Guido Zucconi INTRODUZIONE
Con il supporto determinante della Regione del Veneto, Università Iuav di Venezia e Ateneo Veneto hanno dato vita a questa mostra collocata nella densa offerta che caratterizza questo avvio di centenario della Grande Guerra. Ad alimentare un quadro che - a livello sia regionale che nazionale - si annuncia molto promettente, pesa ovviamente il ricordo ancora vivo di un conflitto che mobilitò l'intero paese; ma, accanto a questo, forse incide il senso di colpa che ha fatto seguito alle modeste e balbettanti manifestazioni recentemente organizzate per il cento-cinquantenario dell'unità nazionale. In generale, la maggior parte delle iniziative programmate insiste sulle testimonianze scritte e orali, sui resoconti postumi e contemporanei, facendo in ogni caso convergere l'attenzione sul terribile quinquennio 19141918. Incardinata al tema del ricordo, questa nostra esposizione si ritaglia uno spazio specifico, puntando sulla fase che segue la fine del conflitto e concentrandosi sulla materializzazione in pietra di una possibile memoria collettiva. Al centro del nostro interesse vi sono quindi i monumenti che, nell'arco di un ventennio, acquistano diverse configurazioni: dal piccolo cippo fino al sacrario monumentale, passando per il parco delle rimembranze. Accanto alle proposte architettoniche per alcuni grandi concorsi nazionali - come il monumento al fante -, sono qui esposti altri progetti che ci consentono un'ampia riflessione attorno al tema della memoria in pietra. Di questi, soltanto una parte sarà poi realizzata, mentre la maggior parte rimarrà sulla carta. In entrambi i casi si tratta di opere significative da molti punti di vista: simbolico e scultoreo, architettonico e paesaggistico. La ricorrenza del centenario ci offre dunque l'occasione per approfondire e fare conoscere un insieme di manufatti celebrativi di diversa dimensione e di differente caratura: sacrari monumentali e war memorials, templi-ossario e templi votivi, per parlare soltanto di alcune tra le tante forme assunte dalla memoria della guerra mondiale, dopo la sua conclusione. Oggi, in fondo, a ricordare le tappe fondamentali della nostra storia nazionale, ci restano pochissime festività: nemmeno il 4 novembre è più ricordato nei calendari laici, vittima di una falcidia che qualche decennio fa fece strage di molte ricorrenze. In compenso però, possediamo una cospicua serie di testimonianze realizzate dopo il 1918. Specialmente nel-