LA MILIZIA E L'ISTAURAZIONE DEL REGIME FASCISTA

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Conclusioni La Milizia rimane oggi e rimarrà in eterno a rappresentare il primitivo squadrismo dal quale è nata, lo squadrismo eroico e superbo, strafottente e ribelle, entusiasta e spensierato […] Rimane l’erede dei «manganellisti», pugno di risoluti capaci di tutto osare, appunto perché nulla chiedevano né si aspettavano, manipoli di «santa canaglia» che seppe liberare l’Italia da tutta una soprastruttura di viltà e accomodamenti e tentennamenti e trafficamenti [sic], ingigantita da tanti anni di pacifica evoluzione materialistica, inquinata dalla predicazione di verbi putrescenti e disgregatori1.

Così si esprimeva il giornalista Dario Lischi, in arte «Darioski». La Milizia ricoprì un ruolo fondamentale nella costruzione, nel rafforzamento e nel consolidamento dello Stato fascista. La Milizia fu un elemento cruciale sul piano della militarizzazione dello Stato nell’irreggimentare la società italiana con l’addestramento dei giovani all’interno delle organizzazioni di massa del partito e, sul piano culturale, mostrandosi come concreta realizzazione da parte del fascismo della ritrovata romanità fungendo essa stessa da modello oltre i confini nazionali per altre realtà politiche. Sul piano della repressione politica la Mvsn fu utilizzata nel sistema spionistico per mezzo degli Uffici politici investigativi, nel sistema della giustizia straordinaria con un numero consistente tra i giudici del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, e nel funzionamento del sistema preventivoamministrativo con la sua inclusione sia nelle Commissioni provinciali, che emettevano le ordinanze di ammonizione e di confino, sia nei Reparti autonomi stanziati sulle isole. L’alto numero di militi in queste formazioni e la loro sostanziale libertà d’azione, in spregio alle più elementari forme di legalità, resero la detenzione di alcuni perseguitati politici più dura di quanto fosse già. I militi dei Reparti, ufficiali e non, dettero luogo ripetutamente ad azioni arbitrarie, ma non si trattò di casi isolati o fanatismi, bensì di un sistema di abusi di potere più generale che coinvolse anche i rappresentanti dello Stato al confino – direttori di colonie, ispettori generali 1

D. LISCHI, La Milizia nel Regime, in «Echi e Commenti», 5 ottobre 1929, cit. in A. MONTEMAGGIORI, Dizionario della dottrina fascista, Paravia, Torino 1934, p. 476.

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