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102
settimana
della Guerra
d'Italia.
Una sosta in buona compagnia. — La nostra guerra in alta montagna: Una colonna di rifornimento; Un passa; io scavato attraverso una valanga; Prigionieri austriaci in Cadore; L’aereoplano austriaco abbattuto il 22 aprile sul San Michele; L’aereoplano austriaco abbattuto il 24 aprile sul Vipacco (5 inc.). — Carlo I sul presso Trieste; Il nuovo fronte italiano: L'imperatore in mezzo ai suoi generali; L'imperatore distribuisce le ricompense; Carlo I sul fronte dell’ Isonzo; A Opcina ve de verso la linea di battaglia; ministro della guerra austriaco Stòger-Steiner von Steinstàtten (5 inc.).). — L'avanzata franco-inglese in Francia: Movimento sulle strade i inglesi sulle Serbatoi d’acqua improvvisati; Reggimento di scozzesi che va verso le trincee; La costruzione dielle strade che hanno condotto alla vittoria; Carria; strade del fronte; Grossi proiettili pronti per il fuoco; Una fattoria come venne trovata dagli in glesi Sul fronte della Somme (8 inc.). — L'Istituto I ‘otecnico e la Villa Nazionale di Stra: Progetto per la decorazione della vasca sperimentale; Facciata principale della Villa; Cancello d’ingresso alla Villa; Finestrale nel muro di cinta del parco; Il prato della Villa prima dell'inizio dei lavori; Vasca per esperienze nel arco dilella Villa; Le scuderie; Finestrale nel muro di cinta del Arco ; Pompieri alla ricerca delle vittime; Cancello nel muro di cinta del parco (9 inc.). — Il terremoto nell’Aretino: Citerna: Soldati che preparano le tende; Monterchi: Il campanile di Monterchi;.La via principale di Citerna; La chiesa rincipale e case crolla! te a Monterchi (6 inc.) — Una grandiosa cerimonia nella Basilica Vati cana: La solenne beatificazione del Cottolengo. — Uomini e cose de fedora: La festa della prima vera per i figli dei profughi e dei richiamati; L'America in guerra Mons. Pacelli; La mostra garibaldina alle Terme Diocleziane (6 inc.), — Domenico Oliva. — Preseni tazione al Re dei comandanti delle R. Navi, sezione esploratori. di Antonio Baldini. — L'Istituto Idrotechico e la Villa Nazional . Nel testo: Intermezzi, del Nobiluomo Vidal. — Dal fronte: vie, retrovie, baracche e trincee,
di Stra. — Diario della guerra d'Italia. — Pigionali, novella di Federico Tozzi. SCACCHI. Problema N. 2584 del sig. H. D'O. Bernard.
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BIANCO. (@ Pi Il Bianco, col tratto, dà se. m. in due mo
Da un’altra vita troppo lunga e stanca!
(Come la brina che i giacinti imbfanca
Di primavera ai tremolanti spunti,
Anima dell'idea, che giù non manca,
Tu calchi qua, fra lo ombre dei defunti. Paoe!,.. Al tramonto di una lotta altrici Sollievo al cuor che langue, soffre e spera, Fia il sol che muor nel cespite infelico ! Paca! Chè da lontana, èrema spera Piangono i morti dell'età folico
afro Gastarla tu-non puoi, benchè squisita, Senza pensar cho fu l'amaro riso Di quei che porser l’immortalo vita E l’etorno beltà del paradiso. Questo della gran dama insuperbita E della più modesta aggrazia fl viso; Alla psiche dinanzi entrambe’ invita, Ma è tal Bellezza che non ha sorriso. Della regal consorte il flero incanto E l’arti maliose, ni progi suol Stesaro un.velo-di disdoro e pianto. Ei ricorda di Trofa i tanti eroi E l'amor di colui; che fu si tanto, Per lei, cagiori di Inti e prima e poi, Carlo Galeno Costi.
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I vivi qua, peregrinando a serà!
*
Qual potenza, qual vigor celeste
“ Manibus 0 date lilta plenis!
Ti guidano fra noi, vergine fata?
(ViRGILIO,)
Ai canti alterni di gioconde feste Perchè non ridi e non esulti amata?
Tu soi leggiadra, e sotto bianca veste Ti manda il ciel fra l'onda imbalsamata, Accogli il suon di passioni meste,
Enigma.
6
IDROLITINA
Soiarada.
Bionda figura, dai profili smunti, Da Ja gramaglia di candore bianca, Como sei bella pei sentieri disgiunti
O limpidi trilli, O voci argentine Di alati tranquilli, Di vispe bambine ; Nell’oco gioconda La vita s'effonda, Trionfl l'amor ! O suoni di piunto, Melodi giulive Di mistico incanto, D'imagino vive; Nell'arte scolpita Rifulga la vita Col grande lavor! Soavi momenti D'amore, di brama, O baci silenti, Rispetti alla Dama; L'uvito maniero Accoglie il pensiero D'un umile cor! Carlo Galeno Costi.
Spegni una gioia a nuovo albor rinata,
UN ORIGINALE. Uomo non son, se pur di. carie © d’ossa M'abbia fatto natura assai benigna; Ma, in generale, l’uomo mi designa Utile all’opra, che-pet Ini s'è mossa, 11 doppio varco mio, qual. buja fossa, Divide una parete non pietrigna E dalla mia struttura o bella, o arcigna, Fo di persona l’impression rimossa. Mentre caro ad ognuno, orudelmente Mi si stuzzica sempre e avviene spesso Da un atto tal ne lagrimi repento. Ma, più bizzarro ancor, l’uomo mi tiene Per cacciarmi qua © là senza permesso A quel senso gentil che si conviene! Carlo Galeno Costi.
Ti canti il vate! Di melanconia N simbol tuo sfregiar potrà mai nudo, Nè ciò che porti al mondo e mai s’oblla! Paco |... Gelidamento al ramo erudo Piange lo spirto l’ultima agonia; Vivo nel vuoto l’alta solitudo ! * “Salve, Regina!,, Oh! quale accento mosto Pel cuor che vive no l’etetna fede! Idilio amaro per lo giorno sesto Al convenuto
che qui calca il piede!
Date flori alla galla, ove l'amplesso Più /ine ingioia {1 palpito bambino ; Date rose all’altar, cui volge spesso Senza conforti il misero tapino | Portate fiori al mistico complesso, Dove s’arresta il volo del destino, Portare rose al claustral recesso
Che primo la pietà del pellegrino. Oh! Date, dato fiori ove la vita Sulla coltrioo nuda infranta geme Dull’umil madre del figlio] rapita ! Oh! Date fiori a piene mani insiemo Fin là nel suol do là Pietà ferita, E splonda il èol fra Je battaglie estreme ! Carlo Galeno Costi. —r————_— ui
Qua dove l'ombra della morte fiede Ciò che nasce, che vive e va funesto, 1'Ciò che chimera ogni mortale oredo Al trapassato d’un dolor rubesto.
Spiegazione.dei Giuochi del N. 17: Incastro: FALLA-VEL — FAVELLA. CAMBIO DI CONSONANTE! VENERE - TENERE - CENERE.
Povero fior, tu pur nel calmo piano
Della vita che fa, chini i tuoi steli Col crisantemo, il cinerario,... È vano
Crittografia dantesca,
(Paradiso)
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Per te ridire ciò che il cuore anelli,
La Fata delle Tenebre.
Ciò che alle tombe posa gentil mano E schianta odaco il gran mister dei cieli! Carlo Galeno Costi.
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L'ILLUSTRAZIONE 102.
Anno NUIV. - N. 18, - 6 Maggio 1917. D&
SETTIMANA
DELLA
GUERRA
D'ITALIA
ITALIANA
/er tutti gli articoli e i disegni è riservata la proprietà artistica e letteraria, secondo le leggi e i trattati internazionali mg
Copyright by Fratelli Troves, May 6th 1917.
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SOSTA
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COMPAGNIA.
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Una colonna di rifornimento; in fondo,ilmonte
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Un passaggio scavato attraverso una valanga.
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L'ILLUSTRAZIONE
LA
NOSTRA
ITALIANA
GUERRA.
(Laboratorio fotografico del Comando Supremo).
Prigionieri austriaci in Cadore.
L'aereoplano austriaco abbattuto il 24 aprile sul Vipacco,
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La costruzione delle strade che’ hanno condotto alla vittoria.
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Una fattoria come venne trovata dagli inglesi.
Sul fronte della Somme.
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
Vasca per esperienze nel parco della Villa.
Il prato della Villa prima dell'inizio dei lavori.
sobria decorazione. E venne anche deciso che la larghezza della vasca fosse, per ragioni estetiche, assai maggiore di quanto le esigenze
puramente
tecniche
non
dessero, in modo da compensare misura l'estrema lunghezza necessaria per le esperienze. La richiesta, presentata dal Magistrato e appoggiata dall’Università, provocava una visita da parte della Sottogiunta delle Belle Arti (di cui facevano
richie-
in certa
la vasca, benchè priva di ogni decorazione, pur nella sua nudità non apparisse una stonatura dell'ambiente del parco, ma aggiungesse anzi una nota nuova che ben si armonizzava col resto del paesaggio.
I compiti dell'Istituto, come sono
precisati all'art. 1.° del vigente Regolamento interno, chiarendo quanto
già veniva accennato nella Convenzione fra Magistrato alle Acque e Uni
versità di Padova, sono i seguenti
a) riferire sulle questioni il cui
studio venga deferito ad esso dal Magistrato alle Acque; )) compiere studii teorico-sperimentali su problemi che interessino le discipline idrauliche e le
opere
fu redatto a cura dell'Istituto Idrotecnico al quale gli im-
loro applicazioni e si aggiunge pure che in via subordinata deve: ©) fornire i mezzi per lezioni
pianti ultimati venivano consegnati nel 1913. Secondo le linee di massima già precedentemente concordate, le opere stesse dovevano essenzialmente consistere in un grande bacino alla
testata
della
pratiche di idraulica alla R. Scuola
d'Applicazione di Padova; }))eseguire la taratura degli strumenti di misura delle velocità di corrente nei canali aperti ed altre ricerche (le quali, si intende, potran-
vasca,
che guarda il palazzo, con un
no aver luogo sia nell'interesse del
opportuno rivestimento delle sponde; e un bozzetto. prospettico di esse, preparato d’ac-
cordo colla Sovraintendenza ai Monumenti, aveva l'approvazione della Giunta delle Belle Arti, espressamente venuta una seconda volta
a Stra
nel 1914, collo stesso
Direttore generale comm. Corrado Ricci. I membri della Giunta riconobbero allora come
che il Magistrato alle Acque e l’Istituto Idro-
si hanno frequenti esempi da parte degli organi esecutivi dello Stato.
niva autorizzato a dare inizio ai lavori (1910) mentre si sarebbero studiate le opere puramente decorative. di queste
sta, essenzialmente pacifiche. È però giusto che sia fin d'ora riconosciuto tecnico hanno dato prova di uno scrupoloso rispetto per le esigenze artistiche, di cui non
parte fra altri Boito, Venturi, Cavenaghi) in seguito alla quale il Magistrato alle Acque ve-
Il progetto
zione e le sue forze finanziarie potranno essere indirizzate anche ad opere, come que-
Magistrato
Le scuderie.
e della
Scuola,
Poco differente è poi il bozzetto approvato
definitivamente dal Ministero della Pubblica
Istruzione nel dicembre 1914, e riprodotto nella illustrazione: esso rappresenta ciò che si vedrà ad opera compiuta dall'alto della gradinata di accesso al parco dal portone
ed eccezionalmente di privati). Dal Regolamento quindi non è
definito alcun particolare argomento della idraulica sperimentale, ma solo è detto che si porranno in
prima linea quei problemi che specialmente interessano il compartimento del Magistrato alle Acque, ossia la regione che nei riguardi è senza confronto la più difficile e tormentata di tutta Italia.
principale della Villa. La forma del bacino alla testata della va-
sca, studiata con numerose prove e riprove, ricorda quella dei consimili specchi d'acqua esistenti in vari giardini francesi dell’epoca, esempio insigne dei quali sono quelli di Versailles. Lo chiude lateralmente un coronamento di poco sopraelevato sul terreno circostante, e sulla parte anteriore un’ ampia gradinata permette di scendere fino a un piano limitato da una balaustrata e posto quasi a livello dell’acqua, che sarà nel bacino circa 90 centimetri più bassa che nella vasca. Non tutti i particolari architettonici sono
definitivamente studiati: essi in ogni caso si ispireranno nel disegno ai tipi di cui numerosissimi esempi si trovano nel palazzo, nelle
scuderie
e nei finestrali del muro di cinta.
Il rivestimento
dei
muri
di sponda
consi-
sterà in un semplice bordo sagomato, che si innalzerà di circa trenta terreno
circostante.
Si provvederà
pure
centimetri
sopra
il
alla sistemazione del
prato circostante, con formazione di aiuole e
viali. Il Magistrato alle Acque ha ormai già aùtorizzata la esecuzione dei lavori: alla quale si
Finestrale nel muro di cinta del parco.
provvederà
non
appena
come
dietro invito di altri Enti pubblici,
l’attività della na-
Cancello nel muro di cinta del parco.
(Fot. Felici).
ITALIANA
LUSTRAZIONE
GRANDIOSA UNA CERIMONIA BASILICANELLA VATICANA. La solenne beati! È pi s Di i s PA 9 0) (S] 5 Fi < s so$
L'ILLUSTRAZIONE
| Domenico Otiva.
Presentazione al Re, accompagnato dal Comandante Supremo della
flotta Thaon di Revel, dei Comandanti delle R. Navi, Sezione Esploratori.
Tristissimo annunzio è arrivato sabato scorso, 28 aprile, da Genova. Nella villa materna, a San vanni Battista, presso Sestri Ponente, improvyvisamente, mentre, dopo colazione, stavasene tranquillamente seduto a leggere nella Storia d' /ta-
lia del Botta, è morto Domenico Oliva, il notis simo critico letterario ed artistico, uno degli intellettuali interventisti romani più coscienti e più in vista, direttore della battagliera /dea Nazionale, dopo'che il Forges Davanzati dovette lasciare que! l'ufficio per servire sotto le armi. Domenico Oliva cra anima, intelligenza, temperamento meridionale;
suo padre fu il procuratore generale comm. Cesare
Oliva, fratello di Laura Beatrice Oliva, donna eminente per sentimento, pensiero e coltura, moglie
di quella gloria del foro e del Parlamento che fu
Pasquale Stanislao Mancini, Dunque Domenico crebbe in un ambiente familiare di altissima intellettualità. Però era nato a Torino, nel 1860, quando
suo padre, emigrato napoletano, trovavasi ancora colà, Seguendo il genitore nelle varie residenze, si
lauredzin legge a Parma, poi a
Milano esercitò
l'avvocatura, e qui a Milano fu uno dei fondatori del Circolo Popolare, attorno al quale riunivansi tutti i più animosi giovani elementi del partito liberale-moderato, di fronte ai partiti popolari avanzati, e fu uno dei più assidui collaboratori della settimanale /dea Liberale, che era l'organo batta-
gliero di quel Circolo. Ardente nella politica, era
non meno ardente nel campo letterario ed artistico rivelandosi a Milano col periodico Perombre. Nel Corriere della Sera pubblicò un interessante seguito di ofe Letterarie; licenziò un volume di versi, ed un forte dramma, Robespierre. Nel 1897-98 diresse il Corriere della Sera, ma
ITALIANA
durante
il pe-
riodo criticodel maggio-settembre 98 il suo atteggiamento risoluto per la politica repressiva diede occasione ad una lettera aperta, che fece viva impressione; del Torelli-Violler, alla Stampa di Torino, nella quale il fondatore del Corriere dissentiva da
LA
GUERRA Le operazioni
dal 23 al 29 aprile.
24 aprile. — In Valle Lagarina continuò ieri (23)
delle linee dell'avversario.
Nell’a/to Cordevole la notte sul 23 un riparto nemico tentò di irrompere in ‘una nostra. pos nella zona
di Ciampovodil : fu contrattaccato e di-
sperso e abbandonò armi e munizioni.
Uguale sorte toccò ad altro attacco contro le no-
stre linee di Gabria, a nord-ovest di 7o/mino : l’av-
versario vi subì sensibili perdite, Sul fronte giulio, da Gorizia al mare, azioni alquanto vivaci delle artiglierie.
Sul Carso nostri
arditi nùclei, insinuatisi attra-
verso varchi nei reticolati nemici, assalirono ed occuparono di sorpresa una posizione avanzata nelle
vicinanze di Castagnevizza, prendendone prigionieri i difensori. 25 aprile. — Dal Sarca al Brenta le artiglierie
nemiche furono anche ieri particolarmente attive. Le nostre ribatterono con. energia e disturbarono
i persistenti movimenti nemici in Va//e Sugana. Sul fronte giulio duelli delle artiglierie e numerose ricognizioni aeree. Un velivolo nemico fu abbattuto nel nostro territorio: gli aviatori, feriti, fu-
rono presi prigioniei
Sul Carso, nella passata notte, dopo intenso bom-
bardamento, il nemico
attaccò
in forze le nostre
linee nel settore di Castagnevizza, riuscendo soltanto a riprendere il posto avanzato da noi occupato il giorno innanzi. Lungo il rimanente fronte
fu nettamente ributtato.
26 aprile. — Sul fronte tridentino l’attività aerea
tutarie. Allora l'Oliva uscì dal Corriere ed andò a stabilirsi a Roma, dove presto prese posizione come
è in sensibile aumento. Velivoli nemici tentano con
critico d’arte, specialmente pel teatro drammatico,
insistenza ricognizioni ed incursioni nel nostro territorio, quasi ovunque contenute dai tiri delle ar-
tiglierie e dall’aggressività dei nostri aviatori.
anche deputato di destra del II collegio
Sul fronte giulio nella notte sul 25, nuclei nemici tentarono assalire alcune nostre posizioni ava! zate sulle pendici del Vodil (zord-ovest di Tolmino). Furono subito ributtati dal nostro fuoco.
collaborando nel Giorza/e d'Italia, dal quale uscì prima della guerra quando, per l'indirizzo elettorale del 1913 si trovò in dissenso con la direzione. Passò poco dopo all'/dea Nazionale. Fu Parma
durante la XX legislatura, e mandò da Roma, in quel tempo, all’ILLustrAzionE bozzetti parlamentari gustosissimi. Era stato nei giorni scorsi in Francia,
al fronte, a ritemprarvi la sua fiducia nella vittoria:
di ritorno erasi fermato a San Giovanni a visitarvi
la venerata madre novantenne; e la morte improvvisa lo ha colpito, a soli 57 anni, spegnendo in lui un’anima ardente di patriottismo e una mente fer-
vida per alti pensieri !... —_
L'Umbria ha perduto un vecchio suo artista, il
pittore Francesco Moretti, perugino; noto per la specialità dei dipinti a smalto su vetro. Allievo dell'Accademia perugina, svolse la sua attività artistica nella regione prediletta: sono sue le vetrate della cattedrale di Perugia; quelle del Duomo d’Orvieto, eccettuata quella della tribuna, opera di Bonino d'Assisi da lui restaurata; quelle della chiesa della Pieve di Arezzo; quelle per la cappella di
Nel pomeriggio di ieri (25) il nemico iniziò un
intenso
bombardamento
delle
nostre
posizioni di
Quota 208 sud, fatto cessare dal pronto intervento
delle nostre batterie che provocarono
vasti
incendi
nelle vicinanze di Uschizza (Voiscica). Nostri velivoli bombardarono con buoni risultati impianti ferroviari di Rifemberga e ritornarono tutti ai propri campi.
Nella notte
un
nostro
ibile rovesciava 600
chilogrammi esplosivi su magazzini e baraccamenti nelle vicinanze di Nabresira. Sulla via del
ritorno avvistato da una squadriglia di idrovolanti l’aeronave inalzava. rapidamente. nelle nubi, sfuggendo all'assalto e ritornando incolume nemici;
84 anni.
nelle linee. 27 aprile. — L'attività aerea nemica si mantenne anche ieri (26) intensa sul fronte fridentino estendendosi fino alle alte valli della Caria. I nostri aviatori la ‘contrastarono con vigore e spinsero alla loro volta brillanti ricognizioni su Bressanone e
PE CINZANO ZI
alla festata del But.
San Giuseppe a Loreto. Eseguì anche su vetro a
smalto un ritratto della Regina Margherita. Aveva
sinistra del torrente Maso: prendemmò qualche prigioniero. ul Carso le nostre artiglierie eseguirono ‘efficaci
concentramenti di fuoco contro importanti obbiettivi nemici nel settore settentrionale dell'altopiano.
insistente il duello delle artiglierie. In Valle Sugana sono segnalati più intensi movimenti a tergo
ogni approvazione alle soppressioni dei giornali
avanzati ed alle misure restrittive delle libertà sta-
D'ITALIA
(Dai bullettini ufficiali).
Attacchi
tentati da piccoli riparti avversari in varii
tratti del fronte furono nettamente respinti: un'ardita pattuglia nostra riportò dieci prigionieri. Idrovolanti nemici lanciarono bombe su Sar Canziano, senza far vittime nè danni. In combattimento aereo fu abbattuto un velivolo nemico che cadde nelle vicinanze di Sar Martino del Carso, Uno degli aviatori rimase ucciso e l’altro
fu ferito e preso prigioniero. 28 aprile. —
In Valle di Ledro il giorno 26 no-
stri tiri aggiustati demolirono un fortino sulle pendici di Monte Sperone. Le artiglierie nemiche reagirono con violenza senza farci danni. Sull’ Altipiano di Asiago una nostra pattuglia irruppe nelle linee dell'avversario, riportando armi e munizioni e qualche prigioniero,
Nella giornata di ieri (27) persistente attività di artiglieria e di velivoli sui fronti tridentino e carnico. Lungo il rimanente fronte nessun importante avvenimento. 29 aprile. — Dal Garda al Brenta nella giornata del 28 persistente attività di velivoli nemici che lanciarono qualche bomba su Ala (Valle La-
garina) e su Fiera di Primiero (Valle di CismonBrenta) senza fare danni.
Consuete azioni delle artiglierie, più intense sull'Altipiano di Asiago. Alla testata della Va/le di Comelico
spingemmo un tentativo
(Piave) re-
di-irruzione némica a nord-
est del Passo di Monte Croce,
Sul /ronte giulio V' artiglieria avversaria fu al-
quanto attiva contro le nostre posizioni nella zona di Gorizia e nel settore settentrionale del Carso. Le nostre bersagliarono alcuni obbiettivi sulle prime linee e sulle retrovie nemiche. Jo aprile. — In Valle Camonica la notte sul 29
un riparto nemico irrompeva di sorpresa in un no-
stro posto avanzato al passo del Zorza/e. Accorsi i rincalzi, sotto violento oca di interdizione dell’ayversario, il posto fu completamente e subito rioc-
cupato.
Nella giornata
di ieri (29) azioni
saltuarie delle
artiglierie, più accentuate in Valle di Trayignolo (Avisio), alla testata del Rio Costeana (Boite) e
nella zona di Gorizia. L'attività di nuclei în ricognizione, intensa lungo tutto il fronte, diede luogo a vivaci scontri ad
oriente di Tierno (Valle Lagarina), sulle pendici nord-ovest di Monte Majo (Va/le Posina), ad occidente
di Samone
(torrente Maso-Brenta),
nella
valletta di Rio del Lago (Seebach Haîlitz), sul
Rombon (Alto Isonzo), e specialmente poi sulle
alture ad. oriente
gemmo
di Gorizia e sul
all'avversario.
sensibili
Carso. Inflig-
perdite e gli pren-
demmo una ventina di prigionieri, fra i quali un
ufficiale. Nella serata, velivoli nemici lanciarono bombe su piccole località del Basso /sonzo: lievi danni. Di rimando
due. nostri idrovolanti,
volo, bombardarono
le stazioni
levatisi
di velivoli
presso 7rieste, ritornando poi incolumi,
subito
Franzensfeste (Valle d'Isarco).
Sullo stesso fronte azioni di artiglieria
alquanto
vivaci sull’a/fopiano di Asiago in Valle Sugana e Sono segnalati piccoli scontri di pattuglie sulla
NEUMATICI
a
nemici
MIRELLI
L'ILLUSTRAZIONE Anzi questa curiosità cominciava a diventare un sentinento ostile. Ma facevano di tutto per contenersi; per educazione. Marta era piccoletta, con gli occhi azzurri e taglienti; vestiva sempre di scuro con una gran rosa chiara sul cappello. Gertrude, in vece, aveva una faccia liscia, e un'aria tra l’idiota e il sinistro; alta, con gli occhi che bisognava dirli verdi; e i capelli gialli. Ma non era cattiva nè meno lei. Del loro tempo passato non esisteva che qualche segno nei ricordi; anche la tomba del marito di Marta era diventata sempre più invisibile, con una pietra dove non leggeva più nessuno, sotto i folti ciuffi d'erba grassa e lustra. E quand'era piovuto, l’acqua ci lasciava sopra le foglie dei
cipressi.
Il loro tempo passato s'era staccato tutto da loro; ed elle s'erano avvizzite come se non avessero più potuto riceverne le linfe Invano avrebbero tentato di riavvicinarcisi. Ma ora gli anni erano sempre eguali; e tanto l’una che l’altra vivevano soltanto di quel che avveniva durante una giornata. Erano contente che le stesse cose tornassero e di fare sempre gli stessi discorsi; come se li avessero dovuti imparare a mente. Se aves-
sero dovuto esprimere un'idea di più, non sarebbero state capaci. Ecco anche perchè perfino le loro porte si rassomigliavano.
Ma, alla fine, Gertrude
si ammalò: sentì
ch'era per morire: ella voleva
morire.
Non
si sarebbe rialzata dal letto che a malincuore. La malattia le dava il senso piacevole dell’ozio, da cui non ci si può più liberare. Di-
ceva a tutti, come
ITALIANA
se si fosse trattato di fare
un viaggio qualunque: — Finalmente morirò! E sorrideva, più lunga del letto, cercando di convincere gli altri a sorridere. Ma la morte tardava. Allora ella si figurava di poter farla
venire soltanto con il desiderio che ne aveva. Quando si ricordava di Marta, pensava: — Lei vivrà ancora. Sono contenta che resti a vivere. Era
questa
una
specie di vendetta
che si
poteva prendere; come uno, arricchendo, dicesse: non sono io, ma l’altro che è povero. Sentiva, del resto, una grande dolcezza e una
rande simpatia per le cose che vedeva e per le persorie che l’andavano a visitare. L’aveva anche presa la smania di fare regali a tutti. Lo diceva sempre: — A te darò il mio anello, Perchè me lo dovrei far mettere quando sarò morta? A te, le SIERO d’argento. Basta che tu mi prometta di non venderle mai. Ma a Marta, anche se verrà a trovarmi, non le darò la gatta, perchè me l’ha sempre invidiata! Ma era stanca di vedere le pareti della camera, e sempre di più la sua impazienza cresceva; come la febbre. Alla fine, la morte venne da vero; quando, Gertrude non se ne accorse nè meno. E Marta che non s'era mai arrischiata ad entrare in casa sua! Qualche volta aspettava, alle scale, la gente che usciva; per domandare le notizie della malata. Ma si raccomandava che non lo ridicessero a lei. Non dormiva più: sapeva che, dall’ altra
EUSTOMATICUS
379 parte del muro, in una camera come la sua, il lume ad olio restava acceso tutta la notte. Aveva anche una gran voglia di parlarne e di compassionarla; pensando di dirle un monte di cose belle e dolci e pregando per lei: voleva che andasse in paradiso. Ora chiamava la gatta non perchè chiappasse i topi, ma perchè gliela voleva governare. Le pareva così di levargliela; diventandone padrona lei. Ma una notte sognò che Gertrude era guarita; e la vedeva passare lesta lesta, senza muovere le gambe. Dove andava? Tentò di
fare anche lei lo stesso, ma non ci riescì. Questo sogno le lasciò una grande invidia, Non ebbe oramai nè meno un sentimento buono; e non dette ancora da mangiare alla
gatta; per paura che Gertrude non morisse più. O se invece gliel’avesse regalata? Come le dispiaceva di starci di casa insieme da tanto tempo! Perchè l’aveva conosciuta? Poi se la prese perchè sentiva suonare il suo campanello almeno sei o sette volte al giorno.
La sua finestra di cucina la distraeva un poco, ma non gliela faceva dimenticare. Battevano le ore dalla Torre del Mangia in quel silenzio di tutta Siena; e un’eco, proprio come un altro orologio, le ripeteva fino alla campagna, con una chiarezza placida. Gli alberi dietro l'ospedale coprivano i finestroni dei malati; e le fonti tonde degli orti sotto le mura luccicavano come specchi sbiaditi. Le colline avevano una dolcezza immobile nell’aria limpida; e la cattedrale era così can-
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