STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO
a cura di Nicola delJa VOLPE
QUINTO CENNI ITALIA 1861-1903 (album n. l)
Roma 2000
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PRESENTAZIONE
Alcuni anni or sono l' U.Jficio Storico fu invitato da più parti a pubblicare integralmente il Codice Cenni, in quanto molti studiosi, e non solo di unifonuologia, lamentavano ilfal!o che le singole pagine del codice, pur avendo una propria autonomia e complete-:::.;a,jossero riprodotleji·ammentarianzente. Certo, chi allora aveva espresso questo auspicio no11 aveva tutti i torti ma, in quelmomeJ/fo, l'attività editoriale dell'Ufficio no11 consentiva di aderire alla richiesta. Oggi clze la situcdone lo consente, /'Ufficio Storico presenta I'Olentieri la stampa del primo album del codice, intitolato "Italia l 86 l -1903 ··, e con questo volume si illfende dare iiFia ad una collana che ne/tempo potrà vedere pubblicati la totalità degli album in possesso dell'Ufficio. Alcune tavole sono già note agli specialisti, e sono quelLe più belle per a rmo nia e ricche;,;,a compositiva, poiché sono state utili;,;,ate in puhhlica-:,ioni e calendari con finalità artistiche; le altre sono forse stilisticamente meno attraenti, ma certamente di pari importan;.a per /'unitarietà che il codice esprime. È il~(alfi "/'unitarietà" lafor:a principale de/lavoro del Cenni: 111/CI sequen;,a.filmica in cui ogni fotogramma è legato a quello antecedente ed a quello successivo, poiché le sue un{formi sono "divise" disegnate e cucite addosso all'uomo-so/dato. E giacché ogni uomo è diverso. così ogni un{forme è diFersa, unica, pur essendo le uniformi apparentemente tutte simili. con ogni particolare COI!f'orme ai regolamenti, l'uno uguale all'altro. Ecco perché il codice si deve visitare tutto: 11011 si può allllnirare una Jigum sen;,a prima aver osservato quella precedente e guardato a quella successiva; non se 11.e comprenderebbe l' importan;,a e non se ne gusterebbe la piene;,;,a, la globalità de/mondo che essa esprime : in altri termini non si apprez;,erehbe a pieno il mondo inunUorme, cioè ilmo11clo militare e la sua peculiarità.
IL CAPO DELL'UFFICIO STORICO Col. Enrico PINO
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Un osservatore che si accosta per la prima volta agli acquerelli di Quinto Cenni può provare emozioni diverse, legate all a sua preparazione culturale e agli interess i che lo hanno indotto ad avvicinarsi alFartista. Uno studioso di uniformi troverebbe nei figurini tutta la rigorosità scientifica di un ricercatore, con pochissimi lim iti dovuti al fatto che il Cenni non si spostò mai dalla sua res idenza di Milano; ma, con meraviglia -proprio per " l' inamovi bilità" dell'autore-, scoprirebbe quanti supporti documentali infarci scano letteralmente la sua opera. Un critico d'arte ne darebbe un g iudiz io riduttivo e bollerebbe subito come arte, o grafica, minore. tutta la sua produzione. Siamo conv inti che però, ad un 'analisi approfondita, resterebbe fo lgorato sulla via di D amasco: non gl i sfuggirebbe, infatt i, la profondità della disposizione de lle figure nello spazio, la vivacità dei volti e degli sguard i, l ' irruenza focosa de i cavalli che il Cenni disegna, l' immediatezza dei segni, la freschezza dei suoi colori , la maestria nell'uso dell'acquerello. Uno storico, nell 'opera compless iva, riuscirebbe a leggervi la stori a pre- unitaria e risorgimentale italiana, e non solo, dag li stati disegnati dal Congresso di Vienna (ma anche "perle" precedenti, come l'album dedicato alla repubblica di Genova), alle guerre risorg imentali, alle prime campagne d'Africa, alle tristi pagine dell'impiego dell'esercito nelle repressioni di fine ottocento. Un fine uomo di cultura, che fosse anche sens ibile letterato, infine, potrebbe definire il Cenni l'alter ego di Edmondo De Amicis con il pennello: tale ebbe a consacrarlo Giovanni Spadolini , nel la presentazione del volume !l soldato italiano dell'ottocento , una se lez ione di acquerelli del Cenni edito dalla Ri vista Militare nel 1986. Ebbe infatti a scrivere l' allora mini stro della Difesa " . . .il soldato italiano dell'ottocento è parte di una storia, storia civile e militare, che trova negli acquerelli di Quinto
Cenni non meno che nelle pagine di Edmondo De Amicis lo stesso culto: la religione civile della terza Italia ... " Ma non è so ltanto a De Amici s che il Cenni può essere accostato: egl i, che non prestò neanche il servizio militare, raccontò l'esercito e le guerre per immag ini , navi gando tra personagg i ed eventi alla pari d i Emilio Sa lgari, che aveva descritto mirabolanti avventure in mondi sconosciuti , senza allontanarsi dalla scrivania di casa. O ancora a Giulio Verne, che pure aveva esplorato e preconi zzato mondi lontani senza averne av uto visione e cognizione diretta. Un poeta contemporaneo, Gi ovanni Pascoli, ebbe ascrivergli, il 19 gennaio 1910: "Caro e illu.stre
pittore delle nostre memorie, così recen ti è già così antiche! lo vivo spesso con lei. Per esempio, ho in questo momento vicino a me i due album di Custo~a . Peccato non li avessi ancora quando scrissi l'ode ch'ella conosce! L'avrei fatta piùfervida ...Oh! Come ha ragione lei nellmnentare la sparizione e l'estinzione della idea! luce e de/fuoco sacro! Per parte miafarò queLch 'el/afa, quel ch 'el/afa con tanto coraggio ed ardore, se pur non con adeguato successo" . IJ Pascoli fotografò quanto nessun altro contemporaneo il Cenni: cantore con il disegno de l ri sorgi mento italiano , ideali sta disilluso dallo sviluppo deg li avvenimenti, artista misconosc iuto dalla critica coeva. Ma chi era in fondo Quinto Cenni, di cui s i conosce una produzione sempre più vasta, sparsa in Italia e ali 'estero , ma di cu i a malapena s i hanno brevi, avari tratti biografici, scarn i resoconti c ritici, e qualche raro ritratto o fotografia? Egli nacque ro magno lo, ad Imo la, il 20 marzo de l 1845, f ig i io cieli 'avvocato Antonio e eli M aria Sangiorgi, in una agiata fam iglia borghese. Del carattere sanguig no della s ua terra ereditò so ltanto una "furiosa" pass ione per il disegno e per la pittura militare . Respirò, fin d a piccolo, le idee liberali che
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erano cond i vise, oltre che dai geni tori (benchè cattolici . fatto da sottolineare per gli schemi menta! i delle categorie sociali dell'epoca, specialmente nello Stato della Chiesa), dalla maggioranza dei familiari materni e patemi. Un suo cugino. Guglielmo (l 817- 1885), fu volontario della prima ora: come sottotenente dei pontifici prese parte alla campagna del 1848, per poi passare nelle schiere dei garibaldini. Combattè infatti nella difesa della Repubblica Romana del 1849, fu con i Cacciatori delle Alpi nel 1859 e con i Mille nel 1860, capo di stato maggiore di Garibaldi. Il valore spiegato a Calatafimi, Milazzo e Palermo gli valse la Croce dell ' Ordine Militare di Savoia. Non è difficile dedurre come e dove sia nato il fervente patriottismo, l" amore per le uniformi e per le battaglie nel Cenni, in un'epoca in cui erano le guerre ed i militari a perseguire gli ideali di libertà e di unità patria. Proprio al cugino egli, sc rupoloso quanto nessuno nella descrizione dei particolari. avrebbe chiesto in seguito l 'esatta posizione dei legni ingles i a Marsala, per le conseguenze che essa ebbe sugli avvenimenti ( in pratica, le navi inglesi stazionarono fra i vascelli garibaldini e quelli borbonici, ed impedirono a questi ultimi di sparare sulle camicie rosse che sbarcavano), al fine di rappresentare con real istica cronaca e precisione pittorica lo sbarco. U Cenni non ebbe. comunque, un·infanzia ed un·adolescenza facile; la prematura morte del padre. nel 1856. disperse la numerosa famigliola. Quinto di dieci figli (un nome quindi non scelto a caso), egli finì a Bologna con un fratello ed una sorella, dove potè intraprendere gli studi presso l'Accadem ia delle Bell e A rti , grazie ai pur modesti contributi che il Comune di Imola elargì a suo favore, riconoscendone l 'attitudine all'arte ed il ta lento. A Bologna. ebbe la fortuna di avere tra gl i insegnanti Napoleone Angiolini e Antonio Muzi per la ligura. e soprattutto Francesco Ratti. titolare della prima cattedra istituita in Italia di xilografia: la tecnica dell'incisione molta parte ebbe sia negli interessi. sia nella formazione, sia nelravventura artistica del Cenni. Lasciata, in fatti, Bologna nel 1867, egli si trasferì a Milano, dove si iscrisse ai corsi di xilografia e litografia dell'Accademia di Brera. Qualcuno annota che fu proprio del 1867 la prima opera rilevante del Cenni, La tumula~ione del generale in~lese Moore. dopo la battaglia di Conìna in Spagna. purtroppo dispersa. L ' iscrizione ai corsi di Brera e la predilizione per l a tecnica dell'incisione pare fosse stata dettata anche da motivi pratici: un buon incisore, nella Milano e nell"ltalia delrepoca. pullulanti di stampa illustrata, poteva assicurarsi un 'agiateaa economica non disprezzabile. Nel 1870 ebbe il primo riconoscimento importante, poiché fu premiato per la litograf ia proprio dall ' Accadem ia di Brera. li premio gli aprì le porte dell 'editoria e gli consentì eli avviare quell'instancabile attività grafica, che sarebbe stata parte consistente e premi nente della sua produzione. Collaborò, infatti. a numerose riviste e periodici, iniziando con Emporio piuoresco, per il quale disegnò per primo soggetti a carattere militare: proseguì la sua attività con La lettura. La Ril·ista Illustrata, Epoca, La culTura moderna, Lo SpiriTo Fol/euo, Emporiwn. Fu soprattutto L'lllustra::)one lwliana, la rivista illustrata più nota e diffusa, a consacrarne la fama. Cenni diventava, non so lo per l 'Esercito Italiano. l ' illustratore fabu l atore di battaglie, ma anche il f ine inci sore e miniaturista di uniformi che di quelle stesse battaglie erano state protagoniste. Era. per altri versi. l'aedo dei sentiment i romantici. degli ideali di libertà e di indipendenza che. attraverso i militari e la loro rappresentazione pittorica, le uniformi. stavano porrando a compimento la storia patria. La sua instancabile volontà di descrivere la militarità con i disegni lo portò all 'elaborazione di opere tematiche, più complete delle semplici iconografie incise per la stampa: a partire da Custo:a 1848- 1866, agli album, per Vallardi editore, L'Esercito Italiano, l Bersaglieri, Eserciti europei, Eserciti d'oltre mare ( 1880-1886). L a produzione degli album. su ll a scia di quello compilato per i bersaglieri. gli suggerì anche la stesura di una serie di volum i illustrati dedicati alle Arm i, ai Corpi e alle Specialità dell'EsercitO. Nacquero così l Granatieri, Ni::a cavalleria, l Carabinieri Reali, Cavalleggeri di Salu:~o. Lancieri
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di Firenze, Avanti l'Artiglieria, Il Genio Militare, pubblicati fra il 1887 ed il 1900. Il Cenni non disdegnò, allo stesso tempo... di illustrare libri , come Niccolò de'Lapidi Mass imo D'Azeglio, né di tramandare uniformi e gesta dell'esercito sulle cartoline illustrate, contribuendo al fenomeno tipicamente italiano della vastissima produzione di cartoline militari, esplosa a cavallo del novecento. L' amore di Quinto Cenni per la storia patria ed il mondo militare fu ta lmente smisurato da fargli fondare e sovvenzionare una rivista, L'IIlustra::)one Militare Italiana, che editò per dieci anni, dal 1887 al 1897, a proprie spese. Il periodico, se gli portò prestigio e ricompense onorifiche anche a livello internazionale, non gli valse grossi profitti sul piano economico, né grandi commesse nel Paese. Il dicastero della Guerra, che pure avrebbe dovuto gratificare l'intensissima propaganda che l 'artista svolgeva per le Armi e l'Esercito, gli commiss ionò, attraverso l'Ufficio Storico del Corpo di Stato Maggiore, un album illustrato del la guerra del 1859, dallo stesso titolo Album della guerra del 1859, contenente le illustrazioni delle uniformi degli eserciti belligeranti e quindici tavole a colori. Ancora tra le pubblicazioni a stampa, ricordiamo Aosta la Veja, Atlante Militare, L'Esercito Italiano nella nuova divisa, Album della guerra italo-turca e della conquista della Libia. Il 13 agosto 1917 la s ignora con la falce lo colpì mentre componeva pagine descrittive relative ai Ducati di Modena e Parma per il dottor Gustavo De Ridder, uno dei maggiori comm ittenti stran ieri delle s ue opere. Perché la fama eli Quinto Cenni aveva tanto tra valicato i confini di quella Patria da lui amata, che le maggiori committenze gli erano venute proprio dali' estero. Di queste, il figlio l taio ne tenne scrupolosame nte memoria e, attorno al J 950, ne trasmise elenco all'Ufficio Storico: un documento oggi quanto mai prezioso per conoscere e cens ire la produzione del Cenni esistente e/o sopravvissuta fuori dali ' Italia. Ne diamo contezza, poiché riteniamo che siano pochi gli studios i che ne hanno conoscenza. Per il S ig. Millot di Parigi , il Cenni dipinse 560 tavole dell'esercito italiano dal 1861 al 1901,58 tavole dell 'esercito pontificio dal 1849 al 1870, 40 tavole dell 'esercito parmense dal 1849 al 1859,40 tavole dell'esercito toscano dal 1849 al J 859, 22 tavole del! 'esercito modenese dal 1849 al 1859, 42 tavole del l 'esercito piemontese dal 1849 al 1860, 4 tavole del! 'esercito eli S. Marino dal 1858 al 1887, 40 tavole dei volontari per l'indipendenza d'Italia dal 1848 al 1866,50 tavole delle truppe dei Governi Provv isori dal 1858 all861. Un totale di 856 tavole per circa 5.000 f igure. Per il Sig. Linterman di Bruxelles, il Cenni dipin se 1.000 f igurini di uniformi degli eserciti europei e cl' oltremare. Per il Sig. Whinkhuizen dell ' Aja, 105 figurini di uniformi del Ducato di Modena, una storia militare illustrata con avvenimenti ed uniformi della Repubblica eli Genova , 300 figurini di uniformi murattiane dal 1808 al 18 15, 300 figurini di uniformi varie italiane, 33 figurini di uniformi messicane, 80 figurini di volontari garibaldini, per un totale di 820 f igure. Per il già citato Sig. De Ridder di Parigi, infine, 800 figurini eli uniformi del Ducato eli Modena, 700 figurini eli uniformi del Ducato eli Parma, 750 figurini eli uniformi del Granducato di Toscana, 50 figurini di uniformi de l Ducato di Lucca, per un totale di 2.300 figure. Una massa di disegni imponente, se si rapportano alle 288 tavole custod ite a Castel S. Angelo e alle 133 tavole conservate presso il Museo del Risorgimento di Milano. Nonostante la smis urata laboriosità, il Cenni non produsse g randi opere, né quadri rimasti famosi nella stolia dell'arte. Acquerelli, incisioni , disegni a china e matita, grafica illustrativa riempirono la sua vita artistica. Rarissime anche le s ue partecipazioni acl esposizioni e mostre; si ricorda la sua presenza a Mil ano, nel 1872, con l'opera Il combattimento a piazza Vendòme a Parigi tra versaf?liesi e c01nunardi, e, nel 1881, la partecipazione all'Esposizione nazionale eli be lle arti con La battaglia di S. Martino. Eppure, a riflettere sull'attività dell'artista e a far la somma della produzione fino ad ora accennata, viene da pensare quanta dovette essere la capacità di ricerca e di ideazione, e quanta la velocità di - Il -
esecuzione del Cenni. Un po' meraviglia, quindi, che egli non abbia messo a disposizione di opere di più ampio respiro queste sue capacità. Riteniamo. comunque, che su tutta la sua produzione artistica prevalga l" opera indicata come Codice Cenni, certamente la creatura prediletta di Quinto, che l 'Ufficio Storico acquistò, gran parte, dal figlio Italo tra il 1949 ed il 1950; un residuo di tale comp lessa produzione giunse invece all'Ufficio Storico nel 1987, da un acq uisto fatto presso la nipote del Cenni, Signora Minni Tomasini. Ebbe a scrivere Giovanni Floris vent'anni or sono, a proposito del cod ice. che il Cenni avrebbe corso un rischio molto simile a quello corso dal Petrarca. Affermava, infatti. egli. che se fossero andate perse, per un malaugurato caso, le Rime del poeta. e di lui fosse rimasto il poema Africa. da cui l'aretino sperava di ottenere riconoscimenti e gloria, il Petrarca sarebbe oggi per noi un poeta fra tanti, un minore, un Carneade qualsiasi. Allo stesso modo, limitando l 'accostamento soltanto alla qualità dei rischi, se si fosse perduto il codice e salvato tutto il resto, il Cenni sarebbe rimasto uno sconosciuto dalle modeste credenziali. Perché il codice celebra, opera originale, unica, irripetibile, gli uomini in divisa, i soldati di tutta la terra, la globalità della condizione militare, espressa e rappresentata attraverso la coralità delle uniformi di tutto il mondo. Al di là dell'originalità e della validità artistica di un'opera di tal fatta, e sa è per l'ottocento. fuori di ogni dubbio. opera preminente nel campo della uniformologia, senza eguali, per le notizie, le documentazioni ed i disegni raccolti; ma è anche l'opera che consacra il Cenni come un vero maestro dell' acquerello. Quanto alla consistenza, il codice è un'imponente raccolta di f iguri ni di uniformi, italiane e di stati esteri , anche di quelli più lontani e, all'epoca, poco conosciuti (si pen si all'album con figurini dell'Oceania!). È composto di 27 album, di 5 cartelle e di l 9 raccoglitori di corrispondenza, a cui bisogna aggiungere i due raccoglitori formatisi con i residui acquisiti dalla nipote. La ripartizione e le relativi definizioni sono così date soltanto per comod ità di esposizione. Perché, in ef fetti gli album sono .fogli collazionati, quaderni, blocchi per appunti o add irittura registri di contabilità. con le colonne del '·dare·· ed ..avere··. da cui spuntano volti, baionette o ... cava lli! Le cartelle sono composte, invece, da ritagli di giornali , stralci di ri viste di uniformi, bozzetti, alcuni disegni acquerellati. di scarso valore artistico ma di enorme interesse documentale, soprattutto perché contengono documentazioni relative ad uniformi di eserciti europei ed extra-europei. l raccoglitori della corri spondenza, infine, non sono costituiti soltanto da raccolte di lettere, spedite e restituite al Cenni (spesso i destinatari, sui bozzetti che il Cenni disegnava nelle lettere, apportavano le correzion i e rispedivano l 'originale al mittente), o ricevute dall'artista. Contengono, infatti. fogli con figurini, disegni, o taccuini di appunti ricchi di figure, stralci di giornali. copie di regolamenti sulle uniformi; potrebbero, quindi, essere considerati all a stregua di album. Ed il fondo residuo è costituito da quadretti, album, un taccuino di appunti ed una miscellanea di bozzetti vari. L a verità è che nessuna catalogazione definitiva sarà possibile finchè non sarà effettuato uno studio organico di tutte le parti del codice ed un riordin amento dell'intero fondo. Sono comunque g li album l'anima ed il corpo del codice; veri zibaldoni, vi si trova di tutto: dalla composizione pittorica di un evento, alla carrell ata di figure, allo scritto descrittivo (fitto e minuto, ma piacevole da guardare) di una adozione o di una variante di uniforme, ai singoli figurini, a particolari dell'equipaggiamento (che possono essere una borraccia, un cinturone, o la sella da cavallo, o una tenda), all'armamento, alle mostreggiature, agli elmi o ai cappelli. Oppure è possibile trovarvi schizzi panoramici a china o a matita, pezzi di disegni ritagliati da altri lavori ed incollati, ritagli di giornali e di regolamenti, o intere sintesi storiche di fatti ed avven imenti. E, ancora, tante infinite forme e modi di
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"mettere assieme" fonti e rappresentazioni: solo sfogliando gli album del codice è possibile rendersi conto della varietà, della ricchezza, della fantasia, della pignoleria delle annotazioni e delle rappresentazioni uniformologiché (è tuttavia un termine riduttivo quello che usiamo) del Cenni. Quanto all'arte che il nostro profonde nei suoi fog li, ci rifacciamo a quanto ebbero a scrivere in merito il professore Giovanni Floris ed il colonnello Camillo Brialdi, che sono stati i primi a studiare il codice Cenni. Guardiamo innanzitutto alla forma in cui il Cenni espone nei fogli i suoi disegni; già da sola, è unica ed originale. I gruppi, o le singo le figure, o i particolari, le mostreggiature, gli oggetti, g li equipaggiamenti, non sono disposte alla rinfusa né in sequenza razionale e/o noiosa. I disegni sono infatti separati, sui fogli , nella stragrande maggioranza, da linee spezzate, oppure da didascalie descrittive: è difficile trovare negli album un disegno che occupi I 'intera pagina. Non è un caso; il Cenni utilizza lo spazio del foglio come se fosse un muro da occupare con tanti quadretti, dove le linee e le parole fanno da cornici agli stess i quadretti e contemporaneamente ne sono l'amalgama. Non sarebbe possibile pensare ad un altro modo di presentare figure, uniformi , oggetti, linee e scritte che sembrano esse stesse pittura; e non ne soffre né l'armonia compositiva, né la prospettiva né la profondità spaziale. Al contrario ne guadagnano entrambe; scrive Camil lo Brialdi: " ... Ogni oggetto ha una sua collocazione precisa all'interno della pagina ed ognijigura, sia isolata sia in gruppo, è ritratta in una sua autonoma dimensione dinamica. Rigoroso Lo studio della prospettiva, anche nei particolari; talvolta addirittura stupefacente nella disposizione delle jìgure di primo e di secondo piano e nella scelta dello sfondo. Ma si tratta di una vera geometria, una creazione eli spazio nel quale davanti i nostri occhi non appaiono figure convenzionali ...Non meno .felice è stata la mano nel disegnare le parti delle uniformi... Ogni oggetto è sistemato fra i gruppi di figure e di soldati in modo naturaLe, petfetto, si direbbe, nella angolazione migliore, così da non arrecarefastidio all'occhio che si sojj'ermi suLle immagini e dafornire, nel contempo, allo studioso, tutti i particolari che interessano ... ". Una pagina del codice, in definitiva, può essere paragonata ad una gal leria ubicata nell'atelier dell'artista, dove ai quadri fanno da contorno g li oggetti, le " nature morte" utili zzate per la composizione . Rincariamo la dose con la descrizione di una pagina del codice, opera di Giovanni Floris, fatta con tale maestria e così universale che potrebbe attagliarsi a molte delle pagine dipinte dal Cenni (d i proposito non indichiamo quale tavola eg li commenta): " ... Tra queste notizie ingabbiate (si riferisce alle didascalje e alle scritte che titolano i disegni , n.d.a.) c'è, però, qualcosa che incomincia a sciogliersi anche in questa pagina. Tra i due gruppetti in alto a sinistra, il primo è appena abbozzato è un po' comicamente in "posa". ma il secondo g!i fa imm.edia t o con tra sto, non mostrando ma lasciando vedere, in scioltezza di atteggiamenti da riposo, la tenuta di manovra. Sono, però, i due gruppetti al centro acl aprire uno squarcio eli vita. Nel "Nuova Uniforme" , gli uomini del reggimento "Guide" sono didattici come.figurini ed eleganti come indossatori, ma sono veri uomini e veri soldati: sono persone . E chissà perché da destra e da sinistra sono come sorvegliati a vista da "tipi" che starebbero più a casa loro in una "collezione", escluso il bersagliere che porta ancora troppo umilmente il .fez avuto in dotazione appena il /2 giugno di quell'anno. Risorse d'un artista, e d'un formidabile impaginatore come il Cenni, risorse istintive ma non troppo, ché ci appaiono piuttosto sapienti: il misto di disinvoltura , vanità e fiere zza in cui si evidenziano i sei personaggi incomincia ad esaltare il disegno, pur così stilisticCIInente prezioso e risolto jìn nei particolari, portando/o ben oltre il bisogno di illustrare un abbigliamento. Il colore fa il resto. Questa scena centrale soffre palesemente l'angustia spigolosa del riquadro, ma fa sentire prossimo un sommovimento liberatore, il colpo d 'ala de/L 'arte ... " . Il colpo d 'ala dialetti.ca e critica del Floris è senza eguali; c'è tutto il Cenni nella sua descrizione: i figurini , che nel Cenni non sono mai tali , amorfi e piatti disegnini di soldatini , ma figure di uomini , l'uno diverso dall 'a ltro. pieni d ' umanità nei loro gest i, ne i loro sguardi , nei loro sorrisi, nei loro volti,
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nei loro atteggiamenti -conosciamo soltanto un altro artista, uniformologo non di mestiere ma occasionale, di pari genialità del Cenni nel tratteggiare l' uomo che si cela dentro le vesti rnilitari: Paolo Caccia Dominioni; i l realismo della loro eleganza o della loro sciatteria -si paragoni uno degli "asciutti e tirati" cavalleggeri descritti, con un 'altra figura del Cenni del lo stesso album, che disegna un '"florido e panciuto" capitano di un distretto militare, adatto più alle sedentarie scartoffie che ai movimentati addestramenti e alle anni-; la fedeltà e la pignoleria nella descrizione dei particolari delle uniformi , che mostra tutta l 'abilità di un miniaturista nel disegnare un bottone ed i suoi particolari del rilie vo, con tale realismo e precisione che lo potresti usare come stampo! La sagacia dell'éutista che si concede a tratti spiccioli di umorismo, come nel tratteggiare il bersagliere che appare " imbranato" con il fez, copri capo c he all'adozione gli è aLieno; le capacità di impaginatore, "digerite" così bene attraverso lo studio del la grafica da diventare doti, per natura innate, istintive; il disegno, sempre stilisticamente prezioso al punto da essere " risolto" con definizione ammirabile; il colore, sempre vivido, pieno, luminoso, anche quando ingrandisci fotograficamente cinque. dieci volte le figure. E per chiudere, quel senso di movimento, di spazial ità. di profondità. che sembra voler liberare da un momento all'altro dall'angusto reci nto dei riquadri e dal ristretto spazio della pagina le figure e gli oggetti d isegnati; ed i cavalli, che devi imbrigliare con lo sguardo affinché non ti scappino dal. fog lio. E sono questi i maggior pregi delle tavole del codice; fra tutti , primeggia di gran lunga l'ultimo, l' impianto scenico, dove linee e "siepi '' di frasi e parole sembrano funzionare da quinte o moderni di visori teatrali. Tra essi, separate ma mai chiuse in recinti , le figure in uniforme osservano e si osservano, guardano e ti guardano. pensano. riflettono e ti fanno riflettere, si muovono libere come se spazias sero in verticalità ed in orizzontalità, in dimensioni che danno l' impress ione di espandersi dappertutto. in ogni direzione. Lasciamo proseguire ad a ltri. più competenti ed agguerriti , il cammino delle cons iderazioni più o meno critiche, alle quali abbiamo tentato di dare la stura. Noi proseguiamo, sinteticamente, a descrivere l'album riprodotto. Nella catalogazione provv isoria, fatta da Brialdi nel 1976, nel rispetto di precedenti numerazioni eli mano del Cenni, il nostro risulta essere l'album numero 3, composto di 82 fogli, per un totale di 164 facc iate. che per comodità d'esposizione chiameremo genericamente tavole. Non sono, infatti , tutti i fogli pagine dipinte; alcuni so no collage di s tampe e figu re tratte da altre riviste, o pagine di regolamenti , o tavole tratte dai giornali militari . Brialcli descrive l 'album come composto da fogli di carta da registro contabile ri legati in cartone; in effetti, dopo la catalogazione provvisoria che egl i fece, l'album fu restaurato con altri presso l' Is tituto di Patologia del Libro " A. Gallo'·, e s i presenta attualmente ri legato in mezza pell e. Delle 164 tavole, le prime 134 sono dedicate al Regno d ' Italia, e vanno dal 1861 al 1915 ("'debordano " qu indi rispetto al tito lo, perché non fin iscono al 1903. A lcune sono del 1860 e quindi del Regno d i Sardegna, che egli ch iama impropriamente Regno eli Piemonte o Regno d'Italia); 26 sono int ito late dal f iglio come "ultime pagine di Quinto Cenni" e sono tavole eli epoche diverse, di cui due dedicate a l Principato d i Monaco e a S . Marino; le ultime d ue sono due figu r ini. quasi identici , degli Ussari di Piacen:a, ma certamente non sono della mano di Quinto (forse sono attribuibili a Italo). L'annotazione che il figlio Italo fa alle ultime pagine, è la testimonianza eli quanto il Cenni avesse amato e predi letto i suoi album , il suo cod ice; scrive egl i, infatti, che il padre non seppe mantenere il deliberato proposito di fermare il suo lavoro: '' .. .Riprese quindi in queste pagine supp/etive ed annotava le successive modi;fiche alle uniformi, all' insaputa del figlio, e non desistette che quando sentì approssimarsi la fine dei suoi giorni. l 3 agosto 1917". Un des iderio irrefrenabile quello d i cont inuare a far crescere la ''sua creatura", el i star dietro a tutte le mod if iche e le innovazioni; come avrebbe potuto infatti ferma rsi, Quinto , d i fronte al la novità rivo-14-
luzionaria in campo uniformologico, che aveva portato ai primi del novecento all ' adozione dell'uniforme grigio-verde? E sono in gran parte le uniformi grigio-verde le ultime divise che egli presenta (ricordiamo che gli ultimi album pubblicati sono altresì dedicati alla nuova uniforme ed al suo primo impiego nella guerra i taio- turca), anche se non può fare a meno di ricordare, in qualche "alta tenuta", le reminiscenze risorgimentali che sono rimaste in alcune particolari uniformi , quasi volesse ravvivare con gli antichi , vividi colori, il piatto, amodo grigio-verde. Uno sguardo generale an' album porta soprattutto a due impressioni (ma se ne potrebbero ricavare molte altre). La prima, è la spontaneità del Cenni; la s.i ricava dalla sequenza delle tavole, che non sempre è cronologica. come farebbe pensare un lavoro del genere. Arriva, infatti , egli, a disegnare uniformi e varianti fino al 1869, ma poi sente la necessità di ritornare indietro, al 1868, perché deve annotare fioroni per feluca e ricami per baveri e paramani di funzionari e impiegati de li ' Ammini strazione cen trale della Guerra. Oppure, se è arrivato al 1876 ed ha ormai illustrato ed annotato quasi tutte le uniformi della riforma Ricotti e le successive varianti, ritorna indietro, al 1860. per illustrare alcune uniformi di cavalleria, o quelle dell'Esercito meridionale. E poi riparte daccapo: 1861 , 1862. 1863, 1864, ecc., con disegni di uniformi che mancano nelle tavole precedenti. È incomprensibi le? No, se si considera che gl i album sono per il Cenni taccuini di appunti, dove egU annota di getto tutto quello d i cui man mano viene a conoscenza, per visione diretta o attraverso la stampa, le corrispondenze, i regolamenti . Ha fretta il Cenni, il visto e letto si trasformano in figurini , che penna e colori fissano immediatamente nei taccuini, su lla carta, perché è spontaneo, non si organizza. non studia a tavolino, non pensa alle composizioni, tutto gli è naturale. Ecco perché le s ue tavole compiono balze lloni temporali: se il Sig. Raffael e Tessitore g li "favorisce" la notizia -su indicazioni del genitore che aveva comandato la guard ia nazionale della cittadina- che ad Aversa nel 1860 si era formato il reggimento ussari (anzi Usseri) Diavoli Rossi, comandato dal tenente co lonnel lo Burzilaschi ; se nel libro di memorie del Giraucl egli trova notizie sulle un iformi dell a Brigata Milano; se il colonnello Cossov ich gli scrive di particolari delle uniformi della Brigata Eber: e se eg li è già arrivato a disegnare uniformi del 1876 s ull e pagine dell' album , non importa. Si ritorna indietro e s i ricomincia a disegnare le uniformi dei corpi volontari dell'esercito meridionale del 1860. La seconda impress ione è la precisione, fino all a pignoleria, con c ui il Cen ni deve -quasi un imperativo categorico, perché ne sente l'intimo ed irrefrenabil e bisogno- annotare con le scritte ogni suo d isegno. C 'è la didascalia che ide ntifica l' uniforme per ogni figurino, ma se un particolare camb ia trovi l 'annotazione; nel 1876 v ie ne cambiata la freccia a ll a bandiera dei primi 4 reggimenti di cavalleria (vengono sostituite nella freccia le !ance incrociate con una granata) , ed egl i non manca di riportarne un minuscolo disegno e di annotarne la data , 28 gennaio. E se nel 1884 vengono regolamentare le mus iche militari , Quinto non solo riporta tutti g li strumenti, ma anche g li ammen nicoli che li corredano: la borsa, il leggio, il copri bocchino, il cuscinetto per spall a. il ... segno dì lu tto! Ma non basta. Nel 1900 viene resa regolamentare la te nda conica (il 3 gennaio egli precisa); bene, nel descriverla, non si accontenta di disegnarla, ma ci informa che era già in uso nel 1878, che è composta da 20 teli a lti 288 cm. e larghi 71 , che i paletti per fissarla sono alt i 30 e 37 cm., che ha una cassa-armatura utilizzata in marcia come contenitore ed in sosta come tutore centrale , che g li occhielli di ch iusura della tenda sono distanti l' uno dall'altro 56 centimetri. che . .. ecc. ecc ... In definitiva, ogn i pag ina dà tutte le informazioni poss ibili su quanto è d isegnato; per rendersi conto della loro preziosità, perché esse documentano quanto il Cenni va figurando , occorre guardare alfine che scritte e annotazioni perseguono: la scientijlcità che l'autore in tende dare al proprio illustrato. L'artista, infatti , mette a di spos izione de ll"ute nte non so lo la propria bravura, ma di ogni disegno descri ve il minuto particolare, o indica le fonti docume ntal i, perché vuole dimostrare che ogni cosa, qualunque essa sia , non è parto de lla s ua fantasia. Di fantastico, nel Cenni, c'è solo la s ua opera. Ope ra
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che si differenzia da tutte le altre nel campo della uniformologia, perché è unica nell'ideazione , ne ll'impianto, nella realizzazione. L'uniforme, il disegno di una uniforme nel Cenni non è il fine, perché essa non è una veste qualsiasi, un abito inanimato fatto da un insieme di cose altrettanto inanimate, ma è - se così si può de finireun principio, un archetipo attivo che indica, anzi crea un tipo umano e lo identifica: il militare. Si potrebbe per molte pagine, tante. continuare a descrivere l'album del Cenni; e dire, ad esempi o, che alcune delle sue tavole non sono dedicate soltanto alle uniformi militari in senso stretto. ma anche a quelle che nell'ottocento furono indossate da guardie municipali, pompieri, o da altre categorie che avevano la necessità di portare un abito distintivo che le facesse uscire dali ' anonimato di un lavoro qualunque. Anzi. per precisione. una "uniforme" della '·categoria" che fo s e "di visa" da un qual siasi. comune vestito civile. Lunghe e didascaliche descrizioni sortirebbero, però, due risultati negativi: innanzitutto annoie rebbero il lettore, e poi lo priverebbero della gioia di scoprire per proprio conto le innumerevoli noti zie e curiosità che sono contenute nell 'album, togliendogli libertà di sguardo c piacevolezza di godimento. lJn consiglio, pratico, è però dovuto a chi si accosta alla lettura e alla vi sione : se vuole gustare in pieno il prodotto che gli è davanti, si munisca di ... lente d'ingrandimento! Soltanto così potrà leggere le annotazioni più fitte e minute che il Cenni scrive sulle pagine dell'album, pe rché sono le parole, le decrizìoni. il sale delle sue tavole. che meglio aiutano a godere i disegni. Noi , chiudiamo con l'elenco sommario delle parti del codice, e ci congediamo con un sincero , sentitissimo: grazie, mastro Cenni.
Colonnello Nicola della Volpe
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Gli album sono 27, di cui 3 opera di ltalo Cenni , che tentò di imitare il padre, e contengono disegni , chine ed acquerell i, frammenti di giornali e di regolamenti, stampe di uniform i, equipaggiamenti, onorificenze, armi, e molte altre "cose", di ogni epoca e stato, dall' antichità ai primi del novecento. I più importanti sono quelli degli stati pre-unitari itali ani e del Regno d'Italia. Ne d iamo, di seguito, la classificazione provvisoria che ne fece, nel 1976, il colonnello Camillo Brialdi, all 'epoca in servizio presso l' Ufficio Storico. Essa è ancora valida oggi, e lo sarà fino a che non sarà portato a termine uno studio definitivo ed esaustivo sul Codice Cenni.
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Album n. l. 27xl9; cc. 71 r-v, non numer. - pp. di "registro contabile" e ff. da disegno, ril. in mezza pelle. Titolo : Piemonte l 103- 18 14. Incl uso, f. non leg. ll x8, contenente due figuri ne a matita. Album n. 2. 28,5x2 1; cc. 70 r-v, non nume r. - pp. di "registro conta bil e" e ff. da disegno, ril. in mezza pelle. Titolo : Piemonte 1814- 1860. Album n. 3. 29x2 1: cc.82 r-v, non numer.- delle qual i 70 pp. di "registro contabi le" e 12 ff. da disegno, ri l. in mezza pelle. Titolo: Italia 1861- 1903. A lbum n. 4. 34x24: cc. 136 r-v. non numer. -ff. di carta Fabriano, ril. in mezza pelle. Ti tolo :Italia 1904-1933 (l'album è firmato da Italo Cenni, che intendeva così proseguire l'opera del genitore). Album n. 5. 28,5x21,5: cc. 16 ril. in mezza pelle + annessa corrispondenza con disegni rilegata in contenitore in tela. Titolo l volontari 1848-1867. Album n. 6. 28x20; cc. 40 r-v., non numer. - ff. da disegno ril. in mezza pelle. Titolo : Toscana l 537 1859; Etruria 1801 - 1807; Lucca 1816- 1847; Massa Carrara; Governi provvisori Italia centrale,· Bologna. Album n. 7. 29x20; cc. 23, r-v, non numer. - ff. da disegno, ril. in mezza pe lle. Titolo: Repubblica di Vene:ia dai primordi al 1798. Album n. 8. 37x24: cc. 60, r-v, non numer.- pp. di "registro contabile", ril. in mezza pelle. Titolo: La Repubblica di Genova dai primordi al l 8 l 5. Album n. 9. 23,4x3 1,5; cc. 57. non numer., ri l. in mezza pelle. Titolo : Ducali di Parma e Guastalla, Modena e Reggio. Album n. 10. 28x20; cc. 52 r-v, non nume r. , ff. da disegno ril. in mezza pell e. Tito lo : Repubblica Cisalpina-Regno ftalico. A lbum n. 11. 37x24; cc. 70 r-v, non numer. - pp. di " reg istro contab ile" ril. in mezza pell e. Ti tolo: Napoli- Repubblica Partenopea. Album n. 12. 29x21; cc. 49 r-v, + 21 tavv. fotog rafiche+ 2 pp. di gioma le, ril. in mezza pelle. Titolo : Stato Pontificio. Album n. 13. 27x20; cc. l 03 r-v, non numer. - ff. da disegno ril. in mezza pelle. Titolo : Memorie. Albu m 11. 14. 29x2 1; cc. 67 r-v, non numer, ri l. in cartone; inclus i, 9 frammenti staccati . Ti to lo : Francia fino al 18 15. Album n. 15. 28x 19; cc. 83 r-v. non numer. ril. in cartone,+ 2 figurini staccati. Le ultime 6 cc. sono eli Italo Cenni. Ti tolo : Francia 18 15- 1945. Album n. 16. 29x2 1; cc. 82 r-v. non numer., ril. in cartone+ 27 fram menti vari. Le uili me 4 cc. sono di ltalo Cenni. Titolo: Gran Bretagna. Album n. 17. 28x 19,5; cc. 86 r-v, non numer., ril. in cartone+ 2 cartelle di plastica con 17 frammenti. Titolo: Germania. Album n. 18. 29x 20; cc. 83 r-v, non numer., ri l. in cartone+ 23 frammenti. Titolo: Sve:ia - Norvegia - Danimarca- Russia. - 17 -
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Album n. 19. 28.5x21: cc.63 r-v, non numer., ril. in cartone+ l tav. ad acquere llo di E. Leuteburg. Titolo : Stati balcanici - Grecia - Turchia- Svi::.;.era. Album n. 20. 29x21: cc. 65 r-v. non numer.. ril. in cartone+ 16 frammenti . Titolo : Spagna- Portogallo- Belgio- Olanda. Album n. 21. 28,5x21; cc. 65 r-v. non numer.. ril. in cartone. Titolo :Austria- Ungheria. Album n. 22. 29x2 1; cc.55 r-v. non numer., ril. in cartone. Opera di ltalo Cenni, solo 3 tavv. di Quinto. Titolo : Nuovi Stati. Album n. 23. 28x 19; cc. 204 (per_ ca. bianche) con numerosi frammenti. non numer., ril. incartone. Titolo: Africa- America- Oceania. Album n. 24. 34x23; cc. 63 non tutte r-v, non numer.. ril. in cartone+ ritagli vari. Titolo : Mi!>-cellanea. Album n. 25. 35x28; cc. 140 r-v, non numer., ril. in cartone. Titolo : Miscellanea. Album n. 26. 25x20; cc. 63 staccate, in album con fog li di plastica, varie epoche e materiale, senza titolo. Album n. 27. 35x27: cc. 9 solo r. non numer.. ril. in mezza pelle. Senza titolo, è opera di Italo Cenni
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Le cartelle racchiudono fogli, piĂš o meno cuciti e/o incollati, che sono dei veri collage di pagine di g iornali, di stralci di riviste, di figu rin i ritagliati, e contengono anche fotografie, alcuni disegni ed acquere lli. Sono relativi ad eserciti vari . esteri soprattutto. Ancora sotto ricognizione, sono stati numerati provvisoriamente. Cartella l , Miscel/cmea stati vari, Europa, Medio ed Estremo Oriente, Americhe Cartella 2, Miscellallea Francia Cartell a 3, Miscellanea Portogallo, Spagna Cartella 4, Miscellanea Germania, Austria, Ungheria Cartella 5, Miscellanea Inghilterra
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I raccogli tori della corrispondenza ancora non sono stati né catalogati né studiati. Di essi, è stata fatta una ricogniz ione sommaria. al fine di titolarli soltanto e dare indicazioni sulla materia trattata nel le lettere. Anche la numerazione è provvisoria, poiché soltanto alcune buste della corrispondenza hanno una propria numerazione originale. Raccoglitore l, Italia Napoleonica Raccogl itore 2, Genova, Vene-;.ia, Stato Pontificio Raccoglitore 3. Italia XIX secolo Raccoglitore 4-5 , Modena, Parma, Reggio Raccoglitore 6, Regno di Napoli, XIX secolo Raccoglitore 7-8-9, Stati Esteri Raccoglitore l O, Estratti da gior!lali, vari stati Raccoglitore Il. Armi Raccoglitore 12. Medaglie straniere Raccoglitore 13. Figurini vari Raccogl itore 14, Un(formi carabinieri e poli:ia Raccoglito re 15. Grecia, Inghilterra, Portogallo Raccoglitore 16. Turchia, URSS, Belgio Raccoglitore l 7. Austria, Brasile, Argentina Raccoglitore 18. Eserciti 1•ari, Svi-;.-::.era, S. Marino, Vaticano, U.S.A. Raccog litore 19. Francia, Germania, Danimarca
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D fondo fu acquistato nel 1987, ed era in possesso della Sig.ra Minni Tomasini; è stato raccolto provvisoriamente in due raccoglitori , ed è ancora in fase di ricognizione. • Raccoglitore l. Contiene 6 quadri sotto vetro; nei quadri sono custodite chine, matite ed acquerelli rappresentanti figurini in uniformi varie, cavalli , fortificazioni medioevali. Sono tutte pitture di piccolo formato. • Raccoglitore 2. Contiene 4 album, al momento ordinati provvisoriamente con lettere del!' alfabeto: -album a: contiene disegni a matita, china, acquerello, di dimension i varie, raccolti in fog li di plastica. I bozzetti rappresentano la battaglia di Custoza, figure di cavalieri e di militari di varie epoche e di vari stati, interventi di militari in calamità naturaU, paesaggi, fortificazioni. -album h : taccuino da studio, 21 ,5x I 3.5. È un taccuino contenente schizzi di ogn i genere, a matita, a china, ad acquerello chinato , d'uso caratteristico dei pittori dell'ottocento. È composto da una trentina di fogli, di cui 5 con soggetti a carattere un iformologico . -album c: raggruppa, in un contenitore con fogli di plastica, schizzi , disegni e pitture che rappresentano stud i sul cavallo, su e pi sod i d eli 'Od issea, s u battagli a navale della guerra russo-g iapponese; alcunj sono dedicati a figurini militari. -album d: album sim ile al precedente. nel contenitore e nei disegni (ne è probabilmente la continuazione). Contiene studi s ul cavallo , suli ' Odissea, su lla baltaglia di Zuscima, s ulle prime uniformi delle truppe in Africa, ed una china che raffigura Vittorio Emanuele II a cavall o.
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CAMILLO BRIALDI. Il Codice Cenni, in ''Accademie e Biblioteche d' I talia'', anno XLIV, n. l, gennaiofebbraio 1976. CO~IA
DUCCI. Di::.ionario illustrato dei pittori, disegnatori, incisori italiani moderni e contemporanei, Milano 1971.
A.M.
N ICOLA DELLA VOLPE, Cartoline Militari, Stato Maggiore Esercito. Ufficio Storico, Roma 1994. GIOVANNI FLORIS, L'Esercito Ile/l'Arte, Stato Maggiore Eserc ito-Ufficio Storico, Roma 1981. GIOVANNI SPADOLINI (a cura di). Il soldato italiano dell'ottocento. Stato Maggiore Esercito-Rivista Militare. Roma 1986.
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Finito di stampare nclrnc'c di aprile :WOO dalla Rubbcttino At1i Grafiche 88049 Snvcria Manmâ&#x20AC;˘lli (Catantaro)