L'Illustrazione Italiana 1943 n.51

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E una macchina meraviglio. Sa: latroduei e ne Ficavi due minutiun diventino silenzio.

l'hanno incarcerato campione di lotta reciusa

SCRIVE

PENNA

» MENGONI .VIA BROLETTO 43 -MILANO

DIARIO DELLA SETTIMANA 26 NOVEMBRE. — Firenze, rientrato @ Firenze vn re Parto di soldati già Intermati in ÈGermania che hanno chiesto E ottenuto di ternere in Patria per riprendere le armi & fianco del camerati tedeschi. 7 NOVEMBRE. — Rome. 1 Ministero dell'Agrico ltura Sulla base delle disponibilità dei cereali esistenti negli ammassi e sull’ ffidamento di favorevoli prospettive di Jerti anche quest'anno dalla Germania, tutte la dursta della st

no, qualora l'andamento dei Jo consentisse, di estendere |l Provvedimento ad altre della popolazione, par. ticolare riguardo a quelle categorie maggiormente impegnate con s/ar 4 quelle che più risentono del nellodisagio alimentare imposto dalla guerra. Cuneo. Con provvedime allo scopo di tutefare, nell'interesse dello nto in il corso, complesso dei beni costi Suenti la proprietà della Stato, famiglia Savoia in flAnna del comune di il Capo della ProvinciaSandi Cuneo ne ha decretata laValdieri, consegna all'Amministrazione proFinciale, in attesa di una definitiva disposizione da parte del Governo repubblicano, 29 NOVEMBRE. — Roms. La Santa Sede ha invi uni Rota agli Scarl belligeranti, nella quale ha richiama necessità di rispetto delle genti, di non ledere la Reutralità del territorioal diritto di sovranità del’ Varlcano evitando Persi il sorvolo di questa zona. |l contenuto della nota Meddetta è stato comunicato. anche ai Governi neutrali, per conoscenza, Madrid. L'istruttore della scvola allievi piloti con aliante di Huesca, ll tedesco Kranich, con un allante la gota di 4600 metri. Secondo hala raggiunto stampa spagnuole, il pi. Jota Kranich avrebbe stabilito un nuovo primato mondiale. Ankara, Secondo le ultime informazioni, Ki aPgrsone uccise nel terremoto che ha il numero del avuto luogo ln Anatolia ammonta a milleottocento, mentre il numero del feriti gravemente supera i duemila La linea ferrov Samsum è steta distrutta per la Runghezza di quaranta chilometri. Così pure altre lince di Kerrovia nella zona terremotata sono, scomparse completa: mente. Diciannove villaggi sono stati Interamente spazzati via. 30 NOVEMBRE. Berlino. La Agenzia Internazionali comunica l'isola di Santoria, Informazioni nell'Egeo, ha cessato la resistenza che e sì è arresa Maniche. L'isola, con tutte le batterie a forze’ na © le © [uerzature militari difensive si trova ora completamente in mani tedesche.

BOTTEGA

DEL

rispettivi

nella questione Interessi delle due

libanese,

che

ha

nociuto

PONTI (antica ricetta Ossolans). — Utilisaima per fare une magnifica figura quando non si hanno che degli avanzi... Tritate dunque | vontri Avanzi di manzo bollito, anche se sono pochisalmi, Sipolie, prezzemolo, ed erba cipollina. Metiete il trito ined assieme tritate una scodella per poterlo mescolare bene con un po' di latte, un pizzico di f tina, e delle uova sbattute come per una frittata. di pirofila e mettete al forno per circa 20 minuti, Versat secondo il calore del forno; dev'essere sempre una massa un po' gelatinosa TORTA DI PERE. — Questa torta ai può benissimo fare con una delle fante « farine »(ehlamiamole così!) in commercio... Vegerina, per esempio. CI vogliono 75 gr. di questa pseudo farina, 20 gr. di rucchero, ed un tuorlo d'uovo. Mettete la vegetina 0 farina sull'asse de pasta e fatevi un pozzetto, nel quale mettete un 20 gr. burro, due cucchiat d'acqua, e quel poco succhero che potrete, se mondi apprezzate i dolci molto dolci, sacora diminuire)... ed il tuorlo d'uovo. Levorate le paste, fatese une Bossa pall, © poi lasciatela riposare Burro 0 di grasso uno di quegli stampî per un'oretta. Poì, spaimete di a cerchio smoni bile, tifate la poma come una sfoglia di 3 millimetri, @ riempiendo poi tutto con pere cotte In poca foderatene cerchio è fosdo. acqua zuccherata Cosparge compa cocchialo di zucchero, mettete al forno per venti minuti teè merz'ora. Cotto che sla, lasciate e freddare prima di aprire Ml cerchio. BICE

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GIOVENTU

A TUTTI

GIOVENTU DELLA

VITA

aj

giunto ad Algeri per ha. dichiarato l’ingerenza ni contraria ai per i Quali gli alleati combatton o e viola i ‘pattiprincipi dell'alleanza tl Primo ministro del Libano ha dichiarato che fl ms Paese sai rifluta di riconoscer e la legintimità Riraniere di qualsiasi specie e non vuol di Ingerento affatto cassero gofnvolto in questa guerra, fermo. lare la sua libertà e indipendenza. nel ‘proposito. di tute. Dichiarazioni ha fatto il degli Esteri Siriano, il qualedel hagenere affermato dinanzi ministro al Parlamento ah che

ADIOGENE BALSAMO MANTIENE

LA È

la Siria

si rifiuta

Comitato

dissidente.

Ognuno a suo mode — Vol siete il mio primo Siero alla sera e il mio ultir mattino. — Vorrete dire il contrari sono guardiano

di riconoscere

ll mandato

francese

ha alcuna intenzione di trattare con | rappresentantie

GHIOTTONE

ZUPPA DI FAGIUOLI ROSSI. Lasclateli per 24 ore circa. Pol, menieteli al fuoco, in un tegame pieno adi macerare sequa fredde, e portateli ad ebollizione. Sgrondateli, e passeteli irrorandoli ogni tanto per giutare a passare, con alcuni cucchiai di brodo. Allungate così U passato, e portatelo di nuovo sul fuoco, ad ebollizione. Versatevi, a pioggia, un pugno di tapioca, Lasciste cuocere un quarto d'ors, poi tirate il regame la disparte, sull'angolo del fornello è legatelo, al momento di mandario ia tavola, con un tuorlo d'uovo.

Fonte ufficiale nemica che Roosevelt, Churchili e Ciang Kai Scek hanno informa go colloquio al Calro ed ora sono avuto Insieme un Jun: allo scopo di incontrarsi con Stalin, In viaggio per l'Iran, 1 DICEMBRI Gli Segultano a manifestare Lisbona. il loro risentimentoe iperdegauliieri l'inter. vento Inglese

Aluto tempestive Caro, cerca di resistere ai cora: vado subito a prenderti bicchierino di grappa, così ti risollevi un poco..

L

Roma, Ecco î punti più salienti del gi inviato dagli insegnanti al Segretario dell'ordine del Partito e al nistro dell'Educazione Nazionale: dichiara nullo giuramento all’ex-re e decaduta la «si monarchla; Sce il diritto a tutti gli insegnanti senza tessera si diric csc citare la professione, richiedendo però il ria leale delle leggi della Repubblica Sociale loro Italiana; » chiede l'apertura di un corso di studi storici Intesi a (c’ reggere i falsi interessi della ex-casa regnante è n stino del saluto romano ».

Roma. In conformità delle direttive impartite dal 1 nella «prima riunione del Consiglio del Ministri del verno Fascista Repubblicano, della Provincia, la durata della guerra, realizzaIl nellaCapo provincia l'unit comando politico e amministrativo, essendo 4 capo della Prefettura quanto della Federazione fascista ren.» Blicana, | Capi delle provincie sono scelti di comune acco tra il Segretario del Partito e ll ministro degli Inte € nominati dal miniktro Per l'organizia ne provinciale del Partito, dell'Interno. il Capo della Provincia è co» diuvato dal Triumvirato federale e, ove la situazione fichieda, da un commissario straordinario. 2 DICEMBRE. — Roma. în della necessità e dilu urgenza di organizzare l'economiavista itallana, co tulto un tato economico ‘italiano, di cuiè stato sono ch» mati a far parte il vicepresidente del Consiglio pro: ciale della Economia corporativa di Milano, Girlio Ses.» con funzioni di presidenza, l'ing. Ugo Gobbato, per il » tore industriale, Piero Olmo per îl settore commerci» Mario Beribè per il settore agricolo, Fedinando Por: per ll settore alimentare, ll direttore della Banca d'Ita!» sede di Milano, Francesco Sforza, il settore fin 3iarlo, il presidente del R.A.C.I.. per Renato Perr: Per il settore dei trasporti, il direttoreing. dell'ufficio tecr dell'Ente nazionale metano, carbone e carburanti, ing. Nato Maesirelli, per Sl settore carbiranti; il dott. M. Schiaftaroli del Ministero dell'Economia corporative, il 4 Mario Brunialti con funzioni di segretario, Roma. Con Decreto in corso il ministro disposto i seguenti movimenti di Capi delledell'Interno provincie Cortese di Cuneo, Olivieri di Romualdi di vorno, Luciano dî Venezia sono Mantova, collocati a disposiziore del Ministero dell'Interno per incarichi Ferrara è collocato a disposizione del speciali. Berti + terno Gabinetto. Calzolari di sizione del Ministero dell'Interno a sus domande sumere un incarico di carattere militare. Biancgrossoper d: l'Aquila è collocsto a disposizione. 1 seguenti squadristi sono siati somin vinele a fianco segnate Quarantotto Paolo a Cuneo; Panzera Pier Luigi a M dena; Faduelle dott. Edoardo a Livorno: Monti doti [prio all'Aquila: dott. Dino Venezia: Bettar Enr'co a Ferrara; Cagetti Bocchio Giovansi aa Manto © dell'Economia corporativa, in segu ad accordi con l'in caricato generale per l'Italla del Mir armamenti e la produzione belli esigenze di ciascuna provincia, »: dicembre i contingenti di carburan:: 2 lhbrificante disponibili messi n disposizione « Capi delle provincie per tasieno one sl consumo. cc Hone latta per quelli fissatidistribuzi direttamente dal Minian delle Comunieazioni. Roma. La Federazione calcio ha dirame un comunieato ufficiale Italiana gioco determina ta l'atrivià Sportiva del calciatori con le cuilorovienesituazione nei riguarò delle società in questo eparticolare momento della iL ne zionale, i, concerne l'attuazione di no Be. |

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L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA DIRETTA

DA

GINO

CUCCHETTI

SOMMARIO GINO CUCCHETTI: Coscienza; Parole agli uomini di pensiero MARCO RAMPERTI: Teatro e guerra nel ‘48 ARNALDO CAPPELLINI; Viaggio in Turchie: Contrebba ndo dal Medio Oriente FRANCO ARMANI: Tricentenario di Gerolamo Frescobaldi RENZO PANDOLFO; Visita è Montec È assino GILBERTO LOVERSO: 25° nota di teotro RENZO BERTONI: Una sorte terrena (novella) CASAÀLB.: Calciatori & riposo (per modo di dire)... BRUNO CORRA: Gli amanti crudeli (romanzo) ABBONAMENTI : Italia, Impero, Albania, e presso gli uffici postali a mezzo del “Servizio Internazionale Scambio Giornali »in Prancia, Germania, Belgio, Sviz È Romania, Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia, Fin landie, Anno L. #10 -Semestre L. 119 -Trimestre L. 88 -Altri Paesi Anno L. 210 - Semestre L. 100 - Trimestre

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NOTIZIE

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NOTIZIARIO

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VATICANO

le virtà del servo di Dio Plo X con la costituzione del Tribunale e la presenta zione dei documenti relativi al processo. ® i 25 corr. sì è spento dove dimorava, il Cardinale

prosperità ta la meritata pena per essersi allonta- |!Prosperità "

|

In Vaticano, Carlo Cremo:

è Pio XII ha diretto sl Card. Segretario |2eSÌ, fratello del senatore Filippo che fu Primo Governatore di Roms. Nato a Ro di Stato una letera con le quale, richia. M4 llnelle mando tutti alle piena osservanza delle‘ 4 novembre a Roma aveva 1866, Ministero nella Cu ria, Scuole, nel leggi di Dio, Indice nuove preghiere per “4!0 segreto tutta la davita. PapaNominato ottenere la vera pace Ita i popoli. Rile. re Benedetto XV vato che molti vivono dimentichi di Dio e ( 1935. nel porpora la avuto delle sue leggi, Pio XII nota che non tutti Î riflettono che l'umanità col crescenti luni fuma per la era competenza in e le difficilissime condizioni di cose, secon L'ira È ci a Jul si de no lo sviluppo e da Dio:

è necessario quindi che tut

della penitenza, vianecessario lla èè nino alla alla ferso virtà; che tuttì iîtor rin"in nino vira; Pecetto che pico e rea colpe e nrcno per predidinirlenn e rd ia o io Sela veri. tulle gia: stizia e aulla carità fraterna hanno avuto ini. palazzodel vaticano rio ® leNelsedute processo apostolico sul-

delledelle« « Opere Opere ddi

Religione »

che ha carattere e funzioni vere e proprie di una Banca in servizio degli Istituti. Re liglosi e con scopi altimente benefici ed sealstenziali. ! funerali soleani si sono suo titoo in Lucina, olti in S. Lorenzo cardinalizio dove sarà custodita la salma ® La morte del Card. Cremonesi seguita * Breve distanza a quella del Card. La P mA Da richiamato l'attenzione dimolti su

NAZIO

E

la situazione del Sacro Collegio ridotto a 43 membri su 72 di cui è costitulto « pleno ». È non w per la riduzione del numero quanto per la sua composizio.

® È uscito ll n, 10 degli « Acta Aposte Sedis » che è interamente dedicato a testo latino ed alla versione italiana della Encielica del Sommo Pontefice Pio XI

ne costituita parati che

«Divino affiente spiritu» del 30 sent. «» Modo più opportuno di promuovere gli stu

ormai in massima hanno passato

parte da por la settantina

o che vi si accostano parecchio. Fra j Decano Granito di Belmonte che è nato nel 1851 — ed l'assoluzione ha battuto una vero cont dei primato nell’impartire telli defunti — ed ha avuto la porpora da Pio X n nel 1911, + al al Cardinale Concalves Conca Cardinale lelera che è del 1888, Il più giovane det Sacro Collegio, vi sono due cardinali che hanno gli 84 anni; : due gli cr ——Iniadue; compiuto tre sono sui settastotto e quat tordici" fra 1 settanta e gli ottanta. Con

‘i biblici» ® Liniziata trasmissione dei messaggi inglesi anellemezzoterre dellad'italia radio occupate vaticana, dagli ha trovato un’ampia eco di commossi consensi. Essa continua nel I modo con agli migliore consentito modo migliore uffici ad essa preposti ogni sera fra le 19 e le 10,30.

VITA

ECONOMICA

E FINANZIARIA non si parla di creazione di car tutto dinanali ciòe nemmeno di concistoro se prima Movimento delle socletà per azioni. GII sti costitutivi o modifiativi, |presentati —NO© finlece le guerre. Ma il primo che dalle società per azioni per la pubblicazione —Pio XII terrà, sarà un grande concistoro. ancora da coprire l'importzate po. durante l'anno 1942 totalesono pertanto sta i 13,200,di 36 | 22.813: un Dl anci to vacante dal. Card. La Puma, a —1Prefetto del religioni dove in questi giorni "ils 143 atri, ‘a conquelliun aumento 3.145 presentati di durante confronto in segulto alle dimissioni del titolare, è!” stato nominato sottosegretario un religione Casfisa «pos. VI

"cantÈ,

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L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA

IV

E

CONDIMENTO"


L'ILLUSTRAZIONE Direttore GINO CUCCHETTI

19

p LXX . N. 51 nni 1943 +XXII

IN ALTO: NEL GIORNO ANNIVERSARIO DELLA FIRMA DEL PATTO TRIPARTITO, IL DUCE HA RICEVUTO AL QUARTIER GENERALE L'AMBASCIATORE DEL TERZO REICH, DOTT, RODOLFO RAMN, - IN BASSO: NELLA STESSA OCCASIONE, IL DUCE MA RICEVUTO L'ECC.ZA HIZAKA, AMBASCIATORE DEL TENNO, E IL SUO SEGUITO.


COSCIENZA (PAROLE AGLI UOMINI Si giorni or sono ad un valoroso camerata, che usa oggi la come fino a ierì usò il fucile e la spada, con lo stesso impeto, cioè, penna d'italiano purissimo, queste precise parole : V'è chi afferma come la spada € la penna valgano allo stesso modo per difendere la Patria quando ia

DI PENSIERO)

ciale, bisogna ricondurre questo popolo sulla retta via del pensiero

è dell’azione. S'avvicini una buona volta (è questo il momento propizio) la classe intellettuale

Patria sia in pericolo: ma io reputo questo motto una delle tante figurazioni retoriche e penso

che le mie parole, ad esempio, valgano ben poca cosa di

fronte al sangue e alla vita dati da tanti fratelli w.

Ma mi debbo in certo modo ricredere se Giuseppe Mazzini,

che pure aveva intelletto e cuore per penetrare l'uanimus » delle folle e vangelizzarle nel pro-

fondo delle loro coscienze, in un proclama di molti anni i moti ‘insurrezionali del ‘48, scriveva :« L'inchiostrochedet precede savio vate quanto la spada

del forte: Maometto,

che proferiva queste parole, s'inottrava fra le genti con

la spada in una mano e il Corano nell'altra ».

Ecco perché, sorretto da tal fede, mi son ora deciso Repubblica Fiorentina, oggi più che mai amiamo più dell'anima nostra. i, è vero. Vi son punti

pensiero d'Italia, di questa nostra Italia che, al pari del a parlarvi, uomini di grande Segretario della

tria, per amor delle

di disaccordo in noi, sui quaiî però, per amor di pa-

nostre mamme, sorelle € spose che penano per noi, per amor dei nostri padri, dei nostri figli, dei nostri fratelli caduti, se pure abbiamo l’onorata sventura di averne, io vi prego di non irrigidirvi. Ancora è Mazzini che lancia il suo mònito saggio :« Nelle Discutiamo insieme. rivoluzioni — e nessuno mi negherà che con la guerra aspra e tremenda atto, e non in Italia soltanto, una rivoluzione di popoli,sia oggi più che mai in di caste, di idee, di miti, di economie — nelle rivoluzioni, più che in ogni altra cosa, l'armonia è condizione essenziale del moto », Infatti, quando esistono disparità, sconnessione, disarmonia

fra fi elementi e la tendenza che

ad essi si imprime, soprattutto fra chi dirige e chi ‘segue, non v'è speranza. Discutiamo dunque insieme, sen. sa acrimonie, senza preconcetti, senza anacronistiche, senza soprattutto segreti e men segreti riferimentipregiudiziali al doloroso passato prossimo © lonfano. Sì, è vero. L'opera del tradimento ha provocato

una

scia di miserie, di dubbi, di contrastanti e perniciosi propositi anche nelle più oneste ed illibate coscienze; Sul terreno morale, soprattutto

sul terreno morale, lotte e crisi dello spirito hanno avato esca ad alimentarsi nell'intimo di ogni uomo di pensiero senza ancor trovare, în molti di voi, quello

sbocco luminoso che le conduca a resultati

utili e concreti.

Ma pensate quale fu lo stato di decomposizione in cui dai

traditori si lasciò l’Italia, Tale, per cui l'opera ricostruttiva si presentava quanto mai difficile e complicata. Dovevasi riplasmare l'istituto statale nelle sue norme fondamentali, ridere

ordine alle provincie, alle civiche leggi, rifare organi di polizia, una magistratura, un esercito. Ma soprattutto

ridare una fiducia, una fede alle coscienze del popolo. Dicendo «popolodovevasi » intendo alludere a tutto quanto di buono, di sano, di moralmente e socialmente incorrotto forma ancor oggi la parte operante

viva ed

che finita Italia,

di questa

nostra

calpesta,

straziata,

ma

non

doma

e tutt'altro

Sì, è vero. Lo spirito del popolo italiano è ancor oggi lungi dall'aver recupe-

rato quella serenità di giudizio

che pure lo caratterizzò anche peggiori dell'attuale e lo avviò per un miracolo în momenti del passato di concordia a vittorie insperate. Manca în voi quella

unanimità idee e di propositi che sola conduce alia benefica virilità dell'azione, per cui disorge negli Stati l'impeto indispensa: bile per superare e vincere i più atroci destini.

C'è tuttavia chi, transitando nella triste sera lunare, per le deserte strade delle nostre città colpite, ove s'affacciano — scheletri spettrali — le monche facciate delle case che vi guardano dalle vuote occhiaie delle finestre per dirvi tutte le atroci sofferenze di chi vi morì per entro — donne, vecchi, bambini, malati — c'è ancora chi abbia dubbi sulla inumanità, sulla E c'è tuttavia chi possa mettere in dubbio ancor oggi, a tre perfidia del nemico è giorno în cui. l'Italia fu gettata nel baratro del più orribilemesi e più dall'oscuro tradimento e il suo vero grande Capo,

che l'aveva difesa, beneficata, portata ai più alti gradi della

potenza e del fastigio, trattato

come un volgare malfattore — c'è ancora chi possa mettere în dubbio la viltà, la sconsideratezza, la criminalità detl ‘atto, reso tanto più grave dall’obbrobriosa premeditazione ? C'è ancora chi possa mettere in dubbio la colpa di un re che fugge, di un generale che diserta il ca po e

passa al nemico, di un re e di un generale che al nemico consegnano le armi, la bandiera, la Patria è In

Programma d'azione, o mie. genti cattoliche, e non soltanto di contemplazione è di preghiera che, nel caso della tragica realtà che preme, non è assolutamente

esaminando îl problema della bolscevizzazione del

mondo, sul piano universitario : università italiana, ossia per le

sul punto di rimaner vittima dei salvato dalla Provvidenza di Dio,

€ venne esso così profondamen:

vimento che da lui ‘ha preso ‘origine è divenuto oggi

si oppongono alla bolscevizzazione del mondo

Benito Mussolini significa la speranza che un

intero.

Ancora

più: il nome

di

da questa spaventosa epidemia. Una Universitàgiorno tutta l'Europa sarà guarita italiana che non onorasse per questo titolo il nome di Mussolini e che non cooperasse sotto la sua guido a cheil Fascismo

quella restaurazione

sta operando,

mostrerebbe

di non saver

differenze individuoli, il Fascismo oppone la realtà vivente della Nazione,

in

classi e degli ìndividui si tompongono nel riconoscime nto dei reciproci doveri e diritti, salvaguardati da un più profondo senso di giustizia ». pi

tre mesi vi è stato tutto il tempo

di meditare profondamente su questi fatti, e la meditazione, soprattutto in uomini di pensiero, in profondità deve essersi conclusa. Il giudizio deve

essere scaturito unanime dalla meditazione d'ogni coscienza onesta, senza incrinature; senza dubbi, senza prevenzioni e timori di colpire ingiustamente qualcosa o chi

tuzioni în cui un giorno in buona fede credemmo, Simboliche sia, istituti e istie tradizioni che in buona fede onorammo, glorie che possono ancora proiettar senza conforto, ma dalle quali, nella dura realtà dell'ora, luce nei nostri cuori luce non possiamo attingere per rischiarare le vie del futuro.

E allora? E allora, uomini di pensiero, uomini di coscienza, giovani, meno

giovani e vecchi, uomini di spada ed uomini

di penna, senza

distinzione di tendenze politiche, figli d’Italia accomunati dal sacro vincolo del sangue, del'a razza e

bolscevizzazione del mondo, perché sarebbe miopia considerare il Fascismo entro î confini d'Italia e non vederne l'intensa vita fuori dei nostri confini; e sarebbe ancor più ‘o ato a dire al mondo quella parola di giustizia e di pace di cui it mondo ha bisogno, questa stessa pesipra può essere detta che nella lingua della tradizione cattolica », cioè : it

della lingua, con commosso cuore di fratello vi dico :ognuno nel proprio campo, ognuno secondo le proprie possibilità, operate! Gli esempi di tutte le età e di tutte le nazioni ci avvertono che dove non si propaga il lume dei principîi alle moltitudini,

dove non si trasfonde con la parola la fede, difficilmente si pro-

rompe in un moto energico ed efficace. Operate, dunque,

con la penna, con la parola, comunque vi riesca, perché la Patria, tradita dai pochi, sia restituita integra ai molti, risorga e si salvi. Il rimanere comunque inoperosi, oggi, è viltà, peggio, è crimine e fellonia,

tradito.

che equivale il crimine e la fellonia di chi ierî ha

Bisogna ricondurre questa classe operaia e scontadina, che non è sostanzialmente traviata — come qualcuno vuol far credere — ma momentaneamente

Pope dalla tragicità degli avvenimenti, di cui approfitta

la occulta intossicatrice propaganda dei senza patria — bisogna ricondurre questo popolo, cui tutto diede il Fascismo per il miglior bene materiale, ma d'uopo pur dirlo) assai poco\diede per un miglioramento spirituale, educativo(è nel senso civico e 30-

934

una volta con noi, C'è chi vuol farci credere che l'Italia è perduta. Non V'è una vita in questa Italia caduta che non conosce è vero! la morte? Viverla dunque dobbiamo, uomini dî pensiero, per non morire!

GINO CUCCHETTI


UOMINI

L'Ambasci

E COSE

DEL

GIORNO

dott. Rann, che nei giorni dello Stato.

esultante di fierezza ll giovane legionario si dalla sua mamma che lo abbraccia e lo benedice.

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È


TEATRO E GUERRA NEL ’48 I

triottico degli impresari. 1 crociati lombardi sono richiamati alle armi, Scaramuecia ritorna alla ribalta,

l'inno di Mameli

riecheggia malgrado

gli Spaventi del

suo musicante; e poiché Il Peracchi, capocomico allora popolarissimo, s'arri-

schia a mettere in scena il Don Cesare di Bazan già creato a Parigi dal Lemajtre — il che non aveva impedito che a Torino, con pochissimo riguardo, l'avessero fin allora lasciato recitare dalle marionette — appisudono al Peracchi,

malgrado

qualche

wtrivialità

del dire e del gestire»:

applaudono

Bucciotti « nella sua bionda parrucca inanellata, di cui ogni crine fual giovine

la lenza d'un cuore»; mia soprattutto appiaudono alla Romagnoli, che in una scena ad effetto di

bandiera! mente

ar

macchinosa

baggianata

aveva

trovato

modo

recitando

una

«tragedia

Chi è dunque costui?

di penna

Un

italiana»:

Manca lo stile. Comunque,

d'Italia (e poco

importa

Manca

la misura,

nei suo dramma si parla molto dell'unità

se un tale discorso,

tenuto da un Ambasciatore francese...)

l'Ottaviano

giovine « pieno di fuoco

Però questo fuoco «è una fiaccola più che una lampada».

forma.

di sventolare

Intanto un altro attore, il Boccomini, ha modo di fare più posîtiv:una

dell’italianità

Fregoso del Bertazzi.

a edificazione

degli

Italiani, sia

: motivo per cui Ja fiaccola, agitata in

mezzo a un pubblico combustibile, suscita incendi.

pur facendo Il punto all’autore, gli lesina la fiducia :«JI Bertazzi sil'articolista, farà con lo studio... quando si a buoni ingegni senza disanimarli con brighe, si vedrà chee l'Italia possiede molti scrittori che valgono assai meglio di certi stranieri; coronati d'orpelli

pido a portarne

le notizie delle stesse

Razzette : e Îl palcoscenico era dunque

anche un poco il bollettino politico, severissime, sì, ma talvolta cieche, mezzo,

e di sonagli... . Ricordiamoci, però, il giornale di cui liamo sì chiamava «universale ». Nelle sue colonne,che infatti, si trovano P Spondenze d'ogni parte d'Europa — ove cantavano Tamburini e la Grisi, la vessilliferi di quell'Italia a cui intanto l’Italia politica era costretta a raccomandarsi — e persino artistica dall’America, dov'era esuTadolini e la Montenegro,

lato in quei giorni l'usignuolo svedese Jenny Lind. Da Francoforte, mente, Îl corrispondente fa sapere che wsi

all'improvviso, dagli avvenime:

Vediamo al giorno d'oggi, fra battaglie © rivolgimenti d il teatro su quel mare in tempesta, e,

intenzional-

danno rappresentazioni a beneficiò della flotta futura della Germania n; e da Londra che, malgrado l'abbondanza delle sterline, poca è l'ispirazione drammatica, pochissima quella musicale 1 po vertà naturale d'un paese «ove si mangiano budini gonfiati come bovi, si fa la zuffa dei galli, si portano al mercato

gliando arditamente il filo di qualche

le mogli con la

rico. Però bisognava fare il conto cogli attori.

cogli spettatori, 1 quali — allora — avevano tutti del coraggio. E volevano Edimostrarlo. Non c'erano distattisti, nel quando uno si fosse messo un distintivo, state pur sicuri che non se lo sarebbe tolto. Obbligato a toglierselo, pena la vita, state certi che non l'avrebbe rinnegato. (L'Italia s'è ®ppunto, con degli uomini così fatti. Se Malta e Corsica, che ancora all'unità nazionale, non sono ancora nostre, è perché troppi uomini, mancavano oggi, hanno dimostrato d'essere fatti in un modo diverso. Pazienza. Anche quest'altra parentesi è chiusa). Attori e pubblico, ho detto, avevano sangue nelle vene: e poiché la ribalta era il loro arengo, il loro comizio,

Piazza di San Sepolcro, colà convenivano — lasciamo ancora la parola la alloro poetà — u silente il labbro, parlante il

cor», pronti a trovare in ogni argomento di rappresentaz ione un motivo di fede; 0

un pretesto ad approvare

disapprovare,

oltre quella certa

strofa dell'Alfieri o quel tale gonnellino di danzatrice esotica’ l’idea che adoravano Naturalmente, chi stava dietro le Quinte e tenevao il nemico che il baslott, era un Lo più prudente. Vogliamo lasciare, senz'aliro,

corda al collo (cent'anni fa, in Inghilterra, le donne erano ancora adibite &ai mestieri più opprimenti) e si crede che il Papa sia l'anticristo ». Ecco un paese, conclude il giornale quafantottesco, «ch'è imbestialito dall'oro, e sarà ingentilito dalla musica ». Vana speranza.

Forse perché di musica gli Inglesi, non ne hanno saputo scrivere mai.

MARCO RAMPERTI

UNA

GRANDE

SCRITTRICE

MARIA

FINLANDESE

JOTUNI

,

abborrivano.

la parola al Giornale Universale ? «... Un certo impresario, vedendo che come î principi d'Europa anche gli im-

presari erano abbandonati dai popoli, e andavano failiti, pensò che tanto nelle imprese teatrali come in quelle deiperciò Regni bisognava nazionalizzarsi, per mettere in salvo tanto la corona che Ragione

la cassetta... w

per cui, nella città di Torino,

dopo

un « Caffè Nazionale» veniva inaugurato anche un «Teatro Nazionale»: così tigidamente ispirato, questo, ai fasti della Patria allora rivendicata, «che non si vollero neppure deltà greche nel sipario », ma soltanto lo stellato

della Libertà intorno al capo dell’Italia, e innanzi a costei }o Statuto di Carlo Alberto, « spiegato entro un raggio di sole n!

Quello poi che fossero Je recite, si può immaginare dall’inscenatur a. Nella Lu crezia Borgia, rimessa in cartellone Apposta

Pontefici », tenore

per

e baritono cantàvano

non

so

quale

«richiamo

ai

portando «una coccarda tricolore al pur essa richiamata alle scene « per finiva per cantare all'unisono col pubblico

petto », e nell’Avventura di Scaramuccia,

allusione ai Napoletani»,

il coro

l'Inno di Mameli. Non mancarono al patriottico convegno, naturalmente, / fombardi alla prima Crociata : coloro che, ricorderete, accorrendo «all'invito d'un

Pio», giubilavano « per l'aspro sentier». Ma che accadde?

questo Îl ricordo dei nostri giorni coincide — che avendo Accadde — e in le sorti di Carlo Alberto subito qualche ribasso, qualche spettatore fu obbligato Teatro Nazionale : per cui le tre opere infiammatrici cominciaronoa disertare il a spegnere «i loro fuochi nel gelo della cassetta w. Accadde che lo stesso Inno di Mameli finì per restare

senza coro, e che il suo intervento nello spettacolo « destò per sino la collera del buon Novaro che l'aveva posto

in musica ». Crudeli testimonianze, capisco : ma la verità innanzitutto. La storia autentica, purtroppo, non è tutta quella che si studia nel testi morigerati delle scuole, Ora che pensare di quel cantore che

rinnegava

la propria

ispirazione

artistica

in presenza

di un rovescio politico ?Intellettuali dello stesso calibro; l'Italia ne ha riveduti a doz-

zine tra il 25 luglio e il 9 settembre

1943:

ma è anche vero

che, essendo costoro degli artisti dozzinali, si farà presti perderne la memoria, più ancora di quanto sia avvenuto per il pavido musicista di Goffredo Mameli. Ora

l'impresario (è sempre il Giornale Universale che testimonia) «fu sul punto di mandare al diavolo l'Italia». Se gli stessi intellettuali non dimostra» vano

del carattere,

sdegni

della Nazione

doveva

proprio

averne

lui, che

rappresentava unicamente un baslott? Senonché lo stesso viene a sapere che Carlo Alberto, in grazia del famoso «l’Italia farà da sé », ha rifiutato il soccorso dei che la Francia è «imbronciata » per tale « tracotanza »; Persoldati di Oudinot, e cui il sagace uomo d'affari, «di punto in

bianco»,

confinante,

s'improvvisa francofilo,

La quale, è vero, porta il nome Parigi, e annunzia,

la grossa questione

s'affretta

e, certo di placare gli

a scritturare una

Compagnia

Adler.

strana commedia,

în cui

di un ebreo tedesco, però viene diritta da

fra l’altro, Les deur

allora sorgente

A letteratura finlandese è stata colpita ida un grave lutto: è morta Maria Joteni, geniale, fine scrittrice, che chito con le sue opere — romanzi, drammi e commedie — ls vita culturale della Finlandia. Maria Jotun! studiò all’Università di Helsinki dal 1900 al 1905, ed în questo periodo uscirono le sue prime novelle Suhteita (Liaisons) (1903), che rivelavano una vera tempra di scrittrice. In esse ll tono è fortemente naturalista, un po' pessimista :si tratta di casì di psicologia femminile, ll secondo suo volume di novelle Amore (1907) tratta anch'esso la vita sentimentale delle donne; vn motivo frequente nella sua produzione letteè l'analisi dell'amore deluso; tutte le donne da lei descritte — gli uomini hanno un posto secondario nelle sue novelle — sono donne deluse, ingannate nelle loro aspirazioni sentimentali. Nella sua « Vita quotidiana »(1919) dà una descrizione vivace e giusta della vita primitiva cam. pestre dei contadini delle lontane contrade di Savo, dei loro caratteri. Que30 Nibro è considerato dai criticì come una delle migliori opere di questa scrittrice ecserionalmente profonda e fine. Ma giù nelle sue novelle sl trovava frequentemente il d'alogo così deciso, così espresgiro ed eloquente, che dava al pubblico l'idea che la scrittrice nascondeva un altro talento: quello dell'autrice drammatica. Nel 1910 essa pubblicò la prime «La vecchie cass »,che fu accolta con molta simpatia; la sua commedia « Lacommed'a costola dell’uomo » (1914), vivace, umoristica, fa parte del repertorio permasente del Nazionale Finnico. È originali e disegnate vigorosamente, Teatro di comici progeti di matrimonio e di divorzio, e Pieno di spontaneo umorismo, di luminosa gioia e di profumo campestre. Questa comha assicurato all’astrice un posto: emi‘oro» (1918) è come una farsa

divorces:

del divorzio viene

evocata

in un

lieve sfar-

fallîo di coup'ets! Se Oudinot era rimasto al di }à delle Alpi, Giulio pavido, le varcò. Ma senza fortuna. Innanzitutto, gli spiriti della Adler, impatria -ferVvevano

ancora

generosamente

in petto

ai torinesi,

che

mon

ma il cordoglio aveva tenuto lontani dal teatro della Nazione.

che si spinsero a sentire Les deux

buffonata

già intesa

al Carignano;

divorces,

non stentarono

e quanto

ai couplets,

già il timore,

Quei pochi, poi, a riconoscervi

proprio,

non

una

riu-

scirono a capire come mai un personaggio, nei momenti di disperazione, « dovesse uscirsene con uno sgambetto o una cantatina ». lì pezzo critico dell” ti»

colista,

in proposito,

è graziosamente

spietato : «Quei commedianti,

a

dire it vero, non sono esemplari!... L'impresario ha forse creduto che gli attori di Francia fossero, come i soldati, tutti valorosi. Ma per

far troppo il politicone l’ha sbagliata dimostrando di non sapere condurre le cose del teatro meglio che Carlo Alberto quelle della guerra ». La botta aì « politiconi » è magistrale :e ho'l'im-

pressione, non so, che possa essere trascritta con frutto anche nell'anno Poi le speranze

936

patrie risorgono,

e risorge, non

importa

1943,

dire, lo Spirito pa-

Pubblico nell'ultimo periodo In questo dramma — che si svolge nell'ambiente dl finascimento finlandese, con teatrale. lineamenti — Maria Jotuni tratta us punto di vista psicologico, la lorta delle forzesbakespeariani creative e distruttive sia nei crori. daumasi. sla nelle famiglie e nelle latere mazioni. Parecchi lavori della scrittrice sono stati tradotti in tedesco, În svedese; în' francese è uscita una bella scelta di novelle sotto il titolo « Coeurs de femmes *. presso Îl grande editore finlandese Sòderstràm, nella collezione Cahiers de Finlande. Maria Jotuni è una personalità letteraria molto notevole del nostro tempo. La nature Je aveva dato dei doni di chisrezza di vedute, di sensibilità. "Nola sue opere il ragionamentodivinied dili intelligenza, sì trovano in unione. Fama era membro d'onore tantosentimento della Società dei letteratiarimonica finnici (1930); come anche della Société académique d’histoire Internationale (1931). Tuna la Finlandia piange la perdita di questa grande scrittrice, che ha dato tanto alla vita spirituale del sco popolo, ed avrebbe continuato a dare ehcora.


Per chi arriva dal mare la visione della bianca cell costituisce il primo lentale, ma v'è nel complesso qualcosa di Indifferente e di contempiativo che esprime ll carattere di un

VIAGGIO

IN

(NOSTRO

SERVIZIO

ferroviaria di Ankara è un edificio monumentale attrezzato modernamente; una grande stazione curopea in tutti i sensi, un po' cupa e troppo rumorosa. l due treni principali che vi sostano sono l'u A

A Stazione

letto e ristorante,

che parte dalla stazione di Haydar Pascià sulla riva asiatica del Bosforo e il «Toras Express », treno internazionale che si spinge fino a Bagdad. Molta gente all'arrivo e alla partenza déi treni; molti viaggiatori, molta gente che non accompagna, che attende, che guarda. Tutta gente che guarda. Basta che parte,

l’accento con cui chiamate

Il portabagagli,

il giornale che leggete,

le persone

che salutate, per far capire chi siete. Da quell’istante venite indicato a un'organizzazione di vigilanza che non vi abbandona fino a quando non lasciate la capi-

tale, organizzazione che non fa solo capo alla polizia turca ma che ha diverse

origini e diversi

scopi, a seconda

degli individui

presi

in esame

ORIENTE

DAL MEDIO

CONTRABBANDO natolin Express», grandè treno nazionale con vagoni

TURCHIA

e degli

inte

ressi rappresentati. Il ritorno o la partenza di alcune persone rivela avvenimenti o fornisce indizi di particolare interesse e chi accompagna tali persone, chi le ile im attende, il loro comportamento, costituiscono elementi preziosi per il mancabile osservatore. Un risultato minimo è però sempre garantito : il reca pito che si dà all'autista o la destinazione che si dichiara al conduttore del

PARTICOLARE)

vagone letto, Bilancio dell’« uomo addetto al treno »: tanti tedeschi, italiani, giapponesi, alloggiati nei tali alberghi; tanti stranieri pi e per le tali desti nazioni.

Può darsi, dopo questo primo

rilevamento,

che

se

lasciate

il portafogli

nella tasca del soprabito, a qualcuno cui interes sca di apprendere le vostre generalità, che cosa fate, di dove veniate, che strada abbiate percorso e quanto avete in tasca; dal portiere dell'albergo quello stesso individuo potrà rendersi la came conto con aria distratta delle vostre abitudini e di chi frequentate ; riera potrà informarsi di tutti gli oggetti che avete disposto nella vostra camera

Ma non priva d'interesse

è

mezz'ora

alla stazione

Îl turista più innocuo o per chi sul traffico dei tiche vere e proprie, Molta gente con mire spi

di Ankara

Iticolori passeri arriva dall'oriente,

anche per

non punta molta £

pieni d'intrighi, d'incognite © di sorprese; nell’urto delle dai piccoli molto contrabì ndo, molte dedu: molte notizie, e delle cupidi Da Gerusalemme è arrivato col « Toras Express» un libriccino molto Inte a fila sulla in cui si parla diparecchi person libro un ressante, e s'intitola È di Ann minaccioso. e inquieto del Medio Oriente , Imprimi chemin de la délivrance », Edition « Les Cha: riell. Anna Collet è l'autista d'ordinanza di suo marito, concede interviste sulla sua

coco un tipo di vecchio ontrattazione la

nditore ambulante che presenta

| suoi tessuti portando

il limitato

si svolge in mezzo alla strada. Siamo in un vicolo del Gran Bazar.

937


Vita, tiene conferenze

e raduna

a rapporto i suoi ufficiali. Anna Collet è l'unica donna che par-

sì oscurava veramente al passag-

tecipò alla marcia delle truppe francesi che disertarono dalla Siria per buttarsi nelle braccia de. gli inglesi, Anna Collet scrive dei libri. Si tratta della moglie del generale degaullista, un'irlandese, ex ballerina a Beyrut, Da masco e Aleppo, Sguardo diritto e fiero,che una «hadonnalo che si conviene a un tal marito ». Così la presenta il generale

gio degli uccelli,

pai degli altri tavoli, riconoscendo la maggior parte degli avventori, gente solita, solite compa-

Spears che onora di un;

zione l'opuscolo. L'ultimaprefazio pagina annuncia i capitoli di un secondo volume già in vendita ma di cui non sono riuscito finora a procurarmi una copia, «L'art d'étre l'épouse d'un soldatu, e contiene lettere al generale Dentz, a Rudyard Kipling, a Pierre Loti, Alfred de Vigny, a Churchill, adè dissertazioni sull'amore, lenzio e conversazione» su «si. politica, sul teatro e l’arte, insulla genere, sui circoli. le , | balli e le guarnigioni. religioni Una donna veramente che si addice a un tal uomo.

Ma

ritorniamo

al

gnie,

sa tanto del provinciale

atteggiamenti.

Entra:

giornali siriani a proposito di inspiegabili chiassosi pranzi offerti in loro onore a Beyrut, ma în quel

momento

dal

tavolo

delle

cicogne mi arrivò la parola petrolio e quindi la mia attenzione si rivolse ancora

«Gli

molto

da quella parte.

inglesi

si

preoccupano

dell’oleodotto

ne da Chirkuc

che

provie-

e mi consta

che

nel punto di smistamento fra il ramo che si dirige a Tripoli € quello di Caifa, ad Haditah, cioè

volumetto

Con la stessa retorica e la stessa smanlosa adulazione

soliti

vano in quel momento tre persone qualificate uomini d'affari inglesi, di cui avevano parlato i

che abbiamo per ora in mano. Il tono è svenevole Riante saltuariamente, e tamburegpre retorico. La voceperòdi semDe Gaulle: «...senza essere di Giovanna d'Arco, è quella quella dell'inviato da Dio»,tuttavia co il-ritratto del generale EcCatroux: «Il suo aspetto quello di un guerriero chenonispi-è ra timore. Se nessun altro avesse prima di lui elaborato la teoria dei rapporti tra forza e reli gione, egli l'avrebbe formulata con intellizenza e autorità. Il pe nerale Catroux ha trasformato il suo mestiere di capo militare e di amministratore in sacerdozio...» e avanti di questo tono perché madame Collet è In vena di retorica dolciastra. La fo. tografia allegata ci mostra un uo mo magro, alto, con l'occhio spento. lo sguardo lontano, l'espressione vaga

ancora

in territorio

no giunti

pa.

Presidi

nuovi

iracheno,

rinforzi

so-

di trup-

importanti protegpo-

no pure le dodici stazioni di pom-

paggio della Transgiordania che già erano collegate fra loro con la radio e che oggi ‘sono in diretta comunicazione anche con tutti gli aerodromi. Tuttavia molte notiziè concordano nel segnalare gravi atti di sabotaggio verificatisi negli ùltimi giorni con conseguenze che hanno richiesto immediati invii di manodopera

reclutata nei centri e caricata su

numerosi autocarri. Anche il mag> giore Glubb Pascià è partito per l'interno, sì dice persino che si andato nell’Itak. « Hal mai visto Glubb? » chie.

se l'altro personaggio che ancora non aveva parlato vuotandosi pa-

catamente tre bicchieri di raky. «A Caifa, molto tempo fa Era giunto dal suo accampamento abituale che si trovava in una

con che

località non ben identificata del

spirito

delle mogli d’ufficiali in piccolo presidio, Anna Collet parla del generale sir Mittland Wilson, comandante della IX Armata britannica. che estende i suoi poteri anche sulla Siria. Così etla- serive « Bas veder passare nella via il generale Wilson per essere rassicurati, Seduto alla tavola di un ristorante în mezzo a un pub. blico misto, ha l’aria di scusarsi di essere il più erande e il più potente dei capi di questo paese. La sua statura di gigante sopporta i più gravosi pesi. senza posa e senza lasc'are intravedere segni di sforro Pur avendo l’intera resvonsabilità della situazione militare, pur lavorando Instancabilmente giorno e notte ner il suo Ito Incarico. egli mantiene Îl sor. riso accoeliente e lo seuardo com. piacente di un ospite incantevò. le w. Guardandolo in faccia vi possiamo earantire però che tutto ciò non risulta, È corpulento. un po' impacciato, porta gli occhiali. ha dei baffetti Insienicanti nella fisionomia incolore. Spears, eh Spears è quello della prefazione, quello che «sa tutto comvrendere e tutto perdonare. E compiendo il suo lavoro di artefice della federazione franco-inglese è divenuto in molti mesi il principale bersaglio di tutti i franchi tiratori della propaganda te desca, alla quale sì sono uniti i mercenari di Vichy. Attaccato dai tedeschi, attaccato da una parte dei francesi, incompreso da molti anglosassoni, egli resta tuttavia îrremovibile nel compimento della sua. misione ». Fra ‘tante parole che si ri-

si tratta di mi

gliaia e migliaia di cicogne che hanno percorso centinaia di chilometri : un'invasione come non s'è mai vista... ». Ero capitato vicino a gente che non aveva altro di meglio da raccontarsi che le passeggiate delle cicogne. Mi ricorda allora delle buone norme d’educazione e mi occu-

golfo di Akkabah. altri invece diceva che era ritornato da Damasco e ciò sembrava convalidato

dal fatto che vestiva l'uniforme inelese duino

invece del costume col quale preferisce

strarsi agli indigeni,

denti Li

°]

la ciarliera.

estendevestiti la zona SÌ vedono ancora uomini ni Industri me costituisce un passatempo ar; presso il cimitero che salt sui colti let Corne d'oro.

Ta eni’ gl alfastellano, assordano; un episodio risulta drammatico e vero, un episodio in cui Anna Collet, biografa marito, non inzuppa l'asciurta prosa del soldato nella sua ciarliera eloquenza. di suo notte della fuga dalla Siria per lì Transziord Quando l'allora ‘colonnello ColletNellaaveva ania scelto la via della ribellione al suo Governo, presso la frontiera intimarono l’alt ed egli strinse | pugni. î colante, condusse le lasentinelle La signora, macchina fragorosamente ll capoposto si fece avanti, mise la testa nella vetturafino e alla sbarra, pol Îreno gi colpo, Segui un secco colpo di talloni nel buio impenetrabile. grido .a Presentate le armi! » Dopo qualche minato! silenzio, Mentre l'acceleratore si e, l’attuale generale Collet mancosi « E la prima volta che un abbassava orapidament a morte riceve l'onore delle auci Nell'animo del soldato che aveva sceltocondannat via nuova e una nuova fisionomia fusi, a se Sisonevs 21 Spo paese, quella una del ribelle, la voce di un inferiore nella di notte risollevò un interrogativo 0 forse desena un rimorso. «La Palestina è invasa » Due uomini parlavano curvi su un tavolo del bar di Galata Seray davanti aj bicchieri di raky rannuvolato dal ghiaccio che si scloglieva. Questa frase pronunciata da uno di essi a voce più alta mi fece sedere al tavolo vicino e — a Istanbul non è sconve. nienza né abuso — in posizione da poter ascoltare il discorso. « L'invasione è incominciata da Caifa — continuò senza reticenze quel tale — proveniente dall'Europa e diretta verso il nord. Le colonne a volte si distendevano Caifa a San Giovanni d’Acri, per una da lunghezza Ppari a quella della baia. Il cielo

bemo-

E un uomo

asciutto, di media statura, una cicatrice molto evidente con sotto la mandibola destra. Parla l’afabo perfettamente con inevitabile accento inglese e non sì può escludere che sugli arabi abbia un certo fascino. Si parla di lui come di un nuovo Lawrence... » A questo punto | due ineollarono l'ultimo sorso di rakv-e uscirono. La via di Pera, zeppa di fol.

li trascinava verso Ma non eta più op-

una Jokanta perché ormai era l'o-

ra di cena.

portuno né utile seguirli} Maroiore

Giubb

Abou-Houneick,

Pascià

l'uomo

detto

che

ha

organizzato l'Esercito della Transgiordania, e ha legato il suo nome ai due Corpi speciali, l'Arab Le. gion e il Desert Patrol, destinati

l'uno alla guerra meccani: zata, l’altro alla guerra del deserto. È

arrivato

dopo

în

l'inizio

Transziordania della

guerra

poco

carico

di denaro, che ha disseminato per

tutte le tribù arabe, e ha raccolto

parecchie migliaia di uomini sot-

to il suo comando. Altro non si sa né di lui né dei suci uomini, se non che la situazione siriana chie Sì è fatta sempre più preoc-

cupante e la mancanza di truppe

anglosassoni avrebbero costretto a impiegare per il presidio di aicune contrade della Siria truppe da lui istruite. Ne è derivato un al tro elemento di rancore e di rivotta nella vulcanica Siria.

ARNALDO

CAPPELLINI


TRICENTENARIO

GEROLAMO DIRLA

col Tasso,

cento era «una

la

DI

FRESCOBALDI

Ferrara del Cinque-

delle più nobili città d'Ita-

lia, ornata di tante nobili stirpì e ricca di tanti ornamenti e forse altrettanto per l’arte quanto per la natura ». Di fatto, saggiamen-

te gli Estensi alternavano alle cure di una sagace poli.

tica intesa a dar prestigio al ducato un liberale culto delle arti destinato ad illuminare di magnificenza

la

corte, E se il primato era tenuto dalla poesia, sicuramente seguiva da presso la musica, la quale partico» larmente sotto Ercole Il e Alfonso II, principî intelligenti e non solleticati mossi da sincero amore,

da vanità di mecen: conobbe il periodo di mas-

simo splendore, tal che poche città in Italia e fuorì potevano competere

di grande musicisti

con Ferrara

nell'invidiabile

fama

tro musicale. Basta scorrere l'elenco dei ni e franco-fiamminghi che vi dimo-

rarono, 0 variamente vi esplicarono la propria attività, o soltanto ebbero rapporti indiretti con essa, per comprendere

quanto

elevato

fosse

il tono

della

vita

musicale nella capitale estense e calda la passione di quei principi e di quella società : Anton

Brumel,

Giosquin da Près, Adriano Willaert, Cipriano da Rore, Alessandro Striggio, Giacques de Wert, Niccolò Vicentino, Luzzasco Luzzaschi, via via fino ad Incontrare le due glorie del secolo, Palestrina e Or-

lando di Lasso. Basta ancora por mente a quel sinpolare «Concerto

delle dame » diretto dal Luzzaschi

che fu spettacolo unico in Europa componenti

Lucrezia

e Isabella

e vide fra le sue

Bendidio,

Molza, Anna Guarini, Laura Peperara, tivoglio e Leonora

Sanvitale,

famose

Tarquinia

Vittoria

Ben-

per la beltà e

gli amori e, in grazia almeno della musica,

passate

alla storia come virtuose; e a quel « Gran concerto » organizzato periodicamente a corte che radunava suonatori e cantori eccellenti al punto che lo stesso Cellini, cui tutto di Ferrara era parso detestabile e che pur aveva in uggia la musica, non poté tacer la sua lode per «quelli virtuosi musici che l'adornavano». Basta infine considerare, sulla scorta delle cronache contemporanee, quanta parte doveva avere

la musica nelle sontuose feste che rallegravano lazzi

del

residenze

Paradiso

e di Schifanoia

della Montagnola,

i pa

o le incantevoli

di Belriguardo,

di Bel-

vedere,

In questo clima di rinascimentale felicità nacque, sul declinar del secolo, Gerolamo Frescobaldi Pochi, oscuri e talvolta contraddittori sono gli elementi biografici a noi pervenuti, sì che la sua esisten-

za possiamo immaginare scarsa di avvenimenti

este-

riori e, almeno apparentemente, priva di dolorosi travagli : una tranquilla vita borghese, dove non manca lo scandaletto prematrimoniale, come si definirebbe oggi; ma, più veracemente, un'intensa vita d'artista,

tutta raccolta nel lavoro e ricca di palpito interiore

e di vibrante spiritualità, che si riassume e manife sta nell'opera per nostra fortuna sopravvissuta al tempo e atta a svelarci non solo dell'artista ma dell'uomo stesso la natura e i sentimenti Già ci son ignoti l'origine della famiglia del padre Filippo,

probabilmente

fiorentina,

e il cognome

della

madre Lucrezia, e la data di nascita; e riguardo al luogo preciso, poi, è solamente una supposizione che abbia veduto la luce nella casa dell'allora contrada delle Pettegole, ora 40 di vin Frescobaldi : sappiamo

invece che fu battezzato il 9 settembre 1583.

Della

sua precoce inclinazione alla musica fa fede il Libanori dal quale apprendiamo come «da fanciullo, colla delicatezza della voce in cantare e velocità della mano in sonare, fu stimato un angelo del supremo coro w; e quanto alla sua giovanile educazione arti stica possiamo pensare che dal padre, se era effetti. vamente organista, abbla ricevuto i prim insegnamenti, mentre risulta di sicuro che lo ebbe allievo il Luzzaschi, organista a corte € in Duomo. Sempre al dire vago del Libanori, ancor giovane fu ospite di molte città dell’Italia del nord dove «col suo dolcissimo canto et suavissimo suono... specialmente del claverembolo et organo trasse l'orecchio a sentirlo e le lingue di tutti a lodarlo»; ma occorre arrivare al 1604 per avere notizia controllata del suo primo soggiorno romano quale organista e cantore alla Con gregazione e Accademia anta Cecilia. Tre anni dopo lo troviamo nelle Fiandre, al seguito del nuovo nunzio apostolico mons. Guido Bentivoglio fer farese, Sono anni fecondi di studio e i viaggi gli offrono: il modo di conoscere e meditare le diverse correnti artistiche contemporanee : e se a Ferrara e che visita si espo nelle città dell'Italia settentrionale ne all'influenza del rigoglioso clima veneziano, e a Bruxelles e Anversa entra in contatto con il mondo musicale fammingo nel quale, in uno alla corrente dei virginalisti inglesi, spicca la personalità di Jan Peter Sweelinck, a Roma, tutta inondata ancora della mistica luce sprigionantesi dalla gloria del Pale strina, da appena un decennio morto, non. può sot trarsi alla commozione suscitata dalla universale arte palestriniana e forse s'inebria nel sogno di rinnova» re sull'organo il miracolo della pura vocalità del sublime Pier Luigì Con questa somma di esperienze e con la cosclenza di esser quasi al limite della compiuta maturità artistica, Frescobaldi rientra in Italia. È il 1608. E: cole Pasquini organista della Cappellla Giulia diretta da Francesco Soriano, è licenziato : al suo posto, con dodici voti su quattordici e con lo stipendio di scudi sei mensili, viene eletto «Girolimo » da Fer. rara. In tale ufficio, che integrerà per molti anni con il servizio in casa Aldobrandini prima, da Antonio Barberini poi, rimarrà fino alla morte e da Roma non si muoverà che due volte, con licenza del capitolo di San Pietro. La prima nel "15, quando per intromissione di un cantore pensionato della Cap pella, certo Facconi. e con il miraggio di uno stabile € adeguato assestamento economico tenterà d'occuparsi presso | Gonzaga a Mantova; ma la glaciale accoglienza del duca e il mancato adempimento delle pattulte condizioni lo indurrano all'immediato ritorno. La seconda nel '28 per un lungo soggiorno a Firenze, alla corte del granduca Ferdinando Il, pro

CIVETTA

) ILSECONDO LIBRO DI

TOCCATE- CANZONE

VERSI D:HINNI MAGNIFICAT GAGLIARDE-CORRENTI #— \ETALTRE PARTITE D:INTAVOLATVRA I CIMBALO ETORGANO

DI GIROLAMO FRESCOBALDI

1

ORGANISTA

PIETRO

DI ROMA

ina pagina autografa di Ge tite

939


ra di un'anima illuminata dalla fede e riscaldata dal-

la speranza,

Frescobaldi, nella storia, è uno dei rari fenomeni

di artisti ai quali è serbata la gioia di sentirsi am-

mirato e di essere cnorato dai contemporanei. Agostino

VISO

PA BRVAITTO 7) sai 1 dn denisntào; ep

Fm, TLi

;

A

7

teOh dimuièva a

RISI o

str 4ge pi

degli

È

huomi-

l'organo, tanto che acquistò nome e fama» da essere

stimato «fra i primi organisti del nostro tempo»; è sa profonde sclence, il faut l'entendre è l’improviste

falre des toccades picines de recherches et d’inventions admirables». Fra questo

ne,

e quello ci sta

be-

a tacer della lode dei Giustiniani. Bonini, Guarini, testimonianza del prediletto e devoto discepolo Bartolomeo Grassi, secondo la quale i Ricercari riscuotono «tanto plauso» che in breve tem po sono ristampati tre volte. Un successo editoriale, Si direbbe oggi. Ma, destino degli artisti, non questo le condizioni economiche sono floride. È per lo stesso Grassi che & dice come le composizioni richiedano fatica a crearle e soprattutto danaro a blicarle :e se la lena a scrivere è bastevole, menopubè il danaro necessario a far fronte alle ingenti speselo editoriali. Né dalle probabili strettezze è alleviato quando al ritorno da Firenze l'onorario mensile pli è aumentato di due scudi e per il figlio Domenico ottiene un posto di chierico beneficiato,

#

di

vir Ed

nell'Apparato

il francese André Maugars che, dopo averlo ascolta-

3 Roo ri

nn).

che

to nel 1639 e premesso che giustamente gode grande rinomanza in Europa, scrive che « pour bien juger de

O,

ping

Superbi

ni illustri della città di Ferrara stampato nel 1620 ci parla di lui come di «uomo dé bellissimo talento e di Spirito elevato » il quale «si segnalò non solo nella musica e nella composizione, ma specialmente sul-

7"

E la vita

intima?

Da

disarmare

chiunque

tentato di costruire una biografia romanzata del fosse fertratti a notomizzare il fatto esteriore e a cercare

rarese e da deludere i pigri di mente che nei grandi son

l'aneddoto, beandosene

e trascurando pol d'appro-

fondire l'intima essenza dell'opera. In una lettera del "00 da Roma, forse diretta ad uno di casa Bentivoglio, si lamenta, Frescobaldi, di «una calunnia» e promette

AGI

quia

che sposerà certa Angiola. Ma fa all'amore con Orsola del Pino, romana di intanto lanese, di sette anni più giovane di lui, E padre mi-

siccome da che mondo è mondo si sa come vanno a finire faccende, nessuna meraviglia che gli accada ilcerte 29

ZIO?

e;

maggio

I CAD prata ATE

ce peri L pù dard 05 e

vel rase ne i dornd159, IRA

2

velirene Grtvrest pois 00 ef8phi

.

ri

padre

d'un

bel bambino :

dell'Haberl e del Cametti, Nella notte di domenica 1° marzo 1643, dopo dieci giorni di febbre Gerolamo Frescobaldi

4

belli ULI

si spegneva nella sua abitazione alla salita di Magnanapoli. La salma veniva inumata nella basilica dei SS. XII Apostoli, Se, come abbiam visto, contemporanei circondarono d'unanime consenso i Frescobaldi, più forse soggiogati dalla straordinaria bravura dell'esecutore che consapevoli della futura gloria dell’artefice, altrettanto vero che favore € studio accompagnaronòè

O sven dd D' Veiuraà toa rebiraf ci Ate

slongar BI coli in) fo

1612 di trovarsi

Francesco. L'anno dopo l'unione è regolarizzata matrimonio viene celebrato alla chetichella nella : îl chiesa di Santa Maria in Via alla sola presenza testimoni, due frati del convento. Di li a cinquedeimesi Orsola gli regala una femmina, Maddalena. Segui. fanno altri tre figli: Domenico, Stefano e Caterina. È quanto sappiamo, riguardo alla famiglia, grazie alle diligenti ricerche

HD DI be

108.4) prond È

Il nome e l’opera del grande ferrarese per tutto il Seicento e il primo Settecento. Ed è leggere, Per esempio, che un Bach nel 1714 bello redigesse di propria mano e custodisse copia dei Fiori musicali.

|. Autografo della prefazione al t° libre delle Toccate,

Poi. col volgere

del tempo

e del gusto,

'l’oblio.

Non è da molto che s'è intrapreso ce Il carattere fondamentale ai fini una esatta comprensione dello svolgimento storico dîdella mentale. E in quest'anno che ha segnato musica struil terzo centenario della morte, torna d'attualità il fervido stu. dio di Luigi Ronga, £ convincente condotta al lume di equilibrata e seVera dottrina dell'arte di Frescobaldi e la giustificazione storica €

a ristabilire il valore dell’opera frescobaldiana e a rimetterne in lu-

tratto

fino

quale

all'aprile

non

ci son

del

'34, soggiorno

pervenute

che

intorno

una

notizia

l'organo

ma

al

e due impressioni : Ja notizia è che il 29 maggio Frescobaldi suonò in onore del signor di del 1630 ambasciatore di Francia, e un'impressione è Béthune del dottissimo e raffinatissimo Giovan Battista Doni cuidottrina umanistica fu mossa a sacro sdegno dala quel ferrarese abile

sì nel suonar

fozzo », il quale riponeva

«tutta

«molto

la sua scienza

sul la punta delle dita » e, orrore, non sapeva cosa fosse

la musica enarmonica dei greci (mentre, più probabilmente, sconcertò il freddo circolo fiorentino,

siccome è vero che le sterili elucubrazioni e le lambiccate teorie e le astrazioni dei chiappanuvole sempre

mette in soggezione e confusione la folgorante irresistibile rivelazione di una personalità tutta L'altra impressione è quelfa raccolta dal solitoistinto). Libanori che ci informa come anche a Firenze Frescobaldi sollevasse entusiasmo e fosse, eccettuati « po-

chi invidiosi », amato da tutti,

E. il lungo e tranquillo periodo romano, quello cui Frescobaldi concreta, accanto all'ufficio d'organi-in sta e all'insegnamento privato, l’attività d'artista. circondato da una schiera d’allievi, italiani e stranie-È

ri, che gli fanno onore,

ottenuto presso

primo

quel Froberger che,

un sussidio dalla corte di Vienna, rimane

di lui

quasi

quattro

anni

e

al quale

prin-

cipalmente si deve se non rimane senza echi, l’arte frescobaldiana, nel movimento cembalo-organistico tedesco.

940

Gode della rinomanza

di virtuoso, ch'è fra-

gile

come ogni terrena cosa, ma intanto si prepara la gloria del creatore ch'è immortale.

Ai Madrigali pubblicati ad Anversa e al primo sie edito a Milano, si aggiungono lelibro delle FantaToccate e Par. tite, i Ricercari,

le Canzoni francesi, Capricci, le Arie. E se non tralascia l’opera vocale iprofana ere ligiosa, cui peraltro, anche a non tener

per buono in senso assoluto l'aspro giudizio del Liberati nel 1685 («infelice le»), non

e inetto affatto nella compositione

è commessa

è nelle forme strumentali

la grandezza

della sua

voca-

arte,

e massime sull’organo che la. sua sensibilità lo porta a manifestar si, Frescobaldi si sottrae a mano a mano alla suggestio ne del Rusto strumentale del tempo e all'influss o dei veneziani, fammingh ha l'impronta

tale Intensità spirituale sia rimasto senza effettivadi risonanza nella coabbia rivelato nel

i e inglesi, per rivelare lo stile che dell’originaktà e percorrere le solita-

rie vie universali del genio. Alla

libera fresca e colorita vena ch'erompe dalla inesausta e Vibratile fantasia si unisce e plasma una solida struttura tecnica, Fica d’innovazioni e non scevra , La ma: Rnificenza sonora mai è vacuamentd'arditezze e fine a se stessa € al contrario è ora percossa dal fervore di una profonda e severa spiritualità ora cio di una smagliante sostanziosvivificata dallo slansdegna di accogliere arie di canzonia musicalità, Non e ritmi di danze che salgono dalla strada, propria

potenza

suggerite

dalla

inventiva propria

per fonderli al calore della e rimodellarli nelle forme capacità

espressiva;

ma

quando si abbandona al dolce richiamo del sentimento, religioso, la voce che scaturisce ha il palpito della semplice, serena, dal suo organo umana preghie-

spaziarono bizzarre sulla tast‘era, pi disegni con sprazzi di suono non colorirono amsmagliante, ma si raccolsero

nel breve àmbito di poche note e oscildal ritmo

d'una melodia lontana, non più riudita dai tempi della fanciull ezza... ».

FRANCO

ARMANI


dI NOTA DI TEATRO LO

“ZIO

VANIA,,

ECOV viene lento,

DI

CECOV

da lontano per narrare le sue storie. E viene

a piedi.

Arriva

tere del suo bastone

a noi stanco,

annunziato

dal

bat-

di viandante.

Arriva come un pellegrino che nelle lunghe distanze

annegate

di neve

abbia perduto forse

Il senso

del tempo.

Soltanto, sa che la vita comincia e poi finisce. Fra queste due pa-

rentesi egli sì chiede: « Perché?»; e se una risposta può darsi è

Non importa ». Il teatro di Cecov segna puntualmente in ogni lavoro una rabola. La parabola del viandante che buttato su una sedia

mincia con voce piana, sommessa nî;

un

racconto

capito,

non

paco-

un racconto slegato tutto accen-

inventato.

Appaiono

sperdute nella luce delle nevi o nei profumi

figure

svagate,

delle foreste.

La pa

rabola ascende al vertice massimo e concitato; per un momento Cecov vive veramente una passione, È la passione nell'incendio delle Tre sorelle, nell'asta del Giardino dei ciliegi, nella lite tra Vania e Alessandro in questo Zio Vania, è la passione di Borzòy nello «studio » Sulla

sé: «Non

via

maestra.

Ma

subito

Cecov

sorride

fra

importa, non importa, E, poi, perché?w. Ha una

pausa e la voce ritorna calma. Faticosamente leva; il discorso è ancora baluginante staccato. E se ne va; il battere del bastone

svanisco, tristemente strascicato

di pellegrini;

in lontananza;

va col suo coro

lui stesso coro.

Questo di Cecov è un teatro che cammina solo, monologando forse un. po' ebro. Ecco, quest'umanità che pare sempre cercare qualcosa che non sa. E aspettare qualcosa che non conosce. Dio

creò gli uomini s'alfannano

scorre

ma dimenticò di dire loro un perché.

a trovare

senza

potere

la vita. A volte Dio cerca

più, oramai:

di parlare

Gli uomini

addosso

agli uomini

a loro

per dire

quel perché; ma si.wale di altri uomini e il suo linguaggio si trasforma nelle parole e allora ne risultano di troppo alte che nes-

suno intende o di piane che tutti intendono ma non dicono quel

che Dio scordò di comunicarci. Quando si muore, finalmente, Dio che ci attende alla fime del mondo, ci dice sorridendo, E tutti sor.

ridiamo, finalmente, avendo capito.

L'ultima cecoviana partenza, muove

| fazzoletti d'addio:

è il

mondo che se ne va trascinando con sé la nostra vita, i nostri anni, la nostra giovinezza

I personaggi

perduta

di Cecov

non

fra tante

parole

comunicano

inutili

fra loro;

parlano

ma

non comunicano : fra di essi corre il vento e il tempo che gocciòla eterno dal cielo.

Zio Vania ha dato tutta la vita per Alessandro e ora pensa che, forse, avrebbe potuto lui «essere qualcuno. Uno Schopenhauer,

forse.

Un

Dostoievschi n.

« Ho quarantasette

anni.

Forse

vivrò

sino sessanta ». Ne rimangono tredici: ma che fare, come riempirli questi tredici anni di vita? Tutto è inutile: è il falli mento di una umanità, Quando i popoli sì chiedono perché, il senso più desolante risponde tacito. Il cielo è immobile; gli alberi mutano

le foglie, Sotto quell’albero è stato ucciso un uomo,

fiori nasceranno egualmente;

la vita di ognuno

ma

|

di noi finisce e il

sole sorge tutte le mattine. È sorto prima di noi, sorgerà dopo e allora...

ila Compagnia Torrieri.Carnabuoi che, al Nuovo, ha of». Qui: una scena commedia con | due cnpocomici.

Decoy è sti alla ribalta ferto a un attento pubblico «Zio Va:

Cecov è stanco di camminare e tuttavia riparte : Il suo discorso

riprende più lontano; riapparirà fra qualche altro tempo col suo coro

di personaggi

incatenati

a sé stessi.

Questa

gente

parla

ma

non si risponde; i loro pensieri seguono un filo che si perde e si spezza continuamente. « Siate voi, almeno una volta, nella vita »,

dice zio Vania; ed Elena, pigra infelice che porta faticosamente il peso di una straordinaria bellezza, lo sarà una volta: sul proprio senso di eterna pigra rinunzia

accetterà

di baclare

E le parrà molto, prima, e nulla subito dopo.

il dottore

Parte, poi, col vecchio marito trascinando affaticata il peso de-

gli sguardi degli uomini. ll sangue

scorre

torpido

sarà facile al comunismo

e avvilito

in

questo

di Lenin di rovesciare

mondo;

e così

l'elegante decoro

imperiale. Lenin ha cercato di rispondere con molte parole al

« perché? » di Cecov. Con molti fatti vi ha risposto, poi, Stalin. I popoli trovano dentro di sé quello che una categoria sociale sa imporre. Finché rimangono nell'aria parole, nessuno può dare fagioni; i morbidi ucraini di Cecov aspettano inutilmente; ma passa soltanto il tempo alternando temporali afosi e «tristi rose d'autunno » : questa Russia muore in sordina. Cecov

è un teatro senza parole;

realizzarlo

per le scene

signifi

ca arrivare al fondo di ogni personaggio e giustificario perché lo si intenda, con quello che inopinatamente involontariamente dice

Dalla scena deve correre aria,

e anzi che apparire, i caratteri deb-

bono scomparire, velarsi pudicamente.

Enzo Ferrieri nella regia di

quest'opera ha saputo trovare il giusto mezzo tra la necessità della espressione scenica

e la contenuta

castigatezza

umile dei personag-

gi. E in molti punti dell’opera un'atmosfera tesa e conclusiva si è realizzata perfettamente. Un teatro, questo, che deve essere tutto di nervi e mai di muscoli; tutto di cervello e quasi mai di cuore. Ecco la difficoltà registica di tenere con le dande attori che facilmente sono portati a scendere al Mediterraneo. In questo senso il compito del regista è di concedere e togliere : scaldare a

freddo. Gli scatti di Vania, di Elena, di Astrov sono pensati, escono da dietro la fronte quando

i fumi ebri nascondono

l’interroga-

tivo annichilente del «perché n. Piero Carnabuci nelle piene vesti dello zio Vania ci ha dato la misura

delle sue

possibilità.

Il personaggio

gli è uscito

a tutto

tondo, denso di tutta una vita ristagnata e perduta: alla concessione

che Cecov

fa di sé stesso

zio Vania,

e Carnabuci

esplode nel terzo atto

ha portato

il clima

ad uno

Il declino

ha contenuto

stadio

alto di concitazione. Attore robusto e quadrato ha saputo trovare i toni mediati per una forte delineazione del personaggio. In contrasto con lui Ferdinando Farese, dottor Astrov, uomo

giovane

che ancora

non

sa rinunziare

sui nervi tesi una recitazione puntualmente

e tuttàvia

sente

fatale

sobria e sapientemente

dosata

come

Diana Torrieri nelle difficili vesti della moglie del professore è riuscita a raccogliere

attorno

a sé, nella tensione tutta interna e vissuta di là dai tempi e dalle quinte, la sperduta parte Questa donna che sola accetta per un momento sé stessa quando si concede Il bacio di Astrov, vive in un'atmosfera incantata, sperdendosi nelle vaghe e distanti battute Fare di questi accenti un personaggio è stato il difficile e pienamente assolto compito della Torrieri. Sonia, fu la Nerina Bianchi che, ora concorde dopo. l'impari lotta con Asta nel Picolo Eyolf ha avuto intima sincerità e momenti sicuramente raggiunti. L’Almirante (Niania), la Martini (Maria Vassilievna) il Martini (Alessandro), il De Monticelli (Tiliegin)

hanno definito il quadro corale. Nelle gustose atmosfera.

scene

di Zimelli

lo spettacolo

si è svolto

in una

placida

e pur

vibrante

E seppure molti del pubblico hanno trovato motivo per risa assolutamente gratuite al nudo

candore

di Cecov

non

importa.

Non

è certo

questo

il primo

segno di una deficienza spirituale che troppo spesso esce

e non

sarà

l’ultimo

dalla platea per riversarsi

nelle

piazze. Non ha importanza. Solo, ci dovremo convincere che molte nostre merav innaturali. C'è una logicità che segue gli individui in tutte le loro « manifestazioni

Quelli che risero aspettino.

la direzione volesse

del

teatro

giustificare

con

questo

Certo con mancanza di gusto, ma, forse solo per praticità,

avvicinamenti, trascurabile,

prima

vero?,

ed Zio

eruzione

di manifesti,

poi,

Vania

il prossimo

« superspetta-

con

è parso

colo» di rivista-varietà. Bene. A zio Vania sostituiremo Aldo Rubens, al dottor Astrov Îl canterino Natalino Otto eccetera. Al coro di Cecov, 12 - ballerine - 12. Ecco, aspettate, lo spettacolo da ridere è un altro. Ma fortunati voi che Cecov diverte. Beati vol, vostro sarà il regno dei cieli.

Con Lo zio Vania, mentre

Ricci riprende

falmente

quel Padrone

delle Ferriere mal

-'uscito che si chiama L’avventuriero di Capus, la compagnia Torrieri-Carnabuci ha rimediato,

dopo alcune

recite

del

Piccolo

Eyolf

(di Ibsen,

non

di Nelli-Mangini)

alla scombiì-

natura di politica russa del Tovarisc. Rimedio? Ma no, il programa continua anche dell'unica pur decorosissima concessione preparata per il botteghino,

I manifesti, insegnano dai muri molte cose,

\

ripulita

GILBERTO LOVERSO 941


VISITA

A M

A speculazione propagandistica anglo-americana che aveva strombazzato ai quattro venti che i tesori della Badia

di Montecassino erano stati trasportati in Germania, è

caduta miseramente di fronte al comunicato ufficiale che

annuncia come l'archivio e la biblioteca del famoso nastero, che da secoli sta dritto e fiero sulla sua montagna Movi. vendo oggi tragiche ore di guerra, siano stati in forma solenne, alla presenza di un folto stuolo di sutorità germaniche, italiane © pontificie, consegnati ai Padri Benedettini in Castel Sant'An-

gelo per essere trasportati in luogo sicuro nella Città dei Vaticano. Questi

MONISOGFAM bormsoceTIs.: SURGENOUM

ru Laru i OAparussime

tesori

d'arte

noi avemmo

la fortuna

di vedere e di ammirare qualche mese addietro durante una nostra permanenza di tre giorni a Montecassino, ospiti del Rettore della Badia

stessa, dividendo con quei monaci la loro vita di studi e di preghiere, di serene fatiche del corpo e dello spirito, ubbi-

dienti, anche

noi laici, al duplice

precetto di San Benedetto

PAUSETUR- E: INMOGGESTI SURGANT: (ud MU GRORESTAT

cessarmere

ANT-MOXMX TUTINIGUI CIpresTe ACENOISTID!P

«Ora et labora » chiuso in tre parole: Eravamo giunti al Monastero di notte. In attesa dell'alba ci sedemmo sotto una delle porte che dividono, sulla gettata della grande scalea, Il chiostro dei Benefattori da Quello ‘che, attribuito al Bramante, è abbracciato dalle tre. aeree terrazze della Loggia del Paradiso, nel cielo steso sopra il vicino orizzonte dove la catena dei Monti Aurunci si include in quella dei Lepini. Fantasie pirotecniche di una notte senza luna, vedemmo brillare le palpitanti architetture di argento delle stelle. Il Monastero era addormentato. Solo a noi laici era concesso indu-

IGILIUSAFRA TRIGUSQUI

SUBSEeGu vir QUsTIpsalomiog

PSALTYRIMUEL

© GENDISURIT

in tanta santità, esser profane. Sola nota chiarore di pietre immobili era Il vecchio nera e viva In tanto corvo fedele, padrone tradizionale di queste terrazze supreme, che vegliava su loro mentre il sonno solo amico dei monaci, li teneva ancora chiusi nelle celle In attesa che la campanella dell’alba li chiamasse a Mattutino nella chiesa affrescata da Luca Giordano e negli stalli di uno dei più sontuosi e artistici cori del mondo. E a noi laici, nella libertà di conversare, la conversazione moriva sulle labbra. Mancava alla Badia addormentata il vivo documento dell'eterna sua vita.

PNTERUALLO quo

ESTUTMOO)

CEAMPLIUSDE

meonnocere "

—FRAFRESAONE

a

giare sui deserti loggiati in conversazioni che non sapevano

più,

Mancava a questa

Id

casa Illustre della monacazione l'esemplare vita dei suoi monaci. Dall'orto curato con forbici inaffiatoi al codice rimesso vita con miracolose arti nelle ed sue stinte e cadenti pergamene,a

i

antico manosdritto con rvato ì una pagina del codice o;

10: riproduPaolo Diacono.

‘a conduce da secoli l'assiduo lavoro di questi monaci che solo la preghiera cinque volte al giorno interrom pe. Così sono sorte qui, quotidia namente, dalle preghiere, ondate canore di un vecchio organo il grande respiro delle sue canne, illustre che vive da secoli sono sorte qui, dal canto fermo dei monaci, nella restituzi della musica religiosa, le più one di tutte le neplett limpide e commosse magie del

‘o in quelle

Fiempivano

pia

mamme, f Feprradrssi

cip. quafiuifieb fermang Volete MISTEo ira]

&

No

SER R EAST, pap Aegelano4

voci

© di ritmi di anima, le esaltavano di

accento, le facevano vive di tono ele. Riaco o drammatico con spontanei. tà degli spiriti primitivi lanelle parole essenziali Rifatti alte grandi i prime tutti codesti monaci tradizion sono î musici istintivi ed improvvi di uno dei più grandi ed altisatori spiri tuali che si possano concerti nella casa di Cristo. E quandoudire Lorenzo rosi, che qui inseenò musica al Peseminario, in lontani ritornava conquistata la eloria, Natali all’oren dimenticato della sua giovinezo za none della sua oscurità, il grande compo. sitore, durante le Messe di mezza. notte, improvvisava — sontuosa men. te scialando nella ricchezza stro — sublimi pastorali che i dell’emona ci raccolti nel coro udivano scendere nell'anima riempiendo i loro occhi di lacrime e sulle quali, sando a lor volta, inserivano, improvvi ispirati nel solco dell’ispirazione, le antifone non dell'uso previsto, ma dell’imp revedì bile estro. Ad ogni ora giorno questo monastero bianco, del vecchio tanti secoli, canta dal mistico cuoredi dei suoi monaci neri. Dalla chiesa, dalle cappelle. dalle cripte, dalle sacrestie, dai chiostri giungono vicine, lontane, sommesse, potenti, . le sacre voci. Ogni muro trasmette musica Ogni finestra riceve onde sonore. Si apre ogni porta sopra l'azzurro e sul suono, sicché sembra che azzurro suono sieno tutt'uno e che sopra que-e ste vecchie mura di monastero Îl cielo canti. Poi quando il silenzio de nella notte sopra la Badia, Îlscensilenzio è più che il silenzio.

È, dopo

che.

riesumandole dalle | nelle catacombe, le parole, ma quasi le

In basso: Montecass.ni — Il lavoro manuale, »


(TECASSINO un

primo

ondeggiare

negli

echi

di ancor

vive

risonanze,

il

Silenzio vuoto e solo delle grandi sale in cui si sono or ora

Spente le voci sublimi delle orchestre. Non è il silenzio umano

che fa seguito al rumore e ne è ancora pieno. silenzio divino del mondo

in cui si spegne

È il grande

il celestiale

con-

certo dei suoni, è Ìl grande silenzio attonito del mondo vuoto © di Dio assente. Così, in questa vuota solitudine, uno sgomento

notturno

improvvisamente

stelle. Avremmo

voluto, come

prese

în un incubo di silenzio e di

buio, superare in fretta la notte, ricuperare il giorno ed Il canto, alfrettar galli e campane al risveglio dei monaci, ripo-

polare nel « mattutino » il deserto

mondo

canto, ritornava,

fonò vemaiore crate

noi laici sotto le mute

sul quale

È

dilo abbat0 verocorraa iifanciui faraafpe Prairie O

Dio, nel

Musica celeste e terrestre. della sacra Badia, perfetta armo-

musiche si integrano e sono di questo viver monastico la totale musicalità,

Îl monaco che è maestro delle meravigliose

re dei codici, principe degli incunaboli,

bi-

ci ha mo-

strato nella cripta di San Benedetto, tra le raffigurazioni elementari e schematiche

della scuola di Beuron,

le cinque

virtù

Imposte ai monaci dal fondatore. E più a lungo la sue mano si è fermata sopra una veste la prima volta

« Stabilitas ». Ché il benedettino là dove la sacra cocolla Il deve morire ed esser

sepolto in quell'abito. Sapiente conoscitore di uomini,

a quei

alimentano

spirituali senza

dispersioni

che

pro-

le grandi fedi, ma anche — «ora et laboram — che solo la stabilità conviene alle grandi vite operose ed alle assidue pazienze

feconde,

pazienza,

È la formula

di Buffon:

il genio

fermi

fisico

le inînterortte

i grandi

amori

e le grandi

capace

di ogni

fedeltà

la pazienza

sunto

generano

benedettina,

nella disciplina religiosa,

stretta, da questa

spirituale.

Fepzefto da lo abbate ouero ciafcuno fuo maiore per luneba minima cofa i che modo fcuogliao vo fel

Solo

nella

‘alegeramente chelo animo de qualuncha fuo maioze fiairrato0ucro còmoffo còtra de fe auegna

as-

regola

dio che puocho.incétinente fonza demora tanto lon sep facendo proftrato interra venanze a Reesfuoi_fatiffacei i. perfino a tanto che per

fedeltà al luogo finché la vita duri, da que-

sta immobilità senza distacco, Questi sereni monaci ci di cono gli anni del loro soggiorno in questa Badia. Da quasi quarant'anni Î più

il Padre Priore occupa

anziani

del

pazienza benedettina mandamento

monastero

sono

la sua cella. tra

Da trent'anni

queste

mura.

sceglie, accetta e si ferma.

di stabilità

imposto

dal Santo,

Così

ammas-

sandosi

i giorni gli uni sugli altri senza che la curiosità

del

domani

li conti mai, le tenaci

ter-

imprese,

le fatiche

senza

mine, le grandi opere alle quali forse la vita di un uomo

non

basta;

ma

l'eredità

monastica

raccoglie

fia fanata quela tale comotione.La

la

Così il co-

consente,

l'opera

licomida

fera trouato cfTere otentiofo fia corrcpto fratelo fera

rispon-

eroico

è nata appunto,

a lqualinonugioocbe mo a "

obedifcano li menti privati. tuti _ fuoi ato ci ogni caritateoliciudine.e fc alcuno

in

Il vagabondaggio

di un vagabondaggio

che per quefta unadela obedicitia fonò per andae adio. aduncba di comandamito è lo abbatc.oucro de prepofitichi da fonò coftinuiti.

è lunga

È l'esempio di tutti i grandi costruttori:

una sola idea ed in unico posto,

de di solito al disordine

Chic datoa lo abbuateda turi.ma cuffictiddio fc

obedifcano inficmeli fateli luno a lalt:o . fapiando

San Be-

nedetto sapeva che la stabilità non solo è propizia

fondi raccoglimenti

che

ienti luno a altro. C.lrri. L bene delaobedientia nòfolamente be-dai.

nia della vita esteriore e della vita interiore nella disciplina e nella regola. Le due diverse armoniè si confondono, le due blioteche,

topa;

De

ininter-

Lsempiari versione

la preziosa raccolta di codici che sì 0 ti (Mitano 1493) (Venezia 1500)

rotta e la continua. Così la vita mortale si inanella nell’im mortalità. Così questa Badia di Monte Cassino, questa augusta casa dello spirito, distrutta dai Saraceni, arsa dai Normanni.

saccheggiata dai Francesi, rasa al suolo dai terremoti, divo. rata dalle

fiamme

degli incendi,

risorge

min! e sta, vive la storia e la ferma, nei suol archivii,

attraverso

e dura,

sfida gli uo:

raccoglie e tramanda

la fragilità dell’arte,

l'eternità

del

pesava

con

pensieri,

C'era

attorno

al convento,

quando

mezzogiorno

tutti i’suoi fuochi e i suoi splendori, sopra di esso, uno stridio di cicale che saliva

da tutti gli alberi della montagna

pire di monodia

quel

a riem.

corridoi

del

grandi canti, E pareva che cuelle vane voci fossero le voci degli uo mini inutilmente erranti nel disor.

dine delle vite consumate mete

sempre

differenti

mc Deo aci

a tentare e

pito JOrickcn inregulé fuam,

orizzonti

di continuo spostati davanti ai passi

nd inseguire idee che mutano, fedi che cambiano, illusioni che si rinno. vano, fenici inutili, da ceneri sem-

pre disperse nel vento dei giorni che

passano e non ritornano più. Contro le vuote cicale umane della vita

senza governo, la stabilità di quei monaci

nei loro canti

e nelle

loro

opere, nei loro pensieri e nelle loro discipline, pareva l'esempio millenario della vita che si rinnova e che dura, che conserva e che tramanda,

che

eredita

e che

trasmette,

nella

continuità feconda delle tradizioni, nell’individuale disinteresse della persona per l'interesse collettivo dell'umana catena, nella coerenza ordinata delle leggi e delle gerarchie, nella continuità delle generazioni che si susseguono. E anche la patria de-

gli uomini,

fuori di q

sogno, come la patria

a oggi bi-

di Dio che è

in queste mura, di stabilità nell'amore e nel sacrificio, di benedettine pazienze, di luminose obbedienze, di concatenazione logica di generazioni. Così i monaci di Monte Cassino

conservano

e tramandano

le antiche storie.

da secoli

Così eli Italiani di

questa nuova e vera rinascita, assìduamente stabili al posto ove un altro comando li ha situati. ranno nel secolo e nei

nuova

stori;

RENZO

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BATTAGLIE OFFENSIVE E DIFENSIVE SUL FRONTE ORIENTALE

Una nuova e realizzazione dell'induetria bettica piurimotore formidabil Capace e un ole num 0 della Flak difra trasportar sterminati campiconsiderev di neves pronta

Battaglie offensive @ difensive infuriano su tutto 11 vasti + i granatieri degli mo. settoremono. notevvoli possibiltà 0 un soldatonoratedescopereattento ag

"i Sigante », l'apparecchio * Sotto: una po. mire al prime” segnale d'allarme.


UN

RACCONTO

UNA

DI RENZO

SORTE

BERTONI

TERRENA

ENNE ad aprirmi la porta la serva,

gola allo zerbino sfilacciato dinanzi all’uscio della mia

— Il signore ha detto che fra pochi mi-

— Va bene, aspetto — risposi,

casa,

e al grosso mappamondo

ma so

basta. ora non

tato

dell'anticamera.

a vivere

un'altra

Ora

volta

« Aspettami!»

che mi guardava con tanta antipatia.

Eni

Ricominciare

posso più.

Perché mi ha detto questa parola che non vuol di-

st udio, e subito mi sedetti sul divano

te me? Bisogna non aspettare, invece. la finestra senza fare rumore, scavalcare e Cadendo, terrò le sottane aderenti alle ram-

coperto dal solito panno a tinte rosse. Quindi mi tolsi

perché nessuno possa vederle :

allora scenderanno

E tte le scale di questa casa, dalle case vicine, quelle lontane, uomini e donne, e si curveranno di me. Ci sarà lui in ginocchio, lo aprirò gli oc— Non ti pare che basti? e mormoro ancora fra 4444 Ma sì, i capelli da quel lato erano presso le radici me rabbiosamente la frase. Perché è stato Franz, in chi, e dirò: «Ecco quest'uomo è un vile, Mi ha sechiari come la prima pelurie dei bimbi, e davano a fondo, a indurci a firmare quel malaugurato memodotta, mi ha lasciata. Ma voi perdonategli come io tuttò*il mio viso proprio una espressione di inno- riale di protesta. Lui era stato, E adesso, di fronte gli perdono». E lui diventerà pallido pallido senza al licenziamento, che cosa trova da dire ai suoi compagni di congiura ?Nulla, Che lui «aveva delle preoclato che lasciavano scoperta la guancia e l'orecchio.

I Éii I

biaj

Dil Ù

di Franz nel miei confronti mi iri tanto bisogno, con carezzata. Era provenuta ad aprirmi. l'ufficio ho la seninferiore al mio;

LEE til:spei? EPCLE]

ii

cai

cupazioni veramente serie», Li ecco quello che faceva, se ne lavava

va tutti, le mani. 1

miel compagni di ufficio che cosa diranno fra loro Mi accorgo d'un tratto che qualche cosa di fandamentale mì è venuto a mancare, che tutto per me è diventato improvvisamente inutile. Mi sento stanca è

malata e proprio mi pare di assistere dal di fuori a una scena molto triste fra due persone qualunque. Franz non ha ancora detto niente che possa deludere le mie speranze, ma già mi sento rassegnata. So e. come andrà a finire questa storia, s0 persino che cosa sarà la mia vita tra un'ora. Nessuna speranza al mondo, nessuno nessuno che mì porti aiuto, ma nes-

suno, ma così disperatamente nessuno, La portinala di sull'uscio mi tenderà Il giornale piegato in quattro

scrivanie e ci si passa sul viso il piuLi o s nno le unghie d'una madorso dell’altra per riaccendere il rosso dello

ii

mia esistenza? so bene, mi si accusa di e, Ma non sono riuscita a conservare dentro di me qualche cosa che assomiglia a speranza,

una speranza

di riposo, e di tenerez-

non mi si strugge ancora il cuore al ricordo ita di domenica? C'erano Franz, e Giulia, e Stefano. Il sole era caldo, l'aria dolce, Ben presto Giulia cominciò a cantare una sua canzone, ma così triste. ‘Ricordo che diceva press’a poco: avrò il tuo i, andrò senza lasciare impronta. E pol: non

ar TI

rò più pensieri, addio al cuore. Cogli occhi caduti oblio, morte, o dolce morte, vi. sua voce così acuta, giungeva in trilli, sul vento, to di un'allodola perduta nel cielo. Mi

sali Hi7ui Ì isti;

o}

che sale, si ferma... è Jul.

devono essere già le otdeciso ad andare a ro caro papà. E io lo trascuro, soffre lui a vedermi arrivare a casa

tardi. Che cosa è questa apprensione vaga che provo? Sono qui immobile; mi sembra, come nell'incubo di

certi sogni, che ogni più piccolo movimento del mio corpo potrebbe generare qualche disastro. Purché

e mi chiederà: «come va, signorina?». E lo salirò su su lentamente, su su per le scale di casa, e mi fermerò ad ogni pianerottolo, e mi appoggerò alle rampe di ferro, e mi sentirò finalmente quella che sono. — Povera piccola — mì dice Franz, ecco quello che mi dice. Come io potessi non avvedermi che sono parole sfocate, tanto che egli stesso sente il bisogno di rinforzarne il significato. Ecco, mi passa

una mano dietro il collo, mi solleva la testa, mi bacia sulla bocca,

Rimango con gli occhi aperti, so bene che il mio

viso non manifesta nessun turbamento, — Ti ho fatto del male, nevvero? — SI scosta un poco come se l'essermi vicino potesse ravvivargli i rimorsi. Poi, scuotendosi, mi chiede: — E dimmi:

che cosa

l'ufficio? — —

dicono di me

quelli del-

Non gli rispondo, ed allora egli sente Il bisogno di difendersi a voce alta:

— lo, in fondo, quello che per loro potevo fare

l'ho fatto, e ben volentieri. Se le cose fossero andate secondo | comuni progetti, tutti avrebbero trovato Îl loro tornaconto. Del resto la prima vittima di tutto questo sono io, mi pare... Si alza in piedi, e' si dà a passeggiare per la stan-

za. Ha le mani dietro la schiena e ie batte tratto tratto l'una coll'altra nervosamente. Finge di non Forse

pensa:

«La

ragazza,

potessi

tro-

varle un altro Impiego, me la terrei volentieri ». Si volta verso di me, e mi chiede:

dice: « voglio ton tu sia Mega come DESO

Franz si mostri buono con me... Lui viene, e mi

— lo lo domando a te, Che cosa dovrei fare secondo te? Domani sarà diverso, ma oggi non posso

a

fare

vera.

Via i pensieri

questa

le, pen-

Li di quà! In ufficio non tornerai più, né in

un altro... ».

Un rumore di chiavi, il suo passo nel corridoio,

poî il suo sorriso. Volesse Iddio! Franz mi è vicino, mi bacia una mano sul dorso e sulla palma, si siede

me. Quel bacio alla mano — un gesto così

compîto e strano dopo tanta intimità —

mi sembra

nulla

Le monachine salgono quassù, e con le mani bianche spalanca il soffitto. Allora un fascio di luce limpida

scende dal cielo e le campane suonano tutte insieme

nell'ora della serà, «È morta alle otto e mezza » diranno. E Franz? Franz è un vile. È la più abbietta Dio, che voglia di piangere, Andare a casa e dire

al papà: «mi hanno licenziata anche da questo impiego ».

Poi curvare la testa. La mano del babbo

sulla testa, la voce del babbo che chiede : « perché?

ma perché?» così sordamente, così vuota e incerta. Allora alzare il viso, © dire: « Papà, capiscimi dun-

que. Quella gente crede di poter pretendere qualunque cosa da una ragazza ». Allora piangere lenta-

mente con dei singhiozzi lievi, uguali uguali. La voce del babbo che dice : «povera Lilli, povera la mia bambina ». Un giorno, ormai lontano, papà serrandomi sul cuo-

re le stesso parole mi aveva mormorato, così dolce e convulso : «ah Lilli, povera, ma povera, ma povera bambina mia». Al mare era stato, d'estate, era un giorno meraviglioso, strano... un cielo tutto azzurro © argento ove Îl vento adunava qua e là qualche nu-

vola lieve; il mare si sollevava in ondate lente e basse. C'era nell'aria qualche cosa di insolito, qualche cosa di indefinito come quelle appassionate melodie inespresse che approdano talvolta ai nostri orec-

Niente. —

— Diranno che la colpa di tutto è mia, non è vero?

guardarmi.

città, e le bambine cantano in coro coi ceri accesi

di cera spargono | gigli sul divano, per terra, c si

per

nessuno.

Nemmeno

per

te a cul...

lo sai che bene te n'ho sempre voluto... —

Si ode in quel momento suonare il campanello d'en-

trata. Rimaniamo entrambi col respiro sospeso finché

la domestica viene a battere con un tocco guardingo

alla porta e ad annunciare

la visita di un amico

Franz. Dice alla cameriera : — Fallo passare in sala da pranzo. Poi, volgendosi a me:

di

chi, nel sonno...

Ed jo ero fuori, nella pineta, con

Enrico. La prima volta con un uomo.

Sul fare della

notte riapparvi a casa. Ricordo che avevo le guancie di fuoco,

e mi mordevo

le labbra

per non

piangere

di stanchezza, ed entrando passai davanti a mio padre senza una parola. L'angoscia che doveva averlo serrato fino a quel punto gli impedì di proferire paro-

la; mi si avvicinò soltanto, mi prese il volto fra le

mani, imprimendovi su un grosso bacio, e se ne andò.

Jo mi lasciai cadere a terra in un corridoio oscuro na:

scondendo

Il viso fra le braccia.

« Lasciami stare!»

gridal, e non dissi altro. Ma il babbo mi portò del whisky. Non so come, ricordo perfino che dopo avere bevuto d’un fiato, presi a ridere pazzamente, e poi gridavo : «l’ho fatto... l'ho fatto...», e cantavo quella assurda nenia

che dice :«Fa freddo pensare alla vita — meno freddo pensare alla morte...», e il babbo «Liliana!»

tuonò, Liliana, non più Lilli, ma poi, ma poi, così accoratamente «Lilli, Lilli, povera bambina mia», e riversavo il capo sul suo petto, ed egli sordamente remeva.

«Enrico?»

È la notte

mi domandò.

era così quieta, non

« Enrico » risposi. si udiva un suono.

«Vado da lui» disse papà, e uscì fuori, Appena in |

tempo feci a rincorrerlo, ad aggrapparmi al suo braccio, lo supplicavo di restare, mi trascinò con sé.

sempre così squisitamente distinto :Dio, come sono

— In pochi minuti me la sbrigo. Aspettami. SI odono le sue scarpe scrocchiare ad ogni passo

con l’uomo e con me stessa. — Piccola, ti ho fatto aspettare? — Fraz: ha‘unavoce quasi,dadonna. pel ee pe

sul pavimento. Col pugni chiusi mi tappo le orecchie

ma che giungessimo alla villetta dove Enrico abitava <ol padre infermo nei mesi d'estate, era già l'una di notte, e faceva buio pesto. Al momento di arrivare lo cominciavo a sperare in cuor mio di non trovare

Giulia :«con gli occhi caduti in oblio, morte, o dolce

« Chi

siderio di morire.

me.

‘basta quel gesto perché mi senta

role chiare, precise e senza pentimenti.

pacificata

É magro, con

una testa ben squadrata, ha gli occhi tra il grigio e

l’azzurro, le labbra lunghe e carnose, la fronte spesNon ride quasi mai.

so

— Lo sai che mi dispiace che venga la Teresa ad aprirmi? — dico. È ù — E tu sai, 0 dovresti sapere, che in questi giorni

ho delle preoccupazioni veramente serie — dice Franz

a. dunque, Franz: — Dimmi dunque : che così avete saputo di nuovo là dentro?

per non sentire. Ed ora che sono sola mi accorgodi essere veramente sola e disperata. E in questa solitudine, subito, ritornano le parole della canzone di morte, vieni», Subito, più forte di ogni altro pensiero, mi prende, irragionevole e smanioso, un deDella

morte

un'immagine

liare e pulita... ; facile il morire come

fami-

stendere

un

braccio e prendere con le mani un oggetto vicino e

senza peso.

Mi guardo intorno — la tappezzeria a rigoni rossi e neri orlati d'un filo d’oro, la grata di ferro a un mobile, una miniatura antica incorniciata di legno nero — e di tutto provo uno stupore doloroso ed enorme. Altre case ho guardato così dalla soglia un’ultima volta. Ogni volta ho ripensato con un nodo alla

«Dovrà sposarti — ripeteva — dovrà sposarti ». Pri-

Enrico,

Mio padre bussò alla porta. Una voce gridò:

« Michele Barbieri ». « Che cosa volete? »

Era il vecchio. «Vedere Enrico Dossena », Entrammo. In fondo c’era una porta da cui trapelava un luMio padre avanzò,

io mi fermai nelle tenebre.

Ma vedevo il vecchio : era a letto, tranquillo sui suoi guanciali, a guardarlo si sarebbe detto che nulla di lui viveva tranne gli occhi. Era una cosa strana trovarsi là, davanti a quei due vecchi. «Sedetevi — disse il vecchio Dossena. — Che bisogno avete di

vedere mio figlio? — Papà si scusò, e affermò di dovergli dire qualche cosa che non ammetteva indugi.

«Volete che gli riferisca io quanto avete da dirgli?» chiese Dossena, « Ciò che io devo dire a vostro figlio

945


ORGANIZZAZIONE TEDESCA AL LAVORO ITALIANO

è cosa affatto personale». «fo sono suo padre», «fo

sono il padre di Liliana, e la sua sola difesa. Intendo vedere vostro figlio». Il vecchio sorrise: era un sorriso strano, una specie di Dossena sogghigno dolce. «Non potete mai dire dove possa essere Enrico, quei benedetto ragazzo — disse. — Voi penserete che jo voglia difenderlo, ma avete torto; può sbrigarsela da sé». « Vostro figlio è Enrico — gridò mio padre. — Io lo so». Il vecchio ci qua lanciò una strana occhiata, «Voi entrate

in casa

mia come

ladri, di

notte — disse, — e mi accusate anche « Vostro figlio non ha avuto pietà della di mentire? » mia bambina né di me; per questo io ho bisogno di vederlo ». Alfine Dossena

disse : « Non comprendo;

ha commesso

una bricconata? » Papà rispose : «O egli la sposa, o vi giuro davanti a Dio che lo ammazzo! », Il vecchio Dossena parve riflettere, restando sempre sui guanciali, pol disse: « Voi non conoscete immobile Enrico; mi dispiace per voi, e mi dispiace per vostra figlia; ma voi non conoscete

Enrico». «Mi dispiace — mormorò mio padre — egli ha sedotto la mia bambina, e gli darò io la sua punizione ». « La sua punizione! gridò allora il vecchio Dossena. — La sua punizione! Non si ricevono punizioni nella mia famiglia!» «Signor Giuseppe Dossena! Com'è vero che sono qui, voi e vostro figlio avrete di Diotw Il vecchio Dossena sorrise, il vostro castigo « Signor Michele Barbieri, sia come vuol essere; ma come è vero ch'io giaccio qui, su Questo letto, noi non l'avremo da voi!» «Non voletè*dirmi dov'è vostro figlio? I! vecchio Dossena non batté palpebra. « No, — ri. spose ed ora potete andarvene. a letto, solo, tutte le notti, vecchio Io me ne sto qui, come sono, con le gambe inservibili, e con la casa aperta così che qualsiasi mascalzone può entrare... abbia paura di voi?» Quel vecchio! Credete che io L'ho sempre in mente: a settant'anni là, solo, su Quel letto!... E allora lo uscii dall'oscurità, e chi, e gridavo: «Sì sì, papà, miegliposise trane i due vecva, e mi abbandona, lo so, lo so» con voce disperata, Sperata davvero senza speranza mai più. così di«Sì, sì, babbo, lasciagli fare ciò vuole, non me ne importa, non me ne importa cheniente!» A prenderti... »« No, no — gridavo «Lo costringerò — non metterò. Egli è libero di fare ciò che gli te lo perpiace. Egli

ten. rnendo loro ogni conforto ma. sin che prestino opera in Italia che in controllati rafie che qui pubbiiohia. sodd

è libero... ve io dico a tutti a tutti... libero!» Papà fece un movimento,

come se tutta la

sua vita fosse crollata... « Così, così, bambina mia... » balbettava, e mi prese per una mano; e uscimmo. A casa andai in cucina, e mi posi a mangiare pane e formaggio Ruardando nel vuoto. Pensate che io lo amassi, Enrico? Nessuno si sposa senza tutto senza amore, voglio dire. amore, no? Non del Ma vedete, io avevo bisogno di essere libera, egli diceva che m'avrebbe preso con sé... Ah. provo pietà per questa semplice storia di don-

na, che proprio è la mia storia Povera Lilli! Ma sì, Il papà ancora mi dirà così: «povera Lilli», Implora, impreca, mi bacia «Mia è la colpa di tutto che non sono riuscito a far niente per i miei figli... Mia, mia, mia, che ho sciupato tutta la vita per arFivare a questo punto, ah, a questo bel punto!...» Il papà è vecchio e curvo. Mentre mi stringe tra le braccia si vede spuntare dai Romiti rotti della sua giacca Il bianco della fodera. Il solito moschettone d'oro spezzato pende dall'ulti mo occhiello del’ suo panciotto, Ora dovrò girare, incominciare a chieder lavoro. Una dopo l’altra tutte le porte della città. O se il capo

ufficio si commovesse e mi lasciasse sl mio posto?... Ora mi alzo, ed esco. Non

ho più niente da dire qui dentro. Se Franz osasse toccarmi mi sentirebbero fin dalla strada, Di là dalla porta dello studio, il suono di risate e di voci. Poi il rumore della porta sbattuta, Franz rientra,

ha già l'aria svagata.

mia cara gattina.

Va bene così?...

«Ecco fatto» dice; e torna a sedermisi accanto sul divano, mi posa una mano sulla spalla — Ascoltami, Lilli. non devi preoccuparti di nulla. Un posto per Tu te lo troveremo senza diff coltà. Volevo dire che non importano le difficoltà € che riusciremo presto a mettere tranquilla questa Una

Rattina

che tanto di respirare anche ora.., respirarla Seguo Îl muovere di Quella mano e ne provo una noia fisica, come un incubo di Quella mano, quel balbettio che vuole dormiveglia. denti che ora mi appaiono Rialli esser vezzoso, quei e contorti... « perché non mi muovo piacerebbe

tutta...

dunque? muoverò, Basterà che scosti » Forse più tardi mi un momento Îl viso; è un gesto che

non costa fatica. Ma ora un’abitu: dine — un bisogno di andare fino in fondo alla chia cerimonia mi tiene legata, mi fa chiudere vecgli occhi, mi socchiude le labbra, come se io stessa avessi desiderato, cercato Quelle carezze, E invece lo vorrei morire, vorrei Proprio morire. E Franz ha fitrovato il suo tono felice, quella sua voce scanzo. nata, burlesca, così effimera, così leggera. Appoggia il capo contro il mio viso, e mi mormora all'orecchio

quel'e parole, Dio, so bene quali parole. le palpebre chiuse.

Ha anch'egli

Morire, morire! Ma di chi

mi stringono? Ma è vita, è sono queste braccia che vivere Questo ? Morte,

ah,

favolosa,

dolcissima morte, non vieni? Morte, 0 dolce morte, ti attendo, perché perché non vieni?

946

RENZO

BERTONI


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[FUSETTO[PoWEROST IRA&CA]PuMWuN |ScOWET TREDICI[LAINO |Levi [tino L'ILLUSTRAZIONE. ITALIANA


CALCIATORI (PER

A

MODO

RIPOSO

DI

te dell'ufficio legale di una grande casa di automo-

subito

che

la sua attività di capomastro.

perdiana

tare che anche

sta-

con

in cui era

un

se

lo vedevano

la sua

«pivello» e faceva la prima divisione:

brava

come

solo, con

qualche

anno

etichette

al tempo

spalle

e molte

sulla valigetta, etichette che allora non c'erano. È così che sono nate le «squadre dei bar», del bar

Vittoria

: ed-altro

non

erano

che

E dunque

le

Quella del bar Lucio, cioè di Meazza, che sta dimorappresentativa

milanese,

o

meglio

fanno

qualcosuccia

o quasi,

nominati

dire che

i calciatori

che

vive

molto

vicino

agli ambienti

presto,

ufficiali,

Pare infatti che la

Federazione abbia in animo di richiedere alle sòcietà di riorganizzare le squadre, allo scopo di far

disputare tornei regionali,

Si parla,

per esempio. di

un torneo, fra il Torino, la Juventus, l'Ambrosiana © Îl Milano... Sì parla anche di un torneo ligure...

Sì parla? Buon segno!

strando i propri talenti di organizzatore, è una vera propria

i non

erroneo,

Questo «riposo » cesserà

squadre radunate a Milano intorno a Meazza, a Torino intorno a Gallea e a Borel, e così di seguito. ©

a un

sono a riposo, Il loro potrebbe essere meglio deflnito,.. riposo operoso. E. a quanto s'ode dire da rente

1

rossi del bar Lucio, i verdi del bar Trionfale, i bianconeri

gestisce

per aiutare la barca.

se ci

arrivare

E la domenica

di più sulle

mano

di San Michele

Cominelli

negozio di cappelli a Bergamo. Mancano alcuni nomi, naturalmente — sempre i campionissimi... — ma si può essere ugualmente soddisfatti. Senza con-

da parecchio i pagamenti,

ci stava,

val...

valigetta,

dà una

Extra, suo paese natale. Antonini ha ripreso in pafte

rello ». E quello, che magari le tirava verdi perché rispondeva

Milani, la grande rivela-

scorso,

dell'anno

suo padre nel negozio di salumeria

DIRE...)

le società hanno smesso

bili. Caimo fa il mediatore,

zione nerazzurra

CASALB.

lom-

barda, © mette in vetrina | nomi di autentiche celebrità : Reguzzoni, Monza, Todeschini, Campatelli, Candiani, Arcari e lo steso Meazza, tornato al ruolo di mezz'ala per lasciare quello di centravanti al giovane bresciano Gel, che ricorderete buon titolare

dello

stesso

ruolo

della

Fiorentina.

La squadra di Gallea era press'a

poco il due volte

scudettato Torino (pol l'intera squadra granata s'è ricostituita sotto l'egida della Fiat); quella di Borel era formata in prevalenza da Juventini, ora radunati col nome della « Cisitalia w, Poi c'è Il «Ba-

saluzzo » mai cettacolo di mezza garolo » — anche si basa su uomini

sentito nominare prima... —.risquadra del Genova; c'è il «Fruquesto di nuova noblîtà. che del Liguria, del Napoli, della Ju-

ventus, e che ha in porta Perucchetti, quello stesso Perucchetti che avevo trovato, due mesi or sono,

in mezzo al prato dell'Arena, dove s'era recato a

vedere gli effetti delle bombe. fra squadroni e squadrette, la lista potrebbe continuare per un bel poco. Ma credo che l'elenco sia sufficiente

Fra queste squadre si svolgono partite frequenti,

Due mesi fa. Perucchetti, portiere e allenatore, in atteggiamento sconsolato sul prato dell'Arena a Milano,

dove non s'assiste, di consueto, a contese serrate, come al tempo in cui erano in palio | due punti della classifica e il miraggio dello scudetto. In compenso, però, c'è io spettacolo da buongustai di un giuoco quasi sempre brillante e vivace, Evidentemente, ora

che sono essi stessi gli impresari, | calciatori si sono convinti

QUEST'EPOCA,

gli anni

scorsi,

il cam-

pionato era già bell'e iniziato, La domeni ca, si faceva colazione un po più presto degli altri giorni: pol, infilato un maglione fra giacca e camicia, per via di quel freddo

birbone

che penetrava

fin nelle ossa

mezz'ora di permanenza

dopo neanche

sui gradini dello stadio, s'an-

dava alla partita. E durante la settimana si faceva un gran chiosare su questa e su quella vicenda del campionato : Tizio è in forma, Caio è un giocatore sciupato

all'ala

e rendèrebbe

vanti, alla tal squadrà

meglio

non s’addice

come

centra

il «sistema »

Era un piccolo mondo, che viveva una « sua

vita.

Calciatori,

non passavano

dirigenti, massaggiatori,

sportivi che

una giornata senza fare una capatina

in società o in quel bar del centro che, la domenica sera, all’ora dei risultati, era così zeppo di gente che

i camerieri dovevano urlare per farsi strada. Tutta gente che ti gridava festosamente il suo saluto, ma

gari da un marciapiede zie,

ti chiedeva

un

all'altro.

giudizio

ti dava

delle noti-

(rabbuiandosi

se

non

coincideva col proprio, inespresso...), ti sussurrava in un orecchio — pregandoti di non scriverlo sul giornale — che il giocatore Tale aveva una bega con la società

aveva

ed era

quello

il. vero

motivo

per cui non

giocato l’ultima partita...

della necessità

vuol dire lavorare in proprio.

Ma, naturalmente, tuttavia danno buoni...

sonerì

milanisti

sulle spalle, ultimo

Quando

re

e se ne va. proprio sembrava

che tutto stesse per passare definitivamente ai ricordi è comparso qualcuno di quei calciatori che vanno per la maggiore: cì si è messo di buona voglia — bisognava pur farè qualche cosa per risolvere il problema dell’esistenza — ed ha radunato intorno a sé

commercio

e perfino

alle

arti. Todeschini, il mediocentro del Milano, figlio di dedicato, seguendo le orme paterne (sebbene su strada diversa), alla scultura. A-

va troppo sovente del ru-

vora in una impresa di au-

pare abbia in animo di dar-

si, come

Imprenditore,

lo stesso lavoro.

al.

Rossetti,

zione

appendicite,

sta

tita in provincia.

fo — mai lasciato anche nei « bei tempi » — in una grande industria milanese.

na volontà,

tutto un lavoro di organizzazione.

A un certo punto

che mancava

si tiravano

E si

di squadre le somme

qualche uomo:

e

un'ala

sinistra o, putacaso, un terzino destro. Allora si scriveva al Tizio e al Caio, e gli si dice « Noi facciamo

Tu

qualche

ci stai?

Ci

partita

sarà

per

tirare

avanti

da guadagnare

la baracca.

qualche

solda-

Pai si

pita di andare a fargli vi-

un gruppo di compagni, per organizzare qualche parè giunti, poco alla volta, alla formazione

d p>

veva un suo studio, che a dire il vero non echeggia-

con-

ci si accorgeva

e

more dei colpi di scalpello. Ebbene, ora, se vi ca-

rossonero,

organiche,

non

un ben noto pittore, s'era

ll portiere

È cominciato, da parte di questo qualcuno di buo-

gremite

"4 ecco allora i calciatori attendere a mille diverse occupazioni : dalle professioni ai mestieri, al

totrasporti. ll bizzarrissimo Cappello, che è a Padova,

dei calciatori.

a scalee

bastano a risolvere del tutto i problemi d'ogni glorno. Eppoi, anche per chi ha qualcosina da parte, l’ozio è sempre un po’ pesante, tanto più che le delle compagnie di sportivi, di cui Îl campione era il fulcro, s! sono, una alla volta, disciolte.

dio. Poi ti batte una manata Il mondo

nelle

queste partite domenicali, che dividendi a Milano, di re

s'è svolto

sita, è facile che Jo trovia. te con le mani impiastricciate di materia plastica. E gli altri? Toppan la-

davi a passare il pomeriggio della domenica allo sta-

anche

Eh, che cosa

cente, l’incontro fra la squadra di Meazza e i ros-

Ora, incontri la stessa gente: ti saluta ugualmente, ma senza calore. E, prima di lasciarti, ti chiede se ti ricordi dei bei tempi in cul, consumata in fretta la colazione e infilato il rituale maglione, an-

siduo di un’esuberante cordialità.

di dar vita,

competizioni cosiddette amichevoli, ad uno spetta» colo che Invogli Il pubblico a ritornare.

valescente per una operadi

per riprendere il suo lavo.

Il terzino nerazzurro Giroti, che si è laureato in medicina, è stato nominato as-

sistente presso l'ospedale di Cuggiono. L'occhialuto dot-

tore in legge Frossi fa par-

je «Quando

torneranno | bei tempi del campionato nazionale?»

947


DOVE

NASCE

LA

BIONDA FOGLIA Una piantagione dell'istituto per il Tabacco a Drama, A de stra: foglie di tabacco sulla banchina di un porto bulgare



LA GALLERIA ITALIANA D'ARTE ENTAMENTE,

come l'agonizzante che contende alla morte minuto per minuto il suo diritto di esitenza, Milano risorge. Le case straziate, i cumuli di mace. lo

Tie,

sgomento

degli avvenimenti

or

abbiamo

Il mondo, nulla riesce Il senso distintivo di ripresa. Così

giorni

della Galleria

sono

a fiaccare

Italiana d'Arte.

veduto

Esempio

che travolgono

nella

nostra

aprirsi

città

i battenti

per gli scettici,

incitamento per i tardivi, All'ombra della Madonnina è in via Agnello, 12 — gli ampi locali offronola Galleria al pubblico e agli ar tisti il conforto di un

Salone d'esposizione.

piccolo tempio Iiluminata a giorno da grandi vetrate, dell'arte. la Galleria dispone di due saloni adibiti alle Mostre : uno vastissimo al quale si accede direttamente dall'entrata, per il «colore l'al. tro per il «bianco e nero», Entrambi vasti e ariosi dove la pittura trova Ja voluta atmosfera con luci ben distribuite € appropriate. Con

una

mostra

di sei pittori contempor

anei, Mario Bettinelli, Bruno Lattuada, Emilio Parma, Pina Sacconaghi, Dante Trombin, G. B. Zaccaria, la Galleria è stata inau-

Rurata il 5 corrente.

La Mostra, che si è chiusa il giorno

15, è stata coronata da successo. La circolare emanata dalla Direzione gli intendimenti artistici della Galleria; all'apertura, rivela «Non programmi rivoluzionari, si legge in Questa, non tendenze: l'arte che è una manifestaz pregiudizi sterili di ione eminentemente sociale, non può essere disgiunta da tutti gli altri elementi di vita, L'arte non Può essere intesa come un capriccio : è invece l'espressione irraggiamento

appassionata dell'ideale della vita universale.

dell'uma-

di un popolo, «In questo senso la nostra Galleria auspica Ja serena

lorizzazione

della sana

e vera

arte

pittorica.

va-

Per questo

saranno accolti fra noi giovani ed anziani, ma giovani veramente meritevoli, in possesso di basi sicure e dotati di innegabile temperamento artistico, loro parola autorevole ed ammonitrcd anziani che dicano la ice. « Noi auspichiamo una Pittura che riveli un orienta-

mento artistico chiaro, sincero e italiano, siano pure arditi i risultati, ma la pittura

cademica,

non

se

tema

di essere

giudicata

ac-

per arte accademi intendiamo arte ispirata @ ordine e armonia. Nient'altro cachiediamo , e, per il resto, libera, così tecnicam

ente come spiritualmente, di seguire l'indirizzo più consono al temperamento dell'artista. Si vorrebbe ritornare così ad un'arte che dovrà sopravvivere, come rivivono oggi dopo secoli e secoli le o-

Fitrovo per artisti con annessi gii utici.

« Ecco perché, pur trovandoci attualme nte avvolti

ma di guerra, noi vogliamo dell'arte, che in un domani

fin d'ora

affrontare

in cliil tema

gente necessità per noi stessi, non lontano diventerà di urper il mondo esterno, e per la giola futura della nostra Patria.

Solo così nel prossimo decennio la pittura potrà segnare, nei traguardi dell’arte ita liana, una tappa importante » Nazionali sono dunque, oltre che artistici, gli intenti Questa Galleria. Di quella di Nazionalità che Assurta a non può non trovare riscontr o in ogni italiano., Più jdeale sopra difatti la circolare accenni «L'Italia si trova ad una tale e decisiva svolta della fasua storia, Fermenti di animano Ja vita politica, rinascita mente intatto ed inalienabile militare, economica, Assolut è però il glorioso passato tistico del nostro Paese; a che ha posto l'Italia in è quel livello di artistica civiltà primissimo piano nella storia dell'arte mondiale, che-ha fatto

artisti più grandi così della di lei la culla nei soci degli pittura, come della scultura della poesia, della musica. Le tragiche giornate presenti,

La Galleria continua Appena iniziata. Il 16

dunque

fiduciosa la sua missio ne la volta della Mostra

corrente sarà personale del pittore Luigi Zago. Ci

auguriamo che anche questa Scuota il consenso

Luigi Zago da Villafranca: Piccol

950

rsena (Bellagio).

del

come

Ja precedente

Pubblico e che la Galleria. d'Arte possa essere Verame per la rinascita della nostra nte un trampolino pittura.

LYDIA

DE

ri-

Italiana

lancio SANTIS


GLI

AMANTI Romanzo

IXIX

di

sE tbeeg]apposta per accompagnarci soli e sconfitti sulla soglia

GRUDELI

BRUNO

CORRA

— Come puoi esser certo — obbiettò Vittoria, con l'accento sveglio di chi esprime un'idea azzeccata in un barlume di veggenza — di non lasciarti dietro qualcosa che viva dopo di te? E che cosa? Gli articoli? I saggi? Polvere.

— Il tuo libro. È fallito? E nato morto? Bene, se tu vivessi, tutto finirebbe Jì. Ma pensa al valore che la tua opera sbagliata potrebbe acquistare

i qua una barchetta a fondo piatto legata ad un

piolo al lungava contro la spiaggia nel filo della corrente. Via via che lo sguardo finiva d'assuefarsi al buio, scorgevano più distintamente a una cinquantina di da loro lacalata per la quale carrette e barocci potevano raggiungere quel

del greto, un cammino per risalire alla strada assai più comodo del sen-

sul quale prima s'erano arrischiati. Tutti due avvertirono nel medesimo ite la presenza là in fondo di un ironico agguato : sarebbe stato grottesco

alla buffoneria esser scesi per il sentiero difficile ammantati in una stupenda posa di morituri, e risalire pochi minuti dopo comodi comodi per la stra-

dopo la tua

morte, Ecco il libro incompleto di Giulio Cammarese, lo scrittore che ha voluto

morire con la donna che glielo aveva ispirato! — Vittoria, Vittoria! Perché, perché? E intendeva, perché me lo dici, perché mi additi questa via, non vedi che se ci metto piede non mi fermo più, non senti che mi spingi giù per uria china

di ghiaccio, di specchio? Inginocchiato sulla terra fradicia al piedi di Vittoria, le scoccava sul dorso delle mani sulle dita sulle palme lievi baci smarriti, trepi-

danti, e mormorava ; =

Hai ragione,

scompare

hai ragione,

forse questa è la verità, se vivo tutto di me

se muoio qualcosa rimane.

Il bronzo dei due amanti ripescati dall’Arno sarebbe venuto in seguito, ma l'idea che prima avrebbe allettato Andreina sarebbe stata indubbiamente quella

Giulio, la barca.

Ho avuto lo stesso pensiero. — Fa acqua, vedi?

di pubblicare il romanzo,

aggiungendo

ed

avrebbe

=

diverse stesure del racconto, ia prima piena di Vittoria, la seconda dominata

un poscritto.

Andreina

ai due lunghi frammenti

subito

riconosciuto

una

prefazione

la possibilità

di varare

fruttuosamente Il cattivo romanzo sotto la veste del documento umano, Le due

Prendo i, occorrono, Una spinta e la corrente ci porta, tenuta a posto dal fianco

da Andreina, guardate dal punto di vista di un lettore che procedesse di pagina

sedettero sul bordo dell'imbarcazione, dal legno umido la vibrazione della cor-

capolavoro, e che l'amante del romanzo era veramente esistita e aveva seguito

Giulio sciolse dal piolo la cordicella. Ma la barchetta,

insabbiato e dai fluido premere del fiume, non s'iccorgeva d'essere libera. Si

rente si propagava ai loro corpi. — Qualche minuto ancora,

— Credo che non si soffra,

E pol...

— Siamo due. Ci aiuteremo a essere implacabili con noi stessi. Seng ci siamo amati come în questi minuti terribili.

Avevano bisogno di molte parole : troppe, perché Il proposito di morire potesromantica

necessaria

passione, e tanto meglio si garantivano

a concludere

la loro bugiarda

dal pericolo d'incappare

per

davvero

mella sciagura stupida del suicidio, Lo sbocciare di un ricordo maligno prolettò în fronte a Giwio i titolacci letti nella cronaca del « Fieramosca » Il pomeriggio che lui e Andreina erano andati

la prima volta a casa

di Alda:

« Amore

e morte — La sartina e lo zingaro — La fuga nella notte — Il cadavere in Arno — Disgrazia o delitto?». s — Giulio, io t'ho fatto molto male.

— No, cara. Tu mi hai salvato, tu salvi il mio orgogiio e la mia dignità. Se

io avessì

più lentamente che mi manca

l'ingegno necessario

a reallz-

zare i miei sogni d'artista, forse mi sarel rassegnato a una vita indegna di me. Tu sei stata l'elemento risolutivo della mia vita. — —

Dunque, tu muori per colpa mia. Perché dici colpa? lo direi per merito tuo, Come per merito mio tu sfug-

gi a una decadenza umiliante, ti salvi dal tradire te stessa.

— È vero. Ma come spieghi che io provo anche ora questo bisogno cieco,

primitivo, di confessarmi colpevole e di chiederti perdono? E che vorrei tanto

tanto che tu mi assecondassi, anche sc la mia richiesta è assurda?

lo sì, t'ho fatta soffrire. Vorrei inginocchiarmi davanti a te. — Grazie. Ci siamo perdonati, Non c'è senso, è vero. Ma è come pregare,

per chi non sa pregare, A un tratto, una grande serenità, Anche tu, Giulio?

7 Anch'io. o Un singhiozzo? Si, ma timido, spento. Giulio si rimproverò di non averla Trenata prima. Ancora qualche battuta di dialogo patetico e Vittoria sarebbe scoppiata a piangere. La più elementare prudenza consigliava d'evitare un attacco di comi

Giulio Camma-

ubblico il libro postumo del marito infedele con una prefa-

le che avrebbe potuto, chi sapeva mai?, incendiare la bugia

con una fiammata di sincerità, sforzare i fatti nel senso di uno scioglimento — Che si dirà di noi, domani? — Una bufera di curiosità attorno all’enigma della nostra scomparsa. — Ne parleranno i giornali,

si sarebbe

composta

nel suo

insieme

1

la narra-

fortunati equivoci che talvolta aiutano un ingegno mediocre a introdursi di sop-

piatto nel paradiso della gloria —

Innegabilmente, è la verità. Devo morire perché il mio nome viva. Morire

qui, con

te, in queste

precise

circostanze,

bilità d'evasione o di dilazione.

Una

passo. La sentenza è inesorabile.

— Sarebbe bello se poi ci scoprissero vicini, uniti. — Ci legheremo i polsi con quella corda. Ma Giulio si guardò bene dal far seguire alla sua proposta l'atto di raccoglier

la corda. I suoi pensieri lo allontanavano rapidamente da Vittoria, mentre quel-

li di lei, lo indovinava, facevano altrettanto da parte loro, lanciati in una direPer lui, ben presto ebbe forza d'attra-

zione soltanto l'idea di Andreina. Né al momento in cui l'aveva udita narrare, né ora a rammentarla, la storia dell'abortita infedeltà di sua moglie, gli aveva

Non

ho scampo,

non

esiste

possi-

logica di ferro mi ha condotto a questo

La nostra

mo condannati a morte,

volontà non ha più importanza,

Sia-

=— Vediamo. Discutiamone tra noi. Se invece accadesse... Ora toccava

a lei di far macchina

indietro, di dar mano

lienti dei se e dei forse. Ma Giulio non l'ascoltava.

alle cautele

emol-

Era morto, si poneva

da-

vanti al libro stampato, lo-giudicava a nervosi assalti d'acume critico, provava

la resistenza delle parti che sapeva più deboli, si chiedeva con un'angoscia che da un istante all'altro sì sarebbe mutata gli fosse lecito di bussare con

faria, Guardato

dall'oltretomba

quell'opera

in giola o in disperazione se davvero in mano

il libro resisteva

alla porta della storia iette-

all'indagine,

patetica sincerità s'effondeva dalla prosa dello scrittore

un

scomparso,

profumo

di

e dove la

forza dell'arte più sì rivelava impari all'altezza del compito là interveniva in soccorso del capitolo o della pagina pericolante l'interesse autobiografico del rac-

conto, là assommava la figura dell'uomo Cammarese con la sua dolorosa nobiltà suggellata nella morte, Sarebbe bastato che un critico influente trovasse

il fatto

suo in un'interpretazione celebrativa del «caso Cammarese », perché il romanzo

due volte scritto è rimasto incompiuto diventasse una specie di classico, un ritratto dell'antico e sempre

nuovo

dramma

spirituale dell'artista

realtà e con la propria fantasia. — Addio, Vittoria. Vicini vicini. Noi due, noi due.

in lotta con la

— Sì, si. Un minuto, solo un minuto.

— Alzati. Guai a indugiare.

Sì, sì. Un momento, un momento.

Ho bisogno di questa chiarezza. Presto. Non devo lasciarla consumare. — Mezzo minuto, ti prego. : Tenendola abbracciata egli la traeva, riluttante, verso il ciglio dell’acqua. Un'accorata determinazione, una dura pietà di se stesso, pulsavano nella sua voce rotta, esaltavano le sue mosse

— Domattina qualcuno verrà qui e non troverà la barca.

zione che tagliava fuori la sua persona.

con sagace freddezza d'occhio e di polso,

delle quali

zione considerata a distanza e illuminata dai fatti, avrebbero potuto costituire una rara curiosità d’arte e di vita, uno di quegli straordinari casi umani nei quali la cronaca e la storia passandosi vicino s’impigiiano l'una nell'altra, uno di quei

se armarsi di una forza imperativa. Quante più parole dicevano, tanto più assascena

în pagina sapendo che l'autore s'era ucciso per

varie parti insomma

tornare indietro.

la grande

aver scritto un

e che era la moglie di questo fenomenale

rese a presentare

zione simile a un'autopsia praticata

È provato che non si patisce.

— Mi dà una gran pace pensare che ci siamo già distaccati dalla vita e non

poravano

punirsi di non

nella morte l'artista,

impazienti.

L'acqua

aveva

lo stesso colore

della riva fangosa. Dal buio pallido di fosforescenza avanzava striata di lunghe vibrazioni, aggomitolandosi ad ogni poco nella felina mollezza di un risucchio. — Ci corichiamo nella barca, Giulio.

— No, avanti, ora che siamo decisi. — Voglio, voglio, ma non così. — Abbandonati, chiudi gli occhi. — —

Legata a te, non voglio esser separata da te. Non c’è tempo.

— Prima baciami, Giulio, baciami. L'abbraccio ebbe, sull'orlo della corrente che sciacquando veniva

a lambire

e ora la

loro piedi, una violenza torbida, l’impeto di una reciproca sopraffazione. Egli le accerchiava le spalle e con le mani scottanti le sosteneva la nuca, lei teneva

romanzo. È nemmeno se pensava alla vita di Andreina dopo un suo ipotetico annegamento, riusciva ad accostarle volti e atti d'uomini che potessero comunque ferire e smuovere la sua restia sensibilità coniugale.

serrato al proprio petto Îl suo petto con le braccia sotto le sue ascelle, a bergli

destato in petto il più blando

impulso di gelosia.

L'aveva

ascoltata,

ricordava, preoccupato solo di sé, pesto e dolorante, sepolto sotto le rovine del

_

mia mamma

sospirò Vittoria —

il mio unico

rimorso

è il dolore

che do alla mia mamma. 5 — Per me, soffro soprattutto di non lasciarmi dietro nulla che possa far vivere nel tempo il mio nome d'artista. A ai Si figurava Andreina dopo la sua morte, la vita di Andreina vedova di Giulio il colpo dell’avCammarese. La conosceva abbastanza per prevedere che sotto d'eccezione, contegno. un costruirsi saputo avrebbe venimento tragico Andreina trasformando il clamore scandalistico sollevato dalla morte del marito in tanta celebrità per la sua persona e la sua arte. Superata la crisi della prima emozione,

avrebbe messo a frutto il suo dramma coniugale con tutta la caparbia ingegnosità di cui era capace. Non sarebbe passato molto tempo, che in un'esposizione d’arte si sarebbe veduto un bronzo dal titolo « Gli amanti suicidi», firmato da Andreina Cammarese.

col bacio insieme col respiro la volontà di morire. — Siamo stati molto molto felici. — Immerisàmente. — E allora? —

Era

Non parlare.

L'ultimo nostro bacio.

Più forte.

Da soffrire. Da gridare.

sicura di vincere. Le loro braccia, i loro ginocchi, le loro bocche, sì

parlavano un' linguaggio di vita. Sentiva che in Giulio il desiderio incominciava a disperdere la cattiva esaltazione destata dal miraggio

morte chiassosa la fama letteraria.

di conquistarsi

— Ah, come potremmo esser felici ancora!

— E poi? Pensa, cara. E poi?

— Morire. Ma in un luogo più bello, in una maniera meglio scelta, — Non è più possibile. n

— Tu lo desideri. Lo desideri quanto me.

con una


— Sì. Ma non cedo. È tutta la mia vita che mi comanda di non indietre = Ti amo, ti amo, ggiare. Peggio, Nel mescolarsi della

sensualità con la disperazione là da ogni rispetto di sé, Giulio trovò, di la via — No, Giulio, no, non volevo,di un pianto sfrenato, infantile, se le lei piangeva. La voglia d'amoretu piangi, se ti sento piangere... si scioglieva in compassione scuotimento dei singhiozzi e in bontà. dava una nuova dolcezza ai loro abbraccio. La voce di Giulio velata dalle lacrime aveva un suono i

di un ragazzo gracile, malaticcio, infelice.

ile, era la voce

— Tutta la mia vita mi proibisce di fare un passo indietro, non solo da quando mi conosci, prima, sai, a vent'anni, a quindici anni, pre, il mio sogno la mia giovane, sempre, semambizione, un artista, uno scrittore, Avevano l'acqua caviglie. Le scarpe erano dii piombo, facevan corpo con la mota viscida, che

al fume,

siittando Strato

su strato li poi rtava in fuori, li consegnava Piccolo passo compiuto volontariamente quel ‘subdolo sdrue-

Ad

pe avesse ridotti in quello lungo il tetto s'imbatterono soltanto in un omino che

— Hai torto

notte,

! Il vuoto. Più leggero di così |, mi pare...

era forte, era grande.

mano che l'acqua saliva, cresceva sino al polpaccio, amato ?

leva

uta con una simile intensità, 0 all'amore come la morte. la pronna guancia sulla

guancia di Jui, « Caro bambino sava, «non ti lascerò morir solo. mio», penria ti è vicina ». Un piede la tradi,Piccolo mio non aver paura, che la tua Vittosi torse scivolando, affondò in una sottana s’incollava alle gambe, buca. La ne impacciava i movimenti. La forza del fiume Pasi sparso di gialle faville si spiegava

dinanzi ai loro occhi forva e potente, all'altezza dei ginocchi con golosi gorgoglii, mulinando montava labile dal fondo cedevole, K — Ti adoro. E tu? — Sono felice, se tu sei felice, = Il nostro libro vivrà, il nostro Îl Hbro, il libro, il libro. Vedeva libro, caplsci ? le riviste, i giornali letterari, d'informazione, pieni del suo i quotidiani Saggi critici, documentazioni articoli di terza pagina. Tutte nome, biografiche, le relazioni cuiturali

frusciav:

€ fredda —

Giulio, dimmi che mi ami,

letterarie giornalistiche &

politiche di casa Santorini mobilitat

e per alutare il libro. Il decine di copie nelle vetrine di tutte le librerie d’Italia, Anche volume esposto a Rettata con una famelica bramosia Alda si sarebbe di pubblicità sulla dei chiarimenti,

delle messe a d'esser legato a una parentela punto, delle polemiche. di scrittori e di scrittrici. Ingrid fatto pubblicare il libro in

Successo europeo, mondiale Avanti, fiume echeggiava l'applauso, della

zata d'ingegno e gloria, — Tienimi forte.

Non ci siamo mai mentiti,

si rovesciò

da un lato. Tenendosi

stretti con

con l'altro senza riusci:e a innestare nell'acqua veloce un efficiente tentativo di nuovo. Fu la mano di Giulio ad afferrarsi ma a un sostegno, per pri-

= Aggrappati a me, Coraggio, = Non posso. Non ho più forza, — Qui c'è meno acqua, — Pazzi. Eravamo impazziti,siamo salvi, Esausti caddero dentro la barca, La dall’ostacol

sulla cinquantina,

lui aveva

tarchiato,

finito di far

maniche di camicia grembiule Una ragnatela di sonno, era lo io di verità solare, qui spento © ammuffito nella luce era troppo alta. Non so come ci siamo potuti infangare — Un temporalaccio. Aspettat e, signorina, la stessa, unta e morbida. Stefano pungeva Vittoria con o Ernesto? L'indovineilo un'insolita urgenza, stabilire l'identità stesso identico individuo,

— Solo una grande passione può

Vacillando lottavano con l'acqua finire così, che schiumava oramai presso la cintola, Vittoria perdette il fondo col piede,

maniera

gresso e la scala appena

palandrana nera panciotto chiaro e giorno ben sveglio in grosse scarpe cheDifacevan risonare il vesti-

- Uniti per sempre.

— Il nostro amore era vero, vorò, —

sponda

Vittoria si strinse nelle spalle, E gli chiese Piuttosto, per pulito, qualche salvietta, sé, un asciugamani

levarsi di dosso un avanti, e un cencio per lèperscarpe infangate, ché

maniera di muoversi nel i, © la medesima Vittoria incontrando il portiere durante il giorno 0 rientrando alla d'aver da fare con Ernesto Oppure con Stefano, di sera non era mai sicura

Giulio, addio.

— Addio, Vittoria.

» diguazzavano

graziosa. Troppo bella per essere improvvisata. Scomita venen do in qua sotto |'‘acqua, vero. Ma mi accorgo d’averla giocata male. -— Dal giorno che ci siamo rivisti nello studi io d’Andreina questi sono minuti nei quali possiamo parlarci sincera } primi mente, — Quanto tempo, quanta sere quel che siamo. Parla, fatica, per liberarci dalla falsità che c'impediva d’es.. Ma Vittoria non si spiegò, spiegati. Giulio non conobbe quelle che sue prime parole sincere, perché o state le lo sportello che era socchiusosarebber trovato nell'uscire, si aprì. come l'avevano Era il portiere di notte, — Avevo sentito — si scusò — Ti saluto — disse Vittoria, — parlare dietro il portone. —> Buona notte — le rispose Giulio, Il portiere poi osservò : 7,,Potevo dare un ombrello al signore,

dietro gli orecchi e nella suo fratello si dividevano di portiere di notte, faccia larga e stolida

Germania,

un bri

corrente disturbata e deviata lungo la investito Îl vecchio canotto in Pian piano ‘con la prua vernice, doveva esser il fondo sc

domandava, E contemporaneamente «Emesto 0 Stefano? Stefano 0 Ernesto ?»,

, aveva

issò per qualche

istante,

Ma l’altro con l'asclugamani buttato sul braccio, la guarda‘

bia della sua

lati, un poco perché il Joro peso aggravava un poco a causa dell’acqua che scolava dai loro vestiti. Spandeva per i loro corpi pigiati nello scarso spazio tra i di

Il

-

di tutte ie nostre fatti compiuti, cia-

3 «Non

da una delizia

tenzione sui battiti del cuore man mano più regolari.

portone all'ascensore, ia guida d’umido . Il quesito che balscrivania, veniva risolto la carbonizzati nel caminetto. con ‘era scordata -di spegnere Ja Andò fiam-

senza più una stella, © pensava che la prefazione e con le due stesure del Tomanzo avrebbe potuto verle lui, fingendo appunto seriche tutto il libro fosse opera di un immaginario da prima

isolate e improvvisamente fitte e picchiare il legno di grandine. Il canotto mosso asonoro gioco » ora puntando la prua alla riva e poppa, ora facendo. centro sulla descrivendo il mezzo circolo con la prua. Lo scafo baloc-

brusio monotono,

correni

la

del flume

notte sotto il guanciale.

la foce lontana, nel nuvolosa, h il suo cappello diverso Paglia e il cappellino di VI

adagio si riscaldava, il naul di un semicupio tiepido.

Non importa —

disse Giulio, tirandosi su rotto e snervato

dal bagno. — Questo è un avvenimento che avrà un gran peso nella nostra vita. Ne sconteremo l'influsso a distanza.

— Sì — gli fece eco Vittoria, con la voce affinata dalla lima stridula di risatina. — Agirà su di noi come una la Risalirono il declivio scavalcando luna sul vino nuovo. portava alla strada batterono forte i monticelli di sabbia, su per la calata che î piedi per far schizzare l’acqua di piene le scarpe. cui eran Vittoria aveva perduto il cappello, la luce del primo fanale versò un chiarore spiritico sulla sua faccia bianca e bagnata sotto una cuffia di capelli

sgocciolanti.

— Scusami se rido, , ma sei talmente buffo. Sembri l’èrgasto che ‘a iiezzanella cella la donna gettata nel' fumelanovent'ann

notte si. vede compai rire

con la pietra al collo,

952

i prima

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sensi dell'art. 13 della legge ‘26-10-1940 n. 1543, € dell'art. 1 del decreto 16-12-1940 n, 1957, le domande in duplice esemplare, corredate del consueti documenti, e delle polizze rilasciate dal Monte di Pietà. Le domande vanno presentate all'Ufficio Di strettuale delle Imposte Dirette nel caso che l'ammontare dell'indennizzo richiesto non superi le 20.000 lire, e all'Intendenza di Finanza intutti gli altri casi nei quali la indennità richiesta sia superiore a det somma. Secondo le istruzioni impartite al l'latendenza di Finanza, sì può assicurare che alle dette domande, specialmente 4 quelle di piccola entità, sarà dato corso con la massima sollecitudine possibile, e semplificando, ove del caso, la procedura di liquidazione. Rimborso del Buoni del Tesoro 1943. |ì Ministero delle Finanze ha comunicato che in data 15 dicembre 1943 scadono | Buoni del Tesoro novennali serie H e | in base al decreto 20 novembre 10: 1838. 1 Buoni stessi cesseranno di frut: tare gli iriteressi dal 15 dicembre detto e il‘ rimborso al possessori di tali Buoni da parte delle Sezioni di Tesoreria provinciali sarà effettuato alla pari, cioè per l'ammon tare corrispondente del capitale nominale da essì rappresentati. ll Governo Fascista Repubblicano mani festa in tal modo il fermo intendimento di tener fede agli impegni finanziari dello Stato e di non trascurare la tutela dei ri

La Cipro K spersate bilmente fine sitirma di preparazione, aderire è n devsrrade cal vino im made pertesto e pr siede inaltre ua deliretanme profumo

sparmistori italiani.

RASSEGNA

FEMMINILE

L|

CONSIGLI PRATICI PER LE MASSAIE Come

si lavano le sete. Saper rinfresci

€ pulire abiti e biancheria di seta bianca 0 colorata, senza deteriorare |l primitivo splendore del tessuto, è un dovere che in questi tempi difficili ogni donna deve cono. acere ed applicare con la massima Si prendano due cucchiaiate di una

numerose polveri che sostituiscono il sa fione e che si trovano In commercio ovun que, si sciolgano in poca acqua fredda fino ad ottenerne ui pastetta. Vi si aggiun no due litri di acqua calda, non bollente, ed un mezzo cucchisio di ammoniaca. Do po aver mescolato per bene con, un be stoncino pulito, vi si immerga l’indumento di seta

e Jo si rimuova

sovente,

con

BAALEDEDE La aus

cura. delle

lnsi

ALOOR

Î EE NTA

stenza, afregando leggermente nelle parti più sporehe, fino a che non divenga tutto uniformemente pulito. A questo punto lo si immerga a più riprese in una vaschetta d'acqua limpida tiepida e infine lo siri sclacqui in abbondante acqua fredda. Non si strizzi l'indumento così lavato, ma lo avvolga in un pasno bianco pulito per «l cunì minuti, pol lo si stenda in luogo asciutto. La stiratura andrà eseguita dal ro vesclo, con molta lentezza e precauzione, prima che il capo sis completamente # aclutto, Ove occorra, servirsi dello stira maniche imbottito o di un cuscinetto di forma adatta che al terrà ben saldo con la sinletra, mentre con la destra si passerà un piccolo ferro su ogni piega 0 curva della manica da stirare. Prima di ripiegare e riporre l’indumento, serà opportuno ap penderio in luogo arioso per qualche mi nuto. Modo di rimettere a nuovo | vecchi ri ceml. | ricami dorati e argentati che per ll tempo © per l'uso si fossero coperti di una oscura patina che li avesse come an nebbieti di fuliggine, si puliranno apargen dovi sopra della mollica di pane raffermo previamente scalata in un tegame. Si spal. merà la mollica stroploclandola energica: mente con la palma della mano sopra tutto lì lavoro ben su un tavolo; indi si ricoprirà ll tutto con degli asciugamani paliti. Dopo qualche tempo si rivolterà le stoffa e la si batterà dal rovescio, ma leg germente, con un battipaani 0 con una ver ghetta, € sl spazzolerà per bene la parte ricamate. Finalmente, con un pennello, si spalmerà un leggero strato di colla o di amido dililti, sopra ll rovescio del ricamo e si lascerà asciugare tenendo sempre ben disteso ll lavoro per evitarne le grinze Riscaldamento economico. Questa « ricet » che ha qualche secolo di vita, ma che fu scordata persino dalle nostre savie non nette che ebbero invece Îl culto dello seal dino, torna oggi di grande attualità ‘e op portunità. Si possono scaldare letti e lo cali mediante vna scatola di ferro 0 di stagno dove no stati messi uno 0 più pezzi di calce viva previamente tuffati in acqua fredda. Si chiuderà ermeticamente la minuti dopo non sarà più ta terà. JI ca lore che da questo rudimentale scaldino si aprigiona è dolce e costante ed ha anche ) grande vantaggio di costare pochissimo.

VID

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA


ALL'INSEGNA DEI SETTE SAPIENTI l'industria veneziona dei tg già nel«XIII secolo; ma forse si lim tav

allora alla fabbricazione di cubetti per l'arte musiva, Nel 1202 © Gran Consiglio della Sere nissima, precccupandosi del pericoli d'incendio che venivano alla città dalle nume rose fornaci vetrarie esistenti in Venezia, sonfinò | vetrai nell'isola di Murano dore già, fin dal 1228, erano organizzati in cor porazione. Frattanto, avendo assunto l'ar te vetraria sviluppi e importanza grandis simi, ll governo della Repubblica ne svocò 4 sè Il controllo e la direzione, sicchè i vari metodi di fabbricazione diventarono segreti Il governo ne era gelosissimo tanto da emanare leggi restrittive e stabilite pene assai gravi per chi teli segreti divulgava e per i vetrai cheaiallontanavano dallo Stato. D'altro casto | più abili maestri vetrai erano dalle Serenissima compensati e onoti di privilegi e titoli nobiliari. L'arte vetraria era diventata fiorentissima e fon te di gran ricchezza per la Serenissime. Infatti ancora nel secolo XVII Murano con tava 250 fabbriche con trentamila operai. Cos'è la malentica? muora torinese. È le

ci chiede una si seconda fase, per

cosi dire, del processo gnoscologico so. eratico, col quale ai giuage alla conoscen ta universale, al «concetto ». Le fasi principali di questo metodo sono: ironia, maleutica, interiorità, consapevolezza della propria ignoranza, induzione, definizione Prima fase: anzitutto bisogna sgombra. re lo spirito dalle conoscenze errate, pre concetti, opinioni (nel senso filosofico del la parole). Questa confutazione critica è ll momento dell'ironia cui segue la ma leutica, mediante la quale Socrate diceva di alutare l'anima « generare le verità, come la di gli esseri a

lui madre, nascere.

levatrice,

aluteva

Dopo la liberazione dell'errore, ecco la

possibilità di realizzare la Conoscenza ve. ra, la scienza, non imposta dal di fuori, ma ricavata della mente stessa del disce

polo mediante l'opera del maestro e gra

zie alla ragione che, costitutiva dello spi Fito umano, è valore universale. Tale la

maleuti

I CAPELLI GRIGI RIPRENDONO «COLORE PRIMITIVO USANDO

L'ACQUA TASAMI AL PROPANTRIOL TASAMI dencatamente protomata, ha inest mabile pregio di ridare ai capellì biabehi p grigi ilaco coloro primitivo. L'uso di TASAMI 4 semplice, piacevolissimo, Adottato per petti marsì mattino e sera, ridona in pochi giorni gradatamente ni capelli ii loro colore di un tempo. mentre timpartisce alla chioma un gra. devole odore è ta rende morbida,

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nella cui mano l'uomo è piccolo’ strumen to. Infatti Sen Paolo usa chismarsi « mi nime degli apostoli».E Sant'Agostino di. ce: « Dio uccise Saulo e diede vita a Paolo. Che vuol dire un tal nome? - Umile. - Dun. que superbo e tronflo mentr'era Saulo: u mile e dimesso, poichè fu Paolo. Onde non fece che spiegare Il suo proprio nome quan do sì chiamò «il minimo degli apostoli » Il vampiro, è un grande pipistrello del. l'America Meridionale che ha un'apertera d'ali di circa ottanta centimetri. Si nutre del sangue degli animali e degli uomini ad dormentati, incidendo la loro pelle con le papille cornee di cui è munita la sua lingua

Senio # Paolo. Sono lo

Saulo;

Paolo si chiamò

nagoga, si conobbe per Saulo; e così lo chiemò la voce divina che lo st terrò sulla strade di De

Appartennero

COME MEGLIO

L'oro DELL'ORO

e ll persecu-

tore di Stefano e Îl per. secutore di David. Poi si disse Puolo € taluno crede (tra questi Sant'Agontino) che ciò fosse im memoria della conversione da lui operata del procon sole Sergio Paolo, e a imitazione dei vincitori antichi che ai approprisvano sovente Îl nome della vie toria conseguita. pensa anche San Girolamo econ ardita e forse vera congettura », per usare una sua cspres-

gione, poichè il fatto son è accertato. Convien nei.

ALL'OSSIGENO ACHILLE

T

GINO

CUCCHETTI,

BANFI

Direttore responsabile

FI O

Con le stesse carat. teristiche di quel. lo doro, il pennino “PERMANIO,. man

tiene alla “OMAS,, il primato

di stilo.

gralica di classe.

vero autore della stessa,

Industrie Grafiche A. NICOLA

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ge

$

"RUBRICA DEI GIOCHI L'Illustrazione Italiana N, 51

19 Dicembre

ENIMMI

1943-XXII

CRUCIVERBA

Banca d° America e d’Italia Bode-Bocialei

a cure di Nello

ROMA Direzione Generale:

MILANO

Borgo a Mozzano Castelnuovo di Garfagnana Chiavari

Di quella vecchia

Napoli Piano di Sorrenio Pontecagnano Prato Rapallo Roma 5. Margherita Ligure San Remo Sestri Levante Sorrento Torìna Trieste Venezia

Corte

nel gran salone biù, c'era un brillante e forte stuolo di servità.

Trotta da Rimini

suoi,

se

una

weste

dài

brevissima,

Îl suo

loro,

Anagramma diviso (5-4 =) AMORE DI CANNIBALI

IL SIGNORE

TINTURA D'ASSENZIO pp Mantovani

tesoro,

Cene della Chiterra

ANTICO

d

.

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FARMACIA G. MANTOVANI - VENEZIA SAN MARCO 412.13

SOLUZIONE DEL N. 50

Nello DEL N. 50

PA maso LE (pale, rato).

La pellicola cinematografica. dr GE l'o tre MENDO (gemendo, l'otre). Perisco - pio. Calcio = colica.

(BRIT il

PRODUZIONE DELLA

È della terra un essere

SOLUZIONI

USATO

DA TRE secoli

— Fina

che svelto andar non sa dove le folle accorrono per la velocità.

FARMACO

VENEZIANO

Ma

ISPENTIATANIII

Giò

POSAPIANO

ri

| ASSENZIO

Tutto d’intorno è un lieto e prodigioso fiori: di nuove e fulgide corone di foglie € frutti, che non passeranno, quasi chiudendo — in una cerchia — ascoso il divino splesdor, che all'alme prone calma la pace dell'interno affanno. Prezioso serigno ln cul riposa, altiero, delicato tesoro di bellezza, e in sè nasconde un'infinita grazia, ove si celan, trepide — al miatero — virtù di donne e di corolle: ebrezza di vita prodigiona e mai non sazia. E la pupilla vi s'indugia, ardente nell'ombra stanca delle lunghe ciglia, quasi a mirare la felicità, in sè provando, forse, audacemente, l'ignota giois, e nella maraviglia cr qui si vede la sua nobiltà.

Anagramma a frase (4-5=%)

Riserva ordinnria L. 11,000,000

DIGESTIONE PERFETTA

come in un atto tenero d'ami ansia velata, ln cui tutto s'oblia, soltanto premurosa di ristoro.

Artifex

sanguinolenti. Ed alza il gomito 1 più non posso, ma il corpo ha flaccido © ll naso rosso.

recando

versato

L. 200,000,000

CLASSICO

Quasi una coppa disfana, stillante perle d'azzurro, sale in una scla

LA SATIRA

Arma tagliente che seppero usare uomini in Jotta per la libertà 0 che soltanto voller separare ciò che spetta ad ognun per equità, con cui gente di piccola statura seppe, mordace e scevra di viltà, misurarsi con altra di figura che in apparenza assai più in alto ste. 1 frutti

DI CRUCIVERBA

LA CONCHIGLIA DI VENERE

Frase a doppio incastro (xx oyyyy ccox)

che sia candida e senza impurità, possono rivelare un cuore d'oro che molto vale per l'umanità, € con ia rinascenza fer crollare tutto un retaggio di meschinità, per accendere un fuoco salutare di interiore purezza e di beltà!

UN ESEMPIO

Capiinie

@ cura di Nello


*ILLUSTRAZIONE ua

dela d


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