Capitolo I
Le origini della Milizia La Milizia volontaria per la sicurezza nazionale nacque ufficialmente con il regio decreto 14 gennaio 1923 n. 311. L’organismo fu collocato sotto il comando del Gran Consiglio del fascismo, ma posto agli ordini di Mussolini. Le riflessioni storiografiche sulle ragioni e sugli scopi che portarono alla sua costituzione sono molteplici2. Lo squadrismo era diventato un fenomeno quasi incontrollabile e i capi locali che avevano organizzato le squadre d’azione avevano considerevolmente allargato il proprio potere. Il «patto di pacificazione» stretto con i socialisti il 3 agosto 1921 non aveva avuto successo. La riorganizzazione delle squadre in un’organizzazione paramilitare che fosse regolamentata da una legge e subordinata ad un Comando generale era divenuta un’improrogabile necessità. Lo squadrismo doveva essere incanalato e contenuto, ma non eliminato per non perdere quello spirito violento che era stato vitale nei primi anni del fascismo e su cui era necessario continuare a fare affidamento3. La violenza era stata un mezzo di identità collettiva ed era stata fondamentale non solo per reprimere l’antifascismo, ma anche per controllare le rivalità interne al fascismo stesso e contenere il dissidentismo. L’operazione di «normalizzazione» attuata con la creazione della Milizia istituzionalizzava, così, le forme di violenza, strappava ai «ras» il potere nelle realtà locali, faceva una selezione tra i fascisti lasciando da parte gli elementi più agitati
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Il primo febbraio 1923 entrò in vigore il RD 14 gennaio 1923, n. 31. I successivi RDL 8 marzo 1923, n. 831 e 832, stabilirono il regolamento di disciplina della Mvsn. Il RDL 15 marzo 1923, n. 967, definì le norme sulla «costituzione, funzionamento e chiamate» e sui gradi gerarchici. Il 17 aprile 1925 il RD 14 gennaio 1923, n. 31, venne convertito nella legge n. 473. 2 Cfr. A. AQUARONE, La Milizia Volontaria nello Stato fascista, cit.; R. DE FELICE, Mussolini il fascista, I. La conquista del potere (1921–1925), Einaudi, Torino 1966; E. VALLERI, Dal partito armato al regime totalitario, cit.; V. ILARI e A. SEMA, Marte in orbace, cit.; L. CEVA, Fascismo e militari di professione, in Ufficiali e società. Interpretazioni e modelli, a cura di G. CAFORIO e P. DEL NEGRO, Angeli, Milano 1988, pp. 379–436; A. ROSSI, Le guerre delle camicie nere, cit.; G.L. GATTI, L’anima militare del fascismo, cit. 3 Su questo concordiamo con G. ALBANESE, La marcia su Roma, Laterza, Roma–Bari 2006.
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