Anno XLV- N.122.
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SETTIMANA
ILLUSTRATA
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SOMMARIO:
Incimoni: La solenne commemorazione del terzo anno di puerra a Milano, — Il principe di Galles a Roma (2 inc). — a solenne commemorazione del terzo anno di guerra a Roma (3 inc). — La consegna della bandiera © il giuramento delle truppe Czeco-Slovacci sul monumento a Vittorio Emanuele 3 ine.). — A Venezia: La cerimonia per la consegna della fandicra ai reggimento di Marina (2 inc), — II Paese si combattenti fra lo Stelvio e il Garda (2 inc.). — La solenne com. memorazioue del terzo anno di guerra a Milano, a Bolognaze Legnano (15 inc.) — La guerra sul nostro fronte: Mentre le truppe sfilano davanti alle bandiere. Il comandante parla alle truppe. La bandiera dei Granatieri a Rivoli Veronese (6 inc.). —"'IPPmartirio della Serbia. — Silvio Resoati. — Giovanni CaIl Re del Montenegro alla Fiat. — + Il prof. Carlo ii, I
Trintervento americano. Fleanon Intervione soltanto coidollari!...
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Forlanini.
Taaro! Intermezii, del Nobiluomo Vidal. — Le nuvole, di 7 *ivtemi dall'organo delPas.
Eugenio del quarto anno di gu © Gandolfi. — Un Ulisside dell'aria, — E noi che credevamo che dopo Ca. Sputin, di A, C. — La Moglie di Cesare,
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di Haydée. — Ra-. , roma nol non abbiamo pulblicato che ‘novella di Raffaele tre o quattro riche. » Bet‘ S> — Più chesufficienti! Sesifossestrat-
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Riccardo Zampieri,
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De Paoli, Ascanio Pernetti, Pompeo Testa,È
x Perchè il mio mare, fa sòuito ribelle,
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Ai Campi, È: Tonconi, "Gs Luna, FiLanari; | Patton tacalano, le ll dal e i
Cesaro |.-Sainte Qua, dove intenti Amore Pegiscaturiadel lntnlo pionn sole, igatti, Bonaldo Amore nell'obito;... perche, 3973 Crollalanza, Luigi x x piango gie I grana Fa ‘Gomonndoles profumo diviola, Ginori, G. B. Trevisan, Bruno Bassi, Mar- | Fia gli aromi Ilgustrici è del thè... cello Gatti,î Carlo Fagarazzin de Mattia (2628* dadlo Rene e PA,
30-33-3436),
Sciarada inontonata.
Nel \ ian did quel ea che all’amoroso igiuoco Danno sò Stesai, eterni imponitenti E per un volto e un coeblo Jangaldenti
aa subite amato foco. Nemmen di queî che fell’oggetto
Cap. Pietro Bechis (2642-43). | Sembrava a Joi che del suo mare giallo
Nalla veggon, più in là delmondo vero;
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chi, Ettore Rovida, F. Segré, Manfredo Lo-
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Dominicis, Filippo Cerrì, Enrico Da Re, G. Ramella, Bigio Ottobuoni, Ercole Gnoe-
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> /l orRadallan vitagioal declinare Tenta, sato, filuagdveniO la
Tenkid,,..
L’una”del Maggio suo, che atteso.tanto
Tatto fl poema d’un amore arc: E tramontava l’altro d’amarani Senza favillo perP'noquoreo pian. Allora la ‘sus vita ora ana a waattoil mistero, N frocio
mia libortado, alcel Menaio mosttento: ‘Salend: di on
Con nuove brezze, risorreva invan, [LO ta Rav IMBRO Era lontano per morir nel pianto
:
te Spiegazione dei Giuochî del N. 21. ANAGRAMMA. GERANI - REGINA — ARGINE. Scrarana: VI-O-LETTA. Sciazapa: CAN-ENTE.
(Catellazione)
Delle memorie, la serenità;
ti
bite FIR at La eran dolcezza e l'umile pietà!
Sotarana:
IN-CANTO,
Cnirrooraria Mxemoxica DanrescA VE E FUR: 007 TOCURTO CE NON
Carlo Galeno Costi.
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Inver m’innamorai”
Davano ai miei Sari
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di nessuna
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Un primiero d'amore fuggitivo
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158.
SETTIMANA
DELLA
GUERRA
D'ITALIA
L'ILLUSTRAZIONE Anno XEV. - N. 22, - 2 Giugno 198, Be
ITALIANA
UNA LIRA il Numero (Estero; fr, 1,30).
Per tutti gli articoli e i disegni è riservata la proprietà artistica e letteraria, secondo le leggi e i trattati internazionali. ‘opyright by Fratelli Treves, Juno 2nd, 1911
LA
SOLENNE
COMMEMORAZIONE
DEL
TERZO
ANNO
DI
Milano: Il grandioso corteo passa in Piazza Cordusio.
GUERRA
IN
ITALIA.
428
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
INTERMEZZI.
| e augurali. Tenerissimo per i suoi figli, nei quali impallidivano due razze, egli era, così, sospeso dolorosamente tra due patrie: la sua lontana pa e quella di sua moglie, che non sapeva neppure rlare italiano. Un gran desiderio di tornare in Italia egli ave anche un grande scrupolo di Un, colpo di pistola, sparato in una rissa, ha ucportar via, tra gente così diversa, quella sua timida ciso, a Napoli, il barone Guido Vitale, che, seduto compagni Il barone Guido Vitale. Italia Benini Sambo.
al caffè, discorreva placidamente con alcuni am Voglio parlare di lui, perchè fu un uomo singola
e onorò veramente l’Italia Lo ricordo dove copriva
in Estremo Oriente.
alla Legazione Italiana di l'ufficio di primo inter-
prete. Questo
titolo gli
Pechino,
|
Una donna cinese in Europa povera esule perduta in un mondo incomprensibile. Il dramma
di due razze ostili che si uniscono è pieno di mesta poesia e di grazia desolata. Uno spirito dolce
dava fastidio.
Gli interpreti delle nostre ambasciate e delle nostre legazioni nell’ ultim Asia sono alti funzionari, coltissimi,
non sdlo traduttori di parole
parlate,
ma
delicati
scritte 0
conoscitori
del
paese che li ospita. Se si pensa che er imparare il cinese occorrono per lo meno venti anni di studio aspro, si può facilmente immaginare in quale
condizione
perciò assai popolare anche tra l: che sentiva questo europeo parlare come parlava. Alla Corte egli godeva stima e simIle ore del tumulto rivoluzionario, molti nciù ricorsero a lui, per aiuto e protene. Avrebbe forse voluto radicarsi più fortemente nel paese che gli aveva data la moglie e i figli; ma il paese di sua madre lo richiamava, pungendolo con invincibili nostalgie. E alla fine, tornò in Italia, e ottenne a Napoli una cattedra nell'Istituto di Studi orientali. Pochi tra noi sapevano che un tale maestro poteva preparare i giovani che vessero animo da tentare le iniziative e i commerci coloniali. Il povero Vitale non aveva neppure lafama che gode un discreto baritono. Perchè il suo nome apparisse sui giornali ci voleva il colpo di pistola di un pregiudicato. *
{Il pubblico non può vere dimentitalia Benini-Sambo, la sorella di
roverebbero i nostri mi-
nistri laggiù, se non avessero al fianco uomini come questo povero assassinato, per i quali gli idiomi più
ue
insipida che
incanutisce
ienza e di noia in qualche hòtel provinciale, è troppo inferiore al grado
e alla
utilità di chi
ha
una mis-
sione così difficile e una così pesante responsabilit: Il barone Guido Vitale pareva d'io lo vidi, arso da una inqu lanconia, che egli avrebbe potuto esprimere
in quaranta
meva în nessuna, che tanta
Quando Fen
nire da tutte quelle parole di ogr lore e di ogni paese, che Una poverà memori tanti linquello del povero Vitale dovev temer sempre guaggi deve aspirare disperatamente aquel grande comesopraffare involontariamente ile sensibisilenzio che è l'ignoranza. Le parole si devono ca- di sua donna. Ma intanto quel. clima ora lare su di essa fastidiose e caparbie, come certe ! lità della ora umido, quella polvere eterna, e lamomosche che, più le scacciaîmo, più ci si posano sul arido, noto dei suoi studi solitari, e lo sconforto di viso. Ho sempre pensato con terrore aquesti grandi non veder davanti asè grandi strade aperte, degne capace di vestire subito del suo ingegno e della sua dottrina, lo stan poliglotti. Il loro pensiero, così diversi e molteplici, deve }essere snet- vano, lo prostravano. Sentiva che tutta la sua vasta tante e abbacinante co‘Ml me un luminello. Il povero Vitale avrebbe potuto girare mezzo mondo, senza tro un uomo che potesse parlargli incompreso. In qualunque treno si fosse gettato, per via dalle chiacchiere degli uomini, egli avrebbe perfettamente capito i discorsi dei vicini, avrebbe dovuto conoscere tutti i loro interessi. Sapeva non solo le lingue, m nche i dialetti, tutti i dialetti mongoli e tartari, per esempio. Nè gli era concesso di riparare nell'antichità. Il greco, il latino, l'ebraico erano ati l'oggetto dei suoi primi studi. Le idee degli altri popoli affluivano direttamente al suo cervello. Al suo viso biondastro salivano ondate di fuoco, flutti improvvisi e impetuosi di angue. che
plicata
monica
Si bbe detl'ira lo assalis
macchina
che lo
morì; I na.
Vivev:
in Jutto, assorte in un solo pensiero, ttendev no il giorno in cui i avrebbero
potuto trasportare Ferruccio, dal grande cimitero di Roma, al piccolo cimitero
di Conegliano.
Volevano
lontano dalla casa
che
egli riposasse
là, non
della collina,
tanto amata
da
lui, e
abbellita con
ogni cu Deliziosa casa, ranniechiata e nascosta
tra
due
giardini,
a piè tutta
di muri, quieta, comod portato là i ricordi della sua vità sempre il pensiero e la preoccupazione=della sui
villa. Ogni oggetto che gli piacesse otteneva da lui Questa
lode:
bene
« Starebbe
a Conegliané!
Con quale
gioj
brevi r
al Gli amici no a goderv
adina vene-
d'una ospitalit: Italia, 1
diventava allora la grande cuoca. I suoi fornelli no prodigiosi. E alla sera le formidabili parscopone si succe-
6
no. I comici conoscoriò tutti i complica? ti segreti di questo giuo-
co; ne sono maestri; e Ferruccio era il maestro
e
sua
i più ilari motti
maestri,
contro
superiorità gli suggeriva
gli altri giuocatori. A Conegliano egli era felice; tutti erano Anche il ricordo
dre morta,
felici. dell
cocente
sempre in quella affettuosa
famigli
dolcito dalla
della sua tomba, in un breve recinto, dove ella
Il principe di Galles con l'ambasciatore
gnora
mne-
affannava
sem)
lia Sambo abb:
Si è tentati di crede
se, se la chiarezza de suoi occhi non avesse POR Malo erat aaa, ian travaglio diquella com-
er
di tristezze assieme alla vedova del suo grande fratello. Quelle due donne
lingue, e non espri-
testa.
to
Att
bile
quella piccol. neo, era, sul la più dolce figui zione della maternit sì possa re. Apprendo ora e ell è rimasta di là dal Piave, nelle terre invase, i quella bella Conegliano piena di gia dini e di portici, dove il povero Fei ruccio avev la sua mamma é comperat letta per i suoi riposi.
oscuri non hanno segreti. Ora, il titolo di interprete, che fa,in generale, pensare a un berretto. gallonato so-
così. Qualche volta, nel gran caldo umido dell'estate pechinese, egli sveniva. Gli si voleva bene con una specie di compassione e di paura. Sì temeva che da un momento all’altro, quello s memoria gli dovesse crepare le vene della fronte. Invece è morto così, assassinato da un bruto che non lo conosceva neppure. Quella sua antica malinconia era l'oscuro .presagio di un sanguinoso destino ? sposato una cinese. Nel suo studio, în u vetrinetta di legnodicanfora stavano i doni di nozze che gli aveva mandato il famoso Ly-Ung-Chang: babbucce di raso rosso, diademi di piume azzurre di martin pescatore, oggettini variopinti, simbolici
Rennel-Rodd e gli addetti all'Ambasc
nel-Rodd, la sia a Roma.
non era perduta tra schiere innumerevoli di nai eun. pai saio ripa pe esente; in una famigliuola di
estinti
che
le volevano
bene. Alla mattina, in lui, sotto il sole eguale, e len- | prendo la finestra, quei due fratelli guardavanoatamente imputridiva. Talvolta ripigliava afar versi verso il cimitero. Il giardi era splendido di fiori. di molto garbo e sapore. Versi, per chi? Quanta Erano i fiori della mamm o Sì, er strada avrebbero dovuto percorrere prima dì giun- fosse ancora in casa. Bastava dilungarsi gere al loro pubblico italiano! Doveva sentire lo città, e si era da lei, e si sta con lei poco dalla sconforto di parlare così da lontano. In questa Cone; er Pechino, e in tutto l'impero, non c'e sono gli Austriaci Italia? It niero che lo superasse nella sicura, larga, piena l'ora della sventura E staccarsi Quelle mura! conoscenza del cinese. L'It: a spesso che quelle stanze! Il piccolo mondodi di . Ferruccio! lo la in terre lontanissi sono it che primeg. immagino, povera creatura angosciata, immagino i giano tra i rappresentanti di tutti gli altri paesi. suoi indugi, la sua straziata irresolutezza. Finchè Più d'una volta a Pechino le altre Legazioni chie non ci fu più rimedio. Ed ella è rimasta. Sola. sero alla nostra il barone Vitale, perchè servisse da interprete nei grandi colloqui con il governo Il Nobiluomo Vidal.
BANCATTABA NA:DISCONTO TVTTE:LE:OPERA= ZIONI: DI: BANCA
|
L'ILLUSTRAZIONE
LA
SOLENNE
COMMEMORAZIONE
DEL
ITALIANA
TERZO
ANNO
DI
Roma: La folla al Corso attende il passaggio del corteo.
GUERRA
IN
ITALIA.
430
L'ILLUSTRAZIONE
LA
Roma:
SOLENNE
La consegna
COMMEMORAZIONE
della bandiera
DEL
ITALIANA
TERZO
ANNO
e il giuramento delle truppe czeco-slovacche
DI
GUERRA
sul monumento
IN
ITALIA.
a Vittorio
Emanuele.
L'ILLUSTRAZIONE
LA
SOLENNE
COMMEMORAZIONE
DEL
ITALIANA
TERZO
ANNO
DI
GUERRA
Roma, sul monumento a Vittorio Emanuele Il: Il giuramento e la consegna della bandiera alla legione Czeco-Slovacca. L'on. Orlando pronuncia il suo discorso.
Venezia: Il sindaco Grimani parla in nome della città durante la cerimonia. (Fot. ufficio spec. della Mara).
IN
ITALIA.
482
L'ILLUSTRAZIONE
La consegna di doni della cit
ITALIA
di Brescia alle truppe del .... € rpo d Ir
PAESE
AI
consegna dei doni: Un gen, divisionario consegna
COMBATTENTI
FRA
LO
SreLviIO
E
IL
GARDA.
NU Vo LE.
uvola nuvola nuvola. Scomparsi gli orizzonti lontai
incipriatidibrum terreni sollevati in fughe di note multicolori, i fiumi lucen come nastri di acciaio, il mare profondamente azzurro. Svanite le nozioni dei tempi e dei limiti. Una nuvola densa, solcante il cielo con la velocità stes del nostro velivolo, una luce fioca senza vita, un tenue grigiore diffuso, un senso triste di cosa malata, l'avvilimento delle energie,.la nostalgia del sole: questo è il cielo per il nostro volo.
“
*
Non più lontane mete
visibili per i nostri desideri
ardenti; non più ri
torni di tracce note, eccitanti la fredda volontà; non più confortante compagni
di panorami conosciuti. Un ignoto squallido e vuoto: l'ignoto della nuvola.
E navigare bisogna !
tende a percepire la sensazione del movimento. Il nostro cuore ha ancor: dei battiti ? La nostra vitaèchiusa nella volontà di oltrepassare. Le crociere di filo teso vibrano, fanti di legno*si scuotono, le tele sussultano affannosamente, l' el a falcetta Ia sua aureola argentea: dunque la macchina vive ancora? Nelle nostre vene è un più violento rigurgito di sangue. È il gaudio della
vita ripresa.
Da quanto tempo noi navighiamo?Quali distanze abbiamo oltrepassate L'orologio di bordo segna un'ora impossibile. La bussola freme ininterrotta-? mente :folleggia. Il nostro intuito ci può essere di guida L'ascesa continua, e la nuvola ancora ci fascia e Forse non avr confini: avrà colmato lo spazio?
Mancano a noi conoscenza certa della stabilità, la sicurezza dell'orientamento. Il velivolo che ci conduce è cieco come ciechi siamo noi. Qual'è
*
l'obliquità delle nostre ali sul piano dell'orizzonte? Solo ci governa il senso dell'equilibrio: il pilota corregge. Per istinto ha la mano ratta come il cuore.
Sarà questa
la giusta correzione? O non saremo noi piuttosto tra breve ro-
vesciati per la falsità della nostra positura? Il pilota corregge. Preoccupazione eccitante per chi naviga nella nuvola. Essa ha la profondità del mare
senza
buio di fondo e senza luce di superficie.
Direzioni senza nome, altitudini senza quote, monotonia, sonnolenza, instabilità: questi i nemici del nostro volo.
Nella lotta la nostra pressione vince:
traverso noi stessi siamo riusciti
l'apparecchio si regge perchè at-
a valutare le incidenze delle nostre ali. Certo
abbiamo composto un’anima sola, una sola sorgente di vita, un tutto col
nostro velivolo meccanico. Siamo rigidi come la sua intelaiatura. Questa solitudine è orrenda. Possiede l'ambascia dell’atte ansante, la sospensiva di una vicenda tragica, la fredda spettacolosità della fine. Il mondo
non esiste più; esso è irraggiungibile. Forse il nostro è un impetuoso trapasso rreale. La vita ha la vastità
dello spazio: non ha ostacoli alla su:
sione, nè confronti nella sua misura. Il navigatore subacqueo potrà
espan-
forse
sfiorare nella sua corsa lo scoglio o le arene del fondo o l'alga flessuosa o l'arbusto coriaceo, ed avrà la sensazione del mondo e della vita. Noi, tra la nuvola, nulla potremo incontrare. La morte? Forse essa sola noi incontreremo e sarà l’ultima emozione della realtà.
*
V'è ancora una sonorità rumorosa per plasmare le nostre impre sioni al ricordo della vita: il rombo del motore. In quel battito pulsante è racchiusa la forza sostenitrice della nostra esistenza. Ma ecco che es o si acquieta, si indebolisce, si assottiglia: è come se la macchina potente fosse fasciata a poco a poco con una cappa di piombo impenetrabile. Ora la voce è lontana. Scaturisce dalle profondità perlacee dell'elemento che ci rinserra. La nuvola non ha sonorità e non ha echi. Assorbe ogni suono come smorza ogni luce. Ascoltiamo: non \siamo noi forse afferrati, trattenuti nell’ incalzante cenda del volo?
È un sipremo
attimo di: apprensione:
Ma la nostra impotenza è palese: non mai ci sentimmo
Vogliamo ancora vincere l'abbandonoe lo spazio. Aguzziamo tutti i sénsi, ffiniamo l'udito, vorremmo carpire la voce della battaglia. Lo spazio è sordo. Ira d'impotenza e ribellione di forza dom.
*
gni nostra fibra/si
A
furono mai tanto violente. Un brivido impetuoso
lini come per provare la Ritorni;
Una
mo
lla vita: siamo
gran luce di
ci scuote. Ci serriamo
più solidamente ai seggio-
sicurezza del mezzo attraverso quel nuovo contatto. ancora
uomini.
là da un vetro
smerigliato.
provvisazione. È apparso l'alone radioso. La nuvola
Il sole! È stata una
im-
si è accesa: è divenuta
scintillante. Le nostre ali hanno delle iridescenze, e i tendini di acciaio hanno brillato. Poi la carlinga chiara ha forato l’ultimo strato di nube, si è tro a nello spazio. Liberi! Limpidezza di cielo, sole ardente, solitudine vasta e lieta 1 ]-
l'intorno:
sotto di noi un mare di nubi accavallate.
*
Abbiamo provata l'ebbrezza di respirare liberamente. Il pilota si è chinato a parlarmi e la sua mano inguantata Il gesto è espressivo: addita un pericolo prostimo. Egli parla, simaè protesa. voce si perde nel rombo del motore, che è ritornato potente. Una sola laparola giunge distinta, precisa, tagliente... « nemi Mi chino sul bordo della carlinga per guardare. Il mio compagno d ha visto bene: giù, sotto, due immense ali nere ci seguono. Le mani corrono rapide ai della sottile mitragliatrice. Hanno il fremito della lotta. Il pilota congegni si piega su sè stesso: l'apparecchio volteggia. E le due immense ali nere volteggiano con i. Il pilota mi ha urtato con una mano. Mi rivolgo: la sua bocca, non coperta dalla mascherina, ride. Ho compreso! Le due immense ali nere sono l'ombra del nostro apparecchio proiettate dal sole sul grigiore delle nubi. Euce
vo GANDOLEL
L'ILLUSTRAZIONE
LA
SOLENNE
COMMEMORAZIONE
DEL
ITALIANA
TERZO
ANNO
DI
GUERRA
IN
ITALIA.
Il saluto alle bandiere francesi.
Sui bastioni mentre incomincia la sfilata del corteo.
Le bandiere dei Reggimenti Italiani.
Le Dame della Croce Rossa Americana.
Il gruppo dei Comandanti e delle Autorità.
L'A
SOLENNE
COMMEMO:RAZIONE
DE
pre] pren | 13; SIE Er
si
$
x
"
Fr
li
Mirano:
L'aspetto
peL
Corso
Virrorio
Es
TERZO
ANNO
DI
GUERRA
IN
ITALIA.
436
L'ILLUSTRAZIONE
LA
SOLENNE
COMMEMORAZIONE
DEL
ITALIANA
TERZO
ANNO
Milano:
Milano:
L'aspetto
dell'Arena
durante
DI
GUERRA
IN
L’on. Bissolati parla all’immensa
la cerimonia.
ITALIA.
folla convenuta
nell'Arena.
L'ILLUSTRAZIONE
LA
SOLENNE
COMMEMORAZIONE
Milano: La più vecchia bandiera dell'esercito francese ha preso parte
DEL
ITALIANA
TERZO
ANNO
al corteo.
Bologna: La: sfilata! del corteo,
DI} GUERRA
IN
ITALIA.
438
L'ILLUSTRAZIONE
LA
GUERRA
La IFarmata: Mentre le truppe sfilano davanti alle bandiere.
SUL
ITALIANA
NOSTRO
FRONTE.
Il comandante la .... armata parla alle truppe.
La bandiera dei granatieri a Rivoli Veronese, davanti alle rovine del monumento
della battaglia, demolito
dagli Austriaci,
ILLUS
ITALIANA
RAZIONE
MARTIRIO
Questo quadro suggestivo, che simboleggia lo della Serbia, èopera di un Nato in Moravia, fece i suoi studi prigionierodiguerra boemo, BrerisLav Bart La guerra lo colse all'inizio della sua carriera artisti è nel 1915, non aveva che 22 anni. Nei campi diconcentramento egli lavo moltissimo, cercando, attraverso l'arte, di esaltare quell’ideale di libertà che oggi
D
LL
SERBIA.
esalta ilsuo polo ed angoscia il goVerno austro-ungarico. Quest'opera, simpatia per lanazione sorella immolatasi per la sua indipendenza, è le documenti di « quell'alleanza fraterna fra czechiejugo-slavi, che —secondo le pa: parole del leader jugo-slavo Korosez — non può più essere infranta nè dalla forza nè dagli intrighi, e finirà col trionfare della cppressione austro-magiara ».
440
L'ILLUSTRAZIONE
UN
ULISSIDE
ITALIANA
DELL'ARIA:
SILVIO
RESNATI.
Era ancora un ragazzo, aveva quindici anni, e già,
a Cornate d'Adda, dove era nato, non sognava
io Resnati ne gode, sop
che
facevano i primi voli; il giovinetto lombardo se-
guiva appassionatamente quei tentativi audaci, coglieva libri e riviste, raccoglieva fotografie, dise-
gnava
aeroplani, costruiva
sche
roprio destino. Tutta la sua volontà, tutta
piccoli modelli, quasi
avido di plasmare
già con
la sua
intelligenza
erano
stava
prontezza
intuizioni
mente
agile si
poco
le sue
mani fanciulle-
tese verso
una
addestraya in quelle prove, di
più tardi, studente
al
pa
meta;
la
acqui-
che ordinarie;
Politecnico,
se-
guendo i corsi del maggiore Del Fabbro, fortifi-
cando: meccani
con
lo studio
della matematica
e della
, Egli continuava a disegnare, a model re le ali su cui avrebbe dovuto librarsi trepida giovinezza. Molti di quegli schizzi, ati poi dalla famiglia come reliquie, vi colpiscono per il loro valore di anticipazione. L'aquila adolescente appuntava già lontano il suo sguardo fulgido, lo fissava già nel sole, superbamente e tranlare,
dalla guerra. Aveva studi;
guerra. Con
naturalezza
sere
accettato
strò che
in aviazione; fu volontario
è li traversata.dell'AdriaBico: Quest'ultimo disegno tentava sopratutto l’anima del giovane Ulisside del-
grana-
l’aria. Non costituiva forse, l'immenso Oce: no, grande bleue, il limite insormontabile com lonne d'Ercole poste dalla natura al volo umano? Perci
una sezione di mitragliatrici, dimo-
fiamma pura di patriotismo ardesse den-
tro al suo spirito di matematico rossò del suo sangue, ad Osla
calcolatore, aril bronzo dell:
carlo.
sua batteria; e sul suo letto d'ospedale, come pi le strette pareti scabre della ti a disegnare aeroplani, eliche, motori
ideare perfezionamenti
allo strumento
portarlo
alla morte.
alla gloria e
che dove
* olo, finalmente, all’ uscir dall’ geprdale tore: eccolo divenuto, nel gennaio del 1916, istrut-
tore alla scuola Caproni.
Îl. suo spirito: pronto e
agli apparecchi
e il suo cuore d'italiano
colto
aveva
afferrato
ne aveva esultato.
il progresso
pesanti:
rappresentato
In alto la tua gloria, Italia! Dall'alto la tua vit-
toria! Tutte le meravigliose gesta compiute dal giovane ‘eroe che ora giace sfracellato sotto il suo
pparecchio, non ebbero
mai
altro scopo. Nessun
acrobatismo
altro significato, nè
in lui
nessuna
cina di ginnasta avido d'Wbplausi plano, sotto la spinta della
rava a zig-zag con
rapi
s
vanità pic-
quando il biapiente, vi-
come n una
spola che trapungesse aguzza l'azzurro del cielo quando lo si vedeva scendere a le, girando girando intorno a una vite invisibile, con uno scivolìo vertiginoso che mozzava il respiro agli spet-
tatori ;quando l'anello della morte chiudeva in due, n tre nodi, attraverso all'aria, il suo laccio terri bile; quando il velivolo pareva abbandonarsi_al
vento, senza meta, come una foglia morta, salendo e scendendo a caso, come se stesse
leta e più
‘ancisco
Parri dato ta primato, egli, psicologo cuto, intuisce prontamente che cosa occor er imporsi in quella patr ndioso, come egli vuol fare, per
il nome
;ogna
italiano. essere
rendere a «far,
to
a hero, un ci
e
rispettato
npione, un
? Ebbene, egli lo sar li sono le prove più difficili? 1 grandi le distanze più vaste, le altezze più vertigi. nose; ebbene, egli le sup. à tutte Nel settembre vola col suo Caproni con novè passeggieri sul forte di Monroe; subito dopo, con do-
dici
si slancia
fino
a diciassettemi
piedi;
due
mesi dopo trasporta venticinque passeggieri a Rockhill. Dal più grande al più grande ancora; e'il po olo americano, entusiasta di ciò che colpisce la ntasia,
appassionato ammiratore del cor: iggio che
sprezza i pericoli, applaude con tutta l'anima al giovane prodigioso volatore italiano, lo accoglie
con acclamazioni quando egli discende, tranquillo, dallo s zzurro che è ormai il suo elemento
poi d’un tratto l'aviatore,
naturale, lo circonda con le espressioni della amrazione più fervida
ttanto, grazie all'oper gli apparecchi € sa; l'industria nos governo americ offesa il Caproni, e grandissimo, vede tem,
ale, lo
progetti per il dopo guerra! Per into far la guerra, e bene. L'altra set-
Hampstead,
Così
lo videro i
primi
costruiti ii
rico di 70 bombe. ecco d'un tratto il biplano, come un cavallo non ncora domato, drizzarsi da un lato, piegarsi dall’altro; un attimo, un minuto spaventoso; .e il docolui che aveva sp minatore dell’ va serenamente
bamente
la nuova macchina
a di metri
dalla tei
andava
da trenta me-
ricani, scendente con la rapidità d'una meteora dall'alto dei cieli dinanzi alla
‘gli il saluto dell’Il bLa ci dell’aviatore è in lutto; il nido delle aquile è vuoto. Uno dei fi gli, aviatore valoroso anch'esso, che volò su Cattaro e su Pola, s'è smar-
parlamentari
della missione francese nel giugno 1917; Egli era — e voleva
bombardamento
finestra del presidente Wilson, per re-
così lo ammirò, nel luglio dello stesso anno, missione americana.
to fra le nebbie del Nord, è prigioniero in Ungheria, non tornerà chi
sopratutto es-
— per gli stranieri, per gli allievi
sei
da
gero e agile comè una con quella sua intrepida grazia di volo che pareva una sfida all'impossibile; non più lo additeranno gli am
ce
che perfetto, che magnifico strumento fosse l'apparecchio che amava; mostrare quale formidabile arma esso potesse essere per le fortune d'Itali ora e più tardi, in pace come in guerra.
a prima volta, su ur de'
schia
mano;
volontà di Silvio Resnati: mos
accava dal campo di
pi
‘chi Caproni
E Non piùlo
rava, lo ri-
, lo riprende
impre una era l'idea, sempre eg
parecchio da nel successo nostro nei. futuri
di pace.
adere miseramente
pago dello
la
Silvio Re sempre, non con belle frasiocon studiando, cercand
getti tto num
* L'aviatore Sivio Ruswari,
per cascare da un momento all'altro,
e
la rotta
Vendicar le offese fatte a Venezia divina, nelle notti di luna; ma studiava pure il porto aereo di Milano
dell'uccello
che spicca il volo, Silvio Resnati pensò: « Sarò aviatore ». Invece non potè ottener subito di estiere, comandò
to cupamente e risolutamente
per Vienna, sperando di poter un giorno o l'altro
quillamente. Venne la
‘utto come italiano:
il suo serio simpatico volto giovanile si illumina zione. Ecco, ciò che egli voleva si compie; nelle sue lettere vibra la contentezza del sogno raggiunto; e vi appare netto nello stesso tempo il segno d'una chiara visione politica, notevole in un giovane della sua età. Egli infatti concepiva la nopondo non in contrasto, in cogli altri popoli; esaltava ad esempio l’ore anticipava col ensi igliosi frutti che essa à del mondo quando s° niosa del genio latino. Più in là e più in alto! Lo sp ito insonne di Silvio Resnati non s'acque successi riporati. Come cercava di porre in opera, a pro della gu tutte le più riposte risorse dell’av zione, così ne anticipava con la ia le appliioni nire in un mondo non più desolato
aviazione, non viveva che per il desiderio delle vie dell’aria. Era l'epoca in cui Farman e Delagrange
sa fin quando; terra d’Ameri
suoi, come per il gran pubblico, la dimostrazione della docilità e della stabilità. sicura della sua macchina, di
l'altro
gi
nella
tutti i vantaggi possibili di agilità e
di manovra, offerti dal robusto Caproni per sfuggire in combattimento
stemperano quasi in nubi gri nee fermamente profilate. E } campi d’ayiazione d'Italia sono in lutto pur essi
all'attacco di apparecchi anche più veloci: era come il fratello umano del
uo velivolo, snello eppure poderoso al
Ma
par di lui, tutto slancio, e tutto pre-
Ognuno di quei suoi ardimenti che
arevano
temerari
era
con
nove
così il primo
passeggeri
dal
campo
tori
volo
una
nuo-
tutto
è morto
di soldato arditissimo,
spirito di scienziato
aperto
e
e libero;
essi sanno ch'egli è ancora con loro, cui sognava di aprir col suo ingegno
sempre nuove vie, per la gloria della
*
Ed eccoci all'epopea d'America, ove egli si reca per sostenere con l'apparecchio Caproni il confronto con
tutta l'industria europea, che si con tendeva il mercato americano, Egli parte con un programma netto
e ardito: quello di imporre al mondo
gli aeroplani Caproni, che egli consil’opera
italiani, che non
ebbe cuore
pita.
come
crudele,
di questo giovane eroico e buono, che
di
Taliedo a Torino che lo additava subito all’ammirazione della folla stu-
dera
dolore
volontà
preparato da
unghi calcoli minuti, da osservazioni attente e pazienti:
dal
va aspra ferza sorge; una più forte di lotta, di giustizia, dì vi toria. Essi sanno troppo bene, gli avia-
cisione.
attuale più com-
id cnionenti silos EMbibeno P_MOSROT7 A 4
RATE AIOA
ei Fe
patria;
essi sanno che,
scossa,
sentiranno
quando giun-
ga — e sia presto! — l'ora della battere
di nuovo,
ri.
accanto alle proprie ali, venuto dal Mistero a spingere e incoraggiare i
compagni, il volo epico di quel fred-
do coraggio, di quella limpida mente inventiva, di quel puro patriottismo ardenté che ebbero per troppo breve tempo nel mondo ilnome. dl Silvio Haydée.
L'ILLUSTRAZIONE
Uno degli apparecchi austriaci abbattuti dagli aviatori di marina.
|
RASPUTIN.' —
ma,
Il Duca d'Aosta e le Autorità alla premiazione degli ufficiali, soldati e
altr
Dal
tanto
era
riodo storico — il periodo di disfacimento della dominazione dei Romanoff sulla Russia. Il monaco avventuriero, assassinato la seri
del 29 dicembre 1916 a Pietrogrado nel palazzo tutta una
dominazione. Quando il ministro per gli Protopopov andò ad annunzia l'assassinio di Rasputin, la Sovrana gridò: —
I Santi
ma origine. C. ‘osì, nel ‘77 in Siberi
covo di ladri di cavalli e di svaligiatori di passeggieri, nacque da certo El dro di cavalli
— un ragazzo detto Grigori, che ben presto, per
la sua natura viziosa e crapulona, fu detto Ra spu-
tin, cioè corrotto.
E_il ragazzo
diceva:
«Mi chia
mano Rasputin?... Ebbene, Rasputin sono e Rasputin resto|...» Fece ben presto, a traverso la polizia e i tribunali, la carriera di quelli che noi chia iamo « teppisti ».Faceva anche, come quasi tutti quelli del paese, il postiglione. Un giorno dovette condurre per un centinaio di chilometri siastico reputatissimo, che lo instradò del Signore. Rasputin entrò nel convento
un eccleper le vie di Verkho-
into di corda. Creò una setta religiosa;
le donne
turiè per parecchie settimane, e ne uscì in saio, € entusiasmaronsi
per le sue dottrine,
vansi in una formula
molto comoda:
che riassum:
« Per salvarsi,
bisogna pentirsi; per pentirsi, bisogna peccare ». Dunque non restava che peccare, peccare, pecc: — e Rasputin peccava molto volontieri, e
peccare con altrettanto piacere
le s
Il superiore del convento di diede una lettera di raccomandazione per padre Giovanni di Cronstad, e Rasputin, lasciata, alle .3 L W. Buexsrocx, Rasputin, trad. di G. Darsenne, con ritratto. Milano, Treves, L. 4.
sovraeccitandole
e
fossero
dame
o donne
misticismo
di Corte,
endole
sensuale che
mercè tutte le volontà
straviziare,
della plebe, o
riduceva
le era la Corte quando la guer sto del 1914, scoppiò: i
umile, umilissi-
a Pokroyskoie,
do — un
forza — il Santo Rasputin sono, gene
in continue sedute con Ra
superiore di conventi — suscitando dappertutto
« Hanno ucciso il nostro Santo! » La Czarina di tutte le Russie, moglie del tocrate Nicola II, non aveva altra visione della
propria
1905 egli diventa l'arbitro della volon rbitro vero della Russia.
, che proponeva o faceva revocare i mi metteva a posto tutti i suoi favoriti, scroccava grosse compartecipazioni nelle concessioni di costruzioni, di forniture; nelle assegnazioni conventi, alle chiese; nelle nomine e promozio; con le donne non ragionava che in un mo-
giustamente, potrebbe essere il titolo di un pe- |
del principe Yussupov, caratterizzava
inai.
(Fot. ufficio speciale della Marina;.
se il titolo di un volume
ITA LIANA
Medaglia d'oro offerta dal
combattenti, modellata di
Nazione alle bandiere dei reggimenti L. Pogliaghi; epigrafe di A. Artio!
di venticinque anni, 1: moglie, di umile condizione due figlie che ne ave a avute, nel villaggi pluzione del 1905, 1 e la Czari a
no il loro maggior tempo attorno ai tavoli gi
ranti; uno di questi aveva profetizzato la princiIgnatiev che un nuovo profeta verrebbe salvare la Russia e la fede, eproprio principess Ignatie , un giorno, entrando in un convento, sì imbattè sulla soglia in un villano cencioso che i urtò. Ella lo respinse sdegnata, ed egli fissandola con due occhi penetrantis imi le dis: Tu all lontani Dio da tel» Allon are Dio da sè, nel momento cui tutta laRussia « cercava Dio»! Il v to a sè dalla principess Rasputin — la cui fam come profeta , nebulosamente, arrivat: da Tobolsk a Pietroburgo già nel 1902, Vella capitale ru: passò dai saloni della principessa Ignatiev in quelli di altre dame accolte a Corte; fu- presentato Corte eg] stesso e vi acquistòsubitozla_ maggiore? influenza.
sia, forte fino dai tempi
di Caterin:
era tedesca come |: sicuro del fatto suo: delle influenze
i ina Alessandra
Il —
—
che
era
putin ne era l’ani Due anni più tardi coloro che volevano salva la Russia, e rifuggivano dalla vergogna di una pace ‘ata che «le forze occulte » strette intorno
rina preparavano — pensarono di incominc a resistenza assassinando Rasputin. Fu il castigo, meritato, di un grande furfante, a non fu, non poteva essere la salvezza della passero attraverso
esalta-
zioni e depressioni profonde. Il lucido momento del Governo Provvisorio del marzo 1917 è stato breve; è venuta la notte tragica massimalista, che dura ancora, quasi fosse l’opera non di Lenin, ma
Rasputin, che anche a Lenin e ai socialisti russi aveva reso qualche servizio.
Non sarebbe verosimile riassumere
lume di Bienstock,
che narra
qui tutto il vo-
gustosamente
— e con
documentazione — la gran tragedia russa. Ho voluto appena abbozzare in iscorcio la figura del protagonista, presentata nella sua semplice e pur complicata veri Si vede e si conosce in 340 pagine tutta la R sia
dell'ultimo
Czar
—
un colosso
nell'agosto del
1914, una rovina nel maggio del 1918.
ac.
neri:
442
E
L'ILLUSTRAZIONE
I
LA
MOGLIE
DI
—La sorte di una battaglia — diceva Napoleone " risultato di un solo attimo, di un solo pensiero; una scintilla morale dec
CESARE, —
alla persona che l'ha
ronunciata,edal momento, perchè al giorno d'oggi
e
novetLa
pi RAFFAELE
—
Ma lei è Madame
—
Press'a poco, ientrò raggiante. Ne
de La Vallière, Quella delle cravatte ?
persino fredda; l'aveva chiusa entro un'aureola sormontabile. Passava per una bambola senza cuore, nessuno l'avrebbe creduta capace di amare. Ella
Non vi furono altri im
la_politi
Si cominciava a discorrere di politica; la serata declinava. Il pranzo era stato allietato da una conversazione vivissima, più spiritosa che spirituale; le più
disparate
intelligenze, riunite
e messe a con-
tatto dalla squisita arte di convitare della
padrona
arguzie ed ironie, ma si erano esaurite.
Si comin:
di casa, avevano sprizzato paradossi e galanterie,
giava a discorrere di politica. La serata languiva in una pausa silenziosa fra l'ora del caffè e quella del thè. Ognuno, affondato in una poltrona o in una sedia, seguiva la forma instabile di una chi-
mera, fatta rosea e fluttuante
dai fumi
del Porto
e del Madera, dalla vampa del fuoco, ardente nel caminone
barocco.
volti pareva anche
La serietà
dei discorsi
e
più triste perchè tutti i com
tati erano in maschera. La truccatura, veramente, si limitava alla
testa.
Dalle
scollature
Ila fine fu tutto
in ordine, e Gerolamo Gualdi
(Momi,
cominciare a leggere:
come era chiamato confidenzialmente) potè
« Il tango? Nulla si perde,
fuorchè
l'onore. »
frase parve
di una facilità
banale, ma tutti applaudirono il rivale di Carlo V, che, immemore della disfatta pavese, sorbiva una aranciata e pensava alle ultime quote di borsa, Momi riprese a leggere: « Una notte di tango
varrà a ripopolare la mia armata. » La frase piacque,
ed un Primo Console
che faceva il terzo anno di
università arrossì del proprio trionfo. Entrò in quel
punto il servitore,ed avvertì il Gualdi ch'era chiamato al telefono, Per non interrom questi disse che consi
eterne:
da
Cleopatra
rimescolìo
bici,
dalle rughe:
Vero, Contessa, che per fare il passo delle for-
1, Che forbici! — mormorò un Cardinale di Richelieu (israelita, direttore di una Compagnia di assicurazioni), e chiese alla padrona di casa: — Lei, lo balla?
lo no. Ma
le pare? Lo
ballavo. Ora è disu-
sato, volgare quasi. — Ma l'argomento prendeva si faceva strada nella sala comunicandosi “da un
Sentendosi
chiamare,
stupì:
Giulio Cesare non
era uomo mondano, borbottò qualche parola di rifiuto, si schermì come potè, crollando la grossa testa sanguigna e pletorica; ma gli altri insistevano.
preoccupata di sè che delle sorti imperiali; era, anzi, pallidissima, con un sorriso spasmodico scol-
pito agli angoli della bocca. Parve non. accorgersi
di lui, onde egli si fece avanti con passo lento, me se calcasse le pietre della Via Sacra fra le acclamazioni delle legioni. Nel prendere dalle mani di Momi il vaso di giada, si rammentò di essere
stato una volta gapo dei giurati, e tale ricordo gli
buttò là un'idea geniale (maturata
se si trattasse di un bilancio: « Caro Momi, amor mio, ti avevo promesso di far la pace. Vedi che mantengo. Di’ tu a questi imbecilli la frase che ti sembra più adatta. Ne rideremo insieme domani, in Via della Signora, alle diciassette. Baisers. »
Don Giorgio Fieschi da tempo, ma
improvvisata), é scuotendo
la zazzera
preraffaellita onde quella sera mascherava la naturale calvizie: — Sentite, — disse, — Ognuno di noi dovrebbe scrivere una frase di commento al ballo di moda
collo stile e la mentalità della persona che egli rappresenta questa sera. E si giocherà ad indovinare!
Qualcuno torse la bocca : l'idea di prender penna e calamaio col rischio di macchiare il panciotto o lo pa e colla certezza di interrompere con un’elucubrazione storica la dolcissima ora di ozio, fece dubitosi i più; ma le signore si decisero affermativamente, quando Gerolamo Gualdi, il poeta,
ebbe sentenziato: — Codesta specie di giuochi
usava
anche alla
Corte del Magnifico Ludovico mio Signore,
Luigi XVI (fabbricante d'automobili, più forte di
muscoli che d'ingegno, più abile disegnatore di motori che non fosse tessitore di ciarle), osservò che il giuoco era poco spiritoso.
Ed allora il giuoco fu approvato ad unanimità.
Tant'è vero che la fortuna dei Borboni non tende a risollevarsi. Gerolamo Gualdi era poeta d'istinto, almeno nel
concetto delle signore, per le quali riuniva il fascino
dei vent'anni, di una bella persona, di molti debiti, e di qualche sonetto, Lì per lì, fu incaricato di di
rigere il giuoco edi leggere man mano le risposte con la sua voce canora, usa alla declamazione delle Laudi d'annunziane. Fu disposta una piccola camera
attigua alla sala ad uso di cella elettorale.
Il
poeta si diede a nominare gli ospiti, alternando, con un senso di estetica bizzarra, i più gloriosi nomi della storia di tutti isec: gnuno, nel sentirsi nominare,
decorativa,
quasi
assumeva
svogliatamente
una posa
dovesse presentarsi alle soglie
dell'eternità, poi entrava lentamente nella cella elet-
torale, usciva, poneva il responso in un vaso di
giada retto dall'imberbe poeta come un'anfora sacra. Una
signora
rimase dieci
minuti al tavolino,
riapparvesulla soglia, domandò, fralostuporeditutti; — Ma io chi ero? tura del capo.
—
ed accennava
alla trucca-
una certa disinvoltura. © Sparito il poeta, egli estrasse dal fondo dell'urna
RONANZO DI FRANCESCO SAPORI
Secondo migliaio.
un tesoro su una carta sola.
LIRE.
come
condannati. E tutte le signore in
cogli occhi, colle do-
mande, coi gesti,siaccusavano
mentalmente
e
ad
alta voce si difendevano, ma gli uomini fiutavano il tradimento e le guatavano un poco osti Il sospetto offuscava l'aria come un fiato velenoso; se
non fosse stata la deformazione gaia e grottesca delle acconciature mascherate, si sarebbe pensato ad una veglia funebre.
Ma la Marchesa di Pompadour sentì che il soputazione d'essere una furris eburrea, una piccola
spetto non pesava su di lei, e ne fu irritata: la re anima fredda
e insensibile; una
cellana senza cuore,
offendeva
statuettà
di por-
la sua femminilità.
Il suo amore le pareva diminuito e ferito dal fatto che nessuno dubitaya della sua esistenza. L'amore, per molti, èun gioiello di cui si apprezza il valore solo quando gli altri lo ammirano e lo dp no.
Provò il delirio di dirlo a
tutti, di svelarlo
a'tutti,
Egli lesse adagio, quasi sillabando, in un silenzio
che di parola in parola si faceva glaciale. Sulle prime, da tutte le parti della sala si erano fatti
segni di terrore, perchè smettesse di leggere 0 trovasse una di uscita, ma la frase sì chiuse în un vuoto di tomba.
tutta la frase, « Caro Momi,
E Giulio Cesare rilesse da capo
tagliandola amor mio.
L'avrebbe letta una terza volta con
un'ostinazione
imperatoria, se Momi non fosse rientrato nella sala, sorridente, divinamente calmo e inconsapevole, ac-
colto dal mutismo funereo di tutta l'adunata e da Quariniitette pupille sbarrate (la marchesina Ruffo era truccata da Malatestino) che lo interrogavano ansiose,
— Il giuoco come va? — Benissimo. Legga l’ultima frase storica. — E gli fu porto il biglietto. Impallidì, leggendolo, pi
che se avesse visto la testa di Medusa. Evidentemente sapeva. Malgrado la contraffazione abilissima delia calligrafia, aveva riconosciuto l' ispiratrice, e tutti compresero che non avrebbe parlato. AI momento
di attesa, seguì, per reazione, una
confusione babelica:
rebbe stato. Le risovvenne di una frase storica che aveva appresa dalle Orsoline, in convento, dove la Pormpadanr era definita con poco verismo storico,
Aspettò che suonassero le dodici, la mezza.Al tocco
sì decise; pregò il marito di far venire l'automobile. Prima di salutare, disse: — Gli equivoci sono ricolosi ed inutili.
Preferisco dichiarare che sono
autrice della lettera.
di pause significative : —.Ma che lettera? — chiese un giocatoré di Ti avevo promessi » bridge. Ella rispose: — Quella che comincia: Caro
pareva sopratutto offensiva la
frase insolente: « Di' a questi imbecilli...’ ecc. » Alcuni proposero di leggere tutte le schede, per scoprire l'autrice; ma la padrona di casa, che immaginava un seguito di pettegolezzi, di inimicizie,
di duelli che avrebbero screditato il salotto, ebbe un gesto di spirito: si avvicinò al camino e gettò
Momi. Vi fu una
incertezza
persuasi che ella facesse
amanti avrebbero potuto passare alla storia. La Marchesa di Pompadour pensava
ma più le dolse l'offesa delle
accompagnata
risa
di essersi per-
ci, divorzi;
ironiche onde fu
la sua uscita dalla sal
E guardò Giulio Cesare con dispregio. Il quale, mentre discendeva lo scalone, disse con
molta, serenità :
— È stato un bel gesto di sacrificio, il tuo, ma
a che pro? Tutti sanno che donna sei! Nel salire
automobile,
meno il sospetto.
era l'amante di Gerolamo Gualdi. Un'amante folli capricciosa, tormentosa, velata dalla calma olim-
fatuità 0 per giuoco.
duta, ed aveva immaginato pi:
da quattro anni, aveva avuto una vita matrimoniale
impeccabile e impenetrabile, ma da un mese ella
per
Appena uscita dalla sala,-sì scatenò un uragano. «Dio, che provinciale!» .- « Vuol passare per la nona Musa, per la Ninfa.Egeria! » - « Se nessuno la conoscesse! » Le signore sopratutto non volevano credere e non volevano che si credesse: pare loro che il dubbio andasse un poco a vantaggio di tutti. Momi era un bel giovane ed un poeta; le sue
corona
L'altra era la « Marchesa di Pompadour ». Sposa
dubitosa, i volti si _illumi-
narono di un sorriso incredulo, perchè tutti erano
le schede nelle fiamme. Arsero in un attimo: tutti si sentirono raggelare, inchiodati per sempre dal sospetto, ma due persone cominciarono a respirare: Momi ed un'altra.
egli si accorse che di-
strattamente aveva calcato le falde della tuba sulla d'alloro a pallottoline dorate.
Tolse le in-
segne imperiali dal capo calvo, le appese al portafiori,
e disse:
Sulla moglie di Cesare non può cadere nem-
Fu la più bella frase
storica di tutta la serata. RarraeLe
GOMME
CALZINI.
PIENE
S.P.I.G.A. per Antocarri LE PIÙ ELASTICHE - LE PIÙ ROBUSTE Fabbricate a MONCALIERI (Torino)
Ba:
QUATTRO
Fratelli Treves, editori-Milano,
così intangibile, così immeritata,
così grande, che l'aveva voluta provare e l'aveva
la perdizione della Francia. «Après moi le déluge ». Sorrise entro il rombo che le pri alle tempie.
CINZANO e C. - TORINO.
ENO
È ità le sembrava giocata come
di gridarlo a tutti; che sì potesse pensare di' lei con verità e con invidia. Decise di confessarsi autrice della lettera. Dopo sarebbe stato. quel che sa-
‘CINZA NO, - VINI SPUMANTI F.
ed
come
un foglietto, e cominciò a leggere, calmissimo,
VERMOUTH AGG
bellissimo stratagemma,
voli di bridge occupati da sedici giocatori rabbiosi,
infuse coraggioi
che parve
escogitato il
aveva puo del fuoco per scrivere il biglietto fatale: « Caro Momi, amor mio, ecc. ». Le iaceva quell’arrischiare tutto tutto, la sua fe-
confabulazione; si sondavano
frontare
crocchio all'altro, intaccando tutti î pensieri e i dialoghi, vivace e tenace allpari di tin fuocherello
in una stoppia riarsa. Alloen
ella aveva
cupi e muti
è necessario alzare la gamba almeno un metro? — Caro mio, il passo è proporzionale alle gam- Egli guardò la propria moglie perchè volesse assube del ballerino: cosa vorreste pretendere da quel mere le sue difese, evitargli la noia: ma questa, Gioachino Murat, che è alto un metro. e mezzo « Marchesa di Pompadour », gli parve assente, più compreso il pennacchio del kolbak?
—
per la gioia di potersi rappacificare. E la sera stessa
mino, la padrona di casa pallidissima, quattro ta-
variopinto e grottesco, umori-
catura del ritratto di Velasquez al Prado), chiese con indolenza ad una Primavera botticelliana, fatta —
giorno, si erano bisticciati, per un nonnulla, forse
ua slava e spiò intorno gli effetti della catastrofe Momi sparito, Giulio Cesare estatico davanti al ca-
alla Lebrun, da Anti-
stico e insieme pittoresco. Filippo IV (nella truc-
piuttosto autunnale
verso la sua vita ciecamente, pazzamente. Non vi-
veva che per lui; si era trovata con lui anche quel
al pi
gone a Brunilde, da Cesare a Francesco I. Era un curioso
si accorava di questa opinione come di un'offesa; innamoratasi di Momi era corsa colla propria v
degli abiti
di Paquin e di Worth, dai solini dei frac emergevano curiosamente i profili fatti illustri dal pennello o dallo scalpello di artisti immortali, o da gesta
CALZINI.
Scusi, se non lo sa lei...
— Cosa volete? Non ricordo più. —
che, ha valore relativamente
ITALIANA
ANIA
TINE
F. O.-Frateli
GLUTINATE inni: BERTAGNI
— Bologna.
dalla Società
Piemontese Industria Gomma e Affini
. POLA
« C.
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
FEORE-DELSAOINFENEGRO:; Generali
e
ministri,
rappresentanti
delle
nazioni alleate e principi, ipiù cospicui per-
sonaggi delle lettere e delle scienze, ed ora sovrani vengono
ad onorare della loro
visita
le officine della Fiat; a partire dal principio della guerra e giungendo a questi ultimi giorni queste visite illustri formano ormai un insigne elenco, in cui si trovano quasi
La visita alla Fiaf è un atto essenziale per
avere un’esatta nozione dell'Italia moderna, un'impressione veritiera del poderoso sforzo italiano per la guerra, ed è nello stesso tempo un grato omaggio all’artefice infaticabile delle miriadi di macchine e di motori che su tutte le fronti di combattimento sono all'opera per la buona causa contro il comune nemico. Questo speciale aspetto deve aver visto prima di ogni altro con animo commosso nella Fiat il più recente fra i suoi illustri il sovrano venerabile nell’esilio, il re della Montagna Nera, re Nicola, che tese
443
ALLA FLAT. ammirare da vicino, di conoscere nella sua realtà questa veramente grande e gloriosa industria italiana, che è la Ziaf: dopo la visita alla linea di confine e di fuoco, ove i nostri soldati formano il baluardo vivo contro il nemico, la visita alla Ziaf, che forma saldo baluardo della nostra potenza meccanica e industriale.
e degli tutti i nomi degli i più famo: ospiti più eminenti che hanno soggiornato in questi ultimi anni. Non uno dî imasto tra ti personaggi stranieri noi per lungo o per breve tempo, qualunque sia stato il motivo che lo ha condotto nel nostro paese,"non?uno*ha fattraversato l’Italia, il quale non abbia sentito il desiderio d
tutta la sua esistenza aspra ed agitata come | generoso soffio del coraggio che sfida ogni ostacolo e in quel ritmo preciso e regolare un'arma contro l’Austria. di creazione perenne deve aver sentito una Re di un piccolo regno ma di una grande norma inflessibile e potente così da reggere impresa, se la grandezza si misura dalla fede anche il corso vario della sorte, e dai propositi, egli, che con indomabile ardire Egli ha guardato ogni cosa, si è soffermato ha affrontato sempre ogni rischio e si è citalvolta pensoso, ha esaminato con interesse mentato contro due superbi imperi, egli, che questo regno fragoroso e fedele di macchine nella lunga età ha assistito a ogni formidalaboriose, ha espresso la sua viva ammirabile vicenda della fortuna, deve aver sentito nel percorrere le gigantesche e strepitose of- zione e andandosene ha portato con sè una speranza di più nella vittoria. ficine della Fiaf un insolito palpito dentro E la Ziat è orgogliosa di avergliela infùsa al cuore. In quell’immenso e veemente impeto di lavoro deve aver riconosciuto quel quanto è onorata della augusta visita.
444
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
NECROLOGIO. = Una delle più fulgide illustrazioni della scienza medico-chirurgica era il prof. Carlo Fpr/anini,
milanese, direttore della clinica medica dell'U versità di Pavia. Laureatosi in questa stessa U versità, nel "79, servì fino all'84 nell'Ospedale
Mag-
giore di Milano quale primario specialista per le malattie cutanee; nell'84 passò professore di pro-
rale Luigi Rassaval — morto t
pedeutica medica nell'Università di Torino, donde e nel 1900 a Pavia, tenendovi fino alla morte la cattedra di clinica medica. Fu un innovatore
guerra per l'indipendenza italiana dal 1848 al 1866. Îl suo petto era fregiato di due medaglie al valore, una guadagna dove fu ferito da due proietti Borgo Valsugana q
terapia;e per la cura delia tubercolosi polmonare, riflettendo che il polmone malato dei tubercolosi
abbisogna, per guarire, del riposo, ideò il pneumo-
torace artificiale — cioè, l'introduzione nella cassa toracica, a ridosso del polmone malato, di un
indifferente, l'azoto, che esercitando
sul polmone
stesso una data pressione, l'immobilizza per il tempo ritenuto
necessario
della divisione
coma
segnò tattica
nelle
di Parma.
anche
dini.
a guarirlo. Questo metodo,
Fu
s
uffi
Scrisse alcuni ricordi della campagna del '59.
a nato in Alessandria l'8 settembre 1832. Alberto Thomegueux, conosciutissimo a Paed altrove come celebre schermitore, famoso
dal Forlanini minuziosamente perfezionato, diede risultati mirabili, e fu accolto dalla scienza in tutto il mondo. L'illustre benemerito uomo, nominat
natore il 24 novembre 1913, era nato n Milano lit giugno 1847: la sua devozione alla scienza,al lavoro
affievolì notevolmente
la sua
salute, onde
1896, il conte di per le ingiurie da cost gueux fu uno dei padrin
da qualche anno non spiegava più quella grande à per la quale fu sempre apprezzato; e il 26 maggio si è spento a Ne ma
-
Zrnesto Monaci, di Soriano, è morto a 7. i, lasciando bellissima fi
Richet della Tribuna,
i
del teatro
art sfidò Enrico d'Orléans,
lanci; del
g)
ce
all'Italia, Tome-
Borbone, e Rubichi, lo scherzo di mandi sfida, firmato. c a ». Th
dargli da Roma un telegram ima
renerale Man manco dire, aci non tardò a s
nente la
si di w
tagli sotto il nome
Giornale di filologia roma! studi sulla prima poesia i
origini
-
era un veterano autentico di tutte le campagne di
ardito e geniale specialmente nel ca
+ Il prof. CarLo ForLANINI.
italiano
rro cenci
mano, che tutti gli
anni, al corso del martedì grasso,
presentavasi sotto le spoglie di « generale Manntigor gia La Rocca »! Tho eUX 2 ani
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La vittoria deve essere romana, itagole per le quali deve essere trascinato gine, calminando nel quadro del soldato liana, “ Ilsangue che si versa? Midollo trovato obbediente, taciturno e £ quanto occorre su, nelle alte trincee; la che ritorna cieco, e grida ai figli, alla che darà nerbo alle generazioni future, cuore di magnifico italiano non h buona intimità della vita delle doline, madre piangente; “ Vi vedo, vi vedo,,, Ù e redime, cilizio che palpiti generosi. FrancescoSapori conche erbose dove talvolta si può tro- presentendò istintivamente “ls domanda |Questo sasso ci rinforza Sotto la spoglia del volontario alla nostra giovinezza, nel quale necessario vare anche un filo d'acqua avidamente che non osano fargli. a passo di carica, la mobilista, voi scorgete, a prima vi te; |contrastata dalle parti avversarie. Divi- I soldati provengono daogni provincia. |lasciamo,delavanzando nostro sangue. Fattori umili, solo scorrere le pagine calde, colo dei piemontesi |traccia di | diamo lapazza gioia di Rosselli per i suoi “Ne ho di varie regioni: poco, assai, e la patria commoventi, di questo preciso & i i cinque giorni di licenza straordinaria, laconici e calcolatori che paion fatti per unità che contano ancora, chi era nostro torna diario, la figura di quegli italiani | ingrandisce | scroo*ridanciano, veneto un' trincea, la che fidanzata la riveder a buona razza, dal braccio saldo e dall: lu Nella letteratura italiana il romanzo |quando corre e per la morte ,. vita la per noi tutto|con milanese il nato, portaordini. non ha mai avuto il predominio che tiene sta offrendo voti alla Madonna di Pompei cone, ga-| Non è mai la guerra, ma la. nostra forte i quali non rinnegano, per n& tipodimitragliere; da noi, € inoltre, questo genere di pro- per la salvezza di lui. Dividiamo le sue spasso e fierezza, osoelougua- |guerra, la realizzazione d'un ideale, la ragione al mondo, la necessità di ilromagnolo, impetu gliardo, esperienze durante la settimana della vita duzione, viè considerevolmente diminuito là dove il pericolo minaccia le porte e cui si affratella nello liberazione dell’Italia irredenta dal doda quando la Nazione ha preso il suo d'ospedale, colla qualeil racconto sichiude, glia il siciliano sicurezza della Patria, La vecchia vita borghese qui non forma slancio dell'assalto;vorrei averci dei sardi, minio austriaco ,. posto ‘accanto agli Alleati. Ma con “La Confesso che fra quanti libri si soi ma ogni regione sa dar l'eroe, come il (The Times - Literary Supplement). che un mero sfondo, che di rado si inTrincea,, il signor Sapori. ha scritto scritti intorno alla nostra quarta gue! fante d'Abruzzo “ nonmifido ,,, che è primo un romanzo di guerra di gran lunga tromette tra le realtà della guerra, e di indipendenza nazionale, questo dl dappertutto, nei trasporti, nell’avanzata, superiore agli altri comparsi in Italia pure è la sola cosa che risulti rendere la Grasselli-Barni è uno di quei pochist bonario e primigenio ,. sul medesimo soggetto. Egli non si pre- vita meritevole d'esser vissuta. che riescono a darci la sensazione d Chiacchierano e scherzano fino al loro Naturalmente da un libro come questo occupa del complesso degli effetti della calma di fronte alla morte vicina, Veg guerra sula nazione, siaccinge solamente ci si aspetta qualche lume sul ‘soldato |ultimo respiro, Stare zitti e serî sarebbe per sodio: vero, arido, nudo, palpitante, a darci un sincero resoconto della vita italiano. Rosselli non ama la guerra. Non loro una tortura. Dimentichi delle possibili Annibale Grasselli-Barni. nulla amplificato dalla benchè mi conseguenze, li vediamo battere le mani, alla fronte carsica, recando la visuale aspira nè a dare nèaricevere ordini, Ha fantasia. Vi sono pagine scritte con Questo è veramente un libro vissuto di un impressionabile musicista: Alberto il timore, proprio dell'artista, di morire in una trincea di prima linea, assistendo nella guerra, concepito nei bivacchi, sincerità desiderabileda quanti han prima d'aver dato forma concreta a quanto alla vittoria d’un biplano italiano su due Rosselli. spesso distratto il lettore dalla realtà il Séritto fra una sosta e l'altra lungo la nemici, velivoli | rifngge e creatrice, Il racconto ha una concisione ed una {sente in sè dipotenza cipresenta hanno |via battata dalle raffiche di mitraglia, dispensabile per conoscere la fucina dall I quadri che il Sapori rapidità alle quali ilcomune delle novelle |con nausea dagli orrori della guerra. Ma| linea avanzata. Vorrei che ogni i verità, ma egli non è-un nel. breve respiro dell’automobilista dopo italiane non ci ha abituati, ed è evidente |in' ciò non riassume la guerra, come fanno l'impronta «della tina corsa affannosa, mentre una panne leggesse e meditasse questo libro, scriti che l’autore ha veduto, ed in gran parte ‘molti romanzieri odierni. Prima di tutto verista. Il lato ideale della guerra non è maledetta ferma bruscamente, sul più con mano franca, agile e pronta a el mai lontano dai suoi pensieri, Di questo esperimentato, quanto ci descrive. Leg- ba il suo plotone, ha l'interessamento bello della fatica e dell’opera raggiunta, gliere, in ogni momento, i dettagli, ll gendo, realizziamo gli orrori della lotta|per i suoi soldati, dal rude calabrese D'Annunzio e Benelli hanno detto tutto, il prezioso contributò delsoldato-macchina. |spetto generale, la profondità della grani in quel nudo deserto roccioso, dove £pesso analfabeta al suo devoto attendente An- o quasi, ciò che vi era da dire; nei loro L'autore è corso, volontario di guerra, |scena di fuoco che ci fa attori ed ei diversi stili hanno percorsa tuttala gamma i cadaveri disseminati non possono venir gelo, dal maso rosso e dal cnor d’oro, che alla prima dichiarazione, lasciando la|insuperabili. coperti e ancor meno sepolti ; ledifficoltà ha cora di lui cone una madre, Le loro dei sentimenti dei loro connazionali più Frarcxsco GarAot (Epoca). tranquillità e gli agi della sua casa. 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FINE
DI
UN
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.
GUELFO GIVININI
. . .
LUIGI PIRANDELLO.
la imperiale a
Gatcina, - L'infanzia di Nicola Il I suoi recettori. — II La gioventù di Nicola IL ‘viaggio nell’ Estremo Oriente. - La morte di Alessandro IL— IM I primi anni del regno di Nicola, - Il matrimonio dell’imperatore, -Nuove influenze, — IV, Hodinka, La politica interna, —
Corte russa. -Le
V, Il misticismo
alla
reliquie di San Serafino,-
Qualche predecessore di Rasputin. — VI. La guerra Tee atipnne. - I prodromi della rivoluzione. — VIL Gregor mtin — VII La ‘“neoklystovceina,. L'influenza di Rasputin sulla famiglia imperiale, — IX.
Un cavallo nella luna. a Vita è così lunga! mze. la Fisarmonica. Storiedaridere.... e da piangere. Conoscere il mondo. Il Diavolo nell'ampolia. Le avventure. Novelle selvagge. Le ore Inutili. Zaino di gu Vocazioni. Spunti d'anime. Donne di mare.
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INDICE DEI CAPITOLI. I L'avvenimento al trono di Alessandro IIL
La sua politica. - La
. .
Novelle d'ambo I sessi. L'altare del pa L Le briciole del di Lastella confidente.
IN PREPARAZIONE:
Traduzione di G. -Dansans
del-
l'Ocrana, — X. Rasputin ed Eliodoro.— XI. Un ricevimento in casa di Rasputin. — XII Le forze occulte.— XIII La guerra e l'influenza tedesca alla Corte di Russia. — XIV. I tradimenti. —
IL BAGNO D'ARIA
XVIII. La rivoluzione.
come fattore terapeutico e d'invigorimento
Ilmartirio ceimonumenti | UGO OJETTI
Il fu MattiaPascal LUIGI PIRANDELLO QUATTRO LIRE
GUELFO CIVININI Mentre il Civinini, come corrispondente di guerra,
alle imprese nereo, il pubblico gusterà con più vivo godimento queste sue deliziose e serene no» velle, calde di sentimento e sorridenti di Mhumowr. Lire
2.40.
LE VERGIN MARCO PRAGA COMMEDIA IN QUATTRO ATTI DI
Anche questa bella commedia, clte a' suoi tempi fu una ed
grande
affermò
andacia
per il teatro
la personalità
dello
scrittore
DEL DOTTOR
ENRICO
LAHMANN
Versione dalla IV edizione originale, curata ed aumentata da Attilio Ro‘mano, con prefazione ed aggiunte del dott. Alessandro Clerici (Dottor Ry).
italiano,
allora
giovanissimo, viene ad unirsi alle altre produzioni del Praga nella collezione teatrale Treves. TRE
LIRE.
LANOTD racconto DEL 1915 DI
ANITA
ZAPPA CINQUE
XV. Gli attentati. -
tin — XVL Le deponi. — XVIL Le esequie di Rasputin, -L'incinerazione del cadavere. —
Con 9 incisioni fuori testo.— Lire 2.50:
NOVELLE DI
prende così attiva parte alle operazioni militari ed
SONO USCITI:
REGIME
La stella confidente
LIRE.
GUIDA Stazioni Idrominerali, Idroterapiche e Glimatiche d’Italia con nn cenno sui E èsulle CURE
pra D'ANNI SANATORI birteTIONE di LATTE e di uvi Ò
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