promoverne il decoro rel)dere compiuto, por farle qui n'di legare, quelle Opere Periodiche di cui fossesi !marrilo qualcne fascicolo; propoSlzic,oe , ed il lustro col favol'Ìr i mez·ii tu tti d'istruzione, qu.11i appunto son i Gabinelli di Lellura, i Pratici Esercizii, le frequenti Lezioni qoest11 che fu ad assolala maggiot'anza di voti approvata dai e le Sdenlifìche Cimforenze. Il pcrchè, soggiooge, a ciaschednno Membri della 1:onferenza. Finalmente; a•I rnslanza della Dirtdi uoi, ma più particolarmente ai Medici Capi-Sezione, incombe zione Amminish·ativa tlello Spedalo, il Dott. Bima invlla l'Aclu·doveroso ohbli~o di slender accurala meote le Storie delle più naoza perchò si pronunzi i intorno alla qualità del coloro da adotrilevanti malattie e di compilar i Rendiconti Clinici mensuali io tarsì uolfa provvista dello coperte elci letti per le varie Sezioni modo ragionato e conciso onde dalla lettura e dallo studio delle degli ammal;:ti. Intorno a questa scelta fu tmauime il giudizio une o degli alll'i possa emerge1•ne qualche nuovo lume nella che le coperte dovcsscr es~ere di colore binnco per le Sezioni di Scieuza od ulroen~ qna!cho profittevole discussione. Con qu11ste Medicina, é dei Feriti e fossero di colore scuro per le Sezioni deed altreltali parole pone fine il Doti. Comisselti a questo suo digli Otlalmici, de~li Scabbiosi e dei //cne,·ei. Dopo ciò fu sciolta scorso che i Medici congregali accolgono con evideo(j segni di l' Aù uuanza. rispetto, di gra\iludinc e d'affello. Gm,on.. Spedale di ,'rlarc. Il Doli. V.;lle dà Lettnra d'un caso Letto quindi ed approvato il processo verbale dell'antecedente di rìsipola da cagione gastrica alla parte sinistra riell:i faccia la Tornai?., l'Adunanza occupa il rimanente tempo della Sednta in qu,ile già qHa~i ri,!otta a ~uarigione la wcrcè del mc lodo anlidiscussioni relative ali' Amminìstrozione del Gabinetto dì Letflogisliconegativo e degli eineto-èatarlici ricompariva dopo pochi tura. giorni con impi>neole apparato sintomatologico nella guancia deALESSANDJllA. JI Presidente 1liclliara aperta la discassione su &tra, d'oode novellamente fugala con il medesimo metodo, finiva la tesi propt>sla dal Dolt. Alciali cioè so il semplice processo in porinvndel'in rnodoacutola natica destra etulla la corrispondente fiammatorio possa cagionare la i.:aocreua iodipendentemeute da coscia, nicessitando per la terza volta i'uso del salasso e delle altre cagioni spec-ifiche ocl anche solo speciali. JI DotJ. Vaglfonll bevande emeto-calar!iebe, onde 1·i1lnria a perfollaguarigione. Il ricorda all'Adunanza consislore ht sua opinione in ciò che nel prefalo Dotl., 1lo;io avere fallo sussell(uir alla sposizioue di questo genere di cancrena <li cui è questione (cancrena dei bubboni in• e-aso elioico alcuue sue raiiouale rilles3ioni intorno alla nalora guioali) l'elemento infiammazione non è mai la cagione sola, ma ,ed al decono ùella ri»ipola spontanea, prega il Presidente avov'è sempre congiunto qualch'altr'elemcnto specifico o vi s'assolere radnnar in coosnllo il Corpo San il,1rio cli 1\larina onde decicia qu.i.lc h'altra circostanza , por esempio lo strangolamento , la dere del metodo di cura da adottarsi in un caso di cheratite scroqaale l'imossa, si previene più sovente !a cancrena. li Doli. Cbali, folosa con gr:mulfzioni della congiunti va palpebrale, contro di fa nol.1re che essendo lo strangolamento uu effetto dell'infiam~ui furono già inutilmente e per lon;o tempo tentati lutti i mezzi mazione violonla di alcune parli abbondanti di tessuti fibrosi, che l'A1·le suggerisce io consimili circostanze. Il Doli. Mari ap. dehbe perciò appunto la cancrena di qaeslo parli rillinersi sicpoggia la moxione del Doli. V,ille ed es ternand'il desidel'io i:he come prodotta dall'impelo inliammatorio, quando però non vi l'WIO d11i Corumlli si generalizzasse prega il Doti. Dealberlis a concorre alcuna cagione specifica; ùi che e manifesta pron lo volere l'aggual{liare l' A<lunanza intorno alla rosolia dominante sbrigli1imento il quale, per ciò solo che o vale ad impedil' il mas. nei Co1·r,i di Marlna cioè intorno al decorso cli questo malattia simo grado dell'infiammazione o perchè, se ~ià presente, proned alle provvidenze prese onde limilarue la diffusione e -mititamente lo diminuisce, è sommamente raccomandalo per prevegarne la gra vità. Risponde il Doti. D<1alberlis che oella circonire la cancrcoa nei casi d'inlìammazione violentissima quale si osserva nell'orchite parenchimatosa, nell',mlrace, nelle ferite ,da (I) tu lutti gli $pedali Oivis. dello Stato furon a questo scopo arma da fuoco , ecc. Risponde il Dott. Vaglieuti che uel favo e tenute Confereoie speciali delle quali o oi per non avere nella nel carbonchio è pare sommamente giovevole lo sbriglfamento .Rela1.ione delle Conferenze a ritornare più volle intorno al mequando questa malattia ha sede io parti in coi può facilmente desimo argomènto, darero a suo tempo un sunto comune. avere luogo lo strangolamento, senza che perciò possa in questi La Re•ia:ione. casi dil·&i non doversi la cancrena alla speci aie natura del pro-


cesso mò'tbosò stesso. Il .Qòti-. Levesi opina che la cancrena la quàlò ,i manifesta nei bubb6ni sia effetto d'infiammazione.Nella spiegasionedèi-fenomeni, egli diiie, _non dobbiamo ricorrer a pluralità di c·ag'ioni, tultavolta che ammettendone una sola possiamo rcn'd·erci ragione del fatto. Ora, prosiegue , la cancrena èsséndo sèn'lpre l'ctfelto delle mancanti innervazione e circola1:ione ed il· procèsso' infiammatorio intenso costilaend'uua delle più frequenti cagioni che valgon ad impedii' il proseguimento di queste funzioui, per necessità dovrà coucedeJ'si· che tra le cagioni della cancrena debbe annoverarsi l'intensità dell'iofiam· ma1.ione. Accorcia. il Doti. Vagli(•nli che le m11ncate innervazione e circolaiione sian altrettante cagioni di cancrena, ma, partendo dal fallo ch'egli non· ebbe mai ad osservare caso di cancrena per etfello d'intensità d'infiammazione,. senza che qualch'altra cagione O circostanza a qoc st0 processo s'associasse, persi 5le nel credere che l'infiammazione quantunque violenta 'non possa di rettamente cagionare la cancrena. Risponde~di bel n_uo,·o il Dottore Levesi cbe,se l'infiammazione non produce sempre cancrena, ciò accade percbè o quella nvn raggiunge un grado d'inleasilà tale che sia valevol a cagionar on così iofa_osto esito, oppure. è scompagnata da quelle circostanze accidentali le quali, quan· tunque egli conceda siano favorevoli a questo medesimo esito, non sarebbero tuttavia da sole capaci a p'rodnrlo. Il Oolt. Vaglienti dopo av11re distinto nella cancrena il tessuto mortificato, quello in via di mortificazione e quello finalmente in cui sussiste l'infiammazione, ra notare che il processo flogistico a mano che pro~redisee cagiona prima un allentamento e qniodi un vero arresto del san~ue nelle e5 lremità dei vasi sanguigoi capiliari della parte infiammata o che dove tale cessazione di circolo ha luogo non esiste piµ iofiammaziono, ma bensì impedito processonutritivo; il qual impedimento cagiona pòi la cancrena. Coocbiude poi col dire che in appoggio della soà opinione stànno i molti casi di ·cancrena io .cui questa potè avere luogo quantunque l'infiammazione decorresse mitissima e sosliene perciò che per produrre la cancrena, oltr-'all'infiamma~ione, debbono concorrer altre cagioni specifiche o speciali le quali sole valgon a determinarla, com'. ad esemp. per i bubboni sifilitici sarebbe la lue che costituisce un quid disaffine il quale, a guisa del vizio erpetico e dello scrofoloso, per mezzo dcll'ulcera che produce, manifesta evidentemente l'allcraiione indotta nel processo nutritivo. Nega il Dottore Levesi che possa regger il paragone tra l'ul. cera e la cancrena, perchè nell'un caso, ei diee, la forza vitale è solamente altel'ata, il processo di compo,izioae o di scomposi. zione è più attivo o s'opera in modo innalnnle, meutrn nella cancrena la for-la vitale è in vece non solo alterala, ma mancante aft'atto. Concbiude perciò col dire elle 1a cancrena è le più delle volte dipendente da infiammazipoe, come se ne ha l'esempio in quella della maggiore parte dei bubboni e che perciò 'per renderci rngione della cancrena non fa uopo ricorrer a cagioni ipotetiche. Concede il Dott. Vaglienli che nell'ulcerazione la forza vitale sia Hllerata, ma sostiene che ò pur alterato il processo nutritivo, poicbè se l'ulcera è cagionata dall'eccesso d'azion assorbente o da difetto nei materiali che si depongono, com'asserisce il Dolt. Levesi, conviene conçhindere che nell'olcera v'è alterazione del processo nutritivo. nel resto, egli dice, le circostanze varie e le va.rie cagioni sono quelle che fanno sì che un processo infiammatorio termini .per ulcera o per indurimento, piuttosto che per cancrena. Tenta il Doti. Cameroni di ricondurre la questione ai s11oi primitivi termini e chiede al Dott.Vaglienti perchè,-se crede che· l'infiammazione non possa essere cagiopo di cancrena ; abbia egli combattuta questa cancrena, uel ..caso del Sergente N. N., con undici generosi salassi. A siffatta interpellanza risponde quest'ottimo che, meutl·'egli non crede che l'infiammazione genuin.a possa. da sola direttamente cagionare la cancrena , non esclude ,però che quella possa in concorso d'allre cagioni favorire e determinar~ quest'esito infausto; motivo pe1• cui, mentre in qualunque siasi caso di cancrena egli dirige i mezzi curativi contro la specificità delle cagioni o contro la specialità delle cir· costanze che valser a determinarla, ·non tralascia però di combattere, quand'è rilevante, il processo infiammatorio che Yi si consocia. La Seduta è quindi dichiarata sciolta allo 12 114.

PARTE SECONDA RlVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Sunti del Doti. MOTTINI). Nuovi fatti relattvi alle propri·età emostatiche dell' acq,~a del Pagl-iari. Il mio disliAto Collega 1,d _amico Dott. Giacomelli pubblicò nel n° dei 2 · d' agosto 1852 <li questo

Giornale il sunto della Relazione del Prof. Sedillot intorno

J. · all' efficacia di queSlo liquido contro le emorragie esterne cd interne, intorno al la sua composizione chimica ed in!orno ai mqdi diversi d'amministrar.lo, , e citò mo!to a 1 I proposito uh fatto d' emollisi curato dal l)ol{. Ili ma con esito felicissimo nello Sped. Div. di Torino. 1

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La natura dei componenti questo mezzo ~mostalico ed i fatti pratici che ne comprovano la virtù avendomi fallo pienameute persuaso del la sua utilità nei casi d'er,norragia I dei vasi piccoli o ùi quelli lull'al più d' importania secooi daria e rilenendolo perciò di validissimo soccorso nella 't Medicina Militare~, tanto che ne fed subilo preparar una piccola holliglia da aggiungersi agli altri rimed ii conte · noli nello ia.ino d' ambol.anza del mio Ballaglione, credo far utile cosa ai miei Colleghi facendo loro conoscer ul· teriori falli i qua li, sempre più cooformanli le proprietà medicamentose di questo preZiCISO liquido, furono pubbli-

cali negli ultimi due fas('.icoli dello scorso an1 10 del Bollettino delle Scienze ;}!edi che di Bologn<t e furono raccolti gli uni dal Dolt. Gamherini e gli altri dal Prof. R.izzoli, I nei due principali Spedali di quella Città. , I fatti raccolti dal Gamberini sono tre. Tratta si in un 1 caso' d'una donna tocca da carcinoma all'olero iù cui es · 1 , sendosi manifestata una gravissima mAtrorragia ribelle a tolti gli ordinari i soccorsi , questa cessò ben presto dopo che fu praticato il lampon.amenlo vaginale con lìlaccica inzuppala uell'ac iua <lei Pagliari , ·nè più s'ebbe a rinnovare allorcbè, 56 ore dO[JO, ·s'ebbe a r.im~vere l'apiJarec-

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chio. li secondo caso è coslitnito da una formidabil epi · stassi celeren~ ente arrestala dall'inlrod·uzione nelle narici di fi laccica intrise prirnà nell'acqua medesima. Nel terzo caso fu un'ostinata e.m·orragia d'una .mam~ella tocca da cancro, prontamente cessata dall'appl icazione del . liquido

I io discorso.

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l fatt i raccolti dal Prof'. Hizzoli sono in numero molto maggiore, ma io, onde non rius.,:;ire noioso, mi limiterò a riferirne lì tre più notevoli e conchiudenli ,- giacchè son~ persuaso che q·uesli basteranno ai miei Colleg~i per con.vincerli maggiormente dell'efficacia d'~11 ll)(lzzo emostatico che vuolsi più diffuso e generalizia lo, perchè la Teoria e la Pra tica concorron a dimostrarlo superior a tulli gli altri mezzi sin qui rac:"comaodali in simili circostanze. 1° Una vecchia tocca da osteosarcoma alla mandibola inferiore s vegliossi una no lle con la bo('.ca piena di sangue per abbondantissima emorragia contro di cui inu.tilmcnte furon adoperali i più validi soccor5i. ~i pen~ò al lor all'acqua del Pagliari di cui, mescolala con acqlla comune, s'obbligò la vecchia a lrauenerne in bocca un'abbondante quantità e s'ebbe la soddisfa7iione di scorgere <Juasi ioslaotane~mente ·Gessata l'emorragia. 2° Un bambino di 8 mesi fu


operalo di notevole tumor erettile alla regione' sollo-maseellar. esterna. Abbondante ed a gellilo essendo l'emorra· _gi~ proveniente dalle dirama1.ioni dell • arteria mascellare interna, oell1> scopo di diminuirne l'impeto fu a1>plicata l'acqua del PagliJJr1; si pensava intanto a cessarla definitivamente per mezzo della. sutura intorcigliata, ma si -desistette poi, perchè l'effetto desideralo crasi compiuta· mente oll!JOOlo la mercè dell'applicazione di filaceica i.mbevo!e oel liquido citato. 5° Egualmente in una bambina operala di tumor erettile al labbro superiore senz'esportare la sottoposta membrana mucosa, l'emorragia proveniente dalla lesione dell'arteria labbiale fu prontameOllJ arrestala con una sola applicazione di filacc ica imbevute nel ·del.lo liquido, qmntunque' il pianto della bambina durasse .incessante· e per 1ungo toni P°'· Non posso uùtimarn quesl'.arlicolo senza permettermi le seguenti riflessioni : se i Francesi, difficiÌi ammiratori di 'tullo quarnto· non è del loro paese, oon temettero di dare il loro appoggio alle proclamate virtù di questo soccorso terapeutico che è pure l'opera d'uno ~lraniero; giacchè il Paglìari è Farmacista Romano_; quanto più cordialmente con dovremo noi congratularci coo il nostro Compaesano ed in pari tempo adoperarci perché quest'eroico -rimedio acquisti fermo dominio nella Scienza onde sid' cos) reso il .più desiderato tri buto di riconoscenza alt' Autore il quale .con allo ooo comune di generosi tà volle ed~ll, i suoi Colleghi dei singoli elementi che lo compongono. Segni con ì quali si può riconoscere l'aderenza del cuore con il pericardio; del Prof. Skoda. Nella Memoria che ·questo distin to Pratico Vier11:iese, Autore d'uno clei più compiuti Trattati su l'ascoltazione e· su la percussione, ha or ora lotta ali' Accademia delte Scienze di Vienna, si riassome il frullo delle osserva~ionì dal medesimo intorno a questo <lifficil ed ancora controverso tema dì Patalogia raccolte con molta cura oei tanti anni della feconda sua Pratica, tre delle quali, siccome più rilevanti, furono dallo stesso minutamente deserille e fall e quindi susseguire dai seguenti r iflessi: • Da questi tre casi si scorge che la dìagnos.i dell'aderenza del cuore al pericardio fu sempre st:ibilita sopra segni che p1:omellcvano di conohiudere non ·portarsi il cuore in b1rsso ec) a sinistrn nell'atto della sistole, come vogliono molti Autori, qual i Aran, (3ibson, Bonìllard, ecc., ma bensì la dì lui punta \~ssere tratta in allo ed a dest1·a. Per meglio' comprender il valore di · questi segni è utile riandar i caratteri segnalali come distintivi cioè : l'a,f>ice·del cuorn oon dà-orto sistolico ; l'urto non è sensibile ed ·ha luogo nella diastole. Negli spazii interco stali corrispondenti all a punta del cuore, e sovente anche nel primo o nel secondo spazio immediatamente superiori, si distinguono depressioni nell'atto della sistole allorchè l'aderenza esiste non solo fra. il cuore ed il suo sacco, ma ben anche frn questo e le i>leure. Fuori di qu est'ultimo caso d'aderenza, gli spazii intercostali del lato si.nistro no.o si scorgono mai depressi. Le depressioni sistoliche degli spazii intercostali invocate da W illìam e Gibson non sono i segni caratteristici dell'aderenza del cuore al pericardio. Fa pur uopo confermare per mezzo dell'esame fisico che nell'alto in cui uno o più s1>azìì iotorcostali sooo depressi, durante la sistole, la punta del cuore no-o è spinta contro la parete toracica. L'alterazione della metà infer-iore de-Ilo sterno è un segno sicuro d:ell'adereoza del cuore con il pericardio ed ìQdica ch'il cuore è fisso alla colooµa rerte.

brale. 1o non ho ancora confermato, egli soggiunge, alcuna de()re§sione all'epigastro od a sinìs1r·a clel contro e1>igaslrico nei casi d'aderenza. È però probabi le ch'il movimento asc4.mdente del diaframma sia incagliato quando il cuore è ritenuto contro lo sterno. Il diaframma' essendo abbassato ed il cuore avend'una situazione verticale, quello dovrebbe rialzarsi nell'alto della sisto le e sol levare la depressi·one dell'epigastro quando vi è adere.nza del cuore e del pericardio; ciò che non fu ancora confermato da un solo esempio. » · L'Autore finisce poi facl:ìnùo notare che non esiste alcun rapporto diretto, sebbene qnesta sia un.~ coincidenza fre• quentissima, fra l'aderenza del pericardio e l'qrlo si~tolico al la base od al di sollo della base del cuore. Se l'ottusità della regione precordia le nell'inspirazione e nell'espirazione si m~ntiene nei medesimi limiti, si può a buon diritto diagnosticare l'aderenia del cuore al pericardio, purché eliminate rimangono tulle quelle altre lesioni capaci di proùur una permanente ottusità. Cura chirurgica della cancrena spontdnea; del Professore Didot. È cosa notissima essere moho difficile , per ,non dir impossibile, che allorquando la cancrena secca o seni le ha inva~i li estremi d'un membro si riesca ad arrestarne il corso ed a l'irniìarne i guasti , giacchè la spe· rienza ha dimostrato esser inutili tolti li rimedii sin qui tentati e sovente l'amputa1,ione stessa ad impedirne le recidive. Sembra ora che migliori risuhament i siano sperabili in avvenire contro questa rn:.ilattia la mercè della cauterizzazione altuale, stata r.ecenternente usata con prospero successo dJI Prof. Oidot di Liegi nel caso seguente. ln un infermo loceo eia cancrena al pollice cpn raffreddamento generale del membro snpcrior~ e con ·c~ssazione dei polsi il Prof. Dìdot adoperando le cauterizzazioni profonde e rinnovale dei tessuti immediatamente superiori alla parte caocrenata, polè arrestare la cancrena, ollener noa riazione francamente infiammatoria dei tessuti vicini con rinnovamento n~I membro del calore, ciel circolo e della sensibilità e togliere quind i con successo tulle le parti mortificate.

BIBLIOGRAFIA. Tll~TT&TO D'IGIENE MILl'l\~BE del Jlfed. Div. Dott. CARNEVALE-ARELLA. Non appena il pr!mo vo_lame di q?~sl'im~ortantc .Op_era vide la luce era nostro mtend1meoto ollnrne a1 Letton d1 questo Giorn;lc on raaionato ·soo\o oJ:Jde metter in evidenza coo quanto sludio e sapieo~a l'egregio Autc,re ,1vesse corrisposto al.mandato stalog.li commesso da.S. 1\1. il Re Carlo Alberto d1 ~loriosa me. moria. Credemmo però che meglio avremmo sodd1s~atlo al dovere nostro cd al desiderio comune attendendo, per mò fare, che l'Opera inliera fosse pubblicala e promoveodo quiildi nel seno delle nostre Conferenze la nomina d'una Com.m1s.s1on~ la quale per organo dc.\ Segretaro che ~vrebb'elet.to ri.ferisse, rnloroo _a così importante! Lavoro di cui mancava m Piemonte_ la Me~1cina Militare ed ìutomo al merito del quale favorevohssimo grà .fu il giudizio di persone competenti, l',la _nel te~po stes.so _appunto in cui stavamo promoven,do l'altuaz1one d1 goesto d1v1s~menlo ci scor110 emmo preceduh dalla nosl.ra Regia ~ccadem1a Medic~-Chirur gica, di cui fa parte l'.ooorovole Med. Div. D~tlor~ Arella, la quale mentre co~ l'1n,carico affidato a t!e Jllostr1.sao1 Membri di riferir in proposito d1 queslo Trattato c1 dispensa per ora dall' obbligo di farne a luogo parola, ci metterà fra non molto nel caso d'accoglier jo queste colonne la riproduzione. del pronunciato giudizio. , . La Redazione. ( It pre:zo di cias,1m volume fu ridotto dalle 4 alle 3 lire di Piem.)



( agli 1 ~ di aprile 1853 )

N. 37.

ANNO II.

GIOUNALE DI HEDICINA MILITARE DEIA CORPO SANlTAlUO DELL'A.RllA.'fA SARDA)

L'associazionè· non si riceve che per on anno eco~incia col l" d'agosto. li Giornalesi pubblica nel Lunedì di ci~schednoa selliroau~. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino . . . .

L. 1o.

In Provincia ed ali' .Estero, franco di posta • . L. 11.

L'abbonamento dehhe pagarsi per semestri anticipali. Le associazioni pe1' i uou militari ricevonsi alla TIPOGRAFIA Sun,HPINA via A.lfied, nom0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale dcbbon esser affrancate ed ne~ ; ::pagnate da vaglia postale.

SOMMARIO. - 1° Dolt. BALESTRA:~ Relazione sulf'ottalmia che doìnioò nello Speciale di Genova l'anno 1852. - i 0 Doti. TuNlSI : La febbre intermittente messa a confronto con la continua. - 3° Relazione t;lelle ConfernnzeScienlifichC\. -- 4° Bolletlioo Officiale.

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PARTE PRIMA RELAZIONE sur,t'OTTAL)IIA cm,: OOMIJ!Ò ~ELL.A. GUAt\1'11GIONE DI ·GUNO\'A

L'ANNO 185~ (1)

(letta <1al M~d. di Regg. Dolt. BALEBTllA in una Conferenza dello Speda le di Cagliari).

Cause della malattia.

.La vera, }a pri.ncipa le cagione, quella d 1e esercita u,na più potente azione Sl! lle esacerbazioni d(~11'011,1Jmia e sulla sua trasmissioue dagl i u11i agii allri ir, dividui si è l'agglomeramento dei Soldati in cast>rme ristrene, scure, mal vent ilate, esµostc ad esalar. ioni n-n•fìtirhe. È un fallo che venne le cenlo volte consla!alo e cfi,, si 1rova ora fuori d'ogni dubbio, ch e se un Reggiml'nlo che abbia nel suo mezr.o dei granu lal i viene alloggia lo _in u11a Caserma po~la nelle condizioni suec1rnnate , vede r](l pO qua lche tèmpo pr·og~essivamenle aum,. ntarsì ìl nornero dei suoi oUalm ici. Lo si lraslochi in no Quartiere am pio, venlil ato, ben osposlo, il numero dt1gli oltalmi ei va bel bello sct>mnndo e rieo lra nello staio ordinario . .Ma si noli bene , l!l quella stessa Caserma mal sana entri nn Heggimcn lo che non abbia gran ul ali, esso polrà soffrire µe r allri versi, avrà dei l ilì, delle fel>bri inlcr mil lf'nli, delle affez ioni scorbutiche od alt re, ma uon si svilÙpperà l'oltalmia betl ica. Falli comirrovanti una !aie asserzione già più volle mi passarono sollo gli occh i, ma per non dipartirci tro ppo da quan to occorse recenleniente in Genova notiamo: che (1) Continuaz. Ved. o• precedente.

Ja Brigata Aosta giunse ve rso la fine del 1851 in Genova con 111\ certo numero di granula i i in conseguenza dell'ollalmia che da molti arìni vi stanzia e di cui nell'ultima Guarn igione <1 i A lessand ri.a era no sta te piutlooto frequen Ii le manifestazioni. La maggior pa rie cl i essa Brigata venne colloeata in un locale non co~lrullo pM uso <li Caserma, rislrollo, senz_a corlili, scuro , dornir:at.o da altro case, cu mulan-le insomma mollissimi difetti . Tosto l'ollalmia co minciò a crescervi, in proporzione poco vistosa durante l' inverno, ma mollo maggiore non appe11a s'avvicinè la ca lda slagione. Nel lo stesso mentre . alcune Compagnie della stessa Brigata (la 2a, 1'1 la , la 15a, la 16a del 6'' Reggimento) che erano acqoarliera le in cameroni ampi e ventilali nel la Caserma del la Pron idenza situala in luogo eleva lo 1} sbno, non avev:)llo che rarissimi otlalmici. La 4a Com pagnia del 60 Regginrnnto, che era Ira le più bersagliate, vi viene pure trasrorlata, e subito l'ottalmia cessa di altaccarn nuov i individu i; ma sopravviene ria un Forte un otta lmico piullosto grave che i,rende sito in un angolo del camerone occupa to dal!·a Compagnia e to,;to cinque indi vid ui che hanno il loro letto nello stesso angolo contraggono l'affezione. Pariment i la 15a Compagnia del 12° Heggimenlo arriva da Savona con dei granulati , è situa ta in un cameroce mal sane,, e ben presto viene più che decimata dall'otta!m ia. La si 1r;1sporta i11 si.lo più sano e l'ollalmia cessa . Lo stesso came rone ma I s_ano era antecedentemente occupato, eome già occorse di notare, dalla 6a e dall'8a CompagCTia che non avevano avuto prima ,>llalmi ci e che no n ne ebberc, neppur ivi. • Falli ana loghi, anzi identici, vengono riferi ti in grande numero nei loro t!crilli da Med ici .Mi litari di altre Nazioni. Giov•:rà qui riµortarne alcuno. N<•I Belgro nn Hatlagl ione dello del la Schelda venne formato con uomini ll'atli da i diffe renti Reggimenli di Linea; un certo numero -di essi portavano delle gra nulazioni palpebrali . Tale Bal1aglione venne largamente disseminato in distaccamenli nei Polvers dei dintorni d' A 11versa, paese freddo ed 11micl issimo, come lutti sanno, ove esso era soggeuo a grandi fatiche. L'oualmia non si fece vedere, ma più tardi le sue Compagnie furono per turno chiamate a passare un mese in Anversa, dove ven iva no alloggiate in una Caserma


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troppo r-i,tretta. E)!se non tardavano ad avere molti &asi decorso di un_ 111ese circa, trascorso il quale, imper versò in modo nella medesima Compagnia, che 4 soli Soldati <l'olla lmia, che cessavano tosto cho si faceva ritorno ai Cant11cia·menti~ E.si~le presso :il villaggio di Do.e! nelJa no (urooo esenti. ScltoH!a un~ Casetma, .'ovo uo. picèolo ' distnccame;1to. ilei 1 St ~- piir vì~tn t'otlalmfa reg1113re in una sol3 metà <li sudd..t10 lJallaglion'e era d'ordinario alloggia to mnlta e~- 1 u11a (faso rma~ qn.\ndo ·ii.103-1a -erw ·abitata da ~ue Reggimoda men le, l'olla Imia non vi si mostrava mai. Nel maggio menti o .fa due D ialace~menli distinti provenienti da Corpi infetti. Si videro pure :)l c111lc baracche di 11n Oarr,1)0 dare 1857 ur< int ier.o Ballagliono del 10° Re.ggimenJo t'impiaz1.a momoornnt•11men1e il didlaccamento del Dattaglione della dt>gli ollalrufci i!d allri no: lJ 1>011. · Omegna nolo come Sctwlrla o la Caserma è ingoml,rata da un 11umt1 ro molto in Geno va presso il 6° Reggi mento la recrud esceuza delma~µio re di Soldati; l'oll~lmia si dichiara. li Battaglione l'ollalmia si lìmilasse <la prima· al camerone occupato da lla del 1 l.1° Reggi mento lascin il sito all'ant,co IJislaccamento 4a Compagnia e nei più vicini a ques1a, e non s i manie qu~s,o nou viene affiit1 0 dall'otta lmia. festasse che più tardi negli allr-i. 11 l:lcggimeoto Scelto Belga creato nel maggio 1837 Da questi ullimi fatti, come dagli altri numerosi prima citati e dai molli più che si potrebbero citare, non si doHà coo uomini !ralli da diffe ren ti Reggimenti ne aveva for malH delle 1;ompagnie distinte secondo la loro provaoienzo. certo concltiuderC1 che le catlive Caserme sono senza (lfEsso ve1111c acquartierato in Louvain in Caserme molto ri feuo sulla dilT11sio11e doll'oltalmia, giacché vero e preci sl relle r. calli ve. L'ottalmia 110n tardò a manifestarsi prima samente il contrario, ma si conchiuderà piuttosto che le nelle Compagnie fo rmale cou oomi11i provenienti dal 1°1 rcc rud11scenze di quando in quando insorgenti sono \!Il 4°, 7o e 9° Reggimento di Lined che erauo infalli da effel lo composto, il prodollo di d11 ~ diffe renti fallori, di gra1111lazioni e ,si J iffuse più larrl i alle altre Compagnie cui l'uno non ha S(\JlZa dell 'altro alcun VA iore, ulcu na pn tulle. Ì\l'il 'a_gosto lasciò le Caserme per rei:arsi ad un tcnr.a ; e dessi sono: 1• il germe ri posto nell<~· granulazioni; 2° l'ingombro di troppi individu i in ,:a llivc Ca serme. Campo e la malattia provò una sensibile diminuzione, ma Venendo a mancare uno di ques ti rtue elementi, l'o tfal rnia al ritorno a Louv ai n nelle slessn ci rcostauze d'inl)o mbro nello Ca~erme, l'ullalmia riprese la sua intensilù. rosta allo stato latonte, indietreggia, o per lo mt•no non presenta alcuna diffosione, al11c11a recrwlesceoza; i pochi I ~egueo ti falli sono anche più notevo li, perchè paiono granulali di un Corpo in buona Ca serrna resi ano isolai i o , dimostrare che il principio propugalorc dell'ottalmia non si fi.~,;a molto stabilmenlo ai loca li abitati tlai Corpi infetti non innestano l'affezione; e vicc\•crsa nella più trislH Cae 11.eaoahe alle suppellettili di 1;11i ussi si servono; ma ri serma 011 l:lwpo senza grùnulati non ritino pnn lo allac calo dall'ollalmia. Tutti gli altri 3f!.eoti , tulle le allre ca chiede l'attnale presenza ,t'iadil idui ammal.ili per eser· gioni oon valgono a ge11erarla , i• pocv 1!ontrib11iscono a citare la propria malefica azione. Il i° e l'ls" Heggimcnlo sv ilnpparla. l•antoria del Belgio (;rano oel 1858 con tempora 11eamenle Uavvi nullameno un~ <:ircoslanza estranea in vorilà di Guaruigione in i\01'rrsa. li primo aveva delle centinaia , all'tissenza della malatlia, ma che spirgn s111l'andamc:nto d 1 graonlati eù inviava con1in11a111t•o lo aU-Osp1:dale un dfllla medesima una grande iol111enza o che per la suo grande 11nmtiro d'ott~Jmici; il secondo n1,n aveva granu imJ.>orlan1.a merita speciali considerazi<Jni. Voglìo parlare lati e non inviava alc1111 ottalrni('o. ])op, 4 mesi di soggiorno 1.0110 rispettive Cas,mne, si giudicò necllSSari .. di 1 del lra.llamenlo cui presso un Corpo Oli u11a Guarnigione viene sottoposla l'ollalmia. farli cangiare reciprocamente di diruora. L'8° R eggimento entrò lo stesso gior no nella Caserma fasciata dal settimo, oecupò le stesse carnr1·e , si servì degli stessi mobili , 1',·auamcnlo imziiegatv. degli stasai materassi, lraversioi e coperte di lana che avovano se rvito a questo, ma restò esente dalla malattia In un'affezione che lrau la sua origine da cfftuvii lied uo anno dopo n<>I 1859 conservava ancora la costante quidi e gazosi di porti ammalate o che riconosre per la su~ immunità. circostanza la più ra vo revole alla ~ua f)iffusiono l'aggl,>G·li stessi dne llcggi rnMti 7" rei 8° forn irono p1·r lungo tempo a vi,:en<la dtii for ti J)islaceamenl i por formare il moramento di molli individoi in lo<:ali clliu::.i ed angusti, fa cile è concepire quante, influ ire poss,ino la maggio ro o Prasidio d'una prigione detta rii :-. Bernardo. Tali J)i~t~cminor abilità e persev uran;:a con cui viene praticato un carn i: 1Jli occup.1 rono allarnativarrrnnle (lei a più riprose le Lrallame11to che ha triplice scopo e polere di curare la st.,,sc Cascrmr, dove dimo ravano da 11110 a due mesi. malallia nelle vnrie sue fas i, ,ti 11eutr:iliz1.arc nella sede .El>h,•ne lullo le volte cli~ la G11arnigio11e di S. Bernardo st1'ssa dt>lla s11a fo rma1.1ono quel ve leno che è esca al m~le ern fo rma lD dal 7 Heggirnuntn, e:;sa dava ollalmici in e di di.,truggere le , ,,gelazioni morhose che 11 c sono 1111 cott•n , e la malattia ccs~ava tosto cli moslr~rsi appena pro1lolto ttd alla loro volta una perenno sorgente di riprogiun~•}va il l)istac1:amenlo dell'8o; il 7° portava ciascuna duzione. vo hn via con sè ogni lraccia della mede~ima. li trallarnenlo, di che ragione, . è qudlo coi caustici, Il nou. Maz1.ol1110 .Modico di Hegg. presso il 6° Fanl'11tilità non vi è più mussa in dubbio; tutti i t• ratici lo te ria espo neva in u11a delle 11oslre Co nferenze che essen-. aùollano , ma non tulli egualmente concordano 1101 ricodosi ,p1est'anno in Gt nova manifoslati già più di 20 casi noscere qunli siano i metodi migliori di metterlo iu pratica. d'ollalmia in ti°na compag,nia <lei suo Corpo alloi;giala i11 Diversifi cano lnltora le opinioni sulla prefere11z11 a darsi un cumero11e io cui erano par imenti stati tocchi da tale in geDerb a questa od a quella sostanza esearolioa sui all'eiiooe molli Soldati del Reggimento Sa\'oia , ivi prima casi che piuttosto l'una che l'altra richiedono 1 sai periodi ·sLnnziati, nella supposizione che la cagiono no fosse inedella malattia in cui meglio convonga la cautori zz~z ione, ren~e alle paréli, si pensò rimediarvi con ripetuti imhiansulla profondità a darsi alla med,•siLOa 1 sull'insislenza da ca mooti. Ciò parve cessare il r innovarsi del mo rbo pel

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i9{ ralmenle iloma11data dagli Igienisti per qgni ammalato adopern rsi, ecc. Essendo queslo uno dei· punti più rileordinario, ooo ave\'a certo nulla di troppo fav orevole per vanli della quistione e cirra · il quale ancora s'incontrano maggiori i ucertezze e diffi1:ohà (1 ), credo non sarà forse , ìndividni affelli da morbo allaccativcio. La proporzione era anche meno l~rga 11ella piccola :,ala per gli ammalati gravi, alfaltn inu .lile pt1i più giuv~ni tra i miei f.olleghi eh,: an · cora non ebbero campo <li v1!dc•ro e lrattan, lungamenl<1 , la. q11a lo rion avendo ohe 7 m. 20 di lunghezza Jl(\r. 5 [li. 56 di larghezza " 5 m. 50 ,l'altezza ine;dia, pol1!.Y-a sullanto qD.CSL'.afferiiooc l'esporre., quanto quallro m~i d'ossr rvadare, 1hidotto lo spazio occupato da 8 letti, I O metr.i , 11 zione quot idiani\ mi dj mostraruun ,r un effello meno docubici 1wr tigni ricov<m1lo; quota inferiore <li. mollo alla loroso, più facilr, pron to 1• durevolli. Pre.mellerò solo al1>re1:ede11Le, mentre per la ualura dolle affezioni iti curate cuui cenni sullo condizi,nti il!,iP,111che in "ui si lrovavano sar,•l•hesi al coni rario dflsiclerala assai maggiore. le sale, in cui il tratlamonlo avev11 luogo. Sì poco vantaggiose cvmliiioni erano ancora aggravale . É tullor-a crcd,rnza di molli MeJici, specialmtl11le nella dalla ci rcostanza cbe presso la porla di comuoi1:azioue tra nosira ..\ rrnal.i, che l)el trai lament o ili q1u•sl'ollalmia, come le du,: Sala ~·apriva la porla d'una latrina mal-chiusa da in genere dello :I tre tutte, sia indi~pensab1le che gìi amnn caHivo· uscio 1• ~e1npre felicla , quaolnnque continue malali vP.11gano sollralti Hff~llo all'a1.io11e della luce. t::ssi foss ero lo raccomandar.ion i di tenerla pulita il più che sono pllrt.:iò d'orJinario riuniti in ·camere lù cui fìneslre possibile e malgra ·!o l'avvertenza di farla soventi lavare velate cla spessr cor1i11e • le porl,: costanlemeo te chiuse, cou soluzione di solfato di forro. Ma si aveva per altra non lasciano stabilirsi alcuna r egolare ri nnovazione delparto il compoosCI che, ollr1> ad una felice s1t11a1ione le l'aria. lvi si 1rov,100 pure spesso aggll>merati in numero Sale possttdevano oumeros,, porte e fi nestre aperte in diper nulla proporzionalo all3 capaci tà dei lo<:ali e confusi versi sensi in modo a permellere di stabilire nna circolai gravi coi leggiHi, ì fntofobi cogli arotofohi. Siffatto si zione e rionovaziooe dt>ll'a ria atmo:1forica. La piccola Sala ste11111 il estr<' mament~ viiio;;o ; l'aria delle cnmere s'impregn~ ben presto di esal.1zioni capaèi a produr l'.o.1talmin nnn i,ve,·.i meno di 7 fìllestre d'u11a luce mei.lia di 1 m. 50. anclie negl'iudividui sani che vi dimMassero al1:un tempo, La grande ne aveva 52 <l'un metro di luce, aperte parte e gli nllalmici r1co,erat1 110 ri:io111ono i! piÌl pernicioso aJl'esL sul mare, parte- di:1impello , oltre a 7 porl e di 5 elTctto. A ku111, t1llalmie rlel,bono a tale circostanza la loro metri eiascon~. 1'1111.e queste aperture eran&J m11oi111 rii oslirwlt'zza, 11-1 lo ro esatPrh,,z.ioni , lo loro gravità, anzi la cortioe che nella gran<l,1 Sala però venivano distese ~O f· saluto g,1•neridc di nvi lli inrli virtui vi ù compromessa, la tanto quando il sole v, <larcl,,ggiava. lasciando nelle alt re la loro costilm:ione si sfibra , la sr-rufolosa può b\'ol~l! rsi t·d qre libero e conlinoo ract:esso alla luce. ,\ llra circo;;1anza a.rrecaro {ll la malattia m1\1si;ai triste 1:umplicazio11e. pro pizia 6Ì ru ,che d;i que8lo Salo11ti una scala dava facile Edotto sia da quaut o avova potut o presso rii noi oss~! l'· accèsso ad un tt1rraizo assai lungo, sc<·co ed arioso, prc•vare, sia dai consigli dati da parecchi Ottalmologhi recenti, spiciPnte ;;nlh1 cillà, sul mare e sui monti che preser11.1. como da ciò che ho ve,f11lo praticarsi in molti Ospetloli '{ar10 un quadro d ·una grande e~tensione e bellezza . Si d'es tnr.o ,I rnwle, pn1gai il Medico Divisionale dm voh•sse chiese che gli olla lmici potessero g11dere di lol pa~seggio disporre le Sali• i11 mo.In che gli of talmici s<·11zr1 l'olol'ul,ia nelle ore in cni lo stato atmosrerico t:d il solo non pOlt:spolessurv ri manere ad una lucu moderata, ma naturale, sl!ro essere loro di danno od incomodo, giacchè per sforle otla lmie alquanto più sori.e i11 u11r1 lnce più li oca e s.o lo l11111l sul medesi mo non esisteva alc11110 pianl;:i, pergolato o gli ammalali con l'otol'oliia i11lensa rima nessero · in luogo 1 altro riparo.' La cosa fu consenlitn e credo che , oltre al appart,110 nell'oscurità. Il l)on. Art>lla aderenòo loslo alla procurare il bcne6Gio tl'uu'aria più libera e pura, uon abbia mia domanda disponeva che per I:, Seiione <!egli ollalmici mediocremente contribuilo a sostenere il morale d'alcuni vcniss1i ro òest inatc lro 1\1fferer,ìi :-ì» J~,,· dì cui l'una ptll' i iufo rrni i quali per la lqngheiz,, ~ l'l pene clal lraltamtlnto ouovi entranti nell'Osprilale, ia scr.011da per le ollalniio sarlJl.>lJero probabilrnente seoza di ciò caduti in 110 0 slalo più inlen~e co11 fotofobia, la terza per gl'i11divid11i a!Tt•lli di iirande tristezza ed abballi01,>nlo moraìe. Nei mesi inolsolo d,1 granulazioni. ll incrnlJbe al lltill. Atol l11, ec,ma a tro cJ,·1 maggir1r ca lore veooe altn:$Ì dispo,1,, ehe ogni me che ~ local i di, ponil)il i uno perrnette~seru di stabi lire .giorno colvrJ clw già erano piì1 i' rossimi alla .gu;irigio11e una qoarta Sc1la per le oualmie e;Hra nee al la dominante, a11<l,> sero a prendere un bagno n"I vicino anarc!. Non obbi cosa sempre desiderevole ()er solLr3rh! nl pericolo i.li cum· mai a uolare da tali bagontnre alcnna cs:1ccrba2.ione , nè plicarsi con quest' ultima, loc:chè 1111tro sospullo sia reul · alcu11 altro i11com·eniente meno in un iudividuo che por meule accaduw in qualchH ollalmil'o della mia ~e1.iot1e. irriprud<-' nz.a ri~i:hiò d'ann egarsi. re due ultime d1•ll11 m1?nto,:ite Sa le erano as»ai ue,,c si Il buon clfollo di tulio le so m01~11tova le misure ci fu tuale llllli a parlu più t"levnla flcl l,1 Stabili j eo1,i Il non d<)· vieppili manifesto quando al diminuire degli ollalmici sul 111i11a1e da ,ilt.ri l'obbricati. La rm:,;gi<>rn cli <'SStl destinata 1 principio lii solle1nhre lo due Sezioni si fusero in-una, che ai gr.1nula1i a,,eva nna lunghez1a di 67 me1ri e 50 cen· per ci rcostanze accidentali dovette venir stanziala in una limctri per umi larghezza di ce11time1ri 55 cd uu'altezza sola Sala, ad 11 11 l)ia oo inferiore e molto meno aerata. Sicm1id 1;1 di 4, I O. Queale pr,oporzioni davano 011n cubatura co1r10 nella stessa Sala vtinnero riuniti tulli gli olta lmici di 1757 ml!lri . da c11i so ttralline 107 per lù spazio ocsì !(,gi:;i~ri che gravì , tra cui alc1111i con fo tol'ohia marcata, cupalo eia 85 lelli (ciascuno fo rma uu soli1lo di 1 m. 26 1 1 fo inevitabile di tenerla quasi oscu ra e la ventilazione ne r imancv:111u 1650 metri cubici; 19 m. 45 cioè per og,ni fu as$ai mrnore. Notam mo tosto che quantunqne ogni aminfern10. Tale .:ifra che appena s'avv icin~ a quella gene· nialalo v'avess~ :llqoanio più spazio che nella Sala sup,1riore (21,6 rnelri cub. ), nullameno gl'inasprim<rnli, le recidive cralJO molto più frequenti, cd il procedere io genere ( t) Mi è occorso più -volle di vedere da persone di fresco pcrdel lrallam1!nlo di Lulli gl' individui più lento e meno sod..suase dell'utilità della cauteriHazione praticarla soi pov.eri ciechi àlla cieca. ' disfacente.


Altra modificazione apporlala a quanto si suole ordinariamente pr aticare oei nostri Ospedali si fn l'esigere che al mattino per l'empissimo le finestre s'aprissero, si r innovasse l'aria dei cameroni e tutti gli ammal.iti , cui già era concesso il cibo, ed a cui la debolez;a non lo impè· e lo scoprillsero. diva, s'a lzassoro tosto dai 1.. Essi po tevano quindi sortire al passeggio sul Lerr~zo mentre il sole non er a ancora ~ull'Mizzonte. All'ora della visita ognuno doveva trovarsi presso il proprio letto, ma 11011 veniv a ivi esaminato. La visi ta si praticava alla luce naturale davanti u~a fin estra assai ampia e ben esposta. Ogni indi• iduo alla chiamata del suo numero si presen· lava, s1~deva sopra una scran na e suhiva !ti optraziooi richieste dal suo caso ; i medicinali ed il vitto venivano io pari tempo prescritti. La visila degli ammalali gra vi e di quegli altri pochi che non potevano senza inconveniente lasciare il letto veniva fatta precedentemente, lo credo di dover particolarmente atiirare l'allenzìone dei Colleghi sopra un la i metodo e loro raccomandarne l'adozione; tanti e ,i marcali ne :sono i vanlaggi. Esso procura maggiore salubri là a Ile Sale ed cvii a l' inconve· niente di esa minare gl i ammalati col soccorso della luce artificial e, che s uccedeoclo subitam ente all'oscurità, riesce per lo più penosa, non è facile a ben dirigersi e non per· mette di ben discernere le alter azioni , di cui gli occhi sono .sede. Si mil metodo facili ta inohre assai il maneggio da praticarsi per le .cauterizzazi oni; dispensa dal tra .. porLare con disa;io da un letto all'alt ro l'apparecchi<' medicamentoso, annoia meno gl'infermi non pjù obbligali ad aspellarc sin tardi in Jelto la visita e di minuisce pure notovolmt'nle la fatica del Curante , 0he opera e prrscrive stando assiso, locchè quando si traila di Sezioni di 50, HO o più oual mici 11011 è nell'interesse ·1oro 8lesso da lrascnra rsi. Com,~ è noto, un grantle numero cli soslanze, quasi tulli ornai gli acidi conctrntrali , lutti i sali met:1ll ici caustici furono alla loro volta preconiizati per l'oualmia bellica. Ciascuno degli agenti ebbe degli encomiatori t¼ potò _.. veramente produrre delle guarigion.i. }folli però già cadde ro ncll'obblio, molli pili nou h~ono che uu uso limilatissimo, e solo di pochi si valgono giornalmente nel/a maggior parte dei casi i Pratici . Nullameno tale r iccheu.a di mezzi curativi non è sempre inutile, occorrendo talvolta dei soggetti in cui la Cibra abiluata g ià al contatto ,l' una data 3ùstanza medicamentosa più non ne risenta l't>ffeuo, mentre risponde invece ad altro agente d'analoga nati;ra, ma nuova tullora per essa . S' incoriirano altn·si degl'indi· vidui che ptir una speciale disposiiione , per ciò che si uso chiamare particolare idiosincrasia, oon souo sensibili all'effet to salutare d'un rimedio d'alt ronde riconosciuto utilissi mo nella generalità òei casi ; oppure troppo fortemente ne vengono influtHlZati , non h possono loller:ire ed assolutamente ricbieggono che si fa ccia ad altri passaggio Esumpi di lai falla pure si prnsentarono nella mia Se1.iono e dimost rarono a me come agli altri Curanti la necessità d'ave re a propria disposiziono delle s,,slanze di azione più o meno potente e di modo d'agire alqua11to di verso. Non può essere mio proposito di passare in rivista tulle queste dilforeoli sostanze per rilevare di ciascuna i maggiori o minori pre~i o difelli . Ciò necessiterebbe un la· voro apposito eà assai longo, io mi limiJerò a toccare di

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quelle che sperimentai d'utilità più pronta e generale ed i vantaggi che trassi in casi speciali da meni meno ordioa rii. A mio giudizio, nulla uguaglia in utilità. .iJ nìtrato d'ar· gentti,· questo si .può dire il rimedio sovrano per tal genere d'ollalmia: css,1 ,11pera di gran lunga tulle le ~oslanre che si volle ,;ostitui rgli sia pel numero dei cast cui si può applicare, sia per la prontezza, la stabilità , l'innocuità. dei suoi effetti quando è convenienttimente adoperato. Tenuissimi vantaggi ricavai io genere dai colliri, di solfato di rame, di zinco, di allumina, di cloruro di calce, di su blimalo cor rosivo, di laudano, d'acetato di piombo e dello stesso ni tra lo d'argento. In molli casi 'a ,izi mi parvero prodorro più male che bene , gli occhi di yentarn dopo il loro uso più rossi, più lagrimosi. L'effetto astri ngenle dei eollirii 0011 è suffic iente a far scomparire le alterazioni di tessuti che si hanno nei più dei casi a comballere; al più possono servire di sussidiarii. Il solfalo di rame allo slalo solido cosliluisce un caustico che può .senza dubbio nei casi di semplice vellolamento, di granulazioni minute e moll i bastare alla guarigione; ma è d'u n elftllto assai lenl o, e coutro le granulazioni voluminose, du re,· a,,tiche, per lo più insulficiente. Vi sono però degli individni ·che non possono i11 ne.ssun modo tolhirare la cauterizzazione col nitrato d'argento o con altre sostanze di ana loga forza; in tali casi il solfoto di ra me trova la sva applicazione o r'iesce un mezzo assai prcziosn. L'ar.elalo neutro di piombo applicalo, secondo il metodo Ml Hotl. Suys, allo stato puherulento, oppuro rido tto in molle pasta, sulla cooginntiva granellosa, è un rnezzo ado· peralo ora in molti Ospndali e preconizza to da parecchi Scrillori. Se ne encomiano assai gli effetti allribuendogli le proprietà di soi;primere la secrezione morbosa, di esercilare un'azione astringen te assai ma rcata sulle granulazioni, di opporre coll'intonaco lascia to sulle medesime, e che dura anche dei mesi , un ostacolo quasi meccanico alla loro riproduzione od ullerioro sviluppo , e d'ave r inoltre il vantaggio di 11 00 richiedere che una medicazione piuUoslo rara, ciò che negli Stabilimenti o presso i Corpi ove sono melto numerosi gli ollalmici non ò di mediocre importanza . lo vidi adoperare un tal mezzo dal Doll. Cunier a Bruxelles ed al Campo di fleverloo dal Do tt. De· condé è non tralasciai d'es perimentarlo applica11<lo!o nello stessissimo modo sopra alcun i ammalali della mia Sezione. Esso fu lungi dal da rmi i risultati mara vigliosi che vengono da taluni decantali: osservai che la sua applicazione <là luogo ad un'irritazione degli occhi con iniezione congiunlivole ed ioturnidirnento delle palpebre che, sebbene minare di quella che ;egue la cauterizzazione col nitralo d'argento, non si dis,ipa però, come dopo questa, in 12 a 24 Me, ma persis to per 5 o 4 giorni ed anche più: che d'alt ronde, sebbene tat e acetato possa essiccare talvolta una congiuntiva c:he poco o nulla granellosa si conserva tuttavia molliccia, umida, secretante, non vale pero a distruggere le granulazioni grosse e du ro, e oon impedisce nemmeno sempre che le granulazioni minute si elevino maggiormente prima aflch~ della scomparsa dell'intonaco bianco da esso prodotto ( 1). È insomma un rimedio il (1) Il Doli. Tappari, Medico d~l 16° Regg. Faot. scrisse (Gar:.retta Medica. Militare j6 luglio 1852) che in seguito all'applica-

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quale rion può rimpiazzare in generale il nilralo d'argento e oon adduce certamente un ugual riurne ro di pronti ed imporla~ti risuhati. Convieue che gU amma lati del la mia Sezione avessero 'fallo le medesime osservazioni, poiehè dopo un certo numer.o d'applicazioni j>ratica·lé ncll à Sala, i metfo~imi vi ripugnavano e preferivano fa cauterizzazione col nitrato d'a rgerùo. Quèsl'ullima sostanza, come è noto, si può adoperare in molli modi, ciascuno del quale più particolàrmèute ·ad allo ai di versi ca~i che s'incontrano nella pratica . Lasciati in disparte li svariali colliri i in cui essa si pur'; far entrare dalla do~e d'1 a <Juel lo di 10, di 20 e più grani, un morfo .cou cui viene sovcntemenle impiegata per la cauterizzazione si è la soluiio ne salura nell' acqua distil lala. lo sono stato so lito far preparare una soluzione a parli ugual i d'acqua e di nitralo d 'argento, che applico poi co l mezzo d'un pennellino di saio . Ona s.oluzione satura s i può anche estemporaneamente· avere collo strisciare a più riprese. un pennellino bagna to nell'acqua SOl)ra un cilindrello <li nitrato d'argt>n lo. Questo metodo ha l'inconveniente di dare una soluzione d'11n' inteos1tà incerta,. non essendo faci le. giudicare a qua l punto di saturazione sra giunta l'acqua di cui è imbibito il pennelli11ù. Del resto, tale inconvenienle nou s'evita sempre adoperando la so luzione satura preparata anteriormente a dòsi conosciute e consetl'a te_io apposit.) uollicino. La po· tenza cauterizzante si spiega assai maggiore se si tocca col pennello in fondo del bollicio,>, dove precipi ta ben presto una parie del nitrato, anche quando S! adottano proporzioni più deboli della sovra indicata . Comunque, la soluziono satura col pennellino somministra un modo mollo comodo per toccare rapidamente e non -troppo profondamente una grande superficie di congiuntiva: cosicché deve preferirsi nei casi d'ottalmia incipiente, minacciarilj la purulenza , nel semplice vel iutamento e nel le granul~zioni minute ed estese. Ma per le grosse e òure torna molto meglio l'impiego del n·itrato raglialo a fog:;ia di lapis , col quale si pnò oltenere quando si vogli a un'escara _profonda e circoscritta. Giova notare nella scelta del ,,itralo d'argenlo che qut•llo dotalo di un coloro cinereo chiaro , quasi bianchiccio, ha un'azione ass~i meno irritante, benchè alfreitanto e forse più energica e caustica che il nitrato d'argen to di colore nericcio. ffo avuto moltissime volte l'occasione di fare il paragone tra le due sorta sui medesimi individui e nelle medesime ci rcostanze ed ho costantemente 011servato che col nitralo cl'argento. nericcio si avevano dei dolori più acerbi con intumidimento delle palpebre più fo rte, e tal · volta un inasprimento passeggero della flogosi oculare, ciò che non accadeva con quello di color biancheggiante. Un rn·e no più eccellente per adope rare il nitrato d'argento è somministralo dai cili ndr <' ili preparati secondo il metodo di Cadei di Gassicourt, con gomma arabica, nitralo di potassa e ·oilrato d'arge nto. Essi si possono avero d'una maggiore o minore forza variando la proporzione dei componenti. (o mi servii rii ci lindri composti di due parli di gomma, una parte di azotalo d'argentò e mezza parte di azotalo di potassa . Così preparati non hanno un'a· zione da lui falla dell'acelato di piombo l'escara cadeva al terzo o quarto giorno con sensibilissimo abbassamento delle granulazioni; io non. ho mai veduto dietro tale applicazione fermarsi alcun'escara. e tanto meno cadere al 3• o 4° giorno.

zione decisamente caustica come la solutione satura ed il · nitrato solido, ma basta no ad im biancare le parti su cui vengono strisciati ed esercitano un'azione stiptica molto pror.unziata come far.ébue un collirio assai çoncHnLrato, conservando soµra di CJtJ.e~ti il vantaggio di non inumidii-e tanto i tessuii e -di polerné diciggere gli efft:th, special mente su quei punii d~Ha congiuntiva che più né abbisç>gnano. Li esperimentai molto utili in circos ta nze assai diverlle; nei casi di ollalr:n ia incipienlt•, d'otlalmia gia spiegata) n1:1l vellutamento, nelle granulazioni minu te ·e<l anche con tro le volu minose, ntigli indh•idui in cui la cauterizzazione col nitrato solido o colla soluzione t-alura non poteva venir toll erato. Simili cili ndretti indicati anche col nome di pietra caustica ' del Desma rres, costituiscono ir}somma un ollimo ri- . medio; uopo è solo badare che siano convenientemente prepa rati, giacchè mi parve di· notare che aleurii di e~si) i quali, per aver forse' troppo ~en tita l'azione del fuoco, lasciava no su'llt} parti toccate invecti d'un precipitato hianchiccio un precipilaro nerastro, riuscivano meno medicamentosi. Ai piccol i inconvenienti che ta lvo lta tengono dietro alla cauter izzazione col nitralo d'argeolo, faéile è l'ovviare con alcuni se'mplicissirn i mezzi, qu.ali il tenere pfr qualche minuto le palpebre rovesciate al l'infuori, le lavatore e le bagnature con àequa gel id'a , il far scorrere sulle parti cauterizzate un pennellino intriso nell'olio, oppure in una soluzio11e satu ra di cloruro di calce. Ho potu to ,i}Och'jo accertarmi che la spa lmalùra coll'olio rendeva molto più rari gl' inconvenienti, ma che un tal vantaggio era anche più sicuramente ottenuto quando il pennellino bagnato nell:olio era preecdulv da un altro bagnato nella soluzione di cloruro. Ado1 tato siffatto metodo, non ebbi più a veder alcuna di quelle macehielle b ianche sull'epi telio o fo~l io con- · giuntivale d111la cornea, che talvolta occorrono dopo- le cauterizzazioni energiche delle palpebre , e che mentre molestano l'infer·mo arreslauo pure il Curante. Esso metodo può parere un po' complicalo, è però assai facife a praticarsi avendo due pennelli ni, uno a ciascuna delle due estremità d'una medesima asta di legno, che ·si svolge diamelralmenle tra le dita. i:on trn po' d'e~ercizio la manovra riesce assai rapida ed age ~ole. ( C01ttin.ua ).

Li

Ftrnnu: l l(TERMITTENTE MKSSA A CONFRONTO CON Là

CONTINUA

(Santo d'una l\lemoria letta. dal Doti. Tumst nelle Conferenxe di Sciamberì). (n quest'erudito Lavoro i I Dott. Tunisi si propone dì provare come la febbre in1ermillente sia una febbre sin. tomalica, non allrimenle che ·per la forma dissimile dalla con tinua· e per provare la sua asserzione invoca successivamente' i cri Le rii elio logico, sintomatologico, terapeutico; invoca le successioni morbose e l'Anatomia patologica. Ragionando del criterio etiologico egli passa in rassegna


le divns\l cagiord remo11• dd le fobbri i11termitl(' nli lt' quali, appoggia1:i'all'ai:1lorilà di Lancist, di R amazzini, di Maillot e di Bro11::1sais, -dimostra r<>m uni <:on qodle che producono la febbr o continua p,·r modo c ho pe1· l'azione di 1fotle cagioui ora si svolgé· la f,, bhre ùoiitinua ed or i11 ·v,~(·e- la feliti re inl1•rmill1rn lt:. Vennid'alla cagione} pn1ssin1a , co n il raziocinio e su la scoria di molli falli prali1· i 1rn11i <lai lillri di Morgag1,1i , di Torli , di 1\lonh•!(gia, di r. t'rotn i11i, di J3roussais, di Ca.;ora li e d'alt ri le11la provarn che laut o la febbre contiuua qua nto le fdibri periodil'he r iconoscono sempre pc:r 1:agion essenziale l'1rritazio.nt' o l'infiamma, zione acuta o cronica d'un det1•rniinalo or1-1ano <• sistcmn. Fra le irritazion i ac11Le o pa!-,,ti~i:;ierc che vol~on •! produrre la febb re 1nt1:nnillente cita il Doli. T1inisi l'introduzione d'u n catelt! rO neil'uretra, I'imposi2 ioni; d'un cli slere, i \'e rmi negl:intestini, l'apertura d'un ascesso, una indi,;eslìone, ecc.; fra le irritazioni cr.ooi ch1~ sovenlll accomp'agnale da feùbre intermi tt1rnttl annovera h1 fosi o11e 1u1Je rcol11rn dei polmoni, la l11bcrcol izzazìo11e del corpo delle vertebre, gli ascessi rreddi, 1'infezio110 purnien1:, c1 .. 1 sangull, ecc. Non rneoo delle cagio11i,prosiet1,11tt l'A utore, i si111,1111i dt~lla febltrc i11l1-1rmi1t1:1nto la formo con la febbre co11ti1111a çunfon de re co~i che on hJ edirv per qoaut'oculato ed ,il>ile <!gli $il\ non pnò visitàndo 1)er la prima volta 11n a111malato d"'ci der in nwdo assoluto su tr;1 ttisj di fchbrtJ 1:<rn linua piutlosio cbe cli fel ,l,ru 1°criodica, po.icltò i varii stadii di qur.,t'ultima non 01 ~ucceilono •empr~ cun regola lis~a, ina talvol ta maocan o 1'11110 o l'nllro otl insieme si confoncloo o l'orilìn1~ loro rimane in vcrlitt• Cl finalrnen lo la durata d' uno sta~io solo si protrae ,1 l1111go L~ 11 : 0 da conl'o ude rsi con l'i11vasio11e del parossismo cont111110, cornc rwlle feblln subconl nue n subac1lle del Torti. L' ident ità, co11t i11w1 il Do ti. Tunisi, della r.. bbre sin to rnat ica co,, l' int< n nit11:11le ri11sr:u ·anco ra più palese confro11 Lancl' i11sierne la $11.tornalologìa del le l'l'bbri larvate eou quella <!ell•} conliu11c, ~iacchè non \' 'è di ver.,ilà ~e11sib1lc tra le rnn11ift:s1a1.iu1,ì della prima e1! i si11tomi derll' se, co11de; cbo se div..rsa è la sinton1alologia delle febbri inlt·rmit1011 1i semplici e quella d1,lle lol'l'ate, ciò di pende da che l'irritaziune produllrice <lelle f~hbri inlermiltenli Ila ~rdinariamente serie odia mucosa ga~t rcnterica la quale essendo sprovvista di nervi d~lla vita animali:, q11antunque iufìamrnata, ca ucrenala anche, non dà siniorn i subiellivi che valga11 iid indicart! la località morbosa , quando per lo contrario la feburo larv,lla o pern iciosa tlipendondo sempn, clall'i rr:ta1.io11e d'on orga no innervato dall'asse cen·bro- spinale, si ma11ifes 1a cou si!llumi apertamente in dicanti la lesione d'un de terminato organo od apparato; motivo per cui riesce di ffi cilissima cosa stabilir a z1riori Stl trnllisi rl'11 na febb re periodica larYala , piullosto che <l'una fehb1 e continua o sintomatica. Cotest"allì11irà tl't!$:<Pnta morbosa Ira là febbré periodica e l.1 conliuua , il Doll. T unisi la vuo le maggiorme11 le prc:vata dal cr iterio tera peutico. In falli fa notare come prict1a della scoperta del la corteccia peru 1• ia11a Galeno, Mo.sèoli ecl altri a vincere le febbri inlermillenli adoµe rass•·rò con 1llilità il salasso, i diu retici , i diaforetici , i ri~ulsivi, la dieta, il riposo, ecc.; rirnedii lll lli dei quali allualme11te ci serviamo con vantaggio nella cura d'alcune ftlhbri p1friodiche, delle larvale speciàlmente , in cui la china riesce nociva se non si fa preceder un ragionevole

metodo anLiflog.is1ico. D'altra pii rte, scrive I' Au1ore, non la china va111aggiòsamenlc adoperala nelle n,ala llie infìammalO[ie, n1>1l'ar1rilid6, nelle febbri conliuue rert1i1tenti? !\fa slando specialmente ~1l~e~empio dell'artri tiJe., ·i l crit,crio terapeutico ·110.n ti .pro,va forse ad ev idenza ciò che l'eli()lo)!ia c'insef.!n<.1 ·.cioè che la med-esima cagione può produrre fo rme morhnse diverse le q11ali 1wrò voglion es.ere comhollule i:011 il medesin10 metodo curativo P J)i fallo , 11011 osserviamo noi conli11uamcn tc il fredd o nrnido notlurno produr in ta luno l'arlrit i1Je, in tait• al<ro la fobure iolcrrnille11te, in u11 ter-to la febbrn conliuua con o senza remissioni ; formo morl,ose queste contro di coi noi adoperiamo vittoriosamenle il metodo antiflogi,;tico e la r.hirta ? è forse

Pa,;sand'in esame le successioni morbose , l'Autore le rav visa 1n~rfcua me11te iden tiche nell'una o nell'altra delle febbri a l:ai accenna; il che dimostra con l'esern1>io della fc.bbr c cooli11ua c:he facilmente liene die1ro ;1Il ' inl ermittente ed al contrario; lo dim1,s1ra co11 l'esl'lll pio delle gastriti ltinle, dello euterili, delle epatiti , delle bronchiti , ecc., le quali ora susseguendo la febbre i11lllrmìlte111e cd ·ora la febbre continua, provan ad evi1lc11za cito la cagioo essenziale di qrrnstc malalLie apparen temllnte div,• rse, dipende pure sempre da irritazio11c o da infia111maziu1>c viscerale. , Un'til lirna rela2 io11 ,• di colleganza, dice il Dou. Tu nisi, fra la rebbrc inlcrmille11 te e la continua la tro\·iamo nelle lesioni ana1omo ·pa10Jogiche le quali nei cadover i di persone niorte per febbre periodica noi troviamo per folla· mento ide11tith~ co11 quelle di persone morte in seguilo ad infiammazione. \'cne11ùo poi alle principali modalità delle Cc!Jbri, l'A11· tore su la scor.la ùei citali Pat,, logi fa notare fra I~, m 11· desimo una grad uala co nuession_c, per ,:ui S<~lllbrn una specie di febbre sr co nfonda C<•n l'altra i11 1110\10 chu n lrovarne uoa ra~io11ovole sph•gazioue è ucc<·ssario arn, me:tl'r una medesima co11dizione patolC1gica, 1:omune a tulle 1\1 !'ebbri , dall'interm illenl<l scmplict1 alla genuina continuo. Finalmente volcnd'il Doli. Tunisi dar una spiegazione del fen umeno dull'intermilleoza di cui Verlofio , t'gli dice , scriveva : typontm et p eriodorwn febr'ilium miracula vidit omnis actas et obst11puit; videbit omnis 71osteritas, posteritas (orlasse omnis obstupescit ; sen1.a pretender~i inspiralo meglio che 11011 fosser i sommi iugc~ni chl! di.I Pit3gora, 1ia Darwin e da Slahl insi11 ,• noi sudaron int1Lilrn 1•n1e i11 questa ricerc&, egli supp(ltlt:l eircolante negli nmuri on principio eterogeneo, il s11t.lclrc retrocesso, ad ernmpio, il qual1: per la sua natura irri tante cagiona il parossismo e lo mantiene sin a ta11lo che la forza rnodicat iva dulia natur11 per mezzo d'abl.oncl11n10 sudore o della diuresi o dt"lla diarrea opt,r.ando l'espulsione dal corpo d'una. porzio1w di dello principio eterogl!neo , ne succede lo spossamento e l'apiressia dell'ammalalo. .\la quest'espulsione del principio morboso fa cendosi per lo più incompiuta i11 ciaschedu11 ac,;csso , ne avv iene cho l'organismo riagisco di nuovo dando cosi luogo a nuovi accessi ed a nuGvi processi cri tici continuan tisi sin a cho per le sule fo rze d1:lla natura o per gli sforzi del!' A rie il ·principio morboso sia intieraroenle eliminato dal corpo in cui però resta sempre la disposizione alle r ecidive della


mo~esirna malallia, anche per la sola azione di cagioni morbose,. s11rnplicil!sime ( I). Nell'uhimare questo suo La,1oro il Uoll. Tunisi ace1111na a, ciuque cnsi di fehbri: intcrmìllonli da lui· osser• ,,a11 ,1elltr Sale di Ch irurgia· e di i\foùi1:i11a , nei 'Quali l'es11111t-l cll f1e· c~gioni, del Jecorso, ùtdle comrlicazioni, dllll11 c,ira 1! degli esili tlella !\1ala11.ia, pralicame1ue lo conr1•rmaro110 sempre più nej principii 1ecoici 1•sposli in quc~ la sun Memoria.

venie ip Pra tica occorre osservare la gastrenterite e che sovente

pure la dìmoslrarorio le aulossie -clQlle persone morte in seguito a croniche malatUo viscerali o ad allerazionj organi.che-dei variì organi e sistemi, ma egli nella maggiore parte dei casi la crede soco.ndarit~· e più·sovente l'ell'ello delle cattive .digestioni e della peggior emalosi elaborala dei. cronici condannati per longo tempo a lello ne~li Spedali e tormentali qoasi sempre da continui patemi d'animo. Nell'u ltimar il suo discorso il medesimo, Dollore accenoa al valore leorico- pratic-o della dislìn1.io11e che gl'Haliani posero tra l'irritazione ~ l'infiammazione ed eslqr . nando la sua opinione inloruo alla cagione prossima delle febbri iolermillenli, la ripone in un avvelenamento speciale umoristico che determina la sua prima aziooe sol sistema nervoso gangliare. llEliAZlONE DELLE CONFERENZE scmNTIFICIIB Risponde il Doli. Tuojsi esser egli pure d'opinione che la cagione prossima delle febbri iulermitleoti sia un'irritazione che (.Mese di marzo. l a 1'or,wlr{). può essere meccanica:, traumatica o spoutanea I come un corpo straniero nelle cavità naturali , ana ferita, un'indigestione, l'ns• SctAMB1rnl. Il Doli. Sc!averani f. f. di Presiclcole ap(c la Se· so1'bimeoti> del pus, on miasma, un contagio, ecc., d'onde la didul11 encomia.udo lo zelo dei Dottori Amètis e Botlero i quali in scrasia omorislica notata dal Doli. Sclavernui, ma in 02ni caso, un rocirnte caso di morte per apoplessia fulmiol'a, non ostante egli dice, la ma cosa gzs trentedca sia per irradia1.ione, si a per 1100 avessero tidu!lia di potore richiamar in vì(u la. persona che ne t!ifTosion e, si;.1 per ri verhe1'0 fluisce per assnmere l:1 rappresenera stata vi ttrma, tultavia persistettero per luogo t~mpo nel pratanza dell'irritazione e se la mucosa non dà manifestazioOll morticare- tulli quei soccnrsi che l'Arte suol io simiLi circostanze raccomandare. Pa~sando poi ad esamina1·e- le c.igioni rimote che _bosa per meno dei sintomi sabbiettivi, è percbè essa ooo è provTista cli nervi r.ereb;o spin~li. È cos:Aimp9rlaolissimn, prosegue poterono favorire questo funesto accidente in uo giovane poco più che ventenne, ricorda l',1bito apopletico 1,ro11nnzi:11issimo <' il Doli. Tunisi, tanto per rapporlo all'Anatomia, quanl'alla Fila straol'dinaria çvoluzione del cuore che l'a11toss1a dimostrava siologia ed alla Palolog_ia, clislingoere gli elementi or~anici che in sommo grndo ipertrofico specialmonte nelle parnti del :vencompongono la mucos11 gaslriatcslinale da~li elementi omotricolo sinistro e quale cagione occasioo;Je del rapiJo movimento nimi che compongono le membrane rou;Mlar e peritoneale del centripeto dc: sangue ;ll cervello, accenna all'a·,.ionerespingente tubo digestivo, giacchè siffatta distinzione ci spiega come nella dis~euteria e nella pel'itonilc nelle ~1aali malattie sono fese le del sofferto fredpo. l\1forendosi quivi ai folli ne<:roscopici rinvetonllchc intes tinali provvisto di ner vi cerebro-spinali, vi sia tale nuti cd accoonando particolarmcuto a che le lesioni m1cefaliche si trovarouo limitale all'abbondante in;;orgo Yeooso dtilla pia e un imponente corredo di s intomi si,ecialmenle snhiellivi che delht dura m<1dre e ad una poco seosibil inie1.ione t!clla tela e non si pui) in nlcnn modo esitar iRloruo alla sode d··l proc.esso morboso, mentre r1ello gastrenterili semplicemente roucosr, per dei plessi coroidei , deduce 1•ssere da questo fallv conformala la mancanza di nervi i quali metton n qo1ista mcmbraua in comaggio.mente la verità espl'essa da Patologi d1 grido cioè cbe monicazione dirella con i centri della vita animale, so,•ente la n11lle apoples.sie fulminanti la mt)rte avviene per compressione mol'te ba luo~o son1.a neppure i'omhl'a ili dolnre. Finalmente il prodolla da congestione o da cmormesi 3anguicwae nouda straDoli. Tonisi asse.risce uoo potm· egli c.onvenire con il l)otl. Sclavenamento ~ da raccolta di sorta. lrnprendcud'in se~uilo a di~cuter iolornG c1lla M.emoria del , veraoi oell'esseni:iale disli01.ione che volle s tabilire tra irrita. zinne ed inAamma1.ione , ~iacchè, rgli dice, se ditferema <'siste Doti. Tunisi ( lì, il l>oll. Sclavcrani encomia l'Autore per l'abfra quvst.i due processi morbos1, qaesta può unicamente riferirsi bondanza ù'erudizioue, per l'ordinala ilistribuziouc <lolla mateal vario g1·,1do ,l'una medesima coudb:iono p:ilologica, per Ol(lèlo ria e perla nitida espo~iziouc, ma non può dissimulare che buona che l'infiamma1.ioue valga a produrre la febbre continua S?rave o parie dei pi iucipii sostenuli in dello S,:ritto è tottor in control'intermittente 1,arniciosa, in.enlre cbe l'irritazione produca solo versia, mentJ''allra parte dei rnedesin11 è assolutamente condanla febbre; effimera, la sinoca e le febbri inlermillenti !emplici. nala dalla maggior.ioza dei Medici-. r.1Dollrina di Broussais into,·no alle fobh ri, dico il Dott. Sclavo1·uni, è slata vittoriosamente , r1 Oolt. Costanzo s'acconcia alhc! NI esp1'c~sa dal D111t. Sclavecombattuta da Pbrry, da Andrai, da Gavarret c da altri i quali . raoi iu quatllo ch<1 sia cosa della più alla importanza dìstiuguere dimostra1·000 com'il riruprov!!ro d'ontologismo fauo agli Oppo . ' l'irritazione dall'i nfiammazione nel senso della Scn(lla llaliana sitori della Scuola l'i'isiologicn s'addicesse piolloslo ai seguaci la quaie ci spiega come ucll'irrit:nione tolta la c.igioue cessi la mal.tllia, mcr.tre l'infiumm11zione ha un'esislenza propria ccl indel Novatore Francese i quali con t'irri111ziono gastrenterica presa per tipo d'ogni malattia immagmaron un'eolitil morboi,a dipendenlC', ha uo periodo necessario in coi d~sc1·ive la sua paproteiforme nelie sue maoifcstaziooi, ma soslaL\zialm<:nte e semrnllola o termina fin;:i!mcnto con esili spr·ciali. Non crede petciò pre inerente t1l venlr1colo. Q,1esto rnoclo ùi ved\ll' in Paloiogia ò ;ill'infiarnm,1zione inlerrnillente e ri pone la cagione pros,im,.a assofutarr.enle contraddello dag!i Snittori più distinti i quali dnlle febbri di quc,to oome nel sisloma nrrvoso con Cull6n e con Frank, ma specialmenl<', con Strambio I con Polelli e con mentr'ammettono una febbre secondaria ad uu'infiammaziene viscerale, ammetlono parimente uui\ mal;lllia rcbhrile non diSacchcro, uel sistema nervoso g~ nglionare. Ed in prova di questa sua t•pinione nota il Dottore Coslauzo come un solo patema pendente da irritazione o da inlìamm;11,ione ù'nu organo quald'.1nirno possa produr e cessar anche le febbri intermittenti; co~ siasi, l'esseu:ia della qaale supposero ri'iìedere principalmente mc riesc··. difficile v.i ncerlo qmrnio più son anlicbc ~cl abituali; in Uu'inito1.ione dell'albero circolatn rio. Quest'ipotesi, pìù genecome li l'cHOrne.no <lell'iotermitteo za sia pr(lprio al sisterna norralmente abbra~iala, spiega i l'èr1<1mo,1i della f,•bhro iutermil' oso e si roa11ifesli talora con soli si o tomi neuralgici guaribili tcuto molto meglio che noi faccia Brllussais cou la sua.gastrile con l'op;>io, con i nervini io gen('rn, coo i tonici, r:on gli amari e universalmente diJrosu nei campo dell;1 Patologia , siccome uiacon gli ~ntispasmodlci; como fiualrneole la protr.iform e sintomaschedono può giornal mente convincersene studiando lo malattie tologia delle febbri interm1ltemi chiaramente provi ossere la al letto stesso dell'ammalato. C,,11cede il Doti. Sclaveraui che sosede <l i queste nel sistema nen·o·so. Ad t11limo spiega come le infiammazio11i intermilleoti del To;ti non fossero altra r.osa foorchè ( l) Se cun quest'ipotesi, no n nuova, il Doll. Tunisi giunge a irrilazioni congestizio che si rioaovnvano ad ogni acc~sso di febspiegar in ~,trle il fe11omcuo delt'iolermil!enia nelle fobbri pebre (comi tata), non vincibili all rimente che con il metodo nntiriodiche originale dall'assorbimento o dalla ritenzione di prinOogisl ico associato all'accessif11go cipii e terngoenoi, non è men 1ogeguosa la splogazio.ne ch'egli dà ~el senso ilei Preopinante parla pur il Doli. Paradisi più midella periodicità delle ft hbri as~ociale a congeslionj o a,! iolìamnutamente dislingoeud'i caratteri che separano l'irritazione maziooi.. Della medesima però ci riuscirebb.e cosa troppo luuga dare quivi anche un semplice suolo. dall'iofiammazione e più minutameole pure spiegando la patogenia delle febbri intermittenti prodotte da miasmi, nelle qaalì, (2) Vcd. il sunto io questo medesimo numero del"Giornale. 0


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~96 dal Doli. Peluso e da noi pubblicaJa nel n° 31 di qu~sto Giornale. li Doti. Muratore prende primo la parola per iuterpellare lo Storiografo se creda sempre utile l'autoplastia in ogni ferita di questo genere ese il medl'simo anebbe praticata ntia tal operazione anche quand'il dii o in, luogo d'esser aderen te alla mano per po,chi tessuti, fosse slato inlletamenle .staccato dal restante n'leml.u-o. li Doti. Peluso, dim(J!lrata prima la .convenienza di fare s.eropre ricorso nelle, ferit~ di que.sta - natura alla -medicazione pe'r prima intenzione, risponde che l'autoplastia è sempre possibile tul.lavolta che h1 ferita è recentissima ed interessa parti r icche di .tess~to mu~colar o cellulare ed abbo~dant<imente provvedute _d1 vasi sangmgm, ma però mancaotl di grandi vasi; per9cchè in quest'altiooo caso l'allacciatura òi detti n1si, interrompendo la circolazione, s'opponebb<! alla riunione delle parti recise. Conchiode q0indi col dire che, anche nel caso contemplato CAGLLU\I. Il Dott.- Laj ragguaglia l'Adunanza intorno ai siolodal Dolt. ~!a ratore, quando tolte le favorevoli circostanze sopra mi offerti dal Soldato nei cavalleggieri Giovanni Torre mancato esposte si trovassero riunite, egli non esiterebbe a tentare l'auai vivi dopo soli quattro giorni di malattia, espone il metodo cutoplastia. A quest'opinione s'associano parimente il !'residente rativo adoperato e descrive quindi minutame'llle le risullanze ed il Dolt. 'l'arrone. Il medesimo Doli. Muratore chiede in segui; 0 necroscopiche. In quanto ai sintomi, dopo avere notato come il. al D·ou.. Peloso se nell'esposto caso non sarebbe ~tata migliore cosa operare con un punto di cucitura l'avvieinamenlo delle Torre fosse •già più volle stato ricQveralo nello Spedale per maestremità dei tendini recisi prima di praticare la riunione imlattie infiammatorie dei polmòni, il Doti. Laj ricorda come l'ammcd,iata della ferita. R isponde il Doti. Peloso che ques ta pnilica mala lo lamenlasse on senso di peso gravativo e profondo a tallo debbe limjtarsi a casi cccez•onali, ma c_he comunemente debbe il torace con palpitazione di .c-uore di cui i mòvimenti celerissimi tralasciarsi siccome quella ctle per la perm,mente presenza dei scorgevansi estesi sin a Ila. cartilagine ensiforme; come fosse , fili della cucitura nell'interno della ferita osterebbe alla riunione tormentato da tosse frequente con escreati sanguinolenti, con i immediata. Appoggia q uest'opinione sia al felice risultamento otte. uto senza la cucitura dei tendini nel riferito c,rso, sia anche respirazione ansante, con sete ardente accompagnata rla senso· a .q uant' in proposito scrisser Autori di ~rido. di èalor intensissimo alle fa oci ed alla base della lingua )a quale Finalmente il D<,ll. Moralore movl' interpellanze a\ Doti. Peera tenacemente impaniala . io ~iallo; com'i polsi fosser irrr,goloso se la ria:oione dei tendini abb ia luogo direttamente fra gli lari, frequenti ed alquanto resistenti e la giacitura orizzontale estremi del tendioe reciw o pare se la medesima abbia· luogo i.mpossibile, solo p.eroH'ssa esse.odo quella sol lato destro a tope1· l'adesione di ciaschedon capo del tcodine reciso con la pr rzione di ggaioa che lo circonda; opinione quest'ultima a cui dice race mollo rialzato; com'iti fine l'ammalato tocco già nel suo noì1 poteÌ·e sottoscdwre perchè nell'organismo non succede mai ingresso nello Speda le da difficile fonaz_ione della voce, fosse rinoione f,a tessuti di diversa natura. poi rimasto perfettamente afono nelle ultime ore di sua vita. A quesl'uUima inlt•rpellam:a risponde il Presidente lungaAcce nna in seguito al metodo antiflogistico altivo 'e ne~ativo mente ed e~udita'.mente svolgendo prima,su la scorta di Darwin, stato adoperato , foceòdo spee,ialmeute ris~l!are ·corn'il sangue di Honter e di l\looteggia, la teoria della riunione delle parti estratto fosse cotennosissimo e <;ome si fosse anche abbondato vive ed apertamente maoifesland 'in seguilo no n pole1' egli acconciarsi all'idea di Boovier e del Velpeau i quali sostengono nell'applicazione dei vescicatori i. Dopo avere quindi esposto cola riunione dei tendini effettuarsi solameule per mezzo della me dai sopra riferÙi sintomi ave sse fallo diagnosi di lesione orguaina che li invol;rn, ma creder in vece che a quesl'e(fotto conganica rlei precorrlii, associala :1d antica lesione polmonare rifecorrano tanlo i materiali direttamente separati dal\i estremi del risce li seguenti risultameoli necroscopici: ccrvelio i1:1ieltato di tendine reciso, quanto quelli ~eparati dalla guaina e dalle parli sangne venoso: seno fakiforme conteneutè c,1Hguli poco resicircostanti. Altndend'in fine al felice risulfamooto ottenuto nel caso. esposto dal Dol!. Pcl.oso la mercè dell'enerdco metodo anstenti: esulcerazione della faringe: inspessimento de lla parte anlillogistico, ma più particolarmente dei b,•gni fredcli , couchiude teriore della1aringe:-rossezt.a della mucosa bron.chi,de : epatizrac.comaudand'ai Colleghi l'uso dei medesimi nella cura delle zazione del polmone destro lenacemeule aderente alla pleura .1esioni violente, specialmente se queste hannu sede nelle mani o che parirnenle aderiva alle cosÌe: polmone sinistro quasi atrofinei piedi. co: pericardio inspessito: cuore pallido ed alquanto flacido : ca- ' NovA IIA. 11 Doli. Giacometti, per parie del l\ted. di :Batt. Dotvità ioterne.dell'orecchiella e del ventricolo destro occupato oei suoi due terzi da due p()lipi di colore _bianco-gi:11lognolo, solcati i tore Cantoni, offre all'Adunanza dtie Opuscoli intitohtto l'uno: $ul cholel'a: osservazioni pratiche e stti•tii d'Anatomia patoloda pic.colissimi vasi rossi ed alla sostanza ·di delle cavità ade- !1 · giche, del Dott. Car1,iillo Silvestd; di Celestino Guerreschi l'altro renti talmente da non poter essere svelli. senza lederne l'inte- I ed avente per lilolo: Breve apologia dei principii terapeutici grità organica: rudimenti di sostanza poliposa nel ventricolo e i Rasoriani. Prende ~uiodi la parola il Med. Divis. il quale dopo nell'orecchietta sioislra del cuore la qua!c s'estendeva per più ! avere lungamente. discorso intorno a cose di Serv.izio , termina facendo oolarecome nello scorso mese di febbraio, in ~razia della di sei pollici nell'iulerna parte delle vene cave: viscere addomitemperatura mi te, aozicbè domina1·e le malattie iDlhmmatorie nali sane. dlllle viscere toraciche, ~bbian avuto il predominio I-e sinoche Dopo questa Rela:r:ione <'h.'il Doti. Laj corredava d'alcune rigastriche e le epalili. flessioni tendénti a provar i polipi rinvenuti nelle cavilà destre del cuore essere stali cagione della pronta morte del Cavalleggierc Torre, il Dolt. Balestra prende la parola e, descrilli i caratteri dei falsi polipi, fa notare come faci lmcnlo il Medico possa caratterizzare per polipo vero ciò che d'ordinario non è foorchè uo fibrinoso coagnlo formatosi negli ultimi istanti della vita di · BOLLETTINO UFFICIALE un infermo. Ma il Doti. Laj accennand'a che nell'esposto caso non solo erano presenti tu tli li caratteri chfl differenziano il polipo vero d~l falso, ma erano ben anche pc1· la pregressa infiamP'a,riazioni nel Personale Sanitario-lrlilitare. mazione cardio-vascolare concorse tutte le circostanze favorevoli alla prodozione d'un polipo vero, per via d'eliminazione Il Med. di R"gg. nl,·u. Alfurno da lr8" Regg. di Fanteria esclude la possibilità ciel dubbio emesso dal Doti. Balestra il passa allo Sped. 11iv. di S ciamberi. quale perciò, non meno che gli altri Colleghi presenti ,1ìl'autosli Med. di He.gg. Do li. Costanzo ,]Hllo Sped . 1) 1v. d i Sciamsia, convengono nell'opinion espressa dal f. f'. di Presidente cioè berì pas~a a1 J'8° llegu. di Fant. la cagione della pronta morte fosse dovuta alla presenza delle Il Med. di Regg. J)ou. A rena passa da l Hegg. ,\ rtiglie ria polipose vegetazioni formatesi nelle cavità destre del coore: La Op<;rai al Heg.g. Cavalleggieri di Saluzzo. Seduta è qniodi levala alle 3 J 14 pomeridiane. li Direttore Doti. COl\ilSSE'l'Tl Mcd. Div. NIZZA. Dopo la lettura ed approvazione del processo verbale Il Vice-Diretlore responsabi le Doli. Bar. de Beaufort M. R. dell'antecedente Tornala i! Presidente dichiara aperta la discus-sione intorno alla Storia di ferita da arma da taglio stata letta Torlno 185~. Pelazza, Tip, Subalpina , via Alfi eT\ 'H. dice, il principio deleterio può talor alterare prima la crasi.del sangue e qniodi operare morbosamente su i centri nervosi o pure può operare d"irettamente·-su i rami ll.ei centri.nervosi gaglionari che accompagnano le ultime diramazipni vasali aHasuperficie.del. ço.rpo e delle vie ;1n·ee. Finalmel,)te, a provare. !!esistenza. dei miasmi cita vàrie osservazioni fra'·cti cni qoella,del Puè;cinotti di un J3attaglione di Soldati éhe lrirversando le maremme '.!;'<iseane furono tu!li tocchi ria febbre. . Volend'il Dott.'fuuisi risponder ancor alle mossPgli questioni, il Presidente gli fa notare che -per ~%ere l'<•ra troppo tarda è obbligalo a dichiarare sciolta l'Adunanza.

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PARTE SECONDA


( agli 18 di aprile ~ 853 )

N. 3 8.

ANNO li.

GIORNALE DI illEDICINA MILITARE DEL CORPO .SANrrAIUO DELL' AR!lt\'f ASARDA.,

Uassociazior1e non si riceve cbe per un anno ecomìnciacol l '' d'agosta. Il Gioroalesi pubblica nel Lunedì di ciascheduna settimana· PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In To~ino ... L. tO. In Provincia ed all'Eslero 1 franco di posta , L. 11. L'abbonamento debba pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPÒGRAFIA SoBALPINA via Alfieri, num 0 24. Le lettere per abbonamento al 'Giornale débhon esser affrancate ed ac::,:: pagna~e da vaglia postale. · SouM.uuo, - 1• Dolt. .BAU:STII.A: Relazione sull'oltalmia che dominò nello Spedale di Genova i'anno 1852. - j 0 Doti. SoLARO: Cenno sopra una malatlia rarissima. 30 Relazione delìe Confornuze 'Scientifiche. ·- 40 Ilollettino Officiale, 5° Riv-ista dei Gior_nali.

PARTE PRIMA RBLAZWJ(E

sur.r,'o-rnu11A CHE J>OMIJ{Ò !l!ELr,A Gt1AunGliNovA_r1 .n,No 1852 (1)

Gro:l'E 01

(letta dal Med. di Regg. Dolt. BALESTU. in una Conferenza dello Spedale di Cagliari).

Cause della malattia. l! ni,trato d'argento dunque coi differ·enli suoi modi d'impiego, forma il riml'flio per ecce llenza dtdl'otlalmia bellica, quello a cui si può nel la grande plur,i lità dei casi ric_òrrere con confidenza e buon esito. Se non che per poter prat icare la cauterizzazione con tale sostanza in modo ·conveniente e colla necessaria insistenza, una condizione è indispensabi le, be nchè es trane11 alla Scienza Med ica p1·orfria111entc dt>lla; è necessario cioè d'impadronirsi dell'animo dt>l ooldato ammalato. Rove$ciare le palpebn\ COòa principalmente per le su periori non poco molesll> a certi i11dividui di squisito ed impaziente sentire (2); ;lpp licare ' una sostanza canstica (1) ·continuaz. Ved. 11° precedeJlle. (2) Il rovesciamento delle palpebre superiori, . piccola opera-

zione per coi furono consigliati molti metodi , non tralascia in alcune circoslam:e di presentare qaalche difficoltà per ana mano poco Chirurgica e non abbastanza esercitata. È indispensabile l'acquistare l' abitudine di opera.re tale rovesciamento con destrezza e celerità, poicbè senza di queste è impossibile fare convenientementi, una visita Sanitaria pres50 un Corpo iofetlo dall'oltalmia, o la vi'sita d'una Sezione di 50 o 60 ottalmici. Con po' d'esercizio si riesce però benissimo a ciò praticare con una perdila di tempo affatto minima ed insignificante. Nei quattro mesi in eui fa i incaricalo della Sezione ottalmici, la visita propriamente detta non durò mai più d'un'ora e mezza a due.ore; ep-

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sopra taJi delicatissime parti, che ne rise:, tono un bruciore più_o meno viv,o ·seconde• gl'individui, ma pur sem~re assai peno~o per parecc~ie ore; ripetern tale applicazione non solo per la seconaa , per la terza v<..lla ,, ma soventi le dieci, le vent; , le trenta fiale; t111.to ciò cosiilui·scf, ona ~r:rie di l'ali menti fatta per 'mettere alla prova la tolleranza degli am·malati più pazienti, il coraggio dei più animosi, la fidllcia nel Medico dei più fermi e costanti . Accadrà a più d'nn · Collega di dover prendere la direzione d'una Sala d'oltalrn ici, dove o per la novil_à della cauterizzazione o per l'antecedente . suo in,;uccesso in alcnni ammalati od anche per qualche accidente disgraziato avvenul<> io seguito alla medesima, trov,-: rà gli anim i prevenuti contro di essa ; gli accadrà anzi di do.ver superare talora dei decisi rifiuti di sollomellersi a tale pratica. B isogna che tutte queste resistenze cedallo. L'arte d'inspirare confidenza negli amma lali non s'io· segna, come non s'insegna al Generale ' !'arte d'ispirare· coraggio ai Soldati : quella rich iede uno squisito tallo Medico, che è dato dalla natura e ì1on si acquista che di rado coll'esercizio ; ne va fornito talvolta l'uìnile Pratico del villaggio e sprovvisto bene spesso ·il dotto .Professore dell'Università. Nul!ameno potranno forse nel caso nostro contribuire a creare la confidenza dell'ammalato nel Curante i seguenti suggerim.enli. Converrà scegliere da prin cipio per sottoporli al la cauterizzaz ione alcuni pochi granu lati d',animo più coraggioso e calmo e di fibra meno irritabile : praticare una cauterizzazione superficiale con soluzione poco concentrala di nitrato sopra una palpebra inferiore d'un sol occhio, ed usare per diminuir il dolore e scansare i picéoli accidenti che potrebbero occorrere, tutti i mezzi già mentovati, l'applicazio11e cioè dell'olio , della soluzione di clol'Uro di sodio, le embrocazioni fredde. Non si tornerà alla cauterizzazione troppo presto per lasciare il tempo necessario a che il suo vanlaggio possa manife5larsi. Cil, non manca q11asi mai di realizzarsi, ma ··-·--·- - --···- ·-·----··-·· -- -- --·-·-·-- - -- - - -·· --- pure credo di ·avere ciascun mattino rovesciate per media 150 palpebre superiori e praticate almeno da 25 a 3-0 cauterizzazioni. Vi furono un tempo dei Medicì, che per ~vitare una simile briga, presero il partito più spiccio di negare l'esistenza delle granulazioni palpebrali.


'!98 non è ·~!!Il sensi6il~ a\r~~ malal_? c~e .<l?PO due. o fre giorni. Constatato il miglìoramanlo, si ripete sopra il mede1timo oècbio fa cauteri.zzazione, auqientandoue oziandio, oc'cor-rendo, 1;1 profo1;dità~ " ': · · · 1 L1 i11for mo sia p~r l,a conos'ct n~à già 'co1Hràlta • con l~le me;.zo curativo, sia p-h~chè èsio 'rresce in toaltà' rl¼no-dolorosa che la prima vo lta , lo tollera assai meglio è ·più pazientemente. Se ne aspetta il risultato , si constala di nuov(l il vantaggio oùenuto e si ritorna ove d'uopo alla applicazione. il miglioramerilo è d'o.rdinarfo . ben presto tale che il malato facendo il paragone tra l'occhio cauterizzato ed il compagno non ptlranco toccato , si persu·ade dell'uLilità . della cauterizzazione. Si adopera allora que~la anche _per il secondo or.chio e si porla l'individuo a guarigione. Gli' altri granulati della Sala venner~ i·ntanto 'tra~tati cogli stessi mezzi , se non _decisamente inopportuni, che venivano prima impiegati nella Sezione. L'esempio dei compagni guar-ili più alacremente mediante i caustici renderà altri in(erm! , che. si ;;arebbero forse dapprima rifi utali, meno restii al loro uso, a cui si porrà mano colle. stesse p1'ccauzioni. Gosì procedendo, i risultali , saranno dopo poco tempo sì vistos·i che lo spirito della Sala ne verrà affallo cangialo, che la più assoluta fiducia e sommissione vi si sarà stabilita,.che verrà anzi sollecitato come un favore l'essere ·sottoposto ad una più frequente cauterizzazione, e se si ha che fare con Sol,-lati; quali i nostri, non si larderà a vederli bravarne il dolore e tenere come .un punto . d'onore fl non adoperare nemmanco per alleviarlo i bagni fredd'i che si sogliono consigliare. In -1ma malallìa quale quella in discorso, che offre nei varii. casi sì differenti maniere e fasi in principio, incremento, stazione, cronicità, recrudescenza, scoppio violento e via via, parrebbe naturale che• alle medesime dovesSHro sempre corrispondere differenti e speciali mezzi terapeut\ci ; ma cosa singolare, uno stesso rimed io, la cauterizzazione col nilràlo d' argento convenientemenle modificata, rende dei grandi serv igi e pres,enta s;ipra gli altri d~i _grand( vantaggi in quasi L1ìlle le circostanze ed .in tolti i periodi dell'affezione. Un sì egregio presid io curativo è cosa già anlica per l'Italia, come molto lodevolmente rivendicarono di recente i Toscani J>olfori Landi e Bell ini e come del resto è senza contestazione ammesso da molti Ottalmologi stran·ieri, tra cui l'erudito Cunier. Vacca, :Berli nghieri già avevano nel 181'7 chiamala sul medesimo l'attenzione dei Pratici> e Paoli ne segnalava gli eccellenti effelti nel suo Sc:rillo s11ll'Ottalmia che hanno soflèrlo 'Ì Militari: in Lii>orrw ( Livorno 1824 ). Nullameno come di tanti allri trovali I1aliani avvenne, scarsa ne era in Italia la mémoria e molto ristrèHo l'impiego, qoando' non sono molli anni, presso altre Nazioni A specialmente nel. B.elgio > ne venivano più ampiarnenle slùdiate le applicazioni e propalate le preziose qualità . :\d ogni modo è ormai generalmente noto quanto valga un'ard ita cauterizzazione col nitrato d'argento soll'.esord ire di tutte le olla]mie che minacciano la purulenza, nella hlennorragica, m~lla bellica, in quella ~ei neonati. E' s,~ fac ilmente si capisce come il Medico che so lo di' rado ha occasione di trai 1a,re I.Jli malall.ie possa aucMa esitare la i volta a portare sopra un occhio preso da violeula flo gosi ona sostanza caustica, come il 11ilra.to cli argento, reca però la più grande meraviglia cht-. uno speeiii!i;s1a , un Professore d'Olta lmologia, il Cav. F lare r,

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abbia potuto l'anno scorso ancora confessàre; !!tel · sell@ dì un'Accademia di non avere per anco osa~o iìm,pieg~re la cauteri~zazione ~ei casi di ollalmia acuta por!J>lenta. Egli si 'è sinora privato di ur.w dei_ rimedii , più e,Qieit, d~una delle più belle<ed 11tili• sooperte d'ella <.i:hirurg;a, 1!111110 di qùeF mezzi ehe Mnno risulta1i··si vantaggiosi da eonsola,ci di quelle tàole ÌllUlilis;ime chiacchere accademiche ed invenzioni cùretaneschc con cni s.iamo ogni giorno assordati; d'un rimedio in fine che per .quanto io rifogga dai predicati iperbolici, non posso trallenermi dal proclamare maraviglioso. lo parecchi casi d'ottalmia belficn violenta el,lbi quest'anno in G-enova a constatare che la cauttiriz. zàzi<rne messa toslamente e con · aroitezza in ope~a, oltre all'ailonlanare il pericolo imminente d'una ,grave e forse irreparabile lesione degli occhi, procnrava una g.uarigione assai rapida e risparmiava la fatica di comba llere più Lardi lo stato granelloso delle palpebre che p1111to non succedeva al periodo d'acutezza, quando (lrà non preesisteva. Ciò vidi nel Sergénte Gandini del 6° Reggimento, nel Caporale Voletti ciel 'l 8°, nel Soldato .Moraglio del 5°, e ne- ehbi ançora teslè in Cagliari ,m esempio dei più lumino'S'i e convrncenti (1). Nei casi non solo d'ollalmia bellica che •~sordiva11v con intensità e minar:cia di purulenza sperimentai n1i,lc ia c.anlt>rizzazione, rna in molti ùei. casi ezìandro che incorn inr ciavano con una semplicè in iezione congiunliva le , in modo a simulare assai bene una congiuntivite reumatica o calar· raie genuina. lii qnesLi non mettev·a però in oso il nitralo oolido, nè la soluzione :;c1 1ura, ma mi serviva dei cilindrèlli composii con la gomma, nitro e nitrato, che faceva con lentezza strisciare stilla congiontiv,a in modo da imbiao • caria leggiermenle. Singolare era il vede.re il giorno seguenle tale membrana per lo più impallidita, di.siniellata, ritornata quasi allo staio nol'male; co.ncltÙlenle il vedere di due occhi egualmenle ammalali quello solo impallidire che ·era sla to toccato, mentre il compagno punto Don aveva migliorato; curjoso poi il mirare q\iesl'Òceh io di si niellarsi alla sua volta dopo f aver- subita un'eguale cauterizzazione. Cosa anche più cnri'osa osservai in certi individui , che per .particolari circostanze di .pletora f;Nlera:le, <lì congcstjooe capilale od altro non potevano venir toste• liberati dall'otla lmia med(anle la canterizzaiionè. ln tali soggelli qnesta dìssipava odimin.niva notevolmenle l'inie·zi.one nell' occhio operalo e l'inièzione cresceva, si concentrava nel (1) il Soldato Loiolo Basilio del 18• Iiegg. entrava il 29 novembre nell'Ospedale DiY, di Cagliari, preso da ottalmia intensa, che àveva comincialo due giorni prima. Le palpebre dell'occhio destro erano molto tumide e risipelacce, la,congiunliva era rossa, iniellatissima, inspessala, con chemosi già pronunziato intorno alla corne·a; già esisteva 1100 scolo muco-puriforme assai abbon- . dante. Vtdendo imminente un'òllalmia purulenta, praticai tosto la cauterizzazione di tuua la superficie coogiuntivale con uot1 soluiioue satura ·di nilrato d'argento. La domani al mattino trovai tale occhio destro restituito quasi al suo stato normale e la affezione crasi scagliata colla.stessa intensità sull'occhio sinistro cbe il giorno primà non era cbe leggiermente atfelto. LQ soitopòsi parimenti alla cauterizzazione e.ne ollermi lo stesso pronto risultalo; i due occhi si trovarono prossimi alla gual'igione. l\la due giorni dopo determinatàsi Jrnà riaccensione in ambedue , venne oal Dott. ~liglior rinnovala la cauterizuzionc, che fugò inti'eramente l'oltàlm'ia, e dopo tre altri giorni, le congiuntive erano c.osì pallide, liscie ed asciutte da parer incredibile che fossero sta tè sì di recéntc sede d'intensissima flogosi. L'indiv'iduo non rimase che tO giorni allo Spedafe. '


da quella d'un seme di ,enapa sino ad un grano di !incompigno; toccato questo, l'iniezione· emigrava di nuovo seme e possano anche giungere al volume di un piccolo oel• prin;ip occhio e ciò assai evldenteme111e e colla magcece·, cosicchè' non è . pòssibile stabilir~ per questo come gior c-0seieoza dell'individuo a(fcuo. nea11 che per allri riguardi delle class-i ben determinate ; Nè meno vantaggiosa mi tornò la caulel'iziazione:1 in ciò non ·ostanle, sentendo il bisogno di risàpere· dopo un un grande m1mero di ollalniie <li mediocre intensi tà già certo tempo di cura quale fosse dapprima il loro stalo e deci_samenie , svolte e - già più o 111P t10 inoltrale nel lòro vòlume (ciò ai che in tanto numero di. ammalali non sa~ decorso, si_a1che in esse prevalesse l'elemen to .congestivo rebbe sempre stato possibile dj ricordarsi) io era soliLo con arrossa:meuto viyo del la congiuntiva, con vistoso suo 1ioscriverle sulle note che venivano prese all'eì1trare di d turgore e scolo piut~oslo abbondanl(I, sia che prevalesse ogni infermo _-nella Sezione .sotto tre differenti classi éhe l'elemento irritativo, con poca rosseZ1a e poca turgidezz.a, denominai minute, rncdie e Pol-!Ìminose. Dallo spoglio di ma con freqnenie epifo ra e pertinace fotofobia. Oltremodo tali note trovo ora che le granulazioni medie furono al~ proficuo riesce in molli di tali casi, dopo òd anche conquanto più frequenli delle minute, cioè come 50 a 2.f e temporaneamente ad un blando metodo antiflogistico , il che le voluminose furono assai pit'i rare delle medie, cioè ricorrere ad una superficiale e trascorrente cauterizzaziooe. come 10 a .50. Io mi serviva d.a.pprima per praticarla d'una solu~ione non Se contro le minute mi ba&tò talvolta praticare delle estremamente concentrata di nitrato, ma la permutai più toccatine coi cilir.dretli del Desmarres, esse non furono tardi coll'uso dei cilindretti del Desmarres che danoQ una cauterizzaztone più uguale, meno dolorosa e profonda, ma ! . però jo molli casi sufficienti e mi fu d'uopo ricorror~ alla sufficiente in quesLi casi in cui non si . tratt_a di distruggere j soluzione satura od anche al nitralo solido. Tali ultimi tessuti morbosi, ma solo d i modificare le condizioni vitali ! modi di cauterizzazione furono poi tanto più necessarii pl~r lti granulazioili medie e per~ le grosse che resistono della conginn ti va (1). facilmente a tulti gli altri mezzi. Questo scopo essa raggiunge realmente sia col dimiPer lo meno questi· richiederebbero soventi un· tempo nuire il turgore vascolare, coll'esercitare 11n'azione stiptica , infinito, slanclrnrebbero la pazienia dell'infermo e del Cusuì capil lari sfiancali, col correggerè le morbose secrerante e non potrebbero near,èhe sempre impedire che zioni, ~ia, ciò che è più notevole e pare talora quas·i innuove piccole esacerbazioni si faci li nella malaltia in dicredibile , .coll'ammansare l'eretismo nervoso dell'oc~hio, scorso veniss,ero ad eluder~ i vantaggi ottenuti ed a peg-· col renderlo tollerante del la luc·e nello stesso modo che giorare la condiziontf dell'ammalalo. Nei_casi anzi di gratalora un cateterismo od una cautL·rizzazione dell'uretra ne diminuisce od anche ne cessa la morbosa sensibilità. ' nulazioni molto voluminose, antiche ; dure io non esiLai di reciderne prima g·uanto più poteva con forbicine curve Mi safebbe facile di addurre qui molte ossesvazio.ni di su l piallo e di cauterizzare fn seguito profondamente la ìnd ividui i cui occhi da molto tempo restavano iniellali , superficie cruenta la su · cui quel! e avevano la loro base. colle pa lpebre tumidclle, pe~anti , difficili ad aprirsi ·e ciò L'operazione ~ in verità sussegu ita da reazione locale piu ostiuatamente senza dar un passo avanti nè addietro, come acerba che non soglia· manifeslarsi dopo la semplice caupure d'altri ìnfermi, i cui occhi da molli giorni ed eziandio teri' z zazione, ma non ho mai visto ·sopravvenir!3 alcun da mesi rifuggivano dalla luce e continuamente lagrima sinistro e la cura ne venne abbreviala assai e resa più siva110, nei quali tutti dopo due o lre cauterizzazioni; con cura. Ecco ora ii metodo gmrnrale cori cni soglio proceuna rapidità quasi insperata , gli occhi affetti , ripristinati dere nella pratica delle successive cauterizzazioni .sulle nel normale 5lato anatomico, ripresero le usate loro funpalpebre granulale. Cominci,) per esplorare, qua ndo a-nzioni. Ma i particolari dell e singole ossen•azionì 11 0 11 pocora non nii è nola' la sensi).)il ità dP-ll' ind ividuo, il suo trebl>ero offrire sufficiente interesse, estenderebbero d'aldi reagire contro gli agenLi terapeutiei. A tal fine modo tra parle soverchiamente questo già troppo lungo Scritto sopra una delle palpebre inferiori perchè meno sensibili e me rrn as tengo. praJico con so luzione di nitrato poco concentrata, oppure UN _campo anche più vasto ad esercì.tare l'utilissima sua con uno degl'indicati cilindretti un'.I cauterizzazione assai effir.acia somm ini,;lrano poi alla cauterizzazione fe svaleggiera. Precauzione questa necessaria perchè molto difriate alterazioni del tessuto congi nnli va le origina.le dalla feren te essendo J'ir-rilabi lilà delle differenti fibre , potrebbe ' olla Imia, lo stato suo di punteggiarrwnto, di vel lutwienlo, avvenire che una prima cauleriZ'l.azione fatta alquanto p.t ole gi·anulaiion i di varia forma, vclnme e consistenza. fondamente quando le membrane oculari non ne sono anPoco numerosi rni si presentarono i casi pi semplice cora per così dire avvertite, destasse una forLe reazione pùnteggia·mento, perché gl i ammalati non entrando che di rado dir-ettamcote nella mia S<!Zione, esso od era già 1 locale ed anche generale, con dolori intensi ed intumidadissipato od aveva ceduto il luogo al vel lutamento e alle · mento molto vistoso della ·parte, in modo da spaventare forse, non che il paziente, gli astanti e qualche volta il granulazioni. Mi bastò per vincerlo l'uso dei cilind retti del Curanìe stesso. Un simi le accidente potrebbe generare Desmarres o del solfato di rame , rade volle della solu· nell'aaima lato un'avversione invincibile per la cauterizzazione satura di nitrato. Più frequenti furono i ca.si di velciò cJ10 r iuscirebbe per la cura di grande incaglio. zione, lutamento ed essi cede ttero ordinariamente agli stessi Praticala quella prima applicazione spperficiale del caumezzi. Ma di gran lunga più frequenti · furono poi le vere stico, se l'indi viduo r isente un dolore piutlosto vivo, se si granulazioni. Benchè ne occorrano di tutte le grossezze, manifesta una tu~efazione piuttosto marcata e persiste qualche · tempo, continuo ip applicazioni similì, che · ven(t) Le cose qui asserite dall'Autore stana conforma di quanto gono successival}lente fatte senza aumen.tarne l'intensità aveva già asserito il Dott. Dupoot .Med. di Regg. (ved. questo su tulle ·1e palpebre che ne hanno bisogno. Dopo alcune Giornale, anno I) intorno all'alilità della ·cauterizzazione anche di esse, generalmente gli occhi vi si abituano, la lollein ottalmie nè speciali, nè specifiche.La Redazione.


300 ranza si stabilisce e si euò passare a cauterizzazioni più decise. 'Nei casi per contro in cui sin d,a pri11c1p10 trovo la sensibi lità locale e generale non troppo squisi.ta, quando l'i.ntJJmidimento è po.co e du,evole, passo tosto con maggior co11fide11za a cautiirizzaz.ioni più profo.nde colla solo- . · zio ne sàt.ur.i, o direttamente col lapis di ni'trato che porto sopra tull1 i punti coperti di granulazioni e speci11lmente verso gli angoli delle palpebre ove sogliono essere più marcate. J;.a prima di· tali fori.i cauierizzazioni ha d'ordinario luogo sopra u.nil delle palpebre inferiori. L'ammalalo fa tosto dopo de.i bagnuoli con acqua fredrla e rimane al cune ore , presso il proprio letto ; più taròi può, ten,rndo i l'occhio. coperto, pa'sseggiare nel camerone. A meno che I la reazione locale sia affatto tenue e l'ammalato fisicamente · !l • e. moralmente be!l disposto e <l~sideroso di terminare I i preslo il lrallamento, il giorno· successivo vien lasciato in ' riposo ; al terzo giorn , cauterizzo la palpebra inferiore I, dell'occhio opposto; dop.o ·altro gioi"no di riposo, tocco la palpehr~ superiore del primo e due giornì dopo la supe- .j -riore del secondo e quindi succcssivameute ed a giorni 1 alleriii; rinnovo l'opera1.io11e sopra ,; uelle delle pafpebre che ancora ne abbisògnano. Si1Tat to metodo di cauteriz-zarn a giorni alterni può si-· curamente in alcuni casi allungare il tratlam~oto , . ma presenta in gener:-ile in.riegabìli ed essen~ial i vantaggi. In primo luogo evi la del!~ troppo fori i reazioni, più facili quaiidO la cauterizzazione è rinnovata -prima che sia.dal l'occhio retrocesso l'afflusso sanguigno da essa chiamatovi; permette in secondo luogo all'individuo di nutrirsi seuza inconvenien ti , cosa 11011 senza impor·tanza in una malall ia per lo più affallo locale e che lascia alle vi13 dige.stive l'intera loro aJ·acrità d'a,done; alirirnen ti la protratla diela ed il lu ngo soggiorno nell'Ospedale potrebbe da11neggiare la costi1uzione- dt>.l l' i(l fermo, sfibra rlo e ineuerlo in condizioni poco favo.nwoli alla pcrfella guarigione dell:ollalmia. Tàle metodo. permelle inoltre di be11 gi11dicare gli effetti medicamentosi della canterizzazioDe onde non rinnovarla sen.za bisogno, locchè potrebbe pur aHenire, come meglio più solfo verrà notato; in fine esso risparmia i l morale dell'infermo, che sarebbe niesso a troppo dura prov.a, qna !i,ra avesse. senza posa a solTrire. i dolori pro . dotti dal caustico, invece che, avendo doi giorni Iiberi , esso si rimette e riprende coraggio e pazienza. M'arresto SIJ quest'ultima circostanza perchè ha sul la diffusione dell'ollalmia ,,ci corpi u,n'i nfluenza non abbastanza forsL{ avvertita. È inf;Jtti posi ti vo che molli ottalmici, annoiali, slanchi, rivoltali contro il trattamento, insistono ad ogni momento per escire dall'Ospedale, 1100 lr.ovano sempre la necessaria ferm ezza nel Curant~, sortono 0 0 11 per(ellamente guari li e vanno a sem i11are nei Quartieri il morbo di cui sono tullora portatori . La forza della cauteri1.zazione hassi .a proporzionare al grado delle alterazioni - palp;•bral i esisten ti. Gentlralme11le per le gran11lazioni voluminose, a_nliche , dure, e quando la congiuntiva palpebrale inferiore $i presenta molto inspessata, con ònc o lr1{ pieghe lrasvcrs11 li, es11beran ti, uopo è prorlurre dt'l lc ,·,~rn l:!Sc:aro più o meno pro · fond,•. Qoes.Le si sl;1ccano .pèr lo p,iù dopo 24 o 50 ore se molli , tremule, come geh.tinose; se più 61te e tenaci ritardano anche due o tre giorni a separ_arsi. Al lor.o cadere

lasciano una superficie ulceroaa che si copre. talvolta di mi11u.1issìmi bottoncini carnei , simili a quel)i ~che nascon? su tulle le ulceri in via di riparazion~. Egli è della massima importanza di di$linguerli dalle vere granula. zioni prodotle ~all' ollalmia, onde noJL creder11 alla loro riprod11zione, no,n pvrdere la confiden2:a nel caustico, oppure non _riportarlo più per avventura sui deltl bottoncini ehe più non ne abbisognano. Qnesto è veramente uno dei punti più ardui nel trattamento dell'ollalmia ~ rich iede diligente aUen~ione ed un discernimento che non può venire che dalla lunga praiica. Difficile è iufalli non solo il fissare cop parole dei caratteri differeuziali tra le due specie di vegetazioni, ma non è nemmeHo sempre ag~vole di giudicare quando ltl one e le altre esistano: per modo che le persone ezian<lio che già hanno qualche abitudine di vederle , rimangono lalvolta nell'i11certezia e si trovàno obbligate per chiarirsi di sospendere pet alcuni giorni il trattamento si ando ad osservare l'ulteriore loro modo di compan irsi. l).ifferenti sono i mod i eon cui può aver luogo la 5Comparsa delle granulazioni, la cicatrizzazione d<~lle .rnpe r6cie profondamente ca11lerizza11~ ed il ritorno della congiuntiva al suo stato normale. Molte vol te questa membrana pare come assottigliarsi, diventar più liscia; qua e colà com inciano a comparire delle piccole aree biancheggianti che danno alla superficie comfl un aspelto marmoreggiato. Ampl iandosi tali aree, si•possotio sulle medesime discernere <.lei va$allini..che non erano jJrirna visibi li sulla con- 1 giont iva spessa ed· uniformemente rossa; es.,i costi luiscono nil eccellente ind izio del suo ri torno all a 11orrnale sottigliezza e trasparenza . Gli spazii hianch('ggiauli coutiuuando a dilatarsi si congiungono Ira di loro, invadono ii campo delle parli rimaste ancora rosse, le fanno bel bello scomparire e con esse la rnalau ia. Altre volte non compaio.no quelle aree biancheggianti, ma la congiuntiva si fa parimenti più sollile e la superficie, benchè naollicéia ancora ed ineguale, non presenta più delle scissure che s.ipari!)O un granello dall'altro, solo è come. solca ta da incavaturè superficialissime . .Essa prende una tinta uni~ forme d'on rosso .pallido, quas i di rosa che appassisce; dopo qualche momento però <lacchè la pa lpebra è rovcsciat<1, l'iniezione aumentando, la tinta può fa rsi di nuovo d'un rosso più .intenso . Se giunte le cose a !ili pu11to si sospende il trattament(), si vede- la conginntivJ <lirnntare sempre più pallida , più sottile, più liscia ed avvi,1rsi a gual'igione. Quando Jopo il d istacco J'un'escara sor~ono i . bottoncini carnei di sopra mentovati , la cicatrizzaiione della supcrfìcil! ulcProsa succede presso a poco come per gl i ulceri s11pe.rlìciali di altre mucosn, qnel!a della _bocca, ad esempio, o dei gen it~ li. In tali circosta11ze sovMlli avviene che fra loro ad t! riscauo due contigue del l<1 esubeberanti p1Hghe della co11giu11tiva, oppure l'i1,ertrolìca falda oculo-palpebrale colla congiu11liva che tappezza la palpebra inferiore. Siffat ta adesione non ha _alcun inconveniente e non si trac mai dietro l'entropio,. avendo luogo tra les,uti soprabbo11danti. Deve anzi des itlcrarsi perchi• serve non poco a .scèrnarne il vo lume e l' imbarazzo, procurando nel tempo stesscl una guarigione assa i solida. Mi Ì.' occorso in fatti di 110tare che in ali;oni casi nei quali dopo una recidiva s'erano mani(estalc nllove granulazioni, 11ulla era sul_la sede di tali aderenze ricomparso. Ciò fu evidente


301 soprallullo nel Soldato Codda del 15° Reggimento, in cui per 1111!7 grave- recrnde_sccnza si _rinnovarono delle grano· !azioni sulle palpebre superiori ed ;ioche sulle inferiori , ma sol.o pel piccol tratto dove le precrdenti c:1uteriiza1.ì.oni non ·ayevano cementata lii falda oculo-p.alpebrale colla ~uper!ìde posteriorè della palpebra inferiore stessa. · In certi casi poi di granulazioni molto gross~, elevate e resistenti, ho visto contrarsi tra alcune di loro delle udereoze e formarsi delle strie bianch·ccie, liscie, dure, screzianti io varii sensi la superficie congiuolivale. Moìtiplicandosi talì strie formano come delle aniole, del le ma.gl ie e la supernci(! prende un!apparenza re ticolata . Nel mez1.o, d'alcune d'esse maglie esistono delle depressioni, delle piccole foSS<)tle; nel Centro d'aJtre si veggono ancora delle .granulazioni libere che vanno qu indi mano a mano èonfondendosi coi cercini enlro cui stanno, ne aumentano la larghezza e li convertono in aree, in picco le piastre. Queste invadono progressivamente toua· la superficie e le fanno prendere un aspello liscio e hiancheggianle, ma la palpebra conse.rva una spesscz.za eji una durezza innormale che è d'uopo comballere in seguito con unzioni sciogl ienti, mercuriali o i altre. (Co11tin\1a)

STORIE DI CASI lU~IARCHEVOLl. 36 CENNO SOPIIA UNA )ULATTIA IIAI\ISSIMA

(Storia letta dal Dott. SOLARO in una Conferenza di Torino). La malattia di cui sono per tenervi paro.la , onorevoli Collegh i, quan twnque non ap[Jarlenga propriamente alla Ml-'dìcina i\l ili tare, tultavia per essere la medesima caratterizzala da un singolarissimo frnomeno e cosi rara ad on tempo da riesr.ire nuova a _mo lti, credo non vi sarà discaro l'udirne un breve cen110. Questa singolare malattia si di1iio, lra a quand'a quando nella .Va lle, di f:,'enr.str-elle, unica ri!gione, ch'io mi sappia, di questi Stali in cui è da10 d'osscrvarl.a. Essa attacca i bambin i genei·almenll~ nei primi giorni del la nascila e si manifesta con vivi prurili aumentali dal cal0re dt>l" letto, con insonnia e con agitazione coutinua : i bambini così affetti rifiutan il sono della nutrice, vagiscono continua· m<-1nle e la loro voce si fa r~uca 11 fioca. Tali son i sintomi con cui suol o!Trìrsi que5ta malaltia i quali, a vtiro dire, non s~mbn.111 esclusivi e caratlt,ristici d'un morbo particolare: comuoqtrn però sia la cosa, i parenli, vista in questo caso riuscir infruttuosa qua lche semplice medicazione ani ispasmodica, dicono che il bambino ha il male della senge ; vocabolo questo c.;hH riel vernacolo di qu('l Valligiani sig11ific\a setole. Allora e:-si non ricorrono già al Medico, ma vanno per uria certa vecchia che la fa da marnmana in quei paesi, la q1rnle per lo più gu,1risce t.ile malattia nel seguente. modo : sfasciato il bambino, qoesta com incia ·a far<}· blande fregogioni con i dili intrisi di sa liva 1 s11cc~S$ivameute sopra tutte le rc;;ioni del corpo sin a che pervenga ad un pnn10 dove sembra di.e il bambiuo sent,rndosi l'r(:gate s'acqueti : allora la vecchia incomincia le sue fregagioni in qucslo-punto stesso, sempre con- i diti intrisi cli saliva e lo co11tinua per qualche tempo: ed ecco che sotto le frcgagioa i stesse talvolta e talvolla

poco dopo ~punta in quel la localilà nna quantità di peli o p~r- meglio dire di corpi a ve11.1i la figura e l'aspello di peli, visibilmoute inlìssi nella cul~ , ora più . ora meno foJ-ti, ispidi talora, varia _nli di color e di lunghezza . n~i var ii. bambin i, i. quali cad.11 110 poi da sè n<li giro di 50 o 40 ore. E si!Talla er11zioni, di peÌi costilui,.;,;e in tale quale modo la crisi (1-<>lla malaltia. ~arravarni uoa dooua che un ,;no !}ambino per: di si!Tallo ' morbo rimane,1do copnto <li quei peli per rnodo da s,•.rnbrarne u11 porcellino. lo sono dlllente che le cir,;o;tanze non mi abbiano permcsrn di fare qu.ilc!1e , sscrvnione microscopica riguardante la natura d1 tl1.,1(i coq>i piliformi, 11è d' i~pezionare i cadav~ri dPi bamhi~1i che perirono : i ,·as i di questa ma· lattia 'che si mostrarono durante il mili soggiorno iu quella V,1 lle nou furono molli ; o seppur ebber u11a tale quale frequenza, non rni ve.uno fatto di vederli lJJ,lli, poichè io quei paPsi per lo pii.1 il Medico si chiama in artieulo rnort-is e la maggiore parto degli ammalati s'affidano piuttosto a Cerre1aui e ad Empirici i quali non mancano nepp,ire là in m.-zzo a 1.piei dirupi. Ondech~ per supp lir al difetto dì osstlrvazioni proprie , esporrò breverne11Le quanto nella Letteratura nostra potei r invenire che aùhia tratto a questo curioso follo pa lol ogi co . Gli Autori clic parla,10 di questa malatti a sembra c:he non siano mo.Ili. Etmuller nel 16l'i 2 pubblicò negh alti di . Lipsia la descrizione d"una p(lrlicolar affezioue a cui andavano soggell i i b~mbir1i: i sintomi 11011 diff,·riscono gran fallo da ,111elli più sopra acct·r111a~, se non èl1<1 c·gli altri· l,nisce 1alc rr,orbo al la presenza di jiiccoli vermi allogati sotto la pelle, mollo rassomigl ianti a peli i quali egii deuominò crinoni o comcdon'Ì, perchè si nutri$cono , a suo avviso, a spese dei bambini i quali fioisco·uo per essere rido tti alla consunione ove quell i non siau espulsi per mezzo dei bag111 o d'altri simi li spedienti. li Sìg. Bnssigno t poi consegnò 11elle Memorie d~lla Soeietà Real-e Ji .Medi1,ina di Parigi ndl'anuo 1776 la descri;,io11c d'11m1 malattia ;inaloga· a qoe lla _nporlala da Etmul lcr. Egli ci riferisce i11 della Memoria che ,1 b_l:goe in l'ro~er,za quasi tutti. i neonati sono attacca1i da un malattia conosciuta dagli uomini del!' ,\ rle cou il nome ùi crinoni o comedoni e d,1gli abitanti del paese.sollo quello ri i cees dm in dialetto Prov1~nz,lle significa seta. l sin tomi ch'tigli rif,,risce son identici a Cjlh.l lli d1'10 d.>01 ad osservar a Fenestrclll', nè punto diverso è il molodo di cura. Di fatto egl i dice che le donne guariS(;OIIO questa malattia _:1:ediante friziou i falle sopra d1vt1rse parll del c.orpo, secondo lo stato dd la rnalalLia; ch'ess.e hanno cura ·di praticarle sempre nello ste.,so senso de;crinmdo piccoli cerchi, ~ che !osto o sotto le fri1.io11i stcs,;e o pOcù dopo i critwni escù ll in l'orma di p1.:coli peli ·neri o rossicc:i , ru vidi, ecc., i quali c.idono poi spontaneau1er,te. Troviamo ancora nel l'Enciclopedia Metod ica un articolo di Brugnièr~s, in c11i l',\utore accenna d'aver osservalo egli pure questa tnalallia in cui vide spuntare una .quanti là di piccoli pelì bigi snl dorso del bambino a!TelLo , in seguito a frizioni . Egli soggiung\l che i bambini allaccali da quesla malauia sono chiamati in Provenza ma,sctons. Secondo Etmuller dunque quei c.orpi pil ifor:ni sareh hero altrdlanli vermi i\ll(lldat r 'iolto la pelle i qua li danno origine ai sintomi accennali e che son espu.lsi con i mezii sin qui additati ; anzi Io stesso E1mul ler giunse per$ino a descrivere quei vermi. o ·i fallo ci racconta come


Quegl'immondi ospili si veggon errare sopra Je ,, uppeessi siao{'I di colo.re cinereo, rnuniti di due antenn,~ , di lellili di casa, sugl i abrli delle persoiie, ecc.; ed è .grande due corna, di due occhi gros.si e rotondi e di 1111 f.,scello ventur-a se si riesce d'useire di . là senza portare con voi di peli sul la coda; siccome p;1ò ossen,irsì nella- figura di qualche reminiscenza . Nè r~ra eosa è rinvenir intiere fa. questi vermioi cli'egl i fece imprirncr ·u11itamentt1 aJ.la Menl'iglie pressn le qu'ali la scabbia od altra cronica malatlìa morra : Il Sig. Uassignot non sembra scostarsi gran fatto della pelle sono ·perenni, poichè i pidocchi e la scabbia dall'opinione di Etmuller circa la natura di quei · piccoli si riguardano come il palladio di loro sa lute. Oltracciò i corpi i quali p~re riguardi e;:·so pure com'e vermini. Dello mede-,imi passano la maggior parte dell'anno ri11l:hiusi. stesso avviso è pHimente il Sig. Ilmgnières che pretende1 in istalle bene spesso assai ristrette, dove uomini, donne, rebhe ancora d'avl're scorto. moviment i in alcuni re·ssi, Ma ragazzi dividono con le vacche, con i porci, con le capre i Pratici geoeralnrnn te hannò fallo giustizia ddle osserval'abitazione, il lello e, starei per dire, la mangiatoia, Cozioni d'Elmuller ed' altre analoghe le quali totle oggidì sono testi angusti ricellacoli servono poi a lutti gli usi della rile!nlle erronee, poichè ben si sa che in quei tempi molti _vita, e lo stallatico che qnivi si va accumulando non esMedici poco o nu lla 'versati uella Zoologia pubblicarono sendo rimosso generalmente fuorchè una sola volta l'anno osservazioni sopra verfuìui rinvenuti ot~i diversi tessuti del vi giunge perciò all'altezza d'un buon metro ed anche più, corpo umano e· che qualche lacerazione, qualche anfratto, · secondo i diversi luoghi. qualche tenue sfimbriatura era battezzata dall'1mmagìnaÈ fac ile l'arguir in quali condizioni sia l'aria che s i Zione c0n il nome d'occhi-, d'antenna, di denti· e via direspira io quelle fetenti sentine e conseguentemente quali · cehdo, e che furono perfino descritti <:ome vermini ~erti ~ebban esserne gl i effelli in tutta l'animai economia , Che cor.pi che tali 110n erano, corn'ad esempio qualche conse questi effetti 1100 sempre corrispoodo11 all 'inll~nsilà della cre1. ione od altra simi le. cagione, ciò debb'a ltribuirsi ai venti ehe gagliàrd i, costanti Me se erronee sono le osservazioni. di Etm'uller e d'allri circa la natura di quei corpi, ~ussiste però sempre il ; ed impetuosissimi talvolta soIIìan in qnella Vallé, i quali rinnovando per siffatta guisa potentemente l'aria, modefallo patologico, sussiste l'eruz ione dì quei corpi pi liformi, rano del paro i funesli effelli tli quelle prilride e manaqua l11 nque voglia esserne la 11alt1ra, fenomeno questo che zioni, di quel l'atmosfora corrotni. Ma non tralasèlano tutnon può rivocarsi i11 dnbbio, A spiegare il quale feno meno, Laennec fn indotto a riguardare quale semplice 1 tavia, le donne in ispecie ed i bambini (come (Jlfe lli che vi sono più pred isposti; , d~l l'assumere gli attributi del affezione nervos" talo malattia dei neonati la quale sì temperamento linfati co; e quindi non havvi cosa più fre· guarirebbe mediante frizioni, ed a considerare quei picquenle che _lo scorger in certi casali giovani spose a carni coli corpi piliformi come. risultant i dalla materia untuosa mull i e come gonfie, a pelle scolorata, ·1angue11ti, ìmbo1.che copre la superficie della pellé; ma teria la quale si zacch itc, e ragazzi e fan ciulli i quali anzichè nell'àurora staccherebbe in forma di piccoli v·el'mìcini per meno di della vita, li di~esli avanzi di sepolcro, e nulla di più frizioni fatte con la mano bagnata d'un · qualche liquido, frequent~ anc·ora che lo s.corgere io ., uei luoghi stessi La spiegazione data da Laennec mi sembra non s'acmorbi scrofolosi di diversa forma, cordi molto con i falli , pero·cchè primieramcote; ove non Dal fin qui esposto duoqne chiaro si vede come le si lrattass.e che di semplice affezione nervosa sanabi le con condizioni igieniche locali siano fav orevolissime all't:ivùfrizioni, mi sembra che 110n dovrebbe poi mostrarsi così luzione della malattia scrofolosa. Ora , se vero è , come rara per modo da essere sconosciuta al la maggiore parle si pretende da molti, che la materia scrofolosa possa dedei Medici; in secondo luogo mi sembra allresi che l'eruporsi io tulli i tessuti, in tolli gli organi del corpo umano zione pil iforme sia ben altra cosa che quei così delli non esclusi i fo llico li sebacei, nul la osterebbe, mi sernbra , vermicini prodotti dalla materia untuosa della pelle, poichil a supporre nel nostro caso che i fol licoli sebac~ii stessi di questi ultimi restano semplicemenle applicati sopra la pelle una data parte ìugorgati, distesi nel neonato da siffalta io tutta la loro este·nsione, mentr'i pri_mi vi son impiantali. materia vi potessero produrre.tulli quei sintom i sopra no, E ad ogni modo anche questo fenomeno dovrebbe mo . lat i, <1ualì sono l'inquietud ine, il prurito, l'agitazione, ecc. , strarsi più frequente qualora fosse il risultamento di tale e che qt)elle fregag ioni che si praticano sulla superficie cagione. Per ultim o, come dissi più sopra, l'eruzione sucdel corpo o per elftllto m(:)_ccaBìco o, meglio, ecoitando la cede talvolta nell' alto stesso delle frizioni e talvolta cootrallilità dei tessuti, siccome osservasi in altre eircopoco dopo; ed in quest'ultimo caso è evidente che non stanze. ne spremessero fuori da lle gh ia ndole sebacee quella potrebbe più trovare luogo di sorta la spiegazione di morbosa materia che le distende la quale così modellata Laennec, iri qnei canalicoli e.scrt'lori, ne uscirebbe per sìlfa.tta guisa Se mi fosse lecito avventurar un'ipotesi, io sa.rei tencome attraverso una uliera in forma di peli i quali poi talo aserivPr l'origine ùi questa malallia ad ~l!ra cagione essiccati cadrebbero da sè, la quale, varrebbe in un tempo per avventura a spiegarne Che questa mala lii a non dipenda da particolari cagioni il più singolare fenomeno. atmo~feriche o telluriche proprie a quella regiooe, ma Per poco che si ponga menle alle abiludini di quegli che sia pilllloslo effetto di qualche altra più limitala conA lpìgiani agevolment.e si scorge che presso molti dei medizione dì località, sembrerebbe confermato da ciò che desimi le cure di proprietà, di pulizia sono l'ultimo dei nel la contigua Valle, per esempio della Dora, essa nÒn è loro pensieri . .Se ·voi penetrate io alcuni di quegli abituri conosciuta, Eppure le condizioni topografiche di queste due vi riscontrerete una numerosissima popolazione nomade Valli sori ad un dipresso identiche: breve è il tratto che che bene potrebbe dirsi col. Poeta : le separa: scorrono parallele dall'est rivolgendosi sensi· Non condusse mai tanti in Grecia 'Xorse bilmeote al sud ed entrambe vanno mettere capo alla Nè tanto il popol fu de' Mirmidoni giogaia ·principale delle Alle Alpi ; e tutt'e due vanno sog Qoanto sopra di lor se ne scoperse.


geHe per ciue,to i~o,fo agli stessi rnnti ed alle stesse atmosferi1Ihè vicend,} .. La sola <lifforenz-a appreuabilo fra le

due conti11gutl Va ll i consiste otll, livello, essendo quello del Chinvnt; dell'altozza di tese 905 a Ferfostrelle, mentre quello del la- O,ira s,ir~bbe solo di 59"8· ad l:".xilles é di 257 à Susà. Co:;iffatta ·diff,,re11za di livello · dtlhhe nec'essariamtlnle indurne un'altr.i a ,;;ua posta nella vegetazione e nella natura -del Sll'>lo, la quale <li fatti è sensibilissima; gia<'chè mentre il Jarictl e l'abete cos1i1uiscono pressochè i soli alberi d'alto fusto che popolan i versa,nti delle mou· tagne della 1wim~ (ove non siano nude roccitl ), si vedono all'opposto ogni specitl d'alberi fruttiferi vegt•,tar 11011a se· conda. Ma c_h iaro apparisce che tale diversità nella vegetazione non avrebb'inlluenza alc1ina nella gemlsi della malattia in discor.;;o, se si eol)sideri che -in, tulio il ri,111arrente òi questa Valle dl\l Ch isone, corne pur in al1re Valli del re.òtO del Delfìnalu, di cui le condizioni topografiche sooo dovu nque le s\esse per Oì:(ni riguardo? ma in cui pcuò uon si trovano qtiellc abi tndini di trascuratezza, di !pOroizia e di sucidume chci risc tintransi nei dini,,rni di L1 eneslre.lle, 110;1 osservMsi mai caso di questa malattia. Questa altro11de non è che 11na sempli ce ipoiesi la-quale io li beramente esposi, perche mi sembra no11 rip~q;nante ai fatti. lo non mi d1,,imulo pJrò drn quat'd'a nche mi si voglia me nare buona siffalla iµote si , rimarrebbe tuttavia a spit>garsi come per l' influenza di c3gioni l'nergiche bensì e cost,inli, ma pure. semprn comuni s ian allac1:ate . par1i ·~peciali o, per meglio dire, ve11g:i ~ sviluppar~i una mala11 ia di forma speciale, affa 1to in,olita ed esclusiva a qnella regione; quis1ion tl questa che un itameute a qualche allr a ana Ioga 'formerà fo r,e i! soggetto d' a!tra ~frmor ia.

l\ELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (M ese di marzo . 2a l'ornata) . 'fo1mw D<>po la lettura ed approvazione del processo verbale dell'antecedente Tornala, non esseufovi (lr,(ornenlo di discus. sione all'ordine del giorno il Presidente invita il Doll. Solaro a comunicar il suo Cenno sopra una malattia rarissima, propria dei bambini uella Valle d1 F,ineslrelle e conosciuta presso quei Valligiani con il nome cii senge o setole. Con la lettura di questa Storia ha fioe ia Seduta.

GENOYA. Il Mcd. Div. apre le Seduta esternando la sua soddisfazione per il lodevolissimo modo con cui i Medici Militari suoi subordinali, ciascheduno nella propria sfera d'azione, attesero ed attendon al compimento J ei loro dovor,i , ed animandoli nel medesimo ter,npo a continuar in av venire con pari zelo, carità e tn telligenza in opera così doverosa e filantropica , lor assicura che per questo mezzo non potraò a meno di compiutamente soddisfar aile inteuzioai di chi presiede à1 C<J rpo Sanitario-Militàre ed ai giusli desideri i d'd Govarno e della-Nazione. Dopo queste con~ratuhziooi e raccoman,lazioui il medesiwo Med. Div. propone si veoga io deliberazione iutorno alla norma generaìe da seguirsi p:i,· riguardo alla lettura delle llfomorie ed alla conseculiva l<Jl'o discu,sion ~. Ma avend'il Segr~tario D->tt. Mazzi fallo notare ch'il metodo già praticato di legl{ere le Memorie i.o una Seduta pe1· discutei'le nella susseguente, noo aveva ancora dato luogo ad inconveniente per cui fosse il caso <l'adottarne un altro, propone, e l'Adunanza conferma, che si conlinu,i nel medesimo sistema. Il Doli. C.ipino le~g,i io seguilo una S to ria ds febbre'perniciosa apoplettifonne, guarita la mercè d'opportuno Ìn~lodo antiflogislièo ~ dei ctlioo1dei; ultimata la quale lettura la Seduta fu ()ichiarata sciolta. ALESSA.NDRIA, ApprovatQsi il pro~esso verbale dell'antecede nte Seduta ortlioaria, il Presidente 1uvi~a il $eg~etario a d_are Jeltura del process" verbale relativo alla Ct1ofereuza straordmana che ebbe ltrn~o ai 1 di marzo in 'cui il D() tt. Melogno dirjg,1nte la Se· zioue dei fèriti riferì cornè verso le ore IO antimeridiane del medesimo gwrno, essendo di Guardia il Dolt. Sltzfa, era trasferito

allo Spedale·il Soldato Pietro Guidobonp del 9° l\e~g. Fanteria il quale'menlr'era di fazione àH'Opera di f'alen:sa rilevò una fe• rita nel braccio sinistro per sp'aro del proprio fucile, su la bocca del quale teneva appoggiato il medesimo bracQio. Notò i~ Dottore Melogeo in questa Re lazione com'il proietto penetrò circa due pollici sopra la piegatura del gomito nella pari~ interna del bicipite ed uscì verso la metà della parte esterna di detto bracci-0 lacerando le soprastanti par.ti molli senza lesione dell'oss_o ; comi l'ioformo nell'ora del suo ingresso nello Spedale offrisse sintomi nèrvosi con avvilimento sommo delle forze; come finalmente il membro.fosse molto dolente e caldo e com'in nessun modo fosse sepsibile la pulsazione delle arterie radiale e cubitale. R,iferì ad n-llimo il Doli. Meloguo ch,~in seguito al Consulto tenutosi al letto dell'amq1alato cou i Medici di llegg. Dotlori Capriata, Vaglienti, Dupont e con alcuni tra li Medici di· Balt, si decise dovere contiouarsi la già falla applie,a;iione Jocale dei bagni di Schmukf'f, rimandand'a lempo op'portun,o la legatura del• !!arteria omerale la quale dalla direzione del tragl~lo pe1:c.orso dal corpo feritore poteva sospettarsi lesa nella sua integrità; dovere tenersi in pronto il Tourniql(et per applicarlO:qri-ando ne fosse il caso; ed i'n fine do-veròi per.alcuni giorni comandare di G,uardia dae l\fedici di B:itt. i quali avesser ad invigilare continuamente, e.li giorno e di' notle l'andamento della ferita. U/fimata:si la leHura di queslo secondo processo verbale, 11 Presidente dichiara libera la continuazione della discossione inlurn-0 alla cancrena, roa non essendovi chi prenda ulteriormente la par9.la l' Adunanz-a•è dal Doli. Capriata intrattenuta con la letlara d'uo suo Scritto intitolato Genesi dei t1A111ori in genere. SCIA.MDERÌ- Il f. f. di i\ied. Div. c9néede I~ parola al, Dott. Tunisi per risponder alte obbiezioni stategli rooss,e nell'antecedente Tornata ìntorno al su.o Scritto le febbri periodiche messe a confronto con la febbre· continua. Persiste il Doll. Tunisi nel r.tconosccr una nat ura identica· nell'irritazione e nell'infiammazione, riconoscendovi solaroenie caratteri ditfei•e.nziali relativi al grado ed all'intensità della matatli'il. L'irritaLione, dice il Doli. Tunisi, percorre ordinariamente varii sladii -prima d'arr,var al suo apo· geo, d'.onde l'irritazione semplice, la congestizia, l'enwrragi.c a, l'infiammatoria, ma il periodo continao e necessario che vori:ebbe attribuirsi all'infiamma.zione appartiene piuu .. sto ai vaçii esiti i quali non debbono confondersi né con l'irritazione, nè con · l',iofiarnmazione. Non mancano, egli prosi!)gae,negli An11,ali della Scienza esempi i d'inlìamrnazioni periodicbe, citali da Auton ce'ebri e degni di fedP; cosi Morton ba osrni:valo uu ottahnite che r iproducevasi a giorni alternati e vVansviellen, Pac~hiom e Torti curarono pleuritidi a tipo terzanario: s'osservanl) parimente irritazioni leggìere da cagione traumatica le quali non cessano, rimossa anche la cagione, com'accade d' alcune ottalmie e del flemmone da cagion estel'fla. Nè meglio v·ale la descrizione. che ci daono ~li Autori dell'ir1'ilazione e del!' iufia.mmazione per defi. nirne la natura e le differenze, poiLhò in Pi nel, !in Grisolle ed in Andrai 8i leggon enumerali gli stessi sintomi tanto 1>er la gastrite, quanto per la febbre gaslrica. Pi·osegocod'il Doti. Tunisi si fii a descriver i sintomi della febbre conlinua e della feb(!re intermittente ·e paragonando le esacerbazioni della prima con i parossismi della seconda ne inferisce per entrambe la medesima natura e la medesima condizione patologica: Talol'a, egli. dice, una febbre continua si fa periodica, talor una febbre remittente s'assricia come sequela uoa malattia visc,erale la quale non ce~sa finchè sia tolto l'elemento periodico.lo appoggi.o di_ques~'asser~io: necilai! C'aso della polmonite osservata nelle Sale d1Med1cma 11'1 ca1 li sintomi nrn cessarono finchè non fu somministrata la china. Il Dot.t. Boltero rispondendo fa notar ;1l suo, Collega eh~ nel caso da lui <<ilato trattav~si ci'nn ammalato tocco da febbre rntermillènte ostinata. da varii mes.i e più volte recidivata alla quale s'aggiunse accidentalmente la malattia di petto che richiese pi~ salassi ed era già. affatto superata q1iando ~opravve~u~ la recidiva della fcbhre intermittente contro d1 cm si somm101strava la china. A ciò obhiettand'il l>otl. Tunisi 9he la malattia peltorale poteva esser anteriore od associata e perciò c~gione prossima della f:ehQre intermiUente, il DJll. Bottei:o soggiunge non ,con: st·ard!i chi IL;Jmmalato i\1, questione· avesse solforte malattie di pett~ prima df}ll'ullimo suo ingresso nello Spedale; c?o_starili in vece che <la più d'un anno andava soggetto a febt:,r1 mlcrm1ttenti gen uine, . . ,. Chi<-sta la parola il Dolt. Costanzo prcm~tle _no':1 ave~ egh I intenzione di combattere partitamente 1 vani pnocipu d ona Dottrina che mette nelle viscere irritate le più belle prerogative dell'iutcliicrenza · non potere però 1rallenersi dal confessare l'ie1 scirgli i~espn'cahile la mancanza di dolore nella gastrentcrile e per niente sodùisfacente là spiegazione c~e di questo fenome~o dà i! Dt>tt. Tunisi su le tracce di Broussats che lo vorrebbe dipendente dalla ma~1c~n1.a di,.ne_rvi cerebro-spinai( i quali si diramin alla mucosa 10bammatoria. Ammettendo g1_!JStameute n_cl tubo gastrenterico la distin:iione anat';,mica delle membrane m peritoneale, in muscolare cd io mucosa , il Doit. Cos)anzo, nor~ cre~e che nello stato patologico l'infiammaz10ne nspet11 po\ tanto' i 'confini dell'una' o dèll'altra membrnna ed , ammettendo


~04 ancora con Broussais cbo i nervi ,cerebro-spinali arrivino selasegue di Commendatore della Legione d'Onore l'illustre mente alle lilembrane.pcriloueale e muscolare, sostiene tuttavia Prof. Commend. Alessandr"o R1heri, Senatore del Ileoo 00 , cbò la mucosa tultochè solamente innervala dal tdsplancnico, Presideole del l~o nsiglio Superiore Militare di· Sanità e per le molteplici :inastomosi Jei nervi della Yita vegMp.t'iva con quelli della vitaanimale,possa, quand'è tocca da infiammazione, · Medico di S. M. il Re Vìt1or io Em~nuele ll feliceme11te manifesla1:si con sensazioni d.oloro1e, se pure nello st11to patoloregi1ante, dimostrava al Piemonte in qnale stima e congico oou basta il nerrn trisplancnico stesso a trasmettere le impressioni doloròse onrn alla barriera ,!_ei 1-(anglii. In app_oggio di siderazione tenga u1H) dei più chiari ingegni che illustrano quest'ultima ipotesi il Dolt_. Cost\107.~ cita l~ speneuze,ctr .Mag~ned onorano la ì\lfodicina e la Chirurgia in Italia, drc dalic qo~h risulta che I ne.rvn le1 sensi_esteru1 , I oltattono, l'acustico ccc. comunque. taglmt1 e lacerati n t.n prodos~ero do• Pochi giorni dopo, l'~ccademia lmperìalo d i Medilore· cita '.1nthè i fenomeni dtill'elcrizznione, della cloroformiz·! ciua di Parigi abbelli va di peregrina luce la gloriosa dezazi/,ne è d'alca ne ~ostanzes,ilenose 11arcotico-acri, i quali manifestantisi con la persislenza del senso tatto e con l'abolizione corazione confertagli da Napoleone Hl e giusta i I nuovo del dolori!, provano che altri nervi oilr'ai. ce~ebro-spmali sono riordinamento organico dovendo sceg.Jiere selle Associati destinati a lrasmetlt'r al cervello le sensaz1on1 dolorose. Stranieri fra i ventuno cand idati stati pre~i dai più emiRisponde il Dolt. Tunisi che le spericnze d'ete_rizzaziooe più volle pralicate'sa di ~e m,,desinfo l'inducon ad abbracciare cou nenti Medici e Ch iurghi di tulle le Nazion i, nella sua Se il suo Collega la Jislim.ione dell'anestesia ( mancanza di senso} duta del 1° mar·to 1855 procl.amava ad A ceademico Stradall'analgesia (mancanza di dolore)' ma dislioguend'il dolore provocalo dal dolore .spontaneo tìglio dell'i,.fia11:1mazione, egli niero chi colle sue opere instanrava io Piemonte gli studii so~tiene che quesl'uilimo manca nella _gastrentente mucosa,.se l\1edico-Chirurgici e·con franca e sicura mano gettava le pure non voglia cbiitmarsi dolore _un'rncomoda _sensazione. d1 vere e soli de basi ùel Corpo 8anitario-M il itare. peso, di compressione <(di dislend1mento ~!la reg)on ep1gas.trica la quale concede esser rntollerant~ alla pru lc~g1e!·a pressione. « Queste due belle onorificenze, l'una data dal Capo Le autossio continua il Doli. '1'001~1, avevano g1a dimostrato all'illustre l\fJrgagoi c<lme la suppurazione e la cancrena possano d'una grande Nazione e l'altra .dal celebre Con,essoMeordirsi e consumarsi seni'ombra di dolore; e questo manca gedico Parigino e meritamcnie commendata dai giornali pa neralmente nell'enèlocardite1 oell'arlerile, nell'epatite parenchitrii ed esteri, trovavano un'eco vivissima c.!'e::;ultanza matosa ed in allre iofiammazion; viscerali oppure .se il dolore esiste ess<l è così leggicro ed ottuso da passa,, mosser·,ato, come nell'animo dei Medici Militari i quali, vollero con una di nella ga·strcnterile mucosa. · . Il Doli. Sclave.rnni impugnando direl!amen!c le basi della Dot- !·I mostrazione solenne e del pari_ digni tosa fare ce>noscere trina Fisioloi;ica sostiene ùoveui distingue.re l'irritazione dalla che gli onori compartiti al medesjmo tornano ezia ndio ad iofiammazi one le febbri continue dalle intermittenti e le febbri onore del Corpo Sani ta rio ch'egli con tanta sollecitudine esseilziàli ne! s~nso dei Moderni dalle febbri siutornaliche. Di dir.ige ed a cui consacra tutte le più assidue cure. quesle varie forme mor~ose egli spiega l,1 patogcnia e la cagione prossima formandosi specialmenle a dimostrare la natura delle " Alieno com'eg li è per natura e per abitudine dalle frafebbri interrr.iltenti ed appoggia la sua opinione ~u i criterii diagorose dimostrazioni ch'il Corpo San itario dapprima si prognostici de;unti dall'origiM, dal decorso , dai s ntom1, dàlla cura e dagli esili di queste fobbri messe u.lJ,aragone ~on !e conponeva di fare, risolutamente vi ~i oppose; ma pressalo tinue, sinlomaticbc d'iofiammazione. Uu rn!iommazione, sogdalle più calde e reiterate istanze e so lo consultando il giungo il Doll. Sclav<·rani, che foss'io rapporto con l'intensità dei parossismi delle fobhri iutermitttmti , dovrebb' essere grasuo cuore, non volle privarsi del più bel ·piacere 'C he a vissima e proutamente disorpanizzatrice; ora l'apiressia che rnol'lale sra conceduto' cioè di beneficare chi n',è biso . succede spontane,t al lul)lollo ·;1e.H'acc,,sso e!,, guarigione della • gnoso, dedicando alla Società Mutua dei Cullori dell'Arte febbre intermittente i;be perfetta e radicale s'opera qo.asi per incanto ,dopo la somm inistl'<1zione di pochi grani di chinina, Salutare le ohfozioni che ~olenlerosi gl i UffiziaÌi di Sa <'Ome mai _polrebb<! c,mdliarsi con gli a1tribu\·ì e;sseuzìali dell'innità ~:lilitare ~ve,a no divisat.o di Lribu!argli . fiammaziòne, con le lcisioni materiali che l'accompagnano e con gli esiti che la conseguono ? « Raccol te le somme dei Medici Militari di tulli gli Spe,Il Doli. Crema in -appoggio cli qnesli principii si fa ad esamiciali e Presidi i dei Hegii Stati, ed ascendenti a lire 850, nar il metodo di cura pt!Ofieuo nelle febbri intermittenti e fa riflettere come gli ;1mari. i tonici, i nH vini, l'oppio, ecc., non faio m'aveva quest'oggi l'onore di presenlarlt- al prelodato rebber altra cos::i fut1rchè esacerbate l'infiammazione, supposta Sig. Presidente come la vera espressione d ·esultanza e di cae:ion essenziale di d,ette febbri. Al Doti. Tunisi che risponde ossequio che il Co rpo San itario Mili tare di Terra e di il Prof. Dclchir.ppa cor,Jr in Pavia le febbri intermilleoti con il salasso e sen,za chi11a, il Doti. Crema risponde ch'ell,li non mette Mare col mezzo mio allestavagli in questa memorabile in dubbio il fallo, ma dubita 1rat1arsi di febbri periodiche vernali. circostanze. Dopo alcune riflessioni fai!e n~I medesimo senso del Presidente, l'ora essendo tarda è dichiarata sciolta l'Adunanza. • L'offerta riuscivagli grandemente .-iccella conciossiacllè vi scorgeva un; conYenevole e per lu/ carissima testimonianza che i Medici Militari. porgevano d'u,nione e e di fratellanza ai ~fodici Civ ili, ed i11 segno del suo gra di mento vi aggiu ngeva gcuerosamentc1 lire 170, destioandò lire 600 per la mutua Societa Medi-ca di Torino e BOl,LETTHNO UFFICIALE lire 400 per quella di Genova. ,, Pertanto a compimento della mia missione mi credo Yariazioni nel Personale Sanitario-il'lilitare. in obbligo di dare la dovuta pubblicità ad un allo .liberisl i Doti.. Chi -ffredo Menardi, Mcd. di Regg. nei Cavallegsimo ed unanime cli riverenza e di stima dei Medici Migieri <l' A !ess~ ndria, ammesso a fare valere i litari verso il loro benemerito e chiarissimo Presidente. ti10Ji alla ginbi'lazione. • Torino, ìl 4 d'aprile 1855.

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PARTE SECONDA

" Il Medico Divisfonale

RllISTA DEI GIORNALI Leggiamo nella Gazzetta Piemontese la seguente dimostrazione del Corpo Sanitario Militarn al suo illustre Presidente per le onorificenze ricevute dalla Francia : « S. M. l'Imperatore dei Francesi nel fregiare~deUe in-

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J)o!l. t\NTONIO CARNEVALE - ARELLA. »

Il Direttore· Dotl. COMISSE'fTI Med. Div. Il Vice-·Direttore responsabile Dott. Bar. de Beaufort lii. Il. Torino 1852. Pelazza, Tip. Subalpina • via Alfier-i •H.


N.~ 39. -

( agli 25 di aprile 1853 ) __________________________

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__ ANNO __ __II.___

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GIOUNALE DI IIEDICIN AIIIILI1,ARE DEL CORPO SA.NITAiUO DELJ~'ARffA'rA SARDA

L'associazione non si riceve ciw per un anno e comincia col 1" d'agosto. il Giornale si pubblica nel Lunedì di ciascheduna settimana. PREZZO O' ASSOCIAZION.E

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L'abbonameuto debbc paga rsi per semestri anticipali. Le associazioni per i non rnili!ari ricevoosi alla TIPOGRAFIA .SUBALPINA via A!lieti, num 0 24. Le lel\e1·e per abbonamento a~ Giornale debbon esser a'ffrancat~ ed ac! , .. pagnate d:1 vaglia postale. t • Dott. BALt!STllA : Relazione soll'oltalmia che , cardi o· capitale o cen orgasmo vascolare a bitnale, oppure dominò nello Spedale di Genova l'anno 1852. - 2° Dott. TAP· . sprovvisti di quella sodezza di tessuti" che suole comparP.\RI: Stringimenti urett·ali con incrostamento calco!oso allire un po' di· cpiscèla di temperamento bi lioso. Tali erano l'uretra prostatica. - 3° Relazione delie Conferenze ScienValle ' i. Furieri Gatti ed Armoino , i Soldati Felizzali tifiche. -·- 4° Boll!)llino Officiule. - · 5° Rivista dei Giornali . Pittaluga, che notammo Lra i mala1i più difficili della ScScientifici. · ziooe. Nei soggetti di simi le l_e mpra conviene sin da principio, quando si possono presagire , insistere nelle sollr~zioni di saogue, nei rimed ii deprimenti, nella tenuità della di~ta; ed anche in appresso far di frequente a questi mezzi ritorno alla mt:noma minaccia d't!oa qualche riaccensione. cerca del resto di ev itarla lascrando in diRELAZI O?i'~ su1.1.'orr,H;M1A CHI!: oomNÒ ;,{EL LA GuAt1l'!1 sparte le cauterizzazioni troppo· ; isenti!e ed alletJendosi GtO NE o i G1n,ovA ; .' .H,No 18ll2 (1) invece alle sosla11ze più stipliche ch e caustiche, come il lau dano, il solfato di rarne, i cilindretti (!ella dal Me<l. di Uegg. Oolt. IIALESTJU in una Conferenza . del Oesmarres ) i qnalì ultim i specialmente sperimentai i'o 1ali circostanze dello Sp<lda!e di Cagliari). utilissim i. l'rattamento ·(2) della malattia. A parte siffatti casi eccezionali, .. io non fui so lito e non ebbi .ma·i bisogno di spingere mollo oltre il sislema antiTali sono i morli più fr~qucnti di comportarsi delle flog istico. Alcuni giorni di dieta, due o tre salassi, qualche gra1111lazioni per avv iarsi alla guarigione. Essa è tauto più applicazione cli mignatte alle apofisi mastoidee e presso pre.stameole e s1abil rnenle ottenuta, quanto maggio r e e. più gli angoli esterni degli occhi, un qualche purgante salino, costante è la tolleranz!I de.lì'ammalato- per la. cauteriu:apochi grani di stibio o tii calomelano, raramente dei ve. zione (~ quanto più questa si p11ì1 con forza e frequenza scicatorii fu qo~nlo ho dovuto geueralmen!e impiegue 3ia rinno vare. Ma s'incon trano sl'orlnnatamente certi indi,·idui ali'arriV(1'tlegli ollalmici ~li'Ospedall\ sia per le esace rbache per l' irrilahililà della loro lìbra, pel lo ro speeiall.l modo zioni nt'l lc qnal i essi talvolla incorrono ; e credo che sad'..essere e di senlire non f)Osson11 as,olutaruonle · né in pendo ·coraggiosarncnle e c,l!Je dovute avvl\rlenze valersi principio, ne\ in l)rogresso della cura l·nllerare una caule· della cauterizzazio11e , si possono per lo più risparmiare _ rizzaziooe d'una qualche ellergia . Tosto oe risentono dei qnel!e numerosissime sollraziooi di sangue che si sogliono dolori ar:erùissim i , le pal1whrè se nP. tumefanno enorme; da Laluno prodigare. Esse non valgono a sanare la malatmente e ne' segue una riaccensiorHi della OogMi sì intensa tia, perchò non possono far scomparire le allerazioni orda necessitar talora sott razion i di sangue e da lasciarsi ganiche, suo prodotto quasi costante, ma possono in vece pur anche dietro delle granulazioni più marcale. Contrasphigare s ull'ematosi e sul l'intiera econom ia di certi inriamen.te a quanto nella maggior parte degli Aulori si legg(~, dividu i una perniciosissima infitieoza. , simi li r:asi non mi si presentarono per lo più in sogge tti è attenendom i alle tisposle viste curative che Egl i si di temperamento linfalico o decisamente scrofoloso; che ebbi I~ ,fortuna in tullo. il periodo cli quallro mesi , cluanzi vidi molti di questi tollerarn egregiamente le caole rante cui rimasi incaricalo di una numerosissima Sezione rizzazioni più ar<lite,profond(i eri andar assai prestamente rii o.on perdere on s9l0 occhio. Ebbi anzi la d'ollalmici, a guarigio ne. Le maggiori d ifficollà le incontrai in indi consolazicrne di po ter restituire al Serv izio qualc,he individui esuberant i di vita e d'umori, di costiloziooe robusta, viduo dei cui occhi già si dispeiàva ; il Sergente Cha rles, · di temperamet:lo sanguigno; specialmeol(J se con abi 10 ad esempio, afl'e~lo da panno vasco lare assai denso con albugin i estese a II a maggior pari.e d'amhedue le cornee, (!) Continuaz. Ved. n° preced;nte. in cosi-goenza di granulazioni volum(nose con lracoma (2) Nel N° antecedente·in vece di cause leggi trattamento, ecc. so~rMARIO. -

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'PARTE PRUIA

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man:allss1mo delle palpebre superiori . La cauterizzazione monelli. Entrò egli nei primi giorni di. giugno nello Spe ·insistenltl e le -blande frizioni sulle palpèbre con ungueuto 1 dale con ottalmia minacciante la purult>nza dell'occhio simerruriale dissiparono il panno, assolligliarono le albu- ! nistro. La cauterizzazi~ne ed alcuni salassi frenarono tosto g ioi e miglioraron~ talmente Ha vista che · ìJ•Sergente ri- _ l'oltalrnia che dopo 5 o 4 giorni par.eva quasi terr:ninata. ·1111niia!1do al congedo di rif:onma già stal(tg'li co.ocesso ., :Ma la risoluzi0l1e 0011 -fu coinple,ta., le p.a'lpebre r ecstarono lumi!le, la conginntiv11 si ffece anzi 'dopo qualche 'tempo preferì dopo due me-si ·cir'Cl!. •di ·èura cli riprendere 11 (11'0 · prio servizio. t'~guale fortuna non potei avere .in aÌtri inpiù turgida senza però alcuna . sensazione dolorosa. A dividui die provenivano dai Quarlieri o da altre ~ezioni, malgrado di lotti i mezzi adoperali, vidi sotto i miei stessi portatori già III alcuno degli organi rlella vista di alteraocchi vascohirizzarsi la cornea, beochè le granulazion i mai zioni troppo gravi e superiori a I polr.re· cleW Arte salutare. non si facessero nè molto pronunziale, nè dure. !o credo un tale accidente dovuto più al temperamento em inenteTali individui sono : il Caporale Goslino del 1 i, 0 Hegg. che trovai nell'assumere la Sezione affetto da ollalmia mente sanguìgno, di cui era dotato l'individuo ed alla mollo ·intensa con pan110 cli tutta la metà sup<>riore della abitnale accensione dei SUO volto che allo stato granellOS(\ d'altronde poco marcalo delle palpebre. Nel che mi concornea dHstra, crepaccio di questa verso il centro, prociòcnza dell'iride, sinechia anteriore e sinizesi ·qua·si cvm- I ferma l'osservare che la vascolarizzazione non si trovava ple:ta. La cura istituita domò la flogosi, assottigliò iJ panno, [ in lui , come quasi constantemente, li mitala al segmento fece quasi scomparire là procidenza dell'iride ma non potè · - superiore della cornea, ma era uniforme su tutta la sua superficie quando lo lasc:iài (1) al 1" di ottobre nella Serestituire a questa la sua r1osizione colla· ?Ila apertura puzione che, come già di,\si, aveva r idolltl ad una quarantina pillare, e !"individuo dovette essere riformato.Trovai pùre d'ammalati di · cui due soli ed anche 11011 gravi, che fosne lla Sezione un Tamburo del 5o Regg. affello da grossa pr·ocidenza dell'_iritle dell'occh io d<>s'lro con sinechia e sini- ' sero ohbligati a letto. ùsi irnperfella . . te grosse e dure granulazioni , causa di A11damento fitturo d~lla malattia e miS1lre taH guasti , mi~liorarono assai sollo il lraltamenlo, come a prendersi. pure la proci'deoza che fu un momento ridotta al livello Avrà l'ottalmia ce>ntinua to a decrr.scere? Pnossi egli della cornea. 1Ma i disordini dell'individuo congiunli al la sperare che abbia presto a scomparire dal la Guarnigionl'? eminente dicrasia scrofolosa da cui era sempre stato berSon lungi dallo sperarlo, persistenti •tuttora le cause che sagliato, e di cu·i por1ava lutto a_rtorno al collo delle larla gennano e la favoriscono . .Persi-stono ad esservi presso ghe e deformi traccie, rich,iamando di trallo in lrallo i Corp i dei granulati : i , non ho fiducia che nessnno t.ra l'urlo flogi$tico all'occhio, r innovarono la procidenza che quelli che già vi si lrovavaao abbia P.Otuto sottrarsi al le non potè più essere intieramt1nte ridotta. visite praticale; iJè potrei asserire che ness'un granulato Alla mia Sezione passò il Carabiniere Cantino, perduto sia_ più uscito dall'Ospedale, sia perchè due erano le Segià l'occhio destro per gravissima irido-coroidile sifi litica zioni , sia perchè neppure dalla mia, malgrado· ogni mio che aveva dato origine a voluminoso stafiloma sclerotiimpl1gno, non oserei cred1~re che veruo residuo di gram1ca le. li tratta'._menlo antivenei-eo iost ituilo con ,rnergia e lazio11i non sia sfuggito. È uopo a tal prope>silo .ripetere proniezza impedì l' irnrninen le scoppio del l'occhio, ma G'he giunge durante la cura 110 momento in cui conviene questo cadde nel l'atrofia (l ). cessare le cauterizzazioni , {quantunque la coogiuntiva -PasS'arono pur11 al la mia da altrn Sezioni un'ollalmia ancora non ~bbia acquistata quella superficie pallida e li- . vaiuolosa , in cui delle pustole già avevano distrutto la scia che le è propria : poichè ciò che resta dfllia malattia maggior parie d'una cornea ed 1_111'o ttalmia prodotta da cammina da sè verso la guarigione e si cor.rerebbe il rieruzione erpetica che aveva lasciato sopra quasi tulla una schio di ri tardarla insistendo io una inutile med icazione. snperficie corneale una spessa àlbugin e. . Non ~ernpre faci le è il giudicare, qnando ;ia giunto un Questi soli fùrono i casi che ehbero un r isultalo poco tale momen to, ed è talvolta necessario di star per molli farorevo le e come si v.ede nessuno di essi fu sin da giorni ad osservare se una qualche granulazione non ripr incipio nel la mia Sezione: d'a ltronde tre sono estranei pullu li per ·avventura . Ora il trattenere dHi convahiscenti all'ollalmia bel lica e dovuti ,1cl aff1,zioni gravissime, quale per si lungo tempo nell'Ospedale senza ché siano pili sot111i'impetigine, il va iuo lo, la silì lide costituzionah1. toposti ad ~lc:un trattamen,10, oltre al riuscire ai medesimi 'L' alteraiio11H più grave e durevole che sia avvenuta in d'intollerahìle noia, torna pure di grande impaccio per gl i individuò enlrato direll.ame1>te sollo le mie ·cu·re si fu la Ospedali che non sono generalmente ,Jroppo spaziosi : è v11s'colarinazione d'una .cornea del Caporale Tamburo .Aiperciò necessilà il lasciarli uscire , incerta tuttora .rimanendo la perfetta ,gna rigione. • '(1) Quest'affezione fu singolarissima per molli riguardi ed il Per cv itarr l'incori veniente di lasciar tosln rientrar.e Doti. 1Perelti, distinto Med. dj Ball. che mi sussidiò continuamente nelh Sezione colla sua ,opera e co' suoi !ami, si protali individui in mezzo alle loro Compagni,,, i.I .Med. J)iv. pont, di farla conoscere ne' suoi particolari parimenti che altri a-veva dalle Autorità Militari otlenuto di poterli in vi are per casi mollo notevoli che ebbimo oc'casione di osservare ed in cui alcuni .giorni .in permesso alle proprie case. Ciò venne abbiamo ottenuti i risultati più soddisfacenti. Talè fa il caso del effettivamente p.raticato per un numero considerevole di Soldato Viglino che ebbe ad ambi gli occhi dellé ulcere corneali peneh:anti nella '~amera anteriore,e che ne ·risanò, integra rimanendo.la Nisla : del Capòrale Voletti che ebbe la stessa fortuna (1) li Caporale Aimonetti, che appartiene al 18• Regg: è o.ra dopo gravissima ,otlalmia purulenta con crepaccio alla eornea .e di-nuovo. sollo le mie cure i::ello Spedale di C~gliari, e come no.n procidenza voluminosa d<'ll'iride; del Soldato Delorre che venne si è fotto ch(l poco versamento fibrinoso tra le lamine della cor· liberalo da uo!oltalmia dolorosissima cbe già durava da lungo nea e la vascolarizzazione va via decrescendo , non dispero di tempo e che già aveva p1·òdotlo uu panno denso, scarlatto su restituirgli per' iutiero l'uso dell'océh-io sinistro: il destro è fo. tùtta 'la superficie d'una cornea; ed altri parecchi. lierament0 ·sano.

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307 tssi, .con iauta maggior premura, che i vantaggi d'un'aria libera ,Jl pura , 1lell'aria Batale, servono U)irabitmenle a favorire quella perfetta guarigione che si sta attendendo ed a rin[rnncare pur anche la sah1te general,i di molti.fra i conv11le,tonti. É esser,ziale però di avvert•rc che simili ·pern,e5si , per riescir vantaggiosi, 11011 debbonsi concedere che dopo un tra.llamento ~bbasta111.~ protratto· , e quando più non esiste che un po' d'iniezio1,e od .uno slalu d, leg· giero rammollan,ent() della co11gi11ntiva. Poich& se si acC'ordauo quando ancoru esistono decise graou'lazioni, oltre all'essen• inulìle per i Soldati alfetli (ebbi frequenti occasioni di persuadermene), possono r iuscire mollo perniciosi alle loro famiglie , come estesa e dolorosa esperienza ne ft';ce nel 1857 il Belgio. Ben_chè mi consti da quanto m'asserirono i Col legh i di Servizio nei Quartieri, che genera i.mente gl'individu i da me trallati ed in via.ti quindi in permesso, rientrarono veramente guariti e non Bbbero più a provare veruna 1'ecidiva, nnllameno ciò potè forse non verificarsi per lutti e taluno ha forse potuto riportare nella Caserma delle grl!· oulin:o,, i che consr.rvano il germe d'ell'ottalmia. Né venr:e del resto sollratto l'altro fatture di q11e-sto morbo, le catlive condizio11i cioé dei Quartieri della Guarnigione occupali nella Ciltà ; così che <lata la· presenza di , alcuni gra nu'lati, inevitabi le riesce .la d.iffusivne rlella rnalallia, tanto più presso Reggimenti ove -tanl i uomini già la soffer.sero, e si trovano perciò tanto piti_ rnscetlibili di sentirne di niiovo gli effet ti , non trallandosi d'affezione di cui on primo attacco f>reservi dal secondo, ma precisamen te all'opposlo. Onde è che l'individuo, e,z,iandio radical~ente guarito, pnò subire nnova infezione e presentare una nuova oftalmia che creduta continuazione deÌ l'ahlica, è tanto più lamentevole perchè alln a far perdere all'infermo ed al Curan te la lìducia <lei mezzi dell' Arte. Sarà dunqne impossibi le di liberare l'attuale Guarnigione di Genova e l'A rmata dalla pervicace malallia in questione? lo lo credo possibile, ma credo altresi cbe per raggiungere sì desiderevole scopo convenga procedere con molla maggior alacrilt1 e persistenza che uon siasi sin qn i follò nell'auivar.ion e di molle norme ìgioniche in vari i !empi già sn[,tgerite e prescritte, come e2ia11dio all'adozione di altre misure non meno importanti e forse più efficaci a Clii sinora uon si è posto mente ab· bastanza . È cosa nota anche all1~ Autorità stesse, che ripe tutamente le prescriss<~rn, che -cerie rego le igieniche non vengon~ 1jre!'.SO molti Corpì' r·on esattezza osservate. Non presso li1lli i Heggimenti le vi,ilc Sanitarie, specia lmente per qu~nto riguRrda glha>cchi, si faBno con ugual precisione e J'rcqllenza (1), non in tulli i Quartieri si cura

Ii -eguaImente la pulizia delle camere, dei cortili, del 1e la' trine; non tutti i Soldati sono m1witi dui. prescritti tova-

I! gliol i; non sen~pre si tien fermo a che i Soldati no ri si la vin\}

·. in <:o·'.r1unh1i nella stessa ac,qua ~1\. nondsi I1 si as<:1u~ mo ne 11e 1eoz,;o 1a e· via 01ce11 o.

Lpu liscano ~ non a ~rvt1g 11anza j a talt1 riguudo è poca o 1>ulla : gli Ufficiali poco persuasi I della necessità di simili misure non vi prestano atlenzione; ! ed alcuni ì\fod,ci Militari ancora non si ,sono abituati ad ! una ispezionn_diligen te e quotidianaidi lutto ciò che riflette : . I/igiene dr:lla Truppa presso cui prestano serviÌio. Certuni credono di non avere missione e suffic iente autorilà per occuparsene, altri sòegnar,o certi particolari del Servizio che. qua lificano di minule.zze non meritevoli della loro attenzione. È uo pernicioso.lerrore. Ufficia:i e Dottori devono altamente penetrarsi dell'impl_!rtanza di tutto quanto concerne il ben essere del Soldato e costantemente curarlo, È singolare assai che un Ufficiale .cr.eda· suo preciso dovere d' inspellare ogni giorno scrupolosameote la lenula del Soldato e di punirlo al l'occorrenza anche solo per il meno h1ccicare dei bottoni dt~llà tunica, cosa che non lo impedirebbe di certo di Care il proprio servizio: rnentr.: si crede poi rlispen~ato dal badare se il Soldato oegligenta la mondezza della persona, ciò che potrebbe cagionargli ta li malatLìa da distrarlo rrnr niesi e mesi dalle fi le. Nè il l~ottore può credere al diso tto della propri,1 Jig11ilà lo inspettare attenLameolè la pulitezza dei Solda ti, rij)render·!l 'lùclli che si mostrano sucidi, visitare ogni giorno le latrin_e, farle purificarn, assaggiare il rancio , ecc. , quando pensi che ad occupazioni simili sono tenutì anche gli altri Ufficiali della Truppa , tra cu-i giovani dislintissiìni per ingeg.no e per coltura, e di cui, alcuni perverranno sino alle prime Cariche dello Stato. · l Colonnelli ., i Comandanti dei Corpi certamente non ricuserebbero a chi sapesse valersene con int elligeuza e fermezza ogni necessaria autorità per reprimere islanta. neamente gli abusi, per punire quahmque negligenza relativamen tf\ alle avvertenze igieniche pres.critle ed essi sarebbero senza dubbio tanto più disposti ad esigere il concorso di lutti gli Ufficiali per ottenerne la rigida osservanza, qHando cessassero dal venir c.onsigliati in diverso senso, quando si ces~asse dal far loro credere orn conta· giosa, or innocente affatto l'oltalrnia, dal presen tarn e loro qual causa or q.irsta, or quell'a ltra cireostanza; ma quando i11vecc da. t11lti i 1\fodici Mi litari con opinione consonante s'insist,iss11 sulla necessità di adotta re tulle le misure necessarie per impedire la propagazione della _malatlia da t)n individuo all'altro. ]3 isogna insomma predicare sì agli Ur lìciali che ai Soldati la sua trasmissibi li tà e non bavvi a fa.rin alcuno degl i inconve1i'ien ti che consigliarono io altre circostanze a dissimulare la natura contagiosa di certe I malattie. l Solda ti non si spaventerauno certo della con(J) Per far vedere quanta import,1nza si dia nel Belgio alla 'I tagiosità dell'ottalmia, mo lti anzi vi credera~no sempre frequenza delle visite ed alla pronta segregazione degli ottalmici troppo p.oco e per rammentarlo loro non sarebbe a mio riferirò alcooe linee del Rapporto del !11ed. di Regg. Decoodé sul Servizio Sanitario al Campo di Beverloo nel 185 !. • Pour prévenir la propagati on de la gaie, de la sypbilis et de (1) l\Iolto atta a facilitare tale precauzione sarebbe l'adozione l'opblhal,mie, M. le Lieuteoant Général Charal donn'a l'ordre de 1 di un apparecchio che ho visto stabilito nel Chelsea Milita·r Asyf'éfire des visites journalières pendant !es 8 premierò jours. L'eslum nel Foundling Hos,pital ed in parecchi altri pubblici Stabipél'ience en a demontré Jes bon~ etfets. Les granulés forent imlimenti di Londra. Esso consiste nel disporre in luogo conveniente dei lunghi tubi in comunicazione con una pompa o con médiatement separés des hommes sains; il imp9rtait que celte séparation fùt immédiatc , car la réunion de ces homtrles dans una vasca ripiena d'acqua, ai quali ?Ì praticano di: mezz& in des baraq11es en paille , 1neme pendant wne seule n-uit, pourrait mezzo metro delle apertqre monile di valYula,, per modo che ètre fort dangereuse. Des ordres sévéres forent donoés pòur pré- . molti individui possono lavarsi co·ntemporaneamènte, ciascuno venir les lotions en commuo. » in acqua pulita, stillante da un cannello.


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avviso di poca ulili là l'a lnggere 11ei cameroni deife·Com. brana, le sue ulcerazioni, le proc,itlcnze dell'iride, i v1z 11 pagnie più inl'eile piccole cartella. su cui si trovassero d<~ della popi ll a, ecc. lvi potreblwro avvez:rnrsi aù _.una giusta scriue tulle le avvertenze ue(:essarie ad avers i per non ed uniforme apprezziazione del grado d' impedimento che ricevern e prr non trasmetter~ ai compagni la malal_tia dj le mentovate lesio11i arrecano 'a ll'esercizio de lla facoltà cui si 1raua. Ma non baslen~bbe che concr,ri:li ed uniformi visiva e ad emeller nn fondato giudizio sul la fu1ura loro fosser i s11gger.imenti da darsi alleTruppe, coriverrebbe pore per$iStenza oncle 111H1 espor.si (come mi è occorso ,ji vr~che uniforme ed opportuno fos~t:: il trat1amenlo opposto al la dere) aù allontanare 1!a lle fil e colla riforma degli uomini assai· preziosi perché già formati al Servizio, o peggio a malallia ·~ da lutti i ,\rJed . Mii. condotto con egual diligenza e prr.;ever,n11.a .' Converrebbe che Lolli s.i facessero uo;i legge consigliar conces~ion i di pen,ion i ad individui eh,~ dopo di non lasciar usdre dagli Speda li , o per lo meno di non pochi mesi saranno liberi da ogn i vestigio della sofTerta lasciar liher~mente ·rientrare nelle loro Compagnie indimalattia. vidui in cui non fosse . inlieramenle scomparsa i'ottalm_ia Gli Uffo.ia li di Sanità che assistettero al proposto Corso non solo, ma eziandio le alterazioni con:,;i11nti'val i che le ,. di lezioni, vnrehbero poi nello varie Gu~ndgioni i111;arisono const·cut ive. Un tale accordo però, una tale unifor. 1;ati del trattamento d<1ll'ottalrnia e difonrlercbbero beo mità sia nelle opinioni relative alla natura dell' alfozione, presto in lulto il Corpo Sanitario le più sane massime ed sia nei mezzi profì lattìci r> curativi da opporle, poço ·è da I i migliori precelli per debellarla ( I) A conservare · quindi !'operarsi c,111• venga a stabi lirsi Lra tutti i Medici de.Ila ,Ìoed a vie meglio propagare tali precetti l:Onlrib1,1irebbcro stra Armala, sino a che non vengano pre·sso di noi de ter- j efficacissimarnènte là rodazione di nna buona e completa minat11 alcuM misure clw in c1rcost~ nze simi li negl 1 . monografia , là quale fosse alla corrente del le coguiziooi anni 1857 e 59 vM111cro dal Governo Belga abbracciate . . I oggi giorno su qoesla m,Jlallia po5sedute e ragguagliasse Sarebbe cioè d\wpo cht~ iu luogo convecicnte per si.tua. d i lutlo quanto sino a questi ultimi ltèmpi presso le altre zione e per disposizione di locali e. pr~sso alcu~a delle Nu1,ioni su cli essa si scriveva e pra1icava. Una ta le mopiù grnsse Guarnigioni dello Stato venisse 'sta bi li ta un'ln nogralìa ùi recente fattura non es iste in linglia ital iana e fermeria speciale _ pel Ira llameo 10 del l' ollal m i,1 Mifil,ire. nemmeno non mi è 11ola in lingua stra11 iera. Essa serviIvi verrebbe_ro inviali, oltre gli oltalmici dtti (orpi d~ lla rebbe molto. bene ai giovani Med ici della nos lr11 Armata. Guarnigione, tolti quei Militari clrn pres~o aliri Corpi od Dovrebbe pt•rtiò, a mio p_a rerl', il Consiglio Superior~ di in altri Spedali si trova ~.o affetti da malattie ocu_lari gravi Saniui Mi litare promov1·rè la redazione d'un laln :'.' critto pa; sa le allo stato di croni 1:ità e specialrrfo11te quelli che si incliriuandovi·-l' opera d'alcuno dei ùisLioti nostri Uffiziali ,:redono bisognevoli di riforma. N f!I proposto Stabrlimento, di Su nità e dovn\bbe <·.-:iandio a ch i ne as,nmesse !'incala c11i Direzione Sanitaria veHebbe affidata ad un ·Ulfizia l~ rico procuraru quegli incoraggiamenti, quei consigli e di Sanità che dal Consiglio ·Superiore si giodicasse di riu quegli aiuti di cui polesse pc,:r avveu tura abbisog nare (2); nire tulle l1l necessarie allitudìni , ayrnbbero luogo dei essi non 311drebb,~ro sic1Jrarnen1c perduli. Corsi di lezioni orali è di dimostrazioni prali!;he ai quali Quaòdo poi generalmente di~fose presrn il Corpo Sa. verrebbe successivamc.nle chiamalo buon numero degli nilarto fossert) le buone praticlrn pol lraltam,:11 10 dell'olUffizia!i di Sa~ità dell'Armala. E's~i vi' avrebbero largo talm ia, utilissima allora riHscire bbe ed anzi credo indispcrn· campo a famigliarizzarsi con lotte h, manifestazioni e con si bile la misura già prc,posta eia alcuni tra cui i J)olt. Taptulle le conseguenze di q.uesta malattia, il cui lraltamenlo pari ed Omegna, lo stabilimento cioè nei Quartieri stessi se non 1u·esenta ch e raramente delle dilncolià a ch i, ha i.ii I nfcrrneril' apposite pei couvalesctH1li Ollalm ici. In esse l'abiLodine di prati carlo, 11011 è però meuo cirr.ouda to da non dovrebbe, a mio avviso, ven ire ricover~la alcun'otta.lmolte clubbiezze, timori e pericoli per quelle person~ del-. niia proprianicnle della, ma solo gl'i nd 11·idui g;anulali che abbisognano d'un sempl!ce trailamen·o locale meJiante I' Arie che ancora non osano attaccare là malal!ia di l'ronte cauterizzazioni falli: lratlo l.ralto ed anche ,i )(lnghi ine persegu irla 1Hdilan1enle e senza tregua ~ino alla totale sua esti nzione. lv i essi potrebbero prendere conoscenza lerv~ lii. Durante questi interv,d li però i gn1 1111hlli u-on dodi lulle le precauzioni clic rendono l•a Pratica delle Cb.U· vrebbero essere l(·nuti inoperosi, ma polr,•bbnrn in vpce terizzazio11i profonde c•d insislen1i più agevole e più sicura ad ogni accideole: minutezze c:he mollo µiù pre::10 o con (I) Se il Sig. Dott. Balestra ba incontrali aicnui i\fodfo"i M!!ilal'i nel!a Guarnigione di Genova nou ancora sufficienlemento a giorno maggior precauzione s' irnpara,w dali'esempin din dalla del!e cognizioni teorico-pratiche relative all'otlalmia beilica, ba lellura od al tr imen ti ( l). lvi pure e:;si polrehl.H.•ro vedere egli troppo generalizzato supponendo in buon numero degli Ufsino a qual punto giunga la poiPnza del l'Arte, spesso .ssai ficiali di Sanità la necessità di rip11rar a quella ~cuoia per esso grande nel combaucre ·le alterazioni oculari c,riginale dallni ideata onde acquistarle. Al!orcbè avrà egli conosciuti i varii l'ollalmi:i, quali la vascoìarizzazion••, il p~crno dolla corMembri del Corpo Saniltll'Ìù si convincerà, siam<1 certi, cll'i più nea, le nubecole. le albugirii, , leucomi di quesla rnern · dei medesimi possono ptlssarsi di sì fatta Scuola e che molli potrebbero forsti n ella medesima fal'ia da Maestri. Leggendo cotesti suoi pregicvolissimi Scritti si direbbe che non abbia egli mai percorsa con l'occhio alcuna del!<: intere,sanli Memorie ,che da ( I ) Di tal genere sono le avvertenw da aversi per n on esle1;due anni circa si stampano in proposito su quesLo Giornale da de~e la cauterizzazione ai margini cigliari, ai pu.oli lacrimali, disliuli i\Iedici 111ililari. , l,a Redazione. a!la congiuntiva corneale, per non dimen\ic;1re le granulazioni (2) li 111iuistero di Guerra Austriaco faceva viaggiare nello degli aogoli.e della parte più elevata delle palpehr" superiori , , scorso anno 1851 il.Med. Mil. DQ!t. Scidl in tutta l'Europa onde per rovr:sciare con facilità quest'ultima e via via. Tali sono pure indagare quali fossero i migliori mezzi conlro l'ollalmia beilica; le rnccomandazioui a farsi agli ammalati, perchè serbino una questi ebbe a 1'ico1loscere (Ved. Osterreichisc..her Solvatenfreund posidone conveniente della lesta, percbè non freghino mala1851) che gli acciecamei1ti in conseguenza di tale inalattia sono mente gli occhi, imparino a servirsi in moclo opportudo dei panmolto più rari presso le Armate degli allri 'Stati che nell' Au nilioi loro forniti, a fo1' a dovere le -leggiere e delicate abluzioni striaca. ' che sono necessarie, ecc.

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309 prestare qualche serv1z10 ed alle11dere anche a q ualche esercitatloue. Potrebbero , per esempio, esseri' comandali di guardia a ll a porta del Quartiere O ad altri vici 11i O poco fa ticosi posti, potrebbero prati care il maneggio darmi, la scherma alla baior)etL11 od essere. i mpillgali in altre coosirnil i poco penose occupazioni'. Verrebbero- in tal,1 modo questi Soldal i per alcu n verso uliliuati, non perde rehbtiro l'abi tudine della disciplina, no11 rimerrebbN·o troppo :1ddietro 11ell' isirnzio11e Mili 1are e noi, es;;endo ol,bligati al noioso soggiorno del1' Uspedale, _nL\ a rima ne rsene confina li nell'lnferrneria, si assoggelterd,bern as,ai più volentieri acl nn l rallamenl_o co,rnp iu to rad icale. Si ev iterebbe oltre a ciò l' ingombro negli Spedali i quali non har) OO bene soventi che poche ed anguste camere .da d(~,linar agli ottalm ici ed in cni, come già dissi , è impossibile ,li l ru\lene rli per lutto il lern1.10 necessar io ad accer tarsi del!.i lotale scomparsa delle granulazioni cd a mettersi in g1iardià con!ro la pos,ibile loro ripullulazi one. Che il trallarnenlo in i:aserma sia possibile ·e vanlag , gioso me lo provò oltre l'esemp io di altre Naiioni l\•sper irneuio da me ~lesso follone nell' inverno dal 1.846 al -/47 nel Quartiere dl'i Bersagiieri in Tor ir111. Una Compagn ia di questi gi1111la di rece nte ila Savona (1) aveva 011 grai1 nume'ro di granulati che pre•ero ad anda,.rn 11 venire dal1'0,pedale al Qua'rtiere o che qu ivi dormendo in camere anguste evoco ventilate diffo ndevano ognor più rH_,.l ·Corpo l'ollalrnia . Proposi al Colonn ello Lamarrnora, 'aliora Comaudanle il Ballagl ione Bersaglieri, ora GÌ:Jnerale Comandan te la Divisione di Geuova, di .s tabilir,, un'apposita Jnferrneria in Quar:ier,!. So:nmumentf:! sollecito egli sem pre del ben essern dr l Solda to a•lHrì al lora to~Lo, con11, 11 llimamenle-e1.iandi_o in Gt~nova ,agi i innoltrn1 i suggeri men Li (2)

e dielde gli ordini occorrenti per l,1 s lahilime nto .dell' Inferm e ria. Vi presi subito a pn1ti('a re le coutérizza:r.foni colla sr.,lnz ioue ,;atnra d, nitra:o d'argen to: vinta q tia lche n~lleilà di resistenza, t1111i i gra,mlali vi si sottomise ro assai di b,1011 animo e dopo' a k uni n1t•s1 di µerseveranti c11 re, l'ot talrnia e ra PSliuta . , (.C(mtinua)

STOUIE DI CASI RUIARCHEVOLl. i

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ST1t1NGIMENTl UI\ETlt ,,L t CON JNCROSTA-Ml:INTO ALf)IJRWl'I\,\

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c'.,1.co1.oso

TEBMIN .t Tl CON GUAlllG I ONll

QUASI ISTAKTA:O-:A IN SRGUITO A(, CATE T ER ISMO F .O R· ZATO .

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(Sloria !ella dal Doli.

TAPl'A!ll

in una conferenza di Torino).

La S toria ch'io sono per narrarvi, o Coll,•gh i, è quella d'un fa t i.o morboso che per la ~ingolarità con cui ebbe - termi ne ·rrrnrila, a mio avviso, chu- se ne tenga n,enN ria speciale, atrinc hè in casi. analoghi s i possa ll'nlar ardi ta· rnenle quel mezzo i~lesso , che nel caso pl'esenle sembra , s ia stato l' e!Tica1:e ad ollener i! fe lice ri,ullamenlo ~he sto per narra rv i. Siccqrne pH altro la per.,;ona sog -· ge11a· dell'osservazione presen!c noa appanirno a Corpo Milil arn ve rono, co,-i mi stelli io dubbio lìn ora di fa r lo argomenlo delin Y(•st rc conside razio!li in queslo ·luogo; ma pensando poscia che la _Scienza non può ammellere limite alcuno o di persont) o di 11101:\" o di tempo, mi facio ardilo a parlare . N. N. cli Venezia , ora dimora nl e in qnesla Cap ital1J, (1) Le Cas~rrno di Savona debbooo css<:rc ass<1i ,:altive. Ebbi d'an,ri 40 all'i1,circa, nato da sa"i pa,ren ti , ebbe sempre a già rìpetule occasioui di notare eh e D\$laccamenti di colà progode re del più in1• idiabi!o s tato di san ità se ,,;i eccelloano -venienti banno uumerosi olt~luiici. solamente il racil ,·d abbn11dante sudor ad ogni piccolo (2) Ri porlo qui senza varia1.ion0 aicuna una piccola nota risforzo de ll a persoua o 11ei ca lor i est ivi anche assai mo messa al Colonnello il giorno dopo chr: da lui mi era stata chiesta perchè atta a ch;;;rirc 1,;ome gi~ ;rnUcbwsiano in ma le conviuderat i td una sp,~cie tli ma<:chie erpelicl1e sollo lt: ascelle ziuni circa l'ol'.almia (h\minaute ne,!l' Armata e come non $i a semche lrus ud,nan w1 umoro qualche cosa più de nso ed odopre necessario ricorrere ai luugbi dibattimenti d'una Comm isroso cht~ non il sudor ordinario; inco .1 od.o qoe;lo che fallo sione per suggerire alwne misure d'utililà evi,lentC'. palese ad 1111 ~Ied ico distinlo moll i-anni indietro , diede , • Il sottoscritto onde ovviare all'ulleriore.d:ffusiour dell'ottalluogo al pronostico che !ali alli rnorfwsi facilmente mfa bellica, che già .Ja molli mesi lt·avagli_u la terza Compagnia Bersaglieri,. e<l onde ottenere ia segregr,zioue di lutli ;!l'individui . che siano afidti in' qui.lunquo ,m(·.be menomo ½ru<lo delia me- 1 desima, ha :•,nrnrc cli proporre all'ill. Colonnello Cornaudanle lo · Ì tr.rrazzini, mu non uscire dal Qu,;rliere , nè penclrnre neH,~ camere O('Cllpa!.c da indivi<lui swi e :~nto meno servirsi tlei panstabilimento 1ml Qnartiere d'nn'apposìtaTnfermeria ()ho ven(·bbe relia dalle .seguonti ·norme. Egli è necessà rio· cbc l'Tnformeria l nilhii destin<1li a qucs!ì _ultimi. "l ricoverali 1wllu Sped,J I<! possun,1 coolinuar,~ a ricel'ere il veo~a collocata iu una o piu c;a,ne:-e conl'enieul.emimtc ripara te, JI situate non troppo vfoiri1 a,ie \atri11e e risç,t!date sino ai graùi _! villo ordinario, ma sarà assolu!ameute vietato i'oso del vino, <lei 1 liquori spiritosi ed :ogni allra sosta nza slimok nle . Un B,;ss'l!f8-12 del Lcrmomeiro coutr;,;1·a.:ìo (regn;;v,t l'i nveruo). « Convien evita re di collocare nt,!i'lnf,;rmerhi i letti lroppo j lìciale addetto ;dl'Jnfermeria ve, t·dJbc incarica!n di altendere all'esecuzioM di tale dìsJ'lo~iziooe, come pnre d'invigilare a che vicini gli 1.mi ,igli uil ri e l'ada n!I •.lebhe venii· riunov«l-i tre o nesrnuo dc~l'iofel'mi s'.1pprossimi di trop po al fuw·o , esca sui quallro volte nelle 24 ore, co!l',1JH'ire per cir~a 20 miuull aic utia te rr,rtziui uegligeuir:me.nte ves tito, rimanga sroperlo mentre delle in,•etriate. • Oltre allo solit,l visiL:3 s~uitarie praticate dal Chira,·go Mag- I sono a perte l<J iuvelriale ddie c;,urnre, fum i tabacco eoll'o l'lngiore, i Bass'Ulficiali tlov rebb <}r.o cs,ere io~arica!i cli osserv;ire 1 fenneria, oppure mel\a in 0011 cale q'uc!le altr·e av,'erleoie che giornalmente se quaicuao dei Jt,ro sohordiuati presenti alcun,in- 1' puln1trnù veniri:: t!al Chirurgo suggerite. O;a;,ii iofo!'mo ha da esdizit> di malattia oculc1re onde ~iarne tos:o avviso .il Chirurgo per 1 sere provvisto d'un recipienle in terra per cou(enere acqua, di un botlicino per c0llirio che gli verrà prcscrillo e di cenci mor;I l'opportuna visita. "Tutti gl'indivi,Jui uscenti dalle S,tiedegli ollahnici dello Spe- . liidi per oel tare accr.:ratamer.i'ie gli occhi. Ogni individuo dovrà òal..: Divisionale, dovrebbero passa1·e all'Infermeria oudù rima- 'j servirsi affatl() esclusivam·ente degli oggetti destinali a sr:o parlico;ara uso. I ccuci distribuiti agl'infermi dovranno essere sonervi iu osservazione ·per q,.,ah:.hc terop o. • È d'uopo che gl'indivi.ùui Lratleuuli nelle Infermerie siano ,. ventemente rinnovati e diligenleroi;nte 1iscivati. Nessuno dei ricoverali oell'Iofermeria potrà fare passaggio al proprio pelot, ese n\i da ogoi Senizio (mi persu.~s i più tardi dell'ioutililà di lone senza l'espresso consenso del Chirurgo Maggiore. " tale precauiione), possano passeggiare alle ore meno fredde sui

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'510 av rebbero riverberalo sulla v~scica se il giorno fosse vemente a goccia a goccia e soltanto cl ietro u110 sforzo del nuiu in cui scompa rissero bruscamente dalla pelle. · paziento; oppor in seguito ad alcuni maneggi eseguiti alla Ora fa q11alcht1 aouo, mi sembra nel 1858 , con!rasse.- estremità del pene s'olleneva un . debole gello 'fi liforme e questo ~ignorn Ulla blennorr~gia la quale guarì senza sudi' brnve durill,1. l i liquido orinoso s'offriva del colore naturale, ma 11ebbioso e, lasci alo in riposo qua lche lempo, p1·i~1 i1i iuc.om9di; ma nel com111ciarn dell'anno 1848 una hlen11orra~i,1 nuova si ma11ifl'\s1ava, ch ~1 i subbugli lrl•ppo abbandonava in fr,udo del vaso una var iabile qu..inlità di fanio;i ri i q11dJ'epoca impedirono che fosse combatlula c:on .muco qnasi sempre accompagnato dal polviscolo minutisa lcun nwzw dell'Arle. ! sin1om i· che accompagnarono que simo sopra c!escri lto. Fo tentata un'esplorazionu con un catetere di ca libro orst'ure lri le 11011 erano grau fot1,/grav i in app:ireu1.a, ma i'am· mala1.,_> p<ité acrnrgersi facilmeut.., clic il gelto t,rinoso an · dinario, rna ioulil mente, che l'1stromento non polè pene. dava mallo mano l;crdcndo dello slancio suo e del s110 trar ollr'a tre pollici dent.ro il canale, senza che per altro calibro i11 una maniera che alçuna vc,lla si ridnc.,va questo il malaw ne soffr isse menomamente. In considerazione acl on f1lo 1rn11 issirno e qualch'allrn l'orinti non useiva che dunque di tulle le nozioni aoam,wst iche, già esposte, clella im 11azie11za della vescica nel contenere l'orina , del senso a goccia a goccia, intanto che un bi,ogno assa i frequente d'orinare lo moles tava più specialmente; al lora il. ma lato doloroso che si polevaJrisvegliare Lullavolla che s'avesse si r isovvenne dellll -aolich~ macchie erpetiche. con al>bonvtiluto esercitar una l\:ggiera pressione su la regione soprapubica, della qualità dell'orina stessa e del modo mecdanle e crasso sudore, e del.la profezia del vecchio Medico. Ma sopravvenpe. il memorabile assedio di Venezia e la canico con cui era evacuata, la. diagnosi nou.,POlern essere trislissima ed immerìtala sua fin e ; e l'.esiglio chè oe seguì dubbia. e fu giudicato trauarsi di 11retro-cist1·te lenta con istringimenli urelrali e con sospello di corpo straniero in e le <:tJre amare di questo continuaron .id essere la cagione vescica. Cotesto sospetto era sostenuto soliauto dal la preche l' infermità non ·fosse mai combattuta. Più tnrdi il malato poté avvert irn che quella orina la , sei1za incoolrnslahile di questo pu lvi,colo, mentre l'impa· qua le eo,n ta11Lo ~l(mto emetteva dalla ~ua uretra co,ì rizienia vescicale era giud icata abbastanza dallo stato di Jenla strella, t1on coNservava più i SU•>i, cara lÙ?.ri di limpidezza flo gosi cistica ed al lrond!l l'amrnafato godeva d'un aspetto molli> florido, stava bc11e in lull'il r imanente, orinand'in ordinaria, ma ehe per lo contrario ' ora più ora meno , ma qua lunq11e posizione gli venisse fatto cli prendere . A tocoslaotl:'menle si , mo3trava to;bida con mueo;a nubecola nel fondo dHl vaso e quakhe volta quella feccia mucosa gliere. quoslo dubbio mancava il sintomo certo de! calr.olo era mista ·acl un p@lverio alquanto -ruv ido al_ tallo, lncipercosso dal caletern introdotto nella vescica. cante contro la luce; in ona parola era mista ad 011a specie Il progello di cura fu così stabilito: ab!Ja llere quello di renella. Snl terminare <lell'.anno 1851, facendosi già da stato di su.bi nfìammazione uretro· cistica con un metodo anliflogislieo proporz ionato all'inJensilà della malattia ed qnalcht: giorno sentir 11_11 peso doloroso alla regione so· allo stato un iversa le dell'infermo; dila tare con mezzi mecpra pnbìca , s:arrestava la secrezione del !e orine e fu in quella cir!!Mlani.a per la prima volta che fu domandalo il canici il canale uretrale, di cui lo stringimento era forse soccor~o dell'Arte Salutare. F11 istituita una rnra ant iflo la sola cagiooe dello stato infiammatorio dell 'apparato ori• gis tica e fu praticr, lo il l'a lcterismo che si r ese -possibile nario e ddla formazione stessa del la renel la sopra <letta. Feci dunque applicnre buon numero dì sanguisug he alla sollanto con uno de i cateteri di gomma elast ica del più regione peritoneale, suggerii l'uso dei semicupi appena pic<·:olo r.alibro. ri~noro ed ignora pùre l'infermo quali tiepidi e quello èi cataplasm i moìliti vi spalmati con estrailo ,,stacoli e dovP. si sieno riscontrali nell'.esecuzione di quel d'ati·o pa-belladon na ;· in tanto ch'i l malato manteraeva un calelerismo; sollan to questi asserisci>che l'opernione non analogo r11gim e dietetico ed 11s;,1va ,l i bevande leggiermcnte ru accompagnata da molte difficoltà. In due o tre giorrfi antiflogistiche. ·con ·quest0 metodo contiDnato per qualche . qne-lla prima burrasca fo dissipala e·da <]Oel tempo, tranne giorno essendo dìrnin11ili i sintomi inffanfrnatorii dell'urti· un tentativo di cura omiopalica che. l'infermo volle spetra, poll'i incominciare la progellala dilatazi-01H1 osand'a rimentare, nessun altro trall,1mt>nt9 cma tivo fu messo in prat ica sin al cominciaro di novembre rlel l'a nno appena tale scopo delle miot1ggt>, incom inciando da l 1' 0 1 perchè il lurn(1 del canale non m1 concedeva d'usarne d'un ca libro spirato. maggiore . Fu in questo momento che le difficoltà nell'(~meltere Un primo stringimento co11siderevole appariva al la metà l'orina foceudos i ognora maggiori e altrond1{ vo lcnd'il maci rea del I' urelra ,·n vcrnosa, stringi cncnlo che non i mpe . lato porre lìrrn ad 1wo stato di coso che l' incomodava seriamente, fu chiamato il Medico il quale nell'amma lato diva d.el lullo per aIL ro al la iniuuggia di procedeir oltre ; ma questa s'arres1ava poi all'uretra bulbosa per un sericonobbe una pnsona di 1emperamen10 sanguig110· liofatico, di robusta c,;stirniione di corpo, di co i le funzioni si condo ed insuperabile stringimento. Ne i primi giorni lo slromPnlo er,) snpportato ne l cana le per tm quarto d'ora co'mpievano lolle regolarme11te ', tranne quella de ll' emissoltan to e veniva ritirato doppio quasi del suo YOlume, sione dell'orina. -Di fa110 l'infermo era costrello ad orinare frequentemente per sottrarsi ad un senso di peso e di dopo di che si faceva uu'iniezione o Iiosa che qualche volta tensionti dolorosa alla vescica ch'e a br·ev i i nler.valli si sue· era rinnovata. Dopo più gionii nei quali il primo stringicedevano a cessavano col votamento cli questa viscera; mento nou era più d'ostacolo alcuno e doran te i qua li il calibro della rninuggia s'era andato aumentaocio sin al sanso doloroso eh-e poteva anche acl arte des tarsi premendo N° 4, mi fo dato per bene trn volle di segnito di penetrare non graveme nte s1ill' a Ilo fondo della vescica . - li passaggio dell'or ina per l'uretra era ac(;ompagnalo nella vescica, inta nlo -ch'i l gello orinoso aveva allungalo da un form icolìo prur iginoso lungo questo canale· nella sua la sua parabola e s'era ingrossato in .proporzione della porzione cavernosa ,e più decisamente nellit m~tà della minoggia stessa; l'orina s'offriva più limpi~a e la renella verga e l'orina usciva dal meato orinario largo naturaldiminuita . Ma dopo questo tempo non fu più possibile


3H penelra·r in vescica ed il male può dirsi rimanesse staziona rio del Jnt•g. ·Fu tentalo allora iJ pnssaggi.o c~n un catatcre rrié1al lir.o ed i maneggi un po' rozzi cagionarono mitto sanguigno e cnnscgurnle riazione febbrile, per 11 che furono necessari,i 11nove sanguisughe, l'applicazione dei · cataplas'mi rnoll itivi e la cpoliouazivne clellll uuziooi con .atropa--belladoona, intanto che l'amma lato coriservava la dieta nwdcralissirna e t(meva il !elio. Due gioroi bastarono a ritornarlo alla calqra primiera e si continuò intanto la dilatazione progressiva di qu ella porzione di canale ure-· trale nella <1uale si poteva penetrare eio,; ~in all'uretra proslalica, arriva11<lo forse lo stromento alla metà circa della prostata stessa. Il getto urinoso ere.sceva io volume e l'ammalalo poteva contenere l'orina per più lun~o tempo che prima C10n gli fosse eoncesso ; rna un ostacolo insuperabile esisteva sempre a penetrar i.n vesr,iça. Fu tentalo un nuovo calelerismo con _lo siromenlo m_e tal lico; e ciò nell'orcasiorrn che fu chiamalo allro esperto nell'Arte a fine di diJuciòare viNnaggiormen1e la diagnosi falla e di cercar altri soccorsi. Questo cateterismo prnvato con i d111; metodi ita liano e Francese non riusci più che gli allri allo scopo di penetrar in vescica; ,ma col secondo dei metodi anzidetti e più i-peeialmeote~nell'allo òel g_iro da maestro, intanto che l'infermo accusava u11 dolore pi'ultosto vivo, .si polù bene distinlamente eil in tre mcces-sive riprese udir il s11-0no della pe-rcossa dello strumeuto contr" wn corpo lapideo. l\ iteolata la prova, quel suono non fu più percetlibik Usciva sangue) puro dall'ureLra ed· in copia e poche ore dopo l'arnrnalato era preso da freddo intenso foriere di fel.Jbre gagl iarda che durò circa quaranlott'ore e che m i costriuse a praticar il sa lasso u ad usare d'un metodo rninoralivo pro porzionato. Nel giorno òopo usci va grande quanlilà di renella più voluminosa del solito. il getto orino so era liberissimo o la voscic,1 tollera va per molle ore la presenza dell'ori oa. Da quel gi_orno l':immalalo polè chiamarsi gua rito perf.itlamen te , a segno tale ~be non credelle nemmeno di preslarsi a soddisfor alla mia i:llriosità col permettermi d'i~ti!uire nuovo ea te teri · smo. Ora che so no trascorsi qna .~i quallro mesi da, questo avvcnimeuto for tunato non è ancora ricomparso il più piccolo fe.nomeno morboso. Permettetemi (Ira, Colleghi carissimi , ch'io -v'esponga mie-i pensamenti inloroo al modo ciuasi enigmat ico col quale s'" ottenu to una _guarigione così subitanea ; pensamenli ch'io so ttopongo al vostro giud izio , pron to a mutarli se le voslrn ragioni ue dimos lreraono l'erroneità. Di primo slancio ho pensato alle febbr i ~anatorie degli Antichi, ma rÌfietlendo poi che iu questo caso era neces·sario si facessero riparazion i organi i:he , quella veechia idea non fu più su(Ììcienle a,d acqui etarmi. Ho pe11salo dunque che la malallia cominciasse vHameule con slrin·gimenti urt'lrali i quàli cre·scendo successivameule f',rs· ser ingrossati a -s.egno tale da ritardar in modo eousidere·vole lo svotamento della vescica ; di che la l'orr~azione di quélla specie il-i renefla e la ri11nio11e di questa in un ,incroslanwnto cli qualche volume all'ur~tra prostalii:a ; il qu:1\ ultimo fosse poi la causa ch' il catetere 0 0 11 potesse. penetrar in vescica. Da tulio ciò ne inferiva ch'una volta che fossero tòlli gli slringimeuti clel canale, meclianle il successivo d ilatamento cun le miougge e che .fosse concessa 1111a vja ampia alle orine raccolte io vescica dovesse avvenire che, ove si tog-liesse improvvisamoulé t·ostacolo

dell'incrostamento calcareo all'uretra prosta tica, l'incomodo dell'an11nala10 dovesse cessare subitamente del pari. Il cateterismo rozzar)1enltt praticato , mise iu frammèuti l'ìncroslame'n!o e quei fr,mimen li pol.eron us.r.ire liberJl· mente lrasport.iti dalla t:orrente delle orine rPsa ornai forte per l'uretra ~ià di latala. Di fai.lo la quantità del più abbondante .e più voluminoso pol.verio _uscilo nei giorn(soccessivi dà 1111a 1naggiore probabilità ad U!)~ taJe ,.s upposizione.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCJENTIFICHE (Me.se di marzo. 2 3 l'amata). NIZZA. Dopo la lellura e l'approvaiiooe del processo verbale dell'antecedente Tornata il Med. Div. Doli. Nicolis chiama l'at• tenzione dei Colleghi intorno alle disposizioni de.) Règolameoto ehe prescriyon ai l\ledicidi Reggi mento di lare nel mese di mar:,;o di ciaschedun anno un esame de'llo slato Sanitario dei Soldati del prbprio Corpo e di compilar un elenco di quelli che possono bisognare dei bagni termali. Raccomanda loro d'attenersi nelle proposte a quei casi solamente nei quali sia vi luogo a sperar un miglioramento almeno nella condizione essenzial·e della malattia, escludendo quelle malattie che sono mantenule da lue sìfilitica; casi questi nei quali i bagni termali sarebbero perniciosi, a meno che non si trattasse di dolori r-eumatico-sifilitici , la diagnosi dei qo~li essendo dubbia potrebbe mollo essere chiarita dall'ulilità o dal danno chi> l'ammala lo sarebbe per ritrarre dail'uso dei medesimi bagni. Raccomanda loro somma precisione .ed esattezza nella descriiione delle singole malallie in modo eh(! ne debba ri~ultare chiara la natura del male, avvertendo di non omeltere nessuna di qu,,lle specialità che possono servir a dare norma per il lratlarneotò bal.neàrio da adottarsi; nel che debbe attentamente avvertirsi a quanto sta scrillo Jlella Circolare del Consiglio S11periore Militare di Sanita, N" 6603, io data d~gli 11 di marzo 1850. Dà ·qui odi lettura dell'Elenco delle malattie che possono richiedere la della cura, giusta il Decreto di S. 1\1. in data dei 4 di giugno 1833, soffennandosi a dare minuti scbiarimenti intorno a ciaschedun èaso indicalo in dello Elenco ed accol))pagnand'il suo dire con alcune osservazioni occorsegli nella sua pratica intorno all'esito di lietlu cura, coofancbe in torno ai varii modi con i quali fu eseguila. Jn questa d rcoslanza il medesimo i\1ed. Div. si sofferma parimenle a parlare delle prossime vaccinazioni da eseguirsi, g1usla il pl'Cs.critto della saddella Circolare, in talli quei lllililari che non fosser ancora stati vaccinati o non avessero gia sofferto il vaiuolo. Ricodate i~ fioe le principali regol!J da seguirsi per il buono risultainento dell'inneslovaccinico, d_it·hiara s_ciolta l' Adun;10za.

PARTE SECONDA · BOLLE'fTJNO UFFICIALE 11'ariaztoni nel Pe1·sonalè Sanitario-lr!ilitare. .Dolt. Ferrero, Med. di Regg. nel 7° i;·Hnt.., promosso in segui to ad csam<! di concorso al posto di Medrco Divisionale di 2a Classe e desti11ato allo Spe.dalc Div. ùi Ca~li,arr. Dott. Robecchi, Metl. •.[)i,v. tlt.,llo Sped. di Cagliari, destinalo nella medesima qua!ilà allo Sped. Div. di Sciamberì. l10ll. -Elia Giovanni, Mcd. di ·Regg., dal 4° Fant. passa. ai C-a-valleggieri d' Alessc1.ndria.


RIYISTA DEI .GIORNALI ~CIENTIFICI nedattn dal Doti. Cav. Massone, già distinto· Med. Mii. di Marina • legoiamo ,,ella Gazzetta Medica Ital'iana della Ligut'ir. (No t>6, ni 50 di mar1.u) nn art ico lo ìl qual e perchè relativo a cose Sanitario-1\'lìlilari ed in particofore modo al Trat taln ti'fgi'rne Militare dell'esimio '.1ostro Mccl. l Jiv. Tiotf. ,\rrlla. ci f;,('ci~m 1111 dovern d, riprodurre. Nel No 8 (1852) di ciuesto Gior:nì\e ablii~rn aunnnziato la pubblicazione ~el primo volume d'un'Opera del l)ott. Carnev;'.le· Arella. ·souc il titolo 'fllATT,\TO D'IGIENE ll'fILITAHE. La compilazionf' di questo lihrc. rlestinaln a riempierc h1 gr«ncl~· lacu n,1 eh.~ e$isttiva in J(;ilia d'un L~vor9 eh,~ s'orcup;isse ('sc! us1va.-oonle 01 un ~osi importan te argomento, noli potev';,1 w,nire lll!'gHo ra-:comandata c.lH\ ;i<l UII distinto Pratico ii qual avendo da lunghi an~.i seauit~to la carriern Sani!aria Milit:ire fio a nt!!!!iungerue le p1u · altP. c:iriche, ne d<;vevan essèr i dettati temprali a qudla sana esperienza che sole> può r~rli effic11cemententili nc·!Ja pratirn applic,n.ione. Che se qud pri mo volume già <la noi anuonzia_to ci. era g_arante ch'il Doti. Arell11 avrebbe 1,d~mpiuto deirni1meu te all'rncar1co che da s. l\f il R<' Carln Alber to gli ~i commotteva di così fatto Lavor·o.. il se:·ondo, nsciln in questi gio rn i alla.luce,ei ba folli certi che <!000 an~ ta l(,>, pobhlic;izione milla o ben poco almeno resta a . desirlcrar~i sn que·~,o i?rave arl,'(omeoto. Già not~mmo ('ome nel primo volume, ragion ato io "gPnere deJIP- nozioni preliminari thP. riflell ono l'ig!eue MiHtare e designat;, a 2r:inòi tratli I a Storia di ques!.'import;mt.e ramo S;1mtario, fonesse parola nella prim:i parte delle cos.e circondanti (cfrcumfusa) e frn questi' in ispedalP.mo<lodell'in/tuenza degli astri, dell'aria atmn.,ferica, rlefZ.]'imponderabi!i , /legli ~llog,qi de_lle Truppe ; e o<'l i,, second~. nel le cose avplicate (apvl1c~ta) r ag10_ nancfo, scendessH.r\ dir a <lihmao deìl'abb·igliamento m genere, dcll'a'{Jbigliamento Militare e della giacitura dr./ Soldato . La t1•r1.;i parte col!a qoale ha principio il seco ndo volume d<>ll'Oprr;:i, è rlestina•.1 ,i!le ccsr inghiottile .(ingesta). In essa venp:ono con p~zit'n!e cur;, p:is5a\i in ri v.is!a i va rii cibi e l>e11ande ,foi quali fa oso ÌI Snlr!:i.to; açcr nna al !oro modo di c?nf'ezione; 1>.~ ria d elle Rl!ern1.ioni ('he pel 1,,mpo e pH <·c•rte c1rcostanze .pMsimo subir(:; g!i ('ffetli più o meuo dannosi che ne potrP-bbero rie.rivar ~!!a vi,•ente economia ; i mezzi di correg.;e1·e le une, rli porre riparo all,,. ali re. Nellaquar!<1 e qu inta par te di_ scorre clr!l" ncrezioni (exàeta)e del:<' azionforl esercizi (gesta). Ottimi avve rt inwnti, sar-ii pre cetli suggerìs<'c e fo!'mola p<;r so mmi·capi (l,. i coro)h1 ri rh1li e r;ig•oni che ·v11 svolçendo reiativamen le ,1Jle escrezioni cutanee; gla.n"ilolm'i o delk niembrane mucose, noncbè in tnlfaurlo <ltil!,; ginnastica Militai·e, della stazione, della veglfrt <' de! sonno. All ~ percezione (pcrc(ptèt) è di>slinata I~ sesh1 ed ultima partP, su(l<livis ,1 in due distinte cilissi, delle quah la prima ai sensi esterni drstin:1, !':!!tra alle passioni. Egli è in parlando rli ·que.st'ultime c-he l'Autore si mostra profondo cono. ' seitore del ruor umimo r. rm'unditr, <>d egnf'rto l\ledico si mostn1 in ogni :d!ra parie di quesl" Un•Ol'o ( 1). Le più rip<1ste molle per le qtrnli fnori sroccr;no !e passioni; le fon ti princi pali d'onde traggono vita; il mMIO di svilopp,,rk sebnone ; d'arrest;1rl~ se callivP.; d'1illcnlarl P- aeciò , r.nd1<' SP buo ne , ~on ''.'llboc_chmo,; nulla qui è !aciul(l. Con quiil enenria di slil<' egli p;,rhdcgh onori, della ,qlor-ici <' ri el corag,qf o li1rerò, d1è ?Hrimrn!i non I~ poteva Chi sui Campi Lomhar<li ,rppe meritarsi coll';imro1raz1one dei Capi l'ins!lgn:i ri,erva·ta r, l v:iln re l\Iili(;1re. M:i quali sentimenti t1obilissimi forciano pure ~cm pre wllpilar il cuore dell'A utore, non afffo,•oliti dali'el à che pu r<-' c'incalza col di_Rgosto d'ogni cosa omana, abbastanza il <! icono I<' seizueo ti paruk col!e qnali mette fine al capitelo intitò!;11 0 A 1no1· patrio. • li vero .patriolo, così l'Autore, sormonta le rli fficol tii più grandi, sopporta le più penose fatiche e s11crifka i suoi hro;, f;:i ('~sa. i fif(li, se stesso in di 0 fesa dell.i patri a che ama svisceratamente 1; sop ra ogui cosa. Questo patrio atl't:llto e!fltrizzand,) attivamente la mentr' ed il cuore dei Soldati , sostiene 1:i loro bravura e costanza or.i pericoli, oclle ballagli e e gli è anche di conforto neHc disfalle; per'

(1) 11 Dott Arella ò anche Autorr d'una pregievol Opera slam

paia wl 1839 sollo il titolo Storia dell'. elettric'ità: voi. 2.

chè_ sebbene vinti faranno veder<> che sao,no almr no cadere da . forf1 . Passeggero, <lite la bella inscrizion'c di Termt>poli, va a ,dir a Sparta che noi siamo tutti morti per obbedir a.Zie sue sante

leggi.

».

Noi avremmo des idera!·o cntr,11·11 nei varii ar~omcnli che sono i11 ques!'Opera più o meno diffusamente trattali e riferirne minutamente, onde faru e ri~,dtar i molli pregi scientifici e le bel:ezze storiehe dèilo qùali, qua ~i perea.r ine ge nn:no qua e là con somma m:;esfria rlispcste, S<' ppe .Hbbe!lirla: avremmo pure voluto insistere su certi argomenti d'igiene Militare, i quali ci paiono non mai abbastanza ripc-tuti avvegnaébè sia mestieri imprimere a profonde note nella mente dei Capi ci egli Ese rciti la §lranc:le seri. tcuza di .l\ioHlecuccoii e che saviament e il Dolt. Arella mise ad cpigr'afe dei suo libro, SIA LA SALUTE DELÌ.'ESEllClTO LEG.<JE suPRllMAj ma ricordando che in uua di'lle ultime Adtmanzc del!a Accademia Me,ìico-Cbirurgica di Gtmova veune incaricato un nostro distin lo Socio di rife riro su quesl'Opera; ove quesl'csHme si.,, quale noi ~iossiamo dnbitare, esteso e tale di presentare una esatta idee riì quesl'interes8ante Lavoro , noi ci pro poniamo di riprodurlo nel nostro Periorlico, premcn9od assai venga il più possibile conosciuto dai nostri L~! tori qu<'slo L:ivorù d'un distinto C:ollega in cui non sapremmo se più le doti della mento o del cuore si debban ammirare. Intanto, oeJ men tre ci felicitiamo co! Doti. Arella d'avere con tanta cui·a col!r!otto a compimento an sì arduo Trattato, ci auguriamo che il gio rnalismo l\Iedico non tardi a compensarlo <!P.J!a lode sincera cni e,li\li,ha di rillo e le ri compenso del Governo a farlo cerln ch'Egiì ha saputo interpretare nçl vern s,1nso il di ffìdl c ooancialo che gli si davaecoudurlo a lo<levoki compimento. Poche sQnc le iilosioui d~lle quali :;i è largà la t,1rda età; ci possa almeno la meritata fode convincere cbo in qualche modo fum m,) ntiii noi pureallaSocicdà e the non abbi3mo m;;snca to, per quanto l,i in<lividue forze ,ce Lo permettevano, di portare la nostl'a piell·a al grande edificio del sapere . . Ir:i quanto a noi, oel!o scrivere queste qrevi parolr, uon ebbimo in visi a che d'accennar al la recente pubblicazione del secondo · volume di qu esto T1·attato, onde rla tal argomento pre,udere motivo òi rallegrarci co! Governo- che ~bbia saputo scegliere per Sanitari nel Sel' vi,,fo MiE!arn uomini dt Dottrina e Pr.a th:a qua)i il dillid l incarico che loro è affidato richiede. Fn già tempo nè loutano mo ìto da noi, in cui qualunque Medico o Chirurgo il qua!e n~I libern ese rcizio del\' Arte sua per ignor:inza o gro!t()zza d'animo no n riuscisse, sì metteva al Senizìo del R. Esercito: da ciò specialmente la disistima io cui ia più parte d'essi èra te11uta e i miseri compe:,si oad'eraao retribuiti: ora vuols·i a buon dirillo r·hc sieno e,locati egualmente a civiltà ed al sape,e. Il Cot'po Sanitario ìllilil;ire si p11ò dire in granr.le pnrte rifol'·· mato da qoal ch~ ;, nno a questa p,1t'!e : ciò noi dobbiamo alle sa. vie viste de l Govt rno, in li ucsto assai bene secondato dal Consiglio Supe riore ì1Iiiitarc di Sanità e ,pecialroei:to dal suo degno Presid,•nte, i cui meriti scielllifici ehhersi piauso fra Stranieri· e ora non è nwllo Mnd,·1.oa ,ricompcnsa di lode e d'onori. Gravi è ve ro sono gli obbli&tbi che incombono Ot!gi giorno agti Uffiziali Sauitorii; sembn mo fors e per pocfl inopportuni e troppo ilrdui gli esami cui di continuo s',:ssoggettano ucl pass,iga;io a!iH varie 0akgor;e; SC() nvi>r. ieoti dicnnsi da !8!un(> le mf:t;stiali ScienlificbcAd unanzo : ma nve Ri m iri alìo sccip11 fi oaie che. s'è prefisso il GOV<i'rno con que;.li nnovi I bbligbi, qu f:l!o cioè /l'avere soll</ i<' Mmi un Corpo Sanitario capace in ogni circostinza di guerra o di pace a pl'(·starc con lolla ès:illczia é sapere i i suo Sl'rvizio, degno de ll'onorala di vis.i che veste , non si potrà che àllamente lodarlo cli ques te diffic,,!là po~te all''avanzameu1o dei St1ni1ari. Solo desi deri amo c·hc a tao li e d ardui doved, .1 queste eonlinue proYe di s;ipere, acd cì non s'iddormen!Ìno sui i;tià mielu\i al-lori, vad~n<.> d i p;- ri p;;ss,1 i diritti do! Corpostessoi rhe pitì cqnA .e perciò più l;1r~hc ne sieri o le re tribm.io1:i; d 1e goc1a110 di qtH,Hi stessi vanta11gi che si h,ìnno i C,1rpi Scientifici .Militari; cho in tutto si rendano onorali t'd ,-nornnòi. Qu nndo ciò sia in tutta l'estcosioue della parola, la tarriera Sanitaria nella R. Armat:.1 sarà ambita, vivamente clesidHal.:: dai migliori nell'Arte e il Governo additando iii snoi Medici potrà c1irc ctin orgoglio, come oggi ha tutta ragione <li dirlo pel Doli. Arella: questi sono addetti al mio Servizio. li Direttore Doti. COMI::ìSETTl Med . Div. Il Vice-Direttore respous;ihile Doti. llar. de Beaufort M. l\. i"M;no t 85'2.

Pelazza, Tip . .Suh,ilpi nll . v;;, Alfìeri 'H.


( ai 2 di maggio , 853 )

N. 40.

ANNO II.

GIORNALE DI HEDICINA MILITAUE DEL CORPO SANITARIO DEL~'ARttA'fA SARDA ,

L'associazione non si rieeve che per on anno e comincia col t O d'agosto. Il Giornalesi pubblica nel Lunedì di ciascheduna selliman a PREZZO U' ASSOCIAZIONE

In Torino . . . . . . . . L. 10. In Provincia ed a!l'Eslero, franco di posta • . L. I t. L'abbonamento dehbe µ11garsi per semestri anticipali. Le associazioni per i non militari ~icevonsi alla TIPOGRAFU Su.BALPINA via Alfieri, nurno 24. J,e lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancale ed ac!~ :~ pagnate da vaglia postale. SOJIUIABIO. - 1• Dott. BALllSTRA: Relazione sall'oltalmia ohe dominò nello Spedale di Genova l'anno 1852. - ~0 Dottore Bn u: Farcino sospetto - 3°Relazione delìe CoaferenzéScientifiche. - 40 Bolloltino Uffiziale. - 5° Doti. GHCO)IETTI: Rivista dei Giornali Scientifici. - 5° Quadr~ Statistico.

PARTE PRIMA J\ELA210NE SULL'OTTALMIA CHE

DOMINÒ !'lillLLA GUARNI•

GTONl': DI G .B NOVA L'ANNO

1852 (1)

(lelta dal Med. di Regg. Dolt. BA:LESTUA in una Conferenza dello Spedale·di Cagliari).

A11damenlo f uturo della malatl-ia e misure a pr'endersi.

Un risollalo egualmenle fel ice sarebbe ollenuto presso gli allri Corpi infestati d~ll'ollalm ia qnalora si atlivassero uguali misure e qualora i Medici addetli ai medesimi prendessero come un particolar loro impegno il libt>rarli da un tale flagel lo. Essi vi' riuscirebbero, non ne dubito, " qualora v'impiegassero que l la intensità di volere , quella teoacilà di proposito che fa riuscire in qualunque cosa s' intraprenda. Nù dovrebhe scorarli l'esempio dcli' Armata Belgica, ove molte di 1a li misure vennero messe in pratica ed ove persiste nullameno l'ollalmia, poichè in primo luogo esse si mostrarono efficaci pre,so altre A rn,ate , l'Olandese, ad esempio, la Prussiana, la Sassone, la Bavarese, nelle quali scompa rsa o ridolla a poca cosa è la oltalmia; in seconrJo luogo il Be lgio si trova per qne~to riguardo in circostanze affatto speciali . Come già ho accennato, presso tale Nazione la malattia passò dall' Armata nel rreslo della popo lazio11e, ove siffallamente si è diff1,1sa, che nn bnon numero deg\'inscritti di Leva si pre sentano già portatori di granulazioni. Tali ind ividui venivano prima esclusi dal Contingente, ma lanto ne crebbe poi la frequenza, che più non sarebbe riuscilo possibile di riunire il no mero voluto di Coscritti, ed una decisior1e

-·------·-------- - - -- - - (!) Contiuaz. Ved. n•

precedente.

Ministeriale dei 28 febbraio 1840 determinò che i granulati veoissero ammessi nei Corpi ed ivi trattati. Ogni anno perciò una nuova ma,sa di affotti entra uei Corpi ed ogni anno i .Medici hanno a ricominciare le loro fatiche. Tra i Coscrilti destinati al solo 5° Reggirnento d' Arliglieria -per la Classe del 1857 si trovarono 79. grann!ati. _Nel 1842 sopra 570 C.oscrilli del la Provincia del Lirnburgo 108 furono trovali affetti da granulazioni. Ma Ira noi una simi le circostanza fortnoatamente non esiste: i Coscritti giungono al Corpo liberi aITa lto da ogn i malattia ocnlilre·, ed una precauzione cui dovrebbero porre me111e i Medici dei Reggimenti infett i, sarebbe il suggerire ai Comandanti di tener le reclute divise nelle camerate degli altri Soldati, me.ltendole solo sollo J.a sorve: glianza di graduati che fossero prima st~ti ricn.noscjuli perf<->1tan1enle esenti dall'ollalmia (1). [ Medici insomma d'un Corpo 111)11 dovrebbero trasandare alctJna avvertenza, risparmiare al1:11na fat ica, lasciarsi spaventaro da alcuna difficollà per giungere ad .un risultato così soddisfacente , quale l'estinzione della malattia nel Corpo eui prestano le proprie cure : e per-altra pane l' Autorilà dovrebbe prendere in considerazione e dare un ·giusto peso alle f'al ichc, ai sacrilhii che avrebbero dovuto necessariam(rnle imporsi tali Med ici: nè mi parrt>hhe che si polesse rl ire male impiegala nna ricompensa, un'onorifica dis1inzione cbe venisse accofdata ad nn Uffiziale di Sanità che a ve$se reso allo Stato l'importante st>rvizio di liberare alTauo un Reggimento prima gravemente infollo da un morho sì pervicace, sì facile a diffondersi l) sì pernicir,so, qtJale l'ottalmia Militare. Non conviene dissimulare che una delle maggiori difficoltà che dai Medici s' incontrerebbero nell'ottenere il divisato risu,ltamento. si trova dall'opera loro indipendente e s,a riposta nell'infelicità di molti dei Quarlieri attualmente · occupali dalle Truppe.È cosa alla mente già da molti !amen ta ta, ma nou abbaòtanza ancora da lotti cosciula, quanto tristi sieoo le eondizioni d11lla maggior parie d111le Caserm11 (1) Un'analoga avvertenza si dovrebbe avere nella for.mazion~ che soventi occorre di Corpi nuovi: dovrebbero cioè vemr esclusi dal far ad essi passaggio i Militari talli che portassero la menoma traccia di granulazioni.


lissimi all'ri giorni d'esenzione dal servizio che j>irl'sso afnolle divP.rse Guarnigioni. R i~iretle so1) .esse 1>er lo pm, r.uni Reggimenti venivano co11cessi ai Militari traltati in mal arldalle e sprovviste. di ventilatori, C(>n angusti cortili, ,con cattive e puzzolenti latrine, in una parola, in sommo . Caserma per otlalmia senza che entrasser~ all'[nformeria ·grado i,nàlsane. Esse sono affallo sconvenienti ed indegoe I e di cui perciò non può constare da t'e;!.istro alcuno. Convie11, aggiunge1·e allresì lo gio~nate dei S0 lda1i cnrnandati de.Ila c1viltà dd nostro. Pilose, iudegne d'albergare un'Arcome !n ferniieri giorna lieri (i così dettì Piantoni) e;he fil mata che I' l'orgoglio dello Stato, suo palladio e speranza necessario fissare al let:o · degli ottalm ic;i piìi gravi. lo d'una grande Naz ione. Gli effetti di 1111 tale stato di cose credo che la cifra nòn sa-rà punto. esagerata e s,i rà !orse sono pern iciosissimi ed esso richiede sollecite 1i.l estese al di sotlo del vero portandola a 55,000 giornate perdute misure. Già non mancò cl)i ind,casse il modo di migliodurante il semestre. O ra uguale è presso a poco la cifra rarlo in molte delle c;illà di Guarnigione, ove esì$lono va.sti di giornate di p~esenza che p~r 1w semestre può co11tare fabbricati che rirnarigonu pressochè disnbitali e si potrebbero mo!to pres!ament.e, senza incorrere in gra vi spese, . ciascuno dei battaglioni del presidio Ji Genova, i quali non hanno, come è noto, 11na l'orza molto consit1erevole. ridurre ad uso dì Caserme . .Ma quand'anch,J si dovesse 1 Per modo cho se la Guarnigione di Genova non fosse stata ·addivenire a 11unve ed apposite coslruzioui, il che non può infrstala dall'oua!rnia, avrebbe potuto avere un Battaglione a- meno di preferire chi 1ia visto le grand iose e ben archidi meno senza essere p1111to men() forte e senza ces~are tellale Casorn1e, clrn da poco tempo si elevarono in Pros.da l prestare lo strellissirno serviz io. Computiuo i finan sia, nel ,Be lgio, i·n Franc;ia. ed in ~Itri Stati, la Nazio?1e zieri ciii che costa un Batt3glione per un .semestre o ciò _o()n dovrebbe certo indietreggiare d~vanti alla spesa da si sarebbe 1wrciò potuto risparmiare, oppur ri\Olgere che incont1:arsi . Que~ta, oltre ad esse;.e . impiegala in opera di ad altra opera, alla costru1::1)0C delle Caserme, per e,emulilitù pubblica grandiss.ima . verrebbe pure compensata p~. Gl'iuconven ienli ctiuna malallia lar~amcnte sparaa, Ja risparmii che permetterebbe di l'llre per altri versi e quale ullimamcnle 1·oualmia io ùenov3, non ;;i limitano che si i!Olrebbcro, qualo·r a indispensabi le, realiz.zaro .n1che al far scomparire dalle 6,10 uo da to numero .l'11umini , rna col ridurre l'effPtlivo dell' Armala, senza punto diminuirne, gl' intieri .Reggimenti. l'intiera Guarnlgione no soffre ne lla d':ll resto, la. forza rea le e senza che rneoornamente ne sua istruzione, spirito e discip lina e Bello sialo suo saniscapitasse la difesa del Jniese . Non ,;ono infotti gli nom ini la rio ~<·.nera le. Vi minuendo ·11otevo Imente, sopralltJUO nei che si · banno sui moli o che pur. si mantengono in attiBeggimenli più bersagliati, il 011mero d'uomini capaci di vità presso i Coqiì che costi tuiscono la forza reale d'una ,;ervizio e questo coulmuando ad essere comandai o 11cl la Armata, ma quel li bensì dw vi prestano un tale servizio. stessa misurn, i turni ,,. fanno sempre più rapidi, gli no· Ora un cattivo $iStema di Caserme' ptn· lo malattie mini comandati freqncnternent<c1 di Guaròia non hanllO più senza nuti1cro cni dà luogo, distrae contirit:amente dal il tempo necessario per riposar!', non prendono piiì parte scrviiio una quantilà granclissiilla di Soldati ; la proporcht1 di rado alle esercilazioDi od affranti da lla fatica 11011 zione degli ·ammalati può per lalt:l cagione dive ntar doppia, ne traggono vantaggio, più non , i possono rc~g<'rn e ca· tripla ed anche più di q1Janto soglia d'ordinario essere nono anche in molte allre malattie, cslraoce all a domi· presso u,rta ·fruppa ; e quando si tnìtta di Corpi alquanto nan te. I Hoggimenti sempre più s'illlìevoliscono e sompre con5iderevoli, le cifre degli ammalati irivi ali ii!lo Speda le più perdono di quelle attitudini gll\irre,rnhe che . sono ne. ~ dell1~ !!iornate i vi 1:onsnnte diventa vefamente ('norme. cessario pnr putnli ntilmente _im piegsre. Ho in,lt~so dire Basti pe; darne uo piccolo e;empio il ~egut'nle ·quadro che il Genera le che inspetiò q11est'èslale la Guarnigione delle giornal e di servizio perd11le dalla Guarnigione di Gedi Genova riferisse al Mi 1,istero di Guerra d'a1'er tro vati no va nel semestre dal 1° maggio al ·1° r:overnbre 1852 i <lue iloggimen li Aosta non prcci~amen10 allo stesso liper le· sole mala ttie ocqlari. vel lo· 1:ìegli altri quanto al contegno militare, alla disciplina, No 15)847 Gi1>rnale d'Ospedale all' istruzione. s~rebbe meravigl ia che fo,se· avvenuto al lu. d'Infermeria 1,214 trimenti. 5,408 di Conv~lescenza (1) ld. Ecco un Quadro e;on~pi lalo dal Doll. O megna per indi: 10,000 Id. ùi P<•rme~so (2) . ~are i I numero di ollalmiei inviati da ciascuna Compagnia del 6° Reggimento .,ost,1 allo Sped,ile eò all' lof,,rmeria l\'0 50,469 T otale nel per iodo dagli 8 settembre 1851 all '11l1imo giugno 1852, A queste 50 ,00\1 giornate <:Onl'ien aggiungcr1: i rnol-

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più i11 ft:1riva (1), furono affetti dall'otlalmia; m:a molli di queslì individui rer.idivarono una , due o più vofre e se si computano tulle , le recidiv,~, viene a risu ltar rrn , un tot.a ie di circa 600 t~ntrnle allo Sp1\c\a!e od :fl lla lt1 · (1 ) Sono comptllate 8 giornate per media a ciascuno dei 4'26 usciti dallo Spedalc, comprendendovi quell i che si recarono in i ferrncr ia. Tale cifra può dare u11'id11a di quanto il ,6° Reg· girnento abùi,1 dov11lo durante l'acct'nnat.o periodo rimape,,messo, m<1 r,he per l0ipiù res tarono prima al.cuoi giorni, in Risulta un to tale di 2515 individui per questo solo Heggiiner;to e si 1,01i bene non per tutto il periodc in cui

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(2) Sono computate per media, 40 giornate di permesso.a 250 circa convalescenti che vi si recarono: se alcuni ebbero meno di 40 giornale, altri ebbero dei prolunghi.

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I

(1) Mi ri ncresce di oon aver ancora tra le inani la contin;iazione di tale quadro pel 2° seml'slre del 1852.


nere indebolito; Lanlo più che nel tempo stesso contava ' cala; se lo fosse, qnelle tantissi me ollalrnie reumotichu e molti individui aifelli da altre malattie. Francamente perciò ca tarrali che ogni mese vediamo portale sni Quadri Stasi può dire che il sno stato sanitario era pessimo , come tist ici 1lell~ malallie cnrale nei nostri 0,;prdoli ed fnforlo era cl'altronde non meno quollo d'altri Reggimeuli della mP-ri;• ~Jilila ri farebhoro 11ella mai:slma parto pas,aggio ad Guarni,;i,,ne e come or;l ed è qu\lll.o di parecch i altri Prc• altra Cat<igorin . sidii, asserzione che mi ·propongo di dimostrare in un arSi por:oi,ada oo i Colleghi, le ollalmie rc11matìcho <l <ia • ticolo, di cui sto ora raccogliendo cd ordinando i male· tarralì gtnuine sono lungi dall'essere una malattia frt•· ria li. qw•nle; la c,mgiuntiva Ira le mucose è certo una dello Tra l,1 pri ncipali cngicni ri i 11n tait: slalo ,l i r.ose pripiù ag:,;norri te contro i li cause rcumalizzanli ti non vi cc1io meggia, non è dubbio, la tristi7ia clui luc.a li in cui lu t,into fac:tlmeote. Ptir 100 indi vidu i che 01,IJa classe BorTruppa sta rifugiata. ghese s0ITro1,o un'irritazione della moco$a sch1wideriana, Promo riparo "i mclla du nque, si diano olficaci provdella faringea, dr.Ila bronehialt•, non ve ne hanno forso o vedirne11li contro 5iffullo graviss11110 i11come11iMte se si che s01fran•> 11na cougiun livilt>. Percbè pei Militari si t1uvrà vuole ,•edcr diminuirn la frequen,a delle ma laLtie clie in· avere una proporziotlt~ ·lauto difforenle? So consultiamo i fe~lanu i nostri lleggimenli, tra le quali una delle più Hend'iconti statistici che si pubblicano n,•1 Giornalo di frequen ti e dannose in lolle le Gu,,ruigiooi si è certameute Medicin" Jl/ilitare troviamo cho nell'anno 1852 entrarono J'ottalmia. in lu!Lì glì $pedali Militari del lo ~lato 814 casi d'angina, Perd1è non si cn•da che 1·011airnia che dominò l'.in110 mentre nolro stesso periodo di tempo vennuro ricoverati sc:irso in tienova ~ia cosa stra.orò111aria, pa~~eggiera, li1712 affolli da oltalmia reumatsca (1). Vi sarebbe dunque mitala II tale cillà, non sa rà trop po ripeterlo, l'ollalmia stalò un n11mero d'ollalmi.e reolllaticbe pìù che doppio di sr trova sru rsa ugualmente in lulle le Guarnigioni e presso quello dulie angine , proporziouo che a chiunque rillolla quasi tutti i Corpi doli' Ar mat.a. lo visita i nel decorso 1fo l con q11a111a maggior.o facìiità s'affolli la m11cos~ delle fanc:i, 1852 qna:oii Lul!i gli Spedali Dil'isionali delle, Stàlo, 11uelli che non la congi .1ntiva, noo~mò a meno che parer assai cioè di 'formo, Al<'ssandria, Genova, Sda1nbel'l è Cagliari, singolare. E si noli che dopo lo n~ilerele discussioni che ed in t11lli ho visti numero,i amrnalati di quella sl~Bsa t sull"ollalmia dominante, ebbero luogo nelle Coufercnze oualrnia clw t'bbi II cu rar~ in Uonov:1. l;he essa esisla dello Spt'J. i.liv. di (icnova , mo! l1 casi vennero caral111 · pure nel!" ::- pedale di Nova ra c·fl lo dic:onn !ti ()Sservazion1 rizzali per o(talmio J,elliche eh,, sarebbero alll'imenli slot.e Jel Doll. Valzena ( I) ~11llc oualinic ,pcsseg~ianti in quella portalo sui P.eotliconli come 011al111ie reumoli co ·calarrali Guarnigiont•, le qua li hi:nchi: e~h ,·aralterizii per rewnaciò che avrebbe resa anche più for te e notc\'Olt~ la sprotico-catarr<tli, ha.,;Lnn,J poi a chiarirle belliche le circoporzione. Cosi pel mese di giugno fi gnrano sui Rcodiconll stanze iu cui Ri svolsero, l'at1a1·cur esse ~pecia lrnente al142 ol lalm ie belliche, 155 J.Wl mese di luglio, 76 per 1' 11cuue C<1mpagnie d'un solo flpg~imenlo. l'anòamenlv elio gosto, lo quali prov<ingouo per In massima parlo dallo ne descrive, lt! gran~1lazlo:1i ch'egli dovellr 1:onibatlere A 1 Spedalo ili Geuova, bencbè andu: per gli ;iltri Spedali o d'aitrondti il D(l\l. Val1.twa 3(1:sso ercùP.11rl() in•ufficicuti rer gli ailri mesi alcune ne siano state registrate che lo cause reumalizzauti a dar n1gionu u,1110 sviluppo di I.ali nddi1.i1rnale alle p!'ime -formano una cifra di /485. Ques.lo ollalu1ie loro abgiuuge il predicalo di mefiticlte. uggiunle al lè 1712 rclll'na.Licho od alle 109 IH1rtate sotto Che l'oltolmia esi51a pure n1•llo ~lll'dalt• cli Cnoeo, co la catc:.:oria òlennorragìclu: e sollo l'altra a<1sa i vag·a di lo <l1ce ti Rcmrliconto 1:1t1.ic() d,•I ; ,Ht Crusa (2), <la cui pt1rule1llc, danno un totale di i:306 otlalmic lo quali, io r.e sono <;()Dvinlo, <hihhonsi· realirwnte qna~i in iotalitt\ riri&ulla cho Ira le ollal 111ie ch'o~li ebbe a trattnrc e cho denomina reumatidte e r.aiarra li , Pl,hu perù n cumbnllerc fer ì re al I' Ol lai mia speciale dellll i\ rrnate. J,iù volto le granulazioni. Ora, ,:orno già ebbi occasione di notare, si può con Condamenlo ritenert:1 che degl'indiv1dui affetti da tale ma· Qu~t·err,,re di carallcriu.:ir... I,· olla lmit• l>l•lhche per reumatich l•, o reumatico ,1:alarr3li, è quasi i:;1:111iralt! presso lal!ia , appena un tt.1 r7.o viene lrall ato negli S1mlali. mcntrn i lVIcclici del la nosl ra A rrnata . ( i ià dissi in questo Seri 110 gli alLri o vengono cura ti ru~llc l11ferm urie J>t',•8su I Corpi come rouma1ico·tatorralc fosse sti\11 d, princiµ io delinita oppure tollerano la l,,ro infern,ità allo slalo lento sunza l'ot1almio domio:intc in Ge11ora : 11,~11'01tobru 11lt1mo scorso subirtt trattame11lo alcuno. lo cn:do perciò che 0011 si òlfui allo 5p1•dal1-1 d' .\les~ 111,lri;1 e c.hiesi se \'i foss1·ro casi trepasserebuero i limiti della probabìlità, calcolando dai 4 cl'olla lmia. h~Uicz.; ml si rispiJsc 11011 ess1•rv i che ottaln,ie ai 5 mil,J !,l' iu'diviJ11i cbe solfriro110 in rcultil l'otlalmia reumalich•', reumatico-catarrel, . Assistei alla visita e. ro. nella no;tra Armala durante lo scol'so anno 1852 , tcvcsc1ai le palpebre tullt• ùdlo vt>nt111a d'ammalati ch11 vi n~lo quan<l'a11ch0 conio delle. diligenze straordinarie usate duranlc alc11ni' mesi n~lla Guarnigione di Genova per si trovavano; forse uno o due non a\·ttva.1w granulazioni, gli al!ri l11lli ne avevano e dolio grosse. scoprirti ll \rallare tutli gli afl'elli. · Aveva d1ies10 più volle ai Collo~hi redw.i da l!~ SarQuesta cil'ra, già per se stesso vistoso, diven ta lauto "degna se vi ,;i trovas)o l'oll.:lmia l,ellica; aveva sempre ·· più notevole quando si ponga men le che essa forma l'otavute risposi.: negative. ti ra chP. mi trova in Cagliari la tava parie circa della for1.a O!!lla 11oslra Armata, la quale veggo assai sparsa 111~1 Hcggimunlo Cavalleggieri che ha non raggiunge forse presenlemcntl, i 40,000 nomini. Si nel!' Isola stanza p1~rn1n1H!nle. può quinrli alfe rmaro che ogni 8 uomini ono fu affetto da }li è forza ripclerl,,; l'ottalmia J\Jilitare non è tra noi ottalmia, propor2.i,,ne certamente ooo ioft>riorc a q11ell:i sufficientemente conosciuta e convenit'nlemente diagnosti· che già determinò altre volle alcuni Governi a pren,lern misure straordinarie. Il Be.lgio, per t'sempio , nel 1854 (1) V. Giornate Me<l'ico-lltilita.re, 26 luglio 1852.

(2)

Id.

27 sellembre 1852.

( 1) V. Giornale ftleàic/J Militare, 9 febbr.iio 1853.


3i6 ~limò ind1spensal.>ile per frenare l'oltalmia che affi \ggeva l' Armata tli fare diligentemente ricercare oei Corpi tutti gl'individui tocchi òalla medesima per allontanarli defin itivamente dalle file. 1 11 tulla l'Armala, che non contava a llora me110 di 70 a 80 mila nomi ni, vennero 1rova li 544 4 ollalrnici, d'onde risu lta la proporzione d'uno per 15 (1 14, mentre sarebb~ tra noi presentemente òi uno per 8 o 9. E ciò in piena pace, colle Truppe accasarmale etl in circostanze per nulla straordinaria. Che se queste venisse ro a cangiare, se si prascu lassc il 1,isogno di chiamare sotto le armi alcune Classi, di operare delle concentrazioni di Truppe io qualche parte d1{l Regno, re ndendosi inevitabiltl l'ingombro delle Caserme e l'agglomeramef!to dei Soldati nell\l abitazioni si avrebbe sc 1:iamenLe a temere che tanta essendo in cl!rti Reggimenti la prndi&posiziona, tanto il lillvilo, l'ottalmia non vi prendesse ben presto un movimen to di rapida ascensio11e, di spaventevole propa gazione. Grandi danui ne potrehl.Jero ridondare ali' Armata non solo, ma si CQrrerehbe eziandio il rischio di vedere il morbo comunicarsi p1~ anche alla popolazione civile, sventura che ira noi , a difforem.a ili altri -paesi , non è f'o rtunalame11 10 sinora a 1•ve11nta. DcJla quale differe nza due sono a mio giudizio le principali cagioni. La pri ma si è che il miglior numero dei nostri Soldati proviene dalla c!ass-, dei Coltivatori, nella quale rientra tosto lasciali) le armi. Siccomu tra noi la popolaziòne rurale vivo per la massiwa parie non cooceolrala in -vi llaggi, come generalmente noi Belgio, ncll' Ahm1agna ed i11 molle altr~ rllgioni d'Europa, ma disse minala in ville, cascint1, casolari, ove gli individui resla no isolali, dormono la nollti il'! ampie stalle o per molti mesi dell'anno anche all'aperl~ sni fi enili, difficilmente p1:rciò aniene che un Soldato rientralo a casa sua coll'ollalmia la diffonda a parecchie persone. Laddove al contrario nel Belgio, Paese mollo industrioso e mani falluriero, ove esistono grandi masS(I d'operai, 4ucsli fornirono sempre una pariti del Contingente del!' Armala e molli di essi lasciandola poi, affolli òa ollalniia, non tardarono a diffonderla iu mezzo ai lorti compagui di lavoro con cui slanno dorante il giorno rinchiusi nelle officine e coi guaii dormono la nollti stivali in grandti 1111mero in anguste, mal aerale, insalubri camernccie. :.,;iffatle sravorevoli condizioni in cui vive per lo più in 1ale paese la classll Ope raia, fomt'nl ò sì effica cemente la propagazione dell 'ollalmia, che essa vi prese u110 svil uppo imm ~·oso per modo che 11 Doti. Uecondé, appoggiato allo ricerche da lui intraprese, valuta ad un sesto dcll'intiera popolazione la massa di granulati che si lrova nel Belgio, cifra che il Doll. Gouzèe sarebhe dispos to ad accrescere ancora dietro quanto egli stesso eb!Je occasioue <l i osserva re. Il !Jollore <.:u nier m'asaeri va l'anno scorso disperar a[allo che l'ollalmia possa ornai estinguersi nel la popolazione operaia, malgrado tulle le misure adottale, malgrado gl' lnsliluli ollalmicì s1abiliti nelle varie provioi:ie, malgrado le in spezioni periodiche di l!Jedici incaricati cli rti ra rsi noi va rii Comuni specialmente per la cura del!-, malalliti oculari , lanlo vi souo esse ora sparst;) e radil;ale. Allra cagione che contribui grande mente nel lldgi,r a cagionare 110 sì disttslroso risullato si fu Ja neceilsilà in cui essò si 1rovò negli anni successivi alla rivoluzione del 1850, di li.mere dei Corpi considerevoli di Truppe acca111011ate per lungo tempo nelle provincie limilrofe all'Olanqa,

nel Lirnburgo soprallnllo e nel Bral.>ante. Il con lallo quotidiano dei Sulda ti infetti largamente tlissemi oò la malallia nella popolazione Ci vile che più non potè esserne liberala e che ora restituisce con usura al i' tsc rcito ciò chtl ue ha in altri ternpi ricev111 0. Presso di noi, dacchè ne!I' Armala penetrò l'ottalmia, una tale ci rcostanza mai non è occorsa. Dal 1815 in poi i nc,stri Reggimenti no11 fur ono per alcun tempo accantonati, ne vi furono sino al 1848 oltre concentrazioni di Truppe t. hl' al Campo di manuvre a San .l\1dt1rizio , ov~ però sempre fu rono quos1 in 101alilà ncove'tate in apposite tende e bar;1cconi. Nel 1848 sul tll incio l'Armala h il'accò quasi continuamen10 ti lost,.., dopo l'armistizio fu disseminala ed allogµ. iala per la· rnessima parte nel le Caserme delle Guarnigioni. La concentrazione del 1849 1100 durò che pochi giorni cd i ReggimJnti vennero be11 preslo ricondotti nelle Guar nigioni od al Campo di San Maurizio , cosicchè ma i no n vi fu un acl·anlonamento propri,i tncnte dello e di qua lche durata. àla se questo dovesse aver luogo, se gli a\'Venimenli politici necessitassero di tenere delle masse di Truppe conce11lra!e in q11 alche provinc:ia dello Staio ed iv i slrellamenlo accanlouale per alcun tempo prima che Cossero siate adottale e con sufficie111e perseveranza praticale lo misuru necessarie per liberarl(1 dalla malall!a che ora le infesta, intiviLabiln 11<1 riusci rebbc-, ollra ad una più rapida e larga propagazione nell'Armato, la dilfosionn eziandio alla popola1.io oe Civile Pur questa dov rebbesi allora aggiuni;ere allu altre gravezze della guerra, al la altrn calamità o sacrifìcii che dovrans i necessariamente soslcnere ntii giorn i della lolla pel riscallo della T arra llaliaua. Essi potrebbero essere assai vicini; si pensi dunq110 alacremente a provvedere (1).

STORIE DI tASI RlllAllCHEVOLI. 58 p ARCl!'iO

SOSP ETT O. (iOARIG!ONE

(Storia comunicata dal Med. ùi Regg. Doti. Bu!A.) Nel piull osto lungo mio .Eserci1.io pratico negli Spedali Militari vidi sempre terminar inraustamenle quei pochi rasi di ra rcino che mi fu da to os,crvare; e ciò sia 11er il fall o delle inhmnioabili ,11pp11razioni che ai lumori farci11osi aperti sn~seguono, sia per il fallo della diatesi purulenla la quale l'Oli l'anda re ciel tempo inva le le persone tocche da qur.sta malallia. Non cosi però, se non m' illudo, ( l) Ha qoi fine la Momoria del Sig. Doli. Balcslra, la quale se fu alqua olo ingiusta vorso il Corpo Saoitario-i\liJitare io coi

soavi laJj personaggi che sapevao benecoooscer e curare l'ottalmia bellica prima ch'egli sedesse su i banchi delle Scuole Uoi- · versitarie; se non contiene alcuo importante oovilà;se non entra in tu lii i particolari dell'ollalmia bellica ; ne tocca però i ponti più essenziali e compendia tutto quello cho di più importante rilevò eglì nella soa loni;a porcgriuaziune Medica in cui Pbbe la sorte d'udire le opioiom d'uomini eminenli nella Scienza, tli vedere l'altoazion11 dei loro priccipii Scientifi ci e di fa r un'utile raccolta presso molte Nazioni degli Scritti più ri 1evanti su questo i1rgomeolo. Da colesl'aspetlo la soa l\lemoria è lanlo più preaievole in quanto che offre egli nella medesìma la sua particolare sperienza a coofcrma delle cose altrove udile, ,edule e lette. La Reda:ione.

l


5i7 sarobLer a11ilate le co,e riel seguente caso che fu condoltn a i;,ua r igione nel modo che mi farò brevemente a narrarvi. Gabriele Marah,>llo, _Allievo i\laniscalco, addetto alla Scuola Veterinaria del Va lentiuo, d'anni 24, di tempera· mento hi lioso-sau~uigno, di l'orle costil11i ionc , non mai stato mul,•slalo da allra malattia fuorchè da febbri periodiche tj da lesioni traumatiche, t->ssendo da qualch,: mese ap1, li ca 10 a Il' I nfer meri a dei ca va Il i morvosi i qual i custouiv a e medicav;i, dorrnend'anche r,dl a Scuc.l•·ria sl ~ssa , fu in 110n ben .determinalo giorno preso da tbappet!•nza, da nausee, da ri hreizi e quindi da febb re ; ma li questi ai q11à1i, fatti si più gagliardi P persistenti, oppose il Marabotto per due giorni con pass.iggiero van taggio ri rnedi i purgaLiv i. Non ta rdarono però q11 ~lli a riprernler~ nuova forza· 1~ ad essere complicali co11 vaghi dolori soprag~iunti nelle articolazioni, specialmen te risentili in quel le rle ll'r.~tremità inferiore destra ,~ ddla s u1>eriore sinistra ; non tardarono a manifestarsi alcuui tumori aveoti li caratteri dei Carcinosi dei qu?.li il primo era siwato nella parte a111eriore della gamba sin is tra, il ser.oudo nella pa rie snperinr- esterrH1 del br.1ccio destro · ed il terzo nel !a regio11 esterna del medesun'a rto; collegato quesL'ultitno tumore con il secondo per meizo d'una catena cl i vasi linfatici ingorgati: Coteste rae<:olle purnlcnt.e, giudi cate come furono da ll'arn · malato quali espressioni farcin ose, gli fecero so ll ecitamente ehiedera l'ingresso in questo Specia le Divisionale ·doV<', ritirato provviso riamente ucll'ln fe rmeria del Corpo d' A.rli~lieria, entrava la sera dei 27 di gennaio ultimo scorso. Dall'esame che qnivi istituii degli accennali tu· rrlùri avendo riconosciuto 11011 tisser i ·medesimi costitu iti nè da furonco li, nè da flemmoni suppurali, nè da ascHssi linfaiici. scrofolosi, fleb iticì o sim ili , per la considera1.ione ch'il .\farabollo era sta to per lungo tempo esposto a cagioni che, s,: non per inocu laiiont~, per infezione almeno potevano favorirn I '1.wolu'.4ione dei tumori far cinosi, venni in pensiero che questi fosser in rea ltù l'espressionti del morbo farci uoso e, tultot:IH~ nella diagnosi mi li mil~ssi a cara tterizzarli con il nome d'uscessi Lenti, mi proposi però 11el metodo curativo da intra prende rsi di non diment icare questa mia pres1101.ione.Slabililo per ta le modo il concetto di agnost ico del la malattia e comhatluta con due salassi una la le qual irritazione vasale la qnale offri vasi qual unico sintomo generale che complicasse la prest·nza dei tu mori , opinai rlove rsi volar il conte nnlo di questi per mcizo ò';Jpposite incisioo i e mod i!ìcarn ,11iindi le pareti ir,terne degl i ascessi con 011portu11e cauterizzazioni on,l'impedire cl( il liqu ido · morboso contenuto rinnovandosi non si perpetu asse e non desse luùg<> a seni fi stolosi, sommin_i$1rando quind' int1m1amente qualche r iml'dio atto a 11eutra!iziare gl.i eff..,t ti de,la probabile pioemia ed a faci litare per le vie 11,11ura\i l'uscila del princip:o disafline infestante l't•co nomia. (on q,1esto intendill\ento cumi11ci11i dall'aprir in tutta la sua lungheiza l'ascesso della gamba il' qual a(fo ndavas i l~a il muscolo tibia] anteriori~ e l'estensore comune dei dit_i; ciò fallo, presi un ptHrnello di fila ccica be11 inZtJppato in acido acetico mollo concent rato e lo feci s,:orrere lunghesso lulli gli amlirivieni Jella cavità che scorgevasi di colore grigia· sir" e quasi come tapezzata d;i cotenna, riunovand'in seguito piì1 volte quest'operazione e lasciand'in fine per un'o.ra soggiornare nella cavi tà dell'asc1•sso le filaccica stesse inzuppate nell'acido. Non tardando la piaga ad as•

surner 1111 bello .e rassicurante aspetto dopo la caduta delle esca re, in'acc:i11si ben presto all'apertura dell'ascesso del braccio il qual era esteso tanlo da occupare più della melà della parte esterna del braccio; apertura questa che per la notata gr,11111'estv11sione dell'ascesso praticai con due tagli paralleli di!\lant i l'nn dall' al tro d1rn pollici, nella direzione de lla lunghe1.1a del 111.more. Cau terizzai qu indi come sopra minutamente tutta la superficie interna del la cavità con il medesimo b11,m. succosso. In qua11t'al terzo ascesso al· tiguo a q11cs1'11ltimo non fu neces~aria ape rtura di ,orta, chè, operatosi in esso S[l!Hltan~<> l'assorbimento d.,IJa ma· terit1 niarciosa , s'avvizzl e si rldusse ad uo duro noccioletto che fin·, poi per iscomparir affallo. Durante lull'il tempo del la suppura zione delh1 piaghe somministra i all'ammalato, j)rima una decozione di corteccia peruviana e quind'una satura decotione di salsa parilla. Aì 29 di marzo il Mara·botlo usciva òallo Spedale in istato di per fetta gua · rigion1·. Convinto qual io era e sono d'avere avuto in questo caso a fare con un malalt.ia farcinosa, trasmessa per in fezioue da l cavallo all'uomo, avrei amato meglio prima dì lP.nerne parola coo voi, onorevoli Collègbi, che la contropro va dell'inoculazione del pus dell'uomo al eavallo fosse venuta iu modo certissimo a chiarire il concetto diagnostico da me razionalment,1 emesso. D iedi perciò opera che l'abbonda nte quan tità di pus del vasto ascesso de! braccio raccolto in appo~ito vaso di vetro foss'invia la ,al Sig. Val lada Profe~sore nella Scuola Veterina ri a al Va lentino, µc rché avesse la compiacenza d'eseguire l'indì. calo sperimento. Genti lmente si prestò al mio i,1vi10 il Professùre Vallada ino_colando tre cavalli, ma lo spcrimentCl fn negativo. Ciò non pe rtan to io n0n cr<!uO che q1rnst'esi10 uegativo dell' inocu lazione debba in modo as,o'luto al lon tanarn l'idea di farcino 111•: caso espos10, giacché lo stesso Prof. Val lada mi faceva avvertilo che no n leneva a sua disposizioue cavalli ad<latli all'uopo e che i tre ca . valli inurulati erano e.la croniche malattie ma lconci così che furon abhalluli poco tempo dopo le praticate inoculazioni. Se nc,n ostante la mancanza dtllh1 pro,•a che sola poteva in modo convincente depor in favore della diagno!-i da me emessa io mi feci ardito d'esporvi questo caso, ciò fo per avere lello come nel N° 5 del G-iomale 11.,Ll' Accademi(i Reale Jl,fed·ico -Chirurgica di !lllest'anuo si voglia dare molto va lore a due casi desnn1 i dagli Archiv. Belg. de Msd. J.lfilit . nei qua li luttochè per ciò che riguarda ai sin tomi 11011 \'i sia srgn i!ìca1.ione maggiore di qnanlo ve n'è nel caso di cui vi tracçiai la Storia , la cura sareblìesi compiuta con l.1 somministrazione dell'estratto d'aconit,1 napello, sta(o raccoma nd;Ho da T essier contro l'iufezione purulc111a. La creduta incurabilità dt> I far ci no non sarebbe pe r av . ventura da attribui rsi a che lroppo tarcli gerrei·almente se ne in I raprenda la cura o,I a che troppo si" larda a dare uscila al pus co ntenuto negli ascessi il qnale finisce poi per ammalare tulla la costituzione dell'infermo o fi nalmente a dw dopo vo tati gli a;;cessi 11011 s, pensi a distrug gerne la cavità con i cau;tici patenziali 0111.l'impedire che questa si converta in rocolaro d'i nterrn,nahili suppurazioni ? Tale per lo meno essendo la mia opinione io proporrei dover in simili casi tentarsi il 111etodo abortivo locale, sic....


corn'io pratic~i, n chivere quind i farsi ltlOi:;•> alle larghe sornminisir;izioni dei rim,~d ii dial'orelici e di uretici onde alli,Vlll't' le secre1.inni ·ed 1·,crNioni d,~1 s udore e dcll'oriua. (:iò 1wri, che dall'esposto caso riman evitlenti,sir1111 è che all' J~iene di colnro dll~ per dovere ,on ohbl i:{at i a prestarn la n°;a1111al assis t,;.nz.1 a i cavall i farc i11 ns i ed "sv~gio rnare l11ng,1mcnte ne lle scud"r id des tinali! pe r ·i medt s irni, vuol essern co11 tu tti li possibili rn,,zzi pro vv l-!<l,110. 0

veri\ ùicendo d'amare meglio. che le meù1·sime siano falle per comune istro iione , senza pretendere d'arrogarsi il titolo di )laest,·o verso Colleghi che nehbon e ~on in .grado di sapere: 50 intorno all'E>pi<lemico imprl'l'er~are clellu ~car latlioa è !le i vaiuolo il qual u'ltimo non v,, scornr,;rn:nalo eia un tale qua le grado di gravil/1; e ciò forse non tanto per l'intensità del male, quànto per la qn ali!i1 deg:i ammalati n ei quali, adnl!i tutli e per le militari fatiche dotali di pelle <lura e sti pal,1, l'ei-uziime vaiuolosa non può effeHnarsi cou quelia facilità con <·ui s'tlfoltua nP!fe perso ne in più tenera età ed aver.ti una pe!!c più delica!a ·: 6° fina lmente intorno alla vigile prtmura cb'in con~eguenza ciascheduu Medico di R1•(1'e;imentò riebbe far,i per impedire l'erUlion e vaiuoi · Iosa col praticare pe,· tempo e con i uecess~rii riguardi le vacciI . . ; nazrnm. i Cnnf'il Presidente in modo !fignitoso ed am ichevole eblrn poslo fine al suo dire, Il Dot!. Ka lb Med. di Regf:, chiede La parola · per fa!' alcune riflessioni intorno. :dia Relazione su l'ottalmia bellica del Oott. Ba!1•slP, I~ qual attualmente si va stampando io qnes!o Giornale di ;)!Jedicina Militare. Tra meraviglia egratitudi ne si fa il medesim o a pa ri.i re dell'impegn_o assunto dall'Autore di ra gf!uagliar i s uoi .Colleghi intorno' ,igli sludii fatti nei suoi lnn11hi viaggi relativamente 1<li'o!!almia dominanle nei varii Eserciti d'Europa ; d a l ct>mplesrn dei qua li studii gfi verr<'bbe a risul tare !'irte ntità dei caratteri di <J UPS\' ottalmia con , quelli che eia parecrhi <lDni si manifes tano nell'omonima malattia che d~mina nei Snidali componenti il nostro Est rcito. Ciò non pertanto,di ce il Dntt.Ralb, con vc.n ia dell'Autore è b eoe sia rettitkata l'opinioc e che questi esterna su !lii al tri snoi Colleghi in proposito di qor,sta rnala!tia; opinione questa cho no.o può accer t,1 rsi srn:ra eh~ a tulti ir.distintamc, nte uo venga il b ;asirno. Tmpnoc<:hè io non istimo die il giudizio ch'ii Dolt. Balestra r eca su ia ma la ttia in discors<>, costituisca presso gli Offizial i Srmitario-Jlfilil~ri dell'Armata Sarùa uoa cogniiione nuova e peregrina tanto che g;à da lungo tempo la maggiore parie dei medesimi esattamente non conoscesser e sufficientemente non appn,zzassero. 'Prnmesse qu t>sle rifles;;ion\ tuUochè dicesse volere riserbarsi ad aitr'occasione per manifestare le sue i,dee critiche in proposi!n, comincia il Dolt. !\ali> col sos!em,re non esse rvi ,1lc11na essenziale ragione j)erchè la degrn<>razione granellosa òella cuns:inot.iva p,dp,·br ale non si mostri t~nlo O€i _nostri P " esi, , q,., anto neg ii aliri tutti d' Europa e . fuori anche di ques ta con idrntid caraUeri di forma , non alll'ìmente che avvi<'nl', a<l esempio , della scabhia la quale dov unqu e polluìi si manifesta e si inauifosteri1 sempre all'occhio osservato re con gli ordi narii se · go i che la cootradèistio!!uOn<> dalle altre eruzioni cutanee; che 1 se , <l!:(l i dico , v'esiste d iffereuza nell'olfalmia ~rnn ellosa, questa differenza non paò gran fati.o osservarsi relativamente alla for.ma de ile gramil,izioni, rn.i si bbeue ·in ordiue all' intima condizione morbosa ù:i cui l)ossoo esser ge nera te, rnanten u\'e od accompaguate ; ciò chr, indurri1 il Prati co nella necessità di v;Jriàr il relativo metodo di cura , spcdalmenle per quanto spet!;i ai sussi<lii geoerak·Oltrn,·ciò,prosif goe ii DoU.Ralb, con p.oco accorgimento il D utl. Balestra mo, tra di confonde.e l'oUalmia purulenta con la grar.eltosa, contagiosa o bellica, contrar iamcale aoch!J alla classifi cazioue adottata d~ I Consiglio Sn pf'l':ore San itario ed a! l'osscrvazionc dei ·migiiori Ofra]mologi; il che fac<•ndo il Do!t. Ilalcslra dà a di veder" 110 o al'er f.gl i troppo esatte idee intorno alle merl<'sime , ment re che nel suo Scritto Jascìa in vece sup porre eh<, siano gli ;li tri suoi Colleghi que!ii i quali non bauuo un 'esatta idea tli qu, sht form,1 morbosa. In q uest' errore non sarebbe cert~mente inc;nrso U Doti. Baleslr:i, conti nua il Dottore Ralb , se avesse posto me nte che , se no o a l11tli , <1lla massima p:}rte al meno degli Ufficiali Sanitari i <li Piemonte non son ignote le luminose idee che i'ill uslrn Pres;dente del Consiglio Superiore M.ili!are di Sanità , il Prof. Comrnend. Hiberi , hn sparse intorno a quest'argomento, sia rhe quell i le ab biao attinte dalla stessa. voce di questi nelle s ue Lezioni Orali di Clir.ir.a Medico-Chirurgica Operativa nello Spedale di S. Giovanni i n Torino, sia che le abbiano raccolte dalla soa preziosa e compiula 1lfem-0iia su la Ceratitide lenta (I) prodotta dalla degenerazione granellosa

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RELAZiONE DELLE CON.FEllENZE SCIENTIFlClrn (i'Jlle.,11 d·apr,le . 13 Torn ata). · TORINO. Lello ed ,1pr,rovato i! processo verbale dell'antecedente Seduta, chiama ed oiliene la parola il Dolt. Bar. De Bcaufort il quale, :ivendo raccolto dalkiStatislich.e comemaggiore sia per lo più nei mese di lnglio il numero dei Soldati infermi per malattie proveni-cnti da cagiooi reumalizzanli, manifos tò il pensiero che ciò no n potesse ascriversi ad allra cag ione se non a qu<'lla i.le lle Bagnature: soli le a praticarsi in quella stagione dell'anno dalle Trnppe di Guarioigione le quali, sebbour riconosca utili in se, crede tu ttavia possano ri escire dannose per dfoUo di cir;;oslanze acce:;s•H·ie e più specialmente per l'ora impro;,ria in cui per l' ordÌnario ha un o Juogc. Prnsero parte a questa i.liscussione presso che tut.li i Membri presenti alla Confe renza, assen•ndo gli uni in appoggio alle riflessioni del Dvl t De Beauforl cha veramente no n 1mrno sempre, come sarehl)e neressario, c;onsult;,ti i Medici Mili lari in tor-o o alle circostanze r. i !empo e di luogo reléltivc 'alle Bagoature le quali perciò alcuna v11 lta riusci l'ano dannose piuttosto .dm utili; coa · testand'all' incon tro gli altq, cd enm in rna;;gioninza , fril cui ìl l\led. Div. uoa siffatta asserzione come contraria agli u~i dei Corpi a cui essi c_ran a'ddelti dov.: sole·,aosi Cf)nsullar i Medici del Reggiroe11•0 ogni qual volta dovevan avero luogo le Bagnature. Insistevano prrtanto qnesli ultimi nell'allribuìr a i calori ed ai fati cosi Esercizii della stagione la.sor.geot(: del folto realizzato del Doli. D·e l3('a ufvrt cd opponevailsi a c,ha fosse fn n11otata alcuna propos,a iutornu a tal argcmn 1lo " lla .Superi,;r Autorità prima d'aver ino11g;it,, scrup11losamente tulle le condizi,mi che potevano favorire qn ella maggior ·,1ffl uen za d'ammalati negii Sp~dali in occasioue delle Bagnatore. · Ad invi to quindi dd Presiden,e fu institnita uria Commissione composta dei Doti. Bima, Beaufor!, Carletti, Rnpbille e Mantelli a i quali fu dato l'incarico di riferir il loro avviso in ptoposito dopo av re faU<i gli opportuni sludii in occ;1sione della prossima stagione di dette Bagnature. Ebbequiocli termine ia disc ussi one

I

GENOVA. Speda/e di Tena. Apre la Seduta il .Med. Div. Dottore. Comis~elli c;hiaman<lo l'a t tenzione degli Uffiiiàli Saoitario-i\Iilitari: 1° intorno alla necessità di dov<--re, p<' r il sempre crescente numero <lei febbricitanti, dividere le Sezioni di l\lediciµa in tre, in vece di due che erano per l'addietro ; e ciù anche affinchè, minore così cssend'ii 1rnmero dci(li ammalati che ciaschedun Capo-Se.ziooe ha 14iornalmeote a visitar, ollr'all'av,we ma~giol'e campo ud a pprofondir il gi udizio diagnostico ed a fare talle le più mi nute nsservazioni rel«live alle varie fasi delle malattie io corso, possa il meùesimo stendere esa!li Rendiconti mensuali o trimestrali di cui la precisione e la regolarità iu ispeciale modo raccomanda: 2° sopra la ri go rn~a sorvegliama che ciaschedun Medico C:tpo·Sezione <lehh'es0rci!,1re sn l'adempime nto del Serviiio affidato ai ·Bas.,i Ullìzia!ì ;1ddetti alle l ufe rmeri e ; sorveglianza questa che di diritto compete ai Med ici Militari tanto nell'interesse cie~li ammala ti, qu,' nl' in quello deilo stesso prat ico EsPrcizio : 3° su la risponsabilità che i medesimi Cap.i-Sezione bnnno d'esP.guir in concorrenza 'dei l\led. di Batt. la necrosr·opia deg li ammalati morti nelill rispettive Sezioni onde per tale modo meglio siana confermali il giadi zio diagnostico, le cagioni e gli esili delle diverse malat!ie: !!0 intorno a ll'obbligo che tutti inclistiotamente gli Ullìziali Saoilario-Militad hanno d'. in(I ) Ved. Estratto Giornale delle ScietizeMedicliedi Torino terven ir alle Esercitazioni Anatomiche ed Operatorie sul cac:la- • Fas:;icolo <l' agosto 1839: per A. Fontana T ipografo.

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319 io cui con 1·hi,ir,·zza ,a·e che mai la ma,!l:'.inre è sl:ilo riunito

PA.RTE SECONDA

tutto C[U:).ul•> v'ha di vero ir,torno a questa mala\lia 11 _dubbio quindi ch'tl Il ,li. B~leslrn movo su l'esiflta cog11izioM di qofsla oltalmia pet' parte d1\i suoi Colleghi è cosa, amiamo crede r. iuBOLl,ETT[~O UFFICIALE volonlariam onte, iogi11riosa tanto per gli Ufficiali S,1uil:irio-l\1iljtari ind1s1i,1tamentc, quanto por il Sommo lll~eslro cùe così lumiuosxmento ci amm11estrò. flàriazioni nel Personate Sanita1·io-J1filita1·e. A prov;iro 1,1,1 come da lon~a pezza di tempo ~·abbia oel Corpo Sanitario-:\lilitar1: coi;:nizt()ne c,salla della coogino!iv1tide r.r~aDotl. Mall,!o Gallcano, ~J.,11. di Koi;g. io asp ullaliva, riJ1ellosa e de gli spedali suvi risu llamenli , invoca il Oolt. I\Hlb la d 1iarn~ lo i 1\ Servizio all ivo o d,1sli11ato al 7° testimonianza cit1l Ooll. llhzzolino e di tutti g!i aHri Culleo{hi pretlt Fnnlt:rla. senti l't!l'Ailunanza i qunli ebbero I., fortuna d'assislt'r .1lie visite C!inkhc ti.e! prcloclalo f'1·of. Commend. Rìb1Jri n!\llo ~pedale di San Giovanni, ed uifrn inoltre cna slamp:i, p11r op,· 1·11 sua e dietro le sue os,el'vazioni Jisegnala, rapprcsu,11aol : j)cr una parta RlVIS'fA DEI ,.OIORNALI SCIENTIFICI i diversi gr;itli digr..ioulazione cbe avvengon iu seguiln e dura:1lo le congiuolìvilicli grnuollos(l e, pe1· altra partii, la di ffere nza 1Jsi(Sunti <lei Doli. GJACOlrnn1). sleotc Ira !'ottalmia pu1•ulen\a e IJ grairnllnsa !e 4u.1!i, ripPIC, Preparazioni dell'oli<> di 71iedi dl bue. ,\Jeotr'a trnn · voiilio!J essero Ira di loro diitinle, specialinonte per ~iò che ridiamo che nuovi falli sorgan a confermare lo sperici111.e gtrnrd L, il mo.lo diverso J'mva~iune o di decors,l dolh1 mah1ttia; e le osservazion i cli Tompson, rii Hall e cli altri dìs1i11l1 minatci\1Sl! invadendo e rapidarno11Le dee.orrendo l.t pl'irm1, ladPralh:i; <>sservazioni cd t}S(wrionrn fovo revo li a lla sosti dove la ~raoellosa ha rer l'ordmal'i o uo andamento subdolo e lento, q11asi che fo.;se una prvgr·cssiva suct·essione murlwsa. Ott 1 ID7. tOn1! tldl'olio di fe~alo di merluzzo a quello di p1ed1 di bue, publ>licl11amo l'ralla11Lo il proct:dimento di propaqno; to sue rilli!ssioui pren1fo.ar,;oruento il l)oll. Kalb p,,r giadirnion e di quest'ultimo I qua lo fu r ccen l(~me nle e~poij lo car1: h,,ne d lver~;1me nt,, 1111 dò eh~ ha follo ii lJ vt!. Bales;ra in-· dal Fnrm~cis ta Rus1aini nella Gaz;_ A-led- lta(. di Lumtorr:o alla llelazione f,,tt.i neil'aorh,to annu dalla C,11nmissin11e bardia « j1} in 1111 vaso d, ram ù s1ag11 11 10. egli clice, st pondeHo Spcdale llli!it. Ji Genova, i;i.u:chè ùalln lellun1 dia fece di gono a bollir una 1lozz1na di pieùi d1 bue ( I) 11ni1am<:11 tc q ue~ la Rehz io ne e dalla $l8i$Ìo,n, iu cui ,·c.. aava l'ollalmia llhe a Ire volte il loro v,>l ume d'ac:qua e que;;t:1 si rirn,e tla a 11e porse ma\e ria t>d occasiooe, l'L;h ùic,· esse1·e rima,locoO'tinlo man a mano che Yll svaporizzaorlo , si vede 1:11 primo che uolld ma.!~iu1·e parie dei e 1s1 non lrall.. vasi fuor.:hè d'una riscaldarsi •lrl liquido g.~lltlg~iarv1 sof)r~ un ,>lio 1:oh1re oll~lo1ia reuruatico-calarrale la quHle , siccvm' è <limoslralo d 'oro traspar,!nle. Q11et1t'è l\,lio di p1tltli di b11e. !)i <JUùHn n el la prcloJ;1la l\lc~mol'ia oeil' e,;i mio Presiùenle, µuò, non meno olio che ;JlJhiamo vitito scpan1rsi co11 lo boll i111ra, SI.! si che li! blennm·ragica e la pun1lc11tu, essoro susseguita ,falle grnnuh1zioui palp::brali, q1mnlunqnil uon facilmcOie tdn!o, qnaulo ha la cura di racco,1,lict rlo con un cucchia1n ti1 man in l'ollalmia l{gi:ìaca o bcllira. mauv che va separandos: se ne 01tengo11 ogni dod ic.:1 p1cd1 Spedule di ,Ilare. li nit•. Val!e in se.;uilo alt'inv itL, f'allogli <lai di bue dalle 28 alle 50 oncie, m isto p1}rò a stear inA , o D JtL 1:ib~rti re:1 le con io a •!'_\duu,111w1 dell'esito µtll cunsnllo ls· mater ia estrattiva osmazomica e ad albumina , ecc. Ua ou w allo Sporin'e ùi!L B~,;;11<J r..,Litivam,mlo al condaon.1lo i'i. N. que.le ultinn~ impurità r ,,!i., :.i ~.,p::ra facendo il 1uuo legcho 1!:1 più mosi era in c,rra per 0U,1lmid scrofolosa con granulag11rmcn1e riscaldare n hag1,0·11laria , p~r c lf~llo dd 4uu le zion i palpebrall. DJpoavcru brevemente esposte le malati io 1wele impuriti1 aggr11111~ndosi ri1m: i;: l'aci le ,epar~rlo tillrando grcsse, 111rra il O;tt. Valle com'il blefarospasmo, la pertinace il licp1ido pt•r mezzo ,li tilla Ieia cl I ino o meglio ptlr fotofohia .,ù i d1)lori sopra ed infrorbitali essonò'1 si nlorui che mez10 della c;art:i e scn·en·lo~i ,1'1111 1mbu10 lloppiv od roag,:iormeotc molestassero l'ammalato, egli vi opponesse prima acqua caldi,. ( lLlic ns1 così dallt: 2 4 111111 28 onc1e d'un i! metodo ant ifi.,~islil\o ~cot1rai e !orale, lo polveri risolveuti conol io ~coloralo, 1raer11c al gial lo 11·oro, J'un sapore dolce, lilrn~lll per alcuni g1or111, i rivtiìlenh ,li ra nuca e diotro le orecinodoro e molto dllnSn pel' fa stea rina che contieoe , d1 cùie e le unzioni sclpror-btinli fatto con unguen to m ornuriale e c11i il Onll. Hal l non vuole 1'111) quello sia privato onde con eslralto cti belladc,n ua; o quiml 1 Mme, mo1krata la riazione sia lHÙ facil e alla di~c~l io ne. " generale e l'orgasmo lo,·at.:, ricorresse iuteru,,mcutc nl calome- · Dell'idrocianato d1 ferro ll(;/l'epiles$ì{/. Il D,>ll. Fabre laoo ad atta ,\oso cd al io/Ju ro ili potassio onde rnoJifi ~are l.1 dipuhhli,:ò rccen1cmeo1e 11cJla Reo. iféd. Cltirury. diverso scrasia scrofol,,sa che Ma la cagiono snstl;nilric,~ <li s1ffallo mo,·- · p ra liclie os:i\1 r vazioni del Prof. Ho11x ( tle .Briguoll es) rebo, ed cslernatnenle facesse uso d i uoili ri i di deulodornto tli li lative all'efficacia spiegala da '11Jt:>sto rnnt'd in 1101!~ cura men·u rio sciolto uel!a 0111c1lagine <li µomma ara.bica, di quel ,i d ..(f'cpilessia. I.o scopo principale r.l,•fl'..\•rtore i• quello d1 di njtral,1 d'.1rgenlo, <l~lla pomat:1 del .ra ni11 ,, della cauleiizzarend,•re, pi1'1 popo laro l'u;;o dall'idro<:1i1 11,uo u, fe r ro il zion ll c;;n il soll'ulo <li r ame ·~ cù11 ti oi:ra lo d 'argento; e finalqualt", a(! onln dt• i fo li,:i r is ultanieoll ollcmni Bcrtrantl men te oarra c.ome fos;c su.t io\cnzioiw di t·o1ll in uc1 ro nell'uso nel 1859. indi <l 1 (~cr;;ért>sda Jan;;io11 e da altri, ri· delle cauterizzazioni o nell'iniezione fra I,> p alpebre d'u n colli- ,· rin1 n~t:l sin oni troppo ù1m,i11ti.;a10. Le wenzionate Osri o, da molti Auturi raccon1,1ndalo nlllle ott;ilmio scrofolose,c-irnservo·d on i ,:,1mpr,-.11r.on 1111 c;1•0 d'a cces,-i epilelliform, poslo di iodur,1 cli potassio nell'acqua tli rosti c,m la 1ii1.ula d 'un e ,ei ca~1 d 1:p•l.. :;~ia compi11tA i q1111li rnercè della nt)· grano di sodio puro;·i quali rim .!1Ji1 quJn I.. fossero ri rnas'i inmiMta sosta111.;1 fqr,,110 cnn,lolti a guarigione. Non u11fru ttu osi avrebbe ri co rso alla rncision~ ,!elio ~rao ulazioJIÌ o J:i!le . lr<·rc1t1 a pa rlare d1i ll 11 me rl,isi me . s,ibben.i conlenga110 var icositi\. rrulìllantlo qui,och della paro!;: che gl: era st,,ta cou1 cessa i:iforma il Doli. V,ille l'A <l t11111,na intorno a du o casi •li re~ i atc11nn pe r1icolarilà i11L ercssa111i; ma 1:i lim it errm arl 1ndisiooi violen to toccate a clue condao11nli dd Dagoo dtli 4uali l'u uo / c11ru r:hc l'11trocia11alo <li ferru fil ,omministralo u r in l'orma di pillolt:i comp•)SW rii meno gran', ,l'i!lroc:ianalo e d'11n trovasi nello Spedalc ammalalo p3r lus,,;z·ono po; teriore d,I cugra11 " eh vale r ia na polver ir.iata e.d 01· in po lvt! re , nuila bito deslro e l 'itlt ro per l'rallura ai due ìe rii inferiori dell'omero col 1iglio; r hri n,~ ila maggiorn parte dei casi s i cominciò destro. OlUene poi la 1,arola il D,ill. l>.ialberlis il qual~ rif~rdnda 1111a pillola e si pr11gr,·dì sin .. 1 11°. ili 16 per giorno; d esi all'invìto staio fallo dalle cornp.itcnt, Autorità a Lutti li Moe che la dorala minima ddl,1 oura f11 di soi mesi o la dici di !\l a.r imi, ,t'essere 11elf'avv.enir~ più parcbi n.ell'or1l:i:nazi1>110 massi ma d' u11 ,111,ro. de i Meclicin~li Ji cui loro si rimproverava l'anteriore spreco, auno nz:a ali' Adooanza corn o nella prossima Cooforeo1a avrebbe d imiis\rato con alcuni su,,i Cenni su l'am-miniUra,ionedei medi(t ) Imporla moll issimo pet olle1!er nn btdl'ulio che il boe sia cinal'i nella 1"armacia dolla,ilfarina cbe il lamentalo maggio re di come pargola, heno pasciuto ed ucciso il.i poco lempo e me~ con~uroo di questi <lipemia da lutt'allra cagio ne cbe oon dall'ecglio iu gioroala: a]c rimPnle dà poco olio, molro colori lo e d'un cedere che i Medici i\lililari facciano nelle ordinazioni. odore e saporo disgusloso.

I 11

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STATO GENERALE NUMERICO DEL MOVIMENTO DEGLI AMMALATI

e delle m~lattie state curate negli Spedali -Divisionali e Succursali )lilitari di rrerra e di !larina nel mese di marzo ,t 85 3. o

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Tifoidee . . . . . T ifo . . . . . . . . "' Peri odiche j 1n _g~ne re · · · · Permc10se . . . .

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Emormesi cerebrale polmonate Id.

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Diarrea : . . . . Dissenteria . . Cholera morbo Diabete . . . .

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risipola.. . . .. . . .. . . ~ Vaiu olo . . . . . . . . . . . · j:! Scal'lallina . . . . . . . . .. i rosolia . . . . . . . . . . . . ~ Scabbia .. .. . ..• . . . . A Erpete . . . . . . . . . . . . Tigna . . . . . . . . . . . .' .

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Leggieri morbi locali

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Morbi non compresi nel quadro:

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-- - - -A riportare

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;S Tisichezza polmonale . . ~ ldrotorace . . . . . . . . ;;j Ascite .. . . . . . . . . . .., Edema . . . . . . . . . . j Scrofola . . . . . Sco,·buto .. . . . . . . .

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Ulcere. .,. F.istole Tumori .. .. Ascessi acuti . Id. lenti. .... ..: ldrocele .. .... . ..i Varicocele, Cirsocele t..l o Sarcocele . . . . . . . ..:, Artrocace . .... Spina vento~a' ""oo:: Osteosarcoma Carie e necrosi: :a Ostacoli uretrali . Calcoli. Ferite l?ralture . Lussazioni Scirro e can·c~o ·. Caocreoà.

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Vizi organici deì cuore

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Riporto lll.anìa. Ipocondriasi Nostalgia .. !Apoplessia . "'o Epilessia l'i:: • ::, Tetano .. Paralisia . :;.i z Prosopalgia .. I I schialgia . . . . Stenocardia .. Neuralgie varie

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Encefalite. Spinite Olite . . . . . . . Reumatica . . . . . . Purulenta . . . . Otlalmia Bellica o C?ntagiosa. Blennorrag1ca . . . . Angina . . Bronchite Pleurite e· Polmonite Cardile e Pericardite . Anizioile FIPbite Ao~io-leucite. Adenite. Gastro-enterite Epatite : Splenite. Reumatismo Artrile Cistile/ . , . . . . UrP-lrite . . . . .. Id: Blennorragica . Or.chite. \ Osteite . . . . . Peri ostite . . , . Flemmone .. .

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GENERE DI :MALATTIA

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- --1866- -3240 - -3206 66 1834

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Totale dei curati

!H06

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Totale dei morti

66

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Mortalità relativa,

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Torino, 1852, Pelazza, Tipografia Sobalpioa, via A.Jlieri, na 24.

Il Direttore Dott. COMISSETTI Med. Div . • 11 V.ice-Direttore :.espons. Dott "Bar. de BEA UJrOllT. M R.

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N. 44.

( ai 9 di maggio ~ 853

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ANNO li.

GIORNALE DI MEDICINA IILrr ARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARUA.'fA SARDA.

L'associa.ziooe non si riceve che per on anno ecoroiocia col I u d'agoslo. UGiornale si pubblica nel Lnaedì di ciascheduna sellimana . i'f\EZZO D'ASSOCIAZtO~E lo Torino

. . . . . . . . L . JO. In Provincia ed all'Estero, franco di posta .. . L. 11.

L'abbo namento debbo pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGMFU S u nALPINA via Alfieri, uum0 '24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancale erl ac~J :: pagnalo da vaglia postale.

t. Dolt. CAPRIATA: Genesi d1:i tumori in genere. - :1° Dl)tt. LONGHI: Oltalrnia bellica con panno. 3° RelazionedetieConferenze ScientifichP. - 4° Rivista dei Giornali Scientifici, Snoto del Doli. Cav. llonioo. - 5° Avviso.

SO>OIARIO . -

PARTE PRIMA (ÌitN KSI 1)9'1 TU Jtùl\l IN G~NtrnE

(Memoria letta dal Dult. C.t.PR U.U in una Conrerenza d'Alessandria). La Storia J ella ma lattia che tr~ sse a mo rte il Giai ,lei l),H t. De Beaufort , itl11strata tl al nost rn Presiùentè m menù. P ro.f. I\ iberi t~d inscr:a nel nos tre GìMnale, ì\ 0 24, ò,;li 11 di gennaio 185S , CO!l"-ÌSte , coma ~d ognuno tl i voi è noto , in 110a strao rdinaria cvoluzior.e di tumori . <:ote;;ta narraz1 0111• diedi' motivo all'onornvole Espositore ù 'iovitarn tulli li suoi Colleghi in~istintamunte a concorrere con lo studio e con la di 3c11ssione pt•.r chiarire la geaH:Si rlei tL:mori. ì'iella mi a µoche:aa scientifica an.. i volnto tentare l'ardua impresa, ma tosto s'alfaciaron alla mia menle queste parole di Grisolle : \< il [au l eh~ bonne beur e s'habituer dans l'étude si difficile de la .\Jédiciue à ne hasarder aucunc es.plication, en ra ison ~urtoul ,le In tendancc qu·o11 a géné ralement à dedui1·e d,: ci:, hypothèdes des préceptcs thérapet?tiques, • e ne fui sconfortato. Tuttavia tìdaoàorni oclla vostra indulgenza v'esporrò qualunque ella sia5i la mia opi11iooe su la genesi d,•i tumori in general e. Lo stesso Grisolle allorchè tratta dell'ellolog•a dell' iper trofia dice : « elle est trns rare 8flrè~ q11arant(l ans. » Chi sa il percllè , tra mc e me dissi , l'ipertrofia 11('11 attacca fuorchè rar ame.ota le persone al di là dei q!laranl'anni i> Per dilucida r un simile fallo m'a ppigliai alla progressiva evol111.ione dei sistemi ed in ispecie doll 'arlero-venoso e conlempl;ii il modo con il quale si comporla nella nutri zione e nella dunulrizionc avendo per compagno il linfatico sistema . È ora fuori di dubbio che cooti,,ui sr>no fra loro i ca·

5o R,•gg. Fa nteria , il3posta dal

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pill~ri arteriosi e venosi: da ciò ne Rvverrebbe che oclla circolazione no, non anemmo fuoreht.!1 un continuo gi un g<'re e parti re della compostissima massa sanguigna dal cuore per mezzo delle arterie o dello vene che sono tra di loro co11ti1111e. St1 corressero così le cose come s'avrebbe la uulrizionc ? Qui udi feci a me stesso quest'altra quo1tio11e: se le arterie dove vano servire soln alla ci rcola2.ione del sangue, perchè mai la natura le dotò di così robuste parnti? men tre che le vene servcnd'al m~desimo uso fu ro110 dotate lii pareti assai u1eno resistenti P Desiderando investigare cosiffalli fenomeni ria11dai co:; la menlti il modo con c•ii ~·1:1Ti:t1oa fa 1:ircolazione sanguigna partendo da l cuore e qninù• nt1 segui tai i fenomeni sorpn:ndenti prodt>Lli dalla 10ede$icna. Allorchè il ven tricolo .sinistro del cuore si dilata, succhia quale tuba asriraute dalle Yen<l rolmooa ri il sangue per lo i- li molo del qual(;) quello violenl<rn1cnte si <:ontrne ed in forma di holo spinge l'onda san~uigna nella robusta aorta che per la s1rullura delle sne pare,i la mantiene compr<!Sia, La ~ucGessiva rinnovazione di qoegli atti è quella per cui si etfet tua la circolazione o 1,er solo impulso del cuore o per la contrallili tà tlelle arterie. Le arteriti però non si dilatano, non &i rt•stringo110 .. ma solo s't>rigono col succcdursi dei lio\.i sanguigni che il cuore in esse vi spinge ; che se il sangue esco a getti tla una recisa arte ria no n è già per I.i reale esistenzo della sistole 1-1 ..J clla diastole., ma bensì per unico elTetto dell'elasticità del bolo sanguigno il quale sprigionato dalle comrrimenti ton' che arteriose e;ice fuo ri dall' artt~ria bolt1 pr.r bolo che l'nn l'altro si eucoede in forma rli zampil lo. li che tant'è vero che sr. bene s'osserva allorchè il Medico Operatore sta per legar un'a rteria comprc,;a nt,ll'esportaiione, pn esempio, di porzione del br;icci<> eri nve si lasci libero il r.orso <ld sa11g111', il moto dtlll"arteria hracr.hiale non è già di dilatazione o di restringimento ma bensì, conservandos i questa $empro beante, di vìs,bi l allungamento ed accorciamento; moto questo chA meglio ancora µuò osservarsi allurchè l'arteria è già legata . Le arl1:rie dilalansi bensì e si restringono, ma nella sola ci rcostania d'aumentala o diminuita espansività della massa sanguigna, oppur allc,rchè questa aumenta o diminuisce in quantità. Por qoesto metodo dovendo spiegarsi la dì ·, ersità de 1le pulsazioni arteriose oelle di verse ma.~


l11t1ic , 111• (!(: riva, St' troppo noo ardisco, che andrebb'err ala la Sfì gnsica la quale s' appoggia su 111 div t' rsil,i della sistoli• ,, tl ias lole nrlt·rio8a. In ro gionc perta nto ch' il bolo Stl ngui~llO .progn,fli.,c:l, ed inc:o nln1 divis ioni arterio,e, lui pun· ~i dividi! e, qua111unque col d1vidersi rnino r1;1 s1 faccia la fo rrn e:-pa;.siva 1h·I sangue, que~ta tulla via ha fon a su1Tit:i1•111e pt> r vperar<· sn le pnrl'l i arti:riose che vanno p11re ma no mano resi ri11:.:t> n1l.,~1 ~rl ass11tti,;liando;i , la11l11 da <:on,ntir, i in fi11t: in va;i capillari ;irleriosi eh:·, s pro, visti prima ùi 111 11ira con1ra11 ilt>, si IIH'lamorfìzzano pvi in (;apillari , 1•noqi Cùn ti1111i .. l}a t.iò hcnt: 11ù1n·eggo, onllrt>,·o i C,,llegh~, di non .,,porvi allro dse co~e lriit' P rit rih!; purn lUlla via proseguirei 111il veder I c:spil lari arl eriosi il i lrw i~a c;on lrattile sprovv isl i, o perciò assai minora la la forza loro costrilli va e cosi il ni.rns arlerioso oon essendo pa ri al nisus della colonnella sringuigna che lo pe rcorre. vediamo lrasudare la sosl a11za plastl ea per i pori inters tiziuh , come mercurio compr.-sFt· i11 sacco di pelle> . Ma percbè no n co11linua a scorn· rc per l nou inlerrot ll ca 1>illdri venosi ? La nat ura non opl'f11 IJ ca,o r. qni rneglì<> clte al trove e,t ern11 la sua pole1,za ci"è a1,;co rclando l a preferenza all'evo luzione arterw,;:1 la quale si compi e pre,,s·a poco a q11ara nt'11 on i ed ecr,, il pt!rd1P. r:m• sono le i1w rlrofie dopo ques ta età , apoca 111 cui incomincia lo ~viluppo venoso, così d1e da quest' i111pnri cali bro tra i t npilinri arleriosi t\. vt> no;i il sangue $oll'rt: una spr.c1e d1 lìs1ologico iu:;orgo il quale uon poc() coop,·ra all'e,osmosi. Che se J'uomo fi no ai qua ran ta an ni è lc11 uto vigl)roso per l.i !!~nernsitu arteriosa cd anzi va soggeuo ad 1perlrufie, he n altrimeolt;1 corrono le cose allorchè rompiti il , uo s, ih1ppo il s1,;t1rn1a \'enoso. :\ llora s'a trofì n;in i lc,snli e se l'uomo non muore pe r ma latti a muo re pl•r l'egoisrno venoso il CJllil lc lullo lrasporta qna nlo di 1111tri1i,.io arrcti no lt! $(ìnite fo rze arteriose o meglio quan10 1r1 essli \' Ì ~prose il teoenssi mo cuon: ch'è 1·11 1:i mò u morire. 11 plasma ch'esce per i pori interstizia li tlei capilla ri arlt•riosi ora serve ùa sè alla n111rndont: 1lc:1 da!i 1t•ss11ti rd orn 11 0 11 è ch' rl v(•iCll lo il n,11a l irs ro1 ..111a ii i micrMcopiche l'i•ti ratch i111tenti ~pecia:i sosia nze n111r1tiz ie l\l 111·e11 tHl la nd al!ri lci:~1111, ac(·1ò -,.e lt' approprino per wrrogarc lo ,;osla r11e den11tri l,• od aggi u11gcrne dcllr> n1rnve. La , comparsa Ilei c·al lo pr imitivo in 11 nn fr~l lura preesi~IPn le con il concentrnr5i lld la rna,sa os~l':i e con lo spa rire del µlasma prov1·r1•bbero q11e3t'a:;ser1.iont•. Ment rt• compìe~i que sL'auo normale , là,cisli ri1luc1.:si ni to staio liquido 1~ per l' endosmosi dei Nlicoli Jinfa1i ci e dei capillari ve11 o~i vr1•11e n coodotta io circolo iu u:: co n Jp s11porllue s•>stafl7c per quindi ser vire a nuovo uffici,l iu \•irtù della forz a di narnoorganica, o per <1sser elim inala, se in1 1tile, tlil i dit ersi emoo· 1ori della natu ra il- ciò desti:,ali. Coniemplando cosi il solo a~i re delle. arterie e dei suoi lì11it i11 d c~ J>illari i11 fo rza della pr esidem.a nep·eo-gangl io· 11 nr e uo1: vedo uscire µcr 1·~nsnio~i dagli estremi capillari artt' rio,i l'uo rchè ~osta rne nutritizie alla r infusa le qualì in modu diilordi nato s'affacr,ierebbero indifferen1emente olle 5v11rialt> fib re cornponeoti sistemi ,Ira di ioro assai diversi ; da l chi, accad rebbe che tutta l'organica compage verrebbe seon,·olla. Cosa notis$ima ed incon1es1abi le si è chll ollr"'all'ognora proiienti; azione 11erveo-ga ngliooare avvi puro l'importantissi mo concorso dell ' incognita ma ·pur e1isteole forza di

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~llrazionc e d'1•spulsion'} tra le sostanze cvn!!r ue NJ incongrue a :1iugoli te3suli, alla qnale si Jà il nom11 <li Chimica vi1ale ch11 _man tiene di continuo esatla e norma hl la reiotegra:r.io ne crr qu ,•i Lessnli componenti l'organ is mo vivo che de~sa protesse già fi no dal loro primitivo sv11t1rpo. Se la potenza Mr\'eo-ganglionare venisse esa~erata pel protrall o e smoda 10 movimento d'u n mem l.Jro, 1osto vedrt:mm u più arJ ili fa rsi i moli del cuore ti qui11òi più atth•o il drcolo sanguigno arlt> rioso e meno facil il ci rcolo v(> noso dt>I memb ro più del do vere nsPrcilalo i11 llropor i ionl, dt'gli al tr i ; e ciò per la pressione che le vene profondi' del mf mhr n stesso soffrono per la protraila tensiooe rnuscolarl' per cui dr uecessità più alilioodanle r ic;;ce il 1rnsuda nw n10 di so, ta11z;1 nu tritizia µerchè i capillari ve1,os i, <,, tr' ad essere minori in calibro e nou agenti ,·erso il centro ,'dia c1rcolaziooe r.he m modo passivo, non posson espo rla r il soprappiù non comporlab!le dai loro lume; peggio poi se 'le vene dov~ sboccano i capillari omon imi sono compresse. Questo fallo oe tra e , eco un altro puramente mecca ni co ohe 1·oi meglio li i me ~apetc ed è (:he allorqoa ndo trovausi due t11 bi di cedevoli pareli pro vv isli è giuoro forz a ch'1! più turgesrenle occupi 1:110 spazio ma;;l_!iore con daono del plù vicino. T nle strellezw app unlo (• , olft- r la itn i r<'licoli Jinfal ici che stanno di fianc:o a lnrgi<li capi Hari arteriosi, <•nd'è che diminur ndo quell i nel lorn calibro è pure in,li,p1rnsabile che diminuisca la fa coltò loro en,lo.rniosica e perc:iò semprn maggiore ri ~sce la raccol l11 tl i cong ru ll soslanrn cso5010sata e più dura t11 ra la <lirno ra di q11 ,,st 'ul lima i11 l•1oghi 110 11 necessilo~i di tale ~modato principi!l su, cellibi!t.l d'o rga 11i1,iazione. Ua l ehe nasce clw le fiùni se ne ;1pµ ropria110 di più del nalurale o pro bAbil rntrnle prt>n<lon origine nuove fibre ana!oglrn alle già e,iHenti , come vcrosimil rnenle ;iccade in quelle p(•rsone che per mes-liere usano di più un braccio a prcfo rcnza dell'altro, epperciò iµe rlro(ìca si fa la loro muscolatura, com e puù avvenire anche in all ro parii, allo rchè la natura shagliava in più lo s1·iluppo d'una qualche arteria. Ecco ,•i <piindi, o \:ollell h1, in moùo alq uan t'oscuro, ma reale la principale Cli!!ÌOnt.l dt:lle l,inle analoghe ipcr lrofie. Qua11t11nque sia no quc~ti i più reconditi lavo rii òel la natura che gli asconcle agli occhi meglio a rmati d i microscopicht: leuti , tuttavia lasciano luogo aJ un'abhaslanza loJ.le\'Cllll induzione la quale, quando oon sia una verità. mollo pt•rò Il' ,:';i vvici na. SI;} tale fon.i, dico , venis~e in q11 ;ilcl11· mude, s1·~p1;sa c,d nlterala, to,to si vedrebbero c11mpinli proct:ssi assi111 ila1iv i non più consenlamii alla simme!rica organi1.2auo11e che auzi smodac ~mcnle compiersi nd è, :H> ~o,t;:inza i111:011 grua 'l' ione a su(for rnarsi , pcrchè uon esp1.d ;a, in 1111 dato sito, tosto si fa conc reta , epperciò nou più suscettibile d'endosmosi ed in quoslo oiodo non può ch tl arrecar 11uo stimoh, iu co:i~ruo 11 i Yi cini tessuti ed auaw nl~ rc l'all rai:io11e pflr l'! nchimatosa 1,lc1 indurre maggior affi nsso di sangoe, epperciò maggior il!.OS111osi di sostanza concr~scibilt• ed organizzabi:e o 110 11 e quivi , per aliìn ità Chimica, maggior nggregaiione di sosla nw analoghe al nucleo prim ilivo , io motlo la le ùa tos to dare luogo od in un'area del tessuto c'el111lu-a reolare od entro ad una delle cellule del tessuto adiposo ad un tumore cistico od acialico, ptlrchè se per esempio sostanza cartilaginea bene elabora la per errore di luogo si soffermasse in uo 'area fra ,~ tan te del tessuto areolare, egl i 6 \<e rò che colJ'au-

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323 mentani di !aie sostanza vengono spin ti I tessuti in ogni ,erso ,& pH la comp ressione che il !umore in ess" esercita s'inspessiscono in modo da formargli u na specie di cap, ola ; però questa non è realmente una c isti ma solo nn tessuto consistente nell' indurarnen to delle pareli esterne delle circ1-nilanti cr\l ule, chtl non ha vaso proprio che lo outr~, il che lo distingue ad evidenza dalla vera cisti ; ctw se la ,os!,rnza cartilaginea vi,.!n a deposi tarsi e nlro cellu la adi posa 011 una gh iando la mucipera o seba 1:e~ ; questa aumenta l'attrazione parenchimatosa , l'arleriuzza che la nutre si fa t11rgida, si d ila ta ed acquisla maggiore· calihro o prenrlon origine uuovi vasi, dal cho ne nascerebbero due fa lli, illu di sop ra nulri1.ione della stessa parete òella cellula la quale perc iò si fa più inspessìla e s'a lla rga in ragione del 2° fallo che è que llo dell'ognor cresce nte mole carti la ginosa la quale se non ha il vero lipo della tessitura cartilag-inea poco le in~nca, perchè t>bbe sviluppo in tcswto assai diverso, ma in forza do tl' immutah ile ua. tura 1\dle moll ccole e globuli si ha nna lessi lma assa i analoga cohtenenle g!i stes,i clementi cartilaginei, se 11011 ne ha u11a forma regolare. Vi sono pure d,il le cisti ossei,. Q11(1sto raro fot'to pa tologico lo !\piegher;ii co1ì. Suppougasi a.J esempio un versamento di 50S 1~nza calcare con siero, alburnin~ , m,rina , ecc., rleotro d'11na ccll11l 11, noi 4ui tosto vediam e,ser,, pro ietta ques ta 111assa -da un'1111rinseca forza mollec11lare, le une saranno dotate di foria concentrica, corne sarebber i veicoli rle lla sostanza ca lcar,~. mentre la sostanu calca re ;;tessa :,ossederà la forz,1 eccentrica, allora si vèrrà a form~r u na cisti qssea od incrostazione parietali, rac,;hiud,:nte in sé ni:ileriali inorganici , rwrchè tolti dalla protezione della forza vi tale, epperciò inerii. Potre bbe allre,d effettua rsi la nw1azio11i, delle cisti o dei teso11lì cìrcoslaDli se nella loro nutrizione, in vece 1i i mollecn ie !ìbrinosc, prendes, ero luogo moll eculc ossee, in allora s ·a vn:b!rn non più un a cisti Ghrosa, ma osseo-fibrosa, cpµer ciò scrosc.:ierebbero cornti pt' rgamena e qui accadi} conie uelle porzioni di arlerie ch 'io tossuto c,ssuo si convertono . ~egli insin ad or enumer~li tumori 11oi non vedrernm.o che una raccv!l a di mait:riali i quali tr..Js portali ,iltrove a vrebber.; potnlo S(~rvir ad una 11~t11rale nolriz1011e , rna che per perduta ·affinità chirn ico -vi1 ale dieder origir1e a prodotti morbosi che niu11 allro da nno orrec~oo all'organismo se no n cht~ co!la loro mol esta prese111.~ , tolto che sti ino <li lìancu o sopra v:,, i e nerv i cospicui, ma che, raggi unti dallo sea !pHil v Ch irurgico, vtingon 1èsportati i vasi nu1ritizii, se esisten ti , io un coìla up1ssa morbosa, tullo ritorna al lo stalo primi tivo, 1ran1w u11a superslile lraccia di cica lrict: t<.>g11mentale od 1111 ap pena se1ui bi i a1·va llamc1:10, ind izii dl~i già esiSU·ulì tumor i e questi lillti io p9rre i nel novero Jel le iri-i!aziu:oi perchè dal loro na ,cern rì110 al loro $V iluppo non die dero luogo nè a nt'urocinesi, ne ad a11giocint,s1, llè ta mpoco a pl a11sla~ia . Non scmprt! così però corr11no ì,, tose. giacchè per so· pracolrno di svcolura non 1utli della specie uomo sono abbas tanza for tu11.iti d'aver _una g,~1111ina circolante massa sangu igna (e,sendo solo quesla chu dia ricovero a la1enli principii <liatcsi..:i) ancrJrchè in apparenza sicno lo specchio <id!a piìi invrd iabilc salute, perchè o pHr ered ità od in a!tro modo tengono nascos ti 11el la scorrevo le massa nutri tizia 1m qua! cl 1e principio dialcsicll più o meno nemico ail'(lrgamc;a compage , il qua l al lro non allend11 che

d1es~ere inesso per perduta affinità chimico-vitale a contatto della fibra parenchimatosa per dare luogo anche a tumori o p,ir tenlare più o meno celeremente il sovverti · mento ed anch,1 la distruzione dello stesso parenchima ove furono per avvenlura depositati, come sarebbe l'ente sifili ticQ, sc irroso, ecc. Siffatt i tumori quantunque vengano da mano maestra esporta li o si ripr nducono o procreano scon<:erti !,di dfl contlnr i pazi enti alb 10111ba, pe rché. in un col lnmore 11011 s'esportava lll ll a la ,;ostanza tlia tesica, ma ~olo quel tacilo che Lrovavasi n"et tumore raccolto ed il ri manente approfittando dello scompiglio locale indo tlo dall'operaz ione. tutta mette a soqnaiiro l'ecunomia e la sfascia. E questi i0 porrei nel novero dei riwltati flo~i stici perchè proclolti da un pri n,~ìpio disJffine bastante per sè a\!· ~Itera r" la nt'n,•a vitalità e la crasi ùrnonile,: dare luogo alla 11eurocinesi, angiocinesi e plauslasia, ch'altro alla lìn fi ne non so no Sii 11.011 J'esageraziono di Lrli elc111cnti per r.ui s',..ffellua la nutrizio111!. Il Giai, a mio avv iso, sare bbe slalo villima d"un prin cipio r!isafliue il qua le diede luogo alt'esorhita nle sviluppo di svariati tu mori ed il moven te primo sarebbbe staio lo annicchiamento in lui de l germe miasmatico svol!osi nella Lomelli na conlìoanle (;ol la Cava , ove apfH' na gi11nto lo stesso (; iai non lardò ad esserne invaso ; eppl'rCiò travaglia to da perti nacissime febb ri intermìt teuti a ti po Lerzianario. li germe miasmatico col tempo e coll'ag,;iunta d"iguote ,circostanze a lui" fayorevoli gli suscitò l'in fìammniooe dell'apparato cen lrule ar tero-ten~so e del sistema vasa le ~a pil lare di cui no n potevan in qualche modo non partecipare i vasi linfa tici aYen ti cos tante relazione con i Vt~11osi, CO · me pronuoa;ava il nostro Prel!iden le Cornrn cnd . !liberi il quale fra i poch i è dotalo di quella rara prerogativa p~r cui l'uomo dell' Arie si fa a .scrularn gl'int imi arcani dell'aberrante natura e la. coslringt:l a svelar~li i profond.i protessi pa tologici che in essa si sviluppano. li Giai perlanto no n potò più a lungo resistere all., mala llUtrir.io!le origina ia ,lai rn i asn ia 1H, n solo nd lt'! pleure e nel rn,~,cnlerio, nc!la muco,o deilo Slomaco, del la ci,;ti fo lca, dell'i leo , nelle ghiandole ti roidee e c.:1.:rvica !i , per ultimo in fine 11etia musco latura della coscia des tra ma ben anco uegl i estremi capi llari artero -veuosi i quali per tnll la ri pa rnie nr. noo polurono col li~ illrermate loro pareli ni.-,ister al n isus .dellil colonna sa llgu igna che d~ tergo nel le enumebie loca li tà- era spinto , da non so lo ollencrnc una sconvoha esorniosi ed t~mlosmosi , mu di procuraro perfino la laceraz ione dei medesim i, come lo proq il tumore del qua le ii Doll. Dc Bcanfon non esitò a prn li care l' apertur'a, da Jov e ne vide uscir un coagu lo di s~ ngue ne rasl ro, quindi un nocc1olo giallogJ1(Jlo dell a consi$tcnia del la cera e still arne sangue venoso. !11 ques to lumoro alt ro io non vedr,:i in sulle prime che sa1.,-gue s vasato per rottu ra dei cap il lari li qua,e sp i!i~<:'ncfù i11 ogll i senso i P" · rif,,rici l cssu l1 già in comruc:1av.i h1ggionìerazione speciali} del lo due sosta.,z;e che più in abbondanza tro11avausi nel sangue :;va; ato, sosta111.a stcatomalo~a ciòè e 'lìhnna mista a cruore e quindi co l tempo sarebbt·s i formalo u110 stea . torna, se .sola . Le moltiplic i1:i tloi rnedesiini va ri ~n li per sede e per· nurnra 1111 ll'altro presentarono ndla m~ ggiore parw d1e raccolta d1 rnaleri3ii svasali alla rinfusa ma Lulli però suscellibili d\organi'l,7,azione se il germe miasmatico no~ si fosse opµoslo al normale loro perfez ionamento e


l'egola.re distrih_uz(one come ne risultò dalla fatta analisi chimica de_i diversi ma1eri~li CM litnenli i !timori già enn· me.rati . .

conceptrica dai con lorni cl ell'occhio '\'erso il mezzo della cor nea. Il celebre oculista di Berlino l.ongken, già venerato mio ., .Maestro, scrive nel suo T rallato c1·01talmologia le :Seguenti parole: , il panno è sempre una malattia ostinatissima • 'STORJE DI CASI RUIAUCHEVOLJ. di cu i la guarigione no n s'oltiene se non quando, il male è ancora recente. Una vo lta poi ch'esso abbia at:quislalo 5!) un · certo ' grado ili perfozionamento non è più possibile otO·r T ALM I .l l!h.C.LtCA CO~ P ANlS O tener 11na perfella r icostruzione della lami11a tegumentale (Osservai.ioni lelle dal Med. di Bali. Doti. Lol\Gm cho copre la cornea. » No11 dissimilmtrn lc la pensa no i in nna Co nfer enza di Tori~o), più distinli ProfessMi d'Oculistica, di modo ch 1il Dollore Ho çr<'•in lo clw non dove,se riuscirvi rli,scaro, ornali,sSperino in on r.aso di panno inveterato ad am bi gli. occhi simi Col:eghi, l'udire la Storia di due casi di panno connon temette d'inocularvi del pus gonorroico H destarvi una secutivo all'ottalmia belli l:a perthè da essi si rileva che otl.almia blenoonagica che fortuoatameote in quel caso anche uelle ma lattie di pronostico piò infdice , con una 1•hhe l,J fe lice conseguenza di ·dileguar in gran parte il cura inLe lligente e continu&ta con pcrtrnace insistenza si pa :tllù . possono talvol ta ollenere va ntaggi che rfa principio non si Senz:i lasciarsi sgom.entare dall'indole ostinata e ribelle sarebbero creduli, non che probabili , neppure possibili. della malattia e senza impegnarsi · nell'arrisicata st rada Nud i <l'ogni os,ervaz io ne e di commenti io ve li e,pongo percorsa dal ])olt. Sperino, il Comme!id. Riberi prescelse quali io l i ho osservati e raccolti , quando teneva dietro a on metodo di cura razionale ed ellìcace ehc continnato q11egl i sperimenti di. cura ricchi per me di pratici inse-. con la voluta persevera nza diede risultamenti oltr'ogni gnamenti. credere fe lici. Broda Giuseppe, d'a r, ui 27, Solda to nel 5° llegg. l<a nl., Prim a però ch'io vi racconti i compensi usati da.tl'egredi buona costituzione, di temperameuto bilioso-sa1Jguigno, gio nostro Presidente per combalter il panno che otfu · · cadeva ammalato nel 1851 d'ottalmia bellica con forma sca.va la vista al Broda , permettetemi, onorevoli Colleghi , blemJ orr~ica all'occ'hio ·sinistro, sa no rimaoend'il destro. ch'io vi faccia un breve cenno intorno alla virtù dell'a· Ricove;a10 nel lo Speda le DiYis. di Novara, dopo una lunga celato di piornho usalo come topico contro le granulacura ne uscì 11011 del tutto gua rilo, poiché portaYa ancora zioni clelle palpebre per ciò appunto che fo pochi anni sono sulla congiuntivite del le pa lpebre chiare lracce di gran uproposlo e molto lodato negli Annali di Oculistica del Cun·ier lazioc11 , ma in lale sta to da potere segnir il suo Reggie non ancora mollo usato fra noi. Questo rimed io di cui men to nel cambiamelo di Guarni gione e di far 11 suo dola polvere si sparge con un pennello sulle granulazioni· vern per qualche mese dopo. Se n-in .che con l'andare previamente asciugale e pulite con una pezzuolina, condel tempo auche l'occhio sinistro fu pn•so da granulazion i vertendosi in pochi momenti per l'acido carhonico df'l'le quali trascu rato cl all'airimalato perché ne r isentiYa sol· J'aria circostante in carbonato di piombo, deprim e cautetanto lieve in.comodo e poco intorbidamento alla vis1a, die- ' rizz andolo 1., granulazioni e vi fa l'uffizio di vernice, r eo· der origi ne ad 1111 panno generule 1lel la eorn-,,a in ambi dendo liscia , morbida ed uniforme l'aspra , irregolar e gli occhi così eleo.so che l'ammalato avel'iJ poco più della granulata congiuntiva palpebrale di coloro che son affetti semplice percezione della luce nel l'occhio sini.tro e a dall'otta lmia hellica. Di questo modo verrebbe pron.tamenle mala pena si guidava con il destro. lolla l'irri tazione che le granulazioni destano sulla con· P roposto per la lli fo rma·, il M1uist1,ro dt>lla Guerra orgiunti va oculare. Se non che ho osservato debolissima esdina va che fosse collocat_o i11 esperi me nto io questo Spe· sere l'azione caustica che l'acetato di piombo sp iega in d~le 1Jivis., i11c;irica11do il Consigl io Su periorn òi Sa nità tali ei rcostanze, meni re la lunga peuisienza dì quella ver• l\1il ilare di tentar ogni ragionev ole 1nezzo di ~uarir od nice che rimane e che copre le granulazioni impedisce o almeno di mi·gliorare la sorte di quest'1ofolice. E fu dietro ritarda l' uso d'agenti più efficaci quali il solfato di rame qnesL'i nvito ch'd 11ostro P residente Comme11d._ Ribori ino il r.:trato d'argento. Aggiungasi a ciò che l'acelato di traprese la cura di questa malallia e la diresse con quella piomh,1 in ,,t1 esto caso produsse nell'ultima applicazio11e _sagacità di mente e con quella pertinacia di i>roposito che un' ulcera neil a co rnea per materiale perdila ù'trn pezentraoo per sì grande parte a costituir il carattere ~cienzetto di cornea quasi rimpello al campo dulia pu1>illa, ultifico di quest'eminente personaggio. cera inleres~ante varili lamelle di quest'organo e che non I frequen ti e continuati tocchi col solfato 'di ra me , la guarì !te non dopo lungo Lempo. (n un altro Soldato io recisione delle granulazioni colle forbici, indi l'uso- di ebbi a de plorar il medesim' accidentt1 che l'u da me atlrisoluzioni ora più, ora meno concenlrale di solfato dì rame buito all'Asistenza di qualche pezzello di cristallo d' acetato e di nitrato d'argent"O, l'applicazione dell 'acelato di piombo di piombo non bene polver-izzato o rimasto indisciolto ed pol,erizzato, la cauterizzazione falla col nitrato d'argento inalterato sulla palpebra. E di falli debbo dire cho la ora puro , ora misto alla polassa caustica giunser alla polvere ch't>ra stata somministrata non era sl fi namente perfin.e a togliere, dopo una cmra di circa sei mesi, le grapolverizzala come si poteva desiderar e come si racconulazion i ed ogni tendenza. alfa loro r iproduzione. Allora manda negli Annali d'Oculistica. Per tulle queste cose io no n rimase più che il panno a dileguare. impresa a vero credo che l'acetato di piombo non debba usarsi nella cura dire e,;tremamente ardua e quasi sarebbesi detto temeraria, tlclle graaulaiioni se non in quei casi in cui è necessario giacchè il panno specialmente nell'occhio sinistro era denfare ces,are prontamente l'irritazione prodotta dalle grasissimo, organizzato e tulio zeppo di ,asi san;uigni che nulazioni e con tuttè le cautele sniamente raccomandate numero,ìssimi e grossi vedevansi scorrer in direiione negli Annali di Cunier.

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325 I meni con i quali il Co.mmenJ. Riberi cercò ed· ot. ' " . l tenne d.i., dineguar il panno e di ridon:1re la vis.la al Rroda j'uron il taglio dei vasi ch'aodavan a nutrir il pauno , la recision6 d'a lcun i pezzelti di congionliva lull'all'intorno del la cornea collo scopo principalmente di toglier ogni nutrimento ~Ila membrana organizzala che costituiva il pann0 ed un collirio com posto d'un grano di nitrato d'argento cristallizzato in un'oncia d'acqua distillala di rose u quindici gocce di IJ11dano . .l\ laglio dei vasi e la recisione nella co·ngiuuliva era fatto in un temp'o solo . fal'endo scorrere sollo quest'11 lti111i Ili! uncino là dove p:ì1 grossi C llllllleri1~i eran i vasi ,he dir 1gevansi alla cori,e~ . 1,l'i11nalzava alquanto, indi con un coltello da cateratta o r on forbi ci curve recidern il pezzv di congiuntiva e con esso porzione dei vasi che ntttrivano il panno. Selle V?ile in sei ·mesi rinnovò sili'alta operazione, instillando negl' intervalli il collirio da me indil'ato poco fa; l'operazione da poco dolore cooscg11it;ita la µrima volta, produ,se quasi nessun incomodo conrncntivo nelle allre ed ebl.Je e$ilo così feli ce che nello sco rso aprile l'operato UòCi dal!o Sped;1le coll'occhio sinistro perfe1la1111wl,} risl ahililo t3nto riguardo all'~spell<i. quanto rigua rdo alla faco ' tà visiv;1, d~ppvich~ do! terzo piano co11osccv:J le per,;one che passeggiavano nella co rte. L'oc ch io drs1ro quanlunqoe rischiara 10 moHo e sì da cono scé re bene le p~r,;one anche tenend,1 t·hiu,o· il sinii;lro • presen ta va però n11 leggi,er offuscamer,to come di sottile panno più denso nel punto in cu i la corrwa era stata tagliala dall'acetato di piombo o sempre più leggiero mano mono che &'allontanava da quel punto. 1)a ambe, i la ti della cornea in q11e5t'occhio scorgousi ancora due specie di plerigi formatisi da lle piccole fa lde di congiuntiva rialzata e rimaste staccale, ma questi sono isolilti e non hanno comun icazione veruna colla. cornea e potrebbero facilmente levarsi . Con alcune cautorizza1.i ni e recisìoni sarebb' il Broda stato anche risanalo quasi del tu lio dall'occhio de stro ma, soddisfattissimo della ricuperala vi~la del sinistro o noll provando più alcun incomodo, desistette dalla cura. Nella steisa maniera J'u curato i',\ rligliere Converso Giuseppe, d;anni 54, il quale nel 1850 fu preso egli pure ila oltalmin bel li ca a forma blennorragica, dallll quale fu curalo nello Sped. Divis. di Genova eon 8 salassi, 60 sanguisughe e l'usò interno di pillole che noD conosce. Uscì da qnello Spedaie apparentemente guarito , ma portando agli occhi nn resi~ di granulazioni lei q11al.f a poe'a poco fecero ingr.ossar n indnrire assai le italpebre ·~upcriori e qui ndi produsser un panno ,he, trascurato, col tempo si fecfl densissimo, org'anizzato , ~icchè non altro più gli rim.ineva fuorché la percezione della luce. Man dato anch'egl.i in esperimento nllo Spcd. lJivis. dopo dieci mesi ne usciva nel lo scorso n.ese talmente migliorato che;quan tunque gli occhi non abhiano ripresa la naturale chia rezza come avvenne dell 'occhio $inistro del Broda, vede e distingue le persone, i caratteri di grossa stampa o può uguagliarsi quanto alle, forza visiva ad nn miope. Si prevedeva . che avrebb' egli potuto riacquistare, se non tulla, quasi tulla la facoltà visiva a malgrado della durezza deHe palpebre che, premendo sul lmlbo, contraria l'efTello della cura . Se non che, richiamalo in seno alla famiglia da urgentissime circostanze, volle egli, conlcntis. simo dell'ottenuto ed i;1sperato miglioramento , desistere dalla wra con l' intendimento di riprenderla più tardi' cioè una ,·olla messo sesto a quelle difficili circostanze.

RELAllONE DELLl CONFERENZE SCIEN'flFICHE (Meu d'aprile. 1a l'ornata ). ALBSS41'DBU. Il presideote dichiara aperta ls Discussione intorno allagt11e1i 4ei tumori,Memoria lella dal Dolt.Capriata nell'antecedente Tornata. lotoroo a qoeat'argomento il Dott. Vaglienli dà lettura d!un soo Scritto intitolato: E,ame c,rilico '" ta. Memoria letta dal I?otlore Capriata intorno alla gene,i dt'i h,~ori ( 1). D~po di ciò nou essendovi più chi prendeue la parola, ·n Presidente dichiara sciolta l'Adumwza.

Scui1rnnì. Il Doti. Alforno reduce d:il suo congedo assume pronisoriamente la Presidenza e ·dopo aver encomiato il modo digoitoso ea onorifico con cui il Doti. Sclaverani aveva sin allora adempiuto, par provvisoriamente, alle incombenze di siffatta éarica, si rivolge ai suoi Co11eghi in,01:ando la continuaziooe del loro sagace ed operpso concorso affinchè l'ardno officio che momeota.neamente gli è affidato, siccom'il' fa per il Dott. SclaYerani, così per lui abbia ad esser fa cii e gradito così che l'Autorità, ammirando la perfetta armonia ed il comune illuminato zelo di tatti indistintamente izli Uffiziali Sanitario-Militari della Guaroigione e dello Sped'ale di Sciamberì in vantaggio della sanità del S0ld,1to e del ·decoro del Corpo, non' abbia mai a rimprove-· verare la temporanea maocanza del M.ed. Divi!ionale effettho: Ha quindi la parola il Farmacista Maggiore Sig. Barovero per dare lettura ù'uua sua Relazione intorno all'àoalisi d'un pane di munizione da lui eseguita per iucarico avutone dal Doti. Sclaverani. Da questa Relazione appare·ch'il pane su di euì do,eva cadere l'aualisi era nericcio e visibilmente abbondante dì cruschello, :1veva an sapor acidetto e lcggiermente amuo e, nell'atto della masticazione, scroscian tra i denti; ehe, trattata uoa porzione ùi questo pane con gli opportuni reagenti, non si riconobbe iu essa alcun'essenziale alterazione, d'ovendo la sua acidità unicamente riferirsi alla troppo protratta fermentazione; che perciò poteva ritenersi esser il pane in questione composte, di farina di 1,1raoo di qualità inferiore, non abbastanza moodat~, e cooteuer una soprabbo·udanza di cruschello per cui nou aveva le volute qualità d'uu pane sano e bastanteme11te nutritivo. Ultimata la kUura di questa Relazione, il Dolt. Crema io,ita l'Adunanza a votare ringraziamenti: 1• al Dott. Sclaverani per il sapirnte moòo con cui resse la Presidenza: 2° al Sig. !Jirettore dello Spedale per avere prootamenle aderito alla preghiera del Dott. Sclaverani in ordine ai restauri ed agli abbellimenti già eseguiti nella Sala del Gabioelto di Lettura. Questa doppia mozione del Dotl. Crema è unanimemente approvala dall'Adunanza. Finalmente il Doti. Alfurno f. f. di Presidente offre ai suoi Colleghi una scatola di serres fines (!) di Vidal de Cassis; slromeoti Chirurgici questi i quali, encornìati neHe s·oluzio/li di ·continuità prodotte da arma cla taglio ca~ualmente od artificialmente nella ampul~zione dei membri, nell'orcbiectoruia , nell'esportazione delle mammelle, nella rottura del perineo, nell'autoplastia; ecc. , F;gli dice avere con i proprii ocehi ve,Juto nellà Clini<:a del Vidal a l' Hopital du ,lfidi veramente prodigiosi effetti per la pr!)nta riunione del prepuzio dopo l'operazione del fimosi. Descrive poi il metodo del Vidal nell'operazi9ne del fimosi e parla dell'incooveoienle che ha d'esigere quasi sempre un prolung11menlo di taglio della mucosa la quale di rado è nella prima incisione compiutamente tagliala. Paragona questo metodo con quello del Dott. Selaverani (3) a cui egli dà la preferenza per la soa semplicità, <·onsistendo quest'ultimo nel comprendel'il prepulic, sino (t) Questa Memoria sarà pnbblieala nel Nnmero venturo. (2) Le serres fìnes del Vidal s-000 da due anni circa vantaggio-

samente adoperate nello Spedale di San Giovanni in tutti quei casi a.eccnnati d;il Doti. All'orno nei quali più ragione,olmente La Reda:ione. poo sperarsi soddisfacian al. volalo scopo. (3) Questo metodo del Dollore Sclaverani lattoehè per la sua semplicità e per la facilità d'esecuzione commendevole, ci sembra però non offrire sicurezza di buon esito e generalita d'applicazione tali, quali da luogo tempo ed in ogni caso s'otlenner e s'olteogono con il metodo del Commend. Prof. Riberi immaginato e con sempre felice rinscita attuato (Ved. Opere Minori, voi. 2, pag. 92). La Redaiwne.


3<.!6 alla base della ghi~nda nel sno diameti:,o loogitadinaie e nella Ì Nnz.1.. Il Dolt Peluso da lettura d'una Storia di pericardite sua foaione dorsaltJ fra le branche' d'una pinza or~inaria e, fatto , acala terminata infaasfamanle. Ultimata questa lettura il Presilenere"lisso il n:iembro nella saa parte inferiore, nel recider iL denle , nel dichiarare libera la discussione , imprende pri~o a prepuzio compreao fra le dae branche della pinza sollevata fa- 1 notare come nel descritto caso la diagnosi di pericardite iosticcudo scorrere rapidamente dal di dietro al davanti un gamluifasi al l!')lto dell'ammalato sia poi stata confermala dalle lem.aul.le lungo la branca inferiore della medesima. La Seduta è sioni organiche rinvenute ne! cadJvere per mezzo dell'autossia. quindi dichiarata scjolla. ' ! Fallosi quindi a· ra~iouar io merito alla gravità della malattia e alle difficoltà di poterla sempre diagno1ticarecon precisione, diC.1.GLUllI. Apre la Seduta il Doli. Lai f. f. di Presìde·nte ed inmostra come le infiammazioni del pericardio e del cuore !e quali tralliene l'Adunanza con particolari sue riflessioni intorno alle sovente sono fatali dai due ai primi d nqae giorni di malattia ed conseguenze della blennorragia. Assevera, ed in eiò dice avere alcuuo ,olle, nè infrequen!emenle, prendon un decorso .lento e consenziente il giudizio di molti provelti yratici, che posson esicrouico1 siano talora, a detta di Corvisart II di Laennec, da sius\ere mala\\ie sceondarie non solo, ma costilozionali beo anche ì tomi speciali così poco distinti da l'.inscirne molte volte difficilisle quali, sospettale prima essere dipendenti dalla bleeoorragia sima la diagnosi; tanto che, siccom'avverloxri medesimi Autori, venerea, con i lor~ caratteri, coli il decorso e con il felice risulnon raramente accada che carditi e pericarditi, spcci;>lmente se tao;iento ùella cura instituita per mezzo degli specifici aotiblen- l! lente, siano compiutamente passate inosservate in vita e so!o norrngici pronron ad evidenza essere siate originate e mante- [· messe in evidenza dalla sezione <'adaverica, cd all'opposto con nersi in gr.azia dell'avvenni!> assorbimento del virus blennorra- ! non minore focililà accada che mentre fnrooo p.rcsenii in vita gico. AsseYera inoltre che alcuni suoi conoscenti ed amici morimolli sintomi propri i rli qoesteinfiammazioni clell'appara\o cenrono per tisi ch1,Jzza br,onchiale senza che sieno stati precedentetrale della cirèola1.i~ue, l'a.utossia poi noo vi lasciò traveder almente tocchi da bronchite acuta o lenta e scnz,a che riconoiéescuna lesione essenziale. Da qu esti folti osservati da Testa , da ' sero per cagione remota un vizio ereditario o difettassero dir.onBarns, da Conisart, rla La!bam, da Andrai, ecc., premfe motivo formazioue. corporca 'o menasser una vita disordjnata, nei quali il Presidente per riandar i sintomi ed i segni della pericardite, la necroscopia dimostrò la mucosa dei bronchi lesa nello stesso tra i quali ricorda lulli quelli comuni alle gra vi infiammazioni, modo e grado della mucosa uretrale tocca da blennorragia , la ma più specialro~nte il carattere del polso comunemente dello qu.1!0 lcsilme si rinvenne pure negli urete!ri e nei reni; mentre cardiaco il quale per lo più frequente, si retto, sferzante come che altri suoi conoscenti in cùi erano già presenti tutti li sintomi una cord;s metallica, 1:,lor iolerroi!tenle e debole. va :associato indicanti la tisichezza bronchiale guariron in. Alessandria ed in ad UD calor 'ureotissimo della pelle con siccità della mecksima; Gerio,a la mercè del balsamo di copaiba. In couforma di questi ricorda l'ambascia, )',msietà, l:i dispnea, i'l decu bilo parlicn!are _fatti aggiunge ancora che alcuni padri di famiglià , !occhi già da (dorsi.le), la fa'cci'a inieltafa, il colorito dei labbri tendente al liblennorragia per cui rimasero mesi ed anni in cara, !utfochè rovido-plumbeo, il tumultuare dei movimcoli del cuore; la tosse busti; bene conformati, nali da sanissimi parenti erl uniti in mas ,:cca o molestissima, il dolore frequente e lancinante cbe dalla trimonio coo donne di floridissima sanità, procrearono figli .raregione del cuore s'este.ide talor al!.1 se.i po la sinistra ed al!a parte chilici per modo clic tu tti in istalo tli marasmo cessarono di visaperi ore dell'omero e che aumenta in iotcnsilà per la pressione vere prima di giunger alla pubertà. Agi;;iangc finalmente avere direttamen te fati a uegli spazi intercostali corrispondenti a! cuore osservali ammalati in c•i il ,irus bleonorra~ic0 assorbito non esegaila dal basso in alto nella region ipocondriaea sioi,tra; rilasviò impressioni morbose nelle mucose e nei sistema osseo, ma corda come Hope. lasciasseiscrit.to che • il p9lso debole, saltuain vece invase il sistema dermoideo c;igionand' erpeti crostacei rio, intermittente, inegoaìe scuza cagion apparente e proporzio:!Ila faccia, al cuoio cappellulo, ai tarsi, ,dio scroto, alla parte innata, è s1~gnocerto.cli poricarJHc, specialmente se vi s'as,oci:rn i teri1a delle C05CJ, ecc., i quali, ribelli ~ià a tulli li rimedi i .cosi sin!omi d' ìmpedita circolazione i quali coslituiscon il più valido detti ao!icrpc\ici, cedettero poi all'uso inlcruo del cifralo di ferro iod1zi<1 di questa malattia, unitamente a quelli cb 'i dalla percus, alle. dc,coiio,ii di segale c•m il sugo di limon\'. sione con l'aumentata oltasità di suono e dall'auscuilazio,rn con Do po ·quésli ragionamenti del Doli. L;1i, il Dolt. Balestra inl'oscu~a e lontana percezione dei movimenti del cuore; ricorda terpella il medesimo p~r sa p ere s,; in alcuni dd n!.lrrat: c,asi la finalmente cnmc li sinlorhi esposti acquislano ma~J:(iore valnre per malaflia sia sfata superata con i mer,:uri.iii , fatto qufs lo per il iodiçare la pericardite, quando l'ammalato provi qoi1 e la dolori quale polendo sospcllarni che insi~me con la bknoorragi~ coe . reum;,tico-artritici d'indole ac1.1ta, ~uhacota <l l~nfa; cosiilu{mdo 'sistesser ulcere veneree od inosservate o non ossrrvabili percbè questi beoe sOVt'nte o la c,:gioue o l'effetto dell'in(fammazione in aventi sede nel c:rnal nrctr;1lc si potrebbe ragioo11volmente condiscorso.Accem;ntepoi le principali malattie le quali possono tomchiudere che le accennate malattie non ad una discrasia blennorpiicar o maschcr.ire la pericardj!e e dimostrato co1;1c per mezzo ragica, ma bensì alla sifilitica doves~er ascriTersi, Risponde il doll'asco!tazione si pMsn evirare !o sbaglio di1 diagno ~i , dopo Doll Lai non essergli cosa ignota come le ulcere veneree posavere raccomandato nciì:.1 cur.1 il metodo antiflogistico aHivissisano, nel Soldato specialmente, essere dissimula:e e c:omt> ;1l!re mh, dà term ine il Presidente al suo <liscor;;o col ricorJ ure l'opivolte avendo sede n€'lle parti profonde dell'ur<'tra sfuggano le nione <ii Bouiliaucl, di Hcquio , cli Rostan, di Chomc!, di Buffamodcsin1e all'osservazione del Pratico 'cd assicura qoìnd i l'Aùulini e di Pucinotli i qu,11i creJouò ch'<l l'essen7,a d i questa malatnao za che uon solamt!nte nei casi a t:Ui ac.:l!or.ò uon fu fa\lo ritia, non meno che quella del reumatismo infiammat,)rio muscot:orso ai rnercnriaJi, ma che dopo diligentQ esame e dopo mi·nu · lar ed a rtcriale, dell.i golia, tiella rcnell:i e dei c:ilcòli, consista tissime inYesligazioni riconobl:>e non aver il•vizìo sifililico rniu iin uua profonda al ~eriizione dei prornssi assi mi !ativi e, seco!,ldo rnamcnlc conll'ibt;ito ail'evoluziooe c:clle morbose conseguenze altri, in una diatesi !lof!,islica 1lcl strngue la qnalo rammenta !';i. csposle le qnli perciò rlove lle ritenere siccome prodoUe e manere reoma!ico det;li Antichi. Ullimato questo discorso, la Seduta teuuic escl11sivamentc dal virns ·h!annorra:aico assorbilo; e ciò è dìchiP-r,ita scioila. tant \l più in quanto che questo su.o giodizio fa poi conformalo NOVARA . Il Presid.e nte espone dill'us~menle due notev;)li casi dal più sicuro dr.i criledi medici.c.i(:è dal tèr~peotico od ajuvandi pleuro-po! mo nite compìicala ad an~io-cardite len1a, occorsi WJUs et i<1Jdentibus, giacchè meni re lutti !i r imeùi[ specialmente nt' l!a Se2io11e Medica di qu r slo Spe1iaìe e terroiiniii con la morte. ràccom;111<lati nelle siogoie malattie: non opffaYano favorevolli primo caso rigu arda il c~ronile 1\1,H'iu d.d t" Regg. <!ci Gram,;11ie, ii cor;ì detli antiblennorrngici hastaron in vece a viocerlc o,deri ,ii Sardegna i! qu,tl enl• allo Speda!e ai 211 di febbraio e ~i>lidilffiClll/'. vi mnrì ai 22 d1 marzo. Era questi su le prime. affe lto da risipo!a l i Doli. Haleslr;i e Cll n esso' lui ,ulti gti ,, ll:'i Uffo iali di s~nità alla garo!Ja dcslra ch'in poco tempo c;;:dcttc ad ·un opportuno presenti ,,li' Adnnanza mentre asserifcono lenere per veri e per rn et;clo curativo; ma sMvrnne quindi una pleuro polmonite dopbeo,· r;1giona!i j falli e-'ipOsli dà) Presidc n le,· pr.opoogono però dì pia la quale, 1ultod1è combal!ol-1 altiv;t,nrnotr, con il rnetodo anrimandar ii giudizio ddì nitivo di qnes!a questione ad altro :errìpo tiflogistico g'e nera!c ,) locale, direUo 011 indire11o, trasse tuttavia in cui per a\'ere continualo ccl ragionalo sistema di critica osl'ammalato alla tomba. Nel decorso cli questa malallia il Curante ~orvazione cia,foherlu,l'o , bb:a 110:uto' ;,cquislare cognizioni §.l)ffiebbe .i notare l' 11ssoluta intolleranza degli emetici, le frequenti t:ient\ e giudicare fondatamente !a ver ità de!l'em.rnciata propolipotimie, i polsi perma11enlemeole piccoli e ~.\relli ed il saog1Je sizione. estrai lo sommamente cotennos0. 1.

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527 preso uo tal importante LaYoro di cui unanime affidava la reciazioo1, n!lo zelo 1liuminato ed alla singularn dottrina del Sig. Doll. Arella, in allora Medìco di 1a Classe ed ora Mt>dico Divisionale ,chia rissimo dello Spedale Mi lita re di Torino: All'onorevole ir•carict, avnlo corrispond1iva degnamente il Dotl. Arella conducendo con alacrità a I suo !er· mine, già corse qualche tempo, questo Trattalo <!'Igiene Militare, il quale però pei noti ri volgimenti poli ti<:i, che faranau ce lébri nella Sl\iria d'lt:alia questi ullirni anui, non potè essere fa llo prima d' ora di pubblica ragione colle stan,pe. , s::·~posla nelle nozioni prnl imioari l'utilità e l'importanza del!' Igiene ,\Iilit.He e dimostralo come sia interesse del Principe, obbligo dei Superiori e ù~vere sacro dei Medici Militari di curarne ìo ogni 1crnpo ed 'in ogni circostanza l'e~a tla osservanza, il Dolt. Arella con bella erudizione e savia cr:tica ci presenta in un rd pido q11adro la Storia antica e moderna dcll' h;iene M'ililare, ricordand'ad uno ad 11110 gli Scrillori che più si distinsero iu que!la parte dcll'11mano sapere e de lle Opere dei quali egli si giovò nella composizione del ·Huo Lavoro. Fra i quali Scrittori avre1nrno però ve,luto con pia cttre non iscordato il nostro corrle .\fo ro1.,.o, il primo ch'aùhia lrallato uelio forme sta tistiche cit!l la moralità MIia Milizia i11 tempo di pace ed il , cui ri111areltevole Lavoro, die si può lt~ggere nelle Memorie della R. Accademia dell<:l Sci enze di Torino pel 1850, servi ò'ec{:itamento ad altro consimile del Sig. Benoieton

Nei secondo caso, manifestatosi neì Granatiere Paltiarca, trat1a~i parimente d'una pleuro-polmonite destra, prontamente diffusasi all'encefalo. 1l corso di questa malattia fu ;acuto p~r modo - che non t•sianle il più attivo r~ razionale metodo di cura l'ammah1to dovette soccumber al quinto giorno d) malatlia, la quale qoantni.qne si compHcasse ad uo augio-cardile lenta, tuttavia non offrì quei speciali 5inlomi che s'osservarono nella malattia del Morin. Il Do\!. Z:,cchia dà quindi rçlaiione dei risullamenli dell'autossia di cui egii rra staio sprcialmenle incaric3lo. Riferisce per~ciò com<' nei Morin, o!tr'aila presenza di quel!e !èsiooi patologiche che nel cadavere rlislinguooo !a prngrossa pt>lmonile e !'idroperic;irdio, si rinvenne un vv!ominos~ po iipo C'hc nascemlo con d'iversa configurazione dai due ventricoli de! cuore riempiva grande parte rii de.Ile cavità per farsi strada e raggiuugere poi con varie ramificazioni l'origine di lutti i vasi, particolarmentt\ deìl'aorta per entr'alla quale · tant'oltre spingevasi <la arri\•are sin all'origìoc delle carotiili. Egualmente, dke il T)ott. Zacchia, ne\ Soldato J>alriaréa si rinvenner ì segni necroscopici comprovanti !a ,pregressa pleora-pohnonj!c ed, oltr'a questa, si riscon- · trò pure ia preserna d'una voluminosa produìione poìiposa la quàle in questo caso er,1 più svolta nelle arte.rie che non nelle vene. Am bi lì pezzi patn!ogici, rnaesi revolmente preparali dal Doli. Zacchia, sono minntamen!e visitati e deposti uell'alccole ' per la consernzione, La Scdu\<1 è qn;ndi òichb rata sciolta.

PARTE SECONDA RIVISTA DEI GIORNALI SCIEN'flFICI

di Chateaur,e11f per l'Eserci10 _Franccse. Seguendo le tra r:ce segnatt, dal celebre llallé, il Dolloro Arei la divide il suo Lavoro itt sei graodi parli cor. i nomi di Circumfu~a. Applicata, lngesta, Excreta, Gesta et (Estsa!to eia! Giorn, della R. Accad. Med. Chit'. di Torino) ! Percepta.. 1'rattato d' Igiene M ili tare scritlu per ordine di S, M. ' PARTE!. Cose circondunti (Circtv11Jusa). Esordisce I' All· il Re Carlo Alberto dietro proposta del Consiglio Supe· lorn toccando dell' influ enza degli astri sul l'aHiroal econoriore di Sanità dal Dott. Carnevate-Arella Mcd. Divis. mi~ e sema es~gerarn le cose, ma si a lleneoòosi all'osdello Sped. Mil. di l 'orino, decoralo della medaglia d'arservazioue giorna li era , ne vien a questa cÒnclusiorre, che genio al valore Militare, ecc. Sunto del Ca v. Bonino. non si possa ne:>gare loro, in ispecie ai più vicini , qnali A compirncnlo dei migli oramenti introdotti neJl'orgau izza$011 il sole e la luna, un'azi,rne marcata sul vivente orga. ziorHl. del Ver,;011ale e del Servizio ~anilario Militare, senismo. « Il flusso e riflusso del màrn, scrive 'egli , corri • g.na!ame11te nell'u ilin10 decennio, era generalmente avversponde alle differenti posi zioni del sole e della luna; ina tìta i'oppor tnnità d'uno speciale Tralt~w d'Igiene Mi li tare chi mai potrà negare che un'az ion aoalo:ga s'effettui il qnalc Sli.rvisse di sic"r.1 guida ai giovani Ulliziali di Sasu'walmosfera e che perciò sia il uodro orgauismv sollo nilà nel disimpegno di quella parte dei grav i loro uffieii l'impercettibil influenza delle marco atmosferi che? Voi. i , che ha per oggello h conservazione de lla sa lute dei Solpag. 45. ,. .l:'assa quindi a parlare dd peso e dl:lla denrlali alle lorn cure co rnmes•a. Non già i;he s'avesse assosilà dell'aria alrnosforica, della Sl-ta composizi one e delle Iulo difcllo di t,d i tr ili Operw specialrnen1e co1isecral e al la materie ele1·ogenee che la i ogombrano e che si svolgono Mili7,ia; ma oltre che non sarrblJ1:ro sta le fac.ilrr. enle renaturalmente o cl1e sono prodotte nelie manifollure e nell e p<Jrihi li nd commercio liÙrario, le 11111·, come, per cagione arti. Appartc~ngorro alle prime le polveri nat anti nell'aria, d'esempio, qnella d'Annibale 0.modei, rimaste son incom· il gaz. delle paludi , l'idrogeno fosforato che si svolgè piu!e; altre, come quell a dell'isl'ord ink, cran accomodate nella putrefazione delle sostani11 a1,imal i, l'idrogeno solfoad altre . Je.g.gi e· ad altr_i cl imi; le une e le altre poi, avole rato e l'.unrnoniaca che s'eslrica dalle latrine e dalle someritamenle di mollo pregio allon1uando comparver alla stanze orgauiclie putrescenti. Alle seconde voglionsi rifeluce, era bene naturale che pel correre degli anni non si rir il cloro, l'acido cloridrico , l'acido nitroso ed il g<J,z trovassero più all'altezza dei progressi della :::icienia. fosforico . Alle qua li ùifficoll~ a vvertcndo i I Consiglio Superiore di Molt' interessanti son i capitoli su la luce, sul_calorico Sanità Mililare e altronde fermamente persuaso che un e sull'elettricità, di cui il dotto Autore scrisse già un'apTr.altato d'Igiene Mil itar!) appropriato all'indole ed ai biplaudila Storia . Meritario p~rò, siccome a noi pare, una particolar atlenr.ionì\ i capitoli neì quali è discusso: 1° degli sogni del tempo ed arricchito di tnllo eiò che l'esperienza del passatt> e le cognizioni auuali presenlano d'inlt•res· èffotti dei vari i gradi di fr~ddo, delle aYVerlenze da aversi in proposito e dei soccorsi da preslarsi agli assiderali : 2a dell'inlluen.zi! dell'umidità e delle emanazioni le quali san le e d'utile non potrebbe che tornare sommamente vantaggioso al Hegio Esercito, ann11eudo di buon grado l'Aucomprendono le esalazioni, gli effiuvii ed i miasmi; 5~ delle ,·icissitudini atmosferiche, dei climi e delle stagioni. torilà SopL"riore, provveden perciò a che venisse 'intra-


Tratlafttlo degli alloggiamenti del Suldato, l'Autore li esamioà accuratamente nelle diverse loro ubicazioni, vale a dire 1° nelle Caserme; 2° néi Corpi ui Guardia; 5° nel:l!i acc:~mpamenti ~olio le tende, nelle baracche cd al bivacco; 4° presso gli abi1ànli; 5° nelle casema lle entro le fortezz.e; 6° finalmen te nei luoghi d'arres to o di reclusione . Tulli que,Hì argomenli snno. diluciclat i col m0zzo di pruve des11rilc dalle osservazioni ed esperienze onde si è !'lgie110 in questi ultimi tempi arricchi ta. Co~ì a cagione J'csempiv, ove parla della quantità u'aria necessaria per ciascun :-io!dato, l'Autore, d'accordo coi più recenti Espe · rirnen lalori, è <l'avviso ch 'in u11a camera ermeticamente chiusa siano necessariì 6 metri cubi d'aria per ora e JJer individuo; sicché uella supposizione della permeuenza del ::iohlato nella nolle p_e r 8 ore nei dormìtoi bene diiusi , vi vorrebbero 48 metri cubi d'aria.- ::ie non che tulla questa cubaziolie 110n divien assolutamente indispensabile, dappoidiè ie lirrnslrn e le porle non chiudou esallarnen10 e così per 1~ rcs.5ure come per le uscite ed entralo che hanno luot\o Ira i Soldati nel la 1101 te si produce una notevole riunorazione tl'ar ia , in guisa che 20 metri cubi d'ariu b.;stano nelle camere da letto per ciaschedun ::iolda le sa110. J)'oude ne con:;egue ch'1osuflìc1e11te sarebbe la quamità t.li 14 metri cubi d'ari,1 fissata dai l:legolawenti, sta111e che questa dose 11011 corrispouderebbe ai biso~ui della respiraz1ooc; iu quei locali iu t;Ui l'aria 1100 si ri1111ova d1e e sLe_nt0; dovendus1 in, tali casi ricorrer alla ventilazìoue, la quale sa1:à periodica o continua, ordinaria od accelerata, secondo i bisogni dei locali stessi ed a norma ùel cl ima e delle stagioui Del pari inleressauti ci parv1::ru le usstinazioni ddl'Aulorn sw Corpi di Uuarùia, sugli accarupamtnli, sulle tende e bar;icche e sul bivacco i11 lenipo di g'ucrl'a; e daiunque vorrà gettarvi uno sguardo \i troverà certu disposto in modo ch1ar1J ,; cl)nciso quan.to de.s1uerare si possa dal lato igienico. Qui poi, uou che 1, cl re,;to del la sua Opera, come a compimeulo di quanto ve1111e tralleggiando, l'Autore propo11e al fine d'ogni capo le avverlè11ze ed i precetti igienici 1:he 11aturalme11te scaturiscono dalle materie stesse trallate: il quale mdodo quanlo valga a facilitar iJ rno<.Jo d'applicazione di çJuci precetti ai v,Hi i ·casi parlicularì in cu i il Medico Mililare può essere richiesto ciel suo avviiD, 110n è nrn;tieri d1 dirlo. Nel ca.po XV ucl qual è mae;trevolmente iu ogni wa parte trallato il grave argorne11Lo degli :::ipedali Mili tari, il Doti. i\ rella .;i ,ùffcr ma con pred liezioue a s,:wgliere niolti ardui prohlellli d · Jgie111t Mili 1artl. Qìtì' 1 verarnc11 1e il dullo ::ìcrillorn trovasi, pc,' cosi dire, in :èasa s uà , essendo già corsi molli auni dacché egli è Med ico in Capo; si che quello clw dice può affermarlo con piena coguizione dÌ causa dietro lo11gh i , 1udii e lunghe osservazioni. .E perocchè sarebbe impo.ssi bdc co:;a il darne un brevo sunto ~enia togli er o seemare quell'1nh, re~se che vi é c0nnc~so, noi ci tirnilerem ad eccitar i ,\ledici Militari a it con~u Ita r i I tra I la lv slesso su questa ri it:v ani i:,;i 111 a matcri,i ; 1100 seni.a ptlrò pcrmellcrc1 di ricordare loro ad ogni buon (me èh'i migliorilrnenli nelle co:;e uma ne esséndo di loro natu ra progressivi, a volùro giuùicure rellamente delle lstit1izio11i, dcbbou:;i ma i sempre avere nella giusta estimazione i. tempi, i luoghi e 11:l circostanze. Vol~odo poi dari~ wn'idea della molta di ligenza po,ta dall'Autore nel rovistare gli Archivi çlell' Azienda Gene-

raie di Gu,irra, ne piace qui riferir il seguente squarcio, dal quale sembrerebbe risultare che I<) prima instiluzione degli Speciali Mili ia,ri permanenti è dovuta al Piemon!e. • Sebbene, scrive il Doti. Arella, comunemente si ri• tenga Richelieu come il funr}atore <lei primo Speciale .\'li. I i tare seden la rio, l1.Jlla via facend' a lltHl:tione a IP epoca, alle circostanze ed al lnogo iu cui venne stabilito, pare che l'idea prima si debba al nostro Piemonte. Di fatti dietro quanto io ho potnlo dopo non poca pazienza arguire dagli assenti di nomina dei )ledici e doi Chirnrghi di Presidio al Castello di Pinerolo, del Presidio di Torino, ùi Ver ceJli e di Nizza, v'era stabilito molto prima ·di Riehelieu in ciascun Presidio uno Speda le permanenl11, di mudo che il .Ministoro 17rancese non. avrebbe fatto che i:angiare il nome dei Quartieri dei Solduti infi:rmi di Presid io (cui era addetto u,i Persooalc, Medico-Chirurgico fisso con una regolare organizzazione dì Servizio) in quello di Spcdali Militari con più approi,riato vocabolo (vo i. I, pag. 195)., PH Ttl Il. Cose upplicate (Applicala). Premesse alcune riflessioui sulla uecessilà degl abiti e sull'impcro ,~ l'utilità degli orna men li, I' ,\11tore si fa a trattare delle rnalerie vestimentar ie, (:ioè della loro .caloricità, dellricita , igrometria, colore, lcssi1ura tt forma, riassume ìu poche pa · ginc le principali cognizioni clw dalla Fisica, dalla Chi• mica e da lle molle esp,•rienztl inslitui1e da t'.h iari.,simi Antori ha potuto ricavarr, senza però sacrificare 111ai alla dillÌt;o llà delle materie 1r.i tta1e la chian:zza dell'esposizio11e; di maniera che', le cose per lui dtllle riescouo facili a comprendersi da chicchessia. !\c ll'applicazione dei principii Scie11lifici alle varie parli on<le s i compo111~ l'abbiil ia mi:nto Militare, de: le quali lralla ordina lamenle e min11lami>n 1e, l'erud ito Scrittore trovò 1111,do d'al>bellirc con Osservazion i storiche un aq;orncnto per se stesso slerile e noioso. Nulla diremo delle avvertenze igieniche le qua li ci parvero sempre mollo asseuna te. Acùenne rerno pure ch'egli 'commenrla con ragione l'uso delle camicie ùi colone di prcfercuza a qucllli lii canapa o tli lino. E vaglia il vero, e5se11d'il !iuo o la ca· napa buoni conduttori del ca lorico e molto igrometrici , accurnulau e condensan i vapori d:illa tra;pirazi<>ne cutanea, sì che :-ii raffreddano prontarnenll!, proùucou una impressione molesta, interrompono l'e:ialazione ùclla culc e sono cagiont di facili raffreddor i e di reumi nei Soldati; mentre ch' il colone c,sendo callivo condullore del calorico e dtlll'elellrici1ù, co11 corre a rna111enere più libera l'tlsalaz ione dell'umore p11rspi rabile, c!i cuì tempera l'ac(Cvntirwa) cumulamento ed il pronto ralfrnddar,i.

AV'VISO La llireiione ilei Giornale invita gl i Abbona li che sono in r itardo di pag,am1·'nlo a vo lern pagare lt~ rate delle qu ali son in uebito, giusta le condizioui d'assoc iar.io ne . -Si prerrnn i ·~ iguori Medici l)irisionali perchù ahbiano la bontà di riunir in u1) ~o lo <Jaglia postale le ra.le dei loro dipenden ti o di farne sborsare coslà l'importo co11 il mezzo del Qncrtiermastroper l'Armala. Quegli Abj)onati che prel'eriscon inriar il loro · i,oglict p osJrLle isolatamente, s»no pregati a volerlo diriger al Bar. De Beauj'ort, Vice-Direi/ore dtl Giornale di ~Medicina Milita.re e 1ion allrimente, inchiu ,;o in lellera affrancata. li Direttore Doti. CO!lllSSETTl Mcd. Div. Il Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort M. R.


( ai 16 di maggio 1853 )

N. lt2.

ANNO II.

GIORNALE DI HEDICINA HILI'fARE DEL CORPO SANITARIO DELL'AR}lttrA SARDA,

L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col 1n d'agosto. Il Giornalesi pubblica nel Lunedì di ciascheduna sellim.an a PllEZZO D'ASSOCIAZIONE Jn Torino

. . . . . . . .

L . 10.

In Provincia ed all'Estero, franco di posta • .

L. 1 J.

L'a~bonam~nto debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla 'l't POGRAFrA SoB.1.LPINA via Alfieri, nnm0 24. Le leLtere per abbonamento àl Giornale debbon esser affrancale eù ac~,;,;npagnate da vaglia postalo. Somuruo. - 1 ° Doll. V .tGLrnNTI: Intorno alla genesi dei lnmnr_i .in genesi. - ! Doti. PELUSO: Pcl'icardite dd cagione artr1llca. - 3° Relazione delie Conferenze Scientifiche. -· 4° Dolt. GùcoMl!TTI: Rivista deiGiornali Scientifici. 0

PARTE PRIMA I STOll:o!O ALI.A GJUIESI OBI TUllORI I~ GENBlE ;

DEL

ì\Jeo.

01 RHGG.

HoT.T.

C APRIATA

(Esame uitico l'alto dal Dott. VAGLIE!fTI in una Conferenza d 'A lessa odria ).• Nell'u lli ma Conferenza udis te cori mo, onorevoli CoJ. leghi, la lellura falla dal IJoll. Capriala d'un suo Scritto a cui tliede per titolo dei tumori in [Jenere. Io confesso che a prima giunta fui d'un tuie lìtolo maravigliato; ma lo slupore mio ~ndò dileguandosi a misura che udiva svolte le di lui idee teoriche di lì.ioJogia sD le quali il J)oll. Capriata fondò i suoi priocipii di Dollrina teorico pratica. · Sic:comt: la matt:ria compre•1de molti argomenti e siccome trattasi di discuter intorno a principii di Oo!lrina, persuaso che mi sarebue stato impossibile t}Saminar or· dinatamente ogni singolo ponto, credetti miglior consiglio oppugnare la tesi con un esam~ critico . seguend'in ciò fare la sco ria dei fall i I piuttosto che i lungl11 e sovente infruttuosi ragionamenti. , li Dou. Capriata fissa nnzi tolto I., sua attenzione su l'ipertrofia prendendo le mos e dal dello di Grisolle cioè che " elle est très rare après Jes 40 ans. , Conoscendo pur io qualche poco l'Oper a di Patologia di Grisol le, debl,o persuadermi ch'il medesimo ciò disse parlando ooo dell'ipertrofia in genere, ma be11sì della cerebrale. E se l'onorevole Collega quando ricordò il pracotto di Grisolle, di • ne pas hasarder aucunc explication, , avesse proseguito a ci lare qua11t' il medesimo · scrisse io seguito cio6 cbe « il ne nous est pas demonlré ql,\e la cause soi l uoe stìmulation .anlécòdcnle, les unes no consistenl qoe dans noe aclion locale, les aulres semblent intimémenl liées au

rnonvement nutrilif général, » non avrebb'a rnio avviso fonda lo fo. sua Teoria su le ipertrofie in genere, né su supposte leggi 6siologiohe le guaii quand'auche poggias1 sero sul vero darebbero lull'al più ragione dell'ipertrofia fisiologica. So avesse apprezzato anzi tulio i falli, avrebbe riconoscinlo che la predi)(izione d'età é varia nelle varie ipertrofi e fl, poichè il suo scopo fu di parlare dti i tumori ipcrlMfìci, dirò che l'ipertrofia della prostata , il lipoma, il hroncocele- si manifestaco di pitì dopo ì 40 anni; che la rora ipertrofia della parotide s'osservò da Sal>atier in un sessagenario: che Je ipertrofie sifilitiche, le consecutive 1 ad infìam rnazionù o ad altra malalLia locale posson indifferentemente svolgersi in ogni età. Se poi fu scopo del Doti. Capriata di fonda ro su Ja Fisiologia la disposizione alle ipertrofie, debbo notare ch'egli noo Leo11e forse troppo in 1:onto ciò che la Patologia elomeotare insegna da secoli cioè ch'il predominio flogist ico ossia agli alli nutl'i . tivi esagerali, se nella fancioJJezza esisto al capo , nel la adole.,;cenza ,1p1egasi iu vece al pollo, nella virilità alJ'addomi11e, nella vecchiezza alla pelvi. Dalla quale considerazione ne consegue che è male fondala la supposta legge generale di mutaziou a cui Lulla s i veglia t1gualmen1e sottomessa 1'1foonom ia organica nelle varie fasi della vita. Si ha in vecfl la ragiono delle frequenti ipertrofie al capo nell a tenera età ed alla pelvi nella vecchiezza. Scrive poi il Doti. Capriata: « il movimento circolatorio arterioso tallo dipende dalla spiula del cuore. Le arteri e essendo sprovviste di tunica contrattile non si dilatano, non si re 1 stringono : possono dilatarsi o restringersi, ma nella ~sola , circostanza di aumentata o Jiminuila ospansivila o quantità 1 · della massa sanguigna; dal che ne nasco la diversità dell e vibrazioni arteriose ond'andrebb'errata la Sfigmica .. ... le pareli /Jelle suddivisioni arteriose divenlauo di tonica conlrallile sprovviste. ,, In questo passo scorgo anzi lutto una conlraddiiione, poichè se i tronchi arteriosi sono già di !uuica contrallilo sprovvisti, oun hanno pili a diventare Lali le loro suddivisioni. Negando la facoltà contraltile di queate, come mai il Dotl. Capriata vorrà spiegare la ragione per cui nei rami arteriosi reci si si sospende temporariamente l'emorragia. Per mandar a monte la Sfigmica non basta l'escludere la contrattilità delle arterie, ma debbo supporsi la coolrallilità del cuore invariabile e quest'iso.


350 la to da ogni rapporto d inamico ed idra ul ico con tutto l'orpare, nò s' osserva che chi muore di morte oalurale diganismo. Il suppo rre che !'espansi vi là del sangue pr ovoca venl i una mummia. D'allra parte l'egoismo venoso e le mov imento nelle arterie, equ ivale ad allribuir al sangue sfinite rorze arteriose sono suppos izion i contradditorie alla s(esso qual pesce guizzante le conlrazion i spontanee: e per negata contralliliLà della arterie e delle vene. E , dato il supporre che a quesl'effello concorra la q1:1antità della mas.sa non concesso, che la natuua accord i préforenza al s.istema del sangue, debbono necessariamente escludersi gli s,1uivenoso dopo i 40 ann i, se il movimento sangu ign~ dipende libri i idraulici . Efofeland pa rla della vila del sangue, ma esclusivamente da l tenacissimo cuore, esso roentr'è sano con questo nomo intende la di lui plasticità , giacchè la spinge fuori dai ,•enlricoli tanto sangue quanto ne assorbe espansività non è altra cosa fuorchè una proprietà fis ica dalle orecchiette. l\.la, stand'ai fatti, le sfini te forze artecomline a tulli i liquidi. riose dovrebbero nel l'età provella ravvisarsi nell'induri Il Prof. Rolando ehe negava la conlrallililà delle arterie, mento delle lo11ache e parimci;lc 11ell'aumen,ato calibro parlaudo dei capillari ammelleva però nei medesimi una del!e vene dovrebbe ravvisarsi un di fetlo di resistenza per contrall ililà loro propria che ch iamò mobilità all a quale cui succede, come nelle varici, 01aggiorn dila tazione del rifer iva i fenomrni del turgore vitale, delle congesti oni e loro lume. Ma sappiamo che questa mutazione, ol trachP. dei processi fl ogistici, grandt~ parte dei quali son o diven · è già l'effetto ordinario dello sUrnlato r itorno al cuore della tan aùiales ici. E l'onorevole Collega con,e spiegherebbe colonna saHguigna, divie11e cagione della sten tata circola sì fatLi fenomeni ? zione venosa; e di ciò una coofcrma evidente è l'utilità Leggasi pe>i nol Ja, Memoria del Dott. Capri·ata: « prose della moderata ed uniformi! compressione nellu dila tazioni varicose. guirei !lei ved,~r i capillari arteriosi di tunica co11 Lra ll.ile sprovvisti, epperciò assai minorata la forza loro cosLrilVolendo quindi il Doll.. Capriata distinguer e sp iegare Liva; così il rcn isus arlerioso no n ess,~ndo pa ri al nisus le nutrizion i speciali dice : « il plasma ora serve da sè della colounella sangu igna che lo pe rcorre , ved iamo lraalla nutrizione, ora sollo forma di microscopiche cisti suòare la sostanza plastica pei pori interstiziali come merpresenta speciali sostanze n11Lrili2 ie ad altii t~ssuli _ .. .. curio compresso in sacco di pel le. " lo domanderei al mio qut>.sto, come pnre l'enùos mosi, s' cseg11isce sollo Ìa pro Col lega : 1° eho cosa intende per forza costrilliva o quale Lezione dell a forza dinam ico-orgauica. La nutrizione spedHfore11za esista lra qHesla e la co11traltil ilà cho contesta: ciale si compie per allrazion cd espu lsione Lra le so,s(anze 2° ~e il getto del spngue e le contrazioni delle arterie sono eongrue ed incongrue chiamala Chìo;1ica vitale. » lo congli e!fotli dell'elasticità del bolo s;ingu igno e della di lui fesso di non cornprcnrlere le rote di queste microscopiche espansiv ità, come mai la cù louna sangu igna abbi.). bisogno cisti e bramerei sapere se veramente fnron oaserva te con di forza costri!liva dei cap illari per percorrerli : 5° se ha il miernscopio o se son enti ioim aginarii . Ammello pnr veramente veduto nello stato di sa nità trasudare la sostanza io la Ch imi ca vitale e clii non l'amrnelle ? ma la forza plastica per i por i inters ti zia li, ciò clm realmen te s'osdinamico organ ica che vi fJrc'Siedo, da quali lcss111.i od orserva in alcune rnala llie : come, ::ul esem pio-, nella con - 1 gani è rappresentata r \' orrèbha f,Jl', e l'onorevole Collega giuntiv ite si scorge un'areola <li linfa plas tica che costeggia allrilrnirla ai globuli co_me già la collocò nel sangue P i capillari della congiun tiva i qual i solo in questa circono~, che sembrami tvere trovato la spiegazione di questo stanza sono visibili perchè am meli.on il sangue, menlrt: fatto nel passo seguente: « conLemplato il sol agire. delle · nello stato fis iologico non son irrigali che dà umori bian arLerie e d11i suoi finit imi carillari in forza della presidenza chi. Del resto 011_ così sempl ice modo <l i spiegare la nunerveo ganglionare. ii ?Ila come mai ciò è eoncil iabile tr izione noo oserei usarlo quai:id'anche si trallasse della con ia nl:lgala n inne delle arterie e d<1i capillari? Fin qui organizzazione degli animali più infer iori. l'Autore dà la spiegazione dell'allo nutrit ivo 11al11rale. Ritornando Hl la spiegazione delle ipertrofie rare dopo Venendo quivi alla spiegazione de ll 'alto nutri ti vo innori 40 anni, il Dolt. Capria la scrive : « La na tura accorda male, così il medesimo s'esprime: « esagerala la potenza la preferenza allo sviluppo arterioso sin ai 40 anni : co nervco-ganglionare pel pro trailo e smodato movimento, mincia poi lo svilup po Yenoso e <la quest'impari calibro la si fanno più ardili i moti de l cuore, pili attivo il c ircolo natura soffre una specie di fis iologico ingorgo che non poco arterioso, meno fac il il venoso del membro per la prescoopera all'esosnt0si: all ora s'atrolìzza11 i tess uti : che se sione che le vene profonde soffrono, per la tensione mul'i n1Jiv'1,'uo non moo re per malaUi a, muore per l'egoismo scolare e qu indi per necessità più abboudante si fa i I travenoso che tntto trasporla quanto di nutritiz io arreca110 sudamento di sostanza nutritizia; perchè i capillari venosi le ;;lì nit11 forze arteriose o meglio quanL'i n esse vi spinge oltr'all'essere minori di ca libro e non agenti verso il C(rn!ro il lenacissimo cuore che è l'nl timo a Ò'IOrire. " Anzi lutto dell a circolazione che iu modo passivo, non posson espor~qui <lomandP-rei per quale forz~ il Dolt, Capriata intende tar il sopra più non eompatibi le Jal loro calibro, pegg io operarsi la circolaiion1:1 venosa. Supposto io lanlo che con poi se le ven.e ove sboccano i capillari omonim i sono com· il Prof. Rolando la consideri dipeodenle assolutamente d:ii presse : questo fallo ne trae seco un altro purame11te mec moti allraen li delle orecchi ette del cuore, la circolazione cauico ed è: la compressione che soffron ì li(lfatic i che venosa non potrebù'esse re ·squi librala fuorchè i:lall'allera la Gaoclieggian i lurgidi capillari arlerio~i , dlmiuuisce la fu nzione del cuo re il quale solo sarebb'il motore dell'inloro fo rza endosmosica, aumenta l'esosrnosica ed ecco in tiero circolo sa ngu_igno . M.a discorrendola a I cospetto dei mod0 oscur.o sì , rua reale fallo c,1usante per lo p iù le fa tti , ollr'a quanto già dissi, nolerò che la po lisa rcia, ad varie ipertrofie." Il protratto e smodato mov imento cl~bbe esem pi o, mentre coslilnisce una. specie d' ipertrofia che a esagerare l'aziooe, r)on i! potere nerveo ·gaogliona re, giac- . ma,ggiore ragione dov reblie corrisponder a condizioni fisi ochè più ardili debbono risultar i r.novimenli del coore_ logiche generali dell'organismo, si man ifesta Lottav ia più ~erò qui giova no tare che sol1> simpaticamen te o per sti· sovenle ollr 'ai 40 anni; nè per l'età avanzata essa scommoli interni può prirnitivamenle esagerarsi l'azione ner-

Se


55f.

veo-gangl ionare ed è per ostacolo della circolazione polmonare_ principalmente che seguon esagerali i movimenli del cuore il quale reagire deblie contro la colonna sanguigna regurgitanle; ond'è che secondariamente cioè per la violenia delle pareti del cuore l'azione nerveo-ganglionare si fa esagerata. Ma come mai del:lbe riuscite meno fac il il circolo venoso per l'esercizio muscolare, mentre si sa che l'alternati vo contrarsi o r ilassarsi dei muscoli favor isce anzi la circo lazione venosa? E cli fatto osserviamo ciò che succede nel circolo minore : un esercizio violento produce una corigestione po lmonare sopra tullo io persone di petto ristretto, di polmoni lassi o tocch i da malattia o da vizio organico, ma l'ostacolo ò nei capillari i quali in fin dei conti non sono nò arterie, nè vene. Da tale congestione p,uò succeder asfissia cd emorragia , ma giammai ipertrofia. Si consulti l'Analomia Palologica degli asmatici e dei soggelli ad emormesi e si vedrà ch'io vece l'ipertrofia si fa al cuore. Se poi men inlenso sarà il mo· vimento è anzi di r imedio allo stato congeslivo passivo. Ed in vero p·erchè mai soppresso il movimento mecca nico alterno respiratorio succede asfissia , come notasi nella paralisi, nel telano? perchè questo mov imento è necessario a promuvere la circolazione polmonare : la stessa cosa si può dire delle viscere addominali in cui la pletora o la Oeboidesi addominale, le fisconie e~ le emorroid i che ne son una conseguenza, hanno per speciale cagiono la vita sedentaria e per ispeciale r imedio il movimento . E chi non sa ch'il prolrallo esercizio rende il corpo macilento e ali 'ir1conlro la vila seden taria lo rende polisarcico r 11 moto passivo di vettura e del cavalcare giova 3f)p llnlo perchè non altera i movimenti del cuore e perchr disturba anzichè favori re Ia /.'rista li izzazìone organica .Tal è pure In ragione per cui più facilmente si sente fatica starido a lungo fermo in piedi clie non facendo molo. Convengo ch'i muscoli a lungo esercitai.i posson au mentare nella lor evoluzione, ma nei membri in cui ciò succede non veLlransi le veue varicose, e la prodiga nutri zione s'opera in virtù dell'anmenlata azione paniate di tutti gli elementi d1e concorron alla nutrizione della parle sLessa, senza ch'ìl cuor abbia ad in fluirvi cogli esagerati suoi movi01enti. E quand'll cuor è coslrello ad esagerali movimenti , esso stesso s'ipertrofizza: lo , lesso dicasi delle arterie quando pe1· qualche ostacolo, compreso quello dei capillari, la colonna sanguigna imperlila 11el suo libero corso ne distende le pareti; lo stesso succede alle pareli delle altre viscere cave. Ed in ciò la na tnra non fa che provvedere allo stato de l tessuto il qua i() soverch iamente disteso è minaccialo nella coesione delle mol lecole fibri llari, creando nuove mo llecole come per riparar ad una perdita di sostanza . Il ca libro rlelle vene non so lo noo è minore di quello delle arterie, ma è anche assai più ricco di rami cospicui il sistema venoso che l'a rterioso. Se la circolazione · venosa fosse passh•a, siccome è pur considera la tale quella <leile arterie, lo squi librio circolatorio sarebbe solo opera dello sconcerto nella funzìone del cuore. A questo rigua rdo mi lim ito a notare che gli ostacoli venosi per la pressione fa tta sui tronchi producono turgore, distensioni, variei, sfìaocam.ento nella porzione periferica. Ciò po.tr.ebbe succedere se il movimento sanguigno qni tutto dipendesse d~Jl'azion aspirante delle orecchiette de l cuore, poichè al di sollo della compressione

verrebb'a mancare l'nion aspirante suddella, E se ciò fosse quante obli terazioui nelle vene sut:cederebber in vece delle varici? lliguard 'alla supposta compressione mecc.anica dei capillari sui vasi linfatici, dato ch'avesse luogo, siccome di questi una classe serve all'endosmosi ed un'allra all'esosmosi, cosi dalla loro compressiooe sarebb'equilibrata la lor inJlueuza so la nutrizione. Altronde crede forse l'onorevole Collega che gli umori deslioati ad esser el iminati, se rilonuti, possano servir alla nutrizione P Convengo benissimo cbe, specialmente quand'esagerale sono le secrezioni , le sostanze escrementizie conlengon ancora del recremenlizio, ma credo che n°issuno disconosce l'effetto contrario che subirebbe la nutrizione dalle trattenute sostanze escreffil}ntizie cbe con le nutritive r imanessero frammiste . Migl iore spiegaiiooe avrebbe dato l'onorevole Collega se nel lrallare del la nutrizion e delle ipertrofie avesse seguilo i precetti di Gr-isolle parlando al cospetto dei fatti cioè ricor;ioscendo le cagioni vere delle singo le ipertrofie e deducendo la confem1a del loro essere dai rne'Zzi curativi. E ciò facendo, esso avrebbe dovuto calcolare, nell'allo della nutrizione, su l' influenza del clima, della luce, del calorico, dei cibi, delle bevande, del le coslituziooi, dei tempe-,, ramenti, dei modi di vivere, dei vizi interni, dell'ematosi, dell'apparato digerente, delle secrezioni, delle condizioni del sistema nervoso e di tutto l'organismo:" E poichè suo scopo fu parlare dei tumori , riconoseerebbe la cagione delle ipertrofie delle tonsille, ad esempio, nella flogos i, nella scrofola e nella sifi lide, riconoscerebbe quelle della prostala ordinariamente nelle blennorragie croniche ; a cagioni non ancora bene con.osciule ascriverebbe il lipoma, ecc. ; riconoscerebbe che, a norma delle varie circostanze o concause, ora nasce ipertrofia, or atrofia. E per p.irlare del protrailo movimento riflello che nei robusti la n11Lrizione vi può guadagnare perchè anche vi guadagnano le altre funzioni ; nei deboli all'incontro, nei cachellici, in quelle persone in cui vi ha defìbrini?.Zazione del sangue, l'economia può soffrire deperimento, poiché, ollr'al consumo di potenza nervea a ri parare la quale l'economia affralila non è più alla, ollr'al difetto nel plasma per le aumentate secrezioni , segue un materiale deperi mento per l'esportazione del le sostanze nulritivfi ch'in questi casi trovansi con l'escrementizie in maggiore copia frammis te.

STORffi DI CASI RUIARCHEVOLI. 40 PElllCA UO!Tl!: DA CAGION AUTRITICA

(Sloria letta in una Conferenza di Nizza dal M:ed. di Regg. Do{l. PELUSO) .

Nel giorno 18 di gennaio era accettato nello Sped. Mii. di Nizza il Soldato. del 14° Regg. Fant. Stefano Ricca il quale, per quanto potei riconoscere, se_nza eagione manifesla, se non forse per l'esposizione a qualche rapido raITreddamenlo dell'almosfera,aveva avulo due giorni prima a pronre dolori al'ticolari ai carpi ed ai ginocchi, per i quali dolori, lievi in principio e quindi più intensi con


i

sopravvenienza di febbre, fu obbligato ad annunziarsi am- 1 Ai 25: le evacuazioni alvi ne abbondanti in seguito al malato. Solda to della Classe del 1850, dotato di tempe- i lambitivo olioso: febbre non gagliarda ma continna: linranien to linfatico-sanguigno, di costituzione piuttosto rogua più umida : lieve sudore nella notte con calma pasbtrnla e bene svolta con abito r,li corpo pletorico, aveva seggiera: dolore traslocalo alla regione cardiaca, risentito il modcsimo nella sua infanzia sofferto qualche volta di per la pressione del petto e nell'atto d'una profonda inlievi gastriti e di sinoche iiatarrali non gravi. Nel mese spirazione: respirazion e alitante: tosse non frequente con di luglio dell'andato anno fu tocco per la prima volta da sputi più elaborali : movimento degli arti quasi libero : reumatismo articolare con metastasi al cuore, di cui, nqn lorace nella sua parte a~tero -sOperiore risonante ed · alostante fosse curato nello Speda le di Monaco con metodo quanto più ottuso inferiormente ,' massimamente ne.I lato antiflogistico attivissimo, non guarì radicalmente così ehe sinistro: ottnsit_à forte ed estesa del cuore: respiraz ione frenon risen tisse 1111 ta le quale grado di cardiopalmo che, quente , debole e breve, con soffio tubario e con rantoli ribelle per più d'un mese e mezzo ad ogni metodo curasotto-crepitanti, più diffusi nella parte inferiore: egofonia: tivo, indusse il Curante a chiedtre per l'ammalalo una soffregarnenlo pleuritico nel lato destro: battiti <lei cuore domanda per licenza di convalescenza al paese nativo. molt'estosi, irregolari e sordi con leggiero rumore di raQuivi, o fosse che la libertà domestica lo spingesse inspa ne i rlue tempi ( si pratica un settimo salassn d'otto scientemente ad un vitto Iiceozioso o che l'indole del once e si fa ritorno ali 'uso interno dell'aconito a cni si male avesse lasciato nel Ricca uua diatesi umorale a11cora aggi unge i I kerrnes o ode faci Iilare l' espet torazioue ). persistente , poco tempo dopo t,ra costretto ricorrf!lr allo A i 24 e 25: sangue sempre cotennoso e medesima conSpedale Civile dove restò per tre mesi consecutivi sostedizione generale dell'infermo (rinnovamento del salasso : nend'una cura antiflogistica aLtiva e negativa mo:t'energica. imposizione d'un clislere r:oollitivo: cootiouazione nell'use Raggiunto qu ind'il proprio Reggimento verso il principio dell'aconito con k13rrnes: apiil icazionc di due vescicatori i dell'anno corrùnte, non aj)pena ebbi-: ripreso il serv izio alle gambe). fo subilo rirÌviato allo $pedale Militare dove lo troAi 26: persis leuza della cotenna nel sangue: ortopnea vammo nelle seguenti cond izioni: faccia pallida con roscontinua: febbre alcun poco diminuita con poisi più espansi stizza limitata al le guance: occhio splendente. : decubi to (decimo cd ultimo salasso nel mattino: operazione di sansupino: prostrazione di forze: oppression~ di petto: anguìsughe alla regione cardiaca nella sera : imposiz ione di zielà di respiro: dolori piutloslo inteusi ai carpi ed ai giclisteri molli Livo-purganti: somministrazione d'un'infusione oocch i: .dolore puntorio esacerbantesi 11el l' inspirazione e per di cl igit.1le con kerrnes). la percussione e~eguita nel lato sinistro del torace in cor· Ai 27. e 18: miglioramento dtill'ammalato: frequenle r ispondenza dalla 5a e 6• vera costa: lingua impaniata in ed abbondante emissiora~ delle ori ne : evacr1az ioni fecali giallo-grigiastro: tosse rara senz\•screa lo: febbre carattenoii scarse (continunione dei medesimi rimedii, meno le rizzata da pòlso forte, duro, serralo e frt>quente: pelle sanguisughe ed i clisteri purgativi). secca ed urento: sete intensissima : movimenti dìfficili è A i· 29 : dispnea più ma,rcata: ode ma degli arti : ottusità dolorosi : balliti del cuore estesi ed assai risentiti alla estesa nel eosiato sinistro, svelata dal la percussione: leg. mano esploratrice: cefalea. lo vista di quest'apparato fegiero soffregamenlo pericardico doppio, più forte verso la nomenologico e stante la ricorrenza della malattia poco base del cuore: soffio valvolare sotto l'inspirazione, : freprima sofferta essendosi giudicato trallarsi d'artrite commito vibratorio appena percettibile verso l'estremità dello plicata con pleuritide sinistra, malgrado che per l'immosterno: resp irazi l)ne debole inferiormente con soffio tubario bili tà dell'ammalato e per il dolor 9nd'era tormentalo non in distanza ( nuova applicazione di due vescicato~ii ai ,si fossero potute praticare nè l'ascollazioue, nè la percus · bracci: sostituzione dell'estratto di giusquiamo al ke rmes siooe, fo subito praticato un abbondantè sa lasso da rinnonell'infusione di digitale). varsi nella sera e fu prescritta la dieta rigorosa ed una Ai 50: mede!imi sintomi (medesime prescrizioni con decozione d'orzo io cui si facevano diluire quattro grani rinnovamento dì due vescicatorii alle gambe) . d'eslrallo d'aconito napello. L'edema che a prima giunta sembrava volere prendere Ai 20 e 21 : medesimo stato con poca remittenza nei le proporzioni d'anasarcl!, si limitò senza scomparir iodolori dei ginocchi i quali s'eran anche cliffus~alle spalle: tieramente e l'ammalalo continuò sempre nel medesimo sangue del secondo salasso coperto di spessa cotenna staio sin al giorno 12 di febbraio , non ostante tutti gli bianco-perlata, resistente, dura e rialzata ai margini: febsforzi del!' Arte a procurarne il miglioramento. ln questo " bre meno gagliarda: cefalea diminuita: ventre teso e legintervallo di tempo la mente si mantenne sempre serena, giermen te dolente: tosse con pochi sputi crudi. e rugginosi il ventre continuamente libero per mezzo di clisteri quando (rinnovamento del salasso nel mattino e nella St>ra di ciapurgativi e quando mollitivi, l'escreato facil ed abbondante e la tosse men insistente . .Ma l'oppressione di petto du. schedun gicrno e continuazione delta decozione d'orzo con 12 grani d'estratto d'aconito, da consumarsi nelle 24 ore). rava continuamente e sul far della sera il.dolore alla re' Ai 22 : remittenza nella febbre: espettorazione meno gione precordiale si rendeva l'!iù manifesto anche riell'a lto scarsa e meno rugginosa: doloro pleuritico mollo rlimid'una mediocre inspirazione. Le notti furono quasi sempre insonni, benché la febbre, non più tanto gagliarda, -rimetnuito: cefalea non tanl'intensa: fisionomia più serena e naturale : calma e . leggiero riposo nella notte: tosse meno tessi:: alquanto nel mattino. A, vincere l'abbondanto ratcolta sierosa che s'andava sempre maggiormente facendo insisttmte: ortopnea dim inuita: dolori limitali alle spalle: sangue meno cotennoso (si sospende il salasso e si prenel cavo pleuritico e pericardico, f11ron opposti il calomescrrìYe una pozione catartiea con l'•lio di ricino, ricor· )a110 a refratle dosi, l'applicazione d'un largo vescieatorio rendo nella sera ad un !alte di · mandorle dolci con acqua al torace, la somministrazione del rabarbaro, della squilla, coobata di lauroceraso). della terra fogliata di tartaro , ma tullo fu inutile , chè ) '


333 oel giorno 14 di febbraio imperversnndo seropro maggiore l'oslopnea, mentre l'ammalato stava orinando esalò l'ul· limo rl'spiro.

lombrico nel digiuno con poche scibaie poltacee oei crassi. li ventricolo era pu ri: pallido, di tolore grigiastro con pareti concidenti ed offrìva larghe macchie grigio-nerastre. ti fegat o voluminoso, di colore bruno fosco ed ammollito nel suo ~rande lobo e ra ingorgalo da poco sangue fl uido e lasciava scnrgen.i lo cilitifollea piena di bile molto fluida di colorr. verdc-scn ro. La milza s'osservava alcun poco µiù voluminosa , spapolata o del colore della foc:cia dì vino. Le rimanenti viscere cran io istalo lìsiologico.

Àutos sia eseguita 56 ore dopo la morte. Àbito esterno. Tracce di suggellazioni cada.veriche nelle p~rti posteriori del tronco e degli arli : li eve infiltramento delle estremità, massimamente delle superieri : ventre timpanico: palli<lezza generale: decomposizione cadaverica non a11cor incominciata. Cavit<i del ca.1>0 . Nessuna cosa merilevole di speciale cenno, meno on po' di versamento sieroso fra le maglie deJfa pia madre con poco sangue nei seni venosi della dura meninge: una mezza cucchiaiata di siero pagliarino nei ventricoli ed una doppia quantità del medesimo li· guido alla base del cranio. Ca_vilà del torace.Poricardio aderente alla pleura po Imo· nare sinistnl ed in piccola parto anche alla destra, non però coperto dal le medesime e piutlosto 0$panso: pleura viscerale destra massima men le nella parte inferiore aderente per pseudomembrane rl'antica formazione alla pleura coslale:spleniz. zaziooe infer iore del polmone del medesimo lato, mentre nei suoi due terzi snperiori era il medesimo ingorgalo da sangue o da sierosità, non riruanendovì che una piccolissima porzione che fosso ancor perrneabil all' aria: raccolta abboodanlissimn di siero nei due terzi inforiori del cavo plt>orilico sinistro e tale che spiog11va in allo l'avvizzilo polmone omologo : presenzn d'alcuoe piastre giallast re pseudomurnbr~nacee nella pleura polmonare ed oltre più abbondanti nella parietale del med11simo lato siuislro: peril:ardio di consistenza Jardacea , consii1ercvolmente ingrossato per infiltram en to <lei suo tessuto cellulare, resi· stcnle, molto dilatato e conleneolc nella sua cavità oltr 'ad uo rnezzo bicchiere di siero opaco, saogninoler.to, denso e misto a fi occhi albuminosi, enlr'al quale nuotava il cuore voluminoso più del doppio òol nalura!e e lutto vellutalo nella sua super ficie esterna da urw sostanza fio ccosa, pen den te in !acini" della h1nght1.za d'un ceol iruetro, di CO· lore giallo-rossa:1tro e formata da false membrane molli, amorfe e sparse di moltissime aspreize le qual i mentre insieme con le descritte lacinie Lenevan il pericardio unito al cuore, sì lasciavano poi fa cilmente separare dal tessuto proprio di quest'ultimo che mostr;ivasi intatlo ed ioietlato leggiermente in colore rosso-violaceo. Da quoste mem· brane era in grande porte ricmpioto lo spa zio compreso fra lu due pagina del pericardio, moutr'il cuorn s11ogl iatu delle fal se membrane poteva dirsi aumentalo solamente d'una terza parte del suo ordinari o rolume. Lo pareti del ventricolo s inistro seorgevansi ingrossate oltr'al naturale , molto più che non le destrti e la , uperCìcie interna del cuore s'offri,a rl'on colore pa llido e c.ontene.va nella sua parte destra abbondanti concrezioni fibrinose di coloro rosso le quali furono considerale siccome risultameoti cadaverici. Sane, pallido e di naturale consistenza erano le valvule, non meno che la mucosa dell'arteria polmonare e dell'aorta di cui l'origine era occupala da uo lungo grumo-fibrinoso rossigno cbe discendeva nella cavità del ven · tl'icolo sinistro. Cavità dell'addomine. Gl'intestini pieni di gaz e di coloro pallido contenevano nelle ultime circonvoluzioni dell'ileo una discreta quantità di liquido gia llognolo e qualche

Riflessioni.

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Varie mi sembra possan essere le in<luzioni a desu· mersi dal pre~enle fatto clinìco, tanto se si risguardi alla genesi th•lla pericardite, quanl'al sao decorso, al metodo di cura ed al diagooslico. E di vero rispeuo alla prima domanda dovremo noi considerare la peric_ardite seconrlo l'opinione di Bouillauù e di qualch 'altro Scriuore i quali giud icau non essere la medesima altra cosa se non che 1111'1J01anazione della stessa artrite in grado più d! f· fuso, perchè , come dic:e il Bouillaud , il precordio· ed il cuore n-:1 reumatismo articolar acuto sono a!Tclli nello strsso modo delle articolazi oni, con la sola differenza che una ,·olla di chiarata qnesla fle rmnazia segue lo s1ess'andame11to come se fosse primitiva; oppure la crederem uo effetto cri tico <lclla pr ima malattia che molte volte, come nel nostro caso. può divenir esito finale P L'ultima opi· nione sembrami più cons(intauea a quanto giorn ~lmente si osserva in pratica; e ciò perchè moltissime volte si svolge l'artril1~ al grado di massima acnLezza e divieo onche le· tale s1:nza che l'ammalato abbia mai dalo segno du rante la vita di turbamenw nel centro ci rcoiatorio e senza che l'autossia sveli alcuna lesione cardiaca nel cadavere; perché fa cardile parimente si desta in molli casi isolata e primitiva, come ne fa fede lo sless' Autort: già citalo e percorre latl'i suoi period i 1100 escluso l'esito di versamento sieroso, seoz'nllre concomitaoze, anche molte v9lte decorrend' ino;,s<•n•aLa e lenta in modo cht'I si riscontrauo i guasti dell'organo senza dll1 siasi prev!'du!o il suo esordire, t1 perchè finalmente essa non è mui primitiva nel reumatismo acuto, ma sempre si manifesta nel ce~sarc dei dolori articolari, come 1ll: fu qui il caso, malgradl) che la intensila della febbre s'a,socii alla prima evoluzione del mal e quindi ch'il circolo si a il primo a riseotirst della cagion13 morbifìca. Nè pilò valere l'osservazione che nel nostro caso prima dell'ultima malallia il Ricca era già affetto da cardiopalmo perchè quest'era già un esito d' una arlrilide pregressa e 'lui odi con maggiore ragione avrebbe dovuto offrirti primiliva l'alfozi one cardiaca e secondario il reumatismo articolare; mcnlr'in vece la malaLLia comparve io tulla la sua gravezza alle articolazioni 1:1 11011 (u che dopo cessalo il dolore a queste parti che cominciò a manifestarsi la dispnea ed il dolor al cuore. Basta porro mente al decorso d1dla pericardite ed alla prontezza con cui suole passar ad uu esito per dar,i ragione clell'opir,iooe da noi emessa. lonurnerevoli so n i casi registrali dall'Andrai , dall'Ilope, dal Latham, dal Lou is e dallo steaso Buuillaud di pericardili primitive passate ad eaito lotale i11 poche ore. L' Andrai fra gli altri nella sua Clinique .Medicale narra la Storia d'uoa pericardite acutissima che trasse a morte l'ammalalo nello spazio di 27 ore e nel quale la fa ccia interna del pericardio era lapez-


zala da un abbondante trasudamento plastico come nel nost ro caso e l' Hope dice .che l'organizzazione. ci ella linfa concrescibile può iocoroiociare nello spazio di 24 ore. L'un ico fal to che può lumeggiare l'andamento della malallia e il repe rto cadaverico su la natura del deposito e su lo stato in cui può trovarsi i I pericard io per effetto delle formazioni pseudomembranacee. Principiala appena la ma lallia nel r·ent ro della circolazione, i motì vi tali di quest'organo supremo ddla vila essendo lurbali 1 il suo anda mento decorre sempre rapidissimo più ch'in qualunque a ltra e l'e~ ito di Lrasudamen !o si compi e nel maggiore numero dei casi senza lasciare tempo al medico d'impedirlo. Che dunque resta all'A rte se non la speranza di promovere l'assorbimento ed alla peggio di far aderire fra loro le due pagine del pericardio P Appeno fatto questo trasudamento e sncce<lnlo il coagulo della linfa, il flu ido è ancora rossiccio ed il tessuto di nuova formazione è molle, infiltrato di globuli rossi e maggiol'mente allo ad i r.go rgarsi ed a versare nuovo siero e non è che dopo qualche lempo che facendosi quello più bianeo il liquido s'assorbe. Qnand'all ' inconlro il versa mento è d'antica dala, i tessuti sono meglio formali e riti tenaci ed aderenti alle parti soltoposte ed il perieard i u <;be nel primo caso scorgesi in ietla tissimo e rosso, quando la malattia è cronica mostrasi d'un eolo1·e più fosco e punteggialo. Ora nel R.icca trovandosi enlramhL questi stali di colore rosso fosco pun teggiato con ingrossamento ed indi.Jramenlo Jardaceo del pericardio, non che quello d'effusione rossigna con concrezioni di nuova formazione mol li e facilmeote separabili dalle· sottoposte membrane, resta sempre la persuasione che ad una pericardite anlica ne sia successa una nuova che fu letale; il qual esito per le cose già de lle che fu metastatica dell'artrite tanto più facilmente doveva succeder in quanto ch' il cuore era già stato infiammato altre volte. Circa alla curn, ·quantunq ue al primo presentarsi della pericardite, non siasi gran fa llo · insislito nel metodo sottrallivo come vorre bbero genera lmente gl i Autori i qual i consigliano di prostrar ed abbattere rapidamente l'azione del cuore, mantenendo per on tale quale tempo prostrate le forze onde p revenire la riazione ed ottene re la r isoluzione · od aiutar almeno l'assorbimento del flu ido, v11olsi riflellere ch'il regime antiflogis tico diretto fu ' usato a larga mano nei primi giorni di decLÌbito ·e si<:com'il soggetto era da poco convalescenl(1 della medesima malatt ia, uoo fu giudicalo prudente l'ecceder in questo, tanto più che a della dello stesso Hope molte volte l'eccessiva energia dei moti cardiaci è consè· guenza non dell' in6a.mmaziooe solamtinte, ma d'un'a{fezione organica della viscera ipertrofica od alterala nelle sue valvole. È in quesli casi ehe l'Autore suddetto preferisce la cura deprimente con il calomelan o ch'egli unisce all'oppio ; metodo pure seguito nel caso del Ricca quantunque isola ta mente. Conchiudo accenna11d'alla difficoltà del diagnostico in questa malattia, ta nto per la ricO"gni·zione dei segni fisici, quan lo per la mancanza o mitezza lol lerahile del dolore, massimamente nella pericardite pl'ovenienteda reumatismo acuto, mentre se vi ha dolore è quasi semrre <li pendente da una pleurisia concomitante come successe nel nostro caso.

REM,ZIONE DELLE CONI1ERENZE SCIENTIFICHE (M ese cl'ctprile. 2a Tornata). TORINO. Non appena il Presidente per iucarico avutone dal1' Autore Dott. Bar. De Beaafort ehhe fa tlo omaggio ali' A·dunanza dell'Opera su la prostituzir>ne considerata nei suoi rapporti con la Società, il Doti. Tappari prende la parola per dare lettura della Storia di stringimenti ·urett·ali, ecc., pubblicata nel n,. 39 di questo Giornale, Storia n° :~'i'. Ultimata questa lettura, il Dottore Bar. De lleaufort ottiene primo la parola per notare cbe a suo giudizio nell'e~posto caso la condizione patologica non .ga. rebbe stata costituita da altra cosa se non dalla presenza di ostacoli uretrali e dalla simuli auea formazione di reoella in vescica, non però da vero incrostamento .calcoloso dell'uretra , giacchè, siccom'appare dalla lettura stessa della Storia, l'ammalato oon emise mai insieme cou l'orina frammenti calcolosi avenli la fvt'· ma canaliculata speciale ai vel'i incrostamenti uretrali, ma sibbene solamente uo polviscolo che fu riconosciuto aver i caratteri della renella. Riferendosi c1uindi al fatto della guarigione conseguita a I cateterismo, il medesimo Dotl. De Beaufort, lultochè concordo pienamenle con il Dotl. Tappari intorno ai fai li osscrv:iti e riferiti dallo Sloriografo, manifesta essere sua opinione cbo il fallo della guarigione radicale debba non tanto ascriversi agli effetti meccanici de! cateterismo, quanto alla già praticala cura dei <'Oesistenti ostacoli uretrali, dalla presenza dei quali per il· processo di lenta flogosi che valevan a fomentare nell'apparato orinario era mollo probabilmente favorita la fo1·maziooe della renella la quale poi cessava dal manifestarsi col cessa1·e della condizione patologica che n'era !'origine Rispo nde il Dolt. Tappari com'il fallo dell'incrostamento calcoloso dell'uretra nella sna porzione bulbosa sia per lai fuori di controversia, stante che oelle reiterate esplorazioni che precedettero la pratica del cateterismo abbia in modo non dubbio avuto occasiono di p~rsuadersene in grazia dello speciale suoNo da lui percepito tnttnolta che lo stromento metallico esploratore perveniva alla sec.)edell'incrostamento stesso; sogginnf.(e però cbe quanl'a lui limitandosi a riferir il fallo quale gli era occorso era poi di buon grado disposto ad acconeial'si a quelle più verosimili spiegazi<'ni che i Colleglii avrebbero voluto dare çl'un fe. n9meuo per sè a!Jo~stanza raro per m:~ritarne l'attenzione. Prende quindi la parola il Dott. 'Bima ed c·sprime egli por il pensiero che 1,rl caso in qufstiooe non si traUasse f'uorcbè di re oel!e prep,1rnte altrove ,i soffermatesi poi lungo l'uretra n•·lla parte posteriore degli ostacoli, adducendo che veramente non saprebbe come spiegar altrimente l'incrostamento indicato dal Dolt. Tappari. A dare poi ragione di quella speciale sensazione prnvata dall'Operatore nell'atto del cateterismo, ricorre il Dottore Bima all'osse!'.cvazione da cui risulla che nella parte posteriore de~li slringimenli aretrali, quando sussistono da qualche tempo, ha luogo una dilatazione che potrebbe dirsi aneurismatica od uno sfondamento dell' nrctra stessa io cui possono benis~imo accnnrnlarsi e soffermal'si le renelle tuttavolta cbe l'orina ne contiene, nel modo medesimo appunto con cui l'orina d'au ammalato per infia mmazione viscerale dà luogo ad un sedimento alcuna volta densissimo che si deposita nel fondo del pitale. Aggiuogc atJC.Ora che quest' accumulamento o soffermamento di renella nella parte posteriore degli ostacoli, alla presenza del quale debbesi lo speciale suono percepito dal Doli. Tappari nell'atto del cateterismo, trovasi anche mollo favorito da ciò che il lume del caual uretrale essendo sempre molto ristretto in corrispondenza degli ostacoli stessi e stfolalo perciò dovend'csser il passaggio dell'orina, ragione vuole che solo la parte più tenue di questa trovi minore difficol\a all'ulterio1·e sno corso ed all'incontro la parte più satura di sali facilmente s'accumuli e s'arresti · dando foogo ad uu nucleo calcoloso. lJ Doll. Ropbille riferendosi ad altro pun_lo della Storia letta dal Doli. Tap1>ari, si fa a chieder a quest'ultimo se per avventura sapesse dargli ragione del come quel vecchio Pratico di cui è cenno nella Storia, credesse con fondamento potere pronosticare che ove l'efidrosi a cui l'ammalato andava soggetto si fosse soppressa, sarebbe poi a questi toccata una malattia dell'apparato


335 oropoietico,giacchè,menlre dice ri conoscere pienamente le molle rela1.ioni fisio logiche esistenti fra la pelle e gli organi secretori dell'or iu1, sostiene poi che nessun Pratico per qoao l'oculato ei.tli sia, potrà ma i con fondameto st;1bilire che, diminuite o sospese le fonzioni de lla pelle, debba necessal'iamcnte avero luogo una roalallia dei reni ron formazione di renella, pi ullosto che di altri organi od app~rati i quali hanno con la pelle reh:zioni anatomo-fisioloc.iche magg iori che con l'apparato orioario. Qui ancor il Oolt. Tdppari rispondo aver egli nell'accennar a questo fallo solamente voluto adempier all,1 parte di Storiografo sen:.:o paolo dar al pronostico del vece.Ilio Pratico importanza m;lllP,iore di quell,1 cb'in reallà possa avere, i~nora!ld'egli assolutamente sa 4unle criterio fosse poggiata questa prognosi la qualo però ebbe ad avverarsi. li Doti. nar. De Beoafort <licèndo che dall'obbiezio ne del Dottore Rophillc gli sembrava potere conghiellur-it·e chi' qaesL'ullimo collocasse la formazione de lle rcnel le nei reni stessi, sostiene che questo prodolto morboso si forma io vece nella vescica ori• naria per un processo infiammatorio ivi esistente e d1c perciò la 1·c>oella sia indizio di malallfa vescicule, am.ic hè nefritica. Non nega che io molte condi~ioni paLologiche d ei t·eoi possano nei medesimi prel'ararsi gli elementi alti alla formazione di silfallo morboso proJ otto, ma sosliene "he l,1 varie concrezioni calcolose e sabbiose succedono nella vescica stessa. Risponde il Doli. Rophille <li non a,•er inteso di slalJilir esclusiAomeolc la formaziooo dello renelle nei reni stessi, ma bensì dì ri porre sempre nei medesimi la prima condizione morbosa per lu prepar;,ziooe dei materiali cho valgon a fornirne la produzioll<'. Fifwlmenle il Prcsitlonle hotl. Are lla dopo avere c,hicsli allo Slorioararo ulte1·iori scbiarimonti mtorno al rif,n·ito caso e dopo aver udito da l rncclcsimo la conforma cbo la presenza della renella neil'orioa era compiuta mente cc ,sala dopo I.i pralica del cateterismo, riepiloga lolla la discussione e quiotli fa notare cho potendo le con,rezioni tako!Me in parlicolar·i circMlanze formarsi io tutti li canali coptlrli <la membrane mucosu, non SC!ID· b1·ava COS,il str,:ordioal'ia come questo fallo morLoso si fosso avveruto pC't' il cau.ile ddl'urelranel caso esposto dal Doll.'J'appari. lliandate quindi lnngamente le vane opinioni de, più accrt1lilali A1llori io ordì oc alla gooesi dello concre·1.ioni diverse cho,haono luogo nelle , io Min1rie, il l'rcs;denle prima di dichiarare sciolta i' Adunanza raccomanda a talli ~li Ufli:tialiSan ilario-Militari presenti d'occuparsi cli quest'argomento, s1rcome que llo cho per la sa:l imporbm:a pole,•a essere so;gel!<l dì cliseussione in altrn Coofereuz.i.

l\la a maggior intelligenza di quel tanto cg'egli i ntende espor11e innanzi lrallo fa ritfottere che una dello cagioni per coi spocialmeote io principio non. s'accordaroo i Pratici intorno alla specialità dell'ollalmia di cui è discorso, fu la divergenza io cui si trovarono gli Oftalmologi, non ancora perfettamente a giorno della natura della medesima , allorchè si !rallò di determinarne l'essenza per quindi con appropriala denominazione alòlginogerla al quadro nosologico delle malattie delPapparato dolla visla. E ciò è tan lo vero, d ice il Doll. l{alb, che sebhoue non por.bi, moltissimi anzi siano ~li Scrillori che banno trattalo dell'ottalmia E~iziaca dalla quale vaolsi derivata quella che da pureccbi anni dom ina nelle Troppo d'Euroria , ciò non ostante (lifficilissima cosa è trov~roe duo soli che della medesimo abhian un eguale concetto, nou ~Pio intorno alla sua origine, natura e caratteri distintivi più cost110ti, ma ben anche alla seroP.lice denominazione che meitlio fosse appropriala. Di questa verità, continua il Doti. Kalb, prova ne sia la diversità dei nomi che p11re si credono sinonimi con i q uaU quest'olla)mia è stata designala. Dì fallo comiuciaodo da L.irr<·y che la chiaroò Oltalmia endemica noi troviamo che Assalini la tlesigoò con il nome d'ottalmo·blcrtnorrea , .Boer blef,tro-blcnnorrea·, Hasl ottalmia blennorroica epidemico-contagiosa, \,,:a are ott-almia-pui·i(orm.e, Adams ottalmia asiatica, Scarpa ed Oinodei ottal,nia co11tagiom à'l!.'gitlo, llallz ottalmia bellica, Itosaz ophtalmia contagiosa militum, llarer, J aoger , llimly, Carron <lu Villards ottalmia egiziaca, Lawrenccottal,nia p11rul,entadegliadulti,Jaeogllen bum11ort·hoea oculi orientalis e fioalmenlo il chiarissimo nostro Prof. Cav. Pasero vuole d1 e si 1lc11omini oftalmite bcnnopiogcna come generatricA di pus, io quanto ha veduto nella soppuraziono il sintomo prevalente e cosi suo malgrado l',1ccomunò a tulle le oliaimio di natura purnlenla. Premessa qaesta principale ragione del tanto disparere che riovien~i prrsso gli Ottalmolo~i intorno a quesl'ull11!mia, dice cho per pa rli re da solicle basi c:osi per questa come per altre malattie fa mestieri .11lenersi ,1lla massima .Buf'aliniaoa secondo la quale si stima che In P.ttologia non sia per consegaire lo scopo di dilferr nzi,1rn le nrnlaUio con aggiustalczza, se non ~i badel'ÌI o. discerne r accuratamente lo stato Ioni cssen:.:ialo e l'avveoliccio,il primario ed il secondario; distinzioni che le Scnole introdussero con mollo sruoo ed i ?\osologici obhlial'Ono troppo sovente. 1>1 r allenersi dunque a cosi saggia massima comincia il Doltore Kalb dallo stabilire che: 1° tlehbe ritenersi, siccome può ciaschednno facilmente ricooosce,:e, cbe lo ollalmie spesseggiauli nella nostra Armata non appéirlnu~ou ad anasola ed unicaspecio, wme taluno vorrebbe credere, ma sibbeoe tulle fu principali specie tl'olLdmia possono manifestar~i e rna tmeote occorrono nei ~lilitari, che anzi dietro particola1·i indagi ui sa la maggior o GE:-iOH. Spcd-ale di l'erra. Letto e i approvato il processo verminore frequenza cii ciascheduna s pecie polr..:bb'alfernrnrsi che bale Jell'anlece<leole 'fornaia, i~ Presidente cooccde la parol.1. al presente la congitmtivile granellosa cantagiosa e la congilmal Doll. K~lh il quale prosegucudo nel sno ragionamento intorno tivitc catai·rale sc11tplicl sono lll due più frequ enti ottalmie, dopo all'ollalmia delle Arm:ite, dopo avere 1·ipeluio che inavvedutale quali ven:; 1mo poi t:r·a<lati1mentc col Si:i!oenle ot·dinc in numente forse, ma cert.1menle a torto il Ooll. Baleslrn ne!la sna Romero mìnore l'ottalmia reumatica, la cungiuntit·itc p1,rule11ta la.zio1Je sn l' vltalmia bellica dominante in Genova ha scritto cbe "molli dei ~Jollici Md ilari ..... rit~og<Jn un' 1tloa inesatta e fon · epidomico-co11ta,qio.m, I'o ttalmia blen11on·agica, l'irid·ite sifilitica, la co11giuntivitv. sci·o(olosa e la congiuntivite erpetica. tana dal vero per riguard'alla dominante oltaimia • (Vccl. n° 34 del nostro Giomale .lfilitare) , a maggiormente cbi:Hit·e l'erroDi queste ollo diverse ollalmie le prime quattro si svolgono neità dell'asserzione rcpula suo p;irticnla re dovere dar al Doldi preferenza secondo la costiluzio no morbosa inerente alle di·fore Balestra 'l!n Sag(;io rlcl proprio moclo di pcosar intorno a verse stagioni dell'anno; le r1il1·e lraite;ono prioci palmoo te la loro questa malallia. Si propone po1ciò di fare conoscere giusta quali I ragione d'essere clall'inrlividuale cos\iluzione dcli' ammalalo: princir,ii abbiu egli a1,plica!a lu terapi:i 11gli o\talmici che in nu2° che due so no le stagioni pii1 propizie all'imperversare de lle mero co,1siòerevole da 14 anni clJb'a curnre tanlo nello Spedalc ollalmie, la prima <lolle quali comincia alla fi oe d i mt\rzo e ~Iilil. Divis. di 'L'orino od in q11ollo del C,•llegio dei tigli ~Cilitari termina ciin il principio di giugno e favorisce di prcferen:.:a in Racconigi, q11anl'111 altri Spedal1 Mllitt1ri, come quelli d'Asti, le oll~lmio di uatura benigna o per lo più la catarrale , la reud'Alessandria, di Cagliari e cli Sassari , i quali principii il Dottore matica o la reumatico-catarrale; !a seconda dom inante t.lu lla fino Ralb aµe rlame111e man,resta avere la mas,ima parie appresi per di settembre a tallo noYemhre oro.linariaruente dà lao~o ad olla costuule ar,plicazione che se ne faceva oe!Ja celebre s~oola talmio più ~ravi che assumono fac ilmeute ·la fJ rma purulenta e dell'illustre nostro !:'residente il Prof. Commeod. !liberi , assila contagiosa: 3• che, arditi,roeute il Doli. Kalb sostiene, la con· f duamente da lui frequentata per bene quallr'anni cicè da l 1836 giuntivile g1·anelloso. che 02gidl domina nella nostra Armata ò al LS40; nel quale lasso di tempo moltissimi Studenti seguendo specifica e contagiosa, e diversa per essenza dalla così. della otla lod11ta Scuola e ooo pochi fra ques ti facend'ora parte del Corpo talmia purnlcnta epidentico-co11togiosa e perciò la prima non Sanitario-Militare, ragione vuole che si ritenga cou certezza che può Pssere riguardala com'una minoro gradazione della seconda questi ultimi polllrooo procacciarsi e lollora debbono conservare otlalmia. Sebbene poi am metta cb.e l'u na e l'altra possano, sicun tesoro di cognizioni teoriche e di pratiche osservazioni vale · com•eulramt,e di nalura contagiosa, essere pervenute in Europa voli quoato mai per il diagnostico differenziale delle ottalm,ie. dall' Egitto, ciò non ostante non vi trova la necessità che questo

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336 ratto abbia dovuto accadere percbè le medesime allignino tra

PARTE SECONDA

n òi: 4• che la diversa essenza delle due indicato congionlivili

r isolta evidcnle, sia che si voglia considerare l'origine, l'eTolozion ed i cara!lerì costa oti più comuni ad esse nei diversi sladii della malattia ; sia pure che si rivolgano le indagini al particolare andamento, alla durata ed alle terminazioni veramente singolari e distinto della conginnlivile granellosa; dì guisa tale che spenta di già lit m.ilattia si poò ancora riconoscere di qoaJo natura sia slata l'otlalmia che precedette e fo cagione di tal o di tal altro guasto or1tanico mll'apparato visivo: 5° che finalmente l'indole specifk a contagiosa della congiuntivite granellosa dominante nell'Armala potrà chi:iramente l'isultare volendo considerare la deicnorazione granellosa nel doppio aspeuo che s'olTre al Clinico ossel'valore. iXon è forse vero, dice il Doli. Kalb, che questa degenerazione s'olTro ora come costante sintomo primario, caralterislico e perciò essenziale d'nn'oltalmia che cagiona g1·avi sì, m a tardi !l;uasli al qlobo dell'occhio; ora com'un prodotto morboso secondario , successivo, accidentale di quasi talle le ottalmie esterno o miti e gravi e semplici e specifiche? A questo punto il Doti. Piazza interrompend'il discorso, interpella il Doli. Ralb s'egli crode che le granulazioni di cui discorre consistan in un semplice ingrossamehto, in on'iperlrofla delle cri pio mucose cbo naturalmente sì trovan in abbondanza llella congiuntiva, come sembra sie il caso che più comu nemente s'osserva, ovvero cho le suddette graoolaiioni debbano risgoardarsi quale prodotto morboso di nuovo formazionr. A rispoorler a questa dimanda il Dollore Ralb ripiglia che fo nopo ricorrer a cognizioni ana tomiche Pd a dislio:t.io11i lra gra. nulazioni primiti11e rudime11tali e granulazioni seeondarie successive. So~gion~o che l:i congiuntiva allo palpebre offre i caratteri di membrasa mncosa e <lielro 111 diligenti ind1;gini d'Eble e Pappenbrim è fornita d'epitelio, di corpo papillare e di corii,m. La preseoza delle papille, continua il medesimo, ò messa fuori di conteat112ione dalle sto pende Tavole del Soemmc riog e dalle pazienti o minuzioso indagi ni d'Eblo. Esse ditfcriscoo essen1ja(tnente dnflo :;:bìandolcltll meibomiane con le quali furono conconfuso; NI in vero quC1sle ullime sono situ?.fe in alcune solcature ch'olfre la cartilagine tarso nel mentre che le prime sono sparse irre:::olarmente per tutta la superficie della membrana o sono più snper6ci111i. Da ciò deduce il Doti. l{alb che I;,. congiuntiva valpebrale è nna membrana mucosa e quella della sclerotica tie.ne rlfll/a nntura sierosa, soe;.ziungo che le granulazioni rudimentali primitive sembra 8ian il rìsoltamento dell'azion irritante che l'elemento m'> rhoso specifico generatore delJ'ollalmia granellosa esercita in modo elettivo sol corpo papillare e perciò le gr:molazioni primìlive sono pinlloslo risultanti da ipertrofia, mentre le i:!ranulazioni successivo secondarie sono piuttosto on tessuto di nuova formazione. Cotesla risposta sembrand'al Dollore Piazza non sciogliess'a pieno la qoistione da lui mossa, òied'occasione al Doti. Kalb di dichiar:ire che nelle suc<:ossivo discussioni s'adoprerehb'a fare conoscere più chiaramente le sue idee in proposith dell'intima natura delle ~ranolazioni della congionlh•a e che fr·ottauto ritenesse che le ixrannlazioni primitive vanno distinte dalle secondarie e qne!!to dall'ipertrofia delle ghiandole meibomiane. Per• ven ula la discussione a questi lermini il Presidente fa tr-oncò, sia percbè l'orn era ollr0pilssata e perchèl'argomento prendeva vaste proporzioni da non potersi in quella Tornata, nè fo rse in altra successiva ottenere piena e soddisfacente soluzione. Onde egli giudicando richiederlo l'importanza <\,ella quistiooe, stimò bene stabilire per la prossima Adanaoia un Programma ser.ondo il qualo prima d'oan'allra cosa si sarebbo discusso che cosa debba intendersi per ottalmia catarrale purulanta e ebe cosa per ottalmiagra11cllosa e, quindi esposti i segni dilferenziaJi di quella abe predomina aUaalmente nella Truppa, propone si di@cuta se si debba ris~uardare quale catarnile, quale p-uru/cnta, ovvero quale granellosa ..Slabililo queste basi, conchiudc il Dott. Comisselti, idee più chiare potran emergere dal segnito'della diFcassione e dietro qaeste fissata la diagnosi dell'otlal~ia dominan!e, si pot,à poi con miggiore sicare.iza venir a quei compensi terapeutici elle la reiterata sperienza \lei Pratici ha SllDLionati come più atti al dstabifi meoto dell'organo visuale.

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BOLLETTINO UFFICIALE

f/ariazioni net Personale Sanitario-lrlilita,re. Doli. Castellani Emanuele, Med . di Bart. di 1• Classe in aspettativa, dispe nsulo da ulteriore servizio in seguito a sua doma nda.

RIVISTA DEI GIOllNALI SCIENTIFICI (Sunti del Doti. GUCOME1'TI) .

Del ctoroformio q,mle mezzo per disti11g11ere l'epilessia vera dalla simulata. Chiamiamo l'attenzione dei nostri Colleghi intorno aù uoa nuova proprietà scoperta oel clo.

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rof~rmio quale, so m~lé non c'apponiamo, l(J rende per varie ragioni superior ai mezzi sio qni usa ti onde confermare l'esistenza dell'epilessia. lo Ire Soldati soggetti a ques ta malattia il D ott. To;:. quinci, l\Jedico di l3allaglione, ehbe ad ossf'tvare cbe l'accesso si riproduceva ogni qual volla erano cloroformizzati. Cotesti fatt i foron in s~guilo confermali pienamente dal Dott. Dccaisne clic nell'ultimo fa scicolo degli A1·c/i. Bclg, de JJ,liJd. ./J1il. così s'espresse !ìll quest'argomento. • Abbiamo praticalo que,l'operozioue in tre individui. cb1~ soffri va no d'epilessia e l'u sommamente rimarchevole con quanta rapidità il cloroformio produca gli accessi dea li epilellici.lo fallo d11e o tre inspira%ioni bastarono per lo a determinar il parossismo il quale fu sempre più forte che non quando sopr<lggiunge naturalmeute. Quesl'è perciò un mezzo certo oud'assicurarsi a volonlli dell;csistenza dell'epilessia. »

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ìJella gotta perca quale mcz;o contenl?'oo nella cura delle lussazioni e delle frattur e della clavicola non cltc della fra/f11ta. trasversale della 1·otttla. il Loti. Lesue11r (dc \'imouticrs) rii:or,;c con buon surccsso all'uso d•·lla della sosia nza in un caso di lussazion anteriore Liella clavicola, io due casi <li frattu ra di quest'osso ed in ,iltri due consimili della rotula, La claviC'ola lussata fu mantenuta in silo col mezzo di una piastra di gotta-perca ammollita, dello spessore di piu centimetri, modella ta su la parte superioro del pello e su Je spa ll s e con una fasciatura ordinaria . Nei due casi di frallora impiegò ollr'al l'anzidelle piast ra il bendaggio di Desault e nella frallura trasversale della rotella aggiunso all'apparecchio di Boyer cJue pezzi ui gorta-perea in form a di mezzaluna, dei quali l' uno fu applicato sul frammento superiore e l'allro sull'inferiore dell'osso rollo. validità che, secondo l'Autore, possiede la golla ·perca in questi casi come mezzo contcntivo, sta in che quand'è ammlolila si mod ella su le pani , aderisce sensibi lmente alla polle e somministra ai primi giri della fascia che sopra s'applica, una stabilità tal~ cho l'apparer.hio non si scompone per tutta la durata della cura , purchè s'usi l'avvertenza di mauteoere l'immobilità assoluta fìnchè la gotta-perca si sia solidificata.

La

ERBAT.l·C!RRIG.11. Nel N° 40, pag, 31'1, col. 1a, linea 4.6 in vece d'acido aoeiico leggasi ac·ido nitrico.

li Diretlo1'8 Dott. COMISSETTI Mcd . Div. Il Vice-Direttore responsabile Doti. Dar. de Beaufort l\l. I\.


( ai 23 di maggio 1853 )

N. 43.

ANNO Il.

GIORNALE DI HEDICINA IIIILI1,ARE DEL CORPO SANl'fARIO DELI./ARMArrA SARDA .

L'associazio'lle non si riceve che per un anno e comincia col I'' d'agoslo. Il Giornale si pubblica nel Lunedì di ciascheduna settimana PREZZO O' ASSOCIAZIONE l n Torino

~

. . . . . . . L. io. In Provincia ed all'Estero, franco di posta

L. 11.

L'abbonamento debbe pagarsi per semestd anticipati. Le associazioni per i nòn militari ricevonsi alla T1PoGnAF1A SuB.UPINA via Allìeri, nomo ~4:. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed . ac:ompagnate da vaglia postale. men lari di Patologia, perché' nel caso avrei tentalo d'usare quel lanlo che già da. 24 anni mi fu insegnato ne.Ila Regia tore V.iglienti. - ! ~Dott. VALLE : Frattura dell'omero destro Università di Torino. e lussazione posteriore del cubito. - 3° Relazione delle ConferenzE: Scientifiche. - 4° Rivista dei Giornali Scientifici. Sunto Non accordandosi poi il medesimo Collega opponente del Dott. Cav. BONINO . coo l'opinione da cne espressa con queste mie parole : • li:' anerie esse~do sprovviste .di tunica contrattile non ·----·-·--·---si dilatano, non si restringono, possono dilatarsi e. restringersi ma nella sola circostanza d'aumentata o diminuita espansività o quantità del la massa sanguigna ; dal che ne nasce la diversità delie vibrazioni arteriose onde ne andrebb'errata la Sfigmica , ecc. » cosi prosiegue nel suo i\ I SPOSTA ALLA CI\ITICA DEI, DOTT. Y AGUHN\"I Scri llo : " in ql)eslo passo anzi tulio scorgo una contrad· dizione, poichè se i tronchi arteriosi sono già di tunica (leita dal Doti. CAPRIATAin una Conferenza d'Alessandria). ! cornr.all ile sprovv:sti non hanno· più da .diventare tali le loro suddivisioni. " La logica conseguenza l' inconcussa, Incomincia l'onorevole Collega il suo critico Lavoro ma è ben allrimeote; e perciò mi corre l'obbligo di fare col riprenciermi d'avere male interpretalo il dello di Grisolle, perd iè parlando questi dell'ipertrofia in genere non diverse correzioni al suo trascrillo. 1° Non saprei dove abbia potuto travedere ch'io tenessi le arterie di Ionica dice essere mollo rara do[)O i 40 ·ann i, ma lo dice hensi contrattile sprovv iste , perchè sarebbe stato per me un parlando del l'ipertro(ìa cerebrale. La verità non si può errore gravissimo, lanlo più che grazia afl' Anatomia miconlestarc e perciò di buon grado ammetterò che le ipercroscopica si sa essere la tunica media delle arterie di trofie palo logiche posson avere luogo in età anche più · tessuto eia.stico a I quale stanno soprapposte rare fibre mo . avanzaia, non così delle fisiologiche e nulla muterò di scolari non striale ; 2° che dove scrissi le arterie non si quanto dissi snl modo che queste son originalo, tanto di latanò ,, 0011 si restringono sta pure scritto ma s'eripiù che siffatto errorn per uulla influisce sul mio Sc·rillo, comu· può facilmente arguirsi lenendo dietro al da me gono poichè l'erezione delle arterie più o men ard ita, la dilatazione o ristrettezza delle medlìSime r ichiamerebbero esposto cioè al modo d'Jlgire del cuore sinistro e delle arpiù sovente l'attenzione del Pratico ai moti del cuore, terie, attivo il primo e passive le seconde nella circolagiacchè l'ascoltazione ci aperse una così bella via, grazie zione cardio-arleriosa, al come s'e[cttui la nutrizione e la a Lacnnec e ad altri, piulloslO· che ~sagerar i lumi che ci denutrizione, al come possa avere lnogo l' ipertrofia fisioaccorda la creduta sistole o diastole, poìchè queste alle logica· d'ooà'io partii per µarlarc della genesi dei tumori volte fanno commetter errori gravissimi ( dol che potrei io genere consid(~rati quale prodotto irritativo e quindi -di aòdurre non poche prove), la r ichiamerebbero più sovente quella dei tumori i quali terrei come flogistici prodotti. al sislerna nervoso che lo protegge ed alle cagioni che Proseguendo nella critica diec il Doli. Vaglicnli: " se ne alterano il modo di sentire, come pur alla massa sandi lui scopo fu di fondare su la fisiologia la disposizione guigna stessa per investigarne il perchè e come pecchi alle iperlrofie, osservo eh'. egli 11 0 0 leone forse conto di nel le). sua crasi; 5° omise poi il Doli. Vaglienti di citare ciò che la Patologia elemen tare insegna da secoli cioé le parole se troJJ])O non ardisco prima _delle altre andrebbe ch'il predominio flog istico ossi agli atti nutritivi e.sagerati, errata la Sfigmica. Per queste cose, se non m'inganno, se nella fanciullezza esiste al capo, nell'adolescenza spieegli stabilì il suo Lavoro, almcn in grande parte, su crolgasi al petto e via dicendo. » lante base ed ecc?ne tosto un'inconsegueni-a poggiala su Risponderò a questo che parlai dell' ipertrofia fisiolo d'un'idea da me non ammessa cioè che facendomi negare gica e ooo di predominio flogistico producente le medela contra!lililà delle arterie mi chiama del come in uno sime e così non mi fu uopo tenere conto dei principi i eleSOMMAlllO. -

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° Dolt. CAPRU.TA: Risposta alla critìca del Dot-

PARTE PRUIA


338 lraHilità delle arterie per accordarla poi ai loro estremi dei rami arlerio-si recisi si sospenda .temporariamenLe la emorragia: al che auzi io avrei aggiunto che spesse volle capillari che come c'i osegna Sappey sono di tunica consi sospendo definitivamente ed in ispecie nelle arterie di trattile sprovvisli. E qui mi dispenserò di r isponder alle mossami domande perché il mio Opp.onenlo le tro~erà in quart'o quiol'ordine 0011 tenute fisse dai circostanti tessuti. Il come questo succeda lo drmostrorono gli sperimenti di granàe parte sciolto nei nostri due celebratissimi TomJones, di Peti! e di Morand. masini e Brofferio. Gli dirò però ch'il turgore vitale, la Quindi continua:« prima di mandar a monte la Sfigmica congestione od i processi flogistici sono rappresentali bens\ non basta escludere la contrattilità delle arterie, ma deboo da capillari, ma questi non ne sono che islromonti passupporsi la contrallililà del cuore invariabile e così isosivi e ,t,on altri ne son i moveuli, l'enum~razioue dei quali lalo da ogni rapporto dinamico ed idraulico con tullo l'orsarebbe lunga taolo da ooo assumermi l'incarico d'enuganismo. Il supporre che l'espansività del sangue provoca merarli. Relativamente poi ai processi flogistici e come movimenti nelle arterie equivale ad attribuir al sangue possano mutare natura cioè da diate -ici divenir adiatesici stesso, qualo pesce guizzante, le contrazioni spontanee e o viceversa, già esternai il mio pensiero in una Conferenza per supporre concorrer a quest'effelto la quantìlà dal sandt1ll'anoo scorso e, se tiene si ricorda, il 1Joll. Vaglienti gue debbonsi necessariamente escludere gli equilibrii idrauessend'allora già 120 mio oppositore, io gli diceva come lici. Hufeland parla della vitalità del sangue, ma coo on i morbi" semplicemente irritativi potessero diventare flogital nome intende la di lui plasticità; ma che cosa è la stici, e come questi si mutino a sua volta in irritativi e espansività so non una proprietà fisica comune a talli ì cotne da adiatesici possano diatesici addivenire; il che riliquidi ? " peterò in breve. Se dissi andrebb'errata la S6gmica che s'a1,poggia su Gli en ti diatesici s111n anche per lu nghissimo tempo la sistole e su I.a diastole, lo dissi .coo la scorta d'Uomin.i frammisti alla scorrevole massa sanguigna e molli senza sommi quali sarebbero Arveo, Davy, Brame, Pary,. Bilederne l'intima sua crasì e forse in ragione che si procha! ed altri cbe provarono con inconcusse sperienze le creano son eliminati dai naturali emanatori cioè dalla vasta arterie essere passive per ciò cho riflelle alla ci rcolazione superficie del corpo ioterna erl esterna non che dall'apparato uropoietico e vi slanno latenti in fino che una sidel sangue, meni.re che queste sono prive di sistole e diastole e non sono d-0tate ·d'una vera irritabilità : nè mai si oistra circostanza li metta in allività.Prendiarn ora anche fra sente il polso io quegli animali che sono privi di cuoregli agenti igienici un eole qualunque come sarcbl>e l'aria, Nè diss'io mai che le arterie non siano cootrallili, nè mi la luce, il calorico, ecc., se smodatamente agi~cono, ecvenne mai in pe11si.ero di sollrar il cuore da ogni rap· cilan i diversi irritabili pa.renchimi. Se tos to cessa la porto dinamico ed idraulico con tulio l'organismo : ma causa, cessano gli effetti, ma se ~uesla perdura, il circolo, solo -dissi com'il ventricolo sj.nistro del medesimo si comla nutrizione e la denutrizione son alterate. L'ente òiateporti noll'effelluazione del circolo sanguigno e lo dissi in sico ch'era pu ogui dove dalla parenchimatosa organica modo fisiologico. Nè mai dissi che l'espansività del sangue fibra espulso esce in un con le sostanze nulrilizie. Se in provochi da sè movimenti nelle· arterie, nè quosti aseiquesto disordine organico che poi si fa organico umorale si rende impotente la forza dinamica dalla quale dipendo milai ad un pesce o ad altr'animale guizzante, ma solo esternai che le pareti arteriose per la loro conlrallilità l'affioilà chimico-vitale dei tessuti e degli umori, seppure teogon() compressa la colonna, sanguigna che le percorre; ' non è la stessa cosa, l'ente diatesico, dico, allacca la fibra come puro io mai esclusi gli squilibrii idraulici che in ed incomincia il suo sinistro offo:io. Eccoci pc.irtanto un caso di mala ltia posson osservarsi. morbo che su I~ prime el'a irritativo diventare ilogistico, Che Huffelaod parli della vitalità d'el sangue e cbe con ma flogistico diatesico. Se con i mezzi dell'Arte s'aiuta tale nome intenda la di lui plasticità ooo ne dubito. Come la natura ad espeller il germe più o meno reo oppure da pure accordo di buon grado al mio Critico che tutl'i liquesti viene distrullo, ecco la flogosi locale Ja dialcsica ·quiélì compressi sono dotali d'una facoltà espansiva che ch'era, mutarsi in adiutesica (non ammetterei flogos.i .adiaesternano allorchè all'improvviso sono lasciati a sè, fa. lesica) per lasciare dietro di sè uoa semplice irritazione ceodo CP.SSar io un punto o per ogni dove la forza comche scomparendo permelle al blastema o cilol>lastema di pressiva, ma loLto ciò non saprei oome possa avere rela.rimarginarne il guasto, se e5isle . E così dirò d'un innesto zlo:oe con il mio Scritto. locale, del sifilitico ad esempio. Questi procura in su I~ « ,11 Prof. Rolar;ido, continua il Dott. \Taglienti, che oeprime un'irritaziont1 e se non viene distrnllo o t()\lo vi -gava la contrallilità delle arterie parlando poi dei capillari tiene dietro un'ulcera flogistica Jiatesica. Che se si diammellcva in essi uoa loro propria contrallililà che chiamò -strugge poi ed è espulso lascia dietro sè il guasto già ~euo m:0bilità. Ad ,essa ascrive i fooomeni del turgore vitale, e tulio fìuisce. Se all'opposto è fortuitamente assorbilo, dèlle c&ngeslioni dei precessi (logistici grandt1 parte dei sta,bilirà una diatesi eh ,, più o meno presto s1 manifesterà quali diventa o aùiatesici: u l'ooorevole,Collega come spiecon uno dei tanti suoi schifosi aspelli, gherebbe siffatti fenomeni P • E qui tiene dietro un'altra domanda cioè che cosa io :Le domande, a Vt>ro dire, qui s'inca-lzano. li Prof. Rointenda per forza coslrilliva e quale differenia ne stabi lando, onor e gleria della nosl,ra Uni1<ers.i1à , non saprei lisca dalla contraltililà che contesto (,1 ). A ciò son obblitroppe -credere si asi espresso nei suoi Scritti com'asserisce gato ripel11re che se avesse ancnlamente letto uon mi l'onorevole Collega, giacchè, quantunque 0011 abbia la foravrebbe mossa tale i111erpellauza ed avrebbe veduto quale lt11rn d'.a\Ver il volume per consollarlo, tengo per fermo che scri•v,esse: la tunica ,media delle arterie essere musco (1) Non vorrei per ora metter io discussione se l'elasticità o lare e come tale l'ammellesse. li troppo presto da noi cootrallililà sia la stessa cosa e quale sia la ,diversi1à che pasu perduto irreparabilmente, Martini non amme1111,a la contra qoeste due proprietà doi tessuti organici.


539 è l'azione dèlla tunica contrattile delle arterie , a quale

ufficio serva ed io quali limiti tenga il ·sangue il quale se non tenesse compresso, pa cedesse in vece alla sua , espansività, quanti non sarebber i tumori aneurismatici che si vedrebbero comparir e metgforicamente gli direi non avremmo che an aneurisma in tutto l'albero arterioso. Conlinna il Dnll. Vaglienti: • ioollre se il getto d<~l sangue, le contrazioni delle arterie son effetto d11ll'elasti cità del bolo sanguigno e della di lui espansività la CO · lonna sang11igoa non ha bisogno di forza coslrilliva dei capili ari per percorrerli. • E qui per l'uppunto è tulio all'opposto di qoant'esposi ciQè che la massa sanguigna alJorchè giunge nei capillari di tunica contrattile sprovvisti (Sappey) cessa io parte la forza costrittiva, epperciò trasuda dalle k,ro pareti la sostanza nutritizia perchè più assottigliale e più permeabili le loro pareti . .M'interroga poi , se ho veramente veduto allo stato di salute tra,L1òare la sostanza piastica per i pori iutei:stiziali, ecc. » Tenendo noi tutti con i sommi Anatomici Panizza, Sap pey, Demieholis · per certa la continuazione di capillari · artero venosi, verrei autorizzato a mia volta a domandargli com0 vorrà , allrimeote spiegare l'uscila della sostanza untrilizia dc!, capillari arteriosi, come tlissi, giacchè i venosi sono continui e servo11 a oche per l'e11dosmosi? Coochiude ad ultimo,: « Del reslo .un si semplice modo di spiegare la nutrizio11e io non oserei usarlo quand'anche si trattasse dell'organizzazione degli animali inferiori. 11 Ch'io abbia troppo brevemente esposto come s'effellui la i1utrizione è vero, ma che sia poi tanto semplice la nutriz ione e la riparazione d'alcune parti che vengono tolte alla lumaca, .allo gregarie ed alle idre, Koliker e Vogt glielo saprebbero spieg.arc meglio di me. Parlando della nutrizione dissi ch'il plasma ora serve da sè alla nutrizione di dati tessuti_ ed ora non è ch' il veicolo il qual in forma di microscopiche cisti racchiudenti speciali sostanze nutritizie le presenta ad altri tessuti acciò se le appropri ino per surrogare le sostanze denutrite. Per rischiaràre questa mia proposizione addussi la scomparsa del callo primitivo secondo Dupuytren cioè la con· catenazione della massa ossea e la scompa rsa del plasma che ne fu il veicolo e ne formava una specie di capsula. A questo punto confessa ingenoamente il Doll. Vaglien_ti di non comprendere te raie di queste microscopiche cisti e bramerebbe sapere se veramente furon osservale col micrQscopio o se son enti immaginarii. Desiderando di compiacerlo gli dirò con Bodge. Se si dovesse ammettere per certo eiò che è molto probabile , cioè l'accrescimento procedere nella stessa guisa che si opera I~ primitiva genesi degli organi, si dovrebbe stabilire per base la formazione di cellule (Schevaon). La cellula, eleme11to organico primigenio, prodotto primitivo della materia formativa del blastema o citobla'stema si distingue per il suo nucleo o citoblasta cf1e spesse volte è primitivo. I corpuscoli del sangue, della linfa e del chilo. sono' cellule semplici, libere, non mai aderenti o contigue. Nell'epidermide delle varie membrane s'applican noa vicino all'altra con tanta coerenza da rappresentare, ad esempio, nella mucosa bucale, vescicale, ecc., uno strato a pezzi esagoni (epitelio pavimentoso) , o conici (tfpilelio a cilindri), visibile specialmente nella mucosa intestinale, ecc.

L'epidermide, l'epitelio, le unghie, i capelli ed altri si~ mili tessuti, qual il cristallino dell'occhio-offrono tali di~ versità nei gradi di sviluppo da non essere possibil am. metter e riconoscere gli strati nuovi e gli antichi. Le cellule epidermiche più prossime al corio (rete del Malpighi) sono rotonde od ovali, molli, forn ite d'un nucleo manifesto nel centro, più piccole e più strettamente avvicinate fra di loro. Le superficiali all'incontro sono lassamente aderenli, più grandi, cornee, aeoza nucleo o con nucleo impercettibile e di figura irregolare. Siccome questi si disquamano continuamente e l'epidermide rimane sempre la stessa, così ragione vuole che ml corio si formin.o sempre nuove cellule e le soprastanti siano respinte in fuori. An· che gli epitelii delle mucose si disquamano ed io fatti gli sputi, la saliva, gli escrementi ed il muco nasale contengon epitelio, ecc. La lente cristallina é prodotta da!la capsula cristallina che genera cellule come farebbe il corio per l'epidermide ( e così io terrei il tessuto cellulo-areolare per tolti gli altri parenchimi) e queste cellulfl nuotano libere nell'acqua del Morgagni e si tramulan ivi dentro per fusione ed aderenza reciproca (Schevann Weber) in fibre limpide rettilinee. tkco il giuoco delle microscopiche cisti. E quivi non volend'. atle~iarvi di più nel continuare la analisi di siffatta critica , protesto di non risponder ad altra conseeutiYa che potrebb'aYere luogo, tanto più ch'il mio breve Scrillo non è nè una Fisiologia, nè una Pato: logia perchò non sarei da tanto, ma solo lo l•!Ssi 'per dare luogo a regolari discussioni, come ila attendendo il nostro onorevole Collega il Dott. De Beaofort e non per altro fine.

STORIE_DI CASI RlllARCHEVOLI. 41 fllATTURA Dl!LL'O)U!RO DESTI\O E LUSSA!.IONE .POS'fl!RIOIIE DEL CUBITO

(Storie lette dal Dott. V .un in una Conferenza dello Sped. l\filit. Maritt. di Genova). Due casi di lesione violenta occorsi nello Spedale del Bagno centrale di Genova di cui uno per frattura obbliqua al terzo inferiore dell'omero destro e l'altro per lussazione posteriore del cubito destro, m'obbligano, onorevoli Colleghi, ad intrattenere l'attenzione vostra intorno alle dillfooltà che alcune volte s'incontran in praticà nel fare la diagnosi differenziale di coteste lesioni. Ed in vero qoante v,,lte non occorse di vedere confusa la frattura· dall'estremità inferiore dell'omero con la lussazione posteriore del cubito? Quante volte per quest'errore diagnostico non ne cousegul una fisica alterazione per sempre irrimediabil~? In ogni tempo la crepitazione fu considerata com'il mezzo migliore per dìstingtiere la frattura dalla lussazione. Quindi è che tuttavolta che on Chirurgo sarà chiamato presso l'ammàlato poco tempo dopo l'accaduto sinistro accidente, potrà con facilità riconoscere la frallura afferrando con ambe le mani i frammenti ed imprimend'ai medesimi movimentì <l'alt'io basso o di rotazione i quali valgon a produrre nel sito della .frattura lo scroscio caratteristico e potrà pure con uguale facilità in questa circostanza di tempo con sforzi moderali ricon- · durre le ·parti nella loro naturale situazione. Ma la ere•


340 pitaziooe, segno prez10s1ss1mo delle fratture , s'ollierie molt'oscuramente ed anche non s'ottiene per alcun maneggio, tnlla volta ch'cssendo già trascorso qualche tempo dal disgraziato accidente ·1a parle frallurata è gi~ compresa da un tale qualegrado di !umidezza infiammatoria . Ed è in questi casi appunto che s'ebber a deplorare le tante dilformazioni viziose, massimamente del braccio. Vero è che in simili circo~tanze la riduzione dei rrammenli si fa con maggiore faci lità nel caso di frattura che non nel caso di lussazione e che la mobilità delle parli si tocca maggiore ·nel primo che non nel secondo caso. Ma chi osenibbe recar un assolutò giudizio su la scorta di questi unici dati? Fortunatamente però, in queste circostanze, quando la tumidezza della parte non sia ecces· siva, un soccorso di molta rflevanza può aversi tentando la riduzione·dei peizi fratturati, la quale una volta otte· m,ita se trallasi di lussazione si conserva non 6stante si pratichino su la parie l'I\Ovimenli all'indietro, si scompone al conlrario quando si traiti dì frallura. Li due seguenti fatti provera11no a mio giudizio la verità di quanl'esposi. N. N., avente il n° 2121 di. matricola , in età d'anni 25, rii pr11fossione Giardiniere, non ebbe mai a soffrire d'altra malattia l'oor che nel 1845 d'u11a pleurite la quale l'obbligò· a rìc<nrer ali' ~.rie. Da tre anni dilenutò in que st'Ergastolo non ebbe parimente mai ad essere tocco da alcuna indisposizione prima del giorno 25 di febbraio p. p. in cui, ebbro alquanto dal vino, nel mentre .che nel pom0riggio lra.sportava barcollando alcu11e tavole di legno da un punto all'altro della Darsena cadde a terra e rilevò una frattura obbliqu·a al terzo infor iore dl•ll'omero destro. Trasforto immediatamente allo Speda le e· quivi subito da 1rn~ visitato offriva l'.avantibraecio abbandonato sul !elio in posizione di semiflessiooe, d.a cui non poteva più essere moss0'1,er cagiono degl'impediti movtmenti d'estensione e di llessione, l'articolazione alquanto deformata per la scomposizione del frammento inl'eriore tratto posterior· mente ed in allo dal mucolo tricipite omerale, per modo che simulava a prima vista la lussazione posteriore del cubilo ed offriva parimente una gonfiezza circolare che occupava qnasi ·tulla l'articolazione omero-cubitale. L'esplorazione del tumore malgrado la tensione delle parti molli svelava una prominenza dura ed in1~guale cho occupava quasi tolta la metà posteriore del braccio. I movimenti comunicali i'u direzione contraria lascia1•ano percepir una mobilità innaturale ed un'oscura crilp itaziom,, pereepita pure dal f. f. di Medico in Capo che in quell'ista:* accorreva parimente pressò l'ammalato per prestarvi i suoi soccorsi. Quantunque questi ultimi 6egni accenaasser a frattura piuttosto che a lussazione , tuttavia per meglio confermar il giudizio diagnostico furono pralicati alcuni mo,•imenli d'estensione o di contrestensione uell'atto dei quali mentr'il braccio sembrava riprendess.e la forma naturale, questo viziata di bel nuovo mostra vasi non appena da qu~i movimenti si desisteva. Tolto per tale modo ogni dubbio intorno alla natura della lesiono fu nostra curari compor i pezzi frallurati e ricomposlili , applicare circolarmente alcune ·comprcssc gradua te nel silo della frattura, mantenendo queste in posizione ·per mezzo d'un semplice apparecd1io bagnato prima nell'acqua ùel Goulard e raccomandando quindi col'l oppor luna ci arpa il braccio al collo. Nel secondo giorno della frattura la condizione delt'infermo essendo poco soddisfacente fu prati ,

calo un salasso dal braccio e fu ordinata la continuazione dei bagni freddi. Tanto bastò perchè lo cose avviatesi a gradualo miglioramento, ~ n~sun'altra cosa ruorchè al conveniente riposo eù all'opportuna dieta dell'am·malato ci restasse a provvedere ~in al gierno 2 del successivo mese di marzo iu cni ~1sse11dosi scomposto il bendaggio, dovemmo rinnovarlo sostituendovi quello del Seutin. Cinquantacinque giorni dopo il disgraziato accidente la riun ione dei frammenti era ferma , non ri rnanend'altra traccia di malaltia fnorchè un leggiero grado ,di rigidità articolare, guaribile, si confida, con semplici unzioni oleose. N. N., rt1gistrato al n" 1599 di matricola, in età d'anni 56, più voile nella sua infanzia tocco da febbri paludose, condannalo in questo Bagno già da sei anni nei quali non ebbe ad ammalar.si fuorché 1111a sola volta per febbre reumatica, nel gìorno 10 del mese di marzo p. p. mentre vacand'alle sue funzioni di Macchinista doveva disc1~od~re dal laboratorio al sottoposto magazzeno, inavvertentemente sdrucciolò per la scala e cadendo su la pa lma della mano con l'avantibraccio in semiflessione rilevò la lussaz i-0ne po• steriore del cubito destro. Nè ;illrimenl~ pòteva accadere, giacchè J'ur.to del peso del corpo, aumentato dall'impeto della c:aduta, essendosi trasmt,sso qu<1si in totalità alla puleggia articolare dell'omero, questa, non trattenuta ìo avanti da altra cosa fuorchè dalla capsula articohir o dalla faCl'.ia .superiore dell'apofisi coronoidti che formava ua piano inclinalo, 1100 poteva a meno di sdrucciolar io avanti e di de termiua re così la lussazione posteriore del cubito. Chiamati tre ore dopo l'accaduto il f. f. di Medico Capo ed io visitammo l'ammalato che trovammo nel s~guente stato: vistosa t11midezza dell'articol,1z ione ·omcro -radio cubitale òt~51ra: avanlibraci:io StH'.1illesso : olecrano molto più sporgente all'i n dietro : movimenti d'este.nsione e di llessione impediti: prominenza ossea sensibilissima occu pante la parte anteriore del l'arlicola1,ione stessa. Per questi sintomi e segni la cliàgnosi di lussnione non sarebbe staia dubbia quand'un altro fenomeno non si foss,e associato cioè la crepitazione la quale quan lm1qup, no,n ignorassimo poter essere la risullante della reciproca compressione delle supEJrfì1::ie articolari, induceva lutlavia nel sospello di frattura complicata alla lussazione.· Comu nque però ci determinammo di· tentarne la rido1.ione la quale dopo poche prove non avendo potuto ollenerr, contra mandammo a tempo più opportuno. ln cosiffatta detcrmi· nazione ragionevolmente ·c'inclusser i forti dolori provati dall'ammalato nell'atto della tentata riduzione, il notevole gonfiamento delle parti molli circumarticolari e !'e.norme violenza che queste avevano dovuto provar in tale genere di lussazione per effetto del grande ~pazio eh~ le estremit/1 .articolari avevano dovuto percorrere fra le medesime prima di cessare totalmente dalla naturale loro contiguità. Decisi perciò di uon irritare maggiormente la parte con inopportuni tentativi di riduzione, ci limitammo collocare l'arto semi flesso sopra on piano orizzo11lale fatto di cuscini , a coprirlo con compresse prima ben inzuppate nell'acqua ,vegeto-minerale, a praticar immediatamente dal ·braccio sano no salasso che fu rinnovato nella se ra e fi. nalmente a prescrivere per bevanda un' infusione di fiori di tiglio con sl\iroppo di papaveri. Dopo una notte inquieta lagnandosi l'ammalato nel susseguente mattino dti maggiore dolore nel braccio di cui la tnmidrzza in forma l!('rn · mono3a estendevasi alla mano, ordi11a·mmo un terzo sa-

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lasso e l'RpJ1l icazionc di vcnli sanguisuglw coo soprapposi zione di ventoso 011d'est rn rre moggi ore qu antità di sn ngue. A lire due npc razio11i locali di sanguisughe rallcsi nei giorni posteriori ~oddi!<fec ero alle oo~ tre VÌile per modo che nel nono gJoruo l'infiammazione drlla pnrte lesa aveva ceduto al seguo da pol,i ré con pod1i;,;im,i forza ri,lurre la lussazione d1 cui <111cst'oggi (5° givrno dalla ri ,luziont·) l'am malato può dir~i eonval•iscente.

llRLAZIOl\TE DEUiE CONFEllENZE SCIENTlFICtm 1Mese d aprile.

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1'ornatt1).

ALESSANonu. Letto ed app rovato il processo Yerbale della preccdenle Conferenza il Doll. Capriala imprcud,: a legger un sao Scril!o mercè del qual intendeva ribnttere le opposizioni già mossegli <lai 1Dolt. Vaglienti inlorno alla Memoria su la genesi dei lomori. Cllimala lu leltura di questo Scrillo, doro essersi l due Oppositori scambiale alcune rìOessioui in proposito le q ual Lrovaosi per la maggiorn parte espl'esse negli Scritti cli r.iascli ei dono, il .Presidente dichiara sciolta la Seduta. i

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Ntzu_ 11 l'rc-sidente invita i ColleRhi a volere conlinu,1rc nella discussione intorno al111 Storia di p;ricardile lclln dal Ooll. PeJuso. 11 Dotl.Borelli prendendo primo la parola move duobio a' Doli- Pduso circa il modo di generarsi della pcricardile la quale da questi fu giudicala siccome metastatica òel reumatismo arli· cohire pregresso ed appoggiandosi :ili'opiniooe ciel Bouillaud i qual opina che tutte le malattie :irlicolari si colleghino sempre con un'alte1·azione vitale del cenlro circolatorio, ma special men le con la memJHana siero-fibrosa cbe costituisce il pericardio, crede in vece che la pericardile in <liscnssione sfasi sl'olla ucl metlesimo tempo del reumatismo, se pure questi non fu l'clTello della diffa1iono rlcl principio morhoso che determinava la malattia dei precorllii o so puro non fu un'espressione sintomatica d'un più ioaollri.llO g1-.,do della pericardite stessa. A qucsl'opinione del Dol i. Borolli s'unisce pur il Doli. Bobbio. Ma ii Doli. l'eluso fa riOellere che l'ohbieziooo del Doti. Borellì polrebb'avHe sufficiente validilà qualora la rc ricar<lite da lui dcscrilla fosse alata considerala, giusta ie idee degli Umoristi, qual elfello d' un tras porto <lella mal rria morbi fica, am mcs,a dai nominali Seguric_ della Dottrina omorislica siccome la cagione del reumalismoi acuto dai tessuti articolari al pericardio. La quale cosa non essendo, ma avend'in yece coosiderPla la pericardite qual elfelto critico o quale trasposizione di morboso eccitamento dalle arli cola.i:iooi al pericardio il qual è formato d'un tossuto membranoso di natura eguale a quello delle parti legamentose delle arlicolozioni, il Uotl Pc Iuso dice crerlcre che le espressioni di diffusione di malattia, di propaga:ione simpatica ed anche di metastasi, giusta la definizione del celc:bre Drandis e di F!!derico Rhan, sian identiche e possano conf,.mdersi opportunamente in un solo co:n<;ello patologico cioè nell.i lrasposìziooe del processo iufiaoomat<>rie dalle articolazioni al tessuto omogooeo costitu ente il pericard io che prima non si manifestava con seguo alcu no di speciale perturbazione. ln quanto poi all'ave1·e consi <lcrala la pericard.ile nella Storia rsposta qual pffotto cri tico, an:r.icbè quale mal:\ltia concomilaote il reumatismo, Il Doti. Poluso dice esservi staio indollo dalle considerazioni già espresse nella Storia cioè che il reumatismo può decon cr isolHtO e perveoir al massimo suo grado d'acutezza e termin,1rsi llncbe con la morte, senza che la persona che ne fu tocca abbia mai in vita off'erli segni o sintomi di alterazioni pericardiche le q nali parimente non si rinYcnnero poi nel cadavere;cbe la pericardile egualmcnteehe l'endocardile si mostrano bene so,ento isolate a priori, nel quale caso sono manifestate da segni più positivi ed apparenti ; che linalmente rara cosa è in pratica osserva re le malallie precordiali socie al renmalismo acuto, mentre che al contrario più soven te quelle si manHeslaoo quando questo più non è eontrass~gua lo dai dòlori ar ticolari o quando decorre in modo lento. Aggiunge inoltre il Doti. Peloso che per q11anto sia laogi dal vo-

lere considerare la gotta quale malattia idenlica al reumatismo, lutlavia volgeod'ano sguardo all'andamento di quella e conside1·ando come la mede~ima, non ostante sia più sovente originata dalle medesime cagioni che prodocoo il reumatismo e s'offra quasi sempre con sintomi iden tici a qoelli di questo, no n si vide perà mai tanlo oellostatod'acuteua, quanl'inquello dicronìcila associata a malattia di cuore, fallo questo che dal Do\l. Garrod nella sua llemoria ultimameotelellaalla Socielà di \,Vestmìnsler è addollo por provare le qualità Jiifareoziali di questa 1oalaltia dal reamalismo, egli sar~bbe propenso a credere che quantunque noi caso in discussione la pericardite sia staia, siccom'il reumalismo, ori~inata da una cugione reuma tizzante, tullaviadebba ritenersi qaale malattia secondaria e non quale dilfusiune della malallia primitiva, beocllè, come sovente accade, la malaltia secondaria sia pili rilevante e più imponenl,1 della pri mitiva da cui ebbe origine. Finalmente in prova di qae.sta sua opinione il Ootlore Peluso fa no tare che, se lo stosso Donillaud dice che il pericnrdio od il ·cuore compresi da infiammuiooe sccoudaria a reumatismo articolare seguono il medesimo corso come se lo fossero por malntlia priJoiliva e che quantunque d'origino reumatica non hanno però la mobilità che carallerizia il renmatismo, ragione vuole cho si oreda essere la pericat'dile geocraJ. mente secondaria al reamalismo e 0 011 già questo secondario a quella oppure CO!l il medeaimo coesisten!e. Il Doli. Muratore cooiiderando che I~ persone soggetle ad art ri tc più frequentemenle cbhero prece<leuze morbose cardialgichr, non solo vorrebhe che l';irtrite e le malattie precordiali fosser in reciproca connivenza, ma ioclinerebbe?. credere che l'artrite fosse piullo~to 1rna sequela delle malattie di cuore già preesistenti e qualche volta passate inosservate. li Presidente preudend'ad e.sarnioare la guistio,:e io modo piu positi vo f.i notare che iu queste malallie, quantunque sia universalmente preconizzalo il molodo antiflogisiico coei 0ico gi11sla il vario grado doll'infiammaziooo, questo tultavia vuol cs,sre moderalo alquanto dopò i primi giorni anche quando persista la febbre ed il sangue già estratto dalla vena offra un'alla e dura cotcuna, giacchè ,.egli dice, la cotenna noi reom~!ismo persiste anche quando la malatti-Hè già sul decli nare, che anzi la medesima scorgt!si qualche volta in mag,iiore quantità qoanto più si progredisce qeUe cacciato di sangue. Ondecbè il medesimo seguendo le ideo dei sommi Maestri liell'aotich.ità Sydeuham e Sarcooc, il primo dei q uali, qaan tunqae grande parlilante dei s~lassi, crasi ricreduto prima della sua morte, rnccomandt1 di oon accordare troppa importanza .i questo criterio isolatamente preso, tanto più t he la cotenna è considerata da ledono qual un prodollo escrementizio del sangue, piullosfo che qaal indiliO di vera infiammazione. Fa quioLli notare che siffallo gi u,!izio s'ac~ corda pienamente con i riflessi già fatli dal lluOàlini il qaale riguarda la malallia in .queslionr. per ona dipendenza di lesione nei processi assimilati vi in seguito a cagioni reumalizzanli le quali impedirel.)ber alla pelle l'<'.s ercizio delle sue funzioni i motivo per cui l'abbontlanza dei priocipii disaffiai del sangue, oltre al farei manifesla nella cotenna del mcdesiwo dopo il salasso, opercr1\bbe ndle varie parli ammulatc producendo tofi a trasudaruenti siero-linfatici. li Dollore l\101.io vorrebbe non allrimeutc che il Dottore ) Iuralore che l'artrite fosse secondaria della pericardite la quale deduce essere stata cagiono della prima per le spociaÌi alterazioni ognora presenti uell'albero circolatorio , d'oode lo stato d'angioidesi conliouameuto persistenle nel roumalismo acuto; ed a ciò sarebbr, anche indolto dall'osservazione frequente che nelle persone tocche da reumalismo vi furon in geoera!e prece• dcnze d'allerazioni cardia<ihe, siccome nella speciali là 1lel caso, potè osservarsi, io quanto che il cardiopalmo durava nell'ammalato da grande tempo prima che .si svolgcese l'ultima malallìa. Ma il_Dott Peluso nel mentre ammelte le cose delle dal Preopinante, accenna a che nel Ricca la preesistente palpitnzione era succedanea ad altre arteriti pregresse ed a cho il medesimo nc,n ave va avuto precedenze morbose cardialgiche anteçiori alla prima artrite sofferta; accenoà anche a ciù che nell' ultima malattia i fenomeni morbosi card iaci furono gli ultimi a vei:ir in scena, conferma in fioo qoosla sua asserz.ione con il risultameolo della sezione cadaverica la quale dimostrò il cuor aumentato d'un.


terzo- nel suo volume ed il pericardio in alcuni punti di colore rosso-fosco e punteggiato con indurimento ed inspessimento lardaceo nella sua parte viscerale, effetti questi d'un'ahtica cardi te sofferta, meòtre lo spandimento contenolo nel sacco del pericardio offriva tutti li caratteri d'un prodotto di recente formazione e per nessun modo riferibil alla continuazione dell'a otica malattia, ma'beosì ad altra sopraggiunta all'ultimo reumatismo acuto. CAGLIAR.I. In quest'Adunanza dopo la lettura ed approvazione del processo verbale dell'antecedente Conferenza, il Presidente si fa a riforir intorno ad un caso clinico occorso nella Sezione di l\Iedièina io cui il medesimo ebbe a dichiarare che il Soldato stato sottoposto a processo ~riminalé per' attentato alla propria vita col mezzo d'arma da taglio era realmente tocco da mania. In àp,poggio di questa diagnosi il Presideo.te.si f1, a descrivere minutamente tutti li sintomi fisico-morali cbe l'ammalato offrì nel tempo della sua dimora nello Spedale, dimostrando come l'esposto quadro fenomenologico s'accordasse esattamente coo le ossenaziooi di sommi Pratici che con profondità di cognizioni parlarono di ~i mili malattie. Accennando qoind'al merito di cura ed ai rimedii sia interni, sia esterni usati nel caso in discorso, chiamò l'attenzione dei Colleghi su la tolleranza somma del tartare stibiato stata notata nel Soldato in discorso; tolleranza questa che permise le somministranza giornaliera di detto rimedio alla dose ,li 14 gradi con deci&o vantaggio. Dopo di che, analizz~ti tutti quei fenomeni che nel deco~so delll! cura, siccom'lndizii di fausta prognosi acceaoavan al declinare della malattia ed al graduato equilibrarsi delle facoltà intellettuali, eonchiude che anche per quesli segni particolari di sua terminazione, riconosciali per tali da tutti gli Scrittori di simili,malatlie in casi di felice risaltameoto, ness11n dubbio doveva restar intorno ali.i. realtà dell'accennata malattia. · Non v'essend,J chi domandasse la parola e l'ora già molt'innoltrata, il Presidente dichiara sciolta l' AcÌanaaza.

PARTE SECONDA /

RlVJ&TA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Sunto del Cav.

DONINO) .

l'rattato <l'igiene Militare scrittu per ordine di S. M. il Re. Carlo Alberto dù1ro proposta del_ Consiglio Superioi:e di Sanità dal Dott. Carneva,le·Arella 1l1ed. Divis. dello Sped. Mil. di Torino, decorato della medaglia d'argento al valore !rlilitare , ecc. (Estratto dal Giorn. della R. Accad. Med. Chir. di Torino :.

(Coot. e fine, ved. n° 41) i>AR'l'È tll. Cose ·inghiottite (lnges.ta). Gli Antichi soJeva-no dire che le malatlie acute vengono dal cielo e le lente da noi. Nella qual éziologìa certo i disordini del vi.ver e gli abusi del cibo e delle bevande reclaman una grande parie. In questa terza Sezione del suo Lavoro il -Dott . Arella si fa a ricercare quali siano le sostanze alim\!ntari ed ìn quali dosi si debban esse preJ)dere per una .compiuta nutrizione. Al quale proposito, paragonando l'uo mo. ~d un apparecch io. di cc,mbustione, parvegli realizzarsi in qualcht:l modo nei fenomeni Chimici della respirazione ·la favola della fiaccola di Prometeo. Oisting,re gli alimenti in azotali o alìmenlal'i e in nori azotati o respiralorii. la fibriua, l'a lbumina e la caseina sono dall'.Aulore riferite ai primi, mentre i;eputa molt~ (!Ontestata la virtù nutrit-iva della gelatina.. .Tra i. principii

respiratorii colloca l'amido, la fecola, la gomma, lo iucchero e gli ol ii. Ad ultimo crede che le mucilagini siano poco nutritive e che la nutrizione che no deriva alla presenza dell'albumlna si debba fors'allribnire. Ma l'uso esclusivo e prolungato d'una sola sostanza alimentaria. sia essa fibrina, albumina, caseina, ovvero fecola, gomma o grasso, conduce a lenta morte per inazione; il perchè gli al imenti debbono variare nel la loro com posiziono come varia l'organizzazione nostra nei suoi elementi costitutivi. Bene dunque conchiudeva il nostro Autore\ a mia delle precipue regole igieniche aell'al imentazione del So ]dato essere quella d'evitare d'esser esclusivo nella scelta e uell'nso degl i alimenti. (Voi. Il, pag. 11). • li problema della dose di cibo da prend'ersi ogni giorno non ammette ancor una soluzione rigorosa e precisa, dvend' l' SSa variare secondo l'età , il sesso,. le forze digerenti, lt:l perdite dell'organismo, ecc. Il villo influisce grandemente sullo stato delle forze vitali e sulla· tJatura, del tempe.ramento ; delle tendenze e delle pas3ioni , e forse 110n sarebb'errore il dire che. ogni movimento vitale eri ogni ide11 hanno la loro porzione di alimento che li sostenta e li attiva. Se non ehe l'uomo essendo di sua natura onnivoro , il villo non dev'essere esclusivamenta animale, nè vegetale, ma si dovranno gli alimenti vegetali ed anima.li c1mbinar in modo che ,çorrispondan ai bisog11i del Soldato, al clima, alla stagione e, per quanto si possa, alle varie circostanze in cui può il medesimo trovarsi. Alle quali considerazioni avvertendo il buon Dott. Arella, ne Yeniva a questa col!chiusiooe: , potersi cioè stabilire ch'il regime del Soldato debba es sere di tale natura e quantità che lo reoda alto al grande scopo della sua difficile miss ione, di modo che in tempo di pace ed in mezzo ai suoi concittadini si largheggierà piuttosto nel villo vege ta le acciocché sia buono e pacifico; eù all'inconlrÒ in ternpo di guerra i11 cui si ha bisogno di renderlo più ardimentoso e forte , s'abbonderà nella ù istribuzione delle sostanze animali e delle bevande fermentale ed alcooliche allìnchè possa trovar in lui l'aidiment-o 11e.cessario per gettarsi nei più fieri cimenti e per iodurarlo sul' campo di battaglia alla carnificina ed al sangue. (Voi. U, pag. 19). » Dimostrato nel capo delle Su!sistenze Militari la neces : sità di provveder alle vettovaglie e l'influenza delle medesime sul buon esito della guerra e considerata l'alimen· !azione .ùel Soldato nel villo ord inario e speciaimente nel pane di munizione, di cui dà un cenno storico presso le principali Nazioni d'Europa, l'Autore si fà a parlare dei varii cereali ch'entran o che posson entrare nella composizione delle paguolle. Basta gettar uno sguardo sopra questa parte del suo Lavoro per tosto convincersi che l'Autore non l'ha perdonata nè a s,tudio, oè .a fatica onde raccoglier in poche pagine quanto la 8eienza oi presenta dì positivo e d'utile su quest'argomento. Quindi nella preparazione del pane "uole che la segale noo sia frammi. schiata al frumento che in caso d'assoluta necessità, « 1° perchè può dar luogo a molte frodi; 2° perchè il Soldato, abitualo a mangiar il pane di frumento , mal.e soffrirebbe questa nuova introduzione ; 5• in fine perchè il pane di pur<> frumento , comechè costi di più, è però piu nutriente, sazia a sufficienza il Soldato , lo fortifica maggiormente e lo rende più atto alle Militari fatiche. " Riguardo all'idratazione nel panificio, riferisce lo osaer-


343 vaiioni raccolle nelle ~1anntenzioni di Francia e le sperienze folle in Torino fin dal 1716 , dalle quali risu lta essere l'assorbimento dell'acqua di circa un lerzo. Esamina quindi l'Autoro l'influenza cito hanno il lie\'ilo, il cloruro di- sodio, il solfalo di rame, l'allume, il carbonato di magnesia, ('ICC ., nel par:ificio. Se non che troppo noi andremmo per le lunghe qualora cercassimo ancll\l solo d'abbozzare qui le rilevanli cose da lui dottamente e maestrernlmente svolte in quesl'e.ssenzialissima parte del suo Lavoro 1rnllo scopo di chiarirn gli artifìzii usali dai Mugnai e dai Panallicri per ollencre coo farina d'inferiore qualiLà un pane apparis cen le e per far entrare la maggiore quantità possibile d'acqua nella composizione del pane stesso ; le •1uali cose tulle voglion ess.ere dal giovine Medico Militare !elle e studiate nell' Autore stesso. Diremo hensì essersi il Doll. Arella molt'opportunamonte a lungo ~affermalo a parlare del pane di munizione, poichè forma questo il priucipal alimento del Soldato , potendo, come bene rifielle l'lsfordink, ogn'altro alimento mant:ara senza ddnno, quello del pane giammai. N61 capitolo i11 cui sono dichiarati i caralleri di cui dev'esser insigni la la carne di bue, di vacca , di vitello per essere distribuila alla Milizia, merita una particolare .allenzione quanlo l'Autore dice sul brodo o sul bollilo, giacchè costituisce il primo, diremmo, la panacea degli iufer mi ed è il secondo l'ordinario alimento dei convalescenti e doi sani. Le t:arnì di bestie bovi110 rnòrle p€1r malaltio possono esse essere mangiate senza danno della salute? Recali in 11 ezzo i varii opposti falli e ventilale con senno le diverse opinioni, • comunque concludenti , concbiude prudentemente l'Autore, possano parer a prima visla questi falli per fare credere che la cottura valga a liberar alTallo le carni di tullo ciò che cooieogono di morboso e di nocivo alla salute, tuttavia htln add1mtro ei:aminando la cosa nascono forti du\Jbii su la loro innocuità; imperoccbè l'a limon. tazione esercita una grand'inOuenza in ragione della swa quantità e qualità sopra la C()Slituzione fisi ca dell'uomo e, se un alimento può per il suo momentaneo uso ~oche non apparire uocivo, lo diviene continuato per luogo tempo e genera predisposizioni morbose valevoli a fomentar epidemia gravi e mortifere. Pertanto le malattie io cui deve vieta_rsi assolutamente l'uso delle ca rni del hestiame infetto e punirsi coo 1111.i molla e all'occorrenza anche con pene severe la loro distribuziono alle Truppe , sono la poste bovina, la dissenteria dello pei:ore, lo sfacelo della milza, il carhonchio, l'angina cancrenosa, il fuoco sehatico dei maiali, il contagio rosso o l'orinar~ sangue delle pecore e dr.gli agnelli, la tisi polmonale, i I vaiuolo d~gli animali bo•ini e delle pecore, la morva dei cavalli, l'idrofobia e la lebbra dei ma iali ( Voi. 11 , pag. U 4 ). ,. Esposte le considerazioni Ì!;ieniche che si riforiscon ai vegetabili che comunemente entrano nella composizione del villo del Soldato, ai condimenti ed ai frulli , riguardo ai quali stahilisce come principio, allronde poco comprovato dall'osservazione, che i frulli sono tanto più nutritivi quanto più lunga men le soggiornano nello stomaco, l' Autore pone il termine a questa rilevantissima parie del suo Traltato con una serie d'osservazioni -o meglio di precelli dietetici, tanto più utili allo scopo cui sono diretti, in c1111w10 che sono chiari , concisi e per.ciò Jacili _a ritenersi.

Distingue le bevande in acquee, io fermentate semplici, in fermentat e distillale od alcooliche, in acide ed in aromatiche. Considera l'acqua nella ,sua composizione o oei caratteri fisico-chimici che la chioriscono potabile; ne esamina la diversa origine e forma e, tracciando I danni che derivano dall'uso delle acque d i calli va qualità, indica ad un tempo i mezzi ehe si debbouo usa re per rt>mlere potabili le impure e malsane, u che sono: 1° la depurazio11e per mezzo d'un acido; 2° la decantazione; 5° la bo Ilitura e la di~tdlazioee; 4" la filtrazi one la quale s'olliene col meno di corpi porosi e non solubili nell'acq1Ja, quali sono la lnna, la spugna, la sabbia ed i ciollvli, ovvero col mezzo del carbono vegetale quando la si vuole spogliare dall'odore fetido e dalle sostanze organiche pu1rescenti, essendo che il carbone>lssorbe fino a 90 volte il suo volume di pri,dotti gazosl. Col primo mezzo non si fa .che mascherar il callivo gusto; il secondo ed i I ter,zo sono incompatibili eo:1 i bi sogni d'uu Esercito: nel quarto mezzo che è il 01igliore, posson anche util mente associarsi i varii corpi porosi al carbone, secondo le circostanze. Tra le sostanze fo rmHnlale semplici l'Autor annovera il vino, la birra, il sidro e l'idromele u, ricordali i vantaggi che si possono trarre dal retlo loro uso non che i danni che soglion es sere la conseguenza del loro abuso, propone alcuni mezzi alti, siccome egli crede, a diminuire nel Soldato la tendenza all'ubbriacarsi. l precelli igionici proposti dall' :\11tor intorno all'usù delle bevande ora delle non che dell'aoquavita e dell'aceto mescolalo all'acq,_1a, 50n<> opportunissi mi. Rispetto a quesl'uhima bevanda però sar·emmo d'avviso che a temperarne la soverchia polestà snervante, l'uso della medesima nella calda stagione dovesse esser alternato con quello moderalo dell'acquav.ita mescolata pare con l'acqua. Di fallo la posca usala alternativamente con il vino costituiva la bevanda ordinaria delle Troppe Romane cila to dall'Autore . Ad ultimo, rispetto alle bevande aromaticbe, ra vvisaodo nel caffè per la natura d~gli eltlme,,ti che con tiene una qualcbe aoa• logia col brodo di carne, l'ollimo Arella vorrebbe • che i Soldati che hanoo qualche soldo da spendere s'accost umassero d'andare al caffè di preferenia che all'oslttria, affinchè nelle delizie d'una bevanda innocente ptirdessero a pot:'a poco la µessima usania d'ubbriacarsi (Voi. 11, pagina 19-i). , P.lRTE l V. Escre:1ioni (Excreta ). Considerando il corpo umano come un grande Laboratorio Chimico io cui si ricevono, s'elaborano, s'assi milan e 1'ulimino110 le sostanze che servon alla nutrizione ed alle escrezioni, l' Aulor esamina le funzioni della pello e specialmente la traspi ra• ziono ed il smlore. J)iscorre a lungo dell'uso dei Bagoi che fa risa lir alla più rémota antichità o commendandone altamente e coo giusta ragione la grand 'utilità per corroborare la sanità e guarire le malallie, p~rocohè il sodiciu· me è al corpo ciò che il vizio è all'anima, fa notare che gli Antichi solevano pureiò consacrare gli stabilimenti balneari ad Ercole e ad ,Esculapio. Facendosi quindi a parlare delle escrez.ioni delle membrane mucose, tocca brevemente delle escrezioni oculo-palpebrali, nasali, 1>olmonali e dell'igiene della bocca. Trattando delle escrezioni ghiandolari, determina ·la natura e l'azione della saliva, del sugo gastrico e pancreatico su!la digestione deglì alimenti, non senza ricordare la belle esperienze dall'illustre nostro. Cav. Prof. Berruti su tale pro-posito instituite.


PARTE V. Azioni ed esacizi (Gesta). La gìnnastica, a1'uia in [~ fi la considHaZiO!le presso li:) Repubbliche Greca e Romana, l:hc la faccvan entrare come parte essenziale nella pubb! ica t~ducazione, è l' Arlu dei differenti esercizi del eorpo 11ello scor,io di renderlo robusto, ;igìl e sano . E ssa vale 1fll) l! re ad impart:r ai :;csti ed al port,unento del Soldato quoi l'aspcllo di1<involl9 e quell'energia d'espres sione on<le va conlradd istinto chi abbia trascorsi alcuni anni nel S,: rvìz io Mi litn re. 11l)ot t. Arella riandando l'or i· gi ne I" l'andam1'nlo dell(è1 ins1 i1uzioni ghrnastiche Mi li tari , per maggiore chiarezza ìn tanta oscnrilà de! I~ materia di'slingue sei grandi cpod1e nelle qual i con squisita erudizion u· racchiude i;ome in ta nti piccoli quadri lo dìverse fasi del lor0 prngresso e del loro decadimento; e sono ltl seguenti: 1•epoc:a, tempi omerici; 2• tempi gloriosi çl'Alene è Sparla; 5a Rt'pubblica Romana ; 4• Impero Romano ; o• Med io Evo; 6• ginnastica Militare moderna. Nel la quale ullim'epoca era riserbata .al valoroso Vittorio Emanuele li felicemente regnante la gloria <l'avtir ord inalo che si stabilissero dietro norme scientifiche e pratiche . gli esercizi ginnastici presso tutti i Corpi ,lei Regio .Esército. A compimento del quale 'gen,,roso p!:B~i,, ro un' lstr·uzione per gti: esercizii ginna.stici ad uso dei Corpi di Regie Tru,ppe essendo per cura del ì\'J iniste ru di Guerra e Marina stata pi.1bblir.ata ne l Giornale Militare pel 1850, il l>otl. Arella, ricordatene le principali di~posizioni , ropulò- opportuno ed utilt1 d'agginrlgeni li necessarii avvertimenti igienici, onde tutelare la salute del Soldato in quest ì eserr,izii. Entrando quindi a trattare degli esercizii e delle ma novre, l' Aulore considera il passo Militare come il f.. ndameuto dei rnPdesim i e lo dis ting11e, come si suole, in ordinario ed in accelerato o di carica. Le Scuole d'Armi sono da lui rlis1 into in q11,·l lù del Solda to a solo, di drap pello e d'uni (à di forza e per ogni Arma speciale propor1e nect1ssarinmer;le spt•ciali avverlinwnti. La durala del Servizio i;on deve soperchiar!' h{ forze del So ldato e so l'inverno è propizio per gli esercizi i d' indivi duo, la pr:mavera per quelli di tl rappell,; , !'e.state pt> r (Jllel li di Reggimenlù e di Brigala, è poi l'autun no molto adatto per gli esercizii generali di Divisione e per le Fazioni _campali. Premesse le genera'ità che si riforiscooo agli escm:izii ed allt~ manovre, l'Autore si fa a considerar il ::,oldato in sèolinella, nelle marcie, nelle ballaglie, negli assedi i delle fortezze, nei campi d'i struzione. nei ·maneggi, nella corsa, nel sa llo, nella danza, nella lolla, nel pugilato, nella scherma, nella caccia, nel nnoto, nei gi11ochi di destrezza, nella stazione e per ultimo nella veglia e nel sonno, cercando di rendere diletlevole ed utile la lettura dei singoli articoli con alcune nozioni storiche e con fl.S empi tolli ilall' Antichità e colle opporlunt> e savie avvertenze igieniche a ciascun arti colo apposte . PARTEV!. Perceziotii (Pcrcepta). Le per·1:cziooi essendo elemeuli dei moltiplici alTPtti e dello umane azioni, senza uscire dai limiti dell'ì giene Militare il sagacissi_mo Autore chiama a diligente esame l'influenza dei sensi e dello passioni su la vita intellettuale e morale del Soldalo; espone gli effelli -che producono · ed i precetti igienici che si debbon applicare nffinchè corrispondan utilmente al naturale loro scopo. Rispetto alle passioni, avvt'rto bene con ragione l'Autore che le facoltà fondamentali dell'iolelletto essend'in rapporto con ·10 sviluppo e con la conformazione dell'encefalo, il òifollo d'azioni! di questo 'liscere , come

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la sua esagerazione possono del pari riusciro di danno aol i individui ed a Ila società;· sta pertanto all'Igiene d'indica~e il modo di metter in azione una facol tà col su@ incitante funzionale se le si , vuol dare un maggiore svi luppo ed -in. cremenlo o t!i rallenerla in riposo se la si . vuole, rep rimere come dannosa all'_ordinamento sociale. Bene du nque Cùll ragione scrive il' Dolt. Arella « importare 1,;randcmc_nte ai Govern_1 dì sapere dirigere le facohà inte lleiluali e moral i dei Soldati all'utilo scopo della difesa e del la grandezza nazionale . Sollo l'inlluenza di sentimenti eievati e. di nobili passioni troveranno quèsti le . fat iche e le privazioni d'ogni sor1a più soppor1abi li e compieranno valorosamente ed onorevolmente tutti i do\'eri della loro dif. fieile missione ...... Le pu1:izioni sforzao il Soldato a stare nei ra ngh i, a serbare l'ordine , la disciplina ed a combat-· tere , ma non val~on a renderlo prode e va loroso. Bisogna du nque ch:l sia mosso da ele\·ate passion i. Tal era ii sc,grelo 11.sa to dallà Repubblica Horoan2, da Maometto, da Bonaparte e dai Generali che più si distinsero ue lle ope ·razioui della guerra (Voi. Il, pao, 554). » Li_m(lanct·iJ suo d_ire al le passigni ed alle virtù più essenz1~!i e necessarie al _Sold.i to onde rnnder'lo capace di az 1om valorose e pren1t:sse a lcune parole sull'amore sul 111atri111 v11io, sui celi ba10 Mili tare, l'Autore discorre 1°' del· l' am'iciziu, t.he stringe vie più i vincol i della- sociabilità e ren?e più_accelta e cara la vita; 2° dell'amor proprio, <Jl1alt1a molto .utile perrhè impedisce ch' il Soldato mai si abbassi. ad atti indegni dell 'onora\a sua div isa; 5(! dell'am biz'ione, che è stimolo così plltente ad ccei1ar il _ valore Mi li:are auchc nei pericol i più gravi; 4" delle t'icompense. Ed e appunto_trattando cii quesle ullime, sian esse onorifiche o pecuni_arie, che l'Au tore si ,itudia d'accendere nel cuore della Milizia i sent imenti d'onore elle sono la vita e .10_ spiri lo . degli Eserciti; epperò mentre apprezza lo sl1molo.. onn1pos,5e_n1 e di maggiori gradi e di più congrui supend11, perche e la spera1iz11 la seconda natura del Soldato, pone ad ll ll tcrnpo in l?llardia contro. l'esag,~raziene del sen.trme~lo della prlipricta <• che si può, cow'cgli dice, metter 111 az10 11_c quando sì voglia col natura le suo t~cci1a111e, l' oro. » (luindi, magnificando la gloria ,;iccome l'aureola la più pura e la p:ù vivifica'rlle onde si circ,rndi la carrier_a Militare, ci ri trae la carità dd la patria e l'amore verso 11 llt.: con tal una vivacità d'espn~ssi oni che bene fauno palese di quali nobili e generosi senti menti il cuore dèll' Autore sia informa 10. ,\d ~1ltimo , falle alcune ossernzioni sul coragt1,io man. iale e lod ala la religione siccome 11 complemento de lle molte virtù di cui vuol esser adorno chi sia ch iamato all'onore di difendere la. Patria ed il Trono l'esimio Arella po11e lermiue a· quest'elaboralo suo La vor~ col dipingere l'irresislibile potere dell 'eloquenza sul cuore e sullo spirito del Soldato. Co i rapidi cenui che precedono non fu , oè poteva t,>SSere nostro intendimen to di· preseutar un'analisi pa rticolarizzala di tulle le svarialis,,irne malerie trattate dall'Autor in iruesta sua Igiene Militare; ehè per cii> fare mezzo il libro avremmo dovuto ristampare. Conchiudendo però c.ol rac · cogliere molt'io poco , crediamo poter affermare · che il Lavoro <Id Doli. Arella è compiuto in ogni sna parte , ben ordinato cd esposto colla massima chiarezza; che le cogniz ioni più recenti della Scienza vi trovarono l'adeguata loro appli cazione; che l'erndi1.i(me, adoperata con ginsla misura, vi concorre ad abbellir argcimenli tal or aridi per se stessi; in fine con quest'elabora la sua fatica nella quale la sagaci tà dello spirito va del pari con la vastità del sa. pere dell'Autore, il Doll. Arella corrispose in modo lo devolissimo alla superior espellazione. li Direttore Dotl. C01\1ISSETTI Med. Div. Il Vice-·Diretlore responsabile Doli. Bar. de Beaufort M. R. Torino 1853. Pelazza, Tip. Subalpina , via Alfieri i4.


( ai 30 di maggio 1853 )

N. 44.

ANNO Il.

GI.ORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SANl'fARIO DELL'All'lIA'fA SARDA. •.

L'associazio.oe non si riceve ehe per un anno e comincia co1 ·1<• d'agosto.Il Giornale si pubblica nel Lunedì di ciascheduna selli mana PREZZO D'ASSOCIAZIONE In Torino

. . . . . . . . L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di posta • .

L. 11.

L'abbonamento dehbe pagarsi per semestri anticipali. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TU!OGRAFU. SUBALPINA via Alfieri, uomo 24. Le lettere per abbonamento al Giornale dcbbon esser affrancate ed ac~,;a:.:. pagnale da vaglia postale. oemmo allo sperimento era già stato due volte preso dal• l'accesso f.!'epi lessia dopo la sua dimora nello Spe<Ìale, ma per la brevi tà dell'accesso stesso il Medico di Goardia 11011 po1è mai arrivar in tempo per assicurarsi della realtà del fatto con quei mezzi vo luti ùai veglianti Regolamenti. Nel secondo Soldato che fu soggetto dello· spel'imento la · rnala tlia •era in yec~ già per bt)ne due volte slata messa fuori di dubbio nello Spedale dalle diligenti osservazioni falle da l medesimo Medico cli Gnardia. Il terzo Soldato il quale, ricoverato parimente nello Spedale, doveva pure esser assoggellato alla prova, non lo fn più perchò avendo IL CLOROFORMIO AOOPEI\A'l'0 °CO~rn MEZZO PER DISTINGUERE oel giorno prima ollen-nto il congedo per Riforma, abbanL 1!PlLE SSIA VEltA DALLA SIMUI.ATA (1) donò appunto lo Spodale nel giorno _stesso dello sperimento. (Memoria letta dal Medico di Rcgg. Dott. TA PPAR! 1'-cl giorno 15 del corren te mese di maggio, poco tempo in una Conferenza di To.rino). prima ·della visita pomeridiana, versate alcune goccH di 1 clorof'ormio sopra uo pannolino, lo avvicinai !!Ile narici Nel fasc icolo del secondo volume (mese di maggio) del ciel Caporale del 15° Hegg. di Fanteria (1° caso) Giovanni Giornale di Farmac-ìa, di Chimica e di Scieiize affini si Stefano Gagner il qna le era coricato nel lello n° 6 fi in osleggoo alcune osservazioni falle dal Dolt. T0sqo i11et e conservazione per epilessia sino dal giorno 14 dello scorso fermale i n segu ilo dal Doli. Deca isne intorno a.! modo di aprile. Dopo pùche inspirazioni di clorol'ormio le quali operare del cloroformio negli epi lellici , si<:come mezzo furono continuai.e appena un mezzo m inuto, gli occhi valevole a scoprire la realtà o lv. simulaz.iooe dell'a llegata si facevano fiss i, lt' pupille si dilatavano, tremavan i memepilessia. bii 1) si rendevano convulsi, compariva poca schiuma alla Incoragg ialo dal distinto 11ostro Med. l)iv.is. Doti. Carbocca e succedeva rinscnsibi lità la più perfetta. L'accesso nevale-Arella· a ten tar un simile sperimento in tre Soldati ùurò, poco rn·eno del solito, per quattro minuti e nell'atto alleganti l'epilessia i quali aLtnalmente trovansi ricoverati del medesimo la respirazione era anelante od il polso connella seconda Sezione di Medicina da me dircua· , concitatissimo. Per eguale modo poche gocce di cloroformio vinto altronde della somma- uti lità ch' il Medico Militare avvicinate per mezzo d'un pannolino alle narlci d'Antonio potrebbe ricavare da questo mezzo per rintracciare la ve .Maz1.etli del 5o Regg. F aot1nia che giace•;a in osservarità nei casi non infrequenti d'epilrssia simulala ed in fine zione per epilessia nel lel!o n° 95 di questa Sezione dal persuaso intimamente dell'innocuità del proposto ·mezzo, giorno 2 ciel corrente maggio, fnrono sufficienti, in tempo perchè poch issime son0 le inspirazioni d i cloroformio cho più breve ancora che nell_'altro caso, a farlo cader in un si richieggo no per ottenere lo scopo, m'apcinsi allo spe- ' vero accesso il quale, cosa molto singolaro ! offrì la me1·imento di cui i risullamenli sto ora, onorevoli Colleghi, desima v..i rietà di forma epilettica che era già stata coper comunicarvi. stantemente osservata in due alt ri accessi spootàoeamente Fortunatamente i due casi in cui furono falli questi manifestatisi cioè, fuori la mancanza assoluta della s<'!hiuma sperimenti sono forse concludenti tanto da provare l'effi alla bocca, 111 convulsioni si succedettro dalla metà destra cacia del proposto mezzo. Il Soldato che primo sottopO· del corpo alla metà sinistra e quind' al petto e finalmente, anche questa volta, f11rono due gli accessi che a breve intervallo si succedettero. (1) Ved. la Rivi sia' dei Giornali pubblicata nel n• 42 di questo Come negli sperimenti di Tosquinet e dì Decaisne poGiornale. DoU. 'fAPl>AltL. Il cloroformio adoperato come mezzo pe1·· distinguere l'epilessia vera dalla_-simnlata ..,- 2°Dottore BOTTlERJ. Febbre iolerrniltentc perniciosa emorragica.30 Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 4° Bullellioo Oflìcialo. - 5° Dott. J\IOTTINI. Rivista dei Giornali Scientifici.

SOMMARIO . -

PARTE PRUIA.

1


546 alcune evacuazioni alvin~ di materie nerastre e s imili fo eh~ inspirazioni di clor.QfotlP.i.9. li.aJtarQ.n j _ de,st.are la f9r(!l~ lulto a quelle rig~llate per vomito. Per questo rinnovamorbosa; ma in opposizione all'asserzione di quest'ultimo, mento dei suoi mali e più ancora per effetto della grave in tutti -due i casi glì accessi sarebbero slali- più !J)i-li che spusS'a:tezza ,H fune in 1cui er.a caduto si determinò il Bosio all'ordfnai:io. a fare rrcors.o, allo Speda Iè io cui per" esser arri vali} ·verso Otto solamente· sin ora, c.a mpresi li. due da rnelespo:sti, son i fatti° di cu.i va ricca fa Sc ienza onde appoggiarsi·per · le ore fO del matUno, rion fu da noi vìsitalo se non nella visita pomeridiana. In questa dopo avere preso contena giudicar in. proposito di quest'applicazione del cloroformio di guaofo sin qui e'sponemmo e dop-o avere riconosciuto e e perciò insufficienti a tanto'. scoj10•potreb:bero dirsi quando· per l'asserzione dell'ammalato e per quella degl'lnfermieri a dare loro un tale quale grado di maggior importanza che un terz'accesso s'era manifestato in quel giorno stesso non contribuisse l'essere stata la prova affermativa io verso un'ora pomeridiana con i medesimi sintomi occorsi tulli gli olio casi. · nei due giorni an1ecedenli, passammo all'esame delle maLasciando per or a parte ogni qualsiasi opinione i'otorno ' terie rigettale le quali d s'offrirono di consiste-riza d·et'la al modo per il' qual~ questo curios·o fenom~no abbia lòogo, pece, simili molto al catrame liquido, d'un odore fetentisio mi starò soddisfallo ad accennar i fatti, soli e sinceri simo come di sangue putrefatto e tali, quali, a quanto dimaestri io ogni Scienza sperimentale, e mi limiterò a sotcesi, soglìono comparire nel vomiÌ.o' nero che accompagna la topor alle vosl'rè' col'lsitlt:ra'iionì il risultameht'o dà mè ot· febbre giaila,, In qHest'accesso però giova, notar·e' ohe il tenuto ed' a [:ll'Oni~-ltervi dhe· non lascierò sfuggir OC'ca:.. v·omito ne'rO· fu preceduto e' susS'e-guH~,c a'1Jcora per qualche sione· alcuna per' ritentare gli spel'i"menti , dal compl~sS'O' tempo a brevi intervalli d'un quarto d'ora da'.vomiti di mate• dei quali e da queUi anche che voi medesimi od altri della rie puramente biliose. Per quel giorno ci limitammo a pre· fami gJia l\:ledico-Chirurgica potrà ~accogl.ier emergerà, lo serivete la limona:ta'v,!ge:tale edu& dl5si de!le-potver1•di-Se'lti . spero, qµella· certezza che al presente, sia ancora nei Ji. lli'rtn'òvatesi mma o"olle e\i iii modo piutlbsto a~borìdaote miti d~Jla probabilità. le, eva.cuazio.ni di matilrie nerastre, noi trovammo nel maltino· de.I giorno 4o- ·l'ammala.to in ish;1o dkpallidezza e di sfioime~to di forze tali .che il più lieve movimento gli era , difficile e penoso. Il polso intanto si 1occav.a molle , de· STORIE ID Cì\Sl RDIARCHEVOtl.• presso e frequente : la calorificazioue di tull'il corpo era diminuita : continuamente av~'va l'!Wg-0 un senso di nausea a cui di quand'io quando succedeva il vomito di materie 42 verdastre ed esalanti l'odore della bile. Questi sintomi però non- e,ran accompagnati nè da· dolore, nè da tumifEBJIRH IISTERllft:rTENTE PEB!'f1Cl0SA UlOllRAGICà dezza del venire o delle viscere contenuto , ma solo la region epigastrica era sede d'un dolore·molto vivo nell'atto (Storia comunicala dal Medico di Battaglione Doti. BoTTnnu). / o poco, prJma che- aTesse luogo il vomito nero. In p resenza di così gravi fénomèl\i morbosi ritlellerido noi che una Giovanni. B.osio, d'anni 25, Soldato .nella nrigala Pine· ni;ova gastrorragia·sarebbe stata forse mortale e che questa, ro.lo. entrava sul finire del , mese' d'ottobre 1849 nello staod'alla periodicità ed all'andamento già osservato, sa $.ped. :Milit. succursale dell a Missione io Genova. Dotalo d.i iempe•r~me.nto, sanguigno e d,i robusta costituzione, rebbesi rinnòv-ata in più abbondante quantità, giudicammo che fosse ,èosa urgentissima opporsi prima d'ogni altra cosa quant1111que ahituàlmente sano; avè,a tuttavia sofferto una al rinnovamento d.i quest:ac·cesso gastrorragico,' procuraoQo volta !e feb~ri interm,ittenti e. ripetutamente alctine Jievi nel medesimo tempo di rimediàr a quella speciale modifibronchiti J~ quali appunto perchè lievi e non complicale cazione mor-bosa dell'organismo, in grazia della quale una mai co~ lesione di sorta pell'apparato gastrenlerico, guacosì abbondante quantità d(sàngu1,1 veniva a spandersi nel rirono sempre in pochi giorni senza lasciare dietro di tubo gaslrenterico . h1 pochti parole noi credemmo a!l'esiloro alcuna morbosa sequela. Due giorni prima ch'eotrasse slenza d'una febbre intermittente perniciosa emor ragica e allo Sped~le, senza precedente manifesta cagione e senza il nostro modo di medicare fu dirello in cqnformità di alcun. mal essere precursore fu il medesimò versq le ore quesla diagnosi. Tullavia ci sembrò che fosse pur conve• 11 antimeri~iane preso da intenso ribre.zzo con tendenza niente cosa fare ricurso a qualche agento terapeutico il al. vomito e con dolori colici che duraron oltr'a mezz'ora, qua.le io modo astringente operasse su la muc'Osa gastrencessati i quali fu colto da vero vomi.lo d'e.norme quantità teyica, onde, nel caso che · meno rello fosse il giwii,zio da di materi'e. nerastre e qµindi da deliquio- ch'io breve fu no~ pronuncialo di febbre ptirniciosa reriod1ca, eombatt-ere vi_nto e con ess"O ogni sintomo morboso , per mezzo del a~meno direttamente l'ematemesi. Ad adempier ,, rruesta riposo fl, di qualth'cccitante diffusibile applicato ·es.temaduplice indicazione prescrivemmo una pozione con 50 grani menle. Nel giorno immediatamente anter,ior al suo ingresso di solfato di chinina e con un grano d'estratto gommoso nello Spedale fu di nuqvo callo -verso il mezzodì dal rind'oppio da prendersi immediatamente in tre volte alla di • novamento dei medesimi sintomi , tranne che. fu di più stanza d'un'ora; più ordinammo l'imposizione d'un. clis:rere corta durala il ribrezzo e fu. in vece maggiore la quantità fatto d'una satura decozione di china e di ratania con 10 delle ma,terie rigettate per vomito le quali, costitui te da goccie di laudano liquido del·Sydhenam; finalmente a sedare vero sangue r,aggrumato, furono valutate eguagliar in peso la sete e ad operar in modo astringente sul ventricolo le libbre 5 } 12. ~on ostat1te che dopo questo secondo ac· focimo ricorso al ghiaccio ed alle polveri effervcsc.enli · cesso succedesse nuovamente I.a calma , tuttavia l'ammacon dopp·1a dose d'acido tartarico. Quantunque verso le lato asseriva essere stalo abbattuto di forze molto più che ore 10 112 df'llo stesso mallino l'ammalato avesse già con- . nel giorno antecedente ed aver inoltre nella nulle avute 0


3~7 suma1a l'intina pozio.rJe aol,iperiodiea., ciò pon ostante sul meriggio, previo 110 lieve ribrezzo, ebbe ancora luogo un vomito <ii materie nerastre .equiv.alente al pili ad una mezza libbra di peso. Fu per conseguenza nel pomeriggio rin· novata la po:,,ione ,fébbrli:Ugà alla so)l)..dose di 12 grani di solfato di chinina e furono continuate le altre prescri· zioni del matiino lo quali se non valser a cessar affatto le 1\3,Q~ee ,,l\ L,,h OY·M \l,a.ziop: 'M.t.l.uì;ne, le dir:niJ)I.J,ir-Qr~o pe11.6 di molto. Nel domani non ebbe più luogo il ri nnovamento d~ll:acce&so , ma .solo si manifestaro,n an.cor a 11utllld' a quand.o, prl;\t ~doti da n;msce, alcuni vomi ti bi liosi. li medesimo metodo di cura fu continuato per Ire giorni successivi senza ricomparsa della· melena, cosi che dorio una coov.a.h~sc~Qia ç_he non fu attraversata da alcun sinistro accidente, l'ammalato uscì Uall<:> -Speda-le un mese èlopo la sua entrata in perfetto stato di sanità .

Pl¼J' cui facilmente pote,va argomentarsi della gravrssi ma anemia pregi:essa. Dame_sposizione di questi faU..i clinici ci sembrano facili le seguenti riflessioJ)i : 19 che sebbene le più ,gravi ematemesi possao ancbe in un grande numero di casi cessare sponlanE1ameole, ,mo.tivo per cui nel nostro caso non potrebbe, rigorosamente p.arlaudo, conchiudersi nulla di po· silivo intorno al metodo di cura impiegp.to ed ioloroo alla ollenul,a guarigione, siccome poli;ebbe agevolmente farsi quando si fo.s.se tralt11lo d'una febb re p,erniciosa a tipo terz.anario o quar,teoario, tuttavia cons.iderando la gravità dei sint.o,mi offeJ"li dal r10stro amm,alato e considerand'anche l'interrnilleoza e hi ,periodieità bene distinte della d.escrilta malattia, crediamo non esserci scostati dal vero diagilosti. ca.nd'io quesio caso una fe./Jbr,e p~m.iciosa emotragica ed operand' in conseguenza per in,ezzo delle preparazioni chinoide,e .alla vi rtù delle qua li non .vi ha dubbio., a nostro Non era questa la u.rima volta che ci toccasse vedere un'ematemesi a tipo qugtidiano intermittente , ma nel giudizio , de,bba riferir,si !',ottenuta immediata guarigione cbe nel seoon~o cas,o da noi citato non fo dàto al Curante primo c;iso ·per noi osservato, la malaltia aveva avuto un di conseguire, appunto perchè non furo,n in tempo oppor-. esito. funesto con talo una r.apidità elle, mentre ci aqitu~10 som{Jlinistrati i chin.oidei. Del resto casi consimili maestrò_ll non rimanerci in quest'ultimo caso spettatori leggonsi in Troussau ed io Sandras il quale riferisèe casi inerti , ci sembra non fuori proposito tracci.arne in breve d'emottisi e d'epistassi intermittenti condotti a radicale 1 ~ Sloria • guarigione per m~zzo della pronta somministrazione del Un giovane Soldatp entrava nell.o Spedale di Nizza ora solfato di chinina: 2° ctle-essend.o riconosciuto essere la fa qualche anno p~r esservi curalo di febbre periodica a I china e le sue preparazioni li ri,r,nedii più sicuri contro le li,po terzana rio doppi.o. - Quallro giorni, nel corso dei quali febbri intermillenli, sarebbe nella maggiore parte dei casi una perdila di tempo e nel caso ·di perniciose sarebbe quasi s'era fallo ricorso ad una purgante ed a ,qualche preparato amaro com'accessifugo , erano già trascorsi senz'alcun . un delitto andar in traccia.ci'altri febbrifughì non cosi sanzionati da i buoni risultamenti pratici i qua.li potendo mangrave accidente, allorquando nel quinto, circa le ore 10 dtil mattino, ebb,e l'infermo a provar un intensissimo fi-, care d'effetto melterebber a repe9laglio la vita dell'infermo. Ondechè conchiude[Jdo diremo che nei casi di perniciosa brezzo, a .mezzo corso del quale &uccesse un vomito di due libbre circa di puro sangue e s'avvicendarono poì il calore larPata sarà cnra del Med ico d'adoperare la massima ated il sudore a compiere, si.ccQme le altre volte, il parosteuzione per conoscerla nei suoi primordii ond'affrettarsi sism.o febbri le. A rimediar- a questi mali fu da l Medico a somministrare, auche uel solo dubbio, lo specifico a dose Cur;rnte prescritta in quel giorno una decozio.n~ di radice I elel'ala, specialmente poi quando !a costituzione morbosa di . lorment illa e ~li bistorta la quale, resa po'. fredda cQn I dominante avvalori siffatto dubbio. Che se questa febbre ghiaccio, (u dall ammalato bevuta a dosi rifratte e nel ì s'offrisse quale complicazione d'altra malattia, di natura domani, alle ore 7 del mattino, l'am,malalo era in disc. reto, j , qnalsia5i, sarà parimente cura del Pratico di sceverare ben bene i sintomi delle due malallie onde soccorrere pronst~tod i ben essere e nulla, tranne un,tale quale grado di taroenle a quella delle due che più direttamente minaccia debolezza, sembrava accennar ad ~n Duoyo a.ccesso. emor- , ragico. Se non che alla medes 1m o.ra del giorno antecela vita dell ' iufermo. de11t11 ebbe luogo un secondo parossismo molto più vio- 1, lento del primo il q1,1ale, parimente a mezzo corso del freddo, fu accompagnato da abbondantissimo vomito di RELAZIONE DELLB CONFERENZE SCIENTIFICHE sangue il qualer calcolato eguagl iar in peso ,le 4 o 5. lib· bre, gellò l'infermo già, indebolito in una straordinaria e (Mese d'aprile. 2a Tornata), grave prostraziC1oe di forze, li Sig. Delserre che aveva allora la direzione della Clinica di quello Sp,edale credette, GENOVA. Spedale di Mare. La Seduta è aperta alla pure riconoscer in quel caso una febbre perniciosa emor.solita ora di mezzogiorno dal f. f. di Medico Capo e, dopo ragica e pnescrisse perciò nel mattino veguente 20 grani 'lotto ed approvalo il processo verbale dell'antecedente di s.olfato di chinina, ma troppo. lardi ed inuti.!m1111,te ! chè Tornata, il DotL Valle, a seconda della promessa fatta all'ammalato aveva appena presa piccola parte del liquido lora quando rendeva conio ai suoi Colleghi dei due casi febbrifugo a llorchè sopravvenne un terzo acct•sso con avvenuti nello Spadaie ·del Bagno Centrale di Genova , un vomito di sangue così abbondante che la vita dell'aro-. legge la Stori,a dei medesimi; uno dei quali per frattura malato si spense in so l'istante. obbliqua al lerz'inferiore dell'omero des,tro e l'altro per Nell'aulossia di questo cadavere non fu possibile rinvenire lussazione posteriore del cubito destro, Toccate poi bretraccia di lesione nella membrana mucosa gastriolestinale i, vemente le differenze esistenti tra la frattura e la lussanessun'altra cosa ci s'offri di patologico fuorchè la presenza zio ne e quali danni' possano deriv.are da una male cond'alconi grumi di sangue nerastro sparsi nel tubo inlesticepita diagn ,,si , narra come il condannato N.· N. (1 ) di uale, una pallidezza straordinaria dell'abito esterno del corpo ed uno·, scoloramento tale della sostanza muscolare (1) Ved, le Storie pubblicate nel n° antecedente.

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348 anni 25, mentre trasportava legnami da un punto all'altro della J)arsena, trovandosi alquanto ebbro dal vino, bar collando cad~:lse e rilevasse la frattura del terz'ioferìore dllll'oml'ro destro, per cui tolto ogoi dubbio sa l'11sistenza d'essa frattura e rimessi i frammenti nel solito apparecchio, dopo 55 giorni di cm·a la consolidazione erasi sta· bilita, lasciando però una leggiera rigidità nell'articolazione. Relativamente all'a 1tro caso di lussazione avvenuta nel condannato N. N., d'anni 58, il quale, mentre voleva discendere nel magazzino sottoposto al Laboratorio, sdrucciolando per la scala, faceva caduta su la palma della mano con l' avaolibraccio io semiflessione e rilevava la lussazione posteriore del cubito tleslro, accennati tutti gli accirleoti ch11 accompagnarono tale lesione, rlice come nel giorno stesso in coi ebhe luogo uu tale caso non essendosi potuto rimt}ller in sito la lussazione stante i gravi dolori e lo stato infiammatorio del braccio, fosse obbligato limitarsi ai !ioli bagni freddi sul braccio medesimo, praticando pure alcuni salassi ed un'-applicazi,rne eli mignatte con soprapposiziooe di veutosl'; che cessata con questo metodo la lumefatione la quale s· estendeva dalla spalla alla mano, dopo !) giorni gli f'ossH riuscit a facile la riduzione e dopo 55 giorni l'ammalato si trovasse in perfetta convalescenza. Ultimala cosi la lellura di quei due casi, il Presidente dice alcune cos<~ su le difficoltà che sovente s'incontrano nello diagnosi della lussazione posteriore del cubito e della frallura al terz'inferiore dell'omero e falle alcune riflessioni in ordine ai casi narrali dal Dott. Valle, ml:llle all'ordine del giorno alwoe interessanti l'iforme già proposte io antecedenti Adonanw dai !\ledici di Marina intorno alla loca,lilà da presciegliersi ·a bordo dei H. Legoi per i I maggiore comodo delle Farmacie e per la migliore conserva. zione dei Medicinali. 11 llolt. Valle approffìtta ùellij circostanza per dire quanto sia opportuno il ' pn nde.r in considera1.ione simili riforme non solo per riguardo al principio economico, ma ben anr.he nell'interesse dell'ammalato, giacché continnanrlo ancor a conservar i medicinali nelle solite casse e nel s·ilo di prora (luogo il più umido dPI hordo o quindi il meno adallo) nrssun profitto può il Medico ripromellArsi dal· l'aziono ,,ei medesimi, perchò somma è la facilità con cui questi si corrompono dopo pocbi giorni della loro conserv.n.iono in dello locale. A I che il Presidente soggiunge chu avendo fallo a questo scopo le opportuno instanze presso il Sig. Hirellore dì questo Spcdale, quesli si mostrò di· sposto. a riparar al lamentato inconveniente; ondcèhP poteva sperarsi di vedere fra hrevo tolto di tnnzzo il più fort e o~lacolo cbe si presenti nell'esercizio della Mediéina a hordo rlei detti R. Legni. E se mpre a questo scopo fa notarn come sarnhbe van· taggioso assai lo stabilir una carnera a poppa doi ba~liOlCnti llegii orde riporv i quei medicinali che r>iù facilmente vanno soggelli a deperimanto, conservantl'il sito di prora pt>r tJUelli d'uso gioroalioro. Aggiunge qu1nd'il mede~imo che sarebbe i.11 somma necessità cbe il locale deslirrnlo per lo Spedale fosse rives1ito con lastre di piombo o 1l'al1ro più ro nvcni<rnlo metallo u11de ri p~rar il più pos· sibilo all'inconveniente dell'umidità che n b1,rdo· sprcial mente riesce semprr, fo1ale ~1 povero ammalalo. L'ora t•s,e111lo passata il Presiduote leva la S(•duta. 1

PARTE SECONDA. BOLLETT~NO IJFFICIALE P'ariazioni nel Persònale Sanitario-Militare. Dolt. Cav. Gilli, .Med . di Regg. in aspellativa, ammesso a fare valer i suoi titoli per. la giubilazione.

RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFIC:I (Suoli del Doli.

MOTTINI),

Su le conseguenze delle ferite da arma da fuoco. Os-

set'11azioni e sperienie del .Dott. Esmarck ricavate dalle Campagne Militari dello Schleswig-Dolstefo 1848-lSl:>0. Tatto ciò che ha rl'lazio11e coo la Medicina I'lfililare vuole esser accollo con ispeciale fav ore e pubblicalo in questo Giornale di cui lo spirito è diretto prir1cipa!me11te a melter io bella mostra e svolgere gli argomenti che più o meno interessano qnest'importanlissimo ramo della Scienza giacché, per quanto sia il medesimo sollopoilo alle leggi generali e comuni di questa, ha tullav ia una quantità di elementi che possor.o dirsi a lei sola esclusivi; massima· mente quelli risguardanli la .Medicina messa in pratica su i campi delle battaglie od immediatamente dacchè questi [}l'Odusser i lugubri loro efftJLLi. Abbiamo quindi la certezza che sarà accolla r.on pre · murosa avidità la not izia della recente pubblicazione degli studii e delle osservazioni raecolte sopr~ 5,000 e p iù.feriti dal Voli. Esmarek che fu pri111a Aiutante del CLiirur<>o Capo, indi Capo egli stesso del Servizio in di,,ersi Sped;li durante le tre Campagne dello Schleswig-flolstèin, con l'efficacissimo sussidio .ùei dis1inli Chiru~ghi Langenbeck e St romeyer cbe lo gio,·arono con · i profondi loro lumi e con l'eminente loro perizia e ca pacità . La brevità ùi questo Giornale non permellendoci il sunto dell'iotiera Memoria, I<> limitiam alla parte relativa ai,lo lesioni degli ossi o delle articolazìo11i, siccome quelle che offron in generale le maggiori difficolll nella cu ra e tengono Lnllavia diviso il campo Medico inlorno ai compensi clinici che rich ieggo r.o, malgrado i notevoli progressi effeuuatisi in questi ultimi anni in questo ramo della Me, dicina. . Ecco i principali 1:orollarii dedoui dal risuhamento pra, L1co dei Chirurghi A l"manni su l'acce11m1lo are:omeo1o che al,biamo tralli dalla Rev. Mèd, Cltir. de Paris.

1. Le esteso lacer111.ìoni d,illH parli mull i d'un membro quando sono complicalo a gravi lesioni rlegli ossi richieg· gono l'amputazione imnaediala. 2. Le coot11sioui de~li ossi e dPI p<'rio-,tio, sen 1.a frattura, sooo frequenti e molto t>ericolo.sc, massimamente al cranio <id al fomore, per la difficoltà del diagaosti<;o e per l'inrìainmazione delle vene degli ossi clip ne può derivare con sussegueule infezione purulrn1a.


349 5. Le schegge che aderiscon al periostio posson :rncor;i riooirsi all'ossn, parli colarità delle forile da 3rma da fuoco, <JUando la mag~iorc pario delle medesime rimanga adereote al periostio; di modo ehe non è conforme al vero il considera re comtl corpi stranieri da togliersi via tulle le schegge prodotte dall'azione d'urla palla.

4. l e uecro,;i in seguilo a ferita da arma da fuoco d'ordinario non souo 1'1,ffclll> della coutusiuno, ma bensì dell'infiammazione dell'osso o del periostio. 5. le fessure che si trovano so,· cute nelle frallurn degli ossi luoghi guariscono berr~ saldandosi per mezzo d'un callo osseo; ma si fanno pericolose se si prolu ogan oIle t•pifisi per la facile diffnsionl-! dell'iofiammaz1one all'articolazio110. Per buona sorte quest'incidente ò raro ali;\ guerra, perchè nei giovani Soldali la linea di Sllpa razi(lne che divide 111 diafisi dalrepifi~i impedisce il prolungamento della _.. fossura.

6 . La ,naggiore parte dei casi di frattura della diafisi con ischeggc senza lcsic>ni griHi <ll'llle parli molli, come grossi \'3Si, ecc., potrebb'essern condotta a goarigion11 se non s'i11co11lrasser i peticoli veri della guerra cioè il trasporto dei ferili nt!lle ambulanze, i miasmi, ecl'., che producono le ìnliamrnnio ni degli ossi , la cancrena, la ne· erosi, il lelano, la Oeliite o la pioemia; successioni lolle conlro lt! quali di ratio riesce l'amputazione secondaria. 7. Poicbè in cia~clleduo movimento del membro ferito lo schegge irritan 11 li1ccrano le parti molli e promovono dolori cd emorragie [H'ricolose, fa d'uopo apµlit'are su lo 8lesso campo di battaglia uua fasciatura couvenit•nte e fer · ma. Nello Spedalc poi bisogna mantener il membro ndl'ass9loto .riposo co11 gli apparecchi possibilmente i pi1"1 semplici. Qu elli ad estensione permanente sono da rigPllarsi 1wrchè inefficaci e rlannosi.

8. Pt,r comhaltere l' i11fiammazio11,~ uno dei mez_z1 p1u tfficaci è il freddo sia con il ghiaccio, sia con le irrigazioòi e fornentazioni d'acqua fredda da C'lntinuarsi 11clla generalità ùei casi oltr'a tiuatlro sctlimani:: ptirò quando so~ praggiunge la suppurazione è megl io ricorrer a1 fomenti d'acqua tiepida i quali ollr'a sollevare di più l'informo ton· gono meglio pulita la piaga. I cataplasmi caldi son in ~enerale dau nosi perchè a1imentano la suppurazione. 9 . .'"ei casi gravi le s.,uruioni sanguigne son indispen · sa bi li tl fanno sov1rn1e scomparir instantaneamenle il cat· tivo a>pe llO dclJa piaga.

10. Fa r ·uscir il pus con la pressi0nr. in ogni medicatura è un rimedio sovcnle pregiudir.ievolti. Per favorirne lo sti l.

Jicidio i;ono soli mezzi ra?ionali la positura cunveniento dtd membro folido, le iucisioni fati<! a lem µo opportuno e più lardi i bagni generali e locali. 1 l. Le schegge che non si consolidano , ma che sino dal prindpio souo S<'JHHate dal periostio o che più tardi s i necros:ino posson e,sern generalmente estratte con fa. cilità durante la cura. Talora rimangono porzioni d'osso necrosat!l che debbon esserEI lolle con un'operazione ul• teriore, ma se la curn ò bene dirella vi si avrà ricorso mollo più raramente di quello che generalmerll o si crede.

12. Le res<.'cazioni primiti re orl immediate nella conti ·

nuità de;,;li ossi, contrariamente ai precetti di .Baudeos, son inlieramente da abhaudonarsi. Ciò si rileva dal confronto rlr,i ris11lt;11nenti delle Ire Campagne io cui ru diversa la cura. Nella prima, in 16 casi di trituramer,to dèli'omcro, si ten lò di cnnservar il membro. In 9 di questi casi s'estra~sero· llllle le schegge e le due estremità dell'osso furono segate poco dopo il momento della lesione : 4 di di questi opnrali morirono. 1n 5 altri casi fu solameute f~tla l'estrazione ddle schegge mQbili e s'ebbe un morto. Finalmente ; li ultimi 4 cosi iH cui non fu praticata nè ris~zione, nè e.,;trazioue, non s'ebbe alcun morto e fu piu rapJdn la g•rari~ione. Per lo che io seguilo i Chirurghi' sta~ilirnno non solo di non amputare l'omero nei casi di fr/t111ra " òi sl rj lolamento dell'osso, ma d'astenersi anche òallc nitre operazioni primitive, come estrazioni di scheg · ge. resecazioni, ecc. Couseguenza di qursta decisione fu che in 25 casi consmili agli enunciati non s'i.-1bbero fuori che 4 morii, sebbene fra i 21 risanali vii ne fos~ero cr.olli con l'omero frantumato dalla mitrailia. 15. Lo fraliurc delle diafisi d' uno o di due ossi dell'a· vantihraccio sono poco pericolose. Di 55 feriti uno ~olo è mor10 per cholP,ra. fn 7 fu fatta la. re ..ozione d' uno o di entrambi gli ossi, in altri 7 le schegge furoo estraile sul prin,dpio; nei rimanenti 41 fu falla in seguito l'<•slraziooe del!e schegge affalto libere o la guarigione fu r~phla H compiuta. Le formazioni di pseudartrosi furon osservale soltanto due vo llll fra i primi casi.

14. Le Cra1ture della diafisi del femore rendoo indispensal1ile l'arnp11tazio11~ della coscia quando vi sono rnolte schegge ed un grande gua~to nelle parli molli. Nelle altre circoRlanze bisogna tentare la (:onserva1.ione d11I membro. Sopra 26 casi t.li questo genere 12 sono guariti; risulta mento favorevole in confronto con le pratic:nle amputaiioni del femore, giacch(~ in 128 nmpntali 77 finirono con la morte. Nella prima Campagna fu tentala tre "olte la resecnzione lici femore ed i tre feriti morirono.

15. Sop ra 17 resl'ca1.ioni degli ossi delle gambll pralic:ale ntllle prime due Campagne 7 furono sussnguilt~ da morie cioè in trn resecazio:ii per frattura d'amhi gli ossi vi fur<,no 2 morti; in 7 resecazioni per frallura della tibia vi furono 4 morii; in tre rcsecazioni per frattura del pe rone 1•i fu o·n worto. All'incontro sopra' altri 58 feriti d,~lla slessa 1~aleguria curali senza resecazione a SPnz'tistrazione immediata delle schegge non ne morirono che 6. 16. Le fratture delle piccole diafi si Jelle mani guarisco110 tanto meglio e piti presto, quantfl meno vi si la,•ora per entro . 17. Le lesioni dell(I grandi epifisi sono d'ordinario pe ricot.,se pt>r la grande di stensione della sinovia le, per le sinuosità 1lell;i capsula articolare che ostan ~I lihero scolo del pus, per l'estesa superficie delle estremità 05see, debolmente riparate dallu strato cartilagineo e per il sangue slravn , olo nella ca,•it~ articolare e nella rele del tessuto spugnoso nelle q1ifìsi il quale comunica bene presto al pus una qualità putrida.

18. La dla~nosi delle lesioni articolari è t~lora mollo difficile. La palla sta qualche volta nei c ntorni rlell'arlicolazione senza ledere la capsula nè l'osso, ma produce però per e[e\lo della contusione uo notevole lras11damento.


550 di sinovia, con ùislt>ns ione dell'arlicolaziotte; moli-vo peF 25. La sperien,za del le Ire Campagne ha dimo,stralo cui la capsula fi:iisce col rompersi; di che si ha l''indizio dal ' che in tutti i casi I~ resecazione del cubito è preferibile due seguenti sintomi principali cioè dallo scolo 'della siall'arnpotazione. Sopra 40 11esecaziooi vi furono solo 6 novia per la ferita quando si c·o.rnprime la capsula iu un morti; gli altri ·54 conservano tu Ili il membro, meno uno pµolo lontano e dalla possibilità di penetrare col dito nella di cui t'avaotìbraccio cadde in cancrena perchè l'arteria articolazione. Talvolta però mancano questi sintomi, per braéchiale era stata lacerala ila,IJa palla. Sopra 54 ampuesempio, . quando il membro e stato ferito nella flessione ta-zioni dell'o!ller.o ·falle per lesioni al cubito, 19 furono e quando nell'allo dell'estensione i tendini o le aponeurosi sP.guite dalla morte. ... s'affacciano all'aperlnra; per lo che è di tulla importanza 26. La resecazio oe fu adoperata anche quando ha:v-vi res;irne del membro nella posizione io cui fu ferito. offesa di più ossi componenti l'articolazione. In molli casi 19. Poichè la speciale conformazione ·dell~ articolazioni furono resecate le epifisi dei tre ossi e talora fu necessario è la cagioue '1el gn1,ve pt>ricolo di queste lesioni e poicbè resecare fio a 4 ed anche a 5 pollici l'uno dei tre ossi, gli altri mezzi per . comballerlo sono d'ordinari,o insufficonser.yando più che si potè le altre due epifisi. cienti, è dovere del Chirurgo di porre la lesione nelle mi27. Fra lutti i mezzi adoperali pel' guesl'aperaziooe, gliori condizioni, sia con l'ampulaiione del membro, sia quello di Lislon leggiermente modificato fu trovato il più con la resecaziooe dell'articolazione, dando però generalvantaggioso: ed a questo solo si fece ricorso nell'ultima mente la preferenza alla prima siccome quella che fa corCampa go a. rere minori pericoli. 28. Dopo la resecazione del ciJhilo allorchè ~·effclluò già 20. La ~perieoza delle tre Campa~ne dimostrò nel modo la cicatrizzazione del la piaga, è soprallullo necessario fare più evidente che per le estremità superiori !e resecaziooi eseguir al braccio mo,vimenli periodici e frequenti per articolari sono molto meno pericolose dell'amputazione del favorirn la for-mt ~ione d'una nuova articolazione, par immembro; a cui bisogna aggiungere che le resecazioni del pedire l'anchilosi la quale tullavia qualche volta sopravgomito e quelle dell'articolazione scapulo-omerale conserviene. vao all'infermo un braccio di cui può benissimo ~ervìrsi. Quanl'ai membri inferiori non è ancora sciolta la quistione; 29. Le lesioni ddle parti ossee dell'arlicolazione coxo· tullavia i tentativi falli dai Chirurghi Tedeschi per la refemorale souo quasi sempre mortaii. La disarticolazione secaziooe del ginocchio e del capo del femore a·u1orizzaoo del femore offre una risor.sa molto dubbia. Sopra 7 opea continuarne l'esecuzione. rati 6 morirono; uno solo, giovane di 17 anni, guari. 21. Fra le lesioni del le grandi articolazioni quelià della scapola-omerale guarisce più facilmente seuz'operazione, ma il trallarnenlo .v11o l essere diretto con grand'energia e allenzione. lo 8 e.asi trattati senz'operazione 5 morirono e 5 guariror.o dopo molta sofferenza.

22. La disarticolazione scapulo-omerale non dà · d'or· dina rio risultamenti meno favorevoli dell'amputazione semplice del braccio; per altro è dessa indicata soltanto nei casi in cui la pal la ha frantumalo non solo l'articolazion~, m/l ne interessi anche i grandi va5i , i uervi, con grave minaccia della vita dell'infermo per effetto delle emorragie e del le cancrene. In lutlr i casi quando vi sono semplici lesioni ossee dell'articolazione fa uopo praticare la resecazi()ne il più presto possibile. Sopra 19 resecazi9ni del capo del)'omero 12 guarirono in un tempo più breve che i tre ferit i salvali seoz'operazione. Tutti però hanno conservalo un discreto uso del membro e l'anchilosi reale dopo l'operazione non s'è prodolla cho in un piccolo numero d1 casi.

25. Sè la lesione degl i ossi s'estende al di là della testa dell'omero, non havvi conlrindicazione alla resecaiione. D'ordinario fu resecalo anche un frammento della diafi~i, secondo l'estensione della fratlora. 1n molli casi la lunghezza della porzio~e resecala fu di 5 poll ici . 24. Le lesioni del gomito sono pili gravi di quelle della articolazione scapulo-omerale, come già avevano rimarcalo Guthrie, Larrey, ecc.: quasi tutti i feriti curati senza operazione morirono di felJbre etica; per lo che la maggiore parte dei Chirurghi Militari va d'accordo nell'amputare qualsiasi frattura alquan10 considerevole degli ossi del gomito.

.50. Si è confermala la lr ista osservazione dei Chirurghi Militari che tulle le ferite dell'articolazione del ginocchio nelle quali una o due epifisi sono siate colpite dalla palla richiedono l'amputazione i mmediala, poichè hi rarissimi casi si riuscì a guarire le lesioni di quest'art ic·olazione e solo <1uando la capsola sola e con essa la rotula ~rauo state colpite. 51. In un solo casò· si tentò estrarre l'epifisi del femore e resecar il fr,ammento inferiore, ma !'~sito fu mortale e l'aulossia moslrò una lesione alla lnberosilà. ischiatica · la qual aveva prodol_lo la suppurazione putrida di queel''osso. In ogni modo, quest'operazione ha bÌsògoo d'essere ripetuta onde pl)terne dar .un giudizio.

52. Essendo tanto sformoati i risullameoti dell'amputazione del femore, si tentò io alcuni casi la conservazione del membro facendo grand_i incisioni lalerali, ma io vano. L'esito funesto fu bensì ritardato, ma non impedito. Sul finire della terza Campagna si tenlò la resecaziooe compiota dell'articolazione del ginocchio la quale finì pure con la morte, sebbene lo stato dell'infermo avesse per •1nalche tempo migliorato tailmente che i Med.ici conservavano la speranza, della guarig!one; per lo che la ripetizione di quest'operazione sembra giustificala in simili casi.

Dell'nretrotomia ]JCrineale applicata alla cnra degli sfringimenti uretrali: del Dott. Sediltot .. L'Autore lesse oeOo scorso oltohre all'-Accademia delle Sciepza di Parigi una Memoria elaborata con molta cura da cui ricaviamo le seguenti principali considerazioni. Gli stringimenti dell'uretra posson essere divisi io tre


35t classi cioè io qntlli che si perviene ad oltrepassare e si giunge a dilaLar io modo d11re:vdte; ih ('.jtiellì Còotro i Qllàl1 non riescoa i modi di dilatnione e-d tA (fuelli che rimitogon insuperabili. l>i quollì della la classe c~o son i più numerosi, la dilatazione permandn'Le ?f N m'è't'ò'do ctira\ivò più efficace. Quelli della 2a son i più comuni ed offrono dWersi gr'adi di dil'atntiooe': 'di qdè'sti altfln'i las'ciano Pàssare stromeuti d'alcuni millimelri di diametro e poi si ricompongono subilo per l'eléfs\ki'là de'i loto' t~ss\ttv; aUri sooò d1latabili sino ad un tal~ punto , ma nppongon una invincibile resisl t•nza al di là d'un cirèoscrilto limite di dilatazione ; altri in fin e sono attraversali con molla difficoltà ed' io rhodo pet cos'i dire fortuito dalle scirin,%he pii'1 fi11e sen1.a che si possa pervenir io seguito a notabilmente di1atarli. Gli stringime1)ti insormontabili sono rarissimi. Le dil,ataziboi shcces.;ivu e passeggiare, gli sbrigliamenti interni, la cauterizzazione, la rouura p~r dilatazione fortata sono processi applicabili soltanto ai casì ge· nera li. Gli stringimenti strellissim i, non di la labili ed insormoi,,. tabili furono combattuti: 1°· per mezzo della' puntura con sonde coniche: od a dardo; 211 con le profonde cauterinazioni dall"avanti all'io ,dietro; 5~ con lo sbrigUamento in~ terno; 4o con l'uroJtrotomia co·uosciu\a col uoO'le di bbu· tonniire. Le punture in tra ·11retral i furon ahban.donate perché cspongon a false strade. La cautoJriuazioue può pore pro·clurre fal!!e slrade e lasciare cica trici , la retrallibilità della qn:rl'i riproduce lo sfringimeolO. G'li sbrigliameri1i· interni sllpponguoo l'inlroduiione d'uno !ltromento condullore e cagionano spand~menti di sangue, r itenzione n'orina, infiltrame'rrlo, suppuraz,ioni. Per allr., l;i sperieuza sembra sta· bilire che rendendo profonde queste incisioni , come Ca il Doli. Reybard, s'evitano lo strin_gi mento e gli altri indicali accidenti. L'tÌretrotomia periooa1e ingiustamente dimenticala, togli11 lo stringimento dat di fuori all'io dantro con un taglio netto o rl'golare: non vi ha timore d'e morragia, oè di ritenzione di sangue, nè d'altri inco1mrnienli. La forila si rimargi,na sopra una grossa sonda di gomma elastica lasciata a permanenza in vescica e dà una cicatric11 pieghC" voi e sottile senza marcata tendenza a recidhare il restriogimènto. L'uretrotomia può praticarsi in tuHa la lunghezza dell'uretra, sehb~ntl i casi più fr.eq uenti sian al peri11eo~ Un'essenziale precau7.ione I\Ogli stringimenti insormontabi li è d'aprire l'uretra' al da vanti dello stringim ento sopra una1grossa sondà Metallica e di fissar imrnedìatam'enl'e le pareti del canale con un file>, con un ago e con piccoli uncini, ecc., per ess~re c11rti di trovarle in 1ut1i i momenti dell'opernziòne. La bagnatura con aoqua fredda fa. cilita l'esame del!e parli e permelte di scopriro l'orificio delJo stringimento médfa111e, uno sti lello d'arg,intu scanalato. Stt non si riesce ad allraversare l'ostacolo, si potrà superarlo con 1111 0 stiletto conico od aprire l'orelra al davanti della prostata e scoprir il res tringimento dall'indietro al davanti col mezzo d'uno slilello d'arge nto ricurvo ed inlrodolto in questa por1.ione d1 canale. Sono però mancggi Bsai difilcili o delicali. Se si potè fare penetrare nel canale una· sollrla si fa scorrern sopra quella lo slilello scanalalo che Stffve a fondere la coartazil)ne. Uo altrn stiletto iotrodollo a lato del

primo eia facilità di dilatare l'uretra e di portarvi senza timore di falsa strada una sonda di gomma elastica che si fa pène~rare sin io vescica,. Il P.rof. Syme d'Edimbnrgo èonsiglia d'aura versare lo stringimento con un piccolo eanletetòl scarJ>ell'alò d''a,rge11to onde rendere facile l'uretroto· mia; ciò però è soltaofo possibile negli stringimenti abbastanza dilatabili. Se l'ori-na non stilla dalla sonda, dipende sovente da coaguli di saugue che ne olluran i fori , oodech·è un'iniezione n'acqua tiepicla rimedia a tale difficoltà. La sonda di gomma elaslica è allora ritirata senz'alterate la condir.ione degli stiletti condullori e la s'introduce di nuovo dal glande sin alla ferita perineale ed io seguito in yesci'Ca. L' Aotor, in appoggio di questi suoi precelli riferisce quattr'ultimi casi da esso operali nel 1851 e nel 1852 nei q(!ali, sebberre la m'alallia fosse nelle condi,i.ioni p-iù ,diaperate e n,fra:ttnic a tulli gli altri metodi di cura , fu cdìtloattuta con esito felicissimo mediànte l'uretrocornia perineale. Dà poi fine al suo Lavdro còn le seguenti parole : u la sperienza Clinica altamente proclama il ,alore dell'ùrelrotomia e non dubitiamo che qoest'operazione, meglio compresa , non sia noverata in Francia nel numero delle più preziose risorse dell'Arte • ., Per l'onòre dell'Jlalia aggiung-cremo cho quesl'operazione è fra noi tenuta in quel pregio che si merita e che i più distint,i Chirurghi della Penisola non Lemonu di ricorrer alla m1!dèsiora ogoi qual volta ne riconoscono le indicarioui. [imilando·ei al nostro Stato, 1utt1 quei Medici e Chi'rurghi i qnali pCllerono tenere ditltro alla Cl 1niea della prima uotabilHà Chirur-gica d'Italia, il Cav. Commend. Prof. Riberi, ebbero spesso agio d'apprezzarne i mo'ravigliò'si risùltamenti ed acquistare coo.ftJeuz.Q in siffatta •perazione la qualé appunto per la gravissima difficoltà on~'è sovente circondata dalla qualità delle lesioni per le quali è riconosciuta indispensabile, non tro\'a così sove.ot1.1 Chirurghi che sappiano praticarla a dovere; circostanza questa per la quale anche in Francia, come lo rimarcò lo stesso Sedillot, era ultimamente quasi caduta in ob61io.

AVVISO I

La Dirézione del Giornale invita gli ~\bbonali che sono io ritardo di pagomenlo a volere pagare le rate delle quali son i·n debilo, giusta le condizioni d'associazione. Si preg'ao i Sig11ori !\ledici JJivisionali perchè abbiano la bontà di rionir io un solo r,aglia postale lo rate dei loro dipendenti o di farne sborsare costà l'imporlo con il mezzo tlel Querli1irmastro per l'Armata. Quegli Abbonali che preforiscon inviar il loro paglia postale isolatal'.nente, s,1no pregati a volerlo diriger al Bar. De Beaufort, Vice-Dire(lore del Giornale di Jfedicina Militare e non allrimenlo, inchiu~o in lellera affraocata. Il Direttore Doli. COMJSSETTl Med. Div.

li Vice-Oiretlore re'sl)onsabile Dtltt. Bar. de Beaufort lit. R. Torino 1853. Pelazza, Tip. Subalpina, via Alfieri 'i-i.


srfATO GENEllALE NUMERICO DEL MOVIMENTO DEGLI AMMALATI •

e delle malattie state curate negli Spedali Divisionali e Succursali llilitari drTerra e di !larina nel mese d'aprile ,t 853. GENERE DI MALATTIA

GENERE DI MALATTIA

·;;

~

"' "' r..

216 645 622 •

Sinoche . T!foidee . . • . . Tifo . . . . . . • . Peri:idiche j I n g~nere · Permc1ose.

l

Continue. .

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2

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37 100 1 J

4

E ncefalit e. . . . . . Spinite . . . . .. . Otite . . . . . . . . . . . . .

~

Reumatica . . .

o

., Flebite . . . . . è'.! \Angio-leucitc .. ~ ;:Adenite. . . . . ; Gastro-enterite z Ep~tite . . . . . ""

· 62

35

31 1"1

8

12

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Osteite Periostite. Flemmone

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3

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' 33 13

4 64 38

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1

5

3

23

30

1

Emormesi cerebrale Id. polmonale

. . fPneumorragie . ~ Sangmgm. Ematemesi. . . B !Diarrea ... . . d'umori Dissenteria . . f . I .:: secreti Cholera morbo

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15 112

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Nostalgia.

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P.arahs1a . . . . . . . . .

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Protiopalgia . .

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lenti.

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Idrocele . . . . . . .

o Sarcoeele . . . . . . . ..,. Artrocace . · .. ,.. Spina ventosa

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Totale dei morti

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56 •

31

n

9 2

Calcoli. Ferite

Fratture .

8

Lussazioni . . . Scirrc, e cancro.

1

Suicidio. · In osservazione

llforbi non compresi nel quadro:

Leggicri morbi locali

Totali

69

-

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5 ~

I

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Id. Costituzionale .

1245 2461 2393 52 1267

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\)

Ostacoli uretrali .

'Cancrena. 10 40

1

Osteosarcoma . C,1rie e necrosì.

Sifilide primitiva . ..

16·"1 179 ., '7

Id.

~

.

" "

...

;:; Varicocele, Cirsocele

3

43 1 6 .,

Tumori . . . . Ascessi ticuti.

46

14 2

41 7

l

Asci le. . . . . . . . . . <.) Edema . . . . . . . . . j Scrofola . . . . . . . . • , Scorbuto . . . . , . . .

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5 1

Tigna . . . . . . . .

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2

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Fistole

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'rabe . . . . . . . . . . :ì . T·i.sic. bezza polmonale. ~ Idrotorace . . . . . . .

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2

Vizi o~ganici del cuore

2

1 1

,

1 Aneunsme . . . . . . . UICCl'e.

2 "

24 .,

Ischialgia. . . Stenocardia .

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Neu ralgie varie

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1

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2

;;; Apoplessia . . . . . . . . o Epilessia . .. .. ,· .. .

87 3 12

1245 24612393 52 1261

'Mania. lpocondriasi .

,,

20

10 32 9 26

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Toiale dei curali

95 " 1 •

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Riporto

3

1 24 ,

2

Risipola . . . . . . , Vaiuolo . . . . . . .

A riportare

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18 29

Diabete . . . .

.

i,

238

15

11

~

~ Scarlattina. . . . ! ~(Rosolia . . . . . . ~ Scabbia . . . . . . ~ Erpete . . . . ..

2

4 1 " 57 140 134 ,, 48 47 50 J

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Id: Blennorrasdca . Orchite. •

~

68 t

2

Artrite

"'

37

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Reumatismo .. Cistite Uretrite . • . . .

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50 33 100 93 • 171 266 215 6 156 101 125 120 15 97 15 8 13 2 8 5 13 8 2 8 1 • 1 1 1

,

Spi enit~. . . . .

5 2

2!.l "

, Blennorrag1ca . . . . Angina . . Bronchite Pleurite e Polmonite Cardite e Pericardite .

;:; Angioite

J

116 214 15 2

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Olt 1 ; Purulenta . . . · a m,a. Bellica o C<!Dlagiosa.

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144 211 23 24 ,,

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66 158 147 •

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! I 2 184 '2 22

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14

1834 3408 33!9 69 1854

Mortalità relativa, i ·I 13 p. O[O. I


( ai 7 di giugno 1853 )

N. 45.

ANNO II.

GIORNALE DI HEDICINA HILI'f AllE DEL CORPO SANrrARIO DELL'ARMATA SARDA .

L'associaziope non si riceve che per un anno e comincia col t O d'agosto. Il Giornale si pubblica nel Lunedì di ciascheduna selli mana

PREZZO D'ASSOCIAZIONE In Torino .

. . .

. . . .

L. 10. In P rovincia ed all'Estero, franco di posta • .

L. l l.

L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipali. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGRAFIA SUBALPINA via .Alfieri, onm 0 24. Le lettere per àbbonamcnto al Giornale debbon esser affrancate ed ac;o:upagnate da vaglia postale.

SOMMARIO. -

1° Dott. CERALE : Moccio acuto. -2°Dolt. RlvA:

Urelro-cistile. - 3° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 4° Dottori GJACOMETTl e Monnn: Rivista dei Giornali Scientifici.

I' sel~emhre ultimo scorso per essere J

r

PARTE PRIMA. STORIE DI CASI RUIARCHEVOLI. 45 .MOCCIO ACUTO

(Storia comunicata dal llied. di Regg. Doli. CERALE).

Condeveaux Felict>, d'ann i 24, Soldato nei Cavalleggieri Novara (assentalo il 1° giugno 1850), malaticcio da più giorni per orripilazioni, stanchezza generale, pesanlor~ di capo ed inappetenza ripara allo Speciale la sera del 29 gennaio 1855. . Nato a M:argeny, Provincia cli Thonon nella Savoia da parenti sani; vaccinato in sul la prima infanzia; dotato di temperamento· sanguigno ,linfatico, di robusta costi tnzione, di grosse rorme e di ouusa in telligenza, non ebbe in vita sua a so!Trir-e altro malan no che uoa dicrasia umorale nel 1851, tradottasi in atto con dolori muscolari , stravasi di sangue, indurimento cellulo- cuta neo, tumefazione delle membra inferiori, rigidezza e senso d'enorme peso in tali parti, pa 11or delle gengive ed uscila di sangue scolorato dalle medesime, somma prostrazione di forze ed alterazione nei tratti del volto. I limoni, i preparativi marziali, le limonee minerali e~ un appropr,_iato regime dietetico val sero a correggere l'umoral dicrasia; tre mesi in patria a consolidar la cura e le Terme d' Acqui a fuga1·e la superstite rigidezza del membro inferiore destro, non che aridonargli la primiti'va for.za e libertà nei movimenti. Le grossolane forme del Condeveanx rendendolo poco atto all'equitazione ed a queglt altri esercizi fisici che r'i · chieggono agilità e destrezza , lo fecero preseieglìere nel

addetto al servizio dell'luferrneria dei cavalli mocciosi. Durante i qoallro primi mesi oessun incidl:\olti venne ad intorbidare il quieto suo vivere, ma in sul principiare di gennaio cominciò a risentire i tristi prodromi di quel terribile ma lanno che doveva sì presto por termine alla sua carriera e ciò malgrado cbe i precetti igienici di pulizia non fossero da lui menomamenle trasandati e che non· avesse- mai, da quanto mi consta, a dormire nelle scuderia ove prestar doveva--servizio. T ristezza d'animo e dimirJuziQne di appetito, !eggiere orripilazioni ed inso lit-a stanche1,za sono i primi sintomi che segn11no l'invasione ·della malallia. Abbattimento mo·rale e prostrazione di forze, pallor di volto ed alterazione nei suoi'tralti, f)esantor di capo e dolori contusivi ai lombi ed alle estremità inferiori , impaoiameoto della lingua, sete ed inappetenza, tensione, durezza e Jeggiera frequenza di polsi, siccità di pelle e leggier aumento d.i temperatura, ecco quanto mi vien dato di rilevare al primo esame di quest'individuo (visita matt. del 50 gennaio). Un'oncia e mezza d'olio di ricino ed alcune libbre di acqua tartarizzata slibiata, la dieta ed il riposo ·fugano le .doglie, sgombrano la sete e rendono normal i" il ritmo arterioso e· la temperatura cutanea; l'appetito ritorna e l'ammalato cbiede al imenti solidi: il giorno 5 febbraio si con· cede il quarto; nel di vegnente la mezza col CJ: vino ed il 6 i tre quarti. Salvo l'abbattimento morale ed un non so che di anor• male nei delineamenti del volto, del resto ogni sintomo morboso taceva: l'appetito era eccellente e le digestioni compievansi con !utla regolarità. Tale app~rente ben essere t-1 però di corta dorata ed al mattino del giorno 8 il Condeveaux ci racconta aver di bel nuovo in s1JI far della sera e durante la notte provato ingrate sensazioni di freddo ç) non sentirsi più così bene come negli scorsi giorni. Lingua ricoperta di palina biancastra, sete, inappetenza ed ·inesprimibile males~ere generale sono i soli epifenomen i morbosi che mi vien dalo osservare iil lai giorno (sul amaro un'oncia, tisana lussativa quatfr'oncie, due minestre, acqua tartarinata alla sera).


354 9. 'fre evacuazioni nella giornata di ieri; oessuna mo-

temperatura alta; polsi duri; vibrati e frequenti , movimenti carotidei energici quanto msi; lingua rossa ai margini ed all'apice; sete intensa ( si sospendollO le pillole marziali; dieta; decotto di tamarindi 2 libbre , scirop1>o

lesta sensazione; poca sete e miglior appetito (tre minestre; acqua ta1·tarizzata p!r bibita). 10. L'ammalato èhiede alimeali solidi (quarto). 11 1 1! 12. (Mezza; zuppa-pmie e quarto 'Vino). L'ammalato fa lza èla letto, t>'isscggia ·e non è prti si mesto e tacitur110.

2 oncie; solita limo11ea; cataplasmi sulle località malate ).

-Persister,do ·.illa visita potneridiana , surrireriti sintomi , cerco persuadere l'ammalalo essere necessaria una sott1·azio11e sanguigna al oraccio : resiste in sulle prime essendovi ollre ogni creder e avverso, quindi cede. 22. Notte agitala e senza riposo : sangue rinoperlo di fitta ed alla cotenna, volto di color le,rreo, tristezza somma: nessun cangiamento nelle coudizioni generali; località sinistra migliorata, malanno destro in via di progresso, dolori muscolari lungo !'iutiero muscolo (salasso ; decollo di tamar. 4 Ubbre, siroppo 5 oncie, mucilagi11e di gomma. arabica 6 011cie) estratto d'aconito 12 gra.ni, sirop. 1 on-

15. Novelli brividi di freddo durantQ. la scorsa nolle : cefalea frontale, dolori muscolari longo le estremità inforior i; lingua impaniata, sete ed avversione ai cibi; ventre teso e doro, ma indolent e, somma stanchezza ed abbatt imenlo morale ; ritmo arterioso o Lemperalura cutanea normali ; evacoazioni alvine sospese da tre gioroi; orine abbondanti e belle (elettuario lenitivo un'oncia, crem. di tat·t. 172 011cia, aloe 10 9rani: dieta ed acqua tm·t. per bibita).

Due lwac,u'.11,ioni nella giornata ; quindi snll'imbruoire orripilaziùoi, poscia freddo generale cui un'ora più tardi Lien dietro ua intenso calore accompagnalo da quel corredo di sintomi che caratteriizano un gagliardo accesso febbrile (lùnonca minerale J>cr bibita). 14. ${!ombro ùgni sintomo l'ebbrile; alla proslrazil1oe di ·forze, soinma lrislezza d'animo ( citrato di chinina 50 gvani, estr. dì giusquiam o nero 10 grani per 10 pillole di cui 4 nella giornata; limonea minerale). · La febbre ritorna in sul for della sera, ma poco intensa e di breve durata. 15. Perfetta calma (quattro pillole e soWe bibite). Leggie.ri brividi verso sera e nulla più. 16. Ultima le pillole, continua l' uso della liroonea e la giornata passa senza cho l'ammalato soffra alcuna mole· stia : nel mallino susseguente chiede alimenti solidi e gli si concede il quarto (limon . min. per bibita). Alla visita pomeridiana accusa fo rli dolori al terzo su·perior•.llnle1'iore della gamba sinistra ove in corrispondenza dei muscoli che fian i;lteggiano lo stinco, s'osserva una leggiera tumefazione circoscritla nello spaiio di pochi centimelri ed associata ad uo'eccessiva sensibilità al tallo senza caugiamonto di color ito e temperatura della pelle (cataplasmi emollienti). 18. La scorsa notte fu inquieta e pressoché insonne per l' intensità delle .doglie che ora s'irradiano all'iotiera massa muscolare di tale regione: l'abhallimento mora le cresco e le forze perdo_no terreno ( ca,·bonato di ferrn 2 dramm e, eslr. di ge11.ziat1a 1 dr. per 40 pill. di c11i G 11ella giornata; solita limonea) . 19. Nessun cangiamento degno di rimarco. 20. Persisteoia dei dolori, tum,efazione di poco accresciuta , sensibilità al tatto più che mai squ isita (o tto mignatte in corrispQndenza del tumore; quindi catapl. e solita bibita). Alla visita pom'3ridiana l'ammalalo accusa dolori all'arlicolaziooe libio-larsea destra. Considerevole lumel'o:doae premalleolani interna , gra ode sensibi lità io tale parte, ~movimenti del piede oltre modo tormentosi, co lorito e temperatu ra cutanea normali (cataz>l. emollienti irrorat·i d'olio .di giiisqttiamo\

21. J)iminuite le doglie lungo la gamha sinistra) meno appariscente la tumefazioné, ma persistente l'aoormale sensibilità al lallo. Articolazione Libio-tarsea destra ovunque tumefatta , rosso re erisipolatos.o al lato inleroo, sensi · bilità accresciuta, doìori conliouì. Nolle insonne ed irrequieta; maggior allerazioae nei tralli riel volto; pelle secca;

cia ila prendersi a cucchiai ; un pantrito t'n due volte).

·Visilll pomeridiana: sangue cotennoso al pari di ieri: temperatura cutanea al di sollo del naturale, ingrate sonsazioni di freddo, contrazioni parziali eè intercorrenti dei ·rnascoli delh1 facci a . polsi 1>ièc1ni , celeri e fugaci, SBle inestinguibile, somma proslrazio11e di forze ( si sospende {amministrazione della vozione iposteni:; zanle di cui 11e aveva preso due soli cucchiai; limon ect minerale) . Alle 8

J

di sera reaziooe febbrile, intensa anzi che no ( riprende la pozione calmante che consuma ili poche ore). 28. Dalla mezzaoolte io poi l'ammalato fu assai tranquillo ed a più riprese s'addormentò. Sensibile rem issione nei sintomi generali ; morale più rialzato ; articolaiione Libio·larsea sempre più tumida e sensibile {16 1r~i911atte al di sopra dei malleoli; fomenti tiepidi per fa vorire lo scolo sarigiiigno, quilldi cataplasmi. Le s/C$se bibite di ieri). La giornata trascorre per l'ammalato discretamente bene, ma io sul far della sera è di bel nuovo preso da brividi di fre,ldo che perdurano varie ore. 24. Notte trauquilla e placido sonno. Polsi piccini, ma regolari, temperatura cutnnea normale, lingua bellissima e poca sete, tumore della ga mba sinistra piti appiattito e meno spòrgente, pelle lucente, oscuro senso dì fluttuazion e, nessuna doglia se ooo si comprime cou forza, tumefazione del piede destro diminuita, rossore meno intenso, dolori meno risen titi (citrato di chinina 50 grani, estratto di giusquiamo 10 grani per 10 pillole di cui tre nella gior· nata; solita limonea; due minestre vermicellini ed una

zuppa-lai/e chiestaci dall'ammalato). 25. Notte Lraoquillissima; perfolla calma g1rne rale, pro· gressivo miglioramento locale (5 pillole; soli ta bibita). 26. Ncsson cangiamento , seppure eccellui la ricomparsa dei dolori muscolari luogo la gamba destra ( due pillole e la limonea minerale). 27. Sgombra ogni traccia di malanno dall'articolazione tibio-larsea destra; mc>no sensibili i dolori muscola ri; polsi norma li , li ngua· umida e bellu , sete piulloslo in tensa. Macchia rosea sul dorso della mano sinistra presso l'estremo enteriore del secondo metacarpeo, macchia che scom· pare sollo la pressione , ma per far tosto ritorno appena si desiste dalla medesima, leggiori dolori al !atto (Prescri· zùmi di ieri). 28. Scomparse le doglie dalla gamba destra; Oulluaziooe meno oscura del tumore della g~rnba sinistra, sensibilità al tallo pressochè anormale; region e dorsale del 2° rnelacarpeo rossa, colda e tumida nella sua metà .lllteriore ,


355 imbarazzo di respiro e sete cQme oci giorni scorsi; fìsos~nsibilissima pr,:ss,o l'articolazione ( iod1,ra di ferro i.i oomia più allegra, morale più rialzalo; tumefazione della· granì, mt1cilagine di gomma arabica 5 on.cie, sirop. tti mano ~gombra nella massima pa:11te, poche go~ciole di oncia; timonea minerale; cataplasmi sulla mano e sull<t suppur,1zione dalltlc incisioni; nes.s1)11 dolore di sorta; dal · gamba). l'apertura della gamba un p')' di marcia simiie a quella 1° ;11arzo. La lumM9zionc della mano s'e~tende all'indi ieri ed alcuni grumi di sangue ( medi·cazioni e prescritiera regione dorsale dl'l 2° e 5° rnelacarptv; Lini a rossa zioni come sopra). della pelle, alta temperatura e squisita sensibilità per ogni 7. Nelle ullirne 24 ore St~i evacuazioni alvine; rif~eluti do-ve. :'i'essnn cangiamento nel gcrerale ad eccezione di vomiti io sul far della sera, e prùlralli brividi di freddo; un anormale rossor,e e calore de lla guaricia sinislra (Prerfoornparsa dei dvlori muscolari lungo le estremità infescrizioni ul supra). 2. Dorso de.Ila mano ovuuque tumefallo; ch iazze rosso- , riori; nolle irre4oieta ed i·nson11e ; graode abbaltimenlo scure, in corrispondenza del 2° e 5° metac.~rpeo ; 11;,ivi..:' , i morale; l ngua ui11ida e rossa; base dei denti ricoperta di meoli delle dila imp0S$ibil i, sensibilìtà grandissima per ' poltiglia giallognola; polsi tesi, driri e ·freque,,ti; alla temogu.i dove; !)Oisi duri, Lesi e frequenti, lemperalur.a gene- j' peratura cutanea, ventre vieppiù tumefallo; moli convulsivi dei muscoli della faccia; sussulti tendinei; sete inestiraie accresciola, lingua umida, sete conlimn, rossor0 e guibile; leggiera tumefazione e chia~za rosea. sul dorso calore della guancia sirrìstra· persistenti (mignatte 15 al della mano destra non che ìn corrispondenza del malleolo carpo; fomenti tiepidi, q1iìndi cataplasmi ; limonea miinterno del piede sinrisllro;sgombrai ogni tumefazione delJa nerale). mano sinistra , suppurazione nulla ; nessun cangiamento 5. Noue irrequieta ed insonne pei tormentosi dolori nella gamba dello stesso lato (clistere di malva con due della mano ~ tume.fazione -e tensione accresciuti : novelle capi. di papavero; solite cartoline ed acqua edutcurata per doglie lungo la gamba .sinistra; fluttuazione più manifesta (si pratica colla lancetta una puntura nel bel centro del tubibita; ·una libbra d'uva). ' 8 . Ncsson vomito nella giornata di ieri, due sole evamore dal quale sotto ta pressione ne esce circa un cuccuazioui ,alvine; no Ile tranquilla, varie ore di placido sonchiaio di materia .fluida, gialLo·rossigna ed oleosa; faldella no; polsi regolari; temper~lnra cutanea normale; liogna spalmata d't11i9uento d'i Galeno e cataplasmi; si ripete il meno rossa; sete d·imiouita; tosse poca; respiro più libero; sanguisugio al carpo; decotto di tamarindi per bibita). fìsonomia. più bella; morale l'ialzato; ventre considerevol4. Cì si racconta che verso le 6 pom.eridia~1e di ieri meole tumido, ma indoloro affallo ; mano destra e piede l'ammalalo ebùe vomili, .e rigettò la rnineslrfl presa due ore sinistro più tumefatti eq assai sensibili al tatto; dolori muprima. Stando alle asser:doni ùel medesimo non avrebbe scolari menù molesti; poche gocciole della stessa materia ripqsalo ne[)pllr µn istante dnrp.n_le l'inliera notte, ma il Medico di Ba tlaglione ci asserisce che alla conlrovisi!a lo dalla gamba sinislra 11) ( pre~crizioni di ieri). trovò tranquillo ed immerso in placido sonno. Polsi pic.F in verso il mezzodì" le cose procedono in bene, quindi dni, ma regola,ri, lingua sempre b(-llla, sele ognor contitolto cangia d'aspetto ed al.la visita po:r!eridiaoa I' amma · nua; leggiero imbarazzo di respiro, tosse secca a quando lato si presenta nelle condizioni seguenli. Guancie rosse, calor morden te della febbre, polsi duri, a quando; progressivo deperimento di forze, grande abballimenlo morale. Chi1,Jsa l'apertura del la gamba sinistra,, frequen!i e vibrali; batliti carotidei talmente enMgici da di bel nuovo appariscenlj la raccolla liquida; meno tumida rendersi visibili a qualche vasso di distanza; lingua secca, e meno tesa la mano , più pallida la tiuta delle pelle, rossa e colle papille irte; più abùondaole la patina che oscuro senso di flulluaz io ne presso l' arti eol;;1zione metaricopre i deoti , più .tumido il ventre ed assai sensibile, carpo-falangea dell'indice (cataplasmi; limonea minerale; ripetule evacuazioni liquide nello spazio d i poche ore; presro che continui i moti convulsivi dei muscoli della d11e m-inestre vermicellùii) . 5 . L'ammalato fu di nel nuove preso da vomili in sul faccia ed i sussulti tendinei. Sul far del la sera l'ammalato cade in sopore e durante la notte è preso da delirio tranfar, della sera; la nolle fu irrequieta e senza riposo ; la tosse persiste; il ritmo arterioso è regolare; la lingua secquillo: parla del ben essere in cui si lrova , dell'uscila ca, coriacea e qua e là screpolala. Il dorso della mano sua dallo Speda le, de.I suolo natio che conta rived·e re fra è molliccio e la flulluaziooe ùene manifesta in due distinli poco; dell'inaspetta!o ritorno delle primitive sue forze, non punli cioè verso l'e·s tremo anteriore del 2° metacarpeo che della sua capacità a qnaluoqoe lavol'o. Nel malli no susseguente il rossore del voi lo è sgombro ed a 5 ce oli metri più in allo io corrispo11denza del secondo spa1,io interosseo; due punture colla lancetta danno esito ed una tin!a cada.verica s'osserva io vece sua; la pelle è ad abbo11daole marcia biancuslra, densa e be11 e laborata secca, ma quasi di normale lempel'atura; i polsi sono celeri, liliforrni e fugaci; la· lingua "è secca e d'un colorito (/a/delle spalmate d'u.ng. refri9. e cat<iplasmi: sei cartoline rosso-scuro ; ;i ha sui denti uo po' dì fuligine ; i sussulli di bicarbonato di soda ed· altreitan1.e d'acido tarta1·ico; tendinei ed i moli convulsivi della facc ia continuano: il ac1ua ed·ulcorata; limonea, minerale e dite aranci). Alla meteorismo crebbe e durante la nolle le evacuazioni alvine visita pomeridiana ne esce dà!l'apertura rlella mano poca marcia di· lode voi aspetto e dal Lµrnor e della gamùa la cui si ripeterono per ben 5 volte, mentre a più riprese vi fu licatrice si riaprì spontanea un rnezzo cucchiaio di materia perdila involontaria delle orine, L'amma lalo è di continuo simile a re.ccia di, vicio. 6, Nr,l dopo pranzo di ieri non ebbe vomiti, ma bensì (1) Il mio ammalalo ebbe la visita del Prof'. Carmagnola in tale tr.eevacuazioni alvine liquide affallo; notte assai tranquilla; mattina. Conforma di diagaoslico: insistenza uelle stesse prevernre alquanto rneteorizzalo, ma presso!)hè insensibi-Je scrizioni: ritorno ai preparati chinoidei e marziali àppena le vie alJa,j.fessione, temperatura cutanea 110,male, polsi piccini digesiive Io permetteranno; speranze di buon esito, ('CCO il risule regdari, lingua meno secca, orine bel!e e copiose, losse, tato del consulto che ebbi coll'ollimo, mio Mflestro.


556 assopilo, ma appena inlerrogalo si scuote, apre gli occhi, risponde caLegoricamenle, poi torna a cadere nello stato di prima. Giusta le asserzioni del medesimo tulto va bene ed ogni molestia Lace. All'estremo posterior-superiore del cubito sinistro s'osserva una chiazza rosea e !e pareti molli corri·spondeoli sono leggermente tumefalle. Due ore dopo la visita il Coodeveaux è di bel nuovo preso davomiti che si ripetono a brev i intervalli e rigetta ogni volta due o tre cucchiai di materia ponacre. Sol mezzo giorno la pelle si fa umida, quindi bel bello si ricopre di profuso e caldo sudore; i ·polsi si rialzano ma per brevi istanti; ve.rso le ore 4 la temperatura cutanea s'abbassa, il sudore scema, i battili arteriosi diventano di mano in mano più piccini ed un'ora e mezza più tardi fanno punto. Necroscopia eseguita alle 8 antim'. delli 11 marzo

(Rej}azione del Dott.

GIUDICI).

Cada.vere d'individuo a forme atletiche: rigidità cadaverica persistente: pareti addominali distese e timpani<:he: integumenti addominali qua e cola <li colore verdognolo per incipie11le putrefazione: macchie cadaveriche rossobrune al dorso, alle natiche, al pene ed allo scroto: varie chiazze livide in corrispondenza della gamba destra. Sono svaniti- i tumori che esistevano durante la vita al gomito sinistro ed al malleolo interno sinistro. All a regione 0orsale della mano sinistra, in corrispo-ndenz~ della pontura ,6seg_uita durante la vita,~ al di sotto della cote che ivi è io parte corrosa, il tessuto cellulare è dislrullo e spappolalo, le aponeurosi sono r-amrnollite ed erose, , le fibre del musco!.~ primo in terosseo dorsale sono rammollita e falle di colore rosso di mattone; 1e guaine muscolari e tendinee <lél 2° m·etacarpeo sono pure iniettale e ram molli te. i\ lla mano destra e precisa men le nel centro della regione dorsale della medesima, non s'osserva più nè il rossore, nè la tumefazione eh.e ivi si erano riscontrate durante la vita, ma levali gl' i ntegumenti si nota un sensibile ingoriso sanguigno e diminuzione di consistenza del periosto del 5° e 4° metacarpo; cosi pure è rammollito ed ha assunto una tinta che volge al giallo il muscolo 5° interosseo. L'ascesso esistente al le gamba sinistra è for malo da on cucchiaio di maleria simile a quella che ne scaturiva durante la vita, mista a qualche grumo di sangue, il tulio conlenu lo nello spesson, del m·uscolo tibialeanteriore, le cui fibre sono rammollite, spappolale io alcuni · punii e falle di colore giallognolo. lo corrispondenza del malleolo inlerno del piede sinistro le aponeurosi e legamenti che partono o s'allaccano all'apofisi tibiale corrispondente sono colorati in rosso, turgidi di sangue ·ed alquanto rammoll iti. Cavità del cranio. Levato il cervello, cinque o sei cucchiai di siero sanguinolento s'accolgono nelle fosse occipitali. Il cervello e éérvelletto sono perfellamente sani. I ve11tricol i laterali contengono un mezzo cucchiaio di siero limpido. · Cavità nasali. Mancano i seni frontali. La pituitaria che taprezza il sello delle Mrici t1d i turbinati sia a destra elle a sinistra è coperta da uno strato di materia giallognola simile a pus proveniente dal rammollimento della sostanza tubercolare: levato il quale strato si lrova In mu-

cosa iniellata , lumefatla , rammollita e corrosa da una quantità di piccole nlcerette di forma rotonda del diametro di una o due linee, taluna delle quali penetrano sin alla carti lagine ed all'osso sottoposto il quale in alcuni punti è denudato del perios1io corrispondente e partecipa alla erosione del la mucosa che Io tappezza ; i seni mascellari sono molto ampii ; la mucosa che li ri veste partecipa tutta quanta alle. sovraindicale lesioni , solamente il pus che la ricopre è alqua nto meno denso, meno opaco e meno gra• nuloso; Nel seno mascellare sinistro si scorge nna piccola pustula che perforala col la punta d·ellç, scalpello da uscita a due goccie di pus denso e biancastro; la mucosa io quel punto è perforata e l'osso è rammollito; il rossore, la tumefazione ed il rammollimento della mucosa nasale si propagano alla mucosa faringea, nè scompaiono che al principiare dell'esofago.

C avita orale. Nella cavi là orale non s'osserva che uno f lraordinario pallore della mucosa delle labbra , gengive e lingua ; così pnre bianca e pallida è la mucosa dcll'epi· gloLicle e del resto délla laringo, sì phe fa tanto maggiore risalto l'iniezione della faringe; al disollo però della laringe la mucosa lracheale torna a farsi più colorata e l'iniezione 1anto più aumenta quanto più si discende a l basso verso le diramazioni bronchiali che contengono considerevole quantità di mucosità spumose. Cavità del petto. I polmoni sono perfettamente sani e oon presentano che la solita iperemia cadaverica ai lobi inferiori e porteriorment.e; le pleure sono normali e non contengono che poche cucchiaiate di sierò citrino di cui sì rinvengono due cucchiai nel pericardio; le fibre del cuore sono alquanio flacc ide e partecipano , beochè in grado minore, a quella tinta rosso-gialliccia ed al rammollimento dell e fibre dei muscoli che abbiamo notalo di sopra, tanto nel ventrico sinistro, 11uanto nel destro esistono concrezion i fibrinose intralciale colle colonne carnose e i lendini valvulari e· diramantisi lungo i grossi vasi ; l'enòocardo e la membrana sierosa dei grossi vasi non (?ffrono alcuua sensibile alterazione. Cavità dell'addomine. lntestinì distesi da grande volume di gaz; mucosa gastl"ica Linta in rosso verso il fondo cieco per fina iniezione punleggiata; stomaco ripieno di liquido gia llognolo, fetente ' in cui nuotano alcune ~corze d!acini d'uva, lorde di sostanze fecali; mucosa intestinale iniettata verso la fine dell'ileo e il principio del cr~sso; glanrlole mesenteriche nn po' più sviluppate del naturale; fegato norma le, _cosl pure la milza ; cisti· fellea contenente una mediocre quanlità di bile assai più diluita d i quel che s'osserva comunemente.

44 URETIIO· CISTITE

(Sloria letta dal Doti. RtvA in una Conferenza di Torino). Colgo l'occasione, onorevoli Colleghi, di queste nost:e Conferenze per .offrirvi, accompagnalo da poche 0011 sudiate parole, nn pezzo ,patologico da me raccolto ora itlno pochi mesi nella Sezione di Chirurgia , dirella in quel


357 tempo dal oostro Collega Oott. De Beaufort, il quale fallo, se per se medesimo com-, per le circoslanze d1e ne ac, compagnavano l'evoluzione ed il decori;o può somministrare argomento di serie riflessioni e di discussione, è a ltresì nn esempio della diuturnità d'un g;ave e lento lavorio palol()gico senz'un corredo di si nlomi corrispondanli. Trattasi d'una lenta infiammazione rlegli organi uro · genitali maschili la quale si fallament11 alterò la slrullura dei medesimi che la vescica ori11ari:i pol rebbe paragonarsi, sia per In fo rma, sia por la t,issitura e sì anche per la spessezza delle sue pareti, alla struttura ed al volume dd l'utero d'una donna, mentre che lo scroto e Lolle le porti conre nule nel medesimo rurono ridotte ad un amm~sso di sostanza lipomatosa di cui nel mezzo in vano si cerchP-rebbero i testicoli. Di fallo chi tra di voi, Colleghi, direbbe essere la vescica orinaria quel corpo ovoidtio che vi sta sotto gli occhi e vi s'offre con pareti d;illa spessezza di circa quattro linee, formale da un tessuto affallo anomalo ed avente nessuna lraccia della di rezione delle fibre muscolari proprio della vescica ? Chi tra d1 \'Oi io que l volo che queste pa· reti li mitano talmente da non capire µiù di quattro cucchiai di liquido rav viserebbe Ja cav ità del la vescica orinaria di uo uomo a 55 anni, se nel corpo che l'ammasso lipomatoso scrotale 50pporta, luttochè alteratissimo nella sua tessitora o nei suoi d iametri, non scorgeste tull avia alcuni caratteri del membro virile? Ma prima d'add entrarmi nella dimostrazione del pezzo palolo~ico, ragione vuole ch'io v'esponga succintamente la Storia del caso. Agostino Meloni , Soldato ne ll'Arti glieria, llegg. Operai, dell'età d'auni 55, di temperamento sanguilsno venoso e di costituzione robusta eotrava in questo Spedale ai 16 di di · combre 18.52. Arrivato da pochi giorni dalla Sardegna , provava il medesimo in seguilo alle fatiche del viaggio una esacerbazione di quel malessere dell'apparato uro-genitale a cui una blennorragia, 0011 mai radicalmente guarita, lo facen andare abitualmente soggello da due anni, nel corso dri qual i avevano con lunga ostinazione perdu ralo le febbri periodiche. li sin tomo preclominanlr. al momento della visita era un dolo re cupo al basso fon do dell'addomioe con irradi azione di bruciore uell 'urelra e con pa,rzia le i neon tinenza d'orina di cui il getto, subord inato ancor alla forza animale, er a sottile e prolungalo. Notavansi siccome sin· tomi collaterali una fisionomia abballuta e sofferente con occhio languido e relrallo oell'orbila, una cefalea non grave ; la lingua impaniala ed un poco rossa ai margini; l'addomine alquanto tumido con intolleranza della pressione nelle regioni sop ra-pubica e perineale; lo scroto edematoso; uno scarso ed involontario stillic1d10 d'orina; la stitichezza; la pelle secca; i polsi piccoli , ristrelli o lardi. Benchè dalle nozioni anamnestiche e diagnostiche si comprendesse che la malallia uretro-vescicale aveva profonde radici, si foce tutta via ricorso alla semplice cura antiflogistica propria dell'uretro -cistite. Dopo due giorni di cura, ai primi sin tomi, forse por abitudine del paziente poco imponenti, tennero dietro gravissima cefalalgia; arsura della pelle e della mucosa boccale coo polsi concitati e lesi; stitichezza assoluta; orine scarse, rosso, sediinen tose e torbide mollo più che per l'addie\ro; aumento 11efl a tumidezza dell'ipogastrio (due salassi; sanguìsuglie al perineo; cataplasmi e clisteri mollitivi: be1Jande tamarindate). Continuavano lullavin io tutta la lor intensità i fenomeni morbosi, specialmente i locali che erano per l'ammalalo cagione di gravissime e molto

la men iate dogi ie, onde cho nell'intento di riconoscere se di questi atroci dolori ro~sc cagione !'orina io troppo grande quantità trattenuta in vescica por lo spasmo del suo sfi ntere si tentò il cateterismo, ma non si poltl- mai entrai' io vescica per quanti tentativi si facessero da più d'un Collega ; di che, r.orno vedremo, la ragione stava non nello spasmo vescicale e nel processo infiammatorio locale, ma hensì in un ostacolo meccanico. Siccome però sovente accade che l'uomo difficilmenle rinunzii alle sue preconcette idee, sospe.ttanclosi tutlavia che l'impedimento al c~teterismo dipendesse da contrazion e spasmodica dello sfintere della vescica, con il consenso anche del Med. IJiv. , a cui torna mollo lodevole l'abitudine di visitare più volle nel giorno gli ammalali più gravi, si venne nella decisione di oppor a qnesto spasmo l'etncace azione dell'estratto di atropa-belladonna , adoperato per unzione nella località morbosa. Fosse però- la gravezza del male o '" sfi nim-,nto del paziente, qut>Sli poche ore dopo dalle prali calt-l unzioni avend'avuto a prova re manifes t1ssi mi sintomi oervosi , senia che più facile riuscisse il calelerismo,si sospellòche ne fosse cagione l'uso, Luttochè c5lerao, della belladoAOa, da cui perciò si desislelle. A qoeslo periodo della , 111a lattia , la [ebbre da gagliarda e conliuua si fece mite preodend'i caratter i d'una fe bbre periodica remillente che si rinnovava due volle nel giorno con assolula prevalenza dello i;tadio del freddo il quale durava per beo due ore in ciaschednn accesso. l)opo il secondo giorno dal rinnovameolo di quesli accessi fu ron amministrale in due prescrizioni 24 grani di solfalo di chinioa il quale se fu valevo! a vincere gli accessi fobb rili a periodo rem ittente, non impedì però che gagliarda e contiooa comparisse di nuovo la r iazione febbri.I~ con intensis$i1na cefa lalgia molto più sentila verso sera. Per queslo fallo che provava ad evidenza come uon infondato fosse il sosriello concepito nei pr imi giorni di cura d'una profonda e grave alterazione organica dell'apparato uro-genitale, il Curante, quantunque infaustamente pronoslir.asse 'dell 'esito della malattia, fece novellamente ricorso al rinn-0vato salasso, ai sanguisugii, alle bevande rinfrescanti, ai cataplasmi mollitìvi, ecc., mezzi questi che non valser ad alloolanarn l'estremo fine dell'ammalato giacchè, manif.,stalisi in breve l'ahballimento fisico e mora le, lo stupore, il sopore, le vertigini , l'irregolarìlà e la pi ccolezza dei polsi, il meteorismo, l'invoJonlario stillicidio dell'orina ed i sudori abbondanti e freddi , il Meloni cessava di vivere 15 giorni dopo la sua e11Lrata uello Spadaie.

Necroscopia. Apertosi il cadavere trenl'ore dopo il decesso, dopo aver esaminale le cavita del cranio e del torace senza avere, all'io fuori d'un poco di versamento siero-sanguinolento nei ventricoli dtll cervello , trovato segno di lesione patologica nelle medesime , ebbi a meravigliare come le viscere addominali, 11011 ostante le pertinaci febbri terzane lungamente sofferte, fosser in perfello stato fisiologico. Non così però andò la cosa per riguard'a lle viscere della piccola pelvi. !)i fallo esaminando la regione vescicale fui sorpreso nello scorgervi un corpo rotonrlo, polposo e consistente il qualtl a prima vista giudicai essere un tumore fungoso nato nel cavo vescicale. Era in veca 1a vescica stessa ip•!rlrofiizata, degenerata nelle sue to-.


558 'nache inspessite tal men le che verso la sommità queste s'offrisser a 111tta pr ima tanto malconci da uoe più lasciare erano grosse qoasi cinque linee ( l ). N,dl'atto che feci per speranza che fosse possibile la riproduzio1ie. della facoltà visiva: tant'è che questi ·soldati erano già stati giudicati separare quest'organo dal molto tessuto cel lolare che lo non s.olo inabili al Servizio Militare, beo anche, quai circonda , trovai quest' ultimo ,imbibito d'una l.infa puriforme la quale slava pure raccolta in picwli ascessi e trovai ciechi, proposti per la pensione. Se non che avend'il M:inistero di Guerra ordinato che li medesimi fossero visitati parimente un uguale spandimento · rra, le maglie del tessuto cellulare ioterstizi~le Ùt' I plesso venoso urelro-vesci dal Consigl io Superiore ·di Sanità, questo giudicava essere ancor il caso di leutar una cura la quale, non ostaute le cale o delle vescichette sem inal i. Nella cavità della vescica 1 molteplici sue occupazioni, fu assunta dal Presidente del poi ta;1L'era la qnanLità di catarro no riforme che chiudeva 1 l'orifizio della medesima da spiegarci l'iscuria che talora Consiglio medèsìmo il Prof. Corome.nd. Riberi, elle giud icava poter ancor in questi casi an-er(lrsi quanto già aveva avolo luogo nel cors_o della malattia. Spac.::_ala l'ure· tra nel senso della sua lunghezza, trovai la mucosa molto scriveva nell'anno 1859 (1) « recare gratissima sorpre~a iniellata e <JUa e là abrasa, ITu}ntre le altre tonache della !' al Pratico il ve~ere come con una diligente e pazienttt cura ritoroin alle volto alla loro pristina tras.pareuza alcune medesima molto inspessite erano gremite di tanti piccoli ascessi, la sede d{\i quali è tuttora faci le cosa d istinguere cornee che stimavansi a prima giunta insanabi li , tanto erano malconce e contaminate.» Avverle poi il Uottore nel pezzo patologico. In corrispond~nza poi della prostata fu palese uno sfondalo o cul di sacco il quale costituiva Longhi che, com'è cosa notissima nello Spe<lale, se li on ostacolo meccanico all'introduzione ,del catetere in vesuddetti Soldati uQn ricnperarono lu.Lto quel grado di vista scica. che sì riprometteva il sommo Pratico che li curava , ciò debbe allribuirsi a colpa. dei medesi,ni i quali, con lenti A compiere la narrazione· dei risultamenti necrosco·pici dovrei, onorevòli Colleghi, <)escriveni l'ammasso lipoma - I di quel tanto che avevano guadagnato, ed era moltissimo, toso formato dallo scroto, dai testicoli e dalle sue mem- ! s'ostinaron a voler uscire dallo Spedale prima che fosse brane, ma siccome voi l'avete sott'occhio e 110n è mio : · ultimata la cura; circostanza quesla staia pure' confermata dal Dott. De Beaufort. intendimento ripetere quant'in torno a falli di simile natura lo conferma cli quanto sopra il Dolt. 'l'appari, ottenuta trovasi consegnato negli Annali dell'Arte, così, soddisfatto abbastanza d'avervi somministrato argo mento alle scien- II la. parola, si ra a riandare li antecedenti di questi casì <la tifiche noslre discussioni , io las,:ierò ctrn voi esponiate i . ! lui prima ·stati esaminati ed apertamente maQifesta che li vantaggi otlenuli furono superiori ad ogn i aspeltazione . pensamenti voslri in proposito. Siccome poi il Iloti. Longh i nell'enumerazione dei var ii riroedii stali adoperati per comballere le granulazioni fa cenno del metodo di Buys , consistente nell'applic;azione sn la congiuntiva dell' acetalo di piombo secco e bene pol1 llELAZIONE DELLE CON1 ERENZE SCIBNTIFICHE verjzzato, il Dou. l{ophille gli si fa a chiedere quale sia / la differenza d'azione tra la soluzion~ dell'acetato di piombo (Mese, di maggio. 1a Tornata) . e questa medesima sostan1.a in po!"ere; qua le s.ia l'azione chimica della medesima e finalmente se non sia il caso TOJ\ll'\O . Prima d'aprire la Seduta il Pre$ideote invita di fare sperirnenli in proposito. gli Ufnziali di Sanità ad occuparsi della nomina d'un Se A queste interpelian:rn del Dotl. Rophille risponde il greta-rio ìn rimpiazzamento del Dott: El ia stato traslocalo Dott. Bima: sembrargli che la prima quesLione sia risolaltrove. L'elezione essendo caduta su i.I Doti. Rophille e vibile su la scorta delle più generali cognizioni di Teraquesti declinando dall'onore del confertogli poslo per tema peutica, poichè, egli dice. ciascheduno sa e vedt) quale sia di non potere, per essere Savoiardo, fedelmente riferire i iid esempio la differen1.a d 1azione locale che passa lra un in lingua iLaliana le opinioni espresse dai suoi Colleghi , acido collcentralo ed un acido più o meno diluito; ondel'Adunanza ritenendo siccome valide le allegate ragioni, chè, ne.I caso in discorso , l'acetato di pi.ombv usalo in decide passar ad al tra votazione; ris11ltaroento della quale forma 'd'acqua vegeto-minerale produce effelli leggìe rfu la quasi unanime nomina del llott. Bima Med. di Regg. men te astringenti e rientranti, . ma mai tali che valgan a a Segretario delle Cvoferenie. Datasi quindi lettura del distruggere nell'ollalmia bellica le granulazion i <lella conprocesso verbale dell'antecedente Tornata, il medesimo è giuntiva, mentr'al contrario se l'ace tato di piombo è. usato dopo qualche variazioue approvato. in polvere finissima, oltr'all'azione meccanica d'intonaco, ne Hsercila pur un'altra dinamico.ch im ica capace d'operare Ad invito del J.'.>residcnte il Doll. Longhi l.egge le Storie d'oftalmia bell.ica con pa11no della · cornea da cui fu rono la di~truzione delle produzioni morbose della cong\onlivile tocch i li Soldati Giuseppe Broda del 5• .Fan !. e Giuseppe palpebrale. Converso del Corpo d'Artiglieria da Piazza; casì questi li Dott. Longhi il quale si credeva più d'ogni· altro in ehe terminarono mollo fe licemente, quan·tunque gli occhi dovere d'appagar, il Doti. Rophille intorno all'azione chimica dell'acetato <li piombo in polvere, riproduce verbal. ,...,._.,, - ---· - ---·--- -..· - -- ·-----··- -- ·-·· meote quanto, ricavato dai Giornali d'oculistica del Dot( 1) Farò qui notar.e che la conservazione di questo pezzo patore Cunier, già trovasi consegnato ne! suo Scritlo, cioè tologico nell'alcoole fu cagione d'u na sensibile diminuzione neHa spessezza delte (011:-cbe vescicali, quali nan al momento delche questo rimedio posto a contatto della co·ngiunliva pall'autossia. Per la medesima cagione presentemente si'scorge pebrale, previamente asciugata e pulita con nna pezz·olina ampliata la cavità della vescica la quale fu da me nella preparazi.one rovesciata Jìeri;hè troppo non si restringesse e fosse anche p,,iù facile cosa l'csaminada. (1) Ved. le Opere Mino·ri del medesimo.

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~ 59 di tela~ trasformandosi io pochi momenti, per la presenza dell'acido carbonico coolenuto nell'aria circostante, in carbonalo di piombo, deprime e distrugge le granulazioni e facendo l'ufficio di vernice rende liscia, mor.biqa e.d uniforme fasµra, irn~golare e granulata congiuntiva palpebrale (1). In quanto poi agli sperimenti proposti dal Dottore Ropbi!le , il medesimo Dotl. Longhi r isponde: non sembrargli il caso di tt\ntarne ulteriormente, per essersene già falli moltissi~i altrove, massimamenle nel Belgio, e per averli già rittmtati 'in qiiesto stesso nostro .:i pedale, dove in verità, secondÒ le pro15rie Os$ervazioni , avrebbe ,riconosciuto l'acetalo di piombo io polvere poco efficace contro le granulazioni ed avrebbe anzi per due vo lte vedtllO l'applicazione del medesimo essere susseguita da ulcerazioni profonde della cornea; ulcerazioni però oh 'egli :crede dipe.ndenti da ciò che._l'acetalo di piombo non era stato bene porfirizzalo. A quesCultimo giud izio. non aderend 'il l\'led. Div. Dol· aore Arella, espone varie ragi'oni per cui, a suo avviso, le ulcerazioni no late sa rebhero s tate l'effe lto del!' azione chimico-fisica del sale medesimo, ma ciò per l'unico motivo che le pa lpebre già rovesciate sarebbero state rimesse nella loro posizione naturale pr i.1,a che l'acetato di piombo a·vesse avuto tempo·3 trasformarsi io carbonato di piombo ,insolubi le. La Seduta è quindi sciolta alle 5 pomeridiane.

PARTE SECONDA RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Sunti del Dott.

GUCOl\lETTI) .

Nuovo metodo per la cura dell'idrocele . Nell'ordinaria. cura dell'idrocele co'n le iniezion i si giudica l'infiammazione essere sutficietile a produrre l'adesione della vaginale allora quando son accresciuti il volume dello scroto e quello del testicolo dal lato operato ed allora quando l'ammalato prova un doloroso senso di calore che dallo scroto diffòodesi talora sin ai lombi. Questi ·segni, secondo Baudens, •mancando di precisione , egli ne proponil un allro , che scoprì da un anno, l'esallezza del quale ebbe a verificare costantemente ·in venti amm~lati operal'. e~n. il jllO nuovo metodo, consistente nel praticare èo·n llqù1d 1 pm o meno eccitanli delle iniezioni ripe.tuie al 6oe d'aumentare g{'adatarnente l'infiammazione dell.J tunica vaginale e nel cessarle tosto eh.e si raggiunse il vbluto , grado d' infiammazione. Questo segno consiste in una secrezione che la vaginale fa d'una liofa plasLiéa, coagulabile e fo rmaute de! positi fibrinosi e trasudamenti pseudo-memhfanosi. i ::ii sa, dice )' Autore in una, recenle sua Memoria lètta GENOVA. Spedale di ]'erra. Lello ed approvato il proali' Accademia delle Scienze di Parigi, che noi lasciamo cesso verbale dell'antecl~dente Tornala, il Presidente apre II in silo per 'tre o quallro giorni la cannuia diii uostro trefa Seduta preodend'argornento dalla comparsa del vaiuolo. e i quarti all'uopo di manteoe·r e per tale tempo una c.:omuni-dal conseguente bisogno d'una pronta vaccinazione. lo cazione con ' la 'vaginale in cui vuolsi produr una graduata qua.nt'al. primo , fa nolare che non cessa di·r ipJodursi fra infiammaz ione. Ora tulle le voltti che si toglie il fusto i Militari ed in mdtlo co.si maligno ed 'intenso da mietere (ti'ge) che chiude Ìa cannu la succede lo slilli qidio d1 un linon. poche vi ttime. io quanl'alla vaccinazione insta granquido più o men abbondante somministralt> dalla vaginale. demente perchè i Mediçi Militari ai quali incombe l'ob~ Questo liquido è ogni volta raccolto in un piccolo bicchiere bligo della medesima, dinosi ogni cura possibile affinchè e quando l'infiammazione è abbastanza aumentata che già questa sia alluata compiutamente nel tempo il più breve, produce la secrezione di sostanza plastica, il liquido cononde togliere così , p-er ,quanto sta in potere dell'Arte, tenu to nel vaso si separa in due parti come il sangue d'un all'epidemia vaiuolosa la possibil ità d'aggiunger altre vitsa lasso; l'una sieros,1 eccentri.ca, l'al.lra ce11trale, plastica i ime alle già !'alle. ed avente la forma di pseudo-membrana nuotante nella sieOccorrendo· quindi di venir ad una nuova nomina del rosità . ,Segretariu•Oassiere del Gabinetto di Lellura ed a quella di Segret·ario in -lo e ·di Segretario in 2" d·elle Conferenze, Del biclornro met·cttrico nella c·ura d' alcune forme del l'Adunanza, nò·n ostan·te il desìderio mariifestalo dal Far· l'àmaitrosi. L'efficacia ùi quest'o preparatt1, già· lodato da maèis1a Capo Sig. Grosso e dal Dòlt. 'Mazzi ,d'esser esol',angeobéck e da Travers, sarebbe slata comprovata dal n~rati da quesl'ooorevole carica, rielegge a quasi unaniDoli. Duval in quattro casi d'amaurosi più o men 'aulica i mità al primo posto il Sig. Grosso Farmacista Capo , al qnali, secondo che si legge nel Bulletìn de Thérap. , secondo posto il Doll. Maz.zi e nomina. per la prima volta ' furono condotti a guarigione mercè dell'uso del dello meal terzo posto il Dotl. BaròfHo .-i:ìJPO i ringraziamenti clrn ·uicamento con la. giunta d'alcuni pt1rgativi, d'uozioni e 'di gli eleHi .fecer ali' Adunanza per l'onorevole attestato di vaporizzazioni ammoniacali, eteree, ecc. sl<ima e •di fiduc1·a loro com partilo, il Presidente scioglie li bicloruro mercurico, stand'alle pratiche osservazioni l'Adunanza. del citato Oculista , sarebbe specialmente indicato ogni qual volta per un lavorio congestizio da lungo tempo orALBSSANDftlA, li.a Sedula è aperta alle ore 11 mattutin.e dito avesse avuto luogo la formazione di produzioni placon Ja lettura e con l'appro_vazione del processo verbale stiche o simili nei tessuti che presiedono alla· percezione dell' antecedente Tornala. della luce. Il Dott. Bottieri dà quind i lettura della Storia.di febbre V

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..intermittente perniciosa emorragica (2). ])opò guesta lettura il p.~esidente, visto che nessuno prendeva la parola, scioglie I.' Adunanza mettendo all'ordine del giorno per la prossima tornata la discussione del Rendico·nto Glinico. (1) Ved. Storia,n• 41. (2) Vcd. Storia, n° 42.

,Buoni effetti della tintura di iodio ;nella febbre tifoid~a. 11',Dou. Aran mentr!adoprava l'anzidetta tintura per v10cèr un profuso ptial ismo comparso in· ' IJO ammalato di {ebbre tifoidea stata curala con. il calomelano ad alte .dosi -~bbe ad osservare che i sintomi della febbre; i quali ad ·onta deJJa comparsa saliva1,io oe.,pen~istevano \l,lllavia ugua'l-


360 '!nenie intensi, andavan via scemando cli gravi là e rapidamente scomparivano a misura che per l'influ@nza ddla tintura di iodio si dissipava lo ptia iìsmo. In vista di questo follo s'acciuse ad. esperimentarne l'qso 11ell'epidernia di febbre tifoidea che regnò ultimamente a Parigi. I risnltamenli fnrono soddisfaconli, giacchè, siccome riferisce· il Bulle/in de Thfrap., lo stato della li11gua e delle viscere addominali si migliorò notevolmenle e d'otto ammalati che in diverso periodo della malattia furono sottoposti all'uso della lifllora di iodio un solo ebbe a soccumbere in seguilo ad un periodo adiuamico di qnallro a cinque giorni e ad una gravci parotite; mentre gli altri entrarono rapidamente io convalescenza. È però da · notarsi che in lutti questi casi erans1 adoperate sino dal principio della malaitia e secondo le varie indicazioni -ora le sollrazioni sanguigne . moderate, ora gli emetici, i purganti ed or i bagni freddi parziali . a 14 gradi ed anche le immersioni fredde. La doJ_e poi del rimedio che la maggiore parle degli ammala~ !olierò senza provare nè nausea, ne vomito, ecc., fu secoodo i casi varia la dalle 15 alle. 20, 25 e 50 gocce da consumarsi ndle 24 ore a cinque gocce per ogni fiala, ora sopra un pezzo di zuccaro eù or in uua tenue quantità di sciroppo. U.~o delle inièzioni iodali nella cura della d·issenteria

cronica.. Con lo scopo di tener i nostri Letlori a giorno del sempre più esteso uso che si va in Patologia facendo delle iniozioni iodali, accenniam all'applicazione fallane dal lloll. J)elioux nella cura della dissenteria cronica, come risulta da una Nola pubblicala nèlla Rev. Méd. Cltfr. Di dod ici arnmaìali di questa malattia i guai i furono sollopo3li all'uso del la ti ntLira di iodio, dieci guariron e negli altri due se il ris11ltamentò fu negativo la malattia però no n s'ag;iravò rnenornamenle. l i Doti. Delioux si servì della segu~ul0 formola : 1intur,1 a_lc0olica di iodio, gramm. 10 a 50; ioduro di potassio, gramm. 1 ,1 2; acqua 20Q a 250. Prima l'usarla fece precedere l'imposizione d'un clistere mollilivo e da piccole prngredenù'a lllaggiori dosi osservò che le iniezioni iodafi non determinarono quasi mai dolori eolici, i quali, guand'\nsorsero, - 1..:n ~ffersero gravità alcuna e ben presto si dissi parono con . l'uso_ di clisteri laudanizzati. Laonde sembra all'Autore che le mentovate iniezior1ì nella dissenteria cronica sia110 suscellibili non solo di modificare topica1r1ente la lesione~ intestinale, ma ben anche, succeduto l'assorbimeiito !Jell'io<lio, di produr una favorevele riazione e che perciò 5iano da collocarsi fra i presidii terapeutici di questa malattia. Io fine avend'egii confermala con le sue sperienze la possibilità d'assorbimento dell'iodio per mezzo della superficie dell'intestino crasso, pensa che l'in lroòuzione nell'organ ismo dei rimedii iodici per mezzo delle iniezi<rni nel mito meriti in alcun( casi d'essere praticala, occorrendo malattie che ne riehieggano l'uso ( I). (1) In conferma dell'efficacia dei preparati iodici usati per clistere in alcani casi· io cui u·oo possòn i medesimi essere s·om.mioistrati per bocca, riferì remo succintamente un caso occorso, ora sono più anni, nella Clinica sifilitica dello Spedale di Carità (Opera Bogetto) di Torino, diretta in allora dal Prof. Cav. Demichelis, l\:lembro del Consiglio Soperioré Militare di Sanità. Tratlavàsi d' una donna tocca da idartro a tutte le giuntare degli arti-superiori con dolori o·steocopi tormentosissimi, a ces.sar

Nuota cura delle varici. I l Dott. Duranl, Med ico Mililan•, invita i suoi Colleghi ad attuare questa nuova cura, ond'apprezzarne i vantaggi e l'efficacia. Oessa consiste nell'applicare sul lumore o varice tre stra.ti s~ccessivi di collodion che i:icoproosi con- un pezzo di seta imbevuto esso pure di collodion. Questo sempl ice apparecchio il quale incomoda per nulla, non debb'essere r innovato che ogni 8 o 1O giorni. (Sunti del Doli.

MOTTINI),

}1ormola dei s1·gari pettorali. Di questi sigari si fa molto uso nella cura dell'asma nervoso roo freqnenti notevoli van taggi . Nessuno però sin al presente ne conosciwa la preparazione; e ciò per la privativa stata accordata al loro Autore. Essend'ora trascorso il termine del tempo fissato per questa privativa, la formola dei detti sigari fu resa di pubblica ragione. • Eccola : bella-donna '0,50 centigr.; stramonio O, 15; giusquiamo 0,15; fe llandrio 0,5; estratto d'oppio 0,13; acqua di lauro cer;so q. basta. Disseccale con cura le foglie si liberano dal le nervature, si laglian e si mescolan esalta. mente. L'oppio diluito in s. q. d'acqua di lauro ceraso si versa su tutta la rna~sa. La carta che serve a far i sigari va prima lavata nell'idro- latte di lauro ceraso e quindi vuol essere conTeni enlemente asciugala. li lor uso è da 2 a 4 al giorno.

• i quali in vano s'era già fa'tto ricorso alle unzioni mercuriali, al biclòruro di mercurio internamente e per pediluvii, ai vari preparali d'oppio internamente ed esternamente coprendo con ace.Lato di morfina in polvere la superficie della pelle denudata prima cou vescicatorii. In tanta persistenza di male, ri.correva il Prof. Demichelis all'asointerno dell'idriodato di potassio; ma dopo alcuni giorni si manifestava un'intensa gastrenterilechene proibiva la continuazione. Pensò allor il dotto Clinico di rendere persistenti li già favorevoli r-isullamenli ottenuti, con l'introdurre nell'anima! economia l'idriodalo di potassio per mezzo di clisteri, combattendo nel medesimo tempo con gli opportuni mezzi la gaslrenlerite. L'esito della cura comprovò in modo così luminoso le sapienti previsioni del Curante che l'ammalata in meno di venti giorni potè dirsi affatto libera e de ll'idartro e dei dolori ost-eocopi. Giova aiìcbe avvertire che ad accertarsi dell'assorbimento dello idrio dato di potassio per siffi!llo mezzo introdotto noli' Econo-roia, furono da qua nd'a quando rinnovali sperimenti chimici sull'orina dell'ammalat6, sperimenti questi che diedero sempre un risuitamenlo affermativo. La Redazione.

AVVISO '

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Torino 1853. Pelazza, Tip. Subalpina , via Alfieri U.


N. 46.

ANNO Il.

( ai 13 di giugno 1853 )

GIORNALE DI MEDICINA HILITARE DEL CORPO SANITARIO DEl,L'i\RMATA SARDA.,

L'associazione non si riceve che per an an no ecominciacol t O d'agosLQ. 11 Giornalosi pubblica nel LonedJ d i ciascbedona sellimana PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino . . . . . . . . L. 10. lo Provincia ed all'Estero, franco di posta • . L. 11. L'abbonamento debbe pélgarsi per semestri anticipati. Le associazioni per.i noo militari ricevonsi alla TtPO GJUFIA SoBALPINA via Alfieri, num 0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancale od ac~o:npagnale da vaglia postale. 1° Dott. lùLB: So l"ottalmia dominante nell' Armata Sarda. - 'l 0 Doti. D.11.NIN.4: Clcera varicosa con flebile parziale. - .1° Doli. MilllANO: Delirio tremolo dei bevitori.40 Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 4° J>olt. MOT· TIIU: Rivista dei Giornali Scientifici.

SOMIURIO. -

PARTE PRIMA Su

i.'oTTALMlA DOMINANTI! fiELL'A1111uTA SARDA

(Cenni del Med. di Regg. R.mrnNDO Kull letti in una Conferenza dello Spedale di Genova).

Denominazione dell' ottalmia e sua natura particolare dii•ersa dall'ottalmia purulenta cgiziaca, dedotta: 1° dalla diversa epoca della loro prima comparsa : 2° dalla diversa condi zione patologica. Coe reoleme nle ai brevi riOessi che mi si porse opporLuna occasione di svolgere nelle Co nferenze tenute in questo $pedale Divisionario nelle due Sedute del mese di aprile (Ved. Gior11. di Jfed. ~lilit. onmrr i 4.0 e 42 , anno 2°) e d ielro i risultanrnnli delle i ud agio i mollo e reiterate che per ben quallro lustri io tentai onde chiarirn la diversa natura delle ollalmio do minanti nello Stato Sardo, inclino a stabilire che l'ottalmia oggidì più frequente nella nostra Armala e che sembra più propria dei Militari che degli nitri abitanti, consista i,i una particolare condizione irrilativò-flogi slica della congiuntiva, (l'indole s1)1:1cifica e contagiosa , conlrassegoala primitiva.mente e cost~olemente da granellosa degenerazione 11ella superficie interna delle palpebre e per l'ordinario ~ussoguita da lenta CAratil:de e da panno vascolare della congiuntiva corneale. Stimo per· tanto denominarla congiuntivite 9ra11ellosa specifica conta· giosa. Oessa è tissenzialmente diversa dall'ollalmia purulenta che l' l sercllo F ranct>se incontrò io Egilto nell'anno 1798 dalla quale ptir universale consentimento si vuole rleri vala quella che infierì in Livoroo nel 180 I; in Cbiavari,

in Genova, in Manlon, in Padova nel 1804; in Verona, in Vicenza nel 1808; in Cremona, in Lodi, io Milano , io I ' Ancona e quindi in Rimini, io Loreto, in .Macerata , in Ascoli nel 1812, e da quella finalmente che le Truppe ·, Inglesi patirono in Aboukir nel 1800 e poi lr11sferiron io Malta, in Spagna, in Portogallo, in Sicilia ed in Gibilterra. I L' indole parl icolare di.quesL'ollalmia che riterremo con ' i predicali di purulenta egiziaca rilevasi dal complesso dèi sintomi che dovunque furono sempre identici e basterà consultare le descrizioni che d'essa ci pervennero dal Savaresi, dal Moogiardini, dall' Assal ini, dal Desgeneltes, dal Larrey, dall'Omodei, dal Vasaui, dal Cimba, ecc., per rimanere convinti che concordemente la descrissero lulli quale la \ idero esordire con improvvisa infiammazione risipola tosa ed anche Oemmonosa delle palpebre e del globo oculare; alla qual infiammazione pronlamente ten1•va dietro facil e slrabocchevole secrezionu purulenta da lulla la congionliva a cui dopo non molto protratto decorso di male inaspellalamenle sovente susseguiva il total11 disfacimento <lei globo oculare. Non dìssimil apparato sintomatico, sebbene con notevole diminuzione d'iQLensilà e di gravezza, continuaron ad offrir e le ·ollalmie purulente che pure si giudicarono d'ol'igine Egiziaca e che dopo il 18 14 infierirono nei Reggimenti Prussiani (1818); dei Russi (1818, 1821, 18'25); degli Austriaci (1822, 1825, 1855); del Belgio (1854); d(IJ Regno d' Annover ,1856); e finalmente in Piclroborgo (1855, 1859) . ld1!ntica all'accennala fenomenologia e sempre stata quella che offriro no tulle le gravi ottalmie purulente epi· deruico contagiose noo punto diverse dall'Egiziaca o te si vuole vere figlie dell'Egiziaca, le quali da molli auoi imperver.-aoo tanto nei Militari, quanto negli altri abitanti del nostro Sta lo ( I).

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(J ) Nell'Isola di Sardegna tutti gli anni verso la fine dell'estate e sul principio d'autunno si svolgono gravissime ottalmie purolente che assumon il carattere epidemico-contagioso in ispecie nell'infima classo degli abilanti. L'essenia di quell'ottalmia io l'ho sempre riposta in un processo dissololivo particolare originalo dai forti calori estivi, dalla successiva aria caldo-umida autun nale o dall!l emanazioni miasmatiche proprie di molte regioni


Ne~ r,ammentare- la sexie. de.i s.inlomi car.aller.istit:i che l'ottalm ia purulenta Egiziaca per l'ordinario ha o!Terto d~la sQa prirria compar,sa ìo t; uropa sìn all'epoca P.res,ente, ho dovµio a bell o slud,jo tacer~ della degeq~ré!i;ione gr;t· nellosa, della congiunliv.a ·Qa;lveJ11\f\le c.qnlr(l il sen tj ni ento dei moderni Ollalmolggi i quali riguardano qu~sto prodotto morboso quale sintomo patognonqmico dell:o.tiaJmia Egi· ziaca. Ed inlanto premetto esser i'o· dì contr,ar'i'a opinione non già per vanità di dire cose da altri uon delle, ma· per esser altamente persuaso che le granulazioni non possono svolgersi per il fallo d'un dominante processo supp~1rativo a fondo dissolulivo di natura particolare quale dobbiamo credere sia s·e mpre sta.la la condi1,ione patolo~ica dell'ottalmia purulenta Egiziaca (1 ). Ella è in fatti cos~ ovvia che io simili co.nlì.ngenze il processo infiammatorio speciale che invade la congiuntiva varca d'un tratto i limiti dì quella media attività atta a pr~dur e manienere l'ipertrofia e la sopra vegetazione, per raggiungere qnasi di sbalzo il più allo gr.ado d1 iotensità, che suol essere famigl iare alla suppurazione . eri al disfacir,ieulo dei tessuti organici. Ora dunque se la stessa esse·uza patolog,ca s'oppone alla .pro· <lozione <li siffatte granulazioni, se qneste in11aturali escre· scenze congiuntivalì non furoo osservate, né descritte dai primi Clinici ch'ebber a curare l'oltalmia, Egiziaca nello stesso Egitto ed in EiJrQpa i qÒali non ne hanno . punto fatto cenno nelle descrizioni da essi lasciale (2) , qual è fondamento s'aveva per ammettere con parecchi dei recenti Qllalmologi . che la grauulaiio11e sia siQtomo patognomonico dell'ottalmia Egiziaca dominante, t ultavolta che con siffatta denominazione s'intenda per essi significar un'ot· talmia vera figlia della purulenta contagiosa Egiziaca P Non pertanto è on fallo inconirastabile cbè al presente più ch'in qualunque altro tèrnpo occorra osservar in isp(•cie nei Mili tari mblle congiunti.viti con de;,:tineraiione gra~ nellosa primitiva cioè senza precedente lavorio suppurativo della congiuntiva od almeno non tale da doverlo risguardare com'una vera z)iorrea quale è sempre propria e ca · rallerislica dell'ollalmia purul enta. · Non allrimente è un fallo notissimo che s'offron io pratica osservazione grossolane granulazioni coogiuntiva li secondarie ., sopravve-· nienli e comuni ·a tutte le croniche congiuntiviti catarral i, di quell'Isola. Che se oltr'a queste cagioni dovesse ammettersi un contagio particolar Egiziaco come ,1tto a determinare piuttosto questa che un'altra forma di malattia degl'i occbi, si (\Vrebbe sgraziatamente la più dcsola1Ùe riunione di lolle le potenze dissoiutive e de' pl'iocipii.clcleterìi che in sentenza del celebre Buf. falini sono le cagioni effidenti del processo dissolu tivo dell'umano organi,mo. l 1) Parecchi rinomatissimi Auto ri sostengono che l'ollalmia purulenta nel maggiore oJJmero dei casi altro non sia fuorchè la congiuntivite catarrale semplice la quale per il concorso di circostanze particolari acquista un gr;1do .maggiore d'evoluzione ossia un transito della catarrale mite al massimo suo grado di acutezza. Il ris~ltamento delle mie osservazioni m'autorizza piuttosto ast,,bilire che rarissimi siao i casi in cui la catarrale semplice fa passo alla purulenta cd in essi v'abbia sempre a notare l'h1dividuale ¾achessia al.la a favorir il pr.ocesso dissolutivo .a nzi che un grado n~ass(rno J:iutensilà infiammatoria. (!) Si vuole che Adams sia s~alo il primo a richiamare l'attenzione dei Pratici su le_gran,oh~zi.oni co,ngiuntivali. Ciò egJi fece nel 1~11 cioè qua ttro, luslridopo la prima comparsa dell'ottalmia Egizia~a purulenfa nelle Truppe Europee (Yed. Aoors : A lc.l ler to the Directors of Greenwich Hospital for the extermination of tbe Egyplian opbthalmia. London !Sl'i').

purulente, bloanorragiche (1) ed anche a tut!e le ditfa. renli specie .d'oUalmie eslernH (2). Al contrario tuLtor os·servia mo, massimameinte nella sta. gj.on io,v.ernale , r:r10,he ottalmie pur.ulente d'origin Egiiiaca o d'i rtdole aflìi1e le quali s·i s.vo!gon e 'proced.on ad in fausto esito con grave apparato di secrezi~oe purulenta, ma senza indizio di g,ranul~zìone primitiva e bene i;ovente sem'analbga de·generaz.ione coogiu111ivale secondaria, successin o accidentale che si voglia chiamare. QuJle cosa du nque si potrebb'inferire da questi fatti P... :. Sarebbe lecito dedurre che l'ollalrnia Egiziaca, unica ·per essenza morbosa , as· suma al presente due dislinte fo rme, purulenta l'u11a, l'al tra granellosa ? O si potrebbe supporre, come piacque all'egr,egio ros tro Collega Dott. Balestra, « cho l'ottalmia deiMilitari, vera fig lia dell'Egiziaca, abbia differenti modi d'evoluzione e sia infinitamente varifo rme nel suo procedere ? .(5). Per me sono d'avviso che ammessi i' sopraccenri·ali· falli com'inconcossi e positivi, ove sian attenfamcote osservati, decomposti nei loro elementi e bene studiali nel!(~ rela· zio11i,, s'abb:a ne r essi ragionevole .mo.tivo di sOSJ)ettare 'che, s'iar,o dipendenti da cagiooi di di.versa, natura. Quindi miii facc iO' lecito slabi)ire che la conginnliv ile granelLosa dominante oggidì oell' Armala Sarda sia, realmentei d i v,(WSa dall 'ollalmia Egiziaca purulenta e che la differenza risolti 1° dal divl:\rso modo con cui en trambe le malaltit, ocula ri com inciaron ad infierir in Europa ili modo epidemico-con · tagioso: ~0 dalla dìver$a• cuqdi,zfonn 1~alologica propria a ciascheduna d'esse, essendo la purnlenta l'espressio ne di un processo dissolutivo particola re, men tre la g1·a11 èllosa 1 rivela piuttosto una natura irritativo-flogistica . '

Distinzione della congillntivite granellosa specifica in acuta ed in lenta o cronica,e l'u.na e. l'altra in mile e.grav.e. L 'appara to fenomonologico che rappresenta la congiuntivite granellosa s.pccifica non offre sempre la stessa in(1) Ved. RIBERI :. Memoria su la ceralilide, 1839. (2) lltrna: Lehre von dcn Augenkraokheiten, Vien 2817. Ed il Giorn. iÙ ilfed. ii'Jilit. anno I, n° I 2 , rtove vi sono regìslrati quattro casi di congiuntivite granellosa consecutiva ad ottalmia catarrale, erpetica, venerea, reumatica (KALD) . (3) Ammessa l'opinione del Dott. Balestra molte otlalmie spe· ciali potrebbero scomparire dai Quadri nosologici dei' pin assennati Oltalmologi, e lo studio difficile ed inh'icato delle o1t;ilmie sarebbe ri4ollo ad una semplicitàonoioamcnteinsperata. Havvi però a mio credere un ostacolo insormootabilo ed è che a pochi garberà ·confondere la congiuntivile·catarrale, la scrofolosa, l'erpetica e l'oltalmia renmatica con la coogiaotivite specifica granellosa, non allrimente che non venà ad alcuno oggidì in mente d'andar in dietro qualch'e secolo per considerar il morbillo e la scarlattina siccome forme diverse del vaiuolo a.rabo. Se non che persuaso io ch'i! Doli. llale.slra no~ abbia pensiero di volere negare alcuua de!ie otlalmio speciali od almeno "1i spal'gere dobbii sa .la real esistenza dell'otlalmia reo malica, mentre per allro si mostra propenso a volere meglio istruir i Colleghi Medici l\lilitari, non esito a sospettare che r.iò ch'egli dice su li differenti modi di svolgersi e su l'infinito variare di forma dell'ottalmìa Mililare figlia dell'Egiziaca si debba intendere per lo complicanze e successioni morbose, ·noi:: già per l'indole propria dell' otlalmia in discorso la quale in tremila e più cosi ch'io ebbi a curare negli Spedali Militari e nella mia Pralica privata, non la vidi mai in altra sembianza faorchè d'amta o cnmica, di mite o grave, bencbè sovente complicata o ; come dicesi oggi di, combinata , ma sempre granellosa, sempre pertinace ai meglio studiali mezzi curativi, sempre di lungo deco;so ed avente per esito ordinario la ceratite ed il panno vascolare.


365 tensilà., 11è ìn tulle le circostanze p1:rcorre egualnie.nte con rl chelle minutissime rotonde ò"un rosso chiaro o giallicc.ie · e semitrasparenti; troverà allrt!Si alcuni vasellini sanguila medesima celerità le sue fa si. Le varie con•liziooi atmosferiche proprie delle diverse stagioni; il diverso tcinpeg11i eh<! dalla falda oculo-palpebrale tiella congiuntiva vanno rame11l o individuale; i coesistenti fom iti costituzi111iali reu- · al bullJI) dell'oer.hio. matico, erpetico, erpetico celti c,), scrofolosn , ecc., e le Lu accennate Yescicole son i rndimenli delle. granulazio11ì palpebrali che costiluiscoo il sintomo veramenle. cadiverse cure igieniche o terapeutiche sovente improvvidam11n1c applicate eJ infinite àltre cagioni clirelle od in ralleristico dell'ottalmia in discorso (1 ). Esse furono dedirette fanno sì che qu~st'ollalmia assuma diverso decorso e diverso grado d'intensi tà . È me~tieri perciò distinguerla (I) li Dolt. Balestré\ nel n° 34 del Giot·n. ditl'Jeà. Milit., pag. ,210, in ac,tta ~ lwta O cronica tl ~i 1"1111a che l"allra considl·ci rende accorti che nessuno dei llCedici Militari, h'egli sappia ha finora segnalato la presenza delle granulazioni v scicolari nelle rarla n1·1la dop pia appan.:nza di mite e di grave. palpebre r!ei nostri Soldati le qoali egli Yide elf.,ttivamcnte in Car11tleri e sintomi delta conghmli11ite granulare parecchi casi, como ebbe occasione di fare notare ad alc.uoiGolacuta mite. legbi. Non già con animo di contrastargli la prioriU1 della scoperta, ma percbè non so persuadermi com'il DoU. Balestra cbe La poca espressiva rappre,enlanza sìo1omatica di questo ha sapoto consumar e tempo o studi i multi por istruirsi all'Estero primo grado dell'ollalu,ia in discorso, fa sì che gli am · ' su l'ideolilà dell'oltalmia dei Milit;1ri, non abbia potuto impiemaiali <li rado sun avvertiti dell 'invasillne del male r. he in gar un piccolo ritaglio di tempo per sapere da qualcbedano Jei f.Ssi di soppiallo s'ordisce e perc;iì1 sèmpre tardi riehiedono più provetti Colleghi se mai oèl Corpo Sànilario Militare Vi fosse chi avesse parlalo di sHI'alta granulazione primitiva vescicolare, gli opportu11i ·Sol:cors, dHl1'Arte. Bgli è sovènle dopo allo mi faccio sollecito d'esortar il Doli. Balestra, tutta volta però cbe o rfo:ci giorni di malatlia ch'il Pratico è consultalo e ehe si senta d;sposlo a mutar il giudizio cbe ba profferito intorno alle può rilevé,r i seguenti caralleri : l'ollalmia invade d'ordi- 1 cognizioni che particolarmente posson aversi sa le indicalogranario un occhio soltanto, di prefere nza il destro; le palpenuh1ziooi da molti dei Medici Militari, a vofore solo far f!O breve bre stanno socchiuse, pesanti, ummiccan ti con pelle grinviaggio entro lo Stato Sardo e traendo buon pa rtìlo dalla nò\a genti lezza degl'1spetlori del Consiglio Bar. l\lassara e Cav. Bo· zosa e di colore giallo bruno molto somigliante al coloro delle palpebre delle donne clorotiche; le ciglia riunite io 1 nino; dol Cons. Cav. Prof. Carmagnola ; dei. Medici l)ivisionali Cav. Friselli e Doli. .Bollazzi; dei Medici di Regg. Dottori Alciati quauro o cingo,, rascelli ovvero incollate fra sè nel matGabri , Marietti, Solinas, Tarina,Rophille, Coppa, ScioreUi, Lay,' tino; gli spigoli palpebrali tumirlclli e di colore rosso-ere · Fissore, Marini, Dapout, Mazzolino, Costanzo, Arena ed Elia e misi ; la sclerotica s'olTre sfumala della stessa tinta cremi finalrneote <léi Medici di Batl. Doltòri Valle, Bigatti, ecc., potrà avere dai medesimi on qualche documento per assicurarsi ch'io sina fino ad una linea in distanza dalla cornea e quesl'olfino dal settembre 1839 abbia parlato di granulazione primitiva, lirna membrana, perfellamenle trasparente e limpida, la · dopo cbP. m'adoper11i per estirpare dall'Armala (nella quale imsoia bene distinguere l'iride poeo contrattile con pupilla per presa fui precedo lo dall'esimio nostro Pres. Comm,end. Riberi) Jo più notevolmente dilatata (1). ,Non havvi fotofobia , nè la grosso!aou graoulazione secondaria della congiuntiva che in lagrima i.ione, ma bensl secrezione dì muco fioccoso, bianmolli l\lilitarì trovavasi in quantità tale da venire somigliala a mena fl'icò dagli stessi ammalati (il paragone era forse esagecastro che in piccola quantità s'accumula YIJr:lo gli angoli ralo, ma potrei garantire per un'oncia d'escroscenze e questa dell'occhio. L'ammalato accusa senso d'aridozza e di sic· specie di granolaziooe, la Dio mercè distratta, non esiste più nei cilà dello palpebre per cui semhragli che a stenl.o possa l\Jilitari). Ese malo non m•appong,1 ancbe il giovine ma distinto aprire gli occhi ; incomoda sensazione questa che s'auMe<lico Doli. Pac.cbioHi da Torino, mio booo amico, potrebbe menta verso notte. rendermene testimonianza, avendogli fallo osservare la granulazione primitiva nella Sezione degli otlalmici che per ordine Questi caratteri diag1:ostici per se stessi bastan a fare del l\linistero della Guerra io dil'igeva nello Sped. l)i~is·. di To· sospettare la 11at11ra granellosa dell'ollalmia (2) ,; ma il rino. li Doti. Pacchiolli veone per due volte a veder i miei otPratico potrà vie meglio assicurarsene rovesciando le paJ .. talmici Militari che io numero di 90 al gioroo teneva in bell'orpebre ed i,saminand'attenlamenle lo stato della congiu11tiva, d.ine disposti ooo solo per specie d'oliaimia, ma anche per grado giacchè troverà la ponione di qnesta membrana che tap . d'intensilà. Mi sovviene quindi d'avergli comunicato il mio modo di veder intorm> alla granulazione primitiva cd alla secondaria e pezza l'interno delle palpebre irregolarmente ro5seggiante d'un bel r osso purpurno (5., qua e là cosparsa di vesci - 1 di ciò n~ trovo nota nel mio vadc 'tnecum di qoel tempo, come trovo pure d'avere dello a Clot-BeyMecJico primario delteTroppe d'Egilto, il qoale pur ebbe a visitar io quell'anno 1840 lo Spe(1) Qoesta midriasi sintomatica da Oeboidesi coroidale ch'io dalc Di vis., ch'io distingueva la congiuntivite purulenlaEgiziaca ho osservato con molla costanza , merita toUa l'attenzione dol dalla grauellosa ed egli mi rispose ch'era nna distinzione bene Pratico in <1uaolo che è un sinlomo mollo otite tanto come ca fondata su l'osservazione e bUi falli giacchè in Egillo si notava ralterislico della congiuntivite in questione, quanto com'espresla medesima dilferenza. Mi rivolgerò ancora al Dolt. Balestra cosione d'ano s!ato di turgore veoo•o del globo ocul,1re. me a boon Collega per pregarlo acciò mi dica se debba io cre(2) So nelle visite sanitarie che si praticano nei Rcgqiroenti i dere tl'avere parlato uel deserto oppure colla lingua dei Bramini Medici incaricali di farle vorranno tenere conio del complesso quando scril•eva i miei resoconti mensili che soleva consegnaro dei descritti sirttomi, potranno con aggiustatezzain più casi dia al l\Ietlico Friselli come Medico Assistente del Medico Capo Progoosticare della presenzJ delle graooluzioni palpol>rali senza ri· fessore Carmagnola (1839-40-41), menlr'io dirigeva la detta Secorrer al rovescia meato delle palpebre, manovra molesta per zione degli oUa!mici io Torino; e quando comunicava alla bnona chi vi si presta e di qualche diffico!là quando lasi voglia eseguire quanto possedeva di cognizioni acqui~latcsull'Oculislica nei quattuto, cito et iuc,mde. tro anni che freqoonlai la Scuola Clinica dell'esimio CGmm. Ri(3) La rossrzza divenili sempre più cupa a mano che s'iotratJm·i o nei quattordici mesi in Pavia presso il dislinlo Professor-e tiene rovesciala la palpebra e la congiuntìva si fa ancora più lor . Cav. Flarer, ai sopra citati miei Colleghi ed in ispecie ai 'Dotlori gescente per il ruvido od alroeu inusato contallo della secca Bottazzi ed Alciati che furon iocaricali della direzione degli ol superficie del polpastrello dei diti esploratori. Ove non si ponga talmici uelle mie assenzo per deslioazio,1e a Racconigi e ad Asli atteozione a queste accidentalità potrà giudicarsi grave un caso dove le ollaJmie imperversarono gravi. Possibile che noll'altro leggierissimo oppure non si riconosceranno le granulazioni priche nu,qae canorae siano stati i miei discorsi, vott voa: praetemitive percbò facilmente la turgescenza della congiuntiva le può reaq1111 nihil? . .. .. Debbo io credere che migliaia e wigliaia di nascondere.

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:;64 scritte dal fu Eble di Vienna con il nome di corpo papil· lare vescicolare(blaschenformi ges corpus papi Ila re). Sla ndo alle indagini di Jaeger risulta che queste granulazioni rudimentali sono formate da uoa piccola quantità di liquido mucillaginoso versato al di sotto ddl'epilelio; che si svolgono costanlemenle nella palpebra superiore non meno che nell'inferiore. Walthèr le vide, senz'il soccorso della lente, anc:he alla superficie della cornea. I Medici Mili lari Belgi, particolarmente Cunier, B'erriard, Decondé, Gouzée, ebbero tutti occasione d'osservare queste gra'nulazioni vescicolari. Ed avendole io pur osservate nella mia estesa pratica negli Spedali Militari dal 1859 a questa parte, reputo cosa ragionevole ammellerlti come sintomo -essenziale, caratleristico ed il piì1 importante dell'ollalmia che domina nella noslr' Armata. Caratteri <!,ilferensiali della congiuntivite granellosa acuta-mite dalla semplice'·catarrale.

Rimarle or ad indicare quali sian i caralleri differnnziali del primo grado della congiuntivite granellosa · ossia della acuta-mite, da quelli della semplice catarrale o taraxis. Non perchè tenga. opinione che queste due sper.ie si possano facilmente confondere da .un esperto osservatore, ma piuttosto 1° perchè · tutti gli Ottalmologi parlando dell'otlal· mia Egizia ca ci-avvertono che i primi sintomi di questa ottalmia sono comuni con qµelli della catarrale: 2° perehè molti corrivi Pratici poco valutando l'importanza dell'eaatlezza nella diagnosi e le nomenclature giudiziosamente oggidì introdotte , chiamano catarrale qualsia!i ottalmia tisterna spesso ignorando che cosa debba intendersi per catarrale, per reumatica, per granellosa, per purulenta : 5° perc~è molti neofiti Medici saputelli C()ofondendo la congiuntivil<< catarrale con la granellosa, tacciano con leg · gierezza i piì1 provetti Pratici di non conoscere la con· giuntivile granellosa o com'essi la chiamano Egiziaca, · bellica, Belgica o dei Militari, perchè non dichiarano per gr anuloso chiunque si presenti con gli occhi ammafati e dovunque vedono granulazioni d'ind.ole contagiosa. Egli è per questi motivi che darò rapido un cenno del diaguostico differenziale della congiuntivite granellosa acùta-mite dalla semplice catarrale. Basterà far un semplice confronto dei dianzi esposti car atteri distintivi con quelli che sono propri i della congiuntivite catarrale sempliee perchè chiara si scorga la reale dilfere11za di esse due specie di congiunti vite. La congiuntivite semplice catarrale, siccome d'indole risipola tosa e promossa da cagioni comuni reumatizzanli, felici risaltamenli che sortirono dalle mie cure con fortuna singolare non abbiano potuto far eco nelle orecchie d'un Collega, si che rimanesse avvertito che nel Ccrpo Sanitario quakuno '(i fu prima di lui che potè distinguer e .la prima e la seconda e la granulazione avvenire? Chi vorrà credere che gli Allievi della celebre Scuola llledico-Chirurgica Torinese abbiano ancora necessità « di valersi delle osservaiioni , delle discussioni, degli sperimenti , de' lavori tutti che presso altre Nazioni vennero intrapresi ( Giorn . cit; n° 35, pag. 27'3. Balestra) al fine di chiarirne la natura intima, Io cause disponenti o determinanti, i mezzi più acconci a prevenir e combatìere l'ottalmia dei Militari,• oppure di peregrinare dall'Austria al Belgio, dall'Egitto al Caucaso per apprendere a rovesciare le palpebre ed applicarvi uno stitico od un caustico, se tutia la faccenda dello stormi nio dell'ottalmia dei Militari da ciò solo dipendesse. ·

offre tutti i caratteri proprii della flogosi rfsipolatosa : per<:iò la malattia invade per lo più ambi gli occhi. ad un tempo stesso e si diffonde al la membrana schneideriana ·in forma di corizza: la congiuntiva palpebrale è di colore rosso•palliE!o, quasi roseo; la seusazione dolorosa è di bru· ciore o di prurito ai margini palpebrali in cui accade qualche volta osservare piccole flilleoe. Havvi lagrimazi<rne, con s~crezione di muco sciolto e fotofobia per l'irritazione consensuale che dalla congiuntiva si propaga alla retina ; havvi inol!re cefalalgia e legg iero grado di febbre sinoca. Alcuni credono potere distinguer in questo periodo acuto della congiuntivite catarrale granulazioni co1rgi11nti• vali, ma queste altro non sono che semplici intumescenze della congiuntiva, dipendenti dalla medesima condizione risipolatosa predq_minantt,. T11pt'è vero, _che questa specie dì granulazione la quale amo chiamare turgescenza congiuntiv aie, si dissipa con il cedere dei periodo risipolatoso cioè alla sellima o decimaquarta giornata di malattia. Finalmente la prontezza cori la quale guarisce la taraxis anche abbandonata alle sole risorse della natura ( 1) fornisce il carattere più distintivo di quest'oliai mia palla per· tinace congiuntivite granellosa specifica. Resta pertanto dimostralo che l'ottalmia semplice catarrale altro non abbia di comune con la . granellosa acuta-mite fuorchè la sede che per entrambe è la porzione di congiuntiva che taµpezza la parie interna palpebrale, di naiura simile alle membraue mucose di,lle altre parti dtil corpo. ( Co11ti1n,a)

STORIE DI CASI RHIARCHEVOLI. 45 ULCISRA Y,U.UCOSA.. CON FLEBITI! PJ.Rl':IALS

( Storia comanicata dal Med. di BattagL Dott. DENINA. ). .l:liflelle questo caso il Soldato nella Casa R. Invalidi dell'età d'anni 60, Antonio Haviglione, di tem.p.eramento sanguigno, d'abito venoso il qual entrò nello Spedale ai 2 di dicembre 1852. · Se s'eccettuano le, malallie proprie dell'infanzia, non ne sofferse alcuna di qualch'entità ; Soldato fino dal 1815, riprese il servizio al fine di seconda ferma per soli alt.ri q1.1allr'aoni, stante la varicosa evoluzione delle vene delle estremità inferiori. Viaggiand'ora sono 15 anni i o tempo piovoso e per strade difficili verso la Spezia dove recavasi in dislaccamento , l'e:-;tremità sinistra fu presa da risipola a cui tenne dietro un'ulcera guarita in poco tempo la quale poi si · riaperse per la fatica del viaggio prolungato sin a Niiza dova dopo varie recrudescenze della medesima il 1\aviglione fu -dtlstinato nelle Compagnie Veterani di sta"za in Asti . (1) Sono queste le ottalmie che se il Medico sa rispettarle gua- . riscono meglio da sè: in queste è inlieramente ap_plicabile il trito adagio del niente è ·buono per gli occhi: g11ariscono alla pricauterizzazione, mà oserei dire, malgrado l'inopportuna applicazione di questo rimedio sovrano si,ma non per la aemplice catarrale.

ma


D'allora io poi per effollo di speciali circostanze o l'una o l'altra delle estremità infJriori tumcfàcevasi e s'ulcerava vicino al malleolo; al che si timediava con il riposo e con blandi topici. Nell'autnnno dello scorso anno persistendo l'ulcera più del consueto, perchè sostenuta da lenta irritaziono gastrenterica , offetto dell' ahuso di bevande stimolan ti , vista l'inutilità dtti soliti rimedii, il Rniglione, con l'idea d'ollenere l'essiccamen to della piaga, ricorreva all'uso dei bagni di orina su la località sperando, come già altre volte, poterne guarire. A sl male consigl iala applicaziono leone dietro un accesso febbrile cou ingruenza a freddo che simuland'una febbre perniciosa l'indusse a farsi lras()ortar all o Spedalò dove ben presto si manifestò una riaziooe cardio-vascolare così intensa che solo 1111 energico metodo deprimente valse a domare dopo varii giorni. La dida assoluta. ì sa lassi abhondanti e rinnovati in n° di t 1 ed i fom enti mol · lilivi su la località ulcerata furon i principali compensi terapeotici impiegali. L'ulcera varicosa pri mitiva situata in prossimità del malleolo esterno. della gamba sinistra, superficialissimo ed ir regolare era essicata ; la pelle circostante era livida ed intersecala da· punti 11lce·r osi coperti di croste giallicce; l'estremità dolento al tatto, ca lda più del naturale offriva pur una vastissima rete venosa fra meno a cui più distinta appa rve la safena esterna tumida si n all'inguine. Alla flebite diffusa pur alla safena interna ed alle sue diramazioni ~·aggiunse una risipola in prima su perfìciale, indi flemmono;a che s 'este11deu dal terzo super iore , della ga mba a tolto il piedll con varii ascessi entro flebitici, dai quali, co11v1:1nientemen le aperti col ferro, e dall'ulcera stessa, abbondantissi ma stillava la s11ppurationc. Alla coudizion infiammatoria. sufficientemente frenata dai salassi, dalla dieta e dal fall o stesao dell'abb ondal)hl suppuraiionc, snbeotrarouo sintomi adinamici generali i qoali unitamente all'i"ngorgo passivo che manifestossi nella località fect>ro l<Jmerc d'assorbimento. Con molt'accorgime11to allora J'urouo dal Doti. Mariano prescritte le bevande subacide e le fom entazioni di decollo di china c-0n alcoole canforato e fu dato esito ai continui rinnovellanlisi ascessi per mezzo della pasta di Vienna. t:uu un tale metodo di cura lo staio generale dell'ammalato migliorava , il pus stillava meno sciolto e men abbondante; bottoncini carnosi Tegetavan io fondo all'ulcera o quesla delt.!rgevasi dì giorno in giorno, quand 'utilmente impiegaronsi i mezzi di compressionu moderata richiesti dalla consecutiva ede· mazia. lo capo a pochi giorni nessuna traccia rimaneva dei tanti distacchi ; le vene sollo cutanee toccavansi per la massima parte convertite in cordoni fibro-cellulari; il calore era quasi naturale; io poche parole era~i otleoula la guarigione d 'essenziale malattia, superstite· però S<'mpre un tale quale grado d'edema d11 caglone meccanica. _Ma una piccola scintilla bastò ad accender un grande fuoco : di fallo la posizione verticale presa s<•nza consiglio ed una maggiore quantità di cibo non permessa detenuinarono così intensa 11infiammazione in quello parti che un flemmone diO'uso nuovameo lA invase la parie inforiorc della gamba e dal piede distruggendo tulio il rimanente tessuto cellulare per cui la pelle era distaccata da tutto le parli sollostanli. lo pari tero; o l'infiammazione così profonda-

mente si diffuse all'articolazione tibio astragalea che bene, presto comparver i sintomi di Yera osteo · mielite acuta di cui l'esito già sospettato per l'uscila dell'umore si novialu ci venno confermato dall'esplor.izione con lo specillo ìl qual introdol!o per le aperture più vicine all'articolazione ci rivelò la carie delle estremità os~ee e la distruzione parziale dpi ligamenti. I sintomi generali di riazione poco a poco cedel ter o la suppuraiione diTenne 'men abbondante, ma rimaneva una tumidezza estesa alla par te posterion, della coscia e della natica ed i dolori strazianii con e saeerrazione notturna più risentili sul collo del piede si fect.iro insopportabili a segno tale che l'ammalato chiedeva d'esserne libtrato, pronto offrendosi a eubire l'amputazione. Non essendo possibile l'ovitarla, il Curante si decise per l'operazione al di $Olio del meuo della gamba, quel punto scegliendo dole i tessu ti men avevano soffer ta dell'alte· razione cioè appena al di sopra delle ostrn zioni venose principali. Ma ad evitar il dolore dell'allo operativo ru l'ammalalo nel giorno 21 d'aprile sottoposto all'azione del cloroformio il quale, se ul se ad eccitare la tosse, la lagrimazione ed il scinlillameuto degli occhi , noo produsse però la desiderata insensibilità. In vista pertanto dell'inu · tìlità di quest'agente, fu l'operazione di fferita all'indomani ond'aver in pro11lo dell'etere puro , qualora l'effetto del cloroformio nuovamen te mancasse. Migliore risultamento però non s'ollenne in questo giorno dalle rinoova!e inalazioni del cloroformio , nè quelle dell'etere scemarono punto la sensibilità tattile, giacché altri effetti non produssero fuorch è quelli già citali d 'irritazione locale delle mucose a cui s'aggiunse uo tale quale graùo di loquacità di breve durata. R imasti inutili questi nuovi tentativi, nè al tempo, nè ai mezzi. nè alfa qnalila degli agenti riferi bili, l'Operatore J)ott • .Mariano praticò l'amputazione con precisione di taglio e con r isparm io dì tempo; cosa questa che influi moltissimo al buon esito dell'operazione dall'ammalato subila con un coraggio che non gli venne meno. I vasi sanguigni profondi avend'un diamelro maggiore del naturale, si doveltero moltiplicar e le legatore o otturare con céra l'arteria inlt:rossea. La m~dicazione fu semplicissima, composta siccome fu di listarelle aggl11tioative, di fi laccica asciutte e di bendaggio conlentivo. Ulti. mala la medicaiioue, a rianimare le forze un po' esauste dell' ammalalo fu prescrilla infusione d' arnica con laudano e per hevanda un limonata vegetale. La r iazioue fu mitissima ; uo tieve trasudameoto sanguigno inumidl il primo apparecchio di medicazione: in pochi giorni caddor i numerosi fili delle legature, l' ultimo dei quali al 12° giorno con una moderata trazione fu tolto da quell 'unico punto che non fosse cicatr izzato. Al t o• giorno erasi ottenuta per prima inteniione una solida cicatrice del moncone a cui fa t ilmente s'adatterà una gamba artificiale. La dissecazione del membro amputalo dimostrò che tulli i tessuti circondanti l'a rlicolaziooe erano degenerali in tessuto lardaceo; i tegumenti in parte distrutti; le fibrocartilagini nerastre e corrose alla circonferenza; dimostrò puro che l'estremità della tibia non era solo ingrossala e ammollita, ma che le cellule della medesima dilatatissimti coolenevao 1111 umore simil alla feccia di vino. La genesi della malattia spiega la facilità con cui in una persona d'età già avanzala s'ottenne la cicatrice del moncone e la risoluiìone degl'mgorghi estesi a tutta l'estre-


mitfl. L'ulcera varieosa primìliva, complicazione la più frequente delle varici massimamente quando ha,vvi di già ingorgo cronico ilei tessuti circonvicini, facilmente ha luogo per lievi cagioni; 'lo strofinio della calzamenta, una marcia un po' forzala producono.l'irritazione della pelle che qnindi si fa risipolatosa, tesa e di colore r sso ,i,.o; le piccolo ulcerazioni snperlìci~lissirne che la coprono sono separate da croste gialliccie le quali poc'a poco s'allargan ed in qualche giorno unendosi 'fra ]OFO danno luogo·ad un ulcera sovente larga, superficiale, ma molle ,olle pruriginosa la quale tende bensì· faéilmeote alla guari~ione con mezzi blandi, con la svltrazione delle cause irritanti e con il ri, poso, ma facilment-e pure con il rinnovarsi le cagioni la cicatrice si scioglie e l'ulcera ricompare. Tale fu per molti anni f audameoto dell'ulcera nel caso esposto e tale avrebbe eonlinuato a mantenersi, :qualo.ra il Raviglione con mezt.i irritanti non aveFse destala un'in fiammazion·e più intensa che si propagò rapidamente ali.e vene. Qnesta flebite che un enr.rgico metodo aotifiogistieo potè solo limitare ma non risolTere, term'ioò con l'obliteramento quasi totaltt delle vene superficiali. La somma diffipoltà del circolo venoso nelle parti esterne fu cagioné· d'una morbosa evoluzi,ono dei vasi profondi e della loro proclivilà all'infiammazione che non tardando a manifestarsi per lievi cagioni, alterò cosi profondamente i tessuti da render indispensabile !'-amputazione. Esportata perciò quella parie dovi! il dissoslo della circolazione era stato cagione di lesione grarn così da poler. anche generare la cancrena, nuila più doveTa ostar alla pronta guarigione, siccome di fatw felicemente s'ollenne. L'ulcera varicosa che cagion: locali basLano sovenle a delèrrninare, alcuna volta mostrasi, indipendentemente ,:la quelle, più o men irritala ed anche . accompagnata da ri sipola, e ciò per effel1 o dello staio irrilalivo o subflogìstico delle vie digerenti o rl'ahri apparati o sistemi. Nel R'aviglione s'ebbe a riconoscere so,enle un tale fatto patologico slante l'uso delle beYande slìmola.nti ed alcooliche, al cui effell•) ebelizzante può riferirsi la mancata aziono degli anestesici. ·

46 DELllllO TRE!!IOLO Dl:I JlBVJTORI

(Storia comunicata dal Med. di Regg. Dott. :MARU.No). seguenti due casi di dclil'io tremolo dei be,itori per me curati in questo Spedale della R. Casa degl'Invalidi nel corio dello scorso maggio son una bella conferma di quanto già dissi rignard'alla· grand'ntilità del laudano liquido del Syd_eohar:n in detta malallia. Il primo di questi casi si rìferiseo ad 1m tale G. L. Ufficiale in ritiro, d'anni --14, di temperarnttnto sanguigno ner voso, di logora costituzione, il quale per ohblia1• i suoi 'dispiaceri, com'egli dice, erasi appigliato allo spediente del vino e dei liquori_spiritosi dei quali tanto abusò che, se il suo ventricolo solo per un giorno era privo del consueto stimolo, egli · languiva e si sentiva male. Ma dopo av+>rne tracannato· una buona dose diventava stralunato, eamminava con passo mal fermo, perdeva l'equilibrio e -sovente stramazz.ava al suolo.

Sul prine1p10 d'apri le, dopo un viaggio a piedi, avendo . forse più del $Olitò ab usa.lo del vino, fu preso da forti verti_gini per cui, chi amalo il Medico, quesli gli ordinò dne salassi da cui non ritrasse gioTamento, anzi poco dopo fu preso da dehrio e da convulsioni contro di cui il medesimo Medico prescriveva due altri salassi dichiarando la malattia un'affezione cerebrale con sintomi ep.ilettid. Trasportalo in questo Spedale nella sera del 29 d'aprile fu collocato ,nel lello n° 67. Avendolo io visitalo nel mattino seguente, ]ò ritrovii in istato di sopore tale che> scosso fortemente, appena rispondeva qualche incoerente parola, per subito ripiombare nello slato medesimo. Aveva la faccia iniettata; la pupilla ristretta; l'occhio conulso; la I lingua sporca; il ventre leso, timpani.co; il polso contratto cd irregolare e finalm·ente v'era carpologia con sussulti dei tendini. Fu ordinata l'applicazione di 16 sanguisughe ai i processi mastvidei ed il decollo di tamarindi per bevanda, I tanto nel ma1tino, quanto nella sera. Al 1° maggio. !d onta che l'operaziçine di saognisughe J avei;se prodetto un abbondante stillicidio. di sangnt<, tot,J tavia li su descritti sintomi cerebrali poco o 11ien1e si scorgevano dimi,nuili ; onde fu che tanto per rimediar ai medesimi, quanto per cessare l'ostinata stitichezza con Lensioae del ventre, credetti opportuna cosa prescrivere all'informo un'oncia e mezzo d'olio di ricino. Ai 2. Quantunque il purga1>_te avesse provocato tre o quattro abbondanti se ariche alviue, ciò non di meno si manteneva il meteorismo e l'i mpaniamen'to· della lingua. Decisorni tuttavia a sommiBis1rar il laudano, prescrissi: mucil. arab. once 5, laudano liquido gocce 15 i.la prendersi a cucchiai e da rinnovarsi nella sera; aggiunsi poi la continuazione della dt>,coz·ione di tamarindi per bevanda. Ai 5. Essendo,i sensibile mi"glioramento generale , si .rinnova tanto nel mà.llino, quanto n~lla ser.a la mucila.gioe con 20 gocce di laudano. Ai 4. Il sopore, la earpologia ed i sussulli dei tendini sono quasi cessati; il ventre è più trallabile e J!a lingua toccasi umida. Si prescrive la medesima mucilagine con 25 gocGe di laudano mattina e sera . A i 5 . I sintomi nervosi son affatto scomparsi; la lingua incomincia a detergersi; il polso e l'alvo si regolariuano; l'ammalato.accusa appetito e gli si concedono due pani triti, _persistendo sempre oall'uso interno della mucilagine con mezza dramma di !~udano da rinnovarsi nel giorno. A i 6. Il miglioramento c.onlinua e l'ammalato continoand'ad appetire, gli si concede un caffè con latte e si continua nella pres.criziooe del laudano alla medesima dose. A i 7. L'aroma lato si~ bene, chiede ccn istanza di mangiare: gli si concede il quarto di pollo con vino. Se~beoe da questo giorno le cose progredissero sempre di b,m in meglio, si continuò tuttav ia ancora nell'uso decrescente del laudano per a!cu11i giorni, dopo i quali l'a!Ilmalato piénamcnte guarito . uscì d:1 110 Speda le. 11 secondo caso si riferisce ad on tale A. G. , Soldato nella R. Casa degl'lnvalidi, abusalor anch'egli di vin.o e bevande alcooliche, _il quale nella sPra dei 9 di maggio entrò .io questo Spellale dove fu collocato nel lello 11° 2. Visitatolo nel malli no, lo trovai nel se.guenle staio: faccia stravolta; noncuranza di totlo quant'inlorno a lui -succedeva; somma agitazione; polso contralto; lingua secca; continuo bisogno di metter in rno:Yimenlo gli arti superiori, motivo questo per cui cercava con 'l'occhio gli og-

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36'l gelli lucenti (scodelle, ,putatoio, ecc.) e se n'impadroniva per fo rbi'rli, no n desistcndo da quest'operazione se prima gli oggetti non gli venivalio con Tiolenza tolti di mano. La noli e era lllala insonne e l'ammalalo era 'disees.o più volle da l lettù per andare qua e là vagando per la Sala. Fauo ese gnire nella mattina un piccolo salasso, l'ammalato fu nella visi ta stessa dalla twra sottoposi<> all'uso interno del la11· dano il quale, gradatam e11le aumentato sin a 1111a mezza dramma, così prontamente manifeslò i suoi benefici effetti che in quattro soli giorni l'ammalalo ricuperò la coscienz-a, cessò l'agitazione , si risv~gliò l'appetito, l'alvo si fece • regolare e nel giorr'1ò 16 cio~ dopo sei giorn i di Spedale uscì dal medesimo pienamente. guarito. Non islarò qui a ripe tere quanto ho già fletto per r iguard'a questa malattia; solo farò notore che in <1uesti due casi havv i ciò di partico larn 1° che eon il laudano liquido s'ollenne una pmnta. guarigione da una malattia che offriva sintomi gravassimi, nel primo caaso specialmente: 2• che io questo caso non solo l'oppio non manifestò la sua azione narcotica, ma .in vece operò in senso contrario cessando il sopore-; 5-, ohe in quoslo caso parimente l'oppio anz i ohe rendere l'a lvo stitico, lo tenne in vece regolarmeole aperto. Conchiude,rò pertanl'o con De Moulon e Frussichs : opiwn in delirio fremente velut specificum considerandum e~se uf in feqrilJns legìtimis ùtlermittentious ,:hina chinq et chinina experta fuere.

RELAZIONE DE11Lls CONFERENZE SCIENTIFICH~ (Mese di maggio. 1a Tornata). Sc1AMR1rn·,. Letto ed approvnto il processo verbale della Conferenza ~ntecedente, il ·Doll. Alfurno prende la parola per informare i'Aduni,lnza df1i fd ic;i risullamenli testè ottenuti d.a ll'applicnione del ltJ serres fines nella sezione Chirt,1rgica da lui l\irtlla. Cita prirnierameote un caso di fi. mosi da lui ·Operato con il metodo di Vidal in cui vide J\1de.reoza rècip rol'.a delle pa-gine prepuziali cùtanea e mucosa farsi compiuta nello spazio d i 24 ore mercò l'uso di quegl'ir1gegoosi is:rorne11 ti. Cita un altro caso di fer ita al Ìnenlu lacero-contusa e pi·ofonda pro.dotta da un calcio di cavallo, in eui dopo avere to lto con le forb ici un lembo cutaneo troppo malconcio e dopo aver avvicinali alla ' me• glio i màrgini .della forita ancor irregolari, applicava quallro robuste serr:es fines che lasciava in silo per 5.6 ore, levato ~llora l'appareccbiq , videsi l'adesione compiuta . Ricorda poi un caso di bubbone suppurato che, aperto giorni prima nelle Sale d.ai venerei con due piccole incisioni obblique e sollocutanee falle alla periferia dell'ascesso , sticondo i precetti di Vidal, fu condollo a guarigione. in ,soli 8 giorni. I vantaggi, dice il Doll. Alfurno, di questa pratica che il Chirurgo Francese vorrebb'a lzar alla dignità di regola generale oell' apertura degli ascess i so no i O d'interessare la cute nei punti do\•e trovasi men assolligli ata e perciò maggiormente disposta al la cicatrice; 2• d' impetlire Fintroduzione 1lell'aria uella cavità dell'ascesso le cui pareli aderiscono fal:ilrnente a m isura ch'il liquido esco a poco a poco: 5° · la cicatrice che succea·e a qu(iste piccole incisioni del d iametro d'un eenlimet ro circa ò appena visi bile. Pro,egoendo la narrazione dei casi più rimarchevoli

delle malallìe che trovansi nella sezione <li Chìrurgia iJ Do t l. Alfurno dt>scrive brevamt!nle la Storia d'un enorme ascesso freddo, volorninoso qoa·nto la testa d'un uomo adulto e situato alla region anteriore-superior e<l in terna della coscia, per cui tutti· i Membri dell'Adunanza erano gii stati convocat i in consulto al letto dell'ammafato (1). D ietro l'autorevole coi1,;iglio del Dolb. Baurnès ohe ·trovat>dosi di passaggio a Sciamberi volle onorare d'una sua , isila lo Spadaie, fu aperto l'ascesso che allronde rninaccia,a crepa1:cio, ma la prognosi fu riservata perchè-eranvi segni e sintomi che li facevano creder idiopatico· ed altri che lo facov anò credere sintomatico, L'evento 1 continua il Dotl. Alfurno, 0011 ha ancor atJaHo decisa l'ardua questione poichè,sebbene al secondo giorno dopo l'operazione venisser in scena sintomi allarmanl i (febbre, diarrea, prostra• 1,ione di forze, faccia al terata , l'elore dHlia ma rcia, un rumor insolito quasi di gaz chit sortendo dall'ad<lomine si prccipil-'1SSe nella cavita dell'ascesso) pur a quest'ora, 10 giorni dopo ['. operazione, l'amm,ala to trovasi in uno stato piuttosto·soddi~facHnte. R iservandos i il 1Joll. A lfnrno di da r ali' Adunanza ulleriori ragguagli su l'audamento della malattia, dice però non poterne sperare buon 1isi10, bene sapendo come sovente sia fallace e passeggiera la calma che tiene dietro ai suddelti si ntorn i; aver intanto da alcuni giorni sottoposlu l'ammalalt1 all'uso del ferro , della china e ad un modetalo regime analep.tico. l I rumore so praccennalo quasi di ga,: che dalla cavità dell'addomine sembrava passa~e li beramente nella càvità doll'a;cesso nell'atto d'una profonda inspiratione , del la tosse , dello sternnto, ecc., scomparve, dice il l>olt. Alfurno, facendo su la proposizione del· Dott. Crema , 1111 bendaggio alla coscia' dall'alt'al basso, mentre prima facevasi dal basso in allo (2). li Dolt. Coslanzo chiede la parola per informare pure i Colleghi della diagnosi e della prognosi infausta falla dal Dotl. Baurnès al letto d'un amma lato che giaceva da vari i mesi nelle Sale di Medicina con un tumore al bell ico di oscur a indole e natura. Egli nota come l'infausto presagio siasi pur troppo realizzato e come i'autossia cadaverica non solo confermasse la diagnosi già fatta pure dai Medici Cura nti Dollori Comisselli e ~claverani , di gastrenterite cronica con tubercoli al mesenterio , ma dimostrasse pure nell'addomine tull'i guasti prev isti dail'esirnio Pratico di Lione. li tumore emisferico, prosiegue il Dottore Coslanzo, alquanto acum inato negli nltimi giorni, situato al l:ito sinistro del hellico, fl 11 L111anle alla pressione, ris uonan te nlla percussio~ e circond.ito da una corona di tubercoli indurati, dimostrav a l'a11 tossia essere formato,da ~ una raccolla di gn e di liquido purulento fattos i alla superficie del grande omento e coperta dalle pareli addominali estremamente assotligli alH in modo da simu lare un'ernia. I tnmord ti e le disuguaglianze dure e doloroae alla pressione che si toccavano qua e là attraverso alle pareti adominali e che da h;oga pezrn avevano pure fis( t) I Medici congregati appoggiandosi specialmente alla storia anamnestica delllammalato, avevano convenuto nell'opinione che i!Jamore fo~se sintomaticc di malatlia vertebrale, perciò il Doti. Costanzo ch'e prima dirigeva la Sezione ed il Doli. Alfurno cbe 2li sncccdelle avevano temporeggialo ad aprirlo. (2) li Dott. Alfurno finisce ricordando la sua prima opinione cioe trattarsi por troppo di ascesso sintomatico di carie vertebrali>.


568 .sala l'attenzione del i\Jedico Curante Doli. Sclaverani ,

erano formati da tuh r rcoli mesenterici e da ghiandole li11fatich 0 iodurate o degenerale di cui alcune molto voluminoso erano convertite in sostanza lubercolosa offrente per l'aspello e per la cousistenr.a i varii periodi del tubercolo, altre erano scirrose, eoeefaJoidee e melanotiche. La genesi, continua il Dotl. Costanzo, del gaz contenuto nel tumore sopra citalo non comunicanlt:! con la cav ità degli intestini, il quale gaz isprigionnasi con impelo nel cada· nre rer la puntura falla con lo scalpello alla sommità del tumore stesso, noa può meglio spiega rsi che con le idee emesse dal Dollore Baumès ( già pubblicate nel suo Traitd de, maladies ventluse, ,ecc, 1855) secondo le quali il fluido gazoso verrebb'esalato in determinateicircostanze nelle cavità naturali ed accidentali nel tessuto cellulare, nelle cavità degli ascessi, eec ., llen allrimenlc ehe s'esala nelle medesime parli il fluido sieroso, sanguigno, puru· lento, ecc. I I Dott. Sclaverani facendosi a descrivere brevemente la Storia della malattia in discorso nota come l"infiamma. zione gastreliterica abbia preceduto ed accompagnalo la e,oluzio11e dei tubercoli al mesenterio , come malgrado il metodo antiflogistico energico adoperalo sol principio e più volle ripreso, i tubercoli percorresser i tre stadi i, come finalmente la costituzione, l'abilo individuale, la feb · bre etic:a ed il marasma che l~nnero dietro alla tumidezza del , ent ro ed ai àislurbi funzionali èonti11ui del tubo ga· strenterico, gli dessero sicuro indizio di tubercolosi contro cui aveva fra gli altri rimedii provato pur inutilmente -l'olio di fogato di mt>rluzzo. La Seduta è sciol!a alle ore 5. C.lGLUa1. lo questa Seduta il Med. di Bali. JJott. Malvezzi dopo anire presa la parola per far alcune sue riflessioni rdatiYe all'Jgieue Militare s'indirizza al Med. di Regg. Doll. Balestra ood'esprimcrgli la sua gratitudine per la premurosa assistenza di cui gli era stato prodigo nel decorso della grue angio-cardio-bronchite dalla quale da poco tempo era,i riavuto la mercè del semplice , ma sapiente metodo di cura cl111 il predelto Doli. Balestra , Medico Curante, a"1wa prescritto. Espone quindi somma· r iamenle la Storia di questa sna malattia e narra come dopo un energico metodo an tiflogistico attivo e negativo egli rice"esse somm o benefizio dall'uso protrallu del la digitale somministrala in infusione. Chiudeva poi la Seduta il Dolt. Lay r. f. di Presidente con la nar razione d'un caso d'emiplegia da cui fu tocco un 8oldato del Reggimento Cavalleggieri di Sardegoa, nella cura rlella q,uale erasi oltenulo sensibilissimo miglioramento dopo un sudore profuso, J 'odore fetenti ssimo che continuò per tre giorni e pro,ocato, a suo aniso, dall'uso interno della tintura alcoolica di noee vomi ca.

N1zu . Le lettura del processo verbale dell'antecedente Tornala ragguardanle alla discussione della Storia di piricardite con artrite stata !ella dal Doli. Peloso porge occasione ad alcune riflessioni Ilei l)oll. Borelli a cui non sembrava d'aver udita sufficientemente espressa .la manifestata opinionr. Dà perciò il medesimo lellura d'ah:uni cenni eziologici su la rericardite , corredand'il suo dire con alcune citazioni dei principali Autori che accurata· mènle trallarono l'argomento in discussione secondo le idee da lui emesse. Questa lellera promove varie riOes-

,ioui degli Uffiziali Sanitari riuniti in Conferenza I~ quali non i>$Sendo fuorchi> una ripetizione delle cose gi à espresse nella rn·ect•dente Tornata sono qui ommesse. Il Dottore Pdoso onde toglier ogni dubbio intorno al modo più 0 meno fedele con cui avrebbe riferitti le op:oioui emesse dal Oou. Borelli , invi!a quest'ultimo a volere depor al Banco dulia Prosidenia un sunto almeno dello Scriuo da lui testè letto p~r potere su la scorta del medesimo modificar il lello processo verbale. Ma rifiatandosi il Dollore Borelli alla fattagli domanda, l'Adunanza unanime decide che il Segretario Dolt. Peluso aveva con sufficiente chiarezza e fedeltà espressE:1 nel processo verbale le riflessioni fatte dal Doti. Borclli nell'antecedente Tornala intorno alla discussione della Storia di perica-rdite con art rii e.

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-------------PARTE SECONDA

Rn'ISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI (Santo del Doli. Jd OTTIN1) .

Cura della blennorrca con l'infuso ài ceoi torrefatti; àel Dotso,·e Henrotay Medico Militare. li Doli. Henrotay, Autol'e d'un nuovo metodo di cura delle ulcere veneree primitive per mezzo dell'acido acetic.o(metodo questo di cui tenne discorso il distinto Collega nostro Doli. Pecco nel o" 10 del 2° anno del Gio-rnall di .Medicina Mllitare ed ioloroo al quale am.be noi iostituimmo molle sperienze), si fa or a raccomandare due nuove maniere per cessare gli st11licidii uretrnli-gouorroici cronici, l'una e l'altra d'origine Spagnuola ed entrambe fio qui riuscile nelle di lui mani a felicissimo risultamento. Un Ufficiale di 50 aooi rhe io gioventù aveva avuto molte blennorragie s'ammalò di catarro vescicale seguito da ingorgo nella prostat.,1 che finì con la suppurazione, facendosi strada il pus nel canale dell' uretra. oa un anno lo stillicidio gli si era conservato costantemente abbondante malgrado dei molti rimedii apprestatigli, l'uso dei quali aveva aoz.i concorso a guastargli la sanità. In questo stato di cose l'infermo propose al Medico d'esser assoggettato alla cura Spaguuola con i ceci che farono subilo sperimentati. I ceci prima torrefatti e macinati furono riposti alla dose d'un'oncia circa in uu sacco dì flanella sopra di cui si versò un mezzo litro d'acqua bollente. Fil Irato in seguito il liquido, vi s'aggiunse una discreta quantità di zucchero e di latte e l'infermo prese questa bevanda al mattino con una fetta di pane spalmata di botirro. Dopo un pranzo leggiero l'infermo prese di nuovo la metà della dose del mattino e per otto ~iorni si sottomise a que~ta cura; scorsi I quali lo slìllicidio che aveva già comincialo a diminuir al terzo giorno, cessò per iotiero e più non si ri11novo per circa due anni. Un altr'iofermo io cui ad ano stringimento uretrale vinto già con sei seltimane di cura s'accoppiava una bleonorrea cronica che scompariya bensì con le iniezioni leggiermeole astringr,nti, ma ricompariva poi ogni qual volta beveva al~uni bicchieri di vino od aveva commercio con la moglie, fa r1Sanato or fa on anno per mezzo dei ceci torrefalli somministrati in modo simile a quello del primo ammalalo. Un altr'ammalato tocco da ulcero veneree e da bubboni con blennorragia, dopo tre mesi di cnra guariva delle ulcere e dei bubboni rcrsistendo però lo stillicidio uretrale, abbondante come prima. Fu consi~lialo l'oso dei ceci torrefatti ed in meno di olto giorni, lo sliUiridio era intierameote cessato p~r non pili rinnovarsi. A questi casi autentici l'Autore fa seguire un appello ai Colleghi onde rinnovino le sperieoze_pc~ stabiHr i ('asi. io ~oi_q~est~ rimedio vuol esser apphc.1to ed mv1ta parunente 1 Cb1m1c1 ed l Farmacisti a fare conoscere la composizione dei ceci torrefalli onde riconoscer il principio efficace contenuto nei medesimi. (Revuc /Jfédicale) 11 Direttore Doti. COMJSSETTI Med. Div. Il Vice- Direttore responsabile Doti. Bar. de Ucaofort M. l\.

Torino 1863. l"elazw, Tip. Subalpina. via Alfieri 'H.


N. 4 ·7.

( ai 20 di giugno 1853 )

GIORNllB DI MEDICINA Itll~ITARE DEL CORPO SANl'rARIO DELI/ARJIA'fA SARDA.

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L'associazione ooo si riceve che perno anno ecorninciacol t" d'agosto. li Giornalesipubblica nel Loneclì di ciascbedno:i settimana . PREZZO O' ASSOClAZlONE

Io Torino . . . . . . . . L. 10. lo Provincia ed all'Estero, franco di posta • . L. 1 t. L'abbonamenfo tlehbe pagarsi pel' semestri ànticipati. Le assoch1Zioni per i non militafi ricevonsi alla. T,lPQGRAFU So.BALPIXA via Alfieri, onm 0 ~4. te lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancale ed ac::ornpagnate da vaglia posta1e. 1° Dott. Ròbeochi: Dell'origino e dell'ulililà delle Accademie. - '.1° Doti. :S1cous: Risipola flemmonosa. - .3° I\el;izione delle .Conferenze Scientifkhe. - 4° Dullettrno tJf. ficiale. - 5° l)oU. M.OTTl!'lt: Rivista,dci Giornali Scientifici.

SOMMARI-O. -

I•

PARTE PRIMA Dt:LL'ORIGINI!: li OELL'OTILITA.' OHLLE ACC.1-Dl!.MIB

(Parole delle diii Doti. OakLO RonaccH1 Ml)d. Di vis. nella prima Conferenza Accademica da loi presiedo(a nello Sped. Mi lit. di Scia~herl a.i 16" di maggio l853). Unum ttibuit •lleri, el :i.b eodem cui irl. buil rcceplt. recìproca,rue open , ad uouu, comune hooum tendcntia . Po~tPO!l•nos.

Fril i più grandi beneficii alle intelldtuali discipline venuti da quel mirabile istinto che da natura cr~ato dentro di no; è fondamento alla sociale far'l1 igHa , con essa armouicamente svolgesi le dighe dell'avversa fortuna superando; coacerva le disparàte forze rese vane dall'egoismo ed al,1'11lile comuoe le in<ii rizza; alla mente fornisco quei capitali senza di cui circoscritta o vana tornerebbe l' Opera sua, hannosi ad annoverare le Accademie. Se talvolta, 0011 giova èissimularlo, nel loro seno l'inl'idia si generava ohe tutto rode, l'orgoglio che Lutto sprezza, il malcontento ohe tut\o diminuisce; se' alcur\a meritava l'acerba ram pogna mossa contr'essa dal Pubblicista Roul, gridando la croce addosso al povero tormenta lo di Sant'Onofrio, vitùpcrando cou plebeo ghigno il soave it!illio dì Bernardino Sainl-Pierre, stimmatiziaudo, come fo~ se il Signore del tempo e dello spazio, Fulton ; la maggior parte delle :Accademie con <ìne lauda\>ìlissimo istituito, ricca messe di scoperte e di ossMvazioni frullarono. Dell'origine loro e dell'utilità prendendo a favellarvi in oggi, St\f,llo di sobbarcarmi a taÌe un peso che viocti i miei omeri, oè avrei posto io non cale l'Oraziano consiglio, se in cospetto ad alcri meno di Voi indulgenti io mi trovassi.

Piacciavi ·pertanto perdonar alla pochez,za dell';.1ffralito ingegno, guardando solo all'amoroso ioteodimento d'inaugurare quest'ufficio al quale tra voi mi destinava la manlficente l.tontà di Chi ne regge e presiede, quel principio cclehrando che gli animi spiritualmente affratella, il peo , siero a forti cose ecjuca, la Scienza illustra, la Patria fa onorevole ed invidiata. Mollo prima che la ci~iltà Taréaod'a traverso la bella cd infelice Terra Elloniéa migrasse nel contrarlo emisfero, l'Orien!e, sede inesplorata dell'antichissimo Sapere, ve~ niva in fama , oon pareggiala mai, per le sne scieotificho AgaJ:>i. La Storia però muta s'aggira ,6n ad ora tra i ruderì del milleoare Egitto ed il ~eloso Cbioese anch'egli mal rivela alla cupida Inghilterra i suoi ventri palinsesti. Se a noi qualche frantume giuogoYa de' suoi graniti e poche foglie d'on'èroica epopea, il rèsto è ignofo sempre. Una induzione trarre nullameoo si puÒ" degli avari frammenti che de' lorò Savi conosciamo ed è che dalla G-cccia il nome rl' Accademia avemmo, non la cosa, e quello serbalo forse in U1emoria della prima Scuola filosofica sorta nelle nostre ·occidenla.li conìrado. De' sei più cospicui Istituti dirlla Nazione di Socrate e di Pilag{lra vantali, famosissima sopr'ogni altro ru l'Accademia: l'edi{ìcava.Platone, precursore del Vangelo e chia·mato merita niente divino; es11a di certo ecclissava il Liceo, il Cinosarco, il Porlìco , i ceppi della materia rom1,en~o,. quel religioso misticismo proclamando a cui attinsero in appresso i Terapeuti. A questa, diversamente riformata ora da Argesilao, sovrano pirronista, ora da Car-neade, probabilisla , ora da Carmida che insegnò le cose comprensibili tutte in sè, esser in parte incomprensibili a noi per uoa metamorfosi nei fasti dello scibile bene spesso notala , seguiva il sen, sualismo e la scuola d'Aristotele. Oa essa tnlle ltl Società peripatetiche che il martire Ateniese novcllamente ormand9, con la meditazioAe, con l'intelletto illumiuavano e còn il ragionare la verità al ben~ del prossimo cercarnno. Come nell'Accademia, nel Peripato considerevolissimì uomini si contano: bastino Teofr'asto, Stra-tone, Jeronimo di Rodi, Crilolao, Diodoro di Tiro , Demetrio Falereo ,


370 Alessandro Egiuale , Boeiio, Cass\!)doro per mostrarvi ~ oltrepassando eon le terapeutiche. fole, netfostracisan,o delI'anatome è della' fisiologia terminava . . .quaòt'alla ,Sci~nza profittasse ed al mondo. , "" 'Ultima fra le piµ memoral>ili Scuole fie.renti in ,Grecia N·el ,medio1.evo,, a·malgamato. con la Teol?g,ì_il lrasm1t~avasi in- lh1 aroi·gno sc~fasijeismo· tf1e l>aUagW 6;nò al se.r~1 là.:. ~ale.n_ica: ~alo a' Irer~~mo /<>~·to Ad:rill~O' q~~nd·o la co·lo xv1 ~ ftf scon'fitr-o;tla1:Ramus ,. ~a Jfaco11·ec, d;i l1artesl0, . Medrcma, l!'J pred-a- al dulilno, m ta:utJat-s,rg1 ~p~e-ilìci 0 . sènz'ona guida pe--r lo intfitl!to · c,111-e ttai ite i La;vo'ri di malgrado"i' (orm'idabQì at leti S?n 'Ì'om·à'so, Alberio' M~gno, SGol e J!aggoerrilo sill9gi~m,o_del_ pietoso <)rodo d'.Eloisa. · Celso,'c di Dioscoride, era minacc~alà.dalla prù fiera anarEgualmente ceJebre 'fu1,i ~,s0H6· ~cor'11,iOJ d~I..secolo u la ,." · éhia, Gaiano riuhotando il tentali ,o -dì eceJeiismo gi~ fallito ·a Sparta c~n Agatino. ti,.d, Archigene, le differ.ooli ~pisettà 'd·ei Neo-platoniti di cui. fu. capo Ammonio S.acca,. nioni costellau e da uri sincretismo -a.bitlmen(e · or dinato. Di là us~irono gli anù,signaoi dtll'~ celeti.~mo; Pioti~o, Por~ 1 quel d~ni~a quella. sella deduèeva che oltre mHle anni. firio, Giamblieo; Proclo. '· ' •• • dorò senza contrasti : · · Da queste prime Scuole ere hnCanzia cl ricordano 'del impotent~ ,dopo .à , lottar~ con-. le funeste Ear Scienza ·IiO'sl'réi i'n·civili'rn~'nlò, le prime spé'éulazion1 ·scatùri.ro.lÌp de·I Alessand~i'nì; spegnevasi è~n Aoreliano tendenze degli · Medico dogµiati~mo. Se 1~. ieo_rie )oro . n~~ er~n~, ~y·eotu;: > • ' ·, • • J' co,n OrìllJsio, con· Paolo da Egina; ratamentè che una deduzione. ~aga de,I proprio , modo dr Vedemmo come J.'Ac<:ademìa prec·rea rrse le nostre diinte~p'retare _le 'c.osplieh'e leggr; ;se c'r'édètter'ò ~ot~'rè~ , tno- ,; sciplrriè, com'al!e fi)oi0fiche le naturali S.cuolè, s'.inneslasvenùo- d:a'. màle, S~U f,6 ipotesi;, àe'leriniMr a. priori, J'e!I·' s-er i' cui varii sis~erni eostiuismino. gh~aonàli del~progresso senza-·~éÌ!~ 'fitaUÌiz1odr>, l,e ·cagi'òrii diiHa· sani'tà e dellà maMedico nella patria d~ll'Eu'ropea éivill'à-. For~e il mio dilattsa; senz'àv,e re studiato, l'umano organistrio poiéhè ' lo scorr.è re fu, 'soverchio , pérchè nar.ra.va utopie ed erli>ri Y;ietaV,é! tut~avia S3ÙO 9r~~~e· e .J~ reJ\gion;i, {d,ei C!',o'a.c~inè'e'Ha'ti· di presente: vo'i, {)C,tldooe.r.'etè r'ille1tend0 , l'iosiyeri. ;· ~~s_e le ~Medic~,e d!sçiphne lrl\s~e~o d_ai, cfiittsi Aepi;enza' ·d~·r grandi tornar. intìtlifamente , i>ÌÙ istruttivi del.la J,.obri C~p, .,di GQ,i40 l di· }\qdi, · dal ierarcJ1ico m9rros~~ie'oza- dèi piècoli. , · ,. · })qlio. vendieandole j n) iberlà e la via disprunatono ad lpo Roma tr.ionfatri'ce, se fu dal vinto soggiogai~ ·,con le cràte che. al·dilemni·a i fatti IPtitav~, le b,asi .~rttancto d,i arti.elle nell'agr-eate Lazio. esalarono 1 intenta.spio .ail esten. q.uell' Arie, a cui .cìemmo1 Ja vita, lo stoa'i9. der il suo 'dominio corr le guerre e .con la ·:rapina , non Discqrs'a per sommi capi l'origine delle Ac9ad'errrie, io poteva e·ssere. gradito ospi-z-io àeM't~"Soie'litificlfo lst.ituzioni. abbandonetò il ca~po degli e\ici p1~ri rtr dèìinearvi appe.oa· In fallo la Regina delle ge·n11 , sùperba per inenarrabili cÌ1e pi'ù ilo.minàronÒ le , varie sette o Scuole . ' ' ,., . . . ' nel'la' Medica . trofei e pér molle debellale. provincie, due Accad11mie apRepubblica sin. all,a fatale, deca().eiiia delle Scien·ze nella ,t)I ' . • . pena., .coilta'va' e .fra ·gli 'Scriltori di cose Qatm·a·li , Plinio pa~tosa nolle dei ~bas~, tempi\ ., · , . .e, Gol.umella .che veramenla ~10.0. ··meri,tassero h. ·Varrone All~ vere e s,c~ielle dollrine l1rocraliohe, misèl\ia_te pregiustizia del tempo, carnefice- ·inesorabile'cl~i tt'uffalod di sto e, corrolle dai· quallr~ ·el.emen',ti, d,ai q_uallro umori cargloria e d'o,ror.ificèQie: l.'oo,a· fu ·er~lta da Cict}ro'ne n.ella dinali favoleggiati già 'da Empedocle, teirné dietro la Scuola metodica v.'e r,~O il sec~lo IV anzt f• .tra.. volg(lrt;, dbY Ut·a· alla . ,stia ·villa d'i J.>o'zzuolo''eo è·rammentata da, versi del. Libe:r,to Lanrea, riferiti qa Plinio riel, 'X:U l'i'lìro i ·i n quell:I'iJ frion.· creaz.ioné deJirAnatomia urna·~.~ per 9per~ · di Erofilo ed tat,i're di Vene e di Catilina 'dettava le famqse Quae-st·fones ;E rasi strato. Quì~1?i ,Òata_n i· ·p'rimi saggi, di qt)el solidis~d ;flfdil~tnfo?te·ìé l'·àtttéò fòlùi'.nè 'D·e natti·r a Deorum; !,,altra che di_SC?pre ~eglj, .stessi prg.a:11. la_. r~:gione d,e i lor? fr llO· ,t. • edificala più,. ~aroì da ,Augu.&t.o,, registrava pur ,i uomi <)i meni. Ebbe fautori: Ascl~piad~ d,i Pr.u.sa che de.I p~ri am-, 1 Pollipoe e di V,irgilio. · Orà'ii'ò,'cl"~sinio, d\ me~rendo.Jutle le ma'la,tlie, gerlJ1inare dai solidi ,., tolse ad . , S~èùa al Cronista politico ra'ccoì1tai e ' 1e stup~r.iilè cose ,Epicuro il tro.ppo nolo sistt~a aloll)ico"e preì'cse che dal poco dòpo"' il: 1,10-ii\ssimoi giorno' av,vè011le ~i quella forrniregolare'od irregolare moto !,li quei'ii, 'daJla 1'~ciproca ar1dabil e Nazioue cl}() ul 'diritto·sos\ituivà la fpna, a-i'la 11agio'nEi, monia tra .~s&i 'ed i poF i che ten,don · .a \ra.versar~, · la conJa,. scure' déi Littori. dizione patologica risul1asse, o la sana;°Te.misone di LaoNel\'orribile cozzo d'ell'(frieu lt:l con l'Occtdente q\1ei,cle· dicea 1 ch,e. ricusaudo folle le, ir~~agini . w 1,e ca~se prime· e slinj maturàro1\o che pc.ii Mmpi"efan'si . e.on 1111 .caduta,<fi. s.u J:essénza dei co.rp.i, , amm.i?J· nei nostri ,organi la, pr~. 'Bisanzio é· con. il trovato di Gt1t,t~mberg: · : . '. · senzà di poi) che trorpo chi1,1si od ·aperti danno adh o alleNon di'~erri6 la fo rtùna della Medicirrà presso Rhazes , mate,rie eh~ d,ovrebb,e~o c~n.servc1ro e ,rilengo~0 qoelle eh~ Avicenna·, Abulcasis ·e qi1eH'. doh,ian.. espel!ere, ~'onde. la Jlottr-inq dello strictum, del . ' . laxum, qel 11iiia;.tum, che talli .vqi c~11oscet~,_. , • Avcr~oe che il ~ran coµimenlo.feo • , Opposta. alla .Metodjça l)acqoe· la Pneumatica, rionova: i ,fpiaii fol'ono piame1ilè riçordati dal ,Profeta . immortale iriée. delle,_9p_inioni d) ~ rasi.~tra.lo sui.pneum'a ,· che ungpdo questa t,eo.i;ia ·cp\l ,quell,a delle;:qoa li là elementari ,, la .~fo- · delle · HaJj~ne ·sventure. N1rn di q'uell-ì anni in cui ·so'rreHo ·aà· on' esclusiva ai.ilorìtà fm pera il' Galeno,arabi,smo,'o le Dotdiciòa respinge fra g.!\int,ricaq lalii.rinli ed il m,éschìno di'1rìnt 'da.Ifa .Cali~la c6rriYllè, dall\ .\lchimia, dall'Asrrologì'à,. . . lemma A rislolelico. al.le quali torbi.de fo1iti si dissetarono C.~miJanella,,Cc1rdaifo · Innanzi guest'epoca (seg;1li piuttos.lo.· la genesi clèil~ id_ee f.ull o, Jiorl;i, Fnic.astoro, Paraèi;I~?', oiot'larìla ,degli arcani che l'ordipè cr,ò.nofogico)·, conv'inlO alcuno ·dell'inuli)ilà dej ed O •Vaq-flelù1oi1~ del .cui vit,dìsmo parteci~),fron,a.1icora I.e dogmatici conati· per elevare lo stal1ile edifizio detla Scienz,a, te(,lrìche dc I scc:6;1) -S.',!1; tacçretuo della Scuola rti;'S11leri1o'; _ed1ica10 dal i',irronis'rn <t ~·110 spìrilo dì' çr.iti'ca e d'ana11'si' 1 tc1_c~rerlio ~cll'Universil'à di l':lrigi,, nìa'dtc Je\. Iluddeo,:del ave"a i IJS<'gnalo, non ,po.t.ersi' fondare la Meilici\ra ç!ie. su' Canbon(I'," d'Abela rdo .e fonda:la da 'Carlo Ma gno ''i'i;iercè ìl li .dati , dello ~verimenlo ed inslaura"a C)\rella Scuofa crrr,C;>nsiglio ' <l' Alcui11ò chJ solo resiste ·alle\ barbariì1 ; laée pirica.. ché (u.con A,r~agalo e Serap'ione on m.odesto reagire remo; di ~lo111pellier'i prìn\o a;ih)' dcli' Arie lr; F rancia; co11tro l'abuso dell'argomentar~ ;' '· poscià, l'onesto conlìne

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37-i

1aceret00 ùelle Ogere di Saliceli, df Lanfranco, di. Chanliac per !lcendern di ,ba-lzo 11<l un'epoca da noi meno lontana e ,già sorrisa dall11 8cienze rinate. Poichè Galile<> Hpiva a l firmamento i suoi segreti, da un'ingL1,tsta •.abbiezioue spH1w,ando il nosti:o pianeta, scoprendo •le nebulose, i satelliti :di Giove, le fasi di Venere e pre5e.ntendo insiell)e H 1,eso specifico delraria , Torricelfi a Jui discepolo e succe.,sora •imma%ioava la fam osa sper ieriu del vuol-0; Cavalieri la sottile geometria degl'in· visibili ; V.esalli ,' ii'allopio, Varolio foudav'ano l'anatomia nel xv1 secolo; Arveo dimostrava la circolazione del sangue int<ra1Vis~a da Sarpi; Wart,l,1,on $1Udiao il sistema ghia,Hlola,,e; Glisson il fegato; Willis il cervello e(H nervi; Lowe.r i:I ooore con la sislole e diastole; Gaspare Aselli o p.,ovava i Nasi laliei; Francesco Poquel ·n ,sei:batoio del chilo ed i! canale toracico; Barlolini li vasi li.nratioi; lolle le Sc.ieoze nuo,ve forze r,ipigliarono, illustcale tlalla ·filo, sofìa di Buone e di Cartesio che tulio abbracc,aodo, tulio con I' anali;si 1ormen1avano . Da questa filosofia òriginarono le tr.e grandi Scuole Mer diche del 1vu e del xvm secolo, la Ctiimialrica di Silvio, la 'latromec1,anica di Borell l; l'Animistica di ' Slhal, Da lla materia imperc,ettibile di Cartesio e dai fermenti Vaoelmon:ii,ani che l'Autore Ilei vortici adottava per in terpl'etare le varie fu nzioni del corpo esce il Chimiatri$mo. Benchè Hogeland mediante la Chimica lo avesi;e pravenuto, fu ì:I primo !;ilvio ad eri.g1nne il sistema. Secondo lu i tutti i fenomeni patologici e fisiologici hanno luogo in virtù d('li :formijllli, delle distillazioni e delle ,effenescenze; lutti i mor 6i si producono dall'_acrimonia acida od alcalina d'uno dei fluidi appatlenenti all'economia animale, onde la Terapeutica che ha per uffizio. di nenlralizzare l'una o l'altra di c1uesle proprietà quando so'iterchiauo. li jatro-meccan'ismo togliendo alle Dottrine Carwsiane la meceanica, ginsla la quale gli esseri org,anati non sono ohe atomi o macchine pedeue, la v,Ha con la meccanica vuol commentare. Qo11sto sistema di cui è Iforelli l'in • slauralqre coniò molti parligiaui sedotti dal carattere scientifico de' suoi dali e le menti ,i erano educaté dalla sr.operla della circolazione del sangue uguagliala in pas · sato ai fenoinelli déll'idraulica. Newton fòrni,va però uno specioso pretesto -ad ingegnose applicazioni del calcolo alla Medicina. Più Lardi il, meccanismo ooo la çhimia.tria si collega in qualche Scuola, origine di titanici conati o <li vanissirni ardimenti. F inalmente dallo spiritualismo Cartesiao.o sorgeva la Medicina Medico-psicologica secondo la quale l'organismo affrancato 'dalla Chim'ica e dalla Meccanica è soggettato ad uo principio immateriale, l'anima, simbolo della· medioatrice natura à'Jpocrato. ::5-opr'essa poggia la Scuola di Mompellieri; da essa le credénze vìlaliste si diffondono ehe fin ai dì nostri, mu'tate nel moderno solidismo, si perpetuaròno producendo alla sua volta còn l'appurarsi , " la nervoso dinamica. di Culleu , d'oode s'inizia l'eccita· me,ilo del ·secolo xvm e x ,x, còncetto astratt,, nel Bru niooism1 e tuttavia combinato con il vitalismo organico di Bòrdeu1. e di ~ichat, con la Oollrioa dell'irritazione, eoo le Italiane e con la considerazione 'dei lessuli di cui la teorica delle proprietà vitali è la formala più ardila. Come si era pénsalo per lo innanzi che ogni morale cavare si potesse dal lral!ato delle sensazioni, a fortiori si dove,a credere che la Patologia tutta intiera nei Trat-

tali di palòlogica Notomia si 'chiudesse. Li stupendi l'...a~ vori di Morgagni e de' suoi seguita tori secondaròr.o ma. ra.vigllosainenle questa clispostziol1e dégl'i·olélletti.. 'fullavia il conlrostimolo di l\asori e di Tommasioi, come il fisiologismo poro ,di Droussàis giacquero anch'essi, poi· ché si coriobbe che se aH'uomo' è concesso scoprir alcuna delle leggi ohe informano la ,Scienu , indarno ci affatichiamo intorno all'u'ltimo vero e pertlhè·s i conobbe essere egual eMore quello di ridurre la •Medièiua alla semplicità delle cit.ate ·Scuòle, come lo e,ra nei•perd1lti ·secoli la complicazione Jin cui la n evano avvolta ed intricata. Ciò bene lo c:o.mpresenl quegli Illustri ohe le vie ripigliarono cte l me·todo sperimentale e lasi!iando al solidismo ed all' umori,mo quell'iodividt11le ìmp1>rtanza che loro spetta be al>iurarono t'esolusiv,ità con la prova della vis eu1rde,ole influeo?a nell'umaoo inferm'are. ,B~nemeriti d&lla Scren1ia saranno sempre >l ~feckel, i Chaassier, i Tiedemaoo, i Soèmmering, i Befl, i Lobstein, i Percy, i Boyer, i R:oux, i Goope-r, i Larrey, i Dopuytreo, i Laenoec, gli Andrai ed il l\fagendie, i quali a tale Hne dedicarono le fatrcate •eglie ed i luoghi sludii. ,(Contini,a)

STORIB DI CASI RIMAROOVOLI.

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47 RBlPOLA FLEMllOIIOU CON' IILÌT'l'ENB E ~.0ND.&NU All LA CAN'CRENJ. l'CBL BRACCIO DBS'l'llO

(Sloria leUa io una Coofereo~ dal Med. Di,is. Doti. N1cous). lo narro un caso che mi sembra meritevole d'attenzione sollo l'aspetto pratico cfoè la Storia d'una risipola flemmooosa con flittene e c(lo tendenza alla cancrena ,. che nàt;1 spontaneamente da cagioni interne nella parte ante· rior e posteriore dolla piegatura del braccio destro s·oste.se con marav.igliou rapidità nella parte ,sua inferiore sino v•erso la,giuntura ,della mano ,e nella ,superiore fin oltr'al cav,o ascellare. Il soggetto di questo fallo Clinic.o è i.I Soldato Antonio 'Saodria de1 to• Regg. Fanl., colloealo nella Sala dei fer iti n• 45. Su i 25 aoni d'età, di te,nperameoto sanguignobilioso, dii meòioc11e complessione, p.iut,tosto magrò dell,a persona, d'abito epatico, con colore giallognolo della pelle, il .quale, siccome risultava dalla storia anamne.stica, cioque' anni addietro , non esseod'aneo.ra Soldato , sofferse UJ\a gravissima malattia , probabilmente, com.e si può arguire dal surriferito, una grave infiammai ione sastroepatica che il condusse io fom~ dei suoi gi?rni. Da quel tempo in poi noo ebbe più a s·offril'e malattie di riguardo , all'io fuori d' alcune sinoche reumatiche che furono viole quando con il salasso e quando con il solo regime minorativo, aiutato da qualche blando purgante salino. Nella sera dunque del 1° di marzo il Sandria riparava allo Spedale per un tuniore levigato· non bene limitato , poco elevato sopra il piano deJJa pelle, il qoal occupava la parte anteriore po11teriore deJl 'articolaziont1, dirigendosi verso il braccio e l'avanlibrac:cio. li tumore si sentin caldo al tatto; era di colore rosso-porpora e m111to taso. 0


57,2 't'ammalafo asseriva ,provar jntemal]le,lite una se.nsazione di ,calor aèr-e, ,u_reote, .mordae,e,. Se ,s'{ prell'!eva ·con i diti Ja, Rarte,1:isipolatosa,, qu,esti·.,vi las'.ciavano l,'iqipron~a· e s.c~mpar,),v,a ,il .cQ!ore r.osso 'il-tju~le cqn qualcheJ,eptetza ricompariv~ sp la parte inli~mm~ia dopo ce&$ala. la ·pres·sione, 11,L,umoro .nel, generale, era a.ccornpagnato-da·gaglia·r.da rié)ZÌone ,fehbri)e, da ·calore ure~!e al)a , pelle che tocca vasi seçc~ e. cpml,aggrinzita, tl_a, ce{;ìlalgie e da sete inestinguipile. Esaminftndo .la lingua , _qu,qsta si "mostrava impaniata in colqre. biancò-giallìccio ,,.piollQsto spessa, e coo margini vìvam~nte arrossati. Esplo~ando l'addornine lo si ris!)oMrav,a • teso, dolei)le :v~r&o il'ipo.condrio· deslr-o. L'alvo· da alcuoi giorni ~i _!Ilan.t.epeva -chios.o e Je ~'rine stìllavan in poça, qua:nlità· lorbi<le.e :gia!loguolii. Riflettendo alle ca·g-ioni,, .di questo di~seslo ,fun_1;io,rrale, fra le occas.i:onali si contavano: ie fatich!'J. degU 1 e_ser.cizii ginnastici ~t,I i.il ispecit~ il regger e so.stener, io bilico ·qu,e!lo str,umeQto eh.e çhiam,ano, 171a.t,1!./btio; çorpCl :questo, cli res,o talei che obbligaod'-a gagliafda eootrazion~ i .muscoli de) _. braccio e speciall?)eo,t~ il bicipite, prod~rne:va, uu'ecced~nte ten sione della. ,pc-Ile nel. p~nt9 ,çlovo più spe$'w' e più adèrente ,' C4Hrisponde all'espansi9ne aponeurotica di quet muscolo principale, 4ggi~.ngasj · a ciò cht' prçvançl~ già il . Sandr.ia qualche doglia nel braccio, l'occupava ciò n_on ostante neLtraspòr,to dei pa.gli;iricci,, l!hri Içp.rpi, n1vidi ·e pungenti ch,e con , il_loro soffregam,ento 'contro la pelle del , braccio concorser efficacemente ad accrescere t'irrit;J'ziooe , ed a <le.term'ina~ i~ quella parie l'eroluzion,e dejla r,isi po!a la quale era, già favori!a · dall'umido freddo del.l'atmosfera, e da.i sbHanci d}>'Jt:,mpe.r.atura, ch,e ly al ternan,li pioggie di quei &i.ornj_ .rendpv~oo , più .che ruai frequenti. Ma,,. più eh~ le cagioni occasionali sono, a mio parere, ,da 'tenersi a càlcolo, la_ condizione ioro~qrganica del sogget19_,; l'abi~o sno ~iani'festamentc epatico, paratterizzato dai di,veFsi, segnft.accennaLi ed in ispeef\l dàl_la tinta giallognola sparsa pt11" ogni dove ,su la sri,perficie della pelle; lo stato , limba_razzo ,gasl~ico -o quella sub-fl<>g,osi d(1l!''apparato digerente, e fìnalm!ò'nte la preS'e!lza delle feb ~ bri, tifoidee e delle,erull.ive che'. çlo,mina~an in parecchi ~ra gli amq1alati io cura nello Spedàle e ,dominavfo egualmente nelle clrcosta.nli campagn.~, nei paesi vicini ,e ne·lla città ;. dov'eboerq,. luogo numerosi casi ', d'i rosai.in~ qi vaiuolo e di fel)bri esantematiche. . lhll'aspettci, ·dalla ·forma ' -dai, tlescri tli. ca ra,lleri fj sic i d'ella [umèfazione, e daila'. cònsìdérazione doli.e: cause ellìcie'oli' n~n ~',era a·1;bbia l~~tlars'i di risipola 'ffem mooosa con flitien.e co1pparse daf'. t ?· al· 2° gforno ,d'ingr·esso òe ll'amrnal'a,to -neìlo Speda le ò con. iha11ifes:t~ t<rnd.enza allà c,an: crcna . .Pèr'ciò nello s'tesso primp,gjoroo di ma.lallia, òllr'aJ, · r.ipos? ass_oluto ed alla ·dieia, so'ttilissirna, fu ordinalo uri 1 .salasso dal nraccio e, per .be.vanda, furono somminislnl'le d'a~qaa tar(arlz1.at~ con mezz'oncia di gomma due lilibr.e ' j ' ...,, ar~l)ica in so-lµzione., t,i ricupriva in pari · lt>rripo I.a parl,e, inllam,m_:ata con un ltli:;giero catap!asrna d·i linserr,~ piuttosto fr~fldo ed irr.ora~o r.on acqua v:egeto-mioerale; 2° giorno: ·i'I sangu~ ~stra llo e d,i co'lor.e 11ernstr9 con poca cotenna ,: l'~m i'-na lMo· ha passat:: I~ notti: ·in:eq11iera 1 inf\onne, làgn.indÒsi pi sctè vivissima : cQnÙnua il calore 11rente e ·]a febbre (rnodesim:o reg.ime dietetico_: 'fnèdctima beu;nr./li: l!osizione del /Jracci_ o ·elevata,: eguale n1e1iic1,1,zione: 2° salasso che si rinnova vaso sera). 5° giorop: li sangue estralty offre i medesimi -c;arallcri 0

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e non si nota differr.nza .di rilie\'.o nell'andamento d1;1lla ma.tallia, (all'acqua tantariuata si sost,ituisce la deeoz,ione edulcorata, dei fru.ll,i di tam~rit1dò con la -gi.unÌa d'un'oncia </ella stessa polpa:. ,ù1- vece del cataplasrnçz, si cop're il bracciò. con' éompresse imbévute· d' olio diba/t11to con acqua c,,con fome11tazion'i di decoz-ìone di fiori -dì .sambuco mista ad ' acetato di saturno netta propm;zione di mezz' oncia ·su qu,attro libbre <li decozione). 4° giorno :,La risipola è estesa a ,grande parte dell'arto toracico,: la pélle è fÙll)ida, tesa,. luc'ente; coperta ,di numertist} fliuene che rolte lasciano stillare sierò giall.astro: la nafte• fu ,;1gitalissima, 'senz'ombra .()( ;soi:oo: _comparve il vaniloquio, il sul.ide'lirib: l'am~alalo can.terellò grande par.te delJa. notte :·,i' traili délla fisooomi,a. son, alterati: il viso è, iniéltato; ,scinUll;rnti, sono· glì qcchi; i polsi stretti, duri e .frequenl'issimi (4? salasso; m-edèsime fomentazioni _appena t~epide: un'oncia d' oliD" di ricino con du.e" d'olio d'olivo sòs,ptsi in dieci •once d'è1iiulsione al'abica). 5° giQrno.: la risipola è diffusa 3 lul.lo .il membro che scorgesi e,nòtr.n~mtnùe tumefallo e'. teso: l'a.van'tibraccio nell~ 'parte· saperìor·é delln regìo1.1e estero.a offrn u1q1;rn to piu tum'efàtto, di colorè li-vido, largq come una moneta da ~ fr. : I.a pell.e toro~falta 1 tesa, SIJlenclente in cùrr-isi>ondeuza <Jell!apòfisi- ol.ecrano forma ' tin turnofe più sa.lienfo che .sopra i cond'ili :dell'omero ca·gi1rna all'ammal·at.o un dolore,'rr\òlto seiltHo, da .questi ·paragonato ·a· quello che cag·ionereb~e un'acutissima spina che fosse intlitl~ in quei punti della· pelle!, A tanta' grà,vità della, loc;le mal~ttià della pelle clÌe r'eudeva e.videnle la rninaccia di cancre.na:. . . e la 1iecessità dj ri:correr ,allo sbrighame'nto, s'.aggio.ngeva la Condizione ~deì polsi Hrélli, celeri e ' fre(JUenlissimi: la comparlecjpa'ìione n(orbos3 det velam,e,ùi cerebrali e la con1i11u_àn1e diffpsione della risipoÌa stess-a· di qqi l'indole era _cbiara'monle' maligna, 'sebbene . in qùeslo periodt> del.la ·malattia il, ~ofore locai~ a·vessèPdiminuito alquanto ,neHasua intonsità, cosa questa 11er.ò che-·'1iòn c'illudeva · gran fallo, gia'cc!1è sappiamo clt1iìsse:ndo la pelle forma!~ da:-noa intriéatissima r'etc ·d.i va·si b-iauchi e rossi , di num{:}rosis simi filame;lti nervei e .di s.ostanza pròpda d'ispòsta a fittissime,_ m:iglie, alla com,p1:esSL01le, alla 1ìaralisi, allll stròz, zarr1ento qi.quei.fi!arhenli nervosi dòveva artribuirsi quella a1~parcnte Pemìssione di dol/J ri e ·qvel s~nso,,d'islupidirneoto piuttosto che, ad una,t'eale,d,irri,int1zione1nei fenomeni morbosi. Consultata l'opinioòe del ,Dotb Tarro·iie addetfo alla Sèzione ,e: Qel .DotL Muzio., giova,;i -disli~tì ~d anìantissimi della_scienia, mi decisi proé:eger a:110 sbrigli'amento . pca-ticando vari<! incisioni,· tra. l·e qua.li. tina profooda a 'tutta sostan:ia nel punto r-isipol,alosò J)iù S:aiierilo, sr.tuato ntlla ,parte posteri.ore de! ;b;·acoìo 'verso l'(;)le'cr'an_o,,dov-e si , ri. _h1arcava 1i.ò<gavocçiolo ,di c:o.lq~e rosso~cupò. H~ in ciò ' far incisa .con' un gatr1rn:a9tte,conves~o· la pélle i'nfiao:i';rnara per l'·e.steosione eirca di , 9 èentinìelri, sino contro l'ap.0ileuroskdél' ;muscolo l.ri_f:ipile bracciale- ·èioé ,iii q1!'elJa, parte che. si mosthva più lume'fott,a. Le piccolu ~rlcrie culaneè ìogrossa te per i/.process,o jnfia1:rimatorio, divi~e cli'e fu.ro~n getta.vano ·sangue 1i-ùtila1it~ che , rac'co'lto 'iJJ, un. vaso (la salasso si rapp.igliava subito ·;11 u,1; <fonso coag.1110 uguaÈe in peso , ad un mezzo_ ch.ilogramm~. La pt.41e ed 'il ·tessuto cclliilan~ divisi superava1Wi in spessezza (re ccutimetri e.· q1l·esi'u)L_inio lessino · verso l'a11~olo inferiore dell'incisione si'_;~ede~a iqgorgato di sangue ·stagrianle di colore qua·si. ci11erèo, No,, è a dire cotne- questo topico. s1tlasso arte0

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373 rioso riuscis.se del maggi,m~ vantaggio col procurare lo sgorgo di tut1a la parte lumt>falla e~ io ispecie .della 11arle posteriore ddl,1 pulle cJie vesto il braccio, ,l_a q11ale nel giorno dopo offrivasi già con la sua uaturale morbidezza e colorito. Lu sbrigliamento e lo stillicidio sanguigno rilassamlo 1.c p3rti, riuscivano pur a SQliievo,di tulli li sintomi locali e geuu~ali, compresa la se.te intensissima, co3Ì che 11ella notte l'ammalato cominciò a gustar alcune ore di quel sonno ri sioratore ·di cui non aveva più god1110 in tnlli i prncedl!rili g1·Qrn i; onde fu che l'infiammazione coo qu~sto mezzo frenata, potè compier ìl regularo suo corso. Cessato il pericolo di vijsta mortificazione, d'irradi~z1one e d' iol)Jzi9ne parnlo1\ta ,geuerahi, si medicò I~ fer.l la con, un · ballufolo di m..rbide lìlaccicn; s'avvol,se il membro situalo io posizione alquanto elevala con compresse i mbevute ùi acqu~ o d'olio d'oliw,, conli1111ando nei sotìti bagni falli con l' i11fosio11~ c\1 fillr-i di sa ,nbuco, ·Non ostante che alcuni giorni dopo, la su,ppuraiione stillasse dalla praticata ioci sioot:, tu rlavia nella parte a·nteriore- dt:il liraccio ,•erso la piegatura si formò 111> altro arn,•sso dio, ape.t'to mtidiante un iucisione di 5 ccn!imentri', diede luo,go all'uscila d'una granJo quantità d, pus concreto. Tre giorni dopo fu ne cessario ancor aprir un lerz'ascesso sollot:utaneo manife statosi i,, co'!' rispoudenz;i dol foscio dei nt'fvi e· dei vasi nella cavità dell'ascella e precerlulo da una _larga bolla , come quella dit> produrrehb!l un ,•esci catoriV", da cui parimente stillò mnlt,ria p11rolcnta, ma .in mollo minorn quantità. frattan to quella cltiana di e.olore livido che aveva sede sopra l'avantibraccio, iucisu si slaccava mort1 lica1 a lasciund'una pia~a tli forma o,•altJ ug~a le in larghe1.2a alla deu;;i m1i11et,_1 da 2 rra11clti. A\lesa l'ubbondpnza della sup· puraziono nP.i prirn'i giorni feci medicaro le (erìte Ire volte nd giro delle 24 l•re, mn ciò fu ueces;ario per poco tempo, giacchè potend'il pus liberamonte stillar in grazia delle larghll praticato [nci~loni, secondo cht1 sav iamen to r.onsiglia110 tutli i Pratici, non andò guarì che scornando notabilme11to la qnantila cld medesimo fu possibile sospeml,.ro senz'iqcon venienle la terza- medicazione; e ciò l'u anche utile in quan to che ci r isparmiò d'ave r a molliplicor i moY1menti del membro sempre dolorosi ti di espo rre frequentemente le soluzioni di continnilà al . contatto irritante dell'a ria. A I q11a!e·- soopo faceva di più· uwdicàro le piaghe r11na·dopo l'altra , senz'esp , rlo giafnmai tutto in una volta al coutalto di quel fl uido; avv1Htcnza questa che ad alcuni po:rit StJ rnbrarè minuta, ma che io rileogo com'irn pnrlanle ptir il huon esito e per di111inniro il più ohe si può l'elemento dolore e per consaguire più celen•mente la cicalri1.zaiione. Le mcrlicazfo11i, aYulo riguardo nn"ìndole cancrenosa della ·pia.ga, si compr:,1\evano di lozioni rane con acqua tiepida a cui prescri,•eva si mescolas,:c1 una tale qu;ile quantità di soluzione di cloruro di calce sia per c,orreggerc l'odvre. retenle chu !ramanrh1va no le rerile suppuranU , ~ia por modilìcar ulil'rnente i tessuti lesi; cd io tale praliccr si cwnti11uò per quasi l'i nlie.ra durata della cura ron i1 più gra11de vantaggio. Giova ancora notare çhe apparvaro 'iidl'ac men della roalallia alcune zone risitlolacoe s11perfh;ial1 sopra il braccio siniò tro , eil una chiatza coperta ù1 numll l'05U pustole miliari sollo il moniti chll si ùilcg11aror10 passando all<J stato di fo rfor a senz'altro .seguito. fo 11011 rip~tcrò quanto si rcce 11ei giorni successh·i per lll)O riuscire di 1ed10, av\'ertendo solo che rra i r1111ctlii, inttirni si feco uso continuato c!i decozione

di tamarindo e che a giorni alterni si prescr iveva un clistere mollitiv.o, con l::i gionla d'on 'oncia o mezz'oncia di. solfato di so~a per ma·ntenere li.bere le seèonde vie. La dieta fu regolala e comp<lsta rii cibi tenui cioè di minestre, di brodi, d'ova e di Vt!~e1abili s.11 1 a che, scomparso ogni fooomen9 morboso , fu .deva1a gradatame111c alla me~za cii ai tn·quarti di porzione, ccc. Verso il 18° i;iorno di malallia essendo cessati lolli i fenomeni morbosi lucali e girnerali , il braccio s'era ridotlu al vol!/m11 quasi ugual e dell'altro; la pell8 era divenuta rug1>sa~ floscia., rilasMla per la precedent e disteosioou, e l'epidermide separava~i in forma di squame e d1 forfora. l)imin11ilasi poi la suppnrazio11e e fattasi come sierosa O di' buoua i11llolt:, nella medicàzione ci lirni tammo a cupri te le superstiti ferite con uuguento refrigerante dis.leso su morbido p~nnolir.o o cui stavano sopraµpos te al.cune compresse; t\ q11infa contener il lulto .e ad aiutare la tonicità, d, i tessut i mctl ia11 te u11 rt:!golar~ ù1mdaggio comprt ·~ivo che incomi nci11ndu dalla radice di>i diii an· d!lva a lurmina r all'a;çl'!la . Essendo questo bene tolleralo si pra tiça "a due voite ·,wl ~iorno, qdi 1\!I i una sola fin al gio rno 50; tempo io cui lo falle incisioni cicatrizzatesi gradatamentl' si rì,lusser a pochi cen tim.e1ri e l'am malato cominciò a lh\'nr~i qa l _l~lto o~ui di e ,l(I ~cq.uisl;;ire forza e Yigorl!, lanlo che raggi11ns,, prèsto lu stadio rii conyalescenza; ed oggi, ,20 d'aprili!, si trova perfellamenle risanalo, tutlocl1è lo 1\i tr.ittenga ancora nt llo Spedalè onde possa rimettersi da·lle. perdute for.ze e d.a quello stato di maci lenza degli a.rii che s~ccede a simili infermità.

l Nosologi non son •ancora d' accordo Ira di loro nel classificare la ri'sipola per rispetto alla sua nalura. Buona parie rfoi médesirhi la considerano 11erò com'un' i!lfiammazione membra11osa éhe disognano con il 11ome di cutite. Se questa cosa è vera per ra pporto alla risipola sern.. plice, genuina co me quella prodotta da iuioin,ione , da vapori acri, dal calorico rag'gianlo , da e mpinslri irrilauti, ag~lotinativi , ecc., la stessa cosa 11011 può asserirsi per la maggiore parie delle risipole, a spiegare la genesi dello qnali è necessario ammettere con Buffalini una lesione del misto organico o de i processi assimil ativi con altri Aulc,ri od, io uoa parola , 1111a speciale predisposi zio!1e; condizione m_orbosa questa ammessa dalla generalità dei Patologi seoza che si sappi a dire in qu;)le forma re:.ilmPnte preesista nei nostri tessuti. lo quest'opinione concorrono la mal!giore parte de.i Trattatisti delle malattie dt1lla peilt>, con1' ii"Fra,1k, il Biett, lo SchedHI, il Caxflnave ed altri i quali non sou alierli dal rigua rdare questa malaltia qual una fo rma esantemalica o qual una fobbre eruttiva, L'i n\'asio11c in fatti della ris.ipola succedo nel modo stesso delle infiammazioni ,·isMi'a li ,1 ù,d le febbri d'cru• zi~ne cioè con i sintomi universali di ribr{:zzo febbr ile, di cefalalgia gravaliva, dì p'rostrazionc di forz,, , di sete intensa , ccc. , alternati con il c:alore tla prima molesto che s·ì fa i11 prog1:c,so di 1eropo a<:r'o, urente, òiordace, ecc. La terapia ancor-a che s'opponi! a questo morbo, oon differisce in [;l'nere da qnella che s'Ìmpicga contro il processo infiammat orio. Nesw,10 poi ignora corrrn 1,1 risipola infurii di tratto in , rallo in sv~riale epricho dell'anno· cù in al cune costituzioni 11e,li-drn dr minanti, nei' Ya rii .'pedali dt


3'74 .Li6oc e di Parigi ~assì.ma·men tt1 nell'Hòtel-Dieu. Co.me .zio11. di Chir., tom. 1). Soggiungerò -éhe le incisiorii seb cagione· precipua di I questo morbo- po.po,iare i,i COllSÌderi ben·a grandi p~ati'cate col ferro Chin.1r.gico gradata.mente impìcciolirono tanfo da farsi lineari e cicatri•,.zarono prim·a qnel,l'atmosfera più,'u meno v·iziala clt,t• cirfOOda gli ammala-li nelle Sale degli Spédali ingenerata dalla miscela a'ncora ·del'l'ulcera,. quahtun~rrw~ r-istr-eua' ,c he 'lìrnn~ dietr-o ·dei gaz , é delle csalazioo·i ~aporose · elfo di. contiouo,ernaalfa caò.uta di quel pezzo di ·pe.lle passa,ta a cancrena . Senza naoo ,dalla snperfic,ie dej cor'pi in.islato di malallia , s·opratparlare delle à'Hre· numerose variettl o· (òrme. risip·olatose che esigo110 mod.ifìcazìorii nel metoda éuq11i v(,, credo non. tullo qnaod'j_ maiali SO~lO · raçeolli io grande , nu mero; tanto dovere' passare ~olio sile~Zi? ,.'li>er,andola P.erò solo di volo, più se i lpcali siano ri.streJli, Jllale ventilap, situati in luol'icòportàote considerazfone che ha trailo alla v~rietà degli ghi' b'assi, umid.i e malsan.i. :E mi ricordo· d'a,ertt letto in i; un :P.niotlìc9 che ·io unp Speciale fabbricalo sopra un ele.~e11li anatomici componeritl Ì'organo: cu~ane.o i quali sono di préferenza lesi nella risipo.la; perchè questa. diffesuolo nwlm9~0, tulle le ~alaÙi.e ivi lrallal~ prendé.van un reni,i .influisce essenzialm1rnte, su,l'e,voiuzione, su la durata cattivo carattere, nè ,questo fenomeno cess_ò Jìii a, che da ' ... ' . ' su l'è'sìlo della mal·allia e su la scelta dei rimedii. T ant'è quel luogo ìn(esto gii amm'alati ,rnronò tra'slocati jÌ1 altro che se son~J :tocchi la ·ir\fiammaz•i~nè di preferenz~ i ,:asi fabbi-icato-'più .adatto e più ~alùb..re. Nè ~010 t-pidemic~ si li'nfatici_, s'arà più tarda l'evoluzione dell~ risipol~, comin·è ,osservatà' àecorrere la risi.poi a, ma ,.si è no lato a_ncora assumer· essa ·,a natura confagiosa per l'influenza di quelle · cierà da un~ tomefazi.one pastacea,. nè sarà più sbiadi,to il ilUO còlor:e,,più lento,e ·più lt,rngo il ·r.9rso; ,qua -e là ~i ricagioni che .favorìscono (' e.voluzìonè'd~lfa , cancre~a noso · · scont'l'èrantfo con il t~Ho ingorgati i ganglii o,I i-solati , o co~.iale. Nella cìrcostan'za che _quell'epidemia ave,a \:tomi , confusi in un ·amma·sso comuné ; e fin,alment.e sar,anno facili nato nello Spedale.. di S. ,Giovaani in Torino~ app.eua scom Hveorsarrì~nti di siero di JitHfa o di. pus mal ~laborat~- ~d parso ·quesfo flagello, insorse una risrpola d'inqole c<:otaav'r;i·nno luogo induramenti ne~la cellulal'e di difficile rigiosa di cui la Storia fo ,à escritt'a e con,seg~ala ~egli Ansòh,nione, ~e a) contrario S3Pà Jeso .di .pr.efol'enza ret.imili deJl!Arte dal chiarissimo Prof. Commed. Riberi, cbme colo •v,en.oso, i.I colore sarà più fosco, paonazzo. e polrà si legge nella: celebrata Itaecolla ;del!~ s.ue Opere Minori . Per identiche '. c·agioni ""Ila circostan~a della guerra di i11sorgore 1 con tutta faciJ.ità la flebìte ,(sè pure questa ma)allia non è già una flebile circoscrilla}, ta for1nazione di Lombardia, nei nostrì feriti di Novara si. rnosfrdi-01.1 alpùs ' dì cattiYa in'dole, e qui'ndi l'infez1one pilrulénta,, la cancuni casi di r.ancrena di Spedale e moltissimi di risipo'le cr,ena; ecc. ·s·è finalm'e1ile l'elemenlo atlerioso ,capillare flemmonose che ~.orgevan a· compjicare le feritè da arma predomini neWaffozione , la parte flòg.osata sarà tinl'a in da fuoco e le amputa1.io~1i, rendendo sovente van~ le 'più colore rosso-porpora e la risipola· òffr-irà nel corsor nella ~'èll~ concepite ~peranze· di guar,i~i9ne. Con· la facile mordurala ·e negli ·esiti i caratteri ed 'i fenofl]eni che sono·.ritificazione -dei tes·suti, con le abbondanti suppurazioni attentaY.ano qu~fle aiJa• ViÌa . deg1'1nrermi ie non s'accorreva . - conosciuti competer.e special~ent~ alle i'ntiam,nazio~i. genuine. solleciti in aiuto della natura per mezzo 'delle profonde incisioni ,chè, fòrmavan i) ~nigliore c~,Jmante del dolore ed il più ,valido compenso cnr j! ti,.o, A clii non· sono noti i casi tenibili d.i"risipola flemmonosa , ~ 'ca.ncr,enosa che reagono, RELAZIONE DEl,LE CONFERENZE .SCIENTIFICHE -d.ietro sg'ra:iiafamente talvolta, <!Pe ferite degli Analomfoi? 1 ' Gli Scrittori di febbri tifoidee e delle. febbri lullè di cat(Mese ili maggio. l a Tornata). tiva indole notano èò~eordi· come di 'conierva ·queste' o 1 al J~'ro .scomparire s: , manifestino risipole di callivo caNoY.U\~. Il Med. Di,-. Doli. nesozzì dà letturà d1una d1·c~lare rattere, · pu,siole maligne, antraci, ecc, ,. le quali dt>rmat?si (N• 9013) del Cqnsiglio Soperiòre di Sariità Militare' con èoi quea fondo forunculare· e ca.ncrcnoso, in ulli'ma analisi quasi sto approva in mass·ima genel'ale ·il· ricorso alle inalazioni del cloroformio nei c~si d1epilessi'li sospeìta,simulata',·on4e per mezzo no~ si· scostano dalla rtsipola · g~a;·e, giacéh'é hanno per d_i rinnovai~ spe.ri.~~ie cJ.a. praticarsJ. c~Jl la yqluta cirrospezione sed.e anatomica gli stessi tessuti , eccello che in quelle la s1 possil decidere con,fondameoto se l'efficacia del citato rimedio 1nfiammazione si può e9nsiderare' collie ,cliiosa e concerisia applicabile ~on cerÌez~a all{l ~isliµzipne dell',epìJessia vera trata ·ed al conlr~rio in . questa, sicc,ome espansa e larga- ' . dalla simulata. Il Jlledesimo Doti. Besoizi-irivita quindi i Membri mente di{fo~a. I Pratici- raccomandano contro quélle atfo~ ' dcli' Adunanza a voler esaminare·lo stato degli oèchi del Soldato Inf~rmiere Eugenio P,uthon e ad esternare qui-odi se Ja,inalattia zìoni · il 'metodo, anlifl~gistico, le profonde inèisioni e · la' ·deiimedcsimi sia oramai a tale ridotta da costituir un caso di ricauterizza1:'iune. Gu.idato i.tali' aoalogi<!, che pa~sa · tra l'ì'n· forma oppure se am,metta, qualche fiducia di riÌiglioràmento. E~ fiamma:done risipqla!os·a qn~ndo locc~ l'indicato ·grado di ' affiilchè i Col)eghi fossero pur informati delle nozioni anamnestigravità e :qµelJe malattie; gu,i<lato ancora dalla sorprendente che relàtive a detta oftalmia granellosa,espone,éome·il p'µthon doutilità più•volle da m~ .~peri me.ntala delle profon<le's9aril!!lo di temperaJl)eoto· linfatico-esagerato ·edi buona còslitazione sia: entrato nella 2a Sezione degli ottalmici sin dai 12 di sett. 1852 fica1.ioni nella cura ilellà risipola · che .complica le. gravi p~r dopv.ia ottalmia grane.Uosa in p,eriod<i aculo la qual.e m~rcè: ferit~ l'fl'induss,i a seguire t, le pratiça, nèll'aceennato caso. dlon conveniente r,netj>dO di cura fo ridoJla a segno !aie che si La pronta '.è es~azione dei gravis~imi generali sintomi , p_o,tè c6ilceder..all'a'mm'alato un congedo di con~ale,~ceiÌza; com.e !'nere ridotto ~·condii.ione di semplicità , l'iofiamìnazione ai 16 di gennaio'di q,uest'anoo il l'uth~n sia di bel nuo,o stato moderandone i -fon'omeni infiam,natorii ,!oca,,J i e ·quelli di ricevoìo n~lla Sala.degli' ottalmici per recidiva .della medesima diffusione, senÌbrami che oon fermi e · raécomandi allo studio mal'~Hia·çhe assa~se ·da principio caratteri mòlto. più,violef!li ed· intensi che prima· non avesse,.con suc.cessiva,diffa'sione del prodei · Clinici i~ si mii~ co~gi~ntu~a l'otllità d! 'q~e.sta pratica ce~so infiamt,na!orio alla cornea d'ambo ,glì ·occhi,la qµale bene cruenta s.enz'attendere gli esiti; utilità questa già predicata . ' presto.rimase op;tca al ponto che oramai ,)a facolt.à ,isiya può da frit>nd,,seguitala dai Pratici Inglesi Hutchiuson e· Lawd.irsi inii~rament.e !lerdota. çome finalmente così funesii risulrence e senza ragione rimproverata , da Samuel Cooper · , ta~enti ·non siansi potuti impedire ·con l'uso dei più indicati e che dice di non aggiustar · fedè agl'irisegnamt,nli lo,ro (Di - 'j , atti,i presi dii dell'Arte, quali il metodo antiflogistico generai e \

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375 locale, diretto ed indiretto; i rivnlsivi gastrinleslioali; l•aso interno del ioduro di polaHio; i collirii di solfato di rame e le cauterizzazioni con il nilr;i.to d'argento. Il Doli. Giacometti dopo avere per mezzo dell'Otlalmoscopia verlfic·ato t • là_. ptesenza di granulazioni più o meno voluminose e di colore 'rosso poco vivo su la congil.mtiva•palpebralee soprattutto alle ri pie,iature soperior ed inferiore di questa membrana; 9° lo stato d'iniezione dei sa,01 yasellini dirigentisi '(erso la cornea; ~0 l'esiste·nza di du·e piccole macchie bianche e superficiali su la medesima esistenti in corrispondenza del segmento inferiote d'lll campo pupillari) d'amendae gli occhi; 4° la continuante 'tormaziÌ:>ne d'iin panno verso la parte esterna del segmento superiore della cornM; 5° l'opacità quasi compiuta di queste membrane le quali offron aU'Osservator an colore biauco op11co leo . d1:1nte al verdastro e che sembrano più del naturale convesse; 6° la regolarità delle papille; 1° l'assolala mancanza dei fenomeni propt ii 'élelle lesioni dei lessati enlrocùrad: risponde che fo ord'ine blle due qoislioni mòsse dal Presitlentc egli opina per la seconda cioè che possa ahcora sperarsi·qualche miglioramento. Di l'atto·, dice, contro,,le granulazioni e contro le macchie ed jl panno in formazi one, 1:Arle possede sufficienti mezzi per distrug_gere quelle e per arrestare questo nei so<>i progressi; in qoa,oto poi all'opacità: delle cornee, opacìlà che-dipènclèndo da trasudamento intorlài:ninare eonsecutivo a cera.lite lenta costit uisce la lesione principale, vi 'banno in pratica non pochi esempi di soddisfacenfe ris.oluzione. 11 Doti. Zaccbia, d'accordo per ogni parte · con i preopinanti intorno all' ir:dole, 111 ~ecorso, alla C01lClizion a.tlo ~le ei, al prono" stico della malattia del Pothon, dissente dal Doti. GiacomeUi in quanto che nel ca10 i.n discussio ne egli oou vede il vero panno ma berlsì un insp~.ssimento di 'te$suto, limilato al segmunto superiore della cornea sinistra. In qoànl'al metodo· curativo da continuarsi nel caso in discus.iooe, il Doti. Zaccbia, poichè il Mod. Divis. 11rchies·e lutti i Membri dell'Adunanz~ ail esprimere il loro parere 1 propone che, vis la l'inutilità dei mezzi sin qu"i ·tentati, si debb ~ v,enir ~l la~lio delle graoulazic,ni il quale potrebbe bastare norì sol'o a dislrogget"Je per sempre, ma 'sarebbo fors'anche sufficiente a togliera di mezzo l'esistenza di quei vasellini ohe pa~te.ndo dallo gran ulazioni vanno alla cornea, formàno l'ostac.olo magg~ore all'assorbimento del trasudamento inlerlaminaredella cornea e reoduu inefficace qoalonqoemetodocurativo; prOP.òne poi che. al taglio delle gr:111ulazioni ed a quello dei vasellini stessi che vanno alla corn'ea si faccià susseguir il largo uso delle cauterizzazioni con il ni(rato d 'argento , scuza trascurare tutti qnei mezzi inforni che, correggend'il temperamento linfatico del P11tboo, giovano por ad attivare l'assorbimento. tiell'opinione dei Dottori Giacometti e Zacchia conviene puro il Med. Dlv. il quale fa opportunamente notare che. tanto più debbe tentarsi 12n ulteriore metodo di cura, in qua nto, che qua nel o la mnlaUia del Pcllboo fos,e intempestivamente djcbiarata insanàbile,.avrebbe il medesimo diritto aUa riforma con pensione, siccome quello c11e contrasse questa malattia iu .servizio cioè mentre nell'andato anll-0 per bene quattro mesi prestava l'op;era sua in qualità d'Infermiere nella Sala destinata a ricèvere gli ammalati toccbi da ottalm ia bellica og ranellosa, da cui furon egualmente affetti il l)otl. Paradisi (socio al Doli. Bèsozzi nella direzione della ·cu~a di questi ottàlmici) ti lo ste,so Soldato di confìdeuza di quesl'ultimo.

(~fese di maggio. 2a l'ornata). Toarno. li Doti . Tappari ari invito del l>residente dà lettura della sua &lemoria su le cloroformizzazioni (I) da esso lui pratil'ale con .bqon successo per dislioguere l'epilessia vera dolla simulala, a seconda del!e O's servazionì dei Dottori : rosqainet e Docaisoe Medici ~liii tari dell'Armata Belga i quali, come risolta dagli A.rch. Belg. dc /lféa. Milit ., avrebber io molti casi ottenuta la riprod u·.tione dei parossismi e pi lettici nei Soldati che vi.andavano seggelli, mediante poche ispi razioni di doroformiò. Apertasi la discus~ione intorno a qu.est'ariomenlo, il DollQre ( I) Vcd. n° 44 dol Giornale.

Rophille contesta la certezza diagnostica di qaesto·sussiJio terapeutico, adduce la possibililà di potere con le inspirazioni cloroformiche produr iosalli 11pHettici anche io chi non vi ya soggello e conchiude perciò doversi andarebeoe:guar(liugllÌ' nel decidere con questo solo criterio se lralli, i veramente d'epilessia! vera o d'epilessia simulala. Ma li Dottori Dima e Carlelti fanno riflettere, che quand'anche -il criterio òial!noslico per tale mezzo ottenuto non possa ancora dirsi stabilito su basi certe ,ed inconcusse, debl)e tuttavia e~sere adottato l'uso del cloroformio quando trattasi d'lnscritti o di Soldati mandali allo Spedale in osservazione per epilessia, itiacchè se per una 11arle l'adozione di questo sperimento non escludo l'uso di qacali altri che il l\egolamenlo p~escrive in prop'lsilo, per l'allra l'efficacia del cloroformio siccome mezzo diagnostico di molt'importanza è comprovata già, tanto dai falli add«Nti dal Doti. 'l'appari, quanlo da quelli dei Medici Mililari del Belgio, dal complesso dei gµa li risul!a por in modo stabile l'ionocaità del cloroformio putchè usalo con pr.odenza. ,I Doli. Pecco senza contest·ar il nlore dia~nAstieo che pùlrà aver io seguilo il cloroformio in questi casi, fo notare però ch'il medesimo noo pol11à meril'amenle essere, colloc11to fra i mezzi Medico-legali ai qmtll 1' Arte può ricorrere con fiducia per riconoscere- l'epilessia vera dalla simulala, -senza ~be p rima siano praticate ,sperienzedalle quali tìsulli che anche nell'epilessia riconosciuta simulata, per quella tale quale mobilHà- cbe la frequenza ·degli ascessi epiletl'ici aoçbe s_imulati non,può a meno d'impri ~ m.ere nel sistema nervoso di obi la finge, il cloroformio per se stesso non sia c,1pace di produrre fenomeni epileltiformi. Succedono quindi :tlcooe riflessioni dei Do(tori Bima e Cartelli tendenti sempre più a dimostrare la possibilità d'efficacia del ipezw io questione nel distinguere l'epilessia vera dalla i Ì· mulata, 'alle quali il Dott ..nopbille risponde che, quantunque egli sia convinto che il migliore mezzo per accertare l'esistenza dell'epilessia nei Soldati sia, oltr'agli sperimenti Yoìuti dal llegolam·ento, la testìmonianza degli altri Soldati e dei Superiori ciel l\eggimeuto, del Battaglione o della Compagnia di cui fa parte L'epilettico, tuttavia s'ac<;orda nel las::iare libero il campo alle sperimentazioni con il clor'oformio, sempre che però ooo solo le m1:1desime ,ia.no fatte con la massima, prudenza, ma ben anche cbe l'efficnr.ia di quello non sia divu lgata siccom•un fallo incoolroverli-bile prima che le sperienze stesse fatte in nìodo coscienzioso e più volte rinn·ovate in svariale circostanze non abbiano dimostrato il contrario. Gl!NOVA. Dopo la leHora e l'approvazione del processo verbale dell't\ntecedente Tornal.t, mentr'il Presidente stava per concedere la parola àl riott. l~alb' onde leggesse l'al)nunzialo suo Scritto su l'oltalmia dominanle nell'Armata Sarda, il Dotlore Piazza prega il (~reside~tl' a -volergli pcrmetlera di le~gere p~ma nn breve suo Cenno in proposito, scopo del quale era , in sua scntema, di render inutile od almeno di scemare l'impor tanza della disoossione nella quale il Dolt. l\alb s'era inl)oltrato nelle precedenti Sedale. Questa domanda del Dolt. Viaiza è dal Presidente sottoposta al volo dell'Adunanza la quale a maggioranza decide d'udire prima la lettura dello Scrillo ciel Dollol'e Ralh e quindi quella del Dolt. Piazza. I r~preode perciò il Doti. l, alb la lettura dello Scritto da noi pubblicato nel numero antecedente di questo Giornale e,·quest,i ultimata, teoltl poi il Doli. Piazza con brevi parole di dimo~trare che ,. la !llemoria del Doti. Balestra ,su l'argo menlo dell'oltalmia dom,ioanle1fra le nostre T ruppe sia falla con colori così chiari, cosi distinti, così veritieri e ch1:1 sia corredala di tali pratiche cognìzioni (frutto dei di lai viaggi scientifici) che le discussioni che si terranno in 11roposito non polraooo riuscire che a formar ùn debolissimo chiaro-scuro su. d'uo quadro così bene deli neato. • Pochissimi furoo i Membri ebe si mostrarono persuasi dallo parole del Do,t. Piazza.

,\LESS.lNOll!A. ln quesl'Adnnanz~ gli l.iffiziali Saoitarii sono tratlenuli da)la letlura d'una Storia redaila dal Dolt. Jloltieri, relativa ad un caso di gaslreoterite che pubblicheremo quanto prima.

ScrAMDEllÌ. 11 lltcJ. Div. Dott. Rt1becchi novellarnent e traslocato alla Direzione Sanitaria dello Spedale Militare di Sci ·mberi dopo aver cMomialo l'onorcv,ole, zel;;nle cd illuminato mollo con


578 coi i Colleg4i che lo prec(\deltcrò'. seppero corrispontler all'importanza cd alla delicatezza della loro comone missione ; dopo avere data la loro parte di lode a~ii UffiziaH Sanitarii d'ogni grado i quali conlribuirpn efficacemente a cosilfalto av:11enluroso tisnlla~ento per parla dei suoi (}plleghi l\Iedici .J)ivisit•p'ali e . do.po av,ere fina,lmcote µ.ianife'stata ·la fiducia',Ch:'egli ripoueva·ìn tull: i l\fellÌbri dell'Adti'nam:a per la ·coritinuazfone del for efficace concorso al copsrguimento.d'e,i!'Dali risultamfntl per, parte sua, si fa a legger'il su9 discorso su l'origi1ie ed 1tt.ilità délle A.ccaùemie'di coi impr·endiamò .la ptit\blicaziÒoe io questo medesimo t!Omero del Giornale. ùll imala questa le!,tura e nominato, il Dottore, Bottero à Segretario ,provv.isoi'io delle Conferenze in sosti" tuzio.ne del Dott C.rrn1a partito in congedo, l'Adunanza è dichia.r~ta,f ciolta. . "

PARTE SECONDA BOLLETT!NO IJFFICJA,LE •

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Q11orifice~1ze e Fariazioiii 11ei Perso11a(e S,at1itario-· Militure ! t . .... ' . ' ~

Doti. Amedeo Cigolini, 1\·{ed. ·di Regg. de.l ·'!'peno d'Armala~ · fregiato delle iM<~g(le di Cav. dei Ss. Mor: e Lazz. Dolt. Nic<>lò Marini, già Med. di' Regg; 1i'ei.soppre·ssLCa , ya llegg ieri di Sardegna, desti[lalo iii tale qualità . presso i Cara!Jinieri di Sardegnà. Li Dottori Gio. Batl. Gatt-inara, Stefano Fadc)a e Gio.v.aooi Falconi, già ·Medici 4i Batt. ,n~l soppresso lleggime11lo dei Cavall~ggieri ili Sardegna'. applicati .nella suddetla loro qualità allo . Sped. Mii. Div. d, Ca- . gÌiarì, distacc:ind one però il Do.ti. Gattinara, fier , fare servizio allo Spèdale. Sucçursalè di Tempio. Il Doli. M,iglior, Mcd. di Bali.,. deslina!o al' 18° Regg. di Fa.nte'ria. ,. /

Rn'iSTA DEI .GIOltNALI SCIENTIFJCI (Sunto del Doti.

MOTTlM~.

Dell'uso del balsamo il'Opodeldçèh·nella e.arie degli os.~i; del Doti. V ANDEN BROE'CB 1 1Wedico ·prif'lcipale deli' Armata Iietgq.·. La carie òègli ossi è ' 1100 dei princi'pali scogli· della Chirurgia èd è pur una ,]elle più . frequent:i. cagi,ooi dell'a,rnpù!azione. Non sarà perciò discarn ai nostri . Lettori che lòrò comuuicbiamo com'il citai.o Medico Militare Belga sia piu Yolte riuscito a '!~lici risullameoti nella cura di siffau'a malallia· per mezzo del bal,amo d'Opode~doch. ·Nèllà cu'ra delia carie ,coslitu'zio.nale l'.J\ulore ric\H~e in gèner,aJe :tll'HSO . locale di quèSl,O balsamo onde deterger e favo'rire la cicatrizzazione della superficie esulcerata d'elJlosso. A. q1ie5t'<'1Tello dopo a'\'ere ptr mezzo ·deWesplo.· razione riconoscinte l,a profondità e la 4irezione,dellefistole che esistono nelle più .comuni varfel_à della carie,. queste ·, si debhono dilatare per gradi, mediante cilindri di spugna . preparata o per n ezzo d'opporlnne incisioni. Al 'primo modo di dtlatazione megli.o confansi, a détta dell'Autore, le spugne di ·s ìrià o quelle dell' Arcipillago Greco, siccome le più fine e queste debbòno per la nece~saria preparazione esserè tagliate in pezzk molto sottili, quindi mac,erate nell'acqua tiepida e po.i sottoposte . ad una forte pressione. Dehbon in seguito esseri ·essicate e quind'illimerse nella cera bianca liquefatta e mescolata con ugùale parie di olio di mandorle ' dolci ,·· per essere poi· sotloposte di bel

nuovo alla compressione ed all'essicazione. Essic.ate una seconda \olta, debbono, sempre a .suggerimento dcli' Aolor~, •!SSere tagliate in cilifldrel!i più <(m't no stret!i, secootl'il .vario ~isogno e~· assiéurali èon uri filo di . ~eta (:e~ata il quale dopo l' intr.otfuZionci, di quelli 11el.la piaga, de4be !a.~cfarsi fuori del lragitt.o fistòloso. ' , O!teiluta una vol'ta )a dilalaiione dèi s.eoi tìstoliHi o per mezzo.ileJle incisiopi o rrer quello delle spugne cosi .preparate; i! Doli. Vanden l~roech' raccomanda l'oso delle fregagioni fatte e.on il tfalsamo, d'. Opodeldoc:'11 su la ,parte aìumalata (evi land!i ·ronti ulce.ratì) fl ·. rinnova tè ne.I mattino. e nella sera, alle quali debbe andar unita una do'ppia iniezione nella cavità del seno lìstolòso, fatta: essa, pure· nel maUino e nella sera, con 'oppòrtuna dose del med.esimo balsamo. L'Autore dòpo~aver avvertita la nece~'sìlà , in qua~t'allé fr~gagioni . di lavare l:ien ben.e è.ort sapqnala' la parie amina,lata in ,ciasc~1eduo11 , medicazione· onde facilitare mè.glio l'assorbimento del rimedio, fa rimar.càre' che con questo metodo.di cura vide sempre pi~ faciimente guarire là cari~. di dtrn o più. fìstolçJra di loro cornunicanlic he non quelle, d'allrè che stanno isola.le l'una dall"al!ra e perciò propon,e di stabilire semjire u~ a~•c'omtrni~azione ,più o ,'meno diretta fra· i diversi 1rag, 111 6Jslo1osi per mezzo d opportunì seto1iì. 1'ari· mènte; .JI Antòre popo avere di passaggio an·ertilo · come dopo ci,is,cheduna iniezione di b.alsarho ·dr.bban intro<Jursi nei tragitti fi~tolosi · nu~~i pezzi di spugna preparata e ricoprirs~ quindi tulla la parte 'ammalata con piumacciuoH di fil,accica inzuppali prima n·eLbalsamo, fa rim·arcare eome qualche ,•olla per ren.dere ph\ sopporta,bile P;izione dello Opod,eldoch ilebha una parte d.i qvesto ~.ssere mescolata a molte parti d'olio ,di maqdorle cl.i cui la ,quanti1à, a tenore - dèlla .m.aggio~e Lolleranzà, ~ebb!esS!,!re poco per volta diminuifa sin al pnnlo i~ .cui l'iniezio1,1e <ii puro balsamo poss,i eòseve tollerata. In generale però, _avverte ·il med.esimo,questa ,Pre~auziorie è foutile, giacch~ o ,i;l! am,malati toBerauo beni·ssìmo ~oche ila princi,pio un miscugllo di par~i uguali ~i balsa~o e;il'olio e quando per mancanza di questa pre.ca!,lziono succedesse un po' ò'irritazione oella parte, basta i!l gen~~ale sosp·e·nder,e per q11alc'i1e giorno la cura, da ripigliarsi poi ()on dosi più o:ioderate ·di ·balsamo. Finalmente crede l',\utore es~.ere ·cosa ' inutìle an'e~tire che la . cura çon l;Opodeldoch non è ·applicabìl in quelle carie le quali non posson essere scoperte -SCQza pr.egiudica.r a parti troppo·dclica1e,·come succedei:ebl>e-ad esempio nclla,.carie degli · ossi ·èlell,a faccia, in quella dellà · parie posl,eriore dello sJerno, in quella di tutta la spessezza degli ossi del cranio, ecc. A (1uesta sposi~ion,e dçl metodo curativo d~lla car.ie con il balsamo Opodeldoch il Dolt. Vaode~ Broech d~po avere . nol!)lo com'il medesimo gli sia stato utile , anche nei casi di, necrosi ~ di ulcere sordide e r,ibèlli , fa succe<l.ere la .relaz.ione di molle osserv'azioni di'.carie g1,1arite, con ques'to metodo ,di .cura . .Anch,e gli Archi,ves Beiges de Mùleciric Militaire contengono numerosi casi di carie guarile con' il bals.amo di Opodeldocl1, f~a i qu~li 11ell'uorpo la guarigione cl}una carie del fomoré e,d'un'allra al pollìce ,Ùstro ~ nel c,aval!o ql)el!a ·d'un casQ di carie dello sterno Cved. fascicolo di. gennaio, 1852).

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I

li Direttore Doti. COMISSETTI Med. Div.

Il Vice·.Direttore responsabile. D9tt. Bar. de Beaufort M. R. Torino,1853. Pelazza, Tip. Subalpina. via Alfieri 'i4.


AN~O Il.

( ai 27 di giugno 1853 ) 1

GIORNALE DI IIEDICINA HILI1,ARE DEIJ CORPO SANl'rAJUO DEIJ/AlUIA.1!\i\ SAUDA,

l,'associa.done non si riceve cbe per un anno e comincia col I'' d'agosto. Il Gioroalesi pubblica nel Lunedì dì ciascbed.ona seìtiman.t l'REZZO D' A,SSOCIAZJONE

ln Torino . . . . • . . . L. io. Jn Provioci.a ed all'Estero, franco di posta

• .

L. 11 .

L'abbonamento tlehbo pagarsi per semestri ailticipati. Lo associazioni per i 01>0 militari ricevonsi alla Tl'POG.Rl,FIA S tTBHPINA via Alfieri, oom 0 24. Le lettere per abboname nto al Giornale deb bon esser affrancale ed ac::c:npagnale da vaglia postale.

SoM.MAlllo. - 1° DoU. KALB : So l'ollalmia domina nte nell'Armata Sa1·,fa. -. 2° Reluzione dello Conferenze Scientifiche. 3° Bullettino Ufficia le. -- 5° D9!t. !'llOTT1Nl: Ri~ista dei Giornali Scirntifìci.

con le palpebrl! ede matosi\ e con hl ciglia incollale; crede sentire g ranelli di s~hhia od altro corp<i simìlè fra le, palpellrn e l'occhio; ù11 ra fa tica ad aprire gli occhi; indarno' r:corrè a soffregame1111 , nè alc1111 solltcvo gli torna dal

PARTE PRD1.A

gli 9t1al mki ivi esistenti quattro Sergeuli del Corpo dei Veterani udili Casa Reàlo d' A; li a !detti al servizio del Collegio eraoq tral'agliali da cronica congiuntivite granellosa. L:1 presenza di quei granulosi cronici ed il cQmP.lesso dei caratteri offerti dall'acuta olta\mia negli Alunni, for,1;e cleterroinaron il Riberi a giudicarla d'indole g•anello,à ; quin,ii dopo avere so~gerili i metzi più acconci per ptesel'varoe i sani e guarire gl'iofelli, rese av vertito il Coman(!aoto Oe Andreis dell'opporlunita che la co•'a di questi ouaJmici fosse affidala a qualche Pratico versalo nell"esercizio de!l'Ocolistica. Ragguogliato il Ministero della Guerra dei giutli7.io profferito dal Comm. Ilibcd ordinò la mia temporanea destinazione a Racconigi percbè assumessi la cura di qoell'ottalmia (lettera ùei j 5 di maggio J840, Divisioue Fanteria, N° 2981; s'ol·· t05{'.J'itl/.l .Di Villa marina> La mattina del 26 s'ucces~ivo vfaitava gli otlalmici alla presenza del Com. iit:l° Col. Cav. l\lasino e dei due Ispettori del Consigli<, Snp. Jdilil. di S1wi!à Ba r. Massara eCav. n'ooino ivi recatisi pl'r indagare l'origine e la oatora dell'ottalmia domioaole. Qopo essenni occupalo da quattro e più ore intorno all'esame dei caratteri morbosi più pronunziali e comuni che oll'riyaoo gli occhi di qu1>i giovimi Aluoni,, non esitai di far conoscere al Cav. J3onine ess-er io d' opinione che molli fossero t\lfolli da qong'itmti.vite (/ra11cllos1t ac11ta-g1·a,1c cori predo minio di costituzione /infaticQ. (a),

(Ceobi del Med. tlì Regg. RAll:«ONDo I<ull letti in una.Confereoza dello'Spedale di Geoo\•a).

Congiunti'i.,ite granellosa acuta-grave. La congiuntivite gra nellosa acuta-grave tal volta si svolgt1 dalla mite, men1_r'in varie altre ci rcosta11z.c ha loo'go prfmi lìYame ote o per :soverchia intensì.:ì d'aiioue nell'eltimenl o mo,rboso generatore ossi rero per prcesistellte morbosa ~11scct1ivi1à della co ngiunti..-a. Sia che tragga l'orii;ioe dalla mite, sia che si svolga l)dmiliyame111e1 ()ess~ offre i seguonli carallcri e 'sintomi 1 quali a pili chiara inleliigenza di chi uon fo,isu abhas lanza versalo n~ll'11serci1 io pratico dell'Oculistica amo espotli in due dìsti11t1 , ordini s11condo che m'accadde osservarli in s oggetti con predo minio di ternperamenlo lit1fatico ovy ero in quell i di temperamento sa nguigno.

. Caratteri e sintomi della èori gfo ntivite granellosa acula•gra, e in soggetti di temperamento linfatico (2). 1

Senza cagiou cvhlt\Ote l'ammalato che nel giorno antecedente era sano perfellarnente, Ei sveglia a l mattino ( 1)CorHiooazioue-. Vud. no 4(; del Giorn ali'.'. . (2).Nel mag~io ~ell'itoqo 184.0 circa oltanla •.\ Jonni del C0Heg10 per i tigli dei Militari iii U11cconigi arn malarou in pochi giorni di graYc oltalmia. Già il male minacciava d'invadere lutii gli Allievi che sommilvan ad c ltru due t:ento, epperciù ìl Generale CQmaod,mta Cav. DeAndreis al quul er,1affidata l.1 O:rezione, presto si rivolse al chfarissimo C•Hnmend. .Rjberi pregandolo a vo!e1·.,i trasferir in Racconigi oode visllar i dot ti Aln1:ni ot1,1lmici. Egli vi si recò prontamente e fa llosi ild esami nar ogni cosa relativa allo svolgimento dell'ollalmia domioRnle, poté avvert;re che fra

(n) Che la maggioro pàrte degli'Alonni fossei:osollo il <\orhinio d'una discrasia liofolico-strurno·sa sarà facile dedurlo dalla dicbiar~:iune che unisco del Comandante Cav. l\lasfoo .

" Collegio i"1ilitare di Racconigi. • Quesl'og2i i5 lo~lio 1840 il Consiglio d' Ammioislrazione del Collegio pd figli di Militari convocatosi come al consuelo onde µo !ere dare un attestato della pleoa su:.i soddisfazione all'Jll. Siano.re Dottore Raimondo Kalb staio coo Minislerialo Dispaccio de lti ~6 rui}g~io scorso, Div. Fanteria, N" 2983 , destinato a prestare l'opera sua a pro rlegl'individni <.li questo Collegio affetti da ot1a!mia, il prelodato C.onsiglin ba preso io considerazione lo zelo co;tanle con coi per lo spazio di mesr due proseguì l'affidatagli cur;.1 di 85 Allievi e dì 1 Sergenti olla!m'ci e ne compi in dello te mpo la ~uarieJ one e come con molto successo curò pnre a o0 SO Allievi il go.::zo e segnatamente all'Allievo Paoa!aro I.i è(lmplicata ma!allia deUa pa,lpita:ione, riti gozzo e dell'. o!la!mia : eppcrciò i I prefa lo Consi glio gli ' rilascia il p~CSf\nte t\erlifir.alo io onore della pura verita. · I ;'l!EM1lB I OEJ, CONSIGLIO

J So tto-T,,nen!i Coma:nd. )>jt;LIBJl.O. -

tè Sc1.

l!Ol'ELl.1.

1t Colonn. Coma1td. in 2° MASJ ~ O.

1


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lavarsi éhe fa appositamente il vrs~. La lumidezzà delle palpebre che talor s'estende. fin alle guancie e la rossezza della congiuotiv;iJo determioao a consigliarsi. Se s·esa tniua I.a congiuntiva in qu~SlQ. stadio dell'o!lalm'ia ollr!al colore rosso ed alla · pr.es~nza. di granulazioni prim'itive vescicolari indicate nella forma ~iìte-acuta si rinvièoè' per lo più un'c.ffusione di · siero tra il bui.bo e la congiu,ntiva sclerotica le la quale per 'la nallirale Iassa aderenza che !'.unisce alla sclerotica si s'_tacca da quesl'ultlma membrana: . ed assum·e · !';spello vescicolare 'semidìafano e oosì si dispone com·un cercine intorno alla c.orilea·(chemosi sierosa). Su la superficie della chemosi scorrono vasellini sanguigni che dalla falda·. oculo palpebralt.l te()don ad avauzàrsi verso la cornea, Premendo I.a palp.ebra superiore cootr'ìl bulbo si ve.de ch'il tumore della congil,ntiya è mobile e s·c orre·vole; tale fiata fò si vedo 'sporger atlr.avcrso .le palpebre di color-e cer-uleo;Jreddo '.(} quasi ipsensibile. Q·uesta specie di cl1emosi,s1;ess'o in' 1breve w imp'a re da sè pèrchè l'llmore che la forma. n'esce p·e r exo.~viosi misto alle lagrime od al muco fioccoso cJ1~ è separato dalla çorigiùnti va: non è raro però ·che -si drbha métL.er in pra lica una ctira ·partièolare per vincerla·. O,ne o tre giorni .dopo d' essere scom· parea la chemosi sierosa· i vasi- sanguigni della congiuotiv'a sclerçticale appa~_isco.no turgidi, ~porgenli ed arborescenti - per Ìe frequenli anastomosi che si repdono vi-sibiJi: i me desimi si Jascia(lO spç>star ad ognì leggiero mov'lmeotO' de.l buibo de)J'occllio.: molti se ne ravvisano .lividastri e diJalati ianlo clre ~ttbb[o ()00'.fCSta della loro_ i:lal.ùra venosa la quale è poi meglio ancora dimostrala dallo stillicidio di sang!le nerognolo , élensc1, e fa cii al coagulo, il quale tiene dietro 1alJ' i,ocisione dei medesimi, So; eùle ,queste venuzze las.ciano trapelare del sangue so~to la congiuntiva ~ forman o. paf ziali ecchimo~i sotto-congii1n.tivali di cui u:el ' centro sorgono pustole che s'm,ulcer.ao(l. còn usura della membrana coogii.Jnliva. La sedo .òi queste ecchimosi~ [)Il· slole od uJc;ere (io .generale pQço dolenti) ~uol ess~re àlla

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parte esterna dell'occhio· io pros,-si~ilà della co~metti(nra ~. del le palpebre. ½a fotofob ia o la. 1-agrimazione appena mo~ leslan'o l'infermo ·ehé altra sen,1.a,zione non aci:usa tranrie 1.1n dolor ottuso ·alla region~ sopracigliare con gravezza di capo. La cornea lucida mostrasi a riprese annebbiata da sottili stra'ti ·di muco .rJie s'alta~can al.la supe~ficie di , quella, ma c!le prestameo·le se ne allonfanano 1>er il frequente ammicare delle palpebre. I mo,imenti · dd l'irid~ sono regolari, però s:ori tendema a mirlr.iasi in ispeciin;!ando l'oèchio esposto a ftÌce. moderata. Questo stadio dçlJ.a con giuntivite granellosa raramente va disgiunto da disturhi funzionali dell'apparato gastrico, come gastricismo , elmintiasi o leilta flo_gosi della mucosa gastr(l-enterii:3. .r~1·

·caratt~ri e sintomi della·conghmtivite granello;;<2 acuta-grave in soggetti dì teinpc'rar»ento sa11guii!no .

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'Le per~~ne di costituzione r(Jbusta \ :on t~mper~rnenlo sangoigoo p_rev,aleote ·con .o.~chi oer.!, ·con crglia e sopra· dglia folte .&.ooo, quelle che di prieferenza 'i_ncontr-ano la congiunti vite gra nellos~ amta-grai:e. I nùo_rn i ncia'llo gene: ralme.nle a prov;ire molesto senso d'ar idczia nel:- movere le pal.pebre, accompagnato da capi pieni; che sovinte s'a~ menta sul (are della sera ·massimamente se,.come accadefra i Soldali, questi se ne stanno nelle can tine dl\Ì Reggi1 ·menti à li.ere con i C:omrnililooi io òiezzo a nu~ole di fumo · di ,tabacco e di qua.ole mèlìti suol ess~r impregnala i'atmosfera de.Ue sud icie laverne; -ed anche , Se ·per ragione di sèrvizio i)eriiollano nelle stanze. de i' Corpi di Guardia dove all'invern6 si costu[f!a fat é fu oco, ~enza molto scrnpoleg . giare che sorta O non i) d~t)SO .fumo; 8 nell'estate ,-e SÌ espongori alfa eo.niinirata intehsa luce solaré stando i·n : sentinella od al polverio inevitabile negli Esercizi i Campali. Basla' \a .còinèidenza t~i qnesle ecl allrc simili cagioni _locali percliè l'oHalmia in br'eVt\ assuma il seguente apparato di straordinaria gravezza . L'occhio ammalalo (d'.Òrdinario piu il destro che .il. s·iuistro e raramente amendue SU\ principio)· offre )a peJÌe delle ·palpebrn di colorè rosso di.· matlOM, tulnidà ,e· cabla con al'cone ve·ne c.otanee della palpet5ra superiore rnaòife·, . stamente turaidé. ·uau-mento di calorilìcazione è St'osibih~ ~ . òve s'a.p1jlichi li dorso della mano su le palpebre ; come · anche con il tatto si può distinguer un tale quale formi • · coli@delle picédle arterie palpebrali ed il vibrare gagliar-00 dell'.e temporali superficiàll; il che .tolto lascia conghiet· turare che la. se"de del('.or °asmo irritali vo~flo 00· istiqo è\on0

ed ÌflCOT·aggia1G,dal'le di !uì cortesi mat1iere .e dal J.>iacer~ eh~ se'mprc mi mostr.ò fodirmi <,liscorr'ei"e di co~e oculisliche .00 1 feci <1d e>ilotgli i caraUe1'i che r.ilevai (che c.orrispon:don ai sovra fràcciali come distintivi della coogiuntivilc granellosa acuta: · gravC:in ~oggetti linfatici) e poi gli esternai. 1-1.mio parere i;u, 1 provvedimenti che intendeva adoperare per_ìl bt:rnn esito della cura. -Spontaneamente egli lasciò a· mc, la piena 1·,spons;ibili!à . delle.cose e'dopo"amichevoli. aagori di fausto esito _partissene · , . . . per To1foo. , Io 'due mesi cioe dal 15 dì maggio al 25 di luglio fu Sradtcala ta co.ngiuntivile g'ranel,l_osa da lotl1 gli Allievi che oggiclì sono presso che tutù fregiali del grado di Sollo-tene.nte o di Tenente ccntràla neJ l·e palpebre, pìuttosto che nel.bulbo del.l'occhio. nella nostra.Armata. Nessuno dei medesimi rimase rallristàto Ja I.ntauto le ciglia souo disposte in fascetli,.'i margini pa-1,guasti indelebili agli oéchì,che anzi tulii guarirono perfeltameo• pebrali t.umioi' e porporini sono..velàti io pa,rlc da muco te~ come si può1rilevare dalla seguente letterà del Oonsiglfo Sudenso che le caÌde lagrime disciolgon ' ~ spìngooo fu·ori · pe_r'ibre lllilitare di Sanità ,._N° tS'i'!, direttarni a nacconigi ln ri· , palpebrali. Se s'esamina la c<i-ngiuotiva vèrso gli angoli sposta alla.mia Relaziòtìe.su l'oth~lrn,i! in dis~orso.. . . d · ,. To:rioo add 116 di luglio t840. trovasi turgida di sa,igtie, i · co 1ore rosso-scarlat lo ton «·Ho ric.evt.ilo e letto con siogohrre pi~cere mio e del Consiglio . molti graoelli vescicolari, trasparenti, rosso.-g/allicci, disoell'A:duuanza dì ieri la predsa cli lei Relaziooedell'ott'almia·doserpi nati tanto nella supl:\rlìcic inti;rna dell' inferiore .quanto ,minata ili 1naggi( e giu~:no ultimi scorsi'fi'a gli Alunni di cotesto i dell,) spperiore palpebra : la · falda oculo-palpebra I.e , la è ollrgio per -t figli,dei MiÙl,iri. Gode iofinftamènte il Consiglio I doplic<)tora semih)nare e la ,caruncolà !agri.malo son anche a.ll'utl_ire come s.iff_atta o_ltàlmia rrièr__cè in ispecie·a.llc zelan_li ~d · · 1lhimrnalccu1·e dt V. S. Ill:ma l.ocdi1 al suo termrne' lloz1 sia esse tumide, rosse, infiammale e coperte di inoho muco. l">a o~rni spe.Ma' affatto .in cotesto .Militar.i ~ollégÌ('. Abhia, i ell;, 1 .. 1 tulle queste .parli mohi vasi 'arbor,esce_rlli rilev;tli t.l tossi si miei ri1ìgrc!z1amenli per la· falla corounicllzione e gradisca in pari !· dirigono v.et so la circonforenza ddla c'Ornea; fra l'intreccio tempo le riproteste 'della ·i11ia <dis,ti_uta sìima e· singolare <l~vo- -1 •dei piccoli rami é più verso la falda oculo-pa lpebrale che i iooe. ! vm:so la cornea, si possono dLstjngn1~r.e nella:superficie rl~tl:1 Il Pres. -del Coris. Sup. lllìl. .pi Sanità ·i · ca.v·. GiLuo. ,. · con~iunti~a scltm,tlcale alcuni 'graoe·lli .,, 1,scicolari simili à

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,qo~lli ·deJl.'int-~:rfl(), &Ile palpebre'. 'Rara .è la chernosi sietosa, rarissima l.a ,d i'e mosi sanguigna od . infian;nnatoria, eht\ na(ura ste!>Sa ,molle volte come nelle al.tre membrane mucose cosi nella .edngiur)tivà pr.ovvede al soverchio lur- · gore va;;c0lare sas.guig~o mercè d'una spontane~ r; mor• ragia ,da t~~tl'a 1a ;;.uperfìèie della congiuntiva e fors 'anco dalla gtìia,n<lola l~rtmale che io di~erse circostanze ho -veduto ~0ntintlai;e per due e pi.ù giorni ~Ol) solo con sorprèndeft te solliev~, 'ma con la perJella rìsoluzio.n.e delJ'ot'talrr\i~ ( q. Ma qti!ando questa (}ontinua nel suo gra!,e de-

\ corso ,accade che pe.r diffusion,e del processo morboso dalla l congiuntiva alla Sclerotica, pa.recchi ,sinto'mi di scJ.erotite '1 s'ass-ecino ai .dianzi tracdati. In allora s'osserva tra gli } spa.zii liberi lasciali dài superficiali v; si tortuosi mohiÙ e , ro~si della cpngiu,otira sc}erolicale, il colore ro.seo. della se1erot1ca compost.o di vasellini fissi, f!1inulissimì ·che èoo buooa lènte·si posso[)o discr,rqere ordin,!ti ·tra loro parafleli i quali aumentan in o_umero e diminuisc<;>no di di;lmelro quanto più s'avvicinao.alla cornea. In mezzo a tanto lram-0us10 la corne.a Incida che più tardi :debb'~~s'er il centro ·dei principali e più Visibili g.pasti organi'ci, da QOV.e irradiariSÌ molle. altre consensuali e secoodaril:l affezioni entrocularì, (ij t:1 ,pi:i! c,irc,istanze eò io molte persone hl> dovuto nolare, qµesto fait{) d~l ·tra,s~dam<:nto sangoigno 'dHlla coogiontiva io l la cornea., dico, si mantiene sana, teçsa,. Lr'é!,sparente e la·scia aneor,a· dis tinglJ.er,, l'i_,ride poco mobile èon pijpilla diseguilo à, congiuntivile granellosa acula ,grave. Nel mes~ di ma'ggio del tS51 mectre djrigeva,la Sezipne degli otfalmici nello latala; sintomo questo ùi notevole Jm~valen~a 'in tutt,ò il Spe<Me IDi.,,isionario d'Alessandria,. fra HO oltàlmic,i cl).e s'eb"' corso deWottalmia graoellos:a. A questo punto la fo•t9fobia ber a ou1·arn rnel mese, più di 30 otfdron il singolare fenomeno ed H blefaro-spasmo si vedoo aomeQlar,e vistosamente. Le deil'emorragià seoza<laèeraz.ione dei vasi d·e11a congiuntiva. Quepalpebre sono ,più çonvulse .~he ammican,ti; su~cede u11 sta s3fotare..crisi la feci ·notar al Medico Oivisioo. Prof. Cortese, senso di tensione e di calore · s,Lraor,din~rio delf'occhio al 'Mé<l'ico ,cli R~ggimeoto'D!)lt. Mal'i~tti ed al, Medico Assislen,té ..illa Sezione .'Dolt, ._uoUicri. E nel mio. resoconto di quel mese f e nei movime'oli di qoe3to J'ammalalo prova un dolore scrivev«i ,,, cllc 1focl1issimi rimedii l<icaJi furon aprilicati sa gli gravaliv,o ottuso che si· di,ffonde alla r,egione .s~pracigliare. occhi; cbe a-O;ti s'inlr,ilasdaron appositamente onde nori 'distar- · 1 La lagrimazione. fassi sempre più abbonçlanti>, mis!a a se* bare lìJ rtso·!r..1ziooe the natura stessa operava col cessare li! cheerezione mucosa· da tutta la congiuntiva. An'Cl1e la mem mosi e la tur:1;esceoza della celìulare ,sollo-congiuntiYale mercè brar1a delle n~rici e quella delJa bocca irritate per coosenso ,d'aoa modeiat.i secrezione mucosa .spes~o ,sanguigna. • f ra i mo'lli atl,r,i ,casi di secre:e,iooe>sanguigua <!alla çongiuotiva come secernonò maggiore quantiJ~ d'tÌ!J)ore. Tant'è vero che érisi' sallth1re .~i grav.e 0H<1.lmia, mi Umito;, riforiroe uno cbcl'lo gli ammalali sono di conUnuo occupati ora nel terger.e le giuòico ,ti q,u:1lche interesse per chi esordi~cc netta Pr;,tica òeulagrime, ora nel forbirsi ,le narici, _- ora nello sputare fre.\islica fidu,cioo) nell'u~o id nitrato d'argento. Nel 1'834 mentre In generale que~l'Òllalmia è più mo'esta ·di g·i9r110 qurnte. era Assistente e ~'5uppieote:illa Ca.Uedra. di Clinica Cbi110rgica che di notte e perciò gli am malati dormono alcune ore ,nella Ii. U11iv-0r,;ilà e.li Cagifari m'occorse dovere cu'rar in quello !·ranqnille e si svegliao ,!l mallino con grao_de :quantita di ,Spedale Ci'vi~ rJ!l ragazzo cli drca 12 .amli' tocco da grave cera1ite s~rofolosa i~assata già .acl ulcerazioni profonde di tqtta la cispa che tenace·mente incrosta tr;i di loro ie ei~lia dal)e _~pessc1.za delia ·,e,or,ora con ç11or~:e p.r?cide1na élell'iri~e aJ ~alo quali con difficollà si può togliere seoza che alcuna ,di ,estetro della eo-n0ea destra. !Qc1a1e tvs~e lo stato degh occhi di , 9ueste rimanga strappala negli alli forzosi che l'ammalat,o, q-ue!l'infelicè eg"!un~ può immaginarsi. Aggiungerò solo per dare , I eseguisce pec aprire le palpebre, Qoant'a ciò ché concerne un'idea dello state geuerale es.iei:e qaegl.i un Alunno dell'Ospis , all'univer,s~le n·on mancarl'o mai coesistenti s·intomi di plezio ,cario Felice, ~r.fano vissuto ira gli stenti clel!'estrema indi, geo;u r v~gan.te pe:r le str;1de per mao.canza d i r:coyero. Le sole tora reale, di gastrici disturbi o di qualche altro congenere f}Ure i~ieniche che R!H furono prodigale nell'Owi;~io, non basta- l fotto morboso per cni facilmente l'ottà-lmia va scortata da ron il migliorarne p1,ou1amen.te la <;oslHuzione, epperciò J'o.tt:li!- j tumulto fobbr ile a nclrn g~gUardo,· pFlucìpal men le nel lo s-~amia continuand'ad agg,·avarsi fu man'<lalo da(l'Ospizio allo Spedic, d'incre'tncntò del ma le, àale. Quivi fattomi ad e:saminar i guasti organici' del gl9bo de l- 1 Lungo e. "'.aria bile · per intensità è sempre ' ii' decorso '.' occhio r.i!ev_ai a p1•irna vista !~ pro~iden~a·delPir.ide d~!lil .Rran- , dezza d'1m piccolo cece, I gravi pa!1meull ·dell'mfermo m'impodella ver:a. congiuntiv'ite gr,rnellosa acuta-grave io persona sero d'op~rt11'c pr:onlam~Òte. Pur.1si l'irjde pr·o~idenle con l'àg() dì temperamento sanguigno. Di raro guarisce prima c!i 40 · da caternl1a di Be.er. e to,lo spruz1.ò fuori una quanti,à d'amore o 60 giorni: sovente il male si riaccendo spoutaneo senza acqueo ed il lYrnor iril,ieo s'avv31l,Ò. i\J? ,ciò non mi soddisfaceva cagi'oni generali o locali alle 'quali sia 'ragionevole altri• era uòpo fare ,·ien:t,rarè)',ride; a·c.iò io stimolo della luce non era bui rio e· malgrado gli sfon.i 'ctell' Arte più e più volle tende sufficienle perchè toéhidaTfride da Ju.ngo inceppamento; mi decisi ad usar il o·iira'to con cui·toc<·ai Jeggiermènte lii parte culmi- · I il dège'oerar. rn cronica .affezione della congiunti và ché. con nante della proch(coza. Ciò fallo coll<,cai S!Jbito l'ammalato s,u· varie fasi suole durare per. l'ordinario più di due anni (t). pino nel lello ·tol!:liendogli il cu.scino dalla testa; permisi cbo la I stanza restasse iÌJuroinàta d~lia luce Jlalu,ale e feci tQgliere le corlìoe a al 'letto,, ordinai b,agnuolini, freddi locali (i .ghiacciati (!j 1l de?criHo tipo di coogluntivite granellosa aeùia-grnve i~ non si possoll' aver ìn·Sàrdcgha· percbè manèa il ghiaccio e ·1a I soggeHi di te.mperaruealo sanguigno io lo vidi con qoalcl!e ffe~ nev~ è rarilii) ~d un regime 1liete!iw semplic~. Gìà l'amm~!ato si qr.~nza anche i~ pers~oe non· ~ppa,rtc.nenli all'Ar~a_ia. Più clnaro.ed espressivo non m'avverra pi u che ne osse~v1 d1 quello sentiva gra,1~emeote solleva,to e con lento- s1 mostrava con gli asf;)nti pcrchè poteva fi~sarli con l'altr'ocèhio; ciò ehe gli era ./1• çbe mi ra ppresentò l'ottatmia granellosa del Colonnello .in ritiro imp.e1lito pJi'trJà deli'up~r~ziooe. Le cose du.raroo in lale q1lma f è av. A . C.,. già Capitano nel Reggimfnto Cacciatori Sardi , il da11e 8 de! ~aHìno fino alle~ pom.eridiane in coi fu sorpreso da quale: io curai in Torino nell'autuqno dell'anno 1840insieme col cÒpiosa emorragia di tult;i I.a soperlìcie della çongiuoliva. Questa · <biarfasimo Ctlénm~nd. Il.ibei;i. Al Campo di San Maurizio conspon1ane;i perdila s.angnigua noo lorbò punto il rirn!tamen(o trasse l'otlahn\a che si limitò sempre·ad un s<•lo occhio tultochè in modo graYissirno. Non furòno risparmiati in pri~cip{o acèonci della mia ,oper,azione, rhe ao:ii fu sì ~ahsta ch'io da quel tempo mezzi di cura che cordialmente,ve.nnero.consi~liaii all'ammalato n!)nm'allontar.ai pi.ù da 1rn tale pralica nei oasi di procide.nza da un M.edico suo parente. Sucèedelte pdì nella cura il. chiaris- . deil'iride e centinaia' di felici risu!.tamè'oti m'autorizzan a giudisimo Commend. R;bcri; più tardi l'ammalato vollesotlopqrsi ~·Ile caria il metodo mil!:liore di guariro la procideoza •dell'iride. iu ispeçie qwrndo.sia rete nte e sac.c.eduta a r.opgiuutivile pur'u1enta cauterizzazioni con il nitralo é còn il solfatò di rame che sapeva o blenoorroica,(mi rise'rvo parlaro di ·questo meiccfo ,;ii guarire esser il mezzo p1ù sicuro per la cui\1 deli'otlalmia granellosa della procideoza dell?iride ad àltr'occasiobe). l' Arrna!a, ri medio questo con molto successo da me a·doperato

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rato oculare che costilui3co110 la sede della co,1giimtic,ite dne porzioni di congiuntiva palpahrale o mucosa e sclt:roticale o sierosa. E siccome accade in pratica vedere l'infia.n:imaziooc acuta reumatica della sola congiuntiva palpebrale, prnreduta od accompagnala da catam, bronchìalfl acuto, cosi altra volta vediamo es-sere di preforenw p resa di mira la .:ong111n t1va sclerolicale con manif~sli e oon ,equivoci sintomi di sola e reale pl.euritide (1'. Per queste ragioni di fano io intendo conservar il oom~ di congùm./ic,ifc catarrale-acuta all'in'fiam maziont5 reumatica della congiunli,•a palpebrale e quella d, congiuntfoite catarrale-rcumalica alla rt>u matica affezione Oogìslica che invade di pr~fo renz,a la c1)11gi'untiva scleroLicàle, da odo in fin e il nome d' otlalmia reumalica alla sclerotile da ca~ioni . reumatizzanti. Per brevità farò in pri rn<i luogo un cenno wrnulat,vo dei principali caralt-eri e sin lomi ~he possono perrnetti~re di distinguere la con9i11111foite catarrale-acuta e Ja caturrale reumatica dalla granellosa awta-gra1u; in seguito dirò dei sintomi <liffcm:nziali di quesL'ullima dall' vttalmiit

Car.atltri d-ifferenziali delta congiuntù,ite granellosa acutagra ve 1/alta congiunÌivite catarrale reumatica e dalla otlalmia reumatica.

catarrale-reumatica son.o la

·Parecchi dei finora indicali sintomi e caratteri della coogi·unlivilè gra.nellosa acuta-grave potendo' esse,re con siderati come comuni all'iolìamma2.ione reumatica del!a congianliva pa!pebro -oculare e della sclerotica, mdispensabile o<l alméno molto opporluno' ,io credo che sia per r iuscire lo· studio te'ndente a stabilire quali possan essere riguardati com'i differenziali di qnesle distinte due ultime otla!n;iie, sovente confuse con la prima cioè eon la grauellòsa nun ner altro motivo Re non perchè è faciliss imo l'equivoco d'attribuir ad nna causa ciò che può esser effell~ dell'altra quando più cagioni producon un effetto rn apparenza simile. Comincierò pertanto a stabilire che too il nome di congiuntioite catarrale-reumatica iò intendo signilìc,are la iu~ammazione acuta-grave della congiuntiva palpebrpsclerQlicah: d' ind ole reumatica cibè destala 'singolarmente dalle ncite cause . reumatizzanti . Le ,Parti qninrli dl'! l'appa-

reumatica.

Rivolgendo le nostre indagini ai car~lteri e f1·nomeoi propriì tlèlla 1:atarrale e reurn.)t ica congiuntil'itO non po~nello Spèd. U1vis. di TOl'ino. Reiterate ·volte praticai la caulerizzazionc alla presenza del Tenente Colonnello cli Cavalleria Conte siam a meno di fermarci a considerare l'apparato de'i fo. Del Campo e del Capitano d'Artiglieria Cav. Cugia, amici d·el-ovmeni precnrsori. !'.el principio di priroav1•ra quand,, J'informo. Ogni mezzo fu studiato per trova1·e modo che la mapiù frequooti sollo le alternative di te mperatura e neì lattia s'an estas~e noi s uo longo decorso, ma nò il coraggio delp;iesi domi nali da ve nti impcluos.i prpduccnti rapidè sop- . l'ammalafo, nè il molto sapere Medico dell'esimio Commeù. Riprnssioni cutaneo-perspiratorif', la spossatezza e l'addoloberi, nè tutto il mio buon volere valser a cambiare na tura a quella ramento delle membra, i rihrt'zzi e la gra,ena al capo insldiosa, pertinace o direi fosoltaote otlalmia. li male cuntinuò e i1on s'osti.rise fuorchè dopo circa due noni senz'alcun guasto con incltnaziontl al sonno son i s1olomi furieri dell'affezion11 iodeleliile. [I. Negoziante i\1arcrllo Itrancescl\' da C:,glial'i essenreumati11a de ll a congiuntiva che fa già mostra cli s_è allo dosi espo,to al polverio che s'eleva nel misurare l'orzo ed il svegliarsi dell'ammalato dal so~oo 1uolrallo più del ~olìlu. grano che, coui'egli mi disse, crasi riscaldalo nel maganeno per L 'am malato subito avverte l'iot,>llt:ranza alla luce, un l'umidità ùel locale, coolrasse oHa,lmia !;(ranellosa che mai la più grave: Nòn potei credere che qncsta .c~gione fosse l'ouica .che molesto prurito nei nepitellii , il cocior i: della lag r,ima avesse O(Jcrato su la coogiuotiva, da cbc nella ùi lui casa vi frezione ed i frequenti slcrr111ti con brc, i accessi d, tosso quental'a un Ser.;enle degli ln\•al idi di Sarclegna ancora losco o secca o con leggiero tumulto febbrile . Questi sintGmi iu cisposo da lunga oltéllmia d.eli'A.rmata. Assistito in principio di mano di d'ue giorni aumen tano s traordinarian1t)nte, q11ind 1 m.alatW1 cl,1 uno dei primi ~(edici ,Ji Gagli,nri,il P.rof. di P,1lologia la fotofobia si fa p<'nos'a; con1ic1ue lagrlme q1ldo sti llano io (Jnella R. Unh•orsilà Antonio Maria Ug(l, subentrò dopo il òc,ttore l\1astio Ispettore del Con~. Sanital'io llltlitare che si valse delle cauterizzazioni e di molli altri opportuni rimedii, ma il male oon volle, cP.òere ed io ne ulliruai la cara dopo uu anno e (J ) Nella pritl)a\;era dell'anno 1841 essendo stati thiam;iti sollo mezzo di con'tiÌluata assi!t'tenza Cioè ctopo duo anni di malattii1. le armi rlue Classi dei Cònlingooli, la Guarnigione della t·iltà tli Ancor un caso voglio riferire (cbe potrebbe, quando la posizione Torino dovette crescere consi1!1:rcrnlmeole , p!:'rciò maggiore e la sanità me lo concedessero, fornirmi materia per un bt>J vodell'ordinario fo il unmero dt!!(li ottalmici nello f;peòale di Torino. In quella circost;Jnza più casi mi s'offrirono di cong'itm lumetto). t del pos~idenle di Cagliari Sig. S.ilvn~oro Coiana più tivite ca tarra/c accompagnala da legµ,icra brnucbile, ('molli.altri volle travagliato da ollalmia nel corso di sua vita. B.ohusto,sano di te\D poramento sanguigno-bilioso, in età d'oltre al quarante;,idi congiuntivite catarrale-reumatica e d'oUalmia rettmaticaron mo anno ru tocco da conginutivilegranellosaacuta-;i.rave nell'aucoesistenza di pleuritide. -c e prime cntarrali lo cor~i prontamente con le bibite cmolsive rese deprimeuti ~on l'acqua di tunno dell'anno J85l. Nulla io rispa rmia.i cli fare per soll'oc~r il mandorle amare o con la co:lbuta cli lauro-ceraso o<l anche con male in culla, ma senza duscila i inutili l'iosciron adcor i pili il kermes minerale. Le seconde cheinteress3ro110 la congiuntiva studiali consigli dcli' Arte Mcòica i quali furono suggeriti dal distinto Pratico Prof. Piso. La mjllallia ebbe più di dieci recrudedell'occhio e la stessa sclerotica con sintomi iulìammatorii della scenze nel corso di due aooi ci re.i e ciò malgrailo la costanza membrana sieros~ pleurica, vallclamente furouo vinte con le momja nel trattamento principale dislruggilore locale, nou mai disd~rale SilO)luignc generali, con le bibite $libiate e con gl'i nfusl giunto ila razionale cura interna e malgrado l'iinparel!giab:le fi." di fiori di tiglio o di viole mammole e con l'estratto iilroalcoolico docia che l'iofermo riponeva nella coooscem:a ch'io a,•cva deld'aconito napello da 2 a 4 grani per giorno. I Medici di Regg_ l'ottalmh1 granellosa, Sono questo ollalmie fr~q uenli nella noDollori Marielli e Mazzolino ed il Dol\. Gilardi d'Asti in allora stra Arm3ta che v(1 rrei ve~lere guarite al primo od ;1 1 secondo apr,ena 1laoreaoao. ma d'in,ge11:oo dislioto, furooo ,r iù volle da ine tocco dì nìlralo,o d'altro rime<lio e tosto rimandato al Reggihrrlun,1ti ,1tlorno ai miei ollalmici per osser-vare la coincidenta mento il Milite ottalmico perfet amc1lle :u.iril<~, anzi immune da dei doe indicati fatti patologici erl il rantag!(io 'Segnalai<> della ' recidive! Aoclt'io so booe che il nitralo d'al'/ZOnlo <listrugge proncura inlcroa senza ricorrer ad applic?.ziooi locali di sorta. ( Da taìnente l'oltalruia purulenta dei neooal'; disturba validnm<lule qo,.ll'epoca inculcai sempre (li n,>n far ùso di roalvao di sambu· l'ottalmia purulenta epide'mico è011tagiosa e la bltmnorroic,,; ma co, nè cl'appl1care sanguette intorno ,1g!i oc~bi nelle frcquenli , la congiunlivile gra11ellosa non si vince cbo grado a ~rado t>d in oltahnie catarrali e reumatiche. Quanto spreco di danari si f.,tempo non meno breve di 40 o 60 giorni; e chi dice guarirla in ceva per l'acquisto delle 'Sanguisughe! qua nta economia al preotto o dieci giorùi mostra d'essere facil alle deduzioni. J. senti' !)

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583 ios-itirne con nlibon1b101c quanlilà di muco gialliccio mislo qu~khe corpo straniero, il quale indarno s'adopera ad eliall'umore meibomiano. Il dolore prima di solo prurito si minani. lnl (lnlo abtiondanl i Ja grirne sti llano dall ',ocohio che fa la<·tiranle come i:e 110 corpo r1)vido s'aggira~se intorno male tollera l'azio_ne della liicc. Se s'osserva la superficie della congi1111liva, si vedouo alcuni vasi superficiali rossi al globo; l'ammala;to è smanioso ed intollerante in is1wcie t>d :1rb?resce11ti, v.:3garneute tiisp.:isli sopra la scl<~rotioa. verso ~era 1wr l'aumenlo che sncccJe rii lulli gli aècennali sintomi i qm11i l'aslringo:1 a fuggir il lello. Quando Fratranto compatisce l'111iezione della sclerotica : il rosso , gli a1111nalati ricllrron oll' Arlt~ in questo stato di cose ospani.Ile 11cl principio ddl'inlìammazio11e, .s'estende poi a serva11~i: un colore roseo-risipolatoso della pd lti pr\lpelut1a la 1nemhra11~ ed è pili marcai.() iinteriorrnenla di bralu ; i margiui d1·II~ palpehre tumidi, rosei e ro\•esc1ati qul'llt, 10 ~ia posteriormcn t•i; tHSo è ro~eu, a1J1.icbè porin fuori ; la Cclngiuntiva palpebrale tumida uniformemt~nle, porino CQme quello dèlle gravi co11gi11oti 1,iti ; ri;;ulla da rosea o vellltal,1 con alcune, rilPvateue a guisa dei vi ll i 1·asollini n1i1111lissirni, Jis posti circolarmt' nle intorno allo corntJa come una zona di piccoli raggi paralleli uno al1lella mucosa intestinale: questç specie di pieghe vanno l"allro, la q11al1J sl!parata dalla cor,wa mcrcè d'una linea 31 çonfonders1 con la grondi! falda oculo-patpehrole della ' llianca offre l'11spet1n ddl a corolla d';1lcun.i fiori. Con u'ongi unliva ; da que,,to p11,1to ora partono str'isd !~ ros~c di 11 progredire dell'infìammazil'lno il dolore ~i fa grada, ,,a5i a iiuisa di fi.amnrn C'he circondano la graodc:1 perifnia lamente piu f,,rt1~ o quand'è portalo al punto estremo gli dc,ll'oc..t1io sin ad nna linea in distanza dell'ioser1.io11t'I della ai nmalati àsscris.c9no d';iver un a sen$azi,one <li pi,•nezza cornea nel la st:lerot ica; ora s ·elev~ la congiuntiva s<~ltmrnel bulhn come se !'o ri.ii la 110n fosse capa~e ali~aslanza tical ~ i11 for ma lii cerchie e si ha la cltemosi siero:;11 per co111enerlo e lanientao anche diverse :aensa1.ioni doloop.pnrn sangtdg11a inf,"amma/oria. te s'e,a01irn1 la con ro~e che -s'eslendon olla regfone soprJcigliare, ali.i tempia giuotiva palpehralé crin otchio arrna10 di lente è pii'i f~cil1J o<l a lol la la metà corrispondenln dol capo. La fo tofobia distinguere l'i11lurnidi1n1'n to òell11 ghiahdole mtlimbouiane inlaulo si fa intensa :i si>gno tale eh,: J"infl'frno non può che q1rnllo <lt'I corpo papillare. Quanrl"ancho le papille , tollera re la luce anche in ' grado mit issi mo, la secrezione rnucMn foss11r in islato iii t11m:der-za, la straordinaria dcile lagrime (:he irritano la pel le di coi ver,gon in' congonlicua òt:lla congiuntiva e del l-t1ss1110 crll11laro sotlo· tatto s'aornenta s.. mprn piu ed insignificante all'inc ·nlro è cong,iimtivale so\·,entc in istalo fir.mmono;,o non rtrmclle la mucosità dw viene <lall'intcrnu clcllti palpebre; la fache le \lette papille sorpass:in il livl'\_ilo della sqperlicie con-' coltà visiva è sernprn alte rata e non maucano sintomi di giuntivale e sì po-50110 verlere rilevalo o spor~i>11l1 come riazione vascolare ge111:rale rappn:se11tala nei più dei casi nt>lla còngiw1tivi1e granellosn r;cuta-specifica. La secreda fel ,bre g11gli:tnia (l ). zlorie mucosa d,•llo- s,qu; rfi uio <ioogiunti va ltl suole crescere sovcole oltre modo. 1\1•1 corsq della mia pratica ho ~cùnto Dal compluss,> <lei si n qui indicali fenomeni o (·a rlltteri per rl11e \'olle q11est'ot1almia tl'11rig_ìnc r.-umatica imperchiaro rimfta cl11· la :;clerotica è il tessuto ' prì11cipa!mcnt11 1·ers:1 1' in rn,1tlu 1•piuerr.ico-co11ta;;io~o e diffondersi st raorlocuo nel~otlalmia re1ima lic11, epptm;iò diilìcilmente si dinariamente in inliere l'amigli<•,. ma sruz'alcun sinistro p11ò q11esla-scambiarc con la CO!l{liuntir:ité grane1lusa acutae\•cnlo~ l}i sinulc nalt-ir~ io giu,lico che sia stata l'ollalmia grar;e Ili quale ha la sua ~edc nella congiuntiva, dominata. in G,• nova n,:lfa prim~ vc ra del 1852. f.omc ho (Continiia ) di gi~ notaio qu<"sla co1rgiu11titif e ca/arralt:-rtu111atica ' sovcnle è proce,l•~la ml accompagnala <la io lì a mmaziouc ( I } I mbaraziante ho sempre osservato esser ai i:'icopratici i I lralacuta tlella 1m1cosa brvnc hialo o della pl\'u ra: curata ec,n tdrnc 1110 del l'o ttalmia 1:eurnat-icae parecchi neho trovali ingarbu· o.ppor1u11i tnl'Z'l.i 1àap1i11t1ci i111,•rni, cede prontamente cù glia ti nel cammi111Jchiedtre soccorso,disper~ndo della gaarigìono il p,iriotli) di rilassateu.a della r.oogiunti va si vi11c1J 1m,glio o ciò percbè la diatesi reumatica che molle ;cuti fa vivere grame, cor, le igit~ni(:110 C\lrll e coil i colli ri i sli~ìci che con I l"311 · forma la disperaiion.c <Jel Medico, che ooo' crede alla spcoilìtà di st ici. I.o st ~to 1J'infìa nnnn.ionc, cronica ,!e lla congiunti va' sua Oi\lura, ()uc!e llOJl allontanarmi lroppo dalJ'ar11omeu to <ISSUU· con sciarpcllaml!ryo delle pal1)l!hre e con granulazioni tomi in q~esti brevi ceno i, di rò in proposito del solo metodo rii cura con H·quale ho p;ùNolCe trionfato delle più gravi t>d ostinate seconda rie per l'ortl innrio è più elf,:110 t.l, mal u direua oltalmie reti11-iaticlte, Non dirò del graudr. numero di 1Juo1.li soccura che di péndeiitt• da Il' ind<>le propria t.!e Ila co11 0iu11tì vite cersi ue'l1uali foci r.acconto aU'l'simio mcdko Cav. Bonino, lspctcatarrale-reumatica . f).il confro1;10 di qutJSli caralteri o 1:1rc nel Consi11lio Sanitario, qu.1ntlo \'enuc n visitare la Se1.ione sintomi con qut>lli gi/1 da me dichiara ti coma proprii 1•d degli i>llalmiì:i nello $pedale di 1'0rino, ];i dove molte, anzi molt>'sstnzià li tiella congi11111iui1e grmrnl/o.sa acutà grctlie sarà ··tissime olla!n1io nwiia/'iche furnn o da mc 11iHgnos-licate per tali, come reumatiche furono riceoosdute e come reumatiche furono agevole lo stabili r 1m diagnostico ùilforcn1.iale delle due guarite. Cosi che poò dirsi <1nlica l'usan:a di credere alle ottal, çoogi1111ti v ili in q~,e~tione. r , m ie re11ri1 alic/tr, :Ili limiterò s"lo a citarne Ire casi avve nuti in Considerala I' olta/m-ia reumatica c.ini'una 1~111a scle rolile tre miei carissimi amici. 1.·.A vvocato Abozzi C<Jiiservlllore delle l poteche in Sas,;1ri; l'Avvocato Gf amballista Longo Uditore di reumatica sov~·11!11 pn•ceduta d;i infiammaz.ivne tiella con Gunra delJa Divisione di Cagliari, od il mio collega ed .imicoAngi11nliva ocu!arn é susseguita <In .analogo proco,;so dell'infoni o Ciro,\ Professore di Fisicl) nel Collegio N,iz\onalo di rrorino, volucro sieroso dell'irichi e-degli altri Lcssullsierosi r 11tr()(:1J· Questi potranno altestare con quanto vantaggio abbia in essi lari. il ragionl'\·ole clw ~i.i no qui annovo:rali co11111 caralleri i,s;ito l'estratto idralcoolico d' aconito in doso di 4 a 6 ~rani per e sintomi pruprii. dt•ll 'o1talmia rnnmatica Lutti i prinoipnli giorno in forma pillolare e l'applicazione su la pelle della fronte fenomeni di fHlndenli da 11a condì 7.1011e r 1111ma li 1:a fissatasi d'un misCOl!'i,l d'estratto di alroi;-abella<ionna coo lo stesso e· str:1llo d" acrnito per non parlare rl' altri pochi compensi genenelle dette parti fihro-sierosc d~I bulbo oculare. rali aol !logistici, positivi e negativi. In seg1~ito H11' azion(' di oagioni reu mat[zzanli I' arn mli lato è 11'1m1mw,·i,:o a-s,allto da dolore pungente nel globo tlell"nr(·hio , ch 1>gli al trilnli$1:e ~ll'istanlarwa in!rodu1.ione di 0


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. . RIU1AZWNE ~UEU1E CONI1BllRNZE SCIENTIFICHE _(Mese

cU 1na9~io. 2.3 Tòrnata).

il ,caso narrato avere lutti i caratteri clella risipola e 11011 del flemmone diffuso. • il Prc.sidente riepiloga !a _ cjuestioue ed acce:;nand' ai caralle.ri ~iff~re,n~ial'i fra le due m,ala llie dice che ni?l meutr' il flemmone si manifesta co11 dolore. lancì/1a11te, Ja risipola in veèe ha per sintomo 110, calore mordace eomc nel caso· rirerito; che i·J flemmone non .si diffotide 1anto rapidamente (JU{lnlo la risipola tlernmooosa, éhe ìl ihm1mone ai/fuso non vassa lanto facilmente all'esito.' di èan . crena ,qlla\)10 la risiµo la <l'.eguar~ natur~ ;, cbe final'roente nèl, ca~o di risipola la pelle non è ·susceitibile d.i tani? disteilsionè seQia morti fica.zion'e come · succede nel tlem. µione. C_iLa ad uitimo . un ,; aso 4i flemmone :çuralJ.) ~ gua ~ rito con dieci ·sala~si'; _con.sa~guisughe, con n1ezzi mollitivi · loc~li e con rimedi' iutt:rni d'egual n,Ùura,, nel quale l'jnci.,'ione, scoprì' un'abbondante raccolta di pus senza che. la pef!e· fosse mai stat'a la •sede d'alcun s_iotomo infìamrnaforio.

N1zu. li Presidente apre la.-.sedula interpeliando i D1t,· t-ori Peloso 1~ Bi>bbio intorno all'andamento delle vaccfnazioni in Quartieri!, a cui questi rispondon o che la stagione . es~endosi mostr~ta sfavorevoli,sima aveva o· essi e:lovulo. r>rotrarre l'attuazione .Qe)l'inr:esto vacci~ico .sin ai 15 <lei m.esl) io vece di pratica.rl.o nei prirpi giorni del medesimo, s,icçome . erllsi . stabilito; dre 'però; .avuto rìgu·ardo all'i,n• fluenza v.,iuoìosa .esist~nte nella Cillà , la qnaLe r:asi anche manifestata in· modo -piullosto grave in ,alcuni S·,>ldati dei quali tre·.avevaòo già feliceménte superalo il vaiuolo ed'al· tri trovavansi tullo"ra , uelfo Speda le in continu.aziohe di c1Ìra, avevan eglino preso le opj>ort11ne prOVl'id~ì1Ze onde pralic.ar accuratamente la' vacci'nazìò.ne a.ncbe in q1rei _Sole d'ali nei quali, tuttochè · S.i fosse operato l'in'n,èsto, tutiavia erasi dal medesimo oitemìlo poco risultamento. Il .medeC.1GLrARt. l1 Doli. Lai ff. di Prnsidente ra· 'intro.durrn simo Presidente dà quindt l!!tllJ.ra della Stori:a di ri,sipola nel la sala ' dellè Coi'rfcrjnze il Sergente furieré N. N. del Jl.ernmonosa con flittene da nni pubblicata nel rnim~ro anBàlta·gliono degl' lofcrrnier( lo.eco d.a ambliopia; ar:naurotica tecedent e d.i questo Giornale. Ultimata qor,I~ lettura, il .. Dott. TarronH distinguendo con i P.iu -acc;redit:1Li Scrillori • affinché' gli UIÌìz,.ia.li di S.anità adunali- amme1i1mer. il giudizio intorno aJfulti>rio.re metodo dì cur.a da intrapreudersi di ~erm;Ìtopa_logia la risipola diffusa , dal Oernmonc dif,fuso· rncondo che la malallia si propaga. dall'esterno al- , per vi11cl're . ~iffaHà osli'natissima malat;ìa. tct 11ffi111:b~ ciascheùuno dei :Membri poiesse forma rsi un giusto con l'interno oppui'.e ' in:vade. prim·a le paìli interne é ' quìiidi 1 cella cli <lega malallìa;",\ medesimo, Dolt. Lai HSJ)One come si diffonde alle esterne si. mostra cltssen1.iente dal Pre~iil Furiere 'N . .N. dell'el~ d'.~uni 52, di témperameolo s.andente in quanto che n~l caso. in q~estidne 'egli crede chè a:veniè sémpre.fruilb d'ottii~_a sanìtà prima gnigno,venÒso, gli sforzi muscolari fatti dall'ammal.~to avess·ero. prima-dedell'anno 1844, -nel volger'< di ··qués~· iiono rier ismoùato, terminata Jrna miosite la quale sarebbesi poi dilfus~ alla coito e pè1~ alfos o di b'evàtidè alcoo,,liche ' cominciasse ad I pelle del brac<:ÌO inducendo in qpesla la . risipol~. E peresser incomodalo da tremolo alle qiani; r.ome nel. 1848 ciò appnr1l?, dip{ il .l)ott. Tarr.one, che la mal;/lltia ebbe foSS'l;l tocto d~ febbre I4ern icio$a· la quale', •sebbene,oppor· · primitiva ,srdé' nei tessnri profondi per .effetto di cagioni loca·li, dovrehb.e· la: med~sima considerarsi quale flemm one • tunamenle debellala éon i chino.idei '1i1ltavia lasciò rrac · di/fuso ailzichè. qt_iale. r,is:pola diffusa; opiniou~ quèsta, · ce·'ùi ~è .pn circa du.e · ànni; come nel 18'50 ammala,;se per contami.ua.zione vener~a rappreseùtatà da . ulcere. al che è anche confermala dalì'.immensa utilità ollenula dalle nrepuzio e da fimosi , le quali, henchè ce.desser i-ri 55 ~mpic in~isiorJi Rr.aticaté nella parte tumefalla, siccom'e gior.ni al1'(1.sp interno del' protoch:mrro di mer,.:uriii t1 ad quelle che tQgliendo lo strpizamentò .delle parli proforide opportuna cura locale, lullavia poco tempo dopo fn-rono · se_mplificarono ·)'infiammazione, rnentr'i11 vece ·sarehbero le s11sseguile·.<la sintòrni secor>da'rii di 'J_ue venÙell, quali ulm!ldesi.me. Iii-ate di nocumento quando si fosse trallato di ce·re alla gola ed all'ano, contro di cui le ·frizioni merver~ risipola la quale è per lo più intollerante d'ogni me1 cur.iaJl ed i ~agni giovarono bensì ma non in ·m~do da òic~zione locale. pr.odur una stabi !e guarigione, gia~c:hè no.n •appetia l'am: I.I Presidente ribatle I' opiniòne . del Doti. 'farrooe col tnillato ecceJ cva o nel vinq o n;lle rfiiche di co_rpo ~ le ··, fare nòtare che e~sendosi' sino da principio manifestata. men~ovate ulcere ' riconlparivano nelle medesime regioni ·' ùna rossezza intensa alla pelle senzà tendeoia alla risoe con la qicdesi1n11 i'nlensilà; come per siffàlle circostanze luzione, ·la quale scompariYa con la pressione·; che es· 'J.'amma];\ IO diSJ)erando di poleJe rai}ical_~nente gua,rire chie · sendosi· in progresso manifèstate ,alcune -flittene candesse ed ottenesse 1J11 conged0 •in patr.ia, dove gli comparve crenose al d'erma, carall~-~e proprio délla- ri_sipola; è çJie U!] csantegia sififit.ièo af capo che CCJd~tl·e all'uso .d',eJla sarnon essendosi dopo la spaè.caturà trovato al(!un .segno di SaparifJa . in ·decÒz1onél ; c01ne finalm~nte' mentre con- la guasto n.èi .tessuti profondi, creden egli dover incontescomp;rsa di ·tutte queste maoifestazi.oni sifilitiche cntanee stab'i lmenle la malattia riferirsi al genere delle risipole ~embrava che la sua: sanità arj.dasse ripristinandosi; com.inciò ~ ' · òiffùse. ad accorgersi d'.un leggier offuscame'nlo. uella facoltà viMa, i·! Doti: Tarr'one' persistendo nella sua qpinione cita Sl\'.a, il qnale andò-a gr.adi a gra(li cr~sce11do talmente· (\a io, appogg_io della medesima alciini falli registrati da:I Mon. · non potere pi~ distinguere, gli oggeui 'che gli si paray ano te&gia e dal Dopuytren di flemmoni analoghi a quello eir,nanzi; []uovo malore questo. di cui d.01io essere stato in sposto dal Med. Div . .'Dott. Nicolis ed .esponèndo parimente va110 curato co,n sangni~ugii; 110n vesci~atori.i e con gli aloeun ·caso di simile natura c1;·e ebbe a curare in Pinerolo, tici oe!Jo·Spedale <l.' Al.essandria, dopo aver, i.nulilmenle e spiega la facile, m'orti6cazione "ilei tessuti per Ìà poca viper ·due mesi .conlinuato nell'oso inlerno dt>ll' ioduro di . · · lalità del cellulare. potassio' sfatogli 'prescrillo io T.orino d_al l)oll;, Gav. Sperino, dopo avere ·consullato in proposito il Chiar. Prof. li Doti. Borelli 'appoggiandosi al fallo deJ;a mancanza Commend. Rìberi il quale, stiJndo alla relazione , del_l'amdi suppurazior..e diffusa nelle parti sotloponeurotiche crede ·~

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ma 'alo, mostrava-si prope11$0 a crerlèrè che ia ma lattia Dott. · Glovanni Sindico, Chir. di 2a Cl., a Med. ~gg. di clipendessse da una co11dizio1\e di cjebo.lezza genor<1!e <)lii , 2• CJa,se. sistema .nen'osò 'e dd ner-vo .ollico · i!] i~pe.cfo, e gli con . Al!. Sanit., idem. Dott. Michele . Saoguioell.i, . sigl i-ava per<;iò, d' tHlltare . ;1ello Speda le l\fagg. di Torino per subirvi un'opportuna cura ch'egli 111edésimo avrebb.e irledici ·locali dei Bagni di Gqnova' e d[ Cagliari. suggeri.lo al 'Curan lè, obbligò l'ammalato, che per ra·gioni di servizio ,11011 Jtotè ·profitfare dei ,sapienri Cons igli ch,1,Doli. Domenico Va lle, Cliirur-go locale del Bagno di Ge-l'lll. 1iOSLro Pre§icicnte, a ripar,ire. fina lmente cwllo :fre · no.va, a ~fadic.o locale di P èl. .addetto ·al -Jlagoo di Genova. ' dal e Div. , <li Cagì iari a cu i .era. sta.lo applicalo in qualità. di Bass'Uffìziaie SolllHlontabile. DoH, Stefano Lnzarini,; idem, all' lsoli1 di Capraia, idem " I Mernb.rì dvi.I' l\du,nanza , udita. ques,t11· Rela1.io1\.e .del di 2a Cl., al Bagno di G,~1iova. (1·1<) 11 i11-l1·rveooe al l'eij,ame di concorso). -Hollr Laì, dopo avi>r esat'l}in~lo .a.llentamenle l''ir.Jermo che Doll,, S4,1,cchi, iile.m, all 'lsbfa d,•lla Maddalena, inc.oricatò · t·iconobhero ' v,irarnente tocco da -amaurosi , conferirtinO . rie.Ile funzioni di Medico locale di 1• Clas·se g.d )pngamen1e intorno a,I ,•alore deÌle cagioni prodoéilri ci e Bagno di Cagliari., ço{l pag.a ,di 2• Classe. .ifa ll 'avei,e r ilevato' che sinò dal 1844 l'ammaiato, per abuso Doli, Nicolò çu;wrullu, idem, del 'Bagoo di C~gliari , .à di liquori s111rilosi e per ·ecc'èssh'o ab.bandtl!IO a'i piaceri Medì,cg !,>cale di 2•· C.1' .md mt>:(les1mo .Bogno. venerei fu . preso cla tqi,mori alle est'rerrlil~ superiori e qµindi ·<Ìa feblm1 perniciosa che la~ciò tracce di sè per èirca d.he a uni, datl';i"-vere çon,sideratp che •cont.ro I~ sifi. lide erano gi~ state praticate niù cure rner.eutiali ?.. dall'aRl1'1STA DEI .~IORNAU S_ç(ÉNTIFl-01 vcrt:J ·fina lmente .te1111t(I· 1n t .,ìlcolo i lavori ' continui; .tal,ira ancl~e 110\lurni, ai quali t·a:n, malalo aveva dovuto per lungo (Sunto del D~ott. Mo1:1;tN1). tempo soggia(air o·nde mel1,e·r i·r1 sesto !"arretrata c:or}ta bil ità delle due scorse C<1mpa,rne, non ·e·sitaron a ·dichiarare CaJo felice di.tra-s(11sio11e del sanyue. Il Oott. Soèleo , che quale cond i:inne ess<:òziaJe dì silfaua malatti3 foss,e Chi(urgo dello Sp11da lè generale di HelbL·rg, fu ch(arnalo il li.!nguore della vit~ sensiferà , estef,. anch~ all'oq;ano ad assister 1111a Sig,'lrora parloricn\e alla ·quale era sorrag· della visione e,I a stabilire c;he , le . ind:ca.zioni· curative giunta u.na minacdosa.emorragia,,Eglì p'otè farfa cessare per dove~sl'r esSsere dirnl te a 'c:,,rn~gger.e siffall;i condizio'ne ·, · p_òco tempo, ma nel. periodo d'un'ora. l'emorragia si rinnovò 1norbosa. ~ ··\ i.re voi/e è l'rnf.11rn1.a cadde i,n u.nh :prostrazione tanto pro('o,ida da. non dare più alcun segno o speram1.a di vita. JI ----.--"1:m<l!li""'- - . ---:-,•, 'Nlcqic.o, riusciti inutifi i sol iti ,:om1ìcn:Si leràpeutici in così ' fauì c,riii, proposi! al marito ,di quella s:vcoturat; la tràsfusiooe del sangue_; proposizione che quesU ·accellò beotoslo, offr'endo p11r il propi:io sangue. li Dutt. Soden estrasse dalla vena· del tenero,o marito sei once circa di sangue e con l'a,°iri'to d'una .sciringa ordina.ria lo iniettò nel le vene , ___ I de.!Ja moribonda. Dessa fu a:ll' i.st.anll' as~alita'ùa moli eohS1ato del!; tJromozioni_ che ·i_11 Rg~ifto. ~d esame_ di con: 1 v.'ul;ivi, aprì gli occhi e fece s(orì i per aJz,;ir il capo. Scomcò-rso e 11er IL Decreto d~i 15 di gmgno 1850 furorio, 1 parve intanto' il r,11110!0 ; il .polso da insensi•hile che .era a.cquistµ forza e freque nza ed .a grad i a gradi des,a ricu, (a. Ìte nel Corpo SanJÌ wio Maritiim.o in. ?pplica:.ione. però. le. propri·e" forzo al pu~to -di riescir ad. e·spell'er~ la dpl Riordinamento, approvato ,con R Decreto dei 26 dL plac'er'.la . f) amll)a'l~ta el;b~i'o seg1Jilo un pu·eri>erio felìce e di.~embre 1851. , ' · · · si ristabilì in · perfetta sanità. (Gaz. des Ifqp.) J)olL Benedetto l\fontoli_,·o, Cl_ii,r. ~Jrgg., 'promosso a Me_dico di .freg_àla dì 1• CL inca ric~to dell~ fumiooi ERRA-TA, , di Nfodico irì Càpo c:on uil supplernenlo di paga NeLn° 46, pag, 3:\5, col. 2 Ho. 25 a v_ece di_ Harer le,((g. Ftlarer.· _ di lire 400 all'annv, lc,lem , 28 a ve!)~ di bennop.iagena Jeg~ 1 · _g~si blennopioge·na. , Dotl. Gio, Stèfano Deal!Jertis, Ch ir. ·Magg., a ' Medico di F·re.gat.a' di't a Cl. ' ,Dotr. Stefano Ll•ç,nci'rt,i, Cl1ir, <li 1• Cl. , idem. AVVISO Oollòri G1loml),1<110 -Prornis e Luigi Vercf,~," Chìru~ghi J'; , 1• CI.,, a:ì\frdici di 'freg.ala di 2" CL . La l.>irèzioJ1e del '.G iornale i11vila gli Ali'bo·nati che ,Sono DotL Francesco 1?1,soe, Chir. cJi,1" Cl., a ì\leè. <ii'Corvèlta, i1) r,it,ardo di pagamt!nlo a ,otere pagare le rate delle quali Dott. Carlo l)om1lnic~1 l\hri, Chir. di 2a Cl., idem. ,son in d.ebito, gius.la le con{.li~ioni rl'associa.zione: · Òolt. I:;nr,Ìcn Uherli,' idern. ; Si preg.io i. Signori Medi'Ci J)i,·isiQnalì Jierchè abbia rio la •bool,à .~i riunir in un solo vaglia postale. le rate dei J)olt . ,Giovanni Deag0sti~i, idem, con 'riserva d'a01.ia11ità. loro dipendenti o di fa rne sborsa·~e- cos1à l'importo con Do.ti. Giòvenale •Brl:'rn, · Chir. di 1• CL. a Med. Agg. di il fl)èzzo de! Quert\e~masti:o per. I' ,~n11a·ta., 1• Cl. (trovasi i'n qu·eSl'a Categor,ia prr -1rnn ~sQ111'gli Abbonati che preforiscon inv·iar ·il loro vaglia · ser i,11lery1rnuto all'esame dC co1t<'.9rSO ' , pos1ale isol_alameiite, . sono pregati a T.olerlo diriger al ' Dollori. .Beneèetiò FreGero, Michelangelo Matacaroe, Gio-.. .Bar. J)e Beauf.ort, Yice·:Dir.ettoi:e del Giornale di Jfedi,;anni ç.a1Tòdi0·,H:~fauri1io Didomeoico; Chirurgh.i èina Milit.are e nor) -allrimè·o te, inchiuso io lettera a(.• d, 2:° Ct. : a ·Mcd.ici-:Aggiu_nti di . 1a CL ft'anc1ra ., ' .

PAllTE S~CONUA

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S·TATo·GENERALE -N:IJIIERICO DEL 1'1ÙVI1'IENT0 DEGLI Al\'J1'IALA'PI

.e delle 1nalattie state curaté negli Spedali Di visjonali eSuccurs'ali tlilitar.i di Terra e d·i ~la1~ina nel mese di n1aggio ! 853. o

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3 4 6 ,, ~ocefali!e. 2 4 • ~ Spinite .: . .. . OtHe . . . . . . . '. . 15 26 ')}'! 21 2 2 !'7 neumatica . . . · ... , 112 3 14 " . tt . . . 14 . Purulenta . . · O a1mia ·Bellira-QC?'ntagio·sa.· . 75 89 s:~ , · 'Blennorrag1(la . . . . . 50 Angina. 156 1.89 219 4 Bronchi.te '97 11,1 ·100 8 ... Pleurite e Polmonile .,. • 6 "ì 1 ,$ ~ Cardite e Pericardite . '8 l ! , j 1 2 ~ Ana:ioife ' .. 'l 'FJebite. . . . .. 2 2 Ana:io-leucite. 31 43 ,59 f Adenite. .. 49 ~31 .111 IO Gastro-enterite ' l'f 12 14 Epatite , ·j ' il 5 5 ... Splenite. , 63 97 110 » Ream:itismo 44 50 ' 53 I Arll·i'te 2 2 ·I 3 Cistiie ,4' ') 3 3 ,Uretrite. . . . . 46 ?O 46 ' Ii:I. Blennorragica . Orchìte. . . ,. '·27 2) 29 • 1 1 1 ~ Osteife . j ,6 1 " . Periostite . . :S 31 30 Flemmone . '7 25 · 20 J · Emormesi cerebrale 20 15 28 1 Id. · polmoòale

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Tifo. . . . . .. . Porfodiche j 10 ·~~nere · · · ·

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Manìa. " lpocoqdriàsi Nostalgia . Apoplessia Epilessia Tetano , Paralisia .. . .Prosopaigià -Ischialgia. . Stcooèardia .Neural'giè varie

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·'1'abe . . . . .. . . . . Tisichezza polrnooalc. ldrotora,:e .. ·. . . . . Ascite. . . . . . .. . . . Edema . . . . . . . . . Scl'ofola . . . . . . , . • Scorbuto. . . . . .

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\'fai organici del cuore . / Ane-ur,isme . . . . . . . Ulcere. ~ . , 3 50 .. fistole .. .' . 4Q . 'Tumoi:i.... 2 Ascessi acu\i . : •· 2 "' , Id. lenti: .. . '70 -' ldfocclc . . . . . . . 1~· ;:; VaFicòcele, Cirsoccl'e . ,. o . Sarcocelc . . . . . . . 8· ~ A.rtrocace . ~ . . . . ·. J~ - Spina ventosa . .. . . .. : Osleos;.ircoma . . ,. Carie e necrosi .. . 11 0 . ,' 6 ::.1, Òstacoli Ui'elrali . . · Calcoli. . ·... , . . Ferite . . . . . . . . -~· .. Fnitturc. , • 17 Lussazioni . . . . . . . . . . . . \ S!)irrc, e-cancro ... ,. .. ... .. . 2 Cancrena . . . . : . . . . . ·. . .

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Totale dei curati . .. .i-980 I

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Totale dei morti . . . '67

M.ortà!ità relativa, \ 11 8 ?· O[O.

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Torino, 1852,. l'elazza, Tipografia Subalpina, via Alfier( n• 24, . ' ~

Il Direttoré Dott. COMJSSEfTI Mad. piv .. ll Vice-Direttore. respons. Dott Bar. de BBÀOFoil.t. l'tl ll.


N. 49.

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( ai 4 di luglio ,i 853 ) ANNO II. _________ _________________~----

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GIOllNALE DI IIEDICINA HILI'l,A.llE DEL COI\PO SANITAIUO DELL'AIUIA'ri\ SARDA .

L'.issoc.iaziooe

0011

si rie;,1'è che per un anno e comincia col L'' ,l'agosto. Ll Giornalesi pubblica nel Lunedì di cias~~ednoa settimana

.

.

PRE'ZZ(:) D'ASSOCIAZIONE 10 Tori no

, . _. . . . . . L. 1o. In Provincia ed all'Estc)'o, franco di posta

L. 11.

L'abbonamento dehbe ·p;igars'i per semestri anticipati. Le associaziorii per i non militari ricevo osi· alla TlPOGluFu . SUBALPINA via Allìeri, numo 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancale ed nc!o:npagoale da VJlglta postale.

So!UlAlllO. -1 ° l)otl. ROBECCHI: I>ell'origioe e ·dell'utililà delle Accademie. - 2° D ,tt. ì\foTTINI: Caso di tisichezza polmonare rapid~mente mQrlale, - ~0 Relazione delle Conferenze Scientifich ·. -- 4° Bolletti110 Uflìdale. - 5° RettificazionP.

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......- - - - - --

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· ·PAR'tE ·PRUIA 1~

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Di!LL'ORIGl~E Il DliLL'UTILITA' DELLE ACCADllMrn

(1)

(Parole dette <ial Dott. CARLO RoBECclll Med. Divis. nella prima Conferenza Accademica da lui presieduta nello Sped. l\lilit. di Sciamberì ai 16 cli maggio 1853). A quel moùo che nel se11_0 d(~lle Accademie procrea·trici della Scienza, · questa riparava nelle barbariche alluvioni, •da- essa ru avvJata dopo il rinnovamento verso quella perfettibilità -che , è la diagonale dell'immenso parallelogramma di fò'r'ze con cui la Fi losofia peripateljca da un lato, la Spcrin1ei1Lale dall"alt~o av{lvano sollecitato l'umauo · spirito. ,. : .. . Ripristinato il regno dell'Idea, non vi fu ~azione in Europa che noli si gloriasse di Scientifiche Società. Volendo più specialmente intrattenern1i çon voi intorno a quelle che crcbber e. prosper,1 ,,on in Italia, basti ch'iq numeri del le straniere le più. acclamatt•. Cambridg~ che educò Newton; Oxford che va,ita Ba:cone, Tum.ma.so ~foro e s'abbella <lei manoscritti d'Omero, dei marmi d'Arundel e d'una Biblioteca Persiana; Glascovia, Edimburgo, Lipsia, Tubinga, Londra, Utrecht, Alcalà, Salamanca, ValJadolid, Vienna e Berlino, tac~ndo di molte altre alle quali dobbiamo le notizie più fecònde di pratica utilita circa la Pa~ologia generale e la Terapeutica delle genti d'Asia e d'Africa; la doltrina degli autimoniali elaborata da Huxham; la dissertazione ir1toruo alla pa resi del Go.epfèrth; le 1ìote su i nsi seminali dd Prokaska .; quelle di llrainbifla su l'elefantiasi; le malattie dei vasi linfatici di Soernmering;

.

, (!) Contin. e fine. Ved . n° 41 del Giornale.

gli studi i dell'Hunczowsky su le preternaturali strutture del cuore e dei vasi prossimi; su le ferite di Giovanni Beli; l'Anatomia di Blumenbacl(; i Co.mmentadi del Wrisberg su l'estirpazione dell'utero; le. Me~pri.e di Walther su l'àpoplessia _e su le malattie del peritoneo; !~ ·preziosissime Scritlure del Svdeoham che a buon diritlo possiamo chiamar il modern~ Ippocrate; i dolli volumì . d'l,:unter ,, di Richter, di Borsieri, di Tissol, di Frar.k, di Zimermann, di Hal ler, di Vanswielen, di De Haen, d'Acbard, di Callisen, di Tode, di Sceele, di Walmann e de'gli Humbold che con le transazioni_filosofiche costituiron· una luminosissima pleiade allestante l'onnipotenza della rnenle. Nè la Francia l'u da meno dell'Alemagna, dell'Inghilterra e delle più distanti plaghe della ·seÙeotrionale Eu[Opa, chè l'Accadem ia delle Scien2.e di Parigi e qHella di Medicina e Chirurgia di cui furono per lunga pezza ornamen to precipuo Vicq-d' .Hir. e Lonis, ci_eredi la cono Le- · sori d'osservazioni, di dollrina, come l'attestano la ,.Memoria di Lorrv sopra il grasso con~iderato qel,corpo, i suoi effelli , i sn~i vizii e sopra le malattie ch'esso può"cagio nare ·' la Memoria d'Adier sopra l'id.rocE'falo iriterno.ossia t l'idrope dei ventricoli del cene\lo; 1-!,,Chir~ir.gia di Boyer; le' dotte carie di Larrey; le Opere di Desaulf···pa!i,e della mode~na Chir'nrgia Francese; le .Memorie di nu·puylren ; l'Ope ra dì Cordsart ~u le malattie dt!l cuore; le lettere di La llemand su l'encefalit_e ; I~ rit-erche ed osservazioni di Saillanl su l'epilessia esstnziale; la Nos,,logia metodica di Pine l e mollissime altre sl antiche che nnove , tulle improòtato di ;randissima sapienza. Forte ecc itament0 a scriver o studiare su i più oscuri argomenti della Patologia e della Clinica porser inoltr~ diversi premi i alle migliori produzioni accordate da queste Società. Nei proposti argomenti erano per lo più chiamali a con frorito la Pa.tologia antica con la moderna, l'umorale con la solidislica di che né offron esempio i temì messi ' ' le relazioni e/t'esistono fra lo stato del al concorso, come fegato e le malattie della pelte ed in quali casi i vizii della bile e!te accom7)agnano sovente q11este malattie .~iano caiua od effetto. . Determinar i cara/Ieri delle malattie nervose propria · mente dette, come l'isterismo, l'1'pocondria ; sùi a quale ~

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588 punto di/feriscano dalle . malallfo analoghe , 'j)er e,empio . ad cor Lamquam ad suum principium, di più che le arterie la melanconia; qnali siano fe loro cause e (e indicazioni e le vene oportet et pcttet contimws esse curn corde· si princip ati dte si debbono seguire nellci loro cura. > j· inoltra· ed· osserya le anastomosi e nilirlamente lè spiega /)etenninare qu<ili siano relatit:amcntc aUa remj?er atura !, chiamaudolo arteriarwn ramu.scoloi!, qui cum venis mhii della stagione ed alla 11at1wa del cliina le precauzfoni a Ì mis ·committuntur,~d un Inglese· s'appropria tutto e ·profitfarido- dell'altra no,tra. bella scoperta ùelle val vule nell e prendersi per con"ii erv/ire dopo iina C"mpagna la sanità vene, .annunz~a anzi tulio. la cir co lazini1e e ne raccoglie dt:flc· J'ruppt, ch e v a11no a . Q1iartierè e per prevertire {c l'i,;licro ·onorò. Spallanzani con la Sila ~lernoria su la reepide,nùJ dalle q1Jali vengon ordinari.amenfo iPi .attacCflle . spiràzi·one; Rez:a scrivet;do dottissrmamer,te di Fisiolcwia · fhtenninare quali siq,n,r relaticiariw.11te alla temperatura " ' Scarpa lrovand'i nèrvi proprii del cuorn .e lo sfeno-paladella stagione, atta natura ·tLct clima Le precai11,ùmi da tino che tuttavia r•ir porla il nomt>, illu:.tranclo I.a Patologi a prendersi Jier conservare la salute d'un' Armata verso il e la Terapeutica delle ernie e. degli àneurismi, 11 0 11 che fine dell'ùwerno e·nei primi me,5i della Campagna; ·a quali dei morbi nffl'llarlti gli organi per la _v.isione ; Pa llelta , malattie le tritppe· ,~iano pfù cs11oste ,,ueil'cpocu e quali Mooteggìa, 8Hrlrandi, Flaiani e moltissimi ancora i quali sfon i .mezzi migliori di curar e prei;enù-e que_ i le malaltie. a lanta ' perfezione rccaror.o tr,a ni)i la Scie111a , so110 ce.Q11ati sono gli alimenti più sani da app,'oi;i;igionare .la lebrità quasi dimenticale dagli ~tr,11, ;e,i. genre di Marina, avenq.o r iguardo aLfa ,.flecessità di non 11 Di>.lambre e consorti predano le Lavo.lè aslrone>rniche impiegare ·canti /rese/te. delt'Orianì sul pianeta, Herschel le note del Masèheroni Esse procedeller operosamente _alfe più utili indagini'; . sul oalcùlo difforc11zialc ,!i Culero 1• la. ;;oluzione delle incoraggi~nd'i Cultori dei severi studi i della natura , ìsti . • ! equa~ioni linèari a <lifferenz1.1 fin ite, a c~elìc)i;,nti variabil i luendo le più minute analisi sopra i mulame.1ÌLi <1 cui sog- · dél S(·cond'ordine del Brunacci , con quella stess;i ~isingiace l'uma110 organismo. · ,·ollura, con che Virgilio si toglie le comparazio11i d'Om1~ro. L'Italia clic ·tn• volte· r~cò · all'.t uropa , la civiltà, rinate La Teoria della ti•rra ond'ebbe. fama il Burnd è un co[!l · le Scienze, fu la sorgente d'og11i sapere. Noi stal>ilimmò m1rnlo alla Teoria del Patrizi nel sùo primo dialogo intitolalo la,mberto_; la monade Leibni1,iana è ,eénsiero tutto ·sul trnno la•·sj nèera Filosofia; geometrizzammo la i~ì'sica; demmo 91 li1oto leggi e norme; resta~1ra1ori 11oi Jclla Mecdd Bruni a cui Cartesio prese. la mate.ria sollile de' suoi cani ca, ddla StatisliQa, dell 'ldrostat_ica; l' Archi lellura Mi v.orli<ii'e Casscndi il si~tema coqH1s.colarc: rnsuscitalo su le lilare inventammo e la J•rospr.lliva; noi imparammo a rovi1rn d'Epicuro, di I)t"mocrito e di Leucippo;' i caratteri ragionare la Medicina; per noi souo 'è'aduto le arabiche fisionomici del .Lavater sì disegnavano ·prima <la! Porla e da noi tolse il sistema sçss11alc delle piante passato già per ed ernp,iriche speculazi~oi,; ·per noi fu as5ogget111ta al cal· colo lulla l'anima! ec~>nomia; la traspirazic,ne e fin anco la mente del 13r\'co Tetifraslo lo sle~so Svevo Naturalista. la perspirazione mettemmo su la bila11cia. Creatori noi ·soli È lungi) moli~ il catalogo delle scoperte 1Jl;'r noi gettale} della ~cienza Anatomica l'abbiamo pure giovala delle più alla strada ed accorlamcnle raccolte o forluitamenle veimportanti scoperte e non paghi d'av.ere rivel.ato le. mera- 1 nùle ailc mani dello Stra niero il qua le con pazienz.a eduviglie dd corpo umano , portammo il forro nelle fibre candole e purgandole d'ogni macchia le ha folle suo acquistçsse, n_ell'e vene e n<il cuore d1)i l'egctalì. slq, lei;ittimò. Nè p'oche sono quelle che , mùlalo l'abito scrnplrcc con che salutarono qut>Sto cielo., levarono po i ~folti ciò non 'ostante ,adirato rampogna Vincenzo Mo11 ti) disseta.lisi alle 11oslre font i procedoù oltre ·senza riugra [ solennt, il grid"o fuo ri di· p'a(ria i11 veste splei1dida e moziamento ,ed àl1ri più inverecondi negan <1ffallo d'Hcrvi . ·r,elriccia. allinlo ed altri ancor-'l, imitando l'animale ùai lupgh i·orec- 1 Nes, 11ua maraviglia iinperlanto che il pati'nqd ist a dPl· cit i, tirano, S\'CMid'.il proverbio, villanamente il calcio alla l'Accadem ia France$e, Uuh~m~I. questo scieuti(ìco pr i111ato sec-cliia.. · • 1 all'Italia contrastasse e l'origine delle Accademie rinlracSi è V1!duto un rabbioso e lungo ~onflitto tra il Ted~sco ·I ciand'a Parigi -nella éella del llevereuJo Padre Mer.sènne, ;e l'Inglese · per disputarsi l'invenzione del calcolo infìniteallribuisse.} ù una ~zione ·che, grande e mcritame11le ri_vesimalè e fra lo slrep1lo-delle armi e le grida .dei combatril<1-, decretò nulla me,10 la galera a chi disputasse contro · lcutì niuno ha mai profferito il nome ·del Cav;ilièri fondaAristotele; . sos1cnn.e ptìbbliche lesi co.nlro la cirwlaz.iorra lqre di quel càl~olo clamoroso. del sangl¾e; impugnò vent'anni le sperienze di Newton iutornù la lnce_e quaranta il si~tcma d,ella gravitazjone. Si sollomellon alla logica dell'an~lisi le probabilità della sorte negli eventi fortuiti; l'Ugenio in Olanda si po1fe a capo Condannando ti l>uharnel a quèl riso di compassione del calcolò, ne scrive il Bernoulli, ne scrive . il Madore, che unicà!fHH;te .'gli ~'addice per cotanta ignoranza -0 ma·. ne scrive il Condorcel, tutti citano l'O"tandese e niu.M il' la fede e lascian<l'alla Storia l'incarico del giudizio, abbanpovero -Galilèo ·che mez:zo secolo prima aveva già isti luita donerei voleulilei"i ai detrattori dell;allrui gloria la cli lu i quest'analitica aeplicazione. Hi$loire des Accadéniies de la.France ~e in essa- con una N1.11l'Enciclopedia si ricordano co.n la' debita lpde gli impudenza meglio unica che rara ,; 01i osasse negar all'Italia lllustra1ori dell'idrostatica e · mulo rimane il nome più persino l'altitudine, la capacità ai profondi studii delle fl· beuemerilo, quello dèl Bresciano Castelli che primo ad siche discipline. Ed è in vero alla terra che diede i nataii essa applicò la geomefria e di Scienza incc-rta dw era ad Alessandro Volta . proclamato daì due emisfni Principe e contadin~sca facendola Scienza certissima e nobilissima, <lell"elellricità:, .alla culla d.egli Oriarti , Slralico· , Orioli, ~'ebl>e il titolo di Legislatore delltJ acq1ie. Colombi da Melloni, Libri e d'un Plana che muove il Panegirista FranCremona per il primo uoca la circolaiiune del sangue, cese sì indegna ùffesa ? Ma ,Più v-ale il non oltre occu ,,,. pars,•ne. della la' polmonare; Cesalpin,o insei:;na che sanguis fug_it !,

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389 il nome dello scopritore primo , ùimentico che I~ Storia iocorrotla Nlrmesi parla e concede ad ognuno il suo. Quindi l'Accademia delle Sciiloze dell'Istituto che anche oggi tierie il primato fra lc prime d' Italia offrendo nei suoi Commentari re,dalli in part.e <lai ZanoLti, le.auree Scritture di Galvani sopta la forza <lell'e1ettrici ta nel moto muscolare ed· il più ricco tesoro di Scienza e di svariatissime d·ottrine-. l,ioltre l'Accademia ·<li Padova che coniò tra i suoi più illustri componen ti Paolo Mascagni, il So ldani ed il Caldani il ,,nale già dalla metà ciel secolo passato l'arr~cchiva di Memorie p1.-egievolissime, <li fatti e sperimenti direni al perfezionamento della fi.~ica animale sa.11a e morbosa, fra cui ricorderemo solo le sue belle note su la decussa· zione del le fibre nervose cereb_rali nei corpi striati ; sul nutrimento del feto nell'utero materno; sopra !''uso della eorJa de'! timpano e sopra la particofare struttura del pe•.; qul'sle due tenne die tro quella-- di Bernardino Tdésio i tiloneo. Q11i11di la Heal Accade.i.ia di ìN aµ oli <love primeggiava qo i11 Cosenza che, ao1,i tutl i scosse in Italia il giogo peripafino dall I seconda metà de ll'ultimo sco rso secolo il Setetico e dischiuse la via a Descartes, a B~cc,no, Ga lil eo menlini ed il Cot11gno; illustre il 11rimo per molli -Lavori - nella Fi losofia speri , entalo r tl indutt'irn, Poi ·quella· <lei e.d iii ispecie jicr~ quello ·che og1f,si ricord,1 tolla_via iri'torno Segreti instituita in Na poli dal Della Porla, indi la cd ehre allo sfi ntere ·1J1) ll a vescica orinaria ; famoso il secon-do per dei Lincei .di cui ft>cero pa rti~ i più insignì Natnralisli di· le sue osservazion i ~ul moto reciproco cl_el sang~e nelle quel kmpo, c?rnl~ Galil',·o, F~IJio Cl•lo11na, lo Stcl luti ; da interne rene del capo. u ltimo la ce leberrima dt> l Cimento da C<loarrlo Srniih chiama la r:;ius tame11t·t1 il 1no<k lio <IPl!t~ Società lellera~ i.e in Ne l Pieriionte e nell a Liguria ~ià dalla mi~tà d~ll'an<lato Europa . cbe al urrgò Eel swJ sc•no il Vivia11i , il Borel li , secolo grandi era11 i progressi delle nalur'al{ disci pline nelle il Hinaldini, Alessandro Mar;;i li, :\nto1 1io Ol iva, Lor~• nzo varie jrarti. Slibbé ne questi studii Ji recent,i . nascessero, Maga lott i, C~ro lJati e q11<:l. Vra ncesco H~di cl\e 10 :::ci1~ nzc rnafav igli osamenle prosperaron all'ombra di savio e mosi con tendo11 -e !e Lelll're. · dero to Govei:no. ' . Vittor i~ Ame'deo ! l che dopo le gu,HTe desolatrici di. I suoi saggi di nalor,ili -sperimenti che· tlornva110 poi questa -elella Provincia avev.a qunsi rista11rata l' Universi tà illuminare tutta qua111a h1 Fisica furon accolli cèrn arnmi razion_e e \'(•nera li dalla.-Socielà Reale, di Lonilra nel Hl6S , d1 Torino la scià va ·nei fa sL1· della ll1(!nle Piemootesc eterna rico'rdanz~ di sè per gener<i'sa protezioni:) alle liuonl! Lete sì tra<ln.ssero da varii dot ti t 1ra1ii eri 111:'lle ri, pellive tere ed al le ntili Uottri ne concessa. loro ling_ue a benefiz io ddi(} ·pro.pr ic !\azio ni. Scguitand' in vece il racconto interrotto al solo IÌrlf\ di acce1;nar a quel la rea fatalità c,h e s'aggrava sopra la 110stra martire Patria ltalia11a, sempre corsa e ma11ornessa nelle ci vii i. e sci·er,ti!ìche provincie da Unni che OFde <! sovente rinnega'ra da molli de' sHoi figfi che sLoltame11te imi tarui'd po'ito 1l' Esopo la sciano per rin grano d'orzo le marga rite, oici,ir1,10 che m·ssuna Accademia Scientifica_va nta più antica dat:i della Pont aniana <li Napoli la quaìe sorta souo· gli auspicii di Hc, Alfonso e molti secon prima della l:ll'ale di. J<' r~neia fu rianimata e solida mente s·taliilila da Giovanni P'ont~no compi la tore dei suoi statoti. Contemporancamerite a quella e ne! rnedt>simo secolo xv nasceva ili Firenze la PhJ_to11ica rhe rimouta ai tempi di Machia-vello sotto il patrocinio di qu1il Cosimo d1,' Medici il quale q,ian· Lunqu~ .spcgnitore della J:ioren.tina libertà fu sahttato padre del la pa tria. In essa figurarono Lorenzo de' Medici . Marsilio Ficino, ·Angelo Poliziano, Bartolomeo Scala, ecc.

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L 'esempio dato in Tosc~n,; d?.li' Accn<lemia <ll:I Cim~nto ' . ru tos to irnit atl• splendi1! unrn u!c d,dl·a -vicina Bologna con l'Accadem ia deMa Traccia i, lilui ta da quel i\larcel:'i no

()alla Real ,\ccadem ia delfo Scienze di Torino, creata da Lagrangd non superato mai. nelle Marem;!icho: <l,1 ·cigna,

da Salmzo il cui n,)me è sir~hoio ,J'una lr;)d iiio11ale sapienza e~ di nobilissi_mo sen tir,i u,civano Ma!àea rue en coMalp ighi vanio della S..:uora Uùlognt!se I\ poco dap poi e miato da Ha llJ· r, da· Vicq-d'i\zir , eta) soemmeri n.g per i su i <li lei delubri s'aprira quella de l Davia il cui onore fu rnoi fo iologici !'cl anatomici' Lavori , ·noto per · la Storia sostcnn to dal GngliHlmju i, d:d Hondelli , ci.ii Jìlon tanari e $i ma11t ,m ne ;;in al. lG90 .ìn cui · apparvr - qm·l l'a ltrn dl·gli del ce rvel lello umano (~ ' de i pre1;etti i11torno al motlo di sezionarlo e noto per le sue cri tiche consi·derazio"ni; · Cigna I nqu ic.1i d~1Ùc:al a. solo a I progresso dtd l,; i' ra tic a Fi losofì à, testè citato che g!'·in,egn,arnenti del J~i~iologo di Gottinga dové Domen ico G11r;iielrn ;ni g•'tt/1 Il! !'vud.arnenta della arricch·, di nnori 'fa tti mo; trando l'irritabilità no11 solo cirCri St,dh,gr_a(h1· t on le S II() ri llessio11 ! fì losu !ìche dt•dot Lt• coscri versi alle fìhrn muscolari, ma esser il fondamento dali·.: lìgure d,·i sali; Lavoro origina le e stupendo (cito le cli iull~ le altre forze onde ruma11a compage è sostenu ra, parole <ld )kdici) in _,·u! rgh i1:na nzi -~~111rno applicò le dollrinc fi;:;icu-geometriche ,1lle cristalli?.zazioni sa line;, di dal eh~ -dipendono le ma la Ili e causale <la eccesso o dife tto dina111ic.o e_ scolaro a Beccaria primo concepì l'idèa dello mostrò i m inerali essi puro 0J>l>ed1r :)Ila ltigge dà 11a!ura. elellrometro da Volla recato a si alla perfezione, siccome ai cor['i organici prescri'ua, a·aver in sò parli dolat<} di rivelano le sue lellere all'lngh,se Pieslley-; Allioni , Boia· forme n·::!olari e ~osta, ti; le fo rm;: secondarie d:tlìe. priuico a ·pochi secondo: Gioanelli che primò vèrificò e dimitive di;~i;1se, scoprì quelle a;('l'C co,nrn za 'ì} rego larit,ì pa q11a11lo diversa sia l'esterna co11fì,;ura,:ione· dei c:orp v 1 mostrò la po1ccm1 ,ic:id lficanrn Jel l'aria lì,sa, la composizion.,, 1lubbia di mo lti sali ,Jt-teÌ'mina va còn positivi ris11lcri su,llizzato e que,tc per cerle kggi <l'i decni111l'iìlo, scru· po looamen te d{'lui in.vc.sliga·te, nasc;,•rc ria cpiel!e pc1rehè tainenti, il tartaro stihia to e gl i àcidi rnìnerali dalle Farm_acopee banditi per sospello di veneficio red im eva e; la siianp lon ta11e le , 1nc•sro:a111.e c1: stra nie ri principii, di,lt1r· Chimica <fa i Jaberi nti Boera.Jv iani e Stalliani distril'a va, hatri,:i di sì Ji,,Jl'opt! ra nal u;al!c'. rnèn1re Salono da Moneziglio della chiara pr.osapia ora illatel'ie gra vissime n nohi lis, ime lo qnali egli illustrò ora nomi 11a1a la sèioglieva dai pregiud i1.i i 1:-- dalle male ,elle anni tl \i po in 1111 ;:,no Libro Dc salibus; ·rnattirie delle arti il i ·cui la circondava11 'in passalo gl i Alc:himisti; Al lioni quali occuparo11si 'più tardi il Beq,1nann, il Gahn, il l\omé iofat ica lo i<idaga tore dei rn <,.r0i popol;ri: Damilano me111:ìo· d' lsìd ed a dì nos:ri ; peeialme.nte Ren;ilo Haby. che tac~ìrn 1


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nato ad ogni lralle> dal Borsieri nel suo libro della fèb· bre miglia re; lemfoa domatore della febbre petecchiale; Bnignone 1 Caramelli, T.-sta, Be~trandi, Belling·cri Autore di ' trò encomiatissimi Tralt~ti., della /1:siologia generale; del sistema nervoso ;Je.Ua generaiione; Marlini che le cleeubrate" Scriuµre di Fisio logia circondò con l'amm irato paludamento ora de'! Romano ()ralore, ora del Fiorenl ino !storico ; l;iob~nti, Verna ed altri molli. Cl,1! dirò. n.òi di quel po1.enliss.imo ingegno del holanòo, una <folle belle glprie? Parlcra.nno per n1c il suo $àggio si.i la vera. .Hrutt.ura del cervello; .su là strui'ttJra degli emisferi cerebrali; su l'orgarwgenesia. , Taccio cli quei valeuti che 'Hmncro da poi e di coloro che di presente quest;lstituto a tanta fain3 elevarono da emqlan1e i più celebrali. li mio elogi.are suonerebbe forse una vana ripct1z1one pressv taluno e per altri che il posto usurpa d'acerbo Mi- · nosSt\ la rivereuza dovuld aìla grandezia dell'ingegno ed alle Opere faticate si potrebbe scambiar in bassa' ~dula· zio·ne da cni rifuggon· i preclari Uomini che vorrei onorare ç la mia stessa natura. Del resto, 11es~1rno è di yoi che. 11011 abbia prima imparato a guardarli ~orne vivissimi, 1111 ·~ di questo l>iemu11tc che a di rato l'Atene della Penisola venne appillato e fu si forte nella ca rità d'i Patria, sì geueroso Osp ite delJ'ftalfana_·proscritta Sapienrn . Se io pervenni a. mosl_ral,'vi gli. inevitabili· benefici i che le Acca·demie partoriron a!Je int~llelluali Di~cipline, 11011 è -prezzo dell'op.era ch'io 1:i dica di quanto utile torni , quar1tò saYia, qn.1nto desiderata l'attuale l~l it11zione delle nostre Conferenze. lfa questo continuo comnuircio è)i .spiriti, da questa fraternità dl'gli animi rnolio asp:ella110 ·1a ·:::ìcienza e quell'clella parie dei' nostri Coricittaòin1 alla cura .dei qi.iali noi f11rrÌJ)lo prescelti. I prin:i saporitissimi frulli già· si raceo!gonò con la fo11d,nione d'un•(iiornale che ai più incontentabili Arconti rispònde eµ ·t) la s·iulesì .Jei nostri Lavori. A ì)rocurarci maggiori ahbou'danli mezzi o'is1rn1.io11e un Gabinetto di Lctl_ura fu ci:_cato i°n ciascheduno degli Spedali I.>ivisionarii mani(eslan,enle sor.r;elto dal Sui?rcr110 Reggìtore i 11egozii di Guerra. Qui ·le teoretiche di~putazioni, r~ mt'diche controver:1ie posson essère chiàrite dal pronto,e~ame dc.gl'infermi che vi hairno· dal!) luogo e nogli esiti irifelici noi apriamo sempre quel gran (ibro dove la v~rità apparisce luq,da e pur;i , avverlend'essere l'uomo anche il più istruito ahi! troppo sovente labile ed illuso. ·'·Continuiamo. dunque voglios,i 'e solerti nella via -fin qui pcrcors~, anzi ·raddoppiamo l'opera nostra, 'nè fia giarrinfai che alcun~ di no_i rli'n-1entic.hi che il bene dell'Esercito infermo ed il progresw della Scienza debb'essere l'Unico nostro fine, q_ul!llo in cinw a cui siegga ogni de:iiderici ed .impèri al pensier nostro. · Così operando ci renderèmo degni della nostra ratr.~ sopra tulle chiara·e merilerem ognora più la fiducia posta in noi da chi emuland'i Larrey, fondava in Piernonle le Mediche Accadcm·ie 11ei Militari Nosocomii ed innalzavà 1 il Corpo ~0;ni1ario dell'Armata ad una dignità furse dalle vicine Nazioni invidiata.

sue

STORIE DI tASI RDIARCHEVOU. 48 STORIA

c·.1so m·ns1c1Ù:zu l'OU{nNARK IIAl'(O~ m,NrE :lJOIH ,H, E (phtisis acuta-florida) E L A1·1fNTE SIN , LL' ur,D~ UN

L0ULTIMO ~fl!Sf: · 1)1 VITA DEU.' INFlll\"10,

(Del Doll. ,PIETRO

'

MOTTIN!,

Med. doll'S0 Batt. dei B.~rsaglicri).

Tanta est ·signorom necessitas, ut, his sublatis, tota l\ledicinae cerruant fondamen_la. FERNEL.

È la tisichezza polmonare 1111a delle più gravi e ribelli infermità ' contro di cui la Scienza si mostrò fin ad ora impotente nell'immenso 'numero dei casi, trovandosi sol tanto in questi ultimi anni registrati qoa e là negli Annali della niedesima cà,i · di favorevo li risultamenti 01tèm;1isi o per' l'aiion.e efficacissima d'un~ medicina .s.agg arn,·ntt> 1-'d a lungo applicata o pt, r feliciss)me e misl,·ri~st-J ,;,odifìca . zioui s.pontaneal)'lenttJ effo11uant1•si nHl'e(:o nomi'a. delle per .sone da . siffalto morbo comba th1te. J?er altro·~c 1fnanime ù l'accordo dei Medici. nel ritenere insanabile· la . tisichezza in generale, discorcfano poi fra di !_oro in-torno alla . sua cagione, diyidt>ndo::i in. due opposte opinioni. Di fatto gli uni vogliono che la f9r!]1a1.iorle dei l_uhercoli dipenda da una speciale morbos'a secrl'z'iono del ~angue depravalo nei suoi,. cornpont:nlì e percir'i da 11-1111 speciale dicras_ia o di~tesi che dire si ·voglia Ja . qu~I~ ha per base. il temprramerilo srrofolo$o, ha la funesta proprietà di trasmettersi per via ereditaria ·l'd è rappreseì,tata danna speciale costituzione organica conosciuta fìno dai iempi di Ippocrate ·p; dislinguibile a primo lralto .dai Pratici oculati. Gli ,Jltri all'opposto fanno. ·dipende~e' la cagione della 1,si . chezza da nn _proces·so infiammatorio c_he prt-!cc,de ,• emprn l'evoluiione di .queUa appoggiand(lsi soprattullo su 1., riflessioni seguenti : clrn, la tis,i'lif'zza ~i svolge rnventé in l)Crsonc. assai robuste e sangoi~ne in seguito a fìl ul!,osi polmonari assai ·violente o trascmalft :-che tle;;,a è as~ai più frequcnle nei . climi umidi e fred,li o sogge ll i ~d im,. golart vicjssitudini rii lèmperalura, c~;nc a ·Parigi., a Lrm·· dra,· nelle lndiè Orientai[: che il mrtodo . a11tìflogisticoriv11lsivo è i.I più efficace nP.lla c1ira , massimamente nc>I primo s,tad io ·del morbo' . CIÒ essendo confermat o dagli antichi .e dai moderni Scrit.t<•ri; ed appoggiaMlosi in fine ad appositi .e direlli esp'erimenli, quali, per esempio, quelli di Florens sull'inllusso ·de.I freddo e <le!l'u111ido a·11a produzione dc.i tubero.oli nei polli: quelli di 3arignon ·con i .quali pròvocò ,fo~ll! secrezioni ,-ubercolose nei polrnoòi cli molli animali jpiellandò r.ei loro bronchi dei gaz irritanti; quelli ancor<1, ui Cruveilhier clre p_rodnsse dei .t\lbercoli nei ·polmoni dei conigli , lasciando ·ca_der àlwne goèce di mer.curio· entro alle' trache~, ecc. C~rnun·q11e. sia, di siffalle d'ispule teoriche , riman~ndo lullavia controversa la geqesi dei tubercoli polmonari al punto che il difficile Angral fece rivivere la t~oria umo . raie di Morlon, l'o's servazione ha provalo che a qnàndo a quando risconlransi casi. ~ingolari tt nes,un Medico lo conirasterà, i guaii sembrano far . eccezione agli argomenti ondè son appoggiate le due oppqste teorie su la g.e nesi eq eYolu·zione della malattia di cui ragioniamo. Son,:i


fat~i casi, sebbene rari , · in cui la lisichez1.a invade nel suo esordir a gradi a grad i il lèssuto polmonare in una gu isa a,ITatto late11 1e ea inavvertita, sebbene l_e persone siano do!a le di robusta costituz ione e. d'abito sanguigno, nè si.a in esse preceduta alèun' infia1~11naziooe. acuta o cron ica d1: li,! vie rnsP,iràlorie. " Da silT~lli . èasi.di cui l'esito finale è pur troppo la morie degl'infermi, la ~cie,,za trae nuovi ed umifianti a rgomenli di conferma .1lella cirèoscrizionll dei proprii mezzi nella cognizione d,ii morbi; ed i risullamen ti delle necrosco pie d'alt ra parte· giovan a tranquil li1.za'rc gli animi dei Pratici col ren·ctere. manif~sta l'assoluta incu rabi lità di si!Tatla s1ie·· cie· di mfJ rbi . Li sovra delli ragionamenti ci ve11ner -app11nlo dettati da un caso racco Ilo in questo Speda lo ,Mililare di éi'ineo, del 1 quale vo'gl iain espor una breve e snccinla relazione a piena loro r.onferma. Giu,,..ppe Oliv1iri di Busca, d'anni .2 5, So-Jda lù 11ella 27a _ Compagnia dei Bersaglieri, d'abito· robusto e- ·sanguigno, a pe110 .ampio ed -assai pronuuciato , non mai ammalò · fuorch é per alcuni ac~C's,i di febbri périodichè. solferti negli eslàti degli uhi mi due a11ni . sèor.si; access i· che ce· delt,•r ogn i volta dopo lmwi giorni di· cura . Egli ir,ollrn appartiene ad nna · ramiglia di-.robusti·contaciin i, nè alcuno dei suo i parenti prossimì l'hb'a · morire .vittima del frucu· 1, lento 1110rbo io di~corso o ad ammalare del'tnede~imo. 1, Nf~i pri1ni gi.or.ni del lo scorso maggio senia cngiooe co· nosciula gli si gor.ifìò il polpa,tr.ello d'el pol lice della. mano destra C'he in 11ochi giorni offrì tulli i caralleri ·del flem· mone. Entr,llo 'ai 16 del' rlello mese ndlo Spedale, ~oo fermata;i la i\iagnosi dd morbo,e rìc-onosciut<isi ic!~vitabi lj:l l'esito della su 111Hmi1.ione, f,'i dessa favori la media1ito · la applicaziorw dei cataplasmi rnollilivi. Ai 24 si .diede esito al la marcia col mezzo .d,.. lla lance.lla r ne venne fuori un pus 1;ia!lo-denso di lodiwol\> aspdto con immed iata dimi n11ziont:' òel!e suliert'nZe dell'ammalalo e dell~ fdibril che negl_i ullimi -precedenti ·gio(ni _arasi manifès tata . La piaga in $Cgt1ilo ,andò r'apidanlt'nle de·1erger.closi e ' ltltlO faceva ri lenern la prossima gnar.igione drll'i11.fermo, quando Vl!rso il giorno 8 del successivo mese di giugno dessa si dilatò; 1 assunse un cnlorn bruno, si copri di _fungosità nerastre e . l la circostante pelle si fece di colore paonazzo ·scuro; p·iù lardi 11e s:iliò io dive rse ripreso. ed a_variati intervalli_ di tempo molla quantità di sangue Mra·stro' ed il dito si fece mollo gonfio nel l\J. sua mdà inft!i..1ore, ma d'una gonfiezza 1i'iullosto -co11~isleolei omogenea ed u~nale in tutti i suoi punti, ca~ionala da lesio!1e lii tulli i tessuti molli ~!1lerposff fra la pel le .e l'osso di cui s.ll~ber i11 seguito !e più chiare pro"e di necrosi nella corrispondoote falange ossea. Con tutlo ciò lo s tato ·generale dell'i1cfermo in qù,esid fratl-empo non sub, alctcna modificaìione nell'ord,i nilrio esercizio delle su<~ funzionii sal\'o nel !e digen:1iti che si man tenner alquanto irregolari per .1111 determ fn ato trailo cli tempo. · Credo inutil~ minntarne11te. ìndicare tutti i compe11$'i curativi mPssi mano mano in prati::a dal Don. Crosa Medico dirigente la cura: dir.ò solo che 11el deco rso di. giugno e di lugl io per trn vollè fu rinno\:ata -l'appiicazione del ferro roventè, riuscita con tanta (eliciìà all' illust re benemer,i'to nostro Capo nei c·asi di gravi . e profonde alfezionì cario.se e necrotiche, siccome descrive nel 2° torM .de!Ìe - Sl,lè Opere Minori. Ad c:ltinio nor~· sap~ndosi più oltro in qual altra guisa prov,·;rler alle esigeme della màlallia, ai 28 di luin

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gli si_ proc~eltll ali.a disarticolazione· della seoonda fa lango del dito. l\'Y(}ssa co,1 il 11udo la s11perfie1e articolare dell·a fa. laoge superiore e riscontratala in condizione affatto nalu_rate, si polè ragione\'olmente giud icare che, distaccata l'altra falange giiJ in parte distrutta è corrosa dalla carie e dalla necrosi ; come rilevammo dall'csam~ del p~zzo, nessuno altro ·oslacolo si frnpponesse_.alla defin itiva guarigi'one del· l'inf_ermo. E di · fal~o 11ei pr-imi 20 giori1i che tennero dietro ·all'operazione la ris.ultanle feril':1 procedette con tulla re gola.rilà . e ._la cicatrirz<l_zione e.ra quasi compiuta: l'infern,o ·alza vasi d.al retto e pas-s eggiava lungo il corli le del lo ,S pe· da'e, ormai certissimo del la prossimd sua uscita . Ma l'an-erso d.eslino che incalzava con la malefica sua. possa quesl'in relice, non permise ch'egli godesse a lungo di 1SÌ lit1la fidul:ia. Ai 14 d'agosto la ferita si rinper~e in tu ll a · 1a -primitivil sua estensione ed a,s1inse in. hrev',,ra i I medesir\)O as.peClo quale descrivemmo. riguardo a Ila pnma piaga: comparvero di n1.1ovo le emorragie venose e le car· lllagini d'inc rostazione qel ·capo, a'rticolare dell a fa lange mes~6 di_nuovo a nudo, si fecer? rrio.l li, p~stose e di colo re nerastro. Siffa tta · morbosa degtlncrazione sviluppa.tas·i in meFO all e più lusinghiere appareiize di ·ben essere l'ect~ correre tpsto il peJ1sicro. a qualche la be in terna o malsanià coslituzionale. Ma int.er~og.ato minut~m ènto l'!nfe~m~ su lt\ sue antecedenze; ci ripelè l'as,st.!rzione ch'egli non ehbe mai .a pat ir'e nè di scrQfola,. nè d'imp.e tigine, nè di_ si!Ì· Jide, ·oè d'altro. ·lnollre anche nello stato ge1,eralc. di sua sanità· IIOll V'.t'ra COSa \a quale dimostrasse ,che .<tÙalc:h~ iri'sidioso velPrlO·gli andass/3 minorand,, la vilà, poichè in . condizione naturale mantenevaÌisi la circolaìione e .la nu• trizio ne; che anzi, ciò che . più md ola' non v'er-a tosse) non alfarino nella respirazione, non dolori ,tòracici v·aganli, non quel la speciale molestia di languore, non l'emottisi, non · lesione di toce; tutti sintomi tazio11ali questi nltimi rhe avrebbero potuto condur a-sospettar 'un'incoatasi le• siM1e dei ·tessuti profondi del polmone. Però non stettero guari a comparirè: ai ·25 del.citalo mese d'a&o5to 1.111 poco di febbre ed una leggiera· brevità di resp ir6 ci dii,deN l'allarme : nei di successivi·s'aggiunser u'na ,crescente oppressione, la tosse, r ·r ima secca, indi seguila da sputi grigio-gia\-last ri · con molta cop.i_a di muco e q11 iud i to : to l'appanito dei sint\Hni .d i grave congi1slione polmonare si• niòlrJ. L'enf'r~ica _cura antiflogi,;tica messa ben l"slo in atliv i·là rallen tò per uri mome1_1lo il minaccioso progredire del rnorbo . .~la fu breve la stra posa. Al cominciare d·el sellernbre desso ando .vie_meglio. ingaglia rdendosi .: 'il respiro dell·ìnfermo si t~.e a11goscioso e soffocalivo al punto di ,non· per-meller il tallo delle .par-eti toi:acic.lw: l'espel tor3zio;1e copiosis8ìma e purulent a; il circo lo 111mnlt·ante e sftiggev.ole; nnf e Iice an,lò dèperendo di forze ~e di· nutrizione con u;,a rapi,dità spaventosa e,· r_idolt') · qua,;i al marasuw, la di ' lui Yila s'e,stinse af 20 d'esso nws~.. · La necroscopia ci ,lisvelò nn'in11umernvole .quantità <Ìi t11bl'rcoli migliariformi , allo stato di crun ità ~ àv vian1isi al -raiiimollimeuto, cli!Tusi per ~ntro al la sostanza del polmone sinistrò la t111a'e perciò nul la aveva dello sl:il() vescicolare suo proprio; ma ~ra divenuta pesante, compatta e di colorè grigia~tro ; 1,eLcentro poi del medesimo si rinv·enne unarcav~rna ud '{Olume e ddla fo rma 1J'~na noce, vuota nella r:nassima parte. 11 polmone d~3tro éra più ampio e più sv iluppato. dt·ll'ordinario e nel suo basso fondo a1>pa,


derc frn i èommi:itoni. del !llcllorii, am mette esser egli pure comriva 111 tl'inzuprau, -<lì ,snngui.>. Quan to alle les ioni orga nipreso da stapore per avere l'i!evatc òel cadavere siffatte pr~foode c he del polli ce, pri mo punto di partenza . della malattia alterazioni· smseguile da·.uo complesso di fenom eni che sebhrne per la qnale l' Oliver j ricorsl~ allo Stfo.Jale, si trovò la irn po1ta nti !}On avrebbero però certamente. lasciato sospettare metà . inf~riMe rJt,lla p_rirna falange ossra fli sorganiz_zafa, un esito dì tale nat ura . ranimollita e· nerasfra ed i I lessulo mo midolla re 1eppo · Rinri11y;msi poi èlal·Dott," Pecco allrc ist~nze allo Storiografo consistenti nel for a questi nolar.e ch e mentre nel ·dìagnostico i di sa ng11c. . mali del Melloni.eransi gi udicali di natura insanabile, foss~s i poi, - Q;,a,le fu la , cag.i'one mi$leriosa a cui altnb.uira l'origine. a de lla di quello, :idope ratl) qclla cura ·un met,Jdo anti/logi.st'ico eJ 'il rapidrl decorso di siffatta rnalallia ·che in bre ye tempo ener!Jiao, qoale io "sana prali,·a no n si co1wirnè più nelk mai;ittrasse alla toi:nb~ t\nferrnQ ! Noi n<)ll ci ére'tl iamo !la_La nlo 1 tie-cro nil'hè e per na tu ra insana!Jtli. . da: dar a nche· solo in ·modo plans ibifo una ri ~pos·ta . E qirnslo ·1· RibaUe ii llòtt. 13ar. ·De}3eau 1'ort l'accusa d'inconsegueoia tra u nn dei tan ti m istni. e111 ro. cui si piace la' natura d'avvolil diagnostico e.Ja ètH'a praticata focendo-considerar al Pre_opi gersi q•1asi ... ·provarci con se niprè nuov i ·e siniola ri fatti n·unfe che, se_bhene fosse èom'u n.Jaito precisato.1l'esistenza d'nn disurdine organico aiia vesdca, considerando tuttavia qu('sto l'immensa superio rit ù dei rn,;i inezzi 11'azione. irr coill'ronto scmpr,e in ra'pporto causàle ron,la lloa.osi gè·neratricè (come sucde i pochi -che lia mes,u a nostra dispo,iziOnt! _p'er valcrcedo le 99 vo lt.e iu 100), oé. pulendosene. bene precisar i confini, CE' ne nel lo ,cru t,)rne e conoscerr,~ le segréle Slltl molle. nvn:a creduto_cosa udcn'tè e: cosciem.iq,a insister ; ·a ozichè di- fd fare nell\150 de l sa!MSO. 'lnsisternio l.uttavia-_ il Do(!. Pecco perchè fossero -e.o n· pm mi-nutezza lralleggiat i i ~in tomi_della ;t1alatlia·e clescrillo il fyietodo HELAZIONE DELLE CONPERENZE SCIENTIFJCUE curatix.o, il Dolt. Riva ra noiare eh,; la m1.1Jall1a trasi sa le prime ' dichiar.;l,a con .ipparenza rh il,: e qnindi con manifesto ed ..imponente, ag,navamp,lo; che p rdò il metolo ~·nlifl ogistic('), disc, el o in principio ·ru poi reso più etiec:igco per hrgiunia di più s,1lassi the si prati e~ Ì:0.10 nella recrudcsccoza dei fenomeni patoloi;ici; ToRrno. 'Dopo la lellura 'del p rocesso verbale dell'antecedente che fina lmerile il .metodo an tfflogis1 ico adoperalo non poteva Sediila, fa lla dal St>gr, ])oj!. 9uaglio,_il 1Joll.~ivadà ~eltt!ra dè!;a .di r, i eccessi vo p erch è non ·soperù"m,Ji la toli éran~a li sica de!Storia d'uretro-eistitc st,1t.1 g1a pobhlicata nel n ° 4a d1 que.,o . . ., ,. . l' · , , . , , z t· l'ammalalo e perchè i salassi ;,lalJ praliral1 111 uue uistin 1 -pcGiornaie Ultimata la leltu ra·_di que s l,i Slona, 11 0 J,1' ~~"'al ,• ro, riodi di reciudcsccnza de lla mal,1ltia o6u 'ecccdeltfè r' ·il numèro a~ ula per il prirrw I.i parola, move 1nterpe_llanza allo :scrt'V l'O le .. ,.. . · .. " I d· , · ' · . ·· ,. · -· · tra l o vcrun inrfrzio patolo- ·, · ùl sei. . ·. · . . . ., . t se ne <'<! ,a~e 1 e non .ivc~se ,,scon · . . . · A l'o ncilrnre le ·d1spar~ te ·ç,p1n1on,, li Doli. -i\l,rntclh fa notare gico,dél cerveHo, cosa. questa eh~ prc 5umilnhncnt~ an?b.he doche facilmèrite~s 0re bb~~s i 1rovuii d'acro;·do i Colle"hi (1isside.nt i • t .· p 1'uretro. . .. _ . . "' .v.u o osse1vars1 e er ·I s-·1ntomi· . che .accompa"navano . .! . " qualora nella-Sto.na tosse scornpar~ o l'<'Jlit-~lo d'ençrgico s:ato . .· . , ·. ,. " Cl·s1 1·1e ·e P''r J·1 "r"nde s1·mp·1tia ch'es1sle fra ti cer vello e .la ve" ' "' " '. . . · · at1nliu11,, al me\011o cura:t11·0 pntt1 cato e quauc1 111 vece h ~ccen . f .. . l . , l 11, 1·,1, <11· clic 110 chnro e•empio aveva ei;:h avolo nella' sc. ·1ca. 01.-,n, · ' ', . ' ~. .. . . · nar e sommariamente e11e urono nccessarn sei sa assi, ,osse sa 1 o . · , rl l p òf Co 1nme ncl ·Rib"r' in un caso d1 c1st1te con cal· . . . Cl rni • . ', · . •. : , , :. • • . . c~i e.. r · •. . a c1asc:hedun;_i de l.le recru desccr.ze morbose assegna to 11 quan ·1''1 'arl a,1to fai·• le 1 Hl coi n cli,! ne.ci o,,u1n1,l lo li o. . I .. l 1· . . h , f' t t col.,' r111s< ~ " · ,~ ' '· • " . • l1tavo <!e1 sa ass i ,illu,!11 pe r mo, rrar I gwcc e , ,!l e qucs e . . . ·_ .· . , · , .. . , . ' o ·11 cer,,e'l' et•o 1··1·"ot'o r)l· 1· ·ltrofi-1 ad uu volume !nolto rma v, ' ·' · " · • ' '· , , . vanaul1, s' m lraveclevr. hemss1mo nalta 0Jsl·uss1tllHJ slc.ssa d1c 1 nore t!el na\1.(r(l.jc: 2° ~e qu,t!o conseguenza 1'.e, teoop_e r;;men lo Coil{r.:hi' clissi<lcnti ·J,r,;u ;;ffatlo c1'accor.do i11t\Jrno alla natura · o b1·1;oso r·I crr •"'"mm .. l to e <Hle febbn per lun~o tem po . ., . ·. .. · : saogu1µn .- · ·della -m:ddll .la ed ;;ll.1 uece~Sila dei metodo (: ural1vo p1a' icato. · " •o"'crl" 1 1· ,,iscer" ·•dclo rnrnah non ,1vessHo pari. . . . . 11 d "-,1 m•".<les:m , t -• v · ··: ' _.- . · '"' ~-, . . , _ • AverHl';l frcsidonle 1;.:le.rpe1la:o gli Oppo~1 1,m fH' r s ,1 pere se menle,c,{lèr:-a lra~.c1 1 les:one r : to,og,c.a. ·. . . ' , ., I converrissero oeiie vari.111[1 proµoste alla S!uiia d al l >O il. . ManA!le qu;~h ;noz1_00 1 l l_,Oolt. B~ 1:- De J3,, ,iuloi t! M~t~ic~ (~/_r,;~·e, te Ili, ottenutane l'adesioue ò '. ,im!Je le p;irti , c!Ìc him ò scio Ila I' Adud' .itco. ò(J w c1ÒC{!fi !o Sl:1T1ografo, 1:1sf_h>nd,i.0 Q.n_ essei e '. .'~tH,1t? Tlij llZa. , . dall'esame ne,:roscopiro a!cmia !racc;11 d\1lleraz1one nel, org,rno i • cerebrale ad eccùtuazione d'u n poco ili SlfaVi1SO <li SÌt'l'O e di I G.Ei'iOY! . JI' pc,u. [{,iil1 <là lc;tlnra do! pri1,uo ,1rlicoìo del suo san i ne, .nè riarim enle essersi scorJa nc,ile·,· i~cer:-'a,:!domin a! i leScritto- su l'. otta.lmia d'ominalÌle -ncl.l' Armata, stato pu!Jblirato si6ue ,1lcu11a ; ciò' chè però; a~I av~iso del J?òlt. Riy,• , non<1o,:eva nel N:46 di ques!o Gioi:m,k Prende quintli la pa1·ola i-1 ~Iet1 ico recat'e m,1ra.viglia u ou avenrh> l'an'l malato nel e.orso della malatUiv:l>(;tl.Con\issétli per notare di'-' le. parole da l!li· pronunciate Ùa chitéJ ~eg no· mai di eÒùdizionc morbosa de lle vi s cere addoillp ropHSito (fi qi.esla di~cuss' ~!1ti ne_ilc a1:tcccd_cill·i Seduto non 1 miòali, · . · ! • m1 r.&_1'an ad ,ìltrl/ scopo. !uordie a quello d1 ~·t,,b1hre , cont r,,na1i·Dott. .Mao\elìì cb.e per il.11 il vo:te essendo per_suo tu r no di I me,nte a.quant'il ·oolt. Balest.ra;i~si,riva oel[a s1Ja· Relazione su Gnardil1 ebbe a visitar il MeHoni d i cui è caso uc_lla Storia del 1 f ottalm'ia.domincmte ·in·Genci,,q.; c)_1e nel!' Arw'a ta Sardçt \ 1cra n~ Dottore .Riva; fa notÌir a qucs t'ulti~mo come nel!a ùesoriiione 1 h~n ·attri .Mcd id i,qnnl i eia. lu nga pei·;,a .di tempo conobbera sl1tdei sintomi abbia forse n ou • sofficiculerat•n tc tenuto 8 Clllcolo ficìeoza e c-onve[)iei1temenle cu~ron o l'olt alrni a in discussione. l'intè nsi1à della çefala!gi:; da cui r ra tocco _l·arnmal~lo il q·na_le Dopo questa d ichiaraàone ,del 1"TesiJçnle·fti'levata la Seduta .. . nell.i sera cosi violen(cmenl1! ne cm t.urmenlalo ifa .ma ndare ., _ ·. fuori gridi lali· per cui gh :al(r.i Com·mi!ilo~i ammà!ati Iamen:A1.1issAN1;nu. I.etto <> d appro:vato ·n p1'oc'esso verbale <leli'a~ teceden!e Tornata, il Med. di Bali. Doti. l'alrucco, s_econdaado tavansi-di non potere per siffal l.a ragion e . avere uella notle il necessario riposo. ,Soggiunge poi il medesimo c!1e non poteol'inv.ilo ·del Prcsidente,prènde la parola· per espor il bisogno che dosi dare cosi facilmente .rll);ionc d'un tanto gnasto 01·ganico orvi sarebbe d'aumenl;irc- nello Sped~ltiil numero delle Sale deòi tosi in co~ì breve perio'do di 'tem po in un uo·mo in buonissima stinato agU oll,tfmici oòd'évita1· i danni che d<Jll'ingornbro cli età e di tempra molto robusta ·c on precedenti morbosi, di così trfollh1mrnaiati' in una sola S~la·possono de:-ivar e pe r p<>ler anpocÒ' rilievò q:tia\i gli esposti dallo.Stoi:iografo,, egli prnren<leVà che leoe_re-separati gli òttalmici ronva!escenli dai)\l'a\•i·ai qn ali a creden~ cl~e la Stt•ria espo,l,l, r/er circostanze forse dipeudenli q.nd grado di lu ce èhc ai p;·irni è utile s~1·cb~,~ di granii e nocu dalla vÒ.lon1à d·el1'.a1ì1nialato, lasciassn mòl \'a ·dcsiderare per ciò mento. . che n1gguarda ai rneniov.ili precl)clenli m_orbosi; roolivo -questo 11 Presidente dopo avere manifestalo <1 p preaare convenicliteper cui a, re!J~'. egli;mede'sirr10, siccome Medico -di Ballaglione mente te co11siderazioni.emesse dal Dol!. l'atrucco, fo p(:rò nodel Hei;:gi rnenlo ,Ùtiglieria Operni a cui l1µpa Fleoeva il l\Iell oni , t.a re la su delta liisogna· di spettanza Sani.lario-Amminislraliva non· ammetta troppa possibilità di rimedio 1 io quanto procurato d';1vere nel Reggimento più ampie io,formPzi_oni intorno alle malallie dal medesimo prccedenlement~ sofferte. che la ristrettezza dc.Ilo Speda le non permetterebbe nelle ::ircoJl Dolt. Riva nel sapere buòo g,,ado al Doli. M~ntelli per fe ulsinnie ord'inarie'; siccom'è c,1so pre.sentemente, provvedere di terio_ri iuformaz.ioni l'he volontaria.mente · , 'assumeva cli prenpiµ numerose Sale gli ammalati ollahnici e d';i.ltra natura e

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:393 quando circ\ìst~nze s-!raor.iioJrie dessero !uogo ,1d un aumen!o uolabile d'11mrmihti, in allora vi si rimedierebbe con l'aprire lo Spedale Succursal~ di Santa Chiar<1, quantunque però q_oesto locale per la ~110,iistanza rlaHo Speda le Cen·1ralé sia di q(Jakh.'inI cagho alla spèdilezza ed alla re11:ci!arità dc.) sen·i~io. li Sig. Giorl!ano, Farmacista Maggiore di ia Classe e Segrela- J rio .dr! Gabinetto di Lettura, rapprèsenla ·q'uinù i all'Aduharìza ·1 comu sarebb'il c·aso di ,.~,ronunc.iarsi" defini1ivarneote iotonio al ' progellalo s·èamll io d';ilcuni Giornali l'rledici, cogliendo i'orvorturutli dello spirante,~emeslre, sic~urne s'era g;,à discusso )11 una l1 precedente T,;ru-a\n. . I Ootto.ri Oupon{ e-l{a!h manifestano propemkr eglipo per la 1 · cootinuazionc dell'..illùal ,'11b611amento sin,dla scadènza del!.'anno 1853 onde potere, co,i lcg~rr ult:inala la publll\caiione cl'a!- 1 cuti e ìlle0101 ie .dm:ir.clwvoli,àttualooeote in corso di' s-tam1>a. . ! ~Ia ·li Dottori Alciali e LHnpugnani r,icordan opporlun.amente · l · l · d' co_m , ('stsla a la e ng'.~ar, 1o ,'.1 q uesllone pregiù ,zia.1e, da che imphc1tamente. s'('l'il ri.:a arn1u1to·per rom un.e cooseutifi)eolo c1! pro- ·r posto sriim.bio, l'Oerentemcnle al voto csp·resso dagli Uffiiiali I _S;1nitarii d'altro l)p·i;,i.mi lliilit,irf. l_ooltre i (uedesirni propen- ; dono per l'immcc!iala .i\t.uàziooe di sil'fallo s.:ambio sia per e,·i- · 111r il più pre_slo pos$ibile alcuni incai,li già t1\'vertiii .e su·ffic'icntemente pomlcra'ti, s,i,i percl!è là n1gionè. .iddòtta d~.ì Colleghi Dopont e Ualh ]otrehbomeJesimamen!{1 ,mettersi io.campo allo scadcre dell'.1n:io, oon mancan,lo mai· .i Giot1iali,ti allò scadere :i d'ei semoslri d'abl,oin1mcnto di 1.,sernr incompiute _alcune lite - i morie rim,irchcvÒli :ò,1d'.illellarn gli Abbonati a!la contiouaziooe l < • dell'Associazione ~il"!oro Prrioclic,;. L'Adun:rnza ,fot a persuasa di .q1.H' S.le n,gioui si ,diçhi21·a in · , maggior,1uia disposta all'idr:ita commutazione 1;ej·mo,Ji e tcrmini· risullaoti dxl J1r'occsso·vrrb,.f,1 .deli';,;;dalo mese di febbraio. j Jl Pre~idenle p:en,h\Ìi'd'allo dei motivi add,1t1i ·e aet desiderio ! mariifes!ato, conrhiudc coo'lo stabilir.e di ricorre;e s~liordi°nata, I mente ~I Presidirnte dd Consiilio, SuperiQrè Nilitare di Sanità li ood'ottcnere l',tppro\"JZione dE'li'dT,tluamfn{o del meu\ov,,to ~c~mbio <lei Giorn,,li, I,

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PARTE SECONDA Ul.i'FICIA.LE

f7àriazioni ·e Giubilazione. Doli. Abbe:ne, ~h·d. di llegg. im aspc~llal1va , rich iamalo in att ivi tà di servizio Il des_li!iato al 4° F~nt. ])ot(. Gael~no Ar,in·a, Med. di Regg. riei Cavalleggieri di Saluzzo tale presso il Regg. Arlìg.l. Operai. Dott. (;risanlO' Bottini,.· .'.\lled. di Ilatl. di I• Cl~s~c, dai . Granatieri _rii Sardegna passa, ,dio ·spedale IJiv'isionario di Caglta~i : .. · Doli. Nicola 'Mantell i , .:vied. di ·(Batt. di 2~ (lasse , daÌ Regg : Artiglieria Operai passa alle:> Spetl . . Div. di 'forino., comandalo prnsso , il'C?nsigli'~ ~uperi,oré Militare di Sanil/J. · l>oll. Gius,'11pe Zavallaro, -Me!l. di Bali. adùett.o allo_.Sp·e. cla lc Mrlit. di Tc,rino, passa al 4° -~\egg. di Fant. Dutt. Ran<laeci1'1 , Medie(> locai'e <lei' . Bagni di Cagliari, · amrnosso a fare ' va ler ,i suoj liloÌi alla giulJih . zionc. · /

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RETTIFICAZIONE. .

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_ lll. Sig. Direi/ore dtl.Gi'~rnale di Medicioa ·Mi lilarè. Essend;occorsa ·gilàlclie ina ,•verle11'z11 nella narraiiono · · Kalh in uri articolo falla dal Si-g. àJed. <l'i Regg. P'rof. inser.ito rwl Giornale dirello da V. s·. lii., la_ prt'go di . . . pubblicare le seguenti parole. i'iel 11° 48 <lei dello G·iontal_e a pagine 581 e 58:! nell'anno tazione- il prèlt>da·to S ig. Dott,;te ·scrisse : tt il negoziauté "?1,l arccllo as;i,tito in priuc'ipio di maiali.i a 'da uno dl'i !'rimi i\Icdic.i di Ca 0 liari, il Prof. di Patologia in quella lle!!ia Univcr,il;i Antouio Maria Ugo, subentrò dopo il ~ Volt. l\'l'çistio l::pt'llore d~I Uon,iglio ::ianitari'o-Mil i.tare cho si yaì,.e dèllc éa11leri1.zazi u1i i e- di 111pl11 altri opportunì rithc(li i, 1na il m.ile r;on volle ce·dere ed io ne ulti,ma'i la cvra do.po un _ar,no e llH'?.Zo _cÌi, cootinoàta asaistcqza cioé · » dopo~due ar:ni 91 rrialallia. Dalla fa t.la narr,.1:t iorfu si d,·su~n<irehhe che i) Si~. Pro:fessore Ugo eJ io, rna l0 rado il·trallnme11tt fall(! al Signore Mar~ello n,;11· po/c111rn,, g.uarirlo e 11,irciò e~senposi -messo sotto la. dirczioo~ del · Sig'. Holl, l(ali.J fu dd tutto guarito . °Il fatto pero pOII ,~· cosi SPr!lp li°cé. .. li Sig. !'rof. llgo tra'tta11do il Marcello pe.r, affez'ione v v gastrica ·diresse io padc h.\ s11e v1slll alla malattia d~gli occh i, ma: esi;endo .(Jaella sciolta è, que.t,i crnsce1ìdo disse all'iuftrmo. è.h't•gli, pnramenle l\Jedic~, non· v·isita'va malatrie.spenanli alla· Chirurg \a com.è che non di sua perti.: nènza ,11 rer 4 uesta ragic:>i1è .si "tongèclò. . pòi iò·, coutinuai 1;c l melo.d o anl1·nog,st:co . . , C'J iiamato ess!:)ndo anco·ra 1'1iccl1io 11ù,lto i11lìa;nfl)a lo, toccai col .l_au· dano lìqùido le ulcere ùclh:i cornee e dopo:esporlal.e alcune

grosse escresce1iza pafsai alle -cai1~erizzazioni col nitrato· d' àrgenlo. · _ Con quusla cura la ma!at.tia ~.i111inu iv a talmè.nle che un giorno e.sse11tl9 giunla al 'MarceLlo.u11a. leltàa ,. là lesse, c,,sa chtJ prima non pot(Wa fare · p·er non JlOlerc nemmeno · · _ aprire gli · occlii. Malgrado il migliorame1ilO avuto e m~ntr,e io: .era ·h1:rne. conlerilò ùel l'anJamenlo della malalli,1, 1.ut.to ad uu ~rallo m'accorsi d, qualcho· fredde1t~ dell'infermo: 1\ rnto da q11esl'ir:gratil11dine , ìodagà , la cagiono éd avendf ·subilo saputo ch\l·.ll!l facollativò da due o tre gìorni andava medicando!~ , l'abùandon,Ìi ed e·cco .il motil'O, prr 'cui la cli°ra 11011 J'u ·da ultimala. . i J)alt:espos,to chiaramente si desumo che. se " il ma.le I! non xoll'e cedì:lre · c,J il D_oll. Kalli ue ultimò la cura " vi _è poco , vaulo ,da far~f, pér la ragione che il Sig: P' gf. Ugo neinmeno pensò fare ·1a cura ed io d1e !.'intrapresi ,non la I .· conlinujli per, la poca dcl 1cat;zz<1, ddl' Iufcr-rno. ·

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ERRATA.

46, pag. 362,.col. 2'lio. 4

a ·vete di in1>ernale le~ggasi autunnale. · Nel n° 48, a ~ ece di iride torbida.feg~asi iride torpida.

· Nel

n9

(011 ·qnes10 numero si di,stribui.;ce ai Signori As,ociali un Supplemento conleoente le T'avo/e di ragguaglio tra i · Pesi Medicinali Pi1unonlcsicu11 i Metro De,:ima.li.

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Yf!VOLE DI RAGG.U!.GLIO tra i I•es1 Hedicinali Piemontesi 'con. i' Het.ro'"'Decimali. .. .

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Pesi metrici.-décima.li

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PESl ~IEDICINALI

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VALORE JUG.·OR.OSO:

dette unità ,dei .Pesi ll'lcdiçinali Pùmontesi '

deUe 1Ì11if.à ·Metriche Decimali 'raçgiw g-liate ai -Pè:,i

ragguq.gligte q.i Pesi /ri.efric/-.Dcc,mqli

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Pesi mediciJ1~li Piemontesi

- :PESI METRICI-

Il Direlto.re Doli. COMI&SErrTr ~ild. Div. li Vice-Dire~tore tespo'ns. Dott Bar. de ,BEA tJFORT. M R.


N. 50.

ANNO li.

( agli 1{ di lu-glio 4853 )

GIORNALE ~DI IIEDICINA UILl'I,ARE ...

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In Torino

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L'a\>bonamenlo· dehbe.pagarsi·per-_semes.!t'i anticipali, Le associa~ioni per i nou mil!tari. ricev!>nsj .alla.T1i0Gn·,uru. SuBAl.)'lNA via AHìeri·, num 0 24. Le.lett~re' per abbonamento al Giornale debho_n èsser affraO:caté è~- a~;i::? pag~ate.da, vaglia· postale. )

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Dott. RÙ.n : Su l'oltahnia doroi'nante: oelÌ'A:r- ,,· ·.sol_amenl~ della .primaria atfoiione della cong!u ,tiya, ma mala Sarda. - 2° Doli. ZAVATTAllO: .~mp,ulaziooedella cosèi,a ezia,_1dl<( dì l11lli i pr~dolti s.e~ondarii- ~Ila cronica cot1giu.nin seguito.a P.edarlr.ocace. - ::\" Relazione ·dèli<_l Con.fer.e1p:e I tivite granellosa e per·_pète-re questi distinguere dagli anaScienlificho. -e- 4°Ilollèttino UÌfici'ale. - 5°Dolt. GIACÒMETTI : ; Rivista dei Giornali Scient.ifici. ! loghi alll'i prodotti propri i <relle divers,e ~ongiunliviti crQ· ' niche _m'adopre,r? a tracciare .due dis.tinti qu;içlri nel primo. ~- ·~- - ----.- !! dei quali esporrò i caralleri ~d i sintomi tiella grane!losà i' cronica mite e,_.nel secondo quelli ·della, cronicµ-grave, . ... . i dand'ai1cli'il pros,petlo diffei:.e,iziale dj' quelle ottal~i.e con le guaii l'unn e l'artra. possoòo confondersi, ·giusta il piano che ·!io ?èguitq nel' pariàre della COl!giontivite gran~tlosa• Su L 'OTT ALMIA DOM~!U.lHE NELI.' ARM.tTA $1.ROA (f ) acuta . . ~ ·

SOMMARIO.,;_ 1°

PARTE PRDIA- . .

(Cenni del 'hkd.di Regg. RAtMOJ''l'"DO lUm letti ln una Conferenzà dello Spedale di G_~no.va). · ·

Ca.ra/Ùri e sintomi della -_congiuntivite grµnrllosu ·cronica-mi le .

0

.Congiuntivite gran~llo si~ crònfoa._ Quando _la congiu ntivite granellpsa· acuta -milè per ·11011 All'oc.,jl,Ùena dei Clinici profondi oss~rvalòri .. e frd curanza c\ell'ammalato· e per la j)Oca vigila'riza di ·chi non: questi a) suQlime gen (o deÌ _. C•!,leb~e -scarpa _, non po- . rie, sospella l'insi.dio~o procedei:e s'avvia allo s(alo oro nico, essa f.rall6, !rallo · s'.esacerba presè'ntand'oltr'ai ·ca-ralteri teva passar inosservata la quasi na turale tendenza di tulle le crouiche otlalmi_e a· fissare · la loro sede nella a·ssegnali · :llla fqrma àcuta-mite _(ved. il ·n° 46,- p~g. 565) me mbrana inl~r,;a delle pal-pepre. Fu èj1,1est~i_falto morbpso · il seguente cqrrcdo sintorhalo.logico propr.i·o. In tùlte le ch'egli per la grande co_stan'l.a _lo tico.rdt) 'tl!'gno. di studiò ] Slagio.ni dell'anno suol esse.re fr<'(JllCnte la 'co11giuotivile e dell'attenz ione dt!i Pratici: ·E sebbene le di· lui se~erisgranellosa cront'cà-niite e quasi s~.rn.p~e s'.è~tende afl a~b.i s_ime massimc·· 'i:n proposito alt~' stud,io crcmic:o ci.elle oliaigli occhi. : Il .suo decorso si ;Compcqe di brev'i ma' innu-· mprevoli récFUdescenie de.Ile quali. s·cll)bra. potersene acmie · esplicitamente non s\s.lenda11 al particolare d~lla con·giuntivite granellosa non pertanto · a!cnne tra esse sara'nòo cagio.nare ora. l'aria _nmi~o-fret,da nonu~oa i . ora la luce ·da me adoilate in questa parte che raggu-ai-da al d~c_()r_so . più viva del solito, ora qqàlèh_e disordinè nel vitto. L'aro,· cronico dell;i grant)llosa specifì__ca ,;· :\nche' per sèntimento . ·1 malato ·accusa coslaolemenle un peso ed· una difficoltà • di gralìludine o veneraZiQne verso.- il elassico · Ocu"lis(a di notabilé _nell'àlzare -la p.àlpebra superiore ) lan'to che se cui gli autorevoli Scritli mi serv_irono _di' luce e di g.uida . l l'ottalmia' è in veterata oltr'al hattilO ·C~>nvulsivo delle palnel ·di(I_ìcile studio <lella Patologia degli occhi : · come pur~ .1 pehre ·(nititazion<' l'inferm·o s'abitua a seonci.i movimenl'l dovrò valermi di molte idtie ciie l'ésimio Cnmrn . .Ribe.ri ì del!e parli della l'acciia per agevol~re l'apertilra delle paJ : riunì sn la èongi11ntivite granellosa cronica neil'aurea sua· i pebro. IorialJ a quanto più può 'i sopraccigli per ~\:lnder i-il Memoria rn la ceralitide da grànul~zioue palp.ebrale. su I~ palpebre sup.eriori; allùnga i la·bbri ovvero spalanca Avv.iso inlàn,to che. la s'e_de, p.ri;1cipà!_e, :ilrir:n,tiv ;1 della· la b,-icca .con !'.intento di spostar in giù lç infer.iori. Di granellosa congiuntivi(e croi1ica è la conginn(iva palpcb,rale r· .conti'nllu " ricorre a sotl'r'eg.amenli · cç>n 'i diti aslèrgendosi 1a quale sia da mite, sià dà grave .ma lento ·processo di ad . ~10 tempo le poche lagrime, miste al · viscido. , - ma ·scarw umore che si . separa dall"inlerna 11rembr,ana pal· granulazio1ie invasa, presto .dive;1ta, fomite di s1rao_rdinaria -pehrale. La fotofobia e p_oc'o 11iente mo.lesta'; ina ciò che sòpravègelazione e cagione materiale di molli guasti de.Ilacornea lucjda. Onde dar mia chiara. ecl esana idoa ng n più tormenta l' infermo è il seri~o <l'.as-prezza ~ di siccità • I d<Jll1J palpèbre-. Havvi poi ciò dì,singolare a notare nollo stadio 11i1te della cronica congiuntivite granéilosa. 1~ Nella (t) Contin. Ved. n°-48 ~el Giornale. 0

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396 par~·.Et~rna .de,!t~ pa~ebre il ra_iigri9zamento deìla p~lle_; ·I fermo per anui eçl anoi, massimamente se gli riuscirono la varicosità d'alcune v_eae cutanee; la lunghezza e grosinfruttuosi .i diversi ltatlamenti curativi. Guai p9i · se si s~za. qo1i ordinati~ dei cigli; il ,colore tQSSO·!)re!'llisj o por: ebbe a sp~rimentaro d,a11no- maggioro. N_on v'ha p<iù arte porino de.i margini p_aJpebraJi da cosJante tumidezza di . or,atori;t che J.9 persuada; . Tifiula qualsiasi consiglio mequesti, ~ìlev;iti e sporg_enti .!Jll',este.r.no; l' a~~ensawe1~to p i ldico o·,l}'lelteni}qsi s.otto.l'.egi'<la dejla malinlesa· pietà ·e comun muco viscido incoflanté ·la radiçe dei ci.gli e· negli an- . passione dflle persone· est.ranee al.la l\j:ed\cioa, si. studia , goli palpebrali. 2~ Nella . congiuoti\<a, palpébr~le· l'in~l?es. se è Militare, d'essere collocato. fuo~i del servizio allivo simento rosso di questa rpembrào'a; i-I suò . aspillo g~an~l.o, se _gJ( rie.sce, d'ottenère I.a ·destinazione ag!'lnvalidi loso aspro, con el.evatezze rotonde ·come capocchie di" ~e-Ila Casa Heaie d'Asti. Quivi i11 , altri .tempi" sc.>levano spille çhe g,Ji A otichi somigl iaron a ll'inte~na '. s~slanza dei con:ipiersi i segµ~nti _fatti morbosi:_il panniJ vascolare ; la frutt"i ma~uri dèl 6éo e ·· ch'i'O amg_ meglio .r_assomigliare opacità albugiòea, sanguigna o leu,comatosa della cornea ali a superficie delle picco te rr~gole per_chè ·i -granelli ed ~oche il gJ.aucot;na con · perdita irreparabile d-el potere sono ro.~~igni e npn:giaJli . COrll~.,Ì _Semi del_ fico. , , SÌ anvisivo, a parte mqlti -al,tri v.izii. !lelle palpebre, come l'etcora perchè · quell'asprezza Q.e.J frut.lo .delle fragole . d~ lropio, i'entropi<.>., la t.ric'liiasi, i quali d~fo r.m_an e rendono un 'idea della durezza e ,Qellà callosi la che ~çquislano le . oltre modo . intranquilJ; gl'.infèlici cìechi pa congiuntivite granulazioni P!ilpf!bralì eoell.a sen.saziooe .c.bè.danno queste • gran,çl.Josa cronica-mite ,' ,. (1). ultime all'ammalalo nei varii movimenti d.ell'occhio. 5o· La ' co~giunti~a del bulbo,· p·er' (o più gialli~cia, pe.r,. ~ffeÙo del pa:vooazze il quale sovente passa in retaggio d'all'avo aì più tardi nepoti cbe DCS$UD_Osa lav<1-re' pÙchè non SÌ sciolga la -mirabile virtù; soglionò gli' ottalmici ,i:fa cronica lentq. granellosa starsene ' più lieve slinÌolo'. insoJito si 'mosli:a .ad un tratio i~iell,Ùa . in rossò :. appariscon allora· mo-Ili -vasi dilaia~i, ~liv,idastri e le long_he 4?re d.~lla giornata è_ste·rge'ndo lo scarso amore che téntorloosi che dal canipo ·della · membrana alb9gi11.e~ s'avan· tano smang~re dagli aridi occhi ·e ciò a sollie.vo d'elle., asprezze zan e guadagl!_all il margine della cornea lucida; qni·vi poi palpebrali-da C~Ì SQnc( lQÌ'IDC1l_lati.,Qi1aoti ne ·Vidi in tal atteggiasi dividon· io •rami_esilis&iini afcuni dei quali formao una mento in CagJiuri prima dèl t833; qoarrti ne !rovai nella Casa 1 rete sur;erficiale ueHo · stame della congiu;1tiv~ corn~ale; !~:~e:~~~~ 0 1!!~ed~!:~ioi~~~1~:ati;:;~:!1.~~!J~4,!r!~~~~:: altri s'aèldentrano· nella sostanza stessà della còrnea e .s·i . verranno.banditj d_all'anh·erso? Si dovrebbe da cio 'ioferire che . in piemlinte cd 'ji;i Sàrdegna non si conoscé là congiuntivite gra-disp~rdono tra. le sue lamiue. 4° La ·conica perde la na· turale -trasparenia, .è , nuvolòsa e· s.oppannala comé·nell'o'cnel!osa specifica qùasi ~be nello Stato Sardo ~ullus Apollinea chio d'im cadavere,· - l'ì"ride è 'quasi . immobilè-.e là pupilla . qui levet arte malumf'Gr.edalo chi può -ch'io non esiterò ponto i a.protesti1r~i aposiata procÌamandoio gratis dictum:. in ìstato di perfetta inidriasi. -La forza visiva ·si 'riduce a ( I) Tale ed aoèhe più Jutiapsa fine, come vedremo nel d.iscorrerc c;be {ar.ò dellacronicag,:av{granell~sa,,a.vevano gli o\làlmièi distingu~re la · forìna ed 'il colore degli ogg~tli corn''attra·".erso u·na nuvola di densò fumo. Gli occhi non han e1-pres-. gr;tn~llo.si c"ch~ dai diversiçòrpj deil' Armala, riformati per essere, ciechi o semicièchi, a titolo di.co~mi~era1.iooe veniv.ino mandati sione alcuna, semliràno sonnacchiosi' in. ql1anlo che non · a crescer il uainero degl1iòvalidi:della r imangono' coJ1,ili dalla presenza dè!.di ò!!ielli f1,iorchè ' , Real Casà d'Asti là dove ho· potuto esaminare-tutli quélli' che da circa 25-ànni vi furono riuniti e éiò nell'anno 184Ò per·ordine d~l Ministro della ~ucrra quando quesli si trova ii a bre,;e d'istanza . cd è i'n . ques.to sotto il provvido Go-verilo dell'immortale- Carlo Albert9. Torstato 9i ·cose che gli, amrnalati,ve.ngoho· qqalche volta.g-iodicati affetti_ùa glaucoma tHl ·anche da am/iliopia amaumentali.dal CÌ'ooico male, inctnarrabili,- 1ni disse il gèoer.:ile Jferr-otica. reri del Carretto Coll)andaole gl'lovalidi d'Asti, ·esser i disturbi Ì~ si Jutt~osa cat~strofe -del potere -visivo nori P\JÒ a che qucL-bè,1ed·etti ciechi incessantemen\e g\i davano; e ve .ne · erano proprio di que.lli che· a vece di questo predicato di bonomen_o _lii riusc~r interessa_nte ai, Pr~tico in.da_g:ato.re l9 _stoiéo l mia si potcyano s.enza rimo_rso dire mal~detti da Satana. F,1ceco11te_goo ,dell <}.mma!ato. Non solli:e, non si .1:_urn di gua- r , vano pau_ra al sentirgli dire che, avendo per_duta là vista nulla più · rirè, no_n distingué· be·ne gli og_getti, ma non_è,. c-ieco :' fa - -1 loro r_estava.a 'perdere, :avrebbero ceduto l'one_r.oso car!co della ci!mentc s·i· dà ·all'ozio ed aj- vizii dipendeJ1ti .d·a. 9u ~s.lo e -· i vita~olop_cr, s,~ddisfa_r~ì del più:lenuec~pricci~.Coooscevano fors~ ba~ia à ll}i .di ritenere nel.,ripos1i·g1i"o dell'.a~ito- iu me7:w · I p~a~1camente 11 dello B?eraaviaoo oe'.tlus q:itidcm_a~ vi tam n_1hi~ a qùisq· ·iol'e ~· rn 1-f-1 uno . fac1_t, sed çtd béa.tam vitam nulla pars facit magis. In conlrnm 1 · d'1 . ·· " "elli od àlhi . ·. e 01 varn °01:>. ·1 alterchi fri't loro si ba·stonavano veramente allq cieca e non ·solo · . .. u :' ., ' · ctrn1 st~a~c 0 di seta verde o nera od, almepo quondam tale per . J H bastone·che <>!!nun aveva :pcr dirigersi teritone, ·mii non tralatergepi le l·~grinìe; ~e il l'umo- della bettola là_doy_~-_s'in- · I sciavano pare d'ùsare le'a,rmi pc.i: difendersi e due gior,1.i prima tan,a ,gJ!cn_e sul_lecita una secr~.zione. abbondante ch'egli ] èhe:vi_arri va's:i ?~ oltalmico se.~ici~~o alnmaz:zò ·_con arma di 0 g(q.di ~a· if più grato sollievo e fqrs'anche, il _più efficace punla,un Com~1htooc ,che-trov?_sdl'atato '.1cl d1 1_01 f~tto. 11,preriniedio (1 \ Q'ues,o stato ·d'indolenia può durare- 11e11·invosto e la p.r,g1o~e e~ano semp~e_occupa_11 _c1a_·o1cc1!, e ru solo · • ,. . ·· · ·· ' ·; ' , dopo la mia desl1oaz:one, co.me si compiaceva dir-.it Generale , _ , . 1 Comandan_tc Ferrc1·i, cbè il (>rcvosto si potè !asdar apertq: Vo( l) Ne~\i an;()ati anni era'.1q, poc)~i i So!da_t! ·cb~·~o_n masticas- ·1 lendoii io lutli csin~i,oàre, furono schi~r'.iti nel gra_n corli1e dcli~ Speda le ed erano _piu .eh 90 1 presenti rn quel .giorno. Ne fect sero fo,g!1e d1 tab<!_cco ; ogg1d1 pero·non e J)JU co~1 f_r:equcnte qu, I sucìdo vi~[\l ilei cicai·e, ,masi fohrn. molliss,iip? con pipe tascab_ili _ , tos1o··pe1· specie divc~sa di ·rna taflia otto grnrpi clie ,riusciron i di gesso.ed anche col sigaro: è pcrciò,costun!e di !·i porre la pie- ~ più bizzarri ·che mai abbia véduto. Richiesto dal_Generale che cola pipa, il residuo.del sigaro fumato cd:ariche la cica •ossia ta- I trO"./\V~si pi·esente a]la mia vis'it_a quale malaltia avessero .quei haçco già mi~tkato-Ìlella saccocc·ia della tonica, o dei- calzoni . disti nfi grnpri·, mi troyai imbar~zzalo a rispondergli con JiogaagAyvicnc.p~r _conse~_ucnz_a c~'il_Soldato ol~almico conservi il pie- . gio inl!-'ili_gib1le, persùaso c~m_'io-era-d:ie i grecismi cl'O_~u_listi?a colo s!rac?to d1 se.la da tor~1r~1gh occhi 10s1em,n1lh~ ceoE:_re ed -1 non avrebber appagafo la eunosa _dviilanda. Pres1: pe_reio 1L para) si;igo del !;:bacco. ì\la oltç'11lla·sela v~rdc che gode fama <l'in · Jito di fargli conoscere la .varia natur:r delle oftalmie dominanti folli bile mezzo-per curare le -~rooiche oltal!1)ie ve n'l)a un altro - 'i -giusta u11a classificazion., c\1e all'ist,aole improvvisai_d,:dolta dalle diverse passion[ ,prevalenti in q'-!egli ot!o ~ruppi. Cominciai per più mistico fra i mille e' mille cbe il gracid~ntc vo_lgo sugi;er;sce e clic si cuslQJlisce con eguale nettezza, voglio dire la' .cal_lotta- 'I additargli 10 i ciechi rass'egnati perchèiìduciosi çbe la visla ripi.umata vèrde tolta:dàll'anàlra geri_ nanr,eale ( anas Boscbils di . t~mi (cata,_attosi); 2°, i ciechi mestièhe piµ oo.o.ispenmo (amati· Linneo). Con !JUCsto pezzelto di p_elle coperto di piume ve_rdi- , rotici); 30 ·( ~iechi timjdi c_he ogoi oggelto gli colpisca la pupilla

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397 Caratteri differe,n,ziali d<tlla congiuntivitè cronica mite granellosa dalla semplice catarrale cronica·. L' infiammazione semplice deÙa congiunti,·,, cioè la catarra!e, f'ra gli e·siti più freqnenli dopo ql)ello della riso1.uziooe suol aver il passaggi'o alla croo'icità. Ed è perciò che per sede e prr lunga dur? la è questa l'ottalmia la ,più affine, alla congiuntivite granellosa cronica-mite. Oltre a queste dua princ.ipali comunanze, alt.re ambjguità ren doo imbarazzante la diagnQsi differenz"i"ale' di. queste due congiuntiviti. Non pertanto con quella• franchezza con cui ho finora tentalo di fì$~ar i caratteri che separano .le congiuntiviti dalla granellosa m'adopn:'rò a penneHeggiare queÌli ohi, valgon a disting,re-re la catarr'ale cronica dalla granello.a cronica-mite il che farò sen'la ricorrer ad opi· nioni altrui, poiché, come scrisse il prc:,foodo osservatore Pur.cinotli, quando si ha sottò gli oècbj'la natura in ffi'ez~o ad·una massa multiforme di casi', poc61 importà1 sapèrè clie cosa ne abbiano dello o pèosato gli àltri. ta cronica coogìu11tivile catarrale fida -compagna deft!età avaouta, non rii;va rmia anche i giova11i rlél fiore de~li aooi se questi andaròn incontro a r'èiterali attacchi d'acut1, otta11mie. Sono 'quelli rli temperamento sanguigno bene prouunciato, dì pelle delicata, facili al -sndor.e. e buooì compagnoni che noi vediamo fra i Militari esser i più volenterosi ·u sopplire dove a,ltri man'ca senza 1>unto nè poco badar~ che gli. nccbi sieno fossi e cisposi. Se a questi ottalmici Militari si @u~gerisce d'andàr allo Spedale, pronti rispondono che amano meglio curarsi con gent>roso bicchièrc di vino; pratica da p1ù anni sperime,llata proficua. Ella è di l'alto cosa siogo'lare che pochi onalmici catarrali diventino ciechi. 11 male però che non. la perdona n·è ancò agli spc11sierati, sovente gli assale con imponente gra-

vezza e gli obbliga a dar- ascolto agli, ~ichevoli consigli del M.:dico. Nell'inverno -e primavera, ·sovenle nell'aulunno, pi.ù di rado- uella ·stagion estiva noi-vediamo raggravarsi la cro~ica congiuntivite catami'I~. Prncedono sintomi di risipola alla faccia che concentrandosi nelle palpebre sovente fi. nisce in piccoli a-scessi sottocutanei al grand'aogolo del1'.oéchio (anchilope crisipelaceo). La malattia va associata a riazione febbrile Qd a gastricismo , ma in breve il sopra_ggiunto male sembra abh\a acquistato· dritto di it!lrpetuo domicilio ,,ella congiuntivaf palpebrale. Facendosi ad 11saminare gli occhi affetti da crpnica cong,i11nlivitc ~àtarrale q11and'il m·aJe è !l'azionario, a prima vista ne colpis.cono lo seguenti inuaturalezze delle p11lpebre. L'esterna su1i'er6cie cutanea è sana ·e dì colore simile a quello d111 resto ·della faccia·; soltanto verso la parte esterna • della' palpebr~ inferiore o per l'esten~ioue di , due o tre liQet, ~al •margfoe pplpebra!e, con fr~qnenzo si nota una rosseiza cupa e circoscrilta 1 sove1il~ uo1esulcorazione, non di rado anche una rilevatezza carnea -vellutala; cost< queste che rivelano come l'acredin,e dell'umore congiuntivale vencnd'ad, inusitato contatto con la superficie cutanea della . palpebra l'1rriJi e l'esuÌceri. . Scarsi son i ci~li ed in vari i punti dei margini palpebrali iuferìoh si vèdoo all'alto _mancanti; sovente s'osse_rva compiuta madarosi. Inta nto per )a ~umid.. zz11 della c,ongiuntiva il rialzo posteri·ore~della ' semit.lcccia palpebrale, là ddv~ si trovano le papille degli orifìcii delJe ghiandole meibomiane, questo rialzo, dico, norn>iù traui.;n e dirige ~i punti lagtimali l'esuberanza d'umore che umella la superficie del globo, quind'il continqo slraripamento '(lelle lagrime su la pelle palpebrale. La congiuntiva che copre. il !arso è rosea, inspess.ita, ora «l'on aspello vellutato ora vellosa; quest'ultima forma è più

(stafilomatosi) i 4° ciechi (1,:;zardo,i che nulla .ph) hanno a perdere (i colpili da totale atrofia degli occhi) ; 5° i ciechi stupidi che ogni senso han ofluso (i glaucomalo$ì); 6° i cie'!hi stii:zozi a:ccallabrigbe instancabili perchè banno se.loie negli occhi (gli alfetli da entropio e trichiasis).; '"/o i gioviali e pacifici (gli affetti da blefitrite senUe); 8° liualmente il maggiore nurnero-degli;speculativie questicraoo !Zii alfe1tida cronica coo.giuotivile granellosa e purulenta, fra i quali ve n'erano <li notturni dolenti ed erano gli·alfelli da c.ronico-lcola sclerato.fridite s:ffilitica. Uielro questo nuovo modo di considerare gli ottalmici alcune modilica1.iooi furon iolrodotte .nel,serl'izio a coi furon assoggelt:Ìti in particolare i così detti semicieclti e l:onsegncnlemenle s'ebbe a sperimentai' io essi la desiderata tranquillità pérchè- izoveroati con più rsalt;l conosc.enza del sapersUle loro grado di vista; e più noi) avvenne chr. l'ama11rotico facesse il, piantone nei corridoi del Quartiere 'e qaello dei leucomi c1mtrali se oc stassc alla taverna stud•ando a squatlrin:ir altri con le carie. Da questi falli a taluno verrebbe spontaneo pensiero di giudicare che il Chirurgo Capo, Direttore di quello Stabilimento per la parte Chirurgica, fosse del lutto all'oscuro delle nozioni più triviali d'Oculistica. Uoa tale opinione io non l'ebbi mai di chi nacque nella ter,ra d'un Bertrandi; di chi poteYà possedere l'Opera oculistica d'uu Scarpa che scrisse perlulli i Chirurghi d'Europa; di chi fu cerramonte di;cepolo d'un Monteggia.perchè maestro questo di lurfr i Chirurghi ti' llalla. Il Chirurgo c~po dello Spedale cl' Asti e.ra il Dottore G11ala Pratico prudlmte, fortunato e di bel\a fuma, Se·gli ollalmici che veaiYanodcslinali aglTovalidi d'Asti come cronici da. luugbe malattie giudicate incurabili noo si sotlopooevan a novello lrallameolo curativo non era da iooolparne-nè la deficienza dei lumi nè lo zelo di chi aveva !'-incarico di vegliare per il loro miglioramcu!o, Nop è forse cosa nola, anzi notissima che il ,Mililare riformato difficilmente s'acldalla a nuovi tcntalivi di cura medica specialmente quando sia pr.rsuaso che la cronici là è un

prodotto· della slessa natura e pervicacia della malattia? Ghi di noi ignora quali e quante diligenze vengan adoperate dai Riform_ati per consegoir uo congedo illimitato onde recarsi nel saolo uatìo a sperimentar il parere dato da talli i Medici ch'ebber a curari(li su la prol:>ahilità ~ella guarigione.,per l'iofiuenza delle 'amiche potenze esterne'/ Ma una vòlta ottèouto il permesso', a piacin:1ento vagawno entro lo Slaio ei:J anche fuori,' da per tutto principiavano cure che mal fi.nivano; 110n eravi cosa che l'ignoranza, la ciarlataneria e là IJ}ala fede suggerìsscro, la quale i poveri ciechi non me.llesser alla r,rova con la fiducia di riacqoistare hl vista on \>O' prima dì 24 ore. Duraute quest'effi.mera deli_ravan e per conseguenza sll'aparlavàno delle prime cure fatte e ciò con poco ono.re del C-orpo Sanitario Mii.: ma fortunatamente era qaelladi breve durala cd al finire del P.arossismo non vedend'effettuarsi il miraçolo cadevano sovente iu tale 3\'.Vilimento vitale da compromettere fino la chiara visione della mente. i\Ia il male no.n arri\•ò agli eccessi si percbè,molli dei traviati ollalmici granellosi lrovaron asilo e cura nello SpedaJe Maggiore di San Giovanni di Torino sollo la direzione dell'esimio Commeod. Riberi, perchèil Ministro della Guerra Di //illamarina, so la proposta·di sì rinomato Professore non esitò affidar a me di lui Allievo la cura di quanti ottah)Ìici ·suscettibili di cura erano o'el Corpo dei ,·eterani ed'lnvalidi della Casa Reale d'Asti. Il Med; di Regg. io ~izza Cavalleria mio carissimo amico Doll. Gabri ricorderà lo specchio ragionalo degli ottalmici ch'io ebbi a consegnar al G~ncrale Ferreri del Carretto in doe copie, uoa por il lllinistero della Guerra, l'altra che volle egli couservarc n~gli Archivi del Corpo de~li Invalidi. Di-cotesto Specchio conservandone ancora io una copia, forse non anderà guari cbe venga da me pubblicato onde dar ai miei Colleghi Medici Militari una chiara prova che nulla fu ~mmcs,o per parte del Presidento Rlberi e del Ministero della Guerra per frenare la propagazi.ooe delfa grave ottalmia granellosa dominante nella nostra Armat:i.


598 marcata nella porzione di c·ongiuntiva iui)'Ilediatamonte contigua con la fai.da oculo palpebrale ; fre.:iuenternenle assume l'aspetto granelloso di colore rosso-pallido quasi roseo. Dessa secerne vistosa quantità di _!lluco incollante sl, ma non tenace e quasi insolubile corné quello della congiuntivite granellosa. In rn.olti _casi alla cronica infiammazione ca,tarrale detta congiuntiva succede il catarro del sacc6 l.a_grimale ed anch" la fistola lagr.irnale (1). L'et·tropio è un difetto ine\•itabil.e ,del preternatural aumento di volume della congiuntiYa palp~brale ; perciò di rado sL vede che manchi; chè anzi è il più visibile e grossolano caratlere della cronica ollalmia catarrale. Tal volta accade che il margine palpebrale snperiore verso l'ong~lo esterno esulceratosi parzialme,ùe aderisca all'inferiore rovesciato ed abbia luogo una· forma particolare d'anchilu_biefaro èhe mantiene la palpebra- inferiore fissamente rovesciala io fuori. S0n9 questi i casi di çronico s.ciarpellamenlo della palpebra itiforiore c·he fanno nascere la cutfzza1ione deila congfuotiva corneale (2). · · 11 complesso <lei caralleri che ho già notato come distintivi _della cronica consiuntivite catarrale sçJ1JO faciÌissimi ad esser osser.vati ed, ové. non s'abbi_a · una C'linièa_, basterà un colpo d'occhio su la classe poco agiata -e sui vecchiarelli per trovarne centinaia di tipi. Mi _croJo perciò dispensato d'insistHre d'av vantaggio per dimoslrare Chti ·1a congiuntivite granellosa cronica-mite e la semplice- catarrale crottfra, benchè abbiano sede comune e .decorso ero, nico egualrnHnte protraflo, sono esscnzialment~ difTerenli e si possono di~linguere per le loro tendenze.,cd esiti. (-Continua)

STORIE DI CA.SI RHIA.RCRHVOLI. 49 .'\ Ml'UT ,,ZIONH Dl!:LLA COSCIA IN S1!GU IT<1 i BIWARTROCAC8

(Storia letta dal Dolt. GttrSRPPE ZA.vAT'URO Med. di Dati. in·ona Conferenza di Torino). Al.dire dello Scar-pa gli antichi Medici (Ippocrate, Celso, Areteo) opinavano ~che la virulenza del canci:o traesse ori• gine da aJterata aziooe del regalo e più ·probabilmente dall'atubile depositala io ;ileuoa ghiandola od in qualunque altra parte del còrpo divenuta p_erciò du ra e scirrosa. t.foléoo . avanzò più oltre la cosa dicendo che ove l'atrabile trovasi diffusa per 10110 il_corpo, genera l'elefaoliasi ed ove sia stata depositata io qua·lcb~ parte d'e~so vi forma lo scì rro.11 Monteggia non fu lontano da quest'idea e ci~Jasciò un caso di sarcÒcele da cagione traurnàtica esti rpato ad un uomo di trent'anni e seg(!ito poi daWevoluzione d'nn scirro fatale alla soslanza ·del _fegato ed a quella delle parti vicine: al dire di Brejon,.'Browler, dette deg~nerazioni ed in isp·ecie il tuniore bianéo abbondano presso gl' lnglcsi ; e chi non sa che in quest' fsola 'prcdomi~a il lemperamcnto bilioi;o !> • Se in ciò gli .,\ntiéhi tid in ispe_çie Galé1io siano andati errati non lo so peI"chè da nessuno sin ora si è dimostrato il co,itrario, ma in ciò essi mi sembrano rneritovoli di lode in quanto 'che-conobbero già un viiio discrasico precedere per lo più l'esterna evoluzione di questa malattia. Il V'ogel poi ampl iò quest'idea .ed osservando cho delle maniere d'ammorbare sono per -lo più socie a febbri intermittenti, si detnmiuò a riporre la loro sede patologica nella linfa .oO'esa insiemo colla bile. Già il Morgagni in. simili casi aveva lro_yato il sangue molto denso, vischioso e nero quale pece liquefalla. Schne(I insegnò che è tale con preyominio albuminoso. Le berl aggiunge che oltr' ad esser albuminoso è pure proclive a dar origine a spo,nlaoe.i coaguli .e11lro lt~ vene c,,11 aderen1.e dei medesimi allo pareti di que,3ti vasi. Ora con questi falli alla mano non sarà lecito alfermarò che in quesli casi

( l) l'i!ii lremila e più casi che bo es!1minato e.- curalo di vera congiuolivite granellosa neppur uno n'ebbi ad osservare con catarro del sacco lagrim'ale e molto me·no con fistola lagritnalc, la qu.il osservazione se non dimostra l;impossihilc successione delle malattie del sacco lagrimale die\ro la particolare co11giontivile granellosa, ci avverte almeno sempre più dell'indole propria di qaest'ullima. • (2) neca meraviglia~com'.il fatto cl ella cullzzazione della congiunliva corneale tbe per 111 sna frrquenz;i ho potuto più vo.lte osservar io prnlica sia· sfuggilo aglf auticbi Ocolisti od a_lmeoo non l'abbiano descritto quale si pre_senta all'occhio del più volgare osservatore. Gi.usta quanto ci riJerisco l'illostre Rognetta nel. soò 'trattato d'Oc·ulistica, fu Scbi:nidt di Vienna noi 1803 ~il mente la viziosa innervazione per lesii)De dei filamenti del q111intu primo a parlarne il qu?lo la oomò xerophthalmfa.; T1·:ivers cupai!>' amrriessa dal Rog!)etta come cagio!le principale della cutizticular conionctiva; ·weller xeroma; Cade e Velpeau cutisatiòii, zaziooe. Sitl'ulta lesione ncr,vosa poti benissimo iolluir a<l alterare dennificotion, epidermi-fication de là conio·nctive; 1.awronce e la funziono della congiuntiva. della ghiandola l~grimale,· delle cripte del :\leibomio. ed in simili coo~iunture s'avrà l'·arillfa cbeozie conitméti..a arida,; Middle1Dore altirp.tion de la séc,·étion cottionctivale, eco. J,o 'stesso Rogoella la c:bjama cutisa, dc:za della con.,qiuntivp, I" mctosi ch'io bo potuto osservare .bene carallerizzata in tin Invalido della Casa Roalo d'Asti, già.tempo tion èon'ionctivale' e con tuie denominazione considera • unc-al'toralion··t~ite-de la muqueuse ~culaire que celte mèmbrane detravaglialo tla cronica otialmia reumatica. Su quosl' lovalido si Yient fiasqo e, séche, opaqoe, porqlente oo écaillegsc et inseosipercepiva un senso di crepitìo nel muovere che faceva le palpebre. nilitanlì come se si strofinasse un pezzo di pergamena: ·la blo comme celle do vagin prolapsé ·ctepois longtem'P,s-• La descriziono del }\ognelta riunisce i cara-1.teri della vera, cuti:zazione sup·erfiéiedell'occhio era as<:iulla, tollerava impuoemento il coodella congiuntiva, non già però quelli della congionliv11 arida o t·1llo di corpi, di cot!irii . irritanti I del landa no liquido e della xerophtha/mia, vocaboli questi elle non polroi ammettere comé stessa ammoni;1cu senza che fosse possibile promoverc la secresinonimi in qo,1nto che_<! mio credere sìgoificano doo stati mor- I zione delle lagrime. ~la la congiuollva corneale era opaca ed-afbosi diversi clalla congiuntiva. Di vero 111 cutiznzionc congion- -'I. bug;nosa, non già menilìranacra, secca squamosa e mobile com·e nella cu__tizza:i;ione o~ epicformificazione. Ag;;inngerò ancor un'alth•ale è·nn prodolto morbos·o ohe sc,v~oto lìcne dietro all'iofiammnzione.catnrrale, al cronico sciarpcJlameolo della p,ilpebra 'fn- 1 tra noia caraltcrislica della cutizza·.done ed è che la ser.rezione feriorr, ,i l lai;oltnlmo èongooilo oppnre successivo ;1 vistosa per- 1 muccsa e qoella delle lagrime ooo è tolatmcnle esliuta, come ooo ~i ,·ede eslinla la secrezione mucosa ntcro-\'aginale malclita di sosfauza palpebrale per scollature o-per c~ròonchii> magrado la vagiua od il mu~o di linea dell'utero _rimam;hino al di ligno, ciò clre in centfuaia dì casi bo potuto osservar ~n Sardeg na do,•e l'antrace è rnolto freq1.cnte per il frequ ente uso·che si fa di fuori scoperti, callosi, asciutti e squamosi. Co!l questi brevissimi 1·iflessi mi lusingo (\"avèr ,acccnuata. la necessìla di dislinguero carnocli cqprono, spede d'aninnlì soggetti alle mal,1\lie cartmnla cutfrzazìone dalla xerosi congia_olivalc. li maggiore sviluppo colari.Quaodo la cotizzazione della r.ongiunliva ha luogo pcir'simili dell_e mie ideo in proposito mi riservo di farlo io allr'o~casione. deformità delle palpebre, :mlla ba che fare, almeno primitiva-

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trovisi interessala la ven_a porta ·nella q.uale rin-ica prnvale in ispeci.e a'h metà . superiore de_l. polpaccio,. . circoscritto l'albumina .còn _i grassi (Valentin)? che vi sia in 1irirrci.pio _all'.esteroo· d;Jlla· pe;lle· inolt.o giaj.la ed - òs)ensibile: ed. iliuna . prevale,1;za dj sàngue venòso ,CO~ au·menlo di numero . l'interno d,eH'·aponétiro'si S1Jper6cialtt involgente la· vena . dei glolmÌ i ·colorati, dell'àlbumina, .d~lle mat~~ie .a;dip~se omonima. · e con tendenza di que:sti pri~1cipii ~ spontaneo çqàgula .'. . s,,;àessive· coò;r:iperture fatìe rielio sco•>o.. di fac ilil~~e merìt o.? , · · :' ' ., · : lo Stillicid io Òel. pÌ1s rniserd _soll'OCIChio. l'inlerna St1perfic1e . Ecco. la rab,·_,io.ne 1>er cui· noi osse~viir Jiv_,•do-grigia (elenlissirna là 1:1ùale ,. non os.ianle che in .,no·personé abitua. Igraz_i~ dé1 le replica\e' a'pplièazioni a~tiseitidl\l ·fosse già i11 .menlè sane ) indare co_n il cre,èero degli anni,; per la pre _· .,., rrv,n•uliz.ronei,. ..._ .. · valenza .d_el lempe,ram,enlo sanguig_no venoso,S'ò"::,.J..'_e__.ùe a feb _. vi.·a .ur un mese· circa appre~so,. pe,r le, lun _hri intermille11li ptrlioaci a.qualsiasi Jf\e\odo cura1ivo oph .r . fT . .. pure senz'alcuno preven1.ivo_anlec·edente ofl'ri.re (urrioci scir~ '6 -",'a ai,1 1~·già sò erte' cyer il_l'.redoinfoio linfatico acq ni.. , . . -stato ,dal! amma.lato.r)ella lunga :511a. permanenza milio Sperosi, parcinomai?si, larda.ce\,, , mdanoi'ìoi, ecc. _ Qì1antuoq1ie J · da re c,on_.1_~ re_r i coéen.li ca lo·_ri_c_l! 'giugno e di, l_11g.li_o,. de . la v_era spiegazione di quesli atti morb·osi intra_v,edilta, .,nià genero.- in ca11crn1la nosocornraltì. · dagli· Antichi, possa oggigiorno · la ·me.rèè. dei pro.gressi j · · dell' 1\11alornia patolpgica ·co:n·s·i~erarsi. com' 111; fatt'Ò. posi ~.· ' La f~bbre;, 'socia· a; gravè 'indispo~_izione nep_o~a e l'i-n- · 'tivo nel la Scienza . lultay;a spero Collei/hi onorevol i. ·che l fìamm!)zi~,,rHl risipolaç.e; svoll~si ,i'!)lorno. 3 .'<JlHil'la vasi~ . · ~ . . · ·'· ': . '· piag~ dislfll.S$e.r il..lavorio d_i r_ipa.ra2.fone...talmenle che io· non v, riu,cirà · 1,iscaro· udin; la sposi,,ìone del seg-uenle . caso pratico il' qu&.l(p conferma . sempre· più la ~·eri!à de i pcichi giorni la sòl11zì9~e di contin!J:i(,Ls'esrese ~li'~poneu~· · .rosi . -e,J ai ni11$cÒli Soltoposti;-ooò oslante.che ad impedire principii e,pòstL Il Soldat.o mtl Regg. Savo_ia Cava lifti a .;·iovanni Snppo q11est'inf,Jr1s10 esi1o i"i Curante..ricorresse alle· ca'uterizza~d' AV•iglia o_a (Pro vinci.a -di s,;·s'à ), iò età iJlanni ~t5·, d'i temzioni locai i con ·1·aciliÒ nilrico ed iw,;so , inlerno dèll'eme= per_ani'énto sa riguigno-·.énoso, cÌi co,.-liluzioue forte, alto e lico. '. . : ... '.' .': ;· - .. ' . .- . . ' _In questo stato di cose 1: inTermo iemendo . noci: senza pingue della person ii con tinìa-: g_iftllO'Crossi~oa.,. figliò' di madre mor.ta · pet ascite, qià ,~;i.lo uellil riuber tà ;to·cco· p'iù · ragi(;)oe de11:··vita , 6hiede-~à con istanza l'am11utaziO'O'é da \'Olle da febbri periotli.c hè- OStinàle·, abu~ato're di · vir.lO; e CO Ì pèrò era dis's uas'o il (~iJraole· per i SÌ!ltorr'ii -di cl iffù.• ·. delle ,bevande. spiritòse, ai 2_7 di: sè!lemÌ)[C 185,0 entrava SiOn\) ·nìor.bosa · a lulla ~a .CQSé\a di CMÌ i vasi Venosi ed i 'io· questo fpeda le: Divisionari o, pe_r &~lesi . ·e · inoltipliçaJi ,lin(ati'èi !ìCOrgev~nsi ,inlumiditi 0 ross.i (segni ()\H!Sti ' con .seni -fistolosi al hraccio .siriist rn ~1i's,s·egui1i a tlemmo!)e di . (atri.a esa·llez,zà descritti n_e l!e Osservazi<i 11i <lei'Prof. Corn1 cui.la cm.a, n<>,n si in qnale modo, fu inlrapres,a_e conmend: ~Joeri) a _gnisa dì lanté slriscie . rosse · che· dalla tinuata per longo tempo nell'lnfé riMria. cle l propri'Ò H't>g- · local_itii ·morbosa arrivafono'sin a'il'inguine in cl)i (occavansi ~imer1lo Ch.è in quel IPtn!)O. appvnlò cessava di fore parto . ppr Ìlll!lrpirlile ie ghian'.lole;_SÌèCOrHé pure lo e'ran~· qiie!Je_ ' · del poplit\ còr staro _"dem.atMo d.ella gnmba e 'ilei piede. della Griarnigione del la •~apilale. Co_n oppòrtun.i Ì-iYneoi.i ·interni e, focali e con hn benQuesti seni,. aperti' sùl>i10- ii\ lui 1a Li. lor· e!-l()nsioQ~, ,,ta· più o~a meno suppuraron sin ~i 15 di r(~bb ra:iò 135·1, aldaggio espulsivo pcfv.enne·ciò nulJà di meno -il Dott. Bima lorC'hè virghi dolori rongo tulta la co:.sc1a 'desrra che mo- · a ".incer'e la .ea.ncren·a ni!soco'miale o 1)d oHenei'e la ci'ca: mentanèa men te C'almai•arisi c9n lt!_friz ioòi il'o,lio di giostrii1..aiione-de_lla vasta piaga ' e la rì.soluzi·pn_e -dell'edemà e quia.:no annu nzi·arono · la corn1,ars.. ·ct·'u1i. secondo fltimmo- . dcgUngorghi ghianrJoJ·a·r;i, persistente pe.rò· mantenìmdosi ·iie (1) ·alia . parte interna e ·posLPri~re ddla _'ga·rnba corri·la _gonfiè.zza infl'riore.~ell'a. rticol_azjòne tibi'ò-qstragalea 1·a.. Spondeule, HSten.drnt'eSi' dal 'tt;>rZO i11fer1ore delia llft'Ù e s irna . f .qnale di\felll\.Hsscd~ dr le_~lO 0' 1'~0 prOCeSSO infìa!JÌmalQr.iO sino dietro i c.on<!iU del . fe.mor•·· . . con.. irnpos·sibili1à ai mo,-· I. che do.ve,~·a po~ ·passa.~ al l'artri1cace. · ' . · v1menlì d'·estet'lsio,re del m'ern.bro. e- con SussE·guente anEra l'infermo in ' que;;ta~ cO'n.dizion·e di cose-..alÌorcllè ai · èhi losi femoro· tibio-rolul,ia. · 2 4 ~'ouohce ·IS.51 ac' migliorarne la eondizione oèiJerale si · Que~to secondi> Oemrno.ne pÒi , do.1io un I.ungo ~ conere.elet to 01}port[m~ _'cosa h:vìarlo· alla còn·vale;ceo·i·a dei' linua't9 usp di topici locali, giu11l9 .a .maturità, era da\ .. çuMon,le di dov(l.-fece_ ritorno~a·llo Sr.io~al.e ai 4 di febbràio 1,8 52 per essergli"sorven\Jle fobbri periodielie a tipo terrante Dot( Binra. ap'i:tJO· a_i J.I) di maggio èoq la ..potassa caustica e ne ;u,cì , siceo.m',e5p rcssi6ne ct·ell'.ab1to 1ùa leiì.co " zanario riel e.orso del.le qnali non. os'lante ·si manifestasse del,l'inferi~O\ S3Jlgue fetenl iss'irn,o,\ 1oro: ad<!eOS3lO: emi110 àum.HOl(!_. (}Q~(ante· t1e1 ' proc~SSO mor,boso che ' inva~ev.a 1,en lcmenle carbQnizzalo,·r iccc1o'em:ttos_ina ;-s.imì)e/q1reJlo ' ltartico lazio·ne libiò asfragalea , tuttavia ciò' si notava di si.1,1go.la rc 'che· i do"l~rj. d~l.la lp-c;lilà ,ta.cev1rio ne1 ·· ;ioroo della \'f.llla porta di -cui lrO'l3Si alcune\ ~·olla Ìùgorg~la la miha, simile pure ;;lf'emurragico· evac1.1alo per ~eéesso . ..dcl -par.ossi.smo fob~;:ile per ri(:Omp,arit:·in qnello-dJ l'apiress.ia . ·- · . nel la m~~!ena ? rigella!o p~r .y61J1ito r11~IJa fdil• r!:l , gia ll a, si()com~. videro. già NocJ;:. e Goh.ia, ~e come fu un'a vofla li .Dc'l'll. Ta:1Ypari a c11i (;ra àllor· affidala la Sez ione dei . trovato nel ',cavo arhlominal.~ 11Jf;(, i'enla peril~nilt'. · . fe rii.i, . esaiuinalo lcJ"Sl~lo g~nerale. e qtielio del piçd~ che " 11 vasto cavo. d'o~JJe user {ltÌés!o. sa,ign_e. a cui d-.opÒ ;1. seri,7,'iìidtiio di vera _i11Ga.mrnazioue··osservavasi ·serni lussatò. cuni giorni ·1'.1J cceiJetl!, véro pp,·, era fallo a spese del lesall'irirerno -~d offriva· 1111a l)'lOUezia gelal inoso-lardacea al suto ceiiulo-adiposo ahbonda1;1fasimo fn. questa.· regione, ta_tto COlt · cli,:nagrimento nolevolo di . lnlta la· gaìnha, dia- - - - ··- ---- - ' ___ _ -~-"----.:.._gnO$lÌCÒ l'a\trocace , di c.ui pèr mezzo d'applrcaz ioni di 0

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(l) Non è à st~1iire com'in mr,>,zzo a tuUi,qbe~ti accidenti mor~ bosi l'ammalato norr siasi mai lamerttai.o di molesta, scnsaziÒne agl'ipocond1 ii , ov() si cò 11sideri che·oelle maia!titf d·eno .visÙre a b,1se nioosa, quasi co!.tant~menle il do'iore si -màuifos1a· lungi · dalla sede patologie 1. . ·

sa nguisug,htf e ·dt' lle nnzil)ni fàll't~ con e~tra1lo di cicuta

giunsci .ad · o_Uenere; per ·qualch~ ~e.mpo p n la.le ·quale gio~ vamentò. Non così ,.fortuna lo potè· chi:imarsi nella cura. della febbre ,;eriodica coritro cli: ~u i in vano prescrisse. i chìnoidei, la segale cornut.a ed il carbonalo ferrico.


400 Subentrato nella direzione della 5-eziotie di Chir'urgia il _ RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE Doli. D'.e Beaufort, q~esìi lrovò l.'infermo!Che' s,possato . di forte .. per le continti.anli fel>ori :1ipiche, tormenlato dài dolori eh; pr9vava ·i:i~ll'arto'··amrrialato ' il qualè pendente , Sciurn,E_nì. Let10 ed approvato il processo verbale qual arido stecco, òon s61o inùti l~·nia d_i grave ine~mo.dò era al· ca[Jlminare, enie<leva di npovo con· istanza l'a~1m· . della Seduta . anieùédcnf'e ,· · 1· Adunanza dietro invito del ammalato di pedartrol'azione. Ma il· Doli. lJe B·eauforl,_ tnttochè' conJi.nto della . ,Pòtt. Al fumo si rt!ca a visitar àssolut~.'n·ecessità di ial.itto operati,vò,' volle tull~via urlire - cace.·che trO\'.aSi nella !,t;tiooe •Chirurgica da. lui direll;: prima 1l parere dei .Colleglii ·racc~lli io ,Confereiiza· i qu~li, __ indi riunitasi 11\1ovamenle in' Confercoza, il Dott. AHurno è0.nsiilerato lo stato generale déll'.rmm,rl~to e I.a nessun!! . · .tipre,nde la parola pà eS'por i'' QlOLivi· che · l'indussero fiapparenle partecipazione· moilt?sa de_lle viscere addo;miuali nora a ,tempor.egg,i·ar- e, ch'il tr.all~!lgono llJltora dal pra.: . .e toraciche} convennero , un·an·irni ncJl'.iri°dic·a·2;jo~e i1~11·am1icare. rampu1azione .. 1 'sintomi;- ~gli dice, .ed i segni ct'irril~zjone gast.rò·er)lerìca, la diarrea no·o disgiunta da un purazione che pérciò' dallo sleS$0 Dolt; De BeauforL :riel mov!meMo febbrfle ·maggiormente· SeJÌSib)le alÌa se_ra e Ja mattino ilei. 17~d'i notembre·fo Jfrat·icala alla tri'e là della coscia con m!)lodo ci rcolare, 'comprenJendò in-g_n sÒlq t~data anc.o.ra' reéé~te de'Iia iJ\alattia non -permis~ro finora l'ampura:iione che cl'altrond~ -sarehpe còntrindicala da'Jla glio la' pelle. ~ gli strali muscolari · fio -~il'osso ,· previa però la clorò'.formhzazhine: ' I ; di'atesi L1,1bercolosa de,I'l ;arrimala!O. iÌ qual offre pure un Avendo ,l'.:ari,estesico corrisp,oslo.all'aspettaliva, .l'amma.asèes~o lento. i!lla m~nos1ni~tra ~ :rif~rtsce che sua madre, . lat.Q ehhe a risentire' quasi nessun :dolore nèll'allo,,operasemp.re m,~latiç:cia·,, è:pure lrav;ii~liata da·u.n tumore bit1nco tivo. L'a· febbre dì' rjazione fu qòasi nulla ; sçom·par!e ·1a al ginoéc~i·o. Chiesta la· pàrola, il :Dot!, ·Sclaverani djée che Cehbre pe_ripdica la fe~ila che al 5_0 gior,no ,e ra già riu' . . per ,determi,iarsj o· -r.~or; àll'amp1;tazìone de~ p~g_artrocace d~blle s~rnpre av,ersi presente alla memoria, 11 precello . .nita per tulio il stio tl"rzo ,,esterrio, in breve si. cicatrizzò· 1 pef~ltamenle, così <;he il SÌ1ppo ,'· riformatr. ; potè nel ., appreso alla . Sc:uo_la dell'illustre ..P.rof.> Conimeni:L Riberi il I quale .dist,ir\guend'i .çasi io cui la mal~tlia h~ inçomincialo . giorno 26 di gennaio t8S2 abbandoiiar~ Jo Spcdale. ·· · · -I __ dai tessnti en1rar(ieolari da: queJli in cu ìessa inc_ominciava da. _i)ess.,'J.~h è~tern.i .~el,_l'articolaz.ione', raccomand. a d' es.sere Necroscopi'a . ..-del pezzo,. patologico . . ,. _, p1u ,rac1 J1 e',C?r.r1v1 ;i-1l'ampnlaz,ooe. nel primo ca.so ,. _non ~.e1· ,t econdo.-~cl caso nosir.o, co.nJin_uà il Do,ll. Sclaver~ni, Al g·inocçldo. Pelle· in islalo .natural1>.: conltallura ·dei 11 male , sembra limitarsi per ora· ai lessnli esterni della nfoscoli fles~ori de)la· gamba ed fn ispè'c ie del ,retto i~1terno articolazione, poic-l)è sping~ndo l'una corìlro 1·i1trà le eslredi ~ui il tendine. raccorcialo stav.a feso qu~Je fun~ Ira la· ·mità ar.ticolari, l'ammalato non prÒvà sensazione dolorosa, eslreinità .siJp.e_riore ae!là li~ia 1f'q11el1~ del fèlnore _: tes- ·'i inoltre i cara.'(teri fisici · del pus l'esplorazione laua con suto cdl~lare il:generalo tra. il ge~at.in~so · ed il'·.larda.ce.o: I' lo specillo non indicano cari_e o necrosi; pGrCiò conch_iude legamenl1 · r.6v1_d1 co,me pur I IAnd 1ru. C1rc9ndanl1 la_git11~·· , i il JJolt. Sclaverani BO~ essèrvi per ora urgenza di pratitura : ~desion~. del!e due superficie artit:?làrì; per l>rigliè care J'a'mputazior.H~_, riè,o/iport'un ilà-, alleso· lo stato gènerale fibrò-cellulosr. · . ·· . dell' infermo. ·Lungo . l~ ~iJarnba. N.otabilé macilerfza : · peli~ antérior,· ·- l! Dott. Còsraozo ~dic.e convenire 1ì11re con il preopi· me.nte aderente· per cii:all:ice allo si irico.della tibia ed innaote nell'opiniofre che .Ja mà!apia i'ncominciasse dài tes• SU li . ~en_o ·11rofondi dell'articolazione Jioichè avend'egli CO· ter rrnmente'.S::à_gliosa ed a.d; rente ai .tessol,i ~Cllloposli. ·/o · tulle quelle parti èhe furono sede delfa ,canérena nosoco- · rato l'infermo nei primordii del ·male benissimo ricorda comQ qoesli non d'esse rria,i se~,10- ili dolore mentre ~pin· miaie .:' L~ssuto cell,!Jlare es.iste~te tra il mi1scolo.· libi.a'I a~terior e l'estensot'e ' del pornce -con-vertitQ in ,sostanza ·Jar-" . geva l'una cònt'rQ Faltra le est'remilà arlfoolari; criterio 1 ' diagòo~lì.cq q111isto ·molto pr1•zio~ò ch'egÙ dice ave~ parj-d·àc~a: ·enl_ra.rrilii i deUÌ niuscolì ai'rofizià.Ìi, egu_alm.enl'e che l'arter_ia , Libia I .anteriore : iperl,roffche e rossign·e ie men.te appreso alla Sci10la ·e nei libri dtil celebre noslro vene: indtirili i nervi,:'. ·1ibia n/èl)o solida dél na.tura!e ,·~ _ Profossore ·e di ciii pi_(, d'una Volta egli speri111e111ò effidé~ènér-ala :i.riternamen\tt, come pure la fìboÌa, -i~ · sostanza ca.eia co,11 suècesso, specialmèntè alle Terme d· Aix .per òleo~graneilosa. ·: . . · ~hi~rLre l'esisrerri~ ed il· grado ·ciell'infiaminazione vigente · · , ' , :· · :·· , . . . .. . . ·: nei. tessuti enlrarticola ri. All art1c,olazJ:one qel 1,iede. Piede lussalo rnternamenle ·., ·' . ·.' . . . ur 1: · li . · .. Il ·.. · · :d ._R1t0rnando poi al caso 1n drscorso 1] . Dottore Costanzo I , · d, JI J ' · d 1 : . · ., . . : : . . e d o ~ 1a o ne s1 1o e a ussaz1one: .pe e 15i:anco- 1uc1 a 1·sc·a ·per · - . d .. · . fi"t · · .. :· : ,. , ' ere e _a malall1a 11011 essere p1u·.. hrT1 1lata ai tessul1 eslcr.m 1 1 , 1esa, r ora 1a a pm pun 11 "o 1os,. var1cos11 e . .· .. d 11 , . 1 . v, · ,· · · · · ·. -· . · . ·. · . . e aruco azione, da'1 qnah a l'rehbe rncomiociato, ma es.' a· : i··rr .. · . :·· • . · . .· . . ene so 11ocu 1anee: vo 1umrnos1 1 1enc11m: a.mmo 11 ,to I 1 1e. .. , . . . . .. . ser,s1 0 1a ( 1 u~~ a 11 e estrer,n1la ar11colar1 po1chè lo speri• " - · ··i · arne,n.1o 1I no- 1arSflO ,rnlerno e 0 e1a11nos 1 g1I a1lr1: 1 ner.v1 . · .· . ·. · · · : . · . . . ,. 0 ' d - [' · · mento _sopracllato gli diede risullamentr pos1t1v1 e la sonda •·• · · .b· . . ·.. ,:;, .- ,. . 11 on pm riconosci 111: :varn cana 11cu1I con ocen 1, pus ,. ·. . . . . ' · · . . - :. . nelle ·~ · . . ·· . .b·. , · . · . ..e~p 1oratrice opporlunament.e ineor.vata riusciva nilima~ .. r 11co 1azrom 1, ro·ca 1caneo,as1raga 1ea e ca1caneo,.sca· ' . · .· , · · '"o·idea. ·s . . '. . '. d . l · ·· b' · t. · · men le nelle ma111 del 1)911. AIfumo a pr.ovare l'esislenzz I, . · . upp 1I 1a 1a SIOOVJ~ 1e 3 ~~S.UtO.S~~SSO'..· ~UOO~ç l!aro, della carie. ' . . . ruvido al tallo e con lenente pus m vece d1 srnov1a·: car'~ · · . . ~ .. ' , . · , · . '. d . . . · fi . l .. . , . . Il Doti. Amet1s partecrpando pure del l op1n1one che J·a t'i laoini del.lo! ·. o . men 1e a eren 1I a11e s11per c1e ar 1co1an: rosi . ,. · .. · · . . . ·car·,·e · · cliie n ·oi· . .. . ,. . ' , . m_ala1t1a s eslenda gia ii capi articolari. dice aversi di cic 1 . (la • 1a 11 e 1 10 1spec1e. 1 m1erl)o . u1111amente a1. . . . , · .' · : . .· . nn f' aslraoalo ' , al ·c·al c,agno e d. a Il osca f01·a e. ne e. oro facc1elte. . ·. md121q .daNa.·fo ,. · rma · parl1colare , ·0 ,. · .del . piede, . dalla .: direzione . 11 1 0 .·. . di questo ali mterno ·e da .,.I 1mped l'l1 mov1ment1 naturali 0 · .. ar1coar1. l 1 çomunicati, Il Dott. ·Sclaverani concede· volenl1eri. che un

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pi~de tocco da a~lroca~~ offra una forma particolare pe_,. .


401 Medicina e di 'Chirurgia, arresla_ndosi aÌ létio degl' inferm. ì più gravi, dei _qnali _ode in breve dal Cura·nte un.a reJa. zio ne delle .malattie e ·della ·cura gi~ falla, ~gg,iungendovi è quei con~igli pratici che crede del .egli qudle riflessioni . , caso . .· · Nov., ,u. Il Dolt. Zacchia coa-Ìunica ali' Adunanza la Rel;i:.,o~é- da' mo ·iui e. dal Oott. GiàcomtÌtti éompilatft intorn·o agli·. sperimcnt1 ' eh~ dietr~ · l'aulorizzaiione del Med. Di'vis. ·c<l'in presenza degli 31tri ~olleghi foron intrapresi ·àllo · s.copo ,,li"sperim~nJare. la proprietà recente mente allri°buita al cloroformio di delermiuare .l'evoluzione ,dell'accesso epilet.i'ico , 11elle p~rsÒue clie ·vanno sog'gèlle , a , q1ìesta r~1alatÙa. . .• • · A4 isJanza qy;ndi d_~.i JJollurì (;ìacometti e Zàc'chìa cjual( dico1~0, volerè -riser!Jars'i a dare compiutà la . comu- , nicala · Relazione allora q1iand'.lvranno . u!Liqiata la serie ', dègl i.sper,imei11i in, corsà ·, il Presidente annui~ce. di rimia rufar a·.q1ìel tempo la i.lisr.uss ionf su la me·d(!sima ,(1). H Pre;iclente si fa ·.q11indi a parlar int9,rno. aU'andame_òlò déJ Servizi :, San.itar-io così pr.èss<[ i Qull:rlier,i com_e press~ lo' Spedahi e- èon compiact:>nz.a nè loda il regolar anela· m_ento. ·parla'- poi de!l'esitq.·déll~ y.a:ec..ina ~i9ni_ le qu?li it)· stituile in ·21· 'Sol<làri ebber ·in ·2·4 un risullamt,inlo positivo, · ~ent;e negli ~1Lr(5,_ru negativo il ri's~Jtaimn.to an~or,cht\ fa vacc·ina1.ìo·ne fosse rinnuvata. A ccennan'd'ad ultimo al.le rr;alattie domiuale. fa rì'~t~re cqÌnc fr~ le ~a latt:e mediche Sinoéhe ga~fr9~reumaliche a deco~so· ,grave eober il ~0p,ràvventQ e- come nella Sezione- Cl~irurgica mollo rimarcbe-vol_e ru 'il ~aso del .Cavalleggièr·ò C:aporale Rostagno il quale per elfellQ : d'un calc'io ·del_càval19 ebbe a rilevare u1ia rerita laècro-co_nlu.sa · ail'arco. soprorbHale .sitiistr~ 'con frallura· del medesimo. e dégli ossi òasaH 'è con con~mozion.,e cerebrale. in 2° gra90;,_malattia questa da cui ·mertè della ·cura <!dope·rata lro,•asi or. il H.9slagno ,pienamente guarito. Pa.rim~·cile espone ii caso dell' Arligliere Xppiaoo (ch'.ehbe a •soffrir urla grave angio-leucite dell'arlo sup,e- -, riore 'd~stro· co_n acnta" ;neo ingite, L'angio -leucite pa.sso all'esilo d~Jla suppuraziot1e con totale 91Òr~ifiqazioue del . tessuto cellùlare sottocutaneo, ed in(ermus.èolà,,e e con di• CAGÌ:1.uù. l i l)oll. Forrnro- Lestè eletto a Med.. Ì)iv is. dell/1iel[e· che ,c·o·1>re il làto é~ìefno de ll' avanti· siruziom; ·-àprn. la Seduta con uu suo app laudito dis~orso 1irr cui i ·· braèc'ìò. ,La merc,è èlell'energi'co mètodo àdoj>cra'tQ furono, encomialo il Doti.. L:ar ·p.er l'. onor~vole modo çon il quale · viole l'angio-le1rcite .e,·La·m1iningite·, mo j)iHò in causa dei Ùirf!sse. lo' Speda le 1;ell';isseoz.a .<lei Med . lfrv ., 'oiscò·rrti goa·sl.i airarorniéi ,ment-ovà li i 11'\0ti t\ell'~rlo van.no perduti del maggiore l11stro <le_riva to al .CorpJ.} · S::.nitario Mi.lita re , e mollo hassi. a t'e mere che ciò sfa senza rimedio. L.a Se· dopù l'alluaz ione dd R . .Decreto: del 50 d:'J1Hobre 1850 e d11ta è ,qu indi levala. conchiude facendo ,'oli jJérch~ anèh·i vantaggi malér.ia'li .. di queslo Col'po siaw~n·m!!ntati ·e (ia.reggiati,;a _qu~·i, !llag.' (i) Siccome risulla;dafprocessi ver.b~li ~iuniU dell'ul[!1?~ 90~giò_ri onorì e ·_Comod·i ui10 ·in questi tém[)Ì di ~e.mpre, ere: rer·enza ·d'aprile e d'ella pri'ma di maggio, 1 qn:ah J)H motll'I 1,od1scente civiltà sono dì:\chiusi a. èhi s'applica alla, [;egalc ·, pendenli dalla Difeziono e dalla:Re~az1on e del Grorn~le n~n pote'ron a suo tempo e_s;r,re pµbbhcal,r,fu nello SpedJJle eh. Novara. alle .Maleo:iatich.t \ all'(mlustria .ell àl Co1n91etcìo. l! allo che il Dolt. Giacomclli fece pri_mo la mo~i~ne 'di sperim_ènt\1re quindi di bel nuovo venire nella Sala <l~llc !.:onfer~inz_e il nei.casi d'epilessia la vi1;lù d ~I _cl.oroformw il:qmile, secondo che· Sergcnl:e Furien N. N. tocco da ambliopia a111aurolic~ pubblicavano li Medici Milit.irl ~el.g•,,'D,>llort '.fosqum ~l e. De·caisn.e n!)gli A r.chiv. Belg._~e Mcd. 1}f1l. ed altri .G1vrual.~ ~.c1en-_ (ved. _i l ,n° al)lccq{lente), ·il Do.Il . .Ferrero ~ l•f)O un attento ti[ìcLl'ipro,ducevano, vi1ols1 ano· a des~ar acces~1 e~1lett1c110 c~y esame giudica che a .mantene.re questa mulatlia c9nc_ofra va re:!hnente soggetto a q,nesta ma!~Jt!Ja (v~d- 1 nnmeri 4~ ~ ; 'H di qutsto Giorna!c)A<'.o parimente 10 seguito a '~1ffalla moz1_one ancor il vizio silìliti'co non sufficient'cmenLe ,combahuLo con . ' ., ' . <lei 'Doli. Giacometti sostenuta dal Doli. Ztc~h1a ç -combattuta le anteceJenti c'lire e.: che pei·ciò ' ,debbasi prima d'ogqi dal r.Ìed. Dìv.' .o'ott. -n~soài, coo 'IDOIPabboòdanza, a:argomentàzionè dàil 1uha ·e-dall'altra 1iarl.:!, che.'fu adolMa ·in coachiusione nllr'a co~a fare ri torno agli ,!tilisifì li'tici. : la mas~i1na ·d'iolcrpelJai: U Co1njgl~O. Snp~riore Milila_re di Sa~ità ' per éonos.cere se le spcnnreul:1zrnn1 co~ 11 cloroformio potov,10~ Nuu. li P:residenle Oolt , Nicolis_ iolralliCr\C' l',\<l11negli Spe-clali Mililarì lenlai·si senz'ur.tare '~onlr'_il disposto, d~1 nanza inloroo a cose relative al sérv izio inter.tìo <lello- ·Speve~lianli Rego!ameòli, int<'.rpel ianza questa-a: cQr,·coma pu~ ri·dale e dei Qua.riferì e q:tindi ar,com r~gna.lo dà lulli gli levarsi duna Rtilazio11e dellc .-Cònfe'renze. di Novara pubbhçale _ Uffiziali Sanitarii riunili passa ad uda rassegna gen_era le . nel n~ 4'7 di questo Gioru·a1c,fo atfermaJ1vamente_ risposto, sempre che nell'usarlo s'usass.e !a massima ci r/'.ospez1one. . delle va rie Sai~ déllo Spéda.1,,· .!e3°tinatt1 agli ammaia ti ,di ,· . . La Redazione.

cui un occhio eserci.ralo 'può stabilirne la\ lia,gnqsi':i prima vista, ma non crède però, che la direzione del piede atl'inlt'rno e l'i mpepimen.lo ai movime_nti siano caraUeri e · s11gni esdusid (J~ll'a· ·malattia estesa. ai capi' articolari, potendo. quelli d,ipendere ila affezioni .moibo.se · varie dei musco li ·e dei legame.oli o. da lun19ri di _va.ri9 ·~e1111re Ìl'\- . terpost: fra qùesÌi 111limi, ·ccc, _Il Presidente riassumend,J la questi·O'lie e ._richiamandola ai suoi ter.mi11i primitivi dict\.associ~r,i. egli, pure all'opiuio11e emessa dai vari i fylembrì" 1ell' Adunania sì1 la, natura della malattia· f: su le· co1.1scguenti ini:lica.ziorti terapeutich~, Dioe es~~~ èvidtm te _il fl eJ&rlrocace, ~d ~ve·r~ fa~l'O già r.~. pidi progrnssi, ma lo .s!a.Lo '.i,ell"ioferino non nermeuere per ora .1·a·mputnione; non ~sserv·i ur·genz.a per questo eslreino rirm•dio ; r~ cora dov.ersi di~igere a ·1ogliere le, complicazioni ed -a corregg.e.re ] <!, diatesi pe.r p-rat icar,e p.oi, se occorre, l'operazio'Q_e .còn fonda,ta ~peranz.a tH _riu, scita. C,.,nliuo.ando',-Ì I Presidenl.e;9ice o.on fargli me_r-aviglia che la ca·r,e g i.à scçpf:!,rla cuq1 lo s1recill.? q·àl Doit. ..A1Jurno non• ablìi·a potuto ver.i(ìca-r;si · ne.Ile succe8sive e~plorazioni; poic~è traltandòsi, egli di~_e , di seni: profondi e ' lor_tuosì soHnle· osi rulli ne.I tra·gillo' ~- chiusi al fondo da escrescenze fungos_c, n~n .s.i, ha .sP~1p(é ' 1a for1u1~a di. riuscire . nella prova, co,mnnq11e destra.mente mrneggian'do lo sp_è cil-lo e variamente i\1curvarnfolo. · · . , Fina lmenle;il Presidente, d·opo ~ver numerato e descriito i oaratterì (ì~ici dt< I pns provènienle' da carie, d:ce che la mancanza di quelli nel nostro c,isò p1fò. dipendere· da· che la malaitia dell'o~so sia an'cora limilata a' q1ialche picc-olo ' . . punJo. Ch iesta ancora la ,parola, il !Jotiore A!furrJo dice che sebbene J'amrnalalo in q'tiestidne portasse probabilmente dal la .nascit'a i germi latenti d'ui1:a diatesi g~utrlizia;' pure . gli est1rcizii violl'nti rlel 13ersaglier'ti' avrèbti;ero "non poc9 cool rihuilo a ·deter.mi11ar al ,piede quella grave rnrnife· siazi'one 1i10rbo,a; ona'egli ,far ~bb,: .v,oU- a _c he nella destinazione dei Soldati . ai varii Corpi che sçglioiiu fi).rsi nei Consig.li di le~a sia pure coniu ltato _l'uotJ!O <léWArle. , ·.

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402.· scere l",mporianza cld .. suo110 timpanico nel dia•>llOsticare il) alcuni -d1ffiçi li. casi la quanti tà d'el liquido rac;c,J1o nelle pleure; la. 'disp.os·:zione, l'aum1into qd il .decremento..del medesim?; Ì ·SUOi T81)1Y!Jrti. con il p0J m2_ne e g·ueJli di questo J: con le paret·i toracici1e; parirnente si rmrrà conoscere lo 0. LL . . . .NO.: staio di -compressioile ·o di permeabìlilà - del ·, poÌo,one e . ·. .I.i' FJ C·I - ! I, E:. differegziare 1iiù l'acilme11te la pleo~il~ dalla polmofrile. ·~ · .. T;i.li r isultameoli riduè.onsJ ai segue nti: 1° · in·· 41 fra le f/~riazioni rfilitate; l;! t ci1atc osservaiioni si rim' en11e ihuon,0 ·1impa1ii,co s·ollo. .. net Personalè . .. Srinitar.io-J . .... '. .. cla ~'i.c_~lare. dal la,to, d_è_Jta' ~e~e déHa ~accolta ; .ondecifè _il ., . mecltisl!f!O;. tome 1: t)gofo111a ed )I so1ho. bronchiale puo r1l)o-tt. Sidt1uo F<!ddì!. i\:fed. °<i'i-' Bnt!.> di 71• ;Classe ... ·iial_lo guardarsr·_qyale _scgrro di v·er-sament9 ,pJftiri'tico: 2° trat· -Speda I~ Mili 1,.. ùi Ca~liari.pas.sa .al ·2." lleggim_ento · tan'dosi di .versa.rri_enlo scarso ed aulico, H suono timpanico · Granat.ier:i di' Smh·gn~,. per lo . pii,) nJanca, m·e·ntrtr se,·quello··e -mediocre e recente il $uono:· li~Jfanico: s·i rinvitue ·oélla Ìilàggi(?re · parte dei casi, p•Ù ch,iaro m:affifoslandbsi vers!) la clavicola del lato anima.lato·. Che non cJ~I· l'alo' · opp:OSlO, Quando poi la T3C· Rl'VJSTA '. DEI ~IOlt~ALf SCIENTIFI~I colla/ i p_iù abb.ondiui}e o rooll?èoosiderevole, il dello suono - off, e- pur · alcune ' varieèà,. · Così uel-primo caso- e mollo so(S~ntò del Dolt.,Guco~ET-TJ). , . ·venlì,:timp~,iicò chi'ar_o ~I disotto della ~lavìcofa · nella regrot\(Léor.risponden't~ a\ po'lrnone e timnanico 'cavo verso Di alc11ni nuovi se9tii son,1n1it1istrqti efalla :1ierè:uss_i(1ne )a · linea ,di li"._ello ddla· raccolla:_laddove nel secondo caso toracica ·e~ del .5uo·110 'iiwpunico neglJ ~'1Jt;1ndimelitì liq1iid~ .. ha·· la_lv_oTla ·u~a. è.ison_ai1ia aiolto ;cava, idroaerica, de . 'pot <!elle pleure.. J.1 Doll. Hòger ha_'.. p.ubbl_ic~lo un l,~voro _i n-. félé; 5~ ' 1a ri.sonaoza 1impàì1ica deJ la rPgio.ne sollo(\lavico- . ternssan.te nel qualè son esp,Qsti gJ.i stocl1i (alti dal Jlotlore . ,larn:si P.'!Ò miir~ife~lar.c seb9e_nè· s'interponga fra .~I polSkoda ·di Viennl! e qùelJ,: da èsso, Tui rinqovàJi su "8 p'cT:'. n1one ·e la pare.te Loracica uno strato liquicjo· di varia al:.. cussione 1oi·ac;ra. A,inendue-quesii Pra1 1ci r[nv ~nnero,11u.oyi .. : :Jczza, t,,rsta chJJ:sia~ i soltanto prossi111i.tà del polmone alla elemcn.li··.per la d1iignosi delle mala11~,i èlegl i···or.ga11i i:e; . pareìe. sen.za l'Jìr111~i diata 'di 1-ui' adesiotii perchè si produca spirat,orii; elen~en_ti y'erò . che ,ro1evolrn ~r)I(~ rnudrfìqan.d? . il suoi10 1irnya,11ico; <}i (panier.à che il rrìèdesimo può 1j·e r, ,i principii già da ~aN1neé. ernèssi .e-gl't(;er~ l!u.enl~ _segurt1 !, _ cepìrs) i11 altri punti .de.I LOra_(le fu.ori della. re~ìorie sollo· merilano scco11clo mw·d'esser av.,·alor~u ga !la co11 fe1;ma di clavi~olare pur.che ·lq .sJralo ,.. liquido irite·rposlo non sia ullerìori b;servazioni.' NoidJ, \·n ' r;u_o r1er alrro fine dieci, molto 'Spesso. ed il, j10.l1noue, tJJltavia permeabile, si lrovi a 1;òca ·disla11z;1 dàlla· 1faré1è lora·èica; 4o ·1·enfi~ema della , dete rminia1n a farli éonoscer ai nostri· Lello'!'i. Ui.quanto ·ai s,egni, li 1)011. $koda : il. :quare riµuce ;1 .quath·o ·~erie le , · pa1,1e svperiore ed .ant~riore d_el ,polnione non è ooa ·c00~izione ·ne.:es'saria per' ·il suono lim.panJco ·della regione modilìcaz.ioni della risuonanza· lora~ica òioè -d·al $~Ono .P.ieuo al ·cavo (creux), cjal ·suonò ·-àlto :d. basso, daJ ..su.ooo :llm_p.a:solloclav~c·olare. Ed H polriwne, aoch,e ridotto di volume per compres~ione, ma c,!nlcnente aria socnn:iioistra sempre nicp al ìion. timpanieo e .dar sno·no eh i;i.ro a'I ;;ord'o,, lrn osSèfV3lt) cJie C)na11dè) havv 1• 'tra i,' puhnun.tl C )a parelt~ lOC!)ll la,1 iércùSSi11,n~.l :ind'ic;1IO Slj_OflO il- quale è più prouunziato . io .r.igione di rètla d..,Jla so(tigliezza e·fl essibili là dc.:lle racica ,11110 strato liquido f 'pe$SO aiçuni ceu1imetr1 od a,iche· un millimelrei la sonòri1à:del torace -non .resta irr modo · pareti tora\:iclie;. 5° il suono tinipanico si fa rimàrcare per i suo.i parti.coiari caralleri, essend'or.à c11vo bd abbastanzà serìsihilé ~odificata; è se .ci<) succ;ede,'ques.t~ modificazione· \'UOI essere· rifer,ta a.I lo stato it1atèrh1le del polinonù e. dèlla · çhiaro,_ quast melalJi_co 9ppure ·e;ivo è s1irc)o;tirnbro c1uesto parete 1oraèic:.à. corrisponde111e.. Ea'rimeore· le pseudq-r~iematfarro spc1:iae le getto timor,ale; .ed_ or è . Hsageralo non btane, .an~he.spesse, r,i:rmalesi rn!, polmone riùo modihcano. che p·iÌ1 arnpw ed alr9 daJ ,lato ammalato ,che non Jal lalo. ·serisfbilme\1.le .la deità ris()11a11za; 'rnà solo la din.rìnuisc9no sano; 6.o' fiiìalmenle · ollr'·a questi segiii, a)l·ri. ugualmente allorché quell.e rMchip,fouq_coné.rezioni osseo-.ca.lcari.' ~el · n1wvf rur·on_o d,!-S),:~d? !} da..Roger ri~conlrati nel[a pneurr,onia, ·nèll'eulìsmna e 'ut;:l 1i11C!ti'rrìolorace , i •• u.ali:11011 sarà ca,so ,d\ vers_amento ·,pleuri i:ic<• . J'a lrhass~inlrnl6 di livello. ,dell'oJttisità' non rfebb~ sempre rité ne.rsi ..-quale ero.va <li di· seui,'iritcres~o di brcvqnente ·esp·orre. 1°.Nella prieumonia: ~intìita q11an1,ii* del li(j\Jid1>. nccoh'oJ perOi:qhè lai ~lioas . ·11eli:inlìl:1rnj:une fl!,IJè!C.Ql~ r1;; s~crosa ,o sa'r1gi1igna del P?isamento può altriur.ente' chiriv,éfre da. riduzione nel_volume· mone;- n.cli'ede01a e nel'l'apoplessia polmonare ·s'oltiene. c9n la pcrcussi~ne il,suofiò_ limrian.ico; pu·rchè la· por1,ioi1e del· del p-òfm,onc ·q d·a ingran~ iinelllù d'ei J·e ,è:a~i !f( pl'e'ura!i, di _.. J'orga.rio ,.ar:nmalà~.o·· con.\e~ga a:nc61;a deJl'aria ; 2° mentr'il dipe riilen tc questo evsì da',depr1>ssione del diafràmma, conìé da incurvà·turn· .ma~gior.!l él~Jle cps1e. La· mobìl!1à. i~ .Qri.e · s_uono A)olJpo11are 11.atur'al ò .no!1 è . (imp.anico; ·c1uell o .che si d'el li quioo pleuritico' e perciò 'lo. ~postamento ez1and1~ .çlel-. · riscòntr~ n~ll'enfìscma. vescicolare è ora ti·mpaul,co · ed·.ora l'·ollùsità ·tor'acica·· at1 ribt1ili' alle murazioni <li, p~~i tor~ d-eg!i non tirr1pa11ico. (;os7. qn eofiseroa parzia.le che· circond·a àmmalati sare-tihe,:·_seconò,1 le in·dagini dei n rriinati.Pra1111a porziori_e di. parenchima v.olmon~rn ·in gorgalà <f priva tJèi, mqÌto·più rara·.ilì que_Ho che,génfra.lm,epre non S! Cr~:d~, J · d'aria, dà luogo. ;id .'i!na ,ri.sonànza che per lo più . è timpaCJiiamaiiÒ timp;rnica i Dottori Skodà è Rogcr una :·rìsuo ~ · oi·ca; laddove 'dessa è rare volte . tale nell'eofisema diffuso ~ non lò è: ··ma1. nell'enfisema interlobufare; la -sonorità nanza à lj.mbr,o pà rli.colare che puo.ssi a ,vclùnlà, destar~ 1oracica-inoltre in ·v/ ce d'esser esagera't'a _qµan 'èr .il tessuto pe~cnote~do; . co:me ·ilicc(Hoger; ·con il ples_simetro. i.I· yentrico lo (\'un cadavere,_·li.befo : d'o.goi. so·s1anza e ·collocato. . polmonàre è ecc.essivamente distèst1· d'ap!aria e quar;ido . le . j'Jaret.i toraciche ;,.on a,nche pèr l.r medesima cagione nel sopra ·un pia'no. noti . consonante. H -st;iono } l.1~ s~,1f'oltieoe oITre· alctrne varief:i :relàti've al !i.rado di dilatazion.e dell'or • . medesimo ·stato:~ è all'opp~sto;_séema1a; 5° :pari~1e11te nel pneumo'torace ·1a risona rìia pel !praie ù tirn1ranica allorch'è . gànò, a!lo' sl~to delle : s:ne - par~Ìi ~~· a/1~ .. qùàntilà :ÙI §aZ . la. tensione Jj~lla: par~l.e corrispondfln le a·I !a li> ammalalo conlenu,to.; ma getfo suo.nq. h.a· p~r~lp pm: 1_segneol 1 caralIeri:' è de$S0 è:hiaro, a·Jiò co1i"lievi varia'~foòi ìn_più od in è II ediocre, mentre qr1a11d'è estrema non Jia· quasi mai i meno e -possiede un ti1lìbro" cav'> (creu~) \ ·he. tal-.:_oll_a è · car,all_e ri.·del _suo.no timpanico. , •. . , · assai pro11ur:1ci'alo. e quas_i meta'llico, Questo snono timpà-, nico; secondo . che osservarono gli accenòa._ti Pra\ici, .ha , ' Jl.Dlréttore Dott: COllllSSET'l'I Med. DiY. luògo freq1ier~einenle al ai sopra' ed 8 live~lo dél rnrsa-Il ,Vice.·Uirctto'r'e_!·e~~ons;bllii fo_t,t .. Dar. d'e ll~aofo rl 111 . R mento pleuritico_cd in ~pr.qva di ciò' addnc.e· il .Do·t,1. Roger , 51 osservazioui. dai risullamenli d'eUe Rual i si-potrà cono, 1 Torino I 8.53. Pelazz.1, i'ip, ~ohalrir,a . ~· ia A lfìi'lri 'H.

PARTE .SECONDA

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N. 5,i .

ANNO JJ. ~ - ---- -----------------,-------:--- --v-----( agli 18 di luglio ~ 853 ) 1

GIORNALE DI HEDICINA ltlllllTARE DEL CORPO SANITARIO DEI1L'ARllA'f~ SARDA .

L'associazione oon si riceve che per un anno e comincia col I" ù'agoslo. Il Gio rn,ile si pnhblic,:1 nel f.aneùì cli cìaschednna sellimarM Pl\EZZO l>'ASSOCIAZIOj i.; In Torino

• . . . . . . . L. 1O. In t>rovincia ed all'E,;lero, franco lii posta , . L. 11.

L'ahbooame.nto ùehbe p,,garsi per somestr·i anlicipati. Le associazioni per i 1wn mili lari riccvonsi alfa 'l'11•o·a1ui;1A SuuALl'WA via Alfreri, numo H. Le lettere 1>or abhonamenlo al ·Giornale debbon esser alfràncate ed ac;;:~pagni\te da vaglia postale.

S0mun1o. - 1° Uoll. MOTTINI: Rèodiconto Clinico. - :1° ne., Iazione delle Co11ferenze Scieolìficho. - 40 BolleUioo ufficiale.

PARTE PRIMA. }) EU, t: l'Rlt'iCIL'ALI CAGI O'l'I I DELLA MAGGlORE MOR'fALl'fÀ q'J'llJIJIE LUl)G(,) . N ELI.C> SP EDAT,11 ·mLl'l'(\1\ll

DI CUNEO

cho la cagione dell'.aumentala mortalità debba ricercarsi nelle straordinarie ed eccezionali inJ1u~ì,zo cosmìco-Lcl · hiriche verifi catesi soltanto oeJ volgere della passata stagione. Second·o il nostro rnçiclo di vcclere ,ed in seguito alle osservazioni raccolte, tre furono siffatte precipue cagioni: 1° l'epidemia del•rnorbillo ; 2° le speciali condizioui atmosferiche; 5° l'anivo nl Corpo d'un C(lnlingente di 48 Coscrilli provenienti dalla Eartlcgna. · 1o Col chiudersi dell 'au1unno e col progredire <lell'iuverno nei ùinlorni di Curleo andò originandol)i cd allargandosi uu'(lp idemia di morbillo o di rosol1a che dapprit'na si tenne limilala ai bambini ed ai ragazzi; fra i quali cols11 un numero grandiss.imo di vi1timc 1 tanto che in una famiglia della ci rcostarìlc campagna · nel nnmero di sello prrsone che furono tocche dal morho, tutte solle dovellero morirne (almeno da quanto r!)i fn detto da un Medico di qnesta Cillà). L'epidemia in seguitv s'-eslcse .oJl'elà giovanile ed anche alla vrrilità e dalla campagr\a si propagò alla Città, do\'.e infierì per 111tt.a la pri mavera e, come altro\'c, fu assai ferace di morti. Per le stesso relazioni èhe corrono sempre fra i Cilla'dini ed -i llililari della Guarnigione c per l'inOuenza dollo medesime cagioni atmosferiche, il morbo epidemico contagi oso s'allai.:cò a qoesli ullimi. I primi Ire casi manifestat isi nel gennaio 'e nei primi ollo giorni cli febbraio fu rono d' i11<lolo bc11ig11a e fugace. Trallavasi di semplicurosolia quasi apiretica che nel volgere di pochi giorni e.cou limitalissimi sussitlii fu condQtta a perfella ris·olnzione . • ]\fa il rnorho andò di poi a gradi a gradi assumend·un aspello s·empre più min accioso ed imj>onentc . Coo casi leggieri s'allernarono casi gravi ecl ane,he gravissimi e qu~sti presPr in seguito il soprovvenlo su i pr,imi. Furon,•i perciò t11llt1 le .gradazioni morbose solite ad osser# varsi in silTalla specie d'epidemia, come gli Autori hanno descri tle cioo da lla rdso lia. a poche e superficiali macchie· cutanee pallido-rosacee cbe svani.vano con la più Jeggiera pressione del dito ed eran accompagnale da mitissima irritazione delle mucose respi ralo ri e e digerenti aI morbillo• più rileva{-o, più conilucnle e o iffuso con tulti i sintomi di grave e profonda lesione dei bronchi , dei polmoni e 0

~EL nm10 (l0.1.01mIHSTRE DllL

185:J

CON ALCUNE

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.S O'rAZ I ONI CU.SJCllE

(Del Ooll. P11nno Mon·rn1,Med. dell'So llalt. doi norsaglieri).

Dai prospeUi numerici delle malallie slalo cural e in q11<1slo S pedale dal settcrnbre 185 1 in cui, il Co rpo doi Bersaglieri prese staoza i11 quesla Città sin alla fine dello scorso ao110, i quali prospelli , com'è staliilito, furono men si lmente rassegnati. al Consiglio Superiore di Sani là, ril,\Va si che la· media della mortalità non rc1ggiu1ùe mai l'uno e mezzo pe r ct'n!o, lcrminAmedio 11r esso che uguale a quello ottenutosi negli alld Spcdali llilitari del Regno, il qnalfl l'orni non ultimo né sprngiC)1•ol argomei:ito di giusta estimazione al Coq>o Sanitario nell'i,nparzial e comp~tente giudicio di quanti sentono amore delta Scienza e del proprio paese. ~la nei primi quàllro mesi· dcll'élnno cor.renlr,' il numero dei morii verifica tosi in questo Spedale fu proporzionatamento maggiore dell'ordina rio, anche fallo calcolo dello accresci~1to numero degl 'informi stati in esso ricoveroli. Di fatto nel' numero di 421 ammalali stati nel dettò pe~ riodo di tem'po r icevuti nello Spedale s'ebber a verificare 9 casi di ll_lOrlc ; ciò che farebbe ascendere la morlalilà in dello quadrimestre al 2 119 p. 100 , mentre che nel · l'eguale quadrimestre dell'aon!) antecedente, io 546 ammalali 5 solamor,te furon i casi di morie. Silfallo aumento di morla li 1à non potendo derivarsi nè òa diversa qualità degi'infe rmi, nè da aumento qualsiasi nelle occupazioni ordinarie dèl Rcrsagliere, ragione vuole


404 degli organi <lei circolo, sovente ancora di quelli dei cenlri nervosi e dell'apparecchio assimilatore. Trentaquattro furo11 i casi stati sottoposti in q11est9 Sp~dale. Di questi, 21 ili ril'~riscon all'cruz·ione- primitiva; i rimanenli 15 a quella secondaria, manifostarasi nel corso· o sul finire d'alt ri mali con m-arcala iufluem:a su l'esito dei medesimi. ,Alla. prima categoria appartengono du.e morti e;d altr,eltanti .alla seconda: di tutti questi quattro casi darem in seguito una succinta relazione, non volendo per ora in-lerromper i nostri ragionamenti di Patologia e à'Eliologia. 2° Come lutli lo debbono ricordare, gli ultimi mesi dello scorso anno corsero mili e mollo . lemrerali; sin al chiudersi ùel · medesimo anch~ i paesi delle regioni più fredde del nost ro Regno, la Savoia per esempio, furono rallegrai\ qua5i coslaotcmenle da un sole splendido e tiepi~o più dell'usato, per lo che in generale usufrullandone la sanità i più bene.fici elfolli , p0che furonò le infermità ·subordinale a quella costill.Jziooe Medica in _confronto delle stagion i percorse e proporzioòataml)nle minore anche la mortalità. La s1ampa periodica 11011 111a11cò d'avvenire .questo follo;· siccome ll11ova conforma dl'll'incontroversa influenza delle condizioni atmosferiche su la. nostra sanità , per quanto 0 011 si sappia bene conoscerne I~ misterio.se cagioni. Ma poi con il oominciare di quesl'anno e cos) vi:i via ·con lo avanzare del qnadrimestrt•, lo stato ckll'atmosfcra offrì un andame1110 a!Tatto diverso: il freddo rigido invernale che ormai speravasi allontauato si fece ad un !rallo incalzante e,1 acuto anzì che progredire per gradi e yrolungòssi anche al di la del coì1sueto .. l':\cl tçrrìtorio di qnes1a Città posta a breve distanza da lla grande ca lena d1il le Alpi , ca•lde in -più vòlte abhonda nle quantità di neve cho, cocigclolasi p_oi, resé ancoro più fredda l'almosfera:Vi furono in,dlre 'malte giorna.te di vc11ti e di' piog~ie fitte e minute con frequenti e rapide oscillàiioni lermo- barornelriclie. Nel mese di marzo poi ed in -quello d'aprile le piuggìe, i ven_li, l'umido ed il freddo allernarono lropj,o sovente COII Ùn .SOie liP,pid'o e Sereno; per lo che menl'r_ e j)ft l'aziono d'esso erano favorile le funzioni periferiche dei no- _ s1ri corp.i, per la· susseguita inversa azion~ dei delli dementi venivano queste a sopprimersi , d'onde g,li umori risospinti nelle ,•iscere interne e le .malattie che n~ sono 'la facile conseguenza , molteplici, gravi e pericolose. Appare da ciò elle ~on_ 1ut1a ragione scrisse il chiarissimo n oit. Arella noi suo 1'rallato d'Igiene 1tlilitare (1) che la più nociva delle vicissitudini è quella ~el calJo al frcddo-m;niclo e clic una lunga sequela di reumi e di catarri fo rma appunto il doloroso retaggio dei l\lilitari duranle le stagioni umide o fredde, ( I) Di qucsl'Opera ulilissima era nostro inlèndimenlo dar on suolo iu ques10 Giornale alta meglio cho pe,· noi si ·poleva onde l'urue riie,•ar i singolari-pregi da coi è in tu:te I-e sue parli ar-· ricch:ta e lr:butar io Rari lcmpo al benemerito Autore il dovul~ om.1ggio,di gr~titudine pc•r avere con essa riempiuto con tanta dollrina c. corredc, d'erudi1.itrne µna lacuna !in ora lameulata nella l\lediciua Milita~ellaliana dei tempi noslri.)llà-per cngioni l'Slninee alla nostra volontà ne fummo preYeoolvda persona assai più di noi competc!ite e capacr; per lo rhe non c·i rcsla che di congralolarci rol rhiarissimn Autore d'aver n,•uto JHJ'illuslra~ tore della di lui Opera il Cav. Bon1oo che l'ta 11iit·una dello principali sommi là dol Corpo nostro Sanitario, o l'autorità scicntifìcà ciel quale ò un elogio beo lusinghiero per colui che so lo è procura!o,

Ma a lullo questa s'aggiunse a nelle un al!r' t'lcmcut~ d'azione morhit1ca moh'alli va che non vogii.a.mo passareSO llQ silenzio cio~ uno sta to special<1 dell'asmosfern infesto nlla sanità di cui, llillochè non sappiamo aar una ragionata definiziòne, ne deduciàmo però resistenza desumendola da ciò che !~ malatlie non procedettero con quella regolarilà di corso çho le caratlerizza e la l\lediciua non potè spiegare contro le medesime lolla l'encrgfa dei suoi polentissimi mezzi, Tanlo per lo mono abbiam ossrrvato nello Spedale Militare che anche uell~ più franche e spiegale pleuro pneumonia, sebbene gl'infcrmf'fossero t111li oel pieno vigoro della loro gio~cntò, dopo i primi tre o qualtro salassi il sangue ci appari.va tosto molto carbonizzalo e nero con tracce appena appena marcale di cotenna d1 mediocre consisleoza. Gli ammalali inolt;e cadevano Jacilmenlc in una prostrazione in~o_li1a di forze -ed i loro polsi facevansi bonç preslo molli e cedevoli alla più leggiera pressione del dito, in guisa che non permellevan 1111 ulleriorn rinnovamento del salasso, lllllochè il medesi mo fosse ancora indicalo dall'acut~zza O dalla· gravilà del male il 1p1ale perciò- r.esislova piÌi dèll'ordinario e si protraeva al di là del termine medio con con,·ales1:cn:w luughe e steola le e con facili e frequenti ricoùule. Questo stato spccial<J dcll'armosfcra sembra che dipendesse dalle ·cakioor medesime per cni 'S'era gen r rala l'epi· demia morb'illosél di cui al,hiarno favt,llalo ; tondizione questa .già rimarcala dni più gra ndi Osserv~tori dell'anlichilà e dei tempi moderni; condizione ignota odia sua nalun, nella sua sede o nel modo suo d'operare, un quid arcanuni che sfuggì fin 11d 01:a a ,;11ti i crilcrii fisico-chi· miei, a malgr.aclo anche ddla perfezione degli alluali nostri meni d'invc~Ligazione che ei fauno conoscer ed analizza re i pii'1 sollili C\•rpi della nalura, ma di cui non possiamo 11ei;are l'csislenz,a e la .rcallà materiale d,·gli efTt,lli d 1e su l'umano orgànismo sonu da 411esla inquinaziouc almòsferica prodolli ; simi_le in ciò al miasma paludoso cho nes~ suoo disconosce per la specialità dei morbira cui dà origine ma che nessuno potè ancora scoprir in ·che cosa desso consista. La Stuola Aoalomo.:Patulogica non ammelle ·1a esisle11za del virus -e dello sosta~ze imponderabili ond'è impregnala l'atmosfera nel deço rrore delle e1>idemie eh~ però influiscon allaJQro gui$a su l'andatnl'n·to-delle malallie comuni; e con 11ostra dispiacevole sorpresa leggemmo in uno degli ultimi numeri della Gazette des Hopitaux de Paris, che 11110 di:i più caldi propugnatori di d,etta Scuola, il Doll. -Piorr y, trattò con di~prt>zzo la teoria ddl'lppocrate Inglese che si fonda tulla su l'esistcn·1.a di questi v·irns. J'l,Ja, domandiamo ncii, che cosa ·,·i ha esso di meglio sostitui to?- Sonvi misteri nel procedimento deUe operazioni della natura che a uoi suptirbi moria li non ,è dalo di pentJtr-ure: solo ci è perm esso d1 slmliarne i prodolli e con il mezzo ddl';111l11zione o del raziocinio risalire ·alle loro cagioni e condizio11i d·azione per far::one quindi 1111'idea se non appaga11te per intiero i diffidli i11leJlclli , almeno sufficient~mente plausibile d'imostrativa.,E siccome, maoca10 la_'dollrina dei virus, n,on se 11e ha aucora sos1 ilui!a un'altra che basli a fornire la spiegazione stretiamen!t scientifica dt>i fati i pa lologici ad ·~~si a uribuiti , rn,•gho è l'allenerei all'aulica Dottrina, 0 0 11 essendo nò ulilti, né sag\~ia.cosa il ù'islruggere Stl prima non si ha 'f(IS IO la mente dì riedifica re. 5° La terza fra le precipue cagioni onrl;, vuolsi incolpare

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405

la maggiore morlalilà osservafasi iQ .q~esto Spe.dal.e nel f r.a(a Se un'VÌ7.iOdiscrasico qualu.nque·noo l'av.esse favorita; dub.

[.. bio che poteva trovare uu foòdamcnto mi~-µi~do. di _manif~s_laperiodo cli tempo _già cita to e an'iih'èssa affallo·.cccezjonale ziòno della cefalalgia di cui, l~sèia!o ancho.10 disparte 1\ precip,uo è ai tale gravità da meritare serie ritlessionL · v •. .- ,. 1 suo caratterè sifilitico dedotto dal violent6 impervers.a~e ·della medèsim<1 aellò oro nolturne, a-volerne cousid-erar~ l'esaéerba: r( Continua) ziono .vesperti~à..sicc_ome. ÙJ1 s·erµplic.e sintomo infiammatot.io, sarebbe slato necessario che alla 1.11 ayita·notturn:t delta cefalalgi=t fosse stata in relazior..e helle medesime ore la gravità della ,taJ}.ELAl iONE- DELLE,-CONFERENZE . SCIENTIFICiIE zi~riefebb'rilE', ciò e.ti~ non fo ,· almeno per quanl'-c_bb':egli ,ad osservare nella visita eh e per· ra~ior.e _dello speciale ·seryizio di ..(1lt~se di giugno. 2a Tornata ). Guardia dibe per due volte a far al :'llelloui,; clabbio _finalmente che, a soo parere; non.poteva èsser ·escluso ass·o_luta~ente dalla To1uNo. Dopo ~,ver il l~1·esiùente, fallosi interprete dei !ientimancanza di tutfo quel corredo di sintomi ·e di segni che d·enotan in aeneralc l'esistenza della lue sifililica., giacèh..è aon è cosa men ti.di tutta l'Ad_anauza, rÌvolle parole'<li cordiale congratµl~ J ·iafreq-; ente leggere· nelle Oper!) di coloro ·che ·scrissero d?lia siziorie-al Oott. Cigolini peda deco·razione de!la Croce Mauriziana filide deèorreré t;ilora la la.e venerea in modo così larvato da·non di cui la Munificenza Sonaqa si dèg,_~ò. fre,gi,ìr'.o, qnesfi, vivaessere ;apr.resentata fuor~bè da sintomì così scarsi per nulÌjéro mente commosso, ringrazia il Pr.cs.ideat'e e f' Adunanza tutta della e co:f dubbi i. da potersi.(acilm!ll)le copfonder~ con quelli proprii simpatica compartecipazione àdilimostratàg1i per la ~q!l}pai'tita,di ben alti:e malattiè, siccome, ad es.emrio, può legaersi in lluf: gli onorificenza e fa v.oti. port•hè un' eguale _Sòvran<! distinzio?e s?estenda presto ad o.llri UITiciàli Sa11itarii dell'Armata_, beneme- . i fela11d: il quà}e ~arra il caso d'~_tia. raggu~rdevolr. donna at~rm· 1.·. pala che. tocc~ da un an:oo da !orte formicolamento con dolore rili per ·distinti servi1,ii. già resi' allil Sciel)za· ed-alla· Pa!rta. · Il Doli. Giuseppe zanltaro legge qaindi la'.Stòria di pe~artro; nell'ano c.ontro di èài nulla avevano pofnlo j pi:ù ·razionali rimeC(ice g:ua,rito per-mcm -! dell'amputazione, già pubblicata nel nu.: dii, si venno.pofa rieonosée,·e ·cho il mentovato _dolore,- luttochè mero antéceJ.ente del .Giornale. . . ' non accompa~nato ·da altro sintomo ·o· segno, éra .il rappresen()Hie.ne po'i. la p.arola fl. Doti.,Mao·tclli il quale ·ritornan~'alla - tanto di Juè sifilitfoa conseguita ·ad infezione v~oerea contràtla ·aw~tàj li dodici'an,ii e cii mi guarì radicalment~ ci;ildeut.ocloruro Storia d'uret1·0:cis t{tc, _stata letta dal -OotL. Ili va in un' ant_ecedi'mercr,1rio. , · . dente 'l'ornala, emetté il dubbio _che l'elemento patalogi,ccrpriqcipa.!e il quai e produsse.peli' Arti'gliere Mel.looi (vec1.·s 1oria n° 44) l\la contestand'il Dìtt. ·Di Beaùfort rhé vi po lesse esser analpla rapida organica .alterazione degli orgao,i· _uro-genitali, possa . ! gia tr; : il f,:llo esposto da\l'lfolfelund e quello ·ìn dis~ussione -, essere slala 1".1 iu.e sifilHica: .larvata. cbe _co!llplicava l'inl!,'.!nma-. 1 · perchè·il Mellont non er,ntato to.::ço·mai eia altra,contamina~ione · zionc svoltasi r.e1·mootova1t,orgam; dubbio questo da CQI 11 Dott. venere{t··fu~rchç cl.a una blennorragia, il Doti,. Mantelli, à<icennato .prim,( com' il l\Ielloni poteva forse avere partiC<)lari ragioni M:rntelii manifesta essere· stato c_oi:npreso pèr il.-fa'tto ·della strap~r non-ammctter) nfezione ·-venerea d'l\ltra nal 1fra, fa anèora ziant'e cefalalgia .da cui il Mcllon1 era nél cors':J de!)a s.ua malattia tormentalo sùl fare della sera e' per buona parte della notte; _dubnotare che per ·giu.dizio di mQlti Sifilog,·. fi, trn i qqali I:.a_goe~u, J)l)Ò .benissimo a_ cJ UÌla bleunorì-agia·tenere dièl1'0°la.lue 'venerea; . bio che :in )ui s'accrebb,? poi al)orcbè ifalla:n'elazionc della ·llCèròsco~pia· del l\fèjloni è.oao~benooessersi rinveuuta·oeglioq~aoi 1 -opinfonequesla alla qlll!!e, benchè il Do(I. l\l~ntcUi, d'accordo craniani lesiono di sorta che valess.e a dare 11agiooevolé spiega~ ! in ciò con la Scuola Italiana e con b rc\:cnte Scuola- Francese, zione di quel fatto morboso. Maorfestato,quirni) il scio ramm~- ' asserisca nop poter ·aoerire ll:3nne.il caso.in-coi ·con 'ia bleunorri.co porcbè per essere.di s~rvizio ·in Quartière rlon av_csso po- . ' ragia coesista un ulcera veù~rca oel:canal urélral'c, volle laltavia tufo prendere parte all'àutQssia ca<h1veric.a, si I'ivolge particolar- . .maoi testare nell'onico int~ndim~nto di provocar in proposito il m·enle all'oo·ore.VlJIC Collega Doti. Riva. interpellandolo so· neg_li giu.dizio dei suoi Coliegbi. Concbiuèle _poi·col rjnilovare-la prote ascessi rinvenuti nell'ure1ra del cadavere del .l\lcJloni non esi· sta 21ie' nel sollevare siffatta quistione non ·av~va.mai pens,rto di ~tesser'o per avventura a.lcune trac·ce di. qllei _carattèri che so- , asseverar i_n assolo lo che nel c~so _in quisli?ne vi fos'sc u,na glion'O ma nifestarsi in siffatte lesioni patol~gic~ie 1,llorchè ric9- . compJ1caaza s1IH1t1ca, ma sol() aveva voluto !)Spnmer utr dqbbJO, · I ·_ammesso -il quale si poteva, meglio chirin altro·.tnotlo · dare._ranoscono pc1: çagione0 coeffici <'nle l'elemento sifìlilièo. II oòtt. l> a. Beaufort,-Mcclico Curante, rispo_adc al pr'eopinaote . I gion~ della rapicli1:orgaoièa -a!terazion.e ~eg_li ?.rgani U1:o-~enilali che gli.accennatf ascessi non avevan akan the di comunç con la I o d~lla ccfalalgia notturna con .~aocanza d1 quelle les1om ·patosifi.Jide poich-è nel canale dcll~uretra·ngn eraosi scoperte nè.tra<'ce logiche cérçbtali che ti:vrehbersi dovute rinvenir_e net.·cad.avere d'ulccrazioni., ri'è ,di cicatrici' succedute a questè, cd i. 1lesèr.illi ·i per.spiegarne l'intensità eia· pervicacia. . àscessi eraosi i·invenuti solamente nél !ess~lo cellula,1:e sotto- i Il Presidente"s_i rii a riflettere se a somiglianza di quant'.accade mucoso di quella; che erasi-io questo caso verificaio quai1to suole . I in altre morbose affezioni.non fosse q.ui pur. il caso d'as~river ai! accade re nelle coiigiuntiviti oculari e nelle Qllalmie bleooorraun'infezione ·p.ilrulenla limitata.la fiìnnazione tlci picccli ascessi rÙrovati nell'uretra .del l\lelloni, bastand'alcùoahata una piccola. giche Jo cui l'urlo vioieuto deWinfiamma.zio:ne ~·Hcra; còn.suma e uléera p~r determinare l'assorbi~ento p_uralonJ.o.geaeral.e ,e non disorganizza i tessuti chè invad.e ; che la cefa)a_lgia a s,uo parere potendosi per.altra. parl<! attribuire l'origine di queg_li ascessi alla non fiotcva ritenersi s_iccome· sintorna.iica <li sifilide da chè; qu é).n· tuuqne ne11a·11·one s'c$acer9as:sc, du_rava pàò continua anche · semplice inlìamroazio'ne, per effetto di:llaquale·non si sarebbero certamente localizzali s0lamen1e in alcu ni punti dell'ur'etra. Connèl. giorno :e decorreva perriù a tipo ia(Iaoim'atorio ~oro pii ce; chiudé. tutiavia che la singQlare degenerazione .dello scroto la. che finalmente qllano'aodie il grnve esaci;rbarsi della. ce_falalgia nelfa ·notte poi.esse in qualche modo acceu11ar _alla cefalalgi.a <la , qùale poteva in tale qnale moclo esser ·assimilafa all'elefantiasi cagione stfililica, ) ullavià non po.k vasi con fon/lamento pe.r que(leali Arabi, lo induceva a rifetirla agli effet.ti 1!i sifilide cònse- . st'un~co fàl~o Ilro.vare_l'~sis_tcoia del!a ln_e c'.:.llica nel ~a~o in. di~ .· cµUva . · . : . , .· · . . · .. , . . scuss10ne,giacc.be~q1,1cs~ nlltqia p~i:.1 onhn-a1_,10 ~~ole map1festars1 Il Scgrétano Dolt. B1ma prcudend'umcamente 1n. cons1d~racon un ~onedo _di_ ben allri.!'intom1.carartrnst1c1.: • _ . ràziòne _gH accegsati ascessi e faèen~o riflllltere <.om: i medesi.mi J1 Dolt. Mantelh-dQpo av.er esposto come ·per quanto ragguar- ~. 1 avessero la' 'toro sede nel tessuto cellulare sotlo-macos9· dell'ured.ava ai.çaralle~i ~<l .a!la sede degli ~see~si ~-r"étr~I i ~rasi limi~al_o tra:, dice che a s_piegare la Cor.fl:la~fo.;1e _dci meqésimi·non· era néa dar a1 ~edes1m1 un v~l?re_su~J)OSto e~ m t elazione con In- , ce.ssario:ritorrer ad ipotesi, bastando, a suo giodizio.,_a darne ra· sullamenh d,elle _osservaz10111 necrosc~1nche,.fa n~tare a_l Dot.t~re I giooevolissim·a spiegazione la lunga persistenza ed il"decorso ora · .. Barone De Beau!ort c}ie non.aveva g1a espressa_ co1~e pos1t1va I mite ed ora orave.dell'infiammazione uretrale. l'idea della complicanza.sifilitica nel caso in dis·cussionl', ma.solo, .1 • , l> • _, _ aveva estemalÒ un dubbio il. quale i:io_teva trovare 'plausibile taGi!t<OV.\, I( D91t. Ralb legge la seconda parte-della sua Memo... giooo nel fallò sfesso 'délla notevole é _rapida· lesion.e ·organica l'ia su tottal:ìn_i(J. dominante nel(' t-f.rf!lala Sarda. Ultimata .questa ch'ebbe 1_? 1Jt o negli organi nr~-g(}nitali del MeJloni, ·les_iooe 9rl~\tara il ~'réside.~te ~nvita_ l'Adunanza a,decidere ~e per 1-l ~ag: g1ore pr_ohlto della dmuss1on.e che potra . !~ne re dietro a cosi ganica che lll qaesto,.gi~vine e robusto qual era, segnendo l'orfatto rilevante Scrjtto del Doti. Ralb e per potere frattanto mag• dinario andamento.deli'urelro-cistilénoo sarebbesi forse avve-

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406 giormcnte otiJ iz.zarc !_a breve ora ·de~·tinaJa alle .Conferenze non . lro e_rooi-co: al che. rispondeva il Dolt. Alciati potersi ·eonèhiusia migti.ore partilo troncare per ora ogpi ,liscuss:one in·propodere diversamente, ta nto più che la risoluzione ebbe luoao non sil~. ·rima_ndandòla perù a.queHempo io cui il·mento'vato $cri_llo , per 1;azione dei vescicalorii, dei mercuriali , degli oì) piati , ma sarà iotieramc-nle· pulihlicato nel Giornale ài Medicfna Mililai·e. · solo allora r he s'adopr<1ron i. mezzi anliflogisli~i; che anzi /o Il Doli. 1''issu1:e tiell'ai:conscnlir al la proposta del Pl'ésidente, sparir allora delle tumirlezze arlicolari n'e fn<l.uce a diagnostivorr4::bbe però che fosso riser\'alo al Dytt. Mazzi·il diriltb di kgcare più sinccr.ame!lle di suhflogosi reomalrca cbe non d'idartro ger alcune· sue rellifìcazioni di fatto alla Relazione so l'omonim·a sifilitfoo o mercuriale.. Aggiuoge che mezzi incerti debbono con. ottalmia, t~1t ia daÌ'Ì>oÌt. Balestra e ptJbblicala già, in questo Gior~ siderarfi i pediluvii'col biclornro 'di merc.urio e l'oso dei.clisteri n~Le. V Adunanza à gr~p_de maggiorjtà annuisce alla prop.osizione iodati dura_nle l'. ealeritifcila.t,1, 11.el quale tempo l'assorbiµì ento .del Preside1il<'-, motlìficatà' dal Doli. Fisso.re. · può,soppòrsi "ò,nuJJo.od iosignilìcante,.sicchè de,ve esclaèersi il lodiò dal benefizio di cura (2). , Au.si{ANDIÌIA. Dopo lel\o ed approvalo il pro.cesso verb~ lc dC'l.la Dopo le.delle rifles sioni il 'P re$identé tenne discçrso 1ella çoufcrenz~ prec~denle, il potl. -Vaglienti' impr~.nde a Jrggere la · stranezza di forll)a morliosa ollerta da un ammalato da ~4 ore Slorh1 d_i gi·avi'ssim\l enlero-per.ilonit~ térmiriatasiiofe)iceinente · in cura nel.la'Sezione diret!a dà!Dott. ·Alciali e questi riferiva nel tenc11ine di 66 ore ,dopo il suo decilbit,,. · so i f r.ecedenti e· su l'app:rralo fenomenologico. lodi il PresiOtteneva qu indi la parola il ·noll. Alciati per disco!cre ClJ!ale dente invitava. i Coogr.egali a récarsi al. ·1euo dell'infermo· per potesse esser il Villore é quale fosse llinlerpretazione da accortener ivi ragionameoto. darsi a'I metodo curativo stato già irnpiegato dal PrÒf. .Cav. De· 1 ~iche!is, nçna ·c;n:ostan1.à-d' i~artro, tale ch'e si ritrova annotat'o . (,J) Ne!l'intc_nciimeù(o di c_o nfermare con un pri1\ico ·esempio nel ·n° 45 d~l Gionrale d'i Medicina Mili_tare ( ved ..·11el ·citalo uumE<ro la nota apposla' da Ila Rcda;i:ione all'arlicolo lliv"lsta dei"' com'i prcpàrati iodici siano facilmente .assorbi !,i e tradotti in cir· · colo Jrnèhe~qttaodò sono _inlrodotti nell'orgaoisrno·pòr la-via dclGioroali 1Scienti.fìci). ~·remeHend'il 'Dò'll. ·Alciall the durante le cure antiveneree è l'intespno r..clfo e n<illò scg·po anche 'di provare come- da lungo l'amministrazione ~1.ei mercuri,;li soglio.no avere·. 1aogo idartri tempo prcs·so di noi siasi coi) successo tentalo .questo 'melod.o di . che pure vestono l' iodo'.e reomalica e ·so119; f)~.rciò, c1intra_ddiammioistr~zio.!le,dei meni ovati preparati, Jo Scrivente nella ~ua stinti da quelli d'çillra ' nat1ua, fa .notare che siccome nel s11nto quali là di (ollàboralore ,alla neda zio ne del Giornale di iJfédicina del Cav. Prof. DeroicheEs (.1)-màocano:lc nòtè carat"teris.tiche , 1rlilitarc ·senza c'ura1'e miou.lam~ntc;. come non'av·rebhe manca io ~osi pos·sa ritenersi gcnçràlmeiJtc che l'idropç ai'licolarc sta alla di fare qtJalor ~vessej nteso a <leter?\iaarc le speciali morbose sinovite èorile il vers~meoto sieroso del petto e del cùorè sta al.la conlin·genze in, cni conv,' n2a.far nso de i preparali iodici' cmì 'per pleurite ed .alla'pericardile totlavoila che sopravvcirgono i odihoc'C:a come per clister~: senza turare m.i1,1utamentc l'-cs~llezza pende·n1emente.d<1 vizi i organici ledenti il circo.Io. Partendo da . n(llla deseri:doué dei sintomi e segni m<Hl>os; e del ~ari o aridasiffatti pril)Cipii -generali-- 1< ,,iconosciuti· veri cioè che l'idarmento della malattia e_d omettendo nou pochi altri consimili falti . lro~i dipenda da irrilaz:one delle sinoviali e rilenendo·pnrc che di gliarigione coa lo s~ess0· rimc<.lio i!l 'm Nlo eguale·ammi:nistra-. i dolori ostcocopi .icerbi movaJH> da risalto del-morbo sifilitico, to, stati da loi'ossèrv,i-"i c ella Clin.ica del l'rof. Comm. Riberi , sicchè nei-Jcmpi.di lo.rÒ acutezza si ·Ìioti presso che èo~\antc'fitta - tale quàle gli ri(;orse alla mente. prescdse per corr1meUcr alla cotennà nel sa·ngae estrailo, non comprend"ercbbc l_roppo il Dol}Vo ta.inser ta nel n° :i5' di que.sto Giornale ÌI _caso di sifilide setor A!ciati il perchè, lasé1to in ban~o il tràt:amenlo anlifiogi- · condaria con t-V? ersione :1i mèrc~iria!i la quale oell'~nuo' 1.841, . mentre, <"ome (hirw;go AppNcato er..i adclctlo allll Speciale di stico graduabile giusta la permillcn:i:a ,-siasì in vece contiuoato nell'uso dei mer,c uriali e delle préj)arazinoi ·oppiàlc laoto" pt'r Carità, o·sscrvò·vol_ge r a rapida guarigione la · m t rcè ct'cll 'idrioaso ,interno eh~esterno seni.a vantaggio. Di fallo non vedendo 'dafo di polassa fallo amminislra1:c prima pcr' bocca, quindi per .ammansarsi ii ma!e, il ètirante sarc:l>ties·i appiglialo ad altro farclistere dal cl\iarissimo .Pro!'. Cav. DemichelL, che in sul priuci: maco, _l'idriodato di potassa, q11ale appena osc1to pe1; alcurii gior-. pio di, gennafo 184:! a~sumeva per suo .turno quale Cbirurgp Ordinario dello SpedaJe di Carità .la cura dcgl'inferrni ricoverati ni, rfor1 ta rdò ad eccitar un'inte-n.sa· gastro-entefite. La disposizion~ generale dl\ll'iofermo, i .dolQri acerbi 1>osterganw;> l'imnelle ·Infermerie dell'Opera -Bogetlo. l'er rimedìar aH'inesalpiego detl'idrioda\o e quando pa're fosse stato il caso d'atlender,t,ezza in cui pec effetto 'del°la fabi le sira memoria inco·r se relàsenc il potere riso l.ufivo d'assorbio;icnto, uopo . era e.be 90n vi ti va mente al fatto in sè ed. ~ dimosirarc con "quanta Pratica fosse stato senior~ di cupa irritàzlomi-tlvgisth:a ed ancora in tale ocu_lateiza . e p,rùùenz:r ·n dotrò Curante pro·c~desse nell'am· circostanza gli <:{fotti risolutivi s'open.i ao dopo alquanto icmpo. rninis.tra~ione· dei · prepa1:a'ti ic;>dici nel caso. io ·questione., il T anl'è, dice il. Doti. Alcfati c:he riesce ' tiillicile poter concepfi·e · solloscrit_to, tullòehè n_ella No-tà, gHna ripeterlo, mirasse ,unica:, còme il prelodalo Professore'.ablia intraveduli ne!la sua mente· mente a provare l'efficacia del i.o~oro-di pqlassio anc~esolo am-. gl'immediati favòrevoli. ris'ultàmenti e c.òme ·àll'insorg~re della mini~trafò per_la vi.a del relto, coglie ora "cli buon grado l'occasione 'della dis·cussion"e' soU-evata dal Ddt.t. Alc:ati io questa Congastro.-enlerile non abbia pa,·erit~to di pròp)nare· lo stess.o· rimedio per clistere irri!antlo -ancora la mucosa d'un lullo coutifcrema del!o Sr. edale d'.<\lessandi·ia. per compier: ad . un .a:llò dì noél ~11;1le è !'a mu_co"sa gasfro-enterica. Agg·iunge'ino!t;·e:. ammi.giustizia e di doye re. ' · Siffatt9 intentò sarel?bè pienamcnle olleh11to solo c:he si·prenislrar il iotflO per bocca, eccitarsi una _gas tro -etJt~l'ile intpnsa, rcplicare to stesso r:m,edio PGl' clisleri, tutto q\1eslo co~liluisce gassè fl Let~6re di vqlere ccrèare_nel volume. 14, pag. 129 e seuna terapia cho .non l;is-cia di presentar intricato proble!ria cJi~ · gu_cnti del Giornale delle «Sc.ienz~ fliediche per l'a,cinn 18{1, dove non-solo troverebbe l'esatta e ·reuelc sf.Ìosizi,onc dell'Òsservazio, nico._Jn app_og~~o- d_eHe ·fotlç ·rilL_s,sioni iovos:a la tcstii~onianza de_;; h erudtll Clm1c1 Brer~, Laevne e Pasr. ro e' fa an.z1 9,otare ne intorno a" cui prese a discì1teré l'onorevole Dott: 1\le,iati, ma come quesl'nllimo riconf, r'Olarìdo -con i_prccitati ·l'a:liono irri insieme ad t1lt1·e Osservazioni comprovanti l'elncacia del iodio tante del iodio raccomaJ1di precauzioni i~1 amministrarlo i~1ter- . amtriistrato ·p.er bocca e per 1,listere nella sifilide complicata a namcnte." 9tide. penetri à grado ·a gnido nella éofreùzi~ del tirmorbo rnercul'ia!e -~ comprovanti p~re i'.otilitil di siffatto rimedio colo_e vpnga _portato nei più intimi recessi clel\a ma,tei·ia- orgacome 1i1ot1ifièatore locale(lellc' ulcere v1•ncreé s iolomalièbc, troverc:bbe pur:e alcuni ùsscnna tissimi corollari i circa l'ulili lii del n\c.i senza concitar:e di sove rchio· il siste·m,lca:rdio-vasale,"' S'lfatt.~considerazioni del Hall. Alciati mossero· il Doti. Vaioduro di potassio .nelle indicate .circo~tanze,· la vrr itì1 ~e i quali glieoli a far~ riflettere dw· nel'cilat<l caso forse traila /asi d'i_da~fu d'ail,OF in poi sempre p'iù falla C".idcnlil é!ai clÌuici risuJta. menti. ·111a siccome non a., tutti saril ' dato potere ricorrer alla lettura di qµellii Osserv,1ziònf compilate d,i°llo stesso 'Cav. l'ro( 1) Se il DoU. 'Aldati' aYesse ha dato che Ìa noia p·ost~ in cale.è fe'ssor_:i Demìchelis. nè tuiti le. ricorderanno con precisione aa.al sunto del Doti. Gi"acornetti.su l;nso aelle iniezioni iodali nella èo.rc-liè le abbiano lette oppure si:rno stati lcstimomi del fatto, cura della dissenteria e~o,1ic·a, stato pubblicato nel 11° 45 di quesiécome -fu dello .Scrivente, così non ·riescirà forse discaro che qui se ne dia esatto· sunto. ,' · . sto Giornale, eni firmala la R-edazione, non ne ,1vrcl.ihe per certo creato AÒtoro-il C<jv. Prot Den,ii(:b~:Jr.s il qual era ·affallo ignaro L'infermà d\ cui era cem}O ne'I n° .45 di quel Gion)ale. vedella medesima. ' · niva ammessa nell'Iufermèria nogello nel mese d'ottobre 185l

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407 Sc1,1_nunrni. Lello ed aprron1to coo a!cnre modifica1.iooi risciando piuttosto che appoggiando, una delle ~ampe anteriod chieste da'! Doti. Scl,1verani il processo Ytlrhale clelhiù ima seduta · dell'impazien te qua1!n1pedè. Chia1oato alJQra in Quarlioro il · il Presidente facen;losi a pnrlare ùel raso ,Ji podarlrocacc di cui Doll Sclavcrani tro., ò che !a~11a va,;i. solamente ll'on Iieve dolore l'Arlunanza erasi intraticnula nell'anlf ce,lente Cooferoo1.a, dice ai lesticolo destro e chiede.va di uou esser ioviato allo Spedale. non ossere lonlllno il momrnlo orrori uno <li pral:caro l'ampuCondoltoyi im mantiuerile per 0_1•dino deÌ Doll. Sclaverani, dopo tazione; lo s(a'lo J!Onèra\o dell' infÒrmo ;)vere mollo mi2lioral0 1 duo ore gli 'si prali~ava un salasso dal llle,Ji co d i Guardia allo la fobbre avero rime:;so; lu diarrea essere quasi scomp;\rsa;.qoeSpedalo Doli. Ametis il qua\,3 dal <:omplesso (lei si11l.omi traeva s!a o quella~· 1111 1'011,ie non essere sempre onu contrin rlicazio.ne, già un pronostiço iofau ~lv.°Aila visita del maltino il Doli. Alfurayend'<'g li ye,lulo più volle nella $\lU l'rntit11 l' una e l'ullra.spano es,)minando l"ummalato iosic]l'1e coù il Mod ico Divisio1.1alo, lo rirc dopo 1·ampula1JooC'. trovava ìo questo staio: somma proslrazioue cli forz<'; addomino Il Dolt.A!furno ditbiarandosi pure dell'or,inione del Presidente teso, duro,c!olf.nle, iu ispecie all,1 rvgione ombelicale etl ;ill'iliaca destra; re.sp:ro ddtidlo, ,msioso; est rernità fredde; polso pÌccolo so la non lonlaua proha hillli1 di pralicaro l'amputazione, soggiunge che avendo ,:iunovata l'esplor.izionc con lo ~pccillo ~ lo rislrello, prvfomh•,.addomina_le. Si facevi1 diasnosi cl'enl?ro-peritonilo gravissima e prognosi d'es tremo pericolo. Foron ordispcrirocnlo della compressione delle eslrrmilà .itticolari erasi u·a10 uo'ipplicuziooe cli 40 mignatle sol venire e lo bevi.nde sempre piò persuaso 1icli'csisleim1 tlclla cade e di gu.1$ti orgaghiacciate.- Afl i1 visita dl'lla sèra là lcns:one dell'addomine era uiéi profondi nell'.arlicofaziont\ i:ioo conciliabili con la eons·ervniione del memhr<'. Facondo~i poi 3 ra2iooaro del caso cli rachi'arcnormesp'ecialmcn tc alla rcgio_ae epit:?lìca ed ipocondri'aca do.:. trocace cbc formava gii1 so~gello ,l'altra Conferenza il Uolt. Alstra, la respirazione orlv1> nuica·, i pulsi slrelli e sem1>ro più profondi, la pello -Vil' ppiù fredda . .Si prescrisse di nu ovo un applicafurno descrive i sintomi che prccedell.ero la mori e avveno la gioh\i prima, !\Ìt1 d:i lui valicipala t11iaodo fo ceN,\ diagnosi /l'a· zione di 40 m1gt1alte su l'all<lomine ma ioulilmente, chò la morlo scosso !eolo sintomatico ,li carie vertebrale o C,1 notare !o lesioni ebbe luogo nel co rso <lolla oolle, 3~ ore dopo l'accidente. L'auanatomiche seguenti éhe rivl!lav1.1 l'l!Qlossia da lui falla e dal lossia praticala :M ore dopo in presenza di tull i i Medici della l)otl. Bollero. Aperlo il vas!o sacco MW.isccsso in tull,r la sua Gu,miigione di ede i, seguruli risullamenti: nulla di rimarchevolo est1•nsione si trovò dHl i rnusc<:!i cl<•lla r,~~ion a·nterior-intèroa uel,',,hito esterno dl·I co rpo, ad eccezio ne tl' uua lt1ggicra ecchidella coscia su di coi appo~giava la r,1ccplla puruleola crao anmosi in corrispondenza dl"I testicolo deslro di cui uella vaginale neriti e.molli, C<1 me colpili eia sfaéclo; srgoen.to.là 1!irt'ziono (lei trovava.si i:na scarsa raccoha di siero :.aperta con precauzione· e stra lo p~r -is-trnto la cavilli addomioa le ne 1,uciva gaz prima an-. r-us in nito si ri conobbe un 1 ~triscia hi:rnca <'lrn passa~Hlo sollo jl !i~,m1enlo d(• I porarzi\, nnilamcolc ai tendini dei ,muscoli cora the s\1prbsc il pcrilonço', prnvano n dubbia d ella lacerapsoas ed iliaco cnlrnrn ne!l'.11ldÒ111ine per an ivare con css_i moz·o,,e di qu~1:i membrana, come meglio si ricoool,he in seguito: scoli ull~ coionn~ vcrtdiral.? lomharc. P,ll'imentc si rinyl'nne palil tuho gaslri ntesti11al o disteso da i ~az aveva acquistalo t,:l volido ed ,unmolli!o i! muscolo psoas g ranrle, spappolato il piccolo lume slraonlina rio ed_il fegato spostato da l veut1'kolo, euormee dislrulle le loro npoueurosi ri.'involuero;•,nst rolt,1 pure la ·m~ta m~nlc disteso aveva lasciato il suo posto per co!locar3i in -dire ziuno lrasVersale al cli sopra: di quella vis!:era. JI diaframma sodestra de l corpo tle!:o.lre primr rcrlrure lombari o Jelle fibroçartil,1giui intcrnrtico hH"i co rrispond enti, co,ì thc ne deriva va spin lo all'insù rla ll'enormo volume dellf sottostanti vis1:ere·aveva J'esislcuza d'una n sln eavern.i tnpp:1:1:1.ali1 di sostanza lube,rco - , rirlolla "la c,1,·it1, loracil'a arJ un 101 zp del suo spazio onlio,1rio. Nella cavità a,ldomioal<! era spar~a ima cons:dercvole quantità Josa i lubercoli o cavern" s'ussern1rono pure nei ·polmoni, sano di siero saognioolento; il pèrilonco o specia!meot.o la memhraoa del rr~to lnllo le ,iltre viscere o n~ssur;a traccia di pus n1c?lle vepcritonc.\lc dtigl' iulostird erano colorati di vivissima iuiezi~ne. n e. Proseguflnd'il De>ll. Al l"11q10 d%c rive IH·c,·ernenl<l la Storia La membrana peritoneale clell;inlestino cieco era mol le, pofposa, d'uu gravissimo caso di t-raumaiismo per cui lJlo ri.va nel periodo sfracelata o coperta lutl'all'iulorno ù' ono strato d'omore denso di 3:! ore un Appuntato dei Cava\lC!!!!ieri di )lonferra!o. l\Jeolro ave1ile i caratteri di mutr.-pus. QUe$le sono, conchiude il Dolcostoi facendo la p1,1!i1.ia 1lel propdii cava:to era intento a nettargli lo narici, scn•i improv v;s,JrnPnl o passar,i sul vcnlre , slri , ' torc Alfu ro c•, le lesioni am1tomicllo r in venuto riel cadavere del-

- - -per !'$S~rvi curi\b di grn, l.l luo t1•ncre,1 crnseguitala aù ulcere e blcnnorragia sofferte sei mini prima -0 non curate l'uorchè con rimc<lii locat i. L"app~rizionc ,lclbt iue datava già da sei' mesi e la se~n;waoo \ arie ulcere es lese. o corrod~nti il velo· penùulo tic! palalo e la parete pos t~r iorc tlel l(1 f,,riogc: una pcri ostitJJ cou note"ole g•mfia1ncnlo ,l' ambi i co urli li .<lcll'nrnero 1.lcslro: alcuni dolori museola··i più risenti ti nel muscolo delloidè .della spalla destra: rinalrnenle l'esacerbazione nullo ma di lulti i sintomi con veglia nott urn a, Giçw;inc di ~s ,rnni, di lemperaineoto ~angu igno o di robll,tiss·m:1 cosiH111.i1m.e era l' inferma dall'egrqii,i Cavaliere Prof. G aH~ che J;res~o qocì!' I nft: rme1 ia· si n a tulio dkcm · bro I 841 souoposla al!' uso. del rlel;toc!-0ruro di mercurio di cui in tale l~sso di tempo ro11sumo secliei grani co n animiuislraii(lne interrulla e con poco sollil'vo, anii ci,o n12itgiorì moleslio nei suoi .mali. AI I O rli gennaio !&4:l il Cav. Pror. J)emichtlis lro"ò !"ammalata., a cni già da alcui1i ~ i; mi più non si ;;omrninislra,·a il deu roclo ruro, nullo stdtO srgµe nlc: 1clo p~odc:lo ros·o quasi intier.;mente clall'u!ceramrnto .che solcava puro buona parte della forin~ c: ar:ico!H:t.ione omcro-ra (l?o-cubi!alc pili gonfol, dolorosa al tallo, lucente, <:01~erla cli t'l•l,wc ros·so-sqllall ido eil im mobile per l',J !.1•ocili1 dei dolori: uohiri nolturni spontanei iu dettà articol.iziouo, r,el carpo, nella spalla dc:,tra e nel ginocchio del mcd<'Siru~ lato che pur era gonfio e do lente nel moverlo: r.,bbre cou segni di gas tr cnte ri\e c·con on corredo tale·<li cose cbo reo<leva pericoloso il cAsÒ La cnra si n rrl a:ioruo 15 d i febbraio fu diretla a 1·icòndurre l'a111malala alla l'llferan:a di rimedii sprcia-li, \'O· Iuli dalla complicuzione della sifilide col morbll mercuriale cioò · del ioduro cli po1.i'ssio cho nel medesimo giorno fu prescritto a lla dose dì IO grani co n 3 grani d'eslratto ù'aconilo oa pollo 'per 10 pillole. Consu male q ue~lc IO pillole ocll,1 giorna ta io un con una

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libb,·a di clecoziono di s,,lsaparill.1 , l'ammalala polè già nella notte aver alcune ore ili son no; motivo questo per c.11i per éiuquo giorni consecutivi si sc:;oilò coo rapido mi glior~m<:nlo il 1nedosimo metodo -tli cu ra. Furon io $Cguito per selle giorni somministrali giornalmonlc :!O grnoi di solo ioduro di potassio sciolto ~in poche onco <l'acqua iodoleila co n un' oncia ili sciroppo di pnpavl'rO bianco. Al tredicesimo 'giorno di malallid l'ammalai~ cbe a\'OYil coosum,1ti ':HO grani di ioduro d i potassio o.lfriva qoasi cical1'iizal(:-!e nker(', qQasi cessali i dolo ri, risolto affatto l'intumidimenlo dell'articolaziouc orucro-radio--cubitale; in uua parola era per ogni verso bi: ne a\\'i,lla. !?o i11 que~to periodo di temJ).l che s1 ris,vegharon i sinloini tl'irrita:ionc gastrenterica la quale fu c,1qiomicbo si sospenllc~sevcr 8 gfomi l' nso de l rim edio. Riavuta la c,1lma delle viedigercmli fu ripigliato l'uso elci farmaco in isl,1to di sulu1.iooe e per clistere, ma alla dose di soli 10 graoi, dose che co ntinoala i;' n al 110 gioroo· di marzo sonz'allr'inconveniente lranne ona tale qo al ir r ilazillOO del crasso il\lestirto co u facilità alla diarrea, prudosse !ti r1so101.icne compiuta dei sintomi della malattia, ,id eccezione però _del dolore al <l~lloide rhe fu parimento vinto çon l'~ 1>plicaz.ione d'un vescicalo'rio mcdica~o <ion piccola dose <l'acetato cli mo rfi11a. Fu in questo caso maoifeslissima la nipidilà d'assorhimen lo d<ll ioduro di potassio, giacchè le orino·trallate co n l'umido maoif~sla ron o la presenza cl<!I iodio ;;i_no dal prim o !(iorno del di lui uso per bocca. Pa rim en te venti ore clnpo l'imp,•siziono del primo c lister e conten<>n!e il iodu ro ùi · potassio in solnzione l'analisi ne svcla,a la presenza nelle orine; presenza questa che l'aua!i;.i stessa avova dimostrato assolulameole manco ule sul finì re <leµ li otto gic,roi in cui era stala sospesa l'amministrazione del rim edio -per hocca. Oolt. MA:ì'CF.1.L~ Mcd. ili Ba tt,


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l'ioft:licc ca,•alle11giero ;_esse sooo lali .che,ollr.'al dispensarci da . o·grii commcqlo, ci d-anno 1>ieua . r ai::ion,e della .morte e piena- ! meote assolvouo'l'impotenia deli' Arte. · • l

P!RTU ·SECONDA

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Regol\imeot() e . !. .nel gio·rno 1 !) slr.rnrd inarirniente gli. U1lhialÌ Sanitario-'Militari ji si raduna ro.n ~n .Confere_nza per:intratteuersi. crtlst hedùna volta , in discussiopi rcf:iÌive alla co_mparsa ilei_vaiùqlo -fr_a .i Soldati o ,-- ~ -EGJO UHCRE:T O I?8lt -}'r, . ni OP,DINA l\ ENTO DEL CoN.SIGLIO per sugge rir9 _quel.le provvi_denze che tap io nei Qll_ar\i·Jri, quanto · t u~E r. !ORE 0 1 S&.NITÀ !H_i L 1:rA I\ E·. . C -. nello ~-pedale rne;dio potessero co.ncc,rrer ad ar.restarne la difTÙ_- ! 1i'\DI E. ' sione. Nelfa· prima di queste éonfercnze i'l--Med. D:v. dopo avere j · ·· · · c_ome la prìricipal.e. cagione . ili quesl'i;ruzione fosse , · C.A·PO · PRlMO. CòmposJzlone· det·Conslgllo è s opp r essfone delle a ccennato · I _ carlcJ1e di Cooslcl!erl. ' . , l!na special iuflnènza .almosfarièa la quale aveva determinale febbri f l'Hlli,ve: di varia nàtui;a, siccome 1;>. pro,•ava.la freqÙenza '! A·•T. 1. Composizione del. Coosig:io. - 2. Soppressione dei Condi febbri gas!riclÌe complicantesi focilroénte con un esunlema i,ti- 1 . siglicri . .. ~foloso alla'facda, av,enleora faforrna· di varice!le o di vaiuo[oidr. I çAeO SECONDO. ~Hr!bu1.1ò,i1 d.el Consigli~. , _ ora qo~lla. d'acne ed _o ra quella di· vero v<1itiofo , prenunzi_at~ j ART. ?- D' rezione del servizio il_i ler·ra e di mare. - 4. Dir?zione ·. e Discip!ina ilei Per·sonale.. - 5. Ccim'.llissione pér gli esami i · quello per lo più da cefalalgia-e aa vèrtigiui il quale scompariva I · per ddi tescetiza al cessarè _ della bhr~_; dopo .iver~ detto.eh~ _ CAPO TERZO .. Attr lbu:r:1001 e d~veri dè l Pers?n~le del Con.si~llo. _-quando qu:sl'e~antema p_usto_Joso s-1 mamfcslava con_ 1. car~~ten I AHT. 6. Pre~iden_tll: ~ ~onv~caz1?ne ·del Con.§1~!10.- -7. Esarn1.-:del vero. va1oolo'per·l'ort;lm,1no sel,t.e od.- otto pustQle piccolo divo· t 8., Medie.o: D1v1s1o11àle d1 Torr no. - 9. Rcsrdenta del Pres1lome; spèsse e neras!re comparivì111 io rorma di corimbi ip·-cia- ! ~ente e. suo 'carteggio. - 10 Firrn.:i. -- ·1 I .. Degli lspettor.i.~ sche~una.zona risipola_ceii e che /o uo ~a.so queste zo1,1e risipola- J j _ Isr,ezioui annu_ali,. - J3. DistCnzio'ne dellè Ispezioni. tose esscnd.~ moll'estese e le pustole mollo ifumcrose -~ ~on- , I. I½; Ispez,iqni straordina~i_e.-15. Parità di grado de gli Ispet11.uenli coq aspello fliltenoj de produssero nella parte i_ç lerpa_ j ' lori, Subordinazione. - 16. Càso d'impcdiooenlo del Presi~ de lle cosée.una IarQa bo'll.1 in follo simil a quella prodol'la dal!~· · de.nle. - 17. nclaz:o·ne deli_e. visi te rl' fspezfo ne . .:.... 18. Serapplicazione \l'un !ar~hissimo,vescièatori_o i d~po aV(:r'C. ancora - Vizio ID' 'tempo di guerra'. - i 9. Oel Segr'li'lario, CAPO QUARTO. Assesnanmru' In danaro aJ Pei:s·o'na1e.: -accennato comc._18 fossero già srati i l'asi di vero vilioolo ·pe,· I?. più d'indole m~ligna,.coòflornte e facilmente nello. stadiC> di sup- · I ART: i'O. ·si.ipendio. - 21. Iridenoilà tÌi trasferta. , p u~azionc pùmplicaotesi col del irio e co~ie <I P 9ue~ti-i8 ~foma_- ' CAPO QUINTO. As~lml~a:r:tou'e del i;radi·~llllla,l'i e prero.i;auve. lat,,3 aVC'SSero do voto succo_mbcre, co_oclrn;1d-ç CQU ?trC che, qi~a~- !rl AIIT. .22: ,Presid('DIe ed fi;pelluri. - 23. Segretario. - '24. VaDt~~qoe, meno in tre casi in coi _lc.cicat_rici eran ap~cnay el'_ceth. · tagg i, onori e preroga ti ve. · · · b1h,quesl'esanlema fosse comparso m sog1:1ctt1 · cbe olfr1vano C·PO S ESTO · ,, · ·· . · ' . -· . . · . " • . Nomina del Personale. larghe lracce della-vayc•. nazrnne a·.cu1. erano stati sottopost1,.lut~ J !l\T. j5. No_mina_· del-_Presi_de nle. - 26. Nomina deali Tspell.ori.--,-tavia raccomandava --ca\d<1men te che fqssere .lotti ri vaccinati ~ · · : 2'1. Nomina dei Segretario .. ·2s. Proposizione delle nomine. quei Soldati ·in rni· il primo. inneslo avesse~$olameutc avuto ·un l· risullamen to medi<icr.e. Nella--Con(ernaza. ,let Hl'l'AJunanza·dopo C,APO SE'!'Tll\10. - O!sposlzfonl dlversr. lunga rjiscqssioqe formoiava la proposta delle segneoti ' provv1ART. 29. lnt(J r_venlo_;ille Carithé di~Medico Divi.sional-e. - 30. Di, <lenze- le' cj uali;,avulonc primà il (~On,sen·so del_l;r Superiore AUlQ- Il ·spo,izioni generali rità, ùovesser' rsser atluMe pei: impedìre -l'ulteri·ore ·qiffusiooe . del yaiuòlQ, cioè 1° nello Spedaie; l'isòl_amento _(iei Vaiu vlosi dagl.i allri ammalati cii nna gua,·dia fi,sa all'rngresso delJa Sala per .impedir il pa~saggio a qual un cp.ie pè~soo·a pnu <1d,lelta al servi- 1 Jl Jl rn s A.. 11 n E G· N A, · E e c. E e E e c. ;-

NtizA. Nel giorr)O ·15 secondçi i I ÌH'CS~ri tt~ .dal

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zio 'dei mcde'simi,. la dcslinnlone 'd' ldf' rmieri scelti. fra · j più Sulla prop9si;.iQ.ne del· Ministro Seiuelario·· d i .'SJa_to n~r robm;t\ già vaiuola'ti'o vai,cir.i'ali et! unicamente dèstimùi al scr:.. · 1 , . . v ·vizio dei vaiuolosi, e la conseg.u0,11 te soppressione ·ctei pian Ioni J g1i Affari della Guerra; . fiss·i per i medesimi; 10.spur:20 frcqDentè dei locali çoi1 leg!:\jere I· Visto il ·Reale Decr.P!O in il,ata 18 ln!?lio 1845 ~ · furniga1.iooi acfrie e le bagoatnrè Mi pavi,nen.li con una solu- i··,_ Ahbiamo ordinato. Pd- orìli:nia~o qt;a~to segue: zione di clor"uro di 'calcC'; 'l'a ·liscivialui'a 'delle li1_1g_eriç ·per mezzo " · ·del bacato.a vappr~ é çon il cloruro di calce C: ltneparaz'rone CAP.O PRIMO. della bi?ilcheria destinata ai vaiuolosi da que-lhì (.legl(.ali ri 2mCompòsiifri~~ dèl Corisir,Tio e soppi·essiont d~ll~ cnriGhe _ mal.ati; '.! 0 nei QrJartì'eri: la pro pla va_ccinazione anf ho: dei , Sol· ài Consiglièri dati già vaccinaii qualora le cicat.rid èlel ~1il)ilo inr.wsto 11011 I • A RT. 1. - ComposÌzio.ne del Consiglio. · ~iano be_!te di~linle oppure 1100 offrano le 'fraeco del vaiuolo na, turale; ·1'.inv:Ò immediato ed isolalo ·<\no S_pèdaie' del Soldato so- · ) I Consiglio S_nperiore · Militare di Sanità consterà spetto lii vaiùolo; l'imbiaochimento di lutto HQl)ar,liere; la I quind'.innarizi di, ".alura cl_ei tavolati ;·d_ei letti t dei _pa:vitrìe.oti ,con l'a soluziooè di 1, · Un .Presidente: ·. clQroro di c:i.lce e lo spruzzare con la medesima i mud delle , Tre JspPuo·rì , due dfi q1rnli pnr la Medi ~ina Chirur· Camerate almeno due volte nelia setlima.na e oellè .O!'C in' coi i ' gja. e i'allro per·1a Farmàcia ; . _Soldati son agli·~serrizii-; la maggiore possibil_e ve nlUf!zione. di _ 11_ Un Segretario. · ~ talli i locali d-el Quartiere; la,sostilui io.ne _ della-.coperfura estiva a quella d'in.v~.rno; !a vigilanza so la ptìlizi'a dei pagfiari cci, delle. l An. 2.' -:- Soppressione. de) Con~i_glio, lenzuola, ecc., I.a· maggiore freq11enza delle· lav.andè dei piedi e ,Sono pereiò !oppr.csse le cariehe di Cònsi!ilieri stabilite delle a_ltre ·hagnal'qi'e so~ite a fa_rsi ,oe!l(l sl_agioue, con ordine ai. r So1dat1 d1 portare nel,sacco lutti gh o~~et(1 dei corredo p(;lr la- · I dal Rrgio Decreto ' in iJata <le) 18 lnglio 1845 .. sciarli es posti a}!a libera v~o tilaziou.e dur.ante. il tempo de.Ile _ba- 't , CAPO SECONDO . -. gnalure; finalmente la'maggiore ventilazion~ del pre</osto e della, Atiribuzioni del Con,çi,qlio. pr-ig_ione ç la pcrmis·sione ai rinphilisi di polere due volle nel giorno respirare I?Ci corlili l'ària'._libera per un tempo il più p_os.ÀBT. 3. - Di-rezione del serv/zio di terra 'e di mare. sib~l·meote lungo. .• , ,_J I Cqnsigli~ ·Superiore Militare di Sani-là avrà la sopravegUanza e ' snperierc direzione del Serviiio Militare di Sanità nPlla Nostra Armata, tanto . di lt1rta quanto di ·mare per fa parte èhe ragguàrd~ alla scienza, sotto l~ di-

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. 409 pendenza e l'anlorità immediata dt;I· Ministero: <li Guerra e di qnollo di ~Jarina ' per le cvse di se,rvizio che a ,que- ·sl'nlti mo .si riferiscono. .'Avrà il)ohre )I . Consi;gli'o , ove richiesto , · lillribuzioni consultive ·verso li detti Ministeri su tutto che ha relazione al Servizi·o Sanitario ed allh sci';~nza. · · · · · ART. 4. - l)irezione e disciplio·a del·Personale. , La Direzione e la J}isciplina del ·r er,ona.le Milìtare Sa-· nitario, non .che l'i11izi~tiva ·,,l'r le ·de.sti~azioni, ove. ·no; ·vengano fatte direitarnent? dal -~liuislero, spelterac~no RUre · al Consiglio. · -ART. 5. -:· CommissJone per gli ésami. U Consiglio. sarà eziand io coslituÙo 111 Commissione per gli esami di ammessione· e d\ proiressi,ine_· òella_-carriera . Sanitaria e Farmàcautica Mili'1are. La Coml'(]issi'one per li detti es~rr;i sar·à oi'dioa"ria~ente comp·osta di cin.que M<>rnbr'i co'mpteso i·I Presidente e non m~i potrà essere ·composta di meno' di qùàttro. ' -lo caso di pàrilà di v9ti, avrà pr~ponderar1za q11éll9 · del . Preside·nle. Ollr'·al Presidente ed agl'I..pel\ori del Consig.Jio ,- sarà pure..:Membro della éommissione per ·gli esami i_l ~le<l.ico Divis,io11ale dello Special.e 'Militar.e di Jo.rino. ·

CAPO' TEI.l-ZO.

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· Attbib1-1,ziqni e· doveri dei' Pel'sonale del Co'nsig'liò'. ART. 6. Del Presidantò. - Coovocazfoue del Co;;siglio.: V ~r;à -il Consig)io ri6rìito dal ''rre~i[lenlti in Sedute· ~rdinarie e .stnordinarie. -Egli rie fisserà il_:gion;o e· l'ùra ·e be ·darà avviso agli J,peftori _presenti allà C.nitalc, non che agli 'a1td M,i~bri eh~ potranno èS~('re cl)iarpati ad intervenirvi_, li quali tutti non potranno esimersene, salvo il caso di legilli!Jlo .i1~1ped imento. • . ART, '1.-:-- Es~mi. . NeÙa circostanza d'esami .spt: llerà pure_·al Presidente di cpocerto c_o:gli lspetto~i, di stabi lir il giorno e_l'ora. ,in cui ' òovranno avère luogo. · , . An. 8. ~ Medico ·oivisioÌiale di Torino. li Presidente potrà ch iamar il Medico Divisionale dello 'Spedale ·di Torino a sedere nèl -C-oòsigl io ~ prevalersi dei di, lui lumi ta nto rclativamcnlti ~I-le cose di servizio,·quanto 8 qtielle di scienza. ·ART. 9'. Res,ideoza. del Présidente e sao carteggio. I_I P'r,esidenle avrà sede perm,\ne1ile .uella Capitale,. corri.sponderà direllameiite col .Mini'stero.della- .Guerrà e con quello deli°;;i l'IIarina su tnlle le c?se relati,e al ServizioMili1?re Sanitario .di cui il Còi1sigli o.lra.:la 'genèra le o·~re- · ziv,1:re. - ·

in quellt: epoche che vem,nno dal Ministr.ro determinate l'ispezioni dei diYt\rsi · Speda li eri altri _IstHul-i M,ilitari. di. Sanità, (an lo per .I' Armala <li Terra, quanta per l' Arìnata Navale, ' · · ·

·1

Atn. 13. - Distinzione delie-Ispezioni. Agl'hpettori Sariilari lù CJJi allribuz.ionf s'estendèranno· se_oza dis1inzJone di sorta t~nlo alle ro,e Mediçho, quanto àlle Chirurg·iche· è àffidata .particolarmeli le l'ispezionè s·i 'mullanea del Servi'z.:o Ì.\fodico-Chj 1'Ùr~j~o ed all'Jspettore sii Farmacia quel lo S'llèciale- d·el Seni zio fa rl!iriCel)liCQ.. . ·, Sì. gli- uni c-lH! l'~llro do,•ran in tali.., <;i·rcos~anze milen· dere la loro i5pezione ii!fa discir lin·a, al corso d'i!ltroziooeed alle Conferènze Sc.ientificlie degli um:,,.ia li di_ Sanità . A.ll't'.; !1i- - Ispezioni straordinàrie, , Alle ispezioni che in via Slra9rd inaria ross.ero per ri'chied·e~e le emergenzti d~l Serv iiio pres~o li· v·arii Corpi e Stahilimenti · ~anitar.ii ~JJl'itar_i dovrà recarsi quell'Jspet-· tor.e che dal .Mjniste.rò d1e le avrà ordinate sarà , diefro propostp d~I Pr·eside nte del Coi:isiglio -Sanìtario, a .tal' effetto prese-ella. . .

· AuT. '1{ - ·- Parità_di··grado

degl'Ispetto_ri; sobordioaziooe. $_~inlendcrao esserti fr~ loro pari' _rli · g rado li tr.e lsµe~tori , ~ser_b,,ndo hf !;ola disliozione dtlerrninata-d,tlla ri;ipettiva -loro a_nzia 1iità di ·grado ed a P.a(i anzianità .di grado .da qi'1ella cli servi·1.io: . · Sa r-anno dessi· subo·rdinati· -e dipend1•nli Jal Presidente il quale potrà: lnro affidar-e quel!~ pàrticolari i1icÌ.111)b~oze di Servi~io 'i'ia pr~sso il 'consiglio· che ·presso gli Spedali o éorjij Milita._ri ùi cui sarà per ràvNis·ar opportuno. · -

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0

16. -

Caso d'i1npedimento del Presidente. In caso _ùi malattia. d<'I Presidente o .Qf qualunque ~ltro iinpedimento sar.à , ch iamato l'Ispettore rii_ù anziano a s<F slenère le veci',

ART. 1'1..- Relazione delle visite ed .ispezioni. G I'( spelt_o.ri .ragguagl ieri1 lìllO i.I Prrsidente rlellt\ .visi tè e Mlle ispezioni fa.t\e ai ·v:a.rìi- Stabilimeriti s ·anjtarii Mili tari . e 'gli sorl).-!llinistrnran~o iutte le pi'ù : minute informa -, ziòni tanlo _i n ·ordine al Ptlrsonal,•, quanfo all'andamnnto ' del, S,erviz.io, ~I corso,, d'insegnaménto ed allo .Conferenze · Scientifièhe. dt>gli Uffiziali Militari di . Sanità. . Sarà cura· del Presidente di fare CQnoscere al .Ministero che le a~i_.à oi-dinat~ ·il risullamento, dèlle anzidette ispezioni, trasmelte~idogli in comunicazione i rapporti· originali d~gl' lspellori ai;corpµag_nàÌi d_a·quelle osservazioni- èhe stimerà opportone.' · ·' .. An-r. tS . .:....·servizio in tempo di guerra. In tempo <li gu..,rra la Di,rcii-On_e in· ça po del Servizio. S-aniln rio .de\l' Ai-m·ata· verr'à affidata ~d uno ·degl'lspettori ART. IO. - Firiiia. S.a.n(tarii a sr.,• l!a · <lei Minls11;ro. _ . li Cartt>~giq ùel <;:onsiglio sarà· firmato dal Pre'sidcnle Detto· lspettor~, àssumei:à , ol tr.e ,la di'rezione soito. Ja o dall'lspeHorii chiamalo . a s11r'r'oga,r!o temporariameote dipendenza dcli' I nte·11dent.e Generale ·d' A'rmata ,, la f!13ll6· nelle sue funi ioni. veria genérale del Servizio Sani!ario Militare deWArmata Au. 1 l. :- -Oegi'Ispettò'r.i, · in Can;p~:gna, e dovrà ragguagliare. p_eripd'icam'ente il PraCl' Ispettori li qual i.av'ranno. pure Gs·sa la <li mora loro sidlrnle del Consiglio intorno alle prii1éipali di~posizioni. nelia Capitale~ saranno len1J!i a recar"i ovunqne il Mini-· e s11ll'an.dam'e'n10 :generale d_él Serv-izio · sa.nÌtario del!' Ar· stero della Guerra o qÌieil? 'della Marina avv'iseranno op- l mala. portuno di mandarli per incum uenze r.cl~tivé_ a_l Servi:zio . __ ' · ART._19. :-- Do! Seiretario. · · Mili'tare .San ilari r. · .ART. 11. - lspez'ioni annuali. , . ·1 li Seg_retari() dovrà aheriùere-a tutte le incumbenze .del~ Nelle -ci rcos ta_nie ordinarie avrà hugo annualmente .ed j J'Uffido del Consiglio.

! I I


410

CAPO SES'.J,'O.

. CAPO QUARTO:

Nomine del Peri o11ale.

Ass13gname.i1ti, i,i da1~aro ol Persona/è del Consiglio. ART.

. A1n . .25. -

20 . ...:.,Stipeodi i.

Al P~c~~o;ale del Cons.lg[io 'Superiore di' ' ~a-ni lil .Mili. tare _sa r* asseg'nato .Jo 1,lipendio· seguente. Al P rPsidente ' l.ire cinque.nùla. . . A d ogo· lspett_ç rn Jire tre;tiila seicento. A.I Segre tario lire duemila . . · ·Si<:come· per. la. -aesti·nazi on e {issa al èonsiglio 'rima11e al Segretario r.~ecfos a la via--ad ogn'\ ultcrior. avanza~enro, egl-i a,1rà perciò diri tto dopo olio anni di 00 11 in lèrrollo serv izio in tale quali tà. ad- llll :sòprasso ldo annuo di iire duecento·. •

ART.

'.H . - Inùennitil di lrasf~rta . ,

e

-

Nomina d·el Presidente.

li Pre~idcnte del Coosii!,lio sarà. sc,dto ,. senz.' allro riguar<,lo_ cl)e quello del.' meglio del Ser vizio, tra le persone dell'Arte 'di 'maggiore rin.o.ma·nza per dollrina e perizia. T itolo CÌ i preferenza per la carica di l'residen le sarà -' berisì, a parità -<Ì'a ltri me riti persona li , il trovarsi già a · p~r.!e ·del Con$igfio o del Corpo Sani/ari,j M11!tare. ART. ~6. - Nomina degl'Ispello;i. La nor_nina degl'lspe~tori Sanitari av.rà luogo a scelta fra i Mediéi Divisiop_{lli degl i Speda li ·:Milita ri di 1 a classe ,ich.ie.dendosi nei ·medesimi, .oltr'plla Sci.enza ed alle cogn ir ion i sulle speci'al ità de l Senizio Sànitario :Mili tare particolar( cond izioF1i_ fisicb e pe.r c~1 i possano nel! e varie stagion i rei{ger ai viaggi d'isp,t>zione e sian in grado di s.e½u is e l'Arn1ala in .Can}frngna i!l tempo di _gm:rra. L' Ispettore d.li F'a rrnacia po_trà .e ssere scelto fra Ji Far~acisH Militari tli 1• clas,;e _o fra le per:10 11e dell'/ut_e più distinte per pc'ri-zia e do rL rj na anw rdiè c;srrD.nee -ai Ser· viz_io Mi li.lare . · · ; \ HT. 21: ;_ ì\'omina,deJ Sègretario. 11 Seg reta.rio· safà in s\iguito a pr~posiz,ione d~I Presi c!er. te, .Jj .conce'l'to cvgl'J~pét(ori, prescic lto fra quegli Uf.. nzi'ali Militari di ·sa nità in Serv1zio attivo che mostreranno maggiòr' allitudi;i~ alie ~ccupàzioni d'Uffizio e sarh destin~tò fìsso .nl ·c oqs iglio:. AR.T, ~S. 7 ProposizioJ.e delle nomiue. Tulie le norpi11e rda\iye al 'P ersQnale cornpor1,ènte i l Consiglio Superiore Militare '.di Sanità Ci vérrarwo rassegnale dàJ Nostro '.Hi'n islro della Gue rra,

-

Oltr'a.llo sti pend io loro assegnato ·gl' lspe.llori ogni volta che secÒndo l'ord ine de l Minis ter_ò - della Guerra ò~ di quello della .Marina debbono reca.rsi fuori èella Capi1ale per l'adempim(:lnto dellti proprie incomben,ze , avra_nno .r.agione 'altresì ·all'iodenn ilà di trasfcr..ta di centesimi-venti per ognl t:hilorneiro òi dis~a7i-za -.precorsa così· i 1el!'anda ta eome nel rilorn9 ed ollr'all'inuem;ità. ora <lell.a, avrannoragionè hen anche ~I SOJ.o rassoldo giorrra li ero di lirq se-i dal dì _della p'arlenza loro fin a quel lo. del ritorno ip i'or.ino. Il soprassol<ld e l'indennil à :.orn delta saranno lor.o paga ti . a carico ci eli' Èrari(:) dietro 1a prod,!~ione della Nò1a delle 'dis.tanie perc~rse e·dt•lle giornate d'_assénza: ~ ·· Nel. ca,o cho i!'Ispetlori ' ·s iano' des ti oal'i all'a.· DirJ½zione generale del Serviz io Sani tario ùell '-A rmata in Cà,..;pa'gna, invece del•'i ndcnnità e de l soprassoldo pur ora mentovati, avranno ragione ai henerìzi in loro favq.r~ stabiliti .dal Hegolamen to de::..I Si_,'rv izio saui tar ìo cle ll'i\rrna ta j u Ca mpagna_:

CAi1 0 SETTIMO:

·cAPQ QUINTO:'· · dssimila.iiQne dei grncli milf(arì,,e· preroga.tive. AtCr. ·2:?. - Presidc.n_!e cd lspellori.

li Presidef!te del.Consiglio è ·as~imilato al grado di 'Co-· lonnello n gl'-ispcllori al grado di' Tenente -Colonnello. Dopo di eci anni di Servizio dteuivo. e no-il i nterro.Uo uella ~tessa qualità, hanno ragioiie sì il Presidente, cl1e gl'!spcllo ri dt>Ì ConsiglìQ, al l'.aorrù•nl o d'un gràdo nell'assimi lazione ' cioè : il Presi·denle al_ gr~do di Maggiore Getrerale ; gl' l'spdlur i al grado: di ColcJnn'-ellò. 1

·1 -

l I

DisposiziQ1ii diverse.

Al\T. 29. - ·lnt1!rvento al <:;ousiglio di Medici Divisiò_nalL ·'J! 1\1ìn istero de lla Guerra avrà solo la facollà éli rf.art~ interve·nir alle Sedute del t':ònsigl io come Membri co11 · voce del iberati'va alc,rn i dei Medici Div isiom.li negli Spe dà!i' :M:ilitari ogni volta ·yhe cretla ne sia il caso o per I.i n·alnr~ Oelle ma.lérie:Ja trat tarsi o pt!r mome ntaneo di ~ ·reuo di ì\Jémbri.

· Alrf. 30. ~ Disposizione generalè. - Tulle le disposi1,io11 i e. prescrizioni diverse relative al Consiglio 3upe riore Mi lit'a re di Sanità stabili.te dal le Regie ART. 23. - Segrc'tariò. Deter!}linazioni deJ 22 J iceinlire 1832 ed a·ltre successive ,cfie non sien·o col preserite Decreto variate o qcroga te, I l Eeg re tario'" ·qual~oqoc si~ la soa seile d'_anzianilil nel.., 1 epperciò non cot) lra.rie, s'i ntèndono tullor in \' igorc-. Corpo- Sanitario ~1ili.tare. all'cpoea· del la, nornìna a dello ' 11 Nostro Mi nistro Segrelario di Sta to per gli Affari' posto., avrà li grado.-di Medico di Bel!gimento e godrà di. della Guerra è incà;icato del l'eseéuzi()ne del presente Detu lle lé pre roga ti ve degl_i u ffiz iali Militari di Sani1il ir1 creto, il quale sa rà reg istn11ò al Còn trollo -generale- ed Ser vizio attìvo. ~ avrà effatto a for tei11po da l· p1'i010 .lngLio prossimo venturo A1t·r'. ~4. - Yanlaggi, onori.-e prerogative. , Dal. Torino addì 9 giugno 1853. 11 Presidenle,. ·g(l; pettori ed_il Se9rei,ari p del Còns'iglio VITTORIO EM'A~ UELE . sar anno J'or it'1nanzi-consii:Ìerati come Militari in Servizio · A. LA ~Lurno1u. attivo II competeranno a·i nwdcsirni del_ pari che a tulli ' gl i altri Uffizi al'i Militari di .Sanità i vantaggi, gli onori e li ohettore Doli. CO~JIS,SETfl Mcd. Div. )e pre rogative ,c!i cn i godono gli. Uffiliali dj lle altre Armi, Il ViGe- Diretlore i'C f pons;1b.ile Dott. Dar.. d e Beaiìfort J\t. I\ . al cni gr ado corrjspondono, dei-ogando çol 1/resente Decreto _ Torino 1853. Pelazza, Tip. Su!nilpina, via Alfieri 'H. a qualunq ue eccezione· che poless_e esister a tale t igùardo. 1!


ANNO II.

( agli 25 di lu-glio J 853 )

N. , 52.

..___ v-_'----------...::...-,----,--'-----=------~_;--~---'----V-----

GIORNALE-DI 'IIEDICINA HILITARE Dtt CORPO SANITAJUO D~3LL'ARllA'fA SARDA ,

L'associa1.ion1: non si rieeve che _per un auno ecoll}inciacol 1" d'agosto. Il Giornai"esi pubblica.neU, unedì·di ciascheduna selt,imana PREZZO D'ASSQCIAZIONE

Jri Tori.no .

. ' L. IO.

lnj>rovi~c_ia e<l.all'Estero, franco di posta

..

L, 11.

L' allho rr1nncnto dchbé pagarsi per semestri an-ticipati.·Le associazioni per i non 'rnilitarj ricevonsi alla ·T1POGIIAF1A SUBALPINA via Alfì,,ri, uomo :!L~e lettere per abl;onarncnto al Giornale l,iebbon .esser.affrancate ed ac;:c:npagnate da vagÌia postale. 1° Avvis1i, - 2'l Doti. l\lOTTlNI: Rendiconto Cli• I 'tela il cappoHo appeì1a ·cp1elli s~ai:_caron a Gc11ova. (.;iunli nico. - 2" Dvlt. 80TTIER(: Gaslrite. - 3u Relazione délle co~tà q11a11d' aµpunto la stagipne cornìnciavà a farsi rigida CoÒfèn•nze Scienlifithe.-~ 4°Bolléttiùo Ulliéiale. - 5" Dott.,re MòT-T.ENl: Rivista dei GÌIH'nali ScieÒtitì, i. - · 6~,. Q11adro - é pung°cnte, furono qucgliuo falli bene -tosto ·coprire di ! abiti pesaiiti e ) asciat i in ripos(i°'per alquauti giorni e cirStatistico. - 1° Indice. 1 condali · dalle più affctù1ose ti solle'. cile cure onde ristoA,rVISO~ r?rli · dai <lisa~i :,1e_1 rungo,_cammi110 o '.11ettttrlì in grado di • I1 alTron·tare stH)1.a d1s_3g:o I 111aspell~to rigore del freddo in· .Nel mentre la Redazione fa avvèrtiq .i _suoiColl_eghi . vernali-!. che con q11es10 numero !Ja teru1ine il !l0 anno _ciel . A m<;1lgrado 11er.ò' delle accen_uat u prt•cauzioni, i Coscritt ti Giornale di JUediéina .JJWit.are e che;' a norrila del .1 Sardi jH·oH!nit·nti nella gtrneralità ila p·at's.i comparativaProgramma , una nuova Direzione e1,trerà in funzione m.t:1tle- mollo pit'1 , caldi di qu~slo, massimamente riguarJo , con il. principi:.11·e del 5° a11110·, .crede pure fare cos,a alla passai.a invernale stagione - per i singolari aeddenti grata ai trfedesimi annunciaudo tìno d'ora.che nel primo a,lrnqsferi~i ai quid i andò ~ottoposta, ne furono h.ene tosto uumero di questo 5° a1111u, il quale .~i pubblicherà mal.am~nte _in!lu~ nzali, per qua r'ito l'et_à e la {obustezza nel pi·imo lunedì del prnssimo mese d'agosto, sarà loro oi facessero s1wrare r.he fosst>ro . per andarne jmc(Jntinuala la pubhlicniooe delle- LEZIONI OnA~1 1>1 muni. CLINICA ùTmURGICA E Dl MEDtCl~A 'OP_ERATl'VA del Cominciarono qu ndi" i-Sa_r,li a. cader infermi sul finire cllìarissimo Commend. Prof. JlrnERI n~1stro instgne del mes_tt di genna io e nel princìpJo di fehbr.aio per .tossi, J\Jarstro, le' <pwli furono h1ccolr'e per. opera. d'un dip~r dolnri reumatici di petto e per acute infiam.maiioni. stinto Collega, il D1>t.l. Giacomo' Pecco, à~edico di bro11co-polm_o11ari. Gli -ammalati aumen"larono· di 11umero Batraglione dì P Classe. ' e dì gravità con il progredire dell'armo. sin a che al com. In pari tempo ond'evitar,, Qgui sorta di richiamo si pier,si del quadriincstre più che /tré quarti d'es~i'avcvano rammenta agW Associati -~:he ~uUi colqrµ L qua!ì uon. dp\'.uto ricorrer allo · Speda le ed a!cu.ni per drrn e perfino rimat1deraono alla Di,,ezion~ il pr:mo numero rjel 3° per ire e per qualtro volle. anno dçl Giornah~, questa li te·nà siccome As~ociati Di fàllo, rìdotli i Coscrilli Sardi t!a 48 ,. loro 11umero per lutto l'anno 1853 54- e ne pretell<lèrà· p(ir cons_e primiti\'O, a: soli 40 (per-,es,er1,1e stati riformati 5 appena gtienza !'iutiero prezzo :ui'nno ·d'As~ociaziµue. - Corpi·di F~nteria siccQ~t.l inelli , I: giunti e 5 passati ad allri "'-=-~----===============..:e==-"""'~- , I all'Arma fatic:osa dei B'er5aglieri), 51 ,furono !ìij!'~;~(nello ! Sv.edale e di · qucsli 9 anche una seèoutla Yolta\ 5- un;i ter;a (Pala, Zedda; Ct1bo11i), ed 1 ( Cannas) perfi,~.. 11Qa ·quarta. ' Uiàm il .1111mero <ldle infermità _ed il.nnrnei:o dei c~s_i: lh:1.1.E ~kl!'iCll'AI.I , C,lGIONI OELJ.A MAGGIOllR }fORTAl.lT.l morhilli 1t (Ì Sartli furono dei ·primi ad esserne lccch,ie è11'1rn1rn .LUOGò NF.t.x.o SPKD~u: M1Ln,11i,: m cmnm pagaron un genero!o tri-lmto alla. lìcrcua dell'epidcmi{!,~~s-· Nl!L PR1~0 Qu-.u>11rn1tST11~ ou. 1855-cos ALCt11.'CE AN· · sondo.ne morti 5 , uno per mo,billo primitivo e .due-per 'àltri NOTÙIONl CLÙilCHK ( !)· ' ' . maJi complicaiisi a questa morbosa 'abnormità che vals~ (Del D~II, P1ETRo)lou1Nt,Med. cié'll'S 0 Batt.' dei.Bersaglieri), · a 1•rt>c.'ipitar11e· l\11ljmQ,fine); ÌÌronchiti 20 ;_plenro-polino-· ,niti:5 '(con. la perdil'a' d'.110 'arnmalato); tisicheiza polmoNtll n;·alti~o dei Ù di gl•;111a:o ci_- pP.rveniva direttamente_ nare 2 (fon la ,~ort~ d'entrambi gl'infermi); sinoca-ga. da Ila Sard\ig,~a un Conting".:nle di 48 Coscritti, tutti vestiti strica· 5; reun!i al.,-Jlellq 5; risipola da irritazione gastrica 1; 111 · !'bilo 11azionale · a cui crasi aggi1111io pèr pr?v.,ida causifilide primitiva contratla in Cuheo I; pemfìgo t. Questo Quadro dimostra che i 516 ddle infermità ,. (t) Conlio. Ved.-n• 51 dt-1 Gioinale. . SO!ll&IAll!Ò ,· -

I··

PARTE P.RUI!

I !


41'! rifniscon alle Oog(>Si degli organi re~piratorii ed all't>pidemia di;~ infierì nella· passala .slag·ione e quind i u·lle coo~izioni di clima .e d'atmosfera gjà per nùi avrertile, messe a confronto con le- abi\ud ini della fisica organiziaziOÌ,e di <111esli Sardi.~Né i mali a cul i medesim i sogg iacque_ro foron in gè-ncralc _d'in~Òle· benigna e fugace o di facil e pron la guarigione , gia·cc)'lè in qua,si_ lnlri al contrario fu· rono n~ce5sarii tTJolli gioro i di cnra .e; ·per · ~lcuni_, anc~e me~i inlieri di minute _e_pazi'enli çure: q1rasi 'tutti poi soffrirono éli lo~se o.q,oale ~intorno· ùi morbo primitivo bronch iale o consociànlesi ad altri, ma li. To.ssi_cos ifatte si maotenner-ostinale mo lto e ribe,lli, recidiva11do con la massima . fàc il ilà ·nél la 'convalescenzil al sem.plicll u~cire dei convalesc(,nti ne i corrilo i o nel cortile dello S peda le quando la mitezza del · cielo e lo sli!lO loro di" sa11i tà · sembrava · Jo perrf!elt~sser, oppt;re· quan 'o, rientrati in-Quartiere, i guariti ripigliaron il Servizio. In fa l~o le rica dut tl molteplici .dà noi. indica te per c-ifre r iforisco,ìsi pre,so che tul le ad esau,;baiioni bronchiaJi e broncif..polinonali.' . Tutta.via ,'uole ragionè. di giustizia c'l,e si f;,icci~ notare avert~ molto contribu ilo . a I'~ r ca<le1' a mma iati i Coscrit-1i Sar<li ed a· rende r ·ostinate le lpr i11ferrni là arH:i'ltJ 1111 altro e·lemento etiologico graviss.imo, la noslalgi'a. Quasi iulli i giovani della camragna the v.engono dislac.cati dal le loro famiglie pel Serv izio Mi litare· a ci"i i il dov.ere e la patria I i' ch iti tliano, passan i pi-imi gi1fr_i1i de l !pro arriv~ ai ·Corpi ne Ila I rist<izza e oel là melanconia, non , p.ote ndo sì to,;io e con tulla ind ifferenza aùitiii!r;;i aiJ urr genè1:c di vi ta affallo nnovo P\~r ,essi e 1roppo.9iscorda11tll da li.e pasS3le à~it!,Jdi ni ; tanto 'meno poi no n vcnclll.l'csso rall; grato , · come avveniva per !"addietro, dalle dJHlleStiche .dof'Cc°Zl,e. Ma poi e per prcpolcnza di spirito giova nile e per la vi!a molti) eserci\,i yi ed attiva a, c.:u i so~io_ subito· i· Coscri tti sottoposti o per)e svaria!e distrazioni loto forn ite' in ogni ora de.I gi(!rnO dai cornpàgni già avvezr,i al.la vita militare, vanno bene 1)n•s10 ricomponendosi. all'abituale loro ternpra di caraHer<J e di giovialità, ne più si 1isculono da nnosa- mente della lontananza . degli a (fozi onati loro paren ti e paesi . Ciò si· nota ·in gcn~rale_in tulle: le Arm~te d' Eu._ropa e soprallullo poi i~I questo felicissimo Stato ln cui, all'oprosto di qualch'allrò Sia lo slr.aniero. da noi conosciuto, sono facilmen'te accordate aU\iilitari afoune licenze, massiri1amente dietro riconosciuti 'bisog_ni di,'fam igli~ e per g.i1mta hanno pure freè(tJenti · occasioni di riveder __ od amici d,cl_ prdprio paese 9/1 ·i paren ti stessi in_grazia· del!o stref!6 r,ircolo terri'toria le del Piemonte,, oll?~ (c,he .l'uniformità del, linguaggio usai.o 'nei Reggìrneuli no.stri ra.ddolci~ce ed atlènua. molt'i'I dolora del ' dislacco dal letto· 11aterno, po- · _léndosi perciò, qnasi asserire che nel Regno Sardo ci;f. ·schedun Soldato yivc a ca'sa. Ma siffatto ri fless,ion.i non son ariplicabili ·_ rielI& loro to1alità ai -Coscritti Sardi di·scosti ,dal la Terraferrpa per largo !ratio di mare e c9n-abiiudin i, manier.e eh vi:ver·e, usanie _ e liuguagg·io affatto proprii dj quell.'·lsqla singolare. Perciò no~ è : meraviglia se il Conting.enle dei Coscrilli Sard~ qu.i gio·n10 nell,o scor-so gennaio} s'pecialmente élac\'.h6 molli ai' essi si ridussero- n·eilo, Sveda'le o qua lchcdunYi pur anco vi moriva, abl.)ia sofferto mollo per il distacco dal loro amato -paese-() per la molta lontananza ·da CUÌ'lle sono dj·g . giunti; tanto più che per l'i~noranza in ·ctii'sono .defla favella· •di costoro quasi lutiì i compagni di-Terraferma, non polevano questi prestare loro iÒ ·tulla_la pie(leZZa i confotri 0

d'amorevole fratellanza, o.è distrarli 1iiacevolmen1e, nè rialza'rli dalle ·pene mora li ond'eran affidati i Sardi in desolante, maniera. Per dirne qualche parola noteremo lo affiiggen'le spella colo di cui ·noi· stessi fummo testimonii della · cupa ' è. desolante tristiziil ' e del profondo . abb;itlimento a cui fì)roii _in .pre,da ·qoesti Coscritti al primo caso cl i 'm·orte '<crìficatos,i ·;n 1100 d'essi;_sembravano tu Ili ,colpiti dal fnlmine o dal terrore d'i_mminente irr'~parabi ie morte; · non una · paro la u~cì- da·l.le loro lab.br.a "in quel gi"Òr·no e, · interrogati, non rispondevano. c·he con 1ro11cl.ii sosi>iri. f 1Jed.ici tut ti s-'adJ)praron 3 confÒrtarnél.i, attorniandoli di tullè le -più affetluo~e cu(e che il dovere e l'uman itù e.o· manda1io: · !na corr .fui.lo: ciò · q11ella sèossa mora le pregiudi.c? alla sani là di.taluno ~ fors'auci)o ne acct:lerò l'ultimo 6n-é. Or-a c_lte scriv iamo anc;he i Coscrilli Sardi son abilu,tti alia vita l}"l.1li tarc, h:wno dismessa, quèllo. melanco11ia che d~ ·pr in.ciÌ}iO n' era indivisibile compal}na. e Ja rimembranza délla loro pàtr.ia. ricorre a4 essi ·.cou soave n deJi. . zioso senlinìe'rito_rl'Ìimc>re.· Dalle .co~e sin qui discorse pertanto sr.mhra a noi d'avere sufficien·temenle m_esso .in chiaro le cagio11i \!ella rnaggior·e · rnor.tali!à ò~servatasi ,in q~cstò ~11edale nel 1.0 qu.idrimesf.re ·cleWannrl',' e tanlo .P~Ìl d ·confer rni:ùn ·in questa 1,ostra opinione, _n-ia;;simaméute ri.g11ard'alla rnale(ìe"à influenza cS<'rcitatu , {l:J!le vicende aLrn.osft'l:i<:li.e e d.Jll '(;pidemia del morbillo', 1)erchè sappiarn~ che nc)lo SCt>rs'iril'erno, sia ll '!IIO Speda I~ ·Civili.!, s·,a ncltc.·faìni,;lie e nei diotwrii di 'questa Ciuà, il n11 mero_dl'gli amm;ilati e quello dei mo.rti crebbuo fupri misura per l)'loùo -che allra-,serò persino le sol leci. lud ini de lh~ A ut0rilà Èupc1:iori chll vc,ller eiser informalfY così _del fallo palologicr, · cori', e dello.. caus~ iosoli-le a cui darne .r.resumibilmenlc la colpa. · ,. Ma q11r:alle ire 'ragionat~ cagioni dcHa maggiorn mortalità, ne dohbiarn agginnger alcuue. al tre a compi men lo del nQstro ·~crilto; le qua)i,. sebllene di minore ri lievo, non voglio110 per questo essere tac:iutc. . Uno •degl"informi rc'gistr_a.to fra . i rporti fu un Ufficiale peosiooa to il quale per ci() appunto che non appartenev~ alla categoria Militare, lo Spl.'dale dovelle procurarsì,dal Ministero J.'atitorizzazione per acceUa1 lo. Traila vasi d'un. infermo rido'tlo· ad estremo parli lo da lunghi ed invelerà.ti ,morbi, procacc"iatisi'·da aùitudiui irrrgo.la ri che mano mano · e con l'i ncessante e co11t inuo· loro rinnn,·arsi eransi in lui falti1-1;èJ' ultimo necessila d'esistl'nza ; quando fu rìcon.1·rato ,nello ~n.edale dovt> rfrnasc dagl i l .1 di genna io a1 '( di fobbra'io, gìorno ih cui morì,· e.r·a tocco da dolori· osleocopi. agli· O~Si del le· in(Hriori . eslrem·ilà COn l'eritema pa · puloso speè'i6cò ··a,tfoso a grande ·parie della pel,le t) da t.dcere'second:.irie alle fauci: a ciò)'aggiun~eva ·1a gaslro. me,niogite len"la dà abuso inveterato di Viqu&ri '-'con lingua nera, ~ecca, ·co.ri·acea·; · ,c;on seie cont imia ; con assoluta mancanza 'dJa[l·pétito; COll notevole SITI'agr'imerdO; CO;ll stitichezza; con facoltà m~n t~li ·olluse e s.cema\e .al punto da 11011 poter regger -,rnche àl più breve,.ed'. inconcludente discO'rfo : a q11esli sinro mi s'aggiunge.va l'indifferenza assoluta al :pro·prio sta_(o; il _subdelirio ricorrente , placido è lr_anq11ilio·; l'espre~siQ0,6 della f,,crnornia , qnesi_ spec.cl1io ,di. cerveilo" inanimato. ,the cbsa poteya ,fare :a Medicina a fro'n1e d'un 'organismo cosi Mcomposto? , l a sezione c;da1·erica ci, fece soprattnllo couoscer il rammollimentQ della mucosa ~lei venlr.il)olo c,on impiccioardesiache lungo limeuto della -sua caYità; vaste .r:i1acchie . ~

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4{5 questo fpedale ai 5 ~i lugli<) offrente i seg11enti sintomi. gl'i11lèslini lcnui: siravas·o 'sieroso nei vell! rico li ccr!lhrali Dopo un errore dietetico confossava l'i-nfermo provare da. con s.pappo larncnto· incipie,; le della soslanza, ddl'encefa.lo. Un altr' infermo' che fin ì per succombt•r in q11e:;10 Spe- . va rii giorni ·1111 se nso di la n·griore e di sQni.rnento alla rcgion•! del veni ri'colo ed emel[ere· rulli frequenli dopo ·1a <lale ci venne nccocca10 p11r slh>ne e ,·luloroJ;e· éirco_stanz-e. digestionii' ·, Ia .lì ngua erd rossa ·ed arida ;. I' epigas: rio leg · li S0Jd11to-l nfer01 iere Pietro Arnaudo, d'a nni 28, disertò .gier:menLe dolente :sollo la pressione· con avversi.!)ne aì nt>I 1848 e si diresse versò. l'Al~~ria: colà giuntò s'ap1il icò cihi e cqn rlesider,io di bevande acide: I.a p.elle arida con al mestitm~ del facchino onde procurarsi il villo e nell'.e 'calrHe spccialmeuLe alla p~lma dell~ man~ che aumentava sereizio del -qua le <:0111rasse ·più volle le febbri ,pèriodiche nella. nolle con lieve rj;\·bbri ciatola : le quali al la lu11~a gl' ipcrtrofìzzaron in grado enorme il (~iu<licando da .cotesti sintomi che si lrnllasse di semfegalo ed un poc•> anche là . miha; vi soffe.rso pl;re rin.no plice-gastril.:i::mo, dal ì\:léd ico. di Cuar<Ì ia ne lla conlrovivale bro11chi1i delie qtrali lull!lvia giunse a liberàrsi ogni .s-ita della sera fu 1rrescrilto un grano e mezzo di 'tartaro volla. Dopo q11allr'an·i1i circa d1 soggiorno ·in quei paesi, emitico, U11 1·ITetlo é~eto-catart1co violento ebbe · luogo l'a-more di 11atria · ed il rimorso del mafe o·peraio tanto lo noli; nolle co n nolevvl· aggravio di,ll'a mma lato, giacchè pressa rono ehe risol,e di fare ritorno Ìn l3iemonte per rei1ella visita rnallina:Ie dei ~ ·}I di>lor epigastrico s'.era reso stituirsi di n110vo cii p,roprio Corpo e ,ubire la pena che contiriuo, aèulo, pu ngen te, esacerbantesi alla•minimi, preserasi mt>rit,,i tu. \lessosi perciò in viaggio ne.Ilo scorso au ·. siom•; la sete era intensa , in'éslinguibile con frequenti lu nun e sbarcalo a i\.Jarsiglia, vi fn tosto, colpilo d'àauuova sforzi di vomito; a.urf>cntata l'aridità e- la t osséiza. del le irrilazio11e bronchia le chi~ l'obbligò a 1,iparar in . quello fauci e della lingua che appariva ~punl·eg.gia la ; il 'venire Spedale Civili~ dove poi rimase sin ai primi del dic( mbre loc.cavasi tumido; scarse erano le ' or,ine, .ca·ld.a la p~lle, in cui vol le a,l ngni COSJI) rimpalriare . Giunse pertanto a iriiella,la ·1a l'a ccia;' piccolo il .po!so . è ·110 0 pieno !)la duro, Cu11eo ai 14 di dello mese e quivi fu sut>ilo invialo al lo Spèdale, ma in 1100 stato depl11rabile così da fare 'subii~ ·1 contratto, caralkriz7,a11l~ una ·vera , ~;1,:;.tri le d'indole acuta (salasso qobondant11 . che (n ritmowto n-etla sera; dieta di, perare , di pofergli conservare la_vità. Di fallq sin dal la visita del primo giorno fur ono rico11osL:iuli, li sinlomi ra· I rigorosa; .decollo et' orzo ·con sciroppo· di 9om,1na arabica · zio nali e. fbid dt;lla tisichez~a pnlrnona r:ti i,n 2°· ,1 .5°' s tadio, ·1 p_er bevandu ). , Ai 4. Nolle.mùllo agitatà .e_senza SOllll O;.ccfalea continua; appoggiando si specia Imeni e a11'esis\\)nza· d'unà vasta ~a:. sci.<~ Qgn-or in,:alzanlè; ad,)omine scmpr.ti leso t1 sensil.iile; . vernlt alla regione sMlo clav icola re destra : L'inf.ermo anòò deperendo in pochi giorni e, reso marasina ti co in somn10 J epi,;astrio-al;sa·i òolc,fosò ed inlo ll cran le di q.ttalìrnqne prcs. grado <fon ::t ccessi di forte disp11!'a chç gl i ~:ilorniHono più I sio11e -(.si 7watica 1m terzo s'ola.~so.: d,luzione foggiera di ,,olpa · di tamarindi addolcita; largo cataplasmr1, nollivolle n~lla giorna l,t, fin.i di soffrir ai 2 di ·ge.nnaio di' qtte-·: st'an no, · · · · [ tivo·ol foso alla r1,f!iune ' epigastrica ). ki o. l'ersi; Lcnza O::°linaÙ1 O(•ll' iri tcllS'ilà dei ;;intorn i dc : L'au toss;a conferl)'1Ò la diagnosi faqa. l)robahilmeote la scri tl i i quali à·nz i faggra l' ano 1·ieppit'1 con perlinace .stirinve1111!asi cno rtne ìpf,}r lrofia d.:d fegato j)cr la qùàle (Jlll!"' sta viscera a,<·1.rnd~va al di sopra del.la 4a costa avdi po ·_ · . lichcz'za d i ventre' (app.li'caz[one di 2 0 1m/Jnatte all' epi-· ga.itrio·, Ì; [isterc CO!l cteC()l/0 d' orzo, CO?I S.q /(a(O di .magnesia tenlernente infl11it·o al'lo svo lgimeÌ'>W e rari'.ido 1kcor'SO t.!ella e con 'delliwrio lmit frò; di lwtione <li 'lnanna e di cassia ti~ichL!ZZ3 11t•r l'ostaco lo mi•ccanico alle funzio11i ' (lt"'l da zircndersi p oc0-1ur to(ta ; 11iccolò .w_lu'sso nella sera). pol mone dt·s lro il_quale ru la 1frincipale sède di qnest·111Ai 6 l)~rnrna lato ripogò buona· parlo della nolle lr.an Lima infcrmilà. Mu ollr'a que, 10 s'àggl11nS\l anche un altro quilla,menle.: lu lli i sin loni i in generale ~e:ml;ran. amrna11 , elemento d'a zio110 ad affrl'.ll:ire l'nl{imo fio e dell 'ammalalo s.irsi e smettere del 'loro gra,'.o ò'·acutczza; rimane però va le a d·ire la tet ra me!an'é:onia ·01id'erà oppresso Jtei-pòCÌii .scmrrrn una ,;.q11isila s,msibi lilà alla regi'one gas tri ca la quale giorn i v'issuli. iri ,1ueslo Speda le, per lì.' tan le e tl blorose cambia~.i i(t vi,·p dolore alla piÌJ piccola pressiontl (quin to vicende loccatcili dopo · 1a· di lui diserziono; per il rimorso .<alas-so;siero di lq_ll.e i1ldolcita e moll o </;itu1jgato nelt'ac,1ua del grave f.allo commesso e ad o!li mo per il òesicleri1.1 .viper .bcra~{:fa;_clister;e mollitivo.i ghiaccio 11elle berqnde). ·v .i:;~imo n1a troppo debolmente, appoggialo cli r·iveder.e ' la A i 7. Notevole migl i'(,ramento nel dolo re ('pigaslrico·; ' fam iglia ec! if paese nativo., ai qua li esternava l'a più ,~nca lore. fd>brile mollo dÌminuilo,; adtlom i11e più lrall-a~ilt} tila affezioi1c. ·. · e molle; orine meno cariche e più abbontlanli; alcù.ne (Continua ), evac1\azi o11i alvine ebbero _luogo nel ia notte (1'8 u1,11gui.~ughe 1dt1, f'oimllct epiga.itricà; vozione di 9rai1ii9.na ·nitrata; cl-istere 11iollilivo· oliofo), STORIE DI CASI RUIARCHEVOLI. Agli 8. Ccssa1.iò11e ~p1asi a~soluta del doJore dell'epiga· ,,trio il quale, -siccome pure l'àddomine, è più mollt e trattabile; evacuazioni ·alvine più ahbon<lat)ti; pellti e 1i(1gua, -·50 più umide; orine abhoìi~anti, -sedimcntose, e di colore 'èilrino (r.ontim,azionc delle medesime lm:nnde nitrate co,i (hsTRITE brodi di JJOllo ·alluilgaiì, . Dai 9 a.i .12 s'opc~rò una perfel.la cri3i c.Qn soluzione (s lori a !ella d.aI Doli. BOTTIE I\l in una Conferenza d' Aless.àndria). <lei male. :Allora si 'ridcslò il -desiderio dei ciLi'ed alimenti Luigi Ra vier Soldato nel 1°·~egg. dell:a,Brigata-Savoia, ~odo leggieri . e nu!cienti· f!trOno concessi e regolati· : che l'ammalal•> dopo ,nna -convalescenza di 20 gio'rlli abd'anni 22, di temperamento bilioso-sanguigno; soggetto bandonò lo Spetlale non .aITaifo rimesso in forze, ma racoslitoilo altronde in ottime condi1.ioni· fis,i.c he . generali, non mai stato tocco da· grave malallia , fw accettato in d_icàlmènle guari:o della gastrite. li

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Da que·sl'{)s.-s.ervazione patologica sembrami, ·pregiati~- ·, pongo, sarebbe quello d.el Do\l. .\ V!likar uno dei più caldi simi co·IJeghi, che .si possano trar alcune-ist_ru·zioui di non ed ·esagerati encomìatori del sistema di Brown. Era rilieve mo111ent1>_per la Térap.e'ulica cioè: 1° c!ie la· ga·strite serb.àtn al ti:ascrndente genio qell'ard-ito Novaloro francese ·può presentars.i .nella Ptatica -Medica in fo~·me diver~e le j' di fa.ce progredire la Scieoia ·con Ù èhia'rir ed illcistrar~ qnali non d~libonsi ùisconoscère dal Cliu ico se voglionsi un pu11lo di dollrina così essenziale; giacchè può dirsi che evl!~re sbagli nella medicazio1ie che polrcl>ber,1 pu,r troppo ; egli .sia verarn.ente ,il µrimo ·ch'abbia st11diatò a fomlo tale non sp io essere.· nocevc,l i, !Tla talvo.lta anehe fatali all'alll- . ,.- mala'ttia e ch'abbia da(o la ' de,qrizi,;ne es.atta sia della malato . .J)i fatto nel narrato.. caso .s'corg"esi ad evjdcnz;, ·dai ga~lrite che dellà gastri'.nlerilè; . 11i:mrrin'e q11cs:·e d1e noi sii:tomi dominanti Ql_ie trallavasi in principio .d'una l!3Stritc vediafTlO rPgnare più· frequenleniente di tulle le altre e . leu,ta la qi1ale, siccome accl'.lmpag113.ta da sintomi ap;•a· I . di cui l'esistenza per al1ro era fH'r l'innanzi maggformente rcnternen,te ·meno impo~tl'nti'· e gravi_, «sigev·a perci9 lull·a j sco_nosciota. Se noii che bisogna pure confessare che Brousl~ailenzione del Cui·aute oml'iutraprent!erne 1<!, cura adatta· f sais ;spinges,~ lropp'ollre il suo sistema racendo derivare con gli anlifh1gist ici, con ' i calmanÌi,, COII i dduen\i C COll quasi un.icamcn_le clalla ga~!riie o d.alla gasi renlerile lutti. i mucilaginosi, piuttosto i·he co.n il tarlalo s!\liialo, per_ I i malori che afllig.gono ·l'umana · schiatla; nella quale ,osa l'azione del quale s'a1:utizzò ev ièentemenle il · male ed '! èo11viene oirc die la così dd!a Scuo,la Fisiologica. Pranasrnnse anche ori aspetto assai imponente, minaceios'o e èese .che contò tai1\i Ammiratori ed !!blw si cakli segrave tanto c1i~ da·qu~·! mona:1110 1>ccitòssi 1111: granch~ ca- J guaci al certo lrc,pp'oltrè trasctJr,e qua11do · con la sua IQrn ,1ll'cp_ig,aslrio che tliveune sensibilissimo ·ecl il dolore J clc•rna irri tazioM i;;àstre1.1lerii:a presa per IÌpo d'o1;11ì ma : si rese c?nlinoo, aculo,perentor:o.·, ~ancina'nte alla fosse tt~ raitia s'imma~ì11ò un ente m•.irb 11 so mol tiformc nelle sue del ventricolo con febbre anlentis~11na n cou aumento d1 . manifcslazioni, rila es$'ènziahnerdc e ·s.empre ine~t'llte al~ l'O!gàn,o g~strieo cioè lltl processo l,ic,d~· che si 9iIT,1.ndo ttilli gli altri sintomi per pofere d'o'ma r i q1ial ,: ffllr'al la severa dieta-ed alle abbonda1)ti beva11de an,tiflo\;isticb--.;!,1· 1 alle varie parti e che è -origine· d"'o;rn';i llr~ rna la'tt La. Un prir11e11ti, liisognarono -6 ge11eros·i sal11ssi r.on repl icali: ed •. talci modo' di veder in P~tologia ù ass,,h11amcn1ii c,~11lrad· .abbondanti applicazior;i dì rnig1>il,![e, m,ilg'rado i q11alì,pre- 1 Mtrd dagli Sc1'.it1ori più <htinti i.quali tu ili 11cll'.amm,c1tere . si,Jii terapeuÌi1:·i J1on. polè l'ammàl.a!o rim«ilt••rsi se. nor\ 1 yn_a fl:lbhrn se,co ,,daria ad uh'Jnfìamnì~zione visc..-ra l,•, a,.n dopo tll \ll . lun,;,a ·cura ·e dÒpo 011a bene reg,,lata én11valt!- 1 rn.,[ton.o parim~nlt'. uno ~L, 111 fobhr il., 11~n t! ip;\n·,Jente da sce111:a e poco rnan.cò clrn ·ugn rirna:fo s-~e i~i .u-nò st,1to di I irrita1oiiir1c o. da folìammaz,i one :iun organo qualunque , 'Cronicismo e d',ocorn·bi!ità. 1 l'essc>nza rie.I quale suppoiigono che ·risiegga speciabne11(e 2° Che la dia.gMsi clella gas1r;1e 11o·n è pere:' ù sempre .1 in 1111'1rrilazione •lei'. si~lc.ma ir.tigalore. Del resto la dn!csenle d'ogni di!lìwl1à e cl,'essa può esi~tt'r anche i:,i n l tri,11a di Bro11~..sa i.s:inlor;hl al)<) f.,bbri è stata vittorto,;am ,•r,(c ed · in modtt pcrcn\orio ·c·1H1))Ìallul;1 da -Piorry , da .\urlra i', sin~omi mero ~piE>gati e rtleno gr.~vi. i\t>l[a q11ul;: 1:osa 1wr(> 11011 d,biwsi fare .siccom'i seguaci di B.ro11srnis e dc,lla da Gavarel _e <I.a alir.i; cn~ì che· oggi;,;ioro,) che: ~i svolse s11a Scuola i :quali 1:iroclamav.ar,o i'l'~istcnza della g,1st.1:iie cori à·nimo (liù pacalo e rilless'ione nia~gior u.11a lai~ qllcstio. Ile , la g,1strile é° maJallia pienamente COIIOSCillta, henchè appena ~scorg1~van9 un poco di ros~c7.la aila li,;gua <) qua)r,h'a l!ro sintomo iso lalo, giacd1è scmhrami che non tla llll . llUII S!aubia, llè 1)0oS3' avcr,:òi (}t;:.;le m~rbo (JUaSi lllliVer,a le. solo siritonio o stigoo, rn·~ da mo lti pres i insieme quali ;5" Che.nel rn' incliéato caso ·prohahilmenl•~ l'infìamma· sono l'ariéfità, la ·rossrzza della lingt.ia,. la sete , la dige.z,ione ll •._ ll l'imitavasi solo alla mucosa gaslrenterica. md at1accaya pure la si1ìtoj,osta tonaca muscolare e si ddTuse stior1e turbala' 11 calpr~ ddla pelle, r1 \ .iokir a 11't1pigas1rio e·sacerban'tesi pt;r: o~a Heve pressione ; ,~i t.lebha argui; e quin,l'ag!'intt\.stini èd ·al peritoneo stesso. Farebbero ciò della presenza Jì quèslo mo.rho. · N'è liastà cltc questi S"Ì\l • suppçrre. la forte. lension è dcll'ad<lomine, ,1·act1rbi,;sirno tomi si~n, esistenti, ma· persisH1J1ti · pe.r qualclìe fompo, ~olore 'à).i'épigastr_iò , i.I calor i11lPns,, ·1i specialmt!11te la perché son vi stati . patologici d.i penur bazio;1e accidentale s.qu.isil~ sensibilità di q11esta, rl'gioile atl og11i bcnchè lieve pressione.· Resia q11in,l'e-videntémr.'nt ,: 1,rùvata la ncc essità e ! raosito·rìa elio poss·ono proifurli. I mµòr:t'a '1iure sape.re di$[1ngu'cre la· gastriiè-.essèmiale da qtiello Sla)O d' i'ri·i,·~del metòdo antiflogi~tico deprimenic moh'attivo d i cui zione gastrt}llterici! ché' prec·cde t!d' acco,;·1,pàg,;a alcur.c COliVCllnC. far u·s.o,011dc poJer abbaUt>.rtJ ~iffa ll_a. gastri le, e specialmei'1ttJ l'uti lità dei salàssi e ,Ju 11e -rnil(•raÌÌ) a11plìcaaffeiiv,ni esa·olema tidie, .e . conla~i~sii, aiccNnc scarla11 ina,. ' . vaiuolo, morbil lo; risipola, ccc.,· iJ ''qualé cede per lo p;ù zio11i del!e ·~anguisugl_ie al la fus~etta ,,~s.lrka le qlla·)i frntila ·per sè cori l'~litn inarsi rla ll'orgar;i;mo,il fer,mcnto.con. laron\~, siccome d'or.dinari.0 avviene in simili. casi, pronl;tgio;;o c. col c.-i:ler.e de.l'lo ·stad'io d'acnll-zia .d·., questi esan- . tis;i~o alle.viamcnto e pose1:o freno al r~inac.:ici;;o 11<Jgi• tr,111i. · _I stico proces~o. . • • I ' !'i u11 ·è ()MÒ cbe la Scicnz a nor\ dehba ess(•re rLcono4" 11'. fì,ne che _in q11,J]t111qne forma o J>_,ir:odo d ... U.a ga. . scct:lt! 'ail'illuslrf Uronss,iis-il quale- fece cunosccr, appieno . slttle sia 1eula, .s1~ acuta,. sia ,croc11c·1 ,, e s,t·mprc esse111!1 gas1 r_il13 sià lenca , s·ia pcuta . e SP!'piafrnmite la ,,crQ- I zialmcntc t:Q:1t~_i11dica10: l'usO'.dt:.I tarlar? ".t,b_ialo, s~ccomti nica. D.i f apo quanlunque già lino· 1a·gli .5r r-itli dei ~~.mmi e,ernenl'e 1111. azione lo1~ale cv,Jeotcmente 1rnlante I;; mucosa gaslrenlerica . 011ded1è 'i u,igliori Pr.i1ici moderni' fppo~rate e Galeno l~_ovisi acceunata qoi'. Sl,a , mal~l!ia e qua11tunq11e Il0ffma1111, \V~nswiclrn, .Mqrg~gni,J)c 'iiacn, così Italiani .come France~i' raccomandano tulli (i\ast(inersi $10!1 , Boissjcr clc· Sauvages, Gio: (>ietro Jlra11k etl,·altri ne daÌ l'ammi11isti·ar·e qnel farmaco non ·solo ,;tlle pr~tte llemt.rallassero più o rÌ,eno dilfusamcnt'e-, dobbiamo però. dire mazi!) g;slriche, nia pl'lr anc.he nelle i11fia111Ò1a1.ioni p~lche sul principiù dt>,l preseÒle sccol_o molti era.n i .l\foe:lici , monari ogni v.olta eh~ · questo si complicano con segni che appena vi credevan, a- .sègno· lale .di \ lSÌslC\'3110 Tra( .. d'irritàziooe gastro-intest111àle, anc?ra che ·&mla l' éinelico .i~li di Medicina Tcorico-Praticà nei quali uÒn ·se ,ne fa. d'una ta.nta e bene meritala rinomania nella cura delle ceva nemmenò menzione; fra i qu:ili, ·se _mal ·non m·a·p malallie di petto.

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llELi\ZIONE DRUE CO~flEllENZE SCIENTU?ICIIE

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.PARTE SECONDA

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(Meu di giugno. 2a Torna,ta ). C.i.GuAnt. Il M•:d. Div. dà lettura della Circolare l\linisteriale indala dei 3~\igiugno ÌS5:3, ramroeinsrativa dellv stretto otib'iigo che incombe ilÌ llkdici.Mililari d'attenersi alla·cir.colare del Consiglio Superiore ~iililar~ 1li Smilà, ,. 0 8785 nella ~1iedjzione dei Certificati S.anitarii ràsgumlau.ti ai Militari aventi _dirill~ alla giubilazione od .illa pensione di riforma. Dòpo ,1vere quin<,i caldamente r,1ccom;i11d'ato·. ai su,,i Colleri;bi suborclinali di curare Ì'esatto adempimrnto di tulle le presc~izioui ,ii qu_est'ullfoHt Circolare, si fa a p,1rl.ire lnng.imente <li-c-osc riflettenti il Servizio interno dello Spe,tale e, rapprrsentaodo come siansi m_anifes1ati fra i So,ldati ·alcuni gnwi casi di vaiuolo, lermin.a con l'inc(!lcar.e la vaccinazi1.ne dei Si,ldati "i quali 111,n.a~bian ancora sµbito· !?iuueslo vaeciuko o non abbiano , . . sullerlo il vaiuolo miturale. \

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/7ariazioni nel Personale Sanitario-ll'filitare.

Cav. Pr~r. ' Gian Lor~nzo C.a'ntli, Senatore ò~I Reg.n~, ccc. · . rrominato Ispettore n .. J.Corpo. Sanitario,Mtliìare [ , . per la parte ·C!limict) ·F<1rmaéeutica. ' I Doti. Anto nio Longhi; Med. di JJait. di 1a. Classe, .dispen• 1· sato da ulteriore' serv.izio; .in seg1_1ito él sua do· mandn, conservandoglisi l'uso <J,ell'. Uuiforme.

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RIVISTA DEI GIORNAU SCIENrrlFICI

f (Sonio ~el l)otL llloTTI,NI). ì'iO.YAnA,. l>opo l.1 lettura dèl processo ve1 baie.falla dal. Si'.grc- j · ,., l ·amp111a~.ione e la resecazione. H JWVO processo pèr ·talio Doti. Valzcna rece·nt~mente giunto di hceuza, 11 Prei;idenle iuvitJ li Dottori GiatorneHi e Zacchia kggerc la Relazione re- ·1 degli ·oS,ii del nJelacarpo. i\"ella Sedut~ clei· 20 di gingn<~ lativa alla cloroformizzazione ne~lt epilettici. Il D.ilt. 'Giacomolli , p. p. del l'Accademia dclfo S-ciei1·1.e . di Parigi f1r letta una riserbandosi.d'esporre nella prirna ·C,rnr, rcuza fo osservazioni. -1 Memoria dd .Dott. Courty, Ch irùrgo .Capo déllo Spedalit ·da esso lui e dal noti. Z,trchia falle i11 proposilo ·mo•iè H1gnanza. !' di ~.lompellieri, intorno .a qne$lO 11110.vo pi:ocesso il qual~ perc-he' non siano stati ·pubt>licati in queSIO Gio·ro,tl,i i prOCl'SSi consiste ; .Jo nello: SCOj)flfO l'ossp affollo C"Oli u1/incisiohe VC'rbat.i riuniti del_h1·1:onferen.za ul_tima·d_'~priic.c _<le. Ila_ri,.rima d_ i J , ., . , , I t fai!? sai dorso d.e l(a· mano ; 2 col p.assar_attorno ·all'Ms<> n1ag~rn, .alle quali h1gnatzc a;soc1;m110S1 i.'Ur ,1 1 . )01 ._,Zac~IWl !, . _ . -dice lusin::ars1 che alla ·faua omissione vorrà rimediar la 1lnseoperlo 1111 ugo- ferm·o in manico §imik a quello di I>es.d.azioné ( Ì). Ji DvHuro v,tlzena ·t:~ rinct.terc ~h.e ~ 1:0,n s,,lò ch1!le j diaìups per la lega_lura delle arl_erie;. 5° Ml rilirar in serso omesse, rn,.1 amhc ,fai!,} incomplete pul,hlkazioni".le·i proce_ssi i· in,er~o per rneu:o ili ._q uest'ago uua sega a catena di cui verbali hanno lalvol!,\ ·sorgente in0sat!e fotlu 7.ioni e coro·t1arii, l'azione dìvrde l'osso con pochi movimenti d i va e-·vierH~. siccome h~ polnto rile'var essl' r avvmùto all'c,imio Sig. Doltorè ·! IL rt>s tanle · ·ddl'operazitlne s'dfotlua · come nel metodo, Balestra specialmente nel n° ,SO, 2 di r_naggio IB53, per cili_~i pro- i poueva di raddrizzare le concil.tsiorii, se non ·d1é lo r;trae dal ! ova lare. · proposi!<• lo scori;;ere. come vi siasi ac<;into, con t.aula copia di 1 Questo 1•rtlcesso ha ·il vantaggio di segare l'osso fo un erudizione e di fatt i l'ei,:e~io Sig. Dnq. Halh:(2). ; ÌI Presidente i . moclo· 1iiù _rapido e più facile, senza scosse, senza danno apprc?zar-itlO: le esposte rillcs,io~i pro.metle di rivol~ersi i.n pro- · [ delle parli vicine ;- di permettere 'l'csportazionè èlella pÒrposit~ aila Dir<'zione dél Gior!iale. , · · zinne. d'osso segara- scn1.a bisogno d'incidere - la palma li l)oll. Valzeoa informa il Presi,lenhl che da alcuni' giorni aYcn1l'occasioae d'osservare n<11i. infn?l]UCnli c.isi,di siucop~ e.di . d1!lla mano in cui lrovansi molli nervi e. vasi; .nel rendern mi noti la StJppur.azione .e fa febbre e nel render i1 pro· prostraziom, di forze nei Solda!i, specialmen'!e al J~ro ritorno da~!i Esercìzii aveva di c: ò fatta rel.1zioné seritta al.Comand~nle , çesso di cicatrizzazione più accelerato. Il process•> in cliscorso poi può esser applici!tO senza dei R ·_;i,g,mento dimostrando la-ue-cessi1à che ·:i1me1~0 tr~ volte nella s~tt•m;m:i fosse 1-lislrihuito viòo·ai St>ldali. I i\fombri del- [ - mollc ,varianti anche a%1i ossi. del ,fl!elatarso. )!Adunanza al,baudonano quindi la Sala d'ellè Confereriz·e. per G II. anilar·ad assister all'é1pplic.,1zione élcll'elettricit-à.in "iìn ca,ò 'di ( raz. des · òp.) am;iurosi, m-edianteil'nuovo arparecch!o ga!vano' cle{trico d'in: -Usti esterno dell'ipecaquana. Secondo il D01t. D.elionx: du'l,ione di Carlo Jest. · · · · · · la pomata d·ipccaqùana . o!T;c tuJLi i vantaggi di' quella sii. biala !6!1~'.averìie -gl'inc_o nvenienli. L:ernzione a, cui dà 1· 1uogg eonsi$le_da pr.ima in piccoli riaizi papulosi d'un r0sso ( I) Vcd. la Nol<i a p;;g. 401 del 11° 50 d_i questo Gio rnale. ~ivo, molto ll!lmer0.i i_e sovente confluenti; quind'in vero (j} Pienamente d?.iccordo in te;;i geuc.ral~ con il l)o\t. Y,itieoa pustole <li piccola' dimensione, depres ~è nel ·centro·, poco 1l seo·za ·conteridere che la ReJazioae , ùbhligala qual è m'olle dolenti: suppuranli po~o e che si rlisscccauo bene presto .Yolle pèr 1~ ristrellezz:1 del· Gìornalé a dare per sunto la .Relasema lasciare· cic~lrici. ziqne delle Cunforeazr, possa o non e~ser iilcors:1 nell'ioconvc11i~nte allegali>, la mecrèsima può però assicura.re l'onorevole Ecco la, formula della po.inala <li Ifolìoux : · Col!ega eh~, se .nella' pubblicaiione della Relàzione.del Dott, ·Bapolvère d'ipecaq11a1ìa :1 parte, lestra su l'ottalmi1 domina.ta nello,Spe,lale di Genova s'incontra olio d'olivo • t qualche lieve pe~ca, q~e.sta non può (ioqsistcrc fuord1ò in qoali· . suµ,na 2 <hJ trrore tipogralico avvenuto per C<•lpa dell' Amanucnsé à cui La· poln•re d'ì4ieca.quana può inoltre es.sere distesa SU. il Doti. n.ilèstra commelleva di, ri.copiar il suo Scrill(I e non gHi per colpà della l\.edaÌioi;ie·1a tjujlle const'gnò al Tipogn1fo _la d1llta gli empiastri di pece dj ·Borgogna ed anche sempli~emente. Relazione ta:l, e q uale le,fu trasmessa. La Reda!ione. j sul .diaqi:1il?,nrlf'. · ·_ . (lJull. de l'hérap.)

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STATO GENERALE NUIIERICO DEL l\IOVIMENTO DEGLI AMMALATI

e delle.malattie state curate negÌi -Spedali .Divisionali eSuccursali . ~lilitarl,i dJ rrerra ,e, di 1llarin~ nel n1esc di-iµaggio ,I 853. l'

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· ·la;;m;,;,; :- •· •. •. ·.• Purul<'nla . .

Bellica o Contagiosa .. , B!eonorragica . . . . . Angina .. ' '• . ~ronchilo Pieurite e Polmonite Cardile e P~ricardite ,. Aogioile : Flebil.i ,'. ngio-le·ucilc. Adenite . Gastro-cnlerile F.:p~lite ·. Sril cnHe. I\eumalismo Artrite : ) · Cis,òtc ., Ure trite. ' Jd . Blennorragica Orchite. . Ost.eile ; Periostite. Flemmone . '•

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Emormesi cereh'rale polm·onalc Id.

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(Pneumo rragie . : Sanguigni. Wmatemesi. . .' .

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d'umor:i secre!J

lDh11 rea . .. .. . . Dissenteria ..

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A riporta.re :

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GENERE DI IiIALAT'.flA

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lpocondriasi . Nostalgia. ... Apoplessia . "' o Epilessia =: Tetano .. ::, Paralisia ·. ·. ,'l z Prosopa lgia Ischialgia. - . Stenocardia ·.Ncurslgie· vadc I

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Sifilide primitiva Id. Cosl!luzionale Suicidio.· . In osser.vazione

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NB. li m_orlo che.figura nei ilfoi-'t-i non compresi ~iel Quadro' fu p.er asnssia. To\ale dei curali ... t980 Totale dei morti .... 51 ~iorlalilà relati,va, 1 I 11· p. O[O, . . FINE DELL'ANNO SECONDO.

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Morbi non c.ornpresi nel quadro:

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Vi1,i or_gaoici del cuore An ùrbme. . .. Ulccl'e. Fistole ., . Tumori. Asctssi acu\i. . ,, _. IJ. len ti. .:, Jdròcele . . . . ~ ,< Varicoi·ele, Cirsucele U , o S<1rc,1celll . . . .. .. ~ Ar!roéace. ' ' Spina ,·cntosa . ""~ 0$teosarcoma o Curi è e necrosi. Os!acoli· uretrali "' Ca lcoli. ·. ferite .. ,Fr,a,t\lre . . . . .. hi1ssazioni : . . ,S:;irrò e .cancro. C,rncrena.

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'C\10Jera morbo Dwhete .. . ..

·Risipola . .: . : . . . . . . . . . . ;;; Vaiuolo .. : . , . . . . . ·. . . . . Scarlattina .. . . . . . . . •. .. ;i ~·Rosoli.a . . . . . . . . . . . . . . , : Jsca1.Jb1a . . . . : .. ••. : , .. . ~ (Erpete . . . . . . . . .... . . Tigna . . . . . ..

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