MIO XLIV- N. 34.
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Dal fronte:
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“Problema N, 2566
Problema N. 2567
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Le nostre artiglierie battono con violenza le posizioni avversarie: Osservando l’effetto dei tiri,
168
ENSEERSIMNEZZI La pace del Papa - Giolitti - Quinto Cenni. La colombina che ha spiccato il volo fuor dalle mani del Papa, non tornerà in Vaticano recando nel becco il ramicello d’olivo. Il Santo Padre ha scelto tra le penne bianche
timido, e troppo
delle
sue
rispettoso, dal cuore dolce
come
le ciambelle
colombine;
che le monache
un
animaletto
troppo
impasta-
vano con fiore di farina e polvere di zucchero, quando la farina era pura e lo zucchero non aveva tralignato nella saccarina. Smarrita nella tempesta, la cara colomba non sa come orientarsi nè dove posarsi. Non le hanno tracciato un itinerario preciso. Essa
ha un bel cercare la via delle pacifiche solu-
zioni;
non
riesce a trovarle
tra il carreggio
giova
tubare: pax in terra hominibus
delle artiglierie tedesche in Alsazia-Lorena, o intorno a Trento, o verso Trieste. Nè le bonae
voluntatis! Ci vuol altro che il singulto flebile di un piccione per le . orecchie assordate dei popoli! Non basterebbe il ruggito di un leone. Perciò, la poverella, si strappa una piumettina dal petto e la laia cadere lenta e leggera sulle caserme di Berlino; un'altra, col suo bravo nastro cilestrino, ondoleggia
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
sentenza, e non parli come
gli oracoli am-
bigui.
Con parole che diventano mimetica-
mente austriache a Vienna, e francesi a Parigi, e tedesche a Berlino e belghe a Bruxelles, non si fa un passo verso la pace, ma si aggiunge lo stridore delle chiacchiere accademiche all'urlo e al fracasso delle battaglie. Non è ora, questa, da voler essere d'accordo con tutti. Bisogna affermare le verità positive
e risolutive, non elargire ai popoli che hanno fame di certezza
un
testo crepuscolare, che
può solo suscitare negli spiriti martoriati il dubbio d'aver inutilmente sofferto. Parole forti, Santo Padre, degne del Papato che è maschio, non della diplomazia vaticana che è femmina. Parole che risolvano dal punto di vista della giustizia, che è assoluta e non relativa, le questioni più semplici e importanti.
La moderazione
e lo spirito di conci
liazione saranno buone per le controversie minori, quelle che interessano l'orgoglio e il puntiglio delie nazioni, non la vita profonda
egli parla dei sacrifizi che il popolo ha fatto! Forse per esaltarli? No, ma quasi per dare al pubblico una più dolorosa coscienza di essi, quasi per togliergli la rassegnazione. Questo oratore scarno trova gli epiteti neri che occorrono per tracciare un quadro di desolazione. Pare un frate che enumeri le miserie e'le bassezze della vita mortale. E,
questo frate cupo,
quando
parla.... dell’al di
là, cioè del dopo guerra, volendo promettere il paradiso agli uni, pare che spinga, a grandi colpi di braccia, verso l'inferno, qualche aborita ombra che non nomina. Profetizzando le giustizie sociali che verranno, egli non ha
in mente coloro che le godranno, ma quelli
che dovranno precipitare nell'abisso tra il fioco pianto e lo stridor dei denti. Non invoca giorni e aspetti migliori come un'era di luce, ma come una quaresima di espiazione. Il suo
domani
non è la conseguenza
del nostro oggi virile, ma la punizione, la vendetta, decretata da lui, Geova irritato. Così, quest'uomo di stato prende le idee generali per il collo e toglie loro il respiro. E fa della politica
elettorale dove bisognerebbe
pensare
nel cielo bigotto e operet-
tistico di Vienna;
Infanzia lontana, anche Quinto Cenni è morto; Sfo-
gliamo lentamente nella memoria le tavole e gli a/ bum che egli, per tanti
lustri, si,
Tutto il sugo del messag-
Un'altra orribile rovina: La Cattedrale di Saint-Quentin,
sospira l’ora
recentemente
incendiata.
della pace? Ma se tanto fu-
rore è scoppiato su terre contese, è possibile che le ragioni e le passioni che hanno scagliato i popoli l'uno contro l'altro siano così molli
e capricciose che basti un po'di moderazione
da una parte e dall'altra, per dirimerle con prudenti parole? E parlando, per esempio, della guerra italiana, quale portata può
avere lo spirito di conciliazione applicato alla sorte di Trento e di Trieste e di Pola? Prenderemo l'amaro pomo della discordia e lo divideremo in due parti, e daremo mezza mela all'Italia e mezza mela all'Austria, come si fa coi bambini. La mezza mela italiana che resterebbe sotto i denti dell'Austria che cosa penserebbe d’una giustizia vaticana, che per amore dell'umanità, la lasciasse maciullare una dura mascella? Perchè tedeschi ed striaci dovrebbero abbandonare le terre iniquamente invase ora, e non le terre quamente usurpate secoli or sono?
ini-
Basterà estirpare l'ingius recente? E le antiche ingiustizie, sofferte durante una eternità di anni tenebrosi, dovranno non solo ere in parte perpetuate, ma quasi cons: ‘ate da un congresso di cauti diplomatici intenti ad applicare con mani odoranti di di tutte
sulle
acerbe
sangui-
veramente
demo-
nanti ferite dei popoli? E il disarmo, questo le nazioni
cratiche, dovrà, non togliere ai prepotenti la possibilità di nuocere, ma agli oppressi la possibilità di liberarsi? Proclameremo, perchè cessi tanta effusione di sangue, che la giustizia è un blando compromesso che deve verniciare a nuovo un mondo vecchio pec-
catore e brutale? Non questo può chiedere e volere la più alta autorità spirituale della terra. Poichè advessa spetta giudicare da un punto di vista sereno e solenne le controversie degli uomini, pronunciare una netta
NEUMATICI
e
la vita, delle albe e-dei tramonti del mondo vario e
d'accordo». Tante grazie! Ma diteci come, Santo Pa-
sogno
di panno
streggiature variopinte! Del-
guerra è crudele; mettetevi
caldi
o chepy
di incerata, coî, davanti, la palletta rossa come una ciliegia, giubbe coperte di alamari, pantaloni succinti, brachesse amplissime, mo-
pelata, ma non contenta.
pannicelli
disegnò e dipinse.
Quanti soldati! E quante uniformi! O colbacchi gran-
gio del Pontefice, è, a conti fatti, questo: «omini, la
malva
vo-
*
e si ve-
dono piume bene intenzionate tremolare cadendo sulla Roma ministeriale, su Parigi e su Londra, e su NewYork; sul Belgio e sulla Serbia e sulla Polonia. Ma con tutte quelle piumette disperse è impossibile empire un cuscino per il capo stanco dell'Europa guerriera. «Che me ne fo d'una piuma sola» grida ogni popolo. Sicchè la colombina tornerà a casa
dre! Chi non
in grande,
lere con generosità, costruire con amore. Triste invecchiar così, nel rancore!
BIRELLI
e la libertà dei popoli. « fuori i barbari » gridò un giorno un Papa; e quel Papa parlava chiaro, e lanciava un grido di risveglio, non
mormorava
una
sori
agli aggrediti,
lene
ninna-nanna
per
addormentare i vicini e i lontani. Se il Pontefice, libero da rispetti umani, non invocherà sul mondo la pace che ‘uguaglia gli aggres ma
intimerà
la guerra
contro Caino, renderà sì debolile armi della iniquità che non ci sarà forse neppur bisogno che quelle del diritto aprano nuove terribili ferite. E la sua voce sarà come la voce di Dio sul monte Sinai, e detterà i nuovi comandamenti per un mondo rinnovato. * Un altro papa, di più piccola chiesa, ha parlato: Giovanni Giolitti. L'uomo dalle gengive rosse ha lasciato a Benedetto XV la missione di metter ordine alle burrasche attuali; s'è presa in mano l’Italia di domani e s'è posto a modellarla, come fanno le levatrici con i corpicciuoli tenerini de’ bimbi, ap-
zione
davvero
vecchietto
mutevole, Quinto Cenni non vide che un solo aspetto: la sartoria militare; e la vide con una passione, con una precisione, con una ostinacommovente. Era ormai un
magro,
garbato,
canuto,
ancora
saldamente fermo nella sua antica predilezione. E disegnò gli ultimi soldati ancora poco
prima di morire. La guerra l'aveva rimesso in accordo con la vita. Prima egli era stato lasciato da bAnda. L'esercito napoleonico, l’esercito sardo, l’esercito del 59, del 66, del 77 erano usciti di voga. Il disegnatore era rimasto in arretrato tra i suoi fantasmi di Solferino e di Magenta, con gli occhi fissi alle vecchie battaglie, da lui tante volte tratteggiate alla brava per i ragazzi e per i semplici. Doveva essere una grande tristezza la sua, mentre nessuno mostrava più di prediligere le cose che egli amava di più. Certo gli parve di essere un assente, lo svogliato testimonio di faccende che non lo interessavano. Perciò, i suoi nervi affaticati gli davano strane allucinazioni. Gli pareva che durante
le sue lunghe insonnie,
loro, completamente
estranee
piccola,
onorata
pena usciti dall’alvo materno.
due persone invisibili apparissero davanti a lui, a intrecciare lunghe conversazioni tra di
troveranno non più ossicini docili come una
Un giorno mi trascrisse uno di questi misteriosi dialoghi ai quali assisteva con sorpresa e talvolta con qualche tormento. Ma intanto la guerra aveva rimesso d'attualità la sua
Di questi palpeggiamenti e maneggi è bene esperto il vecchio uomo arido e iracondo. Ma forse l’Italia di domani non sarà, così molle come egli crede; e le dita secche dell’ostetrico maggioranza, ma ossi duri e ligamenti robusti. Molte cose egli ha detto, non sue nè peregrine, ma giuste. Tuttavia, affermate da lui, in quel modo
secco e con quell’anima di pomice e di cenere che gli conosciamo, hanno un'acidezza, una aggressività partigiana e
bisbetica. Sembra che egli profetizzando d'una Italia che ripara a molti dei suoi mali passati, voglia far dispetto a qualcuno, e invece di guardare
all’avvenire
sopporta
severi disagi;
con
occhi
limpidi,
ha
amore
fu-
l'aria di squadrare con bisbetico disprezzo questo qualcuno. Ecco, gli escono dalle labbra parole che vorrebbero essere d'amore per i soldati che combattono e per il popolo che ma
è un
nebre e glaciale, un amore che invece di scaldare, sconsala. Oh con quanta/insistenza
modesta,
alla
sua
arte.
C'era
vità
un
mondo da disegnare tutto nuovo! Non più i colori fiammanti, i fiocchi, le piume; ma il grigio, ma il celestino, ma il kaki. E il vecchietto studiava, imparava a memoria bottone per bottone, stelletta per stelletta, mostrino per mostrino.
Ultimo
fuoco di vita. Troppo
intenso forse per la sua forza esile. La morte, tornando da qualche battaglia, lo vide, e portò via il disegnatore dei soldati. E restò incompiuto per i ragazzi di domani l’a/bwumr della nostra sicura vittoria. Il Nobiluomo Vidal.
PASTI NE GLUTINATE o.
PERINI
L'ILLUSTRAZIONE
LA
ZONA
DELLA
NOSTRA
ITALIANA
NUOVA
OFFENSIVA.
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
Le nostre artiglierie battono con violenza le posizioni avversarie: Osservando
DAL
FRONTE:
l’effetto dei tiri.
"TENDESPATTECE-DISFATTE:
(Dal nostro corrispondente speciale). Tutto il meraviglioso, tutto l'eccezionale, tutto l'intollerabile della guerra non chiede in fondo
che di addomesticarsi. anche
Se noi dovessimo
in inferno e in paradiso
questa
portare
facoltà di
fare l'abitudine a ogni condizione d'esistenza, dopo qualche tempo tormenti e allegrezze non sarebbi
che modi di dire, anche laggiù. L'uomo è un ani male discretamente libero che troppo spesso agisce come se fosse in gabbia; qualche volta gioverebbe
dirgli: hai provveduto a fare testamento? per fargli ricordare d'essere tra i vivi. E la vita stessa, a quelli
che predilige, provvede di scorciare esperienze, di insidiare abitudini e di guastareisogni di pa punto per tesienti ‘kempre. ‘svegli «Valero
può pretendere di vederli poi qualcuno
attacca
andare
a cantare,
allegri?
Che se
tutti
vanno
gli
ste non
paiono ccse tropponaturali, che davvero
sua lenta pace: le
cicale strepitano dalle campagne
mette nei cieli la
debba venire quest'ordine di farsi anche più sotto, che la trincea sia davvero irrimediabile, che si debba
nella grande fiamma
solare. Molte sono le brigate
guerra è come la scuola: c'è chi sa molto, e chi
le stesse strade,
stesse
dietro d'una sola vi
L'estate
uscire fuori quando sparano le mitragliatrici. La
che ritornano, dopo qualche mese d'assenza, per alle
trincee,
non sa ancora nulla. Il cielo stellato sopra il monte ogni tanto ha un gran palpito di luce, e poi si sente un colpo sordo. Le stelle non sono mai state così
a. piantare le
tende sotto gli stessi boschi. Sanno qual è il giuoco.
I soldati magari ne insegneranno la regola agli uf-
ficiali nuovi.
Ore belle e ore
belle a guardare.
brutte dell'altra volta
Ogni tanto ne cade una filata, Mica è detto che si debba sempre morire. La mente oziosa si mette
tornano alla memoria. Anche il paesaggio della
a strologare sulle percentuali. A saperlo prima, che la vita era così
bella, ci si sarebbe dovuta mettere un po’ più d'attenzione: ora. uno
vorrebbe ricordarsene, così, per som-
dire che di tanto in tanto l’annunzio d’un’offensiva ridà alla guerra il to-
mi capi, che cosa è stata la sua vita,
no e il senso della guerra, perchè
ma la memoria rifiuta.
infine anche alle caverne e alle trin-
cee ci s'accomoda con una pazienza
sciocchezze? Se non
lutare tutti i perchè, più imponenti
della guerra stessa. Ora la guerra, come
quanto
guadagna
più
potenti
prestigio per
e altere
si
altro per un
riguardo morale degli altri. È così seccante morire în compagnia di un uomo che ha paura di morire al
tutte le sovranità di questo
mondo,
istintivamente
Poi uno sì sgrida: son questi i momenti da perdere il tempo in tali
allarmante che finirebbe collo sva-
nostro fianco! La guerra non è af-
le
fanno vedere vicine le sue ragio) perchè non venga a nessuno în
fatto
una cosa
mente di domandarle giustificazioni.
semplicemente, naturalmente, per educazione, l'obbligo di morir bene.
come
il suicidio:
È bene che la guerra,
fin ch'è gu
non prenda questa figura di pace, lo cerco d'immaginarmi quello che doveva essére il fronte russo questa primavera: le merende fra trincea e trincea, i poponi nati fra tomba e tomba. Ma noi abbiamo la fortuna di odiare il nostro nemico per motivi tanto. più ‘irriducibili e car-
da Verona,
il pigiama. Un piccolo
brivido giù per il filo della schiena. « D'altronde » — mormora, e chiu-
de a chiave la cassetta, e si mette in tasca le chiavi tintinnanti. Mo-
rire con le chiavi in tasca!
— « D’al-
all’ag-
tronde.... »; soprappensiero vengono
maledetto. Per fortuna il
stay ‘alla quale non si sa che cosa aggiungere. *
distanza
ed
empietà
sulle labbra delle parole come queRitratto e autografo di Pierre Loti che fu ospite al nostro fronte.
nostro soldato non difetta di buon
umore, enon mi risulta. che lo perda del tutto e nemmeno quando gli dicono di
che cosa nell'aria che rinnova quasi morbosamente la sensibilità dell’uomo. Il mondo ci appare pieno di patetiche facilità liriche, la commozione fa trovare
parole semplici e significati profondi. Si riscontra una serietà più adulta nei compagni. Gli affetti più timi silegano senza difficoltà di scrupoli alle buone e grandi speranze nazionali. Le'spose in quei giorni ricevono delle lettere che le fanno gelose. Retorica, sbagliate,
idee fatte,
è vinto e s'arrende
discussioni
al grande
inutili,
sentimento
tutto
comune
reggimento,
domani, fra tre giorni, quando si suno ha fretta di arrischiare la vita. Meglio pen-
sarci il meno possibile. E l'estate ci mette tutta la sua lenta pace. Per questa sera almeno si vorrebbe
ripo:
Nella notte profonda il bosco pare pieno di spi-
riti lucenti, punteggiato com'è di rosee tende illu-
dell’ambulanza e le carrette vuote;
appena. Molti approfittano di queste poche ore per fare un bel sonno. Altri, più inquieti, girano di su e di giù come se avessero da sistemare chi sa cosa
E c'è religione vera in quest’andare tutti verso
una parte, e incontrarsi ai bivi in altra gente che
che riuscisse a darci così immediata questa fiducia
di farci buona compagnia? Vanno pensierosi. Chi
Pesi CINZANO PS
inoffuscata
no, del santo, del terreno, della conquista del suo
minate
pure va in su. Finalmente vediamo in ognuno un fratello, e diamo a ognuno un valore straordinario. Che mai c'era nel mondo moderno, prima di oggi,
troppo demerito la dolce
superstiziosamente a tutt'i ricordi dell’ora, del gior-
che la passione comune e il pericolo comune suscit: In quei giorni sulle strade tutti vanno verso la stessa direzione, come nelle domeniche di campagna le
mattine che c'è fiera. Tornano indietro solo i camion
E quando poi uno ne riporta in-
dietro senza
vita, allora è il momento che s'appassiona quasi
avanti,
* I giorni-che si deve andare avanti c'è però qual-
idee
lasciare la
saponetta, l’acqua di Colonia, Guido
guato delle linee fortificate, un ter. reno fatto apposta per le guerre
andare
lo fa
minimo necessario che può entrare
hanno, e di combattere sopra
d'oggi:
ce
dente a scegliere dalla cassetta quel in un tascapane. Tocca
nali, con quelle insopportabili grinte
che
e comoda
e uno
L'ufficiale si fa aiutare dall’atten-
un terreno. che aggiunge naturalmente
privata
di dentro.
Pipe e sigarette accese
ciano pei viottoli del bosco:
s’incro-
c'è un gran da fare,
e per tutto l'oro del mondo
non ven-
derebbe l'occasione d'essercisi trovato; la data, il nome, la citazione del Bollettino, le parole della Ste-
fani :splendide forme di fanatismo e di pretesa che tutti sappiano tutto, davanti alle quali i più buoni imboscati
qualche volta si trovano
sconcertati, in
sospetto e in timore di queste duecentodiciannove, centoventisei, centoquarantasette, centosettantuno,
che fanno la guerra ancora più misteriosa, questa guerra che fa i yeterani in quarantott'ore.
Sant'Elena. Diciannove agosto. Quando adesso
torneranno
a riposare all'ombra delle vigne mature,
i combattenti
dell’undicesima
battaglia
dell’Isonzo
si sente un picchiare, un vociare. C'è l'ordine per mezzanotte di disfare le tende piantate la sera
ci cominceranno a parlare anche di questa santa, anche di questa data con la bella eimperiosa comuni-
in quell’'attendamento
contare, fra un episodio e l’altro,
di mezza
nottata:
sempre
nel mondo ci sono i faticoni. Qualche papà resta
cativa che ha la gente che torna dalle fornaci al rezzo. Adesso, grappoli, maturate con molto sugo per cavare:la sete a quelli che avranno molto da racAntonio Batpini.
sdraiato cogli occhi spalancati verso la fiamma
della candela legata col fil di ferro al bastone della tenda. Ventisei mesi averla scampata, davvero questo si chiama un bell'affare. Ma del resto la vita d'una volta è oramai così lontana che a ri-
pensarci pare una favola troppo bella per essere vera. La risorsa più naturale è fare pazienza. Invece al ventenne
che
per la prima
volta
è stato
+ condotto così vicino alla linea del fuoco tutte que-
FERNET-BRANCA SPECIALITÀ DEI FRATELLI Amaro
=
tonico
BRANCA - MILANO —
Corroborante
—
Digestivo
Guardarsi dalle contraffazioni =
r » z
(e)
(2)
A D > z c
(o) < >
[e]
n n
m z
n) < > o >
me =
[e] z De]
m
z m D
(e)
» r” z > D
m
Nella notte i feriti vengono portati dalle prime linee ai posti di medicazione
(Dis. di G. Brasi).
INOIZVALS
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
LA
NOSTRA
NUOVA
OFFENSIVA
Selo i
| | Ù
Panorama
9. 145;Nord
8 Medeszza NZ
Nelle trincee di Castagnevizza
Sbada per Medeorza 298
conquistate: un po' di riposo ben guadagnato.
dell’Herma
‘Sì Govone di Dulnb Va. 296
ig 1
L'ILLUSTRAZIONE
DAL
MONTE
NERO
AL
ITALIANA
MARE
Ferrovia Monfelcane Trieste 9279
PIPA Ric. Ma Porto
AAA
>
MEI
; CARE CANI A
Résega.
è
Ù
fo (Labor. fot. del Comando
Sulla Quota 21 bis: riposo in trincea.
n Uw Supremo).
IL
DUCA
D'AOSTA
DISTRIBUISCE
L}
4
Un tenente
di vascello.
La premiazione dei
Un sergente maggiore di artiglieria da campagna.
Un tenente colonnello della
Brigata Toscana.
RIO OMPENSE
AL
VALOR
MILITARE. r
LN
Un granatiere.
j
Un figlio delle nostre colonie: Capitano
Gruppo di invitati; al centro il Conte di Torino.
Un marinaio.
nativo di Adua.
L'ILLUSTRAZIONE
VISITA
DEL
PRESIDENTE
ITALIANA
DELLA REPUBBLICA FRANCESE (Laboratorio fotografico del Comando Supremo).
ALLA
Poinc:
Porro.
Il Re.
Cadorna.
NOSTRA
Cappello.
FRONTE.
Bourgeois.
Sonnino.
Il saluto alle bandiere decorate.
Poincaré.
Poincaré decora
Il Re.
le bandiere della Brigata Abruzzi.
Cadorna, ©Porro.
ANOIZVYIL VNVITVLI
31N30I/S3HUd VONSandai 3S30NVHI VITTV VLISIA 130 VULSON V1130 VI ‘BLINOHH FU TREVES
Le rappresentanze delle truppe alleate italiane, francesi e inglesi sfilano in parata.
L'ILLUSTRAZIONE
LA
NOSTRA
NUOVA
OFFENSIVA
DAL
ITALIANA
MONTE
NERO
AL
MARE.
Rincalzi delle fanterie verso Jamiano.
Truppe di rincalzo.
(Labor. tot. del Comando Supremo),
L'ILLUSTRAZIONE
IL
DISASTROSO
INCENDIO
DI
ITALIANA
SALONICCO
Una delle vie che vanno al porto.
179
—
19 agosto.
Una via del porto.
Salonicco veduta dal mare.
(Labor. fot. del Comando Supremo).
LXXXIX.
<Ép x
MarioBassino, di Pin rolo (1884), capitan 30 luglio sul Vodice.
Avy. Luigi Guarino, di Na- Riccardo Sciortino, di Paler- A. Versi, di Livorno (1895), Avv. Umberto Zacchia, di _—Mario Civardi, di Corpoli, sottoten. dee. med. arg.. mo (1886), cap,dec.med.arg. sottoten., dec. med. argento. Sarzana (1885), tenente. _teolona (1885), tenente. 17giugno 1916n ValPosina. 7 ag. 1916 sul Grafenberg. 28 giugno 1916 a Monfalcone. 9 maggio nel Trentino. Maggio sul Carso,
Carlo Simondetti,diTorino A. Borrini, di Parma, all. (1894), ten, decorato med. uffic. bers., dec. med, arg. arg. 1. nov, 1916 sul Carso. 24 luglio a Monte Zebio.
M. Notari, di Reggio Em. all. uffic. alpini, 28 maggio sul Monte Santo.
Dott. Angelo Brazzabeni, di Guidizzolo (1888), sottoten. 24 mi
Stud. Carlo Lanfranchi, ‘|E. Contursi-Lisi, di Lecce di Torino, tenente artigl.+ (4895), ten. prop: med. arg. 23 maggio sul Carso. . Febbraio sul San Marco,
vo
| 4 î Todi (1888), sottotenente. Cd 14 giugno sull'Orticara.
A. Ibba Piras Solinas, diMontagnana ("97); sottot. cav. dec. med. arg. 8 ag.1916 a Lisert.
Ugo Ceccotti, di Volter- Antenore Teodori, di Ri- Rag. E. Bruni, di Reggio Cal. Alessandro Amour, di Volra (1889), capitano. 26 lu- patransone (1887), tenente. (1890), tenente, prop. med. piano ('93),sottot.;dec. al val. glio 1916 a Col Briccon. 14 maggio sul Dosso Faiti. arg. 26 maggio sul Carso. 29 agosto a Monte Forame.
Beppino Pozza, di Vene- Rag. Giuseppe Ploncher, di V. Arbarello, di Torino (74), Rag. G. Botta, di Fossano Sondrio (1888), sottoten. magg. alpini, dec. med. arg. (1876), cap., comand. autopilota aviatore.16giugno. 2 gennaio a Gorizia. 12ap.causavalangain Carnia. reparto aut. Nell'Adriatico.
A. Soldà, di Venezia (‘95), Carlo Vigevani, di Verona ten. 23 maggio nella Do- (1892), cap. alpi, dec. med, lina Coniglio, sul Carso. arg.26 giugno sull'Ortigara.
Federico
tenente. 19 marzo sul Massiccio diCostabella.
zia (1896), sottotenente,
Caneva, tenente
ore. 10 giugno causa incidente aviatorio.
Fernando Bennati,di Ferrara
Attilio
Bisogno, di Avel-
(1897), sottoten., prop. med. lino, tenente, prop. med. arg. 19 giugno nel Trentino. arg. 27 maggio sul Carso.
F. Cerruti, di Asti
(1890), cap. 27 maggio a Quota 77.
x5T Quandozmanca l'indicazione dell'arma, si tratta della fanteria. Il numero fra varentesi, indica l'anno dî nascita.
C. Tavola, di Padova,
L. Ferrari, di Genova (1893).
tenente alpini, proposto med; —arg.,19 giugno sull'Ortigara.
L'ILLUSTRAZIONE
UOMINI
E
COSE
Il grave disastro per deragliamento a Barasso sulla linea Varese-Angera.
ITALIANA
DEL
181
GIORNO.
Soldati
canadesi inFrancia che ricevono la coe nell'’imminenza del combattimento.
Una via di San Salvador col Teatro Colon distrutto, nel disastro tellurico del 7 gi
Le truppe americane sfilano per le vie di Londra.
182
L'ILLUSTRAZIONE
LA
GUERRA
D'ITALIA
litari nemici ad oriente di Comero. Tutti i velivoli
18 agosto.
14 agosto. — Attività combattiva limitata su tutto
zioni del
nemico
vemente
venne da noi
contro le posi-
Vodice fallì sotto il nostro fuoco.
giornata di ieri (17) re-
catturata in regione Bordaglia (Car-
ria). 1 tiro di artiglieria fu ad intervalli più intenso sul fronte Giulio. Nella mattinata una nostra squ:
driglia da bombardamento rinnovò l'incursione sug!
avversarie, L'azione delle nostre fanterie con-
tinua
vigorosa,
mentre
l'artiglieria
prosegue
im-
placabile nella sua fulminea opera istruzione. _ Le perdite dell'avversario sono gravissime. Il botannunzia fino da ora e molte mitragliatrici
considerevole: alcuni sono caduti in nostre
mani; fino a ieri sera oltre 7500 vomini
di truppa
ed un centinaio di ufficiali erano passati dalle sta-
zioni di concentramento dei pri; per
impianti militari di Corzerzo, con risultati molto effica21 agosto. — La battaglia sul %'ronte iulio proci. Tutti i velivoli rientrarono incolumi ai propri campi. segue ininterrotta. Meravigliosamente tenaci e con
itari avversari di Modre: a
e CAR
Durante la
a sud-ovest del Baralba e a cima Costabella (Va/ San Pellegrino). Una pattuglia di ufiiciali nemii
Con azione concorde nostre batterie ed una po: rea bombardarono nel pome-
derosa squadriglia
—
spingemmo nuclei nemici nell'a/ta valle di Genova,
dal 14 al 20 agosto.
il fronte. Un tentativo di attacco
te sul rovescio delle posi
fecero ritorno incolumi ai propri campi.
(Dai bollettini ufficiali).
Le operazioni
ITALIANA
azione concorde le nostre truppe, ef-
in parte,
15 agosto. — Nella notte sul 14
ficacemente coadiuvate all'estrema ala
scontri di nuclei esploranti, con esito
destra dalle batterie fisse e natanti e
Piana e nei pressi di Spacapani (.
ciano verso il successo che, anche at-
a noi favorevole, nella zona di Monte gido) e sul Dosso
monitori della Regia Marina, mar-
Faiti. Un attacco
tentato da un riparto nemico
traverso la non
la nord del vasto
le nostre posizioni della testata di Va/
Parola con
(Rio Andraz)
vigorosa
Nella
fu respinto
lotta corpo
mattinata
carsico
la
una
nostra squadriglia numerosa da bom bardamento, largamente i sull'importantissimo nodo fer-
della
po
rio (233.° e 234. " Piceno (235.° e 236°)
(Fot. dell'Ufficio speciale del Ministero della Marina).
I risultati, che fu possibile con-
‘e, furono veramente
soddi
complessivamente lan-
eno alcuni impianti ed incendia-
rono qualche edificio, compres “Totti.
nostri velivoli, compiuta
le dal
l’ardi
anza del centro bom-
rono ai propri campi, attraversando incolumi le cortine di fuoco opposto dall'avv rio e respingendo con vivaci duelli i numerosi apparecchi levatisi in caccia, 16
agosto.
di artiglieria.
— Lungo
tutto il fronte
di battaglia: truppe ammassate
sul rovescio delle linee nemiche, 20agosto,—Labattaglia èin corso sul/rorte Giulio.
e intensi movimenti nemici segnalati furono colpiti con cinque tonnellate di bombe ad alto esplo-
livoli e aeronavi fulminano ammassamenti di truppe
Nella mattina di ieri (19), dopo 24 ore di fuoco, le quali le nostre artig] ferie hanno battuto ni nemiche con intensità sempre crescente,
le masse delle nostre fanterie hanno iniziato l’avan-
ioni | zata verso i loro obiettivi.
limitate
Nero, con il brillamento di | materiali di difesa,
A ord dî Anhovo, s
hanno
serrato
dappresso
l':
a e successivo concentramento di fuoco di | versario che, fortemente aggrappato al terreno e danneggiammo una trincea dell'avver- |stenuto da numerose mitragliatrici ed artiglierie,
sario e gli infliggemmo perdite. Nel
pomeriggio di | oppone disperata resistenza. Duecent' otto nos
nostra squadrigli
ombardò con | livoli hanno
ccampamenti e concentramenti
izione di Sfarî Lokva.
19 agosto. — Dall'alba con violenza le JS arie dal Monte Nero al Mare. Squadriglie di ve-
tiglierie battono
rate brillantemente difficoltà tecniche e resi: Nessun avvenimento di speciale importanz nemico, numerosi ponti sono stati gettati sull’Isonzo 17 agosto. — Lungo tutto il fronte consuet e le nostre truppe sono passate sulla sinistra delfiume. delle opposte artiglierie ed attività di pattuglie neDa-Plava al mare i nostri, attraversata di balzo miche, ovunque respinte dai nostri posti avanzati. | la prima linea nemi: informe gro» ona di Monte
e Cosenza (243. e 244.°) hanno'gareggiato in bravura, riuscendo ad oltrepassare le poderose difese nemiche tra Corite e Selo, verso la forte po-
irovolante austriaco K 222, abbattuto.
tivo le ferriere situate nella stessa lo-
ciate, colpirono
fanterie del volta si sono
di gloria; le brigate grana-
tieri (1.° e 2.°), Bari (139.° e 140.°) La-
Una second:
grosso calibro ed incendiarie,
punti. Le valorose Corpo ancora una
SEE
l'intenso traf-
te, pomeriggio l'operazione con obbietcalità.
la lotta
e nella zona litoranea, sotto
poderosa pressione delle truppe
terza armata, la linea nemica La cominciato ad inflettersi e cedere
roviario di Assling, in Valle di Sava (sud-est dî Villach), per danneg-
iarlo ed interrompervi
resistenza
fronte
svolge regolarmente, sull'altopiano
a corpo.
di ieri (14)
diminuita
nemica, si va delineando. Mentre al-
contro
mi- | attaccando
instancabilmente concorso allabi
ripetutamente
con
bombe
e*mitraglia-
261 nostri velivoli hanno volato sopra il campo
e
sulle
falde orientali
tra Se/o e Comero
dell’7erz2da sono state ful-
minate; gli impianti del rodo ferroviario di Tarvis
sivo. Un nostro apparecchio da caccia non fece ritorno al proprio campo. Un velivolo nemico venne abbattuto.
o a ieri sera il numero complessivo dei nemici ti dai posti di concentramento era di 243 ul
i e 10.103 uomini di truppa. Altri numerosi prigionieri feriti sono stati ricoverati negli ospedali da campo. Nella notte sul 20 e in
quella scorsa il ne-
mico ha eseguito a scopo diversivo concentramenti
di fuoco e tentativi di attacco parziali su vari tratti
dei fronti Tridentino e Carnico. Fu ovunque respinto.
Un suo riparto di assalto venne
annientato
in Val Lagarina ed un altro, che erà riuscito a porre piede in un nostro posto avanzato a sud-est Monte Majo, ne venne scacciato da. un pronto
contrattacco,
ru[ee|ro dd |a {hd
ELIXIR, PASTA. POLVERE o SAPONE
BENEDICTINS dei RR.
de
PP.
SOULAC
Le
BENÉDICTIN pe SOULAC ELISIR, PASTA, POLVERE o SAPONE è RIGOROSAMENTE ANTISETTICO dà ai denti un CANDORE SMAGLIANTE possiede un SAPORE DELIZIOSO usasi continunmente SENZA PERICOLO
DIFFIDATE dei dertitrici che provocano accidenti i delle gengive e della mucosa (cozema, infiammazione, oc: Consultate il vostro Medico o il vostro Chirurgo Dentista, Gievifereto così quei pericolosi prodotti. Le BENÉDIOTIN de SOULAG non contiene nò Salolo, nè Nacearina, nò Xenolv. E un buon gargarismo eccellente
Le BENÉDICTIN de SOULAC è un prodotto francese universalmente adottato.
Domandate nelle primarie Profumerie e Farmacie le BONEDICTIN de SOULAO
d vili
ELIXIA, PASTA, POLVERE ° SAPONE
RI
gi 949!
Tum Polvere dentifricio Pasta o Sapone dentifricio Elixir dentifricio RATURO CORTELLA, Agente Generale per l'Italla, Uln Giuseppe Pomba, 14, TORINO. re lé ro dd IS (Si
Con la WATERMAN'S IDEAL, penna a serbatoio, si può scrivere ovunque. 'sa è sempre prontal ZEsigete la marca, rifiutando le imitazioni.
ILLUSTRAZIONE
LA
GHERARDESCA,
noveta
(Continuazione, vedi numero precedente). assente dal
castello qualche gior-
no. Ritornò il 22 settembre, designato dal dottore per la mia prima passeggiata. I pochi giorni innanzi li avevo dolcemente e sollecitamente passati colla signorina Pia: mai sorella fu più buc
amorevole; pareva
che indovinasse tutti imie! p
ù
sieri poichè, meno forse durante il sonno, nessun viso
di servo apparve
nella stanza
dove
riposavo.
Ella veniva la mattina e non mi lasciava che per la colazione e il pranzo: tutto il suo tempo lo pas-
sava presso il mio letto leggendo e parlando con
fine gusto di arte e di solai inti e narrandomi dei freschi di Pier della Francesca che adornavano le vélte del castello nelle sale d'arme e dei ritratti e nella stanza azzurra detta dell'ava Simona. Quest'ultima fu la causa di grandi domande da parte mia. Sapri così che un’'ava della principessa, Si
mona
quella
della Gherardesca, fu
stanza
dall'amore
perseguitata sino in
di
Giulio d'Este.
Una
istoria strana molto.\ , Questo Giulio d'Este principe buono e dotto nell’arte non aveva avuto che un solo amore vero nella
sua
vita:
la sorella
morta
vittima
di una
violenza del Valentino, dopo il saccheggio di un castello di Romagna, ove vivev: In amore sororale il suo, ma tenero e dolce: il principe a memoria d'uomo non aveva fatto uccidere alcun prigioniero che fosse atteso da una sorella, e un iorno anzi, ospite in una
galera, su cui comandava
Biusto Mocenigo, chiese ed otteone la grazia di ano
schiavo che gli aveva forse scientemente
narrate le
pene della sorella sua sola e lontana.
Ora Simona della Gherardesca, a detta di Giulio, era il fedele ritratto della dolce morta, onde un
amore da prima soave € calmo, poi,
insaputa, per l’esaltarsi dei sensi sfrer
senza scopo, poichè Simona
quasi a sua
E pure
sposa a Guido della
Gherardesca era casta e fedele.
Un giorno però mentre tutta la comitiva ospite
di Guido
era
colline, e nel Giulio
a caccia,
e se ne
udivano
per le
parco gli squilli di corno e le grida,
salì a îa stanza di
leggeva dei versi provenzali
Simona e la trovò
che
in un fascio di per-
gamene legate con piccole catenelle d’oro. Alle parole d'amore del principe, a lo guardò con mestizia e lo pregò di non dimenticarsi con chi parlava e di che famiglia era: se con il suo per-
dano. per la irriverenza
di entrare
inavvertito enon
chiesto nelle stanze di una gentildonna.
Il d' Este, che oltre la bramosia e l’amore risentivasi dell’ingiuria come di un incitamento, fece com-
prendere alla donna di Guido che scampo non v'e tutti a la caccia e forse nell'Aa/a/?, le sue gri: rebbero coperte dal corno, ed egli poi risolutoanche a misurarsi con il Ghe rardesca. Si vide perduta la
e come più il minacciare non faceva presa su Giulio; si pose a pregarlo in nome della famiglia, di Nostra Signora, del padre e della madre quasi disperata. Ma nulla sembrava potesse mettere un ostacolo a l'irato amore del gentiluomo, e, vie più le carni bianche e le vesti succinte della prin-
cipessa esasperavano la passione su Fu allora
che il miracolo avvenni
rando menzionò
il nome
sparmiatemi per vostr:
dell
stette trasalendo. Si celò il volto qualche tempo sopra pensi
osando sperare.8Infine il prin
La d
imona imploisse: « Ri-
te ri-
di
a
mona della Gherardesca e baciò il lembo della sua veste chiedendole umilmente perdono. Ella porse la sua piccola dolce mano al nemico vinto, e da quel
giorno fu per luiquale la sorella Tutto ciò mi quella mattina
ave
in giardino,
alentino.
arrato
tranquilla
tendevo che il sole
183
VARALDO.
pi ALESSANDRO inginocchiò
IN Reginaldo stette
ITALIANA
signorina Pia in
di settembre,
fosse più
alto
mentre
Reginaldo ebbe un piccolo riso e non se ne parlò
più. Accompagnammo il Lascaris al cancello: un servo gli teneva il cavallo. Nel ritornare, e proprio dinanzi all'idra marmochiesi alla mia compagna: Ora
at-
che ci penso, mi
, — fu per quelche Simona morì, poichè quando Giulio le chiesto asilo, lagunare per chiedere alle potenti più al suo parentado, molto forte allor: pel d'Este, prese — Ed ancor: l’amore di sorel
le
s'ii
febbri di malaria emorì a Scandiano ove fu sepolta. Finiva di raccontarmi la storia sentimentale del-
l'antica principessa della Gherardesca, q parve Reginaldo. lo lo accolsi con molt egli si proferse per aiutarmi a vestire darne giardino, dove Pia andò ad attenderci. mentre mi offriva il braccio, dopo il mio abbigl mento, io, come un fanciullo, incapace di frenarmi gli chiesi: E la storia del grid ? i guardò sorpreso — Qual grido? Ma poi parve ricordarsene: —
S
Hai
proprio ragione...
to e
tutta una
disilluso gli rimproverai
sse, —
se mostrai qualche stupore non fu che
udito a raccontare una storia così strana.
seco lui in silenzio.
ci attendeva presso una piccola idra di marmo che sorreggeva un vaso erani rosa.
— Venite, — ella disse,— il giardino ha qualche fiore ancora.
Un viale lungo e tutto giallo per le foglie cadute fra il verde cupo degli ara Noi ci incamminammo pel viale. Ma silenziosi, quasi fosse una pena per ciascuno di noi la mattutina passeggiata. Ad ogni tratto un'erma barbuta di fauno, o si distendeva
o
capelluta di driad:
pariva fra gli alberi, ma io non le guardava: nel sole te righe d'oro che s'infiltravano tra le foglie, intravvedevo il prato dove mi ero battuto e la finestra del castello e la figura bianca che
aveva
gettato il grido. Miî'pareva di realmente vedere tutto ci — Buono per la! ‘cia questo parco, — disse Reginaldo ccennando una specie di sentiero che si addentr. nei boschetti di aranci, — vi sono fagiani? — Fagiani e caprioli, — rispose Pia. — rete una caccia quando Guidi sarà in forze da parteciparvi.
Non senza di voi,
è nel
corridoio
da letto. E poichè è
inte potete vederlo. 'assammo per una grande sala
istoriata
sino all'altezza di persona e dipinta
in oro
nel soffitto.
— Questa è la sala d'arme e gli affreschi sono di Pier della Francesca. Era il combattimento dell’arcangelo Michele con| tro Lucifero. Sul fondo una paradisiaca visione sulla quale spiccava una bionda e dolce testa di madonna.
Pia aprì una porta a sinistra,
piccola scala
a chiocciola
mi fece salire una
e m’introdusse
in uno
spogliatoio tutto in velluto cremisi con ricami d'ar-
gento. — Questo è lo spogliatoio. della principessa e
questa la sua
camera.
Spinse una porta nel velluto.
— Ecco il ritratto.
ntrai, e non seppi il perchè, sentii battermi
se tu pure...
polita di ermafrodito,
non
ipessa lo predilige talmente che
volle averlo nella sua camera
storia
avvicinato alla finestra e spiava attraverso la persiana. — La signorina Pi attende, — interrompendomi dis non vuoi scendere? — E in quanto al grido, — rimediò come vedeva che lo guardavo dubitoso, —
un ritratto
nuì e si offerse di ac-
profugo da Vene: Simona
fate vedere
per discendere
Î
Oh in quanto a Pia, — gridò storditamente Reginaldo, — non v'è l'eguale per seguire il capriolo ed essere la prima a ferirlo nell’ Pia sembrò seccata dalle parole di Regi — Vi conoscevate? — chiesi. Tutti e due t lirono, ma io non badai molto
a quel fatto. Quando veniva a far la corte alla principessa, — rispose Pia ironicamente.
cuore, Una
letto coperto
camera
bianca,
ma
senza stemmi.
d'una testa,
Attendete, — disse Pia, — apro le finestre.
come viva la luce si fece nella stanza gettai gli
occhi sul
ritratto appeso
per un
cordone
gra-
nato nella tappezzeria di faccia al letto. E vidi una
a biondissima, un viso ingenuo e pallido, e due così ceruli che non parevano ve: — Come vi somiglia! — ingenuamente sussurrai. Udii un rumore di porcellane rotte e volgendomi vidi Pia che celandomi il viso pareva tutta occupata a rimediare il guasto.
— Che avete fatto, — esclamai lanciandomi verso di lei, — vi siete ferita?
— No no, è nulla; guardate pure. E non alzò il viso.
lo mi rivolsi al quadro, e come un po' d'ombra mi c la parte sinistra, mossi alla finestra e
scostai la tenda. Fu allora che
vidi sotto di me
ove mi ero battuto.
il lembo di prato
La mattina dopo fui svegliato da un moro vestito di velluto rosso con una cintura gialla, che mi porse un biglietto sur un vassoio d'argento. Era Pia che scrivev « Mio caro ammalato, Per quest'oggi sarete sollevato dalla mia compagnia. Non commettete imprudenze però in questo giorno di libertà. E se volete farmi cosa grata componete dei versi per la vostra Fui. Accennai al servo che avevo compreso e che po-
Istituto Nazionale delle Assicurazioni Direzione
Generale
ROMA.
L'Istituto Nazionale delle Assicurazioni è ente di diritto pubblico. Ha personalità giuridica e gestione autonoma ed è posto sotto la vigilanza del Minìstero d’Industria, Commercio e Lavoro. Le polizze dell'Istituto Na. nale delle Assicurazioni, oltre la garanzia delle ordinarie riserve matematiche e delle altre serve che l’Istituto è obbligato a costituire a norma di legge, hanno la garanzia dello Stato. Le somme dovute dall'Istituto ai propri assicurati sono garantite dal Tesoro
dello Stato
e sono
esenti
da
imposta
di successione
e sono
insequestrabili. I capitali
assicurati
con
Un
di velluto bianco a ricami d'oro, ed
un inginocchiatoio di ebano con cuscino di granato e quattro grandi fiocchi d’oro e frangia pure d’oro. A destra un grande specchio antico con cornice brunita e cesellata, che poi seppi opera di Maso Finiguerra, un divano di damasco granato nel quale ancora un cuscino smosso portava l'impronta lieve
polizze
in
vigore
al
31
dicembre
1916
ascendevano a oltre un miliardo e 150 milioni. Il patrimonio dell'Istituto al 31 dicembre 1916 ascendeva a oltre 290 milioni. I valori liquidati a favore degli assicurati dal 1.° gennaio 1913 al 31 dicembre 1916 ascendono a Lire 84.109.282.48. L'organizzazione locale dell’Istituto comprende :69 agenti generali, 2313agenti locali, 1412 produttori professionisti, 10.076 produttori autorizzati. È fatto obbligo a tutta l’organizzazione dell'Istituto di fornire gratuitamente le informazioni, i chiarimenti, i progetti di contratto che possano occorrere ai sin-
goli, alle Ditte, agli enti, al fine di adattare l’atto di previdenza ai rispettivi bisogni.
184
L'ILLUSTRAZIONE
teva ritirarsi. Sorrise mostrandomi
i denti bianchi
e sparve fra le tende copiose della portiera.
Ed}io pensa: con qualche dolcezza ai
giorni queti
ma: oscuri che mi aspettavano. Come finirebbe la mia avventura? Un punto nero splendeva sulla mia vita: la principessa che mi aveva
fatto raccogliere,
curare quasi fossi un fratello od un amico, e che lo stesso giorno del mio arrivo era fuggita. Perchè ? Il giorno prima avevo ben veduto che dalla sua stanza da letto si scorgeva il prato del duello: dun-
que era lei la figura bianca che aveva risposto al
mio cenno e che aveva gettato un grido quasi temesse la mia ferita. Perchè ‘allora fuggire? — Tutto ciò che non riuscivo a spiegare
citava viepiù la mia curiosità: anche
per solito ec-
dinanziaquel
mistero, che sembrava impenetrabile, la mia tenaci
per iscoprirlo sì inaspriva. Avevo due ipotesi pos-
sibili: o che la principessa mi conoscesse e fuggisse per evitare ogni possibile ricordo, o che non
volesse con la sua
presenza al castello, nel tempo
ITALIANA
dovevo fare? Tentai di sorpassarlo con un salto, ma mentre mi bilanciavo per la prova, si rialzò le-
Voi ne serbate il viso dolce e strano ed il sorriso e la parola buona, quando porse la mano che perdona io d'Este principe sovrano.
ne accorsi solamente entrando nella sala da pranzo, pronta per la colazione. Il moro scostò una sedia,
E ancor
stamente e con un gesto di rispetto lasciò libero l’usci infilai speditamente seguìto dal moro. Me
dietro gli agili veltri a l’ha//alì.
Per questo a Voi, Madonna, umile sire
del verso io. piego e mai non mi ribello, poi che mi piace di adorar così.
sato, che incominciò a servirmi in silenzio. Mentre mangiavo riflettei che molto difficile era la
mia impresa
con tutta quella servitù muta
o
lenziosa per il troppo rispetto, e disperai della riu-
scita. Pure volli bruciare l’ultima cartuccia, e chiesi della biblioteca, sperando di passare attraverso
molte camere per giungervi, e di trovare qualche ritratto della principessa meno qualche indizio
suo. Il maestro di casa
s'inchinò e cennò al moro
di accompagnarmi. Il designato mi offrì l’omero perchè mi appoggiassi, mi fece discendere una scala ed aprì una
istesso in cui albergava un uomo che tutta la città
porta ferrata. Mi trovai in un vasto scuro, tappezzato di libri, con qualche
altissima, velata da tende verdognole, e con
ne avete il signorile ardire
cavalcando nel parco del castello
come per invitarmi ad occuparla, e suonò il campanello. Apparve un maestro casa grave e ra-
Immei versi
sotto
il titolo Ricordando
lava Simona e posi per dedica All infermiera
gentile, il poeta ferito e obbediente. Piegai la cart; e la insinuai come indice al libro di madama Genl;
Finivo appunto quando la voce di Reginaldo mi
Chiamo dali giardino. affacciai
prontamente
dermi e col libro in moro
stava
gridandogli
mano
ritto presso
dolare come un pendolo. Scorgendomi
diceva ferito per lei, favorire le non certo benevoli parole della provincia. Questa seconda opinione non mi soddisfaceva. Reginaldo la sera prima del
in silenzio e comprendendo che i miei piani inge-
dicendogli che
nui
tutti i pretendenti del vicinato?
‘aso ed accennai di ritornare.
mi vide discendere ubbidi ma
duello non mi aveva detto che ella teneva a bada Dunque
era spre-
giudicata, e come tale non doveva temere i maligni
ragionamenti della città. Senza contare che un’avventura
di pietà doveva
andarle a genio, stando
al
fedele ritratto di Reginaldo: la parte di principessa da fate non poteva dispiacerle..E allora? Mi conosceva' forse ?
Non so perchè pensai ad una incognita di Nizza, una signora bionda, alta, che mi aveva guardato tutto un pomeriggio sulla passeggiata degli Inglesi, e poi alla cascata, e poi ancora alla Regerce, chinando lo sguardo ed arrossendo se per incidenza la osservavo. Una vera incognita per. me: non la rividi più mai; ma ritenni sempre impressi quel volto pallido e quegli occhi azzurri che mi guardavano con insistenza. Ora nella mia smania di spiegare il mistero che mi circondava, pensai che fosse la principessa. La spiegazione ammetteva la figura bianca della finestra, il grido, l'ospitalità e la fuga. E giunsi tanto a suggestionarmi in tal pensiero, che mi convinsi quasi della verità. Per ritratto
esserne
sicuro
però
della principessa,
» Mi decisi
bisognava
trovare
e nel castello
un
non do-
all'istante senza riflettere
all’indiscrezione che mi accingevo a commetteri Mi slanciai in anticamera, ma retrocessi stupito
moro dormiva silenziosamente sul tappeto dinan: alla porta di uscita occupando tutto il pa:
nmenso
erano
tavolo,
nel mezzo. Mi
miseramente non
le labbra
falliti, presi un
Solo finalmente nella
poltrona, ma
morsi
volume a
mia stanza mi gettai in una
potei riflettere. Lessiil titolo del
volume, un romanzo dimadama de Genlis, e lo po-
sai
sul tavolo:
riles:
biglietto di Pia, che pareva
sorridendo invitarmi, e pensai di passare il tempo componendo per lei. Subito il ritratto dell’ava mona e la sua rassomiglianza con Pia mi tornarono in mente e mi stupirono non poco.
— Ne chiederò a Reginaldo, — mi proposi ‘Anche una rassomiglianza sovvenne. Mi ri-
cordai dell’Annunciata di Vittor
Pisano, una delle
prime madonne che mi abbiano colpito. La avevo
contemplata in um maggio lontano a Verona, nella chi San Fermo, e riveduta poi tutti i giorni sino al a mia partenza. Siccome rassomigliava a
Simona mi proposi di racchiudere quella stran
somiglian ricordanza in versi dolci e fermi, mment fido ache il profilo di Pià eguale a quello
dell’:
celsi
nei suoi
quattro canti, che
come
forma
il sonetto, un
possono
poema
racchiudere
lendente di diamanti,
L'Annunciata che Vittor Pisano dipinse orando in terra di Verona, il viso dolce e xi che dorme
i ver:
scrissi
fermò il
quadro e si inchinò con rispetto. Gli diedi il libro
la signorina
Pia
lo desiderava
un
solo
istante lo
e
conte che il fedel negro era novamente
dietro alle
che lo portasse nell'appartamento di lei. Quando ebbi lontano. Non
ancora
stringevo
la
no del
mie spalle. In quel pomeriggio il Lascaris allegramente mi
narrava il gazzettino della città e tutte le supposizioni che si facevano su di me. Sembrava molto
lieto ed io lo ascoltai come se una folata di mistra/ mi avesse stordito. Parlammo poi di Pia e gli narrai
della sua strana rassomiglianza col ritratto dell’ava
Simona. Egli non se ne‘mostrò stupito, ne sorrise e mi giurò che non credeva ad alcun r nascita di lei. i
— Ciò dimostra che spesso non’’importa Le sue parole mi colpirono ripensandoli
principessa per avere una bellezza principes
sorrisi e quando Reginaldo accomiatandosi m surrò con un ironico riso di non accendermi per la mia infermiera, risposi quasi ingenuamente: —
Non temere:
è una
di quelle donne
fatte per
il
essere amiche.
con
ho posto come prologo al mio racconto e lo lasciai spiegato sul tavolo promettendomi di. offrirglielo
ensiero d'amore, quanto le penose rime della vita. i posi dinanzi all
qualche lentezza e con molta dolcezza
di, atten-
uscii in anticamera.
un grosso quadro che rap-
presentava un paesaggio alpestre e lo faceva don-
E nella sera scrissi per Reginaldo il sonetto che e l'occasione.
per Pia.
addormentai pensando con
una
improv-
visa dolcezza che il dimane avrei riveduto
(Continua)
AI
isanpro
Pia.
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Î
Un intervento
— Pack, pace, figliuolit...
I
î
. Diario della Settimana.
intemp
La
prenotazione
— 1 vostri titoli? — Dopo-guerrafondaio! "
14. Roma.
ra, vederne Ja Cronaca VEE delgifornale.) (Per la
ILLUSTRA TA
Lu
Stefani
comunica che
mon’ saranno convessi i passaporti agli italinni che vogliano recarsi alla Conferenza di Stoccolma,
Pemezia,.- Alla. prima ‘alba un gruppo dom, 12. Torinn.]l capostazione dî Por- di ‘aeroplani o idrovolanti nemici appar-
di Giolitti.
- Variazioni diBIAGIO,
lo avvisava ‘del ‘tradimento della moglie, |
lasciò, senz'altro, il reggimento e venne a Roma. La scorsa notto si metteva armato di pugnale nei pressi della sua abitazione în via Latini è dopo breve nttesu; vide
una
La tassa
avreste potuto anche non pre- . — Forse potrei servire per il diboscapento degli addetti ai servizi automobi.
guardia di finanza
NON
PIÙ PURGANTI
L'ENTERAS
recarsi a
| Nuova, qui a Torino, signor Giuseppe ve su Venezia lanciando bombe. Accolti casa sua, Il Profetti inrappe nell'abita cerzagora, di anni, 50, si trovava per ta- dla vipo ed intenso fuoco-della difesa ai zione è si avventò sulla moglie, Erminia ioni di: servizio in mezzo ad un hinario tiderea dellu pinzzù, gli aviatori ‘nemici Mosconi, di 34 anni, che: ripetutamente
argo eni procedeva un treno in arrivo, gettarono frettolosamente le loro bombe, colpì col«pugnalo, uccidondola, Si ‘lanciò Videntomente, credette. cho il lungo. una delle quali colpì l'ospedale. civile, quindi sulla guardia Tobin Porrigiani, mvoglio fosse indirizzato sn un'altra ‘necidendo 2 ricoverati e ferendone altri di 25 anni. e la'feri gravemente al ven nea è; non si mosse. Poeo dopo invece, 21, un’altra colpì una casa privata ne- tre, Poi, tolta la giacca al Torrigiani, se “macchina lo raggiungeva alle spalle dendo. altrò 2 persone della popolazione la mise sotto il braccio è la portò ni caJo atterrava, Benchè il macchinista lo e forendono 6, Insignificanti i dan- rabinieri ai quali si è costituito, ‘osso già mosso în azione tutti i mezzi agli edifici militari, Qualche, bomba Udine, Stasera, alle 18, è ripartito dalla ar arrestare la corsa, tu atacanche su Murano senza pro- zona di guorra il Presidente della Re‘sul’ corpo del disgr dure danni, Furono abbattuti dalle at- pubblica. francose, Poincaré, ossequiato
aspettavano di vedere orribilmente stra-
tiglierie.
antinereo
parecchi
velivoli no-
ato; ma con generale; stupore, il Mer- milei, fu trovato se non incolume, apLondra. Barnes è stato nominato memsua malconcio, con lesioni diverse, non bro laburista del Gubinetto di Guerra, agora,
in sostituzione
savi,
di Henderson.
Gli altri
Milano. Il presidente della Repubblica membri laburisti del Parlumento ‘ineese diretto, col miuîstro del'Lavoro, approvato tale nomina. ourgrois,
al fronte
italiano, è. di pas-
Madrid,
I Consiglio
hanno
arîgi,
spocinie, ,proveniente
da
giunse alle ore 20,55, 0 vi ri-
ase fermo 27 minuti, essendo ripartito:
de 212 Londra, Oggi, verso le 17,15, una squaciglia di circa 20 aeroplani nemici fu
utta la Spagna.
dei ministri
de-
Notizie da vari punti
gnalano violenze che la forza militare presse, La maggior. parte degli operai esiderano Javorare tranquillumonte, sol«
tanto una minoranza inclina verso i di: sordini. I giornali madrileni di stasera
non si pubblicano; eccetto quelli che alrono la costa verso Clacton, ove si-di- Hanno personale non sindacato, IL Go» sero in due gruppi: uno si recò a sud verno lia dato assicurazioni che sarà gasrao Margate e l'altro si diresse nell'in- rantita piena libertà di lavoro, A mezino. verso sud-ovest in direzione di zogiorno, a Madrid la tranquillità. era (Essex). In questo
punto gli soluta,
iroplani nemici virarono un'altra volta
rigendosi 1 sud-est, e lanciarono bom-
+ nelle vicinanze di Southend. Aleune mbe furono lanciate anche a Margate.
dunni furono considerevoli a Southend re il nemico ha lanciato circa 40 homuna quarantina di morti e altretinti feriti.
Pechino. In seguito ad una Junga con-
tenza
svoltasi fra il presidente della
spubblica e il presidente. del. Consiglio ‘dichiarazione dì guerra agl'Imperi Cen-
‘ali fu decisa.
Furono subito savvertiti
avendo
Presso
Bilbao
gli scioperanti
un
treno
fatto
devi:
saltare
binario. Vi sono 5 morti e-18 feriti,
ITITUTO doi
Collezionisti
rivista
dai nostri soldati.
Visitò anche Gorizia.
Tori al Quartier Generale di Sì M. il Re
vi fu un pranzo
intimo, Durante
sita del Presidente
Poincaré
la vi-
al Re al
13,
eranti uccisi. IL ‘ministro di chiara che la vita normale fu ristabi-
lità a Madvid e nelle provincè.
16, Monza, Con decreto 9 corr. è stato comunale ed a comPresidente del Consiglio Boselli ed al missario regio: $ Stato nominato Îl conte ministio Sonnino, anche il ministro Bis: avv. Paolo. D'Ancora, viceprefetto nd soliti Aquila, il quale oggi stesso. ha. preso
fronte si trovava
prosento,
insieme
al sciolto il Consiglio
Gorizia, Oggi ìl Presidente del Con-
aiglio, Boselli, si è recato n Gorizia sitandone anche i sobborghi. Fermatosi
possesso
limitato
del suo
ufficio, L'assessore an-
n protesture,
astenendosi
A done l'augurio per la completa vittoria delle armi
italiane. Ingieme con Boselli
Varese, Nel pomeriggio nna
carrozza
tramviaria con rimorchio della linea Varese-Angera, giunta
dopo le 16 a Luvi-
dal
navi mercantili nei porti inglésî nella settimana terminata il 12: arrivo di navi 2776, partenze 2567; navi mercantili britanniche affondate 14 al di sopra delle 1600
la notte scorsa
rue
Drovot
promotori delle rivolta. Gli scioperanti arrestati non parteciparono alla ribellion:
L'ammutinamento
doi forzati arvonuti
al bagno di Santona ‘fa causato. dall: qualità degli alimenti.
distribuiti. Il ln
voro fu ripreso a Santander, ‘A Sabidele
il reggimento: Vergata, aiutato da du»
azzi di artiglieria da montagna, sì è impadronito di due barricate. Fu neces
Mauri, a nome della Giunta si è sario
ziano
distruggere 4 case, Il movimenti
fu soffocato nel’ pomeriggio: Un” soldato
fu ucciso e un sergente e 10 soldati fu rono feriti. Furono operati una sessar I tina di arresti. I troni: circolano ‘norma! mente in tritta la penisola.
18. Livorno, Certo Roberto Catorinelli di anni 26, giunto Ia notte dal fronv
tonnellate, 2 al. di sotto: 3 battelli da in seguito a lettera anonima
pesca; navi attaccate senza successo 13.
vi è stata fermata per la visità ai Madrid. A Barcellona | rivoltosi, chiusi freni. Mentre il manoyratore, sceso a în una casa; spararono contro la truppa sorio, l’ox-imperatore con la famiglia fu terra si accingeva all'operazione, le vet- e uccisero il ‘capitano dei cacciatori Gin trasferito da Zarskoje Selo ad una nuova ture si sono mossee il manoyratore, ri sto Fernandos. L'artiglieria bombardò.Ia residenza, in’ Siberi correndole, è cuduto sotto il rimorchio casa; tre soldati rimasero feriti; vart — Quaranta morti e 70 foriti si de- da cui ha avuto le gambe sfracellate. rivoltosi sono morti e numerosi altri sono Pietrogrado. Durante
TUTTI. Corrente gratis
Prezzo
dello
svolsero importanti battaglie ed. espresse per le gesta compiute
gli era il ministro Bissolati.
la calma è ri
T
GCHIEDETI NM
trappe, nélla quale egli distribni molte decorggioni. Poincaré: visitò: in questi due
secondo disposizioni del Governo provvi
plorano in uno scontro, originato da nu Data la forte pendenza della strada, le 13, Milano. La signora Francesca Zap- falso sonmbio, fra un ‘treno viaggiatori vetture hanno proseguito nella fuga, sca Pietrogrado e un tre- quistando rapidamente. un'enorme velo» Danise, vedova del milionario Febo diretto da Mosca diplomatici dell'Intesa,
sorivere
al Municipio, ha pronunelato brevi pa- fure la dovuta consegna; il role di saluto per la bella città, traenLondra, Movimento «delle
Villena vi fu ‘un tentativo per togliere le rotaie. A Ujos, in un conflitto tra
scioperanti e luforzà pubblica si lament un morto, A Barcellona stabilità.
battadma e Lire
del RIMEDI
“E Tele Emommomni Baez OP)
giorni il fronte italiano, i luoghi ove si
Lente n Felisstowe, Gli agroplani se-
Fiekford
le GUARIOIO
mattina. Martedì, su unt grande prateria,
igio dalla Stazione Centrale ‘questa diso di proclamare lo. stato d'assedio in la sua ammirazione ira. Il treno
stagi addominale munsoli Hnef dituttof1
alla stazione dallo autorità militari e civili, Giunso in zona di guerra lunedì verso il fronte, vi fn una
sul pianoforti.
— Oltre la tortura, anche la tassal...
sentarvi.
rimasti
gendarmi
feriti.
dei rivoltasi
A Sabadell
vi sono
due
necisi e tre feriti, Lo perdito
rivelava
una tresca della
chè gi
moglie, Eute
mia Anelli, ieri mattina l'aveva costrette a recarsi con lui a fare una visita. Du rante. il percorso in carrozza, in seguito
a vivacissimo
contrasto, il Caterinelli
seduto di fronte alla moglie Ie esplodeve un colpo & braclapelo. Ella si è gettat fuori ed è caduta
bocconi; allora il Co
terinelli le ha sparato altri quattro colpi
sono numerose, Sono stati poi, impugnando la rivoltella, si è dato
cità, e arrivate a Barasso, dove la linea inviati rinforzi, Nel sobborgo Gnindalera alla fugà, Incontrato un tenente dei car: a Madrid gruppi in attitudine. ostile si binieri a cavallo, gli ha consegnato l’arni. Pechino. La Cina ha dichiarato,guerra disegna una curva, sono deviate rovi putazione di falso in testamento, a questi, spara- dicerido: * Ho ammazzato mia moglie ì modi altri parenti, è stata scarcerata, alla Germania e. all'Austria-Ungheria que- sciandosi sul fianco, Deploransi un 35 avvicinarono ai gendarmi; rono su loro. Vi furono due feriti gra. arresti,, La donna è morta quasi subit feriti, alenni dei quali ‘gravi, ndo conseguito, a richiesta. dei snoî ata mattina alle ore.10, Londra, Si annunzia che sono nom Parigi. Nella settimana terminata alla vemente. Numerosi arresti furono ope» fensori, la libertà provvisoria. La 8i- Buenos Aires, In seguito allo sciopero hora Zappa ha riaffermato vivacemente ferroviario sulla linea di Rosario (Argen- mezzanotte del 12, sono entrate nei porti rati a Proviner. Gli agitatori furono ar- nati: ministro delle Pensioni Jobn Hodg* sua innocenza. Anche. la croca della tina) avvennero disordini. Lo sciopera francesi 1010 navi mercantili al di sopra restati, Il presidente del Consiglio Dato ministro del Lavoro George Roberts, mì ili 100 tonnellate (tranne i battelli da ha dichiarato a mezzogiorno che lo scio- nistro del Servizio nazionale Ac Goddos sppa, a nome. Rosa Giuli», arrestata per minacein di estendersi, & nò sono uscite 1016. Navi mer- pero generale è fallito © che i ribelli non e segretario parlamentare del. Ministero 15. Roma, Durante la settimana finita maplicità, ha ottennto ‘la libertà. provfrancesi «affondate da sommer sono riusciti a paralizzare nessun sersi- del Commercio, George. Wardle, LE Ora la parola spetta ai periti cal- a mezzanotte di domenica 12 il moyi- i zio pubblico, La polizia! ia sequestrato Madrid, IL petsonale della Compagnia mento delle navi mercantili di ogni ma- bili e mine;.da 1600 tonnellate 6 pi CUR ‘Madrid. Lo'sciopero si è generalizzato zionalità nei porti italiani fu il segaente: 1; al disotto di 1600 tonnellate 3; navi ieri documenti, alcuni dei quali d&uno ferroviaria Madrid-Suragozza-Alicante ha inviato un indirizzo al Governo die) tili francesi attaccate senza sue la chiave di tutto il movimento, lla mattinata. Gli operai “di tutte le entrato 550, con'atazza complessiva lovda rando di disinteressarsi dello sciopero che \0szo da sommergibili 5, Battelli da peWashington Gli Stati Uniti fecero oggi di 339,245 tonnellate: uscite 509, con irporazioni di mestiere. abbandonarono mn nuovo prestito di 200 milioni di lire qualifica come rivoluzionario e contrario lavoro, tornando pacificamente allé loro stazza complessiva lorda di 414,775 ton- sca affondati nessuno.
punti, arrestata il mese.
scorso sotto la no metci,
e, senza aloni incidente. Alcuni acio-
alla stazione di Vrihor,
nellate, senza tenèr conto.
delle barche
Madrid, Nel quartiere dei Quattro Ca-
agli interessi del paese; aggiungendo che
all’ Italia,
17. Madrid. Stamane. nella prigione i ferrovieri del Mezzogiorno non poss00? ranti dichiararono che si tratta di uno da pesca-e di piccolo cabotaggio. Le per- mini il fermento è aumentato nella mat: iopero di 24 ore per solidarietà con i dite di navi italiane in tutti i mari fu- tinata. Le truppe sono intervenute ener di Madridi detennti organizzarono una rendersi solidali in atti criminosi come È roviéri. Le case di commercio»sono tono di sei piroscafi e di cinque velieri, Sicamente, Nel quartiere di Ventas viè evasione, Aftaccarono è ferirono due sor- quelli di Bilbao, Pietrogrado, L'ex-Zarela.sa famiglia assalirono un posto di guardia agitazione, Il Governo diede istru- veglianti) dei quali nno solo superiore alle 100 ton qualche
port. Stoccolma, IL: Governo svedese ha in: nellate.
zioni per ristabilire l'ordine pubblico, Se:
0 i presidenti dei Consigli degli — Il soldato di fanteria Angelo Pro: condo. notizie da Sabadell (Carrasa) gli ti neutrali ad un convegno a Stoc- ietti, trentuuenne; da parecchi mesi al scioperanti attaccarono la gendarmeria.
ima,
fronte, ricevuta una lettera anonima-che
Due
gendarmi
furono feriti a tre scio-
e ferirono due-soldati. Accorsi i za avmata
© presero la via-finviale, diretti a To
rispose e ridusse i detenuti bolsk, ove si stabiliranno nel palazzo! del all'obbedienza. Vi furono 7 morti tra i Governatore,
TALSOMATOSE NTO RICOSTITUENTE IDEALE DEGLI STOMACHI DEBOLI E DEGLI ORGANISMI DEP)
rinforzi giunsero a Tiommen con. treno speciale
i detenuti tirarono dalle finestre. La for-.
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Fabbrica Lombarda di Prodotti Chimici - Milano