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E una macchina meraviglio. Sa: latroduei e ne Ficavi due minutiun diventino silenzio.
l'hanno incarcerato campione di lotta reciusa
SCRIVE
PENNA
» MENGONI .VIA BROLETTO 43 -MILANO
DIARIO DELLA SETTIMANA 26 NOVEMBRE. — Firenze, rientrato @ Firenze vn re Parto di soldati già Intermati in ÈGermania che hanno chiesto E ottenuto di ternere in Patria per riprendere le armi & fianco del camerati tedeschi. 7 NOVEMBRE. — Rome. 1 Ministero dell'Agrico ltura Sulla base delle disponibilità dei cereali esistenti negli ammassi e sull’ ffidamento di favorevoli prospettive di Jerti anche quest'anno dalla Germania, tutte la dursta della st
no, qualora l'andamento dei Jo consentisse, di estendere |l Provvedimento ad altre della popolazione, par. ticolare riguardo a quelle categorie maggiormente impegnate con s/ar 4 quelle che più risentono del nellodisagio alimentare imposto dalla guerra. Cuneo. Con provvedime allo scopo di tutefare, nell'interesse dello nto in il corso, complesso dei beni costi Suenti la proprietà della Stato, famiglia Savoia in flAnna del comune di il Capo della ProvinciaSandi Cuneo ne ha decretata laValdieri, consegna all'Amministrazione proFinciale, in attesa di una definitiva disposizione da parte del Governo repubblicano, 29 NOVEMBRE. — Roms. La Santa Sede ha invi uni Rota agli Scarl belligeranti, nella quale ha richiama necessità di rispetto delle genti, di non ledere la Reutralità del territorioal diritto di sovranità del’ Varlcano evitando Persi il sorvolo di questa zona. |l contenuto della nota Meddetta è stato comunicato. anche ai Governi neutrali, per conoscenza, Madrid. L'istruttore della scvola allievi piloti con aliante di Huesca, ll tedesco Kranich, con un allante la gota di 4600 metri. Secondo hala raggiunto stampa spagnuole, il pi. Jota Kranich avrebbe stabilito un nuovo primato mondiale. Ankara, Secondo le ultime informazioni, Ki aPgrsone uccise nel terremoto che ha il numero del avuto luogo ln Anatolia ammonta a milleottocento, mentre il numero del feriti gravemente supera i duemila La linea ferrov Samsum è steta distrutta per la Runghezza di quaranta chilometri. Così pure altre lince di Kerrovia nella zona terremotata sono, scomparse completa: mente. Diciannove villaggi sono stati Interamente spazzati via. 30 NOVEMBRE. Berlino. La Agenzia Internazionali comunica l'isola di Santoria, Informazioni nell'Egeo, ha cessato la resistenza che e sì è arresa Maniche. L'isola, con tutte le batterie a forze’ na © le © [uerzature militari difensive si trova ora completamente in mani tedesche.
BOTTEGA
DEL
rispettivi
nella questione Interessi delle due
libanese,
che
ha
nociuto
PONTI (antica ricetta Ossolans). — Utilisaima per fare une magnifica figura quando non si hanno che degli avanzi... Tritate dunque | vontri Avanzi di manzo bollito, anche se sono pochisalmi, Sipolie, prezzemolo, ed erba cipollina. Metiete il trito ined assieme tritate una scodella per poterlo mescolare bene con un po' di latte, un pizzico di f tina, e delle uova sbattute come per una frittata. di pirofila e mettete al forno per circa 20 minuti, Versat secondo il calore del forno; dev'essere sempre una massa un po' gelatinosa TORTA DI PERE. — Questa torta ai può benissimo fare con una delle fante « farine »(ehlamiamole così!) in commercio... Vegerina, per esempio. CI vogliono 75 gr. di questa pseudo farina, 20 gr. di rucchero, ed un tuorlo d'uovo. Mettete la vegetina 0 farina sull'asse de pasta e fatevi un pozzetto, nel quale mettete un 20 gr. burro, due cucchiat d'acqua, e quel poco succhero che potrete, se mondi apprezzate i dolci molto dolci, sacora diminuire)... ed il tuorlo d'uovo. Levorate le paste, fatese une Bossa pall, © poi lasciatela riposare Burro 0 di grasso uno di quegli stampî per un'oretta. Poì, spaimete di a cerchio smoni bile, tifate la poma come una sfoglia di 3 millimetri, @ riempiendo poi tutto con pere cotte In poca foderatene cerchio è fosdo. acqua zuccherata Cosparge compa cocchialo di zucchero, mettete al forno per venti minuti teè merz'ora. Cotto che sla, lasciate e freddare prima di aprire Ml cerchio. BICE
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GIOVENTU
A TUTTI
GIOVENTU DELLA
VITA
aj
giunto ad Algeri per ha. dichiarato l’ingerenza ni contraria ai per i Quali gli alleati combatton o e viola i ‘pattiprincipi dell'alleanza tl Primo ministro del Libano ha dichiarato che fl ms Paese sai rifluta di riconoscer e la legintimità Riraniere di qualsiasi specie e non vuol di Ingerento affatto cassero gofnvolto in questa guerra, fermo. lare la sua libertà e indipendenza. nel ‘proposito. di tute. Dichiarazioni ha fatto il degli Esteri Siriano, il qualedel hagenere affermato dinanzi ministro al Parlamento ah che
ADIOGENE BALSAMO MANTIENE
LA È
la Siria
si rifiuta
Comitato
dissidente.
Ognuno a suo mode — Vol siete il mio primo Siero alla sera e il mio ultir mattino. — Vorrete dire il contrari sono guardiano
di riconoscere
ll mandato
francese
ha alcuna intenzione di trattare con | rappresentantie
GHIOTTONE
ZUPPA DI FAGIUOLI ROSSI. Lasclateli per 24 ore circa. Pol, menieteli al fuoco, in un tegame pieno adi macerare sequa fredde, e portateli ad ebollizione. Sgrondateli, e passeteli irrorandoli ogni tanto per giutare a passare, con alcuni cucchiai di brodo. Allungate così U passato, e portatelo di nuovo sul fuoco, ad ebollizione. Versatevi, a pioggia, un pugno di tapioca, Lasciste cuocere un quarto d'ors, poi tirate il regame la disparte, sull'angolo del fornello è legatelo, al momento di mandario ia tavola, con un tuorlo d'uovo.
Fonte ufficiale nemica che Roosevelt, Churchili e Ciang Kai Scek hanno informa go colloquio al Calro ed ora sono avuto Insieme un Jun: allo scopo di incontrarsi con Stalin, In viaggio per l'Iran, 1 DICEMBRI Gli Segultano a manifestare Lisbona. il loro risentimentoe iperdegauliieri l'inter. vento Inglese
Aluto tempestive Caro, cerca di resistere ai cora: vado subito a prenderti bicchierino di grappa, così ti risollevi un poco..
L
Roma, Ecco î punti più salienti del gi inviato dagli insegnanti al Segretario dell'ordine del Partito e al nistro dell'Educazione Nazionale: dichiara nullo giuramento all’ex-re e decaduta la «si monarchla; Sce il diritto a tutti gli insegnanti senza tessera si diric csc citare la professione, richiedendo però il ria leale delle leggi della Repubblica Sociale loro Italiana; » chiede l'apertura di un corso di studi storici Intesi a (c’ reggere i falsi interessi della ex-casa regnante è n stino del saluto romano ».
Roma. In conformità delle direttive impartite dal 1 nella «prima riunione del Consiglio del Ministri del verno Fascista Repubblicano, della Provincia, la durata della guerra, realizzaIl nellaCapo provincia l'unit comando politico e amministrativo, essendo 4 capo della Prefettura quanto della Federazione fascista ren.» Blicana, | Capi delle provincie sono scelti di comune acco tra il Segretario del Partito e ll ministro degli Inte € nominati dal miniktro Per l'organizia ne provinciale del Partito, dell'Interno. il Capo della Provincia è co» diuvato dal Triumvirato federale e, ove la situazione fichieda, da un commissario straordinario. 2 DICEMBRE. — Roma. în della necessità e dilu urgenza di organizzare l'economiavista itallana, co tulto un tato economico ‘italiano, di cuiè stato sono ch» mati a far parte il vicepresidente del Consiglio pro: ciale della Economia corporativa di Milano, Girlio Ses.» con funzioni di presidenza, l'ing. Ugo Gobbato, per il » tore industriale, Piero Olmo per îl settore commerci» Mario Beribè per il settore agricolo, Fedinando Por: per ll settore alimentare, ll direttore della Banca d'Ita!» sede di Milano, Francesco Sforza, il settore fin 3iarlo, il presidente del R.A.C.I.. per Renato Perr: Per il settore dei trasporti, il direttoreing. dell'ufficio tecr dell'Ente nazionale metano, carbone e carburanti, ing. Nato Maesirelli, per Sl settore carbiranti; il dott. M. Schiaftaroli del Ministero dell'Economia corporative, il 4 Mario Brunialti con funzioni di segretario, Roma. Con Decreto in corso il ministro disposto i seguenti movimenti di Capi delledell'Interno provincie Cortese di Cuneo, Olivieri di Romualdi di vorno, Luciano dî Venezia sono Mantova, collocati a disposiziore del Ministero dell'Interno per incarichi Ferrara è collocato a disposizione del speciali. Berti + terno Gabinetto. Calzolari di sizione del Ministero dell'Interno a sus domande sumere un incarico di carattere militare. Biancgrossoper d: l'Aquila è collocsto a disposizione. 1 seguenti squadristi sono siati somin vinele a fianco segnate Quarantotto Paolo a Cuneo; Panzera Pier Luigi a M dena; Faduelle dott. Edoardo a Livorno: Monti doti [prio all'Aquila: dott. Dino Venezia: Bettar Enr'co a Ferrara; Cagetti Bocchio Giovansi aa Manto © dell'Economia corporativa, in segu ad accordi con l'in caricato generale per l'Italla del Mir armamenti e la produzione belli esigenze di ciascuna provincia, »: dicembre i contingenti di carburan:: 2 lhbrificante disponibili messi n disposizione « Capi delle provincie per tasieno one sl consumo. cc Hone latta per quelli fissatidistribuzi direttamente dal Minian delle Comunieazioni. Roma. La Federazione calcio ha dirame un comunieato ufficiale Italiana gioco determina ta l'atrivià Sportiva del calciatori con le cuilorovienesituazione nei riguarò delle società in questo eparticolare momento della iL ne zionale, i, concerne l'attuazione di no Be. |
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DA
GINO
CUCCHETTI
SOMMARIO GINO CUCCHETTI: Coscienza; Parole agli uomini di pensiero MARCO RAMPERTI: Teatro e guerra nel ‘48 ARNALDO CAPPELLINI; Viaggio in Turchie: Contrebba ndo dal Medio Oriente FRANCO ARMANI: Tricentenario di Gerolamo Frescobaldi RENZO PANDOLFO; Visita è Montec È assino GILBERTO LOVERSO: 25° nota di teotro RENZO BERTONI: Una sorte terrena (novella) CASAÀLB.: Calciatori & riposo (per modo di dire)... BRUNO CORRA: Gli amanti crudeli (romanzo) ABBONAMENTI : Italia, Impero, Albania, e presso gli uffici postali a mezzo del “Servizio Internazionale Scambio Giornali »in Prancia, Germania, Belgio, Sviz È Romania, Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia, Fin landie, Anno L. #10 -Semestre L. 119 -Trimestre L. 88 -Altri Paesi Anno L. 210 - Semestre L. 100 - Trimestre
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ALDO GARZANTI ORE Sede provvisoria: MILANO - ViaEDIT Lancetti, 38 Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Lancetti, 38 - Concessionaria esclusiva della pubblicità: PUBBLICITA" ITALIANA 8. A. Milano: Piazza degliUNIONE Affari - Palazzo della Borea - Telefoni dal 12.451 al 12.457 e sue succursali
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NOTIZIE
È INDISCREZIONI
NOTIZIARIO
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VATICANO
le virtà del servo di Dio Plo X con la costituzione del Tribunale e la presenta zione dei documenti relativi al processo. ® i 25 corr. sì è spento dove dimorava, il Cardinale
prosperità ta la meritata pena per essersi allonta- |!Prosperità "
|
In Vaticano, Carlo Cremo:
è Pio XII ha diretto sl Card. Segretario |2eSÌ, fratello del senatore Filippo che fu Primo Governatore di Roms. Nato a Ro di Stato una letera con le quale, richia. M4 llnelle mando tutti alle piena osservanza delle‘ 4 novembre a Roma aveva 1866, Ministero nella Cu ria, Scuole, nel leggi di Dio, Indice nuove preghiere per “4!0 segreto tutta la davita. PapaNominato ottenere la vera pace Ita i popoli. Rile. re Benedetto XV vato che molti vivono dimentichi di Dio e ( 1935. nel porpora la avuto delle sue leggi, Pio XII nota che non tutti Î riflettono che l'umanità col crescenti luni fuma per la era competenza in e le difficilissime condizioni di cose, secon L'ira È ci a Jul si de no lo sviluppo e da Dio:
è necessario quindi che tut
della penitenza, vianecessario lla èè nino alla alla ferso virtà; che tuttì iîtor rin"in nino vira; Pecetto che pico e rea colpe e nrcno per predidinirlenn e rd ia o io Sela veri. tulle gia: stizia e aulla carità fraterna hanno avuto ini. palazzodel vaticano rio ® leNelsedute processo apostolico sul-
delledelle« « Opere Opere ddi
Religione »
che ha carattere e funzioni vere e proprie di una Banca in servizio degli Istituti. Re liglosi e con scopi altimente benefici ed sealstenziali. ! funerali soleani si sono suo titoo in Lucina, olti in S. Lorenzo cardinalizio dove sarà custodita la salma ® La morte del Card. Cremonesi seguita * Breve distanza a quella del Card. La P mA Da richiamato l'attenzione dimolti su
NAZIO
E
la situazione del Sacro Collegio ridotto a 43 membri su 72 di cui è costitulto « pleno ». È non w per la riduzione del numero quanto per la sua composizio.
® È uscito ll n, 10 degli « Acta Aposte Sedis » che è interamente dedicato a testo latino ed alla versione italiana della Encielica del Sommo Pontefice Pio XI
ne costituita parati che
«Divino affiente spiritu» del 30 sent. «» Modo più opportuno di promuovere gli stu
ormai in massima hanno passato
parte da por la settantina
o che vi si accostano parecchio. Fra j Decano Granito di Belmonte che è nato nel 1851 — ed l'assoluzione ha battuto una vero cont dei primato nell’impartire telli defunti — ed ha avuto la porpora da Pio X n nel 1911, + al al Cardinale Concalves Conca Cardinale lelera che è del 1888, Il più giovane det Sacro Collegio, vi sono due cardinali che hanno gli 84 anni; : due gli cr ——Iniadue; compiuto tre sono sui settastotto e quat tordici" fra 1 settanta e gli ottanta. Con
‘i biblici» ® Liniziata trasmissione dei messaggi inglesi anellemezzoterre dellad'italia radio occupate vaticana, dagli ha trovato un’ampia eco di commossi consensi. Essa continua nel I modo con agli migliore consentito modo migliore uffici ad essa preposti ogni sera fra le 19 e le 10,30.
VITA
ECONOMICA
E FINANZIARIA non si parla di creazione di car tutto dinanali ciòe nemmeno di concistoro se prima Movimento delle socletà per azioni. GII sti costitutivi o modifiativi, |presentati —NO© finlece le guerre. Ma il primo che dalle società per azioni per la pubblicazione —Pio XII terrà, sarà un grande concistoro. ancora da coprire l'importzate po. durante l'anno 1942 totalesono pertanto sta i 13,200,di 36 | 22.813: un Dl anci to vacante dal. Card. La Puma, a —1Prefetto del religioni dove in questi giorni "ils 143 atri, ‘a conquelliun aumento 3.145 presentati di durante confronto in segulto alle dimissioni del titolare, è!” stato nominato sottosegretario un religione Casfisa «pos. VI
"cantÈ,
Ill —
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L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA
—
IV
E
CONDIMENTO"
L'ILLUSTRAZIONE Direttore GINO CUCCHETTI
19
p LXX . N. 51 nni 1943 +XXII
IN ALTO: NEL GIORNO ANNIVERSARIO DELLA FIRMA DEL PATTO TRIPARTITO, IL DUCE HA RICEVUTO AL QUARTIER GENERALE L'AMBASCIATORE DEL TERZO REICH, DOTT, RODOLFO RAMN, - IN BASSO: NELLA STESSA OCCASIONE, IL DUCE MA RICEVUTO L'ECC.ZA HIZAKA, AMBASCIATORE DEL TENNO, E IL SUO SEGUITO.
COSCIENZA (PAROLE AGLI UOMINI Si giorni or sono ad un valoroso camerata, che usa oggi la come fino a ierì usò il fucile e la spada, con lo stesso impeto, cioè, penna d'italiano purissimo, queste precise parole : V'è chi afferma come la spada € la penna valgano allo stesso modo per difendere la Patria quando ia
DI PENSIERO)
ciale, bisogna ricondurre questo popolo sulla retta via del pensiero
è dell’azione. S'avvicini una buona volta (è questo il momento propizio) la classe intellettuale
Patria sia in pericolo: ma io reputo questo motto una delle tante figurazioni retoriche e penso
che le mie parole, ad esempio, valgano ben poca cosa di
fronte al sangue e alla vita dati da tanti fratelli w.
Ma mi debbo in certo modo ricredere se Giuseppe Mazzini,
che pure aveva intelletto e cuore per penetrare l'uanimus » delle folle e vangelizzarle nel pro-
fondo delle loro coscienze, in un proclama di molti anni i moti ‘insurrezionali del ‘48, scriveva :« L'inchiostrochedet precede savio vate quanto la spada
del forte: Maometto,
che proferiva queste parole, s'inottrava fra le genti con
la spada in una mano e il Corano nell'altra ».
Ecco perché, sorretto da tal fede, mi son ora deciso Repubblica Fiorentina, oggi più che mai amiamo più dell'anima nostra. i, è vero. Vi son punti
pensiero d'Italia, di questa nostra Italia che, al pari del a parlarvi, uomini di grande Segretario della
tria, per amor delle
di disaccordo in noi, sui quaiî però, per amor di pa-
nostre mamme, sorelle € spose che penano per noi, per amor dei nostri padri, dei nostri figli, dei nostri fratelli caduti, se pure abbiamo l’onorata sventura di averne, io vi prego di non irrigidirvi. Ancora è Mazzini che lancia il suo mònito saggio :« Nelle Discutiamo insieme. rivoluzioni — e nessuno mi negherà che con la guerra aspra e tremenda atto, e non in Italia soltanto, una rivoluzione di popoli,sia oggi più che mai in di caste, di idee, di miti, di economie — nelle rivoluzioni, più che in ogni altra cosa, l'armonia è condizione essenziale del moto », Infatti, quando esistono disparità, sconnessione, disarmonia
fra fi elementi e la tendenza che
ad essi si imprime, soprattutto fra chi dirige e chi ‘segue, non v'è speranza. Discutiamo dunque insieme, sen. sa acrimonie, senza preconcetti, senza anacronistiche, senza soprattutto segreti e men segreti riferimentipregiudiziali al doloroso passato prossimo © lonfano. Sì, è vero. L'opera del tradimento ha provocato
una
scia di miserie, di dubbi, di contrastanti e perniciosi propositi anche nelle più oneste ed illibate coscienze; Sul terreno morale, soprattutto
sul terreno morale, lotte e crisi dello spirito hanno avato esca ad alimentarsi nell'intimo di ogni uomo di pensiero senza ancor trovare, în molti di voi, quello
sbocco luminoso che le conduca a resultati
utili e concreti.
Ma pensate quale fu lo stato di decomposizione in cui dai
traditori si lasciò l’Italia, Tale, per cui l'opera ricostruttiva si presentava quanto mai difficile e complicata. Dovevasi riplasmare l'istituto statale nelle sue norme fondamentali, ridere
ordine alle provincie, alle civiche leggi, rifare organi di polizia, una magistratura, un esercito. Ma soprattutto
ridare una fiducia, una fede alle coscienze del popolo. Dicendo «popolodovevasi » intendo alludere a tutto quanto di buono, di sano, di moralmente e socialmente incorrotto forma ancor oggi la parte operante
viva ed
che finita Italia,
di questa
nostra
calpesta,
straziata,
ma
non
doma
e tutt'altro
Sì, è vero. Lo spirito del popolo italiano è ancor oggi lungi dall'aver recupe-
rato quella serenità di giudizio
che pure lo caratterizzò anche peggiori dell'attuale e lo avviò per un miracolo în momenti del passato di concordia a vittorie insperate. Manca în voi quella
unanimità idee e di propositi che sola conduce alia benefica virilità dell'azione, per cui disorge negli Stati l'impeto indispensa: bile per superare e vincere i più atroci destini.
C'è tuttavia chi, transitando nella triste sera lunare, per le deserte strade delle nostre città colpite, ove s'affacciano — scheletri spettrali — le monche facciate delle case che vi guardano dalle vuote occhiaie delle finestre per dirvi tutte le atroci sofferenze di chi vi morì per entro — donne, vecchi, bambini, malati — c'è ancora chi abbia dubbi sulla inumanità, sulla E c'è tuttavia chi possa mettere in dubbio ancor oggi, a tre perfidia del nemico è giorno în cui. l'Italia fu gettata nel baratro del più orribilemesi e più dall'oscuro tradimento e il suo vero grande Capo,
che l'aveva difesa, beneficata, portata ai più alti gradi della
potenza e del fastigio, trattato
come un volgare malfattore — c'è ancora chi possa mettere în dubbio la viltà, la sconsideratezza, la criminalità detl ‘atto, reso tanto più grave dall’obbrobriosa premeditazione ? C'è ancora chi possa mettere in dubbio la colpa di un re che fugge, di un generale che diserta il ca po e
passa al nemico, di un re e di un generale che al nemico consegnano le armi, la bandiera, la Patria è In
Programma d'azione, o mie. genti cattoliche, e non soltanto di contemplazione è di preghiera che, nel caso della tragica realtà che preme, non è assolutamente
esaminando îl problema della bolscevizzazione del
mondo, sul piano universitario : università italiana, ossia per le
sul punto di rimaner vittima dei salvato dalla Provvidenza di Dio,
€ venne esso così profondamen:
vimento che da lui ‘ha preso ‘origine è divenuto oggi
si oppongono alla bolscevizzazione del mondo
Benito Mussolini significa la speranza che un
intero.
Ancora
più: il nome
di
da questa spaventosa epidemia. Una Universitàgiorno tutta l'Europa sarà guarita italiana che non onorasse per questo titolo il nome di Mussolini e che non cooperasse sotto la sua guido a cheil Fascismo
quella restaurazione
sta operando,
mostrerebbe
di non saver
differenze individuoli, il Fascismo oppone la realtà vivente della Nazione,
in
classi e degli ìndividui si tompongono nel riconoscime nto dei reciproci doveri e diritti, salvaguardati da un più profondo senso di giustizia ». pi
tre mesi vi è stato tutto il tempo
di meditare profondamente su questi fatti, e la meditazione, soprattutto in uomini di pensiero, in profondità deve essersi conclusa. Il giudizio deve
essere scaturito unanime dalla meditazione d'ogni coscienza onesta, senza incrinature; senza dubbi, senza prevenzioni e timori di colpire ingiustamente qualcosa o chi
tuzioni în cui un giorno in buona fede credemmo, Simboliche sia, istituti e istie tradizioni che in buona fede onorammo, glorie che possono ancora proiettar senza conforto, ma dalle quali, nella dura realtà dell'ora, luce nei nostri cuori luce non possiamo attingere per rischiarare le vie del futuro.
E allora? E allora, uomini di pensiero, uomini di coscienza, giovani, meno
giovani e vecchi, uomini di spada ed uomini
di penna, senza
distinzione di tendenze politiche, figli d’Italia accomunati dal sacro vincolo del sangue, del'a razza e
bolscevizzazione del mondo, perché sarebbe miopia considerare il Fascismo entro î confini d'Italia e non vederne l'intensa vita fuori dei nostri confini; e sarebbe ancor più ‘o ato a dire al mondo quella parola di giustizia e di pace di cui it mondo ha bisogno, questa stessa pesipra può essere detta che nella lingua della tradizione cattolica », cioè : it
della lingua, con commosso cuore di fratello vi dico :ognuno nel proprio campo, ognuno secondo le proprie possibilità, operate! Gli esempi di tutte le età e di tutte le nazioni ci avvertono che dove non si propaga il lume dei principîi alle moltitudini,
dove non si trasfonde con la parola la fede, difficilmente si pro-
rompe in un moto energico ed efficace. Operate, dunque,
con la penna, con la parola, comunque vi riesca, perché la Patria, tradita dai pochi, sia restituita integra ai molti, risorga e si salvi. Il rimanere comunque inoperosi, oggi, è viltà, peggio, è crimine e fellonia,
tradito.
che equivale il crimine e la fellonia di chi ierî ha
Bisogna ricondurre questa classe operaia e scontadina, che non è sostanzialmente traviata — come qualcuno vuol far credere — ma momentaneamente
Pope dalla tragicità degli avvenimenti, di cui approfitta
la occulta intossicatrice propaganda dei senza patria — bisogna ricondurre questo popolo, cui tutto diede il Fascismo per il miglior bene materiale, ma d'uopo pur dirlo) assai poco\diede per un miglioramento spirituale, educativo(è nel senso civico e 30-
934
una volta con noi, C'è chi vuol farci credere che l'Italia è perduta. Non V'è una vita in questa Italia caduta che non conosce è vero! la morte? Viverla dunque dobbiamo, uomini dî pensiero, per non morire!
GINO CUCCHETTI
UOMINI
L'Ambasci
E COSE
DEL
GIORNO
dott. Rann, che nei giorni dello Stato.
esultante di fierezza ll giovane legionario si dalla sua mamma che lo abbraccia e lo benedice.
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È
TEATRO E GUERRA NEL ’48 I
triottico degli impresari. 1 crociati lombardi sono richiamati alle armi, Scaramuecia ritorna alla ribalta,
l'inno di Mameli
riecheggia malgrado
gli Spaventi del
suo musicante; e poiché Il Peracchi, capocomico allora popolarissimo, s'arri-
schia a mettere in scena il Don Cesare di Bazan già creato a Parigi dal Lemajtre — il che non aveva impedito che a Torino, con pochissimo riguardo, l'avessero fin allora lasciato recitare dalle marionette — appisudono al Peracchi,
malgrado
qualche
wtrivialità
del dire e del gestire»:
applaudono
Bucciotti « nella sua bionda parrucca inanellata, di cui ogni crine fual giovine
la lenza d'un cuore»; mia soprattutto appiaudono alla Romagnoli, che in una scena ad effetto di
bandiera! mente
ar
macchinosa
baggianata
aveva
trovato
modo
recitando
una
«tragedia
Chi è dunque costui?
di penna
Un
italiana»:
Manca lo stile. Comunque,
d'Italia (e poco
importa
Manca
la misura,
nei suo dramma si parla molto dell'unità
se un tale discorso,
tenuto da un Ambasciatore francese...)
l'Ottaviano
giovine « pieno di fuoco
Però questo fuoco «è una fiaccola più che una lampada».
forma.
di sventolare
Intanto un altro attore, il Boccomini, ha modo di fare più posîtiv:una
dell’italianità
Fregoso del Bertazzi.
a edificazione
degli
Italiani, sia
: motivo per cui Ja fiaccola, agitata in
mezzo a un pubblico combustibile, suscita incendi.
Né
pur facendo Il punto all’autore, gli lesina la fiducia :«JI Bertazzi sil'articolista, farà con lo studio... quando si a buoni ingegni senza disanimarli con brighe, si vedrà chee l'Italia possiede molti scrittori che valgono assai meglio di certi stranieri; coronati d'orpelli
pido a portarne
le notizie delle stesse
Razzette : e Îl palcoscenico era dunque
anche un poco il bollettino politico, severissime, sì, ma talvolta cieche, mezzo,
e di sonagli... . Ricordiamoci, però, il giornale di cui liamo sì chiamava «universale ». Nelle sue colonne,che infatti, si trovano P Spondenze d'ogni parte d'Europa — ove cantavano Tamburini e la Grisi, la vessilliferi di quell'Italia a cui intanto l’Italia politica era costretta a raccomandarsi — e persino artistica dall’America, dov'era esuTadolini e la Montenegro,
lato in quei giorni l'usignuolo svedese Jenny Lind. Da Francoforte, mente, Îl corrispondente fa sapere che wsi
all'improvviso, dagli avvenime:
Vediamo al giorno d'oggi, fra battaglie © rivolgimenti d il teatro su quel mare in tempesta, e,
intenzional-
danno rappresentazioni a beneficiò della flotta futura della Germania n; e da Londra che, malgrado l'abbondanza delle sterline, poca è l'ispirazione drammatica, pochissima quella musicale 1 po vertà naturale d'un paese «ove si mangiano budini gonfiati come bovi, si fa la zuffa dei galli, si portano al mercato
gliando arditamente il filo di qualche
le mogli con la
rico. Però bisognava fare il conto cogli attori.
cogli spettatori, 1 quali — allora — avevano tutti del coraggio. E volevano Edimostrarlo. Non c'erano distattisti, nel quando uno si fosse messo un distintivo, state pur sicuri che non se lo sarebbe tolto. Obbligato a toglierselo, pena la vita, state certi che non l'avrebbe rinnegato. (L'Italia s'è ®ppunto, con degli uomini così fatti. Se Malta e Corsica, che ancora all'unità nazionale, non sono ancora nostre, è perché troppi uomini, mancavano oggi, hanno dimostrato d'essere fatti in un modo diverso. Pazienza. Anche quest'altra parentesi è chiusa). Attori e pubblico, ho detto, avevano sangue nelle vene: e poiché la ribalta era il loro arengo, il loro comizio,
Piazza di San Sepolcro, colà convenivano — lasciamo ancora la parola la alloro poetà — u silente il labbro, parlante il
cor», pronti a trovare in ogni argomento di rappresentaz ione un motivo di fede; 0
un pretesto ad approvare
disapprovare,
oltre quella certa
strofa dell'Alfieri o quel tale gonnellino di danzatrice esotica’ l’idea che adoravano Naturalmente, chi stava dietro le Quinte e tenevao il nemico che il baslott, era un Lo più prudente. Vogliamo lasciare, senz'aliro,
corda al collo (cent'anni fa, in Inghilterra, le donne erano ancora adibite &ai mestieri più opprimenti) e si crede che il Papa sia l'anticristo ». Ecco un paese, conclude il giornale quafantottesco, «ch'è imbestialito dall'oro, e sarà ingentilito dalla musica ». Vana speranza.
Forse perché di musica gli Inglesi, non ne hanno saputo scrivere mai.
MARCO RAMPERTI
UNA
GRANDE
SCRITTRICE
MARIA
FINLANDESE
JOTUNI
,
abborrivano.
la parola al Giornale Universale ? «... Un certo impresario, vedendo che come î principi d'Europa anche gli im-
presari erano abbandonati dai popoli, e andavano failiti, pensò che tanto nelle imprese teatrali come in quelle deiperciò Regni bisognava nazionalizzarsi, per mettere in salvo tanto la corona che Ragione
la cassetta... w
per cui, nella città di Torino,
dopo
un « Caffè Nazionale» veniva inaugurato anche un «Teatro Nazionale»: così tigidamente ispirato, questo, ai fasti della Patria allora rivendicata, «che non si vollero neppure deltà greche nel sipario », ma soltanto lo stellato
della Libertà intorno al capo dell’Italia, e innanzi a costei }o Statuto di Carlo Alberto, « spiegato entro un raggio di sole n!
Quello poi che fossero Je recite, si può immaginare dall’inscenatur a. Nella Lu crezia Borgia, rimessa in cartellone Apposta
Pontefici », tenore
per
e baritono cantàvano
non
so
quale
«richiamo
ai
portando «una coccarda tricolore al pur essa richiamata alle scene « per finiva per cantare all'unisono col pubblico
petto », e nell’Avventura di Scaramuccia,
allusione ai Napoletani»,
il coro
l'Inno di Mameli. Non mancarono al patriottico convegno, naturalmente, / fombardi alla prima Crociata : coloro che, ricorderete, accorrendo «all'invito d'un
Pio», giubilavano « per l'aspro sentier». Ma che accadde?
questo Îl ricordo dei nostri giorni coincide — che avendo Accadde — e in le sorti di Carlo Alberto subito qualche ribasso, qualche spettatore fu obbligato Teatro Nazionale : per cui le tre opere infiammatrici cominciaronoa disertare il a spegnere «i loro fuochi nel gelo della cassetta w. Accadde che lo stesso Inno di Mameli finì per restare
senza coro, e che il suo intervento nello spettacolo « destò per sino la collera del buon Novaro che l'aveva posto
in musica ». Crudeli testimonianze, capisco : ma la verità innanzitutto. La storia autentica, purtroppo, non è tutta quella che si studia nel testi morigerati delle scuole, Ora che pensare di quel cantore che
rinnegava
la propria
ispirazione
artistica
in presenza
di un rovescio politico ?Intellettuali dello stesso calibro; l'Italia ne ha riveduti a doz-
zine tra il 25 luglio e il 9 settembre
1943:
ma è anche vero
che, essendo costoro degli artisti dozzinali, si farà presti perderne la memoria, più ancora di quanto sia avvenuto per il pavido musicista di Goffredo Mameli. Ora
l'impresario (è sempre il Giornale Universale che testimonia) «fu sul punto di mandare al diavolo l'Italia». Se gli stessi intellettuali non dimostra» vano
del carattere,
sdegni
della Nazione
doveva
proprio
averne
lui, che
rappresentava unicamente un baslott? Senonché lo stesso viene a sapere che Carlo Alberto, in grazia del famoso «l’Italia farà da sé », ha rifiutato il soccorso dei che la Francia è «imbronciata » per tale « tracotanza »; Persoldati di Oudinot, e cui il sagace uomo d'affari, «di punto in
bianco»,
confinante,
s'improvvisa francofilo,
La quale, è vero, porta il nome Parigi, e annunzia,
la grossa questione
s'affretta
e, certo di placare gli
a scritturare una
Compagnia
Adler.
strana commedia,
în cui
di un ebreo tedesco, però viene diritta da
fra l’altro, Les deur
allora sorgente
A letteratura finlandese è stata colpita ida un grave lutto: è morta Maria Joteni, geniale, fine scrittrice, che chito con le sue opere — romanzi, drammi e commedie — ls vita culturale della Finlandia. Maria Jotun! studiò all’Università di Helsinki dal 1900 al 1905, ed în questo periodo uscirono le sue prime novelle Suhteita (Liaisons) (1903), che rivelavano una vera tempra di scrittrice. In esse ll tono è fortemente naturalista, un po' pessimista :si tratta di casì di psicologia femminile, ll secondo suo volume di novelle Amore (1907) tratta anch'esso la vita sentimentale delle donne; vn motivo frequente nella sua produzione letteè l'analisi dell'amore deluso; tutte le donne da lei descritte — gli uomini hanno un posto secondario nelle sue novelle — sono donne deluse, ingannate nelle loro aspirazioni sentimentali. Nella sua « Vita quotidiana »(1919) dà una descrizione vivace e giusta della vita primitiva cam. pestre dei contadini delle lontane contrade di Savo, dei loro caratteri. Que30 Nibro è considerato dai criticì come una delle migliori opere di questa scrittrice ecserionalmente profonda e fine. Ma giù nelle sue novelle sl trovava frequentemente il d'alogo così deciso, così espresgiro ed eloquente, che dava al pubblico l'idea che la scrittrice nascondeva un altro talento: quello dell'autrice drammatica. Nel 1910 essa pubblicò la prime «La vecchie cass »,che fu accolta con molta simpatia; la sua commedia « Lacommed'a costola dell’uomo » (1914), vivace, umoristica, fa parte del repertorio permasente del Nazionale Finnico. È originali e disegnate vigorosamente, Teatro di comici progeti di matrimonio e di divorzio, e Pieno di spontaneo umorismo, di luminosa gioia e di profumo campestre. Questa comha assicurato all’astrice un posto: emi‘oro» (1918) è come una farsa
divorces:
del divorzio viene
evocata
in un
lieve sfar-
fallîo di coup'ets! Se Oudinot era rimasto al di }à delle Alpi, Giulio pavido, le varcò. Ma senza fortuna. Innanzitutto, gli spiriti della Adler, impatria -ferVvevano
ancora
generosamente
in petto
ai torinesi,
che
mon
ma il cordoglio aveva tenuto lontani dal teatro della Nazione.
che si spinsero a sentire Les deux
buffonata
già intesa
al Carignano;
divorces,
non stentarono
e quanto
ai couplets,
già il timore,
Quei pochi, poi, a riconoscervi
proprio,
non
una
riu-
scirono a capire come mai un personaggio, nei momenti di disperazione, « dovesse uscirsene con uno sgambetto o una cantatina ». lì pezzo critico dell” ti»
colista,
in proposito,
è graziosamente
spietato : «Quei commedianti,
a
dire it vero, non sono esemplari!... L'impresario ha forse creduto che gli attori di Francia fossero, come i soldati, tutti valorosi. Ma per
far troppo il politicone l’ha sbagliata dimostrando di non sapere condurre le cose del teatro meglio che Carlo Alberto quelle della guerra ». La botta aì « politiconi » è magistrale :e ho'l'im-
pressione, non so, che possa essere trascritta con frutto anche nell'anno Poi le speranze
936
patrie risorgono,
e risorge, non
importa
1943,
dire, lo Spirito pa-
Pubblico nell'ultimo periodo In questo dramma — che si svolge nell'ambiente dl finascimento finlandese, con teatrale. lineamenti — Maria Jotuni tratta us punto di vista psicologico, la lorta delle forzesbakespeariani creative e distruttive sia nei crori. daumasi. sla nelle famiglie e nelle latere mazioni. Parecchi lavori della scrittrice sono stati tradotti in tedesco, În svedese; în' francese è uscita una bella scelta di novelle sotto il titolo « Coeurs de femmes *. presso Îl grande editore finlandese Sòderstràm, nella collezione Cahiers de Finlande. Maria Jotuni è una personalità letteraria molto notevole del nostro tempo. La nature Je aveva dato dei doni di chisrezza di vedute, di sensibilità. "Nola sue opere il ragionamentodivinied dili intelligenza, sì trovano in unione. Fama era membro d'onore tantosentimento della Società dei letteratiarimonica finnici (1930); come anche della Société académique d’histoire Internationale (1931). Tuna la Finlandia piange la perdita di questa grande scrittrice, che ha dato tanto alla vita spirituale del sco popolo, ed avrebbe continuato a dare ehcora.
Per chi arriva dal mare la visione della bianca cell costituisce il primo lentale, ma v'è nel complesso qualcosa di Indifferente e di contempiativo che esprime ll carattere di un
VIAGGIO
IN
(NOSTRO
SERVIZIO
ferroviaria di Ankara è un edificio monumentale attrezzato modernamente; una grande stazione curopea in tutti i sensi, un po' cupa e troppo rumorosa. l due treni principali che vi sostano sono l'u A
A Stazione
letto e ristorante,
che parte dalla stazione di Haydar Pascià sulla riva asiatica del Bosforo e il «Toras Express », treno internazionale che si spinge fino a Bagdad. Molta gente all'arrivo e alla partenza déi treni; molti viaggiatori, molta gente che non accompagna, che attende, che guarda. Tutta gente che guarda. Basta che parte,
l’accento con cui chiamate
Il portabagagli,
il giornale che leggete,
le persone
che salutate, per far capire chi siete. Da quell’istante venite indicato a un'organizzazione di vigilanza che non vi abbandona fino a quando non lasciate la capi-
tale, organizzazione che non fa solo capo alla polizia turca ma che ha diverse
origini e diversi
scopi, a seconda
degli individui
presi
in esame
ORIENTE
DAL MEDIO
CONTRABBANDO natolin Express», grandè treno nazionale con vagoni
TURCHIA
e degli
inte
ressi rappresentati. Il ritorno o la partenza di alcune persone rivela avvenimenti o fornisce indizi di particolare interesse e chi accompagna tali persone, chi le ile im attende, il loro comportamento, costituiscono elementi preziosi per il mancabile osservatore. Un risultato minimo è però sempre garantito : il reca pito che si dà all'autista o la destinazione che si dichiara al conduttore del
PARTICOLARE)
vagone letto, Bilancio dell’« uomo addetto al treno »: tanti tedeschi, italiani, giapponesi, alloggiati nei tali alberghi; tanti stranieri pi e per le tali desti nazioni.
Può darsi, dopo questo primo
rilevamento,
che
se
lasciate
il portafogli
nella tasca del soprabito, a qualcuno cui interes sca di apprendere le vostre generalità, che cosa fate, di dove veniate, che strada abbiate percorso e quanto avete in tasca; dal portiere dell'albergo quello stesso individuo potrà rendersi la came conto con aria distratta delle vostre abitudini e di chi frequentate ; riera potrà informarsi di tutti gli oggetti che avete disposto nella vostra camera
Ma non priva d'interesse
è
mezz'ora
alla stazione
Îl turista più innocuo o per chi sul traffico dei tiche vere e proprie, Molta gente con mire spi
di Ankara
Iticolori passeri arriva dall'oriente,
anche per
non punta molta £
pieni d'intrighi, d'incognite © di sorprese; nell’urto delle dai piccoli molto contrabì ndo, molte dedu: molte notizie, e delle cupidi Da Gerusalemme è arrivato col « Toras Express» un libriccino molto Inte a fila sulla in cui si parla diparecchi person libro un ressante, e s'intitola È di Ann minaccioso. e inquieto del Medio Oriente , Imprimi chemin de la délivrance », Edition « Les Cha: riell. Anna Collet è l'autista d'ordinanza di suo marito, concede interviste sulla sua
coco un tipo di vecchio ontrattazione la
nditore ambulante che presenta
| suoi tessuti portando
il limitato
si svolge in mezzo alla strada. Siamo in un vicolo del Gran Bazar.
937
Vita, tiene conferenze
e raduna
a rapporto i suoi ufficiali. Anna Collet è l'unica donna che par-
sì oscurava veramente al passag-
tecipò alla marcia delle truppe francesi che disertarono dalla Siria per buttarsi nelle braccia de. gli inglesi, Anna Collet scrive dei libri. Si tratta della moglie del generale degaullista, un'irlandese, ex ballerina a Beyrut, Da masco e Aleppo, Sguardo diritto e fiero,che una «hadonnalo che si conviene a un tal marito ». Così la presenta il generale
gio degli uccelli,
pai degli altri tavoli, riconoscendo la maggior parte degli avventori, gente solita, solite compa-
Spears che onora di un;
zione l'opuscolo. L'ultimaprefazio pagina annuncia i capitoli di un secondo volume già in vendita ma di cui non sono riuscito finora a procurarmi una copia, «L'art d'étre l'épouse d'un soldatu, e contiene lettere al generale Dentz, a Rudyard Kipling, a Pierre Loti, Alfred de Vigny, a Churchill, adè dissertazioni sull'amore, lenzio e conversazione» su «si. politica, sul teatro e l’arte, insulla genere, sui circoli. le , | balli e le guarnigioni. religioni Una donna veramente che si addice a un tal uomo.
Ma
ritorniamo
al
gnie,
sa tanto del provinciale
atteggiamenti.
Entra:
giornali siriani a proposito di inspiegabili chiassosi pranzi offerti in loro onore a Beyrut, ma în quel
momento
dal
tavolo
delle
cicogne mi arrivò la parola petrolio e quindi la mia attenzione si rivolse ancora
«Gli
molto
da quella parte.
inglesi
si
preoccupano
dell’oleodotto
ne da Chirkuc
che
provie-
e mi consta
che
nel punto di smistamento fra il ramo che si dirige a Tripoli € quello di Caifa, ad Haditah, cioè
volumetto
Con la stessa retorica e la stessa smanlosa adulazione
soliti
vano in quel momento tre persone qualificate uomini d'affari inglesi, di cui avevano parlato i
che abbiamo per ora in mano. Il tono è svenevole Riante saltuariamente, e tamburegpre retorico. La voceperòdi semDe Gaulle: «...senza essere di Giovanna d'Arco, è quella quella dell'inviato da Dio»,tuttavia co il-ritratto del generale EcCatroux: «Il suo aspetto quello di un guerriero chenonispi-è ra timore. Se nessun altro avesse prima di lui elaborato la teoria dei rapporti tra forza e reli gione, egli l'avrebbe formulata con intellizenza e autorità. Il pe nerale Catroux ha trasformato il suo mestiere di capo militare e di amministratore in sacerdozio...» e avanti di questo tono perché madame Collet è In vena di retorica dolciastra. La fo. tografia allegata ci mostra un uo mo magro, alto, con l'occhio spento. lo sguardo lontano, l'espressione vaga
ancora
in territorio
no giunti
pa.
Presidi
nuovi
iracheno,
rinforzi
so-
di trup-
importanti protegpo-
no pure le dodici stazioni di pom-
paggio della Transgiordania che già erano collegate fra loro con la radio e che oggi ‘sono in diretta comunicazione anche con tutti gli aerodromi. Tuttavia molte notiziè concordano nel segnalare gravi atti di sabotaggio verificatisi negli ùltimi giorni con conseguenze che hanno richiesto immediati invii di manodopera
reclutata nei centri e caricata su
numerosi autocarri. Anche il mag> giore Glubb Pascià è partito per l'interno, sì dice persino che si andato nell’Itak. « Hal mai visto Glubb? » chie.
se l'altro personaggio che ancora non aveva parlato vuotandosi pa-
catamente tre bicchieri di raky. «A Caifa, molto tempo fa Era giunto dal suo accampamento abituale che si trovava in una
con che
località non ben identificata del
spirito
delle mogli d’ufficiali in piccolo presidio, Anna Collet parla del generale sir Mittland Wilson, comandante della IX Armata britannica. che estende i suoi poteri anche sulla Siria. Così etla- serive « Bas veder passare nella via il generale Wilson per essere rassicurati, Seduto alla tavola di un ristorante în mezzo a un pub. blico misto, ha l’aria di scusarsi di essere il più erande e il più potente dei capi di questo paese. La sua statura di gigante sopporta i più gravosi pesi. senza posa e senza lasc'are intravedere segni di sforro Pur avendo l’intera resvonsabilità della situazione militare, pur lavorando Instancabilmente giorno e notte ner il suo Ito Incarico. egli mantiene Îl sor. riso accoeliente e lo seuardo com. piacente di un ospite incantevò. le w. Guardandolo in faccia vi possiamo earantire però che tutto ciò non risulta, È corpulento. un po' impacciato, porta gli occhiali. ha dei baffetti Insienicanti nella fisionomia incolore. Spears, eh Spears è quello della prefazione, quello che «sa tutto comvrendere e tutto perdonare. E compiendo il suo lavoro di artefice della federazione franco-inglese è divenuto in molti mesi il principale bersaglio di tutti i franchi tiratori della propaganda te desca, alla quale sì sono uniti i mercenari di Vichy. Attaccato dai tedeschi, attaccato da una parte dei francesi, incompreso da molti anglosassoni, egli resta tuttavia îrremovibile nel compimento della sua. misione ». Fra ‘tante parole che si ri-
si tratta di mi
gliaia e migliaia di cicogne che hanno percorso centinaia di chilometri : un'invasione come non s'è mai vista... ». Ero capitato vicino a gente che non aveva altro di meglio da raccontarsi che le passeggiate delle cicogne. Mi ricorda allora delle buone norme d’educazione e mi occu-
golfo di Akkabah. altri invece diceva che era ritornato da Damasco e ciò sembrava convalidato
dal fatto che vestiva l'uniforme inelese duino
invece del costume col quale preferisce
strarsi agli indigeni,
denti Li
°]
la ciarliera.
estendevestiti la zona SÌ vedono ancora uomini ni Industri me costituisce un passatempo ar; presso il cimitero che salt sui colti let Corne d'oro.
Ta eni’ gl alfastellano, assordano; un episodio risulta drammatico e vero, un episodio in cui Anna Collet, biografa marito, non inzuppa l'asciurta prosa del soldato nella sua ciarliera eloquenza. di suo notte della fuga dalla Siria per lì Transziord Quando l'allora ‘colonnello ColletNellaaveva ania scelto la via della ribellione al suo Governo, presso la frontiera intimarono l’alt ed egli strinse | pugni. î colante, condusse le lasentinelle La signora, macchina fragorosamente ll capoposto si fece avanti, mise la testa nella vetturafino e alla sbarra, pol Îreno gi colpo, Segui un secco colpo di talloni nel buio impenetrabile. grido .a Presentate le armi! » Dopo qualche minato! silenzio, Mentre l'acceleratore si e, l’attuale generale Collet mancosi « E la prima volta che un abbassava orapidament a morte riceve l'onore delle auci Nell'animo del soldato che aveva sceltocondannat via nuova e una nuova fisionomia fusi, a se Sisonevs 21 Spo paese, quella una del ribelle, la voce di un inferiore nella di notte risollevò un interrogativo 0 forse desena un rimorso. «La Palestina è invasa » Due uomini parlavano curvi su un tavolo del bar di Galata Seray davanti aj bicchieri di raky rannuvolato dal ghiaccio che si scloglieva. Questa frase pronunciata da uno di essi a voce più alta mi fece sedere al tavolo vicino e — a Istanbul non è sconve. nienza né abuso — in posizione da poter ascoltare il discorso. « L'invasione è incominciata da Caifa — continuò senza reticenze quel tale — proveniente dall'Europa e diretta verso il nord. Le colonne a volte si distendevano Caifa a San Giovanni d’Acri, per una da lunghezza Ppari a quella della baia. Il cielo
bemo-
E un uomo
asciutto, di media statura, una cicatrice molto evidente con sotto la mandibola destra. Parla l’afabo perfettamente con inevitabile accento inglese e non sì può escludere che sugli arabi abbia un certo fascino. Si parla di lui come di un nuovo Lawrence... » A questo punto | due ineollarono l'ultimo sorso di rakv-e uscirono. La via di Pera, zeppa di fol.
li trascinava verso Ma non eta più op-
una Jokanta perché ormai era l'o-
ra di cena.
portuno né utile seguirli} Maroiore
Giubb
Abou-Houneick,
Pascià
l'uomo
detto
che
ha
organizzato l'Esercito della Transgiordania, e ha legato il suo nome ai due Corpi speciali, l'Arab Le. gion e il Desert Patrol, destinati
l'uno alla guerra meccani: zata, l’altro alla guerra del deserto. È
arrivato
dopo
în
l'inizio
Transziordania della
guerra
poco
carico
di denaro, che ha disseminato per
tutte le tribù arabe, e ha raccolto
parecchie migliaia di uomini sot-
to il suo comando. Altro non si sa né di lui né dei suci uomini, se non che la situazione siriana chie Sì è fatta sempre più preoc-
cupante e la mancanza di truppe
anglosassoni avrebbero costretto a impiegare per il presidio di aicune contrade della Siria truppe da lui istruite. Ne è derivato un al tro elemento di rancore e di rivotta nella vulcanica Siria.
ARNALDO
CAPPELLINI
TRICENTENARIO
GEROLAMO DIRLA
col Tasso,
cento era «una
la
DI
FRESCOBALDI
Ferrara del Cinque-
delle più nobili città d'Ita-
lia, ornata di tante nobili stirpì e ricca di tanti ornamenti e forse altrettanto per l’arte quanto per la natura ». Di fatto, saggiamen-
te gli Estensi alternavano alle cure di una sagace poli.
tica intesa a dar prestigio al ducato un liberale culto delle arti destinato ad illuminare di magnificenza
la
corte, E se il primato era tenuto dalla poesia, sicuramente seguiva da presso la musica, la quale partico» larmente sotto Ercole Il e Alfonso II, principî intelligenti e non solleticati mossi da sincero amore,
da vanità di mecen: conobbe il periodo di mas-
simo splendore, tal che poche città in Italia e fuorì potevano competere
di grande musicisti
con Ferrara
nell'invidiabile
fama
tro musicale. Basta scorrere l'elenco dei ni e franco-fiamminghi che vi dimo-
rarono, 0 variamente vi esplicarono la propria attività, o soltanto ebbero rapporti indiretti con essa, per comprendere
quanto
elevato
fosse
il tono
della
vita
musicale nella capitale estense e calda la passione di quei principi e di quella società : Anton
Brumel,
Giosquin da Près, Adriano Willaert, Cipriano da Rore, Alessandro Striggio, Giacques de Wert, Niccolò Vicentino, Luzzasco Luzzaschi, via via fino ad Incontrare le due glorie del secolo, Palestrina e Or-
lando di Lasso. Basta ancora por mente a quel sinpolare «Concerto
delle dame » diretto dal Luzzaschi
che fu spettacolo unico in Europa componenti
Lucrezia
e Isabella
e vide fra le sue
Bendidio,
Molza, Anna Guarini, Laura Peperara, tivoglio e Leonora
Sanvitale,
famose
Tarquinia
Vittoria
Ben-
per la beltà e
gli amori e, in grazia almeno della musica,
passate
alla storia come virtuose; e a quel « Gran concerto » organizzato periodicamente a corte che radunava suonatori e cantori eccellenti al punto che lo stesso Cellini, cui tutto di Ferrara era parso detestabile e che pur aveva in uggia la musica, non poté tacer la sua lode per «quelli virtuosi musici che l'adornavano». Basta infine considerare, sulla scorta delle cronache contemporanee, quanta parte doveva avere
la musica nelle sontuose feste che rallegravano lazzi
del
residenze
Paradiso
e di Schifanoia
della Montagnola,
i pa
o le incantevoli
di Belriguardo,
di Bel-
vedere,
In questo clima di rinascimentale felicità nacque, sul declinar del secolo, Gerolamo Frescobaldi Pochi, oscuri e talvolta contraddittori sono gli elementi biografici a noi pervenuti, sì che la sua esisten-
za possiamo immaginare scarsa di avvenimenti
este-
riori e, almeno apparentemente, priva di dolorosi travagli : una tranquilla vita borghese, dove non manca lo scandaletto prematrimoniale, come si definirebbe oggi; ma, più veracemente, un'intensa vita d'artista,
tutta raccolta nel lavoro e ricca di palpito interiore
e di vibrante spiritualità, che si riassume e manife sta nell'opera per nostra fortuna sopravvissuta al tempo e atta a svelarci non solo dell'artista ma dell'uomo stesso la natura e i sentimenti Già ci son ignoti l'origine della famiglia del padre Filippo,
probabilmente
fiorentina,
e il cognome
della
madre Lucrezia, e la data di nascita; e riguardo al luogo preciso, poi, è solamente una supposizione che abbia veduto la luce nella casa dell'allora contrada delle Pettegole, ora 40 di vin Frescobaldi : sappiamo
invece che fu battezzato il 9 settembre 1583.
Della
sua precoce inclinazione alla musica fa fede il Libanori dal quale apprendiamo come «da fanciullo, colla delicatezza della voce in cantare e velocità della mano in sonare, fu stimato un angelo del supremo coro w; e quanto alla sua giovanile educazione arti stica possiamo pensare che dal padre, se era effetti. vamente organista, abbla ricevuto i prim insegnamenti, mentre risulta di sicuro che lo ebbe allievo il Luzzaschi, organista a corte € in Duomo. Sempre al dire vago del Libanori, ancor giovane fu ospite di molte città dell’Italia del nord dove «col suo dolcissimo canto et suavissimo suono... specialmente del claverembolo et organo trasse l'orecchio a sentirlo e le lingue di tutti a lodarlo»; ma occorre arrivare al 1604 per avere notizia controllata del suo primo soggiorno romano quale organista e cantore alla Con gregazione e Accademia anta Cecilia. Tre anni dopo lo troviamo nelle Fiandre, al seguito del nuovo nunzio apostolico mons. Guido Bentivoglio fer farese, Sono anni fecondi di studio e i viaggi gli offrono: il modo di conoscere e meditare le diverse correnti artistiche contemporanee : e se a Ferrara e che visita si espo nelle città dell'Italia settentrionale ne all'influenza del rigoglioso clima veneziano, e a Bruxelles e Anversa entra in contatto con il mondo musicale fammingo nel quale, in uno alla corrente dei virginalisti inglesi, spicca la personalità di Jan Peter Sweelinck, a Roma, tutta inondata ancora della mistica luce sprigionantesi dalla gloria del Pale strina, da appena un decennio morto, non. può sot trarsi alla commozione suscitata dalla universale arte palestriniana e forse s'inebria nel sogno di rinnova» re sull'organo il miracolo della pura vocalità del sublime Pier Luigì Con questa somma di esperienze e con la cosclenza di esser quasi al limite della compiuta maturità artistica, Frescobaldi rientra in Italia. È il 1608. E: cole Pasquini organista della Cappellla Giulia diretta da Francesco Soriano, è licenziato : al suo posto, con dodici voti su quattordici e con lo stipendio di scudi sei mensili, viene eletto «Girolimo » da Fer. rara. In tale ufficio, che integrerà per molti anni con il servizio in casa Aldobrandini prima, da Antonio Barberini poi, rimarrà fino alla morte e da Roma non si muoverà che due volte, con licenza del capitolo di San Pietro. La prima nel "15, quando per intromissione di un cantore pensionato della Cap pella, certo Facconi. e con il miraggio di uno stabile € adeguato assestamento economico tenterà d'occuparsi presso | Gonzaga a Mantova; ma la glaciale accoglienza del duca e il mancato adempimento delle pattulte condizioni lo indurrano all'immediato ritorno. La seconda nel '28 per un lungo soggiorno a Firenze, alla corte del granduca Ferdinando Il, pro
CIVETTA
) ILSECONDO LIBRO DI
TOCCATE- CANZONE
VERSI D:HINNI MAGNIFICAT GAGLIARDE-CORRENTI #— \ETALTRE PARTITE D:INTAVOLATVRA I CIMBALO ETORGANO
DI GIROLAMO FRESCOBALDI
1
ORGANISTA
PIETRO
DI ROMA
ina pagina autografa di Ge tite
939
ra di un'anima illuminata dalla fede e riscaldata dal-
la speranza,
Frescobaldi, nella storia, è uno dei rari fenomeni
di artisti ai quali è serbata la gioia di sentirsi am-
mirato e di essere cnorato dai contemporanei. Agostino
VISO
PA BRVAITTO 7) sai 1 dn denisntào; ep
Fm, TLi
;
A
7
teOh dimuièva a
RISI o
str 4ge pi
degli
È
huomi-
l'organo, tanto che acquistò nome e fama» da essere
stimato «fra i primi organisti del nostro tempo»; è sa profonde sclence, il faut l'entendre è l’improviste
falre des toccades picines de recherches et d’inventions admirables». Fra questo
ne,
e quello ci sta
be-
a tacer della lode dei Giustiniani. Bonini, Guarini, testimonianza del prediletto e devoto discepolo Bartolomeo Grassi, secondo la quale i Ricercari riscuotono «tanto plauso» che in breve tem po sono ristampati tre volte. Un successo editoriale, Si direbbe oggi. Ma, destino degli artisti, non questo le condizioni economiche sono floride. È per lo stesso Grassi che & dice come le composizioni richiedano fatica a crearle e soprattutto danaro a blicarle :e se la lena a scrivere è bastevole, menopubè il danaro necessario a far fronte alle ingenti speselo editoriali. Né dalle probabili strettezze è alleviato quando al ritorno da Firenze l'onorario mensile pli è aumentato di due scudi e per il figlio Domenico ottiene un posto di chierico beneficiato,
#
di
vir Ed
nell'Apparato
il francese André Maugars che, dopo averlo ascolta-
3 Roo ri
nn).
che
to nel 1639 e premesso che giustamente gode grande rinomanza in Europa, scrive che « pour bien juger de
O,
ping
Superbi
ni illustri della città di Ferrara stampato nel 1620 ci parla di lui come di «uomo dé bellissimo talento e di Spirito elevato » il quale «si segnalò non solo nella musica e nella composizione, ma specialmente sul-
7"
E la vita
intima?
Da
disarmare
chiunque
tentato di costruire una biografia romanzata del fosse fertratti a notomizzare il fatto esteriore e a cercare
rarese e da deludere i pigri di mente che nei grandi son
l'aneddoto, beandosene
e trascurando pol d'appro-
fondire l'intima essenza dell'opera. In una lettera del "00 da Roma, forse diretta ad uno di casa Bentivoglio, si lamenta, Frescobaldi, di «una calunnia» e promette
AGI
quia
che sposerà certa Angiola. Ma fa all'amore con Orsola del Pino, romana di intanto lanese, di sette anni più giovane di lui, E padre mi-
siccome da che mondo è mondo si sa come vanno a finire faccende, nessuna meraviglia che gli accada ilcerte 29
ZIO?
e;
maggio
I CAD prata ATE
ce peri L pù dard 05 e
vel rase ne i dornd159, IRA
2
velirene Grtvrest pois 00 ef8phi
.
ri
padre
d'un
bel bambino :
dell'Haberl e del Cametti, Nella notte di domenica 1° marzo 1643, dopo dieci giorni di febbre Gerolamo Frescobaldi
4
belli ULI
si spegneva nella sua abitazione alla salita di Magnanapoli. La salma veniva inumata nella basilica dei SS. XII Apostoli, Se, come abbiam visto, contemporanei circondarono d'unanime consenso i Frescobaldi, più forse soggiogati dalla straordinaria bravura dell'esecutore che consapevoli della futura gloria dell’artefice, altrettanto vero che favore € studio accompagnaronòè
O sven dd D' Veiuraà toa rebiraf ci Ate
slongar BI coli in) fo
1612 di trovarsi
Francesco. L'anno dopo l'unione è regolarizzata matrimonio viene celebrato alla chetichella nella : îl chiesa di Santa Maria in Via alla sola presenza testimoni, due frati del convento. Di li a cinquedeimesi Orsola gli regala una femmina, Maddalena. Segui. fanno altri tre figli: Domenico, Stefano e Caterina. È quanto sappiamo, riguardo alla famiglia, grazie alle diligenti ricerche
HD DI be
108.4) prond È
Il nome e l’opera del grande ferrarese per tutto il Seicento e il primo Settecento. Ed è leggere, Per esempio, che un Bach nel 1714 bello redigesse di propria mano e custodisse copia dei Fiori musicali.
|. Autografo della prefazione al t° libre delle Toccate,
Poi. col volgere
del tempo
e del gusto,
'l’oblio.
Non è da molto che s'è intrapreso ce Il carattere fondamentale ai fini una esatta comprensione dello svolgimento storico dîdella mentale. E in quest'anno che ha segnato musica struil terzo centenario della morte, torna d'attualità il fervido stu. dio di Luigi Ronga, £ convincente condotta al lume di equilibrata e seVera dottrina dell'arte di Frescobaldi e la giustificazione storica €
a ristabilire il valore dell’opera frescobaldiana e a rimetterne in lu-
tratto
fino
quale
all'aprile
non
ci son
del
'34, soggiorno
pervenute
che
intorno
una
notizia
l'organo
ma
al
e due impressioni : Ja notizia è che il 29 maggio Frescobaldi suonò in onore del signor di del 1630 ambasciatore di Francia, e un'impressione è Béthune del dottissimo e raffinatissimo Giovan Battista Doni cuidottrina umanistica fu mossa a sacro sdegno dala quel ferrarese abile
sì nel suonar
fozzo », il quale riponeva
«tutta
«molto
la sua scienza
sul la punta delle dita » e, orrore, non sapeva cosa fosse
la musica enarmonica dei greci (mentre, più probabilmente, sconcertò il freddo circolo fiorentino,
siccome è vero che le sterili elucubrazioni e le lambiccate teorie e le astrazioni dei chiappanuvole sempre
mette in soggezione e confusione la folgorante irresistibile rivelazione di una personalità tutta L'altra impressione è quelfa raccolta dal solitoistinto). Libanori che ci informa come anche a Firenze Frescobaldi sollevasse entusiasmo e fosse, eccettuati « po-
chi invidiosi », amato da tutti,
E. il lungo e tranquillo periodo romano, quello cui Frescobaldi concreta, accanto all'ufficio d'organi-in sta e all'insegnamento privato, l’attività d'artista. circondato da una schiera d’allievi, italiani e stranie-È
ri, che gli fanno onore,
ottenuto presso
primo
quel Froberger che,
un sussidio dalla corte di Vienna, rimane
di lui
quasi
quattro
anni
e
al quale
prin-
cipalmente si deve se non rimane senza echi, l’arte frescobaldiana, nel movimento cembalo-organistico tedesco.
940
Gode della rinomanza
di virtuoso, ch'è fra-
gile
come ogni terrena cosa, ma intanto si prepara la gloria del creatore ch'è immortale.
Ai Madrigali pubblicati ad Anversa e al primo sie edito a Milano, si aggiungono lelibro delle FantaToccate e Par. tite, i Ricercari,
le Canzoni francesi, Capricci, le Arie. E se non tralascia l’opera vocale iprofana ere ligiosa, cui peraltro, anche a non tener
per buono in senso assoluto l'aspro giudizio del Liberati nel 1685 («infelice le»), non
e inetto affatto nella compositione
è commessa
è nelle forme strumentali
la grandezza
della sua
voca-
arte,
e massime sull’organo che la. sua sensibilità lo porta a manifestar si, Frescobaldi si sottrae a mano a mano alla suggestio ne del Rusto strumentale del tempo e all'influss o dei veneziani, fammingh ha l'impronta
tale Intensità spirituale sia rimasto senza effettivadi risonanza nella coabbia rivelato nel
i e inglesi, per rivelare lo stile che dell’originaktà e percorrere le solita-
rie vie universali del genio. Alla
libera fresca e colorita vena ch'erompe dalla inesausta e Vibratile fantasia si unisce e plasma una solida struttura tecnica, Fica d’innovazioni e non scevra , La ma: Rnificenza sonora mai è vacuamentd'arditezze e fine a se stessa € al contrario è ora percossa dal fervore di una profonda e severa spiritualità ora cio di una smagliante sostanziosvivificata dallo slansdegna di accogliere arie di canzonia musicalità, Non e ritmi di danze che salgono dalla strada, propria
potenza
suggerite
dalla
inventiva propria
per fonderli al calore della e rimodellarli nelle forme capacità
espressiva;
ma
quando si abbandona al dolce richiamo del sentimento, religioso, la voce che scaturisce ha il palpito della semplice, serena, dal suo organo umana preghie-
spaziarono bizzarre sulla tast‘era, pi disegni con sprazzi di suono non colorirono amsmagliante, ma si raccolsero
nel breve àmbito di poche note e oscildal ritmo
d'una melodia lontana, non più riudita dai tempi della fanciull ezza... ».
FRANCO
ARMANI
dI NOTA DI TEATRO LO
“ZIO
VANIA,,
ECOV viene lento,
DI
CECOV
da lontano per narrare le sue storie. E viene
a piedi.
Arriva
tere del suo bastone
a noi stanco,
annunziato
dal
bat-
di viandante.
Arriva come un pellegrino che nelle lunghe distanze
annegate
di neve
abbia perduto forse
Il senso
del tempo.
Soltanto, sa che la vita comincia e poi finisce. Fra queste due pa-
rentesi egli sì chiede: « Perché?»; e se una risposta può darsi è
Non importa ». Il teatro di Cecov segna puntualmente in ogni lavoro una rabola. La parabola del viandante che buttato su una sedia
mincia con voce piana, sommessa nî;
un
racconto
capito,
non
paco-
un racconto slegato tutto accen-
inventato.
Appaiono
sperdute nella luce delle nevi o nei profumi
figure
svagate,
delle foreste.
La pa
rabola ascende al vertice massimo e concitato; per un momento Cecov vive veramente una passione, È la passione nell'incendio delle Tre sorelle, nell'asta del Giardino dei ciliegi, nella lite tra Vania e Alessandro in questo Zio Vania, è la passione di Borzòy nello «studio » Sulla
sé: «Non
via
maestra.
Ma
subito
Cecov
sorride
fra
importa, non importa, E, poi, perché?w. Ha una
pausa e la voce ritorna calma. Faticosamente leva; il discorso è ancora baluginante staccato. E se ne va; il battere del bastone
svanisco, tristemente strascicato
di pellegrini;
in lontananza;
va col suo coro
lui stesso coro.
Questo di Cecov è un teatro che cammina solo, monologando forse un. po' ebro. Ecco, quest'umanità che pare sempre cercare qualcosa che non sa. E aspettare qualcosa che non conosce. Dio
creò gli uomini s'alfannano
scorre
ma dimenticò di dire loro un perché.
a trovare
senza
potere
la vita. A volte Dio cerca
più, oramai:
di parlare
Gli uomini
addosso
agli uomini
a loro
per dire
quel perché; ma si.wale di altri uomini e il suo linguaggio si trasforma nelle parole e allora ne risultano di troppo alte che nes-
suno intende o di piane che tutti intendono ma non dicono quel
che Dio scordò di comunicarci. Quando si muore, finalmente, Dio che ci attende alla fime del mondo, ci dice sorridendo, E tutti sor.
ridiamo, finalmente, avendo capito.
L'ultima cecoviana partenza, muove
| fazzoletti d'addio:
è il
mondo che se ne va trascinando con sé la nostra vita, i nostri anni, la nostra giovinezza
I personaggi
perduta
di Cecov
non
fra tante
parole
comunicano
inutili
fra loro;
parlano
ma
non comunicano : fra di essi corre il vento e il tempo che gocciòla eterno dal cielo.
Zio Vania ha dato tutta la vita per Alessandro e ora pensa che, forse, avrebbe potuto lui «essere qualcuno. Uno Schopenhauer,
forse.
Un
Dostoievschi n.
« Ho quarantasette
anni.
Forse
vivrò
sino sessanta ». Ne rimangono tredici: ma che fare, come riempirli questi tredici anni di vita? Tutto è inutile: è il falli mento di una umanità, Quando i popoli sì chiedono perché, il senso più desolante risponde tacito. Il cielo è immobile; gli alberi mutano
le foglie, Sotto quell’albero è stato ucciso un uomo,
fiori nasceranno egualmente;
la vita di ognuno
ma
|
di noi finisce e il
sole sorge tutte le mattine. È sorto prima di noi, sorgerà dopo e allora...
ila Compagnia Torrieri.Carnabuoi che, al Nuovo, ha of». Qui: una scena commedia con | due cnpocomici.
Decoy è sti alla ribalta ferto a un attento pubblico «Zio Va:
Cecov è stanco di camminare e tuttavia riparte : Il suo discorso
riprende più lontano; riapparirà fra qualche altro tempo col suo coro
di personaggi
incatenati
a sé stessi.
Questa
gente
parla
ma
non si risponde; i loro pensieri seguono un filo che si perde e si spezza continuamente. « Siate voi, almeno una volta, nella vita »,
dice zio Vania; ed Elena, pigra infelice che porta faticosamente il peso di una straordinaria bellezza, lo sarà una volta: sul proprio senso di eterna pigra rinunzia
accetterà
di baclare
E le parrà molto, prima, e nulla subito dopo.
il dottore
Parte, poi, col vecchio marito trascinando affaticata il peso de-
gli sguardi degli uomini. ll sangue
scorre
torpido
sarà facile al comunismo
e avvilito
in
questo
di Lenin di rovesciare
mondo;
e così
l'elegante decoro
imperiale. Lenin ha cercato di rispondere con molte parole al
« perché? » di Cecov. Con molti fatti vi ha risposto, poi, Stalin. I popoli trovano dentro di sé quello che una categoria sociale sa imporre. Finché rimangono nell'aria parole, nessuno può dare fagioni; i morbidi ucraini di Cecov aspettano inutilmente; ma passa soltanto il tempo alternando temporali afosi e «tristi rose d'autunno » : questa Russia muore in sordina. Cecov
è un teatro senza parole;
realizzarlo
per le scene
signifi
ca arrivare al fondo di ogni personaggio e giustificario perché lo si intenda, con quello che inopinatamente involontariamente dice
Dalla scena deve correre aria,
e anzi che apparire, i caratteri deb-
bono scomparire, velarsi pudicamente.
Enzo Ferrieri nella regia di
quest'opera ha saputo trovare il giusto mezzo tra la necessità della espressione scenica
e la contenuta
castigatezza
umile dei personag-
gi. E in molti punti dell’opera un'atmosfera tesa e conclusiva si è realizzata perfettamente. Un teatro, questo, che deve essere tutto di nervi e mai di muscoli; tutto di cervello e quasi mai di cuore. Ecco la difficoltà registica di tenere con le dande attori che facilmente sono portati a scendere al Mediterraneo. In questo senso il compito del regista è di concedere e togliere : scaldare a
freddo. Gli scatti di Vania, di Elena, di Astrov sono pensati, escono da dietro la fronte quando
i fumi ebri nascondono
l’interroga-
tivo annichilente del «perché n. Piero Carnabuci nelle piene vesti dello zio Vania ci ha dato la misura
delle sue
possibilità.
Il personaggio
gli è uscito
a tutto
tondo, denso di tutta una vita ristagnata e perduta: alla concessione
che Cecov
fa di sé stesso
zio Vania,
e Carnabuci
esplode nel terzo atto
ha portato
il clima
ad uno
Il declino
ha contenuto
stadio
alto di concitazione. Attore robusto e quadrato ha saputo trovare i toni mediati per una forte delineazione del personaggio. In contrasto con lui Ferdinando Farese, dottor Astrov, uomo
giovane
che ancora
non
sa rinunziare
sui nervi tesi una recitazione puntualmente
e tuttàvia
sente
fatale
sobria e sapientemente
dosata
come
Diana Torrieri nelle difficili vesti della moglie del professore è riuscita a raccogliere
attorno
a sé, nella tensione tutta interna e vissuta di là dai tempi e dalle quinte, la sperduta parte Questa donna che sola accetta per un momento sé stessa quando si concede Il bacio di Astrov, vive in un'atmosfera incantata, sperdendosi nelle vaghe e distanti battute Fare di questi accenti un personaggio è stato il difficile e pienamente assolto compito della Torrieri. Sonia, fu la Nerina Bianchi che, ora concorde dopo. l'impari lotta con Asta nel Picolo Eyolf ha avuto intima sincerità e momenti sicuramente raggiunti. L’Almirante (Niania), la Martini (Maria Vassilievna) il Martini (Alessandro), il De Monticelli (Tiliegin)
hanno definito il quadro corale. Nelle gustose atmosfera.
scene
di Zimelli
lo spettacolo
si è svolto
in una
placida
e pur
vibrante
E seppure molti del pubblico hanno trovato motivo per risa assolutamente gratuite al nudo
candore
di Cecov
non
importa.
Non
è certo
questo
il primo
segno di una deficienza spirituale che troppo spesso esce
e non
sarà
l’ultimo
dalla platea per riversarsi
—
nelle
piazze. Non ha importanza. Solo, ci dovremo convincere che molte nostre merav innaturali. C'è una logicità che segue gli individui in tutte le loro « manifestazioni
Quelli che risero aspettino.
la direzione volesse
del
teatro
giustificare
con
questo
Certo con mancanza di gusto, ma, forse solo per praticità,
avvicinamenti, trascurabile,
prima
vero?,
ed Zio
eruzione
di manifesti,
poi,
Vania
il prossimo
« superspetta-
con
è parso
colo» di rivista-varietà. Bene. A zio Vania sostituiremo Aldo Rubens, al dottor Astrov Îl canterino Natalino Otto eccetera. Al coro di Cecov, 12 - ballerine - 12. Ecco, aspettate, lo spettacolo da ridere è un altro. Ma fortunati voi che Cecov diverte. Beati vol, vostro sarà il regno dei cieli.
Con Lo zio Vania, mentre
Ricci riprende
falmente
quel Padrone
delle Ferriere mal
-'uscito che si chiama L’avventuriero di Capus, la compagnia Torrieri-Carnabuci ha rimediato,
dopo alcune
recite
del
Piccolo
Eyolf
(di Ibsen,
non
di Nelli-Mangini)
alla scombiì-
natura di politica russa del Tovarisc. Rimedio? Ma no, il programa continua anche dell'unica pur decorosissima concessione preparata per il botteghino,
I manifesti, insegnano dai muri molte cose,
\
ripulita
GILBERTO LOVERSO 941
VISITA
A M
A speculazione propagandistica anglo-americana che aveva strombazzato ai quattro venti che i tesori della Badia
di Montecassino erano stati trasportati in Germania, è
caduta miseramente di fronte al comunicato ufficiale che
annuncia come l'archivio e la biblioteca del famoso nastero, che da secoli sta dritto e fiero sulla sua montagna Movi. vendo oggi tragiche ore di guerra, siano stati in forma solenne, alla presenza di un folto stuolo di sutorità germaniche, italiane © pontificie, consegnati ai Padri Benedettini in Castel Sant'An-
gelo per essere trasportati in luogo sicuro nella Città dei Vaticano. Questi
MONISOGFAM bormsoceTIs.: SURGENOUM
ru Laru i OAparussime
tesori
d'arte
noi avemmo
la fortuna
di vedere e di ammirare qualche mese addietro durante una nostra permanenza di tre giorni a Montecassino, ospiti del Rettore della Badia
stessa, dividendo con quei monaci la loro vita di studi e di preghiere, di serene fatiche del corpo e dello spirito, ubbi-
dienti, anche
noi laici, al duplice
precetto di San Benedetto
PAUSETUR- E: INMOGGESTI SURGANT: (ud MU GRORESTAT
cessarmere
ANT-MOXMX TUTINIGUI CIpresTe ACENOISTID!P
«Ora et labora » chiuso in tre parole: Eravamo giunti al Monastero di notte. In attesa dell'alba ci sedemmo sotto una delle porte che dividono, sulla gettata della grande scalea, Il chiostro dei Benefattori da Quello ‘che, attribuito al Bramante, è abbracciato dalle tre. aeree terrazze della Loggia del Paradiso, nel cielo steso sopra il vicino orizzonte dove la catena dei Monti Aurunci si include in quella dei Lepini. Fantasie pirotecniche di una notte senza luna, vedemmo brillare le palpitanti architetture di argento delle stelle. Il Monastero era addormentato. Solo a noi laici era concesso indu-
IGILIUSAFRA TRIGUSQUI
SUBSEeGu vir QUsTIpsalomiog
PSALTYRIMUEL
© GENDISURIT
in tanta santità, esser profane. Sola nota chiarore di pietre immobili era Il vecchio nera e viva In tanto corvo fedele, padrone tradizionale di queste terrazze supreme, che vegliava su loro mentre il sonno solo amico dei monaci, li teneva ancora chiusi nelle celle In attesa che la campanella dell’alba li chiamasse a Mattutino nella chiesa affrescata da Luca Giordano e negli stalli di uno dei più sontuosi e artistici cori del mondo. E a noi laici, nella libertà di conversare, la conversazione moriva sulle labbra. Mancava alla Badia addormentata il vivo documento dell'eterna sua vita.
PNTERUALLO quo
ESTUTMOO)
CEAMPLIUSDE
meonnocere "
—FRAFRESAONE
a
giare sui deserti loggiati in conversazioni che non sapevano
più,
Mancava a questa
Id
casa Illustre della monacazione l'esemplare vita dei suoi monaci. Dall'orto curato con forbici inaffiatoi al codice rimesso vita con miracolose arti nelle ed sue stinte e cadenti pergamene,a
i
antico manosdritto con rvato ì una pagina del codice o;
10: riproduPaolo Diacono.
‘a conduce da secoli l'assiduo lavoro di questi monaci che solo la preghiera cinque volte al giorno interrom pe. Così sono sorte qui, quotidia namente, dalle preghiere, ondate canore di un vecchio organo il grande respiro delle sue canne, illustre che vive da secoli sono sorte qui, dal canto fermo dei monaci, nella restituzi della musica religiosa, le più one di tutte le neplett limpide e commosse magie del
‘o in quelle
Fiempivano
pia
mamme, f Feprradrssi
cip. quafiuifieb fermang Volete MISTEo ira]
&
No
SER R EAST, pap Aegelano4
voci
© di ritmi di anima, le esaltavano di
accento, le facevano vive di tono ele. Riaco o drammatico con spontanei. tà degli spiriti primitivi lanelle parole essenziali Rifatti alte grandi i prime tutti codesti monaci tradizion sono î musici istintivi ed improvvi di uno dei più grandi ed altisatori spiri tuali che si possano concerti nella casa di Cristo. E quandoudire Lorenzo rosi, che qui inseenò musica al Peseminario, in lontani ritornava conquistata la eloria, Natali all’oren dimenticato della sua giovinezo za none della sua oscurità, il grande compo. sitore, durante le Messe di mezza. notte, improvvisava — sontuosa men. te scialando nella ricchezza stro — sublimi pastorali che i dell’emona ci raccolti nel coro udivano scendere nell'anima riempiendo i loro occhi di lacrime e sulle quali, sando a lor volta, inserivano, improvvi ispirati nel solco dell’ispirazione, le antifone non dell'uso previsto, ma dell’imp revedì bile estro. Ad ogni ora giorno questo monastero bianco, del vecchio tanti secoli, canta dal mistico cuoredi dei suoi monaci neri. Dalla chiesa, dalle cappelle. dalle cripte, dalle sacrestie, dai chiostri giungono vicine, lontane, sommesse, potenti, . le sacre voci. Ogni muro trasmette musica Ogni finestra riceve onde sonore. Si apre ogni porta sopra l'azzurro e sul suono, sicché sembra che azzurro suono sieno tutt'uno e che sopra que-e ste vecchie mura di monastero Îl cielo canti. Poi quando il silenzio de nella notte sopra la Badia, Îlscensilenzio è più che il silenzio.
È, dopo
che.
riesumandole dalle | nelle catacombe, le parole, ma quasi le
In basso: Montecass.ni — Il lavoro manuale, »
(TECASSINO un
primo
ondeggiare
negli
echi
di ancor
vive
risonanze,
il
Silenzio vuoto e solo delle grandi sale in cui si sono or ora
Spente le voci sublimi delle orchestre. Non è il silenzio umano
che fa seguito al rumore e ne è ancora pieno. silenzio divino del mondo
in cui si spegne
È il grande
il celestiale
con-
certo dei suoni, è Ìl grande silenzio attonito del mondo vuoto © di Dio assente. Così, in questa vuota solitudine, uno sgomento
notturno
improvvisamente
stelle. Avremmo
voluto, come
prese
în un incubo di silenzio e di
buio, superare in fretta la notte, ricuperare il giorno ed Il canto, alfrettar galli e campane al risveglio dei monaci, ripo-
polare nel « mattutino » il deserto
mondo
canto, ritornava,
fonò vemaiore crate
noi laici sotto le mute
sul quale
È
dilo abbat0 verocorraa iifanciui faraafpe Prairie O
Dio, nel
Musica celeste e terrestre. della sacra Badia, perfetta armo-
musiche si integrano e sono di questo viver monastico la totale musicalità,
Îl monaco che è maestro delle meravigliose
re dei codici, principe degli incunaboli,
bi-
ci ha mo-
strato nella cripta di San Benedetto, tra le raffigurazioni elementari e schematiche
della scuola di Beuron,
le cinque
virtù
Imposte ai monaci dal fondatore. E più a lungo la sue mano si è fermata sopra una veste la prima volta
« Stabilitas ». Ché il benedettino là dove la sacra cocolla Il deve morire ed esser
sepolto in quell'abito. Sapiente conoscitore di uomini,
a quei
alimentano
spirituali senza
dispersioni
che
pro-
le grandi fedi, ma anche — «ora et laboram — che solo la stabilità conviene alle grandi vite operose ed alle assidue pazienze
feconde,
pazienza,
È la formula
di Buffon:
il genio
fermi
fisico
le inînterortte
i grandi
amori
e le grandi
capace
di ogni
fedeltà
la pazienza
sunto
generano
benedettina,
nella disciplina religiosa,
stretta, da questa
spirituale.
Fepzefto da lo abbate ouero ciafcuno fuo maiore per luneba minima cofa i che modo fcuogliao vo fel
Solo
nella
‘alegeramente chelo animo de qualuncha fuo maioze fiairrato0ucro còmoffo còtra de fe auegna
as-
regola
dio che puocho.incétinente fonza demora tanto lon sep facendo proftrato interra venanze a Reesfuoi_fatiffacei i. perfino a tanto che per
fedeltà al luogo finché la vita duri, da que-
sta immobilità senza distacco, Questi sereni monaci ci di cono gli anni del loro soggiorno in questa Badia. Da quasi quarant'anni Î più
il Padre Priore occupa
anziani
del
pazienza benedettina mandamento
monastero
sono
la sua cella. tra
Da trent'anni
queste
mura.
sceglie, accetta e si ferma.
di stabilità
imposto
dal Santo,
Così
ammas-
sandosi
i giorni gli uni sugli altri senza che la curiosità
del
domani
li conti mai, le tenaci
ter-
imprese,
le fatiche
senza
mine, le grandi opere alle quali forse la vita di un uomo
non
basta;
ma
l'eredità
monastica
raccoglie
fia fanata quela tale comotione.La
la
Così il co-
consente,
l'opera
licomida
fera trouato cfTere otentiofo fia corrcpto fratelo fera
rispon-
eroico
è nata appunto,
a lqualinonugioocbe mo a "
obedifcano li menti privati. tuti _ fuoi ato ci ogni caritateoliciudine.e fc alcuno
in
Il vagabondaggio
di un vagabondaggio
che per quefta unadela obedicitia fonò per andae adio. aduncba di comandamito è lo abbatc.oucro de prepofitichi da fonò coftinuiti.
è lunga
È l'esempio di tutti i grandi costruttori:
una sola idea ed in unico posto,
de di solito al disordine
Chic datoa lo abbuateda turi.ma cuffictiddio fc
obedifcano inficmeli fateli luno a lalt:o . fapiando
San Be-
nedetto sapeva che la stabilità non solo è propizia
fondi raccoglimenti
che
ienti luno a altro. C.lrri. L bene delaobedientia nòfolamente be-dai.
nia della vita esteriore e della vita interiore nella disciplina e nella regola. Le due diverse armoniè si confondono, le due blioteche,
topa;
De
ininter-
Lsempiari versione
la preziosa raccolta di codici che sì 0 ti (Mitano 1493) (Venezia 1500)
rotta e la continua. Così la vita mortale si inanella nell’im mortalità. Così questa Badia di Monte Cassino, questa augusta casa dello spirito, distrutta dai Saraceni, arsa dai Normanni.
saccheggiata dai Francesi, rasa al suolo dai terremoti, divo. rata dalle
fiamme
degli incendi,
risorge
min! e sta, vive la storia e la ferma, nei suol archivii,
attraverso
e dura,
sfida gli uo:
raccoglie e tramanda
la fragilità dell’arte,
l'eternità
del
pesava
con
pensieri,
C'era
attorno
al convento,
quando
mezzogiorno
tutti i’suoi fuochi e i suoi splendori, sopra di esso, uno stridio di cicale che saliva
da tutti gli alberi della montagna
pire di monodia
quel
a riem.
corridoi
del
grandi canti, E pareva che cuelle vane voci fossero le voci degli uo mini inutilmente erranti nel disor.
dine delle vite consumate mete
sempre
differenti
mc Deo aci
a tentare e
pito JOrickcn inregulé fuam,
orizzonti
di continuo spostati davanti ai passi
nd inseguire idee che mutano, fedi che cambiano, illusioni che si rinno. vano, fenici inutili, da ceneri sem-
pre disperse nel vento dei giorni che
passano e non ritornano più. Contro le vuote cicale umane della vita
senza governo, la stabilità di quei monaci
nei loro canti
e nelle
loro
opere, nei loro pensieri e nelle loro discipline, pareva l'esempio millenario della vita che si rinnova e che dura, che conserva e che tramanda,
che
eredita
e che
trasmette,
nella
continuità feconda delle tradizioni, nell’individuale disinteresse della persona per l'interesse collettivo dell'umana catena, nella coerenza ordinata delle leggi e delle gerarchie, nella continuità delle generazioni che si susseguono. E anche la patria de-
gli uomini,
fuori di q
sogno, come la patria
a oggi bi-
di Dio che è
in queste mura, di stabilità nell'amore e nel sacrificio, di benedettine pazienze, di luminose obbedienze, di concatenazione logica di generazioni. Così i monaci di Monte Cassino
conservano
e tramandano
le antiche storie.
da secoli
Così eli Italiani di
questa nuova e vera rinascita, assìduamente stabili al posto ove un altro comando li ha situati. ranno nel secolo e nei
nuova
stori;
RENZO
continuesecoli la
PANDOLFO
Sai) Luz IN
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Ireceficrao.
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BATTAGLIE OFFENSIVE E DIFENSIVE SUL FRONTE ORIENTALE
Una nuova e realizzazione dell'induetria bettica piurimotore formidabil Capace e un ole num 0 della Flak difra trasportar sterminati campiconsiderev di neves pronta
Battaglie offensive @ difensive infuriano su tutto 11 vasti + i granatieri degli mo. settoremono. notevvoli possibiltà 0 un soldatonoratedescopereattento ag
"i Sigante », l'apparecchio * Sotto: una po. mire al prime” segnale d'allarme.
UN
RACCONTO
UNA
DI RENZO
SORTE
BERTONI
TERRENA
ENNE ad aprirmi la porta la serva,
gola allo zerbino sfilacciato dinanzi all’uscio della mia
— Il signore ha detto che fra pochi mi-
— Va bene, aspetto — risposi,
casa,
e al grosso mappamondo
ma so
basta. ora non
tato
dell'anticamera.
a vivere
un'altra
Ora
volta
« Aspettami!»
che mi guardava con tanta antipatia.
Eni
Ricominciare
posso più.
Perché mi ha detto questa parola che non vuol di-
st udio, e subito mi sedetti sul divano
te me? Bisogna non aspettare, invece. la finestra senza fare rumore, scavalcare e Cadendo, terrò le sottane aderenti alle ram-
coperto dal solito panno a tinte rosse. Quindi mi tolsi
perché nessuno possa vederle :
allora scenderanno
E tte le scale di questa casa, dalle case vicine, quelle lontane, uomini e donne, e si curveranno di me. Ci sarà lui in ginocchio, lo aprirò gli oc— Non ti pare che basti? e mormoro ancora fra 4444 Ma sì, i capelli da quel lato erano presso le radici me rabbiosamente la frase. Perché è stato Franz, in chi, e dirò: «Ecco quest'uomo è un vile, Mi ha sechiari come la prima pelurie dei bimbi, e davano a fondo, a indurci a firmare quel malaugurato memodotta, mi ha lasciata. Ma voi perdonategli come io tuttò*il mio viso proprio una espressione di inno- riale di protesta. Lui era stato, E adesso, di fronte gli perdono». E lui diventerà pallido pallido senza al licenziamento, che cosa trova da dire ai suoi compagni di congiura ?Nulla, Che lui «aveva delle preoclato che lasciavano scoperta la guancia e l'orecchio.
I Éii I
biaj
Dil Ù
di Franz nel miei confronti mi iri tanto bisogno, con carezzata. Era provenuta ad aprirmi. l'ufficio ho la seninferiore al mio;
LEE til:spei? EPCLE]
ii
cai
cupazioni veramente serie», Li ecco quello che faceva, se ne lavava
va tutti, le mani. 1
miel compagni di ufficio che cosa diranno fra loro Mi accorgo d'un tratto che qualche cosa di fandamentale mì è venuto a mancare, che tutto per me è diventato improvvisamente inutile. Mi sento stanca è
malata e proprio mi pare di assistere dal di fuori a una scena molto triste fra due persone qualunque. Franz non ha ancora detto niente che possa deludere le mie speranze, ma già mi sento rassegnata. So e. come andrà a finire questa storia, s0 persino che cosa sarà la mia vita tra un'ora. Nessuna speranza al mondo, nessuno nessuno che mì porti aiuto, ma nes-
suno, ma così disperatamente nessuno, La portinala di sull'uscio mi tenderà Il giornale piegato in quattro
scrivanie e ci si passa sul viso il piuLi o s nno le unghie d'una madorso dell’altra per riaccendere il rosso dello
ii
mia esistenza? so bene, mi si accusa di e, Ma non sono riuscita a conservare dentro di me qualche cosa che assomiglia a speranza,
una speranza
di riposo, e di tenerez-
non mi si strugge ancora il cuore al ricordo ita di domenica? C'erano Franz, e Giulia, e Stefano. Il sole era caldo, l'aria dolce, Ben presto Giulia cominciò a cantare una sua canzone, ma così triste. ‘Ricordo che diceva press’a poco: avrò il tuo i, andrò senza lasciare impronta. E pol: non
ar TI
rò più pensieri, addio al cuore. Cogli occhi caduti oblio, morte, o dolce morte, vi. sua voce così acuta, giungeva in trilli, sul vento, to di un'allodola perduta nel cielo. Mi
sali Hi7ui Ì isti;
o}
che sale, si ferma... è Jul.
devono essere già le otdeciso ad andare a ro caro papà. E io lo trascuro, soffre lui a vedermi arrivare a casa
tardi. Che cosa è questa apprensione vaga che provo? Sono qui immobile; mi sembra, come nell'incubo di
certi sogni, che ogni più piccolo movimento del mio corpo potrebbe generare qualche disastro. Purché
e mi chiederà: «come va, signorina?». E lo salirò su su lentamente, su su per le scale di casa, e mi fermerò ad ogni pianerottolo, e mi appoggerò alle rampe di ferro, e mi sentirò finalmente quella che sono. — Povera piccola — mì dice Franz, ecco quello che mi dice. Come io potessi non avvedermi che sono parole sfocate, tanto che egli stesso sente il bisogno di rinforzarne il significato. Ecco, mi passa
una mano dietro il collo, mi solleva la testa, mi bacia sulla bocca,
Rimango con gli occhi aperti, so bene che il mio
viso non manifesta nessun turbamento, — Ti ho fatto del male, nevvero? — SI scosta un poco come se l'essermi vicino potesse ravvivargli i rimorsi. Poi, scuotendosi, mi chiede: — E dimmi:
che cosa
l'ufficio? — —
dicono di me
quelli del-
Non gli rispondo, ed allora egli sente Il bisogno di difendersi a voce alta:
— lo, in fondo, quello che per loro potevo fare
l'ho fatto, e ben volentieri. Se le cose fossero andate secondo | comuni progetti, tutti avrebbero trovato Îl loro tornaconto. Del resto la prima vittima di tutto questo sono io, mi pare... Si alza in piedi, e' si dà a passeggiare per la stan-
za. Ha le mani dietro la schiena e ie batte tratto tratto l'una coll'altra nervosamente. Finge di non Forse
pensa:
«La
ragazza,
potessi
tro-
varle un altro Impiego, me la terrei volentieri ». Si volta verso di me, e mi chiede:
dice: « voglio ton tu sia Mega come DESO
Franz si mostri buono con me... Lui viene, e mi
— lo lo domando a te, Che cosa dovrei fare secondo te? Domani sarà diverso, ma oggi non posso
a
fare
vera.
Via i pensieri
questa
le, pen-
Li di quà! In ufficio non tornerai più, né in
un altro... ».
Un rumore di chiavi, il suo passo nel corridoio,
poî il suo sorriso. Volesse Iddio! Franz mi è vicino, mi bacia una mano sul dorso e sulla palma, si siede
me. Quel bacio alla mano — un gesto così
compîto e strano dopo tanta intimità —
mi sembra
nulla
Le monachine salgono quassù, e con le mani bianche spalanca il soffitto. Allora un fascio di luce limpida
scende dal cielo e le campane suonano tutte insieme
nell'ora della serà, «È morta alle otto e mezza » diranno. E Franz? Franz è un vile. È la più abbietta Dio, che voglia di piangere, Andare a casa e dire
al papà: «mi hanno licenziata anche da questo impiego ».
Poi curvare la testa. La mano del babbo
sulla testa, la voce del babbo che chiede : « perché?
ma perché?» così sordamente, così vuota e incerta. Allora alzare il viso, © dire: « Papà, capiscimi dun-
que. Quella gente crede di poter pretendere qualunque cosa da una ragazza ». Allora piangere lenta-
mente con dei singhiozzi lievi, uguali uguali. La voce del babbo che dice : «povera Lilli, povera la mia bambina ». Un giorno, ormai lontano, papà serrandomi sul cuo-
re le stesso parole mi aveva mormorato, così dolce e convulso : «ah Lilli, povera, ma povera, ma povera bambina mia». Al mare era stato, d'estate, era un giorno meraviglioso, strano... un cielo tutto azzurro © argento ove Îl vento adunava qua e là qualche nu-
vola lieve; il mare si sollevava in ondate lente e basse. C'era nell'aria qualche cosa di insolito, qualche cosa di indefinito come quelle appassionate melodie inespresse che approdano talvolta ai nostri orec-
Niente. —
— Diranno che la colpa di tutto è mia, non è vero?
guardarmi.
città, e le bambine cantano in coro coi ceri accesi
di cera spargono | gigli sul divano, per terra, c si
per
nessuno.
Nemmeno
per
te a cul...
lo sai che bene te n'ho sempre voluto... —
Si ode in quel momento suonare il campanello d'en-
trata. Rimaniamo entrambi col respiro sospeso finché
la domestica viene a battere con un tocco guardingo
alla porta e ad annunciare
la visita di un amico
Franz. Dice alla cameriera : — Fallo passare in sala da pranzo. Poi, volgendosi a me:
di
chi, nel sonno...
Ed jo ero fuori, nella pineta, con
Enrico. La prima volta con un uomo.
Sul fare della
notte riapparvi a casa. Ricordo che avevo le guancie di fuoco,
e mi mordevo
le labbra
per non
piangere
di stanchezza, ed entrando passai davanti a mio padre senza una parola. L'angoscia che doveva averlo serrato fino a quel punto gli impedì di proferire paro-
la; mi si avvicinò soltanto, mi prese il volto fra le
mani, imprimendovi su un grosso bacio, e se ne andò.
Jo mi lasciai cadere a terra in un corridoio oscuro na:
scondendo
Il viso fra le braccia.
« Lasciami stare!»
gridal, e non dissi altro. Ma il babbo mi portò del whisky. Non so come, ricordo perfino che dopo avere bevuto d’un fiato, presi a ridere pazzamente, e poi gridavo : «l’ho fatto... l'ho fatto...», e cantavo quella assurda nenia
che dice :«Fa freddo pensare alla vita — meno freddo pensare alla morte...», e il babbo «Liliana!»
tuonò, Liliana, non più Lilli, ma poi, ma poi, così accoratamente «Lilli, Lilli, povera bambina mia», e riversavo il capo sul suo petto, ed egli sordamente remeva.
«Enrico?»
È la notte
mi domandò.
era così quieta, non
« Enrico » risposi. si udiva un suono.
«Vado da lui» disse papà, e uscì fuori, Appena in |
tempo feci a rincorrerlo, ad aggrapparmi al suo braccio, lo supplicavo di restare, mi trascinò con sé.
sempre così squisitamente distinto :Dio, come sono
— In pochi minuti me la sbrigo. Aspettami. SI odono le sue scarpe scrocchiare ad ogni passo
con l’uomo e con me stessa. — Piccola, ti ho fatto aspettare? — Fraz: ha‘unavoce quasi,dadonna. pel ee pe
sul pavimento. Col pugni chiusi mi tappo le orecchie
ma che giungessimo alla villetta dove Enrico abitava <ol padre infermo nei mesi d'estate, era già l'una di notte, e faceva buio pesto. Al momento di arrivare lo cominciavo a sperare in cuor mio di non trovare
Giulia :«con gli occhi caduti in oblio, morte, o dolce
« Chi
siderio di morire.
me.
‘basta quel gesto perché mi senta
role chiare, precise e senza pentimenti.
pacificata
É magro, con
una testa ben squadrata, ha gli occhi tra il grigio e
l’azzurro, le labbra lunghe e carnose, la fronte spesNon ride quasi mai.
so
— Lo sai che mi dispiace che venga la Teresa ad aprirmi? — dico. È ù — E tu sai, 0 dovresti sapere, che in questi giorni
ho delle preoccupazioni veramente serie — dice Franz
a. dunque, Franz: — Dimmi dunque : che così avete saputo di nuovo là dentro?
per non sentire. Ed ora che sono sola mi accorgodi essere veramente sola e disperata. E in questa solitudine, subito, ritornano le parole della canzone di morte, vieni», Subito, più forte di ogni altro pensiero, mi prende, irragionevole e smanioso, un deDella
morte
un'immagine
liare e pulita... ; facile il morire come
fami-
stendere
un
braccio e prendere con le mani un oggetto vicino e
senza peso.
Mi guardo intorno — la tappezzeria a rigoni rossi e neri orlati d'un filo d’oro, la grata di ferro a un mobile, una miniatura antica incorniciata di legno nero — e di tutto provo uno stupore doloroso ed enorme. Altre case ho guardato così dalla soglia un’ultima volta. Ogni volta ho ripensato con un nodo alla
«Dovrà sposarti — ripeteva — dovrà sposarti ». Pri-
Enrico,
Mio padre bussò alla porta. Una voce gridò:
« Michele Barbieri ». « Che cosa volete? »
Era il vecchio. «Vedere Enrico Dossena », Entrammo. In fondo c’era una porta da cui trapelava un luMio padre avanzò,
io mi fermai nelle tenebre.
Ma vedevo il vecchio : era a letto, tranquillo sui suoi guanciali, a guardarlo si sarebbe detto che nulla di lui viveva tranne gli occhi. Era una cosa strana trovarsi là, davanti a quei due vecchi. «Sedetevi — disse il vecchio Dossena. — Che bisogno avete di
vedere mio figlio? — Papà si scusò, e affermò di dovergli dire qualche cosa che non ammetteva indugi.
«Volete che gli riferisca io quanto avete da dirgli?» chiese Dossena, « Ciò che io devo dire a vostro figlio
945
ORGANIZZAZIONE TEDESCA AL LAVORO ITALIANO
è cosa affatto personale». «fo sono suo padre», «fo
sono il padre di Liliana, e la sua sola difesa. Intendo vedere vostro figlio». Il vecchio sorrise: era un sorriso strano, una specie di Dossena sogghigno dolce. «Non potete mai dire dove possa essere Enrico, quei benedetto ragazzo — disse. — Voi penserete che jo voglia difenderlo, ma avete torto; può sbrigarsela da sé». « Vostro figlio è Enrico — gridò mio padre. — Io lo so». Il vecchio ci qua lanciò una strana occhiata, «Voi entrate
in casa
mia come
ladri, di
notte — disse, — e mi accusate anche « Vostro figlio non ha avuto pietà della di mentire? » mia bambina né di me; per questo io ho bisogno di vederlo ». Alfine Dossena
disse : « Non comprendo;
ha commesso
una bricconata? » Papà rispose : «O egli la sposa, o vi giuro davanti a Dio che lo ammazzo! », Il vecchio Dossena parve riflettere, restando sempre sui guanciali, pol disse: « Voi non conoscete immobile Enrico; mi dispiace per voi, e mi dispiace per vostra figlia; ma voi non conoscete
Enrico». «Mi dispiace — mormorò mio padre — egli ha sedotto la mia bambina, e gli darò io la sua punizione ». « La sua punizione! gridò allora il vecchio Dossena. — La sua punizione! Non si ricevono punizioni nella mia famiglia!» «Signor Giuseppe Dossena! Com'è vero che sono qui, voi e vostro figlio avrete di Diotw Il vecchio Dossena sorrise, il vostro castigo « Signor Michele Barbieri, sia come vuol essere; ma come è vero ch'io giaccio qui, su Questo letto, noi non l'avremo da voi!» «Non voletè*dirmi dov'è vostro figlio? I! vecchio Dossena non batté palpebra. « No, — ri. spose ed ora potete andarvene. a letto, solo, tutte le notti, vecchio Io me ne sto qui, come sono, con le gambe inservibili, e con la casa aperta così che qualsiasi mascalzone può entrare... abbia paura di voi?» Quel vecchio! Credete che io L'ho sempre in mente: a settant'anni là, solo, su Quel letto!... E allora lo uscii dall'oscurità, e chi, e gridavo: «Sì sì, papà, miegliposise trane i due vecva, e mi abbandona, lo so, lo so» con voce disperata, Sperata davvero senza speranza mai più. così di«Sì, sì, babbo, lasciagli fare ciò vuole, non me ne importa, non me ne importa cheniente!» A prenderti... »« No, no — gridavo «Lo costringerò — non metterò. Egli è libero di fare ciò che gli te lo perpiace. Egli
ten. rnendo loro ogni conforto ma. sin che prestino opera in Italia che in controllati rafie che qui pubbiiohia. sodd
è libero... ve io dico a tutti a tutti... libero!» Papà fece un movimento,
come se tutta la
sua vita fosse crollata... « Così, così, bambina mia... » balbettava, e mi prese per una mano; e uscimmo. A casa andai in cucina, e mi posi a mangiare pane e formaggio Ruardando nel vuoto. Pensate che io lo amassi, Enrico? Nessuno si sposa senza tutto senza amore, voglio dire. amore, no? Non del Ma vedete, io avevo bisogno di essere libera, egli diceva che m'avrebbe preso con sé... Ah. provo pietà per questa semplice storia di don-
na, che proprio è la mia storia Povera Lilli! Ma sì, Il papà ancora mi dirà così: «povera Lilli», Implora, impreca, mi bacia «Mia è la colpa di tutto che non sono riuscito a far niente per i miei figli... Mia, mia, mia, che ho sciupato tutta la vita per arFivare a questo punto, ah, a questo bel punto!...» Il papà è vecchio e curvo. Mentre mi stringe tra le braccia si vede spuntare dai Romiti rotti della sua giacca Il bianco della fodera. Il solito moschettone d'oro spezzato pende dall'ulti mo occhiello del’ suo panciotto, Ora dovrò girare, incominciare a chieder lavoro. Una dopo l’altra tutte le porte della città. O se il capo
ufficio si commovesse e mi lasciasse sl mio posto?... Ora mi alzo, ed esco. Non
ho più niente da dire qui dentro. Se Franz osasse toccarmi mi sentirebbero fin dalla strada, Di là dalla porta dello studio, il suono di risate e di voci. Poi il rumore della porta sbattuta, Franz rientra,
ha già l'aria svagata.
mia cara gattina.
Va bene così?...
«Ecco fatto» dice; e torna a sedermisi accanto sul divano, mi posa una mano sulla spalla — Ascoltami, Lilli. non devi preoccuparti di nulla. Un posto per Tu te lo troveremo senza diff coltà. Volevo dire che non importano le difficoltà € che riusciremo presto a mettere tranquilla questa Una
Rattina
che tanto di respirare anche ora.., respirarla Seguo Îl muovere di Quella mano e ne provo una noia fisica, come un incubo di Quella mano, quel balbettio che vuole dormiveglia. denti che ora mi appaiono Rialli esser vezzoso, quei e contorti... « perché non mi muovo piacerebbe
tutta...
dunque? muoverò, Basterà che scosti » Forse più tardi mi un momento Îl viso; è un gesto che
non costa fatica. Ma ora un’abitu: dine — un bisogno di andare fino in fondo alla chia cerimonia mi tiene legata, mi fa chiudere vecgli occhi, mi socchiude le labbra, come se io stessa avessi desiderato, cercato Quelle carezze, E invece lo vorrei morire, vorrei Proprio morire. E Franz ha fitrovato il suo tono felice, quella sua voce scanzo. nata, burlesca, così effimera, così leggera. Appoggia il capo contro il mio viso, e mi mormora all'orecchio
quel'e parole, Dio, so bene quali parole. le palpebre chiuse.
Ha anch'egli
Morire, morire! Ma di chi
mi stringono? Ma è vita, è sono queste braccia che vivere Questo ? Morte,
ah,
favolosa,
dolcissima morte, non vieni? Morte, 0 dolce morte, ti attendo, perché perché non vieni?
946
RENZO
BERTONI
TI RACCA È:
I,
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++ dAaRtRto
%
[FUSETTO[PoWEROST IRA&CA]PuMWuN |ScOWET TREDICI[LAINO |Levi [tino L'ILLUSTRAZIONE. ITALIANA
CALCIATORI (PER
A
MODO
RIPOSO
DI
te dell'ufficio legale di una grande casa di automo-
subito
che
la sua attività di capomastro.
perdiana
tare che anche
sta-
con
in cui era
un
se
lo vedevano
la sua
«pivello» e faceva la prima divisione:
brava
come
solo, con
qualche
anno
etichette
al tempo
spalle
e molte
sulla valigetta, etichette che allora non c'erano. È così che sono nate le «squadre dei bar», del bar
Vittoria
: ed-altro
non
erano
che
E dunque
le
Quella del bar Lucio, cioè di Meazza, che sta dimorappresentativa
milanese,
o
meglio
fanno
qualcosuccia
o quasi,
nominati
dire che
i calciatori
che
vive
molto
vicino
agli ambienti
presto,
ufficiali,
Pare infatti che la
Federazione abbia in animo di richiedere alle sòcietà di riorganizzare le squadre, allo scopo di far
disputare tornei regionali,
Si parla,
per esempio. di
un torneo, fra il Torino, la Juventus, l'Ambrosiana © Îl Milano... Sì parla anche di un torneo ligure...
Sì parla? Buon segno!
strando i propri talenti di organizzatore, è una vera propria
i non
erroneo,
Questo «riposo » cesserà
squadre radunate a Milano intorno a Meazza, a Torino intorno a Gallea e a Borel, e così di seguito. ©
a un
sono a riposo, Il loro potrebbe essere meglio deflnito,.. riposo operoso. E. a quanto s'ode dire da rente
1
rossi del bar Lucio, i verdi del bar Trionfale, i bianconeri
gestisce
per aiutare la barca.
se ci
arrivare
E la domenica
di più sulle
mano
di San Michele
Cominelli
negozio di cappelli a Bergamo. Mancano alcuni nomi, naturalmente — sempre i campionissimi... — ma si può essere ugualmente soddisfatti. Senza con-
da parecchio i pagamenti,
ci stava,
val...
valigetta,
dà una
Extra, suo paese natale. Antonini ha ripreso in pafte
rello ». E quello, che magari le tirava verdi perché rispondeva
Milani, la grande rivela-
scorso,
dell'anno
suo padre nel negozio di salumeria
DIRE...)
le società hanno smesso
bili. Caimo fa il mediatore,
zione nerazzurra
CASALB.
lom-
barda, © mette in vetrina | nomi di autentiche celebrità : Reguzzoni, Monza, Todeschini, Campatelli, Candiani, Arcari e lo steso Meazza, tornato al ruolo di mezz'ala per lasciare quello di centravanti al giovane bresciano Gel, che ricorderete buon titolare
dello
stesso
ruolo
della
Fiorentina.
La squadra di Gallea era press'a
poco il due volte
scudettato Torino (pol l'intera squadra granata s'è ricostituita sotto l'egida della Fiat); quella di Borel era formata in prevalenza da Juventini, ora radunati col nome della « Cisitalia w, Poi c'è Il «Ba-
saluzzo » mai cettacolo di mezza garolo » — anche si basa su uomini
sentito nominare prima... —.risquadra del Genova; c'è il «Fruquesto di nuova noblîtà. che del Liguria, del Napoli, della Ju-
ventus, e che ha in porta Perucchetti, quello stesso Perucchetti che avevo trovato, due mesi or sono,
in mezzo al prato dell'Arena, dove s'era recato a
vedere gli effetti delle bombe. fra squadroni e squadrette, la lista potrebbe continuare per un bel poco. Ma credo che l'elenco sia sufficiente
Fra queste squadre si svolgono partite frequenti,
Due mesi fa. Perucchetti, portiere e allenatore, in atteggiamento sconsolato sul prato dell'Arena a Milano,
dove non s'assiste, di consueto, a contese serrate, come al tempo in cui erano in palio | due punti della classifica e il miraggio dello scudetto. In compenso, però, c'è io spettacolo da buongustai di un giuoco quasi sempre brillante e vivace, Evidentemente, ora
che sono essi stessi gli impresari, | calciatori si sono convinti
QUEST'EPOCA,
gli anni
scorsi,
il cam-
pionato era già bell'e iniziato, La domeni ca, si faceva colazione un po più presto degli altri giorni: pol, infilato un maglione fra giacca e camicia, per via di quel freddo
birbone
che penetrava
fin nelle ossa
mezz'ora di permanenza
dopo neanche
sui gradini dello stadio, s'an-
dava alla partita. E durante la settimana si faceva un gran chiosare su questa e su quella vicenda del campionato : Tizio è in forma, Caio è un giocatore sciupato
all'ala
e rendèrebbe
vanti, alla tal squadrà
meglio
non s’addice
come
centra
il «sistema »
Era un piccolo mondo, che viveva una « sua
vita.
Calciatori,
non passavano
dirigenti, massaggiatori,
sportivi che
una giornata senza fare una capatina
in società o in quel bar del centro che, la domenica sera, all’ora dei risultati, era così zeppo di gente che
i camerieri dovevano urlare per farsi strada. Tutta gente che ti gridava festosamente il suo saluto, ma
gari da un marciapiede zie,
ti chiedeva
un
all'altro.
giudizio
ti dava
delle noti-
(rabbuiandosi
se
non
coincideva col proprio, inespresso...), ti sussurrava in un orecchio — pregandoti di non scriverlo sul giornale — che il giocatore Tale aveva una bega con la società
aveva
ed era
quello
il. vero
motivo
per cui non
giocato l’ultima partita...
della necessità
vuol dire lavorare in proprio.
Ma, naturalmente, tuttavia danno buoni...
sonerì
milanisti
sulle spalle, ultimo
Quando
re
e se ne va. proprio sembrava
che tutto stesse per passare definitivamente ai ricordi è comparso qualcuno di quei calciatori che vanno per la maggiore: cì si è messo di buona voglia — bisognava pur farè qualche cosa per risolvere il problema dell’esistenza — ed ha radunato intorno a sé
commercio
e perfino
alle
arti. Todeschini, il mediocentro del Milano, figlio di dedicato, seguendo le orme paterne (sebbene su strada diversa), alla scultura. A-
va troppo sovente del ru-
vora in una impresa di au-
pare abbia in animo di dar-
si, come
Imprenditore,
lo stesso lavoro.
al.
Rossetti,
zione
appendicite,
sta
tita in provincia.
fo — mai lasciato anche nei « bei tempi » — in una grande industria milanese.
na volontà,
tutto un lavoro di organizzazione.
A un certo punto
che mancava
si tiravano
E si
di squadre le somme
qualche uomo:
e
un'ala
sinistra o, putacaso, un terzino destro. Allora si scriveva al Tizio e al Caio, e gli si dice « Noi facciamo
Tu
qualche
ci stai?
Ci
partita
sarà
per
tirare
avanti
da guadagnare
la baracca.
qualche
solda-
Pai si
pita di andare a fargli vi-
un gruppo di compagni, per organizzare qualche parè giunti, poco alla volta, alla formazione
d p>
veva un suo studio, che a dire il vero non echeggia-
con-
ci si accorgeva
e
more dei colpi di scalpello. Ebbene, ora, se vi ca-
rossonero,
organiche,
non
un ben noto pittore, s'era
ll portiere
È cominciato, da parte di questo qualcuno di buo-
gremite
"4 ecco allora i calciatori attendere a mille diverse occupazioni : dalle professioni ai mestieri, al
totrasporti. ll bizzarrissimo Cappello, che è a Padova,
dei calciatori.
a scalee
bastano a risolvere del tutto i problemi d'ogni glorno. Eppoi, anche per chi ha qualcosina da parte, l’ozio è sempre un po’ pesante, tanto più che le delle compagnie di sportivi, di cui Îl campione era il fulcro, s! sono, una alla volta, disciolte.
dio. Poi ti batte una manata Il mondo
nelle
queste partite domenicali, che dividendi a Milano, di re
s'è svolto
sita, è facile che Jo trovia. te con le mani impiastricciate di materia plastica. E gli altri? Toppan la-
davi a passare il pomeriggio della domenica allo sta-
anche
Eh, che cosa
cente, l’incontro fra la squadra di Meazza e i ros-
Ora, incontri la stessa gente: ti saluta ugualmente, ma senza calore. E, prima di lasciarti, ti chiede se ti ricordi dei bei tempi in cul, consumata in fretta la colazione e infilato il rituale maglione, an-
siduo di un’esuberante cordialità.
di dar vita,
competizioni cosiddette amichevoli, ad uno spetta» colo che Invogli Il pubblico a ritornare.
valescente per una operadi
per riprendere il suo lavo.
Il terzino nerazzurro Giroti, che si è laureato in medicina, è stato nominato as-
sistente presso l'ospedale di Cuggiono. L'occhialuto dot-
tore in legge Frossi fa par-
je «Quando
torneranno | bei tempi del campionato nazionale?»
947
DOVE
NASCE
LA
BIONDA FOGLIA Una piantagione dell'istituto per il Tabacco a Drama, A de stra: foglie di tabacco sulla banchina di un porto bulgare
LA GALLERIA ITALIANA D'ARTE ENTAMENTE,
come l'agonizzante che contende alla morte minuto per minuto il suo diritto di esitenza, Milano risorge. Le case straziate, i cumuli di mace. lo
Tie,
sgomento
degli avvenimenti
or
abbiamo
Il mondo, nulla riesce Il senso distintivo di ripresa. Così
giorni
della Galleria
sono
a fiaccare
Italiana d'Arte.
veduto
Esempio
che travolgono
nella
nostra
aprirsi
città
i battenti
per gli scettici,
incitamento per i tardivi, All'ombra della Madonnina è in via Agnello, 12 — gli ampi locali offronola Galleria al pubblico e agli ar tisti il conforto di un
Salone d'esposizione.
piccolo tempio Iiluminata a giorno da grandi vetrate, dell'arte. la Galleria dispone di due saloni adibiti alle Mostre : uno vastissimo al quale si accede direttamente dall'entrata, per il «colore l'al. tro per il «bianco e nero», Entrambi vasti e ariosi dove la pittura trova Ja voluta atmosfera con luci ben distribuite € appropriate. Con
una
mostra
di sei pittori contempor
anei, Mario Bettinelli, Bruno Lattuada, Emilio Parma, Pina Sacconaghi, Dante Trombin, G. B. Zaccaria, la Galleria è stata inau-
Rurata il 5 corrente.
La Mostra, che si è chiusa il giorno
15, è stata coronata da successo. La circolare emanata dalla Direzione gli intendimenti artistici della Galleria; all'apertura, rivela «Non programmi rivoluzionari, si legge in Questa, non tendenze: l'arte che è una manifestaz pregiudizi sterili di ione eminentemente sociale, non può essere disgiunta da tutti gli altri elementi di vita, L'arte non Può essere intesa come un capriccio : è invece l'espressione irraggiamento
appassionata dell'ideale della vita universale.
dell'uma-
di un popolo, «In questo senso la nostra Galleria auspica Ja serena
lorizzazione
della sana
e vera
arte
pittorica.
va-
Per questo
saranno accolti fra noi giovani ed anziani, ma giovani veramente meritevoli, in possesso di basi sicure e dotati di innegabile temperamento artistico, loro parola autorevole ed ammonitrcd anziani che dicano la ice. « Noi auspichiamo una Pittura che riveli un orienta-
mento artistico chiaro, sincero e italiano, siano pure arditi i risultati, ma la pittura
cademica,
non
se
tema
di essere
giudicata
ac-
per arte accademi intendiamo arte ispirata @ ordine e armonia. Nient'altro cachiediamo , e, per il resto, libera, così tecnicam
ente come spiritualmente, di seguire l'indirizzo più consono al temperamento dell'artista. Si vorrebbe ritornare così ad un'arte che dovrà sopravvivere, come rivivono oggi dopo secoli e secoli le o-
Fitrovo per artisti con annessi gii utici.
« Ecco perché, pur trovandoci attualme nte avvolti
ma di guerra, noi vogliamo dell'arte, che in un domani
fin d'ora
affrontare
in cliil tema
gente necessità per noi stessi, non lontano diventerà di urper il mondo esterno, e per la giola futura della nostra Patria.
Solo così nel prossimo decennio la pittura potrà segnare, nei traguardi dell’arte ita liana, una tappa importante » Nazionali sono dunque, oltre che artistici, gli intenti Questa Galleria. Di quella di Nazionalità che Assurta a non può non trovare riscontr o in ogni italiano., Più jdeale sopra difatti la circolare accenni «L'Italia si trova ad una tale e decisiva svolta della fasua storia, Fermenti di animano Ja vita politica, rinascita mente intatto ed inalienabile militare, economica, Assolut è però il glorioso passato tistico del nostro Paese; a che ha posto l'Italia in è quel livello di artistica civiltà primissimo piano nella storia dell'arte mondiale, che-ha fatto
artisti più grandi così della di lei la culla nei soci degli pittura, come della scultura della poesia, della musica. Le tragiche giornate presenti,
La Galleria continua Appena iniziata. Il 16
dunque
fiduciosa la sua missio ne la volta della Mostra
corrente sarà personale del pittore Luigi Zago. Ci
auguriamo che anche questa Scuota il consenso
Luigi Zago da Villafranca: Piccol
950
rsena (Bellagio).
del
come
Ja precedente
Pubblico e che la Galleria. d'Arte possa essere Verame per la rinascita della nostra nte un trampolino pittura.
LYDIA
DE
ri-
Italiana
lancio SANTIS
GLI
AMANTI Romanzo
IXIX
di
sE tbeeg]apposta per accompagnarci soli e sconfitti sulla soglia
GRUDELI
BRUNO
CORRA
— Come puoi esser certo — obbiettò Vittoria, con l'accento sveglio di chi esprime un'idea azzeccata in un barlume di veggenza — di non lasciarti dietro qualcosa che viva dopo di te? E che cosa? Gli articoli? I saggi? Polvere.
— Il tuo libro. È fallito? E nato morto? Bene, se tu vivessi, tutto finirebbe Jì. Ma pensa al valore che la tua opera sbagliata potrebbe acquistare
i qua una barchetta a fondo piatto legata ad un
piolo al lungava contro la spiaggia nel filo della corrente. Via via che lo sguardo finiva d'assuefarsi al buio, scorgevano più distintamente a una cinquantina di da loro lacalata per la quale carrette e barocci potevano raggiungere quel
del greto, un cammino per risalire alla strada assai più comodo del sen-
sul quale prima s'erano arrischiati. Tutti due avvertirono nel medesimo ite la presenza là in fondo di un ironico agguato : sarebbe stato grottesco
alla buffoneria esser scesi per il sentiero difficile ammantati in una stupenda posa di morituri, e risalire pochi minuti dopo comodi comodi per la stra-
dopo la tua
morte, Ecco il libro incompleto di Giulio Cammarese, lo scrittore che ha voluto
morire con la donna che glielo aveva ispirato! — Vittoria, Vittoria! Perché, perché? E intendeva, perché me lo dici, perché mi additi questa via, non vedi che se ci metto piede non mi fermo più, non senti che mi spingi giù per uria china
di ghiaccio, di specchio? Inginocchiato sulla terra fradicia al piedi di Vittoria, le scoccava sul dorso delle mani sulle dita sulle palme lievi baci smarriti, trepi-
danti, e mormorava ; =
Hai ragione,
scompare
hai ragione,
forse questa è la verità, se vivo tutto di me
se muoio qualcosa rimane.
Il bronzo dei due amanti ripescati dall’Arno sarebbe venuto in seguito, ma l'idea che prima avrebbe allettato Andreina sarebbe stata indubbiamente quella
Giulio, la barca.
Ho avuto lo stesso pensiero. — Fa acqua, vedi?
di pubblicare il romanzo,
aggiungendo
ed
avrebbe
=
diverse stesure del racconto, ia prima piena di Vittoria, la seconda dominata
un poscritto.
Andreina
ai due lunghi frammenti
subito
riconosciuto
una
prefazione
la possibilità
di varare
fruttuosamente Il cattivo romanzo sotto la veste del documento umano, Le due
Prendo i, occorrono, Una spinta e la corrente ci porta, tenuta a posto dal fianco
da Andreina, guardate dal punto di vista di un lettore che procedesse di pagina
sedettero sul bordo dell'imbarcazione, dal legno umido la vibrazione della cor-
capolavoro, e che l'amante del romanzo era veramente esistita e aveva seguito
Giulio sciolse dal piolo la cordicella. Ma la barchetta,
insabbiato e dai fluido premere del fiume, non s'iccorgeva d'essere libera. Si
rente si propagava ai loro corpi. — Qualche minuto ancora,
— Credo che non si soffra,
E pol...
— Siamo due. Ci aiuteremo a essere implacabili con noi stessi. Seng ci siamo amati come în questi minuti terribili.
Avevano bisogno di molte parole : troppe, perché Il proposito di morire potesromantica
necessaria
passione, e tanto meglio si garantivano
a concludere
la loro bugiarda
dal pericolo d'incappare
per
davvero
mella sciagura stupida del suicidio, Lo sbocciare di un ricordo maligno prolettò în fronte a Giwio i titolacci letti nella cronaca del « Fieramosca » Il pomeriggio che lui e Andreina erano andati
la prima volta a casa
di Alda:
« Amore
e morte — La sartina e lo zingaro — La fuga nella notte — Il cadavere in Arno — Disgrazia o delitto?». s — Giulio, io t'ho fatto molto male.
— No, cara. Tu mi hai salvato, tu salvi il mio orgogiio e la mia dignità. Se
io avessì
più lentamente che mi manca
l'ingegno necessario
a reallz-
zare i miei sogni d'artista, forse mi sarel rassegnato a una vita indegna di me. Tu sei stata l'elemento risolutivo della mia vita. — —
Dunque, tu muori per colpa mia. Perché dici colpa? lo direi per merito tuo, Come per merito mio tu sfug-
gi a una decadenza umiliante, ti salvi dal tradire te stessa.
— È vero. Ma come spieghi che io provo anche ora questo bisogno cieco,
primitivo, di confessarmi colpevole e di chiederti perdono? E che vorrei tanto
tanto che tu mi assecondassi, anche sc la mia richiesta è assurda?
lo sì, t'ho fatta soffrire. Vorrei inginocchiarmi davanti a te. — Grazie. Ci siamo perdonati, Non c'è senso, è vero. Ma è come pregare,
per chi non sa pregare, A un tratto, una grande serenità, Anche tu, Giulio?
7 Anch'io. o Un singhiozzo? Si, ma timido, spento. Giulio si rimproverò di non averla Trenata prima. Ancora qualche battuta di dialogo patetico e Vittoria sarebbe scoppiata a piangere. La più elementare prudenza consigliava d'evitare un attacco di comi
Giulio Camma-
ubblico il libro postumo del marito infedele con una prefa-
le che avrebbe potuto, chi sapeva mai?, incendiare la bugia
con una fiammata di sincerità, sforzare i fatti nel senso di uno scioglimento — Che si dirà di noi, domani? — Una bufera di curiosità attorno all’enigma della nostra scomparsa. — Ne parleranno i giornali,
si sarebbe
composta
nel suo
insieme
1
la narra-
fortunati equivoci che talvolta aiutano un ingegno mediocre a introdursi di sop-
piatto nel paradiso della gloria —
Innegabilmente, è la verità. Devo morire perché il mio nome viva. Morire
qui, con
te, in queste
precise
circostanze,
bilità d'evasione o di dilazione.
Una
passo. La sentenza è inesorabile.
— Sarebbe bello se poi ci scoprissero vicini, uniti. — Ci legheremo i polsi con quella corda. Ma Giulio si guardò bene dal far seguire alla sua proposta l'atto di raccoglier
la corda. I suoi pensieri lo allontanavano rapidamente da Vittoria, mentre quel-
li di lei, lo indovinava, facevano altrettanto da parte loro, lanciati in una direPer lui, ben presto ebbe forza d'attra-
zione soltanto l'idea di Andreina. Né al momento in cui l'aveva udita narrare, né ora a rammentarla, la storia dell'abortita infedeltà di sua moglie, gli aveva
Non
ho scampo,
non
esiste
possi-
logica di ferro mi ha condotto a questo
La nostra
mo condannati a morte,
volontà non ha più importanza,
Sia-
=— Vediamo. Discutiamone tra noi. Se invece accadesse... Ora toccava
a lei di far macchina
indietro, di dar mano
lienti dei se e dei forse. Ma Giulio non l'ascoltava.
alle cautele
emol-
Era morto, si poneva
da-
vanti al libro stampato, lo-giudicava a nervosi assalti d'acume critico, provava
la resistenza delle parti che sapeva più deboli, si chiedeva con un'angoscia che da un istante all'altro sì sarebbe mutata gli fosse lecito di bussare con
faria, Guardato
dall'oltretomba
quell'opera
in giola o in disperazione se davvero in mano
il libro resisteva
alla porta della storia iette-
all'indagine,
patetica sincerità s'effondeva dalla prosa dello scrittore
un
scomparso,
profumo
di
e dove la
forza dell'arte più sì rivelava impari all'altezza del compito là interveniva in soccorso del capitolo o della pagina pericolante l'interesse autobiografico del rac-
conto, là assommava la figura dell'uomo Cammarese con la sua dolorosa nobiltà suggellata nella morte, Sarebbe bastato che un critico influente trovasse
il fatto
suo in un'interpretazione celebrativa del «caso Cammarese », perché il romanzo
due volte scritto è rimasto incompiuto diventasse una specie di classico, un ritratto dell'antico e sempre
nuovo
dramma
spirituale dell'artista
realtà e con la propria fantasia. — Addio, Vittoria. Vicini vicini. Noi due, noi due.
in lotta con la
— Sì, si. Un minuto, solo un minuto.
— Alzati. Guai a indugiare.
Sì, sì. Un momento, un momento.
Ho bisogno di questa chiarezza. Presto. Non devo lasciarla consumare. — Mezzo minuto, ti prego. : Tenendola abbracciata egli la traeva, riluttante, verso il ciglio dell’acqua. Un'accorata determinazione, una dura pietà di se stesso, pulsavano nella sua voce rotta, esaltavano le sue mosse
— Domattina qualcuno verrà qui e non troverà la barca.
zione che tagliava fuori la sua persona.
con sagace freddezza d'occhio e di polso,
delle quali
zione considerata a distanza e illuminata dai fatti, avrebbero potuto costituire una rara curiosità d’arte e di vita, uno di quegli straordinari casi umani nei quali la cronaca e la storia passandosi vicino s’impigiiano l'una nell'altra, uno di quei
se armarsi di una forza imperativa. Quante più parole dicevano, tanto più assascena
în pagina sapendo che l'autore s'era ucciso per
varie parti insomma
tornare indietro.
la grande
aver scritto un
e che era la moglie di questo fenomenale
rese a presentare
zione simile a un'autopsia praticata
È provato che non si patisce.
— Mi dà una gran pace pensare che ci siamo già distaccati dalla vita e non
poravano
punirsi di non
nella morte l'artista,
impazienti.
L'acqua
aveva
lo stesso colore
della riva fangosa. Dal buio pallido di fosforescenza avanzava striata di lunghe vibrazioni, aggomitolandosi ad ogni poco nella felina mollezza di un risucchio. — Ci corichiamo nella barca, Giulio.
— No, avanti, ora che siamo decisi. — Voglio, voglio, ma non così. — Abbandonati, chiudi gli occhi. — —
Legata a te, non voglio esser separata da te. Non c’è tempo.
— Prima baciami, Giulio, baciami. L'abbraccio ebbe, sull'orlo della corrente che sciacquando veniva
a lambire
e ora la
loro piedi, una violenza torbida, l’impeto di una reciproca sopraffazione. Egli le accerchiava le spalle e con le mani scottanti le sosteneva la nuca, lei teneva
romanzo. È nemmeno se pensava alla vita di Andreina dopo un suo ipotetico annegamento, riusciva ad accostarle volti e atti d'uomini che potessero comunque ferire e smuovere la sua restia sensibilità coniugale.
serrato al proprio petto Îl suo petto con le braccia sotto le sue ascelle, a bergli
destato in petto il più blando
impulso di gelosia.
L'aveva
ascoltata,
ricordava, preoccupato solo di sé, pesto e dolorante, sepolto sotto le rovine del
_
mia mamma
—
sospirò Vittoria —
il mio unico
rimorso
è il dolore
che do alla mia mamma. 5 — Per me, soffro soprattutto di non lasciarmi dietro nulla che possa far vivere nel tempo il mio nome d'artista. A ai Si figurava Andreina dopo la sua morte, la vita di Andreina vedova di Giulio il colpo dell’avCammarese. La conosceva abbastanza per prevedere che sotto d'eccezione, contegno. un costruirsi saputo avrebbe venimento tragico Andreina trasformando il clamore scandalistico sollevato dalla morte del marito in tanta celebrità per la sua persona e la sua arte. Superata la crisi della prima emozione,
avrebbe messo a frutto il suo dramma coniugale con tutta la caparbia ingegnosità di cui era capace. Non sarebbe passato molto tempo, che in un'esposizione d’arte si sarebbe veduto un bronzo dal titolo « Gli amanti suicidi», firmato da Andreina Cammarese.
col bacio insieme col respiro la volontà di morire. — Siamo stati molto molto felici. — Immerisàmente. — E allora? —
Era
Non parlare.
L'ultimo nostro bacio.
Più forte.
Da soffrire. Da gridare.
sicura di vincere. Le loro braccia, i loro ginocchi, le loro bocche, sì
parlavano un' linguaggio di vita. Sentiva che in Giulio il desiderio incominciava a disperdere la cattiva esaltazione destata dal miraggio
morte chiassosa la fama letteraria.
di conquistarsi
— Ah, come potremmo esser felici ancora!
— E poi? Pensa, cara. E poi?
— Morire. Ma in un luogo più bello, in una maniera meglio scelta, — Non è più possibile. n
— Tu lo desideri. Lo desideri quanto me.
con una
— Sì. Ma non cedo. È tutta la mia vita che mi comanda di non indietre = Ti amo, ti amo, ggiare. Peggio, Nel mescolarsi della
sensualità con la disperazione là da ogni rispetto di sé, Giulio trovò, di la via — No, Giulio, no, non volevo,di un pianto sfrenato, infantile, se le lei piangeva. La voglia d'amoretu piangi, se ti sento piangere... si scioglieva in compassione scuotimento dei singhiozzi e in bontà. dava una nuova dolcezza ai loro abbraccio. La voce di Giulio velata dalle lacrime aveva un suono i
di un ragazzo gracile, malaticcio, infelice.
ile, era la voce
— Tutta la mia vita mi proibisce di fare un passo indietro, non solo da quando mi conosci, prima, sai, a vent'anni, a quindici anni, pre, il mio sogno la mia giovane, sempre, semambizione, un artista, uno scrittore, Avevano l'acqua caviglie. Le scarpe erano dii piombo, facevan corpo con la mota viscida, che
al fume,
siittando Strato
su strato li poi rtava in fuori, li consegnava Piccolo passo compiuto volontariamente quel ‘subdolo sdrue-
Ad
pe avesse ridotti in quello lungo il tetto s'imbatterono soltanto in un omino che
— Hai torto
notte,
! Il vuoto. Più leggero di così |, mi pare...
era forte, era grande.
mano che l'acqua saliva, cresceva sino al polpaccio, amato ?
leva
uta con una simile intensità, 0 all'amore come la morte. la pronna guancia sulla
guancia di Jui, « Caro bambino sava, «non ti lascerò morir solo. mio», penria ti è vicina ». Un piede la tradi,Piccolo mio non aver paura, che la tua Vittosi torse scivolando, affondò in una sottana s’incollava alle gambe, buca. La ne impacciava i movimenti. La forza del fiume Pasi sparso di gialle faville si spiegava
dinanzi ai loro occhi forva e potente, all'altezza dei ginocchi con golosi gorgoglii, mulinando montava labile dal fondo cedevole, K — Ti adoro. E tu? — Sono felice, se tu sei felice, = Il nostro libro vivrà, il nostro Îl Hbro, il libro, il libro. Vedeva libro, caplsci ? le riviste, i giornali letterari, d'informazione, pieni del suo i quotidiani Saggi critici, documentazioni articoli di terza pagina. Tutte nome, biografiche, le relazioni cuiturali
frusciav:
€ fredda —
Giulio, dimmi che mi ami,
letterarie giornalistiche &
politiche di casa Santorini mobilitat
e per alutare il libro. Il decine di copie nelle vetrine di tutte le librerie d’Italia, Anche volume esposto a Rettata con una famelica bramosia Alda si sarebbe di pubblicità sulla dei chiarimenti,
delle messe a d'esser legato a una parentela punto, delle polemiche. di scrittori e di scrittrici. Ingrid fatto pubblicare il libro in
Successo europeo, mondiale Avanti, fiume echeggiava l'applauso, della
zata d'ingegno e gloria, — Tienimi forte.
Non ci siamo mai mentiti,
si rovesciò
da un lato. Tenendosi
stretti con
con l'altro senza riusci:e a innestare nell'acqua veloce un efficiente tentativo di nuovo. Fu la mano di Giulio ad afferrarsi ma a un sostegno, per pri-
= Aggrappati a me, Coraggio, = Non posso. Non ho più forza, — Qui c'è meno acqua, — Pazzi. Eravamo impazziti,siamo salvi, Esausti caddero dentro la barca, La dall’ostacol
sulla cinquantina,
lui aveva
tarchiato,
finito di far
maniche di camicia grembiule Una ragnatela di sonno, era lo io di verità solare, qui spento © ammuffito nella luce era troppo alta. Non so come ci siamo potuti infangare — Un temporalaccio. Aspettat e, signorina, la stessa, unta e morbida. Stefano pungeva Vittoria con o Ernesto? L'indovineilo un'insolita urgenza, stabilire l'identità stesso identico individuo,
— Solo una grande passione può
Vacillando lottavano con l'acqua finire così, che schiumava oramai presso la cintola, Vittoria perdette il fondo col piede,
maniera
gresso e la scala appena
palandrana nera panciotto chiaro e giorno ben sveglio in grosse scarpe cheDifacevan risonare il vesti-
- Uniti per sempre.
— Il nostro amore era vero, vorò, —
sponda
Vittoria si strinse nelle spalle, E gli chiese Piuttosto, per pulito, qualche salvietta, sé, un asciugamani
levarsi di dosso un avanti, e un cencio per lèperscarpe infangate, ché
maniera di muoversi nel i, © la medesima Vittoria incontrando il portiere durante il giorno 0 rientrando alla d'aver da fare con Ernesto Oppure con Stefano, di sera non era mai sicura
Giulio, addio.
— Addio, Vittoria.
» diguazzavano
graziosa. Troppo bella per essere improvvisata. Scomita venen do in qua sotto |'‘acqua, vero. Ma mi accorgo d’averla giocata male. -— Dal giorno che ci siamo rivisti nello studi io d’Andreina questi sono minuti nei quali possiamo parlarci sincera } primi mente, — Quanto tempo, quanta sere quel che siamo. Parla, fatica, per liberarci dalla falsità che c'impediva d’es.. Ma Vittoria non si spiegò, spiegati. Giulio non conobbe quelle che sue prime parole sincere, perché o state le lo sportello che era socchiusosarebber trovato nell'uscire, si aprì. come l'avevano Era il portiere di notte, — Avevo sentito — si scusò — Ti saluto — disse Vittoria, — parlare dietro il portone. —> Buona notte — le rispose Giulio, Il portiere poi osservò : 7,,Potevo dare un ombrello al signore,
dietro gli orecchi e nella suo fratello si dividevano di portiere di notte, faccia larga e stolida
Germania,
un bri
corrente disturbata e deviata lungo la investito Îl vecchio canotto in Pian piano ‘con la prua vernice, doveva esser il fondo sc
domandava, E contemporaneamente «Emesto 0 Stefano? Stefano 0 Ernesto ?»,
, aveva
issò per qualche
istante,
Ma l’altro con l'asclugamani buttato sul braccio, la guarda‘
bia della sua
lati, un poco perché il Joro peso aggravava un poco a causa dell’acqua che scolava dai loro vestiti. Spandeva per i loro corpi pigiati nello scarso spazio tra i di
Il
-
di tutte ie nostre fatti compiuti, cia-
3 «Non
da una delizia
tenzione sui battiti del cuore man mano più regolari.
portone all'ascensore, ia guida d’umido . Il quesito che balscrivania, veniva risolto la carbonizzati nel caminetto. con ‘era scordata -di spegnere Ja Andò fiam-
senza più una stella, © pensava che la prefazione e con le due stesure del Tomanzo avrebbe potuto verle lui, fingendo appunto seriche tutto il libro fosse opera di un immaginario da prima
isolate e improvvisamente fitte e picchiare il legno di grandine. Il canotto mosso asonoro gioco » ora puntando la prua alla riva e poppa, ora facendo. centro sulla descrivendo il mezzo circolo con la prua. Lo scafo baloc-
brusio monotono,
correni
la
del flume
notte sotto il guanciale.
la foce lontana, nel nuvolosa, h il suo cappello diverso Paglia e il cappellino di VI
adagio si riscaldava, il naul di un semicupio tiepido.
—
Non importa —
disse Giulio, tirandosi su rotto e snervato
dal bagno. — Questo è un avvenimento che avrà un gran peso nella nostra vita. Ne sconteremo l'influsso a distanza.
— Sì — gli fece eco Vittoria, con la voce affinata dalla lima stridula di risatina. — Agirà su di noi come una la Risalirono il declivio scavalcando luna sul vino nuovo. portava alla strada batterono forte i monticelli di sabbia, su per la calata che î piedi per far schizzare l’acqua di piene le scarpe. cui eran Vittoria aveva perduto il cappello, la luce del primo fanale versò un chiarore spiritico sulla sua faccia bianca e bagnata sotto una cuffia di capelli
sgocciolanti.
— Scusami se rido, , ma sei talmente buffo. Sembri l’èrgasto che ‘a iiezzanella cella la donna gettata nel' fumelanovent'ann
notte si. vede compai rire
con la pietra al collo,
952
i prima
tro del pomeriggio, Ti al Ministero la di farsi ricevere immediatamente, prima del tosegretaria all'Istruzione
h pubblica bel salto in avanti nella graduatoria,una Faccomandazione che le facesse fare un — Un momento, te. (La fine al prossimo numero) BRUNO CORRA
UFFICIO PUBBLICITA* BARBISIO 367
La semplicissima linea della ruota, riassume nel-
la perfezione del cerchio buona parte dell'umano progresso. La linea di un “Barbisio ,, racchiude in una perfezione industriale tutta la Vostra eleganza.
un nome +una
marca
«una garanzia
BANCO
DI
Sede di MILANO
CASSETTE
DI SICUREZZA
Contineezione Notizie è Indiscresioni l'anno precedente. Sempre nel 11942 sono Mate presentate 275 domande di autori: tazione preventiva a muove costituzioni società, ad aumenti di capitale sociale di© 44 emissioni di obbligazioni: di queste do. mande, 43 per un importo di circa 200 milioni di lire vennero respinte, mentre ne vennero accolte 40 per di circa 500 milloni di lire, un perammontare le quali le relative operazioni non davano luogo 4 prelevamenti di denaro liquido. Furono pure accolte altre 81 domande per un am montare di circa | miliardo e 800 milioni di lire per attività interessanti la difesa nazionale, nonché Iii domande per oltre 3 millardi e 600 milioni di lire concernenti attività di carattere autarchico. camples: sò vennero pertanto accolte 232In domande Der un ammontare totale di circa 5 mi Ilardi © 900 milioni di lire La produzion mondiale di petrolio condo gli ultimie dati la produzione mondiale riaasu; petrolioresi nell scorso anno è stata di milioni di ton nellate, con una sensibile. diminur'o ne in onfronto all'anno precedente » erano raggiunti i 307 milioni , di quando Nel 1938 erano stati prodotti 273.tonnellar di tonnellate, e nel 1939 se ne erano milioni 257 milioni. Contemporaneamente si è avur però avilup, In modo la produzione di benzina sintetica: notevole le più recenti val tazioni danno per il 1942 la cifra di milioni di barili in confronto a 135 n180 lioni di barili nel 1941. A questo riguardo rlevare che, secondo una fonte. bri la produzion benzina sintetica ha superato e tedescalo discorso no la corrispondente durante complessiva. produzioan fe di oli minerali D'altra parte ne gli Stati Uniti siè romeni. discesi di media giornaliera prodottidal a 4,23. milinei
SICILIA
- Via S. Margherita, 12
- IMPIANTO
1942 a 3,91 milioni di media nell bre del 1942, ed a 3,82 milioni di barili nel
Remnaio di quest'anno. passo sono Sempuite Je riserve, dalDi pari 252 milloni di harili si 249 milioni del anno dell'agosto successivo, 194! ed a soli 234 milioni di barili aì primi del 1943
MODERNISSIMO
due smilioni di me, di legname da costruzi ne, 110 mila me. di legna per cellulosa e 32
‘mila traverse di querela mentre corso ‘la lavorazione di 800 mila traverseera diin faggio Provvedimenti per le la situazione finanziaria dellafinanze ‘maggior parte
ze degli Enti locali. Merita di essere segnalato al riguardo quanto in questo cam. pa sl ata attuando da parte del Comune di Milano. Secondo recenti dichiarazioni del Podestà, si ata infatti studiando la pos sibilità di menere in elrcolazione una serie di buoni garantiti dalle proprietà del Co. mune, sia per superare le difficoltà con ingenti di numerario, sia per preparare le basi sd una vasta e risolutiva operazione di credito da farsi “dopo guerra per la soluzione dei problemi della più grande Milano. Naturalmente, per assicurare il buon esito di questa operazione che volgerà una somma di miliardi è indi Spensabile un preventivo deciso assesta. mento e snellimento delle finanze comu nali: e appunto in questo senso sono sta. te già disposte le opportune provvidenze per alleggerire il grave disavanzo esisten. te e per ottenere la riduzione o l’annullamento delle passività dei servizi pubblici H risarcimento dei pegni distrutti per fatto di guerra. In di ev bellici, e sopratutto conseguenza a seguito delle tute incursioni aeree sulla molti Pietà,
mo in Romanka. Sì sti una di pro: videnze legislative destinate serie a di gior incremento all'industria forext con la costituzione di un apposito per l'Economia del Legname. Si riguardo che il abbattuto sino el giugno di quest'annolegname è ammontato 4 5 mi vagoni. Alla no stati ricavati
degli Enti locali, già prima dei re centi avvenimenti, ai a tempi particolarmente difficile. negliMentreultimile spese normali © quelle straordinarie sono —1Îsumentate, talvolta in modo le entrate hanno spesso subito rilevante, senaibili' dezioni. Da ciò la necessità urgente ridi _—provvedere nel modo migliore le presenti difficoltà prima che @_ Jerisolvere stesse ineldano in modo irreparabile sulle finan
Uffici f nenziari. Considerando competenti probablimente la. grande maggioranza che dei suddetti pro. Prietari di pegni non conosce la procedura da seguire per ottenere il risarcimento danni subiti, le Intendenze di Finanza handei no avuto istruzione di rendere noto che tale proced guardante ll risarcimento per tutti gli altri danni a cose mobili. | proprietari isti sono quindi invitati a prese: dannep.
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sensi dell'art. 13 della legge ‘26-10-1940 n. 1543, € dell'art. 1 del decreto 16-12-1940 n, 1957, le domande in duplice esemplare, corredate del consueti documenti, e delle polizze rilasciate dal Monte di Pietà. Le domande vanno presentate all'Ufficio Di strettuale delle Imposte Dirette nel caso che l'ammontare dell'indennizzo richiesto non superi le 20.000 lire, e all'Intendenza di Finanza intutti gli altri casi nei quali la indennità richiesta sia superiore a det somma. Secondo le istruzioni impartite al l'latendenza di Finanza, sì può assicurare che alle dette domande, specialmente 4 quelle di piccola entità, sarà dato corso con la massima sollecitudine possibile, e semplificando, ove del caso, la procedura di liquidazione. Rimborso del Buoni del Tesoro 1943. |ì Ministero delle Finanze ha comunicato che in data 15 dicembre 1943 scadono | Buoni del Tesoro novennali serie H e | in base al decreto 20 novembre 10: 1838. 1 Buoni stessi cesseranno di frut: tare gli iriteressi dal 15 dicembre detto e il‘ rimborso al possessori di tali Buoni da parte delle Sezioni di Tesoreria provinciali sarà effettuato alla pari, cioè per l'ammon tare corrispondente del capitale nominale da essì rappresentati. ll Governo Fascista Repubblicano mani festa in tal modo il fermo intendimento di tener fede agli impegni finanziari dello Stato e di non trascurare la tutela dei ri
La Cipro K spersate bilmente fine sitirma di preparazione, aderire è n devsrrade cal vino im made pertesto e pr siede inaltre ua deliretanme profumo
sparmistori italiani.
RASSEGNA
FEMMINILE
L|
CONSIGLI PRATICI PER LE MASSAIE Come
si lavano le sete. Saper rinfresci
€ pulire abiti e biancheria di seta bianca 0 colorata, senza deteriorare |l primitivo splendore del tessuto, è un dovere che in questi tempi difficili ogni donna deve cono. acere ed applicare con la massima Si prendano due cucchiaiate di una
numerose polveri che sostituiscono il sa fione e che si trovano In commercio ovun que, si sciolgano in poca acqua fredda fino ad ottenerne ui pastetta. Vi si aggiun no due litri di acqua calda, non bollente, ed un mezzo cucchisio di ammoniaca. Do po aver mescolato per bene con, un be stoncino pulito, vi si immerga l’indumento di seta
e Jo si rimuova
sovente,
con
BAALEDEDE La aus
cura. delle
lnsi
ALOOR
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stenza, afregando leggermente nelle parti più sporehe, fino a che non divenga tutto uniformemente pulito. A questo punto lo si immerga a più riprese in una vaschetta d'acqua limpida tiepida e infine lo siri sclacqui in abbondante acqua fredda. Non si strizzi l'indumento così lavato, ma lo avvolga in un pasno bianco pulito per «l cunì minuti, pol lo si stenda in luogo asciutto. La stiratura andrà eseguita dal ro vesclo, con molta lentezza e precauzione, prima che il capo sis completamente # aclutto, Ove occorra, servirsi dello stira maniche imbottito o di un cuscinetto di forma adatta che al terrà ben saldo con la sinletra, mentre con la destra si passerà un piccolo ferro su ogni piega 0 curva della manica da stirare. Prima di ripiegare e riporre l’indumento, serà opportuno ap penderio in luogo arioso per qualche mi nuto. Modo di rimettere a nuovo | vecchi ri ceml. | ricami dorati e argentati che per ll tempo © per l'uso si fossero coperti di una oscura patina che li avesse come an nebbieti di fuliggine, si puliranno apargen dovi sopra della mollica di pane raffermo previamente scalata in un tegame. Si spal. merà la mollica stroploclandola energica: mente con la palma della mano sopra tutto lì lavoro ben su un tavolo; indi si ricoprirà ll tutto con degli asciugamani paliti. Dopo qualche tempo si rivolterà le stoffa e la si batterà dal rovescio, ma leg germente, con un battipaani 0 con una ver ghetta, € sl spazzolerà per bene la parte ricamate. Finalmente, con un pennello, si spalmerà un leggero strato di colla o di amido dililti, sopra ll rovescio del ricamo e si lascerà asciugare tenendo sempre ben disteso ll lavoro per evitarne le grinze Riscaldamento economico. Questa « ricet » che ha qualche secolo di vita, ma che fu scordata persino dalle nostre savie non nette che ebbero invece Îl culto dello seal dino, torna oggi di grande attualità ‘e op portunità. Si possono scaldare letti e lo cali mediante vna scatola di ferro 0 di stagno dove no stati messi uno 0 più pezzi di calce viva previamente tuffati in acqua fredda. Si chiuderà ermeticamente la minuti dopo non sarà più ta terà. JI ca lore che da questo rudimentale scaldino si aprigiona è dolce e costante ed ha anche ) grande vantaggio di costare pochissimo.
VID
—
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
ALL'INSEGNA DEI SETTE SAPIENTI l'industria veneziona dei tg già nel«XIII secolo; ma forse si lim tav
allora alla fabbricazione di cubetti per l'arte musiva, Nel 1202 © Gran Consiglio della Sere nissima, precccupandosi del pericoli d'incendio che venivano alla città dalle nume rose fornaci vetrarie esistenti in Venezia, sonfinò | vetrai nell'isola di Murano dore già, fin dal 1228, erano organizzati in cor porazione. Frattanto, avendo assunto l'ar te vetraria sviluppi e importanza grandis simi, ll governo della Repubblica ne svocò 4 sè Il controllo e la direzione, sicchè i vari metodi di fabbricazione diventarono segreti Il governo ne era gelosissimo tanto da emanare leggi restrittive e stabilite pene assai gravi per chi teli segreti divulgava e per i vetrai cheaiallontanavano dallo Stato. D'altro casto | più abili maestri vetrai erano dalle Serenissima compensati e onoti di privilegi e titoli nobiliari. L'arte vetraria era diventata fiorentissima e fon te di gran ricchezza per la Serenissime. Infatti ancora nel secolo XVII Murano con tava 250 fabbriche con trentamila operai. Cos'è la malentica? muora torinese. È le
ci chiede una si seconda fase, per
cosi dire, del processo gnoscologico so. eratico, col quale ai giuage alla conoscen ta universale, al «concetto ». Le fasi principali di questo metodo sono: ironia, maleutica, interiorità, consapevolezza della propria ignoranza, induzione, definizione Prima fase: anzitutto bisogna sgombra. re lo spirito dalle conoscenze errate, pre concetti, opinioni (nel senso filosofico del la parole). Questa confutazione critica è ll momento dell'ironia cui segue la ma leutica, mediante la quale Socrate diceva di alutare l'anima « generare le verità, come la di gli esseri a
lui madre, nascere.
levatrice,
aluteva
Dopo la liberazione dell'errore, ecco la
possibilità di realizzare la Conoscenza ve. ra, la scienza, non imposta dal di fuori, ma ricavata della mente stessa del disce
polo mediante l'opera del maestro e gra
zie alla ragione che, costitutiva dello spi Fito umano, è valore universale. Tale la
maleuti
I CAPELLI GRIGI RIPRENDONO «COLORE PRIMITIVO USANDO
L'ACQUA TASAMI AL PROPANTRIOL TASAMI dencatamente protomata, ha inest mabile pregio di ridare ai capellì biabehi p grigi ilaco coloro primitivo. L'uso di TASAMI 4 semplice, piacevolissimo, Adottato per petti marsì mattino e sera, ridona in pochi giorni gradatamente ni capelli ii loro colore di un tempo. mentre timpartisce alla chioma un gra. devole odore è ta rende morbida,
vendita preme rune le buone Prof. Chiedere detvagli FARMACIA
nella cui mano l'uomo è piccolo’ strumen to. Infatti Sen Paolo usa chismarsi « mi nime degli apostoli».E Sant'Agostino di. ce: « Dio uccise Saulo e diede vita a Paolo. Che vuol dire un tal nome? - Umile. - Dun. que superbo e tronflo mentr'era Saulo: u mile e dimesso, poichè fu Paolo. Onde non fece che spiegare Il suo proprio nome quan do sì chiamò «il minimo degli apostoli » Il vampiro, è un grande pipistrello del. l'America Meridionale che ha un'apertera d'ali di circa ottanta centimetri. Si nutre del sangue degli animali e degli uomini ad dormentati, incidendo la loro pelle con le papille cornee di cui è munita la sua lingua
Senio # Paolo. Sono lo
Saulo;
Paolo si chiamò
nagoga, si conobbe per Saulo; e così lo chiemò la voce divina che lo st terrò sulla strade di De
Appartennero
COME MEGLIO
L'oro DELL'ORO
e ll persecu-
tore di Stefano e Îl per. secutore di David. Poi si disse Puolo € taluno crede (tra questi Sant'Agontino) che ciò fosse im memoria della conversione da lui operata del procon sole Sergio Paolo, e a imitazione dei vincitori antichi che ai approprisvano sovente Îl nome della vie toria conseguita. pensa anche San Girolamo econ ardita e forse vera congettura », per usare una sua cspres-
gione, poichè il fatto son è accertato. Convien nei.
ALL'OSSIGENO ACHILLE
T
GINO
CUCCHETTI,
BANFI
Direttore responsabile
FI O
Con le stesse carat. teristiche di quel. lo doro, il pennino “PERMANIO,. man
tiene alla “OMAS,, il primato
di stilo.
gralica di classe.
vero autore della stessa,
Industrie Grafiche A. NICOLA
& C. - Varese - Milano
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"RUBRICA DEI GIOCHI L'Illustrazione Italiana N, 51
19 Dicembre
ENIMMI
1943-XXII
CRUCIVERBA
Banca d° America e d’Italia Bode-Bocialei
a cure di Nello
ROMA Direzione Generale:
MILANO
Borgo a Mozzano Castelnuovo di Garfagnana Chiavari
Di quella vecchia
Napoli Piano di Sorrenio Pontecagnano Prato Rapallo Roma 5. Margherita Ligure San Remo Sestri Levante Sorrento Torìna Trieste Venezia
Corte
nel gran salone biù, c'era un brillante e forte stuolo di servità.
Trotta da Rimini
suoi,
se
una
weste
dài
brevissima,
Îl suo
loro,
Anagramma diviso (5-4 =) AMORE DI CANNIBALI
IL SIGNORE
TINTURA D'ASSENZIO pp Mantovani
tesoro,
Cene della Chiterra
ANTICO
d
.
DAL vostRO FARMA
A
DREVETTATE
FARMACIA G. MANTOVANI - VENEZIA SAN MARCO 412.13
SOLUZIONE DEL N. 50
Nello DEL N. 50
PA maso LE (pale, rato).
La pellicola cinematografica. dr GE l'o tre MENDO (gemendo, l'otre). Perisco - pio. Calcio = colica.
(BRIT il
PRODUZIONE DELLA
È della terra un essere
SOLUZIONI
USATO
DA TRE secoli
— Fina
che svelto andar non sa dove le folle accorrono per la velocità.
FARMACO
VENEZIANO
Ma
ISPENTIATANIII
Giò
POSAPIANO
ri
| ASSENZIO
Tutto d’intorno è un lieto e prodigioso fiori: di nuove e fulgide corone di foglie € frutti, che non passeranno, quasi chiudendo — in una cerchia — ascoso il divino splesdor, che all'alme prone calma la pace dell'interno affanno. Prezioso serigno ln cul riposa, altiero, delicato tesoro di bellezza, e in sè nasconde un'infinita grazia, ove si celan, trepide — al miatero — virtù di donne e di corolle: ebrezza di vita prodigiona e mai non sazia. E la pupilla vi s'indugia, ardente nell'ombra stanca delle lunghe ciglia, quasi a mirare la felicità, in sè provando, forse, audacemente, l'ignota giois, e nella maraviglia cr qui si vede la sua nobiltà.
Anagramma a frase (4-5=%)
Riserva ordinnria L. 11,000,000
DIGESTIONE PERFETTA
come in un atto tenero d'ami ansia velata, ln cui tutto s'oblia, soltanto premurosa di ristoro.
Artifex
sanguinolenti. Ed alza il gomito 1 più non posso, ma il corpo ha flaccido © ll naso rosso.
recando
versato
L. 200,000,000
CLASSICO
Quasi una coppa disfana, stillante perle d'azzurro, sale in una scla
LA SATIRA
Arma tagliente che seppero usare uomini in Jotta per la libertà 0 che soltanto voller separare ciò che spetta ad ognun per equità, con cui gente di piccola statura seppe, mordace e scevra di viltà, misurarsi con altra di figura che in apparenza assai più in alto ste. 1 frutti
DI CRUCIVERBA
LA CONCHIGLIA DI VENERE
Frase a doppio incastro (xx oyyyy ccox)
che sia candida e senza impurità, possono rivelare un cuore d'oro che molto vale per l'umanità, € con ia rinascenza fer crollare tutto un retaggio di meschinità, per accendere un fuoco salutare di interiore purezza e di beltà!
UN ESEMPIO
Capiinie
@ cura di Nello
*ILLUSTRAZIONE ua
dela d