SOLDATI FOTOGRAFI

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nali, è possibile che la sola presenza di una censura porti certi giornali, tra i quali i settimanali qui esaminati (raramente citati dagli archivi) a praticare una forma di autocensura. Di questo si trova per esempio traccia nella Cartella 5N 360 sulle cartoline: all’inizio della guerra vi sono molti interventi relativi a cartoline pacifiste; dopo non se ne parla più. Questa cautela appare essenziale per indagare la questione – che divide oggi gli storici francesi – del limite del consenso. Vedere R. Cazals, 19141918: oser penser, oser écrire, in “Genèses”, marzo 2002, pp. 26-43 e anche S. Audoin-Rouzeau, A. Becker, Violence et consentement: la culture la “culture de guerre” du premier conflit mondial, in J.P. Rioux, J.F. Sirinelli, Pour une histoire culturelle, Seuil, Paris 1997, pp. 251-271. SHAT, Cartella 5N 383-6, Lettera del 6 maggio o del 6 settembre 1915. SHAT 5N382, Gabinetto del Ministro, Censura e sequestro, cartella “J’ai vu”. SHAT, Cartella 5N 360: controllo delle pubblicazioni illustrate, Gabinetto del Ministro, Sezione Stampa, 1914-1919, il Generale Maunoury Governatore militare di Parigi al Ministro, 12 marzo 1915. La censura risponde che i giornali portano le bozze all’ultimo momento proprio per accusare poi di ritardo nella riconsegna. SHAT, 5N 382, Gabinetto del Ministro, Censura e sequestro, cartella “J’ai vu”. Lo conferma una cartella specifica per “J’ai Vu”. SHAT, 5N 382, Gabinetto de Ministro, Censura e sequestri. Maurice Allard, nel suo libro Les secrets de la censure pendant la guerre, op. cit., descrive le negoziazioni tra la direzione della censura e i giornalisti (particolarmente dei quotidiani) sugli articoli da censurare. Interviene un vero e proprio scambio, secondo cui, per esempio, si consente di pubblicare un articolo dietro ritiro di un altro. Di solito una negoziazione inflessibile permette di evitare il sequestro. “L’Illustration”, 15 settembre 1917. SHAT, Dossier 5N 382, Gabinetto del Ministro, Censura e sequestro.


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