IZ3° Setuimana della Guerra d'Itaàllà. = miano-s0 settembre 101
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_ Camminamenti e ricoveri a ... — Un ospedaletto da campo abbandonato dagli austriaci. — Eroismo di aviatori.
— Il ritorno trionfale della colonna del generale assinis, reduce dalla battaglia di Agi ilat col bottino di guerra. — Il governatore gen. Ameglio, con lo Stato Ma: giore, assiste alla sfilata delle truppe vittoriose. fo Civinini, decorato. — Lo scoppi io della mina a Cengia Martini. — Materiale da guerra abbandonato dag i austriaci i, Campo di concentramento di prigioa Manzano. La Val di Rose. Il obilek. Tivoli e le alture di Panovizza. Panorama di Gorizia (5 inc.). — Truppe di rincalzo sull’Isonzo. — Commemorazioni e niazioni: Consegna delle onorificenze ai caduti. La commemorazione
del XX Settembre a Porta Pia (3 inc.). — Il XX Settembre
a Milano:
Un immenso corteo
a per le vie della città. Il convegno del corteo all'Arena. La mostra dell’Epopea garibaldina nelle sale del Ridotto alla Scala (5 inc... — Inaugurazione delle Cu. ie Popolari alle Robinetterie Riunite (9 inc.), — Una batteria antiaerea della Regia Marina. — Una recita al Teatro del Soldato al fronte. — Emma Gramatica e Gli altri attori che rappresentarono « Cavalleria Rusticana » al Teatro del Soldato. — Organizzatori e artisti del Teatro del Soldato, mentre passa un aeroplano. — ]l
inatore prof. Giacomo Barzellotti. — Il deputato dottor Edoardo Ottavi. A Nel testo: Intermezzi, del Nobiluomo Vidal. — Dal fronte: Il Capo aveva fatto sapere..., di Antonio Baldini. Diario della guerra d'Italia. — Necrologi: — Giulio Bechi. — Un'osteria, novella di Federigo Tozzi. Problema N. 2576 del Dottor Valentin Marin.. io premio «Concorso Nazionale Spagnuolo» NERO. Pezzi)
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secondo le leggi e î trattati
September 30th, 1817.
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Supremo).
L'ILLUSTRAZIONE
ENSREIRAVEZIZHI:
ra, enumerandoli
Le risposte degli Imperi Centrali a S. S. Benedetto XV. N poeta Max' Bewer e il ritratto del Kaiser. Gli imperi centrali hanno risposto alla nota del Papa press’a poco così: «la pace è bella, l’alto mare è turchino, il diritto e l’arbitrato sono ottimi ricostituenti ».
La Santa Sede non troverà nel documento
tedesco
e
in
quello
terre,
città,
ad uno
principii
che
ITALIANA ad
uno.
hanno
Ci
un
sono
nome
chiaro, gridato dai popoli mille volte al gior-
no. L’Intesa non ha paura di questi nom essi danno sostanza alle aspirazioni di giu-
dei belgi nell'interno della Germania,
il duca
d'Alba rinato nel non mai abbastanza morto von Bissing. L'Austria non ha da far grandi sforzi a cantare sopra una musica tra litur-
stizia e di bontà
che Benedetto XV proclama.
gica
e operettistica la bontà e la bellezza del
Gl’imperi centrali non possono invece pro-
Diritto. Ma se fosse stata costretta
a riconoscere
nunciarli senza
confessare
che
oltre
2
che furono mossi
da uno spirito di sopraffazione. Che importa
au-
al
Diritto
con
la
maiuscola,
sperso per aria come il piumacciolo d'un soffione di prato, esiste anche un diritto con la d minuscola, non generico, ma
striaco gran copia di idee
concludenti; ma le giovinette che possiedono un
umano,
album, potranno raccogliere su da quelle prose diplomatiche, tanti e tanti pensierini graziosi da trascrivere. Eccone uno froèbeliano: u7 mon turbato
non
teorico,
ma
reale, non accademico, ma lagrimante sotto l’'oppres-
sione; se fosse stata costretta a dichiarare che,
giuoco di energie può condurre al massimo perfe-
dalla sua tenerezza per la giustizia, intendeva fossero con mani violente esclusi i popoli che essa tiene
beni dell'umanità.
tre aspirano
in iniqua
zionamento dei più nobili Eccone
un altro filosoficamente lapalissiano: La Germania per la sua situazione geo-
schiavitù, menad
unirsi ai
loro liberi fratelli, rebbe
ci sa-
stato nella risposta
grafica e per i suoi biso-
dell’imperatore Carlo minore untuosità, e più secca
al traffico pacifico
tare la conclusione del con-
ripulsa. Il Papa può affret-
gni economici è destinata
con i
suoi vicini. È probabile che il Belgio pensi d'esser destinato a qualche cosa di simile. Ma la risposta tedesca non lo dice.
L'Austria, non meno! pastorale della sua alleata, afferma che i/ mondo deve posare, eliminate le armi, sulla forza del diritto, sul dominio della giustizia e della legalità internazionale. Questa idea,
flitto
Un ospedaletto da campo
austriaco
dice
l’impera-
impiegate a compilare queste risposte.
se nel gi gno
del 1888 l'imperatore Guglielmo promise la pace al mondo? Nell'agosto del 1915 rimangiò questa promessa, e diroccò quel grande ostacolo al libero sviluppo della Germania che era il Belgio. Era necessario
«oste schierata
i sotto-
derio, ricorrono all'immagine d'un esercito tutto ordinato e irto di punte corrusche; e per schizzare a pennellate grosse la faccia tra volpina e lupina del Kaiser, evocano le blandizie auree e pigre dell'autunno. Vien voglia anche a [noi di metterci a farei ri-
marini; tutti pezzi di realtà massicci, penti, lordi di sangue. La penna non poteva scorrere libera; intoppava a ogni sillaba in uno stridulo granello di sabbia, o in un frammento della Cattedrale di Reims, o scorreva vere sulle lucide macchie dei crismi ‘sati dalle sacre ampolle quando i preti belgi furono spinti, serenamente oranti, contro un muro, e fucilati. Non bastava una mano sola, per coprire di righe nere carte sì difficili; e poi per togliere ogni senso alle parole, è poca l’opera di un ministro: ci vogliono enormi
macchine aspiranti
de come l'ipocrisia; e, sopratutto, per affermare senza sbottare in una risata frenetica,
che l’imperatore Guglielmo è vissuto covando
la pace sotto personaggio
trattisti di questa maniera. Chi, sotto la specie sconsacrata d'una notte maligna, fosforica di
fuochi fatui e piena di susurranti congr non riconoscerà l'onorevole Giolitti? vide l'onorevole Treves come potrà non pen-
sare a uno di quei cieli in apparenza sereni,
che hanno però una piccola acre voglia di temporale, e strizzano lampetti brevi, e poi
manovrate
da ciurme intere di uomini spregiudicati e maliziosi, e torchi giganteschi per schiacciarle, e frigoriferi enormi per renderle fred-
le ascelle come quel povero Maupassant, e che l’Austria
vuole i popoli liberi, amici e contenti. Non
basta la magra sfacciataggine di due ministeri; ci vuole la complice, bronzea, pirami dale impudenza di tutto un popolo. D'altra parte era da prevedersi che gl n
peri centrali avrebbero risposto come hanno risposto. La nota pontificia tenendosi sulle generali, invitava a nozze Berlino e Vienna. Un passo in qualche senso l'umanità avrebbe fatto se il Papa avesse interrogato i belligeranti sugli scopi precisi, concreti della guer-
se ne pentono,'e si calmano; e poi si pentono
d'esser tornati cheti e buoni, e sbattono an-
Da sinistra a destra: Tenente Buttini, pilota;Tenente Pocetti, osservatore; soldato Farneti, mitragliere.
EoISMO DI AVIATORI: Colpito in pieno l'apparecchio volante sopra l'alfipiano di Ternova, decapitato îl pilota, il ten Pocetti osservatore, scavalcandoilcadavere, pas: sò ‘al governo dell'apparecchio e mantenne la rotta fra il tiro nemico fino in territorio nostro. che il Vaticano parlasse del Belgio, parlasse della Serbia, parlasse delle terre italiane irredente. Facile cosa è per la Germania, specialmente adesso, affermare che il suo supremo desiderio è una affettuosa e generosa
cora le ciglia, sì che non norevole
Turati
non
RIRELLI
mai
assomiglia, come
se
una
ciliegia ad un’altra, a una grande area pubblica sulla quale ora si cominci a costruire un pantheon,
ora un'osteria,
e ora vanno
a
spasso le genti ordinate, assennate, pulite, e ora ballano pirriche sonanti le folle scamiciate e rosse? Lazzari, invece, è troppo complesso e grandioso per essere paragonato a un mattino o a un pomeriggio o a un prato
o a un bosco o all'estate o all'inverno.
La
testa di un tanto uomo mi sapete dire a che cosa può essere paragonata?
societas gentium; ben più difficile le sarebbe stato spiegare senza ambagi, senza bugie, senza falsificazioni, la deportazione in’ massa
NEUMATICI
si capisce
vogliano essere idilliaci o catastrofici? E l’o-
Il Nobiluomo
ALLA con annesso CONVITTO TREVIGLIO (presso
in campo ». I poeti hanno
delle graziosissime invenzioni. Per rappresentarci una calda fanciulla di gran sangue amoroso, molle di aromi e languida di desi-
e il Belgio, e la Serbia,e l’Ale
mento, ragione di burbanza e di prepotenza.
Posto fr i due ladroni Gesù Cristo perdonò a quello che si pentì. Il suo rappresentante in terra ha l’aria di perdonare sopra tutto a chi, come Giuda, di pentirsi non ha la mi-
biamo un quadro di più da aggiungere alla galleria di ritratti della quale fa parte la Sulamita, nigra sed formosa, somigliante a
provocato, e i trattati che sono e Trieste,
d’accor-
*
gini della guerra, la responsabilità di chi la e Trento
« mettetevi
Il poeta Max Bewer ha delineato con tratti immortali il volto augusto di Guglielmo II. Ha detto che l'imperatore assomiglia a una splendida giornata d'autunno. Non si può dipingere un uomo più nettamente di così. Ab-
sono ingiusti: nei due capolavori dei nostri nemici le traccie della molta fatica si scorgono chiare; fu pe: ica rivolta non ad empire di cose le parole, ma a vuotarle. C'erano grosse questioni sul tappeto; le ori-
sazia-Lorena,
bati:
do per l'amore di Dio »,i predoni trarranno, da questa uguaglianza di tratta-
nima voglia.
1 gior-
nali stupiscono che ci sia stato bisogno di tanti cervelli per mettere insieme una collezione sì vasta di parole vacue. Ma i giornali
aveva
pre-
voce ai predoni e ai deru-
abbandonato: Esterno della sala operato
(Labor. fot. del Comando Supremo).
porge a chi arriva, o è l'addio per sempre? Il successore di quel soave vecchio che fu Francesco Giuseppe non voleva forse dire con oronziana eloquenza: «La legalità internazionale me la saluta lei » ? Molta collaborazione e molta fatica furono
carta straccia,
non
da qual parte sia la giuia e da quale le colpe. inchè egli dirà con égual
tore Carlo, zr0î Ja salutiamo, È il saluto che
guerra
mondiale,
dicando il compromesso tra le genti, ma determinando, con la sua autorità,
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ITALIANA
TRUPPE
277
IN TRIPOLITANIA.
Il Governatore gen, Ameglio con Jo Stato Maggiore assiste alla sfilata delle truppe vittoriose.
(Fot, V, La Barbera).
L'ILLUSTRAZIONE
D'ALCFRONTE:
[ESCARO
Il Capo aveva fatto sapere ai corrispondenti di guerra che intendeva I per la mattina del
venti settembre. entrato nella sala, dov’essi erano ad attenderlo
da appena qualche secondo, col passo veemente dell'uomo al quale un dio vegliante hà commesso d’impiegare in suo nata, garantendogli
zelo tutti i minuti della giorsenz'altro la forza, la fede,i
resultati.
Con un brivido drammatico tutto questo conviene riconoscere all'entrata imperiosa dell’uomo. Subito
che appare cascano i dubbi e l’incertezze. Egli è
l’unico che non ha deluso e non deluderà, che può dominare i nostri
disordini e i nostri fervori. Non
senza destino la patria è oggi nelle sue braccia. Noi disperati, se lui non c'era; egli solo può dare la vittoria che vogliamo augurarci: senza palme, senza grido, senza trombe d'idolatria, a gastigo d’ogni antica e nuova retorica. quillo di
soldato sapiente
ITALIANA
SAVENA = PATTO
stampo, sul tipo di quell'altra, che però ha girato più mondo, do/cefarniente. Tra l’infinite feste che la mia fanciullezza romana
ha goduto, il venti settembre era delle anche perch’era la sola dove i bambini
più belle: entravano
più in causa con la premiazione scolastica annuale
in Campidoglio. Sì passava a fare un saluto alla lupa in gabbia. Nel pomeriggio qualche nonno garibaldino, con tutte le decorazioni sulla giubba rossa che odorava di canfora, accompagnava il nipotino premiato alla commemorazione della breccia giusto a Porta Pia. Il sole sfolgorava sulla vittoria d’oro in cima alla
colonna
avanti alla brec-
cia rimurata. Qualcuno teneva un discorso fra le lapidi e le corone, corone secche dell'altr'anno, di
innesto,
una
pacifica
confu-
resta sempre la città che si lasciò per-
detto a Guelfo Ci
«Ho firmato
con
piacere
l'altro giorno per lei il decreto d'una medaglia al valore », 3 Abbiamo aspettato a venir fuori di lì, passar can-
celli e carabinieri, per saltare tutti insieme al collo
di Guelfo.
* bruciata e l'occhio
iniettato
di sangue,
tigrotto nato in serraglio che sia stato
spietate e avvelenate, per i giochi
gli spettacoli più lagrimabili.
in
debbano
farein lui
sangue
livornese
più rischiosi
e
lo non so che miscela
in certi
momenti
la pietà, la
ribollente
l'assorda,
l’acceca: è
tigna, la curiosità, lo spirito d'abnegazione. Va avanti, chiuso e leggero, come se andasse a consegnare di corsa a qualcuno. Il gorgoglio del suo
Garibaldi non fosse im’antichità non l’a-
vrei seguito».
Il curioso è che pei tanti ritratti che se: n'erano col credere di conoscerlo
pacifico
Tae licenza nella giungla. Si direbbe che c'è in lui una febbrosa ‘adesione fisica per le terre più
scoperto m'è tornata a mente
finito
Un
sione. Roma
suadere da Menenio Agrippa con la storiella che sapete.) " Salutando i corrispondenti di guerra il Capo ha
are un
Il suo occhio tran-
ci guarda e ci governa
una frase di Telesforo Catoni, garibaldino mantovano:.«Se
quanto.
Quando Guelfo torna dalle linee del Carso, con
forza della storia. Vedendolo per la prima volta a
visti avevamo
gliosa città papalina le cose erano cambiate tanto
la faccia
non si saprebbe dire se dal fondo del futuro o dal fondo della storia passata. Egli è seriza dubbio una due passi col capo
SARERNE:..
rimasti dentro: ma in fondo per la vecchia dormi-
inutile discutere. Addio, addio.
già,
almeno nell’esteriore figura, Niente affatto. Non sa-
*
grandi segni. La prima impressione è tutta mischiata d'amore e di stupore, Il viso grigio è tagliato di vecchie rughe. Gli occhi, che sono il
un canapé, il primo solito canapé che gli capita, col frustino in mano, con la bocca aperta, gambe
pevamo che la sua figura fosse segnata di così
tratto più militare
della sua
fisionomia,
hanno
Un giorno che Guelfo s'era addormentato sopra
allungate a terra e begli stivali di pelle rossa, guardandolo mi domandavo perchè in fondo tutti gli
la
luce chiara e fredda del cielo di febbraio. Il capo, tra la frontee l’occipite, è scavato quasi d'un marchio di mostruosa potenza, e questa infossatura è palese sotto una leggera spiritata corona di capelli argentei. È di quegli uomini senza statura che
memoria ci rifà sempre grandi, di
vogliamo così bene. Cosa ammiriamo in quest'uomo cogli stivali rossi? La risposta venne naturale vedendolo così abbandonato, con un respiro di mu-
sica così leggera: è un uomo a cui la vita non fa
quegli uomini
peso; per quanto la vita sia punto
come sempre ci avessero comandato. Appare in ogni momento pensoso di qualche cosa che non è sè stesso: questa è la forza, la forza delle creature bene appoggiate alla creazione, Quello che lui dice è semplice, imperativo, incuorante come la necessità. Chi c'è oggi in Italia che possa dirsi investito
forse lo vedono troppo trascurato: e la'vita ha ragione di amare quelli che non la infastidiscono con noiose buffe previdenze; primo: non fa bottino; secondo: non ha gelosie, le cose prese gli ricascano, bellamente, di mano: basta dormirci sopra, e tutto è scordato, fo: pure il regno d’Eldorado. ‘e-
d'una autorità così legittima? Ha
raccontato
come
entrò
a Roma
giovinetto
qualche giorno dopo Ja breccia: le speranze d'al-
lora, e i cinquant'anni malimpiegati che seguirono a quel fatto, lafiacca, l’indisciplina e la confusione.
colo ogni mattina con la faccia
questa
faticante
impressione
di novità: non
è nè dialogo nè discorso quello che con loro nasce,
piuttosto sono impersonali norme e comandamenti, perchè il loro temperamento può trovar sicura l’e-
spressione fuor di ogni giustificazione e polemica;
chi lasbalon Wilogig cia Anigcaroolisdiareninareinà
stesso; una certa cautela d'istinto ci mette in guardia che non potremmo obiettar nulla che non sia
già risolto e chiaro in quelle parole che hanno
scelto da dirci, talmente in loro la volontà è piena, definita, illuminata.
Nostra preoccupazione in quel punto è di saperli
rigorosamente mandare a mente, essi, la loro persona,
e tutte
le loro
parole.
Le
persuasioni
convenienti ci si sveleranno e ordineranno
più
in se-
guito nel ripensare a quei vigorosi inviti, l'idea
non mancherà di germogliare e maturare le sue azioni, quelle parole che parvero così imperfiniranno col farci schiavi, e proteggerci, al Quando un grande latino esce nel mondo, sempre
Guetro Civinini, corrispondente di guerra del Corriere della Sera, per la terza volta decorato con medaglia al valore: « Durante un'azione violentissima, essendo per qualche tempo rimaste interrotte le comunicazioni con la prima linea, in seguito al fuoco intenso dell'artiglieria nemica, offrivasi spontaneamente di seguire l'aiutante di campo della brigata granatieri, onde avere notizie precise sull'azioneed assicurarne la trasmissione al Comando, qualora uno dei due fosse rimasto colpito. Carso. R. Fornaza, 15-16 lug.1917%.
tempo stesso. Questa sì che è classicità esemplare.
così, naturalmente, la storia si mette, nè docile nè reluttante, a sua disposizione. E Italia
muove, epoca
per epoca, quei passi d’enorme giudiziosità storica che poî fanno la meraviglia e la malinconia dei
figli nati troppo tardi e degli uomini di pensiero e d'azione invecchiati troppo presto: in quei momenti l'atmosfera storica è sensibilmente più fina
fiori freschi e nastri
fiammanti
dell'anno. Il gari-
baldino prendeva in braccio il piccolo decorato
perchè vedesse sopra la folla: il piccolo vedeva li stendardi municipali, le bandiere tricolori, pal-
{of cini:colopati diginbelloni cli paia! son badidicre
e mulinelli e ombrellini di carta colorata. Da un’al-
tra parte vedeva alla giostra volgere di corsa le
e più dlacre, molti misteri si sc
sirene e i cavalli di legno e le barche e le rozzelle di velluto rosso, e più in là vedeva i banchi
inattesi
nuo
dono
illuminate le vie
scioglimenti
del futuro, si dànno infii
fortunati, s'impara a leggere
riposatamente nel passato e lo si scorge come; dal-
l'alto dei picchi montani, le valli nelle giornate che il vento
duce
asciuga
tutte le nebbie.
quest'uomo, noi siamo
Oggi, che ci con-
in grado
di sapere
qualcosa di quel che eravamo ieri, E certo non c'è pericolo che ci assalga tenta-
zione del vecchio carnevale.
Magari un po’ di compatimento.
(Passatempo, parola composta italiana di logoro
Vedova di Giov. BARONCINI MILANO - Via Manzoni, 16
BIANCHERIE Corredi da Sposa, da Casa, per Uom: Questa séttimona esce:
PER L'ITALIA UNA
E PER IL DIRITTO
dell'on AUGUSTO
CIUFFELLI.
LIRA. — Dirigere vaglia agli editori Treves, Milano.
meravigliata»e sto-
nata: il sonno gli ha ripulita l’anima. Riè sempre a galla, coi giorni giovani, il corpo smilzo e l’arte lieve. Ha girato il mondo, e ci crede ancora; scrive sul Corriere della Sera ed è rimasto un vagabondo, è brutto come un brigante ed ha la pelle fina e i piedi piccolini come una ragazza, leticone e tenerissimo con tutti, ma, allora, barabba, moschettiere, uomo di mondo, cascamorto; riprenderà ogni mattina la sua faccia stonatissima e meravigliatissim: La vita è sempre da riprincipiare, a Lisbona, sul
Queste asserzioni in bocca sua avevano una strana risuonanza. Gli uomini eccezionali fanno qualche volta
importuna e seccante
creditrice c'è Guelfo che la vince sempre per un di smemorataggine e di disattenzione. Il mondo è pieno di trappole ma lui entra ed esce senza saperlo per gli sdruci di tutti i miracoli, nella stessa maniera sui campi di battaglia il pericolo e la morte lo lasciano passar oltre perchè
che se anche nel fatto ci abbiano salinacata salutato con semplice cordialità, nella memoria tornano
e le insegne dei cocomerari. Un mormorio contidella
folla, voci
di venditori,
l'organo della
giostra, un polverone d’oro fra gli alberi, le faccie severe
dei pizzardoni, tutto
distraeva
dalle comu-
nicazioni e dalle perorazioni dell’oratore, che pure
seguitava con
tutto il fiato che aveva in corpo. Poi
quando nominava Trento e Trieste tutti gridavano evviva. Scendeva
uno, saliva
un
altro;
il piccolo
bravo esigeva che s’andasse al banco dei cocomeri, finalmente. Il sole di settembre guardava il mondo con assai indulgenza. Idanni della breccia da mo”
Nilo, in Libia, sulla Neva, a Bukarest,
sul Pasubio, sul Teveri
sere un uomo memoria
come gli altii, quelli che sanno a
ciò che vogliono
fare. Allora
parti di
qualcuno e s'infervora
Fabbricate a MONCALIERI (Torino)
nella difesa
d'una
REAI/Lio SORbann le. Gegzihia E cita di capire che cosa e perchè la difende. Niente paura. È quel be-
nedetto rosso sangue livornese che sente libeccio: allora tutto è buono pèr pigliar foco, tutte le cause
a tutti i cantoni trovano
in lui uno strepitoso di-
fensore. Ma sempre si scioglie quest'oscurazione del
sangue, Tu puoi tirarmi magari una coltellata, Guelfo, ma poi non ti sapresti staccare dal mio capezzale e so che m/empiresti il portafiori di violette. Uomo a serramanico, la tua delicatezza è nota a tutti gli amici, la tua delicatezza
di settecento
ve-
neziano. La vita, io sostenevo, a te non fa peso. E in base a questo distacco la tua arte e i tuoi costumi sono
un poco assenti dalla vita, l’arte un po' piegata verso il sogno, la pratica spinta verso la violenza.
Ma siccome la vita, così com'è, è terribilmente monotonà, per questo hauno tanta simpatia per te gli uomini e le donne. Parlo volontieri di te perchè so che nemmeno
questo tu farai caso. Guelfaccio, buon volo.
Antonio BàALpINI.
S.P.I.G.A. dalla Società Piemontese Industria Gomma e Affini R. POLA &C.
delle
briganteschi. Quando sento Guelfo che leva la voce, prende le
PIENE
per Autocar i LE PIÙ ELASTICHE - LE PIÙ ROBUSTE
sente
solidarietà inesplicabili: per l'ordinamento mili per esempio, per le consuetudini monacali, pei ri
che erano stati riparati: i verdi bersaglieri erano GOMME
a Stoccolma,
alche volta sembra che
scantini: sogna anche lui d'essere nella legge, d'es-
e"
TARCIA
a
L'ILLUSTRAZIONE
LA
NOSTRA
Lo scoppio della mina a Cengia Martini,
ITALIANA
GUERRA.
16 settembre:
Sullo sfondo, il Lagazuoi
e le
(Labor, (vt, del Com. Supr.).
La Val di Rose: in fondo, Tivoli; a sinistra, Panovizza.
Pe La Val di Ros
la
&
Pai
O
ERI
29
n x©
x Ni
RENO
n*
I
SUR atXAl») lì prigionieri
a Manzano,
(Labor, fot. del Com. Supr.),
Il Kobilek.
Panorama
di Gorizia.
(Labor. fot. del Com. Supr.).
ESA:SNFOsSETER
"TRUPPE
DI
RI)
(eLZO
SULL'ISONZO.
L'ILLUSTRAZIONE
COMMEMORAZIONI
Roma:
a
La commemorazione
consegna delle onorifice
É
E
ITALIA)
PREMIAZIONI.
del 20 Settembre
‘amiglie
i,
a Porta
Pia.
‘a di Siena a Villa Borghese.
L'ILLUSTRAZIONE
IL
20
ITALIANA
SETTEMBRE
A
MILANO.
Fa E nr >
Db
La mostra dell'’Epopea Garibaldina nelle sale del Ridotto alla Scala.
286
L'ILLUSTRAZIONE
Refettorio uomini.
ITALIANA
Fabbricato delle cucine popola
[ETXXSSETTE/WNBRER ALBERO BINETTERIE INAUGURAZIONE DELLE CUCINE OPERAIE. Il rincaro dei vi coltà degli approvvigionamenti — che per gli operai è dovuta anche allo scarso tempo disponibile — fanno sì che il problema
della refezione delle classi lavo)
oggi uno di quelli che più si impongono all'attenzione degli industi Anche în tempo norn le abili operai non danno tutto il rendimento sul q
e è lecito fare a
mento, per
di avere un nutr
la grave difficoltà
sano ed abbondante
sono notevolmente peggiorate, ed è nece vedere affinchè
le mae:
di riposo,
possano trovare in adatti locali,
a.loro disposizione,
cibi caldi e sani a prezzi modi Seguendo
io prov-
questi concetti,
Soc. Anon.
in Milano, con i più moderni criter
una grande cucina popolare cap:
le vivande per i propri operai e per il pubblico che dall'esterno volesse usufruire dei vantaggi di que-
iconomi.
che garantisce
imo vantaggio, essendo detta Soì sorta per iniziativa di vari Enti, comunali e privati, allo scopo di fornire al popolo cibo sano
con minima spesa.
In seguito a spe sì sono potuti
Il gen
ossia si sono stabilite
Maestranza elle Robivetterio,
20 30 60
delle condizioni
per gli operai dello pubblico. L'impianto di cu
della
zioni per p
ec
consiste
m. 2,70x 0,85
litri 150, forni, sottoforni, °
con
di un gruppo di tre
lì si può ottenere
30 40 So
potenzialità di circa
di un apparecchio di cucin anti da
PUbblico.
ec .;
caldaie
tre rain
me da
autothermocucine nelle
la cottura di 500 litri di mi-
ttembre, sotto gli auspici del Comitato Regionale di Mobilitazi
Tra gli intervenuti nerale Angelotti, i gene:
istituzione.
La cucina costruita ed arreda spese della Soc. Anon, Robinetterie Riunite è stata affidata i tione alla Soc. An. Coop. Cucine Po-
A fianco,
È
» »
Robinet-
terie Riunite ha costruito nel proprio st: bilimento
sta provvida
Savon:
RIUNITE,
Minestra in brodo . » asciutta . |, Carne con fegumi |. .
in relazione al lavoro da com-
piere durante la giornata: attualmente le condizioni
» Fronte in Via
accordi
tra
le due società,
eguenti: pre:
le Angelotti assiste all’inaugurazione.
direttore generale comandante Jaracli.
Hanno scritto aderendo con entusiasm ministro Dallolio, il sindaco di 0, Salmoiraghi, Esterle, i comm. Silvestri Gli onori di casa erano fatti Federico dai consigli e dal personale direttivo.
Presero
parte alla colazione inaugurale circa 500 impiegati, operai ed operaie, ed un centinaio di invitati.
MILANO. — LE CUCINE POPOLARI
Ingresso alle cucine.
ALLE ROBINETTERIE RIUNITE.
Interno del refettorio donne.
Interno del refettorio uomini.
ITAL LLUSTRA
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
Una batteria antiaerea della Regia Marina.
LA
GUERRA
D'ITALIA
(Dai bullettini ufficiali).
Le operazioni
dal 16 al 25 settembre,
17 Settembre. — Sul fronte trideritino Giudicarie,
nuclei
nemici
tentavano avvicinarsi
che
ai nostri
dà
Val
prigionieri. Sull'a/to, iano di Bainsizza, attacchi parziali dell'avver io vennero energicamente riuttati. Il giorno 16 il nemico fece brillare una grossa mina dinanzi alle nostre posizioni della Cergia Martini (Piccolo Lagazuoi). La vigilanza e la
(Fot. Ufficio speciale del Ministero della Marina). 21 settembre. — Alla testata di WVa/ di Genova, all'alba di ieri, un attacco in forze, eseguito dal
nemico contro una nostra piccola guardia, a’sud di cima Zigolon (Adamello), provocò vivace lotta
finita con Îa cacciata dell'avversario che lasciò sul terreno numerose perdite.
posti avanzati vennero dispersi
Sul Co/bricon il giorno 19, col tempestivo brillamento di
In Carnia una maggiore attività dell'artiglieria avversaria provocò vivace reazione della
lavori di galleria dell'avversario. Nell’a/to Cordevole, ieri, un
Fella. Sull’a/topiano di Bainsizza,
zo, superò ed oltrepassò le di
contrattacchi ‘di rioccupare il
te, però, l'assoluta impossib
a fucilate.
nostra nell'alto
Bu?
una contromina, distruggemmo
nostro. riparto della brigata «Reggio» in un magnifico sbal-
e in Val
nella notte sul 16, il nemico tentò con quattro successivi
fese
terreno perduto nel giorno pre-
lità di creare ripari sul terreno roccioso e scoperto sotto il violentissimo bombardamento ne-
cedente. Fu costantemente ri spinto dai bravi difensori che catturarono
73 prigionieri,
18 settembre.
—
di
Cima
Sief
mico, consigliava ai nostri il ritorno sulle posizioni di partenza.
tra
i quali due ufficiali.
avversarie,
(Quota 2426). Successivamen-
Nella zona
22 settembre. — Nella gior-
sud-orientale dell’a/fopiano di Bainsizza nuovi contrattacchi
nata
spinti. Sul Carso
in regione di Xa/ (altopiano
vivaci
duelli
vivaci duelli di artiglieria, più intensi nell'a/fo Cordevole,
di
di Bainsizza)
artiglieria e violenti tiri di molestia, 19 settembre.
nata di ieri,
—
parecchi
est di Gorizia
tratti
Una recita al Teatro del Soldato al fronte.
centramenti di fuoco tenemmo in vivo allarme l’ avversario
miche
del
rorrerte Maso
e vi catturava circa 200
venne
qualche prigioniero.
del fronte tridentino, con atti-
producendogli perdite e recando danni alle sue opere di difesa In direzione di Carzano (Val Sugana), un nostro riparto riusciva a spingersi oltre le linee ne-
e nel settore di
Selo (Carso). In azioni di pattuglia a nord-
Nella gior-
à di nuclei esploranti e con-
di ieri, lungo tutt
te,
nemici vennero prontamente re-
prontezza
dei difensori sventò l'insidia, che risultò
completamente inefficace. 20 settembre. — Lungo il fronte moderata ati vità combattiva e nessun episodio di notevole im-
portanza.
a
aeronavi
scorsa notte
eseguirono
catturato
tre nostre, un'azione
offensiva sugli accampamenti nemici nel va/lone dî Chiapoe sugli impianti ferroviari a nord-est di Prosecco. L'operazione, re: difficile da un improvviso mutamento nelle condizioni aerologiche, divenute stazione e sui baraccamenti di Gra/tovo
decisamente avverse, e dal tiro nemico intensissimo
PA]
Emma Gramatica e gl
altri attori che rappresentarono
« Cavalleria
Rusticana » al Te
ro del Soldato.
Organizzatori e arti:
i del Teatro del
Soldato mentre passa un areoplano,
ILLUSTRAZIONE
289
ITALIANA che del 1892 fu eletto deputato, di sinistra
e ben diretto, venne brillantamente compiuta e gli obiettivi furono colpiti con quattro tonnellate di sul 22, mediante
l'esplosione di una mina, pazien-
temente preparata con lunghi lavori in galleria,
agrarie ed economiche. Fu due volte sottosegretario di Stato — tutte due le volte nei gabinetti Son-
nostri nuclei poterono penetrare in due posizioni avanzate nemiche e vi si affermarono. Sull’a/topiano di Bainsizz.
lenti
nino — nel 1906 all'agricoltura industria e commercio col ministro Pantano, e nel 1909 al Tesoro col ministro Salandra. Appartenne alle più importanti commissioni parlamentari ;diede grande fervore come presidente alla Società Italiana degli agricoltori; pubblicò su problemi agrari ed economici lavori molto apprezzati ; fu, una ventina di anni addietro, l'anima del movimento per l’applicazione all'agricoltura dei cannoni grandinifughi.
concentra-
menti di fuoco e ripetuti tentativi di attacco, eseguiti dal nemico contro le nostre posizioni in regione di Kal e ad occidente di Vo/nik, non
rag-
giunsero alcun risultato.
Nei pressi di Raccogliano e di Selo rettificammo in avanti la nostra linea di osservazione. Ieri sul Carso le opposte artiglierie furono
favorevolmente
più attive del consueto.
Una nostra aeronave, la scorsa notte, navigando
- Altro senatore mancato in questi giorni è il conte Gino Cittadella Vigodarzere, deputato mo-
in condizioni atmosferiche poco favorevoli, tornava sul
Vallone
di Chiapovano
rinnovando
derato dal 1870 al 1892 per il collegio di Cittadella,
l'eflicace
bombardamento degli accampamenti nemici colà
poi dal 1900 senatore. Era nato anch'egli nel 1844, da illustre famiglia padovana, e suo padre fu pre-
dislocati.
24 settembre. — Nella giornata di ieri, lungo tutto il fronte, attività di artiglieria. Un contrattacco, tentato da riparti di assalto contro le posizioni da noi recentemente occupate in regione Marmolada, costò all'avversario sensibili
sidente dell'ultimo Congresso dei dotti italiani te-
nuto a Venezia nel 1847 e che preluse alla famosa
La linea ferroviaria nella valle del forrente Bazza (est di Tolmino) fu ieri obiettivo delle nostre aeree.
Nella
mattinata,
una
squadriglia
gli impianti nei
neamente,
pressi di Podmelec. Contempora-
altra
aeronave
fulminava
ancora
una
volta le numerose truppe nemiche del vallone di Chiapovano. Due velivoli nemici, colpiti dai nostri aviatori, precipitarono in fiamme a Cotici (est di San Martino del Carso) e ad oriente di Kal (alto-
piano di Bainsizza).
25 settembre. — Dal giogo dello Stelvio al monte
Rombon
proficua
ranti e moderate
attività
Nella regione di Morte
lare una
potente
di
nostri
azioni di artiglieria,
nuclei
esplo-
Nero il nemico fece bril-
mina sotto
le nostre
posizioni,
sulle quali concentrò poscia violentissimo fuoco di artiglieria. Il pronto ed efficace ‘tiro di interdizione, ostacolando l'avanzata delle fanterie, impedì all'avversario di conseguire alcun.vantaggio. Ìdanni prodotti
dall'esplosione sono minimi. Sull’a/topiano dì Bainsizza attacchi parziali nemici vennero
respinti a colpi di granata
a mano.
=
+ Il sen. prof. Giacomo BarzELLOTTI. Notissimo
e come
in
Italia
e
all’estero
come
filosofo
critico era il prof. Giacomo Barzellotti, fiorentino, che a Roma cuopriva tanto degnamente la cattedra di filosofia della storia. Era nato nel 1844;
aveva dei toscani il dire gustoso, arguto ed acuto,
e di suo una caratteristica insistenza peroratrice e
uasiva, minuziosissima. Note ed apprezzate uni-
versalmente
le sue opere;
notissima
tissimi gli studi sulla filosofia di Nietzsche, sul pessimismo di Schopenhauer, su Michelangelo, su Galileo, su Taine, su le dottrine filosofiche
dei libri
di Cicerone. In Senato — dove entrò nel giugno del
1908, chiamatovi
Giolitti —
dal
ministero
penultimo
di
pronunziò discorsi sui temi recenti della
guerraedella pace che furono severamente giudicati.
leri, lungo
Furono
catturati
tutto
guito i Semiratori.
suo
gli diede grande popo-
Vennero dopo le opere
Lo spettro rosso e
Domenico
Oliva,
in se-
in un lucido
€ profondo articolo, non esitava a scrivere che « non possedevamo ancora un libro come questo, che avesse m0Î per argomento, così sintetico, così
lim-
finchè un
diede
bel giorno,
per lot-
le dimissioni
da
cevano trionfare e gli davano quella giusta ripara-
zione che agognava. Così, tra il vecchio esercito professionale, ostinato e fossilizzato nel suo misoneismo di casta,e il nuovo che, sospinto dall’onda democratica, tendeva a valutare le proprie opere alla stregua sovrana del dare e dell'avere,
lio Bechi
rappresentava la pietra di paragone. Accanto
al suo programma di rivendicazioni
na-
zionali, sta un monumento di educazione militare. Bechi era
il poeta, il vivificatore del
nostro eser-
cito — di quello che anelava alle grandi prove
gono retribuite, e quelle ritenute inadatte
della guerra e della vittoria. Dell'amore all'esercito, della speranza nell'esercito, della fede nell'esercito,
alla pubblicazione, restituite agli autori.
per l'avvenire della nazione, è piena ogni pagina
macchina foto-
grafica può diventare collaboratore retribuito dell’ILLusTRAZIONE.
dei suoi libri.
Perchè egli aveva un metodo
tutto
suo nell’educare e creare il soldato. Nei Raccoriti
di un fantaccino, il suo cuore governa e plasma la missione altissima del Maestro. Qui dentro vedete combattere lealmente il pedantismo nell'esercito, i
* Il Dep. dottor Epoarpo Orravi. Per venticinque anni nella Camera italiana ebbe senza dubbio una posizione notevole il dottor
Edoardo Ottavi , figlio di quell’ eminente agrono-
mo
che fu in Casale Monferrato
il
padre
suo,
valentissimo ‘professore di agronomia égli stess
n
pensosa:
reggimento in partenza per la Libia. I tempi lo
professionisti e da dilettanti semprechè vengano inviate in tempo utile, cioè nel giorno stesso che si verifica l'avvenimento. Tutte le fotografie pubblicate ven-
Sert
della maturità
ichiamato allo scoppio della guerra italo-turca e col grado di capitano assegnato a un
pre volontieri fotografie di attualità da
CANELLI
a torto lo preconizzava
larità e grandi amarezze.
con fede, con amore,
IrALIANA accoglie sem-
CONTRATTO.
e non
successore. Questo volume
in faccia alnemico, significava compromettere tutto un avvenire. Ma egli non si scoraggiò. Perseguitato,
visibilmente eftica
GRAN SPUMANTE
volle conoscere,
richiamato al dovere (oh, gl'ineffabili pedagoghi di quei tempi!), seguitò la sua campagna con tenacia,
il fronte, no-
prigionieri in Conca
una
in Sarde-
che assalirono il nostro Paese: dalla giornata di Adua alla guerra di Libi nostra rinascita economi e morale. Il suo nazionalismo veniva pre-
Bazza) e nel pomeriggio quelli di Prosecco (linea litoranea). Vennero lanciate in complesso cinque ton-
Chiunque possegga
di fanteria
dicato e diffuso quando alzare la testa e guardare
(Carso). | nostri velivoli nella mattinata bombardarono gli impianti ferroviari di Podberdo (Val di
L'IuLustrazionE
tenentino
Infatti, ogni personaggio è l'incarnazione vivente di quei periodi travagliosi, di quelle crisi violente
di Baz-
Laghi (Posina) e armi e munizioni presso //ondar
nellate di bombe con risultati
GIULIO BECHI fampa ha avuto unanimi parole di compianto ed ammirazione per la morte gloriosa di Giulio Bechi. Ricordiamo particolarmente un bello e commosso articolo di Guido Biagi nel Marzocco; e nel Giornale di Sicilia un articolo di Francesco Geraci, cheèanche una rapida rassegna di tutta l'opera dello scrittore soldato. Ci piace riportarne qualche brano:
di contenuto ».
stre ardite pattuglie recarono danni e molestie all'avversario.
geo-
pido, così coraggioso, così largo di linee, così ricco
aeronavi
—
oltre
liceo qui in Milano, va ri-
scrittore, collocandolo di colpo tra i migliori narratori italiani. Edmondo De Amicis gli scrisse, lo
sco che codesto singolare profeta suscitò nell’Amiata e finì nel 1878 con la sua tragica morte; apprezza-
lone di Chiapovano intensi movimenti di truppe e i autocolonne, li sbaragliava fulminandoli con una tonnellata di proiettili. 26 settembre.
prof. Gottardo
campagna contro, il brigantaggio. Più suo libro Caccia grossa ci rivelava lo
ad alto esplosivo lanciate dai nostri aviatori hanno
Nella notte una nostra
Il
cordavamo
provocato distruzioni ed incendi negli impianti fer-
za) e di Rifenberga (Carso).
Garollo, trentino, da
cordato come industre compilatore di dizionari
da quasi tren-
t'anni la sua monografia critica analitica — riedita ancora pochi anni sono dai Fratelli Treves — su Davide Lazzaretti e sul moto religioso popolare-
giornata quattro tonnellate di bombe
roviari e nelle stazioni di Podberdo:(Val
locali, di agricoltura, e coltivò anche
grafici, biografici e della piccola Enciclopedia Hoepli
Sul Carso catturammo qualche prigioniero. Durante la
Il conte Gino molto si occupò di am-
ministrazioni
trent'anni professore di
da
bombardamento, ben scortata, capitò quasi di sorpresa sulla stazione ferroviaria di Gra/tovo nel momento in cui vi si svolgeva intenso movimento ferroviario e vi rovesciò quattro tonnellate di proiettili. Nella notte un’aeronave, con lancio di numerose bombe ad alto esplosivo, danneggiò fortemente
rivoluzione.
i buoni studi come attesta qualche suo volume, anche di versi.
perdite e qualche prigioniero.
armi
giolit-
tiana, dal collegio di Vigonza, che rappresentò per ventun anni, finchè nel 1913 fu eletto nel collegio eminentemente vinicolo di Conegliano. Alla Camera si portò sempre con molta dignità, ed affermò la sua reale competenza essenzialmente nelle questioni
bombe ad alto esplosivo. 23 settembre.— In regione Marmolada, la notte
Nacque, per circostanze
puramente.
e
transitorie, in
Ajaccio (Corsica) il. 7 giugno 1860; studiò in Casale, a Parigi, a Firenze, e, a venti anni, ottenuta la naturalizzazione italiana, prestò servizio militare
in patiao nel 1882 uscì dottore in scienze agrarie dalla Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano, poi
meritò dal Governo italiano di essere mandato per un corso di perfezionamento alla Scuola nazionale
bei colpi «di presentat'arm e i bei bottoni lustri, vedete dare, in cambio, al soldato una coscienza,
un’anima, una fede. Il suo programina egli lo aveva
felicemente
attuato in una
meravigliosa
arte
nar-
rativa, una tavolozza ricca di colori,, attraverso: Jà
uale ‘conoscemmo l'eroico ‘carabiniere Gasco di
doptà grossa, Lo ricordate?
e l’inobliabile'
sergente Punzoni.
Indolente, negligente, indisciplinato,
ribelle che salta la sbarra, infischiandosene del regolamento e dei superiori. Ma, grande distributore di Soraggio nel terremoto ai iculo, mette a
rischio
la vita, e pesto,
bruciacchiato,
grondante
sangue, salva innumerevoli persone'e si sottrae modestamente agli elogi del generali
francese di agricoltura di Montpellier. Aveva tren-
tadue anni, e trovavasi a Casale zienda
alla testa dell’a-
agraria paterna e direttore dei due reputati
periodici agrari // Giornale vinicolo italiano ed il
Coltivatore, quando nelle elezioni generali politi
Ri CINZANO PESA
290
L'ILLUSTRAZIONE
UN'OSTE Par
RIA,
in bicicletta da Firenze, erano ormai dieci
novetta
ITALIANA
oi FEDERIGO
perchè si voltasse. I suoi occhi neri si
alzavano un
giorni che io e il mio amico Giulio Grandi giravamo l'Emilia; e siccome l'indomani egli doveva
poco e poi si riabbassavano su la ruota d’avanti. Ma faceva una risata. Era robustissimo, con le brac-
piovesse a dirotto, da Faenza; per tornare.a tempo.
gli volevo bene come a un fratello. L'avevo conosciuto quando andavo a scuola; ma non l'avevo e non l'ho mai più dimenticato. Parlava pochissimo,
trovarsi in ufficio, alle Poste, partimmo, benchè
Ma s'era già di novembre; e il cielo tutto bigio,
con le strade fangose e piene di pozzanghere: gli
alberi ormai con poche foglie gialle; e i primi monti
dell'Appennino, su per la lunga salita, attaccati alle nebbie.
cia scure e pelose come i polpacci delle gambe; e
almeno con me; e, perciò, mi piaceva. “ lo ero grasso, ma non meno robusto di luî; e po-
Non ci parlavamo quasi mai, egli innanzi e io dopo, oppure egli dopo e io innanzi, passando tra
tevamo compiere la stessa fatica.
venisse voglia di fermarsi. A qualche osteria scen-
avrebbe spiovuto, la sera non arrivammo
Ci fermammo a mangiare non ricordo più dove;
le poche e rade case senza che a nessuno dei due
e siccome ci
devamo, appoggiando le biciclette al muro di fuori. — Due cognacche.
nebbie s'erano diradate, ma proprio sereno non fu
Bevuto senza dir altro, uno di noi chiedeva: = Quanto?
Giulio esciva prima che io avessi pagato.
Dopo qualche chilometro, con il fango in bocca
e negli occhi che bruciavano: — Sei stanco? —
Un
poco.
—
Badiamo, però, di non rallentare. Incontravamo soltanto qualche barroccio;
e il
barrocciaio sdraiato sopra il carico, con un grande
ombrello verde e il cane che abbai;
senza invece far scansare le bestie. questo?
i
pre più forte.
i
ù
tta dietro i vetri delle botte-
finiva mai; anzi,sifaceva sem-
— Sono tutto indolenzito. — —
Anch'io! Canta!
—
Devi cantare.
la stanchezza non si sente — Non mi far moccoli
essere allegri, e allora
Allora, con qualche pedalata più svelta, mi av-
vicinavo a lui o mi mettevo di fianco. —
detto
di aspettare
perchè
più là di
mai. Intanto si fece freddo
e buio prestissimo; e
dovemmo prendere le biciclette a mano. Non ci si vedeva nè meno a venti si di distanza; sicchè, per non andar sotto a qualche barroccio, bisognava
soffermarsi per capir meglio da dove veniva il suo rumore; ma poi, senza gridar più d'una volta, non
c'era verso di far scansare nessuno. Intorno, era tutto nero; e non si disti; più i monti dal cielo. Alle prime case di Crespino, domandammo
dove potevamo mangiare. Ci risposero: —
sacchi piegié di farina: iiraguazi. Wi cbetaronio
misero
sp
Che hai? I nervi?
— Un poco.
E mi sentivo scontento anch'io.
Vedevo soltanto la sua maglia sbiadita e i suoi
capelli" impillaccherati sotto il berretto senza ormai
più colore. Qualche volta gli ricordavo qualcosa,
da cena?
Da prima non mi ascoltarono nè meno; e dovetti quasi gridare, Allora uno di quegli uomini, senza
smettere di far la polenta, n
jpose quasi distrat-
Sì
Non s'era nè meno mossa; fissando sempre dritta
lo pensai: «È una pazza, forse?»
E non potevo
fare a meno di non voltarmi a lei. Ma, lavateci le mani
mettemmo
già i Alcuni di quegli uomini si sederono posti; gli H éra Accanto a' noi due c'era un posto vuoto. E io tanto per attaccare discorso: ci mangia? Se non
deve venir nes-
suno, possiamo stare meno a stretto. Uno, dopo aver
bevuto
senza
staccare
gli occhi
da me, finchè teneva il bicchiere alla bocca, rispose: — È per la maestrina. Tutti fecero u
jata; ma poi si misero a par-
lare tra sè, di cose loro.
Giulio esclamò — La maestrina ? Speriamo che
2 bella!
— Speriamo. Io risposi sorridendo, un po’ seccato. — Ma la minestra quando è pronta?
Nessuno rispose. Ma, dopo dieci minuti, ce la vuo-
tarono nel piatto. E quella donna sempre
ferma!
— Non glie lo tireresti un bicchiere, per farla
tamente:
— Qualcosa c'è, —
se
barrocciai.
Più in là troverete un'osteria.
C'è
e si
la parete davanti a lei; con'una pezzuola di colore avvolta intorno alla testa. I suoi occhi luccicavano.
Dietro una svolta, a un uscio, c'era attaccato un
lampioncino rosso, ma così affumicato che non favero nere. primo io. La stanzetta era piena di gente, muoveva in tutti i sensi. Da una parte, un ran camino con bagliore di fuoco. Al soffitto, un ume a petrolio che spandeva più puzzo che luce. Il vocìo era assordante; e alcuni ragazzi, mi par-
ceva punto lume. Ai vetri certe tendine che ci par-
—
subito a guardarle e a toccarle, come
non ne avessero mai viste nè meno una. Gli uomini, senza dir. niente a noi, fecero lo stesso; nb: bassandosi, per: vedere meglio, dopo essersi seduti sopra una panca larga un palo. Giulio mi disse sottovoce, dandomi una gomitata: = Domanda 46 /c'è da dormire. Ma quella stessa donna, avendo udito da sè, ri-
vero tre, strillavano.
— Non ho più voglia. Bisogna
avevano
Crespino; quasi a mezzo tra Faenza e Firenze. Le
TOZZI.
mi; Se tu hai fame mangia quello.-E rion importunare. Chiamai Giulio; con un fischio ;e portammo: dentro le biciclette, appoggiandole ‘ad una sfilata di
muovere?
Carne?
Mi rispose invece una donna, di cattivo umore: ccennò non so che attaccato.
— E pane. — Aggiunse un altro, come per dir-
— Manca il pane! —
dandola attento. L'oste
allora gridò Giulio, guar-
s'era messo a mangiare su
un panchetto del focolare piano; insieme con i ragazzi, che ridacchiavano. —
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L'ILLUSTRAZIONE
Non s'era ancora alzato dal panchetto, quando
nostra curiosità.
Perchè le parlavamo?
la maestrina entrò. Prima di scorgerci, si soffermò
voglia di smettere,
darono. La
Non si fidava del tutto a parlare
salutando, Ma nessuno rispose; nè meno la guarsua
voce
ci fece l'effetto
di uno che
parli dal fondo di una grotta. Dovendoci venire
accanto, arrossì e impallidì fino a soffrire; tremando e voltandosi subito dalla parte opposta, Noi la salutammo nel modo più adatto che ci
fu possibile e che le facesse piacere. Ella dette un'occhiata a quelli
testa sul piatto: —
della tavola; e rispose con la
Mi venne
per non affliggerla e offenderla
anche. Ma, smettendo, non sarebbe
di più umiliata?
con
Aveva
posato
accanto
delle Maestre ancor
dentro
rossa, lo voltò dall'altra
la fascia:
e siccome
parte.
Non era brutta: aveva 1 capelli sottilissimi e mor-
bidi, quasi senza nessuna pettinatura; e il collo lun-
ghetto e bianco; piuttosto magra; e nel dorso delle mani si vedevano muoversi i tendini sotto la pelle ancor fresca e chiara. Aveva gli occhi azzurri e
così tristi che parevano oscuri; con le palpebre
lenziosa e maliziosamente ostile con
lei.
Eppure,— pensai, — devono essere i genitori
de' suoi alunni!
Giulio, e anch'egli non era più beffardo, le chiese: È di lontano?
imparano le donne. lo me l'immaginai
dava a scuola: graziosa e diligente, grossolana e furba. Incominciò a ma
che le pareva parla ironicamente.
quando an-
ma un
poco
lare, intimorita tutte le volte ro di lei o la guardassero
Allora tacemmo.
sopra la tovaglia.
aprìlaporticina e disse, ma rivolgendosi aî fac-
la midolla del pane, appallottolandola con le dita Giulio mi sussurrò: Non la infastidire.
— Oh, no! Ma, appunto, bisogna parlarle. Vedi
che gente ci ha qui intorno? Aspetta un altro poco. minestra, quantunque
non
buona,
fatto bene; e non soltanto allo stomaco:
sere alla testa se ne andava. Allora
ci aveva
il males-
io non potei
aspettare più, e le dissi:
Lei insegna in questo paese?
Prima di rispondere, parve che chiedesse il permesso agli altri; e, quasi con pena, preoccupata di
loro, rispose:
Aveva finito la minestra e finse d’aspettare, penCi sta male, non è vero?
Se avesse pianto, la sua voce non sarebbe stata meno tenera per mentire senza alcuna esitazione: Abbastanza bene!
— Ci sono impiegati? Meno
— Piove ancora? — io chiesi al padrone. Egli
chini invece che a me: — Ora viene la neve,
—
La neve? — Nevicherà fino a domattina.
Io,
scherzando, detti un pugno su le spalle di
Giulio; e dissi: —
Domattina
Ero per arrabbiarmi contro di lui, ma gli chiesi:
— Di che le vuoi parlare allora?
— Lasciala in pace. Ella si disponeva ad andarsene, ma pareva vergognarsi di far così presto, e chiese alla donna che
non s'era mai mossa:
La maestrina
cavò
sette od otto, vanno
lo le chiesi sottovoce:
— Chi è?
— La padrona: è cieca. Ora la fanno mangiare. Infatti il suo marito le*mise su le ginocchia una pentola dov'era la minestra e le dette un cucchiaio d'ottone, ch'ella stringeva con la bocca;
chiandolo tutte le volte che lo ricavava.
pensato
fin ida
— Sono stanchi ?
tenzione, risp: — —
Abbiamo anche sonno. Lo credo io!
E, rivolto ai suoi compagni, proseguì, con un riso
da furbo: Bisogna esser matti adi andare con un tempo
simile!
ali
E risero, per la seconda volta, tutti insieme; con
Ma Giulio gridò:
dalla fascia il fascicolo, e si
d’abbonata.
— Chetve n’ importa!?
Non rispose nessuno; ci guardarono fissamente ©
basta: qualcuno, per seguitare'a ‘ridere, chinò la
E lo dissi al mio amico: — Si chiama Assun
testa.
— È una rassegna dii Ella la guardò, rigirandola tra le mani, come la
vedesse per la prima volta; e risposi — Si ri ne legge? Ella sorr
—
Portateci le sigarette!
,— Di quali? — Chiese l’oste con
più gentilezza
di prima, come facendoci una 5concessione; quasi per tenere a posto gli altri.
Ma Giulio, quando s'era stizzito, non gli passava anzi diventava nervoso anche con me que altro che gli capitava. E rispose: — Quelle da signo ae sorriso; ma sen: L'oste si fece più svelto e le portò. In quella bottega vendevano tutto ciò che può bifacilmente;
tutti per i monti a
far carbone. Rispondeva così come se ci fosse stata costretta,
avevano
Ma io, quantunque mi fossi accorto della loro!in-
mise a leggere. Allora, potei conoscere il suo nome
quasi fossimo importuni; e non comprendendo |
quasi suc-
Uno dei facchini ci chiese, per derisione, e per
farci sapere quello che quando ci avevano visti:
un’insolenza così brutale, ch'era perfino ingenua
sarà gelo!
Egli rise. Poi, io chie
Da tre mesi.
sandoci, il piatto di carne.
—
— Che te n' importa?
— Dev'esser presto.
niente, con quella malizia antipatica e debole che
jopra la nostra Un treno passò sul ponte, qua testa; e tutta la stanza tremò, Poi silenzio un'altra volta.
—
— Non vuole dirmi quel che legge.
— È caldo il letto? se dir
indi e delicate. Portava un grembiulino come Esa le alunne a scuola; e cominciò a sbriciolare
—
vano il pane. Dissi a Giulio:
faceva piacere; e forse per la prima volta, ebbe come un sussulto a guardar quella gente così si-
alla forchetta il Corriere
sopra c'era l'indirizzo stampato in una strisciolina
La
tino con una fetta di parmigiano. Poi, cominciò a mangiare. Mi accorsi che i suoi denti insanguina-
noi, ma le
Buona sera! — E finì di accomodarsi, perchè
la sottana si sgualciva.
—
291
ITALIANA
1 ed ella si rimise ro portato un piat-
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292
L'ILLUSTRAZIONE
sognare ad un paesello; e non ce n'erano altre. La maestrina si scosse; come con un brivido. Noi cominciammo a fumare; e ne offrimmo anche a lei. Que-
sta volta, prima di rispondere, osò guardarci negli occhi, con lo sguardo
timido ma
così risoluto che
sarebbe stato impossibile mentirle o burlare: però,
uno di quegli sguardi limpidi che non dicono niente, Poi rispose: —
Non fumo, dispiacque
davvero.
La sua
voce
aveva
ci sono sottintesi
suo modo
di
tenere il viso, ora, pa-
reva che il fumo le piacesse confondendole
un poco
non so perchè Giulio aveva
Dopo —
una
mezz'ora,
se volesse
ione fatta con noi.
smaniava. fumato
tutto
il pacchetto a dor-
Per far la maestra in questi posti, dovrebbero
prendere una nata proprio qui. Non mandarcele di
FOSFORINA LUIGI
pretesto trattenersi an-
:ò salutandoci a pena, come
La cieca, sospirando,
intenti, presi in un sogno. Nella sua bocca c'era
per tutti gli altri paesi!
ci possa vivere? E perchè sacrifi-
persona, che
è così
differente
a
quelle
Spento il lume, ci accorgemmo, da un filo di luce, che accanto a noi dormiva qualcuno. Ci alzammo lesti; e, piano piano, trattenendo il
quale
distruggere la conve
con un pugno, i suoi occhi erano più sereni e più
una
ce ne ricorderemo nè meno!
sapendo con
troppo rispetto alle dita.
delle sigarette, e us i facchini, andammo mire anche noi. Disse Giulio
fatto traballare il piatto
care
E non
cora,
la testa. Ma ella si sforzava di star calma e di non dare nessun indizio. Quando rivolse gli occhi a noi un'altra volta,
infi
lontano, dalle città. E così
Come yuoi che
che ci trova e che ci vivono sempre? Una donna nata qui ci vuole! Non c'è una donna? Sanno soltanto far figlioli qui? — Bisognerebbe che fosse così; ma queste cose le pensiamo noi... stasera. Domani, a Firenze, non
landolo in un anello di metallo dove erano incise le sue iniziali intrecciate, vidi che le unghie, lucen-
tissime, parevano pesare
uomini; ma non sì capiva se con ira oppure se rasDal
sognano i ‘nostri sentimenti.
Quando ella fece il nodo al suo tovagliolo,
“un
suono ‘tale ‘che si capiva bene l'allusione a quegli segnata.
ITALIANA
come un sorriso che moriva prima di apparire; con un poco di peluria nel labbro disopra; una peluria, che, contro luce, pareva quasi bianca. Ed io cominciavo a provare quel senso di benessere e di calma, quasi di fiducia, quando si sta accanto ad una donna che è almeno un poco bella, e non
La camera
era bassa e soltanto scialbata, con al-
cune rosette a stampino nel mezzo del soffitto.
respiro, ci avvicinammo.
ra la camera della maestrina!
Dalle spaccature della porta, la vedemmo piangere sfogli ndo un libro, ma senza leggere. Poi cominciò a spogliarsi, sbottonandosi
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sro
— Se continua il caro-viveri biso-
Fuori
del
conflitto.
La comoda posizione dei
neutri.
— Fanno molto di più coloro'che,
per la Patria, le danno la vita!
Costantino Lazzari,
Pietrogrado, 11 Gavcend è stato infor- | verrebbero aperti:
Diario della Settimana
Quorimonio
guerà stringerci la vita.
il generale
Korniloft © i sudi |opportuni
contro idelinquenti gli
pracesingha legal
È
(Per laguerra, pederne la” Cronaca |principali complici sono atati arrestati, | 17, Roma. Grandi ci el corpo del giornale) k Stoccolma. Il:Governo ha netordatoal|vircolore del 19, del segretario generale
13. Vadivostock. Una squadra di coraz- |segretario generale «del Ministero dugli |dol- partito socialista nibciale, Costantino ate giapponesi ampagnante dei tra- |Affari. Estari Ewerloff, nn congedo. tino |Lazzari, ni circa 300 sindaci, © consiglieri orti ili
1aateriali comparre dinan
alla fino del cormente
anno,
comunali
socialisti del partito
por esa
‘Ladiyost ore sarebbe scoppiato iL pa-! >Tpashinyton. L'Itearicato di Affari ve. | ninare le proposte generiche di dimetfoo tenendosi un'occupazione. Il comane |oggsi è reentò, presso il. segretario di |t!tsi o li farai destithire, como manitecute della squadta, Jamago, avrebbe |Stato Lansing, ol quale ha espresso il |xtazione per la paco prima dell'inverno,
Ja fatto sharcaro le truppe, ma solo per |rammarico del Governo svedése per l'at-|
18. — L'Agenzia Stefani ha dirumata
: | taricare 19 11 mato vérno ha intercettato seguente comunicazione; “Con deere: | titudine tenuta’ dal ministro di Svezia |1® to Imogotenenziale del 18 corrente, avuto na lettera del mimistro di Germania al ‘ado. Un incendio è scop- rignardo alle vario esigenze di carattere
fessico,dirotta al Cancelliere dell'Impero
ne
Patiloff che costeni-
QUinco. digliinforma quest ultimo Chu!scono materiale di guerra.
pino Sirnellazio nella bAniaianiohe deb] (Un manifonto:dal:Govero-Provri: bcumenti ufficiali diplomatici tedeschi |ao; #OrÎ0 proelama la Russia Stato repubbli gli suggerisce di conferirgli segreta
inilitare, che furono dimostrate
dai mi-
nistri della Guerra 0 dello Munizioni, le tre provincie di Alessandria, Genova o ‘orino sono state, compresa. nella zona di guerra
IFG
È
IFasdinyton:1controllosututt l'im | o tal 19 a LU I IIst Buenos Aires. Il Governo ha-inviato |Stato decretato da Wilson, — dalla carica di sindaco di Albese (Como),
dente
drona.
da. decorazione
dell'Ordine della
Îla Germania ‘una nota,
duatria succheriera_ negli “Stati: Uniti è |nov. Tuigi Frigetlo sootallata è ‘tirano
jn cui dichiara |> 9074,16. Roma, Robucei; M
"ed è dichiarato ineleggibile per il pe-
he apprezza ln forma clovata con-cui |fetto di Genova, è collocato a ripos a|riodo di troanni, per avere favorite agiGormanin risolse il reclamo dell'Ar-| sua domanda — Poggi. Michele, prefetto |tazioni popolati contro Ja' guerra, cutinà, mi deplora di dover dire che |di Rovigo, èdestinato ad Alessandria — | Tn Guzzetta Uficiale pubblica ata: incaricato d'affari tedesco conte. Lnx-|Quntote Decio Samuele, direttore capo di |sora il decreto sulle antomobili private | 19, Roma, Durante la settimana finita | Buendd Aires avassir ‘spedito e il mini deg cossa di aesere persona grata in| divisione al Ministero dell'Interno, noa mezzanotte del 16 corr. entrarono nei i i icevuto, uzuito ni dispacci pubblicati dsl Go- |sinato. prefetto della provincia di Toani 498 novi mercantili di ogni |telegrammi pubblicati. Dopo» aver ricéetno americano e perciò gli fn conse. |Vigo— Vittorelli conte Jacopo, prefetto io. IL sindaco Enrico Nelli pur |1iazionalità con stazza complessiva lorda | vuta Ja rispasta, il. ministro-a' Berlino nare i passaporti, di Firenze, nominato consigliere Stato |ryfzioni dv dine disciplinare e che vi-|di tonnellate i di Star 403,585 e ne naeirono 497.|fà incaricato il 15 settembre di conse. 18, Parma. Stamane lla stazione di ‘colotti. Riccard prefetto di Vo-| pnardorehtero un'ertata interprotazione |con stazza complessiva lorda di 894:195; |gnare al Governo tedesco: uma. energien 0 orzo San Donnino vi fu.uno scontro Aostinato t
a Firenze — Flores En-| dello proprie facoltà, è stato sosposa dalle |senza tener conto delle barche dii pesca |protesta del Governo svedese por Je-conltreni, Si deplorano 8morti e 28 feriti, , Profotto. u, disposizione, del Mini-| funzioni por na mess, Sembia che il'mo- |a di piccolo cabotaggio. To ‘nostra per-|segnenze degli incidenti, è di far rileLordo. Durante la sottimnna termi-| stot0 dell'Interno, destinato a Verona =! vente -dubba ricercarsi. nel ‘fatto che .il |dito in tutti È mari. taronò di. un Piro: |vare. come fosse ‘constatato .iti modo.ins ita il 9 settembre: nuyi' di tutte 1 Rinaldi Almorindo, p di Pa cav. Nelli, il quale è anche presidente |scafo al di sotto delle 1500 tonnelinte:e |dubbio che funzionari @ uffi tedoomalità arrivate nei porti inglesi 274 , | lochto n disposizione,del Ministero dele| Jatfa Croce Rossnidi Viareggio, :alibia 80 |di un piceolo veliero. schi avevano abusato-in modo bon grave irtite 2868: navi inglesi affondate, J2|l'Interno — Bladier Gennaro, prefetto di |jgsituto dal Luogaternte di Triestè quale |’ Venezia, Una nave della Begin Marina |della fiducia dimostrata loro dalla Svezia,
dolle 1600 tonnellat a
Cagliari, destinato a Pavia — Frnttert! ehi uusaidio per i protoghi qui ricoverati. |ha nella notte sopraloggi ‘bombardata | Pietrogrado. -Aloxeieff. ha presentate ; lì Costigliole nol. Alessio,:vicoprofetto, |“ ‘Parigi. Alla Camera il presidente d*1 |effoacomente “l'inota di usino “Piocolo |diivoro te timmissioni da capo dello Stato nominato prefetto di Cagliuri. Consiglio, Painlevé, espone il programma |e le navi da guerra austriache‘ivi riunità; Maggiore russo, i L Milano. Nella notte un individuo s0-| el nuoyo Gabinetto. Pariyi. La Camera ha terminato oggi noe Aîres: AI Senato, Geazgalea
amatore di Varsavia anche-a nome del-| spetto, certo Enrico Bellaxio, di anni 35,} Londra. Una conferenza ha avuto Inb-|1a' discussione ‘sulla politica generale del |pronunciò un discorso dieendo:che'il crso Imperatore d'Anstria riordina le basi| di Codogno, fermato al passaggio Carlo |po al Ministero degli Esteri fra. Lord |Governo. Infine fa approvato ‘un ‘ordine |del conte: Luxburg: non:& nn caso per
ettive dell’unificato Regno di Polonia. |Alberto dai carabinieri ‘è tratteynto, ri- |Robert Cecil ministro inglese del blocco, |dal giorno di fiducia nel Governo. con |sanale di questo diplomatico ma nn dePietrogrado, Ln liquidazione del mno-|bellasi ed mecide il carabiniere Enrivo |a Metin, sottosbgretario francoso por il|378 voti favorevoli ed un voto contrario, [litto internazionale. La Germania nccettò
mento provocitto Arcangeli, ma non riesco a fuggito, T'continta, Kerengkidal # generale Alexeietf Karni-| haino| Palermo. Al Consiglio comani
sevuto nun
fita * selvaggi:
delegazione della
ito la fedeltà al.
divizione |sondo
la quale ha manife
Governo Provvisorio
bloceo, allo scopo di stubilire nun coo- |140 socinliati e!radico-socialisti si nston-|tacitamonte.i consigli criminali di Lux poraziono più stretta con gli Stati Wuiti |nero, È 2 [hurg, L'Argentina non paò rimariore in.
stata prosontato. dal consigliere |'cho proprgnanolapolitica del blocco più | Pietrogrado, In seguito ‘id'iina’ mo-|senaibilo dinanzi n° simili fatti, Roca @
gina interpollanza intesa a #oste» |rimmroso contro dl nemico, senza tuttavia.|
zione dei “massimalisti,
approvata «dal» |Barlucoa appoggiarono la propostadi rot-
- in base a ragioni di forma e di#0-|ostacolare lè condizioni >economiche: dui |l'assemblea planaria del Consiglio dei do- |tura dellé relazioni diplomatiche, che fu
tutti i reggimenti della divisione. Il |stanza, che il sindaco non poteva rite- pacsi nentri, legati dei soldati e degli opersi, con cui:| quindi approvata con 23 voti contro uno Kale-|nersi autorizzato ad inviaro al ministro | Stoccolma. Per ordine del suo Govdr- |si esige la presa di possesso del potere |fra entusiastici ‘appluusi dell’ assemblea,
verno ha destituito il generale
È, capo dei cosncchi del Lon, ilquale, |dell'Interno on. Orlando ‘a nome di tutta |no, il ministro, della.Germania: ha pre-|da' parte dol Consiglio, l'intero ufficio|- 21:° Udine. Con disposizione del Cosendo le ultime iaformazioni, èstato |la cittadinanza, come foce, un telegramma |sentato al ministro degli Esteri la espres-|di prosidonza dol Consiglio stesso si è |mando Supremo în data di. jori, in sepestato nei diutorni di Rostow. La cir-| di plauso per la condotta politica da li50-| gionî del vivo rammarico provato dal Ga- |dimesso, guito al decreto Inogotenenziale del 16 lazione è stata ripresa su tutte le fer-|galta, il sindaco diede-lettura. davanti |binetto di Berlino per le noie causate | 20, Parigi. Oggi la Camera ha ‘ap-{corr. col quale il territorio delle provin: ie. al Consiglio, sia del telegramma suo, che |a}ln Svezia dall'incidente dei telegrammi |provato all'unanimità l'antorizzazione a |cie di ‘Torino, Alessandria e Genoya ve:
La nuova ‘combinazione minizte.| della TERE del ministro. Questa let- [di Buenos Aires, procederé contro il deputato Tnrmel, im- |hiva dichiarato in istato di guerra, giè do ora pronta quando sorsero all'ul|tura diede luogo a nna manifestazione |©Piettogrado. Uh reggimenta bosniaco |putato di nvero fatto esportare a favore |istituito tin comando militare compren « an ora delle complicazioni in segnito| d'appluusi. sia da parte dei consiglieri |con gli nfficiali in testa e Je armi%in| della Germania 120 mila buoi, lente il territorio delle provincie di To-
rifiuto dei socialisti rivoluzionari di| che del pubhbico, a favore. del ministro |mano è passato tntto, lunedì acdreo, nellé | -— Movimonto delle nuvi ‘mercantili |rino, Alessandria e Genova, nonchè quello
|
nel Gabinetto se i cadetti vi par, |Orlando, Avendo il consigliare Perez pre: [linee romene anl fronte di Ocna. Il co- |nei porti francesi nella settimazia termi» |di Piacenza; già compreso nella zona di sa poi la parola, i rumori del pubblico {lonnello comandante sl reggimento: era |nata. il 19: entrate 980 ed ‘ascite 89 pa A metra sin dal 15 luglio 1915. Al preostan: tinopoli. La «tazione ferroviaria |to costrinsero ù tacore. Poterono invece] un serbo musulmano dei dintorni di Se- |navi francesi affondate Jn- tutti £ m letto comando. militare saranno sottopo: masta
incendio co- | parlare
distratta du. un
altri oratori in csaltazione del: |rujuvo, Condotto diuanzi al generale rns- {al disopra delle1600 tonnellate 2, e al|sti i comandi di corpo d'armata territoPon. Orlando, snscitando, altre dimostra- |so comandante il sottoro, gli espresse il |di sotto 2, Nuvi attaccate senza successo3;|riale' di ‘’Lorino, Alessandria e Gunova e ufficiali 0\i soldati [un battello da ‘pesta affondato. competeranno ne! territario delle provinchiarò di associarsi a. nome anche del! fossero incorporafi nei corpi di ‘volontari |. Londra, Movimento èdella :navi; mer-,| cio stesse, sn’ dèlegazione del Comando Carlo si |gruppo cattolico, sorbi è jugoslavi di Russia, ciò che fa |cantili ngi-porti. britannici mella ‘setti-‘|Supremo, i poteri derivati dallo stato di
sale, Due grandi depositi mon esistono.
& E danni
ammontano per lo meno a zioni alle qualislconsigliera Janelli di: |desiderio cho i ano:
ittro milioni di franchi. Innsbruck. L'imperatore fecato al fronte
trentino mercoledì | -Londra, Una nota niticiale dice: sono |accettato immediatamente. Il reggimento |mana terminata il 16 cor rivi 2695, |guerra, Il tetiente generalè Ragni èstato ts0, o giovedì ha visitato Trento, Era|stuto pubblicato nella stampa tedesca e |ora ginnto da tre giorni al fronte ro- |partenze 2787; navi ‘santili. inglesi. |nominato comandante. militare delle probmpagnato dal ministro degli Esteri |nentrale informazioni secondo le «mali meno. [ soldati che lo compongono di- |affondate da- sottomarini in tatti imari: |viticie suddette. Con odieria ordinanze
(o Czemin e dai generali von Arz è|unaconferenza
Arad,
rccsntemente
finanziaria ha avuto Inogo |conò che, ogni volta che Io circostanze |8 al di sopra delle 1600 tonnellate 0-20;| del Comando» Supremo
in Isvizzera
per studiare
[Jo permetteranno, le troppe ezeche.e ju- |nl di sotto, comprese
9 nai
affondate |che Je norme
restrittive
stato disposto sall'asercizio
5. Roma. La solennità di San Gin-|gli effetti della guerra sulla finanza ino |goslave dell'esercito amatrinco seguitàn- |nella sottimana terminata il 9. Navi as- |della caccia; vigenti in zonadiguerr come festa di procetto, in seguito |fernaziguale e” per. disentoro. Te. condi- |novil loro esempio. salite senza. risultato 6; barche da pe- {non sieno applicabili nei territori di manda di moltissimi vescovi, venne {zioni della paco, e si aggiunge che sur Le relazioni fra la Germa-|sca affondate, 1. Duo sottomarini, tede-{rino, Alessundria e Genova, . ) (Papa. ripristinata a partire dal 19 |aliti inglesi sono antrati în relazione con [nin e Ja Costarica sono considerate rotte |schi furono affandati nel Mare del Nord. | Belluno. Un incendio ha: distratto.i tao del prossimo anno. |sudditi nemici a tale scopo, in seguito alla cospirazione di alemni te-| Stoccolma, Il ministro degli Esteri |paosello di Villagrando, nel comune di ferna. IL Consiglio Federale svizzero |-“Il Governo britannico mon ba alcuna |deschi contro il Governo. Tre tedeschi |dirama questa nota: “Im seguito alla |Rivamonte. Quaranta case e 10. fienili fospeso per due mesi I'* Independence |cognizione di tale conferenza ‘o nessun.|sono gtati arrestati ed altri internati. È |pubblicazione da parte:del Dipartimento {sono arsi è i duecento abitanti sono i Netiquo , che sì pubblica a Gin agsaporto è atato rilasciato n sudditi |stato convocato il Congresso, cli Stato americano dei telegrammi del |masti senza tetto, I danni si aggira ito ail oltraggio di veni il gior-|inglesi a questo scopo. Nel caso in cui |> Washington, La Camera dei rappre-|conte: Luxbarg, il Governo. svedese ha |intorno alle, lire 300,000, sara) [giore roso colpevole verso iGoverni |il Governo apprendesse che una confe-|sentanti: ha approvato io stanziamento | chiesto il 10 settembre, col mezzo del Vienna, È pubblieata la nota di ri Intesa © specialmente verso il Pre-|renza con tali obiettivi avesse avato Ino- |di 35 miliardi di franehi per l’esercito, |ministro ii Svezia u Berlino, se fosse |sposta dell'Imperatore Carlo L'al papa late Wilson,
h
go fra sudditi inglesi
è sudditi
le fortificazioni e la marina
Tip.-Lit. Treves.
mercantile, |esatto che l'incaricato d'affari tedesco a |sulla paci
Gerente, €.