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COMUNICAZIONE. Ohiarnato acl ctltro incarico lascio con q1testo frtsm"colo la direzione clellct Rivista Militare Itabana. A ttttti coloro che in q1testi prirni rnesi eli vita clella nnova Rivista hanno voluto con la loro preziosa collabor·azione e col loro benevolo appoggio aiuta.rmi nella mia oper·a invio un affettuoso sa!uto e un corcliale ringraziamento. Roma, Maggio 1927. GENERALE DI BRIGATA
AMBROGIO BOLLATI
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Considerazioni di critici militari tedeschi sul piano Schlieffen e sulla sua attuazione Nel presen te lavoro, si espongono e si raffron tano le considerazioni di a lcuni scrittori militari tedeschi sugli argomenti seguenti : Il « testam ento strategico» del conte s"chlieffen, in confronto alle operazioni tedesche suJla front e occidentale fino alla Marna. ,..-- La possibili tà di difensiva tedesca nell' Ovest e d'offensiva nell' Est. - L' attmur.ion e della difensiva nell' Est : Stallupiin èn, Gumbinnen, Tannenberg, la battaglia ai Laghi Masuriani. - La condotta di guerra tedesca fino all a Marna. - Il « bataillon carré >> di Schliefì'en. - Le d eficienze nell'esercito tedesco do! 1914. Le leggi fondamentali della guerra e le qualità del condottiero moderno. - Segue qualche considerazio ne sulla «m entalità tattica» in relazione ai criteri enunciati nella circolare 5800 del Capo di S. M. General e.
Studi di cm·attere strategico di scrittori militari tedeschi e del generale Groener in particolare . - L'abbondantissimà letteratura militare tedesca sulla guena mondiale è costituita, per la massima parte, da opere scritte ad esaltazione delle gesta sia dell'intero esercito, sia di determinate grandi unità o corpi di truppa, oppure a scopo di esporre, in Memorie e Ricordi, l'operato di comandi superiori o comandanti di grado elevato e giustifi care l'operato stesso di fronte al proprio popolo ed all a storia. Vi sono però talune pubbl i··azioni ch e facendo astrazione dall'opera personale degli autori e cla quella delle truppe che furono alla loro dipendenza, hanno essenzial mente lo scopo di esaminare gli avvenimenti per ricercarne le cause e trarne dedu zioni ed insegnamen ti : e queste sono indubbiamente le più utili per la storia militare, specie se poste a raffronto , ,~olle Relazioni di car attere ufficiale. Per citare soltanto le principali(> accenneremo: - a quella del generale v. Bernhard i " Der ·Krieg der Zukunft " (La guerra del-
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l'avvenire) (i ), Ia quale ha però il difetto di essere stata scritta giit in parte durante la guerra, e pel rimanente subito dopo , sì che le deduzioni cui l'autore g"iunge sono affrettate ed ip gran parte or mai sorpassate; a quella del generale Schwarte, " Die militi:irisc:hen Lehren des grossen Krieges " (Gli insegnamenti militari della gran de guerra·; a quella del generale Freytag v. Loring·hov~m " Heerfiihrung im W eltkriege, vergleichende Studien ,., · (Condotta degli eserciti nella guerra mondiale, studi comparativi) che però anziché riferirsi soltanto alla guerra mondiale, tende a raffrontare le caratteristiche strategiche e tattiche di essa con quelle delle gu er re del passato, da Federico il Grande in poi; a quella, più r ecente , del generale · v. Moser " Ernsthafte Plaudereien ii ber de n W el tkrieg " (Conversazioni serie sulla gu erra mondiale) ; inoltre a quella di autore anonimo, ma indubbiamente competente, intitolata " Der W eltkrieg in seinen grossen Linien " (La guerra mondiale ne.Jle sue grandi linee) in cui la Relazione ufficiale dell 'Archivio di Stato viene seguib a passo a passo , volgarizzata per uso delia gr~an massa del popolo, e commentata. La più recente fra tutte è, infine, la pubblicazione del generale Groener " Das Testament vom Grafen Schlieffen , St rategische Studien " (Il testamento del conte Schlieffen: studi strategici) (2) : la quale concerne il piano di campagna iniziale tedesco e la sua attuazione fino al termine della battaglia della Marna. Di quest'ultimo lavoro intendiamo particolarmente occuparci pu c esponendo, in comparazione con ~ esso, apprezzamenti e criter i di altri fra gli autori citati. E l'avremmo già fatto prima d'ora, se non avessimo volutamente preferito attendere fino ad oggi, pe•r dare ai lettori la possibilità di raffronto colla traduzione italiana del I volume della Relazione ufficiale tedesca (« Der Weltkrieg i9i4-i9i8 " , compilata a cura dell'Archivio di Stato di Berlino) .di recentissima pubblicazione (3). Vero è che il Groener si riferisce in taluni capitoli anche al II volume (La liberazione della Prussia Orientale), ma poiohé tanto sulla battaglia di Tannenherg quanto su qu ella dei (l) Bubbli-c ata, nella traduzione ita liana del colonn e ll o Bollati, a de ll ' UJ!icw Stori.c o dello Stato Maggiore Cen tra le -d-el R. E s ercito. (2) Ediz. Mittler e Sohn, Berlino, 1926.
cu r::~
(3) <<La guerra mondiale 1914-1918 JJ , vo l. I (Le battaglie di fronti era ) Traduzione del genera le di Bollati, ' pubblicata a ·C ura clel I'Utlicio Storico ciel Comando ciel . corpo el i Stato Maggiore, dallo Stnb ilimento tipografico regionale - Roma, apri le 1927. - E' in corso la pub blicazione de lla traduzione dei volumi s uccessivi.
briga~a
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' . . o · '; interessanti studi· anch e di altri autori . Laghi Masuriam esistono bla . t desca appar e m eno necessano : . . ff t colla Relazwne e italiani, Il ra ron o· . dalla medesima per ta1um · fare as t razwne ed analogamente Sl t'puo . t·l cO·nte.m plati nel III volume . 'f . ad avvemmen l IV (La battaglia della Marna) della altri capitoli n eren lSl ) (Dalla Sambra alla Marna e ne
Relazione stessa (i ) . t . ster-remo completamente dal · · ne pertan o Cl a . Nella nostra espos1zw . d gi·à a conoscenza dm . . t · ons1deran o come . . riassumere gli avvemmen l, c . d ome noti ai lettori stessi , d etto e ntenen o c · lettori il I volume pr . e . , . d . t· lan Il mo o col quale si svolsero le operase pur non nei par Ico t . della battaglia sulla . d t l fino al ermme ' . zioni sulla fronte occi en a e . .l fi . . l termine della battaglia uelle sulla fronte onenta e no a Marp.a, e. qM .ani. . e CIO€ . , fi no ra·l i h* settembre i9i4. d dei Laghi asun . , d bbio fra 1. genera l.1 dell'antico esercito te eIl Groener e senza u . ' . do- di compilare un'opera . l . l1 e meglw erano m gra . . · · fe"""oviano d1 camsco ' uno d1 co oro . c. tt' Capo del serv1z1o " quale è quella dl cm t~a Iam~. remo tedesco all'inizio della guerra, pagna presso ll Coma~do S P. G Q G fu presceHo dal generale le in sostituzione e rimasto in tale qua:llta presso 11 · · ·' . . , Primo Quarbermastro genera ' . . . . t t b i9i8. ed a suo nguardo Hm. Hmdenburg a suo del generale Ludendorff, ll 26 o o re . ' per precedenti servizi , . ·me (2) . " Lo cono-scevo .. denburg cosi Sl espn . d' tt'me qualità organizzatnci e · , che era dotato- l o 1 · . · . di g_uerra; sapevo ~ . . . . terne della nostra patna. Il che conosceva a fondo le condlzlom m P. ro·vò ampiamente che non . · ·d 0 . d.1 omune lavoro mi . . successivo peno collaborato re. I comPiti c . 0 mi ero ingannato nella scelta de~ ~110 nutov·ng·rati. essi richiedevano diffiCili quan o 1 · · · . . per·s onale la rinunzia che gli incombevano erano . ompleta nnunz1a ' un'attività senza nposo, una c f ella dell'adempidd. f .one che non osse qu a qualunque alt_ra so lS azi , . . . noscenza che non fosse quella mento del propno dovere, ad og~l r~co_ t tti comprendevamo la diftidei suoi co-llaboratori del momen _o. OIE;. ero l'opera del Gr-oener coltà e la grandezza del suo compito ". m v ' ·t · . . ·n cui la nella sua nuova canea . s ' l'niziava nel momento cn lClSSlmo l . , , l re sent-e lavoro Cl· varremo cl e ll 'abbr e(l) Per brevJta, nel .COI s o de . p'.. f. ,· , mo a ll a Relazione ufficial e de l. S · CJUalvo lta ·Cl 11 e1ne . . . viazwne c< A. . . , . I )J nei r ifenmenli a J . . . ·, )J ogm . c1 ll 'nbbrevwz10oe <c v. ~ 11 . l'Archivi o di Stato , e e Il e sue grandi line e JJ. . · L LJerra monc1w 1e ne B Il t. pubbh caz10ne << a g .· . . )) _ Tracl. del co lonn ell o o a 1 (2) Hindenburg <<Dall.a mw Vlla l Il St.alo M·a g g iore CenlJOa le, dallo pubblicata a cura de:l 'UfficJO ,storJeo della guerra - Roma , 1923. Stabilimento poligra!Jco per l a mmJm s I a - (V. pag. 297).
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Germania doveva r· ·d .. . . Iqm are 1a sua situazione sia militar gli avversan, Sia politicamente II'. t mente verso a m erno. . E, dal punto di vista politico l'operato del getto di aspre critiche e di~de Iu~ . . . (ìroene~ fu Infatti ogtribunale d'onore, avendo e. Ii go eziandw alla costituzione di un i~i8 dichiarato non essere p~ssi~~:e t:mpest?so ~eriod?' dell'au~unno zwne interna, e non esserv· I ppors_I coli esercito alla n volu. . I per a Germama altra via d' ·t sua graviSSima crisi se non I'abd. . . usci a dalla . ICazwne dell'Imperatore V b scagwnato dalle imputazioni fatte Ji . e . . . . . enne ensì . g ' ssendosJ riconoscmto che egli aveva agito in piena buon . a coscienza e creduto d. . I servire nel modo migliore la patria. ma n . ' on per questo mutaron l' f d1zi di parte dell'op · . . o g I s avorevoli giuImone pubblica sulla sua cond tt ( ) , , sua competenza in questi·on. ·r ·t . o a i . P ero w · 1 m1 1 an elev t · · sola può interessare ai nost . fi . a e e mcontestabile: ed essa
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n1.
Il Groener ha una sconfin t . . e per l'opera da lui esplicat ~a ail_lmi~azi~ne per il conte Schl ieffen . f a Sia nei qumdici ann. . Stato Maggiore dell'esercito . d I m cm u Capo di pertanto basandosi sui cr·t '.SI~ op~ aver cessato da tale carica; e concreta;e il piano di I en m quali Io Schlieffen si era ispirato nE'l campagna per la guerra d · moria del 1905) ed ai q 1. ,. . su opp1a fronte (Me-· ua I s ISpirarono altres· · · . . . I I suoi scntti posteriori, ed in particolare L . " a guerra del , t gennaio 1909) e " Cann eSt d. presen e" (Deutsche Revue, penfUhrung· und H . . ka - u Ien " (VIerteljahresheften fiir Trup eeres unde i9ii i2) · t tt . a mettere in evidenza eh . ' t - ' m u o Il suo libro tende e, se I1 " estamento strate . . tali scritti fosse stato trad tt . . . . gico " coshtuito da tedesca e dal successore d lol oS Ihnl.atto dai dirigenti della politica e o c Ieffen la Germ . mente ottenuto lo scopo eh t' . . ' ama avrebbe cedaal popolo tedes co l e ques I SI nprometteva e cioè risparmi ate una unga o·uerra ed as . I' . , nazione mediante un pia h"' SICurare esistenza dell a . 1 no c e ce asse m sè la . , l · Piu ce ere e più r adicale decisione (2). (Secondo l'anonimo autore della G L , . sarla in tal modo _ P t . · · e non e Il solo a pendi Schlieffen esso non uar asbbraendo dalla bontà intrinseca del piano ·' · vre e valso ad otten 1 d · · e radicale necessaria ali G . ere a ec,~swne rapida ·t· .. . a ermama nella. conci ·, . . ' " IZIOm poli ICO-mihtan del i9i4 A . mmesso, come l'ammette l'A S . . -----· · · e come nteneva possi( l ) Cirça l'operato del Groener v l . . . <<Der groise Krieg in Feld d H .' ec.a s r li libro d el colonnell o Bau er · un e·rmat >> pa·g 2' ·(2) La Memoria 1905 dello Schlieffe~ , , ,·. ;)~. e pag. 267 a 272. mente tanto nell 'A s qtrant e llportata solo framm entari a.b . · · · o n e1 11 ro del G , bene maggiori elementi al . d ro ener: ma quest 'ultim o con' nguar o.
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bile anche Schlieffen, l'intervento inglese per effetto della violazione della neutralità belga, e il conseguente blocco della Germania, anche l'eventualità più favorevole, e cioè l'annientamento dell'esercito franco-anglo-belga e l'occupazione dell'intero territorio franco-belga, non sarebbe bastata a far cessare il blocco inglese: tale occupazione permanente mentre Belgio e Francia avrebbero continuato la resistenza, e la necessità di proteggere tutte le coste comprese quelle ~el territorio d'occupazione, non avrebbero consentito di disporre eli forze sufficienti per infliggere una sconfitta decisiva an che all'esercito russo. Per eliminare il blocco sarebbe stato necessario atterrare la pDtenza marittima inglese: ma la marina tedesca non credette mai a tale possibilità da parte propria, e dopo il i9i3 rinunziò anzi - senza che lo Stato Maggiore dell'esercito ne fosse informMo -- a dar battaglia navale in caso di blocco stretto . Pertanto, qualsiasi vittoria tedesca sulla terraferma non avrebbe eliminato il pericolo dell'affamamento: il territorio delle Potenze Centrali, che l'A. S. definisce come una enorme piazza assediata, si sarebbe bensì accresciuto di posizioni avanzate mediante occupazioni territoriali, ma non perciò sarebbe stato liberato dall'assedio·. Qi.lindi la guerra, nelle condizioni politiche del i9i4, doveva già considerarsi in prec·edenza come perduta). II Groener premette· al suo studio un cenno biografico sul conte Schlieffen, ponendo in rilievo la progressiva trasformazione del brillante e scapato ufficiale · subalterno degli ulani in un uomo che, al pari del vecchio Moltke, avrebb e meritato l'appellativo eli " grande taciturno ", e che assunse a divisa propria e degli ufficiali di Stato Maggiore da lui dipendenti il motto " Produrre molto, mettersi poco in evidenza, essere piuttosto che sembrare ", conservando però fino all'estremo un fin e umorismo ed uno spirito sarcastico in lui caratteristici. A parere del Groener, lo Schlieffen è stato un genio superiore eli gran lunga a tutti gli uomini politici e militari dell'epoca post-bismarckiana, ed ha ezianaio superato lo stesso Moltke per arditezza dì concezioni . A lui si deve, fra altro, l'adattamento dell'artiglieria pesante al servizio di campagna. Egli non trovò un Bismarck. ed un Guglielmo I che traducessero in atto i suoi concetti: e perta:nto, collocato in congedo , dovette limitarsi ad ammonire coi suoi scritti il popolo e l'Imperatore " su ciò che avverrà e deve avvenire ", ma la sua voce rimas e- inascoltata. (L'apprezzamento del Groener sulla genia1ità e superiorità dello Schlieffen non è però da tutti condiviso. Come accenn-a lo stesso Gro ener nell'ultimo capitolo del suo libro, i concetti dello Schlieffen
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furon o cn·t·rcatr· ed impugnar d l . a d ett a de1l'autore dell G rL a . general e v . Schl're·l1t'mg; nel qual e sona destinata a succed:rg·i · ., rltgrande Moltke ravvisava la per~ t t· r, men re mvece fu n . t . sen a rvo e politicante Wald ,omrna o rl rappre1' . . ersee. Ed anche il M app 1rcazrone fatta dallo 8 hl. ff v. oser osserva che · d e11 a battaglia' di Cann · ' c re en ' de·l .concett 0 . t a tt·reo Ispiratore ·1 e a1 campo strategrco . I conseguente concetto d l d . . era molto drscutibi! e: P e oppw. avvolgrm t t · po unil aterale - e lo am tt . en o s rategico era trop. me e anche ll v L . l g 1I allievi di Schlieffen a .d . orm g 1oven - e condusse er ario co m . . t rascurando ogni altro ··consr t . . e umca rrcetta di vittoria . CII erro dr caratt e . , esempw, nella " Istruzione . , re operatrvo (i ) : così ad i909 · per 1 comandan ti d · a . d . I ora o elevato " del . non vr era neanch e f d un a parola che a 'cen s on amento, e n eppure in S" . . t ,. c nasse alla manovra di · · . v8 UI O S mtrodus · srasr altra rstruzione o .l se m essa, né in qual. . · rego amento de11' f m proposito: donde una mental T . an...eguerra, alcun accenno che non foss e quella a l I a m rpreparata ·a qualsiasi manovr" vvo gente ). ., Il testamento del conte Schl' mento del conte Schlieffen .l G? eften. - Nel I capitolo " Il testadali s hl. " 1 roener ·riassum · o c reffen negli scrittr· . , ~ t· . e I concetti espressi . gra erta l e nall 'a t' l0 bbl pu reato nello " Alt. h " r reo " Il condottiero , . , ensc e Handbuch f .. , H eroe: conseguenze del P . ur eere und Flotten " E · · " rogresso nella te · esso costringe a forti ssim t . cm ca delle armi, in quanto d. . a es ensrone d eli f . t· . e r battaglia; insuffi cienza del1 e ron r dr combattimento · se non sono fatt a c · e masse t ona, . a tt ua1·I a conseguire la vr·t. ' " on correre sull , b · t . . per rl " moderno Alessandro· d. . o re trvo prmcipale; diffi coltà )) l o·mdare t l' sporra di collegamen ti rapid.1 ~ o. a r masse, a meno di diatt ua 1e d el concen trament · ' srcun e continui · ; mmore importanza o per la battaglia in confronto al· l,. - rmpor-. ( l ) P oich é dopo la auerr . e non s , · "' a mondw le s i è ado tL l 1 . , . empr e rrs ulla chiara la s ua diii , a a a paro la <<operati l 'O •> cr edramo uti le riportare qu.anlo d. l erenza dall a parol a <<strategico -~ Cit. ) : «Ne ll 'esercito tedesco a comree a riguardo il v. Loringhoven (op ' t t · ' · ll1 CJare d a 11 o s la to Maggiore la jJar ol a· , << s_ ra egi·Co >J è caduta sempre . , . . l. mt d. · PIU In c 1s uso c 11 ' . en Jarno md icare lutto ciò ch e , ·. o a paro la << op er a li vo J) n oi SI comp · · · non e << la ltJCo >J- T t t · . , le In g ran e/e s ti le i ndip endenleme l ~ . , u o crò ch e è operalil'o veia e propna ; m en tre ne ll 'imp iegare l llc: da l/ azw n e di combattim ento ve ngono confu se, _·c ome lo dimos tra l 'e:e':r~/a '' s traleg ~co J) le cose sp es3o parlano dJ condizioni s trategich e ua n d p o de l nostn avver sari, i quali stwm puram ente loca li. La paro J~ s t , ~ sove nte S I tJ·atla so lta n to el i qu eusata solta nto in riguardo a· , I aeg ia , . com unqu e, dovre bbe esser e Com d S ' I PI ovveciJ m e ntJ ., l an o upremo JJ . PIU e eva li conc ern enti Il
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tanza di assl,lmere e mantenere, per ogni grande unità , il posto assegnatole nello schieramento dal piano d'operazione; quindi, necessità di reagire contro la cara abitudine di far massa e serrare contro la fro nte avversaria prima di passare all'attacco; insufficienza dell'azione frontale•, e conseguente n ecessità d'indebolire quanto più possibile le forze agenti frontalmente a vantaggio di quelle destinate a quell'attacco sul fianco e sul tergo avversario che costituisc-e l'essenza dell'intera storia militare (in questa affermazione, secondo lo Schlichting e il Maser, sta appunto il difetto di unilateralità dei criteri di Schlieffen ), mentre peraltro tale indebolimento non dev' essere spinto al punto d'impedire alle forz e front ali di. agire anch'esse offensiv:lmente traendo profitto dalla maggior potenza e rapidità di fuo co attuali , e concentrando pertanto dietro la fronte munizioni abbondanti, anzichè forti riserve di trupp e destinate in massima a rimanere inattive. Tali concetti contenuti negli' scritti dello Schli eff en dal 1909 ul i9t2 erano già da lui stati espressi nei temi e nelle conferenze finali dei viaggi di Stato Maggiore; ed in particolare, egli li aveva già integr ati in quella Memoria del i905 che l'A. S. definisce come il suo testamento militare per il proprio successore e cioè per il secondo Moltke: << Respingere i Francesi, attaccandoli sul lo ro fian co sinistro, in direzione est contro le loro piazze della Mosella, il Giura_c la Svizzera, per distruggerli. All'uopo, costituire un'ala destra forte, guadagnare la battaglia mercé tale ala, e, inseguendo senza posa con quella medesima forte ala, costringerli a ripiegare continuamente " .. . " In Lorena, vincolare la maggiore quantità possibile di forz e fran cesi mediante la minor quantità possibile di forz e tedesch e : e quand'anche i Francesi cor{tro ogni probabilità avanzassero, eziandio ::tl di là dell'Alto Reno, introdurre nel piano le minori varianti possibili ... S'impone che l'ala destra sia forte quanto m aggiorment3 possibile, giacché su di essa deve attendersi la battaglia decisiva " . Il Groener osserva anzitutto che - come è noto - mentre il r apporto di forze fra l'ala destra tedesca e la sinistra era di. 7 : i nel piano Schlieffen, Moltke lo modificò gradatamente fino a 3: i , con la conseguenza di un accumulamento di forze in Alsazia-Lor 2na che ad altro non valse se non a vincolare truppe contro la fronte fortificata fran cese a svantaggio dell'ala decisiva: nonostante ciò, avendo i Francesi reso ai Te.Xeschi il " gradito servizio " - ritenuto pow probabile dallo Schlieffen - di frazionar 2 le for ze e farle agire i.n modo favor evole allo sviluppo del piano tedesco, sarebbe pur sempre
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s~a_to po~sibile all'esercito tedesco dal 20 a t. . CISIOne, m grazia della superiorità l 21 agosto ottenere la defranto ad ogni altro concetto strateo-~:1 concetto di Schlieffen in con1\vven · b o. ne pero che la 4a e specialment l ~a loro testa e secondo le cond· . . 1 . . e a o armata agirono di . h, IZIOm oca h precip. t d , ZIC e compenetrarsi d l ' I an o l offensiva an. e concetto generale d 'o .. ' zare la loro azione nel t perazwne ed armonizversione (1\ 2a e 3~ arm::::)~o, a quello dell'ala marciante della conQuanto al contegno dell'al . direzione d'avanzata P . B a marciante ed alle sue possibilità la , er ruxelles la p . d ' ' I avversario, l'ubicazione dell 5a , repon . eranza di forze suld' . a armata francese d l C . e .e orpo di speIzwne inglese costituivano altrettan . zwne de-l movimento a l t ti elementi favorevoli all 'attua d . vvo g~n e. Tanto il c Il comando della 1a ar t . om an o Supremo quanto l . ma a avevano Infatti in . . ammo dr attuarlo; ma a spiccata preferenza del l , l' . co onnello o·enerale B .. l .Pei abztudine cara di fa b v. u ow (2a arm aLl) davanti alla f . t l a sua mentalità orient~t r .massa , · ron -e avversaria e . . '' a Plll nel ca•np t tt' ' tegico li ) fecero modifica l d. . . _o a Ico. che nei campo strar-e a nezwne d· · · che essa, dirigendQsi . I marcia alla i a armata sì verso sud anziché conti , . , sud-ovest, venne ad urtare " l .. nuai e la marcra verso centro contr l . b euge e contro gli Inglesi a·~ o .propno h, o a Piazza di Mau. . ' nzic e avvolgere in l argo. E per analoghe ragwm la 3a armata . . ' mvece di avanzare olt M t ergo dei. Francesi n<'lla lacun d.1 F re osa e cadere sul ' N a umay venne d fron te della Mosa da . ' a accumularsi sulla a Givet durante l . d aI 20 al 24 agosto E inamur t tt . , . ' e gwrnate decisi ve .Intervenire. . u o CIO ' Il Comand o S upremo non seppe> Altro errore, quello di attaccare N . (truppe della 2a e 3a . . t ) amur con numerose forze . . . arma a ancor durante l b tt . z1ché limitarsi ad asse I a a · ag·lJa campale an. . . rvar a e a protegg·e ' mterne delle due armat .t . re con scarse forz e le ali sort' t f . , e con ro eventuali 1 e: d 1 una piazza per eh . unesta influenza I non sappia rendersi co t d .l (E analogo procedimenw f . .t . n o el a sua fun zione. " h . u segm o POI per Lono·wy L , t> • e per a Fere). •..,_ne e nell 'impiecro della c li . . . · · b ava ena CI SI attA 11 . d zne di ripartire le d· · · . . · .nn e a a cara abzt. u, IVISIOm di cavalleria d t· 1 esercito , anziché cos t't . . avan I alla front e del- . . 1 mre un esercito d.1 colla probabile cons ~ o·uen d' . . cava 1Ien sull'ala destra ~o za Impedire l ·t· a n Irata agli Inglesi . Tale
t
(_l ) Sulla « men~alilà klltt·c,. " erm tn c del presente stud io.
ll
-c i ri ser·ri::tmo c 1 1 . . Jll a c 1e constderazion r '"
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concetto fu invero vagheggiato nel comando della ia armata, ma non giunse ad attuazione. Nell'attuazione della ba.ttaglia fra Sambra e Mosa, il comandante della 2a armata (che dirigeva le operazioni delle tre armate d'ala destra) aveva il piano di attaccare frontalmente con tutte e tre le armate nel giorno 23 agosto. Ma .la 2a armata attaccò prematuramente, nei giorni 21 e 22, per iniziativa di comandanti in sottordine e per erronea. valutazione da parte del comando dell'armata circa l'entità delle forze avversarie a sud della Sambra; la P armata rimase quindi arretrata, ed ino-ltre con parte delle forze in seconda linea e quindi non in grado di intervenire in tempo (anche perché tuttora incerta sull'ubicazione del Corpo inglese). Ne conseguì anche nei giorni 23 e 2·4 un 'azione non coordinata delle tre arma.te, ciascuna delle. quali combattè per proprio conto: tanto la 5a armata francese quanto gli Inglesi riuscirono a sottrarsi in tempo. Si era ottenub una vittoria frontale , e cioè una di quelle vittorie che lo Schlieffen definisce come " ordinarie "; la strategia di avvolgimento si era mutata in pura strategia frontale , e fu perduto un successo che poteva essere decisivo per la guerra. Errori tutti contro i quali già si era scagliato lo Schlieffen, raccomandando la reazione contro l'accumularsi di forze separate davanti alla fronte avversaria, ed enu nciando come compito del Comando in capo " l'abbreviare mediante opportune disposizioni l'inevitabile differenza nel tempo fra l'arrivo di un'unità sulla fronte e di un'altra sul fianco o sul tergo " come avvenne a Tannenberg, e u. Tannenberg soltanto. Alle suesposte considerazioni il Groener fa seguire uno studio· " tipo Schlieffen " su ciò che avrebbe -potuto avvenire se, dal mattino del 21 agosto in poi, si fossero ~ttuati logicamente i concetti operativi secondo lo spirito di Schlieffen. Egli pone a base dello studio la situazione reale nel mattino del 21, con le seguenti varianti razionali : le sei divisioni mobili di complemento dietro l'ala destra dell'esercito, a Liegi anziché presso la 6a e 7a armata; i due corpi di cavalleria davanti al centro della P e 2a armata; la piazza di Namur semplicemente osservata anzi ché attaccata; il Comando· Supremo o-p 2rativo a Aachen, invece che a Coblenza; unità di comando sulla 4• e 5" armata. Con metodo induttivo (analogo a quello che il compianto colonnello Barone applicava alle campagne napoleoniche, come gli allievi della nostra scuola di guerra di 28 anni fa rammenteranno), tenendo presenti ìe informazioni sull'a,v versario e le sue possibiÙ,
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intenzioni, il Groener esamina quali provvedimenti avrebbero dovuto essere presi, e concreta eziandio gli ordini all'uopo; e viene a concludere che, in luogo di " vittorie ordinarie ,1 separate nel tempo e nello spazio, si sarebbe ottenuta quella vittoria unica alla quale era necessario tendere con ogni sforzo. Ma a ciò sarebbe stata necessaria piena armonia di vedute e di intendimenti, mentre qu esta mancò; il Comando Supremo non seppe né p~odu.rla, né sostituida · m ediante fattivo intervento. L e operazioni tedesc·he in Lorena. - Il Groener passa poi a co nsiderare ciò che egli definisce " l'extratour in Lorena " e cioè le operazioni della 6a e 7a armata in Lorena dal 14 al 21 agosto, dovu te al concetto vagheggiato dal .Moltke fin dal tempo di pace d'infliggere ai Francesì una sconfitta annientatrice in Lorena, rinunziando eventualmente, dopo di essa, a proseguire il largo aggiramento per l'ovest; e ciò, costituendo in Lorena un " sacco " nel quale i Francesi penetrassero, per batterli poi avvolgendoli su ambo i fianchi da Metz e dai Vosgi. Concetto che lo Schlieffen già aveva ponderato, ma al quale fin dal 1895 aveva rinunziato, per la difficoltà di condotta e per l'incertezza del risultato; consigliando invece di at'tuare fin da principio , un attacco contro Nancy, ma cona minor quantità di forze possibile, attraendo e vincolando - coll'appoggio della piazza di Metz - le maggiori forze possibili avversarie·. E cioè, attaccare e poi sottrarsi: mentre invece, nelle direttive di radunata par il 1914, er a esprasso il concetto di attaccare o sottTarsi, a seconda del contegno che avrebbe tenuto l'avversario. Ne derivava anzitutto subord inazione a.l contegno avversario, e la possibilità di dover dare battaglia in vicinanza della fronte fortificata francese e quindi di vedere l'avversario stesso sottrarsi a sua volta al sicuro dietro tale fronte. Inoltre il Comando Supremo mancò di dare al comando della 6a armata direttive chiare e precise. Ne derivò che la 6a armata p~msò dapprima ad una azione offensiva, per chiarire la situazione, anziché ar retrarsi dietro la Saar non appena palesatisi i primi indizi dell'offensiva francese; il Comando Supremo dal canto suo, nei giorni 12 e 13 , cercò di frenar e la foga offensiva; ma il comando della 6a armata, dopo di avere in un secondo tempo effettuato un arretramento indeciso, vi rinunziò e decise nuovament3 di attaccare; e nonostante il consiglio dato dal Comando Supremo di arretrarsi ancora fin su lla Saar e sui Vosgi , preferì attaccare partendo dalle posizioni attuali , preoccupandosi di' non produrre una menomazione nel morale of-
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fensivo delle proprie truppe: ed il Comando Supremo la_s~i~ libero il comando della 5a armata di agire sulla propria responsab1llta. Ne_ con, · giorno 20 una lotta puramente frontale contro 1 Frances1 che segm 11 · ondeavanzavano anch'essi , e senza riuscire ad ottenere una prep . ·s ·va sull'una o sull'altra ala; si ottenne una vltr anza di forze decl 1 toria tattica, ma senza possibilità di sfruttamento operativo, tanto · · he il Comando Supremo si lasciò indurre da quella " grande pm c . · d t ·n Lorena vittoria " a ordinare l'inseguimento in duezwne su -oves l . t con tutte le forz e, con conseguente cozzo contro la fronte fortlfi~a a francese, anziché sfruttare il successo per toglle~e forze da~~ a~a sinistra e portarle sull'a.la destra, dove pur non gmngendo. pm m tempo utile per la battaglia sulla Sambra sar_ebbero state ut.Il~sslmt per una successiva azione fr a Amiens e Cala1s. E ne consagm mo tre il concetto di sfondare la fro).1te fortificata francese_ fra ~oul _ e Epinal costituente gravissimo peccato contro i precetti d1 Schheffen. n 'Groener osserva peraltro, che pur essendo dubblO d1 poter ottenere una vittoria decisiva, fino al 16 agosto- l'operazw.ne avrebbe avuto probabilità di migliore esito , pur di tener forti l cardml a · d ·nvogllare 1 FranMetz e sui Vosgi e cedere· fin dietro l a S aar, Sl a l . ., cesi ad avanzare decisamente in Lorena , allontanandosl sempre pm dalle armate operanti sulla front e settentrionale. I Frances1 sarebbero giunti sulla media Saar mentre l'ala destra tedesca da Bruxelles per Lilla penetrava in Francia; posti così dl fronte alla declswne se persistere nell'avanzata in Lorena, o rinunziarvl ,. avrebbero probabilmente attaccato- Metz e Strasburgo, per decidersi PO'l d9? 0 qualch: o-iorno a fare dietro-fronte per raggiungere le loro fen ·ovle dietro l o · 1 · ·stra Ed allora · fronte fortifi cata e spostare forz e sulla propna a a Sll1l sarebbe stato il momento, per i Tedeschi , di attac~are su tutta 1~ fr onte: operazione questa çhe avrebbe pienamente nsposto allo splrito di Schlieffen , ma che avrebbe' dovuto esser diretta dal COl~tnd6~ Supremo anziché esser lasciata al cnteno del comando de a armata. · Segue uno studio " tipo Schlieffen " sull'impiego della_ 6a e 7a 1 armata in Lorena basato sulla situazione del 14 agosto, gwrno ·n ' . · le carattenst1che cui s'iniziò l'off ensiva fr ances e. Il Groener esamma della zona di frontiera (valle del Reno , zona collinosa ;lorenese, separate dai Vosgi ) : rileva la necessità di abbandonare l Alta Al_sazia per non frazionare le forz e; mette in evidenza ~e buo~e posslbilità di difesa da parte dei Tedeschi nella zona fra l Vosgi e Metz, la possibilità di sfruttare la piazza di Metz in sen so operatlVO (co111:e
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già aveva accennato lo Schlieffen nel i905) non già a scopo dif <msivo ma per irrompere di sorpresa in direzioni varie; l'opportunità d{ lasciare che i Francesi avanzassero quanto più possibile in Alsazia, m Lorena e nel Palatinato e di • concentrare numerose forz e fra Metz e. S~arlouis (spostando colà per ferrovia la 7"' armata) per ag1r POl d1 sorpresa sul tergo dei Francesi e spingerli verso est. Anche qui si sarebbe dovuto appli care, il motivo ·fondamentale di Schlieffen " Fatemi soprattutto un'ala destra forte , (fras e che secondo qualche autore tedesco, lo Schlieffen avrehbe ancor pronunziato sul suo letto di morte). Ma, in concl usione, meglio sarebbe stato ·l'attenersi com pletamente al concetto originale di Schlieffen, e cioè non far e alcun " extratour " in Lorena, sacrificare di nuovo l'Alsazia ed eziandio la Lorena, allettare m ediante un -attacco su Nancy i Fr~n cesi a dare un colpo nel vuoto, rinunziare a costituire un " sacco , di difficile e complicata attuaziona, e scorgere nell'avvolgimento sull'ala destra dell 'esercito tedesco dell'ovest la migliore protezione sia per l'Alsazia. Lorena sia per la Germania meridionale. (A proposito del deplorato " e~tratour " in Lorena, è interessante accennare alle osservazioni del Moser a riguardo di tutti i piani d'operazione iniziali della guerra mondiale. Il pi:ano tedesco tendeva all'avvolgimento dell 'ala· sinistra fran cese, per annientare poi l'esercito avversario attaccandolo in 'fianco ed eziandio da tergo : Moltke si lasciò invece distrarre dall'operazione in Lorena , considerandola come eventuale operazione principale. ]l piano franc ese tendeva allo sfondamento contro il centro dell'esercito tedesco, presumendo che l'ala destra di questo avanzasse per il Belgio meridionale. Joffre si lasciò invece indurre a concentrare due forti armate in modo superfluo, sulla propria fronte fortifi eata Belfort-Toul ' ed inoltre attaccò nell'Alta Alsazia, e in direzione di Saarburg. ]l austro-ungarico tendeva ad un'azione a massa per Lublino-Cholm contro l'aliquo-ta occidentale della massa principale russa radunantesi sulla frontiera galiziana, per poi avvolgerla da est: invece Conrad radunò inizialmente ben 2/5 dell'esercito a . u. sulla fronte secondaria serba, anzi ché limitarsi ad una pura difensiva da quella parte. Il piano _russo tendeva a respingere colla poderosa massa principale l'esercito austro-ungarico in Galizia e se possibile accerchiarlo completamente, ed in pari tempo tendeva ad accerchiare colla massa secondaria i Tedeschi nella Prussia Orientale: per quest'ultimo scopo, in un teatro che doveva considerarsi d'importanza secon-
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daria, furono distolte numerose forz e dal teatro di operazio ne galiziano e quindi non si ottenne una vittoria decisiva contro gli a. u., mentre l'operazione contro i Tedeschi, non coordinata, condusse a risultati disastrosi certamente più di quanto non avrebb e prodotto una pura difensiva temporanea li ). Pértanto, tutti e quattro i piani iniziali fallirono perché tutti e quattro i rispettivi eserciti dispersero le loro forze su teatri d'operazione secondari, privandosi così dei . mezzi necessari a conseguire risultati decisivi su quello principale). Il Groener passa poi ad esaminare le operazioni che condussero alle battaglie di Longwy e Neufchàteau. Confrontando il piano d'operazione del i9i4 col piano Schlieffan del i905, osserva che oltre alla forte differenza sulle ali (sull'ala destra, nel i 905, un grande scaglionamento in profondità - « bataillon carré " cui accenneremo più oltre - e sull'ala sinistra, nel i9i4, una esuberanza di forz e) · si rileva anche una differenza al centro nella direzione della 3a e 4a armata, che risultò svantag-giosa alla cooperazione di quelle armate col grupp·o a ovest della Mosa; ed inoltre una differenza sull'ala meridionale della fronte di conversione, in quanto lo Schlieffen aveva previsto su di essa un forte gruppo di corpi d'armata di riserva per fronteggiare un eventuale attacco francese tra Mosa e Mosella dalla linea Verdun-Toul, sì da. eliminare le preoècupazioni per il fianco. Invece , dalla , distribuzione di forz e del i9i4 risultò per· la 4a armata la doppia esigenza di aiutare la 3" nel passaggio della Mosa, e di tenersi pronta ad obliquare verso sud qualora la 5a fosse attaccata, con pericolo di sconnettersi. Vero è ohe lo Schlieffen nel i905 considerava di poter disporre di maggiori forze per tutta la fronte di conversione, ritenendo di poter impiegare nell'Ovest tutte le forze combattenti tedesche'; ma mediante oppor·tuni provvedimenti, fin dal tempo di pace si sarebbe potuto disporre anche ne'l i9i4 di forz e maggiori. Nell'avanzata verso la Mosa fra Namur e Verdun, Sohlieffen calcolava già su un'eventuale offensiva fran cese oltre Mosa: all'uopo era Longwy e Neufchdt eau. -
(l ) A riguardo del pia no russo, è però 'da osservare ·Che il general e russo Danil ow nell a s ua opera « La Ru ssia nella g>u.e rra mondiale 1914-15 J) ammette che I'o!Tensiva in Pru ssia Orientale non fu opportuna, ma la gius tifica col fatto -che la R-u ss ia era in obbli go di dar sollievo alla Franc ia, attraendo su di sé forze tedesche re la tivamente numerose. L'opera predetta è stata tradotta in tedesco dal v. Campenhausen. - Fromm annsche Buchhancllung, Jena 1925. 2 -
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suo intendimento sbarrare l'intervallo fra Verdun e Metz, mentre le altre armate raccorciando le marce dovèvano muovere in m odo da poter costituir in qualunque momento una fronte abbastanza solida per poter opporre resistenza anche ad un avversario superiore in forze . Quindi la soluzione del compito operativo della 4• e 5• armata era strettamente connessa colla loro tecnica di marcia, tenendo anche contò delle difficoltà di passaggio attraverso la regione boscosa delle Ardenne. Nel 1914, la continuità della fronte, il "contatto di gomiti", non fu mantenuta; e ne derivò per la 5• armata, scaglionata troppo in avanti, una tendenza offensiva più spiccata di quanto non fosse opportuno per l'azione generale, né il Comando Supremo seppe opportunamente frenarla. Per ragioni sia operative, sia di tecnica di marcia sarebbe stato utile che la 4• e 5• armata fossero sotto un unico comando. Non era tanto importante il giungere presta addosso al nemico, quanto il mantenere " contatto di gomiti " verso il perno della conversione (Diedenhofen), e " guida a destra , come in una conversione di piazza d'armi. Ma anche qui il Comando Supremo avrebbe dovuto, anzichè limitarsi a dare alle due armate 4• e 5• la direttiva di " mantenersi strettamente collegate "• impartire disposizioni chiare e precise ed as.s umersi esso stesso la responsabilità delle deciswni. Circa il modo col quale furono imbastite le operazioni della 4' e 5• armata dal 20 al 25 agosto, ed in particolare circa il contegno • della 5• armata, è da osservare che quest'ultima nel giorno 21 vincolò la propria libertà di decisione, attaccando senza necessità la piazza di Longwy anziché aggirarla; indi, pur non avendo l'inten zione inizialmente di uscire da un " contegno riservato ", volle guadagnare spazio in avanti ed attaccare. Il Comando Supremo dapprima ricusò l'assenso; poi, ritenendo trattarsi di un semplice " miglioramento locale della situazione "• lo concesse. Ne conseguì per la 4• armata una. sconnessione nella fronte, giacché essa venne a trovarsi frazionata in tre gruppi, uno frontale e due a contatto colle armate laterali, e -una notevole lacuna fra il gruppo di sinistra e quello centrale. La 5"' armata poi, invece di tendere a .u n puro miglioramento locale, volle attaccare su ambo i fianchi di Longwy: e poiché anche Joffre nel giorno 20 si decise ad attaccare su Arlon e Neufchateau, la 5• tedesca si sarebbe trovata in cattive condizioni, se i comandi in sottordine non si fossero accorti del pericolo. Essa volle staccare il nemico da Verdun,' ma non vi riuscì: e neppure la sensibile sconfitta riportata dai Francesi a Longwy-Neufchateau nono-
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stante la loro superiorità di forze (377 battaglioni contro 230) valse ad impedir loro di far nuovamente fronte dìetro alla Mosa fra Verdun e Sedan. In relazione a quanto sopra, il Groener con altro studio " tipo Schlieffen " esamina se, data l'offensiva francesè oltre Mosa quale avvenne nel 1914 e partendo dalla situazinne del 20 agostn, non sarebbe stato possibile alla 4• e 5• armata effettuare la lorn nperazione in modo da impedire ai Francesi di far nuovamente fronte dietro la Mosa, e giunge alla conclusione che, facendo agire le due armate · sotto un unicn comando, quale gruppo d'esercito, e costituendo anche in questo caso uria forte ala· destra tendente alla Mosa a valle della confluenza del Chiers e agendo coll'ala sinistra in modo da allettare l'ala destra francese ad avanzare, i Francesi fronteggianti quelle due armate con tutta probabilità sarebbero stati avviluppati sulla loro ala sinistra. (Come si può rilevare, il Groener insiste sul vantaggio che sarebbe derivato dal porre la 4• e 5• armata sotto un unico comando nel periodo suaccennato. In ciò egli si riferisce ad un caso particolare : ma tanto l'A. S. quanto il v. Moser ed altri scrittori militari rilevano l'inconveniente della mancanza di " comandi di gruppo d'esercito " · regolarmente costituiti; mancanza che peraltro era corriune a tutti gli eserciti belligeranti salvo il russo. Da parte tedesca il bisogno di organi intermedi fra il Comando Supremo e i comandi .d'armata, in relazione ai compiti sui vari tratti di fronte, fu invero sentito sin da principio, tanto più che il Comando Supremo era molto indietro e mal collegato colle armate; ma i provvedimenti pre.si all'uopo furono transitori ed incompleti. Così trovìamo che al col. gen. v. Biilow, comandante la 2• armata, viene affidato il comando anche della 1• a rmata per le operazioni dell'ala destra a nord della Mosa: peraltro la sua autorità non si estende anche sulla s• - sebbene questa sia ·intimamente connessa coll'ala destra - perchè il comandante lé!- 3" è più anziano del Bulow (ma non essendo egli prussian.o , non si affida a lui anziché al BUlow la direzione delle operazioni dell'ala destra). La dipendenza della i • armata dalla 2• cessa però a sud della Sambra: sì che, nel · momento critico dell'avvicinamento a Parigi e delle operazioni sulla Marna e sull'Ourcq, viene a mancare quell'unità di indirizzo e di comando che sarebbe stata sommamente necessaria, e ne consegue la nota lacuna fra le due armate,. indi l'azione del tenente colonnello Hentsch inducente entrambe le a rmate, non a conoscenza della loro situazione reciproca, a ritirarsi.
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La 6"' e 7"' armata vengono raggruppate ai primi di ago sto in un gruppo speciale agli ordini del comandante della 6', Principe Ereditario di Baviera. Non si fa altrettanto per la 4a e 5"', forse perchè il comandante della 5"' è il Principe Ereditario di, Prussia, meno anziano di quello della 4... (Certo è che il raggruppamento organico (e da modificarsi a seconda delle situazioni) in gruppi d'esercito, a ·scopo operativo, avrebb e eliminato ed eziandio prevanuto gravi inconvenienti. Ma sarebbe stato altresì necessario che i comandanti di grupp o - ed in particolare, quello dell'ala destra- fossero all'altezza dei lo·ro compiti: altrimenti il provvedimento avrebbe potuto o riLÌscir dannoso - come lo fu l'azione di comando del v. Biilow sulla 1"' armata, alla quale egli , per la sua mentalità orientata prevalentemente nel campo tattico, impedì di attuare concetti opportuni dal punto di vista operativo - oppur riuscire inefficace come lo fu l'azione del generale Shilinski, comandante •della fronte (alias gruppo d'esercito) nord-occidentale russa, giacché egli non riuscì a coordinare efficacemente nel tempo e nello spazio i movimenti dalle due armate del Niemen e del Narew da lui dipendenti. Ed inverb il Danilow , nell'opera già citata, deplora che più d'una volta la necessità di rispettare l'autonomia dei Comandi di fronte abbia impedito al Comando Suprem o di prendere provvedimenti adeguati). L'inseguimento. - Il Groener pone anzitutto in rilievo l'errane :> apprezzamento della situazione da parte del Comando Supremo , sempre più ottimista dal 20 al 24 agosto a causa delle esagerate notizie di vittoria da parte dei comandi d'armata, al punto da ritenere il 25 che la campagna n ell'Ovest fosse ormai decisa e che tutto potesse « essere liquidato entro sei settimane , (A. S. ). Di ciò sono anzitutto r esponsabili i comandi d'armata; ma lo è anche il qomando Supremo cui incombeva controllare, anziché considerare come " prova di immeritata sfiducia " (A. S. ) l'invio di ufficiali informatori fidati e competenti presso le armate. (In riguardo alla tend enza ad esagerare i risultati ottenuti --tendenza purtroppo comune a tutti gli ese rciti - il v. Moser osserva che essa, nell'esercito tedesco, esisteva già fin dal tempo di pace, per l'abitudine di ricompensare in modo particolare ogni speciale servizio reso da singoli ufficiali: sì ch e ciascuno, contrariamente al motto di Schlieffen " meglio essere che s 2mbrarH ", cercava di mettersi in evidenza. Ma poiché tale tendenza, quando si
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esplichi da parte dei comandi di grandi unità, riesce sommamente dannosa per la visione reale, occorre il contro.Jlo, ed moltre la conoscenza della psiche delle truppe. A ciò valgono ce~amente 1 con~ tatti personali, ma essi non possono essere freq~enb a sufficienza·. valgono e sono indispensabili buoni collegamenti, ma non bastano, e quindi è pur d'uopo ricorrere a " occhi del Comando Supremo " e ·o.e' a fiduciari. Ma questi debbono essere competenti , perfettamente Cl . . t O orientati, scevri di preconcetti, alieni tanto dal pess1m1smo. IP . Hentsch quanto dall'ottimismo tipo comandi d'armata tedeschi dell'acrosto 1914· altrimenti il loro compito di ufficiale mformatore o di bufficiale di collegamento (l'A. S. non fa una netta disti~zio~~ fr~ " Nachrichtenoffiziere, e " Verbindungsoffizier e ») può nusc1r pm dannoso ch e utile. n v. Moser osserva che sovente essi _furono dannosi: e cita, a riguardo della loro azione, le parole del generale · " ·· « Ah les sur· l'art de la g·uerre . Serrigny n alle sue « R e' fl ex1ons agents de liaison , quel mal ont-ils pu faire à certames heures d~ l.a guerre ! Trop souvent l es échelons sup~rieurs, ha~tés pa~ le .d~si~: de tout conduire les chargeaient de suwre les operatwns . De lct . les ·uger il n'y a vai t qu'un pas: il fu t souvent franchi ··· "· Per 1 ' · T pure parte nostra riteniamo che essi rappresentmo una neces_si a , se, riostica ai comandi presso i quali sono accreditati : ma e altres1 e\ ·t' he si·ano·· all'altezza del loro importante compito , d en t e l a necess1 a c di e non ne esorbitino). Comunque, sta il fatto che il Comando Supremo, ritenendo " , poter cogliere il frutto della vittoria mediante m segmmento , SI lasuo dell~ Est , e addiindurre a privarsi· di· forze nell'O ves t a vantagcrio ·o venne al concetto di uno sfondamento fra Toul e Epinal, commettendo così peccato mortale contro lo spirito di Schlieffen . Ma pu.r nutrendo tal e erroneo concetto dell' entità delle vittorie e delle condt~ · · arie , il Comando Supremo poteva dare ordini precisi zwm a vvers h, all'ala destra e al centro nei giorni 25 e 26: e non lo fece, forse pere e aveva fiducia n ell'azione dei comandi d'armata. In Lorena intanto, mentre il comando della 6• armata si rendev a conto delle scarse prospettive di inseguimento, e il Comando Su· a fondo fino all'estremo . · premo persisteva nel conce tt o d 1 " msegmre . . €saurimento , , i Francesi il 24 muovevano alla controffensiVa, n~ prendendo l'iniziativa perduta il giorno 20. L'attacco fran cese SI esaurì la crrsi fu superata: ma i Tedeschi in Lorena furono arre, . r J · · t · dell'estati; ed i Francesi poterono spostare forze verso a a s1ms ra . · · verso la fron t e T ou 1-E pm · al rendendo inattuabile ser cito ed ez1andw
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lo sfondam ento vagheggiato: i Tedeschi vennero a trov arsi di fronte ad una muraglia. Al centro, ancora al di qua della Mosa, vi ,furon o seri co mbattimenti, dimostranti che la vittoria tedesca a Neufchateau non aveva diminuito l'energia di resistenza francese. Anche in questa circostanza, la cara abitudine condusse ad agglomer~re le forz e della 4a armata contro la fronte avversaria, invece di tendere a un ins 2guimento sopravanzante con una forte ala destra e rendere così impossibile all'avversario la /nuova resistenza dietro la Mosa; e la 4"armata si preoccupò invece di dare alla 5a un appoggio immediato sulla propria sinistra, passando la Mosa al più presto. La 5a armata fu ipnotizzata dal desiderio di spingere verso nord i Francesi ancora al di qua della Mosa, mentre il concetto generale delle operazioni doveva far tendere ad avvolgerli al di là dell a Mosa e respino·erli b contro le loro piazze della Mosella. Non si riuscì a staccare i ·Francesi da Ver'dun: e, alla sera del 25, l'inseguimento tedesco anche al centro era giunto al suo termine, come già si è visto per l'ala sinistra ; il Comando Supremo non poteva più illudersi al riguardo. Sull'ala destra, le distanze e l'insufficienza dei collegamenti lasciavano invece il Comando Supremo nell'incertezza circa i risultati della " vittoria decisiva " presunta. In r ealtà, i Francesi erano riusciti a sottrarsi al pericolo minacciante il loro fi anco destro. E in questo momento, tanto la 3a quanto la 2a armata ebbero .o rdine di cedera un corpo d'armata per l'Est. Mancò ai loro comandi - e specialmente a quello della 2a - il coraggio di confessare e far comprendere al Comando Supremo che la decisione della campagna era tutt'altro ohe avvenuta, e che pertanto l'indebolire le armate era un grave errore. Le due armate continuarono l'inseguimento: e poiché la 3a per dare appoggio immediato alla 4a si e·r a anch'essa spostata verso sinistra, ne derivò il 27 una sensibile lacuna fra la 2a e la 3a, di più di 30 km., con grave pericolo per le operazioni successive. Questa volta il Comando Supremo intervenne, ordinando alla 3a di dirigersi nuovamente verso sud-ovest: e la connessione sulla fronte dell'ala destra fu per il momento ristabilita. La ia armata, intanto, non era riuscita ad avvolgere gli Inglesi a sud di Maubeuge: anche la battaglia di Le-Gateau il 26 non valse a vincolarli. E l'armata continuò l'inseguimento. Il Groener osserva che, per « liquidare , realmente la questione al più presto occorreva battere in modo assolutamente decisivo i
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Francesi impadronendosi di Parigi , distruggere gli Inglesi o costripgerli ad imbarcarsi p2r rimpatriare. E anzitutto , ~ra d'uopo chiedersi che cosa i Francesi fossero ancora in grado d1 fare, tener presente che si sarebbero valsi delle loro ferrovi e per sposta.r forz e sull'ala sinistra a protezione di Parigi , raggranellando truppe ovunque potessero per arrestare con un attacco da Amiens l'avanzata dell'ala destra tedesca sulla capitale. E pertanto si doveva segmre il consiglio del conte Schlieffen : " Faremo b ene se ci prepareremo per tempo. ad un passaggio della Senna a valle della confluenza dell'Oise e ad un investimento di Parigi inizialmente sulle fronti ovest e ~ud-ovest , . Ma occorreva altresì impedire ai Francesi di arrestarsi sia dietro la Marna, sia dietrn la Senna; e quindi, passar 'la Senna a valle di Parigi con forze ancora sufficienti per urtare i Francesi sul fianco e sul tergo oltre il fiume, pur dopo aver distaccato le aliquot e necessarie all'investimento di Parigi. Pertanto occdrreva rinforzare l'ala destra dell'eser cito , anziché togliere forze a vantaggw dell'Est... e cioè: " Ala destra forte, inseguimento incessante con tale ala, costringendo il nemico a ripiegare continuamente. ·· " fi~ ché Parigi non fosse caduta, e l'ala sinistra francese non fosse nfluita in dissoluzione verso Digione e Langres . n 25 agosto era il momento della decisione determinante per l'esito d ella campagna: il momento in cui il Comando Supremo avrebb e dovuto prendere stretto contatto coi comandi d'armata, sì da armonizzarne i criteri e prevenir:e azioni divergenti. Fors'anch e, il Comando Supremo avrebbe ancor potuto ristabilire la situazione il 27 al più tardi , assumendo salda unità di condotta ; ma sarebbe stato necessario rinunziare ai due concetti erronei d'inviare forz e nell'Est e di sfondare fra Toul ed Epinal. L'eventuale difensiva tedesca nell'Ovest e l'offensiva nell'Est. -Il . Groener passa poi ad esaminare la questione della « difensiva nell'Ovest , . Le ragioni della decisione contraria di Schlieffen, e cioè offensiva nell'Ovest, sono esposte neHa Relazione dell'A. S.; lo Schlieffen a'veva invero considerato anche la possibilità di attenersi alla difensiva nell'Ovest , ma era giunto alla conclusione che era invece necessaria l'offensiva contro la Francia attraverso il Belgio, per pure ragioni strat2giche : ed alla stessa conclusione, per le m edesime ragioni, pervenne Moltke il giovane. Moltke il vecchio , fin verso il 1880, si era anch'egli attenuto ::.tl concetto dell'offensiva ad ovest e difensiva a est; ma dopo l'alleanza
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coll'Austria-Ungheria, aveva modificato il suo piano, col con(;etto di mantenersi sulla difensiva nell'Ovest con metà dell'esercito tedes(;o e attaccare coll'altra metà, insieme con gli Austro-Ungarici, i Russi accumulati già in pace nella Polonia a cavallo della Vistola. Ma la difensiva nell'Ovest, per lui, si basava su una massa principale in posizione davanti alla Saar, da Bolchen a Saarunion, fra l'Hunsrii (; k e i Vosgi, con forti riserve dietro l'ala destra e un 'annata secondaria in · Alsazia; ed egli stesso, nonostante le possibilità favorevoli di difendere tale posizione contro le armi del tempo, si era indotto negli ultimi anni a modifi care il rapporto di forz e _in ragione di 2/3 del totale per l'Ovest e 1/3 per l'Est, e a prevedere la possibilità ohe ld preponderanza francese costringesse ad arretrarsi fin dietro al Reno. Nel 1914 però l'arretramento di etro al Reno, oltre che a signi ficare l'abbandono di regioni divenute vitali per l'industria germanica, avrebbe prodotto difficoltà motto maggiori per una successiva controffensiva tedesca; i Francesi, giunti al Reno, avrebbero avuto nelle armi moderne un vantaggio grandissimo per la loro difensiva su quella linea fluviale , in confronto al 1880. E per evitare tale arretramento e mantenersi sulla sinistra del Reno, effettuando in pari tempo un'offensiva decisiva nella Prussia Oriental e, il r apporto di forz e non poteva essere di 2/3 a 1/3, bensì di nuovo eli 1/2 a 1/2. Tale rapporto avrebbe significato, per i Tedeschi, trovarsi con soli 13 corpi d'armata attivi, 6 corpi d'armata di riserva, 18 brigate di Landwehr e 5 divisioni di cavalleria, contro 22-23 corpi d'armata attivi, 23-26 divisioni di riserva, 10 divisioni di cavalleria e 4 divisioni terr itoriali francesi; e dover con tali forze resistere almeno per tre mesi, cioè fino a quando le operazioni nell'Est non fossero ultimate e parte delle truppa toltene• p 2r agire nell'Ovest. Le prinòpali ipotesi d'offensiva fran cese potevano essere: un attacco con tutte l f:' forze a sud di Metz; un attacco a nord e a sud di Metz , rispettando il Belgio ma attraversando il Lussemburgo; un attacco come sopra , sanza al cun r iguarda. a territori neutrali. Dall'esame dettagliato delle tre ipotesi predette, il Groener vi ene a concludere che nella prima, la superiorità numerica avversarù avrebbe condotto a sopravanzare ambe le ali tedesch e e costretto a una ritirata dietro il Reno; nella seconda il problema della condotta diveniva sempre più difficile, trattandosi di riuscire a co ncentra re forze superiori sul punto decisivo nonostante la notevole inferiorib\ di forze· da parte tedesca, pena una ritirata oltre Reno; nel la terz a ,
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si' sarebbe fatalmente dovuto arretrarsi dietro al Reno. In conclusione " se un Moltke (il vecchia.) non si sentiva di potersi mantenere sulla riva sinistra del Reno contro forze doppie, tanto meno potevasi sperare che vi riuscisse un generale di levatura media ". Il conte Schlieffen nel 1911 aveva delineato, a scopo di studio, un piano di offensiva fran cese nel quale presupponeva clie la Francia potesse disporre del territorio e dei mezzi del Belgio e contrappon esse all'avvolgimento tedesco pel Belgio un aggiramento ancor più in largo, ed anzi un doppio avvolgimento sulle due ali. Ne sarebbe probabilmente derivata la ritirata tedesca dietro al Reno, come nella terza ipotesi suesposta. E l'autore conclude rallegrandosi che nel 1914 -non vi sia stato uno Schlieffen alla testa dei Francesi, anzichè Joffre: " da un generale di levatura m edia, non si poteva attendere un'operazione su scala così vasta " . In conclusione, secondo il Groener, una difensiva tedesca nell'Ovest con metà delle forze non avrebbe ottenuto risultati, se attuata se~plicemen te come difensiva purçt; se attuata offensivamente in Lor ena, avrebbe urtato contro forze superiori e comunque si ~arebbo presto arrestata perché frontale e perché i Francesi avevano subito d ietro a sè la iinea dell e loro piazze·; se attuata offensivamente oltre Mosella, non avrebbe avuto nel 1914 le stesse prospettive del 1880. Per co ntro, col sussidio delle ferrovi e si sarebbe forse potuta prod uri·e una situazione offrente eziandio probabilità di grande successo in battaglia; ma non è probabile che il Comando tedesco del 1914 fosse all'altezza di tale problema. E ciò pur astraendo dalle dannosissime conseguenze, per l'industria, di una battaglia nelle regioni produttive della Lorena e della Saar, e della perdita di tutta la sinistra del Reno. Certamente però (dice. il Groener ) il g2nio di Schlieffen avrebbe superato anche le difficoltà di una difensiva nell'Ovest. (L'autore de.Jla G. L., c.ppoggiandosi all'autorevole parere del génera.le v. Schlichting , è d'avviso che anche nelle con dizioni del 1914 sarebbe stato possibile co.ritinu are ad attc:·nersi al piano di Moltke il vecchio, mantenendosi inizialmente sulla difensiva nell'Ovest: giacché la fronte difensiva tedesca verso la Francia si era notevolm t:nte rafforzata dal 1870 in poi. (La Relazione dell'A. S. non fa alcuna considerazione sul valore di tale fronte e sulla sua organizzazione). I Vosgi, coi capisaldi di Strasburgo , Metz e Magonza e colle Tecenti fortifi cazioni, dell'Alto Reno a Neu 2nburg, Istein , Hiiningen , costituivano una poderosa muraglia che l'avversario avrebbe dovuto superare di fro nte ad un esercito già schierato: la trouée de Be1(ort
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era invero indifesa, ma per la sua posizione nell'estremo angolo meridionale e per la protezione che ad essa offrivano il Reno e le zone più elevate della Foresta Nera non rappresentava un pericolo). In relazione al concetto eventuale della difensiva nell'Ovest il , Groener discute poi la questione dell'" offensiva nell'Est , . V'è chi rimprovera allo Schlieffen di avere, per influenza dell'Imperatore, adottato il piano di offensiva contro la Francia, a differenza di Moltke il vecchio e di Waldersee. Ma la Relazione dell'A. S. espone chiaramente lo sviluppo del · concetto operativo dal vecchio fino al giovane Moltke; e se Schlieffen si attenne all 'offensiv1. nell'Ovest, le ragioni sono da lui spiegate in una Memoria del 1892 · ossia mutate condizioni nella mobilitazione, negli apprestamenti di~ fensivi, nella rete ferroviaria, nella radunata dei Russi: sì ohe non era più opportuno ai due alleati, operanti da direzioni differenti e da punti lontani, l'attaccare i Russi mediante azione coordinata. In relazione a ciò ed alle nuove condizioni prodottesi dal 1892 al 1914, il Groener pone la questione fondamentale se un 'offensiva coordinata tedesca ed austro-ungarica contro la Russia avrebb e condotto ad una vittoria decisiva più rapidamente di un'offensiva attraverso il Belgio, contro la Francia. Esamina le caratteristiche' strategiche del teatro di g·uerra orientale, tenendo presente la sorte toccata a Napoleone. Sebbene, a differenza de'l 1812, non vi foss e più - in grazia delle ferrovie - il pericolo che in un'offensiva si mancasse di rifornimenti da tergo, la caratteristica essenziale del teatro di guerra russo, e cioè la sua profondità, era rimasta immutata : e :1 Comando tedesco, in considerazione della pressione nell'Ovest, non poteva lasciarsi attrarre ad un'operazione molto penetrante in profondità, durante la quale il nemico poteva sottrarsi a suo piacimento e non si avevano a portata immediata - come in Francia per la via del Belgio - obiettivi politici decisivi. Un'offensiva concentrica dalla Prussia Orientale e dalla Galizia poteva essere attraente, per attanagliare i Russi: vi erano condizioni naturali atte a costituire un " sacco , più agevolmente di quanto no!l fossero quelle per il " sacco , in Lorena cui tendeva Moltke il giovane: ma i Russi non si sarebbero sottratti in tempo? Qui il Grnener riporta i concetti del generale Danilow (Memoria del 1914) da cui risulta che lo Stato Maggiore russo era anch'esso venuto ai la conclusione (e notiamo che ad identica conclusione en pervenuto anche il Conrad, nonostante· l'immediato vantaggio che
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sarebbe derivato all'Austria-Ungheria dalla soluzione contraria) che la Germania potesse ottenere successi più rapidi e più decisivi co~tro la Francia anziché contro la Russia, e ohe fosse p~·r essa più perlcoloso il lasciare deboli forze contro l'avversario occidentale anziché contro l'orientale. Comunque, il Danilow considerava anche l'eventualità di un'azione offensiva tedesca ed austro-ungarica con numerose forze contro la Russia; si rendeva conto del grave pericolo per l'esercito russo di essere rigettato verso nord mediante avvolgimento, pur rendendosi chiaro conto dei fattori sfavorevoli per i Tedeschi e~ Austro-Ungarici (grande separazione iniziale, profondità del teatro d1 guen-a, frazionamento delle forze in due teatri d'operazione a nord e a sud del Polesje e conseguente diffi·c ~ltà di coordinamento e dt collegamento). Donde per i Russi la necessità di una raduna.ta st:ategica arretrata in piena sicurezza, o di un attegg·iamento d1fens1VO finché non fossero giunte tutte le truppe del Caucaso, Turkestan e Transcaucasia, o finché la situazione generale' non si fosse modifi• cata per effetto degli avvenimenti nell'Ovest. Segue l'esposizione del piano Danilow : l'A. lo confronta col piano Schlieffen (tenuto al corrente per qualche anno dal successore Moltke) per una grande radunata tedesca nell'Est (radunata II ), e viene alla conclusione che, anche in base all' esperienza del 1914 (impiego russo delle ferrovie a scopo operativo nella Polonia meridionale) e del 1915 (arretrament.o dei Russi dal sacco che il Falkenhayn cercava preparare loro fra VIstola e Bug) l'offensiva tedesca nell'Est avrebbe avuto minor probabilità di successi rapidi e decisivi che non nell'Ovest; senza conta1·e che sarebbe stato più facile il riprendere la Prussia Orientale, dopo perduta, di quanto non fosse il riconquistare la riva sinistra del Reno se costretti in un primo tempo- ad abbandonarla. L'attuazione della difensiva nell'Est- Stalluponen e Gumbinnen Quanto al modo di risolvere il problema della " difen siva nell'Est , una volta deciso di attenervisi come realmente avvenne, il Groener , al pari della Relazione A. S. tedesca, concorda nel con~ cetto di Moltke il giovane, e che cioè tale difensiva dovesse e,f fettuar sl nel modo più offensivo possibile. Rileva la mancanza di un piano di operazione comune ai due eserciti alleati, dovuta fors'anch e a sfiducia da parte tedesca nella segretezza austriaca, e rileva l'adesione teorica data dal Moltke alla richiesta del Conrad per un'offensiva tedesca in forz e (cioè con 10 divisioni sulle 13 radunantisi nella Prussia Orientale) molto per tempo al di là del Narew, nonostante la sua
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scarsa probabilità di attuazione per mancanza di forze. Cita il tem."finale_ dello Schlieffen ai tenenti comandati presso il Grande Stato Maggwre nel 1898, nei quale, discutendo per l'appunto il problema della . .difensiva contro forze preponderanti russe , lo· Schli.effe . ·n poneYa m evidenza la necessità di agire per linee interne ma riportand 'tt · · · · , o una VI O~Ia_ IniZiale decisiva: se tale non si poteva ottenere·, meglio arretrarsi dietro la VIstola. Osserva che se la scelta del 'Prittwitz - o·enerale di levatura media - non fu feli ce, la prima radunata ~elle truppe secondo le direttive del Comando· Supr~mo non fu tale inveeo da agevolargli il compito:· e ad ogni modo occorreva nel comandante una salda ed energica volontà, affinché da iniziative di comandanti m sottordine (tipica, queUa de_l generale v. François) non veni sse frustr_ata la _manovra per linee interne, già difficilissima per se stessa. Esamma POI la soluzi~ne data da Schlieffen al problema nel tema del 1898, e le condizioni in confronto al 1914 (raccomandazione del Moltke al v. Prittwitz di non porre a repentaglio l'esistenza dell'sa Armata, maggiori forz e da parte russa di queU e previste nel tema del • 1898) : es~mina un analogo tema di Schlieffen nel 1901 (in cui la situaziOne e ancor più simile a quella del 1914, salvo i rapporti di forze ) nel quale Schlieffen combatte il concetto della pura azione frontale, caldeggiando invece quello deH'avvolgimento _ predisposto per ten:po - sul tergo avversario, ·sì da costringere il nemico ad un a battaglia con fronte rovesciata. Infine, accenna ad un tema final e del _1907 del genera}e Moltke, in cui si discute altresì l'operazione per linee mterne nella Prussia Orientale, giungendo a conclusioni diverse da quelle dello Schlieffen nel 1898, in quanto si preferisce attaccare l'arm~ta del Nare•w anziché quella del Niem en. E in relazione a ciò, esami~a anche un tema finale di Schlieffen del 1899, in cui pe•r l'appunto vemva discussa l'offensiva contro l'armata del Narew, e conclude c_h ~, ~ur avendo Schlieffen e Moltke i medesimi intendimenti operativi,. Il secondo è incerto, vacillante, rifugge èlal giungere alle deduzwm estreme. · . Nel 1914, le dire:Ùive di radunata lasciarono al Prittwitz la soltl~wn_e del " difficne compito " (A. S.) fornendogli però una radu nata Imzwle difettosa, non atta ar concentramento delle forze · ment re uno Schlieffen avrebbe saputo pr·o durrEl con d'Iziom · · Im · ·.ziah · · 'miglio · · n· , . . · e, pur lasciando al comandant e ne ll 'E s t. 1a necessana · · Imziahva · · · · , assumersene la responsabilità.
( I~ merito al piano di campagna adottato per l'Est, l'auto re della G · L. e del parere che tanto il piano stesso quanto le predisposizioni
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di carattere strategico su quella fronte contenessero già in genere l'inevitabile indebolimento dell'Austria-Ungheria nel primo period•J della campagna: e ne trae argomento a pro' della necessità di agu'e offensivamente nell'Est, in contrasto al piano sia di Schlieffen sia di Moltke il giovane: tanto- l'uno- quanto l'altro- giocarono- tutto su una carta, e cioè sull'esito decisivo dell'offensiva nell'Ovest, a danno dell'Austria-Ungheria). Il Groencr esamina poi le operazioni ch e diedero luogo ai combatti menti di Stalluponen e Gumbinnen: discute i concetti del generale v. François (I corpo) divergenti da quelli del suo comandante d'armata, e r ileva che quest'ultimo trascurò di mettere i proph comandanti in sottordine al corrente dei propri intendimenti, né ebbe l'energia di frenare in tempo l'azione indipendente del v. François che costringeva l'armata ad impegnarsi più avanti e diversamente dal previsto. (A riguardo dell'azione del v. Fr~ançois a Stalluponen non corrispondente agli intendimenti del comandante dell 'armata, effettuatasi anzi contro gli ordini tassativi e ripetuti del medesimo, e tenutagli celata in modo tale da mette-re in serio imbarazzo (v. A. S. ) il capo di S. M. del I corpo " n ella sua doppia dipendenza dal proprio comandante di corpo d'armata e dal capo di S. M. dell'armata" (!?), e che pose il I corpo a contatto con un avversario preponderante, ban 40 km. davanti alla fronte dell'armata, molto vi sarebba da dire .. Osserviamo sol tanto che la Relazione A. S., la quale ha calde paro le ' di lode verso il generale v. François per la sua energia ed infaticabile attività, non trova invece parole severe in riguardo alla sua disobbedienza a Stalluponen: mentre p ar contro l'auto-re della G. L. non esita a qualificare il combattimento di Stalluponen come uno di quei dannosi successi parziali che può ottenere un comandante in sottordine il qual e agisca di propria testa in modo contrario al concetto d'insieme delle operazioni - analogamente a quanto si verifi cò da parta di Thun e di Festetics allo Swiepwald presso Koniggratz , e da parte del generale Ladmirault il 14 agosto 1870 - e rileva che non si pensò neppure a sottoporre il v. François a un tribunale di ·guerra. Data la situazione verificatasi per effetto del combattimento di Stalluponen, il Groener studia la soluzione che sarè:bbe stata più co~sona allo spirito di Schlieffen, concludendo che la situazione era pur sempre favor evole ai T edeschi, ma il comando dell'armata non
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seppe avva ntag~:;·iarsene . In seguito, dopo la mezza vittoria conseguita a Gumbinnen , mancò in detto comando la fidu cia nella vittoria finale contro l'armata del Niemen; si fu preoccupati di essere accerchiati nella Prussia Oriental e, e fu dato l'ordine di ritirata senza ~vere un concetto chiaro dell'obiettivo nè degÙ intendimenti per le ulteriori operazioni. Seg ue uno studio sull'ipotetico attacco contro l'armata del NaTew, qualora si fo sse riportata una vittoria co~pleta a Gumbinnen · ci asteniamo dal farne cenno, trattandosi di esercizio puramente teori,co. Circa la decisione di ritirata del Prittwitz nel pomeriggio del 20 agosto, il Groener ritiene che, data la raccomandazione fattagli dal Moltke circa la conservazione dell'armata, e data la situazione quale appariva al Prittwitz, non si possa dargli torto di aver voluto s ottrarsi: ma non era giustifi cata la decisione di arretrarsi senz'altro fin dietro alla Vistola, anche pe<rché u n contègno più energico dei Russi avrebbe potuto costringere a combattere in condizioni sfavoravoli, mentre la ritirata era in corso, ancora al di qua della Vistola. Conclude osservando che a Gumbinnen i Russi non vinsero, pur rimanendo padroni del campo di battaglia: essi perdettero il contatto ·e le tracce dell'avversario nonostante la loro numerosa cavalleria e pertanto Gumbinnen può considerarsi in definitiva come una ~it toria tedesca, sebbene i Tedeschi si siano ritirati. (Notiamo ch e il Groener, nell'esaminare la decisione di riti rata da parte del v. Prittwitz, non fa alcun cenno delle nuove disposizioni date nel giorno successivo dal comando dell'armata per un concen-tramento atto a consentire una battaglia davanti alla Vistola : ]e quali risultano invece molto chiaramente dalla Relazione A. s. e dall'opuscolo dell 'Hoffmann " Tannenberg wie es wirklich w ar " (Tannenberg quale fu realmente) in cui l'autore tende a dimostrare c·h e " la decisione per la battaglia - a est della Vistola e cioè dal più al meno, col concetto generale di Tannenberg - fu p;esa sotto il comando e sotto la responsabilità del generale v. Prittwitz; la logica ed impert rbabile attuazione della decisione che condusse alla grande vittoria ebbe luogo sotto il comando e sotto la responsabilità del generale v. Hindenburg ". Possiamo però chiederci se il comando dell'sa armata impersonato nel generale v. Prittwitz e nel suo Capo di S. M. Waldersee, pur imbastendo l'operazione audacement~ e logicamente, sarebbe s tato in grado di superare gli attriti interni ed esterni e fronteggiare le circostan ze impreviste che si verificarono nello svolgimento).
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T annenb erg e la battaglia ai Laghi MasuriartJi. - Passando poi alla " fortuna di Tannenberg ", il Groener rileva che coll'arrivo di Hindenburg e Ludendorff " la saldezza di volontà e l'impetuosità della gi ov~n ezza, congiunta colla saggezza e colla calma della vecchiezza, penetrarono nel comando dell'armata ". Da parte russa mancò u n'azione energica dell'armata del Niemen dopo Gumbinnen, an che perchè il Comando Supremo· russo, cedendo alle sollecitazioni francesi , aveva incitato le armate a prendere l'offensiva prematuram~nte, prima che esse< fossero pronte ad agire; inoltre, il comando della fron te nord-ovest trascurò di valersi della sua numerosa cavalleria per rendersi conto della direzione di ritirata tedesca; infine, Rennenkampf avanzò tasteggiando per effetto dell'influenza operativ a della piazza di Konigsberg, mentre l'Sa armata tedesca già urtav ~ nell'armata del Narew. Esamina poi l'azione di Samsonow, lasciatosi attrarre troppo .verso nord pe·r mancanza di un chi~ro concetto della situazione dei Tedeschi il 26 agosto. Esamina quindi la decisione d'attacco da parte del Comando tedesco le obbiezioni e remore frapposte dal comandante il I corpo nei gio;ni 25 e 26 agosto (osserviamo che anche qui nonostante l'energia ed il prestigio del nuovo comando d'armata, e sebbene esso tenesse particolarmente d'occhio il von François , questi finì per attaccare quando volle, costringendo il comando suddetto a ritardare l'azione d'insieme ) : e dedica parecchie pagine allo svolgimento degli avvenimenti nel giorno 26 e nei successivi , mentre essi risultano esaurientemente dalla Relazione A. S .. Conclude osservando che , come operazione militare, Tannenberg può considerarsi superiore a Lipsia, a Metz, a Sedan, giacché la vittoria fu ottenuta con forze inferiori; mancò invece del tutto né poteva essere diversamente - un risultato politico, e la grandezza della vittoria fu essenzialmente nel campo morale , in quanto dimostrò che né la massa né l'arte di guerra russa erano da temersi, contro la logicità del conoetto operativo e la saldezza .nell'attuazione. E' ozioso' discuter e - egli· dice - se l'operazione di Tannenberg derivi dalla scuola del vecohio Moltke o da quella di Schlieffen; sta però il fattn che Moltke vinse a Metz e a Sedan con forze preponderanti mentre Schlieffen insegnò come si possa ottenere una vittoria anni~ntatrice con forz e inferiori come appunto avvenne a Tanrienberg. Non fu possibile avvolgere l'intera armata del Narew, ma soltanto il suo centro , a causa della natura boscosa e lacustre del ter-
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reno e dello sparpagliamento delle due ali avversarie rispetto al centro. Non mancarono gli attriti: ma la logica e salda azione d i comando seppe superarli. , Il Groener espone poi il modo col quale, a suo parere , il generale Shilinski avrebbe dovuto operare dal 20 agosto in poi; .ed osserva. che, se egli fosse stato all'altezza del suo compito ed avesse saputo guidare saldamente le armate, i risultati della campagna avrebbero potuto essere tutt'altro che favorevoli ai Tedeschi. Anch'egli, al pari di Moltke il giovane, fece troppo a fidanza nell'avvedutezza e n.ell'iniziativa dei comandanti d'armata, trascurando di dare ordini precisi per coordinare l'azione. Mancò un ordine chiaro ed esplicito d'inseguimento dopo Gumbinnen; mancò un'azione energica da partedella massa di cavalleria dell'armata del Niemen; mancò la ferma volontà di tagliare la ritirata ai rredeschi staccandoli dalla Vistol a. Il Groener concreta poi in un tipo di ordine le disposizioni che Shilinski avrebbe dovuto dare, e conclude che- come è noto-- soltanto la discordanza nel tempo fra le due armate russe rese possibile ai Tedeschi la loro audace ope·r azione. (E' interessante riportare qui le conclusioni del Danilow , nell'opera. già citata, circa le cause principali - in ordine cronologico della disfatta di Tannenberg. E cioè: errore nel calcolo del tempo occorrente all'armata Samsonow per esser pronta ad agire, e del tempo occorrente per la sua avanzata: donde una successiva precipitazione, con conseguente esaurimento deUe truppe; lentezza e indecisione da parte dell'armata Rennenkampf, sì che le truppe tedesche poterono sottrarsi dopo i combattimenti a loro sfavorevoli, e assumere il nuovo schieramento ordinato dal secondo comando dell'Sa armata; completa perdita di contatto col nemico, da parte, dell'armata Rennenkampf; donde provvedimenti presi a caso, e soverchia preoccupazione per l'azione della, piazza di Ki:inigsberg; ostinazione nell'armata Samsonow a tendere verso ovest, donde il suo allontanamento dall'armata · Rennenkampf e• la mancanza di protezione per il proprio fianco e tergo; sparpagliamento dei corpi dell'armata Samsonow., fa cilitante ai Tedeschi la vittoria tattica ). Seguono considerazioni concernenti la battaglia " ai Laghi Masuriani " . Come si è accennato, il Moltke aveva promesso già in
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tempo di pace di appoggiare , m ediante offensiva dalla Prussia Orientale contro ed oltre Narew, l'offensiva austro-ungarica dalla Galizia; ma per tale scopo sarebbe stato anzitutto necessario distruggere prima l'armata del Niemen e liberarsi poi di quella del Narew, per avere via libera. Invece le cose si erano svolte diversamente, e l'armata del Niemen minacciava tutto ra le spa-lle di un'e·v entuale operazione ted esca contro ed oltre Nare w; inoltre, a. V arsa via era in corso la costituzione di armate russe destinate a dirigersi su Berlino. L'inseguire fino al Narew non avrebbe rappresentato un grave rischio per i Tedeschi , nonostante la presenza dell'armata del Niemen, giacché dall'Ovest stavano giungendo rinforzi; ma l'inseguimento, pur apportando certamente un sollievo all'esercito a. u ., non avrebbe avuto tale efficacia da rendergli possibile una vittoria fra Bug e Vistola, a meno di super'a re i 300 km. intercedenti fra le due masse alleate; e nel superarli , avanzando verso sud, la massa tedesca avrebbe dovuto indebolirsi sensibilmente per la protezione dei propri fianchi. (Il Danilow dichiara però che. il Comando Supremo russo si preoccupava noh poco di un 'eventuale avanzata tedesca verso e oltre Narew). - Dopo Tannenberg, la · situazione operativa dell'e-sercito a. u. era tutt'altro che fav orevole, e• Conrad rinnovò la preghier'a per un'offensiva tedesca oltre Narew e per un appoggio immediato in Galizia: ma il Comando Supremo tedesco non poteva aderire, e, in accordo col comando dell'Sa armata, rit 2nne anzitutto necessario liberarsi anche dell'armata del Niemen. Il Groener osserva che', pur non essendovi state intese fra i due comandi alleati per la cooperazione effettiva nell'Est, Conrad avrebbe potuto a fine agosto interrompere la lotta, ritirarsi dietro il San e • portare poi egli stesso aiuto in Prussia Orientale, anzichè chiedern8 in Galizia. Ma anzitutto era dubbio che l'esercito a. u. pote.sse ancora resistere dietro il San dopo cedute truppe a pro' dell'azione nella Prussia Orientale.; in secondo luogo, forse', la reciproca diffidenza fra i due alle-ati non avrebbe consentito di accettare tale concorso a. u. ch e, per altro, avrebbe certamente disorientato la « pesante natura russa '' · Esaminando la situazione al principio di settembre dalle due parti in Prussia Orientale, e il piano d'attacco di Hindenburg-Luden. dorff contro l'armata del Niemen, il Groener osserva che, invece d'impiegare ben 2/3 delle forze per l'azione frontal e e 1/3 ~er l'avvolgimento a est dei laghi, si sarebbe potuto senza pericolo 1mp1egarne 1/2 e 1/2, con vantaggio .per l'azione avvolgente. Osserva poi che le ·· d'l nuove truppe · e. false sparse dal Comando tedesco d ' arnvo notizi 3 -
Rivista Militare Italiana.
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tedesche sulla Deime avrebbero potuto riuscire dannose ai Tedeschi stessi, perchè i Russi potevano trarne motivo ad arretrarsi prematuramente per sottrarsi a un doppio avvolgimento. Comunque, i Russi non si resero neppure conto dell'avvolgimento preparantesi sulla loro ala sinistra, e quindi il 9 settembre si venne a battaglia. Da parte tedesca mancò una salda direzione unica della battaglia; vi fu troppa preoccupazione per la propria fronte, ed in particòlare per l'ala sinistra di essa: i Tedeschi non s'accorsero che fin dal giorno 8 Rennenkampf spostava le sue riserve versq_ la propria ala sinistra . Nel giorno 9, l'attacco frontale fu slegato: e neppure nel giorno iO si predispose l'assalto, mentre Rennenkampf già aveva ordinato la ritirata . L'inseguimento non venne spinto a fondo; si assegnarono inizialmente obiettivi limitati alla massa frontale. Nei giorni ii e i2 l'inseguimento fu più accentuato; ma la ripartizione iniziale delle for ze influì svantaggiosamente sui risultati , giacché l'ala destra era troppo debole ed inoltre non era abbastanza in avanti per effettuare un inseguimento sopravanzante. Con maggiore audacia, e rassegnandosi a maggiori perdite nell'azione frontale, si sarebbero potuti ottenere risultati migliori dal punto di vista operativo, cioè l'accerchiare il nemico, o spingerlo verso nord contro il Niemen. Mancò la logica successione di concetti e la tenacia che si erano palesate nella battaglia di Tannenberg (l'autore della G. L. ritiene però che il Comando tedesco non avesse alcun mezzo per costringere Rennenkampf ad accettare la battaglia: anche se l'attacco frontale tedesco si fosse effettuato prima e in modo più deciso - e cioè come vorrebbe il Groener - nulla poteva impedire ai Russi di sottrarsi mediante ritirata notturna). (Continua) . AMBROGIO BOLLATI
Generale di brigata
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A PROPOSITO DI
H
DOTTRINE A PRIORI tt
Dottrina «a priori Y> e dottrina «delle circostanze Y> . - Caratteristiche del- · l'azione di comando napoleonica: adattamento della concezione «a priori Y> al continuo e imprescindibile mutare delle circostanze. - Concezioni e do ttrine belliche alla :fine del secolo XIX: preparazione e condotta delle operazioni iniziali della guerra mondiale. - Confronto e conclusione.
Nessun fenomeno che dall'uomo in qualche guisa dipenda si svolge secondo regole assolute; così a maggior ragione nulla di assoluto può essere nel fenomeno della guerra moderna, nella quale, al di sopra della forza bruta della materia, agiscono i popoli interi con gli intelletti tesi alla ricerca della vittoria, con i cuori pulsanti per antitetici impulsi. E cadrebbe certo nell'assurdo chi oggi volesse reggere, applicando sterili formul e, le sorti di un esercito che non è più soltanto l'esponente armato di una nazione che la guerra non vive, ma che è il popolo stesso , tutto impegnantesi nella lotta; è cadrebbe certo nell'assurdo appunto perchè essendo la guerra il più complesso dei fenomeni umani, i suoi aspetti sono eminentemente mutevoli. La ricerca ohe da qualche anno febbrilmente si compie nell'immenso materiale di studio . offerto dalla guerra mondiale, pervtrarne insegnamenti utili nel presente e fecondi per l'avvenire, svela ogni giorno di più come l'immensità delle fronti e delle masse armate non abbia soffocato l'importanza del fattore intellettuale e come anche la " guerra dei popoli , , se non sia artisticamente condotta, non possa dare quella vittoria che è la comune aspirazione dell'esercito e del paese.
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Tale constatazione ha entusiasmato gli studiosi che avevano per un momento dubitato di dover relegare fra i ricordi· di un tem po che fu quanto riguarda la guerra manovrata, la cui possibilità era sembrata essere dileguata per sempre di fronte. al raffittirsi dell2 trincee ed all'aggrovigliarsi di ferrigni reticolati; e, come cantori di u n peana eroico, co n gli scritti e con le parole, .essi esaltarono la concezio ne artistica della guerra e r ipudiarono ogni idea che rivelasse anche soltanto una tendenza verso una concezione men che spirituale ed intellettuale della lotta. Il tema è allettante, perchè la sua trattazìone esalta le doti più elevate della natura u.mana, le qualità del cuore e le qualità della mente, ma appunto parchè nello svolgerlo è faei le lasciarsi trascinare dall'orgogliosa coscienza di ciò che l'uomo può, quando vuole, l'esaltazione spesso trascende fino a velare i molteplici aspetti del problema della preparazione e della condotta della guerra per metterne uno solo, il più bello, il divino, in maggior evidenza. E ciò è stato certamente utile quando si trattava di reagire contro l'invadente materialismo ch e era derivato da una molto imperfetta valutazione degli avvenimenti della guerra mondiale ed ha indubbiamente contribuito a quel risorgere degli studi che si nota rigoglioso e promettente. Ma ogni eccesso è, un pericolo , appunto perchè impedisce ·di aff err are tutti gli aspetti di una questione e di trarne quella visione completa dalla quale soltanto può scaturire chiaro e fecondo l'insegnamento che si va ricercando. La condotta della guerra è « arte , , indiscutibilmente, ma ìa c-r eazione dell'opera artistica presuppone l'esistenza dell'intelletto capace di concepirla e di attuarla., e, se per la formazione dell'arti sta molto vale lo studio, è però sempre indispensabile l'isti nto creativu che è dote naturale. E può forse un esercito contare a priori sull a possibilità di avere alla sua testa un Cesare, un Napoleone od anche soltanto un Moltke il vecchio? Ecco perchè semb r a eccessivo il vol er essere esclusi visti nel campo vasto e complesso della guerra , diffo ndendo la convinzione che soltanto la capacità artistica del co mandante, manifestandosi · con fulmin ea rapidità di percezione dei fatti e di co nseguente decisione, potrà dare l a vittoria, esplicandosi nel tumultuare della lotb e non essendo influenzata da una preesistente volontà di agi re in una direzione ed in una fo rma stabilite in precedenza, quand o cioè
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non erano ancora raccolti i dati di fatto e la possibilità dell'azione nemica era perciò allo stato di incognita. Questo vorrebb ero sostenere invece scrittori italiani e stranieri, quando condannano senza remissione tutti gli « schemi , e tutte quelle che ohiamano « dottrine a priori , . E sta bene infatti lottare contro ogni aberrazione scientifica che volesse costringere le multiformi manifestazioni del fenomeno bellico in pastoie di regole e di formule, ma in questa lotta vi è un ·limite oltre il quale non è possibile andare senza contribuire a dare un a idea inesatta delle necessità e dell e possibilità della condotta della guerra moderna. Tacciare di " apriorismo , e di « schematismo , qualunque piano di guerra preparato nei lunghi periodi di pace che precedettero il conflitto mondiale, come fanno gli scrittori cui ho accennato, è eccessivo, poichè non tutti questi piani dimostrarono alla prova dei fatti di essere stati concepiti astraendo dalla realtà delle cose e di essere inidonei a permettere il co nseguimento della vittoria. Si vorrebbe combattere l'aprioristica scerlta di un procedimento esaltando la varietà meravigliosa dell e concezioni napoleoniche e, generalizzando, si vorrebbe porre di fronte una " dottrina a priori , ed u na « dottrin a delle circostanze , per proclamare questa sublime ed unica generatrice di successo. Da questo annientamento di ogni concezione aprioristica dovrebbe derivare la convinzione r:he debba confidarsi soltanto nella capacità artistica del comandante a dominar e gli eventi mentre essi si svolgono tumultuosi ed incalzanti; e valido sostegno di tal e concezione dell'azione di comando sarebbero i ri sultati magnifici siffattamente ottenuti dal genio di Napoleone. P er constatare quanto in essa vi sia di vero e quanto di eccessivo, e se e quanto il sistema seguito nella preparazione intellettuale alla guerra mondiale sia in contrasto con il sistema napoleonico, allo scopo di giungere ad una con clusione pratica, applicata alle condizioni presenti, è quindi necessario prendere le mosse da un sintetico esame, compiuto dal particolare punto ' di vista che ci interessa, delle caratteristich e dell'azione di comando svolta da Napoleone.
* Du rante il periodo delle guerre napoleoniche mancò in Francia una dottrina di guerra nel significato moderno della locuzione, '3 ~ i o è di comun e ed autorevole indirizzo cultural 2 alla . preparazione
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intellettuale ed all'azione dei comandanti di ogni grado; e tale deficienza si spiega, oltre che per l'impreparazione intellettuale degli ufficiali e per la brevità dei periodt di pace, sopratutto per l'azione genialissima svolta da Napoleone, azione così elevata e fattiva da non lasciar sentire la necessità di una dottrina e da riuscire, per il suo intrinseco valore, entro determinati limiti , a sostituirla. Osserviamo fin d'ora, però, che precisamente la spiegazione che di tale deficienza dànno le condizioni dei tempi e l'esistenza di un Uomo, deve impedire di farci cadere nell 'errore che oggi si possa anche fare a meno di una dottrina. Nel caso particolare della dottrina napoleonica avvenne che la sua formazione· fosse opera postuma degli studiosi che, prendendo le mosse dagli scritti del Grande, cercarono di sviscerare dallo studio deHe campagne della r epubblica e dell'impero quanto poteva rappresentare un insegnamento per la condotta della guerra moderna _ Diverse furono però le modalità della ricerca e diverso il carattere della sintesi, ma la conclusione semplice, e non per questo meno profonda, alla qual e quegli studiosi pervennero concordi fu che Napoleone, alieno da ogni ;chema e da ogni preconcetto, si sforzò. di adattare l'azione alla realtà e che pertanto il suo pensiero si sviluppò in stretta connessione con l'evolversi delle circostanze, pronto a far costantemente coincidere con le necessità reali l'osservanza dei principii fondamentali dell'arte della guerra. E mi sia permessa a questo proposito una breve digressione. In questi tempi in cui si accentua, come già ho accennato , Ja tendenza alle elucubrazioni intellettualistiche, anche i " principli fondamentali dell'arte bellica , stanno 'passando il loro brutto quarto d'ora, poichè sembra ad alcuni che questa denominazione scolastica di verità, ammettiamo pure, lapalissiane, porti ad una concezione artata della lotta. Si vorrebbe sostenere che questi famosi principii si prestino ad essere panacea di tutti i mali e permettano la facile, ma. sterile critica « a posteriori , compiuta da ogni superficiale chiosatore di bellici avvenimenti, poichè in ogni atto compiuto da un condottiero è sempre riconoscibile quella violazione di un " principio , che pu ò essere considerata causa di sconfitta e quella applicazione che appare generatrice di vittoria e tutto questo mentre quel tale comandante , nel momento in cui decideva od agiva, era ben l ungi dal pensare: « ora applico il principio della massa , oppure " mi attengo a1 principio dell'economia delle forze , e tanto meno " la battaglia di
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domani sarà una battaglia avvolgente , o una « battaglia di sopràvanzamento d'ala , . E in questo siamo certamente tutti d'accordo, perchè non è ammissibile che si possa avere una così grottesca concezione dell'azione intellettuale del comandante, ma è vero anche che ragionando in questo modo si corre rischio di cadere nello ste·sso errore in cui è incappato il facile critico cui ho accennato; si attribuisce infatti ai " principii , una colpa che non è loro, ma di chi, non comprendendone la vera funzione, se ne vale per uno scopo che non è quello per il quale sono stati enunciati. . Nell'evoluzione del fenomeno bellico si osserva il ripetersi d1 verità evidentissime che esso ha in comune con qualsivoglia manifestazione viol enta della natura, poichè si palesano simili nell a lotta che gli animali combattono fra loro , nell'urto fra uomini primitivi ed in quello fra gli eserciti colossali del secolo XX. P oichè l'indagine scientifica ha individuato queste verità, è ben logico che le abbia denominate e che un nome abbiano pure le svariate forme de.Ua loro estrinsecazione, perchè in tal modo una pamla sola è sufficiente per richiamare alla mente il concetto che richiederebbe altrimenti una lunga perifrasi; ma tale denominazione di valore puramente scolastico non esclude certo la possibilità di artistica applicazione del principio fondamentale. E, d'altra parte, a dimostrare questa perfetta indipendenza fra denominazione scolasti ca e applicazione artistica delle verità fondamentali o " principii , che dir si voglia, sta il fatto indiscutibile che fu precisamente il sommo artista della guerra modeTna a denominarli e ad enunciarli ! E ritorniamo al nostro ragionamento. Nulla può certamente infirmare la verità dell'asserto ch e Napoleone fu inarrivabile artista nell'applicare i principii fondamentali della guerra, asserto che eleva ai nostri occhi la sua figura di condottie.ro , poichè fa ricercare nella capacità intellettuale la principale ragione delle sue vittorie; ma non si può a meno di considerare fin d'ora come la sua azione di comando abbia dovuto esercitarsi in una varietà di terreni e di circostanze che indubbiamente influirono sulla varietà delle co ncezioni scaturite dalla sua mente fecondissima. A quei tempi i termini del problema politico, per la cui soluzione si impegnava una lotta , erano sommamente instabili; il giuoco dell e alleanze era assai più vario di quanto non fosse alla fine del secolo XIX ed all'inizio del XX, per la qual cosa era allora molto più dif-
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fi cile intui re in anticipo, al di là di un certo limite di tempo, in quali condizioni un conflitto si sarebbe scatenato e perciò quali sarebbero state l e caratteristiohe del teatro dell e operaziofli, quale il nemico che si sarebbe palesato, quale il suo probabile concetto d'azione. A questa impossibilità di concretare in precedenza, su dati approssimativamente certi, in anni di lavoro e di meditazione, un piano di campagna da seguirsi nella guerra probabile, Napoleo ne suppliva con le rare capacità di analisi, di sintesi e di determinazione che erano doti del suo ingegno multiforme ed in poche settimane, talvolta in pochi giorni, riusciva a tracciare le linee generali dell 'èlzione bellica che intendeva svolgere. Non occorre aver fede nelle romanzesche astrazioni del Thie rs per riconoscere che Napoleone iniziava le sue campagne con un piano di operazioni prefissato; è sufficiente scorrere rapidamente i volumi della " Correspondance , e vi si troverà, ad esempio, nei documenti 49, 50, 52, 53 del luglio 1795, nel documento 75 del 12 ottobre 1795, in que.Jlo 83 del 19 gennaio 1796, chiaramente trac ciato il piano di operazioni che, attuato a comincia re dall'aprile successivo, doveva r ivelare al mondo attonito il Genio corso. Il 22 marzo 1800 il Primo Console dettava (documento !1694) il piano di operazioni per l'imminente campagna: valicare le Alpi , scendere nella pianura padana, occupare il ponte di P iacenza alle spalle del Melas , pe r essere in grado di operare a volontà su amb e le sponde del Po, contro il nemico tagliato dalla sua naturale linea di ritirata. Il 20 settembre 1805 Napoleone comunicava al Berthier (documento 9245 ) gli itinerari ch e i corpi d'armata avrebbero dovuto seguire dal Reno al Danubio, in modo da giunger e su questo fium e fra Donauwi:irth ed Ingolstadt, a valle di Ulina, dove presumeva essere avviato il nem ico che sapeva in movimento; è la marcia verso il t 2rgo del Mack che si preannunzia nella forma stessa che effettiv amente ebbe durante il suo svolgimento, nei giorni che seguirono. Il 5 settembre 1806 (documento 10.744) l'Imperatore ordina al Berthier di far riconoscere le strade e di dare le disposizioni per avere i corpi d'armata riuniti a Bamberg e nel principato di Baireuth; " da questo punto- egli aggiunge - calcolo 10 giorni di marcia per essere a Berlino , . Qui è già prevista a grandi linee l'operazione che doveva iniziarsi un mese più tardi: la rapida riunione delle forze, la marcia attraverso la foresta di Franconia avente come direttrice la capitale nemica, nella speranza di incontrare su di essa l'avversari o.
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Ed il 20 settembre il pensiero si precisa (documento 10.805) nella lettera al Re Luigi in cui gli viene ordinato di richiamare l'attenzione del nemico verso il Reno " mentre io manovrerò per aggirarlo "· E tutto ciò Napoleone stabiliva pur senza conoscere la vera situazione nemica che doveva svelarsi soltanto nella prima decade d'ottobre, quando la manovra sarebbe stata nel suo pieno sviluppo. E' del 5 giugno 1812 (documento 18.769) il piano per la marcia sul tergo dei Russi , in direzione di Vilna, marcia resa sicura dall'azione dimostrativa dell'armata del Re Gerolamo .
Non è adun que avventato affermare che Napoleone, formatosi, in gr an parte per intuizione e un poco anche per le prime vaghe notizie rac colte sulle intenzioni ·e sulle prime mosse dell'avversario, un concetto di ciò che il nemico avrebbe potuto tentare, formulava un piano di ope·r azioni e in base a quello fa ceva diramare gli ordini per la riunione dell 'esercito e per l'organizzazione del movimento ulteriore. Iniziando così le operazioni prima di conoscera perfettamente la dislocazion e e le mosse avversarie egli si garantiva la possibilità di sorprendere il nemico e di impo rgli la propria volontà; e poichè questo era. il primo successo che voleva r icercare, non solo , ma poichè voleva da e•sso trarre il massimo risultato, egli imprimeva alle operazioni iniziali una direzion e t:d assegnava lorò un obiettivo che ne accrescessero il r endimento e ciò indipend antemente dall'azione che il nemi co avr ebbe inteso svolgere. Così soltanto egli poteva dominare fin dall'inizio dell e operazioni il suo avversario. E questa preorganizzazione di un piano di campagna non è forse frutto di arti stica concezione della guerra? E non basta: storici illustri, ch e pur non studiarono le sue campagne con lo scopo di volerl e r idurre a tipi schematici , ammisero che la m aggior parte delle oper azioni furono concepite secondo u na comune idea direttrice; e precisamente il Jomini, il Corsi, il Yorck von W artenburg , il Camon riconobbero che Napoleone, ovunque potè, m irò a giungere sul fi anco o sul tergo dell'avversario eseguendo quella manovra che il Guerrini indica co me " motivo tattico , predominante nelle sue concezioni strategiche e tattiche. E dal rapidissimo accenno fatto ad alcuni concetti d'azione napol eonici tale afferm azione non può che riuscire co nfermata. J
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E questa fedeltà ad una siffatta idea direttrice rivelerebbe forse una tendenza ad applicara uno schema ? Sarebbe eresia parlare di " schemi , a proposito delle concezioni di Napoleone Bonaparte, ed . infatti anche colo-ro che più si accaniscono contro quanto ha la parvenza di schematico, ne esaltano l'assenza assoluta nel suo sistema di guerra; tale fedeltà non è altro infatti che conseguenza di un logico adattamento alla realtà, non è che l'indizio di una tendenza a sfruttare le condizioni sfavorevoli nelle quali gli eserciti del tempo si impegnavano. Non . era stato un fantastico ordine obliquo -a procurare a Federico la vittoria di Leuthen, ma un attacco, che, opportunamènte condotto contro un'ala dell'avversario, determinò la sorpresa in quella parte dello schieramento austriaco che era più debole per le deficienze intrinseche dell'ordine lineare. E poichè nulla nè avversari nè seguaci ave-v ano saputo imparare dalle sue campagne, Napoleone mirò ad ottenere quella stessa sorpresa, ben sapendo che più della potenza dellé armi vale in guerra il determinarsi di uno squilibrio morale nelle forze fronteggianti si . Approfittando della lentezza degli eserciti del tempo e quindi delle difficoltà nelle quali essi si trovavano per parare tempestivamente ad una improvvisa minaccia, egli volle, con un esercito manovriero per eccellenza, animato dal suo duttile ingegno, ottenere la ma~ si ma sorpresa cui si potesse logicamente mirare. Con uno strumento di guerra migliore assai di quello di Federico, egli potè tendere a risultati decisivi; ingranditi i termini del problema - ampiezza del teatro delle operazioni e capacità manovriera delle truppe _ egli voJle ampliare il totale: non si accontentò di cadere su di un'ala deUo schieramento avversario, m.a volle addirittura puntare contro il tergo del nemico per disorientarlo prima di colpirlo, pèr annientarlo prima ancora della battaglia. Così tentò ed ott.e nne l'aggiramento strategico dell'avversa.rio , non fin e a se stesso, ma piuttosto mezzo per conseguire la sorpresa, nel 1800, nel 1805, nel 1806 e lo considerò nel primo progetto per la campagna del 1812. A questo riguardo più oltre giunse il Camon, affermando che anche con la manovra centrale del 1800 e con quella di Vilna, qu ale fu attuata nel 1812, Napoleone voleva scindere le masse nemiche per poi accerchiare la principale o la più minacciosa. Nè l'ammettere• la preesistenza di vn concetto d'azione determinato infi rma quanto si è detto della caratteristica varietà delle
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concezioni, perchè egli seppe di continuo variare le modalità di esecuzione di uno stesso tipo di manovra in base alla situazione reale . Chi infatti riconoscerebbe, con un superficiale esame, una unica. idea direttrice presiedere alla marcia dell'armata di riserva che, incanalata nella valle d'Aosta, si porta nel 1800 a tergo del Melas , a quella della " Grande Atmée , del 1805 -che, schierata su di una fronte di 160 chilometri, con i suoi corpi allineati converge sul Danubio, ed anco-ra a quella attraverso ai monti di Franconia della_ famosa " losanga , del " bataillon carré , ? E' da notare sopratutto che la varietà delle formazioni assunte dall'esercito fran cese non è già frutto di astratta elucubrazione della mente che dirige, in base al principio " ogni dieci anni bisogna cambiar tattica ,, ma che ciascuna di esse è resa necessaria dai fatti e che perfettamente si adatta alla realtà della situazione contingente, alle caratteristiche del terreno, allo scopo particolare che vuolsi raggiungere. · Nè la capacità artistica dell'Imperatore si manifestava soltanto nella scelta de-lla più opportuna formazione, poichè essa si palesava ancora più vasta e fattiva durante lo svolgimento della manovra. E' certo, infatti, che un aggiramento riesce se chi si difende ne permette l'esecuzione; ma Napoleone non era uomo da confidare soltanto nell'inazione nemica e perciò, sia prima di agire, sia durant e lo sviluppo dell'azione, era sua preoccupazione imporre e mantenere un tale ascendente sull'avversario da impedirgli di riprend ere l'iniziativa delle operazioni e di contromanovrare. Da un lato vediamo perciò un piano di guerra preorganizzato che si svolge e, dall'altro, ammiriamo un uomo dall'occhio vigi le e dall'intelletto che vertiginosamente lavora, che ne garantisce lo sviluppo contro ogni 'influen za del nemico o del caso. E' questo intervento assiduo e temp estivo del comandante per dare sicurezza all'esercito che manovra, per presentarlo al nemico nelle migliori condizioni di forza, per sfruttare tutto ciò che di favo- · revole off re la situazione, eh permette di adattare in ogni momento alle reali contingenze il piano in precedenza formulato e che insiemedà al complesso del sistema di guerra napoleonico· quella meravigliosa impronta artistica ch e rivela l'opera di un Genio. E' possibile ormai conchiud ere sull'argomento della guerra napoleonica e le conclusioni possono essere così sintetizzate:
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1) anzitutto, Napoleone, prima di iniziare u na campagna, formulava nelle sue linee più generali un piano di operazioni l'esecuzione del qual e gli permettesse di conseguire un risultato decisivo ; 2) in un secondo tempo, di mano in mano ch e affluivano le notizie sul nemico, accuratamente ed instancabilmente raccolte, modifi cava il con cetto d'azione origi nario in modo da. neutralizzare gli eff etti meno favorevoli delle operazioni avvers arie e n el contempo in guisa da sfruttare gli aspetti per lui vantaggiosi ; 3) durante lo sviluppo della manovra, infine., svolgeva un'azione di comando sommamente attiva che gli· permetteva il conseguimento della vittoria a malgrado di ogni estran ea, dannosa influ enza. Possiamo dunque affermare ch e nella condotta della guerra napoleonica si r ivelano intimamente connesse sia li' conclusione) la capacità del comandante di determinare (( a priori )) qual e sia la fo rm a di azione bellica che nei singoli casi offra le maggiori possibilità di successo decisivo, sia la capacità artisti ca di perfettamente adattar e la concezione aprioristica al continuo ed impre·v edibile mutare delle circostanze, prima dello sviluppo delle operazioni (2a conclusione) e durante il loro svolgimento (3a concl usione ).
* Vediamo ora se, come e quando la preparazione e la. condotta dell e' operazioni iniziali della guerra mondiale si siano diffe·renziate dal modeHo di preparazione e di condotta desunto dall'esame del sistema napoleonico, per poter giungere ad una conclusione ch e ci consenta di ponstatare, alla luce dei più recenti avvenimenti, l'uti lità o meno di una aprioristica sèelta di un concetto operativo, la quale permetta di orientare in un senso determinato le menti degl i esecutori. La guerra franco-germani ca de·l 1870 compì l'unità tedesca e diede agli Hohenzollern quella corona imperiale che i marchesi di Brandeburgo e più tardi i Re di Prussia av;wano forgiato in lunghi secoli di lotta contro' il mondo slavo, contro il decrepito impero e contro la Francia, nella quale la dìnamica monarchia vedeva un grave ostacolo alle sue ambizioni egemonich e; ma questa non aveva certo ottenuto quel definitivo abbassamento della potenza frances e che sa-
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rebbe stato necessario per dettare legge al contin ente e per volgere quindi tranquill a oltrem are le sue min espansio nistiche. Il rapido risorgere della Francia agli inizi della terza repubblica fu per la Germania un monito che la spinse, per impulso del Bismarck e del Moltke, a forgiare le armi per la inevitabile lotta dalla quale sperava un più completo trionfo . L'esperienza dell'isolamento politico del 1870 portò dal canto suo ,la Francia verso la Russia, onde derivò quell'ibrido connubio fra il berretto fr igio e la monarchia autocratica che, controbilanciato dalla triplice alleanza, garantì per quarant'anni la pace europea, pur non riuscendo ad impedire l'incubazione del più gra11de conflitto della storia. Chiarissimo gioco di alleanze e lungo periodo di pace sono due condizioni che già pongono in evidenza la diversità sostanziale esiste~te fra l'ambiente politico che aveva servito di cornice all'epopea. napol eonica e quello n el quale maturò la guerra europea . Nella seconda metà del secolo XIX e n el principiare del XX si m anifesta quindi la possibilità di prevedere come sarebbero composti i gruppi di potenze b elligeranti in una g·uerra che si scatenasse sul continente europeo , e quindi i capi che presiedono alla preparazione degli eserciti possono con calma lavorare su dati approssimativamente certi per concretare nelle linee generali i piani di operazione. A questà possibilità si accompagna una necessità che soltanto m misura assai limitata aveva influito sulla preparazione della guerra napoleonica, m entre n e·i tempi a noi più vicini assume invece un'importanza ognor più preminente. Breve era il periodo di pace che intercedeva fra l'una e l'altra deHe campagne del Grande corso e fort emente insidiate da potenti nemici e<rano le ottenute conquiste, onde ben può dirsi che gli eserciti della r epubblica e dell'impero fos sero costantemente mobilitati, non solo, ma che sovente essi fossero già dislocati in prossimità del teatro delle oper'azioni . Non era perciò n ecessario organizzare la. mobilitazione e- la radunata, operazioni la cui complessità cresce in gigantesche proporzioni con l'aumentare delle forz e che scendono in campo , operazioni che sono intimamente legate al successivo impiego delle truppe e la cui organizzazione presuppone l'esistenza di un piano di operazioni prestabilito fin dal tempo di pace. La provvista del materiale occorrente per la guerra assumeva, or è più di un secolo, proporzioni relativamente assai limitate in con-
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franto alla entità del materiale di ogni genere che occorre per organizzare ed alimentare un esercito del secolo XX, onde ecco manifestarsi la necessità di organizzarne la produzione e la distribuzione, operazioni ohe, impegnando ingenti mezzi di produzione e di trasporto, obbligano a risolvere problemi di eccezionale complessità, problemi che mutano sostanzialmente col mutare de'l teatro delle operazioni e delle modalità di impiego delle forze armate. Molto più che nel passato oggi non v'è operazione di guerra che possa svolgersi con le truppe soltanto; condizione prima, non dico di successo, ma di vita, è l'adeguato funzionamento dei servizi, fu nzionamento che presuppone una organizzazione perfetta e rispondente agli scopi che il comandante si prefigge di raggiungere. ' Tutto ciò limita la possibilità di improvvisare, e quindi impone ai comandanti lo studio preventivo di determinate ipotesi e' del mo do -di sviluppare le operazioni in guisa da ottenere il massimo rendimento dai mezzi predisposti. Nè con questo diminuisce certo l'importanza somma che nelfa condotta della guerra hanno il temperamento e la capacità artistic a -d el comandante; essa anzi cresce ancor più, poichè anche la preparazione compiuta di lunga mano deve essere artistica e cioè deve prestarsi ad essere sfruttata ne•l maggior numero possibile di eventualità di guerra; non solo, . ma l'arte del comandante deve ·essere eecellente e genialissima laddove si renda ne•cessario modificare il preordinato concetto operativo in base alle svariate circostanze che in guerra si presentano, allo scopo di adattarlo ad esse per ottenere il risultato vittorioso. Nell'ultimo quarto del secolo XIX appariva evidente la necessità di possedere una dottrina di guerra, poichè l'esperienza fatta dal 1812 al 1870 aveva convinto ohe l'esercizio di un'azione di comando efficace trova un limite sia nel nume,r o delle unità dipendenti, sia nello spazio nel quale esse devono operare e che perciò è necessario , col crescere degli eserciti, spezzare in segmenti sempre più nùmerosi la catena. collegante il comando superiore a quelli inferiori. Se il complesso di questa eatena unisce, ogni singolo gradino gerarchico allontana invece la massa degli esecutori dall'ente che dirige e perciò si accresce la necessità, da un lato, di sviluppare l'iniziativa dei comandanti in sottordine e, dall'altro, di indirizzarla verso la stessa meta che il comando superiore si è prefissata, ricercando una ben intesa disciplina delle inteUigenze, conseguibile· soltanto medi ante
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la diffusione e l' assimilazione di una dottrina di guerra logicamente costrutta. Il rigoglioso sviluppo della cultura militare verificatosi dopo la guerra de·l · 1870 portò alla formazione di dottrine di guerra francesi e tedesch e le qu al i, naturalmente·, per la stabilità dell'ambiente politico e quindi per la facilità di prevedere la composizione probabile dei gruppi belligeranti, ebbero uno scopo ben definito: giungere per la via più breve e più sicura a vincere la guerra che avesse dovuto eventualmente combattersi fra le esistenti coalizioni. Nel 1896 von Schlieffen, capo di stato maggiore dell'esercito tedesco , confermava quella che era stata l'ultima parola del Moltke e riconosceva l'impossibilità di ottenere una rapida decisione contro la Francia. La sua certezza derivava dalla constatazione delle ottime condizioni politico-militari di questa nazione: infatti l'alleanza con la Russia le dava garanzia di un forte alleggerimento deUa pressione tedesca sulle sue frontiere; l'esercito era perfettamente organizzato ed il suo impiego sul campo era previsto con modalità che grave~ mente nuocevano all'esercito tedesco. Era anzitutto sfruttata la capacità demografica della nazione in quanto che era stabilito l'inquadramento dei congedati in unità di riserva prontamente impiegabili; la mobilitazione e la radunata si dovevano compiere con altre.t tanta rapidità delle analoghe operazioni ger maniche; armate costituite di unità di riserva erano concentrate dietro alle armate attive disposte in prima linea, allo scopo di avere superiorità numerica sull'avversario e nel contempo di lasciare nelle .mani del comando una massa di manovra. Ma nei diciotto anni ch e corsero fra il 1896 ed il 1914 due nuove dottrine si succedettero a preparare l'esercito fr_ancese alla prova del fuoco: la dottrina Bonnal e la dottrina de Grandmaison, una eminentemente' storica, l'altra che dalla storia non seppe trarre insegnamento veruno. Bonnal sostenn e che la ragione fondamentale delle vittorie napoleoniche doveva ricercarsi nello scaglionamento in profondità delle forze e nell'azione che l'avanguardia generale era chiamata ad esercitq.re, sia nell'offensiva, sia nella difensiva. In conseguenza , per la possibilità di manovra che la r esistenza deU'aliquota impegnata avrebbe ·dato al grosso, sembrava evidente che la difensiva avrebbe potuto offrire gli stessi vantaggi dell'offensiva, tanto più che il dife nsore, pur avendo la certezza di poter imporre del pari la sua vo-
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lontà, avrebbe potuto scegliere la propria linea di condotta dopo che il n emico avesse svelata la sua . Di qui a ritenere che la difensiva foss e più, opportuna dell'offensiva il passo er a breve. Alcuni anni di fecondo insegnamento alla scuol~ super iore di guerra permisero al Bonn al di formare una folta · schiera di allievi devoti alla sua persona e convinti deHe sue idee; tanto da ritenere ch e egli avesse finalmente svelato il segreto delle vitto·rie imperiali e per conseguenza garantito quelle avvenire. E ciò non poteva essere per dtle ragioni_ essenziali, psicologica l'una, materiale l'altra. La manovra napoleoni ca sull'avanguardia ha un fond am ento morale, poichè l'Imperatore ardiva opporre per un certo tempo una aliquota delle proprie forz e alla massa dell 'avversario , confidando nello spirito elevatissimo che animava i suoi e ne compensava la debolezza numerica., mentre sul nemico impegnato si add ensava la minaccia dell'urto decisivo che il grosso dell'esercito avrebbe portato nel momento e nella direzion e voluta. Di tutto ciò non v'è traccia nella dottrina del Bonnal ch e, in fatto di addestramento, vol eva trasformati i focosi soldati fr ancesi in automi obbedienti nei quali una disciplina irrazionale, e perciò non comprensibile da un'anima latina, avrebbe spenta quella fiamm a che, sola, permette l'eroico e cosciente sacrifi cio in una lotta impari . Abbiamo visto che la resistenza dell'avanguardia napoleonica aveva lo scopo di permettere, in limiti opportuni di tempo , l'intervento del grosso; ma nel voler ripetere tale manovra a qu asi un secolo di distanza il Bom1al trascurava un complesso- di fatti e di circostanze che n e avrebbe m odificato profondamente l'applicazione. Negli spazi immensi nei quali si combatte la guerra moderna, il fattore tempo assume un'estensione di g:ran lunga magg·iore di quanta non ne avesse durante le guerre napol eoniche; le ore diventano giorni e talvolta settimane, tanto più quando - come prima dell 'attuale sviluppo degli autoveicoli, i quali tuttavia non h anno ancora risolto interamente il , problema - il movimento delle masse verso la battaglia deve compiersi con marce su via or dinaria, non certamente più celeri o più lunghe di quelle di cui erano capaci i " grognards " . Ecco perciò ch e la riunione delle for ze profon dam ente scaglionate richiederebbe un periodo di tempo certamente superiore a quello corrispondente alla capacità di resisten za dell'avanguardia.
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Non riu scendo a conciliare i fattori spazio e tempo, Bonnal rinunziava quindi alla convergenza degli sforzi per ridursi ad una succession e di essi e cioè ad un procedimento in antitesi cori l'essenza della dottrina napoleonica. n piano di guerra proposto dal Bonnal aveva apparentemente un pregio notevole: esso sembrava permettere al comandante di manovrare, di reagire contro l'imprevisto, poiohè poneva a sua dispo- sizione riserve rappresentate dalle armate non impegnate, ma tale possibilità cadeva dal momento che sembrava improbabile che l'armata in avanguardia fosse in grado, per le ragioni ora. dette, di garantire la libertà d'azione che è condizione prima per l'esecuzione di una qualsiasi ' manovra. Aggiungiamo a tutto ciò che il Bonnal non riteneva possibile ottenere nelle unità di riserva composte di richiamati quella. disciplina ferrea e quella capacità operativa che •considerava indispensabi1i per la manovrabilità dei reparti; così la Francia trascurava il grande coefficiente di forza che le condizioni politico~sociali ponevano a sua disposizione e, rinunziando al numero degli uomini, si acci~geva a combattere con enorme deficienza di fo·r za un nemico che aveva invece dimostrato già nel i870 e nel i866 di saper trarre il massimo rendimento dalla capacità demografica d el paese. Il Bonnal, profondo cultore di studi napoleonici, si era dunque illuso di assicurare alla Francia la futura vittoria rinnovando il «.bataillon carré , del i806 che in ogni tempo apparve strumento· p erfetto. Perfetto strumento esso fu in realtà nelle particolari contingenze in cui si svo.lse la campagna meravigliosa contro la Prussia, poich è la disposizione dei corpi d'armata permetteva la più ampia libertà di manovra e la tempestiva converg~nza degli sforzi; tutte le forz e disponibili vi erano riunite ed alla sua azione potevano concorrere in mirabile armonia la sua forza materiale, lo slancio e la tenacia delle truppe, il genio del capo. Ma come abbiamo visto, nulla di tutto ciò Bra nella formazione -dell'ese;cito prevista dal Bonnal, ad eccezione della " forma " e la. form a è come l'ingannevole miraggio ohe alletta il viandante e lo spinge verso la terribile morte che lo ghermisce nel deserto assolato. La dottrina del Bonnal è dunque costruita su di uno schema; in essa il passato non rivive, plasmando-si al presente, ma si ripe:e senza subire l'influsso della realtà; resta teoria e non si evolve m arte. Dopo di averla così esaminata, non sembra azzardato il soste~
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Rivista Militare Italiana.
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nere che la sua attuazione avrebbe portato la Francia verso la ro~ vina, quando, ne'l momento della prova, non fosse esistito un comandante capace di addivenire con fulminea prontezza ad un suo artistico adattamento alla realtà contingente. Nè credo nece,ssario soffermarmi a dimostrare come questa eventualità non sia tanto probabile da giustificare una illimitata fiducia. Tale rigidità dottrinaria non poteva a meno · di provocare una reazione e questa si concretò nella dottrina enunciata .dal de Granclmaison nelle conferenze tenute nel Hlii. Giustamente preoccupato della scarsa importanza data ai fattori morali che sembrava portare diritto ad una •ripetizione degli errori psico-logici del i870, egli, esponente di un gruppo di giovani, si adoperò a ricondurre le menti verso una concezione della lotta più confacente al brillante spirito francese, , nel quale si manifesta la tendenza ·guerriera della razza gallica. Ma ogni reazione cela una tendenza all'eccesso che tosto si manifesta invincibile e trascinatrice, poiohè il senso della misura non è purtroppo ·molto vigile nella natura umana. Sta bene ricordare che la supervalutazione del fuoco aveva portato i Francesi da Frreschviller e Weissemburg a Saint-Privat ed a Sedan e quindi volere lo sfruttamento della naturale tendenza del soldato frances e all'assalto, all'azione all'arma bianca; ma questo al massimo può valere per creare una dottrina per l'impiego delle piu piccole unità nel combattimento; un comandante supremo non può svalutare una Moselstellung e volere senza artiglierie adeguate impadronirsi di sìancio di Metz e di Strasburgo o rompere la co1'tina interposta per dilagare nel Palatinato ed oltre Reno . Tanto mello poi è logico avvalorare un proprio concetto organico assai discutibile con la convinzione, in realtà non fondata su dati di fatto, che i Tedeschi avrebbero anch'essi rinunziato allo sfruttamento delle risorse urriane non inquadrandole in unità di pronto impiego, e rinunziare " a priori " alla superiorità del numero, che è pur sempre un fattore ben grande di successo . A tutto ciò si aggiunse l'errata valutazione della situazione complessiva sulle varie fronti, situazione che imponeva alla Francia di sventare la manovra centrale germanica temporeggiando e logorando il nemico mediante l'impiego del sistema difensivo creato dal Seré de Rivière appunto con scopo di manovra, fino a che la Russia avesse potuto far sentire il peso della sua massa gigantesca e co-
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stringere la Germania a ripartire le sue forze su due fronti contro eserciti ricchi di tutta la loro capacità offensiva. E' naturale che un piano di operazioni concepito astraendo dalla più evidente realtà, portando alle estreme conseguenze una dottrina che ):inunziava a priori allo sfruttamento di quello che dopo l'uomo è il mezzo d'azione più potente che un comandante possieda: il fuoco, dovesse portare agli insuccessi di Alsazia, di Lorena e delle Ardenne. Mentre l'esercito era agitato dal cozzo delle opposte teorie il comandante supremo del tempo, generale Michel, pmpose un piano di operazioni che provvedeva a parare alla minaccia tedesca dal Belgio e chiese di poter formare ed utilizzare le unità di riserva consentite dalla capacità demografica della nazione; il piano non fu neppure discusso ed il Michel, soggiacendo alla giovane scuola, fu sostituito dal Joffre. Così allo " schema " del " bataillon carré, si è sostituito un altro " schema , : l'attacco a testa bassa, dovunque e comunque, contro qualsiasi nemico. Ne vedremo fra poco l'applicazione pratica.
E' nota la teo·r ia del von Schlieffen: tutte le battaglie decisive della storia te,r minarono con l'annientamento dell'avver~ario avviluppato dalle ali del vincitore: Canne è la battaglia di avvolgimento " tipo , ; la seguono Leuthen, Marengo, J ena, Sedan . A Smolensk ed a Ko eniggratz il tempo necessario per passare dall'ordine di marcia all'ordine di combattimento ha permesso al nemico di sottrarsi all'avviluppamento. Da queste premesse consegue che : trasportando la manovra tipo Canne dal campo- tattico al campo strategico sembra diventare possibile quella rapida vittoria annientante che permetterà alla Germania di eseguire la manovra centrale; marciando con colonne parallele e relativamente poco profonae si potrà passare rapidamente all'ordine di combattimento prima che il nemico riesca a contromanovrare ed a sottrarsi alla stretta. Fin qui la teoria, la cui applicazione integrale porta ad uno schieramento lineare quanto più ampio è possibile e perciò ad uno sfruttamento massimo delle risorse umane del paese ed a non costituire riserve strategiohe delle quali non si vede la necessità dal momento che l'azione decisiva viene svolta dalle truppe in prima linea,
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per il solo fatto che marciano nel vuoto sul terga. dell 'avversario disorientato. Fin qui anche -lo Schlieffen delinea uno le schema , ; ma continuiamo nel nostro esame e ne vedremo l'ulteriore trasformazione. La situazione politico-militare imponeva alla Germania una m~novra per linee interne tra le fronti minacciate, rna un sistema fortificato si opponeva alla rapida avanzata tedes~a oltre le frontiet·e dell'Alsazia-Lorena, e quindi impediva quell'annientamento in determinati limiti 'di tempo, di uno degli avversari, che è co~dizione indispensabile per lo svolgimento vittorioso di ~na siffatta mano-vra. Allo Schlieffen premeva passare: per passare doveva attraversare territori neutrali e quindi doveva aumentare fo-rtemente la fronte di marcia dell'esercito. Teoria e realtà coincidevano. dunque nel far riteneré necessaria una grande estensione della front e; ne derivò il progetto grandioso della Canne moderna, ma di una Canne in cui, per un logico adattamento alla realtà della 's ituazione, una snla delle ali poteva agire sul tergo del nemico, perchè l'altra doveva segnare il passo davanti alle fortezze della frontiera militare francese. Di fronte a questa erano i campi trincerati di Metz e di Strasburgo e la Niedstellung, che, mediante un giudizioso sfruttamento a vantaggio dell'esercito campale, permettevano una rilevante eco .. nomia di forze delle quali fruiva l'ala destra incaricata della manovra annientante. Questa doveva marciare, come voleva la teoria, ripartita in brevi colonne parallele che trovavano d'altra parte la quantità necessaria di strade sia attraverso il Belgio, sia attraverso la Francia del no rdest, con obiettivo il tergo dei Francesi. Dietro a questa massa fo rte di tutto quanto poteva occorrere per battere le forze mobili' deHa Francia, ne doveva procedere un'altra costituita c;l.a 7 corpi e mezzo di riserva, i6 brigate di Landwehr e 8 corpi di Ersatz mobile, perché Anversa, Maubeuge, Parigi, avessero già pronti i loro assedianti . La massa principale poteva quindi, secondo la massima di Napoleone, procedere riunita contro l'obiettivo principale se~za lasciarsi deviare da quelli secondari, al raggiungimento dei quali già erano apparecchiate le forze necessarie. Siamo dunque di fronte ad una teoria la cui pratica applicazionè si adatta perfettamente alle esigenze della situazione reale il che non si riscontra nelle dottrin~ del Bonnal e del de Grandmai~on.
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Fra il piano dello Schlieffen e la condotta napoleonica della guerra vi sono strette analogie, poichè, infatti, dall'opera del generale tedesco appare evidente sia la capacità sua a scegliere una forma di azione bellica che offra le maggiori probabilità di rapido e decisivo successo, sia la capacità artistica di perfettamente adattare l'aprioristica concezione della lotta al caso· concreto della guerra contro la Francia, sia infine la volontà (poichè la capacità non l'ab- · biamo potuta provare, per la sua prematura scomparsa dalla scena del monda.) di condurre le operazioni con metodo, per plasmarne lo sviluppo sulla realtà della situazione che via via si sarebbe manifestata. E tutto ciò non è possibile riscontrare nelle concezioni del Bonnal e del de Grandmaison, che restano chiuse nel campo della teoria ed astraggono dal caso concreto. Fra la dottrina del de Grandmaison e la dottrina dello Schlieffen vi è tuttavia un punto di contatto: ·la ricono-sciuta necessità dell'offensiva a fondo; ma l'offensiva deollo Sohlieffen non disprezza il fuoco che è l'arma migliore per chi si difende, e cioè: tien conto di quello avversario volendo che l'urto principale sia condotto lungi dai cannoni dei forti e si vale del proprio, poichè vuole. che non si effettui attacco di fanteria senza adeguata preparazione di artiglieria. · Il . de Grandmaison vuol attaccare ovunque, a testa bassa: non vede che un atto del combattimento·: l'assalto. Nello sfruttamento del fuoco sta la profonda differenza fra i due concetti offensivi: la dottrina francese vuole che si attacohi malgmdo e senza il fuoco, quella tedesca intende che l'attacco si effettui mediante il fuoco; una è illogica ed irreale quanta. l'altra rappresenta un giudizioso sfruttamento dei mezzi in vista dello scopo da raggiungere. Ed infatti i Francesi non si accinsero a sostenere la loro fante-r ia che mediante il cannone da campagna e la vollero- lanciare così, debole ed eroica, contro le barriere fortificate di Lorena; i Tedeschi invece portarono sul campo i cannoni pesanti e diressero l'urto decisivo nella pianura aperta e facile del Be,lgio e della Francia del nord-est. Ed ancora, mentre i Francesi non vedevano la possibilità di far e·s ercitare un'azione di comando che dai gradi inferio-ri, poichè non sembrava loro possibile che il comandante supremo potesse coordinare gli sforzi di tutti prima e durante la battaglia, von Schlieffen prevedeva invece un'azione metodi ca, costantemente diretta dal comandante supremo, vigile e pronto.
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Da un lato si trascura di f tt . . tuali per fondare ogni s ru are l fatton materiali ed intellet. speranza su quelli morali d l' . t . . . , e a l altro SI cerca un armonico sfrutt . amen o d1 tutti 1 fattor· d 11 f SI vuol e condurre la gue . . I e a orza e cioè rra con quella armonia eh , caratteristica dell 'arte nap o1eomca. . - e e meravigliosa Da questo , contras'to di idee balz . ,. assume nella guerra di l a evidente l Importanza che · masse a conoscenza dell'" mfatti voler lo elevare a f tt . uomo: non basta a ore preponderante d. 'tt . conoscerne le possibilità e le deb l . 1 VI ona; bisogna del suo spirito e provvedere f o ttzze attraverso un profondo studio . a s ru are le prime ed a neutralizzare le seconde. La concezione della Canne moderna . . fondamento schematica qua t f l dello Sohheffen era nel suo n o u a concezione dei · M oh e ad essa si sostituì ma l . gwvane oltke t ' a pnma come abb iam t anto plasmata sulla realt . t ' o cons atat'o, erasi tazioni di fatto·: l'ala de t a, qfu~n o la seconda astraeva dalle const::ts ra, On,emente ndotta d· f per la impossibilità finan . . d.. . . l orze. non soltanto Ziana 1 costituire i co · d. E ma sopratutto perch , · . ·r pi l rsatz mobile . . ' . e Impoverita a vantagg-io d Il' l m caricata di perseguire d. . . . . e a a s1mstra, fu . Iversi ob iethvi ad un te mevitabilmente determina . . . mpo, onde doveva compito e forze assegnate. rsi un rovmoso squilibrio fra entità del Si verificò insomma il curioso fenome . concepira la marcia contro l F . . . no che ll Moltke tornò a von Schlieffen ed uno sch a rtanc~a sec?~do lo schema originario del ' ema eorlCo r1g1da t t ' ~en e_ radotto in realtà, non poteva certamente che Ed inoltre la manov . ~e?etrare una SituaZione insostenibile. ra llliZia asi con l'atta d. L. . , senza che il comando sup t eco I Iegi si svolse modalità, perohè edesco ne modifi casse il ritmo e le volle, intervenir~ e si· l.asc · ,osti as~ente, Moltke non seppe, se pur ' 10 rascmare pa · ora dalla magnifica m t . ssivamente a rimorchio . , a avven ata Irruenza del Kl . tentennamenti del v. Hause fi ' von uck , or a dm arrestò la marcia vittorio n, no a che la sorpresa dell'Ourcq non sa. L'azione di comando del Moltke , si decisero le sorti della G . manco totalm2nte sul campo ove ermama. ma è un fatto h f altro comandante avrebb t t ' . c e, orse , nessun ·t · e po u o raddnzzap messa " ab origine " sebb . . t u na SI uazwne comprotacco in Lorena e so,·t tr· edne Sdl debba ~lconoscere che ordinando l'ataen o ue corp1 all' 1 d t nella Prussia Orientale · 1. a a es ra p ar mandarli . eg I precisamente aggrav' . . . generali dell'esercito . o ancora le condizlOm successo . e compromise definitivamente un già incerto
manten:::;w.
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Non si com prende infatti come anche un altro gene.r ale migliore del Moltke avrebbe potuto manovrare, a meno di mutare radicalmente il piano di operazioni; il che, d'altra parte, non sembra fosse umanamente ·possibile, dal momento che lo schieramento tede-sco effettuato nel 1914 era il meno adatto a reagire contro l'imprevisto : ogni necessità determinata dal mutare della situazione dell'ala destra imponeva ineluttabilmente una sottrazione di forze alla massa destinata ad eseguire la manovra decisiva, proprio quando la superiorità sul riemico era indispensabile. Tannenb erg, invece, pur derivando direttamente dalla dottrina dello Sohlieffen, ne rappresentò una logica applicazione al caso reale e contingente, e Ludendorff, dopo la vittoria, volgendo il pensiero riconoscente al Maestro , ne esaltò appunto il valore, dopo di aver dimostrato quale coefficiente di successo essa sia stata, avendo trovato chi , nell'applicarla, seppe tener conto della situazione ed a questa intelligentemente adattarne l'essenza. Qualunque manovra richiede anzitutto nel comandante una sviluppata capacità di proporzionare· i mezzi allo scopo; tanto seppero i vincitori di Tannenberg calcol are con esattezza la capacità di resistenza del XX corpo e quella d'urto delle masse d'ala, quanto Moltke, da un l ato, non osò destinare all'ala sinistra le forze app ena sufficienti ad integrar e l'azione delle fortezze, e, dall 'altro·, eccedette nel valutare la capacità offensiva delte armate del nord. Dicendo di Napoleone abbiamo visto che, mentre la manovra concepita e preparata si svil uppa, l'azione coordinatrice del capo deve essere incessante: è il momento questo in cui Napoleone è all'avanguardia, Hindenburg è al quartier generale del XX corpo, mentre Moltke è a Lussemburgo e von Kluck scivola davanti a . Parigi e si scosta .dai concetti de<l comando supremo. E' cosa che rasenta assai da vicino l'assurdo esaminare gli avvenimenti storici premettendo dei " se " e dei " ma "; tuttavia sia concesso di immaginare per un momento solo che nel 1914 fosse stato applicato il piano del 1905, concratato dal von Schlieffen : l'armata del von Kluck sarebbe giunta certamente, come nel 1914, sul parallelo di P arigi, ma ad o:vest della piazza e non sull'Ourcq. Men tre la sua marcia convergent e sarebbe continuata - come nel 1914 continuò fino ad una tappa oltre la Marna - in che dire~ zione m ai Gallieni avrebbe potuto sferrare l'offensiva che recò alla Francia la vittoria ? E quand'anche da Parigi fosse uscita un'armata - com e nel 1914 - non sarebbe forse incappata in una rete
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debole . . ,. • . magari ' ma non certo quanto il solo· IV costituita dalle forze incaricat . . corpo dl nserva , rete piazza ? e a prwn del mascheramento della Sohlieffen non intende h ·1 ' palio: voleva una manovr:a c t ed_e armate eseguissero una corsa al condurre ma se anche ne ame' o lCa, ctondotta; Moltke non la seppe vesse avu o la capa 't' potuto farlo applicando - s uo p1ano? . Cl a, come avrebbe 11 · Invece ' ecco eh e l' esecuzwne del ·piano dello S hl. ff forse stata possibile anche con un Moltke . . c le en sarebbe · rmunz1ante a tene ld . . men t e l e redml della condotta di . . r sa apriori il suo compito e questo era g~erra:. ciascuna frazion e aveva a Qualor . . . .proporzwnato alle forz e assegnate. 1 1
dopo simil: ~~:mc:s:a~n:~~~ ~ ~~~: ~~dere nel parados~o, pntremmo , può riuscire a condurre a b fi e anche un mediocre generale uon ne una mannvra " · · quando questa rispond a a ll a Sl.t uazwne . . dl. fatto e s· l . a p non , ' gamzzata rispettando . · 1a og1camente or. . . libertà d'azione. . l1 prmclp10 della economia delle forze e della
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E' chiaro però eh · ·, . dere un complesso di :o~~~~ pm f~cll:nente un esercitn può possestud·o d. . . capaci dl concretare m lunghi anni di . l e l medltazwne una dottrina- . t . . . . . gms a e qmndl un plano dl operazioni che ne sia il l . abbia, anche in misura ~~~~t:orollarlo, ch e n~n un condottiero che ' quella capacita dl perfetta e rapida analisi di sintesi d' d . . te . ' ', l eclslone, ohe aveva Napoleone, e che essa in-
dig~o~~:e~:r:ol~~ta ~enace e c'~n l'~ttività indomabile che permettano plano nelllmmmenza della lotta d. questa creando un'opera artistica. e l condurre Non tutti i secoli concepiscono ti B ., vedono formarsi la se'e d. n on~parte, ma p1u facilmente Schlieffen, di un Polito nez~i ~nu~ Clausewlt~, di u~ Moltke, di uno di un Cadorna o d ' J ff och e mamfestarsl la calma serena 1 un o re. Dagli citore dellaavvenimenti Marna emerdell'a gos. t o e settembre 1914 la figura del vin. ge a ~~co a poco, fino a che con la decisione del settembre si ill umma e Sl nripone nella storia della guerra mondiale.
. Avvinto alla dottrina della giovane scuola più assai . che convmto della sua pretesa infallibilit' dell'esercito subend . . . a, assunse ll 2 agosto il comando 11 piano' p ropos t o, o meglio, imposto . , dallo stato m . · 0 per pnmo aggl~re; ordmo la " variante , al piano XVII ri ieo·ò le truppe a iO chilometri dalla fro n t'lera per ordme . ' P "ed attese. del governo
Trascinato a rimor_chio dalle idee dominanti, condiscendente verso i suoi giovani ed entusiasti collaborator,i che giuravano sul verbo del de Grandmaison, rimase sordo alle cannonate di Liegi e tenne chiusi gli occhi che il Lanrezac cercava di aprire davanti alla reaità della massa tedesca radunantesi presso la frontiera belga e, fedele ai dettami della dottrina, ordinò l'attacco in Alta Alsazia, effimero .sucoesso che portò allo sdcco di Miilhausen. E quando già le armate dell'ala destra ge,r manica avevano Illlziato la loro m arcia imponente, di controvoglia - e lo provano gli òrdini contraddittori - sfer~ò gli attacchi in Lorena e nelle Ardenne che segnarono il fallimento della teoria, annientata a Virton ed ai piedi dell'altipiano di Morhange. La Francia si avvicinava al precipizio: la battaglia delle frontiere si combatteva ovunque con enorme sproporzione di forze a svantaggio dei Francesi: la rigida applicazione di una dottrina illogica accelerava l'epilogo della Canne del secolo XX ! Alla sinistra dello schieramento era il Lanrezac, fedele a Napolenne, avversario della giovane scuola; vide il pericolo ed in quell'istante ebbe la fede e la forza di sacrificare se stesso per il bene della .Francia : senza esitazioni, henchè privo di ordini, ruppe il combattimento e si ritirò. La battaglia era giunta ad un punto oltre il quale lo squilibrio sarebbe diventato incolmabile e la sconfitta certa. Allora dietro il Lanrezac prese contorno la dapprima n ebulosa figura di Joffre che, ripudiando gli allettanti ma falsi orpelli della dottrina già magnificata ed ora annientata, dalla realtà seppe trarre gli elementi della vittoria. Da quel momento la ritirata fu accettata dal comando supr3mO e si effettuò con metodo, compatibilmente con la pressione nemica e con lo scopo preciso di saldare la fronte e di formare la massa. Le direttive del 25 agosto intese a costituire un'armata di ma- · novra sull'ala minacciata e la battaglia di Guisa sono le tappe dello sforzo compiuto da Joffre per avvicinarsi alla guerra napoleonica; l'alleggerimento della fronte di Lorena a vantaggio dell'ala sinistra fu una giudiziosa applic,azione del principio dell'economia delle forze., e da esso prese forma lo strumento della rivincita. La realtà dettava legge ormai; era compresa ed osservata: la marcia del von ·Kluck, la quale esponeva il fianco tedesco all'offesa ch e da quel lato era ormai in potenza, fu sfruttata con prontezza e decisione; nè si dimenticò allora èhe talvolta una sola occasione perduta porta alla sconfitta.
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Così la Francia rinacque su ue· . serbano nascosto il case d' q . l cai~1Pl c.h e, secondo la leggenda, supremo i suoi capi . se.ppoer oro tdtl Attila vmto, perchè nell'istante 0 sos 1 mre ad uno sch · . ema assurdo una Improvvisazione felic" ar·d ·t· . "'' 1 1ss1ma ! . Sembra quasi che al fragore delle armi cozzan . VIdero l'epopea del l'I . . . h nelle valli che 1814 che ne racchiude le spoglie, :~~ratore, scl.oltosi d~l~'ara. di porfido bonario generale r epubblicano trasfuso Il suo spinto in quello del francesi. per dare nuovo lauro alle glorie Ed ora chiediamoci : se così r d . . . l'ardire di confidare in avven· g ~n e . f~ !>l r~schw, chi può avere Ire so anto m un altrettanto felice improvvisazione ? Osserviamo d'altra parte che s.~ fosse stato applicato il piano proposto nel i9ii dal Mich l' 1 dall'inizio delle operazion· e. ;s:r~ o fran cese avrebbe opposto, fin elle sue forze all'ala marci ante tedesca tenendone i / 3 sol~, lt l . an o m atteggiamento d'f . . giato alle fortezze della frontiera militar . , l ensivo, appogoperato senz'altro nelle cond· . . e, e cioe che esso avrebbe Izwm nelle quali ven ff tt· rovarsi nei primi giorni d l tt e se embre i9i4 a prene e d.e !Vamente . . a t· . . . zzo 1 una ntir ata disastrosa e dell'abbando no d'l ncch e provmc1e. ' . Eceo adunque che il piano del Michel concezwne aprioristica rispetto a li '. anch esso frutto di u na teneva conto delle possl·b ·l·t ' gl. av~emmenti, soltanto perchè l l a rea l avrebbe 0 t t preservare la Francia da f h . P u o probabilmente d osc e gwrnate di sconfitt una decisione improvvisa a e all 'alea di , , presa ne1 momento del pericolo supremo.
* Distinguere nettamente com . . . . . . e fuori, fra " dottrine a P· ' .· e oggi da. molti Sl vo-rrebbe, in Italia non " e " dottr1n d. · nientare le prime ed esalta . l e l cu costanza " per an1 . re e seconde è tismo privo di fondament t . ' non so tanto un assolu. o s onco ma è un · 1 quale occorre distoglierci c l , . penco o gravissimo dal D on a mass1ma energia opo quanto si è detto sembra i f . . . . . n atti logico trarre questa deduzione, che non furon e l' ' . . " apnonsmo " 0 lo h . . gmah nelle dottrine di. g· . l " se· ematismo " onuerra e cause dell fitt menti bellici del passato b , . e sc.on e negli avveni' ensi Il mancato lor d tt r ealtà della situazione poli.ti·co 't are n · · o ·a a· amento o alla ~m1'l 1 ' tati in pace, o alla realtà d l. .' et pram di guerra concr eeg l avvemmenh, guerra durante.
Non è nel fondamento teorico di una concezione di manovra che ,s ta il pericolo, bensì nella scelta errata di un metodo da seguire in quel determinato eampo d'a.zione ed in quel particolare momento storico e nel mancato adattamento dell'idea fondamentale alla realtà contingente. Mi pare di aver sufficientemente detto come la varietà delle concezioni napoleonich e non debba indurci a battere una strada falsa; se molteplici sono i tipi di m anovra ch e ammiriamo nell'epopea repubblicana ed imperiale, non è men vero ch e Napoleone ebbe a manovrare in una infinità di terreni div ersi ed in situazioni politico-militari continuamente variate, il ch e, oggi, non può logicamente verificarsi. Eppure vano sarebbe negare che anche Napoleone ebbe una manovra prediletta che ovunque potè e gli convenne attuò o cer cò di attuare : la manovra sul tergo del nemico; nè così o·p erando · egli fu fedele ad uno " schema, meno o più di quanto furono fedeli al lÒro analogo lo Schlieffen nel piano del 190~ e il ·Ludendorff a Tannenberg. Come a Napoleone nel 1800, 180~ , 1806, 1812, co-sì allo Sohlieffen ed al Ludendorff la manovra avvolgente appariva non solo possibile ma la più r edditizia; ma - e qui si manifesta l'arte - nell'attuare lo schema originale, eccoli ricercare quell'adattamentò alla realtà della: situazione che produce Marengo, Ulma., Jena, Tannenberg. ' A prescindere dal fatto che o-ggi è necessario- possedere in anticipo un concetto operativo affinchè il laborioso apparecchio delle forze e dei mee.zi ne consenta a tempo debito l'attuazio·n e, è indispensabile che nei relativamente lunghi periodi di pace si compia quel lavoro prepara,torio ch e in periodo forzatamente assai breve compiva anche l'ingegno di Napoleone, perchè un popolo non abbia a gettarsi nel turbine di una guerra facendo dipendere il suo avvenire soltanto dalla geniale improvvisazione , sempre possibile, m~ sovente manchevo-le, di un capo. L'affermarsi sempre più tenace del principio dell'uguaglianza e l'elevazione culturale della massa, cui tendono con sforzo spasmodico le collettività nazionali , portano ineluttabilmente i popoli verso la moderna realizzazione del concetto romano del diritto civico alla partecipazione alla dif esa della patria e d1 mano in mano ch e questa ascensione spirituale si compirà i popoli si confonderanno sempre più con gli eserciti, anch e per chè la natura e la poten za delle armi
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.\ PROPOS JTO Dl << DOTTRlNR .\ PRIORI ll
impiegate coinvolgeranno sempre in maggior misura le popolazioni nella ·lotta, sia per l'offesa che contro di esse sarà immanente e gravissima, sia per la loro necessaria partecipazione attiva all'apprestamento delle armi e dei mezzi di ogni genere. Non è possibile quindi prevedere nell'immediato avvenire altra lotta sg non quella di masse, un esempio della quale abbiamo avuto nella guerra di cui ancora sentiamo gli strascichi nel non stabilizzato equilibrio politico e finanziario. Conseguenza diretta di questa partecipazione attiva del popolo alla lotta è l'ingrandimento degli eserciti mediante lo sfruttamento di tutti gli uomini validi, aumento che è logico che si verifichi sopratutto nel nostro paese, povero di mezzi ma rigogliosamente prolifico. Masse gigantesche quali è prevedibile preparerà l'avvenire, vedranno ineluttabilmente diminuire la loro capacità manovriera, fino a che lo sviluppo dei mezzi di trasporto, permettendo anche su via o.rdinaria la traslazione di grandi unità complete in uomini, quadrupedi e mezzi, non neutralizzerà l'influenza dello spazio nel quale dovranno operare; tuttavia, fino a quando l'uomo sarà l'elemento principale della lotta e questa si combatterà fra potenze o gruppi di potenze la cui forza materiale non si discosterà troppo da un comune punto di equilibrio, sarà sempre la manov1·a che, malgrado la moderna elefantiasi degli eserciti, determinerà la vittoria, e la manovra è di per se stessa movimento. Sempre sarà più grave quindi il compito dell'uomo che dovrà presiedere all'impiego delle masse, perchè più lento diventerà il processo di attuazione di una qualsiasi determinazione che non sia studiata e largamente prevista in anticipo. La mancanza di un concetto d'azione soggettivo porta inevitabilmente all'inazione, fino a quando dalle informazioni raccolte e vagliate non scaturiscano evidenti le determinazioni da prendersi; e il tempo che intercorre fra queste e l'esecuzione fa sì che la manov ra concretata si svolga, il più delle volte, in un ambiente mutato , nel quale non se ne ravvisa più l'opportunità ! Basare tutto sulla realtà degli avvenimenti e da questi far dipendere interamente l'azione, quando alla testa di un esercito non sia un Napoleone, vuol dire quindi arrivare sempre in ritardo a fare il gioco dell'avversario; invece è operando senza riposo, agendo sempre di proprio impulso quando gli avvenimenti nulla suggeriscono, ch e si può sperare con fondamento di ottenere la sorpresa e con essa lo squilibrio determin ante la vittoria.
. . il moto ad un corpo inerte rialimentarlo e E' legge fisi ca che m1Pnmere . f . d' quanto non ne occorra per chiede magg10r s orzo. l h nei riguardi di una massa , erro dl esser vero arre e . ciò non puo a m . , . , .s ostare ma deve agire, da quando :O l armata: questa non puo .percw ; 'd"'ve naturalmente avere uno 1 vrttona e per ag,re " raduna fin d opo a ' da svolgere programma che , . gere un programma ' · scopo da raggmn ' t nel momento stesso· del. bisogno · hiato voler correre are . . . tente dottrina rispecchlanè trop po arnso ·ndi derivare dalla preesls ' . e ch e deve qu1 dditi'zio e più confacente done n ecessariamente i postulatl: ., to d'azwne pm re Nella scelta d el co ncet . . nflitto è la prima ·ta' di un probabile e determmato co l t alla even ua 1 . , . . invero _ da superare. difficoltà - gr~vlss~rr_ra . . . ·d· o i sono particolarmente comI problemi polltlcO-mllltan l gg t · . per la mole . . t si che vi sono collega l, Sla plessi, sia per gll m eres . t· . ali il lavoro si deve compiere. nè possono essere racdello strumento di guerra; l da l .sm ~u. 1' e di fonti dlverSlSSlme, tt ' .. . . devono cooperare tu ·l sono innumerevo l . d r organismi m1lltan, ma Vl . b. t · culturali che sviscerano 1 colti soltant o ag 1 · . . . . dello stato e gll am len l gh orgamsm1 . . . . problemi politici, economlCl, soclaldL to delle attività di tutti, . . Tt . 'l coor maman Spetta ai capl ml l an l d nque la necessità della dif. ccorre sapere. ecco u ma per coord mare 0 ' f d ed ecclettica. ·t di una cultura pro on a . l ' fusione nell esercl o . l' .fi azione delle attività mteCo.ndi~io~e fon~a:nentale .per id:~~it~ di sentimento, onde ~eco , lettuall del clttadlm e la pe~fettad.al h e uno stesso spirito umsca t t . l ecessi tà pnmnr l e c m ani tes ars1 a n . . . . . mèta unica, poichè solo dopo emo che vuolsi raggiuni cittadini tutti e ll mdlrlZZl verso una aver segnato senza equivoci lo scopo s~p.r , ' scegliere la via gere per il bene nazion~le, i ~esponsablh possono migliore ed approntare l mezzL . d. d er·l a far accettare al popolo, · , trattarsi 1 ov . . d. della prevista violazione del E scelta la vla, puo come avvenne ai Tede. schi ~m ~lguatr· l elle prose dei filosofi esal. t de1 poe 1 e n Belgio, adombrata _nel can l . d. t ttrice e per conseguire un contanti la guerra raplda, crudele, lS; d l sentimento popolara siano simile risultato occorre che le cor e e . d. volontà che sola può d rre quell'armoma l pronte a vibrare ed a pro u . . 1 bile dei cuori e degli spiriti ch e generare la vittoria. . Otténuta questa un~one ~ndlsso u t' t 'l comandante può svolllummata e sen l a, l t . . l. . ll ra ohe la sua men e genera una dlSClP ma l · · · na seremtà; ecco a o on strettamente operativa può gere la sua azwne m . pl~ ,. libera da preoccupazwm d mdole n
714 A PROPOSITO DI ((DOTTRINE A PRIORI JJ
esser pronta all 'interpretazione dei fatti cui conviene plasmare l'azione preordinata ed iniziata. Le masse enormi che urtano fra loro nei moderni campi di lotta vogliono bensì alla loro testa un capo, ma impongono che tutti i comandanti in ogni grado gerarchico sappiano nella loro sfera d'azione interpretare la sua volontà e tradurre in atto gli ordini in perfetta concordanza di spirito e di idee. E tutti questi collaboratori devono perciò essere educati ad un comune .modo di pensare e di agire; ben venga dunque una dottrina di guerra clie, scaturita dall'esperienza della storia ed applicata con larghezza di idee alla realtà della situazione del paese, additi sin dal tempo di pace una via pe-r la quale debba ricercarsi la vittoria. Questa via non sarà certo la stessa per la quale altri eserciti tenderanno alla stessa mèta poichè ogni paese •h a le sue caratteristiche geografiche, ogni popolo ha un particolare carattere ed ogni guerra si svolge in uno speciale ambiente politico e sociale, ma qualunque essa sia, a noi gregari non spetta che un dovere: essere disciplinati, accettarla con entusiasmo, assimilarla con la mente e col cuore. E la nostra obbedienza sia attiva e vitale, si nutra di studio e di meditazione, affinchè nel nostro spirito si coltivi quella capacità artistica che in maggiore o minor misura, ma in tutti i gradi, occorre, perchè la norma regolamentare si vivifichi e si adatti alla realtà contingente e perchè lo " schema ,, esaurita la sua funzion e did attica, diventi artistica applicazione al caso concz:eto. Soltanto con la disciplina dei cuori e delle intelligenze, ravvivata e nutrita di studio assiduo, ciascuno di noi potrà, nella sua piccola sfera d'azione, contribuire alla patria grandezza r Ecco un principio assoluto, se qualcosa di assoluto può essere nell'arte della guerra.
Lo s~arco òella ~ri~ata ri~forzata òel ~e~erale Saro . nella naia ai Al~ucemas - Settemnre 1925 (l) ~·
. . - Il ~iano , · ulitici _ L'obiettivo - L e forz . e del S n emico : L' orgamzzaGENER.A.LIT.A.: ni - L'AZIONE DELLA BRIGATA LA.R 0traversata e lo g eneral e d1_Cenm_ opeiazJu · . ". ·, · _ L ' imb rtrco a . dnlle truppe e dCI SeiVJ7.l ZJOlle "' sbarco. - CONSIDimAZIONI.
Parte I.
GENERALITÀ.
l. __ Cenni politici.
. . accesso . . . di Alhucemas (se h Izzo n. 1) . t dalle artigherw del La conqmsta della baia . . parzialmente domma o .. d naturale del Rlf - assm . della Spagna) - era gia a . Alh mas m possesso , . Pefion (isola di uce ·l·t . spagnole come l umca . parecchi anm. cons;"d era t a. nelle sfere . mi l an , l rivolta delle cabi'l e . messo di soffocare a . h . . b impresa che avreb e per t ttorato marocchino; riVolta c e · spagnola del pro e 1 residenti nel a zona . · d" denaro dite di uommi . t aveva causato tan e per . e I sta operazione e nel 1913 . t ad esegmre que . volte SI er a pensa o , d tti dettagliati progetti, rimasti senza e nelPiù 1922 se ne erano anche re a o
EMILIO FALDELLA
Capitano degli alpini
, . t Pi.e tro Gaz ze r.a a tbuale comandante . l' della. . (l ) Il generale di bnga a bblicato su,Jla <<Rivista di Arhg Iena . e s-cuola di guerra, m un arttcolo pu t p er titolo «Contributo allo s tudio Genio - ottobre e nov. 1925 - JJ e aven e ocedeva a.d un si ntetico ed a<:cu. · f rancest· al . Marocco JJ , mico pr della vasti ssima . · portan-. delle operaziOm . e d tm rato esame geogra ['l·Co, politico . ' econo d Ile operazioni svolte d ai· Francesi . tissima regtone ·e a d 11 n rw.ssunto K . e m ente la più importante operafino all'aprile 1925 contro Ab d-el-. rimb. . lo, ·Ch e esamina reve. ·belli del Rif, vuoi essere una Il presente arttco . tutta . . 1a g u er"a zione compiuta m ~ contro 1 rt
717 . NELLA BAIA DI ALHUCEJ\IAS - SETTEMBRE
716
LO SBARCO
.
DELL~
BRIGATA RINFORZATA DEL GENERALE SARO
seguito per ragioni politiche o per difficolt, . . . . . altre zone del protettorato e che avev a r:nll~tan s~pravvenute in altrove delle forze prep·arat l a~o- nchlesto l urgente invio · . e per a sped1z1one. , . Il governo del generale Primo de R . suoi obiettivi immediati ·r . ff !Vera, che aveva posto fra i . . l so ocamento della rivolta nprese m esame la questione ' fin d al. pnm1 . . mesi. del i925 marocchina, erma volontà di risolverla. , con la f L'occupazione della baia di Alh uc~m~s per via terrestre, partendo da Ceuta o da Mel'll · 1 a avrebbe nch1esto una 1 campagna attraverso il territor· d ll . unga e difficile 10 · e e cab1le ribell' b gmnto lo scopo di chiudere l t . . l e avre be ragtomissione di questa regione. a por a dl accesso al Rif dopo la so-tL'occupazione dal mare ' med·lan t e uno sbarco . f avrebb e invece permesso d'l co1plre . . rapidamente . "b au· viVa orza zona più sensibile ne avr bb . ... . l n e l nella loro armi e munizioni' e . e e lmpedlto l successivi rifornimenti di cità di resistenza., m conseguenza ridotto efficacemente la capaL'epoca migliore per la esecuzione di , · . uno sbarco a viva forza nella baia o nell e sue lmmedlate vicinanze h . efficacemente difese - c e Sl sapevano assai - era, secondo le compet t' marina, compresa fra i pr' . d ' . . en l autorità della · liDl 1 gmgno e la pr · · gho, in relazione al regim d . . lma qumdlcina di lue el venti e delle correnti d . t· zona. Contemporaneament e all'.lmzw . . del. preparat. . omman l nella . ZlOne, venivano quindi fatte ulteriori . . . _lVl per la spediponendogli il i5 giugno come t . m~lmazwm ad Abd-el-Krim tomissione. ermme ultimo per una completa sotMentre questo avveniva . sulla front dilagava con rapido crescen'd l' tt . e nord del Marocco francese · o a acco delle b'l 1 a fine di aprile da · ,n· z ca e nffane iniziato . 1 8 a l- erua1 per mod h . pubblica chiaramente co·m p rese non essere o c e. ll ·b· governo della rel soluzione del problema m . h' possl l e una radicale arocc mo senza un f tt . spagnuola ed una coll b . a per e a mtesa franco. volti al raggiungimen~ ~ralzwne leale ~he. coordinasse gli sforzi r ie comune ob1ettlvo. modesta, per quanto parziale ' continuazione del pregevole arti colo ricordato. . necessari alla r edazione . . tr~ttiGlidalelementi libro <<La Col•um S del presente articolo son o sLat i M· S an t.wgo Guerrero J , M na T aro en la campafi a d e Alh ucemas >> dei sigg. , . . roncoso e B Quinta . • e a etti dello stato maggior d na, rispettivamente capo dd d . 1 generale Saro 1a A e e B ca emica, 1926. ·arce 1ona - Tipo grafi a
1925
Le basi della intesa, franco-spagnuola per la comune azione furono gettate nella conferenza che ebbe luogo a Madrid nel luglio e n'ei successivi incontri fra altre autorità militari e diplomatiche spagnole e francesi e principalmente nell'incontro di Tetuan fra il gene~ale Primo de Rivera e il maresciallo Pétain che era stato nominato comandante in capo delle truppe francesi al Marocco (28 luglio). Gli ultimi ritocchi apportati all'accordo: la sua finale redazione, ratifica e firma richiesero quasi per intero il mese di agosto, per modo ch e la data prevista per la esecuzione dello sba,rco di Alhucemas veniva ad essere forzatamente ritardata. Di comune acco-rdo fra i due governi, prima di iniziare l'azione, fu fatto un nuovo passo verso Abd-el-Krim per indurlo alla sott~ missione, ma questi rispose ravvivando l'offensiva sulla fronte francese ed eseguendo, con numerose artiglierie di medio e piccolo calibro sapientemente postate lungo il litorale della baia di Alhucemas, un violentissimo bombardamento del Pefion che provocò pronta efficace risposta da parte delle batterie dell'isola e delle artiglierie delle navi maggiori rapidamente accorse. Il nemico mostrava eloquentemente di non volere sottomettersi e pertanto fu deciso di iniziare al più pre-sto le progettate operazioni.
2. -
L'obiettivo. - L~ forze del nemico.
La baia di Alhucemas (schizzo n. i) si apre quasi ad arco di cerchio fra punta de Los Fràiles e punta Sidi Xaib distanti in linea d'aria circa 8 miglia ed ha la profondità di circa 4 miglia. La costa occidentale di essa (sohizzo n. 2), dominata nel primo tratto dal vicino massiccio del Morro Nuevo, presenta. alcune insenature con brevi spiagge (cala Quemado e cala Bonita), quindi verso il fondo della baia diventa piuttosto pi&neggiante salendo con lieve pendìo verso le retrostanti ultime propaggini dell'Atlante che raggiungono le quote 480 (monte Amekran) e 490 (monte Morabos) rispettivamente a 5 e 7 km. dalla costa. Nel fondo della baia la costa è decisamente pianeggiante : la costa orientale invece . cade quasi a picc,o sul mare. Tutte le alture dominanti all'intorno la baia di Alhucemas (Morro Nuevo, Malmusì, Palomas, Amekran, Sidi Bu Daud) e quelle vicine erano state organizzate a difesa con numerose artiglierie mentre le zone pianeggianti , retrostanti alla spiaggia meridionale eranor 5 -
Rivista Militare Italiana.
718
LO SBARCO DELLA BRIGATA RINFORZATA DEL GENERALE SARO
costituite da terreno rotto dalle coltivazioni, alberato e bene apprestato a difesa. Una valutazione anohe approssimata delle forze riffane esistenti · all'epoca dello sbarco nella zona di Alhucerrias è piuttosto difficile trattandosi in generale di reparti irregolari, ma da quanto pervenne 'L conoscenza delle autorità spagnole si può ritenere, senza tema ài trrare molto, che esse ammontassero a circa . 400() regolari bene equipaggiati, armati ed istruiti e ad alcune migliaia di irregolari. · Queste truppe disponevano di una trentina di batterie di medio e piccolo calibro opportunamente postate e di numerosissime mitragliatrici.
3. -
Il piano generale delle operazioni.
La organizzazione della difesa della baia contro eventuali sbarchi era stata fatta con molta cura e comprendeva anche zone di terreno abbondantemente minate. La baia, dominata dalle artiglierie piazzate sulle alture laterali ed efficacemente sistemate a difesa verso il fondo dove la spiaggia era più facilmente abbordabile, rappresentava una specie di grande trappola in cui uno sbarco a viva forza, anche se eff.e ttuato di sorpresa ed appoggiato da notevoli forze navali ed aeree, sarebbe stato seriamente ostacolato e sarebbe riuscito solamente con perdite certo assai gravi. Lo stato maggiore spagnolo decise pertanto di eseguire l'operazione sbarcando di sorpresa un contingente di truppe , avente gli , effettivi di una brigata rinforzata, al di fuori della baia ed esattamente ad ovest di punta de Los F'r ailes dove la costa presenta qualche ristretta spiaggia (spiaggia Ixdain - spiaggia n. 2) nelle cui vicinanze sboccano alcuni valloncelli che permettono una scalata meno difficile del suddetto massiccio del Morro Nuevo. Dopo la conquista di esso sarebbe stato possibile costituire una testa di sbarco comprendente la piccola penisola del Morro Nuevo sulla cui costa si aprono le insenature di cala Quemado e cala Bonita (schizzo n . 2) - e più a sud la spiaggia Esfiha - abbastanza riparate dai venti dominanti e che dovevano servire per lo sbarco delle riman enti truppe e d~i materiali imbarcati sui piroscafi, e, in seguito , come approdo nella zona occupata. Per quanto si facesse assegnamento sulla sorpresa (ohe poi, come vedremo , venne completamente a mancare), sull'appoggio delle arti-
NELLA BAIA DI ALHUCEMAS - SETTEMBRE 1925
719
glierie delle navi e sull'azione degli aere·i, pure si comprese che, data la sistemazione difensiva della costa e le numerose truppe ne~ miche presenti, sarebbe stato assai pericoloso trasportare a terra \ primi scaglioni di truppe colle ordinarie imbarcazioni_ e. pertant~ furono tempestivamente acquistati in Inghilterra ventlse1 pontom semoventi, che furono chiamati barconi " K n, identici a quelli usati dall'esercito inglese per lo sbarco nella baia di Suvla, (agosto i9i5 - Dardanelli). Questi barconi " K , che tanta parte dovevano avere nello svolgimento delle operazioni erano grossi barconi di legno muniti di uno 0 due motori a combustione intèrna, pontati e blindati in modo da poter assicurare alle truppe allogate nell'interno di essi una efficace · protezione dal tiro di fucileria e mitragliatrici. . P er la esecuzione della ope,razione si ritenne necessario formare due importanti nuclei di forze terrestri - uno a Ceuta e l'altrQ a , Melilla - che imbarcati su trasporti, scortati da forze navali, avrebbero diretto su Alhucemas compiendo per via efficaci azioni dimostrative con finte di sbarco su punti importanti della costa per disorientare il nemico. Le forze di Ceuta dovevano giungere per le prime e sbarcando a viva forza dovevano formare la testa di sbarco. Tutte le forze terrestri, navali ed aeree che dovevano prender parte all'operazione furono poste sotto il comando del generale Primo de Rivera. Queste forze erano così costituite: A) Esercito.
Comandante: Alto Commissario al Marocco generale Sanjurjo. com.te g.le Saro y Marin - comprendeva le seguenti unità appartenenti alle truppe della zona di Ceuta: a) 10 carri d'assalto tipo leggero; b) 2 banderas della legione straniera (ogni band era ha presso a poco gli .effettivi di un battaglione); c) 3 tabores di fanteria regolare di Tetuan (i tabore ha gli effettivi di un battaglione); d ) i harka di 900 uomini; e) 600 uomini delle mehallas di Tetuan e Larache; f) 3 battaglioni di cacciatori d'Africa (3°, 5°, 8°); g) i batteria da montagna di obici da 105 mm.; h ) 2 batterie da montagna da 70 mm ..
i a brigata rinforzata -
720
LO SBARCO DELLA BRIGATA RINFOHZATA DE L GENER ALE S ARO NELLA BAIA DI ALHUCEMAS -
. Ai relati~i servizi, organizzati per operazioni in montagna, erano stati. aggmnh reparti di po-ntieri con i r Alll.tivi materiali di equipaggw. 2a brigata rinforzata -
com. t e generale Fernandez P 2rez - costituita dalle seguenti unità appartenenti alle truppe della zona di Mehlla: a) i battaglione di fanteria di marina· b) 2 bande1·as della legione straniera· ' c) 3 tabores di fanteria r~golare di Melilla · d) i harka di 600 uomini· ·. ' ' e) 600 uomini della mehaZZ,a di Melilla · f ) 3 battaglioni di cacciatori d'Africa· ' g) i batteria da montagna di obici da 105 mm.; h) 2 batterie da montagna da 70 mm .. Servizi come sopra.
B) Forze navali.
a) Squadra di istruzione -
(V . ammiraglio Yolif): navi da battaglia - Alfonso XIII e Jaime i incrociatori leggeri - Mendez Nunez e Blas d~ Lezo: cacciatorpediniere - Alsedo e Velasco. . b) Forze navali del Nord Africa (C. ammiraglio Guerra): incrociatore leggero- - Vittoria Eugenia· incrociatore - Extremad ura · ' ' cannoniere - Canovas, Canalejas, Dato, Recalde , Bonifaz e Laya; ii guardacoste tipo Uad; 6 torpediniere; 6 unità guardacoste di tipo più piccolo. c) Forze navali francesi del Marocco settentrionale (V . ammiraglio Hallier) : nave da battaglia - Paris; incrociatori leggeri - Metz e Strasburao· . o ' cacciatorpediniere - Annamite e Tonkinois· can.noniere di scorta - Amiens e Reims; ' i nmorchiatore con pallone frenato. 0 •
SETTEMBHE
1925
721
O) Forze aeree.
Le forze aeree furono organizzate in 3 squadre: i squadra da bombardamento, una da ricognizione ed una da caccia. Alla .bl.iretta dip endenza del comandante delle forze aeree erano posti inoltre: i gruppo di idrovolanti; i sezione da caccia; i compagnia aerostieri. L'aviazione navale era costituita da: 6 idrovolanti " super marine " da bombardamento leggero ; 6 idrovolanti da ricognizione; i piccolo dirigibile da esplorazione; i pallone frenato-; e aveva a disposizione la nave per trasporto di aerei " Dedalo "· Alle forze navali ,francesi erano aggregati alcuni idrovolanti. P er il trasporto delle truppe da Ceuta ad Alhucemas furono approntati i3 piroscafi ed altrettanti per il traspmto delle truppe di Melilla . Due piroscafi per ciascun convoglio furono attrezzati a· naviospedale con la capacità di 330 letti ciascuno. I pontoni semoventi, barconi " K ,, furono assegnati nella quasi totalità al corpo di spedizione partente da Ceuta e che avrebbe dovuto · eseguire lo sbarco a viva forza sulla spiaggia di Ixdain. Due navi-cisterna e numerosi rimorohiatori vennero anche aggregati alla flotta dei trasporti. Era previsto il concorso delle batterie dell'isola di Alhucemas nelle azioni di artiglieria che avrebbero dovutù precedere ed accompagnare lo sbarco. Si prevedeva per le operazioni il seguente svolgimento: Giorno 5 settembr·e.
Brigata del -generale Saro (Ceuta). - Imbarco delle truppe su piroscafi . - (I materiali sarebbero stati imbarcati su piroscafi e sui barconi " K " nei giorni precedenti). Il convoglio formatosi al di fuori del porto salperà nella serata facendo rotta per la foce dell'Uad Lau (miglia 27 da Ceuta) protetto dalle forze navali del Nord Africa (C. ammiraglio Guerra). Brigata de1 generale Fernandez P erez (Melilla). - Inizierà l'imbarco sui trasporti pel porto di Melilla.
722
LO SBARCO DELLA BRIGATA RINFORZATA DEL GENERALE SARO
Giorno 6 settembre..
Convoglio con la brigata Saro e forze navali d'Africa. - Giungerà nelle prime ore del mattino di fronte alÌa foce dell'Uad Lau (~ove il nemico aveva organizzato a difesa alcune posiziopi) e compierà una azione dimostrativa. · A tale scopo nel pomeriggio, dopo un'efficace azione di preparazio:n~ eseguita dalle 3:rtiglierie delle navi, le truppe del corpo di sped1z10ne trasborderanno nei barconi, in vista del nemico ma fuori tiro. Nel pomeriggio inoltrato i barconi con le truppe a bo~do e i piro~cafi_ co~ i materiali di prima necessità · proseguiranno per la spmgg1a d1 Ixdain mentre di fronte a Lau rimarranno alcuni piroscafi (quelli contenenti mate,riali non di prima necessità) e qualohe unità navale p~r continuare il tiro e far credere al nemico che 1a minaccia dello sbarco continua. Brigata del g.le F'e rnandez Perez (Melilla) . - Ultimato l'imbarco si formerà in convoglio . Questo scortato dalle unità francesi d~vr~ giunger~ alle cinque del pomeriggio di fronte a Sidi Dris (60 m1gha da Mehlla) e vi compierà una azione dimostrativa con sbarco simulato. Giorno 7 set(embre.
,'
. Brigata Saro - Utilizzando i mezzi speciali (barconi " K , ) tentera _alle quattro del mattino lo sbarco di sorpresa sulla spiaggia di Ixd~1~ e_ cercherà quindi con le migliori sue truppe di occùpare le ~os1z10m nemiche del Morro Nuevo e di stabilirsi in segùito su u na lme~ ~tta alla difensiya e comprendente la più ampia testa di sbarco poss1b1le. Le forze navali d'Africa, la squadra d'istruzione e l'aviazione d_ovranno essere pronte ad entrare in azione alle prime luci dell'alba nmanendo in attesa di ordini. Alla sera un certo nu mero di barconi " K , dovrà necessariamente _esser-·e libero per poter nella notte essere inviato al convoglio provemente colla · brigata Fernandez P erez (Melilla) da Sidi Dris . Giorno 8 settembre.
. La briga.ta Saro rettifi cherà, se necessario, le posizioni occupate, am_tata dall'artiglieria e dall'aviazione; continuerà lo sbar co del materiale ancora a bordo dei piroscafi.
NELLA BAIA DI ALHUCEMAS - SETTEMBRE
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La br igata Fernandez Perez trasborderà sui mezzi speciali ricevuti 4000 uomini e queste truppe, appoggiate dalle unità francesi, sbarcheranno quando e dove verrà ordinato, in modo da compiere azione concorrente con quelle della brigata Saro. Obiettivo di queste truppe: le alture meridionali della costa occidentale della baia. Queste dovrebbero essere conquistate partendo dalla spiaggia Esfiha (in fondo alla baia). Se però la resistenza del , nemico sulla costa occidentale non sarà stata ancora sufficientemente scossa, lo sbarco dovrà essere compiutn nelle cale Bonita e Quemado o anche sulla stessa spiaggia di Ixdain. Le tooppe sbarcate e sp-ecie quelle del generale Saro si dovranno stabilire il più fortemente possibile nella penisola del Morro Nuevo che dovrà essere considerata come posizione di resistenza e in cm saranno rapidamente sbarcati tutti i materiali portati a bordo dei piroscafi . Ultimata la sistemazione della base di sbarco si procederà alla formaz ione di due colonne che dovranno puntare su Axdir. Poichè durante tale avanzata il fianco destro della colonna di destra dovrà essere protetto dalle artiglierie delle navi e dall'aviazione, i comandi navale ed aereo terranno presente che il maggiore sforzo sar~à lorn richiesto due o tre giorni dopo lo sbarco e pertanto si dovrà evitare qualsiasi sperpero di mu nizioni nel giornn dello sbarco ~ in quelli immediatamente seguenti, prima dell'inizio dell'avanzata . Il piano di operazione era completato dai quadri di imbarco, dalle( istruzioni relative ai servizi, alle comunicazioni e dalle disposizioni di carattere gene.r ale per il concorso delle forzè navali ed aeree : Una carta· quadrettata della· zona in cui si doveva agire, ricavata da· fotografie prese dagli aerei, era stata distribuita a tutti i comandi terrestri, navali ed aerei .
*
Premesse queste informazioni di carattere gener ale, procedo all'esame dettagliato dello svolgimento delle operazioni da parte della brigata Saro a cui era stato assegnato il compito più difficile.
724
NELLA BAIA DI ALHUCEM AS -
LO SBARCO DELLA BRIGATA RINFORZATA DEL GENERALE S ARO
SETTEMBRE
1925
725
3. _ Tutte le rimanenti truppe costituivano la riserva al co- ' mando del tenente c~lonnello Compins. . . . A questo raggruppamento erano aggregati i rimanenti servizi di
Parte ll. ··- L'AZIONE DELLA BRIGATA SAR.O. l. -
primo impiego.
L'organizzazione, delle truppe e dei servizi.
Le truppe della zona di Ceuta ch e dovevano prendere parte allo sbarco di Alhucemas erano st'ate ottimamente preparate attrave~so una serie di esercitazioni, a carattere gradatamente progressivo --"- eseguite su terreni aventi configurazioni simili a quello in c~i si doveva operare - le quali comprendevano naturalmente anche l esecuzione di sbarchi dai barconi " K " . La ine·s auribile energia del generale comandante e l'alto ascendente che egli meritatamente aveva acquistato sugli ufficiali e s~lle truppe eliminarono tutti gli ostacoli che si opponevano al raggmna-imento dello scopo che egli si era prefisso e, per quanto .l·esecuo r zione della operazione venisse successivamente rimandata da lug w a settembre per le ragioni che vedemmo e per l'elevata temperatura estiva il morale e l'efficienza delle truppe crebbero continuamente fino ~raggiungere un grado veramente elevato.
A) 'l'ruppe.
Dall'esame della zona ove si doveva effettuare lo sbar co, es ~ guito sulle fotografie prese dall'aviazione, e dalle informazioni pervenute da varie fonti sull'entità e distribuzione delle forz e nemiche, il comando della brigata Saro dedusse le seguenti linee generali per la esecuzione del compito affidatogli. • Alcuni reparti d'assalto, saltando a terra dai barconi, dovevano guadagnare con sbalzi successivi le creste delle alture più vicine alla costa ed avanzare in seguito quanto necessario per creare una zona di sicurezza. Coperto dal fuoco di tali repa~ti un secondo scaglione doveva sbarcare successivamente, oltrepassare da oriente la. linea già occupata e allargare da quel lato la base di sbarco. Altre forze sbarcate in un terzo tempo dovevano costituire la riserva. Con le tr ppe a disposizione furono pertanto formati tre raggruppamenti : i. - Una avanguardia di sbarco costituente la prima e poderosa ondata da gettare rapidamente a terra sotto il fuoco nemico col compito di assalire, conquistare e conservare il terreno della prima testa di sbarco. Di questo scaglione numericamente assai forte dovevano far parte le migliori truppe della brigata. Fu stabilito che sarebbe stato .formato da 4500 uomini delle harkas, meohallas, banderas della legione straniera più un battaglione di cacciatori d'Af_rica, i batteria da montagna da 70 mm. e piccole aliquote di· servizi. Comandante colonnello Franco. 2. - Un secondo scaglione avente il compito di sfruttare al massimo i vantaggi conseguiti dalla avanguardia di sbarco allargando per quanto possibile la testa di sbarco. Effettivo 2000 uomini circa fra truppe regolari indigene e cacciatori d'Africa - 1. batteria da montagna - piccole aliquote di servizi. Comandante colonnello Martin.
l'
B) Servizi.
Particolarissima cura fu Posta nella · organizzazione dei servizi del corpo di spedizione. Erano noti gli inconvenienti gravissimi manifestatisi in operazioni del genere, eseguite su spiagge aperte, subito dopo ~vvenut~ lo sbarco delle truppe e a causa della deficiente organizzazwne dei servizi. Lo slancio offensivo dei reparti sbarcati, la fortunata riuscita della sorpresa ne erano stati talvolta para:Iizzati. La deficienza di acqua da bere pesò grandemente sul poco fortunato esito dell'azione delle divisioni inglesi così brillantemente sbarcate nella baia di Suvla nell'agosto dal i9i5. Le condizioni idrografiche della spiaggia 'di sbarco non riparata dai venti e dal mare, il terreno privo di qualsiasi risorsa su cui le truppe sbarcate ad Alhucemas dovevano agire appena presa terra, la temperatura altissima dei giorni della prima decade di settembre: ponevan~ di fronte agli organizzatori difficoltà logistiche assai gravi che richiesero, per essere superate, la più accurata organizzazione: La necessaria brevità del presente articolo non nìi consente di entrare nei dettagli della organizzazione dei servizi durante lo sbarco;
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LO SBARCO DELLA BRIGATA RINFORZAT.• DEL ~
GENERALE SAHO
NELLA BAIA DI ALHUCEMAS -
mi limiterò ad accennare i criteri d. . I massima che furono seguiti in base alle d. tt" . Ire Ive emanate dal comando generale d2ll'intero corpo di. sped·IZIOne. · Lo scaglionamento in profondità dei serv'· . f , . . IZI u orgamzzato m lT qua I a e quantità adoperando i barconi " K " (cbe oltre alle tru e .po~evano trasportare notevole quantità di materiali ) per il traspo~~ msieme con le truppe, dei materiali di primo rifornimento . d , tt , . ' m mo o che 1 depositi di se .ore avrebbero potuto essere costituiti subito dopo lo sbarco del primo scaglione. Le dotazioni furono distribuite nel modo seguente:
Munizioni: per fucile - 800 cart . . . K . . ucce per arma (200 m consegna al soldato nei " ", 500 SUI piroscafi ); ' per mitrag-liatrice pesant . e - 23 ·400 cartucce per arma (7800 da sb areare con Ciascuna arma 3300 . K . . . ' nei " ", 12.300 sui piroscafi)· per mitragliatrici leggere - idem come sopra. ' granate a mano - in consegna al soldato 4 nei' " K l . . gwr quantità possibile, " a mag ' per cannoni da 70 mont. - 648 l . coPI per pezzo (144 da sbarcare col pezzo, 504 sui piroscafi); iOO
per o-bice da 105 pezzo, 448 sui piroscafi).
560 colpi per pezzo (H2 da sbarcare col
Materiale da raftor?'.a t a terra. ~ men o. -
In consegna al sòldato 2 sacchi
. In ciascun . " K " 2000 sacchi a terr·a·, iO rotoli di filo di ferro
spmos~ e adeguato numero di paletti.
. SUI piroscafi 100.000 sacchi a ter·r a, 1000 rotoli di filo di ferro spmoso e adeguato numero di paletti. parte
M ~te:iale per la costruzione dei pontili. Piroscafi.
SUI
Parte sui·
" K ",
Viveri. - In consegna al soldato: 2 giornate ·di viveri di riserva; nei " K " : 2 giornate di viveri di riserva; sui piroscafi: 20 giornate di viveri ordinari. Acqua. - In consegna al soldato. · borraccia piena . Per ogni compagnia alcuni recipienti di alluminio pien · I barili della capacità di 25 litri eia - I.. n qiascun " K " 50 al · · scuno. SUI Piroscafi da sbarcare PIU presto : 200 botti metall · h t ' litri d'acqua. IC e con enenti ciascuna da 220 a 400
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Tutti i piroscafi al completo con la dotazione d'acqua. I reparti del genio dovevano, appena sbar.c ati, costruire rapidamente piccole cisterne in cemento armato della capacità di 2-3 metri cubi atte alla conservazione dell'acqua meglio delle botti metalliche. C) Disposizioni per l' impieg·o dei barconi « K ».
Ognuno di questi barconi poteva trasportare sotto coperta circa 300 uomini. Nella stiva dei barconi doveva essere imbarcato il ma-
teriale dei primi rifornimenti nelle quantità sopra specificate . P er rendere più rapida e facile la discesa a terra delle truppe, larghe scale immettevano dall'interno della barcaccia alla coperta e sulla prora era stato attrezzato un largo e robusto ponte a ce,r niera che poteva essere abbattuto sulla spiaggia formando un vero e proprio pontile. Detti pontili erano naturalmente di limitata lunghezza e pertanto, affinchè essi potessero raggiungere la terra all'asciutto, era necessario che i barconi riuscissero ad avanzare, senza incagl1are, fino a pochi metri dalla spiaggia. P oichè non si aveva la certezza di trovare sul luogo dello sbarco spiagge con fondali a ripido pendìo, così le truppe furono esercitate a prender terra percorrendo un breve tratto di mare con profondità non s uperiore ai 60-70 cm. - quanto era il pescaggio della prua delle barcaccie - e fu previsto lo sbarco a spalla d elle artigl~erie da montagna, dei mortai da fanteria ecc~ . I carri d'assalto con motore chiuso in cassa stagna furono anche esercitati a scendere dai barconi in acqua profonda circa 80-100 cm. e guadagnare quindi la spiaggia. La prevista quantità d'acqua da bere che, malgrado le dispo-sizioni prese, era sempre assai limitata, fece ritenere opportuno non trasportare quadrupedi insieme con le truppe. Tale misura fu d'altra parte consigliata dalla considerazione ch e la riuscita di uno sbarco a viva forza è tanto più sicura quanto più rapidamente- viene compiuta l'azione. Ora, lo sbarco dei quadrupedi sotto il fuoco nemico avrebbe indubbiamente richi esto molto tempo e causato molte perdite, e quindi era da sconsigliare. L'assenza dei quadrupedi rese necessario studiare molto accuratamente la formazione di appositi reparti che dovevano essere costituiti per il trasp0rto a braccia dei pezzi, delle ,mitragliatrici, delle munizioni di ogni genere, del materìale dei servizi collegamenti, sanitario e di rafforzamento.
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LO SBARCO DELLA BH IGATA RINFOHZATA DEL GENERALE SARO
Dagli studi in parola derivarono le seguenti misure: a) per ogni batteria aumento del 50 per cento del personale previsto dalla tabella regolamentare del piede di guerra. Il personale in aumento doveva rinforzare quello normalmente adibito al trasporto munizioni; b) costituz ione di reparti speciali per trasp~· rti sanitari a mezzo di barelle lsi utilizzò a tale scopo il ,personale dei servizi che non potevano trovare immediato impiego al momento dello sbarco); c) impiego nel trasporto a braccia dell e munizioni di una parte dei conducenti appartenenti alle varie unità. Particolare cura fu posta nella orga:nizzazione del servizio collegamenti fra i vari reparti ed il comando delle truppe e fra questo e i comandi navali e le unità aeree. Si prevedeva l'uso della radiotelegrafia, delle segnalazioni cÒlle bandiere della marina; del telegrafo ottico, adoperando con i vari :,istemi apposito. cifrario specialmente atto per comunicazioni rela. tive all'azion a delle artiglierie. Ufficiali di marina furono aggregati al comando delle truppe per il servizio di collegamento con le navi . I collegamenti cogli aerei vennero organizzati con R. T., fumate, messaggi, teloni rettangolari e circolari da distendere in terra ecc ..
2. -
L' i mbarco.
Per il trasporto e lo sbarco delle truppe e materiali della brigata Saro erano stati, come dicemmo , assegnati i3 piroscafi 24 barconi " K ", i cisterna, alcuni rimorchiatori . , Tutte queste unità vennero a tempo opportuno concentrate nel porto di Ceuta ed ormeggiate come è indicato nello sohizzo n . 3, in modo cioè da r en?ere possibile il carico contemporanéo dei materiali sui piroscafi e sui barconi . Dicemmo già con quali criteri era stato scelto il materiale di primo rifornimento da allogare nei barconi. Questo venne imbarcato nell'ordine inverso a quello in cui era prevedibile si sarebbe verificata la necessità di disporne e cioè viveri, acqua, munizioni e materia.le delle sezioni di sanità aggregate alle truppe. I cannoni da montagna, le mitragliatrici e i mortai da fanteria che dovevano sbarcare colle truppe della avanguardia e della seconda colonna, furono ugualmente caricati sui barconi .
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Le truppe vennero ripartite in nove piroscafi con un carico umtario medio di circa 900 uomini per trasporto, senza naturalmente frazionare i reparti organici. I quadrupedi dei reparti vennero divisi in più scaglioni. Il primo, comprendente 400 muli delle batterie e delle ambul anze, fu caricato su di un unico trasporto che avrebbe dovuto raggiungere la zona di sbarco quando le truppe vi si fos~ero solidamente aff ermate e i servizi organizzati .
ScHizzo N. 3.- Grafico indica nte la disposizione dei piroscafi e barconi « K » nel porto di Ceuta per l'imbarco.
Al seguito del convoglio furono inviate due navi-osp edale con 330 letti ciascuna e un trasporto per il materiale di riserva. · I materiali dei servizi furono caricati sui trasporti aventi a bordo le truppe, seguendo il con cetto di evitare per quanto possibile il frazionamento in qualità e quantità e così su due piroscafi furono accentrati i viveri e il fieno, su due piroscafi le munizioni, su due piroscafi il materiale da fo-rtifi cazione, su un piroscafo il materiale sanitario, su un piroscafo il materiale di accampamento, i forni ecc .. Questa distribuzione dei materiali era logica nel caso in esame perchè fa cilitava indubbiamente le operazioni di rifornimento, ma probabilmente non sarebbe stata adottata qualora si fosse dovuto tener conto della possibilità di attacco del convoglio da parte di forz e navali o aeree nemiche, anche dopo sbarcate le truppe. In tal caso l'affondamento di uno o due piroscafi avrebbe privato le truppe di viveri o di munizioni ecc. causando certo conseguenze gravissime. Nel caso in cui si fosse dovuto tener conto della possibilità di perdere qualche trasporto sarebbe stato indubbiamente più lo. gico ripartire per quanto possibile in qualità e quantità i vari
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LO SBARCO DELLA BRIGATA RINFORZATA DEL GENERALE SARO
materiali f_ra tutti i piroscafi, in modo da rischiare solo la perdita di
qualc~e aliquota ~ non de-lla totalità dei viveri , delle munizioni ecc .. . ~ IV!?arco der materiali sui piroscafi e suj barconi ebbe luogo
n~r gwrm 1-2-3-4 settembre. Nonostante che il nemico, venuto indubbramente a _conoscenza dei preparativi di imbarco, attaccasse violentemente rl 3 settembre la importantissima posizione di Kudia Tahar sulla fro~te Cel)t~ - Tetuan, le unità componenti la brigata rmbarcarono sm trasporti la mattina del 5 settembre · t . , come era prevrs o dal pran? generale delle operazioni. I nove piroscafi contenenti f le truppe uscrrono nel pomeriggio dal porto dr· Ce t . convoglio. .· u a per armare al largo Il
SCHizzo N. 4. - Formazione del convoglio a lla partenza da Centa. Ad ogni piroscafo erano stati assegnati in massima due barconi in cui erano stati imbarcati, oltre il carico già accennato, ugual e per tutti, anche i cari0hi di pertinenza del reparto esistente a bordo (cannoni, mitragliatrici ecc.). I dieci carri d'assalto leggeri asseo-nati ~n'avanguardia furono imbarcati su 5 barconi " K , che segui~ono rl convoglio rimorchiati dai rimorohiatori che facevano parte di esso. I barconi uscirono alla loro volta dal porto e furono presi a rimorchio dai piroscafi a cui essi erano assegnati. . Il convoglio si formò come è indicato dallo schizzo n. 4, protetto sm fianchi dall e forze navali spagnole del Nord Africa (C. A. Guerra).
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In testa al convoglio erano i piroscafi contenenti le truppe dell'avanguardia di sbarco; seguivano quelli contenenti le truppe della seconda colonna e della riserva.
3. -
La traversata e lo sbarco.
Le disposizioni emanate per la traversata e per lo sbarco erano - in massima le seguenti : " Giunti nel mattino del 6 settembre di fronte allo sbocco dell'Uad Lau si effettuerà un'azione dimostrativa con finta di sbarco. A tale scopo, dopo una azione di artiglieria eseguita dalle navi contro -le batterie nemiche, si procederà, in vista del nemico ma fuori tiro, al trasbordo delle truppe dei due primi scaglioni dai piroscafi ai barconi " K , . I barconi si formeranno, prua verso terra, su 2 linee di fronte parallele alla costa; quelli contenenti le truppe dell'avangu ardia in prima linea, queHi contenenti le truppe d'i rincalzo in seconda linea. I barconi contenenti i carri d'assalto dovranno disporsi sulla destra della prima linea. Dopo che i barconi " K , avranno assunto la formazione indicata ed eseguita una breve navigazione verso la spiaggia per dare maggior parvenza di realtà alla finta di sbarco, essi, restando in formazione, saranno presi a rimorchio dalle unità tipo Uad (unità guardacoste) e il convoglio farà rotta su Alhucemas. L'allontanamento dei barconi sarà per quanto possibile, e qualora occorra, occultato al nemico m ediante cortine di fumo , mentre qualch e piroscafo senza truppe e conten ente materiali di seconda necessità (nominativamente individuati) rimarrà alla fonda din' nanzi allo sbocco dell'Uad Lau, insieme a qualche unità navale che dovrà continuar·e l'azione delle artiglierie per far credere al n emico che il tentativo di sbarco non è stato interrotto. Giunto il convoglio nell e prime ore dell'alba dinp,nzi alla spiaggia Ixdain i barconi contenenti le truppe della avanguardia di sbarco ad un segnale convenuto avanzeranno coi propri motori alla massima velocità nella formazione della linea di fronte verso la spiaggia, essendo i carri d'assalto sulla destra. Appena toccato il fondo saranno ·abbassati i ponti e le truppe sbarcheranno di corsa prendendo terra nel più breve tempo possibile. Durante la marcia di avvicinamento alla spiaggia tutti gli uomini imbarcati sui " K , debbono· restare sotto coperta per non esporsi inutilmente al tiro nemico.
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LO SBARCO DELLA BRIGATA RI NFORZATA DE L GENERALE SARO · NELL\ RAIA DI ALHUCEMAS -
I carri d'assalto debbono prendere terra per i primi ed avanzare in modo da costituire subito una efficace cortina di protezione dietro la quale prenderanno terra i reparti armati di mitragliatrici leggere, reparti scelti di tiratori , ai quali seguir~nno immediatamente le altre truppe. · , Non appena a terra le truppe avanzeranno di corsa fino all a linea raggiunta dai carri d'assalto ed ivi sosteranno organizzando rapidam ('l nte una prima sistemazione difensiva. Gli equipaggi dei barconi e i reparti dell'intendenza , appositamente imbarcati come rinforzo di mano d'opera, sbarcheranno rapidam~nte i materiali, accumulandoli ove ;errà ordinato per formare i rispettivi depositi di settore. I materiali delle batterie saranno sbarcati dalle truppe a cui essi appartengono. Ultimato lo sbarco delle truppe e dei materiali del primo scaglione, avanzeranno immediatamente i barconi della se~
·~
Scmzzo N. 5. - Fasi dell'avanzata secondo il piano di oper azione.
conda linea che sbarcheranno in maniera identica le truppe ed i. materiali. I " K " andranno quindi a caricare le truppe del 3° scaglione e le porteranno a terra. L'avanzata delle forze sbarcate avverrà in cinque successive fasi come indica lo_ schizzo n. 5.
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La ristretta zona occupata dalle prime truppe sbarcate dovrà, in poche parole, essere successivamente ampliata con movimenti di conversione sulla sinistra intorno ad un solido perno costituito dallo schieramento dei 10 carri d'assalto. L'azione delle artiglierie navali, delle batterie del Penon di Alhucemas e dell'aviazione si svolgerà secondo le seguenti direttive . Controbatteria (schizzo n . 2). L'esplorazione aere-a h a individuato sulla costa occidentale della baia i2 batteri e nemiche, sette dell e quali in posizioni tali da poter svolgere un'azione di fuo co assai nociva sulla spiaggia di sbarco. Qualora lo sbarco del primo scaglione non possa avvenire di sorpresa sarà necessario farlo precedere dalla distruzione o neutralizzazione di esse, da parte delle batterie del Pefion e delle ·artiglierie delle navi. Le unità navali , che sono vere e proprie batterie (quelle maggiori, schieramenti di artiglierie), dotate di grande mobilità, si dislocheranno n agli specchi acquei aai quali potranno meglio svolgere la loro azione di tiro". Segue nelle istruzioni la dettagliata ripartizione degli obiettivi fra navi e batterie e che non riporto perohè, come vedremo, non venne praticamente attuata: all'ultimo istante il tiro di controbatteria venne esclusivamente affidato alle navi perchè le batterie nemiche erano state tutte piazzate in modo da risultare completamenti' defilate rispetto ai pezzi delle batterie del Peno~. « L'aviazione contribuirà alla distruzione o neutralizzazione delle batterie nemiche col bombardamento e coll'osservazione dei tiri delle navi. Quando il comando giudicherà sufficientemente neutralizzate le batterie i-2-3 piazzate sulle pendici settentrionali del Morro Nuevo e che risultano quindi più nocive per l'esecuzione dello sbarco, si segnalerà alla prima linea di barconi " K ", contenente le truppe del i 0 scaglione, di avanzare in linea di fronte verso la spiaggia. Non appena i barconi inizieranno taJe manovra le navi in azione contro le tre batterie del Morro Nuevo dovranno sospendere il tiro di controbatteria ed iniziare un tiro di interdizione inteso ad isolare il massiccio del Morro Nuevo per impedire ad eventuali rincalzi di pervenirvi e ai nemici che lo occupano di ripiegare su posizioni retrostanti. 6 -
Rivista Mi litare Italiana.
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LO SBARCO DELLA BRIGATA RINFOR ZATA DEL GENERALE SARO
A tale scopo le uriità della squadra di istruzione e delle forze navali d'Africa già dislocate in precedenza di fronte alla spiaggia Ixdain formeranno coi loro tiri una cortina di fuoco lungo il vallone oh e dalla spiaggia Ixdain risale verso monte Malmusi (schizzo n. 2), battendo anche gli abitati ohe sorgono a dritta ed a sinistra del vallone. Le navi della squadra francese che hanno eseguito il tiro di neutralizzazione dallo specchio acqueo di fronte a cala Quemado inizieranno un tiro di interdizione che prenda d'infilata i valloni che risalgono dalla predetta insenatura verso monte Malmusi. Altre unità navali raffittiranno e aumenteranno la profondità di questa cortina eseguendo una cortina di fuoco- della larghezza di 600 metri, che risa.lga dalla costa verso monte Malmusì avendo per direttrice di spostamento la congiungente· del vertice di monte Malmusì con Los Islotes (gli isolotti) che emergono di fronte a cala Quemado. In tutti i tiri di interdizione gli alzi dovranno essere scalati lentamente (il tiro veniva eseguito puntando a falsi scopi in riva al mare e assai prossimi al piano di tiro) in modo da costituire una barriera veramente efficace. I guardacoste tipo Uad disposti in linea di fronte· avanzeranno insieme coi barconi verso la spiaggia fin dove i fondali l~ permetteranno eseguendo con i loro pezzi da 76 mm. azione di concorso, battendo le peripici settentrionali del Morro Nuevo e specialmente i valloncelli che dalla spiaggia rimontano verso la sommità del massiccio. · Non appena sbarcate, le batterie da montagna assumeranno il compito di accompagnamento. Poichè è presumibile che nei primi istanti che seguono lo sbarco non sarà possili>ile stabilire un efficace sistema di innesto delle comu · nicazioni terrestri con quelle navali, le piccole unità navali che eseguono tiri di concorso dovranno dirigere il fuoco sugli obiettivi • che vengono presi sotto il tiro delle batterie di accompagnamento . Il comando del primo scaglione di sbarco curerà d'altra parte che al più presto possibile venga eretto sulla spiaggia un albero da segnali per il collegamento in appoggio alla R. T. (a mezzo di segnali a bandiera e relativo codice) colle unità navali che eseguono il tiro"· Usciti i trasporti e i barconi " K " dal porto di Ceuta , il convoglio, dopo essersi ordinato, procedette verso Uad Lau .
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In mare vi era nebbia abbastanza densa e ciò rallentò e disorga-· nizzò la marcia del convoglio che, dopo aver dato fondo per qualche ora davanti a Rio Martin per imbarcarvi due ·harkas ivi concentrate e per il necessario riordinamento, proseguì per la foce dell'Uad Lau davanti alla quale giunse nelle prime ore del mattino. Alle ore 8,15 le navi aprirono ìl tiro sulle batterie nemiche di qùella località ohe risposero debolmente riuscendo però a colpire l'incrociatore Extremadura. Nel pomeriggio le truppe dei due primi scaglioni furono trasbordate sui barconi " K ". Caricate le truppe, i " K " si ordinarono e percorsero un breve tratto avvicinandosi alla spiaggia protetti da un violento fuoco di neutralizzazione delle navi (schizzo n. 6), quindi vennero presi a rimorchio dai gua.rdacoste tipo Uad che fecero rotta verso Alhucemas.
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000000000 Scmzzo N. 6. - Formazione dei « K » nell'avanzata verso la spiaggia.
L'allontanamento, necessariamente lento, fu oècultato al nemico dalla persistente densa foschìa e anche da cortine di fumo . Come convenuto, la finta avanti alla foce dell'Uad Lau fu continuata durante la notte con i tiri di qualche unità navale e la presenza di qualche trasporto. Al tramonto, la squadra di istruzione si era riunita al convoglio . Sulla nave da battaglia Alfonso XIII era imbarcato il comandante
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LO SBAR CO DllLU BRIGATA RI NFORZATA DEL GENERALE S .\RO l\'ELL.\ B\I A DI
in capo generale Primo de Rivera. La fosohìa assai densa delle ore diurne aumentò ancora fino a divenire vera e propria nebbia, e la velocità di marcia del convoglio .dovette essere molto ridotta per ragioni di sicurezza e anéhe allo scopo di evitare la dispersione dei barconi " K », ma tale scopo non potè essere raggiunto sopratutto a causa di una forte corrente da est - sud-est che .trasportò al largo piroscafi e barconi per modo ohe, quando verso le 7 del matti.nu seguente parte del convoglio giungeva avanti ad A lhucemas, parecchi " K , mancavano e pertanto non era possibile procedere ad un tentativo di sbarco. La nebbia 9i era diradata e le unità leggere aggregate alla squadra furono inviate .alla ricerca e rimorchio degli smarriti, ma intanto il carattere di sorpresa che si voleva dare alla oparazione era del tutto svanito ed i " K ,, dove-ttero sostare al largo in attesa di riordinarsi e completarsi colle unità mancanti. Le unità da guerra coadiuvate dagli aerei iniziarono fin du.lle prime ore della giornata i previsti tiri di neutralizzazione, condotti con molta accuratezza e quindi necessariamente lenti. Le batterie nemiche risposero en&rgi c~mente colpendo più volte con' proietti di artiglieria: la nave da battaglia Alfonso XIII che si era avvicinata a circa 3000 metri dalla costa. Questa constatazione sulla efficienza delle difese avvezsarie fece comprendere che non conveniva assolutamente tentare lo sbarco nell e ore diurne e pertanto, verso mezzodì, quando si iniziava il r iordinamento delle formazioni d&i " K , , il comandante in capo diede ordine di sospendere per quel giorno qualsiasi tentativo di sbarco, rimandando l'inizio di questo alle ore 4,30 del giorno seguente (8 settembre). Fu deciso che i barconi " K , con le truppe a bordo dovevano trovarsi per la ora anzidetta ordinati su 2 linee di fronte parallele alla spiaggia Ixdain, la prima ad un miglio circa dalla spiaggia e con i ". K , a distanza di circa 30 m. l'uno dall'altro, la seconda (meno numerosa) ad un intervallo di un miglio dalla prima linea e con i barconi a d'i stanza da 50 a iOO metri fra lo·ro. Per mantenere durante tutta la giornata il nemico inc e-rto sulla spiaggia prescelta per lo sbarco fu deciso che le navi da guerra e i trasporti (questi fubri tiro ) si ordinassero, restando sulle macchine a causa degli alti fondali che non permette-vano di ancorare, in pii• linee di fronte innanzi alla spiaggia. di Suani (situata al fond o dell a baia).
ALH UC!l ~I ,\ S -
S ETT E~ IBR !l
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Verso sera le navi da guerra dovevano eseguire qualche. tim di neutralizzazione contro le batterie più prossime e durante la notte muovere ad ora oppo·r tuna p·e r trovarsi all'alba negli specchi ac quei da dove dovevano eseguire i tiri di neutralizzazione che potevano essere r ichiesti per agevolare le operazioni di sbarco. Durante la notte la fortissima corrente disorganizzò talmente la formazione dei barconi che quando, poco dopo mezzanotte, venne ordinato l'inizio dei movimenti necessari per l'esecuzione degli ordini del comandante in capo, parecchi barconi erano distanziati di qu alche miglio dal grosso e fuori vista . P er riunirli, riordinarli secondo il piano di sbarco, fu necessario attendere il giorno e solo verso le ore H i 24 " K , erano riuniti nella fo-rmazion e prevista. La necessità di dovere eseguire lo sbarco durante le ore diurne e la conseguente mancanza dei vantaggi cau'Sati dalla so.rpresa avevano reso necessaria l'azione di artiglieria di neutralizzazione ed essa era stata eseguita nella mattinata colla partecipazione (nel modo indicato dalle istruzioni) delle navi francesi che avevano scortato ed appoggiato il convoglio ·proveniente da Melilla ed eseg uito con esso la prevista finta di sbarco a Sidi Dris. La ~eazione delle batterie nemiche fu nelle prime ore effi cacissima; la nave da battaglia " Paris , e alcune altre unità spagnole e fran cesi furono più volte colpite . Ma il tiro delle navi (a cui parteciparono anche i grossi calib ri) ebbe il sopravventò e il fuoco delle batterie riffane più pericolose per lo sbarco venne successivamente a languire, dimodoché alle ore H,40 i " K , diressero verso la spiaggia accolti da vivo fuoco di fucileria e mitragliatrici e da fuoco di artiglieria proveniente in maggior parte dalle batterie più interne. Essendo le truppe ricoverate nell'inte·r no dei barconi ed avendo questi coperta e pareti protette contro i proiettili di fucileria, l'avvicinamento si compì senza notevoli p(:lrdite di uomini. P er mancanza di un esatto punto di riferimento a terra e a causa della corrente il convoglio condotto dal capitano di fregata capo di S. M. delle forze navali q'Africa scadette sulla dritta e i barconi invece ch e di fronte alla spjaggia n. 2 (schizzo n. 2) prescelta per lo sbarco, andarono a toccare il fondo qualcl;le centinaio di metri Più- a ponente del punto stabilito, davanti ad una spiaggia sormontata da una scarpata così ripida che subito si comprese non sarebbe stata per corribile dai carri d'assalto.
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LO SBARCO DELLA BRIGATA RINFORZATA DEL GENERALE SARO
Questo grave contrattempo fu però largamente compensato dal fatto che (come si potè accertare a sbarco avveiJ.uto) la spiaggia n. 2 era stata abbondantemente e sapientemente minata con mine la cui accensione era comandata da un posto di osservazione accuratamente protetto e che fu poi occupato in uno dei primi sbalzi sulla sinistra delle truppe sbarcate. La profondità del mare cresceva in quel tra.t to assai lentam2nte per cui i barconi toccarono il fondo colle prue ad alcune decine di metri dalla spiaggia. Furono rapidamente abbassati i ponti , e gli uomini delle mehallas , delle harkas, i legionari scesero di corsa nell'acqua che giungeva loro fino ai fianchi e, tenendo in alto i fucili, le mitragliatrici, le cartucce,· si precipitarono verso la spiaggia spiegandosi a ventaglio : le harkas e mehallas sulla dritta, le banderas sulla sinistra. La prima batteria da montagna da 70 mm. fu sbarcata immediatamente, a spalla, al centro della linea. Non appe'ua a terra le unità. sbarcate si organizzarono rapidamente sotto il fuoco nemico e avanzarono quindi decisamente in formazioni rade per scalare il ripid0 costone che strapiomba sulla spiaggia. I carri d'assalto non furono fatti sbarcare. Mentre le truppe del primo scaglione prendevano terra ed ese- . guivano i primi sbalzi, le navi svolgevano un tiro violentjssimo coi medi e piccoli calibri secondo le direttive sopra riportate , mentre gli aerei rte osservavano il tiro o bombardavano efficacemente i valIoni intorno al Morro Nuevo. Protette da tale azione le truppe procedettero rapidamente, svolgendo in due ore appena e molto brillantemante le prime quattro fasi previste. Il nemico resistette tenacemente qua e là ma fu rapidamente sopraffatto, alcuni cannoni e parecchie mitragliatrici caddero in mano delle truppe sbarcate. Il secondo scaglione sbarcò rapidamente subito dopo il primo ma, data l'ora inoltrata in cui lo sbarco era stato iniziato , il comando della brigata, che aveva preso terra prima che ultimasse di sbarcare il primo scaglione, dispqse che le truppe si fermassero sulle posizioni raggiunte e procedessero ai lavori di difesa necessari per rendere solida la linea occupata. Le batterie da montagna dopo essere sta.t e trasportate a braccia su per il ripido costone vennero opportunamente piazzate ed iniziarono il tiro sugli obiettivi più pericolosi.
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Mentre gli zappatori e i reparti speciali del genio procedevano febbrilmente ai lavori di consolidamento della linea occupata, si svolgeva lo sbarco dei materiali di primo rifornimento già caricati sui barconi, e quindi la formazion e dei depositi di settore, e si organizzavano i servizi. Lo scarico de.i " K " procedette piuttosto lentamente perchè ostacolato dal tiro nemico e, .appena calata la notte, da forte vento di levant:e. Solo verso mezzanotte si ebbero alcuni barconi disponibili da inviare a caricare le truppe del 3" scaglione della brigata, che sbarcarono nella notte e nelle prime ore del giorno seguente. I carri d'assalto presero terra il mattino seguente sulla spiaggia n. 2 dove il terreno retrostante era più accessibile e raggiunsero la posizione per essi prevista sulla de·s tra dello schieramento. Organizzate rapidamente le comunicazioni fra le truppe sbarcate e il ·comando della brigata, fu provveduto all'innesto delle comunicazioni terre·s tri con quelle navali a mezzo di stazioni di segnalazione e stazioni R. T .. Il nemico vivamente impressionato dal violento fuoco delle navi e dalla inaspettata rapidità dello sbarco delle truppe aveva abbandonato il massiccio del Mor ro Nuevo opponendo solo resistenze localizzate e aveva ripiega.to su una linea approssimativamente definita dalla congiungente Mo-rro Nuevo, Malmusì , Hach Mohamed . Dalle posizioni occupate molestava le linee spagnuole con violento fuoco di fucileria, mitragliatrici e artiglieria, che giungeva fino alla spiaggia di Ix da in. Fu quindi deciso di abbandonare tale zona e non appena l'avanzata sulla sinistra ebbe progredito, coprendo buon tratto della costa intorno a punta de Los Fniiles, le operazioni di sbarco furono trasferite sulla spiaggia n . 2 e su quella di Los Frailes. Il giorno seguente (9 settembre) lo stato del mare non consentì ai barconi di compiere operazioni di carico sotto i piroscafi per cui lo sbarco delle truppe del corpo di spedizione di Melilla e quello dei materiali caricati a bordo dei piroi;)cafi fu iniziato solo il giorno iO; durante due giorni le truppe sbarcate vissero sui depositi di settore tanto provvidamente costituiti. Le perdite di uomini subite dagli Spagnuoli durante lo sbarco e le fasi immediatamente successive furono assai lievi. i ufficiale e i caid morti, 3 ufficiali feriti. Truppe metropolitane: 3 morti e 43 feriti . Truppe indigene: iO morti e 6i feriti.
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LO SBARCO DELLA BRIGATA RI N FORZATA DEL GENER ALE SA!lO EC C.
E' noto l'ulteriore svolgimento delle operazioni terrestri che, nonostante le difficoltà di terreno assai notevoli e l'accanita resistenza di numerosi contingenti nemici richiamati ad Alhucemas da altre fronti; culminò con la conquista, di Axdir da parte delle valorose truppe dei generali Saro e Fernandez Perez. La conquista della baia di Alhucemas e di Axdir ebbe gli effet ti che si speravano. Fu il colpo di maglio che sgretolò la compagine delle cabile ribelli, distrusse il prestigio di Abd-el-Krim e rese possibili le ulteriori parziali operazioni che condussero alla pacificazione della quasi totalità del Marocco settentrionale.
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Parte
m. - CONSIDERAZIONI.
Lo sbarco di Alhucemas fu una operazione coloniale in grande stile. La mancanza di forze navali ed aeree da parte dei Riffani non ci. permette di trarre dall'esame dello svolgimento di esso alcuna conclusione da potere integralmente trasportare al caso di sbarco su territorio orgarìizzat9 a difesa e appartenente ad una nazione che possegga forze navali ed aeree. L'esame di que~ta importante operazione cori1.binata fra esercito e marina è però ugualmente interessante perché, oltre a rivelan:;i utili particolari di organizzazione, ci dimostra ancora pna volta : 1. - La necessità di far precedere qualsiasi operazione eli sbarco in territorio nemico da ·una accuratissima preparazione delle truppe e da una accuratissima organizzazione dei mezzi di trasporto e dei servizi. 2. - L'entità degli effetti ch e possono essere prodotti dalle cause che non è possibile prevedere con esattezza (nel caso in esàme : la 'nebbia, le correnti, lo stato del mare) e la necessità eli ten erne quindi il massimo conto lasciando ampio margine nella previsione della durata delle singole fasi della operazione. 3. - La necessità - derivante da quanto sopra - eli conseguire, prima di tentare qualsiasi operazione di .sbarco, notevole p revalenza navale ed aerea, sia pure limitata al teatro d i operazioni in cui si intende creare lit nuova fronte.
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ANGELO GINOCCHIETTI
Capitano di fregat a
Preparazione di esercitazioni tattiche nel quadro delle minori unità di fanteria ( Conti?mazione e fine)
II -
COllPILAZIONE DEL TE1IA.
14. - La compilazione del tema, se pure non fosse una prescrizione regolamentare, sorgerebbe egualmente dalla necessità che ha il direttore di riepilogare per isèritto e nella forma più idonea.il risultato dello studio preparatorio compiuto, affinchè gli esecutori conoscano con precisione (cioè senza e,v entuali equivoci che potrebbero sorgere da una semplice comunicazione verbale) quali scopi si vogliano ottenere con l'esercitazione, quali mezzi essi abbiano a disposizione e su qu~li dati essi debbano cominciare ad operare. Nei riguardi della fbrma più adatta per ogni tema, qualche considerazione mi sembra opportuna. Il n. 31 delle " Norme e prescrizioni ecc. l' - ed. 1913 - la stabilisce con queste parole : " Il tema, per ciascun partito, comprende in massima: a) un supposto (o situazione), comune o non all'altro partito come si dirà ; b) il tema speciale per quel partito (ossia il compito) ; c) le speciali prescrizioni, che il direttore creda opportuno di stabilire in quanto nq;n siq.no già comprese fra quelle di carattere permanente " · A me sembra che le prescrizioni, come si vedrà in seguito, non possano essere ìn nessun caso tutte comuni all'uno e all'altro partito,
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PREPARAZIO NE DI ES ERCITAZIONI TATTICHE
e che perciò anche quando siano in parte comuni esse costituiscano un'appendice dell'ordine d'operazione in cui si materializza come vedremo, il tema speciale. Ciò valga per chiarir~ che ogni te~a non si può considerare " in massima , costituito di tre parti, ma piuttosto di due: supposto e tema speciale, quest'ultimo diviso a sua volta in ordine d'operazione inizi.ale e prescrizioni : Prima di trattare in particolare di ciascuno . di tali argomenti, riporto qui di seguito le direttive più recenti (i) in materia, per metterle subito in relazione colle precedenti e per commentarle, poco più oltre, come mi consiglia la loro importan~a. . " Ogni manovra con le truppe o con i quadri non dovrà mai essere compresa in situazioni eccessivamente vaste. La situazione non deve impostare o presupporre avvenimenti strategici o problemi di difesa del · territorio . Essa deve semplicemente contenere quel ~anto che occorre per inquadrare e precisare nello spazio e nel tempo l'azione del riparto che si considera e per d-are quel senso dell 'ambiente che nel caso vero è nella scienza e nella coscienza di tutti per il fatto del naturale svolgersi degli avvenimenti. Invece di ampliare i limiti della situazione è necessario approfondire il dettaglio per non dire agli esecutori cose inutili e per non tenerli all'oscuro di particolari la cui conoscenza è, a volte, loro indispensabile per la condotta dei rispettivi reparti. L'unità che si considera in manovra non deve superare quella inerente al grado di ohi la manovra dirige. , La direzione deve essere svolta attraverso all'azione di comando e i " temi " devono essere contenuti negli ordini d'operazioni che il direttore-comandante dà, come in caso vero, ai propri dipendenti , . Ognuno vede che la prima parte di queste direttive (cioè fino alla frase in corsivo compresa) dà in sostanza norme chiare e precise per quanto rigÙarda il supposto - di cui parlerò fra poco - e che il resto stabilisce le norme, in forma altrettanto chiura ma estremamente breve e concisa, circa il tema speciale, di cui tratterò brevemente più avanti. Sia ben presente, però, sin da ora nella mente del direttore di una esercitazione che i pregi più notevoli dell'una e dell'altra parte del tema devono essere: la misura, . corrispondente allo scopo che ciascuna parte si ripromette, la concisione e la chiarezza.
(l) Vedasi la più volte citata circolare n. 1700 in data 27 marzo 1926.
:'-/EL QUADRO DELLE )IlNORI UN ITÀ DI FANTER IA
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A) Supposto. Ch_e cosa s'intenda per supposto (o situazione) è già chiarissimamente indicato dalle autorevoli parole sopra riportate di S. E. il Capo di S. M. Generale e qualunque ulteriore commento le guasterebbe. Soltanto çredo opportuno fissare le idee sull'ampiezza di esso per esercitazioni di battaglione e di reggimento. Tale ampiezza si desume agevolmente dalla frase " l'unità che si considera in manovra non deve superare quella ine:rente al grado di chi la manovra dirige ". E' chiaro anzitutto che per " l'unità che si considera , non si può e non si deve intendere quella che dovrà agire nell'esercitazione - 'nel caso nostro, battaglione o reggimento - ma piuttosto quella più grossa che costituisce la cornice del quadro tattico immaginato. Ciò si deduce dalla considerazione che, poichè " chi la manovra dirige , deve essere sempre, per ovvie ragioni, di grado superiore a chi è comandante di partito - nel nostro caso, comandante del battaglione oppure del reggimento di manovra- l'interpretazione contraria porterebbe come conseguenza illogica che, ad esempio, in una esercitazione di battaglione diretta da un colonnello si possa ricorrere all'impiego effettivo (da una parte sola s'intende) di un reggimento, e che la prescrizione stessa abbia voluto prevenire 1'-errore, invem grossolano, che si impieghi un'unità maggiore; così, per altro esempio, che in una esercitazione di reggimento diretta da un generale di brigata si possano mettere in azione due o tre reggimenti , e che in questo caso la prescrizione abbia voluto impedire che s'impieghi per lo scopo una divisione o, peggio, un'unità maggiore l Conferma di quEl)Sta interpretazione è data dallo spirito della prescrizione, spirito che emerge chiarissimo da quanto precede la frase in discorso e che è quello di delimitare molto il campo del supposto per prevenire esagerazioni simili a quella, ad esempio, di inquadrare l'azione di un reggimento in quella di un'armata. Taluno potrebbe obiettare però che, in tal modo, un'esercitazione di battaglione diretta, ad esempio, da un maggiore non potrebbe considerare, come quadro, l'azione di un reggimento: osservo a mia volta che anzitutto la parola inerente si presta a una certa elasticità di interpretazione perchè si sa ch e anche un maggiore deve essere capace di comandare, sia pure eccezionalmente per eventi di guerra, l'unità superiore ma poi ... nessuna regola è scevra d'eccezione, e per 15. -
NEL QUADRO DE LLE ~IINORI UN IL~ DI FA NTERIA
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PRE P ARAZIONE DI ESERC IT .IZION! TATT! CliE
questo grado, come anche per il grado di colonnello, l'eccezione può essere utile per l'accrescimento della loro capaci~à di comando. Per concludere, le idee in questa materia si possono fissare sulle basi che seguono: - Per un'esercitazione di battaglione: è sufficiente generalmente inquadrarla nell'azione di un reggimento e,· soltanto nel caso in cui lo scopo didattico da conseguire obblighi a mettere in evidenza le relazioni del reparto con truppe di altro reggimento, basterà un cenno relativo. Il direttore di una di tali esercitazioni può avere il grado di colonnello , tenente colonnello o maggiore; in quest'ultimo caso il battaglione sarà comandato da un capitano. - Per u~"esercitazione di reggimento: di norma è am1nesso di inquadrarla nell'azione di una divisione (i) e, per il caso eccezionale analogo al precedente, basterà un cenno analogo. i6. - Il supposto (o situazione) nel caso compendi, nei limiti massimi suindicati, ma sempre in modo sommario e spesso frammentario, le notizie essenziali acquisite in egual modo da ambedue i partiti, si chiama più precisamente supposto (o situazione) generale. n supposto generale di un'esercitazione di battaglione o di reggimento indicherà in sostanza gli eventi di guerra che hanno condotto gli avversari (2), entro i limiti di spazio corrispondenti all'azione delle rispettive unità superiori sopraindicate, alle rispettive situazioni iniziali immaginate; perciò dovrà dare· nozione : - dell'atteggiamento (se òffensivo o difensivo) di ciascuno dei due avversari nella fase che si considera; _ della zona, appena accennata con pochi riferimenti topo: grafici (3), nella quale gli avvenimenti più vasti s'immaginano essersl verificati; (l) La direzione di un'eser·c itazione di tale portata (reggimento) è ci,I massima devoluta ai grad i di generale di brigata e di colonnello .. Non . e possibile, ,a mio parere, limitare il s~pposto all'azione del~a fante1:1a cii'.1: sionale perchè non si può mai prescmdere da quella del! artiglwu a diii sional e e dell 'av i.a~ione - .armi che non sono mai a totale dispostzwn e del comandante della fanteria divisional e -. · (2) Qui, eome è ~ot.o, l'uno può essere semplicemente indieato con .la dizione cc il p.artito rosso ll o cc truppe rosse ll, l'altro con quella « il partlt ~ azzurro ll o cc truppe azzurre ll. Nessun criterio aprioristico e il caso dz · t oso t c l1e a !l'altro. stabilire per applicp.re uno dez· due colorz· acl un partz·t o pwt (3) Spesso nel supposto occorre riferirsi a carte alla scala l: lOO.OOiì an:zichè a quelle alla scala l: 25.000 o l: 50.000, dianzi indicate.
- dell e eventuali menomazioni nelle forze e ne·l morale ùi uno de-i due partiti o, ciò che fa lo stesso, dello spiccato sopravvento dell'altr o. Non è affatto indispensabile che tali indicazioni generiche siano offerte proprio in quest'ordine, devono però b alzar fuori dal supposto generale, comunque esso sia redatto. Anzi, in questa redazione, che deve rispondere sempre alla misura, come ho già a~cennato, e all a massi~a concisione e chiarezza, può anche sbizzarrirsi la genialità del compilatore, a simiglianza di un pittore che sappia dare l'idea di un paesaggio con pochi colori e pochi tratti di pennello . i7. - Ma non sempre il supposto è comune per entrambi i partiti: " molto spesso - dice il n, 37 delle. vecchie "Norme e prescrizioni per le eseréitazioni ecc . , - ed. i9i3 - la medesima situazione gene.rale s;i presenterà in diversa m·a niera ai singoli partiti, frequ entemente dunqu e converrà immaginare due distinti supposti "· E' ovvio che non è il caso di applicare tale ipotesi quando si prepari una esercitazione a partito uni co, ma credo opportuno fissare qualohe criterio di base. per la sua applicazione nel caso ' di due partiti contrapposti. Innanzi tuùo non certo un capriccio o un semplice desiderio di presentare un caso nuovo dovrebbe indurre il direttore di una esercitazione a partiti contrapposti a formulare due supposti speciali in luogo di un solo supposto generale, ma piuttosto l'opportunità di trarre determinati ammaestramenti dagli sviluppi che le inaspettate chi arificazioni di una situazione nemica, oscura o n ebulosa all'i·nizio, offrono durante l'azione. Occorre poi che, in tali casi, il direttore rifletta che il partito considerato avrà del nemico, nelle condizioni di guerra supposte, soltanto quelle no-tizie generiche che i m ezzi d'info-rmazione a sua disposizione, o semplicemente gli eventi, avranno potuto procurargli. · Infine, non si può escludere che talvolta il partito stesso- possa aver ricevuto notizie · errate, ma. .. fo-ndare il supposto ch e lo- riguarda sopra notizie di tal natura sarebbe lo stesso che cadere nell'irrazionale e n ell'artificioso; ciò dipende dal fatto ch e oggi il ser• vizio inf9rmazioni, sminuzzato- anche nei reggimenti, è molto più perfetto di una volta e ohe nè tale servizio nè. alcun comandante si adageranno mai su notizi e che. non abbiano qualche fondamento . Conçludo perciò ch e è buona norma non attribuire mai ad un partito la conoscenza di notizie errate dell'altro, ma tutt'al più nozioni incomplete o frammentarie, quali in realtà si manifestano .
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PREPARAZIONE DI ESERCITAZIONI TATTICHE
NEL QUADRO DELLE MINORI U NITÀ DI FANTERIA
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19. - Con la dicitura generica di " ordine d'operazione " si l suole denominare quel documento· col quale un comandante comunica ai suoi dipendenti la propria volontà di agire contro il nemico e addita loro i mezzi e i modi per raggiungere lo scopo prefissosi; è evidente che in tale qualifica va compreso anche un qualsiasi piano di difesa . Qui con l'aggettivo iniziale si vuole precisare l'ordine d'operazione che forma l a base tematica di un'esercitazione. Non mi attarderò a riportare le prescrizioni di form a e di sostanza per questo come pe>r qualunque> altro ordine d'operazione (o per un piano di difesa) : non potrei che ripetere quanto hanno pubblicato da tempo in materia la scuola di guerra e la scuola cen- · trale di fanteria e quanto un valoroso collega ha egregiame>nte riepilogato in un suo recente e molto pregevole> studio (i) .
Accennerò piuttosto ad alcune questioni particolari che si riferiscono alle esercitazioni di battaglione o di reggimento. Anzitutto è evidente, per quanto è stato fin qui detto, che, nel caso di esercitazione di battaglione, il direttore deve compilare l'ordine che si suppone emanato da un comandante di reggimento e che, nel caso di esercitazione di reggimento, egli dovrà compilare quello che si su ppone emanato da un comandante della fanteria divisionale o da un comandante di divisione. Alcuni credono indispensabile che per ogni esercitazione l'ordine che compendia il tem:a speciale del partito che opera, sia sempre completo. in ogni sua parte, affinchè alla severa pretesa (un po' scolastica, è vero, ma utilissima ai fini didattici) che chi impara traduca i propri ordini sempre per iscritto (e nella forma più adatta) corrisponda il buon esempio e la buona traccia di chi insegna . . Non mi pare che questa ottima norma, perseguibile sempre nelle · manovre di grandi unità, si debba attuare in ogni caso e in modo così assoluto nelle esercitazioni di unità minori; per queste, che risentono molto più delle prime la tirannide del tempo disponibile per il loro svolgimento, il criterio pratico dovrebbe formularsi, a mio parere, così: - curare la forma minuta, direi pedante, dell'ordine, d'operazione di cui trattasi nel caso in cui uno degli scopi didattici che l'esercitazione si ripromette sia appunto quello della compilazione di un ordine scritto ti), o quando l'insieme degli ammaestramenti da ricavare richieda che nessuna parte dell 'ordine sia omessa; - negli altri casi basterà comprendere nell'ordine ciò che è strettamente necessario per l'esercitazione> immaginata; in altri termini l'ordine, in questo caso, o sarà riportato in stralc.io oppure brevemente riassunto nelle sole parti che interessano l'esercitazione. Chiudo quest'argomento ricordando che, per quanto succinta Pòssa essere la forma prescelta per il tema speciale del partito considerato, esso dovrà sempre contenere le seguenti indicazioni : - forze che costituiscono il partito (rappresentate o supposte ; talvolta, segnate, per quanto ho detto al n. 12); - situazione propria (e cenno di unità laterali o retrostanti); - notizie che dell'avversario il comandante, del partito ha già acquisito all'inizio dell'esercitazione;
(l) Vedasi <<Cooperazione delle armi JJ, fascicolo novembre 1925. Maggiore Tu cci: Manovre ed esercitazioni coi quadri Capo l V.
(l) E' pratico riserv are questo scopo did~ttico alle esercitazioni coi quadri .
B) Tema speciale per ciascun p;trtito. 18. - Ho già avuto occasione, nel precedente n. 14, di r icordare quanto su questo argomento ha prescritto S . E. il Capo di S. M. Generale: in sost1:mza tale nostra Autorità ribadiva il concetto essenziale che il tema speciale per ogni partito si debba concretare in un ordine d'operazione iniziale, in quell'ordine cioè ohe dovrebbe emanare, per il caso preso in esame, l'autorità immediatamente superiore al comandante del partito, autorità che deve essere semp'fe rappresentata dal direttore dell'esercitazione. Ho anche accennato brevemente alle ragioni per le quali credo opportuno considerare le prescrizioni come parte accessoria, ma per lo più indispensabile, di ogni tema speciale, e, più precisamente, come appendice dell'ordine d'operazione, il quale invece come si disse, ne costituisce la parte integrante. Cercherò ora di prospettare successivamente le questioni riguardanti l'ordine d'operazione iniziale di un'esercitazione, e le prescrizioni, limitandomi a queUe degne, di maggior rilievo ..
Ordine d'operazione iniziale.
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NEL QUADRO · DELLE MINORI UN I TÀ DI FANTER I A
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PREPARAZIONE DI ESERC ITAZIONI TATTICHE
- scopo da raggiungere dal comandante del partito (e cenno dei compiti delle unità laterali); - tempo disponibile. Infine gli ordini riguardanti il funzionamento dei serv1z1 saranno inseriti nel tema ogni qualvolta si voglia dare sviluppo allo studio di tale materia; altrimenti essi, pur intendendo che in caso vero non sarebbero mai obliati, per esercitaziOni di minori unità potranno essere taciuti. Prescrizioni.
20. ~ Nel capitolo così intitolato il direttore di una esercitazione co,mprenderà tutte quelle prescrizioni speciali. che (in aggiunta. ai dati tattièi propri~mente detti inseriti ne~l'o rdine d'operazione ini. ziale) egli creda .opportuno stabilire per l'esercitazione elabo rata. S'intende che in taH prescrizioni non dovranno essere compresa mai queùe · di carattere permanente, che il regolamento sinora in vigore (i) comprende nei numeri dal 59 al 70 (inclusi ) e che, opportunamente adattate ai concetti tattici odierni, è da credere saranno quasi integralmente riportate -nel nuovo regolamento. Enumero qui di seguito le prescrizioni più comuni che potranno ritenersi necessarie per esercitazioni di battaglione o di reggimento: a) indicazione dello scopo o degli scopi didattici dell'esercitazione; b) designazione del comandante o dei comandanti di tpartito; degli ufficiali assegnati a ciascun partito (quando trattisi di JJ'lanovra . coi quadri ) oppure delle truppe che ne dovranno far parte; indicazione eventuale del modo come le unità dovranno essere fo rmate (nel caso questo sia diverso dalla loro costituzione organi ca normale) nonchè di quelle unità o specialità menzionate nel tema che, per ripiego, dovranno essere rappresentate da. altre di natura effettiva diversa (per esempio batterie someggiate rappresentate da batterie da montagna); c) convenzioni speciali per segnme elementi vari supposti amici o nemici (vedansi precedenti nn. 9 e 12); d ) indicazione delle ore dell'inizio e del termine dell'esercitazione, della durata eventuale di essa. per più giornate; e) prescrizioni per ranci, rirosi, interruzioni ecc. (eventuali ); (l ) <<No rme ·e pre scrizioni per le eserc itazioni ecc . », ed. 1913.
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' ·n limitazioni contingenti
(per ragioni di spesa, di tempo disponibile, di accidentalità topografiche, di rispetto alle proprietà ecc.); condizioni 'di strade, di corsi d'acqua ecc., in quanto interessano la esercitazione; condizioni meteorologiche o di luce imposte (nelle esercitazioni coi quadri); g) organizzazion e del servizio d'arbitraggio - giudici di campo - (nelle esercitaziOni colle truppe); h ) prescrizioni riguardanti gli spettatori; •i ) assegnazione di compiti . specifici (nelle esercitazionì coi quadri), quali compilazioni di ordini , studi, lavori ecc. agli ufficiali. Da questo elenco risulta evidente che, nel caso di due partiti, le prescrizioni non potranno essere mai comuni ad entrambi, come ho voluto accennare nel precedente n . 14, e per ciò , ripeto, è bene considerarle parte accessoria dell'ordine' d'operazione iniziale riguardante il partito cui interessano . Non tutte le prescrizioni indicate dovranno applicarsi sempre a qualsiasi esercitazione della stessa specie, ma il direttore saprà prescegliere quelle che per _o gnuna saranno più appropriate.
III. -
PREDISPOSIZIONI ACCESSORIE.
21. - Con la compilazione del tema, il direttore. ha indubbiamente svolto il compito più importante che gli compete nella preparazione di una esercitazione delle minori unità, ma egli deve altresì preoccuparsi di decidere, con anticipo conveniente sul momento in cui l'esercitazione dovrà essere iniziata: - quando e dove il tema dovrà essere conosciuto dal comandante o dai singoli comandanti di partito; - quale metodo dovrà essere seguito per lo svolgimento e con quaTi mezzi potranno manifestarsi i propri interventi eventuali ; - se sia il caso di riunire gli ufficiali, e talvolta anche le truppe, o almeno i graduati, ad assistere ad una pr opria breve conferenza preliminare e su quali argomenti questa potrà vertere. Discorrer ò brevemente di ciascuno dei suddetti argomenti .
Consegna del tema agli esecutori. 22. - Quest'operazione non deve essere considerata una semplice form alità necessaria, ma deve essere compiuta a ragion veduta, dopo cioè avere prescelto, in rapporto agli scopi didattici: 7 -
Ri1JÙ!ta Militare Italiana.
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PREPARAZIONE DI ESERCITAZIONI TATTICHE
- o il sistema di lasciare ai comandanti di partito tempo abbondante, che -consenta loro lo studio preliminare calmo, misurato, completo di tutti i dati loro offerti e la sce-lta tranquilla e ragionata della migliore soluzione del primo problema tattico proposto dall'ordine d'operazione iniziale; - oppure il sistema, più ligio alla verosimiglianza di guerra, di ridurre tale tempo solo a quello, ben calcolato, ohe i comandanti stessi avrebbero in caso vero. Il primo metodo sarà più adatto alle- prime esercitazioni, quando cioè gli ese-cutori, · nuovi al lavoro di -cui trattasi, abbiano bisogno di tempo più lungo del normale per bene· orientarsi, tenuto conto ch e gli insegnamenti tanto più facilmente .sono appresi quanto più sono adattati alla mentalità dei discenti; il secondo sistema invece sarà consigliabile quando gli esecutori abbiano già superato le prime incertezze e importi sopratutto plasmare alle esigenze reali della guerra le attitudini dei comandanti e delle truppe. Mi sia concesso dire francamente, a questo punto, che non vi ha ragione che quelle cautele, cui accenna il n. 39 delle vecchie " Norme e prescrizioni ecc. , - ed. 1913 - " di badare particolarmente che non siano note fin .dall'inizio ad alcuno dei partiti le forze assegnate all'altro », abbiano da essere prese proprio per lo scopo così indicato, ma piuttosto per lo scopo che non sia nota a priori la dislocazione delle forze del partito avverso; infatti il conoscere in blocco all'inizio di un 'esercitazione l'entità delle forze complessive dell'avversario poco conta quando poi, nel , corso di ' essa, quelle forze appariranno poco per volta e in luoghi non sempre prevedibili, mostrando così in ogni caso incognite utili e sufficienti per le finalit~ didattiche. Perciò il direttore, per esercitazioni a partiti contrapposti, dovrà sopratutto predisporre affinchè la conoscenza del tema rispettivo sia data a ciascun partito in separata .sede e, quanto al resto, non potrà che fare pieno affidamento sulla naturale riservatezza e sulla serietà d'intenti dei singoli ufficiali, i quali a loro volta sono e devono essere garanti della riservatezza dei propri dipendenti. P er l'attuazione del secondo sistema convt rrà fare in modo-: a) che tutti i partecipanti all'esercitazione siano preventivamente bene orientati circa il supposto riguardante il proprio partito e che tutto sia predisposto in base alle prescrizioni speciali del tema; b) che, invece, l'ordine d'operazione iniziale sia consegnato, in busta chiusa,. sul terreno stesso dell'esercitazione proprio nella lo-
N EL QU ADRO DELLE MINORI UNITÀ DI FANTERIA
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calità e nel . momento in cui verosimilmente il comandante di partito l<? riceverebbe in caso vero.
Metodo di svolgimento. 23. - Non mi soffermerò qui a trattare in modo- partico-lare dei metodi di svolgimento propriamente detti, tanto svariati del resto che una trattazione adeguata di essi mi fafebbe sconfinare troppo dai limiti modesti di questo studio, ma darò quei pochi cenni che mi sembrano necessari per avviare un direttore di esercitazioni di minori unità a prevedere, in sede di preparazione, e predisporre quanto si riferisce al metodo con cui l'esercitazione dovrà svolgersi. La genialità di ogni direttore farà il resto, traendo eventualmente da queste mie brevi note lo spunto per la scelta di un metodo personale . I coefficienti principali, indipendenti dalla personalità del direttore, per la scelta di un adeguato metodo di svolgimento possono ridursi, a mio avviso, ai seguenti: - il grado di addestramento raggiunto o che si presume raggiunto- dagli esecutori , e, come conseguenza, il risultato didattico che si vuole ottenere; - la maggiore o minore facilità d'intesa fra direttore ed eseèutori durante l'esercitazione. 24. - Il grado d'addestramento raggiunto dagli esecutori può orientare la mente del direttore verso l'una o l'altra delle seguenti esigenze ben distinte: - o gli esecutori sonò principìanti e, in tal caso, occorrerà guidarli col ragionamento alla soluzione dei singoli problemi tattici; tale eventualità non si può riferire, almeno nella maggior parte dei casi, ad esercitazioni di battaglione o di reggimento, e perciò in queste il direttore si atterrà al procedimento di cui trattasi solo in via accessoria, quando cioè constatasse deficienze notevoli e non ,r iparabili in altra maniera; - o gli esecutori sono abbastanza provetti e sperimentati, e, in tal caso - da considerarsi normale per esercitazioni di battaglione e di reggimento - converrà lasciar ampio respiro, nei limiti della ragionevolezza, allo svolgimento della loro iniziativa, riservandosi di arginare questa o di rimetterla sulla buona strada solo quando straripasse o deviasse.
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Fissiamo dunque il criterio discriminante che il metodo accentratore, tutto basato su ragionamenti fra il direttore e gli esecutori, si addice di più alla prima esigenza e, più propriamente, ad esercitazioni delle unità minime (squadra - ploto:ne - compagnia) e. che invece per esercitazioni di battaglione e di reggimento il metodo di massima più idoneo è quello di mettere alla prova anzitutto la capacità dei singoli comandanti e poi intervenire,· durante l'esercitazione o al suo termine, quando sia necessario per correggere errori notevoli o si giudichi giunto il momento per conseguire il risultato didattico cuj si tendeva. 25. - Chiarisco il secondo coefficiente . accennato più sopra : a seconda che un'esercitazione si effettuerà " con i quadri , oppure " coo le truppe , , e che un'esercitazione con le truppe si svolgerà " n. partito unico e con nemico supposto , oppure " a partito unico con nemico segnato , oppure " a partiti contrapposti , , il direttore avrà, durante lo svolgimento, maggiore o minore opportunità di esplicare le sue tre note funzioni : informatrice, moderatrice, arbitrale. Infatti in una manovra coi quadri tale possibilità è massima. in ogni caso, perchè il direttore trovasi in rapporto diretto e immediato con tutti gli esecutori; invece tale possibilità va sempre diminuendo da una specie di esercitazione all'altra, nell'ordine su riferito, fi no a quella con truppe a partiti contrapposti, nella qu al ~ la libertà di movimento degli esecutori può più facilmente sottrarsi al controllo vigile del direttore. 1 Questa considerazione addita un altro criterio informatore importante nei riguardi del metodo: a seconda della specie dell'esercitazione il direttore dovrà più o meno preoccuparsi di predisporre i mezzi affinchè i suoi eventuali interventi successivi siano tempestivi ed efficaci. In che cosa potranno consistere tali predisposizioni ? Ne cito alcune, a puro titolo d'esempio, non escludendo che alt re possano ottenere eguali o migliori risultati. Per eser citazioni con le truppe a nemico supposto un mezzo molto pratico, per l'esperienza che ne ho fatto, potrebbe essere quello di segnali di tromba che a.rrestino l'azione in un dete.r minato momento per dar modo al direttore, che si sposti rapidamente (col cavallo o con altro mezzo di trasporto ) da un punto all 'altro , di controllare le posizioni raggiunte, di rettifi care, richiamare, correggere~ far ripetere azioni errate o inverosimili , informare su fatti nuovt supposti. Altri segnali di tromba ordineranno le riprese dell'azione.
NE L QU ADRO DELLE MINORI U NITÀ DI FANTERIA
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P er esercitazioni con le truppe a nemico segnato il direttore dovrebbe anzitutto predisporre le convenzioni relative, di cui ho trattato al n. 9, in modo adeguato agli scopi didattici che vuol conseguire, e, nell'azione, usare i segnali di tromba come nel caso precedente; tali mezzi potranno essere integrati dall'impiego di giudici di campo, con tutte le istruzioni del caso circa le loro funzioni. P er esercitazioni con truppe a partiti contrapposti - parlo sempre di unità che non sono più piccole del battaglione e che non superano il reggimento - si dovrebbe, a mio parere, predisporre in modo accurato il servizio dei giudici di campo, come ebbi già ad accennare al n. 13, e una corrispondente organizzazione, semplice ma sicura, che permetta una rapida intesa reciproca fra direttore e giudici di campo in qualunque momento dell'azione (uso di rapidi mezzi di trasporto da parte dell'uno e degli altri, telefono; ciclisti, portaordini velod ecc. ); non escludo che talvolta possa essere utile, anche in questo caso, arrestare l'azione con segnali di tromba come nei casi precedenti. P eraltro in tutte le esercitazioni ora accennate possono talvolta essere predisposte per lo scopo anzidetto (nelle prescrizioni speciali del tema) una o più interruzioni della manovra in ore opportunamente determinate in anticipo . E' però un sistema rigido che non sempre si adatta bene agli scopi di un'esercitazione di minori unità. Concludo ohe per esercitazioni con le truppe, nelle quali la presenza effettiva dei reparti consente ai comandanti, come in guerra, l'immediata e reale sensazione delle relazioni tattiche, il metodo di svolgimento può concretarsi, almeno in parte, nelle modalità di cui ho sinora trattato o in altre consimili. 26. - Ma dove il metodo di svolgimento, per esigenze diverse da quelle ora dette, ha differenti aspetti e obbliga il direttore a più complessa preparazione disciplinatrice è nelle esercitazioni coi quadri. In queste l'azione dei reparti è costretta a manifestarsi soltanto in un campo teorico, a base di raccolta di dati sui mezzi, sul terreno , sul tempo e sullo spazio, a base di calcoli e di ragionamenti, a base di decisioni scritte dei comandanti ed a base, infine, di riunioni parziali e plena.rie degli ufficiali partecipanti intorno al direttore; in queste riunioni i risultati degli studi suddetti vengono esposti , sobriamente discussi sotto l'abile guida del direttore, e offrono poi a questo il modo di trarre gli ammaestramenti conseguenti (i ). (l) Per chi voles se avere nozione partic olare di <<un >> metodo razio na le per esercitazioni di minori unità coi quadri, cons iglio la lettura d el prege-
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PREPARAZIONE DI ESERCiTAZIONI TATTICHE
Queste complesse ooigenze devono essere disciplinate dal direttore con opportune predisposizioni che, per quanto variate possano essere nella forma, dovranno tendere nella sostanza · ad assicurare : - che tutte le vòlte che sia possibile le riunioni siano tenute sul terreno anzichè in luogo chiuso; - che ogni singolo ufficiale presente abbia nel corso dell'esercitazione materia di studio e di meditazione a l~i personalmente assegnata e che esprima le proprie decisioni tattiche, per esteso o in sunto, sempre per iscritto; - che le eventuali discussioni su tali decisioni scritte guidate dal direttore entro i massimi limiti di serenità e di sobrieta siano ammesse solo fra ufficiali ohe abbiano grado pari o superiore a' quelIo del compilatore (i); e che perciò si effettuino in sede opportuna. Si dovranno prevedere perci0 varie riunioni successive, quando sia necessario, escludendo, caso per caso, gli ufficiali di grado meno elevato del compilatore. Conferenza preliminare !lei direttore.
27. - Nella maggiore parte dei casi essa dovrà considerarsi, a mio parere, necessaria anche per esercitazioni di minori unità, perchè servirà, se non altro, ad agevolare l'indispensabile affiatamento fra il direttore e tutti i partecipanti all'ooercitazione, o almeno i principali di essi. Il restringere la cerchia di simili riunioni ai soli ufficiali oppure allargarla anche ai graduati e talvolta perfino alle truppe dipenderà dal bisogno minore o maggiore che sentirà il diratto re, in rapporto agli ammaestramenti essenziali che l'esercitazione dovrà prooentare, di uniformare ai propri intendimenti la cooperaziona dei soli organi di comando, oppure anche degli organi di esecuzione chiamati a funzionare .da atto·r i principali di essa. vole s tudio, già citato, del magg. Tucci, pubblicato nel fascicolo d i novembre 1925 della «Cooperazione delle armi)), seguito da un esempio pr.a· lico pubblicato nel fasci·colo di maggio 1926 della stessa Rivi s ta. (l) Va tenuto conto che nei reggimentr le riunioni degli ufii.cia li per esercitazioni coi quadri delle minori unità raccolgono elementi di grado sensibilmente differente (dal 'colonnell o al sottotenente) cosa che determina troppa eterogeneità nel ·COmplesso dei discenti. Non così avviene, ad esempio, nelle scjlole dove l'omogeneità delle cognizioni degli a llievi anche se di grado diverso - consente di a·dottare nelle esercitazioni coi quadri il sistema della discussione generale e de lla assegnazione di lavori e s tudr contemporanei ed eguali a tutti gli allievi.
NEL QUADRO DELLE MINORI UN ITÀ DI FA NTERIA
755
La riunione preliminare potrà esser e tenuta sul terr eno, e sarà certamente più proficua che sa fatta in luogo chiuso, quando si avrà tempo in avanzo a quello· da dedicare all'esercitazione, altrimenti non è consigliabile , per tale scopo , sottrarre a questa del tempo prezio-so. In genere è preferibile attenersi al primo partito per esercitazioni di battaglione o di reggimento coi soli quadri; invece per analoghe eser.citazioni da svolgersi con le truppe, sarà per lo più sufficiente conferire preliminarmente con gli esecutori in caserma, con l'ausilio delle carte o dei plastici. In questa riunione il direttore non dovrà certo cimentarsi in saggi di eloquenza oratoria: lo scopo di essa è soltanto quello di chiarire agli esecutori, con parola semplioe e sobria, i propri intendimenti là dove il tema potesse apparire ai lettori troppo conciso. Se tutti gli esecutori avranno avuto in antecedenza il tempo di leggere il tema, non sarà neppure necessario di darne nuovamente le<ttura. Si tratterà soltanto di commentarlo brevemente in quei punti che meritano maggior rilievo. Nessuna norma è possibile dare in-tale materia, che possa servire per tutti i casi; soltanto mi sembra utile ricordare che il commento potrà riferirsi, in linea di massima, ad uno o più dei seguenti punti: - dare speciale risalto alle finalità didattiche dell'esercitazione, oopresse o non espresse nelle prescrizioni scritte; - fare considerazioni eventuali sulle caratteristiche del terreno di manovra in rapporto alle stesse finalità; - richiamare l'attenzione sopra determinati dati offerti dal tema, ehe più interessano il raggiungimento degli scopi didattici summenzionati; - prescrivere quale influenza deve avere il tempo disponibile nella risoluzione dei problemi tattici offerti dal tema e nello svolgimento effettivo dell'esercitazione; - dare sèhiarimenti cir ca le convenzioni stabilite; - fornire indicazioni sul metodo ohe sarà seguito nello svolgimento; - dare schiarimenti speciali ai dubbi eventuali che esprimessero gli ascoltatori. Su questa traccia, che ho appena abbozzato nei limiti consentitemi dalle proporzioni di questo studio, il direttore dovrà pre,p ararsi a quanto crederà nec essario di esporre nell a. breve conferenza preliminare.
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PREPARAZIONE DI ESERCITAZIONI TATTICHE
NEL QUADRO DELLE MINORI UNITÀ DI FANTERIA
757
CONCLUSIONE. Ho raccolto in questo studio quanto mi è sembrato più notevole per mettere in evidenza sopratutto che la preparazione di esercitazioni delle minori unità di fanteria richiede, oltre che una conoscenza profonda della dottrina tattica, uno studio dilig·ente e cure molteplici. Buona parte di queste cure deve essere rivolta ad apprestara agli esecutori la cosidetta " fisionomia di guerra ", che le fin alità dell'esercitazione stessa: reclamano, con ripieghi adeguati, i quali tuttavia devono corrispondere alla massima semplicità e a quella doverosa economia di mezzi che è imposta dalle nostre condizioni di bilancio. La scelta di tali ripieghi troppo si lascia tuttora, a mio parere, alla genialità di chi un'esercitazione dirige : invece particolareggiate disposizioni regolamentari, basate sopra esperienze ufficiali e comple,tè, potrebbero opportunamente disciplinare tale materia e contribuire a dare risultati omogenei fra i vari reggimenti di fanteria e talvolta anche fra i battaglioni di uno stesso reggimento. La preparazione di esercitazioni delle minori unità di fanteria è, a mio modesto avviso, una palestra, forse non abbastanza frequentata da tutti gli ufficiali superiori, che contribuisce molto ad abilitarli alle funzioni del comando in pace e, per naturale riflesso, a quelle del comando in guerra: ma sarebbe una palestra inutile ed anzi dannosa se chi vi entra si limitasse a ripetere a caso un esercizio che sia stato in antecedenza eseguito da altri con altri scopi e con altri intendimenti . Le esercita~ioni che nascono da procedimenti di questa natura, invece che .da un metodo didattico razionalmente seguito, sono sempre sterili nei risultati. Il tema, come dissi, deve rappresentare il succo, la sintesi del lavoro analitico precedente, e come tale essere espressione genuina della propria personalità di istruttore: naturalmente in te:inpo di pace la capacità tattica di un ufficiale superiore non si esprime soltanto nell'azione effettiva di comando ma anche nella direzione di un' esercitazione· tattica delle minori unità . Uao SPREGA Ten. colonnello di fanteri a
TEMI TATTICI (schemi) riguardanti il
BATTAGLIONE E IL REGGIMENTO DI FANTERIA da svolgere in sede di addestramento
AVVERTENZE L - La prima ripartizione della màteria in otto e sette casi generali raggruppamenti ·c ontrassegnati da numeri romani - si fonda, per utile metodo didattico, suHa dislocazione in cu i si suppone trovarsi l'unità considerata ri.s petto ad altre unità della stessa forza o di maggiore entità. 2. - Fra i casi g·e nerali anzidetti (raggruppamenti) quelli che s' id entificano col vero e proprio combattimento sono più ampiamente analizzati e suddivisi, per metodo didattico e per facilità di consultazione, in quattro (o meno) gruppi distinti, a seconda che si ·c onsideri guerra di moviment ~ o guerra di posizione e attacco o dife.sa (donde i contrassegni , per ogm gl'luppo, M. A. (M ovimento - Attacco), M. D. (Movimento - Difesa) , P. A., (Posizione - Attacco ), P. D. (Posizione - Dife sa) . Quelli, invece, il cui studio può anche non sboocare nel combattiment~ (battaglione di seconda linea, avanguardia ecc. ), compendiano in poch1 temi o in un solo enunciato i casi particolari che possono offrire. 3. ~ Ogni tema è ·c ontraddistinto da un numero arabo e pertanto, quando sia riferibile integralmente ad altro caso generale, esso è richiamato con la semplice indicazione del numero stesso. · 4. - I temi segnati con asterisco (*) si adattano non solo alle esercitazioni con le truppe, ma anche, e talvolta come a sede più propri a, alle esercitazioni con i quadri. 5. - I temi scritti in corsivo riguardano o azioni concomitanti o fas i molto importanti o problemi tattici particolari di temi pre.cedenti , per i quali è consigliabile procedere ad un esame a parte e bene approfondtto.
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PR ièP ,\IU Z IO:-IE DI ESERCITAZION I TATTI CH E
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NEL QUADRO DÈLLE :.\UNORI UN ITÀ DI FANTERIA
quella a diretto appoggio, con l'aviazione da ricognizione per fan teria, coi
BAT'l'AGLIONE DI F ANTEJUA
I M. A. -
Guerra
BATTAGLIONE DI PRHIA LINEA INQUADRATO (]i
moYimento -
Attacco.
• l) e~ame generale dell'ordine di avvicinamento . (forma, specialmente se scritto; se è in rapporto con la situazione - specialme.nte 'azione 'dell'artigli eria e osservazione aerea nemiche - col terreno, con Io scopo da conseguire, col tempo e coi mezzi a di.sposizione per passare all 'attacco, coi movimenti dei reparti l'aterali ); • 2) esa me particolare dell'opport unità o m en o di suddividere la compagn ia mitragliatrici pewnti, le eve ntuali altre armi d'appoggio extraor·ganico e l'artiglieria per l'accomp agna mento all'inizio de ll'avvicinament o;
3) esecuzione dell'avvicinamento di giorn o; 4) esecuzione dell 'avvicinamento· ,dj notte; • 5) esame partico lare d ell'e splorazione, della sic urezza, dei collegamenti du rante ·l'avvic ina mento; • 6) esecuzion e della presa eli con tatto e c hiarificazion e d ella situaz ion e nemica (esame particolare d el caso in cui l'esplorazione non sia stata sufficiente a fornir e i dati indispensabili sul n emico e quindi, p er de cision e di competenza esclu siva di comandanti superiori, si ricorra, a complemen to dì essa, acl un combattimento preliminare ); ·
• 7) esame generale dell 'ordine per l'attacco (forma, speci a lmente se scritto ; se è in rapporto con la situazione, col terre no, con Io scopo da conseguire, col tempo e coi mezzi a disposizione per svolgerl o, eon i compiti dei reparti late rali ); • 8) esame partico lar e dell'opportunità o m eno, nel caso di due compagnie in• primo scaglione, di s ta bilire le esten•s,i oni della front e e della profondità dell'una diverse da quelle dell'altra, oppure eli dosare fra ess e diversamente le armi extra organico age nti in loro appoggio, oppure di adottare il sistema misto ; • 9) esa me partico lare dell'opp ortunità o m eno di suddividàe la compag nia mitrag liatrici pesa nti, le eve ntuali 'àltre armi d'appoggio extraorganz co e l'artiglieria per l'accompagnamento all'inizio dell'atta cco · • 10) esame part ico lare della base di part en za per l'attacco; ,,
11) assalto e inizio della penetrazione ; 12) svolgiment o della penetrazione; 13) a'Zione p erso nale d ei co m andanti delle co mpagnie imp egnat e e ~el comandante di battaglione dwrante l'attacco (a ttività informativa verso z comandanti sup eriori e az ion e coordinatric e ed eve ntualm ent e correttiva ve rso i so ttoposti ); • 14) funzionamento dei collegamenti durant e l'attacco (n e ll'interno del ba ttaglion e, coi r eparti lrtf erali , con l'artiglieria in acco mpag nam en to , aon
carri armati );
. .
.
.
15) soste su linee prestabilite; s ic urezza della posiziOne raggmnta,
esplorazione, collegamenti, r ifornimenti; . . . . • 16) assegnazione di nuovi obiettivi alle compagm e d1 pnmo scaglione, . , . in conseguenza di un cambiamento di situazione; • 17) di slo cazion e, movimento du•rante l'a ttacco d ell e annz cl appoggw. a disposiz ion e del co m andante di battag lione e loro impi ego sia n.e l caso dz migliorare un successo parz iale, sia n el caso di parare. ad un parzza le znsuccesso quando le armi d'appoggio de ll e com pagnze zmpegnate non szano più sufficien ti; . . . 18) dislocazio n e, movimento durante l'attacco de l rznca lzo a : dzsposz• zione del comandante d'i battaglione e suo impiego sia nel caso dz mzglw• rare un successo parzia le, sia nel caso di parare ad un parziale in s ucces~~ quando i m ezzi a di s po sizio n e delle com pagnie imp egnate non szano pzu sufficienti; ricoslituzione del rincalzo dopo averlo zmpzegato; . 19) arresto del battaglione per effetto della resistenza nem1ca, nonostante l'impiego di tutti i mezz i a disposizione, prima di raggi ungere l'obiettivo ; • 20) azione del battaglione che abbia raggiunto l'obiettivo: predi sposizioni avverso i contrattacchi nemici e reazione ad essi ; • 21) in oaso di r esiduo di capacità offensiva, passaggio da un primo obiettivo raggiunto ad obiettivi suocessivi; • 22) il battaglione nell 'inseguimento; • 23 ) impiego, p er . /'attacco, dell'artiglieria zn acco mpagnam ento a
disposiz ion e d el comandante di battaglion e; • 24) coo rdinamento eventuale dell'azione dell'artig lieria a dil'etlo appoggio che agisce nel terreno d'attacco del battaglio n e; . . . • 25) impiego, per l'attacco, di una sezione carrz armatz legg en a dzsposiz ion e del comandante del battaglio n e; . . . • 26) coordinamento eventuale dell'az ione d ell'a viazio ne da rz co gnzz zone in sei'IJ'izio di fantel'ia c he agisce al disop ra del terr eno d'attacco del b.attaglione; cooperazione normale del co mando di battag.li o ~ e alla sua az zone ; • 27) coo rdinamento eventuale d ell'az ione dell'avzazzone da caccza (da co mbattim ento) che agisce al disopra d el terreno d 'attacco del battaglzone;
• 28) funzionam ento, durante l'attacco, delle misure di difesa contro gli aerei coi mezzi a d isposizione del comando di battaglione; . . . • 29) funzionam en to, durante l'attacco, delle mi sure precauz10n alt e d1 dif.esa antigas coi mezzi a disposizione del comando di battaglione: • 30) funzionamento , durante l'atta.oco, degli organ i di battagll one addetti al servizio rifornimento munizioni ; • 31 ) f,unzionamento, ·durante l'attaoco , degli organi di batta gli one addetti al servizio sanitario; • 32) funzionam ento, durante l'attacco, degli organi di baltagli one addetti al servizio di ve ttovaghamento;_ 33) funzionamento, durante l'atta-cco, degli organi di battagli one ~d~ detti allo sgombero prigionieri , arm i' nemiche non impiegabili e materiali nemici importanti ·Cattu ra ti .
761
NEL QUADRO DELLE MINORI UNITÀ DI FANTERIA
760
PREPARAZIONE DI ESERCITAZIONI TATTICHE
.* 50) funzionam ento, durante la difesa, degli organi di battaglione ad-
l\1. D. -
Guerra di movimento -
Difesa.
• 34) ricognizione di una posizione difensiva ·c he il battaglione deve
presidiare; • 35) esame generale del piano di difesa del battaglione (forma, specialmente se scritto; sè è in rapporto con la situazione; col terreno, con lo scopo da conseguire, col tempo e coi mezzi a disposizione per svolgere la difesa, coi compiti dei reparti laterali); • 36) esame particolare dell'organizzazione del fuoco (fucili, mitra gliatrici leggere e pesanti, cannoncini, lanciabombe, artiglierie divisionali agenti nella sezione del battaglione, appoggi di fuoco dei reparti la terali e nelle sezioni lat erali ) e della conseguente dislocaz ione delle truppe nella zona ài sicurezza e sulla posizione di resistenza; • 37) esame particolare del piano dei collegamenti (nell'interno del battaglione, coi reparti laterali, con l'artiglieria divisionale agente nella sezio n e del battaglione, con l'aviazione da ricognizione per fanteria agent e nel cielo d'el battaglione , eventwalmente, in caso di co ntrattaèchi, coi carri armati); • 38) esame particolare d ell'orga nizzazione del servizio d 'osservazion e coi mezzi del comando di battaglione; • 39) esame particolare del contrattacco col rincalzo di battaglion e e dell'eventuale passaggio al contrattacco con parte o con tutte le trupp e del primo scaglione; tiri di ingabbiamento . delle armi d'a ppoggio; • 40) esame particolare dell'organizzazione di battaglione antia erea, anticarri, antigas ; · 41) esecuzione della difesa in caso d 'a ttacco nemico nella zona di sicu-
rezza e sulla posizione di resistenza ; coordinamento dell 'azione dell 'artiglieria e dell'aviazione; 42) azion e personale dei comandanti delle compagnie impegnate e del comandante di battaglione durante la difesa (attività informativa verso i co mandanti superiori e azione coordinatrice ed eventualmente correttiva verso i sottoposti) ; . • 43) dislocazione ed impiego delle armi d'appoggio a disposizione d el co mandante di battaglione; • 44) dislocazione ed impiego del rincalzo a disposiz ione del comandante di battaglione ; 45) r espinto l'attacco, inseguimento, oppure mantenimento del con-
tatto col nemico; 46) in .caso di parziale o totale insuccesso, dopo esauriti tJu.tti i mezzi a disposizione, azione di parziale o totale ripi egamento su posizioni prest.abilite retrostanti; . 47) funziona'm ento dell e mis ure di difesa contro gli aerei eventualmente prese coi mezzi a diretta disposizione ' del comando del battag lione; 48) funzionamento delle misure di difesa antigas prese coi mezzi a dir etta disposizione del comando di battaglione; • 49) funzionam ento degli organi di battaglione addetti al servizio nforniment o muniz ioni , durante la difesa;
detti al servizio sanitario ; . • 51) funzionam ento, durante la difesa, degli organt di battaglione addetti al servizio di vettovagliamento; . . . . . 52) funzion amento, durante la difesll, dello sgombero pngronren, armr
nemiche non impiegab ili e materiali n emi·ci importanti catturatr. p. A. -
Guerra di posizione -
• 7) -
•8) -
Attacco.
• 9) (come nel caso M. A. );
• IO) esame particolare dell'organizzazione della base di partenza in
dipendenza del tempo disponibile per l'attacco;.
,
. .
Il) - 12) - 13) - • 14) - 15) - 16) 17 ) - 18) - 19/ - 20: • 21) - • 22) - • 23) - • 24) - • 25) - • 26) - • 27) - • 28) - . 29) -• 30)- • 31) -
P. D. -
• 32)- 33) (come nel caso M.A. ).
Guerra di posizione ·-
Difesa.
• 34)- • 35)- • 36) (come nel caso M. D.) ; • 36-a (53) esame particolare dei lavori per l'organizzazione di un grosso
caposaldo pre sidiato da un intero battaglione (l ); • 36-b ·(54) esame particolar·e delle direttive del coma ndante di battaglione circa i la vori dell'organizz az ione della zo na di sicurezza e della posizione di resistenza ; 36)-c (5'5) esame partico lare dell e direttive del comandante di battaglione circa le misure di difesa con'tro eventuali attacchi so tt erra nei: ubicazione dettagliata dei po s ti d'ascolto; • 37) - • 38) - • 39) - • 40) - 41 ) - 42) - • 43) - • 44) - 45) 46) - 47) - 48) - • 49) - • 50) - • 51) - 52) (come nel caso M. D.).
II M. A.. M. D. P. A ;
P. D. -
BATTAGLIONE DI PRIMA LINEA D'ALA
Guerra .di movimento - Attacco (dal n. l al n. 33). • Guerra di movimento - Difesa (dal n. 34 al n . 52). • Guerra di posizione - Attacco (dal n . 7 al n. 33). • Guerra di posizione - Difesa (-dal n. 34 al n. 55).
III -
BATTAGLIONE ISOLATO.
M. A. - • Guerra di movimento - Attacco (dal l al n. 33) (nel tema n. 6 omettere le parole <<per decisione di competenza esclusiva dei comandi superiori )) ). (l) P er le considerazioni espresse nell:t not<L (l) dell"' P"'g. 532 l ' organizza.zione di capisaldi o centri r esistenza di minore entità. va studiata, a seconda. della forza destinata, caso per cnso a. preSidiarli , nelle esercitazioni d~lle unità corrispondenti : compagnia , plotone , squadra.
di
762
PREPARAZIONE DI ESERCITAZIONI TATTICHE
M. D. ~ • Guerra di movimento - Difesa (dal n. 34 al n, 52 ). P. A. - • Guerra di posizione - Atta·cco (dal n. 7 al n. 33 ).
IY -
BATTAGLIONE DI SECONDA 'LINEA
NEL QUADRO DELLE MINORI UNITÀ DI FANTERIA
763
· · d1'sposizione per passare all'attacco, coi seguire -col tempo e col mezz1 .a . . . movimenti delle colonne lateralr );
• 2) esame particolare dell'opportunità o meno dz sud~wzdere la c~mpagnia cannoncini, le eve ntuali altre armi d'appo_ggio e~tr·aorganzco;. la~ tiglieria d'accompagnam ento e la squadriglia carn armatz leggert al! zmzw
dell'avvicinamento;
lll. P. A. -
Guerra <li movimento o <li posizione -
Attacco.
• 56) durante l'avvicinamento (collegame_nto col battaglione di prima linea); • 57) durante l'attac-co (collegamento .col battaglione di prima lin ea); • 58) durante l'inseguimento (co llegamento col battaglione di pri ma linea); • 59) s-cavalcamento ·di un battaglione di prim·a linea (collegam ento .col battaglione di prima linea); • 60) contegno di un battaglione scavalcato da altro reparto (collegamento col battaglione d i prima linea) ;
:n. P. D.
-
Guerra di movimento o di 1wsizione -
Difesa.
' 61) organizzazione difensiva della zona di schieramento dei battag lioni di seconda linea; • 62) contegno durante l'attacco nemico - collegamento col battagli one di prima linea; • 63) azio ne, durante la difesa, nel contrattacco oppure (eccezional mertte) nel tamponamento di una falla della posizione di resistenza oppu re della zona d.i schieramento dei battaglioni di seconda linea; • 6fl sostituzione di un reparto di prima linea. V -
* BA1'TAGLIONE D'AVANGUARDIA- ISOLATO- INQUADRATOD' ALA - RINFORZATO O NON da artiglieria e da altre armi o specialità. VI - * BATTAGLIONE FIANCHEGGIANTE - ISOLATO- INQUADRATORINFORZATO O NON da artiglieria e da altre armi o specialità. VII - "' BATTAGLIONE DI RETROGUARDIA ISOLATO - INQUADRATO D'ALA - RINFORZATO O NON <la artiglieria e da altre armi o specialità. VIII - *BATTAGLIONE IN AVAMPOSTI (reg·olari, di ma1·cia, di combatti· mento). - ISOLA'fO ·- INQUADRATO - D'ALA - RINFORZATO O NON da artiglieria e da altre armi o S})ecialità.
REGGIMENTO DI FANTERIA I lU. A. -
REGGIJUENTO DI PRilUA LINEA INQUADRATO
Guerra <li movimento -
Attacco.
-· l ) esame generale dell'ordine per l'avvicinamento (modalità di co mpilazione; se è in rapporto con la situazione - specialmente fuoco dell 'artiglieria e osservazione aerea nemica - col terrèno, con Io scopo da con-
3) esecuzione dell'avvicinamento di giorno; 4) ese-cuzione dell'avvicinamento di notte; • 5) esame particolare dell'esplorazione, della sicurezza, dei collega-
menti dwrante l'avvicinamento; . . • 6) esecuzione della pre sa di contatto e chiarificazione della_ sztuazwn~ nemica ( esame · particolare del caso in cui, quando l'esplorazwne non e stata sufficiente a fornire i dati indispensabili sul nemico, si r~corra, a complemento di essa e per decisione di competenza esclusiva d·ez comandz superiori, ad un combattimento preliminare); . . . .
• 7) esame generale dell 'ordine per l'attacco (modalità d1 compilazw_ne; se è in rapporto con la situazione·, -col terreno, con lo scopo da co~ segmr_e~ col tempo e -coi mezzi a disposizione per svolgere l'attaeco, con 1 compiti delle truppe laterali); • 8) esame particolare dell'opportunità o meno, nel caso di due battaglioni d'i prima linea schierati per ala, di stabilire le estensioni del!~ .fronte .e della profondità dell'uno diverse aa qriP.lle dell'altro, oppure dz _dosare .d iversame-nt e fra essi le armi extraorganic0 agenti in loro appoggz~, oppure di adottare il sistema misto; . . · ,. . . • 9) esame particolare dell'opportunità o meno di suddwzdere, al!znzzz_o dell'atta~co, la compagnia .cannoncini, le eventuali altre armi d'appoggzo .eJJtra organico, l'artiglieria d'aaompagnamento e la squadriglia carri ar-
mati leggeri; • lO) esame particolare della scelta de lla base di partenza per l'attacco;
11) assalto e inizio della penetrazione; 12) svolgimento della penetrazione; 13) azione personale dei comandanti dei battaglioni impegnati e del comandar~Ae del reggimento durante l'attacco (attività informativa verso i comandanti superiori e azione coord inatric e ed eventua lment e correttiva verso
i sottoposti) ; • 14) funzionamento dei co ll ega menti durante l'a.ttacco (nell'interno del reggimento, con le tmppe laterali, con l'artiglieria d'accompagnamento a disposizione del comando del reggimento, con quella a diretto appoggio .c he agisce nel terreno d'aftacco del reggim ento, con l'aviazione da ricognizione per fanteria che agisce al disopra dello stesso terreno, eventua lment e
-coi carri· armati);
15) soste .su linee prestabilit-e; sicurezza della posizione raggiunta, €splorazione, collegamenti, rifornimenti; · • 16) .ass·e gnazione di nuovi · obiettivi al battaglione di prima linea, in conseguenza di un cambiamento di situazione; • 17) dislocazione, movimento durante l'attacco delle armi d'appoggio
-a disposizione del comandante di reggimento e loro impiego sia nel caso di migliorare un successo parziale sia nel caso di parare ad un parziale insuc-
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PREPARAZIONE DI ESERCITAZIONI TATTICHE
cesso quando le armi di appoggio dei battaglioni impegnati non siano più suf(ìcienti; • 18) dislocazione, movimenti durante l'attacco della riserva di reggimento e suo impiego, sia nel caso di migliorare un successo parziale sia nel caso di parare ad u·n parziale insuccesso quando i mezzi dei battaglion i impegnali non siano più suf(ìcienti; I9) arresto del reggimento, prima di mggiungere l'obiettivo, per effetto della resistenza nemica, nonostante l'impiego di t~tti i mezzi a disposizione; • 20) azione del reggimento che abbia raggiunto l'obiettivo: predisposizioni contro i contrGttacchi nemici e reazione ad essi · • 21) in caso di residuo di capacità ofiensiva, pass~ggio da un primo obiettivo raggiunto ad obiettivi successivi; • 22) il reggimento nell 'inseguimento e coordinamento della sua azione con quella dell'artiglieria divisionale eventualmente ass-e gnata, in questa fase, al reggimento; • 23) impiego, per l'attacco, dell'artiglieria d'accompagnamento a disposizione del comandante del reggimento; " 24) coordinamento eventuale dell'azione dell'artiglieria a diretto appoggio che agisce nel terreno d'attacco del reggim ento; " 25) impiego, per l'attacco, di una squadriglia carri armali leggeri a disposizione del comando d'i reggimento; • 26) coordinamento eve ntuale dell'azione dell'aviazione da ricognizion e per fanteria che agisce al disopra del terreno d'attacco del reggimento; cooperazione normale del comando di reggimento alla sua azione; • 27) coordinamen,lo eventuale dell'azione dell'aviazione da caccia (da combattimento) che agisce al disopra del terreno d'attacco del reggimento ; • 28) funzionamento, durante l'attacco, delle misure di difesa contro gli aerei -coi mezzi a disposizione del ·comandante di reggimento; 29) funzionamento, durante l'attacco, delle misure precauzionali o di difesa antigas coi mezzi a disposizionA del comandante di reggimento; • 30) funzionamento reggimentale, durante l'attac!:o, del servizio r:fornimento munizioni; • 31 ) funzionamento reggim entale, durante l'attacco, del servizio sanitario; • 32) funzionamento reggimentale, durante l'attacco, del servizio d i vettovagliamento; 33 ) funzionamento reggimentale, durante l'attacco, dello sgombero prigionieri, armi nemiche non impiegabili e materiali nemici importanti catturati.
M. D. -
Guerra di movimento -
Difesa.
• 34) ricognizione di una posizione difensiva che il reggimento deve presj.diare; • 35) esame generale del piano di difesa del reggimento (modalità di compilazione ; se è in relazione con la situazione, col terreno, con lo scop o-
NEL QUADRO DELLE MINORI UNITÀ DI FANTERIA
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da conseguire, col tempo e coi mezzi a disposizione per svolgere la difesa, con i compiti delle truppe laterali); • 36) esame particolare dell'organiz zazione del fuoco (mitragliatrici pesanti, cannoncini, lanciabombe, artiglieria divisionale agente nel sottosettore del reggim ento; appoggi di fuoco dalle truppe laterali e nei sottosettori laterali) e della conseguente ripartizione e dislocazione delle truppe nella zona di sicurezza, sulla posizione di resistenza e nella zona di schieramento dei battaglioni d'i seconda linea ; • 37) esame particolare del piano reggimentale dei collegamenti (nell'interno · del reggimento, con le truppe laterali, con l'artigliaia divisionale agente nel sottosetlore del reggimento, con l'aviazione da ricognizione per fanteria agente nel cielo del sottosettore, eventualmente coi car>ri armati leggeri messi, per i contrattacchi, a disposizione del comandan te del reggimento ) e del serviz io d'osservazione reggimenta-le; • 38) esame particolare delle disposizioni reggimentali per ii contrattacco con la riserva e per l'eventuale passaggio al contrattacco con parte c con tutte le truppe di prima linea; tiri d'ingabbiamento delle armi d'appoggio; • 39) esame particolare delle direttive reggimentali per l'organizzazione antiaerea , anticarri, antigas e della predisposiz ione dei mezzi a disposizione del comando di reggimento; 40) esecuzione della difesa, in caso d 'attacco nemi-co sulla posizione di resistenza ed, eventualmente, nella zona di schieramento dei battaglioni di seconda linea; nel caso di due battaglioni schierati in prima linea per ala, coordinamento della d ifesa svolta da essi; -c oordinamento dell'azione dell'artiglieri a, -dell 'aviazione da ricognizione per fanteria e, eventualmente, da combattimento prima e durante l'attacco nemi-co; attività informativa dei comandanti dei battaglioni impegnati e del comandante del reggimento· verso i comandi superiori; • 41 ) dislocazione ed impiego delle armi d 'appoggio (canno ncini, lanciabombe, mitragliatrici pesanti extraorganico) rimaste a disposizione del coma1ndante di reggimento; ' • 42) dislocazione ed impiego della riserva di reggimento; • 43) respintQ..I'attacco, · inseguimento, oppure ma-ntenimento del contatto col nemico; 44) in caso di parziale o totale insuccesso, dopo -e sauriti tutti i mezzi a .disposizione, azione di parzi~l~ o totale ripiegamento su posizioni prestabilite retroslanti; 45) funzionamento dell'organizzazione antiaerea con la compagnia armi pesanti del battaglione di. seconda linea o con altre mitragliatrici extraorganico messe a disposizione del com~ ndo di reggimento; 46) flllnzionamento delle misure di difesa antigas prese coi mezzi a diretta disposizione del comando di reggimento; • 47) funzionamento reggimentale, durante la difesa, pel servizio rifornimento munizioni; • 48) funzionamento reggimentale, durante la difesa, del servizio sanitario ; • 49) funzionamento reggimentale, durante la difesa, del se:r;vizio di vettovagliamento; 8 - Rivista Militare Italiana.
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PREPARAZIONE D r ESEHC ITAZIO NJ TATTI CHE EC C.
50) funzionGmento reggimentale, durante la difesa, dello sgombero prigionieri, armi nemiche non impiegabi li e mGteriGli nemici imp ortanti catturati; P. A. - *Guerra di posizione - Attacco. • 7) - • 9) (come .nel caso M.A.); • lO) esame particolare della scella della base di partenza e delle dir ettive reggimentali per la sua organizzazione in dipendenza del temp o dispo nibile; 11) - • 17?-- 13) - • 14) - 15) • 16) - • 17) - • 18) - 19) • 20) - • 21) - • 22) - • 23) - • 24) • 25) • - • 26) - • 27) • 28) - • 29) - • 30) - • 31) - • 32) - • 33) - (come nel caso 1\i.A. ).
NOTIZIARIO
P. D. - *Guerra di posizione - Difesa. • ~4) - • 35) - • 36) - (come nel caso M.D.); • 36-bis) - (51) esame particolare delle direttive del comandante di reggimento circa i lavori per l'organizzazione della z ona di sicllrezza, d ella posizione di resistenza, della zona di schieramento dei battaglioni di seconda ·linea; ' • 36-ter) - (52) esame particolare delle direttive del comandante del r eggimento circa le misure di difesa contro gli atta cc hi sotterranei: ub icrtzione so mmaria dei posti d'ascolto;
• 37) - • 38) - • 39) - 40) - • 41) - • 42) - 43) 46) - • 47) - • 48) - • 49) - 50) (come nel caso M.D.).
M. A. M. D. -
P. A. P . D.
• • • •
44)
45) -
Il - * REGGilUEN'fO DI PRIMA LINEA D'ALA Guerra di movimento - Attacco (dal n. l al n. 33 ). Guerra di movimento - DifesG (dal n. 34 al n. 50). Guerra di posizione - Attacco (dal .n. 7 a l n. 33 ). Guerra di posizion e - Difesa (da l n. 34 al n. 52).
III - * REGGIJUENTO ISOLA'fO M. A. - • Guerra di movimento- Atta.cco (dal n. l al n. 33 ) (nel tema n. 6 omettere le parole «per decisione ·di competenza esclu siva dei comand i superiori )) ). M. D. - • Guerra di movimento - Difes.a (•dal n. 34 Gl n. 50). M. A. - • Guerra ·di posizione --,- Attacco (dal n. 7 al n. 33). IV-* REGGIMENTO D'AVANGUARDIA - ISOLATO -INQUADRATOD'ALA - RINFORZA'l'O O NON da artig·lieria e da altre armi o specialità. V - "REGGilliENTO FIANCHEGGIANTE - ISOLATO - INQUADRATO RINFORZATO O NON da artig·Iieria e da altre armi o specialità. VI - * REGGHIENTO DI RE'l'ROGUARDIA ISOLATO - INQUADRATO D' ALA - RINFORZATO O NON tla artig·Iieria e da altre armi o S})eCialità. VII - * REGGIIIIEN'l'O IN AVA.MPOSTI (regolari, <li marcia, di combatti· mento) -- ISm,ATO - INQUADRATO - D'ALA - RINFORZ ATO O XON tla artig·lieria e tla altre armi o S})ecialità.
DALL'ESTERO
Addestramento. ROMANIA -
Cong·edi per studi ad ufficiali.
Allo scopo di permettere ·c he uffic iali possano specializzarsi in determinati studi e servizi, in paese e all 'estero, è stato stabilito che, compatibilmente colle esigenze dei corpi, un certo numero di uffidali usufruisca di appositi ·c ongedi per studi. Gli ispettorati di arma e servizio d'ebbono all'uopo stabilire le specialità e le funzioni per le quGli sia necessaria detta preparazi ~ne in altre scuole che non ·siano quelle militari romene. La destinazione degli uffi.ciali ha luogo tenendo conto delle loro speciali aspirazioni e altitudini, previo apposito esGme.
Ordinamento e reclutamento. ROMANIA -
•
Prog·etto di leg·g·e sull'avanzamento nell'esercito.
Per quanto ]:;t. legge di avanzamento in vigore dati solo dal luglio 1924 è stato presentato un nuovo progetto di legge allo scopo •d'i ott-enere una maggiore selezione, di faci litare l'accesso ai gradi superiori, di sfollare i troppi ufficiali superiori e generali attualmente impiegati in compiti inferiori al loro grado. Il nuovo progetto: - prevede una dimi nuzione nell 'anzianità minima di spal!ine prescritta per ciascun gr.ado per la promozione ; · - fi ssa nuo vi criteri di avanzamento; aumenta le proporzioni dell'avanzamento .a scelta ed Gmmette poi che i tenenti colonnelli possan o anche es sere promossi ad anzianità e non esclusivamente a scelta · · - dà nuove norme· per il servizio alle truppe allo scopo dl evitar e che gli ufliciali stiano troppo temp o lontan o dai reparti ;
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NOTIZIARIO
NOTIZIARIO
- eleva i limiti di età per i capitani e i suballer ni e li manli ena immu,tati per gli ufficiali superiori e generali e stabili s-ce che p er questi ultimi il periodo trascorso in guerra -si a calcolato al d'o ppio come anni di servi zio; - stabilisce che il massimo grado della gerarchia militare in pace sia quello di generale di divisione e, -c he il grado di generale di corp o d'armata sia conferito solo in guerra o all 'atto del collocamento nella riserva; - modifica la di sposizione p er cui gli ufficiali che occupavano cariche sedentarie potevano benefi ciare dell'avanzamento senza avere i requisiti richiesti per gli ufficiali combattenti; - abolisce gli esami per conseguire il grado di generale; - crea un corpo di •ufficiali tecnici.
E' a ppunto il cor so di «Impiego delle armi nel _combattimento JJ . ne! suo svilupp o teorico-pratico, che dà norma per lo svolgimento d1 butti g lt
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altri corsi. . r · (" t · ge Un grande sviluppo è dato al programma .di arti~ Iena 1s ruzwne : nerale e militare ), per modo che l'ufficiale d1 fantena s~a ab ilitato ~ co prire le funzioni dell'ufficiale di artiglieria, nel quadro d1 una battena da campagna. Tt · f s") iene Gran de sviluppo (come in tutte le altre scuole mi 1_an rance 1 v ·dato all'in segnamento teorico e pratico dei collegame~t1. . . I vari insegnamenti sono .sussidiati da un largo 1mp1ego del cmematografo. INGHILTERRA -
Scuole e corsi va ri. FRANCIA -
La scuola speciale militare di Saint-CYI·.
La scuo la di Saint-Cyr è, com 'è noto, la scuola di reclutamento degl! uflìciali in S. A. P. di fanteria e cava lleria, e degli !Ufficiali di fanteria di riserva. Gli allievi uffi-ciali in S. A. P. di fanteria e di cavall eria vi entrano con un esame di concorso, e dopo un corso di due anni escono sotlotenenti. Gli allievi ufficiali di riserva provengono dai giovani usci ti dalle scuole civili :s uperiori con brevetto di prepara,zione militare superiore, ovvero dai soldati di leva dopo sei mesi di .servizio. Compiono a Saint-Cp un corso di sei mesi, dopo il quale sono nomi nati sottotenenti e invia ti m reggimenti per ultimare la ferma di 18 mesi. Anche presso l'« E cole d'infanterie di Saint-Maixent », dove si recluta no gli uffi-c iali di fanteria provenienti dai .s ottufficiali , vi è un corso di allievi ufficiali di . riserva, colà distaccato per esigenze >d'i locali, ma in tutto simile a quello di Saint-Cyr. L'istruzione general-e e l'istruzione militare che una volta erano trattate q:uasi separatamente, ora (per quelle materie che lo comportah o) si compenetrano strettamente. L'istruzione generale è il substrato prep aratorio per que ll a militare, e viene perciò adeguata alle n ecessità di questa. I programmi dell 'istruzione generale sono cioè stabiliti in relazione a quanto l'allievo ha necessità di conos•cer e, in linea teorica, per poter svilu ppare la parte pratica. . L'istruzione general e si svolge in stretto co ll egamento con quella mi!Jtare ; d programma dell e varie materie dell'istru zion e generale da trattare in 1un trimestre, è redatto in conformità dello svi luppo che il direttore de ll 'istruzione militare dà al suo programma pratico. ' Non esiste più il corso di «tattica JJ. Questo nome è stato sostituito da quell o di « Impiego delle armi nel combattimento » che ma rca me()"li o l'esistenza di una tattica unica, anzichè di tattiche distinte per ciasc~na a rma.
Scuola mitragliatrici.
La scuola delle mitragliatrici trovasi a Bulford, a qualche miglio da Salisbury. E' comandata da un colonnello. . . 11 personale istruttore si .c ompone di 7 uffiCiali (maggiori e capitan i) e di akmni sottufficiali s pecialisti. P er le eserdtazioni la s•cuola dispone di: 1 poligono aperto per tiri Lattici, della lunghezza di circa 7 km. e della larghezza d i 5-6; di ci r ca 2000 1 poligono per tiri di classificazione della lungh ezza m etri e largo 120 metri, con 4 linee di tiro; . . . 1 poligono per tiri con munizio·ni s.pec~al_I ~hiamate « ball ammu' nition JJ , c he, servendo si di cartuccia d1. d 1menswm ugu ah alla normale, lanciano però un proiettile più piccolo del norma_l-e; . . . . 1 poligono miniatura per tiro con cartuccia m1ma bura d1 calibro ridotto. . . . ,: · d 1 ' ·mo Le «b~ll ammunition )) sono più usate per 1 tm d 1struzwne e pn . periodo, nel piocolo polig-o no di 27 metri. ~ss~ sono _costitmte da bosso!~ >di acciaio, della precisa forma e dimenswm d'l quelli di ?t~one delle car _ . per mezz 0 di. u~" .m-"'nn• : ·d'rino a mano SI mtroduce e SI t-ucce, n ei qual1, forza una cartuocia ridotta, · di po.chLSSJmo costo. All a s-c uola delle mitragliatrici hanno luog-o annua lmente : · o , per ufficiali e 4 corsi normaJi, della durata d1· "<- mesi· ciascun truppa; . . .. 1 corso per uffic iali superiori della durata di 4-5 gwrm, . . . corsi detti di ·concentrazione ch e sono ver-e e propne esercitazJO lll d'i nsieme. · · d. t Ai primi prendono parte 30 u fficiali e 100 u omm1 l · rupp a. Gli uf!iciali vengon divisi in 4 squadre pres-so ognu na . delle. quali v'è un sottu.tli-ciale specialista istruttore. Essi sono sotto la gmda d1 un maggiore istrutto re e di due cap itani assistenti istrutton. . . 1 so ttuffi cia li e soldati sono divisi in 12 squadre ciascuna delle qt~ a (I d ispone di un · sergente specialis ta istruttore e •So no. tutte sotto. la gmda di un capitano 0 maggiore istruttore e di due cap1tam ass1stenh . 1strutton. Ai corsi per uf!iciali super!ori partecipano 30 uffìcwh 1 qual! assi sto no
• .•
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NOTIZIARIO NOTIZIARIO
a conferenze e dimostrazioni riguardanti specialmente gli strumenti cd i sistemi per il tiro indiretto e i più recenti criteri d'impiego. Per i corsi di concentrazione si riuniscono i reparti mitragliatrici di 2 reggimenti e cioè 64 a rmi in tutto . Ta·li reparti' si recano alla scuola coi propri uffkiali, ma ad ogni compagnia sono assegnati anche un ufficiale e due sottufficiali specialisti ·d ella scuola. Tali corsi durano lO giorni, si eflettuano ·una volta all 'anno, -c onsistono in istruzioni ed esercitazioni c ollettive di brigata ed hanno lo scopo di assicurare l'uniformità dei sistemi di tiro e di impiego de lle mitragliatri ci in tutti i reparti dell 'esercito. Molto accuratamente è studiato presso la scuola il tiro indiretto diur no e notturno. Questo si esegue con sti'Umenti che ::;ono quasi perfettamente analoghi al goniometro e .al cerchio di direzione usati per le artiglierie. Si adopera il riporto del puntamento al falso scopo artificiale il qu ale è munito di una minuscola lampadina elettrica per il puntamento notturn o. Un piccolo stvu.mento molto utile è que ll o destinato a determinare a quale di stanza si possa sparare al di sopra delle proprie truppe. E ' un a specie di regoletto ·s ul quale con una operazione di mira molto sempl iee si legge direttamente la distanza minima a cu.i debbono trovarsi le truppe amiche perchè la mitragliatrice possa eseguire il tiro .al d'i s opra di esse. Alla souola è 'annesso un mu seo con i più svariati tipi di material e antico e moderno.
·anno simulta. . . .· . I -ca· itarii di fan t., cav.' ar t . svo l gei . essenzialmente prattco: Il'. p . o di reparti dell'arma rispettiva m una neamente temi relativi a tmpteg . h. mat" a svolgere . . l 11 d. S M :e del gemo verranno c ta manovra umca ,. quert~co~ari ed. aggregali di volta in volta al gruppo deltemi ed eserctzt pa · · !t · · ·nteressante l'arma la cui azwne nsu. a pm l . . studiare l'azione offenIn comp lesso si sv?l ge~an~o ~::rl, d~::u:sC: e criticato le soluzioni siva . e l'altro. per_ la_ dtfenstva, dop nno rose uite sulla carta e ·s ul teradottate dagli allteVI, le _manovr~i:~~.~alla ~cuol: ·e che assumerà pertant~ reno apphcando la soluzione stu t d' sulla carta sul terreno coi soli tt e dottrinale. St avranno s n I . , . cara er . . . . d' t, e ed esercitaziom di fuoco. . quadn , e qumdi Impiego I_ Iupp . h. d , die·ci giorni ·dopo i quali ' . . t di ogm tema ne te era · t' . d · progressi della tecmc.a Lo .svo lg1men o t ferenze per dare· no IZta et . verranno tenu e con . d 'f . . in progetto dell'impiego d'et presso gli eserciti esten, delle m o ~ Jcazt~m ,
du:
1
mat~~al~o~~~ =~~~:;0 :u~l~~~~~~:i:z:~;~~1rtdei
-~·errà
rispettivi se:·vizi temporaneamente svolto ai capitani di commissanato e dt ·s am a.
con-
SPAGNA- Corsi Yari per ufficiali.
I corsi di istruzione professi~nale sono: dt S. M.; . d ' t' (fucile l)e r lo S · M.: ricognizioni . · t· ]eggen · corso I tro ' per la f~nteria : corso sm carn ar~a l fucile)· 'corso su lle mitragliafucile-mitrag!Iatore, granate ~ _mano e a ' iei sui mortai, sugli esplosivi; 1· t mi tr ' . (moschetto, fucile-mitrag Ia ore, per la cavalleria; corso .d i tiro
Con circolare del 12 marzo u. s. sono stati stabiliti il numero, la data e la durata dei corsi d'istruzione per gli ufficiali, che verranno effettuat i nel corrente esercizio finanziario . Di questi cor,si due- sono di preparazione per colonnelli e capitani prossimi a lla promozione, g li altri ·sono ·corsi di istruzione professionale per ufficiali delle varie armi .
tragliatriò, esplosi:i); . ., d osta· corso di tiro contraereo; r l'artigliena. corso dl tno a c ' . . d' pe . . . d' automobili smo· sul servizio ferrovtano ; I raper 11 gemo: corso 1 ' . .. d. t 1 grafia· di aerostatt·ca. diotelegrafia mtlttare; ' 1 e e ' . · .· armali leggeri che . 1 nzione 11 corso s u1 carn · D-egno di partico a re me d ' Carabanchel a cura della scuola si sta attualmente .svolgendo nel c ampo 1 t · · · ·1 1o aprile du, centrale di tiro dell 'esercito. Il corso, ·che ha avu o mtziO l
Il corso di preparazione per i colonnelli (vi parteciperanno 28 colonnelli delle varie armi) si svolgerà fra il 20 settembre e il 31 ottobre in due periodi: un p-e riodo di arma (della durata di 35 giorni) ed uno di impiego combinato delle varie armi (della durata di 7 giorni); a questo secondo periodo assisteranno anche otto generali ,di brigata per i quali il corso assume il carattere di corso di informazione. Nel primo periodo si svolgeranno insegnamenti di carattere essenzialmen te pratico con confer·e nze ed esercitazioni sull a carta e su l terreno, completati ·c on visite a determinati centri e stab ilimenti; nel secondo s i svo lgerà una manovra divisionale per appli·o ore nelle lin ee generali le norme regolamentari che debbono guidare nell'impiego di ciascun-a arma e nella combinazione delle varie armi nel combattimento. Il corso dei capitani (della durata di un mese) avra mtzJO ne l -c ampo di Car:abanchel il 16 di maggio. Vi parteciperanno 8 capitani di S. M., 40 di fanteria, 20 di ·cava ll eria, 30 di artiglieria,. 10 del genio. Il corso è
rerà fino a l 14 maggio. . . fanteria in servizio attivo (uno Vi prendono parte 20 tenenti dt . brigata da montagna; ·gan ica· uno per ctascuna . . . · per cia·s·cuna d tvtsJOne 0 1 ' . d. 11 delle Canarie) . . · 1 d'elle Balean e uno 1 que a uno della .c.ap ttanena genera e . no dichiarati i·donei a preAgli u~ficiali che dopo ul~tmat~Il ~o~~:~~~~menlo verrà rilasciato apr ·s ettive ca·rle p·e rsonali. stare serviziO nella spectaltta car l d posito certificato che sarà r~gtstrato nelle llt p azio di due mesi dalla Gli ufficiali frequentaton del corso, n~ o. sp Il scuola centrale di data della fine de l ·corso s t e sso ' dovranno mvtare . a a · · · acquitiro per l'es·ercito una, su·ocinta memoria relativa alle ·c ogmzwm ., f . e presso I corpi di provemenza. state e svolgere una o pm con erenz · \Li a lcuni 'lt. . rsi di arma predetti nell'anno verranno pot ~vo O I e l co . . .· , · rectsamente: corsi di specialità comuni a·d ufficta!I delle valle aiml, e P . . . 1_ l corso di ·~utomobili sm o per ufficiali di S. ~i., d t fanl.en a, cava leria, commi·ssariato e sanità;
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NOTIZIARIO
r~~:ti~od~ ~~~~~roa~:·;~~o o~
genio, l sare gli organi di comando·
~er
tra_smissioni ufficiali di S. M. e dei gamzzazwne dz- detto servizio può intere5-
l covso di collegamento e trasm · · · . zsswm per lrenentz delle varie armz, allo scopo di preparare personal sioni nei corpi; e capace per dzngere le sezioni trasmisI corso di ginnasti-ca per subalterni . . La ~pesa per tutti i •COl'si, •Cui si è a~nnato , Cir·ca dJ pesetas. ' e prevista m un milione
RECENSIONI Varie. SPAGNA -Unificazione dei vari enti incaricati dell'educazione fisica. Sono in corso studi pe 1 'f · zio ne fisica: reparti esp lorat _a un~ ~~:azz?n_e delle varie società di edu caCompito principale d l orz, socJe a dJ .tiro a segno, società ginnastiche. Ali e nuovo ente sara la eduoazione premilit r~cl~t~ che giungeran no alle armi col certificato di aver seg ' t are._ t e ziom Impartite dall 'ente stesso verrebbe concessa una ··d . uz o de fzs ruche t bb ' . . II uzzon e 1 erma . poh re. ~ss_ere maggwre· dz quella attualmente accorda ta a o· li t on. -c e e di 4;:> gwrm. o esplora-
ISTRUZIONI E
n
REGOLAMENTI.
Regolamento provvisorio d'esercizi per la fanteria jugoslava. Libri I e II. (Recens. ten. col. A. Ferrero). I.
Contenuto del reg·olamento. • Dottrina tattica elle lo informa. Il regolame nto porta la d.ata ottobre 1924 per il «Libro I>>; luglio 1925 per il « Libro II >> . L'introduzione di·ce: - ·Che è stato compilato sulla base di quello del 1909, i cui princzp u sulla condotta del combattimento avrebbero ricevuto piena sanzione dalla guerra; - che la principale differenza tra il nuovo regolamento ed il precedente riguarda l'impiego della fanteria i-n conseguenza del suo nuovo armamento. Il « J,..ibro I >> comprende la materia tr.~ttata nel nostro <<Addestramento della fanteria )); il II comprende, all'incir·ca, quella contenuta nelle «N orine per il comb\).ttimento >> e. tratta piuttosto diffu samente dei com'battimenti in cir:costanze speciali. Dal comp lesso del regolamento si deduce che la dottrina tattica jt:Jgosl.ava è basata sui criteri seguenti: l ) Massima importan za dell'offensiva. Di.ce infatti il regolamento: - « Il mezzo più potente e più s icuro per vincere. il nemic o è cercarlo, romperne la compagine col fuoco, attaccarlo co lla più grande energia e batterlo >>. - « Bisogna sempre attaccare il nemico sia nell 'offensiva, sia nella difensiva ... ' Per condurre offensivamente il combattimento non occorre
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RECENSIONI
sempre essere nlllmericam enle più forti del nemi·co; in molle occas 1·0 n1·
l ' e~er> g1a, • l 'esemp io . person ale, la sorpresa, la p erseveranza e una manovra
pw ablle possono dare la vittoria anche al più debole numericamente. La dl!ens1va dev 'essere consid erata del tutto tre.nsitoria e avente sempre ·c arattere _co ntroffensivo; deve essere cioè l'espre ssione della necessità di indebo lire preven tivamen te la superiorità del nemi.co per attaccarlo in seguito decisamente>>. · ~)R i cor rere, og ni volla c he sia po ss ibile, all'az ion e avvolg ent e; accettare l azw ne front ale, come atta-cco princip.a le, soltanto quando IWn si possa agire diver samente o allorquando la silDazione lo consig li (avversarlO di sposto su larga fr onte, senza ri serve). 3) Caratteristiche d e ll 'azione n ell'attacco clt.;vono essere: l'iniziativa, la sorpresa, la decisione, la coo perazione fra le ~arie armi. L'iniziativa una vo lta a·cquistata deve essere costantemente -conservata poi-chè essa sola consente di imporre flno al la fine la propria volontà al nemico. La sorpresa h a importanza capitale, deve essere -cercata .semp re e con ogm mezzo perchè fa-cilita enormemente il SIUccesso. La decisione è conct.i?ione essenziale per il successo nel combattimento. Tutti, ·dal comandante superiore all 'ultimo d ei s ubordinati, devono essere convinti che nel combattimento le occa•sioni perdute, le in-c-ertezze ed i ritardi -c.ost.ituiscono colP'a maggiore ·c he no·n un impiego difettoso •d'e i mezzi. La -cooperazione fra le varie armi, e specia lmente tra fanteria ed artiglieria, _ è definita regola fondamentale e l'arra più si·c ura del successo. 4) E ' compito dei comandanti eli com p ensare la su-periorità numeric·l e tecnica del nemico con un 'azione eli comando più perfetta. Le qualità più prezio.s e per i comandanti devono essere l'amore per la responsabilità e lo spirito d'iniziativa: «Troppi fattori influiscono sullo svolgimento del combattimento si·cchè riesce impossibile dettare regole e stab ilire pro·cedimenti fissi. Per questa ragione è indispen.sab ile che i capi conoscano a fondo la natu ra del combattimento mode rno ed i principii che ne regolano la •Condotta , per essere in grado di orientarsi sollecitamente e senza esitazio ne in qualunque situazi one, adattando i principii al caso concreto >> . 5) E' il soldato che decid'e le sorti del combq ttim en to ; tutti i mezzi tecnici non servono che acl appogg iarlo e ad aiutarlo. Il combattimento moderno presenta un insieme di az ioni di uomini isolati o di piccoli gru ppi ; la ·condizione essenziale per il successo è che og·ni sold ato sappia agire co n indipendenza e sen ta amore per la respons.abilità. Criteri d'impiego delle varie armi . a) FANTERIA. · - Nonostante l'aumentata in flu enza dell 'elemento << materiale>> l'importanza della fanteria nel combattimento è rimasta e rimarrà la stessa. La vittoria finale ap parterrà a quello dei due avversari la cui fanteria saprà mantenere il proprio morale a livell o più a lto. Il regolamento considera quali mezzi di azione della fanteria: la m anovra e l'urto. La manovra viene a ttuata combinando il fuoco col movi-
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mento; l'urto combinando l'acquistata .superiorità d i fuoco col vigore dell'assalto alla· baionetta: L.a manovra dev 'essere inspirata 'à l· mas.s imo s pirito ofiensivo . Così « tutte le postazioni devono essere considerate come provvisorie; aspirazione c.omune ·d eve essere quella di scacciare il nemico dalle sue posizioni e di inse~uirlo; solo ava nzando si vince»: Le armi a\.J,torrìa ti-c.he (fucile-mitragliatore; mitragliatrice leggera; ·mi., tragliatrice pesante) possono essere impiegate, sia ripartendole fra i re, parti, sia assegnandol e ad uno so lo, s ia in modo indipendente dai reparti fucilieri. .Per i fucili-mitr agliatori e le mitragliatri·ci leggere l'impiego si approssima, talora, a quello considerato nella regolamentazione fr an cese, tal'altra assume invece il ·carattere di a ppoggio o concorso com e avv iene da noi per le mitragliatrici pesanti. Noi troviamo cioè nel regolamen·to s tabilita la linea di condotta sia per squadre di fucilieri, .sia per quelle rinforzate da mitragliatrici leggere, sia infine per quell e in oui l'arma automatica costituis.ce parte integrante, essenziale, in scindibile dagli altri elementi . Infatti , mentre trattand o della sq uad ra il regolamento dice in un punto: «La squadra è la più pi·ccola ,unità di combattim ento che tinforzala da un F. M. e da una M. L. è in grado di svo lgere un 'azione autonoma e indipenden te in uno spazio l imitato »; afferma più oltre: « La squadra dev'essere in grado di svolgere il combattimento anche senza il concorso delle armi automatich e. Tal e -circostanza non deve portar e ad un contegn o passivo poichè la situazione può esigere ·che tutte le armi automatiche vengano concentrate in .a ltra zona di co mbattimento >J; e più oltr-e ancora, accennando alla costituzione della squa dra con M. L. : « .. . gli altri sono fuci lieri il .cu,i incarico principale è quello di proteggere la M. L. ». Delle M. P., di ·oui i battaglioni possono essere dotati, il regolamento ammette pure un impiego molto elas ti co, in relazione alla situazione e, particolarmente, a ll e caratteristich e del te~reno in cui l'azione si svolge (combattimenti in cir,c ostanze speciali), apparten gan o esse ar mi sia a i battaglioni di l a linea, sia a quelli di za lmea. Stralciamo, in proposito , le seguenti frasi del regolamento: «- ... quando il fuoco .c] ebba essere concentrato in un punto determinato, il comandante di battaglione dà ordin e all 'intera ·c.ompagnia mitragliatrici di entrare in azione ... ; - ... alle compagnie possono essere assegnate iVI. P .. Di massima il plotone viene considerato unità minima per il ra ggi•un gimento di un d eterminato compito ... ; - ... quando le mitragliatrici isolate vengono assegnate ad un plotone o ad una squadra .... : - ... per ottenere la ..sup eriorità di fuoco sul nemico il coni-andante del reggimento può raggruppare i cannoncini, i lanciabomb e e le corp.pagnie mitragli atrici prend endone dai battaglioni di za linea .. . )) , Anal oga elas ti ci tà di impiego è ammessa per tulle le ar mi automatiche, pesanti e leggere , nell a difen siva. 1
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Il regolamen to as segna !.a massima importanza material e e morale al fuoco, sia a qu.e llo di fuci leria s ia a quello d elle armi automatiche. La fanteri~,. esso dice, decide il combattimento •c on l'urto, ma a ques to momento deciSIVO non SI può giungere se non -acquistando la superiori tà di .fuoco sul nemico; e acquistare questa: superiorità significa mettere oer mezzo del :fuoco, il nemico in tale disordine materiale e mora) e che' ~gli non Sia pm m grado di condurre a termme l'azione inizi.at.a Come armi più potenti della fanteria .sono naturalment~ considerate le mi~ra g li atrici e i fucili-mitragl iatori; il rego lamento afferma però che Il fucile è an~or~ l'arma principale della fanteria: « l'arma più sicura in tutte le occaswm del ·c ombattimento, la più potente per la difesa persona~e , la sola che le rimane quando il nemi·co si trova fuori del r aggio di azwne delle bombe a mano, que ll a infine ·che · assicura indipendenza nel combattimento ll . . E' affermato il principio: il comandante del battaglione «amministra» Il fuo·co, quello di compagnia lo dirige, a quelli di plotone spetta la condotta del fuoco, ma poi, vi•a via, in punti diversi il .c oncetto ,a ffermato Yiene a subire notevoli eccezioni, ultima fra tutte la .seguente: «L'iniziativa di aprire il fuoco può essere lasciata al tiratore ch e de'"e ap ~rezzare da sè se sia il caso di iniziare il tiro e se questo avrà la necessaria efficacia, poichè,nella generalità dei ça.si, è molto difficile se no n addirittura impossibile, ·c he il capo possa dirigere il fuoco ll . ' . Nell a difen siva si vuo le, .secon do la concezione mode r na, l'impi ego del fuoco delle armi di fanteria s·ulla base di un «piano di fuoco )J studiato e organizzato con ogni ·c ura, in armonia cnn quello delle artiglierie. \ Lo svolgimento dell'urto o assalto è visto come dalla nostra e da altre rego lamentazioni. . Il regolamento conserva la norma: « l'ordine per l'assalto sarà dalo dai coma~danti di battaglione o di reggimento Jl, ma soggiunge poi che sovente SI presenteranno dei casi nei quali i comandanti inferiori talora gli stessi comandanti di squadra, approfittando d 'un momento fav~ revo le, po~r~n!w. la-nciarsi con successo a ll 'assalto tra&cinandovi i gruppi vicini ; le IlllZialive di questo genere dovranno allora essere prontamente sfrutlate dagli altn reparti senza perdere un secondo per attendere una migliore preparazione di fuoco. . Nella dHensiva si vuole che tutti i reparti dei battaglioni di prima linea contrassalt.ino· il nemi·co, previa intensa az ione di fuo co da par te di tutt_e _le armi e lancio di bombe a mano, appena esso è giunto presso la posiziOne, cwè prima che muova ali 'assalto. I battaglioni di seconda lin ea devono ·c ontrattaoc.are il nemico che sia riusci to a penetrare nella posizione. La costituzione delle minori unità è elastica. .. L_a squadra può essere di .soli fucilieri (10-14 uomini ), oppure di fu.c Jiien con l'aggiunta di un fucile-mitragliatore (3 uomini in più per il
servizio dell 'arma), oppure ancora di f,ucilieri e una mitragliatr ice leggera (7 uomini in più p er il suo s.e rvizio ). Della squadra può m oltre far parte un soldato con fucile-lanciabombe. Le M. L. e i relativi a·o oessori sono trasportati su carri o vengono someggiati durante le marce;- vengano invece trasportati dal personale nell'imminen za dell'azione. Il plotone è formato al minimo su due squadre. La compagnia si compone, normalmente, di 4 plotoni; può talvolta compr·e nderne 3 ed anche 2. Le M. L. p ossono essere riunite tutte nel quarto plotone. . . Il battaglione in tempo di pace è formato su 4 compagme; m guerra su 4 compagnie e l compagnia mitragliatrici pesanti. Eccezionalmente può essere su tre o anche su due ·compagnie; in quest'ultimo caso viene denominato mezzo battaglione. Il reggimento si compone, di massima, di 4 battaglioni, ma può anche essere su tre o due soli. Il r ego lamento a•c cenna anche ai cannonci-ni e ai lanciabombe; non ri · . sulla p erò s e e come siano riuniti in reparti. b) CAVALLERIA. -
Il regolamento ne tratta brevemente nel ·Capitolo «Cooperazione della fanteria colle altre armi Jl. Ril eviamo soltanto : l ) che l'impiego della caval leria in esp lorazione vicma si avvicina a quella dei cc gruppi di ricognizione Jl francesi ( cc .. . la cavalleria effettua la ricogni zione del nemico e del terreno e dà perciò sicurezza alla fanteria che le serve d'appoggio nell'azione»); 2) che è previsto l'impiego di reparti di fanteria (trasportati su a'utocarri ) cc incorporati colla cavalleria ll in esplorazione vicina, coi seguenti compiti essenziali : - dare alla cavalleria un appoggio si·c uro occupando punti favore. . voli a tergo dei suoi distaccamenti; - aprire alla cavalleria la strada attraverso aHe resistenze nemiche che essa non è in grado di poter superare coi propri mezzi. c) ARTIGLIERIA. - Il regolamento considera l'azione dell e artiglierie divi siona li e di quelle d 'accompagnamento, premettendo: l ) che la fanteria dev'essere convinta che l'artiglieria farà sempre tutto il possibile per aiutarla, ma che sovente l'appQggio che potrà darle UOU .sarà che limitato, a CaiUSa del numero esiguo delle bocche da fuOCO e dell e munizioni disponibi li, delle difficoltà d'osservazione e di . c~llega mento, delle gittate limitate e delle qualità balistiche dei matenali; ?he talora , anzi , la fante ria dovrà affrontare la lotta s·enza alcun appoggw darti gli eria; · 2) ch e il comandante dell'artiglieria deve ·s empre adott:are Il suo cc piano di fuoco )) alle esigenze della fanteria e che qu~sto piano non deve, in nessun caso, essere dal comandante dell'artiglieria elaborato separatamente dalla fanteria . Delle artiglierie divisionali la frazione principale ,è i_n~ri_cata. ~e:l a cc azione di insieme » agli ordini del comandante del! artiglierif\ diVISJO-
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nale. Essa della . . . agis·ce a soste gno d e Il a f.anteria n-e 11'.mtero quadro dell 'azione . -diVISIOne e non è ·co ll ~gata con la fanteria che indirettamente. La nmanente pàrte delle arlighene è incaric.ata del di."etto 1 " appoggio delle «co onne d'attacco e settori JJ e con essa il comandante 11 della colonna è in co egamento diretto; queste artiglierie devono però tenersi ·colleo- t 1 ·c omandante dell 'artiglieri a divisionale che può in caso d'1 b ' oa e :o gnare loro ·t d · ' · Isogno as~e ' . . . un compi o Iverso. In linea di principio il comandan te del l alrtigliena assegnata a'd u,na co lonna (o settore) sta •Col comandante dellaco anna stessa. . Agli ordini dei comandanti di r_eggimento · lt e 'di battaglione po ssono mo re es.s·ere messe batterie, sezioni 0 pezzi isolati di cc accom a na mentoJJ;. I assegnaziOn-e di intere batterie di aocom a , ~ g siderata dal regolamento oocez.ionale. Il comp.ito p dfnqaumeesnteto ~ertPI.gelro eonquello noto· il loro d ~ Iene è . '. eoman ante sta con quello dell'unità d ' f t · nell-e Immediate vicinanze. 1 .an ena o cl) GENIO E AERONAUTICA. e) CARRI ~RMATI . · · d ,.1mp1ego:
Nulla di·. Spee.J'aJe da ril·evare. Note ol !t t . ' v e so an o la seguente caratteriqica ... · nor ma
Quando i carri armati hanno adem · t ·1 1 . . f h pm o I . oro. ·c ompito, o non hanno 1 . ' 'n ll1·e, anno esaunto 1 loro mezzi si ri ui1I·scono, a l n paro ' a tergo de·Ila fan t ena . . , . ch e h. aocomp · nserva ai comandanti di reggimento o di battagl' ;gna e servono di . I?ne. . ca;n Isolatt possono, in q'uesto caso, assumere le funzioni . posizione occupata JJ . eh solid i punti d appoggio sulla cc
pw obiettivi convenienti o
II.
Esalue del <<Libro primo>>. Lo faremo a · · t . . . ssm succm amente rivestendo la materia in esso tratta ta Importanza mmore in confronto a quella nontenuta '-' nel «Libro II JJ. l ) qriteri di addestramento. Scopo dell 'istruzione di·ce il regol.am t , d..' h. . · en o, e la preparazione 81la guerm. V-addestramento in · OI' me c t uso deve pertanto 1· · per il mantenimento ·dell 'ordin ,. :essere Imitato al minimo : fìnchè le truppe . . t' e, per l affermazwne della disciplina e afacqms m o a.spetto marzi al d· · · per il servizio in tempo di ace ,. .e' con IZI?~I tutt~ necessarie mento. p e per !Impiego delle truppe m combattiL'istruzione individuale deve costit . , . dì . . al combattimento; per•ciò tale istruzi une 18 base og~I ~re~arazione d ell 'arrivo delle reclute -e durare one :c .. deve . aver~. illiZIO Il gwrn o a ll e armi JJ. Suo s·c opo. fo d~er tu_tto Il tempo m cm Il soldato rim ane · rmare 1 ogm so ldato b tt compiere, indipendentemente e in un com a · ente che sappia vere che gli incombe in comb tt' ass.e nza del proprio comandante, il dolontà. a Imento, con piena coscienza e ferma YO-
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Ogni .so ldato dev'essere addestrato nei seg'Uenti compiti: tiratore, esploratore in pattuglia di combattimento, osserv8tore, elemento di una pattuglia di .coll eg8mento, portaordini. 2) Addestramento d'ella squadra.
Il regolamento ne tratta lungamente, assegnando alla squadra e al suo comandante un'importanza grandissima. Il ·c apo squadra deve (o ltre ai compiti ·c omuni in ogni regolamentazione): cc .... fare un piano di utilizzazion e del fuoco ... pr·e parare la possibilità di fuochi di .sorpresa e d 'infilata ... ripartire il ·fuoco .Siugli obiettivi indicati ... organizz.are la difesa ad oltranza della posizione o di un punto di appoggio ... stabi li re il piano d'impiego delle armi della propria unità ... organizzare il eontrattacco e riprendere la posizione perduta senza dare .al nemi co il tempo di rafforzarsi ... ». E nei paragrafi 239 e 250 è poi detto: cc ... per ri·c avare il massimo rendimento dal fuoco di tutte le armi · e speci·almente ·d e ll e armi automatiche è necessario, nell 'offensiva come nella difensiva, ri·conos·cere il terreno e apprezzarne le caratteristiche dal punto di vis ta del movimento. Le ricognizioni verranno compiu,te dai capi sq,uadra e da gregari .. . per stabi lire un pia.no d'azione corrispondente agli obiettivi che possono presentarsi durante il combattim ento... I risultati della ricognizione verranno indicati in uno s·chizzo »; cc ... il capo squadra (n-ell'inseguimento ) è personalmente responsab.ile di mantenere il contatto col nemico ». 3) Addestram ento del plotone.
I ·c ompiti essenzia li assegnati al comand.an Le del protone dal regolamento sono, in massima, quelli stessi della regolamentazione nostra. Riteniamo peraltro opportuno riportare in stra!cio i s·e guenti paragrafi: cc 361 Di massima il plotone combatte nell 'ambito della compagnia; m eno frequente è il caso del combattimento del plotone isolato JJ. <c 362 .:_ Nell 'offensiva non sono le armi automatiche che rappresentano la forza viva del plolone, ma !'lurto di tutti i combattenti Jl. « 367 - Il plotone in s·c ag li one di fuoco •S pinge avanti una o più pattuglie di combattimento ... JJ. cc 373 - L'ordine per lo spiegamento del plotone comprende: notizie sul nemi·co e su ll e proprie truppe, il compito del plotone ... l'indi·c azione dei posti di medi c.azion e e della dislocazione del carreggio di combattimento JJ. cc 383 Il ·comand·ante del ploton e impartisce le: disposizioni atte a mantenere un costante ._collegamento colla •Compagnia e colle truppe vicine JJ. Al paragrafo 388 è poi indicato il contenuto dell'ordine per la difesa. Addestram ento della com pagnia. Mettiamo in rilievo soltanto i seguenti punti: - Quando la compagnia combatte isolata spetta al suo comandant e di manten ersi eo llegato con quello di battaglione. - E' ammesso ·Che in taluni casi il ·C omandante di compagnia possa spiegare in ordine sparso tutti i plotoni. 4)
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- L'ampiezza media dell a fronte della compagnia è considerata di 200 metri; in ogni oaso la profondità non deve oltrepassare i 300-400 metri; come da to medio, la distanza fra linea di fuo co e rincalzo può variare tra i 50 e i 300 metri. - Trattando del rincalzo il regolamento indica come suo primo compito che << •• • serve ~ rinforzare !.a linea dei ti m tori ». E parland o della difensiva soggiunge : « La linea di fuoco viene rinforzata per ordine del comandante della comp~gnia prolungando llln '~la o .inviandÒ gli uomini negli intervall i fra i tiratori» . E' inoltre ammesso che le M. L., i F. M. e i lanciabombe del rincalzo possano esserne dis taccati per rinforzar e la !ine~ di fuoco. CaratterisUche le seguenti prescrizioni relative all'attacco: - « Il comandante di · compagnia dà l'ordir'Ìe per l'attacco, che, per quanto possibile, dev'essere inteso da tutti i .soldati della compagnia ''· - « Sarà spesso u tile che il com~ndante di compagnia esponga brevemente alle truppe il suo concetto e le modalità secondo le quali ogni plotone può meglio ~ttuarlo ». 5) A dd eS'lrame nto del battaglione e del r egg im en to.
Il regolamento tratta partitamente del combattimento delle due suddette unità di fanteria nell 'offen siva e nella difensiva ; siccome però i concetti ivi esposti trova no maggiore e più organico sviluppo nella parte del ~Libro II » riguard~nte J,a battagli~ off.en siva e qlll ell a difens iva , ci asteniamo ora dal trattarne in modo partico lare .
III.
Esame del « Libro secondo>>. Esaminiamo le seguenti p arti : ____:_ il combattimento offensivo e difen sivo d'ella fanteria nella guerra di movimento; - il c omb~tt imento nelle foreste e in montagna. 11 combattimento offensivo della fant eria.
Prendiamo le mosse dal momento in cui l'unità di più battaglioni , considerata dal regolam ento, giunge sulla «posizione di p~r tenz a » da lla quale deve poi avanzare per avvicinarsi all'avversario ed attaccarlo. L'unità di più battaglioni che il regolamento consider a è costituita da repar ti dotati di armi wtomatiche leggere e pesanti ; è inoltre ritenu ta quasi normale l'assegm:tzione a d essa di artiglierie di ~ccompagnamen to messe agli ordini dei comandanti di reggimento o di battaglione. La « posizione di pa rtenza » viene considerata a due-tre km. da quella occupata dal nemico, al coperto dalla sua o.sservazione e, possibilmente, dalla sua ~ zione ; deve consentire alla fanteria « il tempo e 'lo spazio necessari per schierare le sue armi p esanti - che costituiscono l'ossatura dell o
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schieramento - e assicurarle la possibilità di assumere fin dall 'i nizio la necessaria ampiezza di schieramento ''· L'occiUpazione di detta posizione dev'essere eseguita «con molta precauzione, specialmente in terr eni coper ti , durante la no tte o approfittando della nebbia». Avanti ad essa devono essere occupati «da armi automatiche'' quei punti che siano atti acd :a ssicurare l'osservazi one e a consentire che lo schieramento dei reparti possa essere fatto con tranquillità. Concepito il 'propr io «piano d'attacco » il com~ndante dell'unità di più battaglioni decide - compilando il relativo ordine - in quale direzione debba essere f~tto l'attacco principale ed in quale quello secondar io ; ripartisce le forze e i compiti ; determina le «zone d 'attacco''· L'attacco principal e d ev'·e ssere fatto, dice il r egolamento, nella direzione in c ui si trova « il centro di gravità del combattimento » che sarà « normalmeTite cos tituito da uno dei punti più importanti della posizione nemica ». In ta le direzione dovrà essere avviata l'aliquota maggiore delle forze (o rdinari~ ment e 3j4) mentre nell'altra - o n elle a ltre - (attacco secondario ) sarà diretta la minima forza possibile (ordinariamente l /4): Ripartendo le forz e il •c omandante materializza «l'idea del suo pian o d'attacco ''· E' indispensabile che que.sta ripartizione delle forze sul terreno, risulti così irregolare, che il neìnicQ non possa in alcun moçlo oapire q1uale sia questa «idea », •c ioè in quale direzione si trovi il centro di gravità dell 'azione. All 'unità cui è affidata l'esecuzione dell'attacco principale sarà assegnata una «zona d 'attacco » più s tretta che non a qu e l!~ inoori·c ata dell'attacco secondario ; il concetto d 'azione del ·c omandante trova così nuova espressione e viene garantito il necessario sC:agli on~mento in profondità all'unità svolgente l'attacco principale. Per le più piccole unità, in luogo .d!ell e zone d 'attacco, s·a rà sufficiente, di·ce il regolamento, assegnare direttrici di attacco. L'unità di più battaglioni s i schiera normalmente su. due linee, La prima compr ende il primo scaglione o «formazione in tiratori P , il secondo o «riserve di compagnia» ·e il terzo o «riserve di battaglione ''; la seconda i battaglioni di 2a linea o ({riserva generale ». Compito dell a prima linea: acquistare la superiorità d i fuoco sul nemico per assicurare l'es·e cuzione d el movimento fino .all'assalto; della seconda « rinforzare la prima durante la fase preparatoria del combattimento, portare alla decisione e s'f ruttare il .successo ». Circa la fronte d 'attacco dei reparti il regolamento stabilisce : p er la comp~gnia da 200 a 300 metri per il battaglione da 500 a 800 metri per il r eggimento da 1000 a 1500 metri e per qu anto rigu~rda la di s tanza delle riserve parzial i dai reparti antistanti: p er la ris·e rva di compagnia da 100 a 300 metri » » battaglione da 200 a 500 metri » '' reggime nto da 500 a 800 metri . Sotto la protezion e del fuoco dell 'artiglieria e, ~ppena possibile, di quello de ll e proprie armi automatiche pesanti, le unità di fanteria . svolgono 9 - .Rivista Militare Italiana .
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« !'.avvicinamento JJ per portarsi al più pr,esto possibile, çtdattando le for mazioni al terreno, a distanza etlicace di fuoco dall'avversario. «Quando il fuoco nemico diventa talmente potente da impo,:rre a ll'attaccante, per poter proseguire, l'uso del fuoco proprio, ha inizio l'atta,cco JJ . Fin dal suo inizio l'atta.ccante dovrà fare ogni sforzo per a,cquistare e mantenere la superi"orità di fuoco sul nemico. A tal .uopo anche le armi pesanti de.Jla riserva generale potranno es.sere impiegate, totalmente o parzialmente per rinforzare la prima linea. Le armi 'automatiche leggere e i fucili eri dovranno invece asp ettare ad aprire il fuoco alle minori di· stanze. Poichè il ~golamento prevede che il difensore disponga davaQ.ti alla propria posizione di difesa, piccoli rep.a rti dotati -di armi automatiche leggere, incaricati di contrastare la mavcia del nemico lo gorandolo col fuoco, prescrive che i reparti di prima linea << si facciano precedlere da una cortina di elementi di scoperta dotati di armi automatiche leggere JJ con compito di ricognizione e di si·curezza vicina. Dietro questa cortina e sotto la protezione del fuo co dell'artigli ~ria e delle proprie armi i reparti di fanteria avanzano. «L'arte del coman do nel! 'a tta•cco sta nel sapere regolare accuratamente questo fuoco e questa progressione». La protezione ge-neri·c a alla fanteria viene data dall 'artiglieria, qtuella minuta dalle proprie armi. <<Le armi leggere progredi scono sotto la protezione di quelle pesanti ·e con l'aiuto di quelle leggere de i settori vicini; allo stesso modo e ·con la stessa protezione si effettua la progressione delle armi pesanti, avendo cura però ehe in nessun modo abbia a diminuire o ad interrompersi l'intensità di fuoco JJ. Quanto più le armi pesanti de ll a fanteria e le .a rtiglierie el'acco mp.agnamento saran no vi.c ine ag li elementi dello scag li one di fuoco e ben collegate con es.s i, tanto più presto potranno vedere e sentire le resistenze che ogni gruppo di combattimento ha da stU pre rare e più facilmente saranno in grado di distruggerle permettendo ·c osì alla fanteria di proseguire nella propria avanzata. Per rendere agevole e pronta questa cooperazione, osservatori cl i artigli eria e d"elle armi pesanti della franteri.a devono trovarsi cogli elementi avanzati dello scaglione di ·fuoco. Le artiglierie d'accompagnamento, ripartite per batterie, sezioni o pezzi isolati fra i battaglioni, devono in questa fa.s e mantenere <<il più stretto collegramento personale e di lu ogo JJ coll a fanteria che esse a ppoggirano. Continuando nella propria avanzata verso il nemico J'attaocant.e subi r à certamente forti per.d ite che diminuiranno l'effi.cacia del suo fuoco. Le riserve parziali << ri.n forzeranno allora la prima linea intercalando in essa la maggior parte dei f;u.cili e delle armi automati.c he leggere JJ. In ques to momento diventerà altresì necessario ·mettere mitragliatrici pesanti , isolate ·o per .sezione, alle immedi·ate dip·e nelenze delle compagnie eli prima linea ·che dovranno impiegar le per ere,a re e mantenere la superiorità eli fu oco indispensabile per poter giungere a distanza d'assalto dal dlifensore. La r iserva gene rale (battagli one di seconda linea ) sarà intanto avviata nell ~ direzione prevista per il suo impiego.
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Si giunge così all 'assalto che potrà essere «sentito JJ e ordinato dai comandanti di battaglione o di reggimento, mra che più spesso sarà svolto · d'iniziativa dai comandanti delle unità inferiori. Nelle brecce aperte nella posizione nemica si inoltrera,nno le truppe dell'attacco iniziando •cos ì la << penetrazione )), il cui svolgimento è visto dal regolamento in mod o non molto dissimile da noi, e che dovrà svolgersi operando sempre .sui fianchi dei nuclei avversari rimasti in posto o che cerchino di rco ntrattaccare. Con un inseg>uimento << spinto fino all e ultime forze JJ si dovrà in seguito cercare la disorganizzazione e la distr~zione dell'avversario . Il combattimento difensivo della fanteria.
Il rego lamento, premesse che la diofen s.iva <<non può essere approvata che allorquando la situazione lo consig li, sovente so lo per minori unità su setto ri edl in circostanze particolari, quando l'offensiva diventi im~os Sibile JJ, afierma che i mezzi della difesa sono: il funco, il terreno e la manovra; fattori impor~antissimi la sorpresa e la siourezza. · L'arte del comandante consiste nel rea lizza·r e un 'organizzazione accurata del terreno che consenta: la massima u.ti lizzazione del fuoco di tutte le armi combinandone abi lmente l'azione (piano di fuoco ); la migliore copertura delle t~uppe al fine di evitare pevdite; l'occultamento dell.a ·iinea prinCipale d1 difesa; lo svolgu'nento di sorpresa, nel temp o e nello spazio delle ' reazioni di movimento progettate. __ Il terreno che il difensore occupa colle sue truppe costiùuioce « la poSIZIOne JJ. _Essa comprenrdie: una <<zona di resistenza JJ - su l cui margine esterno SI trova la <<linea di resistenza principale JJ - e una <<posizione di avamposti JJ . _La zona di resistenza è raramente organizzata s u più line e e ordinanam_ente è costitui_ta d~ un _sistema di elementi isolati di trincee per tiraton e squadre, mdi d1 resistenza, postazioni per armi automati·c he e punti d~ appoggi~, irregolarmente ripartiti su lla fronte e scaglionati in profondità, col cnterio che siano tra loro collegati, si ·completino mutuamente e si appoggi no reciprocamente col fuoco. -~ linea di resistenza principale è la linea «sulla quale sÌ accetta la deciswne del combattimento JJ . «E ' dravanti ad essa che il difensore dev e rompere l'attacco del nemico col ·fuoco di tutte le armi; è essa che il difensore deve riprendere se l'ha perduta e che deve rimanere nelle s·ue mani a combattimento ultimato JJ. Davanti a lla linea _di, resistenza principrale, in una zona più 0 meno profonda, viene orgamzzata la «posizione di avamposti » costituita da elementi di trincea_ per p~ocole_ unità e armi automatiche isolate. Suo scopo : p~ote ggere Ira linea di resistenza principale e assicurarl·e la poss ibilità <:h una tempestiva organizzazione ed occupazione· indurre in errore l'ravve · s_u 1 vero -~n·d amento della linea di resistenza ' · principale; sco_ . r~ano prire Il nemico al pm presto possibile, infliggergli delle perdite, logorarlo ed obbligarlo a spiegarsi. Se a lla posizione di avamposti è assegnat o
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un compito di << forte re.sistenza JJ saranno organizzati in essa dei nidi di mitragliatrici leggere ·e pesanti e, qu-alche volta, appostament i per pezzi . isolati. Sovente sarà inoltre vantaggioso occupare detei·m inati punti davan ti alla posizionè di ava mposti (posti d 'appoggio avanzati ) quando essi siano favorevoli a ll'attac.cante e possano .servirgli a dare sicurezza alla su a p osizione di partenza. La loro distanza dalla linea di resi stenza deve essere tale da poter essere presi sotto il fuoco efficace deHe artiglierie della dife·Sa e le condizioni del terreno devono consentire ai loro presidi il ripiegamento senza impedire l'azione di fuo co della linea di resistenza s tessa. Sulla posizione, dietro la li nea di resi stenza principale, devono poi essere organizzati dei «posti di resistenza D nei quali si d isl ocheranno le riserve e sui quali dovrà appoggiarsi la difesa in caso di ripiegam ento . La rip•artizione delle truppe sulla posizione dovrà essere adattata al terreno e rispondere pienamente alle es igenze del « pian_o di fu oco JJ e . della reazione di movimento. Tutti i capi e tutti i soldati devono conoscere «la linea » che il nemico . non deve poter superare, condizione in dis pensabile, afierma il regolamento , per ottenere l'unità d 'azione secondo le intenzioni del comandante, lasciandQ tuttavia ai subordinati una sufficiente libertà. Sulla linea di resistenza principale si deve resistere fin o all 'estremo e questa resistenza dipende dall a completa organizzazione davanti ad essa di una cortina di fuoco insupera bil e. Il piano di fuoco dev.e prevedere l'« azione di tutte le .armi e, i·n primo luogo, di quel le automatìche. La difesa si svolge col fuoco e ·colla manovra D. Il combattimento nelle forest e.
Limitiamo il nostro esame alle norme, contenute nel regolamento, rel ative al combattimento n elle grandi foreste che non possano es.s ere evitate dai due avversari, soggiungendo che dette norme corrispondono, all 'incirca, a quelle contenu.te nel regolamento tedesco << Com:a ndo e combattimento dell e armi riunite - ediz. 1921 ». L'avanzata attraverso !:a foresta •d'eve avvenire a sbalzi spinaend o ' o avanti pi·ccoli distaccamenti (pattuglie rinforzate o sq uadre) dotati di mi tr agliatrici leggere e fucili~mitragliatori ; dietro a q•uesti distaccament i a.vanzano le truppe del primo scaglione in cate na fitta o in piccol e colon ne; dietro a ncora le riserve. . Poichè l'appoggio dell'aL'tiglieri.a è difficile e di efficacia assai ridot to , la maggior parte delle armi pesanti della fanteri a d eve gravitare verso In prima linea ; co~ì p:ure .i pezzi di accompa gnamento assegnati ai battag li oni o. alle compagme. Ogm fermata dovrà essere uti lizzata per ristabi lire I'ordme ed 1 collegamenti. Il combattimento consiste, in genere, in una ser ie di azioni consecutivP-, in profond ità, ciascuna delle quali ha lo scopo di impadron irsi di un a li nea di obiettivi vi·c ini; l'esecuzione di ogni azione non deYe essere inizi ata
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RECENS IONI
se prima n on è completamente ultimata quella precedente e se non si è già provved u to a ri stabilire l'ordine nelle unità attaccanti. Il combattimento si sviluppa, su ciascuna linea di obiettivi, attorno ai punti di a ppoggio del nemico dei qua·li è diffic ile poter prevedere l'estensione e il p residio. Per evitare di sorganizzazione e disordine, e per mantenere la giusta •d irezione, i reparti avanzeranno i·n piccole colonne ravviònate, pre·c edute da pattugli e. L'azione si inizierà,' in genere, all'improvviso e dovrà essere rivol ta, dopo una violenta azione di fuoco di tutte le armi, ali 'assalto. La di fesa non deve in nessun caso essèr e fatta occupando il margine d ella fo r esta, ma s·cegliendo una posizione avanti ad essa o nell 'interno, ad una di.stanza tale da paterne battere gli accessi. La li nea di difesa deve avere un tra·c ciato tale da consentire una buona coper tu ra e la possibilità di batter e con potenti fuochi incrociati il terr eno anti s tante. Mitragliatrici dovranno essere disposte in modo da poter infil arè le probabili linee d'attacco; .armi isolate potranno essere appostate su alberi. Pezzi isolati d'accompagnamento sar anno disposti sui margini pos teriori dell e radure. L'azione della difesa si svolgerà con violento fuoco e con r apidi contratta·c chi, eseg1uiti da riserve opportunamente disposte, diretti sui fianc hi dell 'atta-ccante, prima che ab b ia avuto il tempo di rimediare, riorganizzandosi, agli effetti del fu oco stesso. P rovvedimenti analoghi dovranno essere a dottati per la difesa n ell 'interno delle foreste, s·fruttand o opportunamente le radure eventu al mente esist-enti. Il combattimento in montagna .
. Da llo spirito delle disposizioni sancite in mater ia dal regolljlm ento, .come del resto dalla lettera s tessa, noi crediamo si possa ritener-e che .\a « montagna lJ cui le ·disposizioni si ri fer iscono sia quella .alta, con tutte le caratteristi·c he che le sono proprie. · Il regolamento accenna infatti alle diffi.coltà .c he deve incontrare la fanteria a ·c ausa c< delle grandi e faticose differenze di altitudine, della percorri bilità limitata .a poche strade e a sentieri sovente stretti e ripidi, del rigore del ·c lima JJ che ri·c hiedono « sforzi estremi, grandi privazioni ed allenamento sia d.al lato fisico, sia da quello morale ». Accenniamo ora alle norme più caratteri s tiche contenute nel regolaro m~:
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l ) La mon tagna offre a piccoli -di s taccamen ti di fanteria la possibilità di imprese audaci ch e avranno t.anto maggior successo quanto più per lo sforzo che richied eranno - riusciranno inattese· per l'avversario. Le azioni che sembrano a prima vista inattuabili sono qu elle che fruttano i magg iori ri sultati. 2) Lo sco po tattico di tutti i combattimenti in montagna è la conquista dei punti dominanti, la eui import.anza è capita !~ ai fini dell'osservazione de l combattim ento e del tiro delle artiglierie. Il c-entro di gravità dei combattimenti in 'montagna sarà ordinariamente r.appr:esentato da posizioni situate su ·Creste od alture (anche su alture isolate) poichè il sue-
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RECENSIONI
cesso s u punti dominanti ha sovente caratter e decisivo nei r ig uardi della conquista e del_la ?if~sa delle alture vicine e delle valli corrispond enti. 3) Le IImit~zwm ch e il terr·e no impon e all 'impiego dell 'artiglieria ren_do?o ·~ecessan a l'assegnazione di pezzi isolati a.i di staccamenti di fantena mcancat1 -d1 compiti s p eciali. 4) L'e8plorazione non può essere compiuta che dal-la fanteria· essa va. spinta, di norma, ad una mezza g iornata di marcia. Quando si debba spm gere a d1 s tanz~ maggiore e con •c omp iti partic;olari, si impiegano reparti speciali detti «d istaccamenti o compag ni e di scoperta >l , così costitUi ti: <<distaccamenti di scop erta >>: una, o mezza, sezione di fante ria, una sezione mitragliatrici, una squadra montanari, due ·c ava li eri, un canno ne da montagna, una stazi on e. da segn.a l:azione; «compagnie di scoperta >>: una, o mezza, compagnia di fanteria, una sezione mitragliatrici una sezione montanari, una o due · squadre zappàlori, quattro oava lieri una sezione cannoni da montagna, una sezion e telefonica. ' Il battaglione può distaccare da un o a tre « dis taccamenti di seoperta >>; il reggimento da una a tre « •compagnie di scopèrta >> . Nell'ofiensiva « distaocamenti di scoperta>> preeedenti le co lonne d'attacco sara?no incaricati della tempestiva oocupazione di quei punti del terreno 1! cm possesso abbia influ enza sul •s uocessivo svolgimento dell 'azione. 5) La m arcia verso il nemi.co si compie sempre su più -col onne . P er evitare la sorpresa, ogni •c olonna dev'esse re preceduta da una propri a .avanguardia ai costituzione più fort e• ch e non in terreno piano o collinoso. . , 6) II conc-etto d'attacco deve tener conto, in primo luogo, della necesSita d1 conqUistare 1 punti dominan ti e le cres te principali, e di giungere sui fi anchi o sul rovescio delle po sizi oni n emich e. 7) A oaus.a dell a necessità di costi tui re colonne forti - perchè più .a tte ad un 'az i9 ne indip en d e n ~e -la riserva gene ra le s·arà ordinariamente pi ù debole, mentre ogni •c olonna dovrà avere una propr ia riserva piuttosto for te~ 8) Non btsogna m a i dimentica re che il nemi-co . può ess-ere coslre llo Hd abbandonare l'intera posizione qua ndo si riesca ad impossessarsi di un .solo punto veramente importante di essa, anche se -con deboli forze. 9) Il difensore deve tener presente che le a lture dominanti e le ·c reste forniscono le condizioni più favorevoli per la r esistenza e per la visib ilità. D 'a lt~a p arte deve però ricordare che oggi non esis tono più punti o posizJOm m sormontabili ed inespu g nabili . lO) Nell'occupare la posizione bi sogna presidiare quei punti isolati c he comand ano il terreno circostante e sbarrano le più favorevoli vie di attaoco per il nemico. Sovente il successo dipende dalla conservaziOn e di detti punti o di determin a ti tratti della posizione che ne cos titui scono l'ossa tura. ' Il ) La riserva ge nerale della difesa d ev'essere molto forte e di slocala dietro il se ttore più importante. Dovranno essere tenuti pronti mezzi di trasporto per spostarla . a seconda del bi sogno. ' 12) II dif-en sore non deve mai dimenti care che perdu ta ia prima posizione non potrà, sovente, trovarne un 'a ltra c h e a m olta d istanza.
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LIBRI .
Ten . c·ol. pro f. dott. A. PAGNIELLO: L'arma chi mica. Fratel!i Booc.a ed'.. Torino, 1927. L. 30. (Recens. ten. col. E. Fra ttini ).
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L'arma ·c himi ca viene qui seguita dalle prime manifestazioni nella storia de lla guerra. attraverso i suoi improvvisi .e rapidissimi svi luppi , lino alla sua attuale vita sotto spoglie pacifich e, gravide di mistero, all'ombra di alcuni de i più poderosi organi smi dell'industria od ierna. Dopo aver gettato uno sguardo a ll e convenzioni c he la Germania violava d·ando vita a lla nuova arma, il P agnie llo esamina ampiament-e g li aggressivi chimiei nelle loro caratteristi·c he e proprietà, presentandoli raggruppati sia in base a lle proprietà fisiche - g•a ssosi, liqu.i di, .solidi - s ia in ragione ' d e lla loro azione fisiologica - asfi ssianti , la-c rimogeni, tossici, vescicatori, starnutatori - sia ancora riferendosi agli scopi tattici che nel loro impi ego si cercano - fugac i, persistenti , penetranti _;__. Egli tra tta quindi dei metodi usati nell'impiego degli aggressivi ch imici - emissione d( nubi , lan:cio di proietti - accennando ai vari ordegn i da trincea a ll'u opo creati e ai sistemi ado ttati dai vari eserciti nella g uerra mondiale per raggiungere co n questo nuovo mezzo finalità e s-copi ben definiti. E-samina. ancora la di fesa antigas co llettiva e individuale e g li studi fatti da tutti i belligeranti p-er la cr eazion e di masch ere e di m ezzi pro. tettivi sempr,e megli o efficaci, con sp·e c iale riguardo all a difesa con tro l'yprite. . · Fa poi un interessante esame dell a situazione in cui le po tenze belli · geranti si sono trovate dinanzi .all'impiego della nuova arma n ella p8ssata guerra. L'esam e d ella organizzazione te desca - veramente poderosa nel campo chimi.co, scientifico, tecnico , indus triale - e il confronto con le affrettate ricerche e gli affannosi ripieghi degli a lleati sono certo utili per insistere s ul!.a necess ità di organizzare, sviluppare e perfettamente a ttrezzare le industri e ·c himiche ·che tanta pa rte hanno nella prepara zione b ellica. A convenzioni per eliminare questo mezzo dalle lotte umane non è possibile pen sare p erchè nessun co ntrollo sarebbe effic ace per impedire ad una nazion e di prepa r arn e l'impiego. In materia chimica lo str umento di guerra è in mas sima un .« compo sto di uso corrente e di la r go impiego nel l'industria di pace p er -c ui non vi è modo aJ.cun o di intervenire, restringere o con troll are d elle ricerche che possano condurre alla scoperta di nuovi gas di guerra come pure di limitare la fabbri cazione di uno o di più gas particolari. E' chi aro allora -c he l'arma -c himica è a disposizione delle sole nazioni che in tempo di pace di spongano di una sviluppata industria chimica e il so lo perico lo che possa presentars i cons is te n ell 'impiego da parte avversaria di un gas nuovo contro il quale non si fo sse premuniti >l, E ' sintomatico, osserva l'A., l'impul so dato da tutte le naz ion i a ll o sviluppo della indu s tria c himi·oa e all 'organizzaz ione del ser viz io chimi co militare al quale certi stati dedicano oggi centin aia d i mi lioni annu.i.
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_ RECENSIONI
RECENSIONI
L'A. es~mina quanto è st~to attuato in Inghilterra, in Francia, negli Stati Uniti e soprat utto in Germania. dove le industrie in q·uestione assorbono_ oggi molte decine di migliaia di operai e parecchi mi liardi di capitale m una organizzazione economica perfetta ed omogenea <<terribile minaocia nella lotta economi oo per l'accap~rramento di mercati mondiali che deve seriamente indurci a pensare all 'avvenire, spingendoci ad or~aniz zarci JJ. Esaminato poi quanto si è fatto presso di noi, egli insiste sulla necessità ~i <<uno stretto ·c ollegamento fra scienza, industria ed esercito JJ, per mdtnzzare l'industria nazionale di pace a svi luppare -ed accrescere que lle produzioni che hanno ~pplicazione in guerra e per << orient~rle a un facile trapasso di utilizzazione ai fini bellici JJ. Chiedendosi poi: << quale sarà l'aggressivo chimico dell'avvenire » e quale ne sarà l'impiego, dopo aver accen nato a lla possibilità ·c he appu nto m questo campo risieda la sorpresa delle lotte future, tratt~ del le nuove appli cazioni tendenti ad ottenere un mezzo che penetri attraverso gli apparecchi p rotettivi at tu~li, delle ri·cerche sull a scomposizione dell'atomo, delle previsioni sull'impiego dell'aggressivo chimico per mezzo di velivoli giganteschi e infine dell'uso dell'aggressivo batterico, concludendo che è necessario convincersi ·che: « la guerra chimica non si improvvisa; essa ha bisogno d1 una preparazione lunga e paziente che può spettare solo a studiosi competenti i quali con opera assidua confortata da sistematiche e disciplmate ri-c erche debbono provvedere a lla scoperta di sostanze nuo ve che siano dotate di azione terribile e Tapida così da schiacciare quell0 ormai fami li ari e su perate che vennero usate nell 'ultimo ·ccmflilto e che sefossero ancora adopera te in una guerra futura metterebbero in un grado evidente di inferiorità quel belligerante che nuovamenle le impiegas se J>.
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Il Pagniello •c onclude così la sua o pe~a. Essa frutto oertamente di 13.ccurato studio, ma , pur riconos•ce~do con l'A. <<utile, e non superfluo o fuori proposito, qualsiasi sforzo ·c he valga a stimo lare l'attenzione JJ sopra qu esto argomento denso di incognite e di peri-coli, osserviamo che sarebbe •stato preferibil e sfrondar e il libro di alcune parti meno necessarie, per ?argli un :c arattere scientifi co più spi·ccàto e megli o corrispondente ai bi· sogni d i chi si dedica allo studio dell'arma ·chimi·ca. Capit-. di vas c.
FRANCEsco B ERTONELLI:
Il prob-lema colonia le italiano. -
R.
Bemporad e F. ed .. Firenze, 1926. L. 5. (Recens. ten. col. E. Frattini ). Dopo aver esposto 1-e ragioni per le quali l'Italia è comparsa ulti ma nelle grandi competizioni coloniali, il ·comandante Bertonel!i ri corda sommariamente l'attività dell e nostre r epubbliche marin~re, l'op era di Itali ani che come missionari, ·commercianti, ambasciatori, esploratori hanno dato valido contributo a l! ~ conoscenza e all a conquista dei vari continenti e accenna poi all '~ttività coloniale svolta dall'Italia dal 1882 ad oggi. Esamina quindi l'importanz,a che hannò le nostre colonie dal punto di vista _strategico.
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Egli tooca appena della Libia e di Rodi nei problemi strategi·ci mediterranei per trattare un po' più am piamente dell 'importanza delle nostre colonie del mar Rosso e dell'ocea no India no in una nuova lotta mondiale. Oggi che ai confini dell 'Asia Gialla gia si affaccia e preoccupa l'enigii1,~ di .enor mi forze os,cure in ferment o, interessano gli accei1ni ali~ poss tbi\Ita di vedere forze nuove e ignote r~ggruppar,s i attorno a lla Ru ssia in un a lotta -fra il -c ontinente europeo e il .co ntinente asiati-co, anche se non si segue il Bertonelli nelle sue d edu zioni. Egli vede la po ss i?il~tà che i quattro po tenti gruppi di forze che agitano il con tinente astatico (cmo-giappone se, pani slamico, panturanico, indiano) trovino nelLa Rlllssia l'elemento che possa provocarne la temporanea coesione scagliandole contro l'Europa : prospetta la ne·cessità di fondare la Federazione degli Stati Uniti d'Europa d'i sottrarre n slàm all 'i•nfluenza ru ss a e giapponese, di preparar~i ad ~bbandonare l'India, posizione ava nzata, per concentrare le forze più indie tro su una fronte sicura e vede le sor ti dell'Eur-opa decidersi su una linea (mar B alt i·co~co nfin e pol~cco - co nUne rumeno-mar Nero-mar EgeoPalestina-mar Rosso) la cui ala destra sarà sostenu.ta dalla marina da guerra i~a lian a dalla base aerea e navale di H.a-fun. In una terza parte l'A. esamina il prob l-e ma coloniale poli tico nei ri, guardi dell'emigrazione e delle materie prime. Non vedend o sufficienti possibili tà di emigrazione nelJ.e coloni e di diretto dominio, nella Tunisia e nell 'Anato lia. ed essendo gli Stati Uniti, il Canadà e l'Australia chiusi, egli ·ritiene che l'Italia no n po ssa avere altro sbocco che nell'Ameri·ca lati na e sopratutto nel Brasile con opportune garanzie per un equo trattamento. Considerato anzi il perico lo dell '-e migrazi one g i.all a in questo paese egli vede <da salvezza del Brasile soltanto in una forte emigrazione bianca JJ e sopratutto iwliana, la quale <<assume il carattere di una necess ità per J.a difesa della r azza bianca nel mondo JJ . Identica situazione egli pro spetta per- l'Australia c he solo in u na forte immigrazione bianca potrebbe trovare energi e e mezzi per difendersi d a sè contro l'attacco a.siatieo nell a lotta mondiale a cui si è accennato . Mancando poi all'Italia una colonia veramente ricca le cui po.ssibi lità economiche non siano limitate e difficili a raggiungersi, l'A. rappresenta la necessità che veng.a riparata l'i-ngiustizia dei trattati che chiusero la guerra m o ndi~ l e ·e che venga assegnato all 'Italia uno dei m and~ ti su.lle antiche colonie germani·che: eg li osserva ·c ome questo mandato sia da cer·carsi esclusivamente in Africa, non in altri continenti , e precisamente nell 'Africa germanica dell'est. Alcune inesattezze nell a parte storica ne renderebbero opportuna l~ revisione, ma nel complesso il volu.metto è ·certo opera interessante per le questioni che prospetta anche ·s e trattate in modo molto succinto. Gen. d'i div. DoBROS AV J. serbo nel. 1914.
MILENKOVITCH:
L 'az ion e clel19° r' egg im ento fant eria
Il generale di divisione Dobro sav J. Mil enkovitch ha pubblicato un 'opera sull 'azion e svolta dal 19<> reggimento fanteria serbo durante la campagna del 1914, r eggimento di ·cui egli era allora comandant e.
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RECENSIONI RECENSIOI'II
L 'A. narra minutamente i successivi combattimenti svo lti si atlorno a Sciabaz dal 16 <1! 24 agosto, durante i quali gli Austriaci tentarono im ano il passaggio della Sava, e il passaggio di quel fiume da parte dei Serbi nella loro controffensiva; successo questo di bre;v-e durata poichè buona parte delle truppe passate a nord della Sava rimase prigioniera degli Austriaci. L'A. narra quindi la ripresa offensiva austro-ungarica nel seltem br() e nel novembre 1914, il passaggio della Sa.va da par~e dell'es-ercito au s troung.a rico, la ritirata dei Serbi verso la Kolubara e la ripresa offensiva vittoriosa dei Serbi nel dic-embre. L'A. accompagna la narrazione dei fatti con interessanti considerazioni e comunicazioni s ul morale delle trmppe, sul servizio di ricognizion e, di collegamento, di informazione, su-i rifornimenti, sulle perdite. Egli ha potuto esaminare parte degli archivi austriaci e per•ciò ricostruire la situazione n emica corrispondente a quella delle truppe ;;erbe. . La massima p•arte dei ·c ombattimenti ai quali partecipò il 19° r eggimento fanteria si -svolse attorno alla Sava e ai .suoi affluenti: essi sono perciò tipici com-e esempi di azioni tattiche attorno a corsi d'acqua. La pubblicazione è illustrata da pareochi e carte e da schizzi eseguiti con cura e chiarezza. Te n. gen. dell'es. imp. rwsso K. ADARIDI: Schiere volontal'ie e col'pi volontari secondo le . espe rien ze della guerra. - Berlino - R. Gisenschmidt ed. 1925. · Le forma zio ni di volonial'i n ell e guerre del passato. Il libro, scritto in tedes-co, è un'ampia t.rattazione, abbondantemente sussidiata da citazioni d 'esempi tolli dalla storia militare, dei compiti che co nviene affidare a reparti volontari, dei criteri che debbono guidarne la formazione e l'impiego, delle operazioni di guerra nelle quali essi possono esse re impieg.ati, studiate intimamente in ogni loro parti-colarità: distr uzioni di ferrovie, di linee telefoniche e telegrafiche, operazioni di sorpres.a contro accampamenti, sistemazioni difensive, centri di vita, pattuglie, piccole guardie ecc .. La buona conoscenza di tutto ciò, necessaria per fare il miglior uso di tali elementi, è meno fa-cile di quanto .si creda, perchè - osserva l'A. l'argomento è sc-arsamente trattato in libri, riviste, relazioni militari, o se ne parla .riferendosi per lo più ad epoche nelle quali ben diverse erano le condizioni della lotta. Gli stessi trattati di tattica se ne oc-cup.ano per sommi capi, ed a volte anche assai superficialmente. Giova premettere che la distiilzione indicata dallo stesso titol o dell'o. pera Lra .schiere e corpi volontari v.a intesa nel senso che !.a prima denomin-azione riguarda i. reparti provenienti dalle truppe regolari e la second a g li aggruppamenti di armali improvvisati, come si son visti fiorire sp ecialmente nel periodo della rivoluzio-ne france-s e e nel secondo periodo della guerra del 1870-71. Car-atteristica generica di quest-e formazioni è quella di operare, a breve od a grande distanza dalle .ali o dall-e spalle del nemico, indipend entemente dall 'esercito ~he J.e ha dista-ccate. L'indi -
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. ·o n· ed anch ~migltor estlo delle loro operazt _t . l pendenza è neces sana pel , 1 tto che le schtere volontane sono ta come .conseguenza naturale del l:ntamss ime e quindi all'infuo:i .di qualvolta destmate ad agtre m _zo~e "t' golari ma ciò non toghe che non dei comandt d1 um a re ' · t· ·1 siasi ingerenza . • d' . ne con obiettivi delermma 1, l defimto campo az!O • debbano avere un . n a tutto l'esercito. Comunque, . . t dei qual! possa essere u 1 e Il' raggmnglmen o , !f . nte d'iniziativa per nuocere a av. l'aJutonomia' loro concessa e un coe JCie , . lt ne presenti 1 occaswne. versario ogm q~a1vo a se ,' . lontaria nelle ultime guerre non deve 11 debole sv1luppo dell azwne vo . . debba ormai ritenersi sorI' A _ che 1\ suo 1mpwg 0 t far credere - osserva . . . .b· "l dall'immenso perfezionamen o . . eso quas1 lmposs1 1 e d' · passato dal temp1, o r d . sarebbe errata. Gli o term . . bellici Una tale de uzwne . . t tecnico . del mezz~ . . . . tale -com lesso di muniziom, di vebisogno di l l p dip end enza dalle retrovw g iganteschi eserciti· 1·hanno d' ni genere che a oro tovaglie di matena l og , t S una fitta rete stradale ' d h non per lo passa o. enza . d è assai più gran e c e . . T non sono in gra 0 Il questi sm1surat1 eserc1 1 sistemata alle loro spa _e, . , . sa mente questa fitta rete straeno dt agire Ora e preci . . h' di vivere e t an t o m . · b. tt. delle schiere volonlane p01c e · · 1·1 rinctpale o 1e 1vo ò dale -e ferrov1ana P . . . t" . del traffico che vi si svo lge pu ogni disturbo recato all'inlensttà vas ISSdlmla breve le spalle degli eserciti e fatall Per Il' a ' d . . l b.l . t' che non per lo passato, e Portare . seco {;onseguenz t maggwre vu nera 1 1 a . h" moderm presen ano una . , . d't intelligente d1 se 1ere , t . , che dà vantaggiO ali azwne ar l a e e appun o CIO · . · · d attivi . d"tà d t d oapl ene·rgiCI e volontarie {;oman .a e a . he lo scaglionamento in profon 1 Va però osservato m propo_ sito e t go delle linee combat. d. l he fascw dt terreno a er l tesse e la zona del e e l'organizzaziOne l arg 1 . ·t· 1·nterpongono tra 1e mee s tenti di codesti eserc1 l . r organi più delicati del . t . t dette dove s1 trovano g l retrovie propnamen e ' . t !mente profondo seminato d1 os a' , . to uno spaziO no evo 1 loro f.unzwnamen ' · . Ilo spazio stesso non puo es-c u. . t o, e ch e, se la penetrazwnel ne . , coli e v1g1la evo li che nei tempi. passa t"L dersi, le azioni di fortuna non sono_ cer o Foms:r~ttore, tendono a' favori l'.e il Ma altre due cucostanze, soggthu.nge olontar·te. la creazione di sempre . , tt. ,·t' d 11 se 1ere v · futruro s-vil-uppo della ~' 1 a e e d. t · n · e la presenza nella · · tt" facilitaTe le IS ruzw 1• più potenti esploslv~ a l _a . , avendo ricevnto a .suo tempo l~ popolazione di· molli mdl·Vl·dUI, .che, pur . , diversi motivi chiamali . T tar e non vengono poi pei d Il ' , prescritta istruzwne fil 1 t'lizzali nel completamento e e alle bandiere e possono -cosi essere u J schiere volontarie (l). . lo senta il giogo dello Nei paesi invasi dal nemico, quando t1 popo d Il formazioni volon. f t l' o di patna Il compito e e . straniero ed abbm or e am r ' d 1 1808 al 1830 m t rssimo Così nella Spagna a ' 1 . G mania negli anni 1813, 1814, tarie sarà sempre n? evo . · 812 1 Finlandia nel 1808, m Russia nel 1 t' n · ;r ione ed i compiti -di schiere . . l 1870 71 In simili circos anze 1 az m Franc1a ne - · . . . , miglia:no e si completano a volontarie e di corpi volontan mollo SI I asso vicenda. . 1 ntarie è quella di agire Caratteristica essenziale delle schiere vo o energica; quand•) per sorpresa qu.anto più sia possibile fulmmea, mobile, alle condizion-i demografiche del proprio paese (Rnssia). (l) L ' A . si rife risce evidentemente
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. h - implicano il possesso di buone i n forma~ l'A. esamma le carattenst1c e i s·c hiere volontarie deve procurars1 Z!Olll sul n emico, che !l coman d an t e d con grande oura.
la sorpresa non riesce è preferibil e che si svin{:,o!ino dal combattimento p er sottrar si ad un contatto che frustrer·ebbe la loro ulteriore attività. Q·ui l'A. espone le azioni ·c he le schiere volontarie seppero far.e nei Vosgi nel 1 870~ durante l 'assedjo 'di Strasburgo e quelle della così detta auant-garde de déliurance eompiute fra · il 2 dicembre 1870 e il 24 gennaio 1871. Le s·chiere operanti nei Vosgi molestando di <:-ontinuo le truppe del generale Werder lo indussero a indebolire le linee che investivano Strasburgo, e proprio a qu esto indebolimento flll dovuto il troppo prolungato assedio di quella piazza forte . Ancor maggior successo e bbero le schie-r·e volontarie n elle Ardenne. Per amm issione de!Jo stesso M'oltke, fu la loro attività che con sigliò di togliere l'assedio a Mézi èr es, benchè questa fortezz a sbarrasse la importante linea ferroviaria che per Sedan conduce a Parigi, di grande vantaggio per l'esereito germani co . L'auant-garde d'e déliurance, dal canto suo, operando per due mesi con g rande coraggio e tenacia, usando i più ingegnosi stratagemmi per trarre in inganno l'avversario e per cancellare ogni traccia del proprio passaggio, potè re{:,are danni assai rilevanti ai Tedeschi , non .~ub en do che minime perdite.
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Com piti che po sso no essere af(ìdati alle formazioni eli volonlar(
Le azioni che possono essere affidate alle schiere volontarie pos sono essere suddivi se in due grand i c ategorie; a) quelle che rivestono carattere di vere e proprie scorrerie; b) quelle nelle quali i reparti volontari si tengono nasco sti per qualche tempo alle spalle del nemico per poi compiere una o ripetute operazioni. Le prime possono essere effettuate tanto da piccole quanto da gran di unità d i ·cavalleria; preferibili le pi ccole unità quando l'obiettivo da r aggiungere sia ben definito, le grand'i quando le retrovie del nemico debban o essere percorse in ogni sen so. (Sebbene le scorrerie siano qui considerate COIIJe azioni di schi ere volontarie, dovrebbero più propriamente esser e riguardate come operazioni .affatto spe·ciali da affidare a reparti regolari). Le 1seco nde non possono ess·ere •compiute che da piccoli reparti, i quali , se per la loro forza non sara.nno in grado ·d'ottenere grandi ri sulta ti , potranno, in compenso, avere la possibilità di moltipli·care le loro molestie sul nemico. L'A., ricordando c he la storia militare fornisce parecch i esempi di azio ni cond otte con buon successo da schiere volontarie riuscite a d annidarsi alle spalle del nemico, ne cita al·c uni . Per quanto riguarda il genere dell 'azione, esso dipende dal tempo disponibile e dallo stato d'animo delle popolazioni tra le quali le schiere devono agire. Se il tempo a di sposizione è molto, converrà annidar.si in luogo adatto. delle retrovie nemiche ; se fa difetto, è meglio intrapr en•d er e una decisa e r apida scorreria. I fattori che influenzano il compimento delle azioni di schiere volontarie sono principalmente i seguenti: il mod o di comportarsi della popolazione nei loro riguardi ; l'orientamento delle linee di comunicazione del nemico; le .condizioni del suo esercito e delle retrovi e; la stagione e le condizioni atmosferiche. Quasi tutti questi fattori - di cu i
E' chiara l'importanza di tutti i mezzi atti a ritarda r e la mobilitazione e la radunata nemiche: for se l'unico mezzo per raggmngere questo scop~ una brev e intensa attività de ll e schiere volontane. Fei:rovw, telegra: :a~:lefoni saranno in pieno lavoro in questo p· ~ri?d?, e n chwderanno ~l · ordine er non subire incagli dannosissimi; epperò la loro dl~;~~~i:~e dovrà !sere lo scopo principale delle schiere volontane. Anc~~ piceo le distruzioni , anche limitati danni non saranno d~ trascurar~ per~~ avere notevoli conseguenze •di disturbo sull mtenso tra !CO . e pot rann 0 d' · · t' e quadrupedi m momento Altri obiettivi paralleli: attacco l nservJs l . . . . . .. . . . . l h ' dJ. radunata · cattura di autorità mihtan e ciVlh, marc1a verso 1 uog l ' . . . . distru zione di posti ·d i comando, magazzim , depositi . e co.s~ via. ffra l'A - ·che tutta la stona m1htare non o E' strano per Ò - osserva . . . 'l't . . t . . . d. attività volontaria durante Il periOdo della mobi I azwne e · esempi IpiCl 1 . . . dell a conseguente radunata di un esercitO avv.ersano.t t dell'azione r Notiamo al riguardo che l'A. non fa cenno m ques o pun dell e forze .aeree destinata a svolgersi in pieno durante . qu.esta fas·e. ~gr~ considera inve·ce le difficoltà ed i risc~i di t~li ?peraziO~l ~ell e s~f~ne vol ontarie (non ae r·ee) in territorio nemi-co, mmon se .al dJ la del c t · · · t · amente affini all'attaccan e. poli tico da superare vivessero popo 1azJom e mc . ·t Circa le forze destinate a proteggere il traffico .delle retr~vie, lo scn ~ tore ricorda che a lla fine del 1870 la forza c~mplessiVa mess~ ~~ campo d~~ Tedeschi fu di: 599.872 uomini cii fantena, 63.465 •cav~IJen, 1742 ca. noni Di questa forza, la quinta parte all'incirca, ossia. ll4.090 fanti, 5686 . cavalli, 68 pezzi, furono adibiti al serv izio di prot~z1~n~ della zona delle retrovie. Un tentativo fatto n el 19~4 dai Gi.apponesi di 1 ~tenompe:~ la fe:u.rovia a tergo dell'esercito russo mdusse Il comando di qu~sto aggi ungere 20.000 uomini di rinforzo alle unità preposte alla guardia delle
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retr ovi·e. d . h' r olo'1 I compiti più importanti che possono essere affi ati ~11e se Ie e v 'tarie durante i vari periodi della guerra si possono così nassumere: . l ) disturbare la regolarità della mobilitazione e della ra~unata dt un esercito avv.e rsario distruggendo ferrovie, telegrafi e telefom ,. 2) impedire durante la marcia di avvicinamento dell ' av:e~·s~HIO stes~~ il co llegamento fra le diverse colonne; arrestarne se è pos sibile la mare . · In d ate c1rcos · t anze provvedere a sollevare ed ostacolarne i rifornu;nentl. la popolazione ; . b tt 3) distrarre dal loro obiettivo le umta avversarie che. c?m ~ ono,~ obbligandole a proteggers1· 1· fi anc h'1 e 1e spa11 e e d I·mpedendo 1 r1formmenll e l'esecuzione metodica del loro piano ; · 4) ritardare, durante l'inseguimento, la ritirata, creando ostacoli, non per mettendo al nemico ripo so alcuno e cercando di fare di tutto per disgregarlo; o
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5)' nel caso di ripiegamento delle proprie truppe, tratlenere con tutti mezzi possibili l'inseguitore baldanzoso, distraendone l'attenzi one: 6) ottenere un effetto demoralizzante sul nemico. · L'enunciazione ·di questi dati vale sopratntto a mostrare i limiti piuttosto !.,arg_hr .entro 1 qu~h deve svolgersi, secondo il pensiero dello scrittore, l attivrta delle schrere volontarie, che in qualche .caso dovranno as· s umere, ·c ome forza, un'entità notevole. Forza e composizione delle formazioni di volontari . .
. So~tanto nell'esercito russo si trova applicato il caso della forma zione d t s:chrere volontarie fin dal tempo di p.ace ; i.. così detti «comandi di caccra », c?mposti regolarmente da 2 ufficiali e da 64 uomini di truppa. Per evrtare. gli mconve~renti e la confusione delle formazioni improvvisate, ~ualr .S I sono avute in Fr_ancia nel 1870~ l'A. ritiene utile"àvere già, durante tempo dr pace, un pr.ano prestabrhto per la formazione eventual e di s-chrere volontarie o di corpi analoghi. Questo procedimento sarà indicatrssrmo per gli stati aventi terreno adatto alla guerrigli a. Il numero delle schiere dovrà dipendere dall'ampiezza dell e zone nelle quali la loro attività dovrà manifestarsi, rappresentate in genere d'ai tratti dr _terrrtorw ~ve. esrstono strade e mezzi per raggiungere importanti obiettivi . Converra drsporre anche d 'un congruo numero di schiere volontarie dr riServa per dare appoggio a quelle .c he si dimostrassero troppo deboli p er raggwngere _l'obiet.tivo assegnato. La forza dell e schie ~o nta rie può essere assai vana, potendo essa oscillare fra poche decine di uomini ed af.<mne migliaia. E ' ovvio che le S·chiere molto numerose riescono pesanti e di diffi cile
<Co~and~; .anc?e il_ loro vettovagli amento incontra generalmente notevoli ~rfhcoltà, derivanti sopratutto dalla necessità di non svelare le proprie forze, -c ondrzrone questa indispensabil e per la riuscita di qualsi·a si a zi one del ·genere. Ne viene di conseguenza che una schiera numerosa do vrà ~cindersi n?n ap~.ena_ avrà raggiu~to la _zona nella quale dovrà operare m altre scluere plU prccole. Le schrere piUttosto piccole hanno i segu enti vantaggi: una maggiore indipendenza; un'azione più .armonica in terreno rotto e frastag liato; maggior fa-cilità di provvedere al proprio sostenta- ~ento, . dr hascondersi, di sorpr-e ndere l'avversario. I risultati dell 'esperienza msegna~o che la forza di una schiera volontaria non dovrebbe mai super~re . i duecento uomini . Circa la composizione, la schiera mista di fan_te~ra _e di .c avalleria non si è dimostrata vantaggiosa. L 'assegnazione di artrgherr.a può essere giustificata solo quando si ritenga di dover superare osta<e~oii non evi_tabili che ne rendano indi.s pensabile l'impiego. Sarà sempre ~ol~o -conv_en~ente che almeno una parte dei componenti J.a schiera volontaria sra cosbtmta da uommr praticissimi del terreno SIU] quale dovra?no agire ed in grado di parlare correttamente la lingua dell'.avversarw. Per l'armamento, è preferibile il moschetto con baionetta-coltell o. Sarebbero .anche vantaggiosissime le mitragliatrici leggere . ma in que sto caso occorrerebbe risolvere il problema del loro mÌmizion;mento e consi -
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derare che il loro trasporto potrebbe influire dannosa mente sulla mobilità della schiera. Le bombe a mano saranno ·c onvenientissime. Circa il vestiario, sarà indi spen sabile adottare uniformi di co lor e poco appariscente. Durante la guerra del 1870, il colore viva-c issimo delle uniformi di LaInni reparti di franchi tirato ri causò perdite notevoli e il fallim ento di azioni studiate e preparate ottimamente. Saranno utilis sime per le schiere volontarie le bi-c iclette, specialmente se pieghevoli e, in inverno, gli sky. Gio~erebbero molto le motociclette se alla tecnica riuscisse di renderle pieghevoli e silenziose e . se il . necessario oarburante potesse essere soli-dificato e quindi -di meno ingombrante trasporto . Il fatto di dover agire anche a grand·e di stanza dalle ll!nilà regolari rende necessario per le schiere volontarie di poter disporre di mezzi •di collegamento appr·)priati: .apparecchi ottici da segnalazione ed eventualmente anche apparecchi radiotelegrafici. Occorre-ranno loro anche binocoli, bussole, lampadine elettriche portatili e apparecchi speciali, come .seghe a mano, accette, corde ecc .. Giova ricordare che l'equipaggiamento individuale del volontario non potrà essere mai umforme, ma dovrà v:ari.are col variare delle condizioni climatiche, col mutare della stagione, del tempo, del terreno, e -c osì via. Riassumendo la for mazione, il ·c ompletamento, l'armamento e l'equipaggi amento delle schiere v.olontarie hanno caratteristiche loro proprie ; epperò tutte queste particolarità dovranno essere vagli ate e ponderate fin dal tempo -di pace, per evitare al momento del bi sogno errori e contrattempi che potrebbero -c ompromettere il buon impiego delle schiere volontari e. inqua dramento e addestramento.
Alle schiere vo lontarie oc<:orre un .c ondottiero idoneo, il quale disponga di validi coadiutori. La scelta eli un comandante di schiera è molto importante, e non sempre facile. Le qualità ·c he egli deve possedere sono così riassunte dall'A: grande forz.a ·di volontà, temerarietà, spirito d'indipendenza, va lore perso na le unito a grande cir·cospezione e a sangue .freddo. Molto importa che il comandante sappia mantenere segreto il su.o piano e sappia incu lcare riservatezza estrema anche nei suoi subordinati, Qttenendone piena fiducia e sicura disciplina, all a qu ale i volontari sono piuttos to inclini a sottrar si . Saranno pochi coloro che possederanno tutti i requisiti uniti insieme così da esser-e ottimi comandanti di schiere vo lontarie; sarà preferibil e scegliere chi si offre con en tusias mo. I coman-danti in sottordine debbono avere qualità co rri spondenti a quelle del capo, ed essere nume-r osi. Lce -c ompagnie fran che ed i reparti· di franchi tiratori, durante la guerra .del 1870, avevano una forza, in ufficiali e graduati, pari alla quinta parte •della forza complessiva del reparto. Anche i così detti «comandi di -ca.ccia JJ, isti tui ti in Germania durante la guerra mondiale e che comprendevano da 150 a 200 uomini , avevano da '5 a 6 ufficiali e da 15 a 20 graduati. D:ai graduati si dovrà sopratutto esigere grande coraggio e senso di iniziati"a·. Provved endo fino dal tempo di
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pace ad istruire reparti del genere, l'istruzione potrebbe comprendere: esercitazioni di tiro in circostanze di luce poco favorevoli, e quindi durante il crepuscolo, o durante le notti illuminate dalla luna; es·e rcizi di kmcio di bombe a mano; scuo la di comando a segnali convenuti ; esercitazioni notturne di marcia, ·e sigendo silenzio .assoluto nelle file ; esercizi d 'infiltrazione in un sistema difensivo nemico; interruzione di una d ala azione a segnale convenuto (segnale che, con vantaggio, potrebbe rip rodurre l'urlo di una bestia), ripiegamento a piccoli gruppi e conseguente radunata in luogo stabilito in antecedenza. I graduati •delle sehiere volontarie dovranno essere ahche addestrati al razionale allontanamento dei morti e dei feriti, perchè il nemico non possa dedurre da questi la forza e la composizione del reparto; all 'orientamento di notte ed in terreno brullo, senza punti di riferimento; al passaggio di ostacoli con celerità e senza rumori; al modo di comportarsi sotto l'illuminazione improvvisa di un riflettore ecc .. Utilissimi ancora per questo genere di addestramento sono ·gli esercizi d'inoltro d'informazioni da grand e distanza con tempo cattivo, in teneno privo di strade ecc.; la conoscenza della composizione degli eserciti confinanti e della lingua parlata nel loro paese ; nozioni impartite praticamente, in modo che il graduato possa ris pondere nella stessa lin gua e a tono alle ingiunzioni di una vedetta avversaria. Dato che le ferrovie le linee telegrafiche e telefonich e saranno ottimi obiettivi, gioverà ass~i che i graduati abbiano delle cognizioni in proposilo per distruggere questi mezzi di comuni·c azione nel modo più razionale e meno appariscen~; essi dovran~o anche saper inter.c ettare le trasmissioni, e ciò si potrà fare tanto meglw se fra 1 volontan ve ne saranno di quelli con buona istruzione t.e cnica . . Qucslo programma di istruzione dei graduati dovrebbe essere svolto anche nei ·c entri di reclutamento delle schiere .d'i volontari, se questi centri fossero istituiti già nel tempo di pace. ,Circa .i rapport~ di dipendenza •dei comandi di schiere volontarie giovera che I comandi dai quali essi dipendono ne agevolino !'.a ttività, indic~n~o: quan~o ~u·esta · deb?a . avere principio, la zona più opportuna d.azwne, l.a s~tuazwne propna e del nemico, gli scopi principali da raggmng~r.e 1~ ~mea gen~ra le e, tr~ttandosi di distruzioni da compiere , gli obwttJvr pm Importanti. Qualora Il comando SJupremo intendesse di sviluppare su :asta . scala l'azione delle schiere volontarie gli converrebbe del egare un mcancato che mantenesse il contatto con esse. Nel 1813, presso lo stato maggwre ·d'egli alleati vi era precisamente un ufficiale destinato a questa funzione ; anche nel 1870 quando Gambetta ass unse il IO ottobre la direzione della difesa e lanciò quel suo .appello che ebb~ come conse~ ~.uenza .la formazione di molte schiere volontarie fu provveduto alla creazrone dr analoga carica. Ricevute le necessarie istruzioni i comandan ti delle schiere volontarie inizieranno la preparazione delle ' azioni che stimeran?o convenienti, sulla base di tutte le informazioni occorrenti a formare Il p~ano d'azione più redditizio. Fonti utili di tali informazioni saranno le stesse popolazioni, o speciali informatori assoldati. Il successo
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di una schiera dipenderà in gran parte dal modo col quale la popolazione. si comporterà verso i volontari. Potrà spesso accadere c he un reparto volontario debba accontentarsi per lungo tempo di osservare da lontano un dato obiettivo, in attesa del momento più opporbuno per agire; ma questo momento non potrà mai giungere se il servizio d'informazioni non funzionerà . Questo servizio sarà facilita lo se si. potrà disporre di un insieme armonico d 'informatori, i qruali potranno servire molto utilmente anche per la diffusione di notizie false e tendenziose , atte a trarre in ingan no l'avversario . Questo metodo fu così bene impiegato dalle schiere volontarie nel 1812 e nel 1813 ·c he esse, come si legge nella « Corrispondenz-a )) dello stesso Napoleone, riuscirono a disorientare non solo i marescialli di Francia, ma anche l'Imperatore medesimo. '" Una schiera volontaria non può procedere a tentoni, per scoprire dopo lunghi tasteggiamenti dove sia il prunto debole dell'avvers ario; dovrà conoscerlo prima per vibrare rapido e deciso il colpo prepaN1to. Og ni servizio di informazioni fatto bene costa parecchio danaro ; il comandante di schiera dev'esserne perciò fornito con larghezza, specie quando debba agire in mezzo a popola·zioni ind ifferenti agli avvenimenti . Gli informatori non .dovrann o essere mai pagati in anticipo. Il comandante d'una schiera non metterà mai su carta, per nessun motivo, il suo piano d 'azione ; qualora i comandi superiori glielo richie•dessero per intervenire .nella sua formulazione, la schiera cesserebbe di avere · la necessaria indipendenza e si ridurrebbe ad es·sere un reparto regol.a re qualsiasi distaccato dal grosso. Comunque, dovrà essere sempre curato il collegamento con le unilà del grosso, per trasmettere rapidamente le informazioni importanti e mantenersi al corrente della sitruazione generale: la radiotelegrafia e la radiotelefonia .saranno a .questo scopo as.sai vantaggiose. Accuratissima dovrà essere ·anche la preparazione materiale perchè se la schiera sarà male armata, male equipaggiata e male nutrita, non potrà raggiungere il suo scopo. A ciò dovrà provvedere il comandante ricordando che l.a schiera una volta lontana dal grosso, nel cui ambito opera, rimarrà abbandonata a se stessa. Modalità d'impiego.
Quando sarà giunto il momento di operare, il comandante della schiera non .avrà più ragione di mantenere ignoto ai dipendenti il suo piano d'azione; occorrerà anzi che egli, riunendo ufficiali e graduati, spieghi loro ogni cosa, per averne la più benintesa cooperazione, ammonendoli di mantenere il segreto con gli estranei . Nessun cenno sull e operazioni dovrà essere fatto agli abitanti del paese, anche se favorevoli ai volontari. Il trascurare questo prj.ncipio può riuscire fatale all'azione progettata, come spesso si è verificato. Della popolazione giova servirsi invece per divulgare notizie ·false e tendenziose, facendo credere, per esempio, che la schiera volontaria sia _una grossa av~mgu.ardia dista.c cata da una grande unità; stratagemma questo usato più volte nel 1813 da diversi comandanti 10 -
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di schiere volontarie, con l'esito odi trarre in inganno lo ·Stesso Napoleone. P er ingannare l'avversario sarà molto op.portuno il chiedere con insistenza agli abitanti schiarimenti su date str ade che però non si hà nessuna inten zione di percorrer e, o - sempre a scopo diversivo -s-u. punti di ·facile passaggio di dati •Corsi d'acqua, sulla dislocazione di rep·arti nemici ecc .. Anche •un in tell igente impiego dei telefoni e dei telegrafi potrà trarre in inganno il nemico. Grandissima importanza ha la razionale ese·c uzione della marcia di avvicinamento, da esegui rsi con grande celerità ed il più nascos~am enLe possibile. Nei riguardi della ce lerità, posto che la sch iera vo lontaria debb a usr re ]a marcia forzata, ri.su lta dalle esper ieqze pratiche ·Che Si potrà di massima procedere ne l modo seguente: CavaLleria - 4 ore odi marcia a var ia andatura, . un 'ora e mezza di riposo; 3 ore di marcia, un'ora e mezza di · riposo; 3 ore di marcia. In questo modo La· ·cavall eria può marciare e sostare per 13 ore, e può disporre ·delle ore rimanenti per il sonno e per il necessario governo dei quadrupedi. Fanteria -:- '5 ore di marcia, l ora di riposo; 3 ore di marci a, da 4 a 5 ore di riposo; l or a e mezza di mar.cia. Un totale ·di più che 9 ore di riposo assoluto . Posto ·che una piccola unità può avere una velocità ora r ia di mar cia di 5 chilometri con 5-10 minuti di sosta per ogni ora, essa ·potrà compiere giornalmente senza gravi ·difficoltà una marcia d'una cinquanÙna di chilometri. Ciò a presdndere dai mezzi di trasporto ·c he possono e~sere adoperati per accelerarla. Anche le ·ferrovie possono ·essere adoper.~ te dalle schiere volontarie p'e r avvi·c inarsi alle linee nemiche, ma tale impiego non potrà essere che eccezionale. L'itinerario della marcia dovrà spesso segui re una linea tortuosa che passi attraverso i ·c ampi. Dove il terreno sia po·co conosciuto occorrerà servirsi con molta circospezione di guide, sorv egliandole e non ponendole mai in libertà se non quando sia scomparso ogni · peri.colo di sorpresa. Se J.e grandi linee di comunicazione non potranno essere evitate, si dovrà fare tutto il possibile per•chè il movimento non si-a appmiscente. L'oscurità della notte è quella che più favoris·ce l'avvicinamento di sorpresa al nemico, ma non bisogna dimenticare che la marcia notturna logora J,e forze, se compiuta sistemati·c amente, e che ·converrà mai"ciare di notte solo quando si sarà penetrati in territorio occupato dal nemico. La marcia .n otturna sarà invece indispensabile ogni qu alvolta la schi~ra volontaria dovrà eseguire una sorpresa. Le modalità della marcia di una schiera volontaria non differi scono molto da quelle in uso pei reparti ordinari, ma tra le regole da se151uire, più convenienti all'indole della schiera, non dev'essere dimenticata, qu and'o ·essa sia costretta a pernottare in un villaggio, la norma di accantonare gli uomini nello spazio più ristretto, con gli ufficiali . uniti ai r eparti, proibendo a tutti di uscire dagli a·c cantonamenti o di gironzolar e nel villaggio o· nelle sue adiacen~e . L'inosservanza di questa semplice r egola ha causato molte volte gravissimi danni. Bivacchi e attendamenti dovm nno s empre essere occultati il più possibile.
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Specie duran te una sosta pro lu ngata occorrerà non tras.curare la buona s oluzione d el problema de l vettovag liamento. Se la popolazione è decisamente amica e la S·c hiera poco numerosa . il problema non sarà difficile. In ogni ooso, .anche in quell o di requisizione forzata, gioverà sempre procedere al pagamento immediato dei viveri. Il sa·o cheggio porta sempre all'indebolimento dei vincoli disciplinari . Giunta la schiera volontaria nelle vicinanze del suo obiettivo, il comand ante, accertata la situazione, si renderà conto se potrà o meno riuscire un'azione di sorpresa. Nel caso affermativo, stabilirà il momento più opportuno e le modali tà per ottenere la sorpresa. Prima di agire vaglierà personalmente le informazioni di cui di-sporrà, ma a ciò rinuncierà senz'altro qua nd o la .situazione generale imponesse una risoluzione rapida e concreta, o si presenta·sse improvvisamente un ottimo ed inatteso obiettivo contro il qua le la sorpresa potrebbe riuscire in quel momento e non più tardi . I più ri nomQ.ti comandanti di schiere volontarie ricordati dalla storia preferivano nella maggior parte dei casi assumere personalmente tutte le informazioni delle qua li ritenevano di aver bisogno. Salvo che .all'azione venga a mancare improvvisamente il carattere della s orpresa, sarà ,sempre sconsigliabile ad un comandante di schiera volontaria di rimandare all'ultimo momento un'operazione già decisa e preparata, perchè ciò ha effetto demoralizzante sugli uomini che debbono compierla. Generalmente, l'azione di sorpresa sarà compiuta di notte, ma per chè ne sia sicuro il successo occorrerà che la schiera abbia la super iorità numeri·ca rispetto all 'entità dell'obiettivo da sorprendere. L'esperienza bellica insegna che il più grande vantaggio si potrà averlo quando la sch iera, aVYicinatasi dura.n te la notte al suo obiettivo, si lancerà sul nemico con grande slancio e decisione non appena spunti l'alba. In questo modo si eviterà il combattimento notturno 'c on tutti i suoi immancabili inconvenienti e si potrà maggiormente s·f ruttare il successo. Il calcolo del tempo occorrente per una data azione di ·sorpresa dovrà sempre essere fatto con la massima cura. Per aumentare il disordine nelle file avversarie, sarà utile molte volt·e suddividere la schiera in tanti gruppi, in modo che questi possano piombare da diverse parti sul nemico, ma questa sudd ivisione non .si farà mai a grande distanza dall'obiettivo per eviMre 1o slegamento dell'azione e il fallimento della sorpresa. Ogni comandante dovrà semp re evitare un'azione prolungata di fuoco, specialmente di notte, poichè a l buio i combattimenti a fuoco sono sempre dannosi. Per evitare questi i.nconvenienti, nella 151Uerra del 1904-1905 molti reparti giapponesi attac-cavano, durante la notte, ·con gli otturatori in tasca. Qualunque sia il ri sultato della sorpresa, la schiera dovrà ripiegare, in tutta fretta, ad azione u,Jtimata, senza nulla lasciare nelle mani del nemko , perchè questo non possa dedurre nè la provenienza nè ].a forza della schiera stessa. Ciò a umenta assai l'effetto della sorpresa e il disorientamento dell'avve r.sario. Converrà iniziare il ripiegamepto in direzione opposta a quella che poi verrà seguita, ed anche a gruppi, stabilendo esattamente in precedenz~ una località di radunata. Se l'attacco ~d'i sorpresa fallirà, diffic ilmente la schiera potrà ripiegare in oi"dine, ed in tal ·caso il ripiegamento a picc oli gruppi s'imporrà.
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Distruzione di impianti ferroviari .
Le zO'ne di rifornimento e sgombero, nelle quali il 'enizio s'imp ernia principalmente sul movimento ferroviario, sono guardale da _un sistema che tende a stabilirne la sicurezza, ma effettivamente la protezwne d1 una linea ierroviariG e di tutto quanto ne fa parte non è problema di facili ssima .s oluzione. Gli Inglesi nella guerra del Transvaal costruirono 400(} fortini e destinarono 80.000 uomini per proteggere circ.a 5000 chilometri di ferrovia nondimeno ai Boeri riuscì più di una volta di distruggere tratti di binario causa.ndo assai di sovente il deragliamento degli stessi treni blindati o corazzali che presidiavano la linea. Per quanto rigum·da la •S·celta del tratto da distruggere i volontari dovranno preferire quelli nei quali si sviluppino curve a piccolo raggio, o . si trov~no . ar~ini, . p o~ ti o gallerie che attraversino zone incolte, povere di comumcaz1_om. e d1 abitali. 11 riattare tali tratti distrutti richiederà molto tempo e difficile lavoro. I Tedeschi non credettero nel primo periodo della guerra del 1870 di inviare reparti di protezione a quelle unità che erano adibite alla riparazione delle linee ferroviarie dGnneggiate; J,a conseguenza di ciò fu che · molto spesso queste stesse unità ·d ovettero àbbandonare la zappa per il fucile, per difendersi dagli attacchi dei franchi tiratori, con conseguente enorme perdita di tempo. _ Altri obiettivi utili per una schiera volontaria saranno senza dub bio le stazioni, i depositi delle locomotive, gli incroci e gli altri punti vi~al~ delle ferrovie. Se anche tali obiettivi non potranno essere distr utti, 1 volontari si accontenteranno di raggiungere risultati di minore entità, ricordando che le piccole interruzioni , se ripetute e frequenti, possono p~o durre egualmente il loro effetto sul traffico ferroviario dell'avversano. Stabilito con esattezza il tratto di ferrovia dG distruggere, la schi era volontaria dovrà subito trovare il mezzo di eludere la vigilanza del ne mico, ed usare tutte le accortezze per attraversare le linee avversarie. Il metod o più consono allo spirito di una schiera volontaria è quello dell'infi ltrazione, il quGle richiede però esatta- conoscenza della dislocazione del nemico e del terreno da percorrere. Quando una schiera volontaria riesca ad avvicinarsi ad una linea fer~ roviGria, sarà bene che essa ·Si scinda in tre piccole schiere, una delle qual! più forte ,delle altre. Alle più pi·c cole spetterà il compito d 'impedire al.nemico di avvicinarsi alla ·ferrovia che si ha in animo di distruggere. Esse dovranno ~gire in sil·e nzio, non impiegando nella lotta che l'arma bi.anc~. 11 gruppo più forte provvederà alla distruzione della ·f errovia. Le pattuglie nemiche che si troveran no sul posto dovranno essere poste nell'impossibilità di nuo·cere e di ·s egnalare la sorpresa. Converrà, contemporaneamente, distruggere le linee telegrafiche, ma di preferenza ad operazione ultiJ?ata, dopo aver cercato d'inter.c ettare i dispacci degli avversari e di ·comumcare loro notizie false. Col collegamento telegrafico occasionGle il coman·dante della schiera può venire a conoscenza di notizie interessanti la sua stessa azione immediata come, per esempio, l'ora d'arrivo di un treno ·cu i potrebbe essere teso un agguato. Se lungo la linea si trovano opere d'arte la cui distruzione sia vGntaggiosa allo scopo che la schiera volontaria si
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prefìgge, occorrerà prima sorprendere i posti di guardia che le presidiano. li miglior mezzo per distruggere un tratto di binario è di massima l'impiego ·di oartucce esplosive ma:, dato che il vumore prodotto dall'esplosivo metterà in allarme l'avversario, smà anche conveniente procedere alla distruzione con l'i mpiego dei soliti strumenti da zappatore. In genere, la ·d istruzione si potrà considerare compiuta ,quando le rotaie saranno state divelte, tmsportate lontano e gettate in fiumi, canali, e così via, e quando le traversine di legno ·saranno state bruciate. Nelle stazioni si distruggeranno serbatoi d 'acqua, semafori, scambi, materiali. Secondo i dettami dell 'esperienza, 50 uomini provetti, possono essere in grado di distruggere nello spazio di- un'ora due ettometri di linea. Se lungo una linea ferroviaria esistono diversi obi•e ttivi che si prestino ad un'azione di sorp resa, si dovrà inviare verso og!lluno di tali obiettivi una schiera volontaria, 1J.gendo in modo che la distruzione di quello che presenta effettivamente il maggior interesse avvenga · qualche tempo dopo la distruzione degli altri. Così l'attenzione del nemico potrà essere attratta verso gli obiettivi secon·d ari, in modo che :al momento opportuno esso non disponga più di riserve dG invi are ver.so l'obiettivo più importante. Tale procedimento presenta il vantaggio che se le sorprese secondarie riescono, difficilmente il nemico saprà distinguerle dall'azione principale, tentata nel medesimo tempo. Perciò, per trarre vieppiù in inganno l'avversario, gli attacchi secondari sarGnno eseguiti con le stesse modalità di quello principale. Azioni d'i sorpresa per la cattura di comandi e di piccoli presidi.
In piccole iocalità Gbitate, e nelle loro immediate vicinanze, si possono trovare accantonati comandi, autorità, piccoli reparti di truppa: ottimi obiettivi per l'azione di una schiera volontaria intraprendente. Le azioni di sorpresa contro tali obiettivi hanno il carattere di qu~lle contro località abitate. Occorre, anche in questo caso, che · il comandante di schiera conosca per tempo e con esattezza tutte le particolarità che potranno deciderlo .ad agire e che si avvicini poi all'obiettivo senza farsi ·scorgere. 'Quando la schiera avrà raggiunto il punto dal quale il movimento in avanti possa esser-e eseguito con un solo balzo, farà eseguire l'opemzione preferibilm ente verso l'alba, specialmente se sarà sua intenzione di distruggere tutto quanto il nemico avrà seco . S'intende che nell'eseguire una s.orpresa nelle ·COndizioni anzidette, bisogna sempre t.e ner conto di imprevisti ritardi durante la marcia di .avvicinGmento, poi·chè altrimenti la schiera arrischierebbe d'imbatterRi in un .nemico già pronto per la partenza, e non · in riposo, ed allora mancherebbero del _tutto le condizioni · prime del successo. Anche in questa azione converrà che la schiera nelle immediate vi·cinanze dell'obiettivo si s-cindG in diversi gruppi, per attaccare da più parti, per occupare ed ostruire punti di passaggio obbligato, come ponti , argini , strette ecc. allo scopo di tagliare la ritirata e per impadronirsi di carreggio, bocche da fuo co od altro materiale guerresco, eventualmente parcato nelle vicinanze. Nel gennaio del 1871, durante la .s orpresa su Prauthoj, una parte della schiera francese si recò verso l'entrata meridionale del villaggio dove, per
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l'appunto, era parcato il carreggio tedesco, ·ed essa giunse colà mentre i Tedeschi stavano già pttaccando i cavalli ai loro ·Carri. La sorpresa avv·e nne con un fuoco assai nutrito ed il carreggio oadde nell e man i dei Francesi. Generalmente però la sorpresa dev'essere es eguita senza sparare un sol c olpo di fucile: le armi più indicate •Sono la baionetta ed eventualmente la bomba a mano. Alla testa di ogni gruppo che esegue l'azione converrà siano po sti gli uomini più s pregiiUdi·c ati ed arditi, possibilmente conoscitori non solo d~lla lo'calità, ma anche della lingua parlata dall'avversario. Raggiunto l'i ntern o di un vi llaggio o di altra località, il comandan te della schiera cercherà, prima di tutto, d 'impedire c he al presidio nemico venga dato l'allarme, catturando guardie e sentinelle .e che siano tagliate le linee tele foni che esistenti. Qu.indi penserà alla cattura del ·c omandante nemico e dei .suoi ufficiali, poichè, senza capi, gli uomini potranno essere cattu rati con maggiore facilità. Per far questo, occorre disporre d 'informatori fìdati che soappiano indicare con pr·e·c isione dove siano alloggiati gli ufficiali. Se il presi·dio della località da sorprendere_è costituito di cavalle ria o di artiglieria, sarà bene che il comandante della schiera sappia dove i qua·drupedi •SÌ trovano, per subito impadronirsene. I f11anchi tiratori durante la guerra de l 1870 agirono spessi ssimo in questo modo, rilli·Scendo a catturare interi ·c omandi di tappa, mo lto materiale e molti quadrupedi. Una s·chiera vo)ontaria impieg.\ ta in sim ili azioni dovrà molto badare ai mezzi di locomozione, come autoc~rri, molocicli, cicli, aeroplani e trovandone dovrà subito i!ppadronirsen\ ' o, nella peggiore ipotesi, renderli inservibili. Una volta posto il presidio ella impossibilità di nuocere, i volontari esegui ranno le necessarie distruzioni, sopratutto incendiando. A sorpresa u ltimata, la schiera sparirà rapid amente, per evitare d'essere sorpre sa a sua volta.
consentire alla schiera un Liro etlicace, e nello stesso tempo la possibilità di precipitarsi rapidamente su lla rotabile, prima che la colonna e la scorta abbjano avuto il tempo di riaversi dalla sorpresa e quindi di poter correre ai ripari. Dal .suo canto la composizione della co lonna da sorprendere dovrà inf luire su ll a sce!La del luogo adatto per l'imboscata. Così, se la colonna sarà compo"ta di c arri di modello diverso, sarà conveniente che l'appostamento sia s ituato dove la strada non dia pos sibilità ai carri di retrocedere, e cioè in un tratto incassato o fiancheggiato da fos si o da altri ostacoli del genere. Infatti, se l'imboscata avverrà in un posto simile, assai facilmente il panico si impadronirà dei conducenti, i carri non potranno più muoversi , os tl'uiranno la strada, ed impediranno così, nello stesso tempo, ogni movimento utile della scorta. Se la schiera vorrà invece attaccare di sorpresa una piccola colonna di truppa in marcia , l'agguato dovrà essere teso colà ove il terreno non presenti faci lità di movimento per l'avversario. Se la colonna da sorprendere sarà formata da fanteria, l'appostamento della schiera dovrà avere davanti a sè del terreno scoperto. Se la colonna sarà invece di cavalleria, il terreno antistante a ll 'appostame nto dovrà essere rotto e frastagliato. L'esperienza bellica conferma la bontà di tali norme. La guerra coloniale è specialmente ricca di esemp i del genere . Per quanto riguarda il modo di agire di un comandante di schiera all'avvicin a.r si di una colonn a nemica l'A. afferma vantaggioso questo sistem a. Il comandante darà, al momento opportuno, il segnale del fuoco che dovrà essere violento ed immediato in modo da non dar tempo al nemico di orientarsi, e, non appena si sarà manifestato n elle sue file l'inevitabile disordine, i vo lontari dovranno fare irruzione all'arma bianca. Perchè · il fuoco abbia la massima efficacia, converrà stabi lire in antecedenza e con esattezza la distanza intercedente fra gli appostamenti dei volontari e i diversi punti dell a stra·da. Se la schiera dispone di mitragliatrici , sarà bene postarle alle ali dell a s·c hiera, in modo che possano continuare indisturbate il loro tiro , sino al momento delfa mis·chia. Il movimento di attacco dovrà poi ess·e re fulmineo, p er non permettere a l nemico di riordinarsi. Saranno molto indicate le bombe a mano. Se l'agguato verrà teso oad una colonna in marcia sarà ·Consigliabile lasciar sfi lare l'avanguardi a ed anche la tes ta della co lorina, per attaccarne invece il centro ed eventualmente anche la coda . Così la sorpresa sarà maggiore perchè è nella nabura del l'uomo senti r.si più sicuro dove sono passati, poco prima, degli altri, indi sturbati. Inoltre; è sempre molto più faci le ad una colonna l'appoggiare un'avan guardia attac·cata che non il contrario, nè si deve dimenticare che ogni attacco sferrato su l fianco od a tergo di una truppa in marcia, scuote non poco la compagine moral g e materiale della truppa stessa. S·e l'oaggu.ato ha p er· scopo la distruzione di una colonna di carri, occorre distinguere se si tratti di v·eicoli a trazione an~ma l e o a trazione meccanica. Nel primo caso gioverà attaccare contemporaneamente la colonna in testa e in coda, per immobilizzarla completamente, nel secondo caso, dato che essa sarà dotata di una discreta velocità, la prima cosa sarà quella di obbli garla ad arr·e starsi. Converrà quindi barricare in
Sorprese contro colo nne d'i carreggio in marcia e contro p1ccole colon ne di truppa~
Le sorprese contro colonne di carreggio in marcia dovranno essere generalmente esegui te da un appostamento o da un nasco ndiglio già s tabilito antecedentemente, perchè soltanto in questo modo si potranno sfru ttare le migliori condizioni tanto di esecuzione qllianto di terreno . Semp re necessarie saranno le precise informazioni sulla enti tà, sulla composizion e della co lonna, su lla forza della scorta, sulle misure· di sicurezza a dottate, sulla strada che l'avversario sta percorrendo e sull'ora in cui la colonna inizierà il suo movimento. Le condizioni del terreno infl:uiranno molto sul l'esito dell'operazione. Un terreno selvaggio, rotto, boscoso sarà il più propizio per simili azioni , sempre che p ermetta la visibilità ed il ti ro . L'impiego esclusivo del fuoco E'arà fatto quando la schiera saprà di trovarsi di fronte a forze assai superiori. Per la buona riuscita dell'imb·')scata non bisognerà scegliere posti troppo appariscenti nelle vicinanze della ·s trada, come u.n bo schetto isolato, un rialzo del terreno ecc. , p er chè ad un nemico vigile tali punti non passeranno inosservati. Anche la dis tanza che deve intercedere fra la stroada e l'appostamento prescelto deve
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antecedenza la ,strada o interromperla. Col tiro poi si dovrà cercare di colpire dapprima i conducenti e poi le gomme delle ruote ed i serbatoi della benzina. Trattandosi di una co'lonna di p r igionieri, il fLwco dovrà essere rrvo!to contro la scorta, per favorire la fuga 'di quelli . Sarà anche vantaggio~.o attaccar e risolutamente la retroguardia, sistema questo impiegato efficacemente dallo Hellwig nel 1806, dopo la battaglia di J ena.
un ottimo inizio per il susseguente successo. In tal caso le azioni es·e guite sulle coste sarebbero più facili di quelle eseguite nell'interno del paese, se i volontari conoscessero con esattezza i punti più favorevoli di approdo e di sbarco e se a bordo delle imbarcazioni vi fossero guide provette antecedentemente asso ldate.
Azioni lung o le cos te o le riue dei lagh i.
· Quando l e S·chiere _ volontarie eserciteranno la lor.o attività lun go le cos te marrtlime o le nve dei laghi piuttosto grandi, l'andamento e la natura di qu este avranno una capi tale importanza sull'andamento dell e operazwm ed a volte po tranno a nche impedire ogni ·attività. Se le coste saranno aperte, prive d'insenature e quindi non consentiranno lo sbarco al coperto, d_if1icilmente una schiera volontaria avrà la po ssibi lità di operare. ~e operazwm saranno invece molto facilitate se lu ngo le coste sorgerà una fitta_ vegetazwne, e se le ·coste stesse presenteranno insenature profond e ed isolotti boschivi. In questo caso, i volontari , dopo essersi annidati in quakhe recesso, intraprendera nno delle scorrerie lungo la zona costiera per arrecare il maggior ·daJHJO possibile al nemico. Essi cercheranno di ~nt~rrompere le linee ferroviarie che si svolgono lungo la costa, 0 più mdiet~o ;. atta•ccheranno di sorpresa le località costiere sedi di pres!.di av:ersar:; m terromperanno le linee telefoniche e telegrafiche ; ·c ompirann o, m altri termmi , tutte le operazioni caratteristiche della loro attività. Anche le modalità d'azione saranno analoghe a quelle già descritte. Esse saranno tuttavia influenzate dalla circostanza che i volontari potranno trovare sol tanto sulle stesse navi sune quali sono giunti il loro natùrale luogo di ricovero. Questa circostanza vincolerà nello spazio !•a ]oro azione dovendo la schiera necessariamente appoggiarsi a quella insenatura 'nella quale saranno ancorate le navi. Per.ciò, il comandante della schiera :a vrà cura d 'evitare la probabilità di venir tagliato fuori della sua linea di ritirata, non spingendosi troppo lontano e trascurando .anche oocasioni che in altre •c ircostanze sarebbero favorevoli . E poi.c hè le navi all 'àncora potranno, all a !or vo lta, •correre il rischio di v·enire catturate dal nemi co e d?vrà perc.iò essere lasciata a bordo una parte dei volontari per la l~ro difesa, l•a ·forw ·dell a schiera ne risulterà ridotta. • D'altra parte v~ sono anche circostanze che facilitano queste operazioni. La so~veglmnza ?i un a costa è, di per se stessa difficile; sarà dunqu e impossibil e sorvegharla tutta, se essa" presenterà alquante insenature, se Il terreno sarà tutto a vegetazione folta e rigogli osa, se numerose isol e sorgeranno davanti alla sosta, perchè in tali casi sarebbe necessaria all o s_copo una ?rande quantità di truppa. Nell e notti oscure, con tempo cattivo e nebbwso riuscirà facile ad una schiera volontaria di sbarcare anche senza tema di im~attersi nella ben·c hè minima resistenza. In simili circo~tanze s~ :~nche potesse esser fa cile percepire dalla costa l'arrivo di Imbarcazwm, sarebbe sempre diffkile poterne stabilire con una certa ~sa tt ezza la rotta; i volon tari avrebbero quindi sempr e la possibili tà di fare la loro apparizione su questo o su q!uel punto. E ciò sarebbe sempre
L'A., volgendo al termine del suo lavoro, esamina quale potrebbe esser e l'azione delle schiere volontarie nella guerra di posizione. Allorquando la lotta armata dovesse ass•umere la forma stati·c a della guerra d-i posizione, i casi da con,siderare sarebbero du e: o le ali delle posizioni r eciproche deg li avversari saranno aperte, ossia non appoggiate ad ostacoli insormontabili, come fu il caso de lla guerra russo-giapponese , oppure si salderanno .&d ostacoli, quali il mare od unà nazione neutrale, come nella guerra mondiale. Nel primo caso le schiere volontarie avrebbero buon giuoco stabilendosi a tergo dell'eser·cito nemico dopo di aver.ne aggirata un 'ala. Quando una sch iera volontaria riesca ad appostarsi per quakhe tempo a lle spalle dell'avver·sario, anche a prezzo di un lungo lavoro , essa potrà sempre tenersi collegata con l'esercito operante del quale fa parte. Nel secondo caso , la possibilità di annidl3rsi dietro all o schieramento nemico per mezzo di un aggiramento delle ali è da escludersi e anche se a tergo di codesto schieramento potessero sorgere formazioni volontarie costituite essenzialmente dall'elemento civile della popolazione, queste per la difficoltà del collegamento non potreobero coordinare la propria .azione con quella dell'esercito regolare e dipend erebbero perciò comp letamente dai propri condottieri. Comunque azioni di questo genere possono avere i seguenti scopi: rendere più diffi-cile che sia possinile la vita all'avversario nelle .sue stesse posizioni, catturare prigionieri, chiarire un.a data situazione, cacciare da ' una posizi one molesta piccole unità avversari e, distruggere questa o quell 'opera di difesa, disturbare la preparazi one di un attacco e così via. Esdusa la possibilità dell'aggiramento, queste azioni dovranno avere in genere car.attere frontale; slllranno più diffìcili ed avranno inoltre un carattere diverso da quello tipico delle schiere volontarie. E poi·chè le azioni stesse sono semp re molto pericolose ed esigono qualità morali e fisiche non comuni nei partecipanti , occorrerà che siano affidate non ad unità organiche, ma a rep.arti formati da elementi ·c he volontariamente all'uop o si prespno, guidati da ufficiali particolarmente adatti allo scopo. Simile procedi mento fu lungamente usato durante la guerra mondiale. Naturalmente l'equipaggiamento e l'armamento di co,d'esti reparti dovranno ave re caratteristiche adatte alla natura dei compiti che loro si attribuiscono ; la forz a dei reparti stessi potrà essere variabile, ma qu anto minore sarà tanto maggiore riuscirà la 1oro po ss ibilità di azione, poichè ess i potranno più facilmente infiltrarsi fra le hnee avversarie ed eser·citarvi la sorpresà, che è sempre la prima condizione per ottenere il successo. Le azioni, in simili cil'oostanze, potranno dare effetti vantaggiosi do po che il nemico abbia subìto una forte scossa materiale e morale per llln qualsiasi tentativo di sfondamento in grande stile, poichè, in questo caso,
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le trup pe dell a d ifesa saranno nece.ssari.amente stanche e quind i fata lmente portate a tra scurare il servizio di sicurezza. La materiale esecuzione delle azioni stesse sarà fa·cilitata se !'.avver sar io non avrà .avuto il tem po eli ra!Iorzare le nuo ve posizioni o .se nelle posizioni stesse saranno· s tati la sò ati dei tratti scoperti. Se la distanza delle linee avversarie sarà picco la, la possibilità di 1una vera sorpresa riuscirà problema tica. II carattere •d'el! 'azione si avvicinerà a quello delle 1azioni g ià trattate; ma con questa differenza, che non avverrà mai di potersi app ostare per un tempo piuttosto lun go a ll e spa lle del!'.avver sario, come negli altri casi può avvenire. Tutta l 'azione dovrà infatti svolgersi durante le poche ore disponib ili .della no tte, e non potrà perciò av·e re che il carattere di una rapida scorreria . Anche il ripi egamento del r eparto dovrà avere luogo· prima che il nemi.co pos,sa tentare eli impedirlo·. L'A. termina il suo lavoro con 111n a·c cenno ai corpi volont ari costituitisi in Germania subito dopo la guerro, che servirono a neutralizzare i movimenti .s ediziosi e rivoluzionari, a facilitare il ritorno in patria delle truppe tedesch e dalLa Russi a, dalla Polonia e dell 'Ukr.aina, a proteggere i confini della Germania dai Polacchi e dalle guardie rosse e che rappres•e ntarono inoltre il ponte di passaggio dal vecchio esercito imp eriale alla Rei·c hswehr. Si tr.atta di uno studio di •c arattere preval entemente pedagogi co e, sotto questo rigual'do, pregevo le per J'a.c curatezza posta nell 'esame d'ogni forma di attività delle form azio ni volontarie e per la chiarezz.a dei dettami suggeriti dall 'esperienza di guerra.
RIVISTE.
Magg . austriaco ing. HEIGL : Ha il carro armato sorpas sa to l'apice della sua curva evolutiva? - Militaerwissenschaftli·c he und techni·s che Mitteil ungen, marzo-aprile 1927. (Recens, capit. G. A. Nu.r ra) .
Nell'-esercito au striaco g li studiosi, prima di esam inare da presso lo impi ego tattico dei carri arma ti , si sono preoccupati di approfondire ]a conoscenza tecnica del nuovo mezzo bellico. M.a proprio la buona conoscenza d ei materiali pare abbia indotto i fattici austriaci nella convinzio•ne che !'.apice della ·Curva ev olutiva del carro armato sia stato raggiunto, e forse già oltrepassato, di modo che sorprese non sarebbero ormai più possibili sull'argomento . Il maggiore Heig l, che a buon diritto oc.cupa oggi un po sto eminente fra gli studiosi del nuovo mezzo, non solo in Austria ma in campo internaziona le (l }, a!Ierma che S·e i tecnici austriaci molto sanno non è detto . (l) .Lo .Heigl . è autore dell'ot t imo << T~schenbuch der Tanks » (Lehmann , Monaco di Baviera, 1926) - d1 cm è 1n corso di st.Lmpa. un fascicolo d i a, CTO'iunte - e di nume rosi pregevo li articoli pubblicati in periodici militari austriaci e tedeschi. oo
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che tutto sappiano ed osserva nell a premessa di questo suo ampio studio che il tecnico intuisce, talvo lta, qualche .cosa che non può compiutamente dimostrare al t.attico. Per dare c hiarimento al suo con cetto egli ·e samina quale è stata l'evoluzione del carro armato dall 'incerto suo apparire sull ~ fronte occidentale fino agli . ultimi esperimenti fatti con carri monoposll e, in contrapposizione con i suoi ·c olleghi austriaci, giunge a preannunziare una rivoluzion·e dell'arte militare in dip endenza di un roves ciam ento di posiziom per cui fra l'altro la fanteri a tradizionale diverrebbe arma speciale, mentre !.a normale funteria dell 'avvenire sarebbe quell a montata su carri armati . I risultati ottenuti nel campo della tecnica costruttiva e dello impiego dei carri sono divi si dall 'A. in due periodi : quello bellico e quello po stbellico ; quest'ultimo a sua volta in du e sottoperiodi: il p.r imo caratt~riz~ zato ·dalla ricerca di una maggiore velocità e di una miglwre capacita d1 movimento nel campo operativo, il secondo - recentissimo - dal carro monoposto, dal miglioramento del sistema di aderenza m_isto - su ruote e su catene cingo late -, dalla ricerca di provvidenze antlgas e dal carro
pesante. . . . La dottrin.a at tualmente sancita nei regolamenti, e spectalmente m quelli france si, fa ritenere agli Austriaci quali dogmi ~ seguenti punti: l ) il carro a rmato è un'efficacissima arm a offensiYa che deve essere impiegata là dove vien ricercata la decisione ; . . . 2) la sua vi sibilità e la sua yulner.ab ilità non permettono d1 Impiegarlo isolato ; per disseminare il fuoco d 'artiglieri a è necessario che il suo impiego avvenga di sorpresa, su larga fronte e in più ondate, a d1r breve : «in massa» ed «i n profondità JJ; . 3) l'attacco dei carri armati deve essere a·c,compagnato dalla fantena, perché il carro armato non può mantenere· il terreno occupato e neppure second0 il regolamento francese - nocupare da .solo il terreno; 4) la velocità del carro armato sul campo di battaglia è piccola, la sua mobilità operativa è nulla; 5) le sue catene cingolate non permettono giornate di marcia superiori a 25-3D km. ; il carro armato è miop e· e sordo; 6) pertanto il carro armato non po trà mai essere impiegato in azio ni di pattuglia ed è incapace ad agire con indipendenza. A guanto è afiermato nei punti sopradetti l 'A. obietta guanto qui appres.so riassumiamo: l ) il .c arro armato non deve in nes·s un caso essere impiegato da solo per l'attacco decisivo ; esso serve non s2lo in caso d'i reazioni sistematlche ma anche in caso di contrattacchi immediati; il suo limite minimo d 'impiego. dipende dalla robustezza dell o schieramento dell 'artiglieria e dei materiali nemi ci; 2) questa norma è vera solo nel .c aso ·che si abb ia di fronte un nemico dotato di moderno armamento anticarri e molto for te in arti glieria; in caso contrario n on solo si potrà led erla impunemente ma impiegar e ·jl carro perfin o «a spizzico JJ senza preocc uparsi particolarmente della sor-
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presa, -corr,te ha dimostrato la recente esperienza dei Francesi in M-arocco ed in Siria; 3) esempi tratti dall'ultima guerw dimostrano che il carro armato può, da solo, conquistare una posizione ed' an cile far prigionieri ; e, se è da escludere senz'altro che il carro possa servire quale ridotto co. razzato fisso, deve tuttavia ammettersi in seguito all'esperienza del Marocco che contro un nemico debole in artiglieria può mantenere il terreno conqu istato, mantenendovisi in movimento. L'avvenire vedrà sicuramente carri armati non solo velo·ci ma potentemente corazzati tanto da potersi tranquillamente esporre a l tiro -a granata da 150 mm. (progetto Velpry per un carro con 250 mm. di corazzatura) ed allora non solo si potrà fare a meno del la fanteria d'a·c·compagnamento ma l'impi·e go della fanteria stes·s.a diverrà in molti casi impossibile. Si vede dunque che la tecnica ha sopravanzato l•a tatti·e;a., preannunziando novità che saranno di decisiva importanza per .la trasformazione delle forme d 'impiego dei carri armati; 4), 5) quanto ·si riferisce a questi due punti era vero alla fine della guerra, non è più vero oggi giacché si tende a costruire carri armati che possano agire con velocità di 20 km. e oltre; la mobilità operativa è già oggi sufficientissima e lo spostamento giornaliero può non solo raggiungere i 100 km. , ma, con opportune provvidenze, superarli, .creando così la possibilità di operazioni indipendenti ; 6) vero per i carri armati antiquati e per l'esp erienz-a che se ne potè fare in Marocco col Renault ; l'esperienza già oggi acquisita legi ttim a però comunque l'affermazione che: in parte con il materiale antiq uato, ma sovratutto con quello più recente è possibile un molto più largo impiego tattico del carro armato . Misconos-cere questa v-e rità o tener la in non cale significa - secondo l'A. - volersi esporre a spi-acevoli sorp rese. Nel periodo postbellico gli sforzi dei costruttori tesero in un pri mo t empo - fino al 1925 - alla costruzione del carro veloce; in un secondo tempo al carro monoposto ·che ha gettato le basi della trasformazione della· fanteria e della cavaU.eri.a attuali. Nella ricerca della maggior velocità esordirono gli Italiani col tip o « Fiat >> leggero - 20 km.fora -; seguirono gli Americani - 25 km .for a e quindi gli Inglesi col tipo « Medium Mark D. » - 45 km .fora - ch e esp erimentato ad Aldershot nel 1925 e nella piana di Salisbury ha già fatto intravedere l'impiego di formazioni di carri armati in azioni indipen denti sui fianchi -e sul tergo del nemico: •Così il carro armato veloce evol ve verso forme di impiego nel passato caratteristiche dell"arma di cavalleria. Il carro << Vickers », il carro « monoposto » e- lo « Hush-hush-tank >> pare abbiano veJo.cità anche maggiori di 45 km.jora; i Francesi « Autos chenilles >> 40 km.fora, ed il nuovo carro leggero 50 km .fora. Il nuovo carro spagnolo e lo svedese « M. 21 tank >> - 20 km. jora - non possono venir considerati del tipo veloce. La soluzione del problema della capacità di movimento operativo è stata ricercata contemporaneamente a quella del problema della maggior veloòtà, mediante tipi a sistema di aderenza mista, su ru.o te gommate e
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su catene cingo late: problema fa-cile nell 'enunciazione - osserva l'A. ·ma difficile nella soluzione, come dimostrarono le infelici prove fatte col « Christie >> e col « St. Chamond ». Seguì il tipo « Kégresse >> a catena gommata che, dopo gli ottimi risultati ottenuti colla nota traversata del Sahara, venne adottato dall 'esercito francese . .Così, con mezzi di una semplicità or sono pochi anni ins~spettata, il probl ema della mobilità operati va ed insieme quello della silenziosità ebbero felice so luzione tecnica accoppiata al pratico vantaggio di poter risparmiare le ma&sicciate stradali. Anche il tipo gommato ha i suoi svantaggi - bisogno della ruota anteriore snodata per garantire l'aderenza, facil·e logoramento in caso di terreno pe.troso, sensibilità agli urti. ecc. - rria per i .campi di battaglia francesi e tedeschi può ritenersi ottimo strumento di guerra. AI tipo « Kégl'esse » seguì il « Vi-c kers » leggero - 1924 - .che nonòstante la catena metallica riesce a percorrere 240 km., dei quali ben 100 in una sola giornata di mar·cia. Il lato debole di questo tipo è quello di logorare eccessivamente le massicciate stradali. Recentemente - 1926 - è stata iniziata la ·C ostruzione di un nuovo tipo .sul quale ancora mancano dati sicuri: il cecoslovacco « K. H. 50» (Ko loHousenka 50, a doppio sistema di aderenza) che ha s-uperato le più rosee aspettative dei tecnici. Si tratta di un .carro biposto leggero, simile ai lipi leggeri francese ed italiano, con -c orazzatura media di 13 mm., capace di muoversi in terreno aperto e su -strade a velocità rispettive d'i 12 e 35 km .fora. Il raggio d'a zione pare raggiunga i 300 km .. Il vantaggio del « K. H. 50 » rispetto .ai tipi sim ilari francese ed italiano consiste nella possibilità del suo impiego in guerra manovrata ; esso è però inferiore a l « Vickers » leggero poiché pare richieda lO minuti per trasformare il sistema di aderenza, ciò che pu~ farsi solo in posizione -coperta, ed è poco veloce quando si muove sulla catena cingolata. Il più recente periodo è cominciato nel 1925 con l'apparire del carro armato monoposto ed è caratterizzato dalla tendenza a costruire macchine sempre più piccole, più leggere, più a buon mercato. Si è giunti così da dimensioni di c'ir-ca metri 4 x l. 65 x l. 75 e pesi di 5 +- 7 tonnellate a ·c irca metri 3 x 1.2 x 1.6 e 2 -;-2.5 tonnellate e, ciò .cui gli Inglesi attribuiscono grande importanza, a prezzi di costo limitati ed' alla costruzione in massa, d'imodoché è oggi logico pensare a lla possibilità di inondare il campo di battaglia con sciami di piccolissimi .carri veloci e quindi ad una vera e propria rivoluzione dell'arte militare. Tali caratteris-tiche sono del resto imposte dalla presenza delle numerose armi automatiche an ti carri da 13 e 25 m m .. Sono dunque stati gli Inglesi i primi a cimentarsi su ·vie completamente nuove ordinando nel 1926 il c·a rro monoposto tipo «Le Martel >> e quindi quello « Carden Lloyd ». Il primo, frutto di .compromesso fra un tipo di ma-cchina prett.?mente guerresca ed il trattore leggero agricolo, per qu.anto avesse particolarità interessanti - quali p. e. quelle de!l'ot~ tima visuale del conduttore-tiratore, libera a piacere o al .coperto dietro una stretta feritoia, e del doppio sistema di aderenza, su catena e su. ruote gommate - non diede risultati di grande valore; il secondo, provvisto di catena lun ga, di motore -posteriore e di una sorta di semitorre scudata
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girevo le venne sperimentato con ottimo successo durante la esercitazione svo lta n ello scorso novembr-e a Camberley in p rese nza de i primi min istri dei cc Dominions JJ. La velocità del cc Carden Ll oyd JJ pare raggiunga alm eno~ 30 km .jora su catene e circa 50 km.Jora su ruote gctmm:ate; ben protetto -c on 8 -;-lO mm. di corazza, questo tipo è a prova di proiettile con nocciolo d'acciaio. Unico svantaggio è quello rap p resentato dalla limitata protezione che accorda lo s-c udo. Il cc Carden Lloyd JJ è stato recentemen te trasformato in biposto, con sedili afli.ancati, ciò che limita ·in modo sensibile il settore di tiro dell 'arma di cui è dotato . L'A. si .a·d dentra qui neÌl'esame tecnico deì miglioramenti ·Che potranno attuar-si nel tipo di carro ad aderenza mista _ed esamina quindi in modo diffuso la protezione antigas ed il problema del carro p-esante. Su quest'ultimo rirorta dati relativi ai ·colossali tipi costruiti dagli Inglesi: lo cc HutSh-hush JJ di m. 11 x 3.6 x 4 con l cupola per cannone da 75 e 4 cupole indipendenti per mitragliatri-ci, fortemente corazzato, e dai Francesi: il cc Carro 2 C JJ da 60 tonn . e quello cc Schnei-der JJ da 135 tonn .. Da quanto ha esposto, il maggiore Heigl .crede di poter •concludere che il carro .armato -evolve continuamente e progressivamente di anno in anno -e che se talune potenze di seconda categoria ancora si adagiano sulla esperienza dell 'u ltima guerra altre già in certa misura ne pr·e·scind ono, non ritenendola più all 'altezza del progresso raggiunto. All'apice della curva evolutiva si tende, ma oggi ne siamo ancora lontani. Il problema della ve locità del carro armato presenta ancora delle incognite legate all'accrescimento della effi.ca·cia del nuovo mezzo bellico; quello dell'attraver. samento di corsi d'acqua è tanto più difficile da risolvere quanto maggiore diventa il peso delle macchine, ma già si possono prevedere possibilità di costruire carri natanti e addirittura sommergibili. Il carro pesantè è sovratutto da sviluppare; sarà precisamente tale sviluppo che produrrà le maggiori sorprese, tanto- maggiori in quanto se pure si parla del carro pesante finora nessuno crede di poterselo in realtà trovar di fronte. E, mentre il problema della protez.ione antigas e quello della difesa contro aerei si presentano di difficile soluzione, il ·carro monoposto è ancora ai suoi primi passi e quello biposto attende appropriata ;:;oluzione. Saranno comunque i carri più leggeri quelli che r ivoluzioneranno la tatti-ca. Il giorno in cui apparirà .sul campo di battaglia il carro- monoposto sarà necessario costruire il tipo che lo distrugga e collateralmente dovrà esser ri·solto il problema -d ell'artiglieria semovente. - N o n sembra dunque che noi -ci troviamo in presenz.a di una sosta nella evoluzione del carro armato, nè, tanto meno, che l'apice della sua curva -evolutiva ·Sia stato oltrepassato dimodoché nessuna •Sorpresa sarebb e ormai possibile. Il permanere di tale convinzione 'Ciimostrebbe una compl eta misconoscenza· del progresso tecni-co già raggiunto e non può esser condivisa dai competenti. Al contrario: la rivoluzione di cui or fa un anno si sussurrava è già in marcia.
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Magg. B. C. DENING: L'influenza del seru1Z10 in,forma zioni nella campagna di T annenberg . -- The Roy·a l Engineers Journal, marzo 1927 . (Recens. ten . col. E. Frattini).
Dop o aver ri levato che in tutti gli scritti di coloro che sono gli espo,nenti del pensiero militare moderno l'influenza del -s ervizio informazioni sulla ·c ondotta d'ella guerra non è messa sufficientemente in evidenza, l'A . .esamina come le tempestive informazioni abbiano avuto effetti decisivi .sull'esito delle operazioni nella Prussia Orientale nel primo periodo della g uerra. Egli S•c eglie questo periodo di operazioni belliche perchè si tratta .di guerra di movimento, deUa vittoria più completa di cui la guerra mon.diale abbia dato esempio e di due avversari che si pareggiano dato che .l'inferiorità numerica tedesca è compensata da una maggior-e mobilità e da :migliori organi -di comando. Cominciando dai mezzi di cui gli avversari si servono per il sel'vizio •informazioni rileva: - da parte' tedesca l'impiego di aeroplani, l'uso oculato della R. T., l'impiego di distaccamenti avanzati di cavalleria e di mezzi di trasmissione eccellenti; - da parte russa: assenza di aeroplani , impiego della R. T. senza ·cifrario o con •c ifrario semplice, nessuna utilizzazione della cavalleria per ·il servizio di informazioni per quanto essa sia molto superiore in forze a qu ell a tedesca, imp iego di mezzi di trasmissione od'eficientissimi. Queste le condizioni in cui si combattono le tre battaglie di Gum"binnen, Tannenberg, dei Laghi Masuriani . I Russi tendono a unire due armate sul campo di battaglia della Prussia Orientale in modo da ottenere u.na superiorità di due a uno, i Tedeschi ·•ad aff rontare ]e, due armate in battaglie di.stinte: la riuscita dei piani è •evidentemente basata solo sulla preci sa e t empestiva conos-cenza dei movimenti dell'avversario . Gu mbinnen. - L 'armata ted es.ca può concentrarsi sulla sinistra per,c hè il servizio informazioni assi-c ura ·che è molto improbabile una avanzata l'U ssa dal Nar-ew. I Russi ·non hanno noti zia del movimento tedesco perchè 1J1Ur disponendo di molta cav.alleria non mantengo11o il contatto. Le disposizioni date dai Russi per il 19 e il 20 agosto sono raccolte in 1Ji'eno dalla R. T. tedes·ca. I Tedes·c hi non vincono soltanto perché attaeoano t ro ppo affrettatamente e a spizzieo, senza prendere sufficienti misure per garan tire la vittoria. T annenberg . - Dopo la battaglia di Gumbinnen nuove informazioni ,.avvertono ·del peri-colo che sorge dal Narew e l'armata tedesca si sposta. P oca cavalleria tiene a bada la la armata ru ssa, l'aviazione segue di conti nuo la marda della 2a armata, la R. T. raocoglie le disposizioni date dalla 2• armata per il 24: i Tedeschi agiscono conoscendo la situazione in mo·do perfetto e durante la b-attaglia la loro aviazione sorveglia ancora i movimen ti russi permettendo al ·comando di sventare •u n tentativo di rrnanovra. La l a .armata russa al contrario non mantiene il contatto e nulla
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sa della dislocazione lede_sca; !.a 2a armata marci.a preceduta da ricognizioni a raggio brevissimo, em.ana i suoi ordini senza cifrario e, pur dispo nendo di 50 squadroni contro 9 tedes·c hi, procede con gli occhi bendati. ~ Il risultato della battaglia non ,può essere dubbio: 5 corpi d 'armata russi sono annientati da 'un 'armata di 3 corpi e mezzo. Laghi Masuriani. - Anche qui i Tedeschi agiscono conoscendo perfettamente le disposizioni date dai Ru ssi grazie alle inter;cettazioni radiotelegrafiche; la situazione tattica p erò non permette l'avviluppamento e i Ru,ssi possono ritirarsi. L'A. conclude osservando che, nonostan te l'indiscussa superiorità dei comandanti , degli stati maggiori e dell 'organizzazione, i Tedeschi non avrebbero vinto nella Prussia Orientale nessuna battaglia deci siva se il servizio informazioni avesse funzionato in identica mi sura per entrambi gli eserciti. Sarebbe bastato che la cavalleria de_lla l a armata avesse aocompagnato i Tedeschi nel loro movimento e che quella della 2a non fo.sse stata assolutamente inattiv.a, perchè la tmppola preparata a Tannenbérg potesse essere pienamente evitata. Nè i piani di battaglia avrebbero potuto così rapid amente matura11e senza le nette riveloazioni della R. T .. Se il ·servizio informazioni norì avesse funzionato solo in favore dei Tedeschi e in misu,ra inaudita, i Russi avrebbero vinto e ·f orzato i Ted'eschi a ritirarsi sotto la pressione convergente dal nord e dal sud.
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SOMMARI DI RIVISTE Riviste militari italiane. Esercito e Nazione. Aprile 1927. L'Ksercito dell 'Ita lia rinnova ta (Discorso pronunciato alla Camera dei Deputati dal Sottosegretario della Guerra, Gen. Cavallero, il 19 marzo 1927). - G. BoHELLI: Linee per una storia italiana degli Arditi e dell'Arditi smo . - : La prima leva fascista. - A. TosTI: Nel centenario foscoliano . La Yila militare di Ugo Foscolo. - : Studio di un colpo di mano. : Man o~' ra coi quadri di un battaglione di fanteria. Pr·e disposizioni per il concorso di una batteria someggiata nella difesa e nel contrattacco. : Tiro a puntamento in·diretto con le mitragliatrici Fiat 1914. - : Il fante e il fuc ile. - : I feriti cur.ati nell 'Ospedale del Palazzo Margherita dalla Regina benefica. - : . L'impiego delle maochine perforatrici e scavatrid. D. DEAMBHosrs: Note di topografia .militare razionale (IV). Il ghiacciaio alpino nel suo corso medi·ano. - : L'economia nazionale e il vitto del soldato. Frutta ed ortaggi . Giornale tli lUetlicina lllilitare. Apdle 1927. AccoRINTI: Osservazioni e criteri medico-legali in rapporto alla sordita traumatica. - CASELLA: Polso e respiro dopo l'e·c citamento lablrinti.co. L' Universo . .Ap?'ile 1927. I. N. P . A.: Da Colombo a De Pinedo. - G. CoLOSI: Il popolamento delle terre emerse e i fatto ri dell e grandi trasmigrazioni. - C. ERRERA: Sulla fortuna del nome «Goro ». - G. RovEHETO: Fondi di terra. - L. AHDITI : L'India di Gandhi . Rivista Aeronautica. Gennaio 1927. Ten. col. P. PINNA: L'azione indipendente e l'azione .aus iliaria dell'aeronautica. - Ten. col. G. G. CASTAGNA: Apprezzamento del concorso aereo nel combattimento terres tre. - Ten. col. I. RAFFAELLI: Sicurezza dei motori di aviazione. - Ten. col. med. F. FEHHAHI-LELLI: Un tipo di Hgoestesiografo utilizzabil e per valutare il senso muscoloare dei candidati al pilotaggio. - : Lo svo lgimento della gara per la Coppa Schneider 1926. - Aeronautica militare. - Aerotecnica . - Aeronautica civile. 11 -
RivistaMilita»e Italiana.
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SOMMARI DI RIVI STE
Rivista di Artiglieria e Genio. lJ!Iarzo 1927. L. L. : II generale di brigata Lorenzo Penna. - Magg. RosTAGNO: Lo sforzo mdustnale d~ll'Italia nella r ecente guerra (fi,n e). - Gen . di brig a ta GumETTI: I caprsaldr permanenti per la prep arazione militare al confine ~ lpr_no . - Col. CARACCIOLo: Preparazione s p editi va di un grup po di a ~tr gherra. - Magg. _D EL LuP?: Tavola g rafica logaritmica. - c. G. : Appunti sulle operazwm france sr al Marocco negli anni 1925-1926 (contin ua).
Rivista Marittima. Febbmio-lJ!Ia1·zo 1927. . ~api t. di va sc. W. PrNi :_ L'~ battaglia dello Jutland (conti nuaz.). Caprt. dott. , E. MANZINI: Orrgmr, vrcende e nabu.ra dei sistemi coloniali europei. - Capit. di vasc. S . SALZA: Prodromi di rinascita dell a m arina ?a guerra tedesca. - Io Capi t. m e dico dott. A. SAièYrTI: La difesa contro I g as dr gu~~ra sulle navi., S . WEHMEYER: La c ostituzione grav i fic a della m a tena. --: l en. d~ vasc. G. VIANSINo: La navigazion e astronomica c on dotta a bordo dr - un velivolo.
Riviste militari estere. FRANCIA.
Re,·ùe de Cavalerie. lJ!Ia1·zo-.Aprile 1927. a ~~1. . AUDI~ERT: La . divi ~ione leggera. - Co l. POMIER-L.HRARGUES: La 5 drvrswne dr cavallerra prrma dell'offensiva ted esca del marzo 1918 (II). - Z. : La ·c avalleria spagnola nel Marocco nel 1925 (II). Le ope r a zioni del raggrupp~mento de M' T alza: - Capi t. SERoux : A propos ito del Ma~occo . - ,Caprt. ScHLESSER: Uno s~ort da cavaliere : il colpo di ma n o. -. Cavalleua s tr~mrera: La •Cava llena romena.
"Revue du Génie ~Iilitaire. Febbraio 1927. Gen. H URÉ : Alcune cc preci sazioni » circa lo sforzo ese rcì ta lo in Ma:occo nel 1925 d a lle truppe ·del servizi o d'el geni o. - T en. MANTELET : L 'Afrrca equatorrale france se ed il b a·c ino del Congo. Progetto de l co lonn ell o Van D~uren per r endere navigabile il basso Congo (fin e). _ : Il generale Covm (necrologia) .
Revue d' lnfauterie. lJ!Ia1·zo 1927. , Col. LrNARÉs: II f> u.cil~ mitragliatore e I'off.en.siva della f·a nteria. - Caprt. LE BRIGANT: Rrflesswni sul c ombattimento offensivo della fan teria. - Caprt. LAFFA~GUE =. _La battag lia degli occhi (II). Considerazi oni sull a natura e sulla r~partrzwne del materia le d 'osservazione attu almente necess ano oalla fan terra. - Ten. col. DucoRIVEZ: La potenza ·del fu oco d el la fant erra (fine ). - Moagg. AUDET: Note p er il com ando del b attagli one sul t~rreno (fine) . - ·Cap1t. PERRÉ: Eserdtazioni di combattimento e letteratura dr guerra.
Revue ~Iilitaire Frauçaise. Ma1·zo 1927. G
Ten. col. LAUR~: Le tappe di g uerra di una divisione di fanteri a (IV). en . CANONGE: L arte d ella g uerra. Epoca contemporanea (I ). - T e n.
SOMMARI DI RIVI STE
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col. PAOUET: Prima d e ll'oJien siva t ed esca su VePdun (II ). - Col PAGEZY : L'impiego del cannone da 75 ·Come cannone d 'a ccompagnamento. - Capit. GAULE: La fiac cola (I ). G>ERMANIA.
Heeresteclmik. JJia1·zo 1927. R.: Il traino d'artiglieria. -
ScH: Il c atram e e la su a lavorazione
(fine) . - Ma gg. JusTROW: Costruzione ed effi.cacia de lle b ombe aeree (con tinua) . - G. : T ecnica di g uerra del presente . - WABNITZ: Punt i di vis ta
ru,ssi circa provvedimenti r elativi all e costruzioni murarie p er la protezione degli abit~nti ·d elle città contro attacchi aerei (c ontinu a) . GIAPPONE.
Kaikoslla Kiji. (Rivista pubblicata dal Circolo Ufficictli di '1'6ky6). Gennaio 1927. Col. TAKIHARA: Circa l'is truzione moral e d ell e truppe (co ntinu a) . Magg. NuMATA: Riflessioni fondamentali circa l'is truzione sul tiro dell a fanteria. -UN UFFICIALE ISTRUTTORE NELLE SCUOLE MEDIE: Desideri d ei Ve•CChi e dei nuoYi u.tficiali al mom ento in cui ve ngono sos tituiti nelle s cuole civili. - Magg. KoNISHI: Studi sul combattimento di Ichinotani. Febbmio 1927. SEZIONE !SPETTIVA DELLA DIREZIONE AMMINISTRATIVA DEL MINI STERO DELLA GUERRA: Concetti essenzia li sul controllo preventivo del bilancio. - Col. TAKI HARA: Circa l'istruzion e morale delle truppe (c ontinuaz.) . - Gen. di brig. T AGA: La Cina : unifkare o no il governo. - Col. ARITA : Replica alle obiezioni del maggiore NumaLa pubbli·c ate nel numero di settembre. Magg. Or : Discussione sulla forza spirituale dello sport e della ginn-astica militare nazionale. - Medico mi! i t. di 1a classe 0GAWA: Cura preventiva del!.e infiammazioni pleuri.c he nelle truppe. INGHILTEHRA .
Joumal of tlte Royal Uuite<l Service Institutiou. Febbmio 1927. Magg. gen. AsHMORE: Difesa contro aerei. - Te n. gen . ALTH AM: Il più alto controllo di guerra. - Magg. WrLKIM: S.A.R. i!" Duca di York. Comand. PASCHEN: L'incrociatore tedesco cc Lutzow JJ alla battaglia dello Jutland. - Ten. LENox-CONYNHAM: La nascita dell 'esercito regolare. --Magg. BRuNSKILL: L 'aumento della fanteria per una grande guerra. ·cc CLASSARIUS JJ: L 'avvenire della Regia Marina. Una risposta. Magg. BRuNSKILL: L'aumento della Regia Marina. Una risposta. - Magg. LINDSELL: Forza alle armi e forza in congedo. Una risposta. - Comand. R uNDLE: I guoardia·c oste della Rea! Marina in pa:ce ed in guerra . - Capi t. HoTBLACK : Opinioni tedesche cir·c a i carri armati. - Magg. gen. HAMBRO: Il cavallo e la macchina in guerra. - Capi t. THURSFIELD : Le funzioni de g li incrociatori nell 'ambito delle necessità dell 'Impero. - T en. MAc DoNALO: Trasmissioni fra forze terrestri ed aeree . - Col. ORE: L'origine dell'artiglieria dell'India oocidentale. - Capi t. Ross: O!ii importati o carbone prodotto in patria. Comand . VrLLARI: Le aspirazioni de ll'Itali a nel Mediterraneo. JUGOSLAVIA.
Ratnik. Gennaio 1927. Prof. SroJANovrc : La battaglia di Kum a novo. - Col. A. GEoRGEVIc: Mascheramenti. - Capi t. fran cese PERET: Prog etto di fortificazione permanente. - Col. P . J . NEDELJKOvic: Manovre della divi sione leggera di
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SOMMARI DI RIVISTE
cavalleria nel Belgio nel 1926 ( traclu.::ione ). - Ten . col. D. i\huc : La di fesa contro i carri armati (traduzio n e) (continua ).
Febbraio 1927. Prof. STo.TANOVIC: La battaglia di Kumanovo (fine ). ~ Col. S. Tuz rovici : L'impiego della la batteria « D.anglis >> nell'offens iva nemica 1915. - Capit. francese PERET: Progetto di fortificazione permanente ( tracluzion e). Ten. col. D. i\huc: La difesa contro i carri armal i (t raclu::ion e) (fin e).
ROMANIA. Memoriahù Geniului. Novembre-DicembTe 1926. Te n. ·c o l. BoRA: Piani direttori di tiro. - M a:gg. VASILIU: Du e mesi di pratica nella costruzione di al·c uni ponti di legno. ~ Capit. PAN.\ITESCu : Circa i metodi d 'istruzione. - Dott. ZAHAREScu: Guerra chimica (lotta coi gas) (con tinuaz.). - Col. LETOURNEUR: Il compito d'e l genio nell'organizzaziOne ·d el t erreno. - Capi t. EMANUEL: Prospettive del diritto internazionale (con tinua) .
Gennaio-l!'ebbraio 1927. Capi t. MATEEscu: Il ra·diogoniometro Levv. - Ten. col. PETRESCU : Studio sto ri·co circa l'organizzazione del terreno. - Comand. VASILIU: Circa l'attività in guerra delle unità pontieri . - Ca pi t. EMANUEL: ProspeltiYe del diritto internazion·a le (co ntinuaz.) .
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DI RiVISTE
·Coast .A.rtillery Journal. B'ebbmio 1927. Magg. gen. D Avis: L 'uffi.cio dell 'aiutante generale . - Capi t. GHEEN WooD: Alcuni punti salienti nell 'addestr.a mento di una battena da costa su install~zion e ferròviaria. : L'esercito rosso. - Ten. col. BuTLER: L'apparecchio Noyes modificato per il tiro in. mi_n iatura dell'artiglieria da costa contro bersagli mobilì. : Esercitazwm tatti-che per arllgllel'la contro aerei.
:Military Engineer. Gennaio-Febbmio 1927. Brig. gen. DuMONT : Le maggiori demolizioni in tempo di guerra. Magg. gen. HELMICH: L 'ufficio dell'ispettore gene rale. - Ing. E.DGERTO~: Applica zioni i·n -conseguenza della legge relatrva a~lo sfrutlam~n~o ~ell energia elettrica. - Magg. Bovm: Importanza dellisostasra per rl I'llevamento topogra fì-co. - Magg. HoGE: L 'organizzazione di un_a zona drfens1va. - BuRGESS: L'.aLtività miliwre del «Bureau of st:andards ». - Magg. RoBB: L'addestramento estivo della riserv•a organ izzata. - MrTCHELL: Un suggerim ento per il reticolo dei telemetri. - Magg. OuvEH: La co~t11uzione delle strade in Alaska. - Col. BuRGESS: L'influenza de1 po.nti m guerra. ·Capi t. MooRE: Le nostre foreste e la protezione del patrimonio r:azionale. - Magg. HALL: I nostri camerati s.tran ieri :dell'arma del gemo .. ~ P. LAMPE : L'uso di un pantografo per Il perfezwnamento . d elle cart~ t?pografi·c he. - Magg. STANLEY: L 'organizzazione dei battaghom ferrovreri. SVIZZERA.
SPAGNA. La Guerra y su Pre])aracion. Febbraio 1927. Biografia del vicerè del Perù, Don José Fernando de Abas·c al y Sou sa ( contznuaz'). - Te n . col. INGLADA: Evoluzione dei fattori de Ha guerra. Gapit. MARTINEZ GòMEZ: Studio degli atti finali della guerra dei 7 anni dal punto di vista strategico . - Informazioni dall'estero.
Monatscln·ift fiir Offiziere aller 'Yaffen. Fascicolo N. 3, 1927. Capit. ALEMANN: Il combattimento d 'incontro di N~uf·~hateau tra la ~~ bri gata -colonial e francese ed il XIII corpo d 'armata dr rrs~rva tedes~o . 22 agosto 1914. Studio tattico. - Col. LEBAUD: Le rme 1mpr~sswnr. di guerra (co ntinuaz.). - Gen. HoRsETZKY: Circa lo sfondamento dr T olmm o nel 1917 (fine) .
STA TI UNITI.
.A.rmy Ordnance. Gennaio-Pebbraio 1927. Col. CoRNWALL: L'industria militare sulle co.ste del Paciftco. - D o l l. CROOK: L'indu s tria de ll 'acciaio sulle coste del Pacifico. - Magg. MAc F ARLAND: John M. Br owning. - HANDSCHIN: Lo svi luppo dell'ihdtUstria n eg li Stati Uniti occidentali. - DicKE1: Toluene. - Magg. CAPRON: Trattor i a cingoli contmui. Magg. DoRST: La preparazione dell'industria e la «Ca lifornia Manufadi.ues Association >>. - Ten . col. HoovER: Il rep a rto d'~rtiglieria al l'università di St.andford. - . SIBLEY: L' università di Cafi for.ni.a n e ll 'ambito del la difesa naziona le. - Magg. PINGER: Il reparto d 'ar tigli eria dell'un iversità di Ca li fornia. - Capit. A1wooD: Il camp o d eg li uffi-ciali in congedo dipendenti dalla organizzazione militare territoriale dene coste del Pa·cifico. - Magg. ADAMS: Un campo di ufficia li in cong ed J in California. - Magg. PARTRIDGE: L'arsenale Benicia. Passato e pre- · sente. - Magg. HAYES: L'attività ind:Ostriale militare nel 9° distretto t e rritoriale. - Ten. FREEMAN: Attività · industriale militare al campo Lewi s di Washi ngton. - HoLT: La sezione di California dell'c< Army Ordnance Association ». - Contramm. BLOCH: Il rapporto a nnu a le •d el capo de ll e cos truzioni militari.
Periodici vari. Echi e Commenti. - Boma, Via E. Giantu1·co 6. Contiene, oltre a not evoli a rticoli su questioni politiche, finanziari a , commerciali ecc., i segu enti &cri tti riguardanti problemi militar.i:
N. 9 - 25 ma1·zo 1.927. Gen. E. SAILER: Il fato guerresco d 'Italia. stioni relative all'armamento della fanteria.
Col. TAHGA: Alcune qu·~ -
N. 10 - 5 .ApTile 1927. Gen. A. BoLLATI: L 'esercito e le .altre forze .armate. SCHINI: Le manovre invernali.
Nuova Antologia. 1° Ma1·zo 1927.
Gen. F. Fo-
. N. VACCALuzzo: Valchiu.sa: Un centenario d 'amore e poesm. - E. PAIS: Lo svolgersi de lla costituzione e delle att ività politiche a Cart~gine ed in Roma. -G. MILANESI: Anastasia, la pre-cl onna ( novella ). - M. ScHIPA: Un
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SOMMARI DI RIVISTE 818
SOl\IMARI DI RIVISTE
semiavventnriere del seicento. Scipione d'Acquaviva d 'Atri . - G. RAI NERI: 11 nuovo ritmo dell 'agricoltura italiana. - C. di SANT'0RSOLA: Alla vigilia della ·c onferenza di Ginevra: L'Ita1ia e la limitazione degli armamenti. -· UN ITALO-AM ERICANO: Il panamericani smo: <<Audi a lteram partem >>. - F. PELLATI: Recenti sco perte archeo logiche in Italia. - G. B.: Un esperimento interessante: La rèstaurazione finanziaria dell'Austria.
16 ][arzo 1927. • A. CHIAPPEIÙ: Giotto poeta: Testo critico de lla canzone sulla p overtà. - G. VoLPE: A·s petti del quattrocento italiano. - L. GRILLI: Li riche. C. G. VIOLA: Una biblioteca S'UI mare. - G. STEP.\Nov: Exekias: Saggio di este tica su,J disegno decorativo greco. - G. FAURE: Amori rom anlici in Italia. - F. Luzzi: Interpretazione dell '« Eroica >>. - L. LuciOLLI : Sui differenti sistemi di tariiie doganali. - -G . ZoPPI: Garibaldi a Brescia nel 1866. - B. BRUNI: L'apostolo frances·cano della Cina: Giovanni da Montecorvino.
'viste Estere. (Ministero degli affa1'i esteri - Ufnassegna Quindicinale (lene Rl jicio stampa). . .. -c orr. anno riporta, fra l'altro, notizie e g wdiZI del II fascicolo n. 3 relativi all·e seguen ti questio_ni: l vo e le false vo·ci sulla politica italiana. ITALIA: L 'alteggmmento JUgos a . . Fiume e il commercio unghe- Sulla Bes,sar.abiae sulla nostra ratifica. --:- s·t . ·nterna ed interna- Gli Italiani e la Tum sia. - ALBANIA. I ua zwne 1 ~ rese. ' l ,. del fa scismo austnaco. - CEcos LOVAv:zionale. - AusTRIA: L evo I UZIO~;oranze al Governo. - CINA: La rinascita CHIA: La partecipaziOni e delle mr_ _ GERMANIA. Il gabinetto Marx e la poliosassone. . · R l · · con la Ru ssia g·ialla . e la civiltà ang J IA. La S·cupcma. e azwm . . tica di Locarno. UGOSLAV · .. · u T _ STATI UN ITI : MEssico: La po s.s ibililà di un confhtto ·COn gli ~tali l _m I. U R S S . Il si-1 N. Gli armamenti nava 1 . · · ·· La vertenza con I Icaragua: . L'azione della stampa e !'ulsttema ~S~\ot~~lt:I.PROB~~~'li~T:EN:~~~ ~;z~~::;ICA ED ECONOMIA: La qu estione 1ma s · · d . le di T angeri. - L 'equilibrio economico mon Ia .
Ra,sseg·na della Stampa Estera. (Minist01·o degli affari este1·i - Ufficio stampa). I fascicoli nn. 10-ll-12 del corr. :anno riportano, fra l'altro, notizie e giudizi relativi alle seguenti questioni: Fas·c icolo n. lO. - ITALIA : L 'opera del fascismo. - Relazioni con la Francia e con l'Inghilterra: - Relazioni con la Germania. - Relazi oni con la Repubblica Argentina. - Relazioni con i Paesi orientali. - Il pro blema dell'espansione e quello coloniale. - ARABIA: Il trattato italo-yemenita . I rapporti dei tre Stati arabi con l'Italia e l'Inghilterra. - FRANCIA : L a di- scussione su lla legge per la difesa della Nazione in tempo di guerra. - INGHILTERRA: La tensione nei rapporti ·c on l'U. R.S.S .. - La situazione del l'Italia, della Polonia, della Germania nel dissidio anglo-russo. - STATI UNITI: La tensione col Messi·c o e 'l'intervento nel Nkaragua. - PROBLE~!I POLITICI GENERALI: La risposta _ inglese alla proposta del Presi·dente degli Stati Uniti per la limitazione degli armamenti navali non ·CO'n templ ati nel trattato d( Washington. Fascicolo n . 11. - ITALIA: L'opera del fascismo . - La ratifka d e l trattato del 1920 per il riconoscimento della sov ranità romena sulla Bessa r abia. - CINA: I ·C antonesi e l'investimento di S.cianghai. - GERMANIA: Rela zioni con la Francia. -INGHILTERRA: Dopo lo scambio di note con l'U.R. S.S .. SociETÀ DELLE NAZIONI: I colloqui ·s ulle relazioni franco -tedesche, tedes·c o-polacche .ed itala-tedesche. - Le dichiarazioni dei vari Ministri deg li ·esteri. Fas·c icolo n. 12. - ITALIA: I mezzi di sussistenza della popolazione. Esportazioni e importazioni. - L·a riv.alutazion e della moneta. - L 'agricoltura sotto il regime fascista. · - Nuovi commenti a lla ratifìca d el tratta,to del 1920 per il riconoscimento della sovranità romena sulla Bessarabia. -Fantasie .sulle relazioni con l'Inghilterra e ·c on l'U.R.S.S. e sulla p oliti·c a balcanica. - CINA: L'atteggiamento ·francese. - JuGOSLAVIA: Campagne di stampa contro l'Italia. - Denunci·a italiana .a Belgrado e alle Potenze di preparativi militari jugoslavi co nEro l 'Albania. - Le dichiarazioni del Ministro P·eric. - PoLONIA: Re lazioni con l'U .R.S.S . e voci sulla conclusione di un patto di garanzia. - Il riavvicinamento con l'Inghilterra. U.R.S.S.: La tensione .anglo-sovietica. - Il patto di non aggression e co n la Lettonia. - SocmTA' DELLE NAZIONI: Commenti alle ·d eci sioni del Cons ig li o ed alle trattative fr.a.nco-tedes·c he e tedesco-polacche. - PROBLEMI POLITICI GENERALI: L 'i nvito degli Stati Uniti per una ·c onferenza a tre allo scopo di studiare la limitazione degli armamenti nava li non contemplati nel trattato di Washington. - Un nuovo <<memorandum,>> all 'Italia e a lla Fr.an c ia.
Rassegna Italiana. 1Jfa1·zo 1927.
Parte l.
V lt O a..
G BASTIANINI: Il problema n el pen s iero di
d. R CRI~;oL~~~~N~{i ,;~co~~~n1r:~~o-v~ti·c~:a sugli
LA RASSEGNA ITALIANA : Alessandro
fM'oreshtale liltalianoc. onori litusr·· . · l Il M V S N ·ac· ·1ave o ·1. t · G SABINI · Dalla guardm na-zwna e a a · · · ·· · gici m nen e. · · . C G. · ·) IL GRUPPO 7 · ArLAGERLiiF : Vi n eta. (Ra·cconto -_ tra>d . di . mnm_m . -::::_ p e iudizi :.__ LA chitettura - III - ImpreparaziOne - Inco.~pre~swne . r g . ALAt . _ PoLITicus: Politica mternazwnale. D. · c VEDETTA : ommen an: l F M MARTIN!. Rassegna drammatica . - O. LEONA: Hassegna mUSICa e. · · · GIACOBBE: Notizie bibliografiche. !;R'EZIONE: L 'economia n,azionale nel dis corso Belluzzo al!~ Camera. ' GAROFOLINI: La Marina mercantile italiana . -~m ee so vvenziOnate . F. GALLI: Le oasi di Cufra. - G. IMPERATORI: Augi a e Giàlo.
-Partek I A
.
. . · ta delle Colonie e d'Oriente. Febbmio 1927. R IVIS . ll'Af . d l nord - HASG D · Latinità e colonizzaziOne ne nca e · · . AODIACE. Cc f l D f (III) - . La guardia ·di finanza nell a BEY' Per u ra a ar u.r · · d. ~l~NEINl _t . . E G PARliiS. Rivalità ru sso-ang lo-americane nella trage Ia npo 1 ama. · · · · . . (IV) ·Cinese. _ Com.and . EscoBAR: L 'arl1gl10 del Marabu.tto ·
L' A.frique F1·ançaise. ·illarzo 1927. Straoci di carta. - TINGITANU S: Lo staCoMITATO DELL'AFRICA FRANCES~ :_ H F tuto di Tangeri e le conver-s azwm franco-spagno le di Parigi. -Il .. ' RIOIDE. l l tudio delle lingue e de e CIVI IZZaVAUX: L'istituto internazwna e per 0 s · . C ·. Sulle tr.a cce zioni africane. - L. RoLLIN: La Spagna al_ Marocco. AVE. . di Rodd Balek: I problemi tunisini dopo Il 1921. .- E. DE FELC.OURT · La storia antica dell'Abissinia. - A. TERRIER: I fr atelll de Ha costa d e l RI L
Direltore responsabil e: Generale A. BoLLATI. Redattore Capo: Ten. col. M. PALENZONA.
Opere recentemente introdotte nella Biblioteca Centrale Militare N. B.- Le opere pervenute in dono sono contrassegnate da
ALLULLI.
* ANSALDO G.
Rci.BEL A. . R~RBAG ALLO
c.
BARB :ERA R.
» * BARENGO U. e BLATTO 0.
-
u~ asterisco
(*)
Alr11anacco delle Forze Armrtte 1927 ·An no V .. Giulio Cesare Annurtrio delle Colonie Ital. 1927- Anno V. Memorie della Società G. Ansaldo e Comp. indirizzrtto alla Commissione Parlamentrtre d'inchiesta per le spese di guerra addì 25 maggio 1921. Lrt Bessarabie. Etude historique etnographique économique. Il problemrt d elle origini di Roma - Da Vico a Noi. Idertli e caratteri dell'ottocento. Pellico.
Saggio bibliografico sulla guerra mondi ale (volumi, opuscoli, articoli sulla guerra 1914-1918, pubb. a tutto il dicembre 1925). Bataille (La) du Jucland-Narrative of the battle of Jutland-Traduit par le capitaine de frégate Guette. " BELLACHIOMA B .. L'l Brigata Alpi -origini, campagne, opere di pace. Distinzioni. Memorie (Breve ri assunto storico). , BERNARD P. BENOIST R Cours pratique de conduite de l'aqtom obile. BERTO~ELLI F. !l problema Coloniale Italiano (Cenni storici - · Considerazioni strategiche - Emigrazione - Materie prime - Mandati). BLANCHARD - La Corse. BLOCH D. P. . - La guerre CllÌmique . BORGHETTI G. . - La nemica di Napoleone. BOULENGER M. . - L'attentat d'Orsini. BRASSEY . Brassey's naval Shipping Annua! 1927. BRUCHMliLLER , . - Di e Ar til)erie bei m Angriff i m Stellungs · krieg. BUONA:wrcr G.- NEPPI MoD ONAA.- L'Etruria e gli Etruschi . BYWATER H. C. . - La grande guerra nel Pacifico· 1931-33 Traduzione del C»pitano di Vascello F. Castracane. * CAR~OVALE L. Il supremo id ertle umano raggiunto. * CAVARZANA G. Cose scritte alla Guerm 1915-18. CHARLES HENRY - L'armée polonnise. * CHIARANTI L. . - Sonetti.