STORIA DELL'ARTIGLIERIA VOL 1

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STORIA

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DELLA

ARTIGLIERIA ITALIANA con pr~fa!i'iionn di S. E. Bonito lV[ussolini

PARTE I (DALLE OHCGINl AL 1815)

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'.EDI'.l'A A

CURA

DELLA RIVIS'L'A D'AHTIG-LIERIA E .GBNIO

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ROMA - XII


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PREFAZIONE

Qtt,e8ta Storia, d<Jll' A ·r t·if7l1wrù,, ifA1ihia1nn, dalle 0 riyir11i a,i tempi nm,tri, è ,11,n'opera, di u1n intm·es.'Je 1

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ewiezimuilc, dlito ln .wYilu,p po <:- l',impu'r fan,za, decisi-· va che 11wlle battliglie m o<le,rnc, lui a.l.(.r,1,1;nto l'ùnpù3-· yo ilell'Jl rmri di A:rfiyl!ieria. Il <~nrattm·e die i re-rla,tton~ <li q'neRto _p 1·ùno ooltirnc a,l q nr,,lc altri qnnttroseg nfranno, luinno im,p re.-;i>Jo a,lla i'Jto ria, è tale da,

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vnvogUare a;nclw il pi1;bblico dei pro.fa1ni a fo1,uerla,. Gli nfficùili d;i A.rtiglierùi m: trovera,nno ra,<:eolta airnpia m,e.-;..;;e if,,i daU, folti, dottrine ehe ,'legnano nei ::;eeoli lo s·vilu,ppo dell'a,rrna pos.w~nte, il r1rosso del pnbblfoo, che deve ji,'IW,lrnente p1·ende1•e contntfo <:On

le dd.-;c{pline militari, 1ri fru,v eril l'a,neddotica, cfoè yU erJisod!i nei quali

rifa,lffe la yloria dell'arma e l'eroism1'J dei .-;1,1,oi 80ldati. ~a vrinw, parte 1Ja rlrille origini che si p e'J"(W'JW ar1li 'Ìnizi della civiltà,. :,;lm,o al 18 16, incluso qnindi i l p eriodo Napoleonico,. <·hr, nide per la prima volta, l'impieyo in massa delle-


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tirtigl!ierfo. Verrà qiiùidi la seconda plirte dHl 1816 ltl 1914, secolo nel qiuifo l'a.rUgUeria, moderna aumenta incessantemente lei snn ,,:mportanza nella decisione della battaglia; finalmente la., terza p,1rte, sarà, lweve nel ll'isso di ternpo che va drtllo scoppi o della giierra rnundùt,le ai g1:orni nostri, Trui sarà di um intere,,;;se palpitmite e drr,irnnu:ttfoo poichè no,,rrerà le gesta e i :s<wrijìci rlell'artigl-ieria itaJùina. diiro,nte

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la gnvruZe t/1,t;fWrlt vittoriosa., f, (}lw cosa ..-.:ia stata, che cosa abbia fa.,tto l'a,rfti,r7l!ieria italicirui, è dociirnentato nelle crmuwhe. e nelle storie ,lei c01na11ulnnf'i 1uNnici. Ta,lti m,ayni:fi,,io wit1·ùnw1·1,fo di gloria, tale perizia, t<wrdca, ,,.i11,-iversltlnu1,nt<~ ri~~mw.-;cùda, tale spi1rito di ahnegctzimw, so 1w d wrnenti essenzùtli clu~ d e v01w essere c011,sfwocit'i e moltiplic,.i t;J Qne.'?ta Rto1·ia dell'A rtigUeria ita,liana è verwrnente un grltnde 1

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oiatfoo, che infimnrrwr·<ì d'orgoglio e <li entiu;;;ia,wnw

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tiitt-i gli <trUgUr~ri d' Ita,lùr..

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PA.RTE PRIMA (DALLE ORIGINI AL 1815ì

VOLUME I (FINO ALJ,A FIN]]) DEL SEC. XVII)



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PUE~fESSA

Origin1, caratteri e finalità dell'opera

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Il 30 trntggi.o 1928 alc nni. Offì.cia,li. ùi Artiglieri.a in congedo si radmu1vano a 'l'ori.uo, col proposito di kleu,re e concretare insieme quafohc iniziativa, ada.Ua a solennfaz~tre la festa del1'Arma,. All' unanimità si decise di indire una sottoscrizione, il cui frntto dovev.:L essere devoluto a quest i due precisi scopi: 1° murare una lu,pi.de commemm·ativa nel R eale Castello della Venaria, dove, com'è noto, 1' Arma di Artiglieria ebbe le sue origini; 2° compila,rc e pubblicare una Storia gen erale dell1 Ar·tiglieria Italiana, dalle pl'imissime conacchine da getto» :6110 a.i giorni nostJ·i. Se la prima, proposta poteva essere di agevole esccmdone, la scconcfa evidentemente presentav::i, maggiori difficoltà, ma fu accolta con ngualc e11tu~iasmo, chè, nella fantn,sia e nella sper auza degli intervenuti, la Storia apparve allora come il vero e maggiore monumento, ciere per:ennius, quello che con più du1•atm-a efficacia poteva t·icordar e agJi Italia,ni ci.ò cbc fu e ciò che fece l' At·tiglieria, non solta,nto nelle sue mirabili azioni di guerra, ma in tutti i suoi riflessi culturali e politici e, insomma. nella sua, influenza sulla vita del Paese. Così l'jniziativa - diciamo pure : sentimentale - di quegli Ufficiali, riuniti da appassionata devozione e profonda no1.

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PREMES SA

stalgia dell'Arma in cui avevano fedelmente servito, tendeva a concretarsi in opera, di utilità nazionale. Nè potevano sussistere dubbi o timori circa ]a realizza:done, d1è ] 'autodtiL e Ja. fama del Gene1·a,l e Giacinto Sachero - il quale si era assnnto l'incarico di tracciai·e il sommario della Storia e di vigi1a,1·11e l:L t l'a.ttazione - offriva una skura, pre:dosa garanzia. Con l'a,ndare del iempo, taH proposit i iniziai i i,rn hi 1·0110 notevoli ,modifica,zioni. Mentre a lla lapide della Vnnm·in, :-;i sostituì il Monumcnto che ora sorge in Torino, n pl'OgPIJo dc lhL Storia fn ben presto abba,n donato, iu p arte per diffirnl l.:ì, 1:1:0n omiche, ma, a11<~hc - e sopr~1tutto - per la, immat11l'a 111ol'te del Generale Sac:J1ero, l'animatore che gii:L si era messo al lavoro con giova,u ile pn,ss:ione, compih111do il Sommario di 11 ""I J:t, ...J1e d(.rveva. esser,~ la P ,·ima, Pa,i'te, do1; tla.Jle origini a] 1870. Sarebbe inutilmente penoso 1·ievoca,re q11i le vad1i v i1·1•11dc cd i particoln,ri di. tale<< primo tempo>> ùell'inìzia,tivn, ; 111:1 11011 ù invee,~ inntile rico.1·dar<~ come il Generale Rachc1·0, iu v:t.t"il' 01·<·:1, sioui e, a,nc01·a, poco prima dclfa morte - 1·acco111a11d:1:-;s1i con commosso :11'<]01'1~ al. Oe nerale Montlì ed u,l Colomwllo l:11h<'o di non lasciar C}tdere il bel progetto e d i portare a, compi111 <•1do un'Opera di cui era vivam1mte sentita hl, mn,ncanza. Ta,lc fotto - pe1· noi essenzia,le - vie)l(~ qni ricol'dato, 110n già pel' ave1·e un'aprioristica giustifica½ione, e, per così dir1~, una «cresima>> a. questa Storia,) bensì pe1· spiegare come e per cb è, pur avenòo piena coscienza dcH'iusutlicienza, delle 110strc forze, ci. siamo accinti. a scl'iverla, ed a pubbliea.rla. Non a bbiamo dim enticato l'alto monito da ntesco c he un facile critico potrebbe rievocare: E se i l mondo laggiù pone8se rnentc ...1l fondarnento che natic,ra pone)

Sc9umulo livi) avria buo1ici la gente.

Ma poichè sono mancati gli uomini bonae voltintatù;) che con ben maggiore prcparazioue avrebl>ero potuto compfo1·c questo lavoro, non abbiamo potuto n è voluto sottran:i all 'obbedienza verso il comandamento del Gener ale Sacher o, che solo poteva darci la, forza di affron tare un'ope1·a ùi eosì vasta moJe ed alta responsabilità.

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ùlllGlXI, CAlL\T'l'Ei:I E FJNALI'l't\ DELl/OPERA

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Tuttavia pa1·ecchi anni passarono prima che osassimo but· tarci a così arduo drnento: pn,recchi anni jn cui sperammo i11va.no - che altri, più capaci, Ri assumessero l'o1wre e r onere della bella e difficile impresa. Solamente nel 19HO, dopo l'iuau gura,zione d<~l :Monumento di Torino, il G·enerale Montù - con:-:;tatando come ht seconda, iniziativa prog<ìttatn, nell'ormai lontano maggio 1923 fosse rima.sta senza eliettuazioue e IDirnweiasse <li cadere definitivamente nel nulln, - riprese in esame la possi· IJilitù di ottemperarn alla rac<:omandazioue del Generale Sac l1c1·0, che . per lui asstuneva il carattere imp!~rt1tivo di un or· aine doppfrtmentc sacro, di u1u:t c~onsegna thL rispettare e da far 1·h;pettare. J~ i,mhito -- a ~01·reggerlo ed a 1·inc01·ar-L1. nel troppo .1,1Hlil,c1~ proposito, tale ve1·a.men!e da far trema.r<ì le vene e i poJRi - intervennero l'alto e lusinghiero incitamento dell'lspetf oeato d'Artiglieria, l'appoggio della Rfoi8ta lU Art,igl'ieria e (frniu) l'a.ssicur·a,ta coll::thorn.zionr, di nn g·l'nppo cl.i valentissimi 11flichtli e stncliosi, e l'irn:orn.ggia,mcnto cli lliolti auLiehi commi litoui. Hi. venne cosi a dete1·minal'!~ un'anrn, di cor-clialitù,, di simp:i tia e di fo1·v01·e che cer tamc11 te non to.lse al Ge1rnr1-1,le :Montù la lucida, <~SH,tta, va lnta,zione delle dillicoH,:L dell'Oper~t, ma, gli l'll di prezioso a,iuto nella, tem<mi,ria impl'esa e lo conforta nel lkenz.ia.i·e oggi la Storia a,lle stampP- . 'J.',utli i nostri sforzi 8arebbero però 8tati 1;a1d) e la, nostra .;,, iz iat-ivn e·1?ido·nf.ernente ·n on si sarnbbe potuta concretare e 1·ea7i-:-:rn,re, 8e '/I.On l'avesse fnvorila la, 8a1u1, , rùwora,nte ed e.~altante 11 hnosfem cli J)a,triottico ardore e di st·u penda <lisdplina che Be-11, to ,lf,11,s1,0Uni hn saputo creare erJ.: aUm,Mitare co-11, di-ttfilwna passio1rn e che ha, rini110t:alo 'il Plw1>e da nn capo all'a,ltro della Pe11 isola,. Il Duce, dal ftiorno ùi mii) ch-ia,rnato dullli 11I<iestà del Ne Vittorioso,. cc gli porlò l'Italia, di VUtorio Veneto>> , non ha ,·e88Ufo di <ledicare all' E.qerc-ito, come a lui'le le altre forze ba8i· f(lri d ella vda clella Na,zione, OfJni JJiù fe·n;ida ciira: è) appunto) r111r·slo nuovo clima sviritnale che ri ha permesso di trovare aiu,ti ;,r1·.~'iosi e cri vroceclere nell'nrdua, fa;tina. Nin.rno i primi n. riconoscere che la, Storia, dell' A..rt'i_glier'ia Il (I f ir111n, qna,lf' la, pr<-ìsentiamo oggi · a,l pubblico, è a.ssa.i infe-·3-


riore a ciò che poteva, essere, se il Gencr·a le Sae,hero non d fosse stato immaturamente rapito dalla Fmr·l c e se egli avesse potuto darle corpo e sostanza con la, s 11n, im11w11sa cultura e poliedrica

genialità. A_ voler essere esatti, rlin:mn nhe, viù che di 1tua, Stnria, veni e propria, si tniUa di u n nlil!o.~·.zo snsceUibile di inn·tt1nerevoli correzioni o 1nndificazio11-i ; (l11 zi, 'i neqlio, è ir·1u1. spec'ie di trmna che potrà da ciltri, r: co 11 IH:11 1nf1yyiore dottrina, essere ripresci, modifinata,, corref.to.. r: i11Ji1"; i-ivns /,ila. di carni e re8r1, JJi1.ì, 1J'itale. Comunq1rn, n, noi :·w nd,t·:L t:lu~, au(:l1 e ridot.Ll1 a, tali modeste proporzioni, lrl, no:-d.1·:1 ( lp('t'a possa avere nna slm uLilitù, e t(~· nere un suo posto rn ~ll:1, slo1·ing·1·afia. itnliana,. Il fatto si è che - mentre si so11 p11hhli(':1,IP molte cd intcressa.ntisi:dm e storie e c1·ona.che pn1·,-,bli - 11011 Pi-dst1~vn. 1ìnon1, aleun testo dw dess(>., sia pure sorn111:1.1·ia111P1dP, .il puHora1na storico dclJ'Artiglier-ia dall e Ol'ig-i11i 1i110 :ii g iorni 11ostl'i. EhlH!IW, noi nbl.lia-1110 volu(o - usi.rLmo hi, fras(! <·.011sanai.a - colmare la, Ja,mcntat:.L Jacuna : cioèl erc:wc .l ' oss:1,l 111·:1,. 1·( •1·l.a1ncntc difet trn:.a (~ monc,L, m:.L ta,Le che 1>or;;sn, d:1,1·e :i-I p1d,lili1:o 1m ' idP:1, al 11wno :-1,ppl'ossi nrnti v;-L, dclfa stm·in, d1·ll' ,\rn1:1. A1w.lt( ! i11 q1 11·:--:l.;1. .,,oi-:1:--:io11 c - eo111p i11 og·1iì ,JIJr-a l·.i 1·costa,Jl%;fl, d ella nos tra vi J.:1, - :1.l,l,in.1110 pl'l' l\!i·ito all:1, pnvi,la 11pgl1iLl.osit à l'azione, f:1llihil11 e <Titi('ahile fin che si vuol e, ma, ispira,t a. ~Ld un solo idenl<!: sc-1·vi1·c disintf'1'essMa.111cnte, in q1rnhmq11c modo e per og11i v ia, i J nosl 1·0 l'aese. Ancol'a, e sempre, dnra e r,n.ra milizia. Vita, 1i is, hn1110 , est; abi; nnnc m.i /-i tnud w111,J. rnortmt8 1iacabis. Sarù, hm1e imi ir·at'<! q 11i , f'.011 precisione, ciò rhe al.lhiamo YO· luto fare; doù sLah ilin· il c·al'nU:erc e la. portata, della nostra S'torin, il cui R('opo p1·1!1:i p110 ì• 11uello - usiamo le pa rol<~ Fsa.tte del compianto Genc 1·ale .f..;;1.c·hc,1·0 - di << concorrere a rendere un tributo d'onore n.ll 'A 1·1 igl i1•ri :1, italiana, tracciandone in nwclo sornmario hL storia, <:hl le s11(! ol'igini fino ad oggi)). Evidentenw11tc in molti p1111ti sarli, neeeRsa,1·io parlare anche dcll' Artiglieria di altri J>nei-:i, o per segnarne lo sviluppo

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OIUGIKIJ C.-\!lA'l'TE!U E FINALlTA DELLJ OPERA

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che, specie nei primi secoli dopo l'invenzione delfa polvere, fu assai diverso th.L Stato a Stato, oppure pe1· indicare le forze nemiche contrapposte in campo a quelle italiane, e quindi meglio comprendere e vn.lorizznre l 'opera - glorioFm, sempre ùelhL nostra Artiglieria. M~ii, quando si ecePttuiuo tali notazioni - dw avranno, come si è detto, sop1·atutto un e,wattcre di rifel'imento - la nostra Opera è internment(~ dedicata alla, na.rrazim1e del pro· gressivo svolgersi dell'Artiglierb del nostro l\teRe, cioè prima. nei va1·i Stati in eui si smembrava l'Halia e poi nelh1 Pa· tria. unita,ria, rkm,tituita secondo le sue grandi leggi geografiche, etniche, storidrn, Rpiritna,Ji. Questa, limitazione ci è imposta, non solo dalle finalità. del] 'Opera, ma dalla stessa immensità della, materia.. Fa.re la storia dell' Artiglieri:1 in tutto il mondo corrisponderebh,ì pressapoco a scrivciro un:i, Sto1•ia, unive1·sale: impresa d1c è troppo imperiore a,ll e nostre m.odestc forze ed esuh1, da,lla nostrn, volont::l,. Allon hè, or fa qua.fii un ser,olo, il capitano M. J. HrmH~t volfo tc11 La,.t·e umL simi.lci imprc~sn, nr ll n, E-ua .Il isto'ire (1 é-111~rnh; (fo l-'A.rtiller'ie, ·- che pu1· costituisc,\ in matrria,, una delle opere cfassiche - cadilr in e1'ro1·i. :in evitabili, tlèwdo in quakhe punto uno sviluppo ipertrofico alla storia d~ll' Artiglieria fralleesci, e man eando talvolttL a quella norma, di. impanialità che è fontfamentale nelle discipline storiche . B a,ppunti a,na.loghi si possono fare alfa pur mira,hile e monumentale opera Etu(fo8 s1tr l e 7JaJ1sé et l-'cwcnir du l'art'illo1·ù1) iniziata, dtL :Napoleonn III, n.llorchè era sola111ente il Prindpe L11iµ;i Bonaparte\ e contirnmht poi dal Col. Pavé. Vogliamo dichiar are fin dall'inizio che noi r endiamo il do· v uto omaggio ali' Artiglieria di tutti i Paesi eil apprezziamo grn,ndernente - al suo giusto valore - l'apporto recato da vari Stati a,l prrfezionamcnto di questa, cho è a,nche, e prima di tntto, lilla scienza,. Sf\ non c·e ne oecupi.:uuo più lurgament e, i: pflrchè tale ma,teria non entra nel nostro piano di lavoro e perchè, d'altra parte, fa storh1 dell'Artiglieria nostra è così ricea e vasta. e r,omp1•ensiva, che, attnwerRo ail essa, si può intuire quella univer~aJe. Le stesse ragioni sopraindicate - e sostn.uzialmente lo

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Fig. 1 - Santa Barbara protettrice dell'Arma cli Artiglieria (capolavoro cli Palma il Vecchio, nlc'lla Chiesa cli Santa Maria lformosa, a Venezia ).


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FIN:\Ll'l'A TJJ;;LT/ OPERA

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scopo che d sia,mo proposto: di rendere un tdbuto d 'onore all'Arma di Artiglieria - portano ad escludere tutta l'Artì· glieria mLvale, che pure -ha, pagine stupende e che specialmente ha parte preponderante nfllla storia milifarc di alcune Repub· bliche m:1,rinare, quali Venezia e Genova. Abbiamo lungamente esitato prima di indurci a tali limitazioni, ]e quali sareb· bero illogiche in un testo che volesse avere carattere definitivo, ma ci sembra.no invece, più che utili, 11ecessarie in questo no· stro «saggio)) elenwnta,re e transitorio. ln linea generale noi pensiamo ch,1 le op!-lre mastodontiche - composte con la JWC· tesa di tutto comprendere e tutto dfre - nove volte sn dieci fa,lUscono allo scopo, perchè hL storia, {~ mat<~ria vivenfa~ e, come la vita, stessa, flnttna,n te ; ,~ perciò permette, tuizi esige il con· tinuo fluire di nuovi approfondimcnt.i ed int·cepre tn:z.ioni. 'i\folto più utili ci sembrano - del 1:esto, in ogni ca,mpo dello scibile umano · ·· le opere ch e si a,sseg-1111110 <.l ei 1imit i e ·i,i tracciano un compito JH',c ciso: esse avra,mio nlmeno il merito della « proprietà» cl1e, in q11esto c:u-;o, signifir.a n1nr-h e lea,ltsì, ed 011eRti'l,, e potra,nno Rmnpre costituire un utile foRto di riferimento e di consultazione per l'avvenire .

Dunque, scr1vrnmo hL Storia delF Artiglieria terrestre ita· liana, e -- sempre tenendo presente il nostro fine - ci propo· niamo di tracciarla nel mùdo più semplice e schematieo, eliminando le disquisizioni e i termini astrusaJmente scientifici. Noi speri.amo cosl di fare opera che possa. essere letta, con intc· reRse dagli TJffidali del no1st.l·o fijsercito, m,a sopratu,tto desideriarno che la nostra Storùi sia tale du attra,rie l'a,ttenzionc e f interesswniento del Popolo Itnz.iano e wpecial1ncntc delle niwve genera,z,i oni alla cui forrna1<:ione spirit1uile il Regime dedica ima fer1)ida) a,ppa,ssionaJa, incess(tnte aUivitù, che suona esempio (tl rnorulo. Il popolo ita,liano ama i suoi. <<artiglieri>>, li am· mira, ne è fiero, ma forse non apprezza, appieno la sua (( Art i· glieria )) - c'è fra i due vocaboli una differenza - e a noi sem· bra, più che opportuno, dovel'oso che impari a conoscerla. meglio. Più la conoscerà, e più l'amerà, perchè l'Artiglieria, italiana 1

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rRE:MESSA

può stare degnamente nel quadro delle grandi e complesse attività nazionali, in cui rifulgono lè migliori doti della stirpe. Un volume irto di formule e di descrizioni tecniche, oppure un arido elenco di nomi avrebbero precluse le vie -che conducono alla massa, di cultura necessariamente nou spechtlizzata, che costituisce l'enorme maggioranza della Na,zione. Poichè la nostra vuol essere appunto opera di divulgazione na,zionale, l'abbiamo tenuta nella forma più semplice, elementare, accessibile a tutti. In compenso aùbfamo cercato di inserirla nel più vasto quadro della vita politica, cultm·[Lle, scienti.fica italiana, cioè di considerarla, non come un'attiviti1 cliiusa, in sè quasi per un geloso spirito di casta, bensì come mrn delle belle espressioni in cui. si manifestano il geuio e l'eroismo cli noi-;tm gente . .m quasi superfluo dire che (} uei:ita Storia non ha CfLrattere apologetico. La nostra Al'ti glicria 110n ha bisogno di. aggcLLivi nè . di voli lirici : la semplice es1>0si½ione dei fatti, per q wmto ·è possibile accerta,ti e si c uri, sarù, più eloquente di ogni. amplificazione e declamazione 1·,~tm·ina. Scartando deJiheratamcnte la vuota eloquenza (foll<~ g.ir·a,ndolc ve1·barli che possono piace1·e al lettore super·ficiafo, di gusti g1·ossofoni, rua infnstidiscono il lettore scrio ed attento al qua,le ci rivolgiamo, noi ci siamo proposti. - nd limite delle nostre possibilità - di raccoglie1·c il maggior numero di notizie controllate e di esporle con ordinata semplicità e chiarezza, in modo da offrire la sicura documentazion e della graduale mirabile ascesa de11 'A1·tiglieda italiana. E si intende che tutte le 088<w1xizioni e i suggerimenti che potessero esserci rivolti saranno bene accetti e verranno t enitti nella doviita co1u1iderazione per event<uali succeswivi ritocchi1 in qnanto la nostra Opera non vuol segnare che una mode8ta tappa e qitindi) non solo pu,ò) ma deve essere s1iperata. Innumerevoli altre r'icerche dovranno essere fa,tte 1 e rnodifica.zioni e r1,pprofondimenti : c-ioè man mano dovrà essere sempre più elaborato il materiale da noi raccolto in q'lwsto 8tiidìo. Secondo il primo schema preparato dal Generale Sachero, il testo si sarebbe dovuto dividere in tre parti: Storia generale, Storia tecnica e Storia a1ieddotica.

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ORIGINI, CARA'l''.l'Em E IJ'INALiTA DELL'Ol'EIIA

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Dopo matura riflessione, noi abbiamo creduto opportuno rinunciare a tale p:1rtizionc per parecchi motivi di eui indichiamo qui i tre principali : l° Il carattere fondamentale della nostra Stor,ia ci vieta di entrare in troppo astrusi particolari tecnici., che non possono essere cou;ipresi se non da chi abbi.a una prepara,7,ione specia1iz7,ata. La parte tecnicrL rest:L quindi sostanzialmente conglobata nella, Storia generale che, seg·uenùo man mano gli sviluppi dell'Artiglieria,, ne indica implicitamente i perfezionamenti successivi: tuttavia, abbia.mo avuto cura di. concentrarla nell'ultimo para,grnfo di ciascun capitòlo, per modo che sia fa,cilment0 rintracciabile. 2" L'Artiglieria italia,na è così ricca di aneddoti gloriosi che questi, da, soli, potr,~hhero offrire matc1·ialc per tutta l'Opera : e inevitabilmente si dovrebbero ]a,mentare innumerevoli omii,;;sioni. Tii:,;og11nrnhhe ,lun1111e fa,r·e mia ee1·nita, quasi un 1lorilcgiu di epii,,odi: e sar ebb,i cosa dc~licata, difficile, e rischicrebh,~ di esi,;crc spesso .i.ngiusLi.L. B' fofi11e e'(~ mm 1·agionc .foudamentale che ci sconAiglis, dal dare all'aneddotfoa, mm, tratta;done a pa.rtc, cd è che, giù, lo dicemmo, noi. amiamo considc:r nre l' AI'ma d' Artiglforfo, come un Lutto organico, un'Unità che comprende insieme l'erohmto dei combattenti, l'ingegno degli studiosi, la fatica, degli org·anizzatori. Se e quando ci accadrà di indugiare su <JWt,l ch c aneddoto, esso dovrà, essere organicamente incluso nel racconto della guerra o della batta.glia, in cui si svolse. La, gloria di un Artigliere è glMin, di tutta l'Artiglieria. Sempre per n criterio di semplicità ~lementare, a cui ci siamo i spirati, c.rediamo c1 nindi più opportuno elitre a,l]a, nostra Storia una trattcizione unitaria, dividendoltl solamente in tre gntndi periodi : a) dalle origini al 1815 ; b) dal 1815 al 1914; c) da,l 1914 ai giorni nm,tri. Nel corso del nostro lavoro e nello svolgimento cli ciascun cap'itolo noi abbiamo segu/ito general'rnente la, traccùi nwgistrale che ci venne segnata dall''ill1tslre Generale Sachero per 'i capitoli che vanno <lalle origini <tl 1870 e dal compianto Gene-9-

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PlUsMESSA

ralc D'llnton io per i capitoli d~il 1870 lll UJ14. In un punto, t'nttavia, abbiamo eredu.to opportwno sco8tarcene, Per dare alla

noslra Operlt mi caraltere ver(//rnenle 'IMizfonltle, c·i è vcinso necessffrfo riferire Clmpicunente, non solo gh S't?iluvzn: llcll' !1 1·ti glier-ia dell'Esercito J)fonionte8e, nitCfoo ini.zia,le intorno ltl qw1le &i formò e consolidò il glorio8o E8erc-ito 1/,11Ii11110, •111,a a11whe cli qnellci dei vnri Sl<tU vhe ebbero fiorente vi!n 11,,rlo11uuHt, prùn({, di ricmnvorsi e fondersi nell'Un:if;à clella, l'atriu. <kco1.•reva perciò tLssicurarsi la eollaborazione di uJTk.ia Ii. e· :-; I111·id che a,vcssero tempo e voglia di compier·e r icel'cl1e 11C'I Il'. l:ib lio teche e negli A1'cl1ivi, 1·isalcndo co1·so d ei seco li : a I II I.Lo ciò fu provveduto. Se ci fu po:,;sibifo supert~re, nlnu~no i11 pn1·IC', IP 1111111mcrevoli difficoltà, dobbiamo r·endere gra:r.fo :i,J IC' ~11p1·1·111c · A11 tori.tà clic, tutte, ci furono larghe di geu e l'Uso ;1,ppogg io : in pnrticoln,1' rnoèlo vogliamo N,pl'imm·P. c1n i la 11osl 1·:1, /J,T:1,I i l1 1cl i 11c\ a, S. l<J. il Gencnt.le Hais!'roeehi che ruanife:-;tù 1·ipd11l:1111(•11L(! la sua sirnpa,lfa ve1·so lu, nostr·a htir.iativa (<i q11(•:-;l.;1, Nlol'io vuol conti·il>ufre, appunto, secondo fo nostre moth :s l issi 111c· pm,:-;i hi. lHù, a q ueHa ripr-esa (folla, ]eUe1·tLtur,L mii i.la1·1· i l.:1 Iia11;1 c·l1( '. il Genel'alc Ba.istl'occhi auspicav i:L in una 1·ece11l.li, :-;i11Lo11111 I ic·a c·,i1:colare); a ~. 'Jij, il Generale l<iUorc Gim·ia, H q11:1fo ('i s pro1H) all'ardua im1wesa., a S. E. il Generale 'l'ito Mo111'e li11al1· c·lw, :-; 1wl'e · duto al primo nella carica di Ispettore Genernfo d('II ' A r111n, cl i Artiglieria, ci sorresse, con vigile simpatia, e p1·(•;,,ioso c·o11sig-Ho; n S. E. il G cncra.le Vacca Maggiolini, Sotl.cw.a po cl i ~. ~f. c]e l l'Esel'cito, al Gcnc1·aJc Mclcl1iadc Gabba, Ai11la1ilc• cli < ~:1,111po cli S. A. il Principe B 'r editario, al Generale A 11gT1sl o I le • I 'ig-11i PT·, al Colonn. Anacleto Bronzuoli, Capo cklVl 111ic·io ~l.01·ic'.o , c h e tutti. ci confortarono con indicazioni, fac ililai\io11i c· s11 g-g·<~rimenti ; mentre i due successivi nil'ettori <l c•ll.i, n; 11 isl ,, ,l' !Irtiglieria, e Genio, che si è fatta editrice flella 11osl,ra R lol'io., cioè Fallora Colonnello ed ora Generale Conte Cal'io r:lo1·i:1 C'cl il Coli'mncllo Principe Prancesco Biondi-Mol'ra <·i cli('dc •1·0 t'ontinne p1·ovc di fattivo intcrcssa,mc11to, j] p1·i 1110 c·ol l;1,hor;1,11do a.Ila. compilazione del testo, il secondo cm·n.1Hlo111• <·011 :·.wh i< ·Uo fervore l'edizione, ottimamente coacliuv:ll:o i11 lak l11 vo 1·0 cl;1i ì\rfaggiori Arna.Ido Lodctti e Salvatore Rnnc"lino.

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...,... \ OnIGIXI, CAJ:AT'l'EIII I~ l•'l.i'\Al,l'l'.,\ DELL·'OPEHA

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I quadri cli redazione, le varie marndoni e i diversi apporti di lavoro per t)l1csta . Prima, Parte de11'0pera, sì vennero ordi1rnndo e organi,,;zaudo nel .~eguente modo : il Genera.le Carlo ·Montù, primo estmrnore dellt1 Sloria, ha avuto a collaboratori immediati pPr tutta l'Opera. il Genem,l e Carlo Gloria., Aiu tante cli Campo General e di S. 1\f. il Re, il Genel'ale Carlo Mangr1noni, i Colonnelli Rilvio Rubeo, Angelo Ilavemii, l•!rnilio Bella.vita, il Marc:h<~se Avv. Giuseppe P essagno degli Archivi di Stato di Genova, e il Segreta.rio generale cli Reda,,;ione Ricca,rdo ArtuJio , ai q nali [u aJTich1ta h1 revisiorn~ <fol testo fondamenta.l e; mentr e lo stesso Carlo Ma,ng:moni fu uni(;o esLeusore della pa,rte t ecnica, trattata nell' nltirno paragrafo di ci a senn r,a,p itolo. La Storia delle Artiglierie Piemontesi ,~ dovuta aJ Oen ern.lc Carlo l\fontù, compila.tore e organizzatore dell'Opera, ; le monografie sulle artiglie1·ie delle a,1L1·e reg'ioni. - mo1t0grnfie ineo1·pon.1te nel lc:--1.o :--1 e:--~o - f ,wono 1·i:--1w.ttfri·tJnt'llfo torupi.lale diLi eollabomLori già iuclicaLi nel Quadl'o •li Red icizione e <:ioè : l>(! l' le HepubbJi che cli <J<~nova < ~ di Venezia, il 1\la. tc hcsc Avv. Pm-;sngno, degli Archivi di Stato di Ucnova. P er Mila-110 e la Lornba,nlia,, il doU. F1·anccsco Vol'te, degli. A1·c hivi di 8laLo tli Mila.no. Per .Fc\rrara, il Maggiore Uesare Huggeri -J,adcl'chi. Per Modena, il 1.'en. Col. Umberto Hicd. Pel' Bologna, il Col. Giovanni Rigoni. Pe1· Ffrenze e la Toscana, il Col. Gualtiero Sarfatti. Pcl' Roma e gli Stati I)ontifiei, il 'l'en. lng. Emilio Stcfa nelli. Per Napoli e il Regno delle due Sidlie, lo stesso 'J~en. Ing. Stefanelli. Al (]nailro dei collaboratori regolari, sono cla, aggiungere i 11omi di altri studiosi, l1fficiali, an1ici e sin11:>atizza11ti che ci furono larghi di aiuto per h1i compila,zione di questa Prima Pa.rtc~: primi fra tutti vanno citati Monsignor Burico Carusi, degli Archivi Vaticani, e l'avv. comm. capitano Pasqua.li Lasagni, pr<~ziosi consiglieri per ciò che si 1·iferisee alle Artiglierie pontificie, r, l' Avv. Eugenio Honga, primo archivista, agli Archivi cli Stato di Torino, che con gentilezza, pazienza e sicur a

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PREMESSI\

competenza ci aiutò nelle nostre ricerche sulle Artigliel'ie piemontesi. Per quanto riguarda lo studio su Venf\zia,, il Marchese I>essagno desidera sia resa pubblica la sua riconoscenza. al Conte Andrea da Mosto, Di.rettore del R. Archivio di Venezia ed a tutti i colleghi per la comunicazione di documenti e per la cortese asidstenza nelle Yarie rfoerehc, a cui c:ollaborò pure utilmente l'avv. cav. Augusto G-r:mziotto. Uno speciale ringrazimnento dobbiamo inoltre rivolgere alla Famiglia quaglia e alla l•'amiglia, G-onclla, a cui dobbiamo utilissime indica,7,ioni, nonchè a due grandi Case editrici, giustamente celebri: l'U.'l'.B.T . (Unione 'l'ipogra,fica Rditrice 'l'orinese) e l'I.I.A.G. (T~titnto Italiano di Arti Grafiche, di Bergamo) che, in omaggio a,J]e finalità patriottiche della nostra, Storùt, ci lia,nDo pe1·nwsso di utilizzare e riprodurre molte illustr~1zioni c:0111.errnt:e in volnmi di loro edizion e, e h1 particolar modo iii 'J.1or'i'no nella, Rtorin del .l''ic1nont,e e il' ltctlia dei r•rofessol'i Brngagnolo e Hett.i r.:d.. e nelJa, Vil;ci d-i n. Oollcon( e altri studi deH'on. Bortolo HeJotti: n, (lnesti illustri i-torir,i espl'imiamo pure la nosti·a profonda g·J\.1ititucline. UitiH,mo ancora - <~ chiP.clin,mo vcnfa per Jr, r.ventm1H dimenticanze -- S. R. il General<~ (;onte Merli-Mig'lietti, Direttore dell'Armeria, Reale di Torino; iS. E. il Generale Scipione Rcipioni, Direttore del Musco N,azionale di Castel S . Angelo; S. E . Alessandro Lnzio; il Generale Oordero di Montezemolo, Direttore della Biblioteca Heale di Torino ; il compianto Generale 1Vfario l\foz7,011i, ca,ro indimenticahil <~ amieo; il Generale Mari o Hrn7,zo; il Genera,le Enrico Clausetti, Direttore del Museo delFArrm1 del Genio; il Colonnello Pognisi, Direttore del Museo dell' Artig'lieria; il Colonnello Efisio Marras; l'Ing. Prof. Luigi Gabba; il Comm. Avv. Melchiorre Sachero; il solerte Maggiore Filippo Cara,i;;so della R. Accademia, di Artiglieria, e Genio; il Conte Filangeri di Candida _; il Ca,pitano Achille Ferrari; il Capitano Demichefo,; il dott. Alessandro llaghiroli, direttore del! 'Archivio di Sfato di Modena, e tutti i direttori e gli impiegati degli A1·chivi, in cui abbiamo effettuate le nostre ricerche. Il più elenrnnta.:re senso di dignità e di rettitudine ci impone però di dichiarare - a scanso di equivoci e di qual!dasi -1~ -


OIUGIKI) CARATTERr

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l~INALITA DELL)OI'EHA

eirata jnterprctazione - che il Generale M:ontù assume, intera cd assoluta, la res.ponsabilità dei giudizi espressi nel corso dell'Opera. Egli non ignora che alcune affermazioni e par·eri conten,nti nella Storia, possono essere suscettibili di confutazione o di diseussione; ma non si duole di tale eventualità, anzi se l'augura, chè un sereno dibattito, in cui ognuno porti piena buona fede e spirito di assoluta dedizione agli ideali de1la Patria e della Scienza, può riuscire ricco di insegnamenti p<~r il futuro. E anche in questo - e per questo - ]a nostra Storia pot1·à essere un' « Opera di vita».

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Più che opportuno, ci sembra necessario fornire qui ::~lcune succinte spiegazioni circa il nostro metodo di favoro. Noi, come 1·if(~timmo, abbiamo compiuto delle ri.cerche negli A1•cl1ivi cli ~r::m parte deJle cHtà, che furono capitali dei diversi. Stati in cui si frantumava, ]'Italia. Ma, a, tale 1•ig11ardo, due dichin,razioni dobbiamo fare. An:dtutto si è d<itto « gran parte de]fo <',iWl, )), non tutte, chè, per esempio, e per motivi su cui è inutile sofferma,r ci, dovemmo t1·ascu1·ar<~ Ma,ntova, gloriosa culla dei. Gonzaga,, mentre, per qun,nto concerne J>alermo, ci limitammo a pochissimi riferimenti nei pal'agra,fi dedicati al Regno delle due Sicilie : (se mai_, tali lacune, e quelle riguardanti altre regioni e città non meno illustri e gforiose, potranno essere colma,te in successive appendici o speciali monografie). In sc~condo luogo è doveroso avvertire che le nostre rice1·che dovettero essere contenute in limiti modesti, per necessitù, evidenti di tempo e cli sp~~zio e per la, natura stessa dell'Opera. Una vita intera d'uomo non basterebbe a r·accogliere tutti i documenti. necessari per la storia, integrale dell' Artigliel'ia in mrn sola, cli codeste antiche capitali! Anche là dove ci sarebbe stato facile sfruttare un enorme materiale d'Archivio - specialmente a Torino - abbiamo preferito limitarci nello sviluppo della, tratfazione per un elementare senso delle proporzioni e in omaggio a quel criterio di superiore unità na,zioi1ale che ci ha ispirati in tutto il nostro lavoro. Così, per esempio, per quanto concerne i primi secoli, le a,rti.glierie piemontesi occupa.no assai meno spazio che non -13-


l'HE~IJ<:SSA

quelle cli nltri Stati della, Penisola: citiamo, a caso, il Ducato di Milano clrn, in tale epoca, a,veva maggior importanza nel quadro della vita italiana; nei capitoli imccessivi in vece il Piemonte occupa uno spazio Rem1we maggiore, man mano che incomincia

Fig. 2 - i\l astio d e ll':int.i!'ca· Clttullcllu di 'l'orino, iu <:lii liti .:r.t1e 11 :Mu8CO Nazio11ale di Artiglieria. I

delineal'si la, sua a,ltissinu1 f1111zione stol'ica,, mentre si trascurano quasi totalnrnnte (~ la LomlmnJi~L e quelle altre Regioni c he, per esscl'e soggette a dominazioni straniere, non dispongono più di forma,,-,ioni militari italiane. Per motivi a1mloghi, mentre nei primi capitoli fummo costretti a spezzettare la nostra narrazione in modo da d are un cenno delle azioni delle nrtiglforie nelle innurne1·evoli piccole guerre fra Comune e Comune, o tra feudatario e feudatario, in quelli successivi, doè qum1do via via, scompaiono i minuscoli signorotti indipendenti e ìl pote1·e incomincfa a concentrarsi in un numero più limitato di Rignorie e di Principati, ci siamo attenuti ad un alt1·0 criterio : do<~ nei primi paragra.fi d el capitolo abbiamo esaminato le maggiori guerre, cc1·canclo di delinea,r e il successivo modific~trsi e perfezionarsi dell'uso delle a,

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-~. OH!Glì\"l, CAltAT'.tl~l(I E FINALI'l'A D1<:LL.'Ol'lsltA

bocche <la fnoro, mentre negli altri paragrafi indugiammo a Tife1ire documenti d'Archivio, Inventari ecc. che doc11rnentano la 01·ga1lizznzione e l'ordinamento,' dell'Artiglieria, in ciascuno ~t..d,o. I'er amore della veri!iL e per dare a Ces:we r,iù ehe è di

Fig, :1 · Ingresso al Mus~·o

"'t'· I

Cesè1rc~, d affrettiamo a soggiungere ehe l'apporto ùei vari colIn bonLtori nou sta solamente nella 1natl~ria rar.coltr1 in ta li paragran ehe chiu,nierc~mo regionali : le rnonograffo di ciaseuno sono sta.te riclal,oraite <~ in parte incorpornte nel t(~Rto generale, il quale vuole èWere, coi.ne si disse, le caratteristiche d'un testo integralmente 1mzionafo. Questo sistema non è privo di inconvenienti, Ropratutto perchè rende necessari qualche ritorno e qualche interferenza di cui faremo cenno fra breve, e sopratutto ha richiesto un'enorme fatica per l 'm;simila,zione e il coordinamento della, matc1·ia; ma - dopo rna,turo esame d<>l problema e anche in ossequio al co1rnig'lio cli storici illnstl'i - aubiamo giudicato clw fosse l'unieo cui ci si poteva, attencl'c, per dare nitido sviluppo e razionafo ordinamento ad un'Opel'a di così vasta, mole. La.sciando arl altri - e dovranno essere molti e dotati di ferrea volontà -

IG -


PREl\lESSA

e certosina pa,denza. la fatica e l ' onore di maggiori a,pp1·0fondirnenti, il Comitato dj Redazione, a cui si deve la compila~ zione di questa Storia, ha consultato moltissimi· volumi, documenti editi e inediti, inventari, rapporti ccc. , non segueri-

Fig.

4 - Snln. terrcnu del Museo Nnr.ionale rU Artiglieria a 'l'orino.

doli man mano alla cieca, ma raffrontandoli cdticamente, e, nei caRi di aperte contraddizioni, cercando di trarre l'oro puro della v<~ritù dalla ganga delle errale inter·pretazìoni e delle false leggencle fra.mandate maga,ri per· secoli. La compila.zione essendo stata, affidata, - per le note circo · stanze -- a diversi collaboratori, ed essendosi d'altra, parte rì· gidament.c mantenuto lo schema primitivo, le differenze di redazione e alcune apparenti divergenze - non contraddizioni non poteva.no essere eliminate. Le differenze <li rnaterfa,le di Rponibile uellc singole regioni, le fonti es,uninate e utilizzate, -16 _ .


OIUGINI1

CAIUTTlm,I

~; FCNAr,i'l.'A DELL'OPEiU

gli av venimenti storici, le vicende politiche ed economiche spicg-:.LHo perfettamente ta.li caratteristiche del testo combinato. In sostanza, nei pochissimi casi in cui due diverse tesi poLc v:1,no essere a contrq,sto, e noi non avevamo elementi sufli-, <·.i<\11 ti per da,re la, preferenza all'una piuttosto che all'altra (pel' esempio sulla questione delle origini e dei primi impieghi delle armi da fuoco), abbiamo ,~sposto imparzialmente en-

l~ig. 5 - Castel S. Angelo - Cortile delle palle.

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tramhc, bPn lieti se nltcl'iori ricerche fatte da altri potranno contribuire a chiarire i punti ancora oscuri. Il lettore potrà inoltre rifovare, qua, e là, dr.11e interferenze, che abbiamo volutarne11te conservate: per dtare anche qui un esempio, ci sembr:1 logico e interessante che, dopo aver parlato nel Testo Generale della battaglia di Ravenna, in cui ebbero parte notevole le artiglforie cli Alfonso d'Este, si ritorni sull'argomento là dove RÌ ilhrntra, lo sYiluppo delle artiglierie ferraresi, e là dove si parla delle a,rtiglierie veneziane e pontificie. Tali interferenze servono ad iutegrtLre la documentazione di studi appartenenti a regioni diverse. 2

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PRE:\IESSA

Naturalmente, se si volessero volta per volta citare t utte le opere e i documenti consultati, dovremmo contr::1ssegnare ogni pagina con decine di note e di richiami, appesantendo e'normemente i volumi, senza v::wtaggio per i. lettori. Abbiamo preferito n1ccogliere in fon do a ciascuna Part<~ un Elenco delle fonti ed una N otr1 Bibliogra,fica, indicando i documenti d'Archi vi o e i libri a cui abbiamo attinto, i quali potranno essere ancora, utilmente esa,minati da chi volesse approfondire questo o quel punto.

F,ccoci ora -- · dopo ]a, neccssarh1 premessn, - ad iniziar e il nofit1·0 viaggio attraverso a i secoli. Comf\ si è eletto, con:fidi:ùno che q11 esto JWirno rtihhozzo, certamente pit~no cli ]a.cu ne e di errori, possa, esse1·c éla tLHri integr ato, ampliato e corretto. :Ma c ' ù di pi tì: noi ei n,uguria.rno :fer·vidarncnte che :so1·ga, d onrnn i :il genio capace di. cla1·ci l 'oper:1 t otale) in cui t1·ovin o C\loqucll te rilie vo le tradizion i e le gesta, gloriost\ tfoll 'Ar·tigHeria, itnlia,na,. Bsso potr ù, essern uno storico: e in tnl r,nso dov1·ù, uui1·1~ a lla, più vn.s;ta, c nHunL generale eò nlln, r11·et,is:1, c.onoRCfmr,a lccn ica uni:~ sicura, capacHù, cli sint(~si Nl una gag liar·da potenza, cH espressione. M:1 forse -- a.ndie meglio - sarà, un grande poeta. Sola,rncn !.e la poesia, forse, può tracciare in leltere cli bronw l 'epopea dcll' Artiglieria itali ana, che 1·iassurne uno dei più n obili sforzi secolari di nostra, gente. I pot~ti epici traggono ]n, materiai delle propl'fo oppr·p ,falln c1·011:1che, che poi pla,snrnno co.l loro pollice possente. Ebbene, noi vorremmo appunto esse1·e i l,uoni cronisti - semplici e disadorni, ma al'(lcnLi ed entusiasti - da eui un geniale crea,tore potrà trarre, nel futuro, fa sua alta ispirazione. E, per ciò che concerne gli scopi imrneùia,ti, qucll i che ci guidiwo nel nostro lavoro, rU;errerno di 'a,1Jer a,s!:!Olto -il nostro coinpilo se 8armno rùtsc·iU - con qncstri « Storia dell' Artiglieria, Ualù11na )) ~ a com.porre 1,in'OJ)Cra, che ·i ntcress·i) non 8olarnentc l'Ufficiale, a cwi certo non npJ)rendianw m.r,tla, di n:uovo, e non sohwncnte ·il Soldato, m,(t il figlio, n JJlidre) U fra lello) -18-


ORIGI:r-I, CARA'l"l'EHl g

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FlNALI'l',\ DELL'Ol'ERA

l'arn'ico clell'Artigliere; cioè un/opera, che possa andare fra le di tutti e contenere, anche per le rnenti più ·wm·i li, elementi di interesse, di ciwiosità, e, in qttalùhe p'llnto, cli commoz iune. La cultura del popolo non è tutta la civiltà, ma ne è indublriamente un elemento fondamenfale. E il motto << Dhnmi cosa l(:ggi e ti dirò chf sci>> contiene certamente il plasma di una

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grande verità,. 111 questa età, drammatica, e ricca di germi in cui matu1·;1,110 ore dc~cisive pe1· il destino delle .Nazioni, ci sembra più 1·,he uLile ··- necessario che non solo le cl,~ssi colte, ma a,n che le meno privilegiate si r.ippassionùio a quelh1i che fu ed è la storia dt nostra Ge11tc, nella sua stupenda, complessità cd insuperata l"icchezza. l~cco, noi offriamo qui., nella fonua più i-1implice, una, croJHtca app1·ossinu1ti va <li (•,iù elrn fu e di ciò che fece l' Artigli.erin, "italiana a,ttra.vr.rso iti secoli: e a,bbia.1no ptofon11a, fi1lneia che l'Opc1·a - non gi:), per mm·ito cli colo1·0 che la t1·acciarono ma, per la v.i.va, infocata, sna sostn,nr.a - giunga al cuore del l)opolo l talfano. 1~ questo il tributo che 1·c1H.liamo · i:mcondo le nostr e u mili fm·zc - a tutti Coloro che, cou lo studio, col l:woro, eol sacrificio del sangue o dc~lla vita,, ham10 onorato l'Arma d'Artiglieria, sr.rv(:lnclo devotamente l'Italia., la Gran •Madre com1me, che 11eJ nome fatidico di Savoia, sotto la ~nida possente e sicur,1i di Benito :Musso.lini, ha 1•ipreso la sua inarr,~sta.hi1e march1 verso nn più grande domani. ·

Gen.

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INTI.WD GZIO.KE

Che cos'è l'Artiglieria

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le pos8i1>iU etùnologio del vocabolo A r t i glierici:

akiini ,nostri scritt:or·i lo fanno cler'ivare da,l france se antico atilier che s-ignijìoci «disporre)), incrocùito con la varola art: cioè << arte <U d·i sporre », cli v-ia,zzare j noi propenderemmo ·invece} zYUr /Senza a,,O'er,na,rla, r-isolitta,rnente) per iin'etùnolof!ia, Za;t·ina, da ars tollendi o ars telorum. N wi docunwnU in laUnu rnecUe•vale si trovano spesso le parole artclcria, artelera ed altre voci dellci 8tessa forma. Secondo il C'iln-ario, nel secolo Xlii il vocaùolo arUglieria -- o) più esattam,ente 1 attilierie - stava ad indicare gen ericamente « tutto il fornir.iento o, per dirla ltlla 1nodernn) tutto il uuitericile della, g'uerra )). Ohe il vocabolo design·i con proprietà anche le macchine da getto 1,isate prima (iell'inven.zfone della polvere è pro1,a.to - oltrechè dal com1.ine gùtdi:zio - dalF autorità d·i Ludovico Ariosto che nell'Orlando scrive: << L'Artiglieria, come tempesta, fiocca Contra chi vuole al buon Ruggier far torto )).

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Gi-u.sta1nente fii osservato che il grand-issirno poeta, cos'Ì esatto nel descrivere iior1vini e cose dei tempi. cavallereschi) non

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IKTRODUZIONF.

si sarebbe arrischiato acl 'U/W,re la purola, << Artiglieriu )) ver incli. care armi dell,età di Carlo Magno, se a1;esse temnto di cridere in un ana,cronisrno. Propaga,tosi nel 1.:eeolo X fl! l ·''/1,8 0 delle bocche da, _fuoco, i! vocabolo, a sua 'uolfo, come cineade spesso nella storia cfolle vnrole, si clila,tù fi-110 a comprendere tntto 'il 'inaterùile cla fJUerrn.

Per il Dizionario Militare del Orass'i, A.rt'iglieria, e: « nome gener'ico cli fotti gli 8trwnenl'i da gnerru, per 1l80 rli baUer 'ripari, m-uraglie od altro, fatti di nwlallo, voti dentro, e rtzwr t;i nella, 80mmità, che per forzrt fi'i polm:we sr:agl'ia,no palle d,f f erro o d,aUra, -nia,teria ll'i gran peso, e proietti d,ogni m,a,1-1iieni r:on eccessfoa violenza )). Or;gi, .<;e .<;i .<;fo,11/-itJ, '1111 clL{iioncM'io Gom,u1w, 8i t:ro'ti<t clw AstigUeria, ò « n01ne gcnerfoo di t'litto le a,rmi da fnoco e ynerre sclw Gon ctnn<:8si- e eon-1, r;s.~"i, eccello le vorlat-ili )). J;F,ncic·,'iop,~clin Italia-1111 la <.tefin-isce ·« nornc collellfoo dato in zn·incip'io <l,(l orini macchùui da ,<Jitto e Ml ogni conge!)'ll,O da guerra usrdo J)rhna, clell'irwenz ioue della polvm·o e) in 8egu,ito, allo boechc <la, fttoco (li maggior o<rl-i111'o )). T/Hnciclopedia, Milital'e o, su,a volta 8<wfoo r:lw « son 7Jocche da fnoco le 111,aecldne r:he) 1,1.t'il'izzando llt f or.':!a, (li cs7m1·1,sionc dei .<Jas prodolli <ZaJlu, co1n7mstionc di 'U na dafo quantità di esvlosivo} eletta, carica) lanr.:ùino rL rlistanza ed in 'l,ln(t detenninata direzione ma8se perm,,nti, clétte proietti, allo scovo di offenclere 7rnrsagli a:nù1uiti oppnre di demolire <J di8trU,<Jf/Ore bersagli resùdenti )). 8 f:a, di fatto che il voc:aùolo 1lrtif!lierfo ha un :significato molto complesso. ilrt-iglieria, è anzitutto una S cù;nz·a fni le J)iù ardue, che a sua voltci si a,vpoggia :sn tutte le 8cienze rncitmnatiohe, fisiche e ch,,imfohe_, e che, conw lale, può ben cons,i derar8i lei madre d i tutte le A i·rni, in qiianto se ne oriyina la scopcrf;a cd il perfe· zio1uimento, non solo dei cannon·i e delle artiglierie propria1nente dette) m,a cinche delle armi da fuoco J)()rf;at:ili: mitraglfotrici, f'1.tciu) pistole, ecc.; r1,nz'i, come 1Jcdremo nel primo cap'i-tolo, sta ad friclicllre tutto i l ca,m1nù1,o percorso dalla spec'io ttmana nell'arte di offendere e difendersi, dal primo giorno in -22 -


CHE

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L AUTIGLIERIA

01.ti scoprì lli ]J088ibilitù ll-i sostitu·i re le armi da getto alla, forza lwuta dei rnnscoU o d elle p rùn-itfoe armi da 1wrcossa. JÌJ un Materiale, f01~m,af;o ,folla rùinione d·i ·1 nille oggetl-i di'Versi che pres1.ippongono Ces'istenza di fonder ie, 9rand·i offi· oine, arsenaU, ma,nifallure d'armì, polveriere 1 ni<igazzini; insomma di 1in'ùul1.1,stria v aria e diffic'ile e di 11,1·1,' organ-izzazione compUcata,. È 11,11/ A 1·ma., che com,1>rende tu,tto i l p er sona,le necessnrio pe1·

fabbr-i car0 e (tdopra.re lnle 1na.ter-ia.le -in .r11.1errci, per stml·ig,rlo e perf ezfonarlo in paco . Ma a tr,wrnùw .1rt'igl'ieria significa, poi (tncor<i q·1uilGhe cosn <)he r'i'lmisco ecl ùil,egrn ta,l i elementi, .mperandoU : 1.m ins·i enw

1,cientifico-'1ni litllrc, ler1at,o zwr ·iwn11,i nwr e1mli inlerferenze con l'ltlti _r;z.i elenwnti m,ililnr-i e JJOlitùJi d ello Stato. Il gcn·io dello scieu z iulo e l' uroi8mo del comll(l,ttenle ,· l(1, vot cnza uolfof;fiva, d ello St:nlo u la, pcriz ilf. indfridunlo ddl' 01wrnio ; la. 7>ro<li!fio.w1, r,omplessità di wn'o1·11wiizzoz i.0110 1nilil,<ffe e l'-i.1u,ionw <li c:<J.'d i·u.zion i r,i.(J<tnl<!80hr? o di (/,rrni fo·r m·i daùil-i;

·u n 7><rnorri1n(I, .çforiGo r.li lott e imprurne clie lrnn rlctcnninalo il lriouf o o lct crulu,t ri d-i ù 1,f:ori popoli : tutte q1te11to m1.tità., ele·nienli) eonu<-:tti 1,(mo ·r ùJhùm1,cili ,ù1,l voenuolo « A rli!Jlierfo, )>.

.,,..

JìJ f rwile q'tt'i?uti eOTnprnn dere qwile 8ia lu, sita ùnportu11z·a, e co1ne 1Ji sia, nno 8treUo rciJJtun-to cli ·i ·n tonlj ven(len za, fra, a su o 8tJit nvvo u lo slat,u poW;ico dlJlle Na,zioni) nonchè il ,r;ra,do di c:ult·1wa, e di oivi1i.zza.~·i 01rn (l (J i zJOpoli. T11 fa,tt,i,. l'i\sf-i[tl-i wria, no11t'l'ilJ1tùwe efficace11wnt e a vortarc a l J)Ì'/Ì. allo yru.1.lo l'i11 f lue11za, ui'vili.z,w,lrice dell''E8erdto cho pr irnr1, di osserc '/I/Ila, forza materialo - è 11,1w, vrodigii>sa energia sr>i ril·ua fo, JJrwchè, zn-ima, di ù1so.rtn a1re al 8old a,t o c01ne 8Ì rna,negg ia ,, ,n cannone, gU in.w g11 a p<~r ch è egli debba e8sere vronto a, do 't wi·s·i ·i ntero in qu,a.lumqne moniento per i l proprio P ause: cioè lo a,1Jit1ta a superare i limiti del proprio jo individuale ed a sen· tirsi verennmnen.te elmnento di un,'al.tm Unità 1>i1ì vasf;a e più augusta. Il pro_qi·e880 (lellci civ-iltà è a,ppunto fa,tto cl'i tali superamenti. D cll'i11;ffuen.za dell' J1rf;·i _ q lieria 8U,lla Scien za e s1.1,ll'Tnà,1r,. st ria è qna,si s1.iperftuo parlare. Ogn·i rninimci ,cwoverta 1 ogni

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I N'l'RODUZIONE

modestci ùwenzione, ogni v erfe.<1fonamento nel campo della balisticci p,w111,ppongono un analogo pa,8so avanti nelle scienze chirn'iche) fis'iche e m,atematiehe., e a loro volta determinano miov i svilnppi dellci termodinmnfoo,, della termochimica, del l'ottica cec. La falange degli 'uffì,eiali ddl'Llrm,a costUnùwc u.na delle più preziose com1Jagini intellettiial-i d ella Nrtzionc. Non per nullci, in ogni Paese, la, Scitolli d' A·rtiglforia è eonsùleratrt carne tino dei più alli or,qan·i8mi enltiwuli : chè qitesta, 11u188(1, di uifici-(J.li non esercita, solarrwnfo lei sua influenza nelFamlJ'iente m,ilitare, ma la, rJ,ifjonde - largli) profonda) siour<.i -:- sii tutto, la vita nazfonrtle. l!J) per ciù che concerne findi u::tria) è evidente che le ere8<:enl"i nceessif;à di co&tr,uzione) deforrninate dwi progressi -in-i-nterruUi clella l>alislica, ne hrtn110 stiniolato l'ampliamento ul ,;7, perfez'io11oim,011to. L e priuit: ùut·ustric ch0 <L881mscro .':<Vil-nppo eccezionale ftwono a,JJpnnto quelle metallnr,qiehc e sùle1·1w1;iche) l e q1utli - frnpe[fn(t1Hlo tiiltc l<: 1J088i7>ilità, momli fJd econom,iohe di itn 1wpolo - re8oro possUriU q1.wi eolossa,li impia,nti) ohe poi f'urono ,i m'itat-i anche (la, a,ltre inclnslric . È qiw,1:Ji 1in, clilata,rsi per cen:hi concentrici che varten,elo dn quol zwimo /1,ioco anùna,ton: : Z' .1rliglieria e le rela"live costruzioni &i fZif/ondono in ogni strato (lella vita del Pae,cw . 1m,ò dire che l' A rliglicria ha itn'im,portanza P er questo immensa per lo sviluppo <.li eiascwno Hta.,to) non so lamente ve1"chd ecl in quanto essa rappresenta, 1.m esponente fondai1nenta,l e d ella suci potenza militare e qiiùuli della. capar.i tà rli rliffmd,ers'i e cU fctr vcilere in qu(tlu,nqiie circostcinza il propr·io dir'itto) ma anche perchè determina inn1.i1nerevoli ondate crea,trici, rnorali, intellett1.tali) econom'iche, che si riverberano sii tu,tta l'esistenza de l la Nctzione.

si

Tn ori,rrine l'ilrtiglieria era 1,t.11, m ezzo di lotta ittilc) ma non strcttrunente necessario, ed ii suo impiego eta evenl1.iale) sa,ltitarfo, subordinato a circostanze 1Jarie. U n in s'ÌfJll e pensa/,ore hlt o&se1·v ato dw, q1tando 'il genio hn compiitto qtialche 11,11,01.,a, grande sc"Opcrta, non si è fatto) <Jhe un bret'o trcttto nel camniino del progresso : affinchù la -

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C}U; c o s'1:: L' ARTIGLIEln.\

,r

scoperta dia -il suo l"(mllùnento., <) necessario che gli uomiui se ne ae<;o1·ga-no. Ooclesta verità, che 1wn è - conie parrebbe ci prima vista lapcilissiana, trova l(L sua piena avplicazione anche nella storia dcll"Art'igUerfaj e la, nostra, Opera rnostn ;rà, attr<iverso <L quali tappe i conrlott·i cri e gli 1.1,ornini d-i gnerra, prima, arrfoarono a,d accorgersi delt'im,vortanza d el nuovo s lr·wnenf;o bell-ioo, divenuto 1nezzo ùulù,•7wnsabil0 e rl'-irnpiogo oontin1u1,to j e poi, via 1)ici, 1HJ oom7Jresero tid;to ,it 1ìalore risoz,u tfoo. I n tr1,le campo, come in ogni altra ma,n,ifestazimrn (lcltr.1 SJJ'irito 1.l1nlino, l' Ttalia lui porta,to, c01ne vedremo, 1,in contributo immenso. Jia, 8i deve arriv(ire fino al ciìnw N apoleone - grr1,nde matenudico, oUre ch e 80111/1'1'1,0 conrlott-if!ro -- l)ffl' trm:are -Jìna,l1ne11te 'Usti la l'.1 rti_qlierùi in t1.ttt<t- la, swi 1J088ibil ità ed P-ffi· oitmza,,

in qnesf;o sta la vera vro:nclflz:ui ,lei snpremi conclottfori: <lisohiwlono n1to1J<: v-ie e ltiscfo,no dfotro et sò 11,n fr1,segria111,e11to, ah a d·twenì a ssa,i più ,folla loro 1ì'if;a < J d elle lorn istes.s e eonq,,.i.~t(i. (hl,glielm.o Sh,tkespP,a,re_, nol Riccardo TTT, clice d'i Oi11lfo Oo::;nre:

C88i

D r::i,th mtLkcs n o conqnest of thiR

COJHJ11c1·or

for now hc Jives in fame, tough not in Jifc. (Morte non conq11,i sta tale conqu-i.,;:tfttore, verahè <J!Jli ora in fa-m a,, qua11·1,l11,n quc non in v'ita) . Qite8ti dite sl1,1,pendi versi, non solo oostit11:isc,0110 la, p1,1,1, bella apologùt di Cesare, ma im,7Jlicitarnente rendono i7, JJiù alto onia,ygio al genio co1Stritf;tore di Rom<i e posisono essere dedicati a tutti i gra,ndissimi cap,i tani) ch e n ella, maggior pa,rte furono, per avvenlnra) lat-ini._ 'l'ornando al JJrogresso dell' Artiglùwia, si deve giungere alla rigat1,ira, dei canrioni e alle ge'1fiaU 8coperte ed a,pplicazionì d ell'italiano Giovanni Cavalli, p er conseguire qiwi decisivi vantagg,i d el tiro che sono la ca,r -atteristica d ell'Artiglieria mod erna e che inforrneranno tntf;i i .'luoi sv'il1.1,ppi. Og_g,i, ùi t1,itte le operazioni d·i guerra - dalle più va,ste coml1inazioni strate-

'lìl'l..'C

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I1'i1'HOUUZIONE

giche alle più modeste a,.zioni t(Lttiche - l' A_rtigl,i erùi, Anna eslrernwmente cmnpliccita, ha tt1w, parte fondamentale, delle più difficili e vc1,rie. Rùwgna tener conto cl'i un concef;to ba,silare eh? cercheremo di esprimere nella forma più elem,entare. Il principio fondamentale clell-'arte della guerra, è '(]Uello rZell'a,zione-ma,ssa, che frnpone la massima conoentrazione di forze in 11,n determinato pitnto, per con8egivire lo 8fondarnen,f;o del fronte avversario. Ora a,l ounnone si zmò a/f)J)li<JO,re la stessa, defìn'izione ohe serve per le macchine : esso inf<itt,i è a,ppunto 1,1,1ia, m,rwchina che, come tntte le a,llre_, molfiiplica, l'efficienza dell'ù1,(Uviduo e ne trac u,n rendinicnto pari n q1.iello clellu S'tta ltzione mitscolctre moltiplicalo ver 'w11a. cij'rn, e11orm,<!. Oome 1.1,1u1, macchina iml'ttstriale, mano1;ro,ta, da tre o qua(;. tro individw1:, r.mnpie 11,11, lavoro che, affìclato semplicemente a1 Fll·n oro 'man1wlo, cd et pcu·-1:tà d-i t empo, riuJ,,,fod<:ruùùu uunl'inaùi di -indfo·irlu1i, oosì -il ca,nnone esercita 1.tn' opera rU distr'u,zione) che non potrcb1><: 08scrA efj'eU'li<tla, siJ non da centina-ili o nii ylhtia cli N07daf:i. l / ilrtiy7ie1"ia mmn-cs(mta rl1.1,nq'tle una, conceutrnziorn• rne1·,r.a.11 iea, dell'nzio11e-nrn,i-:Fm,. N c,,/;n1·nl11w11 t(; (f'IIG8fo 1·a,7Jporf.o 1Jc1, -in leso cum ~ran n ~aJis, pcrn!u) 'il cam,,n one '[JMÒ anche arri1;a,re là dove f alanyi imuine) per quanto n11,merose) non votrebbero vervenire (l1,wgfi,i incù;cessibili ecc.L rnentre vfoeversa -.- Ù'b qiuinto macchina, - , è nell'evidente ·i m.possibilità di esercitare altre f1tnzioni, per nu-i so1io uecessarie Vinizia,tivci e l"intelligenza 11,mana,. Ne derivci lo,rrica,me-r1Je che l' Art'i,qlieria,, a,vwndo enorniemente rtumenta,lo l'esten8ione e la polenza dei mezzi d'azione, lHL profondamente trn,sformaita l'arte clella guerra, in tutta la sua complessità,. Si pnò ,lire rZi più. FJe la scienza, e l'ru·te miUtrtr,i sono nate d({,lla '1wce8sitii del pùì, debole di d·i fenrlersi contro 'il viù forte) cfoè cl1: far entrare in g'ioco l'ùdelligen.za contro la, fo1'Za bruta, l-'Ari'iglieria_, che drì mo<lo all'individuo di e8plicare wna potenza, di oflesa e di difesa cento, 1nille 1;olte suzwriore a qitella, della sua energfrt rnttscolare, pnò ben esserne oonsidernta la, nianifest(.lzfonc '[Jiù gennin(i e pii} rappresentatina. Jl.fa l'Art:iglierfo non è solanwnte un fattore materiale riso-

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......

I

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CHE co:s'1;, L' AR'l'IGLTERIA

lntivo. Essr1, cosl'ituisce a,nrhe ·1m fattore niora,le cU ùnmensa importanza. Non occorre essere sta,/;i soldal:i per sapere qitale forn1,frla,bile eccitante - meglio : corrobornnte -- cost-itm:.<wr1, zrnr 'i coml>cittenti di tutte le Anni il rombo delle proprie 1l rtigliede, che li ciccornpagna, rwll'avwnza/;a. 1JJ come lo, 1;oce onnipossente della L)atria che sernbra dire: cc Sono qui) U sono v·i cina, con tu,tte le mie energie protese) come la t1ui; contro il nemico)). Infine, z-'Arl;,i!Jlieria, è nn mezzo di gnarra, economico. Q iie sf;a a,ffermnz ione JJntrclJbe sembrare assnrcla, se si cons·idera, l'euorine on,<do rlei n(J.n-no1i.i , dei proioUili ecn.; ep pnre basf;a •1,111u1, consi<Jera.zione elmne11 tare per <lirnostra,rne C eso,tfozza. (Jual·'è la, sostanza ])iù pre.ziosa, vrw um l)acse, sin in t ernpo rl·i JW,oe che in tenipo d-i guerra,'! Non è l'oro; non sono n è ~e banche_, nè le n·1,iniore; nè le ùt<lustric - e nern1·n eno le arrn:i. T," •111,(1,,'-:;:;im,a ·r·icd1,or:·1w r': quello, clw, con e& pressfon-e non feliN:, 8-i <:h-iama, e< 1naforùt,fo nrna.11 o >>. 1/ Tl,oJfo, no&l,ra, - cho lui voclw '1nin'icrc o nho JJer 11,foune m,a,l ed e vr'i?ne ùulù?J)onsabU-i dipende da.ll' liJ,'-:/.m·o - · hn zm1n1 qualco.<?a, nhe le pernwtte di conlro/Jifo,nr,iare lcrl e ·inferiorità_, con largo nw.rgfa,e di vcvnt,arf(!ù> : e<l ,~ ln. rir.r,lrnr,zfl, <fomografica. 'l'ntte le altre ricclte,1,,1,c 11011 hanno afonn valore per sè stesse : ne acquista.no solamente in qnanto sia.no adopcT'atc e utilh,1,a.te dall'uomo. CJlw sarebbe mw Slalo c:on gl·i Arsenal'i ri r,ttrgitanti rlelle (tnni pitì perfez'iona,f;e, se non c·i fo88ero gli ,:nilivùlui 'in n:ninero sufficienf;e per a.rloperarle? Ecco J>erchr: l·' Art(qlierin è 11,no dei rnez·d J)iÙ econornici cli azione m ·i l'itare creato claJl(i no8f;ra, cfo·iltà: sostituendo in gr·an pa,rte gli uomini con le n1acchbie o, per essere più esatti, rnoltiplica.ndo con le macchine il Nmdimento degli uomini, dsparmi.1, questi ultimi, ,~conomizza cio~ hL ricchezza più preziosa, la sola che non sia assolutamente soslituibilc. 1

!

~

Molto si varlrt;_ nella n<J8tra epoca, di gnerni chirnica che -- seconclo alenni 8crittori ài cose ·1n'il'ilari - sarebbe ilestinctl(t, in wn prossinio fu.turo, a conqnis'lare 1.t n assolu'lo vreclorninfo~ rirlu,cenclo le altre forme cl-i combatUmento a ftmzion-i presso. n poco (t11,siliarie. -

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IN'TRODU ZIONI<ì

In ·verità) rievocando le previsioni che si form,1.tlava,no circa

« l(t gnerrn di dom,anii )) prima del 1914 e consfrlemndo come il conflitto rnond'iale le a.bb1:a poi qiw,si tutte smentite con ironica sistenwtfoità,) sa,remmo portnti a, concl'udere che) in materia bellica) ht sola, profezia concessci cl<tlf esper·i enza è q11ella che ... n on si può assoluta,1nente pre•ved<-we nttlla,. . Oom,nIU/1W, non esclurlia.rno che le « nnt·iciva:;ioni )), di cu i sopra,_, ]J088ano <.tnche rea.lfr::rnrsi in pieno in im avvenù·e p·iù o meno lontano j ma anche se in im _giorno) che non 8appiarno irnnwginare zn·ossùno) le 7Jooche da fuoco do,v,m;ero pnsscire i n seconll<t l'inca <li frunl e cid a.llri p'i'ù pof,enf;,i ·mezzi di offesn e cM difesn, ciò non <l·1:111:in11,irnbl>e ù1, nulla. l'impor tanza, e, 1;orrem mo <Jll<t,.<ii rlini, Fh1-t:,wes.cw patct-ioo della, 8toria, della no8tra Llrtiglieria,) che dalle p1'imissi'fne macchine ,za getto giunye fino ai JJ<: rfe/.f i u 1w<uliyio.~i colossi odierni m,anovral-i elellr-icarnente e lo:11,r,i(f,'11,ti q11i11f:((.Ti d'nlto (!8plo8ivo <T, nentinaia, di chi1ornetr-i di <li 8tan zn.

8 en.~a, 1;olcr ùHl11,r7iare ·i n polmn'iche o rli8cn88ion-i -

che q-wi

sarebb ero f11ori Tuor10 - rileviamo como 1uJ881.tno JJ088a conte.</tare o ·m,eUere in <l-l1,l.Jù-io la parte enorrne che c7>be l'A.1··ti,qlier-ia ·n ella lJatta,yl-ia, del f/iU,.(Jno H)l8 su,gl-i A Uipiani) s-u,l Umppa, e s·u l I'ùwe: quella che un Principe A.nr11,1,8to - U JJ,nca Em.a,11,11,ele Ji'-ifflJerto <li S0,voia. Llosta, condotUcro dcW1lrmato, ·i nvitta,, (1,rtigliero 1n<.tgnifico ed eroico fante - defini. « lr,i rivelazione della Vittoria)> e segnò un'ora conc l11,si1Ja, nella, storia, del mondo: basterebbe f;a,le ricordo a renderla sacra) per sempre, nel cuore di. tntti fJli ltalfo.ni. In q'twsto senso ogni Storia de.(Jna, di tal no,ne ha ca,nt,/;lere non soltnnto « infonna,tivo )) rna w,tche ed essenzialmente « forma,U1,o )),. in qtt,anto non ten<l(i solo a<l istruire J bensì, contri. 7niisce a foggia.re gl'i spiriti. E - per citare ancora una volta Shakespeare - tntto è pronto, qua,ndo lo spir,ilo è pronto_ Oggi: tu,tta l'Italùi è in p-iccli, ben salda nella ferrea, 1,olontà, di valor·iz'zàre al più alto gmdo le prodiyiose energie della stirpe : cre<l'iarno che <.tnche qu,esta nostra Opera possa. a.rrecare il 81W modesto ma appnssiono,to contributo <.tlla st'ttpenda rina,scita a, 011,i abbù1,mo l'alta, ?ientura <l·i assistere ei. p(irtec·ipare.

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I ~-

CAl' I'rOLO PRIMO

Dalle ong111i aH' invenzione della polvere 1.

La nascita di un'idea - Un passo decisivo nel cammino della civiltà - Macchine da urto e da getto - Carri d'assalto, arieti e testudini - Scopi delle macchine - Le fonti storiche - Vitruvio e Vegezio Dalle "armi,, alle "macchine,, da getto.

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Le pl'irn.e cl.'.L vid ero cozza1·c umL contro l 'u.lLr a, d ell e tm· ue urla.nti che comba ttc-wa no co1·po a eorpo, adope1·u,ndo est:lwsivamcnte l'energia mw;col a,1'e d<~gli imlivid.ui o e lem.en tari armi da urto. Poi, via, via clic dalla forz,L IJrut:a . sprfaza,yano i primi bagliori dell'intelligenza, gli uomini, orga,nizza.ti in triuù, città e, più tardi, in Sta.ti, si reser o conto dell'insufl'icicnr-a di quegli strumenti di combattimento e cercm·ono di moltiplicare in vari modi la propria potc~nza di difesa e di offesa. Come a,l,l,iamo detto udla Inlroc1uzione, noi, nella trattazione della ma,teria, ci siamo impm:iti severi limiti ai quali ci atterretno. Tuttavia non crediamo inutile, almeno per una volta, soffermarci un attimo a considel'ar·e la porfat~L universale di questi avvenimenti che si perdono nelle tenebl'e della preistoria. OonsideJ·tuido il vocabolo Artiglieria nel suo significato estensivo, possiamo dire che esso nasce il giorno in cui appaiono le pl'ime rudimentali armi da getto. Ora si consid eri l'importanza enorme, prodigiosa del primo affiorare in un cervello d'uomo di questo concetto: « arrivare a colpire il nemico , -29-


DALLE ORIGl~I ALL)DffENZI0N1'l D l<JLL A 1'0LV1mll).

tli lontano, prima .c he esso mi colpisca.')). L'applica7,i.011e di tale

idea, che a noi oggi sembra elementare, connaturata, segnò invece a llonL un rivolgimento radictLle, anzi nna vera e propria rìvolnzio1w, di incalcolabile pm·tata, non solo materiale ma anche spiritnnJe. Infatti, se civiltà significa il progressivo dominio del genio umano sulle forze brute e sulle energfo elementari, le origini delle armi da, getto, che presuppongono un primo sf'orzo dell'intelligenza e mettono in gioco l'abilità contro la, semplice vi go1·fa,, contrassegnano appnnto un pa,sso gigauLesco nel cammino della, civiltà . .l!J poichè naturalmente in quelle dà preistoriche di iHcessantc, f'crocc loUtL per l'eRiRtenza, il maggiore sLimolo a.ll'intellig·miz;a, urn:mi1 doveva, venire appunto dalla necessità di. difendcL·si pm' non essere soppressi, pos:,,;iamo h en 1\nunciarc quest'ipotc:,,i die hn, moltissime peobaLilità di. essere esatta,: << l'inven,donc delle primol'(liali a,1'mi <fa getto fu forse i.l prùno ura,1/(IG fa.Uo in cui l'i11Lellige11,1,a, <.lcll'uom.o si manifestò, dirnm,trallClo la di lui sUJHlr-ioritù, su Ile a,H1·e spede vi ven Li ». Anzi, I 'avveni I ncn lo c:,,od.>ita, dal rnunpo <1cHa sLol'iu. unu-111a cd ese.1·cita un'ifffl 1w11;1a su qud.la, di tntta la, 'I'e1·1·n,: chè le~ a1·m i cfa getto, cioè in f.Ostan,1,n lt: p,·i mor·diali Artigli<~rie, f11ro110 f(m,e il più Co1' midabile strnm c~nto con clii gli uorniHi, non solo si cornhn,tter·ono fra, di loro, ma vinsero e dominarono le fiere, e infine conquistarono hL supremazia sn tutte le specie animali, ponendo cosi le basi. della prodigiosa <~pope:1, che doveva poi svolgel'si attraverso a migliaia di secoli e che continner.'1, forse per mig1iaia di millen11i: epopea collettiva in cui, non pme gli individni - anche i più gloriosi - ma le generazioni e le vnrie etù e civiltà non .sono che sparenti episodi, traivolti dal fluttuare incessante del 'l'empo. ,i\fa non voglia,m o lascfrtrci accecare dalla luce abbaglimi.fa~

d: codeste considerazioni e rientriamo rn~ll'amhito più modesto della nostra Storia, in cui proced eremo rnan nrn,no per eliminazione, fil10 a restringere il ca,rnpo alla vera e propria, Artig'lieria, considerata nel significaito più limitativo. Abbiamo visto - o, meglio, abbiamo immaginato - il na:,,eere della prima a.rma da getto. Questa, nei rnillcnnì, si a,ndò -

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CARRI FALCATI

man mano lentissimamente evolvendo attraverso ad nna serie di pel'fezionamenti, la cui storia, ci è del tutto ignota,, fino a che u11a, nuova, divinazione dell'anonimo genio umano ideò le prime macchine da getto. Ma, prima di parJar·e di queste, non sarà inopportuno accennare ai carri d'assalto, che, trasportando rapidamente i guerrieri forniti di sp::ula, di lancia o di a1·co, se1·vivano ad t111I11•~nta.1;<~ tanto la violenza dell'urto quanto la portata e l'ef:ficaehL del getto. I card falea,Li - -- iu cui, forse 11011 senza tl ualdie eceexso di fantasia, qualcuno volle vede1·e gli ante1mti delle mod<~rne <e ta.nks » - <>.rano gnerniti cli lame taglienti sulla tesla del ti monc, sui mozzi rlelle ruote <>. sml]e sponde. Lanciati a rapido ga.loppo da, cava.Ui lmrdati di ferl'o, fac:eva,no strage del nemico; e ill(·.orninciaro110 a determinare un mutamento nelle disposizi01ii tnttiehe, obhligando le trnppe a, manovra1•e pe1· a,prire dei 1.usi,.::iggi ai carri sl<!s1si, e per· r-inchi.uderi;:i dietro di nst-i , Adopera,ti da,i Or1~r,i e cfai popoli ol'icntali nelfo .<~ti\, 1-1 ,ntj . r,hissi me c he si però o no nelln, notte cl ell a p1·e.i.storiu,, essi rfomphouo d el 101· J'1 ·agorc i voemi onrnrid: 1se 11e pnò quiudi dedune che fnrono lal'gn,mmd:c• 11sa,ti neJl' li:ra c~roica, r,lrn va dalla, 1wima appa1·izione cfogli l!Jlleni nella 'l'essa,g lia al ritorno da,l la gtrnrra di Tl'oja, cioè, secondo 1a cronologia mitologic:-.1i, dal 1400 a.l 1200 circa a. C. In Oriente i cn,rri falcati furono nmggiornrnnte m:,1ti dagli Egizi, Assiri e Persi. Ventisette mila ne aveva il grande Ham sete II, chia.rnato da,i Gred Sesostri, allorchè partì per « la, conquista del mondo >>, iniziò cioè quelle prodigiose e terribili w~sta che furono istoriate nei templi e nei palazzi di 'rebc e cantate da.I poeta Pentaur . .8 presumibile che i cani abbia.no contribuito potentemente a c1·ea1·c la nomea, de1l'esercito egiziano: . Ilomea così vasta e tremf\nda che il Faraoni'\ potè permettersi. il bel gesto, in verità abbastanza raro, di lasciar libere tutte le terre conquistate, bastandogli appunto tale fama di invincibilità per tenere tntti i nemici in istato di timo1·osa soggezione. F, sedici mila, carri falcati possedeva Nino, re degli Assiri, quarnlo mosse all'assalto del1a. Rattriàna, in epoca. non precisabile, ma che si può approssimttìivamentc :fissare nello stesf.io -

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DALL E OJUGl ~ I ALL' IN\"EIOII.OKE DELLA POLVERE

.p erio<l o favoloso che vide le grandi. impr ese clegli B lleni e clegli Bgi zi, cioè fra il XV e il XIlI secolo a . C. Spetta. pe1·ò a Ciro, re d ei P ersi (sesto sec . a. O.), il vanto cli aver fa.tto dei carri una. vera Arma, con propria organ izzazione tattica: e fu appunto l'intervento dei. carri fal cati che decise le sorli della g1·a,n de battaglia. di 'rirnb1·ea contro Creso re dei Lidi, ba ttaglia che, a s ua volt:b, doveva. esercitare un'influenza, ri soluti va F-111Je sorti d ell 'Asia. Inv(>ce i TI.omani non u sarono quasi. mai ca ni d 'assalto {a ccem1erP1110 nel ,rna, delle poche eccezion i) ehe, d el r esto, contr o cli loro i-c•1·viva 11 0 nRRai por.o perchP- la disposizio11e tl P.lle !,ruppi~ ro111mu•, c·o11 la r·ghi v1 1oti fr . .b l ' uno e l ' altro man ipolo, nentra lizzava in g-1·:1,11 p:wlf! ln p oten za di d is trn zio11e clei cani Rtessi , la q 11:1 le i-i ekplicn-vn i11 pi eno solanu=mte -quando essi piombava.110 i-op1·:1 111.1 ss1i compatte di comha.tlenti. A l,hi:1.1110 :11·1·c-1111a.to Rolo pe1· scrupoìo a questi <:an·i , du~ 11011 · posso11 o (·011 si clel'fl 1·~i vm·ì n p1·oprii rn·cc11ri,;01·i clell 'nr ti g·l iPr· ia . La lor·n :1 zio11c , :-:~ mai, va. piuUosto avv.ici11n ta a q1wll:1i fl,•g- li Pil •l":111 f i du.•, come è 11oto, ebbe1·0 largo impiego bellico ,fa pa1·lp di Da,1·io eon tro Alesf;a11d1·0 il .Muc·.Nlon~ e frn ttm·o110 J>oi a l'i1·1·0 I.i f'nmosa vittoria.. l genera.li del ne d'Epi r o avevn,110 :i.i 101·0 <'.011111,ml i sqm1drc bMH~ ,H..ldestrn.te di 11omi11i capn<:i di co 11d111·1·c· alla battaglia i grossi pachidnmi , s nll ':1111pio dorRo <lei qn :di ve11iv ..t a::-;sicurata mrn specia le torretta, corazzata . l u essa p1·eml1·va110 posto fino a cinque comha.tteuli, coadiuva ti clall'opc1·a cfolla bestia che, cccit~ta dall e grida e dal clangore dei foni cozzan ti, tormenta ta, tfal 1rnngiglione di aste :i ppuntite mu,11ovra.te dall' interno deJJe torri, resa ehlm.t da smit . .uizè n.lcoolicl,e p1·opina.lelc prim,b J cll 'iniz io del 1:om l>a.Uimento, correv,t a ll 'i mpazzata. col suo carico d i ai·nrn.ti là dove il g1;oviglio di uomini era più atldens::tto, tutto ealpestava, e rovesciava nella s ua fnria.

l soldati romani, che uou si a.spettavano un tale intervc-mto nella grande lotta, si difesc1.·o strenuamente, infliggendo gravi perdit e~ a l ncmi r,o, ma dovettero nondimeno ripiega.re, chè le · enormi masse di carne portavano la distruzion e e la morte, là dove capitavano . Le fanterie di He Pino, ben protet te cla quelle « tanks >> viventi , n.vevauo modo di coprirsi dietro ad esse, a.va n-

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:\1ACCHINE DA URTO

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zantlo con maggior sicurezza e combattendo con più lena e millOre sforzo un nemico disorientato, h1 predH, al terrore. Dalle trenta torri dei trenta, elefanti, che si dice fossero in liz11a ad Eraclea, nugoli di freccie compivano l'opera, distruggitrice nelle file romane. La stessa cavalleria, di Roma,, notava recentemente uno studioso cli storia, non poteva 1·esistere all'urto poderoso degli elefanti di .Pirro. l cavalli sembravano impazziti dal terrol'e vedenflosi contro quelle masse grigie e udendo i poderosi e selvaggi har1·i Li. delle bestie inforocite. Ma Roma volcwa e doveva :were la sua rivincita. Pr,~parò spec.iali aUrczzi <li gnerr:t (fu a,ppnn to q uesL.:L una delle poche occasioni in cni adoperò carri di n.ssalto muniti di acurnina,tc punte di ferro, oltre tL freccie in f110<:H,h~ ec·c:.), addestrò le trnppe alli1 lottt~ con pesanti l:u1de, <\ a, circa un anno dalla sconfitttL di Eraclea, vinceva in Aseoli. l (Ja1·l.1tgi11<~Hi, del pari, ttdopcrnro110 gli elefu11U Hdfo g-tmr1·e pnnithe. Qn·a,n'.ò o, a,Ura,vc1·so alle Galli.e, Annibale veline in ltalia, pod;ù ·sc<·.o un 11 u 111.m·oso i-t11olo di r.lefanti. Pm·ò calcolò llln,le la resistcn11a dei pachidermi, eio<~ l ' adattabilità, di essi ai vn,ri climi. Nel freddo inverno, nell' i mpP1·versa.re fl elln hufern, ai p ,Lssaggio ùclle Alvi, gli e]efn.nt·i furono df>cimati <lai gelo. Dal 800 a. O . :11 100 si può calcol:ue l'attività, guerriera deg;li elefanti. Venne fatalmente la decadenz~t. Vennero i nuovi e più potenti mezzi di di1~esa degli eserciti. L'elefante cominciò a essere, anche per le armate di Roma , l'n,nsilio J11'er.ioso nelle opere <li pace, il vc~ro schiavo dell'uomo in evol uzionf'.

Anche gli arieti e le testuggini arìeta,rie esorbitano dalla nor.;tra materia, in fJlrnnto eh<~ - come be11e distiugne Piet ro Sar<H, romano, nel :·mo interessanti1:,simo volume U Artiglieria,) pubblicato a Veuezia nel 1621 - queste costituivano <e armi offensiue per armare una moltitudine cli huomini insieme uniti per offendere il nemico dappresso )), mentre il proprio dell' Art iglieria è di colpire da lontano. 'l'uttaivia lo stesso Sardi rilevtL che codesti Arieti <C faceva.no il medesimo effetto che fanno adesso i cam10ni da Batteria., di conquassare e rouinare le 1\Iu3


.... DALLE OR.IGJNI ALL'INVE:XZI0:'-11•: DELLA POLVEilE

raglie delle Città e Fortezze)); dopo di che, i comha,ttenti si affrettavano a penetrare dentro le città 8forzate, pnr modo che si può dire che g'li ari(~ti a8solvessero, in un certo senso, un compito i10n dissimile a, quello delle nostl'e Artiglierie. Volendo però tenerci strettamente ~n linea, posshlmo dire che 1 veri precursori dell'Artiglieria, non furono t:1li macchi.ne da urto, che costituivano solo un perfezionamento cfolle al'mi da urto, bensi le macchine da getto colletti·ue, che S(~rvivano ad offendere il nemico a distanza,. Scartiamo perciò a priori, per ragioni di brevità, le fionde, gli archi e tutte le altl'e anni da

l<'ig.

G . Ele11oli ari:-taria.

getto ehe poteva.no essere adoperate cla, un solo 1101110 e consideriamo solamentr, le e< ma.<:chine da getto J) eh(~ richiedèvano fa manovra di due o più uomini. Queste erano cldermiuate da un diverso corwetto e aprivano nnoyi orfawnti alla l'udi.mentale arte della, guerra. Le macchine da urto, esigendo il contatto con l'oggetto da colpfre, evidentemente in molti casi non potevano servire; e allora na.equero ]e prjme macclline da getto, le quali avevano -

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MACCHINE DA GlfiVl'O

v..Lri e nuovi scopi ben definiti: ~1gire potentemente di lont.:1110; rnvesciare gli ostacoli dietro cui il nemico fosse trincerato, oppure a,rrivare a colpirlo dietro gli ostacoli stessi, prima che egli potesse fare uso delle sue armi da urto; e, infine, sostituire I n1ppe e cavalli, aumentando con hL forza e la velocità l'effi,. icnza dell'urto e producendo con una sola macchina guasti e 1•c r·di te considerevoli.

Prima di procedere, giudichiamo necessario dichiarare che le notizie sulle macchine da getto primitive sono piuLtosLo vaghe e anche, in quakhe punto, contr::Ldditorie. Il primo storico che le menziona è il greco Polihio (201-120 ..L. C.), amico intimo di Re Filopemene, poi ostaggio dei Romani, dopo la seconda guerra, mf1cedonica. Il. soggiorno a Roma esercitò un'influenza enorme su Polibio, il qm1lc ne divenne ammiratore ardentissimo : avendo seguito Scipion1>. 11elle sue varie impni~a~, imparò ,l, conoscei•e ed apprez1..~1I'e Ìll sornm.o ~rtulo le istitilzioni milih1ri ronmne che esaltò nelle sue .Tstorie. Polibio è, dopo Tucidide, il più infol'mato ed attendihile storico greco, e la strn testimonianza avrebbe potuto esse1·e assai import,:mte; ma, - a, parte il fatto che della sua Storia Univcrsa,lc in 40 libri non ci sono pe1·venuti inLcri che i prhni cinque, e, degli alti-i trentacinque, solo estratti e brani staccati - è da ricordare che egli visse nel secondo secolo avanti Cristo, cioè quando faH macchirn~ P.rnno in uso aa alcune c<mtinaia d\umi e la loro origine si perdevit nella notte dei tempi. AH.1·e info1·mazioni si possono racimolare ne1le ope1'e o nei frammenti di Filone di Bisanzio, vis:-mto nel S(~condo secolo a. C., cli Diodoro ~icnlo e Dionigi d' Alicarnasso (I secolo) e poi. negli storiografì latini, g·iù giù fino ad Ammiano Mn,rcellino (IV secolo d. C.), scrittore scrupoloso e sagace che accompagnò l'Imperatore Ginliàno in Persia e prese parte alle varie guerre posteriori: e man mano ci occonerà, di citare questo o quello storico. Ma le fonti più importanti sono il De Architectura di Vitrnvio Pollione e il Dc re miUtad di Vegezio. Vitruvio, che fu ingeg,nere rnilit~tre sotto Giulio Cesare e Ottaviano Augusto, dedica tutto il libro X, cioè l'ultimo; della sm1 opera alle macchine militari. Quantunque egli si serva -

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DALT,l!J OitIGIKI ALL' IK\'E!\7.lO:-iM DELLA POI,VI<:Im

spesso cli opere greche eonosciute di secondtL nw,no, il capitolo sulle macchine da guerra potrebbe essere particolarmente interessante perchè, almeno per queHto, egli dovette vale1·si certa,rnenlc dell'esperienza acquistata ncll'eserdzio della sua, professione militare . Disgraziatamente ]'autore, nella sua descrizione delle macchine, si limita sovente ad indicare i nomi delle varie parLi, senza JH'C!cisarue ht forma, la, funzione eec. J<Jgli dù, con precisione le misure pc1· ]a coHtruzione_, ma, qui si coz,1,a contro un'altnL difficoltà insormontabile: i Romani, per indicare le fra:,,imii, non si se1·vivano di numeri, ma cli segni speciali di cui non sempre ci è noto il siguificaLo. Infine, sono ~Hl · dati perduti in gmn pa rte i piani e i disegni, che illnstrav~wo l'esposizione e ehe ei nNrebbero aiutato fl, comprendere i punti più oscuri. Per tntti coùt!Sli motivi, appu11to, il dceimo cn.p ito]o dell' ArehiteUura, ha i-;emprc fatto dispera1·e i tT·a.d nttori, i commentafori e anche gli altri scrittori che trattarono la stessa ma,terin,, conw ginstarnente osserva il rmpolitu,no Bernrdo Galiani, il quale - i11 una, sua, traduzione puùblicatn, in hel1~1 edizione 1n·cs!-lo A lestsandro Dozio in Milano - onestamente avverte che, hi pn,r,>.cichi punti di questo libro X, si è acconLcntn,to di tradurre alla leUc1·a,, senr.a sforzarsi inutilrncnl·e di comprendere ... Comprensibilissima, invece, anche se un po' disonli1rnla, è l' Npitmne ùrntitntionum rei militarfrs di Plavio Vegezio Renato. T~Lle opera, scdtta verso il :l7G d. C. e dedica.la, all'Imperatore Valentiniano II, costituisce una specie di riassmnto di tutto ciò che er:t stato scrit.to prima, d'allora, smll'arte militare i-et.mana, dvè sull'istruzione dei soldati, :-:mll'autica tattica, sulle tnacchine da guerra e anche sulla marina militare. Tut· tavia, anche questa fonte è alquanto mal sicura, perchè Vegezio - informatissimo per quanto concerne il suo tempo - è invece talvolta impreciso e forse inesatto per le età precedenti. Perciò ci è sembrato doveroso avvertire che quanto verremo scrivendo sulle macchine militari degli antichi non hn, carattere di assoluta certezza, : ci siamo limitati a cercare di scegliere l'ipotesi più probabile a,ttraverso alle notizie spesso contraddittorie.

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ARMI 1.H (HJr'l'O

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Le armi dai getto avevano presso i R.onrnni potevole imporL,t11r.tL. Già, il vecchio Catone, nella sua opera sull'arte militare -- che è andata perduta, ma. ci è in parte nota per riflesso, perch<~ spesi;:o viene citata da, scrittori latini di eti1 posteriore hn,istevai su 11 a gTiu1de uLili fa degli arcieri. << Claudio - scrive il nostro Vegezio - vinse i nemici ai quali <~ra di graJJ lunga inferiore di numero, valendosi di a,rCÌf!ri in precedenza lrnnr, istniiti e asstLi pratici. E Scipione A fricauo, dovendo fare fatto d'armi coi Numantini, i quali già flNevano vinto l'esercito di Homa, giudicò di non poter riuscire vincitore se non avesse mescolato in ciascumL centuria, alcuni sceHi cd esercitatissimi arcieri >>. lVfa,n maino queste armi da gitto si perfeziorn:u10 : e, p<~r es<!mpio, ac<1nistano particolare rama due legioni clic sapevano scaglia1.·c con grarn1'-~ maestria clell<>. palle di pio.mho. Continuiamo a, tr,Ldu1Te Vegezio, o, meglio, a Reg-nir.lo nella pittoresca tl'a,clnr.ione ùi F1·aneesr,o Fm·ral'i, puùblic11Ja a, V e11c;,,ia, pl'eKKQ l'e<lito1·e Gabl'iele Giolito, ucl lrii31 : << Fa, nwsticl'i iu1r,01•a, che i soldati si cRercitino a tirar pietre o con .le uuH1i o con le froml>ole. Dfoei:;i. che l'usnnzi:L fu trovata dagli a,bita,nti delle isole ,li l\1aiorictL e tli Mi norica,, dove si c~cl'ci tnva110 così diligentemente die le rnathi non lasciavano tocen,r,~ ~.Li proprii figli alcun cibo se non quello che pcrcnotevnno priurn con ]e pietre lii-ate con le frombole >). (}ueRti arcieri e frombolieri - che tiravano in medin ad urnL distanza di seicento pfodi - almeno nei primi tempi mano VNtvnno anche le armi da urto, e costituivano un corpo v.1licliRsimo, di grande impo1·Lrurna nelle battaglie : (< nopo ln rn·inw, schiera incomiIL(',Ì,Lva, a combattere la << grave arma,tura » la, quale stava, per modo di dire, ~L guisa di mnro di ferro, e non sola,rnente combatteva con l',wmi da lanciare, ma rwcora, d'appresRo con la spada >). Si potrebbe citare anche il pilurn, col lancio del cprnle i legionari inir.iavano tutti i combattimenti. : il pilu1n era munito di una correggiola, avvolta aittorno all'asta che permetteva, di imprimergli, nel hrncio, un movimento di rotazione. Il fancio dell'asta, o del giavellotto, del resto, era 1rnato, come descrive Omero, fin dai tempi della guerra <li Troia. -

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DALLI•: OlHGlNI ALL'INYE~ZlOXE DELLA l'OLVERE

Dal successivo perfezionamento delle a,1·mi da. getto doveva sprizza,re na,turalmente l'idea di strumenti i quali potessero sfruttare contemporaneamente la forza di più uomini e colpire più lontano e con mag:gi01·e violenza, : eeco nascere, '-1 uinrli, le macchine da getto.

.... 2. Scorpione, Balista e Catapulta · Da Ciro ai Greci · La seconda battaglia di Mantinea · Roma si impadronisce della nuova arma - Le guerre puniche - La morte di Archimede "il primo grande artigliere della Storia ,,.

Per cerr,m·c di <~~::,:c~re HrnvidJ <~ i:;e.m plid in quest·i prelimina1·i alquanto <:aotfoi e nHLkel"Li, dividiamo sr.olnr-;ticnnwnte .la ma,teria, flplJ:1. 11ostta tl'atta,zio ue e \'(~clin mo: a) rl:ir~ <:oi::a fo~;l'ieto, in sostu.uza, tali maechine da getto, e in ()Hali ::,:ottoi-:peeie si suddividesse1·0; b) come e f1u:u1do siH,110 state ttsal.e; e) quali. fossm·o gli or·di narnenti e l 'organizz.Lzione di tali A 1·tiglierie preRRO i Romani. A difl'erenz,L esseuziale da.Ile a:rm,,i da getto, la cni forza stava nell'clasticit..ì, di un rwr.o più o meno tendibile, le n11icchine ifa getto erano bas:1.t<~ sulla ehi~;ticità, di fortissime gomene. Contrariamente a quello che si potl'cbbc intnitin unente supporre, 11011 è a,lla. ehu,tieit,\ di flessione che la m<~nte degli inventor i si volse nella costruzione delle macchine da, getto, ma a quella, di torsione. La ragione è semplice : 110n si conosceva.n o fog·ni o lamirni così robusti ed elastici da soppor(a,re un forte tormento per poter laneiare, col loro distendersi, gl'ossi pesi senzn spezzarsi, mcnti·e era. generalmente nota ln grande resistenz,L dei cavi alla torsione. Le gomene generahnente erano costituite da crini, e anche da, capelli, speeialmente di donna. Vegezio e Cesare m1,1-rano appunto di due diversi casi in cui, dovendosi rimonla,re le macchine che già avevano troppo servito (esse 1·isentivano molto facilmente il d:111110 de11a piog-

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LI<: MACCHINE Dli. GETTO I:O:llAXE

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gia, clell 'nmidità ecc.), e non clisronenclosi cli nervi o crini, le domie romane si recisero i capelli .p er servirsene a. ta.le scopo. << Queste castissime donne vollero piuttosto vivere in libertà coi loro ma.riti , tenendo per qualche tempo privato il loro capo del suo hel naturale ornamento, che dimorare in servitù coi nemici con tutttL la loro bellezzr1 intera >>. Così commenta Vegezio, e noi rinunciamo ad OYYi 1·iferirnenti con altre chiome tondute non precisamente per fini pat riottici.

l<'ig:. 7 - Rf'orl)ione.

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(UaHHori!i(~vo della Colom1u 'l.'rni:11111).

Più tardi, p<~r ra1Iorzarr~ sempre più i cavi, gli ingegneri militari proposero di adopcl'are clell<~ molle di bl'onw, composte di parecchie huni11e; e, infine, un meccmiico greco ~ a, detta di. Pilone - pensò cli m:a,re, per il lancio dei proiettili, la fo1·r.a elastica. dell'aria compressa ; ma pare che tali ritrovati, assai ingeguòsi in teoria, fossero J)OCO pratici, lanto che si continuò a sfruUarc quasi esclm,ivamc11te hL semplice torsione <lelle gomene. Queste macchine ebbero vari nomi, e spesso accade che lo stesso vocabolo sia usato da due scrittori con significati diyer!'d . -

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DALLE omGINI A1,L·'1;,.;n.;xz10x1,; DELLA POLVElll<)

Comunque, nell'esercito romano pare fossero sostmir.ialrn_ente di tre specie : scorpioni, baliste e catapuHe. Lo SCOrJJionc lanciava, con tiro orizzontale, dardi e freccjoni di medie~ dimensioni, ricoperti cli ferro a,d una estremitù,. Secondo il ])u[our, che fece coRtruire appositamente dei modelli per rnostl'arne il funzionamento, esso era composto di un calcio su cni Rcivolava il pezzo che portava il congegno di scatto e il darùo; di un telaio sul quale si trovtwano l<~ gomene e i col'li e grossi « bracci )) cli acciaio; e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderuo di affusto. Qncstc tre par·ti princìpaJi erano RmontalJilì e potevano essere portate seprn·atamente. Una specie di vite di pnntamento :serviva. ad alz,we o abbassa,r e, a seeonda che i da,rdi dovevano esser diretti più in a.lto o più in hatsfio. Dn principio gli scorpioni non erano mobili, poi 1i si r<-!tse tali cmnbia,ndo Ja, forHm dell'affusto, in diverRc maniere, a seconda, dei I.empi e dei popoli. S11l la, Colo1111a 'l'ra ianai di l{oma,., in cui, com'è noto, sono 1·appr<·\ts<mtnte in rilievo, con uno stile eminentemente mwrati.vo e i-eaJistico, l(~ 1wi11ci pali sce11e delle 1-q1ed i:do11i tladche e germa,.11icl1e di Tnt.ia,no (.I.O.L-108 e 107-108 a. C.) che fl'IILla,1·0110 la si<-.11r<~z,m dP.i con lìni oriP.ntn,li cl,~ll ' JmpP.ro, i:;;i ve(lono trninate da muli due macdlin<~ da, getto, che prohahihrumte sono tlegli scorpioni, posti sopra un piccolo cano a, d ue ruote. L'atteggiamento dei soldati che sta,11110 vicini alla macchina, fa snpp01•re dm f'tsfii In stiano puntando: p:.1rt ico]arc, q1rn1sto, di molt,1 imporfanza, perchè dimostrerelJbe che lo scorpione rimanenL sul carro tLnche clm·ante 1i combt1U.imento ed era, quindi dotalo di preziosa, mohilit:ì.. rrnle arma. fn di dimensioni piuttoF,:tO limitate; nccMsitava di uno Rpazìo di m. 2 x :~ p<~r. potm· eRRerc appostata, e Janciava un da,n]o del peso di Kg. 0,500 aUa distanza di GOO m. con ·un:1, velocità iniziale che fu calcoh1La ad almeno SO 111. al secondo. La 7Jalù;ta. nel suo imdeme somigliava allo scorpione, tanto che Rpesso le dnc macchine fu1·ono confuse tra di loro. 'rutta.via nella ha1istn, c'era una differenza abbastanza notevole di struttura,, che permetteva di lanciare più grossi cla.rcli e travi, in dfre;,;ione più o meno radente. Qnest'arma. era di dimensioni ass::d variabili e le sue misure venivano stabilite in relazione al -40-

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LE ì\L\CCHIXE DA GJ,;T'l'O HU1IAXrn

(lia rn<>h·o (·om plessi vo dei cavi che veni va 11 o assogg<~ttati alla tors ion e .Una balista, cli tipo nwdio, lunga circa otto rnfltri, lancia,va, mi pl'oietto del peso di 40 Kg. a 400 rn. di distanza. 'l'acito rani111e11b1, una balista, dell:1, 13a Jegionc, che sr'.agliava, travi pesanu~sime, e Cc~F:nre parla. di tl·avi di <lodid piedi di lu11ghezza, s cagliate dalle gra.ndi haJiste. LtL eaJnpultn (chiamata anche ona,yro (la Vegezi o, Ammia.no Marcellino e Procopio) Ja.uciava, con tiro areato grosse pietre di cento, duecenlo e più lihhre, <~ proietti.li di ferro e di. piomho. Fra, due mont.n,nt.i YPrticnJi, era disposta, w·i,.zontalmente ,ma matassrL i}ttm·c:igliH,tn, in rnez:w alla. qmtle era pinzzn.tn, l 'i,F:tre -

Fig. 8 - Halist,1. (Bnssorilieyo delln Colomm 'l'r:iinn:1).

mità di un brace.io di legno. 1/altro capo rlPl braccio enL 1erminato danna, specie di cucchiara in cni si mettevano dei !Jloechi di legno o c1i metalh>; per esempio rame, che formavano nna vera e propria mitraglia, oppnrf' dei liquidi i11fia rnmahili ,·hiusi iu un recipiente. Per far agire la rna.cehina·, si abbassava, il braccio mizzonta]n1enl.e, pirt.½zam1o il proiettile nella c·m:d,i.u.t <~ p oi lo si lihc~1·ava per mezzo dello scatto. Il braccio ritornava con -

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DAI.LE ORIGIKI ALT!H,\"lè'.\ZC0KE DELLA POLVEI\E

forza e scagliava il contenulo delhl cucchiara, cioè il proiettile che, continuando il rnovjrncnto ricevuto dall'impulsione, abl:mndonava il braccio e descriveva una par·abola. ornamo Vegezio nella giù imlicata tra.dm1ione del Ferrari: (< Solevano difondersi con le baliste, gli onagri, gli scorpioni, le a,rcohaliste, le mazzafrombole, gli a,rchi e le frombofo. La, ha-

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l•'ig.

n - Un.Lapllll u. (Ilico:;:truzione).

lista si carca. con le funi, con le cm·dc, coi ncl'Vi e c111a,n to più ba le braccia lnnghe, cioè qnanto più è gramfo, ta.nto tira prn lungi la frezza. e~ se ella, sarà ben temprata dall'artefice e maneggiata, da, uorni11i pratici che la tirino a misurt~, trapassa ovunque coglie. L'ornt,gro tira le pietre ma le 1·iceve grandi secondo la grossezza dei ne1·vi, perciochè quanto è maggiore tanto più tira, graYi pietre a gnhm f1i imetta, nè trova.si alcuna specie di tormenti dm i,;;ia più furiosa di questo. Scorpioni erano detti quelli che ade~so (sernlo l Y) !-ii chiamano ùalestre da mano ed hanno questo nome perehè occiflono con picciole e sottilissime frez:r.e )). -

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LE l\lACCBIXE DA GE'l''l'O H0:\1AKE

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« ... E tornando a dire degli onagri dirò ehe le pietre g1·osse che si tira110 con essi, non solamente rovina,no i cavalli e gli uomini, nm fra,casfmno ancora le macchine dei nemici)). (IV, .24) « ... Le baliste e gli ona,gri, quando sono adoperati da sol· ,fati esperti, rompono ogni cosa e dai ]oro colpi i combattenti. 11011 si possono difendere nè con la forza, nè con alcun ripa,ro, perchè o l'ompono o trapassano ciò che percotono, a guisa di saetta. clw viene dal ciel o )). (IV. Bl) Di cl.te dimensioni ,~rano i proiettili lanciati da ttLli ma,c chi1ie'? Filommrn, il più antico scrittori~ che si sia, occnpn.to di poliorcetica, dici~ che le più g1·os:,,;e macchine la,neiavano pietre dì nn talento (cioè GO mine: pressapoco 80 chilog1·ammi); ma viceversa pare che gli Bhrei asscdi:1ti in Gerusa,lernme ne a,yes· se1·0 cli assai più grosse, che lan ciavano prointtili di Lre talenti , cio1' 180 mine. ., Uorne si regolava il tiro '! Lasdarno anc01.· a fa, pa,rola al nostro Veg•~,,.io : << Pel' rnisu1.•n,1·e la cliRta,nzn. si JHe.11de la miimra in due modi: o si. lega, uno Rpap;o sottile tll capo d i n11a. fr-<~cciu, e in si tirai poi. c011 l'm·r,o nJln, son1111Hù. tlell(.l mm·a e si comprende la ]unghè°½>'l:1, dalla misn.1·a, del tiro, oppm·e miRm·ando l'ombnt che le torri fanno i11 Lcl'l'tL i.11 una detlirminata ora >). (TV. 32) Oil-ca la. potenza di dii-:trn;do1w di codeste 1na.cchine, ecco quanto sc1·ive il r omano Pietro Sardi: << Le macchine rouinauo. no i merli di quelle lm·o rnnrng'lie antiche e auunazzauono i difensol'i, rouhiauono quelle clifos,~ che facevano di legname e non pcrmetteuono che i difensori potessero stare sopra le mura p er clifemlel'le, e così, mH1afo le mura, di difensori, lo assalitore o con le s cale o con sam hnche o con to.Llenoni o con exostre o con altre simili macchine ascensol'ie, montava liberamente so· pra le mura, e si impadroniua della, città oppure soucnte con picconi t agliaua le muraglie alle radici ]oro e messole in puntelli, con dargli fuoco, le faceva rouin:we e per ]e rnine entrava, den· tro ]a Città e se ne impadroniua. « Offendena inoltre lo ass:alitorn con questa macchina di Onagro, tirando esim pfotre così pesanti sopra i Letti delle case della Città o Fortezza facendogli sfondare, con ammazza.re quegli che dentro si trouauono, donde impauriti erano forz::.i,t i ,ad arrende1·si. -

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DALLE OnIGIKI ALL'u,v~;:-.;7,li)NI•: Dl•lLLA POLVERE

<< Parimente tiranono piccole botticellt~, piene di fuoco artificiale, quali, eosì gettate dentro ]a, Città sopra i tetti o alt re m~LCchine di legname, abbrucia,uono tutto, donde gli assediati non potendo sopporta1'e tanti danni e pericoli si arrendeuono allo assalitore... )) ; tutto ciò, beninteso, qna,ndo codesti ::1ssedia,ti. non riuscivano, a lor volta, a mettere in fuga i nemici sottoponendoli a,llo slesso tiro di !)ietre, tmvi, fuocl1i favorati ecc ... Ma l 'uso del fuoco in guerra - in quanto prep:c1n:1, in ce1.·to qual modo, le Artiglierie moderne - merita di essere trat.t.a,to a parte. Natm·:1ilmente le macchine da getto erano tn,nto nrnno numerose quanto maggiore era hL loro mole, allo stesso modo ehe oggi i cmrnoui giganti sono in m1m,iro a,ssa.i minore di q nelli di medi::1 portata. Lo stor·icw Oins<ippe dice che gli Ebrei, in un loro forte :1 Ge1·11i;;a,fomnrn, avevano eirca trecento mncchi1w pi.ccole (prolml>ilrne11fe sco-1.· pioni) e qnn,rnntu, g·raindi (onagri). E Tito Livio (l.iu1·0 XXVT) rn(:r,onta r,he Scipione, :tllorchè s.i. impmlr·onì. di. ·Uartagm1a in h:pag11a., ti-ovò eenLovcHti catapulte g1·ai1di () clueecntottantn, medie, yeutitrò gramli l>aliste, ein(1 m111 ta•l1w più ph·('. Ole 1~11. mia q 1rn.11titù, cHotme di scorpio.11i tli tntte le dim<>.nsioni..

])ove furono usn.t<~ per la. lJrima, voHtL le maecl1i11e tla g1~tto't La q uestio1H~ è ai,;sai eo11trov1ù·sn,. l:'ar1~ed1i storici soste11gono

c·he i primi furono gli Ori(~11taJi i qmtli giù le adoperavnno da pareechi secoli 4uando, poco prima di P<~ricle, i Oreei ne a.p1n·esero l ' uso. Iun~ce, secondo Plut,uco, la maccllina da lancio t· di invenzione ita,l iana e risalirebbe al IV sec·. a. C.; e i Ored l'avrebbero importata, dalla Sicilia, che era giù, allora ;·.entro di i-:Yilnppatissi.rn.a eivillù,, ancl1e militare. Comunque, è eerto che Ciro -,--- tLi eui già si è pa,rlato a proposito dei carri faleati {~ che fu uno dei più audaci e geni t1,li condottieri della Rtoria antica --a.doperò ampiamente la balista. l'rcsso i Greci le macchine da getto eubero dilTmdone 11opo la guerra, contro SP.rse <~ quella del Peloponneso, e vennero perfezionate da Filippo e Alessandro, i q ua,li adopera,rono dei <<parchi>> costruiti e diretti da, Polido e Diodato. Allora questi -

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I PR1•: c1m1Gl'ìTI : DA

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AI GIU.:CI

parchi servivano quasi esclusiv:miente per gli aRsecli: ::;olhmto Alessandro foce un primo tentativo per utilizzrnli iu open1.r.ioni di. cnrnpa,gna, contro i ·Traci e, nella spedizione a,siatica, mh,e in (:arnpo un'artiglieria eccellente, halh::te e eatapu lte, cli cui er,wo totalmente~ sprovv:i sti i Peri-dmti e che provò le sue alte qna.lità tecniche negli assedi di Alicarna,sso e di 'firo. Dohhiamo però snhito rilevare che da,llf\ macchi11e cfa getto gli .lfllleni trassero scarso rcndhnento. A ciò contribuì certa·rnen te l'insnccf\sso della seconda lmtta,glia, di ,:Ma,ntinea dove, seconclo quanto racconta, Polihio (Libro XT, Cap. 11), R.e 1Vfaca,nida, piazzò le sue macchine i:1, regolare distanza l'una òall'altra davanti alla, fronte del proprio f>Rf\rcito con l'intmrnione di Lira.re con quelle sul folto della, fa,h1,11ge 1iemim1, corna,ndate da, l 1'ilipomenc, ma q1rnsti intuì tale JH'oprn,Hn deW:1vve1·i:;a,rio e, at.tacctiinclolo pronta1nente, gli impe,lì di porta,rlo ad effetto. Ne derivò 1111 Renso di sfid(lcia, cfrca l'<\fiic:fonza pratica cl1• I I(~ artiµ;Jieric (c!tiamiamo r-e1rn' altr o in tn1 modP. p1 •J· urevHù. anche le antkh_e· macchine da, gel:Lo) ; 1~ tale sfid uda pe·r·clnl'ù l1111gamente. MH, Roprat11tto lo sen,1·so 1·enélinrnnto dell' A.rt.i.glicrin cln, cnm pu.gna, in Or·ncin, (i (la n,ttrihuirsi, come a,e11t.nnwnt<> notH, il Hrunet, iul mm, ra-gio.1w politic.~ : l'Ella.dc, nou niVe11do potuto rca lir.r.are l'unità naziow.1,k, era sper.,,;etta.ta in ta.uti piccoli Rtati di :;;carse for,,;e militari. Appunto per la st<~ss:1 ragione, capovolta., l'ArtigliN·ia, doveva avere grande sviluppo presso i Roma,n i, dotati di un formidabile organismo politico-milita.r e unitario. P rima. di Homa, fm·ono conosciute in ltali:.ii le nw.c chine da g·etto? Irnpossihile precisarlo. Certo assai rrc11nenti erano Rtati i mpporti, ostili o pacifici, fra l'Italia e la. Greciu, negli ultimi tempi deila luminos,t civiltù micenea.: ma in quel periodo è assolntamcntc improba.bile che gli JDlleni già conoscessero le mac1:hine da getto : il loro strumento di guerra più perfezionato non poteva essere che il carro falcato. Più tardi, qna,ndo b civiltà micem~~1 dà g"li ultimi bn.gliol'i , e tutto in Grecia, si immerge nel fosco medioevo ellenico, i rapporti con le i:;piaggie italiche si fa,11110 più radi e malcerti, quasi favolosi. -

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DAT.Lls OUIGIKI ALL'INVl•;NZlOJ\'EJ Dl•JLLA l'OLVJ-:Itla

Poi, si entra nella luce della storia. lUeuLre Greci e Fenici costellano di colonie le sponde dell'Italia meridionale, della Sicilia e della Sardegna, · e mentre l'Etruria tra.e da,l l\fare Mediterraneo le ragioni maggiori della sua potflnza politica. e della sua influenza civilizzatrice, Roma - la piccola Roma dei leggu1dari Lempi di Romolo - incominda, con le guerre contro i Sabini, gli Albani e i Latini, a com,,1Iidare la, propria, .rmpremazia sul Lazio. Tuttavia, fino a metà del V secolo a. C., esstL lm mm rivale potente nell'Etruria. che, pacfrom1 della Corsica, contende il dominio del ,Meclitc~rra,neo a Cartn,gine, a,lla Greda e a. Sira cusa. Ma il volo dell'aquila, quirite i:;i fa più ampio 1~ possente . Vinti per lerra gli ~trust.:hi, che in mare sono definitivamente battuti a Cu1ua, :(474) da Uumani e CtLrtag-inc~si, e domati anche j Sanniti, Roma so1·ge co1.ue terzo competitore vittol'ioso nel fìerisi:;imo duello tra Sirac us;.1 e Cartagine. La cittù sicilimrn tocca l'apogeo della 1:ìUlt potenzu, cou l>iouiµ;i n,Ì p1·.i11<:ipio <l ei lV 81\ colo a. C., L\ 11011 è i mJ>ossil>iJe che appunto sotto questo grande 1·e siano <:ompar·se in Ttalia le pl'ime nuwddne da getto che, t-,econuo l'lutarco, sn,rehhr.ro pl'ecisamcnLe, com.e ved em mo. di orlginc s i.cilia.nu.. Comunque, l'n..stro di Sira.cnRa, dcr,l ina,, 111 c11tre, <:on la. gucl'ra couLro Pino, Roma, chind1~ il Hti(:011do 1wriodo clella i:;ua stol'ia, quello clella t;Onquistu éFitalia.; e suhHo dopo - con le guerre p1rnid1e, contro l'unica poteuza che possa, itncora fronl.eggfarlu., Cartagine - essa inizia il terzo periodo : quello che si può chianrnre di espansione impedale, che la, porterà. infatti a,l dominio di quasi tutto il mondo allora conosdnto. Per ciò che <ioncerne l' A l'tiglic1·ia, l'esenito romano - che giù, ne possedeva certa.mente prima, delle guerre puniche - fu tributario del genio tecnico greco; ma le scoperte ed i pe1·fe:;r,ionamenti degli ingegnel'i ellenici - che in Grc~cia era.no rimasti pressa.poco inutilizzati, a.llo stato teorico, per i motivi imindic t1ti - caddero in terreno fertile rLllorcl1è Roma, specie dopo la, guerra di 'Ma.cedonia, ebbe agio di studh1re le istitu½ioni mililm·i greche e di appropriarsene, dando loro quell'efficienza p1•a,tiea, che poteva essere consegnifa solamente presso un popolo cli ferrea disciplina e di grnndi tradizioni militari. Secondo Tito Livio, fìu dall'anno ~8(; a. C, 1 Caruillo dichia.rò -

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LE GUElmE l'ONlCHJ•! - Al:CUJJ\UèDU:

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che non era possibile concludere vittoriosa,mente l'assedio di Auzio se non si disponeva, di molte macchine da getto. Durante la terribile lotta contro il genio militare di Annibale, e precisrrn1ente nel tragico periodo che succede alle tremende sconfitte del Ticino, della 'l'rcbbia, del 'l'rasirneno e di Ca,nne, le mtLcchine da getto vengono usa,te h1rgamente. Anniba,le sta completa,ndo i grandiosi. successi militari con l'astutissima a,Ui\:1Là, ~liylomatica ehe riesce a soJlevarc contro R.om:L un nugolo di nemici, non solo fra i neutrali o gli antichi avven,,1ri, ma :mche fra, g-li ex alleati. Pra questi, molto impor. tanle Sin,,cusa, forti~sirna <~d aggnenita. !'\{orto Re Gcrone, e ucdso i I suo successore, Sfra,;usa si sdliera contl·(1 Hom:1; e il dittaJor<~ Qni11to Pa,bio Massimo C'ttnctator) nel 214 a. C., sped isC<! contro la città siciliana, un esercito comallàn,Lo da M.arco Claudio ìVTarcello. Se Marcello(; un grande soldato e merita l'ap. pellativo di << sprula. di H.orna )), Sfra.cnsa pnò contfu•e sul genio di A1·chimedc~ il (Jlmfo. giù vHr:chio di setta.nta.ci11qu<~ a11ni, escog'ita. s ~\lllJWe n ùovi mezzi di difesa ed of'l'ef:m.. e, contro l'esercito e .la 1-Jottn, rmnani:1,; mette in op«~ra baliste di. g1·ande potenza, che hL11d,L110 su]]e navi nemiche dei mùssi enormi (oltre nlle « mmii cli [ct'l'o », specfo di pericolosissime giga,ntesche gru, ai fa,mosi specchi ustori, ecc.). l!'ig'lio (li 1111 astronomo, ArchiJrn~de n,veva ereditato dal padre l'amore delle sden:ilc cs.Ltte e può considera,rsi il più grande matematico dell'antichità. Il grido trionfafo Eurek(t , con cui egli anrnrncia la geniale intuizione del famoso principio basilare dell'idrostatica,, è veramente il motto glorioso della civiltà umana che assalta con incrollabile tenacia, il mistero dell'Universo. Anche lont:mo dalla Sicilfa il nome di Archimede suonava fammm. Ad Alessandria. egli era stato a,mico di Eratostene e del matematico Conone cli Samo e aveva, scavato canali, costruito dighe, irnpiantn,to macchine ìd1·ovore_ Ritornato in patria, aveva proiettato la luce delfa, sna mente su tutte le branche delle scienze rnatflmatiche, geometria. piana e solida, astronomia, ecc. (a lui si deve il primo planetario), poi, per l'insistenza di Gerone II, si era dedict1to, forse con rnino1·e entusiasmo ma con non minori successi , allo studio di tutti quegli ingegni guerreschi che potessero rafforzare la sua città contro l'attacco di Roma. Contro le -J.7-


DALLE OHlGlXl ALL' lNVEKZIOl'\E DELLA l'OLVIC!tl•:

quadraJe h!gioni e la potente flotta dell' Urbe, Siracusa non dispo11ev~1: che di poche migliaia di uomini e del genio di nn vecchio; nrn qucst'nllìmo le bastò per di fondersi lm1gamente. B tutti i Siracusani si affollarono sn lle ba11chinc del P orto (_+rande, per assir,;tere a.l lo spettacolo prodigfr:~o clf·lfo m:wchine di Archimede che scagliavano massi ciclopici e umi, tempc::;ta, di ferro contro le sessanta orgogliose quiuquererni di ~fal'eello. Un os;,ervato1·e snpcrfiein l e potr·Pl>l>c ;I n:u-d fl efinirc~ tale~ c:unpagna c:ome nn primo gr:111Cl1~ d11(~1lo l'1·a l'J\1·tiglieria, di cui si val PvH, maRl'-limamr~lll"<~ :,;;frHt·.11:-:.1, e· In l •':111 i c•1·ia. elle fornu1:va il 11eJ'l)() delPEserdto .1·orn.1110. Al a - n p1·1's1· i 11dc•1·e d,11 fa,Lto che, ! r·aUaudosi di assedio dal nml'e, I<' lc·g·ion i 11011 potevano spiegare se non in parte le rwo1wie 1prnlil,ì, t'• dn, 1·ilevm·1~ dw anch,i .M,1,r1·dlo, s:-qu-•11110 1111.-dt~ t1·E11H·11do n,1·v<·1·sa1·io l'o:-:Ne .A1·d1imede, :weva po1.· tato con sè <foll<~ 111,wc·hi11<' di gT,tnde portala. Però le rnacchi_1H~ da g·dto ti.i Ril·a<:11:-:a "1·a110 pi ti po1<\nti, !a11to ch e 1Ht1,1·eo.l lo dov<d.to l'i111u1eia1·0 .ill'idt•a di p1·<•J1tlel'<l Jn cittù tl'ul:ì · salto e dovei le ucco11t.e11!a1·i-.i di lilo1·<·n1·l:1.

Cc.mie poi egli 1·ini-:c issP a <·011q11isl:11·la di i;;o1·rn·ci;;a, 1l111'm1te 1ma. foi,:tn, e~ n, tntti noto; e: 1101'issi 1110 t-. I'1 •pi soflio èlella nobi.l<i morte di .1-\.1·ehi.mecfo. Mm ·cello - che coHost:cva c•d ,1,ppL·cl',r-tLva l'iurnwnso va,lo1·c del ge11io cli A1·ehimedc e fu1·sc, d:1, buon romano, mcclita,va cli utilizzarlo a,1 Rervizio dell n, Repnbhli('a - · ne fu profondament e addolorato e fece da.re 01101·1~volc i-.Ppoltm·a :-1, colui che pnù essc1·c dcrinito il primo grandi~ A 1-tig-lip1·e llella slorin..

Due anni più tar-di i cm1sol i Appio Clan elio e Fulvio Flacco si valgono di macr.11i111~ da g·Pllo 111•1· l'ai,:i,:eflio rlì Ga.pna, d1e a sua volta ha delJe mHc<·hirn: p1•1· 1lif<'Jl<ler:-i; <~ 1a RtesRa osservazione si può fare per l':tRRt>dio ili 'l'arant o ,lel 20n. Narra Tito Livio che, al lordH~ A nnihale assr.dia.va, la città di Locri, mentre con alcuui suoi capita,n i perlustnwa la località. ed esaminava la, forma delle muraglie per vedere quale fosse il punto più adatto per asRr1ltarle ecl espugnarle, un colpo di scor-pione, tirato dai difensori assediati, uccil:m uno dei capitani che più stava vicino al grande condottiero carta,ginese; e q uest' rii-

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LI~ MACCH!l\[·] XEJ,LG G U ELU{EJ D'ASSEDIO

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timo fu tanto impressionato « ta,rn pericnloso <Ja,s1.i l) che dei-istet.te dall'assalto. E, nel 204, Corn(~lio Scipione, quando prepara la spedizione africana clell 'anno successivo, eh(~ dovrà portare t1l trionfo cli 7,ama, sul grande condottiero cartaginese, si preoccupa, rnoltifssimo di possedel'e artiglierie potenti e si rectL in Sjcilia, per farvi allestire un vero e proprio parco d'assedio. NelJe campagne del periodo immediatamcute succf\ssivo, in cui l'Urbe estende il suo predominio su tutto il hacino del Mediterraneo e prepara l'Impero, le macehine da getto continuano ad essere usa.te, se pure nella rnn·razione deg·li storici non abbiano pa1•tir,ola,re rilievo. 'l'ito Livio ricorda però che Pa,olo Emilio, durante la guern1 contro Perseo figlio di Filippo il ~facedone, cinµ;endo d'nsscdio T ersrsa louica (Jm) a,. C.) così dalln, p a,1·te di terra eome cfa qrn~lla di mare, fu molto tormenLa,to dalle numerose potenti nu.u:chine d'r1sscclio r,he i nemici avevano disposto sulfo 1nuta e adoperavano molto a bilmente contro gli. nsi,;Ptlin,n t i e gli eq 11 ipng-gi delle mwi. La molestia, causa,b.~ da tali maicchiue (liwmne ad UH dùto prmto eosì fort,~, che i Homa,n i clovettei-o rinunci:we all'assedio.

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Le tre tappe dell'impiego delle macchine: dalla difesa degli accampamenti, alla guerra di posizione, alla guerra di movimento Cesare nelle Gallie e nelle guerre civili · Crescente sviluppo nevrobalistico sotto l'Impero,

Ecco che lP artiglieri,: incominciano ad esercitare una certa influenza sull'csìto di. questo o quel fatto d'armi e contribuiscono pure, in qualche caso, a rnodifieare le antichissime norme generali: come quando, durante la steRsa guerra del 168 a. C., Paolo Bmilio, dovendo muovere a,ll'attucco delle truppe di Perseo accampate sulla riva sinistra dell' J<jnipco, si decide ad iniziare l'offensiva di notte, appunto perchè pensa che, nell'oscu4

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DALLE ORIGINI ALL'INVENZlONE] DELLA POLVEREl

rità, le macchine da getto dei Macedoni potranno essere meno micidiali. Ma un maggiore sviluppo fu raggiunto nel I secolo a. C., con Mario, e particolarmente con Giulio Oesa1·e. Le macchine da getto, in origine destinate specia,lrnente a11a difesa degli accamparnenli o alla difesa e all'attacco delle mura nelle guerre d'assedio, incominciarono allora ad acquistare una, rela,t iva mobilità, fino a,d assumere man mano nna funzione ben altrimenti importante neJle battagHe in campo aperto. Naturalmente , per ta]e uso, av1·r1nno altrP- dimensioni ed a.ltro carattere: sostanzialmente differiranno da queJle usate contro le pia i.ze forti come le nostre artiglierie da campagna differiscono dall e artiglierie d'assedio. Pure sotto Cesare del resto, nelle pl'inw campa.g11 e, le m acchine a,vevano i:mprattuUo una funzione protettiv.1: esse erano distribuite - come mrn spede di mobile baslionatni - tutt'intorno all'accampamento, <love Jr. coorti si l'iposa.vn110 1wll,1 noU;e. Anche dun.1,nte il combatL:i mento le macchine 11011 er-a,110 s posta.t e ma conLinua,vn,110 a c ingere il campo, pe1· modo c he le tr·u1Jpc potessm·o ri f t1g;i.1,rvfr.d., R<~ le sorU dclh1 battnglin, fo::,scro state . sfavor1~voli. B poco più tttrdi Cesal'e 1·es1~ abituale l'uso <lelle nrncchine per proteggci·e le trupp<~, a,llonhè qoesl.e llow:vano attraversare qualcl1e corso cl'~wqna, specialmente se e1·a,n o truppe di recente formazione e quindi poco aggrn~1·1·ite. I

Fu solamente nel1'a,nno 57 a. U. che il grnnde condottiero - intuendone col prodigioso suo genio miHtare ]e maggiori possibilità - le portò per la prima volta sul campo di lmttagJia contro i Belgi , distr ibuendole a dcstr·a e n, sinistra, in modo da, stor r1are qualsiasi pericolo di n,~girarnento : <<. ... avendo scelto uu luogo molto a, proposito per porre l'esercito in ordine di batta glia, ed èra tanto più a.tto a tal cosa per rispetto alla natura del luogo, in quanto che il monticello, clove si era posto il campo, e1·a alquanto 1•ilevato dal pia.no ... fece poi fa.re dell'uno e dall 'altro lato del colle, per traverso, un fosso della ]unghezz~1 di circa quattrocento piedi e sulle estremità del fosso m edesimo due castelli sui quali era.no poste le macchine da, èombattPre, atlinchè i nern.i ci, per il gra,nde numero così possenti, -50-


C0SEHE USA LE )IACCIJL\'J,; NELLA B,\TTAGLIA

attaccando aJlc bande i nostri, dopo che fossero stati messi m ordina,nza., non potessero torseli di mezzo>> (De bello gallico~ II, S) . Ad Alesia, combattendo concro i Galli guidati da Vercinge(origc, li accercMò con varie linee di truppe gnernite di mac ehine, {~ queste ultime entrarono prontamente in azione: « I nostri presero eia.senno il posto dei giorni passati. per difendere i baluardi, e poscia con frombole da sca,g1iare grosse pietre e con pertiche appositamente disposte sui bastioni e con palle di ferro suscitarono un gran terrore nei Galli; e poichè le tenebre non permettevano di vedersi l 'un l'altro, si diedero scambievolmente molte fer·ite, e scagJiaronsi. con macd1ine una gra,nde qmmtità di armi>> (De bello gallù:o) Vll, 81). Certo in ta,lc occasione le m:u~ehiT1c g:iova,1·0110 a rcspinge1·e i. fìe1'i attacchi dei 'nemici. e c011tribuirono in qua,lche modo alla grandfl vittoria ronrn,na, in sflgnito a.Ua qua.ie i Galli dovettero H 1·1·e 1111P1·!4i e hl, Oa])in. fn sottomessa : ecco che .le a.11 Ur:.hi~sim.e m·t.ig·liflri e incominciano a far sentire qualche influenza sulla sot·1'<~, non solo ·cli nn fo,tto a'A,rmi, mfl, <'li nn 'intera, cnmpagna,. :~elle lunghe g-ucn<) di Cesare contro i H<:llova.ci, le macchine cla getto gli. 1·c11douo scrnp1·e 11olev0Ji se1·vizi , come quando, sepat·nJtdoJo da,IJ'accnmpa.mento n emico una, palude od un monte, egli. (< slese d <~i ponti sopra la prima, e, fatte passa,1·c di lù le legioni, g iunse in un lnLleno sul più alto pianoro c:he avesse il monte ... e qni v i avc11do messo in ordirrn.nza le legioni, a,rrivò sulla, vera dma del monte stesso e piantò l'esel'cito in tale posizione che di lù, ogni a1·rna scaglia,ta da macchina poteva a,rrivare alla test.a (lell'cscrcilo nemico>) (De bello lJltllfou, VIII, 14:). As8eclianclo il casLello di Usselloduno, Oesm·e, oltre che tm1<:s!l'ieri <~ fromholie1·i, e< nllopra strumenti da lanciare armi>> e gli assediati rispondono a ]oro volta, « sca.glianclo dalla Lorrc molte armi>) sugli a.ssalitori; A poi « ernpir0110 p:weechi barili di f.ievo, d i pece e di assicelle e, datovi il fuoco, 1i facevano rotolare sopnL le nostrP- fortificazioni... Si videro all'improvviso le nostre trincee piene di fiamme, impercior,r,hè quei barili, precipitando (lal dil'upo e 111·Lando nelle palizztLt(~ e nei terrapieni, incendiantno quegli stessi 1·ipa,ri che t.ra,ttenevano il loro corso)) (De be llo ,r;allico) VIII, 4.0-42). 0

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IHLLE OIUGJ!\l ALL'l~\'ENZIOSJ,; Dl-:LLA l'(JLVERE

TalvolLa, anche, accadeva che appunto nelle ma,echine i nemici di Roma trovassero il più valido elemento per difendersi contro le legioni di Cesare. Il secondo libro del De ùello civili si apre con la, descrizioue della fiera rcsislenza opposta, da,lla città, di. Marsiglia contro le truppe di Caio Trebonio, luogotenente di Cesare: « Ma quella città era già, anticamente sì ben fornita di Lutti gli arnesi da gucna, ecl aveva così gran copia di ogni sorta di raacchine da lanciare, che quelle vince tessute di vinchi non craliO capaei cli resistere ai colpi di esse. lrnpcrciocchè avevano bafostre di smisur•ata gn1,ndczza e queste caricavano di grossi pali lunghi dollici piedi, ed aguzzi da tulLi e due i laLi, i quali, con impeto libel'andosi dalla, corda giiL tesa, con molta forza,, non soìamente venivnno a passm·e quattro ordini di graticci, ma si pitrnttwano fin dentr-o il tcl'reno. Per la <1 11al cosa Trcbonio ordinò clw si <:01nmettessero .insieme lravi g1·ossi u11 piede, <.:oi quali. i-:i <:opl'ii;se1·0 Jc~ \'ÌlH.\C ; e in tal g·11 is:1: i sollluli, trovandosi ripa1•ati, rcniva1to a vorgerf-li di mn no i11 111a110 Fm1 l'nltl'o la nu1terht e il lcgrn1m(~ per continuare il Jol'o ùasti011c. Aveva, poi 111.esso vcr pai·a,p etto 1m1.1, trstngginr di piecli scss.a11tn n,ll 'uop o <li spianm·e il ten e1JO; e qnflsta er:r fatta di legno fol'tissimo (\ faf-c:ifltn: di tuLli i materiali atti a 1·rsi Rt<>.l'e al fooco, e a' colpi de' sassi. :.\la, la vastità, delfo disegHai·e fo1·tifica:doni, la, gr amlc nlter.,rn, delle murag'lie e dell,~ torri, e Ja quantità delle macchine con cni i i'Vfarsigliesi lancim·ano l 'armi, e1·a.no cli gl'andc impedimento a tutti i nosLri la,v ori: oltrP- di die sm·tivano di quando in qnamlo gli Albici co11 somnrn fnrin, cfalla eittà e gettavano fuoco sul hnstionc e sulJe torri. I nostri per altl'o faeilmcntc riparavano tali assalti, e dopo reciproci rlanni respingevano gli assalitori cl<~ntro le mul'a, della dttà )). Come 'frehonio cel'cassc di superare i Ma.rsigliei:;i erigendo altisi:;imc torri, e come gli assediati tentassero di distruggere codeste torri , p1·irna con grm,siRsime pietl'c e poi con barili di trementina, e di pece a, cui appiccavano il fuoco, e come i Romani a lor volta si difendessero, tanto che i nemici, disperando di trionfare in giusta lotta, dovettero 1·iconcre al tradimento, tutto questo si pnò rileggere con sommo cliletto nella nitida e muscolosa prosa, cesariana. -

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LE GlJ(,;ltrtJ,; !JGLI/TMPEHO JtcL\lA:-SO

A11ehc clun1,nte la gne1·ra civile la, città di Leptis )fogna. che 11er il divo Giulio, eRsendo stata asRediata da Lahi<~no

1"Pncva

(; 111·011ler egreyiani 1nu11itio11eni UJJJJidi et lurme11tonl'ln ninlt'itndi11urn facile e(; s1:ne periculo dnfenrlebcd1.tr (si difese facilmente «· 1sellza pericolo, grazie all'<~ccell(~nte munizionamento ed alla.

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gi·amle quantità di maechine) )). B' da, rilenLre qui che, col nome generico di tornienti lrn) i Ronrn.,ni indicavano ogni specie cli macehina da guena,. L'eti mo.logia, di torm.entuni, da torquere) rivela perii il caratt,~re fond.1t11wn tafr di (l 11dk mar-c himi. bas,Lle sulla tor8io11e. ~nlo Trr,io (Oo1n1nrmtari de bello africano) narra ehe Cesare, assediato in Afric:a cla. Scipione nei irnoi alloggiamenti, f\ dispo11enilo di. [orz<· a:,;sni. minori , r·insd a t e.1H:r·«! a bada ]'11vvcrsa,1·io soprattutto nclopc1·a,ndo le mar.din e da getto_, guadagnando così il tempo ue(:eRi-;ar-io perchè arrivasser.o le altl'e legi011i da lui nUese. AIJbia1110 citato Cesare con irn~istent<~ ];1rg-h<~zza p<~rr.hè egli possiede i.n supr·c1110 gnu:lo, e armo11iosa.111c11te intcgTa <! fonde, .le qna,lib), di gTnn c·.ondoUicl'o e ili sci·ittorc stupendo, e soprt~llulto pcrchè () appn11to J)('I' la, g(mia.lP. prontPzzn d 'intnfaion e e ac:nte7,r,a, di giudizio del nrnssirno :-;tratega. che l 'Artiglieria, novroha.lif,tic:a, incorninc:ia, a. divcnil'c un non trascuntbile elemento del.l 'esercito l'omano. )kccssitù. di spa.,r,io ci costringono ora a proc:eclere più sollecifamente, evitando - 11011 senza rammarico - citazioni e docu1rnrnta,zioni. Basterà, rilevare questo fatto fomlamentale e inconfutabile : le macchine cla. getto assumono sempre mag-giore sviJnppo e<l importanza sotto l'Impero. A11orchè Augusto, domati i Cm1ta,hri, gli Etiopi, i Parti, i P annoni, i RP.:d ed i Gcl'mani, impone ovunque la pax rom.u,na e, consolidate le legioni, ne fa un vero esercito stanziale, munisce di macc:hine tanto i ca.mpi stabiliti a guardia dei confini snll'Eu(r::Lte, snll'Istro, sul Reno e sulr Athwtico, qnm1to ]e coorti pretoriane, compmite cli militi sceltissimi e destinati al servizio a Roma e ncll' ltalia. In qm-1nta stima, fossero tenute da.i Romani cocleRtc maeehinc e gli ingegrn~ri cl1e le costruivano e perfezionavano e i capi ccl i -

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D,\LLUJ OHIGIN[ ALL'Il\VEKZIOXE DELLA POf.VEnm

soldati. che le adoperavano è dimostrato <fa Vitruvio che, nella dedica, del suo volume già, citato, si gloria di essere stato adibito d~1 Aug·usto alla fa.bbrica~ione delle macchine: insieme con altri ingegneri e maestri.; e 1·enae gra,zie all'Imperatore di averlo così altamente onorato. cm Imperatori ·ai Casa Giulia e Claudia,, i Flavi e gli Antonini dettero un grande sviluppo all'Artiglieria leg'ionari:1 ed ai pat·chi d'assedi.o che portavano co11 sò in t utt,i le spedizioni. NaturalmP-nte i neulici C<'rtnvano di non essere cla, meno, r,,fo1' zandosi di seguire anche in questo l'esempio di Roma, snprenrn maestra nell'arte della ~1wn;1,. Cmd i (lin(lei ili Gerusn,lemu_l(1 a,ssediati dn Vespa.sin,110 e• eia Tito - f'l'{tno provvisti di molte macchine, com(~ 1·ifo1·isc·p l•'lavio (li 111-«~ppe (De bello .fud((,ico), il quale spicg:,1; poi c:0111P i Rommd 1·iuscisse1•0 a vincerli anclw mercè macchii1e più po1 C'.11 ti, le cpm li tiravano grossissim(~ « palle di pfotr:ci, clrn frn·iva110 i c:ornltaU-enti, colpiva110 le munt: dfrom pevn.no gli a 11~ol i <lcd le toni, cc(:. >>. Con Tra.i:1110 li11is1·P l'Pt:), a111·e~1; delle couqnisle. Ormai i YO· caùoli U'l'lJ1, t>d 0dJ8 s1•111u1::1,110 coiucidcre, cioè Hoiua si.gnifien, tutto il moll(lo, 111i1·c·.l1 ù cp1asi clovnrupie essa tiene i.l dominio e<l impone la p.r npria leµ;;:i;<\, Ma, in questa, stessa pienezza trionfale, sono i genni dell'immiuente sgretola.mento. L'Impero 11011 combatte più p er COIHJlli starc, bensì per conserv:1-1·si; le anime infiacchisr:ono; con A<lriano, Antonino Pio e Marr:o Aurelio si incominci,L110 a, sentire i 1n·imi sinistri scricchiolii dello stupendo edilìcio polil.ko-mili(.a.1:e che tuttavia troverà a;11cora, nella propria struttura prodigiosa, la Iorzri di resistere per secoli. Ma, anche quarnlo - al'-:sai più tardi - incomincer:'i, il di sfacimento, le mau:hine da guerra, per fo ragioni che verremo esponendo, anzichè decadere, acquisteranno maggiore sviluppo. Nel IV secolo d. C. cioè nel periodo in cui, solto i Costan tiniani, Roma, sembra avere una rifiorìtnra nella sna, nnoya anima cristiana, Je artiglierie hanno un vastissimo impiego. V cgczio appunto in tale epoca scrive : « La legione non è invincibile solmnente J>Pr il valore dei suoi soldati. Essa, deve pure la propl'i,1 forza alle armi e alle maccl1ine. Anzi tutto esf.!a <; m1rnita di baliste montate su ruote, tra-

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ORDINAl\11!11''1'0 DELLE xlACCHlKE ROMANE

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scina,te dtL muli e servjte ciascuna da una <<camerata)) cioè da undici soldati deJla centuria a cui essa appartiene. Non ci si serve solamente di tali baliste per la difesa degli accampamenti, ma, le si pia,zza anche sui campi di battag'lia dietro le truppe arma.te pi_ù , pesanteménte. Non c'è nè corazza, di cavalieri nè scudo di fanti che possa resistere ai grandi proiettili che esse lanciano >>. In sostar.iza esse hanno acquistato una, sempre maggiore mobilità, che permette loro di partecipare prima alle pi.ccole i;:.pedizioni e poi anche tL quelle di maggiol'e estensione. Sono divenute pa,rte integrale delle legioni e le seguono dovunque.

4.

Ordinamento dell'Artiglieria imperiale alla fine del IV secolo d. C. Elevato rapporto fra il numero delle macchine ed i legionari - Comandanti, combattenti, tecnici - Le macchine determinano un mutamento nell'arte del combattere.

Com 'era <lh,Lribuit}t e onliu..1,la l'Artiglieria, rommw:? Il comaudante supremo dcli' Artiglieria. era, il Prefetf;o del oarnzJU, il quale :weva alle sue clipendem~e un gruppo di tl'ibuni e di C<!td 11rion i, ehe a, loro volta dirigeva,no la costl·mr.ione, l 'approvvigionn,mento e ]'azione di tutta l'Artiglieria,. N(~l IV secolo d. O. l'Anna d' Al'tiglierin, ~ permettiamoci questa, locur.ioue auticipala - aveva uno sviluprio imponente: « In cia,sehcduna legione - dice- Vegezio -· sogliono essere. cinqnantacilHJne carrohaliste, cioè una per centuria, e dìeci onagri, cioè uno per coorte, tirati soprtL un cal'ro, acciocchè, se i nemici vengono ad assalirli, possano difendere gli alloggiamenti con lo steccato, con le freccie e coi sassi)>. Com'è noto, in tale pel'iodo la Legione - - la, quale attraverso ai secoli, aveva subìto de11e trasformazioni - si componeva di 10 coorti, di cui la. prima, che si chiamava miliare H portava le insegne, conta.va, 1105 fanti e 132 cavalli e le altre nove contavano ciascuna 555 fanti e m; cavr1lli. Se ne può dc-

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D.\LL~J OHIGlNl ALL'IKYE:-;-ZIUKE 1)1;:LLA POLVEUill

durre come H 1•a,pporto fra il numero delle macchine e quello delle truppe fosse abbastanza elevato. Un centurione comandava l'Artiglieria delb coorte e un tribuuo quel.la, delJa Legione, serni.n·1~ p1wò alie dipendenze del Prefetto di campo, die enL - come si è detto - il comandante supremo di tutta l' Artiglieri:1 dell 'Esercito. Le Legioni dispollevano poi seu1p1·e cli « ti·nsi, tavole e chiodi di diverse grandezze, perciocchè con taH stnuneuti si poteva resistere n,Jle rna1:<:hi]I(~ dei rn!lll ici, 1:osLrne11ùo altre rnacclii.ne )). La, 1:nassa dPll';\1:liglicria rorna,na, era composta di baliste, perchè il loro l.il'O 0 1"i:.i;:,,;011ti.L"lc offriva. ma.g gime possibilità di agginstamento, 1~ JH!·1·1:IH\ non a,y<mdo che um1 piccola reazione, potevano <!Skl ! L'<! più s n elle e facilrnente mobili. La, ba,lista poteva, ti1·a1·e 1111·11 L1·e e 1· ..L iu crLrnmino su affm;ti trainati da, hovi e 11111li ('ti asi11i , (' i suoi p1·oiPttilì, cli cui non 1~ facile detern1inare fo di11H·11;,i1111i , a1·1·iv.wano tre volte più lonti.m o che i. p1·oiettiJi. Ja,11c:ja 1·i dal le 1'l'nppe leggere e spezzavano cOI'azze e scudi. (Ci sa1·.ì, eo 11sn11tito qui, pc~r amore~ di brevità, l'uso tielle cspl'essioni << n,~g-i11;,l;11111~1110 l) 1\ « p1·oiettilc )l come, più oltre, qucUo del vo tn ho lo « st1·11,teg-itL )) clic, a rigol'c di tel'mini, por-sono ossere co.n::.d.<le1·,1Ji n11,u:1·011istici, ma esprimono, se111.CL fn.stidiose sottilizzazi.011i, il JJOstro concetto). Gen eralmente, nei primi secoli. le baliste ernno disposte di fiauco :.tlb p1·ium delle tre linee' in cui. si. scaglio1mva la, Legione, e le catapulte dietro l'ultima, quaiSi come 1m'est1·cnm linea. Ma iu seguito la disposizione delle truppe stesse venne mutata appuuto pc1· poter meglio ùisporre l'Artiglieria, che incominciava ad ese1·citare un'influenza su tutte le forze armate .e su tutta la Ol'ganizzazione milittu·e. La Legione si dispose in due sole linee e le macchine vennero disposte volta per volta o fra l'una e l'al tra,, o alle due ali, o dinanzi al grosso della truppa, a seconda che, nelle varie epoche, predominava, questa o quella opnuone circa la posizione in cni l'Artiglieria potesse dare il massimo rendimento. Qual'cn1 il grado di giustezza di tiro di codeste artiglierie primitive? Se è probabile che gli scorpioni avessero generaJmente il tiro abba8tan7,a esatto, pare invece quasi certo che le baliste -

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"'I EFFll'ACL\ J~ Pl!"1RFl•:1/.10SA~lEXTO DELLE )J.\CC LiISE DA GErro

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e le ca.1"apnlle, coi loro proietLiTI diversi cl i forma e cli peso, des sero r isultati varhLbilissimi, a seconda della maggiore o minore perfezion e di cost1'l1zione, d ell'a,bilità del personale, ccc. P luta,rco, 11elh1, V itci di M<trce,.llo, racconta che, durante l'asr,;edio di Sfra,c nsa, A1'chimede, con tre colpi con secutivi, lanciando uno tlopo l' ..Lltro tre grossi massi cli dieci talenti, rin scì a fracassare 11111:L g-,·a nde m,LCchina, <.Letta, sambuco J ehe Ma,r cello aveva piazzalo s n otto galer<~ legate ini,.iernc; ma è probn,hile - com e del 1•e,,t.o 1·acconta r olihio (Libro VTII, Cap . III) - che tali maissi non fossero lancia,Li d:t 1111a mn,cch imL, m a, se111plicmuen Lc i:mllevaLi fn ori dalle mnra pe1· mezzo di una. gigaut.csr.a gru e la!,cia,ti così cadere, dall 'n.lto, sull e galer e nemiche. Qna n<Fanche invece ~i fosse trattato tli mm, vera e propria macchina , s:trd,be in ogui modo un avvenimento ecc<~ziona.le, in e ui isi 1·iv(!lerebbel'o a n co1·a le ~Lru.m'dinarie doti (li :u·tiglier c cli A1·cl1i med<>. Btn cli fo lto r.h<~, a U rave1;i;;o a i :-eco li., ingegneri e maest1·i

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coi-tl·nt.(01·.i i-i pr1!occ upm·0110 i-emp1·e cli anuie11la re la giustezza, 1lel t fro, i-pr·v<>11<lrn~i 111 :1,11 rna,11 0 di pl'Oi<~ttili d i pir.tr:1 la,g·l in.ti r e-

goh11·111e11 h', illvece clw di sem plici i:;aissi, i qna..li ultim i però conthrnava,11 0 ad 1!s1:-1~r e a clopel't1ti, a,nche nei pc1·io(l i di maggior 111·0:;i·c!-Jso halh:Lico, q nanclo e1·a n ccci::sario far economiu, di munizioni. Tn og11i modo ciò e lle è di importanza suprema è Ja, constatazione - incontrovertibile -- ch e l ' int(!I'Ven Lo ùelfo maccl1i11e da getto produsse un muta,menLo profondo nell'arte del eomba.ttere. In origi11 e il ~ol<lato roma,no aveva, per 110rma, em1tan te ùi co~Lruil-e s ubi to l'accampam ento d,c cJov<!Va ~errirgli come punto cli rffngio prima dell'attacco (e dopo l'a,U aeco, 8e questo non riuscivi~ e se quindi era, irnpossi.hile l 'avammta), come luogo di riposo, di rjfornimento ecc. L ' uso dell e nuove armi , che rendevano pin le11 le le mosse p er la, moltitmlinc dei carri e che aumentavano l'estensione del fron ti\ rese assa.i pi.ù ditlidle e prohlema:tica la formazione dell'accampamen to, fanto che a ll a fine le lcgjoni vi rinunciarono, vencudo meno così ad una delle nor me fondamen ta.lì dell'arte hellica r oma na. B intanto l' jmportanza delle ma,cchiue aumentava semp1·e -

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DALLE ORIGINI ALL'INYENZIONJr DELLA POT,VERE

prn. Man mano che cresceva la pressione dei ba,rbari e che diminuiva lo spirito bellicoso delle Legioni, ormai-composte in mag·giora,nza non più di Romani ma di bar bari asserviti, era, naturale che questi facessero sempre maggiore asseg11<1mento su quelle armi - le macchine - che permettevano loro di colpire il nemico a distauza e dirniuuivano quindi le probabilità del corpo a corpo in cui i legionari, posti contro all'irruenza sei· vaggia e alla sup,~riorità numerica dei barbari, non riuscivano più a dominarli con l 'antico ... a1·gomento decisivo delFcirma corta dei Romani non degenc1·i. Fortunatamente per l'Tn1pcro, solamente gli Asiatici conoscevano pcrfettamen te l'uso e l'importanza delle tLrmi da, getto (anzi, com e si è v.isto, 11011 è impossibile che ne siano stati gli inventori). Pm· csc rnpio ]a bellissinm H,~gina Zenobia che, verso H 270 d.()., llall.i, s1m c~npitalc di Palmira - strana. capitale, rniracolosa menti~ i-;01.-ta in 11n'oa.:si fra l'inuu ensità cfol cleserto siriaco - k111wa sotto il suo seettro a,lcnn<~ ricche provi.nei.e romane, disJ101H~va cli nnme1·osissi111c e pote nti macchine. Alloi·<·,lt è l'liupetato1·e Aurelin,no mosse contro di lei per riafforma1·n e consol.icla1·e l 'autorità, <lell'Urbe, furono appunto le macc hillc1 cl.a getto della famosa, H<igina che g·li. dettero più :filo da ton;e1·<\ 1·:111to alla battaglia di Ernesa, sulla soglia del descrLo, qua,1do alJ 'asl'J.edio di Palrni1·<1,: ma le Legioni romane trionfarollo di ogni ostacolo. Invece i Da rbari dell'Ovest, Uel Nord e del Nonl-F]st d'Europa ne possed,~vano in minor numero. :m bensì vero che Attila,, sul Reno, nel Belgio, all'assedio di Ol'léans, poi sulla Marna, alla, grm1dc battaglia dei Campi CataJaÙ.uici e infine nella ra pinosa cafata in Italia, porterà molte macchine da guerra che contribuiranno efficacemente alla presa di Aquileja, Milano e Pavia; ma ciò non avverrà se non a metà del quinto secolo cl. C. e, anche allora, costituirà un'eccezione. Il fatto si è che, anche nell'epoca in cui l'Impero declina, per molto tempo i Romani continuano a godere di una superiorità enorme, grazie a taH macchine che suppliscono al nnme1'0, proteggono le truppe, e le garantiscono dagli attacchi nemici.

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L ' AIHJ SO DELLE l\I.\CCIII!\'E

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Degenerai.;ione dell'Impero · Abuso delle macchine - La travolgente avanzata dei Barbari, rallentata dalle a rtiglierie romane · Sti· !icone contro i Goti di Alarico - L'ingegno e lo spirito d'invenzione e d'organizzazione contro la schiacciante supe riorità del numero · Il fascino di Roma · Ciò che crolla e ciò che non può morire

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Si deliuea uua, s.it.uaziouc opposta, a: quella, cl i alcuui secoli pT'ima, a llorcliè le rnacehiue costituivano solamente un elemento a,usiUa.rio. 0 1'a inv1~ee siarno a.rriv~Lti a,ll'abusio delle ma,c chine stesse. Con la degc1icr a.zione dell' ese1·cito (~d il corl'om.persi dcll'Trnpero, 1,~ legioni non osavano qnasi più distenclel'si. in ordiuc d i bn,ttaglia e0Ht1·0 il nflm.ico gagliardo (1 aggressivo ; m,se tc11. cfova110 i11 vcce a 1·ngg-r11ppa L·si 11cl più piccolo spn,zio vo:ssibil e J)Cl' offrir,~ mi110,1.· i-;operfidr, <.li lH·c:s,L all 'nvver·siuio, e si triuccra.vfmo dietro osta.coli di ogui sol'tn, e sopratuLto difltro le al'ti.gliedc, n, c ni ln.Rci:wa,110 i I 1:0111pito ùi irn pellfre o a lleulm·e l'n.vammta d el rn~mico. rrale eompi.to fu da.ll n, macchine assolto mimhilmente. Si può a.nzi euu11cim·e con JHirfeUtL si cm·ezzu, que · stn fon<.lawe1d.11e vCJ·it:1: che Jc a,rtiglierie contl"ibuir ono potentemente a ritardare ]a. travolgente avanzata dell a marea barbarica,. Il:u;ti ricordare che quando, alla lì11e del secolo IV, Goti, Unni e Ala.ui riuscirono a, giun gere lìn sotto alle mnrn. <li B i · sanzio, capitale d,~ll'llnpero, n on poterono però p e1rntrare uclla dUìL appu 11i.o p1~rd1è 11011 cl ispmrnva no di 1m1cchine da ge tt o c,L· paci fli fa,r fronte a quelle messe iu azione dalle truppe dell'lmperatorf\ Teodosio. Così la r,ittà fu sal va e, per allora, l' Tmpero rimase in piedi. Stupcn cli fnrono i successi ottenuti da .Stilicone, gru.zie al· l'artig·lieria, contro i Goti che, guidati da A la rico, aveva11 0 invaso quasi per intero l 'Impero d ' Orien te a rrivando 11110 all'Adriatico. In un primo tempo, co11 abili nu.mov1·c, egli rin i.cì a chiucle1·l i n ella, fores ta dcli' Arca.di a, bloccando t u tti i passaggi. ron trincee g-uar11itc di forti artiglierie che .Stilicone no11 aveva potuto pod,n·c eon SP- ma si era costruite s ul luogo. E ssendo -

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D.-1.LLE 01:!Gli\"[ ALI/JNYEXZIOXE DELLA POLVERE

tutt:wia riusciti i Goti ad aprirsi un passaggio, scesero in Itàlia, e la s,1ccheg;gial'ono, ma molte città r esistettero; ed Alari eo, appunto per mancan·z a, di rna,cchine, non riusciva a conqni~tar·Je. E:.di st:wa prcei!-1arncnte bloccando Asti, dove si enL rifugiato il giovane ImpÌwa.tore Onorio, allorchè Stilicone soprag' p;iunse e~ avanzò contro Alarico per mezzo di successive trincee e forti imprnvvisa,ti e muniti di artiglierie . .Alarico non poteva lottare contro un tale sh,tcma tattico, per· cni -~-li mancavano i mezzi e, vistosi sul punto c'l i NiRere a,ec·<~rc·.hiato, ,fovetl"e 1•itirarsi. Co:-al l'Impe1·utor-e e l ' lm1wro nneora mm volta furono sn.lvi.. lnta.nto ])f~l'Ò Stilicoue, per ra,dnnare le [orze contro i Goti, aveva dovuto i;;guarnirc di truppe 1,~ frontiere occidentali. Ne approfitta.1·0110 i (;,~rmani per precipitarsi nelln, piannra padm1a,, al ,:ornn.ndo di Hadag-.udo. A1101·11 si ripetè prei;;so a, poco ciò d1e era succeduto ai Goti eo11 Alarico. l Germani pote1·ono con qnis l.:u·e 1~i;;t,msio11i CH101·nti cli territor·io: quasi. ~mnza, colpo fo 1·.i1·c~, per·t·hc' le popohLzioni fllggivano <fa ogn i pai-t,~; ma a,ppcni.L si tr:ovavn,no <li front.e a delle r.ith\ fort.iiìcale (<~d erano quelle dle~ li in 1.cn~ssavano <li pÌ!\ p<!rchè offrivnno le maggio1·i prohahilitù cli un pingue bottino) dovevano a,rr,~sta,.rRi, appu11to perehè 110n di:sponevn.110 di .ntlglierie e, seJJza quelli\ 110n era posRihile a,l.1l>alterc~ o va.1·eare le mnrrt mmii.Le. Conrn Alal'ico <liimnr.i ad Asti, così Radaga:sio dovette fer·ma,rsi dinanzi a, Finuze, e qui lo raggitmse un for·te esercito di Rtiliconc, cite con le fine iwtiglierie lo tenne bloccato tra le colline di l•'iesole, dove le orde ge1·maniche perirono quasi tutte per farne. l'er l'ennel'<ima volta, le ma.celline a.v1wano salv.:LLo l'Impero in due modi: impedendo tLi 1.farbal'i di co1upl~ta1·e la propria. vittoria con fa eonquiRta dclfa tittà, e offrendo alle Legioni un'arma, di Ricuro snecesso per la rivincita. Per una de1le tante coincidenze ironicl1e della, storia, l'epoca, delle invasioni b~wha,richc pol'ta. contemporanci1rnente l'int<msificà1·si dell'uso delle macchine da pa.rte dei Romani e l'inizio ,lPlla. 1mra.bola discendente di questo primo periodo della, st.01·ia dell'Artiglieria, cioè quell~L che precede l'invenzione della polvere . Ri direbbe che Roma cnzmt m,m1,d'i) mmlre cli una mera.v i-

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gliosa civiHl~, maestra di tutte le discipline 1nililari e jndustriali, abbia voluto celebrare, · conrn in un immenso rogo glorj oso, la supremazia dell'ingegno, dello spfrito inventivo e dell'ordine orga11izza.tore, pdnm di piegare di fronte alla potenzi1 travolgente del nunier·o. Per secoli la Città, Eterna, che pur non era ormai se 11011 ]' omhra, dell'antica Roma, repubblìcarn,, <~d ÌII1peria1e, investita, da tutte Je parti dalle ondate turui·nose e raphiose de11e orcfo serni-sclva,ggi_e, resiste a,neora, come m1'isola cli civiltà neU'oceano della barbarie; e, appunto, resiste tr:wndo il massimo profitto e rendimento da l patrimonio intclleUua.lc e tecnico clrn le ha,nuo 1aseiato i snoi cn.pita,ni d 'armi, i suoi ingt>g1wri, i suoi maestri costruttori. Non vogliamo qui lasein,rci trascina.r e dalla suggestione d el tema atl un'amplifi ca,,,io11e er·r·<-'ssiva: 11011 1Li1·emo dunqne cl1e il periodo tlclle invasioni ei fa a,ssiR ter<~ ad un duello gigantesco fra .le maeehiue da un lat o e la moltitndilw bruta thLll'altro . .Eville11 Lc 111 en l e .le 1nacr hill e non f nrono ~e non ,uw frn, i. moHi Rsimi elementi clt~ ve1·1niser-o a "norna cli clifon <lersi per la,11to tempo; ma, cel'to t ale elenrnu to ha nofovofo inltucu z11, 11 0 11 solo lllfLtel'iafo, he11sì n11clrn m ora.le. Ln m.a cd1i11n da getto, ch e gli crcd i clcll 'antkn inYintilJile Ul'be oppongono a ll e val:-1,nghe 11rna111~ del Nord, dell'}ist e dell'Ovest, non servono solnmente 1n quanto sosliluiscono, in parte, la Rcarsitit di combnttenli e ne nc:ntralizzano la, minore combattività., lllfL anche perchè contribui:,;,"f_:ono a tenflr cfosta, nei harh:ui (]nella oscura revern1za, quel misterioso sacro timore che incute loro il nome nrng11ifico e terribile di Roma. TfLlvoHa bnsla che uu condottiero cli T,egionc ritrovi 1111 motto o un gesto dell'antica fierezza e i barha,ri subiscono ancora il prodigimm fascino di Iloma, così fortemente eh!~ talvolta. rinunciano in pieno a tra.rre i frutti della vittoria. Codesto stato d'animo collettivo, meglio a ncora che da episodi storici, è cle·seritto, con la potenza sovrana dell'arte, dal grandiRsimo Shakespca.re. Nel Cùnbelino il generale Caio Lucio è vinto dalle forze brHann iche dell'avversario, mrt non per questo piega; anzi , nella, sventnrn, la magnanimità meglio 1·ifulge: « Sufficet ~ egli eselama - a R01nan wUh a Uoina,n's hea,rt ca:n 8ujjer (Basta: un Homano pnò sotl'rire con cuore di Homano). E Cim-

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D..\LLE OltlGINI ALL INVE:NZIOK'E DELLA

POLVERE

belino, il condottiero inglese, vittorioso in campo ma soggiogato ____. forse ancora più che dalla grandezza morale clell'avvers:uio, da,l sublime prestigio dell'Urbe - accetta, di continuare ad essere tributario di Roma : cc Getùts Liwiit8, although the vietar~ we s1,tbm,it to Gcwsar a,nd to Ronian ernvire )). Anche quando manca la superioritù, morale degli uomini, l'Urbe sembra, nncora qua.si avvolta da un misterioso alone di intangibilità. Esi:m, non ha più le sue meravigliose Legioni e i suoi ge11iali condottieri, sopratutto non ha più queJlo spirito combattivo, quella rn,~1·avigliosa 1·csisfonz11 collettiva, quella incrolfa hi le (C v0Jo111".ì, tl i vi ttol'ia )) clu~ era stata nei secoli il sno talismano, il faU.01·,\ pi-i rno della sua invincibili tù,. ·1fa ha, a,ncora i residuati di 1111;1, t.rndizione unica a,l m01Hlo, il suo fon do quni;;i irn~i-;a.ui-ihil.- (li esperfo11r,a, trn~m1eRsa per li rami, e di genialith r.r-Paliva ch,i le conscl'va partt! dell'n11tico 1westigio. Le mn«:<·l 1i11 H cln, g-uen·a, costituiscono uno <lei docuLilenti ·cli tn le Rop1·:1,·,·ivi>11r,n., 1u·1·el1c\ l'ìOlH) in C-t!l'Lo qllal modo l'esp1·cssio11e più eJoq11<>11h! 11,•lb eter11n, lotta, dello Rpirito ,:011 tro .la l<'orz:n. hrntn. 11 l:t-\111 pu può distrngger·e i più potent.i. J11tpe d., ann11llni·1! gli e ffe tli d<~lln, più couc.lama,t n, viU01fa,, tanrell:we nel volg<m~ tli pochi decenni tntte le èlaU:so]e d ei traLtati; ]e dttà più insigni, gli Rtati più va8ti, 01·gogliosi e rigogliosi IJOs8ono avere le lol'O eclissi pania.li o scompa.1·+re per sempre, coperti di polvel'c e di cenere. Ma, al di sopnL di tntte le vicende, c'è qualcosa, dw 11011 11rnore e si tramanda, nei millenni, ed è il frutto dell'in gegno rmi,t,110, l 'invenzione più stupefac,~nte o la più umile, ehe han fatto fare un passo a,va.n ti - i11Jinitesirna,le o gigantesco nel cammino della, conoscenza. I •er qnesto si l~ detto :fin dal principio che Ja storia deJl' Artiglieria, è a.nclw la storia del geuio mnano.

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. LE :\IACCHINE DOPO LA CADUTA DELL'IMPERO

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Stasi e trasformazione del1e macchine dopo la caduta dell'Impero · La trionfante marea barbarica - La frantumazione del potere statale Feudalismo e Comuni - La lotta fra l'Impero e il Papato e fra l'Impero e i Comuni - Le guerre intestine - Un fenomeno di involuzione storica - Macchine da getto medioevali · La catapulta ~e la balestra · li petriere e il mangano - La balista portatile e l'archibugio - I pri• mi tubi di lancio e i proietti sferici - Con le Crociate, le macchine riacquistano l'antica mobilità - Venezia, Genova, Pisa.

Uua coutroprova dcll'afferma,zione con cui abbiamo concluso iJ pi-ec.:etle u te pa,r a grafo sh~ n<lllo S])ettacolo eh e e.i. è offerto dalla d.eutdernr,a e stasi delle macchine cla, getto nei secoli che seguono il I i-ioufo dell'amwchia barha,r ica. Col V secolo d. C. l'Tmpe1·0 ,l'Occidente è caduto. Si a.gitano or.1, sull a scena d el m.ondo, El'·11li, Rugi, Unni, Turingi, Got i, ()l',;tl'Ogo l i (! Visig·oti , Alani , Va,ndali, Svevi, Sass011i, Ilorgog11011i. Rin,mo: 11,lle 1winw pa-g-i.I1e ùel Medio Bvo in r.ni a,ppena .1ffio1·a110, finttua mlo coufu:;;amente, quelli che sa,1 ·aH110 ])OÌ gli eJe me11(.i. di. una dive1·srL f':ivil1:ù. Le ol'cle selvaggie non potevm10 couccpil'c se non l' urto fisico, il cozzo diretto di corpo contro corpo. Ci. volev::i,no dei ~ecoli prima che .La mentalHù. primitiva si evolvesse e fosse in grado di apprezzare e sentire il va1ore dc~lle nrncchine da comhattirnento. Tanto è vero . che, scadute le fanterie --:- le quali, 11el ;Medio Evo fino alle Crociate, furono per secoli. male armate e male equipaggiate - venne ad assumere nn'hnportanza preponderante la Cavalleria che, insomma, conservava, con maggior vemnemrn, queil 'nrto fisico, diretto, immediato, che, pe1' l'elementare spirito barbarico, si identificava col concetto di battaglia. In· tale lunghissimo periodo l'Artiglieria scompa,re q1rnsi interamente dai campi di hatta,glia, almeno nelP 111uropa Centrale e Occidentale. Solo Bisanzio e l' lmpero d'O:riente conservano qualche barlum(~ dell'arte romrtrnt della guerra. Relisal'io e N arRPte usà,no macchine da getto nelle loro spedfaioni in Italia,; e, ciò che è più importante, incomincia a,d apparire, forse -63-


D.\LLI·! OHIOIKI ALL ' l l\Vl•:KZIOXE DELLA 1'\)1.1'1•:Itl•!

poco dopo i.i Seicento, quel fuoco greeo, che vai considerato in q ua.lche modo, come dicemmo, il precursore dell'Artiglieria vera e propria. Venuta a, mancare la forz:1 ccntr.ipeta di Roma, il potete poiiLico si frantuma in i11uumerevoli cellule infi11itesirnali: cittù,, villaggi, castelli costituisf'.ono ognuno uno Stato autonomo. Non vi sono più guer1·e di popoli, IJensì di individui che oggi si collll.Jattono, domani si alleano in mm b:waondn imleci fralliic. Codesto fenomeno, d1e si manifesta dovunque, è tanto più ac:c:cntnato ilt ltnlin dove esistono moltissirn~ città cli ,·l lltil:a e gloriosa civilizznzicme, d1e t<·11Llo1w, ogn una, 11 dinmfre centro di un piccolo Stato. ln tali eollllizio1ti evidentemeutc Hon ei sono più nonne tatLichc e stra t egi ehe. « 11 tipo IJellico del Medio ~vo - scrive il Corsi - <~ il cavaliere inv11lm~rnhi h, che allcrra con la lancia. i c::walieri ttvversa.ri e fa bast.on n,rc dni famigli a <:avn.llo la tl"ista 111.:Lsuada dei peù<rni >). TnttaYiH, in <1uesto cao:s, si dclin c•a, tn.l voltn. q11a,l1.:,ll1~ P11e1· gin, org;111iz,mt ri<'f\. I Lcmgolmrdi ci olieono gilL l' esempio di UJi.t comJ.>i·.lJg'i]I("' ~tatale, e a Jo1·0 ,·oHa sarnm10 hnt.tnti (hLi l 1'I'a11eh1, d 1e, eon Cado Mrtg110, \'eclono l'isorgf•rr. l 'idò:.L unitaria impe1·iale. S e Ocloncl'e aveva <li~trntto l'lrnve1·0 d ' Oceidcnte, Cm·lo Magno C' <'l 'nl di rko:-;ti-uit-lo a moti.o suo . .l!~d ceco che, a,p p en:1 risorge: iu cprnlehe modo l 'idea, augusla di H.ollla., la sua in11nenz:t si 1·iver1Jera 1ia.turallllcntc anche nel ea.mpo dell'orga.nizza.zione militare: e Carlo l\fagno si inte1:essa delle rnac:chine da. lancio. 1:MtL non è che una, fuggevole apparizione. Le ondate ba1·harichc continuano a flagellare l' I!.alia. I rvrusulma,n i - .Al'ahi <~ 'l'urchi - {la secoli hanno tradotto in realtùJ l'insegnam<~nto de l loro l'rofet.a,, tentando cli imporre le s11e~ .Leggi a, tutto il mondo con la punta della spada : essi prernouo iu Oriente sull'Impero bhi;antino; in Ocddcnt.c, attraverso aJla, Spa.g na conquistata, minar,ciano la Francia; domin a.no praticamente gran p;1rte del MediterranPo. E dal Nord, dall'Est, dall'Ovest sopraggiungono , avvicendamlo8i, nuovi. inva.f.lori: AYari, Slavi, Ungheri, Normanni. Chi voglia aver presc-mte, per i suoi riferimenti con la sto· ria militare, il panorama italiano in questo lunghissimo misterioso periodo - te1·ribile e magnillco - che va, sotto il nome -64-

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IL J\I l+)OlO EVO

gl•11c1·ico di Medio Evo, deve ba,sarsi su alcune formazioni poli-

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tiche e fatti storici fondamentali : il feudalismo, i Comuni, la Jotta fra n Pa,pato e l'Impero e fra l'Impero e i Comuni , le gnerre intestine, le Crociate. Si ritiene generalmente che il feudalismo sia, sta.to deterrn irn1,to dalla distribuzione dei beni regi_ e duca.li fatta dtL Ua,rlo Ma,g no ai Conti, ai Vicari, ai Oa.va.lieri, i <prnli si affrettarono a. trasformare in ereditaria la cessione che, uel proposito del ]' Impe1·a,tore, doveva, essere temporanea. In realt:1 questa, non fu \;~hc una spede di s~1nzi'o11e o preh•sto giuridico concesso ad un fonomeno che già sussisteva e che 1• spiegabilissimo, data 1'a.na.r(·,hia dilagante dopo la caduta del l ' Impero. In un'epoca di confusione, di briga.nta,ggio e di crimini qua.si sempre impuniti e spesso premiati ed esaJtati, man c,L11do qualsiasi autoritiL statale, gli inermi tendevano a raggn1ppa1·si h1torno a (]lrn,1 che potc~ntc~ - fmise un capo barbaro o un ves(:ovo risoluto o semplicemente 1111 pc·o prfota,rio di antica fa,mi glin. o 1ù1 'energir,o mrn r patorè - a,l qnalfl div(~nivano sogg·rtti , p el' avr.1'P. in compenso un po' di sa.lvag-mwdia o cli 1)l'otezion1~. Nasce ~osì la 11obiltà fcmh1,le che, per secoli, spad l'oneg~ilL pe1·pcl.11a11do le il i scor-d ic in Lci;;tinc e contl•ìhmrndo a,llo shri~ clolarne11to clrl Pn,ese. 1'nttavia., come in tutte lt~ formazioni storiche, a.gli clemeu li negativi souo commisti quelli positivi, .dc11si di futul'o. I11torno al Mille, tr,1 co<lesti felJClata.ri, si sta determinando una selezione che aceP-ntra, ·n potere nelle mani dei più forti e contil~nc, 'in nin<Jo, i futuri Principati che poco a, poco sostituiranno allit pol vcrizza:do11e di innumerevoli uniLù, au tonomc la c reaziorn~ <1i veri e propri Stati più vasti e solidi. Ed è intol'no al T\liUe, ,Lppunto, che incomincia a, farsi luce, nell'estremo lembo 1ìortl-occide11lale della penisola, hL Casa di Savoia. T Comuni n a scono quando il popolo delle città - dura n te lr, lotte~ sm:tenute fra i Vescovi -Conti e i vahassori, e fra l ' Im pero e il Pa,pato - acquh,ta. coscienza, della, propria. forza che mette ora a,l servizio dell'un,) ed ora dell'altro: l'autorità passa. dai Vescovi agli eletti della cittadinanzt1, elemento essenziale del Comune che, in certo modo, ripristina l'antico Mnnieipio romano.


DAJ,Ll!J OHIGI:KI ALL 7 n.lVE1'Zi01'J!: DELLA POLVERE

· Il conflitto fra l'Impero e il Pa,pa,t o dura per secoli e i Sovrani germanici fanno la spola a,] di qua e al di là delle Alpi, ora vittoriosi ora, vinti. trascinandosi dietro una, turba di armali in cui però l'arte della guerra è rudimentale e che, o non conosce le macchine, o non ha la posf'dhilità di trasportarle. nelle sue faticose spedizioni. I Comuni riconoscono teoricamente l'autoriti1 ddl' Imperatore, ma, iH realtiL gli obbediscono quanto ~- feudatari, cioè solamente quando fa loro comodo; spesso anche si rivoltano, talvolta, uueuclosi fr,L loro in alleanze provvisorie, di cui l'c~sempio più famoso fu quello della, Lega Lomlmrda contro il Barbarossa. M:a generalnumte si riguardano 1'nn l'nltro come rivali: e rinascono fra, 101·0, continuà,rnente, l<~ g11e1·1·c che primn, si erano cornbaUute fra barone <~ barone. Per· di più la divisione fra, partigiani àell'Impm·o n parLigiaui d el Papato si inacerba, ud conilitto di fazioni che irn pe rvc\rS:1,110 l)<:l' Rc:coli. lu tulLo questo p eriodo le macchine da getto, cacciate cfai campi di hn,ttnglifl, eol <.leca,de1·e dell'n,ntir,n nrtr. ddht gue1·1·a, continuano tL sus1:,isle.1·e, r·idott-e a fumdo111~ dil'elllsivn,, 11 c i en.stelli dei signo1·i Jcudali e a,nclrn 1rnlle eittà che avevano a11tiche t1·a,d hioni romn.ne. Ahbh1mo qui un fenomeno di involuzione storica, cioè un ritoruo delle artiglierie n,lle loro fmrzioni primitive, un ripiegamento verso fo a,pplicazioni 1u·imordiali. Create da pi·inci.pio come a,rmi statiche, avevano acquistato mobilità, sopratutto per i nizia,Liva dei Romani, che in tutti i campi dell'arte militare banno imp1·esso il segno indelebile della loro energia creatl·ice e trasformatrice~. Bd eccole, nell'epoctL fcuda,le, restituite all'antico ufficio. I signorotti ne guarniscono i propri ca,stel.li, costruiti generalmente in località. donde si. dominano valli, fiumi, passaggi; e ]i rendono così quasi inaccessihrn. Delle macchine da getto usate in tutto il Medio Evo e anche dopo l'ado:done della bombarda,, alcune poteva.no com.;iderarsi come eredità dc~l mondo romano, altre era.no d 'origine orientale. Alla prima categoria a ppartengono la catapulta o pclriera e la grande balestra, da posta o cla torno, alla seconda -

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MACCFI IXE DA GETTO M lmlOEVALI

·111.a.11.r;lw i e i trabocchi. ln queste macchine veniva,no ut Hfa,,;aJe fa, forza di elasticità e quella di gravità. Crediamo oppor L1111u d<•s crhrer·e sommariamente tali congegni, imperfettamente 4·011 osciuti nei loro pn,rticolari. È sopratutto male apprezzata l"entità della azione che svolgevano: si trattava di macchine formidabili, ben più potenti e p<~rfozionate delfo prime bocche ,!n. fuoco. Di ca,ta,pulte e balestre a bbia.mo già, parlato - seguendo vn,r i autori italiani antichi - - rn~llfi pagine dedicate alle rnac<·.!Jine cla getto roIIHtne . (Jui csami1darno più atteutamen t e i

l<'ig. 10 - C:1 t:11ml1.:1 o Pf~ trkra mediev ale (ricostruzione del Viollet-Je-Jln c).

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pa1·l·icolnri di coi,;Lruziom• e Lii U80, riproducendo i disegni eseguiti da Viollct-le Dnr. , ricostruz.ioni ottenute con lo studio di documenti (~ monumenti giudiziosamente i n te1·pretati da un tecnico. L ' esa,me di queste figure sostituisce e rende inutili le hmghc e contradditorie descrizioni date in molti testi. La Catapulta o PeLriera, -- costruita,, in sostanza,, sul mofl ello della ca,t:1pulta romana - è sistemata su di un affusto di eccezionale robustezza consistente in due telai, orizzo11tt1Ie e verticale, uniti a squadra e consolidati da incroci' di monta n ti. Il telajo vertiealc tiene due settori d'arco e funziona nella parte -67-


l>ALLl!.: OHIGINl ALL' I,,-VEXZIOKE DELLA l'OLVEHE

centrale da oslcwolo alla rota,zione del braccio o asta,. L'estre mità inferiore di questa, a sezione appiattita, entra nella 1nassa di torsfone di corda, assicurata a due anelli. saldati sulla faecia interna di una ruota dentata. J,a torsione si ottiene azio1mndo con grosse chiavi q nesta ruota., tra,ttenuta ad ogni dente da una linguetb1. L'asta è costituita J.a due parti elittiche accosta.te e mantenute da legatura di c01·da. Tale diispo:sitivo ne a,ecresce la soliditù, e l'elasticità. Il sommo dell'asta porta la cucchiaja inca.vat:-1 e armata da, Laude di ferro. All'estremità del tclajo orizzontale dell'affusto è collocato un torno) sul quale si avvolgono le corde dei parnnc.hi destinati ad abbassare la, cuechiaja,. Infine i due settori d'arco, riuniti da una corda passa11te sul dorso dell'asta, servivano a d aumentare t' J)reci pHarc l 'azfone dell:-1 rrntss::L ritorta. Quando l'asta della. cucchiaja avevn ra.ggiunla 111, poi,;izione orizzontale, rimaneva l.ratlcn uta ùn, 1m freno comanda to da un sislema di aggancia tura. Uno strappo esc~rdt1.Lto sul sistema Jiber·av,L l'asta,. Bssa cffcUuava nnn rotazione di circa no0 e vcmiva ad ur tare l'osta<:olo. 11 1n·o'ietti le el',L a llora, ln,neiato secondo una t rajcttol"i..:1 più o meuo tesa,. Jnfatti. il tiro della ealapulta, dipendeva dal p1111to 111 c:ni la rotn,zionr. dell'asttL ven iva, arrestata; se suH'ostar:olo si disvonevm10 spessori crescenti, il proietLile abbandom.1,va, prima la cucchbji:L e il tiro (liveniva, più al'Calo. Se, al contrario, l'asta era, a1Tcstata rlopo ) il tiro compiva una parabola più raùcnte e colpiva prirna,. Conviene ripetere ancora, a se.anso di equivoci, ehe il fmrnionarnento della catapulta. e1:a basato snlla, torsione)· Fclaslieit.'L degli anhi era solo ausiliaria e da, sola, non a,vreb be an1to la. for,o;a SH"ffidellte per azionare la macehina . .T,a, grande balestra, da, torno) da post,a.) o ?n'/.r,ra.lc) dc~rivat::L da.ll'ar·cubalista dasAica, effettuava. Liro radente o diretto. Il suo a.ffnsto, costituito da telaj(> doppio e a,r tieola,to, riposava, su ro· telle e su un perno ecntra.le. Le due sezioni d'arco poggiavano con l'estremità interna, eont ro ehm grossi montanti verticali ed erano sistemate in due masse di torsione regolabili. Questi archi erano costituiti di1 lame metalliche o d 'altra mflt<~ria, elastica.. legno, eorno etc., riunite con forti legature . La cocla dell'affusto c1·a, guarnita <li nn carrello scorrente su crernaglic1·a e por-68-


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PE'l'ltllGHA E BAI,lilS'l'lU l\HJRALE

t,i.11t·e due uncuu simmetrici, al'ticolati. All'estremità poste1·io1·c era istalJato il torno che tendeva per mezzo degli nnc1m la corcln dell'a,rco lungo ] 'afinsto, nel qna,le era praticato un cauale semieilimlrieo per il dt1rdo. Quando la corda a,v eva raggiunto il pm1to _utile consentito dalla flessione deli'a,r co, due

!l'iµ;. 11. - M:1eehi11e medkv:di. Urnnde hnle:;;Lrn dn torno o murale.

yr1J.te, da 11n'..1pertura della. coda, sostituivano fa presa, degli unci11i. Si disponeva allora. il dardo nel ca,nale. Infine le due yrij/e) a1·ticolate.s11 cli 1111':1,Rta cli forro interna, a,ll'affnRto, ruotando nel loro alveolo, rifmtravano e~ liberavano la corda che la1J<:iavt1 orizzontalmente il dardo. 1J 1nmtamento della ba,lestra in altezza. si otteneva col va1·inrc l 'a11golo delle due porzioni d'a,ffusto a,rticolate, col mer,r,o di una cremagliera, verticale a montanti d'arco cli cerchio; il' -

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DALLE ORICIKl .\LL', i'ffEKZLOXE DELLA POf.VERE

puntamento in direr,io11e, faceudo ruotare l'affusLo sul perno centrale e sul.le rofolle 1lell 'est.1·emità posteriore. Catapulta e brLlestru utilizzavano la forza di torsione etl erano ~ pe1· il l\le<lio Evo - 11111cchine antiche perfeziona te. Il nw,ngano, inveee, e i suoi dcriv::Lti, d'origine orientale, come il trabonco, si basavano Fm11a. fo1•;;,a, li.i gravità.

lt'ig. 12 - i\!hwehine nwdievali. Mangano.

L'astn o stUo c1el mnngtHIO, co~trnita, come qlH~lla della catapulta, era tenuta in bilico (fa orecchioni di forro su due rnonfanti incastrati in una pinttaforma.; l'estremità anteriore tc1·ruinava. in 1m'arm;d.ura di ferro e nn sistema di uncini. L ' a.1-

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MANGANI ffi '.l'RABOCCHI

tra estremità era arLicoh1t,1 a nn contrappeso : cassa cli sezione tnLpezoidc o clittica. Fra i due montanti un torno azionato da tambul'i simmetrid pnteva, con paranchi e puleggie di ritorno, condurre l'estr·emità anteriore ·c1cll'asta. al contatto d,~na, piat-

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:wi~. 13 - Macchine medievali. Trahùc co.

hLfOI"ma. · Si inalzava così il contrappeso all'cstr·emità opposta. Uu sistema di scatto a ganei , a,nalogo a quello della <·atapul.ta., tratteneva l'ai;;tn. Si atta,ecava, a,llora a.I doppio uncino Poceliio delle due eslrernilà della fiomfo che giaceva in uu canale della -71-


DALLE OrtlGINl .<\LL'lNVENZIONE DELLA POLVB!th:

piatta.forma, in corrispondenza dell'asta. lJ. proietWe era, introdotto nella sacca o cuffia,. Allm-a, liberando lo scatto, il c ontrappeso cadeva, facendo rapidamente ruotare il braccio di levai dell'asta, che a sua volta, per forza centrifuga, tendeva il laccio della fionda terminante col proiettile. Quando tutto il sistema aveva raggiunto un angolo di circa 90°, l'estremità libera del doppio hticcio usciva dall'uncino superiore dell'ast,ti, e il proiettile sfuggiva dalla cuffia per la, tangente. Il pnnta,mento in elevazione, come per la catapulta, era regolato dal momento in cui il proiettifo Jasdn,va. li.ti cuffia. l>er ottenere questa variazione, :11 contrappeso erano aùttiUate molte coppie di corde sull e quaJi nnn, squadra di « servenli >> potevan o esercitare una trazione violenta. Quest'effetto somma.ndosi con quello delhti CtLùuta del -contrappeso accelerava Jn, rotazione : il tiro avveniva allora d'alto in basso, più radente; se Fazione delle r,owle era diminuita, o non <iffettuafa, il JJroieUile tlescri·veva mi::11 parabola, più nccelltnatu, e r,aclevn, a maggiore dh;tauzu,. A ùbia.mo intlllgiato alqunnto i11 qneista illnRtrazione delle figure qui rip1·oclotte pcrch~ c1·ediarno lleeessario far. conoscere h(•lle le macchi.ne da getto imp i egat e nel Medioevo e solo lentamente, ntt1·averso due secoli, det1·01li½½ale dalJe artiglierie da, fuor-o. Sulla efficacia e sulla mtinovra di tali collgegni stimiamo opport11110 n,ggiungcre ancor:1 q nalclw nota. Le dirnensifmi delle nmcchiue ora esamiuate 11011 si possono certo dednne dnlle fig;nre dPi nfanoscritti, p11ramente rndimen tali e molte volte informi. Sono i <locmnenti clw permetto110 di farsene un'idea esatta, beue iùteso quando questi documcuti siano a loro volta esatt.amer1tc inte1·prelati. Bcndiè i tipi di questi cong<~gnLfossero va,ri sec011<lo gli usi ai quali si destinavano, lé dimensioni coITenti di un'asta, di m1ta,pulta snpera,yano i G-8 metri, quelle di un bnwcio di mau· grtno 12 metri, e l e estremità, del dopvio arco della balestra tendevano una corda, di G rnetri. 11 couLra.ppeso del nrnnga.uo nou conteneva, meno d'una quindicina. di metl'i cubi di terra, batt11ta, cio1~ circa, 20 touuella.te. Si cupif~ce quindi come questa. massa,, càdendo dn, '10 metri, in media, d'altezza, e n,½iona1Hlo un braccio di leva di 12 me-

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IL SElft'.'1¼10 UEl,LE MACCHINEJ

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tri, più a,ltri 10 per la fionda, scagliasse proiettili pesanti quintali. Mang:mo e catapulta lanciava no masRe di pietra, arrotondata o grcw;a, reti piene di grossi ciottoli, barili e pignatte artifieiati con miscele incendiarie ; e non è mancato il caso di getto in ca.mpo nèmico di ostaggi o pr'i,giouieri) vivi, o delle loro teste recise. Il dardo della l>ailcstra misurava in media 5 metri con 12 cm . di sezione: era, un vero trave guc1·11ito di ferro che, rL pi ù di 50 n1ctr-i, paRsa,v:t, le robnfite pn lizzate cli accam pa.mento. Altre volt,~ le puute dei dm'<.li i;;i 'laudavano an·oventat1~ o gm1rniie ài fuochi a1·ti(iciati. E spesso le gra:nè\i balestre da torno eraw , di r ette imlle uia,ssc di · cavalleria., decimate e (lÌfmrdinale dag li 1~1tormi proiettili, a distanza di centinaia di metri. Tl sel'vizio di <1ueste maechi1rn era disirnpeg1mt.o 11at 11rnlrnente da sper,jali sti, che non J'acev:mo propriamente pat·Le tfoll'es«~r cito. :Le . 1\lncdtine u ·a110 1.let.te rn~lla, fol'ma arcaica, 'in,fJ<J.tJ'll'i, (, quelli d1e le servivu,110 ù1.,rJ<:f1neri. Qnei:;Li a,rtefici cost1·uiv.:u10 e n,zio navano le loro 1nn,cchhH\ com~ dh·igcnti; i .~ervi, al 101·0 iwgnito 1~ da ]Ol'o tHlsoldaLi, eseg11ivnno lfl ma,novl'e di fo1·;1,a, il montag/.,\'io, le l'ipurnzimri, il ttasporto etc. 'l'ntta, In, sqmu.lra era a sua, volta assoldata dal Comando della tl'nppa, ma riceveva soltanto ordini generali, 11011 ordini tecnici. La steRsa cosa, d'altl'onde, lo veflremo, caratterizza i l>omkLr dieri delle origini. A llorr.h1> il « .l\1a,pi:;tro lng(~guere >> aveva, ricevuto ]e precise indicazioni sullo scovo della s1rn azione, egli disponeva la sua sqmu1r,L - se si ll·attava di un ma,n gano - 11 ella Rep;nente formazione: 8 uo,nini ai tambnri del torno, 16 alle corde dl~l contrappeRo, 4 alla, fionda , e infine 1 allo scatto, Len endo jn rhierva mm dozzina, di uotnini per il cambio. Quando Lutto era pronto, l ' Ingeg11e1·e, lateraJmenfo a.Lla piatta.f01·ma., in modo da essel'e visto da.gli << uomini delle corde>> e da, « quel1o dello scatto>>, regolavt1 con la, nH1no i movimenti suecessivi, sapientemente caleolati, perchè ìl minimo errore d'agganciamento della fionda, o d 'azione a] c011trappeso, pot.(•va far precipi tare il proiettile, 11011 liberato a tempo, sulla macchina e sui serventi!

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DALLJ;; OltTGTN1 ALL:INVEN'ZIO~ E 1)1,;L(,A l'OLYEHI"

Ad azione finita, la macchina: era smontata, caricata sui carri, comprc~so quello che ospitava tutta la squadra; e il piccolo convoglio, indipendente dall'ordine cli m:n·eia delle truppe, andava, attraverso la, campagna, alla Rua nuova destinazione. Uosi d appa.iouo Je macr:hinc da getto in uso nel Medioevo, · attra,verso a.Ile poche memorie dei cronisti, ma. i;;per:ia,lmente per

I,' ig. H, - ì\ianuvra rlel mu.11ga11u.

la genia.le ricostrnzi.oi1e effettuata, ve1·so la metà, dello scorso spr.olo, da illt1stri studiosi. 1\fatcria, <J uesta, oggi qm1Ri completamente dimenticata. Tali erano le macchi ne usate ,~ cosfrnitc dagli ingegneri italiani - specialmente genovesi - assoldati da S. J,uigi IX per la. grande CrodtLta,. Esse destarono l'ammirazione dell'armata! cristia,na e anche q1rnlla dei nwsf,nrlmani, e propagarono per molto tempo ]a, fama di eccellen:;,;a di cui godevano i noi,;itri tecnid in tutta. la Cristianità. ·Ma, a parte questa, specialfa;1,azione, ]a conoscenza adeguata ,folle macchine da getto medievali pr·ova il progreRso - tante voHe misconoscinto - di quei secoli. Gli a,rtefici medievali po-

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LE CIWCIA'fill

11cvai10 tanta. cura e lanla intelligenza nella costruzione di congegni deRtinati alla distruzione dell'uomo, i1uanta ne usavano 1iell '1~difieare e nel cesellare Je meravigliose ogive delle loro suhlimi <:atted1·t1li. Questo parallelo caratterizza tutta, un'Rra.

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Anel1e in qneRto pel'iodo l'It.dia occupa mi poRto di twangnardifl, ndla storia dell'Artiglieria, anzitutto perchè essa è natura,l rne1de l'er~de (liretta della tradizione rorna.na; in secondo luogo perchè - com<• si è visto - le macchine si ,~rnno appunto dimoRtrate eec..:ellenti per In difesa C'.ontro ]a. 1n:u~sa, prepondertull:e degli invasori ; in ter:w luog-o infine perchè lo stesso frazio11ame11to in rno1t.iRf..imi Rtaterelli feudali, Oo111n11i e Repnbhliche e Rtnti indipendenti, determim111ùo conthme im1n1n<\I'<\V0Ii cm1s11 di eonflitlo, mcLLcv:1 ciasc1mo iii ,~isRi nella, HP<:es sitù, di arn1a,rsi tino ai d enti e di non traiscurtn·<~ quelle arliglierie che massimamm1te giovava.n o contro la supe1·iotilù d e l numero. Ed tjeeoei ,J,lle C1·0(·,iate. Qnr.istr. 1·in,pr ono iJ eampo alle grarnli n.z;i.011i be.I licbf\. Non <~ più l'imptestl del Monarca che, vareat<~ le Alpi, sa di Lrova,1·e dei JJemici ma a n che d ei sostenitori e elw concl•phw,e ln speili½iom~ in Hnlin qnnsi r·cmw mia lwlla avv<rntnrn,, n,1:Jidnt.n n,l cnso ed :-i,] maggi.01·<~ o mi nm·e he11 voi r•1·1_\ della, parte g-hibdlimt . .Ndlt) C1·ueiate sono grandi eseeciti inte1· 11a;,,,ionn]i elle si tn1spol"l.a110 in 1•acsi a:-;solutamcnte ostili, 1011ta.nisRimi dnllc1 101·0 hnsi di rifornimento e c:on 1m compito nrtl no e pn~<.:h,o, a. cui li sorr<~gge un appassionato fenrol'e religioso. Hk,omp:1,iono, ti11almenle, i <.:onr·el.li strategici che 11e1· :,-pf:oli erano sh11.i il i mPn ti c:1,Li o 1.1·:1 Rc11rati ; h1, T<':i,n h~1·i:i. 1·ip1·r.11rlP 1m posto di peimo pia.uo aceant.o a,11,L Cavalk1·ia; riaffim·ano gli antif:hi insegnmnenti clcll'artc 1.nilitare. In qnesto pel'iodo eessa il ntovirnen!o di invoJu;,,,ione, gi:'t. <.fa noi indicato, che a,v<wa. ricondotto le macchine alla. loro fnnzi11e primitiva, doè di strumenti statici ~1dopru.ti p er l 'assedio delle dttù o per la ditesa, delle medesime. Esse riacquistano la loro mohi]itù, l'ieornparendo nelle ope1·:uio11i di campagna e nelle ha,ttaglie. Appunto durante le Crocia.te, le tre città indipendenti di Vener.ia, Genova. e Pisa forniscono aHe truppe dei veri e prop ri -

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D:\LLI•} OIUGlNI ALL'INVENZIONE DEL!,:\ l'tlLVEHE

parehi d'artiglieria, assnm(~udm,i l'onere di costrufrli e di trasportarli con la propria flotta: per la, quarta Crociata Venez.ia, (fa sola, a,ppronhL un parco d'asseclio di ben trecento petrieri

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Codeste. tre ricche Repubbliche ~ e specia,lmn1te Venezia e Genova - prn;;sed(~ttero in gran numero macchine da guerra, di cui potevano seguire ed assimilare i perfozionarnenti grMde ai loro frequenti contatti con l'Impero d'Oriente che era stato, pel' certi aspetti, l'erede della supedorHi~ militare rmnana. Esse cnl'iravano le proprie artiglierie sulle navi da grn~rra che prot<~ggevano le navi rnel'Ci:rntili, e le trasporta.vano in terd tori lontani, dove S(~ 11e scrviva110 per attaccare le posizioni ucmiche e per conse1·v:u·le quando le aveva.n o conquista,tc. Per rkon0Rcim<1nto mmnirne ,1,11che degli i,;to1·ic:i militari str:Uti(~I"i, gli es(~1·ci ti iht,lin.ui, anche in ta.le pedodo, c~rano i più perfeziona.Li d'Europa: e le nrncchine da. getto costituivano un t:.lem ento in1.porta11tissimo di orgti,nir.r.a,;done g11e1Tesc :n. Alm1rn~ 11tnet·hi11e, corne .l'Asino ed i.l l1'al eonc di Fae11z.n. 1wl Jl!i:",, la. Vn,ttehrna d .i Onrido 11d 1:lS-1-, :il Uar.c-:inp1·ieti clei Perngini e la Ba.lisi a, 1fo Seapegi,u.lolllie ,Jeg'li st·esisi rn~l 1;r;r;, fm·o110 cP.lPhri JH~1· ht, loro 1wrfezionc~. Ve11czia e Oenovn, i11 hq)f'CÌt\ nvc>vfJ.110 1·aggh1nlo Ude manstria nelJa costr·ur.ione dell e macchine che, non solo ne costru ivano in abbondanza, per conto proprio nei loro arRenali, ma,, eome abbiamo visto, ne vm1devano anche a<l altri Stati, inir.iando così mrn vel·a e propl'ia. <'spol'l,tziou<! di ma,terinle belìico. Vofornlo l'inssm1wrc\ in <11w pa.roh~ hl, storia delle m.acchiuc da. g<~tto nevrolx1listiche, possiamo dire che esse nascono in epoca e in locaJit.ù imprecisate, parecchi secoli prima. di Cristo (forse nel l V, in Sicilia.), e , da, principio, sono usate assai limitatamente, nelle sole guerre d'assedio. Con Ginlio Cesare incomincia,no ad acquistare mm, certa mobilitù, comparendo nelle battaglie campali e poi, man ma.no, nei primi secoli clcll'El'a volgare, si perfozionano e moltiplicano, fin ad avcl'c nno svil11ppo quasi eccessivo, e in ogni modo contrih11iscono notevolmente alla, difosa contro le invasioni barbariche. Ca.dnto l'Impero, per un periodo lunghissimo, quasi scomptLiono o, a,lmcno, -

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IL FUOCO GICECO

ritornano all'uso primitivo delle guerre d'assedio, e souo usati'> esscn:dalmente come strumento di difesa dni :M.ouai-chi , dai Signori feudali e cl ai Comun i.. Soltan to dopo il Mille - sp ecialmente per in flu en;,;a delle C rociate - riacquistano rn:m mano l'n.ntica mobilità e l' a ulica inq>or- hwzn , p r·e lrnlendo alla traE-forrna;,;ione radicale a ppotlnta claH'iuvcu ;,;ionc clf•lla: polvere, che di~chi.udc nna 1111ovn Era.

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li fuoco greco "ritrovato diabolico,, · I lanciafiamme dell'antichità - Le invocazioni di S. Luigi · Le miscele primitive e l'intervento di un elemento nuovo: il salnitro.

Abbia mo l.1i-dato per ul t imo il fuoco g 1·ei:o vercLè q ttt':-:1.o costi!.ucndo, in <;erto q nal modo, il vero premm:ioi·c clell 'a,rtigl it•1·la. moderm1, - merita nn disco1·so particol are. Si <~ visi.o come gli an Lichi. fa.~esi;;ero uso di varie sosL.111 ;,;e fN,fo t·Psccn i·i , ili cui rnoH.t \ t\ .. . i:,tupefacen ti l'i<:ette fur:0110 incl ica I<· tln ?11':11·<·0 l i 1·1•1·0, grmct<\ 1.rul omeo in v,H'i IT,1Jtati di pi rotP<·11ica. A vole1• riRa,lire a,gli ... a,ntmmti, si potrehh<~ a ncol'a r,itn,re il noRtro Vcgezio iJ quale 11el lib1·0 .LV, r.:tp. 41, dell 'oper a giù t:wl·e volte citata scrive, parlando <lelle armi n avali: <<. .. e Ul',rno a,ncora con l e balestre alcune frez;,;e ardt\nti in vi I 11ppn.te 11ella, stoppa,, con olio inccndia,l'io e mlfo (\ hi t 11me, le qna,li , ficca,ndosi n<~lle navi dei nemir.i., \love le tavole sono congiunte con cer a, pece e .t·esina, con t a nLa 1nateri:1, da aedel'C v'appicc:rno 1mhitamc11 l..c il , fuoco, laoud c aknni muoio110 <li fel'ro e di sa,ssate, e a lcuni Ron fol'zaJi acl ardere nell'acqua, e fra tan te rria.nie1·e <li. morti, il clic è una cosa veramente r.rudelissi 111a, i corpi r est.wo morti senza scpultura. per cilJo di pesci>>. l <J poco avanti: « .... tiran ron le balestr e magli noli o falà ric lle piene di fuochi. T magliuoli sono come l e f1·e;,;zc e dove si ficcn n o, venendone -

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DALLE ORIGINI .-\LL"rnvEl\"Zi()XE DELLA POLVE!tl!l

accesi, bruciano ogni cosa. La falariCiL è u11'.:Lsta forata con un gn,gliardo ferro in einui, pieno di zolfo, resina, biturne e stoppa infusi di olio inceudiario, ln, qmtle - tirata con la, furia della, balestra - rompe le coperte e fir,candosi a.rd1-mdo nel legno, r-:pesse volte abbrucia le tol'l'i >> (IV, :W). Anche Virgilio pada delle falariche, clicemlo che vanno come il fulmine con alto strido, e Grmdo ne definisce <(terribile» il fragore.

Ma quando naeque, veramente, quel fuoco greco, che doveva godere nel Medio Evo cli così vasta e mistcr·iosa fa.ma'! Second o 'l'eofane, Paolo Dia,cono e Coshmtino l'orfirog·enito, fu nd Gn che il siria,co Ca,llinico, rifugiatosi tt Costantinopoli, mentre gli Arabi assedi,tvano la ca,pitale dell'Impero d ' Oriente, rivel ò a Costantino TTT il << fuoco marino)), cli cui i G1·eci si se1·virono poi ahhondantem<~nte contro 11~.na,yi nemir.he. J•ar-e che eodesto fuoco fosse lllltt miscehL li1111ida, di r.ol fo, 1iafta <l calce: vivn,, che fii lanein,yn pe1· mer.r.o di << :-:ifmli )) cl i nune - d.i eui parl~L iu più luoghi l'lmp1~r.-1.to1·n Leon,~ di. Bi1-n11zio 111:l suo 'l'1·u.Uato suJlo schkrarnenCo degli 1~s1wc.i ti -- ,~ :,;i iJ1 fia,m mnvn ai contatto clell 'acq 11a. Che cosa, foRs<~ro esatta.menti~ tali sifo11 i 11011 l'tÌ pnù 1lir1·i con precisione. l\tre fossero di due speci<~: uno, più piccolo, che i soldati pol'tavano dietro lo i;:cndo e la.nehLvano a n1a,1 10, come un razzo, sul volto dei nemid; 'l'altro, piò grosso, di c ui hL carica era espulsa, mediante un getto d'aria.: qneRl·'nltirno, i,;nlle navj, e1·a posto a, 1w11a, r·ipa,rato da 1111a. specie di <'HRt<~llo, 1~ servito da due soldati. L'Ammiraglio l tra,vetta, 11 e1 magistrale volume « L '1lrt ig liel"ia e le sue meraviglie» scrive, a proposito della . natura, vera di codesto sifone : « .. . Essendo escluso l'impiego di molle, aria compressa e vapore, ed assai improbabile que11o di una, sostanza esplodente proiettiva,, rimane dtt Considerare ]'ipotesi molto probabilP, che il sifone navale fosse null'altro che una pompa a mano... 1,; pertanto ammissibile che la miscela incendiaria, fosse liquida, contenuta in appositi rPdpienti e11 tro una stiva procl iera,

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LXKCIAFIA~iMA DELL·'AXT1CHI'1'1\

t·1-q,11l~a, <:Oli forza dal beccuccio di una ma,nichetta, accesa m que l 111 e11tre e tramutata, in un getto cli fiamma)). 111 sostanza, - nihil sub sole novi - sarebbe il hLnciafi.ani111e, cl1e è ricomparso in tutta la sua paurosrL efficacia 11ella !!;Ilena, mondiafo del 1914-18 ! Il fuoco greco, a contatto con l'acqua, ar<fova con molto forno, molto puzzo e molto fracasso: e non è forse irrispettoso pe11sa,r e che a codesti. fa,ttori sia da attribuirsi parte delJa paurosa leggenda che si era, creata, intorno a taJe « ritrovato djabolico ii. Per alcuni secoli cc il fuoco marino>) fu , come dice il nome, nllopera.to <~sclusivamente nelle guel'rc mwali, dove poteva rir:1sci.re p,M·ticolarmente e:flicace, dato che le na,vi, essendo intera- · rnente di legno, ne divenivano fadle bersaglio. Già, pochi anni tlopo In, prima appa,1·bdone, i Greci, valendosi della pericolosa, rni1->eela, distrussrro la :tlotta araba cli Yesid; e nel 717-718 Leone h:iwl'ic·.o irn:c ~11Clicì par·l.1~ delle navi iw a.b<'! di Solimano . nue secoli più fa,rdi, a,yendo la flotta russa di. TgoL· :ittae · ,·.Mo C or,;t.n;11t.i1iopoli, i Gred misel'O in opHra il 101·0 fuoco ma,l'Ìuo, i 111:elllliarnlo alc~u1c mwi uemiche e sopI'atutto <fotermi Hanc.lo un irr<~sisti.hile pa nico 11ci Russi che 11011 tweva no ma.i Yisto nulla di simile, e che, t<-\rrorizzati., si bnttn.rono quasi tu t Li in a.cqun,, pel'cndovi. Al prindpio del ~)00 a,. C. tale fuoco incominciò anche ad esse1·e adoperato contro le città: dapprima hrnciato dalle mwi contl'o le ca,se aJlineate sulla, spiaggia, poi usa,to a,nche 1wl l'assalto d<~lle rnm·a delle città, ,wversarie, contro le quali ve niva la,nciato con specie di pjgnatte (vascu.lis te8taceù?). I Musulmani - apprmm, n.nzi, per così dire, ereditato da.i Greci l'uso cli codesta miscela,, che orma,i si chiamava coneukmente « fuoco greco» - la adope1·a.va110 anche nelle guerre in aperta campagna, la,nciandola contro gli avversa,ri medi,w1e tnhi oppure riempiendone vasi cli terra, di metallo o di vetro ehe, lm1eiati a mano, si infrangevano a,l contatto col nemico o col suolo cla esso occnpa.to, sprjgiom:Ludo le fiamme. I Musulmani si servivano del fuoco greco sopra.tutto per combattere i Crocia.ti, i qmtli Jo credettero un'invenzione del dia.volo. Si noti che codesto fuoco non aveva, quasi effetto sulle -

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DALLE ORIGINI ALL'IN\'ENZIOXE D8LLA POLVERE

corazze cli cui allora erano coperti caivalli e cava.Iieri : eppure il terrore che esso suseitava era così gra,nde, che, da principio~ i 01·ociati cr·edettero di non poters(~ne difendere · se non invocando, con la preghiera, l'aiuto di l)io. Luigi lX, il Santo, ribhe il destriero colpito dal fuoco lanciatogli contro dai Saraceni, con poc,hissirno effetto, chè il cava.ilo rimase qnaf.:i incolmnf.; ciononosta.ntt~ il R<~ si r:wcou1;mdava a Dio, gridando : (< Beft.-n s-ire ,Jesw; Ohrist, yarde ·11-ons, moi et f;oule 1non (.1/l'mée .)>. Si cmisideri ehc lo stesso Luig-i TX aveva dato grall(lc sviluppo all e artiglieri<>, continuando ecl ampliando le if.:titnzioni cli Filippo

Fig. lfi - l\fnngrmo ,;istemal.o ,ml cnno. ver il lall(:io clel f1wc:o g-rP(·1.1.

Angusto; ma in Occident<:i ·- come si è visto - le artiglierie erano interamente costituite (]a IBacchine da getto, e queste 11 0 n potevano detenninare l'effetto e soprattutto Pimpl'essione pau rosa, suscitata da.l fuoco greco, che rimase quasi una prerogativa d<~ll'Ori!~nt(~ (anche in Italia non ebue largo uso) fino a che l'invenzione della polvere da, sparo non yem1c a modificare rudi cal,nentc ogni cosa,.

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L'D l'l'ERVEX'.1'0

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l)JDL S ALNITRO

Hi ò d et to quc.11e fosse in origine la composizi011e dell::L miH<'<!la ; 111a questa, venue in seguito modificata, e res:L molto più t enibile con l'aggiunta, di un nuovo elemento che contribuì ad attiw1r e e mantener e fa comlJustione f1nche a riparo llcl1'~1ria,, e n, da r e al mi scuglio incendia rio maggiore intensità. e sopra.tutto la facoltù, di pr ofotta re Ju fiamm a in tutte le direzioni. 'l'aJe elemento era, secondo ogni probabilit à, il sa,l nitro. Ve1·0 è elle i. Oreci non ne pa,rhu10 mai ; ma è noto come essi tenessero gelo · xn,me nte nascosta Ja composizione del fuoco, che da ]oro prende 11o me : cl1iuuquc l'avcssie svelata sarebbe stato con Riderato il'a · di tore, sc:ornu,iir,:Lto, m a ledetto e sottoposto nd at.rod suppliz.i. Pc1· a vere 111 chia ve d el mistero bisogna Hrrivare a gli AJ'a hi i qua,li ···- conw vedemmo - c1'edita.rono dai Greci i(· <duoco rna.i·i no )) e non es.itarono a, r c1Hforlo di pnhhli en ragi011e. ~-..· r.omin · dn,re da, Ifassn\1 l<JI Hamum h , scl'itto1·c d e l secolo XHI, il quafo d ;), alla- nuova sostanza, il nome di ùnn ul) e . i11scgn:.indo il morlo 1.l i pur i-fi<::nln,, ,:i pm·mctte di idenlifì rn1·la n ppw1to c:ol salnitro. La, fo11t.e maggiore di informazioni ciren, hL vei-a, t~ssPnza ~ l ' uso clPL l'n o<·o g1·cico è il T,ilwr irr11,ù trn di Ma n ·.o Urcc:o (4ptnl· c u110, pcv <~:,;e11q1io ( :m'ola 111 0 U:1,.r d:.1,n o , fiC'. r-i ve• .Mar·ro ( li-iwc·o ), ~<:riti.o famoso sn c ni si è molto discL1sso e chP, secondo l 'opiuione più diffnsa,, nor1 sn.rd,uc ope1·a, <li 1111 Rolo antorc , doè cli q11est o Mm·c·o (che non <'! nemmeno ben certo sia r <>,almente esis lito) bensì mi i.n r,;i eme cli cc ricette » s<:ritl:c in vari e epoche fra il 7:iO e il I:100. Le stesse tes ti monian1.e degli auto1'evolissimi F1·:1,ll cesco di Giorgio Mrl,l'tini e Rit·inguccio scm hrano autol'i zznrc o~ni rnn ~(gior i.lnhbio in p1·oposi to, m eHt 1:c l ' Omodei, con p1·er.is<~ osia:Prvazio11i di or clinc <:ronologico, <limostr::i, come an che a lc un e iHl.crpolazioni de bba no essere sta t e inserite i.11 <letto libro d opo il 1459 ; e si sp iega benissimo c he in ta le ('pota, si parhl RRe di hotdic fl n f uoco! S tn. di fatto che le composizioni indica te h1 a,Icnne r icette eiencn,te nel !Aùer iyni nm, conteneva-no, Rì., g li ingl'eclie11t i cli quella, chP- ic;a.nì, poi hL p olYe re, m~1, polv1ire non era.no, i n t]lrnnto no11 esplodevano. ù omunque, Ri può affermare col Bn1vr tta che << sono l' ultimo a nello di nua lunga cat.PmL di evolnzioni che connette la mi:-;cela incendiaria. degli a n tichi alla, polYer e da Rpar o )).

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UALLl1J OlUGINl ALL,INVENZIO~E DELLA POLVER!ll

In sostanza il fuoco greco ha perfezionato le miscele incen(liarie degli antichi, unendovi un elemento straordinariamente importante, il salnitro, che le rende particolarmente terribili. Ma il rinnovamento sostanziale incomincierà .solamente quando nascer:'L la (C polvere nera>> cioè quando si troverà il modo di adopra,re il misr.ug1io, già, noto, non più a scopo incelldiario, bPnsì come esplosivo, va,Ie :t c1ire come mezzo per lanciare dei proiettili. Qmisto avvcnimen to avrà un'influenza incaJcolabile, non 1solo su]Parte ilella gnel'l'a, ma su tutt,1 la storia dcll'UmaniLù,, e si può ben asserire - come già da, qnalcm10 fn affcr·mnto - che segna mm nuova età.


CAPl'fOLO SECONDO

1300-1400 ].

Vane ricerche e dibattiti sull'origine della polvere nera - Indiani, cinesi, arabi, greci - Il monaco Schwarz, Alberto il Grande e Doctor Mirabilis - La scienza salvata dal Cristianesimo - L'ipotesi più probabile - Oli "eroi della scieuz;a ,, e i ricercatori oscuri - Errori vari di grandi storiografi - Gli "stromboli,, e le " pignatte,, - Oli Italiani .furono i primi usare artiglierie da fuoco?

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)ifon HÌ hanno notizie p1·ecise snll'inv1mzio11e dcHa polvere pfr.i cn, la qua.l e, come tutti snnno, (; cornposLa di salnitro, cur·· h<me e zolfo . lG, come sc~mpi-c~ accade quando ma.ncano i dtLli precisi, specialmente trattamlosi di un avvenimento di così vn,. shL rip(~rcussione mondiale, molti popoli se ne sono conteso e se 11e coutendono il merito. Il fatto che nkuni autori chiamano n salnitro cc sa,l e della Uhirnt )) potrebbe stare tl sostegno cli una delle ipotesi : cioè che i Cinesi siano stati i pri rni a conoscere ed a fabl:H'icare tale sostanza; alcuni storid (il M.affei, il Srm1i, il Lorini, Gonza,les de 'Mendor.a, Kìrcher ecc.) opinano che essi adoperassero mii,;.r,ele di polvere parecchi secoli pl'ima dell'Era Cristiana. Secondo tale ipotesi - cui adcl'isce, fra altri, Na,poleomi III nella strn, 'llagistrale opera, Ef1ule8 sur le passé et l'avenir fle r.,1 rtilforie - codm,t:e miscele dai Uinesi sarebbero passate, poco a poco, agli tLltri popoli dell'Asia, e poi, nel periodo delle migrazioni mongoliche, agli A ra,bi e ai Greci del Basso Impero. Le inv,u;ioni degli Arabi <~, sopratutto, le Crociate in Oriente ed in ~

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rnoo . 1400 Africa feccl'O rua,n mano coHoscere tali composi:.doni a tutti gli altri popoli dell'Europa. Ma, in .r ealb),, aveva l.H.!ll ragione l 'acutissimo Ilaretti, nelle sue L ettere illtor110 agU s torici ita,lia,ni o fra,nc esi) di considerare <.:odesto preteso primato dei Cinesi una millanteria. Non è a,tfaLto provato che essi possedessero il cosidet to « fuoco che vola>> t.iot~ i c,wnoui di bambù ca,pad di fancia1·e proiettili infia,mmati di nafta. Di tali cannoni, Recondo qua l chc sc1'ittore Cel'vellotieo, i Oinesi si sarebbero serviti a1 p1,incipio del Recolo docimoterzo contro il grande conquistn,to1·e mougolo Gengiskan, imperatore della steppa al nord della .Gran<le Muraglia,, il quale Geug-iskau avrel>be poi, a sua volta, us::1to i t<~rrrn.ci n,r ncsi Rtrapp::i,ti aJ. 1wmico 11ella, travolgcrnte n,van1,ata. M::-1, sono leggende. Le miscc~le erano usate da.i 0iuesi ei:;du sivamenle eome matcl"ia. di tLrtificio e di incern'lio ; <-lie es~i poi:;1-eù<~Ss<'1·0 d<\lle a,rLiglie1·ie, Rin, pnre rudinrnutali, <:io«' ehe ro11.osr.<~ssc1·0 lìl, vot:enza, esplo:,;ivn <leJla, polvere nera, i\ a~~ol ulamente da escltuh.\re. Haste1·ehbe a, <li.mostrarlo il fatto cltc Marco Polo, nel famosiRRi.mo Jlfi7 iorrn 1 jr, cui na1·rn. con così. pi tto1·Nwa eflì.cacin J.e sue ,wvcmtm·oisc pm·egrinuzioni iu Cina. rwl XTT R<>· eolo, deiscrive bathig·li<! e apparecclliameuti di g1w1-r:1, e ac cmrna alle armi n~ate· <la qn,~i popoli, ma non fa mai pal'Ola <li bocclrn da fnoco. ~-fa, se non bastasse tale prova neg:tUvn,, lo stes!<o .Marco Polo - rnfra,hiJe via,gghl,tore e osservatore e scl'it1 tore stupemlo -- ce ne <l:~. uw1., ·positiva, e inequivor.abi lc , là. doYe racconta come egli stesso ebbe ad offrire f11 Kan <lei 'l'a1·tn,r i Fop,~ra di un suo i1tgf!gno:,;o segua<:<~ capace di fabln·k:u·g]i 11Pi mnn gani, utilissimi per la, pi-cr.;a, della, città di Syang-yang, fiun allora inutilmente a,ssedia.La. La proposta fu premm·oRa,mcHhl accetbtt~L coi:i molta gratitudine e la, città infatti si arrese, allord1è que!<to ignoto italiano al Reg·uito del g-rande viaggiatore ebbe costruite tre ca lapnlte che scagliavano pietre di trecento libbre. 01·a appare evidente, come gfà fu osservato dal Conte Baldelli-Roni nei commenti a ll'edizione Jìorentina, del MiUone del 1827, clrn l'offerta sarehbe invece stata, derisori~t se i Cinesi. avessero posseduto delle artiglierie, perchè « non hn.vvi man ga.no <'<he equivalga, a,J cannone>>. Secondo ::iltti, le primisRime a.rtig-lie1·ie i;.arebbero cla: ::ittl'i ·

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CHI HA l:\'VlsN'l'A'l'O L.-\ POLYEm ç?

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l111il'~i agli Jndia,ni; e anche llOesta versiouc ha un elernc11to di appoggio 11el fatto che, in India,, il salnitro si trova :11la, superficie del suolo e quindi avrehbe offe1·to maggiori probabilità e più frequent i occasioni per la scoperta del miseuglio ; ma an che t.:Lle ipotesi sembra non poter reggere al lume delle indagini stol'iche, e l'Omodei la coufota. brillantemente osservando che « dove così fosse (cioè se già, <~ssi avess<~l'o conosciuta la polvere vfrica) , coruc mai potrehhe essel'e ,1vvenuto che gli Indiani di "!\fozam hico e dell e isole denominale S. Giorgio restassero così stupefatti e atteniti. d,Ll fragore delle a rtiglierie di Vasco dc Oama clÌe, giusto qmwto n:wra il MaJfei, approdava a quei lidi nel 1497 '! li} come mai il ½umonico, rn cU Oalicu t (Ualc.ntta), av1·ehhe a,spett,Lto a, conosc1~1·11e l'uso nell'ami o J ;")01 cfa dne soldati <l'J<:nropa,, scJ1i,1vo1Li o Jo111ba,rdi che fossero))°? Nè ai P crsia11i può Rl>el.tn,r e il va11to tlella 111i.tabil<~ invm1 :do11c, in qua,nto che I'isnlta che nel 14-72 essi rua,rnfaya.110 amha~.ciatol'.i ai l'r·i11dpi t>urop.d, e l'll)echLlmente a ()_uclli. italiani, per t'liiede1·(~ l>omha,rd<~ e mn11i1/,io1d e no11ii11i pc1· adoperal'l<!, l'ico11oseP.J1do c:osì im.pUcitumc11 te di rn~se1~e j 11 materia iirnspcrti ; e, (l<~J .r ci,;to, sette n,mii ilopo, nel ra,tto cl'a,1-mc a,vven ul.o n e i prei,;:,(i il<•IL' Rufratn tra J>f>niin,ni e 'rlll·clii , q uest.i ultimi clii:;poHe va110 di molt.e ,~1·!,igliel'ie, mcn tl'e i pri111i n o n ne av(-:Va,110 affatto_ l'al"ime nt.e fallace se mbra uu'alLra, versione secondo hL q1u1,lc gli Arabi sn,reubero stati, 11011 semplicemenle i l1·Mm1cttitori, ma- i veri e 1woprii inventori dell ' artiglieria <l,L fuoco: sta cli fa.t t o clrn in nessuno degli a,lchimi~ti arabi del secolo XlH si froYa- 1·p11110 della polvel'e rla s7mro; e tutti gJi accenni storici a pdreri, mort:1l'"i ecc. ~.;emurnno doversi riferire a comunissime maeehine u cHohalistiche che sca,g-liavm10 an che sost:mzc infocale. l'ei: cercar di scc1·nere la, ver ità, attraivc1·so ,Ll1a ridda cli voci e leggen(fo contradditorie. è uecessa rio a nzit utto s tabilire - o, meglio , ricordare - la ditforernm essenzia,1e che intereorre fra seoperla cfolJa, polvere e suo nso come mc1,zo di propul::;io11e d eHe a1'tig1ierie. Fra.11ccs ro Omoclei, e olmrnelJ o direttore d el rn atci·in,le di a r -

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1300 - 1400

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tig'licria, dcll'Rsercito piemontese e direttore degli studi milita ri nella, Regia Accatl<~mia Militare di Torino, alla metà del secolo scorso, nella sua <<dissertazione)) Dell'or-ig·i ne della, polvere da guerra e del primo 'IMO delle 11,rl·igl-ierie da fuoco 1 st~ggiamentc osserva che« nel caso di qua,lunque trovato in artjfici od in m a,cehine si vogliono avere per cose affatto diverse la cognizione dei m.oventi e dP.g]L ing-rc>dfonti, P. FapvJicazione o l'uso loro nelle dette macchine od artifizi )). In Europa la scoperta della polvere nera ru attribuita, 1w1· :molto tempo, nl monaeo francesr,ano t,~clesco Bertoldo Schwarz (Hchwarz , in t<~<fos<:o, signHica appunto «nero)>), molto versato nelle scienze JLatura,li. Secondo una diffusissima lcggcmla,, egli , la,vora,ndo intorno ad n,knne sostanze poste in nn mortaio. ùn·ehh<\ per una, cf1suale esplosione, scoperto l'effetto di profozio1te che poteva trarsi dal miscuglio compoueulc hl, 11olve1·c: e da ciò gli sarebbe nata l'idea di adopcral'c La.le 1nise11g·l io co111e m<-izzo pe1· la,11cfa,1·(~ p1·oic~tw L ( )ra, r.he qu esto monaco - ili c ni Svizzc,.',L, Germa,nia, e Du.11i111a,1·c,L si contendo110 l ' o1·igi11e -avesse vemme11t.c l.trga con osccn i'.a dcll'a1·t.ig-licl'in, e r·lie nbhia magari cos truito q1rnkhe nnova, borea <ln fnoc·,o (~ possibilissimo, ma lmstano alcuHe se1nplici con1-:idm·:tzioni cronoloµ;idw pe1· e~clndet'e c11c egli ne sitL sL,tLo J'inve11!01·e. Lnfatti, s,'<·oudo k not,~ hiografirJ1e che lo concernono - in realtù, sca,1·sissim c e vaghe, tanto clu~ molti scdttori a,nche nntorevoli mett-0110 addirittura in duùuio ia s11a, esisten'za, - egli s:u·<~bbe ih1Ho ùi morte violenta, fl, Venci'.b 11el 1380, in dà non ,Lv,u1zatissium, me11tJ·e noi, come vedremo, abbiamo notfaia a,ssolut.amcntc C<!l'ta d el l 'impiego di bombard,~ ,~ scoppietti fin ,fai primi fler.enni ,lel secolo, ciot~ tprn11ùo il bravo monaco Schwa.rz non era, pr·obabil IDente an<'.ora nato. Il Bnrnet, che è francese e nel s110 giudizio non può certamente P.ssere inff11e11zaJo tla p1·econcetti in favore dell'Italia,, scrive: (< g nostra opinio11e ehe la Ger111ania, l u11gi dall'ei;,sere la, culla ddl'artiglier·ia da fuoco, fu una, delle ultime l'otenze dell'Europa occidentale a conoscere ed impiegare queste nuove nrn,cchine ; e ehe le eomnni'cazioni eon l'Italia, e la Fiandra furono per questo Paese la, prima fonte dell'artiglieria)). 1<:l proba.bile che Bertoldo Schwarz, viaggiando in Italia verso ]a, m,~h\, del secolo X'iY, cioè q1rnm1o qni le artigliPrie erano -

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CHI H A ll\VENTA'l'O L A l'OLVEHE?

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giù in uso, e sopratutto trova,11dosi a Venezia, che fra tutti gli l::3ta.ti ilaliani era il più ricco di materiale bellico, abbia impar ato a conoscere la potenza d elle nuove a rmi e le ~tbbia portate in Germania. M.a la fantasia popolare, sempre varia e feconda, non si è fo1·muta a l monaco l::3ch wa,rz. Essa ha att1·ibuito anche ad altri })ersonaggi Fiuvenr.ione della polvere : ci limiteremo a citar~ .A ì berto Magno e H nggc~1·0 Bacone. A lbetto 1\fag-no, vescovo di Rati sb0na, m orto nel 1280, p1·ofonùo c ultore <lelle i:;cic~nze tisiche, vb~giò lungamc11tt iu Halia, Uermauia, Ola nda e, pa,r c, a ndu1 in Grecia, alla ricerca. d.i testi a,riRtotelici. Per pl'Ìmo egli concepì e realizzò, da solo, mia, forrniùal.lilc opera enciclopedica - divisa in due parti: Nuion.ze pmfa,ne e Nciun ze ~acre - in c ui ponev:-1 a lla portala d ei suo tempo l 'h1sicm1e lldle 110;;,Joni della, sdenza, latina,, greca, :1,1·aha e is1·aelitica; e, i11sormn:1, eome fu detto, tentava di c1·earc 1111 ,t sinteisi d elh~ scie11za, a11Lica, e del cristianesimo. In una delle s ue operP. xi trova tmn, r iceUa per una composfai.one esplosiva, e lle• 1·i pc~tP ,~Haf.l:11111!11te qnelfa giù indkata, da Ma,rco Greco; ma m1dH~ .Alhm·Lo 11 e ignora, Ja, fo1·:r,a propulsiva e il modo di applirn 1·la alhL propnlxioue ù.i v1·oictti con le artiglierie. All.ra ipotesi i nliue a t tri hnisce l'invenzione a Huggm·o Hacone, m onaco inglese che Reppe di al chimia , di astl'Ologia e cli scien ze Hatura.l~, e fn cr,~duto maestro di mag ia e , come l":1,le, iucat·cerato. Qnei;;to misterioso p erson aggio - in c ui 11 0n sai se sia.no più intereRfitLnti i barhagli di luce o le zm1e d 'ombra, cioè la bi:r.r.arrn a ttivUù, spfri t nale che gli può esscJ·e riconosduta co n cert1~zza, e lJ ucll a più v a sta opera, che gli fu ,LttrihuHa dalla voce popolare e nella q i1a.le ~ impossibile f.;C:ev1~rare perfetta.mente la verità storica òalla fo~g·emla - sorge con la, sua pos· se11te fignra sul limita,r e fra il Medioevo e la nuova, et à c he egli., col suo culto dell'P.RperieIJza pra,tica, prec01.·re e preannuncia. Tu ttavia, fra i molti 1nc1·iti di colui che fn chiamato Dootor MirabUi.'I, non crediamo debba a m10 vc1·al'si quello tlcll'invc:~n:,;ione il eHa polvere. Rg-li , tanto ncll'07ms Ma,j-us quanto nel De S<J<',ret·i .'I operibits a>rti.'I et mit'urae et; de necessitate mogiae, la- . sciò, n el suo solito stile c ri ttografico e auagrammatico, dc11e ricette di miscugli esplosivi , ma a,nche per lni i;:;i può ripctcl'e -

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1300 - 1400

ciò che dicemmo di Alberto il Grande: ehe ignorava l 'energia propellente della polvere; o, a,lmeno, non. c'è alcuno dei suoi scritti da cui risulti che ne avesse conoscenza. Tenendo presente l'acutezza talvolta divinatrice della sua mente, <~ logieo pensare che, se avesse conosciuto tale energia, ne aNrcbbc intuita la straorain:1,ria importanza e n elle sne opere vi si sarehhe cert~Lmente soffermato. ()ui · q1mlcuno potrebbe Io1·sc mcrn.vigliarsi che codesti sup pm~ti inventori dclhL polvere, doè in sostauza, di m1 t enibile strumento di gnena, siano tutti tre ministri di qnella 1·eligione cristiana che insegna lit pace e 1'::L11t0re universnle; ma dimostr<:rc:hh<i così di ignorare quella che fu forse la massima rnissio11 e e fuuziouc del Cristia nesimo nei secoli oscuri : esso salvò la cult ura e la sciemm cla.ll'ahis1-m in cui le i11 vai,;i011i h,.trhail'iehe le nvl'ehhero prohnhilmente p.l 'edpHatc e sepoH(\. 11 pr:occsso di 1·ie1·ii-\tnllhzazione, che i11co111i1win, a, tlet.~i-rninm·si n el VT secolo, clopo rl collasso del l V e del. V, è in gran pnr·t e opm·a cl egli Ol'gn,ni 1nonastici cr-istian i che sorgono nel moncl.o oceidentnlr.. un po' dovunque. Mentre la violenza individua.le, Je l'isse, l':u1i.H·e hb .imperve1'srmo dappm-tnUo, si fo1· mano qua e lù, dei 1rnclci d'uomini chr. a.mallo ritta1·si a vita solitar·ia di preghiera, di contc-:mplazione e di speculazione filosofica.; e, nella pace dei monn.ste:ri e dei conventi, riempiono col fervore degli studi J'a.ustera solitudine, 1·itrovano e decifrano i papiri degli a,nLichi poeti, l'i scatta,no dallo tenebre i tesori della cultm·rt 1·orn ;rna, riprernlr.11donr. la Jmninosa, tradv:.ione. SP San Bmrndc-:tto e Gregorio il Grande sono i due uomini che pitì illustrano la s to1·ia, dell' org~LnizzazioJ1c monastica , questa è ricca, di iunurne1·evoli al td seguaci, il cui nome non è giunto fino a noi, rnn, c:he c:erto ebbero nella Rtoria, un'influenza assai nmggiore di quella, di tanti ce]ehrati <:onclottieri. Per otto secoli codesti monasteri eostitui scono dei veri centri di sapel'e, delle isole di luce. Se 11011 manca.no i monaci avidi di 7wt;ere e traic;cina,ti ne] gorgo delle lotte terr(~ne, i più sono inv<~ce a,yidi di scipere_, coltivano le arti e i mestieri, ueano biblioteche , scuole, università, conservano e talvolta, approfo11discono i frutti. degli stndi sc:ientifid cli Roma. Non è clnnrprn me1·aviglia che -88-

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GLI STH<ùWOLI 1,; LE '.l.'HlL\lBb; D,\ J,'UOCO

a.k.1rni e fo1·se molti di essi si dedicassero ad esperienze sulle miscele incell(Jiari1~ e cbe contribuissero eosì a,j successivi perf_ezio1,amcnti, auche ~e uon possiamo dire con precisione che sia stato pi·oprio un monaco a scopi-ire la polvere. In sostanza,, come t.ntti i 1·it.rovati bellici , arH~he CJUeJlo clella polveri~ nern, passò attraverso a stadi. successivi p1·imu cli giungere ad una re:.tle applicazio11e militare, <~d in senso a.rtiglie1·psco. Rin dal 1::!:-m si trovano i.J1fat.ti in l'isa degli stromboli uci CJUaJi, il1 nn pri1110 tempo, si c1·eclette s<·.orgcrc un itrti fieio destinato alle luminarie, ma indagini più nc1:u1·a,te <~ d.i )igenti , e sopratn tto Ja conside1·a)(.ione che per il l oro confezionn.rneH to occorreva, della cm·t:.1, (pa-pi1·0) e ciel ea,rbone, bisop;navu compfore J' opei·azionc cosiddetta della torcitur·a, :,;e1·virsi di 1111 1:mfoolo (<:ald,d.a) per p1·ep:1,i-are ln, 1ni~t111·n, e Jinn,lrne11le, per 1111 a.Hro verso, a,clop1u·a,re ch!i fol'l'i p e1· tr·ivt~llan.l lr, ea,mH~ lleg-Ii 1-s( rn1 11 boli , l:lscim10 :1,dHo a lle seg;nr.nti. ipoh~Ri. G.l1c tn.Ji :wLifo.:i 11011 fo~R1~1·0 aHro che 111111, :,,;pecfo di li 11g;11e a, J'110(:o da, lc~p;u,1·e, n modo di Roffio 11i, ~1111:1, lHlllta, <lnll•~ aRtP.: a1·tifk:i die fìufru110 ro11 lo spn.l'm·<~ due r.n.nnoli cli feno, o d'ottone, cadcM fii veedo11i eonw ~li. an:l1HH1set.ti. Od a,11ehe c he n.pp.1i-tcneRsero al gen e1'e dell e l1·omhti :.L fuoeo, o JJignaf:f;c artifìci:1te, elte Hbùiamo giù, v1 cl ntc e di cui si fer.e in scgnito pure ]arg.hissjrno u so . L n, 1~iRtura che élovev.,1, farsi liquefare ucl paiuolo per rie mpire gli stromholi 1wn ~ conoscinta,; etl è a,~sai pl'Ohabile clH~ il segrel.o numteHuLo nei docnnrnnti tL'm·r.hiYio (nei quali il fabhricn,Lo1·e delle rnjstnrc~ parla del legno hrudato - carbone - e del. pa,pirn, 1u.1 tnice: csprcsRa.meutc :,;ug-Ii altl'i ingrecliimti che pnrP doveva.n o entra,1·vi, da Lo che si accenna a liq1wfazfone) lcnèln appunto ad impedire c he si. diffonda la. couoscenza, di on eo1npo:-: to n el quale cntl'assero il sn.:Initro e lo zolfo. La, polvere piricn, non era certo diffusa in l!Juropa nel 1 230, ma nnlln vieta di supporre che essa, jn modo rndimentaJe , costituisse la carica dc~gJi stromboli, così corn(i, più tardi, fu aélope1·nta. ne lle pi~·natte iwtificfote, in nnionc cioè alla pece greca,, alla p ece fii nave cd nll 'oli o cli trementina. ln tale ipotesi, 1a polvere ne1·a ~ostitniva. pffettivamm1te il rn.ezr.o di pl'opulsione del ca1·tocrio cli papiro coul enente la rnistnrn inccn clia,ria. 1

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1300 · 14:00

Le troml,e a, fuoco, o trombe artificiate, o fnoc! 1i o p.i~·1;attc artificiate, cl1e servivano « ~i nelle Navi o nelle Galere, come negli assa,l ti delle Fortezze o Uittadi » erano ordegni di leguo grosso, ca.vi internamente e muuHi di due punte acuminate a.llu. estremità. Si riempiva liL ca,yità con misture speda.li di cui offriamo un saggio a.i 11ost1·i leLtori: poJvere schietta, salnitro raffinato, solfore (zolfo) purgato, pegola, (pf!c:e) di Spagna, can· fora., olio di. lino, olio comune, sale ammoniaco, argento vivo e vN·nice, alternando la. mistura con stoppacci nei quali si in· troclucevano quadrelli <li piombo. Una. volta dato fuoco, la trom b!-.1, a1•deva per nu cel'to tempo, sino a, 10-15 minuti, limciando fiamme, fumo, scintille a.rdeuti e g·]i stoppacci con 1·cla,Livi quadrelli. Quando poi il fnoco era spento, restnvauo ]e dne punte per la difesa dei porta.torL La diffc1·eJ1za, trn, i clive1·si tipi non eré:L molto selllsil,ile, salvo clic per le pig;11atte ]f~ quali emno destiuaL(~ a(l f~kscni Jancia,tr. a, ma,uo tl11ra,11te il r.omlmttimento e pel'Ciò er:rno di Ioi-1mL tou dcggia,ntr., eon!.crnwano minore qn:rn t.i tù, di mi~b11·a e tcmleva,no aa 0Ue1wr(! 1rnll'avv(\1·i;::wio 1111 effetto pn1·ago11ahilr. : L q ucllo di unn. << caldail-L él'ncqna, bo1Jente ». Per tale motivo, into1'110 a lla pignattn er-a110 a eco111où;d,i aknni cc solfel"ini » i quali si 11.cce11 <fova,J10 prima, del la,ncio, iu modo che, s pa.r~r.ndosi la mis tnr:i pcw la 1·ottura, della, pignatta,, 1u·ovocni;;i;;ero la, fiamrna.ta e la proiezione del li<Jnfrlo anlente. R.inia,nendo dunque insoluto, tLlmeno fluo ad oggi e p1·oba.ùilmentc per sempre, il prohlema co11eerne11te Ja, persona d ell'l 11vPntore de.I.La. polvere nera -- o, per meglio dire, dello scopritore della sua for½a, di proiezione - a,ttravc1·su ad 1111 e:-iame spasRionato della questione, si arriva. logicamente a credere che Lale polvere sia n ata, per via, di. successivi, quasi insensibili perfc½ionamenti , da l fuoco greco che era, come vedemmo, un a,rtificio a base di nitro, già da, gra,n tempo in uso. L'onore della scoperta non spetterebbe dunque jn p articolar modo a nessuno - anche se °t'tle conclusione sia per d eludere un poco lo spirito popofate , che ama, personificare sempre in d.etermi~mti individui i gr::i,ndi a,vvenimenti della stori.a. La verità, (e ci sernùri,, rin cora,nh~ e bellissima,) è che - oltre ai grandi rinnova-

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LA SCOI'IWTA 01.r.LL A F(Ht:,IA l ' HOPU f,SIVA DEL LA

l'OL VIJlRE

tori e creatori, eioè coloro che potrem mo <:f1rl ylian :1men tc defi11fre << eroi della, scienza>> e clic con la luce folgoran te del proprio ~enio suscitano delle nuove Ere - vivono ccl operano nei secoli, in ogni P:-iese, le serra.te fala ng i degli studiosi teuaci, •scuri ricercatol'i e sc:opritori minuti, generalmente mouaci nei primi se<'oli del J\fc>dioevo, poi :rnche laici ~ nou meno appassio-

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Fii~. W - Lallorn(orio :i ld1imis tko in c ui si studia la po il'ere.

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comr~1dzionc dell&

n a ti e pazipnti. Og-n ,1110 <li essi 11011 <leterrnina se non un minuscolo, quasi impercettibile spostamc>nto i u avanti nel cammino della dvilt.,\, ma. tntt i im,fr•rne, costit1Li srono una imnH•nf.la forza :.Jp iri tnn.l f', no11 meno preziosa, non meno neeessuria che quella dei grandissimi. Ora, conie Ri a rrivò a sr.oprire la forza cli p l'opnlsione clel In polvere? Nel i;:ecolo XTTT f'l':'l!IO fa1·gamen te in 11i;:o le esperienze ten denti a perfezionare la, miscela, che e1·n compo~tn di nitro, car_:_ 91-


1300 - 1400

bonc e zolfo - cioè dei tre medesim i i11g1·edie11ti attua.li della polve1·e - e si prepm·ava, in la,l,ora,toi-i , moliui ecc. Ai i\folini a p olvere tlci .Ualat<!sta - c he fu1·ono tra i primi in lfalia - h tL dedicato r ec:entcmcut e un opuscolo il 'l'eneajoli ; ma la, polv<~re fabbricata in ta.li moliui, come a,bbiamo già. fa tto rilevare, ser vivèL a,llont esclusiva mente ad incm1dia,re e si lauciava, p er mezzo delle autic-J1e Mllli da gett o o a ltraccia, o con bastoni. ~on P. difficile immaginm·e c lic, durante ,pmlehe esp<~rien?,,L su tali miscelf\ incemlia,rie o nello stesso nso guerresco <lelfo medesime, si sia verifka.ta nn ' accide111·alc esplosiorn\ In cpwle p1·oiettò a. distrmza, fl ei. corpi solidi. Qua ndo e dove a vvenne tale incidentP., che clow•va, avere così })l'Od igiosci consegueuze'! Forse rispond(~ a, vm·it :), !;1 snppos izio11e del (;cn e rn.Je Saclie1·0: che c odeste fortui te esplosio11i l'li !'-.inn o vedfiente, n e1la stessa epoc:a , in vn.r i lnoghi; e poic-lH:. a,vvt-!nivn.110 durante flrlle esp<~rfonzc, cioè sotto gli occhj di sJ-ml im-d . fo,ki. ald1imisti , ò 11ah11·ale thr. em.to1·0 ne fossero imp resi':ion n ti e c he, fori,m i II più Ll' uno, nascesse conternpora11ca111 P1il (1 l'irl<•n di uOJir.zm'H tnl e energin, a Sl'Opo belliro, sostituendo l<> m a cchi11<1 fl:ì, g etto n nvroba,lisl.id1<\ con al tre ba sMe 1mll ' i111 pi1~go clella polv<'J'C n era.

Re il rni Rt el'o petmn tu\ inlomo all n Rc:01wrtn, ('lp]l n, poJv(•t·e pit-irn co rue .nu~zzo d i propn lsio11e , docnmc11ti vari renclono :il1 Y<·1·e ]pgif-tirrm In suppos izione clw J'Jlalin sdn si-alo iJ primo J)nes1· ili cni ta.le s c ope>l'ta. neciùe nta.l e vcn 11e «interpretata )) ,. s1:fon t ifien 111c11tc clnho ra1a fino n.ll'appJicazion r. alle a 1·ti~Jie1·i e n>1'" <'

rn·opri r..

V P-ro e~ che 11 :i\ifacMav<~llì , il '111icchn-dini cd aHri r.milw11 1.i i;;ct ·it-t-ori italin,11i sono in vece cli opi11 ione c he le anni (fa fnoc:o siano statP a doprnte in G erma nia a:-.sai pi·ima che 11egli altri

P:.tN·d e :a;i. _a.f fr<>tt.nno a 1le<l111·11e c he esse sia.110 stnte invcnla-l"e in 1errn tcrlcsea. (S r 1·i vc il i\fachfri velli n el J Lib1·0, 32° ca pitolo, delle l :s lorio Ji'ioi·enUne, parlando dell e lotte frn, G<'novesi e V e11 c->zi rrni p er il p ossesso dell ' isol a, di 'l'enedo : « ... .n ell e q uali g t1 e1-re furono prinrn vedu te Je ' artiglic1·ie , strum ento nuovo tl'Ovn t.o dai T ecles chi» ) . J\f a le Ho ti zie s11 cni si basano il gn1,nde Segret:wio e ~li nltl'i s torici - no ti zie ch e parlnno di art i~liP.1·ic

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LA POLVEHI•: PIH(CA IN' l'.1.' .\LIA

tedesche in uso ucl secolo XJU - so110 male.erte e ineo11trollabili; senza conta r e che vi è un altro motivo, <.Li altro ordine, eh<~ può a ver indotti moìti storiografi. ad accet tare ad occhi c:hinsi l'ipotesi di un pl'imato tedesco; ed è che, considerando essi le ai· ·· tìglie rh~ - lo vedremo - come qu alcosa di atroce e diabolico, erano n a tu rallllente propensi atl attribnhne l'iJJveuzi one a d aHri p opoli e pr·ecisamente al tedesco che, secondo le fan tasie popolari dcll'epoea,, 11Veva più diretto e frequente comrucrcio <:011 le .. .. potenze oscure. Ch è 11u Li zie s ul.l 'impiego delle m·mi da, fuoco nel i,;ecolo .XIll, a voler tenere conto delle testimonianze nou eonLJ·ollal:,ili, se 11e trova.no a josa miebe p,~r· t1ua,nto ri~uardu l'Italia_ In storie, memoriali, Cl'onache, regi:stl'i de)] 'epoca. si pa rla ripet uta mente di boinùnrrle usrttl~ dai Bolognesi nel 121G, qna11clo - secondo (lllil,nLo rifcrif,<:e un Memotiale i::it01·i,:o citato clnl Muralo1·i n el suo monumentale lferu,m ila,l ioctrum Scr·i ptorns · - n-nda,1·0J10 f:on gr·a 11<le es~rcilo ,~ col <·.a r·roc<:io « ad nssecliure S:rnto -Arcn.ng<~lo in se1·vizio di q uei di C<~sena, et ivi stettero ~d settima:1w et <·olle homhal'lle bntta1·01io le m1u·a a !ena, >) ; nel 12~m, a.llo1·c hù << shuHlo 11.ll'csp11g-11a~io11e del cr.l!;;t<~llo cli \Tig11olèt coli le bom ha,1·cle, llmngani et gu,tti., a.vcv~1110 dh;fatto turn gTèLll pai·h! del mm·o >>; 11cl 1274. UHCOWL dai Bolognesi in u11a llcll n la,11te lotte fl'atifo.iòe nel I'inte1·no d e ll tt citt à fra, Lnmberlazzi <! Ue · rmuci. I Piorenlini., a lor volta, uel 1233 « si ferm,i.1·ono con la gent<~ a Tizano il quale luogo, pcrchè ern fort<~ d i sito, sostenne più uì l n, for:r.n. del campo e finalmente vinto da lle bomb,u,le si dette nelle loro maiui >>, secondo die rif'erii,:cc rn~lla Rtrn 11 i Ntor i(( Fforen/,ina, Leonardo Aretino, il <pmlc pada, Jn11·e clei l'OlltP Kovello che Bel lt(H «assediò Facc hio e vi pia 11 Lò hornbnrde ». Inoltre, llillL cro11aca fodivesc, de"crivenclo la hattap:lia svol· ta si nel 12Sl a, Forlì fra G uido da :M ontefeltro e il frmwc·:-:e Giova1rni d'Appia, 1·nccon tn, che il primo avevtL « una sqnatha, di fanti -e una sq uodra graJ1dc . de' òa,lestJ·ieri e sco1wUeri .. .. )J . 1;; a n cora ~i pm·la,, vagamente~ di armi dn fuoco usa.te a Napoli nel 1248; cli polvere << pro bomhardiR >> cnricata su navi genovesi :-iJla, fin e del secolo; di a-rlig-lierie usate, pnre da Genovei-:i, al i,:er vizio della Francia,, contro gli Jnp:lesi , in data. anteriore a quclJa lii Chiog-gin.; mentre Padre Gug:liclmotti sostie11c <'he la più no-

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1300 - 1400

h:vole appHcuzionc delle bocche tla fuoco si 1-lbbe, am:hc da. parte c1i ltali.aui, nelr n ltimo pcrioilo tlelk Crociate, e specialmente all 'a~sec.lio di To1emaide, ue] 1290. Ma per a mor e di irnpar;dalH.à - e fedeli al proposito giù d1ia.ralllt~ntc espresso n ena Prem essa rl i non fare opn·a apologctic:1 - vogliamo tl'ascnra1·e codeste testimouianzc, di cui si deve riconoscere che :,;ono a.i,;i;iai dubbie, soprntntto per fa, fì.L cilitù, e la freqncnz:1, degli equivoci di lingna.. Nola.va giustamc11 tc H colo11nello Ornodei, n ella ~11:1, iH:c uratissinrn, 0JH~1·a D<:ll'ori!Jim• <ldla vuZ.1;Òn; · da, yu.errn ,~ ,.lel prùno ww d elle <trti,qlie1·ie, <·lic g-li stm·i•>gt·a.fi e i c1·oniRti me(lit~vn.li, i qnali scrivevano in la.tino , 110 11 osa.ndo o voleudosi evita.re la, fatien, tli conial'e n11ovi vocaboli pnr oggetti n11ovi f)tmli erano Jc macchine da, fuoco, le f'.liia ma,vano gencl'itarnc nte lonnenla, usando coi;;ì il vocabolo lnHno che, come abbia.mo viR(·o, Rerviva a, dcsignn,1·e tutte fo 111a.1·.t·hi111~ da gnena. Ne élel'ivnva, c he i ITncluttori, i volg11,rfazat<wi o g·H Rtod,·i dei :-1\c·oli posterio,·i, ,·iYcnl.i c.ioè nc ll'epo~a in cni (~ra110 ln,r·gum c11 l·n 11i-ate le homh:11·tle, non c~it.:1vn110 npp11nto :1 t1·adnl'l'c 1•.ol vot·n.bolo cc hornhar<la » r.odeRto Jn..U110 tor1nr:11.tun.,,, a,nd1e (fna1111o i11 1·cuHil. si tr:1.f t:arn, tlellc ,t11tid1c macehinc da, getto. Limit:tndod dnn11ue nlfo tcstimonin.nze f'Olrl'retc o ~Ì('.lll'C, poRsi::l,mo Rfaòilirc con certezza clrn bomhan1t> , ~eoppietti e poi ca.nnoni fnrono adopel'ati in Italia., come vedrc!lllO , a L pl'i11cipio del Trecento.

2.

Panorama storico e politico del Trecento - Signorie, Principati, Repubbliche - Le milizie mercenarie - Influenza dell'Artiglieria sulla concentrazione dei poteri statali - Notizie certe sull'impiego di be mbarde e scoppietti al principio del secolo XIV.

Ma prinm di procedere n ell'elenco delle prime inconfnUtbiH apparizioni delle al'mi da · fuoco, diamo un m1>iclissirno sguardo alla storia d'Italin in questo tor1-:i cntoso e fecondo sP.colo XIV. -

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LE MlLlZIE MEltCENARIE

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lJna ùelle sue ca,ratte1·istiche fondamentali è la conthiua:1,i1H1< ~ e Facceuluazione di quel processo di concentra.men to poi i I i1·u , elle giù da secoli veniva len tamente reagendo contro l a f1·a11tnmazione, anzi polverizzazione dell'Italia in un'il1verosi111i I(~ quantità di fendi e Oomnni, ognuno dei quali aveva, god11lu tli una quasi a ssoluta. indipendenza . L 'nutorit.\ irnpt,ria] e Ri sla ma.n ·m~no disgregando per il s11q.\"<\1·e d clln, eoscienza naziona le, per l 'esito infelice della sped.iir.io11e di Anigo VII, invano esalta,to dìli D a n te, e per tiuello dhm.stroso dei snoi suer.cssori Ludovico i I llavm·o, Cado IV e \ 'e11 ct~slao di Hoe mia. Il potere poli tic:o del Pi1,pato si. è logor·,d o rn~lla, 1~slenua,nte loLta cont1·0 gli Hohcnsta,ufeu e gli Anµ;ioini. l Comuni si isvcnnno n elle lotte intestiue. Oceorre ima forza, nuova clu~ elimini l'aua1·chia delle di,-;seusio11i interne, compia la definitiva, fusio11 e degli elem<~llti 1·011mno e lmrbai·ico, l'iunisca fa sov·ra11i tà di ogni Sta.Lo in un 1101110 ~o lo o 111 nn potci·t~ organico, solido, hP.ll radicato, capa.c·,c di stahilil-e l 'online e ga,r a,nthe Ja, sknrP.zza dj vita : so1·ge cosi il pedodo cfollP. Sig11ol'ie P. dei P l'in<:ipat i. Xatm•n,lme11 tc l utt-o ciò non i1vvieue se J1011 ntt1·avcr so a,(l i11n11merevoli episodi drammatici , chè da un lato, spesso, i ca.pi d i a,ntkhe casate ragg'l1a rclevoli 11011 accettauo il giogo, cioè non ~i rassegnm10 :1 divc nil'e ~nddit.i del rappresentante di una farniglfa, che fu, fino a, ieri, loro 11al'i; dall'a ltro, il popolo trova 11cll e difficollà economiche o nella, nos talgia delle abolite libcl'tài comunali l 'energhL tiella ribe11i011e. 1\Ia i Signori a 101· volta µ;iust.i fieano la propria ragione d'e,-;~crc estendendo il dominio dello Rtato e p l·omnoveu clo il prog1·csso economico e civile, mentfo, per far fronte a tutti i nemici interni ed esterni, dispougvno di mm, forzi.L 1n10va di cui già. si era1io serviti i Comun i, ma, che acquista. ora maggiore ri]icvo e poteuza: le Milizie Mercenarie. Queste occu pa.no un posto di pl'iruo piaùo nella storia d'Italia d.el Treeento e ùcl Quattrocento e mettono in luce degli eccellenti condottieri, stra.uicl'j p r i ma, poi italiani, come si vedrà, più ampiamente nel capitolo successivo. Come è noto, l e Mi1izie m ercenarie sono di origine straniera e posRono riallacciarsi ili quei gruppi ùi g ucl'l'fori del Nord e del Nord Ovest che, a.I ritol'no da.Ile Crociate, non volendo o non

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1300 - 1400

potendo restiluirsi al proprio Pa,ese, si fe1·mava.no in . Italia al soldo di qnel Sig11ore o Comune che meglio li pagasse. Accadde che, d 0po qm1,lehe tempo, anche in Ita lia ci si rese conto che codesto mestiere di << uomini. d 'armi>> aveva dei vantaggi: da prin cipio individui isolati o gruppi <li Italiani si anuolarono sotto la bandiera di qualch e ca.pita.no di ventnra straniero; poi, nu1n nw,n o, esi;;i divennero la, maggioranza e. dettero lo sfrntto agli intrnsi, costituendo, giù, sul fìnil'e dt>l secolo XIV sotto Alberir.o da Harhia.uo, la prima l\fiJizia, me1·te· naria, itaHana . Questa, poi <~hbe umvio svilnpi,o e larga fam r1i, e, sì, a nche gloria, m ettendo in lu ce sopr:11 utto J'arte militare, Ja pl·ontczz:t e la cap:-Lc·,Hù. cl 'azi011 e <li molti capitan i. Stupendo eornl ottie1·0 fn Alhe1·ico d1.L .Ba.r·bin,110, cla, akn11i Rtoriti eletto << il gr:lll cle >> e (]a, alti-i : «ve l'O luuH~ e prima glorin, de lla, rnilbr.ia Ha,Ha.Wl >>, d1<~ dis(·e1H.leva da uua. d iJ1ast.ia, di gm~1·rieri ustita. dal ea · stello di Bal'l>i:wo, in H.0111ag-11a,. Co~l.itnihi·., 11011 a11co1·a tr(ill · t.e11rn•, qtrnllH fotmi,lalJi.le compagnia <li V(~n t u .r n d c cliiurnù di R:m <Ho1·gio, t ntla ù(nt1posta, di ltali:rn i, <~gli foce ginrare ai ~uoi · oflio coni r·o g-li ~I 1·a11i(•1·i. N {pmndo, nella s11a, pd111a grande h,tUngli,L tam pn.J(~, il ~O aprih~ rn~o, al ser:vizio (lPI l'n,pa Halia110 U l'btu10 VJ, uei <·,1,mpi lar.iali di Mn1·ino. li J:rnd ù c ont1·0 le hn.nde dei (; 11a81·011i e dPi Rretlord - i più fenwi ·:cl temuti combattenti d 'allora,, venuti a sostenere hLntipapa fra n cese Clenwnt<~ Vll, al comando dello RÌ<'Sso 11ipotc di ClemeniP, Mon :signor di M.ongioia, - egli ·1e sbaragliò in cim111e ore di se1·r alo comhattime11to. Il giorno stesso, si prt>sen tò tri011 l'a11te a, Homa . Il Papa,, che della, vittorhL avcvn, 1·eso grm~ie n Dio pror.ei-.;simurndo a, pfocli nudi, Jo creò Cavaliere di Cristo e gli conferì solenne men le una insegna croci:t ta col motto << Ha lia, lihentta tl::d b1:1,rbari >>. T>a Carlo di Dura:i;zo, c he A lbcrito va litlan1e 11te sm,te11ne contro Lnigi cl' Angiò nc.Lfa campa.gna, di Puglia,, fu poi (·J·ca,to Cont<~stabilc tfol Regno di Napoli; e da..L succes1ml'e Re Lnclh,lao, che a1ssislette nellè gncrricciolc svoltesi uel R egno tra D nrazzcschi e Angioini, eblm la signoria di Giovina7,zo e di Trani. Di lni, più che dei. si11goli fatti d 'armi, l'imase la fama cli eccel1,,nte condottiero, di perspi~ 1ce inuovnt01·c òell'artt> mi]itare,

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L' ARTIGLIEJRIA"·E ·IL . POTJiJltEJ STA'.rALE

<li suscitatore dello spirito delle arì:ni nel popolo italiano, poichèla battaglia di Marino segnò la rinascita delle armi na11:ionali cd il decadimento delle compagnie di ventura straniere, che r.ipidamente scomparvero dall'Italia. ,Si chiarirà in seguito come codeste c01npt1gnif1 di ventura di cui vedremo ancora gesta e glorie - avessero dal punto di vistr1 delle artiglierie un'influen½:1 non favorevole , almeno fino al Colleoni.

I

Le arligficl'ie lta11110 la loro parLe d'iuiluenza sullo sviluppo stol'ico dei" Trecc11to . .8 infatti evidente che i p,1trizi dissidenti sono in grado di a,rma1·si individualmente, ma è assai diffi d.le che riescano a, disporre di pesante e non nasr,ondihile m a,terin.lc <l'artigUeria; e tanto meno posso110 averne i popolani , nnche quando tentano di fare della fr·onda o di ribellarsi. )__ villaggi ~ le C'.ittà, s1, ne posseggono; ma, m a n mano, i pri mi ~i n,1•1·eml.0110 · :1lle seconde, e q ucste fanno aUo ùi soggezione al Sigrìor<~ o nl Governo centra,le, i qna,li eosì, p oco a poco , dispong·ouo di tutte le~ forr,e militari, f\ quindi a11<:he del]f\ hor.r.he da, :fuoco g.iù feudali <~ comunali, che, nell'o1•a, della. necessità, sono 1·ic:.h.ia 11t,d,e daJle var'ie localiU1:, e conrn~11trate ]à dove sembri più oppol'tm10. Il procm,so stol'ico e politico di c ui si è fatto ceuno si :svolge in lh11ia, con nssai maggior lentc;r,½a che non jn a,Hri l'a.esi e sopratutto c011 ritmo diverso da zona a 11:<ma,, t~'1nto che ::;:i può ripartire l'Halia del 'J'1·ccento in vari gruppi corrispoud<:-'n ti a val'fo posi?:i oni geogl'afichc e sislcrnazioui poli· t.ichc . In Alta TtalhL si consolidano, più rapidamentfl che altrove, le Signorie : i Conti cli Savoja, i Principi d ' Acaja, i Mard1esi di ,Monferrato, i Marchesi ili Hah111::r.o in Piemonte; i Torriani, i Visconti, g-li Sforza a •Milano; gli Sm,lig;eri a Verona; i (fonzaga ,a Mantova,; gli Estensi a Fc1·ra.ra., ·M odena e Reggio. Il secondo gruppo ~ costituito dalle fre gr ..wdi Repubbliche ma.rilùtrè di Venezia, Genova e Pisa. La prima , retta a sistema m·ttamente aristoc1·atico, estende le sue conquiste in terra ferma e in Oriente. La seconda, retta da governo popolare, è a,nirna,ta da· fie1·0 spirito bellicoso, . ma esten li.atà · danai secolire lotta 7

-97-


1300 · 1400

contro la grande rivale vittoriosa, Venezia, e da1le discordie interne che ]a porteranno, alla fi.ne del secolo e nel sueccssivo, a, subire dominazioni stranier(~ ed a perdere 1a Corsica e gra,n parte dei suoi ricchi possedi1nenti orientaiì. Pisa,, diba,t tendosi fra la, libertà e fa tirn,1rni1fo, <fodina a. p<H:o a poco e si prepant atl essere assorbita da, parti~ di .Firenze. La, Repubblica fioi-entirm, pur essendo anch'essa, trnvagliatn, da rivolle, si fa pii't f01·tc, a,nche per la ricchezza, dei ~moi br111chie1·i; nwntre Horna, diR(~rtatn (la,i Papi clw pc->1· :<:ettnnt'an11i premlollo dimori in Avig110I1e, vede dilagare l 'anarchia, di nobili faciuoroi,,i e di signorotti p1·epot,e nti, a,nm·ehia, che il trilnmo Cola di Rim1zo ma.la,rnenfe cercherà di tronca.re. Ndl'Italia, M(~ridionale infine tibbiamo un vasto Stato unit,1,rio, il Regno di Napoli, sotto gli Ang·iù, mentre la Sicilia, gode di nn secolo di a utonomia, prima, di pasr-mr-c sotto ht clomi 1Htzio1w spn gHoh-1,.

Hi to1·11arnlo n.l In, ·1;emaJri qna.e8tio delle pr·.i me a,ppnr-ir.i.oni <li. bo('(' h<! da t'noco, noi voglinm·o u 1nnwttm'(! eh(: siano cln hhi<! le me11zio.u i <li ::\la,1·i11 Hiuiuto cin:a la, spi.nga.r-da, usN,ta, dall' A 1n mi.rnglio g·r.11ovese Hn,1dc1·0 <hirna"ldi 11 e·1 .1:J04 e quelle di (ìi01·gio i-ìt(~1Ja ehcn mm, homhn.riln, <lei fnon1sciti g<~novei:,i nr.1 l~l!); <:Oll · I1·ove1·sa, come ved1·erno, la notizia riguardante ]a, horn ha,rcln. hreseiana del 1:31 I, e ineo111pleLa,,_se p111· iHconfutal,ile, <111ella ùeJ. vaso di hrouzo fm.;o n el 1~{22; iim sieurissimc e a.mphìmente probatorie sono qndh: dw Ri riforiscono ad altri faHi d ' a1·111c d ello 1-I <"SSO pcl'i od o. T>d 1·pf,;f o n.11cl11~ questo glod oso pdm.uto it:dfrrno 1h·v<! p:,;::-,;1-!l'<~ 1na Il .111a110 1·k1111 u:-;1·.i u Lo 1n11·e tlagl i sl.1·,lJI iel'i. Nel f uReicol o ciel gennaio Hl84, della <CHev ue d'Artiìle1·ie )L un articolo n firma G6·11<1rnl X _ , accr.nnando a,d alcnni pcz.z.i d'artip;licria esistenti a, Metz ucl 1a24, dice: « 11 n'y a rien rl 'extraorclinnire a ce qn'une ville comnw Metz., sonvenL cngagòc dans des guenes quc lui valaieut ses richesses et son isolement, et clont lc8 _11iarrha11ds nommerça:ient a,nec l'ltalie, ait fait, vers 1324, l 'acquisition de <Juelques piècPs d'artillerifi >) dove il . riconoscimento implicito della priorità, dell'Italia iu materia è inequivocabile . Ma vediamo ora alcune notizie sicure sull'impiego delle artiglierie in combattimento. -9S-


KOTT7.IE SULLE · PIUME ARMI DA

I J

l

~·uoco

Recon<'lo mtrra, il ca,nonico Giulia,no, alcuni baroni ui:;a.r on o 1>01nlm1·de in un asRalto al Castello di Cividale di. cui fu rotto il po11 le (( ponendo i vasi verso la città, e traendo gli assalitori <·olio schioppo c011tro la tena» (dove col vocabolo <<Va8i» si allnde cerLamente alle bombarde: fa stessa, parola col significato snòdetto è usata da, parecclli scrittori <foll'epocn, quali il Hiondo, lo Stella ccc.).

Fi1', 17 - Il vnso cli Mantova.

Nel rn34 Rina,ldo d'EsLe - come r isulta drt um1 Crona.cn, l<sl c 11se dtatu, dal l'J'omis, daU'Angelucci e dal GuglieJmotti - rnu:,.,se all'espugnazione di Argenta con gn111dissima, quautit à di balist(~, Rchioppetti e spingarde. Si parla ancora, cli bocche cla fuoco impiegate nella guerra di Forlì (1B3S), alla Bas tia (lj Casalecchio (13fi0), dai Pisani nel 1371 , o f'ors'anche nel 1aG9; ndia guerra tra Venezia e Padova rn~I 1~72; dalla Regina, Giovanna di Napoli contro 'J'eano l'anno appresso; a Vicenza nel rn75 ; nel 1376 per la difesa di Feltre e Civicla.Je nella guerra fra il Duca, d'Austria e Venezia,; nel 1378 aneoerL frn, Vm1eziani e Padovani, e nello stesso anno all'assedio de1 Castello di Cesena,. Vedremo più avanti, occupandoci man m ano delle artiglierie dej vari Stati italiani, come tali notizie -99-


1300 - 1400

siano in parte attendibili e in parte no; qui procediamo, per ora. in una rapida v.isione panoramica. Fra, gli Stati italiani che diedero maggiore sviluppo alle artiglforie nel ser,. XIV fu la potente Repubblica di Venezia, che natura,lmente curava soprattutto quelle navali. I Veneti posscd(~va.no gran numero di pezzi di tutte le spede (~forme: piccoli cannoni di ferro, horn ha.r rle di tutti i cali uri, frrt cui akmrn di dimensioni er,c(~ziormli. Nella iunghissin:u1 lotta sostenuta con <ìenova, l'artiglieria fn a,mpfamcnte adopera,ta. nelle operazioni di terra e di ma1·e ; sopratutto chbe la.rgo uso e notevole efficacia neii'assedio di Chioggia che, con · lé:L stonfilLa della città di San Giorgio, segna. il trionfo della. Hepu bblierL di Sa.n Marco e l'inizio del suo massimo splendore. OHr·e ,L queste notizie cli impieghi di guerra. ,1ubia.ino clocumcnti svn.ri:1tissimi co1~Jn'ova,nti la fahùrica,zione cli arti.g:lierie. In ordino di t1~rn po si co11 Lemlono il pl'i matn l 'orcl i ne 1·iprodotto n ei Rege.clta, ili Firenze, dtc cit<~remo per disteso più ,·l ,vanti, con cui i Priori <lelle.Arti e 11 Gonfalouierc ùi G.i usti:d tt, nel 1H2H, erano inc:u·icati di procedere a,l la coRti· nzion c <li pn.lfo di ferro, e cannoni di metallo; e un Libro di conti della C:u::tel l:mia <li Gassino (horgo poBt:o a sodici chilometri da 'l'odno, ma allora <1ipondente dei 8ignori del iMonfei-ra,to) 11el quale Lil)l'o - - che segna le spcRe dal 4 novemb1•e 1326 al 4 novembre 1327 è detto che il castellano Guglielmo Dro pagasse 72 imldi e sette dena.ri viennesi « in f(wl;ura. cuùtsdarn instr'U'lnenti ~Ml arl'ifici fflcti ver frntrern Mwrceffurn

ad

projic'ierulCLs

balotas plttrn-

beas >>.

3. Le artiglierie dei Savoia - I Libri di conti dell'epoca - Frate Marcello da Oàssi110 e Ugonino da Chàtillon - Bocche da fuoco all'assedio di Saluzzo e di Balangero.

Da quei:,to punto preferiamo raggruppare insieme .le varie notizie riferentisi a, ciascuno degli Stati iii cui en1 allora. diviso n nostl·o Paese; e i11cominceremo dal Piemonte elle doveva, ein-100 -


LE ,\Jt'l'[GLIEftIE

ogr SAYOTA

qne f-er·oli più tardi, divenire il nocciolo e il fnkro delFTbdia, mi.i licata 1~ risortu,. <1,n·lo Promis, neJl 'opera.: Oli ingegneri 1nilitari che

scrissero in Picrnonte daWanno MCCC all,anno MJ >CL 1 ricordnndo i due su citati documenti dei ilegesta di Fi1·1)11:,,e e clelln ()ai,;tellauia di GasRino, fa 1wt:ire come nel doc11111l'1do pi,~1nontese sia. mentovato l 'artcJìcc, di <:ni si tace inyeee il nome nel docmncnto tosc:mo (ma, l' Angelucci riesce ad iòentifiea 1.-Iu, lo vccll'cmo , nel mastro fonditore Roberto dc Villamag·na); l' siceonH\ n l contr~irio, nelle cnrtf\ fiorentine il nome ddl'opcrai.o f• nrtPfice 11011 e1·:.~ g;cneralnrnnt,~ 1nai. omesso, ne argomenta, che a Fh-cnze è:.u111011.i e pallottole fos:-.cro, non giù, faobrica,ti, bcni'-iì comprati, mentre iuvecc in Pi<.\montc erano dfrettamente coi,;truiti dn. (:<Hlesto fn1,te llfa,r c·l-'llo che lavo1·~1va, ili (lai-sino, e di cni, d'altra 1:mrt.c, non i'-:Ì sa, uulla se non che · e ne111111 e110 l ]lleSl,o 1\ ('(!l'ICI :IL)J)nl't()ll<:Ya. all'ol'Clllle dei Fra11cesca11Ì Mi-

(1Jw1·11.r0110 e

nori. Vcd1·P1110 i11 :-;eg- ni.to dH~ c ot-..i, si cìebhn, penRare dellr! iilnz.i o11i tld Pro111i ..,; (:Ìl'c·a 1~ buf:d1e (fa, fnor.o toRcn.nc~. Qui e i. 111·enrn ril<lvn,r-e c:ome i Savoia fossero trn, i primi a dare sviluppo nl nnovo mezzo di guel'l'a., secondo J,~ loro fHJ8S.ibi1ihì . .N<~l J.8G8 - eo111e 11ana m1;t C1·011aca delht Casa di Saluz.zo - C< -il Conte lli 8ovofo, vimlt<J iT r:anipo nant,i a, 8alncio et dicono li t;csf;-iniorvi esa,m.inati

la, sa11ta verità <.:h e orrni r1iorno s-i yiUcwa. pùì, di trecento co lpi t:ra 7wieolc, tra1nwchi et tro:je et bombarde, f;aJnienf;e che il castello eni così dù;truUo rhe ucssu.no 1101,i;iwi più abU:nn; n. Par(~cchie aHre noti½i e interc~ssa,nti cirea la fn.hhrica:r,i.onc d ' armi d:1 fuoco ìn Piernonte alla metà cld secolo X.LV furono 1·:1,ccolte da Luigi Cibrari<;>. A rdcva ili qnel tem}H) la gner1'a fra Ra,v oja., Acaja, ·Monferrato, Sn.lm~zo, il Uncato di 1\'filano e ~·]i Augioi11i di Xapoli. J\largherHa di Su,voja, figlia di Amedeo V t~ vedova di Giovnnni Paleo.Logo }lu.r chese di Monforrato, possc-

·i ;t

dt·v,t 1111 piccolo Stato, che abbraccia-va, le tre Oastellanie di Caselle, Ciriò e Lnn:t.o con le~ ttrre 1·clativ,~ e i territori di S. ìVfa.11 rir.io, Hnln11gero e tlcllc tl'e valli di Stura. Decisa a dc~streggia.rl'ii e a. (lifen<lersi come megUo poteva fra qne1l'irnperversare di <·ont,~se intestine, :Margherita. 1wovvi!lc~. nei .limiti c:lelle i:;rn~ 1iossibilit~. a dotare i 1wopri cnRtr~lli di artiglierie. -101-


1300 - 14.00

Nel Libro dei conti degli anni 1347-48 di Ajrnone di Clmllnnt sire di Fenis t1 dì Lanzo, ::;i trova, che un maestro TTp;onino di Clu\tillon in Val d'Aosta: fahbl'icatore <.Li schioppi, lavorò con un compagno diciotto settimanf', finite a,dclì 23 febbraio Ul48, n, f n.bLJ'icar armi die dovevano servir(~ alla, difosa ,lel castello f' te1Te. di Margh<'I·i1n, e preci:-m.mente costruì quattro schioppi di hromr.o. Tali schioppi l a,1 H:i:wnno, per 111.ezzo d<'lln pol vei·e, g-ross,~ rJuaclrclfa e palle di piombo, impennate eon fo -

F ig. 18 - Vcccl!la bomlmnl,1 del se'colo XIV (chi.I vo.lurne cU A. Angclucci: .d.rliylfarie (ln fuoco iLalfone).

glie f' lasfre cli fono. Per :fmiclerc tali schioppi si impiega,rono co1npl<!Rsivn,mentc 2:J:3 Jibhrf' cli lwonzo (11ou si trnttn fJHÌ. dell' m1Lict~ .lihh1·n, torirn•i-:1\ pu,d :t ;n r; g-ra111111i, bemiì (lelln, lihbra, <li La11;r.o, corl'ispond ente a g-. :::W7); qui-i1,li og-11uuo di tali sel,ioppi vm1fra a pesai-e 21 chjJi e fmG µ:rarnrni: il <·hf' dim ostra che non si. fr,tttnvn, di a1·mi. portatili, hensì di vere e prop1•ie al' tiglierie. L'eRìsten;r.a, di codesto Ug-01ti110, non nwglio icle11tificat o, « fahLricatore di sd1ioppi )) prova- come, non solo l'uso, ma la fa.hhrica;r.ionc del.le bocche da, fuoco fosse orma,i diffu sa in l'iem<mfo ; e, flel 1·esto, ]o stesso Uibrario dù, 11otizia. d ' uno schioppo posio nel 134G a difeRa della. torre di Po a Torino o accmrnn ad un <~ maR-f.itn, cli schioppo n chiamato Girardino , che evidm1ternente doveva- aver preso l'ahitudinc di adoperare le -102 -


,, LI<: Al!TIGLHWll~ AL CA::lTELLO DI l\ALA!\GElW

armi Tlll po troppo pro dotno sua) taut'i: vcl·o che nel J;H:1 fu co11ila1111al.o a, morte, a, 'fol'i.no, r.ome rulmlorc di straLla. E 1·.\ngdncei, in una pe1·gau1ena h1 (lata :W fd)br:do 1BJti, 1·i11vcn11t.a uelFA.nùivio Comurmle di Vercelli, trova citato mio s(·liioppo con polvern. Nello stesso Archivio si son tro,·ati molti :1,II 1·i docnmenti riguardanti hombarde e schioppi, la.L'ganwn tP 11snl i tlai Ver<·eJ.lesi alla, m1>.tù <lel scco]o XlV. 'l'ornanùo al Castello di Lanw, dall f\ ero11achc de11',~poca si 1·ileva e.ornc il sno « fornimento Ili difesa>) nel J:a:{, cioè ::; ami i aYanli le forniture suindicate, Ri co111pon e:-:se di tre gr·nrl(li h:1k strc da ·torno, di due balestre t~ due piedi ,~ di :,;ci a,d m1 1>ic\1fo . Sappiamo che l'intervento degli sdiioppi 110n rcce scompa1·ire codcslc an t idw armi nev1·oba,listiche; a,nz.i, come élk<~nuno, (pws!a t\ appunto l'cpoc:a in cui artigJierfo anticlw e al'Liglicrie mo 1k1·m~ a11co1·.,L cocsist.ono, 1: molti eonti11na.110 ad. ci-;:-:P!"P d11l1lliosi cina. lèl, 1nngp;ior1: 1\tlieacia di IJIIPII<! o di q11PStl"", Margl1e1·Hn, m11or·1~ 1wll'i1~osto 1~{,rn 1' fo s m·.1:E!d(\ lll'I <10111i11io .A.medco VI il ·quale, pot:.lii n-111ri. app1·e~so, 111-!I 1::0ii, .l"Ìl(!JIP111lo~·i olì'l!so 111~i :-:noi tliriLLi di sov1·a11ilù d.n pm·te di ,Jq.c opo, Pl'i n cip<! {l'Acn,jii,, gli muove contro, pone mlo l'n:-.R!!dio nl. (·1Lsl1!1lo Pii :i.li(' l.1!1Te di Ba."l a,nw~ro ctw nel f.t:a,U:ernpo m·,u1 pa;,;sn.ti al 1·arno 1·;1<.l dk 1 di Hnvojn. Fr:.L .l e a,rmi cli Amedeo, nol.inrno dh-cr-si t1rif)lw c: lii (cioì: mi.u:chiuc silllili a m a ngaHi , e eomp0Fit1~ di 1111:1 kol n nsla in bilico e conti·nppeso, che scagliava, c:011 molta rn·( •1·iR.io11<-' di tiro, mi solo proietto) e trojr-! (rnacclliue elw, ])<!l' Hwzzo di p iù -fiond e, sca,gliavauo eonl-ernponrnetLllll'llic 1111 nugolo di i,;;1Rsi), <! 11110 schioppo, peobahilrn1mt1~ 11no dei qnattro fal,b1·k:1l i da ì\fostro Ugo1iino, p er cui si trova 1·e~i:.1tora,la Ja spt.•sa th•l piombo compl'aJO per l e pttUe ((( in e111ptione XX111 lihra.rnm plornlli. 111·0 p,alotis ,~ schioppi facicndi s qnelihet lil.Jrc Hl sol. VIII deHar. n). Tntt:wi.L nota g·iustn,mente il Cibrario che l 'ar le tli :ulo perare codeste 1rnov<~ nmcchine era, n.11ora lmu11.Ji1m; c ' Nn l!O. :.,i, dei màe1stri cli schi.oppo, i quali però « ne sapevn no rli più. ti i chi non ne sapca, nulla, mn, ne sapevm10 11 onflinw1io assai poco )). ll che non i1npcdist:e che, per Pscrnpio, nf'l 1;:77 si. fa bhriea ss1• ,1 Lanzo una gran(fo bomku·<la e che, al prìndpio del secolo snc·c·c•;.;, sivo, in difesa del castello, vi fossero, oll r·c a, moltP bnlestre, t1 11e bombarde, ec11 to lihhre di polvere ece. -103 -

f


1300 · 1400

4.

Particolarità sulla comparsa delle bocche da fuoco a Genova primi esemplari (1384-1397) - Organamento delle artiglierie genovesi.

Ncssuu fatto speciafo caratterizza neJla tradizione dei ceoniRti, e nemmeno nei docurncuti originaH, l'adozioue delle nuove .wtiglierie in Liguria. Oli annalisti confomporanei, l'iassnnti dal Giustiniani, menzionano per ht prima volta le :u-tiglierie a proposito <folla guerra, co11 i Veneti, ma l'a,llusione è indiretta: «... I V e11elian'Ì dctla 1110-rtezza, ·nmnfr1,ala la Luptt ch'ave1;ano 1wvanicnte edificat<t a 1nodo rU ttn gro8SO 1Ja,,rstione s1.tl porlo di Chioz<i oon boni1rn,rde, l''lt8V delle qual-i non fLVOvano anche Cleno-vesi) tfrn·1,a-1w .. •. l), Sia.1110 al 13Sl, durunte l'nstmdio di Chioggia. 11 passo, esplidto, c~liinin a, ogni discussione: i <:lcuov,.~i, a,lloi-n. , 11011, ustwa11u ancont <ll't i!)lùw ie, rn(mtre i ·v eueziani n on ' r:.olo .11e uisn,vano, rna dal 101·0 impiego av,wa110 giù, 3,vnto vantaggio 11l'i 1.wincipa]i fatti tl'111·11tc di quella. campagna. Ciò pm·ò non 1'oglie clic a Genova già ~i c:onosc<~sscro le bombarde; ma, isia, per una, va.lutazione pcssimisLica dei loro vauti:1,ggi e fa, co111;cguente fiducb nell 'eJlìcacia <foll'a,ntico armamento da getto (mangn.ni e trabocchl per le luuglrn portate, ba,lcstrc per le me<lic dislanze), in cui i Genovesi, appunto, avevano raggiunto nn mirabile grado di perfez.ione, tanto per ciò che concel'nc la costrnzione come per qm1nto rigna,rcla J'uso, sia per una tend,~nzn, eoliservatrkc e 1nisoneistica di cui ln, 1•w1,za ligure lrn rfa,to nella storitt parecchi esempi (cui fa contra.folto, d'altra, parte , il ben noto, arditissimo 8J>iÌ'ito cl'a,vw~ntm·a), questi nuovi· ordigni di guerra, non erano stati ancora presi in considerazione dopo un cinquantennio ch11la, loro comparsa. I primi a,ccertamenti documentari sull'esistenza, di armi da fnoeo in Genova, e nel sno ter1·itorio ris11lgono in ogni modo al 'I ~84-, tre anni dopo il fallito as:;;cdio di Chioggia_ In quell'anno, in uno dei castelli genovesi, queJlo di 1\fonta.ldo, Finventario rnilital'c prcci:m l'esistenza di un'unica, bombarda,, mentre per una ventina di altri castelli l'armamento con-10'1-


CIHU'.UlSA DEJ,Llò) AHTH,LIEBI0 A GENOVA

~:b-d.('.V.I

i-:1•111p1·e

rn•lfo grandi /Jalestr() (llt torno e nelle ùalcstrc da

!w111lm.

Nolo tlopo qualche tempo, negli inveutairi dei castelli, le bomh.1.1·de a,ppa.i.ono in eerLo numero, t.tuto da ginstifieare un rico1111s1·in1ento storico dell'adoziolle della nuova arLiglieria, ru~ll'ar111:111w11to genovese. Ci risulta infatti dm uel 1:388 la, fmtifica:t.ione detta « lo ~pei-o11e », a Sa,v ona, eoutav.,L gi:1 una bombard~t; nel 1393 l'altro fortili:t.io savonese, (< iJ Sangim·gio >>, a,ccresce il suo armamento p111·c con u11a homhanla, e 11ello stesso anno il Castello di Lernut possiede nna, homba.rùa, ùi legno. Così pur(~ coutava due born barò e rn~l 1394 il Castello di Bol;1,aw~to; ,~ nel 1890 compaiono a, V n,rese Ligure tl'c horn barde c·on eamerc di cru'1ca,nwnto e proiectili di pjetl'a.. Nello stesso nnno a.Itri esemplari di bomha1·da ei-auo stati installn.ti n, Genova, a, l'o11lrnlr!ci1110 e a, Novi. ~ 1d 1?.!)Ù Pisnlt.a, infili(~ d1e nel Castelletto, c: io,~ 1wl 1rn 11h) più P"flir'.1w1~ d,~lb <.lifesu di Ge uova, non esisteva, che una soln, homh:n: rla : fatJo ai-;i-;n,i. sl1·n110. ri.n~m,~rnlo h1concepibilc eome <l,~11ova fos:,,e men o m·mn.ta, o tntto a l più a,]ln. pn,ri con castelli di n 1e1li0<:rn im porla uza. ~i 1fove ituiJHli 1"il1~11f~1·e che, all'epoca, degli inventari da noi consulta.ti, le artiglierie fosse1·0 state tJ·asportat.e a.ltrove, o fossp1•0 in via, di rinnovamenlo. Rim.uie pe1·ò scmp1·e la consta,ta.zione die, in ol'Clinc di tempo, le artiglieri,• f,,ce1·0 la 101·0 prima, c omparsa in punti eccen· triti del territorio ligure. Ciò verrebbe a, t:onfe1·rn,H'e la, snpposizione che le homharde in quei primi tempi servissero come ur m:imento suppletivo a quello delle antkhe macchine da getto, ,. la. 101· 0 ador.ione fm1se a,ncoi-a, timida e ostacolata. Dopo un intetvàHo di eirc:1 vent'anni ] 'evoluzione, dell'arma.mento 1) nettamente a ccium.ta 1wl ma,terhLfo ùocttment:11·io rln 1 quale si rileva :

I

(( 11 Cm;;l:ellel:l:o », sotto la dominazione ,·iscontea e il governatorato di Carmngnola , era provisto di una grande bombarda, otto bombarde mezzane e ·otto bombar·delle. - La Bastita cli Peralto, due hombardellc. - Quell a del CaHtellaeeio cirnpie, òi eni una f uori servizio. -·- A Sarzanello una bombarda òi brom-m. - · A Lcvanto una. - A Falcinello due. - A Venlimiglia

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1300 -1400 ctue. - Alla Stella due. - A Voltaggio uno schioppo. - A Ovada quattro. All a fortezza tli S . 1\hH·ia di Savona una bombarda di bronzo. - A Castelnuovo dieei, fra grnrnli e piccole. - Ad A fbe11:.:a due. - A Pieve di '.l'eco due. - Ad Apio di Ventimiglia uno schioppo. - A Portovenere otto (due di bron zo, cinque di. ferro e una bombardella). - A Trcbiano due di bronzo. ·- A P ortofino altre due. - A Cliiavari due (una di bronzo e l'altra cli ferro). Ad Arcola dnc bomlxu-delle . - A 'J'ivegna ll11e llnmlmr,le di imrnzo. - 1\. l\:Iul :1zza110 nna . -

A Noli due.

fn complesso scUtLntaquattro hoeche <la fuoco. 'J'a,]e armamento si è compiuto dal 1420 al 1436; e per la pl'i· ma volta, nella, R<~rie (foi documenti i n esame, spesso incompldi (\ sempre sonuna,ri, RÌ han no i peRi di qualcuno dei pezzi inven t m·iati.

]'ig.

rn -

Bombarde ll a a

m:1110

di bl'Ouzo. (M:ns e9 Navale cli Pegli) .

F'ig. 20 - Domha.rdc~lla a mmw g<'irmvese. Ricostruzione dell'affusto (diseg ni d el Marchese I'cssagno).

CoRì le due bornba.nle ài Ventimiglia pesavano rispettiva mente un cn,n faro e set.te rotoli, t~ un cantaro e 22 rotoli - quelle di Portofìno mezzo ca,nfaro e~ 13 rotolj, e un cantaro e 6 rotoli - quelle di Clliavari 1m cantaro e 7 rotoli, e un cantaro e 15 -106-


OO~Jl.\AlaJ!è GEè>OVE:,;r

u;o libl>re. Si tra tdi pezzi dalle dimensioni assai ridotte perchè il loi-o pPso, valu(a,to h1 mhnua rnoclcr11a,, variava da-1-0 a 200 eltih•g 1·.1111 1ui. lJ meta.no m.:;ato nella t:ostruzione eni, 01·dinariarn en tc il fcr.rn , solo qualdH:; esernplnr,~ era in brnnw. Le p1·iuw bmuhardel!e geuovesi dovevn,110 avei·c b massim a a11nlogia eon quelle eonRnvaLe al ilhtH/Je dc l'.lrrn/Jc cli Parigi; 11 ni 11os(i-i rntn-,ei He (~Ristc uu esemplare ehe qui l"ip1·odudamo. l)isgr:1ziab.une11le qnesto pezzo, acqnistato recentcm1mte, 110n posRfod1: akuHa doenuumtazione sicm·ù di provenien:,,a.. No11ost:rnto fo sue dimensi011i a:ssai l'idotte, non va <:onsi.derato come un modello. ì~ prolmbile si tra,Ui ùi llTifL hombardclla a mnno della ii11e del Xl V, o degli ini:t.i <foì XV secolo ..La hombardeJla del .I! 11-81'.<c dr; l'.ilrnu;c <.lù a,11d1e l ' id11a del <.:eppo r:icm'vo a. coda, iml qual<i <1uesla adiglie1·ia 1wimltiva, enL tu.laU:1ta,. l'oksediurno andw altri PHern pla 1·i di. bomlm,r<fo prove11 ieu ti da sc·:ivi 1\s<;g-11iti 111~1 podo <li Uenova uel .1.909; il p iù interossn11te e 1:0111pJi~to apj_)a,l"Liene al Corn:onio Au lo11 omo clel l'or·to di C1:11orn-: lo 1·i prod ueia rno <·.Oll!e ti.po.

1·t,toli -

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1

la uo1nt,arJa, gra,ndc del Castelielto

d.lUHJIIC

:b'ig-. :a?I - <lrnnde h ombnr(ln tli ferro ccn.'hi:ùn.

Evidentemente si trn.ttn, di homuar·da eollo(:nta a boi-do di una rnLYe poi naufragata; ma le caratteristiche di queste bon1barde marine e di quelle terrestri sono identiche. Altri esempla,ri sono consenati al Museo Savn.lc di J>e~li , -107


1;mo - HOO.

ma natnrahnente non è possibile n.f,Fiicnrarne l'or.igiualità genovese. Cirea l 'organarr1ento delle artiglierie genovesi, in questo pri· n1u p eriodo non abbiamo uotizie di sorta, ed è a credersi clu~ nesi,;1mo se JJe sia. allo1·a, occupato, dalo l'impiego ancorn, molto limita,t o.

Sta il fatto che alle bombarde dei vari castelli erano addetti ndfa Liguria, eome serventi, coloro stessi che erano adibiti alle alfre 111~H.:chi11e (h\, getto prccsislenli, sicchè fino alla, metà tld setolo X V i rnol i e le o<.wch r; <.lei' casli:!lli 11011 menzionavano a.le un (< l>om har:<]iel'e )) uè (( artifide1·,~ » acc:rnto ai <<balestrieri)). Anche per qnmito si r ifel'isee a.Lla fahhrica.r.i011e delle uuove armi d:.L fuoto a Gr:movn e in Ligul'ia, nessun documento ci è pervc: nnto L:he ci p1\1·11wtta di precisare dove e come si fabbricassero; H10J i o 111·obnbihn r n te, conw u.vr·(~mo occasione di constaitare in :--<!g-11ito, 11na padc t1i. tnli nrt iglicric p.l'oveniva cla acquisti di g:uer·ra. Hinssu1nc~11do, ,rnllp nl'ig-i11i dP'llc• a.1-t-iQ,".li<~rfo 1wlln, T,igm·ilt Cl ll.t-11 to SPg-ne : Rtol'iea111.culc\ l'w~o tfol le a r tig-lim·it} a, Grn10va, e 11d Dominio i r1<.: omincifl immr!diataJJH~11h~ 1lopo la, gm~1·1·a. di Chioggia. (LBSJ ), limitatissimo pel' un dec.:en nio, g1·:ulatament!~ evolvendosi du1·ante la, prima, domina.ziuue franc1>se. Ter nir:n meutt~, il tipo delle a,rtig-lfode ò quello comune ai po:;:si.:.11110 ('OllClrtdC'l 'C

p f'i11dpnli RtaLi italia,ni Hl estc1·i, senza, JH'<'Renfarc ttlcun caratt e' re JocaJ (~ i,;peci 11 co. I rn esem.plari in uso i11 Lig-11 da l~t·a110 assai ridotti in dimcnsioui P (JllÌll!li tli effieiPnza medioC're. Accanto a.Ile bucch<~ da fuoco snssish~va, l 'antico armamrmto di. rnacchine da gel Lo, specia lmente rn,ppresP1itato dalla sPriri completa e molto perfezionata ddle balcs!Te. Importa a11ehe tener prescn te che, dur·nnt~ questo primo pe· 1·iodo, fra artiglierie e anni dn fuoco portatili non correva, una, r1iviRim1<.: netta. ~e sarebbe indizio, negli invc>ntari, la menzione 1,ipetuta, ùi schioppi, nsnta per entrambe. Si trattava evidentemente di forme embrionali lkgli archibusoni mm.ti poi nel XVI

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BOMHARDELLE E ·AUCHI8US0Nl

sec. ; d 'altronde lP- « bombardellc a mano » erano spesso :tdoprate in campo aperto. Non è quindi improbabile che , :fin da.l Xl V se colo , le milizie genovesi con oscessero l'uso delle armi da, fuoco port~ttili, di cui i << bastoni da fuoco>> e le << cerbottane », e gli « i-chioppetti », ali'ini½io del XV secolo, segnerebbero la evolu:,,,io11c tecnica,.

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II I I

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5. I Visconti · La controversa questione delle bombarde all'assedio di Brescia · Bocche da fuoco milanesi contro Bologna nel 1360 · Largo uso di artiglieria sotto Gian Galeazzo, primo Duca di Milano. ·

Il fcu da,lii,mo in Lomha,rdia,, come altrove, filllinmw,n,ntlo gli ci:;ei-citi in picr:oli corpi, divisi sceondo 1:imvur-l.a.n:r.;1 dei sin goli feudata,ri, avevn, eliminato qm1h;ia-si po~sihilit.'.t cli sforzi militn,1·i org·a1~izzati. n, scopi collettivi. Ma l 'i nvenziou e del Oa,r .rnccio, n:lFevoc..1, gloriosa dcli~ libertà. com11n11li, sta ad indicare i progtcssi. che nc\l l'al't<l clelht guerra, a veva no fatto i r.omuni lombawli. : es~i r1\Risto110 all'ur to fonnidahifo della cavn,1leria a]emanna ed a lT'a,hilità guerresca del primo e secondo . Federico. Le Urociate, inoltr e (n,lla, prima.~ com'Q JJOlo - i Lom bardi pa.rlccipn,rono in gran numero) , imponendo prepa-ri1tivi pm· quell'epoca v,~ra.mcnte str:-wr dinal'i e stabilendo com u.nicazioni frequenti tra. i popoli d 'Eu ropa e d 'Asia, non solo servirono a fa r regol:1.1·1~ IP. gnerr<l in modo clu~ fossero meno disa:..t1·oi;;e e più risolu tive, ma, focero conoRc<~re an ehc 1111ov1~ maccliine d~1 dife sa e da offeRa e portarono quindi le idee militari verso Limpi,~go e il progressivo tLU mento dell e bocche da fuoeo . Infine, le san guinose lotte tra gm~lfi e ghibellini, in Lombardia come a ltrove, Em da una pa1·te confribufrono al sorgere della Signoria, dall ' altro fu1·ono causa. di non pochi perfezionamenti per l'arte militare e per l'arti g-lieria . .Nel 1299, agli inizi del governo dei Visconti, come i,crive Giorgio G iulini (M emoric spettanti alla storia della oittà e carn-

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j 1:wo - 1_400 pa.r;na di Mihino), << si era, molto più ra,ffina.to il inestier(i <.folhi guerra,)). Matteo Visconti, prepa1·a,n dosi a, lottare contro l a lega gndfa cn.,pita,n ata clal rn:u-chese cli Monferrato, ritenne che

il popolo miltLnmm, po<>o nvvezw 111 maneggio delle armi, sarebbe 8tato più d 'i 1npaceio ehe di vantaggio. Scelse per!.a11to eiuqu,mtn nomini clel popolo per ogni pOl'ta della eittù,, m'rna!i di lunghe lane<~ dett,~ ni,a/11<:rc, di una panei<~ra e di un r,appcllo di fono, e fece assegna,1·e a cia,seuno di essi lo stipendio ili tr·e soldi <li tm·znoli a.l gionw. Dagli 01·<lini nobili dei eapitani e valvassori seds:C>, inoltre, qnatl1.'ocenl.o 1wrso111~ pel' p(frla, e a tntti a ggi uuse i militi Rtr:rnit}t·i stipendiati da]lo Stato di Milano e gl'an nnrnero di g-uns:ta.tol'i con le loro (:arntt<•risticlw falci. T>ue anni <lopo , 11el nov(\mbL'e del 1:rn1, ti·ovin,1110 i\1 ..Ltleo conti-o Filippo di La,ngosco cm, gr:wdi forze ,~ aintato cfa 300 mili.ti e '.!GOO l'a11t.i coHutH<:hi, non cl1 è da ~00 1:nvalfo1·i h<w~n.mnRchi.. Avc11do into11tJ-nto fol't:e nisistem:a al caRtPllo ,li Gn1·Jas(:o, si l'iti.rò n Vigevano« tL 1ilw di fn1· ve11Ìl·c ifa Milmw fo 11mc1·hi 11e e le all.r<~ c·.o~,~ hisog·1wvoli )>. ()n<>ste vc,111w1·0, 11ia Filippo di L:111g-01-co si. l'ise degli sfo1·;1,i clcll':n·uwta vii:;c0111ea. Come~ s i vede, u,11 <! macchi11<~ (lè:L :,riU.o, e ltia111n:tn tl'oie. l ral.m cchi, u1.nug·n.ni e bl'iecole, 110n Ri nctompa.g11n110 .111corn, i11 Lo1nharcl ia, le boeche dn :fuoco. Un pri1110 acce11no alle hornbardc si ha, rnil 1:1r1 , 11e!Ja 1'u7ysloria, frnlris Barllwfom ci , J1'crrwric118is a}J ,1w110 1287 11sq1.w arl am111:1n 13ti7. Qrn~i:.;(·o e1'011isla, rifonrndo ·1c mosse ddl ' Jmw•1·:1,· t1,re Enl'i co Yll, fra l'altro, scrive: cc Dopo qneslo, rirnw~rntore s:. pa1·tì cla C1·e111ona a cli '...!4 <li a1wi1e con tutto il suo <'~(!J·ci lo 11 con molti Lombardi e a11dò verso BreRf:ia, er-edell(]o fnr-e di B1·escia come aveva fatto c:li Cremona,. Ma non gli venne fatto, 1w1·doccl1<~ i BT·escia11i er:1no provveduti d.i. resistere aU'In11wradol'C. Ond'egli si mise a camvo e fece al'dere e nhhrnginrc L1tlte le fortezz.e e le biade che~ erano fuori delle porte e eon mn.ngn,ni e ti'ahucchj fortemente di cli e di notte comhattea la detta città, bcnchè i BreRda.ni virihnente e fortemeni.e si difondevauo, e con mang·ani e con bombarde e con tr:+hncchi. e con ba,]estrc faceano danno ·anc genti dell'Imperadore J) ecc. Qut'lRto passo fece crederc-l al Venturi (Dell'origine e dC'i pri-110-


LE Pl(l:M:E ARTIGLrnittrn VlS COKT!élll

mi vroun1s8i delle artiglierie), e all'Angelucci (Delle cirt'igl'ierfo ,la, f,rouo ·italicine), che l'epoca più antica alla quale si trovi prec i~:i, merizione delle hombarcle sia appunto l'anno 1311; invece i I I 'L·ornis (])elfo 8tnto dell, a,rtiglieria circét, l'anno 1500), ritenne 1·liP 11011 dehhn prestarsi intera fede all'autore (folla J>olysto-

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,.;u, sia perchè egli :1ccomluw, nella, difes ..L di Brescia le bomh:ud,! coi mangani e coi tral,ucchi, sitL 1~rchè Alberlino l\Iussa.to e F1!1Teto Viccnforn, storici gravissimi e contemporanei, narrando q 11Pll 'aRSPdi o, non fanno numzione che <1,!lle a.u l.iehe macd1i.ne. Unn, <:onfer11u~ tli qnaHLo sel'isse il Promis, ma s0Ha11to 1wi 1·i~11ai·di ddk bomh:u·d11 (escludendo cioè gli sdlioppi), si trover1~hhe uelln mnrn:anza di qtmlsiasi accem10 alle bomlJa,rde stesse nelle des,:ri:t.imii di t.ntt.i i fatti. d ' a,r me svoltisi in Lomha,rdia in 1pie1st"o pel"iodo. Tali clei::cri½ioni sono, pentiltro, molto inlercsH:\.ll !·i i,;ot.Lo i p1rnti di vista storico e rni.li!.:u·e, e (:retHarno nppor( 11110 1·ip1·oclm·1·1\ qnalcll!! n.crcmno da,l la gi,'.L citnta, oper,1 del Ginlini. Ne~! 1:!17, come BuonilwonL1·0 Morigi.n, Rcrisse ed il Corio 1·i· 1wt<\ Ma(J.Po ViRMnti inviò i snoi ·figli cou gra.mfo moltitudin e di mili.ti e lli fanti <~ cou essi << Rea.le, lmlcstl·e e urncc lli11e )> nd cs1rngnare le ciUà,, i bo1•ghi ed i ca.stelli dei guelfi. in LomlH1,r dia,; ma iH questa spedi:d01rn non v'è alcun 1-wcmino ad armi ila, fuoco. :Nel 1:323, Raimondo da Ca,1·ùo11n, duce dei Crocesegnnti, foec « appkc·arc nu:L di quelle macchiue che chianuwansi .'latt-i nlla port,L Uornasca, (<li. Mjfano). Vi a,cc01·se Ga,leaz:w Vif,eonti col conte Herto!òo e attaccò la ,rnffn, eoi nemici, cl1e riuscì sa,n grrinosa; al fine di cui, restò brnciato il ponte, ma anche il yatt:o nndò in eeHel'{~ >>. Auc01·a nel 1:~4.0 1 all'assPdio <li Bellinzorrn,, non sono mm1zi01mte rn~ homhanl1\ m~ 111aechine Rim.ili. Le genti rfai signori di M:ila,no cin.:omla,r ono Hellinzom1, e, incomincia.to l'assedio, (( fcèero avanzare contro le mura le undici macchine dette h·abucc-hi, clH! le ha.tteva,no uoll.e e giorno)). lmportanl e e interessa,nte, per il modo con cui fu condotto, è l'assalto dato nel 13GB dalle genli dei Visconti al castello di Castano, clifoso dai guelfi di Lorn ba.rdia. cc Vennc~ro i Milanesi con copia, di c:walli e fan ti e barbute ... e seco avcva110 i strumenti , bellici, uncini di ferro, mante.Ili, cioè macchine fatte cH pa1i, -

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1300 - 1400

pertiche e crati per copl'Ìrc, come co' ma,ntelli, i combattenti, con gatti, macchine per battere Je mura, con molte scale e gra,ndissima quantità di Jegna,mi. Alla mattina di buonissima ora., " iminciarono l'assalto e gettati de' legni in varie parti delle cerche o fosse esteriori, passarono snhito nel refosso; quindi penetrando n el fossato asciutto, giunsero al palancato o ster:cato e cogli uncini d i ferro cominciarono a sLc1·pal'lo in molti luoghi. >>· Il racconto dell'Azario è più vivo nellH, descdzioue della azione difcnsinL: <( I difew,ori opposero sulJHo le falde o e1·ati rmvesi detti di sopra f~ fra esse mischia11dosi i ca,,,aJicri sti pen · dia,ti con piccola targa, o scudo e colla lancia proibinrno ai Milanesi l 'ascendere sulle nrn1·a. Altri poi con essi, 1ton essendo cosi bmrn m•mati, i-;i oec:uparono 11 gettai· giù, alla peggio, gran qnantith di Rassi o cl'acqrn1 bollente>>. Si JH~nsa che, sP- in q 1wsl o assai to a l. fo1·ti ssirno cnsteJlo fos sero fita,tc adoperato a1·mi •fa fuoco, gli scriUori, cl1L\ l'ul'ono cosi efficaci cd a,c cura,ti 11cl deseri.vcr·lo, non avrebbero omc·is~:o 4"1i fnr-nc 111Pn½imw. In ogni rnoflo, se pe1· tutti i fatti d'anni rm~cedenti l'uso ùi l,omlJiu-d l\ da parte dd JVlihLncsi ò discutibi le, lo trovin,m o eon r.el'tcw,,a, "il1 quello dell ' am10 i:3HO, pl'esr,:;o HologrnL Con l'aiuto della, Chiesa, alln rpmle (Hova,nni Visconti da ·Oleggio aveva ceduto quella, città, i .Bolognesi diedero parecchi assalti alle bastite che j :Mi1a11esi avevano Jasc:iato pl'esso le rnnra,. Iu uno di questi a,ssalti, un giovanetto bolog-nP-Re fu colpito da una, bom" harda dri nemici (nel pa1·agl'afo sulle bocche da fuoco di Bologna riforiamo il relatìvo passo del cronista Matteo Grifoni), e il Cardinale, legato pontificio, r.iò vedendo, rip1·ese il signor Ga,leotto Malatesta., che senza armi andava per il campo. 'l'rascurando i fatti d 'arme di sr,condaria importanza, dura-ntc i quali, dopo il 1360, troviamo aecennato l'uso delle armi da fuoco , è degna di nota la lotta svoltasi sotto Vercelli nel H'73 e nel 1374-. << "N"cl giorno decimosesto (1373) - Acri ve il Giulini - Otto·1e Bru sa,to e Giovanni de' Fiesehi, vescovo di (Juella città, ne sorpresero il castello e v'introdussero le genti della Chiesa e del Monferrato che era,no notiziose di tutta l'impresa, e poco lungi -112-


L ' ASSlllDIO DI VERCELLl

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11c asp ettavano l'esito. I 'l'izzo11i, antichi amici df!' Vil-icouti, e i mini stri <><l officiali di Ga1N1z'l.o Visconti difescr-o 111u1nto potetlero 1a, cittù,, barri<:a,n do .le ~trnde; mn, fìnalmentc, 11 00 potendo più rei;;istere alle s up<~riori forze dd nemici, si 1·itit·,.,ro110 ncl!a dtta,della,, d1c si sostcmw per lutto f!Ucll' an110 e per huoua prwtc a 11c he del S<!gu cute 1:374_ (h1lcazw Visconti, a c ui IToppo prP 111cva qnclJ a. cittù, :-;i diede a fart'. gc-andis;;;imr SJ.)f'S<! p,•r rie uJJP· 1-arla., assoldando 1111ovi s ti pendiati e ma.ndarnlo <·olà, gtan fjnan t itii, <li ;;ente, di v<~ttovaglie e di m acchiru~, quasi per un :1,nno iltl,\1·0. Così l'escni1·o . dei Yisc:onti asscùiavn gli ;1lleati 1wl1.1 dttil. P llt"l <·a:-;t1dlo e 1pwllo degli a llea.ti asst>di:wa i sol1Ja,(i d<'i Vis(:011 ti ne lla cittadella. Alfiue la viu!:'mro g·li :11lcati e Jn, cHt:a dclJa rlovet(P. r(m<.forsi. 11el primo gi01·no ·<l ' ag-osto. J,'a1111alista rniliato JJeU 'or·dine dH·, i11 <lata 2L a.Jn·ilt• r:m:J. il signore di Mi lano, parlando fli questo a:-;sedìo , l'a,1110 menzione d<>11<-~ born · barde n~at,, d ccndr.volmente da una parte e ùnll ' altra. )). Uon i; in11 Ua.l,~a.zzo Vii;;contj , cont(~ <ii. Vil'tù e p rimo duca. di. ·Mila.110, l'nso <.foll ' nrtiglie1·ia pro1wia11rnntc <.l <>ttn, uegH cscrd ti vi:-:1·011td <liv.icn<' <:omu111:-;sirno. La. •li RITnzioJie ,lPlla ma g g-io1· pa1·h• th·IFa.tT lifrio viseont,io, ,wvcmuta al t e mvo <folla Jli'O · 1·.l;i1ua,;,,i o11(' 1lella lfop11bl.ilica Arn hl'Of.:ia11a, n oH ci pc1·11.w l.t1! Uiiil 1·kostt11;,,·io11P p1·(•(· i:,;n ili tutta l 'org·anizzazionc militn,1·c del 1111 ca,to di Mil n.110. Essa fo1·sc sarr.hbe poi;;sibiJe ath'n.verso lo spo g-Jio dei doe nrn e nt.i \"i:sl:Oll h\i consctv,Lti u ci siugoli ar<:l1i vi co · 1111uta,li ; 11m, agi i_ scopi. di <J 11esto lavor-o, ha.st:.•.uo le notizie ,·J1e a,bhiamo hovatP 11,•i rest i ùell 'at chivio Yi:::icontco e ffllcllti che 11<'t· ln 1·egione lornlml'<ia p11ùulicarm10 1'A11gel11cci ed a ltri. {h 1 111ap;-:l:1·0 r,. lin111.ba.rrl is . Giovaulli ,k BW'f/O Sa,J1ct:i /::;e7111 fcr-i, im,fom e con 1111 maestro i ngegnere Arasmolo de VilJa, e~ n o·111ìn:1Lo 11ell 'ol'<lin<~ ('be, i11 data :U aprfle 13!..lO. H signo!'li di Mi Ja 110 i11 viù :il Yic·n.l'io e a.i XU di P rovvif-ioue della stess,1, città, perclu~ fosl:l<'l"O sos p1\se tutte k• liti e quif.:1i01d <: he i pr,~dcUj Giov[tuni da Hoi-g-o 8a11 Repolm·o e A 1·asmolo de V illa, pote,'<sero averei dovendo essere 111a. n,lati. nell 'escrcito operante con· tro Bologna.. Anrlrca Cia,tar o. pa1·la )l(]o dclln gnerI'a, di Man tova,, 1mtto l'anno 1~97 fa memdone ili l.>oml)fll'de grosse e piceole nel ca mpo mila 11ese e poco dopo par la di bombarde e schioppetti _ I nfatti , 8

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1300 - 1400

conrn già notò il Ventu1-i, nello stesso mmo 1397 gli alleati dei Venezian~ presero nel Ma,ntovano alle genti del duca di 1\Jilano bombm·de gr·osse in numero, di 22, bombarde me:r,:r,a,11<1 4G, scn,,;11, conta.re quelle che erano sopra i galeoni <.folla. flotta viscontea. sul I'o. Ciò dimostra quauLo ,grande fosse stato, in breve volg!~r di anni, lo sviluppo delle armi .d t1 fuoco in Lombardia. Quanto all'arti.glie1·ia minore o portatile, nello Stato Viscont,~o l' nso ri1:Qonti), a,gli ultimi anni della, prima metiL del se-

1"ig. 22 - .:irti gl ierin. dn. r·n1u[1:ign:1 tll~l Reeolo XIV (1]a. Napoléon et FnYé: Nliulcs 8nr l' artillcric).

colo XIV. Un documento pubblicato dall'Angelucc:i, del 20 l'cb hraio 134:6, col quale furono consegnate a Porolo dei Marliani, castellano per i Visconti, le anni da offesa o da difesa esistenti nel castello di Frassineto Po, fa prcdsa cd incquivoca,bile incn zione dello schioppo: « Item schiopum unum cum polvere)). g qupst,o il primo a.utentieo documento lombardo in cui sia indicata q11est'arma aa fuoco ma11esc[L o portatile o da posta, composta di nna can na cli ferro o di altro metallo, che poteva e8sere carica,ta dalla, bocca, o dalla cuh1tta, e che ehhe il nome itn,lfanissirno dnl rumore 9 scoppio che produceva e produce neìlo scaricarsi. -114

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X GMEfl0S1 SCfUOl.'PI A Yli:HCl.cT,LI

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lJ11 ,tHro documcu to, pubbli~Lto dall' Angeluc;ci, dell'anno 1:m:.!-B:t, 1lal quale risulta che nella cittadella, di Vercelli si const· 1·vava110 ben 101 schioppi (certamente da post.a), ù degno di ,,ola perehè il numero degli schioppi, posto in relazione ai tempi, i· s i 1·ao1·dim1rio: il tloemrwnto può ,~ssel'c vortu.to c ome prova i 11d 11 bhiu. dcll' uso molto esteso delle a,rmi tla fuoco in Lombardia, nel Heeolo XI.V.

6. Questione 1>reliminare sulla priorità dell'Artiglieria veneta - Gli assedi di Cividale e Treviso - Le bombarde nella lotta contro Genova La morte dell'Ammiraglio Doria.

La :;(01·in. llcll '.A.1·tiglier.i..L venda ha, semm dubbio una irnpo1·t.a 11r.a, capi( nle l'm qtwlle dcll1\ reµ; ioui italin,nc cd 1~ relativn,11w11(p not:a, p(~1-ch1~ 1110Hi 1\scmplal'i cli 1\fm;ci 1·icorda110 e 111~.-methnru rli <:0 111 rnll,u1~ la, (ec11ien, e l"ai-11~ 11ei pl'otlotti clclle antiche fo1, 1IPt·ic d.t~lln Rep11 h h lien.. l ì110 Hl.11tlio spt!da le, 11na m o11og1·a li.a sulle a1·Uglierie ve11 011 ù ancora stato fatto in i:;1~11so Ol'ga11ico e razionale e t:1.11lo 11Hrno i11 seni;;o c:lc fiJrHivo. ~raie strn'l'io compm·tcl'cbùe l:i, 1··icPrta s i~ft~ma,tif',1 11elle f'a.1·te c]d H. Atc hivi Veneti, e ]a, lettura di 111,111o~nil'li. o edbr.ioni me no eonoscilrl.c, nell e Tiiblioteehe loc·:rli - OJIPl'(~ I rntt.1,111 i 110n solo direttarn cnlc tlell'rwgo.uumto ma di 1,ogg<· i-ti nlti ,1i : nrti , i, 1d u strie ccc. Oiò che conosciamo dagli slor·i<·i P rl;r i <:1·md. ·ti non ,~ molto, e sopratutto non ù chiaro_ P e1· <111el.lo cl ic rignnnla l'opPta preisentc si è ten uto n, dare 1rn 'idea, t~satta, uta, generale, dell 'n1·gomen to, equilibrandolo al po:-:isihile Hel senso tecnko e cronologico. re1·ciò le non molte noti:1.ie ed ite e i11wlitc che Ri. s0110 potute ra,ccog1ie rc sono state fa Lte eo11 vcrgere a,fl i lln:,:t.J-ai-e ed i nquadra.re il nu.i,teria.lc tuttora consn-Yn to. Q nesf·o in fotti , fonwml o una hase sieura, non soggetta 11 illterpechrnioni a.rbitra,rie come i doc umenti i sola.ti o le noti;,;i c non J-cc:Hi<:he foniite da, cronach e e stodc - deve for mare il mreleo flelle fonti. For-tnnn.taruente., per Venezia, il materi ale Jil:'1 ('

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1300 - 14.00

r·clativamente abbonùa, e si può raccordare ai dati torniti da do· cumenti. Seguendo il metodo adotta,to nella trattazione generale, anche lo studio veneto è diviso per secoli; ma sarà opportuno chia1·ire dm Io sviluppo delle hoeche da fuoco veneziane si può raggruppare in tre periodi: quello dalle origini a tutto il sec. XV; il perjodo che abbraccia i due secoli seguenti; l'ultimo pcdodo che, per Venezia, si chiL1de alla caduta della Repubblica di R. :Mal'(;o ailche se, per la storia g enerale d ell.' Al'ma in Italia., couvieuc sia protni.tto attraverso l'Impero Napoleonico, sino a.l 18.L5.

Avvertiamo sul>ito che, se H periodo delle origini presenta. gm11dc i11Lp1·csse stori<:o, esso è il meno controlh1bile e r ichiede

ima trnH.a.zione fo1·zt~tarnentc sommaria, per l'iuscirc chiaro. Le 1pwfitioni, o certe qucsti.oni , per mancanza di skuri cfomenU ,li ,lisc·.11ssio11P, vam10 <witnt:e in massima come mdose. Il K<~<'.Ondo 1,eriouo è n più ricco di ùor.;umcnU e 1.li monu · mP11ti: i11oltr·c tl sper:iH,lnumte ca1·aUerisLico per· Ven,~zia. L'ulUmo pel'iodo 1>ossiede una buon a lettm.·at1un tec11ica , 111 .1, r eln,ti vn.m<~nte pochi cirncli c1w permettano il con tr·ollo e lo st11dio dirclLo. 1'utte ]e notizie ricavate dalle due fonti <:omhinaLe devouo PSsere inquadra.te r.;1·011ologicamente nelle circostanze d ' ambiente . Aecadrù anche, in certi casi, che, in occasione cli fa ttì d 'arme, si abbia.no, nei cronisti, notizie più partkolareggiate sulle a rtiglierie dei nemici cJ1c su quelle dei Veneti. ln q ucsti ct-i,si , pcl' <:omiessio11e di matci-ìa, certe 1wtizie 1,011 rigua,r danti <1irettamente .!.'Artiglieria vc11czi:wa, so110 :sta.I.,~ a,rn mess;e. Si è auche dov uto l'k,onel'e a,l le :ma.logie ùeu aecertate, per ricost1·uire idealmente, su elementi equipollenti, la ·fìg;ura ddle a,rtiglierie venete) q1mmlo ogni foute scritta, grafica o cf. fettiva., veniva a rna,HCH1re, per non lascia.re ]::u:mrn in periodi caratteristici e disturbare l 'eq uilihrio di una, trattazione clt(• mira. sopratutto a volgarizzare la. eonoscenza del soggetto, n011 molto famigliare - oggi - r~lla cultura corrente. Così prospettato, lo studio sulle a.rtìglierie a.ntich(~ cli Vene-

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L'All'l 'JGLIEJtlA Vl!:Nl'TJ'A

:,,,i:l l' diretto a, mP,ttere in luce , i-;peda,lmente in confronto colle a,ltre regioni italiane : La tra<lizi01w, ben fo]l(la.ta, e.li. una c erta prior·ità nell'uso regolare de lle~ arti~lierie, tino tla.l periodo delle origini ; La, tnulizione t(~c11ic:n, e a.rtisl.ica ehH, con elementi e ca1·atte1·i l oca.li 1wi scc;oJi XVI,, xvn, clotò la Hepubblica di un arnHL· meni.o i,;p l~11<liflo e poteut.f\ ra.zionalrucnLc studfato ed dte t t11:1,to, cou l' intelligl'nte e squisita applicazione àeJl'artc orna,11wnt.n.le ;

J.1a ti·:Hli:,,,io11c ::-den tiffrn., « moderllH >> pei suoi tempi, (:he trnsforrnl> i.l mah•rialc d ' n.rmamento, i-:iui su~l{Pl'imenti e gli i.,tmli compiuti n, VPne:,,,in, per t11tto l'uHimo seeo]o (li vita della R.cpuublka,: L'onlinameni·o 11 1ilit~1.re inerente all' impiego delle Ai-tig·lierfo : pal'lc dH!, S(• 11 011 p1·<·sc•nta la m,u:isim~1 importanza in uno S1':1to i.li <·,11·atfo1·p li111ii:i,bt,n wnt ,, ~nc•r1·<·sc o <·o m<> Venc;1,ia., h u pnrc cel't<~ RlH~ (·n1·n11 .. 1·ii,.:tidH'!, spl~C·.i aJmentc~ llPl dò111i11Io eolo · I!Ìn] P.,

l11firn•, p<~t l<' l'n.gim,i ripPt n tr. nel eonm 11i cpiesta St oria, 1111i. QJll('f.;i,.;a, di J>.l'OJ>OF,,if"<> , og11i tTnttn.,donn pn1·ticoln,1·c ,1c~n'A1· tig-lim·ia di lYlm·inn. Nr vie11e di r on segunwm ehf\ mm, part(i impol'ta 11 Lji,.:i,.:im:1,, ~da te<·nkn. clic storica., <.ld soggetto, no11 eorupai:<~ in qn<'sLo stnclio. J•: di <:i ù nt lP 1111to tonto, eo111e d ' a.ltl'omlc pc1· G,inova, Fi1tUxibì '1Pi ,l 11c 8h1t i esscm losi, soprn.tutlo, esplic-nta per mar<'.

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~ cUit tlisc11ssio11c s ulla, cli ba.tLutiL q11m::tio11e delle orig ini_ d ell'Al'Liglieria in Itn iia, iwva p o1-t.o la tru.diziom' di prioritù, che i \'(•11eti hmrno spesso sos1'c>nuta d1.·c:-i, l 'impi.cgo della, nuova 1u·11rn, in tl" 11tpi impl'eris.i ti, mn, c.l1c l·i~1.] gono nl p1·imo qmwJo d el Xl V RP(·ol o: tah~ prcsuur.iorn~ di prioritù. a lm eno per q1rn.nto 1·ig11anla l 'Enropa , (~ ce1·tmn cnte molto fondata. T Veneti. fol' SC pi ù che ogni ~bltra na,:.done, e bbero conta.t ti fre(pwnti. octai;;ionali e nee<>i::i;;iwi , con tutto l'Oriente. Di quì, 1ri eo11oi;;cp11za dei fuochi fl,rUficiciti e delle ·rnrie modificazioni a.p po1•t.atc 11el loro u11.111eggio . B, prima ancora che le bombarde vellÌSRf'ro i II nso, Prm10 adoperati 11nei eongf\g·ni che dni 1:1' 011isti e dag·li sfol'ici sono nn·iame u te cfosig nati. Si pnò r icosb·uirne -

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la figura ge11e1·aie irn111agi11ando « ra;r,r.i ll for11iti di punte: qnaùrelli coine quelli delle ba]estre o rnas8e di ferro o di piombo. L'impulsione della mist:ela (h\tonaut(i dw nou era, IJisogu~L uota1·e, ln v1~ra polve1·e ùa carn10rn~ - - portava questi proiettil i a colpii-e eo1.1 1u1a, certa, violenza a distan,1,e notevo.li. Ora fr ,1; le prime notizfo sull'impiego <folfo bombarde figurano i Veneti - 1:~:11 - o meglio l'a,rtiglieria, usata in un as:·mHo a Cividafo. V1\1·0 <' 1·.lH~ d1w pns:;;i e011(:orda.ntì di cronisti assegncrclJlJe1·0 una dnta af,;sni po8tel'ior1\ all ' m;o ile.Ile hornlJanle ve11czia11e; 111a ]1• d1w 1late semlJrcrclJIJ(u·o alTermai·c effettiva111m1t1_~ 1111a pi-ioi-itù., 11011 ucll'i11·i;e11.~ionr: <.lei l<.i born ba,r<le, hm11,i Jl(~l lol'O uso co1·1·e11te, in favore dt~i ·vendi. :~ ·ora ii1faU.i il Oatoldo di.o nlll :i;rn;, alFnf,;i,,;e<lio di. Trevi:so , l'id1·0 .l•~mo t'. Ma,tiuo :-;ura.11r,o a dope1·a.ro110 c1Heace111cntc le ùo·111 ùc1,rddle. le prùne ve<lnl e ù1 l la lia,. .1\n<:lw l'nolo i\loi-oHini, rn~ll:t :-ma. :Slol'.ia di Ye11e:1,ia , (li r<~: << Viene afTe1·.11mLo che q1wsto ~01·a.11r.o 11P-'IF1\SJ)Hg11nr.iorn~ del Cnstello f11sFle il pPimo (·.lrn n<lopm-·afis1, l ' A1·tiglip1·ia, ,·hP HN1~11,lo forr,;,~ pii'l dnl taso dm da.ll'ing1~guo hnvuto ol'igine a poco a poco da oisise1·vale esper.ie11ze .11d COl'SO degli a.mii c011 1n·oponio1rn,tu, mdone cli 11J;1tc1·iali atti 110n llll-'llO a, 1:011<·1~pir1~ clw a Lla.1· al fuoco j P l'isfretta. canna pol'tentosa fol'za si è, con pregiudizio degli no1nini valol'osi, tanto avnnr.atn, che ha l'eso inutili vane e ridicole le macdrin~! et in ventioni deg;li :rntkhi oncle non è cittù,, n on J'ol'tc:1,r.:1,) ehc poss:i. se1rna tcnol'c (la lei sti,mn·si seenl'o l). T>'nltra pal'te i croniRti genovesi rinf.:sunti cl:11 Oi11,-t·htin11i 11(~1 s ecolo XVl :d'f<~rrnavano rhP- 1wl 1~81 i Veneti avPVH,llO mei,_;:,o i11 ope1·a le /Jon1Jl(rnle, onlig-110 (Il/ora trov,1,to e :-wo11osc:into ni (lcnovcsi. Le clnt1i 1:wn-1381 segnerehhero forse il limite - sicnro n 1 (]nal<~ pos1-m; ascriversi l'impiego regolare llell'a,rtiglieria vem•:,,;i:rna. Come abbiamo vi sto, le bocche da foof·o nnm1no fatto la. ]oro compnrsn in ltnlia, I-' C(~rto nnche a, Vc11er.ia, mcr.zo 1-;eeolo JJrirna di tale da.la ; JJJH JJ(lll si 1r:1tfava a11co1·a cli 1m vero e pro· prio annamento rPgolare. Hinrnne tlun(JUe pei VcJJel.i aecedato 1'11:so 1·eg-olare della nnova arma, appoggiato sull'antecedente esperienza e trndi-

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LA GUERRA FHA VENl<!ZIA E GI,NOVA

zione propagata dall'01·icnte. J!ilimin:mclo ogni a.Ura questione o:.:;io~m, basta, per lo scopo di questo studio, l'aver messo in luce queste due circostanze. Le homhnl'éle che, secondo la, teRtimonianza del Redusio, a veope1·ato nc~ll' assedio di Cividale 1:Lpparfoneva.110 senza, dubbio n,l la specie delle artiglier ie giù 110Levolmm1te perfczio1mLe. Ne dà nn 'idca esatta l'esf!mpln,re assai 1·aro conservato al Museo d'Artiglieria di Torino, di cni parleremo più avanti, deS(Tivcudo appunto alem1i csc1npJ11ri cl,~l S(\COlo Xl V che si trovano 11el ~fusco stesi,,o; qni ci preme sola1IHmte rilcv~Lre che la provenfonza del cime lio, dal Onstello cli .M.orro (.Tesi), non permette ct~i-to di atti-i bn i1·1o al.l'assedio di Cividale : esso prova invece che il IJpo era Y<'rso hL fi11c dd XI V sc>.c olo a,hba.slanza comnnù iu Ttn,lìa,, forse in seg11ito nll\1so eh(~ i Veneti ne :weva,no fatto sn Jargn srnla e.con sn<:c<•sso ll(!l l'atto d ' anne riportato d a.I c 1·onist.a. T/impiego ·di p;r-osse arLigJim·ie l'itornn, W!Ì passi degli f.:to rici, in occnsi.011c clelln, gT1P.1·1·a f'1>n, Venmdn, e Oenovn. Nel 1880 - 1:<Pco11<lo il ' Gi 11 :-;l.i11ia 11i - i Vt.•11di. 1u~mvaJ10 coutempo1·a11eamente in rna,re <~ in tcrr,.Lfa n11ova n,1·rna cli. c ui i Ge11ov<\SÌ mnn ca.vn.no. S 11lhL La.gurn1, trn,sfor1n.LL,L da chi118e e l'orLificar.ioni improvviBate in aspro cau1po (li haltaµ;liu~ Oiovanni Ha,1·barigo faceva « 1nanovrare un gran 11111rtero di schiffi tutti forniti di hornba,1·ddle >J. Le nn,v i grosse e a.nclw ]<~ galee genovesi - a parte l'infel'iol'itù di a.rmamc~nto -- ,riman<~va.no impedite dai bn,ssifondi. <C B pe1· c.011 trario i Vinitin11 i Jac1:iva.no vola.re le lol' barchette e le loro sctLffc in qualmHJUe luogo et a, qm~sto d:wa ntaggio si aggiuuse la moltitudine deJle homharcle r'itrow1,tc rli nuovo JH: r q1wslo tempo) <-folle qnali cinschedmi:t scaffa portav a alnu,,nco nna, imfficie11te ad ammazr.are pcl' ogni colpo rlne o tl'e uomi11i, e seguiva l'a.ssalto, non pofondo ·i Genovesi schivare i colpi delle bornba.nfo )). Più tardi, in altre vicende di questa guerra ostina,tn,, Carlo Zeno sopraffaceva a Chiog·gia, Pietro Doria ·« per ca usa delle bornbanle che a,v ,wa,no (i Veneti) bene ordi na.te in n1:nc e iu terra)). Infine a, Brondolo << il noria fu fei·ito d' nna bomha,rda e morì inc:ontinente >). Tntti questi testi mostravano come l'uso delle bombarde in quella guerra, fosse spe cialità e causa di vantaggio pci Veneti in confronto dei Genovm10

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Fig. 23 - 'fipi di a r tiglierie venete del XIV e XV se colo, se .:umlu i tli~egui copiati d al Gaspetoni sul nrnteriu le del Museo fl' Artiglie r i a di Venezia, ogg·i disperso: ;lì Otto piccoli cannon i cli fc 1To u>"nti nei primi te mpi dopo la scoperta à ella p olvere. JJ) Antico cannon e cli feno con anima conic;i . 0 ) D u e :mtielli pezzi. ])J .\ntico <·annone <li feno detto il Oompar1iw. B) Antichissima bornbnrda elle seni nell a g u erra di Chiogghl ,Jel 133(; (il n o8tro testo dimost1·a d1e non è esa tto) . - P ) 1're muscoli di ferro . - O-) Anticlii c am1 oni di cuoio a tt orciglia ti di cor da e d ue ,rntichi ss irn i mortai, pnr e cer chiati di cuolo. H) Antichi cannoni incamerati. - · I) Prin1issime s pi..ngnnlc <li f e1:r o con O.l'C'C (·hioni. ~

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LE BOMBAim~; lMl'll!JGA'l'ls A BRONUOLO

.

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vesi. Hi yeda, 11ella parte di questo studio riservata a Genova, quale ragione abbia influito sulla deficienza d:i a1·m amento dei Oenovcsi, pcrchè dal .fatto di non essere forniti di hombaNle non si poteva arguire ehc essi non ne fossero a, conoscenza: le relazioni di Oenova eon l'Orie11te, e quelle con gli stessi Veneti primn ,folla ~1wrra, si oppoITPbbero a, una co11clusione così a,1·bi t rada,. Gli storici veneti fomiseo110 a,ltr·i particolari sul fatto d'a,trnt>. die costò la vita, all 'Amrniraglio dei Genovesi Pietro Do ria . .~gli si era asst~rragJia.to 11elic Torri di Bromlolo. I Vc11e;1,iani. posero iu batte1·i;L bornlnudc che lanciavtLno proiettili di cento•iua.ranta. in duecento Lil>lh'e . .I >'alt1·a pal'te, anche un grosso pez:r.o postato su una, galea, bn,ttcn11 le 'l'orri. e< Umi artelaria o vero bomba.l'Cla,, desparamlo eontro le mura de Bronclolo (fott<~ nd ca.mp:111ile clel Palaz7,o il qnal fra1ca.F.:sò ,~t casca.udo mezzo, dele in ~mlfa t,ista. a, J>i,~tro Doria genovese, allora cupitauio de tuta l·' a,1•mn,tn ,lei g·1~1i1ovesi )). <l11Psfo passi>. co11fro11ta,t-o cou.g-li altr·i del Uinstinia.1ti sulle (( ù0111ba1·delle )) mm-le dal.le 11avi JeggeI"e, pe1·mette di n.lfo1·111n1·e h~siisteuza · di tipi d 'artiglieria giù, :specia.lizznifi. Sulle « scaffe >) infatti, c he « voh1,va,no )) in ogni c,1-n to clelln, ]ngun:1, S(~n,-;a, impedh1w11to (1i hn.Rf.li fondi, non pot,~v..1110 <issere ,Lllogate clw (< l>ombardelle~ )) forse~ dd]::i, f'<pPt:i(: detta « m:tnesca, )), mentre gli effetti del tiro s1Jlli: toni di H1·01ulo.l o (~ specialmente Ja precis;1,;,.in11,~ d d peso di pvoidtili ir1 ce11thiaia di libbre rìv(!la.no l'nso (1i /~To:,:-:(~ n.rtiglìerie. . Uonvi.(:lte a11cora a.ggimi~er(~ che~, olt1·e al tiJJO Lli bomlm.nla descritto dal H<-'lhudo - la bombanla e< trev:isana )), - esisteva giù, l'altro tipo, detto a ùn.iyn, come ne fauno fede esemplari a,l <1 ?\l11is{•e de l'A1·mée >>. 111 <1ueslo era applicato un vero e proprio shdc111a di 1·clrn~ariea,, percitè il can·n onc o n,asc:ulo si iutrodu<·,·vn. colpi) pc1· colpo jn . unu staffa. e se ne oUeneva h1derenza. :li Ia, e:u nera d cl pezzo rncdian le un e unco attraversante la. staffa. : · I pcz:r.i cra,no provvisti di una dotazione di questi « rnascoli )>. Qua,11to a,gli affusti di queste prime artiglierie, essi yari:1vano molto, dalla, semplice incassatul'a delle bombarclellc•. ai fott-i delle grosse bomb:1rde, a,i ceppi, a.i tela.i con archi cli cerchio di puntaù1ento, fino a.i. carri che permettevano di :i.dope-121-


rnoo - 1400 rare fo bocche da fuoco in cornbattimmiti campaJi. Le ricostr uzioni del << Musée de l' Armée >> e del Museo d'Artiglieria di 'l'ol'Ìno, e speeialrnenlc l'esame delle figure 11cl codice Vcilttirùis sono le fonti autentiche cd m1iehc, Ìll 1nanca1rna dei 1wo1w1 eHern-

-

•rJ,

i

Fig. 24 -

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Ricostituzione del Gasperoni.

plal'i dell'epoca, per figurarci le bocche dai fuoco delle origun, <:\ per commguenza, quelle vellete di questo primo periodo. B ' vero che per lungo tempo si a.tlribuì alle origini delFa.1·tiglieria,_ veneta un pezzo del Musco clell' Arsenale portante la designazione attuale di catalogo P. T. Sulla fede di antiehi scrittol'i e compilatori di guide, si voleva, vedere in quel cimelio un avanzo delle guerre di Chioggia. Ma uno studio dell' Angelucci, confer-

122 -

..


...

,.

l'HI0Hl'l';\ DI VMJ'iJ,:ZI.\ :<:EL- ltEHOI..\I;E USO D1!JT,L''1H:TlGLIERlA

ma.to <lnl c:ornpilntore df\11'attnale Ca.talogo, ·h a ristabilito ]a

veritù . Si tra 1,I.a cli umL IJO(:Ca da fuoco di mediocre l uughezztt, (< etLm era ta, », in cui il calil:wo della, bocca è quasi il doppio di quello della clwwra. La, costruzione comporta, nn'a,nima di rame sulla qua.le sono disposte fa:,;dttture di cuoio e di corda impe· eiate. T p1·i111i di q11el:!Li ekmeuti potevano Go11ve11ire alle antiche llom hm·<lelle, 111eniTc la singolarità, cl.cl materia,lc aveva fatto t'.:Ollelm]p1·<! prr rn.n tfr.liitù cli q11ell ' esernpla,1·c 1wirnitivo. Ont è appunto il modo <li em;t1·uzio11t~ d1e ha eon<lotto l'A11gcl ucci, e giu:,;la,me11 te, a, eo11elurd 011i opposte. Artiglic~l'ie con anima, ,li rn111e e fa.se.iame1tLo di corda e Glloio vennero te11tate in lta lia unl XVII Rec:olo. Se llù co11sm·vt1: a 'l'orino (Mus. d' A1·t.) u11 es<\11tplai·<~ dovuto a.lii.i, (;m;idettn (C scopc!rh1, )) <lì nn i11g·<,.g11e1·<~, t'.t·1·1o 1Vla1·i 11i, dw operò in Uenova. intorno a,1 1 n~o : ne discòl'l'c1·<~1110 ll<•I UnpHolo V. B' Yel'O dudl ]H'½7..0 <lnl Mm·hd lw ln fot·ma ei-!.c1·11a uo1·.111,de a lle a.1:t..i glie.L'ie dd tempo: <11wlln. <li 1.111 l'nkoiw, 111<~n1l'c .il 1'. 1. <l<\11' ,\ 1·i,;p11;1 In di V<·nc->;1,i n (li ffc->1·i :-;(·r fotnl 111 Pntc nelle propo1·½io11 i r·eln.1.iv<~. 'l'e11c11do sempre fo i·rna l'a,tti-ihuziorrn cro11ologica tfol· l'Ang<d 1u:<'i, vcidiarno 1iel << en.1111011e di c noio >> d<ill' A1·s<rnale uu Le11Lal..ivo di JJdriel'o o di 1111a, RJJCr'.iP cli 1norla:io t\NcguHo <:on gli cl<'.1tH~11ti della. (:osi<ldtn cc nrtigliP1·ia leggcr·a. >>, cui si ,·olPvano aH.1·ih11i1·c p1·egi di <-)(·0110111ia, e ti-:uiportahilHìì,. l\1a <~ !loto altresì ehe l 'inv<~n11ione 110n ehùe a.lcmrn. pra,tiea applica11io11e . Hi asst1rne11do i risullati <lell<! JJoti11iP PSJ>Oi'lte e <:001·<lirn1 mlol i , troviamo: La priorità cli V cnr!11in, nPll 'armnmcnto delle artigli<·1·ie va intesa,, se 1nai, eome priorità, rn~l lal'go e sistcmarìeo nso di guerl'a: lll<>ld 1·e i II n~c·<~ l'inwm:done delle born ba,rde no11 può essere fissata in un periodo d'anni dc~terminn,1:o e ristl'ctto, ili fa.vorc di questa o qnella regione italiana od e111·01ira e 1'ns:o spora,dico, come abbian10 visl,o , si rintraccia, contempol'anea,rnentc ìn divc-~rRe l'egioni italiane. Crediamo d1e le seguenti parole del Ro· lwrt siano le più misurate ~ giudiziose di quante ne sono sta.te seritt<~ in proposito: (< Aussi, lol'squc la connaissance des nonvea11x engins se re-123 -


1300 · 1400

pandit cn Europe (parla delle macchine (la fuoco derivate dalle . bisanti1w (soit par Fù,.termàl-i(l/ire dcs lf,aJicns et surto,ut de8 Vcniticns qu.i. (: t,iienf; e-n rap7wrts com1ncn;iaux dès le XIlÌ siècle a.ree les Ori.cnf;a,11,x, soit par l'ust1ge que les .i\insulmans fìrent en Espa,gne de leur uouvcJle artillerie, lcs Chretiens n'y a,ttad1èrent qn'1m(~ rnPdioer(~ impo1·t~1n<·e, Pt l'on 11e doit pas !:-'étonner qll(~ les historicns du ternps rn~ soieut pas plus cxplicHcs sm· une invention qui ne devait que dcux siècles plus tnrcl :woir une inllnence réellc StL l'm·t ik· la, grn·1·1·P )) ( L. Rohp1·I , f'u.fnlnynl' d1t AJ.u.c-.:{;r; et-' /Irtillcrie, 'l'onrn V )) ) . Ma, l'imam! (\g'tmllneHLe assodato c he l'uso reg·olil,rP. dnll(~ n,i·tigJiel'ie come parte orga,niea <lell 'eserdto in operazioni di g111!rrn,, spet.tn 1 n,llo xta.to attm1fo dell<~ Hostre eonosccnzc a,rcl1co logfohe, ai VP-neziani. Anche ti-:.1,scm·,uulo il l'atto cl'a,r·rne della, p1·esa, di quer ('rrevhio), 11Pss11110 potl'f~blu• 1·a,gio11evolmr.n1'<1 <:onti-a,:,:;ta.t<l l'impo1·t.a.nzn, della gtwna. di Uhioggia, P l'entità clegli a1•mn,1n,~nti di homba.t·dn, HÙ i 1·isnH.nti <leh!rminn.t.i dnl 101·0 impfogo, nè la, divh,i011P ( ! sprcialir-zn,zionr. cl<•ll'Ai-nm: :i.mJJi.ego di e:,:;empla.d leg g·m·i 11, hm·<lo cfol1(1 srnlfo P dPi ppsanl.i (·0111e p<~zzi d ' assedio a mu ro Joi·liliealo.

7. Documenti riguardanti spingarde bolognesi nel 1327, 31 e 32 - Bombarde nel 13:>2-3-7 - Gli inventari del Comune: 3:> bombarde nel 1381,

47 nel 1384, 85 nel 1397 · I bombardieri di Alberico da Barbiano. Albori delle bocche da fuoco estensi.

8ull',tpdrsi del see. XTV Bologna,. illust1·1: pe1· lo Studio fa. rnoso, ern a,nco1·a rnw <1ei più forti Comuni <l'Italia, ma la libertà, che 1wgli mmi pr,~cedenti aveva costituito il periodo splendido della sua storia, stava per csscl'C gravemente minaccintn, per ope1·a delle [a:,,ioni, ehe, con il nome di Lambertaz:d e Gereinei, t:n11sarono tnnfo sr:iagnr<: ana cittiì P rn~ provocarono il de(;a.dirn(1Hto. TuttaYia , 1nercè h1 forte Yitalit:ì., delle corporazioni delle al'li e ·dclle a,1·111i , il proee1-xo di decack1rna ebbe lenta progressione, cli gnisa d1P., per tutta. ]n, durnJn di rprnl set:olo e rlel -

]24 -


.... b'OR~l,: l\flUT .\lU l>I BOLOG NA

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successivo, pur nella procellosa mutabilità <lei t empi e degli eventi, il Comune di Bologna diede prova di mirabile energia nel difendersi contro gli Stati vicini e nel eerca,re ripetute volte di r ia c quistare la, libertà perduta. Uomini come Nomeo P epoli e Bedrando del Poggetto provocarono tnnmlti e rivolt~, fino a quand o Taddc~o PepoH, detto a.n chc il Magnifico, l'iuscì a rendersi si gnore di Bologna, ini· zianélo la s1·rie delle varie Signorie, eh 'ehhe1·0 il dominfo sulla vecchia Hepnhhlka. ·Posta iu m1~zzo a.<l a.Uri Stati non meno potenti, e taluni in vin di esp,Mu.ler!-!i, .Bologn.:t dovettf\ affidare u, notevoli fol'~e milital'i la, difesa dei ~moi cm1fi.11i. I tempi erano calamitosi,~ hi i..conel'ie sul suo tenitorio, gli attacehi improvvisi a.i f·.a stdli 1• le gnm·re non dava.no pace .:ti cittadini ili q ud perioclo t.rava · gliato. l'adr<• C her111Ji110 (l hfrar·dacci , 1wn.1, i.ma ope1·a, JJ1.;lla historiu, (l-i 1Jolorr11 1. da eui trn.1·1·Pmo p:.1,1·eedli<' dtn.1.i011i; :--1:riv1\ che Je g uar<Jie delh1, ciU.ì,, dall 'al to delh1, t orr(! d el I •opolo, « osxervava.110 i. seg11i ,lt~l fnoi;u fatti <li 110Ue dalfo cafitella i,,;ccoudo il lliisog uo, 1• 111• • •• 1'a-~ g1mgliava110 i1 l'r<•tore, e i.I <:1qM:n10, affine ehe si provv<\dessc dove il i-i<~gllo e.m dato . .. >>. l }ologna utLrih11ì sempre molt. t impoda 11,i;a a.I le fo1·:r,c mm · tari d1~l lo ~I.a.tu, c o11q11·1i111lc 11 Ii forrna.¼iu11i m er <:en:i,r ie penna,n c11 t..i <~ rni ]fai e t·.iU.a,di1u~, le quali prendevano il nome d,~i <1uartie1·i della dttiì : vortu. S . l'·ictr-o, porta, St.i ed, porta Ravegnana <~ p or ta S . 1>1·oi;o_lo. -~e la Hl~C<!S~it,'t lo 1·ichicòeva,, le milizie cit · trtdiIJe rillfol':;r,avar10 qnelle mere<marie nella difesa, d ella, città e ncU.e opcl':Mio11i de11tro •· ruori il. t<~1·.1·itorio dello StnJo. Più tarili i citta dini vcn ucru orga ni i:;r,al.i. iu compag nie, a.lfo qual i erano prepos ti i qnnrnn t.-1, e< stLpienti d ella compn,gnia, delle armi )), in ra ~ionc <li qua,tt r o sa,pfo nti per ogni comJ>a.gni a.. Nel rn8J gl'a,u 1mrtf' <l<>l hiJa11cio <lello ~Lc1i to era a ss01·bita dalle ~pese rnilita,ri. Infat ti , sn 1111 a.Uivo di ]frc bolog 1u~:,:;i 427.860 rappr<~8en t.anti fa t otalità tielle m1tl',J Le, ben 32fU)00 er a.no dP.dica tc a,gli a.p-pres tilimenti mili tari. B <:ioè : « La nze (iOO a tre rnvalli p e1· la.11 za lire bol. 119.HOO Fan ti 3000 » 157.600 Hcpara,tim1c delle Mm·e , e .M:a.ssarole » 20.000 Munitione et Arligliaria )) 30 .000 » 1

'

<J

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JI

125 -


i:rno

-1400

Per quanto conc<~rne quest"ultima voce, è da rilevare t,he si trntta -<:,crtrLment,~ id i vere e propl'ic bocche da fuoco, iu quanto che, i n talr~ epoca, le bom ha1·de avevano giù, notevole diffusione. R,~ quello IJologn!'ise non fu i I primo Comune. e forise nep pur,~ dei primi, dove si rjpercosse « sì gran rumore che pareva che lo.dio tonasS<\ cou g1·ancle nccisioue cli gente e sfondamento di cavalli)), come scrisse Giov,Lnni Villani, eonvieu d ';Lltrond c rilevare che i n do<:nmenti del primo quarto di secolo. esistenti 11dl'~\1·c-hi\'Ìo di RtaJo di Holognn., .~ fatto cenno delle r,;pingarclc, le iprnli dornva.110 essere t1F;a.t,~ da a,pposito personale, che og-gi cl hem111 o sped.:Ll i ziato . .L ùoeu111e11ti sono del. 1:-t~7, del 1:1;n e del 1:3:32 e Rtwnano così: « li / J.I t nw11.~i8 11uin:ii (l::27J. <e Item, 7,ror1 :·irlm·wnl ·mmlo 111w ~u11ru., IJUO<l j'l'(ite1· A lb<Jrln~ !} f!nanil·i,q 1wc-

vosU t18 r111 c1111111.rcim lmlli-<l11nw1, Co111n·11.is Ro,wu.io voss·it et 1wtwJ1"it 8'Ì-'IW .~uo vre-i-u,tlioio 1ll:rfi8x<: et co11sir1ua8lW d11111i11() V1:r1n18'io d e I,1111!1111lo, !Tu 'l! olwntut<J r/0111-ilii /, ('!lllli , 1: r/0111i11 0 J>drn .l/fl/i11i. (~ie) inj'ra.11erit1/11.,., 1'1.!-< iu di,-,fri CMtW.r<L 1•:f"i.~f1•11 / l i N

;

( 0111,i.~si .s) . . . : 1/r:in, 111wm ~pl11g11nlnm onm

qu.iqu((,yinfa, 7111!/ovfis yro-~si., ·in

tl1W(JU,, <:Ct8SiS )),

31 oot. J.'13.l. _Itmn, triyenlr1, novein Ubrav, se:1: s. vt or:l() ll e·1·1. .siue rete11.lio11e ea111/Jii ·vci ya,/rnllae Mffy,ro Adhi·1 1wrio 7,m vi'-ecio XX Jtorinorwn occris ion c; 11rccii <e •••

<<

un-i-us spingarde a.ù eo c;rnvte )>.

Il terzo docurnenlo, il quale J)arla, di mumzwni pc1· :-:ping-arda, è del LO febbraio J::-m2. Il Vicecapitauo e gli A11iinui da11110 l'ordine ai depositari generali del cornnne <1i Hologna pe1·el1<~ possano e dehhano • _ •• <e sine s1t·f 11reit1<licio <la.re et N()l·vnre da vecunia p e·1Tc11ta H 'l 11r:n:enifm.tla a.il eos qu<icwrnque tle u(msa., qurutr·iyint<i novem libras et se<lfoim sol. bon. s·ine retr::ntione !Ja.helle Magistro Vencnte qu.ontlam, 'l'honia,l!in·i c. S. JJfariae illrifori8 vni vrecfo trecentm·umi v11llolorum, 11ro spingardn atl ra tionem 8Cdicim libr. et q·uinqtte s. vro centcwtrio. Et vro t·ri/nts ccivsis ad n 11wnend,,1trn rl ictos pallollos, tl'ig-i'nta, 1i1t1Hn sol. bon. )),

Inta,nto, verso la rnet:l. del secolo, l'ultimo Signm·e di Ho log-rm, della famiglja P<~poli, vendette la ciLtà, all'Arcivescovo di -126-


,... LIJ; PltlME DO.M.BAitOJ,; BOLOGl\l~SI

11Iila110, Gioyn,m1i Viscon t i., che i11vesti d<~l1a S ignoria, n figlio uaturn.le Giovanni Oleggio, da 1\fatteo Gritioni. chia,ma,1:o e< 7Jerfid11i; tira,11wtti; ». L'aUivit.1 politica di. costui, mira,n te a scu otere la tufo]a viscontea, e il cmi-cere in pote nza dei Gom;aga, clei Polfmta, (fogli Estensi e, i11 Romagna, dei Malatesta e degli Oi-d efaffi , c011 siglia rono lo Stato bolognese a, c urnre le s ue forr.c mi-. Jitrwi e contri.lrnirono nlltL <'liffusione delle << bomba 1·de >>, n.r·rna assn,i p iù potenle delle rn i.H.:d1ine ossidion a li, fino a quel tempo nsah~ n~dla espng-naz.ione delle cittil, e elci cast elli. Ri t\ ~i;) visto come e pel'ch è siano quasi certamente cfa rccusa,re le uotfaic, accoHc òaJ lo stesso 'Mnrntod, circa l ' mm di bombard<~ hol ognr,i;d ne.L J21G contro S. Arcangelo e n el J239 sotto il ca s l<•llo d i Vignola, : a:sR<'T·z.ioni clovnte prohabilment<~ a d errori di cronisti. 11 srn:olo s rrce<.issi vo, i11 V(!CC, ci po1:ti1.. il 1·api du tlitl'oncl c1·si «li c111este ar mi P l'impiPgo di r.fisr. sul <·nmro di bnHuglin. F.sisto.llo testi u1011ia.11 ,-;e i110ppug-11n,biJi d1fl Holognn. possN'h~nL hornha.n l<i Ri11 dal.In md ù, del seco lo Xl V. E r.r.01 1e aknne, trntte dn..lJ"r\1Thivio di Hta.to de lln C'. il.hì, : (2.C; gmrnn io V','i:.!)

~c:r '.l'ano Bafoli 110/i pro cmw:nsfa 7rnr cmn f1w/.'i.y 0011.m fnrirw q11e misso. f11it ùt lel'ra. Ca:1:i e/. ·i,, l/l(/'ll<ll'i18, lmmb:mlis c:t alZiis f ernun<mtis nec<:ss,wiis vro 1:om. JJon. fn va.rt i btt.~ v,·c,lictis .... 150 l . b. l) , (< • • • • • •

I

(2S <li<·Pm brc lM!'l) ,e It . finl 1·atfo Prmfo itc 1lforlo. falJ1 ·0 ile C. L. U7Jra.~ qm, s h11.bere 1leliet a c om. Bon. 71ro f e·1·m1nentis v cr 011,m <l<Lli8 p1·0 fo,/1orcriis citadelle et pr·o

bombnrdis et cafm,fa 11m ,1.. c,if.ar1dl«, pro balul is pro (l il't.is b omh;inlis, et pr o olorl,is et .w :rrnturis 1wo 11011li8 rl. cilurlcllc dehct hn.l1M'() i n -r nmma rlfrt. <le cau.~. slne <latio r:t camMo fif10 l. b . ».

Nel CesP.na,, r azim1e r.liin e c:\ pera ll

g·iug;i10 1357 il canlina.Je. Egidio Alborno,-;, ei,;pugnafa o<:<:npù Bertinoro, éhe cc dive1111e mia forte base cli ope· per i;;cg uitare la g uer1·,L e 1111a, inten sa fucina di ma.cdi 7.Jornbardc >), come fiC1·i.ve Fra11 cesco Filippini n ell ' o-

Ca,rà-iiuila R!Jidio A lùornoz . Nel 11:~5D 1'Alborno,-;, disceso mm. second a volta. da Avignone , i-;edc dei Papi , in Ifa,lia e incl otto il conte T,a,ndo , cù.po clella << g-ra 11de compag1da >>. ad uscire da.Ile teere della Chiesa., stabilif.:ce a,n cora il quartier gen erale a Bertinoro p er dirigere le -127 -

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J' 1300 -1400

operazioni contro J!'orlì e Forlimpopoli .« Due erano le bastite già erette dall' Androino con grande spesa per tenere il campo contro Forlì : la bastita di S. Croce, presso la porta Schiavoni.a, a mare, e la bastita di S. Giovanni, a monte. Erano munite di bombarde che lanciava no pa.Ue di. ferro. Maestri delle bombarde furono Pa1rnmino da Cesena e Guido da Mantova». Giovanni Oleggio, « veto condottiero di mercenari», ribellatosi nel _rnr,5 a Matteo Visconti, f u costretto <lal successore Bcr1rnbò a chiedere aiuto nl cardinale .AJbo1·n07. e poi , pP.r le cfrcoslanze avverse della lot.tn,, .~ ce~ere .Bologna alla Chiesa (17 marzo .13fi0). Beruabò, alfa, testa di nu forte esercito di avve11tnrie1·i tedeschi, J)Otè comparire dpetntameute sotto le mura di Bologna, che tutt:1Yia k( \)Jl)C l'esistere e kv~nt.H,I'«' i. eolpi. di nrnuo (foll'<~stuto avversario. Di 1p1cst'epocn, kono i segnenti doenme11ti:

J1

(2t: Inarzo 1300)

« ltmn

.... Nani Mat<)i ,te (Jl1wat1wi;; nrnff'i8lrn b11mhanl<W·u111 .... /Wù v,wtis l,Lb<w<w-ii.< w ir 1mrn fa.oli.< in 1>ombartlis et lmlot·1s pro ùomb1irilis t1·a11.~mis1Jix 1ut forlilicia/5 /!I <:11~tr 11. 1f·i.çt1·i<:111.~ Uonoufr, oc1:<i.viou c ym;r e ..... 1-ilin.t~ ~14 <:l .ç11l. J;J f,ol. ».

BRisLc un altro doc:uuu:nto, i nh\re:-;santc soptatntto prr il fatto d1e, nel J 360, rn,rfo lor:a,litù, cld Bolognese, come appare cla,l documento stesso, e1·ano a,rma,te di homlmrdc. Jt una chiara con ferma, dell'irnpo1·tan7,a, ch'esse vam10 a,ssurn,-mdo· n<>gli m-.ier dti di a,l101·a, e nn 1·ir.onoscimeuto delJa loro eflicacin,, ~pi\dal · mente nella- difesa di~lle opere foi-tificn,tf\ o m•Jla. pspugnar.imtt\ delle medesime. (2G marzo li!(;OJ « Item .... JJnrt eo dc M1,tinii magistro ùomlmr danwi .... vn1 mcrcc,lc l<i/Jorerii .... in ùombardis v er t:nm cla,tis cl oonxir11w.tis . ... 1 .) pro <lualnts baloli.~ da,tfa <tomino ,Toha:nolo VicenMniH castela,,11,0 castt'·i S. li'nlicis, vonderis in summam librar. 36 <td rationem .s. 4 vro libri11. 1 t nrn, 11ro tibris l.07 lmlolarum <tatanun <livto castelan<1 ad rat1.oncm~ s. 1 pro Ubrarn. Item, pro ùtilot-is l.O feri tra,nl!miRsis acl t)astrmn Montisbellis ad ration . .~. 2 vro /Jalota . It. p1·0ù11.lotis t ran,çmissis ad vorta-m Sanati .M111ne ad rationeTn 1ire1lìctam. fl cm, vro l rìlms ùomhardis et '.75 balolfa tran8missis ad castrum S. Pclri, in smnma liùrarttm 15. lt. pro i boml1. ot 1G 7ml. t1·anwmissis a<l S. -To7wn. in .P crsiceto, in .m.mma, libr. rn. It. vro mia bomlmrtla c l 25 l1alotis t rasmil! . D1tciam, in sum. li/Jr. lt. vro dua,bus bornb. et 50 bal. .... ad portam stt·ate Oastelimiis

u.

-128 -

..


LI•! BOMBARDI!: A CASALI.;CC IIJO

.... l. 10. lt . .... pro tma bo11i. et 25 l>al. aà C(istn,m 11fonti.-l Ttirtlwi11

l. 5. ll. pro 2 bom. et GO bal. .. .. fL<l castmm Pi0,1wrii .... t. 10. Et item v1·0 cius solutione c cmon o1'um 75 a bombardis et balotar um 1200 ad nitio11em Ubr. ii, vro quolibct ca1wne fta cito 2a balotis, dctractill libris 139 v1·0 bombàrdill 46 eidern Herteo restitut·lR, uà ratfonen~ Hbr. 4 1>ro q·uolibet, per rnasarol·11,m com. non., et detract i.~ l . 32 s. 25 vro balolis . ,1eficientib1111 canoni b11,s sup•rascrlpti11, et ,zctnictis l. 27 11. 5 vro ce,·tis canoni bus etc . .... l . 250 e s. l2 1>.

Anche Matteo Grifoni - come già, si è accennato nel paragrafo sulle ar·tiglieric lombarde - nel suo (< Memoriale storico» d dà noti½ie <li bombarde impiegate, appunto uelJo stesso anno, in m10 dei frequen ti episodi di guerra fra. i difensori di Bologna e Je genti di Bernabò Visconti, che teneva.110 il passaggio sul Rm10 e presidiavano la ùastìa di OasaJecc:hio . « 1300. l!lorteni anno, de mense nov mnlw ili. Duo qtta,rt er-i<i 1io1ntli no,wniac . vfrlelfo()t 11ortac scmcti Proculi et 110,·tac 1$1t1wli P et1'i. f~quitcwunt ad <liVML bastit(l,rn (lr, Gaxalic lo. 1'Jt 1.tmn tm1ts juvfm onll1,,ç, ftlius Ohcohi, f1·atris JJo:,:ii Cima,Loris, fu.issct 11en,1issus et 1,u11·/mL,< llr, m1,ci lwm,/mrda, i 'llimfoor·mn )>.

L ' ..wgouwnto delle bom har<.le 1·iappa.1·0 uellu. 1wi ru.r,v<Wtt d el s neccRRivo anno .l 3<l 1, commg·ue1111,n, forRe di un ritorno dell'cscl'c:ito <li .Uel"Jlabò Vii:;eonti sul tm·i>itorio bolognei::e. (7

lllfl.1"1-:0

1301)

« l t 11,llcyunm/ cl, 11oin'i1111.1,enmt ttom i ui A 11.l'Ìllni et

co11 811lf!.< ,çu,11rcuUoti o J oha,n 11.1·rn ,Le l f orli1:io in 11ui11istro,ç vr() bom1>11 r1/•i ,ç octa.1111'iN e,/ 01w ramli s. (.!ui mmlir1tw stare d n/JcrLt in flicto exercitu una c mn ,t,wlms fcwntlis. 11:t l1,11,l>e11nt et halrnrn ,lcl> crLnt iwo i1Jsormn et cl'ictontrn iJ1.~01·1wi fam!l toru.rn scitai·i o q11.ilil>ct con,m vro q1ialibet dic 12 s. b. (in ,·ciralc ata vro .. .. ba.~/iu, eia Colorcto ,·cvar·aiuta et for tif/candii) ».

./olt11111H ·111 Jl lltl11 e,.; ,l lflyww i

(17 ma r:w Hlfll) l tern .. .. t . 7 ,ç, 4. bou. . .... Jolrnnni jfalhci 111afJ11.<wi <:/. ,fohrinni <le l ~ol'livio nmlmlll1N 111"f1is lri., ,le ùom,/urnlfa qni manerc dcùe11.t in cx ercitu, vro eorum et rt1tor 'ltln suontm f am.irlon1,m .,1, lari11, G dieb11.s, rul r(l,ti onem 12 s. b. 1wo i11so·n1.1n w1wlllu; t et ffll(ll1/J C/ <lii:, i'llcivie11do 1lict11, <l'ic >). (21 mn t·;i;o 1:l!ll) « I l. con!f l"<!f/<111 11t 1,1111ru,, z,rmriflea.nt q1w1l <l'iùl n s lfcrl1t /ò/ flc 11ecu11in rl nt nl sol1'III' r,t Ilare xolver« 7w.,'i l«t d elwnt tlc p ec11·11i u s1ta, rlc1>osita,r e l i bra8 r.o bo11 . Johann i ,1'/rt.1/, ei M.a r1111t.11 i s i-ve rle ola1i al1wis . 1narri1:1tro d e bomhat"<lis cwcr citll, vro e111c111lo 111mm crtt e1w in, f e1·la s et 1ilin Jcramenfa 1wo cUcln bastia IUICC/1811,r'Ìa et<:. )). <<

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ae

La seco11Cla met:ì, del XIV :-iecolo ,~ r,:u·atteri;,;:Mtta clalla 1·iseoss<1, del popolo bolog11csc contro fl dominio papale e dal riac9

-

12!)


1300 - 1400

ccndel'si delle intestine discordie, che dividono la città nelle due fazioni degli Scacchcsi e clc~i Jfaltraversi. Nonostante il desiderio di pace, Bologna è trascinata nel vortice delle vicende politiche degli Stati vicini e vede le sue pingui campagne deva.state dal.la Compa,gnia dei .Brettoni, che invano assedfano la città. Anche le mire ambiziose cli Gian Galeazzo Visconti hL inducono a stringe1·e lega con Firenze, Padova,, ]j'errara ed altri StaLi minori. Il Cardinale Albornoz ,weva costituito Rologna e il contad o come un corpo a sè, gove1·nato da un Rettore, che al tempo stesso P-rn, il ca,po dP-ll'esercito. Nel 1376, in uno cli quegli impe ti di rivolta., così frequenti allora nel popolo bolog11esc, Rologna, s,;acciò il Legato pontificio. Nel 1379 Alberico da Da,rbiano, pochi mesi prima della battaglia di Mari110, soggiornò r,on la « Compagnia di San Giorgio >> sul t(~ITitorio del Comune : egli ed il fra,tello Oiova,nni ebbero parte cospicua, nelb stod a di Bologna. Appa,rt.iene allo seo1·cio cli qnesto ser,olo mm, 110t<~volP clor,n me·n tazionc, r iguardn. ntc le bolllbardc e la parte che 01·111:ti c1·ano destina.te a, rappresentare 1rnlln, i-;torin1 militare. (..),nP~ta dor,urnenta-r,ione è costit11ita da.gli « l11venl:nri ddlfi m,a,.<:;gr:ri:t ù:, ,wrni e rnu,n'ÌZ'io'llii clel Cforn1,1,rw . 1298-1419 », esistenti ueJl' J\rdiivio di Stato. Luigi. Bonaparte ne yrnbblicò uno 11el ]381 e mio del :1 397 nella prima, edizione, urrnui 1·aru, degli cc Etulles 1-<11r l' a,r t illPrie )>. Dagli « Btudes )> Angelo Ange] ucei tolse poehi clcmcuLi, che inserì nel suo libro, mentre, r'>iù tardi, Giovanni Gozzadini li ripubblicò nel suo Alhwrn st;oric:o: Le Artiglierie e le Milfr:ie bolo,qne8'i, emencfandoli dagli e1·r01·i, completandoli e aggiuugeudovi l'inventario del 1~84. Da tali inventari, forse i più antichi che e sistano, si rileva che nel 1881 il Comune di Bologna, pm,f.lecleva 3G bombarde nelle sue dotazioni di guerra; nel 1384 le bombarde erano 47 e nel 1397 era.no salite a ben SG. A proposito del numero delle homha1rde, pe1· quei tempi così notevole, elencate negli(< Iuventai-i >>, l'Angelucci osserva: « Abbiamo qui mm buona qurrnlità lli artill"lierie allestite di tutto punto per poterle mettere in campagna. Infotlì ci cliee il t1ocumento che sonò nuove e fornite di corre_q_qie (ossiano fasciature di lame <li ferro), di tel,,i. (cioè degli affirnl.i), e cli canmm.i, il el1 e significa di mascoU o ca11wre. Cile queste

-130-


CALIBRO E PMSO DI BOl\InARDE BOLOG~ESI

;·u1·1·n1.q; ie fos sero di ferro non ne dubito, leggendosi poco più innanzi che in :i l<-11ne bombarde defici11,nt fluo corigie de ferro .... E queste fasde di ferro ~u,·viv:1110 :cHl assicurare la bombarda al telaio od al cevvo, sul quale non

:1,·rcbN~ potuto, senj',a di esse, star fel'llm nello sparare; ed aderente al can11unc. Il quale, ove la tromba non fosse stata fissa al ceppo, non si sarebbe 11emrneno potuto stringere ad essa colla bietta, che sl cacciava a fonm di 111:1glio fra ii detto cannone cd il tallone del ceppo. Ho tratlotlo poi « fornite ll la voce latina fitlcitas, invece di .~osten.ute o folcite. perchi> la bombarda può essere sostenuta o folcita dai Lelai, ma non dalle ~{•rreggie e da cannoni)),

ll

E:

I

Dall' (( Inventario )) del 1357 si appr·ende eh<~ vi ern,no born lrn.rò,~ a. secchia., denominate così perchè a, forma di scccllia, come era,uo costituite 110rma-l111e11te 1e homùa,rde pjù vecchi<~. Le bombarde di qualsiasi ca.libro e forma erano poi. inca,va.leate sopm carrette a, due ruote, siu~cie di affusti, e i proiettili erano di ferro colato oppure di macigno. TJ Angelucci, prendendo in esa.mc il peso delle rx~lle di ferro, cliv<~rse nelle dimensioni., cerca di clcdnrnn il calilJro cl elle varie bomùa.rdc. Ridotti i. pesi e le mii:.m·<~ di allora a,1 sistmm1, nwti·ico der.imn,l e, CH,lcola,to il diametr·o delle 1,'oeehc da fuoco rn~lla p1·opor~i011e di. 22;2·1 di q1rnllo dei rispettivi ,p1·oicttili, ]' Augelucci g-iunge n,lle conclusioni ripol'lale nf'l1o i;;pr.cc'hio s,/g11e11te:

Calib,o

in

in chi lo- d CJ. pro-

in (l!iilo -

grammi

libre grnmmi

Hi 54 6\l

:rn5 133 262 18

I _0::..t,·i..

Peso totalr.

~tllO

374

46 235 66 92

6

1us,600 135, !6,6,12

I

3881

85,070 25,892 33,304 2,172

iettili lii

1nm

d r. lie l>omùar· ùe in rnm

6,787 1- 122,80 2,500 88,00 u,277 4l,90

128,57 \12,19

39,20 36,50 32,65 82,00

41,06 38,23 34,18

0,220 0,180 O, 127

o, 120

Osservi,zioni

43,85

33,52

Ltt libbm bolognese

equi va le a chilogrammi 0,362.

La ùensità del forro colato è s11pposta 7,000

Gl i (< Inventari delle urnss<~r1zrn, a,r mi e munizioni del Conrnne )) ci dkono che il crtnnvne della bombarda poteva essere di nnne e che riia;pettahile era per quei tempi la quantità delle -131-


1300 - 14.00

munizioni. Al foglio lHv si rileva una, voce del seguente tenore : « It. nove bomllarda8 a saT,,animosando ».

Si tratta con tutta probabilità di piccole bombarde, trasportate su carrette trainate da quadrupedi, in grado, ad ogni modo, di seguire le truppe in campagna: specie di bombanlclla da scaramuccia che era « io suppongo, di un solo pezzo con ma,nico o codone senza cannone, e somigliante a un tubo cilindrico tcrmimLilte in ogiva-tronca, che, prendendo poi la forma di un cilindretto. ,finiva in un pomo sferko per impug-ni:ti-si facilmente». Lo stesso Angelucci osserva che qnesto << è il primo documento che si a hbia, nella storia, di un'artiglieria fornita di tale maniera di affusti e di traino da poter servii-e per 8C(tntrmwaiarc, cioè per comlmitere fuori delle orclinan r.e eo' fanti e co' cavalli leggeri)).

Che llolog11a possedesse in quei tempi bombarde facilmente (1·asporta,hili dsulta da una operazione di guerra, la distruzione del castello cli Hai·hinno 1 avveH11.ta nc>l 1~1~:-i. Le t1·nceic, e abùonùanti, si trovano nel << Libro dolfo 87W8e d el 13S5, l'ec;ohio R cgi8lro , n. XXI ,~ N ,1101i o Regist,ro )), contenuto i n (( Spese per 'il Oa,stcllo di 1Jarl>ù1,no, 1385-140!) >).

Alberieo da Bn,r·hiano, dopo la luminosn, vittol'ia di Mnriuo, non aveva esitato a porsi nlla testa, di truppe straniere per comb~tttere le città itnlia ue, fra I P- qnali Bologna. E a,llora , 1wl l'ap1·ile, i .Bolognesi nrneciaroiw contro il fm·tc rnanie1·0 , cu lht rlella famosa famiglia. Alle 1mmcrose milizie n, piedi e a cavallo impiegate 11cll'assedio non mancò il potent(~ ainto delle arliglierie che, rnanovrnte da abili hom bardicri italiani <~ tedi>schi , poterono abbattere la 1·occa e recare grnvissimi d::urni al castello. Nel (( Libro delle spese» sono sp(~dfkatc le somme corrisposte ai bombardieri, il loro 110me, e le date sotto le quali le hornba,rde furono impiegate nella espugnazione rlel castello. Il compilatore delle <<Spese>>, che oggi chbrnerernmo nrnministratore , si esprime in volgare.

-132

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Il'ig. 25 - C'n,1 ]lagiml degli Invent:1ri delle massel'izie, ecc. di Bologna.


1300 - 1400 (Hl avrile 1385) « 8pixi have l\farehetto lla Trevixo n1. 0 de Homh. PC?l' 5 di che avea servido ·a trarc le diete bomb.inle a Rnxon de soldi octo J)Cr el dì . . 1. 2 >J .

,.

(18 aprile 1385) « Spixi !Ht\' C Zohanne da Verona , rnanonle d el dieto Marchetto in 5 lii d ie aydò a le diete bombarde . . 1. 1 ».

cm

a j)l'il e 1385) « Sl)ixi have Marchetto Maestro de Homhanle (JCr tre di che 1?llo avea servito lui et u110 -ì\fanoale per farre traic le bombarde a Uaxon lle ROldi od:o 1. 1. s. l9 ) . lui, 2 lo l\fanoalle pro clic . (Hl api-ile l:l8:.) e< Spixi. h:1ve Angelino todescn,:,J filcstro dc Bombarde pe r lni et ve1· 11110 manoalc pro IV cllcbns che ello lrnvea se1·villo a trare le Hnmllnrlle a Raxon de soldi XII el dì per lui et per lo M:rnonlle . 1. 2. s . 8 >> . (21 aprlle 138:i)

o Zohnnne (il) fran cescho et .Tacomo da Colle Panzano i quali portono tld

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c 11.mpo rle P.nrhlnno n Rologn11 la bombarda gt·o:sstt c he i:;e 1·oppe l"lllU lo :sn

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iÌ ll'llillll'llt'O

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,

I. 2.

H.

10 ».

(22 HJll.' ile 138/i) << Z:oallne d11. l\ll<'linc ll<~ <·?I. Pif'l"IJ d< ·, Uu eStl'i) <lnirlo •l a Dologna per· nno ,li che egli la,·orono a la fornn xclla <lcl fabro a . le bombarcle . . . . . s. 10 >).

(23 u prile 138;:i) « Domenego dc Nanne et Laurençò cle Laurenço Armanno et Con!;o d e A.lam:q,na et Andrea cle Zohanne da Bologna u.urnoali et lavorncluri a le l_1t1111barcle a portnre fla luogo n luogo et ri(\urle ln sera n luogo ~egnro, et per 3 dì che 1:-tvorÒno al dl~fo - 1ùistlcro a Raxo;1 dc s. G per homo lo dlc l. :r: s'. l2 , . (~j n111·ile 13S5)

« Berto malstro de Ilmnh. per so snlnrio p,~r oeto die per lui e t per so f:imiglio a trare le bombarde, a Ilaxon ete. . l. iì. s. 8 )>.

(25 nprile H:85) Checollo cln Maestro da Dagnnrn. per 2 rlie n. uno mne~tro de piedra a fare l:1 fusina del fabro per conzat· le bomb. et per uno ma11m1lle I. 2 s. 2 n . <e

''(25 aprii~ lilS5) « Meng-olino cle S. Jacomo da Casa I.e . ver lui et 4 co111p,_1gni che addussero pietre tl e Bombarde de Tosignano al campo <le Ilarbiano . I. 4. ~- 8 ». (27 ,iprile Hl~) Ardoarclo · :J)cr 11 compagni r·he nrlussero la 110tte cippi dc snso el ·- \·: fosso (le t\in-hi,1110 per c:mTire la fu slna , .. I. I. s. 2 )). e< ••••••

-134 -


"

1 ...

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IMPIEGO N'OHl\f.ALE DKLU) llOl\rnArmE

data, :W apdle è 1·egistrato il pagamento, per l'opera pre::;t.al:a n « trare le bombarde)) al campo di .Barbiano, a Maistro Lupo, a m AngeUno, a Michcllc de Antonio, ad .Ambroxo de Betino e a m,aestro Berto. Altro pagamento è registrato in data 1) maggio, e per la medesima ragione, a Marchetto da Trevixo , a Berto da Vultcrra, a Domencgo da Bologna, ad Angelino dal la ma,gna (.Allemagna) e ,L Michaele da Bou. nove si vede che la conoseenza delle bombarde era già estestL, {' ormai u01·11rnlc ne e1·a, l'impiego 11elle operazioni militari. La situa,zi011e politica degli. ultimi anni di qrn~l secolo non era tale da far Rperarn neJln, pa,ce duratura e Bologna,, per quanto si può arguil'c dnlle documentazioni esistenti, curò gli. appresta,menti militari, non tra1aseia,ndo quanto riguardava le sue artiglierie, come rilevasi dalle numerose «voci)), delle quali tra,scrivia.mo le più importanti : J11

0

(O g!!nm1lo 1::7!1) vrn vort e em11lfoni., iruatiw1· /,om,/mr!lrirwin, qww1u11, l res sun t' fn Ohoohr:t'l11. il:lontisbt:lli et 11,l'ifl, C8l in oa.~tro dici-i Monti..... N1umf. i1fa,the·is 1n.01Jnif1w

sbeUi .... l. ;:; (coÙ1p11tnte IH :svcsc ll'un viuggio) .

(li. mi.u·zo 1381) cc 1lfandC1,111·us ,voùfa ...• 1t1wtc111ts 'in liliri.'< r;estri oJJ-icii soliùc-rn 1lcheat·is Anrnldum sur Bifrlhulomei dc F erra·ria mavist1·u1n bornùardarum que 1le :novo rcfurrnl/:nlu,r arl servitia, d-icf,i nostri cornttu·i8 cum salario (i fior. in mem1c, etc. >1.

Avviene il pni-:saggio del Duca di Andegayia, (Luigi d'Angiò) e Bologna, che non ha fìdneia in codesti signori, incarica i maestri di homùn,Nla, di app1·onta,I'e le artiglierie alle porte della ciitù e sul1c m1u-r1. Ficco il ten01·e del documento: (20 ago:st.o 1382)

« .... i-nfrascrivtis 11ui1ristris (11ombardan1rn) pei· rws d cputatos ad port as et supra rnuris civit. Bon. a(l trandmn r1t rcvaranduni bornbarrlas, tcmvorEJ tronsitw1 domini flitcis A.ndefJifVie sii1wo, territorio bonon .... m. Michaeli de ,':/a'[)i1ia pro quattito,· <liclms . .. . (e notti) .... vro 11e et mw famulo l.4. Marudno Jacol>i maroci.i, J)ro qiwltuor rUebits .... (e notti) .... 1ini se et duolJ . .eitM fam,u ·lis . . . . . ,. . . l. ;;, s. 4. Hartolomeo Fcibi-o .... vro 4 rlie7ms (e 4 notti) . ... mim, 2 j"anmUs l. i:i, s. 4 i>.

Rigual'da il medesimo argomento 'ìa . vo{'e cltr segue: « .... Nanni

Jfavrwno ....

(2G agosto 1382) nos fl.e mense a1iy. vrescn.tis acl cnstrmn

rni8so ve·,·

-135 -


1300 - 1400

s. Joh. in P crn. ,ut provùlend. et su111,rr standurn suvra brnnba-rclis existentibus in ,ucto ca;;tro_, crittso, ivsas scrochand·i et operandi 11i opus fu·i ssct, temvore trans'itus d. /l·uci.s Aruley,wie .mvra comitaht Bon. -vz. pro 4 rliebus l. 2 s. 8. _it. Ì<'1··11,1wischino <le _(Jlavo,ttt-ri,ç rni.~so pet· nos ,;ul c<t.~tr·um or·cvalC'Qris pr o httiu1miodi se,•vitfo et exeru-it·u .... (6 giorni) l. 3 s . 12 ll .

N el1a voce sottoriportata ~ono specificati il peso dei proiettili da, bombarda, quello dei tubi, il prezzo in lire dei medesimi e le somme paridali risnltanti. (30 giugno 1384)

rn.

« Joha/tn·i q. Jacobi Marocij Jaliro qui de rna.ruluio clumi-uor-1ttn ri e col_le11iq ':feèit qu'atuor l1orn/Jardru1 a proh'iciendo lapi"des ponderis librarurn 1;:; 1tsq1ic a,l v igùiti, q-u arum canone,ç sml-t vomleris 1133 l. b. ad rat-ion,:m duonim · soUclonwi rlenari-0ru1/i q'1 tinque bon. pro li/ira.. bi summa l. Itl9 s. G et d. 5 li.. l;tflrn vro cori11amina et f ulcirmmla 1li ularurn 4 bombanl11.rum, qm: f1wrunt p01uf(1ri11 in .mmma, 103H a.a ro,tin,uim uniitl/ .~olài et 1l. 5 b. pro q11ali11el libra. In smnma l . 73, s. 11 et 11. Itnm 11r o una bomba1·da ud vrohici<mdum llatotas f er e,,11 vondcrill, vz. e11,1umu11 1lict f: bonblmnle lil>r. 20 <ul mtion. 2 sold. et 11 flen. pro qual. W>ra nl o.,t ratfon. libt·e. In su1ntn<J l. 2, s. 10 et rl. 4 I>. et vro uo r'i.gi(), et f 1'lcimeiita ,i. l>om11,,..,,a.e qiie f1teru-nt 1>omleris l. 20 arl ration. s. 1, et 5 <l. ln s1tmma l. 2, s. 1 et (l .. l. l>. lt mn vro àu,ob1M d 11is a bombtirài11, v z. rib una ·m<t11n11, nt ,i11 m w, 1uu-v11,, t)ro qii-ilnt~ uil)il/ a e11ct lw/Jer o l. 7 11t .~.

a.

12 b . ». (9 settembre 1384) « Bar tolomeo 7'omali8 Maroìio fa/1ro t:-i-lJ . lwn. t: . •1; . M11,rtini 1fo A110:r:a pr o ccrtis uanonilms a bomba..rais et o,Uis i·e/ms scit artificifa neoe,ç,ç ariis pro djotis _ liom1iar<U8 conlunli11 et rle8uri11ti.~ in sifJniflcation e seit 1wtatione nobis faota- per_

provi11ures fortalidorum nostri co11mni.~ etc.

l>.

(2 agosto l.386) « .•.. Andree Git-itlonis ,te F'lorcntiii, 1ntLgi8lrò bnlotarmn a buinbartlis iii c<im])o nostro contra Barbianmn ad faciendmn rlc 1licti8 lmlotfa a, bombardis

ad rationem etc. >L

(21 settembre 1386). J>iivo q. Bunani et Renodarao ,le /l'er·mria rnugistris bombaraant1n .... vz . .... dioto J~uvu pro salario mercede d·1tontm Jam,ulorum ver eos tentormn et eis dep1ttato~ 'in bu,st'ita nostri comuni contra Barbianum tcmpore, ultime guerre contra Burbianum etc. )). (< ....

(30 settembre 1387) « Revear<litm Bartolomei ,lo, /1'crriiria magistritm born/Janlurwm ad ser vitium nostri comunis, finita eius pre.yent-i turma .... per tot. vre.~. mans. septemb.

-136 -


l•'i\l\Bl:tCAZIOXI:: lll BO:lfJ.3,\HIJJ•: A llùLùGNA

,,, .,. "''" .s11,1w1· r econùutus et r eJJinn<itus i n rnu.r,. /)()111,barùar. nostri

com. cu11~

Jir111a u.11ius anni». (21 dicernbte 1389)

Jacobi ìJf1irocij f abrv pro vretio et 801.ut. mtiu.~ l>mnbard(j 11on- . ,!t:rii; Ubrarum 90 ad rationem s. a pro qualihet libra et 72 l. coridiannn ad ra.tio11,e1n cl. l() pro q·1taz.ib ct libra et unfo.9 tcierii vro dictri bonil>arda n,t rat. s. 20 b. et 8ic. ascendit iii sunmia Wir. 1!l s. ò. ». <e Johnnni

lu quest'altra nota Nanue Magnano, il vec~hio maestro di LJornbaT'da, è sostituito da uu altro, ehe è detto « buono e ottimo ma.estro » : (.17 11ovembrc l;l!:!8) . «·Jtem q·u1tl ad ot]'iO'i·1on unius :maftiJJt_'r'i l1on~banlantm et repat·ationi11 balistarum eom1mis Bon. nouitet· f1iit <jfoetu.~' 1uius qui v oc,i.t m· A.nwattlus rlc F errnria c·um s,ll<triu .ro Wir. bon. iu mense, et di<:ittw q1to<l est bonus et optunu& t1w.yistcr, et .~comulum 1>actu 11u1i no,i;iter factu tenetwr 1JÙJ'ita'l'C omnia castt·a commds Bon..~altem tribu11 vicib1u in cimw, cl vidente11 q1w1l <lictwni o!Jici'Um v oterlt bmw et s11,Uic,'if:11t"r 11:Mrotff·i 1w1· i7>s101~, q1w1l Narwcs Mciynanus, qui aù tlfotmn oJJicfotn f11erut dkct'lt,s cmn 11aJ11rio !l libr. Bun. in nwnse, omn ·ino (;(/,1)/1(/tttr )) •

.N<il 1390, mirn1cciata <ln. Gian Galeazzo, Bologna creò gli A:sso.11U « che dovessero avei· cura delle cose della guerra», ma, 11onosta11te le notevoli forze mobilitate, non potè evitare l'entrata nel suo territorio delle truppe viscontee, condotte da tlfacomo dal Verme. L'ultimo decennio del secolo è movimentato. Le lotte intestine riprendono vigore, impersonate da, .Nanne Go7rzadini e da Gjova,nni Bcntivoglio. Nel 1399 l 'esercito bolognese mobile è munito di 8 grosse bombtLrde e di altre più piccofo, con UH coi1gruo rnnnizionamento.

***

....

l

Per quanto concerne fa Signoria, Estense, la prima notizia circa l 'esist.cnza in n ~rra.ra. di « bocch,~ da fuoco >>, cioè del nuovo mezzo bellico che utilizza la forza <li propulsione della polvere da sparo in combustione, in sostituzione . della elasticità delle molle o delle corde tese, risale al 1334 sotto il ùominio del Marchese Rinaldo d'Est.e, <1uando <Juest.i, nel gennaio del suddetto auno , fece preparare spingarde ed altre armi da :fuoco per una impresa contro Argenta. -137-


.. 1300 - 1400

Nell'ap1·ile del 1399 una, delibemzione del lfagistnito intorno ai lavori di fortificnzioru~ da farsi << pro terra Bondenj )> stabilisce l'approntamento « de doe hone bombarde e poluere et li s:oj forni.menti per la defesa dc Ja terra>>-

8.

La " Provvisione,, fiorentina dell'll febbraio 1326 - I Bandi lucchesi del 1341 - L'affresco dell'eremo di Lecceto . L'assedio di Pietra Bona · Le artiglierie sulle mura di Pisa nel 1369 . L'assedio dei Senesi al CastellQ di San Giusto.

, In Toscaua questo periòdo storico è caratterizzato da lotte interne alimentate dalle fazio11i elci Bianchi e dei Neri, vc~nute a sovrapp01.·si a quellr. git\ esistenti <foi. Guelfi e dei Ghibellini, t ~ da guerre fra l'u.11a e l' altra, clelle va1·ie repubbliche di 'l'osca,na, Je 11 uali volg·<wano i loro sforzi ::i, togli.ere a !i'il·<mz<~ il pri rnato che fJU csta ttveva, già ottenuto .uel s<~colo 1weccdente. Abbiamo quindi lotte~ e rivoluzioni int<~rne in Fii·enze, che conducono successivamen te a.Ila, signoria del Duca d ' Atene, al tumulto dei Ciompi, al govemo dc1lle .Arti Minori, e all'inizio del governo oligarchico. Al di fuori del Comune si cornuatte inta,nto contro Lucca e couL1·0 I'isa, e poi contro lo Stato Pontifìcio e infine eontI·o le truppe dei Visconti. Tutte quest<1 guerre furono in pa1·te sostenufo con milizie cittadine, ed in parte con compagnie di ventma. capit::mntc da Haliani e da forestieri. A lotte di ta.le genere, per la continua, mutevolezza degli obiettivi, che riel1iedcva eserciti leggeri e mobili, e per l'impiego misto di truppe cittadine e di compa.gnie di ventma,, mal si presta.va l'Artiglieria, a,rma nuovissima, di uso poco noto, ingombrante, di di1Hcile maneggio e trasporto. Le armi <fa fuoco non manesehc non furono in quel tempo prese in grande comiiderazione e non trovarQno studiosi che voJe:,:-;1sero se1·iamcnte occuparsene dal lato tecnico, come non trovarono storici che volessero fermare la propria .a ttenzione sui risulta.ti da. esse conseguiti. Con questo non intendiamo dire che non -138 -


I. A

«

P l:l) \"\'l ::! IO.\" I•: » F lORIJ:.\"'l'l NA DEL

1326

:-.ia 110 a vnt(~ nel secc,"lo XIV arlig·lierie in 'l'oscan a , giatchè do<·.11111 c 11ti e testi che ora esponerno ci danno notizie sicure del l\isb,d·p11za e dell'impiego cl e ll1~ hon1L,arde ; solo dobbiamo eou 1· 111d1•1·p die atl esse si ùcLtc pof'a imporla ,n:r.a . <'iò 11011 toglie che si a :l,ppnut o fioren tino - come g'ià rilevn11uno uel terzo paru.gtafo di ques to capitolo - uno dei primi,

:-- 1

for-se a s~olu tarn,~nte il primo clocmncn to sknro che parla di boc:c:he da fuoco. 8i traUa, come a lJbiamo el etto, della « Provvi · sion c >> del Comune tli Fil'en,r.e, in <.hLta 11 febhra io 1H2fi. Eccolo nella s ua integrihì, : <!

« Item J)()88i11( ilicti d Olllin i priores a r tium d vtixillifer iustiti:ie 11un ct1lll dicto o fficio tl uodccim bo1101·11m v lro rmn, ei1>lJnc 11<:e a t n omim1re , e llgc r e et ùc p11 I:ire unum ve l ,1110>< m agl1<t1·os in o lli1lnles et pro o llil iolibus a d fa i if'n dum et fier i fa tie n<lnm 1n ·o i pso (·01111rn i pllus 1mu pallod ns fc l'l'e a s et f,:mone s dc m ett:lllo prn 11mis c:111onilJ11 s <·?I. v a lot tls, halw11flls e t. o pc rautfo; J)<ir ipsos mag is l ros P.1 uffH ialcs et :liias pe r sona s In dP.feilslo n e com\rnis l<'lo rcn tla e et c a s ll'<ll'lllll t~t t r.1•r u ru111, tJ llc J>l 'O i pi<o <:<>limni l cut•11( 111·, "1. iu .tu u num 1'1: 11n ini11 · uiti11111 i11imìeornm, pl'o Ili o 1f'111[1or e et termino c; t: cum 1111.s ofili o ,~1: sala rio clsdem per comm1e 11ol'. 1t.1. tle ips lus eo1111111i pecu n ia J.>er ( ·:i 111e r11rlum c a 1111-ire dlct i co mnni ~ sol1·.-11tln ill ls t·c mpor ih11s f' 1. (crmln ls et e u111 N I lmmmtilu le <it coillrno(lo <·?I. l'orma et Clllll illis tt:H' 1.ls et: con dieionihm,, <Jni bns ipsis priorlhn s ei' ' vt•:<:<illife ro et tlltn ofl'itio Xl I hnnon1m 1·ll'm·11111 pln c u<'r it >l.

Ed ec:co IH traduzione <lc~l cloc.umen(.o : « Similmcute possa11u i cltèl1 ! sig no r i p1·iuri cidle arti t."Cl il gonl:nlonlcre d i glus tlzhi insieme l.1>11 l a cletta m a ~h,tr:11 m·a {le i 12 bu oni 110111inl, e s ia lo r o r,ermcS&O nom i1111 n ~, eleg gcl'Cl, tle pu t :1 m 111w o due m aestl'i f rn gli uffida li e l)PL' g li ntlk i:1li ri l'nr c e f :n· fore p er 11 rne tlesimo eo 1111rnP. rmllc o palini.loie cli ferro ~ cmmoni di mct.1!10 11cr l mcd cs ilni ca1111onl e p a llo tt o le, c·he d evo no Ps:sr1·r t r•nn t i 11 :ulop~~ra fi dag li s t essi 111a P.i<lri e oftlc lnll e a Hrc v er f:one in tlifesa d el con11111t~ !li Flreu zc e (le i e:-i :sl f'll l e dell e ten e d1e p e r quèslo st ..:<:<o co1111111r~ :,0110 t e nuti , e in d n n no e detri mento ,.lfi i neini.ci, per qu e l le mpo e termin e e con 1111e ll ' 11ITido e s al nrio da pag11rsi a lo r o ste sl!i dal eounme cli Firenze e Ct>l (le1111ro dello stesso co rnu11e d nl camer ario cle H>1. ciiine~a del elet to co n11111e in (]rn1l t cmvi e t errnini e eon qu ella imnnmHà ed in que l mmlo e form a e con (lnei patti M cm,rli:d onl ai qua li piacei·h n i l)riori cd al ;.ro11f:1lo11ie1·e ed a lla <lett:1 111:igìs1ra1 n r a elci 12 bu oni u omini».

L'incarico di f::w e quc~sti cannoni fu a ffidato a l maestro fondit ore e bomba rdforfl Rina.Ido da. Villa magn a , m a ebbe breve durata : per rleliberazione del C onsiglio dei Cento fu 1·itirato a que · sto foll(litorc il 2;'; A prile 1326, perchc~ egli pret endeva stipendio -139 -

...

I


., 1300 - 14-00

troppo fol'te. Non risulta poi da nessun altro documento nè il numero dei cannoni fabbricati nè alcuna, altra notizia relativa all'impiego che essi abbiano a,vuto. Da11e Provvisioni fiorentine del 1326 bisogna pa ssare ai Jfandi lucchesi del rn41 per trovare altri documenti riguardanti l 'artiglieria. ni questi, il più antico che ci parli di bocche da fuoco è il Bando 129 in data 17 Settembre 1341, dal quale risulta· eh~ i Lucchesi, assediati dai Pisani, adoperarono ca,nnoni fabbricati a Villah11silica, paese della Lucchcsia già noto per la fabb1-ica,-,ionc delle a,rmi hhliwh<~. L'esistenza di queste artiglierie ci ,~ confe1·mn,ta dà un ordin;~ di Cl-hiherto di Vogliano, capitano lucchPA(~, ~ dalle pa1;tieelle <li. ri+gist,ro ,folle spese della, Camera, ehc q 11i tiportiamo. lDx pat·te Ghiòerti da Folliauo.Pcssuecius Lrmfredi rn:tHHarius luc:rne terzenarlc, de rebus et fulcime11tii,; diete terzenarle exibeat ipsl ùomìuo Ghìòerto, Jli!rtn p1\l' rls t,,1irml ls III l{org:likeiolo, lnfrascrlptas rcs, vltlcllrct: U num ·;,;'11111011e111 tlè f'erl'o ud 11rolcc11dus pallus rie ferro. Unum palio dc ferro - Ur111111 p11lectum <le fcl'l·o - TJnu m pelhm1 puli de fr.rro - Que omnia stmt t)OrnlcrlR llb. XXXlI et duttt fuerunt ,Tohanni N1.ux:bi dc Villahnsllic:1. pm.· lunciou!bus conficlendìR - I>atum Luce V Scptember VI.Il lucllt (1:141). Uh-i XVII Scptcmbt·is (1!141) Magistro ìV[1.1tllco <le Vlllubaslllen. qui fecit et construixit tronum a saglttun<lo pallo<-las dìe Xl mensis pracscntls. In fior. tribus auri , rf!tent.e gabella, libr. dccem Rol<li X I r 11m·vomm. Ea dies. Vanni Aytantis Mag!stro lìgnam'inis, JJl'O laborcr!o llerlificii signaminis per cum construdum acl petltionem nrngìHlTi gubernatls tronum a sagitt.amlurn, occ-asioni ipslus troni neeessario, ccc.... Lih. Vl Soldi XVll dcn. VI. Die XX Scptembt·is (1341) Johanni Nacchi rl!è Villabasillca pro mio cannone <lf! ferro ad tronum et pullis de fel'l'O et carbonibus emptis pro dlcto ope1·e ecc.... Lih. X rr Soldi X Dcn. VI. Vie XXVIII Septembris (1341) Johanni Nacchi de Villabasilica pro liòris XLII ferri ì11 pallis ad tromnn et pe1· carbonibus et i11ngisterio dictarnm 1mllllrnm ecc.... Lìb. XTI Soldi XV 111 Dmt. VIII.

...

Am:he di questi tlocumenti diamo la tradn:done, rilevando ehe il « cannmie di ferrò da tuono >> doveva. certamente essere 1ma bombarda o una bombardell::t a retrocarica. « Da parte di Gllibe1to di Fogliano-Pesi,;uccio dì Lanfredi massaro di una terzenaria di Lucca dalle cose e beni di detta terzeneria coosegni al medesimo signor G hiòerto pcrcbè siano tenntl' in Borghi ccio lo, le seguenti cose; cioè : Un cannone di ferro per lanciare palle <li ferro. Una pala di ferro _ Un paletto tli ferro - Un pezzo di palo di ferro

-14.0-

.


AL'.L'RI DOCUJl!El'i'l'I 'rOSC.-\1'1

II

11: ,iucstc cose in lutto sm,o del J.K!SO rli libbre 32 e furono tlate a Giovanni Nac<:l1i cli Villa.franca per fare Jancloni. nata a Lucca li 5 Settembre 1341. Dl 17 Settembre 1341. Al m:1estro l\.fatteo di Villabasilica che fe<.-e e costruì unn macchina da t11nno per lnneiare 1111llottole, il giorno 1l del J)resente mese, ln 3 .f iorini d 'oro ritenentlo In gabella, libbre 10 soldi 12 plcc-oli. « Medesirno giorno a Vanni Aitanti maestro f,ilegname, per il luvoro di un edificio di segnnlazioni da lui costmito tlietro richiesta del maestro 1' 0mantl.int.e la macchina per tirare, 111·:r occasi-one neces,mrin al 111 tirlesimo, ecc.... libbt·e II soldi 17 rtenari 6. « Dì 20 Settembre 1341. A Giovanni Nacehi ,::li Vlllab~silica per un c:lllnone cli ferro (la t uono e 1mlle cli ferro e c:n·honi comprati J.K!l' rletta ru:1cchin11 e <'<' .... lihhre 12 sohll 10 derrn.ri G. « Dì !:l8 Scttemb1·e 1:l41. A GioYunni Nacchi di Villnb:-1silica per lihbrc 42 di fcno in pnlle d:i tuono e J)Cr (·,11·1.lonl e co)lt rnr-ione ti i rlctt~· r,nlle ccè .... llbb1·e 12 soldi 18 rlcnnri 8.

Qneste ai·mi, pc1·ù, entno poto efficaci ; si trattava, iuso111ma, <li umi, specie cli piccoli moi-tui , aUi a l"Ptare sorprc:-;a più (·.hr, altro. << Ed invm·o )), clic,1 H Rong-i, << l'n per la loro eattin1 e del>olc e.ostruzione cJ1e i primi cn.nno11 i ehlJern nna pa1·te a ssa i secondal"Ìfl, n elll\ grnwre cli quei tempi». Più ta.r·tli ruro110 <:<>· Rtr11ilc rei· i Ll)CChesi cpmttro ùomh,H·tlc tlll Giovanni ZappPtti di Gallicm10, ,. n,Hl'e 11cl 1:tX4 <C ••. a.flìucl1è il Uo1111111<~ di Lrn:(·a i.in p1·qt,~tto con le d.ovnt<\ tlifcsc ed i. 11cmici, se venti fm,;~1~ro, posi-n110 esi;e1·e t,111 uli più J,011 bi.no e 1·ci;pi11ti ». Q,u~sti donmumti di inc:01ilestnbiJe anl:1mtic.i.t,'l vall,{0110 a (·or·reggel'e 1u 11ofoda, i11esa,tta. Lranrnmfala. nelle « Disserlazioni soflJ'a la stol'ia, lncchcsc » d,..l Cjmwlli, secondo i l <1na,le le prime.aet.iglierie costrui!c in cpiello Stato furon o i g1·ossi pezzi d'adiglie1·ia, ossia i can noni, fusi il !!B Luglio 1517 fin ùccreto del Sennto. Terzo i II online cronologir,o ù 1111 tlOt'.,llmen to iconogrn lito 4]'] gra.ncle importa.n ½/1,: :,:;i tra.tta. <.li un affresco esii-;teH(<: h1 1111 i:,,c,l:Jto e snggP-stivo convento poco lonla.110 da ,Siena,, che prP-n<le il nome da,i boschi che lo circonclfl.110, l'eremo di Leeefo. Gli. a u toi-i eh<~ dal punto di vista. dell'artiglieria si sono occupali di questi affreschi non sono completamente con cordi: il O itwgetti pc1· esempio pa,rla di un affresco nel qu:1,le si vedono dipinti piccoli <:annoni sparMi con p0Jve1·e e proiettili, e così pure si esprime il Venturi; il Bra.vetta. parla di copie, eseguite <.l;J Onntagalli e Scal'digli ne) 18li4, dflll'afrrcsco esi slcnt.e a . Sa,n Leouarclo <li Lecceto, dipinto 11 pl -

Ul-


130() - 1400

1340 ed ora irricouoscibile. Per ..n eri~ invet:e più JeclcJi ed ampie notizie di questo affresco conviene ricorrere a,ll'Heywoocl il qua,le ci descl"ive in parte i dipin ti , opera cli P aolo di Maestl'o Neri ed eseguiti probabilmente> nel 1343. F.ssi so110 nel portico della chiesti, de] conve11to e rappreseJ1ta,no la vita in lempo di pace e

Ji' ii;.

2Ci - Alfresco rli Paolo lli Neri nel portico del rno11as tero di S. Leo-

w1rdo d i .Lecceto.

di gnena: in que:sVuHima, si vede uu epi sodio costituito dall'assedio a, un ca,st ello con varie armi, fl'a le quali una 1,ornh:1.rdn perfettamente indivi<]uabile.

..

Eccettuati b Provvision e fiorcnlina, il Ba ndo lucdtese, l'affresco senese, ~ una Provvisione pis::m a del 13G9 della quale ci occuperemo poi, non ci sono stati tramandati altri. documenti veri e- p1·opr ii r·igna,r do all'artiglieria toscana, del secolo XIV : perciò dohbfa,m o con tentarci di episodi u a rra,ti da storici e cronisti. Il primo di essi, e il meno aUendibilP., è quello re]ativo aU' ai;;.-142 -

..


BO.UBARDE A PIU;'L'ltABONA

,,wcli11 ,. ,!Ila dil'esa di Pietmbuona nel l3H2. Nella(< Cronica di Pi~ ;1, 1> ~i lc)g·g'(_ ~ a provosito di questo assedio : « Dentro nel Castello

, · .. l'a 111111 <:he gittava la, Hombf1rda molto a filo, e era, la bombarda cl i p<•ko pi ù che duemila libbre; e fece molto danno, che uccise più l l11111i II i >). Il Venturi, nella sua memoria letta all'Accademia delle H<jc11,r,e eù Arti di Verona, riporta questa notizia data dall~1 Oro11ic·n ; invece si 1•itemrn da a,ltri storiei che la bombarda non fosse rtt•I ·<:a::-tc>llo ma sulla riva opposta della, Pescia, ove l'a vrebbero piaz;,;al'ti, i .Fiorentini, in a,iuto degli assedianti, per proteggere l ' n sr-iln e l ' ing1·csso di qtl<~sti. Ma tale voce deve ritenersi priva cli fornlarn ento gìacchò i prineipali cronisti delì ',~poca, a comin ci m·e clal Villani, e tutti gli storici locali, qua,li iJ Ba-ldassc1·oni, i I 'l'o.1..-igiani e l' Anzillotli, parlano solo di tl'a bocch i e ba ttifolle, sia cln, parte dei Pisani come da parte d ei Fiorentini, e tutti la HLl·m tano la difesa, poco vigorosa,, fiacc1t e inefficace di questi ulfirui, il che co11tTastcrebbc con l 'iniziativa, per quel tempo ve1·a,m,-m te st.1•ao1•clinaria, , ò.i por 1·c-1 in azione urn:i1 bocca da fuoco. Ecco ('Ornc nana l' cJlisodio il Baldass<~roni: « I risani volla,ro110 l 'animo e le for1,e loro al riaeqnisto del Castello di Pictrabnonn, hattern1nlo gio1·110 e rndh~ con dndki Lr·ahor,cl1i. <-ìru~i;;t o caf.\tr.llo ,~ dis tanle dà, Pescia c.i.l'ca, dnc migliil,, e f.\r.hhcmr. p er la piccolezza era, di pc.wa, 1:011siden.1,zi.11c~, C!l"a però ùi 1110Ha slimt"L per la, sit.nazio1w tfol luogo, e per esse1·e isul passo della montagna,; e la, Si· gnoria di Fil-euze avevlL delibera to che si difendessie, ,~d a,vreube potu to fadlmcnte fa,r·lo se avesse fortificat o il Poggio della Rornita,, che st:.i.va a, canLliere d ei Battifolli dei Pisani, ma (JUeRti gli preve1111cro, ed i Fiorentini posero un B a ttifolle al di là, del fiume Pe1-:cia, dirimpetto a Pietrahorrn,, il quale dava l'entrata e l'uscita, libera a,g-Ji assediati, che poco non ostante pote vano essere aiutati per hl, tempesta di pietre che sca,ricav:rno di continuo le ma,c chine dei Pisa11i )). Non grandi diversità, si riscoutr a,110 nelle nal'l'azioni degli altd storid e cronisti : solo il Buoninsegni accenna, a proposito dell'assedio di Pietrabuona, all ' impiego cli fno~hi lavorati, Possiamo perciò conchiudere rifiuta,ndo -l'ipotesi di bombarde adopenitc in questa circosta,mm,. Procedendo cronologicamente, troviamo nella, medesima, Cronica, di Pisa, un'altra noti,-,ia non confermata, e cioè che nel 1364 -

143 ,_


"

1300 - 14-00

« i Pisani giunti a Lucca fecero la via di Pistoia e gittonvi l e bombarde e molti quadrelli e lance)) . . Veramente di questo impiego di bombarde nel 1364 non si trova, conferma in nessun documento e in nessun'altra cronaca: per qmwto il Venturi lo citi senza cliseussione, ùoblliamo. accettare l'asserzione con c1ualche riserva. Notizie che ci pervengono da più fonti, e che possiamo accogliere come sicure, sono quelle relative all'esistenza dell'artiglieria sulle mura cli Pisa, negli anni fra il 13(i9 e il 1371. Dice la gi:ì, cit~1ta Cronica, di Pisa : « Nell'anno 1~70 in sulle Mura, di Pisa stavano di buoni lfaleslrieri e di molte bomba.ri:[~- E le genti di Messer Giova1rni come sentiano le ·Bornbm·dc. si scostavano e usdano fnor clel prato per paura>>. Anche il Rolrn,n 1t de Fleury rn~ « l 1a 1'0.<1cane au Moven A f/O )), nn.rrando la storin, delle rnnrn, <li Pisa, dice che dura,nte l'assedio del 1H71 << a.lcnni coraggiosi eittadini e qualche soldato peesc1'0 delle ba,rche, uscirono daHtL città sotto il pont,~ cfolln. iSpina e si mis,~ro a rnolest:u-1~ il rn~mico, mentre che <faJl'a.lto delh! mma, l<! hombaI'<fo e i hulestrier-i causu.vaHo grn.n<lc spn,vento 11 t11tti coloro r.hc vi si nvvidn::wa,no >>1'i qni l'antor,~ i-iporta in nota le parol•~ della, Cronica, cit~1t,~ au chc dal Ve11l111·i, e vi a~~i1111~<-' a com 111 p11lo: << l•:r·co un curioso dettaglio per la s!oria rnilitare delle m ura, a1·ma!c di bomba1·dc uel 1:l71 >>. Che le mura di Pisa, fol'.-sero ar1.nate di bou1 ba,nle in q ud F epoca ci viene confermato anche da altre fonti, iu1zi il Cibra,rio fa, rhm.lire l'esistem1a di queste bocche da fuoco al 13fi9: << Nel .13(;9 avev~HIO bombarde ,~ forsP nltre artigliPrie ]e ror.che del distrPt:to pisano, cli modo che si scorg,~ d1e erano le hol'.che da. fuoco di uso comune anche nella Toscana )J. A q 11csto proposito abbia.mo q11a,I . wsu di più intf>ressfl,nte, o pe1· mPglio dire cli più positivo, n ella seguente nota che il Bonaini appone allo s critto del Hencioni nelJ'A rchi vio Storieo Italiano per sm,tenere eh,~ 1wl 1~(lfl, e non nel 1371, si ebbero le prime bombarde f'mlle mura. di Pisa: « Il Fnmrnci vuole che questa sia la prima volttL (1371) chP rta1le mura di Pisa tonassero le moderne artiglierie, mercè l'nso della polvere. Lo storico cudde in errore manifesto. In una Provvisione degli A md ani del 2G AprilP rnnn l<>ggonsi queste note : 1

(i Oirns11ari lfonrriu1wt c, m11.rpi8/,ro et quber11atori B omlicirde ex,i stentis terra. A80'inni vro 'l'uitione diete tei-re, fior. rluo.~ Ile anro.

-14'1-

in


1\0.,U:ARDE JS'I,;LLJé ROCCirn SEKESI ,/11/1111111i (h1idonis fa/Jro 11w.u ·istro et 11uùci-rttLlore Bo1n,br1nlc c.JJ·ist e11tfa in 1•r,l/1·

1·11/,·i.

,,rn

tui/io 1ie diclc •1;ollis fior, ·1rn,um d e ciuro vro cius srtlario die-

I ri11,111.

r1t111

Uioè: •< A Uaspare Bonagiunta, maesLro e comamla11Le d e lla llolllù:1t·da esistente

tena (li Asciano per la tlifesa della llella terra, c\ue liodni d'oro. " A (J iovanni di Guicloiie, fnbbro masl.11.1 e comanda11te tiella Bombarda <:sistenle nella valle di Calci per la difesa lii detta valle, un fiorino ll'oro per il s uo salario di tre giorni ». 111·1!:1

~enonchè, più che questo, giova riferire la provvisione che ai H del meRe stesso era.si. già, foLLa per il bomlJarcliere in primo 1nogo nominato : « Gua81111ri Non11ùm cte libra s 1rni 111r11ayinf(l, dewM·ilw11.1n pisa-normn sine c1ibdh1 ... 11ro preti'is librarmn q uimquayùita 1mZ.Vcri.s per /J-wrn/Ja,n /·is , dal.i 1J/. 1;en-

duti ,Jo/1,nnwis vevc, Ma11.~ arfo cnmrner e 7,faani mmmiliis vro cuumni visano, vro rnictenrtmn <lictnm, 1mtlì (rrcm all Roccha8 ol castri pis11ni C(/UHl,nis 1>ro m,11,n'invine Ìl)IJ(bf'llln i(.0(;()/1.(l,l'-ltill et O(l &t'l 'l,Wln, (Al'Clliv·. Cow. Ll.4::li ». « A Gaisp:u·e Ho'ni1glunta llbb1:e 50 di tlenal'i pisani s~:u:1.a gabella µer il 1wc :,r,:,r,o cli ll bb1·e ,,O' di polver e per bomb:mJe, clat11; e venLluta d 11 Giovanni l'l:!J.)e

M:1s~:11·0 d1-:ll :1. Ca1)1cra 1,is:111:1 p,•r il ('01mme pixa.no, per mandare (l(:!tt:1 polUoccllc e forh ::1.:1.(·: (ld co1m111e pii-ano 11er (1ifest1 Llel le 11wrh•simc nocche e forlt•r.:1.P. ». n •rn :Ili<!

JH 1'1·ontc :1 (pteHti docurncllti ti pare non si possa, più dubi tm·e . :M e 110 sicura ci sem1J1·u la notizia del H,ohanlt de :B'leury eirea Pesistenza., verso tJucll\)poca, di bombarde sulle mura di Cnsdna. La postazione di queste a,rmi, secondo tale autore, risultn·ehhe da certe feritoie esistenti in quelle mLua. « Ho notato in nn·i 1nmti del1e lal'ghe fe1·itoie destinate alle bombarde)), dice il Rohn nlt; ma. i11 11ola agghmge : cc 1~ incontestabile che questo genen\ tli feritoie, perfettamente omogenee con la costruzione plirnitiva, 110n può convenire che a.d. uu'al'Ina da fooeo, ma è più diflkil,~ deddere 111iale era quest'arma. L'impiantito è troppo debole, e la, strada, troppo str1~tta, perchè fosse una. bomharda a ruote; credo cl11nqm~ che si trattasse di una di quelle bombarde . portalili, delle quali il tiratore appoggiavri la bocca alla, feritoiae so;~teneva la. corla con una bandoliera passata sulla spalla )).

Non è il caso di fermarsi più a lung-o sulle notizie e opinioni JO

-145-


rnoo - 1400 esposte da Rohanlt de FIP.nry, autore pregiato più per i suoi meriti a rtistici che non per quelli storici, e lornia.rno a cronisti più a.ttendibili. l<'ra q uesli ciLialllo Ser N addo chL }fonteca,tini il qua.I(~ dke che « a dì 19 d'Ottobre 1384 venne a Firenze novelle Yere, che il ca,ffaro d'Arezzo era del Comune di Firenze e postavi suso l'Insegna, del Comune di .Firenze e che ci entrarono dentro per lo Comune detto da 150 lxLlestrieri, e mastri di ]cg1rn,m e, e di pietra, di bombarde, e cli cave>>. ~faggim-i e più sicure notizie si hanno sull'impiego delle hom b,Lrde da pa,rte dei ~enesi quando q 11 esti, 11c.l J :-mo, pm,cro l ' a.RRf'. dio al castello di S. Giusto delle Monache, appa1·tcnente ad Agnolo Rica.soli. A questo proposito Scipione Ammirato dice che Giovanni Ubaldini, di fronte alla resistenza posta dagli assedia.Li, <( fece portare le bombarde da Siena; le qm1li ri feriscono gli scrittori che tra,evan o trece11to Jibbrc di palla,. E a così fatta, batteria, non potendo r eggere fo m ura del cast<~llo, e perciò ca.cJ uta11e uuon.L parte di esse, veggendosi i difm1so1·i s pogliai.i di Lnl.L(~ i(~ 101·0 lw1·· t (-'8clH~ >> si nrresero 1'8 gingno :18!.lO. Nell o steRso modo n,ll'h1circ:a si (~spt'i.me il Minm·lwtti, nwntJ·(\ il H11onini-:c\g11i (lfrn solo c·hc~ a, S. Giusto<< le m u1·a fu l'ono fo1·u,cchiate da Ho1nhnn le )>. Un par(.i<:ofa,1·e sf.rn.110, (·,he (·,onl:r·aRle1·<)bhe (:on le p1·ece(le11U no!.ir.ie, I)f! L' quanto queste sin,no a ppoggia,t.<~ sn doc:m1wnti sic m·i, (~ ctw va.J·i autori co11cordano nel dire~ che l'asRedio di S. Giusto delle :\lo nache sarebbe il pr·imo nel quale fu fatto uso di queste m·mi : tale a88erzione si trova, nel Repetti (« istrumento di guel'ra forse per hL prima. volta adopera,to in 'l'mir,ana ))), nella storia di Gino Capponi (« vennero per la prima. volta adoperate in questa. parte d ' Italia le bombarde i>) e nello Scipione .Anunirato, ove a proposito dell'asi;;a.lto dato da ,Ta,r,opo dal Verme al castell o <1i Primalcuore, pure nel 1:~90, si legge : cc Questa, è la prima volta che appresso gli scrittori antichi io trovo fatta rnenr.ione di q !W · ste macchin e militari >) . Così aperto contrasto è forse da attribuire alla, por.a importa.mm data. dagli sc1·itt01·i dell 'epoca, aHe al'tig'licrie, come giù prima abbiamo m,servato. Infine un'alt1·a notizia, di impiego di bombarde nel :,;ecolo XIV si ha da Ser Naddo da Montecatini, secondo il qua.le il 3 marzo 13!)1 il castello di Regginolo nel Casentino si ribellò al Comune di Firenze e i terrieri si unirono a.i fanti che e1·a110 -146 -


.. J ~H'lEGO

Dl no~rnARDE L.'\" TOSC.-L'\'A

11PI 1·nste1lo « di chè i Conti di Casentino vi furo110 con ge11tc dt•I <Jomune di l<'il'cm:e d 'i.J.1tor110, e gueneggiassio fol'Lc con ho 111 ua1·de, e<l altri argomenti, e stettevi l 'oste due mesi o circa. L'oi a dì 18 Giug110 s'eblJe per batta,glia, Reggiuolo ». Uou ciò possiamo ritenere tcr·minata l ' esposiidone di notizie 1·elalive all'uso di artiglierie, se non nelle azioni campaH,

.1lmc110 negli asseili avvenuti nel secolo XIV in 'l'oscana,: csclus~1 l' esistenza di bombarde a l'ieLrabnona nel 1362 e fatte le debite 1·ii.;<~rvc sulle postazioni di Cascina, possiamo considera,re come ~i<:urc le altre. Questo per l 'impiego, 1w1 che dire riguardo a lle cm·atteristiche di tali a,rUgli.erie? Di esse nessuna, notizia, ci è stata tramanch1ta, il che può forse significare che l e a r tiglicl'ie toscane uon diffel'ivano pel' nuU:1 ua quelle impiegate altrove. Il Rocchi, nel i;;no articolo « Le a,rtigli.cdc it~'l,Jiane del TUnascimcnto )), fa delle supposizioni che noi cr ediamo verosimili : egli suppone che già, <.:i co11osccsser<> e si facei,;~t~ro q nei pl'oieUili fus.i che ùagli storici Rll'.t11icd si voglio110 inventati dai Pra,n ceisi nel secolo XV. Così p1we cg'li intei·petr:1. tJ 11ci « C,'l,m10ucs ùc metallo )> dei qnnJi pa,rla. la JJ1·ovvisionc fiorentina come carrnoni di brouzo, cioè di una, lPga tli rame e i,,tuguo. Rignardo n.lla, forma,, n Rocchi ritiene che questa dovesse esscl'e elega,nte e ricca cli ornamenti perchè erano scultori e fon ditori di m<~tallo .gli. orafi, e l'arte dell'oretlceria fioriva a Firenze. Auche l ' Ang·elucci fa alcune considerazioni sul documento de.11'11 Iebl>l'afo 1:12(i, per dedurne notizie sul ma,terfale al qua,]e esso si riforiscc. In ])l'imo luogo la frnse cc depntal'e nnum vd tlurn; magistros i11 offit.i:1Jes ... >> fu ritenere a questo autore r.he gi:'ìj esistessero in Ttalia, e ili Pfrenze istessa fonditori. di metalli e gettatori il.i c:mno11i: altrimenti si sarebbe detto che si cercas:a-ero e si facessero venire cfa, altrove. Ri.gna1·do a i ptoietti , l' Angelucci osserva, che le parole << pilas seu pa.lloctas de ferro» indica no chiaramente fa materia di tali proietti che dobbiamo credere fossero di ferro fuso : supposizione clu~ abbiamo viRta confermata dal Rocchi, servendo allora indistintamente la voce fm·ro pe1· indicare tanto quello lavorato a, m:wtello che qnello di getto. Infine cprnnto a l1c bocche <.fa fnoco, secondo l'autore, la, -147-


1300 - 1400

csp1·essione ca,mwnes <le nieto.lln, oltr·echè indi<:arc~ d1e le bocche da, fnoco erano di bronzo, cioè di una lega di rame e staguo, e Ln,lma ~wd1e di ottone, significava pure che esse erano diverse dalle bornbanle, e cioè costruite in un sol pezzo, per la qua,Je pa1·ticofarit:\ venivn, cfa.to ]oro il nonrn cli cannoni, l'mnza, ha dn l'<~ poi a l maggiore o minore diametro delle ca,rnie. lh~ quc:,;lo uo m e .L'.Angelucci non solo ricava Ja, forma dell'arma,, ma, fmche 11c deduce che essn, doveva essere di. orig-i.nc veramente italiana..

9. Il primo documento sulle artiglierie pontificie : 1338 - Le bombarde sono normalmente adoperate nella guerra di Romagna (1350) · Le dnquecento «bombarde » di Perugia· Artiglieria perugina contro gl'Inglesi Le prime bocche da fuoco in Castel S. Angelo - lntensiricazionc degli armamenti sotto Gregorio Xl - Le artiglierie dei Comuni e dei Baroni.

Le più autiche notizie d i bocche da fuoeo, 11ci doc ume11ti dell ' a.111.rn i 1d.sLra:d.011 c ponLi.fie.i.a, si ha11110 in due a1111otn,zi oni tld 1:l~8 e del 1348 : in data JO novembre :1338 è registra,t o un pa,ga. mento fatto a ,Tncopo Raynaldi, custode dell'armeI"ia di l';~h~zzo, « pro atillrntm·tL eadrillonun balistarum de turno, spi11gale eL halistarmn ccc.». lu altra, annota:i;ione del :13 ottobre la4S, relativa a, i.pese <li trasporti d' « artilharia >>, si ritrovano, insieme <, alle baliste et alia nrtilbaria ,>, ìe 8Jrin9ale. (Ma si deve nota re che spinga.la o spi11garda non (~ 11ecesi,;aria,mente un nome di artiglieri:.i da fuoco). Nello stesso anno 134S, nei registri della Camera. Apostolita riflettenti il ducato ùi Spoleto, ~ fatta menzione di polvere da bombarda, a,cquistata. in Pc·r ugia (di ' {10m-ùarilc C'twi, C'ippo par1.rno gli Annali Decem virali del 1851 concernenti le cose perugjne); e dne anni dopo (13GO) le bombawlc pontificie sono adop<~rnte nella guerra, di Romag11a-. · Alla, rnet:'ì, del secolo XIV, infatti, la Romagna è retta da aleuni «tiranni>>, ehe non guardano il popolo dalJ'alto, ma vivouo con esso. Non sono ricchi. hanno l a pace in cas~i, e cercano la -148-


IL I'HI:i\IO DOCU2olEl'i'TO S ULLE .\UTIGLIEIUE PU1'\'.l'll•'lCll<:

g11ena fuol'i, al soldo cli P1·incipi maggiori, e di R<~Jrnhbliche ;i,1Ti(·chite col commercio.

l ••

I Papi vivono ad Avignone, rruwdando in Halia, Lcga,ti stt-a.nieri, <1lla. teshL di umsuade 1mrirncnti st1·a,njerc, e scnz.a, scn,po]i. Il g·iuhileo dell' :umo 1:{;-,0, porbmdo a Homa UJltL moltiLudiJJe di stra.nie.1·i, fece conseguire immensi guadagni, che aucla1·0110 divisi tnL la Chiesa tid il Papa, il quale potè assoldare gente L1'armc, per riconquistnrc la Roma,gna. B nuovo Co11t.e cli Romag1m fu norninnto Astorgio di nnrafortc, r,on l 'incarico di cacci::trc ì tiran11i dw tmwvano le città e.folla, Chit->sa,. Tn q 11est[L guen·a, rne11 tr·e dalla f'1·equc11½a ,fol 11>. 1·egistra,-

z.ioni 1.·ela,Uvc alle bombanlc si rileva la cc1•tezzn, che e1sse fos:,;;ero uormn.Jrnente nclopera.te rlai pontifici, da.i no1ni degli al'tdici 1·isulta pnre <:he (\RRi ernno italiani.

l

ln clata :w :i,pril<> 1:1:-;o, il tesol'ie1·e pa,g a u11.1, ceda somrna ;1 ('i<·d1i110 C;11·11cdù 1 !a Modc 11.i, e< p r o c1i1111011HJus., 7w!lottis (i t m11 /lei.'! <I<:- fen·q f'/; nHis f'uloim (} n/,i.s 71ro bornlJo,rdi s) rwr 'i]).'m,,n (' ie<'hh1 w,n 1:inJ11"i8 d. zwr11/is »; n.Jt·1·i paµ;nuwnti 1·iRnlfano fatt i, iii q11 <>ll'n,11no,' :lllo sl'. N,RO Ci<:(·hino (fo Cni·JH•tio << pro 7ntllìcre, 71ro l1o·m.7!f1.nli.~ et; a.liig r drn,,~ f!f; f1.1.lcin1.(ff1l'i:s /Jmnhardaru,m J)f!r <:wrn nn1,J!l;i s r- l vn1·<1,lì,<; )) (12 rnn.µ:µ;io), << J)ro ·11.rw b<nn7Hirda, per r,,,1111, rrm 7Jtn )> (U 1na.ggio), << pro rnb1.ts empUs pro b01nba,rrli8 )) (1:1 oHolwP): n.cl Andrea di nonnto d'A11telln. (< pro rlnol!ns fnscilms ferri pro fiei·i f1wiendo hnlfoU:as pro ùo·r nbalr(hs >> (16 maggio). e« J)ro rl'llnenN8 viginN ·sex ballottis rlr, fm-ro arl 7wm7mnlcis 7wnd cris ccnf.wn oof;oq'iilfn or:to WJ'/·a,rum1, )) (2!-l giugno); a, Fcl'· rari110 Ros:-cll ili i cla Hol'go .,~n,n n01111ino e .Jacopo cli Giovanni <l a, ~\lodP.11n, « 111,<1,f!'Ìslrit: fnuie11ti tms 1!11-llof;tas ,te f erro 7n·o /Jo1nbar il is, pro porfe snla·r i'i dictry1··1.wn nw,gistror11,111, tmn por-i8 quo ser· 1,1.er11nt >> (:; gingno); a<l An!!,"elo olim Loccl1i tl'Antdln e< pro li· bris 'milleq11:i-11,quur,inlci f en·,i operati et rJticun opera,nrU arl fanie n rl11 m. e:r eo fieri 7ial7of;f:<is Jìro bombard'is )) (13 giugno). La guer;r a cli Romagna ini:r,iata, dal Duraforte non ebbe lieto cF;ito. pel' c11i il Co11te, vitnpera.to r,ome avaro e traditore, ]ai,,ciò la

Ronrngna e l'Tta.lin'., e le dttù che egli doveva libel'are rima,sero più r.he mai nelle rna,ni dei tiranni. Nel 13fl3 Innocenzo VI, òeciRo n ri~t.nbilire in Italia il potere dei Papi Pd a riconquista,rP gli -149 -


.. 1;mo - 1400

Stati perdut i, inviava il celebre Cardinale Albo1·no½, che p er ò disponevì.L di poehi denari e pochi soldati. Nel 13:-iu, mentre 1erve l'impresa dell' Albornoz, l'uso del Farma nov1t;s1111a è documentato da mia annotazione di pagamento per trasporto di due bombarde nella n1arca d'Ancona. lntanto i signori di Homn,gna., ehe prima si erano stretti intorno a Fra.ucesco Ordeìa,ffi, in umL lcgtt difensiva, vinti a d uno ad uno, tradirono il patto e, vavidi, si raccolsero sotto il manto del Legalo e l'aintarouo a d o mare l'ex-alleato, che a Forlì ec! a 0esena teneva alta la fronte. 1,'rallcesco Ordelaffi, riumsto a difeu<lere :For-lì, commise a sua moglie Marzia degìi Ubaldini, detta Uia, la difesa di Uese11 a . L'eroka domrn, già. 11ota p,~r tttti di valore compiuti combattendo << non eorne fernin,L ma, come vitLuoso ca valiel'e )), tmtJ'akL a OcsemL il 14. ma,rzo 1:357, la tenne valo1·osamente fino al 2:.> aprile, difendendo cou::;ceutiv:unen tr~ il recinto della rocca. :li uo al 28 ma,ggio dello stes~o a,11.no , n,rnmil-ittn (:011<:01·do.tue ute tla On~lfi <~ Ohibl'llini.: fu f!lrnRto ]'cpiRodi.o più sa.li entt~ dellar g ue:r·1·n. Contro Cc:sc nn ]e trnppn <lcll'Albo1.· no;1, l'ecero nRo del nuo,·o <l più pote11 Le ordigno cl i g11m:1·n : 0H.1·e alle oUo m1wc·him\ <lei .:\ia,. In testa ehe la11da va110 e1101·mi Rnssi sulle toni ddh1, Rocca , (~ntrar ono in azione <lodiei bomh,mle. Ri.foviamo, infaU.i, flnllP- Rpr.se dell'aprile 1:1i'i7 : << Dfo 2., .tprilfa .wlnlu t 11.. fn -il ·11w11isl1·0 &i.moni de JJombanUi:; q•tti f ecit f ie r i 1~ c-i1ws ca.nNa, ti11anrl-i in eis òom,ùM·da..~ qne 11ortate f11erunt de F'a·ventiri a p-ud

Oc8cnam, <ul m ciorr em t erci:i flornui 11ro 11·110Uhel .

.

.

.

.

.

.

.

.

4/lor.

I lcm. .<wlul'lt1n fn-if; Al enr10 uarralori 11ro 11ortat·nra dictan trn ùomhcÙ·da1·1t,·m

c l" o-ipm'Um de Fflvcnt·i<i 1.t.11q11e Oe-~cn11rn

.

.

.

.

• 2.5 .~ol.».

Più tardi , quando, domata 0l'sena, lo Rforw di tutte Je armi ddla Chiesa si concentrò contro Fl'a,ncesco Orde1afli in Forlì, ricompa,rvero ili a:r.ione le hombanle pontificie che continuavano ::ul essere di costrur-ione locale, in quanto si fablwicava,no a Sant' Arca,n gelo. « Dic 15 sept. (Hl?,8) Pecino dc :\1elrlula Nnnl:io mi_RRo (lf'. CE•se1111 Sanctmn Archangclum eum TriH tlin~di,; Vicario S. Archm1~eli pro pnrl(è Rer Ilnsr·hi nt faceret fi eri tle hombarclìs. Angustino Nuntio miHRo de CPseun Snvignnnum enm Jris S.-r Ba.~ehi dir.-d i H Rer .Tncobo Not. Camere 11ro fac:tis Camere, e <:mn Iris 1lirel"'tis At'im . Domno

-150 -


AltTICLIJ.m.IE IN ROMAGNA

A li :s.i lllll'O, et. s. Arclrnngclmn Vicario S. Archangeli suver faclo bombtn·d11n1m, i111i 1icbant ibi. Die !a!l od. Andree Francisci de l!'lorentia Nuntio misso de Cesena a pud S. Arcl1ai1ge lum cmn iris /:lei· Baschi Mag. hombardnruw, Et Vicario S. A r diangeli.

.

.N(~i venLiLr-c mei,.;i di strenua lotta contro l'Or<lelaili che, d op o la perdita di .Bertinoro, si era ridoUo a difendere Forlì, nell' ese1·cito della, Chies,L è un contiouo a,rmar di bo.1nbarde, che vengono po1·LrLtc alle bastite couLro Po1·H e Forlimpopoli. Ta li bocche da fuoco si fabbricaNaHo -- o]trechè a, S. Arc1111gelo come abbiamo visto dia11,1..i - ,i,rnJw a Hologu a , a Faenza, a Himini, a Cesena , a .Bertinoro. Le rel ative regh;L1·a,1.ioni abbondano: parlano chia ramente di. montaggio sni dppi, acecmrnnu ai dettagli, descrivono l'uso e il fnnz.ionnJnento degli utensili accessori. <(

l'ro U11<rJwra, i/.iGlnntm ri homl!nn/,iw um, i n dio/i;; oippis.

<< l'ro

mio Mn nteghcto cau sa aeeide ndi ignem pro faci emlo tral1Pn~ lmm-

1.>ru·t.lmi. « Pro unn (nn,1il<'la J:0.Jt'ri c111pt·n :Lb ipHo <·:111 :sa port':rndi il,(rnm1 prn l'ae :ell( lo tn1 liere liomh a1~1us. << Pro 11rdto, <J uinque 111:1.rtdlornm fCl'l'i, causa irnprimendl pullodas in dict.l::; bombtu·tl.is; pl'o preLi1 > r111i11111rn m:1rf<~Ilor 11111 d<·i forro, qui po nuntur intcr palut ,,ru et m:1 1.·eu 111 de f erro Qunnclo p01·cL1l il.111· vnluta in bombarda, et quutnor u111<:r:nr11m rle 1'cr ro l:!t G HJ>i n n.r1m1 d e fCl'l'-0 cum <Julbmi ponitur il-(nit; iu IJ(>llll1n nlls; pro p1·ctio sex enppr.ll cto,um ferri in qui lrns upponitur carbo a.c.:-

eensus vro cnllefadentlo forrnm cmn Qno ponitur ignis in bombard is. cc I>fo 27 odol1ri8 » [U:a8). e< Mn1J'i8/.rn .4mlrec nw{li8tri A?f n1,erici frilìro rlrJ Cesena v1·0 30 li11ri8 et 2 uncifr ferri l11bmYtti in corrigiis vro /Uerii11 bom!JardrLriirn l'CO..... n. << l>ie u llùnu, octol1ris > >. << Mu,r,'islro ltm11Nno' inar1istro li{1n arn,i ni8 q1ti lalJorwvit in servitio carnere <Id f t1ei1'11 rfnm. ,,,,,nr:has prn 1>mn1mrrlix MJO • ••• )).

.....I

Dai flocnm(~nti succitati pm:simno anche decl1irrn quald w dato circa i calibri e i costi ilelle bombarde, di ferro o forse Lalvolta1 di legno ma cer chiate di ferro. Una bomha,rda magna) del peso di 73 libbre, costaNa in ragione dì sei soldi pe1· libbra, lan ciava1 palle di dnc libbre; (lnattro altre bombarde lanciavano palle cli nna libbra, e costa,ano sei ducati ciascuna, compresi i cippi e i legamenti di ferro ; f< 54 bom h::i.rde grm-;~e et magne de ferro )) costa.vano « ad ratione 5 (lacatorum et 12 solidorum pro <J.Ualibct bomhardn, )) ; una bombarda di 25 libbre è qualificata -151 -


1300 - 1400

Per fare G3 palle da bornba,r da e( magna)) occorsero 32 libbl'e e mc½ztt di ferro, a due soldi la libbra. La polvere s 'fl,cqnistava. talvolta, già prepa,l'ata e costava 4 soldi la libbra; più spesso per6 si compravano r,;eparata.men te, cfa << spctiarii )) o da medici, i vari ingredienti per eomporla,, zolfo, salnitro, cal'bone di sa.Jice ; nel 13Gl trovimno due salariati<< ad faci,~nélnm et pir,;t.amlmn pnlverern pro bombal'dis >> « ad pistandum salnilnun et sulpl.turei.n pro pu.lvere bornbard:unm )). l tra.sporti, sempre affidati a privati, r,;n rnni e 1•a1·aincHtc a, dol'so d'asino, erano onlina,1·ii.t1uente pa,gati à j'o·r j'(tit per ogni singolo traspol'to; altnL volta iuvcce la, Carne1·a Apostoliea assunuwa, a, sala.rio giormdier·o dei cn1Tetti cri << cu rn eonnn eul'rihns a,él Lcncndurn in dktis crn·l'ib1rn sa.gi1a.rni1rn hornh:trilns ... . <>1 alia, por-tata ad diclum exercitum )). l Jnai,,t1·i horn ha,r dieri, con sti1wrnlio mensile d1.L 4 a .S Ji0t·ì ni, e1·a110 pt·ol1tt·bilrnen te n1-s11111"i ~ml ·1 nogo, poi d1fi 1wll:1, g 11<i1·1·:1 di Romag1m ti-oviu.mo tutti 11omi 1·011rng no li o e 111ilin11i, n,d <-'l:<'<~:ilione di 1111 ve11eto, Hon:wt:on;o <ln V1~rorn1, e <li 11i1 lo1111>n.1·do, (i nifloni dn i\1:J.1dova : tJ 11e~:Fll ltirno clov<>v,1 Pssei·c in parlicoh11·e ri,10111.1111.a, poi chè :tveva stipm1<lio frnpe r·io,·c agli aJLri. Il JJlf!Rti<~r e di bombn;rdiete :ts:s1m1eva t:1,J volta il c·m·n.Ue1·c di trudiziorw farniglin1·e: così Li·oviarno due fratelli, .M.agistel' Cineins e Magister La.nrentins ìVfngistl'i Cla,1·ucii d(~ Berthinorio, e, insieme con un ,M:agiste1· Simon a,~Bomhardis, 111oclenc:se, il figlio di lni l\fa.rco. Insieme coi bontl.n.1,nliel'i tt-ovinmo clei carpentieri (1\lagistri lignarninir,;) , col sal\1,rio di 7 soldi al giorno: e v'c1·ano perfino commissari o not,ni, « oflicink:s Ca.merae deputati in exe1·cito su per bomba1·,1is )), prohabil mc11le <:on funr.ioui miste mnminiRtrativc e gimlizi:ii·ie. Accanto alle bombar<.le (C cmn cippo )), si fucinava.no bocdw cla fuoco maneggevoli ed in gran copia, come quelle che ]a comunit:ì, di Pe,.ugia fabbrie,ò contro i me1·ccnari inglesi, condotti dal <·elehre capitano Giovanni Hawkwooa o Acuto. Bd il cronista non solo ci illumina circa IP dimensioni di dettf~ armi, ma ce ne rno:-:tra. la potenza e ne fa intnil'e anche la hfillezza. Nella Cro1u1ca il cl Graziani leg'gfamo : e< rucdiocr is pondcris

J).

-152-


B'J\.'CHE D.-\ l·TOCO l'Ert U (;lX I<:

,, Adì , tle rn.in~111bre nel dir-I o millesimo (13(;4) la com11ngnyn. rlegli Inghi-

....

1..~,· n ~nncro nel contado d c P1c\roscia, et pus<~ro el c:nmpo a Pian de Carpena 1iel cout.1do nostro de P ern>:lci:1 er-c..... Et cl nostro comuno de Pei·osci n fece

f:in! 1·irn1ur~cent:o lance ferrate cla cav nllo, cinqueeento cette cou le sr:ote lunghe a tloi mano, e cinquecento bornùarde una Rpanna lunghe, che J,~ r:ortavano ,m in nwno, lle lli ,.,i111e, e riassan1110 ogni armatura >l.

..,

E per continuare ad intt!reRsa.rd delle l.wcche da, l'uoco pe rugine diremo chf~ 1rnl 1:-r il, a.11 'iuizio del pon tifica,to di Gregor io Xl , s'insignorì di Perugia jl Ca1'cliuale di Hurgo e nel 1:372 fii d ell o e co111'ennato Vica rio genera,h~ e Rettore della citi.i~ G h e i-anJo Dupt1j' ALa ':e 1]i Ma1·mnut.for, 11 qnafo fortiiieù h1: dtlà, e << all n, cittn.1lell n. fPr:f~ f:i re 1rn tL-abocco e set te m,wga,J1elle ; e fece molte hnlei-itl'<~ a, tela r o e a staffa, e 1nolto s:.wttarne e molte l10 111bard e e spingard e e rnazr.i <~ f romhol e ; ed n,n clw vi fece pori.ne• l 'n rn (•se e rn n.ssn1·i (~ <' h,~ stnvn no R-n J:I; cn F<a della p ia/1.;,;a, qn nli e r n no <fol nos tro co.m u ne. Quali cose tut1o fece far e JH~t· crn1i-.ig· lio <~ ore1·.1 d i. i\ln tt<-'Ò cli Gnt"tnpon<~ )) dw m·n, mi vn lornso ,11·clii leLl.o.

l11hrn t o la e.ompaL·~a, 11d letTi101·io (l i Vire11r.e de ll a <:0111 pa g1ii:1 degli J.nglesi , 11el gi 11 g 110 {lol 1:n:-;, f 11 l ' nUima, favilla del la g1wnn, t 1·n, i Tì'iorm1tini r.· (Jl'f'gorio XI. Firm1ze, legaJ a si con lle1·Tì:ì hò ·vi Rconti <>. con i comuni di 'l'osca,na, si adoper·ò a ra,r ribeJ lare i s udditi della C hiesa.. Perugia si levò in a.1·11H~ con tro il governo p011tifkio ; e l' Jl gennaio d el 137(; fìgurn, nnn cer t a, sommn, p:1,gat::i. a,d nn mc~rca.nte « pro pnlve1·e per eum data et vendita Cofo i Perus. pro Ho111bardis n. Nel 1:17!) poi, il 18 giu gno,. arTiV,JNa a 1'en1gia1 Pf!l' fn bhriea.T·vi n.l'tiglierie, nn artefice 1,li hoinl;,H'i.k eletto 111:1,estro « Namw (li Bologna )>, d1e aveva, giù grttal"o hor,che da fnof:O ]Wl' l'esercito pontificio , durante l'azione contro Tì'o1'lì nel 1 :1i>R, a.c quixtamlo una ceri:a notoriet.'l, Come a, Pm·ugia. così a, Bologm1,, nèl 1881, si ca,librnvu.n o bomb~Lrdelle con paJle di feno di una, libbra e di mezza, Jibbra <.·. più Lanli, 11cl 1397, nell'arse na,lc di Bologna, <e vi erano qmLttr·o piccoli schioppi intelaiati, va,]e a, dire clispm;ti entro un parapetto di legno, 24 schioppi e.ol ceppo, un piccolo schioppo da cava.JJetlo e un cmrnonc a g;uisa, di bombanh, che , secondo il Ci-

-153 -


1300 - 1400

brario, sal'{~hhe un cannone di fo1·nrn, conic:a, ossia. bombarda. di un sol pczw, e un telaio con dne cannoni )). Da tntto ciò risulta chiaramente come, dei nuovi strnmP-nti di guerra, s'impossessassero subito tanto i Comuni quanto i Signorotti. Infatti dopo clic Franceseo da Vico, Prefetto di Roma, invitato dai Vite1·besi a lihc~rarli (falle mani di Angelo Tnvernin o,

Fig. 27 - l'rirnc anni da furn:u (xilografia clcl Ruclimcntum noviciorum).

tei;.oriere della Chiei-;a nelle provinf'ie del patrimonio, ebbe sollevata Viterbo e fu ric<~vnto nella lega dei l<'iorentinì, a comba t tt·J'lo «adì XXIII del dicto mese (novr,mbrc 1375) venne el campo dc la Chiesia arl Viterbo sotto condutta di messer Giovanni venuto con tl·emilia cavalli, et era inghilesc; et entrorno per ]a porta de Sancta Lucia ehc era ~tata, abbrusciata e trovarno tutta ].;, piazza della H.occha piena di triboli et bomba,rde carche, et foro gran battaglia, et gran parte della gente del <lieto messer Giovanni furno ferite et moltissime morte )). -154-


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Lit: AH'J'J(_; r.11,:nrn 1 ~ CASTEf, S ,\ 1''l.' 1 AXCELO

D11 e a nni dopo, il 2 nrn,ggio 1377, il da Vico contro Vit o.re hi.1 11 0 adOlH~rò « le bomba,r de et fclli gran danno. El bombardieri 11110 el'n cbiallla,to P etrn<'<;io di 1nastr o (liann'i spetiale dc Vitnbo, J'a lfro d 1ia111a to S pirito d ' An dereuzo del Boscio )) . .B <:oi-.ì nel 138fl lo s tesso eia Vico ope1·a,vn, con l.Jomhnrde eo11tro la H oeca ,li 11!0111.cJiasc:orn~, c h e conqnii;;:tò. 1\ l{o111a l; 1·1Ja1w V , assic u1·a.toE<i nel 13GH <lellu proprietà di CaRtel 8. J\ng<~lo mediante ln. couven½ione conchiusn, con Si meo !.lo On,iui, fece tr;iRforrnarc <Jtrnl rno1w 111cnto di castello lmronnl e in for !e½½H, mi.lita.1·c d el lo Stato, e lo munì delle neces· s:?,rfo ur liglier-ie. Dopo fa Jml"l.cn½a d el J'a pa, il c:a stdla.11 0, il rn g iug no dPl 1370, faceva trn s por tan: da Castel ~- Angelo al porto ili Rom a i-:nl 'l'cvcrc 1111:t « qnadl'i gatm·e for rnu1cn rornm videlif'f-'1: <le 00111hanlis, er:t·. >l <la t.1·n:a;rcrir,~ p oi con una ha]'(:a, a Uo 1·ndo : men t 1·e uno d.t.•i d 11 q 1w 1·,1 l'il'll i , i 11 e u i. c>l'.1 l'lUddi vi so tnt"to il 111:1 tc•t·i n,11 \ 1·imai-e 11Hll ,1 r-ot t'H· <li ('ornc(o, gli alti-i q11:1ttro fu 1·0110 inviali a M011tpfo11-r·.rmf\. ( ' 011 te 111p01·nrnia,rn1\11t.P alti-o uu 1terin fo - eom e armi e 111·11i,:-:i clii ~1111 Mfl1"01'i - paet i va da Castc>l S. A np;clo dir ct.tn111m1fo pc1· Ji·T011teft.t~to11e, <·nto per 11111.11 ire q uel palazzo ,Lpo . stolico, rnPnlTP Yi d imm'nvn j l l'apa.. li l!l l11~Ho ~cguen te, <la, Afon t<>fin ~wo11c, f'm·0110 rjportnti n Cni-Ld K Ang<> lo 2!J carichi ckl prPcfotlo m ateria.J r, ed .i11 N,Ro tn~ boinha.rd(~ for ni te P sei s rornite tFa,fTu s to. Ora, è Jogic:o Rllp po1·rc <:h(l per Io1·niro Montcfi:uw01 1e non i-:i i-:;g11c1·11isse totalm e nte Cnstel B. Arigelo, c hiave cl el domi nio dPll' Ur-lJe: e Re 1m de ve conc]l)(.lere c he, nelle fo1·t.ezzP, le LJocr· hP da fooco ahhondasscro. Ma 1'in teu sifi cazione d eg li n,1·rn::Lm e1 1ti Rpdta, al rmcce:-:sor ,~ (h-egorio XT <:h e, co11 dn c bolle clel 22 gi ng-110 137J , mia lli r<~tta a l Vicario <li (kn:neto <' J' alL1·a Rll 'a1J:-1tc cli Marmontie1·, N uu~io Apostoliw in Itnlia, ordinò c he Ua.stel R. Angelo e tutte le ro<:<:he e fo1·tili zi del.la Ohiesn, si provveclei-;~ero cl i armi e vettovaglie. E un esperimen to dellP a.rliglierie della. mol e Adl'ia na f n fatto contro i Ro 11 in ni nel J378. Al tempo dello scisma d 'occi d cn tP, il CaslclJo dm:u~e in possesso del ca stcll a,n o proven zale Gan<'l,~1in, fedele nll ' ai1tipapa Clemente VTI : ng·li atlarchi cl<>l le

-

ì55 -


1:JOO - 1400

milizie urbani" e baronali, ehe batteva.no incessa,11tcmente il e,u;;tello con macchine~ da gneJTa, il Gaudeliu (luglio 1378) rispose !Jombarclnndo la cittù e i borghi: cc 0nm sa,g ittiR <\t homhnwlis i:td ipsam m·bern vchernentissime Rngittando, ,nultas cum eisdern hombardis sen pixhlibus eneis domus c·onrnssit et p1·ope

Fig. ~S - Cul11llri11,1 n carnern. forn1:1l:1 da cloghc di fol'l'o, con anelli saldati.

did11111 rns1T11rn consist<~nC'.ia cditida plurirn rL ig;nis iu cernlio con. e1·cmavit >>. Coni 1·0 \!jl(~l'bo, nella, loJ-tn. <le i Pontefici per rhlul'l'C aJl' ob· hr•11i,.11:.'..n, i dn Vi<·o, in più oeeallloni 1·ileviamo l'u~m <li hrn·,<·.lw 1l;1 1'1 to('(I : j I :n 111ng·g'io :rnn~ << , ·(~11111.~ Fo:-;Lc tl<~ H.omani. ud Vikt·bo i 11 11ome dtd Ja. CJti«>Rn, er·.e....... r,t portn.l'n o fo born hm·cfo 1wl IJ,1l'llH(·n11,~ di ~.111 c l o Frn.11(·es eo (\CC ..... )'i; l'mrno du110 (1393) \ ( :1 dì. XU 1fo 111;1 ~''/.\'io l' ostp «l<• Rn 11tar1 i Vt'llH<' Ml Vitc'.1l10 ecc ... et vc;ntH·t·o e.011 l1oml111 1·,l1-• irnd110 u, In vignn, clc Randa Maria in Ura d:r, Pt sr·.nT.rro 1111 pez;r,o de mllro, et entrai·o 11elltL vigna, er-c .... )). l\fa poi, conchirnm. la pace, <( nc~l m ese di. n1a.gfo 1394 cl papa et Ilomn.ni et Senesi arnl:wo ad , un castello di Hrc~ttoni, ch ia.ma!o .Mmii!.('11n.no, pl'csso a Ca.nino d. sL(~tte cirrn XV dì et portarno di Viterbo hornba,nle et andnrci dc Viterbo et cli Canapina et di Hagnaia, cento g11;1.statori tit :1,ndn.1·ci <111i <·a pi m:wstl'i 4.fo Vill~r-lw , l' uno chiarnato rnaesh·o Tom:wso cli Na,rnorat<J, et ma.e · i,;lro Pa11Jo <li J'in.no d fe(·ero la cn.vatn.; et li hmnhar·d ipr·i si t.ldamnvnno Giov:nmi del Bono n. nu: qn:mto si (~ detto <~ eviflcntc che ln. nnova. a,1·um, appm·sn, nella. p1·ima metà del secolo XTV, si nndò sem1)l'e più afforrnando m~J1n scc011lla rnefa di detto secolo, fino a diveutal'e com,me in ogni lotta. che si amfava coruùa.ttendo nei domini df'lla Chiesa. J l'outdiri f11rono tra i primi a. procurarsi boeche da fuoco, ma Rf~ ue fornil'ono presto anclic i Comuni gclo8i de]Ja propria ]i. bel't:ì, ed altrettai1to i Baroni, sia, jn ribellione contro fa Chiesa, -156 -


I

-)'

I PlèZZL S0.\0 'l'CTTl COS'L'ltUlTI ll\ Ì'J ',\LIA

I

,J .

elic a fav01·e di essa. Ebbero hL tutela delle ar·tiglicrie di Castel ::S. A11g·elo i Francesi che presiùiarono l ' importante fortezza, del l'Orbe fino al gion10 della battaglia ùi 1Vlarino, combattuta e vinta dal eeldlre <.:omlotticro italiano Alberico da Barbiauo, a lla fine cli aprile 1379; rrnL .le armi, anehe in questo periodo, si costruivano in Italia, come è dimostrato nou solo dal fatto <.:he nei registri della Tesoreria della Camera Apostolica e nelle cronaelre del LeÙ1po 11011 vi (~ eeuuo di trasporto di hombart:Le da,l la Franci,L in Italia, ma anehe da1fa considerazione della diflìcolt:), dei tr-a i:;porti Rte8si e delh~ eom'c11ie11za ili J'al, Ltrieare Je armi su 1 posto, dove, r.orn1~ abbia-mo visto, non rna,n cava,no artefici capaci . Dal punto di vista dell'efficiem;a, ht~llka, le anni elle si c·o Rtrniva,no non dovevn,no avere molta potenza, per (Jllnnto si p nrli spesso di ho111barde <C <:um dppo l): dalo il poeo peso (fol proiett o che lan e iavnno, la gross(.,7,za, di !ali bomha1·(le (\l"a una cosa· rela tiva,. Invece eiò che <~ int<~ressante no(al'e e' la t,,nrlf>nza die si 1., l,bc i;ubil o allu coi;Ln1r,i1.111e cli a1·rni. po1·ta til i. com e le bombat·dp 1wr11gilie e g l.i schi o1)pi hol OA'lH\RÌ. d1e iudubb in 111c•nte dovPvnno se1·viL'C contro hersn gli a11im:1ti e do(• ::;in eonti·o gli nssnlitor-i tlPl!e 1·ocche , sin, Jll'lhi a.zio11i c:impnli.

10.

Le prime bocche da fuoco napol.etane sotto Roberto d'Angiò Le bombarde della Regina Giovanna contro Teano.

(lua,ndo in Ttalia. comparvero le pr·ime hoc:d1e da fuoco , il Reame di .Napoli era- 1·ctto <ln Roberto d'Angiò (1~m!J-1B4H). ma non abl.Jiamo nothia che, questo pri11eipe usnF-1-,e l'arma 11uovissima,, pcl' quanto egli possedesse elette virtù guerriere e spirito di audace novatore. 11 22 dicembre 13fi~, regnando Giovmrnn I (Regina di ~apoli dal 134-3 al 1382), Loise l'acca d 'A rnalfi riceve in conseg·mL gE Arsenali dagli eredi del 911011drnn CovicJlo Gallo e da A11 òrea. di Lanrito, che già prima cli lui aveva.no avuto nffieio di (< tandenieri l). All'atto di consegna è unita la deseri:done dt>g-li -157-


1:JUO - HUO

1\nienali e degli oggetti in essi esistenti. Hipol'tiamo da.11' Archivio della R. Zecca il bra,n o, in cui sono mern:.ionati i velfolones de sping(irda : (<

In tereio membro R11periori in qn<.J cornwrvari <:ommeverat armaturas va-

1<or11m 111:-1ritimonnn a8si~navit: cerbellerias fractas vetcreR nonagint atres de ferro: cassones quatuor de Jigr10 vopuli: traiectos parvos inutile~ quingentos quinquagintatres: 1wcios rmvensiurn, lrnnn nrm corae:r.armD, manicarmn et gorg;erarium: 1;eli1;tones Ile s11i nr1anta, 11ro-~sos q1tinq1rn zum1lcrig rohtlonim, !l1w'l"ll1n )) .

.--\ quell'epoea esistevano dunque a Napoli delle spingarde; ma ,~ da ten er pl'cscntc quant o 1·ilevammo a. tale proposito nel

:'.: =:mr\;: f ··

·ii ·

J<'ig , 2!) - ,\rrhilmsone rt rr occo (tiue del se<:•ilo XIV 0 prirn: ipio d~·l .XV).

1,a1·a~1·afo p1·ec:e1l,mte : do1~ dw le s piuµ;a1·de n on so110 nec<~s~a.1·iumP11h~ dell e artigli e1·ie .la foo r.o. F'iù tnrdj, IH!l 1:!7:l, Ri. p arla (li bomhnrcfo all 'asi-;1~<1io <l'i ~'e,.uw, posto dalla: Regina Giovanna, contro il .Dncu d' A nclria, com e ris ullu dai « Diurnali )) detLi del Duea di l\fonteleonc : (< li.Jt iutro 'l'i nno fini. i I .Duca ti' .Andre et la mogliere et. presto foro fati tre trabuchi che trahevano notte et giorno clentro Tiano et un cli r:bc dedero un li ero ~lRHallo che t utti li N :ipolit:ini arnlaro fin dentro le 11nrte 1,•L tJIH~sto dì nce fo Tunno rle Milano frnt.e che fo d <>. goffreda et ck lo l\Tom1eo tle Milnn n, et ad fra Martino , et per mantenere questo canfi)O convenea venire J:1 g r a srn una 1-(iornata intorno Ti:mo, donde per tJuescto in N:ipole era una gran earisl ia et ancora era per mariotto malenrlrino che tenea la bocca de tutto lo Tienm2. <e 1,:t qua si pone et dice che lo detto Duca d' Andre sempre happe ma la intentione verso la Regina et da lo tempo de R e Loise de Taranto senrndo suo marito. <e Et la Regina sempre hcbbe buona intcntionc allui, r.he si puro una volta hnvesse mandato ad dire iJlla Regina dicendo che havea fatto male, la Regina l'haveria perclon::ito, Et da mo si forza lo cnm110 cli fare cave, et trabucchi

et bonm.a rde mni non finaro o.

Allo spirare del secolo XIV le cronache ci narmno che d u ra11te le vicende guerresche fr~L Ladislao d 'Angiò. Durazzo (Re -158-


L8 AR1' 1GLllèLUE DI RE LADlSLAO

d i \'.1p,1l i d,d 138(; a l 1414) e J,uigi d' Angiò , nel J398, L uigi di e;,1 p11n. 1'11 ueciso, &otto le mm'a della torre <lella, sua città,, da 1111 rn lpo ùi bombarda sparato dalla t01'1'e medesima, che era in poi e 1·1! <.lel conte d' Alife, signore di quella terra. Nell'opera cittLta del Duca di Monteleone è scritto :

~

iI

I I

,, 1-lt esseud-0 fatt e In par(;nteza de l o :i\'.Hraglia, con Ré Loise lo f rate lo Co.11te d'Aliti si trovo 11ll'hora sf1sT1ore in tutto de Capua, et si tenen in suo pul.esta le tm:nc?, l~I lo caste llo de Capua et lo C::ipitnnio sta vn a sua pelictone, lo qual e se chiamava Rober to de prata, et all'hora li eap,:ani ~apen.d o questo pigli :\ rn lo <letto Capit.nnio presorie. Et !ntro :a cii 1:/J. er ,i rnPssi~r Loise de Capu a con u na Comp:ignla de gP.nte d'ar te dc Ré Lans alao che incontinente h tor re in l.orno, et lo conle c'!'Alife era llél Alife e non si trovo a Capua . Et esenclo 1m dì messP.r Lolsc da fora de Capua à fare fare li fossi alla turre di? Capu a, gil.l.:Jllclo bombarde e balestre, venne un colpo d l~ bombarda, et dede :ilo la to d P. messer I ,oise, PI: ncclsclo ».

YP-rlremo ne] capito]o successivo come, sotto lo stesso R e La,dishi o, Jr, bocche cfa fnoc:.o assumessP.1·0 ampio sviluppo.

I

i

.~ .

11:

Studi di tecnici e relazioni di studiosi . Principi e Vescovi · Scambio di uomini fra varie regioni italiane - Alla metà del secolo XIV le artiglierie da fuoco sono d'uso pressochè generale in tutta Italia.

Conternpo1·aneame11te si intensificano in tutta Italia stn<'li di tecnici e relazioni cJj Rtu<liosi. Già s11 l finire del secolo precedente l 1Jgidio Colonna che Filippo l ' Arùito, Re di 1.<'rancia,, a,v eva scelto a precettore clcl proprio figlio ed r-rede - colui che fu poi Pilippo il .Bello aveva dedicato al regio a.llievo un trattato De rcgilnine principuni , in cui tl'attava a nche dei vari mezzi cU offesa e di difesa. Nel 1321 M,irin Sanu to Torsel1o, della illustre famiglia veneziana dei Sa.nuto, presenta, in Avignone a Papa Giovf1rmi XXI un suo l/4ber secretornm fi.deliwm Cnicis S'Uper 'l'errae Sanctae r<1cuperatione r:,t con:wrva,t'ione, h1 cui descrive accuratamente ma,nga ni, balestre ecc .. Perfetto Dura,ncli e Pietro l'ellipari, entrambi pfomontesj, -

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1:JOO - 1400

11011 scrissero nulla, m a. possono esser m essi 11d novero tlei tt·CHici fahhricatori di mac:ehine da guena, e prohabilmcute inventori o perfeziona.tori. Di 101·0 lfiggesi nel Liuro cli con ti ùcl ~ ignore di B~Lrge, donde risulta che fahbricarouo artigliel'ie per il c..1stello cl i Voy1·on , allora appa rtenente ai Delfini di Vienna (]hancia), coi quali Amc~<leo V ùi Savoja ebbe cont inue gncne. Ma il primo pic11101Lt(~1:-1~ che scris::m di cose rnilitari fn cli alth,;i,;irna, s Lirpe: Teoùoro 1 l'a.leologo, Marchei;;e cli Moufen-H t o, 11a.to intorno a l 12!)0 da An dronico Comner.10 l'afoologo irr,111c r ntore di Cosl.a11li11opo1i fl (ln. Viola ute di Mon[cnato . .l!JgJi er a dnnqnc dello stesso sangue <li qnel Rouifacio che, pc1· uobil t,ì, di gesta, cd ardore, er a stato prei;;r:elto dai gentiluomini fnwcesi a condotti cl'O della, ] V Crociata, dnll 'e1oc Conndo 1lire11 sot1! ili Tiro, cli (; uglielrno il vccehi.o e cl i alti·i rnmlottiel'i il Iustri pct se11110 <! v,dore. '.l'<>oclol'o , uel. 1:tw, fra l' 1111a P- l'altra. iuqn·eRa di. g 111,1·rn , c·.01u pose in l it1gnu, grPc:i1. 1111 li bt·o di f! ot t 1·i11:1 militari \ dr e pochi. :1-1 1J1i più (.a1·di 1i~li s tesso, Hi.a11d o in Vcrc:elli , t.1·ad11HRe in li11g11a lat j11 :1 : di i-g1·:1zintn,nu•1itc P11t1·:1111h1i l,i vet·sioni so110 u.11<.la,t.P, p erdute. Nel rn:i, (ìnido da Vige va.no, giù. lll('(lic:o di .\nigo \'I r d l·I Lusi:;,~mbuego <1 voi ,·lella H<~ginn. (:iov:1m1a <li Ho r·gog:1111, 1:0111 pose un '.L'h<:8Wttrn8 J?,r,,rJ ù'I Ji'ranoirrn rwq11i..,ilio·11 is '1'1:rra,e 8 a.11Gta,: d o 1,1,Ura, ·111,a,rn) neo uon .'?(LII i/,a l,is cor1m1·is eit1,8 et ·1;itae ip:siwt vrol·11,n!Ja,lionis <w etia1rn <mm c·1M.;t;oclia proptor v e·1 iewu1n, i I e u i rna.twscritto si conserva, n ella Hihlioter·a. Nar,ionn lc cli Parigi ~ .. dove f,...L .l'altro sono dc~sr,ritte e disc~gnn.te va,r ie n1:wc·hi11(i di ofl'ei;,a e di difesa. ~011 fa1·ù 1ne.t aviglia questo ripctl~rsi <li Woli dedkati alla eonquistn, di T e 1Ta: Rant.:L per opnc _in cui f:d pa1·b poi. cli svariatissimi argomcuti. G li è che In, 1iùc1·azio11e del sepolno d i Crii;;to era, il g-ra.nclc ideai<~ clell ' cpoea (pot1·crumo dire - nel più alt o Rig-nifìca.to df>lht parol:t - Piclea. fiRi;;n di. quelle genernzioni), ed è naturale elle qm~i;;to costituisRe quasi il perno F:U r·ni rno tn vano considerar,ioni , disserta:;,,i oui mora.li e tecniche e<:c .. L'm·binate Bartolom eo di Simone Carnsi., frate ngostini:rno e poi vc~sr,ovo di Urbino , autore cli molti imritti teologici, compose a.n ehe, il1toruo al ] 340, llll '1.'nwta,t11s (le re bellica, sp-i-ril 1w,U 7wr com,p a.rationent a.rl t mnponilern ) c he n m.algra<'lo d el 1

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SCRITTORI D'ARTIGLIERIA E B01llBARDUJitÌ 'l'HEC!ì:N'.rIDSCHI

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titolo - il quale sembrerebbe piuttosto indicare un'opera a sce tie,L - e~ invete uu vero e proprio trattato di arte militare, diviso in tre parti: una dedicata alla guerra campale, una a lla guena d'assedio ed una, alla guena navale. Marino di I'inerolo, vivente ne]la sua città al servizio dei ]'i-i11cipi d'Acaja, acquistrL buona fama, di t <~cnico milit[Lre, tanto che i Dieci di .Bailia cli Firenze si rivolgono a, Ludovico di Sa-. voja pregaudolo di voler loro imprestare codesto ingegnere « intellectus a,c virtntis eximiae in fortilitiis obtinendis et bcllicis ins:trmrn~ntis >>- Ma, più clic nel crn;;trnire armi d,L fuoco , pnre che il uostr o Marino fosse esperto nell'erigere mura e fortezze: n1giou JJer cui può considerarsi piuttosto appartenente all'Arma del Genio che non a, quella, deU 'Al't.iglieria, dato che, all abitndanUam, di s:erupolo, i:;i voglia e possa fare tale dis tinzione. lnveee, più propriamente a,rtiglfore fu Giannino tfa Vigon e, ptu·imente 1·ichicsto a l PT'incipe d' Aca;ia da,lhl, Signoria, di Firenze, che, dopo averlo imp.i.egnto, lo rima,nrlavH, in Piemonte con uua l eLle1:~t piena cli el ogi sopratutto per Ja sua ahilitìl, n P-1 fabbl'ica1·e l11'i r,colc~, hom harde e ImLnguni, cfn ea,ccm ente adoverati, comP. nota, il contempor~Luco Giova m1i Morelli, ndl'}Ìssedio di Vico Pis~LllO. Cal'lo T:'romis, 11 ell 'opern, già citata, osi:;ceva acutanwnte a (]Uesto proposito: « Così fra 'roscan:.1 e Piemonte accadevtL allora uno scambio di nomini come volevanlo le diverse condi7. ioni civ il i e sociali dei rlne Paesi., rkevendo il secondo rnoncti er·i ed n.Ptisti toscani , ricevendo il pr·imo ingegneri cli g11 erra piemoufosi >J. La dtt:1 dd Giglio, Jlo1·ida term ili meravig,Jiosi Hl'tisti d.i ogni arte e (11 ash1ti e potenti banchieri, esportava ciò di cni. av(~va dovizia : pittol'i, sc:ulto1·i, architetti e, per altro lato, monetieri e arge11tieri, men tre il T:'iemonte - a, cui l'ardua p ositnra in combattuta zona, cli confine e la travagliat~L istoria, tntta conflitti<~ gnf!rre e smigue, non consenti va nè 1·icehezze rn~ libcT'a fioritura di L,ellez;,;a -- concentT'ava invece tutte le sm~ forze. nella quotidia1rn, logora,nte, Ps:hmuante lotta per l'esistenza, , perfeziona11dosi in quell'arte della guernL, cli cui giìt fin da. allora poteva dirsi maesLro e che doveva, man mano prC'p.irario n.l suo grande destino storico. 11

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1:.100 - 1400

ln sost a.u;,;a si può affermare e documen tare che int orno al 1350 le artiglierie emno d'uso pressochè generale in Ita lia: e tale circostanza. può costituire una n uova prova della, nofitI'è~ tesi circa il ptima,to del nostro I'Hese nell'impjego delìe a rmi da fuoco, in ordine di tempo. Del resto il già citato Brunct nella sua, ·St oT'ia, scri ve : << .... . Si possono citar e d r ca vent ici nque autol'i in favo1·e delle prntesc tedescl1c (di essere stati i primi ad nfiare le ar t iglierie} e quindici a favore di quelle italia.uc. Dovendo scegliere fra le due opinioni , noi propenderemmo per q uell a it:,1lia11 a. L 'Italia er a lo Stato milita.r e più p1·0gredito dell'Occidente nella prima, metà, del secolo XTV )). A tale Fluprcma,z ia militare, cl1 e dm·ò :fin verso il 1400, si devono a,ggiungere altri due coefti.cienti : i più st rc~tti contatti mantenuti per fiecoli coll'Impero Greco cl 'Oriente il cui « fuoco >), come si è cfotto, può ben com:itlera,1·si l 'anlcnato tlfrctto dell' a1·tiglic1·in,, e il fcr vor<• di n.p pru~i,;ionn,t e r icer cl1e d 1e animnYa a,llo1'fl, tnt ta Italia, in ogni campo <lell'a.LLivit.:'I, urua1w, f' el11~ prf'lmlcvn, al fn stoRo suoccia,re del RinHscfo1 ento.

12.

Ragioni molteplici del ritard~to impiego delle bocche da fuoco neJla guerra .campale - La testimonianza del Guicciardini, e le due verità fondamentali che se ne possono desumere - L'opposizione morale e religiosa contro l'artiglieria "invenzione demoniaca,, - Pare ntesi di filosofia della guerra - Corsi e ricorsi storici.

P er un lungo pe1·iodo, pr oua.bilmente per un in tero secolo, quest e prime a,rtiglicrie sono usate esch1siva.me11 tc nelle g ucl're d'assedio, per ragion i di un duplice or din<\ ma.tel'iale e mora.li~. La fo1·ma, rudi.mentale degli affusti , Je difficoltà cli servizi.o che ne derivavano, la fiCar sa mobilità, il lento caricamen to - che illustreremo meglio più sotto, nell a, descrizione tecnica, - reudeva,no estremamen te difficile l'uso di codeste ar-Liglierie primi tive, sop1'a,tut to ne rendeva no quasi impossibile il "tra sporto. E sse non avrebber se1·vito se non ad imbar azzare le mosse degli ese1·-

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Li\ TE:-i'l'lMO:>IIAXZA DEr, GUICCIARDINI

j·lli , i q11.1li, 11011 diirnmtichiamolo, erano allora, specialmente ha- . 1'11I i s 11 Il:1, rn,val Jeria.

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I:.1~da <:ousiderar·e quel che ne seri vcva a.ntorw,rolmente Pl'an•·1·s1· c I i 111.kc.iardini: e si ricordi clic <~gli <~ fra gli scrittol'i clw 11 1.11·i h 11 isco110 a,lla Gernmnia, l ' invenzione dell'artiglieria la, q 11.-1 le cc 1'11 ,·011dotta, la prima volta in ItalitL dai Veneziani n<~lht guerra, 1'111· t·il'ea l 'anno mille trP-c<~ntottauta ebbero i Oenovcsi eon l11ro n, si riferisce doè alla fine del secolo, quando le armi cla. 1' 11,H ·o_ il cui impiego risale come v1>.ònnmo ad epoca ben anteriore \ a quella indic ..-ita <ln,l Ouicciardini, dovevano già essere ns:-:a i · perfezionate. Nel terzo capitolo del pdmo Libro delltL sna 1st orici dy l tcil·ia egli si esprime cosi : « Il nome d elle maggiori c· 1·:1, hornharde, le qmLli, spa.1.'sa cli poi questa invemli011e per tut 1n I f::1,Lia, si adoperavn,110 1wll'oppug11azione delle t<~IT<\ alcune cli fcno, alcm1c di bronzo; rna grossi ssime in modo che per la, 111:u-1 :lrin a grnna e < ~ per l'i.rnpe.l'ir..iri c.l<~gli nondlli, e mn,l a, a ttiI 11cli11c degli instl'mnl~nti, tardhisimarnenLe, c on grn.rnlii-si.n u.~ ùifli, · 11 ltù si r,011i.foc<wano : pia11Liwa,nsi n,lln, terra coi mcd es i rn-i i111pt\1li11rnnti; e, phml.aLe, e1·a clal l'rrn colpo a ll 'altro tanto in lt\r·va.llo, cl.te cou p iecolisRimo frutto a, compar.·n r.ion c fli cprnllo ,·.l1 c seguitò éla poi., molto tempo co nstmHwn,no: dond<~ i llifen~ol'i dei lnoghi oppngnati ,wcv:wo spar.io di potere oziosa.men te far<~ di dentro riptiri e forti lìca1doni )). Vero è che il G11kcin1·dini stesso si affretta a sogginngerr, : (( E 11ornlinrn110 p<~r l a Yiok11z.~ del salnih·o, col quale si fa la, polvere, datogli il fuoco, volav::i,no con sì terribile tuono e impelo s Lupemlo per l 'aria le pa.lfo, che questo istrumento faceva, ezia,11clio inn:1nr.i eh<~ a.vesse maggior pcl'fczionc, ridieoli tutti gli instrurnenti i quali udhL oppugnazione della, terra avevm10, con tanlrL fanrn cl' Archimede e degli altri inveuLori, us~Lti gli :mtichi )). B, <lel resto, egli p rosegue facendo notare i va.ntaggi delle artiglierie (< molto più spedite>> usate da Ca,1·lo VIII nella spedizione in ltafoi nel 14H4; ma ::i,ppunto questa costituiva una novità importante ((( facevano tali a,r tiglierie molto formidabile in tutta Italia, l'eRP-rcito Lli Carlo>)). Comunque, la testimonian za del grande st01·ico fiorenUno sta a provare due cose: che le artiglierie costituiva,no già sulla fine del Trecento preziosi strumenti per le guerre d'assedio, così preziosi da rendere e< ridi-163 -

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,. 1~{00 - 14-00

cole>> tutte le antiche macchine da, getto; che però, a.imeno per tutto il secolo XIV e probabilmente uei primi detenni del XV,. tali artiglierie erano esclusivamente a,dopern te per le guerre cli posizione. Ma dobbiamo aneora, accennnre alle ragioni morali - assai più forti di q1rnnto forse non si immagini - che si opposN'O lungamente all' uso delle artiglierie nelle grn~ne camprtli. Mentre le operazioni d'asse(lio, per ragioni ovvie , e1·:rno in gra,n 1x1rle sostenni:.<~ (folle l'anterfo, q11el1e cli rnm·i1.n e11to ave-

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Fig. 50 - Doppia bombarda della fine del secolo XIV.

vano a,ncol'a il loro nerbo nella cavalleria. Ln quale - come già abbiamo acccnna,to - ostentava il mnssimo dispregio, nnzi un vero e proprio odio contro il cannone, anche se non disdegnava poi di vf1lersi di altre armi da getto. Di qnale natunt fosse tale odio, cioè se sopratutto contribnisse a determinarlo la paura di un nnovo strumento bellko contro il quale, pur col massimo valore personale, Cl'a difficile lottare o se non foRse -164 -


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1111a :-.opl'iWviveuza della primitiva, rnentalitù, ba.r hark,.L

vNle mmo, concepiva la, battaglia, eselusivamente come pc nmnn.le, è cl.ifficile p1·ccisare, e sa 1•e hhe del 1·esto inutile. ~l:r di ratto che qneRta a,vvel'Rione sussisteva, fo1•tisRima, e eon ·

1· 111• .

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111· 111

1i1111 !', n, su::;sjslerP., pur n1nn nurno n,tte1rnan<losi , fino ai p1•jmordi d1·I e '. i11quccento , Ludovico Arioi-t o, scrj vcnclo appunto nel XVI ,-,·c·1do , definisce l'a.1•r,hihugio « ma,cchina infornale» e, attribue11d111w n.ne h' egli l'invenzione ai 'l'edcschi, iuunaginn, che essi ab-

l,i:1110 avuto un ausilio flin,holico {« ... il D emon io ai nostri d<tnni

11 ss0ttigliall(lo lor vie più la meute >)). E nel canto undecimo .l1·ll ' Urlri11do Purios o le lanein. contro 1n, nota: apm~trofe, ingiu ~, issi 111a, ma. certo podicnmente cfficnc1~ : Carne l r ov r1,sti, ::;celleratn e br-ntta lu ve11 z io11 , mwi lor.o f,11 mna11, r.orn P P M fo la ini7 i /.(11· g7oria, è (li8l1"11,t;ta, P or te il 1u1;:::;f i<:r rl c ll",1:nn-i i; SfJ/1.z;(<, 0 110m .

.,\'la, cle l l'nvv(~l'sio11e dt-ill' .Ai-ioi-to eonti-o fo al'tigliel'ie pr,1foi-i;11110 1·ipnrlarc 11P.l capitolo TV, n.11zituLLo pt~rchè questo <~ de-

di(·a to al :,,e(·olo i11 r.ui il. gra.ntliRi-imo poc tn, <:omr>osc l'Orlnudo ) i II Recomlo Inop;o pel'ellè i snoi a,ttacchi Acfognosi non so110 solam(•11 t c l'ci;;prei:;sio11c di 1111 .~ inuizio o ,li un i:;c11tinrnnto individuale, hcms1 l 'esL1·ema teRt i111011ia11za o, almeno, il RiTltomo <li 1ma, confli zioue sto1·icn ,~ voliLicn ormai nmtm' nta,, per cui l'Italia, a,ppm1 to nel Cinquecento Ri er a venuta Rempre più di1fer·e11ziai1do

cla a ltri l'acsi. Oui, 1·cst:1,11clo 11 el secolo XIV, dobbia,mo aggiungcl'e i 1notivi di cal'atte1•e religioso. Ri è visto come l'ipetn ta,111c11te il Pa,p ato condannaRR<~ Je uuove nrmi, colpendo di scorntrnien, chi ne fo,cesse uso, con mm, Sf\veritù, che si spiega in 1x1,r tl~ per l ' influenza della cavalleria feut.lale e in parte per nna na.tur:Lle logir.a ostilitù vel'so strumeuti di cliRtruzione che Ri tlimost1·:w:mo così terrihili. Lo stesso A1·iosto li <1 rassigna, )) senz'altro all 'Inferno, metteudo, sì , la c011da11na in bocca ad Orlando, cioè tLl più ~lorioso 1·appresf\ntante della cava,l leria, ma evidentemente peusaiHlo in cuor suo allo stesRo 1noclo. 'B , ilel resto, m1dle il G tticciarclinL c lic gene1·a.lmen t.e non si lascia troppo impaccfarc da p1·econcctti 1nora1i o rclig;iosi, l.1 dove parla dell'Artiglieria,, -

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rnoo -uoo. nel punto già citato, non esita a chiamarla... semplieemcu [·e << questa peste ll. Poche rna sentile rmrole ! ... Sono co 1 ìclanne inel';orabili di cui non è prop1~io H caso di a.domhrarsi, perchè implicitamente provano come codei;;t,i. scdrtori intuiss1~ro, temendola, la enorme potenza dell'a,rmi nuove : tant'è che <<questa peste >> tLi loro stessi tempi già aveva fotto ... alquanto cammh10 -- e assai più ne fece in seguito! E qui nascono spontanee alcune eo11siderazioni ehc _11011 ci·c dia.mo di <lover sopprimere, perchè 1·ienfrano perfett:unen te 1wl cara,ttere di questa, noi;;tra, Storù1, 1 la, ,prnle, come gii\ 1lice1nrno, non vuole avere llatura, str<~tttLme11fo militare, ma int,mcle inserirsi nel più vasto quadro d ella storia della sciern~a e tld pensiflro nnrn .110. Le clepreca,:.doni dei secoli XIV, XV C'. XVI f'.011 ti-o le nuove armi da, fuoco - deprecar.ioni alt.i·etta.nto violente quanto va.ne - trovano un naturale riferimento rn~lJa. indignata, pr·otestil, eo11 (;ui. f111·01111 aem,Iti i 111wvi teniuili i,;L1·11ua:11Li tli. distn1.zione d tr·ovati nnll'11 ltimo dn q unn temli o, ,111 l i-:ottomm·i HO a.ll'ac1·ophlHO, dai gas asfissianti n. tutte 1,~ aJtre fOl'me rli gtH-!1'1':t chimica, che atLua.l mcnte sono in isviluppo e in divenire. Ariche in qnesta 111:1,teria si avve1·a ln, f'c1· rNt, ·1cggc dei c:(.1·1,;i e ricorsi sto1·id, <1ivinata or fan dne ~ecoli cln-1 genio itn Jiano cli Giambattisb.L Vieo, che, ficcando l'acuto l',;gua.rclo 1wlle età, remote e incla.ga,mlo nella stOl'ia, nei miti, nelle tradizioni, tr~icciò (( In, storia, icfoa,le flelle leggi eter11c, sopra, le cpw I i cni· r ono i fu.ti di tutte h\ Nazioni nei loro risorgimenti, progressi, sta,ti, dccaderrne e fini >>. La leg-g-e della n~la,tività, scop,!rtn, fla Binstein. 110n si applica sola.mente ai fenomeni della, tisica ma. a.nche a q,wlli d<~Il o spirito; e tutti i preconcetti o concetti uwrali - giustissimi, in linea gene1·a.Je - div,~niono, nel ca.so pratico, imrnoralissimi, in quanto cont1·asLar10 ad un i:-;tinto natnrale più pl'ofondo (' sa.ero. Il genio di Roma già ha, fissa.to codesta. legge, con l'abitua.le la,pidarfa sinteticità, nell'ammonimento famoso: Snfos l'at;riae suprenw, lex: e, almeno fin che ,luri l'attuale forma di civiltà , 1,on si può nemmeno iuunaginal·e che tale comandamc11to possa e:,:;sere rovesciato, -- 166 -


CO~SI[)lr.HAZI0N l SULT, A GUEURA

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:--Jo n ei:;a.ltiamo la guerra per se stessa. L a guerra è una wova tenibile che mette in campo, ormai, non solo degli ese1·(· i l.j , 11 1a , <lei popoli ; ogni essere umano degno di questo nome :-;;i,lnte1·ebbe con gioia l 'av ve11to <.li un 'Era in cui l 'esisternr,a delle .Na:doni fosse regolata con crilerio di assoluta giustizia e le g;11ene divenissero inutili e n e fosse addiritt ura. dimenticato il co11cetto. M tL codesta sistemazione ideale presupponebbe, non solo nn muta mento .sostanziale <.lell a 11atun1 uma na, sì anche un capovolgi.mento di t utte le leggi terrestri, perchè - non dimentichiamolo - t utto è gucr·ra su que~to Pianeta, <~rra11te: in tutto il mondo a nima,le, in tntto H mondo vegetale, p1·oha l.>i1ment<~ anche in quello mirn~ra le, tntto è conflitto, attrito, per l 'espa nsione dell'i ndiviclno, delJa tribù, della, specie, contro l 'al tra specie, l'altra, trih1ì, l 'altro imliviclno. Questa auzi ci sembra la foi:;ca tragica h,~llezza de1la 11ostra tormentata, .Natura: che ]'a.more e l 'odio si mescolano e si confondono indissolubilmente, <~ che le più sublimi mnnii'P.Rh 1zioni <li e1·o·i smo! <li ispfrito di sacrificio e, insom11iH,, di nohi ltà e gnu1dezza, morale s bocci:l,no irresistibilmente appunto da.I le gnerr<i c he scn,gliano spietatamente l 'nno c.ont.1•0 l ':1ltro mi1io11i e mii.ioni <li uomini . Fin che h~ gnerra, esii:;te1·ù, (e Jioi, al gr..tdo ìLttna,fo della ci vilt,ì,, non posi;.iamo facil me 11 t<i immn,ginarrn,i l'a,holizion e totale (' rlefinitiva.), non ci sarà c he una suprema legge mol'a,l e per ogni popolo: vincerla a, qnalnnque costo , o, almeno, non perderla, sen za p1•ima essersi esn,nriti e svena.ti e avel' fatt o ricorso a tntti i possibili st1~nmenti di c"!Hci;.a, e offesa. Con ciò non vogliamo dir,~ che la gnena debba, necessa1·ia.mente essere feroce ; bens'ì sostenia,mo che la, snn, potenza cli distrmd.one non pnò esl'ìere limiLata o, pr·ior'i con nor m e gi u1·idiche, che, all'a,tto pra,tico, non avram10 aknn valore ; men tr e pot r à sempre t enersi in una linea ca.Yalleresca, in oma,ggio a scntimP.nti (l i umanit:'l, e di gentil e1,za che sono innati 11el nostro popo]o e sfolgor:mo Rpesso in sublimi episodi di generosHà, di cui la storia. ita liana, è più ricca di ogni a ltro Pa,e se. Non è possibile interrompere oggi il successivo perfeziona mento delle nuove armi phì spaventose, come non fu . posRibile nell'Età di mezzo arrestar!'! il prodigioso cammino asceni;.iona le delle artiglierie, che pur ayeva,no suscitato tanto odio e disgu- 167-


1300 - 1400

sto. Gli stessi signori fonda.li che, in un primo tempo, affettavano di disprezzare le urmi da fuoco come r·ifrovati diabolici indegni di un cavaliere, pochi decenni più ta,rdi non solo si a ffretta.no a munirsene, ma ci si appassiona.no, seguendone da, presso i più minuti perfezionamenti , e intuendone, pur oseunLmente, la prodigiosa potenza. Non diversamente~ quando, poco dopo la metà del Quattroc,~nto, Gutcm bcrg lancia fa prima, Bibbia composta con caratteri a Rfa,m pa, la plebe di 1Magonza - afazata dai monaci, che fino allora avevano avuto il privilegio di vendere i manoReritti è vedevano sorgere un concorrente formidabile - iHvade il laboratorio tipografico, spezzando torchi, storte, alambicchi, fornelli. Ma, pochi anni più tardi lo st,~sso popolo eontempl.a, quasi con nd01·n,:r,io11e, ciò clw pr ima aveva consideraJ.o op,~rn, satanica,; e l'inve1rnionc della stampa, si dHfondc con r~1,pidità di fulmine i11 tutta Europa, e ere..L uJJa nuova ~doda.

13.

Oli inglesi a Crécy ed un'affermazione infondata del Villani Caratteristiche fondamentali della guerra del Trecento - La macchina nevrobalistica continua a sussistere accanto alle bocche da fuoco. I

Dove e da, chi furono usate per la prima voJta .le bombarde in comba.ttimento eampule't Secondo Giovanni Villani sarebbero stati gli lng'lesi c:he, a.J]a battaglia di Crécy (1346) contro i 1.•'rancesi, misero in azione tre bom banle (( che facieno sì grande tremuoto e rumore c11e sernhrtLva che Dio tonasRe, con gra,n de uccisione di gente e sfondameuto di cavalli ». Gli Inglesi conosc:evano giiL da 1mreccbi anni le bocche da fuoco, che, secondo l'Omodei, erano state loro rivelate dalh~ flotta genovese nel 1338 (nel paragrafo sulle artiglierie genovesi a hhia1no visto clw cosa si debba penRare in proposito), e secondo altri erano invece già in uso in lnghilte1'1'a, d~L molti anni prima, e già ne avrebbe adoperate Edoardo III nella sua spedizione con-J68 -

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L G AH'l'l(;LIEHII·: A CRECY.i'

11·" µ; Ii :-;vuzzesi, e 11el 1340-,U coutro i Francesi, sempre perù per ~·111•rn: d',u.;;,;:edio. Tu Ltavia non mancano i motivi per dubitare dell'a,Rserzio11e del Villani circa il primo uso in guerra campale. Certo la pot en:1..a, distruttiva delle artiglierie doveva essere allora circon d:d"a da 1111 lLlone cli l(~ggencfa, che rendeva asi;;a,i difficile discer1:e1·c il vero dal falso: cernita sempre alquanto ardua e dubbia 11elle pur intcrcssantisEdrne cronache del Villani, il quale, del resto, rnorì nel 1348, cioè appena due anni dopo la. batta.glia di Or éey e, data la, lent(~zz,1 delle comnnicazio11i di quell'epoea,, non ebbe nemmeno il ternpo necessal'io per co11trol1ar-e l'esa,ttezza deJJa notizht.

C01uu11(J ue - quale ehe sia l:1 verità intol'no a, Créey -- s ta di faUo ehc, almeno pe1' tutto il secolo XIV cd eccettua,ndo forse i pezzi di piccol issimo calibro, nmpiego delle ar·tig1ie1·ie nellG azi.oui <·n rnpa li o <~ Jllil.lo o h a nn 'cffica.da minima , per l'impedirnP111·o <·.l1 e eRRr. :1·n.pprr.r.:;entano H, c,H11:m tll'l lo.1:0 p eRo, per ]a scar sa, rn obilit.i\. e la fontez7.n, <l.f\l tiro. l :i.i.,;og11a {l'11m· 1m·' ~P1di <l 11<~ cose : ,L11z.iL1d.1.o le ca.rn.ttr.ri sti dw fomlarn e111"ali clellf\ g1rnrre di ()Uell'età, che in generale era,110 cli hrr.vci durnt:1,; in secondo luogo l'ordine e lo stile cli hattagli.t. Ahilualme11te si Lra.fta.va, di una, sola linea, clivisa i11 cent1·0 ed ali. Appena incominciato l'attacco , i d1rn eserciti si i-;cagUavnno l'm10 conti·o l 'altl'o in mischia furiosa : il più delle volte non era altro che un inunem;o corpo a corpo, da cui era eselnsa qualsia,si risorsa di arte tattica,. l~ evidente conw, in t,Lli drc os1anzc, l'artigliel'ia , a11chc se for.:;se stata, porta.fa in campo, non avrehhe potuto r'<volg·ere che una. ttr-ione rniuimn. Sta di fatto che un vero e proprio impiego di artiglieria nelle hattag1ie campali non si. trova, in Italia., se 11011 nei primi decenni del Quattrocento. Come ;,i è visto, per tntto il Trecento ed a.nche, a,lmeno , nella 1wirna metà del Qnattrocfmto, accanto alle nuovissime bocd1e <la fnoco, continua.no a, sussistere le antiche macchine nevrobalistiche. Molti passi di cronisti e stol'iogralì del Medio Evo prova.no -169 -

... t1 I


1300 - 1400

che, in tale età, codeste macchine eraino di potenza non inferiore a quelle degli a.ntiehi. Nel l38S, all'assedio di Widau, i Bernesi ne avevano cinque, con cui gettava.no quotidianamente nelb piazza più di duecento blocchi di pietra, pesanti fino a, dodici quintali ciascuno! In gcner::Lle erano usa.fa ancora le nrncchine chiamate (< 1m1,11gani )), che si vedono riprodotfa~ in molti libri stampati al quindicesimo e sedicesimo seeolo : per es., il (< De re militari)) di Valturio, << PoUorceticon )) di Giusto Lipsio, ecc. e in vari manoscritti italiani, francesi, svizz(~ri. Curiosissimo in proposito è un manoi-critto della RibliotemL di Ginevra., in cui è na1Tata la guerra di (-H ngm·ta; allo stesso modo che i pittori, anche i più grandi, e dell'cb'L più luminosa, rLttribuivano a, personaggi. della Ribuia o ddl' JDvang-elo aliti e costumi della propria, età, il disegnatore de.I seeolo XIV, c:he ha illust1·ato tale nulinoscritto, sostituisce le n1acchiue da getto dell'età, antica con le pesanti bom.har<lr e i 111ang-a11i della sua epoea : gm,toso e fortunato anar.r·onismo e,he ci dù,, per così <lire, la prova icasLit:::ti <fol coei:iistere dell e du e specie di a1·tiglierie.

14.

Bombarde o mortai - Cannoni, o colubrine Bizzarrie di nomi e capricci di costruttori - Il carattere specialissimo del personale addetto alle artiglierie · Alcuni esemplari del Museo d'Artiglieria di Torino.

Le prime armi da, fuoco erano dunque canne di ferro disposte generalmente su fusti o cavalletti di 1egno per la guerra di posfaione e, talvolta, su piccoli ca,rretti a ruote bm'lsissime, quando si incominciò ad adoperarli nelle baLtaglie campali. Esse da principio scagliavano, come si vedrà nel paragrafo succe8sivo dedicato alla, parte tecnica, aste o saettoni di ferro, i quali più tardi furono sostituiti da pu,lloltole di. pi.etrn,, di piombo, di feno, di stagno. :8 però da rilevare che le artiglierie in b1·onzo incominciarono qnasi subito dopo quelle in ferro. Il Conte Carlo D'Arco, -I70-


·-

CAl'ltlCCl DI

Cùi>TRU'.l.~.rom

i11 nn'openL storiea sulla dUà di lVlantovtL, narra, le avvcnLurose peripezie cli un vaso-bombarda, di Ln·on;r.o di sui:1 proprietà, costrnito nel 1:322, di cui gUt si è 1mrlato e ancora parleremo, più

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d<·ttagliatmne11te, in seguito. L'Angelucci, riportando tale brano , dà auche le dimr~nsioni e i I p,\so del cannone e dei proiettili che c:,,so lanciava <'<:c., lamentando che il prezioso cimelio sia stato a~portato dai dominatori sti·anieri. E noi, nel paragrafo ::;ulle artiglierie piemontesi, a.bbia,mo accemrn,to a, Il uattro piecol i cannoni di brom,o costruiti nel 1:346-47 (la Mastro TTgonino eia Chfttillon (Valle d'Aosta) e destinati al castello <li Lauzo: cannoni inceptmti, cio<' atl,LLtati ad un fusto di l<~guo e provvifiti di qmHfrclli di ferro e <li palle di piombo. Le forme e dimensioni delle bocche cla. fuoeo del Tr,~ce11to, sin di fono che di bronzo, erano svarin.th,sirne, eom'1\ facile cornp1·crnlere per vari motivi. Anzitutto, in tale secolo XIV, l' Arlig]iJ~ria. 11ou cssc11do che ni suoi primi paKsi, (~ nntnrr,tle che non vi f m,s1~ distacco netto fl'a c o:;;h·utto1·c ml iuve11tu1·e. OgJ1i m,a . .(Ji::;t;or ùu1nùa!"d11rum1,,. che coR(r1iisse <~annoni, polvtn·1~ e: pr oi.e Uili , non si cons:iclcl'n.vn, un sempU cc cRecuto1·c, com'ern, in reaHù, 1111'1: spessissimo sentiva, il bi1-3og110 cli t.e11t.:1re 1nodifir.n:zioni e perfer.ionnmenti ehc s1wssn si rh-:olvev}LHO i II l'itocchi p111•rili e tal volt.a a11elic in fli!-;nistri. 'l'a! (~ feno,neno appa1·e ben 11n,tnrale se si consideri lo spirito imlividualistko deJl'cpol:a,, che si manifestava in tntte le furrnc dell'attività, umana., e dunque tanto più doveva, appa,·ir·c e<l a.t'l'ermm·si in <1ue:-:t'n,1·te n11ovissi111n P anc:or a 1uis(cl'iosa. Nim1te ma,es Lra nr,c , allora.; nie11tc m<Hl Plli fissi o .~t:a,ndm·di.z{!.:azim1 c ! Ogui mastro artiere, coi snoi ai11ta,nti, eostrniva n. modo suo, cosicr..h<' 110n solo n c1 Tre<•e11to nm ·,rnd: e uei secoli sucecssivi 1-1i ebbero forme svnriath,sin1e, isph·ate a l l'estro, al (:n.priccio, allo spirito inventivo .. . uw.gm'.i anche alla ig1101·:1,nza 1n·estud,uosa del co8truttore . Astraendo tuttavia, da ta.li ca.prieci si pnò ammettere, coll 'J\11gci11c-.ei, che le hor.r,lrn da fuoeo nel secolo XIV, e meglio rcrso la rine di tn.l e sPc'.olo e il prineipio (lel successivo , posF:allo ra.gg1·npparsi in tre grnndi spedalità, (o generi, per a,dopm·are un termine intro(lotto nell' uso solo d11e ser,oli dopo l'epor,a che s i sta esaminando), in eia.senno (lei qm1li si comprr.nèlono uoeelw (fa. fuoco (li granclissima vnriet:\ di nome, di calibri, dimcm-:ioni, -171-


1300 - 1400

pl'Oporzi011i, ma risponde11ti tutte a.d un cl'itcrio costr~ttivo dip<·ndcnte dall'uso a, cui erano destinate: 1°) Bombardl~ minute ad a,ni.ma lunga, destinate essenzialmente ad offender personale in campagna., da, lontano e ad esser Lntspo1·lale e maneggiate con una, relativa facilità,: entravano in qneRto genere, oltre alle armi da fuoco manesehe, artiglierie e himna.te hornbanlelle, spingarde, cerhot.t.a,1w, ca,nnoni, serpenti.ue, sehioppi, anhibugi , ecc.

2") Dmnhnr<lf1 ad anima. lunga, grosse e 1nezzane; a tte alFaziuw~ cuu ti-o foi-ti1kazio11 1, co11 tiro teso : eomprenclevano cortaldi, lH·on zine, ccc. :3") Bombarde acl animn, ,~orta, d,~stinate al tiro eu1·vo, per damwg·gfarc~ h<~rsag-li copf~rti da ostacoli verticali : presero il 11 ome n,11che cli m01·tai o mortarL C ome~ gi.ì. p,~r le nnticlw nHLC(;hine da getto, così per le nnovi:..;sirn e bor:.che da. fno c·o, si diffirn1:•. _1w1 ::..;l.n 1' 11:.;,1,nr,a ili clnl'c~ a da~c- 1111n, 1111 no1111~ : e tale us:11iz11, am1ò a,11zi acc,~rd,un,11dosi in i':iC· gnito. 'l'alvoltn t ollPsti 1101ni de1·ivava.110 dallu, cii.tù, el1c le pos~edeva e dove c 1:u,.110 sta. te cust.n1il.c ('1.'n:·n i-N<lll<t,, V, 1111·.z innn ) p1•1:.) , ta.l 'nH1·n cl;d 110111e clfii Rig11ori c:11i nppartm1ev:1,110 (SfcJ1'.zesea) 011ler1,.z zinci. (~cc.); ma in molthisirni casi il cost.ntUorc si dive1·1int, ad appioppa1·e nomi bizzm,1Ti, magniloq ucnti o a.c'ldirittm•n, ai-s nnli. E n,bhiamo tutta 1ma fioritin·a di V-ipere, T.rionfanti) Lio-

·11i_, i)ilnvi, . Ro·1Jine, 'l'erremoli_, Clra.n Dùivoli_, ecc. Spesso ,~l nome c01·ri:..;pondcvn110 :figtn·c·, teste d ' no,nini o d 'anintnli, stemmi. e~:c. o fmd . con l'arma stessa oppure cesellati; e tnlvo1tn, .111d1e si dava a tutta l'arma nna, forma, corrispon<lent(i a.l nome: i:ome la, famosa bomb,.u·da., di cui P<trla. il l'ron1is, Jà, qua.le si chiamavn, Lione cd a, cui il nrnRtro cosfrnttore a.veva, ~111p1mto dato la. formn di 1111 ·1eone g·iac:ente - f:on qnn,le vn,nta.ggio pr,r il s110 scopo, cioè quello (fol tiro, è facile immn,g'ina.re ... Com e si reclutava e 1:ome era. organizzato il personale dest i Hato al servizio delle prime artiglieri(~? Ri~og-na, tener conto di un dato di fatto fondamentale: che, allora, quasi tutti gli Stati o staterelli in cui si fra.zionav:.Ll'Enrop<1- er ano in condizioni finanziarie ahba;stam:a difficili e, in -

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I l'ltHIII l\Ol\IIBUDI~I:I

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generale, non potevano pe1·mcttersi il lusso cli possedere clei par chi d':u·tiglieria permanenti. Ogui Comnnc ed ogni Va:::sall o avevtL le sl1e macchine da guerra, più o meno numerose e piò o meno gagliarde a seconda, delle s1w possibilità economidte: a,n:,;i, questo era appunto un elenrnnto fondamentale per giudicare (folla loro ma,ggiore o minore p0Le11:,;a. Quando una sp1~dizione era decisa, il Comandante supremo chiamava a r-aecolbL le forze militari dei suoi soggetti e allea.ti: e questi marHfavano tutte le mac.chine dH\ possedeva,no, e, 1mturaJmente, anche il persott.Lle necessario per ma,novr:-u-Je. 111 generale eostoTo ,~rm10 , pi IÌ c.hc dei milita.ri, dei ter:nid, più o 11wuo l>eu paga,tì : e la loro pref'.ltnzione aveva carattei·e nettamenle professionale. Il che non sig11ifie1L che fossero molto esperti o, con1uuque, spednlizzaLi. Basta ricordare do che ,Llloia,mo rifovato, cioè ehP- pe1· lutto il 'l'r-ecm1to, e aucora 11,11 Qt1alti-occnio, le macchine n evro balistiche eontinuava,no a RUF:sistcre aceanto alle lloccl1 e da flloeo e gli · « n rtiglim'i )) dell'epoca manovra.vano i11(lifferente · mente Je u11e ·e fo altre. Tnoltl'<~, SJH~sso accadevrL che il pe1·sonale, did:.tmo così, stn bil<~, foRS<! immflìeicnte : ,~ allonL si a1·1·11olavano a. caso , cnm · rni11 facenclo, degli ainta.nti i qnali non aveva 110 cono:-.ccrnm , rn:• l('.Ol'ica rn~ prnJfoa,, del tiro e agivano a. lume di naso, più s pesso dnm1osi che utili. Avvmiuta, la c011ce11trazione uclla località prefissata.. (JUr>s t i operai si disponeva.110 al lavoro, fabbricando proiettili, tentando cli l'ime<linre ai quasi inevitabili guasti prodotti dal tra~;por·to, e insomma ccrcnnclo di <:ontrihuire in qualclrn modo alle F,or l' i della campag1rn, :Ma (~ doveroso dire che, in questo pl'im o periodo, l'efficienza dell'a,rtiglicria si limitava quasi alle .... . pie intenzioni, pe1·chè molte fra le bocche da fuoco inviate fini va no per esse1·c inutili:r,1.nhili o per errori intrimmci tli eostl'm.ione o per le gra-vi difficoltà del trasp01·to o per incidenti -vari. E gran ventura quaudo non arrecavano darn10, eh~ Rpesso, per a U-cndcrc la concentrazion<~ di codesti pi ecoli parchi d'artiglieria , si pe1·deva. un tempo prezioso e, in ogni modo, il cornandaHle Ruprerno ne era, spesso intrn1ciat.o nelle prop1·ie mosse. Allsi gua,i si verificavano nella c011J'czione delle polYeri, ch P era a,m da.ta. a privati, og·HmlO dei quali aveva formule e sistemi -· 173 -


1300 - 1400

proprii, (anche se tutti, gencn1ll:ncntc, mettevano troppo poco salnitro, per modo che la. composizio11e risultava quasi sempre dehole). Da tutto ciò si pnò dedurre quale gra.do di confusione regnasse in tale Artiglieria, pdmitiva : orgauizzazioue quasi nnlJa., immensa dispe1sione di for·½c, risulla.ti proporziomi,lmente miriimi. Eppure, nonosta.nte gli ele1nenti neg;ativi, i.L nuovo strumento di guena era ogni giorno più ricercato : i eapi più intelligenti ne intuiva.no, anche se 11011 potevano com1m~nderJn, a,ppieno, l'frumeusa potmrnn. in divenire, e 8.ovn111i e Princip i andavano a. gara 11cl moltiplica.re ]e proprie bocche eia fuoco, tanto che la, riua,ntith 11niv ..~ per neutralizza.re, in part,~, i rlanni della, disorga11izznzione; e qnak.he giovamento iucomiueia,va, a,d essere evidente. A tale g,wa,, nei p1·irni tempi, 11.1,rtec'.ipa n,ttivarncrti.l\ ,wehe l 'Ha.lia., clw, pel' tutto il 'rreeea to, no 11 si ln s<:i n <li sfa 11 ½ i u,1·e p et quanto t·,onccn1c l 'artig'lim·ia. - dn. nessun a. ltl'o J!,u·H< \. .Mn nel Quattro•~ 1wl Cinq 1wf'.c11(0, p er· motivi vm·i clrn h11lkhercm o uel cap.iLolo succ<~ssivo, lt~ artig·lierit~ ilrL.lia,11,~ - 11111· c:on qnn lche onor·e volc eccezione -· . JH\rdono

1111

po«'o

Le 1·1·t~110.

La J)i ù a,ntic,L bombm·da itnlin.mL che si toHse1·va uel 11wravig.lioso Mnseo :Nazio1mle di Artiglieria tli 'l'orino provie11e dal Castello di Morro presso Jesi. E' di forro colato, pl•sa 4-1 chi· lograrnmi e laudava, palfo di pi<~fra cli 4 eliilognunmi o poco pilÌ (vedi figura :U). Le si può adattare p«wfettmnente la più n.ntka dPscrizi011 e di bombarda giunta fino a, noi: qnella, c he si lcgg(: udln C'rnnicuitn 'l'<irv·isinurn scritto da Andrea. Redusio. THustramlo i mez:d cli guerra impiegati da.i Veneziani nell'attflcco contro Treviso dell'estate U:7G, egli si soffernrn anche sullP hombal'Cle che pretende - e qui prende un grosso g1·anchio -- fmist~ro ]e prime viste in Italia,_ E così ne descrive una. : « Mst enùn bombarda ùrntnnnentum1, fcrrcnni fo1·tissùnurn, cmn trmnba, wnteriorc lata) in qna la,pis rotitndus arl forrna.ni tn.trnbac im,ponitw·, habens ca,nnonem, a, p<irte po.<?terfori sec'l lni conjnngentmn longwn bis lanto quanto tru,m,ba, scd cxiliorem,, in qu.o im,ponil'u,r pttlvi8 niger art;ificùtt11,8 curn salnitrio et 8Ul-174-


...... J ,l·l 1:0 MB,IHl.lL•: l'ltlì\IITIVF, DEL MUSEO D' AIU'lGLiiliRIA

f " /'( ; ,;/ 1;m cnrùonibt.ts saJfois per fornmen cannoni8 praedict;i vers 11s /1111x;o.ni et; obt11,so foraniine illo mtm, còncono uno ligneo inI m m/1'. nlo, et lapide roi'wndo pra,erZictae bitccae impo.<l'ito et 11 s s!'/ f 11 /.o_ , i,qnis irnmiiUil'l.ir per fon.t1nen m-inus r:annonis, et vi 1111/oeris a,ceenxi magno cnm, ùnpetn lapis wm,iUitiir )) . .F'1·a i cimeli prer,iosi del ùV[nseo, apptLrtienc pu1·e a,l sec. XIV 1111n i-:pingarchL a b1·aga1, cli forro battuto, trovata operando smL vi

Flg-. ill - l-\0111lmnla d el seco1o

xrv, pronrnieute

t!al enste1lo di Morro .

a Novar·a nel 1.84.ll <~ clonata al :Musco dal Generale Vincenzo ~Ior 1~lli di I'opolo, allor::L co111ancfante di quella Divisione. Il Ool. Enrico Gonclfa, dcscl'ivendola, in un interessante articolo pubblica.to una, <Juindicina di a,nni fa sulla Rivista d' A.rMglieria e O cnio, oss1~rvava d1e t<Lle spiug,Lt·da l1a il c:1,libro di GS lllill. ed è lunga ~,(j~)O mm. : gettava pa lle di piombo e di ferro che si mettc:vano dalla bocca,, e per ]a ca.rir,a di polvere aveva un cannone di forma speciale che si introduceva nella br·aga e vi si fermava con una, bietta a, nasello cacdata, negli intagli de]]a braga stessa (vedi fig. 32). · Un altro e1-1emplare di spingarda dello stesso tipo è conservafo al •:M:ni,;;eo Polùi Pezzoli di ~filano. Interessante - sebbene non sia, che una riprocluzione dell'originale - la colubl'ina a camera deHa città1 di Metz, formata da doghe di ferro fasr,iate con anelli saldati: si carica dalla cu0

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1300 - HOO

hLtta (~ il mascolo viene forzato ia essa nwdiante lll1 Cuneo introdotto tra il fondello del nrnscolo stesso e un risalto del ceppo, sul quale la bocca d,L fuoco <~ fissata. Forse alla fine del secolo Xl V. o più probabilmente al principio del XV, sono da attribuirsi alcuni 1nascoli di hom lmrde e

Fig. 32 - Svinganln

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braga cli ferro battuto del secolo XIV.

bombarddlt\ fra i quali assai iutt~l"t\F;sn.11ti i t1·c donati nl Musco clal Comtuie di Morro. ()onsistouo in un tnho cli fono dliuso ad mm, cstrcmit.ù e rafforzato da cc1·chi, fra cni qnello di nwzzn i~ munito ,li mi occhi.o <;OH mrnllo f>L!I" 111aueµ;µ;in r,~ il (•nm1one. J 11firie, u11a bomharcln 1won,nic11te dn,I CnJ-:tl'llo e.li Zan1t;1 . r,~llo - ,i clonai.a dal ('ont,., l)nl Ye1·1tLc - ù tnth1 il'11Jt vezzo, hrngu, !IGO m 1u. t! 1111, :illn l>on·:1 cfolln ti·o111ba. u11 <li;inu~tro di 220 lrllll.

15. Caratteri generali delle prime armì da fuoco - Piccoli e grossi calibri · Avancarica e retrocarica - Bombarde fuse in un solo pezzo e bombarde scomponibili · Vari tipi di armi da fuoco dell'epoca · I pro· iettili - La polvere: distinzione e dosam.e nto · Come si caricava e come si sparava - L'affustamento . Ceppi e casse · Oli " Organi ,. - l mantelletti.

Le prime armi da ruoeo f1uono, molto probabilmente, soltanto di piccolo calibro, manovrabili pe1· mezzo di 1111 sostegno, e lancia.vano da principio verrettoni e quadrelli, e poi anche p~1lle <li feno e di piombo. Le homhawle di rnag-gior calibro come pure 1e a-i·mi portatili, adoperabili senza sostegno ~ vennero in seguito. -176 -


C/\1:A'l'l'ERISTil;HFJ DWLLE PRIME /\lt'!'IGLIEIUE

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f,: :1 ne lle da a,m mettersi, con l' Angclucci, che le prime armi 1'111,:·wrn l utte ad avancarica. E certo però che già nel corso del ~c·c :olo :XJV - fo1·se anche nella pl'ima. metà - comparve, spec·ia I111P11 t"e r1elle piccole bomba1·de di piccolo calibro, la retroca1·ic ·:1 : 11otcvole miglioria che permetteva al personale di caricare I ' :i rn1a con m t~ggiol'c comodità sotto la, protezione dei « ma,n1c·l lc•tti >> non dissimili, in sosta.nza,, dagli scu di moderni.

In udgine le bombarde eraJ10 di un solo pezzo, ma sul finfre clc!I '1'1·ecento, a llorchè assunse1·0 dimensioni e peso cousiclere· mli , 1SÌ provvide 11, farle seomponibili in due o più parti, per

1·c·11<lPrne possibile o agevole il tr~1sporto. Le p1·ime bomhardt , di fornrn, c:1ra,tte1·isti,·a,, erano divise in d 11<· parti di dimensioni diverse : quella anteriore, cli rliametro 111.1 g-giore, destinata a co11te11er c e a dirigere il pl'ofotto, era chitt· 111:1,ta tromòd)· qu ella posteriore, chia.nmta goln,, coda) o crinnone) 1·0 11 teneva, la, carica. La t l'omba , di solito, era, conica,, svasata ,·N so ltt boc:c11, ; il c:muone ei-n. esternamente dlin<.lrico , ma sp<~8SO l 'a.llima assumevo. muL ce1-la conicità. Da p r-in'cipio l'anima, er.-. relativa.mente co1•ta ; ma, ben pt·e:.;f o coru1wrvc1·0 al'Ugliede di r,n,l ihro miuol'e, con anima molto i,i.ù lun~a, dlindrica, e col ca,nnone di cl.iametro ugua le, o (!Uafii, :1,]ln, troml>a. I malel'iali impiegati per la costruzione furono , forse contc•rnporm1e11,mente fin da,i 1)1'imordi, il ferro fo cina.to e il bl'on,zo.

Come eseinpi delle bocche da fuoco del secolo XIV - oltre i gi:ì <fof.lciitti pe:;,,:,,;i, esifitenti a l Museo Xnzionale di Torino cifonm10 le seguen ti : a.) Bornùa,rclulla~ manesca, cli ferro baltu/;o, a, forma di trombonc:ino, con una codetta appiattita che serviva a fissarla ul! nn rnm1ico e.hia mato anche tnwiere (dal nome datQ al]a. parte couispmHlente della ba les l1·a ). 1-fa Jnnghezza totale di mm. '.!00 ; diameti·o dell'auirua. alla, bocca mm. 64, al fondo mm. 40; ·spes1:-ore delle pa,1·cti mm. 15-18, del fondo mm. ~O. Risponde esattame nte alla, dr,serizione che 1111 cronista perugino fa di bombarde esistenti nella sua città n el 1364. ù) Vaso (mortu,io) di bronzo (se n 'è fatto cenno nei p:11·a/,.';ra fì 2 e 14). Ha. forma. esforna troncoconica con fascia, di 12

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1300 -

uou

vo]ata; anima pnl'e t.ro11coconica di diarnet: ·> mm: tifi alla bocca, t• mm. 45 a.i fondo. 1~ quiudi, in sostanza, un piccolo mortaio campanato, forse usato per fuochi di gioia, ma atto al lancio dei JH'oietti. È il vaso fuso a Mantova, nel 1.322. Bsso veniva adopt>rato <lai religiosi del Convento di Sa,nt'Orsola nelle festivitù, per prodm'I'(~ l'<~ffetto t011a,nte, ma, oltre che far rumore, lanciava. anche un proiettile in aHo, come le bombarde a vaso o a seccl1io. Tale vaso pesava Kg. 4,941, ed (~sternamente c1·a deco-

J?ig. :1:1 - f';pi11gan.lH di fo1To battuto, fornita clcl suo maseolo. L'nnimn è conica, con rliamel:ro rii 111111. H8 alla bocca e 44 alla culatta. Si caricava tlalla C'Ulatta e lanciava proietti di 11iombo elle venivano fo1·zati nella camm. È la 1iiù antica bocca rla fuoco, del ~enere, elle si conosca.

rato da fogliami imitanti l'alloro e l'acanto e portava, lo stem1mt di Mantova,, la croce, allora comune a molte cittA lombarde. Tn. fine - e tale cara.Ltc1·istiea è importante 11e]la storia, dei p1·ocessi d i fusione - presentava in 1·ilicvo, nou incise, le lettere P .P. P.P. (l,etrus Paulus ~' ... fecit?) e la data. del getto: 1822. e) Bombarda cul (lnima hinga~ rnezznna : di epoca inr,erta, -178 -


J,:srnMl'I DI

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Al,'l'l_GI,11•]1(]1,;

1 HD11TlVE

111:1 (·l1e polreubc sta,bilirsi attorno al 1400. Happl'esenta quindi 1111 pe1·l'c,1;io11amento 1·ispctto a1le precedenti. Non è scomponihi I(•. La ~na troIU!J.:L (composta di 16 doghe di ferro saldate e fer 111alP j11i,;ierne d:1 Jl cerchi di ferro fucinalo) è unita ad un can111111c·, 1mrc di feno fucinato. L'anima della tromba, leggermente l.1·01H:oconica, è lunga mm.. <i35 con diametri di mm. 13!3 alla bocca, e mIU. 132 al fondo. 11 cannone è lungo mm. 14!), con di:111L!~tro interJJo di mm. 72. E la bombard~1 rinvenuta a ,Tesi, di (:ni si è discorso più volte, uei paragrafi precedenti. ll) Bombarda grosso, ad ltnùna. corta : tipo mortaio. 'I~ dì l"t·rrn cola,to, e l'inforzata cou cerchi di ferro battuto, messi ni 1·1Jntatto. Non è scompo1dhile. '1'1·omba troncoconica., lnngt~ 111 ,n. 140; diametro interno, t1lla bocca mm. 380, al fondo mm . 320. ( '.,u111onc tronr,oeonico, luJJgo mm. 4){0; diametro interno ante1·iore mm. 140; posterio1·e mm. 100. La palla cli pietra adatta 1loveva, pesare Kg·. 43 cii-ca. Fu trovata a Parma, e si co11se1·va nel ,1 useo d 'Al'l.iglieria. o) .flpi11i1nnta,: bornbn.r<la, 1nin11la, ad anima lm1gtL, a l'(:b •oeaika,, cioè .c ol cannone i;;epaml>ilc cln,l la t1•omha, pur essendo le d11<~ pari.i ù i ealibro q1rn,8i uguale. La, tromba è ]eggermcnte più sh·PI la nfla. hrwr.n <'h<\ n l fomlo, t•·s sendo i clfometri ird<\J·ni i-ispet t ivn11H~nte mm. ::l~ e mm. 44 (forse> ppr· difetto ili lavorazione) . Ln tromba ò l1mgfl ~4 calil>1-i; il cannone, di calibro 3S, è Jnngo

F i.i:. :l4 - Spiugnnln n. enlnl.ta (chimm (fine del secolo XIV o pl'ineipio dcl XV). ~

caHlwi. 11; di ferro ha,ttuto r.on numerosi cerchi, di ferro pnre battuto, distanziati fra di loro; lt,1 tre« campanelle>> per il traspoHo. Questa bocca da fuoco pesa Kg. 72; il proietto di piombo, d1 calibro 38, pei<enibbe Kg. o,:m2. l•'u trovata a ,Tesi; è custodita uel rifuseo Nazionale cli A1·t.iglicl'ia (fig. :33). f) Romba,rcla, ( eletta di Perugia) grossa ad ani·ma corta. 1,; in forro fuRo di un Aolo pezzo. La tromba è asRai grande e :-vasat.a: lung;hezz,L mm. 527, diametro interno alla bocca -

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1300 - 1400

mm. S97, al foudo mm. 0:10. U,Lnnone lungo mm. S17; diametr o ant. mm. 165, posteriore mm. 137. Pesa Kg. 1195. LtL palla. di pietra adatta peserebbe Kg. 204 circa. I proietti per le bombarde grosse e mezzane, ad anima lunga e corta, erano esclusivamente pa,lle sferiche di pie~tra, calcare o ma,rmo. Se la, hoeca da fuoco a veva l'anima cilindrica, i proiettili avevano un 1, ento assai forte (si chiamò, in seguito, vento la differenza di diametro .fra la palla e l'anjma). Si cercava di elimi nare codesto inconveniente~ avvolgell(lO ]a pietra con s Lopp::L, fieno, o p elli di animali fresche. 'l'a lvolta le pietre era no ri11forzate da bandelle di ferro. foL sezione conica della, « tromba >>. o volata,, a>Ssir,urava, relati vamente, 1a aderenza alle pareti d i pr oiettili quasi sempre diffe1·enti nel diametro. Come dunque i profottili erano intcr cambiahili, i mascoJi o « eam c1·e )) m•ano sostituihili. N e~ dcl'i.vava. e osì una c:erta, fa,cilit-ù e sic urezza n cl t iro . J,c bomba.ròe minute~ invece la,ncia,va n o - « p ol't am1,110 )) <: O· me clfoevA,si jn q1rni tempi - - pl'<.>itd.Li srp1·ir.i <li forro ha,t t n to: di piombo, di ottorn~ ed tLlt1·i metalli. Tn or ighH\ però, come si è d e tto, po1·tavano a,nc he, e forse principalmente, quad1·cllc, verr ctt01ri ccc. A11che di proiettili abbiamo una, a,L,L,omlantc raceol t:rL nel m ateriale dei M:m;ei: essi sono di calibri varianti da uno ::i, quattro e più decimetri, di pietra arenaria, diligentemente a r rotondati; n loro impiego si protrasse attraNerso t utto il secolo XV, ecl erano ancorn, usati nei primi 11nni del XVI secolo. La polvere, verso la, fine del rrl'ecento, era, ano stato di fa rina, te1·naria, ossia, non granita. I dosamenti erano assai incer ti , la purezza del sa,lnitro assai deficien te. Per6 nel 1381 si trova menzionata mm cc polvere da, schioppo)), ciò che indurrebbe a c1·edcrc che si facesse g·ià nna distin½ione fra ]e polveri da hnpiegarsi nelle varie specie di arma da fuoco. 'l'a.le distinzione, come pnò dedmsi dalle notizie che si hanno di epoche postei·iori, risultava soltanto dal diverso dosarnento, cioè rn~lle armi di piccolo cnlilwo la polvere aveva mm percentuale di salnitro maggiore. Era assai diffuia;a l'opinione che la polvere acquistasse maggior

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LA P OLVER E 1,; L E CAltlCI-U;

pof ('11:1.a

co11 l'u,~ giunta, di alt.rei sostauze, come mercurio, aceto, a1·q11a vite, cd a nche or·ina ! lhin, osserva:r.ione si impone a,nche al rigua,rdo della polvere : qtwsta, err1 ccl'tamentc composta. con ecces.~o di carbone, in modo d,t ottflnei·e nna, acccmdone piuttos lo lenta. Qualsiasi. effetto ana·1,,g-0 a qnello delle polveri moderne a vrehl>e infallibilmente di:-. f 1·11Lt.c lP. boccl1e 11 fuoco, delle quali gli esempl ari ancora con k<>t·va ti p P.rmeLtono ùi valntare Ja limitata resistenza.

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r

~011 si hauno, in questo secolo, indica:1.ioni prer.h,e sulla. 1n·opo1·:r.ione fra peso delln, ea1·ica <~ peso del pl'oietlo 1rnlle varie kpede cl1 adiglierie : d a documenti 1·clativi alla provvista degli i11gr eclie11 ti per la fabbrica.:r.ione della, pol.vc1·e, si pni'> rilevnr<~ che le ca,i•ich e erano :i.ssai pir<:ol e. La ca,Piea, era infrodotta. sciolta, 11cllè1, caruc1·:1, ùel cnm101ie per m e:r.zo di 11na ca.:,::rnoln :(dtc i11 seguito si diiamù car,za e cnc diiam,), 1n·ob:ihilllle 11le i;;im ile a, 'lllPIIC\ ò r.s<.;rittc i11 epoche postP.1·iori. Una r egola, d,Llant1~ fon;c 1lal J4UO, p resc1·ivciva ch e lu c·.n,. 1·ica dovesse 1·iem1,hc i :Vi> <le] volnme dP.l <:a.JJ11011e cd efii-ei-e lcg. g-N111P1d,1: ,· n.l r.n.ta, pee mezzo cli 11110 s livaJoJ'e o cnktLloio; lH, cn111e1·a poi veni va, e.Lii 111-:n mediante un cocconc eilinùrico éli legno <lolce (gc11nnlrnente d.i sa.I.i ce) cakato r. for½n,to moderata,ment<\ ht Jlloclo da occ1Jpn,r-e 1rn altro qninto d ella camc1·a. R ci;;h1.V tL, qni1HH, un quinto di carnf\ra, vuoto. L 'ar:,r:,ensione d ella carfoa veniva elfct.tna ta, mediante polverino messo nel focone e attorno all'ori"fido, opp1ll'e in forma, di picco ln RtriRcfa lnng·o la cufattt1. lL polv<~I'ino vP.niva. a cceso per lll<'Z'.ilO cli nu fcno ac umin ato e ripieg:lto 11 unci110, arroventato al fnoeo di l'or1w1letli con mantici che facevano parte de ll'atJ.r1~z,½<1meulo 1lfllla bomba,rda.. Per le armi poi-latili, poi, pare che fosse giù entra,to in nso vcr·so la fine del secolo I 'ui-o dcll n, mie.ei a, o corda, cotta. L'affirntamcnto era,, in qn <~Rti p1·irni. tempi dellP. artiglierie, rnolto rmlimcntale. LP. armi portatili era.no fi ssate nl ma1d.co o teniere meàianle viti o een:hiP-tti di ferro (le fascette odicl'n e) ; per lo i;;pa ro il ti rat&e tP.11eva il te nir.re appoggiato sopra, la spa.l l a. -181 -

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rnoo - 1400 Le bombarde grosse e mezzane ad anima lunga veHivano assicurata n nepJli o casse di legname (talvolta incavati, per tener meglio ,1 ffrn,tata 1· a1-Liglieria) dapprima mediante funi, in seguito con bandelle di ferro. I ceppi er~mo appoggiati direttamente sul terreno o sn travieel.le trai,,versali. Il tiro si eseguiva 1·asentn al suolo e la palla, più che essere lanciata a distanza, rotolava !'-ml teneno. Una cwfmtnale elevazione, per tiran~ cli. lancio contro le mura, veniva data sollevando la parte anteriore del ceppo con travicelli, o con terra_ Il rinculo era sopprt>sso mediante paletti piantati dietro al ceppo e anche media,11Lc arpioni sporgenti in basso e conficcati nel terreno. Le bomba,rde ad a.nirna corh~ erano invece sist.L~ma,te su mia robusta ta.vola cli Jcgno, tol c:nnnone inr,a,str·a.to in un fol'o di qnesta, oppure sostenuto cfa rilli. La t~1vo]a er·a a,p poggiata sul terreno, oppure cnL munita, di un asse eon d ne rotelle basse t.lH\, olir·e a snrvirc pe1· il traino, permPU.Pv,1,110 cli. <larp fl.11(• boe{:he da fuoco mm inclinazione com·e1tie11 te; un ritto in 1u1'aperturfl. della tavola, mcdian te una ca,1J'Ì.f/lùt, sosteneva, in posizione staibile tutto il sistema. J,c bomha,rd e tlli.nute a<l a.nirna l ung,1 erano inc:c~ppa.t<! cou funi o eerchi ti.i fmTo, su tritvic<~lli sagoumti, J1rnghi. qua.si qna.nto la canna., e~ sovente sporgenti indietro oltre In culatta o il cannone dell'a,rma. l\fedia11tc questa specie di culla,, l'arma ve· ni va, appoggiata a sost<~gni mu,n iti di ritti in forma di cavn11etti o scalette, ch e pennetteva,no di da,l 'le, con relativa facilità., varie inclinazioni (fig. a3). Nc~l 'l'reeento si hanno nmne1·osi esempi di piccole artiglie1·ie o di. armi por1:a1"ili sistemate, in mrrnero talvolta considt>revole , su nna unica r,arretta,, in modo da, poter essere sparate tntt11 simultaneamente o in serie; tali Ol'cligni ehht>ro in seguito il 11ome di nr,qa,,llii_, o, con parola, importata dalla, Francia, (lj ri7Jadncchini.

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Un tipo dei più semplici <~ r,ostituito da 11na carretta a due · ruote che sostiene sulla sala un tavolato di riparo, manlelletfo, attraversato cla, t1·e scoppietti, ed al qnale sono fissate inoltre lancie a fuoco e ferri di partigiana,_ Questo 01·gano era spi11to -182 -


'1 OIWANl ·

MAN'l'EI,U7I''l'l

avauti, verso il nemico, da uomini o animali applieati alle stanghe. Uno dei più complessi di cui d è pervfmuta la descrizione <" l'orga,no ordinato da Antonio della Scala, nel 1387, cioè nell'anno stesso i:n e:ui fu spodestato. Tale 01·gano comprendeva ben 144 Lloml.mrdelle o scoppietti sistemati nei tre piani di una specie <li tonetta quadra, di legno, girevole; per ogni faccia, della torrett~1 si avevano quindi ~W bornl.Jardclle, in tre piani di 12 ciaS(:uno. Le bomuardellc avevano un calibro di tre o quattro centirneL1·i (lanciava110 un proietto grosso qua,nto « un uovo di gallilrn, ))) e dalhl, descri~ione che si ha del J'unziona,mento pare che fossero a r,~trocariea. Esse venivano spaL'ate in serie di 12 da u11 11o~no dm pnntava faecndo rotare la torretta, in direzione opportuna, mentre altri uomini provvedevano a, caricare. La, torretta. ertt sistem11it a sn una cunetta til'a,ta, da quattro g-rossi cavalli, cou barde di ct1oio cotto. Come giù è st.ftto detto, in questo primo pcdodo della evo· l11ziouc dcli~ n.rtig·lierfo la 1.;ctrocnrica, ~weva g-i..'L avuto numerose applica:;,.io11i. Ma poichè tale shitm1rn di carienmeuto t~hue rn a,ggiore sviluppo nel sP-r-olo XV, ise ne rimanda, ht trntla:,done a,1 capHol o successivo.

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In molti tipi ùi affusto dell'epoca ora, considerat.t si nota la preoccupazione di da,re ai homuardicri una cerb1i protczio11e media nte tavolnti, cfotti nw1ntelfotti) fissi ai ceppi o giwwoli su ritti, in modo da, poter essere a.Jza,ti o a,bbassati 8econdo il biso~no e muniti di feritoie o fin estre. 'l\1li m.1,ntelletti non potevano ripara.re che da.Jle freccic o da verrettoni lanciati cogli archi e colle balestre. Ciò djmostra, che anche le artiglierie più grosse impiegate in 01w1·e osRidiormli avevano una piccola gitt.a,ta, e spiega anche ]a scompa,rsa, della protezione in epoche posteriol'i, qnanòo essa divenne insufficiente contro i proietti delle armi da fuoco ncmiclie, o inntile per l'accresduta. potenza e gittata dell P n1·tig-lierie.

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CA PJ'rOLO 'rER.ZO

1400 - 1500 1.

Periodo di transizione nell'organizzazione degli eserciti e nell'arte della guerra - Trapasso dalle armi nevrobalistiche alle bocche da fuoco Fanteria tedesca e svizzera, e arei eri inglesi - Diverse caratteristiche dello sviluppo politico dell'Italia e di quello di altri Paesi, e relativa influenza sut'lo Isviluppo delle bocche da fuoco - Il contributo dell'Italia al perfeziona'f!1 énto delle artiglierie nel Quattrocento - Le grandi innovazioni tecnich~ . L'Artiglieria francese e la sua organizzazione.

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secolo XV segmL un pedodo di transizione, non solo nella storia tlell' Al'tiglic1·ia, ma 11ell0, storia g·ener·ale della gn erra, in tutta, Bm·opa. U::watteristka, essenziale ai qucsLo periodo e~ l'estremo, vano f>forzo cfolla Ca,vallerfa pel' rnan1:encl'e il JWedominio conservato per secoli cd ora profondnimente intaccato da alctrni fatti nuovi fondamentali, cioè : 1° il potente affcl'marsi sui ca,mpi di bat· taglia <folle formidabili fanterie svi7,:i;ere e tedc~sche; 2° il grande successo ottenuto clagli arcieri inglesi e h1 conscguc11te <:reazione cli <:or·pi di arciPri in altri escrciLi; :3° l'impiego crescente deJle nuove artiglierie, cioè il lento, ma sicuro passaggio dall' 11l'lo delle a1·mi ncvrobaJistichE> ~ qirnllo delle armi da fuoco ; 4- il moltiplicarsi in Italia delle Miliz.ie mcrccnal'ie, composte, in grandissima ma,ggior:wza, di masse economicamente diserecla.'ic, che 110n sono nemmeno in grado di acquistare o manteHrre un C"\';1110. v:vorn· un po_,o «·d s0ldo e mnlto di rapin a, ma., sui campi di ba,tfa,glia, oppongono alle s11pe1·stiti cava,llerie feudali mia muraglia forrnicla.hile e quasi sempre vittoi-iosa. 0

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1400 -1500

, La storia, d'Italia ha, poi un carattere speciale che la differenzia notevolmente da quella di gran parte degli. altri. Paesi, ed è il frazionamento politico della peuisola in vari Principati: fammia e dolorosa peculiarità che, come vedremo, non la mette affatto in condi:doni di infel'iorità per ciò che 1·ignarda gli studi e le scoperte etl anche la cost.l'nzicme di bocche da fuoco, ma ue inc(>,ppa i progressi pe1· quanto concerne l'organizz~L7,ione e q niudi la maggior valorizzazione del]' Artiglieda. Ahhia,mo veduto che la forma:àone di codeste Signorie è Priudpati segna, già un passo innanzi rispetto allo sminuzzamento molecohm~ dei secoli precedenti, in c ui tJuasi ogni dttà, o pia:i;:i;a, forte ed ogni rnim1sc0Jo siguorotto facevan parte per se stessi. Ma per avere un quadro esatto delltL situazione occorre basarsi su quel concetto di relatività da cui, come giù, di('em ,no, non si può mai prescindere, in materia storic·a. La polver·i:,,:,,a:,,ione atomita potiwa essere Ull ma,Je minore, r-dl01·ch è gli aH1·i g·randi. P:1esi e111.·ovd :si twm 1,v:1110 111:'lle stesse ennd .i.zio11i o 1-i dibn,t:teva110 nel tormento delle dissensioni inte . stine. Il Rc~c:olo XV Ye(fo invc·\Cn il eo11sulida1·i-;i <li g-1·a11di Stati che, poggfa,nclo sul 1·egime monnrclrieo, r ei:;taur~mclo il concetto dcll'unitù legislativa, e determ ina,ndo la definitiva fnsioJw degli svariati elementi et11ici e sociali, costituiscono ormai delle formidabili uui!.à, omowmei~ e comtxLtte, Regnano, in Oc:cidente, il tramonto dcfiuitivq dell'antoritiL politica dell'TmJ}Cl'O n del Papa.I o e prel ndono alla fo1·11rnziorn• dl'lle gTaudi 11azioni moderne. Pa,1·tfoolarmentc crnerg-0110, dal caos ttnl>inoso e fecondo del periodo preec~dente, j] regno di Francia, che riesce a respingere quasi definitivamente, dopo una lotta, secolare , gli invasori b1·itannici, e, con Luigi Xl, stronca, ogni velleità ribelle dei feudatari e demolisce il Ducato di Borgogna. , del temibile Carlo il Temerario; la Spagna, che schiaccia ogni signoria m11sulmana e prepara la superba fiori.tul'a dei secoli successivi; la Brita.m1ia dove, dopo la lunga e gloriosa guerra contro la Frr.,ncia e dopo i treutatrè anni sanguinosi della gncna civile detta delle Dne Rose, si consolidano il regno d 'InghiltcrnL e d'll'landa, in cui assume pieno ed al'monioso svi1uppo il governo rnp1wescntativo, e il regno di Scozia. -- 18G -


S1'1'UAZI0N8 l'OJ,l'l'ICA DELL'ITALIA

,.-

Non che l'Italia fosse allora in periodo ùi decadenza. Al co11t.l'nl'io: tulti ricordano le pagine magistrali in cui France:-;r·o CI uceianlini . - con ottimismo, del J'esto, certamente eeccs:-;i.vo - tr·a,tteggia hL sitnazioue uel Paese sul finire del sec. XV: « Da poi che l'Impero romn,no, disordhiato principalmente pt~1· Ja mutazioni~ degli antichi costumi, cominciò, già sono più t.li mille anni, di qucl]a, grandezza a declinare, alla qua.le con m el'avig'liosa, virtù e fortuna era salito, nou aveva giammai sentita HaJia tanta, prosperitìL, nè provato stato tanto desiderabile qu nllto 1~ra quello nel qnaile sicuramente si riposaya, l ' anno <lPll:1, i;;a1nte crisUitnn, millequaUrocentonovanta e gli anni elle n quello e p1·i11m <>. poi furono congiunti. Perehè ridotta. tu tta i11 i-:omma. paee e tranquilli t:ì,, coltivata non meno ne' luoghi moMnoi,;i e più s!cl'ili r lH' nelle pi,lmll'e e regioni sue più for tili, 111' soUoposta ad altro irnper.io elw dc\i irnoi. mcflesinti, I~<m SO· Jo era .1bbontlfiJ1ljssirna di P.hiralor-i. di me1·r·rM1½if' e di ricd1 e:,,;:,,;e ; 11111 ili w4r nJa som utn nwnt e da lla magni lil·Pnzn, <li moli i P 1·inf'i pi. da,IJo :;;plm1<l~te di molte nohiJissilne e bcllisFiime citU~, aatla i-c-•<lP <! irn1e~t.ì, ddln, r eligione ; fioriva di nomini p1·cstantissimi 11~1 I' a 111111 i II i':-;trn z.i011r. clel l e c ose pnbh1foho~ e d'ingegni. molto nobili. in tntte 1<~ clottri11 e cd in q na,1nnq Il(\ a r ie preclara <"tl i11 clm;;triosn; nè pl'iva, secondo l'uso di quell'età,, di glol'in militar<~; e 01·rnttissima. di tante doti , rner·itatam<~nte a ppres i~ a Lui.te le na:,doni. nome e fa1mt ehiarissinH~ riteneva>). La. peniso1n -- fa, qtmLP 11011 s11hiY,1, 1]omi1w:,,i01w straniern se 110n n ella. Sicilia e 1rnlla Sardeg-na, soggett e a Ferclinando il Cattolico, R e <li Spag11a e1·a, fors< ~ allora i1 pitì fiore 11 tc Paese~ di tutta Europa; la mugnifice n:,,;a. :-:i ef.lpa.ndeva n ello i.-;plendore prodigioso <li tutte le arti. mentre i costumi cli ogni elasse si erano ta.lmcntc 1·affinati, da fare di tutto il popolo <l' Ita.Iia, veramente, l'aristocrazia del mondo. Ma... la,f;et; a,n,qui8. In questa gcnera,le facilità e gioia cli vita, si na,sr,ondeva il pericolo già denunciato. Mentre nelle altre contrade si sviluppa.va ed accentuava, come abbiamo d etto, Ja forma:donc cli grandi .Sta,ti liberi corl'ispondenti alle nazionalità. e retti cla forti monarchie, l'Italia, era divisa in tant i Rta,ti invidiosi l'un dell'alt1·0; e la popolazione mancava a.ssolu tamente cli senso nazionale. Si Pra ypnpziani a Vcnez.ia ~fioren-

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HOO -1500

tini a .Ffreuze, Ih:Lpoletani a 1' apoli, uon già italiani dovuuq ue. ì-: bcu naturale che gli altri Paesi, clic avcvan superato o stavan superando tale frantumazione, assumessero via via una, potenza sempre maggior(\ cui doveva fatalmente corrispondere la deca de11za politica italiana. Ciò premé·sso, è assolutamente da, sfatare la leggenda, di,·ulgata con troppa leggerezza da storici anche illustri, che per 11'. artiglierie itaJiaue il Hiuascirnento segni un'epoca di info1·ior it,ì, e di crisi. Secondo Ccsa,re Cantù le bocche da fuoco ita ljane - al te.m po di Carlo V llI - non erano a,ltro dte le vecel1ie ùombiude (< Lraseina.te cfa bo vi >) ! La storia della nostra Artigliel'ia è così J'i cea di pn,gine luminose che sar·ebbe davvero ~i ol (o e meschino ignortLre volutamente le defici,~nze che pos~;0110 NiRcrsi vc1·iticate in qualche pe1·iodo, in omaggio ttlla legge Hlliversale che a,ltcrna le luci e le omlH·e. Ma sarebbe, più che ~tolto, <·olpf~vole a N:ettare e l'ifer·irc ad occhi chius i gfodizi ce1·v~llotfoi ch e - p1·ocfaurnti uua, prima volla in buona fed e, m a ('Oli legg1!1·er.zn , da q nn ld1 e sc:r ittm·c mn h i ii1fo1·mato - furon o roi 1:i.i;opfati da tutti gli nlt1·.i. << :\fogis te1· dixit », s i sa, è u11a fornrnla assai c omoda e , come b,~n scri.Y(~Va, il Mn,gg;iore Angelo ,\. 11gducci., a l qua,le si. deve se pal'ccchie menzogne convenziona li 1'11ro110 svd11tc~, « ò molto più facile e meno fa,ticoso il r i :,.; t:1·1 wre stor-ie con quelle giù scritte che non il prendel'le accu ratamente in esame senzt~ odict e s e11za amore~>>. Dd res to , uu i11e:onfutnhile dato di fatto po:a;shnno qtu tifare1 più elrn1ue11te di quahdasi disser tar.io1H~ astrattn : 11el :13'i:1, (Jtitwdo i Franc'<'.i'·d erPnno a Caen nna pl'irna Iondcri:L di cam10ni, r·lii ehia111a110 a, di1·ig-e1·Ja e ad irn,egrnu·ri la 11110\'a al'te? lJn ma estro Hern:1r<lo cfol Nfonforrato: un piernonteSL!: un italiano. Speeifìeamente, per ciò che rigm1rda il secofo X V, è neces sario ristabilire la verità, districm1dvla dal groviglio di leggeude che p~r molti secoli l'avevano nascosta agli occhi di storici anche avveduti. Il Rin:u..cirnento è per l'Ita,lia un'età cosi prodigiosa.mente ricca che potremmo accettare e riconoscere :1 CllOr leggero - se COl'riST)OlldCSSe al vero - una llOStl'a assoluta decadenza, per quanto concerne le rLrtiglierie : tale periodo, con 1

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l l:l\" ' l.X.I\OV..\ZIONllJ R\DICALE Kl, LLE ;\RTW LIEIUE

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Ia meravigliosa fioritura delle lettere e delle arti, lascerebbe pm· scrupl'e al nost ro Paese, per usa.re un linguaggio da conta.bili, un considerevole margine di attivo. l\tia, il fa.tto si è che codestu decadenza non sussiste: o, al meno - come dicemmo e come verremo provando - sussiste esclusiva,mente 11el campo 1watico dell'orga nizzazione, non già in quello dei perfozionamenti teenici e scientifici delle costruzioni. Gli ultimi decenni del Quattrocento arrecano un'innova:.1io11e radica.le, la cui irnpo1•ta.nza sa1·ù, storicamente s upe1·at:1i solo quattro secoli più tardi <.falla rigatura delle boccl1e dH flloco. Ta,le innovar.tione consiste nellt1i comp:l,rsa dei cannoni cli hr-onzo provvi sti di or·ccchioni e iucavalc-Hti ~Il alfm;ti a ruotf\ che scagliano palle in ferro fuso. Cod~sti can noni si sostituiscono, con enorme vantaggio, alle vecchie, gl'osse e, come dice il Biringucdo ,« sconcie » bombarde. 0l'bcne - cou lrarin,m<~nte alle afférma:.1im1i avventa,tc di p:i.1·P.c:chi storici - non è a.ffa,tto c'limoslrato che tale trnsformazi111H~ <li i111nwnRn portat..1i i-i Ria vrriticH,ta. in Fra11cia. pl'irna clu~ i11 Italia; a nzi, aocumenti inconfutabili. stanno a, proval'e che cannoni di l>ronzo si fabbiicavn,no già, in Italia nel secolo prec,~de11te e clic, per qua,nto dgunwfa gli orec:c:hioni, è proba.b ile ehe taJc perfezionamento tecnico si sh1i 1·aggiunlo contempora · 11came11tfl nei due .Paer-:r·. l>i Qlle),lla l e;.:?:ittima. r ive11dicn.zione noi ~ui diamo sopl'at.utt o debitori a l Maggiore Angelucci il qua lP, ('.ffll pa,r.hmti l'Ì<'Pl'die i11. Arel1ivi di moHe città rl'Italia, s r.opl'ì. documen ti i~npol'lantissimi e li pulJIJlicò poi in varie, inte1·p~snnti oper<~ a cui 11uoce solamente l 'eccessiva clensità. Uu mo1·taio cli bronzo, giù lo vedemmo, fu costruito a ,l\:laH tova fin cla,l rn22, come r1sulta, in modo in equivocabile d::i lla. cfata che non potè cssel'e indim posteriormente perchè è opera,ta in rilievo nel getto ; e molti altri documenti citati dall' Angelucci l'i vendicano aU' Italia la prforità <lell'impjego del bron zo nella fa,hbricazione delle bocc:he da, fuoco , in cui si era ragghmfa, q.a noi, una r,otevofo per:fczion e tecnica. Tutto ciò è padfico ed uni vcrsalmente ammesso p er qua nto rignar<la il periodo delle Ol'i gini (tutti gli stol'i ci , :-.nche i meno -

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J-l:00 - 1300

imparziali, riconoscono il primato ita.liano nelle urtigliel'ie fino a metà ùel secolo XV), nut deve essere ritenuto esatto anche per l 'epoca succei:;siva, ta.n to è vero che lo stesso Ca,rlo VIII, come vedremo, si v..~leva dell 'openL di un m aestro fonditore i taliano. :B, del resto, nessuno, in tutta Europa,, potevà superare, per es., la fama dei celebri .A lberghetti paure e figli.o, i quali nel L487 (si noti bene la, data : sette anni avanti la calata dei Fr:rnccsi) fabbricav ruw a Vene,da ed a, F irenze tfoi passa,volanti che ern,no vere e proprie artiglierie moderne, tutte munite di ore<'ehionj. ff focavalcute su afl'usti. a ruote, ta,Ii cioè <.la poter segni11e le truppe . Val Oodivo Atlantico di l.eomrnlo da Vinci - eh<\ fn scritto IH'.l 1 4& e di cui p:1dm'emo più :1, lnng;o in segniLo · · rif.rnlta evitfont.e che, prima della, cal:tta di Carlo V111, g-i:\ si ùsava,no in Halfa, n.1·LigJierie leg;g;e1·e n, (:n.rtocdo, eio<'! eon ln, ea1·ica conte1rn tri ili mia sped(~ ili s<1icd1etto iJ1sie111(~ col proietti!•~ . T>i b1 li ai-tiglim·in 1·:n·i,•n,n1 i:-:i J>Pl' la culatta e ii1cavukiiLc\ i-;11 :1tl'nsl"i n rirnte ci i,;0110 1·imn.sli tt,i 1liscg-11i di 111:1110 di Lc011n.1·tlo, il qnnfo d~l rei;;t.o - col i;;no pro<.ligioi;;o µ;enio cli vi.natore F-pn.r.iante in 0µ;11i campo delJo scibile mna.no - affrontò L11U.(~ le umggfori qnestio11i rifìetteuU il git.ta,m(~n.to delle "i-1rtigl ici:ie, il carica1ueJ1 to, il pu11t1.1,mento, e fo risolse n ei limiti cons,mtiti dai rner.zi a ll ora dii:;poniùili. U n 'l.Lltra afTerma.zione ripetuta ùa molti stol'iei <\ queiJa, <:he alti-ih11isce ai .Francesi il prilllq,to nella fahhl'i c-aziorn~ ddJe pa.Jle di ferro. Va.nnoccio Bil'inguccio, lcenico di alth,Rimo valore nrn storico non sempre attendibile, pal'lando di codeste « pttlle d i fcl'l'o >> le dice : « inventi011e certa.mente bellissima, et l1onibifo pe1· il suo potentissimo effetto: cosa nuova all'uso della guerrtL perehè 11011 prima '(che io sappi) furono vedute pa.Ue di feno in lta.li::t per tirarle con artiglierie, che quelle che ci comh1sse Cal'lo Re di Francia per la, espugnatione del Ream,~ di Napoli l'anno 1495 ». l~ qni il nostro Vannoccio si salva, come stol'ico, proprio per il rotto della cuffia, grazie a, quel « che io sappi )) prudentemente incastrato in un i.nciso; ma un senese non avrebbe dovu to ignorare che propri.o u ella, sua città, si usava.JJo, giù, un secolo prima, palle di ferro, come risulta, appunto da.gli. Arehivi cli _: 190 -


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PALLE DI FièHRO, CAXNO).II, COLUBI:JNE

tliligenlcmente consultati dall' Angelncd. Il quale, in di munizioni inventariate a Como nel 1437, trova an1·hc merndone di 2000 « balote di ferro )). E di balote di ferro al,bi ..nno già fatto menzione nel capitolo II cli questa Storia, c·,i tancfo il documento fiorentino che, nel 1326, parla di palf oelas ferreus et cw11ones de niet.allo. Clrn cos'emno codeste palloctae ferreae? Enrico Hocchi, in 11J1 mirabile studio dedicato appunto alle artiglierie ita,] iane nel Rinascimento, aD'crma che certamente dovevano essere proietti li di ferro fuso, impiegandosi a,llora il vocabolo ferro indis:tinta,rnenLc tanto per i lavori a lllal'tcllo, che per quelli. a getto : e l'osservazione ci sembrft giustissima,. 'l'uttavia, anche a voler considerare - per scrupolo di imparzialità, -- l'ipotr>r-:i ehe ta,]i va,llor,trw fiorcn Line fossero sempli cement<~ lavonLle tL u1,.1 ,rtello, occone rilevare che il docmnento ris~Llc ad oltre nn secolo e mezzo pl'ima della pretesa invenzione di J ean Bur enn, e che altri documenti precisj p1•ovH,n o come in ta,le hmghis:simo p(~riotlo le palle di ferro fuso fossero già adope1·a,te in I talia. H i.assumendo, Ri può con pie1rn, C(~rt er.r.,L nffm·rnn,re ch e il con t rilrnto t e('.nico e scicn ti fìco italimw non è inferiore a quello (li alcun a.11.ro Vaesc a.nclrn nel corso cl.i fJllesto s(~colo, che spede dalla metti, in avanti - regolarizza la fo11dila dei. pezzi cd estende l'impiego della fonàita di f erro per i proiettili, la cni maggior densitù, aumenta la giustezza. del tiro e permette di adoperare cariche più forti, pur diminuendo il diametro dell 'imima. Così f'li a.rriv~L alla, soppressione della cc ca,mera )) della. hmnharda , eioè a,i c:1,1111oni propl'iarneule d etti, elle vengono soJJratuLlo ,ulopel'ati per i gros:si calibri; accanto a, questi poi compaiono le colubrine - assai più lunghe e corrisponàentenrnnte di calibro minore dei ca,nnoni stessi - risultanti dal progressivo accrcscimc11to del]e a,rmi lunglie e cli caliùro legg·ero die costituiva,no le piccole a,rtiglierie. Del resto, ddla lunghezza delle bocche da fuoco di tale epoca, sarà bene 11011 farsi un'idea eccessiva. Paolo San tini, che scrive alla metà del secolo XV, dice che la cerbottana getfa molto lontano perchè ha lunga la tromba, ma dal disegno an11esso rhmlta che non è lunga più di qua,ttro palle. Ora, se era kic·11._,

1111:1, lh;t.1

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II I

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14.00 - 1500

considerala «lunga» una ta le tromba, figuriamoci cosa dovevano essere quelle corte. Nat uralm ente le stesse considerazioni vanno applicate a l cannone in genere, che era lungo due volte la tromba : se questa era, eome abbiamo veduto, gene1~almente di proporzioni assai modeste, tale doveva pure esser e il cannone. Quanto alle vecchie bombarde - fabbricate in un sol pezzo - esse si sono a loro volta rese più spedite con la separa~done della tromba dalla parte poster iore, cosiccbè i due pezzi possono essere costl'uiti e trasportati separatamente. Le bombarde di più pezzi raggiungono talvolta delle dirnensio11i eno1·mi ; ma. queste ~0110 in ragione inversa, della, poteuza,, <:h è, per hL scarRa rcsjstenz.a del metallo e per le inevit.abili imperfezioni del'lc connessure, tali colossi non posRono ricevere che piccole c:,i,riche di polver e. I nfatti , negli a,ssedi, ha n f(lrn si più ima f1111zion<~ di parata ·- <lir-eu1mo un <·n.rattere 4lecoralivo - che 11011 vera, e propl'ia, efficienza, tanto ù vero che ve ngono loro a,Hi,~ncatf\ a,11tiche macchine ùa geUo, (llla li ma,ngn11i e trabucchi. ,l\{n, la, sorte di <Jncs ti ul t imi è ormai. ~eg nahl, : c•J:co nn altto n.vve11ime11to fo11thunm1tale di que~to periodo. La, trasfol'mazio1w ilcllc bocche da fuor.o, ùiV<'mnte più agili e pulenti, segna il tra.111011 !:o <lclle macchine nevroba.listich.e dle sussisteranno a ncora 11el secolo XVI, ma r,;aranno, se ci è permesso di usar e tal<:\ espressione, delle sop1·a,vissute. Rsse ba nno compiuto la loro fm1 zione , tutt'altro che in'significai1te, <~ sou destina te a scomparire. Con hL 1'ivc11diea.zione delle be11c111eeenze italia ne per c 10 che concerne il perfoziona.mento <folle bocche àa f uoco in qnei,;to sf\colo voglia mo noi 11ega,re il va liilissimo apporto d!~gli alt1·i I·aesi ? Oertamentc no: daremmo prova di sciocco« sciovinismo » e mancheremmo quindi al dovere fonda.menta,le dello storico. Ft•a, le Nazioni che contribuirono poten temente allo sviluppo delle artiglierie occor1·e mettere senz'altro in prima linea la Francia che nel campo dell 'òr g-rrniz,r,azion c - - ed è superfluo dh'c qmmto qncsto sia. militm·mente importante - acquista pa((

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L' All'l.'IGLlElllA JN )•'RANCIA

1·1·1Thi p1111ti di vantaggio, potendo sfruttare tutte le energie di 1111:1, .Nazione resa ormai omogenea e compatta. C on Arturo òi Richemont, valente uomo di guerra, e sop.-a.L11 tto col famoso Jean .Bureau, validamente coadiuvato dal 1'1·:1.l(•llo, l'Artiglieria francese si disciplina e si organizza, an(·h1• pnr la vigile attenzione ed il forte impulso impressovi da l:1· Ca,rlo VII. Questo sovrano, di debole volontà ma non inin1(d l.igc.11 le di cose militari, per tutta la sua vita, si. interc~ssa delJ ';11·tiglieria, dei propri eserciti, Lenendo permanentemente sotto i<' m·mi un e.erto num.ero cli uflicia li, eannonierii operai spccia1izza H 11d lavoro (lel leg-no ,, clel feno, cioè 'in sostanza da ndo li11,1l111 c ute 01·di11c e svihtppo organico agli sforr.i clic lìno anora, 1·1·,1110 i-ta.ti inco<~1·enti e indiRciplinnti. Il Rno snccet-st-sore Luigi Xl ne segne le orm('. au che p c1·ch À J,, NViluppo delle artiglierie si adatta magnificam ente nl ~ 11 0 isiN!nna po]itieo, che consiste esseuzia.In1ente nel r.ercnr di inti111 ur i r e i 11e 1.11ici , co11 1111a gTan d1: ùi;;ti,nta.zion e cli for·za . U nn, gr·f\nde ilrnov~Lzione e scm p l if-ica.7.ione che si deve · a .f< ·:111 BurPa.1~ è quelJu di avei: spa r.mt o vin 1n toÌli'usione cnol'me <li. pezzi di t11LLi i calilwi , st ahilmH]o un piccolo 11urnc1·0 cli cnlihl'i l<·gnn J'1•n, 101· 0 col ra,ppo1·to se mplice dn ·1 a 2 nel peso del pro i,-·lto; doè j , 4, 8, 1 !.i_, 32, G4 liblwe . ln soslnnz~L non è vero ciò che fu da tanti storici ripetuto, tioè cl1e si clehha,no alln, 11'rancia im1ovazioni sensazionali n cI1' .-\ rtiglierin di questo secolo, chè le maggiori scoperte e perfeziona.men li o sono cli Ol'igine itn,lianu o ~wvcnncl'O contempo1·r111camcntc nei dne Pa(~Ri. ma è verissimo che fa Francia, ne es1"ese <~ n~gola,r izz{, l'applicaziouè. Ciò el1e rla noi rimaneva sforzo iso.l ato di questo o qnello staterdlo e cli questo o t)rtclrincli\·iclno, olh'P l<-\ AlpI <livcuiva, conquista e progresso <.k ll'PRercito unitario di tutta la Nazione. Con quale vantaggio è snpedJuo dire. La rnassa <lell ' nrtiglieria fu distribuita ncll'cse1·dto franc·pi;e Recornlo il st>gueute coll(·ctto. T pc;r,;r,i gl'ossi. for1navano il _qmncle pnrco che restava sepm·a.to dalle truppe, Rotto gli ordini direlti del comandante generale òelJ 'Artiglifiria; ed era sopratutto destinato alla presa delle città, avendo un 'azione ben limita,ta nelle operazioni di campag11a. -193-


l J.00 - l 500

L'artiglieria delle truppe era, suddivisa fra i tre Corpi clrn costituivano allora l'Esercito. J>osta agli ordini ùei rispettivi comandanti di tali Corpi, dotata di notevole mobilità,, accom1mgnava, e sost,~neva fanteria, e r,avalleria, in tutte le ]oro azioni : può essere considerata la vera artiglieria, di batb1glia. dell'epoca. Infille la piccola artiglieria, nurnermdssima, era distribuita, nella f'anleria e combatteva in linc::L e in onlirn~ sparso, con azione continua di una, certa efficacia. Gcrwn~lmente i tre Corpi costitirnnti l'eserdto (ava,n guardia, grosso, retrog·tmrdia) erano riuniti e, nelfo marde, formav::Luo una, sola r,o]onna,, in cui l'artiglieria leggera stava in t.Psta e in coda di ciascun corpo, mentre il gra,n parco dei gl'Ossi p<~zzi era, pm;to al ecnt1·0. Nelle battaglie i tre Corpi si ilispo11 cva110 su 1nm stessa, linea. con le loro artiglforic leggere, ed :il pa,rco a,l centro delle trupp1~, dove g<~ncra,lme11te non csercita,va. ch e nn'azione difensiva, e ri11u1,11i~V}t fermo qua,ndo lo truppe mm·r,iavn,no all'attacco.

2.

Artiglieria d'assedio e artiglieria campale in Italia - Le compagnie di ventura e la loro influenza per ciò che riguarda le artiglierie · Calcoli e ·diffidenze - Bartolomeo Colleoni è il primo capitano di ventura che intuisce la potenza dell'artiglieria campale e se ne serve - Altre affer°'azioni dell'Artiglieria in Italia - Le artiglierie affustate e il passavolante - Visione sintetica dei perfezionamenti di fabbricazione.

Quantunque gli ordina.menti dell' Artiglim·b 1iegli altri eserciti esorbitino da.l piano della nostra opera, ahbia,mo c1·,~duto opportuuo riferire con qualche ampiezza quelli dell'Artiglieria, francese nel secolo XV, perchè costituiscono il primo es.empio .ve~·o e proprio di organizza,zione logica e razionale. In XtaUr1i, data la. divisione nei vari Stati, tutti gli sforzi (e .ve n~ , f1n'ono, come vedemmo e come vedremo, di mirabili) non potevano essere allora che parziali. Ogni esercito costruiva -194-


LE

\llLl zrn

?,_IJ;;ltCI,J/\Altm

111 propri;1 ari ig-lieda con criteri e 1101·me naturalmente 11ive1·si d11 q 11<'1 Ii clt>i. vicini, per modo che - a,nche quando poi codesti

:--: 111 1i "i l1·ovavano ad essere alleati - i loro pezzi I)crdevano p111·11· '1<'1 la, pr·opria efficacia, a causa appunto dell'eterogeneità. r-- i ;q.~~i u 11ga che si apriva allon1 :i.l luminoso periodo del Rina:-w i 11w1d.o, in cui tutte le mig'liori energie italiane sembravano prnl1•11dersi nella superba, insuperata :fioritura artistica, e l'1·i11<:ipi. e popolo si appassionavano assai più ad una bella ,·li i<''-"' <i ad un capolavoro di pittura o scultura clic non alle 1101· i I,\ di can1ttere militare. ~fn, sopl'atutto occorre tene1• conto di un altro elemento, l a ,· 111 i11Hn m1za fu grandissimn, n<~i secoli XIV, XV e XVI: l ' uso q11:1'-i. esclus.ivo delle Milizie rner ce11arie, cioè di quelle compa:. !_ 11i1 i di ventura, di cui nel ca,p itolo precedente già a,bbiamo i 1111:-:trato le caratteristiche. t•:sim enu10 composte talYo.lta di pocl1e deeine, ta1 altra cli i .... . h(! cm1 ti naia., rn r ~tniente di ])O(·.hisshlH~ miglia ht cli uomini, :!.·,·11(•1·a,lmc.11l1: mal pagati <~ il-regolarmente eq11ipagghtti. l loro 1·:1 pi prc nclcv:i,no in n,ppalt o le g11c·l"1'e eil erano stìpencliati d a i lol'o mom1~11bÌ,nei pa-dro11i, mentr·e n, lorn volta pagavn.110 un :-11ldo (q11ando lo pagava,no) alle trnppe raccogliticcie, che essi ":1p(~va.110 tenr.re imdmne soJamcnlc grav.ie a.a. una selvagg.ia, ,•11p1·g;ia. l~ natnralt~ che non scrnpl'c fos~ero in grado di munirsi 1!i forti m:tigliel'ie, k c1uali, sappiamo, e1·ano assai co:4ose; <' q uand'anchc ne avesF<ero avuto Ja, possibili.tà, non avrebbero l'on,e volnto, dtè Je pes,lJJ Li bocche da fnoco avrebbero troppo 1·,tl ln1ta.to le loro mosse. · C'l~ cli più: pc1· 1n, stessa, loro natura profcssi011ale, essi nvenmo interesse a.d evitare quelle armi che potessero avPre effetto tnwolgente e risolutivo: a, loro conveniva sconfiggere, :-ì, i nemici , ma lasciar lor-o sernpr~ quel ta.nto di efficienza che li rnPttesi-::<~ in grado di risorgere mpidamentc. Così il Comune 1) la Signoria ehe li sLipcnclia,va non poteva mai conside1·n-l'i'li sienro e doveva, quindi sempre conservare a,l proprio $ervizio la, <e co1Hlotta )) ... e pagare il relativo stipendio. Tutto ciò 11011 enL forse chiaramente veduto dalle masse ignora,nti della µ;r~nte d'anne - sarehhe stato ecce~i:;o di machiavellismo avanti lPttera - ma certa,mente era compreso o almeno intui.to dai

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1400 - J.500

l!'ig. 35 - Assedio di una. eil.tit nel sccolc XV.

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HJ6 -


CALCOLI

8

Dll<'l•'lDENZIC

1·,111dnl I jp1·i, l'ra t,;ui, non sar·à h10pportuno r icordarlo, si ~Ln11011·1·arn 110 pa1·eeehi fra, i più intelligenti ed m,tLLLi uomini del 1·1· 1111(' :I, I 111i11e!, trn ' u.ltinu\J considcra;,;io11e. Alcune fra, le~ Signori~ ed i I '1·i 1wi paJ.i italiani disponevano di ricchezze cospicue (Fi1·1•11 z1• , pe1· eRempio, era allont la lmnchicra, di tutta Europa) 1· pnl(~v. 1.110 agevolrnente, volendo, crearsi delle formidabili a,r 11gli(•1·ic; .111a yuest:<> si :,;a1·ebbero clovnte porre naturalmente a l 1·0111;i,11rlo dei capita11i di ventura,, cui gli Sta.ti affidavano la. 1-;11 pr·<!Hla (;on dotta della guerra : il che equivaleva a nwttere 111·1 l<i .l oro n.mni delle armi assai efficaci, troppo effiead, di cui, :1,l l ' oec01·1·en;,;:1, i conclotti(!ri si sar<!hb<iro potuti servire con Lro i l,1l'O Rtessi Signori, ili caso d 'un dissenso qn nh;i:u;;i - ehe sì p1>f Pva, pu t· s1~1np1·e ... improvvisare. 111 :,;;oi;;ta.n;,;a, - e sempre f(·11<\11do e.mll·o c.lell1\ c.•1Tezim11 !'he ve<l1·erno i11 r.;egnito - i ca.pi d1·ll e mili;r,iP. merrc~narir. non di>si<foravano proeurarsi delle fortì :11'liglic1·ic , e , lo;(! ,llll'll(• lu :1v1.~:-.:,;(•1·0 d1~:,;ic'l.u1·;.d.o , .11fl.ll <n';HìO in grac1o di finlo; i lo1·i) p,ulroni ne a,V(!Va,Ho, i-ì , i mezzi, ma, non vole rn110, pm.·cù.è ,noH si fida.va no quasi ma.i .i11tc1·amc11te clei capi I a.11i.. Q1H!slo gioco int1·it:a.Lo tli inte,·essi co11h·nstnr1ti e <li diffidPn;r,r. rr.c·.ipr·or,hr~, il m nlvPr.zo di a.lenni capHa,ni. di ventura, di

passai·e, da un giomo all'alfro, al servhio d el 11ernico di ieri, 1·01·111ai couqiklo sfacelo delle u1ili;,;ie comtrnnli, che evano sta.te g'lo1·ia (l'ltalia e cl1e sole avrebbero potuto far fronte a i soldati <li vent11ra,, con lwn a.Jtra fecfo, Ron tutti fonomc-mi che si accent uano uel corso di questo secolo e d1e, lo vedremo, couLribui· scono, <:orne mia,·causa, s11bo1·dinata., a spicga,1·e come le a,pplica;,;ioni milit :u·i <lPII 'Arti g·liPl'i a 11011 <·mTi r,;po1HIP:-;sero in Italia, interamente, ai progressi nel campo tecnico e !-lcientifico.

Ro1watutto occorre tenere peesente c10 che già abbiamo detto e che dimostreremo, accc1rnando alle campagne cli F1·aneìa,, di. Borgogna,, dì Polonia. ecc.: cioè che in quell'epoca le artiglierie leggere eserdtava,n o, in certi eaRi, a,ssai più nn a ar.ion!~ mora,le che non un'efficacia materiale, la quale nltirnt~ era apJ)l'ezzabile im]a,mente qmrndo le bocche da fuoco agissero f'ont.1·0 battaglioni compatti di dedne di. rnig·liaia di uomini ; rnme aveva110 Svizzeri, .Spagnoli, Tedeschi. Questi offrivano alJc arti.glierfo nn liel'saglio enorme e spesso i.nunobilt\ o v er-

1.97 -


,_ .1-WO - 1:-iOO

eh<' disprezzasi;;ero gli dfetti delle anni da fuoco o percllè, al eontrario, intimol'iti, 1wn osassc1·0 lanciarsi all'attacco. Ora, codeste grosse formazioni di fanteria in Italia si videro assai poeo per tutto il secolo XV, essendo le nostre tl'uppe di ventura assù,i più modeste, snelle, mobilissime; e ciò spiega, anzi giustifica lo scarso concetto che alcuni condottieri nostri. ebbero, a,llorrL, dell'artiglieria leggera, appunto perchè erano m,mcat(~ le c:ondizioni favm·evoli in cui la s1m efficacia, potesse

nuwifostarsi. Non fu, insomma, u è cecità, nè scarsa intelligenza: i condoUicri italiani -- dtLLi i caratteri e la, naturn delle loro esperienze in campo - avevano dal proprio punto di vistrL picna,mente ragione~. Vogliamo dire che, se non tutti i eapitani di ventura, italiani riconobbero subito nll ' Artiglieria qnell'impm·tn,nzn, e quella funzione che dovev,L assumere, ciò non pno davvero sminuil'ne il va,lore o la. genialitù; cl.tè, insomma, essi eser cit1wono ln, ]01'0 fnmdone :;.toricl'l,, ri.pr(~1Jde.11do <1 ct',ntiuua,nc'lo ln, tl'nclizi011e cli 1.111cll'a,l'le della, guena che, nei :,;ecoli delle in vasioni harharicl1e, el'a q11asi comple tamcn I.e :,;v,1-11 i! .i. Se A llw1·ieo da- Ha1·biai10 , 1..dù, eHato, ~ il niro1ws1~ L11d1iJ10 P1~l Verm<~ a,ppnr·tengono quasi in Lcn1,men te a,1 secolo XIV, Ja mnssirna fioritura, di conflottieri si lrn nel secolo XV: Facino Cane da, Sa,nthià, che p er virtù d'armi controlla p1 aticamente tutto il ]>nf',do (ii Milano e He diveL·1·e hbe forse anche signore di nome, :,;e mi tPnihil<~ morho <·011t.ratto a. Pavia non lo stro11casse a.neora ne l fiore de~li anui, p rPparando co~'l ln fos<:n e pi etof.:n. trnge<lin. della veclova Beatrice di 'l'enda,; Erasmo Gattnmelata, da: Narni ; Braccio éla 1\fontonc, di nobile famiglia, pe r11g;i11n, elu~ si batte primn. al s1~rvi:do (li Papa iVfartino V e poi cont.r·o il PonteJke stesso, il qua.le a sua, volta Ri affida a,d un al tro fa.rnoso condottiero, Muzio Attendolo Sforza; Fra,ncf'sc·o Hussone ~ detto semplicemente (< il Carmagno.la )) dalla cittadina cli Piemonte dove sorte i na,tnli - il quale, nella m emo r a.hilP- batta.glhli di M.adodio, al servizio dei Veneziani, scon tig-g-c~ Je truppe del Dnca di Milano, che pure son guidate d a rdtri fra i nrnggior·i capitani (lf'll'cpoea., Kicolo Piecinino, 1

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JHS


CAPITAKl DI VEN'.l.'URA

i\ g 1iolo d ella Pe1·gola e Fra,11cesco Sfo1·za, figlio di l\'luzio Atl1 •11dolo.

I la t·ost o.ro derivi1 poi una miriade di altd capitani, di cui q11 :d1·11110 « trattando la fortuna, alla su::L guisa)) riesce a tag l in 1·si <,011 hl pn11 l::t della spada, un lembo di territorio italia,uo •· s.- IH' im padronisce durevolmente: citeremo · i Malatesta, i 1:ag'li<mi, i Col.unna, gh Orsi11i , i 'rrivuhlio, i Della, Rovere, i \'ilPlli , i Montefeltro, il F ortebra.ccio, il Cavalcab6, Gentile dc •lla Leonessa, ecc., ccc. a, non voler contare il famosissimo Val entino llorgia, e quei Signori, (:Ome i Gonzaga o gli Este, dH: non sdeg11a,1·ono all 'occorreuza di metterRi agli stipeudi di ;i 11 r·c ~ Sig1101·ie, a fifiumeudo ] 'a,ppaHo di ti ne~ta, o q,uclla, gneua,. 'l'uttc cod,~Rte fastidiose e tormentose lotte intestine, che

. I

sc:tg;liava,no l' un contro l'altro P1·incipi e princ.ipotti, pur non r.u:m1<lo grandi vittime (nlla hattagli~L cli Anghial'i, tra i Fio1·e11 ti11i e ]e truppe del Piccinino, si ebbe ben ... un morto, sul 1111:1lc non si t rovù poi h·n.cda <li fe1·ite; N'H, pc!1·ito yw.r Rofl'oca-. ziouc, a c.n 11~n, <lel l:,Lltlo e della troppo pesante a,rmntm·a !) tcmg:0110 t11Hn lta.li., eon ti11na111c1it(• i11 i ~ta to di 1·.1·isi e~ <li disagio, r.ome JJCI' il pel'petna,rsi tl i 1m:1, trista, r.issa inc.oncludcnfc, r:i,mi.finwtc in mille rivoli. L:1,<lislao Hc cli Napoli fa hl, gn e rrn, al 1•apa ed a FiI·eur.e; il DucaLo di Miln,no si ba tte contro li'ireuzc, contro il l.,apa e sopratn tto r.011 tro Vencz i a ; San Marco contro la città del Gi glio Pr.c.. : è tut.lo 1111 p olverio di fatti d 'n1·mi spiccioli iu r.ni possono l'ifulgere il va.lo1·c, l 'a,bilità, e magari il genio iudivi .duale, iri'n, rna;H·:1 c1 uelJo s111rito d.i 01·ga ni r.za zi orn~ ~ •1 uc]]a, p:u, · Rione col lt, f t.iva di popolo. dt<· ~oli ro11sr11 t 0110 e .111·Pp arano i g-r-amli av ,·enimm1ti storici. Comunque, già n el 1397 i Vener.iani aveva,no ca.ttnrate .:!2{i bombarde grosse P. 4G rnezr,:rne; e, quakhe ù cccnnio più tar<li, Niccolò Pkcinino fece avrrnznre 156 bombarde grmise contro Ilresda. Nell'assedio di Lucca (1429) i Fiorentini traevano cc in ar cata. ,li lungi sei iu :;;ettec.ento braccia dalla c:ittà >> e ncl1 o stesso anno le genti ,l el J>a,pa posero unn homhard:1 attol'no a, Bolog11a e co11 q11ell:1 <e tirarono nOV(' bai lotte tk•l pei;;o di libbre 11 fi Fnna., e anirnrono sino alht pÌ.17.½:l e t:1 le passù la pin r.za .,·, -

I!)!) -


1100 - 1300

Le armi di bronzo da noi prese1·0 il nome generico di bronzirn~, ed infaUi nel 14,18 dai lh·csdani « fu trat..i.a la bronzina g1·ossa, la, quale tliedè nella frotLa cd ammazzarono tanti che ne furono morti più di 300 )) ; una bronzina grossa difese « con polvere e p~tllotte )) il vasso di S. A murogio s ul Pa,naro nel 1478; e Fra11ccsco Sforza nelle sue~ scorribande in Europa conùuceva (< sei nrncchi1ie mrntari di bronzo che gli ltaJian i chiamano l,1·0nzi11 e >). Grandi erano fo bombarde sul cadere ùd secolo XIV, ma H secolo successivo vide sensibili aumenti del calib1·0. A Cast«~l ca.ro nel 140[) si trovarono qm1ttro boml,arùe << molto grosse che tafo gittava tfuattro pietre per una, tnlunn ùi Iil>hre 400 in ::;oo ,,, Hla. v<~llti nirni dopo i V<mezinni, Ln:tUeudo Nicolò Piccini.110, gli 1n·Px<>1·0 sedici hombanlc gr:.mdisi:dme a ccl un:i, che traeva. u11.1 pi,~tra !li 600 lil>tm~)) . .Nel 143G lo Rforza si apposlava, nel Curn1,v di S. 1'Ia.1·ia, cl.i UasteUo « pia.r1tandvvi mm, bomb,1,rùa. grosRn <li .g,~tfo di Jih lwl' :i'.)0 ,. iu qm1ttl'o piet 1·0 elle tr:iRsc nel ped ..tle dcll:l. 'l'orre la fece ca dere,,. l1lle1·e8t<n.11J·e e1·a, iJ metodo rli til'o 1x~1· quci8U! g1·nnd.i L>oc!'he <la fnoc·o. IL bombar<liPl'e tencnt a tian<:o llcll' a,1·nrn, clnc l10 111ha 1·de e< po1·tanti pnlle d ,1, lihhre f>O. ~<·g1111,vn. ln, clh,•z.i.ouc con <11rnlle pi ccole e 111.i.I'a rn. :i.i pu n Li di ca<l ntn per scarkn.re l,t grande >). °KC'l J4!;!) Bisanzio cm g-rcmifa,, diceva il Prh1cipc di Riuop<~, di 100 bornhm·de e tli cina, :WOO bomhn,n folfo, e su l fìnfre del se<.:olo il l{c di .Na,poli , cntr-a.to in ()tmnto, ci.1ittnrava. ben 700 bombai-tle turc11e. Fra, i conòottiel'i di ventnm, Tiartolomeo Colleoni da Bergamo è il pl'Ìmo che, intuendo con acuta genialità, militare come <:on l' ArLigJieria, sia in cominciata.. n.oa nuova epoca nella pratica, de]Ja, guerra, pen sa subito a tra1·11c il massimo vantaggio. Generalissimo della Repubblica di Venezia, egli. monta le homba.r dc e le spingarde_su ca1·retti mobili con le fanterie, t rn sformanòo ci.oè i.n <''.: mno n c da carn p:lgna il vecchio ca,rro da bat taglia; e alla, battagJia. cli Molinella, (detta anche della Riccardina) nel 1467, nsa con grande vantaggio, contro Fiorentini •~ Napolifani , dei veri e propri cannoni mont ati aUa legg·era. Si può anzi dire che la sua strepitosa vittoria su Federico da Mon-- 200 -


BAH'l'0L0:.\1E:O COLLl!:0:SI

11'1',·II 1·11 ,. dornfa

essenzialmente all'uso geui_ale di tali artiglicde a(l insegnire jl nemico, incalzandolo e sgomi-

11111hi l i 1·l1t• 1·il'1-c ono 111111d11lo.

:-;i t.1•11~;1, preseute che questo avvenimento precede di più di 1111 'I 11:i 1·f II ili R<>.co]o quella ca,lata francese ehc, secondo alcuni,

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Fig. :1G - J3artolom'.)o Collconi.

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anehl1e (< rivelato >> all'Ita.lia le artiglierie campali. Il ColJ.eoni è, dunque, nn precursore~: e giusta.nrnnte il suo nome brilla sulla poppa di mm bella nave da l>att[tg'li~1 italiana, chè egli -

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201-


1400 -1500

ebbe conoscenza veramente perfetttL dell'arte militare del suo tempo, sì: da essere insuperabile nel costruire opere, bastie e torri d'assedio, nel difendere piazze forO, nel pens.:Lre strata.gemmi il1gegnosi, come nella, famosa campagna sul Gal'Cla. e come qua.ndo, in Val ScriamL, si servì contro i nemiei cli va.la.nghe a1·tifieiosa,mente formate. Largo <~d efficace uso di a,rtiglicria affusb1,ta venne fatto nella. guerra di Ferrara nel 1482-84. Già, centocinquanVauni prima, durnute l'assedio postole da trupp<~ pontifkie a l c01namlo di Ilertn1indo dal l'oggetto, F errnra era stata travagliata. da molte macchine da getto; e 11011 è escluso che, accanto a queste, vi fossero auche delle boccl1e da fuoco, elw, corne abbiamo visto, già, era,no a.Jlora app:u·se in Italia . .Oomunc:p1e, nella guc1TiL di F'enanL propria.ment,~ detta, le a1·ligliede ehhm·o parte notevole. Com'è noto, in origine l~rcole I <l'Bist<i u,v<wa .pc1· u,llenti He Fcrclimrnclo di Na,pol.i , Ludovico il Moro, Fednir,o di l\fo,ntorn, l•'ir'enr.e <! Giovn,nni Bentivoglio di. HologHa; nwntre ln, Hep11hh.li<:a di V<~11nzin m·n, s0Rtem1ta da Papa, Pio lV, da, Omiova, <lnl Rossi cli Parma,, <fa Pietro Dal V(~rme, Ilohcrto iWal:.t,testa da Rimini <~cl alt,·i co11<.lottie1·i. Poi vi f1u·ono vari spostn,men Li.. I11 og11i modo t:rnto Ercofo cl 'Rste ed i suoi alleati Lomh:wdi, Fiorentini è Na,poleta.ni, qnnnto i loro avversari - secondo quanto narra il Sanuto, nei suoi (JmnrnP-11.ta,ri dispoueva,no in copia di artiglierie da campo leggere e< anche al seguito di truppe a cavallo)), e wmne allora adoperato anche il passavolante, vero tipo di artiglìeril'I ron 1e car-atteristiche neccssa,r ie alJa glH~rra, campale. Nei paragrafi successivi cli questo stesso capitolo vedremo più minutamente gli sviluppi e l'uso delle bocche da fuoco nei vari Stati ita,lfani: qui, in una visione sintetica, constatiamo il rapido perfezionamento della fabbricazione. Venezia - che era stata a1l'ava,ng·uardia fra, tutti i Paesi europei nella <:reazione delle artiglierie -- continnava a fonderle magistra1mente, anche se non ~empre sapeva trarne pieno rendimento nelle azi011i guerresche, per cui faceva maggior·

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202 -


L.\ I,'AJJBJ(lCAZHJ:-iE 1)1;:1,LI•; AR'l.'lGLll•:IUI•: l!°' ITALIA

fanti detti stradiotti. 1\ Firnnze artisti immortali r,ome l>ouate11o, Lorenzo Ghilw1·l i. Yittorc Pisarn~llo non disdegnavano di tracciare diseg·ni ti i ho111 har·tle, eorne quelle ordina,lc da, Re Alfonso d'Aragona ,~ ('md1·nit<~ da Michelozzo Miehclo:r,zi, fonditor·e famoso , rivnle in rnnestria del fiorentino Simone Del Colle, detto appunto << de' uronzi JJ perchè espcrtisi;;imo nelFartc dei getti. Nel nnca.to di Milano, sotto l:1 dominazione dei Visconti, t 11tti gli onl i 11a mPn ti bfd lki - e quindi :1,11chc l'Artiglieria Ni perfeido11a,n o; 11umh·<~ il Picrn011te, clw g-iù, el'a Rtnto fr,1 i pl'irni. ml accogliere cd r1pprezzar-f~ iJ Buovo strumento di difp:-;n. e cli offesa, 11c cura, lo i,;viluppo e la a.ceorta, va,lorizznzione. La, H e puhbliea di Pis..1 cade nei primi a,1111.i del R<~colo, e g·ì.ì, :-iono erollate le sig-mwie tlegli Scaligeri ai Verona r, dei Car ra,resi n Pn<lon1,; ma un'a ltl'a g·lorjo~a repnhhliea, marim1,1·a, qnelln di ~ .. <lim·gio, n,1sePnlk vN·so mnggiod fo1·t1111e, 111ontrè la Rig·novin ·cfo'gli E~tPnl'!li a F,\r1•nrn,, Modena,, Reggio ~i. i11tc1·P~1,a1 YivnnH~r)I.,~ d<·lle a,1 •tigliPrie (V<!drcmo agli inizi del sc•colo XVJ. il 1-..iollfo delle hoc·(·.lrn ,fa fuoeo di Alfomm 1) e Ju, Signo1·ia dPi flm1zagu, n M:111Jova, pnl' rng·gi11nge11do il mai-simo spl<>1Hlor<i nelle belle a 1·ti e nell /11 cnl t ura, ch e ne fanno uno dei più vivaci focolari cli nrnflnesimo, non pnè, ignorare, posta (·om o è fra ,Rtati potenti quali v,,uezia e Milnno, il rapidissimo i;;viJuppo della, nuova, a,rma. nfo11tre. i Papi, clomata a fa,tica Fopposil'liom! di Slefano Poreari, moltiplicano g·li armmneuti - e si rn·e1mrano i pon tifirnti g11e1·rirri cle1Ja. fine del St'Colo XV e (lel principio dPl XVI ~- e mentre la Rieilia erHle sotto la, tlorni11azioue spagnoln, nel Hegno di Napoli l'asprn c011tesa fra gli Angiò e g'li .Aragrmesi esige! trn notevole 11/'lo delle artiglierie, ehe vPngono JW l'· f Pzionate e anmt•11t.a,te da Al[om,o ,~'Aragona dopo la vi! toria.

1·01!10

:-;11llc1, prontezza e,1 abilità dei snoi mercenari --

1,wli i.1,·011i e eava.licri albanesi -

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1-i-00 · 1300

3. Le artiglierie piemontesi nella lotta intestina dei Savoia contro i marchesi di Monferrato e i marchesi di Saluzzo, e contro i Signori di Milano · Le bombarde di Amedeo VIII sul San Bernardo.

I Savoja fnrono tra i Siguod italiani r:he, nel secolo XV, ki interessarono notevohnc11tc delle artiglierie, proporz:iona,ta.· mente alle 11011 grandi <fo,pon ibili là, finanziarie .

Fig. 37 - Amede9 VIII.

.Mentre il Conte Verde e il Con te Ror-;r,;o erano stati sopra· tutto uomini <l'arme, Amedeo VIII -- primo Duca, di Casa, Havoja ~ eccelle speda,lmente nell 'accortezza lliploma,tica; tut-

204-

.,


J .' AHTIGl,11•:tUA l'IE1IOS'fl,SE SOTTO

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AMEDEO VllÌ

l nl' i11, ,. :i,s:-:olntamente errata l'affermazione di alcuni storici 1•111· 1·gl i (!:-:tendc~sse grandemente i confini de,l suo regno « quasi 1-11·1,,,,:, 11111overe guerre>). Il fa,tto si è dte egli si ha.tti> nel Vallese, 111·1 \ ':1fo11Liuois, nel Va.ud, contro i Marchesi di Sa1nzzo e di .Mou1'1·1T:1 I.o, eo11tro i Duchi di Milano e poi c:ontro -veuczia; e al1·,·:-:('l'('i to declicù moltissime cure. I h:11 'effieacia dcll'a.rt.iglieria, egli f\bhe uua prima pnwa, a :-:110 d,LIIHO, dalht grofssa hornbanhL che contribuì validamente al la difesa del Castello di PoiTino, dove Bianca di Bnsea e le :-:1w nrrlite figliole erano asseiliat<>. rla. Enrico di Colombip1·, <'3,· Jli!n)no di Amedeo VITT e di Ludovico Principe d ' Acaja. E un .1rn10 llopo, ncll'ottohre 1410, la bombarda, soprannominata « :Via.donna Luisa», rinnovò le sne gesta all'assedio cli. Pan cnHeri. Sotto Amedeo VTTT, tntto r,iò clrn rigua,nlava la gncrra c1·:1 il i !h'..!rLinc:mrn, di cl ne n1aresc:in,lli, detti Ma,f/ istri m.Uif>uni : q1iesti aveva no al.Le pr oprie clipend(~11r.e i mae r.-tri bombardieri che (l o vev,:1110 l'onclc1·~,' montarn e rna,novnu·e le bocch e cla. fuoco. Fr-a c·.ofl esti hom ha,l'flieri vi (m:Ulo u11.che elci J-cdcselii e frn.ncPsi : e t·iù prova <.; he il male ~opta lam entato <-legli 11omini d'nrmi .ti :-;crvi:do di T>1·ineipi F:tr-nnieri ei·n , nhne110 n •1 ue' tmnpi , ge 1wrale e qnindi rne no g1·a.vc (\ pi 1'1 sc:11Rahil e. Prohn.hilment<~ frnncese era, un maestro fonclitm·e Gn.ndinet che nel 1418 fuse un cannone ca,p ace cli bnttnl'(~ pietre da. 150 Jibl.J1·e. Tale f·a11· norn• - · chinmnto Gnll(linet.te - cosLù HiOO fiorini. Ma la maggior pal'te e1·n,no itn,l iani : più famoso fra.. tutti 1111 1nacsb'o PrPJlino fli cni pa.rleremo più avanti. E , del resto. non e~ esr,l11so che il 11wgi1>t<:r generù.lis operwn dttcalium, sopraintendente alle cosl:.ruzioni, vigilasse anche ln fabhricazion r delle hocclic cla fuoco. Q.uel cl1e e~ cel'to è c:ne, proporzionalmente alle risorse fi. rnmziarie Rca.rsissime, Amedeo VllI feee rnenwiglie per il perfezionamento del sno esercito, come risolta in modo inc011flltahile dai documenti elci 'l'csm·ie1·i Gener-ali di Savoia, che so1·veglia.vano entl'ate e Rpese e r,11mn]a,yn,n o le funzioni di Ministri del Tesoro e delle Finanze. Uuo storico di Casa Savoja scrive: « Chi sfogli i poll(lf'l'o~i volumi delle TeF-orerie sabnrn:le del Quattrocento non può non

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205-


UOO - li"iUO

essf~re eolpito lltL rrn se11time11to tli venerazione; là. è la prova. dfègli sfo1·zi fatti dld. Principi uosti·i per affronta,!'(\ eon mezzi i-jsLrcUi, avvenimenti, l"ituazioui politiche f\ generali infinitarncntc gl'a,vi. Nessnno sfarzo, nessuno sper·pero; tutto misurato, tntto ealcolato per sfrutlare i più pieeoli efome11Li )). Ci si intenda, bene: non si tratta, di politica della lesina. Stre tti in un nodo cli ferro da uernid ostinati e potenti, i Sa,voja risparmiano sn tutto, pur di uwltiplieare <~ perfezio11are

F lg. :!8

- l\om biil'dil dd ~t,t:olo XV. I d11t~ pe~,~,i. d1c la fo 1·111:111c) lunmo l'r111i-

11111 im:i1111]1nnat,1 e H0110 N >111·pof<I C rl 11 doghe d i 1:e l'ro fn $C:-latc con Nn·,•l ri ,

pnre (li f e1To. t,, 11111J1il a di akuuc enmpancllc rli mrmcggio rn iri11i <:IH~ sporgono t'lnlla gioia della culatta.

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le ~trrni. Così si spiega come e pcrchè il Picm011tc faecssc parte per se stesso, quasi avulso àaJ generale fiorir<~ chille a,rH cli al tre contrade ita]ia,ne : esso aveva altre neeessi.tù ed altnt missione. !\fa, per far front(~ :d bisogni dc\ll'PsPi-c\to) ]_)Pl' l.11!«'!:11·1\ la dignità e la sicm·cr.r.a del suo Stato, Amedeo non ef.:ita ad indebitarsi, prendendo in prestito a destra ed a sinistra, i n Fhmclra,, iri Franch1, in 'l'osca.rnt, come giù, avev}t fatto, del resto, il Conte Rosso; tant'è VCl'O clic il fio1·cntil10 Rorntccorso Pitti, nel 1405, ancora 11011 era rim.cito a farsi restituire :3'.'JOO scudi prestati vent'anni a,yanti al conquistatore di Nizza e non trovò nulla di meglio da fare che far anestare un tal Giovan ni Marclrnnd, diploma.tic.o sabaudo, ca,pitato per sua disavventura in Toscana: arbitra,r io provvedimEmto che rleterrninò 1m'ira,diddio di guai, beghe e complicazioni.

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l·'O~L>l'fOHI E HO-'lB,\l!DE PIE~IOXTE:,n

,\ la i11tn,llto Amedeo VIII si era, venuto costituendo uno 1'1 ·11 i 1111·glio a,Llrczzati eserciti d'Italia. :-.- ,·i Ii l>r·i Ilei conti dP-i Tesorie1·i G-enerali di Savoja ~ ac1· 111·11 I :11ll<"II I t \ esami1mti e spuleiati dall'A11gelucci -- ritorna,no 1'1 ·1·q111·11lc111 eJ1le indicazioni di spese per fonclitc cl i. ;1rtiglìeri_e , 11111 •1·n l1· dai ma(~stri fonditori Donienico .Ferrari da Vigone, ( ; i, 1l'gi11 'l'eobaldi cla, Castelnuovo, Giovanni de Tullio da Berna, I' i1·I l'I> I :ernardin e Bernardo Catelin ùtL Brcssa, che a,vtwano I, · lilrll otlieilrn ad Avigliana,, ont1 sede clcl famm;o dinamititicio, 1· u I :11rgu della B1·cssa. na, tali. annotazioni - stese con scru 1'"10~;1, p1·ecisione picmo11tese - si possono dedurre esatta.mente I,· prnpoi-zioni della lega, di rame e staµ;no. \1,·1 H~G, aUcato cli l<'irenze e di Venc:da, contro Filippo Mal'i:1, \'isr:outi, Amedeo muove a,lla, c011qui8ta di alcune piazzel'orli .i,~l Vcl'Ccllese, portnnòo con sè 1uw, grossa bombarda 1·hia111:i,h1, a,ppunto << Madonna, Amedea)) -- che era, 8tata l'usa 1;;· 1 J.ljj e c. he, d111·a,11fo la, lolb1, dP.I n,w.a ili Su,v ojn, contro il ,\l;i.r('h(~S(! di Monfonn,to, fal';'\. pm·e splendida p1·ovrL insieme con :ili 1·,~ 1.1·c1,!-:lpot!alè rni1·ac olos,111wntc att1·a,vc1·so le Alpi dn, Thonon , ,_,,i lo .l a vigila.11r.a, del sov1·aii1te1Hle11te PielTo M'a.sO(\ l"O, 1mu~sL1·0 .i .. 11t• m·tiglier-i e fllH:fl,l i (clir-<~m hre J4~4.). Umt delle grosse bombarde fu tru.sportata da, tl'e11ta nomini :, I :onrg Sail1t-Piel'l'c e, pcrchè potesse ra,g·giung(~re il Gran San I :1•1·nnrdo, fnrono nec:ess:i,ri 230 uomiui chianutti da Saintlthémy. E degno di rilievo il va.Iico delle Alpi compiuto dalla ;.!.'l'OSs,1, bombarda più cli t1·e secoli e rnezw prima, del pa8sa1g· ;.:'io nA,poleonico. Un'altra, hom barda - dlia,rnat,L « Madonna Ludoviea >>, Pvidcnlcmeulc dal nome del :fi e0 ·lio cd c1·cdc di Amedeo - fece . 1J1m·aviglie nel 14;:ir;; e cli mi'altra anco1·a. -- detta,« Bcrgerette >> dn l nome del suo fomlitore Bergf!l' di Borgo in Ilressa - si tl'ova I.i-accia nelle cro1rnclrn. 1\folte bocche da fuoco furono costruite da Freylino o Ferlino cli Mercadillo, nato a, Chieri, allora città m1mita e potente .-.!1e dvaleggiava con la s1rn ste8sa. maggior vicina Torino. Artigliere e ingegnere di particolare 1·imomanza, il Freylino, al sf!rvizio di Amedeo VIII, prese parte nel 14-26 a.Jla guerra, con1.1·0 il Duca Pilippo Maria Visconti. Documenti dell'epoca pre-

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.. HOO - UiOO

cii;;ano là sua paga annua in cento fiorini d ' oro - somma, allortt,, abha,sta,nza rispettabile - e ci narrano come egli avesse facoltà di incettare il salnitro in tutto lo Stato, purchè lo cedesse al Principe ad un dato prezzo. Il I1'reylino passò più tardi al sc~rvizio di Francesco SforztL Duca, di Mifano: avremo q uindi occasione di riparla,re di lui nel capitolo dedica.to a1le artiglierie lombarde. Accm1to alle bombarde, molto imponenti ma forse di 1,1tilità, relativa,, Amedeo Vlll ed i suoi inunedinti snccessori posscdcLtero artiglierie leggere l'a,ci lmcn t.e trasportn.hili e più utili. :ì'.fa, nella seconda metiì, del Quattrocento, b Casa Savoja, dopo cent'a,nni di co11tinuo svilnppo, ha un p(!ri.odo di minor splendore . Sul finire del secolo Carlo I tenh1, tli rcsttrnrare l ' aulor·itù della, sua Casa, clanllo prova, di grnncl1~ ene1·gia, i,,opratntto di fro11t-e ai l\fa.rr.hesi di Saluzzo clH~ iW<\V,1110 rifi11b1 l o l'mnagg'io feucla.lc, ma muor<· g'iovnnissimo, laHd,1,1Hlo erecl e nn barnhiuo: e ue <lel'iva un nlb·o mezzo secolo cli d(•(·adcnza, fu· ne1-1 tato cln clcboli 1·eggenzci wl n.s1wc lotte iJ1 f·pRi-.i.11P. Cocfostn, concli:,;ioue g<-•npi-aln 1~i-:ei·tila la :,nm i111-l11en:,;a a 11 clte sul.lo ~vilnppo ilell' Ad igli<~J·in pi<~montci-;c·. di<\ 1-1uhi~c:e r1ui uua hn,t tnta d'nnesto. p,~,· 1·i1-ir·p11dp1·e il s110 mng·11ifko slnn cio in avanti nlla mct.'i del Retolo s11Pr-e:-Rivo, all01·cltt• n,ppal'irù, ìL fnl· g·ido ai-;tro <li I•~n1nn11efo Filiberto.

4.

La "guerra del Finale,, segna l'inizio di una nuova fase della storia dell'Artiglieria ligure - Influenza della dominazione francese.

La così dctla « g11erra (lel F'inalc )), che culminò ncll'asst·dio del cast<~llo omonimo nel 14:17-48, segua decisa,mente l'ini zw di una, nuova fase nella storia d<~ll'A l'tigiieri:1, ligure. La dominazione francese, specialmente sotto il governo del 1\fa,resciallo Doucica.ult, aveva dato l'impulso all'evoluzione della. nuovtL arma.. Le stesse hombal'clc poste in ha.tteria. sul Castelletto -erano d'origine francese: ecl i Genovesi comincia.vano -208 -


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11 1'11111i g li:11·i,w,a,rsi con l'uso delle bocche da fuoco che, .ormai p, ·1·1'1 ·zi u11.t,I<', H,vevano acquistato vantaggi sempre ?resce11ti su1· 11 11,111.idii :-;istemi, senza contare il (<fattore nwra,le >>, rappre1s1•1il11lo d:tlla detonazione e dalla vampa, c he ma,ntenevano un ,·111·:tl 11'1'1· pa urm::o, 'Jnasi magico ~ dinholico, a questi nuovi ordi g 11i di gucna.

è certo che nella guerra, <lel .l!'ina,le, la prima ,·11,111 p11g11a di terra fra le poche della R.cpuolJlica attraverso ì N1•<·oli , si organizz6 espressamente un ~ervi:do di artiglieria. 1:1•sm·cito della ltepuhhlica, a,l comando del condottiero Giov:111 11i cla,Lle Trew1,e, possedeva, gi:\ mi ve1·0 e proprio cc parco d':1NN1!1l io)), oltre una, dÒ~~ina di a,rtiglierie comuni; due pezzi l:1 N1·ia.1·ono memoria IJen distinta nei documenti. Erano due g·1aneli bombarde, ai. dirne.11sio11i di~ n,llm·a apparivano straordi nar·fo, e che dchir.devano pa,recchi carri pel trasporto. U na ti i esse era, sta.ta, battezza.tn, la. « frcgosina >> in onore del Doge 1·(·g11a nt~. I docunrn111.i ili d.iveri:,e f m1ti che a.ùùia.mo tl'ovato 11011 lasciano a.lc uu dnbhio ~nllc ca.1·a,tteristiche pr·incìpa.Ii di q11pi;;tc bocche da, fuoco: Si tl'asporla.va.no a fonm, di hnoi, divise nei loro elementi I.mm h11 e en,1111011e ; 1u1 terzo veicnlo era, (l PRtina( o agli :.1,ttre7,zi <li mn.nov1·a, e una fo1·g;ia Ji Mgniva it1 ogni Rpostamcuto. Si c1·a. pertanto çlovuto coi-tituire un nucleo cli bombardieri .per il servizio di t utto il parco d 'assedio. I ])l'oiettili si toglieva.no da ce1·tc 1,;a,ve del Fi11alese confe½i.onandoli s11l posto, e pm·(•cchi cc mnestd picciJ,pietra >> vi erano impiegati. · La! sistemazioni~ ,·li ta,li bocche da fuoco sul sito pl'esccl lo c n L molta hLboriosa, : a vvitare anzitu Uu il ca,nno11e alJa tromba e disporre tn tta la rnacr.hina sul letto di tronchi d'albero che formavano l:L «pia.zzuola. », imboccar e i g rossi globi di pietra sulla <·::tri ea, C'akata con di~r,hi cli legno e paglia, p er poi proce· clet·c a,l p1rntamento. A11 cl1e c1neF.it'11ltima opel'a½ione era labo rio&'l,, esigendo l'impiego cli grandi pa.ranchi a,ssicurati agli anelli della tromba. e alle pl'esc d el ceppo, noncl1è l'ainto di lunghe leve con le qna li. si otteneva il puntamento in <lil'czione, mentre quello i.n a ltezza esigeva la variazione di livello clcl ceppo che faceva tutt' m10 con la. bombarda,, e questa, variazione impor<: 0111 unque,

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1400 · 1500

tava la declivitù. della piazzuola con l'intervento di rulli e cunei. Infine, quando tutto era, pronto, il bombardiere disponeva dal sommo della tromba, al focone del cannone una, seminella di polvere, che; accesa all'estremità con una lancia di ferro arroventato, cla,va, tempo al servente ùi mettersi al sicuro; ma non era raro il caso che il soffio del.lo spar o dalle connessure « abbnigias.'le )), come dicono le vecchi.e carte, il bombardiere non abbastu,nztL svelto. Così nel 1447, ad intervalli di ore, le grosse bombarde scara,ventavano sulle cortine del Castello di Finale i pesa,nLi pl'oiettili con tiro fortemente areato. Qu esta, descrizi one - che è fedelmente b~Lsala sugli elementi documentari tratti dalle <<Lettere)), dai Conti dei « Maestri Razionali )) e dell'Ufficio di :Moneta e ··d a,i << Diversorum )) dell' Al'· chivio di Stato - - ci permette di Regufre in ogni più minuto dettaglio l'azione del bombardiere. P(~I' altri fatti d'arme, come l'assedio del Oa$t(~lletto del 14G4, essenclosi. specia,lnrnnte impiegata l'a1·tig:lim·ia loml)arcln, il comp.lernento delle uotizie genovesi va cercato nel para.grafo s11 c cc:s:si vo.

La fine della dominazione viscontea e l'inizio della Signoria sforzesca a Milano - Francesco Sforza nella lotta contro Venezia - L'assedio di Piacenza e le battaglie di Casalmaggiore e di Caravaggio - Lo Sforza conquista il ducato di Milano - La nuova guerra contro Venezia Le armate ducali nel 1463 · Bombarde milanesi a Genova - Galeazzo Maria dà grande impulso alla costruzione delle artiglierie.

In Lombardia l'esercito visconteo si arriccliisce sempre più di bocche da fuoco, specialmente di artiglierie pesanti d:L campo. Una lettera del 7 luglio 1425 (siamo all'epoca di Filippo Maria Visconti), conservata in minuta nell' Arcl1ivio di Stato di ?!filano e diretta al castellano e a.1 refel'endario di Pa,yja, ricorda il nome di un maestro cc a bombardis >), ncrnardo degli -210-


1.!UUBA!(l)J,J DI l•'lLil'l'O MAJUA VISCONTI

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1l1·ulogi , 1·he aveva riferito al Duca su molte bombarde porta,te d11 i 'n1-1l<·ll eo11e a Pavia. Il duca rimanda Bernardo a prenderne ,.,.,11 i p1·1· coudurle a Savona a Oldrado Lampugnani. N1)ll'0Uobre dello stesso anno 1~25, con altra lettera, Fi111,111• Al a1·itt ordina al ca,stelJa,no e a,l referendario di Pavia ,·li,· 1',1,ccitmo immediatamente trttsportare per acqua a Sale cl lii' gT:L11dissime bornb:11·de dette l'una la Merla, l'altra ht Pa1 1·s1· , e qnattro barili di polvere del peso da 1000 a 1500 libbre. l dne documenti sopra, ricorda.ti, sui quali è scritto an1·!1(' I 'Ol'dine al cancellier·e Zanino Hiecio di sigillarli, chè trat1:i.v:1,Ni di segreti di guerra, sono importanti non solo perchè dn.11110 i nomi delle due bombarde e perchè indicàno la g1·ande q11:111t.i tà di artiglieria, pefia,nte di c1,1i dhiponeva l'ultimo intel· lig·1·1ll.issimo principe Visconti, ma pt!rch<1, rn~l Recondo, f\ can,·,•I lato, ma si legge benissimo, .l'accenno ail doverle portare a ~ ,·1·1·:i.vnlle e poi 11elle pa,i·ti di Genova a, disposizione di Urbano , i,· ~11.neto Aloisio e lli Cdr:.tof.oro d<~ La,vc~ll o, r·.01HloU.ier-i vir-;(·011tei. I Altre dn<\ : homhn,l'<fo, l 'nna dett.a. 71rezza, l'aHrtt Jhiz ia, rn11 eeppi e fornim<~nti re]ativi, sono oggetto cli uu allro ordine df' I n11ca Filippo i\.hu·ia in data, 3 novembre 1120 a. Giovannolo 1:iglhl, e ad Ambrogio C01·~.o, l ' uno castellano, l'altro referen' I.i.l'io di Pavia,. Le due hom bal'dc, che era,no nel castello di q11c~lla, eittù, secondo l'ordiJrn ducale dovevano essere trasporlate a, Castelletto pl'csso Abbiategrasso. Uhe l'esercito visconteo, al tempo dell'ultimo duca di quella Casa, fosse copiosamente dotato ai a1·tiglieria pesante campai ~. (~ pl'ovato :-rnehe dal fatto che. rn~l 1126, i Veneziani soUo il campo di Nicolò Pi<:cinino s' impadronirono, come già si è cletto, di ben diciassette bombarde, di cui sedici grandissime 1~<1 una, ehe tirava pietre da libbre COO. Nell'a,i:,;se<lio di Drescia, del 1438, i cittaiHni, usciti fuori ,lalle mura, tohmro ai nemici tre bombarde e ne iirnhiodal'ono ·1a. hromdna che arrecava gravi da,nni al]a città. Balduino da, Lecce, nel 1439, è ricord::i,to, in una lettera di passo, come ufficia.le a,lle munizioni mandato nel Bresciano e nel Bergamasco a condurre bombarde, pietre da bombarde ed nitre munizioni pel' l'esercito e le fortezze d11cali. Il suo nome, -

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1400 -1500

insieme con quello di un altro bombardiere a nome Bartolomeo da Oampiliono, figura in una lettera dei maeRtri delle (~ntrate di Milano al referendario e al teRoriere di Como, del 20 dicem bre 1427. Importanti sono, infine, i documenti dell'Archivio comm1ale di Como. Un ordine dei maestri delle entrate ducali al rcf.ercndario dì Uomo in data 5 febbraio 14.LS accenna a, bombarde da far inceppare secondo le indicazioni di Zerbino, bombardiere ducale. Il Utrntù, nella Rua Storia d-i Conio) riferendosi a,lF;i.n 110 1432, scrisse che si fece per le terre del lago di Como uua còlta <li soldati da Rusebi.olo dc' Oaimi e si allestirono mwi, c he, ..lpprestate di bombarde, di ID'1nizioni e d'ogni apparato gtrnrriero,. fm·ono mandate ora _a Lecco a resping·ere i Veneziani, 01·;:L a tra,sportare fanti e cavalli nella Valtellina ccc .. F, soggiung·e in nota: « Fl la prima rnenr,ione di bomba1•de che io trovo nelle g1w1'l'e comasche». Ìi.: mel'i.to, quindi, dell'Angùlueci l',ll'ù:I' 1•0· tu to trovare una; notizi.a, anteriore cli ben fJlln,tl:ol'dici anni. lnoltrc, il ùocumento <lc~ll' An~c~]ncd fa, j] nome di 7,m·bin o da Vicem;a , bomba,rdic1·c duca,l e, che, pcir i molti h1tarichi e pe1· le ra,ccoma,nc'Jn,zioni che si fa.cevano i II suo favoee agli ufficiali delle ci ttù e terre dello Sta,to cli Mila:110, nelle qn al i era, nurn da lo per servir,io riguardante le artiglierie, pare che fosse più che m1 semplice hom ba,nlicre. Se ne trova, ricordo a.11chc~ nelle h~tt ere patenti 11 agosto 142!) (pubblicate da.no stesso Augelucci), con cui il dnca incarica, lui e un t1Hro bombardiere, Tomasonc da Grandate, di isper,i01rn1·c i castelli e le munizioni. Un'altra lettera, dei mnestl'i delle en lratc al referenda,rio di Como riguarda, il paga,mento di lire 100 imperiali (( a l!'ra:ncesco de Lug-a,no che deve fabbrica.r e una, bombarda per il duca ». Altre lettere dimosh'a,110 che maestro Fra-n cesco aveva il cognome Passoni e che· nel 1419 e 1420 costruì altre bombarde e un cannone « mascolo >> per una certa. bombarda che esistevn a Como. Un importante deposito di munizioui e di a,r mi è oggetto di una lettera ducale in data JO g-iugno 1427 da l\filano e diretta al podestà, a,l capitano e al referencfario di Corno. Presso 1111 tale Bono l\fartella abitante nella f>ieve di Dalcrna (una -212-


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COlffRA'l.'1'1

d1 ·II•· q11nff unlici in cui. si divideva il coutado di Como) esiste1·11111> 1T1·f e munizioni da, guerra e il Duca ordinò che fossero 111111• sPqne~tpa,te e trasporta.te a, Como, tenendole a sua disposiz i,1111•. 'l'ni, le altre armi, descritte nell'elenco delle cose sequeis l 1·nl1~ al 1\hLrtella, sono da notarsi: duecento tripol'i (cioè tri11111 i. a,1·nesi cli ferro a quattro punte che, comunque gittati a l1•1T.1 , rPRta,va110 con una puuta in alto: se ne seminavano le s i rnde nelle ritirate per ostacolare gli inseguimenti ai nemici 1· s p1·1·in,lmfmt<~ alla cava,Jleriai); tredici schioppi; diciotto bòmli:1.1·del le~ di forro e di b1·011zo; una bombarda, (( cum cauda· l1111g-a » doè con quella appendice p,~r ma,u<>~r~t· che è chiamata d ufofo _; diéei bomlmrde di ramfl e di ferro; tluemil:1 palle di foÌ'I'o 1n.ll.1·a. dirnostra.zionc~ - - a contrasto con l'opinione già à,è.c enn~ta, di ak1111i sèrittol"i - che, mo] to pr-imn, rlel tempo di (farlo VIII, 1'111·0110 co11osciutc in Ttalia ed usate le rmHe di ferro); mille pfol 1·e tln. hom ba1•cfa, t.1·n. g-ros1,m e piccole. jfolth,sh111 ul!r-1 tlocnmc11ti, tutti tratti d ..dFA1·clli.vi o comn11.1,le di Uom o~- f11r0110 pnbhlica,ti òa,ll'Augelucci.; e vi sono 111>111innhi n.rmi· e munizioni dtl tempo. T1' n, g·li a,ltri sono note· roli J' a tto c1'inc~tnto 27 dicc.m bre 1428 per fa ,costruzione di 1500 11id1·e da bomba,1·clc del peso Ili ti a l::l liulJl'e sottili cli Como ( = Kg. 0,316G) e cli n,ltn~ 150 pietre ~la libbl'c 7G a 100; a.leùne ~crittc cli a,ppailto dei lavori e delle :Ì·jpara:doni da farl'li al cas (ello delJa 'l'orre rotowla cli Corno dal 142G nl 1435, diligpntcrnentc e dottamente commentate clnll' Autore e quindi · pre½i.oi-e per ln storia, delle fortifica,zioni ; u1m leLLern del 17 ottobre 14:l7 dd podm,t:1 di Lecco al capitano e al ref'c1·encfario cli Cor~o, rehdiv.:L a due mLvi scomponibili in pc;,,:.d, ed altl'e rigmtrdanti bomb:udelle cli fer·1·0 come da riparo, polvere~ e pali di feno, ra,ct olta. di salnitro, hornharèl<~ !Jrorizine e di ferro, pietre da bombarde del ca.LiJJro di 400 Jibure, maestri fablwicatori di ga,tti ecc .. Conci udendo, le armi cl:1 fnoco lombal'cle, che nella, prima 111ct,ì del ser,olo XTV sono di piccolo calibro e tali da. amla,r eompresci fra, le armi manesche o portatili di gmssolana e poco si.cura costruzione e quindi di difficile maneggio, evolvono in pochi decenni, durante i quali si opera un gradua,le pa,ssaggio ad altr(~ hocrhe da, fuoco cli ma.g,gior potenza. La, fabbricazione delle artiglierie, dopo le prove delle prime -

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1400 -1500

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MACl:LIKA'l'ORIDS

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LOMBARDI

ilor11 l>aL·ùe il cui uso comincia a essere documentato in Lomlm,1·dfa 11cl 1360, andò man mano perfezionandosi ed estcndendm,i. Numerose ne furono le specie, diverse fra loro nel calibro , rni Ua lunghezza e nelle forme interne ed esterne. Ogni bom-

ebbe un nome particolare. Artefici provetti cominciarono Hpecializza,rsi nella costruzione delle armi, di cui furono dotali tutti i castelli e i luoghi fortificati dello Stato visconteo. Oon l'ultimo DnctL, Filippo :M aria, l'organizzazione del servizio d'artiglieria aveva, assunto larghe proporzioni. Nè mancarono in Lombardia, nell'epoca viscontea, uomini studiosi e <lotti che si dedicarono ali 'arte deJJ 'ingegne1·e e che furo110 chiamati m,a()hùiatores. Tra questi, merit,Lno pa,rticolare menzione come lombardi e come ingegneri: Guido da Vigevano (1270-1355) e La.mpo Rirago (1400-1459); di ql1est'ultimo, che fu unclle notevole scrittore di cose militari, si pa,rlerà più a,mpiamente nell'll,pposito paragrafo, mentre in altra parte delropera si fa1·ù, cmmo delle r;;tnpemfo fabbriche d 'armi lombar<lc, e in pHrticolar moòo delle b1~esciane. !1:i.r<la

H

Con la pr·oc:la,rru1ziu11c della Repubblica, Ambrosiana si può dfrc che n,hhia inizio il periodo più interessante per la, storia delle armi da, fnoco in Lombardia,. I documenti i:iincroni, editi €d inediti, le na,rra,zioui elci cronisti co11tcmporanei e le pubblicazioni. di valenti scrittori moderni permettono di delineare un quadro abbastanza preciso dei progressi che Je artiglierie lombarde fecero durante la dominazione ia;forzesca,, ivi compreso il periodo della Repubblica Ambrosiana, che in fatto d'armi e d'armati dipese completamente da Francesco Sforza. Una rnpidissima rassegna dei più importanti fatti d'arme sostenuti da i Lombardi 11el perioc'lo suindicato permette <li va,lutare qua,nto sia.no stati_grandi i progressi. predett.i, sopratutt.o dail punto di vista della p<,>tenza offensiva delle armi, per effotto, non solo dei perfezionamenti tecnici introdotti nella, loro costruzione, ·ma anche della · maggiore abilità acquistata dai serventi di esse; e giova, inoltre, a, poT're fo evidenza specialmente la efficacia loro contro le fortificazioni del tempo, . le quali, per tutto il secolo XV e parte del XVI, continuano a riprodurre molte

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lfig. 40 • Francesco Sforza. Miniatura rli frate Antonio da Monza. Man!)serit to della ::-ror,1iadc (Pnrigi, Bibli otel'a Nn:,;ionale).

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J.B .-\RT1~1,11mm D1 l•' . SFOHZA .\ l'l:\L'.EJ\Z,\

d i i.: po:-i :d oni L1·a dizionali sebbe11c_J' ~1U1Uc11ta ta, votenza dei rnezzi <li 111 I :1tTo I<~ aubia quasi ridotte a vaue difesi~.

frn 11cesco Sfor:,;a ; il più astuto e fortunato condottier·o del Visconti, sì aspil'a zioni. 11 ~«l\'t·i-no della Repnl)blica, eretta sotto il santo segno del ;_:T:111tlp Anrbrogio, a.ffida.ndo a, lui, ·eh e 11011 cinondava di mi:- lr·r·o le proprie amhizioJJi, il coum11clo geucrale :delle genti mi1:irlt':-i, :,:;eg11 a col i;iuo primo att o la, pi-opria, ~entenza, di morte. Il Duca. Pilippo Mar-fa a veva, cessato cli vivere il rn agosto I 147 ; ma già fin tla] 12 lugfio ])l'ecedcn te ·- come si legge n el O hroninon 11ri.rninenso JHtssa,vrwo « per Arimi no le bom h:trdc ,1 ..1 corif c li'ra.nceRco che ve11iva110 da P esaro>>.« Coudu ssonle ci11q11a11UL paia, cli buoi lWl' 1illo fuori della poi·tn. di R. Ginlh1110; e lì (• r·a la homhanln. chiama,h1 l ~a. ()onle::;srr. e nna ln·m1zina, Ja, qna,l e .1111lava in Lombarclia )). Qll<'Rt<~ s ue an11i potc11ti, forse. non .fn rorn.> r uHi11m ,folle <·a11s<i c he spi)l~ero i Milm1 eRi ad offrirgli iJ coma ml.o d elle loro ~euti nell a 1otttL co nh•o V(~nc,1,in,, che~ ~'ern, moALra.ta più b1·aniosn, cli rapil'c la lihel'tà aJla, neona.la, Hepuhhlica,, che di m a n · tenere hL pr·opl'ia,. L 'ctsscdio cli l'iaccn,1,n., des~1·i tto da l Oag11ola,, pone in rilie vo 1'efficada dcll 'aziorn~ svoltavi dalle a rti glierie dcJlo Sforza., prima nello smantellamento <folle fo1·tificH,zioni, poi durante l'assa li.o decisivo: la. tecnica dei tiri dest a la. più viva am m ira.,1,ione. Dopo trenta giorni di continuo bombardamento ---;- in una 110Ue f'ur·ono t.irnti !-l<~Rsa.nta co lpi di bombar-ila. - vista :finalmente a perta una stretta b1·ecchL nelle formidabili mura, Prance Rco Sforza r acl nna i suoi capita,11i ed ordina, che l'attacco avve11g-a il gio1·no seguente (lG dicembre 1447). A1•ò e l:1 mischfa in vari pmi ti. Acl 1111 dato momento i mfliti cfollo SforztL tenta.no di en tral'e nella città avvalendosi di un ponte che Ta,ddeo Scotti , uno dei difensori, aveva costruito il giol'no precedente e cbe non a veva fatto rompere non a.vendo pre wòn to l'improvviso atta.eco. 'l'aadeo comaucla a Giorgio Schia:vo, fort.issi1110 <:onestabile dei fanti piacen tini, di impedire a, qnahmque costo che gli Sforzeschi pasi;:ino. E Giol'gio r espingf~va,lorofiai.:t·«·olo XV, :Lll'annuncio dellw mol'te dell ' ultimo an it·ina r a,pidame11te a :M ilan o, ce11Lro delle , sne

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1400 - HOO

mente gli Sforzeschi, che già erano sui. ripari. Ma Francesco Sforza comanda u,l bomb11irdiere Antonio da 'l'orino « che adrici la bombarda a quello angulo dove era fermo dicto ponte et èrali el dicto Giorgio et fa che i suoi a,lquanto si abbassino. Antonio ti·ae la bombarda e fa paJotoht alquanto rasentò li pena.echi de' nostri, ma non fece nmle ad alcuno, et gionse a lo angulo de fa torre e la buttò per terr~~ et il corpo del misera.bile Giorgio portò per àiera con alcuni altri)). Al colpo maestro, Gerardo Dandolo, provveditore veneziano i11 Piacenza, fa. rispondere con altro colpo di bombarda ugualmente maestro. Questa volta il bersaglìo, preso in pieno, è il gruppo formato da Francesco Sforza e dal suo cavallo. Il profottile colpisce, però, soltH1,nto il cavallo e per miracolo lascia illeso il cavaliere che si rialza sùbito, con la gamba destra tutta imbrattata df\l sa,n gue della besti.a, e, inforc.'1,to un altro cavallo, si dù a rianima,re i. suoi. Cont-egnita la viUorh~, lo Sfor:m tla, l'iacenz:1 passa a Cr<~moJJa. lvi, ,Jnl>itando (lell'armata vene;,;iana che danneggia le terre al <li là del J>o verso il Parmigiano cd il Piacentino, e 11011 potendovi provveùere altrhncnti, fortifica il ponro « con legname e hasLie et le fol'nisce df\ hom barde e a,ltre a1·tiglierie >>. Sventate poi le miwchina,zioni di Francesco e di J acopo .P ie· cinino per una, pace tra Venezia e Milano, che sarebbe stata un durissimo colpo ai suoi progetti, lo Sforza, nel maggio di quell'anno (1448)), entra con• l'esf\rcito nella Ghiara d'Adda, e iu dieci giorni p1·enùe Mozzù,nica, Vallate e 'l'reviglio ; iudi a:--sale fa rocca di Oassauo e, con ]e bombarde, costringe i difensori a capitolare. Pofito in fine j] campo a Casalmaggfore, dove la flotta veneziam,1,, comandata da, Andrea. Qnirini, s'era ritin1,ta nello stretto posto tra, la sponda sinistra del Po e l'isoletta del Mezzaro, pianta, le sue bombarde e tira sulle navi della l'iva sinistra fino a quando Biagio · Assereto, il celebre vincitore di Ponza, con le ga,lee milanesi più· leggierc viene a svoltar l'isoletta del :Mczzaro e, occnpando la bocca inferiore dello stretto, imbottiglia senz'altro la flotta del Quirini. QuesLi è per·tanto costretto a dar fuoco alle sue navi : trentadue galeoni, due galeazze, due galee sottili e ventiquattro altri legni - eccetto quattro galeoni che furono presi dai nemici -

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BOCCUB DA J!'UOCO A CAR A\ .AGGIO E A M l!JLl!:HNA NO

a11dn,ro110 dist1·utti e con le navi tutta l 'artiglieria che vi era 1110111.ata, e che era sta ta fatta « con grandissima spesa de Vc11ida ui ». Dopo questa. strepitosa vittoria, il conte Francesco Sforza por ta, le sue armi contro Car a vaggio e cinge il borgo di trincee, di torri e di bomba rde. Il ca.stello di Caravaggio era allora fortissimo. Lo difen<levu.uo i valorosi condottieri Matteo d a Uapua, Gaspare Jfal vczz.i e Diolisalvi Lupi da, Bergamo, con settecento cavalli e ottocento fanti. Dopo trentacinque giorni di assedio, completati i ùtvol'i di trinceramento e fortificazione del proprio ci1mpo, lo Sforza pianta aH1·e quattro bombarde e comincia, a sma,ntellare le m11l'a., mentre~ fa sca,vare un ca mmin amento sotterraneo per cmtrn1·e nel fossato d<il castello. Le bombarde in pochi giorni rov.i11a,no il mm·o <folla fortezza: i calcinacci riempiono il fosstLto, sì clrn semh1·a vi si possa, facilmente passare. 'futtavi1:1, lo Sfo1·za, ·non sa cler.idel'si per l 'aita,cco, Ropratutto per lo, vicirnwza dell'cserdto vene;,;ia,no ullor·a sotto il comando del capi· tau ge11cr;ile Michclet.to Attcnclolo, aJie c ui cli pendenze era 110 i famosi condoltieri Gentile dP-lla Leon essa, Lodovico Gonzn.ga, Bartolomeo Coll eoni, Roberto di "Monta lboddo, 1.'iberto Bra.n· dolini, Cesare ·Martinen go, G uido Rangoui, Carlo Portebracci, Giacomo Cnfalano e Cri~toforo da TolenLino, tutti capitani dcg11i cli r ispetto a,nr.he da. pa1·te di un condottiero va,loroso come lo Sforza. La da,ta <lcll'attncco è pertanto ancora incerta ; ma il dife11sore del ca.st.cl1o, Mu.t(,co d a Capua, vedendosi in estre· mo pericolo, rompe gli indugi e decide di ca,pitolarc. Ciò 8pingc\ in11nediatut11cnte Fesercilo v1~nezi1L110 a d a ttaccu1·c lo Sforza, nonoskù1te il pare1·e contrario del Colleoni, « che conosceva le coud .izfoni delFei,:cr cito nemico meglio di tutti)) (Helotti : J_,a Fita, (l,i B(11rlulonwo Oolleoni) . .

La battaglia di Can.vrnggio (5 scttP.mbre .1448) fu lunga · men te descritta dagli storid; qui haRta, osse1·vare che, nonostante l '11so delle bombn r de Jargamente fatto cl.al Colleoni, do po lungo com hN t timento, l 'esercito venM,iano fn sopraffa tto , n.rrerdiiato e fatto prigioniero . Alla ba,ttaglia, di Ci1ravaggio seguì l'avanza.fa rapida del -

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ùoo - 1500 l'e:-:ercito dello Sfor7,a in tutto il piano <lel Bre8ciano e del Bergarnn8CO che fu occupato, eccetto la. 1·iva, brescia.n a del Garda. Concluso poi a Rivoltella. (18 ottobre l44S) quel ti·attato di pace . co11 Veuezia, med ia1 tle il q nale Fraucese.o Sforza, gettQ la mascher~1 e assu11 se l 'atteggiamento del luJJO dell a. favola. nei riguardi della Rcptibblk:1, di S. Amhrogio, il celebre condottiero si rivolse a i\feleg11a,no, c he il tradimen Lo di Jacopo e di Fraucesco J>icciniuo ::weva consegnato ai :M:iln.nesi. :'lfilano n.veva deciRo vi1·ilmeut1: di 1·csist.1~1·1~.; · l>p v111HJne si fablwieav:wo armi. 11 eomrnc1·cio di eRse et..L ·;.Lttivi;;simo e soprat utto etano riehieste n,rmi nuove, .cioè · gli :i,;chioppetti, le i;;pin ga,r de e le cerbottan e. Tra, l'n.lt.ro, il governo dc.lla. Ilepubbli<:n., il 10 febbr:do J4.49, pubblicò 1m;.1, gl'itla, per la qua.l e « consiclc1·,u1do che le ce1·hottn,ne <Wrtno le più off<·nsivc ed ora 11011 appa,riuano jn sì gnm cophL ». si oNli nav,L a, 1'11iu11 que 1m ave :--.<:(~ di portal'l e itt piau;n., l,ln (·iù llH C(lllP. 1:L voce <:be i Alila.ll(!i•d' a.mla11do Hl SOCCOl 'SO cli )felcg.na,110 i11 11umer·o di tl'm1ta111iJa , foi;;i,;e1·0 q11asi tutti m·mMi- cli . :sd1ioppeUo. :\l . ])l'imo assaHo, Frn,nceseo Hfor7.n avcv:1, Rtì hito avuto la t<m·n , 1na ln rocea, ben munita. e cinta. di uno ne mura, con l'orri ·w fosse p1·oforHfo, 1·iempit<~ il'acqua, deriva.t,L ùa.1 Lambro,

n.vc,,;1; I"esii-;t.ito vaUdtLID<~nte. 'f<Jgli n,llora aveva piantato conti·o di c::;sn, le s ue formidabili ho1hba r cle e, ,WeJl(lo 1·oviiia,to due tcw ri : con l'illteqJOsta, rnurn.glfa, (cioè la r.01·lina,), aveva, ridotto ' la gnm·ni g·ione (Jna.si agli estremi nello SJHt7.i O tli 1-(~i gior1d. 11 i'nste llano <'ra •1ni11Cli sceso a patti e avc\',L 1n·orne:sso di r endere l a. rocca n<~l ca.so che entro tre giorni 11011 aveRse l'icevuti ·SOC· <·lm,i dal gover.n o della Repubhlica. E poicl1è, nonosta11te tutti i p1·eparfttivi e le a st uzie clel Piccinii10, i soccorsi non giurisero Bel tempo sta.bi.lito, il castell:tno fa c:edetLe allo 8foì·zrt," secondo i patti. L'Angelucci sostiene che gli Rchioppe ttie1·i deJJ'esercito mi· 1unese 110n potessero essere 20000 r.ome riferì lo storico Simo11t·tta llella Vita di l"raJ1 cr,sco 8/or::::(t, e rHieuc! che :,Ll massimo potessero 1·agginngere il nmnero cli 2000. )fa,, a,nclie ridotti a 2000, questi schioppetti ncll 'escrcito mila1H~se - dichia.l'a l' Ang-e-

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- « provano un tale pr ogTesso n ell' uso delle a1·mi da, fuoeo

41:i 01101·._11·e ~LHameute non mia città,, ma una nazi011e )> •

I•'m·vendo la guerra p er la conquista, del Ducato da parte cl i l•'r:a.n cesco S forza, questi tolse dal castello di l'iwia, che era

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1111 0 ùei prin cipf1li depositi di og11i. sorta di strumenti, arnesi e 111111ti7,ioui da g uerra,, tutte l e più grosse arLiglierie che vi si 1.nwava.no al tempo di Filippo ,Maria. Tra, le alt.r,~ vi erano « la, /,iona P erlina et un'altra, simile a la F'erlina ». Questa seconda ho111 ba,rda, come tlimostrò il lleltra.mi, ertL la B fasona. E11t1·a mbe laudavan o proietti di piet1·a Ò.i1 t r eceuto lihhre ecl cra,no statP fu~e «In I eelcb1•e nrncstro bomb:1rdie1·e pi<m10ntei:;(~ F cl'lino D c Marqnis da Chieri, di eni giù, s'<~ parlato nel pn,l'n.gr·u.fo cl(~dicn,to a.Uc :ntig'li<~1·fo piemontesi di questo Recolo. Il Fel'lino, passtLto al seni¼ÌO di Filippo l\fa,ri:L Vi sconti, negli ultimi quattro a1111i del dominjo cli questi, fuse va l'ie hombarcle, a lle qua.li fu d i.~to il 11 0 111,~ ger1c1 :ico cli l•'•~rli1w. P e1· le tll1c più g-1·osse, n.l uomc g,~nerieo furon o assocfat i nomi sped a,li clerivati d:1.gli emhl(~mi e tfallc 1·affi.g m·a,iim1i., d i cui crnno sta.te a bbellite : la « Bis~ona )> prohnhibncnte 1·ec·.a va la, hisefa visco1d<.'a. Con ]' n.vve11io cli Fra,ru:cseo Sforza al Ducato, il Ferlìno fu senza, ind ugìo ass unto ni serviii rfol 11uovo p1·incipe . U n ordine duca.le ilel dicembre 1450, p nhhlicato dal Dclt r:Hni, mostra c he fu sù hHo in via,t o p1·csso Ga,uricle da Cernusco, ufficia.le alle rnnnizioni. aflinch è entrambj 1·iforisscro sulle va,rie occorrenze relative a lle al'mi e alle mnnizioni clell'ese1·cito ducale. Lo stesso Autore precitato puhhlka Je r>roposte fatt e da maestl'o Ji'erlino e da Gaudclc <ln, Oerm1 s,·o. 'r1·..1, le altre, notevoli quella cir·c-n U rieupero <.li a,1<:une cerbottan e piccole e-on piombo a, snf· :fi.cienza, pc1· le pa.Uottole relative ; quella che fosRero fabhrkate alcune bombarde per la. n ecessaria dotn¼ionc di alcune foripr.7,<•: e fìna,lrnen tc quella con cui raccomandavano di mett ere in ordine le bomha r de pi1ì grosse . Giustamente il Reltrami osi:;erva a tal proposito che « lo Sforza 11011 dovette t ardare a provvedervi, facendo a,llestire una, bombarda, p iù grossa, deJla portata, di 400 libbre, la quale nel 1452 cr:1 già pronta, e veniva spedita, a. Cr emona: le venn e (fato il nome di Oorm1.ci e il s uo fon d itore è ricorda to in u na Jetteru del 1472 di Ba,r tolomeo Gadio a -

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14-00 - 1500

Galeazzo Maria Sfona col nome di« magistro Antonio». Questi, secondo lo stesso Beltrami, pot rebbe essere quel maestro Antonio da .b'iorenza, detto l'Avernlino, giunto a Milano nel 1450 per po1·si al servizio di Franceseo Sforza : lo stesso che scrisl'.m un t1·attato di architettura, tessuto sìngolal·mente in onore del valentissimo condottiero. Con le armi trovate a P a,via, Francesco Sforza, condusse la lotta contro Milano, mirando decisamente ad impadronirsi del dominio della cittù. Prese quindi Abbiategrasso, ruppe gli a rgini d<~l Tici rio pe1• togliere l'acqua alla metropoli lomba,rda e, dopo ù'essersi irnpa,drouito di Vigevu.no, di Nova,ra e di Alessanàrin,, si portò u. Busto Arsfaio, per string·ere sempre più fortemente il blocco intorno a Mi]a,no: e il 26 maggio J450 prenà eva possesso de] Ducato. N ei pl'i111i anni del dominio dello Sforza, P v1·edi;;amenle 1lella, gnen:1. <:011 tro Vene¼ia scoppia.La. lH~Ha primave1·a d<~l 14:.t, fu deg·na di rilievo l'opera. ai Pint.l·o da Hreggia a,~tto il l::lrr.ggi110, valeute ing;egHerr. civile e milila.1·,i r.omasc;o. Veniv~L - per nsm·e 1m'ci-1pi-e::;;sdone di gc1·go moèle1:uo - ,1alla gavctL.:L. Dngli nrniliNi,,imi mcstfori del mm·ntore P. flel fofog;11a111c, i'!P.ppe i:;a]i1·e in bella r<~Jrnfazìonfl : Hel 14fi2 c1·a gi,ì, i11 gegne1·c thu:alc con ]o i'! tipe 11d io mensile di qnindici h01·ini <li <'nrnen,,. !11 11mnnrevoli so110 i h1vo1·i che gli furono affidati . ~el l 'aprile del 14.-52 si. riaccese fa gnel'l'a fra il 1hwato l\ h,, H,~pu bblica di Venezia. · Dopo il fallimento di un tent,Ltivo co11tro il po11fo ili barclrn dei Ve11c¼Ì.LJIÌ p1.·csso Ccneto, Fra ncei;;r.o Sforza a,Jlidò l 'a.nlna impresa, :11 celehre Ooìleoni, ciie allora, dopo l 'ag·gre:-isione subita a Tsola, clella Sca,la per 01•èljne del Governo di Venezia,, e1·a. alle sue dipenden~e. Il Oolleoni dovette adop,~rar·e le al'tigJierfo, colle quali a ppunto ebbe ragi one dei difens01·i di <luc ba stie, c he f urono sanguin osamente espugnal e, mentre ]a terza. si anese. Seguì la famosa sfida di -Mon ti.chhl,ri, indi la spedizione nel Monferrato, capitanata dallo stesso Oolleoni (gennaio 1453). Con la buona stagione del 1453 la guel'rn riprese e si al htrgò . Lo Sforza divise l'esercito in r.inque corpi, e li as::;;egnò al comando di cinque genern.li, che fnl'ono egli stesso per il p rimo, -

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Ul 1111;\l llAlmC: DI ~·. SFOHZA ALLA CO~QU!S'.CA DI GENOVA

li 11ml'd1c:,;e <.li ,Mantova per il secondo, Bartolomeo Collconi per Il lf'r;r.o, 'l'iberto BrandoliJii per il quarto e Renato d'Angiò per Il q11i11to ; e conqufr,tò Dassa,no, Manerbio e Pontevico,_, contro cui l11q1it•g-c'> tre grosse bombarde (« trinas in ri,qyerem va,ll1.1,mq·ue l11111d10J'(la,s Ferl-ini clispo-nit >>, scrive il Simonetta), che doveva,110

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.. :-:-.. 1·e fa Corona_, la JAona e la Bissona, precedentemente ric·o1·da,tc. I >opo la pace segnata a Lodi il 9 apl'ile 1454, segui in Lomhar·dia un lungo periodo di pace, durante il quale lo ,S forza ·ricwg',1,nizzò il suo esercito. L\1,rma,ta, duca.le era formata, - come dt·l 1·<\Hto anche in aHri Stati - <li due elementi: quello siabiie t· lw ser·viva alla difesa dei confini é a presidiare le numerose 1'01·te,r,ze dello Stato, e quello costituito dalle compagnie di veni 111':1, assoldate di volta in volta. secondo i bisogni. Ual rendiconto del ducato di iMila,no per l'a,nno 1463 pubi.Il it·ato da. Murco Formentini (Memorùi, wnl rend'ioontn del dur·u,/o r.U Milano per l'a-n.no 1463), 1•iRnll:ri, che i predetti due ele111 e11ti dell'a,ruiata, ducale el'a,no chia,mati l'uno Arrnafa, Ducale di T,oml,ardia,, l':-1,ltl'O A1•nrn,ta di Campo. I 11 ( oL,1,l C: fo cluc ,wmate, i11 r.ui ent, <liviso t ntto l'ese1·cito i-;fotzcsco, compr·endevn.no : a4 c011d0Uiel·i , 10 conestabili, 522 cu,pisqnndra, 10065 ca.v1111i, 7:_1 famigli e 40:m f,ra, Zwrn7>a,rdfori, spin-

9ardieri, balestrieri e !WhfoppcU·i er-i . Tnta.nto F 1,anc,~sco Sforza aveva. co11 i-egulto uno dei s11oi scopi più ambiti : la signoria. di Genova,, cedutagli da J,uigi XL Cor mùo da, Fogliano nel febbraio 1464 e11trò con le tl'uppe ducali in Sa,yona; a ·Gcnov:1, fu i11Yinto (:laspare Vhnc1·catl. Il l>uca, sperava n ell 'appoggio dei notabili della città; ma, Bartolomea,, vedova, dì l'ictl'O Fregoso , già doge di Genova,, rinchiusasi r.on le truppe genovesi nella rocca di Castelletto, contr·ast ò l 'en trata dell<'. truppe sforzesche. Il Vimercati allora, dovendo pur 1)enetr~1r e in Genova,, richiei,e al Duca altre forze. Queste gli furono sùhito inviate da SavomL, al comando di Donato del Conte, chi amato nei d.ocumeuti Donato ae Mibno. Ma per l'espugnazione del Castelletto, formidahile fortezza che dominava la città, occorreva l'intervento di potenti artiglie1·ie. Francesco Sforza, che cli questa sua -

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1400 -1500

ultima impresa, militare fece quasi una questione di prestigio personafo, immediatamente (17 aprile) ordinò che due valenti ingegneri, architetti m.ilita.ri e bombardieri, Serafino Gavazzi cla Lodi. e Da,nese Maineri, conduressero ::i, Genova le tre più grandi bombarde d.el Ducato. Il compianto Luca, Beltrami pub blicò nell'annata XIV ùell ' An:h-ivio f:Horino Lombardo un interessante studio T,e ùom,barde m-ilane~-i a Genova nel 1464, di cui rilevia,mo qui le informazioni ed i pnrticolal'i per 11oi più notevoli.

Fig. 41 - llomh:irda nd a nima cor~a del secolo XV. Fu 1lona.ta alla citfa di Osln10 da Niccolò Pkl'inino, n el 1446. Consta di due r)eir.ir.i cli feno r.ol:-ito, del peso r~1,1 1p!cssi vo cli chiln~rammi '1490, e lnnciava palle di µlctm di l,g. mo.

Da,nese Maineri, ul pari degli. altri architetti mili tari ducali del tempo, lavorò 1w po' dappertutto. dovr, fossero fortezze cla, costruire, rifare o riattare. Era aneh~ valentissimo bomuardie1·e, eome quel Serafo10 U-avazzi che lo a,ccompagnò a Genova . Nel 1460, il Ma.inerì luvorava a lla rocca, di Pavia ; nel 1464, insieme con sno fra,tello Donato e col predetto Serafino Gavazzi, 1frimn, di essere ehìa.mato a Genova, cm·ava la costru zione della forfozza di S. Antoniuo e del Belvedere a, Piacenza; nelJo stesso a nuo, clopo l'espug-nazìone cli Castelletto, fn inca-224 -


LE BOMBAltDB DI l•'. SFO!:ZA A GJ!:1'0VA

l·i• ·:ilo •li riccrca,re nel DL1cato di Milano il salnitro necessal'io 1w1· l:1, polvere da, bombarde; più tardi, nel 1467, insieme con lo i-;f 1·sso 8crafino Gavazzi, con Maffeo ,da Como e Pietro Bascapè, 1·,n1d11:--se alcune bombarde da Novara a, Pavia, e gettò un. ponte i-11L Ticino a Sesto Calend<~; nel 14-71 era addetto ai favori di \ ' igeyano e Romanengo; nell'anno seguente era a lavorare 11Pll:L rocca di Novara e infine, nel 1473, a Villa,novr1 e nella 1·u1·c.::rL d'Imola. Infanto il Vimercati, con l'aiuto di. Dona,to da, Milano e di J l1l etto Fieschi, era p<~netrato in Genova, (19 aprile). A sua, rit·lt iesla., giungeva,no colài, invia,t.i fln,l Duca con la massima solJ1_.,·it11dine, Ambrogio Haseap<\ ingegne.i·c ducale e maestro d.:1, ln·keole, di cui il Virnerca,ti aveva segnalato il bisogno, e :300 l:iL·hioppcttieri, al cournmlo di Giov. Pietro Cag'N ola, l'autore della, 8torfo rli 111il<tno dal lo:23 nl 14!)7. Pochi gioi·ni dopo fu1·,rno inviate a, Genova, anche n,l trn trupµ_e , al coma;ndo del celebre r,onclottforp I'ietl'o <.icl Bcrgamino. Più diftidle e hrngo fn l 'invio <lolle tre g;rumli bombn,r de, b <..,'orona e °Il1 .T,ionu che c~rano H PavhL e hL Bissona, che e1·t1,

n Milano. « Questi tre pezzi >J - scl'ivc il 11e1trami nell'aureo optl· 1-;;eolo intHola:lo Lu (J<ilcaz.ze8ca VUtoriosa,, in cui rh1ssunse e modificò in parte ciò che av(~va ~(·.ritto, nel 1887, nel citato articolo per l 'A.rcldvfo 8torico Lo1nba1nlu ·- « erano del tipo della ho111lmrda scomponibile in due parti: la, maggiore i::ostituiva, ln ,:mrna propriamente ddta e isi chin-mavii trombu, l'altra era ]a, t·oda. : i due pezzi si conginngeva:n o n vit(~ J>. T,.1 scomposizione in d1rn pezzi, come giù, si è accennato, nv,~va, il precipuo scopo di rendere più facile il t1·asporto delle grosse bombarde. Infatti, secondo i documenti pnhbliea,ti <.fai marchese Carlo Ermes Vii,:conti. p(~r il solo trasporto della trom7m_, òell:i, r:odn, dPgli a,ttrezzi e adJe munizioni ùelln Corowi occorrevano 33 carri e 78 paia di buoi, mentre per 1a, Liona e la Bi.;;sonn occ01·1~vm10 56 car1·i e 13(; paia, di buoi : · complesi,;ivanH~ntP bisognava disporre di H!) ci11-ri è 428 buoi come ;re<lre)no, spei::i:fica,t~mente, più av·a.n ti. 11 c011voglio, affidafo ai dnc ingcg1iel'i Ga.ya,;,;zi · e Maincr'i, ,1,er la via d(~Ì Giovi va,lkò l'Appmrnino e giu:nse a ·Genova, im-

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1400 -1500

piegando nel viaggio dodici giorni, sebbene il Duca, con ordine d e] 28 aprile, avesse scritto a tutti i comuni posti lungo il percorso di aiutare con uomini, con buoi e cmi ogni a,Itra cosa necessaria (come, ad ese1~pio, nelle opere di spianamento delle strade). L,~ · bombarde giunsero così a Genova verso la. metà di mag. gio: sulJito dopo comincia,r ono i la,yoJ'i di montaggio t:mto dei tre colossi quanto della ffan Oiorr1ino, e della, Oolia,J ehe già si trovavano nella città. A Lùccoli furono pinntn1c : la Corona (Pietrn clel Uergarnino, comandante; Dmwsn M:n,ineri, bombardiere) e la L iona (H condottiero Casa,nmtta., comandante; Maffeo da, Uomo, homba,rùierc). A San Nieoloso : la, Risrwna (.Pncino 'l'a.rtaglfa, comanda11te; Giova,111 11 <ln Rn,nVAmhrogio, bomlJanliere) e la Gforgina (Giov. Pietro Cagnola, comandante; Hi½zal'do, ma.estro tedesco, bombardiere). A Fo.nta1w, Marosa: la Golfo, (Bet(ino <FAhnmuw, com1u11Iu,ul.<;; wam;Lro R.iecianlo, Lo1·gog111111u,

l1omba.1·diere). Pe1· ordin e del Duca - che.ave>va seritto nl Viurn1:cati : cc CoHfii,forato che fac,mdofii trn.rn in uno solo tempo Lu Le diete bombarùe et bricola et mi1ngttno >> ( donde si ricava, che a,ncora, erano usate, insieme con le mastodontiche homh:wde, I,~ 1:tnticho macchine nevroba,listiche) cc farìnno un graJ1de fnu.: asso e t da1·ùno grande invaghimento ad quilli de C11stelleto, volemo che tn ol'dini ehc diete bo111ba1·iile non tl'aghino fin n tanto che tnt,~ non siano in puncto >> - l ':1.t.tacco fn inizia,to soltanto nel pomeriggio ùeI 28 maggio. A ll'indom:mi Donato dn, Milano, che lo nveva diretto, inviò al Dnca un dettagliato rapporto della giornn,ta. Questo rapporto e una, lettera, di Alei;;samlro da Foligno al Dnca furono pubblicati dal Beltrami nel citato suo lavoro; i dne documf'nti contengono (specialnientc il primo) particolari tecnici così importa.nti circa, l'impiego delle hombar·de e il risultato che· se ne otknne, che non possiamo a meno di riasimmerli. · Nella sua relazione, T>onato da M.ila110 comincia dalla bomharda, più potente, cioè dalla :Corona, che aveva un calibro dì ' .circa ·45 cm.. e lanciava ,profottili da 400 libbre. Col primo colpo Danese Maiucri squarciò, la. tr;n•1·c detta dei Francesci , opera 1

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PAR'l'ICOLARI n'Il\Il'IWGO

m·a11z,Ll'.L di 1·eccnte costruzione (C nel che quelli del Castelletto li avevano grande· speranza)). Secondo lo stesso Donato, quel lo1·r-io11e era basso e fuor·i del Castelletto « in uno <le li cantoni d<·I barùaca,ne ». Il proiettile « la pass6 a] fondo da l'un canto :tll' altro e sta in modo che 1.re o qua,ttro tratti soli ( che) daghi drn1tro, tutto esso torrione venerà, per terra)). Gli altri colpi I.i t·,1,ti dn, Danese presero di mira il mlll'o castellano, al msotto dPi rner)i circa, due braccia. ~ ciò con due scopi: per eliminare Je çlifese che i Ucnovesi vi tenevano e per ridurre al silenzio ima loro briccolll, che cc aveva. facto gra nde fracasso pnr la città)>, tanto che Donato era stato p1'egato insistent,~mente <lai cittadini di cerciLre di eJimina1·la. E Danese, con un colpo mir a bile, aveva « dato .dentro uno tratto >) e l'aveva resa comp!P-tameute iJ1servibile. Quanto n,lla, IAona , il calibro della quale, come qnello della l?i8.rwna,, era di drca 32 cm. , il primo colpo tli essa, tirat o da l\,faffeo da, Como, « <lede in L1i1·1·:1,; li altri successivi trati p1·e11 dctc snl tMrione de li Franzosi )), distruggeJJdo le << defc:-:c: et; òattaglfor$:l >>. Hul>ilo tlopo fn iuizht,lo l'att:w(~O al la l.one cast<~lfa11a d1 e el'a liL pii) fol't~ e~ conteneva, le munizioni, mentre le alt1•e due bom bn.r<le, la l?issona e la. Sa,n Giorgina, piautatc da l la parte 01,posfo., apriva110 n11a. breccia, nel muro castellano, gl'osso do<lici piedi, e le più piccole mfrava,no a dist1·uggere le merla,tnre. Anche le Rpingar<le spiegarono una, intensa ed efficace azione a Rt1Rsidio di ciasenna bombarda. Tra l 'altro, Donato riferii:ice che dne spingarde, pianlatc sul campanile di S. Sisto, 'c hiesa che si tl·ovava. in basso, verso il ma.re, molestaròno quelli del Castelletto che uscivano per provvedersi di viveri. Altre spingarde furono poste in posizione opportuna per respingere i <lifen~o1·i. del Castellett.o, nel caso che avessero tentato per diRperazio11e una sortita,. Dal r apporto di Donato e dalla lettera di Alessandro da Foligno , il quale dctìnì «meravigliosa» l'opel'a delle artig-lierie, risulta chiaramente non solo il piano dell'atta,cco, ché dal punto di vista, stl'ategico non fa mia grin7.a,, ma anche l'efficienza. i:1e11e armi da fuoco adoperate . . T brillanti risultati conseguiti in quella giorna,ta, 11011 eh-227-


1400 - 1500

bero tuttavia hL stessa effieada di 14-000 fiorini che il Vimercati trovò modo di offrire alla Castellana,. Br1rtolomea Fregoso, sia percbè stanca,, sia perchè orma,i avesse perduto la speranza òi ricever-e aiuti ditl cognato, accettò la solllma e cedette la formidabile fortezza. Pochi giorni dopo un ordine dello Sforza richiamava a PayfrL le tre bombarde e Giov. Pietro Cagnola era nominato castel1a.no della. rocca. Egli infatti co~i scrive nella smt storia pubblicata dal Cantù : << l•;t in <Jue~la fornm ," in quaranta dì, el Jlur·a Phhc rosi nobile forteci:4; e fu in veuenll, il primo cli de giugno: et io, che questo scrivo, fui a tale impresa e li durai qualche fatica ne 111. mia giovcnilc etate, et rest;ii c n-

stelano clc dieta fortecili; la quale governai fino alla morte di esso Duca, che fu a dì 8 mnrcio milequatroccntosesantasei ii.

Morto Francesco Rforza, !imo figlio Galeazzo Maria diede µ:rande impulso n,llA, ~ostrmdmie dcll(\ arti.g'licl'ic. '.r1•a 1'altro, il BelttèWti ha n mel'ito di rwer fatto conoscere le particolar·i c ure che il Dnca tfocli(~Ò f1lh1 fusio11e dell,1 più grossa bombardn <lell 'eserdto dnca.le. La fusione di questo pezzo, non 1•im.;cjtn, in un primo templ• al l,omlJardicl'c li'l'ancesco Roissi da M~1ntova, ve1u1 c affidata i n 1111 secoll(lo ten1po ul uuu~stro Giova.1111i da Uutbn,gnate, H qua.le, Yista 1a imperizia del co.llega, fuse il pc¼¼O più importante della, mastodontica. bombanla a sno l'ischio e pericolo (dicembre 1471). T bombardiel'i , in qnei:;to ' periodo, non ·solo dirigevano sui campi cli batta.glia o ]l(~p;li a,ssedi i eolpi delle loro macchine he11iche, nu1, si provvt~devimo a11ehe dei rnct.:tlli necessari alfa fmdone dei p<~zzi, fo.1:11rnva.110 .le .legl1e e gettavano bocche da fnoco ,. proiettili. · · · Giovanni da Garbagnate in poco più di due mesi. compì tntto il suo lavoro. Bccv come egli Ile scdsse al Duca di 1"fanton.1,, eon Jettpra datala da Pnvia , 1:i gingno 1472: << Aviso y. S. come ho git.nto ,rnn hornhnr<la fh~ peso dc libi·c XXVII mil:1 bellissima, àe lnnghèza de piedi cJuindcci et T)orta T)rede de libre DC t·t h :l nJ)rovata et facta expericntla dc essa e quale ho tratto cul1Ji tri. ·}lt Io primo gli mlsse libre LXV ed polvere et Javor,ii molto bene per lo primo; lo ~egnndo gli. misse libre LXXX de polvere et la tnitt.e (la tirai) fllcendo uno digno culpo, megliornudo per il primo; lo terw gli misse libre LXXXXVTII

-

22S-


l,A

(( G .IJ.J;JAJIZE8CA

J)

Ell .\l,THI•: BO.\IlL\lWE 8FOHZBSCHIC

c1,, poi l' C I'!·) et :l'e·cc uno <.lignissimo cui po, meglioraudo pur anchor:1 et molto l 11 11il:ihih\ qnantunqt1e da mi me steRsn non toeha. nd fir laudato; pur per 11 vi,s:irc llcl tuto lu V. S. non bo r10Rsnto ùire de nu1.nello. Et la qoale bom-

J,:n ·d:i fu nomina.1.a la Galea.za Vicloriosa

J),

Altri clementi tecnici rigrnud~Lnti la fusione della CJaleaz:::1:sca Vittorfo8a si leggono in alennc lettere di lfarLolomeo Gad io da Cremona,, uomo di fiducia cli (faRa Sforza, che, tra .le

:1.Itre~ innumerevoli cure, aveva andrn quella di provvedere agli :1 rn1amenti e alle munizionL

La, fusione e il gitto ful'Ono eseguiti in meno di venti ore,

« il che rnay nè vide, nè sentite dire, che~ in sì poco tempo se

,,.

r~-·

fondesse tm1ta qua,ntità de rnettalo )). Ltt quantità dP-1 metallo impiegato fu di circa K~. 8GOO . 11 peso del proiettile in piefr:,. , ~l'a, di liul.J1·c G40; 011de il lleltra.rni stabilì dH~ al calibro della Oalenzz·escu, col'l'ispo1dlouo i proiettili tli mm. :-i80 , trovn,tj 11el Castello Sfo1·:,,e1sr:o <li .\'lilallo, e< tc1111to conto die la caimn,, :tY<WH, un c..:alib1·0 alq1rn11to niaggfore dc•L dia-1nefro ,l,d JWoic•Uile, p1·ovvecfornlm:i n,l In 1lit'l'c1·e11,,;a, all 'at:Lo tlella, <:al'ica, con 1·il!mpirn<111to rli. hnl]H, di 1·iso od alLro H. Bullo scorcio del 1472 Gnfoazzo l\hH'ia, Sfor,1:1,, mmitl'e fo Ct!va, allcst.ii-e la Oalurtz:~<:8<.:ll t·\ mettere in orcline le bom ba.rde più groRi,;;e <fol ll<~pm,ito 1H Pavia, eiO(~ lil, Cm·ona, la Bissona, In, 8r,rzwnti·na e .la lJi11w110, formaNa mi piano cli g11erra contro \"e11ezia, con la qnnle il ~:-; ap1·ik 14US - nn,-.;pie? il Pontefiec ·avc~v:,L segnato 1mce << perpetua )) ( !) . :B'urono, pc1·tan1:o, rior~auizzati i vnri corpi dell'<~serdto, en1·ata l'A1·tig·liPri.a, (\ i] persomdc a(l l'SSa nddetto, a,ceresciut.o il nnnwro dei pezzi, oHre t,hc con h1. <Jalc,rz::xs1_:a, con quella bom barda Contessa che lancirwa pietre di più clic q na,t trocento Jihhr-e e che figurerà. ll<-'l 1482 a,ll'i mpreRa, di Colorno nel l,armigiallo, e fm:ono infi11c assunti nuovi bombardieri. 'fra questi, m1 Giacomo da Pa,rigi fu lll(~Rso alla prova ne] g·ia,rclino d1,il c<1,shillo di Milano, ove gli furono fatti tira-re tre colpi con la piccola bonll.nLrda chiama,ta « Uabrina, )). Si deve ,1,l marchese Carlo Ermes Visconti (Ordine dell'E1;erC'ito Du()afo Sj'orze.~co in Archivio Storico T,onilwrdo, a. III, 187G) ]a, pubblicazione, con dotte note, di venti documenti ehe dcsc1·ivo110 dettag]ia.tamentc• tutto il piano della, guerra cl1e Gn-229 -


1400 -1500

foazzo Maria si prometteva di dichiarare a V cnezia. I progetti bellicosi andarono a, mont<\ ma i documenti rimastici intorno a ·(Juei. pl'ogetti dànno nrnL descrizione minuta e precisa della costitn:r.ione di tutto l'esercito sforzei;;co in pieno asscUo di guena, e, quel che più conta ai nostri fini, elementi sicuri. circa, l'org~Luizza,r,ionc di tutto il snvizio d'arUglicria. Interessante per noi è il documento III, in cfata 11 dicembre 1472. :Esso indica : ,, ... la provixionc cle le ro~e (diP.) bisognano ad uno rarregio per <:onllure in campo quatro bornb:inle gn,;;se, rluc ferline, due rumandle (specie di bombarda cli calibro e ùi ptiAo minorE! d'assai della l!'erlim1, rwlkhè per t ra.sportan1e una b:1st,1vfluo eliPd coppie cli buoi) e otto spingnnle 1>. P e r r·onrlurrP la Coroua (tro1J11:Ht e cod a) carri :!, buoi paia rn P er i ponti e i fornimeuti >J ·J, 1> 1> .S P er i ripari e sedimi di leg110 (intavolai.o tli panconi fJ )) )) )) ..,, 6 di legno) )) )) )) 1, 2 l'P.r la eulnl.tn )) )) 1, 2 J'e r i 1wdi111i di rnelMlli, <.·011 du P. ruote grosse P er In 1· Prna fornii. a (r:ongegno di gomene, taglie e c-·:1n1wolc: ver togliere le bombarde dal cUlTO e co l)) )) )) 2 ln cnrlc sul scùime c vkcvenm) 1, l'er :t02 proiettili ,u plet l'H ùi 4.00 libbre ognu 11 t1 (libbm J>Ì<'<·ola 111iJ1111eA<:l tli 12 oiwe ; ogni oneln. = dtllo)} )) )) 17, 34 grammi 0,326.793) l'er la polvere occorrente per tirare I predetti 102 pro,,..,, )) )) )) 6 iettili (libbre 50 per ognuno di essi) l'er le" leve di f en-o e stanghe lli ki:;110 oceorrenti al )) )) )) mnneggio della bombarda 1, 2 Tn tol a le>. peèl' condurre l:1 (Jrrrou,:

e:1rri

~14_,l

V •J ,

buoi paia 78

rcr condurre la Bissona, suoi ponti con fornimcntl, ripari, sedi1ni cli legno e di metallo con le due nwte, la eulatta e la venia fornita (eome per In Oormw) carri 12, lmoi paia 116 )) ]3, )) )) l'<:r :104 ])l'OÌ<'ttili Ili Hbbn~ :10,'.) c iaSClllll> 26 1·'er l,i poh·ere in ragione di libbre 40 per ognuno dei 104 l)l'OieU.ili

Per le leve e s tanghe~ rli legno

(~)me

sopra J n totale

- - 230 -

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carri 28, buoi paia 6S


DA'l'l SUI , Tli AIKO Dl,:LL11 Alt'l'lU LIElUIJ:

ca rri 28, buoi paia 68 l', ·1· ,·011du 1Tc la L iona » 89, » » 214 i ,•1il11di , soll:iuto per condurre le t.r,; bu111hanlc l', ·1· le due h'e rlinc e a ccessori come suJH'a, <:ompresi i p1·oi cttili in numero di 108 pei· dascuna tlelle due 1Jn1111Janlc, ognuno del peso di !I rubbi (og ni rubbo Kg. 8 ,Hi!l,~2:i) e la polver e n eecss:iria 1,cr tirar e i :l l(j proiettili in r agione cli libbre :I;:; per ognuno l'c L' la (i(llca zzc .~,,11, Vit torioxu,, c1.>i suol U<:cessorl come

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so prn, co mpresi 100 t>roi etli li di d ot11zione, ciascu-

110 pesm1te 2u rubbi (Kg. 204.245) e In polvc l'e nett?i!Saria in ragione di 100 11.bbre per ogni proic~tUlc l',•r 1luc Rutti anelle, con JOO p rniettili pe1· ognuna e 1600 lihbre di J.lOlver e l'e r oLl:o :spinganle con i loro <:eppi, eavaTictti, tcu nnoni e c hi a ve (i canno ni co1Ti s pomkvano all a coda d el Il:! bombarde e Ili ~1s.<;lc1u ·av:.u10 ul le c,annc col mezzo di un cuneo detto chiave <:he s i spinl!;eva a colpi di mm:zuoln)

4

:.-ieg-11w 10 .i calco1i pe1· i I trai.porto di 1000 « 1111.llottinc » e 800 hi1llotte >> per le sping·a,r<hi (2!300 lihhl'e), e per tutti gli alt. 1•i .ar11esi e le alt1~e nrmi , clH' &'li1·ehh,~ troppo lnngo 8egufr<!. ·(!

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A Galeazzo M i-wi:i, Rforzu, non si presentò l'occasione cli cnti-m:-e in campo contro Vcncir,ia, : hl, sua. t ragica, fine, alla (Jllfl,le fol'sc non furono estrauei coloro che dillìd:wano delle sue mire ])olitiche, troncò in pieno ogni idear di gnerra, all'cstel'no, dovendo 1H éluc he:s:sa rcggent<~, Bona di Savoia, JH't>O<:c uparsi della cattiva, piega che premleva110 gli avvenimenti hlterni. Infatti, i p1·imi movimenti sovversivi si ebbero in Parma, ·orn il 9 settembre 1477 i Duchi di Mila110 inviarono cinquecento provvisiona,ti bene Mmati con cento sclltoppetti e ducento ba lestrieri. Gli scl1ioppettieri, appc11a, ginnti in pia:r.za, fecero una }.Carica a scopo dimostrativo. Nella. Ohronica gesta.r um in, partib'/1,S Lombardiae (1476-1482) si lP-gge : « ·t<rntu,s erat strepitu,s -eormn, quoà tota civìtas 1ia-1;cbcit >>. Seguirono i moti di Genova. Paolo da Oampofregoso e lblctto Fieschi , che nel 1477 erano entrati nella. città, riuscirono a farla ribellare. Allora Ja Duchessa vi mandò Roberto Sanse\rerino , Lodovico Sforza. e il Duca di Rari (Sforza Ma ria Sfor-

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14-00 · 1500

za:) , i quali riuscirono ad impadronil'sene, scacciandone l'Arei , vescovo Prospe1·0 Adorno. Questi pc~rò, nel 1478, con l'aiuto di re Fe1·dinando I d'Ara,gona, fece di nuovo insorgere la dttù. Quei;;ta, volta l'Adorno aveva da,lla parte sua l'aiuto di Roberto Ra11sev<~rino e quello deg·li Arag·onesi al comando di Giulio :Sn.polcta,110, conte di Acqua.viva. 1 magistrati milanesi, pertant o, furono costretti a rinchirnkn;i nel .l a ro<:ca, cli Castelletto, m entr(j da )li]:rno la T>u<.;hessa, jnvinvn un forte ei,mrcito a, ricuperare la cittìt e a mantenerla in fedo. La lotta tra le~ rnifode duca.li <! q1w1Je A 1·agoncsi fu viole1ita. Nelln. Ohronica poe 'amd cif:1ta t1·a l'altro si legge ehe, twernlo Roberto Sanseverino tentu.to di ei;;pngnaire Castelletto con le ge11! i s1rn e qnclle Aragorn~si e eo11 gi-.,ui<fo apparato cli spingarde(\ h n11~i,;(1-ied, i provvisionati d1wnli, fi11g·cndo <.li 11011 a i:c~or·gcrsi dei JH't'· para.Li vi nemici, ma pecpa 1·:1,11(lONi seg1·<:1 a,111eu t1~ con « spin !Ja n l i.,, ('{ 7101nba,rdel-is infi.ndi8 >> , appe11a, il primo 1·cpai·Lo Arag-<nrnsP 1·0mirn:iò a d nssallal'e Ca!'lt Plle Uo, 11Nc-.iro110 clal <·.nNhillo , <, d11fo i r111 r.: 71mnbanlellis et; 8JJ i U.fJft:rrU8 » <~ puNet·o iu i'ug·a. tutti. i uemici., ili (:ni 1. t·ec.:.e11t o crul<lm·o e m·olti 1'111·0110 l'aU-i p1·iµ;ion ieri , m<>nf·i•p i 1·t ·· i::tmiti f11r0Ho im;i1g11iti fi110 all:i pin z;,,n ,li 0<•110,·n (si,(·h...111]11·L· 117,1.(),

1>opo t.n,li fatti, r e l•'m·clinnmlo fece gi 1rnger,~ n, Genova mm grandissima hron:dna, a.f'fitlat n. a 1m bomùanliere spa.gnnolo. Questi più volte tirò contro C,Lstell<!tto, ar1·cen,udo per ò pochi s simo fla,nno ; finch<~ nn giornp il bom ha.rdie1·c del Castelletto eon un colpo di spingarda lo ncdsc e iu :iltro giorno 1•11ppe nnchf' 1n, b1·011zina Ferdinandea a, colpi di bomùm·dao. ~el 14S2, l<~ tre grandi bomb:1rcle Corona, Perlina e Galea.,z . zesca furono adoperate contro il castello di Roccabfanca n el Cremonese da, Sfor;,,a Se<.;011<lo Sfor,-;a ai danni di Pier Mal'ia R-01'-lRi. Caduta Roecabiancn p er tradimento dei difensori e abhan(loHa,ta al i:.accheggio, le tre homba.nle sono portate co11tro Hnsilicanova. Tl bornhardamento, << contra snlilu,rn >>. contimrn anche di notte. T difensori tagliano a mezzo la tor1:e della rocca e ];1 rovri-;eiaJJo sugli assalito1·i. Poi il tradimento di Pietro U g·o Hosi-;i fa cadere l'inei:.pngnahilc fortezza. A H,occa,hianca, dove le bombarde ducali tirarono ben 491

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l , 'AlDl,\:\l 1,:l\TO DBJ,J ,J,: J,'O IITEZ½E :MILANESI

rnl pi , Da,11esc Mai11erì, il va1enLc bombardiere che notammo a

prnpo:-;ito clell'~spugna½ione di Cai:;fuTletlo nel 14G4, fu ferito da 1111 c:u lpo di archibugio in u11a. ga.mbtt e n e morì. Ecco l'elogio f11 11<•l>1·c di lui , in un:1, lettera del 2!1 luglio 1482 scritta da.lla. Cnnc·C'l lt~ria, Ducale di Mila no: (< Del tli si;rntiato cmm del Daneso ferito in um1 gamba tlc nrchibuso, tlc la quale ferita lrnve1110 poi inteso f:h 'el è IDol·to, n e è assay r encresciut11, 1terd1~ er a utile !torno et vecchio et. firl clc servitore dc càsa nostra; m a conIra la fortun:-.. non se po' un(lnre : bl Rogna h nvere pati entla >l.

Vc1·so queslo tempo (14.':l3) , venne a Mila.no il sommo Lcunnl'<lo '111, Vinci e p1·esentò a Lodovico il Moro, i-cggent'e per Gian Oalc>-:.1zzo Maria,, nua. proposta, 11el1a qnale espose i11 nove art.itoJi. e le i:;nc inven½ioui e i snoi seg1·ct.i r,ome iugegrn~rH ed a,rtig licl'e : di ta.fo pr·oposta Ri p:1,l'lerù a.mpinme1lic più nvHnLi . Ci rimauc tla pn-r].11·<> dc·~li :1.1·ma n1ci11ti 1listrH,uiti lll~l l h , e:ll o : p<ir q uei-:lo :-;i pnc) 1Tov.11·e ;1hho11cla11tis:-;im:1 rnessci n,11' .\ l' · rhivio <fo:,!;1.i Sf01•7,,1, <·011i,;p1·v11to 1iel R. A1·cbivio di Rtn,to di \I i l.1110. L' 1111icn, <lifficoHù rlw si opp011g-n- al 1·irP.l'Cflt.oL·e <' la l'> L'C'lla: il <:opioso 11 mteria,l.e a,U.c!mle c hi sappia e po:-;sn, sfrut tm·lo 1-hdc1nn1.ic·a,111e11 t e . .~oi c·i limHetcrno li, clm·t~ ,1knni sag-gi , <·he lmHno lo scopo di fn,1· ·ccrnoscc1·e CJ1lf-l,1i e quante fossero 'ft~ a1·11 1i di cl ifosa, in tlotn,:,;!oirn alle l'ortezze dello Rtnto, csscn,loci fi1101·a, oc<·.npaLi cscl11i:;ivanw11(.c ,li qneJJe che serviV,J..IJO a,il off<>ll ·

cl, 1·e. 1

R lconli111110 nnzitntto u11 tloc'nIDcnto in dal .a la c usl.orlia del monti:! d i n ell:i g io. 'l'rn11.ns i di »(·ri t.to 11cl l , il>m· Or(l'intim '(]ella d1J.it rli CoIDo online il Consiglio Comf-1Reo Inviò su <111d monte di VPlTettoni i· di pol v<·1·c ner lP cerl)oUauc, le

8 maggio 1449 r.be riguarda; un online, che trovusi t:ra(vol. IV, c. 44) . Con cl et t0 100 cittr1d ini nrmnti, forni li note ::irmi da post:1 o 1• 10

valletto. Nel set.t.embre dello stesso anno, avendo gli 8forza di Bellano e V1:11·e nn n. occumito Bellagio, il ('.,onslgl!o di Como ordinò che sublto fosseroarm ate le tre più grosse navi che ernno nella darsena della città, cioè 1:1 Richionola, l'LiUnixia e la 1',.iyiola. Nella rocca di Rosate, il G giugno 1450, furono notate le seguenti nrml e munizioni : 5 bornbllrdelle, 5 cerbottane, una cassa di verrettoni, 2 bnrili di polvere rln bombarda, 1 barile ,li polvere rla cerbottane. Nella rocca di Guardmmne (22 giugno 1450): 2.1 balestre, di cui 8 <la

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1400 - 1500 banca e 15 da molinello; f> IJombtn'Clc cli ferro, 2 spiugarde <li bronzo, 13 casse cli verretto11i, 2. barili e méw,0 cli polvere da bombarda, 7 corazir,e coperte, 1 saracinesca ùi felTO, 12 elmell.i, 14 paia cli hr11.c ciali e 8 d~ schiniet·i, 2 paia di arnei::i, 2 panciere di ferro, 8 paia di spallacci, 3 paia di «boghe», 1 barile di salnitro. Nell a rocca di Cassano, importa!ltiHsima, nel settembre del 14u0, vi erano, secondo un inventario Ùll Lo da Villano da Gualdo : 43 lance da cavallo, 64 tarconi, 2 corazze, 1 paio cli 8pa \l:icci, 2 b::ilestr·e buone e 5 rotte, 4 casse di verretl~mi, mezza l:m;sa cli salnitro e mezza cass,1 di zolfo (8òlf aro), 7 mazzapicchi col manico di ferro, 5 « calcuturi i> di bombarde, 26 bombarde, 5 barili cH polvere dn bornl1anl:.1, 2(1(1 pallottole l.la cel·bottana, moltissime cc baloltine II d,t schiop]Jt)l.li, k: paia di J'ol'l11e cc d c f:ue palotc », 1 << nnnarolo da i,tnlirc >J (liquefare) il piombo, 2 code cli cerbottane, 11. ruote dei carri delle bo111bardc, e 1re n ~rbottane : la /S()l'Jut , la 01tareHntt (Qmu ·t~Rima)) e la Jl'ame. Nella rocca di Brivio (8 dicembre 14i:37): 7 bnlestJ.·c « a bussol a )}, 1 bal eslr.t « 11 drena », 81TO ven·ettoni, 1 ho111ba1·cla (< 11. r ep-ariis », 4 1Jon1bardclle cla tlifcsa (a clefensa), 4 t'. Prhottanc cli l'.l.! t'l'O, 3 schioppd.t.i, o:: pnllottole di f erro per d etti schioppetti, 4 pei,i di polvere da bomburdn. ~ella rocca òi Costa :Mezzana (10 dicembre 1457), secornlo l'inventario di Giorgio ½enato, c1111tell ano della rocca stessa, in o<'<'ll l':io nP ,.i .. 11a consegna clclln medesima u l Ruo s nt·<'<'::<,,!ot-,J·,., 1Ji:1como li'n.volcli: 5 bale11lrt1 "n hus11ola )}, 2 b::ilcstre « a cirelln » cum uno rn:ol'110, 2 btùestre << a munetn », 4 bombarile ( :9 11 tre ccpvl , :! cc ~amli:na fen·J » per t·:iriciir homh:1rdt:l, tre 1.>esi fii polv~re dn lirn11b:u·da, 2 l.11n:on.l «frn11U », :! cerbot.tirne di ferro, 2 cerbottane di ottone con una bacchet.l>l e una :torma rla pnllo1.1.ole, 2 cornzzi11e coperte, 4 cel ate , J. elmcit.1.o in <·att.ivn st~1t.<.l, una cnxRetta con i!OO ve1:rcttoni per bnl(:su·c « u Jmtneta, bussolla et crocho i>_ Nella rocca <li Castell'Arquato (10 rllcembre 1466) : 1 bombarddla di bronw, ·12 la rconi, 2 spingal'fle di bron7,0, 4 balestre cloppie cc da bancha )}, 1 di legno « da molinello », 2 di accin,io, doppie « da bancha », 1 dello stesso metnllo « ll:t molinello », 1 <( s tnnbidtina fornita co1i lo suo molinello 1>, 1 ba lestnt d 'acciaio « da cirella », 15 srJ1ioppetti di bronzo, fl di ferro, 4 celate, 6 <>asse <li verrettoui, 1 palo di ferro, 3 c,'O razze fornite , 4 pa ia di bmcciali, 8 pain di guanti. a paia di sd1 ini nri , ;,(Nl lance. Nella Rocca di Baiedo (3 luglio 1470) : fiGOO vcrreU.oni d 'ogni sorte in 14 casse, ll barili di polvere da bombnrde e schiop1.1etti, 8 bn lestrc « ria ogni mane >l, 15 schioppetti, lf) corflzzinc coperte, li « hoche cla bombarda picole et grnnde », 14 tarconi, 8 pali di ferro per caricar e le bombarde, 1 « spingard eta de ferro col cavaleto de legno », l bl'icola, 1 cassa con pallottole di piombo del peso di 4 rnbbì , 6 forme J)Cr far cc ballole » da schioppet to e da spingni:cla, altre 2 paia rli forme « zoè una da .gita1· ballote da spingarda et n11a ballote d a cerbatane » ed altri 4 schioppctti. Segue nell'inventarlo l' annotuir,ione che il materiale d'artiglieria in d ota;,;fone a Baicdo fu . r lverlnto il 3 luglio 1470 <la Tomnso da Nogarolo, famiglio ducale, deput ato a tale revisione.

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L 'AHl\f A ~H,N'l'O Dl•11,Lt•: J<'Olt'l'EZZt,; ì\IlLANESI

l', •1· In rrn:<·a di Amelia esis te un im·cntn rlo de lle armi e rlellc m unlrcdnLLu il 12 luglio 1471, in occasiooe . della con!.egna de lla roc<:a stessa l'nl 1:1 dn I <:astell ano uscente, che era l'egregio uomo siguot· Bartolomeo Ballo! lo da Novara, al castellano entrante signor Battista dei Bahlizzoni. :-!cll:1 seconda c,1mera della rocca ~i trovavano: 7 schiOPJ1C1ti, 1 spin ;.::1rda , 1 SC'lliop1letto di ferro, l scl1ioppetlo « aliquantmu maiusculm u >>, J ,·:11rnu1le di ferro tl a schioppetto , 1 balestra ùa banca, 11.It1·a shnile semr.:1 e11<l:t e senza noec, nltre 3 balc~tre vecchie, due tel ai lla balt-stt·e, pictrt! pi<' ,.,.,,. cl:1 bombar(lella, un paio d.i lfìlrnntesi•>rum d est.1.·uctoru111 l>, 3 coraz;r.e 1:1111 arnesi , spallacci, g uanti e bracciali e t paia di arnesi vecchi. Nella. t erza camern delln rocca, vi erano: mezza. c»Rsa di verrettoni, :.: t,tn·oui. 1 bH lesl.ra a molinello eo11 le :sue drelle, 3 eorazze eopr.rtc. Infine, T1e ll n torre tlP.lla rocca: 4 casse di verretl.oni, 3 barili rii polvcm « me;,;;,;tma » e altri barlli quas i tutti pieni di polvere. Il 9 febbr nio 14<ì4 da Milano f u1·0110 mandale a lln for le;,;zu di S. GloY:t 1111! in Oroee rli Cremona le seguenti armi e munizloTli : 10 schioppetti di fen o i111111:111icatl. JOOO « ballottiue >) d a schiop1>etti, 2 balestre ùn bussola, l c,ts,;:i <:ontcnentt; riOO verrettoni cla bussola, 1 cassa con 000 verrcttoni da cirello., l barile di 1101\·ere tiri.. schiOJJpel.11 d el 1)1:!Ho di 200 libl1re, 1 s1,i111,\':1 nla ,li 1 1'1· 1·0 « de partttta di llbbre .12 tle piombo con duy en noni et umi chl:we tifi ferro c:on soy cl1lop1.1i el. cuvalet.o », 100 pa lloll.ole <il pio1111.io per la (le ll a s ping-anla , 20 ga,·ctll:! dl filo da hnlestl·t•, 10 « cln:ll e 11 1lellc più !'ori.i, clne aetell e, moltissimi nltrl Hr11r~s1 cbe 0111el.l.lamo, l11di 1 palo tli forme « d a lmllot.e da spiugunle », i <'Orazzin e « i111·crnig:1l1.? ». :! cel1tte e 2 pnrtigi:mc similmen te « lnvernigul e ». N1-illn :;;te.isa città di Urnmonu, il :.:o 11ett<.:wb1·e 14tl!J, Il co1111eHl.11hlll: cli P ortu S. Michele cons<.!gru'>' al nuovo connestalJlle Alberto de l:'egiis: 2 balestre « ùa cirella 11, l halcstra rolla « senza cincto », a bombardelle di ferro cou i loro ceppi , ma senza la. chiave, 1 bHile pieno pel' due terzi di palvere dn bombanhi, 2 casse di verretfoni, pnrecchlc pietn: per le (lette bombard elle e l « lumera d n far falò l>. Da un inventario delle mtrnizioni e delle altre cose esis tenti nei diversi ea stclll e forte-,1zc clello Stato, fatto il 2~ fehbrnlo '147G, ri(lavlnmo le i;egnc ,1t.i altre nol'.lzle: Nel castello di Locarno, di c:ul era cast ellnno Cnmerino ùa Camerino : Sotto il portico : 2 bombarde grosse con i loro ceppi, G bombanfo plecolt', 4 spi ngRrde con i loro ceppi , 1111:ra splnga.rd:1 f<<~nza ceppi. Nella ca mern delle a rmi : 60 corazze « fornl.te » r.on relM.ivi elmetti ed arnesi, 44 cel ate, 14 schioppetti, 8 corazzine, G freccette, 12 splng arde con l loro fornimenti seni,. a r:eppl, 3 borob11rdelle con i lorn r:eppi , 3 casse di filo òn balestre e molti altri « fornimenti ll di armi. « Sopra il pallatio >1 : 3 hombard~'lle con i 101·0 ce1>pi. Nella camera della torre : :::o o:rn<:iere, 4 barili d i polvere « overo salnitro», 2 bombrtrdelle con i loro eeppi, 22 tan:oni, ri casse di verrettoni ferrati e non ferrati, 100 balestre buone, 18 bombardelle piec'Ole, 3 barili di polvere, a ltre 3 ca~se rii , ,•rrcHoni ferrnU e non fel'l'di , 1 s pingarda 1·ot.ta, :.d11 11l

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uoo -rnoo ~ t·nr con i, 1 a ltra cassa rl i ,·errettoni e 1 panca J1e1· caricnre J«~ bal0;,tre. C:imerino da Camerino, cast ellnno, pe r compìetare la dotazione, cll ie , cle,·a inoHrn: 5 barili Ili polvere da bombarda e 5 da schioppo, 20 rubhi di piombo (< per fare balotte ii, r;o pi etre e coeconi per ogn '.lna ddl e bomba rde, :: 1·:1:sse di ycrrett.011i mezz:mi e :l di verrettoni da bussola e, inlìue, badili. Zl\l)J)e, mn rtelli, ei:mdele ecc .. Xell:1 roe<'n di Val Chluverma, éli cu i era castellano rnova nni Ci<'o ,J :1 Pi sa , e rano (leposilnli: 11 <,asse di verref.fo11i , 1. biu-ile tli r,o lVf~rr:, 2 « sta mbuchine », '.! « aR1ie,,. da ù:tl cs!Tr~. :! « b oeh c 1h1 pn-i><ornir i », r. (·or:rnze scopcrle fon1it c di ln·,H·«·inl i. arnesi e schl11ie1·i , 2 corazzlne cop«'?r te, 3 pcl.ti !wope rti, (l eel a l e, 2 elme tti, 1 ,, bavcrn », (i 11nla di guanti, 2 o. earcas:sl da ar cho », 18 s..:llio ppi", 7 lJom-. lianlelle picr·olri, 5 g-randi, l4 t:1rconi , e t<'... ,\ complctflr<è 111 dotazione, Ri ric11icdcY11no: 2 ~pi u ~anlc dl frri-o << <le portal ,1 lle onzc fl foruitc et e011 suol CCIJJ•l »,. 200 p allol.lole per le d etti~ spi11g-arclc, :l bai·IU lll polvere (da r;p"ingilrde e da schioppi) di lihhrc 100 cias!"!11 110, 2 1mi:1 «l i for me (pel· 1':,n·e p a llof1ole) per l e spl ugn.nl e e 11cr g li schiol)pi , 1 « caz:1 » per col:irc il piombo, 2 « J11111eri da. fare fnlotli » con ;-;o stoppini, 2 hrnternc di eorno e nw;,:r,o rnbb·, 11 tlt•t":1111!Plle clc s ippo (sego) ». Nel 1·11,<t<?lln d i i\10111.<,ilJello 11! Hnlllnzo11a, di c:111 era cnfltPllano Gh i rn11111· Visco11Li : 7 r·:t>1>1t• con 2!122 vei-retfo11i, «11 cui n11:1 piccola p111te « caroh•11l.c-i )). 1 e:1~s.1 1·011 :;(3() Yf>n-Pttoni <l :1 ,, >1t.m11l1m ·hina 11, J h nle~tni da hll!'Knl:1, 2 h,11t•Kl rt' " ila sorl:i 1>, 2 ll11flH4.>le per 111 ùul cstrn. 4 once di c·<·?l":I pe r fnr conl l.) cl :i h,1l<•stt·c1. 10 ccrhotl,llle 111 fo1-ro s cn zn «m:miC'hi>,, U baril i di polvc1'l~ ,1«1 11 zu:·ba:a11t•·,, d~·I peso ili Jlhhni ; 2,:; lll>hre di 1>ioml10. 2 forllll! d u palloLlole, p al i rli f erro, ag-ng ie, 111azr,e, pi«·coni, znpJw, segllc e<'c., indi pnrl e cli una ù :imbnrtln <li f l!rro , 'l rnol~i per cornlurre b oml>:1rdc, n l t.ni 2 ruot.e s iml.li, m a vecehiL•, 10 « mm1f,d li 11 lmoui e rn rolti, 3 hqrnl>:irdc rli fono, per earicarc le Qllali· Ol"C'o1Te 1·:mo 2 1/'l l l bhrfi d i polY.- re, 2 [ilf.r< i b ombnril<è lll ferro più Pi<'" ,1t, (lli porf :1 1':1 <li 2 libbre rll 1>01Yerc) e :111eorn 2 altre (cli pm·tatn di 1 ,:ol:i liblm1 di 11olve1·e). :100 viet1·c J1el· le <l~tle bombm-de, 41 llhhre lli chiodi (la sp:11111a e m ez:r,o brac<'.io, 2 schio])J.)i di f0.1-ro, 4 barili. di polvere 11:i homl):1rtle1Jesan( i 21i0 Hhhre , altri 4 di polrnre simile p esanti R.<; liùlJrc, l fal cino. ~: « n•se~h e » di f erro, 1 ball'stra di legno da circlla, 1 cinto eia balestra (< fornito », 2 balP!llre cl'a1Y:i>1io cla husoola , 3 lanterne di corno, fi schiopJli difen-o cou i lorn « 1uani<'hi », 2 ruhlJi di chlo(li, a ltri 2 barili di polvere da lmrnbarcl e, 1 sping111'1.hl cli ferTo ron ::! cannoni, la chiave, il ceppo e H cavnlletto, 2'1 gavette tli filo da. balesti·c, 100 1Jallottole rli lliombo da JS once, JOOO <e tJ::ilottine » da « zarnbattane », 40 gavette di fil o da balestr a, 6 « rima-. fru,- ti )). (l balcatrfè d ':H'riaio da bus,;ol:r con le>. rispettive bussole, 2 fusti di :iccinio da cir ella con 2 cin ti, 1 libbra di cera per far corcle da balestra, 100« ballottinf! 11 da c-erho1tm1:i . ;: s pingnrd'! di ferro, eio~ 2 della 11ortnt:1 <.ii onec. 12 e 1 cli on ce 18, 100 pallottole d i piombo <la 18 on ce, 5 rubbi di piombo eia far llfl llottole, 15 sd 1ioJJTJÌ rfi ferro lnmanlcati, 2000 bul lottine per i d etti·

altri

mo

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L'Al{MAME!\'.CO OELLlll F OHThlz:,ai; MILANESI

,-,·lllu11pi, ;:; o a 1·ili di polvere da bombarde, lGU gavette di filo ùa balei;trn, 2 ,.,,,.,..e ùi ven-cttoni mezzani, 3 ùi verrettoni da bussola, 1 « rotella de corda ;::1·""":t come um~ ast a de uno dardo », 2 zafo,e « da gaya >), 4 « ùa testa », :-: pi <·<-oni, ::i badili, 3 e< batlilesse », 3 scuri da !.llucstro ùa legname, 6 falcini

d:1 l>osco, 2 lllartelli, 2 carrettini, 1 mazzuolo era picca pletfé, 4 « agugie e 1 f l':1 PlH• <la fabri care vrecle ùa ùombanle », 2 e< lumeri >> d a faJù P. 7G stopJ>ini, :! ruhbi m e no !,4 once di chiodi diversi, 3 paia di forme per far pallottole per le llJJinganlç, .e gli sebiopJJi, 2 << rcxcgl:w lla mane» , .l. << rcxcgouo gnrnùe 11, .1. ,-piugarda cli feno della f>1 >l'tata di ouce 12, 70 pallottole per eletta s pin:.?:n rcl:1 , 40 s c:hioppetti tli fen '.> « inmanegnti », 8 'b a:lei;t.re d 'a<..'Ciaio da cil'ellu, :! c :i:si;e t<.>n 11@ · ven etloni, di cui 40 senza, ferri e << ca l'olenti », 44 libbre ,;r11,-,-e cli pol\'l!l'e d 11. sr1ing.Jr du i11 1111 « ba1·h;ello ». Come si velie, questa fortezza <li B e llinzona era un vero arseua..le. L 'inve11l.ario, da.I q1H1Ie abbiamo lratto quei;ti elenchi, dà ancora l e tlotazloui tld Castello Gmndc di Bellinzonu, della torre cli Ologno, del castello <l i Nontra, della rocca cli Vico longo e del cf1stello di Domodossola; ma rluselr t> 11U11u troppo uoiosi i:;e vo.lessimo rontlrmare l'elenco delle armi t>.sistentl uellc 1;1111,\'ole fortezze d ello Stato. Ci limiteremo acl aggitrngerc soltanto quanto ,1!:,'oi:11110 l.rovuto in un d oeurucnto che s i 1·lfcrisce all' ultlmo anno del ùominio ll i h'r:1m:ci;co Il Srorr.n e rlguunh1 il f' ORt e llo <ll flm1slnc. :'Ilei rn:ti (2 ottoùre), d:1 Cni;siT1<:!, <.liov. Luli.;i <.Mvt~lli mancln al · grnn 1::uu·1~1llere Fra11ceRco 'l'nvernn in Mlhmo 11lcu11i h1v1:uturl 'd elle a1·t.iglieric che c r :1110 h, 11111~1 <:a steno . JI primo lnn::u tal'io è del 14!11, H i::tet~>uflo clel lv20, fall o d:1 1111 1,a stcllnno d elt11 rocca vur 11 111nrr:bcse cli Monferrato che l ' 11veva tenuta n< ·r Il J)r0cletto 111ur1)b csc fino ul H\/l/l, epoca in cui ~1.vevn dovuto far ne coufiCJ.! lHl a u11 < ~erto Ilo blei;, i11 vialo d a Don Antonio <le Leyv1t. s~eouclo i p1·ecletti inventari, il m ateri}1le lii artlglic1·ia esislente nel ca;;fP.llo era il seguen te: 2 bombal'de grandi dl ferro JJoste s ui loro ceppi, 4 spingarde di ferro sul loro ceppi e c nvullettl , 1 coda di bombarda grancle di ferro senza ceppo, 2 grnrn'li cav alletti di legno per homhnrdc. l archibugio lii ferro e 1 archihnglo di brouzo, .1 scii inJ)11etto di bronzo, 3 b:1 lest1·e d I legno, 1 partigi ;i ml. autica di fe rro, 1 roucone rli ferro, 1 lancettn . Nel[a snln g.ranrlc del c.-~tcllo (« i11 :111 1:1. mag ua »): 26 balestre tli 1~;;n1,, ddh: quÙli lu. mnggi°or J.>.i l't e nel 1520 ernno rotte. Nella terza c;1mer11 , nella quale di s.olito sl fileev:1110 ;;1 are I ))riglonicri , l11J11 c'erano nè m·mi, nè munizioni , rn11 sulla porta Yi erano 10 mortaretti •li f erro coi loro legni, e in 11rn1 erune rel:I n posta sulle carceri altri 2 mortaretti cli ferm. Perllino nP!J n <:neina (in cboclllna) vi era no 2 rnortarett ì, uno <li bron;,,o, l'altro di f erro. In alcune casse, inoltre, v'er1Ù10· 110 <e ballotas fcnl · a s pinga rdis >1, 146 nallot tole di plornt•o (la :;;ehioppe tJ.i e moltissimi vcrrcttoni. Naturnlmente ncn mancano :m c he <111i due paia <11 forme « a fàciendo b a lota s pro a rtalaria n. V'ern rn,, infine, 1 verga cli fct·ro « pro onerando artelarlum >> , 1 ferro a t r e hracci per brlcrola. 1 plcea di teno e 1 11rchibngio.

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1400 -1500

Tnte1Tompendo con questo inveutario la serie dei documenti tipici, mediante i qua.li abbiamo inteso di clarc almeno un'idea

della quantità e delfa qualità delle al'mi, di cui erano dotate le numerose fortezze dello Stato Sforzesco, riteniamo che valga là pena <li notarne qni a,lcnni altri che dobbiamo trascm·.:Lre per non alnu,ar,1 della, pazienza ùei lettori. E imuLuzi tutto è da notare il quadernetto delle JJ1u11izio11i delhLnuo 145.l, compilato da Giovanni Orornbelli, ducale collat<::r:l,le. Esso riguarda il eastello di Melegm1,no, quello di San Colombano al Lamh1·0, la cittadella di Phicenza,, b rot:t:a di Sornmovico di Fiorernrnola, il castello di Castell' Arquata, la 1·occrL nnova di Parma, la ror.c:a di Sa,ntù, Croce della s tessa, citth, la rocca di Ouardascone, i castelli Nuovo, Pla,varo e Caceingue1·i-a di. Pontremoli, b rocea di Gròndola, cpiell a di Ouiseleµ;io e <1ue1la <li Castelleone. TI rapporto cl<>ll'isper.ione fa,IJ,a lld J 47fi ,fallo ~teRso OromlHffli 1Llle 1-0,·t·.he e ('.nste lli 1H~I territorio di Rnvo11:.1. di CfonoY,1 n a,~l la R11er.ia rip;nnrdn, In 1·oeea di Na,11 le, la 1·oc1·:1 d..i Strn Gìo1·g'i.o ili Ravo11a , Ia, 1·oeca I n tclJn., il Cn,stfllldto di n p11ovn. iJ r·n Rt·r-llo di Lùccoli, il Uastèlla 1.z:o .-ti. Heuova, la rocca, di Nrnlar.w11n , il castello cli Montohio, ln, rocta di LlH·iglhL, que lla cli Hocca,ta , glinta, hL b,rstia, e .la rocca della Sper.in,, il <'n~t·1:llo di Porto Vcn1:.: re, Ja, 1·occ,L di Lcrice, quella, d'Amelia e q lll·l la di Calie<•. Segue per importanza l'elenco dei castellani in servizio ud 146o~ a.] quale Ri d~vono aggilJngere : le relazioni di ,SagT..HllOl'O Visconti, di Hartolorneo dei Quartieri, di Picl' F1·a,nr.eseo Vi~<·ontL ccc. sulle fortezze del Bergamasco e del CrmnonPsr. che P~:si ispe1.i011arono nel ·settemb1·c 1469, un qnadl~l"llPIJo di pag;lw fatte agli ing:egned e bombardi eri addetti alle fortez½P di Ravrnrn il 20 novembre 1494, un inventa.rio sen1.a, data di tutto ciò ehe era 11el ·èni::tello del rmLgnifico signor Domenico Doria, uclla valle di Orn~g1i:i ~ infine gli ordini da, osservarsi da.i castellani, tntti docùnwnti che si conservano nel R. Archivio di Stato di 1\ifiJ:mo. Da tutto qua,nto precede risulta che le armi cla, fmwo più u sate in Lom ba,rdia nel periodo di cui ei occupiamo fnrOJ?O : le bomha1·de, le spin~arde, gli schioppi, gli archibugi. L'artiglieria, dnra,n te la, ser.onda metà, del secolo XV e n priJno trentennio del XVI, fece in J,omba1·dia sforzi moltipli, -

238 __.


LE GRA1'UI I,'ABBIHCH1,;

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r/ AUl\H LOMBARDE

1·:1,l.i e rtL})idi progressi. Vedemmo che furono create bocche <la f11()( ;0 ùi una g1·andezza sbalorditiva. Vennero così ragg·iunti dei 1:alil,ri eh<~, come quello della Galeazzesca Vittoriosa,, non fu1·0110 adottati neppure per i mastodontici pezzi di assedio e <li 1lil'1•sn, costiera adoperati durante la guerra mondiale del Hl:14-

rnt:,.;. Com'è noto, in Lombardia l'industria e il commercio delle bocche da fuoco fiorì e si sviluppò più che altrove : anch(~ gli s tranieri riconoscono qm~sto primato. Th. F. Oalard nella sua e< lf istoire des arrnes offensiues et 1Jéfensi'ves en ltal'ie >> così parla dell'industria mila,nese delle a,rmi: cc T,'histoirc des a,1·mes est er-Rentiellement liée à celle des peuples et, parmi les na.tions guertièrei., l'It.alie eRt 1rne de cdl1•s qui aux siècles passés aitncha llllC impm·tance réellc à, la. faùrication dcs armcs; au moycn itgc, elle (Milano) pal'tagea avec 1a. P/\nil1sule le monopole de eette fabrication et sur tom~ foi,; champs ffo ha,taill<~ de l' Burope on vit les iu·mL\S .ita1icu.11es oul·eJJÌI' ]a préfer1-m ce, tant par l'exellence dc Jeu1· fa ùri<:a.tiou qne par Fingeniosité de Jeur invention >>. E il Gelli nella snn op<!l'a << Gli Archibugiad Milanesi)), dalla qua,lo ahhinnio tolto il pn.sso pl'ecedentc, c011ferma che << l'indnstria e iJ <:onimercio di ogni sorta cli nnni ebbero in Lombardin, il più grn,n dP. 8Vill1ppo i;;h10 a,ti assu1·g;ere a:ll'importan:rn cd alla fama, di emporio mmHlia]c~ 1wlla dtti\ di Mila.no )). Qnnnto a Brescia, se si Cl'a, pc1·fezionula sopratutto nella costruziot1e delle armature e delle hune (la, farnigli:L hrescia,na dei Piccinino fu celebe1·rima in tutta Em·o1x1,). seppe conquistare un posto di prim'ordin<~ anche nelln fa,hh1·icazione delle armi da fuoco: e i. Comi11azzo di Cl,udonc ai,,surscro presto a rinomanza universale.

6.

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Le artiglierie venete - Enrico franzosetto da Brescia - Le bombarde di mastro Alvise - La Scuola dei bombardieri " corporazione d'arte ,, - Il pallio delle armi da fuoco .

.Nel pamgmfo precedente, parlando delle continue lotte del Ducato di Milano contro Venezia,, si è già fatto ripetuto.cenno <lelle artiglierie ven ete.

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Lrno -1;,oo Non sarìL inopportnno ritornare s ul g-ià c itato epi sodio delle gl'Ossc Hrtigliedc da asse(lio usate, 11cl 14B8, sotto .Brescia, doV!~ Francesco Ba,rha1·0 era -accer chi,tto dall'esercito co1m.Lndato dal Picdnino. Bm specialmente notevole iJ parco d'assedio disposto (fal r,uno~o condottiero, formato da ottanta grosse bomuarde, q ui11(li ci delle qnali la,n<:iavauo proicUi1i cla 300 libbre . Cu esemplare di bombarda aippa1·tcnc11te. al Piceinino si conserva al !\lnsco di Artiglieria di Todno : imo dd pezzi più pregevoli della, <;olle:doHe. ~~ scomvonihilc iH dne pt~zzi , et11111frne e tromba, ; que.sl ' ultima ini:surn 1netù (folla h111ghc\zzrL de l JWeccdentc~ e gli è snpcriore per un tei·;r,o di di:unct.ro. Poteva Ja.nriare circa 100 Kg. cli proiettile iJJ piet1·a., dù d1c lo rcmdc di 1111a potenzialità

l<'lg-. 42 - 1/t:!scmplo nli1 _pr:11.ko di bocca ,1:t fuoco !111:11111111·:11:a: bombarda JH·ovcnlcnlf! dal Musco <Il Novnrn, c·hr: ili tl'ont al M:nseo di Torino .

.:u1drn maggiore ,lelle JIÌÙ gl'osse bomlmnle :ulopcrate nell'assec..ìio di Brescia-. ~<>rornlo altre fonti. ])Cl'Ò, 1111a. boml1al'da del parco d'assedio del Pktinino av1·phbe lanciato proiettili di 600 libbre: questo tlnto comhirn•rPhhe appunto <·on le bombarde con· i;;ervate nel :vt useo di '1'01·i110. Ma se vogliamo et>rrnr·c dei tipi <:he vctosimilmentc abbi.a110 rna.ggiore aualogin. ron q 11elli elle componeva.no l 'armamento clei Venezia,ni nel 148~. possiamo riconcrc, s,m1pre n el 1\lu:sco di ;-htiglieria cli To1·iHo, a d11c ùomlmrde 1wove11ie11 ti dalla R.ocea <li Gradara. Una, è fucinata iii 1111 solo pe:r,z.o, formata, da (logt1e. chiusa, con l i cercl1ioni. I lc~]la scco11<.la, «scomponibile», 11011 av~rnza, che la tromba e c1 uesfa porta. incisa, ]a data 1405. G li esemplari di Gradarn possono in qualch e modo !:mpplire la rn:mcauz~L di CJlielli vendi e dare nn 'idea complessiva delle a rti glierie delle origini.

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240 -


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SPlNGAIWE, :,;CHI0i'PE'l'Tl E GOMJ\AHLW:l,J,E VENEZIANI

Nel 145f3 un Maestro Enrico Franzosetto da Brescia è invi.alo a Candia (( per fabbricare bombardelle spingarde e schiop-

petti)). Questa notizia rivela le origini, forse, dell'industria, poi ·divenuta tanto fiorente nel Bresciano e sul Ga,rda. Le armi d1e Mastro Franzosetto doveva fabbricare a, Canclia non apparkneva,no alhL categoria delle artiglierie maggiori. Si trattava, olt1·e che delle bombarddle µ;iù. dt!scriLte, di 8JYinga,rcle e schioppetti. Sotto queste denominazioni, nei Lesti dell'epoca, si anndeva a una varietà della (< cerbottann, da fuoco)), caratterizza,· 1a dal piccolo cali-bro, (lal rapporto elevtLto fra. caliln·o e lungl1e7,1,a e dalla, inca,ssatura a,tlatta a,l ma11cggio diretto. Era insomma la forma, rmlimcnkLle dell'archibugio, qualche decina d' a nni p1·ima cl1e ]'invenzione del S:(WJWlltino e della m.unelta, venissero -a <listingue1·<~ per sempre l ' a,rma. da fuoco portatile <.fall'artiglieda vera e propria. ()11 a 11to nll e hornhardelfo, si co11osce,~n. già, da, un pezzo il tipo n, 1,ra.r1a 0 n. 8C(tloln, p1·ovvi~1·0 di mn8co7-i pel carkarnento. Cinque e:seutpJari (lei .M1u~eo tic Il' ,\1·~cnalc sono consi.d e1•a,t i -come a.ppm·tirnm1ti a quella eateg·ol"ia, e risalem,i al sec:. XV. E nostra, opinion ,~ clw fo homhnrdelle o m eglio petriere a lira ga distinte nc~l Catnlog-o dn.i N 11111. l' 2 l' (; non rimontino ·i::e 11011 al XV11 secolo. Le l,omhardelle del XV avevano per camt· wrif.:tica costnnte la, costr11,,,ione in fr:rro a, doghe rinforzate da 'CC:'rchioni : non ne conosciamo escmplHri in bronzo colato, co1ne quelli di Venezia. La tccnfra poi.dù.lhi, -costr nzioue, e i motivi tl'orm1mento d permettono di 'cscludc1·c sc11z'altro Pattribu· ~io11e al Quattl'ocento. Si accostano invet:e al tipo ddla hombnrde11a del XV se·eolo, i::.ehhene nrn.n chino <lclln prova di or·igine, l'csempla,r e P. 42 ,Jel Museo d'Art. di 'fori 110, lm altl'o (!~entplare simile, e alcuni 1folle Collezioni genoYesi al 1'h1seo navn1e di Pegli. Nessuno lrnò escludere ehe, fra, qm~i::.ti eimBli trovati nei fondali di diYel'si porti d'Italia, non ,;j trovino effettivamente pezzi di proV<>nienza vern~ta,. J,e 7Jmn1)(inleTTe cli questa, ~p,•<'Ì<', impieg·atc in origine :1 t.•1Ta., passarono poi alla marina, e divemwro qua.si esclusive dell'armam1mto di navi e galee. .Abbiamo semplieemc11te dato 1

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1400 -1500

qualche particolare sulfo loro caratteristiche pc~r illustrare le noti,de delle opere che iJ maestro bresciano doveva, eseguire a Candia., alla metà del XV secolo.

Altra notizit1 r·ifl<~ttm1U~ la, tecnica dell'artiglieria veueta bombarde che nn Mastro Al· vfae a.vrebbe usa,to all 'assedio della terra, di l<'ighernolo nel 1482. Veram1~nte il testo non è mollo chia,1·0; infatti, quando parla di bombardi~ clw profl ncono uu fumo e< avvelenato)), uon iì,tende, natural111eri1e, il f11mo sprlgio11ato dai gm.: della ou·if:a di la,ncio: qU<~sto sa1·<!hhe l'inscHo più pcl'it:oloso ai « ser\'enti >) del pezzo che a,i nemid ! Ri al1111fo n, qualclw (Cfno r:o nrtifìr,into )) In nciato nei pmiett.i]i da.Ile born barde, e ch e, girn1 to a.I benmglio, i-i accendeva, e coutirnwvu, n ln·ucian~, dil'fond1m<lo eman:izioni VC!lenose. Se l a, inve1rni011t! di mastro Alvise fu messa iu opent, <.·A,me par-e necerta,to, il horn h:i i·<li PJ't! e artifi<:ier1· v<'nP(.o d ovrehhu ei,,;se re consitlerato <111a.si .l'i.d eat.01·<~ (lella 1110<.Lenlissima <e g-uernt è data dalla reh1zio11e su ce1·te

dei gas>).

'l'ntfavia l'idea, [01·se, 110.11 e L·a c:sclusiva111.e11k isuu, n 1rnmme110 per quei tc!mpi. -i-11,,:<lita. Anche il fuorw yruno dei bizantini eompol'tava, s<~Coll(lo afo1rni scrittori, effetti n 1le11osi, oltl'c qn r.lli incendiari. Lo studi.o storico <lelfo 01·igilli isi chi n dc natu l'a.lrncn te, per V r.nezia,, con l'epoea, <lella, g11erta d' Halia. nelle cni vkencle 1n Hcpubblìca ebbe~ pn,rte l'ipdnf:'lrnent<! : la, famosa battaglia di Fornovo - di cui parfor1~n10 ampiamente più avanti - mise cli fronte l 'al'ti g1ie1·ia fra rn..:ese <li Ca,1 fo VIII e qnella dei V end i. l>ochissimi sono g·li esempla1·i c011osciuti dell'a.rtiglieria cli Carlo Vlll. Pe1· i Mnsri fra.m:eRi qnesto , si. sriiega. in (Jlmnto il Il.f> rivalkò le Alpi col sno e< pa,rco >) decima,to cla,lle vicende di gner1·a e, disgustato singolal'men te di ogni aYventura, ::i,ppena gim1 to a Lione, disperse~ gli nvanzi delle bocche da. fuoco, dornrndoli n,lla, città perchè. wnissero fusi e convertiti in limosina, aì poveri. Al « Must'\e de l' A rmée >) esiste solo un esernplal'e dl folconetto con)e armi cfol Re, ed ha la data della guerra. d'Italia; h1 un ca~tello priyaJo ne esisfo il g·eme]lo : essi valgono a dare un'idea. limitatadell',;lriigli t>ria da c·a.mpagn::t. Ma sarà dimostra, 1

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L ,\ COltl 'OIIA½IU.'\E DEl B0:)fl3AUOlJ,;1U A Yt<.:1' 1~'.ill il

pi i) av,.r nti, che il pa r eo ù'artiglieria di Carlo VIII nou coall'atto 1111a «rivoluzione >> per l' lta,lia, e tanto meno p er \'c·11<·i'.ia: come è rilevato a parte in questo testo, lo stm,so Alhc •1·g·hetti , che era passato ai servigi della Serenissima sullo score-i, . del sec. X.V, a,yeva eseguito, set.te anni prima, della calata cli ( 'ado VlIT, esemplari perfetti di grosse a rtiglierie . .10 quiudi ovvio che l'escniLo veneto, quando stette a fronte d .. i l 1'1·anccsi a Fornovo, potesse opporre a ll'armamento fran<·P:-;<· 1m armamento corrispondente in qnaHtà. l!'orse solo il nu1111•1·0 soverchiava., chi, pm·te deg li. ir1v:1sori. f" ,

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Con l'uso dei pdmi es<~mphwi cl'ar·Liglieria, veniva, a cosLit 11iJ-s i., in p1·incipio, u ntL nuova sp<~ciali t.'L di corpo militare : 1111,~lfo dei l< homhar(lieri >>; ma per tutto il Xl V secolo a Ve1wzi n,, c·.ome negli aH.1·i Stnti, il 110111.e <li Llolllbnrclie1·e o « l.lJìl.cs (.r-o di hombar·<le >> c·omp1·l•ndeva i11di ffer<!I11 c me11 t e l a qmtliU cli (< mn e:-l r:u ùi fuoc:hi a1·tificiati ». .I bo111 b,1,rdicri tfolle or igini. erano cl u11qn e cJa eo11si<l\~1·n,1·Ni coHJ e « ,~sfH'l'f:i » i'lella 11 uova a,1·mn... 11 01L <.:<Hm\ « so·lda(i )) . N01 1 cù he1·0 1111:1 VC'l'a e pto pri,L 01·g-auir,r,;1 zio11e: pr~Fitn.rn110 il .loi-o Sel'vi,do a,ccanto ,L qncllo delle <1,ltr<~ m .ili ,i:ic.~, .11.ta i11 mollo Hssolnta111e11(<\ a11l·o11omo e indipendente . J'oi , 1·a pi<l:1 me11 te , eoll' <~steJ1cleri-;i e col pr1·fer.io11a1·s i deUe Huove n,1·111 i, i bomhm·dicri fonuaJ-i :1lla, sc uola empirica, elci pri rn onli eo1ni11r:iaro.110 a, <issel'e assoldati s;t;i,bilrnente e reclutati. Com,r~1·va r·0t10 pi>rù tc11a cemen fo , in Lu tta, Europa., il car,tttm·e di « Arti~ », iu a 11titesi co.11 quello cli « l\ililizia », ed ebbero presto Ja loro Uorpun1,r,ione. l'cr Ven P7.ia q11es ta. Corpol'a,zio11e ni:;sn n RP i l 110111c ti pko di <<Scuola>>; si hn :1,mpia notizia degli statuti ehe Ja, r egòla.vm1 0. T pl'imi co11osciuti r isalgono a l 1403, a l 1424 e nl 1436: siccome pel'ò rigua.rcl a110 q uasi esr.l u sivauumte l 'i mpiego òelle bocche da, fuoco e l e moòa,libì, <li l'olervi ½io a horrlo delle galee e d elle 11avi, esulano ùa,lla. nos tra m ateri a. Ci limitiamo a m ettere in 1·1licvo una delle attivi tà, della Scnola, . ehe risulta, appunto da codesti Sta,tut.i ccl ci-a, c<~rtamcnte comun e alle nrtigUerie di rn nre e <li terNL: il tiro al bersaglio , a quell'epoca. dist into col nonrn di « pallio ·>>. Già. dn, p iù di un. secolo il e< pallio » esisteva p er le Ci'.el'cit:udoni dei << ha.Jest1•icri », le .cui compn,gnic <.fava.no in ccl' fo -

243-


1400 -1500

epoche << sagp;i )> :-;olcnni, e molto frequenti, della pr·opria abilità.. Nei primi a1111i del XV 8eeolo vediamo partedpare al «pallio)) :rnche le artiglierie, in conconen7,a con le armi d:L getto. . 111 qnegli anni la « Sc uola)) dei hom!Jartlicl'i ]Ìa,r e a,ver .fissn,to Jn. sna, r esidenza. nei pref.:si di S . .Alvise, ove la si ritl·ova già

Fig. 4:i - n o111b:1rda vcmctn del XV secolo trovata n Napoli di. Rorna11ia.

iiore11tissima nel XVI seeolo. Come in tutte le corporazioui di Arti e Mestieri, l'associa7,io11e era h:u,ata sulla fipecializza7,ione, ht, pl"otezione economica e mora le . Il ca1·a,tteie re.ligioso 11e era mrni :wcentuat.o con la isl.itu7,ione di confrateruHe, feste patl'o- · 1,n li. CHppelle . Ricordiamo solo qui ht Capp<~lla ancora, esist.en l·e 11e1ln ( 1hiesa di 8. )fa.1·ia. Formmm, e clecoraJa. da ~nHt S_anta Tiar1,nr::i, 110tissimn. nella storia dell'art.e, un vero capolavoro del l'nlnrn. che nhhiaino riprorlot ta nell e prime pa ginP di questa ~toria,. Nel 14(;(-i si ha memoria di nrm pratica pc1· il paga,mento di i;a}a-ri a m1 maestro Bartolomeo. qualificato di « fidelissimo 11ostro et expertissimo >), ·titoli che <Hvennero poi tradizionali. Risulta anche che -Mafitro Ba.rtolomeo, o]tl•echè eapo dei bombardi eri della Repubblica,, cn1 anche fonèlitore d'arti glieria. Nel 1470 si jstitnivuno nnoYe 1·egole per il (<pallio>> sped.a1e -244 -


ESE1\Cl'J'.AZIONI DI 'f!IW

<klle armi da fuoco. Si erano spesso verificati inconvenienti, sia forimcntii di Rpetti.ttori, non a,bbasta.nza protetti dagli eventuali scru·ti di tiro, sh1i per disonlb1i intervenuti a. causa delle s1·,ommesse. Le nuove disposizioni stabilivano sedi indipendenti per il pallio delle artiglierie e date fisse per le esercita,-,ioni e i saggi: 1ninute istr1rnioni i·egolavano il recinto desti.nato agli spettatol'i, le dista11ze, le qualità dei pe,w;i in concorrenza di tiro, ecc.

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7. Artiglierie estensi . Un " Libro Inventario de monitione,. del 1482 · Le bocche da fuoco di Ercole I nella guerra contro Venezia · Nasce a Ferrara Alfonso I •

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.Nelle ((i!Vfernol'ie per lc1 storia, di Ferr ar·a, >> del Fri:1.:1.i (volmne llJ, paf 4::12) si Jeg:4"e : «.... il BuGintoro mandalo n Fr11,ni·olino, n, 1wcù1clerc~ iJ l'al1:h11·en Il.i Coslantil1opoli, e1·a, tirmato di nrt.ig-liPrie ». 11 vot:ubolo nrtigliel'ie ò nsa.to per bomùaiwle. Tnle notiz.ia si riferisce al 14~~i-(. ..\'<~rso la 111et11 del secolo, e prc~cistL· mente nel 1454, si 11:1 notizia di bombarde st.:omp011ibili in più pezzi uniti lL viti 1 gf-lttati da Giovanni da, Lodi, a,rchitetto che le cost.ru1 pel' il ma,rches<~ di Mantova,, al quale~ Giovanni fu spe dito dal Duca Francesco U Rforza. Pf-lr quanto concerr1e la, fine del scco]o, le notbde sono l)iù precise~. l>al « Libro Inventario dc monitionf-l )) ddl'a,nno 14~:!, co11scrva,t o nell'Archivio di St,a,to cli l\foùe11a,, 1·isnlta che in q1wll'f-lpoca le artiglierie del Ducato 'Estense consistevano in hom barde, falconetti, passavolanti, bomhardelle, spi11garde, spinga,rdelle, mortaretti, ed erano distribuite nelle seguenti fortc:r,:1.e : Oitta,d el]a é!i Reggio, Rovigo, ·Montecchio, Lendina1·a. Brei,cello, Oittadc11a di Lugo, Massa dei Lomba,rdi, Rocca di Bagnacavallo. Rocca di Gento. Castello di Modena, Santagata,, Rocca rli MouseJice, Rocca Gra,ndf-l di Rubiera, Rocca, d.PllfL Rtenata, Rocca, di Figarolo, Canossa., Oiirpineto, Ba,iso, Follina. In Ferrara probabihncnte vi era il maggior numero di -

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1100 - rnoo

a.rtiglicric; il docuuwnlo i11 ptM'ola non co nsidera però li'erranL, per h qnale forse v'e1·a un inventario a parte, non 1·intracciabile. OltJ·,~ a,lfo artigli,~rie, vi f~rn1ìo , Hdle varici fortezze, balest re {li legno, archilrngi, spiugarcloni, schio_ppet.Lì . La mnggiol' parJc delle boc:chc 4] a, fuoeo era.n o di farro, ma a pai·tire da, qrn~ll'a,nno l,lj incominciò n, emitrnide di. bronzo, e ncll'auno stesso vt!nnero fmm in gra11dissbno numero, eome vecli-e11H) più avanti, per hL gu(HT~L (;on Ve11e½i,,1. A pagina 2 ,lell 'l11vellt:1rio vi ,~ una uoln (li m·tiglierie fose da, Jiastro Alhregeto (naturalmente dobbiamo leggere A\bcrghet-

l•i.:.:· . .1,1 - J:11.111h:11·tla d ul ia pri111a 11wlì1 cii:! ~l •i'ol" XV. 111·.,1<:Jiic,nt·<: cl a P ar11111. tli ferro eol11 l o, e eerd1i11ta di ferro hnll.111.o. Cm,Ut:ulscc Il più

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j,-.., <::;c:mpio cli ecn·hlaturu delle a rtiglierie.

ti, ddJa. famosa fa.miglia degli AlhPrghfitti fo11dit01·i) , cl, e è i11h•1·essall1"e pN·chè da eRsa 8Ì, dlevano i dati. caraiU.erìstiei delle ;i l'tiglieriP cli fl nel tempo : Peso rli artalaria cli più sorta a fato Albregeto; Lno passnYolante elle la halotla pe:;;a libbre 10 fato co la bieta pesa lihbn~ 121f:i; l~no pn;;.savulautc che la balota pesa Jlbb1·c 25 chiamato pantera pesrt libbre 2500; n" 1 ~- Lna lmmbarda chiamata Snn 1/;orr.o pesa co la eoda, la coda 11e.~a lih. i\flOO, lihhre ll:i1fl0; n'' l - T:na honìbanla ehimnata fasina elle porta dc preda llb. oOO pesa J;i tromba !Jlli:iO, la coda pesa li b. G(iOO, sono iu tuto lib. 16iifi0; n° 1 - Bnsnlisd10 vec'.r-bio r,e,;n li h. r;2:;o; - Bnsalischo novo pesa lib. (l800; n" 1 - Una bombarda ehe 1mrta la pre1Ja cle lib. 400 in piezzi 1ri p esa il fu;;I o de ln hocea 77:iO, il fuRto de rnezv,o pe8a lib. 8100, la eoda pesa libbre !)700 e soma in tuto libbre 2;:;;:;;:;o;

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UJ Al:TIGLrnr:m 1,:S'l'E!\iSl l'EH LA GO.EWlA

Vl~NEZIA

Homlmrdelle quatro <le le 11ove che Ila le code cl1e le balote pesa caclauna co .la coda lilllJi·e 1935; n' I? _ Uno passavolante che la balota pesa lib. 10 falo co la vida de n'

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cox

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}1e~a lib. 2;.

~ll"io JJèsa libbre 1560; n• 4 - Uno cortalo intieri che la balota pesa liii. 25 o li circha pesa libbre 1520 ; n• 1 - Una ca1.upa11a mandata a S. Fclizc per la rodia tli peso !rl60; n" 2 - Dui passavolanti di lib. 25 la balota co la vida vesa l'uno lil,bre .... .. ;

n' 2 -

Passavolanti elle la balola 1-iesn lii>. 10 zetò a il de otobre; n" 4 - 4 passa vola II ti che la balota vcsa lib. 10 a di 20 tlito lib. ...... n' 4 -- Quatro passavolanti che la balota pesa lib. .. .... 11 cli lri cle

novembre libbre ... . .. ; n" l -

Uno passavoJ.anti elle la bnloUt r>esa lib. 10 a dl 27 dlto lib . .....

L'eleneo, ripm·lato .i11tegrnlmeute, ha delle lacune: 1m1nea110 i pP~i ddl<\ ultim,~ artiglierie e non è eompilato coIJ troppa dilige11r.a, forse per il laivoro feubrile di qucll'am10 nel preparnro l1ncd1<~ da fuoco, pe t sopp~:!'i.1·e alle m !<;11:s:si.Lù de lla guerra con V1·rn·zia. 'l'9,1ita c;,l'a la Il(\C\C\SRihì, di :1itti.glfo1fo che il Due,~ di Fer1·:u·tt nou ~sitò a spo~liar<~ :i,~ dli!-1S11 <.li tampa.ne per ,we1·e il li.1 oH,10 Ul'l:01·n:1!1.c. ~cll ·' lllvejda1·i.o v'i l'• 1111a 111.nga :n ota di: CamlJr1111: /ovale da. JJÌ IÌ, yicse per il b'i.wgno cl-i fa.r e .<1ping<irdo e born7Jr,rrlf; . Rpin1o da:1 bisogno ili p1·ovved e1·e in ogni rn.odo all'arma.· mento, il D11<:a, di Ferrara ET'eole I non esitò n, prendere tale -dedsio1w, se11za em·arsi del risentinumto che poteva generare : f u1·01w l~G le campane levate ,falle chiese, che, assieme a rame -e stagno, ve11nero affida.te a ~[astro Albi-egcto; a pag. 96 dell 'Tn YE-ntm·io vi 1" ima nota così int.pi-tn1n : - ·- A Jfosfro A lbrnr1r:to r: n ½wnin suo fiyliolo n ,U 29 d i cqiril.e lo i fra scr-ilu rnctaUo da.lo u ½ainin per zel.ar spingarifo. Il metallo cmmegnato ammonta, a f>8,nOR libbl'e e la, consegna avvenne in varie riprese: dal 2!) :qwi1e all'ottobre del 1482. La dichhLrazione di gnerr~L del Senato Veneto a,l Duca di Ferrara ,('; del 2 di ma,ggio; nuL giù peimn di tnle dichia1·a;,;ione erano cominciate ]e ostilità,. Riporta il Frizzi in cc Memorie per ]a ,storia di l•'errara, )), vol. IV: e< ... tutto l'::wgine del Po da P onte La,goscnro ascendendo fino alla Ponta, e di quà discendendo 1wll 'altro ramo a Bondeno fì110 alla città di Ferrara era stato 1Jal Duca, munito di soldati e di un migliaio circa cli homharde -247-

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1100 - rnoo

e pa,ssa,yobnti, cosicchè di:ffidlisisiruo sarebbe stato al nemico penetrare nel Polesine di Cas:1glia e per di là, a,ccoRtarsi a Ferra,ra, )). La necessit:'1 dcll'on1 aveva indotto il Duca ad un prm·. vcdimento che trova, il suo riscontro in altre guerre e d..te s'imponeva <lata hL grave mi rrnccht contro il suo Stato. Per quanto rigm1rda Modena, l'Inventario a, png. 62 riporta, il seguente elenco : spingarde due de fero co la eorla 8J1ingarde Uilfl de bronzo spingarde quattro de bronzo co lu coda spingarde due cle bronzo, una co la coda e una semm

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spingarde 2spingai·de l spingarde 4 sping-nnlt· 2·

I~ eh presumersi ehc h1 tempi 11ormaJi la. Monitione di nlodtna comprnnclesRe 11wggior nm1wro di :n·tiglierie, ma i oi:sog11i ddla gu(~rra r<~S<!l'O f!Videnh~nwnt<~ rn~eessarfo il loro iHdo. :ml Po; cd è da ritci1crsi che 11011 solo da Moderna fossel'O pl'elevat<~ boed1 <~ da, fnoco, rnn, n11che da, nlt.r<~ fort(~,m~. Solo c.:osì si poteva, raggiungere .i l mune.r·o di mille, fra l:lpi11ga,r de e 1111~~11 Yolnnti , che il Fl'fazi r.itn più i-:01w:1. Durant<\ questa g1rnrra ~tesRa v<~1111e proposto al Duca cla 1·11 I. ":\J"asLr·o }:.ol.li.no, oom ba 1·d ip1·c, e e llissi'~ se a ttna to, ,li far fnhhrienr(~ nn ndegnato J1lll1rnro di homhnrde da, fuo~o pc1· Ìll·· cendi.:u·e l'armata navafo ye1H~zfo.11n. (Jneste <( boml>a.nle <la. fu oco)> dovevano sca.gliarc proietti infuocali ili fo1;ma sCe1·it:1 od ovoidale forma.ti di e< :;;chiopp<~tti carichi a, pnllottola, >), perchè in tal modo avreobero impedito a chicchesshi di a,·,·ici, na,1·si per spegnerle. Fr::i,ncesco Ilellegl'a.ndi, poeta ferrarese, così descrive in UL sno poema, scritto nel 14~4, i fatti dei quali era stato testi, monio: « Quelle misehinc tene sacd1eggloe e tutte andar le foee a. fiamme e

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e longo ll gran Paese cavalchoe a cn.v~1 llo et a piedi i I tl11ce stuolo, <~ sei grosse bombarde si piantoc alla gran Roccha, decta Figharolo, più di tremila mlpi rie' bombarde discaricò alle mura l!;hagliarde. . . . »

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d.uolo


.\Ll"Oè\SO I D'ESTE

l\dla secoutla metà del secolo V 1iasce in Ferrara, .A lfonso 1 d ' E~I e, di c ui canterà. l'Ariosto : " Costui ;;1u-Ìl, col sem10 e 1:011 la hrntia, Ch'a vn\ 1"011.tr , nei cmupi cli Romagna, D'aver ùalo all'eserrito di Francia La gnu1 vittorhl t·ontro Giulio e SJrngn u ».

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E All'omm, pvimo ueJJ a. ~toda d ell'Arma di Arti glieria , riu sè, con felice e geniale versfl,tilitù, tutta i taliana, le q nalit.ì, hwn.ic.:l1e cli inve11to1·<~ e <li costruttore di nrtiglierfo con q,wlJe di gTaiH.le tatt.ico sul f'.nrnpo di ha.ttuglia..

11i nì, i11

8. Le lotte _intestine in Bologna e l'uso delle artiglierie - I Bentivoglio - Le bocche da fuoco contro l nemici del Comune - La classifica delle bombarde negli inventari - La continua lotta contro i Pontefici • Il Piccinlno a Bologna - Duello di artiglierie fra la citfa e il forte Oalliera - Le artiglierie · di -Sigismondo .l\'!.alates,ta -_ La b.a.ttitglia della Molinella. " ·

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,\ Bol og11a-, questo sc!colo segna il predominio della, famigfo1 (lei B en Livoglio. Da (Hovanni I , uomo valoroso 1~ a ceol'to, d11~ uel 111 a,1·r.o 1401 si pl'odamò SignorP- dello Stato bologn<>sc, a, Uiovanni 11, politico lli prim'ordine, il qua.l e, nel li"i06, c..l ov1·11 cccfor<~ di.ua mi alla tempra gagliarda di Papa Giulio Il, è nn F-: n~i-;eg uirsi di altri nomini ,l~lla, stessa fa.miglia, che i.JJnuis,·ow> ~mi destini d ella, città, ten gono desto, come in a,l tr e pai·ti d ' 1talfa,, l ' iu ccssn,nte tumulto degli oclii armati, e g uidano il popolo eon t1·0 i nemici inte1·ni ed cstel'ni. È quindi natura.le clic gli ordinamenti militari , per <1uanto no11 sottoposti a, leggi s tfl bili, abbia.no l a c ura pa.r ticola.1·c d el Com1m e, o del S ignore, e p er essi d"g-Ji An,,.iani , i quali ,folegar.o a, rapprcsentu.rli i dodici offi ciali, · cllia,m ati èon gràzioso eufemismo « official es de pacf> )). Mentre Giovanni I n entivog·lio attendeva a consolid a re il ll0te1·e, gli abitanti di Sa,n Giovanni in Per si.ceto si ribc11a.rono

« contra dictttm .J ohannes rle JJentù;oglio et ivse ivit ad cam-

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1400 -1500 ·

pu-ni cul Ffanctnm J ohannes et iù'i mortw,1,s fwit cuv·itu11eu8 81Ut8 ourn "ttna, bombm·da et recl-iit B01wnia,ni et nichil pot·n it faocre )). Si fratta di un aggualo teso al Hcntivoglio dagli ahitanti di S. Giovanni in rersiceto . Secondo quanto si narra nel Cm·- · pus Ohronicornm, ùon011iensiwni~ chiamato a, parlamm1to in quella localit;'t,, Giovanni vi si recò « et menò secho misser Vergilio et Scorpiom, soi capilanii. Et quando Iuno arivati là, li villani vole,Hto ch 'elli anelassero dentro, ma, lo signore non voh,e andar<~; sì chc'l venne fnora dodcse de quiJJi villani cl. li domandava110 de novi patti et poi tornono dentro. Allora, misser Vh-gi.lio disse : « Signore, io v<~gio movcrc lo pafanclrn,to )), d quafo rnissct· Virgilio era, molto aeorto, et dicto questo, el Signo1·e p1·esto spc1·011ò el cava.Jlo eL subiCo sboehò doc bombard<>, mi.:t amazò ,Scor·pione suo capita11io, l'a.itra cfo' in la c os:,;;a, al cnva,l lo del -Signore Zohanne >>La for-tunn, di (} io van 11i I l U J)OJ'Ù <li br·cvc d lll'u.ta, clll; C: inn G alea.zzo Vi seo11 ti, 1-1.vn t n 1·agioné dell:~, lega alla. quale il Si g n o 1:<! di Hologna s'er::t unito, ma 11dò contro di l11i due eserciti , Ftrno a,l comando di Jacopo D a,l Vcl'me, .l'altro di Alber·ico da Bm·hi.ano. TI 2H gingno del .l 402 Giovn,nni. :fu sconfitto e il Bn ,, _ biano, entrnfo n Dolog;na, lo trnssc in a,rresto e lo a,b lmmlonè, al popolo, che barbaramente lo rnassa,c1·ò . . Ca.dnta Bologna, nelle sue mani, Gian Galeazzo ordinò alle tl'u ppe vil:wontee di sup<~rare , in anni i valichi dcll' Appennino. « A dì 22 di luglio andò Ii' acino Cane (capitano del Visconti)

u campo a Firenze per fa,r guena, co' Fiorentini, e menaron o la uostn1 lwm,barda grossn, e lH~ m ena1·0110 delle altre assai ; e :wdaro110 snl Cavreno, e furono delle bmnba,rde de' Bolognesi». Mm·to ·G ian Galeazzo (3 Set(.e mhre 1402) e diventando sempre più duro il dominio visconteo, impersonato da Fncino Ca11<~, che governavn in nome della vedova reggente , Ca,terina,, il popolo bolognese, capeggiato da un Negrosanti, insorse come un sol nomo. Facino Cane fu costretto a, rifugiarsi nella. fortezza. << dove con li Maltraversi fa,ttosi forte, fece sparare molt i · colpi di lunnbnrda, con la quale fece molto ma.le». Tl 3 Settembre 140:~ il Legato pontificio Baldassare Cossa, -

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BOJ\IB/\ltDIIJ A J\IASSUMA'l'ICO, CEJS:TO E IlAl.tl.lIAM)

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g11e1Ticro in veste Ì.·eligiosa, dotato cli nou cornnne euergi.1, 1•1!11·(ì a g·uisa cli trionfatore a, BologmL, e subito pose mano ad :rs:-;odare il clominio della Chiesa,. Mandò contro .Massnmatico, te1111Lo lla, N.urn:~ Uozza,di11i, grosse for~e agli ordini (li Corrado 1h M:1,telica e di Pa.olo Orsini. Po8tovi l'assedio, Corrado da .Jl.ltdica., secornlo quanto 1mrra, il UhirarchLcci, (< s'accorse c:lrn il ('a:,:;Lello el'a lu~n m1u1ito, e prPsidialo di. soldati velcrani, e che JH.'l'(Ì 1'.18sedio ff,L pe1· awlai-1~ i11 lLmg-o; delibe1·ato cli fare l'csi 1·emo di sua pof.18ìl, d,tlla parte di sopra fece profondi fossi e for-1 issi mi ripa,d, e thLl1'a.l (,ra, Jnu·Le pose molte bonibarde pc~r n.ttena1·c~ hi 11111en, et nssknrare il pnsf.lo aH'enlrata de' Holdnti, e foccmlo tlare il fnoeo :L una llon1hanla, fm·se troppo e,u·cn <li polve, i-:i rnppero li cerchi di fono eoH Lant'imp<~to, che 11ccii,;e1·0 Corra,do, ed all.ri q 1mttro )). Le ,L1·rni po11tHieie f.li volsero poi contr o Cmtto, ch'era sern_p1·e 11e1Je mani del (lozzadini. Le comn,ndava, Paolo Orsini; mw dt•i Pt•puli d.if1•11dcffn, la localitù. << V: Kie1·i:1,1·do T-'c ~poli lrnvcudo fn.1lo 1111a, h1g'linl"n. i11to1·110 la nocca, cli Cento YÌ fabbricò f.itPci'=ni-i, e pnlnrn:,,ti , el·, llll Unstello cli ]c-'g llo, Ropra, il' qun,Ir, pose a k 1utl! J-Jo111 (Jft rrfo grosse, e tutti,, •J 11ella uoltc se11:r.a pu II to 1·,e:,; · SHL'P, 1><·1·c·.ossc la, (fotta, Rot<:a,, fracnssandoln. in molte pai:ti, e 1·.. stn.11110 n.RRrclin.te le g11a,r clie cli NiRa, vi<~hì loro di poterFii in p.-irte ~1lcuna ,tffacdarsi n. Al llerico da Harbiano s'era aceurclato con i] (;a,rcliHale Lega tu cli 11011 T'ecar mo]<!s!ia a.ne t.p1·1·c cl(•lla Chi<~sa, ma non h!nne l:1 1n·umessa e fu sno clmrno; chè, menLre egli si trovnva ìonh1,no, al scrvhdo del Re~ cli Napoli, 11el 1409 << n (lì 7 nrnzo (sie) and <ì lo c·nr1liua.fo (Cossa) per com ba.tere Hnrbiano cmn grande apared1i,Lme1t Lo dc gente e mangaini, bomlrnnle, b:1.lestre, pouti et lll'ichole et w eh<~ bisognava a eossì fact<-\ coR<~, et adì lG l'cbhe Jlf~r <:011c(n·clia, chè non a.speet0110 la hat.ag-lia .... et cossì chazò de Honrn~ua li cun ti da Ba.rbiano; zuè 11 ui.lli del eontc Zohanne et del gramlc Contesta,hile (Alberico) >).

Le artiglierie l.Jolog-ncsi 110n furono 11sate soltm1to contro i 11emid del Comune, ma servirono a11d1e a rallegrare il popolo nelle festività solenni con il fra.gore dei loro spa1·i. Di;-;poste nella. storica piazza, di San Petronio, esse salnta,rono l'a,s-251-


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sunzione al ponti:fieat.o del Cardinale Cossa, il quale, con il nome cli Giovanni XXITT, usc.1 eletto dal conclave tenutosi proprio a, Bologna, dopo la morte r,~pentina. di Papa Alessanclro V. In quell'oecasione I,~ bombarde tumrnrono a maggior gloria, del nnovo PonLcfice; « :fiJJita la Coronazione, la l 1iazza con l'artigliaria feci~ Regno di allegreu;a J). I tempi tuttavia esigevano. ch'esse tuonassero altreRì r,ontro i nemici dello Sbtto e perciò il loro numero amnenttLva, nm certo non in rapporto alla tee nica coRh·ntti va di q neste armi. Nel ].;iber n·1,(mdatoru,1n, anzi. sotto la data. 8 novernlwe 1400, c. 117 v., risultano parti(:olari intercssan ti circa la, cofltrnzione di nna. bombarda, le cni spese. compl'esi i dazi doganali, anunontarono a lfre 1843 di holog11i11i, somma U,F;sai el,~vnta pcl' 11 uei tempi. Caratt.erhitica Rn.lim1te cli Bologna nei secoli XIV e XV sollo. le frequenli dedizioni della città n.lla, ChiPsa e le non meno freqnenti rivolmdoni, ca,usa,te dal cattivo governo dei 1·a,pprcsent.wt:i del Pupa, c·,iot': 11Pi LPg-ati pou/-iffr.i. Così nel l1J(3' il popolo. insorge e l'ivenclica. la, sua Jibertù. Si troni, l>P.rù di fronte llll :t·Ltro famoHo g1rnni1~1·0 , HPner:io da, Monto11(~, nRdto cln,l la scuola <fol lfal'hia,110 e (:1q1ita.no gener·nle della. Chiesa. Ed eeeo ehe « lo di.cto Bn1zo venne i;uso el mcrchato, pel' la porta ch'era np1·t:sso dal castello, <~t vmrne cnm grande ge.11te da. p,~· et da cavallo pe1· 1nctt.crc Bologna, a, Rar.hornanno : de t.:he allora, tucta, Bologna. fu al'ostacfa molto forte, et si a,rmò tucto el puovolo et si andono al mereha.to cum bomTrnrde ,~t balestre, et si a.rostouo tucte le l,oche del nrnrchato. AJlora J1ra.zo rna.ndò a, dfre eh 'ello. volea, parla.i·e a quisti dni, zoP-: lHathio da Canedolo, misser Antouio di H<>ntivogli >>. Gli << lnv,mtar·i >J ci dicono che le bomhH,rdc e1·a,110 classificate in 9rosse, rncz::zane r, pforolo. Le grosse e le nwzzalle, fissate al loro letto - o ~tfiusto -~ con funi o caLene, pesanti e di non facile tra,sporto, enLno osate a,nche nello Stato bolog1w~e. pr,r la difesa del.la parte h:u;sa delle fortezze, con le nere Jwcche dispost,~ in aperture, dette bmnbardicre. Le bombarde picr·ole, o bombardelle, difomlevano la ptirte alta (folle opere di difes a. Il Generale Ludovico l\farinclli, in un pregevole studio su Oatcrina da Piz.e·cino mrltrfoe deWartc militare~ nota che queste armi, pur esRendo rozzamente fabbricate (e pel'ciò non ancora.. -

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..,. LE HO]<fB.\RDE l'Ol\TU'ICIE CON'l' ltO BOLOGNA

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·dot·afo delle qualità che le renderanno assai più temibili nei se'l'.oli posteriori) imporra,nno la innovazione dell'arte de]hl, difesa, d1e adotterà il co11cetto di abbassare le torri e di rendere più 1·01.Hlste le ·mura, ·. con l'ingrossarle o terrapjenarle. Passano akuni tLmri, ma il gove1·no papale non desiste dal 11rnposito cli riavere Bologna. Verso la, fine del l42G, l'esercito pontificio, guidn,to dal napoletano Giacomo Ca,ldora, si a,v anza dn.Jla, Romagna e conquista alcune loca,lità dello Stafo bolo.gncsc. Tl popolo di Bologna, sempre pronto a difendere con le al'mi in pugno la sua libertlL, si prepara a reRisterc; « alli 12 cli novembre, il venerdì, Ja,como Caldora conduce molte ùom Zwnle per ba,tt(~re la città, alla, porta di Ga,llienL et in particolal'c un pezzo gros1m C'.Ol quale comincia a b:1ttel'e le mura della d ttà,, h1 quale porta.va, mm palla di libbre 130. Et la prima palla ·che tr asse giunNf.! nel pa,ht7.7.0 cl<~' signo1·i et cadè nell'orto senza fn.r male alcuno, d dopo questa ~Lnche ne trassero nove altre di peso libl>T·e 115 l e quali feeero rli gl'nn male n egli editicii, ma pel'i'> nhrno uccisero; et gli a,rtcgiani chiusero le botteghe et r.01·sero alle m111'a a, scaramuccjare r,on H uemici, dove ne fuhwo feriti assai cln amend ue le par·ti )> (O. Ghcra1•daieci: op. cit.) Rologna <~ indomabile. Il 17 dicembre il Calrlor~1 conccnt1•a l'(~~ercito davanti n, porta Ou,llicra; ma, quei di dentro fan buona guardia e decidono di eseguire una sortita. Luigi di R. Se verh10 irrompe dalla porta, « con molti soldati et cittadini vcn nero imdeme alle ma11i, clove morirno molti dell'una e l'altra, }Jarte; ma sopragiont<~ dalla oscul'a notte, Luigi ritorna, in città, -con la compagnia, rimanendo gli nemici a battere del continuo ln, citt:Hle con la. Bornba,rda, gros~a., dalla quale essendone ·uscite "tl n 50 palle, si ruppe ». I ripetuti assalti trovano il popolo bolognese sempre pre· parato a rintuzzarli. Un cm·dinale inviato dal Papa, per trattare la resa fa, devastare la, campi1gnu intorno a,lla, città, onde t< il Senato, sdegna.tosi del cardinale, manda, fuori li soldati ~'.on buona pa,rte del popolo, li quali vanno alla bastia del Monte con scale, lJornlJardc et altri stromenti militari. Et poscia fuori ·della porta, di strà Santo Stefano nmnda tutti li lrnomini d'arrne :1 cavallo. .. acriocchè facessero rcsisten7,a a,lli nemici che Volei,;sero tentare di soccorrere la bastia, del Monte >>. -

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... 1400 · 1500

La r,ostauza e l ' croisrno dei Bol9gnesi si impongono. Il Papa invia un altro ambasciato1·e e :finalmente Bologna accetta co· me Legato il cardinale Lucido. La pa,ce però fu di breve clu· . tata,, poid1è il popolo scacciò ancora una volta il rappresen· taute della Chiesa, la quale, Vf!I'SO la metà cli settembre del 14:Lt,, fe<.;e h1vaclere dalle forze pon(,ificic il territorio di Bologna. Ca· stel ,8a,n Pietro fu bombardato, « et a,dì Xll de uovcmbre, come due anni prima, venero a la porta de Galicra e poseno una bombarda aprcso le mura a, doe Ulest1·ade- e treno (tirarono) YIJTT ba,lote dentro de la dtadc, che pè\av,L l'una lyvere 115, e> advava fi110 in piaza, e tale pasò h~ pia;-,a; e li a,rtexa,ni sr,rono ]e hoteglrn t! a,whono a la dita porta a scha,r·amnr.are con loro, d multi de qnilli dd campo fooro11 feriti e <le qnilli cfo Bologna JJe fuoron feriti puochi >>. Non :fu che una, s1>.mplicc~ searamueda, um l'episodio dimostra quanto grawle fosse l'ardo1·e del popolo liolog·11est~ qnnuclo Ri trattava <li cltl'.<md<-'t·•~ .la p1·01>l'ia eHtù, e• qnale lo sphito g nr1'· 1·ic1·0 clic nrntava, i11 eroi gli a,ttieri cli cprn.ll'eU~ di. fe1oi:o . lnLa .11 Lo r a vversario 11011 tr-alai-davn tli molesta1·e ùi conti1Jtio i dHe11 so1·i ddla fìm·n, Bolog-na ) i:-peru,ndo tl'avel'la di sorp1·esa,. « La ;,:ente clcl papa 1\far·tino qninto vene110 a .la, 1><1.d .a de nauc~1·n. nclì XVTTT dr· d.c~x,~mhrc~, con le lmndietc e con .le /Jm1·1 hordc , e trc~no V hfl,· lote dentro da la dt:ade, del pcxo dc li vc,·e LI;) : a,lo,•n R<" roppe la, dita bomha,rda, e fogli nna, hr,lln. sehnrarnuz,m e molti hornenì fnoron gnasti, ma più de quilJi ,d<•l campo c he de quil1i dP nn. Ionia >L Siamo nel pieno dell'inverno e 1n, g-uc~rra. <'Onti11ua, (:OH cln.nno delle popola;,:ioni, i:,oggette alfo violeHze dei mc1·c.<~1ia1·ì flel Caldora,. Dagli accantonamenti invernali erano frcq1w11tì le scorrer ie dcll'cscl'cito pontificio contro Bolo~na,; dall<> robm;tc urnra merlate e c'lalle tozze torri della cinta le milizie cittadine rispondevano animosamente agli a ttacchi avversari, sventando. i tent~ttivi dell'ostinato nernieo. Nel Oor7ms chronicoru11n 1Jonon'iensi1,1,1n ,, detto : « Anno Ohrii:,;ti ~fCOCO 2!J, adì X de z.enaro la gente cfol pa,pa, la quale si era a campo a Co1·te· xella, Ri venne a.presso a la porta de le Lame, et si posero doe ùmnlJarde da la via che va al porto, et trc110 19 balote dent,·o

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LM !10i\!BARDE P0NT1FIC1E CON'L'HO BOLOGNA

dt· la città, de peso dc libre 22i> l'una et tale ne fu la, piaza ( pa:-sù la piazza,) )). << Alli 10 di febrairo, il giovedì, l'esercito della Chiesa si a,v vidmL alla porta delle La.me et pongono muL grossa bom/J11,nfa, tLlla via che va, a,l porto delle navi et tirano nella città dit :<~11ove p,Llle di libre 125 per ciascuna pa111a,, una, d elle quali f,·ce non poco male>). Jl 27 febbraio giungono all'esercito della Chiesa rinforzi <li cavalleria n di fanti, mandati dal Signore di Facuza., Guido ;\ 11i.011io ,Manfredi. Cald01·a, si impadronhwe d<~ll'altnra di N.rnta l\faria del l\fonte e la fortific,1,, ponendovi un fort,1 presidio e numerm:m bombc1rde, con le quc11i fa eseguire il fuoco conl.1:0 la città. Ual cani.o loro i Bolognesi avevano apprestato a difoi;;n, -S. Michde in Dosco. Il popolo, che rm1i si disanimava, t·L" ..L pii\ che mai dcdso a ùi[crnJcrsi, e iuvocavc:L l '..Liuto divino per ol tenel'c ht vittoria.. O:dtl1w.1, si sentiva Ìlnpotentc contl·o l'c1·oisrno dr.i difmumri. << I nemit',i ve1,1e110 ,L la. pol't11, òe Ual.ic1-;;1, adì primo de mm·zo d ; poscno. hna 1101nbu,rd1.1, e treno 4 bn.lote den1·.1·0 da, la dladc, et foli 111m l.>ella scha,i-umnza,, tale~ d1e fo gua,sti de quilli del earnpo più che UL, e de Ii uostl"i assai, ma, più tfo lj nemici

ehe d<! li nostd )). Da Santa l\iul'in ,lei Mont<\ (<love orn, sorge la vilh1 Aldini) ]a gente del Papa << 11011 follo mai s,~ llOI1 bombardare la, terra, dtè fnno de fo ba.lotc più dc uno centonaro )) ,~ 1m dì tira,rono q tmkhe colpo cli homba,r<lu, cm1tro la processio11c, tli cui facevano parte i g011falo11ieri ddla città: « quilli. clelh1 bastìa cle madonna, Sa,nta, nlar·ia del Monte si tr1~no tr<~ ba]ote de bombarda verso la pror:essi011e; et per rni1·aeolo se rovpe doe delle dicfa hon1barde, a quella, trattn,, <~t 1Ta, lì e pochi dì se roppe l'altra, et poi non treno più n. Bologna, fW<'.onRentì finalmente a sottomPth!rsi alla Chiesa, ma l'anno di poi il Legato dovette voltai· le rnkagna,, ed un altro ne tornò, nel 1431, aeeompagnato da 11 u mc1·ose truppe. Non ostante le lotte civili, le espulsioni (·l i ritorni dei governatori civili, e le guene contro condottieri della, statura, del perugino Bra:cdo da 1Vf011tone e Giacomo Oaldora, gli ordinamenti re-


1400 -1500

pubblicani , che mai la col'te di l{orna potè abba,tter e del tutto, f nr011 o sa.h i. Qualche località del c011tado bolognese è ancora in mano delle truppe papali e Rolognf-li ha dei conti d tL aggiustare cou Roma. Ne avviene che « volendo il Scmi,to riaeq uistare le ca.stella c h e tenevano li ncrnid, a lli 3 d 'aprile, la domenica, ma nda li. soldati alla torre o villa tli Galli,~ra, ove erano li prcsjdj delhL (;hiesa,, et con le bombarde la eomha ttono et a forza, il gio1·110 :seguente la ottengono, pouendo og11i casa a sacco et facendo li rn·e:-i<lj prigioni, et akuni lrnontini d'a,rrnP s'atrogorno Helle fosse)). Nel 143G, in seguito alla. stipulazione della pace di Ferra.m tra i vari 1Stati, Bologna, rito1·nò sotto l'obbedienza del Papa. A ntonga.leazzo He11tivoglio, capo del partito co11tra1·io a Canetoli, rienLrav[L in Bolog11a, ma pochi gi Ol'lli dopo . f'n fatto decapitare cla,l <:n.rdinale J.,egato. Nel maggio 1488, i fautori dei Benlivoglio n.pl'ir-0110 I~ porti\ di Holognn, a :N i.tolò I 1iccinino, che li ca1Jo tli u11 forte c:serdto stava pe1· inizia1·e Ju r.onquisla. dP.lla Romng11:1,, in norne cli Filippo Mal'hl, Vi:stonti. 11 l'icci.J1i110, 1·,Hhmnti ul'l palar.zo fli (:il.t.ù µ;rnn 111111w1·0 (li r·.Htn<li11i, li :in citò a, co111111istnr,\ il ear-tello tli po1·t.a. Ualliera, tenuto daJ la gen Le ùe1 Pava. lrnli cc Hi parLl et mandò n.lc1m1~ I.Jancli ere di fanti intorno ai ca.stello a, da,rli l 'assallo et li pl'esidj p:wimenLi il cominciorono a sa,lubwc con le ùoinlmrde, et vi fu 1wciso Francesco J>a, Dngliolo · cli che isdcgnato Nicolò, vi fece d'ogni intorno una fossa larga. <!t. cupa accioch1'! quei del cn.ste1Jo Hon potc~Rero aJia s<'aram1.1eda uscire>>. ~icolò Piccinfoo, lasciando i I figlio Francei;;co a, guardia di Bologna, ritornò in Lombm·clia a combattere i Veue~iaui. I Bolognesi, desiderosi ài libernrsi da.i Yisco.n ti come s'erano liberati dalla, Cbiesn. al grirlo di « viva il popolo e le sue arti» ins01•sero e, gnicfati da. Annih:ile Henlivoglio, fecero prigioni,~1·0 il Piccinino e ai:;sa,lirono il castello di port:t Gallie1·a, il cui comtt,IHla nte era Tarta1·0, il fedele pP.rug·ino, (C huomo nell'armi mollo esperto et a l duca. et al Piccinino veramente fedele. {!uesti adnnqnc non volendo con signarc il detto Castello, il Senato ùicde la c1wa JH~r riacqnistarlo ad Annibale Bentivoglio ~t a, Galeazzo M:uescé,Lti, li quali pa~sm·ono con li soldati al 1

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ASSEDIO Dl-:J, C.\:,i'l'Jo:LLO J>I l'ORTA G.\LL ll,:1!.\

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me1·cato de~ buoi et cominciarono ad assediare il eletto ca.stello con ùonibcircle et altre maccl.tine da com battere ». E coi,;lruirouo due fort iJizi « ponendo in mezzo H castello; et quivi posci·o buo11e guardie di solcla,ti, .... affinchè gli assediati non potessero nsrit'(; a fare scorrerie per la città et anche per assicu1·a.r e la città, daU'impeto delle bombarde che del continuo gli uemici del castello tira,va,no et rovinavano le case dalla via, di Galli era)> .... .. .. Ta 1·ta.ro non cecle ; a.nzi il 23 giugno (144:l) fa, eseguire m olti tfri cc d.i ho1nba,1·1la, r,ontro la città di Bologna; il che dal popolo

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j .J l!'ig. 4.; - Nicolò Piecinlno. (Rilievo

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melhtglia del I'isanello).

1Hlito , i,.;i serrano 11~ botteghe et tosto il popolo si arma et passa, a l nHwcato et qnivi c011 li presidi del castel.lo a.11,z ntfa.mlos i , molti d.i amh,~11 ue le pa,rti ne 1·cstano mala mente feriti>>. TI r. n,stello di porta Oallie1•a si a!'l'ese in agosto, dopo ch P-, co11 lP hornuarcle. fn aperta 11ella, mlHa una, Larga hrecda. Nd g'Ì ll /!;no J.:1"1:, Anniba,le HcntiYoglio Jn nRsassinato d a lla pH1·te ,.,vvcr~ri rlei Canetolì , ma, il popolo . de1ddcroso ai r-mttrn1·si per R(~mprc sia alla domi11azio11e viseontea, sia n quella papale, voll e m1 Signore della stessa famiglia,, onde chiamò <la. Firenze Sn,nte ncn ti voglio. Costui si prefisse · lo scopo di liberare dal dominio della, Chiesa, le loca.liti\, occ upate nncòfa, da.Jle milizie visconfoe e così « }I.di 29 cl 'otobre li nolognesi an<lono a, campo 17

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1-1-00 · 1;-;00

a, Castello rL Sam Piero, eL menonli la bo'lnl)U.rdn g1·ossa et Lm-

tono zoxo el muro ùe notte ....·.. )). Un tent3,tivo dei Canetoli, cli entrare per sorpresa a Bologna, nel 1451, dimostra die le bombarde piccole, forse bom· barde manesch e, erano usate nelk a,,,ioni 1·a.pfrfo e deeise. cc Ablmndona,ta adnnque la porta, i fnorisciti la spczza,r ono et a hba,ssa1·ono il pont<~, laonde . tosto entrò nella città, G::tspa,r o 0anetoli , Fr:rncesco Ghisilieri et il signor di Carpi con 300 ca,·

l<'i~. 41; · Bigism on c]o Mnlnt P.~ta

valli et altrettanti pedoni ; et fat ti li cavalli a1·cliti ,pa8saro110 a.Ua pia,zza. per Ja via, di Clalliera scarica,ndo bonibanlelle et balestre ...... )). Bra signore di Rimini Sigismondo Mala.testa., tipica figur a dalla strana, psicologia. Urna,nista e uomo di guerra, ebbe esercito proprio, che offriva ora a questo, ora, a, quello dei potentati italiani. Nel 1461 ebbe di fronte l 'eRercito papale, al quaJe (;rano aggrega.te milizie bologrn~si. (< Alli 2 di luglio ... il c,:jgnor - - ~58 -


Ll!l SPINCAHDE ~fODlLI AJ,J,,\

1\101,l.è\"ELLA

t-,;i _!_;is11101alo l\falatesti, ehr~ si trovaiva in guerra. con la Chiesa, ,·;1, coli l'esercito suo ad a,ssalire il campo ecclesiastico, che nella Al a1·ea era., in luogo detto CasteJlo Leone; dove con molte bom,l1f/ nlu, SJYinganlelle et balestre posto a ordine le sue genti et l'aLLoue ùuc parti, come huomo perito nella disciplina militare, 111oi:;se l'esercito pet· fracassa,re il (fotto campo nclllÌ~o e porlo i11 fuga. Rt li veniva fatto il disegno, se tosto l'animoso et pru(lente Lodovko Malvezzi et Pietro Polo N ardini non vi · si oppouevtLno, i quali a guisrL di fulmine ent1·ando nel mezzo cfo' ·11e1niei, gli fecero alquanto rHir·are adclietw> ..... )).

Alla nwl'Le di Sante, Giov.umi Bentivoglio, o Giovanut 11 (:MNff,er Zoa.irn), fu salutato eapo della, repubblica (1462). Pigli fu Ycro Hignore di Bologna, e d 11ran Ie i q ua1·an la,Lrè rLnni del suo dominio la città a,ssnrse ad m10 splendore in seguito mai più rnggilmto. Appl'ofittando <lei. pa,rr,ntadi da lui combinati e ac coneuclo in aiuto di qnesto o di quel signore, seppe rna,ntenere indipendente lo ':S tato bolog11 cse. ll 4 gennaio ·t4G7, fJ11fl1Hl o fu com:lu~o n, Roma il p a tto difensivo tra, li'h·enze, Napoli e Milano, <~ il 1:0111arnlo <l<~lr,~i-<~tdto (foll,1, lega, v,~m1<~ allidato a, .L•'<•<h•dco ti.a, M.onl·cfcltro, per far fronte ai Vcne:dn11i , eomandnli da, H1w!olo111co Collconi, il r ampo si l'iH:.col8c nei. di.ntol'ni cli Bologna. « A cH li> di Luglio i RegimP-nti di Bologna mandarono la, 1.Jomùarcla grossa con altri ripa,ri ttl ])ne.a, di Milano, ch'era a f'ampo ,l Morclane, la quale non vi fu conclottr1, pcrocch<~ iJ Duca ~i l<'vÌ\ cli cn,mpo n, clì 1G )). Dopo a1cnne :1,,doni inconcludcmt.i, i il11P Ps1~1·<·.it,i si trov:1.1·01111 rli front.r~ i-:nlln, MoliiwJla,. ]iJn,, il lil 111 glio. Federico da Nlontefeltro << aveva posto l'esercito suo in or(linate squadre con tn,nto diritto stile, che era cosa mei.•à,viglio~:·t, a, vedere, et più sarehhe sta,t o se il luogo dove si :-montr~L1·01w fosse stato ampio et largo. Or quivi... si attaccò una zuffa aspra et longa, la quale durò iH sino ad un'hora di notte; quivi ... il sno110 rle' stromenti et clelle grida et fìel'i colpi dell'armi ~opra l'anne et Io spaventevole rimbombo delle mortali spingarde si ndivauo. Fra questo conflitto si vide il cavaliere Roberto Or!'lfno..... ,Jacomo dalla, Padulh1, cl1e con molto ardire si portava,

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1100 - noo fu sopra il ginocchio da uni:L svfngarda ferito e così morto sopra il cavallo <lal campo fu cavato». Abbiaimo già illustrato, in un paragrafo preceùente, Firuportarn,,a storica dell 'uso dell P- spingarde mobili alla battaglia di Molinella, che precedono di quasi un tl'enten11io le tanto esaltate artiglierie mobili cli Cado VILI.

Un J.oc L1m1~11to J.cl 4, felJIJrafo l4G7, conseYV,LtO a.gli Archi vi fli Rtn.to, fa, meuzio11e di un Giovann i Bormgiuntfl, di 'l'rento, arruoln,to come homLarclicl',~ del 0 orn1111 c di Bologna, c:on lo stipcllClio mensile di dì.cci lire Lolognesi (la lil'n, holognese <fo.l.L' e por.:t aveva, nn valore che può essere r·aggnagJi.Ll.o a venti lil'e d ' og-gi) e r,on Je l'i tennte cons1rnt,~. Rgli era o!Jbligato a c·onfezio 1ta1·c le polveri e a p1·ovvcdPrr. a Lutto ciò che 1·igua,rdava i.l :-:no eompito. Uscend o fuori cli Bologna, nr.l tOJda.do, aveva <liritto atl un Hupp.Lcmento di sLipr.ndìo, ell e clovevn: essm·1~ co1·1·ispos(n dn colol'O J)J'(~i,;so i qna.Ji s i 1·e1'nva. 11e1· mgi011i della ~ma fllm,io11<1. J<;cco il clocmnc11to in questiorn~: « 1>ie iiiJ li'l'bl'. I,l(j7 ,I oh1w 11l'" llonag l n11(·a <i<: 'l'ridt•11to <·01Hl11 ct n s 1'11 i I i li bo111b11t·1l1.1rhnu Co111rn1mis Jior•o11i 11c per Hm·.mtm1 D.1111m. L cgatu111 ef. :\I.<:, ,; l>.m-0s. Setllidm pro Sex · mensibui, iuculrnndls in l<ul7 Mart11 vru:xlmc futuri et ultra nel bcncplucil 11111, cum stipt~mlio libi·. X hon onci1i-i11111 in m c11i-ci 0t J·elfmtls consuetis, cnm h oc qu-0d pulveres necessariae et imlnitl·um et omnia

aliu ad dictum excrcitium necessa1'ia facere teneatur, quibus rebus industriarn pel'!mne pie solm11 1xm1.1t. J"ìecessa.rla vero ad pracdicta ei per camarnm dari dcbe:mt, et hoc tam in civltatc quarn in comitatu Hononie. JCt si <·outlngeret e11111 mltti 111:0 (lieti • elus exerdtio in corniLnt.11111 pn~ il'I 111!1, cxpemm ci fìcrl rlcbcnt per hornlncs cim, lo('i qucm rnittet.11r; in clvit:il e Ye r o Bononi<: cxpcnsas sibi de sno fnccre tlc'nentnr ».

l{dla, pl'jma,vera del 14GS Papa P iwlo Il ma.nùò con t r o Roherto. 1\fa,la,testn., successore <lì Sigismondo morto l 'n.mw innanzi, un eserdto, al comando di Alessandro Sforza e N:tpoleone Orsjni. Tl ·?tfala(csta n.vevn l'uinto cli Federico da Montefplfro_ « A di 21 cl i Agofito il i\'la.gnifir,o Ro uerto de' :Mala.testa venne fuori tli Rimini cou sua, hrig~tta e con le l>ombarrle anel ò a. campo per lo contado di Rirnini. Tn por,hi giorni ebbe novi> CastcJ1i >>. Il :lO agosto ebhe luogo lo sr.ontro, che segnò fa, i;;r,on- · Jìttn. delle t ruppe dell a: Clticsa. « Quelli che ea mparono si rid nss,wo presso Cesena sul F i11rne per 101·0 salvam ento . .Xotn, -

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l:U) llUHD.U l E!\TO DI ltDll:S:l

,·11(· 11PI t e111po, <:IJc ' l carnpo stet t e a, Himiui, bolJlbar<larono h~ 1 ' i f!:ì,, e vi tu·arono 1642 pall otte, le quali uccisero assaissimi 11011ii11i

con ùornlu.tnle, balestl·e, e sp-in.qarde, facendo molta uc-

•·i1,do11e di loro, p,~r modo ch e ,piei fanti er ano imp auriti , e non :11·divano cowparir f nori dc' rjpal'i ». JI notevole conRnmo delle munizioni rivcJa, se non altro, la 1·el::1,tiva a hbo11danztL dcli.e a,rtiglieric, con le quali l a. gente del l':.L1Ja bornbanlù la c itt.ù. Ormai l'arma nuova sa,rà l'a,rma d ell' avvenire e din anzi a d essa eede1·a nno il campo le armi. da gitto, m,a,te fino aJlora,, le p csan Li armature dei cavnJieri e le oper e cli difesa, che rn~I passato aveva.no fermato l'impeto dei furiosi aRs.~Hi delle vef:d1i c milizie.

di not<wolc intetcsse m1 alt1·0 cloc umen(o. ilel 1° ge1ma,io 1471, il rrnafo ci fa i--.1-1w1·e e ltc m nesti·o niovamli da 7,aga,1.,da, in se!'V i,d o dd Corn 1111t: ,li Bologna, 1:~

e, li:1 J'n~o -'/lin11an/e di vnl'lo µ;e1101·e . c l11i coJp lHc·ono l\lnl :1 110 e dnr11me11ll;! e-on 11w1·:1v.ig-liosa 1·r.locità; h:i f:ibbrl< '.llto un'ol.tlmn lmml!anla, che scaglia i 111ati~ 11l, g r :111d l ri rol.011rll , con g1·111HllsHim:1. 1'0 1·i:1 H fu rore:\ inc1·ccllb11i nel oltr e tra 111-i11lfo; \hJI clw fnc ·ilme n t c pub com 11r u111l cr sl che essa ì~ 1,l.,n ca ,~ molt o :111:iltn n pPrl'or(lre, :1hhnttc1·e e dl~ITt11iw~rP. quah,in,;i muro, t.rlnccram ,·n l u. " r ip:11·0 1 lnr g o quunl.l p asi,i s i voglino .... >)

C redinmo opport un o 1·ip1·odt11'10 i11Lcg-1•a,lme11te:

j -

« .\111 iani co11~11 1c~ et v1~xilì1'cr .J 11s t.itic ]JQJ111li e t CQ111mu nis Bononic, etc. ~Iu li i Yir(nte t>I. v,i r ii:s in rebus m iro ingenio va lent, n P.c tnmen est qui illorum o pe ra uti velit, (]Ua ndo\J uidem sit minime nol11.. Ea1Jro()ter l\'1:lgii;ter ,Jol i:mmi~ <le Jgigaùri:i C':X Ì>'1 imm·i: YCi Htl:le m ndu ceni e t sibi ul.ile fore si ,1,1 e o >':1111-' <·a nota fci1·cr i11rns ; r1uc il)si i11I.P.llig lmm, e l. 1·cpe1·ii snmus. Hic apucl 110s ali cp.tot 111pnsc•s fni ':, HJJ.iH~:11·du vnrii ~e n e ri" et i::petit!i <'Olltlavit, .Q'h ' l nll!.(C •·t m h·,1 1111 ltle111 Yelodlntc acr ite1· pcr cn t innl.. D ombanl :1 111 quoque egrcgiam nohis fnbri c avit, C)11e c ius magna et 1·o t u11rln sa x a eum t a nto impetu e t lncredihili fnror>) ullrn tria 11,il inrir, projdl. ; (Juo<l facil e com1wel1P.ndi J>otest ,~:nn :l J)tnm c,-t nr·comoc1ati!:<~inrnm c:si-e 11d ununque111 muru m :1g ge1·cm et vnllum

•111: 111( 1111 11·is l :1tm11

1mssibus J>erforundum deijciendum :1Lqne prosti·anrlum, ecc.

I l: 1111111 Hnn011iP. in Jlal ati o n o1>trc r eflidentic sub no:,t.ro rum sig ilforum irnl'i'L'>'>;irn 11• di \ • pr im<> j :11111:iri i M CCCOLXX 11rimo ,>.

...

lld J 4'7'7 ù uJJ orcli.n,~ dei Reclici Riformatori d ello Stnt o di li bertù, -in oecasione cfol traspor·to di unn bomba1·da eon le mn11i zi011i P. gli a.cce::;Rori ùa, Bologna a, FaeJJza,. -

2(j l -


14.00 - li:>00 << Mandando rn1i al r,n·~i,ute una Bombarda grossa dice il ùocuuw.oto r:um HalolJe, Munitioni et altri histrmuenti a ciò pertiuenti nella va,·te de Romagna verso Faenz,1, non dubil.emo, 111,, semo c,ertis:,;imi d1'a ciii farà bisoguo de ait1lo <.u::i <:arra, lwmini et. Hoi. Pertanto volemo et comandemo a tutti et eiascuni li Massari communi et homini della guardia co11l:. et deslrecLo rl e Bologna cll'ad omue requisitione de l'it~ro de Ghivoni nostro cavularo exhihil.ore dcè (Juesta, el r.im1Ie 111andimno a. vosl.11, d e bi:ino proni imeni i dare (,ut.i r1ue lli h 1Jmini, c111Ta et Boi ari esso cavalaro, li quali lui domandarà per dieta cagio n e, et a questo v olemo se usi ogni solicituclinc, studio et tiiligcntia, senza alcnna ·clilatione et senza pel'(lere tempo soto pena della nostra disgtazia a qualunque :-;erà neglege11t.e in f;n·e <:irta ciò tute quele cose che per il flicto c:1Yalaro pP.r nost ra par1.P. gliP. Renrno i1nposte et. coinantlate. Dat . Bononie rlic tcrtìo Deccm h t". MCCCOLXXV II (f4 .) - · BAH'l'HOL<no:us G111s11.A11nus ».

Ci avviciniamo a, grandi passi alla, fine <fol ser,o]o e i progTessi ,folle ::i,rtigiierie e dei mezzi cli traino sono 11otevoli. Nelle guerre che allora, ,~hhero pe1· ca mpo la, Romagna,, si può ossei-vare che le for·ti1icazioni Fd nilattauo alla 1rnova n1·ma, da, fuoco; le /Jom/.Janle hanno il compito di difenclm·e i rossi., e i caw11 on i sono tollocati in nito, in ca,m1on.ierc , o tn1, i mc!rloni. Atlinciu:i le bom.barde por.f.iano fm1z.i011u,1·c jn un campo di tiro a hlia sLaJJza ampio, Ri 11i;;nno cannonier e L1·ipli.d, apel'!m·1~ pr·atic?J tc., ncll'intcl'JlO di og-ni cai;;a,m::i.ttn., ciò che pcniiette di es,.,g-nir,~ tiri diretti con 1'apeH·111·a, cc~nt1-alc ,., tiri obliqni co11 l e n,pcr l t11·<} laten1ili. ln qnc.,sto torno di tempo i-ifuJge l'eroii;;mo <li Cnter-ina Bl'orza di cni parlermno ampiamente più avanti.

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La. ca,lata in Hn.lia. di U,u·lo V ru indusse il Senato hologne~c a, provvedere alla, salvezza, della, città e del suo territorio. Il popolo fn 1l1>1'.isa rnente ostile agli intrnsi cala Li d'oltr' Alp,., H<>lln penisola, e quamlo Jtel 11!)!) i F1·anc<~i'li ottennero libt>ro il passo per Bologna, i cittadini, pigliando le armi, « anclar0110 al palagio del Signor Giovanni et stettero quivi vigilanti, temendo <pmleh e novità J). Anelava in quel tempo ar,qnista.ndo fama di valoroso ed esperto hom barcliere Costantino da Capra1·n, che nel 150(3 legherù il sno nome all'eroica difesa di Bologna, assediata, dai F1·ancesi. I tempi e1·ano gravi di minaccia e bisog·nava esser pronti ad og-ni evfmto. I ScclicL Riformatori dello Stato di lilwl'tit provvidero a, mettere in ordine le artiglierie dello Sta,to_ -

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. SVILUPPO 1>11:LLE ,\ll'l' ltlL!ERI8 T OSCANI•)

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Ed ceco un ordine indir izzato, a.ppnnto, a Costaulino da Ca · pra,ra: « :i\fanùa11rlo Nui al pre-<;ente Cost.:rntlno da Caprara nostro provis ionato cxbitore de questa a r everler c le A rt.igliarie, et i\'Iunitioul de tutte le Tùrrè et Roche del nostro Contatò, et Vis1'rccto , Coma.ndcmo :1 ' l'uttj et a ciascu~o pote»1a Vicari.i C:rntellani, M:1sHa ì·i Co11111nmj , et homini i,ubditi nostri ali quali pervigna1·a la presente che el dcbi:mo aeèi)tare, et lm;sarc revedere assettare, et <:orwiru:e tu t te que lle Artig liarie et Munitloni , ehe havessern bisogno de essere concie et 1·ep:1rat:e. Sotto pemr ,le l:t nostra rndignatior1e. - Da.turo Bononie tertio Ocfrihris MCCCC l,XXXVTI "·

La tempesta, c he j eont,~mpora.nei. non prevedevano così vasta, s' era r,;cat,~uata vc1'so la, timi llel i;.ec'.o lo. G·li stranieri, t'ra· I.Joccando da.i paesi a,lpirti o vcme11do dal mare, stavano gi:ìi di· spn tnndosi le contra,de d'Hnlia.

9.

Le artiglierie toscane · L'assedio di Vico Pisano · La guerra tra Fiorentini e Lucchesi nel 1429 · Notevole impiego di bocche da fuoco nella guerra per la conquista di Pisa · Le artiglierie senesi · Il prezioso contributo di scienziati e tecnici toscani allo sviluppo delle artiglierie.

Nel se<:olo XV in Toscam.,,, come alL1·ov1-\ as1:,istiamo a un lc~11to conti11uo svil11ppo delle artiglierie, il cni impiego però vie1l e acco111pa.g nnto da, una certa indecisione , sicchè si vede quasi 1:,ernpre nelle operazioni d'attacco e di di /'eEia delle piazze fo1·ti l '11so 1n·o1niscno cl<>lle aJ"tigl ierfo e delle ver:cliìe armi m(~C · c-.a.nid1e : (~ di q nesto ci r endiamo conto non solo dagli a,rrna· me11ti delle fortezze, dalla clnhw:io,11~ cfog1i eserciti e dallo s volgimento degli cpjsodi bellici, rn a, a nche esamina11do gli stncli lldl'cpoca e Je pubhli<:nzioni che ci Rono :,;tale t,r·ama ndate. Un primo <~sempio di qner.;t.a promiscnità si vcri fi cH, rn~lla, guerra rnos&'lt da, Firenze a :Pisa 11el 1406, clur~rnte la quale i :B'iorcnti11i f nrono cos tretti n, fare I'ÌcereR d 'ingegner-i in altri Stati, come ci r is ulta da,lle lettere dil'ctte dai I >ieci cli Ba Ha a Lodovico Principe cl' Acaja , <~ dalla Signori::1· di Pircnzc a llo stesso Principe

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d' Acaja, a Carlo tli Foia,no. a, Niccolò l\fargravio d'Este e a, Michele ~teno Doge di V~nezia,. Specialmente inte:r:esi;.anti per noi sono due. lJl qnelln al P1•ii1cipe cl' Ac}tja,, la Signoria 1·ingrazia 26;{ -


.. 1400 -1500

Ludovieo ver aver 111,wùato a Firenze il :Magister Janninus dc Vigono« uomo di perspicace ingeg110 nel governo e nelJ'riso dello strumento hellico che il volgo chiama. briecola, come dimosnò l'esverienza nell' assedio e nella seonfitta, della, fortezza di Vico I'isano n. :Nell'altra la Sign01·ia chiede al Doge di Venezia r:Le le ma11<li per nn mese Ma,gister Dominicus, ingegnere di grande farmi, e pratico nell'uso della, polvere da fuoeo con hL quale, stamlo al servizio ùi Gian Qa,leazzo, aveva bruciato l'armatura, cli 1111 ponte presso B01·gofortc, che i Fior·entini avevano costruito spendendovi hen 20000 fiorini. A quanto par,~ questo ingegnere, gi u111o dinanzi a Vico Pisano, disse che le macd1i11e ivi poste per l'assedio non avrebbero raggiunto lo scopo e che d'ora innanzi conveniva sostitnirle con bombarde. Una pittoresca descrizione deJle operazio11i d 'artiglieria eomviute all'assedio cli Vico l 1h;a110 si legge nel giù, c.i tato libro del Rolmult dc Flcury, ma non si sn, fh10 a q1rnlc p1mto sia, cla. prestarsi fede u, tale descrizione, in eui probabilme11le l'al'Lisla Ila preso la mano a.llo storico. T/a.ul.m·c immaghrn cli aver· assistito quaJ,~ ospite di ner·t:oldo Or·shii, g-enern,le dei Fio1·(iuthii, a, tutte le operazioni clell'assr.dio e vedr i pezzi d'a.rtiglforin, c:he rominc:iano àd ay1·ivm·c, gH nni u, dorso di. m11lo su selle apposibt111e11 te preparate, gli altT'i 8ll barelle che discendono l'Arno. Seguono delle notizie sui traini e sugli a.ffm,ti che l'autore ha, trat.!o nella maggior parte da un « 'l'ra.cllilus rle ru mUilari JJ, ma110Rrritto conserva,to nella Biblioteca Nazionale di Parigi e che riteniamo meritino essere ripm·tate: (< Niente cli così c11 1·io;,;o come l'arrivo e il traRporto di queste armi pesanti: Poperazione si effettua eon l'ainto di leve moss,~ da un verricello e portate sn carrelli. Per il passaggio dei fiumi si ricone tL un sistema, di va e vieni messo in moto da, bovi. << Gli a,ffrn,ti si compongono Remplicemerite cli un carrello il cui timone si ahm e si abbi1ssa a, volontà del tiratore, o di un piano girevole sn l (J uale è fìssat~L una forcella di ferro. La, foreella,, che gfra sopra un pernio in tutti i sensi, sostiene la tei::;ta, della bombarda e permette di puntarla. Questo montaggio mi sembra barbaro quando ricordo i belli afflrnti di ferro forgiato che faccia.m o in Francia. La maggior parte di questi carrelli porta, anteriormente un mantellctto che ripara l'a.rtigliere dai -264-

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L E: BO-:.IJ\AlWE l•'JOIU.::S:'L'lSE A Y: co l'I:,,\XO

1.;olpi uemici, uno sportello si a,p re tLl momeulo della scarica •~ si riehiude subito per il suo st,~sso peso. Questi mantclletti. si trovano sepa rati o arrotolati davanti a lfo bomba rde, e si. costn1iscono anche della medesima forma dei « gatti di :,-;appa )). « J>omenico in dne gior.n i è riuscito a, erigere .u na torre di legno nella quale i suoi nomini ha,11110 on ridotto coperto. Un bnco è riservato alla gola della bornuarcla e gli ancoraggi fis· isati a l suolo ne imperliranuo jJ l'iuculo quando cssn, si scaricherù.. Provviste ùi palle di fc 1To e di pietra el1c pesa,no in media 200 libbre (a.lcnne giungono a 850) , souo ,.1 mmassatc preu;:o i pezzi ; sacchi cli JJolvc1·e sono vicini e così pure le misure che si riempiono con qucstn polvere e r.he si incast rano nella, culatta del pe:,-;zo. 'J'uLti i preparativi sono ultimati e il bombardamento eomine(~rù dorn:-m i ail ' a,l ba ». Difa,t.ti all'aluu a,~l :~ g·ennnio .l e homlm,rrl,~ sono ptu,tate r.olltro l'irngolo 11orù -ov,~st. << Si aceeudc la polve1·e alla r:ulatta, delle bombarde, i la.rnpi brilJa110 e si erecle 111111"1~ il i 1·ngo1·c• tlel (,uo110. Lo mni-;,. <:roll:1110 1'11l111in11,tc, o~ni f'-tarka 1wo1l nce a,i IJa,st.ioni 1:ovine hreJ..HLI·n,bili , fa breccia si a,p1·1!, c·.J'<'sr,i, 1livie11e tlopo pochi istanti prntir.nhile )). J >i t nUo <JlWRto , al111 c110 h1 lcrrni11i così c nt:nRia.~tic i, 1rnn RÌ ti-ovai l.1•:1,r,c:in, i11 a.H1·i l':t.oriei, an:,-;i Ri ha ragi01rn di credere clic le bomhnrde a, qnell'epoea .non p1·odnccssero effetti così gru-ncli . Un poeta, Giovrm ni di Rei· l'iero, che fn 11el 1408 podestà. di f'ai:.t.el Fiorentino, nei C< Nui Capitoli rlell'acqn-isto di Pù;(t fa.tto rla· Finrrm t-i·n i nel J406 >)dice:

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Che tli homba1·ùa 111eu à'\1110 si ,~nrnto l·':l<'if>ll :-:tini:1 . xi c·li' :i ltrl ar~orn eul i F:f<~Cl'

C'nm·enne a ' nostri far.,. :iiulo

E bnon macstt·i foreRl.ier presenti,

Subito fm· trovati, ch'oL·dinaro Briccole da ge l.tar ferocernellti rietre sì grm;se · e grandi, che pesaro Ben piil di libbre mille einqnecento.

Il cl1e concorderebbe con h~ sod di sfazione provata dn,lla Sigllo1·ia di Firenze pe1· l'opera cli wTngister Janninus.

Q,na,l che cosa di a,naloµ:o clovè verificarsi a ll orchè nel 1440 .Nkr.olò Piccinino ass~diò Castel San Niccolò, posto sui monti c.he dividono il Casentino da Val d'Arno : come dice il Ma-

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chiavelli, << fu difficile la sua espugnazione, m1corchè N1l'.eolò continm1mente con briccole e simili a,r tiglierie lo combattesse)). Ma, tornando a Vico Pisano, abbiamo altre testimonianze dell'azione delle artiglierie in quell'assedio. Il Fanucci nella sua << Storia cZei tre celebri vovoli niariUùni clell'ltal'ia )) dice che l e mura di Vico Pisano furono investite dai Fiorentini col cannone e constata poi che f>.sse e le torri furono dai cannoni «fracassate)). Lo stesso autore d desc1;ive l'esercito fior·entino che si approssima, a Pis:c1, cou le truppe di cavalleria e fanteria, scg·uitc da, << i carri, i bagagli, i cost.rnttori di macchine, gli ,r,appatm•i. e i homba,1·ùieri )) e ci m1r-r~L come qrn~i;;to esercito, passa,ndo in vista di Pisa, fosse « st1lutato con ca,nnoni e palle di pietra)) e andasse poi a attendarsi fra la città e il rrmre << pianta,ndo i ca,n noni rLlle ripe dell'Arno per proteggere i lavori di uu ponte e di nna steccata onde chiudere a, Pisa Je comunica,zioni col JJrnrc : le testate del ponte sì munìvt1110 di ridotti. e cli ba8ti<~ e il vicino hosc.o offriva i legnami., .1.'opcrn Ri affretta.va, e akune galer·e che si calarono a clistm·harli fnl'ono rigotta,te a eoJpi di CU,HJLOllC )).

Meno chiaro <~ l'impiego <folli~ artiglir.rie nc~lJa infolicri g,wrra dichiarn,ta clni. Fiorentini ai Lm:ch<~Ri nel 142D e prolungatasi :f;ino al 14:m. In cpwRta grn~na, pare che 1e bocche da, fuoco abbiano avnto poeo campo d'azione; però Neri di Gino (.lapponi, nei snoi Omnmcnlari di cose sègu.,i te -in Ita,lia dal 141.!J cil 1456, parla di bombarde impiegate sia dai Fiorentini che dai Lucchesi in varie cfrcostamr.e. Da storie locali si sa, che i Sci di Balìa di Pescia, n el preclisporre la difesa contro Lucca,, ordinarono a Rer Giovanni Conti e ·a ·Ser Matteo di Oa,rrnra,, nel 1431, di provvedere le artiglierie e le munizi011i. Troviamo una notizia intereRsante nelle Storie !fiorentine di Scipione Ammirato, il quale, pa,rlando dell'a,tta,cco mosso a Santa M a1·ia ·in Castello dai Fim·en tini, riferisce che secondo il Capp!"lni « il conte (Sforr.a) aveva mia oou1barda la quale tirava dnquecento trenta libbre di peso e che con quattro colpi di queRta fatta cadere dal pedale una, torre ove consisteva tutta la, speranr.a, dei difensori, così si venne a insignorirsi di quel luogo ove fece prigioniPri circa centoventi fanti che vi erano -

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• CON'L'.HO I'ISA, LUCCA, MJLA:'\O, NAPOLI E VENEZIA

pel' prt~Ridio )). B uei J(,e1·um 1 talica,rwn 8criptores si legge cLe quando nel 1429 i Fiorentini assediarono Lucca (( con le bombarde, men tee 1'argine si faceva, si traeva in arcata di lungi GOO in 700 braccia, sulla, città e gran quantità di pietra. vi Ri trasse)). Oltre alle due guerre comtmttute per la conquista di. Pjsa e di Lucca, la prima delle quali sola.rncnLc condusse al raggiungi1nento deHe scopo, i Fiorcniini ebbero a sostenerne varie a ltre nel secolo XV, par(ecipando a,lJe lotte h1testine che si svolgevano in qrn~I I'f~po(:a. Li troviarno impt~gnati sncceRRivament<~ contro il l>nen Filippo lVIarin, ViRconti in una g-nerra durata dal 1423 a l 14:l:l, udln. gum·ra, di Rnc<:essiorw dd R(~gno di Napoli dal 1435 al 1441, ~Ll.l eati. con lo Sforzù conti·o V cuezhL e .Napoli dal 144-7 al 14:;4_ e n ella seconda, metù, del secolo nel la, lotta pc•r la sncc·,N;· sionP !lei lfog-110 cli Nn,poli, nella, g11e1·ra contro V<'lie,da, in quelht, <li .Ferrnra. (:on J'intrrvrnto <folJn, Lf·ga Italiana., e infine nu0Ya1nm11'e (:onh·o Pii-::n. l'odu~ not:)ziP <·i ROilo Rtafo t1·nrnmulnh! dr<·i1: l'impiego d dL1digli<~1·in i'll bili <·nrnpagnP. Q1w~t·,1 podt<~ ge 11c1·,1,lmc.11lP c·onf<:1·· mano l'11No .rniNlo di lJo<;d1e dn fuo<;o e di veeehie mac:chinr. da g'(·• tto P (li 1110Rt1·a 110 r:lw, 1w ,. q 11:111 to <·,011-<·m·1w ]<~ pri.urn, 1a t.ec.11i<-a e1·.,1 a11,·01·n, a:-;l:'lai impm·folJn. Difuti'i l' Ammfrato ll(d]<~ sue ~tm·i<~ fioi-enlille, parlHmlo di Hinalllo Or:-;i11i <·api!.n110 lio1·cntino 1wll:1 dif'cl'ìa, di Pioml1i110 r·o11tr·o le !.rnppc del re cli N;ipoli, dicr: « no11 solo lr~ artiglierie Ri aflopernvm,o, il 11wRti~rr delle <Jnali non c1·a aucont a <111el.la pe1·fezinnc ritlotto che ora vediamo n, e più oltr·e: a 1n·oposito di un punto nel <Jlu.t,Jc µ;Li AragoneBi era110 molto hat · tni'i. soggim1g·e: « L'01·sino molti bnoni halt>RtriPri e~ certi piccoli pPzzi d'artig-liPrin rtNPfl, rizzato, i qua.li cogliemlo di mira q11:1lm1q11t~ cli sa,Jire sn le mura s'anischfasse, pochi fallavano , che non ucei<lesscro l).

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Un impiego d'artiglieria su più va.sfa scala pa,1·c sin Rtato fatto dai Fiorentini c011tro i Pisani. Ce1·to <~ che in quella gueera il Vitelli collocò 20 pez:d gl'ossi di artiglieria, contro Pisa e con cinesti gettò giù in pochi giorni molte hra,ccia <li muro, e poi collocò falconetti e passavolttnti :sulla rocca di Stampace e altrove, clte << tra,vagliarono molto la dttà >l. Ma parte di (JHe· -

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i-1-e artig·lieric fnrouo poi affondate alla, foee d' ,A.1'110, aN(!Hdo dovuto il Vitelli imbarcarle perchè le vie di tena per Cascina cra,110 rotte. , Nel sno isnil.Lo « Della J1iliziu l talia,11,(i rlltl secolo XII al X V 1 )) i I Ca,11esLrini dice : cc All'n;;~ctlio di L'isa sopra 12 o 13 111ila asi:;edinnl.i ::;i coul.nvano UOOO guastatori, s i vcdevmw già grossi pezzi cl':1rtlglic ria, che traevimo palle di fe1To colato di libbre GO; e ottanta hoccbe d ' artiglieria d1e traeY:1110 circa 200 colpi all'ora. V'cr:mo 1rnllc di feno e <li bmnzn (la 75, GO, 4i'i, 35 libhre, v'enino homlmnlc !!;l'OH),t\ dw gct.tnv:1110 pietre di libbre ,;oo; mu , in gènerale, Tè bombarde tirava1io pietre tll GO lihbl'C. ~ homharfle :.;rosse giacev>1no sulle c ulatte. ll JJezzo (1'nrtiglie1·h1 (letto (e bmiilis r•o » era in g en e rale lungo 20 JJiedi itullani, P I ir:wn palle da 48 a 100 libh1·e. ~l nsava110 :.mcbe i c.~>rl aldi o co1.'lnll: erano (li e annn corla. P. r infor7.:1t:1 , P. npparlenenu10 ai primi 1:c m pl dl!ll':1rtlglie1·ia; c·1J11u, :111< '<>ra i faleotll'inl. ultimo fte½ZO del gt:!11er e rlelle col11hrhH', C'he Uro.vano palle (la libbi·e :.: o 4. In Pisa si fr1 ccvn110 m ,l lriOO tlèl pai:;savol11nti 1mil al.i da (Jttclli f1·:11wesi, l! si t·frnvmHi i-11llt-! (:al'l'ette ti i ,·aria gra 111lez7.n : l e canPI I t~ r-he r,or tanrno Jr~ m1111i7.lo11i tl:1 gucrr:1, l:1 polv0re, le p:illP., ccc ..... Yeninmo tirate da lii" : 111,: h,:> ria 20 c•:1,·:1111 11c ll,1 11i:u111r:1. .. . Le p:1l lf> portn,·:11111 •111111<-h r. ,·oll:t tlellc 1, piµT:1li, 1:ome fu \ 'l'tl11to 11elln esp11 g:nazlo1ic (li l ' ii:;n . Rnlk p.ill t· lii:ntc d:ti l'i sa ni s i leµ:µ:t -!Vfl. ><('l'itto: e( :--los pro pal l'i:1 ,iu::<tc s11nc·l·(•q11t, 1mgn11mns » od :nl<'hC e, Quoti ns11c1·h1 ;; i-el'vil u f.f!'! »

Lei Rr.g·11enti 11oth,i1~, a11chc più llm-tieolareggint<\ si lt·ovnno 1wl <e .1/ rw101·ialc di <lùn;a,,11 ·11:i J>or/:ove11,eri )) : re Al H maµ:gio 1400 si m:111tlè1 nlrune boml.mnle r hiomate 1rnssaYol:111ti a Hipafr:1ttn li qunll si portav:mo mille carrette, e cosi s l trov:1110 fatti. In PisRn :lll' 11 s:1 11za di F1·nnzn; li qu:1li s i f eclouo a S:111f.o Se polcro, e proyossi In PiRRn, c ria Snnto Sepoh:1·0 m~lle torre non for11il a al ponte a.Ila Spina, l:t 1111ule pa s;c;ò nel 1nnm lii tldl.a tonc. E In dillo lno<'o se n'è f:itlo nl presente cinque, t rn gTc.n;i-i t~ pif'.coli. Sono m o lto l u-!llf! coRRe e fm·ioHHt i. Anco nella irin,,.za del ;.:-r:1 111>. ovf>1·0 la Rnpienza, s i f:1 moli.i lavori lli lt,gnnmc , c ioè ~atti e t r11Ynte e n ltrc C'MC 11cr potere andn r e coperto nlle nnn·a tll Llbbra!atta ~1· potere ~('nlsnrc le mura . JJPl'Od1è le bonbarde non vindP.no salvo nlle difoRRP.; e tlc11si che Libbrnfa t t:1 Ria ln piìt forte _r oc:t sia t1l presP.nte In '.rosc:ma, perr~hè le bon1J:1 nle 11011 Yi f:1nno niente ».

Tn genr.rr., ndle battaglie ca,rnp::i,li, raramente le artiglì<~rie trovavm10 impiego : por,o pot,rnti, molto ingombranti, apporta.· t.rici di confi1sione . esse nou eran o viste di buon occhio, e vedrc1no che a,11<:he più tardi lo stesso ·~fachiavelli non ne tenne g1·an conto. Invece in qncst'cpoc::i, n e fu apprezza.to l ' uso per le opc>rnzi011i tl'asseclio, sper,in.lnrn11te per la difesa,. A cprnsto -

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l 'Al:'J'LCOL.\I(} SULLE .lfl'.L'IULIEL:JE l•' LOREXT I I\E

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pl'oposito il Fan ucci, nel suo già citato libro, dice : l< Le a r tiglierie sapeva.nsi meglio far giocare dall 'alto delle mura, che ua.l basso ùella campagna» ; e, a, co1d'errna dell 'osservazione giù, fatta della promiscuità delle artiglicr·ie con .l e vecchie macchine da guernt, legg-i.:1,mo aneora 11ello sl:csso autore : (( Un ac<;ozzo di armi nuove ed antiche, balestre, alaba rcfo, canu011i, moscJ1etti, vi rendeva.no la tattica, meno uuivoca )) . Un interessante documento che ci <.lù, uu 'jdea delle ar tiglier ie dell'epoc'.a c ·<limostnL la p1·omiscnità di c ui sop1·a è costi tuito da. nrn1i . « 1' o La di tutte Je coRe ehe uisoguano per fo1·11i 1·e una fortezza >> riportata ne.I perfoclico « 11 norghuli >> del Fanf:rni , dw la t ra.,~ da un m:111osrril.to del f><'t.olo XV, conte11nto in nll c·odic:e marucelliano . Eeco la, p ,M·f·p d1!lla uota ch e maggiormente r,i i II teressn, : J1.rt ·ir1ticric. H<>mhanle grosstè s econrl o li luogo, ila poterlt~ m,rnpggiare, Tl<:!r l.rar1·e o a Ile ca se d ella I erra , o contro ripn l"i e ponti d i homlmrclc die p i:u1tassl110 g li lniiulci. Domhnrlle J.ll·!L' k-1w1·t! n tull.c le tli!CFI<;>, P hlll <~ le llou1bar,I P cllt~ fu i-si110 cosi nrl allo come <la llm;su in m od o c-!1e og,ni bombard it •ra .ihhi la Hllll cn111 lllllfl<;lli rloppi per l'ii1sc111111, e tn ll c cu,11 101·0 senhi, t~cppi , t·:11·:1 llt•t'ti, .., <:ulallr:, e 1111 an<lo l11tt'C' lt! rlctte IH>11 1ll,mlc f u ;;sJno lii nnt.urn (']11;> lnl'ti lì 111:1,-;dii scrvisslno a tutte, sm·eùhe cos:1 mol to ntile e 1:v111nrla. P:.t1<i-mvol,1111.i - ll:1:«III Ad1 i -- Cort,mli e c,umoni, 1icr trane dii:<('()i<to. e r:011\To ll rl1mrl e ponti de lle hn111tiat·ùe tlc ' mimici. l<':tlcom!ltl <' org:rne lli di bro11;,,o. Spingarde di ferro. o tli hron,-.o e tli più iinrtc p1-,r rite11t>rlt• ~11 l•t' r lt~ mura i1 ' merli e altn~ dift:::.e. Seguouo :-ilcunl! l'll'nlÌ da fuoco a mm,o, poi l'ari tipi rli ùnlcs tre g rosse e me-1:r,nnc. Mortai tli fcno larghi ti! tromba, e' quali alle voll'e si arlope nmn cum mettere un Rn ccbet1n rli s a Rsi e tnirrc sopra li nimlci. Pallottole rli 11iPtt-a !l'ogni sorte e in copia, secondo la tJHlllità e qu:rntit.ra. rlcll c hombnrrle. <'PrPhi di ferro che sinno la n1l ~ura di rif:m~ dette uau ,t.toic. M:i,-.zctti t? RCHl'l't>llini per far elette pallottole. e :-ili.re cost~ Plle m·(~Jnes,;i no. r:tllottole di plo111 l,o in (~'>pia. eI1Lrovi d:1di di ferro , per le pass:1vola11ti , t:ortalcli , c:mnoni e b:ii<ilisclli , falconelli, SJJin~ardc, arr-hibng-i e scoppiet ti. },'orme e ramaioli p er f:u· delli; palloLLolc. Piombo in (:opia e d arli cli ferro folti. Lep:11:ime JJet· t·ispetlo ria fon· scale, ceppi, cul:ltte , e cava lletti p<;>r homba r<le e altre artigtict·ie. i\I:utelli ili f erro e biell.i; cli ferro tt ci:1sc11na de lle sp ingnrcle e bombard e per ra.ric:lt'le. l'nli grossi, mcz,mni, piccoli 1li ferro. Znfli ,l i lcg110 :1ssni, second o l:t qn a litit 1li ciase u n n d elle homb:1nle e a lt1·e mtig-lier ic. l ,egname nssni e munizioni pf'r f :H'e fl etti r.:-1ffi. FoA"li grossi r eall per le artiglierie che si ~nrlcano a cartoccio . Mezzi A"roRRi rli le~no e leg:11 i a cconei pct· in:>:f!PJ)nre g-li zaffi nelle bombnrrlc grosse. Un n ctti 1.1ir,eoli da portar(' bombarde da l uogo a l110go, come quelli s'adoTJl-ra no a portn re conci gross i HIIP. mura~lie. Seg-he, scu ri, ~nechie lli . ns cie,

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l -WO - liJOO u wz:u~, t agl ie, Jllarlelli, !ime , 1Ji:i lk, 1m1n-j , scarpelli, hecc:.1s triui, p11le, squuùrc, la ntenu~, cund ele, foruinw11ti tl' uu fuht>J'o, c:J1iayarùe, slrt<lerc, torchi. S a pone e strutto per u s o delle bolllbaùlc e altre artiglierie. lla llt~ di ~end di lb1i per zaffe da hu1u b n rtle . 1J,11·ili di polvei·c <:In bombarde. :6olfo buono summa. Sal11itro copia. Carboni di salcio o di nocciuolo o di v ite. Un luogo co1t gli s trumenti ù iL fare la 11u lvcre. Passatoi l'.O' ferl.'i e colle venne. .l!'cn i e asti cciuule da 1Jass11toi. Ar mi lii difesa e armi bianel1e, CC!'.. ... Bomb::inlicrl 8. 1;11 f abhrn. TJ 11 maestro ù',u,cia . Un maestro che sappi · fai· polvere.

*** Passiamo or,1 <la l•'hcuze ,hll:., nc1na Si.ena, ; una ra,piùa oc1.;b iut:.i, a.11:-i, storia di q uesl,L 1·e1mhblic:1 rn~I seeolo xv· basterà, a di11w1,d:nu·d come essu, p111· 11011 csNendo s tata .in iafo l_.Jel'iodo impcgmLla in g1·amli g uene (:hc i-ìcltiP.dcssero l ' impi ego di a.1·rni potenti, nubia. pel'ò v issuto in rue,r,;,,o ;1,lle co11tinue lotte i11 te rn e o (:ou gli ~tati vid ll i, clic Ja, obhl i gaNn uo a 1J 011 Lr,1Hcu 1·arn i 111.p;,,:1,i (li difesa tlclfo :-;u(i 1·oed1e ti i u1e;,,;,,i pc1· a.Uacenre i sig1101·otti di q 11ci:-;Le, q wwd.o le vic:n11d(\ po!it iche Jo 1·i<:liiecfovano. l>ifaU-i , sicm·i (l11e tU1H.!1tl·i ci p1·m·a110 <:OIIH\ l.u11to da pa:1:le d.(• I g-ovc l'llo (·(JJll!l (la pn 1·to d<>i rn 1·i c·a:-;telJ:1 u i, .la q up:-;ti 0 11 p d ell'A 1•Lig·liei·iil .11011 i-:in. mai :,;tata a hba mlona La,, pe1: 'l 11a n t o, Jl(,• l la 1w.1,ggi01·it 11z~L dei c:1:-;i , 110n NW, :-.;tato Cel't:1.me11 te rh;oll.o 1·01 1 g 1·:rndc l:u·g hc,r,z:i. Nel «C a1·lC:J{Jio fo eclito rl, 1 r1.r t'Ì.<1li >> di Giorn,11ni na.ye t ro viamo, pe1· efiempio, una. ]ettern di uw.Pstro T.orN1w cli Filip po della Pietn,, (~ di H[hrtolorneo tli Ii'rancesco indid,r,,r,ata n.l la, Rignoda, di RicILH, lla, Pian Uastagnnio, il 14- luglio J4.HI, pe1· in formai·e dm lH~lla << Rocha, 11011 eh: Jl(•ss1111a m·uwcli 1rn. d i <'O· mu110 , ~alvo 111Ja bomha1·det.La. )) ; e peniù soggiungono: << se pn.l '<'fie ala vost1·a Signoria umndm·ci qualc he ha lesh'o e 2 l>omlmrdettc da. t enere a merli , l':uerno care ». Docuuu~11li più interessanti i-i lrovano nell' Archivio <li Rtato di Sieua: fra gli altri , (folle minute di Jclterc scritt.P. clal g:ovemo della, repubblica, nel novembre 14l<ì a Paolo cli Gioviumi LaJl(li , commissario presso l 'esercito senese contro il Con te Bertoldo Orsini di Pitigliano. In una tli esse il governo comunica l'invio di un « Jldebrandinum teulonicum ma.gistrum bomha,n farum >>,· p Pr e11 è qncsti sia, i.mpiegato n e l modo più utile e faccia q11anto pnò per porre a, posto le bombarde esistenti. -

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LE AltTlGLIERm s 1,;;,n:s1

:Sdl.:1, seconda si a11nnnzia l'invio del materiale, del quale parte due barili di polvere da bomk1rdc. Vi è ~Lnche una lettera del 10 maggio 1417 dal Governo a ~i<:(:olò Tcrocci e a CriRtoforo d' Andrc~a, commii-;sari pw~Rso }'.esercito contro il Conte~ Bertoldo Orsini di Pitiglia110, nella quale si avvcrtQno questi cornmissnri clic: fa.11110

« ... noi mandia1uo nove barili di polvere che (a libbre :1125 ben nflinata ... Rt~r:ondo i rnneR(ri ehc abbiamo... duo barili di salnitro fino che sarà libbre quattrocenlo e duecento libbre di zolfo e carboni (li saldo no osta,1tfi d:f! al l-'h1no (l'ian Ca stagnaio) el nHie><Lro dc la camen1 na ves,,e :issai.. .. .:\. .l:t parte de' rnnt,stri rli bornbnrtll', Yi dicialllo dir, vavimno mandati e migliori e,1vi:n110 pot:uto avere 111nr:wigliandoei dir-; almn.nco tre che vene (sono) no adu• priuo hc11c s iccome e quello lombardo e1 tedesco un nitro che cli dì in dl aspctiarn() urni r·he ne richietlp111mo u Francei-;ehino Nl nnco uno rla risa. l>a Pisn t:lttè gionti ve li rrwrnleremo. Voi che sete sul facto fateli exercftare ..... n.

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Nel Co<lice dei Casf,;eri Ponti e l\fura, esistente 1rnll'Archivio di Rienn, Ri kgg<mo altre notir.ie rh:ipetLo agli ohbligùi di 1-1p1~eh1H il,l'rn 11,nmu li ehe ve 11 i vano a f.;Sunti <.hl,gli alftttna 1·i dPi r.nR · St!ri. Così 11el 14.!{tl, a, propo1-1ito <lei. Oi~ssn,ro di Chimri, Ri tr-ov,1 l 'ohhlip;o di << lfo'clici l;omlmrdcllc 011g-nrc>schc le quali debb0110 eRRer«~ d 'ottone mc~Rcoln,tc co11 b1·on½o, fornite rii p a.J.loLlole di pio111 bo e <li polvere e cP11t.ocii1qmmta pict.1·p di bornl.Ja.ròa, RU di t>sso eaFJRaro >>. E 11c1Ja, loc:a,zione del ()n,F;RHro di Oa:pa,lhio Ri clice che~ « si devono 1·ilaR<:iare nel detto cassaro quattro bornbnrclelle di bro11r.o bnone n. Negli a11ni scgnenti del medPsirno Recolo forse l'a,rtiglieria Rc:11ese ebbe ma,g-gfore svHuppo : troviamo che cinque· pezzi portati l'atic0Ramm1te attraverso i monti presero na,rte all'attacco di 8on1110. Clrn i uo1nbai·dit"ri. f.;enesl avessero acquistato repn· far.ione si può dcd urre dal fati.o che essi veniva,no richiesti a,n· elw altrove, come a,ppare dalla seguente lettera scritta. da Fed erico di M011 tefeltro alla Signoria di Sie11a, il 7 N ovembrc 14m : o: Magnifici et potentes domini honor:mcli patres carissimi. El me occurre al presente el bisogno di uuo maestro, da gittare bornharde. Et pcrchè io oo' informato, che lì ili Sena è uno bono et H11flìcie111R. maestro, quale me satisfftl'ia assai, chel conobbi fin dal.ora quando stes;:ii lì mnmalato, pre~o instantr~mente le S. V. che ad mia siugulare complacentia li dia liccntia, anze li mmmeLta che vegna via subito, (che cusi rechecle el bisogno mio) chel vegna i1rnierne

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1400 -1500 cum lo lllCSSU elle manclo pe1· riue~ta cagiou a le S. B. El io Ii farò fare el debito

del suo pagameuto ver modo ehc se chiamerà ben contento ».

'l'alc richiesta riguarcfa un mastro bombardiere Agostino che, dopo essersi distinto a Siena, passò a H.oma, come fonditore ùi Pio lI: avremo occasione di riparlarne lungamente nel paragrafo 1mlle artiglieri(~ pontificie. Un'idea di come Sie1m cercasse di costituirsi nn'artiglicri..L per la, difesa dei suoi ca.stelli si ha dal « J.,ihro delle tre balestre>>, 1rn1noscritto iuedito eidstente all' .Archivio di Sta,to di ~iena, 11d quale sono descritte le provvisioni di guerra t:on le quali flovevn,110 eontribufre i di versi Comuni clello Stato della RepnbLJiea dal .1.438 al 14ri4. Questo co,lke, che rnarn:a. dei nrirni cinque fogli, eon1pr·1~n<le uua .Ilota 1·,ornpleta di quanto dovevano dare i vari co nrnui 11el 143t,; s1!guono diversi er(~diti di manifa,Ltori 1wr Jnvol"i fatti, e n.lte1·1mte con 1111esti si ineontrano aHre liste di provvi Rio11i di g-nel'l'a per gli anni sueccssivi, mn me110 complete della pl'ima, nota.. .Nell'eleneo dd 14:18 per tnUi i comnni <~ indieato il mntC!.· 1·iaJc e il suo (•q11ivalrn1t1~ .i11 tlrnmr:o, o.ltrt~ n nnn, Rom111a eou ln qnnlc .~lcuni dei comuni doveva,no contribuir(~. 111 cornplc::;so, 1101t t<~rnrntlo conto <li q 11e1Ji I"(~gistrn,ti 1-mi .fogJ i. rn:1,nen,nti , i comuni doY1wano dart~ 1(;;-; borubarde, 1;-; hoc:ehc cln, fuoco di altro genere, r1hnirr-itoni) polvere, palle, ecc. Ogni bomba,nla era, val11h1ta liLbre rn. T vari eonti rkhiama.110 un « Lihr-o delle due lm]e!';tre )), uou pi.ù esistente all'Archivio. Un a .l tro doeumenlo, che completa quell.o di eui abLiamo ora parlato, t> il (< Libro delle quattro balestre», codice nel quale i,,ono l'C'~istrafo <<le ::,,pese commesse dal .Uorn.une cli Riena alle 'l'erra, e Castelli cfol suo dominio dal 11fi3 al 1464 >>. Ji'ra queste spt~s•~ si trovano bombarde, palle, polvere, ccc ... ed evidentemente si fratta di uno i-cambio cli dare e a,ve1·e fra1 comune cli Siena e castclJani, giacchè alcune delle llote che si legg0110 sn questo codiee hnnno un richiamo a. un conto eguale sul« Libl'o deUe tre b,ilcstre ». ~T<~l complesso però non si h~L ragione di credere che l'.A rti g·lieria i'-c-mese, nel secolo del qnale ei stinmo occupando, abbia. Pl-'ercilato notPYole inJluenza snllo sviluppo e l'impiego dell' Ar. tiglie1'ia, toscana : questo almeno nel campo pratico, perchè cln 1 -272 -


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Fig-. 4i - Affr~sco fli Giovmmi di Cristoforo e di Francesco D'..l.nc]rr~n, ; n t•lln s nla 1]el Mnppamon,fo ( P:liazzo del Conm11e cl i Si e nu), rnpp1·e ...:ent:111tc l,1 \·ir1ori;J dd 8 e nesi e' rlei lorn nllea ti sni Fiorentini, a Poggio Imperiale.

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1400 -1500 pu11to cli vista degli s tudi anemo fra, ln·c,·c occasione cli veàcrl: t olll e sia stato veramente un a r chitctLo scBese, Fra 11ccsco cl i (ìioL·gio liartini, colui c he portò a tale studio il più ricco con td.bu to. Uome :-.i è d:sto, dullque, la, 'l 'o.·c.:,rnn , n e l secol o XV, noi , dà UJ, g-rallCle conttibuto a n o sviluppo e ul l'i111picgo efficace dell' A.1·Hgli eriai nncora tro ppo poco notn e pc 1·l'< ·r.ioJ1ata p er r ecu1·eg1 a n d i vantaggi s ul ca m po di Lnttng lin,, m a , i11 compen:so, lm nella srorin nna gran de importanzn per gli :,,;I.udi che Ron o stati_ compinti n ei rignar<'li dell n, n novn .11·111;1 . p c1· i pl'og1·essi i-Yoltisi 11 e l calllpo tcodco e soprattutto pc1· !.(l i 110 111i11 i , Lli aHi:ssimo in gegno e scie11 zu , c lte d i eRi;;n i;;i i;;o 110 0(·<·11pali . l·'. c he l'arnot·e p el'· qneste discipline, e l ' i n teresse <ln (':,,;s<· dl':-L, 1tu, fosse g rande Jo. <li most.ra pnre il fatto ch e strnl i l'o11 1pi11ti in epoche Jo11h.1n,.. o in aHri pneRi 1'11ro11 0 trascritti P 1·.1 <·c·oll.i :11·<·111·nt:une nte a 11 che in T osc::rna: 1·a ccoltc o ti·ascrizio 11i el1<' 11 11 :1 ,·o lt.n cli più ci confer ma 110 <·O m<· lo i;;f-uclio d c]] c art·iglip1·i <• 11011 si s.1 p< ·sRc clisg-ilrnge1·e· <1:i qncll o clPlle nntiehc macch i11 r> lw llic :11<~. Rir.orcli :uno a qncsto proposi1'o il hPlli :,si 1110 i ncu nabulo esi R1'P11te nlln L a 111·e11 r.fo na di Ffre 11 1/.(' : Y<'g(·r. io, Epitorne r ei rnilitoris (P <'scici iiii 1101111.« avri7 Ps ·t-18S) (' IH · d 1limostrn, èùme )e, n1 1tk h<' mn<·rhinP rl:1 gr>tto in tPl'(•ss:1 ssc·1·0 n,n co1·a in T oscnnn,_ Degli stncliosi e f·ccnici t oscani. e clcl 101·0 1wcr.ioi;;o .1ppo1-t'o nll o Rvil nppo dell' Artiglieria,, pm·linrn o :1111pinm r.111-e n ell'a pposi to capitol o.

10. Le artiglierie negli Stati Pontifici - Uno de i periodi più te mpestosi della Chiesa - Romani contro Na pole tani · Le artiglierie di Castel S. Angelo contro la città · Attività di costruzione artiglieresca in Perugia durante la guerra · Le imprese belliche di Eugenio IV - Mastro Agostino fonditore, bombardiere e architetto - Le bombard e pontificie contro Fano · Inve ntari e diari · Mastro Gabrie lli, mastro Galasso, mastro ·simone, Mari otto da Perugi a e Jacopo d'Arezzo - Caterina Sforza · L'artiglieria papale e le arti g li erie baronali verso la. fine del secolo.

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Dodici l'a,pi e cinque Antipa pi sncced n tisi, nel volgei·e di

m1 sol o seGolo, snlla cattedr a pontHicia, due Concilii, invasio11i , -

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L, Al:'l'IGLIEfUA XJ;;GLL S1'r\'l'I l 'O.\'l 'WlC I

gnene 11d Hemne e uella :Pe ntapoli, l'ibellioni di fe ud tLta1·i e tli condottieri , cougiure, sommosse fanno del Quatt1·ocm1 to u110 tl ei pel'iocli più tempestosi della storia della Chiesa. Con siffatLo tJ·arnglio politico coincide , come in tutta l'Europa co::;ì pu1·e nello Stato Ecclesiastico, lo svilnppo sempre maggiore d<· l lc bocche cl.a fuoco. Le fonti documentarie della, llust1·a 1·it;en:a,, scarse e fr,Lmmentarie nel secolo precedente, nel secolo XV di· Yenta110 assai più copiose, _purtroppo però a,ssai meno precise e pl'fre di dettagli tet;nici: :1,cl e::;se s ·aggim1gono l e an notazioni preziose cli qualche croni sta. P eL· buona parte del Quatti:oc.:cnto , a11chc n ello ::-ìtato pontifido le .rnticlle ma cclii.iw dn, gnr~nn , a t'nnzionamento mecca1,ku, i-i111.1:sero i11 uso accanto nlle bocche elfi, fuoco: la superio1·ihì clel 11uovo 01·clig-no belJi.co si er[L 1w 1·ù già, af'fel'mata . .A_lb morte cli B o11ifacio IX (2 otf"obrc 1404) b fazione clemocra,ticn, c he facevtL cnpo in Rom:L ni Colonna ccl ai. Sa velli,· inso1·se i11voc:1,nrlo l 'aiuto di .Ladisla o Ile cli Na,p oli, m en tre si 1·IPg·g·ev.1, il 1111ovo Ponf efice ch e prrse i_l nome cli Innocenzo VII . Ln c-Htà: era in r ivolt,L ed il nnovo Pnpn, non possP.ilev.i c he il Y:11·it:;1 11 0 e Cas tPl R. A11gt>lo, di f'lli ;n·eyn, ron fcr mnto il ro11rnndo :1<1 r\ 11 to1iio 'l'ornacelli. 11 8ov1·n 110 nnpol<'hmo g innsP f1. Romll il Hl Mtolwe ecl il 27 tll'llo stesso mes0., con la. s1w mediazione, faceva stipulare un h·nHnt-o h-n H Papa e il popolo romm10. J\ln l'.111110 1lopo n::icq ne1·0 nuovi disordini: in agosto il Papa 1·ip:1rù ,1, \ 'ite1·bo, ed. H Ca 8tell :rno della. -M ole Adriana, che pri111.1 :1,·(·Y;1 t<m1 if u un contegno dubbio, si dichiarò per La,clislao . RP11011 r h è i Homnni, g"(' ]osi <lella propri a Jibertà, insorsero il 20 ngost-o co n tro le milizi e napoletnn e condotte clttl Con f·e di 'l'roi,t, : " « in CJncllo snllito Jo Cnstiello Rnnto Angelo se ruppe mlii Hornani et comenzao ad bombardare per Roma)>, arrecando ~:p1·i 1ln1111Ì :tlln città. E poiclù~ dai rivoltosi fn sbnrra.to il ponte Ei'io per tnglinre gli a.pprovvigionamenti alla Mole Adriana, <1 Cnstirllo per CJnesta cnscion e mni finao cli bornhnrclare contra. li Romani>>. ::\fa (Jnesti , dopo n,vcr cacciato il Conte di Troia, dalla, citt.ì,, s"imposscssnvnno del Campidoglio e chiedevano aiuti al Papa

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1-1-00 - 1;:,00 a Viterbo. Il :!·(i tLgosto giunsero le rnili :1.fo poH tificic <;t1,pitanate da l'aolo Orsini e d a l ?\fost:1.rù,L, l>atte1·ono Oiova,m 1i Colonna, capo d ell a. fazione regia, e rivolsero i 10 1·0 sforzi c 011tl·o C a s t.c l S. A ngelo che non cessav,1 di adoper are le sue artiglìe1-ie: i 11 fa t ti il l u novernln·e, « f wi l mortuus 1lul6wius Cccchoni cle rn-

gio11 e 'l'ra!nst ilJ crhn de 7Jomùurda, progec ta dc <lieto cast1'0 Sa·n oti Angel 'i )). Tl J3 m arzo d el 140(; il Pontetke lo1·11ò :L Roma e , meu t1·e CastP.l B. Angelo teneva dnro, le t r·nppe d el M.i gliorn.ti e <li l'aolo Or sini 1·konqui sh1,1•0110 a ll a Uhics, L le citt:\ vicine :L Rornn,, im pieg-an ùo a r-tigliel'ic n ei va ri faLLi d 'armi. B<l a, Cm;tc,l Giubileo, il G maggio, « Panlu,s s·uprwtù.:f;u s '/1.Jui cmn H omani:s d t:d(wnnt 11ULfJ1Wi l'II, /J(l,thr1,gl'iani ecc .... Item s npradicto dic f'uil vro9eetam, cnm lio1n1Ja,nlfa ma x ima.m J)(tr/ n 11 t)(t.i-ictum su,pra.d iGl, i Uasl·r i ,l nbiloi )). Vinah11 <-'llt<~. dopo la scomrn 1ica h 11 1<·i.il.1 11:11 Pap,1. :-:i eo11 d1irn:;e hL pace, e<l i I !) a gosl o Ca s tf'l S. ~\ 11 gplo eon tntte l e :,,li<\ art.iglie1·ie 1·icntrò iH possesso del l'onl cti<-1\ ; 111a 11ou na iinit.o vc1· i R omnni jl_ for men to <lPl fuoto d <'l l<' n r f ig lfo1·iP po:-:h.. iu a zione dalla maggior e fo1·tr½za dell'Ul'be. lJtHino dopo , il~) ngo ~to , Gre:401·io Xli , dopo nvcl' 11omil1ato sno L egato il Uarclin a le Pietro Rtf'fon Nw li i dPgli A1111il>altìi '" J•,rn]o OrRi ni capit.:1110 general e cl Plla Qliil':--:1 , Ri rec,, va a, Yi terl>o, rncn t r·c L:Hli:-:lao si appnrecchiava di 1111ovo a rnnrcial'e s n R01rn:1 , entra 11 d ovi il ~:, npriJc 140~. Rirna n<•va a l Po11telì1' 1~ CnR tel S . A ngelo, poich~ j[ CnRtellnn o, Vif n<·<:io Vif clleschi ,

m:1,11teneva1-;i foclel,~. lnla.nto n, G1·<•gorio XTT nPc·essilava 1111 :dlealu pot,, nte (·onie j I H e <li Nn,p oli. per im 1w <lire .la celPl1razio! 1<· del sinotlo. hicfotto per l ' :nlllo dopo a ri~a . .li ~fi g·ing-110 14 0!> , q nmido a.1Tivò in Ho m a Ja, 11oti zin. <folla e lezion e a. l'isa di A leH:-,i;rndto V. il Y i tl') )pas~mn sf\ Ull eon f·eg;no n eulra,lc, ma q ua ndo ginnse l'esen·ilo con ii.otto dal 1\fa la.teRtn , (;.ile, nonoi-;t:rnte .la, l'esi Rtenza, tlei Ilom:mi e Napoletani , riuscì a penetrare i 11 Borgo, il Ca.stellano Ai <l iehiarù [)Cl' A lesAaindr·o V e comin ciò a for fuoco contro Rom:i ni <:' Kapoletani. La e-il.lit fn t ntl'o mi f11rn11Ho di armi e cli ;,rrnali. I <:nmpa11i li di S. PiPh·o e <.li R. RpirHo fun1110 rido tti a ror sel1i

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BU~IB.-\111)1•: l'.-\1'.H,l E B<D I J:.u:m:: .'\. \l'ùLJ-:T.·\-'I·:

(('7;:1,a per opel'a dei ~apoldaui, e <1ucl10 di Santa, Ma1·ia i11 'l'rn.spontina per opent dei difensod di Castel S. Angelo. 11 1:L dkemh1·e, sel'ivev~1 nn diaristt1 « -vi<l'i in reven,iuiw <.le

f:.fa11 do P-ief;,ro ego A nton·iirn Cff1>tellan:u1n 'IW8tri rnrnpanilis 8cwcti Petri) ·iwrn·i-ne A.11tonell·us de Pen1,sio, fa.cientwrn foranwn pro 7mmbarcla ·i n lo!JÙl, ·;1,b·i: facil; lJmu;d~,; io:w,11, doininus JWJJO vrope dicf;·u ni <.:a,n1,7Ja11ilmn eoc_ )). Era uu continuo trarre di artiglierie llall'mia pa.rl"e (~ da.lL'aHra : l ' arma, nuova, cout in nava, acl esercitare la. sna. poten½a di distruzione sulla ciUù, ed i imoi a,hitnnti. lu seguito alla E;confitta clei J'artenopei (W dicembre), Paolo Orsini e Lor-enzo Annihnldi penetrarono in città <~ proclamarono 1n, c,adntn de] r(-i gime na,poleta,110. Ed in Regnito contro i Napol<~tnui, d1e vaJorosamente resistevano nelle torri deJ.le porte, << fu it J>orl<tf.a 11011 /Jarcla, grossa Castri Sancti / 1nydi i-n '1.'c1,lu<.:io) el posi/a -in. -,-i.,u;a, Jagc 7wr nw,11us Honu: <.:tMn sof-i.is de 11urndnto rtom:ino1"nn1. rapitn1n rey-iu·n1wrn) DidclicAf; A ren·ule et P11rio'll'is; el i/Ji in di.et-o, 'l'iuca fnil: zn·nczHirnio. <Ul pro·i cim1rlmn (!(/ portrnn f,'ancf;i, Pa:u}i_, qnn crnt conlra st.nf.·w rn Popuii [?,omani M sa1w tc 'Jn.alris }!Jccf.Asie. << I11ee11it 71roicere et; dcgnstarn di<.:tani 710rtam et pie· f;J'fun PCC. )) ; <\ nei giorni s<·guenti « item, l)(mbrtrrle IIJ per llIT dir'. s_ . virlGI icet de Rmrw11 is_, c1·011l 11,11 f;e sem,7wr a(l proicicrulnm adictarn porlam; el ·i /.li de dieta porta, 11irl1:il cura.lJo.nt de dfot;·is l}oii.lw.rrlis ) etcelern.) set; seniper Gla1nandu: -,+un r e Lan:ze. lo o, et;cetern )) . Ed ancora : « Item stnl im mnnes hon 110,rdn f1wrunt vorfote wl JJorfa,,m, Jfaiorcm,, el ib;i ince7wrnnt proicere_, etceteni >).

Nella eonsecntiva invai;;ione napoletana, cleJ 141,3, il 'I'adaglia. che era uno dei ca.pi.tani di Lt~dislao, fra, il 7 ecl 8 giugno aprì mm breccia, presso R:ut!a Croce e il Papa fnggì. a. Viterbo, ma Castel S. 11,,ngdo resisteva gagliardamente~ e fulmina.va con i suoi pC½½i il'at:t.iglie1·ia, chinnqne si foRs<~ avve11tura,lo a, Ponte R. A np;elo. Il ca,m panifo d.i S. Pietro fu fortifica-Lo di nuovo da Nnpoletani e Romani ed iJ Borgo divenne un nnovo rampo di. hatfagJia, che 11011 differiva dn quello cli qnnttro anni innanzi . La lotta continrn1 per il poi;;sesF<o del Castello, e il 2:=: ottolwc

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1400 -1.GOO

<< riusd u,gJi nssedia11ti di jmvadrouirsi ùdla parte hflssa della, forte:,;ia )), mentre rcsislcva tcnaccmcllte la parte kuperiore. 11 :3 11ovemh1·1_•, p<~1· n11 coipo di bomhar<l.1 <1<~gli assalitori, moriva nel Cakt<~1lo Lnz:,;m·o Cnnc:ellim·i, dw giù aveYa teuut.o il eo mamlo del forte, ed il 13 HovemLre il Uastella,no AnLonio Can cellieri l'-Ì deeise alla resa. La fortc~:,;:,;a f]Uim1i, e.on le sue a1·tigliel'ie, rimaf-e nelle inani (lei Napolet.rni, i qua,li ancoru l'am10 appref<F.:o dm·ernno ni-:ni·<~ lt~ h,w(·lw da, fuo<:o con(ro i Honrn1d, che si sollevarono per la morie di Ladislao. La r-egi11a Giova,1111:i, i11viù AU.e11<lolo Rf01·:,;a, a Boma, m a i snoi nttaeehi non [m·o110 fo1·t1111a1i. Rimanevnno tuttavia, ai Napoletani l'onte ~·l olle e Cni-:J-el H. Angelo, e quest' nl(imo r:ont.irn1ò ad ar-rec:n·e danni grn.v i Rsimi ai rio11i di Borgo e Po1d:e con horn · barde ed altri pezzi. 11 dia.ri st:1 riferiste ehc iu da.t.a, 28 uovemlu ·e 1414 << ilcni sùr.lis ·ti Os q11i fof/ilis rlict,un narta7mluni 110/a.f;mn

.,

fom.pore de f;ribnfu/,ione Castri t::fo:11ct'i 1.l.nguli) n ·11lu15 hom o 11anrrn de dn11110, q11od crrstel7nnus dirti (:rr15fri faei eua /: c1m1, lrntmccho cl /Jo11banlis 'i11 ref1io1,e Po11tis )). Nel lnglio tlell'an110 <lopo fn <·011(:llin:-.a mm tregua, che il 2:-, h111r

J;O.'<sf't

dello stm,No llWRe :-:i r·nppP-, n CaRtnl R. Angelo ri<:orni1wiò 11 b,1t tere la eittù co11 bom bnn]e e maed1i11e da guerra. Afa l ' nit.ivifù ;11·i.iglif~l'f·Nr·.a nell'TTrlw doveva, eontinnn.re m1 c lw IH\!!.·l i a1 Ili i s11<·<·essi vi a<l op<>1·:1. <1Pi h<~ <:on<lot( it>ri <1 i milizie clw nel hrr•ve RJiazio <li tre• mrni Ri (·01dei<Pro 1'n11 dopo !"altro il <1orninio <le1la, cittù , qnafo in 11orne del]a, Chiesa- e qunlP i11 11ome dei Novrm1i di Napoli. ' Il primo fn Pnolo Orsini clH~ il 2~ novembre 1413 e11(.n1,va i11 Ronrn, invinto (la ,T:H:opo Hol'lHrnP 1rni)vo marito di Giova1111a TT. ]/Oi-Nini, pei- lil,erare Cm,(d 8. Angelo dalFa:c:sc<:lio, l'ar-<'va nhbattcre le forti fica:,;ioni imrnlzntc· d;1i Ronrnni e Rmnntellava la Meta cli Romolo, <lenncln.mloln. dell(• lwrteRdw, hornhan1<'. e J1111nir.ioni; don: r:;i vede clrn non ,;olarn<~nte Castel R. Auµ;plo adoperava le sue a.1·tig·lierie, nm an ehe i Ho111a11i tfravano conti-o ln ~fol e Adl'bna,. Partito l'OrRini, ::-i preparava nel invad(\l'<' ]n cittù, Brac::cio da Montorn~ eh<~. penetrato in Horna il l(j giug110 1417, vi signoregg·iù per set! anta. giorni, rnn Casi cl S. Angelo non si nrresn,

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L:.\lt~LL\IlflN'.JcO Alt'l'l(YL1ViltE8CO Dl C,\t:l'l'b: L 8. ANGELO

JH~1· qua1tlo le milizie di H1·a1.:cio << adrizavano trnllocchi et bom-

barde>> . La, ritompars~L dello Sfm-z,L, i11 vi.1to da1la, regi1m Giovanna,, .feee 111lonta11arc Br-acdo che uon volle accett~L1·e battaglh1. Martino V con 1e :-:;ue arU diplomatiche oLt.enne dai Napoletani, Hel lll(\Se di novembre 1418, U::Lslel S. Angelo, e vi pose -come Ca,stella,110 il Vescovo di Montefiascone, Anto11io d'Ana,g11i; eonsecutivamcntc nominò il Conte di Piaguano e con .altra holh~, da Fhe11ze, onlinò ad Antonio d 'Anagni di conseg nare la fortezz~1 con tutte 1e munizioni cd n,rtig-lierie in essa ,e~istcnti . .Negli a1rni sn cc.essivi, 1420 e 14:l4, furono amnentati in Oa:St el S. A 11g1~lo la, g1mrnigione (\ l'annarncnto artiglic~resco: compnre per la prima volta nei registri carnenili un e< m(.igù1ter .1JuJn7JU,nlwru,n )) a(l<letto a,l castello, per il maneggio dei ca11 110J1i e delle hom ha1·<le e rwr la, fn bhi-icazione cl i qrn:st.i ordigni, 1:-he avveniv:-.1 in Horna. l\1a1·l.ino V, <li casa Colo111ia, ripoi·tawlo la, seclt~ ciel l'apaLo <.l Ho1na, ~i interessò :ìltiva11H~nte ùi rip:u·azioni edilizie, dand o eoi-:ì <wig-im\ ad 1m vero r-irms<:imeuto arList.ico, ma, come al>biarno vi i-:J-o, non trascurò l'armnrnento di Castel R. Angelo: sotto il ~llo pouli1i.e:,1i·o, .1ccant-o agl i ai·chitetti fiorenliui che lo sc~guirono d::1 Fir-f>nz<' ,,,1 ni podii dello Stato pont.ifieio, compare (24 cliceml •1·c 14:W) 1111 rnarchigi:rno « .Johannis Bivilac qna de Sn,ncto SevN·ino ing-m1iario >l che in altre partite posteriori è qnaliftcatò nnche per cc l>omhnrdel'Ìus >>. Della guerra contl'o Ro]ogua, iniziatasi nell'agos(o 1,t:!S, ahhin.mo arnpia1nente 1rnr l.ito 11el p:1ragrafo sn]]e boeehe dn fuoco 1mlog-uc,-i, riferendo fo notizie del Coqnt8 Ohronicor1un flononi en ;c;inn1, r><·1· ciò ch e co nce ene 1-,rnto le artiglierie di Ilologmi, qu;1,nto -rprnlle ,fol Ponh'.fìee. Pm· non r ipeterci, ci limitiamo qui a ril evn1r e ciò che risulta, <lni ,locumen(i dell 'AmministnLzionc della Camera Apostolica,, cioè che sette individui ebbero la condotta delle macchine da getto e aclle bombarde, fra cui dne annotati ,con l e nette spPcifiche di T:ìòmhn,r dieri, e quel nevila,cqua ingeg nere di cui già a,bbiamo fatto cenno. Le boeche da fuoco di

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1400 -1500

grosso calibro 11011 e 1·.1J10 p iù tli due o t1·e, e c;o1ue bout:1 costruttiva dovevano e:;seee pinttm,to de1k ie11ti giaeehè scoppiava.110 facilmente : si e1·a,110 fatti in vece dei prog1·essi no tevoli per quanto eoneerne la gittata_ I maucla.Li ean1era.li ei inforrnallo p oj c he in Castel S. A ngelo e1,:isteva un ' officina pel' le lJornlmn1e, penhè si accenna ad un r<-!si:.a,m·o della medesima (1400) . Bng-Pnio 1V, f:lw snc(·.css(• a 1larfi110 V (rnn1·,r,o 14:U), ehhe 1111 p outificato assai agitato, per la lott,1 contro i Uolomm e per le g;nerrc che si S(~g11i-r·o110, i ni11tP-rrottanwnJ-1,\, fi110 a lla. fine del sno H!gno : di gnisa ehe dovette dedicare molti~ e111·1• a l ratl'or,r,am ento dell'es<>rr:Ho. fn p arte ques to era fm·rn,1.to <~ organiz,r,ato dai condottjeri postiRi al servi,r,io d ella Santa, ~ede; nrn l'arti;.:.·lieria era di proprietà, del Papa, il qual!~ 01·di11ù 1rnov<~ r:m:,tru½Ìou j ti11 <lnl p1·i1110 auuo di ponlificato, afii(la111lo1w l'incaric:o all 'i11g<~g11erc: hornku·tlie1·e Bevilae1p1a, il q 11al1", a s ua volta, avent com.(~ aintaute 111, c:e1·to Cola. lll nna pnrtHa del magg io 1433 <1ues fo rn,u,;l.n, e< .Jolmmii Uola de Vi,:;so JJ, a ssurto n mn<>Rtro do1io ]a, sr·o111pa1·sa del Hevila r:q ua, 1·i ,:.; e1101J~va. d 11ece11to fi<H'ini, JH~r nnfli('i homhn1·dt• cd 1m << (·au one JJ . Un a di esse laueiava p,ill e di libbre ]70, <>d 11n ' nlt1·a, da GO. Altre <!rallo più rno<les!e e laneiava1to p,1111~ tla :JO, d a 27 e da 20. li << <.:a.no ne )l e le nHre S<~i bornbanl e h1-11 c.:iavano palle

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ila 1:-i.

In MJohre, q nando Hraec:io (~t·a a, Tivoli <~ Ft:rncPsco Sforza i;;ollevava Je Mnr<:he pel' online ' del nu ea di i\li hno e si dispo11ev-a a rnai·cia r e s11 H o rn a, il Pnpn faceva R<:n lpella1·e pl'oietti. Pi ù tanli fo r t i fif'a,\'H e 11u111ivn di n r mi P<l nl'1-iglierif\ CaRtel ~- /u1gdu. Quando Nict:olò I'ir.ciuin o, altro cmHlo1·1 iNo inviato clal D nca <'l i ?rLila110. nssediiì Homn , e, il 11 gi11g110 14.~4, il popolo hi rivolta ohhligù il Papa a fuggire a, .Fir<!nze. le artigli el'ie della Mole A<hialla, abilmente dirette clnl Cnstellano Ba,1·011cd li, furono di nuovo chinmntc a !c11ere a lmda gli a s sa,litori. Da F frc n,r,c in lega con i Vm1 e,r,ia.11i lwn pl'esto la gnel'l'a aYvarnpò fli nn ovo, e ~ m en ti-e Ojovanni V itcll eschi affrontava i da Vieo (~d i Col ornw ~ Frances<..:o Rforza, Sigismondo Mala-

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testa e gli aJ ti-i ca,vilaui al :,_;ervi,r,io del 1>apa com battevano eoHgli Este11si ed i tiTanni delht Hon1agm1. Le principali impres<i del Vitelleschi furono la couquista <ldle forLe,r,w di Palestrina e di Poppi, ndFassedio d elle quali si impiegarono due o tre bombardieri ed otto o nove maestri di kgname, ai quali sopraintendeva un maslro Pietro ingegnere. J'oi Engeuio lV, alleatosi con Alfonso d'Aragona, ritorJ1n-vn a Roma il 28 maggio 1t1,:rn; ma, p1·irna che <~gli partisse d:-1 .Firellze, era g'ià incominciata la guerra di ricupero chL par te delle milh,ie del Pm1t<~tiC:<\ di Alfonso e dei Visconti: .Niccolò I'i<:<:i11i1to paRsò al servizio del ]':11x1, <~ nel warno 14,12 fu nominato <·npihrno <: Uo11falonic1·e della, S. Chiesa. l'(\l' questa. guerl'a, a Perllg'ÌH, e iu t 11 tta I 'TTrnbria, è un (:onti 11110 ,n·maT'P <li hornhar<fo <~<.l UJHt urntinun lotta contro le roc.<.:he us11rpa t<.\ <l,1llo ~for ,r,u.. Il 1:i ging110 1442, );'icolù l'icciui110 ebbe Cod(\ mentre i Napol1•tn11i ha(tc,·,t 110 <;iovnnni Sfona, m a il 2:-i tlel .luglio S(!· g11 <~1 1te (< ht C'omnuiti't· di Lonr,ano con And1·ea Corso as:-:altnron o il ('Hlll])O <li Fnwcesco Pkci.ni1w, e kvai·01ilo da earnpo c01 1 g-rmt !-.UH YPrgog11a, e tolf;ongli le bomhaNlf' , <~ fnrono pr-c~R<c flP' suoi ww gran b1·iga.ta, >>. La citt.ì. <li P<~rngi.r partedpavn. a,lla loLla, ((( a <lì XXl V ll'oHohre amlù il popolo di Perugia con la. gente ddlu Chiesa, a cunq,o ad Assisi))) : essa intpnsificava la prod1rnione delfo bocch e ila foow, cor,;ì come rhmlta <lai registri della 'l'eRoreria Apostolica cli T'er·ngia. ed Umbria. (< Pm c,r7myna,Nonc (trcis (foa}rli l'·hweri·i obseme per g ente.-: .. ., :Vinola:i l'iccinùri >l è elenca.ta nrn1 C(~rt:+ qnan Iità. di n1ateri a lP chP in parte serve per bornharcfo. Ìl'O

Nel ~ennaio 144H (\ pro quatuor libris pt1lw~riH bombarde ..... pro prohando ei~r,1botta11n111 m111cr fadmn in Perusio J.lro prefato Ill. C,1v1taneu Nicolno l'i('cini no stante nd presens lios1:ilil·er contra predietum easl.rnm Montisleoni s 11 F.•I in s<c))rnito « MaA"istro .hi eol> nnrificii fl,~ rcrusio magistri Pacis de Fract a filiorum l:berti balmit vigore bullecte 1m•fati rl. thesaurarii date clie XXTTI mar !ii. .... 1444 11ro uno currn cum duah1rn rotis per cum faéto pro clestinanrlo b<_,rn11:1rrlmn magnnm lll,mo Capitaneo Piccinino in Marchiam a nconitanam ».

°Efl nncorn. l'anno dopo, J4 novPmhre 144fi, secondo <Jllnn t o si riferisce neJle Cronache e storie inedite della, c:iUà (/:i Per11,r1fo~ -

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1400 - lGOU

il divieto degli statuti, vogl~a aGwmodarlo di una boÌnbanla, giiL fatta a terni)() di .N,iGolò l'iGciuino, pe1· espugnare alcuni castelli ehe enH10 stati tolti alfa Chiesr~ >>. Donde 1·isuHa che, 11011 solo vi fu aUivitài di costruzione a.rtig1ieresca e fa.bbl'iea.zio11e ui mnniziomnn ento durante quelb guerra., ma anche che, giù da tempo, P<~rugia. fudnava artiglierie per proprio wnto e che gli stt1tuti impern,u ti non permettevano cli cederle. Anche t1ltre cittù, doveva.no avere nrrtigli<'.rie proprie: per e:-;mnpio, a Fermo, t<·Hn1n iwl 111:-; da .Aless.i 1111:r-o Sforza, il :!O ot tob1·e fu a,st-iellù1to il Oirone, dove si enwo fo1·ti:fie:1te ]e milizi(~ sfonesche e « furouo adoperate le arti!,!;lie1·ie fatte di nuovo da.l.lacitt:ì, )). Nel ] ,1 44 i 11 tau 1:o la, :,;oi-tc parve voler favorire lo Sforza, p er la morte'. dd 1'jccini110 e b rivolnzione di J :oJogna; ma Engeuio I V ripre11 ll(~Ya. (;ou ma.gg'io1·e euergia, le osti Ii tù, affì dru1<10 la <!ire:do1w dell'irnpreRa nJlo Scnrampo che, quale Legato e eapila110, rin:-wiv.11ad aver<'. atl 1111a ad u11a, Lutlc Jc ciUù. J>1~r qua1110 i-igw.r.nfo, .1 7:rzioue ddl'artigLie1·ia, leggiamo nelJe cro11ad1c c.h e (( a di 80 del detto (luglio 144G) venne i I campo df,-lla Cl,ieRa Nll la Fog·lia, e ver111c a campo :1, l'lfo11te Ifabre, e li pinntù le bornbm·(le, ed erano persone t:irca (]t1nttordieimila )). P, rirrn le :wtigli e1·ie clello Rforza al cnmpo di Gradt1i1·a « sempre dì e notte le hornba.rde traevano e diegli il guasto, che 11011 vi 1·i111nsc frasca sopru, la te'i·ra, per istlegno , ehe non l'av<~va. potnto ,we1·e, e clicgli molte battaglie. l~ gli nomini del detto Ca.Rtello Rempre Rol]eciti co i ripari portaronRi valentemente. 11 qual CaRtel]o si è del preliha.to ,S ignor :NCisser Sismondo Pan dolfo prenominulo, e fu tratlo al detto Castello del detto Conte quattroccn(oquarantasei pietre fra grandi e piccole tutte bomhnwl e; e f1wono mor·ti di qnelli cli dentr·o cfrca. q11indiei pcrf.:one )). _A lla, metù_ del Becolo XV, nelle artiglierie i>0ntificie vi era,uo bombarde di fcrro 7 bombarde di bronzo, e bombarde di fc"lTO con cannone (r.a1uln) di br·o11zo. Tn 1m inve11tario di r;;i~tel R. Angelo, redatto nell'aprile 1447 per la consegna al castellano Andrea Iloberti, si ennrnera,no varie bombarde di ferro, altre

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<< l<Juge1iio lV chiède al co,nuue di Pen1gia) che) rimosso

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F i~ , ·-18 - l'rnc,,,di111~'ll1o PL'l' la eo;.;lrn,dom~ dellu /unna. (Fac:-~imilt~ dc:1.la 1'1.\"ol,t ;: del Cutliee Al J:111i ko .\111b1·0 ;,;i:rno).

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1400 - l:iOO

pnre <li fon-o u1un uall([a, lu·u·J1.;;::i11a, una sola tli lJ1·011~0 ; ud ~u<.:<.:essivo iuventario del 12 agosto dello stesso mrno, per la consegna, al nnovo castella,no ,Jacopo di Ko1..:eto, souo e11u1i1e1atc {( una bombar<hL erea (di bronzo) grossa, tres bombarde ferree tnm ea.udn de ere, u1ia bomlJanla grossa <le uno frustro, una iromlm uombanl,t de ere, nna magna uornlJa.rda ferrea de uno ftnstro )), varfo bombardeJle << seu ce1·holatn.ne parve >>. L'inventa1·io clel 20 agosto I4:i8, pe1· la consegna, a,l nuovo castel lano Anto11io Nanni cle' Piccolomini, d<~ne,1 varie . uombal'de « de fP.1To <;mn ealHlis de a<~r·e l).

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Valle fouti cita.te, rifletteuti la, fiue della p1·ima metà del 8ecolo S V, ueu poco possia.rno dedurre circa i caJibl'i, e i tipi <folle bo,nbardc. Delle bocche da fuoco nmggio1·i t•Rhitrnti in Castel H. .A11gf'lo Recornlo ] ' i11ve11J-.::1,l'io flel 1447, la più grande, di feno Il < ·mn <·n1Hla hrouzina )), pesava, !JOOO liul.JL"e; ve 11'e1·ano altre d ue da ,UUO li.ul>re, u11a di fe1·1·0 <'. l'aH1·a di IJ1·onzo. q1wst'ui· t i r1111, pe1· "il maggim· peNo <lPl rndnJ lo, e1·;1. Irmg·a otto pa-lrni , ei()('- d11P 11wtri: è la sc~qwnt·i11n , clic nd ~a~colo XVT prencl(~r à, 1101111~ <li colubrina. ConH'. r:oR1Trndone ve<l<>mmo dw non Ro l.1111 p11l<'. a Hoinn , m a a,1H: lw i11 altn~ c:ittù <follo ~tato del l.1 (J hfosa Ni f11C:i11ava110 bomba1·de. L < cc l)o111Imnles uiinoi-es , qnns cei-h0Ha.11;1N vocnnt. a c ;;pi11 0

g11 r <las et schioppettos )), s' importavano arn:lie lli f uori, forse pen: hè 1w era leeito il posR<~J';SO <'. l'uso, p er ovv.i. .moti vi cli polhia, ai baroni e magùri a i privnti; s~tlo Paolo ll, nn a. patente del <:n r<linnlP <]i R. J\larco, clel J4H7, 11e eonc1~<le l'importazione e ht vell(lita cc libere nhs cine nlla gabc•lln >). l 11011ii di 1Jont.7)([n/r:ri11s (, 11u1,yister l10 111l)l1.nlm·n1n fnrono tul op<•1·n1'i inclifferenkmentc 1wr cksigna1'e i <:,11rnonìerì P i fa hbrirnnti cli bornhawle, e com e era nnico il nome così era110 promisc1w ]<'. funzioni. Oià, sotto }fartino V YP(lcmmo 1m homlmrdic1·e q1Ùdificalo poi come ing-eg-11ere; aliri 11 e v<'.dremo an<'orn , nomina ti come bom ùardicri cd a,r chitctti. T/ Archi vio camel'alc ci r.ons<'.rvn, 1111 « i11strmne11tum inter tll eRnnrarinrn et )fagiRtrnm Ang1rntinnm homba,r derium >), del 7 gi·mrnio l4G1, vero e proprio contratto d ' appalto per Ja, fabbri -

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co.zioue delle boml>:u·de, assunto da Maeslro Agostiuo ui Piaceuza, (( paJaci apostolid archHectus et exercitus S. R. B. bombanler·i us » : « Camera L~rnlicerc et 1'abri<:11n~ tlebeat bmubanlns........ Yidelicet quod apos1.oliea Camera tenealur eL clebeat tradere d assignare, se u traili d: a:ssignari facere prefalo magistro Augusl ino prn d1ctis bo111l>:1r<lis c:onticiemli s e t; fabric andis 0J1111es t~t singulus quantìlates rnctullo1:urn oporlunormn, et etìarn unam clomum d sullicientem liabit,.1.Lio11cm aù exen·iti1111t. ... nee non solr e r e et debite sal.isfncere et resvomlere eidern Augusti110 111·0 mercede sua et s 1wru m opern.riorum ... acl ratiom,111 ,•igint.i flore110ru111 a uri dc camera vitlelicet dc 72 h aiod.lis pro tlore uo vro quolibet mili11rio librnrum ipsanmi cunfect,:nrn t homb,n·tlarum, d. t]uod L'X alia parte ip:sf, Augustinm, teneal ur et deb~at ìpsas bombnrdns om11il1u;; :;;uis sum11tibus et PXl'LèllSis metallos et domo preclictis cou fìc:crc el fab1·it'.are, seu conflci et f:1.hl'icari faccre . . . . al.que fucrunt conconles tJtwd ipse confecte hornlJ:inle, p 1·ius q1wrn recipia11tur a r,nmera apostolic:1, Ll elJeant debite prnb:iri d . 11xperiri si :"inl !Jone et bene confecte e l Iabricate et 'li ;;ial. fortes ed dur:-1J11re, viclelieet pe1: i:-1dum t rinnm villt->licd. l.rium lapidam, exvcnsis tame11 Llide Camere, c,t si iudicio iut:elligentiu m virornm diete bornl.Jal'Cl~ l!l ip:,;o trino iudu n ?8ist:1nt <-·ll :ipp;H'eant sntlideutes et valide, cnm,!ra iliH,,; n•r-ir,ere t encatnr cu111 111odis d pa c-(is prntlic;l.is, alioqui.n rema11e:1nl sub dnnrno et pcriculo ipsius A11g11sl.ini fabricatori~ >>.

Qneslo ~Vfn.stn, AgoRtino fu u110 <leg1i ,u·tefic:i più rinomati del tempo, comi~ fonditore,· bomhnrdiere e<l nrehitetto. Anzi, come fomlilore, fn la figunt, più rap11r<-1sp11(aliv.1 p1·1•;;,,;o l::i, Co1·te cli l'io IL Bgli dimorava onlinariameute a Siena. don~ giù go<l<~va di quella l'mnn. dte si l'iconfennò poi presso ln C.rn1L'.l'a Apostolica. Nel 14:-iS fu inca1·icnto della cost1·nziorn~ cli un ponte Hl l'Arb:ia. pT'eRRO Huorn·cwvcnto, ma Rin dal ]4:37 pm·e fosse sta to cl1ies Lo clal Dnca <l ' Ul'Lri110, JWI' fomlere artiglierie: ,\go:c-J-i110 sarebbe appunto il (f bono et f.;llflk ien tc 1n:wRtrn )) 1·ir'.hÌPRto al la Rignoria. cli Siena. (lo nhbiamo vi st o 1wl pa r agrafo precedente) da Fedei·ico cla, 1Vfon1·Ffeltrn. il •rnal e nveYa l.lisogno di falJbri car·e 11nmc1·osc e perfeziom1 te born barde lH~r la sua loUn contro Sigismondo ]\,fa,lateRta. Acl ogni modo già vedemmo che il Maest1·0 piacentino. rw l gennaio clel 1461, sLipulaYa nn co1t(ratto e.on In Carnera Apostolica. per fabbricarci n,rtig']ierie e pn,;:,.;nvn quindi nl ,;ervir.io temporaneo clel gov<>rno poulificio. q1rn1Hlo giù il Th1r·n <Flìrbi nn era. condottiero cli rr1ilizie papnlì. Nei nrnndati cnmc1·ali 1-roYiamo u11 pagamento in ,;uo f,WOHò -

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uou - 1500 in daltL l\.J feuurnio l4Gl « pro faln·ka C<~rta,rurn bomuanhu·um » : <:or-:ì il I O 11ui,rzo segueule ed il 18 maggio ~1ncora, per il saldo del retlidno che gli si cl ovcv.:t per b dett~i J'abbdca:.done. lntanto 1'11 giugno <follo sh~ANo a1mo egli l': certaill1:11U: a l c:arnpo della, Uhies~L col Uuca, d ' Urbino, poich{: q1wsti Sl;rive aJJa Hep11ul1liea di Sieua: (C Stando qui maiest ro ~'i..ugustino curn m i iu <:nmpo de co111andame11to de :N. S. me hu recheslo cL pregato elic io li voglia, dare licentia de t01·na,1·e hì. La qna,l cosa io non ho voluLo fare pet 11i<~11te_, sapell(]o clu~ nosi:ro signore lo l1a vev,t :i. 11utl<·- l'en·hù i11 questo p11111:o la S. Heat. ha gran bisogn o del detto Uaf;tro A11g1rnti110 )). :i-:: c.o11chimlc di chiar·a,nilo il sno J'crn10 lHOposito di non lasci:u partir<! il piaeentino fino n, quando 110n sia t.:,uJ uta, J>alo111uara. Hi tratt:1, qni, delln, g·uena dic_Federigo d'Url1i110 eo11dnceva, iu Bahimt,, invasn <fai Savelli, Colonna ccl A 11gnillara, i qnn li <llT>1·edan1110 i di11Lur11i tìi Horna e Pulo111ùa1·,..1 uve ~i er:11w !1·i11 <.:erati. }lé.~ Je i11sj~·dt'.Il1/.P di }f:rntro Agosf·i110 , cle8i cle1·oso di nrnl:u·p a. seryire la sua, patria .:nlottiYn, o piuttosto qnelle della H('pnu hliea Renese, elte avcff:t hisog110 d(~l suo art e ti1·P, fec:Pro :--ì 1·lw egli partisR<: eff'ettivn.mente, eosì come si r·ileva lla, 1rn 'a ltr·a lc~ttcra iu cui il Dnca, <l'U rhino 1wega la, Signor·ia ,Ji 8ien,l cli 1·i nrn,ncla1·lo subito « corn'.liden.Lto c he la Ye1111ta. s1rn 11011 porrùt t:sRere più ntil<··, nè più 1H;ccss;1,da : et credo che le R. V. snppiano ehe ninna cosa, più grata se por-i·ia, fare a Ja S.uditù d i ~. R., che ndiutare et favorire quesl·a impresa. EL per 1ne non so che a.l prPR<~111:e se po!'rn-1r-.c\ fn1·p rna,!i:im·r fnvm·e che qnesto d<· 1·e rna,ndare qrn~sto Mastro Augusti 110. L:l qual cosa sm·:ì, b1 nto gr·ata et a,c epta a la Sua, Jfoatitl](li11e, (]Uanto dire si poiess.e. Et mi anche cl rcccvenì in gndin. singnla.rc dc le S. V. A li pin.c-m·i d c-· li (]Uali sò sempre a,ppiire<:chia.to ecc. )). Questa. lette1·a ha particolarissimn importanza,, in 1111ni1fo dimostra l'alta estimazione in cui era tenuto, già. in (JUelJa prima metà del Quattrocento, un huon mnstl'o fonditore qunle Agostino, 1ft, cui opera, è giudicata irnlispensnbile per la TH'f'Rn rlPlla città. L'artefice piacentino tornò al servizio della. Ca.mera A postolica. Nell'ottobre 1461 percepiva mercede come architetto e

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uel noYelliurc :succes:sivo è menzi.ona,to co11w àl't:hitetto e boruual'(liel'e prcrsso h~::;ereito della, ::::ianta, Rornaua Uhies,:1. I pag~~me11ti iu suo favore pto::;eguono tino a, tutto lllatzo 11(;~ ; la, quota <li apri le 14G2 figma pagata, ai snoi eredi nell'anno J4H4 ovvero « p1·0 co Angelo Zachal'ie de UI'ue >>. Uome aJ·chitctto (~ fonditol'e Ago::;tino euue l ' onore di passa.re a l l a. storia nei Corn111e11fari del .Papa, in eui sono rkonlate con lode tre famose l>ornlJarde: la, «Sil via>>, dal nome del pa.dre del l'a,pa, 1a « 1 'ittori(/, >> , dn I J1ome <lella madre dello st(~R!io l'ontefice, e J' « H11 ea », più potcJLtc ddJe aHre tlne, dal nome del Papa, rnc«lef-irno. Valn la p e na cli riportm·e intr,p;mlrne.nLe ln, prosa di Pio JT: « lJ ar o11<·-~1r11·ill1i Ro1110 n i fact iosi 1rwili.~ 0P1ridi11 .woUati, et Pii 09n11tanti a in r; i .~ 111.w""'J uentl·i s . ... <:1 1111 pracscrtim 111:ignas ilbs boillha nlàs in c:1 s l.ris intellig<-ii:ent aùduclas, qu :1,-; p:rnl o n ntc :\11g-usi !nns P lau?11 Unn s c.iusc-e ari.is cgr ègi<1,; opifcx, jubente ponti Hc.,, r11ctcr:11·, q1wrm11 JH'imam, ex no,ulue IJ.ttris Pii pontiilcis , tlilvium upp<·ll:l\'il; :tl tct·,im ex 11omluc mat r is Vicloriam, de qu a Oampanus poeta claris,si111 11 ,-; h O H \'<:1'8ll8 (•didit : ItumJlCl'e qu:w l"i<kor sonit.u Vid oria coe lmn Cumque s 11 is muros lurril.111s ejiccrc: .\rn1:1 jnYo, tueorq\H.' l'ii , <Jttalll lllll e t·ig il. lllc Voce bonos, i<'I II t·anh1m <·\:So sl<~n10 walos. 'J'er l.i:Llll, (JlWC n ond1111 1 :ul praclimu d11 <'l n est . Ae11e:1111 (J 1101l id fncrit :,111e prnesulatnm pon tifids nomcn, et haec r cliquis nw j o t·, <Juac trecentoruru poil(lo c mi;;it, i lle cl11 PC·<' n1°ornm , in qui .; 1ant-lt Yis l'e J.tt\1t:1. e;;I:, ut nulla murorum 111o i<?H resis t c1·c va le r et. A11cto itaciuc cx bomb;u·t1is timore, sedltios i pe r ami<·os g ra ti nm l'onl·ifi<·iR <]nac s icru11t, c1 11ih11s supplic antibu s Pontlfcx pc pc reit, c-it oppicl.t 110111111ll:t, nbi Yit :1111 d 0.~crc possL•11L. rnll<1nit; s icque tyrannm; ad r es nn11:1 s sp<·c·t:111tNi, <~ li11 ilms Bc cle!>i,1e !>Pilo snbmou it ..

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•~ee:111to a<l Agostino, occorre l'konln,,·e and1e un aHro ::t,r chiktlo p,ni11rnnti 11omimtlo H P.i 1wedeUi Commentari, dove è chia111 ,1.f·o « Br.rnn1·d11s :B'l<we11tin11s )>. Pnre si tratti cli certo Bernardo Rof-R<~l li110 <.lel.l.o Garn hl~relli. il q11:1le, a.vendo funzione e cari ca <.li arcl1 i f etto , 1iel 14(i1 fu incaricato anche dr,lla lavorar.ione di palle p r,r hornhardc, ·in mo<lo c he egli è degno <.li compm·irr, ogg-t H<•lla g t·all(.lc ramiglin, a.rtigfo-\r csca.

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)fentre, come abb iamo vi sto, .si comhattr,va la guer-1·a. in 8:1 hina, si aggiu11se contro I'io II l ' ostilitil, di Sigismondo Ma.la te·

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1400.

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sta., sig110re <li Hirni11i. 11 Pontefi ce lo a.ttar:cò eou 3000 uorniui, che fnroJJo battuti presso Nidastore 11ella Maeca, il 2 Juglio 14Gl. Vauno tlopo però, il 12 agosto 14G2, Federico di U rbino sconfig geva il i\fala.testa a Hinigaglia; e i11 seguito stri11g(~Ya d'a,ssetfr1 Fauo. << 11 Coute strinse la. cittù e foce li bastioni ùa doi lati , e d::t l 'altro dove lui era, a.lloggiato, pia,n tò le· J:ornl.Jarde, le quali 11011 si pin.nt:01·110 senza graudissirna fatica e diflicnltài, penJ1è <fo11tro vi t~ra.11 0 due Bombarde grosse come le 11rn,tre che rompe YHJJO pouti e L·ipa1·i, per modo eh('. ninna. a r<liva de st~Lr all' asse d io et alla guanlia de ditte .Bornba.1·de, e fn r·itrovato de li i1tgc· glli e p1·11ovate molte cm,e, e dn le ditte~ fu morto molti uomi ni prima, <·.lw tiÌ truovasse modo dw sì potes:,;ero adopera re)). Co uH: si V(~de, le Lombarde <lel 1\lalatesh1, tiravano egregia.mente e rndh•,·:1,110 in soggezhrne i hornhnr<lieri ponl.ifie i. I la, altra fo11t(~ poi , :1pprc>ndiamo <·hc << era eosa, spave1dPvole il ve · dere d1~n t 1·11 ag-li. aLl.og-giam<~nti, Nqrnutiaui, i,,brnuate, ed oppr i nwre gli 110111i11i, ed i ca.v:illi dall e p:illc di piP1:rn., c:h<: veuinwo !irat(~ :t k.1111(· (l1·lfo crnn1 i er:1110 <li più (li tre(:ento 1ibhte di p e:-,o)> . Co1111111q111:, Je homhnnfo poutifici.(~ lilli.nrno JH'J· a ver r;igimll~ di quelle avv(•t·sarie, e l •'auo si arrese. .-\. ]):11"1:• ogni al!l-n eo nsidera,-;ione, u11 rili<~vo sopra.tntto o cc one 1';11·(· 1·<l <~ (lUello d1e i:-;o1t:o il pon t ific::d.o <li Pio l.l Farti · glieria d>h(\ 1111 S(~l'io s viluppo. L'arteik<~ pia<:entino ehiam.il o a fomlt~1·p ho111bn.1·dc cd a gover11:ule, le iusistcnzc élel l Jnea tl i Urbino pe1· 11011 lai:-;eiarlo pal"tirè, le notiz.ie che abbia mo 1·il<··v,d.o d.ai UornntPnh1ri <:ostitniFwouo tlm:mnPntazionì i1wqninwnhili d cll 'import :111 ½:L rko110sci u (a ai rnwvi. stnuu<~11ti (li g-11t-1T,1. l\fa 11011 uas(a : all'Artiglieria si tliede mH.:he un im1i1·izw org-anieo d1P fn.voriva ]a fabb1·iea;,,;io11c e l'irnpi<~go dei 1wzzi. ~ e l Juglio del 14.Gl troviamo u11 Gionhrno Oniini << conunissa.rio snp. addnttioni .Boml,nular 1un E xercHnR R.tae R01nnn:1c E rclPr-;i a e )), <!1l in ~~cgnito 1w aUrn lloc um<~nto è intpi:-;tnto « honornhiJi Yi ri ,Tor dnno <le TT1·Rinns supersti (i architeetori fahricne bornbnrdn.rnm )). Vi era dunque nn cnpo che curava il m ov imento delLt rl ig:lieria insieme e.on l'eserdto, e lo stekRO era clepntnto alla dil·n:donc> clc>lle cosfruzioni. Oea legare i due nrnndat i in una soln pc>r :,;ona significavn dar€' n,l l' Arma una nsonomia omoge11ea, e rico110 -

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:sn•1·e l a s ua dceisiv:.L in ll uc1rna nelle azioni belliche. E se, eorne 111lll v:è dubbio, tale concetto raiionale d' impiego e di 1:1.ttr ezz,l !:.11ra costl'n tt.iva mntoT'ò n ella mente di .Pio Il, noi tlobbia,m o co11 duderll(~ c:he questo Pon teiicc fn t r a i pl'imi ad intuire l ' avvenire tlclle ·bocche da fuoco . .Nel 14GJ esist eva duuque, i n Roma, una fonderia cmneral e, t ui s opi-::1.,intoudev[L !'Orsini, coadiuvato cl.a a,t tefici in soUordine. XelltL stessa, epoca lavorav ..L a fa buricar e attigl ieri<~ uu ,~fo.s:tro G:i hrieli, <fa Homa, fondi tor-e di campa n e : p1·obahilmente quello s(·esso clic Jin tlnl 14.::;3 è annotato sotto il nome cli <lha brfollo, p er :wm· 1·if:.1,tta. nna tcrLottana di meta.Uo p er '1:1 Bocca, di Uivi taY<!<;el.tin. Lo ritrovia lll o nd 14G:1 costru tto re di bornbn,rde, .wcora llcl J.4(i:i, e Jiu a lm011tc~ ll(~l .I 477 in uu mandato cli p agame nt o p er nnn eampa na e homlmrde pPr Civ it-:1.vecd1i;1,. rio JI , d1P dfo(lc ampio sv iluppo al l e arti, a dopetò molt i ingeg'll(!l'.i , frn. e ni un G iova1111i Gal:i sso da UologmL. Qnesli laYUt;t ,·a ,t Ho11m Hcl g-ì ngn o tlc! 14<ì0 <( JII'•) l'epa.ntlione }:;,Lu ctae 11:n·i:1<~ Hol11111l:H~ )), lll,L in Regni.to, J1Cl 14GB, l~ pagato per la. coR1l·n r.io11 c• cli mm bo111 hal'(l/1, u cll'a,pri le f.:eg-n eHle P. nominato « in 1·;1:-;h ·is 1~1·c·lN,i:w lw111h:n·i:lm'io n e n el 14G5 qoale costruttore di <:nrri , c he~ p1·01.Jauilmente se1Tivn.r10 a traiJJa 1·e arti glierie. 1~ appi,nn ll<'(·.e:-::,.;n rio r ieor<lar e el1e, n I lora, 11011 vi er a .netfa distinzimw fra <·a 111 p i tl':t ttivil iL d ive1·:,.;issima : l 'architctto, chiamato rn:w~h ·o, c1'n, mm·n to l'e, s(:a l pelli 110 e born ha.rdierc, e l 'ingegner e <·1·:1 fa lPµ;nn.111r ed 11 g 1.1a.lmPnte 1.Jo111baréliere e quindi fonùiloec. A qne~t.i a d<!fki , c:he cos trn ivn no bocch e da fnoco a.gli inizi flPl 14(i:l. va l<·gnto il nome « mng·iRtri .Simoni de Visso)) che il :-{() 111 , 11 ·;,,o fli q nell'.i 11110 1•i f.:enotev~L 1111 ;1, certn, 1-ornma, « pro eius n •s idno <\t r0111p ]('111t•11f'o fn hricae m1i11R hornha.1·ilne eertai·nm f.:J)in g:n·<larnrn <·t nomrnllonim r,anonnm pro hombardis mnnitiollis :t IT Ì:s 1'ih111·tin:1e J>. J110H1·<' Y:111110 1·ieortln.ti « .M'nrioLLo cle Pernsio )) qualificalo p c•1· bomhnr<l<>tio 11cl g;ennnio 14G3, nrn. c:he un rrnno prinrn, era .. l ' nint:rnte di J\g·ostino <la Pi n.r,enr.a, Jl(~l.la fabhriea zio u1! clelle hnrnùa1·dc: <' 1m e< mag-is(.t' l' J oh:urnc~s thcnlonicrn~ )), il qun lp, p c,1·t e pivn,11el Rettemhre 14(i~ nn c·erto snh1do per 1n. fnbbdc.1:,Xq11c• di. ùom banle. Qnest'nltirno è in d11ltbiamc11te lo stesso uin sh·o (' hc

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1400 - 1500

nel m ese di maggio prer:edeute è amwtato (( pro valore tre1:eutoci11q ua.nta librarum metalli ah eo habiti pro bombarda )). E, per cond1iudere, riporti,uno ancora una anuotazioue 6:tlettente il capo: « Honorabili vii-o Jordano Ursino dc Urbe superstiti fahricae homhardarmn Jlorenos auri d. c. 40 per eum cxpone1Hlos indicta (sic), vid<~lic(~t restauratione bombardae appellatac « ffilvù1 J). BnL la bomba,rda fustL da Agostino dì PitLcenza. Ora, dato il numero di a1·tcfici clic quasi contcmporaueamcnte lavoravano iu artiglie1·ie e <:he, 11ei ùoeumenU, sono 111essi il, rclazioue coH !'Orsini, il quale sovraintendeva alla fabbrica zione di tali bocche cl~1 fuoco , viene fatto di pensar-e ad una fonderia m1ka, i II cui fossero chiamati a, lavorare, ma,g:ui saltuariamente, Becoudo i bisogni, questo o quell'artefice; natural mente senza escludere che akuui fra loro possedessero officine p1·ivate, :i.th·pzznte per fahhrirarc pure, all'occo1·rcnza,, deU(: a1·tiglieri1;_ L'opm·n, cli Pio 1 I fu conti1rn,tla da,i suoi succe8s01·i : .i ll(·l w negli amri d1 e scg-nfrono fm·ono , fu cinate ai·tig1ie1·ie per Caslel N. Angelo e _per gli altri fortilhi dello Slato. D<!l 111:tNtr·o Oabrieli romano nhhiarno g;ià dell.o d1e prob,.1,bilmenl'e lavorò per c:i rca un trentennio; e così non occorre ripetere che il Gal asso con tinnò nelle sue svariate mansioni. Inolti-e ricorde1·erno un ,Tacobo Cristofori che fucinava bombarde nel 146:i, e troviamo trat'.cia, di pa,garn<!11ti fatti ad un « Cr·hitopl1a 110 de Mantoa, fa.miglio dc nostro Signore ... per spendere . in metalli et ~1,H1·e cose necei;;sarie a ccr·tc spingarde che fa per munitioni dc le 1·oche J) nel 14GH, <~ nel un Clamlio Cn.rcag-ni ppr hom barde, baliste, ccc. per mi.wizionarnento di Castel S. Angelo 11cl 1474. Nel 1465 i colpi d ' artiglieria meglio diretti venivano premiati : infatti in quell'anno Giacomo da Bre8cia, prolornastro bombardiere, ric(weva ima certa somma per aver colpito con la bombarda il cimiero di una torre, e mastro Francesco bombardiere « per cortesia, di un colpo bellissimo che luy fece con Ja bombarda)). Queflti p1'emi natura]mente Rervivano a, svi l nppare nei gregari l'impPgno nPcessario per fa buona condotta, -

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d PI le a1·111i e l 'e1licac:ia del tiro, e cr eavano un prezioso se11so d i c·1111ilazion e uei. compag1li dei. premiatL S ell'inventario del 2fi otto1>re 1470, ri:Oettent(~ Castel ~- Angelo, troviamo p~r la prima volta il «passavolante)). Le bombarde, anzichè con l'indicazione di nomi, sono ~Lnn ota tc e ditfo1·enziate clal numero dei cerchi « bombarde duo fo1·1·ec, qua.rum 1rna habet VITI annlos, alia, V.i, cnm earum cippis et eavallet tis >>. qualche anno dopo (1474) i Pontifict portavano in campo, all'assedio di Uitt:1 di Castello, una, gross,1 serpentina : << Aliud t tn·mcntnrn, ceteris obhmgius atqne . .. violeutius ... , quod vulgo s erpentinam vocant, ex eo forsitan quod serpentis instar caput iJli , fingitur, forma, extat >). ~el citato assedio l'a rt:igJicrin ebbe grandissima parte : il Cn r dil1ale Giuliano dell a Rovere desc:r ive così, nel suo latin o clasf.liccheggianfo ed eflicacissirno , l'azione delle bombarde ponti lkie: (( Ma iora hec era11t torrneut a, quarn quilrns udhuc usi f:uisseut, que nost ri vulgo homhardaR appc]]ant; pilas grandes et r otumlas so.lido de mm:1nore ta.nto eieiunt irnpetu , ut in omnibu s pene fulgurn ii11iLc11tur, ic Luque suo menia qua,m validissima, ('Ont<~r-nnt, labefactant, (lemoliuntur· >l. 1~ altrove : << l\faiora que torm enta e x f<>rro atqne er<~ supcr a ddm1t qnihns deinae non ad dii·,wnda rne11ia, sell pilis n1armoreis pondo libranim quaòra giuta in cclum cx tor tis , ea rum reflexu utbem totam, templonrnu1ne sncra.ria., 1womiscnc infrstant, atquc ita obsesRor11m a,nimos s ollicitare stndent J) . La, vog·i~ dei passav ohmt i, delle Rerpentine e di altre artiglierfo più leggere 1wn escJude che si continuasse~ a fucinare qualche grossa bom barda. Ne~] 147!), nwntre in Tm,cana si combatteva hL g;ner1·a tra Se1wsi, N a poJe tarri e Pontifici in lega contro i Fiorentini e 1\fila 11ei::i, all'assedio di Colle, im portante per le azioni artiglieres<:he, vi erano grosse bombarde papali. Ci tramanda il dia.rista :

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« Mli JJ di ottobre. Gionse d entro alla porta S . Vieno la Bombarda grossa d f:l l':1pa tli tlut1 p ezzi , longa braccia (i e un terzo, 1sitta libre 340 incirca di pietra. la (Ju ale era a ~ciano.

Adi 20 detto. La Dr.mbarda . del rmpa, elle era a S. Vieno, si condusse a :1 Soriana andò in Campo )l.

{;arnollia e la notte

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1400 - 1500

Ed oltre pP-r la p1·esa di Colle : t( Vero è elle aYCY,1110 dr?utro moli.e i;vingarde e 1mssarnhLJ1li e ciò che liisog nanL alla clifcsa tle ll,t 'l'erra, e ln~ bo1nlianfe grosse, 11m poco lo' Ya lse contr.1 tale l'Jst·?reito, e sc~l.l.e ]301111.Jar(lc~ grosse, <;Ile ttYeva110 rlattorr10, le quali banno tratto 1024 mlvi di Bombarda >l. Dopo l'azione cli Colle le artiglierie 1·ientnuoJ10 i11 Sien a ir;siemc a quelle prese al ncmi<..'O. cc Adi 17 novembre - Tornò in Siena da Colle In nostra b•m1L,:irrh clc fl'l'l'O, e quella ùef Papa di du e pcz:d, e uua clc' E'io1·é11tinl di ;J vez:d, c hhtmata la <<Crudele» la quale era in c ~il lt~ eon le a ltre bombarde)). J: c111a k l1e g-ion10 dopo : « Adì l!J 11oni111bre g ionser o i 11 ~iena una Do111l1:.u-th dt due JJ<~r,;r,i, chiamata la << Dis perata i> e quattr o l':issnvolanti, cl1e uno n e era Jo11g-11. hraccl:t 7, h'! qnali e1·ano i11 Colle, m ,rndal.P. tla' l!'iorentil1i ».

Tn tanto, JIC.l 14.80, ùivn.mpò più veemeHte hL ]otta t1·..L le l',i· 7.Ìolli i n IloJ11a, e In. dUà l'n fn11cstata <lag.ii 01Tori (li 1.111 a g nena frafricida,. La quiele ~i 1·istn bilì, momrmta.nea,mcntl\ l'a11110 d opo, ]lPnJu'- molti hm·oJ1i 1·ornani con licenza del Pnpa. sj arruoln rono sotto 1a l,amliera del 1·e d i Nnpoli , pe1· coml.>atte1·e i 'l'tnd.d . Jla., ripre8n, la dttà, (li OITa 11 lo e l'inpei-tesi le ostilitù- fra i I 1·e tli Napoli (~d li. l'apn ,i hc11·011i f'm·o110 r i c h iam ati. OJi 0 1·sil1i , con n. ('n,po Virgi11io, i Coitli. Rt,~f.rno Colom1n del ramo di l'ak :-;triua t, 011 i figli Oionbwo ,~ (;jov:11111i nhbitlit-0110: nrn i ~an·lli etl i Colonnn, d<~l 1·arno T'nlinno-00,w1½'.1,:1110 l'imase1·0 al so ld o del H' di Xnpoli. Q110sti avvc11im(:11ti dovc~vnno pol'larc a(l nn j11lensi fi cnzimw degli anna,m,mti e qui nd i ·a n ch e di q nelli artigliert•sc-hi. Gii:L al prindpio tlt>l HS1 i1t Caf..tcl R. A11gelo e1·m10 state ,1 µ·gfonte divPrse a-rlip;li('ri,•: 1wll o s t('sso tempo frovnv.rni nella f<W· te7,z11 Uiaeoino nomh:1s:111i rli li'Prran1. tcmiif'o, d1e so,T: dntPt1 · tleva all e f'or tificn'./,io11i e forse nll(·he nlln. costi-n½ionc e nl m ..i1tt)! ·

gin fl(lll e artiglic1·jc . .'.\"pi l4S2 , poi , fnn rno ag-g-i 11111"e mol(p 1mmhar-de <·d aH1·e l,or·c he da fuo co pel valore cli ~:-;n fiori11i . Nel lll<'f;P di g ing-no J.J.~:! il Duca cli 0 :ilabd.;i occnp:1:va senza l'<'Sif..f·cmza Albano. Cas( èl Onnclolfo <~ Civilalavinia, menll'c il pnclrl~ .!!'erran te eon venti tl'i1'<-'flli molesta.va il lHornle pontificio . .'u1clte i I •' iorPntil1i. il ~O µ-i11µ:no, pns:c;nynno il co11fìuc e pr<'ndenu10 Cittiì cli Castello mentre il P :1pn, che :iveYa l'iel1i:1mnto a Boma flll:lnte più mili-

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L .\ C..: 1111•::-.\ Cùl\'l'HO U, 10,:G~O 01 X APOLI

,.i (· ~·li ('l'a s tnto possibile, 1·aJforzanclo i luoghi p1·ineipa,li, arn-

le m·tig lieric cont1·0 l'iuva,sore. L 1_•ggi,1 mo in un <lial'io del tempo: « A l1i 1!) mercord1 1 (giu g 110 Ht,JJ vem1e la 1Jontùai·<1a, eltiamata, la << ,':{istiua, PaJ)ale )), da. 1•' uli g ni, et passò lo T eve i-e ·sotto dc Orte a guazzo :,; u li <·arri ltt fn posa{ [~ nello ca,mpo de Castello (UaRtel S. Ang<~Jo, et molta, ge nte andò a vederla )) . ~ 1H:f'.PRsivame11h~ : << .A. <.Lì pl'irno [ giocellì,] (1.1gosto) Ymme ht 110,a eo111e lo <lncn <.le Ca,l:1hria, h,t 111ei;;i;;o lo campo a. CiviLa.-Nevirnl, e t have via11L:1,te le Lombarde, et in questo dì vennero 12 galee c<:c. >>Tn li11 e << aJli 8 Lr1ioved·ì ] (ag-osto) vPmw la uovn, come Jo duca ùi Cu.lnhria ha Jrn \' n tn ln J·o t:ea rl.c• CiYi L11 - ~c·vi11a pel' colpi <.li hombai·ùa ecc . )). L'i 11fcrn ,~spr-ti [o po11ti fido , sin (lal 111eS(\ di g iug no, era a c en,1np:1to p1·Psso il Lnfornuo , sia per<:hè temeva nna, insu1·l'ezio11e di c:ittndfoi i1Tiln ti. p er la g 11e\1·1·:1 , 1-ia in ::i,U esa di Roberto ?\·f alaksta c h e (loveva nssnrn,~rne il comando 811(H'enJO . Ques ti ~-im1i;;e i l :J:-~ ln.~·lio. sPg-nito qnal clit! h•mpo dopo cl nlle milizie ansilial'ie n •11e le. Tot.la- In l'itti~ 8i a 11i111 ù ,li 1111 in·dore g n en esco: i l l G a-go i;;to L' Pse1·1·.ito con l'art ig.-li erin. sfiJò clavaiJ t i a,l Vat.ir:1110, ed il Pn pn, <.la una. fi nestra lo ben edisse . Il 1 >1H·;t ili CH lalJria, nvnta 11olizia chill'nppi-oss:imn,r si d.i mi P1-,e1·cito C:OAÌ for{.c, si ritirò' dietro V,illet6 in direzione cli NcUnno ccl .A.stu r a, cd il 20 agosto si. accam pò p1·esRo R. Pietro i n Foi-ruis ('l'one cli Campo i'lforto), dove s i for tificò : « a loco 1111(k poterrmt ge 1d cs Eccfosiae venire, p raefalus cln x fot'tiiìcn vP1·nt lllnltis l>o rnbai·,li s , t<~ •·e lJotani s et nliis rna.chinis )) ; e come l•.• g-Pnti d e l In, Ohiei;;a diedero l ' assalto , « sfalim homhn,rd ae et ce1·ol,of..111ne v(•llÌ.<~ntes pr imo p r 1·c·.usi-;crn11t; nhi foi-tu r quasi infinilos h omi11ei-; de gcn tibns E c<:Jesi a<.! perii i;;1-,o, poslquam hombat·ilnrii if e1·1un didni;; homùa1·das r"'·u ·ic..'l.ntes 11unqnam p otne1·1rnt nUe1·.i ns c:-.i-it:ni·e, eo qnocl ignii;; non pote1·a.t pnlverem c omlmrrrr <> p1·oplr•r phwiam magna.m, qrn:1.e ihi coHtinu[~ er a t )) . J "\Tapol1~tn ni furoHO scon fitti ecl i Pontifici 1)l'esero molti vessilli P c·ann o11i . Dopo, le milizie pap:Lli andal'ono (< al ca.rnpo n, CnY<', tei-en ùe Colonnesi, <.love stettero al cam po p ~r cert.i dì et ~Ptt i r11anc, et hom bnr<.hu·ola assai )). 111 ;1 ssa rn

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1100 - 1500

Ed a proposi lo di q uesLa aziolle appreudiarno dti altra fonte : << A11i due (settembre) [fonedi] andò ht bombarda de ferro nel <;ampo de la Chiesi..~)>. ccAJli quattro [nwroolcrlì] velllle la nova come lo can1po de la Chiesia andò appresso a Cave ece ... )). « Alli 5, [yiovedì J si pa:rtì la. hornl.mrda grossa di metallo ditta Sfslina da Hoina et andò a Cave )). Da qneste ultime notizie appare chiaro che le grosse bombarde, e con esse la. « Si1,;tina Papale)), 110n presero parte alla azione di Campomort.o, e tale assenza. contrihuis<;e a, dirnosu·<Ctre ehc armi di cpH.:Hn, mole veuivallo usa te escJusivame11te cout ro le fortezze e non nelle a,doni earnpali. 1\foulre un periodo di quiete seorreva i11 Homa, Sisto 1 V fatcva acquisti di artiglierie in GellOVa: e< 1.u Jànua queste Rom10 le arUglierie ca,1·icate su la rnwe de ,Toa11y Rarnis in Icn1rn nl:ornandate a,d Rafaeìo Bonclonaro ('.he se 11<-hìno ('.onsegnare in Civita vegia ece. )). Ma si fa,hhric:avm10 :ntigli<~rie anche jn Uorna,. In q1wsto pc1.iodo mcriUwo speda.Je riconlo tre artefici hoinbardieri. : l'.11ilu Campanario e F'ranecsc·o d ' Urbino che senirono la, Ca111e1·n, Apostolica per oltJ'(! un decennio, e Rpceialnwnte nn « mag-i 1ctn Ja,cubus dc Arctio )) che H Cardinale Haffaele Riario, con pa tenti del 22 agosto del 1483, assumeva << ad servitia, ipsin:-: ca mere in exenitio Rive minisl<~rip homharda.rmn et a.liormn :_ng-<·· niormn sivc artificiorum qnc l:acere seis dei presenti et dc fu,m·o sdes )). Lò stipendio patt nito era di dieci ducati menRili, cln eh'.· varsi a 12 << si contingat pro oc:c11rrentib11s necessitar.il.ne~ d eè\ JW(1itionc 1·e1·nm camere aposlolìce persornditer ire e t stare in castris )). Gli era fatto obbligo « or,nrrc11te oportnnitate, f:.1bl'ieandi bornh;1nlas sive spinganhls cninsc:n11111m~ <pmlitatis j llP · rint, eas facere faùl'ieare, datis tameu... a ca.mera apos tolica vel eins nomine rebus pro illarum conCedionc necc•ssa1·iis ... )); e si stabiliva che << pro 1nanifactura siv(~lahoribus )l egli si sarei.> · be contenta.io <Li avere « medieta.tern pretìi qno<l per personam ièloneas et rei huiusrnodi intelligentiam hahentes fuerit indicatnrn , et plns pctere non pm,sis )). :N"e' snoi ohhlig'hi rientrava anche ]n, confezione clella polyc1·e « pro bornbanlis. spingnrdis et -

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l\L\:STHO JACOPO DA Al(l<;ZZO

:scoppctLis, 01n11i loco ubi expedirct, et affimu·e sal11itn1m ». Dei pagamenti di stipendi a questo Maestro .Tacopo si trovauo regist.ra.zioni fino al 1484. Nel settembre 14.lH lo stesso C,unel'ieHgo Hid'.Ho lo conferma,va nena carica, e poichè, esamil1ati i couti, egli risultava creditore del.la Camera ApostolictL per millec i 11 queccnto fiOI'ini, gli assegnava Lutti i proventi delle mnHe ù:_1 imporre nella provincia cli Romag11a.

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Nel ]484 riprese, più che mai violenta, la lotta tra gli 01·siui, i Savelli ed i Colonna, e ricominciò la guerra nel La:r.io. <( MiJjzie pontificie, capitana te (la l'aolo Orsini e da . Gil'olamo Estonteville, assediarono ì\fa,rino e la pre1sero il 21 giugno, do]Jo onontht resistenza di Fabrizio Colonmt e i,..ntonio Sa.velli. A i 27 luglio Cave si anesc ~L Vfrginio Orsini cd al Rim'io, i qnali poi-t~ro tmd:o I 'aRsedio a Paliano ». Tn questi fatti d'armi vi è tutto uno sviluppo di azioni arHglìeresche, mentre ferve in Ro1u:1. .la, 1·ehLtiva 1wepRl'a,z ione di 1nateriale. Il diari sta, dopo aver accennato alla confe:r.ione dei proiettili cl,c vedremo a · suo tempo, continua, così: « Sì facevano queste ec;se dietro a Castel S. Angelo nello borgo di Santo Pietro; di continuo si lavorava110 ponti di bomba1·de et si assettava artiglieria, a,ssai, e venerdì a di 2fi di gfogno (1484) furono caricate sopra, li ca.rri dnc hombanle grosse per disfare li signori di Casa Colonna,)). R conti11wH1do: << H,il'.onlo in questo di 2i'> d<~tto come io a n dai a ve<fore le hom bnwle le qnali stavano ca1'ica,te sop1•a li cm' r·i e~. erano queste: cioè dne bombarde di bronzo gTossissimo in qnattro cani, et nn a,Hro cano l'.a.tico di due passavolan!.i et du e ciarabuttane et altre bornhardellc; e quattro carri caricl1i dc due ponti per le dette homhnrcle, et dne altri carri carichi cfo tavallf'tti per le dette artigJiarie >> • . lVIa questo materiale fu aurnentato, perchè successivamente, in data 2 luglio, si parla cli « cal'l'i J5 pfoni di esse, et ponti e di altre artiglia.rie, tra le qua.li furono anche clue ca,r rette de pietre di dette bombarde )). Infine il ~iomo successivo, ~ luglio, le artiglierie mggiunsero il campo a Cave (in altr[L fonte t~ clc•tto il 4) e si mandò e< per nn'a.ltra bombarda, più grossa delle pre<lette, e fra. queste e le altre erano carri 2i> di homharde e hom-

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14.00 - 1500

l,a,r dellc e cial'a,bottaue, passavolanti et altre artigltarie e di con thrno Hi mandavano carri cli pjetre da tirare, eec. n. (( Nell'istesso campo furono piantate fra pochi giorni le due prime bombarde et cominciaro110 a tirare a1la, detta tena et ,1 fare grande danno, et si piantò ancor~1 la ,llLra bornba,r da grossa, et la deUa, terra veniva da, tre luoghi bombardata, l.1 quale non era molto bene fornita de g·enLi per defenderse )). I da,nni arrecati dalle bocche da Juoco sono n1<~ssi iu evitlernm dal dia,rista, il quale osserva, per •~sempio, che, quando Cave si arrese, « ]a detta, terra (~ra, ridolta in modo talmente nu1,le per le bombarde, che se prima X dì la havcssero combattuta, se saritL havuta per il guasto che haven1, fatto le bombarde e per b poca rnouitioue a11cora che ve havevano )). Contro Cave pare si fosse1·0 tira,ti 558 colpi. Dopo questa azione le tn1ppe pontiricfo si 'rivolsei·o contro Paliano (< et così lo f·,nmpo posto a l 'nli:1110 cominciò a, pia,ntare le ùombarde >>. Anche Paliano fu trnNagliata dalle bmnl.mrdc, ma, n101"to Sisto il collegio dei Ca,1·cli nnli impoRe al I-Uni-io di SOSJH..'11dc1·c hiss(:dio o di acca,mparsi con l'esercito vresso Pon le :M olle ; qu esti ubbidì « et caricorno tutta. l 'arligliaria nclli carri 1wr conrl nrla "ir1 loco :-ic,1ir·o, d qnell i rli Paliano essendosi aecorti et della morti~ <lel pnpa et che '(\.I campo se levava, uscirno for-a, a scaramuccia.re e ferirno circa, 300 delli noslri, li qua] i fLkt1ldottoruo l'artigliarie .. . di modo clic quclJi cli Palia,no gnnclngnorno tntte l 'artigliarie ecc. )). lL Riario il. 14 agosto si n<:c:Hnpò nel luogo iudic,a,Lo , ma la moglie Ca,Lc1·ina Sforza, la sera verso le ore 24, entrò coraggiosamente ed audacemente ne1ln Mole Arlriann e tmme Roma, ed il Collegfo eanli1rnlizio sotto la, mi1iaccia delle artiglierie d e lJa fortezza, fino a quando non si adclivP1111c ad uu aecordo.

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Anni dopo, nell'a,prile del 1488, ln, Rtc~i-:sa. eroica donna , dopo l'uccisione del rna,rito, a, Forlì riuscì a liberarsi dei. nemici ed a penetrare e,on uno stratagemma, nella rocca cli Ravaldìno, lasciando i :figliuoJi. in ostaggio nellè mani dei congiurati. Ma, nna, volta in possesso cklla for!.ezzn, << subito sparò assai bocch e dì f uoco e comineiò a, tirare agli huornini et aUe cose per modo che molto tla,m10 faeeva,. Et a. tutte~ q1wste coi:;e fn p1·esente missel'<~ -

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LE .\ltTIUL!ELUE Dl C .\TEHl:S:,\ SFURZ.-\ A 1:'0ULÌ

Bernardino Rnn~llo governatore (li Cesena tena tfolla Chksa >>, il tJ 11a le era, stato chiamato dai. Forlivesi (( e questo li eomlusse da Ce:-;eua 1111a bcrn1ba.rda. g-rossa eL mo1·ta.le per fare guena, alla deLta· tocca>>. In a,ltra fonte così è rac(:outato l'episodio : Il l7 aprile Caterina, tremando per hL salute dei figliuoli , e 11011 parendole di avf!l'<~ a-ltro nwdo di assicnrnrla, d1e mostramlo eorne in og·ni ca:-;o ayrchue potuto pren<l<'.1·e 1111a vendetta terribile, di tempo iu tempo, così. di g'iorno con1e di noUe, fa,ceva tinHe colpi di artiglim·ia s111la, <:ittù. Varie eùse privat<1 Pl>lwro danni. 1 Il fretta si d<:cise di alza.re 1·ipnri e batterie cout1·0 ]a rocca e di rnandnre a Cesena, a. pr·en de1·e « a.Leu,w cana c'li spil1gawle cd 1111 ea1111011e )). Intanto le a1·tigliel'ie pontificie vc~nnte da Cese1m fm·ono 1wrd11tr, alla. tilw d ' n1n·il<~; poi<< ,rn<laro ai dil_)ari , e carkoro li bonba.rdi e lncta l'ur!igliu.l'ia, c he 111om;ig;11ore el g;overnatore avea facto ve11il'e (fa S<,scna: <' fo porhb ia r-oc.c;1 )). l 1·ilH~lli non Phh Pro altri :1iuti (, (':1 lt~t·ina fn liberata. Poco dopo la grande Caterina, ernub cli :Mndounn Cia, ebbe~ a Rostenere in ForB l 'a,ssa.lto di Cesare Hor · gia . •~ 110H si anesc se non dopo mm clifesa che rimase ]pggcnrl:nia· nella storia militnre, conrn vedremo più ampiamentf! i n s( guito. 0

T1i Hornn, alla rine d el 148:-i ed a.l p1·i11eipio del 148G, ne"lla, lottn. contro i ~npol<~ta.ni e gli Orsini vi è di u uovo un continuo 11wyi111e11 to di artiglierie, e J 1ci diari si p:wla SJH'RRO di grosse bombarde e di pa,ssavolnidi. Ma iYala,sciando cl i seguire tali episodi. che non ci dicono ni ente di essenzia,lì~, rileveremo che cla.l u:-:s o 148!) snhentrò al Bombasani, come ingegnere milita.re nd.drtt-o alle fortificazioni del Castello cd alle artig;lir,de, maes!.ro I'iPtro cli Savoia, col titolo di (C ingenerim; et bomba,rderins eas!.r i B. Angeli>>. Nel l4fll lroviamo, fra i bombal'(]iel'i, 1m (( ~faghitro Alousio Yeneto archi.tecto arteliarnm >>: si tratta di un ingegne1·e mili tare che facev:L condurre a,rtiglierj e da Osimo a,lla Rocca cl 'Ofticfa, a servizio del governo papale. Nel corso ifol 14!)4, in previsione di una lotta, col re di Fran ei a, si eranò a,ggiunte alla meglio a, Castel Sant'Angelo opcm~

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14.00 - 1:500

di difesa; e tl·a il 14H4 e l.4tì6, nei bastioni allora inualza Li, si adatt.n·ono, sotto la dheziouc cl i Fra11ccsco di S. Martino, Ie va rie Rpecie ùi a rtiglierie che erauo state acquistate e costruite per l ' occonenza e che servfrono anch<~ ver muniro il P a laz½o .Apostolico : « J>eccmbris H94 Dieta die (15 dicembre) solvil <lucatos centulll quinquagintaquatuot· ùa ca mera ...... Ule 111P.nti Sc:marr.ella p1·0 ar chihu s iis et alii s artiglyariis 11er eum cm ptis vro munltionc caslt·i S. Angeli. ti. 321 b. 33 Dic 17 eiusdem sol'l'it tlueatos ce11turn tli caiue r:i ... 11111g.1·0 J;~ra ncisco tle Urbino bomha rdcrio 1n·<.> parte sue provi8ionis cuiusliam Lo.u1barde 11er eum facte fl. 1.25 Dieta di e tlolYit fior. oduaginta auri de camera C ll~menu Scanarllella pro cxpensi::; pluribus per eu111 factis pro pluribus a r teµ;l .val'iis in palalio apostolico ti.. 100 ».

J>oic:hè siu.1110 alla vigilia dell'invasio11e di Carlo VIII, non sn.ri't inoppor tuno fon~ q 11 i qna Iche parola, xn IJe condizioni poli tiche <follo Sta.lo pontifido. Di dello Stato facevano parte tt la Ma1·c:1. d '.Aucom1,, l'Um · hria., 1a Tfomngna, Ja U:nnpag-na, di J{onw <:011 la, ma.ggi01· p:wtr. della Toscana. Ma le cittù nobili e libere, p1:r uegligenz ..~ o per éh•bolt'zr.fl <l<•g-1 i auticl1i_ 1'ontetici. q oasi f- n ti e :-;erviv.:i.no ad in solenti tira.mii» cd er:rno spesso travagliate dalle loU c a~lle fazioni. Hignoreggiava,no Guido da Montefelho ad Urbino e Giulio Yarano a, Oameriuo, Gi ova.nni BenUvogHo e nt come Siguorc a Rolognn, Cate1·ina sror·za dominava a Forlì ccl Imola, i i\'f:m· frecli. erano Signori di Fa.enza,, gli Sforza, di l'csaro, i Malatei;;tn di Rimini. ln Perugia i Ba.g-Iioni, cacciata h~ fazione degli Oddi, detta,v,:i.no Jcgg·c ni propri concittadini. 01·a tntti coRtoro avevano e fnd.11a,vn,n o n.rtiglicrie proprie che, a, seconda delle contingenze poli tich<'. erano ndope1·ate a favOl'e o conl1·0 le milizie pontifici<-\ come del resto succedeva anche a Ro1m1, eon gli 01'sini , i Savetli, i Colonna ecc. Pcl' po1·t.Hc anr.orn. q1mlche esempio, accennc1·emo alla lot.ta iutrap1·esa da Alessandro VI cd i Colonna contJ•o gìi Orsini, i primi favo1·iti <la Federigo re di Na.poli, ed i secondi sostenuti òal re (Ì i Francia. -

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1, 11oco

11,\LWX .\LI

J I l{.e ili .Napoli diccle alla Camera Apo:stolica w1 t:-i n gilJilc eo11 L1·i hu to al'tiglie1·csco, come si desume daJl e annotazioni se· g1 1e11 ti : << I anu arii 1-197 l> « I>i<! :.:o cim«Lt~m so] Yit cl u<:, t rig iul anoveru i.le earl. Hl ..... l'etro l'ern11i et Alexio i le l'o 11ln~rnulo rn,1gh;tris a1·tilliarian11n n caµo lil.ana rum 12 du<;alos pr o quolih,-:t·. R esili11t1lli Da1.1lisLe mag-.ro asdc [Jl'O eorum provision e ti. 32.81 >>.

« l1'1~bruar ii 1497 » « l>id a di<.: (22 fel>hraio) so l\·il 1luc. tlel·em uu , d c ca . ..... Alexandro lle l'on, tcrid ol ro vr<.:fe<.:to artillia r i:1n11n r <.:gis 11eapolitani e t 7 de bol . 10. Bastiano

m.ig-.ro ascie 1•r9 eorum pro\·isionc n 11iuis 1ucnsis

fl. 111.57

Jlic t:t die (23 fel.JlJnlio) soh ·it due. de<:ein au clc 1:a ...... l'ctr o l'cr onio c omli. 12, ~:6 )). missario ,;11pc r :1rti lli':1rils pro e iuis vrovisio11e 1mius u1ernsis

.\fa , olt1·e a queste, vi è tutta, nua Leo1-ia <.Li spese, per tra::;po1·ti di IJomùa rde , con1'ezio11c di ingen ti qua utità di pol vere, p agamenti al persoJ1a.le cond ucen te e sel've11te. Antonio <.le Sanctornartino Cl'a « eommi ssm·io !SO p<-n· artillia rii s ca.mpi >> e Fra.ndsco tle Rnnclorna-l'tillo Cl'a t< conimi Hsario super m unHioniLu:,,

campi >>. Fra S0l'ia11o e Bass:rno , il ~;-; genua io 1497 , i:;i venne~ u. uattaglia <·ampalc efl i P on tifici e Oo] onnesi snbhouo gravi pcHlite e las<.:i,won o al 11cmic:o tut te le artig-Jicl'ie. L ' ei:;i stem;a Ili mia l'icea m·tiglic1·ia, haro 11al e ncta 11lo a qucJJa çlello ~tal o detPtmi11a vn - tOllH~. cfol resto) in ogni n l tra r<~gio11c it.:.1.Jia11n - lllH1 fio1·itnra <.li i:wtefki ed una infinita- varie tù- di ca . liù1·i e qnindì di pl'oietti , eltH llH !:i<.:cvano <lalla g-en iaJità. o cla l JH bhznrria, dc' costruttori. Tal e var ietà faceva sentire la sua in tl uemm, negai i va nelJe aidoni bellicl1e , p pr·cl1<~ l'nr ma s i appesan l:i vn e 1·il anln va il sno mo\·inwnto, <·mnplknndo il servizio.

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J 11ull . .t::iuu

11. L'Artiglieria napoletana - Sensibili progressi sotto il primo Arago· nese - li primo mo delle spingarde - Gli armamenti dei Castelli · Guglielmo Lo Monaco - Ufficiali ed artieri adibiti alla fusione delle artiglierie . Inventario delle bocche da fuoco di Castelnuovo - Le artiglierie napoletane verso la fine del secolo .

..1.hhiamo giù visto r·.omP, sul fi11ire del sf'r:olo XlV, ne Ladi,,Jno di Napoli usassP di 1Joccl1e òa, fnoco. Agli inizi dd secolo stweessivo, nel febhr:1i.o 140G, lo stesso Sovrano, bramando di hnposs(~Rsarsi. llel vasto l'rindpalo di 'l'ara,nto, movcva, alln, ,v olta, di q nel la Lc1Ta d1e, dopo Ja, 1norte <fol 1n-i.ncip<~ H:lirnondo Del J:nlzo Orsini , era difestL dalla, ve(lova, Ma,ri:1 d'Bnghieu. L,L· <Jishw 11na. notte pcm;ù di terrorizzare i difensori con il nuovo 111ezzo lli offesa, : un ea11110uc, ve1111!.o da, .Napoli, to11ù contro le 11;m·a. d1!l 1:uste1lo, e Ja, palla di pietra ebbe ragione deH:1 11111rngli.a uclla qua,Je procl1rns1-~ nn:.L brcecia. Selle vic<~nd e di. gue1Ta di Lwlislao contro 'l'ara,n to e< gli uo 11ii11i di l\{elfi - suive A"lesRandro Cn1olo nell'opera su M11rici 1l'N11yhie11 - inso1·gendo <:onh·o gli 1dlìeiali del principe di 'r:1.rn11to. avernno <'iHJo In, ciUù Hell<\ mani dd Na]Joletani. Ma due ft><leli nlla eausa della P1·inciTH·!SRn,, Uiornuni Spina, e M:aJoppo rli Mel-fi, .... ('011 lm111 b:11·1fo (\ con bnle:-;t 1·c, fl<\rcosBero le insegne di Lndislno che si andavano clcvan<lo 1wlla dttù, J). Dai fatti d'a,rme na1·1·ati semhren~bbe assodato eh<>, nel Napold,1-110, spingaréle e bombarde comp:uissel'o fin cla-lla secoHda rnptù fl<'l Recolo XIV, cosiccht\ al principio del seeo]o seguente, na110 co11osciute in tutto il l\fo7,zogiorno. Ne ti·ovimno ancora, a, Capua nel 1420; e l'anno dopo, Rcr Clianni Carae(:iolo, GnHt Siniscalco del Regno, « attesta cli aver speso e pagalo per diverse s11esc cfa lui fatte negli asRNli e nei <·nrnpi poRti contro parecchi. riuelli ed enrnli negli scorsi tre :nrni quando hL necessità lo richiedette ecl inoltre per le bombarde, per i trabncchi, polvere da hornbarda, saette, per i mae~fri cli fahhrica e carpentieri ed in tilt.re cose occorrenti pPr la. g·itena, dllca.ti tremila )).

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B 1m avev,Lno anche gli Al·agoucsi ehe, dopo l'a<Jo;,;io11c di ,\ 1fom;o d ' Ai-agona, ve11iva110 in sostegno di Giovamia Il: 11cl J:1:2.t Alfomio, g uerreggi,111do contl'O Lnib>i. l II d ' A u giò, all'assed io di Acern1 << con spessi basLioni cominciò n, ba,Ltcre le mm·..L 1.:0 11 quelle bombanle d1e s i fa.ceva no in quei tempi >>. (Na11oli uiilit:aro di Mari ano <.l' 1\yala). ll l )i l •'azio, islo1·iogl'afo delJa Cor te di Alfonso l d ' A1·:1 gona, se1·iYc11do d el F:1i,;se<lio di (-h wLa (14.:{3) clie era difel';a <.lai Genovesi sotLo il comando di Ji'1·an cei:ico Spinola, dice: « In <1uesto, A lfonso, ttaspor·tati .1venclo ca,1 woni_ di br·on zo di rnern.vi gli os.:1 gl·n.ndezza, ]e mura cd i tetLi della eitl~L per<:oteva ; e giù, fattl1 ln·ecci:1, in qneUe torri che r ivolte era110 verso il campo aveva a mal _))Unlo eoudotto i. t,~rta r.zani , p er <;hè non polcvn110 i rn·opn,gnatod sta,1· f-icul'i sn 11<\ m u1·a )). Le c:1·01iaçhc nnpolda11e, poi., del Jioul.cl,~011P <'<l a l tl'i slorici., ci ap pi-,~n clono ch e nd J 4:18, hattaµ;fotrnlo 1.:,oul1·0 .N <1 po) i, Fl 11f':1 nl·c· ] }on "l'idro d' .-\l':1,go11,1, fratello cli ~~ lfoni,;o. W'.lllll' 1wciso da nn eo lpo di. una piceoln. bomhanla, sparato da l C:n·mine, dopo dtc egli , dal _ponte dc~lhL ·l\fa.,l cln,le11a , avfwa fa,tto diri gere colù il Ju o,·o <l i u11a sun, g1·os:-a ùor11l,ai-d.a dcttn « la Messinese>>1:·11 :rnno dopo ( 14:1!1) è fatta ;lJltol'a JJle1 1r.ione di 1111n bom barda g-ros :-;a. H1.·ugo 11<·HP, dcUa « R. (Hoi-gi o >>, n i::ata a N npoli con t1·0 i <~<'1 1ovc1si, r lie avev:1110 e1sp11µ:11 nla ln, tone cli R. Vinccnr.o e p osto l'a:-se(lio n, Casle]n n ovo. ~on p1·ivn. cli i11J-ercssc ~ la, descri zione cl1e Bartolomeo T>i Fazio. nell n sna opeNt, ne rtJb11 s qostis Alphon.<ri T, che r iporHnmo !1·aclottn da. Ji'jljppo ragnno, -fa dei cannoni e delht coh1bdrn1,.

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« T c ann01 1i Ri fnnno cli brornr.o ~> (Il ferro, ma i primi si r epn l.ano migl iori e sono tli mng-gior pr egio. Ogm1110 è còn1po!,to di (luc: <'Ull n~. q11as i d 1e c>gna l i di lu11glie:r,;m, nrn tal i clic !':i nteriore s ia piì1 largn e JJiù spn:r,iosa . ~i fun(l om, unite tah·oHa, tm 1l' nl l r e separate. P(ir <'> quando so110 sc1l:1 r a t a 111P11( e fuse, J:1 più $trett:1 si m11giunge alla p iù larga per mollo ch e non possa ti·a1)clan 1f' aria. l'oi ;;i a clattn il c a1111011(! sopra un t-ro11c·o <li (J\Wt·cia (<'lw (:lliamano u~11110) affincbè p ossa hrndnre p i/1 in a lto etl :1. maggior porb1ta le pleh·e. F in quì clc:ll a fo r ma e d(•Jl'nso cl<'l ca1111011c~. T,a forz a la c111:1le. poi. con tanl o i11111c>(o caccin fuori il snsso è protloi.t-a daJla po lvere 111ess:n,i d en t r o: l a qnale s i co mpone cli solfo, nit ro e <"·:irllone cli leg110 di snliec: e la p1·i rna irlea cli q111•lln

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1400 -1500 istrumento sembra esse1:e stata ricu,·at.a (l"al fulmine, che i tisiei credono prodotto dall'acqua e dal fuoco, cose contrarie in natura. Questa polvere messa nella canna più strelta, con veLte di f erro a posta fati.e , si cornlensa ammassa e ricalca: e dove quella canna si congiunge allà p iù larga si tura con un cuneo di leg110 di salice. · :Uopo ciù vi si vom! 1111 snsso ritonclato e tagliato tlcl diametro stesso tlella c:a11na piì1 larga. Da ultimo per un forarne travanato n d !a canna minore s i dà fuoco: e l'interno vapore colluttamlo con .l e pareU , e sforzamlmii di uscire, detona a somiglianza di ful111i111:, e ea<:ciH i ,;assi eo11 imp eto. Non i, ,;tal.a mai i1we11t;1ta 11wtTl1i11:1 <la. geU.o vhe votesse 1·1m 11i ì1 Yccmcnza ed a maggior distmw.a di qu ella lanciar pietre. ()uesta adeg-ua al suolo le più HOlide rnura e le più ampie t01Ti: que:,ta a liu e1.nille pa;;si. e più, caecin. i sassi. Sorprrnsa però lnl:.t.i per la lunghezza (li U ro r1nr~l (·:1nn01ie di Alfo11so ("!Je e, G en erale)! r:hiarnav nno JJ.

Un altro _]Jezzo è wsì descritto : « Vi è m1<:llc un'altra specie di macclti11a, volµ;arrncn te detta colubrina, perd1è sollile ed ,1:,;xai alll111µ;,1l.: 1. , più :1s,;:1i rnieidinle dell·:1 1tra vercllè il proi<'1til 0 e h f'

t' ;H•f·in

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i-• vb-dhilP: 1wi111 n P

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111nd.11 , ·lu• ;,,.P 11p :--i}! }Jf·(_·nrtn .

Le sue ea1111e so110 si111ili e tal,·olta 1mre indifferenti. Si ,1da lta sovra. un asse sostenuta d a tre pie', e la ado11er,1no nella battaµ;lia i soldati come se fosse ba lista a 1nano. Non vi è armatura ehr~ le vossa n ~sixl (-!n-); t.r:111:1ssa Jll'rs i110 n11 cavaliere cli vesante armatura; specie. di macchina rl:JY\'er o esar'.r:1hile. I suoi proieltili sono di piombo fuso e della p;rossezz:l di unn noce a y cll:11•:L anche più sassi ». Sonovi clelle macchine della form a stessa elle ari ogni tiro lanciano cinque ecl

In quell'epoca, secondo i Diurnali cli ~lonteleo11e, sarei.Ji.Jero com_]JarRe JH!l' Ia prima vo"lta nel Napoleta110 le spingarde, portakvi da H-enato cl' Angiò, il qnale recava con sè un corpo di sessanta spinganlieri. Alfonso d'A1·agona, a sua volta, si a,lfrettò a m1111irsi di molte spil1ganle, che, a, tutfa prima, }1011 gli sc!'Virono, perchè manca,ya della polvere adattrL pe1· quelle armi; se non che, uno degli spingardieri di Renato cFAugiò gli sv<~lò il Regreto di quella polvere s_]Jecia,Je; e allora Alfonso aumentò il nm11.e ro delle spingarde, e potè adoperarle con van laggio. Stando, dunque, a quanto riferiscono i diurnali, bisogrwrebbe dedurne che, nel Napoletano, le spingard(• fossero usate, per la prima. volta, nel 1438, epoca in cui Renato giunse dalJa Franein-; e che la polvere per tali pezzi difforiRRe da quella delle altre hoc<:he da fuoco allora in uso. -302-

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Ciù pe1·ù non pare sia esatto: che gli Ara,gonesi 11011 aves sero spingarde quando vennero nel Napoletano e che le abbiano l;VlJiate dai Francesi di Renato è proba.bile; ma nel Heamc q ue· *' :,;t' arma,, o per lo meno un'arma che portava lo stesso nome, 1\1·a conosciuta da circa un secolo p1·irna, perchè, come già è stato Lletto, nel 133H, tra gli oggetti esistenti nell'Arsenale di Napoli, figurnnHJO {< velictones de spinga,rda )). Non sarà tuttavia inopportuno 1·amme11tase ancora uua volta - per scrupolo d'imparziaJit.1 e per esporre tutti gli elementi della questione - che il 11(,nll~ <li {( :,;_lJi11ganle » _lJoleva anche essere dato a ma,cchine nevrobalistiche. Qnalunquc sia la veritù, su tale punto controverso, dobbiamo rilevare chri 1wi doemneuti della finanza Aragonese si leggono, dal 1441 in poi, acquisti di i.pingarde e pagamento del soldo a.gli spingardieri, mentre antec<~dentemente Yien fatta menzione solttrnro di bombarùe. Riporti,1,llh1 qualeh~ uol.izia lNtLl.a da 1pwsti pre½iosi docu11Le11ti - studiati <~ commenta,ti da Camillo Minieri Hiccio per dar(~ un' iclei-~ della prepanuaone delrartiglieria presso l'al'· uu1i".1, <li 1\ lf011S(), mentr·e questi a,ll(lava com battendo per i I posS1:"Sso del Hegno. ~\.nno 14:17 - 31 agosto -- Alfonso fa vagare ducati dodici a Tofano Siei per un quintale e venti rotoli di polvere per bombarde spedita al campo reale contro la citUt di Napoli. 22 ,;eU-.eint,n~ l4B,. - All'on,;o fa p:1gare un tlncato e grana quindici agli 1wmini che hanno scaricato 34 ca;;soni d'arliglierie, trasportati da Valenza a G,,1eta; ed a Giovannetto clc Lina ducati quattro pel prezzo di mille aste di passatori e j)el pre;,;1/AJ di una bombarda cli ferro col suo capo, la quale tira pietre di cinque libbn~, il l.utlo eonsf~gnal.o a Giovanni cli Castello Bisbal, caslt•llano del castello òi Gncta per 1mrniziomi rJi quella fortezza. 111 dicembre 1437 Si pagano ducati dicci al maestro bombardiere Bartolomeo da Lamnnya per alcune spese fatte. 7 gennaio 1438 - Si pagnno clu cati 31 ad Andrea della Candida priore cli Barletta 11pr r estauro alle bomhar(fo rngie e per altre spese necessarie alle stesse bomhan'le. 8 f ebbraio 14;1.'; ~ Qnattro tlnn1ti a maestro Andrea della ()andidn pl'iore di B:i rl etta per comp1·arc metallo per una bombarda. 4 mnggio 1438 - Pietro della Ortigna è il maestro artigUere di Re Alfonso e suo maestro bombardiere.

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_l 1400 - 1500 :Slesso giorno Alfouso fa trasportal'l~ artiglier ia lla Castelfommare a Cavua. Stesso gion10 un duc ato :1 l maestro ciel le r egi!~ artiglierie l'idro (ldla Ortigna JJ•"r Lrusvorto di um.1. bombarda da Capua. () maggio H:)S tJunJtro ducati al mnt~:;i"Ì'u Amll'ea d ella Candida 11e r restnuri di metallo ad uua bombarda. 14 m aggio 14X8 - Un du<::1lo al macslro della :1rtiglicrin Pietro della Or· tigna, per fare trasporta re un:1 t,ou1l.wnla (la U:1Jm:t a Uuso<:<:io. 2 sell.embrc H::S - J-',ig:irne nto cli due llue1t.i e tari die<:i a Pietro della Ortìgna vc1· spese delle t:onle ncces,wie n 1.r:i:,q,ort:tre le bo111l>anli·'. da Ca ptrn a(l .1r v aia. ,:o ottohn~ 1.c1;:8 - - l',1g,1111 e 11to Ili sette dueati, l n .: ta r ì e diè<:i gra11P per un qui111.alc e sedici rotoli di salnitro. B d a Pietro rii Capua si fanuo t r:-1sportarc (la C;ipua a C:istellmmnare clel Yolluruo selle hnrili rli polYcre e tre !lragoni. 20 rnnr~..o 1.4:)[I - Re Alfonso manda una l.)01111J,1nla di krro e Ycttovaglie a ,1 (·:u;1(éllo di Sant'Angelo 1uelln. Hndia di Snn (kn11:1110. 24 aprile H;J!J Dodid dncati a Panli110 <l'lir:-;o di (;;1eta per il trasporlo con la sua saetti:1 tl:1. N apoli alla litunara di C:1s1!,ll,111rni.:1rc d l'l Yoltu r110, d i dne bo111b:1nl~, grol'Ss<~ e molte pict1'e per la 111Pd l-,si 111e . per indi uwiwrle a C:1.iY:!110 do1·(; I e11eYa il (":llll])O il HP .

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18 µ;iugno 1-IH!I ~ ;\JaeR1To lJun1h,trdi<:1rL• n _'g·io ,·, 111P:::.:?-t·r n-i1n·anni d,1 P e-

Tugia.

l 'agamen1o di p:1lle di i"PlTo e t·;11111:l\·,1ccio per 44 dw·:iti <è 10 lugl io 1.4;~!) grane 90. Settembr e L lè:U - ~i rn:iml:1110 m11ni;,:ioni :1i c:isléll i ili naeta e di Hcl~l,a ·.Janula. 1:-, 11m·(;111l!n: J-K:!J - na Gt1<'b1 n C;1pnn si f:111110 11·,1:-;11orl:1n°, r. hnrili ili 1,0 1vèrc crl nno (li salnitro . ;.: ngoR(·o LHl - Acquisto di :20 roto li (li poln ' n' Pl'r l•omhardr,, P si 111 n1ul.1 per 1rnrni;,:iorn! al <·:1:sldlo lli i-,nnt.'Angelo della Dmli:l di S,rn Genna110. 2!J agos l·o 1441 - P agamento nel Campo Hcale cli J:osco di Vamlra i11 aeconto elci loro soldo acl otto ,:pingnnlieri, n r:1 gionc di otto <lucati J)Cl' ciascuno. ,) ottobre 1441 l'ng:.1111f'.11(0 111'! U:1111po E< •:1lc c-0 11 l n> lo l'iro :i quatlro ma<~Sll·i ho111hnnlieri due tll1e:ci1i pn (·ÌflH· nno Pd :id olio spi11g,1nl ieri un llneato per ciascuno . .17 ottob1·e 14ft - Xcl Cnmpo Beale rli 1'011t·cc-on·o pagnmcnlo cli otto d nr-:11.i a due maestri bombardi eri e qnnt-torclici cl1ic:1 (-i a sette sping·anlil'ri. Xov eml:>n, 1441 Nel C:1111110 n,,a lc• (li Roc,·a Rainoln pag:1mcnt·o 1li :-c ,;santaqn attro rlnent"i :1d 11n 111nf•slro llo111b:1nliere c•tl ,1 d iciassette ~pinganlicri. Dicembre H11 - Dnc:iti sc~sa11lot 1·0 :Ilio sl<·:-:-o 1111111ern rli bo111banlieri lé spi11g:1nlieri , rwl C:1111110 H e a lc contro NaJJOli. "Il 1111111(~1"0 <lPgli sping·:1nlip1·i aumenta 11ci p 1·imi mesi d(éll':rnno 1442. Ottobre lHl - - P,1ga111e11lo fl! 'r ::e<Juislo 1wlla cittit di C:1Pl:1 rJi enrbone d i l!'~Iw, ~:ilnitro. solfo, ferro ho1111l:1nfo rJi rnt>tal!o ecc., ])et· nrnnizion:1111ento del Unn1po.

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1;Al:'l'lGLLERIA SOTTO AJ.l•'ONSO I n 'At(AGOKA

:'\111·,•1 tthrn !~41 sc·dic ·i cltw:tl i per

A Gnit7A) de la Casa. mercante 1iore 11ti110, p:tg:11He11to di

(Jna ttro spingnnle da.te

a Pietro di i:'lf!SIS:l , ,·:11Sil·!ll:ttto ci e l ca-

:slc• ll11 d t·ll'Un). ~

Ni potrebbe continua.re, e lroverernrno sempl'e le stesse :-:[H.:se 1•e t costruzioni e trasporto di bombarde, acquisti di polYeri, di rn rl.,oui, solfo, salnitro, spingarde e pioml.Jo, pagameuli a.i l.,0111l1aHlieri e spinga,rdied, ecc. Evidentemente gli uomini ad<lctti f11 governo . delle armi enrno poc~ numerosi e di conseguenza anche le bocdie da fuoco el'auo scarse, il più delle volte .1cq11istate dal commercio e dalla piccola, iudustl'ia, specialmente in Napoli e Gaeta,, basi dei due Sovrani a,vvc1'sa1·ii. Qnundo, rn~l 1442, Hena,to d'Angiò, :,;1:011 fi Uo tlagli A mgones i, abba.1Hlouò il. 1:.Came di ..Napoli e He Alfonso ne rimase assoluto 11os:-;essore, qnesto Sovrano si preoecupù sopraltullo di avere un PS<!rcito tiRRo, :ulot.tanclo n,(leg1mti pro'\·vedime11ti linn:nziari, dii-;c:ipliunndo e dimiuu e ndo la, potenza. dei lktroni e dandv così un fiero col po alle miliz.ie m(~rcenal'ie che erano state di ostacolo speeial 1ne11 te · ,~ll'al'fel'lnazione e conseguente sviluppo clell' Artig-lim·ia. Jèj, 1·<>g-11a11(lo ,\ lfomm, l ' Artiglierin ebbe un magnifi<:o

s vil11ppo, s'inte11<fo r<~laJivo ai tempi. Nel febbraio 144:~ troviamo un 1lalrnao Del(!ntorn, capitano degli spiugardied, e, nel giugno ~·n<'.f·.essivo, rm Alessandro -i\forn,g nes maestro delle regie a.rtiglif'riP. Giovanui Da.la magna, per or·<linc di A lfo,rso I , costruisce in Oneta ima hombanln- di 1netal.lo che doVl'à scr vil'e per munizione di q11rl cnstpllo (1447). Ed un a.ltro costruttore di bomba rde nl se1·vizio clPl Re <li Nn.poli <~ Bartolomeo cli Milano (1448). Aleuni (fowgTd cli hombarcle, verso il 144!), fnl'ono eReguiti dnl PisrtneUo ehe era familiare a.lla, Corte di Alforn~o I cl'A1·a.gon:1_ ="'Plla rac<·oltn. (lei lliS<'gni del PiRanello il professore Vent111'i, a proposito de]fo artiglierie diseg-rn1ie per la. Corte napoh·1ann, lrn, dato le seguenti particolareggfa te indjcazionì : :'s. ll'onl. '.!2!l,l. Foglio ,HJ. ' f'n'! bornbnnle colle armi rli AHonPo d'Aragona. La ])rimn rP.f'.:l ])nisso fa bocca il nomP. di Alftrn8i1ia. poi le nrmi. gli Pmhlerni. il libro ap('rto Yisto di dietro, che si ti'OYll ,;nll,i 111P.fli1glia del 1,1'J!l; e poi. dopo nlc1111P 111ofl:1n:i l t1re , <c.

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J4-00 -1500 un·aquil:1 il nJlc ali tli Hl.ese; infine le ,umi Il' Arngona. L a secontl a recn pure le a rmi c1·A1tonso Ira due teste lii <·herublni , e di 1n10,·o il libro nr,erto visto cl i <lietro. N. d 'onl. 2294. Foglio 50.

l!' ig. 49 - Bombarde cl i Alfonso

d ' Aragona, di i:;e)!11a !e dal Pi s,mello al la

rnctil del secolo xv. '.l'rP. lllO<lclli di bo111h:mlP.. J,:1 p rima ,1 ~illis!Ta . 1li d eeom :done SC1J1 pl i<-issima pan: atta a srnon larsi in Y:ll'i p e;,.z i P si r:1p1n-e~r~11l:1 d imoi:;l:ra l:1 ili due pa rti, formata di Ire cannoni riunii i in fascio. l,a seconda, più l'il'c::1111entl! o rnata, n•c·:1 in m ezzo le arm i lii .\Hon so cl' ,\r:igonn sormont a te <h 1 110:1 corona . La tcrz:L

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GUGLIELMO L O .\lU~.\CU

;. , 1i11 111s l r:tl ;1 i 11 11uatlro parti che possono inYi!::in;i le une nel le ;i llr·e e ado rna di f11µ; li1: di l auro. N, ,1·.,n1. 22!!~,. I!'ol\'lio 31. -!ll,11!,·.l!i di hombarrle e cal:lchi. Le (lue 8tesse bombarde aUe :i :,;111011l:1rni de l 11111111·1·,1 precedente. Tre cnsd1i di par,1l.a, colle arrni di A!Jun:;o c1·Ar:1:-;011a :-,:11i ('i11liero.

Sui ve il Hoechi : e< (tueste bellissime artiglierie a,nùarollo pi-ullabilrneute ,J far pa1·te dell 'armm11eulo del Castelnuovo; ùi (J 1wllo splendido D1onumento dell'arte fortitic:,a,torin del medio Evo, che f~ oggclto di tautt~ eun~ pet· 1JarLe di Alfonso I )). Ca:,,telnnovo ru arric:,chito di nuove opere e Uuglielmo lo Mo11aeo ::u:quistò l'inomanz~~ a11d1e quale costruttore cli bornlmrcle e· spiuganle, cli campane e di orologi. Più tardi, :,;otto .il regno d<d sneeessore di A.lfonso, egl i costruì le stupende porte di bron,.u, r itraendovi la eonginra dei naroui contro Perrante I, e la. vj1torin. del Hou:1,110 ,mi rj]wlli. X el 14G2 trovia,m o i I Lo Monaco goverH,ì,l.on~ tleil-' A t·lig1ie1·ia, poi Jlng1ii fico kig11m(! (140~~) e i11fi11c è anche de1Jo1ninato maestro mag·gio1·c dell'Artiglieria. Sotto Alfomm I d'.-\l'agona eg.li cost1·nì ln fanws,-i homb.ucla detta (( la N::.ipoletana J): nel mese di gP111iaio ckl 14:if, fi g111·a110 ;1 lui pagnti 77:.: duenti per la cost 1·11r,i01w di tale Ll<h:ca ila J'11oco , fatta. in tre pezzi, cioè il tnho i11 1111 p e:1,r,o e la trnmha in dne. Alla, bocca av<wn, in .m et.-dlo l'il<'Ynto, lo i-h,11nna J'<'ai<~ d ' .-\ 1·ng01rn e tlel reame cli Napoli, da 1111;1 p.1de jl <',1st< llo e dnll'nlt1·,1 Jn. rlivi sn clelle spighe cli miglio. Q1 1Nd·a hornùnnl:1, til·,1Yn p1·oietti di pi(~fra del peso di circa d11e qnintnli, H eo111plcssiva111e11te pesava 102 quintali e 22 1·otoli , Pqnirnlenti a 2~110 libut·e. l>nll(, ,~ Pdole di pngarne11to risulta pm·(' r·lic~ il Lo ì\Tonnco ehlH· l'ineaTko di disporre lungo il Ii Lo1·:1 I<: 1lPlln · ('Ht ù. 11 i :X a po li delle g1·osse bom hn.r<le, a, difesa, contro nn en;1d 11,1J e nttn('CO rlc•i GP11ovPsi rhc a,veva110 nnnnhL 1rnn flotta ,: :e.i p1·opn11eva.110 fli an ela·,. a catturni'e cd incendiare navi nel.Lo si ('ssn pm·h:i di I\' a poi i. Nel coinplesso si pnò <.lire che G-uglielmo lo Monaco fn nomo lii g-eniale vei·satilità, e di capacità eccezionale. Xel ca mpo ternico i progres:si dell'Artiglieria napoletana 11Plln metà del secolo XV sono innegabili : nè poteva essere altri0

men ti, Se

COll /;;Ìdera C]W

VÌ lfl,YOJ'[l.l'OIIO

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307-

artisti della, forza e della


HOO - 1500

genialità di un Pisandlo ecl nrtefici della pel'ir.ia imli.seussa di un Lo M:onaeo; nia, se si era progrediti pel' le hocche da fuoco 1:om<~ arma di assedio, si era invete appena all'inir.io per ciò ch e

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F ig. 50 - Castelnuovo cli Napoli.

c0ncer1rn l'uso dei pezzi come al'rna cmupale. Osserva il d ' Ayala ehe le :1rtiglierie « era110 assai rare e mal go,·er1mte, umssime nelle gfornat.c ca111pa li : scan;o il nnnrnro de!,!;li scoppetLieri, poco rrutluoso il sel'vhdo dei n10Rchetti di posta.: insomma .ovviavasi all'impeto dei c:waJli pinntall(.l o nel ten·eno alcuuc forcelle grosse ed alfo in sino alla, cintura,1 e via vi.:L iucndgliandovi sopr·a odzzontalmente lunghi travicelli )). Però hL tendenza vc1·so le arLig.li erie ]pggcre si manifestava giù, nella pratica. costruttiva,. Nel 1444, pe1· le vicende helliclrn calabresi Re Alfonso faceva r·itirare clnl Castel Nnovo le due famose bombarde, una fle n orninata. « clel Gener·ale )) e l'altra « dì 8. Giorgjo )) ma. - evidentenrnnte, per non lm1ciare a corto di ar tip;liPT'ie la, maggiore fortezr.a della. Città -- orclina:va che << Ja -308-

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• :--:( •r·111 •11lirr.1 )> di Castelcapnnno fosse trnsportata al Castel Nuorn. J,;, .111t·o1·a, il 20 ottohr<~ 14G:3, il Re faceva, consegna1·e al Oa:-- lt· ll.1110 cl(~l Castelnuovo à 2 hornha1·de di ferro, dette<< Serpen-

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L

Fig:. ,,1 - F ormelle tlell.l porta lli bron:w f1i Castelnuovo (Napoli), f"abbric il te \l.t Gugli e lmo lo 1\fonaco nel secolo XV. Nella formella lii destra ,si n•d<·! U:1stt•lnt1 0\'o 1c, v'è ancl1e una piccola hom!Janln; in fJuella di ~iu is trn uno ~•11rn r do r,rollOU o <la rn1 eolpo <li (:am1011~ cli Carlo VIII; '" la p,1lla v i l' i11 (' :1st n1ta.

1i rw Jl (·.o n le tispdti v(~ viti n « (] llafrc ll e 2 bou1ùarde di fer ro, << l'1111a, clr<~ lira peBo di sassi m(•zza,ni e l'altra più piccola, >>.

L ' opera di Alfonso d;Arngona fu continnatn dnl suo sn ccessore : in Tlll hrnno dcll'ope1·a dettat~L da, Orso Orsini nel 1477 P d edkaJa a, He Ferrante son ricord ate con lode le due famose homha l'(le <<La. Vipera )le « Ln Guglielma JJ. NP1ln limgn gnena cont1·0 Gio,'anni d'Angiò, Ferrante d 'Arago11a riusl'.Ì a. (;,J.eeiarlo in m a1·e (14G4): iu queLL'epol:a, oltr(~ a l

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1400 - 1500

rwn;o11ale homhar<lie1·<·, cµ:l i ba al 1wopi-io i..:enr i:do :!8 i.;pingardic1·i c:on 1u1 capo di · ~q na.ch-n. Anche i c·,1:--telli 1" 111·0110 l>ell rnu11ili: riportiawo f)llnkl1e no tizia 1·illeth•11 te il Ca~l·rlJo tli Hugg'io Calah1·ia 11 ell'am10 1487 :

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e< 111-:m po ne li,11·(~l"C' lìbt>rato a flì XV .Julii ud .Jo harn1i Cangi:1110 per un t::i.nlnro C è'J'òtol·i f..'('!i ' ·nlnitro r efi11:1lo J•er lo e:o;lello, dn<.::1Li VII ta1•i Lltcm po11e libe1' uto u cli XV {$epteruori ) nd mas tro dicigo spagn olo t>Cr su o salariCJ Lle u11 111e,;e :::cr vb:i o :1 lo <"nstel lo in co11%:1rc l'nrtiglir-?ria rl11cati vr tnrì I.

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l<'ig ..·,:2 - C11l11bri1111 nr,11;·0 1H-i,;e dcll,1 f<Cr;onda HH~I/J del s e<.:olo XV: lung h e,,.z,1 111. J.72; s i 1·,11·i<-:1 , ·n <l :111:i twr·1·11 . 11' 11 :11·11nis t :1t:1 ,1. Tara nto d al <·011111 1. <'oupy, ,·IH? 1:1 d o n c) :il l'rlndpe Pil:ing ic ri. Que ><U , ·i fece fare 1111 ,1ff11 l'IO <li lpg-n11 1·i p r o <lo (to d:1 <Jll PIIÌ cli {¾11g lid1110 lo .i\IOJJ.11"11 ili l.1:1><:,,.:nrilit-,·i cll'lln JJC>1·i :1 ili C,1~1 dn11 1J\·11. (C:1 1n 11,)!o tlel rn11sc~o Fil.u1gic1·i , :-,;-;1 l)llli).

H c rn pm11• liaYCl' libc-?r:110 a dì XX ><<.:ptt:1111J1·i ,1 rn,istro Snlo1110.11e iudco, ferr ::ir o, JH !r su o sa l:H"io d c XXT j 11rno lcb or,10 :111 fare conig l·? <le li bo rnh.Jrd icr i clu<.:al<'? III t:Jl'ì TV . ll <'m pone lilH•r:ito a rl 111:1 ,;ITO r i e zo r? soi comp,1g11i imr .iorni cento~ex:1ntc h:111110 :scnito in f nr c <.:hippi d c bÒrn \,:1nle, cnYul leeti , mnnt illcc ti , e t po ri e per

lo rlcto c:uitcfflo r1n(":lti XX I I nri X. JI P111 po n e liber:1 l o :1 rll XTT 11 1:1 r tii nrl rn :1~1ro J)Ctro J1C1· s uo sn lnri o et n e

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~O'l"l'ù J:I;; FEHRAN'l'ID

1l 11i l10111i11i lo aiutauo clc misi cinque :=wrvouo ad fare le bombarde et spingar, lt111i et al tro artigliadi tlucaLi I. !tem 1>011e liberato a di VII seplcmt,ris a(l IDastrn :i.nello per cantara cinquo rnl 11 l:1 X 11 ~nlnitro refinat:o rlucati LXXI grano IDI.

.\ I rnm·g111e cfol documento poi è detto : .Il tesoriere della provincia fu incnriPato di provvedere il castello di legname, ferro salnitro piombo ell :ll'111i d1e nvpartenevano alle triremi che naufra gal.'() 110, uonehè di 1>,1lesl.r<", .lam:erii, ligonl e pich'e per bomb,1rtle ecl altre cos e ncu,,;,m rie peL· la forltè posi½ione del castello.

La pl'C1clt1r.io1w delle boeehe da Juoeo si andava, intaHto fa (:endo qnantita.tivarneute eJHdente. J1 Passer·o, nei suoi (1-iornal'i, a proposito tlel la, spedir.ione contro Genova, scriveva, : (( .\ li :!:! giugno H78: Si è imban:al.o lo Conte Iulio et va i_n Genov~L_ C..'Qn due galere e tre navi ca1·iehe de ])PI l'lè de bombarde, et ~i dice el1c 00110 sèimila petrc et cinquecento b:irili tle polvere, et bombarde assai et llave portata la !Jom!Janln ~rn:,;:,;a elle He (·11i:1111:l l,1 « I'Va1wlelu1w )> et due mortali che tirano in allu, lu yuale v,t (;v11lH• i .J e novisc,. in fnvon· _rl,"l D1wa !le l\filano. J,; viù oltre:« A li :w a~rn;lo l-1Sfl: so11 ,-·1-~1mte da Sarno cento quarantasette c:,1rra Ll'Artiµ:lieria q11,dP er,rno <k lo Conte LIL· :S>1n10 d le tene\'a a Rarno per e:111~:1 1klla rilldlion(; elle h,1,·e,·,wo fatto li ll:iruni allo signon'~ lte l,'prn111IP.

i\fa 11e1· avere nn chiaro coneetto cli eiù clw potesse essere l' Artiglim·ia 11apold,rna mc1tlre volgeva alla fi11e il regno di Ferran1<~ <l' A.ntgom1, occor1·e tla1·e mio sgnardo nil.l.e spese fa,! le in quel periodo pc1· fondere e l'ifinire le ho<.:che d tL fuoco. La Col't<-' Xnpole1.rna si a,yvaJse i11 q ncsl' cpoca, clell'opera di 11!geg1wri ed nr-diitdU i qrnili.. 110n solo c1·ef.!scro costrnzìoni civili e militnri, mn, miche - · direLLarnentc o inclfrettamente - dieclHo il conirnmto (kl.Ltrte e tld sapere arie al't;iglieriP del Reame. J<'ra Gioco11do dtL \T(:rona, tecnico famoso, era, a, Na.polì ~LlhL fine del 14S9. e pare ehc a]ln, morte <'li Ginlifl,no da Maia,no ne prendesse il posto. Risalgono nl gi11gno clel 14H2 a,l cuni disegni di fortezze, fatti pei' sel'vizio (lel <'luca, di Calabria; e parrebbe d1e <Jrn~sto fra Giocondo, secondo quanto risulta da1la, dicitm·a del segm~nte pagamento dello stesso giugno 1492, eseguisse pa1·te clei centoventisei disegni ornanti i ,due libr·i del senese Francesco cli Giorgio 1vfartin,i : << A maestro Antonello de Capua pintore : quatro ducati, tre \ tarì, undici gr.; e per lux a Fl'a .Joc01Hlo ; et

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1400 - luOO

:,;01mo: l V ducati, 11 tarì, 1 gr. per lo prcczo de CXXVI designi, ii quali tL faLti a dni libry dc uiaestro Frnuccsco de 8iena in carta de pal_.)il'O scripti :1<.l 1mrno, uno de ardiitdura e J'a,ltro de artigliaria, et cose a,partenenti :1 guerre; a ragione de IV gr. 1/2 l'uno; e uno tarì, X gr. per ligatura dc ditti due libri, e quelli cousignati n, doruvno Paulo de 8auto Mar tino>>. Ora le relazioni del Duca, cli Calabria, con Francesco di Gior·gio l\lartini, pare a.-cssero inizio dura,ule la gtwna di Toscana, succeduta alla conginra dei l'azzi. In quel periodo il di Giorgio fu e< provisionato » dnl Duca di Calabria, ed all'assedio (lei In Ua8tel lina, l'ingcgm•1·e senese cc esperto nella scienza e maneggio delle bombarde>> tlirl'ssc le opere cli assedio e le battm·ie, rneutre a difesa della Castellina, inviato da Lorenzo <fo' Me<Iiei, sLava Ginlia,no da Sa.u Gallo, arn:h'egli famoRo architetto civile e militare ed ef'perlo horn b~H·diPre_ FrmH'. P8<'0 .Mart.iJi i fn a, Napoli uel 1491 ed , a, p eriodi, a11cl1e rn:gJi mrni 8uecessivi. Nel primo SL~IIH'sl n~ dd J.4~~ sotto la, voce .A.rtiglic1·ia tig1Lra110 :-;pc:-i 1!149 <lm:ati, due tari e tre grane. pel' l'cno, r,HllP , stagno, ntem;ili Lla lavol'o, trasporto di. boeehe <ln fnoco da Napoli ai Castelli ùcl Reame: vi sono ineluse dne p:u·tile ùi rame per cirrf-1, 721 dncati, in ragione di 1G ducati il ca11la1·0 e 201 ducati circa di stagno ili l'a,gione di i;:; ducati il cnn ta,ro; degli acquisti, qnaknno rimonta, all'anno prceedcnte. A qneste spese, clfrcmo coRì, genera.li vanno aggiunte qu<>1lc dei su,Ja.r i nwnsili per il pcrso1mle coinpreso nell'elenco delle « J'artkulnrc persunc )) : il Conservntore e Governa,l.orc dell' A rtiglicria, i maestri coRtrnt-.tori di bocche da fuoco, (fotti nmcstri di « fare l' A1·tiglforifl o maestti Lli c0Jn,1·e l'Artiglieria>), i maeslri bombardier·i , i 1nanipofaJ01·i della polvere. i maestri (l'ascia., gli aiutanti. Per il 1:,econclo semes l,rc del 1492 q11elle i'-Jwsc che abbiamo àdinifo genera.li m:+ncano, pe1·chè i fogli ove <ir:mo trascritte sono stra.ppali. Il Hiancl1ini, 11ella Btoria, delle F'ina11z:<? del R eyno d:i Nr1,poli, a,nnota la, co8picua- sonuna, di 1!l2Rfl rlncnti P gra na 4\ e riporta alcune inl eressanti notj½ie che tl'asr,riviarno: Al foglio 556 è scritto: "a mt1 t~stro ~immw homlmrclcro 35 clueati, quallrG tari e 10 gnin:1. .. a lo 1111nl<~ lo signore Re li comanlla dare per la ,mrnifattnra dc otto bombarde cum setlici maseoli di ferro et lon> fornimenti. Nel foglio ;:;:;4 le_!!:gi ancora: <( A rn:i t-s!ro I :wopo Tri ppi('' fcrrnro a clì lG ottobre ducati 72- e

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~12 --

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_._ ;-;n::;i,: l'l,:U l,'.-\lmtacAZIO:\I.; DI ,\[{'l'l GLl!WlE

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tarì J ... a lu qunle lo ~igiwre He li co11w.m:,1 tlnre per la ma11if>LLLura de otto lJOrnl.Janle c11 11t d1te musculi ]Jer 1111,1. .. otto forchette, ollo perni, otlo ce~1tu mi, ùi.to 1'L·p,11·i el t·ontrorepari et trenla(lue eorrigie >>. N ,•I fogl io ,>ti:i si clit:e: << A 1-'iel:ro Ortolnno a cli ]O dit:ewhre due ducati e d icci grarn1, a lo quale lo signort-! H.e li conwml:i tl:-1.re per la portat.ura tli cJnar:111(:1<1111' lJornlJ;inle fle ferro assig11ate :il 111ag-1.1zzcno dc l'artigliel'ia tl1~ Cnst ello novo et quelle ha conseguate a l,oyst' ì:>itaro couserYalon~ tltè la regia a l'tigl ieria.

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:-s.,,

Joglio i:i:iO continua, tr:i. gli nltri pagamenti: et A mastro Deranti110 th~ Cerreto maest ro ferr:.1rn a 2!J ngosto dotlki tl11<'nl.! quattro tari e sdl e grana a lo quale lo signore He li comanda dare, cioè ducat i dieci., tari qu:11.1.ro e sdtc grmia per lavorat.11ra tli tre cantara, ottantaLre r otola de fe r rn l,rn,rato a ragione {le due tlm,al.l <è dnc t:arì JJCl' ciascuno ottanta r otola>>. Nello stesso pag,unento Hi aggi11ug1, che quel frJTo t;ol11i lo ave,·n an1te 1l:1 Jla Hcgin CorJ-e, e 11e a,·evn fatto sci. rote 111.1ove pa· h~ carrette da tt t.rnspol'· tar e l':il"ligli<'ri:1 c,ost.rnita da maestro l'atril"io prcs;;o l'illustrissimo du(·:·J di Calahri:1 in rngli.a ll. }; 11.t ultimo si d ice, elle i d11P ducal i a com11;·1m•11lo <1P' (·1-,nn:.tti tlucat-i doflki ,·rmio JH'l' pre,,;w tl i tl1 1<-~ ccwchini. da fondere palle d i piolllho per fare (so110 IP pn•r·i:-t• p:11·/\11-•). 11 l i p:11114.ti rll' c?::rrh:11i(~ri:1. PI vassn,·olant:i qua li sono anda ti cum di.eta :i rtigl iF~rin». Ne l foglio fitl4 ed altrove le~gi il pn~;r,7,0 d(~I l.r::ispol'to dell e pietre e pr oiell ili di homhnrcl:i cl:i Gat•la e Nnpoli P(l in nUi:ì lno~hi; e rn~l fo'..!;lio (;:,1 ~i nota (li nn appa lto fotto tl:i.' 111nPstl·i (le Puczo e(l J11fil11IP Hin <la· :w s;-· Hcmbrc del 148!) lli fo r nirP nl g-oycrno le pietre da bon1b:1rd(-'. l>n tal notnmt>nt"o ri levi elH~ mollf~ hombnrcle in que' tc,mpi aYev:mo nome pnrticolnre, eosi t·h(~ ~i l:1YOl":lY:mo qn c ' proiettili )ll\ l" ei:ise11na di esse a vari-0 prezzo. E perd1è se ne :wC';:;sc e;,aita contezza t r nserivo il pngmnento fatto cli r1ucati 34 e tarì R ai c,· nnati dne nw e,;l ri tt :i li q11:1.li lo Signore Ile li l'Olllan(la d:in~ 1wr lo J)rez.zo ,Jc-. le-. i11f1·:1sc,ri1)1·e pt'1:re consignnte in lo foRso òel O:rntcllo novo in potc,re di · Lnisc Sit:iro cm1servato 1·e 1]ell:1 n.e~·ia :utiglicria a li pre?:zi infnis,·t·ipt .i. cioè ducati quattro (·' tal"Ì qua l.lrn per lo prezzo dc q uattro petre della bomharcla (( 7,n Jl·iù. del rrt1t11</o l> a r:i.g"ione tlc ducati uno e tari mio I)f!r <"i:1Rcuna; 1-arì 1r(• JH\r uua pe(ra (li hombanla et Napol-ilruW>>; ducati due e grana f1ieci per lo pre,.;:,;o de cinco 11ctrc cli bombarda a. ra~ione di due tnrì P. dieci grana l'una; ducati qnnttro per dieci pdre cli bomlJ:n·fl:1. <t vittoria. il a 11 tarì l'una; ducati tr e e t:n·ì uno Jl l'T" otto Jìdr e rfo b omhnnl:1 (C tarantina >l a fletta l'agionc ; dueati ein(J1W Jl(~l" quimlil'i l)etre de la bombarda tt !!1lfJlielmn" e t. t< sangiorf!i >, a ragione di tre p etr e a ducato. Tnolt1·e V(\l!;gonHi pur notntc in eletti rcgist1·i le speF;c per il tra.8por:·,i d ella poJy:p_re n elle varie Castella del reame. ~è n10lsi t:i<·Pn/ che per tntto dò che ya compreso sotto la n:uola rn·Ligl iPria ei h1t seritl n in quei registri In spesa della compra e della fattura de' neceRsnri istrmnenH. u tensili, e delle iclonce macchine ed inoltre quella cl</ dive r Ri metalli, in ispezialtà lo Rtagno Pd il rame, e di questo nel 21 ngosto d el l1!l2 ne YCcli acquistM:1 unn q1rnntiti'l. di cantaia seicentosessnntnsei per la somma di

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313-


1400 -1500 ducati clieeirnila sei(:entoeinquanta s<~lte, Larì tre e grana sedici alla ragione di ducati sedici a eantaio ».

Poich(~ al>L>iamo p,nlato dei foutlilori, aiutanti e homl>a,rdieri annotati sotto il titolo di (( particulare persune )), riportiarno i nomi di quelli che iigm·ano nel pi·imo semestre del 14!)2 : Maest1·0 cc Jt'raneesco russo th~ !lHllltua borubanlet·o m1:o d e ùire artigUaria >). M.a.t,s l.n> << Pel.rieete dela mocta fr:1.rn·<-,se homlJanlero >> . « :roll,umc ausaro laYot·ant.E! tl elo cliet:o m ro p etriecte ». << l'eh'o herton law,rante flelo det . mro vetl'i1,cte >>. cc ::';imonc~ gnlone lil\'orante Lido 1ld. mro vctricctc ». << Lu.vsc Set,p·o ()011slèt·n1.1.on~ d lè lla H. artegliaria >>. M_aestr o cc IJOL'lèll(:Zo francese bombanl ero >>. Maestro " Franclrne;to tle frnm·hecto >>. :Maestro << A11lo11io lobn nlo hombar(lcro ,i. Alae,,;tn_. « H,1sti110 m." ll' n xia dt>la did,1 nrtigliaria >l. ,e Dcèrmu:do (le silYestris alul,mlt! dda elida a r teglia l'i a ». cc Vinccmzo d e J,1 11 1,1 a i.111 :n1tr~ in loco di decto Berna rdo ». ,e Iulio scb;1Hti:rno aiut::11tE! d c; l n (lieta art e;:?;ii:u·ia l>. ff Arbe11;,io dc, n1gel'i aiutnntc dc l:t el ida a r tegliaria > >. ,, Ca lib hi moro che :illina li s nl11ilri é! ra l a polyerc >l. « ;\{;1r(']10 nigro ... ,1i11hllll<, clN:lo C:.tlibhi moro ll . << ..\11to11io I 1111't-,r :1 to conscrYato1·e dele regie monitionc )) . :\l at,s t r o « Jl c n l'icllo 'l 'ndisc:o llo111h:1l'(lero )> (<li ctuest o io deito d11-i amla r a iJJ terra (l'Otranto <:o n i seguenti maestri bombanlie ri per ril)artirsi in quell e caste ne). :\f:te:;;l:ro <r l'ctro minis >J. cc Cristofauo de JJt!(li111onle l>. ,, .Ta c d e Lanclo "· :\•I aestro r< S<:arnig-e 11iùu-do >). ·Vlae;,!1:0 e< .Tac p rovinczale >) . Maestro << IIcnricho fle v1·ovenza ». :\Iaestro <( .Jolt:-rn110. flc s ancto llOYO)l. M:w:;:1To ,, :foll:1 nne Yini aC:<].a » .

.Yel secoml o sernes1Te (lel 14!12 figura quasi lo stesso p ersonale. Qnarnlo si delinea netta,nente la minaccia dell' in vasione clel R<·fl m e d a parte francese, gli apprestamenti mi.lit.ari aumentano frhhriJrn.ente. Ritorna anch e a Napoli Francesco di Giorgio Marth1i c he pone il p1·oprio talento militare al sei-vizio di Alfonso II d' Arn gona,, cla. poco salita al trono. Il Passero, parlando del ] 494, -

314 -

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l'l:LJ\.LA I:: DUl'U L.\ CALA'l'A IJl CAP.LU Vlll

eo::;ì ~t:n \'(l : (( :::,e lavon1110 {;011 grau tm·ia ..1110 !:>ardnale de Na11olc t111.11·,udacinque galee, cL qu-attl·o ga,liuue molto grosse et 1111au 1·u s1:1u·piu11e ch(i que:-sti qnattn, galiune eL 11mtttro scurpillll(\ pona110 quattro IJomoanle per uno {;lte me11a110 200 libre 1J1~ pctra 1Je1· nrn.t )). Lo stesso scrit.torr~ poi, traUaHdo ùell'invas ioue e deU ' ass1,,clio di Castelnuovo, d di{;e {;he era validamente difeso llaJJc ,ntigliel'ie. l'u1·t1·oppo, pm·ò, le migliol'i hoecbe da fuoeo Jurono ambita 1wc(la dei Fran<;esi; 11011 solo, ma Cado VILI portò via da Napoli « tntt,t nua eolcrnin rli :11:tisli ll, Lea cui fra Giocondo dn V eron,1, dte a l'al'igi don~va aveT·e « la s1tperlm gloria cli dom[n·e la l-,;euna c011 il (·!'ld)l'e 1'011te ili Nòtrn Uarne e col ]>onte P k -

('Olo )),

t:k,wcint-i gli im·aso1'i cl:d H<\nrn<\ vi era Lutto da rifare: anclH ~ lo s\·ilnppo dell'A1·l·ig-li<>1·ia 1·i1_n·esr~ il SHO ritmo, ~uboT'dì.nato

al l<\ l H>Sf;i h i Ii tù fin ,rn ,d n rie. Diarno, tl',H~11dolo lln l p1·pg\·r·ole ::;tndio di L. Volpicella : / ~e a1tiylierie. cl i Cuslcl111wco ·nel 1 ii!JO, nn elenco <.legti uJlì ciali etl op<·tai adihi (i, 111~ll'ng·of;to 14!):-\, alla fni:,:i()n e ed alla conscrn.17,ione tlc]]<• arti~rlÌf>l·Ìe: e]PIICO i1il<!l'eSf.::lllte :-1,lldIC peW'.ht~ parte ùc! pp1·:-,011n le qni n ominato :-;i ritrova ~otto il eo nsef'ntivo dom inio ~p;1gJtolo ll<>l Ht•nrnc. Oflif'inli: 1\Ll' LniNC' NPLlro . (·(11 1x1•1·,·,1111n: ,kl ln l'f'Q;ia ,1r1.iµ;liPr i ,1 lH.t O<loanl o <it' .''1\lli,;. ,k r,fli,-io ,J ·., ~('ri\·ruw ciC' rnci011e in di,-1 :t

dueati

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I cirlia ria >) )) ,vr.ro Ant011io .J o:irdo ,:;(•noes('. fnnd il ore )) ?\[. ro :Jol1,H1lw (le ('.1thania, i"nnrlil·on: ('(· nu1P~tro m:11ttW>'e )) ]\l_ro F e d0ric·n fr.ttH·r·~t·. f11.1Hlitor0 : )) J\,[Jo Pi1• I i-o rie C o ri a, rnurnu•,s1-·, ,spa~iriolo : )) J\f.ro .ìolrnn Frnn,·1·s,-o C:tl>Jl'.·llo, m,1stro d' :1:x,1: )) M.1·0 H,t1·:1s:1 ,-ro .\n<·iorn'. 1nan111-·~<!: )) ,J oil,11t napt·i sta Sli1H"n, ~i ·ri\'nno npprc~rn 1111-,s~pi· Loi~e Sotaro: .Joha n I3flpti:-t:1 rlc0, C;1ieco. q1rnle s,-,r\"(è npprcsso la al'l;e1-1"linri,-1. rie )) s11prnsU1ntc C'(" in più ,illn~ ensc : HQ1nbnrclieri )) M.ro .J : l<'oho (·o,lisco:

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1400 - 1500 Au11.:u1 dc Acman:

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Todesd1ino de S:1 11gal: )) l'rlJano l!'ranfort: » .",miria de Brusel: )) 1'imonc dc Nkolò Horgong11one : )) Ac1ua11 de Camp : » l'ctro .\Jnlwl : )) l'etro Corso : .AJ11b1·osirn, .Jo;inlo: " L,11·01·a n t i de FonrlHori Col :1 .\L1ri 110 ;lela :u,.m(loL1rn, per ]o s:1l,1rio ~,10 del 11 11~,;e de j uli o in lo •111:1k~ 11:t. ><<èrl'ilo i n Ferrar.i, et dcstcn·are forme cle bomb,ll'<lc et ili 11111.lk ,d tn~ 1·osr~ 11,~cPss:u i•! in lo fondere clela artc;.li:1ri:1 f:rn110 li 1uastri fonditori arret roscripti : )) Lç i.se dc lo Cilento » C ol:1 dPl:t Castellueza l) i\Jc1-vm·io tfo Ciù tlda C ::va: >> ~ i I,·e::1tro l'alumbo : l> .TCJ]l:1u1w ~:1;.:11-r,1 d1'1a tll1o•s,rnra1:i a del Signor Ile iL servito per 1.heso1·ip rn i1 1 l a n;1,;ia artegliaria :

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Ri pm·tia 1110 a ne.ora, iu suceiuto l'<-i sito di 11 n i nve11tar-io delle a 1· Ligfo· ri1~ Ili Cn:,d el 11uu vu, onii1mtu da, He Fr,dr,rir,o nei J ,W!), pel' provn~de1·e nlln. 11eces~ar·ia dil'(•sa cou appres!ame11ti rnili ta,ri., rnr1i tJ·p l' m·izzonte <lPl Hr,nnw si rn.hlrnhw:i, <li uuovo sotto la rni11t1.(:<:i,1 (li m1'nHra i11 vasi<;IW frn,1eese. 1.H CastPlrnrnvo << c1·a110 riuui.te le artigl ierie, le arrni, le nrn n i,doni i11 <Jm1,11Ht.ù clispai·nlc~ aleune mal ridotte o pel' ve tusth o pe1· il 1nolto mm fa.H o <li esse in quei tempi che eran o stati così hul'rascosi . o per 0 1Hissiom~ clellc opportune ripara,doni. donlia, più <·he a neglig<•m:a, aLl,L persi stente povertà, del fisco )). E che le• finn nzp l'm;s,•1·0 poveri• emerg·c c:liia l'O dal fatto <:lw si era do,·uh1- f:11-r, 1111a fol'h ~ 1·id11zio1rn clrgli s tipendi: per 1111 fonditore, nel 1492, si RpmHlevano eo1ne salario cincp1ecento d11 cati , eon mm liPvc 1·ite1L 11fa ]Hi r l'alloggio, meutre nd 14!)8, gindir.ando d,dl a t avola sn ripo1·t atn, un fondHore ven iva, n, risc uotere apprna H/2 d m:ati. L'i1wentario 01·<lina {o da Ile Frcle1·ico [11 eseguito, p<'r cler-:i gnar.io n e de.llo stN.:so Sovrn,no, dal << rar.iona]c >) deJla, Rommaria: c:-alwiele <le !VI:nneca . tra il 17 tlicem lwe 14!)9 cd il 20 marzo -

31G -

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1,;00; In. <:onsegnente reJa,zionc fo compilata e presentata dal re/.d(I (·011:,dg·liere e general conservatore Leouardo Como . « Stolte uoliiie si traggono da q ucsto doeu mento, circa le ad igJierie, i mez:r.i di fusione, i fondi tori, ]e varif: altre armi, la 11omm1clatura, hi topog;rnfb interna del Castello anteriorin<~nte a,lle riparazioni cli don Pietro di 'l'oledo. Alcnni <:annoni. era.no Jj quelli tolti ai Franeesi uell' ulLima gnel'l'a, impressi << cou k nrrnP d<' Frall(:za dd giglio )) ; ima colobrina ent, detta cc ]a cok,brina de F'i-a11c,11t c1rn1 K incoronata » ; nn 'altra « de metallo fr:1,rn:<"'.sn, con le ~L1·11ie francese, intitu lata s opra Pisa)). ~iolti pezzi, secondo l'uso dell'epoca,, avevauo uu nome proprio: << La '1'01·tnc:n. )), cc La, UeHe1·ale >), « La nombnrda 'l'crribile )), « La Miln11esc )), << La Bo,nharda Grossa )), << La (l1·a 11 Colubrina.)). << ]!::r:rno montati sopnt affusti e sn canette tr·asciuafo cl a buoi)). « Frequente- ò la, rn<~nzi01H1 degli ar11esi neees~ai"-i per l a fusione clc•lle. ar·ti?;li<'ri<;, noric·.hi, 1l1dlP <'.HSP dPi fonditoi-L f rn i qua,Ji sono nominati rnastro Giovanni cli Catania, mastro F ede · rico cli Bergamo, mastro l'atl'izio )). ].)al dol: urne11Lo ripo1·tnto dal Volpic ella nello stnilio ci tato ~ - si 1·ih•va. poi « che nel Castelnnorn, e 11ellc f'm.:e :Hlibite pel servizio del cast ello c1·a.110 le .utiglierie, le armi e 1c rn11nizioni seg11e11 Li : 1~, cannoni, 2 serpentini, 1 artig-1 ieri a, 1. pd.riero, l i:i sacri, 5 colobl"ine, 4 g-irifalch i, 25 fa lconi, 24 sm erig lii, 17 c,èrbottnnc , 1 rondoue, 1 rnosehetto, 8 schioppd LP., 2 nr,:hilrugi, l hombarda , 26 barili cli fuoco nrtificinle, 39 trombe rfa l,mr~inr fuoco, èiHfl hnlcs fTe , 2% Jnncie, 2,1 roncl1e per f:mU e guastatori, l !)fl s pingarde, 300 corazze , 533 paveHi, H42 Larghe e targoni, 231 rotelle, Hl,4 va lle ll:t 1:t lll1101ie, '1i:i0 p a ll e ,la colùllri1h1, :140 palle da girifalco, 1078 palle d a falc011 e , GG7 p a lle cl:i cerbott:ma, ,la pkcolo fnlcon t:'tto, rin archibugio e simili JW r.r.i, 11;, p:ille di pidrn d n sP.rpentino, 372 bt1rili circa di polvere, HH7 t,arili eire:1 e (ll em:ratelli cli s nlnitro, 6 bt1rili ,:i rea e 2 cmTntPlli (li zolfo, mezzo b a rile cli pece, l ii4 c arkatori da emmoni. cln colobrinn, da g-irifalco, da falcone , d;i scorpionf~, noo ca sse (li J)a ss:l(ori, 44;; t:1g-lie e I:igliole, 2 I.rombe <la b ombnrcla, () mn scoli bornb anla, ·1 11 :,u;(;olo _di cerbottana , 389 arc hi di h:il <'!sfr:, , 121 p;iop;hi d:i buoi, 17 t e nde e p oi nn p;r:1n numero di utensili, 11cr la ii.rnio n e e per il mnneggio di tali :inni )>.

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Se si aggiungono qnes~e nrliµ:liP L·i p a quelle tli tnti"i gli a It ri castelli del R eame e a qu elle private tlPi bar-oni. f' S<" si tien 1·0111"0

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1400 - 1500

che tali arrnamenti s11ssisteva110 pur dopo il eopioso botLiuo fa,Lto dai Frauccsi di Uai·lo VIII, couvie1: eoncludere che l ' A1·Liglicria 11npoletana. sul fini1·e del sec:olo XV, fo:,,;se iu pieno) fiorente svil uppo.

12.

La s•p edizionc di Carlo VIII in Italia - L'Artiglieria francese nella descrizione di Paolo Giovio - Distribuzione e organizzazione - Come e perchè fu possibile la rapida calata dell'esercito invasore.L'Artiglieria: duplice elemento di forza - Efficacia pratica ed el'ficacia politica - La marcia vittoriosa di Re Carlo nelle dolenti considerazioni del Guic· ciardini - La formazione della Lega Italica - Precipitosa ritirata degli invasori - Fornovo e i voti del Re Cristianissimo - Scarsa influenza delle artiglierie francesi sull'esito, dubbio, della battaglia.

Abbiamo g'iù, detto, suUa, fod(1 dei uwggiori sloric:i dell' epoea, dal Uiovio a,I U uiceianli11i, d1e la spedizione iu Ila] ia di H.t\ Carlo vrn eoulril.Htì uote\·o.Lrneute :1 rduteusiiku1·e l'iuleresse di l ·1·i11e:ipati e 8ig11mie per l'Ad.igl.ier·ia. Ci <LllrelLiamo a soggiungere che ta.le effetto del'ÌYÙ più d a l S(~11so di meraviglia prodotto nei pic::coli Stati itali:rni dalla l'egola1·e organir.zazione df~lle hof'.che <la fuoco campali f1·a11ces i, elle 11011 da vc1·a, inlluenr.a, di co(l<-'R1°f~ n1·tigliei-ie s n ll 'esito flel la canq)agna e sopra tn1Jo su quella della, lmtta.g]ia, di Fornovo. Qui non sa,rà inopporl.1rno rkonlare due coRn: l" ciw a1c11ni fra i maggiori capita,11i dell'cscreifo i11,,ason~ fnlllee;;e ern.110 italiani, da, Uia,ngia.corno Trivnlr.io a C'ami Ilo Vitelli; j ' elle al sc•rvi½io cli Re Uax-lo rnilif.avauo altl'i italiani, i1rnigni 1n:1 <•sti-i <li :n-tiglieria,, quali il viceHtino Hasilio della 8coJa,, che fu uno (lei maggiori a,rchitetti militari rlel Qnattroeen to. J ncominciav::L o, per essel'e più <>Hatti, si estcnclcva a udie H<'l campo dell 'A rtiglierfrt quel vasl'o e tristo fenome110 di clispe1·sione delle noRtre for7.e nay,iona.Ji, per eui uomini di er,c<-',do11nlP valo1·e andavano a porre il braccio o l'ingegno a,l servi½io di Monarchi stra.nieri. Basterà rieon.lan~, fra tntti, flllel Pietro Rnsio,

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I :o(,'C J JJ,; UA li'UOCO DI CAHT,O V1II SECONDO IL GIOVIO

g1·11<)1'('N< \ d 1c 11el JA88 fondeva a, l\fof.:ca. un meraviglioso caHuo11e dl'I.I o « i L He dei cannoni )). ( : irt:,a il numero e la potenzrL delle boc:che da fuoco dì U e {);11'10 sussistono molte opinioni controverse ed è probafijie che ;1 k1111i storici tLbbiauo gramlemente esagerato. ~i . è giù, citato il Guicciardini. Più enfatico è il comense Nlo 11 signor J_)aolo Giovio, Vescovo cli Nocera. Costui, noto a,n· (· he a chi non fa professione di letterato per l'epigramma. sang 11i11oso che scocr:ò contro l'Aretino (()uì gù1,cc t'Aretin 1 poeta losco -··- che rl'issc nwl di tuU·i fuor d'i Cristo - 8ensa:ndoi;i eol dir : ;.\ / on lo co11osco !) fll rnedico a, Roma sotto Leone X e veSt:,OYO sotto Clerne11te VII ; fu anche alle OorLi dei G01rnaga e dei · 'Nfediei e morì ~mttanterwe neJ 1552 lasciando le lfistorùw sui f.e m,JJrwis, Rr:riUc in latino, sngli :1vvf•nimPnti dal 1494 a.I 1547, e una, serie cli Vite di illustri priucipi, ca,pitani e papi. Nelle H is/:orùw , <:h<~ citiamo tradotLe e che sono, clcl 1·esto, Rc:irsarnente a ,t t.~rnli bi li pen:111\ i I n i<wio, avi <lo <li guaclag1~i e di onori, 11011 eRitava ad a,lter :H·e l:.L veritù se e qua,ndo gli t01:·11a.si,;e C'.omodo, eo:-ì ('. d ei-:i criUo l'i11g;1·csso in Roma dell' <~sPrcito fr~L11cesc: (< Ma sopT'atntto cl iedero gn rn m <:1·avjglìa a oguuno più ch e tfcnt aRei artiglierie su carrette, le quali, cou incredibile prcste7,za, erano lirate da cavalli per luoghi piani e di segna.li: l<~ nrnggiori di esse, lm1ghe otto piedi e pei,;an ti sei mib libbre di bronzo, si chianrn,nmo cam10ni, l <~ qua.li tiravano pali.e di ferro grandi quanto urnL testa d ' uomo. Poi erano le colubl'i n c, più lunglie clelb metà (cio,~ ci l'ca. 12 pi edi) ma, di più stretta ca,nna e di m i nor p:1,lla. Seguivano i fa.leoni cli proporr.ioni vari.e, dì cui i più picco li scagljava110 palle grosse come 1111 aranc io. 'l' ulLi questi pe:,,;,;i el'ano inseriti in due grosse assi con le fibbi e tiT'atevi s opra, e soic;pese con l e loro :1ns1~ (doè or<~C'.chioni) in modo che , per dirige:te i co.J.pi, rnot:wauo iu torao n,IJ'asse. I piccoli a vevano sotto due ruote e i gn,ssi quattro, delle quali qnelle di d ie tro si potevano ]ev:lTf~ o rnett<•re p<~r nff'rettare o 1•nllenta1·e la c01·sa; e i nrnestri e carrettieri Ji facevano c orrere con ta.11 ta nL· pidit ù che i cavn,lli posti vi sotto, incitati daHe sferze (~ dalle gTida , nei luoghi piani tcrwvn.no lo stesso pas:s o dei cavalli libel'i )). Dove però si vede che 'il fatto nuovo impressionante non Pra, -

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1400 -1500

giù, il mrn1ero dei cauuoHi, bensì la nLpiditù con cui questi, ~mdli e Jeggeri, veniva110 trainati e manovrati, cioè Nano veloei ad entrare in azione e poLevano svolgere rapidamente la p1opria, attività, campale; ma a tale riguarclo noi abbiamo già, rilevato e messo iu evideuztL l'azione deJle arLiglicrie leggere del Coli coni alla batta.glia di :i\'[ olinella (1-!G'i"). Lo stesso d ..1to di fatto si ]JUÒ desnrncre da quanto scriv<~ F. Matarnzzo nella<< Cromtea thtl 14H2 al 1;,o;t )), 1-iarlando cfollc lJocd1e da l'noco francesi: << La q1mle artiglia,r ia, era de altra foggia e tlh1~rsa da lJllella dc [talin; prima enL fa,U-a tutta de uno pezzo, e <~ra .luHghissirna,; e di tale (;'era ehe pa:c;snva di.ecc pcde di l,on muro; 1ua, non trncvano se uon paJlotte di. fr1-ro , (~ aY1:wa,no altro nonw <liw~rso da qndk de ltaìia. }~t portava e 1:01Hh1<:1~va questa .u·tiglieria sopra, di doi rote gra.ude, maggi n 1:e o rni11 u ec S3 eoudo el peso; fo qnale carre Lirnvano li <:aY,ilii, l'i tnt·t·e qnest<~ a1·~igliarie dò <~ lor fogl,';in e lol' nome, e d e q11Plle t·11H1~ lor sembì:rnte, JH\ 1·irnas1~ 1;i fogg-i,1, P vrn,tigr, in Jtalia )). E dopo la ca lata lli Cn,1·10 YlIJ, a pr-oposilo del le a1·1 ig-1 i\•1·il: pvrngine, apprr1Hìi;1,1110: « Et poi 111is1!1·0 i11 onli1;e tnth1 1·:1i-tigliaria, <le la, comuni(;\ de 1'(•1·oseia , q11:1l(• e1·,-1 fal.la ;1 la l"ogg-ia frnndosa, e ei-,L t uLLa dc mio JH•z;;1,o, 1! :l'n 1ness,L sop1·a ]i cani; la, quale per OJWrarc, non lJisogua,ya rnni levarla da qnelli l>. Ont ili l'ic111011t1\ n Y(~ll< \zia, a 1•\;1-rn i-n ,~ 1u~llo Rta lo dclh1 Chiesa, all;1, fi1u~ dd ìmcolo XV , il passavoln11t·(!, per esernrrio, er a, giù. <b tc~1.npo eo11os<·,iulo: quilHJi 11011 erano le ad.ig-licl'ie t11tte di 11n pezzo che portnvnno 1rna i10vitc't eoslrnttiv,1, rnn, pinttosLo l'affns1-o di eRR<~ in un tutto ullico con i enr-i-i <ld traino, ecl nnn c1~rta nnifor ntità <li calib1·i. Sta cli fatto che le pot-entissirne lJom barde itn lin,1rn, a l o1· yolta, irnprrRRiomirono aSS;ti i Ji'1·ar11:esi i qnali, appena poter·on o. si at:frdta.ro110 a rnzzia.rlc. Un arwnirno napoleUrno. il 1fi npi-il e del lJ!)\ scrtve al i\fnrr:lwse ili lVla11tova F1·anr.esco (;ouz;aga. : << La, Afocstà <lel Re de l<'rancz;a, ha fac to condurre tuLtc Jc hornbar<fo µ;rosse eciam nlcnn i bronzini qna Ile cpso ha. trovato uel cas1 (•llo novo cciam in nknn Jor-!10 <le Napoli e li fa charich,ue r-.11 li ga11,nr-;1,e e <JlleRto per mandare in Francza eec. )). 'fe1stimonia11za lurni1101sissima clell'nmmirazione dei Fran<:f'RÌ pe1· ]a noslra a rtiglie1·ia, l'ahhinrno in uu brano del libro << Le -

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l•l!iAGl<}l(A½lONl

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i,:1rno1t1 Dl (;l((Jl\"l::;'l'l

\ 'c~1·gù:1· d' ilouueur >), scritto da un francese che fu all'impresa ·d i Cado V lll : il brano è riportato in una nota del Forcemague, i 11 se1·ila negli atti dell'Accademia delle iscrizioni. Eccolo, tra-

llotto : « Bra fo quel luogo ]a pi1ì forrmile e grossa artiglieria che siasi · gia,mrnai veduta e h1 meglio fornita. Grosse bombarde di metallo e di lavoro di getto, dalle quali i Francesi trassero gran·d issimo vauta,ggio, polvere, carbone, zolfo fino e sale nitro». 'l'ali notizie convalidano anche le nsserzioni dell'anonimo ·eonispondeute del ~fard1ese di Gouzaga. E più oltre, nella stessa opera dello s<..a-ittore francese, a proposito della, difesa, di Casteln novo contro gli invasori, si legge ·del fuoco clw g1i ass<~diati focero con i morta.i, ed è rilevato il fatto che detta artiglieria, era. ben provveduta di carrette che se1:Yivano a tl'asportarla,. Che le a.rtiglierie fra,ncesi poi non fossero un modello di perfezione e di potenza emerge dalle stesse cromtche del T'assero il ·qua1e, parlamlo cli nna sommossa dei Na,poletani ne] ]ngJio del ·14~)?), ci fa sapere che « cli poi detti Fra,nzisi ordinaro certe palnm barde g1·osse !J uali incurncnzao a, tirare per la ten.:t » e, scguita,ndo : << pensate f:he menavano pfotre che pesava quattro ·e ùntarc l'mia, e qncslo facevano con cel'tc artiglierie che le (·hiamavano rnortn li )), c:ollclnde: <( qnestn art-iglier·ia niai fe ce ·1111tle a persunrt, a.fcu.na >> •

.Altri 1·a.ffro11ti nbbinmo giù f,1tti con le artig·lierie venete e e si potrnhhc! continunre a dor.nmentare ]a falsità o l'P11orrne es~ger;1;,;io1H-' cle.lla l<~g~enda <:reatasi intorno ai cannoni 1li Carlo VITI; rnn p1•p[p1·ia1110 fissare, più oltre. vari motivi per cui le bocche dn fnoc:o <>onlTihnirono alla faeile COJHJuisla. Più tardi akuni storici fra11eesi esag-er,1rono notevolmente il mnnero dellP 'hoc·c-hP !ln fuoco di Carlo YllI, tanto che ]o stesso Xapoleone 1II, 1wi snoi preg-<'volissimi TiJturfos -'<Wr le :na8sé et l'avenù· de 1-'Arlillerie, ~i i-:forz.n di ridnrre tali amplificazioni ¾I proporzioni più dii;;r.rete Pcl ncr.ettnhili P diehiara cl1e i eannoni dell'invaso1·e frai1ces<~ potevn110 ammontare al ma$sirno a 140. D'aìtl'a parte il Giovio, pur 1wlln sua ammirazione, pa,rht chiaro: « trentaf.:ei :wtiglierie >). E - secondo qnanto 1·iferisce ]' Angelucei rtel suo prer.ioso volmne Doanmenli inediti per. la, 11a poletane,

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1400 -1500

J.l

:storia delle anni rl(t fuoco Ualiwne - trentasei ne avrebbero pure contate altri. due storici che Im·ono t estimoni ocuh-iiri del passaggio di Uarlo Vlll e cioè il tedesco Hurkhardt, dia.rista d ella Corte 1mpale ed il cronista romano Sebastiano de Branca. ln fi1rn abbiamo la tesUmonia11zti del Benedetti, medico legnaliese d1e, appu11to in qunlitù di sanitario, seguì l'esercito della Legt1i, e d escrisse la ba.tLaglia del 'l'aro in una memoria storica intereRsanLe e a,ssai attendibile. 'l\dc memoria, :,;el'itt 1:.t in latino, venne tradott,L in italia,no da, Ludovico nomenìcI1i e pubblicata. da.l famoso cclitorn Giolito cli V1~ue zia nei 1549; un'altra edizione fedelissima, fn fa.tt.:L a Novara nel J.ì0:40. Secondo il Benecfotti, dunque, i pezzi d' artiglieria di Ca.rlo V l II snreLbero sta Li csa,ttamente q uarn11 ta.due, e a Fornovo « in questi pose egli tutte le spera11ze di sua salute)). Codesta cifra f'.!a,rebLe lu~n rnodesta, 1101J 1solo in si\ ma and1e se la si vuol mettere in 1·npporlo con le forze d'Artiglieria, h(~n aHrimcnti poi.(~uti messe j11 (:aD.1po, ;;-iù. 111e11,;,,o S(•colo twtuiti , da Ca1·lo il 'l'emerario. 'l'nnto ehc, per co11ciliarc tale P-sì· gui tà, che à uoi sembra pr,rsi110 eccessi rn,, con le dichia rn ,r,ionl !Ìel Gnicciardini cil'ca, l'impl'essione destata uelle popolazio11i. Halia,ne [>l'O])l'io dnlfo boccl1c (la fuoeo dell' invasore (e il gra,11(fo fiorentino, gmwraln1eule sobl'iò, tanto, Ire(ldo, non P d;wvero. nno Rtorico lfa pre11de1·e nlln, kggern) 11oi siamo tentati di cn·dere che, anche in qnei,,to ca.so, la -veriti'i, stia ud mezzo. C erto <'a1·lo VITI non portò con S(\ tntt-o quel po' po' cli nrtiglierie, che alcuni storici amlarono fantasticando; mn forse non furo no Heli1nwno così scarse conw ei s11rcbbl· (la cr·ecfore seguendo i ('J·onisti citati. pnl' deglli:-.siini lli ff'cfo. Il ha,11dolo di queshl, inh-i~ cat:1 mat:issa, storic.1 sJ-n prohn hi.l nwn te in rn1 eqnivoco o co11fnsione fra hornharcle ecl artiglierie in genere; e noi 110n abbiamo 11essm1a difficoltà a, credere al Ill'nnet che, coneorda,nclo con :X.ipoJeone III , coni:;-\. complesRivarne1de t.rentasci cannoni cla. W~~, verè t~ p1'op1·ie a,rtigliPrie d'assedio (sarehhero le 1Jo1nbarrle dc•l Giovio e del Hurkha,rdL) e un centina.io di colubrine: il Brmwtdice esu,tU:1Jmcntc 104, ma non indugia, a spiegai'ci dove a,b bia, preso eodesta cifra eosì rn·<~cjsm. Nella spedfaione le c0Inbri11B gfovarono certo assai di più clic non i famm:i tr<~ntasei mastodon ttd J_)ezzi che a,vevan eolpita ]a, fantasia dei cronisti. -

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( >1·a - a ndw a1mnettendo che le suriferite forze di Artiglier ia fo:sse1·0 s uveriori di uumero a quelle precedentemenle messe i II nLrn po ùa eserciti italiaiui - mle superiorità non poteva cerlaJ11e1J le es:,;e1·e così nolevole d,L giustilica1·e gli alti lai o le sva,veH1.de i1d.e1·ie:,,io11i degli. storiografi. F, poicl1è, anche come qm1litù, .I' A1·tiglieria <Ji Um·lo VIII non aveva nulla di eccezionale e di sorprendente per i ma,estri costruttori ita liani , 11oi s.ttemrno piuttosto propensi a credere che Felietto v1·odotto <.falle l>0cche da ruoco d egli invasori s ia i11vece da att.rilrni,·si , come giù. abbia,rno <.fotto, a.Ha, pc~rfotta organizzazione che - ci si consenta questa parohL - omogmrni½½a,va, F Artiglierin, del Re~ francc~se e u e decuplicavrL il valore e l'eftkenza . .in sos la11½[L l' .\ 1·tiglieria n ell'esercito di Ca,rlo VIII era ancora difitrihuita, e organi,i;,r,ata sceondo :i criteri , giù, esposti, cl i. J ean Bureau. C'<~1·a rrn gror-:,so Ji(U"CO indìpcll(lcntc, che comprendeva i cam1011i di rn;igg-ior ca lihrn c\ le colnhrinP: i primi destinati a spa zzm·e i g-randi ostacoli, le :;:eco1Hk ad. ag-h(; di lonhuio . 'l'utti quei,;Li 1wzzi, i11 br onzo, tiravano proiettili di ferro. OllTP al p:neo v'(•1·:rno , secondo l 'm·(linamento giiì, da noi 1·il<·valo, le tlot:m.io !1 i d<~i vari Corpi, che c ompren clevnno mwl1e qualche coluhri11a,, 111.1, sopn Lt utto erano composte di falco11i , pezzi (li piu:olo <:nlihrn in 11m1ie1·0 di oltre 200, e circn, :1200 pe:;-;,i\i d i i.I d.ig-li1·1·ia lll irn!l n. 'l',i.] i Pnrno. pressapo<:o, le forze tlc~ll '.A.1·tigl i eria, di Cnt·Jo VLLl iu Prai11r:ù1,_, evidentemente assai superiori a qrn•ll e dH~ Pgli po1·tò con sè nella spedizione. 'l'ul te eodest<~ bocclw da, fuoco richiedevano numeroso pm'sona,fo _;__ s i eo n Iava,11 0 i1rl'att i 1200 cam1oniPri, 2/'iOO operai spr>cinlizr.n t i e 4000 rnnnovali. Le arlig-lieric~, fnsc~ con moltn ai·t<~, avevano raggiun ta già nna certa. rapidiU'L di tiro. Og11i ora i grosRi ca.1111011i potevano tira.re cl1w colpi e i fakoni di eci: cifre <,he orn fa11no son·idcrc rna che possono er-:,i,:.:ere apprezzate al loro va !ore raffrontnndole con la esasperante lentezza del periodo p 1·cecdenLe. Qnali fo:-se1·0 nllora le condir.ioni Jfoll 'Ttalia si è detto . Ln, floride,i;za economic:n., il trionfo delle arti, lo sviluppo degli stnclì c~rano, p11d1'oppo, contfobilanciat.i dalle rivaJità e discordie fra, i vari Prin cipali.


14.00 -1500

1Ji tale stato generale d.i cose :1pprofitla in g-i-an parte Carlo alloi-cl1è, con l a sua spedizioue del 1-'H)4, J'iaprc il doloro::;o -ciclo cfolle invas ioni del t cnitol'io i talia.11 0, che sembrava, es:scl'si chiuso con Carlo Magno. Qnesto periodo, tra il fh1irc del sec:olo XV e il p rincipi o del XVI, ha nella storia, un' import:u1za immen sa., buona, e cattiva,. D r~ nn lato vede il prodigioso fiorire del genio ita liano che si m anifesta , non i n ono, 1J1fl, in clied cr·ea.tori sovra,ui, cli fa.ma rnoncliale, <la ~fithelangclo a Leonat<lo, da, U.atfae.llo al :Mncl.iiaveJli all ' .A1·iosto; e - ancora per mel"ito cli un ita liano! -- a,11,ugn, .smisuratamente i confini dell a 'l'c1·ra., scoprendo un uuoYo immenso continente. 1\1.a, d'altro lato - ogni meda.g lia hn il suo 1·oyesc:io -- 1·cinizia, nn tristo cielo di po]itk,~ europea, per cui l'Ha.Ha r·i<lidene, e tale dwarr:ì, p er più di ti·e secoli, il campo di ùattn,gJia iu c ui co:1;zano le rivalità e l e avide bl'ame degli a.Uri S ta.ti più potenti: e sarà du n que lizza. di combattimenti, infi11ite volte deva stn.ta-, e - .i11Hieme, e scmpl'c - preda ambi.tissima. Per fortnua le vfrtù della, noRtl'a stirpe pos::;0110 talvolta, s on· uecchiarc, non ma.i speg11ersi; e mcnt1·e Fra n("e:-;i e Spa,g uo)i e Imperiali si a vveuta11 0 s ol « gfa.rdiHO del rnomlo >) p1~l' contendersi il dirit to di raphrn., a,ll'(~sL1·emo ]cmùo nonl-oceidentalc de.Ila Penisola incomineia, a, cm1:solid::.u·si un piccol o Stato che suoner.ì. la dia11a del 1·isorgimcnto.

·v 1n

In q nesto vnsto movimento storico, doè in qn.e sto incrodars i tli fenorne11i c011trndclil.ori, in <',ni azio11.i e 1:ea.zio11i i,-.;011 0 quasi ·<:ont(•m po1·a,nee, Jo 1svilnppo (lelJ ';\ rtigli·e l'Ìn ha nn'inflrn~nza tnt t'alt.ro cl1e tra.scnr-a,bile. Abhiamo visto per· quali motiv i - rnentl'e l<-' pk<'ole bocehc (b fnoeo c•ra.110 possedute in gnlil1 copia, <.la, Rig-11ol'i e e l:'l'incip.11"i - le gr o:-;se :.w tig-1ierie, quelle necessarie 1,cr fa pre~a clelJe città,, clP.lle pi:rnzc forti ccc., stessero r1ivcnendo quai;;i monopoli o eseln ~ivo dell e grandi Potenze e, per esse. dcll<' i\fonarchif\ cl1e ne crnno n capo. 'l'aJc fenomeno sto1·ico si ilelinea semp1•r, più 1oieU-o r, si ri solve, monrnntaneamcnte, in mi danno per l'Itulia.. Prendiamo l 'esempio di ItaJia e Francia, per chwe ~ùJe va.de :fm·rne di or ganismo politieo una fisionomia, ecl un nome. Come -

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J; _\l:'l'tUJ,llèlUA 1 DUl'LLCI!l ELE}JE"'J'O DI l,'OltZA

a bbiarn o veduto, i R e - specialmente ()a,rlo Vll e Luigi XI ùispoll(m d o à e1le risorse economich e · di qu asi t utfa m m g1·andc Nu)lione, c1·a no stMi i u g1·ado di crear si dei for· rnidabili par chi d'artig lieria, di eni si enmo gi-,rndernen te giova,ti }_)er ridurre alla ragion e, cioè <.Loma 1·e \Jctiniti v,nn en te, i superstiti feudatari dbelli, i qua li erano, spesso, magn .i fid cav a li eri e aitim osi c ombattenti , m a non aveva,no l e ri s orse u ccessaric per e.ostr uire a loro volta dei p11i-clli capaci di far f ronte a, q11d lo dei Re. In F 1~nn cia non vi fu qnasi p i ù castello o città che potci;;se resistere a llu concen trazione di bocche da fuoco <.Lcll'eserci Lo re~Lle: l ' autoritù, m onarclika , ptu · n on essendo ;-.Lneor a sicun1, e de fin itiva, in corni11ci a a stabilire u na. disci pliua unitm·ia, cioè a cren1·e on bloc.:co politico om ogeneo, quale in [taJia n on si ebbe che qunf.ii q lli.\ ttr o<:eu t 'anni più lardi. 111, lnl ,nodo l'i11ve11zio,w della, polvere, e suzwat,u tto la s11u, a,ppl icnzio11 e n elle .<;russe o:nn,i dafuoco, P.'lrwm:tnna. ,1,,11'inft-11,rNLZ(.t evidP-nte sn q1u;ll'ùnm.c-11.'io proce8SO pòlitico che fu la, f orn1,a,.:"io1w di yrrwd-i Bf{J,/;,i r:orrisponrlent:i acl ·i ntere

1wzionaJ ità, cioè ,;1 conso lida,ment o cl i ,u,n'wnl:or'ità e disciplina, lolahfm'ia,~ i11- <:onfr<Y11/o ffll'a,1111,rr.hfo, di trrnti 7riccoli C01nn11i, o

. . ..

Sig·1101·0 f;t ,i . Uoi;;ì, Cado \'Hl , (J11,1ndo t:011 Ja, sna in1p po farnosn cn b tl,t in Tta lia , r.ia 1n·c~ il ei< :lo :,;( o rico df'll(\ j II va Rio11 i, si nppog·gi;i, :--e GO RÌ p ossiamo d il'e, dnc yo]te :snlla, pole11 )1a <foll 'Al'tiglieria,: primo. pc1· l 'elficada (lh<~tta - s:in, pure più mo ra le <: he 111 a,fr ria.lc -- dcli<~ i;;u e ,wnd da, f uoc o; Recondo, p er e hè qnesta s(ess:a, A r tigliC>1·ia, a l scrvi)lio dei sn oi :rntcnati i ha co11 hi b11ito a r,ost-it ofrg'li nn reg-tìo diRciplinato e organico , elle s tn, <:om pat.to dietr o (li lui e sn c ui egli puù euu tal'e c ome s n 1111a q 11asi i11csa,nr ihile ri ser v a, di for :,,<~. E t utto ciò mentre i. va ri 8tnt i it.a.li a 11i 11 0 11 p t>H-sano ehc a llf' pr opr ie r iva.litù e s i clila nia.110 1'e<:iproca.rnen te, es:.1ur(··11<.l o le pl'op rie fon c. In q uesto sigu ificat.o compl essivo, cioè pe1· i clne moti vi suesp osti , si p n ò dun q oe afforma.1·e che l ' A r t i gfo•1·in, fn importante coefficien te - non solo e n on t:rn to strettn,mcnte mili tm·e, rn n, squi si.tmnente politico - delJa. sitn a,zioue e ll e pl'l!mise a, He Carlo la ràpida, se pur é ffirn era, con q11i s hi.

Va.lirate le Al pi al passo ilcl Mongi.n evro, cc fmtrò h1 Ai:;ti il dì nono cli settcmb1·e <'l ell'anno mille quattrorP.nto n ovan taq nat.-325-


l -J.00 · 1.:iOO

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1ro, condncPmlo seeo in Italia i segni (li i1111m1w1·,~vo]i (·ala,rnitù e d'orri l:Jilissi mi i n(·i rh~11ti e Yariw1.i 0111 di q nasi I ntte le eose. Perchè dalla paf-snhi sn.1 no11 solo <.:'hhe>ro rn·irn:)pio rnn tn,zioue lli Sta.ti, sovversio1w di n•gni, flesolnz.im1r di paesi , PC(-.idi

Vig. ;,;:: - L'arti:.;-lit!rin di Carlo Vlll. Jl:l'>Sil l e Alpi. (l)i~1·gno <ld pitlon~

milit:ire Alph. De NcuYille).

'Cli dttà, crudelissime nc<·1s1011i; ma f'r.inndio 11110vi abiti, 1111ovi costumi, n1101i i e ~a11y11illosi 1nodi di guerTCfJftiarc _: i11:ferrnità, insino a quel di uon conosc:i nte: <! si disol'(lim11·0110 <li rnanicr·a, gli instrumenti della. qniPte e eoli(·ordia. itnlin1w, che 110n si essendo mai potuti riordirnn·e, h:1,11110 avuto fa(·ullù, altre nar.io ni straniere <~d ese1·dli uarba.1·i ili cm1(·1111.'ad:1 mi1:sPrnhihneute e -devastarla, )). Passato l'Appennino, Re Ca.d o troni li n,ppl'i rnn q nakhe re:sisteuza in Pjel'o 1 >e l\'.lPdki. il <[ uafo però, snhito clopo, si affretta a consegna,rgli le forte;,;;,;e cli Sarzana, ~arznnello, Piet1'asanta e, poehì giorni appresso. f]nelle di. Pi1-1a e di .Livorno. Per Firenze e :Sie11a, l'invasore penetra. nel tenitorio del T-)ontefire e fa il sno ingresso trionfale in Horna: c 1 procPclendo poi Yenm il l\h z½o0

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LlèG.-\ lT,\LTCA 1•; L.-\ Kl'l'Ilt. \T.-\ DI C.-\1:LO VJIL

il ~~ febhraio , euLra, in Napoli. ln poco più di crnqu e ha, corso la, J>eJJisola <ln,1 Pmia all'aHra estrernilù. 1Ma le co114niste facili son più ardue a mantenere. Il Duca ·lli : \Jilauo e i Veneziaui (01· 111:1,no la Leg~L Italica, a, cui ndcriseo110 gli Spagnoli di FcrcHnando il Cattolico, e Svizzeri e 'l'c'Cleschi di Massirnilia.n o d'Austria. · Ca,rlo VTJT com1wp1l(le il per·icolo cli rimane1·c in terra, straltÌ(!l'a e iJJi,,;ia mw, precipitosa, ritira.ta, Ja, quale però è in parte r-a.lle11 tatn. dal grosso tl'n ino di c,wri aggi e n,rtìg·lierie. Passata Pontremoli e l'ivalicato l'Appc1mino alla Cisa., si vede ti1,g lia,t;~, la, strad,L dni Confedern.U della J,egn, che si cn1.n o solleeitamenie raccolti rn~l territorio di Parma . .:-\ 1<'01·novo sosta l'avan!,';itanlia francese« che - citinmo n11 cora. il Gniceia.rdini - .:Lvev,1, fla::-:,mr,a ln 111ontag11n molto i11w1,11zi al resto dell 'esereito, r-itardato pee ·) 'irnpeflimento dell'artiglieria grossa, la tJua.le r:011 gramlis;,;jma, diffi(·oltù, si comlnccva per quella rno11tag11a aspra dell'Appc11Hi110 r sn1·< hhe :-:tata comlotla, con diffieoltà molto maggi01·c , ~1: gli ~vi½zel'i, e11pidi (li scanc<>Ila1·c l'offesa fatta all'onore del He nd sacco (li ;E-'ontn~rnoJi. 11011 si fossero con grandissima pron · te,,za n tfn tjtati a farla passar·e )). Qnale diffetcnza cla.l 1·apido e spedito ing1·esso <lelle bocche ·da fuoco in Hornu, eh<~ avev<L tanto colpito il buon Monsig11or ( Viovio ! ·Ma. altro è trainare clei cannoni p<~r· le eon,mlc vie ili muL ~ra1J<le dttù, fra, nna popola7,io11e pacifica. e inerme: altro issarli ·s ulle bah<~ impcnie e lr nrdne cime delle mmitngIH\ fra fo mo]estiP e gli attn,cchi cli m1 nemico valido e numeroso . Clu\ se il Re fra.n rese aveva ai snoi ordini - Recondo il citato Renedet.ti - << 1:mo 1101ni11i d'a,i·rnc fortissimi, 270 arderi a ·cnvn 11 o, GOOO fa11 ti tetlei-;ehi m u II i Li tl i a,l ahanfo, ru II d1e, picchi e :,,;d1ioppi. 4000 l'aMi halei:.;tri<~ri <\ 200 cavalli lcgge1·i )) oltre ai pc,1,,,i tr,utigliel'ia , Rn <:ni µ;iù nhlJiamo ddio il parer nostro, gli Alleati, :d comando di Gia11frn11ce:-co Gon7,agn, n.veva.no 1nesso insieme un esercito rispettabile, f·,omposto di diecimila, cavalieri, 'O tto mila fanti e due mihL stradiotti, cou artiglierie a,bhastanza nmnerm,e e dello stesso sistema di qncllc francesi. Il Benedetti, ·passando iu rassegna, gli apprestamenti fii gm~rra fatti dalla Lega,, scrive: << McJchim· Trevisano provveditore (di Vcne,,,ia) '(lornandò al Senato, il giorno S giugno 1495, cl1e gli rnanclassero g i,,1·110 , l11(\:·ù

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.... 1400 -1500

dodici artiglierie luughc che r,i chianrnno serpcn Line e dal vnlgo. passavolaiiti, i quali sog-liono essere molto usati dai Francesi )). Sullo svolgimento e auchc sull'esito clella battaglia di Fm·. novo (Ci luglio 1495) non si può forse dare nemmeno oggi n n giudizio esatto. l~' uno di tpwi fatti d'arme che sembrano giusWka1·c il panulosso ~ in altri casi ovviamente assurdo - d m

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Fig. 54 - La batt,1~lia di Fornovo.

« la vìttoriì.L appartiene a quell'e~mrcito che sin convinto cli essere riuscito vittorioso )). Tanto (~ vero che i Provveditori della Repubblica Veneta, nei messaggi spediti il giorno stesso della battaglia, non sanno bene raccapezzm·si e parlano di esito indeciso, mentre la settinrn.na appresso, allorchè incominciano a vederci più chiaro, non esitano a proclamm·c la vittorh1 della Lega. -

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, . LA BA'lvl'AliLIA

DI JJ'Ol{NOVO

Ce1·to Carlo VllT se la vide brutta assai. 'l'anto che -- men t 1·e ~i110 nllora aveva sconazzato l'Italia in lungo e in hugo con 11nel suo piglio burbanzoso e antipatico - a Fornovo ... si ricordò. della vropria qualità di Re Cristianissimo e (< voltatosi ugli a,iuti celesti, rece voto a San Dionigi e a San Martino, reputati protettori pa,rtic'.olari del Rea.me <li Francia, che, se passavrL salvo con l'eRercito ne.L l)iemonte, andrebbe, subito ch e fosse ritorna,to di lù dai monti, a, visitare co11 grauuissimi cloni le diiesc d::dicate al loro nome, l'una appresso u, J'rwigi, l'altra a, 'l'ol'si (Tonrs) e che ciascun anno farebbe, co11 soh~unissime feste e sncrifid, Lestimonianz.n, della -gl'azia ricevuta per opeta lor·o )). Non sappiamo -- · e, lo confessi:1mo, poco ci interessa di sa,perc - se Sua .Maestà Cristia11issinm si ricordasse poi di adempiere i solenni voti : auzi, <faLo l 'uom o, abbimno in proposito fierissimi <lnhhi, chè Carlo Vlll ·- smaliziato e cinico - doveva professare quelh~ tale ophlione espressa iu un antico e famoso, JH·ov<!rliio: << pasr,:ata la festa, )> co11 q rwl che segue. Ced.o, in questo caso, la « festa. )J fu a.lqnanto movilllentata,; e fu proprio miracolo (sia, o 110n sià dei Santi Dio11igi e Martino) se He Cal'ioi-iusd a 1:iporta,r e sn11e e salve iu l•'rarn'.ia. le pro111·fo ossa. Fn1 1L eesco Uuicciardini d1e, da bnon fiorentino, arna, chiamare le eose col loro nome, e forse non crede che le potem-;e celesti si disturbino tanto facilmente per eornJurrc in 1m senso o uell'alfro le efllrnere vie~nde terrene, opina che Carlo VlII si sia salvato p1·0prio per un colpo di fortuna : << f~ grandissirua,, come ognnno stt, in tutte le azioni un 1anc la, potestà, cfolla fortuna; maggiorenelle cose militari, che in qualunque altra; ma iuestimabile. immensa., infinita. ne' fatti cl'arrne ... >>.

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Ce1·Lo si è che, se ''" Fornovo l 'Esf'rcito fn111cese riuscì a ca, ·arscla pel' il 1·otto della cuffia, all'Artiglieria, non va riconosciuta se non una parte del merito, assai rninore cli quanto n on siano andati più ta,rdi favoleggiando a,lcuni stol'ici e cronisti. Rileggiamo ancora 1111 breve hrano della, Rtoria fl' ltaba, là dove (Libro II, cap. IV),) è detto che la battaglia fu mcmora bHe « perchè fu la prima, che da lunghissimo tempo in qua si cornhattesse con uccisione e con sangue in Italia)), tant.o che ci fnroJ10 <lugento morti da parte dei Francesi e assai più da, ·pa,r tc degli -

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1400 -1500

] taliaui. Secondo altri, ]e 1wrdite sarebbero sta.t e asstu snpe1·iori : rnoo l•'rnncesi e ar.oo ltaliaui. Comuuque, anche a. volersi attenere alle cifre del fiore11Li110, 11neste, data l'epoca,; sono pm·e sempre uotevoli, specie iu Italia, dove (( iuuanzi a qnc~sto morivallo pochissimi uomini in un fatto d'armi.)). E « tanta ncci.siorn~ )) ,Lpp,u-e al Gnkci~Lrdini « ta,nto più meravigliosa perchè la uc:LUtLglia llOll durò più ùì un ' m·a e perchè, combattendosi da ogni p 11i-rt.e con le forte zze propri e <~ eou l'armi, si aàoJ1Grcvron o poco le a,rtiqlforfr: )).

Allorchè Re Carlo vide che Ja sua retroguardia, attaccatn, si trovava a mal partito, cerc:ò sostcncrJa facendovi ~Lfiluire 1<1 arUgliede; ma la, manovra uou gli riuscì molto facilmente, e, cornnnqne, ebbe he11 poca efficacia, . Condudendo, a.nche a voler passare al vaglio il g·iudizio troppo negativo di alcnni storici. che tendevano, p<~r preconcetti mon1,l i o eava.llereschi o estetic.i , a svaluta.1·e l'efficenz~1 dell'Ar· tig:lieria, f-i può dire che (Jncsta, ~ n Fornovo ·- non dieile al1":Cscreito fl'a.llcese il giovamento eh(~ gli aveva (lato in prece· ..-fonti fatti d' arme e nella fulminea c011qnista. di 1-tlcnne cittiì. Se Je hocche da fuoco leggere cont.1·ihnirono ad aprirg1i la via <1 Pl rit1n·110, viceversa quell e pesanti, come alJIJiarno visto, costitnfrollo un forte impedimento , 11cutralizza11do qua.si complctamellte il vantaggio delle altre ; tanto che, a voler tira.r e le .sorrn1rn, non si polrcbbc dire con c<~rtezza se, a, Fornovo, le ar- . tigliel'ie siano sta.te un elemento positivo o neg:1,tivo; mentre positivissimo fu -- ben inteso da] punto ili vistiL di Carlo VIII - lo sca,rso accordo fra, le varie for:,,;e della Lega, e la conseguente indisciplina., che diminuirono rn>tcvolmcntc l'efficienza. di tali trnppe. 11 ritardo nell'intervento delle riserve alleate, ht deftd enza di online, la diHìcolt:\ di passaggio del Taro in piena furono tutti c1lementi negativi che neutralìzzm·ono il vantaggio della .supe1·iorità del numero degli {Lllcati; tanto che Carlo VIII avrebbe potuto forse riportare una n etta vittoria., se avesse dato retta, a.l consiglio di G. (i. Trivulzio, del Vitelli e di Francesco Secco - capitani italiani ai suoi ordini - che lo consigliavano di attaccare su tutta hL linea. Ma il He - sia, che avesse esaurito t11tto n suo spirito aggressivo nelle precedenti rodomontate -

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.I J."1\l'l.l"l•::'\1/..\ l>ET.f,' .\ l{'l'.U LIEH L \

DI \'.\!{LI) Yll l

1·1>n l 1·0 popol.t½Ìoni i.Jw1_·111i P (tisorgani7,zate ball(lt· f 11ggiasd1e, sia, c lic• fo1-,1·K'

im1wessio11a.to, come dichiarò al 'l'l'ivulzio, nel trova r i,;ì

Ji na L111e11tl~ ll i fronte q ucl che ncrn aveva. finora incontra.lo 1wlla N1m froppo facilf\ spedizione italica,, cioè uu ve1·0 e proprio eser-

eito , 1·isolnt.o a combattt>re - · preferì usa.re pr·udenza e si tmrne pago <li poter ripr·emlc~r(~, t.ant l!icn quc 1na7 ) la vin deHe Alpi. 'l'ntto ciò va trnrn to presm1te, non giù per sva.luta.re l'i mp01·t1-1 nza, dell e n r tig-lil'ri e fra,nccsi clell 'c>poca (irn portanza e tec11 iea, e politica, c he noi abhinmo ampiamente illustrata.), quanto pe1· r,;pi<>g-,ne co na• t\ p1!rd1i• i,;i lrovasR<~l'O aucorn, Rul p1·indpio e fiu verso ]a metà del secolo XVl , degli nomini d'arme <~ degli seri! !01·i cli cmw ntilitari, quale per esempio il Machiavel.li, ostilintnnwute sceU-.iti tir<'n la potenzf-1. offensiva e difensiva. delle armi cla fnoeo. Riassumendo, la calata di Ca1·lo V lll non ci rivela ri'il~11 t<~, l!OH ci insegrn1, nic~ute, per ciò dw coucel'ne per fezio mw1enti te<.:uid delle ho(:di e da fuoco; (·h(~ in Halia, era11 giù st:Lti raggiunti iu preeecfonza. Vi<.:eve1·sa climostra la grande efficacia <1elle rt,1·tigli.erie, per le ragicrni politiche c he abbiamo inclicn,tfi; ed c•serci fa UJJa. forte influ enza sullo svill1ppo d elle artiglierie Hn.1in1ie , 110H giù per eccezioua.li snccessi ì 11 Cttrnpo, bensì per l' i1up1·1\sHio11e destata Hel volgo, enormemente eRag-erata dalle amplifica½ioni dei cronisti, e per l'ins<~gnarnento -··- (J1Hlst o, sì, vcrnrn enf<! importan te - dato da una buona orga,niz,mzion e, ]a q na,f o sa peva !.ra.i·1·e 110te vole rendimento <1n forze t 111.t' altro che impon en ti.

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13.

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Sguardo retrospettivo all'azione delle bocche da fuoco in battaglia negli altri Paesi - Motivi che giustificano o spiegano lo scetticismo di alcuni uomini d'armi e scrittori dell'epoca circa l'efficienza dell' Arti· glieria - Peso, impedimento; scarsa mobilità e lentezza di tiro - I risultati negativi di Azincourt, Dieppe, Oramson, Morat e Nancy - Eserciti totalmente privi di artiglieria, che battono eserciti ricchi di bocche da fuoco - Considerazioni e commenti - li rovescio-della, medaglia: battaglie in cui l'Artiglieria ha efficacia risolutiva: Birsa, formigny, Castillon, (faure.

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Ri può fare gntn ,::1.r ico a.gli Italiani di 110n avere, nl:lora, dato nrng;gior :,;,viluppo a,lL1rti glierin campale e rimprov1·rare

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1400 -1500

il .?lfachfaY(' Ui se, al principio del sec. XVl, la, considerava più nn faticoso e costoso impedirnenlo che un forn1idabiie strumento. di offesft? Par·1·ehbe di no, a giudicare, per un lato, dai gravi inconvenienti che si verificavano nel tiro, e, per l'altro, dai x·isnltati mediocri che diedero in akuni imp01·tantissimi eornbattiinenti 1e bocche rla fuoco ca,mpali. Gli inconvenienti del tiro d<>rivavano d}Llht inee1·lez:r.a della fabbriea:r.ionc e rlalh irr<>golarità del dosarncnto della polven· . Abbiamo giù visto alcuni gravi incidenti verificatisi n el l'uso delle bombarde iu Italia. N el 1428 gli a rm ati del P a,pa all'assedio di Bologna videro rott ..L una, gr·ossa, bombarda ai pr·imi f:olpi: m\l J .148 A! fouso fi'Aragona, nll'assetlio di Piombino, ruppe Je uellc bornb;n·df> ehc enwo giuule da Knpoli; Jlel 1432 a Nicolò Pi eci11ino , mentrn asscdiaNa Castiglio1w, s t:oppiò una gTossissirna. hombanla clic, volata, ili mille pezzi, fece rnoltn vitti mc. No11 111P110 preoccupm1ti sono gli i nr:j dm1ti che s i Yl'l"Ì · fica,rono in altri Paesi. N e1 14(i7 la, grossa horn hnnla di Liegi , l ,er hL proY~L delltt quale Lotte ]e cnrnpan(~ delht eit.lù avevnno sno nato a stor·mo, am]c) in fra.ntnmi, e uisog11ù fahhi'icarHe u11a n u ova. N el 1478 a r a.rigi ]a prnva di spn.ro <li nna g1·ossa 1>0111ba.l'da fa.bbr·il:a ta a Tou1·s <~ così drscritta dalle eronache : << LP posero nelJa sua. gola. la sua, pa.ll;;L die pesava, GOO lihhrc~ di JW· so di ferro : la palln, rotolando entro, contro il cocchiume di" detta bomlmrda, fel.'.c imp1·ovviso la. Rcarica senza, ehe si snJWRS(~ donde fosse venuto il fuoco, con che a.mmazzù il suo fonditor e.. e 14 a lt re persone )). Gli n1c1.mve ni<~nl:i CJ';"! no <lmn1ti a, cattivo mnneggio, c•.orne nel caso di Parigi, od a difetti costruttivi, sebbene il .Santini 11cl suo manoi;icritto, tra le cause che provocnYnn o la rottnrn delle bombarde e delle cerhol.tane, scgnnsse principnlmente « il tura,cciolo cli legno dùro e tenace , hattuto oHrc il clovere; il troppo calore ed 1111 Maestro ignorante e mal pratico)). In occai;iione df'll'assedio di Costantinopoli il Th1ca.s scrisf1f' : (t Si sa che i cannoni, se dopo il colpo non si c1rntodiRcono copren· doli con densa lana, Cl'epano CÒme Vf'tro, ed anche COll cura tale. scarica.ti duo o fre volte Ri fondono per cagione dell'aria cheentra nei pori del n1<>ta.llo. Ora che faceva I'art.ence? Dopo il

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L' ARTIGLifilHA DI AZ.INCOUH'l'

.~v t Lo, ei,:1-,eudo infervorato il cau11011c del Nitro e de]Jo ~olfo , .i m-

HH·(liatmnente lo ungeva d'olio con che si turava.110 i suoi puri ·couLro le ingimie dell'a.ria, ed a,tteso il calore dell'olio il frecltlo 11011 agiva. su quei cannone ..... )).

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Vediamo ora gli scarsi risultati ottenuti in alcune battaglie dnlle artiglierie campali di quegli slessi eserciti - quali il frant:ese, il l>0rgognouc e l'inglese - che ne possedevano in gra.11 11 urncro e a vcva,no organi½zato e perfezionato il S(~rvizio. Ad Azinconrt (1113) una delle cause della. grave sconfitta d1e i l<'rance~i sul>irono da pa1-te delle t1·appe inglesi fu il ritardo con cui il Duca di Rorgogna. arrivò a congiungersi all'eserdto l'eale: e tale l'itnr-do venne determinato in parte dal tempo t~ccessivo cfodicato alla, formazione del parco d'artiglieria. Tutta.vi,:~ sarebbe assurdo sostenere che codesto incidente -esercitasse un'influenza risolutiva. Ren altra è la caratteristica fondamentnk di Azinconrt che portò 1m fierh,simo colpo al pre · -dominio cfo1la ca.va,l]eria feudale, la qnale - pnr non avendo più la preponderanza assoluta. dei secoli prec<~denti - continuava a godcl'c di un gnwde prestigio. OnL contro l'esercito fnrncese dw era. quasi tntto com1iosto di gente d'armi feudale, pcsanteìHente a,nna.ta e semirnrnohilizzata nel fa,ngo - si avanzarono, terribili, i tremila tLrcieri inglesi che He J<~nrico V aveva distrilrniti rnii hoschi e sulle a,lture fra i villa,g-g-i di Azincourt e Ta.nìiencourt. Le frcceie degli inglesi fecero sanguinosa strage della m assa francese, che era venuta a,U'assalto in tre linee e si accalcava nello spazio angnsto e impantann,to: Les eo1wl1,<' r<:11/, s11r l'lwrùc cn long1ws nrn-r1ées. 11:,; ll"'uparr,11<lrcnt due) con1,f,c ni chevcilicr.

Sentite come nel lamento funebre rhmona la sdegnosa mera'riglia, COIJlro codesta Fa.nteria, specie di (< plehe )) armata che, -sfm:r,a un riguardo aJ mondo, foriisce, uccide, travolge iJ fiore della nohiltà ! Non altrimenti - - e con più aspro accm1to - vibrerù la rampogna r:ontro l ' Artiglieria, l'arma nuova da cui la,

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1400 · 1500 Ca va llel"ia femlaJe 1-iccverà il colpo d.i grazia. :Perfettamente na. tura.li , codeste « lamentazioni », rna, alt1·ctfanto vane, ch è 110n. po~i,;01 10 a n estare il corso della slori a . l 1ochi ::i,nui dopo Azincourt, 'l'alboL, comandante in c:ipo delle truppe ingfosi in Fra,uci a duracntc l:1 l unghissim,1 guenacon tro Cal'lo VIT, di sponeva, di un 'artiglieria, formida bile, ma, ci ò non g l'impedi' dì essel'e te11uto lunga mente in isca,cco thlJ fran<:ese J>unois, c he .weva, fon,e minol'i. C-!ua,ndo riuscì a, portnrsi din a11:d a Dicppe, 'l'albot vi sca,gliò il fllO<'.O dei snoi ùueccmto pc¼z-i - fo r za, 1wr 1111ell '<:p oca, stupefacente · e n. più ripr1:se fe. r<: ci-o lla 1·e pm·te ti.ci ll::1stio ni , ma questi pol.cr o11 0 sempre es~ere

ricoi,;Lruiti. Irnmrn.ma, quantunque l ' Inglese a nmenlasse ancora il n um,~ro d ell e bocche da fuoco e l ' in t e11s ità. del tfro, la c iUi\, gli 1·esi1::teU.e due :11mi, tan to tfa dar tempo a,llf\ tr11pJ)e <Ti Onrlo YII di i 11 Lcrvenire e liber:uJa. : e, in q 11C8t.' 11ltimo ntta l-cO. l<· n,rt-i g lic 1:ie cli ~ra,11..> ot servìr·o11u c:oRi poco clw ... cg-li fì11ì per· l:t Rcia1·le q ùa si tu tte rn~lJe man i <le] J1emi co. A Ormn8011 , rn~l 14:7(i, C a,r·l o il 'rcnwral'io nnca ili Bm·g-og-11,1, a,(.tac·.1·.ò g-li Rvi¼r.eri co.11 nn esct·c ito 1H 80 mila 1wrnini , pit'1 flì qnattl'Oecnto g-rosse bocc:lrn da rnoco ed 1111a 1~11 01·111e qna11 tih'i cH piccoli ptizzi, fra c ui ottoec11to :wchihngi. nli 8vi½z<~1·i 11011 fl Y<' · van o che venti mil a, uomini <~ 1111 tL tl·1•ntirn1 d i 1w ;i;r.·i, r:io1'> 11.11.· a.r· tigliel"Ìa dc1·i soria i u confro n lo a q11c~lJa av vPrR:u·ia. i\fn l e Joro fa n le1·ic si Rlallcfo,rono an 'u!t nc1·0 con q uell'« irn1wt·o <li rn a.ssa >) elle 1·1~i,;;e famose le truppe cl vetiche e du~ gilrnl i fir-a l 'a ppell11 tiYo d i « etù, .svi z-;i;er3, >> ch e si Rnol dare , 11,p puuto, 1wl.le s lor·ie mili · tari, a l secolo XV. Le posi;;e11ti iwtig li<~l"ie ùi Cn.rlo ebbc1·0 ap1wna il Lc111 p u cli :-;p,n·aH~ nnn. l-lola volta (~ i:lllùit o fnrnnn c:onqni~(att:' <l ai nemid, i 1prn li i:;i p t·c:-ie1·0 tn tti i q1rn.tl'ro<;e 11 to' pezzi , ol tt-e a moHc muniz-io11i, di.strilmite poi a,ll1i (:ittù di 1'1•ontiera. U gnal me n te gn1vf\ f u J.'ins11c(·es1So ùel 'r(•mera.1·i o n M:u1·n t . n ell o i,t e81SO a.11 110 . l'~g li d i sponeva di be n fòlessa n tmnib uomini P d i o! h·< ~ <' ÌlH]lH~een t u pcz-z-i (li a,r Li~li eria, 1·api cfamcntc fm·nitigli <'! a lle pift.7,ze fo 1-ti della, B orgogna, della L01·cn n. e dei P a ei:.i Ha i:.si : e 'l'f\d eschi e Svizzf\ri ll on aveva.no clic qnara11lamila nomini ~ forze d ' ar Ligli er fa. assai minori , m a essi si spill sero a;va,n l.i ,ll'<li · tam c nlc. Di col po, mm loro ava.ngnardia s i presenta vicin i.s~ima

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~lOilA'l' E KANCY

di11:111zi a,ll' a.vangna,rdia, borgognona e minaccia di impa,clronirsi d<~ll c sue bocche cla fuoco. Subito dopo, un piccolo corpo d'eserc ito syiz.,:ero piomba ::mi fianchi e sulle retrovie di (;a.rio, a,Llacca, 1:orpo a corpo i suoi artiglieri, stra.ppa. loro le artiglierie e 1H volta eon Lro le truppe dcll'avangmLrdia borgognona, macellandola. L'a1·tiglieria di liuea borgognona, ò pr<~sa, e tutto l ' ese1·cito di U,Ldo vie11e rnesso in rotta,, menti·(~ la maggior pa,rle dellt· s ne hocdw <la fnoeo 1·imane nelle mani dei 11erniei. Uu terzo L1·a,gico insuccesso fn quello di Nancy, dove l' a nno appresso il Borgognone venne d'c~tinitivamente lxittnto e ucciso. A11che qui le artjg'lic~rie f(~cer o ,tppena in tempo a, spa,ra.r e por:he salve, ehè gli 8vizzel'i-tedeschi, <~pprofitt:wdo della foscl1i a e della neve che ca.deva, in abbondan,r,a, si precipitarono irrcsi stihili , mnssacrar0110 gli al'tig·lieri sui loro pezzi, schiaccia,rono il 11ern.ico. Cosi, q11asi JWl" ll]J;L t1,,,n1>, bt,llf(>, ir·o11ip delbL sf,01·ia,, Il'( ' ll( ~f,i, j i 11 sncc<~s:·-i. f..lell' A.1·tigl i(!I-in. segrnrno la fine ddPambizioso s og no <i la f1·agir·n nwde di (l'H~I C11rlo il 'l'emerario, che puT'e el'a sta,to <·.on(lof·. tip1·0 <·.apa(:e e(l a1·(lito, 11011 solo, ma, 1·imane nella stor·ia, conte mio dei pl'irni condottieri che ahhia,no intuito le immen se possibiliLà della nuova a,rma,. S ic vo~ non 'U07ri~.

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Infirn~ vi fm·0110 delle i uf ere gnerre - come qm~lla, cornbat. tuta lhLU' lmperatore Sig·ismondo contro Ja, .Boemia, solfeyata clnll a prcdicazioue ardente ili <:iovarmi TT11ss - in cui le boceh eda, fuoco e1·ano atlopel'a,te da 1111 solo esercito, quello imper.ialP , mentre i Boemi. poco avanznti nell'a,rtc militar e, 110u possellevano che macchine nevrohalisti.che e qm1si ignora.vano le ariiglierie vere e pr-opl'ie, ta,nto ehe noH adoperarono se, non ((nelle •conqu-istate al nornico. Eppure tale differenz::L r :1,dicafo~ d ie avrebbe donrf.o dare agli Tmperia.li una supc~riorità scl1iaccia nte, non esercitò akuna, influen½a, irnll'esito della, guena, cl1e, eom'è noto, fu vinta, flai noemi. Nel 1420, alla testa di un escn·il o imponente III u1iito di artiglic1·ia,, fra cui molte grosse bombarde, Rigisrnondo assedia Praga ; mrt le bocche da fnoco gli scrYon o b Pn poco lli fronte alltL gr·a.nde mobilitù ed all'auclada della fan -


1400 · ,luOO

i.eri:1 boem a , hL quale, a.hilmcu lc coudotta, da, 7,iska, rcspiuge t ntt.i gli attacchi tedeschi. Peggio ,u,cora, a ccade l '.:urno succcs.sivo, a,llorch,~ Sigismondo r itorni.L a ll 'attacco con sessanta.mila uom ini ed nn 'ar tiglieria a neora più forLc: i Boemi lo b r.L ttono n u ovamente e conquistano quasi tutte le sue bocche d a fuoco . .Nel J424 il 01·ande rn ettorc cli 8assonia nrn1·cia di nuovo cont1·0 i Boemi e, acl Aussig, è ba-ttuto c ... perde le a.rUgli erie. l~ n el 1431 l ' ullirno, u,nlito sfol' ½O tedl'~<·.o :-:i infrange definitivamen te -<:ontro la forza. della fa n terfa, boema. E' natu rale che tali avvenimenti a,limen ta-sse1·0 i dubbi cir e,L l 'pflicienza, pralica delle bocche da fuoco. Ma gli scettici ave·v ano il toi'to di r1on considc1'a,1·1i due circostanze. Anzitutto, lù, dove fa vi ttoria a-rl'icfo ad es,wei ti meno p1·ovvisLi di artiglieria, -ciò nou significa, che essa non giovi, bensì _d ie gJi :wversa1·ì .l ' hanno Sf1puta, adopera.r e meglio o ha nno neutralizzata. la superiorità, determinata, <ln-ll,1, nrngg ioi·e quantitiì. delle armi da, fnoco, con J-.mpc1·iore a,bi litù ta Uiea o s tra,tegica. Per qù:Lnto poi con cP.rn e g-li eserci ti e lle, privi lotalmente di ~ntig-lierhi, 1·if>scouo a, Yinccr e al t. ti eserciti dte invP<:P. n e hamw gran copia - come l ' esempio dasf-i<:o citato, dei Boemi co11tro _g li lrnpP.ria Ji - ù da rflevare clH~ t<Llc circostan za s ussiste solo nei primi fatti d'arme . l'oi, ma,11 mano d1e i Boemi hatt.0110 il nemi<:o, gli strappa,110 le s nc hoeclic da fuoco e imparan o r .1pi·Òamentc ad a dopera r le, con grande giovamen to. Così, clopo il 1424, essi t)osseggono grand e qrnrntitù, di bocche da fuoc:o prese a i '!',~d eschi e le usano, con not1w 0Jc vant.ag-gio, uel 14-~7 e 1wl ·Mzzo dcciisivo del 1431. lufine a codesti esempi 11eg;1,tivi sou cln co11 trapporr1i 1"111 ti -quelli i n cni inve(·e l' r\1·H~Jieria m,ereitò 1m ' infl11euza p ositiva. ·note,ole. .Nel 1444, 11el tr-em eudo fatto d 'arm i di Birsa (o l'ratt,~lu} presso Basilea, u n corpo fra. nccs:! di di ec:imihL nomini , c:oma n1.lato cla-1 D c] fino ch e fn poi Lnig i XI, distruggi': letteralmente, -::;op ratn tt o g 1'azie a ll e Hil'tiglicrfo, m1 p iecol o corpo svizzero di 1600 ~oldati , di c ni - seconrlo l ' afferma zione, del r esto non in· ·

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len1mcnte crcdihile, di alcuni sLorid - 11011 r,;a reùbc1·0 r imasti vivi che di cci uomini, e, di quer:;ti, nove era,.Òo feriti!! A Formigny (144-!l) le colubrine fra.11cesi coman date da Oler mon t a1·reca110 g1·an da,nno agli Inglesi. A CasLillon l'artiglierhL di .Tea.n Bu1·ea,n fald a, le ma,sse inglesi coma nda te da Ta lhot; a Ga,u1·c, Filippo di Borgogna, 11011 osando a tta,ccar c l'esercito cli C ancl n elle s ue formitfabili posizion.i , 1·iesee con uno s trata- . gemma, a farlo nRcire e, lìngendo di. lasciars i inseguire , lo trascin a, fii, sotto il f uoco ,lelle peopl'ie a,rtiglierfo che ne fau no s i ra ge. g lo stes:-:o Carl o H 'l'e1ne n1l'io, primn. di iucapp:l,r e uei trn gfri i nfor t uni r.he doveva no st roncargli l' avventurosa vi ta , si c 1·a Ja,r gamente ser vito, in a llri fa.tti d ' anni Yittoriosi . delle IJoechc da fuoco, elle eraito semp re stn le 1111 0 <l<-'i s11oi. maggiol'i <-' forse i l magg·ior e · - elem ento d i potenzn .

14.

Le caratteristiche delle artiglierie dell'epoca - Il sistema di bocche da fuoco descritto da Francesco Di Giorgio Martini - Dalle bombarde alle spingarde, all'archibuso, allo scoppietto - Altre denominazioni e s ottospecie · Le bombardelle e .l e bombe - L'estetica e ... i suoi inconvenienti - I bombardieri, _borg hesi e mercenari.

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Pi no n mctù <lel secolo XV Ie bocche d tL fnoco eran o st.tte fab lwi<::i te eo11 I!~fo rnrnl e e d i m e 11s io ni più varie. Intorno aJ 1430 i Jll .t.(•sl.1·i ho111ba1·diel'i italim1i :1vevM10 per ò incominciat o a com p re11dp1·e la e011 venie11za di rid111Tc le artiglicl'ie ad un 1·agg ua 1,!:lio 1ii,;:,;o e t·oi-;hrnte; pe1Y:iù presero a. unitù, di mis ur a o mod·ul o il diH111et.1·0 1kll n p nlla, to 11 sicler ,wdolo come ng nnle tL quello della hor:e a. del pezzo : i111p1·c~eisìone ques la da c ni ll On potenwo 110n na:,:;ec1·e moHi incon ve11ienli.. 1''1·tLn cesco .Di Giorg io 1\Ia l'tini, da. Siena, che scri sse nell' nl· timo vc n t icinquc1mio tlel (-lunttrocen to e <li c ui r iparlerf'mo n <'l pa.ragn1fo dedicato a.gli sr,rittori cli cose militari, fn il p1·irno · che diede un q1mdro <lelle boeche da fuoco df'l s uo tempo, pr en · -

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]400 - 1500

(lfm1o per lmse della classifica il calibro, eio<~ il diametro dell'anima. Riportiaruo qui l'elenco del Se1ws<>, avvertendo però ehe -come egli stc~so lealmente dichia,ra - si tratti1 più che aHro di un tentativo di sistema,zione, chè sul finire del scc. XV, in m a teria. di hocehe da fuoco, si e1·a anc01·a,, per così dire, in periodo di a,na,rchia ~ o, diciamo meglio, di libera. fantasia. iu cui 1 vari maestri fonditori o i loro discepoli si sbizza,1Ti,,ano 11elle più diverse forme. J\fa cediamo la parola, al i\J.n·tini. Anzitntto le boni7mnle. Queste el'ano lunghe da, 5 m. a G,70 e tiniva,no palle di pietra di ceuto chilogrammi, cli diametro 0,412. In r eaHù c'erano almeno dne spe·cie di bombarde: quelle minute ad anima, lnnga, servivn.110 :--1wci.a.lm,~nte per le g11etre lhl campagna, avevano a,nima, lnngn, fln, :W a 4J) volte Ja bocca e Linwauo anche proiettili di pieLrn, ma speeialmente di feno hatLuto o <:o.lai.o o di pio111ho; (!lH~I h: µ;roHHl! l: 1up;1,za,J1<! nil :w.iJua

lt1 nga avevauo Ja, Lromba, J unga d:1 4, ad 8 volle la boeea, e gdtn.va.110 proiettili cli pietra. B' da avvcr-tirc che t:1li inflic::~zioni sono molto approssima,tè. Seeonclo il Rannto, v'erano bombarde che tiravano palle da, 400 a 500 libbre., cioè pressapoco tla J 33 a 170 cl,ili; secornlo lo R1(~lla ed nltri f.:uittori, c:e n'erano <la 700 lìhhl'e, da 900, altre da 1200; e iufine i 'l'urchi avrebbero :uJoperato palle d,1, G40 e a11die da, 689 r,hilogni,mmi ! Nel 14.78 (;'erano hornharde eo11 la tromhn cli 14.000 libbre di peso e il << cannoue )) di 11.000. 'l'otale 25.000 libbrP, cioc\ 843:'~ chili! Alcuni scrittori fanno confusione tra hornhal.'(la, e H<:hioppo, che in 1·caltù sono invece faeilm.e11 te distillguibiJi, ])(\rcltl" l,\ bombarde erano armi cc cla posto )) 11011 faeilrne11tc smon!nbili e sempre t1ffustate. Riprendiamo la cJassifica del Mnrtilii. Il mortaro (che a.lt1·i chiama << bo111ba1·da ad anillrn corta ))) (;1·a lungo da metri l ,G90 a, poco più di 2, e tirava palle di diametro vario, fra 0,362 e 0,412 e peso da G7 a 100 chili. Mentre ìe bombarde· delle uue specie tiravano orizzontalmente, il mortaro veniva, adoperato per Liro in an:u,ta. a gTandissima, eleva-

338 -


... ,

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,· fig 2;

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11 Fig.3 .:,

Fig.4-~

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Fig. 55 - Le artiglierie di Francesco D~ Giorgio Martiol. 1) Bombarda. 2) Mortarn. 3) Cannone o mezzano. 4) Cortana. 5) PassaYolante.


1400 - 1500 zioue. Tl nome di mol'taro è citato nll'assedfr> fl i Hocli dove tfrando di trave1·so percolè .le l'abhri<:hc e i rnm·i J). 8e 11e pu1') precisare nella, second11i metit del secolo la comp:1,rsa, che è im]_.)orta.11 te anclrn perchè ad essa si collega, b q nesti on e delle g1·annte. T,a rnezzrwci (o (:omuue) - che, come dice il nome, era intermedia. fra k g1•ossc bombarde e le bornbat·delle - lunga, ei1·ca tn~ metri e mezzo, tirava palle di pietra di qmisi l'i' chili di peso e di 0,2:lfl di diametro. Co1nod:1 da ma11eggia1·e asRai pi.ù che le a1-tig.liceic gTosse da rnm·o, (pw:-;ta 111er,za1m era di uso più com une ; e per dò i F1·a11cesi la, chfa.rr1a,rono 1noye11ne e nnche, pel' c01T~1zione, m,iane; e più ta,Nli gli Ita]i:uii, per imitazione, ]n, indica-1·ono arn:he eol uomP rnoiana. L:1 corfo11ri - detta anche 1:01:hdlla- - 11111µ,-n <:it(::L qualiro metri, tira.va, palle di pietra dì peso va1·iahile fra i 20 () i ~H chili e (li cliametro fra 0,240 e O.~N<i. J I J1orne cleri va forse dal l'aHo r.he essa ,LY<~va 1111 'anima- eoi-! a JII culi [ru11 Lo a-1 bt, grandezza, della hocca. J_,a, passa,11olru1tc ) ]un ga, sei rndt·i , tirnNa proiettili misti ,li piombo e ferro, <li 1111 pe~:o compl('8sivo di circa einqnc diiJ ogrammi e mezzo e di <linmetro OJO. 11 basilisco,. lnngo <la 7 metri ,~ niezzo a 8 e mezzo, tir:wn proiettili di pietra o ln·ouzo o fcno (li Kg. (i,790 e (lia,m et-ro da 0,122 a O,lltl. L:1 cr-rbotl:ana, lnngn dn, 2,70tl :1, :1,1:lSO: prni(\l-tifo di piomuo di peso val'iabile fra i 700 gran1m i e poro più cli un chilo, di ,liamelro da 0,048 a, 0,000. :--eeoudo il Prornis, il nome <lPriva da 1111 anti<:o ~frumento da geli.o, che, l'rn. tut.t,~ l e n ~cehie armi da Li1·0, sarehhe la più vieiim n q1wllP ,la fnoc·o. La spinya.rdfl, l1rnga rn. 2,70: proi<~ttile di pietra pe!-!ante cfa ci1·ca B chili e rne,w,o a poeo più di i5, con calibro da 0,13 a, 0 ,1 :-;. Inve<:e, secomlo i1 I 1romis, spingM·d.a sai·ebbc stata << al di Jà, dello sd1iop1Jo, ogni genere cli bomharda tirante palle di ferro e <li piombo fìno a.l peso di dne o di tre libbre, (cioè da meno di setle t>tti a,cl 1111 r,hilo), 1nentre quelle clie tiravano palle cli pietra, più pesanti si sarebbero chiama te born ba1·dellc )). Secondo l' Ang1~· lncci, il proiettile della sping:=irda poteva miche :-i rdvare ad un

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L A CL.\:Sts ll•'lC.\ ZHJ:SI·: Dl F. IJJ

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veso di uu c hilo e t1.-eeenLo gnuumi, ma, i11 sostanza J.)<u·e <:erto d1e essa r app1·ese11ta8se l'artiglieria minuta, o, meglio, l'anello t1j f:011gi un zioue fra L' artiglieria, rniunta e le a rmi portatili. Uou l'rin.:hiùuso (poi ardtillngfo) e Jo 8COppfot to, si passa ri1::ioluta11H~11lc all 'arma portatile: il prilllo, lungo da in. 1,014 a l,0::-1:J, cou p 1·oiettile di piombo di !JOCO più <.Li 1:,0 grammi, di c-a lihro 0,00; il secondo, hrngo d a m . O,G7ti a m. J ,014, con proiett ili 1nu·e cli piombo, <li peso vatia bilc fra 0,014 e o,o:n e ca,l i b1·0 o,orn - 0,015. Qni ti11i sr·<~ la c:.lassilka uel Vi Uim·gio Mai·tini, il 11n:1le d i\ di ei~ù;c,tlll '.trrna. un chiaro dis<~guo ; ma, v oi l o stesso .R<:ri ttor e avver te c he« ogni gio1·J1 0 se ne t rova.n o di più vm·ie in ve1izioni )). l n fa tti il l'romis, per es., c]assi fica,ndo le artig.lierie d eJ.J' cpoca in qnat l ro SJWl'ie - tl a mn l'O, <la <:arr o, 1h1, ca 111po, da nrnno enumer:L l11olte a.Un! ho<·t hc dn, fnof·,o non i udienh~ Jn,1 :\Ini-ti.ni: il fakollc, il fak01H•tto, il rn czzo falt,01 1e , l a co ln b1·i11n , ln serp<m· tina -- dH~ fa l\'vlta :-:(• u thra e;,;:-e1·c t utl.' 11110 1:v 11 la p1·ce<.>d<>11te e talvollu, sP111b1'H i n v<·<·<\ tl 1c se• 1H' clilfor,•uii - il i-agro (eletto nnt l1c « q ua1·lo di eolul.Jri 11a )) (\ cc <t nai·l·o ca1111011 n »), Faspiùe, lo smeriglio o :-:111n,tldo, fl g-frifall:o, Lu1uil o, il rcdc11<:, il salta · m:ll'ti no, il <:ac:t.incm·na rt hi( •. il bro11,z in o o 1:, b 1·onzi.n n, .I.a fo1·1i11a - di <:ni 1,,u·l a rnrn o -- il l·ih:ddocehi110, ecc. ì\111 è evi<lente c he - pilÌ <:hP di. Ya,t·ic sottospce ie lwn d istiHte--'- sj fratta di varietà, 1·i lof·(·at'<~ o riliattezzate, con <'fo:1To r .iù o m e no ccrveUot'i<:o, da q u PRto o q uel mn s tro bo 111bm·<lie1·e. J 1rq101· hlllte (' Jn. bornl)(IH/r:llr, clw. CO iii e Vf>(l(~JIIJUO, VÌ(>JI(~ RJ)PS· so eonfu i-;:~ con ln spill g-: 1nlfl , rn :1, in l'CH H:ì ne differisce. Tll ge11r>1·alc: era, i,;e mpre de~ ignntn con 11n ' nltrn indi cnzio11e qn a.Jin ca· 1iva : hom hm·d<•l la a bi-ngn., da nav<", d a, barcn,, da utel·li ecc. T,a ho111 lm1·,l<'lla. a lll'.ign. f' <la 11 :in• <\ d<!lla p1·irn:1 m ehì, tl el Q11a,lfroecnt·o e :-i compoiie di du e p.1rti : la, tromba<' il cannone, il qunle n ltiJ110 e rn nnche e hinm nJo mascolo, o mascltio o morta.letto. Non d :-embva fnor di lnogo cibire qui a n che le bomlw, poic lH\ Ynlturio ne n1't1·ib11.il'icc l 'i1w<>T1,r,ionc n, Rigisrnon do P :rndolfo ìHnl.1l·ps!a, vissnto ne1la. rn ehì, del 1'1Ceo'lo XV: e frnte Leona l"do Oi11sf ininni sc·1·ive di 1m cc m1Jr!'a io a homba J> 11sat o nJl 'assedio di Cosh1nti 1101fol i n el 1,1;-;:{: ed è t<'stimon i.a uza non pl'Ìrn di n ilorc, -

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1400 - lGOO

chè a tale assedio il frate assisLè di persona. l>el resto ne su·isscro anche Leonardo, il Biringuccio ed :-1ltri: e nel capitolo· seguente avrenw occasione di riparlarne per l'uso fattone da, vari condottieri e tecnici ilaliani. Anche nel secolo XV, come ucl XlV, le L,ocche da fuoco italia11e (che continuano, specialmente le maggiori, ad essere d(~signatt) etl individuate ciascuna (;011 un nome, talvolta bizza,rro) tengouo il lll'ÌHULto µer l'clcga11za <folle forme e la hcllcz.z.a. (]egli ornamenti. Si cibno due colubrine venete che chhero form:1 di (( armouiose colonne cm·inzie eol capitello co1·1·i:spo11d(~1Jte alla bocca e Ja base alla eulatta, )). ~on solo, ma si ineolllindò ,L (]ct,ora.re d ega1tte1neute auehe i pr·oieU-ili , orna11l1oli di ii,;n·iziolli, ecc. : nei reslauri di Castel S. Augelo in H.ouw si son ti-ovnte <le Je pali(• 1·ec.rnti in rilievo (fogli emlllerni a1·aldici tli l':1pi. J',; :,;upcl'fl 110 <l i1·e c:he tali preoccupazioni estetiche - naturalissime, ·se :,;i Uen conto elci l'epoca; cllf' vide: in Italia il pr·otlig;i oso fiorir <:; 11 i tnttc le :u·ti e <JUflJ,i una <lìviua. ellllrezza collettiva, la quale dava, a tii t·Jo i I popofo nn incontenibile ardore di bellf'zzn, e si concretava in inmwrb1Ji ca,polavori - a,,,cvnno (ahimè, ecco fa pl'or;a !) i loro bl'avi inconvcnient·i tecnici ; c:h(\ pe1· es., codesti proietti li istol'iati <lovevano css(~re fasci,·d.i con stracci o pc\lli per 11011 :1 n mentare a.11 cora. Ja sfuggila di gas <lelln. c:arica attrav<'rRo agli interstizi fl'a palla cd aui rna (lel pezzo; e a1H.:.l1e hde misnra p1·ml<~11zi:1le r~ 11.dliativ:1, non potev,i. e1i111inal'c l ' incn·tczza, e la kntezz.n del tho. Come si (C fo1·mav a110 )l e si Ol'/!Jtnizzn.vano aJlorn !,!;li nrt igli.eri '? Secondo il T>aru (Hist:oirn dn V11nisn) , la più an 1ica sen o la di bo1nhanlic1·i [11 creata a, VHwr.ia rn~I 1491. Alt1·P- 11oi ne soesm·o a L11ccn. nel 1 !"";20, ad Aneoua nel 1:-i~4. A Roma Clemente VIII i(l:'i!l4) aveva istituito una speeic di Confraternita, di Rombardieri di Castel S. Angelo, affidata ad Alberico Capponi e Pietro Aldobl'andini; Confrafornita che hen pre~to go,lette di privilPgi va.ri e creò ahituclini, nonne, tl'aclizioni. .J\-Ia, nel complesso, pel' tutto il RP.co]o XV. i bomba,rclicri non ebbero affatto un'01·ga.nizzazionf' rniJitare: era.no, in sostanza, -

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J . J,;u:G .\ .\½.\ DI t,'ULL\1A E J;J<;LLJ,ZZ.\ Ili 01'.~AJ\H:NTI

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(Id mc r·c1mal'i borgl1ei;:i , cl1 e s i noleggiavano volt.a a volta, o a11d1c s t:1.bilme11 te, e che spesso erano dotati d i grande competenza i.' brn.vm·;.1, tecnica, ma il più dcll <~ volte mancavano di nn -ver o scnRo di diReiplina militare.

15.

Il forte contributo italiano ali' Artiglie ria come scienza - Crhtina da Pizzano - Geniale versatilità di nostra gente: l' Artiglìeria forma o ggetto di studio di molti grandi Italiani che ha n lasciato incancell abile impronta ne l campo delle lettere e delle arti - Lampo Birago, Ro berto Valturio, Francesco di Giorgio Martini - Leonardo e il Codice Atlantico.

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~i è detto <:he n.1w.l1n nel secolo :.xv l'Halfa porh1, conrn semJJi·c, H s uo 1wezioso co11 tribulo agli studi seifmtil ici ed a,l le rnernode slol'iehe concernenti. l 'Artiglieria. L tL t<ldle1·nt.ur..~ clell' .AJ:tiglieritL)), clria,m ium ola così, del S P · colo XV si a pi'(~ - - g1·adita mer avig·li:-1 - con un nome femminile. fi; infatLi pressa.poco del 1410 il trattn,to scritto in Tìngua fran Ct·~e da C1·i i.:;(.inu, cfa P izzan o, c]1e, nata, in V enezia da Tommaso - - detto da ]'izza.no, p erch<\ oriundo delln, ten·a così nominata n1!ll 'AJJpe1111iuo IJolognese-fu porta.la ancor·a bimba a,lla, Corte cli F rall eia e là creulJe, si sposò e presto rimase vedova. e ma dre i.11felice . .Ne l :,rno Livre <lcs /uif:8 d ' a.rm,c8 <1l cle <..:hev(Llcrfo ella ci dù, a,nche la, tl.esuizione <li m1:1 macchina da, lancio, evid<~nte· rneute élel'ivata <la Vegezio, ac ni aggiunge vari cenni inlol.'n o alle 1,uove ..1rt igliel'ic; e si soffe1·ma su Il e trombe da f11oeo per i nccn {li a r<~ m a cehine, snlle pall <~ iHfoor,ate lanciate da.i mangani, sui Yfll'Ì (·alilwi llelle arti~licrie adatta.ti ai diffei·enti servizi n ell'assedio di mrn pia zza , ecc . .-\ Crisl.ina da J.'iz1.nn o ha dedicato pagine bellissime il Ge11eral<~ Leo11e Antln:a, i :f::1ggiorotti 11e] volunte ;I rch'iletti o architdtmra. nliilUarc nel :U erlio T,h ;o, 1·ecenteme11lc pubblicat o nella. collezione <C L'Operil, del Genio italian o all'estero n. T,a figura di <prnsta geniale donna italiana vi ·ù tagliata di tutto tondo con

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1400 -1500 be-Ha, maestria ed è mesRo in evitlenza il suo vivacfasimo ingegno

p i-ccursore. La, gloria di Filippo Ilrunellef.lchi è affidata al genio per cui~ m ediante lo studio delle rovine di Roum, egli rinnovò le forme :trclritettoniche P. fu e rimane una delle figure più luminose ù eJla

Fig-. 5(; - Uri stina dn Pi;r,z:mo.

Ri llasce11za: è naturale che i Rnoi f.ltncli <~ le RlW relazioni t ecniche passino in seconda linea. Tuttavia ci piace ricordare come egli cleclicasse p:wticolare attenzione all'architettura mi.lita.re ed alla. meecanka, meraviglioso esempio di quell11. stupt>uda; versatilità italiana ehc doveva toccare poi, con Leo11ardo, f.lnl finire clell o f.ltesso secolo, le vett<~ più eccels(~.


L. 1:. ALBl,:lt'l'l, !J. 'l'.\Cl'OL,\J l'AOLO :SAKTl:Sl

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E che t1·ova, ùel resto, un altro c~sernpio mii-a bile in Leo11 Dattii;;ta, Albcl'ti, . di illustre fa,lliiglia, fioreutiua fu orusdta. Poeta, lettera,to, filosofo, egli compone uu tratta,Lo D e -re aed·i /iccitoria; i:n c ui (liscorrc, fra l 'altro , Jelle macchine militari, ma, - ·- fatto sil1gol are se si tien conto dell'epoca, .14.,:t - nou mentova, affatto l ' uso della polve1·c, a, meno che ùi questa non fosse mcrndoue in qualche capitolo poi. perdnto, conrn si pe1·deLt c, per esempi.o, q11ello d edicato alla guerra maritt~ma. Jacopo Ma.i·iano, o forse .Mari:u10 di ,Jacopo, di cui nuu si ::,;a co11 precisione se fosSf\ o non fosse sern-\se, sorn·a1111omiuat.o 'l'accula, scrive, n ell'am 10 J4-rn, D o ·1naohi11is Zil>ri X; che ::;i conserv:1110 a lla iVfarcia-11a. di Ven ezia , ed in eui t l'accia e cliseg-na fra l'al t ro l11nc:chinc ince11 d.i arie e baliste, cel'llO ttanc e schioppi. Intorno al H50 o pochi a1111i pi1ì. tanti, PnoJo Santini, nato proha.bilHH~ntc a J>nc,eio, g;1·osso bol'g-o del la Valsesia in PicmoH te, certo, corn mHJ w :, it,1.Lhwo, e i11g;cg·1u·l'<\ al soldo della H,epu bblirn: tli Ve11rzia. pr ima <> poi di Re Ri _g'ismornlo d' Ungheria, <:0111pnnc in JH·osa im111;,1ginosa un eorlice cli c'lieei lihri, iHtitolato cc ~a.h1te <lei l'anima, e del <:m·po, il cni eont.enuto sn·ve a eoloro i qnnli co11 islr1m1e11 Lo cl:"l, g'Uena si sfor,-,,rno di \':do1·os:1,111C~llte di foll(]erc la ver·itù, della Fede Cattolica,1 .:i,ffiJJeht~ la Fede e 1,L n.,~lig-ion e ·Cattol ien, Ri ag:g1:andisca no :dl' iuto1·110 C]lmnh> più fia pos sibil e)). 11 titolo, conveniamone, potrebbe essere più i-;iutetieo; in co1 11pcnso l ' opera, t\ p er vm·i aspetti , notevole: essa fn com,ce~·n f'n. nella Ilih1ioteca (fol Senaglio di Costnnti nopoli fino al Hi '7, a,nno in c ui passò u.l Re di l i' rancia. Ti1gcgno nwio, H Rnntini id eò molte rnn.c diille da, guerra: le ee1·hotta11 c amhnlatorie; lo scoppettìerc ,i cavai.lo ehe ma.nPg-gia, la, bomharélella, tenemloJa. appoggiata snll'arrnfl.tm·u. e sorretta, <fa, 1m:1; forehettn. fissata, alla. sella (precede di un secolo le armi n <.:a.valletto) : 1111 a Rino e ll e porta tl'e ~coppi,\tJ-i ~ml claYnnli de l basto ((( fa, duopo ehc sia. bardato, e~ q11anto più se ne rna11 dn110 contro i nemici è nwg·lio »). I11ollTc, 11el 111anoscritto h1dir.nto, il Rn ntini descrisse m·mi f\ dispositivi ùi g rande i,1!.CJ·(·~~P. Alle bombarde, ai mangani , ::1,g li a1·ieti (R evvu.s Fredns) pm· rornpc1·e le mm·a e le navi. alla nota -tcst;ud,0 in diverse fornrn ])Cl' giungere n,lle mur a cfoJle fortezze, si a,ggiungoJ10 l'n.ltalena -

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4. HOO - li:>00

passwrnttus) la cui caratteristica irnpo1·tante è ~111 asso ol'izzontale dal Santiui (;.Uiamat~L Il e_rrochiu,rn o N rLB[i1.Mn . o R1-icha, 1ier a,bba,ssa1·e con urn1, (;Orda e (;011 minore sforzo il bra,c cio posteriore; un carro a 1·ote (;011 una scala, attaccata per un estremo in capo al carro ed innal½aniesi (;On l'altro estremo a mezz_o di un venicello (<lù,tesa, la scala, pcn11ctte di giungere alle mura avversarie, e, giacente, può servire, coperta, con graticci, per il passaggio di corsi di a<:qna); barche armaJe con colubrine, sc.oppietti, bomba1·de, protette con sacchi e mmtite -di ruote per essere trasportato pe1· via òi terra; ed uno scafandro per permettere ad 1111 nomo di giungere nelle castella e nelle~ 1·oed1c poste in mezzo al I'aequa. Aucon1, il s~rntini avvertirà che per sollevare Hu ,peso dal fondo delle aeqne occorl'e aflo11d,u·e ba1·che cariche (li sassi, legarle al peso d~1, sollevare e quindi ca,povolgcde : l(~ barche vel'l'anno ,1, galla coll'oggetto da tirar su . Finalrne11tc, p1·e(;edendo di parecchio il famoso grido: (< Aequa alle fnni ! )l il ~ostro inscgrn~rù, che, 11rn111do a 111p;r,;r,o di rn,1r·,d1i111>. si Fm,1·à i"il-ata b corda, che r<-!Ca In rampan a su una to1Te, e già la eampa,na. è rina,.;i in sito, ma uon ,.;i ha più co1·da « ba,gua,te le C01·dc l'.OTl :l,C(Jllfl, 'la, c01·da r,,;i 1·p:sl.l'i11ge <~ i;:'a<:(:<H·<:ia, e la, campana andrù i11 sHo )) . In veriLù1 l'a.Htico nome di inf]enfos dato ai co strnt.t01·i e 1naestri fu vernn1ente ben meritato da, Paolo .Santini, che dalle sponde del Da11ul>io tPstirnoninva a ncora la passione per Ja Patria, serivendo c he per signoreggiare in TtaUa occorreva, ave1· l'appoggio dd Sommo P011 tefice, domare Milano, aver lrnoni n:,;;trm10m i e molti ingpgn<'l'Ì ... ecc. Lmlovico TT, rnaschese di. Saluz7,o, nato nel 1438 e morto nel li'i04, compose elci Rcry'io11amenf;i so7>ra, i libri (li Veyezio) in cui f~1 cenno cfo1le nuove al'liglierie, e un trattato Della defensione ddlrJ rocche rrnsediale e della espugnatfone delle medesime, nel q 11ale sono mm minate le possibilità e l ' efficacin, delle bocche da f11oco. ù

Lampo DiTa-go, milanese, nato intorno al· 14001 può m'lsere conl-iide1·nto uno dei più antiehi sc1·ittori che si occuparono largamente d '},. rtiglicria. IL suo Strategicon adver.cms T1.1,rcos) bel co dice composto nel 14-54-55. dedicato a Papa Nicolò V e conservato n Torino, e,.;pone il piano (li una nuova Crociata che òovrehhe - · 346 -


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liue1·ayc Costantinopoli , caduhL nel 14.53 in potere dei Musu1 rnnni, p1·opoJ1cndo - ecco 1111 puulo d:1 rilevru·e - che SÌi1 quasi intera111e11! e ;1,fli.datn. ad 1111 eS!!l'Cito ila lia,no; e indugiar l onga,· rne1it·e sull e armi da fuoeo e da getto. Pa,r la dell' u so d ello schioppo, faeenclo 1111 lungo rafl'ro11to con la, balestra e fini sce per pre ferire la seeo11da pereh<\ d ice, lo schioppo è u tile solameule se ma11 ,~ggiato da vid110 e co11 comodità., m en tre in baLta glia, p er la fre Ua , male :-;i eari<:a e peggio si toglie ln, mira, e, del r esto, ]a u 1ri<:a. dello seli ioppo - com e dclln bomha,rdn, -- richiedeu<lo troppo lernpo , lasdn il soldato espoHto, ine1·m<·, a .i colpi del 111~mko. 'J'utte eomdd e1·nzìo11i n,hlms (·nnza esa.tt1•, se si tien con to <l<>ll' epof:a: che tu lt:avia a.vr<>bbero do vuto sugge 1·ire al Bira go ise egli fosse stato un po' meuo lettel'a.to cd un po' più tecnico l ' oppol't rrni tù , non di p1·efceÌl'c Jc haleslT<", l><!ll kÌ di perfr:dom11·e Rt: hi oppi e I.Jomhn,n.lc. Lo S ln 1,tcqicon p arla. m1d.1c n, lungo dell<: i,;pi11g:n·<le <·.h e, a, det.tn del Birago , so110 d i <:aliuro da J a 3 lih1,r«\ rn e 11 ( 1·e dalle 3 i 11 :,.; 11 :-:i. eh i:Ull:t HO bom hn 1·1l<~lle .

Col Val tm·i o nnivinm o, pm· così dire, nd nn clasi:,;ico della .A1·ti g li«- 1·i :1 , seLlw11e egli 11011 foi:;:,.;e uomo di gtwrra. Nato a Ili 1n.i11 i nr\l 14J :1. R o bcr·to di Fr:1,11ce1-1co di. Valtu rio vis:,.;,~ aJla Corte dei i\fa,l al<•sht cd ,~hhe on orìfìei i11<;nrid1 i da pa1·1 e di. Sigismo11cl o l'antlolfo. L.1 i,;11:1 opern /)<, rr: 111ifitor i , eornpusl a hrt,01·11 0 al J460 e clivi f;a, h1 1~ li h1·i. l.rn!J:.t a.111pin11wntt~ sopratullo <ldFantka, mili½Ìa. Quanhlllqnc Pgli non :-;ia mi tccni<·,o e le no li:d e r,:;ulle hoeehe

,in.

foo<·o 11011 :,.;i;i110 molth;:,.;i nw, lo si può f'ornrn Ltare <·on vaii!a g--

gio, nlrn e 11 0 p c:r l'ifel'ìrnenti (\ con trolli. N PI Lihro X ,·1<~ll ' opc1·a <:iblla, i:,;011 0 i.li segllate e des<:rittc 1110Hc rna c,·hi11<~ da geHo: ma In pa.i·t p più irnporfan(·< del 1ib1·0 è <p1ella i11 cni ki pnl'l:l dellP nrtigli,~1·ie, dt P il \T;1 Hnrio <:1·ede di nso ed jnYPJl½ion c m llicl1i R,:;i rna. Qni egli cl(!SCl'iYP e fli ~c·µ:utL - olt.1·e a tl'nb 11 echi <· bl'i u :ol<i - c:w11 oni vei·i e prop1·ii, ca.netti di :11·t igli c1·ia, e ce. Il t rnttnto - <li c11i eRistono molti bd codiei a pt>11nn, - fn trado tto poi i.n i h lliano (fal R am nsjo e r,:; bunpnto a, Y<·l'011a nel 1483 . Il val01·e del Va.ltudo f u nolevolmentc Ps agi'1·at-o <_fai ~noi p tm egiristi ; nm n P-ssuno può con1-e is!m·e l'int<>J·pssP <·no1·n1e , anzi prczioF:o, dei d isegni P. ùclle descri ,r,ion i cli mac· 0

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3.J.7 -


1400 - H'iOO

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Fig. ;)T - h'r,mce~co Di Uior g ì,, .\ln rl ini (d ,1 G. i:ilkca : Scrittori m'i/itari italiani) .

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3J8 -


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F ILIXCES l'U Dl L;lùl:G lU .l fAl:Tl:\' l

e bi11 e e <.lclJc l>L·ime arn1i. <la fuoc:o. Qui :st a YC1·aruente l 'impor taJJilH d ell ' op(!l':l del 1·indne:se; e qni11di p e1· noi, e for·se solamen te per noi, egli <:oslil ni F;f:P- u11a. fì g nra di pri rnh,s jmo Ol'dine. Tl s eu esc li'r a-n tc:seo J>i f:io1·~io ì\Iart.ini - ehe a bbiamo g ià larg,.m1cnt<~ dtu.tu -- fn b uo n ing·c\gJH.!re e nrcl1ilctto d vile e mi-

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D:11 rn:rno~c:ril lo ::nl ng-rn l'o cli Fr:1 11e·c ~c·o 0

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(;iorg;io ?l brt:i11i: M tl C·

<:l! i 11 e 111il i l u r i ,t ·1111·1;1:uu idH' . (l\il>l iol er.a cornu 11:Llc di Sk !lla) .

lita.r e , e oltl c s i <lirc ~1be 01·n. <' Lnon i-t.ri thn·r· di cosi> di :.r u e r r a.. Nat o in L01·no nl 1428, forse s eolaro d<."l nl'1111 e llc•sch i, a ncora g iovinetto ln:vol'ò a mol ti cdifìf'i in Rie nn , !- UH p a t r ia . ed n Rom ,1..

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349 -


1400 -1500

Dopo varie peregri1iazioni, rìtornnto a, Siena, vi eserdtò la pitt ura e l 'a,rchitcttura., Jìuo a che, i11torno al 147G, fn chia11mto in Urbino al soldo del Duca F ederico, per il quale edifir,ò molte rocche forti, (d'onde nacque l'eqnivoeo che, da alcuni, Io foce rite11e1·c urbiuate) . Hkhiesto voltrL ~1 volta a Roma,, l1ove Vhgi1,io Orsini molto lo apprezzò e lo tenne caro, a, Milano, dove Uian Galeazzo Visconti volle conoscere il suo pa,r ere ci1\:.n, b cn pola, del Duomo, e, poscia, u Nnpoli e in Puglia al servizio degli Aragonesi, fe<.:e però sewpn: della sna Si(ma, il pl'Oprio imggiorno p 1·cforito, e Sf\rnpre e do vunque alternò mirabili oper<~ lli a.i·c:hitettnra rniJi!are con scritti val'i e tut!i uotevoli. J_a, :-;ua fama fu più che a<l altro dovul.,L alle op<~re di arclritcttrn·;t rnili t:we, cd è prohabilui ent:e per' app1·ofoudire le: Rllf\ co11osce11:,,,e in questa forma, di ardti!.dtura dw P14li si spinse mol lo ;1<ld(:11t.ro negli studi :·mlle a1;tigl Ì(•1·ie delle <1 uali, come vedemmo, ci d:ì. ne lle s1w open~ .le 11oti;1,ie le più co111plcLe die se 1w siano n,v11t<• in q 11e.U.' (\porn.

Il J'1·0 111is, 11ei. l'<noi g-i:\ citati volumi, ci <.U un <<<'nhdogo !l(• ' rndir:i di F1·a11eesco di Uiorgio 1ìinl'tini n, ehe ha 1nolto int(~resic;e ]1!·1· lo i-tmlioso, 11tn. eso1·bit<"rr:hlH: <lnl campo della 11o;;t1·a Rtorin. l'e1· uoi paT'ticol11rn1e11te _illl])Ol'ta11!e -- pel'dH\ eome i-i (: ddto, coJLLiene da.ti preziosi sul.l'Artiglieria, italia11a, ue.lJ;i, seconda mHtù. del secolo XV - è il TnrllaJo di arehitct/Hrn r:ivif e e nU:lilure) composto fra il 1170 e il 1480 c poi :.n npli:i1o 1wl 1°W1, ciel qua.le si conoscono paT'ccchi esernpla.ri (Codici sai 11zzi,1110. ;;encse_ , rna,gli:1ibechiano, ecc.) e che fu pubblicato pel' Ja 1wirn:1. volta a 1'orino, in rna,gnHicn, cdizio1w, nel 1841 , per eura del Cavaliere C<~StHe SnJuzzo, <:on lunghissime e in teressallti noiP hiografkhc, osservazioni e cornuw11Li ili Carlo l'romis: <.l1w pn1Tizi picUionter-,i cornpctcutissirni <li stm·ia militare, chP S])t'SSO Puhirno P an·emo ancora occasione di citare. Del M.artini abbi.imo 1·if<~l'ita) la famosa classifica. in dicci specie~ dell 'art.-igl ier ia clelln snn

epoca. Orso, della, famosa famiglia d eg·li Orsini, nuca di Ascoli, valoroso soldato che militò anche sotto Pranr:esco Sforza, scl'isse nel 1477 un Trattato del (-Jorer110 ef; esen:itio della :lf-ilNia, - Jrnhblieato recentemente dall'« Archivio Storico per ]e provincie na-

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350-


O. OJ: S ll'-1 , D. CAl{,\l<' A , ,\. l'OU:NAZZA/\0

pnlPtnne (1G33) >> - .in éni espose ln, sln1ttnm di due grosse bomh:11-ùe Ln1.e nti palle cla ioo a :100 libbre r. descl'isse le cerbottane <:11.c, ser.ondo lui , dovevano essere tra,sportatc f.:11 canctti r.operti d[t un manlclletto e Lutte inc uoiate e a,pcrtc dn, fer itoie, in modo d a c opt·i1·e, n on sol o i clne cerhotta11ic1·i, ma auche sei altri sch.i oppettieri o ba l<>f.:triel'i .

Fi.c:-. ::i!I - D:1 ! m:rnos<:rillo autogr ,,fo cli h' rauccsco Di Uiorgio Martin! : Macuhiu o milital'i e: 11111r;co11iGli c. (Bil>liol.eca Comunale rii Siena).

l>iomclle C:uafa, bnon soldato, poi consi glier e e ministro di Re Ferdinamlo di N:ipoli, scl'isse~ fra, ]'a ltro, qoaitro memoriali intitolati Gli o.m.1n(w1:d rnm c 11ti mili/uri, in nno d ei 1p1a,li insiste prr l:L falHJJ·i ca:done tli al'tig·lierie leggere: due di tali memoriali, 1-imast.i nno aclesi:;o inediti, s ono stati orn, pubblicati dal ·suindicato Archivio storico napoletan o. Il piacentino. Antonio Corn n1.1.,u10, vi ssuto lungamente a Milano p resso Francesco Rforza ed a Venezia presso il Co1lconi, dei quali òue condottieri sci:issc la vita, compose un traU.ato De la integrità <le la 1n-ilitnre cwte1 dedicalo al Duc::t Ercol e di Fer-

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1400 - ljOO

i-:.ira, eh<: gli sei-vì voi ùi tela pet il s uo poe1mt JJe 1·e uiilita'l"i : opera di sca,1·so interesse. lnte ,·ess:.w tc dal punto di vi:;ta nosti-o <~ il senese F1·ancesc o Patricio, Yescovo di Un.eta,, nato uei p1·irni decenni del secolo X V. Il suo ti·aHato << l)e H,og110 et Regis ist,i fai'ion e )) contieue un,L pagi.11a 1 e he riporliamo qui tradotta, uell:1 quale s i hov,L la. dese1·i½i.o ue 1lclle homl>.:trdc <fo ll 'cpoca: « l cosci-itti 11 ei p1·irni seo11 ti-i dclfo battagli e a mala pena posson o sosteHei-e <:011 .lo sguardo fisHo il bnlcuio <lcl le a.rmi 111!rniel1e, e si avvil:i 1w 110 l.1·1:pidi miche a ll e pi,ì piccole scaramucc(!. 80110 spa,v,mtali da llo s( 1·evito, dal tumulto, dal frago1·e, dai cozzi delle mac<·.lii11<' di g 111:r1·,L, e specialment e di q11ell c che i nvellta1·ono lici 11 0:-;( 1·i s1•(:oli, a grd::;a di fu1111i11i <~ tnoni , le quali eoll frcquei1 t i 1·01 p i :1,h lwH 0110 a11 dte i 1ii11 s:ll<li ripari e le più ln1·g-lw rn u1·a rid1we11clok in 111acm·ie e ro\'i.11arnlole in t11H:ì la (:ostruzi011e . l'1•1 ... l1i· s1·aglia110 llll,l, palla <li piet1·a, molto grossa, e m olto pe~n-1111·, l'hc fa, C,.ufor e perfino .le toni e <lfroe<::.1: og-ui f01·Lifif:n.zio111•. (l11;1 I 111111111 : 11urnitissim:1 ciU\ l ·::ts<~ al s nolo Je mura e le for 1.(·zze 1l:i. quer-.1c balestre che sc:1g lia no pictr,~, vie11e ('spng-11,il:1. di modo ,·.he n 111,tl :1, 1w11a si JlllÙ t 1·on11·,~ q1wkli e <:oi::a. d11· :-c:ia sit- 11 1·:1 da pok 11t<1 e::;e1·<:i 1u. (< L·:qip.n·en z,L <~ L1spet1.o di '[nes t o sLn11ne11to guerresco è il scguell le : << I I 1·.11111• l'n1'o cd i nca,11cl(•scente (! cola lo per nn pi<:<:olo eanal e h1 1tna sottofsi.:L11k fosim, de11b>o alhL q n:1-le è pos to il 11,odPll o :1 forma di tolon11a , pe1· il qual<' rn•I nwz,.,o d1>ll o strn111e nto <' JaR<·ia t.o nn v uolo. ehi uRo in fo11do ,,d. n.pcl't.o a.lJ ' irnboeta(·m·a , qnel vnoto ò verso -il fonilo più ;111~r11sto per nnn ter;r,n, o qnm·ta parte di t; 11tt;i. la- <·i1·<'.011ft•r cuzn, indi eo 11 P~11alP gil-o <·rpi;:ec fino a ll 'imhoccatu rn: in fondo <~s so -ri<' llc 1·iPmpito cli 11it1·0, di zolfo,. f' di ea.1·holle cli sa lfr" l.rih1,i o, che poi vi si co mpr im e :1 fot·;r,a <·011 1111 <:on io <li pioppo, Pd 1rna pa·lla. di pi e tra ehe oecnpi ( 11tt o il c i1·<·nit.o <l1•.ll' imho(·<·al.11rn , d enc spinla. tìno a, questo c-ou io. A l101·a ]W l' 1111 piccolo fon> , che è pratic,.1,to n<-ll fonclo, eon u 11 frn·o incancleseenle si :qipkt:t, fl fnor.o . La polv,~rc chinsa df'n t1·0 eo~ì imp<>t110Ra-m entc ~i i11 ria rn 111a. ch e, <>spdl(•ndo con forz:1 il conio,. lan ci:1 la pnll:I con fo nta, v iolc11zn.. con ta11to tuono, con

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BONACCORSO GHIBmit'l'I - Lii:Ol'iAitDO

4;i,11 lo scuotimento e turbine, come appena crederesti ne facch1no

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i più gnrndi fulmini >). Aùùiamo voluto riportare questa, pagina perchè 1·itcniamo (;he nessuno scritto e nessuno studio potreùùe, oltrechè <lescri-verci l'arma, dipiugerc con più efficacia l'effetto morale pro-d otto dtL q uesLn nuova invenzione clic impressiona come i grandi _fo11omeni della natura - il lampo e n tuono - ed ha come questi <Jualcosa di misterioso. Un altro importante docum(mto che ci conferma come i grandi a,rlisti e a,rtieri fiorentini si occupassero delle artiglierie è costituito da un codice maglia,hc>cchiano esistente alla Nazio11:ill'\ fli l 1'ireuze: (( Bonaecorso di Vittorio Ghiberti: Dtnerse noti., ic <l,,nrchitcf;/-uni ed a,ltro )). Di questo rnanosritto vari studiosi si sono occupati; alcuni di essi lo avevano attribuito a l,01·en ,r,O (-H1i1H~r1j, il celd>1·c al'tefi<:<~ delle~ pol'te del Da,ttfatero <li l 1'il'enzc, aHri ad un suo nipote, ed infine più recenti ricerf·atori propcmlono a, crederne a,utore un cugino òi Lorenzo. Ad ogni mudu, Hla di l'aHu dw il documento è del XV secolo e che r1<! t~ a.11tor·e nno della, famiglia dei Ghihc1·ti. Per quaìito l'iguarda l'Artiglieria, le parti più intereRsanti :,0110 quelle costituite <1alle tavole con brevi annotazioni nel testo, sni seguenti a,rgornenti : Regole per gitta:re c~1mpane, bombarflf', ca1111011i, ('ee ... e cioii di fa,r e le forme, del far colare il mdallo e della dm,e cfogli ingredienti, della ampiezza, pro1Jorzio11a lc che si dev(~ da,re, della, spesa che si richiede, del modo di 111·mnr·fo e dei disegni di esse campane e~ artiglierie. - Disegni di m,lcchi11c per ahh;isi:jare e trasportare pesi coni'~ a.rt.igliede . niscg-11i di diw1·se macchi11e da, guerra, simili a quelle di R obc'.1ito Va,Hurio. E aniviarno a Lconnrclo da, Vinci:

« ... quel segreto (w/:efiee che volle fo.c1giarsi le aTe ad at:tù1yere 1rn ciol nm:cllo )) · come lo ca.nl<t Gabriele D'Arn1u11zio nella liricn (< In mode d i un capolav01·0 )), che costituisce uno dei J)iù pre7.iosi gioielli dd secondo Libro delle Laudi.

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1-100 - 1500

Per la prodig'iosa versatilità della mente crea,trice, Leonardo può forse consiùe1·rLrsi il genio più rappresentativo ùella nostra stirpe « di molti ingegni )). Pittore, sculto1·e, scrilto1·e, musico, 1'weta, matematico, id1·aulico, . architetto civile e militare, egli imprime il suo sigillo imperia,le su tutte le fol'rne dell'attività, artistica e spirituale dell'epoea. Limitandoci a fare cenno d ei suoi studi militari, ricorderemo come egli vi si dedicasse parti colarmente durante il soggiorno a 1Milano, dove si 1·ccò, poco più che trentenne, nel 1483, alla, corte di Lndovico il 1\foro, al quale ÌH' esentò nello stesso anno urm Proposta~ esponendo in nove articoli le sne invenzioni e i suoi segreti couie iugegnere e come arch:ileUo. Nel 14ll!) - dopo il crollo del Moro - Leonardo ritornò a Firenze; poi, passato breve t<~mpo agli stipendi di Cesare Borgia, pen~grinù per varie ritb1 cl'Jtalia, facendo più o meno lunghi SOf.','!-.\·ion1i a J<'irenze, Venezia,, ancora, a Milano, Roma, ecc. : fh1clt<\ n el 1516 segni in ·F'rancia 1-te l 1'rancesco I e l à morì, n el t·.;1s1 ello <li S. Cloml, presso Amùoise, tre anni viù tardi. NeHo ~Indio dd]e moH.epliei 1naravigliose a.Uivil.à di Leo 11ai-do 11oi 1l0Lbia.ruo limifarci ad nna sola,, e ccrcal'e di 1·accog li<~rn qnnnto egli fece come artigliere. -, J 110 il ei su oi hiogralì, il Séai lles, così parla di. lui sotto <prn 1:<to a sp<' lto : << Bgli è uno dei mal'Rtri_ dell'artiglieria, modern a_ Egli i11ve11 tn élelle bombe esplosive, dei proiettili che corl'ono sul Emolo larn..:iantlo fasci di fnoco, delle specie di. proiettili revol,;.~r che fo,nc ia110 pa,llottole in tutti i sensi. Studia la fabbricazione dei ca,nnoni e costruisce macchine che la facilitano . Descrive i diversi m cto<li di fa,b hrica:done <'la uomo del mestiere: fnl'e il cannon0 con pezzi l'iportati, fnsi, poi ccl'chiarli con anelli di fcr1·0, fond ere il pe;,;r,o sopra uno stampo che ne forrni l'animn., fondere il ca,nnone in blocco e scan~re poi il fusto. Egli si pone sa,piP.ntemen te i problemi della balistica )l. Difatti, esamirnrnclo la raccolta ùei suoi disegni e delle r elative annota;,;ioni, vi troviamo impostati e risolti i più vari e geniali problemi balistici , e questo specialmente nei. manoscritti cli Wfndsor, in quelli :della biblioteca, d ell'Istituto di Francia e in quelli del Codice Atlantico. · Di quPrn dcll'Tstituto di F~ancia si ha una, magnifica rip1·0 -

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1qg. 60 - Leoaardo da Vinci.

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1400 -1500

duzione nei volumi pullblicati da Char·les R,:1,vaìsson .Mollien, ove essi sono distinti in codice A.B.C.D.E.F.G.H.l.L.l\11.; e quasi in ciascuno di essi si trovano notizie o apprezzamenti o dati cli problemi che intereRRano l'artiglieria. Procedendo con ordine cominciamo col trova.re nel manoSf:ritto A. delle nozio11i alloT'a nuove sul moto dei corpi, sulla teorhl dell'urto, su quella flel rincn]o, e sulle rehtzio11i fra peso-

Fig. Gl - Leonardo: disegno per rna11g;:u10. (Dal Codice Atlantico).

moto-fo1':1.a. Nel manoscritto B. vi sono disegni di · palle espl osive, di nn:1 hornuarda (ùo111bnr<la gtossa che si c:Ù'if'a di dietro (~ un solo uomo la avvita e svita), e della <1 folgore)), altra bombarda che lia delle speciali caratteristiche nelhl, camera della polvf're e 1wl foc:one, accuratamente deReritte da Leonardo. Nel rnanm:critto .K si parla delle artiglierie e dei pesi dei mobili proporzionati a,lla loro potenza, delle camere e del sito nel quale xi dà, fuoco: T,eonawlo specifica quattro pnnti :1,d atti per l'accensione. Nel manoscritto I. sono trattati problem1 balislici , alenni dei quali di balistica interna, e tutti impostati in modo pratico , poggiandosi sull'esperienza !rnlla, quale Leonardo per il primo basò H p1•ogresso <lelle scienze enunciando tiuesto principio : << Sicchè voi speculai ori non vi fidate òegli autori che 11 a,n no sol

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I • L I•: .\l:'l'Jl;LIEl:U~ l)l,;L CODICE .\'l'L.-1:-.:TlCO Lli Lt:u:-.:..uwu

n>I la ir11rnagiuazione voluto farsi inLerpreli fra la rmLura e l ' uo-

1110, 11m :sul Lli quern che 11011 con i sern~i della, natm·a ma con gli l'l'J'dti delle sue <:!sperienze hanno esercitato ]i ingegni)). Parole de),;tiuate a costituire il fondamento di quella scuola sperirneui:l le che, l'ipl'cndendo le Lradizioui aristoleliche, unisce i nomi di <lue fra i massimi geni ita]ia1Ii, Leonardo da Vind e Galileo O:ililei. Il mJ11101:,critto L. fornisce noti:de sulle polveri, una nuova 1·icdta (una li!JL.n-a di earbone, 11 once di zolfo, G libbre cli s alnitro), e il modo di. c011fe:donarla; oltre a ciò vi si parla cl ella resist()nza. dell'aria. e di problern i i ncren ti alle forme più opportuue per le ea,nnonicrc. Nel lllanoscritto M. si tratta della fusione delle bombarde e si studiano le cause del rumore prodotto dai colpi cli bombal'da; iu quello 1'L si trovano disegni di cm· relli per il traino di bmnbarcle. Stndi. 11011 meno i11t<~n)ssa111i si 1:1-ov.rno IH~l (( Oodiee Atlnntico >). Iu questi rn·eziosi fogli. si riscontrano qna e lù, con qn e lr nppa1·c11te disonline che ò caratteristica. rna.11ifestn,zio11e del genio leornndesco, Je più varie nozioni ed osseryazìoni. riflettenti Lc\..rtiglie1·ia, disegni di bocche eia :fuoco, d'nffnsti, di carri per il traino, profotti, 1woblemi balistiei, st [J(li di specie di rnitragliat1 ki, come qnel1o disegnato a foglio 5(i. ((< In su questi carri r-;iano tl·cntatre seoppìetti che se ne tl'ac undici per volta>>). Ricm·iliu.mo anehc il foglio rn il (Jnale eontiene disegni e descrizioni di un grande nnmcro tli boed1e da, fuoco, varie spede di cannoni, fa.leoni e colulwinc; e il foglio 34 nel quale si vede una « bombar da clw non torna inclictro quando trae >>Il foglio più iJttcressa,ntc dell'intero Codiee 2', da.l puuto di Yh,ta nostro, il 391 (recto), il quale contiene la famosa Proposta serittn, da. Leonardo a Lodovico il l\foro per offrirgli i suoi servigi. La, lettera, qnasi certamente, non è autografo,; ma, in ogni moòo e senza, a.lcun dubbio, fo detb~ta, da Leonardo ed è quindi egualmente importante come flocumento che riassume gli studi dell 'antol'c riguardanti l'Artiglieria. Noi ci ]imitiamo a. pubblicare qui sette articoli della Proposta suindicata (tra.scm·ando i primi due che mmrbitano dal campo ,lf'll'Al'!ig·lieria;) e riproduciamo. dopo cfascnno, le delucidazioni, e fficaci e Rintetichc, esposte dal Promis nella Mernoda I dell'o· -

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... 1400 - HiOO

pera gi~~ citata: c<III. In la obsirlione dc ttnn t erra) se per aJtczzn cle a,rgine o per forlc.z zu d.e loco et, cte sit;o pwn si rwt;tessc in la obsiclùme de UiJHt terra, u:sare loffi,eio delle lwrnbarde., ho nwdo di rnina,re oyni ror:cia o (lltra fortezza, se yùì non f'llsse fundata nel s<uro >>. « Rotto queste parole egli velò il nnovo sistema

J Fil\". U:.! - Arel.1itronito rii L,-•011:1rdo. (Cann on ~ a rnporc) .

delle 1nine, ciel quale, come di cm:m non ancor-a messa in pratica, cusLodivasi a.Horn il scgr-eto, onde irrcpa,·ahile e più trcmcn cfo ne fosse poscirL l'applicazione. L'ccce11ione per le forte:,,:,,e fon date sulla pietra viva è qoclla. i,;t(~si,;a già prima messa, iÌ1 campo da Fl'a.11cesco di Giorgio ; ove dice ehè la mina si a,pplita co11 -

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IKYFJKZlONl ,\TITIGI,~EltERCHE V! LffiONARDO

buon esito alle rocce fondate sop1·a terreno o tufo o veramente tenero :sasso: ed il m9tivo sLava nella inesperienza, nella ca,ltiva ,q ua,lità delhi polvere e nella piccola carica che davasi o pensavasi di dare a.llc mine )). r< 1 V. Ho ancora morU de bmnlHinle comod'issirne et facili ad po1·ftwe et cum qnclle lmtt(irc '1ni1-i1tli· di tempesta,: et <JU?n el fumo de quelle dando grnnde spcivenf;o ad inimico cn1n grave siio <lan:110 et confusione )). « A qll(~sLo articolo appartengono due morta.i scaglianti piccole palle, dadi acuminati e 1mllc artifìciate; un altr-o disegno rappresc~nta una pioggia di fuoco sor-tente rla hocche d'a,rtig·lieria nascoste 11el suolo e che, scagliando minuti proietti oltre le mura, irnpedif.lcono ai <lifommri di difendere le breccia e cli ritir-a1·visi. Fors'anche queJltL fo~mma, e quel fumo potevano contenere nrnterie ve11efichc, artificio soventi consigliato dagli ingegneri di q uell'ctà. l )e"llc bom hard e f<i parla. più ampiamente all' articolo settimo )). << V. Item, ho modi per ca,ve et vie strette e dùs:torte facte s eriz 1 nlcu.no strepito per v enire ~ul 'Wn certo ... (sic) ... che lJùwgnasse pa.sswre soUo fossi o alr:nn. fiu,nw ll. e< l•~ chiaro che 4ucsLi a.rtifid non po!'-lftono differire da quelli per cavar hL mina, sotto un punto dato : le figure cli q nesti ulti rni servono adnnque ad esprimere anche i primi, pci quali non diede Leonardo a,lcun di· segno :specia.l e )).

« VI. Item ftttio cctrri coperti sicuri et inojjensib'ili; e qual-i entrando inlt·a 'JW l',inirnici G'Wrn sue arl'iglier,i e, non è si gra,nd<; 1n1.1,ltd,1,1,d'ine rli gente il' a,rme r,he non rom7wssimo : et: cl-ietro a, q-u est,i zwteninuo scr;uire fanterie e senrm alchu.110 impedùnenlo n. et Questi carri coperti con artiglierie sono gli organi iuca,mattati, dc' quali Lrovasi menzione sino dal :1386 nelle Cl'onachc de' Gattari. Questi carl'i a vevano tl'e piani e 48 bocche per ciascuno. I più deg·li organi Rn carri qui disegnati constano di canne messe in un solo piano, ora. para,llele ed ora, radianti: due organi sopra ta,yolc circolari (rmo elci qua.lilli 16 raggi o canne) richiamano quello fig11r-ato nel libro X del Valturio; il più ingegnoso cli tutti; e da'1l'nntorr, detto <( spingarda a organi)), .f~ quello composto di, un cilindro al quale, in otto piani tangenti la - sua,- Rnperficie equiclistantcrncntc, stanno , applicate .~Hrcttante serie -éli , car11H1 da fnoco che pl'escntano le loro bocche -in giro, volgendosi j}, d ~


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Undro sul suo asse. unisce pure a,d una, sola, casstL tre o quattro canne, come se ne vedono miche Ile] Codiee del Ghjberti )). (( VII. ltein occorrendo di ùi8ogno fnrò bo1nù(u·de) mortari et passcivolanti di ùelhssìme e i1,tili farnie foni del corrvune iiso )). << De' mortai già si è parla,to. Sotto il nome di passavola,nti Leona.nfo comprende tutte le artiglierie di canna l unga, dette poscia colubrinate nel seguente secolo; fra queste egli clù i diseg·11i7 con qualche spiegazione, del falcoue e del falconetto: vuole clrn tutti questi pezr.i del genere dei pa,ssavola.nti a,b biano esternamente la tromba ad otto faccie: divide le colubrine in mezzana, o minore nuova ed in me~w,a,n a, vecchia, delle quali ]a, prinm 1~ lunga palle 33 3/4, la seconda, palJ.e 40 4/5 e la colubrina più chemezza.na, nuova è di palle~ 27 1/2 ». (Qui il commento del Promis cade in un errore cteier111ilrn,t0: dall'opinione corrente che i « c:anuoni )) ci sia110 stati l'ivelati da, Carlo VTTT; pm·ciò <~gli ne deduce che questi disegni e la rela· tiva esposizione sin.no cli epoca posteriore al 149::i. :Ma, noi ab1.Jia:mo visto come il cosidetto <,< ca11none fra.ucese )l es'iste:c:se già, in Italia nella seconda, metà del Quattrocento; non c'è quindi motivo di alterare arl..iitrariamcnle la data cli questa «ProposlH>l7 la quale, come Lntte le altre, risale certamente al 148:3). << Assai si diffonde Leonardo a disputare filosoficamente sulla. rinculata dei pezzi, da. ]ui attrihniù1 in parte a.lla resisten:,,a, dell 'al'ia : aggiunge i pr!~cetti per 1nodelltLrè i pezzi e per fonderli. 1) n'altra, parte dei disegni e del. testo si riferisce n,llc bombarde, e(1 l\ forse qnesta, Ja più antica: se non inventò, cel'tamente mi-· gliorò il metodo di caric~u·e i pezzi, usato poscfa in mare e speciaJrnente dai Veneziani, svitandone sola1nen te la culntta ridotta. ad un elisco assai sottile, me11trechè a quei tempi Re ne svitava intera la coda che em molto lunga: propone una hornlmrcla farga, 3 bl'accia, (m. J ,74fl) non aggiungendo se nel diametro interno od P.sterno, lunga 40 (rn. 2~,~20), ]a, qual cosa, giova se non altro a;, render credibile ]'esistenza di quella de' Gantei-:ii nel 1382, che era;. lunga 50 piedi, e quindi tenuta da molti come favolosa. A questa sua enorme bombarda, come anche ad un'a1tra., disegna Leonardouna camera a pera ed il focone quasi perpendicolare al centro del1a carica, del che dà ]a, seguente 1·agfone : (< .'le dara;i focoercqnclln bombr.trda che a il 8'1lO foro nel itltinw della eh.oda,, farà: -

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l~VENZLOKl ARTH.i LIEUESCIIE Dl LEONAHl>O

me110 f uga, ven;hè s·'aci<.m d0 rhil puuf;o del Jocho iua11zi >>. A ciò egli n,ggimigc parecchie fogge di lelli o cani cl 'a.1:tiglieria, qua.li con due, qu ali con t1·e, quacli con quatlro 1·110te, cd a.lcmii i11carna.Ua( i; vari ingegni. per regola.re l'inclinazione tlei pezzi, cd il modo di a d operarli sulle ha,rclte. Seguono le figm·c di t1'e mortai ~n eeppi di diversa. foi-'ma >> . (< VITT. Dove •n·1 ,w11aa,ssi le OJJ(Wlt.ziu11,e d elle 7>omùanlc , corn· vo11 er<> hr-iccole 1nan,qani tra bucchi et cilhi in strnm,cnti di 'lnint7>ifo efficacia, et .funi dr-:l '1l8<1,to : et 'i11soni11Ht scconrlo llt ·nu,rictà de' ca,si c:omvo11 erò ·w ·r ie et infinite cose da offendere >>.<< A questo genere di nu1<:chi11e appartie ne un m:rnga.Ho co n lnnga, pc1·lica e col fnlcro as:,;ai )'.-H"esso la cadca: egli lo chia ma fnlminaria, e gli fa :,wa;.dim· dalla fio11da uw1 palla. Ad altre :irn1i da, ln-nciàre a mano egli dù, nomi di. cia,ccicwcm,ico, lanca ,m po, ca,cciafruslo, fra11 ,:x1,·h·a/ c\spone qnitt<lì va1·i 111o(li p<;r f,n·e e l'ahlwicaT(~ le balestr~~ H, pa11ca ed n, F-ta.ffa,. Di su:L invenzione è mia spcc.ic Ili rnang;1.110 dt'eg-li elii:.una sl)(lralro11a, <'isnwtica, o ba,r<ttro11n r,wro11n. Que~ta ingegnoisa macchi1m c:osì è <.fa lui spi1~gat,.1, : « l/'a,. 1·r1.i clw la ·r nta dove volqie il contra1w.w) a,ùh·i il cfrmh·o suo fuori d el sno l oco e qnciudo 'il contmpcso hci q·uasi: finito il suo corso ln uonla, chu posa so7Jra, la rotaia pi·tì, lonta11ri dal cianh·o ec<:. )J. C ltia-111;-1, pure cata1mlta s1Janttro11a, un nu.1,11 ga.no la di c:ui per· tica, 1~ imrnRt:1ta den tro una 1·uota nelfa qna1c si ntl'urn1, il con trnp<•so, (\ ci111,itrillo ovvero f1·on.~lt8lra una, g1·ossa fioll(fa in a,do11e orizzonta:lc. Seguono altre ingeg11ose macchi11c ua ]andare, alle 1111:1li nnocerebbe però la troppn, mole e la di-flìc:oltà, del c,t· rir:arle )). << TX. Et qunnrlo ucca.rlr;ssr; esser e in man; lto rnodi <fo molti i11sln11ne11f;,i a.ctis8 inii da ofje11dere et defeMlere: et nflv ili ch e fr,rn1,110 n :s isto11tirl al t:rarre de 011111-i {Jr088is8 ima ùombardny· et polor:ri o fmn i)). « Si è giù, p:11·lato cli· di_seg-11i di barche portanti iirtìg'liede, e tome s.i fe1·1mt sF<ero p<~r assestarne i Uri; a 1111este ~i agg-iungano altre hn,r che dalle qua.li la11cia.nsi , n, modo di catapnHe. sr.:11'iehe di sassi co u tenuti dentro r.:1ssoni piatti )).

r er ragioni evidenti cli .Rpazio non possiamo cita.re più a,rn. pi.unente <'Ome vorremmo la pros~1, di Leo nardo, precisa , peri::pk1rn, g-ag%ucla. Bgli n,borre dalle gonfie e spesso goffe rfrlon-

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ùanze dello st ile classicheggia nte. 1 suoi scritti uniscono a lla vivacità cd i.tl colore la massima a gilità, e eoncisione. Come ma· gistralmente dice il Rossi, Leonardo è, se non il creatore, il grande perfe:dona.tore della prosa, scientifìca italiana: lJel' tro· va r e c11i in essa lo ugua gli bisogna arrivare a l Galilei. Con le citazioni e nel nome cli Leona rdo ci piace concludere questo pa· J'agrafo , in cui non ci illudia mo di aver su:fficie11Lemente illu· sti·ato l 'appo1·to mea to clall' Halia, a.l la scien za dcli' Ar tiglieria n el scc. XV: n e abbin1110 yolnt·o d:ll'c , semplicemente, qualche sintetko cenno.

16.

Si ge neralizza l'uso del ferro co lato e del bronzo· Metodi di fusione uguali a quelli moderni - Difetti e imperfezioni - Si tende alla uniformità del calibro, ma ne lle artiglierie grosse sussiste ancora il sistema a tromba e cannone di calibro diverso · Continuano a coesistere artig li e rie di un sol pezzo e artiglierie scomponibili in una .o più parti - Le colubrine di Sigismondo Alberghetti - Grandi prog ressi tecnici. Gli orecchioni - Anche n e ll e vecchie artiglierie si poteva dare l'inclinazione voluta, ma il nuovo ritrovato risolve con maggiore semplicità il problema - Gli orecchioni delle colubrine dell' Alberg hetti - li " polo ,, di Leonardo. Il caricamento - li s istema a retroca,rica usato nel Quattrocento Ragioni per cui tale sistema andò poi in dis uso - Perfezionamenti : " il mascolo ,, o " servitore ,, · Sistema di retrocarica a cuneo - Il focone - Le artiglierie " inchi odate ,, e il mezzo adottato per evitare tale pericolo - Bombarde a squadra e artig lie ri e multiple. La polvere - I dosamenti per le varie specie di bocche da fuoco La granitura - Proporzio ne fra peso e carica. Gli affusti a ruote - Pe rfezioname nti anche negli affusti a cep po · Affusti di Le onardo e del Ghiberti. Le mine.

JJo och e da fiw co. - I p el'feziomuncnti conseguiti n elJa metallu1·gia e n ella. tecnica della fusione dei mc laJli, specie a par· tirc dalla seconda metà del secolo XV, feecl'o abbandonare comp let a mente il sistema di cm;truzione a doghe e cerchi; e gen eralizzn.rono l 'nso del ferro cola to o gl1i sa, ch e, dati i sistemi pri-

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1'1.1'1'1.:HIALI•:

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F US1ù!\"1" m :LLE BOCCH1" DA l<'UOCO

mitivi di fudnatur tL fiuo a llora irnpieg.1ti , o1Iri va maggiori ga1·m1zie tli l'esist(mza, e di ]egge1·ezza. A n<:.01·.1 più si diffuse l ' u so del bronzo, allora chia m ato sern· v JiL:e111 eut(1 « m eLalJ o )) . E a.ppm1to ùi questo p eriodo che si in<;olllincia ad ave1·e qualche notizia precisa, sul titolo della lega, seuuen e questo fosse però scrupl'e stè:Ll!ililo a d arl.>itrio dei fon· ditori che 11011 seguivano a lcunn, 1·egola detenninata . Da, docum enti i:;t udiaLi e di scussi tla ll' Angelucci, ris1ùtercbbc c he, in .Piellloute, il titolo di !-ìtug110 ne lla lega va riava, secondo i fonditor i , <lnl ti o (j pe1· (:<!11to drca fino quasi al J4 p er è-cnto. P er ò in mas · . l-Ì ma esso i,ri ag~frava i11t.01·110 al 1~ p er c,mto, ossja era pressa.poeo uguale :i, (p1ello i 11 11:,;o pm· le oltinw i:l,r liglie1·i e di ur·onzo d eJ. secol o isc:01·so. tla l'ilPYan;i a11d1e l ' m.;o promisr,uo ùel Icrro p er la lromba e dd b1·011zo pei· .la e01la dell a bomhnrda, come ahhiarno vist o , p(•t· <'s: mpi o, 11 el para g r:ifo s u] le l,oc:f'.!rn da fooco pontificie .

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L a f nsioue de lle a 1·ti g-lit·1·ie si fa(·(•1·n. <:011 mezzi e 1n·oce,li ngrndi a quel li m o<.l er11i e si ot'tell(-w,1110 al'tig'lierie mira hili JH\J: p cr[ez·io11e :u-tistkn. l'el'Ò i pez.zi si gett.tva.110 1·on Ja <:11Julta o 1·;11111on<· iu alto e "e1iza m ,.tlt•t·oz,m, riò c he pm·h1va a lliJ'e((i <li fm,i o11c 1n·er,i snnwnt-e 111'Jla p:nte sottoposta n rna g-· g;i or pr<•ssion e j11te1·n :1. l11o li1·c ]e hor:di e da foor·o Y<·n iv ,u10 gd.ta.1-e con l'« a.11imn. >' e , data ln tlifn<·olLà el,e r,;i in eo11 ira va n foner bene centrato i.I noe<·i olo 111'1.la fo r111a . l' nni ma 1·isuH:1va. spesr-;o nou pcr fot famente eon:-:sic·n ;ill,1, s nJWl'iitie est(•1·na e qui u<.li con pareti di s pesso1·e i11<·g-11alc 1: eo 11 scg11e n fo sr·:11·sez.za cli r Pl-i Rten za i11 a l c-m w z.0 11e. ~P ve11iva, di c:on,;<•g-1w11za 11nn C<\rta in·cgo l.t1·it :ì. <li tiro , cln to dtP i l pnntnnw11 to s i l'a<·F,;·a pn m<•z:r,o ili vi r-;n:ili determi mtl e dn _p1rn ti r.sh~1·n i. 1'(•1· ovvim·c! a, ht I(• in eo nv<~ni 1~11 te, nel s e· colo s11crc sl-i Yo, si (l.i,vano cln tutti gli ,wtigli c•r i reg-ole pel' « terzÌfll'(~ )) i pezzi. ossin ril<>vnrn e le dim ensioni nei vari p un ti, Ye1·i1k a,mlo cos'ì i;;e ~(li i;;pes:;;01•i. for,;1sf!ro r ego la i-i . J1l(!llti

0

In a lc1111i <'Remplm·i c:;:;i:-.tent i pres1-o il Museo di Art iglieria

di 'T'orino 1-i l'i.le va11 0 an ch e Rbavat ure longit11 cli na,Ji, ciò èhe cl irno1stra c l.te tall'olta l::i, forma era costit ni t n cl::! due parti. f,; a ccert:1 to, da docu m.cnti, c he n el 1470, a Fil'eine, gi:ì s i -

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n sava alrneuo 1·egolai-izz:u·r, ] \ mima delle a,r tiglierie di picco.Lo (:ali-bro, · se non totalmente trap1.1m1-r,~ quel-le gcttatt~ senza auima, mediante m, << edifkio per trapauare a acqua)): procedimen to aualogo t1 quello òescritto nel secolo seg'?ent<~ dal Biring-nc:do, e che, in embrion e e coi rne:r,zi del tempo, è quello stesso andrn oggi usato. Risulta pure che nel 1440 per riparare le hom h:u·cle si usava, fare ex novo il cannone, oppnre si applicav:i una fod era di ferro per tutta la tromba , con doghe o con C!'l'Chi. JJer ciò che COll(:er1w il pl'ofilo de '. ie bot.:che da, fno(;o, dai disegni di F1·~111cesco Di Giorgio M:artini si rileva eh~ il sistema a tromba e canno11e di din.niet.ro cliverso e\ ancora in uso Jin dopo la met.ì del spc·olo pp1· 1a homhanla, per il lllo1·taio, la comune e la t.:or tmm, ossia p,;.,. le ar-Ligliede di nrn.ggfor calibro e che por tano palle di pietra, nrnniTe JH·1· !1tUe Le artigJierie minori il ea,lihro nppai·c• 1111ifol'l11P pPr t11th1 ln lnng·lwz.z.a ddl'nnirna,. \' erso la fiJw <l<>l i;,.ecolo pcrù ta.l e sh,tenm Ri eRtencle a tutte le hoc:C'.lie ,la. fuoco, anche perclH' vanno man mano quasi scompa,rernlo le hornbal'clc di g-rossissimo calibro e le palle di pietra ; solo i morta.i corrnerva.110 ancont il pdn1itivo profilo, e così pure n1:1,Jttengono la t1·ornba con nna ce1·l,L couidtà (mortaio f:ampa,uato cl,~] l\lartini). 1':; da notarsi pc1·ò che, nel speolo Regnente, si riscontrano nneor·a delle artigliPrie ehe, pnn~ a,veudo la forma esterna, seguita, hanno intPrnamcntc Ja camera, della polyere ciJinclrìr,a ma di 1liarnct.1·0 alquanto inferiore a quello dell ' anima, - e in tal caRo prenclono il nonrn di << a1·tiglierie camera,te )) ; oppure hanno· la u nnera r estriuge11tesi v<~rs:o la culatta (artiglierie campa.nate). La, scompt>Hibìlìtù, delle bocche da fnoeo per J'aciJitare il tra:,;;porto, eoinc a,ppare dai diseg·ni del l\htrtini, era Hmit.ata, nai.Ù ra.h,;ente, n qnellc tlì maggior ealibro. Per Jo più i,:i dividevano in due parti: la, trornha e il caunone, che al ,nomento cfo]]'impiego venivano rwvifate ilrnieme; cioè il cannone, che aveva la p arte antm·iore foggiata, a vite, 8i avvitava ad una chioccio.la p raticai a sul fon do della Lrom b,1. Ma si ebbero anehe al'tig1ie1·ie divisibili in più cli dne parti : così per c~i,:. ln bombarda disegnata dal Martini - a- gimlica.re flnlle corone di inca.stri che si rj]e .. -

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Flg . tì3 - Oolub~·ine d i Sigi~ruondo Alber ghetti , fuse nel 1487.


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va,110 tra le modm1nture e che sçrvi vano a dar presa alle leve per opc1·aTe l'a;,vitamento -- - potrebbe essere scomponibile in rpmtTi-\'4 tro parti. Vkeversn,, non mancarono esernplari di artiglierit> di gi:ossissirno cal ibro di un sol pezzo, come sono le enormi bon1barcle di bronzo esisteuti nd 1\l useo :Nazionah! cl' Artiglieria,, dove furono trasportale da Cm,1:a,ntinopoli. Nei panigraCo sune bor:clw da fuoco milaneRi, ahhiarno parlato delle colossali homhnrù.e ~forzesche. Dai disegni del Martilli si 1·ikvn, pure che lo spessore delle 1xu·c~ti rfolh1 tr01nba e del cannone - oppure, secondo i casi, per lutta la lunghez.z.a dell 'anirna, - <~ uniforme, poichè la sagoma, c8tcnia, fatta astrazione dalle 1nodanatm·c e 8agomatnre orna. meutali, e'; <:iliudrir;a,. Ud l'<~sto il i\f,1rtini steRRO, nel manoscritto di cu i si t~ lungamente parlato, (li<:(\ dw lo SlJ(~ssore deHe pareli deve essen\ tennto da l/G n, 1/10 del diau1etro <kll'anirna, e magg-ion\ nll:i g-im1z.io11P ('!Pl l' nnimn cmi la e.rnwnt, cl ove ~i md Le i I co(:(·OJH\ e ill corrispollde11za, dell e t.tYvila (11rc di giunz. ione dell e nu·ie p,u·(i_ 'l'ale co11fon11nz.ione, poeo 1·isp011dP11te alle effetti,·<, pressio1li a, eui sono i:.;ottoposte le pnT(!ti <lell 'anima, fn c:ert,J.rne11te abbandonata, prima della fine del sec.;olo: e se ne lm b pront nei vari disegni (riportati <Lall' Atlante del Gasperoni ) ri· prodncenti col11lwinc venete da, :30 libbre, gettate da Sigisnw1Hlo Alberghetti nt>l 1187. Anche a, 11011 voler tener- r;onto della sq uisit.:L faUura, artistica, c odeste colnlH"ine, 1·ispctto a quelle t1e·1 :Ma,rtini, rappresenta,no nn progre8RO tecnic:o formidabile, non 8oltanto per la presenza degli orecchioni, di cui p:1rleremo in i,;;e guilo, ma, anche per il jH"ofìlo ge11erale. che risulta, perfettaineute a,na,logo, salvo ]e sporgenze puramente ornamentali, a qnello delle più perfeziorn1te artig.lie1·ie ad avancarica, dei secoli posteriori. Del resto, che questo profilo fm.:se già genera]i:,;,,;ato a,l Ja fin i• del secolo XV è provato da altri scrittori: Orso Or~dni (1477! dice che lo spessore deve essere di due dita, alla bocf'.U, e di 4 diht alJa, culatta, oltre a, 1111 rinforzo in ferro. Leonardo da, Vinci rwl Oorlfoe Atlantico) già, ampiamente cita.to nel paragrafo prece dente, dà, per i diametri ester·ni e per i calibri delle colnhrine , -366 -

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1,0 :sl'E::ì SOltG 1J11:LLE PARETI - - GLI ùHECCTl l ONI

d,·i d 11I i da e ui può desumersi c·.he lo spessore in c ulatta, variasse d 11 1 :-, :1, (i/ 5 del ca.libro, e alfa bocca da 7/8 a poco più ùi 1/3, sern11do il Lipo di coluùrina, : i:;pessori che r i spondono cou una

appl'ossimazione a quelli adottati nei secoli su(icessivi. I )a. rilevarsi, a tale 1woposito, l ' aument o notevole di spessore ilc·l 11· parcLi in confrouto di quello dato da,l i\1a rti11i. 1,;, questo, un progresso importantissimo, provocato for8e d:1,lla 11ecessità di aurnenla,1·e l a potenza e ]'efncacfa delle arti· .t.:"1i1!1·ie col lancio di proietLi di ferro, auzichè d·i pietra 1 clic ri · c·lt ic'.deY:1110 11a.tnra.lrneJ1 te cariche maggiori,, e che gener::i,w1..no 11 .. ll'nuim:1 prc:;;sioni maggiori.

n·i-la

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Cno dei più impo1·La.nti pe1·fezionament.i ap· portali alJ e bocche da fuoco dell' epoca,, che rig uarda non sol· t,wto il pezzo in se st:ei:,so llia anche il suo modo di iuc~LVa,lcarnen t-o s nll 'aft'.u Rto, è J:1 in L1·odnzionc degli orecchioni. Questi. pcrmetto11 0 di fal' ruota.r1~ la, boccn, da 'fuoco a,ttoruo ad uu asse 1.1·..tsversale in pl'ossimità ciel centro di gravità, e cli darle quindi <;On .facilità l 'i11cJiliar.io11e <lcsiderata. per il punLamento. A 11dH~ 1w1· artiglic1·ip i:::,~nr.,.L oeeecliioni, r-t di1·e il vero (lo ve· dremo pada,n do d<~gli affusti ), si era 1·aggiunta questa possibi· liti\ munendo di 1m perno tl'a sversalc H ]etto o culla su cni er a, i11ca.ssala la hocc;1 da, Cuoco. M'a l'a.pplicazio11e degli Ol'ecchioni dit-etfarncule a l pezzo ra.gg-iungc lo sr.opo con ma,ggiol'e robustczz~L, semplicità e leggerezza,. Di segni <li art igliel'ie con 01·eechio11i si trovano nei codici cli. Maria110 Jacopo detto il 'l'accola , e a,nch e nel cod ice del Ghi · hr.rti.; ma gli orecehioni sembran o del tutlo insuflicir.n ti, per g rossezz~1, a sopportm·c lo i:,forzo del rinculo, ,Mwhc per una piccola car ica : e c he tal i foss,~1·0 effetti va.mente è dimostrato da l fatto c he, in _akm ti cli tali disegni, la bocca da fuoco appoggia postel'iormcnle su un nrtn.Loio curvo, in modo da poter servire a qtrn.l siasi iJ1cliiia zio11e. Ma n elle coh,brine dell'Alhcrghett.i sopra citate gli orec· cbioni. sono pe1fottamente idonei al loro scopo, sia pe1· le dimen · sioni, si.a per la posi;iione rispetto alla, culatta, : infattj esse presenLano un notevole preponderante di culatta, tale da evitare i ~obbulzi dell'affusto, ch e si vcrifichcr ebhe1·0 allo sparo se la On:cc/1,ion·i . -

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14.00 · 1500

bocca (la fuoco fosse perfetlamen te equi lihl'ala s11glì 01·ccC'hioui. Ad (~vitare rn~l modo assolu to codesto incouvcniente (ch e avrebbe porta.to a.11Ghc c:011segucnr.e dallll08(~ Hcl t iro , per l 'a ùbocc.1 me11to ,'IP.I pc:1.:1.0, ossia l ' a.b bassarnen to della volata dm·a1ite lo spa,ro) Hon solo, Gornc ahhia,1110 visto, si dn;va, alla hocca da fuo co nn fol'tc prepo1ufo1·,rn te di c ula tta , ma si tcucvano a11cl1 c p;li orecchioni più i.,nssi ,leJ pia.no passa nte pe1· l 'asse dell'anima, in rnodo che la pr1:ssio11e Rnl fondo dell'anima slessn, g·eHcrarnlo una coppia., per J' <·c<·<>11tl'idlù, dell' asse cli rota:r.ione, co11 con,~n ,, :1 11\ncre ]a, (;.t1 la t.b nder e11t,~ a.ll'uffusto. 'rale di s p•mi:r.iu11e a ppm·(~ 1.:hia,1·nrnc~11f.p <la disegni di poc;o pos i eriol'i a, q 11Ps l ···1_101·.t ; mn Leonm·do, a q neslo p1·oposito , parla di << 1111 polo >> : l'iù <:lw furehhe ncdere ch e gli orecd1io11i fossc~ro rapp1·psp11 f.1,t. i d:L n n uni co <:ilill(ll-o Jnf'si-;o e frnm in tra V<~l'so aJJa ho(·t·:t da 1'110,·o. J ufo t ti , p m· molto t<•mpo, s i eh!Jero g-li 01·(~<'1.:l1ioni c;o11 la lol'O gc11crafri(·(! i111'c1·iorP. t;ingeHh! ,d ia sn1wrfidc <'St.ern:1 ,lt-11.1, IH1<·<·:1 da fnoc:o. ('a.1·icu1n1wlo. Come pnù lle:-:- u111 e1·si dai docmnenti. e dai r.1011111111~11ti d<•ll'<•po<·a, ar-;sai <liffnso fn n P.1 Qu:ill1·ocen t o il si sh•ma, d i cai·i<·:1,1neulo a 1·eti·o1.:al'ica., nlnw110 per 1,: artigli('1·ie rni 1111 t e, e iH q nalche tipo di mol'tnio . .N:1 L111·a.lment<>. p oicl1 è mnnc·an ,, qnalsinsi mp:1.w per ofiem' 1·c J:t e ld11s1Ha P.rmetici.L, a,l lo sparo ffOeste n1·tigJicric clovenwo da.1· l11ogo n. forti sfuggite di gas, ch e potP.van o Psser<: p eri rolosc p P-r i I bom baròie1·e. P r>1· t:-ile m o tivo fa J'etn)i::a1·icn. 3,ndò u ci secoli F-:eg-1wnti m n,n mano scompn Pendo , sn ho fJlrnkhc <'C<'e;,;iOJH', f·li<' sariì, n, sno tempo cifata.. NP.1 secolo XV, in o~ni moèlo, i s i.s t-en1i di retrocarica possono ridursi a q11cl10 applicato già certament e ne·1 secolo XIV, e ancl1 e a b ombarde di una ccl'ta importn,n;,;a, : crn, realizzalo p er mc~zzo cl<'lh R<>parn ;,;ionc d el c n,nnone o coda. dal]a, tromba. Nel ca,nnonc i;:i il1t-i·ml1w.<~va la cariea ed il c·ocr.01rn, dopo di che il ca11none :,;lesso venh':ì, serrato contro la trornlm p m· me;,;zo di cmwi che Ri Rforza.va.no a colpi di maz:1.a. t.l'a il fondo d el ca nnone e nna. traversa o 1ll'tntoio Rolidamcntc iìs:s;a,to al l etto. Ln, palla era in vee.e introdotta 1wlla t rom ha clc~lla bocca . PPrò, ]Jer le ~ll'tiglierie col c:rnnone di ca,lilwo n g 11a,lc alfa, tromba., e c ioè JWl' quelle ,ni-

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368 -

...,,

I I


LA Rlc'TROCARICA NgL QUA'l'TROCEN'.L'O

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11111<· i11 gcuere, anche la palla era applicata al cannone, realizz:111do <·.o8Ì la retroc~trica completa . Un perfezionmnento notevole fu apportato quaudo l'appog~ io postoriore del cannone, anzichè essere fissato a l letto, fu reso

solida,le con la tromba stessa, sotto forma di una staffa o braga opp11te <li un inca-vo a cune tta praticato in un pl'olnngamento po~1cl'im·e dclJn, enla,tta della, tromba. Il ca,m1one (che in sìstema½io11i di qnesto genere fn chfa.mato, in tempi postedod, m,ascolo o serv-itore) crrt mnnito di maniglia per il maneggio: ogni artigi ieri a ne ~Lveva, dne o Lre, in modo da poter ragg-rungcre una

cer ta celerità, di tiro. Si ebbel'o a uche dei nu.t seoli che si introducevano totalmente nella tromk1, - la qnale, naturalmente , era, couformaLa. in moclo <:onvcuieute per con l<~ncrli. - e vi. si fissavano medim1te ca,viglic che attraversava no la c11fatta, cd il niascolo 8t esso in mortise <~onve11ieuti (Ghiberti). Leomn·do d à, il disegno cli m1 rnascolo, contenente la. carica e la paUa, pl'ovvisto di. fm-te a.vvitatura,, per a vvilu,r lo alla cnlfl tta d ella Lromha.

I

na. <.liRcgni del Ghibel'ti, e dalla notizia ehe alcnue artigliedc :-;i ca1·icavano << a sra1·t.occio >>, l 'Au~elucci deduce che n el secol o XV e1·a ili uso ,mclrn un sistema cli r et1·ocaric,L analogo a <pìC'llo che oggi r-:i e hi nma << a :~1rneo )). La p a lla e la carica, riu 11il <' in 11uk.o elemento ('On invoglio di carta, erano introdotte clall~L c ulattH, della bocca, da fuoco. clic p1·esen tava delle m.ortise, il i lrav<~1·:,;o le (JnaJi :-;i introdnceva, e si forzava una bietta a, c uneo,

chin<l <>va, la cnl:itta. Veill'cmo che, u11 secolo più tardi , 11110 sni.ltm:e a1·tig'Jie1·e. il Ca,po Bia,nco, cita, un sistema di qnesto g:c11c1·c come 1111ri noyit.,\.

d1 c

li foco 11<•. df'1 l·o anche a.Uoni, semp]jcemente foco~ era 1j1·u,ticalo all'1·1,dTPmi bì dell a, r,a.mf'ra, e norma lmente all 'asse deJl 'anima: si. consiglinvn, di farlo di. p kcolo élia metl'o, per dimiuuire il rinculo. Un tipo particolare di focon P. si nota nei mortai dise p,.-1:ati. cla.J. Ghiberti: iJ focori.e, 'doè, è costituito d.n un tubetto ci}ill(Jrieo che si a pplic:= w a alla bocca da fuoco esteruamente e norrnnl mente all 'asse, vcne11do così a simnla,re un ca,nnone me8so a 24

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369 -


1400 -1500

sqm1dro colla t romba (e in tal modo fu appu11to « inte1·pi-etato >> da qualcuno) . La disposizione era, convenieute p er i mort..Lj, per· chè malamente si sarebbe potuta si stern a re la polve1·e d 'im1 escamcnto attorno al foco11c colla lJocca ùa fuoco quasi verticale. Data ù a, questo secolo l'uso di inutilizzare le :1rtigliel'ie in cer te circostanr.e, «incl1ioda ndole >>, cioè cacciando rL fo1·za un chiodo nel focone . Nel 1414, in nna Ror Uta, gli abitan ti di Compièguc posero un c hiodo nel focone del più gr osso eanilone ccaedo n on polcRse più tirarsi cont ro la dttù, )). Del pal'i nell'assedio di Brescia del 1438 i cittadini tolRero a gli avvel'RlLl'i t r e bmnua,r de cc ed in<:hiocfarono la hto11;1,im1 loro, che faeeva gnu1 da nno a i cittadini m e· <lesimi ». Nel 143U le ge11t i dell o Sforz..1 cc inchi odw·oJJO una bombarda, ai Ve1·onesi >>; die<:i a,m1i dopo quelli ili U1·ema h1chiodal'OJ10 le ho111h111·de a.i Veneti, e i111i11e 1wl 14GG, dur:111te l 'as:..;edio cli Belgra do, gli Ongher1~s i con c hi odi cli feno oLLura,r ono fo1· i<'.· men te i fori c< per li 1_1nali si mdt<,,·a, fnoeo a ll e rnacclii1H~>>. Si Lentò di gira.i·e La.le pc1•i.<:olo app)i<:arnlo a i fo(;oni delle a1·tiglic1·i e delle senatu1·e, ossia piastr e rn eta.lliche tL l',fll' uiel'n, ch e (·Opr iva,no il focone stl~Hso ed erano !e1rn 1e a posto da, llw1·.l1dti con chiave. Senza, trtLtla1•e in modo pa rli colare del Le homb,n·ùc <li g-1·ossjssimo r.:=ili.bro, <li cni unmetosi ,~sern pla,ri 1n onu11wutali esist ono anl.'..ora all'estero e cbe n on rnn,ncano 11em rneuo hi Italia, :w<:cH ner cmo a, due tipi tli artiglieria. di fmrna 1Jarticola1·e : l AL bom 7)(Jnln a. sq11u,<lra,) iu 1:ni Ja tromba<~ il <·.11 1non <· i-;0110 dispoRti a,J ::i,ngolo retto frn, rli ]oro e :-;ost euu l.i da. una i 11t-,•lehLt111·a di legna.me, secondo il di segno che pe1· pl'Ìrno nf! dù il Va l turio _ · · :i rtig l-ie•r io 1n1,1.lt, i]Jle) ossia con ,hw o pi1ì anime, ricavnte nello sl·eRso blocco di melallo. Si11 da l 1404 il S ignore di P aclova impiegava, nna, bomba,rda, con Rette hocch e, e il Mari ini ne clise gnava, 1111 :.i, con quattro a1lime nella tromba e (JnaCb·o 11elJn. <·odaQuesti ese mpi , pe1·1\ rirnang-ono iRola !.i, sebbene quakhe tentativo cl.c l genere compa.ia a n cora in secoli posterj ori, e a,n 1:h e rccentisi;;imnmcnte, dopo la, g-ra11de g uerra . -

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..t f

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LA J'ULV!cl(G Xt,;J, srucOJ.O xv

I Jt ;iol vere. - La fabbticti71ione della polve1·e va pel'fezio11:111d11~i , e Ri s ta biliscono dei uos:nnent'i s peciali per ogui specie di :1 l'I igliel'ia. Abbiamo infatti la. distinzione tra polvere da :-whioppetti , polvere d~L spi.uga.wla, pòlverc da. bombarda,. Fran~ <'l'i-:1·0 tli Giorgio Mart.ini cfa poi espressamente per le vnTi.e sp e< i" di hocche da, fnoco (vedi pal'agrafo 14) dei dosamenti che, poi-:l.t la, <111anti.tà di carhoue ngua,l c a 1, si riducono ai i:mgueuti : .

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- - - - - - - = - ~ -- - 1

S,dnitro Per bornfoLnle e morLai di oltre di por1.a.bt {pietra) .

i Solfo

Carbone

2no libbre 2/3

Pt•r boml>anlo e inor!,a.i ùi mi.1101· c:t.liT))'o (uor1.:Ll1e, c,wmon i, s pingarde) .

4

2

Pnr ccrbottanf, passavol:wlti , basilisclii

4

P er scliioppdti .

7

l l

lVfeJLt1·e 1-'nltimo di IJllCSt:i dosamenti contiene S..t-.1!1:L·r·o ili cc (:esso l'ispetto n. q nello che :-:;a1·cbbe tcod ca.mell Le ueecssru·io pee la <·0111hnNlio11c <:0111pJet..L degli nitri ,lne ingredfont.i, h1 tntli gli a iti-i ~i ossena invcco che il salnH1·0 è iu diretto. Invece il solfo t }:Cllljll'e ili qnantihì, t,;Upel"Ìol'e a quelJa Che, IIC~i Lernpi più prog :·eiliti, ~i < ' l"ii-1:ontnth1. eo11n•11 ienf.e pc1: un buon rendimento d<'lla poln~l'e. 111 ogni mo,io 1.l serie cli dosamenti è ra.71ionalc, p c td1<! il sallii1To, che <lù en 1·,1U-el'c lli vivac:H.1 alh~ polvere, è in rniNm·a tanfo rnag-gio1·e qnanto minore è il ca.lilwo. U11n <lcduzimw d1e ~i può tnnTc ll:li doRamen ti inflicati, trn,nne l'ultimo , <' dw la polenza tlella poln~rc dovcrn, esser<'\ assni. senrsa. I-11 qu:rnlo alla g-1·,u1itm-.1, 110.11 si av<~v,mo anr.ora, nozioni preti~<'. in 1p1esto Recolo, snlle dirneni-io11i dei grard ; mn, è certo chr P:-:s.1 c1·a praticab1, e d1c si avevnno grani ture d iver se sc<·ornlo g·li Rf·.opi e l ' a,r rna. n c ui era dcslinnta fa polvere . Leona,rdo 11tP.11zionn « 7)()/t;Grr1 s offico r,fjì1w >> <:l1c dovrebbe Rervire per in 11<·:-.:r.u:e nl IJ·n, polvere <<soffio,; () <fo, liornlmrda » (nel ca1·toccio <ll'lJe ;n·l-ig-liede a 1·cl1·or·m·i<·n). Prol>ahilrnm1te si m::wa il polvc t·.ino 11011 g-r:wito per l'innescamento; e la poli;re1·c granita, fo1·sc ìneg-ol:u-m en te. per l e cariche.

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]400 -1500

Si comincia, anche nd aYcrc qualche notizi::i prccii-a sulla proporzione frtL pc:so cldla carica e peso cl.e] proietlo, com e appunto diL il Ma1·tiJ1i. 1,~ da notal'si che q11esto autore, in <.lue rnanoi-eritti tliversi, dà t.luc c1iven;e proporzioui.. Nel 1403 pe1· la pal la di 100 JilJIJ1·e st:1hilisce una cadca, di 2'1 liub 1·c; e p e1· ogni .JOO lihhte 111 più di proietto, la caric·a <lew csi-.ere aumentata di J!l-:.!O lihl>l'C. In a1L1·0 codice invece dà, per l e homlnncle grosse, Hi J i bhl'<~ cli pohcr·e per og-11i 100 1ibl>rc di pHlla. l !11 ' all1·a. osservazione eh<~ può essere> falla s11I la qna11i-itù, cli <·n1·i<·a dat:1- clal 31art ini ,~ fa :seguente: pe r il pn ss:HYola ntc, il ba :-i li :-wo e la. cel'l,olta11 n., che 1·isnltano di g l'n nde lu11ghezza: ti110 a <'.i1·<·n, GO volte la hoc<"at nra, si dà un peso <li tari.ea. di solo l/10 d el peso d el proie tt o, nwnti-e p e1· lo i,;.:eoppir!tto, che k L lnngll('zzn :maloga , si cli\. il 100/ JOO, e p ei- l ' ,wcohn i-o , lungo cln ;_)U :. 40 palle, il 50/ 100 . . l ff 11 sti. - Tl g l'n.ncle prog1·csso cons<'guilo nella kecouda nwhì cfol ,awolo nei 1·ignanli dcll' nffllstamen!o d elle hocd1c cfa fuoe o i-;ta n ell'affui-t.o a l'llolc, ch e ronferisce alle nr ti g li<•1•i e l.l mobililù, n er.<->i-s:uia per pa1·tecipn.re alle opcr:1zioJ1i carnpnli. A ne lle nel t.ipo di. nffui-;!o a letto o a ceppo, <l Pl 1·,. . sto, s i. mggi11n g·o110 migliori ris ultati , per ciò c he conr.<'rne ]a. man cgp;PYOl l'~za, con l'-applicazi.on e fli i-istemi cli costrn zione e cli rn P.(·eani · s mi eh,~ permettono nn pjù facile e comodo punfamento . .N.itunLlment·e nllP. funi , pe1· fissa l'e la bocca d a fnoeo al letto, si sosti tuiscono del:e g1·osi,;.:c l1n.n doll e o staffe di ferro . Orso Orsini pro])OIH~ di appogg-i:u·e la IJoet.:a da fno r.o Rn fre s11 ppm·ti n fo1·cella di uro11 zo , ti:;;sn.ti ad 11J1a. piattn.forma e rn1111ii.i di hrnche o s!affe pPr 1<•11p1· vincolata l ' :11·11in. Uli afl'irnti :i, 1·note, <klli allora r:cwrelii, furono pr<>sto a dotta ti 1wr le al'tiglicric di flll:il nnqu<~ calibro, andie se11za orecc hioni. lu questo cnso <~rano costitui ti da rnrn. rohnsh~ !rave, pog-

g-in,nlc a nteri ormente s n mm sala, cli l<>g-no, con l'llote, e poi-t eJ'"iol'lnente a. t<'I'ra; la. lra.Ye era profilata in rnoclo che, pogginnrlo la coda a, l c1.·1'n,, la parte a.nh:Ì·iorc o te~t-n.ta r estasse )ll'ess'R poco 01•i7,:wnt:1le; s u questa pai·t e <>rn. fissa.la, nwdinnte l,nmfolle o ringhi<' di feno, la bocea cla fuoc·o . Co11 qnesJ-o t ipo -

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GLI Al<'l•'USTI

.i i :1 ff11sl o ('J·a faei litato il trasporto, e il puntamento iu direzio11c · : 11011 wsì il puntamento in altezza, d1e doveva essere effetl 11n III i1ilc1·n111do più o meno la. eoda del pez7,o o solleva,ndola t- 11 s os f Pµ_-ni. nata la, 1wesen½a delle ruote e quindi la rclativtL r11, ·iliU1, di riporta.re a,d ogni col po il pezzo n e lla posizione primi' i,·;1, c·'ì· ,ln, Cl'cùere <:he il 1·inculo fosse lasciato libero, anche a llo ,.;1·11110 di 11011 tormentare troppo l'affusto, che poteva quindi es:--c·r·c· fp1111to più legge1·0, JJon occorre11dog-Ji uua grande 1·esistenza. < ili

affusti

iL

rnote per artiglierie con 01·ccchio11i ebbero co-

:-:f if 11ziono 1',;Ìnr.ile allo, 1wcccdente, m:t il trave e1·a composto di due li:11ll'lri o ·asi-mni , dista.nzinH i11 modo da, poter cont,encl·e ln bocca ol:1 f'11n<·o, e eol leg-n ti thL t:alnsti·clli e traverse rinforzati da bandi-Ile di fono: nella t.eslala i dne assoui avev,u10 due incavi fcr1·:i

i i p<'r g li 01·ece.hioni <lella bocca. da,

fuoco. Questa era dispo-

:--f ;1 e fissa.fa a,l lfl i ne.li 11:17,Ìone ncees:·m.ria. per il pm1 f.1 1 men to, Jll(! · di,1llf'c tlll c m1eo ehe ~i cacciava, tnL la cnlatJa e uno dei calasi r·t>lli d<-•ll ' affust.o. :-;0110 assai note voli i disegni dati da, T,eon,u·<lo di a.ff1rnt:i a

n1ote pe1· artiglierie di piccolo ealibro (spingarde o cerbottane) all(:or,1, senz,L orecchioni, nia incass:itc iu un llrngo ceppo mnnif:o cli nn perno ttwsversalc, dw fun~ionava da a:-;sc di rotazione per il pm1tarnento iH alte7,:m. L'atfosto è costituito 11el modo g-ii\. <les t·l'il'to pe1· gli altri., uu-1 il co1·po o travetto hfl, a nteriormente una 1'01-r·<•lla su cui è imperniata la bocca da -fnoco c:ol sno ceppo, il qna,le posLerio1·rnc11t<~ flippoggia su una sisten1azio11e (tu·chi co n (·n,·ig-lie, <·.rcmag;lierc, viti) atta a fa,r ruot:ue e a mantenere la bmTa. da fnoco in mrn da,ta in clinazione. lu taluno di tali aHu~ti la, fo1·celht cli. soHtcgno è girevole sul proprio ga 111bo, e la sish•11H1 zi OJH~ di nppo_ i.rn·h> posteriore è seor'l'<Wolc tr:rnversalrnentc, i II modo che a.11che il ·pnnt.amcnto in direzione può, entro c<•rti limHi , c:,;i,;ere effettnnto ::;<\nz:1 spostare la, co<la. 11 g-en io precm·s(,1·1· di L eo11a1·,lo aYeva, anehe qui, reali.zzata m H1 sist:ema,7,jone che fu aclot.taln <lelh1itivnment,~ solo sul :fìuire del secolo XTX. ll Ghiherti clù. il djs<~~no di un affusto di qiwst.o genere su c ni ,-0110 sh;temnte tre cerbottan e o spingarde, intlipenclcnti l 'mrn d.ill'nltra per i movimenti in n.lt.czza.

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,.,-., o)jÙ

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HOù - 1500 C m ·:.Lltcl'iRtico del secolo X'V è J'mm del le mine. (Jueste esor bita.no, vc1·ameutc, ilal campo tlelJ' Artigli e1·ia.. C i limiLCl'(~mo a dan1c un cern10 in questo capitoì o pcrchè JJcl secoJo XV, com'è 1ioto, 11011 si crn fatto ancora nessuna d ii::iti nzion e precisa fra Artiglforia prop1·iarnente detta e Genio. Le trascurer emo 11ei capi -

toli suce(~ssivi. F11 10 a l J400 le ?1Ji1H~ o Cav<\ milirnri, com e solcv.i no c hin,m n.r i:.i i l:tvori ossirliona li, r·onsis lcrnno rn•llo sea vo al ti.i soho delle mm·a, 8ostennto tl11ra nte i liwori eon puntelli <li kg·n o ai q ua li, muL voltn. 11Him:1-ta. ]a ca.va., si dn va fnoco, peovoea 1Jdo eosl il crollo e fa, rovina, delle mina slessP. Ma il nw11oscritt o de l Ranti11i r-<~ca delle istrm:i011i di imp ressi0Hn11te pvi<l(•11:1.a,: « 'l'n brnmi iepaòronil'ti <l'nn:1- ho<·<·:1, de.i tnoi 11e 111ki posta s nl monte . J<':1ccian si dag:li Rt·:1yato1·i fosse o c:lY(• 1·nc eh P vada:n o fi110 al centTo d e ll n, H oct~a e quando <.li sotfr1·1·n srn1 to 110 il 1·urn o1·e d(~' p ic1.li v id facciano mia piazza H g-ni i:.a cli forno, 1wl qnalc pong-ausj tl'f~ o quatt ro cara1-P.lli piPni <li polvcn~ <la homll:1.1:1.f a l'tl ,ll><'l·l-1 1wl di RoJ-.rn,. lncli RÌ rndhl., n el t a1·ri.k Uo m1n, conl Ì(·c~lla s 0Ho n1t.a fa cprn 1P veng-n fi11 fuol'i doY 'e:-;con o fo porte <folla ('n:va e :-:i c:hiutla no l P. ddtc porte c on g r·oi-.i-;o nnuo d i vich-a , .we11a e ('.a I<·(•, p oi :cii :itcenò.n 1a cor<liee l la. I l foo<:o passn, al J ungo del l:"t c01·1licd l;i, Ri 110 alla pol veee del <·ara (Pl lo. l77'ieo ,: lr:mat11r fimn111,a,, 1· 11.i t l,òla, rocha,. (Ri. n,ha snhito l a fiamma e t 11 tk1, la r oct:1, r1dnn.) ». Rcg-no cl nnq uc f·he J1011 cr n :-:fuggilo n 1l'acn t.o i11gcgn<'l'P. l' ul ik ch e pol<•v,1 tr.n-si. dall ' N·;Jll osivo: m a. l e isl-.rn zio11i. derivano da compiuto <-'KJwrimcnto, o all<liritt11 rn, im pi(-•go , <l i <·ni pp1•altro llOn si l,n. J10Liz in fino nll' aRR<' <lio di HPl ~nido . (}n i g·fi i;;vilnppi sono eosì <·vhlenti e l'ad:ifido <~ (·01,l n oto che lo stor-it-o m1gltcr-cRù clinì. clw «av<~tHlo intrap1·<·:-:o .i\ rnn 1·a l k ]o :-:cavo <li 1111;1 111111:1, 011<.le p<me tr-nre nel CnRt(•I lo cli <l<'l ta dli :ì., i difPn Rori dall'inU~1·110 dd Oa s l1• ll o feem·o pt·n11t:1m<·ntc H')Wir<\ n nn. si mile eavn soUenaiH~:t ]a. (Jtiale n,rnhl sse a(l iJH'. Olll r :w e la l •'ossa dello C:1.ar, e qne lla cava riempiron o (li :-:alnih·o, di polvm·e dn, h o111 barela. e <l ' a I t 1·e ,nn.terie i11r.c11 cli ,ni<~. po i r.hi 11 se 1:o emi fonn. ed a rte 1n. b occa. a.nt(>riorc d i essa <'ava , l:i sria]l(] ov i r-ol t n.n to npcl'to m1 foro per m e U <>r rnor.o :il le s ml<l<'tte mnt<' 1·i<>. <> s ldtPro r.011 ill(lu strin mirabile atte nt i a Rpinr<' le occnlte inRid ie d1>ll ' i n i1:n ieo. Qnnndo, n-r1·i rntn Rot- lo il Cnst·ello l'inimfra fossa, -

X71 '1

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LE MINE

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J., :-;pie sentirono il rornùo di c oloro che la seavav~i:rQ,;' appiccato il l'noco incendiò le s11ddctte composi:r.ioni e con vfo1enta fiarrunu ·<· forno distrusim di morte viol<-mta, uomini e bestie che si lrova v,1,no in essa, buca >>E ciò dimostra, eome, nellrh prium metà del secolo XV, mine ·<· controrniue fossero già in uso conente negli assedi. Notizie ·d i la vo1·i i11geJ1 ti di 1nirrn si Phbero nel 1JS7 nel1'asseclio della Rocca di Sanm1ello per parte dei Genovesi; e, negli albori del nuovo secolo, mi11e e contromine si scavarono dalle geriti di Pietro :Nav:11-ro e dai Napoletaui. 1rnlla guerra cfol lG03, provoca11do la rovina, del castello di NapoJi: nl Navarro an:r.i fu d:i laluno attrihnita , f'l'roncamente. l'invenzione delle mine stesse.


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C.Al' l'l'O.LO QUAR'l'O

1500 - 1600 1.

L'Artiglieria terzo elemento di battaglia - Le opinioni di Nicolò Machiavelli e le famose invettive dell'Ariosto - Poesia e storia · Alfonso d 'Este, primo artigliere d'Europa -Tutti i Principi italiani comprendono ta necessità di possedere buone artiglierie - Le grosse bocche da fuoco sono concentrate nelle fortezze; te piccole si infittiscono negli eserciti manovranti - Continua l'influenza dell'Artiglieria sullo sviluppo storico e politico: accentramento di poteri nei Principati e nelle Repubbliche.

La c:a,nttteristica fondamcntafo di questo sewlo, per ciò che concerne ]a uostra Storia, è che l 'Artiglieria cessa di esset·e uno stnnnento sussidiario e a,leatorio, ed ent r a definitivamente a far par·te degli eserciti come terzo elcmeuto di battaglia - indispensn hile - acd1,nto a.Ila Cavalleria cd alla F anterin,. Nella r ina,scente arte dellf1 guerra - che rivede, dopo s,~c:oli , armoniose combinn,:.doni strategi cl1c e tattiche - i condottieri incominciano a ba sarsi sulle azioni conr,or d i delle tre A.1•mi. Ciò Hon signi 1ka nè che l'n.zi011 c dcll'ArUglie1·ia abbia sempre mrn, grande efficacia, nP- che si.ano completamente cessate le diffid cm;c e le ostilità co11tro di essa ; ma- queste esulano ormai dall'anima. degli uomi11i d'armi e dei condottieri e si sono confinate in ei;ipressioni lettel'a.1·ic ed in disquisizioni teoriche di scarsa influenza pratica,. Già, abbia.mo citato gli aggettivi non precisame11te ammirativi dedkat i da Fran r,esco <G nicciardi.ni alle hoccl1e da fuoco : -

377-


1500 - lGOO

eRp1·essione cli un biasimo superficiale, diremmo a fior di pelle, che 11011 impedi al 1foreu t iuo di es::i,ltare - a pa,re1· 110stro, sopravalutandola, - la poternm delle artiglic1·je di Um·lo V lJ L Per il Machiavelli è tuWaltra, cosa. Bgli non è solamente u no stol'ico, ma, a,uche un maestro di arte milital'e: i.I suo giuclizio p..iò avete quindi maggiore impo1·tauza. Ora, a 11oi sernura che l ' a,Ueggiameuto di Mesisel' Nicolò di froute a.l nuovo strume11lo di gum-ra, sia stato, da molti, iU1per fett:u11e11te iuter pretato. ~uive, per CH(~lll]_)Ìo, il Rossi 11e lla sua eccellen te Storia della lettemlwm -italùf.lla: << Na,tural1nent<~, nu1nc.-'1nùogli ]'espe1·i enza, pcrso11afo <.l iretlu, egli 1w11. seppe guar(la.ri=-i da certi er roi-i: sopra-tntto 11011 ebbe l 'h1L11i zion1~ del.L'av venire Scl'bnto a lle armi da !'nor.o the , impe1·fottissi1ne al loJ:a e RpeRRO i neffic-ad, non, gU ù;pirai;a110 11(:ss1111r1, fi..<l 1wia >>'l'ale cspl'essi one non è 1111 por:o es.i gc·ra,ta,'! Vediamo. 'l'raseu 1·n11do le pur i11ter·(\SR:-rnl.issirne pa gine in cni il ·Mac:hiavelli, con ·un cstl'OS1l gior:o di fn ntasin , :-:i <lomni1da 11ual~ inflncmm. :1vrebli<•1·0 potnto aYcrc ic artjglicrie sulle co11qniste m ilitari dei Rolllani s~ 1111csti le a.ve:-:se1·0 1:01101,l·,.i ntc, :-:01:l'c l'Juiarnoc:i 1111 istm ite s ni Lihl'i HT e Vll del]' / I rt<: d ella, (J ,11,<:1ni c h e , Mm'è noto, si svolge .i11 foi-rua di dialogo fra va 1·i inl'm1dito1·i - oggi s i direhhe « csp e1·ti )l · di ('Ose militaÙ, 1111 0 dei quali <~ il grnnfle con<.lot1 ier·o Fn bi-ir.io Uolonna e he a, nn,venna, a vcvn. spec-im.cntato, a s uo dn.m10, l'effi ea<·ia, <lelle bocche cfa fnoco di Alfonso D ' B~te. l)o icl111 il Colo1111a l1n <lesuiU.o ,1 i:m o moclo una, ùattn.glia , faecnclo tirn1·c dalle art.igljcric mm, sola snlva,, e poi i-iti·acnclofo 1w1· lnsdarc .il pn s i:;o a.Jlc J'anterfo, 1rno degli interlocutori, Luigi Alamam1i, fo1·m11Ja, in pr·oposito a.lcmie ost:wrvnzioni e qu esiti. Hilcgg-iamo <lomnnclc e rispos te, in c ui abbfo.mo soU-oliiwa,lo i punti p er n oi pa,1·1·icoln.rmcnt-c interessanti : l~nf1ri. - Voi a vei.e con tanta furi a vinta questa giornat:1, che io ne l'esto :u11mir at:o, ccl in tani.o stupefallo, che io 11011 cr,xl o potei· bene csplknre se alcuno dubbio mi r esta T1ell' anhno. P ure, confidandomi nella vostr a. pr udcuza, pi ;,;lier<'ì animo a ùire tJucllo che io intendo. Ditemi prima: P erchè non facest i 1·oi tranc le vostre artiglier ie J>lì1 che un:1 volta? E per chè subito le fii<"'.esti ritirare d(ènt:ro all'esercii.o, nè poi ne facesti mem1ione? r arvemi :1neora che voi JKmf!ssi l'n.rtig-lierie del nin1ieQ alt-e, cd Ol'tlinasslle a vostro modo ; il che pn ù molto bene essere. rure, q uanrlo gli Decorresse, che cr edo ch'egli occorra spesso, che perenotano le schier e, che rimedio ne date'/ E poi che lo

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l•'lg. 64 - Nieolò )1::lch ianilli


1500 - lUOO mi b'(lllO comi11dato llalle arLiglic1·ie, io voglio foruire tulla quei;La dou1a11da, per 11011 ue avere a ragionare più. Io ho i;entit-0 a molti spregi:n·e l 'armi e gli (J1:d ini degli csc1·c:if i antichi, ari; uendo come oggi potrebbono poco, .Ulzi tutti quanti sarcbbern inutiiì, rispeUo al furore llelle artiglierie, pcrchti queste r ompono g li ordini , e pa ssa110 l'ann i in moùo, che pare loro pazzia far e uno o nlìnc ch e non si po;,;sa temirc, è tlurarc faUca a vortare un'anne elle non li l lOSH,t li ifcudere. i"a /1ri.:io. Quei;la tlo n1mul a vo,;I rn. ha bis ogno, 11er c:h'el 1,1 ha ,1 s,:,ti capi , d'1111a lm1ga riSLJOs(a. l~gli è vero che io 11011 feci Urarc l 'art.iglie1·ia pii1 d1e una volt a , cd aucorn di •1nelln u11a st etti in rlubbio .. La c11gione è, · 11er chè egli imporla più riti uno gu,inlare di non essP.r percosso, che mm importa percuote1·e il nillli l'O. Voi avete ad i11l.e11der e ch e, a n>lcre <:h e un·artiglicrl.t 11011 ti offenda, è 11ece.·sario o sta1·e dov'cll.1 110n ti :iggiunga, o mettersi dietro ad uno muro o dietro ad uno argine. A llrri cos<L non è ohe lei ,·ife'llya ; uui bfaO[J1ta 0 11c·or" che l ' 1111 0 e l'al/ro si n fo r tiss imo. Quelli cnpitani elle i;i riducono a fure glon wla, nou possouo 8l nrc dielro a' muri o ag-Ji nrginl, JH~ dove essi uou ,;inno a;.:~i1111ti. (Jm11.:ie,11 c i11!1mq1io lor o , voi d 1c non 11osso1w tt-oV<we uno 1n o<lo ch e li difouda, tro ~cirnc

1rno, z,cr il quale osi<'i

.siruio meno oJJosi; n1) 1J08Nono

t rm ;ore rillro 11,o(l., e/te JJ1·co1·1'npn.rln ,' ltMto. Il , 1110110 d e l preoeeupm·1a · è :md a n" a troni d a t osto e rado , uo11 adagio erl ln 11111ec:blo ; pereh~ eon la 1west1 :zza non s,~ le h1~<:ia rmhl ovpinre il c:olvo, e per la ra<.Jil:il può meno nm11ero rl'uomini otl'en<let·e . Questo uon puù rnr e 11J1a h:1mla ,di gente onlinatn, Vl:t ch è s '<:!11:i 1:aJ11111i11a rntta , e li,1. si disordina ; s'l:ll a Ya spanm, non rlil. quella r,1.1ica ,1 l u im i.<-o •li r omperl a, 111~rch è si r ompe 1•!'! r sè stei;sn . E per<> io ordina i l'eser cito in morlo che potesse fare l'u11a cos,t e l'ali ra; per c:hf:, aYci1do m es~o JleHe sne eorna rnillt~ ve li t i, onliuai elu", dopo c he le n ostre artiglic>rie a vessono ti·:i tto , u sciss ero insie111ti con l a ,:,n-alleria leggic1·e :1cl occu11:u·e l'arti~lierie 11i111ichc. g 1wrò n on fod riti·:11-rf: l'nrti~li~?r ia mia, per non tl a r e tempo alla 11.imica , pm·eh è e ' 11011 si 11oten1. rlar e s pazio a m e e lorki ad :11lri. E l)er •111ella cnp;iorn-: ehc io 110 11 la feci trnrrc la second n volt:1 fn per 110 11 l a l nsd :1 r1~ trurre !.1 prima , neeiot:d1t'.: anche la pì·ima W>lt a .la nilllica non polt>~se trarre; pcr chè, :1 ,·ol cr e C'he l'nrtiglle ri:1 nimica i;ia lnulile, 110n è a ltro r imedio ehc nssa lf nrl a, 1>e1·d1è, se i nemic i l'abb:11ulounno, l.11 l a occu1,i; l'<P l:1 vogliono {lifen- . rl<.'t·e, hi:-;ogua i::e la lascino diefTO, in mo,lo che, occ111m ta cln' nimid e tlagli nrnic i, non tmù t r:1.1.-rc ..... Ve11 Lidio, venendo a gi.ornata con li Par t.l, la virtù de' quali in 11111g.1::1or parte consiste,·a 11eirli nrehi e n elle saelte, li fa sciò quasi YCnire ;,oli.o i s uoi alloggiamenti avnnti ehe traesse fnorn l'esercito; il c h e solamP11le f e<'C per JJoterli t oisto occupar e, e non dare loro spazio a trarre. Ct>snrc in F'r:111da r eferi sce, d1e nel fare una gior nata con gli nimid, fu con t:inta f uria nssultato da loro, che i suoi non ebb,~rn tempo a t rai-re i dard i secondo la consu ctlH.line romnna. P er t anto si vede che u volere che una cosa ch e tirn rliscosto, Rendo nlla ctunpagnn , non ti offeurla , non c;i è altro rimerlio eh r:. f:'()11 qum1t:1 piìt celcritil s i può, OCTU!)a.rln. Un' altra ('fl gione alll.'Ol'll mi mnovèva a fa r e scnr.a t r:irre l'artiglitirin, d ella qnnle fors e voi v i r icleret·c; pure io non ginclico ch 'ella s ia cla spreginrln. E' non è cosn ch e f,wd mng-

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L;AZIO:-iJ•; DELL!·'. ,·\!tTIGLrn[Ulè SECl)XDO lL l\lACl-ii.-\\·1.,;1,1.r

gior ·coHfnsione in uno esercito clte impc(lirgli la vi,;l.n, 011tl e elle lllOlti gaglin.nli8Ri111i l!serciti sono stati rotti, ])Cl' essere loro stato impedito il velle1·e, o dalla polvere o tlal sole. Non è ,meora c:o,;a che più impedisca la vis la elle ' J fumo cl1e fa l'artiglieria n e l t.rarln.; veri> io erellerei elle fus~e più prurlernm laR:ia re :1ccecan,i il nimico cla sè s tesso, d1e ,·ol ere tu cieco a nda rlo a trovare. Pcrb o io 11011 la. t nnTei, o (11 wruh1< (JUC8to non surc/JIJ,:; npvro·,mto, riR/Wllo a.lln re,mta.zionc c:hc lllt l ' a1·tivlic1·fo) io la metterci in su' c·o rni tlell'i;Rerc;i lo, :H.:cioccllè, traendola, eou il J11mo t•l la 110n flé'C'(·cnsse la front e ti i Quello; <·hf~ i, l:t im11ort anza delle mie genti . E C"t1P lo i111petlir e la Yista al uimico s in cosa n 1.il<\ i-\(·! ne pn11 atldnrre per esempio Epnminonda , il quale per ,we<~<·nrt\ l'esp1·cito nimieo. d1c nmiva :1 f:in~ ~cr:o ;:;ion1,1 la, fe ce correre i ~noi e-avall i. leggeri inrn1rn:i :illa fronte cle' niluici, perchè levn~sono al i.a 1,l vo lver e, e gli impeclissono la vista ; il che g li dette vinta la giorna tn.. Qrrnnto a l v a reni c·l1 e io a ùbia guidati i colpi (lelh~ nrl.iglierie :i mio 1110,.lo, fncc·n,loli Ji:l~sare sopra l n I P>-<I :1. llc!' f,111ti, vi 1·ispondo che sono molte-! più le vo lte, e senza •:01 1111:1rnzione, elle !'artiglierie 11rossc rnm percuotono le fantc~rilè; t:he quelle cll'Pllc~ r>Pl'C.'110tono; 11erc:hè la fanl'eria è 1:mio· l1rn;sa, e quel\0 sono sì tliffieili a trattare, c:he ogni voc:o che tn l' al:d, elle p :1 &~:1110 sop1.·a la t esta rle' r,111li; e se l'abbassi. <ì:nrno in t erni, ed il colpo non 11enil!11P a ql1l•lli. Sitlvnli ,m, ·01·:1 l'incgna !Hà d e l t erruno J;<:n:hi.· og11i J!ot:o 1]1 rnaccl1ia o d'i rialt.o c·l1e sia fra' flmt.i e qudlcè l e i111pc>di se e . rn q11:111t,) a' (:avnlli, tè rnasHime quelli degli 110111ini d'arrnc, perehì, h:1.11110 :1 stu r c p i ù stTett'i C'hr~ i llèg·geri, e per e ,:~e1·i; più nlt i floHson o <'SH<'re m eglio p c~t·r·{•ss i, si può, i.nlìno dlt' le artig-liCl'!(' nbhinno t rai t o, I firn i1·li nella c:orla dello esf'r c i lo. T1c n1 <' ch e assai v ù ì mwoono y l-i sc:0111, it:Jfi. r' /' r1 rf111lh'ric 1wi1wf1, , 07,c q1w71e: ,JJ l1·! quuli è il magg'iorc rim, ,t'lio 1·e1iin: nlli; .111:rni tost o : e se nPI primo :i~H:1lto llf' mum:e alennn, sempre ne morì; e 11110 bn nno c::1pilm10 e u no buono e sercito rnm ha a temere uno danno che s ia p:1 rti colare, ma nno g cè11 er:1 lp; ed im itare i S\'i:r,:r,i;i:i, i quali non sc,oiforono ma i g iorna la sbigottiti (lnlli; :irliglier ie. nmd 1mni,scm10 cli pen a capi! 11le c]u elli che pe1· J) nnrn lii •1 twlle o Ri ui,ciss,~r o c!•ill:1 fila o fnecssero (·on la persona alc11110 segno cli timore. Io le feci, trntto f'h'ell e ebbero, l' itil'arc m~lJ'c,sercito, perC'h'ell0. l n Rei :1ss<'r o il pn sso lilw rn :li le battaglie. Non rnè fo<'i più men:?.ionc, come di cosa inutile, aJ)J.)ieeal:a ehe è la :1.nffn . Voi avete ancora dPt.to, che rispcHo nlla f n r in rii q1wsto istumrnlo 111olli g-in rlienno l'nn ni e gl i o rdi ni n nt idii esser e inu tili; e pure p er quc.,lo vostro var/.arn clrn i modcru i a /ib irrno trcna.U ordini et armi r:l!c eontro all'arli11lforia s'ieno 11.fi.U. l'fo ·r)()i S(I./JGtc questo, io nm·ù cnro che voi mc lo i'llsc11r1il1t c 1wrchè 'iH/ìno " qni non cc ne so io ·vedere alcuno, uè orrllo 8r: 1w /W.'lsa trn'l:arc . Tn modo eh p i.o vo1Tc:•i intender e da cot:e,4oro, per (]Uali engioni i i,;oldal'i n piè rle' no;;l ri le111pi portano il ]IPll:o e il corsaletto <li ferro , I'! quelli :i cavallo vn11no t'l1tti coperti rl'nrnw; per chè, p oi f'IH~ rl n rnnno l'all arme nnt ic'·o come inutile, r ispe1to ane :u'i'ig-lieric, c10YP-r<~hhcèro fuggire aneorn. quPste . Vo rrei inteml e1·e anche per f'llf~ ('fll!;ione i Svi:1.zeri. a sirn ilil.udine degl i :inti ehi ordini. fanno una l1:1ttagli:1 stretta <li sc,i o ottomila fanti, e Jl<"r qual e cni:!'io11ca l utti gli altri gl i hnnno irni(:1 t i, por1':u1clo qnesto online quel medesimo 0

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JuOO - HiùO pcric"(.110 f)el" c·onto tielle :irtiglieri<: clll' s i po1-tc rebhono qul'lli a ltri cli e d ell':111ticl1 il /1 s'i111itat-sern. C re<lo cl11• no11 snpr ehhero dm si riRl),::,ndere ; 111:1. se voi n e tlim:u1tl:1.R~i i Hnlllnti <:he :1.ye:,;sl:ro qu,, lche t,irnlicio, r ispou<lcr cbber o, prima che vanno arni:11 i, pen·hi:.• 1,mhbcu e qnc lle m·111i non li <li-fendono d,1lle a r l.iglieriP., li d ifrn(lo110 ùnlle tn1le~1rc, <1" ll e pi <:<:h c, (!;1lk: spnde, dn ' ;;n;;~i, e dn ogni allr a ()ff csa d1e YÌl'IH~ ~la' uiln i('i. Ilispou<ler e hht:t·n :1 neu1;t <·ile ,·,111110 >'tn:Ili insin11c <~ >lll C

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J!~ig. <;::; - Due l.1:1.ll:aglio11 i i n online d i h:dtaglia. (Dall'a utografo d ell 'Arte 1tal1n Otte!'I'" rli Nicol ò ~l:1d1iavell i, Bibliol<èt·'1 ~,, ,,. ionrtle di l!'iren'.f.1 ') . :'se('onclo lo sche111:1 cld ~<·g-1·eta rio Fiol'< :111 iDo, i_ <·:11m011l prccedo110 1uttc le tn1ppc, pronti a t il',usi d a purl c, dopo le prim e R<::n·iche, ,, per dare luogo e lnsciare In sp ,rnio liber o)) nlla fa nteria.

i :::;yizze1·i per poi.ere r1iù fa cilu11-:11tc urt n re i f.1111.i , pc1· 1iol.c r c Fosl Pn cr c 1111•glio i ca,·a lli , e per d a r e più difli<:ulln a l n imit-o ,1 r om perli. In modo eh,~ si vede d 1c i soldati J1m1110 a. 1·em er e molte ali.re ('(I HP oltre :-illc urtigl i<~r lc, d alle q u:1 li cose con l 'armi e con ,g li ordini s i (1ifl'11rlono. Di d1c n e ;;t'•guita , c he qunnt o 'm-<:g lio a rmato è Ullo Psercito, e qt1nnto h a g li onlini s uoi più 1%:l'l':lti e p iù fo r ti, t nnto è piì.l s icuro. Tnle (•Ile, c lii t- rli quella ol)inione che ,·oi clitc, co11vie11e o elle sia di 1ioea prude nza, o c:hc a lJII P.stc cose a bbia 11~:nsato mollo poco ; p e r cbè, se noi v egginlllo c he 1111::t minima pnrte 1lel modo <lello a1·n1:1 t·c a ntico <:Ile si u sn oggi, d1e è l a pi eea, cd una minima parte <li quelli or"tlini,

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r/ Alt'.l'IGLJl,;IUA J\EL 1•i,::,;-s11,:no Dh:L '.\fAClUAVICLLl ..i,c :<,mo i battaglioni tli Svfa:r.el'i, ci. fanno tanto bem~, e pol'gono agli eserciti 1111:<I ri tanta fo1te:r.:r.a, pf:rehè iaon abùiamò 11oi a c r edere che !'altr e armi e gli : li i a·i ordini ch e s i sono Jaseiatl, s ieno utili? Dipo i, se noi non Hbbiamo ri;.:u:anlo all'arl.iglierin n el 111ctterci sfTetti insieme c om e i Svi:r.ze ri, qmùi altl'i urdi11i ei posso110 f:lre più temere d i quella? Conciossincosach H niuno online p 11ù f an~ elle noi l.emlamo t auto quella, <111auto quelli c he striugou o gli uomini i11:<it'me. Oltre a questo, se 11011 mi s!Jigott.isce l'artigli<·?ria d e' nim iei llel pormi ..,,J 1::1 111po ad una terrn, dov'clla mi olTlmcle eon più sm1 sicurUt, non la potendo io orr-11 p,1rc pe r PN~er c difel'ia dall,-, mun1 , mn solo <-'01 tempo cou la mia arti ;:-lie1·ia impedir e di modo c he ella puù r addoppiare i colpi a suo rnoclo, perchè la ho io a l<'m ere in r ,11n pag11,1 don~ io la posso tosto o ccn1,arc? Tanto che io vi ('l•llehind o q11e:<1'0, c·he 1·a r tiglierie. secondo l 'opinione mia , non irnpedisem10 cl..t•) 110n si pos~ano u,;arr~ gli. nntìehi modi e mostrare l' a ntica virtù. g se io 110n a1·t•s,si prn·Jato allTa volta con voi. di ()nesto ins lrun1e11to, mi vi d istenrl c~1·c i .r,iù ; ma lo mi vol,(l'io rim0I tere :1. ouello chn allor,1 llC (li ~si ».

Xo11 l~ dnnqu~ c~a.tto <:he le attigli<·1·ie B OH i spu·rno a.l Madlin ml Ii p1·oprio nessm1issirna :fhlucia. Egli pcnsn. che le grosse l1oet: he (la, f uo<:<> ll<>l tempo ~ia,no, s nl l'i1,mpo <li battagl ia, pre;~~apoeo i.m11:ili , 1n en tr e d cono:-:ce rnaggiol' etlic:acia a, fp1elle miun t<1: e in dò il s110 gitl(lizio con.i sponde p1·rfoitanwnl·e alfa realtà,, come wdremo <~sarni un-11<1 0 i m aggiori fatti d ' arrne del secolo. DPL 1·csto, <:lJ1~ il /.\Ta 1Hl e Rl!gtelado fior c1ttino non considel':1 1:-i'le le art iglie1·ie com e qnaulitù :issolnhtm<~rd.e t ,·,11-<r.urabìle, è dirnol'-lfrato am:he clnl fa.ilo <~l1e egli clà. i11 peopoNito delle norme , i ,, a lnmi pnnl·i. 11otc•rnli. Eg-li opi 1m eh(\ lu Jn·opor·zione delle bocche dn fnoro é11~ 1 « parco )l non 1leuba sorpass:ne i due pezr,i_ p<·r O/..('ni rnil le n o mini dell ' <~s< ~i-cìto, e c he l 'nriig]icrin, cl::~ campag-n:1 - di cni 1iRRn nncl, e i c:dibri - <lcvn. [orma.re pressapoco i <l 11e t e nd dPl parro :--tPsRo . Prosegnc udo, il 1\far:hiaveJli dà, 1n·esc·.1·j11,ioni vm·i<\ per ]'ordina.rnento delle artiglierie sia, 11ella marcia si:i, 11c lla. Lat1·ag-lhL: specialmf'nl e pel' (]Ucs t ' uHima <'gli ò cvi1lentc.1n<~nl·e nn po' irnb:1.rn,11,za.to , hrnto cl1e, contra,riamm1ie alle sue n hitndi ni , propone - - senr,n, seeglier c - di versi metodi, fra, c: ui inlerf'ssa.ntc, ~ustoso e tcorkan,ente i11cccepil.Jile quello, pi11ttosto shl'iga tivo, pel' inu t.ilir,wre le art.ìgJip1·ie n emiche. Kon po:-;. i,.:ia1110 soffm·111ar<·i più a lnugo sn q 11eRto puuto; m a complei-sivnmentc possiamo affermare che, (]1rnsi a, s no ma.l grado e eonh-o Je sue Rt.css<~ :intenzioni pl.'ogrnmmatiche, JY!e8scr Nicolò :finisce i inplicitmnen i"e per riconosce1·e l'importan:...a, clell' A 1' tigJicl'ia e de-

3S3

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1500 - HiOO

gU artiglieri ; tanto è vero elle q nesti devono, a parer suo, essere dei veri soldati, cioè li si deve incorpor.n·e 01·ganiCil,meute nelesercito. Uno s loric:o fl·,u1<;c se espresse al riguardo un giud izio esattisRimo, alloi-chè scrisse : cc I,es y1·a11ds gé11ies prescntent d ' 1ttiles étudcs rntJrnc an milieu d es le11rs crre·nrs J <Jt JJ1a.thiavel émit des iclées rernurq1uibles et sowvc11t tres 11:vnncécs coucerna,nt l)r,,1·-

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i'illel'ie >) . l-i!u:1,nto .illa :sua, convinzi011c che cc le artiglierie non j10pedisc·o110 che Hon i-;i posRano usa.te g'.li antielti m odi e mosti·are l'antirn Yil-Lù >>, :sai-e bbe davve ro assurdD pn~tendcre allnL opinione da uno sc1·i t t oi-e d1e basa t ut ta 'l.L F;u:1, .-irte della ~uena sop1·a un'assol uJ-a, i 1wo1HI iziomLt:.L }tm111fra zio11e per gli i s titnti militari 1·orn è.Wl i. 111 i-;o~t;i11r.a,, Pg-li i1011 1wgò l'utilit:ì. flpJ ]c m ·mi cln Jnoco ; tut lavia, i• <·c1·fo c·lu-' 11011 ne iJ1i.11ì gli im11u~11:;:i s vilnppi e 11011 comprer-;e d1<> <'Ri-;,, an-c bhc1·0 p1·ofon<la111<•nie rn od iti(':t.to, anzi Rlavano gi:\, rn odi1kn.1ulo (iJ :\.fa cliian·lli 1-<cl'iYe l 'op(~1-a « n<:1l"a,rtc clulla {iU erni >> intor.uo al l'.i:rn e l:t. h:di"aglia tli Rav( ·nna e ra :1vvr1111t.1 nel]:?) i i-;.ist<~mi cli co111hnti"i111e 11to. E q11i 110n <:i 1•p::;h1, che 1·jpete1·P Jc pm·ol,~ df-' I lmon pcdn11f-P W,Lg11e1· llt>l l ·'a,u .<;t fli Goethe : « E ' una gtnmlc: eo111solfl,zio11c tr::ispot·btrRi nello spidto dei. tPTupi. e vedere c·o11w , pl'.Ìma d i Hoi , m1 sapien t e nbhia p ensnfo e come noi !)oi il1fi11<· Riamo gi11 u fi cos ì. nrng-11iti<:flm Pnl e Jonln,110 >>, eliminando ùalln fi-n1sc <J11elJa, p1mla, grottesca o umoris tica. che F a n s t nccentner:ì, 1wll:1 risprn,la : « Oh , Rì, fi.110 ::t,lle sl C>lle! >>E ' cni-ioso 11ot:u·e com e ,!,Ila, dilridc11r.a del gen,ll(lf: prosatore italia no <'le] ()jnqn<~cento c01:1•ii;;poll(ln, l'ostilit.:\ n etta. clel snp1•cmo poetn, 11os l1·0 clella s t<->ssn, et:)., Lodovico Ariosto, che - a,ppn.n to in . quel primo qnal'f:o fli secolo - l :rnciav,L r;ont1·0 e< l 'i11fe1·na.le >> iuvenzionc delle bocche da fnoco i vituperi contenuti. nei canti J X e· XT <lcll'Orlando Ji'1l1'ioso . Nell'cpi ~odio di Olimpia, l ' Ariosto dPscrive l 'in sidia, cbe Cimosco tende ad Ol'lando lH•l cimento che il conte cl ' Anglanl:c li.i, provoeato per lihe rrn·c Jn fandnU a . Cimosc o fu, circondar-e fla font.i P (·.;walli occnlti il l':1la<li110, clte v no lc viYo 1wl1e prop1·ie mn11i . 'J'ntti 1w1·ò caclono n c:.di,;i !-otto i fcrrihili {'olp.i della lancia ,. <lPlla· spadn cli (hlan <.lo, e Oimosco, allora. mctfo in opf-'m con -

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L ' I NVE'l'Tl VA · oi,;1,L' Al:10S'l.'O

I rn cli. l11i l ' a rtiglieria: << il cavo feno e fuoco» del s uo cann one . .\J :1 Ui 111 osco cade ucciso e il l\1,la<liuo cristiano p uò buttare a 111.11·e l'r,secra. ta arma da fuoco, aecompagminclola con la famosa ·i II n .!U i va :

« O maledetto, o abbominoso ordigno, Che f'ahhricato nel tartareo fondo Fosti per ma n di Rcl½eh ù maligno, Che 1·uin<1r pe1· te diseg11ò il mondo, All'iufcmo, ond e u scisti., Li ntf.lf.ligno )). Così dicendo, l o p;itt.ò i11 p1·ofo11do . E , fin <1ni, si pot.rcbbc a 11dw cavillare, osservando che chi s i i11dign a in htl modo 11 0 n (~ già J' Ari osto, bensì il Pala dino Orlaudo, e ehe il poela poteva pure per-1,;onalrnenlc cli si,;;entire, a tale tig ua1·do, dalle opinioni cfol suo prota.g onista.. Il gua.io i-;i è che, clu c (~1,u l i ]JÌÙ i 11 Jà,, nell' undicesimo, riprencl e11ilo il racconlo del viaggio di Orlando verso l ' isola ma.fr•cletta, il JH>t>la ritorna sullo stesso argomen to; e, questa volta, non c'è più m odo di trilicernrs i clietro a lc una, l'estrizioue men t a le; chi\ qni , egli p arla in prima persona. Si direbbe che non ~i sia sfognto a lJIJa,s la,nza f:on gli irnpropel'i messi in bocca ai .:ublime Orlamlo e che senta i l bisogno di aggiungerne a ltri , ,~ mnggfori, di suo (1). (1) Il Paladino ha buth 1to r,el vrofondo rnare l'nnna diabolica di Cimo<sco ; l.lln dopo <JtUtl ch c s0colo, « nl ! Pm vo dc' nostl'i avi o por.o innnnte >), un negro111:i ntc la r i t rovò e ln rinrldn issc sulla 'l'erra.

Lo mac·dt iua i11J'prnnl, <li 11iù di een1o l'nssi cl"aequa <ffe stc' nscosa 111olt'a11ni Al som1110 lrnl.ln. pe1· i11canta u1 e11Lo, l'rim:1 por1n1n f u trn g li Al.1111:innì ;

Li qunJl tmo ed un altro espct"iment o Facenclonl:!, I:! il Demonio n• no~trl d:11111 i Ass uttig lht11llo lor Yi a più I n mente:,. Ne ritmva ro l'uso fina lm,mtt•.

Italln e Frane-la, I:! tutle l'nll l'e bunclc Del m onilo h:111 poi In r-rmlel .ari e a 111Ìr t>s:i , A i r uno il brorn;I) in ('nYe forme s p:mcle.

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1500 · 1600

Come ri<:orùa va l ' on. Lando I 1'eneLti in una, inLe1·essante con. ferenza teuuLrL a,11' << OUava, d'oro >> ferra1·ese, intitolata ap· punto <t Le A1·tig-lie1·ic ndl'Orla11do Fu1·ioso >> e pubblicata ora :qel volume l!Jsemz>i e ùlee v or l'Italiano wuovo, la. :fìrn~ mise· - 1·andrL di Ua:stone ,u Foix 1rnlla, l.mlta,glia di Ravenna, la ferita, di Alfoniso d ' Este a.Ha foss:1 ½aniola, la morte di Marcantonio Colo1111a, ucciso ùal eonsaugui11co Prospero Colornia sugli spalti di Mil11110, lo scoppio dell,L polveriera. di 'Milano 1Jcl 1i>21, che costò la vita a p:u·ecchi c <:entiuaia, cli peri:;onc, la. strage, j lnttì e le 1·ov ine <:he Je a rrni da fu oeo p1·od11ccva,110 ispirarono J'atroc~ iu vctti v.1 del!' Ariosto. Che liquefatto ha la fornace accesa; Bnµ;ia altri il ferro; e ehi picciol, eh i ~rancle JI v:1Ro forma, ('hP viii e meno pe;:,a;

1,: qn a l bombarda, e qna l nomina seoppio, Qual semplice ci1.11 no11, qunl c:, 111111111 doppio, Qnnl sagr a , qu:1 1 fnkon, qn:il col11hri11a ~ento nomar, eome al suo :mtor 11iì1 agg1·,1(la; Che 'l ferro Hp,:;zza, e i 1narmi apre e ruina , E ovurniue pmssa si fa d,1r l ,1 strnda . l{ c;udi , miser whlalo, "11:1 fucina Pur tutte l'al'me c'l1ai, fin alla spntltL Jè in spa ll a 1111 S<'oppio o nu ,Lr<:ohngio prendi; ChP 81~rnm, io so, n on toec:l1f!l':l.i stipendi.

Come trorn,;ti, o scellerata e bruth1. I nve11xio11, mai loco in uman co!'e? Pe1· l.e la rnll!tar gloria è d iHl.l'ul.l:a; Per l"e il mestier del l':n·111e ii senza onor e ; l'er te è il valore e la ,·irl ù r idutta, Chè spesso 11:11· rlfil h110110 Il rl o ruigliore: No11 più la g11glianlia, non più l 'anli1·e

P er le può iu campo al par aµ;on venire. P er te son giti ed :1ndet·n II sotterra 'l'anti signori e cn vn 1ieri tanti, Prima che sia finita questa guerra, Che l' mouòo. ma più Italia , ba messo in pinnti; ChP. s'io v'ho detto, ll detto m io non erra, Che ben fu il più crudele, e il più tli quanti Mai fur o nl m ondo illg<~gui empi e maligni, Ch'innnaginò sì nhbomlnosi 01·cligni.

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l'Ol!lSIA E 'l'~;CNJCA

11 J 'oda 1·u,111mc11ta l'eroismo e le bellezze auliche e si leva <·e111 I 1·0 I 'Attig liel'i a , ma non si accorge che intanto sorge l 'alba cli 1111.1 1111ova <~pope}L, per cui il feudo si allarga nello Sh1to e ìl

\' al ier e diventa '.~ìttadino. (( La, 111or,LliU1 della. gnel'l'n, ~ ,lic<\ it F1~netti - - la legitti11ii l.,ì, d1;IJ' nso di ogni arma nel suo svolgimeut o sono date dal faf ;il1~, 1·apido bilanciarsi dei mezzi d ' offesa e cli difesa, con couse~1 1t·11l.e p:wità di rise.Ilio fra l ' assa,lito e l ' assalit01·e ... Tn Ariosto I ' i 1wornp1·ensjone degli iutel lettnali di ogn i tem po per il n no,·o, ti i ,·e1111ta odio, fa di Cimosco uu reprol.,o, uu fellone . Eppnre Ci11 1ost:.o e~ il progresso, è l'avvenire>>.

c-; 1

Uel resto, quale più effi cace contraddizione che quella dei appunto menti-e se.rive va le otbv<\ fa,rnoRe ~ sta va al R<~rvizio del (< primo artigliere del se1·.olo )), cio<~ cli Alfonso I d'Este , duca di Ferrara, lVlodena, P RPg.:_do, lli cui, . i11 alfr..t oc~casio11e, dovnva (\Hall:u·1i t< i.L G1·a11 D hk volo>>, cio1~ la terribile arma, ntwva che 11011 poteva 11011 colpir<·\ b fa,ntaRia del poeta. Ii'erra,ra, era allora uno dei massimi centri italin,ni e~ perc.iò <· mopei - di civiltà e di cuH1wa. Corte e città, P rincipi e popolo vi\'eva,n o 1111 a , inte11sa vita, rkchi:-:i,;ìma di avve1timenti, clic il gPnio ,liplornatico, IPtt<'lra,rio <'l artistico va,lorizzavano al più alto grado. Alfonso l , succednto sul trono all ' a,hilissìmo Ercole ·· - e, sia detto per incidc11:1.a, marito 1li<'lnte a.ffatto infelice d(']],1 bellissirn r1 ea enigmatica, e forse~ calunniata Lucrezia BMgia - dedicò alle artiglierie le più vigili c ure, e tdla sua morte lasciò un snper bo J>a,rco di oltre t.reee11 t.o bocche da fuo('.O di tntti i calibri. Non è affatto improbabile che Alfonso - élopo av<'lr a.scollala e magari applaudita la mira.bi.le invettiva --·- convocn sse i snoi uffici :1li e tecnid per .. . ordinare loro la fondita di nnovi, formiflahili pezzi . Il che prova, per un lato, che il progresso tecnico procede in esor abile nel suo ca.mmi no e nulla, lo può a,r rcsta,re; e, per l 'altro, <:he la poei,;.in,, <111a.ndo è veramente tale , ha. una a.ugnst.a., snprerna hell<'lz,m, la, quale ci esalta anche quando è ispirata, da . <:on<:etti a,. cui , 11dla pratica. vita, quotidiana, non sa,premmo aderire. f ai Li stessi? 1\fcsser· Lrnlovico -

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li>OO - lUUO

~ !a di fatto d1e a,gli iui,'.i del Uill<1uecenlo tulti i Principi i hlli,rni :-.;0110 pi <-mumente co nvin ti d ella, 11ccessità di ~1vcre buo11e e uumerose a r tig1i1~1·ie. ~e in a lctuie ùatta.gli e ùcl seco lo pr,~ce· d e11te le bocche da fuor.o si s on o rivelaite di dnbbi:i, e ffic}tcia, il ~ccolo XV l i11tervìe11 e a d eliminare ogni e sita zione, forne11do fi n dn.i pl'i111issimi muti , iu vari folti. <l'armc, prove intonfntabili d ell' n tilit.ù <11:ll e a 'l'tiglierie CtLrnpaJi, m1ml1·e i g1'ossj vezz.i destinali alle g-11 c P1·e d ' a.sscdio e n.lla <lifci;;:1 d elle citt:'.L e p ia zze fo1·Li. cos tH1 1i~com> orm ai un'ai·nt ..L impor ta.11tissima. )fo ll a pl'inrn, mctù, d el Oinqm.•1·1:11 lo è un conti 11 1rn :sucr.eden,i <:li riccrd1e per i p er feziona menli tecniei e cos truttivi dell'arma, .uuova ; e gli scienzia ti, gli ingegn eri milit:1ri, i costru t tori italia ni s<mo H-J1 cor~1 i mtLssimi fattori cli tale progresso , .rncbe se p<~1· i m oti vi gfa precedeu temen t e indicati e del 1·csLo llotissimi -·- troppo spesso ln, loro opera giova a, S tati e Princ;ipi s !.1·a.nicri. Il ]nJ11inoso s piri t o d el R inascimc 11to, ch e inform._i quest'et i'b 11011 solo nel ca mp o dell e a,1·H, mn, i 11 tuLte l e 1ua nifesta zioni c ult urali e in tutte le fo1·111e di vita,, è earatte1·ist icame1J te itaJiano; e dal.l'Italia, si diffo11de .nell' Europa, e n el m oHtlo, anche per quel che conce1·ne l ' Artiglieria . S pe~.i a lmc n te uella. prirna met:\ del secolo, l e bocche da fuo<'O est ensi , vcnP1.iane e nu~tli<:ee n on sono inferiori ad a lcun'altra, am~i t e ngono il primato p er potenr.a,, perfc:,;ion c di costruzione e mobilità,. Lo stm,so Ca 1·lo V 11e a vrit di p i ù num erose manon di migliori; e se, s nl .fi11ir e dc.I Ci11qnceP.n t o. la, T<'randa i-ri afferma maggionne11 le, ciù è d ovu t.o, ì11 pa l'te n on t ra,scura,bile, rLl conttihn1:o d<'gli i11geg11cl'i rnilital'i italia ni , (lj cui la l\fonarchia, fra,nc;ei,;e seppe ahilmeJJLc valorizza r e le idee lecnir,lw e scien frf.ieltc. Ma, s u rtnes to pnnto 1•itornercmo più i1rnaMd.

Ma,11 mano Je n.rtiglie1·i e più g1·osse sc:ompa.iono qtrn,si totalm ente ùag li est>rt iti rnn11ov r a11t-i e vellgon o adibite piuttos to aJln. clife:-;a. (>(l · a,ll 'asRc<.lio d ei siti forti fk a li , i (Jna li - a ppimto p er 'intl,wn za de lle g1·osRe bocche da fuoco conceJlt.ratevi - a,cquil'-ltano una cr eF:tènte import:uiza , t antò che ricompaiono a.nche ì campi for tifica ti S('Condo l'nsa u za r om a lla. Si moJtipJica.no i nvece, n egli eserci t i, le a r!.iglie r·i e l eggere, semp1·e p iù facilment e trasport abili; e per il funzionamento in-

388 - ·


1/ ,\ l:'l'l (N,l.EltlA E Li\ l'OTENZA DEGLI STATI

f 1·i 11 :-:(•c·.o delJe anni stesse e dei loro traini, e per il miglioramento d 1• ll1· :-:l.1·;1,d<~ e di ogni mer.:w di comnuict1izioue.

I'Pn;isLe insomma, -· ed è ben 1rnturt1ile - l'incertezz::L circa i I 111 iglio1· modo di adoperarle; ma, in sosb1nza,, come si è detto , (•:-:i-w co:,.;l:itt1isco110 oi·rnai nn <~lemento indisvensa,bile per og11i (':-:(:n j to. f,: evidente die, per essere 01·ga11iz1,a.t e <' vaJol'izzate, le arti g l ic ·ri(\ 1·ichiedo110 e~ presuppongono 1111 :,;o.Lido orga11amc11to stt1fale ; verificandosi tale condizione, esse divengono mirabile :-:t1·11mento di conquista, e di predomiuio. Ne clerivn, logicamente e l1 c Hepnbbliche e Principati, o sono piccoli e non ha,nno la pos:-:i hi lit;ì di ,1rma,r si conveuieulemcnte, e a,llora scornpaiouo ve· 11 e11do assorbiti dai più poteu ti; o son vigorosi, e allor-a,, am1w11 b 111do e perfer.ionando gli a.rmnme1t!i., eslenclono il proprio do minio, iucorporamlovi i più deboli. Lo sviluppo dell'Artiglieria esel'cita dnnq1w m1'intluenza ovvia rn~lle lotte fra i mriggiori Ktati che, eol crolln re dc~I fc~udalismo, hanno onna.ì con:-;olida.to i l potere ccntl'ale. 'l'ak fcno111c~110, r:he si :-:volge :-:.u Hmg;~iol'e s eala, in alcuni aJtl'i l'ac:-;i em·opei clm,,! f.:i sono fonnal e va:-:.t.e e voten Li :l\Iowtrehie, s i verifica purP i11 Halia, ,111clw i,;1• qni :-;iamo tH1eora. lcrnt:rni rla qualsia.si movimc11t:o cli 1mific:1zio11e nazionaie.

2. Dalle campagne d'Italia emergono nuove prove decisive a favore· della mobilità come fattore essenziale dell'efficacia delle artiglierie campali · Le fazioni di Cerignola e del Garigliano - Le artiglierie di Valentino Borgia e di Caterina Sforza - La battaglia dell' Agnadello Le artiglierie tedesche, estensi e mantovane contro Padova - Tattica di combattimento dell'epoca - Inconvenienti 'dei grossi pezzi non maneggevoli - Influenza dello sviluppo dell'Artiglieria sull'arte delle fortificazioni; in cui gli architetti italiani sono maestri al mondo.

Pojchè nel Ui11q11eccnto l'Artiglieria N;ce dal periodo che po · trcmrno cl1fa,mare sperimentale, ed i11izia risolutamente ln f:.- nn attività, pratir.1 sni ra,mpi di b::Lttaglia, crediamo opportuno -

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1;-;00 · J(iOO

fo quesLo capi tolo dedie;1to .t lal e secolo - dare la pre(;e<leuza .a,i 1xu·agTaJi i.11 cui esponemo con la1·ghe7,za, la pal'te sostenuta dalle bo<:d1e da fnoc:o uci pl'in<:ipali ratti d ' armi. Ln, JH·imrt spediziouc tl i Luigi XIT in ltafot deve gra11 p arte del t;UO :,nw,<:1\sso aU'abilH:t del condottiero italiano Gian Giaco mo '1'1·i vnl :.do, pl'ofngo milanese che, passato a,l scrvfaio di l<'l'an c:i:i , co11lribnii:;1:e pot.(mtem(mte -·. secondo il L1·isto fato de ll'cpo<·a - a fargli tonqnii,;ta,te il Dm:ato di Mi.l:rno. A La.le impt·e :-a Ì·p1·:rno .11otevole apporto j 08 pe7.zi del parco tl' a1·tiglieria. :\'cl làitl!, il H.c di. Pm11cia, <fociso a, co1111uislai·c il Regno di )\'apo li. sca t,cian done gli An1,g onesi, stipula, un trattato segreto <·nl Hl' di Spagna, e con l'npa, Alessn,11dro Vl , e a,vanza quai,i i-1·11 za 1·,nlpo for.irc. Fcrl1°1'i(:o 111 di Aragona deve ceder gli il 1·eg·110. iVfa, hen presto C onsalvo drt Cordov~L - ea.pitano spa,gnuolo dH~ iu u11 pri1110 tempo aveva defezio11alo l'ac:ilita11do la. vil.tol'ia fr:1.111·.pi-;p - vi,~1w a dissidio col i>uca di Nemours , comandan te dPlle tJ-nppe di Luigi XII. 11 pl'Ìmo si chiude in lfarlelta: ed t'! cl nr:lll te tu.te asse<lio <:he ha lnog:o la fa.moi;;a, disfida. fra i tredici cn Y:t liei·i. itn lia ni, mi Iit an ti i:-otto la, handfo1·a, di ( Jonsa,lvo, e i frcdi ci 1'1·ancesi: disJìda vhita da.i nostri eù c8a.lfa.ta poi nel no· I issirno romau:w di Massimo d ~A;r,eg1io. ~mnonrs .non ha, le fo1·z;e necessarie pe1· irnp,uh·onirsi della pia;,;zn, di n a.1·letta e si csam·isce in scm•a.nrnccie ed n.zioni isolnte; in eni. l' nl'tiglie1·ia, ha pul' !-;emp1·c la, s na pa,·tc , come quando il

F.1·.111<·1·sc, n f.:cito dal campo, si porta, sulla. ri va dell'Ofanto, piazza. ]p batterie e a.bhatfo torl'i ed arehi dcllf-1, città,, ritraendosi po i 1·api1lnnwntc, in modo cla non es~re imp1ida(o . .Vi n an(·hc ConRalvo ha delle artiglie1·j•~ e l<:: sa. :Hl openwe. r11.1 11ot te CR<:e n ascostamente da Tia.l'l etta e, dopo cinque ore di marci.i , piazr..t, i suoi 1wzzi lhwanH a]Ja piccola cittù, di Rnvo e,

TJraticandovi 1.1m1 bl'el:cia di dnecen to piedi, se ne impaflronisce. U n ':1.7,ione più irnporb:i.llte ei:;ercifano le artiglierie dei fftìe J'iYa.Ji 11ella :fn,;,,ione di Cerignola (1503) , dove Consalvo riesce a sii,;tem111·si :c;n 1111'a.ltnra tntta vigneti. Egli poi-;f.:iedc qnnttordjci boer:he da, fuoco , )remo111·s n e hn, dodici. B<~n presto incomb1da. nn nutrito tiro di artiglforie; 111a i P rancesi non posso no rnl 11ir<' effic-aeemente le h·nppe nemiche nn.s co~te dalle viti e da nn ]m·go fossato , rnelltrc invece i pezzi fi])agnoli riescono cfficacis-

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LA GtrntrnA I'Elt IL RlliGKO DI NAPOLI

1-;i111i . ì\ 1\1110111'.s, non potendo più rm,istere, teuta uno sfol'zo di1-; pl'l'alo lan ciando all'assalto le sue truppe; ma è uno scacco

,·0111pldo: i Francesi sono IJallnti e messi. in fuga e Consa,lvo, .il la Ie:-d:a, della fanteri:1, e delle artiglierie leggere, li insegue. I I ramoso Bafa,r do, guidando uno stol'mo di « gendarmi >) fran1·1•si , s i precipita, per cal'ica1·li, ma Consalvo compie mm riusci1.isslma azione liasata su]le a,rtigli<~rie. Le prime linee delle fanI.. si a,prono, per lasciar passare Ja scai·fra dei pe7,zi, poi si ricllindono prcscntarn1o al nemico nn;1. mnrnglia irta di picche, per dnr tempo agli nrtiglieri di ric.n1·icar<~ le bocehe da fnoc·o: <lopo di \'lte si ripete 1ft, ma,H ovra precedente, con nuovo til'o micidiale; 1· Ja batta,gJia 1n·osegne con <111esto ritmo P si r·if.:olve con la piena disfntta dei Fra,11c1•si, clic ln.:,;dano t.11U:e le artiglierie nelle mani del n emico. I•~ in Regnito a q ues1 a vit.to1·in. r·lie Com:n lvo riprende gran pa,rte del Regno, occupa, N n,po1i dopo avere arrecato gravi guasti a, Castel dcll'ùvo coi suoi /.!,ToRsi. cnm1oni e con ·Fesplosioue di mine; tuttavi:;i, non riescf: ad impadronirsi cli. GaettL, che si difende ottimamente, sopratutto ~razie alle molte bocche da fooco frai11e(~si tlisposte sulle mnnL e sulle alture circonvicine. Luigi Xll, per t entare la, rivi11r'.i1,n,, Rpedisce in Italia, un e serciìo cli venticinc1ne rnila, 11omini con una qua,rantinn. di pezzi, 11rn tutte le sne spera,nze falliscono nella battaglin, del Garigliano. Qui le artiglierie frnneesi adempiono ottimamente alla, propria missione assicurn.ndo alle fanterie francesi il passaggio del fimne, ma poi queste rimangono stranamente inattive. Consalvo, manovrando abflrnen ~:e, costring-e anche questo esercito alla 1·itfrntn., dm·:1nti~ ln qnah~ i grm:isi pezzi , imba,r cati per essere trasporfati a Gaeta, vengono affond:fti, co11 le navL da una tempesta. Più ntili, :wche qui, l'iescono iu un primo tempo le a1·tiglierie leggere che proteggouo la ritirata; però, in seguito, -esf.:e ing-ombr:wo siffa.ttarnente il ponte di Nola ehe rischiano di determinare lo sface1o di tnlto l'eRr~1·cito. Con la vittoria del Garigliano, Consalvo rima,ne pacll'one del Reg·no di Napoli che, l'anno successivo, vienè definitivamente assegnato a Fenlina,ndo il Cattolico, re di Spu,gna. Volendo usa,re nna, terminologia spm·tiva oggi assai di moda, poRsiamo dire che in questa prima pa1·tHa della gigantesca gara

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l::iOO · l GOO

tra .Fnwcia e Spagna per i.I p1·dlominio F;nll' ltalhi,, la Spagnn t'è iu netto vanta,ggio.

Coutempora,11earne11te }1 tali avvenimenti, nell'Italia eentrale passa va eome una meteora sangninosa la figur.:i enigmatfoa di. Cesare Borgia, figlio di Papa Alesi,;andro V I, sposo cli Carlo tta cl' Alb1·et Rorella del Re cli .Nnvnrra, e gran protetto di Luigi. XTT che lo aveva uollliliato Duca del ValentinoiR. Gli avvenimenti bellici che interessarono lo Stato della, Chiesa allo spirare ffol i,;ecolo X V e nei primi a,r nii del scco1o :\:\'I ebLero come camm, prillcipak ]a politica papale, tenclentP a rea,lizz,tre le a.rnhiziose aspirazioni di CeHare Horgin. La campa,gna di guerra fo ini;;r,ia,ta ,Llla mctù cli novembre del 14!)!) eo11t1·0 Cateri1m Sfoi-za ed i tig-liuoli cli Girolamo Ria l'io . InRieme a quindicimila, l•'i-nn ce:Hi , il Valentino conduceva ,li persoua, tutte le genti chP. il Papa aveva, n1.c1,1Hlato al Re di Fl'n n èia, per sostenerlo 11el la lotta (:on li-o il Dncato cli MUauo. Irnola a1wì le pol'te lihernme11k, ma il Nnlcli, castellano t'le1la I'.OU:n. fedele a, Caterina. J1011 volle e1~<lere e con .le stw al'tigliel'i.t:· prese a ba.ttcre tutti i luoghi i11 c·11i t•rnno .t<'<l mrr!ic1·,1tP 10 tn1pp,c del 'l'iherti, clw nveva, traclHo la Contessa <: si el'n flato al Vak•n tino. La. difesa del Naldi fn Rtrenmt, ma alln. fin e a,nche ]a rocc:a dovette cedere; e i fa.tti cli lm.ola ebbe1··0 nna. ben triste ripercns · s1one sull'animo dei Forlivesi, i (pmli, conside1·nndo c·.he a 1n·,,. vissima, scadenza si 1mrebbero trovati nelle identiche condizioni: iucominciarono a chiedersi se g·FI1!10lesi non avessero a<lottat'o: l m sa,ggfo pa,rtito aprcmlo le porle senza eombattere ed evitando così mali peggiori. Ma Caterina Rl'nrza. non si snmrriva; 11bbfmtlona,t;,; da,' tutti, armata solamente del i-;uo cm'nggio, sorretta d a. nna volont.1 incrollabile, organiz;;r,nva magnificamente 1a, resi · fitP.nza . .Aniva.vano munizioni e provvigioni, soldati a,gguerriti: e capitani di -valore; a.lle mura , ,LlJc fosse , ai baluardi, ai torrioni la fiamma della bella gueti-iera dava vita fllle opere che, si andavano costruendo pPr la difesa. fld olLra,nza,. Da Alessandro, Landria.ni, che ella aveva mandnto a.d interpPlla,r e il magistrato. della citt:'t,, e nP aveva avuto il consiglio cli cedere, fece rispond,,re che en1 1Ìwglio (( lo stato 1·uinn t:o che perduto, tutta via di-· ~

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1.1-; Jl()CC J-n; O.I f,' LOCO m:L \T.\ LE:-;'l'l ~O

"1'°'11•:-::-;1•1·0 <.lcJla città al loro volere, ma in q ua n to alla 1·occa 1·~::-:1·1· t·iso luta Caterina, fare spe1·ilnfrntar e a,1 Valentino che led o111H\ i,;apevtwo far sparare a11 cor a, l'artegliarie )). 11 1!I di cembre, per l a porta cli S. Pietro_ , le milizie del Horg- i: 1 1·11f,tl.l,vauo i 11 Forlì: nei g iorn i seguenti g iung1~yan o bocch& d:1 fuoeo e munfaioi1i. I ca nnoni della rocca, i nta,nto, tiravan o q11oti d.ia mune 11 te sulla dllit. L a mattina d i N:ttale, proprio meu t 1·1~ il .Duca, impe11 sierito pe1· l 'irnmspcttat a 1·esistc1J;,,a,, r,;ta,va a <"o ll oquio con i s uoi capita,ni, Cat.erina., p er mostrare che no n l o l.c 111 e va punto, i 11 tenr,;ific:ò magg-io1·nwnt11 il fuoco; m~1 po.i, es~Pndo seoppiato un grosso pa,s&'l.volit.Jl t<>, fa Uon teissa , o pe1·ch è ne av1~sse t ,·atto sfa.v or1wole a uspido o pei-d1è 11011 volesse tui-ha,re1:i ~ma gc11 te n,lnwno in q,wl giomo di mi~tictl, :,olennità, c hiamò. i I l 1' ate1Hli 11a, 1·0 11111 111la11 te ilei I<· :;;ne nrtiglie1·ic, e gJi onlinò di sosp.P.ndere il tiro. La, ve1·a, loUa artigliere:,;ca, t.1·a, l a rocca <~ le du e h:.1 ttei-ied1·l D u<·a, pin11 l ate , 1'1111:1 pr(~i;:f:o .l ,1 Chiesa Ili 8 . Ui0Ytt1111i, ch e fo poi <lei Capp nc·f·i11 i , 1~ J.'alh-:i i 11 apt\l·ta. <:a.mpa,g n a, a .u,ez:wgiomo della fortezza. si in iziò dopo fo 1lne ra mose~ fierissime ripn.1 :-:e, date d:1 Cal1i1·i11a Hforza : la :-11' 1.:0n tla-, il :W 1li r-mn!Jre: d,Li merli del suo Cnstello , a, (;p:-,n.J'<~ Hoi-g.ia dm si era avvieiuato a.i fossati con nn trmnbetto 1\ a"eva, chi1~sto l a r esa della, rocca . •-\.Ila ba.Ue1·ia di S. Giovnnni il Dnca, fece portare l ' a,rtig-lierin , ehe ll.a l giorno dell\trrivo dei Ji'1·ancesi era, stn.t}1 tenuta in piaz;,,a,_ « Era.no set.te r-annoni belli ssimi, e dieci falco1wtti : il più gra nde dei cannoui aveva nome « la 'rivf>rinr, )), crn, lnngo nove piedi e portava un 1woiettilc del diametro cli 1111n spa niia. )). CaJ.el'in a,, cla.l canto sno, bc11 sa1wndo c he oramai si e1·a n I ve,·tic'.e <lfllla l otta., pm·lò a i r,;uoi fedeli, ei;;ortandoli alfa maggiore resistenza. e facendo loro n otare r lte la roeca posse.d evn, homba.1·dieri, 1Utmizio11i, capit~i11i esperti e buoni ingegneri., quanto il Jiemico, dopo cli c he « mostrò a.I Conte Afossaudro Sforza il modo iu cui intendeva di d i sporre i cannoni ; e il suo piano di difesa fu approvato da tutti )). Il giorno 2S le hqcch e da. f uoco del Duca battevano vivace1rnmte le fa,bbrkhe dette del Paradiso - dove era, il palazzo che Caterin a, a bi tava presso la rocca., difeso d a due rivellini - senza però pe1•dere di mira la fortezza ed aprendo il fuoco anche con -

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rnoo

tl'o 11m.1, torre che guardava ltt str<11.la dj S. Martino. L'ingegnere di CaJerina, Bartolomeo da Bologna, mandatole cla,l Duca Ludovko Rno zio, rispondeva assa.i bene ai colpi cl<~i nemici e, preso di mii-a l'iugegnerc della batteria di S. Giovanni, « con una palla di rwimo colpo lo Rtrse morto )) : avveni111e11to che addolorò gra,nd<,meHte i .FraJ1<:,esi, per la popolnritù di <.;ui godeva questo teenico uelle lol'o rnilhie. 11 2D dieemhre il fuo<:,o <.lelle batterie ducali e quello della rocca tacquero. Corse voce che Lorenzino dei Medici, cognato di Cateri1m, fosse riusdto tL realizzare mia specie di accomodamento: invece << i bombardieri francesi a tutta possn i.i adoperava11o ·pe1· mettere in buon punto Je tmUerie )>. ~1:a Oa,terina si ostinava 11elhL dil'.csa più trnace: fino a notte n.,·n-nzata, <~ll:-L rimaneva, a, colloqnio c:on i i,;uoi capitani, con g·1i. iugr,gneri, con i uombrtrdieri, e ]a, ma,ttina per tempo era tra i soldati a 1·iusa,l da.rne n morn,le, a, visitare le artiglierie, a perlu:strm·e la rocea.. Era, l'a,nima pulstLnte di ogni cosa, il centro irra· dia tore di og11i azione. Le cronache dd tempo così dicono di lei : << _ritrov,mdosi Cattelina Sforcescl1a con J oannc Cax::ile, gu 1Jer1Jatore di epsa rnada,ma, in la roccha d'epsa città, fortissima. bt'n fornita dil tutto. Et og·ni g-iorrro con g-ra.ndissimo impeto dartel· la.ria hattentlo lo exercito Ga1 licho ·et più presto farr, ellectionc di la, mode, che rna,i fu visto di tanto animo >>. QuaUroeeuto colpi di artiglieria fatti tirare dal Duca non awinrno ancol'a intaccat::i, seriamente la :fortezza, : per quanto fosse grande il guasto prodotto, nella notte i difensori provve·devano ai ripari. Tl ;'; gemH1io, fì nal 1r1m1te, ln. sorte sembrò volgersi a, favore ·del Borghi. Dieci cannoni f1P11a batteritL verso ]a, montagna, tiramlo giorno e notte contro la cortina della rocca,, a,prirono due brccdc, e i clifenRori, non potendo combattr,re dalla torre maestra e dai torrioni laterali, g·uasti e rovinati alle sommità, dovettero, per resistere, collocarsi dietro il-muro rimasto tra le dm~ l)]'er:de. Contro questo mnro si sviluppò l'impeto delle artiglierie rlncali, fino a che esso rovinò, e allo1·a la, rocca, da un torrione ·a ll' altro rimase indifesa, mentre diveniv::i, diflìci]issimo innalr.are 1·ipari che sostituisRero il muro distrutto, per il fuoco mici-cliale dei falconetti 11emici. Rapida però Caterina faeeva piantare -

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c.vr11:1aNA HIAltlO SFORZA (( Alt'l'lGLll~ltlC ))

hnt".te1·ia, i11 111ez.,.;o ::d cm·tile 1JelJa. 1·0C'.ca, 1n·0Leggeml0Ia. eon t r-;1vi <~ botti piene di sabhin. Quasi tre secoli più tardi uno sto1·in> .11a1Tava che (< questa bellissima batteria. in mezzo al cortile dl' IIn, lJoeea, ovvero Maschio, si è recent~mente sl:operta e ritrn , ·.1 fa nel rne8e cl '. Apilile di quest'anno] 795 .... undici ean11oni, sette ù.ei quali sono <li ferro, e dal tempo stanno giù g1u1sti e rnakond e •11ia,ttro di bro11zo., ed in ottimo sta.to. D1H~ di essi so110 molto ben lavor~Lti, ed lmrnw la leggenda: Cu11:,la11.ti·i 8/orza Domini l' i8auri, colle sue Arme e di sotto iJ .nome dc'll'a.rtelice. Il terzo è liseìo 8e1rna leggenda e senz.a. Arme qual si Vl' douo uei due prel"t·den1i, il qna.rto, che e~ groRso più degli altri tre, porta, la, leg·g ('.ll<.la e le Armi di Caterina, onde si scorge come volle avete in Forlì f'onde1·ia a.nelle di ea,nnoni. Che questi undici eannoni sia.Ho la ha1:t<~ria cli eni ora, diRcorria.mo, io punto non dubito, la qua,lc col gra,n matr.riafo ehe sopraeèadf' daIJn corti11a e dagli altri edifici, reRtò allora qna.Ri sepolta., e coLL'abba11dono in cui rimase questa. I{oec~1, da questo tempo i11 poi, si S(~ppelli ~wco1· più>>Il Cl'ollo della cortina aveva riempito in par·te il fossato, <:he ii nnca fece colmare con ùrncine: sotto la vcemen:1,a degli attacr·hi delle prepo11tleranti forze dnca.li, la rocca veniva espug•mLa 5I 12 gennaio. L'eroica g·uorrie1·a, assistila dai fea.telli e da pochi fidi , si batt(~ Rino alla tine, co11 cora,g gio leoni w.,, <:ontro i nemici che l'accerchiava.no; poi, fatta prigioniera, fu condotta a H.oma in qnel Castel S. Angelo d1e eJla già, aveva tenuto da padrona e s ignora e donde aveva imposta la propria volontà a,l Pontefice e alìa, Curia, come giiì, nnrnmuno nel precedente capitolo. La s1rn, stnpencla figura, di gueniei•<1., illumina tutta un'epoen : elln fn certamente una delle più nohili e fiere donne clcl RiH,1:-:cim(~nto italiano; e il suo nome va segnato a caratteri d'oro a11 che 11clla stoda della nostra Arliglic1·ia. 11 11; 1,

Frattanto le ambizioni de1 !forgia si aprivano orizzonti sempre più vasti, cd irnponevano quindi l'assoldamento di nuove soldatesche e sopratntto l'acquisto di nuove armi da fuoco. n,, f1ocmnen1i dell' epoca. l'isnlta che, di polvere, ne fnrono comprnt<> 8:~098 liubre dal maggio al 2 luglio 1502 (ad una media ·'Cli 40 dncati ogni mille libbre) : mcn1re JWf'RR:q)oco nello stesso pe-

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1500 - HiOO

l'i.odo, cio(~ fra il n nrn,ggio e il 25 g'ing110 J 502, 1igura, una, spesa di 4804 dnctLti :::,urei di camera e 60 bolognini << pro cliversis arti 9lù31,·,iis et rnonitiunibus et: a,l-i-is necessariis rn,issis pro e.spugnatione status cl r.:ivilntù1 Oarnereni )) .

Ma 11011 seguiremo il Valentino in tulte le sne a,zioui guerresche: rieortleremo solame11te un altro episodio, la, <:onquista <li F·aen;r,a, i11 cui k hocehe eia fuoco ebbero larga pade. A Faenr,a,, sotto Ja pret,;sionc dell'esercito ducale ed il nutrito f noco dei pezzi 1 le rocche caddero ad nna a,cl ima, ; ma ln, cHtà resisteva sempre. 11 16 11ovembre (1300) il Vale11tiuo poBevn il campo al Horgo cl'Frbccèo e piantava tra i fiumi Lamone e i\lil rzeno nnm<~roRe e vigorose bocche da Cuoco c he subito c•nt1·av ..1110 in azione. ma la (lifesa e la stagione invernale impPdirono quah111q 11e (a11gH1il<~ 1n·o1.1,Tc~sso << et ·:-:;tiero a (·:unpo tntta Ia vt' rnat a; mai 11ou la- posse1·0 pigliare J>. A p1·inuivl:'ra, però , Je cos<· 111utaT'crno. Uopo aver conquistalo il couvenlo dei Minori Osse1·vanti; difm,o pPr :,:;ei g-iorui da u11 1nanipolo cli g-iovu,.11i animmd, il 1 S aprilP il J>nca vi stahi.liva il suo quartier g(~11 end e, e il gicwno dopo, bomhanlai1do la rocca. eon lGGO eo!pi, la spi a nava e rorn · peva il po11 t<~ di comtwiea;r,ionc fra la rocca stessa e ln, eiHù.. 'l'nttavia gli assa,J(i ckl 19 aprile fal1irono , b<1nelu'• fossp1· 0 sostenuti dal f'noeo de1le artiglierie che abbattevano << d al m c,zw in su il maggior masehio )). Lo Rtesso esito ebbe l'assalto ten , tato l'indomani. M a, anche ~~ 1''aeuza spunta,tono elci tJ·aclitori, che consiglia , r ono il Valentino a pcrseve1·are negli attacehi, indicandogli il luogo meno saldo della rocca : coutro questo fu postata mm hnJteria che 1w ebhe finalmente ragione; e il 25 aprile an('he Ji'aenza doveva ar1·e11d ersi.

Alla fulmi11ea, ascesa succede, con la 1norte iinprovvisa di Alessandro VI, nn 110n meno fulmineo tramonto dPll.'amlJizioso ·va.lentino. L'uomo che, dopo a.ver partecipato alla spedizione franee~H nel Reame di Napoli, ha, mssoda,h1 la sua potenza in Homa e :si è liberato ... sbrigativamente dei congiura,ti attra.tti nell'a,gguato di Sinigallia, ha- occup~1to Perugia, minacciato Bologna,, Siena, e Firenze, l'uomo che è stato alla vigilia di realizzare il grande -

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DI CESA1w; IH)lWIA -

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:-:11g·11u di fa,nri r<~ tlell' Italia di mezzo e forse dell'Italia intera,, i l 1·011<.lottiei·o astuto e sr.nza, scrupoli, con la morte del Pontelice, trova una, fi11e p1·ecipitosa e miserevole. Il suo sogno effimero si p() l\l()J·i;.,,,m,, ed il ramoso eupitano va a morfrc oscm·arucute in Na1·.11'l'a, all'assedio di nn eastcllo. Si svegne eosì, nell'omb1·a., t111.,L di·lle più caratteristiche figure di questa drammatica eth 1·all_i1; .1 l·n, e fcl'oce; si dissolv<\ appunto, nel nulla colui eh,~ av<->v,1 JH·i~scelto il rnoUo orgoglioso: Aul Ca,cs,M· w11t nihil) dimenti · 1·.111do o ignora.ndo nn altro aJ1tichissimo motto - spagnolo que:-: lo - - breV<! Pcl innnenso, tenibile 11ella sua semplicità: (( 'l'odo c.s nada )) (Tutto è nient.e). Considemndo fa complessa figura storica di Cesare Horgìl.(, dal solo punto ai vista che qui ci intel'essa, rileviamo come egli ,-,i rc-mclesse subito conto che, per lotta,re contro i ba1·oni chiusi 1,e.Ue loro rocche nrnssiccie, fossero indispensabili cospicue torr.e di artiglieria; quindi se ne procurò in eopia, par-èe fa,bbricandole, parte acquistandole; e se 11e valse accorlamente in quella ni pida azione di conquista che le cireostanze storiche dovevano reudere effimera. Giulio 11, il l\1,pa, guerriero , salito al sog-lio dopo il brevis. simo pontificato ~li Pio llI, mira sopratutto nel primo tempo a cacciare i Venezimii dalla llornagna e, in gene1·ale, a, contrastare la crnscc-mte poter1za clella Repubblica, cli Ran :i\'farco : a tale scopo si pone a capo della Lega, di Cambrai (1 O agosfa 1508) a cui aderiscono tutti i Principi che hanno <Jualche interesse contrario a Venezia, : cio<~ Luigi XII re di Francia, che aspfra a Rerg·amo, Brescia, Crema e Cremona; Ma.ssirniJh1ino d'Austria, che pre· tende Padova. Vicenza, Verona, 'l'rcviso, il Friuli, cioè, insomma, i tre qnm·ti del territorio veneto ; Ferdinando cli Spag-na, che vorrehbe i porti dell' Adrintico e de] ,Jonio occnpat.i da Ve11ezia nelia g1wna eon (ro (;arlo YTTT: il Duea di Ferrara e il Gonzag·a, di Mantova. Tutti gli eserciti posti in campagna,, così aa una parte come tfall'altra, dispongono ,li forti e numprot-;e nrtiglicric. I 'Veneziani posseggono settanta g-rosRi pczd. I Francesi - che van-. tano fra i ]oro capitani il celeberrimo italiano- Trivnhio e l'el·oico Rainr<lo, 1·irnnsto poi nella storia, e nella fo.n(asia popolare e:- 397 -


lGOO • 1600 corni~ u11a figum leg·gern.la,1 fa., p1·ototipo dello SJ:)il-iio di caval leria, dcll'anchteia, e della, fedeltà, - ham10 u11 copioso pa1·co, a fli da,Lo in guardia, ai lanzi. tedeschi, e molti p iccoli pezzi da c.:11upagna. Gli .Spagnoli, · ch e agiscono sop1·a,Lo tto in Puglia, ùispongono di numerose bocd1e ùa fuoco ; otU.rnc sono le artiglierie del Marchese di :M:a,ntova, e stupende quelle di . .:U fonso d.'Bste. :Massimiliano, poi, possedeva, nn parco fonnidabile : sci enor m i 1Jornl.Ju,1·de, die la.ll(.:iava110 J:>i·oiettili di pietra (ma non poteva 11 0 tira re più di 4 colpi og11i 24 ore); 106 cn,unoni e colubrine su ,iJim;ti a ruote, e un graH nmne1·0 cli bocche da fuoco miuutc, di. ogni sorta; ma sca1:si ern,110 i cavalli. da tiro, cosicchè egli non poteva, far mai-dare Je artiglierie se 11011 a sezioni, tr::~in andole alt:ei-n ativame11 l.c: e codesLo i1wonveuien tc dett~l'luinò un ouonn e

l'ifa.r do. In tutta l a ca,mpa,gn a vi fu una sola baLLaglia impol'tant<>: quella ùell'Ag11adello, sulla, sinisLra. de ll'~\dd.1 \ 14 maggio 130!l), ti-u, F1·auce~i e Ve11eziani. Da v:1,rie co1Tis po111knzc 1·accolte dal Sanudo l'isulta, che iu 4u eRto faUo tl'arme i Vc1iezia 11i irn pi.e).!nro110 ~ n pezzi: 8 cau11oui 1ln. lil.Jhrc ::;o ili p.-Llla. ~ r.olnbc-ilw cln 40 , fida io, .IO sa.gTi e J2 falcouclli. l èa,p i hom1Ja,1·dieri che k fl il'igt~vauo cr-ano il (( C.ipitmio Ba silio>> 1~ « Giovan i\'f aria >>. se11z'al lTa spet.:ifienzione di cog·nome o p1·ovenie11za. Ma a.H1·c l'isnlta11 ze tli dot.: U1lle11 ti pern1cttono di assodare che il (< Uapitan Hasil io )) er-a detto anehc « della Scuola));' evidente all usione ,Lll 'ufficio di cc di.rettore della Scuola <li bomhardied )), allora posta alle d i pendenze dell' Arse11n lf' . Tn 1111 pr-imo tempo i Vener.in,ni tf\nnero in i:,;cat·co il nnnit.:o, sopl'atntto coi t.fri ,l ' m·tigfo:~ria, ; poi , sotto la rniJia,t.:cia del taglio dc~lle com 1rnica,:doni, i n cominciarono a ritil'ni-Ri. Il conrnudante delle trnppe di San Marco a.veva, dispoRto tn I te le sue for:r.e fa nteria ed al'l.igli1~ria -- h1 una sola colon11:1 , e cla. pri11cipi.o la 1·itii-ntn. str·a,tegira fu 01·dina,tissima,; 111.:.L, essendosi l ' a,v:mguardin. fran cese Rpinta, iu,i;;ai nv,wti, i Venezia,n i èlovett-.ero arrestarsi per non ])f\rdere i grossi pe1.zi e si disposero in ordine cli baitta glia.: le fanterie, i pezzi da campagna ed i falconi sull'orl o di nn ùnl'l'o1rn, le grosse artiglierie su di un'altura ; ma, essi non riu sdvnno c:t ù ottenere in modo soddisfa~ente le (( spiarmtc )) o piazznole per i propri pezr.i, di.fettnn<lo l 'opera ili g nastatori esperti.

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L ' AGNADELLO -

ASSl~OlO DI P ADOVA

1111po (l ualdt<:i scarica dei pc½zi di piccolo calibro, le fanterie N1 ii'.1/.t' I"(', a l soldo di Francia., marciavano all'attacco conti·o l'ari i;.:·1i1·1·.i a, vene,1ìa,na; ma questa, numerosa, ottimamente piazzata

1· 111:1.11uvnLta, fece strage degli assalitori, respingendoli. E già la l1al.l:1glia sembra.va, per i Fra11cesi, seriameute compromessa, all111 T li <· anivù il grosso dell'esercito di Lnjgi Xl! col parco d'artig l i(•1·ia, specializzato, secondo l 'espressione del Sanudo, in « ar-

». (,ìnesto ve,w e schienLto ra1>ida111e11 te, in modo da prendere d 'infilata 'ae linee ne miche. I Veneziani, dm già si I'itencva110 vittoriosi, tLI'l'etraron o in diso1·dine : a Ilo1·a il nerbo dell'esercito fn111eesc fu lanciato all'attacco e si i 111pacl1·ouì di molte boeche da fuoco avversarie. L ri. l,attaglia c1·a, perduta, per San Marco che, in conseguenza, di fai<~ Rcon:fitta, doveva rinunciarn a gran parte dei s uoi pos~<·ssi ùi Lombardia,. T/armata fran c<~se rapidam ente conquistò molte piazze forti vener.i:we, e giunse :fino di.na.n zi a Ve11ezi:1 , che 1-i,·Pv!'tit! anche qualche palla di r,a1111 011e. i\L_1, Lujgi Xll aveva, orma.i raggiunto il s no scopo, r,ioè conq ni::.:f-nto tutti~ ]e lerTc~ che desi<'lcrava : Ri arreHtò e nLpid:unc1iLe 1·itontò con le sne L1.·11vpe in l •'nuH:ia., la:st:iando n ella pania i col1('.g-n.fi. Questi, 11atnl'nlme11te, 11e furono indigna,tissimi , e Venezia ue a.pptofitt.ù per staccare 1lalla Lega il Pontefice e il Re di 8pa,g na, accordando loro ciò che domandavano. R.im}1,n eva dunque in campo il solo Mai,;simiforno, con le potc11 f,i bocche da fuoco ehe abbiamo cnnnrnrate, a r.11i si erano uuiti nltri cinq11n.11hL ré.i,1·i di Alfonso cl'Esl e e del :.M.nrrlir•se <li :.\fantovn. L 'Impr.ra1ore si portò all'asi,;eclio cli Padova. contro la qnnle in otto g-ior11i f111·0110 tira.ti oltre vc~ntimiJa colpi di :irtìg-lieria: cifra. JH~1· q11elJ'1: poca

i ig-1 i(•t·ia, da bombardamento

a tltlirittur a fa,ntn stica. Le rnm·a nndn.rono abbattute per una, lnng-lwr.zn, di r.frcn. trer.en to rnet.1·i; rnn, l'esercito veneto che difen · deva la, citt:\ COSt.r1Ù dictr·o fa bretd:J. lUI 11110Y0 trinr,ernme.ntO <·011 pir.cole forti fìCi1,z ioni mnnite di artig-liel''Ìe ccl oppose all'invnsorc nna così st1·enmL difesa che ì\{asRimiliano , dopo avel' fatto ancorn. per tre g-iorni sr·a.I'iche di tutti i suoi p ezzi , giudicò più sag-g-io rim111eiarP. a.H' assedio <~ ritfrn,rsi. Nel nove mbre, 1111~1 poclei·osn. Jlot.ta, Yener. it1,na, risa.lì di nnovo il ro p er r::i,gg-i.unger,~ Fer-rara, men1re F<>sercito di terra 1rn1r· r.hwH 1x11·alle lamen te lungo la. via tli Rovigo. A lfon :-:o d' Rste, in


lòOO • HiOO

.cLll csa. degli aiuti r iehiesli , 11011 poteva fare a,ssegname11to che s ulle sn<~ a,d.igli erie: con ques Le, fu lmina,ndo dall'a rgine del P o !-'l'esso l 'olcsella, impedì ogni p1·og resi,;o uemico. Allo scopo d i ostaeolarc og11i nlterio1·e a vau z,Lta d ella, flo tta ven ezian a, or dinò ' p oi di s ba,r ra l'e, con massiccic catene di ferro, il .Po d i Vola uo, 1tei ]_.)l'ess:i della tone d i 'fieni. lnt auto i Ven eziani; costruiti due .soli di lm,sti oui a caval_lo del J•o, si eraJ10 fermati con le l orn n a vi. A qnesto 1rnn lo, sec:ondo la JH.Lr.r a z.iou e d el Hiovio, il <Ja,rdim!lc Ippolito '

« ... compag11u di ugui 1xar ico lo e ra u ca ati Alforn,o <..'d iuleu Lo a i ,;ervizi .suoi Hem p1·c, 1.·itrovò lX'r la ll es ti·czza e l a bontil llell' ingegno suo una belli ss iu1:t astu zia e 110n fol'l* lllai p hì pe ns ata, da vincer e e superar senza alc un 'llu hhio al t uli o i n eiu ici. t< l mpei·o<·<·hì: 1'or:111do al 1,hm ùell1.; acque dovC' più g li p a reva a proposito .l'a rgiuc d el Po, f ece ve r tntto cer te :,per t u 1·c e certe buche donde l'ar Liglicria · pintt.1tu a111><):-<t·a e (·011 g r a nde nr l,-! :si ,-p,1 r:, s ;,e 11cll' a.r 111,it.u dei nem iC'!i, con t·,n-inn . 110n \'i po te11(10 eglino i11 modo :11<·11no r ipanu:e e con perdita loro g-r:1 11<1is."Sima. J<'ayorl g1·,111d ementc l:1 Jor t u11 a quest a a stu 1.1a t.ak hè, no n so· ,;pPllaml o sj.J11il eosa in moflo a l<;u 1lQ i Ven eziani, f u tan t a in u n batter d'oc· ,:Ili o la rnolt il rnlinc d till,; 11_::iHc s p:1rat e Pontl·o l'nrmntn, che i m aggiori e minori legn i cal'ich i tl i sold a ti e cli 111adnai fa ce11òo rosse l' acqu~ del Po, _se n'anL1,11·ono (Jll:1 Si <:b e t utti in f on d o , e gl i altri i r1g:1.nuati t , oppr essi da cosl mise1:a bil caso s i dctton tn tti nll :1 f ug a ».

V a.rliglim-ia. del Duca aveva sa1va.to F c1·1·a r a . Quest n fn b hntta glia <fotta di PoleseJJ a e t r ovò un efficace 11a rra.t.or,~ a.11che in F 1·n, PaoJo cla, Li g·u a,g·o d e ' J.i'ra t.i Car meli tani (.l i Ferrata. Nella « Cr o11ica Estp11 se » di de lto fra t e, i l cui mano!':1T itt'o <'- rnn:-en-n t·o neJL L\ !'f'hivio d i Sta.to d i Modena, si l eg:rc: tl ,il Canl i 11 :1 l l•J,:at,,11s i ..r- tl :"1 F <!IT an•,:·i : rns t e: h o m o , nlor oso °!'P<·i ,l nr b :,tn!!li:1 Cano11i et f~)loòri ni il ir-io~to a 1·,11·;,.~111.• per e:111nonic r c e t :ll'<'hibn;:i <1 ,1 1,ost n: <.:llP r-oinon1.ò <la 111cz1.:111o tJc et 1l urò Rino a ll ' :1Hro dì n l1 or P 20 che f'll JTCSn et ron molti r:il<'on i 11e rcor ,:11 t.1:1 0~11 i h:11ul :1 : In motlo d 1e fo r za fn ,i11c gt'Jll'i nbnm lm1nr le nav i : et run ssime per lo ;;pnvcn t o, ehe :H·r·nflctte la n ot t e, ell e per <.:il M t n1g aml<1 t':11 Artlc' larin bnlot e d e fcr o e hP ,:fon{lav:1110 le gnl ee, rli <'h<' nno elet t i in ,mo ferro tle g:ilca ,l ell c n111n it ioni. lo (]u nii but <'> f oc·bo per l a botta d ella halo[ l:1 fli f el'J'O : Pt acce;;esi 1\llO b:1rille di ])O)Ve1·e : P er );J (J}lal co::<>1 in n uo tra i to f:i at.t:ieho il fo<'o ili l utt a la 111nni tione : il d1c par Ri proprio la Iloc ha fl cll'Iufe rno aperta : ,!<,ve tuti li 1wr so11e cli <litt a nrmntn n u n..'l Yocc c hi :1 nrnno m ise1·ic01·rl!i1; e t r·nn cl s p l~md or f11 quella accesa f }H'eYn Jnmo

« Cum ts ru 1·otta. I' Ar m:itn Viuitiaua ·« A cl(lì 22 <litto ll pr efn to c ,ml i1111l e da « a l'm·mnta g'l'!l mle: et pi:1 11l ati da 12 « d i Po: fato ;;hof'ar l'a1·1.en c ,Jl qn :i nl o

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LA l!A'l"l'AGLIA DI POLESELJ, A

« a li uoilihanleri tli ferrara che fracassavano li homini e t navi di ogni sorta.

« In tani o el Duca cor se anche lui al fatto cum grande sollecitutini li combattea per vari rnodi. Cosa molto horrentla tla veùer: per motlo che li (( 111iseri uia1·inai et soldati non Potendosi salvar nè far ,altra vendetta mo{( st nmdo li pa rti pudilmntle : et con parole villa ne si gictarono (lisperati in « Po ue 1':1<.:(Jt1a et si annegavouo per uscir d'affanno: Ma molti nuotavano: et « gionti alla rir a : più della gran parte furono mo rti et parti f atti prisoni. « Nel qual rn11flitto morti I)iÌI di 4 millia homini. 11 che vedendo il Capii ano « dell'Annata fugite in una galea g inso per Po, et quali Cap.no 11er nome era « el1ia111:1to Messer .i\.louisse '.l'revis an. Abenchè tu seguita to et vercossa la << gai e;,· più Yo lte con certi cn rbtlti cun quali già G'O revano alla va mmta per le <( roll e del li11ir1e ,tle P o, purr~ ast.ommnclo Ii busi al fìn scapate si uamH1 u Ve<( 11( \ f ;a : con l o stenda rdo solo, " Tuta l" ,1lt ra :H"mata r estò l)erna in boche da fuoco '1800 et piì1 (1), con mol,, 1a 1111111itione da g uerra, r crchè l'armata vene cl11 'l'rieste carga et inanti cle « 1li,.;g:tr~nrs i nc•ne n F errnrn . lilt furno el.i:1m presa una g rande quantitade de « ùombnrclc armate et dc 'l'e n1111-pri che scg11ilavauo quella,· Tfo~torno J)resi 13 « g:ilee, fu ste 2, brngontini 3, lmrbot i 4, tutti :um:i.t.i e carg hi. << Nella festa <li Nadale furno condute tnti 11 gn lee a F errar:1 n m il Car« 1linuli et !,(enti arnrnl.fi c'<m hanctiere in mano ,lell' i11imico trionfanti et d iscar<c g:111(10 artil crie ir1flnftissime ».

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La hnttaglia <folla Polesella costituisce, per così dire, l ' ullima JH'Oj).t/.\'i:\·inc deìln Lega di Cn,mbrai, da1 cui. Venezia, nscì

molto ind e lJolitn., perchè aveva perduto gran parte ilei suoi possessi di terrnfernrn., ma con onore, chè, infine, ,weva sa.p11t.o mantc:11crsi in piedi contro le [orze coalh-.½ttte di quasi tutta l'Europa. A questo punto -- prima di passa.re a lla Lega Sa ntn, ehe rnpprcsentai il secondo grn,nilc atto di questo tra,gièo principio di seeolo - 11011 carlrù, fo1-se inopportuno qna,lche breve cenno ~una t :1Ltica di r.omù}1ttime11fo dell'epoca., per ciò che concP.rnc le artigliNie . Qn t=>8k c•r:1 110 nn<·ora, come sappia mo, poco ma.rn~ggP.voli ; e nppnn I.o ta.Je i:;en r:~a mobili t ài esercitavn un'infl.ncnza tutt 'altro clw trnRc:nrnhile Rnllo :a.voJgim ento delle ba ttnglfo, che i-ima,neva <JnaRi sernpl'P fn,nbile, · Di,·en.: i crite ri si irn ccedettero o si altern a rono p er ciò che 1·ig-n:n·òa. la, disposh.iolle dell 'ar t iµ;lieria 11 cll' a zione . na pr1ncipio i;;i pr<->forì mcll erla tn ttn. a.l cenh·o oppm·e tutta sn ' di un'ala: . ,: ·:

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q ui, eYidcntcmente, il briw o monaco vuol com1wenclcre a nelrn e altre ùoccbe da fnoco portatili,

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prn tar<li fu spartita fra il ce11 t1·0 e l e a li, oppure in fine sparsa sn tutta la fronte. J. Ma, qualunqu<~ fosse h1 disposizione, una volta che qoesfa er-a presa , era, molto difficiic c:1,mi.>ia,1·1a durante la battaglia, ; ù , se si ten lava umb mauovra di Lal genci·e - come fece arùila· meule il comancfaute veuczhLno al.I ' Ag11adello - spesso n e nasce· vano ingorghi o incidenti vari che Ai risolvevano in grave da nno. Sat uralrnente tale irnrnobilitù, de lk grosse artiglierie immol>ilizzava a sua volta quei reparli di fa nteria - ed erano quasi sempre scelti fra i migliori - · cl1e a vevano l 'incarico di proteggerle. AHr e insidie e JJel'icoli non mtLHCn.va.11 0 n ell ' nso delle bocche da foo<:o. Nel comlmttimento battaglioni e squadroni si scagJia.vauo l ' uno contro l'altl'o per la via più dil'itta, ; e talvolta a.1:cadeva che un esercito. fosse vi11dL01·e da, 1111 lato e p erdeule <lall'altro; cosicchè le ba tterie 1·imast,e immouili ve11iva1rn prese 01·a da que s: i ora dn ,prnlli e adopera.te vi<·1\Htlevolmente dalle due pal'ti. A ciò si aggiunga che, Rp,~~:-m, Ja cavaUcria - che :wr cbbe dovuto lar;eiar c scoperkL l ' ad ig·lieria pc 1· permetter e il Lil'o si. buttava, avanti pec- a,:r.zntfan,i (:OJJ l rL cavalleria a,vversnria: e così le hocche <.la fnoco ernno 1·0Rfrcl I<· :i. tntere pei- 11011 far·<• s lT:t · ge delle proprie frnppe. Tutti q ucsti Ìll<.::011v1~11ient i 11011 infirma no però il fatto so stanziale: il nolevole progresso dell'arti glieria, che eser citù j11 molte batta.glie u11'iuflucn:r.a iudiscnU bilc, come all ' Ag11arl<•l10, e talvolta, decisiva , come vedremo esa,minan do man mano le a llre maggiori campagne svoltesi in Halia in q ucsto trava.gliaHssimo secolo. Un esercito <:oruplcto o, come si diceva allora, 1·ecilc <loveva comprender e qmuanta mila. fanti, 6 mila cavalleggeri , 4 uiila Atradiotti, 4 rnil,L archiuugieri a cava llo. IL mmi.er o dei p cz:r.i, doù la, lol'o propo1·zione con le forze mmwriche delle truppe, 11011 1•1·:1, p recisato ; ma, uno clP.i più aJti posti cli comn,n<lo era, giù, allorn, quella del Gonerale ,Zell'art·i glù3rin. Più precistMncnte, a, tutto l'esel'cito presiedeva un Capitano ge11erale, coadiuva to p,~r la parte a.mminh,traLiva, da. un (;011tado1·e, nu Yeedore e nn Pag-atore generale e, per il vero e prop1·i o << m a neggio cl clla, g uc1·1·:1 )), da un 1\1.asll·o di campo generale, da un Capitano di cavalleria, e <ln un Generale cli :wtiglicrht. (.),uest 'ultimo ;tvevn, sotto di sè un -

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0 1:U.\è>lZZAZHJXJ,; Db)LL' aHTIGLIElllA

1111dilo1·e, 111,1 fol'ier·e maggiore, un ca,pitano di campagna e •due l11og·oh!11 c11ti, i !!Uali dovevano già essere slali capitani di fau 1nia. l>ipeudevauo anche da lui tutti gli operai e i gent·ilnmwini , olo11tari, al cui valore er,1 specialmente raccomandata la · cu,-( udi a dei pe½zi; i 1ncigg'iordonii) <.;he distribuivano 1P munizioni da g nerl'a, e i c01w8ta,bili o cazYimastri che comandavano agli artigli eri ed ai loro aiutanti. Infine erano alle dipendenze cJeJ 1 (fo-

111;m]c dell'artiglieria gli in,r;egneri) che esistevano fin dai pdmi

Iempi dei Comuni e cui l'avvento dell'itrliglieria aveva aperto u11 nuovo vaRth,simo eampo di attività. La << seientifizzazione >) del l'Artiglieria 11011 era 1·iuscit1.1, .a. disl.r·uggcrc compl(~tarnm1t(~ il pregiudi½iO elle consideraNa mecca11iea e venale ta,1(~ Arma. Secondo il Ricotti, gli artiglieri si dividevano in due clasi::i: i cannonieri, cui era a.ffidato il maneggio del cannone, e i bomba,rdieri o artifieieri, che èomponcvano · gli al'tilici di guena, (! « ministravano le artiglierie da .tiro ricurvo>>. Col titolo di ai·Liglieri si cont.im1arono invece a designare più p1·orn·hlrn eute, aJme1to fino alla metft del Oinqnecm1to, i << m:.wstri )) elle,. dopo a vc•r soRtennto l'(~i-:.a.r ne del eapola.voro, erano stati antol'i,1,:,,,:lti a fahhricarn uoeehc da l'noco e 11e tenevano liott<>ga. ~pe,-so essi te11eva110 Regr(\1:a, la proJJria arte (i Tedeschi vi si irnpegnnvn.110 con g'inrnrn<'nt.o, prima di abbandonare il ]oro Paese). A11clw gli insegn:+rn!~11ti teorici e sopratutto pratici cliffirni .dalle ~cuole di JJomunrdierii Ghe incominciavano a sorgere in ltaJia , avevauo on che di ermetico, o, almeno, erano tutelati d:1, 1111,1, speci<~ <li g,~losià professiouale che vietava di divulgarli frn gli estn1nei. J eai1111onicri e i bomba,wlieri percepivano una paga quadrupla cli ~twlln d<~i sernplid 8o1dati: cioè, in inedia, sedici fiorini nl nwR<\ pitì m1'aliqnota dpl (( c.aposoldo >> cli dieei fiorini circa, n sscig11at:1, pe1· ogni pez,1,0 da campagna. Abitualmente essi pos~:Pdevano nn ca,va,llo (! avevano ai propri ordini un garzone. Le artiglierie eouq uistate in guerra - come le munizioni, le 1, ,1vi, h~ insegne ~ spettavano al Principe. Invece quelle prese lìelle città assediate spettavano al Generale ciell'al'tiglieria e le n.i·tig-lierie imboccate ai. born banliei-i.

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l uOU - lGOO ·

Prima di pi-ocedere nella 1·apida rievocazione storiea dei pl'i11dpa1i fatti d ' a1·111c, occorre rilevare come i l p erfezionamento delle artiglierie d'a,ssedio determini un mutamento radicale della. poliorcetica: sorge U11 'a rte di fortificazione n uova. che è, JH~r l:i-e quarti, <lovul.a ad ingegneri e condottieri italiani. Jfasten "ìi citare i basti oni bassi e sporgenti di li'mncesco di Giorgio Martini, ]e casematte staccate di Leona:l'do da Vind, le <;ortiue a traverse del Tartaglia, le cortiirn ~L tenagli a dell'Alghisi, le m ezzelune del Tensiui, e mille altre gen iali invenzioni dei poliorceti del Cinqnccento, che di fl'nsero in tutta l~uropl:i le n nove fo1·Hfica zioni ba stionate italiane. 1'uUi i:-nnno come :ipparl.en gano al secolo XVI quei mirabili architetti militari clic fu rono il Pacdol.lo, il Sa.nmichcJi, il Sangall o ecc., ed è superflno ricorda r e eome, :rnche in questo ca mpo, il geni o v,~r satilc di Michelangelo ga1·cggin 8sP. con quello cli J,eonarclo . Tn isostanza, il pr·og-rcsso dP.ll'Art.iglieria - n, c ui l ' Ttn.lia porta mi con tributo t1i primissimo ordine, anche se spesso , pm·· troppo, a,l servi¼io e<l in va,nt.a.ggio di Paesi stranieri - de t erm ina per contrac<:olpo un notevolissimo sviluppo delle fortifica7,1011i, in cni pnre ~li Ita lim 1i t e11gono incliscnsso primato.

r

3. La Lega Santa - Le artiglierie di Alfonso I alla battaglia di Ravenna - La bella azione tatti ca de ll e artiglierie e stens i decide l'esito della battai lia - "E che?! bisogna dun que morire senza aver tratta la spada?,, - La statua di Papa Giulio Il, opera di Michelange lo, trasformata in colubrina, va ad arricchire il Parco del Duca di Ferrara.

E 1'itornian10 alle rn mpagne di gu ena d i qnesta, prima rn et:\ del secolo XVJ, clrn vede il viol,~nto cont.rasto tra Frirncia e Spagna ver il predominio s ull P. belle cmitr·ncfo n oslre . .Nel J010 Giulio TT il quale, con quella, s11a prima Lega di ('a.m br a,i, non aveva, fa,t to altro, in sostanza, che giovare a Lu i gi XII , e se n<> mor-deYa- l<> pngwi. pensù cli r imet:linni l'Ì<'ondlia ndosi c:on Venezia e indicenclo una nuova Lega, detta Scw t n. -

404 -

1


ASSEDIO DI MIIL\XDULA

<' ii(' n>leva essere di riscoss,L 1mzio1mle contro gli stranieri. E i111':t!li ... vi pnrt<~ciparono il Re (li Spagna, iì Re d ' Inghilterra, g·Ii :--vir,r,c1·i e J\fassimiliauo d'Austria; e finì per rhmlversi a tutto rn11lnggio del prilno, anche se da principio si ebbe una grande 1 i 11 ol"ia dei Francesi, il eni merito va però attribuito in non pic.-ol a parte alJ'artiglieri::L di A .lfomm ll'Esfo che, spinto dall'an1ic·.1 1·i1·alitù c::011 Veuczia e dall'i11imicizia contro Giulo II, si

nn

:t llP:1 to

con Luigi XII. Anche prima però dell'inizio dell<~ azioni gucrresd1e de]]a l ,c·g·n ~mtln , al>hiauw l 'il1ten~ssa:nte episodio cli Mirandola. ll Papa pos~edeva ora, nn esercito bene armato, al comando del ·1)nca ùi Ur1Ji110, suo nipot<\ e del giovane Marcantonio Colonna, <~ nssol<fav.-L anehc una legione spagnnola. Sul prindpio dell'in.-eruo del HiJO fu presa Concordia, i11di :-:i pose l'assedio a La l\firnndola, che el'a, ritenuta la chiave di Ferrnra. T lavo1·i di i11v(~stimento della fortezza, non l'nro110 ini ,iuti che ns:,;a.i hn·di (:!O d .ice mln·e 1;,10) 1iereh ò il Due.a d'Ur bino 11 011 aveva pinntnte fo hntterie, <-on il 1n·etesto che tre canuoni di grosso calibrn; <:lw g-li dovevano 111anclrn·e cla Bologna, non erano ,u'l'ivati e el1e per la pioggia la, polvern (:ra u1nida. Il Sn1rn/·o.. d,e compilò il diario di questa irnrffef<a, sulla. seor1.;i (foll(i ]e t1ei-e f:he pe1·ve1ìiva110 dal canipo, riferisce in data. 7 genJ1aio del li"i1l : « ... cèl p:1 pa ii fa(o cmrnulto, don: era il llnehn rll T.Trhin 0. il signot· ll'nbdeio e qtrnkheuno cli 11o~t ri. !<:'I )Japa disse che fin horra haveYn speso, e t c:he nulla e ra stil foto; ccc . .. e non yolent ]):trl:n- dii pass:ii"o, ma f:lr fat i, za che lui p:1 p:1 <Jm·e,·a esser c,1pit:111io <li eam1)0 . E (•nssì Ji,1 nno posto hordine, che d omn 11 cl:l ,;c-:1·:1 pi,111t:1r le artclnric n l a ?rlirnndoln. 0 :

" l•\, di1ù ,11 r,,q,:1, Jll"c,pa1·a(iu1( di ùalule lé voln-)r·e. " .liiRRC. tutto s:rn't i11 0111im~; et s 11ri1 :; can o ni, cl dc li soi. <ln una banda, d . do lle Ii noRtl'i; e se fìda molto rk li nostri n.

:\la p:11·p <·he i. l'ontifif'ì non ayesRcro uomini molto capaci, tnnJ-o c-hc il diarisla - che, come si sa, è venezimio, - continua: (<

E il pnp:1 r,1 :1 111oclo ordena li nostri; e cussì quel TJrlnmlo de le Arte-

l:1ril' Y:l cloman d al l)i1Jln, n mel:c;r il tulJo a hOJ'(line

ll.

(' in·c1. 1(-' posi7,ioni più v:111tng·gio1se pce il piazr,amcnto dei ca11 11011i, f11 fllH'OJ'a, se.!.:·11if o il criterio dei condottieri vcnrti, poi chè ili <lnl"a !J gennnio si scriveva:

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+05 ~ -


l GOO - lGOO . « Quelli dii papa, che cri clis.se1 10 e8st~r rl'aeor (lo eou li n ostri, J):tr oz.i tr:1Ycrsan1, e voknL far phmtare iit :tltr e bande; e il 1mp11 ha comlues.so · s ia fato que llo ,·ol li no.stri. 11 11:111;1 1:1 i lid ,t molto iuli nostri; e quel U rlando, è sopra le :ù:l.daric, eh'l, nostro, (• za do zorni li, e 'fa piantar, e tlize <·he sarit faeile. Doman di 1·ax911 t:0111<~11zcruno li uostri a l.i:a;,,cr, et s,1riL <le 7 boni ea noni et 2 altd 11iccoli ».

l'a1·e ch e i IJornl.mrdi eri 1·onrn11i Iossel'O piuttoslo le 11 ti , h1 apc1·to ('.ont1·a s to cou la d ecisa, \·oloulà, del l 'ont,~ike tli a,1·1·iv:11·1~ solleci hn1H~11t(~ ad u11a co111:lnsio11e : iufaUi, in data :1 O gcurndo leggia 1110 : « Oo111e li 110:sl.ri sono :1tor110 le :idcllnri c, et le nuw pifilltaudo atorn o il lviir:mdola, Ùl')t1f·hè q uelli dil IJ"ll" sono lenti et v:111no lt~ntanclo le cosse l> 1.'C<·.

J~ì.l rL11cu1·n,, eiJ·ca, l e p ia,;,,r.nole per la, si~tema:r.iouc tl.ei GJ ll 11 oni, in da l.a 1::! geuuaio: << Uno fo li n ostri. et l'a ltro fono qudli dc la Cllieim; m:1 la riar t c de ! i 110stri è 1110!10 plù aYanti c he <111c•lla rk le g rm1·1\ 1wml.ilìde, per esser f:icl.o più ,·oh:ntic1·a et c:011 111:ii;ior solicitu <liue, et 1;,1 1·h compito dil tutto qnesta nocte. Et g-i h li no~l ri li:111110 vrincipinto t ir:n· c: 011 alcuni sacri et u n <:an onzino, et hnnno eo111i11;,,ial o a lcvnr a.lcu11e (lifrse, ,~ doruatin a ;;:161 ))Os to le artelnrie grnH,;t~, maximc cla li 11<1;;1 r i; Yidclicct do canoni, c:he li h a fado flar cl J)011I elìr:e, e presso le nosl r e haYea , et 3 11e hnnno r etenuto 11er l'h oro, ma I ir~n li soi no11 :c;nr1rno 11os ti a St))..( llo Jì11 <lomau di n o<:1 e» ccc.

8crnpre nell e 1iot.i zie del gior no 1~, è (letto : <1 Le :11·IP.l1:11'le nostr e eo 11tf\11w110 a far il do ,·er, e li nostTi tlidwno se averil . TI l':i pa ha J'a lo 111·0,·i s io 11 di allcllaric, ruorl ari e I nto quel lo fa hisogno >).

fofi11e Uin lio H ~i tl eei<fo nd atlìdnrc 11~ f':IW 1Jatlc1·ie ad aJL,·c uuuii.. Jw r YP<l1~1·Jp in i.l½iolle; in dat a 1S lep;g-iamo: << Chom c il 11;1p:1 ha <l:llo il cnrgo a li Vitelli, ch e fa:,;ino le fosse per pian1.nr le soe bornù:1 nh·\ pcrchè il {ludrn <li Urbino PI il sig;nor l<'ahrido Colonna

no n se cnn1,·:1. I qnal Yil <'lli o;,,i

h ,111no

fato fn r 1111:1 gnl n

C':1,·:1 ,

d

<l•m11111

t·o111<•Jl½Pl':11111

a f:lr t.rnzer le nrt<,•llarie dil papa. L<~ nostre ozi h:1.11110 fat o uu gnu, fra c:hasso a l a l(~l'l'n; fori::l1 ln11ì ;;,e cln1·à la hallaglin, m a <'l'<~l e ch e m :11-ti 21, non mnn-

Ph cr h

1).

::\ToH sappi:nno fi.110 a clw pnnfo l<\ crit ielic <l1~l dial"is!a cor·rispomlano alla r eal!ù,, cioè ~e 11011 r,;inno in p:.nJ·e da a,tl.ribuil'r,;i

al ptoposito di ya)o1·i zznr e, per <'ontrasto, i bombardieri vern~ti. Sta di fatto, però, che (Hnlio Il ern un o stl'aor,Hnario nnima-

40fi


LA .L::ATl'AGLIA Dl JtAVh:NN.\

to1·e, tauto dte, p_nal:µrnnte « alH XXIII del medesimo 111ese, la ddla, i\iinwdola, ess!:'.hdo più giorni stata b.ombardata dalla artr !-!:1 i,1l'ia et geute di esso l'apa ecc. >>, r.a.pitolò a pa,tti onorevoli. ' E giu11giamo alla Lega Santa e alle relative azioui di guerra. ~-\ l co,nando delle 111ilizie fraucesi stava Gastone di Foix, dtl("a di Nmnours, che in pochi giorni ~Lveva liberata la Lombardia, dagli Svizzeri, Bologrn1 dai Pontifici e dagli Spagnoli, a,veva sconfitto i Venezia,ni tl'a l'Adige e :il Mincio e, infine, ripresa l:i-esda. Le trupJH! spa1411ole-pontificie erano comandate dtL quattro ea,pita,ni : Raimondo di Cardona, Pietro di Nn.vana, il l\Jardiese di l'esl:ara e l'italiano Fabrizio Colo11na,. eccellente condottiero ehe µ;iù, a bbiarno norn inn to come il1teloeu tore rn·incipafo noi dialoghi del l\faehiavelli sl!ll 'arte della guerra.

Per rit:,ost.rnÌl'(~ razione, seµ;uiaino. in parte, L'eflkacissirna na 1-rar,io11c faUaiH~ da Pif~J· I >eRiderio l.'a~0Ii11i. La Rl~r:1 del 7 aprile 1512 i li'T'anco-.ltaliani e1·~wo aecampati a sei miglia da llnvmrna, tl'a i fimni i\lontone e Honeo, dov(~ lì 1·ng·giun~e ndJa 1wtte Baiardo che <'l'a rimasto a Brescia, per curu1·si una, ferita. Gli fapa,no-1\mtificì F-d dh1posero sulla destT'a del Ronco, a tre miglia ,]a Ravenna (siamo costretti. ad adottal'e r1nf'Rta tm·minologia iu,propria -- quai'.i che i .Pontificì non fos S(~ro :italiani ! - pe:e (lisliuguere le opposte forzf' naz;ionali che ruilitavano nm1wrose nei d ne c,unpi e che, come vedremo, fecero, d:J nmho i lati. ottirnn prova). crn Spagnoli aveva.no tl'enr;arni]a nomini e venti pe.zr,i di artiglieria; i Francesi a.vevano JR mila font-i e 10 mifa ca,v a,Jieri, nm posReclevano almeno cinqna11ta l)OCchc da, fnoco, fra eni ecce] I.enti qne.lle ferraresi del Duca Alfonso r.lic aveva portato suo r1arco d'artiglieria gTosRa e le ma,gnifiche artiglierie da ca.rnpagua. Le for.ze estensi erano comandate dal Gale0tti, ma, il Dnca. partecipò alla ba.tta.glia e << sempre si trovò all'a,ntignardo >). Nel para.grafo dedicato a.Ile artiglierie estensi daremo qnalche notfaia intorno all'organizzazione delle medesime: qui ci interessa, essenz;ialmente, seguire lo sviluppo dell'azione. Trecento giovani delle migliori famiglie, con i capi delle

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407-


1500 - loOO

' ::

èlue opposte l'aziolli cittadine, iVlarco Grossi e Raffaele Raspoui, chiesm·o a Marcantonio Colonna l'onore di difendere la città. (< Furouo collocati nd punto più debole, dove le mura erano più basse, fra h1 porta (~az~L e quella di 8. 1farnaute già battute dal canno11e, dove si prevedeva., come poi avvenne, che i H·miei hc-<ro teutato la sca,]a,ta cum grancliRsimo impeto n. ,All'alba del !) ~1prile Iu ini:da.ta, l'azione ,~ontro Ravenna. (< .. .in quella hora medesima de ordine de A lfouso L1uca, de Ferrara al qual da }Ionsiguor cle FoiH era stato dato il cargo dt· h1 bataria et de guberna,rc~ ]e t1rtila,r ie ru ,11-i,mto ill doi lochi oto ca,nnoni grossi, qnnttro sacri et sei Colubrine et in un altro locho dodici falconeti et come1rnorono squassare et rompere li autiqui et negri_mnri cum tanto impeto che lo aire rimbo111ba,vn, a torno pi t'I (le miglitt ciu qua,n ta <~t la. Lc1·n tremava sotto i piedi c-.nrnP imo horriliele tremoto, et cuss1 continuò tutto quel zorno )) . LP rnngni fiche a1·tig1iPrie di A lJonso T battevano più 1iel',lme11te la, torre Zam:a.1m, ùen munita di spingarde:, cli coluln·i11P e bomhm·delfo. Però gli a,tta,cchi teutati dai F'rarn.:esi fallirono , t· Onstone fn costw~t.to n richia1nar·p i snoi. ì\fa;, d opo 1111 consig·li o di guerra, il giovanii-:simo condottiero, nella notte dal 10 all '11 aprile , pnssanrlo il fiume Ronr,o, a valle dPl campo nemico, clispose. l'esercito nel piano, in ordine di combn,ttinie11to. Le Rne truppe. si nppogghtvano a destra al fiume coi e< genchwmi )) ; nel centuo stavano i quadrati di fanteria, a i-:inistrn i battnglioni di lfl:n r.:ic he11ecchi svi,r,z:eri e tedeschi. L'a,r tiglieria fra.nct>se t>I'[L disposta,. a sinistra t>,1 al centro; quella. del Dnca di Ferrara ., st:1vn. a destra, in parte appoggiata al fiume, in parte su mt'al tnra, boscosa,; ma, doveva essere di gran lmq!;a s11periore alh : .f rancese pe1•ch?l (ia:-;tone « dans 8n niarche snr R(liocnne.__ re. sta qnab·f! .fours entre Got'(r;nola, cl Granarola, vowr attf!11,dre , <lonze, ca:nons et clo-n.cc pù:nes .nl11s T)d'i/.es q,u,c lr: rlnc cle Tì'crrcrre l11,i envoyait )). Oli Ispano-Pontifici si erano invece trincerati appog~Ìttndosi a sinisb·a a,l fiume - qui stava l::J, cavalleria, di Fabrizio Oolon,nn, -- e sugli altri tre lati ad un'altm·a circondata da nn fosso: masse da, 3 a, 5 mi.la, uomi.ni di fanteria ita1ia,na. sostenute. davanti, dalle artigJierie. A11 'estrema destra Rtavano ottomila uomini di fanteria spagnuola, -..:on alcuni pe7;z:i. La fronte verso il

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,t08 -

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L,\ (( l\Uì\"OVRA DI l?UOCO )) DI ALFOì\"SO D)Es ·.n ,;

111•111ico c1·a. rafforza.la, dai una senaglitt di 50 carrette su cui e1·a110 l 10:-.lt \ nrtiglierie di piccolo calibro. I l•'ra,ncesi av<~vnno indossato Jc (( eottc d ' armi)) più lus-

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F irANCES t

• Fii!,". GG · B att;iglia cli Ravenna. (Dal i\faraYigna).

snose: il << sopn1I'riccio d'oro )) e i « saggioni di brocCfLto )) nvvolgl·vano le armature. Gli avversari uon volevano figurare da meno e fu una gara di lusso fra i comb[Lttenti e ne risultò un bersaglio

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409 -


1500 - luOO

ideale per i « maestri >> ch e uuwovi·a.vano i loro raleoneLti. e Je f-pingarde, e sovratutto per gli archibugieri. Si iniziò un v.iolento duello di artiglici-ia,, in cui da, prill(:ÌJJÌO Uaston<~ di Foix rischiò di. avere la pc~ggio, chè le bocche da fnoco fl>ancef-i del eentro e della sinist1·a non arriv..wa110 a vede1·e Il~ fanterie nemiche, mentre i pc;r.,r,ì spagnoli pr-endf'.\Vàllo d 'i n1ila (a i fa.11 ;,;i<:heuecchi e rn~ facevano st1·age_ Ma, per fortuna dei Francesi, l'arliglie1·ia, del lhtra di. .Jc'enara., che, come ve<lt•1111110 , <'l':1 staia dii--post~L sulla, d<:'str..L, 0Uem1e ris nlt<.LU mn,g·ni:fici , p01·t.w<lo il <.Lison li11e m~i ImHa.glioni ispn110-po11ti1ici. Ab hinmo qui m t esempio tipico ucl fonome1to segnalato dia11zi: cio<\ che, per fo car-aLterìl'itiche di com hattirnen to di quell'epoca, poteva acr.ade1·e che lo s tesso. esercito fosi:;e vittorioso da _un ln,to e l.,n,ttuto da.ll'altro. La sil11a:do1w minn.ccia.va così di sb:1,gmLre in mm, specie dì <~qnililn·io imitnhiJe in <·.11i In ,·ittoda decisiva F::nehl)(~ rinrn,f.ta a qud.lo, fra i due e·wJ·<:ili , <·IH· p ote:-::-:" 111ett,•1·e i11 <·ampo ]lei· nltimo (l(ille ti·nppe frcscl1<~. <.:ioè probabilmente agli Spagnoli; qnnndo il DtH"a cli Fcn:.i ra , eon nna, mossa ge1dalc cél mm ma.1t(1ffa dH•, iu qne!Fepoea, import,wa clil:lìcoHit enonni, ruppe co<lPRto e1p1il iln·i o <-' <.leterminù l'esito <l<'lla battaglia,. I 11 1111 clnlo mo1u<-mto !'avangun.rdia, rlella c,wt:; lcria i;;pag110Ja coma1tdnta <la Fubrfaio Uolo 1ma, pc~r esse1·si moslntLa tutta. raceoHa e scopm·ta, pra, Rtata fad lc h<~rsag;Jio di nn camion~ e di una colul>rinn. che l ' avevano d ec·i maht, ! J\ ll'om;:o di P crrnra., prcve<l(~11tl.o l e mosse cfol nemico e vrdeudo ch e le al'tigli erie del centro e della Rinist.ni, 11011 rius::civn.n o a tolpire gli a.vveri:mri, pnr cont i n n:1 ndo n fil Irninn rn g.Li Spn.g noli cla.lln. sua posizione di dest1·a, trasportò par1e dei suoi pezzi, tJ·a.in n,ti da cc non doma.ti e veloci cavalli )), a ll 'estrema Rinif-tra , sicchè, quaJHlo il corpo del ColonT;a nccorse pP.r sostenere gli Spa.g·noli, << vem1P. a riuscir<\ (lircttarncnfo in boccn, alla. rn.hhiosa, furia, dell'artiglieria. duchesca,, la qnn.lP- co n tale morta.lit.:\ ba,tl:è Ja g-ente del capitano spagnolo che, non tanto eg-li ]o poteva. stdngerc insieme, quanto essa c1·udelisi::inrnmcnte la, teneva aperta e divorata)>. Rn ~00 uomini. trecento vennero falciati in pochi rninnti sotto il tiro d'infilata cli due soli pezzi. Nella Très joyeuse histoire d e8 f a'ils . .(Je8tes) trinrnphes et proite88es d1t bon ohevalier -

410 -


CU:\Sll)l.;HAZIO:\I 8L[ LLA DA'l'l',\CLIA DI HAVJ,;.~!\',\

e he m.tn-a le gesla di Haiardo - si racerrnla, nel francese delr e1wea, <.;urr,te un solo colpo di cannone abbaHessc trentatre JJOi mi.ui, (~ il fa:tto :........ in verità sorprcndcutc l:! noii' ìndegno nernmenò : d.ell'nl'tiglie1·.ia modenm - è Lestirnonitito dallo stesso Fabrizio · Colonua <.;a,ptivo iu Fcn·arn << et clist cleznti8 lu,y. e8ta,nt prisonner \ rl Ferrare . <Jlte rr'nn cnup lni a.i:oit r:st;(: cm.port6 t rentetrofa honi; mes rl'anne8 >>. · I I Co lom1n fn (:osì 1nera v igli:tt o, e (1 uasi ill(lignato, durante L1r.io 11c, dL~I I' ellitaeLI, ,lei le ar-l.ig-li(~rie nerniehe, che lo si in tese PS<·lnmn.r<! ( '. Oll fm·on~ : << E dw"! ! hisogrn1 du11,p1e mm·ir,! senza aY<·rc ti-ntta Ja spad:t '! ! ll UopD a,·ci·c ìnYnno PC:citat_o il .Na,va1-ra· ,-- nuo tlei ·eornalHlallti spagnoli - a varcare il fosso ccl lli-C'. ìre a bnttnglia npPrht, Fabrizio Colom1a si slanciò ava nti mi suoi Hnlim1i, t:rnto eh <\ j] .KnYm-ra f11 poi costrdt:o a, s1•gnìr-lo r.oì · 1'a11ti sp:.1,g11ol1. ~e 11aeq11e una rnìsehia ga.gliarcln. in r.ni fnnte1·ie it:1]i,lll<~ e sp:ig110le si a,-;,-;11ff:rn o n lungo <·oi .lanzitt.hene{:chi sdr.z<•ri <' .le g('t1(larme1·k .fr,1 m·esi ; rnn- i 1di1H\ l<-\ prime, pr(~se b-n il fllor·o dtdle m·tìgli(~rie csteusi e ]e cariche di caval1(:1·1a arrlita rne11 i(\ g11i(1nJe Ùa U a,sto11e di ì<'oix e dal M:n·es<:in l!,) La I'a\i:-:s<' ,

furono roffe e dovet.tc1·0 battere in ritii-:1,ta. / l{:u:1:01dn il C11i<:r.inrdini d1c l'nrtiµ;lieria clel l>nea << gi.ì tale rm·iJ1;1. :n·prn foUo nelln ge 11t<· d\u·nw l' 11ci eavalli leggiPri die

più Hon s i pofevm10 soi:,;f·p1w1·e P si y,•dPY:t ilo <'.On miserabile spct · fa col n 1rn•s(·oln1"i <:on grida orribi1i, ora caderr• pct· terra. rnoi·ti i Rolclnti e i (':IY;tlli, ora balzai·<· pe1· l'aria le t,pstp e l<~ bra(·eia spkntf(! da I 1·,•sto 11'-•l C'or-po >). E q11esh1 sirnge fo opera dei C:lll noni forraresi. Rrcornlo il (;iovio, fu iu qnci-ta or(·nsìone che Alfonì'ìo, ar:<>rtito <·he ak1u1e palle av<~v.rno <·olpito anclw i Francesi suoi alleitti , rispose ehc 1111 bnon cnpitano <leve ott<rnere la vittoria nnd1e <·.01t pc1·icolo clelle proprie Roldatesd1e e soggi11nsc: << 'l'l'n ete pur dov11L1<Jt1e voi volete e Rrnzn sospetto alcuno, bornhnNlit>ri mfr,j, d1e voi 11011 potete errare, perehè son tutti nemici )). 'ruUa,via tanto i Pontifici che gli Spap;noli seppero rapidamente• s<~rr11re i ra11g-hi e il loro movimento Ri · i-:;volse in Ol'(lilw pe1'ff'tto pm· 1:mtto gli estremi, furiosi attncchi degli uvveri-ar·ì. Fn in fJlWRt'nltimo episodio della batfag·lia che perdette Noica.me11te Ja vita il g:iovanir-isimo (]astone tli Foix: mentre, alla -

.fll~


1500 - 1600

~.-.'

I

i

1 l!'ig. C7 . .\Honso ,t'JTis te, p rimo artigliere d el suo s ecolo.

-

4J.2 -


ALFOSSO n'1,::-n:1,:,

l'HI:\10 Al:'l'IGLrn1n; tl'i,;uuOP.-\

testa di un nerbo di cav~tli(~ri, cai·ic,wa furiosamente i nennc1 tentando di trasformare la loro l'itirata in disorà inala rotta, fu accerchiato, scavalcato, trafitto da mille eolpi, e giacque sul cnmpo dove lo trovarono « tutto vestito d'oro.)) .. Cm;ì, per Ulm delle tante ironie della sorte, cadeva, rn•lJ'ora del trionfo, qnesto condottiero elle, a ventidue anni, aveva già. dato ottima prova <· che avrPhhe potuto lascia,re ben più vasta orma nella i-toria miUt::tre.

« Snlla natura, sulla, importanza, sulle conseguenz(~ cfolla t,a Uag1ia f]i Havcrnm che già i contemporanei ilitesero, conw è· dimostrato d,1 tutta la poesia e dall'arte di quel tempo , e da tutte le eonsiderazioni politiche e 1ni.litari che ispirò, la filosofia <klla storia trova 111aLeria p<~1· stncli, per riflessioni senza fine. J,a. intr-od1n;ione de1Fartiglie1·ia nella tattica guc1Tcsca e lo spostamento del monopolio ddla gnerra dalla <.:Jasf.:e privilegiata al popolo, uno dei fatti più importa11ti del la moderna coscienza !!azionale, si 1·ivPla per la prima volta. n<>lln battaglia Ciel 1::i]:.!. \"'è una serie <li leuomeni, nno dei quali t' nppnnto quello dell'artiglieria, che sPgrnrno questi pasi-;uggi tra l'er..1 di uwzzo e la moderna : I'1rnrn nesirno, la filoso ria, la fornrnzionc delle momtrd1ie nssol11le, m1itarie, 11azionali, la Sf:operta del.FAnu~rica, la stam pa. In quegli a,itui l'Em·opa attTaversò unn, rivoluzioue fon,e più grande di quella (lel "1789 J>. I lì'ranr-o-Tt:tliani, vittoriosi , vi per(fottero cinquemila uomini, mentre gli Ispano-Pontifici eùhel'O pPrdite superiori t• <loYetterò ln Ewi are al uernico prigionieri, bocche da fllo c-o e car1·iaggi. L'c>RHo <lella giorrntta, ya indnbbiarncute attrihnito a,ll'artiglieria fp1-rni·eRe che diede il primo esempio di nn 'azione manoyr-ata dei pe11;1,i, co111pi11ta durante la bnttaglin sotto il fnoeo n('1nico. A_nclw µ:]i i.torici mìJitari franf·(_.si rieonoseono l'imporLrnza. decisiva delle bocche da fnor:.o di Alfom,o d'Rstc. Serive il Hrunet: << !~es pri11cipa.11:v él(nnents du succ()8 f11rent la ba.lteri0 si j1.uUcie·11sem,cnt éta!Jlie s1w le ftauc qauehc cn11cm/i et le bean 11wn1.,em.nnf; de l'artilfcr1e dn D-11c de Ferrare contro le ffonc dro-it; ce 1nou1:w1nent appartic11t à nnr, taclique dc l'orclni le plHs (;7fm{; et justifie Te surnoni rle JJrcmier nrtillcnr d'Europe, gén éralement donné au Due de Ferrare)). -

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1;,ou . l(iOO

8eeondo il Gi ovio, il D uca ùi Penarn av1·cbbe am:lle impie· gato, nella, lmtlaglìa tli Have1111a, « m i.t palla di metallo, pie11a. di fno<:o artificiale, dLe sn1111pavÌ.i, J1è1· certe commi:ssul'e ed è di tale arl.ifi eio ehe a. luogo e t1~mpo il fuoc:ò terminato, J'Ollipell(losi, farebbe gnrn fral:a:-;i:-o di qnelli dw gli fos:se r·o incontro». ~i t1·a.ttnebbc <l.unque della grauata, c he Alfonso pensava; tfi aver il,vmdntn. (al>biamo visto , irm~ce, come l'Sikte:sse già tla tempo P se ne! fosse f1ttribuita l' inveu,,;ione ad nn Malatesta) e che, :,;eeoll(fo il <'.osturne del Lempo, p rescelse ad irnpl'(~sa. L' Al'iosto poi lit> dt'l'hì H motto : l,oco el ternporo. ln :,;egu ito alla F;r.011.litta il Col o11 ua , il .Na\'a.r ra e il l'ese,n·,b vemim·o fatti 1wigioniel'i, e ..\ lfo rn.;o si inipati·ouì di 1m1·ecchic hocd 1c <fa f uoco del sno implacabile nemieo Uiulio II. TaJi ,1.J' t igliel'ie pou(ificie , passate , pcl' d iri tto di g1wna, nell e m ,rni clel l>trca, so110 indicate Jiegli i11venta.ri delìe ;ut.iglie1·ic eRte1is i del sceolo .X\' T, dte puhhlkl1ertm10 11ell'a.pposito para.grafo: rn::iguilici docume11t.i che sl.111110 a testim011iare, in mollo iu coufn tahilc, l.l Rupc1·i01·itù delle anigJiel'ic (F ,\ ll'on:,;o sn q u dle di tntti. gli a lhi ~f·ati del t<>rnpn, .111c h e <ti q11PlJi i11111H~11samente ph:1 v Md i 1i più l'icchi . l'a.rticolar11 c.;ul'ioso e S<J11isitame11 te rivela.ton~ <follo Rpi rìto d1~IL' epoc,1: ll(~g;Ji inventari fignrn. una fa,rnoH,t colnbl'inn, che Alfon so gettò nel Hi12 con i JJC½?.i deiln RktLun t.l i hrom.o <li (;i11J.jo JT , modell ata, cla :òliclwJa,ugelo . Tn fo statua 1lc~l l 1apn, g unriCJ·o - che era ra.pprcsenfato in atto di hened irc - Cl'il. sta ta, <·oll ocatn, 11e1Ja chie:;;a di S. PeLronio in Bolog1rn il 21 fehbrnio l t'JOS. Per fonderla si nrano a,dopcrate, insieme ai pani <li br·o11zo, anelrn mia hombarda del Gom u ne di Bologna e Ja. r:1.mp an:1 <lei Pn]a½:r.o BeH(i voglio. diHlr n tto a llot·c hì! i Rent.ivoglio , rn~l 1:?;07, erano fita ti cacchLU dalla città,, appnnto per ope1·n, di Gi nlio ll. :Ma nel 1511, e precisamente il 21 maggio, i Hentivoglio ri uscit-0110 ad entrare nuovamente in Bologna, e, assetati di v~ndctta, distl'nsse1·0 t nt to ciò che era opera del P ont<~fice , smnnt <>lla1•on o il Castello cli rorta Ga.lliera e a bhatterono l a statua, er etta in San P ctrmiio. Il monnmento, rwsa,nte qui n dicimila liùlwe, fu poi fatto a, pezzi cfalfa plebe bolog11csc, e i pezzi' vennero acqni. s t ati tfa Alfouso d'Este. Qnesti , impadronitosi così del monumento dell'oclin,to ne-

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LA COLUHltlNA (( G!ULL\ Jl

si pn~occnpa atl'tLtto del suo valore artistico, e lo met.te 1'011dita pet· cavaruc UJHL nuova stupenda arma di cui si gio\' 1·1·,) . l'Olltro lo stesso Pontefice; e, con un'ultima punta di fro11 i:1, l:1 LmttezztL « La Giulia>> . Episodio, certo, per un lato, assai tlolor·oso perchè llisln1gge forse un capolavoro o, co1Uunque, una 11p1 · 1·:1 c1\l'tarne11te insigne del massimo geni-o italiano della, scnl111m: e che tntfavia non si saprebbe non perdonare all'Jijsten se , i! q 11ah! al 1:enacissimo nemico oppone una implacabilità ancor pi.lÌ irridueibile. B poi codesti Papi e Principi e Signori del s 1·1·.CJl0 d'oro sembntno dire : << La, nostra terra ò cosi fecondtL di hcl lezza, la nostra gente così riem1 di genialità, d1e poco importi!, se distniggfarno del.le opere d'arte per servfrcene nelle nostre dure guerre: altre ne nasceranno, innumerevoli, da.Jl'inesausta matrice ! J). 111i1 · 0 , 111111 i11

4. La nuova Lega - La rivincita della Fanteria a Novara - Marignano, · battaglia di giganti: partita decisiva in favore dell' Artiglier~a - Carlo V com11rende subito l'importanza delle bocche da fuoco - La battaglia della Bicocca - Il tragico errore di Francesco I a Pavia - Perchè ci siamo soffermati su tali battaglie - Insegnamenti che se ne dovrebbero trarre; come e perchè vengano invece trascurati - Compare il moschetto, prima a "forchetta,, poi a mano,

-Ln, morte di Gastone di .Foix rende vana la vittoria di Lui /ti .\Il e di Alfonso I. Ventimila Svizzeri invadono il Milanese,

p1·oelanut11donc signore H Duca Sforza, primogenito di Ludovico il Moro; i P(mtifìei ocenpa.110 Holognn, Reggio, Parma e Pia.eeuza; Uenova si ribella ai Francesi e si riproclama libera Repubbliea; gli Spagnoli abbatt0110 ht Repubblica fiorentina, ehe si ern, costituita, dopo l'invasione cli Carlo VIIl ed era amie,1 di Francia, e vi ristabiliscono la Signoria dei Medici. lntauto Giulio Il, sempre avido e turbolento, determina un n novo raggruppamento di Potenze e sca,tena un 'altra guerra. Si schierano col Papa il nuovo Signore di Milano, l'Imperatore (! ' A ust1·ia, la. Spagna, l'Inghilterra e gli Svizzeri; dall'altra parte sono Fra,n cia e Venezia, ma, Venezia, si ]imita, pressapoeo a sta.r e, come si dice, alla finestra.


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I Francesi nou dispougono (li grandi artiglierie: Luigi XII, an1rissimo, ha rinunciato all'eccellente sistema di Carlo VII, Luigi XI e Carlo VIII, che tencva,no in permanenir,a forti eserciti e ben guerniti parchi di bocche da fuoco; egli si aceoutenta di costituil'li volta a volta,, allo scoppio di ogni nuova gnena, e quindi in fretta e furia. perdendo così quell'elemento H orga11izzazio11c >> che era, stato il gran coefficiente di superiol'itù dei suoi predeecRsori. Ben presto hL gucr1·a si rid nce sotto Novara, dove lo Sforza sta chiuso coi suoi Svizzeri. Coi veutidue pezzi di cui dispone, il <:crnumdante dell'esercito francese riesce ,a fare qua e là qualche breccia nelle mura, rna gli 8viz.zpro .Mihu1esi respingono tutti gli attacchi della fanteria, fino ~L che, in soccorso dello Sforza, sopn1ggi1111ge, calando dalle Alpi, nn altro eRercito elvetico. Divampa, mm fiera, ha,ttaglia (G giugno 1G1:1) in cui l'a,rtiglieria · francese, pur anetarnlo f<ffli perdi(.p alle fante1·ic a,·vcrsarie) Hon rieNt(~ ad arresta,rle : queste si impadroniscono delle bocche da fuoco 11e111id1e, Jc voltano 1·0111To i Ji'r,tll(:eNi , li sgominano c<J1npl<~tanrnnte. 'l'ak viU01·ia, - che po1'l,t a.i nrnssimo grado lu repuLazio1H: dei lnttag·liolli sviz7,eri - potrebbe essere considerata, gros.so moclo, come una l'iviHcita <lella. F •.uifori:t dopo 1n battaglia. di Havenna, in cui iBvec<~ l'A.rtigliel"in. .tV< \Ya uvuto inllw~11za riso]ntiva. L11igi XTT, app1·ofittamlo <lelln. mortP ,li Giulio TT, 1-:i affretta a conciliarsi col nuovo Pont<~fice Le011e X e coi i;;uoi allr a,ti. 31a un armo e mezzo più turdi 1 prec.isnmeule il prilno gennaio L;)IG, egli mum·e <~ gli s11c(·erk snl t1·0110 ,li Francia FPancesco I , figlio di un c:ngino del clefnnto Rovrnno e cli Luisa di Savoia, sorella. del Duca Ca,rlo Ili. Re avventuroso fl ardito, Francesco Ni pl'Opoue di rico11quistare il T>uca,Lo di Milano e, a tale scopo , rinnova l'allPanz.a con Ve1wzia. 8nbito si rieomponP il b]oceo avversario: l<'erdinando il UaHolico, l\fassimilia,no d'Austria, Leone X, lo Sfor·r.a e gli Rvizir,eri. Francesc:o I porta con sè forte esr.rcito: 40 mila uomini (2S mila fanti di cui 18 mila hmzichenecchi. tedeschi, e 1~ mila cavalier·i), 74 grossi pe;r,ir,i tirati eh cavalli, molti falconi e numerose piccole artiglierie; ma gli

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:-S\'ii',;,;1·1·i <' i ,),filanesi, c he <lispoI1go110 a loro voJta di molle l>oc,·h(' da fuoco, hanno occupato Susa e c ustodiscono i colli (lei.

.\101u;e 11i::;io e del iMonginevi-o, cioè i passi quasi obbligati pc1· e11i 1,, a 1·111.i,t.c fran cesi solevano ::;cender e i11 H a lia,. Fra.nce:-.;<:o I si j 1·0,·cr e hl>c dunque subito di ·f ronte ad un osso ben duro, se IIOH lo :-;ul'l'eggcsse l'astuto consiglio di Gian G-iacomo Trivulzio, ehc ;111<:h e queRta volta dimostra vera maestria di. capo. lVCentre picco'" 1111it,'t, fran cesi si presentano davanti ai d.ue passi sudddti per n I j 1·a1Te l ' attP.n7.ioue degli ,Rvi½zeri ed i1Ìg1rnna di, il g-roi:,:so delI'p:-;ereito di .l!'rancesco 1 , eol pat·co (li m·tiglici-ia, valica le Alpi ; 1 I 1·ulle d (~ll ' A.rg<mtcra , trovato cd indicato da Trivnlzio, sL0cca 111·! t<:r-ri~m·io di Salnzzo. G li Sviz7,eri, vedendosi aggirati ,-Ì: ~ud, :--.i 1·it.ir1.uio prccipitosamm1te V(~1·so Milano. L'esc1·dto i.nvasol'c, traversato il Piemonte, va aèl acr.arn 1i;11·si n i\farignauo, f:ml Larn b1·0, legandosi coi Veneziani cl.t~ .~:0110 n Lotli. al eomamlo di Bartolomeo Àl viauo. Co11tro di loro s1Jrnno g-li. RYi :m;c1·i a 1Mila J10 e gli Rpag;noii a CreJ110Ba. GJi Svizzeri c•;;(:OllO all'attacco COll trenta.mila uomini e di eci cannoni,: e si Ìl•izin qneJ L.1 battaglia di Ma1·ignnno che dm·ù ònc gim·ni ;(13 e J! i:-dteniln;e 151:i) e fn 1rno dei più lnnghi e el'uenti fatti cl'a,rme (l <>l ~ceolo. Il 'l'dvnl¼io la, definì e< il combattime11lo dei g'iga'.11 t i >> . 11 gl'08SO dclJ'ese1•cito fra ncese è schierato :t ca,va,llo (lp]]a i-frwla fra :1Vlarig·rn1,uo e l\Tilano. di1:,p0Rto in « bn ttagli e » di ·q ua t tro a nove mila nomini, ('. Oli la c:ava.Jleria. neg'li intervaH( Ln, ,:~1·osi-a artiglie,rin i) pin z:i;ata C'osì : trenta c:umoHi ,lietro · argiuì e foi:;~i 1wl pnn! o phì JH·oisl'sirno a l nemico: venticpÙ1ttro (i più po · 11:•nti) nl ee11t ro. <' vPnti eon la, 1·ctroguanlia , a ~inisira ." .Lk pie · <"ola m·tip:lie1·ia (-' ~pax·s1.1, fin t11U.o il fronte . <-rn Svizzeri, secondo il loro metodo; avanzano divis'i in trf' linttag lio1)i e preceduti da uno stormo di. tiratori. Il bat.tuglione di. m(•zzo :;;i scaglia sui 2-4. cannon i francesi disposti n el centro e l'ieRce a prenderne set.te, ma è formato dalla r.nva lleria ; qneiìo cli deRtra è arrestato netlo dai trenta, pezzi posti a.ll 'ava,ngna.nlia, nwnlre (]llello di sinistra avanza inesorabile, n onostante i far~hi vnoti fatti nelle sne file <l a lle bor.che da fuoco n emiche. La mi· sd1in si fa furiosa, su tutto il fronte ; i fanti sviz7,eri n on a rn'· tra.no . Ca.la.no le tem~hrc che intenompo110 il grau fnoco tlei 1:n11 · noni franc esi. ma poeo primn di mpz7,a,notte questi fa nno nna

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l<'i~. H8 - La VCA"li a d ' arm i <li l\fa ri:-\'1 1:111:1. (D nl d iseg-11p <li A. de NPn vil le).

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LA SECO/\DA GIOH.l\ATA DI 1\IARIGNANO

11 11ova :-.ea1:i.ca, genera.le contro la maRsa, opaca e immobile delle

ra11hil'ie svizzere, arrecando loro altre .perdite. N'eJla 11otte le truppe francesi si ritirano fin sotto Marignano, :-.c·.~nite dagli Svizzeri. .l!'ino all'alba i due eserciti rirna.ngono così di frn11te, a gna,tarsi : nessuno ,d ei due si Rentc vinto. Prancesco I 11<· ap1n·ofittu per modificare la posizi.oue delle sue artiglie1·ie, raclun:mclole qnasi tutte al centro, dietro m1 fosso. Alfo prime luci d el matti110, il combattimento divampa più aspro. Gli. Svizzeri hanno ricostituito i loro trn battag·lioni, e ricominciano ad avan z;n·c'. , impw,sihili come a ulorni. Le hatteriè fraHcesi li fulminano,

1' ig.

(i!) ,

Da t1:1glia di · :Marignano. (Dal Mpreno).

:,;pa,1·a,ndo a, fuochi irn:roeia,ti e a, salve di otto o dieci colpi per volta. 11 battaglione di sinistra è finalmente fermato. Quello del CPn lrn si aITf'sta volontariamente e si apre per permettere ai suoi qnaH.ro pezzi di spa,rare; ma che possono mai vale1'c questi, contro le più che decuple hocehe da fuoco francesi'! J;~ppure quei -

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fanti di ferro 11011 cet.lo110. B iuLa11to l'ala destra degli Svizzeri r iesce ad avauza,r c e sta per raggiungere i carriaggi nemici; rna iu quel momento entrano in scena gli stradiott.·i del venc~linno .Alviano, so1m1ggiunto da Lodi, e suaragliauu questo lJatlaglione. Allora l 'ala :-.;inistra <.lei Francesi, c he già si sentiva perduta. si 1·annoda e fa massa, unendosi al centro contro il Liatfoglioue cen · trale degli Svizzeri, che è sempre più gravemente battuto clnlle artiglierie e clLe, alla, fine, deve a sua volta ritirarsi, pur seuza l a sci.arsi prendere dal panico. :i.\Iau mano che i pe:,;zi fnHH:esi fanno dei vuoti terribili uclle file degli Svizzeri, qnesti sl•r1'a 110 i 1·anghi e si ma11tengo110 compatti ; e così si ritirm10, lenti ma, uniti, verso Mi la,110, recando in salvo le arUglierie. Dopo le tlne prove contra:-.;tanti cli Ha,·enna, e di So,ara, JHarignano costituisce l a «ledsinì, <"ioè il gill<li:,;io 1l'appt>llo ili 1:ui si couferma. detl11iti vnmeni.c, in motlo i11(:oufulabile, l ' irn portanza euorn,e delJa nuoya Arllln. A.11:,;i questo gi11dhio d'ap pello•~ an1·01·a più sicuro e limpido, c hi> - ~e 11elle due hatt ..1glie precedenti. le azioui enrno :-.;tate più Y,ll'ie, tompless1', mH:he caotiche - Marign:::m o pu6 conl'iiderarsi, nel s uo a sp,~1 to esl'ieHzi.ale, un dudlo fra l ' A1·tiglierin fraJJeese P la for mi<.lal>ile ma~s.1, delle Fa11le1·ic svizzere. l-lnest,, el>l>el'o la peggio; si el.Jbe doè Ja, dimostra:,;ione irrecusabi le di questa vedtù, ehe fi110 al lora molti non avevano voluto ammettere : cioè che le rna sskcie ot(lin:mze fa.langitiche - eh<~ pur avevano strontata, la, SP<:ob,1·e snpremazia della Ca,vn llel"ia - 11011 poteva.no resistere nlle pic <·ole artiglierie, quando 'queste fossero bene adoperate. Nei primi mesi <ld 1;;JG sai<\ appena secli<:e1111e, ~ml trono imp<~rfalc cli Spagna, Carlo V, il qna.Ie i n breve tempo. pe1· ere<lità paterna e matc1'na, e per elezione, diviene il più potente lVIo1,arca del mornlo. La !ò: na sovranità si estf,nde - - oltrt> ehe snll a Spagna - sulla G·errnania, sull' At1stria, sulla Sicilia, Napoli t' la Rardeg-na. i-ui dom ini <l'Afrka f' ~ui nuovi posF-f'!-::Si d ' Ame1·ica, che, donati al mondo dnl genio tli un Italiano, stauno l'ìvelnndo rapidamente le loro immense ricchezze. La sola Potenza rhe~ scn:,;a pareggiarlo, possa tentare cli te11e1· fronte all'Impero è la Francia: e ben presto clivamp~1, più

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LE 1:U1 'CHE D.\ F U JC( l ALLA BICOCCA

(1:i2:.!)

ro1·k l,L 1·ivalitù, fra, Carlo V e Fnmcesco I, entrambi giovani e liiziosi. Carlo V comprende subito qna,li vantaggi possa trarre òall". \ i-t"iglic1·ia nel difficile compito di manteJJere e l'assodare i suoi i 111 me11si domini su cui - come dk.e l'antico motto - non t1°a111011b.t il sole ; e i suoi sforzi tendono sopratutto a. creare delle bcit:ehe da. fuoco uniformi in Lutto l'Impero. L'ostilità tra Frru1cia e Impero scoppia in gueàa à,perta, 1:er il possesso della Hol'gogna, e tld Milanese, nel rnagg'io 1G2l. l 'apa Le011c X - spera1Hlo di guadagnarci l)arma Piacenza, e Fen-ara - si scl1iera con Carlo V, e il comando suprmno delle fruppe della Lega viene affidato nll'itaHano Prospero Colonna; ron Franecseo I si allea,no i Veneziani e il Duca di Fe1'1'ara, :,;pi11to <lall ' antica e inacerbita ostilità contro Roma. Il Colonna espugna i-apida1rnmte Parma e J:•iaccnza e invatfo H l'1ila1tes<~; ma la mode improvvisa di Leone X interrompe la vittoria degli "Imperiali e (liì, ,nodo al :Uuca di Ferrara. di rec111-•nare le terre perdutf\ e alla f'arnig1ia. .Della Hovere <li riconq 11isla.re il Ducato di Urbino. S01Jraggiu11ti ri11forzi alle dne parti, la guerra si ravviva in Lom hardia e culminn. nella batlaglia, delJa Bicocca (29 apri.le l S:.!:.!), n fre miglia (]a Milano. (Jui Prospero Colornm si(~ asserra µ,liato in forte posizione· e ha fatto elevare delle grandi pif1tta forme per le sm~ artiglierie, con cui batte fortmrn~nte di fronte tntti i tentativi di attacco. Il comancla.nte delle truppe fram·esi dt>cicle di piazzare it sna volta in buona posizione l'artiglieria, di sostenere 1111 vigol'oso duello con le bocche da fuoco nemiche e cli aprire una breccia; solamente allora le fanterie 1,wizzere clona11110 lanciarsi all'attacco. Ma queste, indisciplinate e temerarie, appena, le artiglierie frnncesi hanno cominciato a spa1·arc, 1-i slan<'inno avanti offrendo 1m magnifko bersaglio ai pezzi n emfri. dm ne fanno strage. Av:rnzano <~SF<<~ ugnalmentP, ma gli Rpag·noJi le prf~mlono soUo il fuoco dei mosclH~tti e le costl'ingono a disor dinata, fnga. Con la, sconfitttL della Bicocca, Francesco I perde nuovamente la Loml.Janlia, che Ca1,10 V affida, al governo del secondo g e11ito cli Ludovico il Moro. Ma j] Re di Francia non si clù, pel' vinto e 1·ionlina corn,ecutivamente due nuovi esereiti. U no è re: 1111

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spinto 11el '~4 a, Homag11ano Sesia, dove muo1·e, ucciso da u n :ru lconetto spagnolo, il prode Hajardo. L'avvenimento può esse1· considerato simbolko; l'antiea gloriosa, Cavalleria, già regiua delle battaglie, è viuta cla 11 ' Artigli<~ria che costituisce una HllOva forza e determina m10ve foggi a cui la CaYalleria, stessa,

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FRAIVCESI

Fig. 7:! - L:i hattap;lin di Pavia .

se vuol sussistere, deve sottoporsi, assn mendo altra forma e n l·· tro stile. L'altro csercHo di. :E'ranresco I, enla to per i.L )fon('enisio , occupa. ·J\imano e cinge f1'nsi-.edio Jhwin. Un e sc•1·cito impe· riale, al co1namlo clcl Marchese di Pescara, accorre in soccor so


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della ciU.'t e a l'uvht s1 combatfo aspra ba,ttaglia, (27 febbraio 132:i). Le due arma.te numericamente si equivalgono. I Francesi si dispongono nel chiuso di l\firabello, vasta terra da cacda, c on castello, ciufa da mura. Gli Spagnoli, praticate <folle brec. cie in tali mura,, penetrarn,> nel pareo, tentando di aggirare il nc1ùico cd operare la congiunzione con la guarnigione della cittù, ; ma Francesco I 1i fulmina con le sue artiglierie e in un certo momento sern hra tenere in pngno la vittoria_ 8 a questo punto che accade l'inspiegabile: basterebb<~ che il grosso dell'esercito francese rirnanm,se tranquillo, aflidandoRi completamente alle artiglierie e queste distruggerebbero l'arma,ta nemica, che non !'ie sce a, piazza.re i suoi pezzi. Invece il Re, proprio nell'istante meno opportuno 1 prdina una ca,rica di cavtllleria. Perehè:' Qua,l e motivo lo induce a codesta ar.ione folle e alla conseguente sconfii ta, iu cni egli perde1·à « tutto fuorchè Ponorc? >) l~ egli sospinto ùa _troppo generosa irnpa,zienza,'t Op1rnre - come sostiene qnalche stm·ieo - deeidc la ear·ica per<:IH~ si accol'gc che i can1101ti JJOll ham10 più m nuizioui ·t Qual nnqu<~ sia la camm <E tale movimento, questo determina nua eatast1-ofe. La cavalleria, sia nciandosi avauti, 1naschera le bocche da f1:oco fraucesi, le quali :sorH, messe uell 'impossiuilitù di tirare, (lli Imperiali, che giù riucnlavano in disordine per gli pffetti disa,strosi del tiro nemico, riprendono fiato t1nando sì ae corgono che d'improvviso - rnil'ac:olosamen te ! - il tiro <~ cess,tto. P, allon1 entrano in ~1zione gli archibugieri e moschettieri spagnoli che decimano la cavallei·ia di Re Fra,ncesco. Qnesi·a, sorpresa dalla novitù, di tale fuoco, e gr·avemente da,nneggiata., :1netra. Il Ile accmT<: con altra cavalleria mentre gli Italiani cd i Tedeschi al suo soldo si battono valorosamente; ma il presidio di Pavia assale da ter·go gli assedianti, e i rno:,;chettieri spagnoli intensificano il loro fuoeo. J~ la fine. Francesco T comba,tte da prode; ma tutti i suoi migli ol'i capitani cacfono intorno a lui ed egli stes.s o alla fine è ptTSO prigioniero. « La. batta.glia di l'avia - scrive il generale Corsi ~ scemò reputazione alla ca,yalleria, la, crebbe invece f1Ila fanteria ed :u1d1e all'art-iglieria. perchè fu manifrsto che un:1 delle cagioni prindpali della rotta dei Frm1<:esi fn l'a,ye1·c dessi impedito con

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la, contin nttziolle del fuoco dei cam10ni die ,tveva già, iucominciato a produrre buoni effetti)). Si aggiunga, fattore importantissimo, l'azione dei mmmhet t iel'i spagnoli. Il moschetto a forchetta, poi a nrnno, sorto iu li>1mgua nel 1520, si sta, ora rapidamente diffondendo e gii Spagnoli sono maestri nell'a,doperarlo. 1-'oichè la vittoria deg·li Imperiali a, Pavia mette pratica mente l'ltalfa, a discrezione di Carlo V, si può dire che le boc d1e da, fuoco eRercita.no orma.i un'inJ1ucnza di prim'ordine sulla storia nazionale. U1m pa.r·cntesi. Qualcuno potrebbe forse meravigliarsi ehe Hoi d si s offermi così lungamente su queste battaglie in cui, es · se11zialmeute, cozzarono le cupidigie di invai,mri stranieri; rncnt r(· è nostro proposito di limitarci alla storia dell'Artiglieria italiana, e perciò, in seguito, trascureremo fatLi d'armi anche più irnportanti, appunto perchè c.ombattuti da eserciti straIJi,~ri. l motivi che ci. ·hanno indotti a code:-.ta f~ccezione sono tre. Anzitutto, tali 1:mtta,g Jie furono cornlmttute in Ita,lia, per il pos sesso di tenitori italiani ed hanuo grall(Ie imJJortauza, nella s tori n (l<'I 110:-;tr-o Paese . Tn secondo luogo, sempre vi furono, d<tìle dne pa.rti, cfoi condottieri italiani e vi parteciparono, i.n rnngµ;iol'e o minor nnmero, truppe e artiglierie nm;tre : anzi, 11ueste ultime, in uno dei tre ftLtti d'arme, Il.avenna., ebhPro influenza, deeisiva. 'l'erzo, nei diversi combattimenti si ebbe quello che poh-Pmmo chfamare il coJla.udo clefi11itivo delle artiglierie legg::r e ea.mpnJi, cioè un avvenimento di importanza, mondiale - e non solanwnfo pe1· ]a, stor·ia militare. Questo, anzi, è l 'aspetto più notevole di tali fatti d ' nrme; eh,~ le conseguenze militari e politiche sara,nno hen presto (~an cPllnte da nuove allea,nze e nuove guerre, mentre la consfah1ta PHi r·ipnza delle artiglierie · leggere costitnisce nn fatto nuo, o , uua conquista de1l'intelligenz~t um:wa, che rimarrà.. Esse ini zia.no quel loro cammino glorioso che, nello stesso secolo, snbir:ì, un'interruzione ma riprenderà ben presto e dovrà poi superb,t· nwnte svolg<~rsi nei secoli :-;uecessivL "Vero è che, da.gli insegnamenti delle ba,Uaglie su 1·ic0l'da,tc, non si tni,g·gono subito le logiche conseguenze, e la tatti ca. della. -

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fantcl'ia rimane immutata nella forma<~ nell'azione falangitica in <:ui . la cristallizzano tradizioni e pregiudizi antichi- e nuovi. 'l'ut tavfa. gli osserva.Lori avveduti, i condottieri sagaci comprendon o o intuiscono che nell' antica arte bellica è cntTata, non solo una nuova, a,1·ma, ma uno spirito nuovo che modificherà radicalmente la stessa struUunL degli eserciti e le leggi fondamentali. della, guerra. Si inizia, insomma, una, rivoluzione su cui, come ben osRervù il generale Snchero, il Rinascimento, la, cultura ita1iana e gli ingegneri militari italiani ese1·citano 1111 'enor·me 111ftnenza. Men:s ag-i tnt nwlem. 5. Due grandi avvenimenti della storia italiana: il Sacco di Roma e l'Assedio di Firenze - Le artiglierie di Carlo V - Nuovi sistemi di guerra e relative conseguenze nello sviluppo delle bocche da fuoco Le prime milizie paesane e le artiglierie - Un colpo di falconetto uccide Giovanni delle Bande Nere - La marcia dei lanzichenecchi Moschetti spagnoli e artiglierie pontificie - Benvenuto Cellini bombardiere - La fitta nebbia inutilizza le bocche da fuoco di Clemente VII. La guerra di Pisa - L'Imperatore e il Papa contro Firenze - La strenua difesa della Repubblica - Le artiglierie di Firenze e quelle del principe d'Orange - Le bocche da fuoco imperiali risparmiano la zona monumentale - Francesco Ferrucci - Oli assalti di Volterra e di Empoli - Le trombe da fuoco - Gavinana e il tragico epilogo . Caratteristica dell'epoca: ecatombe di condottieri.

Q.ni giungiamo ad alcuni fatti guerreschi, prindpalrnen te I.i speclizio,ie c011tro Roma e l'assedio di .Firenze, che hanno uuo s1Jeeifico interesse Halia.no per vari motivi. Anzitutto - qunntm1qne, nell 'm1 caso come uelFaltro, l' lmpera.tore a.hhia dalla sna or questo or quello Stato o Signore italiauo, e quantunque g li eserciti imperiali siano composti per buona metà, di meree1mri ita.liani -- si pnò dir(~ die qui non sono più (lue eompetitori st1·anic1·i elic si eomba.ttono p er il lH'P(lominio ilella penisola ma è nno Sfato nazionale - Horna prirnn., poi Piren:;:1, - d1e si ha.tte contro 1m ri<r onarea sLra11ie1·0. Rec·onclo 7 Fasscdio di Firt•11ze ù, sì, gne1·1·a tli mercenari. ma auche di cittadini: è la, prima, volta - dopo secoli. - che delle milizie voloutarie stendono in campo per bnttersi contro l' inva kore; in 1111 ee1' to sPnso si pnù (1nindi dire che la generosa

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d il'<·N:1 d<! lla Repubblica Viorentina. costituisce quasi un'autidpa,:;ioH e storica, che contiene, 'in 11,uce) alcuni clementi delle fu -

guerre dell'Indipendenza. Terzo, si tratta di avveÌlimenti che destarono in tutti i co11t(·111p01·a11ei --- i 11 Halia e fuori - 1111 ' inqn-cs~io11e enorme: iudìgm1,zione per i feroc-.i massacri di Roma, a1nmil'ato stupore per J 'insospettata mirabile difesa di Firenze, città di ricchi .mcr· cauti, che negli ultinl.i tmnpi 1wmhrava essersi abituata a domi· 11nre i Hernici piuttoi;to con l '01·0 che non col fei-r·o. (ìrnwto, infine, siamo giunti ormai ad uu punto crndale i n i·ni si. inizia l'età, moderna, e la, nascente tecnica delle armi da fuol:o è appunto uno degli elementi da cui si determina la uonJla, istoria. Clemente '\'ll, eoll'iuienlo di liberare l'Halia dalle rnirn nmhir.iose di <'arlo V, an•v:1 stipnlnto a Cognac· 1rnn Lega, flt:>tfa:' Rnnla, <·ou i \'pJJer.iani, Fire11r.p e il Duca di Milano, nll.t quale Leµ;andl~rì. p1rre 1.<'nuu-t·HL'.O I, dH.,;1veva oLLe.111d.a la lille1·Lù, co11 1111 duro trattalo sottoscritto a Madrid : tnlttato a cui, del re-;to , r,;: affrdtò a 110n tenl:'l'e fede (è straordinario constatare come co d(~slo Ile, rimasto 11el]e istorie come il p1·ototipo del sovrano <·;1,Y:tll('resco, foi,;i-w, in politica, nn incmTeggihì]e rnm1c·n.tm·p (li p :11·ola: e 11e spppero qm1kosa il l'apn e Firenr.e !). Cnrlo V, eomr· die<·1nrno, si iuteressan1 molto delle a1·tiµ;lie rie elw volll' fossero 01110;2:<>ner• in tntii i PtH•si clel s110 immenso ImpPl'O P<l n c·ui h'11tù :rndw, in nn prin10 t e mpo, di tfarp rna g µ:irn· nwLilitù con le bocche da fuoco costruite a Malaga: ma a q nPsh, ~()condo proposito rin nnciò hf'n pr<>Ato, sopraffatto da rnillP :1H1·p c·lff(\ c011t.innm1wntc• ri'i-;orgP11ti , prPor·c•npntn, nnr.i , di . 1·em1no, iutimidito dai pregiudizi dell'epoca, che enwo tutti ì n favm·e d ei pezzi ]unµ;lti, e, del reRto, t:1·attennto anehe dalle diflìt'>.olt.'l pecuniarie: ehè - eeeo tJLla nn'altra bh;,;an·ia della storia - il gPancle e fnrnoso Irnw~1·ntore, dJ(' non vetlen1 nrni tr a mo11tare il sole sui suoi domini , fn per tutta la vita terriliilmenLc s11uaU1·iuato, e costr etto, per tirare anwti, à farsi presl,udcnnro da, mezzo mondo. Arnrnaestrato òa.l primo movimentatissimo decPnnio <.li J P · g-no , che gli a veva im,ep;nnto come gli f:.:eontri <.:ampali cos ti t uisRero SPl11J)l't> llll forte rischio, in cui il Clll'30 plltenl ,lYPl'C p,u'tc-·,. l:111·<\

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decisiva, e h1 ogni modo importassero sempre gravi e dolorose perdite e grandissi1ue -spese, l'Tmper·aton~ evitava quanto più gli era possibile le battagl1e, pl'eferemlo tenersi sulla difensiva, ed era quindi portato a dare sempre minor attenzione alle artiglier1e da campo. Uecava invece con sè, sempre, molti pe7,:d cl'as~<Jdio, dei;;tinati a,d agire contro le piazze forti. Uiò non modifìea allatto quanto dicemmo circa l'acuta intelligeuza dimoRt rata da Uado V anehe riguardo alle a,rtigliel'ie, cli cui egli si servì nmgnifi.came11tc per schiaccia.re la ribellione politica in fapagna e le agitazi o11 i religiose in Germnnia, com.e SI'. ne giovò con stnpernli risultati Jl(~lla i;;pecli,r,i011e di Tunisi cle] l !"i33, e anche in (111ella disastros:.L d'Algeri del 1541. l\fa, in sofita11za., a UarJo V va attribuito, in parte, quel rnovimen to di i n volnzione che si deli1wa dopo i p1·imi. d ecellni del secolo e ehe J)'o rta a trascur:1,re le artiglic1·i(~h~g·gere in favore di quelle d'a s · :S(~dio. ( 'oma11cla11te supremo delle truppe italiane opposte agli ~! m 11('1·iali (~ il Du ca di U rbino, ma, Ja figura preminente di eornlottie1·0 è quella <li !iiova1111i l >e i\l1~dici, il famosissimo « gra,11 dfavolo >), 11wglio noto eol nome di Ciù,·,wni delle Band e Nere, perdH\ a1111i p1·i111a, i11 seguito alla morh~ di Papa Leone X suo con;..,:i nnto, aveva fatto prendere il lntto alle proprie genti. E qui cade a,cconda, qualtli e breve notizia snlle condizio11i dd le milhie italiane dell'epoca. Mentre in alcuni altri PaeRi ·Hotoriament<~ in Francia ~ si so110 già 1·ostitniti, accan to alle :àl ili½ie rnereernu-ie, dei veri e p1·01wi eserei ti nazionaH, in Italia. 1-ontilllrnno a teuere il campo, quaRi eRc:l11Riv:1 nw11te, lf' << r·onclotte )) agli stipendi or di questo or di quello_ ,Si può anzi nffernw.re die, almeno 11ei primi deee1rni del Recolo, le sole MHizie che a hhiano ca1·attere paesano sono appunto le ar1iglierie. Per solito q uelle che posseggono i ca pitani di Yf'ntura. Ron poche cd imper fette: quindi Pr-indpi e Repubbliclw p<msano a, procm·:u·sen e diretta men te. }h ben preHto l'imo delle 'M ilizie pacsa,ne si estende. Nelfa HP1rnbblka fiorculina,, dopo la cacciata. dei 1\fodici, si creano le Milizie <lP-l conta.do P de]Ja <·.ittù,, ('.hc faranno ottima provn, clur ante I'a Rsedio e saranno in parte consci·va te da AlesRandro, -

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J\IOP.TE Dl GIOVAXl\"I l!.\1,1.E BA:\Di, NERE .

allorchè egli riprenderà il poter(~. Milizie pacsa11c costituiscono mall mano Venezia, il Pa.pa, le Repul>lJliche di 8iena e di Lucca:, il I >1H:ato di Urbiuo, i l•'arnese a. Parma e Piacenza, gli Este a ~r odemù e Ferrarn., i Gonzaga a Mantova, e nel lVfonferrato. Ma, nPlla creazione di <·fHleste truppe naziouali - proeesso che si i::.volge lentamente nel corso del R(~c:olo - - tutti i Principi Ha li ani vengono, <·ome vedremo, snp1:.~rati di gran lnnga da Ema 11 nele .Filiberto. Verso la metà di novembre il capitano tedesco Giorgio Frnndsberg con 14 mila lanzichcneccù.i parte da Trento, calarnlo n ella val.le dd Po, con una marcia <:elerisi-:ima., in soccorso degli Imperiali. L 'eReJY:ito della Lega si rafforza su Vaprio d'Adda., menirP Giova.nni delle Hande Ner<i tormenta il 1wmi<:o con le i::.1w trnppt> lE·ggen\ ma, una palla di falcouetto (seron<lo altrL mia. rnoschettata) lo colpiste graW!lli('lltP .ul mia <·,oscia e, male amputato, eg-li muorn a }Iantova il ;_{O settembre 1.52(;. A 1whe questa. volta ur, colpo d ' a1·mù da fnor:o eRerdta un'i11Jl11en;,.a di prwtatit incalf'olabile. Forse Giovanni era, a quei tempi, il solo condottiero eapace di battere gli Imperia.li e cli spezzare la rete del.la. domiuaz.i01rn spagnuola, che si raffittiva ill(~i::.orahile. Vno storico dell'epoca piange la (< rnorte tanto dannosissinm per ln, quale ,·i rnase questa nostnt povera, Italia a discl·ez.ione degli oltrarnout:rni )). Certo Giovanni fu nomo straonlinario e capitano ecce1kn te, specie nella, guena spedila e leggera : dall a sua scuola. sciamò via una nuòya generazione di ottimi condottieri. Ambiguo invece si rivela .Franc<~seo l\faria della. Rovere, Duca d'Urbino,. cmvnrnla nte ,supremo delle truprm. della. Lega, il quale, con una condotta di guerra forse volutamente incerta, fa il gioco dei nentiei . Ai primi di fehlwaio i luogotenenti del Fr1rnclsherg riescono a, congiungersi con le milfaie del Connc:-:ta ùile Carlo di Borbone , mettendo così h1sieme 30 mila uomini rnn alquanta artiglieria. Frattanto nella Campagna ronm!rn, le rnili id <: p ontificie si scontrano con quelle del Yicerè di Napoli unite alle genti dei Colonna,, ed i n Roma al principio di fehhraio 1G27 si scopre una congiura, tendente a favorire l'avanzata d ei Napoli'· -

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tani e Colonnesi e ad impadronir-si dell,L persona del Poutefice. {)irca un mese dopo, l'eserl'.ito del Dorh011e entra nello Stato della. Chiesa e si accampa presso Bolog1m. , fa1 tregua Rtipula,ta dal Papa, col Vicerè, al quale si obblig:i a pagare GO mila, ducati, e l'interposizione di quest'ultimo, recatosi p<~rsonalmente al <:arnpo del Bo1·bone con l'offerta di maggiori somme, 11011 valgono ad arrcsta1·e la marcia degli Imperiali. Allora il Papa, il 25 aprile, ricn tra 11clla Lega, e richia,11rn ie 1nilizic cougeda.te, risoluto a, difendersi r.on l'aiuto dei Roma,ni, ehc si ar·ruolano per la cornnnc difesa., mentrn Ca,stel S. Ang;elo si va n1pidamente munenào . Il~ maggio 1:-;~7 I«~ hamlP gimigouo sotro le mnm della Cittù Eterna. L'evento tl·istementc memorahil«~, dm fu definito il Raeco di Roma, ha f::Ltto Rr.orrere molto ind1iosLro : ed è nella rnemoria cli tntti la i:;tnpernla, :,;e pm· forse 1w11 esatt.isRimn de scrfaiOJH', fatlane da Hcnvem1to Cellini nella JH"osa gagliarda,, co l m·i ta, i 11 i mi l..1,hil1~ ddla ~ua, gustosissima nutouiograJia. Pa,ssando al le opere meno conosciute e per limitarci alle rnemo1·ie i,;!:orid1e o, cornrrnque, alle teRtimoniauz(~ del st•colo, cite1·erno - riferendoci aà una ~ota bil.iliogralica compilnta da Cado Milanesi - le storie di Luigi Guicc·,iar<lini, di ,Jacopo Bonaparte, d i F'ranceReo Vettori; le letlere di Scar-amnn:in, Trivuizo, Cardinale tli Como, al segl'cta1'io ,Jacopo Barateeo e di un n11idale eesal'eo di Carlo V, non perfetta mc1ite iclentificato (forse Don Ferrante Gonza,g a.'! o Giovanni Bartolomeo Arborio da, Oattinara,'?); la descrizione scrniromanzesca nelle Eca,lmnrnili di Oiovan lfattista Giraldi Oim-.io ; i dne Dialoghi (fra Mcrcnl'io e Caronte e fra Lattanzio e Archicliacono) di un Autore anonimo; gli scritti di Bernardo Santoro, Patrizio De' Rossi ecc. E trascuriamo i lamenti in rima, le prose e i versi in latino e~in fran cese e le opere inedite, fra cui particolarmente interessante il Diario di Marcello Alberini, roma.no, di cui si trovano vnri esemplari nelle Biblioteche Casanatense e Angelica di Roma e aUa Marncelliana ài Firenze. Bizzarro 1101110 e forcutiRsirna, lingua, (JUesto A lherini, che dice il fatto suo a Lutero e ai foterani, nrn non risparmia nemmeno principi cattolici e preti, e procede nel suo Di:trio menando botte da, orbi a destra e a manr.n,

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L ' DIPErtATOHI•: CONTHO lL l'APA

1·011 l' i111petl.u1·L,al,ile imparzialità di un romano a,ntico o cli un ~I i 1111:,,;:-;1! c1·01lista. :,.;o:-;pi11ti prim:L dalle necessità, del nostro lavoro, tra,Ltenuti poi dall'interesse e dal gusto della lettura,, abbiamo i nel ugiato "" 1·.o<les te prose rotonde e ridondanti dell'epoca; ma non è 1p1i i I 1·;n;o di ap1wsantire l'opera con un lungo esame. Procedendo p1·1· eF;dnsione, ci siamo soffer mati partfoolarmeute sulle tre pri1i1 1' i1H~ morie storiché' e, ancora facendo tra queste una selezione, ;1hlri-a1no preferito .attenerei a,l Guiccianlini, sca,rtando il Ilonap;11·te, molto citato ma forse apocrifo, e il V eLtori troppo devoto a Casa, ~iPdici e quindi non Flempre giudice irnpar,r,iale. Non che la prosa di Luigi Guicciardini - verbosa, retorica, dt•t.lamatoria - sia, in alcun modo ravvicinabile a quelhL grave, l'i1Ta,, piena del suo parente li'rancesco, il sommo Rtorico, la ,·11i fig-nTa pure riLorua qui spesso, repli<.:ata,mente citata, chè egli fil, com 'è noto, luogotenente generale delle truppe pontificie e Jiorentin<~ e indarno Ri adoperò per Rtornare da Roma e dalla snR P irenz.e l'irnminonte pericolo. Tuttavia, code:sLo Guicdanlini mi11ore ha nn suo· tono di accor:1t:1 sincerità, che ci invoglia a, leggere>, e ci clù modo di Sf!gnil'e l'azione nel sno svilnppo. Ci limitcrcno qui a mettere in evidenza gli elementi che intel'essano questa nostra, storia. Olernente VII, avendo sperimentato nell'autunno del 1526 le p<:muria ffoi mezzi <1i cni disponeva Castel S. Angelo, a,ppena ritornata la t.ra,nquillità, non imlamente aveva ordinato nuove costruzioni - dirette, ancora nel marzo 1527, da Antonio da Sang·allo, il giova.ne - ma, ndl'imminente pericolo dell'as~edio deg] i Imperiali, aveva provveduto il Castello di molte artiglierie, le quali, scbbelle all'avvicinarsi del nemico avessero subito una notevole diminuzione, pc1·cllè in parte trasporta,te nei luoghi della città più atti a,lla difesa, rimanevano, tuttavia, in numero suffi.dente per una valida resistenza. Il nu<Heo dei bombardfori di Castel Sa,nt' Angelo em stato accresciuto per ]a, circostanza con nuove reclute ed il comando era stato affi.dnto da,l Papa ad Antonio Santacroce, gentiluomo romano, che già, aveva diretto la condotta delle bocche da fuoco Bella, campa,gna contro il Duca d 'Urbino, nel 1517. -

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Ambrogio Giovardi, anelie i11 questa eircosta.11za, era presente con le mamdoni cli fabbricatore di polYere, mentre Gio. BtLttista d'Auvergne presiecleva alle munizio11i. Nell'imminenza, poi dell'a.ttaceo~ alle munizioni. g1a, esi stenti nel forte si aggiunsero 3000 libbre di piombo per le artiglierie e gli ard1ihng-i, rn<>ntre :iltre fiOOO veninwo eonseguatc a, l

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F'ig. 7::: - Hicostruzionc ·-

fotta dal GL'rn!rv le norg:11.li -

rl~lla diftèH,1 di

CnHtd R. Augplo tlurnntp il 8:tC·eo ,li l{oma.

Gio. Battista cl'Anvergne in trenta barili, per In, difesa del palazzo, dell'altura di Santo Spirito, delle porte, ponti ed altre loealità. di Roma >>. Fissiamo 01'a i tre punti the :-ou da rilentre per dò d1e c::011<:erne l ' uso delle bocche (la fuoc-o : l° Clii Imperiali po/>,sPdevnno pod1issiml' artìgli!:'rie: fors<~ isobmenle quald1p fakoue! 1li 1'C-arso reuclinleJl!O; tant 'è~ YCl'O che, ne1la marcia su Roma, esifarono a toccare Parma e Piacenza << essendo ben provviste e molto mnnite e trovandosi g-li inimici (eioè i Tedeschi) eon poche artiglierie e m u1tizioni da h:1t tere non solamente le terre ma da campagna,>>. I11 ogni modo, St>, anche avevano ila principio qualche piccola hoeca da fuòeo, dovettero perclerla 1wr i~tradn o ;:iddirittnrn ahba,1Hlonarla perch«:• gmi.:ota o iuutile, diè. <11ia11do anivarono sotto la città dei Papi, il Borbone si trovò in un hell'impieeio doyeuclo << fare, co-

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LB AHMl LM l•'UOCO DEGLI IMPfillUALI

111c~ :-;1 poteva sen,1a a,rtiglierie, ogni sforzo di saltare in Homa, )) . 1,: dovette rkonere al solito sistema, cioè eccitare la cupidigia, del l e bande, pronunciando una delle tante «orazioni>> di cui si raceva grande spreco con le milizie mercenarie; ed anche qui egli i 11eomineia coll'indicare le difficoltà e, fra qneRte, la prima: 1< 'l'1·oviamci con poca munitione e senza artiglie1·ia ». ~") Vicevers,L gli Imperiali - e particolarmente gli Spa~no li - erano muniti. di buoni moschetti, di cui già avevano ,li.mostrato di sa-per si efficacemente servire. Il tiercfo spagnolo (eioè Heg·gimento) era, formn,to 11orrn.almentf\ di tre b<l,nde di t r·e ('Omp;,ignie cfoscuna, eon mw, fm-za lotale di circa 3000 uomini : 01·henc, cli questi, cfrca. 1000 <>rano :nmati. ùi archibugio; gli altri

1"ig. 74 - llir(•,;,1 d i c ,1:-,1..i S. A11µ;clu. (Rico:sl.1·u :r,io11e Bol'gattiJ.

<.li pic<:he o alabard e. Ma, i pl'imi. costituivano efl'cltivam<mt.e il nerbo <1eg-li e:-;c>1·ci(.i imperia li. Scrive il llr:rn t.òmc : « L'l!Jm7w re1.ir Charles di8ait q11e le 81tenè8 <le ses yiwrrcs rle71enda1it dcs m èches allwrnées d(; 8Cs a,rq11,r:lmsi<J1·8 esvaguols JJ . 3°) I 1>011tifk1 cli sponcva-no invPce di una certa abbondanza di a rtiglierie e m1wizioni. T1 còmandante delle t1.· 11ppe papali, Renzo de Ceri, (il q11ale ebbe il grnvissimo torto cli svalu tare il pericolo, o'st cn(aBdo umi ~icure,,,:,,,a,. che dovev:1 i·enclcrc più ati-oc,~

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1500 - HlOO la disfatta) le aveva fatte dispone un po' dovunque, e inoltre

aveva ordinato t< che si facessino con celerità molti fuochi lavorati ed altre misture di paglia per m0Itiplicf1re velocemente le fiamme e gettarle fra gli inimir,i >>- Dove si dimostra che, anche accanto alle artiglierie vere e p1·oprie, continuava a sussiste1·e l'uso degli antichi fuochi lavorati. Il guaio si è che, all'alba del 6, qua,ndo gli Imperiali ini?;iaI'ono l'attacco contro le mm·a, c'era nna maledetta, fittissima

Fig. 75 - P:nticolare ((P.lla difesa di Castel S. Angelo, nella ricostruzione dP.l Generale Borgatti. (Queste tre foto!-(ratie della 1·icostrur,ione Borgatti sono state ricavate dalle diapositive conservate presso il Museo del nenio di noma ccl eseguite dalla eompr1~·nia fotografi del Genio Aerostieri di ì\fonte Mario).

nebbia che rm1deva pressapoco inutili tutte le bocche da fuoco papali « chè bisogn{Lva in tanta osc:urità, adoperare più l'orecchio che l'occhio e tirare vPrso lo strepito dei combattenti )), cioè cercare di individuarne la posizione attraverso alle loro grid:1 di (< Spagna! Spagna! >> e << Ammazz~L ! Ammazza! >). Risogna proprio dire che il povero Papa Clemente VII JlOn avefiRe il buon Dio dalla sua, chè una nebbia, di tale genere, a Roma,, nel mese d1 maggio, è assolutamente eccezionafo. Ma già,, -

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\]L l AI:'l'lGLUlltl I•) I llO\lB.\RDrnm 1'0~1'U'1Cl

i,.nin; i.I 11 oslro Uuicciardiui, c'era. da aspettarselo. In tutto quel 11·111 PCJ ~i t!1·a110 moltiplìcatì i cattivi JJresagi: figuriamoci ch e , ··1·1·:1 ~l.;LLo perfino « il part01·il'e di una mula uel palazzo dt-'lla I ·:1 ll<" C ll(~l'i..L ! )). C lemente VII~ che non ha la stoffa guerriera di un Giulio II

· 11ci mesi precedenti 11011 ha fatto che perder tempo in vane t raU:ativc senza cavare un ragno dal buco - « non concludendo 111' escludendo)) dice il nostro cronista ~ perchè in fondo è .~onvi II to che quella ra,,;:r,amaglfa non oscl'à, muovere un dito contro l. 1 rnttù Bterna, : tant'(' che, per fa1·e economia, ha licenziato an1·hc gli Svizzeri e duemila fauti delle Band(~ di. Giovanni de' Medic·i, dw aveva a portata di mano e che, in qucsUL contingenza, potevano riuscirgli preziosi. Allorchè si accorge che lanzichern~r,chi luterani e spagnoli eattolicissimi, spesso in dìsaccordo fra lor·o, sono invece d'a,ccorclissimo nell'infischiarsi clel rispetto dovuto al Santo Padre ed alla sua, capitale, cerca di correre ai x·ipari; 1m1 come si fa ad im1wovvisu,re un ~f.lercito·? Tutto quel che ~li riesce è cli rnettel'c insfome « trenlih~, fra artigiani, servitori ed altre vilfasime persone 110n consuete a, Rcntirf~ con le anni in mano, non dico le artiglieriP, nm i tamburi>>. Fra codeRte Rchiere disoruinaite e di ben st·arso rend.imcuto, i soli or dinamenti che abbiano un certo carattere rii discipJin<.L militare sono proprio quelli deg·H artiglieri e hornli.:1rdieri : fra i quali Benvenuto Cellini, con quel suo fcgataeeio a, t.utta prova, costituisce, si direbbe oggi, un elemento · pl'ez.iosa,ine11 te dinamico. I11o1t1·e il Papa ricorre naturalmente agli aiuti di carattere spirituale, conH~ ris u]la, dal uostro Guicciardini: cc Nè 1wetermessc fil1almentc (come è ridicolo costume in simili accidenti de' Pontefici) promettere con molta efficada, a, chi si portassi nel combattere valorosamente, (~ fussi morto, oltre a concedere gli uffizi e benefizi. ecclesiastici loro a' propl'i credi e propinqui , plenaria n~rnissione di tntti i suoi peccati)). Dove quell'inciso (« come è ridicolo costume ecc. )>) ha un bizzarro suono di eresia in bocca ad un fedele cattolico e puzza di contagio luterano a un mi.glio di distanza. nuon pel' lni che i tempi volgevano difficili e, in fjllP-lb prima ondata cli dhmrdne religioso e politico, le autorità ecclesiastiche avevano altre gatte da pefare; cbè qualche deccn -

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nio p1·ima, o CJ ualehe dece11 nio pi IÌ h t l' cli, i.l nostro 1.:ronista, per una frase di. tal genere - e anche per molto meuo ! - avrebhe potuto gustare la, delizia di qunlchc huo11 n-atto di corda. La nebbia,, rcndemlo i11effi<:ad i th·i dei pezzi , ne utralizza. la sola superiorità clw i Poutifiei abbiano sugli Jmperiali. Questi marciano all'atta cco mentre dalle mm·n e dal Ca stello i difeniso1'i ,, non 1'estavano di gettare spesso fnocl.J.i l:-won1.ti, sparare faJ.conetti , e altre artiglierie, f~ continuamente tirare cou gli archibugi e con gli scoppi verso lo strepi t.o e rumor·e 11c mico )). A questo punto , l ' episoùio drammatico: l\fonsig11or di Dol'honc, mentre sta. appoggiall(lo nna i:;cala alh~ mnra per lanciar·si all 'assalto, cade mortalmente fcl'ito , « passato cla, ba,nda a banda da un a1·chibnf.io »: il quale archìhuso potev::L ben csspre, dopo tuf.to, quello del nosL1·0 Benvenuto. ~'\. ttravc1'so a lle pagfoc ddl a V i /;a, d.e l Ce11ini, Ja Jigura del eclchre a,1·teti ce assnmc st a or dinm'io rilievo ed i r.aunoni da lui ILtaneggìati hanno pajpiti di vita e fremiti di epopea: « l>a poi che io mi 1·itrovaì clrento a quel modo, accosta'mi a certe artig lier·ie fo qna ]i aveva. a. gnnrdia un homhanlfor·c r.hiarna.to (Iiu li:u10 Fiorentino. Qn<'Slo Oinlia n o affa ceiatosi lì al mc1'lo del Castello 1 vedeva ln sun, povera r.n :-;a, saccheggiare, e sti·aziarf' l:1 moglie e i :figliuoli; in modo ehc, p er non <lare ai suoi, non ardiva sparare le sue a rUglie1'ie, e gitta.t-o la micci ,t da da,1· fuoco p ? 1· t e rr:1, con graÌldif-isimo pianto xi stracdava il vh,o: e il . s.imilC" facevano certi altri homL,m·dicri. l'cr la qual cosa io pl'esi'una di qneJle micr,~, · fncecn <lomi ainfare <l a tflrti eb "ernn cp1ivL li qnal.i non a,v evano cotal passione; volsi certi pezzi di sai<:ri e faleone t U èlove io vedevo il IJisog no, e con <·si:..i a mmazzai di molt.i uomini de' nflmici; cl1e se (Jllt~sto 11011 era , quella parfo c h'er a, entrala in Roma, q11e]la mat-tina. se ne veniva diritta al ca stelJo; cà c1·,1 J)Of.isibile che fa.cflmf'n le eUa ,,utrasisi, p er c:hè l 'a,rtiglierw Hon rl:wano lor noia.. Jo seguitavo di tirare .: JWJ' la qu:1l cosa a lcu.ni ca rdinali è 1signori mi ùcnellimno fl da va,Jl mi gra.ndiRRimo auimo. ·n c:he io baldanzoso, mi gfor7,avo di faré quello che io non potevo; ·bnsta d1e io fui r.à,usa. di r.amparc la . mattina il castello, e qnelli altri bomlmròieri SÌ I'Ìn1eSS0IlO a, f::H'C' i loro uffi.7,i.. . « Io segnitai tutto qitel g-iorno: ve11 utn la i-n-a., in nwntrP. clrn -

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Fig. 76 - IlenYènuto Cellin l al Sarco di Roma. (Di B. Celenta no, nel P alnzr.o Rerue di Capodimonte, a Napoli).


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l'ese1·cito c11trò jn Hom:L per la parte di 'l'r·astcvcri, avendo p:1,pa Clemente fatto capo cl1 tutti e' bombardieri un gran gentiluomo romano, il quale si ll.omanclava mèsser Antonio Santa Croce , questo gran gentiluomo la prima cosa se ne venne a me, facceudorni carezze : mi pose cou cinque mirabili pezzi d'a,r tiglieria nel più eminente luogo del castello, che si clomm1da clell' Agnolo appunto: questo luogo eirconda il castello attorno attorno e w·de in verso Prati ed in venm Roma; così mi dette tanti sotto di me a chi io potessi conmnclar-e; per aiutarmi voltare le mie ai'tiglierie ccc . >>. I•~ noto che il Celliui - conte molti fra i g1·andi arUsti del suo tempo - r-:i i1tteressava, assai clelle armi da fuoeo, e non sol o nelle cfrcostanze eccezionali, quando si trattasse di menar le mani a faT' la pdlc n quakhe nemico (esm·dzio eh(~ il. uizzarro r-:pil'ito fiorentino t1·ovava piac<~volissirno ), rru1 aneli e, rliciamo, rn~lh1i pratica quotidiana, cioè, i11soII1II1:t, non solo da uomo 1l'arme più o meno occasionale, ma· da tecnieo. Egli scrive in fatti: t< Facevo cli mia mano la, fiuissirn~L polvere cla, trarre, nella quale io trovai i più bei spgreti clie ma.i pe1· insino a,d oggi da nessnn altro sieno stati trovati, e cli questo, per uon rni ci stendei· molto, solo da1·ù un se).!,'llO rla far 1ncravigliarc tntt'i quei che son periti in tnl profr~sio11c. Questo si 0r;1, ('.he, colla qnh1ta part ,~ della pallai in peso di polvere, detta. palla, mi port..1.v a duge11 i o passi andnuti in un pnnto hia.JJCO >>. Dove, attraverso alla, solita magniloquenza, fanfaronesca ed autoei,,ibitorb - clrn finii:;c;~ H no11 dar fastidio , tanto la si sente inna,turata e qnasi diren.11110 i11 p;cnua - appare l'app:rnsiomito intemlitore cli :umi da fuor-,). Ritorniarn o alla cronaca dell' attat:co ed alla caduta (lel Tinr bone. In tn.nti altri casi è bastn,ta la, morte del condottiero per !":emina.re il panico nelle sne truppe. Ma il C onnri:;ta.hile è IJuoi• conmndanLc anche in pnnto di morte. << I<J mentre che IIlOrivn c'è chi dice ch e di sRe: Copritemi, soldnti, eh<~ i 11ernid non sentn,no In, mia morte ». Fatto sta che lanzi (~ Spagnoli balzano dalle rnnra e invadono la città, mentre il Pa,pa, con t redici ca.rdinali P circa, altre tremila persone, Ri rifugia in Cai-:fa:,l Sant 1 Angelo, dove pur sarebbe posRihile dura.re lunga.mente in difpsa,, chè gli Imperiali << potendo

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LE a:;Erm1,; DIU, SECOLO XVI lN 'fOS CANA

contiuua rnente essere battuli dall'artiglieria di Castello, vi sa1·ebbono restati con molto più pericolo che fuori le mura >>. Ma gli invasori hanno preso a, sacchegg·iarc la città, riempieudola di strage, incendi, rapine; il Papa deve capilolare a condizioni gravose, mentre l e provincie~ irnmrg0110 contro la sua signoria, e l<'irenr.e, caccia.ti i ::Vfedici, ristabilisce la Hepubblica. Da questa rapida rievocazione dell'imp1·esa di Roma, che, a llora, riempì il mondo di orrore, possiamo rilevare che l'esercito invasm·e si vale sopralutto della superiorità, - di numer·o e fors'auche di abilità, - dei suoi ardiilmsieri; ma che, nonostante questo e quantunque il Papa r1on disponga che di scarsissime forze pessimamente org·anizzate, basterebbero forse le bocche da fuoco per d are a Roma, modo di resistere eflicucemente, se il cmmt,ndaute avet,;se dimostrato minore iatta,n:w, e maggior preparazione e capacità e se le condir.ioni atmosferiche non avessero i nut.ili½:r,ale quasi completamente l<_~ artiglie1·ie papali. R a,n ·iviamo all' Assedio di l 1'iri>n:r,c: ma, prirna sarà necessari.o da,re un · rapido cenno degli avveI!inrnnti guerreschi che s i sono svolti in 'l'oscana negli anni precedenti. Il sec olo XVI costituisce un periodo RLm·ir'.o c1.nnplf'sso per la ToRc:wa, non so]o per gli even ti determinati dalle circostanze eontingen ti, ma anche per il r-iiiesso dei fatti del secolo precedente, e h(} certo ]a ca.la ta, di Carlo VIIT e l 'a:r,ione del ~a.vonarol a non ces['.;nrono di fa.r risentire la loro inftuen:r,a, dopo hL par tenza di quello o dopo la, morte <li questo. Vicende politiche qua.li la r estanrnzione 1nedicen, e poi qm~lla della, Hepnhhlica e infine l'inizio del Pr·inei pa,t.o, si spg11il ono rapidamente ; e 11el medesimo tempo si svolgevano guer re inte1·ne in 'l'osca,na,, poi l 'assedio di Pfrenr.e con la, Rnsseguente campagna, infirn~ nuove guerre tra Firenze e Siena, con intervento s trn,niero da amheclue le r,arti. Dal pm1t.o di vista, militare possia,mo anzi dividere precisamente in base a questi tre gruppi di fatti tutta l'epoca,, e C'ioè prima la guerra; di Pisa, .poi l'assedio di Firenze, e infinf' le guerre cli Siena, trascurando i molti episodi e lotte minori. La, guena che, nel primo a,nno del secolo XVI, si impe~na tra Firenze e Pisa non ha speciale impm·tanza politfra e nem 1

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meno militare, ma acquista per noi un grande inte1·esse pen:.hè nessun'altra, .prhna, fu accompagnata e seguita cfa narrazioni e descrizioni così particolareggiate, specialmente per quanto riguarda l'impiego delle artiglierie. Gli storici dell'epoca 4.uali . ' Iacopo Nardi e Gino Capponi, parlando di questa guerra, per la q m:ile ai Piorentini si erano alieati i 1''rancesi, accemmno all'artiglieria di questi ultimi e alla sua potente azione contro le mura della città,, ma notizie molto più dettagliate e interessanti si trovano in a,l cnne cronache, fra cui ricorderemo per prima, << La guerra del millecinquecento )) di scrittore anonimo. Questo anlore pisano ci parla della composizione dell'esercito attaccante il quale, secondo lui, aveva condoLto a Riglionc e, massima q1rnntità cli artigliarin, grm,sa, mezzana e minnta. La. grossa, era, dn, qnara,nta hocc:he e il resto, sec:ondo la, verità, asceudPva in tutto a pezzi centoei11q1ia,nta, )), Sar:-1 1111i opport.rmo omettemlo, per brevità, qualsi.-u;;i eouuncnto - riportar·e alcuni lwani della << Cr·ornwa )), i quali ci chrnno un'idea. l.,rnto della potenza 1prnnto dell'impiego di questa arliµ;lic1 ·ia. All'inizio clelle opcra,zioni gli attaccanti << se nec:oi:;b1rono a11:1 città, acca.111pa n · dosi alla fortcr,za cli ~ta.mpaer. (luc:o di sito e muraglia assai for nito). E phrntato per conLrn ad quella e a.l muro vicino Yc1·so Santo Antonio quindici bocche dc artigliaria. grosse, intra le qna,li erano tre bom ba,l'de ehe gitta.vano pietra libbre centodnquanta in dngento, c:ominciorno in sullo appm·ire del giorihl a · 1,omharda,re la torre di Stampace e il muro a quelJa vieiuo >>. E questo primo Liro r ecò giù gravi danni. « lfattè lo inimico questo primo giol'no con s1rn nrtigliaric~ la. toffc e il muro, dando seice11toei11q11a11tatrc, e r:hi dic<~ scttccentocinquantacin· que , hotte di palle conte ferree colate e bronzine di peso di libbre settantacinque, sessanta, qnaranLli,cinque, e trentacinque, cmmnmeranclo in (lnesti li colpi che trassono le bombarde grosse che tiravano pietra del peso ditto; e in qna.lclrn un;-1 di quelle palle bronzine era annotata e scritta con lettere moderne il1telligihili que1-1te parole : videlicet : « Rx quo nec Florentinorum clementiar spem veùiac, nec tot Vitelliorum militares virtntcs rnetum captivitatis injic'ere vohis hactenus potucrunt experiemini modo qna,m a,~periora futura sint ultima primis )) (Poichè uè la clemenza dei Fiorentini potè fino ad ora, infondere in voi spernn7,a di perdono , -

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nè Limore dclfa prigionia tante virtù militari uei Vitelli, sperimenterete di quanto le p1·ossime circostanze sar~rnno più dnre delle precedenti). A tali pm·ole di provoca,z ionc dei Fiorentini, i Pisani inviarono con lo stesso me7,m varie r isposte. A lle 3il'Lig1ierie di F irenze i Pisani opposc1·0 ripari e opere di difesa ammfrcvoli, ma, non conteu li di ciò, essi vollero a nche controba,Ltere il tfro nemico , pei-dò: « fcccem o aprire da scarpcllini certe nostr-e bomba rdiere basse che pa,1·cru10 (postovi a, quello le artig]iaric) offenclerc potessimo il uimico clic vagava, sicuramen te la campagI,à; incontinente aperte qnelle vi fnrono pianta.te du e nostre grosse :u·tiglia,r-i1\ viclclicet uno corlale et nno passovolante, e facendo 1i bomlmrdieri buon fru tto pc1· quello giorno, ue uccisono e guastarono buon numero , chi dice sessa11ta e chi p iù ». :Ma, il n emico rispose volgendo coutr-o qneste bombardiere qua.ttr o gl'osse hocclw da fuoeo, che tidussr.ro n,l silenzio le :wtiglicde pisan e, l'Olllpen<lo nnche il ('.ortalc. Il tiro intenso del nemico durò cin que gionli e produsse gravi darmi alle rnura, nhbaUcnd o com pletamente quello posto fra le liombardie1·c. OUenuti cincsti i-isul · fati , i F'iote11tiJ1i il1comùw.i nrono a, batterr, i ì rivellino di St.."tm p aee e il Ilorgo .San Giova,n ni. I Pisani., per controbattere, fecero « piantarP. nel 1·ivellino rl e Ua Citt:iclP.lln vecchia presim lo Arno, nno passavol:rntc mezzano, qual opcraYa maestro Gerardo bom bardiere lucchesP e pisa no , optimo maestro di epsa arte: il qual tahrn~nte tirò quel giorno, che senza du bbio uccise bombardieri i nimici; r uppe a,c-tigliarie, e rccc grai1 da,nno a l campo >>. I :Fiorentini dovettc1·0 allora. arretral'c i propri pezzi nascondendoli fra, le case di Bo1·go San Giovanni , cosicchè per colpil'li i J>i!o;a.ni òovevano tirare (( per conicttura dove usciva il fumo <Jllf:l,n do t ir·a,v ano >> e fecci·o pia,n tare sulla. Oi.tta,della un corl:a le, rn: passavolan te grosso e un basilisco : iJ due]lo di a.rtiglierie seguitò ancora tl'c g·iomi, cioè fino n tutto il nono da quando era i ni½iato. nopo l 'assn,Lt.o, cbc non Phhc Psito decisivo, il clnello i-ip1·es1~ fra n nove bocche cla fuoco postate da i Pisani in una. poten te casamatta e due gl'ossc bombarde fioren tine : queste ultim~ ebbero i i sopravvento e le a l'ti glicrie della casa.matta dovettero esser e ritfrate.

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LA G UWllU DI PISA

N eHa Hotte <lel 2(; agosto i l'is.:wi fecero entrare in azione un g1·os1sissim0, passavolante\ al. quale i Fiorentini avevano dato il nome di Bufolo. Questa ho<:ca da foof·o causa,va,. danni tanto gravi che q nei di "Fiorenza promùmro duel~e11to fiorini d'oro larghi a l hmnbardiere che fosse riuscito a distruggerla o a ridurla al silenzio. l molti colpi diretti contro al llufalo valsero a danneggiarlo in modo da. irnpedir11e temporaueallleute l'impiego, ma poi i PisaIJi lo istallarono aHrove ed esso rìpn~se la sua attività_ N ella lotta, che durò iiuo al 12 settemhre, l'azione dell'artiglieria pisana fn, in gen ere, più inteusa. ed dficaee. Alla fine i I<'i01·1>ntini , costi-etti a T'itÌl'arsi, cariearono le proprie hoeche da fuoco su 11uattro navi dirette a Livorno, ma uua tempesta le feee nau[ragare. Alcuni pezzi, quali il Brrnilisl:o di Livorno, e le bombarde Colombina e l\lazzoccl1irn1, fm·ono irnhito rknperati dai 1-'isani. l_:11a 11a na'./,ione accu1·ata deHa stessa guerra la. troviarno 11c] <t Memorin i<~ di Giovarnti ]'01·tovcneri dall'anno ]4!)4 sino a.l HiO~ >> che ahbia1110 g-iù, avu[.o or;casione cli citare na.rrando g-li nvveni.rnenti del ~.ceolo XV. SPcornlo il Porloveneri, i Fiore11tini a,v<~vnno oHanta hor:c:hP fln. f110co, l'l'a cni e.inqunnta pasicmvolnnti e eorht.Ji in (C u1rete )), <~ :·:r~ttP homhanl<~ di notevole grossezza, per modo f·l1e, compl essivamente , poi"evn.110 tirare cirea. cc gorpi dng-ento pc~r ora i.ra, nelle~ mm·a e per Ja, t.en1. dH' pareva ehe il morn'lo si disfaces~e JJ. In complesso il racconto 11011 differisce gran ehe da q nello ddl'anonirno pifmno, :-:alvo na tm·nlnwnte ~]i apprezzamenti dovuti ,il diverso p1u1to di vista, che non ci permei le mai cli ottenere nna veritù se 11011 relativa. Però il P01·toveneri estende la nnrrn'./,ione a (lnella. ,lei fatti clel 1 :i01. parlando ,lelle a,rtiglierif' francesi che in dne g-iorni abbatterono prima. trenta e po.i allrc t)lrn· rantn, hnwei a di muro, dopo <li d1c i Pisani. olh·e alle ronFnrnte ' fecero << ca.xc mate e tel'ia ne di t era con horn har,1iPrP , in difese, modo ehe i Francesi 11011 possono entrare in canpo : (~ nmt coxn. inespng·na,hile Jl. Nel 1508 la guerra, di Pisa, fu l'ip1·esa e ne troviamo la na,r •·azione nella storia, del Na,1·cli. il qua]e parla anche di un ',rnirjnc d 1artig1icria tentata quell'anno a,lla- Verrucola.. forte piccolo ma cli g·rarnìe importanza per i Pisani. Diee il Nnréli : « La for -

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tezza dopo trl,! giorui si diede a discre,done. l 1erchè esi,;cudo stato avvisato il commissario Antonio Giacomin i 1'eba.ldncci da un <:erto 1.n·igiorn~ pi:,;ano, cl.te già era slalo a guardia di quella, come i11 umL certa purte di essa c1·a il muro faUo a secco, e che difficiì meute se poteva da quella banda battere cou l 'artigliel'ia, fece egli a ccortamente piantare da, quella parte akun pezzo d'arti 0 glieria, coudottovi con gran fatic,L e ingegno, e così battendola dove i llifcnsori 11011 si p emmvano, se ue insignorì nel modo detto. La. qua,! fn poi meglio fortifkatn, e ridotta iu mm fortez½iL q uasi inc:spugnabilc ». liopo ]a vittoria ripo1·tala su B:.ntolomeo d ' AJvia uo nel J ::i03, i Fio1·entini tcn tarono n novaillcnt,~ l'impresa di Pi.sa. A tale s(·opo rurono mandate truppe da P ir·enze e, con quest<\ ph) pezzi d 'm·tig-licri<L grossa. Sopraggiunto poi anche l 'esercito vittol'ioso dalla, Mnremma, si por:-ero le boeche da l"l10Co dove già, :1,Ure volte ie aY<!vn.no poiste i 1"raneesi, e con i ea,nno11i più grosRi , che il ~:il'<li l'a a mrnontal'e ,L undici, fnnrno b:.1ttnti i mnl'Ì a comind:-tr<~ <ln porla CaJcei-:nna: nel Ui-o, r:ontinuaLo dal fovm· del sole fi no a notte falla,, fnrnno nhhatln L<-' <·,in·a tren tasei bruceia di 111un1. e nei tre g-ior-r1i :seguenti, <la.1 10 al lj i:.et.temlwc, ne furono flhball11Lc circa, 1:1fi bntcc:ia . L'azione delle .f anteri(I non corris pose però :.1 qu est:J prepm·azione, cosi crh<~ i Fiorentini, senz.1, n,,·e1· otfonuto :1lc n1t 1·hrnltato., i-:i riti nn·ouo, e solaanentc nel 1009 l'is,1 tomù in loro possesso . Della. campagna clel J ;,o:-; pa.d :.1 più ùiffn s:-1me11te il Pitli nella. ~na. « Vita di J\n Lonio Giaeomini >>, ove si l egge che i pezzi dei 1'ion~nti1li constavano d i<<dodici can noni, LnL orclinarì e g1•ossi ; q1ia l lro pa sF-ovoln.nti , 1Il1aUro 11wzzani , tlicei Ja,lconetti, con sei fako11dti i-:;01wa li cflv11,l etti ». Preposto all'artigliei·ia fu, fin ,lopo la h::1,1J ,n,g·lia cl.i R. Vincenzo contro l 'A lviano, Simone Ferrucci, fratello maggiore lii Francesco, ma egli venne poi sostituito, perchè mala,to, (fa, Bernal.'do I 1 uccfoi. Q.na,lchc a1tra notizia, relativa, a questa artiglieria si trova 1wllP « Lettc1·c scritte dal Capita no A nt01Ji o Giar.ornini aJJa Siµ;11orin. <'li Fil'cn:1.e snll'impresu di Pisa, » : fra, l'altrc, una, diretta. n I Connnir,;:r,;:a,rio cli Cascina contiene UH ricordo dellf~ eose perti11c11 ti all' a r tip;Jieria. ch e indica csal"t,a.mente in quali l ocalità e in

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I/ASSEDIO DI FIHUiZE

che quantità si trovavano le varie munizioni; e vi è anche un elenco dei denari pagati a Pict1·0 Vecchielti, il 20 giugno, per bombardieri e maestrauze : totale fiorini 108.

l'assiamo ora a,11 'avvcuimento che per la sna importanza in genere, e pel' quella militare in spede, snpera di gran lunga tutti gli altri svoltisi in quest'epoca,. L'assedio di Firenze lta un ricchissima bibliografia, la quale però è assa,i povera di notizie T'iguaedauti l'artiglieria: per <Juanto si sia cercato di attingere n, tntt.c le fonti più :t ttendibiJi, i dati che aliùiamo potuto 1·accog1iere in proposito sono pinttosto searsi. Ciò premesso, <1Rponiamo (J uanto r,i fo possibile i-h-o struire. Clemente VII ha fatto pace eon Carlo V, promettendo di <·oronarlo inq)e1·ato1·c; e questi, a sn~t volta, gli ha assiem·ata la restituzione dei Medici in Firemr.e. Fr-anr:e~to l si tira 111 disparte, Vene1,ia 1uomettP aiuti m,t non può o non vnolc mandarne e Ja Cittù deJ l\larzo(:co si tl'ov,-L quindi sola a lottare contro l'esereito imperia,le Reeso a, minacciarla, al com~Fndo del Principe d'Orangc_ Da prineipio f~J·a, opinion <>. <liffm,a. che Fircnr.e avi"ebhe prPf ('rito venire a patti an1,iehè affront}1re il troppo aspro cime11t0 . Clemente VIT ne cnt convintissimo. ]ijgli suleva I"ipetere che~ (( quei di Pioren,r,n. nou avrebbero avuto anima di vedersi guastare i loro or·tici11i )) : lant'è clw - Carlo V esse11do, nl F-iolito, ili diffieolt:'ì, fim1,n1,iaric - il Pontefice si e1·a ussunto a cuor leggero il carico di finanziare l'im.presa, convinto ehc non potesse durare H' non podti giorni, o, al più, poche settimane. E forse, volendo, Pirenr.e a.\'l'cùbe pot uto cavarsi d'impat:tio spnza colpo ferfre. l suoi fiorini d'oro faeevauo pr,~rnio su tulti i n1ena,li d'Bnropa e avrebbero fatto assai cornodo al grandissimo m1;1, indebitato impcra,tore. Certo, per vincerne gli scrupoli, bt-:ogn:wa sali1·e a cifre forn1idabili; ma l•'irenze avrebbe, in seguito, potuto agevolmcnlc rifarsi, grazie alla ~ma attività bancaria, industriale e commerciale che, in certi campi, r.;pecic· quello tklle industrie tessili, era, ~riunta all 'a.ltezza, di un vero monopolio mon diaJe. Tant'è ve1·0 che gli ImpPriali, quando dinanzi al lor·o occhio si delineò il delizioso panorama delln città,. lev:uono n Hi

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1500 - HiOO

i llloi:-chetti e le alabarde, gl'Ìdando : (( .Madonna, Fiore111:a, JJI'(~parati a, venderci i tuoi broceati [L misura di pieehe ! >>1 fatti dovevallo prova1·e loro he11 presto che l'osso era assai dnro da rodere, assai più di quanlo essi non supponessero. }[a qual mer.,tvig1ia che gli imperiali misconoscessero le virtù guerl'iere dei Fiorentini, se lo stesso Papa, loro coneittadino, mostrava di ignorarle'!

Sulla Campagna di 'l'oscana, dei 15W-:J(J Aldo Vaìol'i ~ scritiore di cosf! militari eoJto ed ac:nf·o - ha pubulicato uno studio accuratissimo, 1,a difesa della R epulJl,liua Ji'iorenlina) che non soio segue miuutamente, giorllo per giorno, lo svolgimento delle azioni tattiche e strategiche, ma fa rivivere - tracchmclole di tutto tondo, talvolta con una sola frase, sempre con schietto vigore - le~ figure dei principali condott.iel'i miliJ-ari e reggitori politici: da, Clemente VTI, i11ee1·lo in tutto trannè nell'ostinato nepotismo, a Carlo V avido e aRtuto, sonetto fino all'nltirno dalla, straonlinarin abilità e g-enialitù, del suo Gran Cancelliere, il pie1~wntese Me1·ctni110 da Gattillarn, nrtefice primo deJJe fol't ..u1e irnperiaH; dal t:icitnrno e acl'.orto Principe d 'Orange al suo Luogotenente 0(merale Gfovanni d'l.Trbin(>, di lui assai più pratico e geniale nelle cose di guerra; dalFenigrnntico lvfalatesta Haglioui, sig11ore cli Per·ugia e capi bi 110 gei 1era]e dei J-1'iorentil1i, simulatore e t raditore, al colomwllo i\ifario 01·sini, prode e capace, che avrebbe forse potuto sostituire il 1!agliolli e sah'are Firenz(\ se un colpo di colubrina non Jo avesse ucciso l.Jen presto; dal feroce e litigioso Fabrizio Maramaldo Barone di Lusiana, fino · alla, lnrninm,a figura di Francesco Ferrucci, (:::t,pitano ahilissinw, cittadino appassionato ed eroico. Disgraziatamente. come si A detto, non abbiamo 11otizie precise sulle artig1ierie dei due esercit.i. Sappiamo però con certe:,;,m d1e, fra, i capitani delle armi speciali militanti nellr, truppe Pterogenee che componevano l'esercito del Principe d'Orange, le n,1·tig:lierie papaline erano comandate da nn MaeRtro Bampetro che le diresse contro Empoli(~ Volterra e da. un maestro bombardiere Calccllo, pugliese, ucciso sotto le mura di quest' ultima città; 1ientre Messer Bartolomeo Ve8in e l\ifesRer Benedetto da Ravenna erano i capitani dell'artiglieria impe1·ialc. -446-


l CAl'l DELL, Alt'l'.LGLJEJIUA B'IOllEN'l'INA

I'e1· 111.1a11 to 1·igaa1·da i Fiorentini, nel Registro W delle cc DeI i lH'r:1 ;.,,j u11i, stanziamenti e. condotte dei Dieci di Balìa dal 1527 ;1 I I :;:m )) che si conservano all' A1·chivio di Stato di 1''irenze, si l.1·o va in data 4 dicemhre 1529 la nomina di Leandro Signorelli

eouw,11dante di tutte le artiglierie, con lo stipendio di ducati 40 al mese per 10 mesi all'anno. In questa condotta, vengono li:-;sati i diritti (~ gJi obblighi inel·enti alla carica, e la nomina vi è p1·eeeduta da una dichiara:done dei Dieci di Balia di couoscere le virtù e le buone qualità di Leandn, Signorelli cc e la sua ei:,;perieuza e scienza sil1gola1·e 11eJ trattare e ma11egghnc ~ al'liglierie ; t: sapendo di quanta imp01·ta11za e utilità, pubblica sia l'avere uua JH.•r-sona simile sopra. quella ccc ..... J). Questi medesimi assegni si t rova110 st.iinziati ripetutamente, sh10 alla sua morte, nei vari l'(~g-istri; solamente, in alcuni si parla, anzichè di ducali, di scudi d'oro di sole. Da questi medesimi registri l'Ìsnlta clie non solo si era ritc1rnto necessario nominare un capo dell'artiglieria, ma anche di stahilil'e cariehe e assegni inercmti ad impieghi speciali fo,si nell'Arma stessa,; così per esempio troviamo uno stanziamento di fiorini uno al lll(~S(~ a va.ntaggio di Mai·cone 'l'avola,ecini, << a, rn·ornissione cd obbligo di tener rn\tta e rassettata, tutta l'artiglieria c·t munizioni pubbliche e di provarle tJUaudo fosse necessario, caricare et scaricare tutte le munizioni ecc ... )); e in seguito, nelle « T>elibcmzioni e stanziamenti degli Otto di Pratica, )), si trova lo stesso impiego, con eguali assegni, a.ffidato a Pietro dì Mareone 'l'avolaccini. Nei Registri dei Dieci di BaJia in data 17 magglio 1530 leggiamo un'altra interessante deliberazione e cioè la nomina di Vannoccio Ilfringucci }t procuratore delle artiglierie, preceduta, anche questa. dalla medei:.ima fonnula impiegata per il Siguordli. Dagli stessi registri risulta che ad altri bombardieri ed ,ingegneri furono aJficfate speciali ma,nsioni alle quali corri .. spondevano compfmsi fissi; fra questi, trovin.mo nn Arnodio d ' Alberto ed Angelo suo Jìglio, i quali hanno l'obbligo di all(fo.re ovunque Ria, ordinato dal Magistra,to, e alc!mi incaricati di (( a c ca,'va,lla.re artiglierie, riassettare ruote, cannoni ed- a.I tri forni menti ove fosse bisogno)). Fra i nomi più spesso ripetuti nei regi stri per questi incal'ichi relativi alle artiglierie troviamo, oltre ;1

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ai già cita.ti, quelli di Ueecllino di ~. Maria a Monte e cli Fntnc;esco Giuliano Oiacomelli di Firern~e . :B intel'eSl:lant"e notare c:ome le varie deliben1zioni e sta11ziam enti siano iu alcuni casi opera clei Dicei òi Halin,, in a ltri d egli Otto di Pratica. (~uesto :--i spiPga r .ic:or<l.amlo d1e i d1w euti aveva110 a H' indrta le stesse attr·ilrnzioni, ossia la soprain tendenza d ella amminis trazione de lla gn('l'l':l. seno11chè, pe r motivi polilki, l:1 loro supremazia si a ltern ava e ge1wralrnente s ubiva. le sorti del potere tlei Medici: cioè qmwclo 11uesti er a uo in auge l'autorità sj ri ver i'iava sugli Otto di Prn,ti(·a, e al 101•0 d eca,il c~re- eonispond cva il risoll evarsi cfoi l>ied di Hnlia. Qua11 to abbia,mo detto rign:u·do alle variP. nomine, 1·egolarme11 te registrntc fra gli stanzia ment"i e le eondotte, bas!a a dimosl n 1.re corne sia falsa l'as8t~1·zio11P di :i lc:m1i storici, i quali sostengono dw uel Ci1111uPc·e11lo iml.1111en te l'ei-c>rti lo frm1cese e qne llo impc>riale ave:sser-o :-:c11 l ilo l;i m•<·e:--sirù. cli (la1·e un capo pa l'ti<:olare nlle varie armi. Dai Bte cl<>simi R <~i.ri.sl 1·i, <luj q 11:1 H a libiamo r·icavn to le 11oiizit-> ol'n espnstr., si possono anche tk:-:mnere alc11 ffi imli:t.i clPlla partic:olare cm'a dedicata in gener·(• 11II' a l'i igl ic>r i:t rio1·l~11 Li11a. negli. :-111 ni imnu~<lialam<~n te pr1~c·etlenti 1':1 ssN1io I' poi. 11flt n l'a lrn1~nte, dn nrnte Fa sseclio si.esso. Di fatti fra ;.(li slan:d a mcnti 1·if'one' soven te hl vote « A .!:ìpese di bombarde •~ waes1·1·a il½e >>, d1t• rap presenta sempre 11n num ero notevole di fiorini. i,11r vn1'ianòo dn volt~t n Yolta, n, seconcl f-t, del perioùo fli. tempo ,1L qm1le si 1·iferisrono i vnri stan:t.i:-t.ment i . Queste dfre sono sNnprc infc1·iori a, quelle spese p er la, ra,n terin, e la cavtLllc1·ia., 1.n a, 110.11 d dn,1 mo nna mi snrn gi u:sl.a cl elle :-;omme irnpiegntP. pe1· l'a r tiglieria, giacchi> a, va,n ta g gio cli. q11cst' Arrnn. vanno m oll.c di q nelle eompresP nell:1. voee <<Munizioni» e non poche di cpwl1c raceo1te nelle<< Spese strao1·dinaric », come tntini , incaval1arnf'11ii , <>cc . .. . Tn:finc bisogna no ta r e e hP- in q11P-gli a.nr,i s i trova costn n trmcnte l' a s~eg110 p c>r clodici homlmrclieri assegnati alla for lc;,;za e.li Pisa, e per nn numero Hwia.hilc fra dicci. e dodici desti nati a quella cli Livorno. In genere l.ntti i bomhrwdieri 1·icevév:1110 i-ml:=tri abbastanza a lti e veni vano l'etr-ibniti con specia,Ji indn,nizzi pel' nl cuni servizi straordi nari, come quelli « tenuti n,l li bastioni e a llri luoglli ~ccondo il biso~no », o cpwlli impiegati J)<'l' le mn r a rl r.lla città.. Per ques ti -

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L I·) Ul'l•:rt,\1/.JO:\' l

o' .\PPfl OCC l (J DELr/ OH.\ !S'GE

1110 1. i,·i \'('ngouo date nel giug-110 15m s peciali inde1111itù snecessi Y,llllP III <' a ~:-. : T, :wn, :!4~ IJ0 111bn rclini.

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L e op<>rn zioui d'upproeeio del pr-ind1w tl'Orange si ::;voli-e1·0 1·.on molta lentezza miche 1.1e1·c-hè ta,li era no le istruzio11.i date dal r Imper atore, ma so1H'.itntto p el'chè egli attendeva le artiglieri e cil'i Nenesi. Difatti questa dttù f1V(' 'i'11 in ottohrp promesso di p rnvve<lere, oltre al resto, lo en,11no11i, 5000 lire di saluit ro, dn 2000 ,L :muo lire d i polvere al giomo, l 000 paia di hul.'ali e rifo1·11irncnti. cl i ferri da cavallo , funi, eec ..... :Ma, parte <li quest'a1·tiglìn·i,l sbagliò stra,dn. e ca.due i11 ma no ai Fiorentini, e t utta fu poi molto 1-ita.nla.tn. . Solo uiia parte della polvere iUTivò e poehi qua,cl1·upedi, ma. molti eouùuecnti sparirono. Pio Carlo Pa,llet.ti , nel sno .J s . .<.;cdio <li. Fircnz·e, sog-~i twge: « I Senesi promi sero più di qrnrnto potevano mm1tP11ere; clnl dtt' e dnl !lisonliue g ran<l<· nella a mmi · 11.istr·,tzion e della. R epuubl iea n:H:(fuero h1termi11ahili noi osissirnl· r1uestio11i. L.-1, più importnnte \\ quella dw :,,;i 1·iff'1·i s<·.8 nllP :n·tig li eri,~. eh e i Se1wsi i111p1·,~stnrouo a l ,·i<:<>re, .le qna.li p e1· gitmgl:'r·e !Ìa. S i ern1 al Campo impiegarono nn mese! J>erciò l ' Ora n ge do,·ptte l'ih1tdan· ·b m nrci;1 del1'1>f.:e1·eiti e inc1ngiar si da l<'ig-li11P n, Firenze più <li q uàILio avr<>hhP Yoluto e sarebbe stnto neecssario: <! quando 1P e hhc 110n pol è a doprarle esst=·ndo s coppia.te ni primi. c-olpi, il eLè fec:e dite a i mn levoli, c he i Seucsi a veva110 appositnrnente co1Toso i cannoni con acque forti >>. ~ c!1e realmente i 8 enc~sì avessero prom esso troppo lo dirn os1rn mm lettPra sel'it.t.a <la L odovieo ·S etgarcli nl Collegio <'li Halia della e.i ttù di Sicn n, n ella, qua.l e egli riferisce un colloquio a,vuto eol Principe d ' Ornngc: cc Venuto alle a,rtiglic1·ie similmente gli <I issi e most.1·ai eome la ci tt,''l. an:va p0<:a artiglie1·ia eccetto q nella e he, col propi-io san~He 11ost1·0. si er a. l);nadagna.ta nel eampo de li ,n imki >>- B pc·r quanto r igmw cln l<> salmPriP, p olveri <' pnlJ,~ a la dUù 11ostra non 1.i.ver munizione alcuna., per cl1e , da quatt ro a.nni i11 là, il tir,inno non difendeva le mura della città, con polveÌ·e cd nrtigt icl'ie, ma con le borse de li p ovcl'i cittadini ». La mancanza e il ritardo delle artiglierie di Siena, n.ngustin,rono il Prineipe cl'OrangP, il quale non tl'alasci<'> occasio11e pe1· fare pl'emurc s nlle a,utorità, senesi percl1è nrn ntencssero In J)l'O· messa. Qncsto fatto t> posto benP in luce <falle lcttel'P se-ritte iln.l

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Fi1-;. 78 - Episodio de]J'asS(!(JiO .i r :F il'<!IISÙ ( 1/i (;iorgiu Vusm·i, ù , l'ulcrnzo Vecchio).

predetto Se1·gardi, oratore presso le truppe imperiali, alhL Ralia. In pareed1ie si leggono frasi di questo gener e : « Il S. Principe tuttana uti 1·i t·01· <la il medesimo che io scriva a l,~ S. V. che accelerino le provisioni domanclate : li otto cannoni, sal marie, polvere e palle, in maggior quantilà e che sia presto ...... >>. E altrove: (( Tl Signor P1'incipe mi lrn •lornandato dove le .S. V. gli porgeranno le artiglierie, che k von·ia presto >>- Bd ancora : t( Tu non sò, perdonimni. V . S., st' d.orrnano o d1e l'u1111u che 110n pensano rLl dmmo che si procura110 addosso con questa taedan:r.a dell' arLiglieria, >>Qnci,;t' uH.ima è dd primo oLto hr·e Ji:J:!!), mentre gih il 2G Ret· tembr<~ l'Orange :weva scritto direttamente alla IlalitL rimproverandola delln lentezza. (-¼i nnte poi le artiglierie, se· gnitauo i soliti lamenti p er la 1nn,11ea11z:1, dei bufali , cklle sal merie e delle polveri. Succedette al Sergardi, quale oratore, Alfonso Falerio, e a.nchc uelle lettere Rcrit.t.e da quest' ultimo alla, Balia, si 1·iscontrano li~ stesse lamentele per hL maneanz,~ cli artiglierie , polveri e Fm1merie, con l'a,ggravante che '. }th:nni canuoni, poco dopo 1'ar; \riVO, SÌ erano rotti.

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}la, FOra11ge e am~he gli oratori senesi esagera:va,110 nelle lamentele : lo dimoi;;tra una nota dello slcsso l;'alerio, tfa cui r i · ~nlt;;L tutto il materiale fornito da Siena all'esercito imperiale. Tafo lista, riprodotta, nel libro del Fa,lfotti, trovasi all' ArchiYio di Stato di Siena; ne riprodudamo la 1mrte che più strettamenlc si riferisce alle arLig-Jie1·ie: (< l'er p:1rle d1~ l:1 H:11i:1, voi i;;p. Antonio Mariano clc' Vccehi, opcrar o dc la Camera, r1onete a voi;;tra 1rncita a eontio ,li loro Comune, le sotto scritte Ar1:igliaric, salrnarie, ferramenti, funi, palle, et altre robbe et bastirnenti, numdati pc~r online di loro Coll,~gio a l Ielicissirno Cesm·eo e:s:ercito. Daturn naliae, clic XXXI rleeemhris l\IDXXIX. << Una colubrina si tolse a' Fiorentini 'L're cannoni de li nostri SenPsi Tre cannoni Ri tolsero a' Jfiorentini - Uno mezo cannone si toli;;e a li Fioren• ti11i - Sei sa!l'ri, uno di quelli de' li'iorcntini et cinque di quelli di Borbone St•dicirniln sel.le !in~ di poln1n~ grossa, 1(1()0', - Salnitro, lire millequattrocento I 1·<'~111:1, do~, 14f:O - Palle (ln (•;mnoni el. eolohrinc et sagri mille quattrocento 110Y:m t a sd.te 1407 - rolv:11:e g r-o ssa rlata a l\fcs. Francesco cle Tonar, lire mille,:·inqul.'el.'ntr, vin t nnn, 1:;21 - - Polvari' finn rl:it.:; al rJ,.11'.t.o 1\'f.,~. l•'nrnceseo Tonar, mandatario Ll.C lo 111.mo Sig. Principe per fare fuochi lavor:iU, settec.:ento se l.t antn cinque, 775... (Salnitro, pa !lotte di f errn, l)icconi, canapi, pali di ferro, c·l1irnli, picel1e, fnni, carri quattonliei di sa lma.ri e, l'erro, pk,mbo, tanaglie, barili , eorlJel li, polvnre finn<~ grossa, eec.....) >>.

Le lP-tte1·e dei sncc<~F:i-;ori <lPl J.<'a.lerj.o pi-esso iJ campo cesal'co, il Vmrnini (~ il Ha.rdi, ripetono però i medesimi lamenti e le medesime richiesle: .lamenti specialmente p1·ovocati dalle numerosn artigl-iel'ie rotte e dal mancato invio di mezzi necessari per por1:nrle vfo; e richiest(~ di artiglierie per Je varie a7,ioni progetbte e 1wr <·.<mtentar<~ il JVIanw1a,ldo. ]i'ino a che il na,w li fP-ce oss,,rv:u·p :11 Pri nei pc dic Ric~na, n<-1 c~l'a, rima.Rta affatto sprovve<lnta, e che i Rern11-ì « in ogni ev(~nto non haveva,no con che dif<>nd(~rsi )). '11 l 1'all.etti, nel riportare qneste lettere, osserva come special· rnenlc dal rnnncnto recupero delle bocche da fuoco l'otte ri1mlti. il flii-:ordine m~l quale si t1·ovavn, il governo di Siena, essendo tali artig-liel'ie rimaste lunghi rnei;;i nel eampo, se1rna che la Balin, prendesse le rnii;rnre nec(~ssarie per farle tr.1spol'ta,r e a Siena. NP scg-1,ì clie la Ilerrnbblica perclè g1·an pa.rte del bronzo, di c11i i-;i. vnl Nero gli Imperiali.

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Ad og11i modo, quinclki giorni dopo Lu-rivo dPll' avan guar·dia sotto lP mura di Piren zc , i pc>zzi fecc1·0 ln loro eomparsa, : 4 cannoni con nna colnhrinn. e 3 pe7,zj pi<:eoli , p:irte d.i quest'artig1ieria era sta.la presa ai Fio1·<•11tini ste::.Ri 1wl 132\ come è d elto ::inche nclln list.i g:iù citata.

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Fi~. 79 - Arl.iglieric irnpe ri:ili: (·:tnnonc e

Ht t%r.o Pnw1011<-•.

Q11a11do il l 1rineipe, rkenite tali bocche cla fuoeo, si deeiNe a fa,r a vanzm·e tutte le forze e le dispose lungo l 'arco delle colline nl f,;Ud della, citt:1, u una disla1rna, media di circa mez7,o miglio dalle fortificazioni fime11tin e , il Ha,glioni , C apitauo Gt'ne1·a,le cli li'irenze, f.li recò sui bastioni di San :Minht lo con grnn lllllllCl'O di t rombettieri e musid e sti·epito gra nde per provoca1·e l'Ora nge . E poi.chi\ questi non 8C ne dava per inteso, fu ordinat.o d i cln,r fuoco a tutte le artiglieJ'ie cl1e - dice Ilenedetto V:nc-hi 1wlht << Storia, l<'iorcntina. » - gneruivano le mura « in numero ines timabile )). Nota, a, tale 1·ignardo, Aldo Valori : « Preferiremmo che il Va,r c hi, invece di adoper are questa pittorescn espressione, ci dicesse esatfamente il nnmero di quelle arti glierie. ),fo, gli a,n tid1i stol'ic:i clisprez7,a,v a110 la s tntisl ica. e il VH rchi , ~<>hlJeue s pirito moderno, non sempre riesce a superare H pregiudir-io del l.c•mpo . Fatto sta che non abbiamo la, più piccola idea del nu-


IJOCl l i\IE~T.-\ZIOKl CO~THADDI'1'01UE

Bw 1·0 dei cannoni, colubrine, sagri che guarnivano le mura di F ir,~uze )).

Questa osservazio11e di carattere generale ci serve di spunto per dare ai lettori un'idea delle difficoltà enormi contro le quali ci s iam trovati a cozzare nel compilare 111 8toria <lelf A rtigl:ierùi. Spessissimo ci è accaduto di t1·ova.re dati opposti in opere d i due storici che· nal'ra.no gli stessi aNVf~nimenti, di cui funrno en tramhi testimoni oculari, o, comunque, contemporanei. Talvolta poi la. eontntddizione è evidente ~ e stl'idente ~ nello ste;;so autore che, pe1· esempio, afferma in un certo punto: « Il la.le esercito aveva artiglierie irnpon(~nti )). E, poche pa.g ine a.pp1·esso, tra.nqnillamente ti viene a rac<.;onla.re ehe si tratta.va, in sosta uza., di qnald1e pezzo grosso e qnakhe pezzo minuto. Allro e he disprezzo della sintisLica ! Vien d,t penRar,~, addirittur·a,, a lb teoria, piramlellia11a, ]Wl' (:ni ](~ veritft sono tautc quanti i U!lTelli. ehe le pe11sa110, e, ancora, variano a, seconda, dei 1110meu(i iu cui sono pensate. Per taH motivi, sovente, dopo aver co11suma.to intere seLLim:me a co11i,;11ltare volumi cd a Rpnkiare Archivi per trovare _1 nia, imlkazio11c o 1111a, dntf-1, er-:;atta, siamo stati coRLrett.i , a.Jln fine , ad nRa1·e espressioni imprecise per 11011 cader(~ nel guaio opposto e , :1 nostro giudizio, assai peggiore - · delle aJicrnut½ioni cervel · lutiche lanciate a vanvera e assolutamente non docume11ta.lnli. Ecco, a, propo's ito delh~ guerra di Toscana, uu caso t;ipico. 'fntto quel dH~ possiamo 8Crivere coH una eertn sienrezzn ~ che le bocd1e da fuoco, cla.U'nna parle e da,l l'altr-a, doveva.no essere !WIIleroRC. na pnrte di Firenze n Vnlori pPnsa. c·.lw - data l'etsfYllfìlOl1e cldle mura clic ne erano guarnite - fosRero pnreechie centiriahl, ; i 11 og1li rnoclo, a.Imeno nei primi m esi, cert~~mcnte snpel-iori a G J11elle dell'assediante.

Sta di fatto che l 'assedio si inizia, ufficialmente con u11a sc-:1,ri.ca generale cli artiglierie Jiorentin(~. Scrive ancora il Valori : (1 ll 1·0111ho frag·oroso (: il fumo che p er quùkhe len1po avvilnppò lP m w·a e n:u.:coRe i colli d'intorno riempirono cli letizia e cli p n,m ·a, t.nUa, Fire11ze; fotizia per Ja, spettneolos:1 clin10s1l•a,r,ione cli fo1 za,

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JXtm·a, per· il s;ignifica.to d1e essii av,~va, : l'assedio di F irenze era veramente incolllincia to. La pnrola, era, 01·mai al cam10ne ». Quest'ultima frase~ - esattissima - acquista, rilievo e sapore se si tien (:unto della, da.ta: 152~1. L'Artiglieria, ha giù fl8Sun to jl s;uo posto. Tl suono della, battaglia non è più fornito dal co:1.r.o ddle spade, delle pir.clle, delle ma,z zc e dall' orlo clei comb:ittenLi: il c:repiLì.o dei moschetti•~ jl rombo dei camwni clomina uo sovrani. lrnposs:ihìl e segnil·e passo passo le azioni delle ai-tiglieric~ ud llicci nwsi ehc clnra la ca1npagua di 'l'oscana. Acce1rniamo ad a l cnni episod i di maggiore rilieYO. 111 tanto - conRtatato che Fin!n,,;e è decisa a. 1·esister<· FOraiige si r ende c·onlo C'.!H\ a pp1111t.o p c1· l ' inferio1·ità dt-1 sno pa1·c·o d 'arligli p1·iai è impossibile p c.11 sa1·e s;eria111e11l·•~ ad a.pri1·e u11,1, hreCcil:L 11e lle mm·~L- 'P11tt:1vfa, prima. di c lriedert- 1·inforzi ,1l l ' frnp eru,lo1·e. <foddc <1i fare <piaiclie tentativo <li bombnr<l a meuLo e, prima, di tutto , di ridunc a,l sile1l½iO i più fastidiosi c·a nuoni <foi Fio1·l·11t-i.J1i e NJ>P<·.i,d 111c·nt<• i due sagti diP, h::sati su ll.1 hwrc-\ campana.ria a ccanto alla <:hiesa cli San Mini:.1,to e m nnon·ati. dal fnmoso pnntatore Oioni1111i ,l'AJ1to11io , meglio <·ouo sdnto col nome di Lupo, eolpi:-:(:0110 senza r iparo il campo iJnperiak. Il Pi-im·ipe fa apprn,:tnre qnaHro cannoni. s nll 'a ltun~ di Gi1·:rn1011te e 0wli)Ja, di bomhanla1·e nel oltl',ntza il carnpa.nilc. Pel' fr<' gior1ri vPni;rouo spn,r ati co11ti-o Rau ;J\.fi.niato· otto co.lpi all'ora; nm il tiro è as:,.;ai imprec h;o, e due cannoni - cli cui 1wohahi..l.rnc11tc-\ si era voluto fo1·,1are la carica - - scoppiano. l\.lora1e : i due sagri Jior·entini continuano hulif:iturbati i loro tfri rni.eicìhli. l'c1· la nana,-:ione di <1uesto i11t c1·vento delle a.tliglierie Jascin1110 hr<,Yempnte la pnrola al Rot.h (Tli<1 la 8f: Floren tùie Rr;publir') , mio Mi pitì a.ccol'ati •~ ,d.tcn<li.hili. stn<liosi delle gloriose g·esta. fi.oi·cntin(~. Diec' f!Ue::.;lo s1'orico : t< 11 ~!) ottobr< • ] i)2f> fu ti· n 1Lo il primo colpo <.l i artiglie1·ia !-;lllìa citlà, dil'etLo contro il eampanile di Ran ì\linia.to. Il vccrhio bombnrdiere, ù:i l quale cli.pendeYano i due pC½½i fogge1·i colloc,~Li ln Rsù , :weva lutto il k'1·ren o davanti a sè ehe si distendeva courn una r,m·ta gcogTa,:tica <<1 era in gratlo di Yederc e clh::t.u1·brn·e il m inimo movimeuto <lei nemi ti, :fino al cambio del]n gmw,lia . Alt1·as:Rf~ p el'eiò subito il fuo0

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L.\ l'..\l:'1'['1\1. DI CALCIO so·1~ro IT, 'l'llt() DEI CANNONI

n, nemico. Il primo giorno Rolo esRo ric(~vdte non meno di ;:;o pali.e, molte per quell'epoca,; ma, il campanile resistette per t l'(~

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gioniL Era un obieLtivo soLLile, ma con l'intensitù, di bombarclalltento alcuni colpi tT'ovarono il beT'saglio, e non molti sarebbero i-;t:ati 11<~cessa,ri per ahlmtterlo . .Miehela,ngiolo ebbe ·1' idea di 1·i11 forzarlo e proteggerlo con balle di lana che ottenne dall'Arte <.ldJa La,rni. Ne furono impiegate più di 18.000 ammucchiandole a len,t per proteggere i fondamenti e facendone pendere altre dall'alto per attutire i colpi)). 11 Giramonte costituisce per le artiglierie i.mpel'iali una po'1-,1½101ie magnifica, che minaccia. tutte h\ posizioni nemiche (i~ app1mto mm grm;sa eolnhrina lli Cirarnonte che, pnntatn sn F!an Miniato, uccide clnc rra i migliori dife1rnori di Firenze: "i\Ia1·io Orsini e Giorgio di Santacroee, il primo dei quali_, come clic<•mrno, avrn1 qualche probabilità. di sosti t.11ire i I traditore H,1 -glio11i, 1nodificando fors(• tutto lo svolgjmento e l'esito della c::mpngna ). UH Imperiali, con le loro bocche da, fuoco, pot1·d,tw1·0 ,rndH· eolpire in pieno .la zona monumentale d ella città ; f01·t1111atanH-'ll1(' il Papa ha dato online tassativo di risparmi.wln e l'Orauge gli ohhedisee fe<lelm(~ute ... arn: h e perchè ha pochi can noni e poclH~ mnnizioni. Le ar·t igli(~rie r-iescono di gran giovanwnto agli Impcl'iali per In presa, della Forle,r,za. della Lastra: ò questo il pdrno scacco s <~rio subilo dai Fiorentini r 1o si deve 1n·o1wio ai cannoni, c hC: u11 p1·ecede11te assalto tentato dagli Spagnoli Renza, artiglìeric era. f.:tnto nn gra,n fiasco. Firenze è però sempre 111 vantaggio, e lo accentua. iniziando, i.n dicembre, quelle sue famose Rortit(' 11ott111·1H\ ffottc « incami<.·iate ll, perelt(' h ~ banrlc fiorentine, per rienuoscm·si lH~ll'oscurit.à,, ~i metteva.no una. camicia uìanca snDa cora,zza,. Tali iucarnieiu.te hn\rno quasi sempre esito fortunn.t.o, anclrn se - da,l punto cli. viF-t.a, del successo finale - giovano a,ssa.i poco. Il 24 feobraio tf)30, nella. chiesa, di S. Pctl'onio, il Papa i11corona, solennemente l'Imperatore, il qun.le è ormai dircttamenh~ o indir·ett.amente arbitro delle cose d'Italii1. M.:a. Ffrenze ri>sifd e e il Principe ordirm di intensificare le operazioni militari. TI Pontefice ha mantenuto ln promessa. òi incoronare Carlo Y ; spetta a, Carlo V, ora, di mantenere la sua, cioè di rest-if:ni re -455 -

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. lGOU - 1600

Firenze a,lla Signoria dei Medici. A tale scopo l ' Ora,ugc riceve 11uovi rinforzi, fra. cni 25 grossi p ezl'lj di ;;trtiglieria clic durauo non poca fatka a passar e l' Appe11nino; tanto che, pel' trainarli, ~i ùevono requisire dappertutto hnoi e cav:~lli e an che le mule clei CaNlina,li i ntervem1ti alla è.erirriònia <li Bologna! I dndli <li :uLiglforia sono ormai frequenthisimi, tanto e he le popolazioni dvili e i ragaz;1,i ha1mo imparato a, distinguere i c olpi clei clivP.rsi per.½i fiore11 t. ini ed irnpf'ria,li. Qualche volta, una palla giunge ::Lnche nel centro della città, in pia;1,za d1~l Duomo o presso il P a lazzo della Signor·in, : ma sono casi r arissimi , non fa nno molte vitlimc e n on ri escoJJo ad intimidire i l 1'ior,~11lini. T (ruali, anzi, sembr an o t ,·ov:ue rnd perico.lo nuova l enn, a quello ~pidto ca,usti<:o e ca,n,,,onatorio che si m anifesta in milJe rnod.i . l'a,rnosa è la, parlita d i calcio giocata,, proprio per isfida, il 17 febbraio, in Pittzza Ranta, Cr oce, cioè f.:otlo i.l tiro delle attiglie 1·ie nemiche, 1111!1Jtre nna con1pag 11ia di tr-ombeLti eri , sa.litn, iml tetto <lell:.1, <:hiesa, bern~ in vista :i l rn!mico, sona,va ìninlenott a menlc, a provocn id.orn·. Mn hii-;og-wl- 1·ilenf'r<: d,<.' gli lmperiaJi 11011 fossero scusihili allo 1,w henw, t·IH~ ~i limita.1·0110: 11uasi a mo' di :,;alnto, a tirar(~ 1111 :,;olo colpo di t·olnbrina (' be Jl0l1 <:ol:-c 11 essm10. Notevoli azioJJ i cli artiglieria si ebbero il :io-aJ 1m11·zo. T Fio · re;n tilli avev:rno demolito le toni - ·- <~levate sulle ni nra, come si nsava, allora, i11 lntte le città, <·.i 11 !.e <l'asi:,;cdio - appnulo per chè tnli toni r.ost it uivano uu facile benmgJio per le a,1·tiglieric 11emi d1e e , colpite, poteva110, rovirn1,n<lo, al.,hattere le mura, sottostanti. e quincli a1wfre delle breccie. U n::t sola., r.bi sa-perchè, era, sta,ta Jn seintn ili pi<!<li, presso la po1·t ..~ (li S. Giorgio , e quivi si ,~rapor-:f.o nn fa.lcon etto che cl ist ur bava il campo degli Imperiali. (Ju esti a l lora, decisi a- l,n tt:u· g iù quell ' nni<:a torr r. super stite, Ni. a.c e.anieon o coJJl ro <·011 rnolti ca1111011i , tiranclo tino n, 12 colpi all 'ora; m a l a, t orr~ fu app<-ma sbn<:data . Se 11c deduce, primo, c:h e gli artiglicl'i del p1•incipe cl'Orangc 11011 dovevano essere molto eRp erti, Recoudo, che i Fiorent.ini avevano fors<~ ecceduto 11ell:t prudenza, abbattendo tntle le altre torri, che avrebbero potuto henifsRimo rima nere su, se1rna ·g1•a,v e danno. Ma ormai la sitnazione si fa clifficile p er Firenze. Un colpo ùi Hagr o colpi sce a lla c oscia .Tacopo Bichi, magnifir.o cava.Eere che teme1·ariamente è nscilo n, scm·amncciare portando sull' elmo -

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VJU:'\CESl'O 1•'1-:!Utl:CCIO .\ ·voLTEHlt.-1.

altissimo pennacchio bianco : proprio q ueJ che ci voJeva. per far da bersaglio agli artiglieri rn~mici. Ha,r ba,ra.mente amput,tto, :,;(~comlo l'uso dei tempi, ebbe la stessa sorte di Giovanni d1~lle Ba ode Nci·e: e la sua morte fu di grave danno per Firenze, perchè la priv.:iva di uno dei suoi più valorosi animatori. Pochi giol'ni più ta.rdi Stefano Colonna, - altro va.lentissimo nomo d'armi al i-ervizio di Firenr.c - tenta. un colpo di m,1110 c·ontro il campo dei lanzi. 11 .Principe d'Orange vi si è fortificato nrn doppie file di trincee e ~4 pezzi d'a,rtiglforia,; ma, l'impeto t1·avolge11te del Colon na e clei snoi sgomina i Ted es<:hi, mentr·e alcnue tr·ombf~ da fno<:o clw i Fiorentini han portato seco hrneiano 11omini_. tende, baracche, s<>mina,1u.lo il tenore. Disgraziatamente .Malatesta, Baglioni, com:n1dante snprerno, che ha, giù iniziato tratta,tive segrete pe1· tradire, uou appoggia. la m.:L· gnifica, a,zioue del Colonna., che potrebbe essere rh:mlntiva; e tutto si ei,;;anrisce i11 tm 'impresa audace e ri1rndta, ma, S(~nza i11 flm:>.nza, sull'esito finale.

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Colltempora,ue~imcnte a,ì le op<~razioni dell'Assedio, i-i svolge la. difesa del Dominio, cio<~ delle città e delle terre rimaste fedeli :11la. Repubblica, FiorentirnL; e qui rifulge la stupenda figura di Francesco Mariotto, di Nicolò, d<~lia nobile famiglia l<'errucd, rhc - considerato da principio un semplice dilettante del m er,ti ere de]le armi - si 1·ivela ben presto capitano eccellente, specia lrneute maestro in quelle snc s<:orrerie di Va,l cl' Arno, quasi :--ern prc fo1·t.imate. Una delle sue più belle impl'ese <~ la riconquista cli Volt.erra, città n1a,gnificarnente difesa p<>r art.e e per na,tnra, : eretta su u1i;:i. c:o1lin ..L :L ripido pendì.o come fantP t1ltre ci.ttù·p(rusehe P 1lotata di nna fnmo1-n, fork;,,,z;a giu:-<t·a me:ite consi(kntta una. cfollt~ 11iù formidn.hili ù' Italia, Volt•~rra è ritenuta, 1 pr·Ps s:-1,poco inespngna.bile . .Nel marzo 1530 hl Ritnazionc di Volterra è curim,issima: Volterra citt:ì, <~ occupata da truppe medicee, alleat~ degli Tmpel'iali; Voiterru, fortezza. invece è occnpa.ta da cinque « ban de)) fiorentine, con una dozzirm fra sagri ed altri piccoli pezz;i, ma, poche rnnnizioni. Dai principio i Volterrani, <:ioè i nemici <li F irenz;e sono in condizioni <li inferiorità.; ma fa, situazione si. eapovolge a llorchè, a,l]a. fine cli aprile, soprag~iuugono in :01·0 -

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· 1500 - rnoo ' i'i' l ' : soccorso circa dugento ttrchibusieri e alcun,<~ a,r tiglierie, cioè d ue eannoni, due colubrine, un mezzo _cannone' e un sagro. Il tiro di questi pezzi contro la fortezza mette i Fiorentini in gravi difficoltà e li costringe ad avvertire i. Dieci che, se non arrivano presto nuove milizie in loro difesa, son costretti a soccombere. Iu ~oruma, anche in questi fatti tl'arme e situazioni belliche di modestissima importanza, le bocche da fuoco contuno assai. 'l'auto è vero che,_ quando sopraggiunge Francesco Fcrrucci con nuove forze e attacca impetuosamente la città, questa, riesce ad opporre una valida resif,tenza grazie alle artiglierie disposte sulla piazza, dimtnzi alla chimia; e allorchè ]a, piazza è couq uistata,, i Volterrani barricati di<~tro S. Agostil10 adoperano così ellicacemente le loro bocche da fuoco che il Ferrncci, per sgominar-li, deve sferr:-n e una uuoya, accanita, battaglia. ~ia, glì Imperiali tentano be n presto la rivincita,, al com,rndo del ~{arel1ese del Va-sto e del t.l'istamente famoso Maramaldo: i! 1;1 maggio, postate le a,rtigliel'ie. iucomìm:ia,no un nutrito bombardamento che in poch<' ore riesce ad aprire nelle mnrn una ln·eeeia di 10 braccia, per la q nah~ le soldatesche si laneia n o :tll'assalto. Ma il Ferr,wci, prn· <~ssendo stato forito a<l nu lwa cdo d a lle S(:l.H~ggie di nn rnm·o <:annoneggiato, a,nima, nnn sn perba resistenza., e i nemici sono ricacciati. Pochi giorni a.ppresso un altro rn~cl eo dell'esercito im1w1·iale . eo11 20 cannoni, tenta di riconquistare Empoli, che uei 111e:,,-:i precedenti i Fiorentini avevano liberata. l pc½½l vengono sistemati p arte a nord e pa,r te ad ovest della città, e dalla rne7,zanotte del :n maggio al mezzogiorno del 28 homba1·da,n o ininterrottamente le mura, aprendovi (11w hre(·.1·. iP; ma anche qui: a llordH~ le fanterie kLhano aH'a.ssaHo, sono respinte dai prodi difensori. Nel giugno il Marchese del V.u~to e il :Harnma.ldo ritentan o l';:1t1.nr:co contro Volterra: nuovo nut1·ito fuoco di a.rtig]i;!rin (drC'n GOO eolpi di c:annonc in 1~ ore), nnovo assaìto, nuoya, epica <.li.fesa di Prnncesco l"crrncci, pur dolorante ancora per 1n ferita del nwi,;e prcccclent<\ nuova sconfitta, degli assalitori; t:rnto che il i\fo,1·chese del Vasto, s fìf1ncia.t o, si ritil'a portand o seco le artiglierie_ Son tre :f atti d' armi clrn si sueccdono in 1wco più cli un m ese,

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J.;J:UJ:-:i\HJ I, 'l'[L\IJBIE:'iTO

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e· 11t•i qnali, in nn primo tempo, Je bocch<> da fuoco segnano un pn lì to di vantaggio pe1' gli assalitori; n1a q nesti poi si fanno batten· <bll'e1·oismo degli assediati : h·e fnlgi<li est~mpi dell'e pif-n difesa tos('nna <·onfro h• truppe tlell'om1ipot(~ntc~ Carlo V . .i\la Riamo ormai alla, vigilia <.ld tragico epilogo. Il tradi1,ienl·o di ·M alatesta Baglioni, che ha laflcin to cacl(~re dieci occn-

Fig-. SO - E~pug-rn1~ione <l el C:i~ lpll o rli I•,111poli. ( ,\lln-·:;;,·o ,!<~Ila Sc·11ol:1 dc>l V :nrn ri , i II P:-tlax½o v,~c_·eh io: n l1~irt~n½(~).

sioni favorevoli pc1· nn 'ar.ione offem,iva, frustra Feroica. 1·ps1 steirna di Firenzf;, tanto più ammirevole se si pensa che gli nssC\dfati avreubern potuto Jacilmente por fine a tantP soifen' nr,e, -

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qualora ùNessero ced nto sopnt. un pri11cipio clw (~1-a di natura strettamente politita ; ma su questo, appunto, 11011 vollero cedere, chè implican1, l'inclipendenzfl, e la liberlà,. Il po1Jolo fiorentino ha ormai co11ce11tN1to tutte le sue spcianzc nel Ferruu:i, eui i I >ied hnn confermato il gra.do di Commissario Gcncr;1le dell' J!JimrcHo esterno; cd (~ la prima volta n ella storfrt di F'frem1e cbc ad un citta(~ino viene a{:cor·dato tanto potere. Egli lasei.a Volterra e marcia su Fircnz.e per ten · tnre mm vera, rottùr<t di blocco eseguita in grande stile, che potn"\htw deLcrmimu·e nn ('.ì.t,p ovolgirnento della situazione. F'ermato a Empoli. dalla febbre , 1·iccvcndo sollecitazioni dalla Rtrn città orma.i stremata, si rime t te in marcia pr<munciando l a frase rimasta, famosa: « A11diamo a rr101·irc ! l) Tuttavia, l 'imp r esa -- se pm· tPr-ribilm(~nte anl ua. -- non l~ disperata e potre lJbe d useire, Re Ma,latesla Baglioni , neJl'intcrlio di l!'frenze a ssed iata, adoprasse efficac("\menle k fone di cui ancora disporn>., ,·ire.a diecimih1 umn ini. C011 i vm1 titl11e 1wzzi (] i artiglieria, da. enmpagmt messi a punto (~ sotto la protezione delle nmnerose a,rtiglieric delle rnnrn., egli potrebbe tentare utili sortite, tenendo hnpeg1rnta. gran pa rte i.lell'cse1·cito cldl'Orange e irnpedend )~·]i <.1n-imli di marciare c ontro al J.t'errucci, che già ò minacciato dn.11(~ baude di :i\fa,1 ·arnaldo; ma il. Malatesta non si rrniovc. F, il :i agosto, H1 GaNinann, ì-\ lo scontro decisivo. Non sappiamo con preeisione qna,li forze di artiglieria p ossedesse Francesco Fert·ucci. Risulta ·che disponeva. di dieci gr osse spingarde montate per lo sparo su ca.vall etti di legno; ino1tre n:veva fatto costruire nn centiuaio di frornhe o trombe da fuoco, :,;pecie di lanciafiainnw. che clovf'vm10 ~,~rvirgli sopratutto con tro la, cavalleria nemica, ed il cui maneggio appare facile e bene immaginato. Di tali « from be da. fuoco >>, così scrive Aldo Va,lori, nell'interessante opera gì:'l, ripeLLitamente dtata : (( Rì trattava, clj 1•a,rchdte o cartoc:ci cli <·.a.r!.a forte oppurt> cli h> 1!,ll(), in formn t'li cilindri, ripieni di apposita mi:4n ra, pressapoco qu ella c:he si n wl te in certi fnochi cl'artificio cli c, a,c n~si dalhl, p nnt~t, bruciano vivam e11te senza scoppim·e, ma Rpntando fu oco e i;wi.Htille dall'eR1TPntità upe1·h1. Attaccati qnesti tubi in cima, alle piccl1e e acce:,;i al momento del bisogno, dovev,1110 costitufre 1m 'arrna terribile in una, loU-a ravvieinal tt come quella d1e n e1

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Fig. 81 - Frnnrei;:r·o F errur1·i. ~

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ecsi,;;:n·ia.uieute si combatteva allora t:ra fanti e cavalli. Le cavai · c:ntnre, kpaventate (~ H(:(:ecate dalla fiaumuL e da,ll'a,cre fumo d,dle trombe, retrocedevano senza, sentire la briglia: e chi non ]o aves:,;e fallo :;;al'd)be rimasto m·F-o dal getto di fnoeo )). L'Orange a sua volta C: assai ,lPL1ok iu fatto di anni d a ftio t·.o, sia cJ'arliglier·ia che di fanteria, e in un primo scontro gli an:hìb1urieri Llllperiali S0110 nettamell hi i 11feriori ;-J, quelli ciel l<'errUC· ci; mentre le trombe da fuor:o, hru(:iaudo uomini e cavalli, mettono in iscompiglio le file ne1ni el1e. I )isgraziatrl,nH,nte ln, pioggia, che era r,adnta, sul rnezzogìorJJo, ,IV(W a reso inutili grau Jmi-1.e di coclei-te trombe: e questa non f11 I ·11Hirna. ea.nsa clel triste esito clell:.t baUaglia. Le cni sorti !"ono not(~. Gade h(•ll presto il Principe d'Orange, 11r;.c iso sul colpo d11 due ,ll'(·h i h11µ:ialP; (\ molti altri illustri c·,api tani dell' una e dell'altra pnrt(· 1wnlo110 la vita in qnesta hatt:tg-lia dw, in proporzio11(~ dellP l'on'.<' i nqwgnate, ,, la più :,;a,u gnin o:;:a, del scicolo. Il Ferrucci . fr1·.i(o , ;ippiedato, a, ,·,lii gli ,:011si µ:lia la resa,, rispondi' risolnto: <!. lo n)glio mol"Ìre ll. l'oi è a,<·<·<·r -

chiato <' prcRo prigioniPro. Poi ];i f:1111osa ftaRf' al Maramaldo <~ l 'eroka fi1rn. Cosi, iu un'apoteosi (l i HohiH:ì, <· di eroico sacrificio, crolln Li 1i bert.\ di l<'iren ze.

U na delle caratteristich~\ fo11da ,uentalì di q1ieste guerre del prindpio dd :,;ec:olo XVl - suJlc q11ali ci siamo so1fornmli, <~e<·,ezionalmente, così a lungo, per le ragioni iudicate - Rta nella srra.ge di coma.n danti s upremi, qnalc non Ri è forse mai vistn, pdrna, e Hon si vedrà in seguito. Jn un trentennio, <la O:u,to11<\ di Poix :.l Bajanlo al Lnpalj!'se n. Giovanni delle Bande N e.r e ,Ll Connestabile cli Borbo11e all'Orsini a,l Principe d'Orange al Leonida di U:wi11ana , è una P.Cèltombe; e l'enorme maggioranza di essi è uccisa da, armi da f uoco. 1\ qnest.o, un aspetto tutt'aH1·0 che t.ra::;cun1bile della nuova fisionomia, delle battaglie, det0r.mhmta dalle bocehe d:t fuoc:o . .Nei ·secoli precedenti i eavalieri si seagli,wano l'un contro l' altro con selvaggio ardire ma, le a r mi (\SS8ndo assai mcuo rnici<liaJi, gli effetti letnli 1w!I era110 f t·ti11u c 11ti8~i mi. Orn (~ ( 11tn1.h!, 0

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S'l'IL\GE 0 1 co.-.aorn Em

.1r. io11e nna l'or-mida,hile arma nuova che pu ò colpir<~ ] 0 11 h 1,110, ,·. spt':,.f.io, steglie1·e il her~ag-lio . .Ma i gra.nùi conclott i<·ri ·- n ll<'li <· q11;1,11(lo n e conoscono l'efficienza e l 'adope1·ano a bilm ente - n m1 sa nno o 11011 vogliono L1·arne tutte le consegu en ze pratiche pcrson:il i. e continmtno ad ostw1 Lar e vistosissi mi p<mna,cchi ch e p el'lllf'tta,no al nemk,o di individuarli a dista.nr.a con tutta facilitìL, ili prencforli comodamente di mirn, e di a bbatterli! Ci vonà, a,n<· 01·a del t em po pl'i111::1 che questi comandanti c omp1·cnd~u10 che H,::-.:i ha nn o il dovere -- non fli n a i-;condersi - ma di p r endere ]e vrec:i,mlion i 11et<~f.if.iari.e ver non essere troppo facilmente colpiti e mm pl'irn re qninfli l 'esercito clella menle èliret ti va-. i11

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6. Le artiglierie di Francesco I contro quelle di Carlo V - Le g uerre in Piemonte e la battaglia di Ccresole - Emanuele Filiberto, vincendo la battaglia di San Quintino, apre un nuovo periodo della storia europea - Le artiglierie a San Quintino - Influen za di insigni c ondottieri italiani nella tattica di guerra e nell'impiego delle artiglierie - Le bocche da fuoco netta conquista delle Americhe.

Carl o V, direttamente o inclircLLmnen te, d o mina gran p a r te dcll'ltalia., avendo rioccupato a nche il Ducato di Milano dopo la nwrte di l<'rancesco Il Sfor7,n,. Il R e di l 1'r a ncia,, sbigotti to dalla cr escente p0Le117,~1 del Ruo 1·in Lle -- che per purga.re il 1foditerraneo d alla ph'ateria turca, h.1 a u che g ni1la.to u1w. rtotta co.uLro K a.ir-li;ddiH Ha1·ba.1·ossa, strn.pp1muo Tunisi al terribile co L·saro - non esi ta a stl'ing-ere lega, col R e d ' lnghiltel'l'a , coi 'l 'urchi e coi protestant i di Gerrna11frL . Il pri ncipa.le t eatro della guorra è nel nor d della -Francia (· n ei P aei;;i Rassi ; ma par ecchi fatti d'a.rmi notevoli si svolgon o a11 che in Italia e spccialmm1te i n Piemonte, perch è .Francesco I Ila in vaso h~ ter1·e del l>uca cli Savoja, Carlo ITI.

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La, 1"rai1da aveva compr eso, prima e m eglio dell'Imperatore, le necessitù particolari dell' art.iglieda. da, campagna, nppodan clovi vari pcr-feziomuncn ti, fr.~ c oi sp<::dal mcnte importanti.'! (]nello dellP pro! n11g-lie pc~r far .i v-nnza1·e o in(lif'ti-egght n .• i lH-'zz i, ~;P.mJn·,~ co11 la bocca l'i"volta a l nemico. L ' orgaILiz:r,nzione del p:?1·1-:onnle ern a:-:R.ii <·m·ala : dapprima cs:-io dipenden1 dal (:i1·all :\fat~i-:11·0 dei .Bn 1<•:-;trin.i (·ht' awrn in HOt.t ' onfotP Ull i\-fnstl·o d!:'llii 1\ rtiglie1·it>. l\fa rapidam ente il nume1·0 e l'import auz.a <l,·i ua]cstrieri era nmlala- diminuen(1.o, fillo a dw Fr:weesco l avevn, sanzionato <1neHto mula11H·1d-o cl"enndo - ad imitazione di qnel cl1e g-i:ì aveva, falto Alfonso T a Ferrara - la ca1·i1·:1 cli (+1·au Ma<'sfro dell' Artiglie rin. die e0111a ttù.ava nuche il corpo dei bale 1-tricei. Tm.:0111111.i F-:i en1 opnato nn netto capo n,lg-imenlo. F11 nppm1to gra:r,ie alle artiglieri,~ el1e i 1''i-,rnc·esi. 1n·iina, al f·omanclo del Duca d 'Bn gliit->11 , poi 11(·1 Nf:n·t>:-(·inllo Hris:-;a<·,, polcr0110 tP11P1·si in Pi(•1110Hle , dove pnre si ebbe allora l't>roi(·n resi:-:tn1:r,a, di C1m eo (1:i42) e la slupeu . dn llifP:-:a soHt(>nntn a Nizr.a (1i"i43) da fra Paolo :-:inwo11c <lf'i ]falbi tli Chieri <· Onvoretto, pl'io r<• dcll ' 01·dine gerosolimit.-1110. l ;,i g . ~:!. (l1rnt•to di c·n.nA ( 1e1·PHole (14 a,p rile ff44) si S(·ontra 1·0110 non c nRn.to pt·obahill 1H.! n l t i da. Frau f'eSC-0 I violeut:eme11 te i d tH! (•se1·eiti : q nello fra rn·esc, ulla, 1.,at,tnglia. t.fi Ce ros olo 11'1m, e"o tFArtig lin· comJ}Os to in g'l:a11 parte ,li Svir.zeri . e q1wllo imr·iu . di '1~01·i no). J><.:ri:ilf-', compo:-;l.o tli. I Lali,rni. Spagnoli e T ede · schi. T1 primo ma,ndò a.ya11ti, i11 nna lunga avvisagli.a. nn 1nigliaio di a rchibngiel'i con tre cannon i , <' i battaglioni imperinli , c olpiti in pieno dai p ezzi fran<:es i, dove ttero aneti-are. Ma l'in domn11i incominciò la vera, e propria batlag;lia cli Ccl'f'sole. L",1 rtigliel'ia imperiale, d a, principio, fece molti 1· 1.101 i nellP t.rnppc fran ceRi , meutre l'artiglieria fran(:ese d:n·a, poco rendiluento , essendo in g1·an parte mascherat a dai tira-gliatod: m:1 poi questa pot<\ essere smascherata e incomfoc iò a i\ire strage, i:;p edalmPute cli Lattaglimti tedcsrhi. Ciononostante g li Imperiali balzarono -

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llA'L'l'AGLii\ DI CERE SOLE

al l'attacco e riuseirouo ad inntili½,r,a1·e parte delle hocche da r1,ol:o nemiche, 1,;ha1:aglia,ndo l'ala, Rinistra svi½ze1·a; tauto che Nolo m1'anlita l:arica di cavalleria potè ristabilire l ' equilibrio, eo11soli(la11 do la vittori11 francese. Da, q uesfa, però, Fr·anceseo I non potè trarr·e alcun vautaggio, perchè ONLmai tutti gli Sta ti

cristiani, andie qm~lli protestanti, manifestavano il proprio corr-nccio per la sua alleanza. col Tnrco cd egli dovette~ affretlarsi n fare la pace, stipulata a Crépy-e-m -Lamrnafa ucll'ottobre dello stesso anno. Jlfa fn pace tLppare11 te e di br(~ve durata. Francesco l p er i1 trattato di C1•épy a,vrebue dovuto sgombrare il Piemonte e la Savoja, ma noi sappiamo già come codesto Sovrano avesse un r'.011ectto e:,;(semamenfo el:-H,tico dei cc chiffons de papi<'\r )) che c·0stituiscouo i 'l'rattati. l 11atto stn, che le Nfili½ie fra,n cesi conti mrnrono ad infcsta.i·e le lerre sabm1de . Ne~I tfi47 - morto l<'ran ('e8co I (~ R11(:<:ed1Jtogli :-;111 Lrnno di F1·ancia Ji~nrico TI . .. la g1ie1Ta, l'ia,r sc yiolenta. 1 n lta,lia si svolse:\ sopratutto iu Piemonte P in 'l'oscana,, In I'ie1nor1te il 1\f:.u·csciaJlo di Brù,:sac, cornancfantc dell e !ruppe francesi) organi½,r,ò e diresse operazioni militari basate qnasi esclnsivamente snlfo bocche da fuoco, che egli conosceva in modo particola,rc, esse11do stato lungamente (}ran i\fa,c stro di ;irl;iglieria di tutto l'cscreiLo di Francia. Egli teneva tutte le sue rorze chiuse nelle piazzeforti e si stabiliva in una posizione ('.en trnle . 1wessocl1è ina.tt:1ccabile , donde sferrava dei colpi di mano rapidi e anelaci. II s110 principio fond:-1,rn<'\11ta.le era, di avere l'm·· ti~lieeia, più forte e ]li ù 1rnrnerosa possibile, appunto per a gire con la, m,1.s sima pr<mtezza. A venclo con sta,tato che molte:\ piazz.cJ'orti pi e mon!e:-i rcsis!evano magnificamente a.ll'a,r,ione dei p•~zzì 1 da cnmpngna, Ri serv-i va, quasi esclusivamente di grossi p (:z.zi d ' ,i,ssedi.o: (':wnoni e colnlH'ine. Così prese Carignano , così po tè a gire cJ lkaeemenl·<'\ contro Larnm, Ivl'ca., Chieri, Corfomflia e coBì libe1·ò SanLhià dalle minacce cfol Duca d'Alba. In 'l'oRcana, le truppe francesi che dovevano difendere il ' e r · ,·ito1·io di Siena, era.no com a nùate dall 'itrLJiano Piero Rtrozz.i , d1 e fn uuo dei più valenti ('-apitani del secolo: a lui, con tutl"n, p1·0hahilitù, Bi deve la e-reazione d egli a,rchihnsieri a, cava,Jlo d r, t-1:i HO

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1500 - HiOO

più tal'Cli dragoni. Quest i :furono da pl'inc1p10 dei fanti eh,~ si ::-Prvivano del c:1vailo per le marcie, ma combattevan o appieda.ti: più tardi, combatterono con uguale perizi,L tanto a cavallo (·he

a piedi, ccl ebbero sopratutto l 'incar ko di Jì a nchcggiarP col loro fuoco j batlaglioni di fantel'ia. Quantunque disponesse di poche fo r·zc e di scarsissime artiglierie, lo Strozzi seppe hrn gamente. destreggiarsi. di fronte ad ·un n emico assai numeroso; e Siena si. difP-se per quasi un anno. M:t il nerbo della gucna è ormai concen tntto .ne11e 'Fianclte, dove la batt:1glia di San Quintino segna 1~L (tue del sernisecola1·e du ello tra Francia e Spagna, con la vitto1' ia dell a, seconda, riportata gl'U,zie a,lla g<mia,lità, di P.manuele li'ilihEwlo di s~1voja, duce delle truppe imµeriali. Emannele J:i iliberto, figlio cli 0:1rlo Hl, g iù. si. e1·,t dh;Linto nella g uerra srnalkaldica (a Ingolstadt, pP.r poeo non fu ucciso ùa mm, pa.l la, di ca,nnone e diedt~ .la, prima prova del isuo freddo tm•ng-gio snl campo di ba.tta.glia,), 11ci. l_,acsi B~tssi e i11 Pierno11te, dove avevn espng·11a.to Bra, telluf:tt Lfai Fnt11c,1si. Nel 1G:::i3 Uar1 ( 1 V gli affida. il eomnndo rmpre1110 dell 'eser cito di L•'r:wcia; e Fi lippo lT , salito :il trono per· ahd ic.1:donc del paclre J1el l :i:'iG, lo c·.onfenna in ta,le car ica. Dopo a lc mrn abili J-i11l<~ vei·so In, L01·ena e in Piccai·ctia., impi-ovvi i.;ament(\ ne1l ' n,g;osto 15;i7, I•:111:rn11ek Filibel't·o si l:w cia c1.U' :u;i-;a,Ho <li S . Quintino, èiU:), forte sulla desL1·n della Somme, tlifosa, da.Il ' Ammiraglio di Ooligny. L'esercito frane<>s<;, fll coma,ndo del Oom1cs ta hiJe di .Mont mo1·en cy, aecone in soc:corso <'lei !;·. r ittit e il 10 :igo,.:;to cliva.mpn. la batta.glia. :i\fontrnorci11cy npposta i gTossi. pe;,,zi e inizia un ni1L1·i1:o fnoco clu~ dà, molto fosti elio ,Lgli T1nperinli, ma il Dnca di Sa.voja, c on rapida mossa, attrn.vc1·s:1, Ja. ~ommc e nppa1·e Rul 1h11co desl.i·o dei Tt'rancef-i.. ~font mo1·e11cy, iwvecl u Losi. t roppo tardi del peri~olo, tenta di. 1·iLi1·:nsi ('o prendos i eon l 'ordine soUile della sua eavalleria ; ma i ~rossi sq 1rndroni di Bma.1111cle l<'ili herto ne fa nno stra.gc, mentre l' ni·ti gliet·ia, fr·n11ecse, non ::1ffosta.ta, non può a.gil·e n<': 1·ith-arsi, e gli 1mpcria,Ji se ne impadroniscono. La fanteria, di Ji}11rico TT riesr.e , per nn po' , ad apriri:;i la :-.trnda-, m a ben presto , aceercl1ia.ta tlal nem ico. è costretta. a l'er-46H-

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S . qUlN'rIKO

i11q11adra per lellt.arc di l'(~xistere, m a Erna11ue le F.iliti1·i dì artiglieria e con 11novc mirabH i. ca1·i<· l1 P degli ~quadroni. Ness una, 1l elle a ltre grandi baUaglifl d el <1·1·0 !0 già da noi l'ievoeat e ave va, visto una. così ::mpientc coope1 n:1.io11e d elle tre A nni.

111;11·:-:i .

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l11•rlo la :-;d1im·cìa t oi

La vi tto1·ia del Dnca di Savoja è completa : il fiore dell.1, cna lh-~1·i:1· Cnw cese ncciso ; ottomila prigio1iieri, fra c ui j] s upremo <· 0111,wda nte fra.ncese D uca d i l\to11tmo1·en cy; qu asi Lutte l e a1·ti 1

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g-l i1:: 1·i e ca,dnte in man o a l n emko.

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La ba,ttaglia di S . quiu tino - che mette in evidem,a le eccei'io11ali vil-t ù cli condottiero di <<Testa di .D'erro )) - ha nella stol' Ì,L nn' imp01·tt111za eno1·rne per chè è la, princip ale delermina n te d(~I 'l'rnttato <E U,Uerrn Cambrésis, che si concluder à H 13 aprile 15:'>9. Per questo 'l'rattn,to i F ra n cesi abbandona no l' l fa,lia, Lra nue a lcune terr(~ del fi emontc , <~ gli Spag110Ji si. conferm a.no nella ,;;ig-nori:1, clt: I DucuLo <li :\Iilun o, d e ll a Sardegna, della S i.c ilia, del S apolcf:a.no e cli parte dellaJ Toscana, cioè insom ma n r.l p1·1.:domi11io rrn gnL11 pa r te dell'Italia, c he dm·e1·ù per cir c,L un secolo e mezzo. M,L Eman u ele Filiherto ricnpe1·a gra,u pa1·le d1~gli 1"b1l i aviti e i11i zfa quella nnova, polili<-.n, d ei Ravoja, r.he chia1t1<~J·(~mo itali:.1,nn1, per eni il Picrnoll t<~: ~·:1~sodandos i sempr(~ più, di n -'1-r:), n ei secoli il pnnt o cl i ma ssima 1·esistenza d i tutta la, Penisola., e fnl c,·o politi co-militare della r iscossa na.zimrnlc. L ' E111·opa continu a , pe r: t utto il secolo, a d esser e insa,ngui.1.H ta fln. aHre g-ncrrc fra g-1·:tndi Potern~e l'ivali e da sanguinose d ii~s<> usioni jn(·es t-iH e; ma ai fini de lla, nost.1·a. Rtorin, ha nno sr.nr so i:l I <!1·es:-:c!. A hhia mo eccczionaJrncnte declir.a,to <I iversi paragrafi 1~ rnoile pag ine ai. fa,tti d'a,rrne della prima met à, del sec:olo per ! (-' rn g·io ni giù, esposte, cl i str eLtisi'limo riferimento con lo &.vi luppo <l ell ' A 1·t ig·liel'i:1: italifl.na : gli a ltri esula.no dal nostro

ra mpo. T11 f I avi a non possimno chiuder(~ qncsta p nrtc del ca,pitolo ~:·uza, fal'e tre rili evi : 1°) Qncsl:o se~olo , che militarmente va sotto il nome di «spag·nolo i.>, nrnHe in piena, lncc nna decina di figure di grandi capi tani i tn.li~11i, cl1fl - pur militan do spesso a l servizio di Sovra ni -

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stranieri - costituiscono pur sempre, per la loro genialità, m,a forza e una gloria di nosLra gen te. Abbiamo avulo occasione di il lnstral'e, se pm· brevemente, le opere <li A lfonso I di Ferrara, di Giovanni delle Band e Nm·e, di Ema11nde l<'iliuerto, di Pie· tro SL1·ozzi. Se potessimo i11trattene1·ci sulle campagne di Fia n dra della secouda, mcL:\, del secolo, vi vcdreuuno rifulgere quelle di Alessan<11·0 Farnei;;e duca ùi .Par ma, nominato uel 1578 comandante supremo delJ e tl'uppe imperiali, e del genovese Amb1·ogio Spinola, che ebbe più tardi l a stessa, carica e le cui mirabili a,do11i di g 11erra si svolsero poi pr·i11cipalmeute nei primi deC('nni del Seiceuto . . TuUo ciò andava ricordalo, pe1·ch P- questi il1sig1li condottieri italiani esnrcitarouo 1m' inttuenzn, grandissima suUa taLlica, i11 g(~ne1·e e qu in di sull 'impiego delle artiglierie, del quale già. a,bbiamo espo~t:o le fasi e su cui a11cora ritorne-

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r emo. 2°) Qum1tu11qne t ntto d ù che i-i r-i ferisce n,l l'ar tiglieria nava le csnli . da lla 111;1Jc1·it1, di 11o~t1·a tr aU.<1 z.ion e, non ~i può non accennare qui, a lmeno di l-fuggita, a,l la ba.tt.aglia di Lepanto, che ta11 to peso doveva ave1·c n ella sloria, d ell'Europa e del mondo . .A Lepanto i col l(~gnti ,weva.no 207 galere, di c ui 108 ven ezian e, 12 pontifi<:Ì< ! <~ :3 pi<~montesi, e 84: altri vascelli spagnoli , fra, c ui (i grandi ~ale1·e o galeazze che ·« sembra,vano castelli >>, umo canuoni, 30.000 soldati, 12.900 marinari e 4;rnoo rematod contro 222 ga,lere d1•i 'l'u rc1li, fiO a,Hri va::.;celli, 7ri0 ca nnoni, 84.000 soldati, 13. 000 ma1·inni e 41.0(}0 schiavi remato1·i. L'Armata otf om n na fn :1nnien tah1 e c011 essn, fu steoncata ln. g1·avissima miHac.c.ia ,legli infcòeli contro l 'Rnropa . « J>nrò jl tel'ùhile comùMtimc11to ben quattro oi·e - scrive J,udovico Antonio Mm·ntori -- senza eh<> pi <-'gasse la .vitt01·ia ad alcrma di esse. Ma l C\ galre g 1·ossc <:ristiaue, che c1·m10 avanti , t a l danno con le artiglierie 1·ecavano ni nemici che cominciarono ad a ffoudnre alcuni l<:>gui tnrclH~schi >>. I,; il principio della fine, ci oè di quella vittoria ch e segna sopratutio la r iscossa, della Domin ante contl'o il Sulta,110 Se lin. Qoesti è ormai a,nnichilito e un nl'guto epig·nunmista, sr,omponendone il .nome , gli può gdda,re ili tono pcrenLorio: « Selin, es nil ; nil es, Sclin >> (Selin , non sci più niente !) . f :.,, -

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rJ.;P.-\1'.'l'O - L',nrnnrc.-\

0°) Infine le a,rtiglierie costituirono u110 strumento non tr:1.sc.:, uralJile nella cou.q11ista de1le Americhe. Non si potrebbe r(J 1·~e com1wcnclcr-c la prodigiosa avventura per cui popolazioni

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s;: - ,\rligliPri:1 di l-'i1/.,11To alla conquista del Perù. (Da un diRegno lli 'J.'. Dc Dry).

1rnme1·osissirne 1 l'avolosameute ric.:,c.:,he e non vili, si lasciarono soggiogar-e da minuscoli ciscniii Pllf'OPei SJl(!s:,;;o composti sem plh:emenfo di avventnr-ieT'i audaci ~ se no11 si mettesse sulla bilancia anche l'impressione di terrore 1fostata negli indigeni

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dall.e armi da fno(;O. l\el i.-,:.t~ aHieuc questo fatLo s lialorditivo, Che Seml.11·1.L un l'ac·eoa to d:.t, fi alrn cd (~ ÌnVe(:.e rigol'OSU, realtà : (;rolla il .poh~llUssiwo t rouo degli lu(;as , va in frnntnmi un glo1·ios o lmpcro, t utto l ' irnmeuso pacHe del le .Amle cade in m a no dello stra11i ci1·0; e tuLto eiò pm· l'fl,lHlacia, fantastica di « cenfosettanLasette >) u:vvcJJtul'iel'i g uidati da l ti-emendo l'h,;ano, che fa roteal'e la sua spada,, c~ dal ù.omcnica,no Vi(;c11tc~ tlc Valverde c he solleva alLa- l.1 s ,rn t·rotc. "M,L e:--1:;i possiedono alcuni archiùugi e ,l uc modesti fa lcouctti : e codeslc armi, insig-11 ifi<:an t i per ~1: slcsse, acqni sta 110 i mpo1·t ai1 z,L co1He clemeuto di sorpresa, che ild,i1.nidisce, i poveri ln cm, e eos l.itnisce tmo dei coefficienti · - no11 vog lin.m dire imp01·ta11Li:-:si111 0 11ia,, iuduhbia rnente, ntile - della mci·avig-1.iosa (:.OHquista . lì: tan to maggiore sarà l'inftuem~a delle armi da rnoc:o J1ellr. s 11ecesi·dve s pedi :1.i011i cm·opec sn suolo auier ie..1110 . Vc>1·0 1• c·.hp eo<l('.:-: t·t, it11Jfl'l':-;<• i-i 1·i:-;o lvo110 ~! I u!.lo ,·,wh1g·g-io ,Ji alt1·i Stati : e 110n è J ' Tta li:1 dw tnw oro e 1·ÌC(;h11½ze favolose clal nnovo conti nente (;]1e nn itn lia.110 hn scoper to e clo11ato a l mondo. A n chP. qni r·itorna l a ùe 11 11 0!.1.1 legge: sic v os n on 'VO b-is . Ma, la OC'.CHpa½ionc delle 1l1w Ame1'icl11! R:"t.l'fÌ un a delle ma.g-µ,-i ori clete1·minan ti dei fnl uri svilnppi flPlla storia. del mo11ilo ci qnindi a nche clcll'Tt:alia , na r,ionc~ pe1· eccellenza mtvi~.it rkc; llon si pot c->va, qnindi non i"oc(;nl'e, sri pnre i11 r apidis!-irn o cenno, ques to aic:petto, non pl'ÌYO di 8ignific aio, de lln stol'in delle a r m i da fnoco.

7.

Le bocc he da fuoco e i calibri itali an i secondo g li scrittori del· l 'epoca - Varie classificazioni delle a rtiglierie e delle armi da fuoco per la fanteria - La riforma di Carlo V · Fisionomia complessiva e perfezioname nti - Evoluzione de lla tattica di g ue rra e dell'impiego delle artiglierie nel Cinquecento.

Rinrnn<la ndo a lFnlti.wo _p,11·a g- rnl'o - clr>dic:1to all1• des:t: 1·izio11i teenicl1c -- t 11 u-i i pa-rti eol:ll'i :-:n lle bOC'd1e <la rnoco e i u i- - 4,0 -


l ' l,.\ S::; wu.:.,z LOi', J,; Ols f.LE AHML DA 1euo1; 0

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lilt1·i italia.11i tld Ui11q 1wce11 Lo, d limitiamo qui ad alcune indi<::w;io11i cli. onliue gen<\1·ale, ri l<wa ndole dalla P.irolecnia del Bir·i 11g1H:<:io . Dopo ave1·c <.:1rnrneJ·ato (( q uc]lj gra11di e s:paventosi ~11· 1111te1d.i (:h<~ m;avnno go.li anti<: hi )) cioè le homha,1·de; « li mi1101·i , ma molto pi.ù l011ghi )) cioè basilischi e passayo(a.n ti; « li pr 11 minori>), spiuga,rde e ceruotbwe ; e « .111che li più miuol'i )), l< nrchiuusi e sehioppetti )), egli se1·ivc (Libro VI, Ca,p . III) : « Ma hoggi li moderni più ingeuiosame11Le et con migliori nigion1 ·proced ono, 11,~L·f:llè le sperientie cosi gli h 11m10 dimostrato: IHu1110 moden1to il suJJH'fh10 et agumen lato il totale« ln luo~o d elle sconci.e e int r attaLJili horubardc, elle t lrav:ì-n grosse palle di pietra con gran quantiti1 di polvere e grande sfH~ga di maeslr:mza, e di guastatori e cli gt1u1 111111 u\1·0 dl bestiau w obbligato, oggi si far, cannoni, di gran h in:,;a p1\r la le:,;~c'n ''l.'l.:t più abili a 11 iancggiare, e a condune, che tiran p iùle di ft?no, elle aJ1rnL· r:h c le s ien minori che 1J1H'!lle d elle bo111l111nlc, co 'l spP.l'lsegg i;:irP. rli tiri e 1wr esser rnate1·ia dura si f:1 c•on essi :i s,m i maggiòi· éiietto che non f!lcev an h-i hmubnr cle, e piantans i senz:1 1.auti po nl i e altre difese a luochi .per f:lr l e 1>a tte1·ie, p(•r e,sp(1g J:1arli . F, ili l"Jltesti Hi fu di h·(\ m rl.e , cioè ,.lovpi c:1u11oni, cannoni P. m ezzi <::1111,oni. Cos tm11:1 11 s i li canno ni bra ccia cinque e mezza in sei , <:he in n umero ,Ii palle son dill metri 22 ci r ca. Il p eso della palla di ferro du ? I.ira è libbn! (lfl k tiO a le lìO, e di pe~o tli hronw i>, da li 6 mig liarn a m. 7, e li più rinforzati fino o1.Lo o nove e (Jtrn l m a nco, se<-0ndo il ,'r lere ,li ch i gli f;1, orli chi gli fa fare. J I mezzo n1m10ne tira di palla rtalle 25 alle 30. Il doppio lihbrc 120. 1,;(1 i pesi sono proporzionati al.l e ()nalitù loro. '.l'urti son d ' un pezzo, e le lor gTo;;sezzc di bronzo a luoco dove si w ette la J1oh' t·r!' :;on li tre quarti d el di arnel.ro della pallu , e in b occa semm l'aggetto della cornice è un terzo del lliamctro. << J1':1.1rnos i ancon1 , o ltn'? a questo online, ùi c:rnnoni ,11 più sottili, e rli nuigg-ior 11ort:1t n di p:11111, con li quali Jton si tira ferro . ma pietra . Non son bo11i questi P,()r h:1t.h~riP. ,li mura, e solo servono a tir:u e alle fantarie o agli c·11 v111ll, e alle navi ))P.l' armate di mnre. In tutte qnm;l.e sorti d ' artiglinrie c'han forma di c:nrnoni si costuma di far l e camere; e n el farle è ~ran diITerenza da mastro :1 mas tr o, perclu• ognuno vuol ruosl 1·are avcrt1i sopra grnn pareri et g r a n segreti , per il c h e aJcun1 sono cl1e le fanno l arghe r1i1) d1e il vano d ella cn 1111:1 et alcuni strette ecc. »,

Il Biringuccfo prosegne : « Tn lnoc,o di bns ilh;chi , elle J)Cr fargl i piì1 lun g hi. g li f,u:cv:1110 gin di du<' o tre JJP.zzi l'uno avvih11.i, collie anco in qne' tempi faceva no lP. code delle IJ0111ba rcle, e anco di pn ssnvolanti, oggi si fanno le colubt·ine e mezze colubrine, che in nome dall'antiche variano por'O, ma in effetti m,sai, perchè s i fanno <l 'un pezzo, tinrno spesso, e facilmente si caric:1no, e anco fa cilmente <love hiso~na

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ltiOO - lùOO si conùuco uo, e in luo<.:u <li pietra, tira n palle di ferro, qtrnli cumunernen te pesano libre trei1ta, e quell e d ell e rnez:r.e quiudlci in cin:a. ll'annosi l,)iù grosse e gagliarde di bn>nzo che le antiche e con1unemente si fan <li lunghezza otto o 11ove brnccia il pezzo, e le grosse:r.ze d el brnnzo, da piè si fa il diametro della s ua pa lla e più, e nella bocca è clll fa, oltre :ilio getto della cornice, il mezzo e chi il terzo; e questo è l'orcli11e che nelle colubrine circa le mesure si t ie11e scco1ulo elle ho fallo e veduto f11r c. (< In loc"-O de lle s pingarde, cerbo!Lane e cacci:wor11acd.1ie, e simili si f an Sacri , Falconi e Wnlconel.U, che t u tti tinm ferro. Il S acro tka libbre clodeci, e d a molti è chiumato qua1to di cannone, il falcone libbre sei, il falconetto dalle ti·e alle quattro. ID in farle si osserva l e g rossezze d el bronzo da piè tu lto il cliamelro d ella palla o più, e d ella bocca il meu,o, e in lunghezza quel c:he il mae.'5lro o 'I pat ron che le fa fare più lor pia.ee. F:1nnosi a1)pr e8SO Smel"igli e l\fost:lletti, slrumen t.i adatta ti a poter ti rnr e SJ)esso; logoran poco di polvere, e son m a neggiabili quasi a ogni lluomo, per il r,bc volentie l"i li cn l)itani clelle fa.nl.erie g li JJOrluno in campagna, per c:s:;ere strumenti al.ti a fn r c alli ini1n ir:i otl'e:;:i, e pm· le dif1-,se cle' l uoclJi :111 clir xo110 oli imi. '.l'ir:in palle d i ferro o di pio mbo co l dado dn l'una alle due libl'e. AppreRso a questi sono gli nr<.:hibugi <li mura da forèelln , ~ ,l a braccl:i , e fJuesti g ih come le ali.re al'Liglierie s i solev:1110 gith1r di bro11:r.o. H uggi perdiè sil~n più leggeri, e pcrchi, 11neo ,-1en più sicu ri n t hi gli :ul oper n si fan di frrro al la fabbl"ica tome g li a ltri ferra menti, li qn ali, quarnlo so11 fatti da bon macsb:o, ben bolliti, e b ell salcli egu a li, e ben ritratti, sono ,x,C'eil e111.i:,;:;iJ11i, e f:1 nno al le clifcs~, gran fn:r.io11i. SPguitn avpresso a questi , minor <li t ntli , l'archibugio comum~ e gli :,;1,biopflf>tti, e' h:i.n somigli m1zn eon Ii sopr ad ctti per esRer di f erro, le misure dei qu ali sono varie. Fanno oggi qud C'hC g iìt far r;olev:rno nelle hattagl ie li b:ileRtricr i t'<">si a 1>iè come n ca vn llo; tl r:1110 di pulln. mm 0 11ti:1 di piombo, o manco >).

E co11cl ude : « Delli mortai-i non vi ho paxlato, e 110n vi parlo, l)erchè gli moderni 110n li npp re:r.:r.:rno, e di que:;to ln fuol'e v'ho f•on lo ,;e-river e rlistinto t u tti li g l'adi cbc o~gi sl coslumano ».

TnUavi:1 è dr1 r iJeval'c che nella, cla.Rsificnr.io11 c delle artig]i erie con tinua, a.d essel'Vi gra11cl e incerte½za, e quindi grande è011fusione. Certo ò che, fo qu ci,;to secolo, a,knni incornjncia rono ;1. considen1,1·e le spede delle a rtiglierie da l 1·agg11aglio della, hocca alla lnngher.za. della canna, e a di vicforle in due g-<mcri (giusta la ca.ima lung::t o cor ta l'ela,Liv:l,Jnente nl ca,libro) a.i quali drn'! generi furouo p oi r iferite tutLc lP. s pecie. « Secondo q uei:;t:1 su ddivision e, lP. canne J nnghe - scrivo.uo i! Oihral'io e il Prowi i:; - fnrono le colnhdn e or dina.rie, r inforza f·e, mc,1,ze ordinade, quarte e terze e m ez'.l.e rinforzate. Le can -

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CLi\ SSH'Hè.\7.J0:'\1.iJ DELLE ARMI DA FUOCO

111· 1·u1·l c r111·0110 ca1111 oni Ol'dinari, semplici, sottili, <loppi, l'i ll · l'on~a.l i , lmi,;ilh,c!.ti, bai;;tardi (detti :rnc he OlaHdesi, H e l.Ju.fli , Cr<~11;111 I i , Verrati ), rinforzati doppi, rinfo1·zati seguiti, cam1011i basi fo;chi; mezzi., terzi , quarti cannoni ordinari; e poi mezzi, terzi, q11a.1·ti cannoni ri11f01·zati; ì cannondni <la, lG ed i canno11celli campagna lunghi metri 2,137; le bastardelle, che erano pezzi da 14. Quindi furono trovati i cannoni colub1·imtti, che cra110 un 1111•z7,o fra i generi suddetti, ed ebbero la s uddivisione ]oro in 1·ol11bi-i11ati ordinari, i-info1·z:tti, mezzi , ter:d, q11a1·ti c:0Jubl'i11ali. J 'oi-;ci,t tutt<~ queste artiglierie fm·ono per maggior comodità considerate sotto due novelli generi differenti, cioè «Reali » portanti 1m1Je a 8 Jihbre in s n e « nou Reali)) da 8 libJ.)l'e a u11a: e ciò relati vame11 te alla difosa delle fortificazioni 1·eali o no, epperciò 1'11 una dassi1icnziou e rati.a da.gli i11gegncri, a11½il'.lH~ dagli artiglieri. l per,'l.i <:he til'avn.no p:11la di sasso od arti ric:iata , l)rcccia, l:wten1e ell altri a,rtific:i, assai i.n vog·..t prima del 1300 C'.on q uelli C'. he poi se1·viro110 aJle bombe, costiLniron o uu ge11c1·e 11 parte comprendente Jc pctri.<~re inul,rn<~rate etl a hra.ga, i cannoni petriei-i, i 11wrlai ed i trabuccl1i. Q1wi:;te ar tiglierie e 1·a110 1·eh:~ti vame11Lc :wtiche e di uuove 11011 se 11 c coi:;truiva,no qua~i pi ,) )). Le armi d:-L fuoco della fo,ntc1·ia Pra110 l 'an :hibuso, lo schioppetto <~ il moschetto. T/a.r·chiln1i,;o el'n, hrngo circa m. ·1,-1:"i, aveva, en lihro di mm. 30 e ln,ncfava un proiettile di p iomho di cil'C'.a 70 gn1,111rni.: era divi so in 01·dina,do, da, mm·o, dn, posb~ e da fort:el la. L tL mos<:hetta o mosche lto fn dappl'i ma 1111 ',wtigJieria 111i1111tn, cli dne libbre di palla, pi.ù tardi dive1rne il mosd1clto ~1, b1·ng-a, di nna libbra, <:li e cal'i<:avasi dalla C'. ula Ua; quindi , scematone il calibro e (fato alla fanteria, ebbe nn calib1·0 <li cin::a 111111. 18,G e hmr,i[wa pn,l fo di pjomho da 88 grammi. Voici.J è pei-;HV:l, da,i sette agli otto chili, ])(~r cla,t g li maggiore st.1.bi.libì , ~-; Roleva adoprarlo appoggfa11d0Io ad un caYaJ.lctto (uso rii;;orto oggi, col so~tegno delle mitr·aglia trici.). Lo schi oppetto er :.1 l'a1·rna, più · corta e preannundava la cn.rabina, e la pistola, venute hi gran voga nel secolo successivo; era lungo m . 1, 02 e aveva un calibro di mm. 15. Una (folle cause dell a confusione r egnante nella dai-Rifica½ione sta, conrn abbia mo già rilcva.to, nel disordinato e incontl'olbLto capriccio dei fonditori, i qua li talvolta si. sbfa:r.arrivm10

ti,.

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luOO - lGOO

crea.re le bocci.te da fuoeo più divei·:se, secondo l'esL1·0 e la fantasia del momen to . 11au mano che si procede, viene a determ inarsi una mn.gg'iore disciplina., cioè si teùde all'nnifot·m.ità dei tipi; ma quesLo sarà uu longo e lento l avorio secolare; e del resto, per vedere :1,11cl.ie il r-ovm;cio della medagli a, si può p ure am_mette1·c che l' assol otn. libei-tà l:i seiata. n ei primi icmpi a i fonditori permise nna, più ampia e feconda, espericn;,;a. Il l>e La, Fou La,ine, in uu /Jù,c;onrs sur l'a.rlitlerie indìrizr.ato :i,d Ema,n uele Filibc1·to prima del 1::i80 (manoscritto degli Archivi J.i Corte), dù lllln favo la delle artiglierie più comunemeHLe adoperale ,ill orn,, i 11 Jtalia, dopo che già. era cessato l ' oso del le bombarde : a

« Cannoni (l a 100 libbre d i vnlla e :rnche più; da 60, uO, 40, 30, 25 (mezzi tH nnoni) , chl 14 chiamati auehe Dastanlelle, da 12 (quarti di cannone}; « Cannoni 1ictrieri ll:1 4, fino ,, W,O libbre di paHa di pietra; << Coluhrinc da '14 Jino a 100; « Mez;,;e coluhrinl: rlnforv.ate o 1•a:ssa vola11Ll, d a libbre~ 2,,; « Sacr i dn 12; cc Aspidi (più corti di <:nnna) da 12; « 1,'a lf'oni da (i ; « 8acri da (i; « Fakom~l.l.i cla I'!, elll u,unti :nH'l·1 e .f::n·condni clai Toscani; (( Moschetti da una ; (< Ma cli quesl'11ltima S [)e d1~ cl i arma tfa fuoco v' ebbero calibrl svariatiss imi Jino ad un onci a e mez'l.>t e anche atl un'oncia sola di palla ».

Verso fa, fine del sec:olo pel'ò gli aut ori erano abbastanza d'accordo nfll classificare, esplicitamente o implicitnmente, le a.rtiglicl'ie in tre generi, ciasc11110 dei quali comprendeva bocche dn fnoco di caliù1·0 diver ::;o, ma simili nelle forme e ,li impiP.go analogo: 1.' Gener e : Golu1iri11e molto ltmghe e di forle s pessore, per i tiri a grande d iRLanza. Comprendeva l a col ubrina da 40-50 libbre di poduta, t! la me'l.'l.>J. colubrina (da 20 a 2ii lìbbrH} . .ò.pparte uevano a rrtwsto genere anthe i pe'l.zl mtnorl per le azioni c:unpali, cioè il sagro e l 'aspido ò f.1 12, il falcone dn 6, il fa lconetto da 3, il museliel.!o ri a 1, chn nvevauo lung hezza relativa e spessore anelie Ruperior e a quf'Jli delle colubrine. 2° Cenere: Co,nuoni <la, bal'leriu,. - Di lunghe1r.z~ t• SJJCssore in reriori a quelli rlelle colubrine, rlestinatl sped a.lmcnte a baUere le mura d elle fortificazioni. Comprendeva il cannone, della porhita òa fiO a 00 libbre; il doppio cannone ( 100-120), il mezzo cannone (2li-30) e anch e il quarto di cannone.

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I (( '.l'l:I:] UEXIml)) n1,:J,LE Al1'1'!GLIE1UI;;

;y, Genere: l'r:tr/eri r: mvrla·i. - L,mcia,·,rno palle di pietra. l pctricrì, atl ilYnncuriea o a reLn>caric·-1, Liravano di lancio ed erano impiegati ,;veci.1l111e11te a ùonlo delle navi 1xrnlro altre navi, per le quali non era neeess,iria l::i p:l Ila di l'erro. I mol'tai seni va.no v<i1· il tfro curvo. Avevano crùibL'i n11c1Je 1110110 ;;n11l(]i.

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J ,uigi Uibrnrio, riporta.ndo il primo elenco da, noi su riferito nel i:;uo interessante volumetto: lJelle art;iglieric; dnl MO()() a l M)JC(J~ serive però: t< Se 11011 die al101·a, e poi, le proporzioni delle a1-tiglierie non furono ben ferme, salvochè in ci6 che r i ~11:trdav~1 l'unitù, del 1;am101w ... Solo si ha memoria, che Carlo V non usava altre ~u·tiglierie da campagna fuorchè da, 1 iino a l j libhn• )). Se1;omlo il Catta11eo (« Bsa,1nini dei !Jombard·i uri ))) ci volevano 20 buoi per trainare una, eolnhrina, da GO; 13 pet umi, colnhrina, da f>O e via ùicemlo, fino ad uu ca.vallo per uu falcouetto da 3 libbre; e, :;;emprc secondo lo stes:;;o untore, 1111:1, colubrina da GO lir'ii>va qmtrunta colpi a,l giorHo; una da 50 ne tira,vfL quarnnta<:inqne, e avanti salendo ii110 al fa]conetto che ne tirava 140. Anche il Hùs<\n (J;iflS) dà cil'rc di questo ordine; ma, probabilmente c'è qui qualche enore di datrL, chè uell'epoca di cui stia.mo ])n,r-lando le bocche da fuoco erano g.i:ì, più pe1·1'e11io11ate, sia per facilità di traino, cioè peL' leggerezza, sin per rapidità di tiro. Tnolt.re gli storici cfoll'epoca - notoriamente i.I Uuiu·iardini, il Bembo, il Dentivoglio e poi il Davila ecc. - incomincia no a distinguere arfiglierie da m,nro,, grosse, cla nsse<lio,, m i nute., ccc.

lVla, in sosta.n11a, r-eg11a, ancora il caos. La moltc~plicit:ì, dell e dassi1kazioni ingenera confusione e tlifticoUà, grnvi nella coHdotta dell'offes~1 e delln difesa. Gli inconvenieuti pri11cipa,Ji cli tali trnscm·atez11e nella coi:;tr11zione .delle a.rtiglierie era,1 10 che le pall<~ cli 1rn pi,zzo ( o cli trn << presidio H) nou servivano ad un altro pezzo (o ad un altro pl'esiclio), e che ogni pezm doveva avere la, Rtrn, cncchiar:L. Tl Collia.clo - - scrittore di cni parleremo più avauti - narra che nel Castello di Milano, a. tempo 8110, erano 2:3S bocche da fuoco di S calibri diversi, così che avrel>L>ero potnto bastar<! 8 qnn lità -

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di cucchi are e(1 S di palle; e invece per (C far buon tiro bisognav,wo 238 cucchiare, cd altl'ettante sorti, ovvero differenze, di palle ... )). E lo stesso autore dà, importanti avvertimenti per i ma.f!stri foudilol'i; ra,<·comandu la perfetta calibratura, dei pezzi fiHo in fondo all'a.niurn; che il focone sia. aperto fino in fon do, ecc. ~fa, i fonditori avevano grande i11 teresse :1 rnostl'arsi negligenti ehè, per ovvh11·e agli inconvenie11Li della moltiplicità dei ct1libri, i P1·incipi dov(~Va,110 :1umcntare ·il numero delle artiglierie, cioè (11il sub sule J101;i!) onlinar-e maggiori [or·nitnrc di gnerra,. Appimto per la stessa, rng;io1H~ -· c"q:iovolta - - Carlo V che, (;Ome sappiamo; avevn gTa,n bisog110 di fare economia-, non tal'dò a mettervi nn rimedio: fece r·i(m]i11are tutte Je sue artiglieri(\ e nel 1;";10 stabilì ehe i cal ib1·i foss(\ro limitali a otto (cannoni, mezzi ca,n11oni, colub1·int~ ('..omnni, t·olubrine corte, mezzane, sag1·i , fo lconetti, mori ai). l'iù tanli in FnL11cia, i cnlihri furon o ridotti a, sei cl,~ Enl'ico TI: e lale crite1·io unifonna,tore fu se guito ~ se 11011 da tutti ~ tlall,1 g-rarnl('. maggioraHza, fin verso il 1G30. L'Imperal.ore compr('.S<! l'irnJJU'l·l·,rnza ikll'cleme11lo sorpresa P <l(~ttò 11or·rne severissim e per te11er· se>grdo LuLlo eiiì che riguard:wa, Ja, fablwicazione delJc sue artiglierie. Innov,Mi011n ìmportm1te, alla fi11e del sec. XVI, fu il lando tli bombe o 1mlle a,T'tifidat(~ con carica int(~rna, che era,no di tre s1wcie: 8COJìpia11ti, cio<":~ bombe cl1e "r,;i feC"ero dapprima di clue Pmisferi di ferro, collegati r.on chiavarde e qnindi di un solo Jiezw co11 cn.rica, i11ten1a, ; ùwsl-inynibil·i , destinate specialmente a portare l'incendio r-mlle navi: e illu.1 ninnntf, P il nome dice l'effetto. Pa,r ticolarmeul.e ì111portanti i primi che furono usati sopratutto cla 'l'edeschi e Olandesi; ma eilieacissimc bombe l.L rnano eof'.:truì ," come vedremo, il piemontese Giovanni Delli l,'ac· ci, mentre, secondo il Collado, Antonio Cicntn avrebbe fabbricalo in qnell'epoca delle bombe a,Sfìssianti.

Vole11do dai·e ]a fisionornin complessiva del secolo XVI, si pncì d il'e che esso pm·ta la decadenza delle bo1n barde, sostituite dai cannoni, dalle coluhri11e, cla.i falconi, e da tntte le a,rtig]ierie -

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di 111in01· calibro, più Iegg·ere e nello stesso Lempo più ricche di 111d allo, clie non lanciano più palle di piet:ra, bensì, esclusivame n 1.e, palle di ferro. Tn queste artigHerie - - che sono faUe di lJronzo - sono ormai gtmeralizza,ti i seguenti pcrfozionamenti : inca,valcarnento per mezzo degli. orecchioni, della cui importanza già si è fatto breve cenno llel ca.pitolo precedente; ca1·ica dei pezzi dalla bocca; ns<) dell'aJTusLo a ruote. Tanto nelle bocche cla fuoco quanto negli affusti di qnesto p1·incipio di secolo si trovano le forme generali c he, pur attraverso a moclificazioni di particolari, si conservano, in linea di massi1m1, anche oggi. A hbiamo giù, pa,rl:1,to della taU.ica di guerra e dell'influeuza dell'ttrLiglieria: è però da considerare che nel corso del secolo n.hbia.rno due fasi, iu parte coutrndditorie. Orrna,i. si è delineato un mularnenLo radicale uei rapporti frtL le Yaric Armi.. Le hof:d1<~ dq, f'nof:o (li 11ic,1: olo c:ilihro lmn-no rli Rtrntto l 'a,ntica onnipotenza delJa cavalleritk l'rimà un cavaliere, tutto harclato di ferro, poteva piombare, nnche Rolo, fra un gruppo <li fanti. e Jarne strage, senza che essi J'ius1·.issero n colpirlo efficaeemente; ma, adesso, un colpo qmLlsiasi di una minuscola, bocca cl:1 f11oeo lo raggiunge con la u1assima facili!.ù, prirmt clrn egli posRa, mettere in azione la. smt spad:1 o la. 'rna mazza. ConLempo1·a,neamente le fallterie si sono infittite, armate ili picche~ e cli alabarde e (lisposte in schiere profonde. Esse possono qnindi meglio r(\SÌRtc~r,~ ng1i assalti della <:avalleria, ma. nello stesso tempo offrono nu b<~rsa.g-lio troppo facile~ a1l'artig"lieria. cli'e sernina la, morte in quei lJatiagJioui compatti. Si vel'ifiea così questa cm·iosa sit.nazimi e : che la (lispo'f,dzione in rn assn. PN>fonda, dell<~ fanterie, TH'(!Ziosa per nn lato. cioè ne]]n difcRa c 011 tro gli a,Uacclti di cava11<~1-ia., è inv<~ce disastrosa per 1'a..lt1'0, cioè di fronte aJl'rL1·tiglieria. Come rimediare? O m a 1'<:i:1re n ]l'attacco in formazione f'Ompa.tta, sotto la pioggia dei proiettili: ('\ i1 RiRtem:-1, eroico n sato per qmtkhc decennio lla.lla, fanteria svizzera, nrn contro nn':i r 1i glierh1 forte e numerosa non lrn 1111asi prolmbiliLù di riusc ii-a . Oppure trince1•;11•si dietro difeRc nat11rali del terreno, ma evi -

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d entemente questo 11011 pnò essere che nllo str11tagernma difens ivo. Oppm·c, in rìne, co!l tn1pponc hoc:dte da fooco a, oocchc da

fuoco. :Selle g111~rre d' ltafoL i cornlottieri .nostr·i. <~hbero agfo cli cons tn tar<~ e he i h111½iehe11ec:chi teù eseh i e spag;noli nou marciavano a ll' attacco, se prima i propri can noni non avevano in qualche modo eontroha,ttuto il tiro d elle~ artiglierie nemiche. l\ln, questo L<;no s is tema - fuoco eouho foo•~o - pot~ ave1·e maggior· sviluppo solamentci qmu1do archihnsi e moschetti - p1·ima a :forc.l1ettn , poi a Hmno - sostitniroJJo i.n grn,n pa,rte gli ardii e le ba lestre, e le g eossc fa nterie an11a tc di pkche poterono ma r eiare all'attacco fi:uw.heggialc ,fa nlt1·i reparti più snelli cli nrt hi busieri e mosc hettieri, d1e s1wsso l'iuseivn,no ad ave,·e rngionc delle artig-lier fo ,wve1·sm·ie .

.'.\la iJJtanto , dopo Jc sangnil1oi'ie l>a lta,:.:!;l fo cli questo p1·imo t.ren tennfo, tu I I i g li HL:1,l i s en tiv n-110. j I bisog no ,li ri Rpm·min1·c iii proprje forze: e spr,cia lm cnt<i l ;n.i-lo V ten tn:vn. di. imporRi, più eon l'o:;;t:cn1azione d ella Rna pot-emr,a, elw non e.on l 'n so della medesima: qui.udi g-uc1·1·P- ili pos i:done, d'.i s:-;cdio, ili tc>1npo1·eg;· ginnrnnto , h1 c 11i g l i <\scrciti q11n:a.i pitì 110n vnnµ:0110 a t·<rnl·ntto. Che lle derivn '! Che l'arLig·li Nin ca.rnpnlc l1a orrnni hen poche occasioni di esser e adopcrat:1, e perde cl 'imp o t·!.a,11½,1 , rne1drc n e iLCfp1ista110 nna, crcr;;ccnte le boecl,c (la fnoco di for-tr, ca.libro c:he senono per i (. i ri cli prep~u·n½im1e ... a cui il più d1-•l le voltf' non i;:nccede a,1cu11:1, battagli.i,. Ri mm soprn-tnt.t.o il c·a1mo1w e il mezzo cannone (compa re anche il doppio camrnne, ma q1wi'ito i" b en p1·eslo elirninato) . Contemporanen.mentc le fnnter-ie, incominciando a. ('Omp1·enòere la tenibile lezio.ne clei fatti, Le11òono a, dìrMhn·si, per non offrfre un troppo facile bersaglio alle bocc he da. fnoco, mentre viecve1·sa l a cavaJlcri a. si. dispm1c in grossi sqnadroni, pe1· poter a vere ragione sin, del1(1 fa,ntcrfo, che dcll 'a.rtig1ieria. ~ e l comple~so si pnò fare UJJ a constata,z ione cli ordine g;enera,le: che, in questo sc~olo, man mano che la, forza militare dell'Italia declina,, dirninni;:;ce l'lrno dell'attiglieria campale. Gli ese1·citi dominanti - impratutto lo s pagnolo e il francese - Ron o fortissimi in difesa, m:1, deboli nc~ll'atl-aceo : essi -478-

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l'H lsVA l, l•JN½A DIGLL·' AH'l'IGLII!JUL\ D'ASSEDIO

prl'l'<· 1·i :-;l~D11o .~ttaccare città o pia,zzdorti, anzichè degli eserciti 1n:11111vmnti, appunto perchè contro le prime giovano sopra11 11 lo le ,grosse a rtiglierie. Naturalme11te piazzeforti e città ~i 1111111i sf:ono fl, loro volta , per difendersi, di artiglierie pesanti, :111 111(!11h1ndone la l1mghezza, la sìcnrezza, e la so·lidità.

Fig. 84 - Artiglierie del JJrincipi o (lel secolo XVJ. (lJal libro di Donaccor,;o Glliberti - Hiblioleca Nm-.ionnle di Firenze).

Cornplesr;.;ivarnente, dunque, 1n seconda. metù, del secolo XVI porta una notevofo diminuzione di importanza, delle a,r tiglie1·ie da battaglia, dw - esseudo sempre meno numerose non si possouo più dist1·ibnfrc, come prima, in varie batter1e : <' giocofor:r.ù ridurr;.;i prima a due, poi concentrarle in una sola,_ L'Halia1 t~ fJe1·ò il Paic se che reagisce più di ogni altro a tale declino. -

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FcrTnra si era, sopratntto specia,l izzata della, fa,hhricazi o11e delle :n·tiglierie leggere, n ll<1 qm1,lì a.vcva con 8er va.to cHJibr·o su[Jì cen te e di c ui ~wevn, molto pel'fczionnto la costruzio11c e il sel'vizio : g li F,stensi non dim enticava no d1<~ essi dovevttno Roprnttut.to a ll 'a,r tiglfori a. campa le se Rierano poL uti difendi•re, per n11 Lato à a ll n. poten fo;sima. Venezia, per l 'altro dai r a.pi e da lle loro forrnid a bili coali:r.ion i. Veu ezia. - ehc ::;i ::,;pn t iva mi11ncciata da ll ' in vidi a e cln.ll'osti d tà. di it a linni e di str a nic1·i - <le<lieav,1, le s ue immense r i so1·Rc a m·e,wsi nnn vigorosa nrtigli<>ria, ; tnU.avia avc nd o perd uto g1·a n parte dei possessi r,011 ti 11e11lali - essa doveva ormai limi fa.rsi a. fa1·e 1.111a politica cli difri-::n, e qni 11<1i a d are più importauza. all e a,rtig-liel'i e pesanti. ln Pi cm011te, E rm1,m rnle l<'ilihcrto hnprime a ll' 01·dinmnent·o dcll 'a1·ti gli <>Yia il f:mo p<,I'so 11.1le, ine;onfondib.ilc r,;nggello; rn:l, tp1ci;;to deve csse1·e i JH}lHHlrnlo n el più va:-;to q1rnclro de ll o sv iluppo dell1~ artig-liel'ic n ei y;i;ri Ktnti i hllin11i dell' epoca. 0

8. Le Milizie paesane di Emanuele filiberto, g rand e capitano e grande capo di Stato - " Testa di ferro ,, ingegnere, tecnico, operaio, dà no tevole sviluppo alle artiglierie - l primi Capitani generali de ll 'Artiglieria - A. differenza da Fante.-ia e Cavall e ria , l'Artig lieria ha un comand ante unico nel Capitano ge nerale - Nomin e, decreti, pate nti - La fond e ria di Torino e quelle di Vercelli, Momme lliano, Borgo in Bressa - I fonditori Busca, Merello, Vane lli, ecc. - I tipi preferiti di bocche da fuoco Il contratto per l'ere zione de lla Cittadella - I primi anni di regno di Carlo Emanuele I - Un primo inventario delle bocche da fuoco sabaude .

F1rn a,m wle Fil ibcrt o, n a.to e vissuto i.Il mezzo al L111n11lto della g ucna., vim:ito1·e rlP.lla ba.LI a.g·lia <:he poli1-ic:ame11 te fn l n, più i 111 port:1,n te del secolo, sapcvn, bene che un esereilo sn.ldarncntc organizr.ato eostituisee la prima., assolu ta, irnlc1·ognbiJe necessità di og'J1i P1·incipa.to jn gP-n,~re, e tnnto più del s no, fa.ti crn~a mentc ri.costrnito dopo aspre tempeste e semp1·c minaeciato cla ogui -

4SO -

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I.

economi<:a del ~lnto, dopo tanti an ni di tormento, non gli permetteva. di I.. ,,e t.e in pe1·maneuza, delle milizie assoldate, molto costose e di d11hhia fede: nè egli e1·a c·erta.mente in grado cli far fr011te a c osì g-i-:1,v i f;pcse coi suoi foudi priYati. J\ bbiamo detto che l ' Impel'a.Lo1·e Cal'lo V , p er tutta, la dmata del suo lungo e gloriosissimo 1·p g-110 1 fu sempre squattrilw to ; figuriamoci quali dovessero es sere le condizioni ecouomich e del D1H:a ùi Savoia, tanto più pi'ov,tto dalla Rode. Ilnf;ti dire che. qttalehc anno prima àelFascesa al trono , 11el 1:,31, do ni11do mandare al padre notizie importanti, <lm·ò gran cle fa t ica n ra<.:<.:oglicrn la modesti ssium somma net es· snrin per le spese e il <·ompen~o del eoniei·e ! Dove Ri dimostrn. d1 c l ' .... .idios incrn s ia fra gr:111dezza d ' animo e forzieri rieolmi ('> 1111 fe11o meuo d1e :-.i d .pete spesso, in lutti i. tempi e in tutti i rn,nglii socia li. Fn a ppnnto per ma:in~ (J.\llB c·orna cl el foneo dilemma (nece:sHil..ì, lli n11 l11wn e se 1·1·il o P sr:a n~il :'1 di m ezz i) ehe il Duca - adn.ttanclo P. petfozionnmlo gli ord inamenti mil.itari piemontes:i tlicd1~ l:n-1.!'o sviluppo alle mili,.,ie p;tesau e a rrclul,1mento r egionale, a eui doniva parlccip,HP. in raso di necessitù. grn n pnr1c cleg'li 110111ini a tti alle armi. Kon d sembra i1iopportnuo ripetere qui la, motivazi011e, cli•~ pnò a Ye1· sapore a I t ua lb:--imo , dl,Jl:.l famosn Ordinanza datata da. Torino il 1° :tpl'ilc l i"iGG~ con eui S. A. ordina alle comunit.ù, tli dare a,l sno delegato la 11ota. cl<'lle pe1·sone e delle arm i per forma:r.ione d' nna milizia- 11.1zio11nle. · p:11·1 ... l) ' al tl'a pnl'te la scarf':isRima, poten:r.fo,lità,

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cc Emn nuelP F ilibcl'to

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g r ati.i di Dlo Du e:1 tl i Sa,·oi}t, Principe di Pie -

mont0, Rn di Ci Jll'O, Pll' . <e A 11 i 111olto clil etl i re,1 eli no~ld lì sind ic:i lmomini e t communità d e ' luogh i cle,;1.,rilli nl'll:t !i>'l:1 qu i ,tlli;.::11:1. ,1· (IIWl i le p r e,;enti Jll'l'UCl'l':lllno pt· snra1mo

1u·cscntate. « C m1<:i osiM·b è 11oi ron o,:t11i diligenza et fl rt e hnbbia'l",'> S<'lll]1re :1lt ew .t comm rn n r r,:li n ostri ~t.ati et popoli ln quie te et pa ce, Ilè nl lrn. cosn ci sin più r:11:<:onrnnclnt a ell ,~ non solmuenl f' fl'ovvia re ,i.Ili pericoli che s i presentnno ma <li prcued er (Jllf' lli. ::icciò el1f' o s i RCltiH:1110 affat~o eo11 In prouisione et ripa ro prima fatto, o abbiauo me n o a 110,:Pn!. fla questo fl esìdcrantlo no i tener u 11 :1 militia n e i nostri stat i et· <le nost ri s udditi. qua le :sia nd ogni b isogno npp m ·t'Cchin(·n !l<'l' difesa d"f>~~ l ccc ....

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1500 - 1600

Per tali motivi il Duca dà, ordine al colonnello l!'ederico Asinaro Conte di Camerano e, in suo impedimento, al capitano M~wfrcdo DelJa Valle <li visitar e le predette comunità per ott enere e< Ja consignatione delle persone et armi con autorità d'a.stringer li renitenti )). L'ordinanza si h1quadra armoniosmuente nella vasta opera con cui Emanuele Filiberto richiama il Ducato a vita, nuovf1, gaglfa,rda e indipendente, mettendolo in condizione di lottm·e vittoriosamente c:ontro le m.olte e gravi c:ircostanze avverse. Al ritorno del Duca n egli Stati aviti nel 155!.l, questi, dopo ventitrè anni di devastazione da pa,rte di Pranccsi, Spa gnoli e Imperiali, erano in tristissime condizioni : popolazioni decimate, terreni incolti, città e paesi semidistrutti, fame e malattie_ Tutt' intorno, gran parte d'Italia giaceva in servitù . A orient<~ e a sud del 'l'anaro e della Sesia, d1e segnavano allora i confini del Piemonte, ]e forme di libero regime erano sparite 11ellP pi ,ì fiorrrnti rcigioni, dal Milanese al Napoletano alla Sicilia. Lo ,Sta,to Sabaudo, che fino allora aveva oscillato fra i due versanti a,lpest.ri svolgendo la fa,rnosa politica della doppia fronte, si orientava risolutamente verso est. Con la perdita delht Borgogna, della Pl'ovenza e del Delfinato, g·l i antichi Stati di Casa Savoia al di là delle Alpi, clic nel l\iedio Evo prevalevano, era.no ridotti a mezzo milione di abitanti, di fronte a circa ottocentomila ùel Piemonte . Dichiaratosi Principe italiano, Emanuele Filibel'to ordina che l'italiano divenga lingua ufficial e del Ducato e si propone di accrescere il proprio credito 11ella politictt della Penisola. Poehi giomi dopo il ril-01·110 1wi suoi Stati, Testa <li Ferro ha già tracciato e realizzato il proprio disegno per ciò che com·erne il riordinamento militare. Le truppe d'ordinanza e presidiarie comprendono fanteria, cavalleria e artiglieria. La prima, ordina,ta in compagnie mii;;te di picchieri, alabardieri e archibugieri, attende, in tempo di paCf:, al servizio dei vari presidi del Ducato. La cavalleria si costit uisce solo in caso di bisogno: a tale scopo il Duca, tiene prei;;so di sè ufficiali stipemlfat i (trattenuti) che, appena richiesti, prov· vedono a fol'Jnare compagnie di uomini e cava11i. -

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I

E :llA:SUELE FILIBERTO

.\1.1 , cu111e si l~ detto, le milizie paesane rappresentauo per t•;111;11111<~le l<'iliberlo la rniucipale difesa del Pt~esc. Ogni par1·o(Th ia dei domini diretti deve dare uu determina,to contingente (· dl·,·e peusare a mantenerlo nei periodi di istruzione; in cafio d i .!!;n en a, invece, le truppe riceveranno il soldo dal Duca . Così, i1ilurno al .1.370, egli può contare su 8 << <.;Olonnclli )) o reggimenti, ng 11 11 110 dei qutLli è composto d i sci compagnie, di cir<.;a 400 11omi11i l ' una: lll? tota,le di oltre ventimila nomini bene adde,.;i rn li. il erri gravame finanziario rìcade Rnllo Stato sola.mente :,. g-nena aperta. La cavtd leria paesa,na è a,nch.e a reclntaménto r egionale, ma volout,u·io : 12 compagnie, di cui sei fornite dal Piemonte e sci dalla Savoia. Inoltre si <.;ostituiscono due compagnie <ii architmsiel'i a, ca,vallo, fornite indistintamente d,1 tutte le regioni del JJnr,ato .

. \ I F ..\ rLiglim·iu, il gra1ttle Cou<lottiero d edica not<ivoli cure. Egli ne lm espcrim·entat::t, l'(~fficienza. nelle memorabili batta.glie n <'lli lm preso pà,rte come semplice combattente o come dnce. C onosec ccl ammira, la stupenda resistenza opposta, nel giug1w t:i:i7 <ln Cnneo possente e paziente a, tutti i r·a.bhimd attacchi dei Frarn:esi : e Stt che a ta,1e r esistenz.:t 1(la terza sostenuta con altissimo ouorc nel g;iro di pochi decenni) hanno efficacemente contribuito i 25 pezzi d' artiglieria opportunamente distribuiti nei punti rneg;lio a,datti della, cinta fortificata dal comandante Carlo Man frPdi d i ~Lus·e rna. Non ig1wra. d'altra p:irte, che nel 1552 il man ~st:iallo di Rr·issac, per la con(luista di Bus<.;a, da cui dipendeva l'c:;;i to di tntt.a la, cmnpn.g;na, ha fatto assegnamento sopratutto s11lle nnmeròse e potenti bocche da fuoco. Infine, spfrito essenzialmente specula,tivo, Testa cli Ferro ha una pa,rticolaire predikzion e per· le ricc'rl'he e scoperte scientifiche e tecniche; Ri comp iar.e persona,Jmente di affinare e lavorare metalli, comporre leghe ecc. : è naturale quindi che l'Artiglieria, - Arma scfenti:fiea, per eccellenza - lo interessi in sommo grado. PPl' a,v(~re un e,hia.r o conretto clrlla situazione, occorre tuttavia tener pre:,:;<~nte ciò clw p;iù si <~ detto nei paragrafi precedenti. ln Piemonte - come, del resto, in tutti gli altri Stati - 1' Artiglieria, nel secolo XVI, 11011 costituisce ancora, un'Arma, oensì un

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1500 - 1600

:::ìe1·vizio: ed il suo personale, solarneu tc assimilato, 11011 è t;Og-getto ai vincoli rniliLari delle vere e proprie Anui e 11011 uc goùt• iprivilegi. E sso provvede al servizio dei bomhatdieri nPllc piaz:r.e - - dis tinti da quelli dell e ti-uppe molJili, -- al tru,i110 delle artig lierie, a lle maest r a n ze ccc .. J J personali~ è pagato :,m L bila rn.:io del la Milizia, rua, non ù considera.to come appa,r Lcneute alla geute tli gucrr,L. Bmanuele F'ilil.Jerto dù, un ' org-a nizzazio11c a tali bomhanlieri !:Lddetti alle f'ortez:r.e e noruina un ()o)l{lvttù:ro o C a11ila·110 Geno rafo <lelle cirtiglicri e n ell,L person:-.1, di G ian Giacomo Bernezzo , signo1·e di Rossana. E aHche a tale riguardo i'! da rilevare una ditrercnza irnpo1·t:aute tra Fanteria e Cava.llel'ia da un lato e Art iglieria dHilh.1iltro . :Nelle pl'ime due è <:andteristieo lr> sdoppiamento nelle 1'1rnziw1i di co111:u1Jo fra 11n Capitmi o Uenernle d 11:.· 11e ha. l 'a,lta direr.ioue (,~d è <·oadinvn.to tla 1rn Conuuissa rjo Genernle, le c ui fo,1.r.ioui. s i. pos~o no equip:11-..u ·e, r;ros:,;o ,nodo, a quelle d_i nu Capo di. ::,t{tto i\fo,g-gio1·e) e nn se<:OJl(lo alto tiJtieialc, l!ifot. tivo comandaule , app}1rle11enle alla ca tegoi-ia, dei / 111·ieri) c ni sono affida,te la disdpli11.1 : l'istnrnioue, l'ordine. Q ues ti furi e r i c ostituiscono i ve1·i generali , sohlati di 111e~ticre ehe ten gouo s:.tl<lo il t<~ssuto conueLtivo delre:',;er dlo. menti-e g'li ,ilt·ri uffi<.:ifLli. j « gen tiluomi11i l) ecc . intervengono solo al momeulo di com battere. N,~Jl' Artiglieria iÌrveee "tale stloppia1Ìw1tto tlì <·ari ch e e di fm17,i 01ii non c' è : il <:owarnlu <\ i 11teramente affidato ad un Capi tano Genera-le <:he è il solo vel'o milita r e e c1mrnla, a u che le fun7.Ìoni <li fm·iere, eio<~ s i otc npa :l1H:he tfolln rlist iplil ia , clell' i~tni:,.ione ecc. Rgli pel'ù è c·oad i11ntlu da n no o pi ù f'o111missari Ut nenLli , cal'ictL prc~esiste11le e c he co11t·.inna. A.g·li A1·chivi non abhia1110 tro vato il tlec1'('t u cli 11omi11a <lt•l Hernez:r.o di Il ossa na, primo Capitano Uenera.le <lc..ll' A rtig-lièr ia pfom011tese. A ùbinmo invee~ 1·inve1111to e riprodneinmo Jn pa tente c he nomina ConuuisR::n-io d '~~rtig ljeria il Sig. Paolo Hieio ucll'a nno 1561 : Ernanmile I<' i lihnto ecc. Fl:;;scnllo n ei:e:;;snrio p er (lcffem;ion e f>I. prtiscru,1l.io nr lit>' :100,tri Stati stn bilinmo in essi una m iliti :l orà i 11arln l a quale b nbbia ad 1~sscr prest a ,~1. ap1_, ,lrccchin.tn ad ogni hisogy1,1 che ><opraut>nisse :1.cciò ch i! non miri ,1 ben effetto di

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l!'ig. 8:-, - J<1111nnue le Filiberto.

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r 1500 - 1600 f<"Ìrt.una ma con ogni l10nesta arte si possi meglio trattenere la pace et schiuai· la guerra et voleudo perci<J Ira gli altri ofl'iciali di detta militia deputar de commissari de l'artigliaria li quali siano persone felleli SHgacci vigilanli et esperimentate nelle cose <li guena acciò cllè rneg'lio sappino corne conuerrà et sec~mdo le occagioni che si prescntarano esseg'nir quel tanto, elle tla noì o vero dal generale d'essa artigliaria, o altri cavi cli eletta militia a chi spetterà, circa il maneggio d'essa artigliaria. Et essendo informati da peffotH~ flegne. cl i fede flllili conos(·endo molto bene per diverse prone la folleltà esfHèl'Ìtètlila vigilnn?.n delle cose militari et altre belle qnalith del diletlo 110:a-tro l',wlo Hic-io, ,:il:tesn. :111cor;1 lfl. sincen1 atl'etione elle mostra :sempre al serYitio nostro e'/.! parso costitnirlo et deputarlo si come per Jc patenti cli nostra certa scie11za lo costituiamo et deputiamo commissario di nostra artigliaria con li honori privilegg-i J1rt1t·og'ative com111odità irnnrnnitlt preminenze diritti et eariche t'l1e a t:i.l grndo aspettrrno et conYeng0110 cl1e soleuono hauer et h:u1ern11110 gli altri commissarii de nostra mtiglh1ria et co11 li stipendii a parte stabiliti 11el li1>1·0 del soldo ili detta nostra militia, a nostro bcueplacito con che egli fnrh. e.I debito ginrnmento. Per tanto nrnnrli :rnw et commandiaroo a tutti nostri minist1·i offid11li vassalli smlrliti el ma:,;,;ima mente al generale di detta artigli aria cnpi di ilei.la mili Lia et nltri a. quali spl~tJn·à d11~ ossernino ,t. f:l('ciano ossC'rnnr· i.ntierarnente IP paf-.en( i no:stre f' t che riconoscano il p1·edctto Paolo Ilicio per commissario di nostrn m"ligliari a r,ome da soµra senza alcuna tliflicolUt per qn:mto stimano cara 1:1 gra1 ia llGstr a, che tale è nos( n1 1mmte in Vercelli al primo d'aprile l;:i(;l.

'l'utti i 8ervir.i fm•ono 1·ipa1,tHi fra i ti-e gr:iutli eornandi: Piemonte, Sa,voia <! Hrc>8sa, Contea cli. Nizza, sotto la clirezione del Capitano Generale. Invece le fonderie, .le fa.L>bdche e tutto il materiale dipendeva,no dal Comrni8sario. I bornha,rdieri non aì'fff:rno nniforme, come non l'avevan o. del resto, le altre Armj, tnurne, in 1iarte, ln cn va llerin P ]e gnnrdie ciel I )uca. Anche i bombardieri, conw tnHe l<~ altre truppe. non lrnrrn o caserma fissa -- e non l'ananuo fìHo a Vittorio Amedeo II : es:-:e :;;;; senono, volta a volta, di alloggiamenti tli fortuna. Come si è detto, non ahhinrno troYato i docnmenti c.he ci pel'rnettano di indicnre lri data esatta della, nomina, del Bernezzo di. Rossana a, Ca,pitano Generale delle al'tiglie1·ie. CPrt:o egli era in cal'ica il l° ma1•r,o 1;,72, perchè in tnle data il Dm·a. << Qprès a1wir hen snr ce Fadu:is et; cleliberation de notre tre8 cher bien amé cf, fcal J cnn Jacqnr/: Rerncch sr-ig11eur de Hossane cappitaine -

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(' ..\Pl'l'A1'I f>El\EHALI DELLE AltTIGL11mrn SABAUDE

artillerie n, co11cede a Giovanni e Claudio Poysat il diritto di rnccogliere salnitro; ma, è assai probabile che il Hossa,11:1, a,vesse assunto il comando dell'Artiglieria fin dai primis 111 issimi anni dopo il l'itorno di E1mmuele Filiberto negli Stati aviti e conseguente riorganizzazione dell'esercito, : cioò intorno al 1560. Al Bernezzo di Rossana succede Benedetto Cacherano di Bricherasio (pressapoco irrico11oscihile nei documenti scritti in fra,ncese, dove il suo nome appare nella seguente grafia : Bcgnoist Quaquerand de Hriqne1·at !). Credhl,mo interessante pubblicare nella sua integrità - e riprodurre anche in fac simile iJ decreto che ne fissa. lo stipendio.

91:11 eru,l (l<; uotro

Em. Filiberto per gr,rni,1 <li Dio Duca di Savoja PrineiiJt~ di l'it>moute elr-. :\ lii n~t~dori d : contatlori 1-\"PllPl",tli lli n ostr a g~·nte tli giwn:n fl l. 0 rli Vino n ,

e Sig. Diel-\"O Orti½ t'lr~ Pros. Salute. Aue ntlo noi. costituito et tlep11l:1l,o il m agnifico nostro f:aris;;imo Sig. D enedctt-0 Cacher:mo llelli Signori ,li Briclleras ver Cappitan Generale <li nosLt·a Artiglieria in tutti li Stati nostri et volentlo ch' egli lrnhbia l'istesso trattenim ento che ll:rne11a il fi'l Signor d i Rossana suo predecessore in detto Ufficio. Per le 11resenU Vi ort'liniamo et comnuwd iamo che habbiate da assentare sopra il libro d1~l solclo d i detta gente di guerrn il fletto Signor di Hdd1eras in libre cento et una et soldi dil~d ogni mese cioè libre T1ouanta per lui a dodici paghe l'anno el libre undici soldi dieci al suo serivano a clicci paghe l'an no, facen· dogl,i fare le sue libnrnze et pagamenti ai suoi. debiti tempi eominciando al primo gion10 tlel 111ese lli settcrnbr e prossimo passar,,, et continuando durant e nostro beneplacito senza ditticoU.r1 nlNmn. chè t::l lc è nostra mente. Data iL 'l'urino a li none d i nouemh r e i\L D. settantaquattro PHi:LIBEIC'l'

FA1:1a ('?)

Vto STllOrPA

Il documento porta in margine l'a,nnotazione tontabil e: « Alli vee<l or et cont aclor lli :.tHRPnl:n· il Signor di Brichcr as in libre 101 soldi 10 il mese, cioè libre BO per I II i n rlorliei paghe et libre 11 soldi lO pet· suo scriuano cominciando il p. 0 di ,;etl:emhr e >>. (Raccolta Patenti Ducali 1560-H314, Vol. II, n . 103).

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Fig. SO - Patente di Emanuele Filiberto per la nomina di B enedetto Oache rano di Bricherasio a Capitano Generale di Artiglieria (1574).


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01 TOIO.\O

EmaJtude Filibcl't".o si i:tdo1_>en~ i n <:ess.1nterucntc ad numc11f:1n~ il 11u111cro e migliora.r e Ja qu a lit:'l, dei suoi pezzi. Già, al suo 1·i Iorno in Pah-fa , 1m possiede una, discreta quantità, in pa1·te prove ni cn ti dal padre, iu pai·tc recati seco, come bo ttino, dalle ;,!;IWJ·re di .Fia11dra. Ma molti altri se ne procura in segnito impadroucndosi d i 1pwlli fra11 c:esi, ma11 IDano c he le ti-upp c di li;n1·ko IT sgombrano i lcrritor-i sab,Hldi, e facendone costruì.re llellè :-;11c fonc'lerie. f'rn queste, le pi-ime due er~1no a Vc1-cclli f\ a Mom111elia no. 11 Dnca,, pur hlgnu1dcndo codeste due fabbricl1c, n e 1:1·eò altre dne nuove : q uclla tli nor-go iu lfrcssa e (!Uella, imp01·fa11Lissima, di Torino. Valendosi d ell' opcn-1, <l i fou ditori di pri missim o or<line quali F1·aneesco Busca., A less,~11dr·o Resti, E1·eolP .Xignt, i Segurano, il Merelli, il Varn~Jli , sv iluppa. la fabb1·i ca-zio11e tlei pcr.,r,i , elci ]Jroictl ili , <ld le IJol veJ'i , a fl'm,ti , ca1Ti:1ggj, rne11 lre crea, .1.rtieri spccialh.zati per le a1·mi podati]i. Ormai t ntto qn •.mto :si rifc1·h,ce all 'annai1 1.ento vieue eostruito 11 ello Sh1to.

Egli cornven~ a nehe delle ca mpa.ne dagli Ugonotti francesi, Ìc! fa rompere per n.p;evolar11e il pa::;saggio attraNerso alle Alpi

·~ poi, iJt Piemont<\ l e fonde , cava11do11c moltissind cannoni. 1\ bbia.mo detto che pn.rticolare im portanza ha. fa fomleria di 'l'Ol'i11 0, situata pl'essa,poco dove si trova ora l:1 l'iazzctta n eale. fo <lata. 1S 11ovemhre 15fj0 Emanuele Filiherto 11omi n a fonditore il mihu1cse Fra,nce:seo H11sta con q11esta lettera pa.tente: E1mumelo J1'ilfberto ecc.

1'

1,;;;f.t>n,lo necessa rio per ditl'em,ione et presenrn lione dei nostr i Slal"! m,mir k 110:;;trc for t e:1.:1.e et prcsiclii di ,111 elle rnonltione ('be si co11 v1~ugono, ond e esF.emlo rartil\'lia ri:1. uno jnsti·omenlo dcli più eo111orli et nccess,ieij in simili uu.: agion i. H aue1110 g iuùkalu J1eu 0,1:1snrio dc pI"Oucllersl rli per son e et mac::;tt·i :.1p11rouati 11P.11"11 rl e d el fonder e P.I. gettare essa arl.igllaria, et esseut'lo jnfol'ma ti da pii: pP.rnonc d eg-iie tli fccle clella sulli<'icn:1.:1. intcgritit et esvericnza nell'art e del fonder e et· gettate a rtiglinr!e, et :il i.r e bonc qua lità del molto tlilelto n ostr o Fraucest~> P.nscn Milanese tig lio <li (Ho. An touio fonditore per sua Mnestà cat olil"a nel ::ltato di Milano con jl quale a ttesa sua sufficienza in tale arte essemlo~i l.ong:uuente esse rcitnt.o mer itamc11te pub chia marsi sufficiente, attesa 1mcora fa !i'iucera a ffe lione che mostra· al seruiUo nostro. C'è parso costituirlo et ']eputa rlo sico111e per queste di nostr;i r·erl:a scienza lo costit uiamo et deputiamo fon1litoi·e <lelle artigll arie ch e ei ocr:orre rù far fonder e et gettare in tutli li nostr i st ati sì di qua come de là tle monti. Sot to li IJa tti conuentioni e t capitoli quà sotto descritti.

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1500 - 1600 Primamcnte hauemo promesso et promelliamo per le presenti al detto Francesco Busea di farli accomodare d'un luogo per la fonderia foruaei et d i tutti li utensi Iij et ferramenti' necessari al esercitio di detto fonditore li quali utensilij poi ell e sarnnno stati consignati nelle 1nani cli esso fonditore, et fat tane la debita descritionc sm·à tenuto et ullligato restituirceli ad ogni nost ra rid1iesta. Secondo promettiamo al dello fonditore dc tutti li pe:r.:r.i di ui·tigliaria che ci consignarà reuscemlo boni nlla prona politi, riparati et netti de farli pagare libre otto e meza di rnunet.fl di Milano, che sono fiorini llolleei et grossi sette di moneta lii. Piemonte, per ogni cento libre de dodici once per libra la quale ai·tigliaria terremo per consignata ogni uoltn du~ ee la consignerà in tletla fondaria. 'l'crzo gli promettian10 farli comlnr t:ntto il rame quale ei oceorrerà f al' lauorarc in detta fondaria. Quarto assegniamo al detto fonditore per sua provisione et salario senti liol'ent.o nosl ri ogni mmo jncominciamlo H I 111·imo giorno del prossimo mese di Xhn~ quali vogliawo che gli siano pa~ati alla rata ogni mese mentl·c ci, seruirit rli fonditore come di sopra. Di più lo facciamo libero et esRl'!lllo da ogni dacito peaggio gabelle et altl"i c:urichi rP,1li et pen,onali ver tutti Ji uosld stati, mentre v,,1·ù ci ~••l'uirà eowe, cli sopra, et co;;ì il detto fonditore d lla promesso d se obliga rli seruir bene et fidel11wnt.e, rli fondere qnaluuque s<H-te tl'arl.iglinria eo,;ì granda come piccola. che cl:i noi g-li s:nh <·oniess:i a cloner fondere et gel.I.are rii I1ona eompositionc et lega di metallo usando ver ,ma parl:e 1.uU:a la diligenza che sarà spe(lient:e acciò che esso meta.Ilo Ria lwn <'.Ompo:;;to J-Jen ligato et ben conclicionat o prima d1e se c;1ui llnlla formwe per g·ittarlo, et cli verrinar riparar et dili~enternente polir tuti li vez:r.i che fnbrk::uil et: hauerì1 da dar prima che si accettino ancora ehr. alln prona riescano honi et saldi et ancora che da la fonaatione se cauassero tanto belle nei:tc et salde che non hauessero bi~ogno cli venina et altrn rcparationc. Di più sarà tenuto esso fontlitore mettere tuUo lo stagno che sarà necessario nel fondere ncciò che il metallo sia ben legato et unito, et hauerà da consigm1rsi peso per peso li metalli che lla noi li saranno consignati per fomlei·e senza che si abbia T1iuna ragione nè tara a.I callo che poscia fare nel fondere et polire i pe:r.zi che si gitteranno et per ogni cento libre di rame raconsegnarsi altre cento libre d'artigliaria approuata come di sopra. ~arà ancora obligato detto fonditore rlarci tutti li pezzi che esso fondarà a la proua lli tre tiri per ciascaduno pezzo discaualcato con la meglior poluere da canon ehe si trouarà et che sarà giudicata douersi usar in batteria secondo l'ordinario che~ si debbe dar in simil prone fJer le qualità dei pezzi; et di più sarà tenut-0 fare residenza nel luogo che da noi gli sarà ordinato et stabilito. l\fandrmdo adunche et comandando a tutti nosfri Ministri, officiali, vassalli, suddi ti, et altri a quali spetterà che ossernino et faccino o:-:seruare intieramente le J)rescnti nostre al predetto Francesco Rnsca facendolo godere delle imunità et essentionii sudettc . ... Dnte in Vercelli :1lli XViij cli nonembre 15GO.

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ED .ILTRI ,,·o:-.mTOIH D[ ,\I:TIGLU:1:rn

l•'1·n1H:e:,;c:o llusc:a figura assai spesso nei conti dei tesorieri g('11(·1·nli P in c1m~11i degli n1Jiciali d'a.1'tiglieria, : ]e ultime note i11h•:-:h1tc in suo nome sono del J07G. l l 20 gcruiaio 15Gl E1nam1ele Filiberto nomina. il genovese ,:apitano Giaeomo :Merello smTnintendcntc delle fonderie d ell'ar(ig lic1·ia, (iucale <tl di qua e nl di lù dai monti, mentre è confermato in c:u·ita., eorne fonditore, il Busc-a; e qui potrehhe nascere (]Ualc:he dnhbio intorno alla natun1 delle due cariche, cioè se il sopraintendente fos:-se, come pa.ncbbc logico, supel'iore a.I foncE tore. _Ma, il decreto specifica le diverse attribuzioni. « C'P 11arno, per euitar ogni con fusione et controycr;;ia che tra essi potesse oceorr<~n~ dieli in rnr si eo111e per le presenti dichiariamo esser mente nost ra cli c il pretlettu cavila110 11IPrdlo oH n ! h1. ~upPr i11l<~ml t->ni-,:-1 a lui g-ii: eonc_·ess:1 nella qual e resta come prima , habbia particolarmente a eadeo sno le fou dar ie di 11ostni. :irtigliaria de tutti nostri paesi dc la cla monti jns icmc con il eontaclo lli :Niz:.1n, n-~st,1mlo :il Mil,iru~se (Hu~<·ti) il pae:-;e tutto cli t]lW da rno11ti, eon el 11, però esso .i\frn:llo 1vsti obbligato d , sullo 1msto alti mede8illli p:i[Ji P!. condii.loni 11ui sol.I.o llllll<·!:-iHi, s,11110 111 qm-•sla pnrt e el1e egli si c<mte11teril. (li tl leci s o lli !

nrnneo per ogni eento lihre

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In sostanza pare che il Hmwa dìrige s:c;e ]e fahhrid1e di <:m1noni iu fiemo11te e il ·Men.!llo in Savoia e a };izza. B pel' csa11rire questo argomento, nominiamo alcuni altri fomlitori al se1·vizio dello Staio saùaudo fino alhi Jinc del secolo, cioè anche dopo la scompar1-,a di I· mairnp]e Pililwrto. Nel 15SG sono fonditor i deJJ' artiglieria ductile Segurano cl'Or_-mea e suo Jiglio Antonio, come risulta da. un mandato di pa gn mento, in cla.tn 28 clie,~mhre di tale a nno, di :t2:i libbre, rn soldi e fi dinari. Antonio 'nrnore n l~xillef': n,!l l5t1:1, pare in seguito acl un incicJenle avvenuto , u,ppu11to, du1·,1-1d.e u11a ro11ù.Ha; ,~ l'a,lllw Rnccessivo il padre rimirne acc<~cato: in seguito alJa quale scia gura gli viern! assegnata, eoll patente de l 27 maggio a firm:1 dc·ll'lnfante Caterina, una pen sion e cli 15 scudi al mese; mentr e j l lfi ottohre (lelJo SIP:-;RO :11lll0 l'lnfante gli fn, pagare la SOHtlll;t di sdrniladnccentocinqna,ntaduc libre, ancorn. clovn1·e a lui <>d ;i( figlio Antonio come residno di stipendio a pnrtirc dal 15S7. Nel Hi97 ai clne Seg:urano succ<>de Giovanni l'iJotto. di Niz. 7,a,, che presta. g:inrnmento nelle rnaui del Capitm10 Genernl e dì Artiglieria. -

4.91 -


1500 · l60i)

Federico Vanelli, luganese, ri,nane lungamente al f.lerv1z10 de1Ja Casa, Savoia quale « fonditore g(~rn~rale delle artiglierie sal;a.ncle al di l:ì, cl(~i monti)>, come risulta. d,~ una lettera patente in dafa ~;{ luglio 15S!J con man dato di 800 libre per il compenso agli operai che lavorano a,Jla fonderia di Mommeliano, per acquisto di carbone ed altre cose uecessarie a detta :fonderia,. U1ù, un'altra, somma di. HOU Jil>re gli era stata veri,;a,ta il mei:;e preeelle11 te pe1· fal>bricazione cli gra.1rnte. l 11 data 7 gingno 1G97 abbia,mo un mandato - firmato da.I Co11Le Ma1·ti11e11go, (;.:tValiere dell'Online e Luogotenente Ue1w· ralc di Sua. Altezza, - per la somma di clnecento seudi d'oro da im1Jiegarsi nelh~ fabbeica;r,ione cli dm-' cannoni. Lo stesso amrn, i11 <:lat.1, 1:-i ottohl'<\ il Vn,ne]]i ricen~, eorne l'ieompenf.ln, straordi· 11ni-ia, ])(--\I' i Fmoi servizi, uu <10110 <li :300 S<:ndi d'oro, eon lettera, pat(!Htc molto Jm,i11ghiera i n c11i <~ qualHicato « primo fonditol'e <l'iu·tig:liPria, >); e :Joo <Jncatoni ric(~ve, pure a titolo cli dono, J"au110 ,1,ppre:-:so. Sel lGOO pre11cle p;1,l'fp :1Jla ,lif'Psn, (li Monnnc li,1110 conti·o J<Jurieo TV P, i11sieme co1 Ca,pitano Robert, clifend(~ b1·illnu l!'1nPute hl p<wta eletta di <'h.n11h(~ry eonti·o ln sr.alata tentatn <lal 11ernico il n agosto. Il V:.rnelli eoutiu 11a a vi man ere a,l Rervizio dei SaNoia fino al l li20. dising·uen<losi SP-rnprP, non solo cou1e fabbricantP. di <·au· no11i, ma, ;-wch<~ eouw co1nbatte11 te e ingegner<-\ militar e : e ha conH~ a:-::-:idui e diretti collaboratori i figli Giovanni e Ugo <~ un I iornPlli<·o VnHeJJi, suo pa1·e11tf~. cni tras1ndLe la proprìn, art<~ di fonditove. Q.nali Rono le bocche da fnoco maggiormente ili uso in Pie· rno11h\ sotto E1n,rn11elc Pililwrto? ~<~couclo il già. citato La. l:'ontaill(~ (!)i8eo11rs s11r lo fo11/;e, le m.onf;(l,ge et; l'eq·wi1nge rle l"a,rt'ill1rie) <~ il f:hislieri ('l'ratto.to 8ill7r: fortijìeaz ioni), i pezzi pi.ù fre· qtre1demcn te costruiti erauo di t1·e specie: a) falco11r:IIJ, el1c pcsavnno 18(;0 Jibbre, tiravano palle di G lihhre e costavano 20G scudi; li) ,11w.zz'irian11011i (die molti eonfondono col sag1°0): pel-avano :1720 lihhre, tir,nano pallP. di 12 libbre e costavano ~92 i'-iCllfli; e) co luhrimi, clw pesavnno 4440 libln·(~, portavano palle di 1J e coRta.vano 450 scudi. -492~


BOCCHE DA FUOCO DI (,)!\·IANurnLl•: FILIBERTO

Ma altre bocche da fuoco si costruivano pure nelle fonderie di Emanuele Filiberto: zwtrfori che pesavano 3!)20 libbre e a vevano 7 piedi e 4 oncie di lunghezza, scnr.a contare le camere; , nosch ctti e cer1:elletti che tiravano palle cla 1 libbra e eostavano 65 scudi. Tutti questi pe7,;r,i erano in brnuzo, ehe ~- secornlo il La Fontaine ~ era generalmente composto di filO parti di rame e 25 di sta,gno. Cn iuveutal'io fatto a YercdJì il '.20 ~·t:unaio J:i(i:3 :.:i dù p re senti in qnella piazza dieic~ssette pez;r,i, di cui: 4 cannoni, 2 mezzi cannoni, G quarti cannoni , 4 :,.;agri <1 ~ faleoni . Rmannele Filiberto dittonde anche llelle sue truppe i ' uso delle pistole, che egli ha visto adoperare <lai (( raitri )), archi l.n 1gfori tedeschi a, rnvallo neila, battaglia, di He1tty (1534) eomc risulta dalle sue stesse parole: << A\nts j'cimn1e& -,;e11ir en n rnfor t <lescUts Esp(if7nols le conte rfo f:foh:7im i ru et c·w1:oya1ncs dcu .rcen s reytres de scs gcns) qu i sout arquelrusiers à clwrnf at0ecque de8 pistoles et nrm es noire:s )}. Il Dnca promettt~ premi a dii si pl'op011e di trasforrnare i l fel'ro in rame rosso. e promulga p1·0,·ve<lim<>nti in favore dei faL,hricanti di poh-ere. J~ dd 9 febhraio L:iT,::i Fonlinc col q11al e Ema 1rnele Filiberto accorda a Gi ncomiuo Coardo , abitante in A sti, j J priv ilcgi o di raccog·lic~re sal.ui! ri e fahbrknrf' polvere, e farn,! comrncrdo ne11e parti dello Stato appositamente indicate e ;;:otto condizioni prescritte. 'l'a,le pr-iYilPgio « s ' iuteuderù. per il termiue cli due ~wni prossimi anenirf', comidando clalla flata delli present.i e cla fìnil'e in simil g'ion10, e più oltre al nostro l.Jencplacito, et qnesto sotto 1a penu contenuta nf>lln proibitione fatta l ' an n o mille cinquecento sessanta. sette alli veuliclne di marzo}) <'cc . : provvedimento col qùale probabilmente si s tabiliva Ja privativa dello Stato f.:n11a rn(:eolla del snlnitro (" f.:nl1a fauùricaiione ;l<'lle polveri. Più oltre il doenment·o rontinna : Et p er oYi;n-e a molti abnsi et inr·om-enienti, ,:iccomc ,;i:11110 in[orm:11·i contimrnlllente nascono e vo11110 accadere contra la mente nm;tra, e dc' qua li ,;i causano molti interessi ctichinrimno et ma11tllm110 chf~ il già detto r:onrdo w ,11 p<1ssa dar licenza :t persona alcuna cle lavor:-ll· llt>l snlniiro, o far polve 1·e 111·lli ò.ctti luoghi sal,·o a!Jbin dnt:o sicura pnwa di cnp:wil:'i n e l fabbricare po ln ·1·p davanti all 1111 giudice rlel luogo.

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1500 - lGOO Co111111,111rli:u110 a ù eU i ::;indici, huolll.iui et comu11il it ove oce-0rre1·it al predetto Coardo e suoi di andare a lnvorare che eg-Ii lrnbbiano da d:u· un luogo commoclo J)er rafl.ìnar gli sa l11i Ll'i eon dar e ceù,-1ri et altre cose ueeessarie a tal arte senza premio a lcuno ... Cmict~di:11110 Inoltre ,11 ùeUo Coanlo lice11r.;1, d. fa coltà di liberamente con1lnr fuori elci dominio uo«I l'O I utta que l la ,Ìm1ul.ità rli polvere et salnitro che a ù es,;o occorrerà senza pagar cforitto o gabella.

Da ultimo si p em1ettc a n cora ai sudditi di poi-tare a1·mi <.li· fnisive, eccezion fatta per cc li ùalcs tr ini » et « archibugi de 1·ota >>. ~òta iu propos ito il ]>uboin, pazientissimo· raccoglitore dt>l inonurnenta,lc corpus dei docurnmiti imùaudi , che non consta, che. pI"ima del r egno di Emanneh~ 1"iliùe1-to, in Piemon te si fosse i- i::-;ervato allo Stato il privilegio di fn.hhrica.re polvere e di ra<:eog licrc il i;;all1itro che ne era il principale elemento. Si può am:;i. ,wguire dai pr ovvedimenti cma,na.ti a lalc · scopo da quel Prind pe che non vi esisle:,;se i11nauzi a,.le 1111 monopolio. l~d iufo.tti, HPl divido_. da lni fallo 11ei p1-imi ,u111i tlPl s uo r egno, di raccogliere salnitro e L1·al'lo fuo1·i dello Stato, non s'accenna ad aknn privi lf:g'io a uteriorc, nè a d a.icu11a pi-ivativa, c011 r,e~sa per la, fablJ1·ie;1, dc•Ue poherj : tè}rni <: lte s i i-;arebbet o cc1·t:rn1c11 f.e fr1tti, se fossPro e~istite prPcedcnti 01•c1irnrnzc del geH <•1·e. T>kc~ il decreto i11 questione : « P er degni rispetti concernenti nostro servìtio uogliamo esser fatto vuhblico bando in tutti li luogh i fli 1101,tro domiulo che 11ess 1111a persona di qualsivoglia grado et conclitione ehc si pre!mma coglier s:1 lnil.ro ne estn1herlo cla uoslri 8tati in modo alcun,) senza espressa licenza no~tn1 sotto pena a chi <'Ollt r:U:arà fli perpetua gnlcra et di conlì1<<'n tionc clr!I he ne che si tro11f' rì1 h,rne re. clel quale la metù s arà llell'a c:u satore et il rei;to di uostra C,rniera Perlnnto mancliaroo n. tutti nostri Ministri, Offici ali et snclùiti , ehe oi:;scrnino la presente, f8cenf1ola pubbliurt· a voce di cride ne' luoghi e rnot.li soliti, nC'docchè nissm10 possa allegar ig noranza. E. P1nunmT.

Il 17 magg'io 1i>7G, con lettera, patente, Emanuele FiJi.hP,rto, come già a l Coardo_. ri1mova ai fra tclli .Tean e Clan de l)oysa ts cli Hourg en Eresse j] privilegio di 1·nccogliere salnitro e fabhricnl'e polve1·e a i di là delJe .Alpi , « do1111ant -tout JJou,voi-r a,itsdit8 frèr As Po-isats ile /aire cwillir et amasser par lml-rs com,m,ù.1, qu,'il.ç <U1mteront, les d'its sa,Zpetres et pou,lilre8 pa,r to-ns fos lieua; qf, J)laccs)) . -

4.04 -

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l•'.IJ:IIHlCAX'l'I Ul l 'OLVERE - LE PAG HE

C!1ws1i l'l'a k lli P oysat s, fra, pal'entesi , dovevano essere spil'i 1i :1lq 11a11 to tnr ùolenti, tanto che li troviamo spesso alle prese , ·1111 I.i g·j 11:stizia; e Giovarmi è anche condannato per essersi ,·~ p,·1>sso con qua lche ... disinvoltura sul conto di Sua E ccellenza i I I' 1·01:111·atore Generale della Contea del Gc11evese. I >i a rn10 in a nno, nei registri degli ordini d ucali, si leggono 110 111i1H~ di eapi bombardieri, di maistri d 'ascia, di gentiluomini d; al'tig-lieria, << assc11ti >> di fonditori, di horn bardieri per j ,ai·i pn!sidi, d 'archibugieri, d i polYerh,ti, di condottie1·i di artiglie1·i;1,. di servitori e controllori delle m1mi:doni <.fa, guerra,. L'entità maggiore o minore della paga n on sempre conis pon de a.lla maggiore o minore impo1·ta nza che si attribuisce alle varie cariche; t uttavia contribuisce a darcene un concetto. Non i;a1·ù, dunque fuori l uogo rflevare alcune pagh e dell'epoca,. Abhi::nno visto ch e il Sig. Cach'erano di. B1·ichernsio, nomin ato Capitfl.no Gen erale nel 157G, ,weva n ovanta libre (cioè trenta scudi) ogni mese ; altrettanto avr:), il magnifico « Oa va,liere de nofitra Helig'ion <> de Santo Maurizio et La,zzaro Don Giuseppe Oambjani rl ei Rig.ri dj Roffia >> che, nominato da, Carlo Emanuele I, succe· de1·ù a,l Ca,ch erano il 5 ottobre 1580. Per rima-nere nelJ 'anno 1575, Ludovico Berganza, cannoniere nel Castello di Nizza, <~ nomin ato Commissario di m·tiglicria, « et volendo accrescergli di qual che cosa, il suo trattenimento» gli viene assegnata una. paga di fictte ~cndi di tre libre a,J mese; ment.r,~ dnque scudi, cioè quindici iibre, l'iceve Cesare Inviziato, assunto nello stesso giorno a lla ca,r ica, di « condottiero di a,rtiglieria )). l ln mesé e me;,;zo più tardi ~Jesfier Giovanni Fra,llcesco Lupo è nominato controllore cl' art.iglieria e guardiano delle munizioni a Pinerolo, con otto scudi al mese; e n el luglio dello stesso a.nno Luigi Tii.glione assume la ca,rica di 1·icevi tore dell 'a1·tiglieria nella, stessa città, con paga <.li cinque scudi di tre libre ogni mese. Nella stessa, epoca ad uno stampatore di libri, chia mato da Firenze, il Duca a.ssegna un e< trattenimento>> di venti scudi a l mese 1 cioè nn a pn,~a di molto super ior e a, (JUella, di totti g1i ufficiali e funzionari d' A l'tigliel'ia fin qui nominati, ad eccezione del Capitano GencraJe ! Abbiamo qetto delle fonderje di grossi cannoni costit uite <.l al -

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1500 - lGOO J >uca.: ricordiamo ~~ucora che ,egli si compiaccnl di la,/ornrd, pre parando cou le proprie malli polvel'i e altri ·fuochi di guena, di:,;egmuu.lo modelli e costruendo armi: vi è memoria: scritta ùi can111: <.li archibu gio fabbricate personalm ente da lui. TI gentiluomo spagnolo 'l'olomeo di Molignano, nel suo Lil1 1:J rl<' cavalleria enUtulato El ca,wlleru R esple11Clor, del 15ù2, co.si par-fa del nuca di Savoia: e< /k ju stas, del 7>0rtaleças, d e 8itio:s, rfo pc1·svect-iva,.~, <le cosas de y11c1-ra y siinlldes t ieu c; ·1t0 so1amc11te la, teorica mas la 1nis1na e87Wrie11uia »l11son111 1a egli sa, esser-e iu1che un in gegHere cd ui1 01wraio, <~ - se pe1· nn lato si 1·iaJlan:in. (:oi gmii Ycl'sa.Uli. del Qnattrn e C in qne<:ent.o - per l'a,llro sP111hrn uua fignl'a moder11issimu , lru<·<:iatfl, di tutLo tondo clnll a t unrnUuosa vita d'oggi., animata dalla ft- bbre di conoscenza e di c1·ca,d o nn propria d el nostrn ~eeolo. U mL perfetta, ol'ga11izzazio11< \ Lld IJomlJarclieri i:::iriì. poi cl-feti. ua ta (l a s uo figlio C;i rio Bm.11111(.. ie 1. ehe gli SlH:eedcrù, nd I:-i~O; ma. Em:wuele Filibc1·to - fra la11ti ul!t·i nltissirni m eriti - - iia a nc h e (J tWllo di essersi r·onl i11w1111e11te intere~sa to tlell' .-\l·I igli1~1·ia, 11ou solo eome e:1po tli ~!alo e l:011urndm1!.e supremo dell' E"erci.to, m a a,nelu~ <:ome Lee11 i eo e studioso, pe1· la s ua, pus!-iiOBP ver::;o Lul.le le i::cieHze di ('OSt1·11zio11e e falil11·i<-nzio11e . .Pu1· 1n·oteggenclo t utte le arLi, egli p1·ediligc l'nrc:hitt.>ltura; r·hìama all;,L sn,1 Corte Fn1ueesco Orologi e l<'t>1·1·ni1t(~ Yilclli (coi q 11a.li stmlia, nuovi trncciati di piazze fort.i, di · tenapi elli, rivellini , s<·arpe e controscar pe <~ disegna. nuove forme di ctmkoli, cli mine e con iTominc) e il g1·a11de Pn.eciotto a e ni si dcv(\ la Cittadella di Torino. Qna.ntun q ue esorbiti un poco tlal1a 1101': iT:1, 11mle1·ia , ci pia ct: d i riportare qui i brtLui sa limiti dcll' I 11 stro1n<; 11to Ili apJJa l to 7Jer ln co:,lrllzionc della C ittadell<t di 'fori1wy firmato rfol Dm::1: La Cnme1·a Dncale d ei C onti 1we11do messo al p nhblico rn eanto 1:i, fabln·ica clel la, Cittn.dPl.ia d: Toi-illo s u q tH·~ta Ja:-:c : « 1m1r a~lia tli mattoni a libre l'inque et 1;old i noye Il tn1tmcco line,1!1<; f11tella. di vietr e n lir e tre et soldi di c:· iotto il t ra1J11 cc o parimeuti lincalc; et il <'.a~,anw nto ùt>i fossi a lir e iluc et Holdi sedici · Il tr:thucco cubato, come più ampiamente !<i YC'fl clc per <letta d e lilJt~rntionc fatta nella camer a llncalc Il Yige::;imo primo g io rno di ap1·ilc prnsRimmncnt<~ pas,;:11·0 >l ccc... (, 11011 pi·el{RO

avendo l 'appaltatore, maestl'o Ilntti::;ta ,·cl'èla ,li Guncll'ia, Lugano, ndc>mpil o nll'oltùligo nssnnto. :-:'inizial'o110 con al -

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p ,ueecllie, le tra.tla.t ive. I capitoJi mi1:ano sistematicamente la mism·a e ht mole tfol

J:1 \' Ol'O. ( 'o:,;Ì :-

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(< J1 111urn sarà spessr) tanto rli sot to '}u ant o di s:opra quatt ro piedi rnmrn a~ li, et. li c:o utraft'orti, et la radice sanwno cli piedi tre et più e meno u>mc s arà ordiualo flall'Jngegnere .... (( Li fondamenti snranno rl' u n piede e lllC'.tzo a duoi , di J>ii1 tli esso muro .... « La Jlluraglia de' fondamenti la qual sarà s0Lt9 tena si d ebbia far di pie• tra sola senr,a matloni, 1mrchè sia ben ligata con buona calcina. « Si haverà a lavOl'at'e in detta fabbrica a cento cazuole a ssor t ite con quèsl o numero dc' maestri muratori, oper atori , carri et altri lavoratol"i et h,tru~ 111c•11ti dw si 1·ichlcd e1·:rnuo per fo rnii· aùbas tanza le su clcUr~ Cènto cazuole. Et occorn>.n<lo che Sua Altezza volesse affr ettare la fahri ea, s aranno l.cn nti di te~ nere sino a (luccento cazuole, essendoli qu esto intimnto per qulnclici giorni prima. « .... l'iù che ·s i faranno dentro la fabbrica nelll parapetti, nelle cope;tinè,' nelle scale, nelle lnmaghe, nelle porte, nelle canno11iere, uelli con itlol , sortite et altri edlticii. ... più che li mattoni che si impiegheranno alla d etta f abbrica sar:mno della medesima misura et proportione di ( Ile erano li mattoni cbe già a li:, fortifk3tion e rli questa <:ill:it di Turino furono impiegati et messi in oper a, et saranno ben CC'tti et buoni.... più si è convenuto che ln 08:;;ervnnza di tutte le p1·cdet.te cose i suddetti maestri saranno t enuti di rlar buona · ~t sufficiente sigurtà coi soi clebiti approbat.od per hl somma rlc tre millia scnr!l 1:li' tre libre l'uno. J~. PHil., lltE!IT, »

E ma,uucle Filiberto non è solo uu magnifi1:o soldato ccl il g-e11i.LIP. 1·iforma.to1·e dello Stato e creatore delle fo1•t.uue cli Casa Savoia ; è anche - come si direl.)bc oggi - nu uomo di sciemia ed u11 t.,~énico, anirn.ato pc1: tutta la vita da giovanile, ine- · ~a urihile cnriosit.ì,, quasi diremmo 1w1:essità di apprender e le n 11ovB il1 venzio11i ·del genio 1.nna no, specialmente nel campo scienti lirn. Vorrern 1110 dii-e che egli è il perfetto uomo rnpprè~eùt:{ ' t irn ùe1 Rinasc:imcnto nelle p eculiari car atteristielic della stirp'.! pi emon tese: n :1,11el1<~ 11ella storia, dell' Artiglieria gli spe,tta un po~fo d 'ouore. Il Jongo regn o di Carlo E manuele I si s volge a. <:,'1V~,11o fr,a ii seeolo XVT <> X-V II: noi veclremo più a mpia mente nel _capi,; to]o ~11ccessi vo le Fme imprese militari. Qni ri limitiamo a f ,\re

.,_ ')')

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49'7 -


1500 .

rnoo

rnpido cc~nno delJ'azione dell'Artiglieria in alcuni fatti ch1rmi -woltisi prima del 1600, e ad esporre sommariamente, riportando qualche documento, le varie tappe dell'ordinamento dc>l· l'Arma. I'rincipe :Ù1imoso, coito, sagace, di alti sensi e di tempra. vigorosa, Carlo Emanuele I, memore della sorte toccata all'Avo Carlo 111, preferisce i rischi della guerra al quieto viverfl imbelle della ne'utrnlità e svolge un arditissimo gior,o fra i due c.:.olossi rivali Frnnda e Spagna. Nel 1588, fervendo la guerra civile fra cattolici e ugonotti, il Duca si accosta alla Spagna e affronta mm guerra decennale, moltiplicando nel limite del po;.;sibile le forze millta,ri del suo pover·o e picco]o Stato. Non potendo tentare subito la conquista, di Ginevra, attacca il Marchesato di_ Saluzzo. Il l° ottobre Giuseppe Cambiano di Rullia, Generale dell'Artiglieria, bomba. rda il castello dì Carmagnoja, il quale uon può 1·esistere più di tre giorni al tiro delle bocche da, fnoco sabamie. Occupata Saluzzo, il Duc:a si porta couLro la R.ot;c.:,a, di Revel lo, fino tLllora, consicle1·ata quasi ÙiJp1·endihile, la fnlrnina con qnn.ttr·ornila, colpi di cannone, Ja ç:ostriuge alla. resa. Sono d1rn schiette vittorie del1'1htigìicria, nm molto più impol'tanle e sig-nifir,a.tiva t~ l'e:,:pugnnzione di H1·icherasio, com~Jh~ta sei anni più tardi, nel 1594, a.llorchò, ilopo varfo vicende bdlii:lw, ·ed esseùdo sa.lito sul t1·mw di Frand n, Rnrieo IV di N n ~'ìJÌ'r·;, Ca.1'1'~ ' Ttri1annele, 8ernpre animato dalla -fcJ·1nt~ volontà, di (;òeìiia,re a.ai )i't-1oi Stati tutti gli sfnwieri invasori e llSUl'patori, a~ticca risòh1tamente i Pranc,~si. 1 • ·scrjvoiio ;G. l3ra:gng·nolo ed E. J-lotta.z7,i. nella stupelldn ope1 r~1::1 1ii' ri'petn taine;1te· <'.Ìtata, 'l'ori1w 11.r:lla slorùi rlel l'ù>m.cntc e d)Jtazl~ : << Dominav,1 q ~1esto luogo (Bricllerasi o) l'imboccatura, ae{P~liìr.c e t]Ùi~'di·:~strùiva ìl passo alpino del Colle della, Croce, dte mette Ùi comunicazione H Piemonte col Delfinato. I Francesi, che l'avevano occupato nel 1592, pensarono a fortifica,r]o formidabilmente con « belleva,rdi <li f;erra., 8Ì ma provvist-i talnù,nte 'di le,q,n,i _gros8i e di travi e ài sacchi di terra - scriveva il Dlica, - nfw '1wn vf (!iova nè ca.nonate, nè zappe, et conviene ctmsnrnarfo a, po.cd o, poco et non ta.nto risigo che è l:roppo )) . Il 11;\

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498 __:_

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I


-

L A l'RIC8A DI IIRI<.:m ,;RAS IO

L1,i:;d jg nit·1·es, ch e :weva v,~glhtto sui lavori , n e andava superbo p

vi aYeva fatto trn s poT'tare cannoni e col nl,rine ». Il 17 ~ettcmhre in c:ominr,ia l ' investimento, n, c ni attendono

-

I

rr

J<'ig . ST - Di segn o cfollu fo1·tczza di Bri<:lierasio,

eseguito d a Cn rlo J<:rnu-

rnu~le I.

p:11·ti<:ola1·m,~11 (e il wule di Sanfront (che, u ndici a,nni più tardi, doveva essere ìiomiuato Generale dell'A rtiglicrfa,) e l 'illustre ai'chitctto Ascanio Vj tto7,7,i, I lavod si s vol gono con attività febbrile, .nonos tan te l'i1ic:lenu:nza dclln. stagione e la pioggia incessa nte : e heH presLo dieci pe7,zi ineomincia no a battere un la.t o clPlla pia.r.r.a) men tre a.lLre otLo bocche da fuoco battono u n a l lr <1 fi:111 co . .Il 80, essendo ormai a pcr·t a, u ua, larga breccia., i Piemontesi ma1·ciano a,ll'a,ttaeco clm·m1te il fJUale r iful ge fl cor a ggio di :F'ilippo di Savoi a,, figlio di JDma.nuele Filiberto e fratellas l r o di Dado Emanu·ele. L a, piazzaforte è prcs[I, e i Francesi

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49!) -


1500 - 1600

deYOJIO eifugia1·si nella cittadella, contro la 'quale Uarlo Emanuele concentra ora, i tiri delle artiglierie, :fin che il i3 ot~obre ~tnche la cittadella, non potendo più a lungo sostenere l'incessante bombardamento, si ancndc. L'impresa ebbe larghisshna eco in tutb1 Italia e all'estero; e specialmeute fu accolta con giubilo in Spagna (allora alleata col PiemouLe) dove << l'aJlegrezza. della presa di Bricherasio era stata krnLa che non si snpeva clw da un pezzo iu qua si havesse avuto nuova di maggior gusto>>, e con dolore a Parigi dove si ùìssc che l:1 perdita di Hl'ichen1sio rovinava grandemente gl'interesRi frarn.:esi iu Italia, perclH~ auche le ultime fortezze di Mira boc:co e di Ca,vour sarebbero presto cadut..e nelle mani del nernko (e così infatti n,yvenne). B fu in R<>guito alla conqnista di Hricher,1Rio -- conquista dov nta css<~TlZialmen te alle a1·tiglierie - che Carlo Emanuele l f.i chiamato « il PoliorcPte )), doè e~pug11atore di dt:tà,. Fin dall'inizio d<>l Regno, il Principe si occupa attivanrnnte f-' direttamente d.c ll' A 1·tig-lierla eurandone i problemi massimi e m1n1m1.

]~eco m1 ctliHo del gennaio 1581 (AI"Ch. di s_ di Torino: Sez. I; Intcnd. Gcn. di Art. :Mazw 1): cc Carlo l<lmanuele , per gratia cli rno duca di S:1voja, Prcncipc cli Piemonte etc. Essendo informati che akuni clei nostri sudditi si ritronano almer delle balle di canone et altre balle ll'nrtiglìeria et volendo cl1e si retirino nelli nostri magazeni. Per le presenti comnnclialllo aù ogni persona che si t:roui hauer delle predette balle d' :1rtiglif~rin r·he gli clcbbn consi!P)are n.l mnnitionicr<:> di essa o a c:hi snrh deputato sopra l'artiglieria nerii preHirlij più vicini sotto pena di cento se11<l i Pt ('li) frn nn m0i-.,1 ,lopp,, l:t pubblicazione rtelle pr!c'senti. Il quale lllnnitioniero gli pagara a prei.io rngionpuole. Mamlamlo al Copitan nostro di Giustizin che fuccia p11l>hliear le presenti che tnle è nostra mente. Date in Turino alli t r e tli <lennaro M D ottanta uno>>.

In seguito al qua,le ordine, controfirmato dal famoso Pingon procancelliere , il Capita.no di Giustizia, « a richiesta del Signor Don Giuseppe Ca.mbiani, Generale di artiglieria di S. A. )), dù precise istruzioni in proposito_ Il 26 gennaio dello stesso anno il Duca proibisce ai 1wivati (li << eRtrarre metalli atti a fare artiglierie, rami. lottoni (ottoni), -JiOO -

.!...,,


L G FUJ:Zii: DELL'.\HTI G 1,rn1u A l'lKMOK'.l.' ESE

lwo11zi , ecc.». B in un aHro editto ùel 24 ottobre Carlo Ema.vulc11do noi che la n'o'st'ì:a fon cleri;~, resti p1·oueduta del me tallo che bisogna pc1· giettare a rtiglieria » ordina la consegna :1 I <C Magnifico Consigliere e Capitano Ge11c1·a le di .Nostra, Arti· glieria , il Oaua liere Don Gins1~ppe Camhiani dei Signori di. H,nflhL di tutti i meb.1,ll i a,tti a fare artiglierie e partic<ilarmente d.i campane roLte >>. ·· 'l'ali onlinauze s'o110 fre.q,neu ti (i"Lg1i Archivi u c troviamo un:\ rna11oscritta,, con fil-~a a.ntpgrafa, çlrl 13 marzo Hi02), come fre · tJllCJ1Lj sono gli editti che proibisa-0no a i privati di ahha,ttere, ~e11,1a pl'e'vei11tivd ·permèsso, :o lmi e altri Jeg-ni adatti a costruire affm:ti (e< li Hos<:lrn,rni per l ' a rtiglieria »). 111wlc (<

lHi t{Ìlàli forze disi>mieva l'Ai-tiglicria pien10ntese alla flue del secolo XVl? ~in mo i11 g;i-n<lo di d spondere con precisione r1 h;.I<' ,rl1.i,11._i,n1la ripo1·t a 11<lo p er ùjs[:cF:o un ili le1·eRRaniissin10 docu · mento : nH cJcg-;rnl<! volnme ril cg·a to f\ stc111 111ato ehe s i con~ s<.11·va ngli :\1·d1ivi cli ~ta,to di Toi-in,} (~ezioue I ; Intend. Gen. cli Ar-tiglie1·ia: Voi. A déli:donn le; Mar,1,0 I). \Tp1·a111<mte il doc1111teJ1{0 1• del HiO~. doè a pprn·tieue a.l Recolo successivo, ma anche qll(~st n, volta, t o rn e g·i;ì, a h bi,Hn o i'utto e f ,wm no 1·ipdu ta,mento, c1·Pflin mo oppo1' tnno non l:uida r·ci irnp1·i g-io11a,re in st.1'<~tti vin· e<di r-l onolo~iri , qu:w .do 1111n, rag-io11evole f\ discreta Jihertù, ci consentn cli <.lare meno imperfe Un,incnte la visi one cleg-li svilup pi cl<•ll ' A.rtiglierin, in nn determinal o p P-i·iodo. l1tL :-;i.t:unr,ione (lei.le ho<:<'h<~ <la· fuoco pi<~montesi nei primis · F:i111i anni cl el Reic1•11to n on v o{.eva evi<leu te 111ente eRsere molto diversa <.fa q11clln clelln. fi11e 1fol Oiuq u<:c-en to ~- pos siamo quindi inscril'P. qni l 'inventario, i11 modo da chiudere logica.mP.n te il pnr·ngrnfo de<li <'.ato n.l fo a r(i gli<~l'ir. Ra.baoac n el r;;r.c. XVT. IL (lor,11m,•11to t• inl·ito1ato: << Inventari o di tnt tc lr ,111rniLio11 i RÌ cl:1 g11 P1T:t che> <ln Yi 11e 1·i 1' lw :1 l prese n ( e Ri 1·i (Tonn.110 111• i Fo1·i-i ili PiPmont<>, Co 11l a do •li N ir,r,a e Sa.vojn , fatto tl'orfli1 1: • d; ~ 11a J\ll1•zzn NPJ'.Hm a .1,l Rig11or Gonev1, at"om 1di Cauoi· <: :1 · J<' H·ZW Hmrn rro11e(li!:01·c (fonera,le dip11 tato Roprn esRi for i.i )) . (.-\ hhinmo yi s {o elw il r rovvNli tore aveva a,pp1mto aincl1e J'irn: n.· rko di vig;ifa,J'P. Rnllf' <:on cli :doni del rnatP-rinl P.) .

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501 -


1;;00 - HiGO

PIEMONTE

Cittti ,l'i Torino: dismontat.i Canoni fr,mt·e~i l> Canoni ducali )) Mt-•:r.:r.i c_:nr1<H1j J'nrnf:esi )) 1fozzi canoni ducali )) Quart.i (]i canoni francesi )) Quarti tli l'allOJIÌ ducali )) ~ngt·i fra11ceRi )) Sagd ducali )l Ji'alconctti )) Mortaretti di metallo

26 3 r,

lllOllLali nH~tl io1·n~111P11le ))

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2 4fi 1

43

Mortaretti (li ferro

(Jiin1w.qnolt1, :

2 mezzi canoni montati ti i nuovo U t1uarti di c:rnone tra q1rnrtri e tondi montati ma;,Tanwnte !tbi b a cassia nuova gli mnncu rode (1110le) e chi ha l'f)(le manca cassia) ~ :-;agri fra montati e disruontati. Li sudctti tutti cioè quarti cli cano11c e sagl'i, a tutti gli conviene proueùere di qualche t'<->Ha che vi uurnea. 40 n10:;wlteU.oni tli ùron:r.o.

Ounco: 2 doJ)lJi e:rnoni smontati uT1 quarlo di eanone montato un mezzo canone smontato e un quarto, · rlel l\'lard1f~f<f! d'E~t·e . ·3 quarti montati 2 sagri » 2 falconctti )) 1 sagro smontato 2 sagri e un falconet.to rotto 2 sagri smontati in terra, del Marchese d'Este 7 smerigli di bronzo smontati 2 ùornbanie MnnN1.no enehiare, cnricadure e corctagg1. Dcmonlc:

2 quarti rinfor:r.ati e montn ti

(; smerigl i 2 JJetnrdi 48 1remxmeUi (1) da fuoco 7 granate 2 tromhe da fuoco. (l) Non conosdmno il significato rli (]nesto vocabolo.

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502 -

i

)


Jl\Vl·).\"'l'AHÌ lJKl,U:

uocctrn

DA l•'UOCO 1~ l'll!l.\10:S.TJ•;

Uor;r;u· S11a,1·vc ra:

C 'è ima [lrnvvista di munì.toni, rna u. \UH.:ano

pezzi.

t;a,lu.;z·o ; 2 sal-(ri 111011tati magramente 1 faleoudl.o montato ti moschettoni di bromm e 1 di ferro

2 smtèrigli smontati l i<:!Wllo; 4 sagri montati

l petardo un numero irn1ireeisato cli rnoseheU i. ildiraboG :

1 granata cli. brour..o 1 mortaretto di ferro A,piyliwu.a:

2 smerigli smonta I.i

s.

Mari11. 1U s,,.,...~a,: 1 doppio c:mone 2 mezzi 2 qnarti ?, l'lagri 4 fa1·coni 2 farconctti G smerigli di brm1zo 2 erod1iettoni (1).

l,n mormior va.n e o non han ruote o non han casse o van bene tna a. con!!iziu11« di ... non toccarli: Il cannone di tJlla.ranta sta bene, stando ·sopra 1U luogo.

s.

/1'rwwcsco so1n·(1 Susa :

7 mo:;;chettoni di ferro lunghi a. cavalletto 2 fnrcnnetti dì bron7.0. Pinerolo: 1 canone francei,e da libbre 60 (va fornito di tutto!) ?, mezzi canoni francesi, due forniti mediocremente e nno senza ruote 4 quarti di canone francesi R canoni ducali cla libbre 50, cli cui due sono montati e uno, detto il ccCa.rlone ll, va rimontato 2 canoni fhm1enghi (certamente appartenenti al .bottino rli li'ianrTra.-<li. Em.a· miele F'-iUbcrto)

(1) Vedi nota precedente.

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503-


1500 - 1600 1 mezzo canone chiamato

<< Carlo

V

J)

(aw.:Jic questo vro bubilment c bottino

tl ·1 /1'iruuJ. rn)

2 ~ng1·i lìame nghi 4

moianc

l bombarda di ferro.

In tutto 24, ollre a dodici rnosdHèl.l:oui di bronzo. Giaglione e Sa,n Giorgio : Vi si trovano munizioni ma niente pezzi. San Luiy-i in 17al Perosa : 4 moschettoni 5 trnmbe da fuoeo. H .tta,frunca :

2 quarti di canone, uno con l'arma cli S. A. Ser enissima e uno con l'arma in1pt:!riale.

B en e (Vagienna) : Mezzo eauone smontato 2 (}l lfl tl.i id. 2 sagri smontati e rotti C'o,u or ( C:l Hrn l') :

:! c annoni grossi smontati 3 s agri ,;moulu ti

1 piccolo fal conctto montato. Fossano:

l canone d a 60 libn, malall1cnte 2 quarti cli <:anone smontati.

m0Ht}1to

;r

_._, +\rrivatg . ,n , q.n.çstp ,p\11~to, il dor.uip1~pt.o si in terrom Jl<' ju Jllf;,tl~h ,11,im ,_fa<;,ilmente spiegabile, cioè il voh1rne (:ontinua, pe r molte pag-inc, ognun a. delle qual1 è intestata ad mm città o piazr.aforte duca.le; ma lo spa;,,io che dovrebbe essere riempito, c ome nelle pagine pr<~r.edent.i , dnll'elenco delle boccli e da fuoco e d elle munizioni, è vuoto. Non ci par fuori d'opera indicare qui anche codeste locaiit,t rim~,~~f· :: ,il1 N1,riho1, 1:~~~,o, p~r _c1:11'!:l al lettore un qna,d ro com p1eto delle città, dei borghi e dei fortj in cni si innervava la for,;j;a, m,i,li t}u·e,;dei ,Savoia,,_.,. ,-, ,, ,, . t • 1 Pe1· eiò ehe 1.:oucerne il Piemonte abbiamo ancora B1rnca, Nf:f~n;x,,J1tio 'cl'i 'Caslcllò'cÌi Susa; Mondovì, Cherasco, ViJJanova d'Asti, Chieri, Vercelli, Chivasso, Tvrea, Donnaz, Hard, ~onjovet. Si JX LSS~L poi al Contado di Nizza che cornpnmde: Caf.:tello di ~izza., Forte cli Villafranca, Forte di Monta.lbano, Ezt1, La 1

~'u'sa::

-504

~


DISLOC'AZ JO;s; E Ili

I\OCCim DA l•'UOCO c;AB.-\. lJ U1!1

'I'oi-liia, Sa1tt' Ague8e, Saorgio, 'l'emla, Gilclta, 'l'odone e Seros; Cigala,, l'oggetta, Lai1zetto. B infine alla Savoja, con qnest.e pia:-;zc forti (rispettiamo la g1·afia dell'epoca) : "tllomiliano, M:ioleus, La Charbonera, Les E lingc, Chan:tùeri, Conf1e1rn, San Gioan, San L'Andrea, S. Michel. .Non essendo assolutarnent<~ concepibile che fossero sprovvis te di hor:d1e da, fooco cittù cornr~ Vercelli e Nfaza e pm1 ti h n portanti come Cherasco o 'l'c11da, :se ne deduce che l'inventa,rio sin 1·imasto incompleto anche per qnanto riguarda. la semplice inèlka.:r.ione delle piazze : for-se per sopraggiunte còmplicar,ioni bellielw o mutamenti negli organismi direttivi 110n fu condotto a termine. Comunque, anche così, esso(~ assai int(~ressant:e: IJO!l solo ci offre 1m qnaclro, se pur parziale, deJle bocche da fuoco ducali, ma dimostra come queste fossero di vnrie provenienze: parte costruite in patria, parte franr:csi o fia.m minghc, cioè originaria 11,_(' 11 te appartenenti a, nemici o alleati.

9. La seconda breve dominazione francese su Genova all'inizio del Cinquecento - Le artiglierie della Repubblica - Inventari di fortezze liguri - La compagnia dei bombardieri - Campagne di Montoggio e di Corsica - 1547-1552 - Panorama delle artiglierie genovesi nello scorc•o fra il secolo XVI e il XVII.

L<~ vicende della, R(~1·oll(la <fominnzione fra11ceF<c, all'ini½io del Cinquecento, segnano un'era di transizione fra l'antiro :urna,rnento e l'adozi.orn\ generale dell'artiglieria. Cresce st1·aon1inariamente il numero delle hoc:che da fnor'.o mentre le grosse ba.lcRtre va.nno in disuso: fatto, questo, che Ri pnò cornita.t al'e con sultando i iari invental'i clic avanza.no fnt le poche carte super stiti di quell'epoca movinrnnta,ta. Oomparvel'o allora, specialmente nella 1111ova fortezza della Briglia,, i primi esemplari cli rr artiglier-ie moclerne )), cioè i cannoni fusi nel bronzo, tra panati, muniti di orecchioni ed tHlRe, e, naturalmente, ad avancarica.. Questi. pe:,;:-;i erano sistemati su affusti a, cosPf\ provvisti di -

505 -


... li'>OO - H:ìOO

ruote intenambiabili e atte a permettere un facile trasporto su qualunque terreno. Inoltre, sotto Luigi XII, si era iniziata l'unificazione dei calibri e la classifica dei pezzi secondo l'uso da essi richiesto : la g1·ancle riforma non doveva però essere compiuta pe1· la Fran eia che sotto i regni di Francesco I e di Enrico II ; e per la Spagna sotto Carlo V. Con quest,~ nuova artiglieria, si erano guarniti i due forti che costituì v:1110 per i Fram:esi Je chiavi ,li Genova: la Briglia e il c~1stellctto. In confronto di essa, qual'era il materiale d'origine geiwvese'! Non sarebbe [acile precisarlo minutamente, ma tutto autorizza ad a,fft~r11;:11·e ehe si trattava di un materiale scarso, anti-

,.

Fig. 88 - Cannone francese di Luigi XII Ctf>08), (~m l'impresa del Porcospino, usnlo i11 Liguria verso la mctit del secolo XVI.

,,/, quato e non omogeneo. Quando i Genovesi ins01·sm·o ripetutamente contro il presidio francese, opposero ai cannoni serpentini, ai sr~gri, ai falconi, ai morta.ri dei Governatori, le loro vecchie bombarde, dne del1e quali erano state poste in batteria su spaHi improvvisa.ti nelle località, occupate og·gi da Via Garibaldi e salita di R. Riro. 1~: noto che tanto la Briglia come il Castelletto, dopo molte vieende, caddero in potere dei Genovesi fra il 1507 e il 1514. :N"oteremo solo che, mentre tutto l'assedio della Briglia fu effettuato dall'artiglieria navale, qnello del Castelletto fu opera -

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AR'l'IG'LIER!E LIG URi

delle hom barde, con risultati mediocri quanto all'eflicaefo d el tiro. J1a eon la 1·esa delle due fortezze il materiale genovese venne ;i,,J a.tne),,cersi stnwrdinai·iamente in numero e specia]mente in e!Tìcienza, per·chè pa.s sarono a far parte dell'armamento genoYese parecchie do;r,zine di cannoni francesi. Il Giustiniani è esplicito al riguardo : « Si convem1e il CasteJlano (della Briglia) col ltuca (Ottavia.no di C:.i1npofregoso) che .... renderia la fortezza con tu Lta l' A rtiglicria e: con tutte l'alt.re munizioni quali erano in quella)). 'l'a,le acquisto di guerra del 1514 doveva poi cost ituire il uudeo dell'artiglier·ia della nuova Repubblica nel 1528 (1).

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c:amwni francesi erano tutt'ora in uso i11 Liguria Vel'SO la metà del XVI sec:olo. Uno di e=-:si, che portava il nome di « Por('.Ospino >) 1wr l'emblema .::esclla,to sulh1 volata, nppa:rte1wvn a:d Andrea Doria e ~fl·vì all'assedio di ,~ fontoggio (1;117) 11 Pllc batterie ger1 oYesi. Colla sif,temaziorrn del nuovo GovcrHO Bella :Uepuhbliea (1;i2X) , il « Ma~istrato della guerra)) si occnpò delle l,~ve, delle Coinpaguie di guardie costfore, del presidio della Città, e sopratutto dell'armamento delle galere; 1na poco o punto delle artiglierie, r~ccezion fatta per quella na,yale ehe ,~hbe iu quel tempo a subire riforme e pc•1·1'eziorn11nenti irnporh1nti. L'esallle sonunnrio degli inventari di fortezze liguri mm:tra infat ti, negli a,nni snsseg·nenti al 1328, la più spic:cata manr.anza cli omoge1wHù, nell'armamento. Tnsieme ai eannoni, ni. mer,;r,i cannoni. bastarde, sagri , smerigli e falconetti, fig11 r a110 in i;;erYi,do ]e bouibarde i;;ni loro ceppi, mentre la mnni;r,ione in proiettili di pietra,, 110n solo bila11cia, ma eccede notevolmente q nella. rnctalliea. D'altronde si ha l ' impress:ione bea netta clw le deno · mina.zioni delle nuova artiglieda, altrove corrispondenti con <1ualche esat.lczza, in Lig-nrfa, fossc1·0 applkate con criteri rli grn,11de appros:s;imazio11e. Come spiegnre diversamente la, diffo. renzn notevole cli peso e di calibro fra dnc pezzi a,pparternml:i. nomjnalmente, alla, s:tessa, class:e? (1) Delle arliglieri<! francesi in uso in Cenoni esiste tutt'obt qu:ilche esf~m11lare nel JinHée ile l'A.n11é.e n Paril!i ,

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:507 -


1500 - 1600

P er illustrare questo concetto, che si r eputa fondamen tale i n una, storin, dell'artiglim·i.a, regiormle, si ripl'oducono qui appresso gli clementi più carat teristici trovati n el periodo 1540-54. Intor110 al 1543 esistevano in Genova: Nel Cnrnlicro (li S. Giorgio: uno mezo canone di 12 ca ntari, 35 rotoli (1) .\Ila Mnlap:iga un 1/ 2 can. di!) cantmi, ::lG rotoli .·\ S. Michele un c a unçne apparte ne1,le al 1'1·incipe qualle i fo rnimenti sono della Repubblica. A ~-. rro u l [IHO idem A l\fol:1paga i11em Al ::\folli m) ca 1111onc d f! I S. Principe quale si gama (sic) il Porcpspiuo quale il sealoni et soe rotte sono della Seren issima. 11:111,1 login (li Carignano uJ10 can011e llcl S' Principe dal CnYalc ro de lla F ox ié uno e a11one del S' 1-'1:incipe etc. .., ,,, :il Po ri il,(iolo uu:L b,rnL:ml :1 C. 10 R. eletto loco una hm;tanla )) 8 )) 36 )) )) 29 ,Teti-o loco - 1111:1 colo111brina !:I )) :Il l',Ì lasso una l /2 colo mbrin:1 22 )) 31 )) )) 20 a ~,111ta cntallna 1111 c:nmo11e 44

..

.L11o lfre se11½a 1n·<•c· isu,re hi Joca,li tù, prnbabilmente nei <.lepo)',iti sot to l'a,trio (lei l'.iln.½zo D11 ta.1e o al :Molo, risultavano: · 4 mcz11,i e:mnoni, ,·on pc&• v a riante dal :l:l ai 35 oi nt. 2 U:innoni e "12 s agri su i 12 c ant a ri l'uno.

Q.ncsti chtli frnmtnelltnri e i:Prtamcnte incompleti possono 1·a1Trontarsi con altri del 15131 : Canon uuo f '. O II canctn. et scalo11e n ovo ll a 22 C . 51 Rot. qu:i le e ra ne lo D a rse11ale . !tem alio a 1mcll :1l.o il Vi1 el lo come soJJra d e )) )) )) il Villa no con c:nn:t a e ~catoni )) )) )) il P.uffaro, :il Molo )) )) )) il L eone,. al Molo )) )) )) il Gi!Ion (sic) a l Molo 1 ] / 2 cannone 2 nn stardc - una clett.a (( La Mor a ))

c. 2:J H. 40 c. :il R. J.:t c. 54 R. 80 c. ii4 H. go C.

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508 -

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H ìV 11;N'l'AHI OI BOC:Cn E D,I l•'UOC(J G 1,: ~0VE:, (

.Le due lisic precedenti. vanno integra,te con qucst' nltro venta1-io del 1Gi>2, relativamente completo. Lisl:t delle a r tiglierie che sono al le porte e sopra le muraglie : Al Cavalero de St. Micl!ele: uno canon de C" 44 Al Ca valero de St. '.L'omaso: uno l / 2 canm1 d c >l 3() )) una lmstarda Alu ponta del Molo : ,13 )) uno 1/2 (::111 0 11 1k )) ;'>,) u na bastard a )) ]2 Ala Malapuga d 'alto: uno sagTo )) uno sn~ro 12 )) u no ca11ot1e 43 )) i)(; u11:t l,:1:,:t anl:1 uno (·:m11011c> >) 4!) Ala Malapagu :i baso: llllO 1/ 2 r-:UIOll l' )) 33 )) Ala piataforma del Molo : una hm;tarda )) uno sagro 13 )) 86 Ala villa del fr. Juliano Si1t11i: uno 1 / 2 canon )) 39 Sopra l a Cavu. uno 1/2 canon Al Cavaliere d cla Foxie et :ila C:IYa d a Portigiolo: ,, 1.1. u110 sagro

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Al Ca,-alier de Piet raminut:1. ~- -·

Al Cav:1lier e d i Moutegallel lo -

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CfJ Jl O n

col11111br ina bastnr!l a 1/2 columbrina uno N:tg:ro uno sag ro uuo sa:::-ro 1111, , -r,,kouc 11110 s:1g ro uno sng ro 11110 sagr o uno ra leouc uno f a leone nno ;,:i ~l'O

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Procede111Jo ad nn esnrn.r t e1.'.11ico ,fogli elementi documeuta,ri 11ui sopra viportati, vediamo 1wimn, tli tutto scomparire d(~liniti nuncnte le bombarde; le quali però sono ancora in uso nei lilolti e.n,te1li e forlilizi clcllc d1rn Riviere. In secondo luogo, troviamo stabilita una, classifica delle artiglierie che corrisponde, molto approsslmativarnente, a quella i,rt u's o negli altri Stali. Il eanno1Hi è 01·nwi il tipo norrnak di questa n,rtiglieria, ma i 1:ann011i elencati llegli inventari variano talmente di peso da trarlire le niù diverse proveuicnze. t:osì i pezzi denominati hasta,rde e mezzi cmrnoni. Solo i sa,gri appaio110 fabbricati, diremo, :.t serie, e Recom!o un dato progetto, perch<.~ le lol'o <liffercmze di peso non oltrepn:-;sano i limiti delle tare di fnsionr.. Egtmle osservazione può eRRere applicata ai fa.leoni ; non però alle c0Jubd11e. qneRte ullime erano notoriamcmte usate su lle galere e variavano molto in di niensioni , secondo il carattere dell'armamc11to na,yale. Fra i rannoni «genovesi)) appartc-menti al t'rincipe ritroviamo fjlWl « l'or eospino )) al qrn-l,le si è giù accennato : un pezzo cl1 e poteva avere :,o anni di Rervizio. Le denominazioni di Cf~rti alu·i pc:i;,d, come il << Hnfaro », il <<Leone)), il << Griff01w )), · il «Villano)), la « Mo1·a )), il <<Vi ·

510


... C/\lU'l"l' l•HU S' l.'lC Jll<J Dl 1•i,;zz1 CEKOVES I

Lello », tradis<.;ouo già la consuetud ine dei n omignoli da, parte dei L,ombardieri, che i ndubbiament e e da tempo costituivauo a Ge11ova un co1·po speciale. Riservandoci di parlare <li questo in seguito, torniamo pel momento a lle car atte1·istiche delle a rtiglier ie elen ca.te. 11 « Porcm,piuo )) ci olire un puuto di partenza per il confronto, non soJo coi per,r,i della stessa serie, ma con la media degli a.U1·i. Si l1·~Ltta di un esemplar e di artigliel'ia ad avau caJ·ica sta,bWt o sulla propo1·zione di 12 a 15 calibri di lunghezza, f uso in l>ronw, ·trapanato e alesa to . Gli orecchioni p ermettono il punta.,ucnto in alte:r,za e fl collocame11to su affusto ::i, cosce (scaloni n ei d ocumenti) a sala con ruota (carretta,). Le rnote sono sostituibili, e di diversi dia,m ctri. Gli orecchioni e Il sistema cl.i av:m carica costituiscono dunque a. quest'cpocn, la ca,ratte1·istica di modernità ìu con fronto aelle homoarde. Il materia lr, lmrnzo (m efa.Uo, nei d.o<.;umP.nf.i) disting-ue le n 1,1ove :::n·Ligliel'ie,11 011 ~olo p,~r la mate1·ia,, ma anche per la tecni_ca di costr irnion <~- Jn(a.tti le bombarde comdstevano 0J·d ina riaruer1te in m,a r i1mio.11e di doghe longitudinali, cel'chiate da an elli molto avvi c i 11a ti tl·~~ loro : tipica disposizione n elle « bom bar delle a bra gn. )) o a << mascoli )) dell e artiglierie n avali, di. cui si h anno fo,nti eRempi. A nc he le bomha.rde rnagg-iod a,veva.110, ordiuariamcn te. la stessa, conformazione. I mer,r,i cannoni er ano, a l'igore di. classifica, inferiori in peso , n1a non sempre in calibro, al cmmone. T sagri, adopera,ti anch e come a.1·tigli cl'ia campale, erano più ma.neµ;gr,vo li : l'at.ti vilà 1rnlFindustria bellica, a Genova, alla sc-'co11th1 •metù. del '500, :;,cmbra essersi :fissata e specializzata. 111 tale tipo. Le ba,sta.rdé ten cvar10 del canr1011e senza, caratteri predsi, sop1·a,tt ntto 11ci ra,pp01·ti del calibro a lln, lunghr.r,ia d 'anima. Tn fine, l ascia nòo da pa,rte le colubrine, rilevi.a mo che i falconi e i mosch etti costitnivauo in ce1·to modo l e a r tiglie rie l eggere, in cl iffércntemente usate a terra e a b ordo. Ma i moschetti Regna.vano forse l'unica eccezione a,ccerta,ta, a.: si stema, òi avancadci1. pi~1·chè 11Ì;;a,v:rno regofa,t·mcnte ìe bra_ryhe o m,a.scol'i iii dotazi011c per il ca,l'icam ento ; eran o allo1·n, jn em-

- nn -


1;:;ou - 1Goo brioue i p cr.r.i << a tirn ru,pùlo )), anche per il loro sistema, di punt.uue11to :su pcrllo a fo1·c:ellu. I sagri, d1e 11egli inventat·i genovesi mostrano ln, regolal'ità di cos truzione, n on casmùe ma. voluta,, si connettono con le prime o1iicinc delle quali i docurncnLi tfarchivio facciano menzione . All'infaio del XVI secolo, troviatuo ripetutamente H nome di una ·ramigli:1, r.he cs(~rcita tn1,1lizional111en(e l ' a.1·te della fon<lita di artiglierie. Si L1·alla dei ù ioanli o Giovan.li, ol'iginari deJla Rivfora di Levant<\ 1'01·se delht vallata di Uscio. un Giova,i·di, ve1·so la fine del 400, m·a già stabilito in Genova e irnpif:'gato nel1 ufficio di rno11eLa, ma il ver o fondatore òelle oflki11c è stato Wentificato dall'Afoi;c1·i in Grr.gol'io (rn. 1018), Fu Ul'(\gorio <3iovardi dw nel 1498, a llogatosi al ::\folo, presso ]a, 'forre dei Greci, fuse l e al"Li g.lforie per la fortez;za lli Sarzanello, da poco venuta in pole1·e dei Genove1-i. In seguilo (lfi07) egli concorse all' assedio del Cast,~lletto gittando homùarde in bron;r,o. A diffe1·e11za <la' s noi p1·ede<.:cs1-ori , il Giovar-di era specii.iJb:zato 11ella costrn;r,ione delle artiglierie , e Hon esercitava, laJe pro · fossi o ne occ-~i.sio11a,I mente_ D 'altronde, a l t:1·i m embri cli queski 1\uniglia e1·a110 c1idgrati a l{oina e N :1pol i, 1 c m olt(~ artiglierie portavano Ì11<:isa la, loro l'iigla. In Genova a, G rcg·orio snc<:CRRc L uchino, ~ÌlP \'('.l1ia 1no alla olficiun. del Molo trai:;fo1·mare in sngi-i i J\; ttami della cnrnpa11a, <li J>,ll:1zzo (1542). Associato e poi eontin natorc di Lnr.hino, r11 Dori110 il qua le, nel 1G78, tr:1sportù Je Rne foncledc immedi:1.t.amentc accant o aJla << Porta Siberia», e cioè n ell' ultima casa di via del Molo - ancora oggi esistenh~ - dove l avoravano ancl 1e i. Mr.rello. T Gioardi, i Merello e più tardi i Rocca e i Boeri. sono le dina.stie di ai-tetici che più si distinsero a Genova : 11c abbiamo già incontrati alcnni (frn, c n i nn Me1·ello al Rcrvizio del Duca di Savoia) : p:.H·ccchi al tri ne in contreremo in seguito. t <la notare ancora che, n ello stesso periodo. a, Savona , godeva. anche molta fama la famiglia Oahntt i o Ga.botto. Non hisop:na pf'rò immn~inare che per tutto i.l ':iOO qnestc offidne fosi-ir.ro organizzate con criteri scienti.fì ci. L ' empirismo r.ra accoppiato con l'hnitazione di r.semplari g:ià noti, sui quali si

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,\llTJGT,IF.RI E FONDITORL A GEKOVA

tentavano modificazioni e trasformazioni dett~tte da criteri di cirèostanza,. L'intiuenza spagnuola conseguente alla protezione di Carlo V apparve chiara verso la metà del 1500. L' <( ing·egnere milita1·e )) Gian :Maria Olgiato, al servi½io di D. Ferrante Gonr,ag·a, si recava spesso a Genova e si occupava di fortificazione. A lui, a,p punto, è dovuto il fortilizio del Molo {1552) chiamato poi <( :Porta Siberia,)), di cui si è fatto cenno dianzi, a proposito del1a fonderia del Gioardi. Nel H,48 l'Olgiato lasciava a Luchi 110 e a D01·ino ce1·t.e istrn½ioni. per la fondi.ta di sa,gTi, istrnzioni che dinotano nna, tenden za ad u11iforma1·si alla tecnica tanto progredifa deU'aI-tiglie1-ia. irnpe1·iale, la (lUale, come vedremo, sotto Carlo V, uer opera di fonditori fiarnmingì1i, avev ~L ottenuto la 1-igorosa. determilrnzione dei caliln·i e ]a conseguenLe cJassifica½ione di tutto il matn·iale d'armamento, cioè quell'omogeneizzazione e quella, regolare classifica, di capitale importan½a, che iu Francia. non si raggiunse se non più tardi, soUo Enrico Il. QneBte istruzioni dell' Olgtato sono dnnq11e 1111 s<~g·no dj tentntn riforma nelle costruzioni in Genova, ma non è lecito conclu(lf:re che tali 1·iforme aNcsscro effetto completo. l'er molto tempo, <·Gme vedren,o, g;li inventari accusa.no la non 01nogene'ilà del,le artiglicl'ie genoveRi e le più contradditorie esplica,zioni della, tPcnicn. C011tempon111enmcnte ai fonditori, eompaiono notizie sui bo1nl>anlieri. Qnei;;tj avevano finito pe.r co_1np01·re un Corpo miliLr.rizza.to « sni generis)), epperò non si può in alcun modo accornmrnrli con le altre rniliz.ie_ Erano degli esperf;i e dei f:ecnici, f>, (·orne t:.J.li_. rn·ei-1·ava.no irnliffe1·entemente il ]ol'o sel'vi7.ìo pa,Rsando da nu paese nll'nltro. Non abita.vano in comune, e Rpesso vivt>.yauo di nwi-tie1-i aflìui al loro, eRercitando l'arte del fabbro ù cìello i:::tngnai-o. Qnalche volta erano o provenivano dai fonditori , come i Merel lo di Genova,; un gran numcl'o era fornito da marinai che n bol'(lo avevano impa rato a. R<~rvirsi dell'artiglieria. Erano d1i:L· mnti («convocati))) <prnndo ve n'era la necessità, e pag:d·i. <r :, giornate)).

J>11 re, dopo il 1528, ei;;isteva nn «ruolo)) del loro Co1·po. -513 -


1500 - 1600

I bomln1,tdieri del GOO erano :111(:ora considerati u11 lJoco eorne alchimisti perchè si occupava110 di espel'ienze per ottenere le migliori polveri; altri vantavano segreti di leghe nella. f,ondita, nelle proporzioni delle cariche ed in altri particolari teenici. J<J ben na,turale che sussistesse tale empil'ismo, se si considera che in quest'epoca fa scien½a aveva a,ppm1a comiuciato, col '.rartag1ia, a studiare razionalmente le leggi del tiro. Comunque, non ostante e forse a causa di questo loro empfrismo, riuscivar10 spesso ~LbiEssimi. Ripi-oduciamo qui in exte11so un << Ruolo )j di Bombardieri, il1torno al 1550, per illustrare l a grande varietà di provenic1rna di. wloro che componevano il « Corpo >> :

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« Rollo clè Bombarderi: M 0 Jacobo da Corno - Capo M 0 Bernardin fiorentino - Giovanni Caf:t:alano - Jt'rancesco dalla Darsim~ - Nicolò di Treviso - Jaeobo Viuitiano - Filippo Bonfante - ,Jcr'.(mimo dala. Noce - Jeronimo de Langeto - Pie<:lro Boràon • Piedro Calvo - Batista Guarnero - llatista Gallo - Lucca 'l'orrigia - .t\icolò deli A lbe1ti - Anton da Lénrnto - Augustìn da Compiano . Guido :\ lbancizc - B::t~I ian Portugalcize - l\1:in'.o da Casti.11iou - Douii11icbo "l'udescho - Cor11el io d'Olanda • Wranco Vinitian - Georgi da Candia · Georgi Chiotto • Giacomo da Pillo - Gas1iar d'Arcr,0 - Piero Normando - Alberto da RaYcna - Dornini co da Canal - Matl1e Grci,;o - Gio: da Montcprondo - Giovll.n da Prato - Giorgio Suisero - J ernnimo I'0rtoghei,1r,. - Augustin Vernatill. cl a Rapalo - Ant.onio Agneizc.

Come si vede, 1,;n ~7 bornba,1·dier-i solo 13 ap1mrtenevano alla Liguria, ; gli altri 24 provenivano da diversi paesi cr [talia,, e molti anche dall'estero. Raramente compare il nome di famiglia; si cliimnano qnaF;i per ant0110masfa col nome di provenienza, ciò che acee11hrn il carattere speciale di quella ehe , più r,he una milizia, va r,on~ide'!;àta una cor1;on1,zione. ,, Bisognerù arrivare in pieno Seicento per trovare i bombm·dieri regolarmente irreggimentati. Attraverso ai documenti di Fina,nza, inventari, con (i (~te , possfahw trovare gli elementi ner,essari alla ricostruzione ideale dell 'e(jti'i paggiamento dell'artiglieria: sul finire del XVI secolo, ed an~he della vita dei bombardieri in servizio . Pra il 1540 e il HìOO la (<compagnia)) dei bombardieri ebbe a, pre8tare diìe servizi l'ltraordilrn,ri : all'assedio di Montoggio e -

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lli'l' l<:1.11,:1: ri,; t:J,;,'WVJ•:S J 11\ C0HS1CA

I< ALJ/ASSEDlO DI l\I01\TOGGIO

g11c·1Ta di Corsica. Non esisteva allora, come è noto, nes di,·isio11 e 1·cgolamcntare delle artigliede. quella, genovese poi s i li111itav;1 a usare, per il presidio delle coste e delle fortifica ,,,io11i , i tipi più svariati, di ogni provenienr.a e non di rado anti'I 11:i.l i, :-;ecomlo le opportunità IJellithe, rntt sopratutto secondo ]e 1•si gc•11r.e della fina111,a . ~olo l 'artiglieria navale era curata e tenuta a giorno d ei p<·•·[eziornunenti. Comunque, si des ume chiaramente da,ll'insieme delle n0Li1,ie documentarie che, fino agli inizi del XV II s<~colo, Genova non posse(Jeva una al'tig1ieria da carnpagna nel se11so tecnico dc·lla parola,, non solo, ma non a.veva nemmeno orga,nizr.ato 1111 :LdaLtarneuto, in tal senso, del rnatc~riale più leggero ed eterogc·11eo di cui disponeva. Le dne campagne anzidette provocarono un impiego occasionale ed empirh:o cli bocche da fuoco , scelte solo con il criterio della Lntsport~11Jilità. Vediamo così nd 1G47 mm trc-mtirm fra ean noni , bm,tar,)e e sagTi - tniscin ati faticol'mrneute da mute di. buoi requisiti, e con gli ttffusti smontati a, pa.rte - valil.:nre faLicmm.r nentc i mo11ti a, piccole g'Ì01'1Htte. Qnasi un mese impiegarono p er g'i1rngere isotto il Castr.llo di ~I011toggio . .l II Corsica le a,rtiglierie neeet:1sarie venivano sbarcate dalle gale1·c e montate sol posto in n,ffusti che dovevano fndiffer-entf'me11te ~:ervire pel' tipi diYersi. T homharclieri, ehia,maiti con << fo glio 1wrson:1,h~)) <lalln, vit.n, horgheim, si r ecarono a Montoggio indiyidualmen le. '1'01·1n e di <<guasta.tori)), anch'essi l'equisiti come i. huoi, a titolo di. con;ér:, preparavano le piazze p er le batterie là, dove 1· .Ingegnere Olgiato comandava; e pena,rono non poco anche a sistcrn:u·e I a, strada in certi pnn ti che riehiescro il picc011e e ia mina,. Ginnh1, l'ar tiglieria s ul sito, altri guastatori costruirono J~ ga hbionah\ e solo ai primi di rnaggi.o - mentre la spedizione era, :;; tn.(n, inir.iata n,lla lìnc cli nuw½o -- i homhardieri cominciarono pffottivnmente il loro la,voro. Il parco d ' assedio di l\fontog-gio si componeva di. unn, tren· tjna di pezzi: in complesso erano artiglierie relativa.mente rno <kr,w, cli lwonw, a orecchioni, e tirava no proiettili sferici di 111 ·1l:1.

s 1111a

--,- 515-,-


1500 - lGOO

frrro. Uno degli inconve11i.en ti che si fecero peesto i--entfre era !a differ enza dei calibri anche per uno stesso tipo: p. e. 11ei sagt·i. Og11i pezzo doveva conservare la. propria dotnzio11e, e c.111:111(10 l(~ mnnizio11i fallivano ln. 101·0 pr-c>eisa destinazione, il pezzo ,~ra ridotto al silerndo. Ciò accadde parecchie voHe durante l ':i:-.sed io . Uli aJfoi,;ti i11vecc c1·ano tomuni, costitniti ùa en or mi tnvo h111i di noce o eastagno, sagomati (scm·oni) e riuniti da trnverse. I/insieme e1·a sopportato ùa una sala JH~r cui passava, l' :1.sse d elle· ruote. Q11ei,d.e ,~i-:1.110 cata.tterizzate tia uri mozzo pesanlissimo, raggi i11flcsi;;i a ll 'estern o, cer·chione molto rohusto. Tulto l 'affu s to e le rnote eta 110 1·i 11 [or,1,a,ti dtL fcna ,11<-mta, bande, perni e bolloui. X on <1sisteva,110 (( 1:m,soni )> per munizioni, e ]a, r,n,rica di polvel'R ern tolta dil'dlnmeul.e da sa<:cbi ùi cuoio nei quali era Atata lnwn sat,1. d:ii l>ai-ili, focl1~1-ati di. raine, ehe ì:1 co nteneva.no usimlment<~. <; li til 1!mùJi consistevano nella << cuccldara, )>, nel « refofa. d(:1·0" e, nel lo «scovolo>>, c11wAti due i-iunìtì. Stllla stessa ni:-ta. L1111g-lH~ leve (p:ifarri) era.no fiistemalc, .i nsieme ai p1·eced<>11ti ntens ili , s11 1J 'affosto. Una cassc tLa alloga ta, a.Jl'cstremH.\ po si e 1·io1·c·. r,·a, gli « s<;u,ro1ii >>, 1:01ttenevn. una, dot~1.zio11e <li ferri: 1w1,1·I 1\II i. tenaglie, ccc. T'ti1· le L"iparazioni più importanti, una forgia, o fneina accom · p:1.gna.va ogni s<1zio11c ui sei peir,zi. Ln, carica, introdotta con l a cuccl1i a 1·a ne1Fa.11iuia,, vi vm1iva ealeata. Il proiettile, a sua volta , era 111a11l·e11uto con stoppacci di paglia. L'i11JJesco, consisteu t:e in polvere d'archibugio, nel focon e i-i acc,,11dcva <·on la miu:.ia. r,·he F:i cus(odiva arcesa. s n mm, lancia spedalc. Ri ndoprava anche la, pun ta anoventafa di qualche hrncia sec:011tlo l'uso dei bombardieri.

.

N cll'a.sF:Pclio di Monlogg'io, il compito as:,;cgnaJo a lle artiglier .ic genovei.i fu qnello di i::mantcllare il Castello, divenuto 1·ifugio

rl

dei supersliti della congiura di Gian Luigi li'ieschi. Il Castello era foeLiss.imo per la, poF:izio11e e pèl' l'arte, e pm:setleva, nna di sercta artiglieria. I cannoni clella R(~pubbli ca furono pfazzati c·o111c meglio si poteva fra quei dil'upi: la distanza miuima ottem1ta da.U'obbietl'ivo arrivava ad un miglio circa , e il tiro ri-

chiedeva forzatamente molta clcvazi011 e. -

516 -


L ·.\ :;:, 1,;0 10 DI i\10.\'TOGGlO

l,a (atti<'a dei bomba1·(]ie1·i genovesi, sotlo la direzioue teeufo:.1,

r·(·:--po11sahilith deLl'Olgiato, co11sisteva nel segare le cortine : 1 1111:1 (·cr·I a alte½½a, eomilwiando a hàttere replicatamente lungo 1111;1, ·1i,rea idea.le Lntet:1uta, un po' Ropra. Ia, sr:arpa. Conternpora11t•a11tcJ1t<\ i,d co11trobaLtevano i tiri dell'artiglieria degli assed i:d i, lelltamlo di Rrnontare i loro pezzi. (Juesta la teoria, : in pratica,, dopo 10 giorni di << batLerie >) (·011( irruc, le mura potevano dirsi appena intaccate. I franamenti (Ii materiale provoeati dal tiro si accnmulavà,no lungo le scarpate v formavano << rna,terasso )) ai tiri sopra,venienti. Si sciuparono < osi alcune migliaia. di proiettili, ta11 to che si dovettero mandare i raga.z.zi degli spny1wli Pd i rari contndini che si prcstrwano a qnes to scnizio, a l'ie uperare i proiettili fra, le maeerie rovinate. Questo lavoro avveniva cli notte, non scuza moleslie da pa.rLe degli assetliatL TI bila 11cio dell ',1.ssedio al 1;, giugno può riassumersi così: dne o tre morti, 1111 pezzo srnontalo in Castello, e qualche danno ll'errtiLù presso un torrione; nc~l <:ampo g-enove1,m, un bombardiere m:c:iso e qualche· ferito dallo seoppio cli due sagri e del cannone f1·niwPsc << il I'orc:01,q)ino l l. È vero che fo fanterie g·enovesi e spagnnole e11tra1'ono al 16 g·iugno in Castello, nm solamente per l ' astuzia di Agostino Spinola, generalissimo della Hepuhhliea, il c1uuJe si era valso di un tentntivo di ri volta dei soldati stipendiati da.i F'icschi per farsi aprire le portti e consegnare i ('.api . Dopo pirì di 10 mila, ca.111,onate, serivono i cronisti, rima.se n.11('.0l'a tanto della clil'ersa dd Cast ello da riclrie<Jen:, dopo la. re sa, d1w anni di n1ine per d emolirlo! Abbiamo eredn(.o bene dilungani in qm~sti particolari, per rliè essi tlam10 rm'idea di quello che e1·:1 l'a!l'liglieria e la vita dei homhm·(l i<~ri g-eHovesi verso la. metà, del seeolo XVI. 'l'ralascjamo di ripetere consimili documentazioni pe1· la gue1Ta di Corsiea, giaechè in essa fa pa,r te preponderante fn a.s:rnnt-n clall 'ar-tiglieria navale. Citiamo qui, nnzicl1<~ 1wl cnpi1olo Ruccessivo, un inventario completo d'artiglieria,, il primo che contenga divisione di seri·~ e qrrald1e particolare tec11ico: es:-;o appartiene al principio del 1·

l: 1

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317 - ·


l i'>OO - 1600

secolo XVll, rua pn ù dai-ci un quadro esatto dei prog rc:ssi. compi uti dalle ..wti g'lierie genovesi fra il .1 300 e il rnoo. <e 1616, a d i ;; (l'i L •u ylfo. l>i s linti<>nc llel 1111me r o , qua lità e p P.s11 d cll'arte llari a ch 'è nel maga:r.:r.eno di l'a l ;;izw a <·11r a e ca rico d i Nicolò Pino, ri visl a oggi per me Gio : F r a n cesl~l Sa bi 110 g iovane de Ca rH.:elle r ia, di com pag n ia di Ant onio P en sa fomlito r e. /1 e ffc d o rlc 1lichi :1 rm·l\ lii n n oYo ...... detti numeri qu a li I à e p eso cte.

Canoni N· 15 l"no duè con l ' arma d e la l{cpubb., seuza nu1u cro ln peso l Jn altro con d ella arma, se nza 1111 wero Un altro eon l'arma d i S. Giorgio Un alt r o co11 anua tur ches ca e rie la R etmbblica l"n a llL'o canon e con ar111n <le la Rcpubblil'fL Un altr o con dett a a r ma

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Smerigli con cassa de metallo cod,1 e cavalletto, che tirano ]Jalle de piPlrn.. C. 3 R. 45 )) 3 )) 55 )) 3 )) 60 :illa Yr~niiiana con cassa e cavalletto de feno, tut1.i con arma, che tirano palle de pietra c. .,., 1-t. ]''., Uuo elle si è t r oni lo pesare )) 2 » 80 un nllro ;-, )) l) 3

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Altri dei srnerig-1 i :.! Ila VenHimrn s1!nz,1. cassa nè cavalletto senz'arma che tirano palla di pietra U J10 che Ri è trovato pesare C. 4 R. 21 Un altro » 4 » Smerigli l·on c:issn de metallo, cavalletto, e coda d~ feno, che tirano palla de piombo, scnz'ar ma, che pesati si sono trovati all'infrascritto peso Uno c. 2 J-t. no )) )) l 4fi Uno nltro ))

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trovati come in appresso : Uno Un altro Una Lrombn di feno rntln, in peso rubbi 4 eirca

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i\ lf ,.., ri:.;I r ell o di :i I( ri 11e zzi

cli Art.ria ripartiti alle porte

dl' IJ;1 c ii lù, coml~ 11er nitra <le8tinazione. Canoni N. 4 - i\fezi canoni N. 12 Bastarde N. rn - }:,1 6 ri N. 6 Pcclricri N. 4 - Palconi N. 5 - Falconclli N. 1:; _ 11 1 munitionc l'ì'. 10:J In tutto N. l;,tl.

(!11csto iuveutarìo ci mostra uua classifica, quasi sistematica d1·1lc bot:.che da fuoco, uti]jz7,ando però molte delle vecd1ie desi-

g 11a-½ioni che avevano t:.ainbii:Lto il sigrlificato d'origine : in seco11do luogo rivela il g:ene1·ali½zarsi dell'uso di erLntarare) o mar-

c,.n·c, il peso tlelle singole ad,iglierie. (!uest' uso non rifletteva la. i·cc-11ica dell'arma: era un semplice controllo lìscale perchè il Jlftiniziou'ierc rU Pr1,la.-;;·zo) una specie dì ecoriomo capo, riceveva« in c-a.l'ico )) una datà sommà dì ca11Jru·i) peso in bronzo o in .ferro, come patrimonio rnefallico della << Ca.1nera )), ed era tenui.o a rispoll(lPre d,~lle variazioni che, p<!r qua,]u11q11e ragione, si veriJkas sero. Così, qm111do qualche pezzo Pra. r:1·cpaJo o corn1mque fuori di nso, il foudit:on~ rieeveva. dal Mnnizio11iere tanti cantarì di me-

tallo, aecusa11done ricevnta. . Nella nuova fusio1w si te1wva, conto del metallo fornito . Così il materiafo si trasformava, dapprium molto fonta.rnente, poi ph) ra1ridarne11Le, e mm qna.11titù di pez:d cinquecenteschi, che sareb· hP1·0 ogg;i pn·½iosi, ve1111ero disti·utti nella for·rna,, continuando, 11l'lla soshu1r,a., il 101·0 servi½io fiuo ~~gli 11ltimi anni della Repuhùlica. Alla fine del Ciuqnecento P. al prinr,1prn del Seicento com pare, o, meglio, si acce1it 11a,, il tipo del petriero che armava, indif ferentemente fo navi e le porte della citUl,. Si earicava, 11011 solo r,on gli antiehi proiettili sferici, ma specialmente con scatole, piPne <li ciottoli o di frammenti metallici. La funzione dèl petriero era propriamente quella, di « spazr,are

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data wua dagli assa,litori.

Si notano altresì gli smerigli e i moschetti a braga, anche questi nsa.ti pnre in marina. Er-a110 qnesti, agli ini½i del XVII secolo, i soli esemplari di artiglieria che a,vessero mantenuto il si stema a retrocarica,_ Negli scavi esegniti HPl Porto di Genova, nel ·t!)09 vemwro alla -

G21-


1500 - 1600

luce un esemplare di colubrina e due pctrieri della seconda metà del Cinquecento. La ' eolubriùa, opera assai pregevole, era evi · dentemente installata a bordo di una nave na,ufragata. I due pctrieri portano la sigla, di Papa Paolo lll, e sono « eantarati »; ma è difficile eoneludere se questa nave fosse genovese. Come esempJaxi facenti parte delle nostre collezioni, ci limitiamo a riprodurre qui le fotografie di due pezzi insieme ai loro dati: Falcone ò colubrinetta di Lronzu (tig. 89) : ghiera, della bocca a capitello, ornamento a rilievo a.Ila bocca, marca a fioroni al principio della vohua. Omato a ,fogli<~ d'acanto al cerchione di cn]attn. Còdolo a cono tronco. Ree. XVI. Ualibro o cm. Lun-

gbezza m. 1,9~. Un Remplice e8ame della forma, e della nrnrca ha permesso di attril.ntire questa _bocca da fuoco alla fonderia d<~gli Alberghetti : sia ad Alhel'g·hetto, sia ad Alessandro : in ogui caso nel 1" quarto del XVI secolo. L<~ foglie d'aeanlo hanno la stessa esecuzione di quelle che_ ornano un cannone conservato a v,~nezia. L'orna,to pressio n.l]a ghiera, di bocca rappresenta uno se udo araldico con teu ell te la fi g-ura, di un dragone alato, e coro11 ato fla volnta di fiamma. Il falcone era mm,to inditforentemente n terra conrn a bordo. A terra eostituiva « l'artiglieria da campagna Jl d'occasione, come si è avverato costantemente per Ge· nova. l'etriero in bronzo (fig. 90) : scudo con sigla sul primo rinfor,m, còdolo terminante a pomo. Calibro alla bocca 0,12 cm. Lunghezza rr1. 1,35. Peso 260 kg. circa. -522 -


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f,: 11110 d.ei tlu e petrieri gemelli, ri<:uper;1ti nel Porto, che don·I !crn :q,pnrtenere in odgine all'arliglieria Pontificia: la 1sigl:1 dd lo se udo va interpretata l)wultis Papa e si può trattare •li J.'aolo Hl o di Paolo IV. l'robabilmente, essi passarono a far p,1 l'I P dcll' Artig-lieria genovese per via di ae(1nisto, come il falf :01w v<meto. Il pe;,,r,o qni figurato porta indso presso allo scudo il suo peso: <;antara G, Rotoli (i. L' esempla1·c è sopratutto inte1·essn nte pel. l:onfronto f'.Ol c.fa;eguo che riproduciamo a fig. 94.

LP analogie sono evidenti: ahhfa.rno qui il tipo corrente nel XVI e XV 11 secolo.

IL Codice n' 3ml della, Raccolta l\lanoscrit.ti è forse l'unica

fonte, all' Arc·hivio di S(alo di Ger1ova,, che riguardi dfrettamente l'Artiglieria. Alcune incisioni in legno, che possono esse1·e della fin e del XVII secolo. sono staJc staccate e conservate a pflrte, come modelli. Una serie di diseg11i focnici rappresenta stucl'i di artiglierie, piani ed elevazioni : anche questi documenti risalgono al XVII secolo. I11fine una serie di studi della fine del XVIII seco1o rigua,rda esperienze e progetti di morta.i da bomba, con modifiche a,lla forma della c:nrnera,. Il Codice proviene evidentemente dalle cm·te, ora disperse, della Corporazione dei Bombardieri della Repubblica. Raduniamo qui ta,li illustrazioni grafiche riguardanti l'ar-523 -


1500 · lGOO

tigliei-ia geuovese dalla, fiHe del secolo XVI. alla metù del XVII: ( da, rilevare però che .Le figure 91, 92 e m Rono verisirnilmente tolte dal Collado. In ogni modo i disegni. servono per il con· fronto fra i due ilwentari. Il (lif.:egno n fig. 91 r:Ì,ppreRenta il tipo di cannone. (iuesto pezw è << c:amerato )). L'orrnnnentazione dei cerchioni è a foglia

l•'i ~·. tll - Vi:,;e;;n:i <.li ca1rno111-~.

d 'ac:n11to. Oli nteusili oedinal'i: scòcolo) <;11<:c/l/Ìaj<t) refula,dore1 hr la·, u:ia a fuoco sono pnre rapprese11tati. Ahhimno qui la figura più corn111ie dt>.lle artiglierie in mm lH'P:-iSO la Hcpubhlica. 11 disegno :1 fig. 92 preseuta ben dìRtinte IP caratteriRtiche dd.Lc colubrine. L'ornameu(a½ione 1~ a motivi stilh,r,ati cli fiamme, alte1·11ati con :rnelli di l'oglie (Facanto: ambedue i motivi ritornano 11elFinve11tario clel 1GG7, ed e:-;istevano già come tema orname11taJc in cannoni (:iuquecenteschi dell'epoca di Francesco I. ~\. clilforenza, del cannone, ciuesta col11hrina, non è << camerata)> .

.\ccanto a.lla fig-nrn sono rappl'cse11tati due tràpr111i da aleisare l'anima.

...


l'.\T!'l'I COL.\r:r

I)[

BOCCH E DA F UOC() G !lJ-'<'OVESr

Il confr011to di questa fignra di eoluln-ina con l'esemplare a tig. 89 prese11ta analogie evidenti, e prova elw fo prnpot_•zioni t1·a.cfo-,io11ali dell 'a 1·nw non avevn110 nrntaJo dal principio del se-

i

I

I I

Fig. fJ2 - Disegno cli colubrina.

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I

l

1

colo XVI, a cui il fn.lc:one va <:ertarnente asn·itto, mentre 1I disegno è della fin e-del sewlo, o ùel prindpio del XV ll. Il disegno a, fig. H3 l'apprescnta un petriero, co1·r·ispondent(~ :1 molti ,~sempl:-1,r·i con t<'1rnti 1wll 'T nvrnt:n·io 1(iH7 _ Dal c·.onfronto risultrL evidente la proporzione l'elatini delfa ca.nrcr~L al calibro : il poco spessore delle par·eti nella volata, l'apertm·a notevole del calitH·o. Si :-,piega quindi il minor peso di queste bocche da fuoco , apparentemente eoni.radditm\io neJl'lnvcntario ,c on quello di. ca.n noni e colubrine; cli molto minore bo<J<Jatnra. L'ormLim~11ta.zio11e 1\ netta mentn cJa.ssiea alla. volata: ghiera di foglie d'acanto e seanncllature longit1rclinali fingenti una ( 'O· lonna cui le ghiere di hoccn. SPl'Yono dn capitello.

-525-


lGOO - lGOO

Il bottone ùi culatta r·appresenta il muso di un cane, a fu ricopiato esattamente verso la, rnetù, del XVIII secolo, in Tin progetto di mortajo. Questo particolare prova come i disegni del Codice 3fl9 servirono per più secoli. agli studi degli ingegneri militari e dei bombardieri della Hepn hhlica.

Il disegno a, fìg. !14 <': un la,vor·o a mano l'Ozzamente esegui Io : forse studio di homl.mrdicri per prova d ' esame, forse progetto

Fig. 94 - Altro disegno di petriero.

d1 maestri fonditori. Corrisponde esattamente al pc;,,w riprodotto a fi.g. 90, al punto da sembr·arne la <:opia . -

526-


AT.1'BI f.'ONDI1'01tl LlGURI

Ln stesse osservazio11i si possono fare sulh~ nat ura del dise;.: 110 a lig . U5, eseguito s ullo stesso foglio, dm rappresenta una col 11 h1·i 11:1, s u afim;to. L a 11ola apposta in basso : (<l' 11:utore si proI 1·sln ctVcr overat-o se11 zr1, 'i necessari 111·0 1irù1,lu )) avvalorn l'ipofosi dc si 11; 1

I

i11

stronienti e cart(J, non aptratti di un esa.me di bom-

nl i ere. f,; inter essan tissima la O.gurnzione dell'affusto della quale, n cnova., non si possieclono a ltri esemplari. 'l'ali affusti erano

!

.

., ...: .

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.

. • ·.i

Fig. !);, - rnscgnu ili colubrl11 u su affusto.

sJH!<:ial i all'u~o di te1•r,1, di:f ferendo totalmente da q uelli di ma1·irn1. Ora il l',1 I.lo della q11asi. id.entità di questo p e½½O con fa co-

l

ln briuetta <foll a fig . S9 dimostra, chia,ramentc il comune impiego di queste a rtiglieri<~ come tcnestri e navali. I )'a lt ra pa1·le g li a ffu st i erano in qualcl1e modo inter ca mbiabili : quando, come qui, Ri trattava di mi affusto di terra, .1.-kevevn,, secoudo ln circosta n11,c, r.;annoni, o mezzi, o colubrine o a nc he fako11i: in quest' ult.imo (·.:1.i,;o frwm a,va l 'c:~r tiglierfa àa cum pagrn1,. P rima di. chiudere qu esto pa,r ag1·afo , crediamo opportuno fa re ,wcora u n cenno dei fonditod Jiguri. na.g li. stn cli dell' Ali:wri fìgura un Bian co, prohahile autore, non documentato pe1•ò , delle bombarde usa.te all 'a,ssedio fli Finale, e dell e a l'l"jg'lie1·i e che baUevano il « Ca-s telletto )). Cont emp<wanearnent e nl Bianco appaiono i nomi cli ferrai , stagna,r i, e altri occasiom1,li artefici di artiglierie, mentre la dinastia dd Gionrdi cominciava a specializzar si in questo ramo della m<'ht l-

527 -


l;:iOO - :t.GOO

lurgia, c:r,~n,ndo le oflìcinc al )Iolo Veccl1io nll e quali si è giù ac<:('nnato. Ac~tJt!o al Gio:u·ùi, come già, si è cletlo, troviamo i MerelJo, f' Antonio Pensa,, di cui si fa, il nome ue!Finventario del Hil6. l'oi, ancorn,, suJl~t fìnc dei. Seice11to , un Bia,nco, peobabilmente disc:endentr, dal «Maestro>> sopra nominato. l11fi11e, i discen den ti dd Me1·c1lo 1 ·i Boero, e i Hoc:c:a.

JO.

La fine degli Sforza - Armamento dello Stato di Milano ne l prim o periodo della dominazione spagnola . Fabbricatori d'armi e loro privilegi.

Gli a.v vmli m e11(i stoi-id ai quali dieclt~ lnogo ln politica itefast:t di Loùovito j[ i\loro h.111110, ugli sropi del p1•ps,rnh~ laYoro , un ' jmp01·ta11zn, secouda-i·ia, poichè dovremmo otcuparci più tlt>i

fasti delle ai-tiglie1·ie str:miere clic cli qnelli delle italiane: e, del resto, le gr,L11 ili c:ompel"izioni ,~nropcc del serol o, pe1· qnanto ha rifo1·hne11 (0 eon In loro i11tluenza imllo svi luppo delle artigli e· rif: italiane, i;;ono già. siate a mpiamente tn1Unte in questo stes:-;o capilolo. Qnnn<lo Luigi XTT si. propose fei-mameule tli. COIHJnii,,La1·c In. Lomhardia, alla qnale cr edeva d i a,ver dfritto eome discendrntc-: di Va.le11ti na Visconti, Lodovico H :Mol'o a<lottò i provvedirnf'n ti neccssa.l'i per i:-esistc1·gli; ma Lutto fn nmo ehc\ perdute arl mw a,d nna. tutte Je fol'tezze e Jc citti'l. <lel suo dominio, fu ridotto dai F1·a.ncesi e dal maresciaJlo <:ian ùiaeomo 'l'rivulzio a. foli esf re111 i da. dover fng·gire di nn,i;;cor::;to <.la Milano.

Come scrisse nn vaJentc storico francri:;e, J,fon. G . T'flis sic1· , il 'frivul½io si schierò con(1'0 il suo principe a favore dello straniero percl1è la. supc1'iorità 111iJiture e <.liploma.tica e hl proha.bilit:\ della vittoria erano dalla pn,rte della Fmncia. << Or g-oglio. amore della gloria, tl.csiflerio <.li vendetta., amhi.zione cgoisl n, interesse per!mnalc, tntt.o Io st1·ingflva definHixamentc alla politica fran cese e n e faceva più che mai l'uomo del re di Fran · c·ln, ». « 1\fa - soggim1ge il Pélissier e il suo gimlizio dimo · -

528-

.,


1.'A lt'l'I«LIEIUA )l'i,;l,LU ti'l'A'l'O Dl l\flLA!ì:0

:-;11·:1 1111a1d.u s iano poco r.iconosccuti a i traditori uclla patria :111(' 11( · co l o 1·0 che usufrui rono (]cl tradimento - se egli restò fed ,· lc· ,1, L11i g-i Xll, dopo che in un a,11110 aveva accum ula.t.o tanU

I,·111 .1 I i,· i di !.l'aù·im,~uto e di ahba11dono , ciò fu peT'chè vide n el1·:1 rn1a J a fra ncese la leva dm mancava, alla, p arte guelfa per ror1·s1· i.11·e l 'edificio ghihelli110 degli Sfo1·za. Egli lm, infatti, scr, i Iu fede lmente Luigi. XII, ma ciò 110n è stato che per servirsi di Lui>).

l>opo l a, fuga di Lodovico Sfona, Berna rdino Corte« si con · I1·11tò del va.nto di essere l ' ultimo traditore del Duca>>, ::secondo J'1·svtc::;sio ne de ll' 1\ n gelue<.:i, e com:egnò i I CasLcllo Sforzesco a. <; i•.111 Gfac:omo 'l'l'iv nlzìo, sen za tirare n eam:he un colpo delht r otente artiglieria di cui ]a, fortezza era dotata e che fu stimata nmlicimila, dncati. Così ehhe fine il dominio de~li Sfor ,,,~1; più tard ·i , a b1·(•vi j nl.ervalli , riuscirono n, ric upeT'a rlo, ma fiuii-0110 i-empre col pc~rdel'lo.

Con Ja. mode di l •'rancesco II Sfot·r,a (1" novmnlm:! li>i.t>) 1:bbe i1, iz io in Lornbarcliu. il pcl'ioclo dc]]c domiuazioni sLn:1,niere . La s l ol'Ìa <le.Ll ·a1·tig-ljerfa, lorn barela iu q nesta. oscura etiL è l a storia (lpll'm-tiglierin, spag11uola ed austriaca, ch e a, noi non interessa. Dol>l>i'a mo qu imli limitare .il n oflfro f•,ornpito ud illni-tr~u:e qnei poclii eleme11 Li cl'i n on in(·c1·ta na t1ll'a, l01nba.rda, ch e a bbiamo pol nto lTn.ne da gli Archivi mi la,n esi, puT'tropp o assai più ricchi di clof:11me11ti relativi all' :utiglìeri a degli opp1·essori. ) la an che nelJc tern~bre, i n cui la Lo rn ba rdia fu lascia t.a spe<.: ia l 11wn f·e <lalJ n Rpag1ia. , brillu, come faro luminoso l'ingegno i talia no; Yedr cmo JH'gli appos iti pa1·n,grafi c ome anche ·,den zia.ti e l'c<:niei loml>,ll'<]i nhhiar10 efllcacemcnte contJ'ib 11ito ~tllo svikppo <· p crfc,-,ioname 11 Lo clell' ArLiglieria. Ln pr·i ma rnetù, clel secolo XV I passò. nel campo deg.li s tndi cli :nf i,g;liei·ia. scnzn, che g·li i11nu.rnerevoli tentativi ed esperim enti riu:-;e.isscro a n1,;:i;gi11ngere i loro scopi, che erano tntti imposti (lalln 1wcessi LiL cli fissam le prop01'r,ioni delJe bocche dn fnoeo e degli n.ffnsti d estinati ~L r cn<lerle mobili . L ' unico progTel;so si ebbe nel campo delle armi manesche o portaJili eoJL l'accorciamen to e l'alleggerimento dell' archibugio en trnto :,;e11 1r.'a ltro i11 ns o nella, fa,nteria. -529-


1500 - 1600

L'incc1·tezztt ud campo delle ])l'Ol)Ol'Zioni e Je poche COllO · sl'.euze sulla forma della t1·aiettoria consacrano quel moltiplicarsi fei l'.alibri che_ abbiamo gi_à brnentato e che si. verifica, naturalmente, and1e m Lombarclla. Un documc11to importantissimo, disgraziatamente senza data, (ma la :,;erittm·a ci permette di attribuirlo con certe;,,za alla fine della prima metà. del secolo XVI, cioè intorno a.l 1540-r:iO) non solo ci imlil'.a quali .:,;pecie di armi cla fuoco costituissero l'armamento di tutte le fortezze dello Stitto di Milano, ma ne dà anche il numero complessivo, H numero che di cia.scuua specie era nelle siugoJe fortezze, la loro dotaziolle in proiettili e la distribuzione di questi iu ciascu11a fortezza. Complessivam(•nte, le forte;,,zc dell'antico Stato di Milano, nel primo periodo della dorninnzione spagnola, avevano poco più di un ce11ti11aio cli pezzi di arti glieria : 2 doppi cannoni, 12 cannoni, 1 rn<~zzo cam1one, 13 qua1·t i cannoni, 2 colubrine, G mezze colubrine, 1 quarto di c-olnlwi11a , 29 sacri , 18 falconi, 1~ falconet.ti, 7 s111e1·igli e 6 moschetti. Queste :n-mi erano così divise: 1) rn~l 1·:i stPllo di ìWilnno: 2 doppi <':rnnoni, (i <.'annoni, 5 !]Uarti c>rmnoni, 9 sagri, 8 faleoni, 4 Inleonet.ti, /l ,unerigli; 2) nel cai,te)]o rii Cremona: 4 (•fmnoni , 2 (:oluhrine, 1 mezim rilnnone, 4 f1w1rl.i C'annoui, 4 sacri e 2 falconetti; /1) nel cnstel lo di Lodi: 2 sacri; 4) in Como: 2 cannoni, 5 saf:ri, !) fak·oni, 2 s merigli; 5) in Alessandria: 3 m ezze eol11b1:ine, 1 quarl.o di coluhrinn , 1 fal<-one, I srnerigl io ; (i) nel f:as[ello d i Trezzo: 1 mer.za colubrina, 2 quarti cannoni, 2 sacri, J falconetto; 7) in Lecco: 1 quarto cannone, 3 sacri;

8) in Vigevano: B falconi, 2 falconctti;

9) in Ca scto: 2 rn0.zz1-\ col 11hrine, l sacro corto, 1 falconetto , 1 smeriglio, G moschetti; 10) in Pizzighettone: 1 quarto cannone, fl ,meri, /l f nlconetti; 11) a Domodossola: J falcone. La dotazione cli proiettili era eosl d ist.rilrni t a:

1) nel castello di Milano : 1000 da doppio cannone, 800 da cannone, 700 da quarto ennnone, 200 da sacro, 247 da fnlconetto, 180 da smerig1io e 1200 « basf.ardal.i Jl. 2) nel castello di Cremona: 1400 da cannone, 1000 da colubrina, GfiO

-

530-


1:'AJ: ~J.\ .\ll!]J\;'10 DELLJ,; J<'OH'l'EZ~J,]

llELLtJ :c;TATO lll MlLA.\0

d:1 q11:1rlo e ,111no.11e, .100 da lloppio cannone, :;;:;;:; cla sacro, !J61 da falcon e, 400 ti" f11 Iconett:o,

oltre fl(i2 << bastarclati )) ; nel castello di '.l'rezzo : 27 da doppio cannone, 25 dà cannone, ,:l;J da 111('1/.½0 c:innont~, 114 da quatt o cannone, 40 lii ve rsi << bastanlati )>; 4) nd castello di ravia : :10 da cannone, 1121 da mezzo cannone, :3:-l(:; d a f:ilcone, 800 da mezza colubrina, 174 da quarto cannone, 450 da colubrina, 384 da sacro, 458 d a sn1eriglio; ii) in Alessandria: 274 da cannone, R!J da mezzo cannone, 145 da 1J1mrlo c::mnonc, 100 da falcone, :\O da falconetto; G)) in Caseto: 110 da mezza colubrina, 15 da mezzo cannone, 60 da ;J)

~1J

t.':lllllOlle;

7) in Novara: 4ii da cannorn~, W da quarto cannone; 8) in Vigevano: 85 rla dop11io eannonc, 141l da cannone, 54 da ffùcone, r,;; ti a falconetto, G da · mezzo cannone, 57 da fa leone cli piombo ; !J) in LeccQ: 112 da cannone, 120 cla quarto cannone, 16 da mezzo cannone, 116 da sacro; 10) nel castello cli Lodi: GOO da. camione, 100 da mC½r.o cannone, 100 da sacro, HiO da 1':llconetto, 303 cli calibri diversi; 11) in Domodossola: J 00 cla falcone; 12) in Pizzighettone: GO dn q1rn.rto eannune; l;J) in Corno: 150 cl;i. c:rnnone , 800 da ,mero, 200 ,1,\ fa lcorn• e flOfl tli cali 1>1·i di versi.

Vi era p01 rn. tntto lo Stato 1um iug·enLe quantit:'t di polvt~l'~ (libbre GlOO<i) (~ (li salnitro (Hblwe fi31·7). A11che in Lomha.r<lia, era incmhineia to il proce:,,so di elimina. , 1,ione dell'eccessiva vnrieth dei raAihrL Così le artiglierie più co1Hmiementc adoperate funmo le seguenti: i cannoni con proiet tili (li 100 lihhre; i mezzi cannoni con proiettili da ~5, ;30, 40 (l GO libbre; i quarti di cannoue con proiettili da 12 libbre; le colub1· i11e eon p1·oicLLi]i di peso variante dalJe 15 alle 100 lihhre; le 1111!;,;ze eol nln·ir1e <·.011 J)l'Oicttili di 23 liùbre; i sacri con proiettili d.1 (; o l'...l libbre ; i falconi con proiettili da 6 libùre; i falconetti con projettili da 1 libbra, e di peso minore fi110 a l oncia. Un co11cdto J)J'eci:so del valore delle artiglierie verso la fine della p1·ima metà del sec. XVI <' dato dall'a lto 28 ottobre l 041, con cui il nobile Evangelista Seroni, commissario genera.l e delle nnmiz.ioni dello Sfato di Mila,no, d'ordine del Governr1,for <', fere nna ricog·nizione cli ti1tte le avrni e le munizioni esistentj 11(~1 cnst<>llo òi Ca sei che doveva eR::.;ere restituito al conte Mn1·co J\ n ton io 'rorelli :

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1500 - lGOO D ue a n :l.tiln1g i d a r,os l.a. fuorouo appn~zz:i.ti lirn 20; I fa lc:onetto di met allo pcs ,mtc G rubbi e 2;1 libbre in ragion e (ii lire 8 e ,;ollli ]() t1 I rubbo, lire 5l (! s oldi lG; G smerigli di m etallo con tl'C code pcl' ciascun pezzo, p e imnli c:ompl1cssiY>1111en le è:S rubbi e 10 libbre, in ragione di li1·c 8 e sold i 1G al ruhho, lire ;:;:r;; 4 n n :hilrngi cla vosla, ve,;anti 2 rubbi ciascuno, lire 70; 1 bombarcla cl i fe1To con ln coda , la . cassa e le ruo te, a peso di ferro ve cc hio, lire 25 ; 24 I ilJbre di filo cli ferro , a ,1 soldi la libbra, 4 lire e rn so)di; 1 eavnllel.to d i fe rro e on 1111 1110,;c,he tto, L anima cli ferTo d a colubrina, 2 fu s:i da a rtiglieria e 5 cava llel.1 i d i legno d,i JHJ;-;tu , comp lessivrnente 25 lire ; 5,1 rubbi di salnitro << c rmlo ,i, in ragio ne di lire 4, ,mid i 7 e d e m1ri G a l rnbbo, 2,:l(j lire e• soldi 5 ; B r11bhi •l i sa lnitro r a lJin:1 (0, a lire fi al ruhbo, lire 18 ; .12 rulJlJi e H libbre d l Jml vcrc da an:hihu gio, a 7 l ire e 10 solcli al rnlibo, U4 ìire e~ 4 soldi; IO rubl.,i ;J.1 polve.re da ca nnoue, a !in~ ii il rubho, 50 lire (cos lwva (ftti u!]i meno à ulla volF61'G dn a n:ld lmy i o) ; 28 rubbi d i piombo, a 4fi soldi il rubbo , GU lire ; 53 r,rniel tili di talrnnetto pesanti ciascuno 5 libbre e G once e quimli in tota le , 5 1H1llre, :1 HO soltli il ruubo, 4 lire e 10 soldi; 15 palle, cli ferro da me:i:zo c·aunone ciel 11cso <li 2:i lilJL>re ciascuna, a 30 soldi il rubbo, :!2 lire e 10 soldi.

.:\fdla l'iecomla nietù, del secolo XV 1, in Lornbanlia., non si vede va110 che gli Spagnuoli a1·H1:..di 11.110 ai deuLi. P m· la popolazi.01w

eivile non c'ei·a110 cl1e le (( gàde )) di mauzoniana memoria, com rnirnwti le pen r. contro coloro el1e avessero osalo portare anni proibite: un odio pnrticolare avevano i Uovernatori 11er· l'archi lmgio a, ruota.. Le p e ne erano molto gra vi per i eontravventori: ma naturalmente j col11iti e1·a110 sempre pel'sone molto miti e poco pericolose. L'Archivio di Stato iu .;\lilarw è ricco di doeurnenli al rigua.1·do. Essi so110 in tc1·essa111 i, 11011 solo p l~r la dcserizion e delle aT'mi, ma anche talvolta pei· qualche elemento eomico, che fa, sorridere noi, ma s nseitò l'angoseia e lo sdegno dcì Lombardi nell a dm·a et.n, (lPl sprvagg·io. Così nnn. snpplica, nl Clovf'r11nt01·e in da ta 27 ottobre 1GG4 d na.rra. il caso di Vineenzo da Vineio, vero rnile8 r1forios11s ehc stm·cbbc assai bene in nna eomm<~flin di I'lanto. E s sPndo cavallegg'(~r·o Ilf!lla compagnia di don Uiovamii Velez (k Ci1rn vara, di r esidenza a Borgomanero, sia per guadagnare il terzo deUa rnulta, sia per ~1ltri motivi, ehe forse si rifcriva,n o a sue fallite ·i mprese dongiovannesche, aveva preso a, perseguitare il poyr,ro harhierc del borgo, Bartolomeo CasLignoni, e lo accnsava di nnda.re armato di un piccolo a.rchibngio a ruota r,he portava na s{·osto nei pantaloni. Il cavalleggc~ro aveva costretto il barbiere

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FOlt~lTO!U Dl AHCHIDuGL A MILANO

I i,·:1-1· l' a1·rna « 1'01·a del calzone n, 1na poi non c1·,-L stato in g rndo 11i! di seqneio;trar l'arma, rn~ di an<~stare il colpevole, aNf:ni!.u i 11vauo chiei:;1:o aiuti alle persone pres<~nti. Con ogni probal>ili(,'t, il glorioso milite iberico non aveva fatto nulla di tutto que si o , pc 1· :i I Racr·o lc1To1·c clelJ' a1·eh ibugio. ~<~l lo7fi ì\lilano vmme duramente colpita lla,lht peste r:osì dc~tta di S. Carlo. La .dcc~1 e popolosa dttà, fu in breve ridotta in de plorevoli couclizioni: più di (lue tcr;,;i della popola:;,,ionc fnggir·crno in c:nrnpagna (\ dt!Ì rimasti, be11 diciassette mila m01·1rono. << La 111iseria < -m1 sì gnuide - sc1·ive il Cnsaui uella Storia fli Mi lano - die per sei mesi ci1H1uantarnila poveri furono nlime11tati a spese pubbliche)). Scgnir-ono anni di completo a.bba,ndono. 11 Mifauese, perdu ta completamente ogui irnporbwza, politica, come una delle tante provi11cie del vastissinri, dominio :,.;pagnnolo, P.ra in poten! degli n'l--idissimi. ol'gogliosi cd ignoranti governatori. L ' nnic:1 atti vit:ì. <li <JllPRti gover naLor-i, in faU-o di armi e cli rnu11izio11i, (~ doc11111e11lnb1 da alcnni privileg-i eoncessi f~ p:-Lr cc-ehi 11'aflicant.i (ii ·armi. Lo Rcopo p erò 110n era, di r,wo1·il'e un'indnf<lTi,l , hmisì di p r ocnrare alla Spagna il mc,;r.zo cli a v(:re a di,;posiz;ione rn.olte armi nello RtaJ-o di i\filnno, :i.rrni ('he poi non paga,-a , p ermc!t(~rnfo in c:ontracc:ambio ai privilegiati annainoli imrnm e revoli Roprrn,i a danno della popolazione. Una cousnlta del 1\fa,gi8trato Ordirmrio di l\iilauo dell'anno FiS:! 1·ikriRce che A nnihale r, Oerolamo Figini, -i nsieme con AnLP11io J'if'.c:inelli ila Hreseia:, (< sapendo che in questo Domiuio non ~i form:i,no n,rehib11gg-i, ma qnan clo gli ~ occaRioue, per benefficio de l'PRercito et presidio, si nrnnda nd altri paeRi esterni con grandissimo incornmodo et spesa )), avevano deliberato (( di piantare 1u1 edifkio nel Dneato <li 1filano per fabricarc ca,nne tfan:hihugg·i, moschetti grossi et piccoli, che saranno buoni et belli a,l pnrago11P, Pt clargli ancorn a,l prccio conveniente et fahricar et far fn hrìca-r a,n corn lndle d'a,1 ·tig-liaria et ogni altra sorte d'n,r·rn c sì dl' spade, dc png-m1li, (llla,n to altrimenti)). Avevano però 1'ichie;-:;to i seguenti pl'ivilegi:

:1

1° ('llf~ po1-e8sero costringere chiunque a dai· loro in llffiU:o gli cclific! e le cnsc ,;oliti a fittnrsi e nl prezzo che snrd1be sl:nLo convenuto;

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1500 - lGOO 2' che chi1111qne dovesse 1·p11deni a loro ferro nuovo o vecchio, cnrbone, legpa e bosclt i ,i I 1irezzo eorrente; 3" clw pol1,:;;sero (·(HHlurre in eittù i vrodotti della loro fabbriea in esenzione dai lla:d; ·1' che il Figini (Antonio) fo sse t'seute cla q11alsiasi imposta per sè e pet' i suoi;

il" elle i11 viaggio i soci, con due compagni, potessero portare og:1i i<l)eci.: cli nrmi ofl'ensil'e o tlifonsirc e archibugi da ruot:1; (i" che nessun Nitro potesse piantare alln1 1',i bbrica simile l)(~l' ventici11que a1111i, sotto flf,na di c:i1HJ1.11in~u1 o Jlorini d'oro; 7" dw i sud doves~ero fornire allo Stato quel numero d i ca1me d'arehiùugio ,;Ili: gli fo:;:;e 11eCL·H:;al'io.

Come si vede le riGhiesie 11011 era110 poche, nè di scal's:t imporLauza, spcci~tlrnente 1iei l'ignnr-di di coloro che sa.r ebbero stati colpiti da.Ile pretese dei soei ; oude ii Magistrato Onliuario, costituito in grande maggionwza da nobili cittadini rnil:111eRi, i qna.li nel eompiere i doveri del loro u flicio doveva.no 8alvarn 1 como 8i suol dire, capre e cavoli, modirieò i capitoli i11 questo modo: l' che i l.n" sod 1)01 essero ti ti.are gli edifici privati solt:rnto ;;e Iibc,ri rwr finite 101·:17,ioni precedenti e quando i Jll'oprii..t,ll"i non vol1,ssei-o usarli personalmente. (La moditicazioue era illlporbrnte, ma non escludeva una gr:mde violazione del diritto 1Ji proprieUt, in qunnto che il propi·ietnrio non avrPhh,! r10Lulo rn,gani .l':11Iil.10 dei imoi locali ai tre compari, se per caso avesse voluto lasd:idi sfif,1.i); 2' rhe i supplicanti acquistassero da chiunque le 111:·1Lel'ie prime loro occorrenti; ma nel caso cl1e fossero loi-o negai P., ric~)rressero al Magistrato volta i1er volla. (Anche qm~sl.a ern unn buona limitazione, ma costituiva :;t'InJ)l"P un privilegio per i tre soci, fosse anche per le sole noie elle poLev:1110 mTce,n·c a ehi si fosse rifiutato di Ycnckr loro le proprie m erci); cl" che l'esenzione dai dazi fosse Jirnitat:1 alle sole nnni c.:hP. i 1re wei asrnlllwrn introclotte nella eittìt di Mil:1110 (privil1, gio di granrlc iml)ortnnza, eh( in fomlo ::.rn:1110 era il miglior merc:1to (li tutto lo Stato); ,1° che A11touio Figini fosse esente soltnnto dai carichi imposti d a lla H. Carnera; r, 11 t:lu-~ i ln:! Hoei fH)lt!H8t~1·0 in viaµ;g-io, <_·011 due eoinpagni, nortnre ogni sori a (li nrmi, PCN~U.o l ',uch il:111gio a rno1.a; (i' elle. l'esclusività richiesta fosse concessa per soli 10 mmi e che l:i rnu lt:1 <li cinquecento fiorini d'oro fosse clivi sa in tre parti uguali tra l'acc11sal.01·r~. Ja H.. c~1nu:~rn <:~ i soci. intereH~:1ti; ," ('hc~, inlì11(", il J)rezzo df!lli~ (,nune 11'ilrl'hihugio, d1e i soci avrebbero fornito allo Stato. fosse! st·ahilit:o Yolt:1 ])er YoHa fl:11 i\frigistrato.

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F OUi\I'l'OlU DI ARCHillUGl A MILANO

J I doeurneuto s11 1·iassnnto, probabilmente, fu accettale dai l.r·e sod, poid1è soltanto verso il 15!JO, cioè quando stava per fiCa,-

dm·e il pe1·iodo di esclusivitù co11cesso ai J<'igini e C., trovarn,i al Lù capitoli con Gio. Pietro Caimi e consorli. Questi si offrirono 11<·1· la fabbrieazione dei moschetti e degli archihngi uelJo Stato e preeis.1mcnle a InLta e Lesa sul Lago Maggiore, luoghi parti<'Oln1•n1ente a da tti a tale impresa, sia per hL possibilità di esportare ]e armi nello Stato Sa1·do, si,~ per .La viciuanza delle miniere ùi ferro. Chiesero ,l tale scopo una sovvenzione di 151JO scmli, a.ll'intel'<·!SSe del 5 pe1· cento annuo, da restituirsi dopo dieci anni ; si ohhliga,r ono a fabbricare, non solo gli archibugi e i rnoschetti e tulle le a,Jtre armi che fossero state ordinate dal Governatore, ma anche i proiettili di artiglieria., se richiesti; s'impegnarono inoltre a fa,1· c:a.va,re le vene di !'erro che erano in quelle parti e a ten ere n, Milano, a aisposi:don e della n. Ca,mera, un deposito di 1000 arcl1ibl1gì.

Le proposte furono sern~'altro accettate d al Governa,tore con rescritto dd ~ :1,prile li>HO, dn.1 qnn,le rhm1ta che furono concessi p1·ivilegi quasi uguali a, quelli che erano stati concessi a,i Figini 11el 1382; a11:r.i , il diritto di esclusivitù, fn accordato pm· i;-; anni. anzichò per 10. Quanto all'estrazione del ferro, giù fin dal :3J maggio 1585 enL sta,to concesso ad un aHro intraprendente br·eseia'.n o, Gio. LucR Vertna, il permesso di piantare a Lecco (< due edifici pe r fa.re ferro d'arm i. dalla Siguoria di Venetia p1·oibil:o )), concedendogli privilegi cd esenzioni non indifferenti. Ma questi pr·ivilegi ed esenzioni ebbero corta durata, chè, nel 1600, qnando fn nominato governatore D. Pedro Henriquez flp Aceve<lo, conte di Fuentei;, l'esporta,zio11e delle ai·rni fu da lui scioccamente vieta,ta, t! venne così rovinata un'industria lombarda elle era divenuta celebre in tutta JDuropa. La, storia d<~lle art.jg]ierie lon1lmnle, clw gi.1 nei secoli precedenti a,yeva segnato pagine gloriose, OJ'a è quasi silenziosa: non si pa.da, più cli esePciti mila,nesi, ma di quelli di Spagna.. Ormnì. l'Italia è dì.venuta il campo di battaglh1 dell'Europa, !' in Lom ha wlia è cominciato quel periodo cli servitù, che clnrerù più ili t r e S(lcoli e che, per cessare, richiederà il sa,ngue dei martiri del Risorgimento. -

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.. 1500 - 1600

11. Le bocche da fuoco veneziane a Corfù, Nicosia e famagosta - In· ventario delle artiglierie in alcune fortezze veneziane · I bombardieri " de te ra e de mar,, - Ricerche e ritrovati tec nici.

S i è visto come nella. baUaglia dell' Ag11udclJo l'eserci to ven eziano pcnlesse quasi t utti i 37 p P.,;zi posti in azio11e ; m a ttuclw dopo tale disfatta .la, S jgnol'ia di. Ve ne:r.ia, a ppare t utt'altro che disannata . Infa tti i « l'l·ovveditoi-i a lla Guerra» poterono 1·im pia:r.:r.a,re le a r tiglierie, con molla facilità,, utilizza11do le nume rose r iserve dell' Arsenale, (;Ome fu dimost1·uto, poco dopo, a R a venna, e JJoi 11clle lunghe guenc con l.1·0 il 'l' ureo. Ne lla 11wmo1·a1H.lfL d ifei:m, di l~odi , Venc~:l lia direttam ente 11 0n e blJe p a rte , m a, va, sempre r icorda,ta, l 'opera, di rrno d ei s uoi m i gliori i11g eg nel'i mililn,1·i, Onbrid di J\fa1·ti1w llgo, ,.Lceo1·so, <:o rne vol011 tnrio, da Uand ia, i n a,into a,i CavnJiel'i. 11 :Vfa1·tinc!11g-o fu l'anima della difesa nel setlorc tkl la «.NazioHe Ttn li a,na ll : t; :,:pt•1·to di p1·im' ordin<\ dfrcsse a l'ti gHe1·ie e la vori di. min e, in mod o cfa fr m,tr nre Li·c o quattro :issa.Hi tlci rl' urchi . .Ne sc1·ivevn . poi , d opo la resa, alla Si gnoria, e si r a,m rna,ricava dcll'ahha n dono <foll' l solu, « elle con manco de .111 iJlc n omi ni cl e ~occo1·so, ma i Rod i se pel·d eva ». l\fa, Venezia er a in con di zio11i politiche così intr·icate chfl ma,i a vrebbe potuto romper e Ja p :-we col rl' urco, firmata p oc hi anni a ddi etr o . Così avvcu.n e d1fl, a l.la p resa cli Rodi, gli. n.m basdalor·i ve neti n on m an c~w ono cli c0111.!;ra ttù a.r si. con Su !ey rna n , il gra nde S11ltano. Ma. conLJ'O le trnppfl dello stesso S11l ey m a n .i Veneziani d ovevano ba ttersi , p ochi anni dopo, n el 153G, a Col'hl. Presidia · vano i ca stelli di quella, importn.nt i ssirna posizione cirC"a, dm'lmila soldati italia ni e altretta,11:ti indigeni , e in più l fl ciurme dell e galee: 1111meroso e scelto il materiale d'artiglieria, e i bombardi cl'i inviati da lla Rcpnhhlica, a l coma ndo del Capitano nobone ili Nald o. Avvenuto l o sba r co dei Turchi, con circa 20.000 uomini: incominciarono hi operazioni d 'as sedio. K afreddin B a r -536 -


ùn.rossa, (lis voueva, d i · ulla treu t i11a ùi pe;r,z,i, ehe si occupò ,1tti vameute di m ettel'e in batterfa nonostante le molcsUc dei .CorfioUi. Al '-" settembre eutrò pc1· pl'imo iu azione 1111 solo cannone tul'Chesco da GO, seco11do quanto gli storici banno tnunandato . Questo p ezzo, irisLn.l lato 11ella t< Hocca, cli Malipiero )) a nn miglio <.faJ.l;_L ciUù,, f ece, in un gio1·110 , 19 Rcariclte, cinqne delle quali colpil-0110, mentre le a ltre, p assaHdo in aHo, n.ndarouo a perderid iu mare. P er ('.OHt 1·0 le arLiglierit~ venete, ìncoutl~stalJilrncnte meglio servite e direi.te cla Alessa.nl11·0 Tron, coutl'o tm,(terono vigorosameule il campo t11 1·co . Si aggiim8ero, in da.uno di Lluest' nltimo, temporali. e n.llnvio11i sicch è l 'assc~d io, per com ando esprcsRo del Sultano, fn a.hhando11a,to al li> tlel :mese st<>sso di settembre. La scarsa. eHil:iernm dell ' artiglieria oU-omaua, iu 11ctto contI-a:-;(o eon i grandi risultati otte uuli a Rodi , divk11c f.idlmente comprem;ibile, (l11Unclo Ri. co111:ddcl'i c·,he ,t Col'fù 110n <·ta irnpiegtito 1111 \'e1·0 e prop1·i o pa.tco d 'assedio : la uwn ;r,ione del ClLnnone <la. GO prova (: 0111e ::;i mett<:NN<!ro iH bu,Lte1·i a :-;ùlamente i << c ol'sie1-i )) dPll1\ g n 1<,1-1•, m e 11 !re i Ye1wziani. cLisponc~vauo di poki½ioui e di armn,rnento i.11dnbhin,mm)te s111_)e1·i<Jl'i. Ad a.tt<~k h.ll'e im·cec l'etlicen z:L delle hoed1e da fuol'o tmTl1 e H lt0<li , oltre }Llle JweeiF:<> tcslimoui:rnze si111:1·on e , ava.n,,,nno, in pm·Pechi Musei , enormi globi di pietm cli 40 a 50 c:m. <li diarn nh·o, r e liquie dell ' a ssedio giù, mnncrosissim<~ nell'holn,, clic co i-:tH t1ivn110 i proie( Lili la11ciati i11ccsf.in.11temc11tc dn.lle mostrum,e IJomh:11:(le ottomane : fm:e , :-;ecomlo la trad i;done, e servi te <la rin neg-nti eri:stinni !

'l'u tto il cor:-::o clell ' ann'O l.:'l70 Reg-11,L un a 1·i11re::-rL delln g-ucrl'a i11 Leva nte ; e, a 11el1e facendo nstl'n,zione clal1e contim rn azioni. 1111vn,"li , i fatti cFal'me di Corfù , .Nicosia e 1,'a,rnagosta sono legat i

Rh·p(.(am ente alla, storia dell'Ar Liglieria.. Nel nrnggfo dPl 1G70 .L'imminenza del nnovo conflitto C'o l 'J',n·eo t=ii era co mplicata con la, va.can½a, della Sede Ducale per la morte del L<wedan; ma ln, preparazione d ell a. guerra- aveva ln preced cnzn. sn ogni. a ltro pen siero o avvenfo1ento, tanto clic n 1l'elc,-,i oue del nuovo Doge, Alvise 1\for,enig-o, non presero pa1-LP i }fa.gi Rtl'a(.i clell 'Arsc11 a le e d cll'Ar-mame:nto , appunto pc·1· no11 ekRere distratti dalle loro incombenze. -

537 -


1500 - 1600

A Cipro era stato invia,lo Oiulio Savorgnan, conte «esperto )) di artiglierie e di fortificazioni: e continue ed importanti, come risuHtL 1lalle Carte del Senato, crnno le spedfaioni di materiali di gnernk 11 ~a,vorgnan fu seguito quasi immediatamente da Uirolamo :Martinengo, che avevtL organizzalo circa duemila, nomini scelti fra bombanUeri, .artiHcieri, guastatori e altre specialit.'t, per 1n difesn, di l<'amagosta. Infine ì'armata, al comando del Capi tau (~e11eralc U-irola,mo Zane, al qua.le era stato solennemente eo11Negnato lo stcmlarlo di R. ::\{a.reo, si mosse da Venezia. Rolo ai primi di J uglio dei 1570 tutte le difese terrestri e rn1 vali di Cipro e la distribl17,ionc delle truppe e dei cornan.di era,11 0 definitivamente organizzati, d'aceo1·do con gli Spagnnoli e col Papa che avevano variamrnte concorso all'impresa. lntanto Girolamo Martinengo era morto, come molti altri Comandanti e gran nnme1·0 dei. gr1•gm·i, per· una c\pidemìa di febhr-i che decimava ]'a1·maJa cristiaua; e gli e1·a st1cceùuto nel cornamlo Astorre Baglioni, m~11ti·e ]' _ill11sh·c Ma,1·cantonio Bn1gadin era già rinehiu t-io in l •'arnagost,1. l)opo molte setH,unuceie e tenfativi spora,dici, il gì'osso clell ' anual.a otton1:rna si presentò davanti a Nicosia. Hisul!a dai clocumeuti che la c-i.ttù era difmia da duecento pezzi: armamento risp<!U:ihile , ma, nettmnente inferiore a quelio , vera rne11te fo1·1nidahile, dei '1 1 nw:hi, i quali, a malgl'ado di ogni os tacolo di tiro, piazzava.no, nna dopo l'altra, battr-rie d'assedio e fnlrninavano la, città tL1whe con proiettili incendiari e fuochi artificiati. Fu in qnella occasione che i Veneti esperimentarono con qnnl clw successo blin<lan1,ent,i di sti-acci, di cotone, di cordami; ma il p1·ogn~sso dell'artiglforfa, n Prnica e1·a incessante e~ già molte breccfo f;i apri vano nelle rn ura. Pn t,~ntata una sortita, il ] G agosto. col vantaggio momentaneo dell'occupazione di due trincee P cli cinqnc pezzi d 'assedio mr,ssi fuor·i servizio. Ma ]'azione dei Veneti 11011 -fn sostenuta, convenienlemente dalla cavallr,ria,, trattenuta dnl Dandolo in Nicosia, e s'arrestò, non senza che i Vene,1ja,ni riuscissero in imrte a rir,ntrare, portando con R<; le ::i,rti.glir,rie conquistate e difese a prcr.zo di enormi perdite. Il giorno seg1wnte nn af;snlto genera.le, favorito dalle breccie, portò i Tur~hi nel cuore della città. A Marcantonio Bragadin, ~hiuso in Farnagosta, il tesehio del Dandolo, mandato da ,l \fustnfà, apprPF,P. la caduta cli Nicosia. 538 -


ASSEDIO Dl FAMAG0S'l'A

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Nel luglio dd li>7l l'esercito turco, dopo molto Bf:aramncciarc, iu vestin~ definitìvarnm1te la piazza di Parnagosta. La città, era stata completamente cinta di rn ura, con opere avanzate di' prote;r,ione: 1·asa la campagna circostante. Si era anche ottenuto, 11egli ultimi mesi, un supplemento di artiglieria, alla, dotazione abitua.le. Con Lutto questo, lu sproporzione fra gli assediati e gli assalit<H'i 11011 potev,1 creare alcuna illusione sull'esito della eampa.g11a. 1\Iustafo, eapo delle fo1·:;,e ottorna11e, iuvestìva c:011 circa cinqmwtainiln uomini e un formidabile pm·co d'assedio i ci11qm:111ila validi difensori della pja;,,za di F:wtagos'fa. Le opera;r,io11i ossiiliona1i comportarono la costruzione di 10 fortilizi da eui h~ bocche da fuoco, ben protette, battevano in pieno le murn della dthì. 11 duello d'arLiglie1·ia si protrasse a lnngo. I 'l'nl'dii si <~l'.l!lO specialhznti sopratntt:o ndl'impiego di mil1e ·potentìssime, delle <prnli 1111:1, soln fece saltare in aria parte di mi bnstio11P., con l'intera. compagnia dw lo presidiava. · Hen quattro assa.Hi furono successiv:1mente 1·espin ti, mentre, pur sotto l'incessaute bomhawlamento llemico, l(~ nrnnt, gravement<-! clanneggiat(~, veniva110 riattate a.lla meglio, per le direttive delFiugegner militare Marco Ui·ivelhttore, con hlindamenti di sacchi e botti piene di tel'ra. hag·na.ta.. TT1fìne, <:on un ultimo assalto, le milfaie tnrche, sempre rinnovate, ebbero ragione cfoi difensori, stremati di nm11ero e di forze. Ne seg;11ì b resa <'IL•lla <·ithì., il 2 agosto 1371, e la. mort e atroce del Bl'agadh1, sr·orticato vìYo, le eni reliq11ie riposano ora, in 11atria., nella Chiesa. dei RS. Giovanni e Paolo. L'azione delle a1·Liglier-ie nei fatti d'ariuc di l\ieosin <' di J<'arnagosla, f'n vera.mente notevole. Puù da ee mi 'idPn <l<·lla s 11;·1 impol'ta.n;,,a <piesto pn.rtico.larn fon1i to dn 1 M nTt·iuenµ;o : a Pa · rnngostn, in rnm10 cli mi 111t•Ne fnl'ono spara.ti cenlocfoq11anto m'ila, vroicttili di fwrro (rirnang·ono d1rnq11e eseluse clnl computo le muni,r,ioni clcgli a,rchihnµ;il. Abbiamo rnc>nzionato Cipro e Famag·osta come Oandi;1 , estendendod a,lqua,nto, pen:h(~ quei 1101ni so110 <lìrettarnp11lc\ l'Ì· corda.ti dagli unici esemplari attua,lrnente coni:-ervati nel la, ( ' ol · kzione deJl'Arsenale. Infatti i N. rn, 20, 21, 22, 23, 24- - f·11t1i. ~mlvo uno, u:-dt.i <falle fonderie degli Alberghetti - fnrono impi egati nel 1571 :1Iln. difesa cli Farnngosta, mentre i num. P. 2:-;. :.!G, -

t")!lf) -


1300 - lGOO

27 erano :L Caudia. AllorclH~ avvenne la dispcr::,;ione ciel primitivo Musco d' .A1·tiglieria, rn~l 17H7, questi pezzi non facevano, naturalmente, parte delle collezioni: erano tuttora, in servizio presso i Turchi, che li avevano conquistati. Solo recentemente, queste memorabili reliquie furono, in differenti occasioni, 1·icnpcratc. 'l~rascuriamo fa battaglia di Lepanto che riguarda, esclusivame11te l'artiglic1·ia Hantle e di cui si (~ già fatto, <lel resto, un rapido cenno. Noll chiuderemo p<~rò le pagine sulle artiglierie venete senza acc<~mrnre a,l la cli ,iaslia, .dcgl i Alberghetti, i I cni nome, famoso nella tecnica dell'artigliel'ia,, oecupa }a. fine del secolo XV e tuLto il XVI e XVII. Ne riparleremo n el paragrafo dedicnto ai grand i 111ae::,;L1·i i lalia11i di fon dita di q nesto glorioso periodo, ma non possiamo non r:unmcnta1·c qni , ahneno fugacemente, ehe in qnesto secolo gettarono cn11n011i JWr la R<~puhhli<:n di S. :Mareo alc u11i · tra i più fan10si .A.lberglietti, cioè Sigismondo 1, Fabio, A lÌier~ìu~i.io lJ, Carni1Io ed Emilio. Di i.a,ii p<~>1zi RÌ t1·ovano uume -

rosi (~S(~mp]ari al J\Iuseo <lell' ArncHah! di Venezia, e al M n~co ~aziouale di /\rl.ig-Jieria di 'l'orino, corne vedremo in 1,;egnito. l'ubhlichiamo 01·a , in e;ntenso irn I11v(~ntnrio del 1589 che d dù, un !Jtrndro <l.elfo artiglieri<~ venete, tuLt'altro che completo, ma tak che bc1sta, a, for11ire llll eoncelto dell'armamento <'lella, Hep11b. b]i(;a, di S. 1Vfa1·co sul finil'e del secolo XVL Ve u czia, - ~lrchii;io di EJtcito · - Prn'lio. nlle F'ortcz::w 11. 48. ~- 80: fnY<'ntarii <lcll'Artiglicrie cl'a lcm1e fol'le:r,:r,(~ da Mar. Al!Tll / mo Signor Giaeo11io Cont:1riI1i Provcditor sovra le ArtiglieriP. I ll / 1110 Signor osscrvantissimo. QuPst.i rnuo gl"invcutnrii. clcll'Artigli,,ria et 'tl'PT"l! ~tan1 P11li i_!l N •r(·p dt.t~ cl: fortezze cla marp n ; V e 11etia l i 14 rr~hhi·nio 1f,8H ])l V. lll /rn:i Dcv/mo Scnitorc Gio : GLICOMO Sc1n,1~·1:\'A del qnond,im Capitan ½ace,1rin. Nella eittft di Candi.a si ritrovano: 1)111~

col lo111hrim~ da tlO

Quattro collombrinc d a 50 l."na collomlwina lla 14 \'i11li(n~ U:111011i Lia 50

T:ll eanon cla :10 Dodesi C:inoni da 20 Tre e:-rnoncini da Jfi

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lJ\ Vl!lXl'ARIO VEXE'.l.'0 DEL

1{,~9

Sdl.e S,:1c ri da 8 Sette .\spedi cìa 18 Dodeci :U'alconi da 4 D eRdoU o lf ,Jico11elt.i ria 2 :1\el Castello della fldt:a città di Canclia si ritrovano, ch'è alla bocca del Porto: Una collomtJrina eia 50 1:·ua eollomhrina r!a 40 Qua tt ro Canoni lla 50 'l'rc Pe 1·1,r·e Ht, rnm pei;o da 100 1; na Perern ,,,~nza peso da 250 Due falcouctti da 2. Nell'Arsenal della città cli Camlia si ritrovano: D icd Ca11oni da GO Un ranonr'.in dn. 16 Un Sacro da S ~ederi ARJ)(~di da 8 Qna1tro li'i.1leo11i d,1 4 ScRsantun f ak onet.t.o da 2 Qnirn.1eei r er erc da 3 Quunwla110,·e .M.0Hc:ll,1tti cln breg-ata.

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Le notizie generali su 11 'Artiglieria, compemlia(e in questo studio, bastano a.Ila cornpremiione dei particolari contenni.i nelio inventario . Conviene p<!tÒ aggi ungel'e che, tenuta presente la fH'O V<~nicn,.;n, - accerttLta, - delle nrtigliel'ie conserva.te nel ·Ò''luseo clell'Al'sennle e contraddistinte nel Catalogo coi numeri P. 25, I'. ~6, P. 27, le risultanze dell'Invenfar·io permetterebbero, con una certa approssimazione, di identificare, o almeno di classifical'e il numero P. 25 frft i <e Dodesi canoni da 20 )) e i num<~ri P. 2G e P. 27 fra le << Qun,ttro Uollomhrine da 60 )>, tenendo conto del peso conosciuto, attualmente in chilog-1·ammi e, nel docn · rne11to , in Libbre. Qnanto nlh ci1·costanza che nel 1G70 foRRero in sm·vizio boc che da fnor,o cli 80 mrni ])l'ima, essa nnlla, offre di i:-traordinario e di improbabile: d'altronde gli f.itessi cannoni tolti ai Turchi nel celebre assedio conti1nrn.rono il loro servizio, controllato, a n· cora p<~r altri òue secoli, pl'ima di passare , come cimelii storic i, nll' A 1·sena.Ie. La Ilepnhhlir,a con1 inuava ad interessarsi dei suoi bomba r -

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L,UO - 1GUO diel'i eou

llll:t i:;olleeitudi11e ('.Jlil:.t('(·!lllt•11ll: dcs(:i-itta e earatLceizzata, da un passo di documento che si propone, nel 1331, di disciplinare nuovamente il Pallio : cc Se può dir ne l' A rtalarùt, consister la conservution de Vesercit.o ... )). Perciò si perfozionavano sempre più le Scuole di Bombardieri, ehe 1a Signori::t intendeva cc si m,wienghino ·inviolabili)), e si proponevrino premi irnpmtanti per le gare di tiro al ber:-:aglio. Une an11i dopo, J;i;tl, Pl',l, i11dcU.o liii g-randl~ COlll'.Ol'SO fra (utli i homha1·(lit~r·i 1w1.· i11a11g11rn1·e le• gai·t• dciì1Ji(ivmne11(e b;sate al l" marzo e alla prima domenica di settembre. l bombardieri, compresi quelli vennti da. Lutti i presidi cc di Tel'l'aforma )), smn1narono a 82~. ~el 1ii4-0 l'elezioue dei ho1ul,nrdicl'i cc dc terra e de mar)) avveniva per vota;,,ione, con cc I.Hisso.li )) ; e .lo stesso 11ru10, vist::t h1 impo1·b..1,11z:1, dei Palli i, si concedeva pieua franchigia da;,,ial'ia ai eonconeuLi bomba,tdieri. E1,Ri iufatti non l1ovevcrno paga1·e ak111rn <Centrata)) per i generi aliu1ental"i giudicati rn~cesRa.ri per· i giorni di perrna,nenza, in 'Venc~zia occnpati nelle gare del 1.':tl lio; sappiamo auche la qnantità (li vino tollerata. n.gli effe/ E della f'ranehigia: un 1,aco de vin, oi,;:sia, 1111 piecolo ot1·e ! Qualche particolare (li qiiesti docnmenti pl~n11dte di preci),;are quale fosse l'a,nna regolamentnre in nso nel Pallio: si trattava di ({ falconeLLi >), pezzi di piccolo ca.libro e relativamente~ lunga port:1 h1. 11 bersa.glio era, situato sia nei pressi di S. Alvise, sia al Lido. Al Lido esiRteva, da tempo, una, stazionr, di prnvn dPll e ttrtig-lierie. Infatti ~Iarin Sanndo racconta di aver presenziato l'esperimento cl'a,rliglie1·ia avvenuto nel 1500, in questi termilli: a_ EL i11 questo gi~r110, a Lio fu prova(Jo quin(lcci pe;,,i de arLe]aria, « fate per Rigi1-m01Hlo Allwrgdo, All~xanclro d<d L<~opnrcli et << Fraucesco : et provato el basilisco, trage de balota da Lire (lib(< breì 100, et vi fo Ser Beneto Oiu:-;tignan, Savio a 'l'errnfernm, << yo , Aforin Smrndo e Sier Antonio Venier Savii a ordeni... )) .

.Nel 1G4!) si diRponeva r,he, a, turno, cc li bombawlieri siano sovra.stanti a, le fabriche )) : cioè continua quell'abbina.mento dei. due uffiei, che, a Venezia, si cn~ voluto fin dalle originL

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:\.el J.GGl - q1rn11do l'Arma d'Artiglieria era già defiuitiva · 11 1c •11IP o r·g-:w ii,mta e i suoi reparti lal'g-amenLe sistemati nelle Co!Dnic· - le Uai·le d' J'u·chivio rivelauo un inconveniente assa,i gTave e sintomatico che si era venuto ma.n mano accentuando. l l1011ruanlieri d<~stinati a, Cm·J'ù, a Candia, a ½ante e lungo le coste d;1,l111at:e, in pralica e specialm<-mte nei. periodi di pace, accentuavano Ja, propria. antonomia e si<< esotizzava.no )). Molti di essi spo:.;avu.110 domrn indigene e si forma,vano um1 famiglin 1rnl1a nuova 1·1•:.;iden;,,a, dive11ub1 un;1 secondn, patria. Pc1· i Vellcziani - che, c·ome g-li Inglesi, c1·ano int.rarisigenti sulla questione di razza - i I fenomeno appm·i rn, pieno di. pericoli. A presdndere dall'in<·.el'!.ezza, del servizio e delht, fcdçltà, in tempo di guerra., le numerose l'en"iterrze a,i cambi di guarnigione, che qualche voltr1 eNmo l"i.e:1.iesti dalle cil'costanze, decisero i Magistrati ad emanare Re - . v :l'e disposizioni, come supplemento agli slaLuLi <.Lella CorponL7,·i onc. 'I'ale supplemento a.v<!va il cnrattere di ima vera e propl'ia ingeren,,,a, lrelhL vita privata, dei bombardieri, i quali lo giudicarono eccessivo e tentarono di ostacolarlo. Ne risultarono ordi11a11ze e decreti che si incoaLI·a,no spesso nelle Carte d'Archivio 1 P che ,:·i conle11Lia,rno solo di i-icor·(farc, come scg-ni evidenti dell e pri.nw riformP sostanziali: riforrn<~ clu~ poco a poco approdarono_, s peei:ilmcn te nel XVIII secolo, alfa, ricoslituzione del Corpo su basi 1·azionali e t o(·a,Jrnente differ·enti dalle primitive. Nelle sne appnrenzP corpora,tive, però, specialmente pc~r quello che riguarda, le tradizioni religiose e le fcsle pah·onaJi 1 la Scuola dei bombardieri travc1'8Ò intatta più cli tre secoli, e accompagnò le istih1zioni cfolla VP('.chia, Repubblica sino alJa smL caduta. l'.na rniuula re1a,1ionc e 1rna 11ota riass1rntivn, cl(~1Ja, fine del secolo XVI rign:1r<la l'uso del materiale e raccornall(la sopratutto « la perizia a.' lfom badieri, per non da.nneggiar le arta,la.l'ie d'ogni 11ualità, che si fa1rno far alla giornata., con gra.ndiRsima spesa del pubblico)).

Nd l;'i9{; e1·a capo dei bom hard ieri Leonardo Borsetti da Yerornt: il suo stipenrHo ammontava a ducati 15, lire 2 e soldi 1 mensili, trattamento che vellne a più riprese migliorato, a. titolo di premio.


1000 - 1600

ln tutto il secolo i-;i <lh,tinguouo fra i bornbardi~ri: i\fa.esll'O Basilio; Frarn_;esco Leopardi da Brescia, eletto Franzosetto, al <inale si at:tr·ilrnir,ee ia. fondita, della statua equestre del Colleoni; Priolo Cann,l ; F:ìperandio Savcl]i ;· Sigismondo Dandolo; Franceseo di ,Jacopo, tutti della pr ima metà, del Cinquecento e noti r.;petialruente eome fondilori; poi, 11ella seconda metà,, 'l'o maso cli F1·a11<:ia; F1·ancei::,:co e 'l'orna.so Conti; ~ieolò Conti, a n tore tld gitto in onor<' di Enrico IIT n el 1G71 ere. l'el' qm111to c:oncerne i perfezionnme11ti tee11iei, Vene;,;ia ci ofl'1·(~ tnt.h1, nna Rerie di Pl'-JH-•rinw11ti, tentativi <' ritrovnti, più <.ì 11w110 pra,tici ed utili. Nel 1342 il « fidelissimo 7,oarn Maria da PaT·nm )l, bomba 1·clie1·e ni i:;ervir.i della. Rerenissima., offriva. « in segreto J> pare(·<:hi,~ stw invenzioni. Egli u.veva t1·ovato il melodo sicur·o per riatl:11·<> i 1wr.zi i11r·hiodoti, c;iO(~ messi fuoi-i uso facentlo pe11eLrare a fo 1·r.a 1m t hiodo 11el foeone. l'roponcv,t ancl1c un pr·ogetto di ar-tigli<~ria leggerissima da !I (cioè <la 9 onciu di proicUilP) con van t:-iggio 11ou solo 11(;1 traspor to ma and1e nella gittata. lnoHn: vanrava perfezionmnenti importanti nelh1 faburicazioue tlellt <C lanr.e nrtificiate >J ciot~ lnncie n f1wco. I doeumenti di qne-;tn pn.1tica non contengono 11i!,egni o deR(:rizioni tcellìdie pcrehè la Rignol'ia tenevn. geloi:;amente il segreto, non solo snlle i nvenzioni r0::tlizzate, nut, anche sn q11ahnHp.1e progetto. Osserveremo una volta per tutte che, in genc~re, questi progetti vanfavnno la sol11 11io11<~ <li prolllemi assai difficil'i : ad esempio l' << inchiodamento <lei pezzi)) passava cor-1·enternente per inimediabile, eome del re i,:to qnalnr1q11e gm1i:,;to al focone. Ri 1·entò di rìmpiar.11:u·c questa p,;.r·I (' con cc grani a vite >J o salclnti, di bronzo o di fcno, ma le riparazioni. non erano ~1i<:11re. Non sappiamo <] unqne nè quale fosse il rinredio cli 7,mnn Maria da. l'al'lna, nfl se avesse va]01'(' JH'alico. T,o steic;Ro i,;i dictt dcll'a.rUgli erÙJ, Teygerissinia.. Ri trattava, for-se di nn hnpiego di leghe variarneule combinate, o di m [t · t<~ric eterogenee, cuoio, corde, ecc. conrentriche al tubo cli nwtal]o che costitniva I-'anùna del per.zo: motivo ehc vitorna, spesRo ndlc ·i nvenr.ioni secentcsel1e e in Venezia culminò con l' « ari"i g:licl'ia ciel CoronelJi >l, mentre a Genova si pl'ovavano i pezzi del ifa,r ini. Sappia.mo però come queste invenr.ionì non ebbero m ai -544-

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Ii\'VENZIO,\ "I DI BO.i\IllAHDIERl VJ,;Nl•JT[

upplicaz.ione pratica: in ogni modo, di la.li << artiglierfo leggerissime )) avremo ,1ncora. occasione di pa,rlare in seguito. Qmwto alle lanoie da fnoco) erano semplicem,~nte 1woiettili incendia1·i: picche, le quali sotto il ferro portavano un dispositiYo (li a1·titid. Ser·viva,no i,;opratntto alla, rnariua, e gli inventari ,di nave, dalla frne del '400 a, tutto il secolo seguente, ricordano sempre questa so1·ta d'armi.

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Xel 1574 il <( fidel )) Morando, homhardicre e armiere, chie deva 1,;ovvc1rnioni per cost1·nirc un nuovo 1nodello di p<"triera., 11i suèli invenzione. Abhin.rno già prc(:isato che« pdriera >>, nei docu1nenti veneziani , è la qnalifica applicata ad artiglierie cli earat1P1·i cliffe1·e11!i, u1;i, gem)L·,1,JnwHte eh piccolo c:nlibro. (lucste petriPr(~ erano cos hrnteme11te del sistem:L a, 1·droem·ii.'.a, cioè a ma · scolo 1nanteHuto contro ]a camern, da un c1111eo for,1,al:o "i11 una sta lhi. L'irn:ouveuieute .latnentalo dai tecufoi era In r:oc\n lenuf"a del sistema che dm1neg-g-iava il lil'o, deteriorava il pezzo ed espoi,cnt a, pericolo grave i serventi. Ora il Morando, che risulta ad fletto a 11' A rscnale, aveva modificato sos,tan,1,ialmente il sistema, :i lHJl endo la l;1·aga o Rtaffa e il cuneo, '( codetta). Come otteneva <'gli l'n<lerenzn, del ma.scolo al pezzo'? 1,; qudlo che ignoriamo, perelH~ il flocnmento natura1rne nte t:1ce il motivo clella invenzione. Pochi a1rni dopo, 1fiS:1, il e< fidel l) Lndovico Pizzamiglio bomhnnliere chiedeva, di adattare un pezzo delFArsena.le per certe :-;ne esperjenze, e nel 1584 ripeteva J;i domanda, per una J1110va, invenzione. lVfa, appunto in quegli Rteflsi anni Sig-ii,;mondo Alberg-hetti aveva ottenuto, in conconenza, due fa,l conetti dclF.-'l..rsmrn,le per trasformarli. Si intuisce da,l l'csa,me dei doc11men1i - as~ai sournia1·i e reticenti -- che tanto il Morando quanto il Pizz.nmig-lio e l'Alherg-hetti si affalicanwo intorno alla soluzi01w <lello :-;lpsso probJerna. S igi smondo Alberghetti vanta 1n prnpi-ie adigliede cc elle non sfiatano, manco erèpano, e richiedOJJO 10 % nmnco de polvere, con vanta.g-gio tlelfa portata)). Risnlta che l'in ventore venne ripetutamente sovvenzionato. Ed <~ cnrioso questo pai-1.icolarc: mentre l'eflperimento del nnovo mo· dello avvenne regolnrmente alla Scuola lli tiro, fu imposto i l ma:;;simo segreto snlla, carica,, ordinando che i tiri si fac(•sser o con la q1rnnHt:ì, normale di polvere, non lasciando sospettare a -

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1.GOO - 1.GOO

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1·ispa1·mia ndo il 10 %scorcio del XVI secolo, i I pt·ol>I p1 na d1 e ath1tieava i tecnici era. ii perfezionamento del sis i1'111a a 1·etroearic:a-, nrnntre quello clw impol'ta va ai .Sa vi e a i l'1·m ·,·edit01·i era, aHzitutto, il p1·oblema dell'economia. Aggi n11geremo a n corrL che il sistenrn a, reti-oca,rica enL ormai, dopo la scompa1·sa dcilc\ vce:chic IJomhardc , applicato uni camen te a i piccoli calilwi. Nel Cinq uecen lo H progresso e la rnodemità fl<'Ì pnzzi erano r appreseu tat.l dal! 'im piego del bronzo e dal f'. a l'ic,1,mcHto a ntèl'iore. L'app li<.: nzione del sistema, a, r etrocarica :ti lti groRse artiglierie doveva s pettare a lla seco11da metà del \:IX i'<ccolo, pm· ci,;s1~11do ,~s:-;o giù. co11 0Rcint o ed a pplicato per le l•on:IH~ da fuoco piccol e.

i;1 •s s11110 d111 J' effeUo si pote va ottenere , ·c·dia1110 d1111q11e ebian1,ment,~ che, sullo

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12.

Le artiglierie estensi - Giganteggia la figura di Alfonso I - Lo svilup1>0 delle bocche da fuoco sotto i suoi successori - Inventari · Gittate - Classificazioni- Polveri - Ordinamenti.

U iga,n Lcggi;_t in q 11est o secolo, in l 1'c1Ta r a e fuol'i, la, figura di Alfo11so 1 d ' l1:ste, quindicesimo I'riucipc di t::i.l e famiglia e terzo l >uca di F errara,. La s ua vi!.a, < ~ ta,1rnenle fog.1ta ai prog1·cssi compiuti p<~r m eri to s no dall '.Ai:t iglieria 1.;he , rntn·amlola, si viene ,L :fa re la st o1·i :1 s ter--Ra del l' Artiglieria di quell'epoca. ln giovane et:ì , vivente il pa<ln! D nca, B1·colé I, dilettandos i rno l lo più ,l rllc ,nmi che ùdlc letter e, .A Uouso se ne a ndò in Frn,n cia , ili Phw<lrn., in I11 ghiltena, pel' ritorna r<~ poi i11 pa tria 1·011 l'esperienza delle cof;e viste e del](: u san ½e stra uier e. Ass unta, alla, morte tlel padre, fa, signori a <li Fer rara, egli d ornttc g-niffa.l'e il Ducato in 1rno dei periodi più procellosi dell~b i-na storia. Str et to fra due potenti a 1·istocrazi(\ di preti e cli mercan ti , di<~ domilrnvano a, Rom a cd a, Venezia,, obhligato a destreggiarsi fra l e viol em:e. che l 'nmbizione di P a pa, Alessandro spiegava col br a ccio del i)uca V a.len tino, e le mutevoli leghe che l 'a ltro violent o P a p a, Giulio II faceva e disfaceva, folmina,ndo con le

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54.7 -


lGOO · lGOO

armi e con la scornuuica chi osasse coulrastare a i suoi voleri; 1weRo ÌH 11wzr.o dagli esc1·c·iti c.;J,e ::;paglia, Fnun:ia (~ Uennnlli.t seagliava,no in Ita lia,, AHonf.io <l'Este sep1)e fa,r valcl'e le sue ecce:donali qna,Jità politiche e g nenieJ'e . Schivo dalle pompe csferiori, dedito ai lavori ma nuali, Alfonso -- SCl'ive il Giovio · · << fac:eva vasi bellissimi di terra i quali :.;J n<li gli furo110 di poi molto ulili et m olto a prnposito. l111JW· l'ocd,è, d,rndosi Pgli a11 eora a fonclm· m etalli, .~ gnisa, di fa hbn> <·ll a gittai· ew,0. di lll'onzo, g li ~necesse tn 111.o h<~1w et re li <:t:llw nti> lnl e ade, ehn egli fra pwssù e s upel'Ù eol s uo i11gcg110 s ì 11el HW· x1·o lar 111 etalJi con rnHa vigliosa te mperat11ra et si Ilei git.tnre a r bgli<!l'ie g-1·u 11di sNirne et cli in usi tata miRnra, t n tti i migliori n.t·· te lìd et di più autm·ith che si trovaRscro ai snoi tempi >J. Lo ster;so Giovio d à, un alLro <locurnento della passione e pe · 1·izia di Alt'om,o qual e fondilot·e ili ..wt·ig-li<'. t·ic, parlarnlo dcll' PHi <·nd;t flPi s uoi <:n1rnoni f• pii', p,n·1it·ol:11·meJ1tL· di <l11 t• ppz;,;i cfa h ai . t1-•l'(! iii br<'.(:tia 1<~ rn 1n·a, <~d a gg-i1wge: (( 1'11110 tlei 4p1:1 iì, l'ahlw i <:alo con :,;ua, maHo ... J><>r J'impeto i1w ~li 11rnl,ik dw fa c·eva , cmi kl h•rn ~rnl pite 11el h1·011zo, ('l'il dn J ui c- hia ma h1 il <.1·:rn I liaYolo <· l 'a,ltro, per il J-erribile suo rimbom bamento e r umore, il Terremolo >>. :\In J\Honi,;o d'Esk 11011 fu ~olhrnto ec<·t'll( Ill<' fo11d i f-<)rn tli a 1·tiglie1·ie, ben sì anche valen te arLifieiere; fofaLti gli si attrib11if.lce l ' invm1zione geniale di un 1netodo nuovo p er fa!Jbriear-e Ja p olver e da, s paro , quale fu in uRo fin o iL non molti an11i fa , ciot'. il sistema così detto dei pestelli. Insomma , Alforn;o d ' Este i:,j dimostra appassionato n on 80h <> n on tanto <lc ll ';n·t c d, lJa, g nena, ma: più particolarniente della t,~cuica dell' a.rtigliel'ia : egli era u n artiglic1'e n ell' anima,. Arn~ora P r in cipe cr,~dit ..trio, lo vedia,mo 11el Ei02 fa,r most,·a. <lcU' artiglieria fcrr:u·esP., JJCl Cast<-'lvcechio <.li l<'crrara, agli ospiti illustri ven u ti d n. og-111 patte per HRRislcre alle fes te del Ruo ma,ti·imo11io ,:on Ln crezia norgia. ::Nei cc 1\Iémoil'es clc l!'Jem·aJlce )), l.\ dove si parla, clel Duca. di Ji',~rra.1·a, è eletto: <C ... E t; cm ny ve1i np71u,r tcna11 t a,1ulict dttc <lednns deuw grcrnges bicn, trois cens gro.<1ses pièces) et croy que tons ln 7irinoes rFllalic ensem1Jle n' cn (M.10-i.ent 11o inl. tant et d e S'i belle artillerie que lny seul. Il àva'it trois gramg<:s : Fu11 e cs toit la ou 0

0

- MS --


et u Il on fa-isuit les njju,sts e /; les rmies )). <!11esto 1•1·iJ11..:i1Je italiano aveva artiglieria cosi numerosa che l'oi ('rn, 11011 solo basb1·e ai uisogni dello Stato estense, ma anche ('~.s(•t·(: poi,;ta a disposizione dei suoi alleati: bene noLa N ttpoleo11c• 11 I. 11ell'opcnt già ripetutamente citata che « en 1510, il avltit 111 is so11 nrtilleric uu service rle Oha1irnu1tl,) en 1512, il la préte 1·11< ,on: u, t-'a,nnéc fra11çwisu com,inr:uclée par Oastun dG Ji'oim )). I Jd 1·esto la gran quantit:ì, deJle bocche da fuoco estensi risulta con 1n·(~cisione dagli. Juvt:Hhtr·i d1e puuulidtiamo più avanti. E l'attivitù del duca, Alfonso T 11ou si espliea Ro1tanto nena costruzi01rn e 1wl miglioramento d<~lle bocche da fuoco, ma an1 u1

I

Jliisoil lu fu11<lerie, fautre, là mi on fciisoit les moules)

1111 In;

1·lic ueJ campo

c]p·j

1n·oieUi.

,

HigrJore di non molta terra, egli

11011

poU: mai c·oll(lUJ-i-e i11

campo molta genie, rna. in comJH:nRo il sno aiuto era prezioso per la ecc-P11ente e 11n mPros;1, artiglieria., per il Rno valore pcrsonak~ !' la non comune abflitù, di c ondottiel'o. Quando, nel L:509, si formò ]a farnmm lega contro i Veneziani , il J )uca, Alfomio' ili viò al ea.mpo di Massimiliano il Carclinule 1ppolilo, suo fratello , cou 11,l cuni nomini d'arme e buona artiglieria, JHll' prcvedcHdo di clover sostcuerr: 1wr primo 1' urto dei Veneziani in c:-r na Rna. Ed ,1ltn~ ho<:dH-'. ila, fnoc:o 111a1Hhì pm·e ill H.om:1,g11a. all'eRercito di Ginlio lI, dal quale <~ra stato nominato Gonfaloiriere della Chiesa; e questi pc:r.,r,i molto si distinsero all'assalto della Rocca di Hrisighella . ~ell'anno r,,pgnente aUa. Lcgn. di Cmnhray, Alfonso d'Este tolf-e ai Veneziani Badia :Polesine, Montagrnrna., Monselice ed c~sp1ig11ò Legnago. mentre gli si sottomettevano Lendinara, Rovigo ccl ali.re Lene : e iu tutte q11cste azioni fortunate l'artigliel"ia er,:plkò nn 'azione par·ti<:olnrrn<·\ nte efficace. Il terrihile rapa, Ginlio II, ottenuta, sommissione dai Vene½ia,ui, 1·jvolsc il suo sdegno conti·o Ferrara e, nei primi ~iorn i del 1:-i11. rnar-c:iò egli io.;teRRo contro il Duca. ed occupò Mirandola. Ma Alfonso s'enL prepa,ra,to a, riccverJo, e ira Borgo S. Lu cn, e Castc~ltcclaldo :wcva n,p postato le snc ,· wtiglierie: n,lla. port·a (li 8. Paolo ~l vcva, disposto i1 « Terrernoto )) e più discof-lo vp1·sn sud la <<Regina)) ed il « Gr:H1 Diavolo>) con molte a.H.re bocC'he -

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J500 - lGOO

da fuoco leggere. I l 'outifici, informati durante ]a rna,rcia che srava per essi (( imbandito uu poco gustoso convito )), alzarono i tacchi e se 1w tornal'ono indietro. Negli UHlilli giorni di febhnt·io dello stesso arnw, il 1'a_1J,1 volle tentai·c uu diversivo e, aiutato dagli Spagnoli del _Na,vano, accampò alla fossa Za,niola, ma le bocche da fuoco di Ferrara gli fecero smett1~re ogni velleitù, di corn1 uista. (Juaudo Uiulio Il riusd a formare la formidabile lega. cou Venezia, ::;pagna, lngl1ilte1-ra, contro la Fra.uda ed il suo fedele alleato Alfonso cFEste, questi preparò fo artiglierie _JJer 1·esiste1·e ancora uua volta a.lfiroso Pontefice_ Arruolò gente, rac colse denari e imp(~gnò pel'fino i gioielli di Lucrezia, sua, moglie, per 11011 aggra,,are il popolo c011 nuovi Lributi. Approvvi gionò largamc11 te Fena ra <.I.i gnrno, olio, pes<;<1 salato <~ carpi ; eornpletò le forti fìcazio11i e sopratutto pensò a fondere artiglierie. Le fortificazioni di Fer-rara. erano, in quel tempo, qmLsi neUa ]Jrin1i( iv:1, loro s( ruUm· iL e in parte incomplete ; suflici(mtemenk solide per resister(~ agli assalti, ma, non per so::,te11crc attacchi delle grosise artiglierie uemiehe. Il t(~mpo incalzava. e ra.clieali modilicazio11i 11011 era possi!Jile apportare a quel :-.islt'.lll.l fortificatorio; ])<~1·<:iò il U1w.a Alfonso ordinò che venissero r·i 11fo1·zate, con poderm,i krra.pieni t~ (( ca.vali(~ri >> cli terra, ]e m m·;1 della cilliL e, per a.ccelcnu·e il lavoro, fece chiudere le buU.eghe, le scuole, l'Cniversiti't, i pubbUci rit1·ovi : tutti i cittaclini, di ogni cl:1,sse, dovettero cooperarvi. Le vicende di tale guerra e la stupenda azione delle artiglierie eslenisi a.lla, battaglia di Ravenna. souo già sb1.t(~ com't~ nicntcmente ill nstrate ; tnttavi.1 l' pure interessante leggere nella Cr·onaca, di Fl'a Paolo da Ligrmgo uua breve descrizione della, battaglia, di Ravenna e dell'a,zione dell'u.rtiglieria del Duc;a Alfonso, che fn dP<·.isiva, pel' le sol'ti cleJla bnttaglia. r, A dì 10 elido elle fu il Sabbato 8,rntto Monsignor di Foix çon U :illri conHiglia1i d eliht-! ror110 dw la geni.I~ Italinnn nndnssi adosim nlli mura di Il a<< v en11:1: el. il enmpo d e frnncesi andassi arl affrontar Spag.li pocho lontani cc da quelli. <( A tH XI <lieto (']1e fu quel dì di pa seha , a hor ] 4 eornolil> a mu<n-ersi il <( eampo <le' l< 'ram:esi (la eirea 22 millia f)ersoni so11n1. nl enmpo de Spngnoli. ,, '.l'in1mlo l'artileria di cndanna ddle pn1·ti per doi hon~: nelle qunli hori fu ,, morta gente assai dc luna vnrtc e dell'altra et massimo nella bntaglia del <<

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lsCIH DELLA ~A'l'l'AGLCA DI RAVENNA

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g- r:111 I >ialJlu U:1pil.:111u l•'rancese : elle fu lllorto Lui et tuta lu su a compa gnia.

" 1•:t, l a ~·:111tcri a g n,isch ona lnfrunta clell'artilaria fu messa in 1·otta. Al ,, l'hc ni le mlu p1·orcdere Mons ignor tli Foix diswon tò a piedi tenendo le squa-

" d 1'l' strette. M:1 per la grnudis.111a te111vesrn de sclllopeteria et artileria grossa " i11 l:1 g ran (•:11l'ha alfin fu morto: al quali si 11sp~1ttava il r egno di ltranza , ,, :1hi11<.: merito per esser e valloross.lllo Cn pit:mio. Com e m ostrò ln fatto: et 1Je 11,, l'i1i· lui manca ssi, lui fn pero (':1usa di t ene r il campo forte. ,, D:.1ll':1ll.ro canto el; Iunmo f rachasuti Spag11oli sotto il Mar chese di P c· « ;;;l'al':t e t il Con te di JJopulo: el. 111olti lwruni d el Ue :nue et Spagnoli . 'l'ul cbe « i hori cin(} gli l'istò pocha fantnrin ,·irn. Ma il ~!g.or l<':1 ùr icio Uolon a e t il ,e g 1·:111 'l.'l1esaurcr o di Sp:1g-11a. ;.i:l:!11 erm;:1111c11lt! ,~1ll:1t.il·,1110 JH·1· modo •·hl:! I•'ran:i:a (< st·;t\':t 1n gr:rntle pcriculo cl i fllg-a. :\f a (Jlh$tO co11osceudo 11 D ue,i Alpho n so « ì•:;;ten s i con sn n gente, PC'l' uua <·1-•r(a ùaissa a ndi) r·o11 111olti canoni et. s ui arti " lariu pér fia nco a l c,11111 po di Svngnoli: et nel colmo delle gti11 t.i cl' armc et dell<.:! « ~'111:l<lr e 1·oml11ciò a tlran" JJl:!l' una gross'l10rn. et più . Dal q ual fu fatto tanto <( fraca sso, e t. () 1tPsto Ye<lcndo il Vice R e (li S1mgn:-1 si tirò con sua gente verso « l m111o la . 8 irnllJ1u~11 le il n u ca cli U rùi110 con a ssai ge11t<.:l d el papa :1i tirò ,1 << quclln \'i:1. 8ù elle sh,i rat o il e:irnpo 1.I i Spar;noli : il l>uC'a eon sua gente f'ntrò « i.n bntagli:1: l:.:t a troY:ito il signor li:11H'icio Colona et il gnm Thcsaurero : ,< q,u~II! f C'c·t prig io ni. 1 1 m :or <:he>sn <li l'csduu·u , il <·o nte di l'o1rnlo: il mn i-chesc ·< di Ritonl.o d altr i homini da cont o. i n (litto fatto d. fu 111·pso il C:u·clinal clt~ « i\fedici legato <lei l'aptì ! c:1111110: qual n o potei ~! f11gi r . . . . . . « T e nut o il 1'<>11111111 0 f uron o trm ·:ili m ol'ti hnmcni 17 11tillin d car all i 10 mii« li a morti ; et la più gr:m pnrti òi hot t a t1·ar talarla )) .

Fl'a Pao lo da Liguag·o Pra, vi vcH t<~ al tempo di Alfonso T e la su a ( '1·ornu:a è degna, della, ma RRima, a.ttendihilitù. Nei <llrn epi isodi. l'i11ortati traspniono evidenti l ' irnp<u·t:1nz;n, data all'azione dell',.1,l ti~lforia e la g1'a1Hle con si cl cra zi one h 1 cui era tenuto Alfon so l. Sotto i ~ncccssori cli Alfo nso I nella Big11oria di li'Prrar·a, Rl'colc II (1:i:14 -Li~!:I) e Alfonso lI (1rif'iH- l'."in7) , le a rtìglicde con Li11ua,110 ad esisc~re ogg·clto di specia li cnre. Si dis tinguono in qncR( o s<~col o i gi Ua,tol'i (\ fondi Lori di nrti glicl'ie dnca.li , A nnil.mle Borgo g 11011i e 7.ova11 e Lamprecht. Ad Annihn.lc Ho1·~og11oni. na ( ivo di Tren to e 11a.tm•a,fo1z;a,l o cittndino [crrarei:;e nel 133G, so110 <la. attribuire una not<wol e qnnutità di bocche da fnoco , tutte assai pr·,\gevoli per r,~nilim cnlo e valore a.rfo;tico. Col conse1rno elci Duc hi cli Tl'cnan~ suoi Rignm·i, egli si recò p1nc in molte n.ltrc ci.t:t:\, in Tta)ia e fnori , pc1· ]a cosfruziolle cli a r·tigliel'ie . A 7,ovaHe Lamprech t da Sciaffnsa., dttailino fcn,11·<·R<> 1H•l 1583! Rono cla aJtrihuire , secondo l ' in ventario clell 'm·tig-1 i<>ri;:t

-

551 -


1500 - ]600

della, (< rno11itione )) <.li Fenni·a. del 1S ottobre l:",0(;, 12 cannoni dn 50, 1 cor·taldino, 2 ca11no11i da ,10, 8 me1:,•.i cairnoni d a 25, 6 falcoHi da 4, 4 falcou i «fa 4 cou le biette, 2 mezzi cannoni da ~:; straordinari, 2 marzocchi da libbre 2. 1~ da altribnir,~ ad Alfonso II d' Eslc l'inve nzioi1e di cert~ carre tte cannoniere con par:1petti ,L botta, di a r chibugio. L' E q uit:ola, c:ronishL ferra,1·eRe, così le d esc:rìve : <( ••• a le uni pezzi cl i fLrtiglieri:L eran fermi su certe ca1·rette g uarda.te dava,11ti da, nn forte 1mrnpetto di legnarne imbottito di term ed altr·a materia aHa a r esistere :Li colpi degli archihngi, colle lor ca1111oni ..n• a guisa ili fortezze. Le aveva costruite a Hch'ignardo cli s11:1 in vcn :done il Duca con tale artifizio, ehe potevnno lh·awd n~PYol · mente u ei vicoli e dirupi delle montagne ... )). Di. rezzi montati sn tali can·ette canJ1011iern si valse il Co11k B11c,1 ì\fontec ut:coli_, 1wl maggio del lv21, n ell'c.tssol ver e il compito avnto <li epm·are 1a R.ornag.·na, ed il F erra.rese di circa GOO malancll'ini f:h«~ tenorir,zava110 Je campagne. l•;sse gli servirono t->grc· giamm1te per battere la, prindpale rcsi<l<-mza dei l'nrf:rnti, e d0<~ il palazw del Nob. Raffaefo .Riario <lell'lmo]cse, riducellllolo in rovi11e , si <:<:hè i malan ch ·ini «lov<~ttero alJbandonarlo nottetempo. Qna,nào nel 15H8 il T>l](::li Uesa1·c D'Este, sucl:eduto al JXLdrc Alfo11 so JT, dovette nhha ndo11a,re 1"en-a1·a, obbligatovi dal Papn Clemente Vlll, e trasferir-e l::i, Sig.11oria n, Modena, l'artiglietia che egli lnseiò in Ferr:1.ra, a. termi11i. della l":tmosa convenzio ne faentina,, si compo neva. di 4(; bocche da fnoco di diverse portn,I'<-', fra le qua li. il « Gnm Hia volo )). · Ma,, per da.r e a.l JeUote il qnn.dro esatto e l a. doc:umentazionc <fogli svil nppi dell<~ m·tiglierie estcmd, 11011 credi:-J.Ino inopport uno puhhlkm·c :wcora qni alc nni inveHlari del.le bor,che d a fnoeo, fatti in epoche diverse, sot to i tre Dnchi d1c si succedettero nel corso del i-;ecoJo . Artir1li11rin n ella, 1111mitfonl.i 'ili b'ertwra sotto la felic;e 1nemo1"ia <lel 8er.mo. Siy .r o Jh1,c(t A.lfon.so I (1505-153.1)

Con l' a r111 ,1 ducale. 11 g ran Diavolo f.'olubt·in:i <lopia sfor,,;a ta da T,ib. J2.::; senza rnilesimo et nome <lcl mastro Con l'arma du cale. U110 canon da Lib. 2fi senza lii ere. Sen,,;a l'arn::1. Due colubrine da J.ib. 2ii senza litere. da Llb. 4 senza lftere. Rem:a a,rm it. Sci F :ilroneti d a Lib. 25 senza 11tere. S•)ll,"'/1 · l'arinn. U11:1 r:olubrina

-

552 -


Co n :trwa p:111ule, la Hon-!r c u cllo sc1Hlo, una C: li11llriua 1·1111 l"nrmu dtt<:ale. T:na c ol ulJrinn :,,;,,n,,:1 ,n·11ia. li 11 euuon pe1·ie rn < '1111

:1 rma duc ale. S ei Canoni p e r ieri

<·1111 nrma duealcé. Tln fal coul!

1·1111 :1 rn1:1 d1.11:ale. :N°llOYi (doì! !J) F:•koueU

-

d a Liii. 10 con lite1·e intorno a l ' arma .T. P. M .

da Lib. 10 senza litere. da L ib. 2'1 con coste a vida sen· za lite re. ria L ib. 25 senza litcre. da Lib. 6 senza litere. d a l,ib. ."i senza lite1·e. da Lih. 6 senza Jitere.

Co n :1rma ducale. U11 l•'nlr:onc I II ltwcco tl'an11a t111 IJOn•o S])illo eon una co1-.:ma sopra. 1;11 Falco 11elo llU Lib.

4 sP.nza lltere con Gili

da mezo in a nzi.

oa Lih.

:--1•11,,a fìi'm a. L:i , f:I l<·nnc

5 senza literc .

,,c.zz·i fil Wtto N. 33 il. rti!llir11·irt ll(J//rt mo11ifiu11c cli Modeun

Cnnoni Ca noni

ll:i Lib. 50

Il.

(i

nnlle

rla Lib. 45

n. 1

J:nllté

f :nnoni

d a 1,ib. 25

D. 4

Cm10n i Cm1011 !lt!ri<èrl Colubrine Fèllconi

da Lib. 25 n. l dn Lib. 25 n. 3 da LilJ. 20 n. 1 da T,Jb. 4 n. 3 da L ib. 4 n. 3 dn Lib. l 1/2 Il. 4

J\alle H a lle B,1l le flt~rlere Hnl le ]:nlle

F:1 11:nnf! l.i F a l co11eti

n,,lle

Balle Pc:::::: i i n llttto N. 2G

Ari i11lio ria

1111/l(I,

m1111 iMone

cla :j(J Ila 45 dn ~.'.j

D.

da 2tj

11.

li.

3177

o

n. SOG 800

tla 2;1 n. fla -20 n. ] 62 11. 848 da 4 TI . 11:i da 2 da I l j2 11.

d i Regq·io

a

Il, C:111011i da Lib. 50 Hn ll e C:olnlirinc (l',a mulia.) d a J,ih. r;o Il. 1 Col nlJrin a da L ib. 14 n. 1 Iiti lle Colubrine d a J ,ib. 12 D. 2 gn 111~ Girifl'a ltll i da Lib. 8 D. 2 nane (; ir lffal clli Il, 2 d a Lib. (I B:illf! F nlNrne l i d a L ib. 3 n. 4 Balle l<':il<·nucti da Llb. 21 /2 n. 5 Balle C nn oni _p eri eri D. 4 H :1l le cla l ,ib. 4 S uma fa tutto i pezzi N. 24

d a 50

Il.

14 12

11.

8

D.

tl a il >l ,la ri a da ll n da

o

n.

158-'l

o 2-30

423 n. 646

n. 3 2 1( 2. n. n. 4

13 88 Ja

Artiglinrin ndla, mnnilionc di Oarpi

C:rnoni Cano ni JJerieri

d a Lib. 50 tla Lib. 50

-

l

n. 1

Bnlle

n. l

H:1lle cl:L pietra

5::i3 -

<la 50 cla 50

I l.

n.

4!:iO iO


HiOO Colubl'ine Colubrine Colubrine Colubrine ],'a leoni E'alconcti

da Lib. da Lib. da Lib. da Lib. da Lib. da Lib.

-

1600

30 ll. 1 25 Il. 1 14 n. 2

Balle da Balle da Balle cla 10 n. 2 Hnlle da 6 n. 11 Bnllc (la 3 Il. 7 Ba I k! tla Pezzi in tutto N. 2G

30 25

ll.

14

Il.

10 l~

Jl.

3

n.

11.

n.

280 239

o 1046

o

I

.tl rtiuliarin 11elll/. munitùme de H·ubiern

da Lib. uO n. 2 Co lubrina lla Lib. 30 n. 1 Colubrina ù::t Lib. 12 Il. l FnTeLl:o da U:111. e da Lib. 4 n. 1 Falcone da Lib. 4 Il. 1 l'lping:inlL! di fero da Lib. 1, on. G Il. ]_;{ Falconcti clii Lih. 1, Oli. (i ll. 5 l\foscheti da Lib. I Il. 2 Spingarde da On. 10 n. 1 Spingarde cla Lih. 1 TI. I Splngarcte lla On. 8 n. 3 l\Io:=;d1eto da On. 8 Il. l l\Io:,;chcti eia On. 6 n. 3 }',1ko11eti da Lib. 4 , Oli. 2 Il. 5 J>ezz'i in tiitlo Ca.Ho11i

f\:1lle cla Balle da Hnllc da H:ille da Balle ria Balle da Balle da. Dalle cla J::ille da Ballr~ da Balle da Balle ria Balle cla l::ille tla N. 40

;;o

n.

;J()

11.

12 4

Il.

821 · 215 97

n.

40[)

\ /n.

48

4

Lib. 1 OJI. Lib. l on.

l 16 (i

1.

Il.

On. 10 1 on. s on. 8 (; on. 4

Il.

}

Uif!

Il.

15!)

Il.

161

Il.

213

ll.

Hl 2

,lrtiyliai-ia 11cll11. monilione in /1'errani sotto la felive me·moria riel Ser.nu1 l'Jir1.re Duca- llercole Secondo (.l534-1,5,if!) Con arma ducale. La Regina. Colubrina dopia sforzata Con al'ma ducale. T: na dopia colubrina

Con nrnrn. ducale. 'l're dopic colubrine

da Lib. 12[> Annibale norgognon l'anno 155(; da Liti. 'lio Annibale Horgognon 1556. da Lib. 60 Arn1ibale Ilorgognon 155(;

Con

1J1·1frn

ducale. 'l'rc coluhri11e

da Lil>.

25 Annibale l~orgognon

1553 Con al'lna ducale. Una colubrinn

da Lib. 2;i Annibale Ilorgognon

Cou arma ducale. Due canoni

da Lib.

lf>f1G

40 Annibale Borgognon 1553

Con l'arma scarsnta , et fatto nel scudo il 11ome del Ser.mo Sig. Duca IIercole secorulo

-

554 -

Fatto in Ancona da Lib. 60 per Vincenzo Giordano 1542.

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I

I I

I I

I

,. 1


Con ,1n11a dn<:alc. Due colubrine

da Lib.

e :011 l':1n1w tle Contniri. Un J<'alcone Uo11 :n-tu,1 (lueale. llue l!'nkoni

da l,ib. cla Lih. <la Lib.

25 Annibale Uorgognou 6 Annibale Uor~ognon 8 Idem lfi54 Coli arma ducale. Due Falconi 8 Idem 1555 ltlem un canon'ccllo curto tla Lib. 25 Idem l3org. Pezzi ·in tutto N. 20

A rliylforiu ndln monitiunc di Brvsclo

CaJ1011i CantHÙ

Colubrina Cortaltli perieri C:111oui 1Jt~rieri Giriffalelli C:iriffald1i

da Lb. 30 da Lb. 12

n. 2 n. 2 n. 1 n. 1

tla Lb. 12

n. 2

da Lb. 8 da Lt1. 6

Lb. 50 tla Lh. 30

(l:1

200

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8 6

11.

200 2fi8

11.

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H:illc~

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8

J:nllc di IJÌOJJJbO da 4 ., 1\:1 lit\ rin ·ualll\ di violllho rl:1 "

l'c:z ,zi 'in t·nlto n. '.~fi }lmwl1elli tli ferro senza letto n. 20 8(:1 H½i:l

406

JJ.

Il.

1·n:1 bombarda di feno

li.

Il.

da Lb.

ll.

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F:1!,·oni

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Ballf!

Uiriffalthi J)Cl"ÌCI'Ì

Falconctti

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ll:1llc J\alle ·B ,d"J e Balle

ni 3 n. 2 n. 2

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Balle iu Wf;io

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11 •

21.8

N. 2923

letto .

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l

1' ra Je ::; u(.lde((e artig-lieri e 1neriJano JXtrticohu·c menzione, pPrchì\ famose per poterrn:1, e sqnisiter.za di fattura,, il G1•an Dhvolo , la, Giulia, e la, R<~gina,. Il« Gra,11 T>iavo]o >> , col ub1·ina, doppia sforzata, portava 1111:1 palla, del pei;;o di Kg. 34.ri1~J cioè qnachnpla di qnelle porhi,te dalle eolnhr inP or<linari<~. Lungh ezza m. 5,G4::, peso Kg. 7.023,3():-i; d1HHJt1e que~da lJocca da fuo c:.(-r pesava, 203 L/2 volte il sno pr·oi.etto. Ln fa,m osn, << G-iulin )), ('Oh1brina di libbre 50, ùi cui già 'SÌ ~ pnrln,to , fu gittata .11el Ul2 e i,;Ompendia in st\ la stc)J'Ìa cklla. l'i· volt:1 bentivog.liesca di Bologna dell'anno L"ill. La << Regina n, colubrina doppia sfol'r.ata da lihhre 12;';, venne c-.hi:unala << U cgi11a )l percht\ « s ulla. gioia della bocca, )) aveva uu orm11nen lo n mo' di cm·ona. La predetta colulwina mism·ava in lrwghezzn. m. G,74507, aveva 218 n1m. dj bocca tura e lanciava palle di Kg. 34,829 fino a 400 metri cli dista:11za. Fn l';ipera più

-

5GG -


.l 1;'iOO -

rnoo

1wrfotta dr,l rinomato fo11ditore Annibale Borgognoni, di cui parleremo nell'apposito para,grnJo. Qtwsta mag11ifi1:a a1·Liglic1·ia alla quale nessun'altra delle

Fig.

()j -

Bella col nhrina fo1T:1re.~c, r!ì Annibale Borgogmmi.

11wl te eouoseiute, tuuto italiane che stra.11iere, può sta.re a pari , ora più non c:c:istc, chi~ sullo seorcio del JTOO fo fatta i11 pezzi e vcrn]ntu, arl nn ramaio c:he ne tr:rn1,e tanti pani di bronzo. lli A11J1i bal(~.Borgognoni giù :-;i ( fatto ccnHo, e uucol'a li(~ l'ipn.1·lererno 11el parag·raf'o :I 7 di questo capitolo. Ma non sarù fuori luogo rilevar(~ qni conw egli sia :-;tato, vera1ncute, un grnncle artif-1 a della 1'011dila. Kelle sue bocche da rooeo la perfezione tecnica era eguagliata dall'elegante snellezza e dalla squisita a,rmonia dc•Jle forff1e. A nehe iu q ucsto fonclilm·e di ea nn011i si manifesta qm~1 prodigioso sernm dell'armonia e delJa hellezz1:1 che co:4itnis<'.e 11 rnintcolo e la, gloria del H.inaschncnto italiano. ~I n. ridiisr:emliamo ... Rnlla t erra ed esaminiamo il t<~rzo inventai-io:

Art'i,,,liaria. nella 111011-itione in Ferrara fnft<t sotto il nome di S. 11. Hcr.m.a ,1lfon8o II (1S5!1-1597) Ceni arma ducale. Sette Canoni !Ja Con anna ducn le . Un Cnnon rl a

-

Lb. 50 Lh. 1\0

GG6 -

Anihal e Borgognon J5GO Anilrnle Horgognon 1560


( ... " :11"1 11:t tl t1 <::i lc.

I

l

Oli.o Canoni cla Lb. GO Sei Canoni da Lb. 25 Due F.a lconeti da Lb. 4

Giovano l,nmpel'che t ( 'U· minciò l'anno 157G sino al Jf,82. 811uiza1·0 (81'izzel'OJ .

I 'e:d i 11 111 llo n u m. 24.

Arlir,licwici 1U M OHfo .tHfunso (1) C:111011i l•':1l<·o ni

H:tll t~ tli

tl rL Lb. 50 11. 4 dn Lb. 4 n . 4

fe1·0

d :1. Lb. :iO

H.

.Baile rla 4

20:-!:1

n. 3438

n an e da 14 n. 346

Culubri 11c eia Lo. 14 n. i! J\'l o rl :1 reti cl i .'(:rro con CiH,se et

n. .,

Halle d i vie lra n. 40

Mo:«·h eti da On. !l

n.

(i

Dalle tli piombo NHl <latlo tla ogui isol'te pessi 11. :i (LK:si !! Kg . 17,2i:iG).

Mosclld.i da On. lj ArchilJusoni ùa posla da on. 4

11,

1

Caualcti

el fla on. 2

"

J

l

Balle ll.

20

si

di piombo per detli ,

pes-

1 Lb. 2.

r'olYer·e grossa g1·aniln netta d.a lnl'a in bal'ili n. 1S P olvere ilna pe r ;1rchibugi Jn h arili n. 5

Lh.

n. n.

:.:t",~7

Lb.

Snma in t.uto

Lb.

n.

24:-:2

Sal11ilro reffinnto nt :l.lo et bl'nto Solfru:o gr osso in tutto

31~

Lb. 8i:i0 Lb. 210

Del 1575 st ha. m1 inven ta.rio, cm,ì i11tcsta.to scmpli<.:erne11 tP.: « L., a. ti1·li,qliar·ia) la quale i:W rit-nn;(i ,111 l.a nwnitionc >> : pai·c del>ba, attribuirsi a Ferrara, <.:Ile cnt il deposito generale delle rtr· tiglierie eslc11si. In detto i11ve11la1·io i:;0110 C'lcnca.te le seguenti ar·. tiglierie : (1) iVfonJ·e Alfonso - F ortez'.l.a pres so Cu:-ll'lnnovo di Garfagnana , l'" · struita, fra il 1570 e il li:iS•l, chi Mnreo Antouio l'apl, :su onlinnziom~ 11i Alforn, o rr, da cui 11rese i l nome. (2) Venumla - in Gnrfog nm1a , a dite mig lia d,1 Snrz,rn,1.

-

557· _


J 1000 • JGOO Il 'l 'eÌTawotto Il Gran Dia.volo Doppie Colubrine Canoni d e 60 Canoni Ù>l 50 con li delfini (colle 1.mmiglie foggiate a delfini) Canoni cJe 40 Colubrine Mezr.e Golubrine Mezzi C anoni l'eri E:Ù'C con la caHu~ra <la fal<:onc Falconi t ondi l•'alconi >l fazzc ½irifalchi perieri Zirìf:ilch i da f erro F alconetto

I'er iero cori o

Lib. 1;;0 Lib. JOO Llb. r,o L ib. 60

n. 2 n. 3

porta porta vorla pori.a

balla dc ba lla de balla ùe bal!a <le

n. 12 n. 2 li. 7 JJ. 2 n. 2

porta pot·ta portu pHrta porta

balla rle ft•n ·o !in l!a dc fern,

10 11. 12

porta balla rie pietra Lib. Lib. 4 balla rle ferro porta ha Ila dc ferro Lih. 4 J)Ol'tH balia tle f Cl'rO Lib. por1n ba Ila de ferro Lib. 8 pori.li balla rle J't!ITO Llh. 2 et ])lombo 3 con il dato. po1-ta hall a dc f erro J.lh. -

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1

ll.

11.

Il.

11 2

n.

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11.

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fe rro ferro f erro f erro

balla de fe rro ba1la de ferro ba ll a rie fe rro

L ib. LII>. Lib. Lib. Lib.

50

40 2:j

12 l / 2

20

J)Ol'IEI

A rti!Jlifil'i!/. 1:he si tl"<nrt 11/'lln 11u111itio11,: 11,i. f;'('r r arn

i! di J R nttn lirn tr.&; I Dupin, Colubrina tl ett a la Ilegi 11a, e di balla Lb. 100, e nell11 colata, (culalla) g1·osi;a bulle :.! iJ/ 4 et loug a balle ;J I fu f a i I a dal 1:i:,<J da Mas i 1·0 Annibale Hor gogno 11i sotto il Duca llercule. 1 Dopia Colubrina d etta il Gr an Dia volo e rli balla L h. 100, et e incmnc.rato e n ella colata grosso halle 2 l f:l longo balléi 27 pesa Lb. 203,:iO, Jn f :itto d:il .li:i:iù sotto il nuca Il ercole (1) . 1 Uno Canone cli balla Lh. GO, e m=dln eol ata i-.rosso di 2 1 / u e long9 b alle 1G pe:-m Lb. 67ii0, fu fati o in ,incorn1 tla Mas i ro Vincenr.o Gionl a11i (o Gioa-rtl-i1) Genovese dal li"i42 et staUo signato tlal nomo del Du<·a l.l c1·c0Ie. 2 Du e ùohH,rin~ ~li hnlla Lb. rio e m·ll:: <·ol:1ta grosse balle 2 "2.j 3 lougo h:i lle ?.O pesano luna ll?.08 et l'all.r:i 11700, fn fn tte dal l GGG da Mastr o Anibalc P.orgognoni sotto il Duca IIP.rcole. 2 Dni Oanon cli ba lla Lb. r,o e nell a rnlat'n grossi bulle 2 3j7 lon go balle l7 pesa lu110 8000, fu fatti llal 15ii0 ei a !\'.Cast ro Anibale Horgoguoui sott o il n uca !!ercole. 4 Canon i n• 4 cli balla Lb. 50 e nelh, colata grossi balle 3 scarse lon go balle

(lJ Evirlf!11temcnl.e il co111pil ator e de ll' Inventa rio lrn equivoenlo: il Gr:m Diavolo estst eva ~ià sotto Alfon so I. Quindi J)Uò ritenersi s ia sbagliato l '11nno e s i tratti del Duea. E rcole I.

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558 -

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lNVEJX'L'ARI

IX

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11110

IGSTENSI

88ii0, e t uu'all;·o 8810, et un'altrn 8000, et l' altro 8500, J'u fati.i rlal

1; ,1;0 d n M:istro Auiba le Borgognoni sotto il Ser.lllo Duca Alfonso. 1:! C:rnoni cli Lb. 50, n° · 12 grossi nella colata balle 3 longo balle 18 di pesi d i 8700 i 11 8800, fatti da l\1:1st:ro Giovanni Lamprè Svizcro sotto il Ser .lllo Duca ,\ I t'oHSO.

l l:no ()anone di Lb. 10 grosso nella colata balle 3 longo baJle 18 pesa 53 (,,::OO'!) fatto da M.r Aniballe Durghignou, tal.lo sotto al Ser.mo Duca Alfonso.

fi Mezzi Canoni 11' fi di balla Lb. 25 e nella colata 1-(rossi. balle ;1 longo h:il ll! J8 pesano Lb. f•'SOO, di nuovo fatti da Mastro Giovanni Lamprè dal Ser.lllo I l11c a Alfonso del lfi84. l ::\ie¼zO Canone, Ycccl1io di t,alla Lb. 2;:; e n ella colata grossp balle 2 2/3 l<>ngo ba lle rn pPS:l :t'\00, et non vi è 11ome cli sorte alcnua 111:1 nll'arma denota i I nuca Alfom;o primo. 4 Mezze Colubrine n' 4 lli I.alla Lb. 2;::; e m,lla colala grosse b alle 2 3/4 lougo balle 31. pesa una Lù. !l27;i, t;L un'altra G450, et l' altra G050, et l'altra 6325, fatto da Mastro Anibale Horgoguoui sotto il Duca Hercolc dal l 5i:i3. :e: l\.lc¼ze Colubriuc n ' 3 di balla Lb. 2;i e nella colata 1-(T"osse hnlle 2 1/2 longo ha llf' 28 non vi è altt·o che l'arma tld Duca Alfonso vri1110 non vi e ne millesimo, cl i JJ0.so 4830, altra di 4(jf,O. JO Periere n " IO tli balla Lh. 25 incamerato e ndla colata grosse balle 1 3/4 s<·ar s e longo ball e W pesa uno llioO, l'altro 1330, l' a'Jtro .l.riOG, l'allro 1SSO, l'al t ,·o 1;.;.5, l'altt·o 1745, l'nllro 1570, l'altro 1520, l' alt.ro 1600, l'altro 1580, vi f' l'arm~ del Duc:1 Alfom;o et non vi è alti-o segnale. 2 l•':ilmneti 11° 2 g rossi n ella (·olata bal le 2 2/'• longù balle 33 uno JJt~sa Lb. 1770 l~t l'altro 1780, fatti ;Ja ::\•Ll s tro Aniba le Borgognoni sotto il D11en HPr('O)C dal 1555. 1 Girifalco d:l 8 n ° le ncll,1 colal :1 grnsso ùalle 2 G/G longo n/l pesa 3150 vi è ~opr:l un'arma d'un Papa. chi I lii Rovere . !) Falconi d a 4 u " f) toll(li \'e n'è :3 senza rod e, i 10.tli non sono troppo boni longhi balle ~:i 1-\'l'OHHi nr.lla c~lata b alle 2. 5/li pt~~P rnso vi e l'arma ilei Duca A.1fomm ve1·cllio. O Falconi da ·4 n" H, fatti a 12 facie ve ne uno che ha il letto da 3 poste sono long-hi btille 34 grossi nella colata balle R pe,mno 1600 l'u no. 4 11'11 leoni rin. 4 11° 4 longhi b alle 40 gross i nella colata 2 5/G pesano lfiOO e lliHO, fati.i rln i\'focstt·o Anibale Borgognoni sotto il Duca H errnle. l F:ilconeto cli Lb. 4, fn.U.o a gili con il letto et ro(le marze e longo balle 2G grosso nel la colata balle 2 1 / 2 pesa Lb. 580 vi è l'arma. rlel Duca Alfonso primo. 2 Falconctti cli Lb. 2 di balla longhi balle 26 grossi nella colata balle 2 5/G pesano Lb. 600 con l'arma d 0.I Duca Alfonso pt·irno, ma ve ne uno senza rode ed il letto eal.l:ivù. 1 Cortalrlino di 4 iongo balle l1 grosso n ella colata balle 3 1/3 pesa Lb. 600 fatto da Maestro Giovanni L:unf)l'è. l Canoncino p eriern inemueraf:o di balla Lb. 2:.; lon1-(o balle 8 grossa nella co lata. lrnll1>. 2 r,r.rn !J!J5, fatto da Maestro Anibale Borgognoni sottù il Duca Hercole.

-559 -


1500 - luOO 1l rtir1l ierùt 8(mzn l ett-i

2 Dui Canoni cli Lb. 40 grossi nel la eolnJa balle 3 longhi bn.lle 18, fatti cl.:t :\Iaestro Giovanni Lamprè, pesn no . . . . 3 JHezzi Canoni n' 3 di Lh. 2ii (li ba lla gl'Ossi nella colata balle 3 longlJi balle 18, fatti ria Mastro Giovanni L:imprè. 6 Falconi da 4 n' 6 dui inc:mnl ati (:-wa na lati), et li altri Loncli longhi balle ;;5 grossi nella colata balle;_:, f:!lli d:1 i\lasl.ro Ciov anni Lmnprè. 4 l<'aleoni Lla 4 11" 4 con 11>. hi<· U1-! lo ngo tmlle :l:1 gross i n ella colata balle 3 pes:1110 1330, f ati i tla l\I:rnlro Giovnirni L :1mprè. 2 Dui M ezzi Canoni rla 25 s l-r:10l'!linn ri :i lunghi balle J 2 g1'ossi n ellR col ata ball e è! pesano . . . 1. fatti (la MaslTo <:ion111ui L:1111r,rt!. 2 Dui i\larzoec lli tli Lb. 2 tli lJ:1lln long,o l,nllL~ 12 grossi nella colata balle 3 ve~ano . . . ., f,1l.l.i tla Mnslro Giornnni Lamr,rè.

Da nH doc:m1wnto c011:•w1·valo ndl' Al'dliYio di Stato di Alo · tlemt fra i documenti milita 1·i 11<>1 la st>corHla ntctà (lel secolo 1 :st ha11110 i seg 11('111i rlati r·.il'c·n l,~ g-il-b1tr•: (.Jaa11dv Jh·a,1w li ,•111/0 scri//11 111·.:·.:·i ,/i o,rtilario. do- c:<1,111/Hrf/'H(L <L tire di vu u rv in l1ù 1iwlw 1w1· lani'IJla II f1111!111 . e: 1111 outo U ro no alla. sua 1w1 11iure dcvu ·

-mo 111011iorn tire che 11os-~11110 f are, et pr1,nfi 6 della squadra. A l in! ili polYere Iina (la C'Ìnl)11r· (' :issc e :rnsc ( i'i ?Jarti di su Initro, 1 di

fi.011c ch e 'il

solfo , 1 di carbone). Il smeriglio di Lb. l (li balla tirn tl i punto in hin nc·ho l)l'l' l'anima, pa ,;~a i 200 in <:in,h:1, ,il silo wagior lire ('l1e :ili punti 6, lira passa eurnun i i11 l'.ÌL'Cl i:l !laO, n1 longlw hnlle 44. - Il falconetto da Lb. 4 di h,JIJ;, t irn d i punto in biancho rmss a 4;;0 i11 eirella; il suo 11wgi01· tii:e i~ passa r::-;oo in drcha, lu ngo balle 28. - I l mpz,-.o sa'ero o fakon di Lh. G in 7 tira cli punto in bi a nd1 0 l"'~sa 530 in cil'cha , il suo magior tire è p:1:;sa 4000 ein,lln, v:1. lungo Imlle :l!l. Il passa Yolante da Ll1. f, in (i di bnll a Lira d i punto in biancho pacsa 6GO in circha, il suo magio!' t ire è ;n1ss:1 ,,O,,O in drcha, questi sono più lon gl! o e

SOIIO

IJnlle 48. T ,-ngri t la Lh. 8 in 10 d i ball:i t ira a livello pa;;s a 800 ci relrn, il suo

magi.or tiro pas~a 5GOO, l ong-he ball e ·H. Le mc~zc colubrine da l(i in :18 Iibbre tirn a liYPl lo p:1,;Ra 10:iO; il suo magior t ire passa GIOO, vano lonl-l'lle h:i ll<è :':2. --- Le col11hriue &mo differen te, tln Lh. 20 e d a 2;-;, rla no, (la 3:i e rla 40 L b. (li halln, rln <JHPsto numero in RII lliH~nh1110 rloppie colubrine, il suo tire d i 1mnto i n bi.mello pas~a 20!JO drcha, il suo 1nagio1· t il'e è passa 8200 in circlrn v:111110 longhe balle :J2.

'\' cl'so la fi11e llel sceolo .XVl l'artiglieria dello Stato EstensP era eosì classi lìcata:


1·1 .. 1 :--::--: J J·' l( '. IZlfJl\J•:

i,:

l'.IH'l'I C OL.-IHI

DI

BOCCJ[J0 DA FUOCO l,]f.:'l'EN ::lì

n) Ray!} io ,w d c! J1ri1no g enere ,lclli ,,czzi di M etallo:

j\'Jm,<-li ct ti qudli e lle portnno due 0111/.e di balla sino alle G 01ne . n lino ,1 Ile .12 cli balla . 1·ann

-

Jl SlllPrig lio sono q uelli 1·lw poYL,1110 onzc

-

lon~ll c balla li• 44. - r falconett:i so110 que lli c he DOrtano Lh. 2 sino alle 4 di b:111,, , vano long:lit! lJ,1lle n' 28. - · Il falrom! o mezzo sagro nml ti r:1rc Lb. G s ino allP 7 tli h :tlla, va n o 1011.!!:he bnlle J1" :'l(i. - Il passa volante t ira Lù. ;; fino nlle n, vano lnnghc balle n° 48. Il sag-ro t iht Lh. 8 s i110 alle JO e YH longo IJ,i lle 11' 4.:;. L11 rne1/.¼a colub1·ina t.irn liblwe 12 s ino alle 18 e all'ins ÌI dh·en tano coJubri1rn n • 32. La colubrina t il':i Lb. 20 s i110 allf! 4:i e all" ins ù cli ve n t ano ll o11vie colubr in e ll 0 R2. L:i doppia c:olubriua I.ira Lb. 00 sin o alle JOO t~ va .longa 11° 32. 71) I'ez~ i ,tcl 2° fJ (NH l n J :

da :iO ~i no al GO· e longo h:1lle 11• 2S. - J pe1/.1-: i bastanll sono que lli e lle sarann o lonµ;hi più d e lli i:;mlde tt i cannoni che 11011 :ig-g·imigermmo all:i lu 11µ;hczza della colnùrina . Li p ezzi ilif'et.to:-i sono que lli dw Hnno più cu r i.i d 1t! n on posson o r:on -·- l I canone

t ! n o u posson o t-:t~t'vh·t... C}(Hl li g<.llJbiOJl i. - L i m ez zi r:a noul vogliono esRe1·e lonµ;hi b a lle 11" 22 per potere rneUei·e l:i 10~1: 1 fori d clii gahl>io11i e tirano Lh. 25 sino alle 30. - Li quartl clelli <>:111on i cli Lb. 12 di ha!la voµ;Ji o no esst>r e lo11ghl balle 2.c: :i u:iò po;;:i:;0110 11,et tere la t:esl.:1 fori clelli gnhl.Jioni. - L i 1loppi r-n n<mi sono que lli da Lb. 00 sino :t li t! '.lOO (11 balla. - e) P ezzi d c/, :}' 11en er c : ~ 0110 l < ~ J>eriere ch e t.ir:111 0 balle di pi<it ra marmorina (]u a li son o canoni, 11,Pzzi ,·anoni et q11:1 1ti tl e canoni.

~11111;.n· l :t p oh·p1·ti

na,l clocmncn lo sopra r,i Iato, cla,l qua.le abbia,mo tratto ]e g it tnte e b d<:1,RF;ificazione delle a r t iglierie, togli a m o anche le scg ucmti infol'lrw zioni efrca le polveri: TI:1 µ;µ;l m1e <lell a p.-,l\·t,1·e ,:1,., è ><lala o:s:se1·vata anticament e Ri110 n l presente : L a 11011·1·n' elle s i .f,.1<·tint al tempo tlelli i\fortnlettl nel 11rinçipio e r a f:1tf:~ :1 rn ~g-io11t• cli R:1 l11ilro p:trte ·1. ~o lf':iro par t e l <-i <·n1·1.>1.rn e pa rte 1. - L a po lver e p ii1 moderna (Jtrnmlo Ri cominciò n 11~are le bomb:u cle llo11po l i 111ort nlP:ti e r :1 a rnggio11e d i salnitro parle 8, solf aro pari.e 2, ca r bone par te 2. - Ln polYP1·e che si usava :1Tii t;>.111pi che Ri t•omiu c iò u fn r<è r a1-tiglie ri 11 di bmnr.n dnppo lt! l rnnba rde era n rng ione di salnif rn parti 4, solfuro parte 1 , e <'nrho11e par te 2, ma 11011 e ra molto gagliard a e di d e t:t a p olve r e gliene :111ll a vfl' per tin'! :'l/4 tli balla.

-

La polvere tina <1':ut.igliaria ora n questi t!'10pi vuol eRse r e a r nggion e

fii Haln itro parte i'i, solf uro pa rte 1, e ca r bone parte 1 e d e lta polvere è ga- '

gliar<l :1 t! g-li en e va a rnggione clelli 11ez7,i la metà d ella balla p er tir e .

~ (j

-V-il -


lGOO - lGOO

Il documento da cui si sono tratte tutte queste notizie è uu trattatello l'igua,rdante l' Artigliel'ia - ùi autore ignoto - inviato verso la, fin e del set:olo a.d A lfonso 11, che probabilmente voleva mette1·si al eorrente eirca l'Artiglieria, del s110 Stat o. Il documento è <;onsenato nell' AI'cliivio di Modena assieme a quelli della Can celleria nu cale; e il compi latore fa precedere l a sua esposir.i one da uua spceie di proemio che finist:e tcsL.u almente: << Savi-ii. V. A. ogni vm:ticolarità per l a quale possuns i cognosce1·e i n omi cc d e i p ezzi et le q u aliti1 loro, con la qnalitìt delle balle di f erl'o, di riiombo, di t< pie tra et sìmilrncnl.<? per cu11du r1:e q u,rnt.e 1mra .U buoi vadanp JJer ciascaduno r.c pezzo con la d iffcn!n za del valor e clei buoi ciel Fcrra1·e1,e d;illi altri d'altri « luogh i come d i Moden a, Reggio et Carpi, ccc. « .1{1-?sl.a c,he Vostra A. Senmissim::i con la solita sua b enignità d egni aggrn« dir il tutto a buon fin e et in segno della J1nrni li ssirna et ftùclissima mia scr « vitù verso essa V. A. ~<>.r.rna che eon IIP:<id('L·11 rl i pexpctua 1'elicil.:'.L hmnil« men(e 111P. g li i11r·bino ».

:Nel LntUa,tello sono ciLa(e 1111111(~r0Re .iiµ;ure die ùov1'.va.110 essere nllegate a,f tcslo , mn diRg-1·:1:d;i fnm<'n te non le abbia mo potute ri11Ln1ccia1·c.

Da ll'esame dei tloeurncnti 1·elnti vi a.I pc1·i0tl o i:itorko co11~iderato, E<(~mln·a, poLet si cselnrlPre di<' l'A 1·t.iglieria eRtensc avcsRe n n vero e proprio ot·d in anrnn to . l pezr.i crn,no dh,trilrniti nell e varie fol'tezzc dello Rta,to ed erano Re1·viti <la, pochi bornhnrdiei-i, pagati, che dimoravano st:1bilmeMe 1rnlle fol'lcr.r.e RteRRe. l110Hre, in tutto lo Stato, en.1-110 boml,anlier.i volontari distribui ti in C'Olll · pagnfo coi lol'O Capitani ed uffi.cia li Rnhnlterni, i qnnli servini.n o volont aria.me.11 te e, in caso di gucna., vi parlecipavnno insieme M i homlmn.lie d sti pendiatL Qu;: 1c r.ompenso per la. loro presta.r.ione grnLu iLa, esAi godevano di a.lr.1mi privilegi, cli e però non furon o umeiaJmente imneiti in << Capitoli >> se non ne] sec. XVII. In guerra si r:ostitu ivano dell e nnità di artiglierifl F:C!J'ven àòsi dei bmnha,r clieri sl.ipcnéliati e volontari pe1' il servizio delle bocche da fuoco, e cli altri eleme n Li requisiti che costi tnivan o gli ainta.nti bombardieri. Il ti'a,i no veniva eseguito co11 buoi. pure 1·cqni'siti assieme ai <'Ondncenti (conòuttori) . N el 1557 Rrco]e II si trovò costretto a, partecipare alla guerra, che P aolo IV, allen.to di J<]ni-ico TT cli Francia, nveva 562 -

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lJH>l'IJ:$ 11/.lO:-. L l'Jm JU013ILITAZÌONE Dli:L

1G51

11 10NN0 t:011tro gli Spagn oli p r.r c,tcci::l,rli da lla p enisola,, e cli mala , og-li n do vette accettare gr-ado ed insc~gna di Capitano Generale d1·lla, Lega. in Ita,lia . Ma la ùatfaglia ùi S . Quintino, fiaccand o la l•' 1·a11 d a,, rech,e i nervi della guerra; e il Papa, Bnrico Il e Fi· Ii ppo Il di Spagna, si 1·a,ppatturnarouo sern,a, c urarsi del Dnca di t,'c1T::tra. Vi tal e abb::tnd òno si va.lsc la, Spagna pc~r a.i½zfH'e contro Ereole U i Duchi di Toscaua e di l\u·urn, : e Cosimo I cd Ottavio l•'arn ese, spalleggia.ti clal g ovr.1·11atore d i Milùno, invasero ]o

~tato J,:stcnse . Mo11lecchio, Scall(lia.no e C:rnoss,L fnr ono occupati da Ottavi o, rnentr·c Cosimo penetra.va in Oa,rfagnmw,. S ta.n c:o e ,Lmareggia.to da tante contra1·ic tà., hlrcolc lI accettò k p1·opm;te di pace ava,117,ate da Cosimo II, e il conflitto aperto venuc:\ evi Lato, m n, la gni,ve min accia avcvtL costr e tlo il Duca ..i, (la.re disposizio11i pc~r u ua spc~cie di mohilit.azioru~ ge11crale : è in1-ei·essantc vcdcl'e qua li foss(~ro gli ordini vcr l'Artiglieria. Qnell a da porhH'Si iu campo contro il D uca cl i Parma, doveva nwuilitar!';i a .M:oc1<'11a, Ua-rpi, F inale. Uu doc umento co11servato alla Ca11<:PllP1·ia JJn<·a t,~ ei d:ì, l:1, fo.t·t nazione per un campo vo )a nte : :l locfo,111 : ('a 11 o n i Ifa

a tl:i rl i L b.

::o

i,: ,,., ili 8 )lt ' l ' ti 1·;n·,-, .-,o tii'i JJ(~t· c.:i:',Sr.:hcfl 1rno il giorno , cnrica le i'iO Liri. lì va pol vere Lb. 1500 il giorno 11er ciasche-

1, /J. ::iO P ( 'I "

dun o l i va p olvc r P. li! millia libbre p er uno giorno e pe r tre ~iorni li vol pol1·c_,e·e 3G lllia.ra. 1:Jalle p er /i S c <111.0 11·i og·n i ~ionu, i I 11" (] i -IO() (-~ [)PI" li 3 l\"iorni li va halle 11. 1200. P er (·01ul111Te li ?.li 111i;n ·a rli JH1Jn,rc a d oi 1uia ra p er c:ano che sono µ~sl 80 11e1· c nrro li '"" t :1 r :1 11 ' 18 ,~ hnni p:11·:1 :!G. l'c_•1· t•nHl111T1• le 1200 h:ille :1 ba l!(·'

~n

pe1· r.:,uro d1e U ,·;1 (·:i ra 30 C'Oll para

cl i bnoi n " UO. l'(' t' <·0 111l111Te li S JW'l.'l. i di C'n 110 11i a JJaro 8 pe r pe;,;;,;o li va pn r:1 li.I. E

J)oi p:H·a d oi rli ,·i ser va r.h e sono pani 1G.

Li rnl lc 4 glntilomiui a doi µ1,,zzi p e r uno u 0 4. 1301n/111,nlir::Fi a 3 per pezza sono il n ° di 24. ,Uut anti a 10 p er pezza li volle n • 80. Gun.~ta t ori ver il sudd etto serv izio il n• di 200.

T·\ l 0-cco la formay,iom~ per nn campo sotto R ossen a.

-1563 -


-I

1Gou - rnoo ]luilena. 11l czi cmwni dii Lù. 2;"i il n • U vcr tii·are iiO tir·i H giorno a Lb. 16 d i voiver e JJer tiro li va Lb. 800 di ]Jol\·ere pe r ciascheduno il giorno e per li G v ezzi

ver t re giorni li volle polvere LIJ. 1-1400. B alle 1l<1, LIJ . :lj l 'una i l 1111lllero di :::oo p e1· li G v ev.,.i ogni giorno e ver tre giorni Ii rnllc l.m.lle 900. l'er coullu r-re li 14 111hu·a e 400 cli polver e a doi miara ver cara li va cara 8 a l>m·i v ara dni vm· e:1ro che sono oovi par a 16. l'e r co11durre le uoo bal le 11c:su110 22 miara e ;:;oo lil>b1·c a cloi rniara per curo li Ya <::ira :12 a i.Jovi para doi per caro sono para 24 a 80 t ale per caro. P er c o11tlt11Te IP. (i pczr.;_• n pani. (i rl.i bovi per pezr.a li va p a ra :lG. E vi ii \Ja ra 12 di bo,·i di 1·h;erva. Bombardieri a tre vcr p ez,.a li va il n• cli 18. Aiutanti a otto 1ier pezza li v a il 11° di 40. ( : ua ,;tatori ..ui HILU Ì ~tl'llmenti i I 11 ' d i GO.

Alt r<i a 1·tiglic1·ie dovcva110 eiss1~re p 1·ese d n Cnrpi (~ E-:agri <ln 10) <~ lla l•'inale (j ~ol11l.H'i11e) coJl forrna z.ì o11i a n a,Joghe. Ol t re nllc nnitù di itl'tiglieria,, c:'era a.11c b.e il« 'l'ren del A1·tiglier-ia , nd <1uale è compreso t nUi li. 11omi.11i che son o d i servizio all a, suù dc tta artiglierja, ,1<..:c i.ò Ri vcgh n, ove sono impicg:1ti ·

pm' l'i d i

pi:;si >J.

Et.c o <·ome era f01·mato

Il Gcnernl cle I' .\r t igl ieria Luoghi Tenenti I 11g-igncr i . :'1-laiordomo clel Artiglieria Pag,1 tor di e,;sa Centiluomi nj Condnttori di essa Cnpi bornbardier·i L'etani ieri b rn vi Gomb:i rdicrj Aiubmti di essi l•':wbi11i per eRfia :lfastri m ara ngoni Cnrzoni Si>:.rnntlni forniti Mars1:alco

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Ul:!Jl;\'A.\ll,;i\'l'O DE LL'AH'l' IGL!I::IU.\ L\' CA;\ll'AG:,; .\

,\uditori e duoi notai

Uno cap.no di cmnpngna Un .luogotenente I dorl ici sbirri.

Nel doemneuto <la, cui sono tratti questi dati sono pul'c ~urnpresi elen(:hi e formazioHi per la Frmteria e Ca vaJ leda, e l"<!lenco degli uflicia,li dell'Esercito. Ua, quest' ultimo, a titolo di nu·iosiU, r ·i por-tiarno gli 01·ga11ici riguardanti il Scni,1io di poEzitl e quello sa11itario. Per il primo abl)ialllo : 2 Cap.o de sbiri (uno per enmpo) 50 esecutori a 25 per campo 2 Agm:zini uno per e,1111 po per csccnl nr la g-iustizia

Pe1· il sc~nizio sanitnrio, a1lont diimnnto 1T ospitale, bin1110 :

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l :Hn ioi: t!orno (1('l1 'IT0~11i t ,1fo 2 Ai11lanti cli quello 2 .Ucdid v:1 le uti, uno ])er (•ampo ~ Cirugid, dui per eampo 4 B:irbi e ri vn lenti, tllli per c ampo 2 Hl!Pl i:ili , uno per c nm110 forniti di ogni sori.~! ;Ji rne1lkamcnti 2 (J;1ppelln ni, 11110 per campo 1wr l:t 1ness a degli infenn'i.

Dalle sopradette formaz;ioni risulta che la, giornata, di fuoco era <li 50 colpi per per.zo e che la dola,:,,;ione di munjzioni in campo era, di~ g-icwnnte di fuo(:o. Hisultn, inoltre che i reparti enrno assn,i pesa11ti, poielH~ per g-li 8 cannoni da GO lihhre si aveva un nnrn(•ro cornp]ei-sivo fli 5(i carri, di l'ìG paia rli lrnoi e cli :304 uomini. I lJmnbnnlieri e1·1uio tre per pez:,,;o : cli questi hombawlicri si prr.for·iYa che 1u10 fosse carrnclore, un altro fabbro, p er poter eseguire ripnrn,1ioni a,i pezzi, e i.l terzo parone o collafa.to, per polc1· più faeilrnente maneg·g·iare i cavi, impiantare cavi, braghe, ecc. per fa1· passare l'artiglieria sop1·a ponti di barche. Oltre i bombardieri vi sono gli a!iulanti bombardieri, in numero di lO rei· 11e,1zo. 111 altre forma,:,,;ioni g-li aiutanti sono 14. Mentre ai bombardi eri era riservato il s<irvizio di>lle hor:che da fnoco: ngli a,iutan Li srwttavano le seguenti .funzioni: -

f)65


... 1500 - HiOO Ci vogliono due delli soprnùetl,i aiutanti e dui pali di ferro uno da ogni banda del c.:anone 1wr poterlo aiutn r e t1u:1ntlo il pezzo facesse quakhe ruontreta; et spi11g-erlo in quà et in là peL" non dar carica alli lassi, e le,, m· sassi di sotto le ruote. - Ci vogliono due clelli i,opradel.li aiutanti con due stanglw, uno ò.a ogni haudn per aiutare medesirnarnenl.e al pezzo, quando farà qualche montata, che aiutano forte :1lli tmoi, che non si strappa h1nti l nssi. -· Ci vogliono nltri due delli soprallet.ti <.'on due manare in m;rno e uno 1.aanarino alla cintura ver 1101.en~ tag liare arbori, legnami da f:u·e spianatE d:1. empir fossi per potervi far pm;sare l'artclaria come oef'or spesse volte a far dov'è le i,trade torte. - Ci vogliouo nltri clui con due zapponi da terra per tirar giù rippe de Jo;;;;;;i, far eallat-c <le fiume da passa1·e ed a.11.r(~ rose necessarie - Ci Yogliono dui c.:on d11i 11:ulilli vc r il 1mpratlctto ullkio cJa lirnr la t e n a mossa dove fa bh,og-no ;1.lutnr alli sopradettL ~ Ce ne Yogliono nll.ri dui e dui picconi da. taglio dritto e rovescio, f ! d,1 punla fJer di;;;cnldnarc sassi e luochi dul'Ì. - Ct~ ne vogliono altri (lui c.:ou dui piceoni come si è detto di sopra di quella maniera JJerò da legna1ui per tngliar qualche radici di arbori.

Ln, marcia, di 11na colom 1a di artiglierìa di S eaIJnoni da, :.o, forte di 5(l carri di mole rilevante (ogni pezzo tr,rnporh1to s 11l suo letto mediante u 11 co,rrùw o avantreno) alla, lenta au<fatnra clei buoi, sulle strade di qu ei tempi, doveva, costituire uno spetta.colo ve1·arnente pitto1·esco. ·?Ifa che vita faticosa doveva i~ssere queJl a. degli a.in tanti bom ba,r(lieri, spede quando dovlwa:10 far avanz,n·(~ fo hocel1e da J'noco fum:i dalle strade hatt11te ! 'l'a11to faticosa e p esante dov(~va e8sere che non stupisce il fatto delle diserzioni nnmerosiRsime e dei me7,7,i repressivi, tenihi.lmente energici, per non dire spietati, che si usavano per manteuere ]a discjplina . J\elln, f'onnmdolle della 11:1.tteda <.li S cannoni e del t.1·eno d elF:uLiglieria troviamo citati dei gentilumnini : due per ogni pez7,0_ Q11<~sti ge11 Li Inomini enwo perRon<~ civili che, quando oecon(~va , facevano ser·vizio volontario come uJìieiali, se11za averne il gnHlo P senza cRs<~re stipendia.ti. Le artig-lierie tJh.:locale e conRr,rva,te ·normnJrnente nelle fortc:-7,ze dello Btato ern110 in consegna, di funzionari detti nwnitio 11ieri, che av(wano uno stipendio. Talvolta il comandante della compagnia di bombnrdieri della fortezza era anche rnonitionfore . Oltre ai rnonitionieri vi erallo i provveditori di legna.m e, e j pr·ovveditori di salnitro o sa1nitrari: i primi addetti a1Ja. provvi-

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AUTIG l, IlèltfA BOLOGl\ l~SE

s1a del leg11amc pn la costruzione dei lett·i delle artiglierie, d ei carri e di t utto ciò che occonesse per il servizio dei pezzi, i secondi a dibiti a lln, r accolta, clel salnitro nec essari o pe1· la, fabbrica i.ione dell a p olvere.

13.

Bologna contro il Papa e contro i francesi - Il bombardie re Costantino da Caprara - La punizione di un bombardiere traditore - Dalla dominazione dei Bentivoglio a quella dei Pontefici - Bombardieri ordinari e bombardieri soprannumerari - fonditori.

Allorchè, il 30 11ovemhrP- 1500, Cesare Borgia, dopo C'inq uc gion1i di hombarda,mcnlo, dava l'assalto a l•'aenza, che aveva osa.to cl 1i nùe 1·glì i11 faccia le porte, osta,cohl,ndogli fa marcfa toriosa vp1·so l ' Emilia,, i l 1'aenti11i sostmm cro con invitto valore il seèliccm1e A 1:;Lorre l\fa,nfredi, e ruppero l' urLo impetuoso degli UVVl!l'Sat·i. L ' in verno si avvicinava. a gT:11Hli pnsi;:i , e il Borgia .:.;hiese a l Sen alo di Dolog11a il permes~;o <li. cond.urrfl i l sno variopinto est!I' · dto :1 svernare a Castel Tiolognese, tena forte a i confl ui d ella l'C· pubblica. 11 Se~1a.to, allarma to dai p rogressi del Va.lentino e turbalo da. u11 ' osc ura, inc111iel11dii! e, ee1·cò di s torna r·e l ' imminc1,tc 1:,i-oc::.clla, i11viaudo al Bol'gia l'oratore l•'ran cèsco Fantn7..½Ì e ma.11du,11do a, Ca stel Bologuese il noto bomh:11'Clie1·e Costan tino d a Oa,pra,1·a , il pl"imo pe1·chè tentasse di p1~1·s11a.derP- l'ambizioso fw,·ci-sa,r io a uon illsisf.ct·e 11el1a, s rm ric hiesta e l ' altro re1· appresi :wc c1 difosa la. lo<:nlih\ e rnettm·la, in ~rn<lo cli resistel'e a l prolw hile a tt:wco del V:1lenti110. 1.; n ecessario sotrerma,1·si. sù ()Uesto Oostan Lino, de 1·app1·1 · · sent a in iscordo la fod0110 1nia delle rnilizif\ italia,n e <lel l.c~rnpo , 1~ in modo p :Lrtkola1·e quella elci ùomhanlieri, o m·tiglfor·i. ll:i.1 ,i lità n<~ll ' impiego e 11 el coman d o de1Je arti glierie , l':unm<' :11·clm1 I.e • per l a sua terra, le prove di vf.l.lm·e e l'animo ge11m·oso 1· .1 pnf o n,i sentimenti dell'onore e della, nmanità, la s f i111:1 <· l:1 ficl1rc-i:1 di c11i giusta.nrnn t c godeva pYesso i snoi c on c·Ht:, cli11i . f":111110 cli

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1500 -

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questo bolognese; usàto tltLL pòpolo, una, delle prn singòlari e simpatiche figure ùi soldato, di a,rtigliere e d.i capo. 11 Ghirarclacei lo diee (( giudicioso et eccelleule liombardiero .. , nominato rwr tutta Halia e partiale 11emico dei francesi...)). E il Bian d1i11i: « uno bomhardero ditto eostantiuo da ea,verara uolognese quale ern, ddi digui bombar<fori, ehe andasSt\ per el mondo ... che a, 1:ntte le imprese di fra:ncixi lui li andava contra)). Insomma, un irreducibiie misogallo avanti leUeni. ~el 1502 il Ca,prara, prese parte all'assedio della, Mirarnloln, agli stipeulli di Lotlovico I Pi<o, e vi coma11<lò l'artiglieria. Là (' quadra JJ, o tone quadrata della fortezza, fu diroccata pr>r opera sua. Pico fu largo di lodi con il nostro Caprara, mentre poco Rem brava con len I o dei hom hardieri ferrnresi , pure famosi, chr il Dncn J<}rcole l d'Bsle gli nv<wa inviati. Rapendo :L chi Cl'ìL stata, affalnta Ja difesa, di Castel Bolo · gnese, Fnweesco F'a11tm~zi poti'> p:-n·larP franco l~ rilmlnto . }Ha Giovanni II, che temeva i fulmini di Roma e 11011 voleva rom· 1wrla co11 il Valentino, eecfott.e, e Casi.cl 1~olognt!se fu oecnpata dal Le Lru ppc del Borg-ia, , che di qui appnnto si mosse per sferra re l'attaeco r,ontro li'ae11za, giù ill11stra.to nel SPCOTHlo paragrafo di (Jtrnsto Capitolo. Giovarmi TI s'attendeva, ehc il Valentino, 110mina.to dal PaptL duca cli Romagna. rnar<:ia~sr, su Bologna : invece fa città fn salva, allora, II1e1·cè la protezioue accordatale eia Lnigi :(II, eome lo fu più ta.wli p er essersi i condottieri del Va,l entino ribel · bti al loro signore. Il Ben ti voglio sapeva, ebe ]a. partita e1'a staht solo differita e perciò proseguì a.lacrenwnte a. completare gli a,p · pa1·er:chi rniliiari. Ne abbiamo confornrn in due leLte1·e dei sedici l'iformalori ,Hl Annibale cle Bianchi. commii:;sa.rio a Bmlrio, altra terra della, cintura dei fortilizi bolognesi cli confine: lettere conRervate all'Archivio di Stato di Bologna. La prima, eh'(" in état.n 22 nov(~mhr<~ 1;-;02, diee: << ]lfandemo Il al rwcsPnte Ugo de n,1ggiero stnnqmdore ... nl (]Uale rLhhi.muo co1nrncs1-10 che clehin bene et <liligenlc'1ncnte vedere tutte le l\lunitioni. pt ,wtig·lforie el1e ::-e retrovn.no in qndla terni, et ch e clehin, lie11e cxnn:ina,rc et consider,1re Re gli è bisogi10 fare l'eparatio11c alr,nna., eec. )). La 1-1eeo11cla lei.tera, <li dne giorni dopo, /· u11 oNline allo :-:tesso commissario di effettuare t:almrn ri1mra-

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:i,1le fol't.ific:a:doni della 11wllesiuw Ioc:alitù, e tli murlirle del per la difesa. Del resto E1·mde Bentivoglio, figlio di Giovanni ll, si era 1111 i I o :i i eomlot.tic1·i ribelli al V;dc11til10, capi tanamlo le milizie uulog-11< :si , forurnte (fa miJledu<~cento cavalie ri di vai·ia armaI 11r-a, sPimila fanti (\ Rei bombanfo e aveva padt>eipato al vitto1·ioso (·0111hattimeuLo 1E Fossombro11è. 1-'erù Uesan! Horgìa noir a1·c1va t,.u·dato a muovere alla riscossa.. Ore d'ansia viRse1·0 i Bologm!si, sotto l'incubo di qlH~l1a minaccia in potenza. Le loro miliziP vigilnvauo ai conlirri, mentre il Hu('n, nhbattemlo t>gni osla<.:olo, ava11zava a i·ista,hilin~ i.I suo <1orni11io 11Plln Horn11grn:1. << Reconlo, lasciò st:1·itto mr (·1·<rnù'<ta, crrntem[Wl'iHH· o, drnnw adì... c!P ottovl\I'<~ 1:iO~ mess<•r an ilra.le (figlio 1wi moµ;e nilo del DentiYoglio) arrll<ì n hasLelo s ..rn pie1·0 dw11 Jn Zl-'llÌP <l'ann e (~ bombarde e fa,ndarì ('!) pei· esse1·e incontro al ducha, valentin che vol<·a vprlire a po1·e diampo a bolognia )>. i\ [entl·c Bolognn i;;'nlh•1Hlcva da. un n10111e11to n,l]'nlfro d'esser·e aggredita ·c1a q uell 'am bhiosissirno principe, Papa Al <~ssa,11<lr-o 1uurì , e, dopo il brevissinio pontifieato di Pio TTI, salì alla catt<~lll'a. di l'jetro l'enel'gico e riimlnto Giulio II Della Rovere. L 'intervento delle due forti potenze militari, Spagna e Fra1u:ia, aveva già ca1rnata n na fata,l e crisi politica, ehc lo stesso l'npa noli pot1·ù, risolvere. Questi sce.lsP. come suo primo cnmpo cli azionP. la Romagna, divisn, tra, C esare Horgin. e i Venezia11i, con l,) sr·opo cli ristabilil'Yi l'ant-orit:ì, della C biesa,. Chieste in resti1·nr.ione le fod.ezr.e e a veutlo trovata l'esi ste11za da parte cli taluni capitani del Horgia , si preparò ad esp11ç;nadc, e , conte (lifettava. (li artiglierie, si rivolRe al Renato bolognese ( 130:3), c ltie clern:lok e Jamr11ta1Hlo J'ostiuaziorn~ <lel casteJlano cli D<~sena, che 11011 intPndcnt, <:011sc!g·nnr·gli la 1·occa, rlifesa. in Home del Duca Yalentino, non senza danno di quella dttà. «Per-la qual cosa intcndemlo noi, prosegue Giulio II , coll'a1nto di Dio, ad espug·11:11·e quella detta roeca, e sa.pendo come voi avete de' tornwnti mm·ali di bronw (cannoni, sping·arde e colubrine) i qua.li f.:ono necessari a q1:iP.l modo di espugnazione cui voglio io (q11i si avverfa il rnggito del Jeoue): così ef.:orto con dinrn11d,1 la vostra devozione, sicchè compiaeendo singolarmentr. n. 11oi, rn(:ciate consegna e prestito :11 venr.rahile A 1·ci veseoyo di Hag1rnn. 11 e<:essario

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1500 - lGOO e Gov<~nHLlm·e deHa P1·ovi11c ia nostra di Homagna , clei p1·ef:tti t orrneuli con le palle cli fono e di w acigno. Ohe se ciò fnrete,

<:ome spel'iarno pc1· l 'ossetp1io <:he d ,W<~te d.imoF.tra(o, vi dareu.io i! prc½zo delle p~1lle e delle pol veri , restituendo gli strumenti marziali >>. I Hologne:,;i p1'estarono le artigliel'ie, che forse non erano di Mti 111;L fattm·a , i11 qmuito c:b<:, nota il .Mn½zi , « volendo fcst.eggiare le i11eoro11azioni di. Pio Hl e di Giulio 11 (JfiO~), due ca.n110111 si spae<·:1ro110, e dne scoh1ri (eht• pnrc~ fnc<~Rsero gli ari ig1ieri) ne fnron rno1·ti )). RoHa.nto nel li>O(i Ui nlio Jl incomiHei ù a da r e e1'm:uzio11<~ ai suoi dhieg·11i. :KP.ll' estate, alla t.t'sta di. 1111 csc1·c:i1'0, si dir-e:ssc vt•1·so la H.ornngna. l):1 C<~se11a 1:-rne'i<'> 1:-t R<:omunica co ntro il Hcutivoglio e i. suoi p,u·tigiani, e ad Imola fu i·inforzato da, oLtornila Pranccsi, meuLre nn'alLl·a fra:done di quell'eserdto, agli ordini del cavaliere di Chaumon t, dalla LombtLrdia pontava su noIognu. Ca<louo nel uua ad una le fortc~rne a gua1·c.lia, <lei confini. Hndrio, 1mn munita e ben prcsjc'Jiat<1i, r esiste a ]ungo, rintnz:i:,rndo i tentativi dei Pontifid, rna. lo Stato vacilln, sotto i duri ('Olpi del formidabi le avve1·snrio. Jn questo frangente, abba,n do1,atu dagli amici clei. giorni fo1·t11nati, G iovanni Rentivoglio segue il consiglio del duca di Mairtova e del re di F·r::m cia. cd esce da Bologna con Lotta. la famiglia . Pl'iv:i di capi militari e s.n1za amicizie, i Bolognesi òi'mno p1·ove stupe nde di risolutezz~L e di enc rgfa. ·sono disposti, sì, a soUomdtersi a,l Papa, ma n on ad aprire le porte ai l<'rancesi , cl1e veng-ono per metter:e a sacco la città : gli iusolfm ti. cavalieri. (1i Fra11cia, no11 sarebbero mai en t.rn:ti a. Rologna, ! Impongono a l Rena.to la resistenza ad ogni costo e al grido di gncrrn: Chiesn, ! Chies.a ! che risuona, per le vie e per le pia,z1,e come anspir.io di vittoria , C( trascinarono le loro homba,l'de, scrive il Ghirnr<.la,ccì, a.lla porta San Felice al contrasto de' Francesi denti-o l e mur~L P.t buear ono .le mnra per meglio colpire gli nemici, e l coi;;ì cominciarono a r ii-ponc.lcre alli Francesi>>, che avevano varcato il Ra.vone e dispm:;ti in lmttc1·in. quattordici pezzi. In <]nesta circostanza molto si clistin se per valore, pron tezza. e decisione il n ostr o bomba rdìere Cos.tantino da Caprara, cùP nveva aRRunlo il coman do d elle artiglierie bolognesi e fu -

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1'.1 11i111ato 1·e dcli ..~ <lifoi,;;t. ll fuoco durò s ino al cadei· uel.Lu uotte; poi., apprnfiU ..uulo delle teneb1·e, i Francesi rinscirono }1 spusl::1ire i peir,zi fi11 sull' orlo del fosiso, tfa dove ripresero il fuoco per nprÌl'e la bl'eccitL H<!ll e nw1·a, i11 prossimitù di porta San Feh<.:e. Le uomh:n·de bolognesi . rispoudo110 pron tamentc, colpendo gh1sto e a ù1·evissb11a dista,nir,rt, e Costiw tino da Caprara, che tic · ne in png-110 i s uoi bombardieri, scrive nna, nuova. pagina di glm·ia . .Nella notte oscm·a e piovosa il rombo dei pezzi si u1tisce a.l cnpo rinlocco delle c:-1 mpaue, che chiamano il popolo alle armi. E il popolo, ehe ha 1,L c:oseie11ztL orgogliosa. del proprio valore, gitta. in alto il g-l"ido di guena e, nel uome delfa patria, i1Ccor·1'e alle rnu ra e , sotto fa pioggia dirotta, fiacca. il teutativo nemico. Tn quei gio1·.11i, mmit.i·c Bologna vivevtL una vita. :1p;it.ata ed er·oica, si p1·ese11tò al l{.eg-girnenLo dPll:t citlù, un hornlmrdiere, ch e nessuno c ouosc:eva, il qual.e chiese impiego e soldo, con promess.1 d i fate g1·a11tli <.;ose co ntro i Francesi. 8i ,li sse poi che fosse stato ma.ndat.o da costoro per i-en<lerc inservibHi lP hornbard(~ hol ogneRi. Il fatto è elle egli fu cr-ednlo e gli venne tLllida1a mm grossn bombarda; « egli cominci ò :-.i, tir:n ·e la detta. bo mb. .1irda, nana, il Ohirardaeci. con gra.n f111"0rc e Rtrepito, sempre incl ar110 ma,11 · dando la p,.d la contr·o gli nemici; del c:he accortosi Coslauti110 l'isc:usa.va er-edencl o clic egli c·osì al pr·imo 11011 pigli.asE'ie ]a pr·atirn clel lu ogo ma havendo il tnt diton: tirate come-\ prima indarno molte palle cl haY<>n<lo di sovPrchio ca ril:a ta la, bomba,rda n postn, danclog-1 i il fno,:o, et e.ll;i. non poi.endo far resistenza al . l'impe to si spP7.zÒ iH molti pezzi. Costanlino, r.o nosciuta tosto 18 frode 11sHt:1, eo mi11dò n gr i d.a r·e r,lw egli (-\l'.l, nn traditore>>, e poi chè il fnrore popolm·c 11,ou r ngio11a, l ' :rnonirno bomha,1·die1·e, col1wvole o no. fu tagliato a JW7'7.i. TI ea.,,alicr<-' ili O hanmonL tercò <Ti ave1·c Bologna con le lu :a;i11g hc riot' promettendo rfona1·0 e rispetto a.Ile persone e alla. pro priet:\, ma in pnr·i tempo i pai·lam0ntari franr,esi - scrive il Dia.nchini - « <lomnndav::rno ]a tc>s:t.a dd nostro bomba.1·òic1·e cho~t:rntino da hologna el primo de Italia, ccc. >>. Fiero, il popolo non volle sentir' parlare rn'> di r·esn., nè ili accordi e contim1ò intrepido nella lotta.. I Fra.11 cesi rjp1·eRero il homba,n1a.rnen to con maggior Yig-or·: ', c1nnne~ i~iarn1o l e mura. e ln, l:orr<-' di por t~L S. Felice, che fn 1wr -

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crnlh~re . 'l'nttavia, i difeu sol'i non si perdettero tl'.:wimo : i>:P· gue ndo il co11 sig]io di .Petronio Dalla :::\eg,1, durante una nolte tt- mpP8tosa, ca,l.1roJ10 la s ara eiuesca n el puuto do ve il canale cli R,~no e11 Lra in citliL. L'acqua Lrabocc:ò presto nella zon a tra porla S. Fdice e p ort:1 Sarn go;r,zn, dove sor geva il ca.mpo fran cese, e lo iuo11dò l'apidamcn te, somlllergendo tell(lc, enniaggi (~ aH.ig1ie1·ie. l,a, sorpres'"~ rn c:omple !a, e le t ruppe (fol Ohaumon t dovettern t ogli1:r si iu f1·etta, tla q uei l uoghi, salntate dalle hornhanle bologn esi, appoRtate s ulle n:rnra. Privi di vi ve1··i e seur.a. a1·tiglil~r ia (i tentativi effettu ati l' .i11dom:-w i pel' t1·,1,ria, in sa l vo, falJil'o no per o pera, delle IJomba i-de della difesa) , i F n wccsi Ri piegaro110 a, chiedere mia, sospensione d'a1·111i . 11 ma,rc hese di 111antova. e il Legato po11 Lifido othil'ono i lol'o l,uo11 i nllid, rna, il popolo I umnltuò e 11 011 acconsc11t"ì a r11n·metlcrc i 1·iforuime11f·i <li viveri , se 11 0n a. patto t hc! i 1wm il.:i lPvm;se1'0 l 'n RHedio e rH01·11 as8el'O in Lo uibal'dia . Ll <l hiea 1·dn,ed a ll'e , 111 a e h<! i danni prodo t ti cìu,ll'iu ·hglieria fr,.1.11cese fnro1io Jie v.i ed egli a lh·ihni8tC il fatto a gra;r,ia divint1 , po idrè « con lau Le pa.lle da horn banla, c:he nella r.ittà Liral'ono i ncmic:i, non otfosero a,lcm10, eccetto rHov,inni 1:atLista, da !l.i C'aki11a.; 11 1:1 d:.tlle IJ0 111 hm·de del I., dttiì, fu1·ono m:<\Ì:-;Ì de' ne 111 ici <la 400 )). In 1-,oslan;r,a, gli s Lra.niPri d 1h1\1·0 il <.hurno e ]e be ffe e Uosbtll t.ino da Ua.p1·,.n·a, i n icln <:ibile UJÌt,;ogaJJo, ciovette es11lt.are, vedendo i FranceRi affannarRi in urn1, preci.pito:-;:1, ri Lil'ata. Giu lio Ii, accolto ti-io111':1.lmell le , entra in Bolog11a 1)11 u oYemùre :Ji"i(Hi e vi ri.maue per :J,lcu11i uw Ri; urn. egli 11011 si .~ a11co1·,1 aJJ011t.111.1lo dnlla ciLlù., qn:rndo a.J<:nn i fedeli ,1 Giovnnni Il fn. n110 cli:-;i•g-110 di roveHtial'e il gn\'erno pap::d<~ e cli ri d tiama,re i lle11· tivoglio . La, l nrnw. è 8Velat:1 e i con giurati i-;on o ,H'J·e:-;h1.ti ; l'rn, costoro i'\ Co:-;tnntino <.l:1, Caprara , e he affo rrn a con il c011s1.wto to1·ag-gio ]a. s n:.t fede he ntivolPRc:t. 11 popoJo. che Jo c011:::;ide r a 1n·o1n·io sa11g·11e e 1wopl'ia g]orin , s i commn ove cl<'lla, sorte del suo e r·oc e chiede ~r azia al Lega.to. Ma. il mattino del 2G kblirnio 1 ;'i07 Costan ti no '1n, Ca pl'al' ll, il pro,1e e saggio a r tigliere :-:n lv:1.t o 1·e d i Bolog na, ò fatto g;in:-;Li r.iarl-! dal1a vol on tà, ineso1·abile e impet uosa, <li l'apa Giulio JI. Dopo la Lega di Oa,rn lm.ti, a ltri orientamenti politici ed -

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.CU)ll:,\LWI-: BOJ.O(:KES1 COl\"Tl(U l L l 'Al'A

alt1·i iwveuimeuti, di cui è tea,tro l ' Emilia, . Gi11lio Il impone "I duc.1 di Fena1·a <li 1·ompere l'allean:,,,a, con la ! •' r ancia,. Luigi Xll, ]!l-!r mppre8aglia., Ol'(lina allo Chamno11L di ricondune i J;entivoglio a, Bologna. Ed ecco, il mattino del n ottobr<~ lfilO. giu11g-1~1·e imp1·ovviso n,Hc vo1·le di Hologn,L Ermet,~ Benti\'oglio, con fol'l:e 11 e1·bo di ca.valle1·i a. e dicìotto horn ba1·de ; rna. il r,ol po fal]ist:e. All' assedio della JlinH1dola., post.o da Giulio 11 llell ' inrcn10 tra il 1:;10 e il 1511, le artiglierie papa.li 110n era,iw 11uw1~rose, lit: i 1Jomh:11'dicri po11tilid si ùimosL1·a1·0110 molto capaci, come gi:\ allùiamo vixto. 'l'uU.a.via, il Pnpa - il quale, pm· essendo settantc.:nJJe e ma,lal'iccio, dil'<~xse penmnalrnente il fnoeo dei pezzi, serveud.osi GOlli!J ossc1·va torio di una Lone ehe solo da pochi anni 0 sta la dii-I l'ntta - finì P~'- l' aver n t.gione clella piazzaforte, g1·azie SOJ..) l:at-.ntto alh1; :,:n,1 tern,cc ruloHtù g1w1·1·.i1.~ra, di cni si sca11dalizzava, due secoli più tm·di , Lndovieo .A1lt0Bio Mnra.tori , so1·preso e stleg-na,to ehc Ui11Jio IT non si occnpn,ssc d ' a.!tw Re non di far << 1Ja, ge11(~rale d ' annata, e eomamlar i-trtiglierie ed assalti>>. La rh;eo:-:Rn dei Fnmeei:::i, perttltro, non tardò a manifesb.1.1·~i. ·uu <~:-:enito. partito clalla Lombardia, al comando di Gh111 Giacomo Trivulzio, giuu:-.;t~ i-:1,Jihlamcnle al Pa11a1·0. Con abile mm,:-a i1 T1·ivulzio trnr,;i-e in inganno il ventenne l 1'1·a.ncesco Mal'ia della Rovr1·e, nipote del Pa.pa, duùt, di U1·bino e capitano genera.le della Chiesa,, e passò il fiume, favorito dalla maggior velocità delle a.rligliel'ie trainate da cavalJi, laddove quelle dell'avversario erano traihate aa .lJuoi. ~ella nolle del 21 ma,gg-io liJ1 J. A1rnibale B e11 tivoglio, rwcccdc nflo fl Trint.lzio c:011 1rna ma.110 di eavalicr-i, eut.ra,va in Boio g-na, tra ] P. acchLm~1,zioni del popo.lo e1snlt11,11tc. 11 dur,a, d'ì l frbino, tenrnnclo di l'~/-.''''" ta gii afo fn or·i da Casal<~r,r,bìo, dove 1s'era aecnmpato, tomp1 mm ritirnta che sembt·ò nna, fnga , s ubPndo rwrdite ingenti durante 1' i11seg·uimP-nto avversario e abba.ndo · nando copioso materiale 1rog 11i genere e qua1'anta pezzi di :n·J-i . gliel'ia, fra i quali 8Ci di grosso calibro. Le artiglieri<~ t11ona1·ono in q1mi. giorni eon trn il cash~llo tl i porta <in.lli cra , lenuto in n ome del Pontefice dal vescovo (Hni io Yil l\l li. Alle intimazioni di arrendersi, questi rispoR<' :, col pi di <:an n one e i Boloµ;nesi, per quanto avessero appost:-,t(• qnin -

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<lici gTosse l)Omh:ll'<.le a, lmwe dist:rn za. da lla rocca (sulla l\'lon Lag11ola) e a,perta una hrecda n ella, spessa muraglia,, 11011 potl! 1·0110 otten erl a, se non per fame. (,luando, poco 1lopo, il 'l'1·ivulzio l'icondusse in Lombardia l 'eser cì t o, i Francesi trassero scco moli.e ai-tiglieric bolognesi, d 1c w un ivano la <.:ittù, e il cnst e llo cli potLa G allie r l:L. « Alcune aveva n o a.p pal' tenùto al 1·e <li Sa po ii , a Itre rul ..:'dess:rnclro VI P. a l clnca Va le n tino ed altre an<:ora a Giulio IT, al Vitcllozzo e all~L Scr·cn issima, dic t 11U-c I'apa .Jnlio liav(~va condottP. a. HologBa, c h 'erano m·Liglic rie p e t (i0.000 d ucati 1 che 111:1i fu veù. ntc le più belle: e nwo t ntte lnnglw 12 in 1G piccl i 1 et portavano balle <li fer ro di pe:-;o <l i. 30 i11 80 1ibhre )). V i eri1 a1L1·csì 1rn pezzo, già, fli pr·op1·ietù. dd 1·e ili .i\ 1·agona. di 'era eonsièl er aio il più ucll'istrurnento di g-11errn, die a.llorn si :wesse in lttLlia. Ed eceoe.i a lla g ucnn. d ella LegèL Sa1ila, di c ni si è giù a m piamente pm·lnto. l 1 1·cn <'li:nno rrni in csam1i solnrnc>n fo ciù ('he <·011 cerne i m10i 1·iflessi s nll1~ m·tigli<>ri ,\ ùolognrsi. T pl'epa,1·a t i.vi m ili t:n ·j di .Holog na 1·i1rn lta n o d a i r egistri del (:om1rne, detti « P a.l'titonim >>, dove si e l<'n<'nva. il 11ome degli nomini cli guerra ai,,soldati per hL cheost:rnza . Jl !) settm11bre 1511 s ono n,r rnolali di ven::i bo1n ha1·d ie1·i. 11 2!) no ve m ìw<i giungono da Ferrm·,L clne g rosr.;e colubri ne 1~ poi aHl'i clied pezzi d'nrtiglic1·i n, « Lntt.i acq ui s t ati dal celebre f011ù il01'e di ca nnoni , Alfonso cl'Esle n, suive l 'Hon .i g. Due gl'ossi cann oni v<·miero p1we da Fc1·1·ara il 2 p;emmi o l i:il2 . Il 17 gen naio nna grossn a,vn. ng11:u·ùi:.L ,li truppe sp.1gu11ole occupò cli Roqu·csa l' allnra di S . Mic hele 111 Hoseo, e j I 18 nprì il fuoco Rn llologmL con i,,agrj e mezr.e 1:u llll,rinr.. Suc<'.,~ssìYa.rnen fo, essendo giunta al'l i::,; lieria p iù grossa, ca<ldcro i1 1 tillà « palle da. venticin qne e (:inqmrnta libbre , proiettili, 1·is pet 1o a l tem po, f<:mnjda,bili )). Così il Muizi , ii (lffalc sop:gfo11 gc r.lw l ' avver sa.l'io r.bbe cla,nni rilevanti dai r.anuo ni bolognesi, ch e facevnn fnor.o dai bastioni, tl'a porta Rn,n l\la,rno]o e pol'l'n, Castiglione. Il 22 gennaio gli S pag nuoli, avendo 1:,i sogno di vctto-vag:l ie, n.bbandona ron o le loro poi:iizioni; ma il 27 tutto l 'csr.r ci lo clPlln Lega comparve a ureve distan r.a dn Bologna e frn, il 28 e il :m a ttaccò la città. con g rand ' im pelo e con g1·osse forze. Ahbattuh1 n, colpi cli ca,unone la torr e di porta, S . Stefau o, sehbeJJe fosse -

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UOLu1;;>; ,\ CUX'J'HO UL I S P .\CXOJ.l h: I 1.WX'l'IVOGLIO

stata n Luass:1t,L per dimi II uirne hL vn lne1·abilitù,, e ,LJJCJ·ta, l a breccia,, gli Spagnuoli si precipitano per altra.versarla , qu:wdo due v<Llorosi italh.wi, Spinazz.o d~1 Chiari e Nicola d:,t 'l'erni, li a1fr011tano e li traUengo110, mentre accorrono soldati e popolani. Un grosso pe½½O d'artiglieria, detto la Mozza, spa1·ge hL lllOrte tra gli Spagnuoli, che battono in ritirata. Le mi.ne non ha,nno migliol'i r isultati; e La resistenz..L dà tc•mvo a Gastone dL l<'oix di. accorrern a HologHa, con diecimila 110111i11i e dfoei pez½i, e di. penetrarvi mentre infuria una violf'11 ta. t1~rn.pei,;ta, di neve. Il so1_;corso mntt~ la 1woporzione del numc1·0 a favore di Bologna e 1_;osì, perduta fa, S]Jeranza di conquiKta rn Ja. citt:\, ue11a uotte dal 6 al 'i « levati. i cannoni dalle batte1·ie >> H;:1,h no11clo di Oanlon::i, togli<>. l'assedio e si avvia verso Imola. Morto G:1.sto11e di .Foix alla, lmtt:iglia cli RaNenna, h:1 !,:Ila penlit-.a fu il seg-11alf\ della. muta.zioue decisiva. Francesco J\Taria ne.Ila. Hov rn·e 1·ico1tduKi-e l 'es<~rcito po.11tificio contr o Bolognri,, da dove t Bc!11tivoglio m'nno fnggiti, 1wosegucndo per l'Emilia. ln questa i.mp1·esa ~gli si isf\rvi delle artiglierie bolognesi le qmdi, cvidentenw_n te, clovettero riusci.i-e ... di pieno suo gr adimen to se, dopo la sottomisisione di lteggio, Parma, e Pi~l'.cnza, non ne rer-:tHuì che una par·te, la pegginl'e. T pezzi c h ' emno in migliori con dizioni furo110 ilivcce imbarcati :ml .P mw,ro, a Finale e, hrngo le coste del.I' Aéhfatic:o, traspo,·tati nd Urbiuo. Un a.itro tentativo di riaffermare il dominio sn Bologna, fn eseguito dn.i Heu!'ìvoglio 11cJ 1:-;22 (Oiuli.o II era morto fin dal 15]~1). Qua,nc1o i Di<~ci d<~lla G uerra seppero che An11ibal c 1·eclutava. t 1·11p71e :-rnll ' Appe1111i110. :11·111arono i ci.tindini e distri hnir·ono le ~Lrtig-lieri<~ per la, difei-;n, delle porte della, citt:ì, e del pala,zzo pnbùlico. Tl giorno di PaS(Jllfl. Annibale Hentivoglio , c 011 una, Corz:1 <li quattromila, nomini e trr. pezzi d'a,1·tiglierfa, attaccò d'improvviso Bologna, fra le porte Sa,rago;,,r.a e S. ~'elicc, con g1·ande strepito di tl·omhe e cli tambnri e colpi d'ar rìgli~1·ia. QuesL~L volt:t i citta.clini non sono con i Uentivoglio ; Ol'a le campane, che ta.nte volti'\ li h:mno incitati a ll a rivolta, tacciono. L'atta.eco è facilmente respinto. Il bravo capitano Ramazzotto (o Ramacciotto, o Arma.ciotto), visti i benti.voleschi a llontanarsi a briglia. sciolta,, -

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1~00 - J 600

« <:on alcuni pochi ea valli concmlo lù, dove er a. l \Lrtiglie1·ia dei nernid, fccer-o e he uIL valoroso soldato con la mannaia vi spez½ò le ruote, acdocch<'.· i 11ernici non la potessero rn1~nar via; e volendo a ci.ò p r ovv,~d t.!1'~ i rn~mici., si atrrontarono di maH iera c he non pote ndo a. tanli. r e::.:i~kre i podii B ologuesi, furono eostretti a riU.1·arsi )). S0prag gi u11 ti rinforzi , costo1·0 Tiacccsero la mif·Jthia e l'i cacciarono l'm·vcrsa1·io, eonducP.udo in dttà, ll'iste trofeo delle lotLe fra Ila · li:111i, l e eonqlli state ar·tigliel"ie, in sieme con d ueeen to prigionie ri. esci~ d tL porla i::;. Vel ice , racc:ontn, il ~fm:11i ,

Assoggettat i a l dominio po nti1i.eio. i Holognefii <'OHservano pi·iYilegi e Jor-me eb c 1·froi-da110 f]nclli della vecchia rP.pubblica,. li Legato pfll·tcdpa. :1ll'ammi11 istrazionc interna,, accanlo al Re linto e ai Magistrati eitb:uJi11 i, e un J\ m l;asciatorc rappresP11t.1 Dolog-na presso 1n eo1·te JXl,p.tll'. I Holog- ner-:i ebhe.ro milizie e art-ig l.ierk proprie: r, qnest' u llime l'nrono sem1n·e oggeUo di a,tten ti.~ c nr-e <1}1 p:u'lc t.lc] Com unP-. Di ciò esis tono moHe !1·:H.:eie 11ei dor,mnf>n ti d ' a.1·cliivio. HiRllll i1 pnre che nrl :1 :'i~G vi f n chi Ri preoeeu pò di ric npentrc le a rtiglierie bolog-nesi d1e, ill co11s<'g11enza delle guene del t empo, si Ln,vavn.no a Piacenza , a l':rl'ma , n, Pircrnr,e, ad Empoli <'d a i>cret ola. );°cl 1.)29 gli or·mai pncilid rwlro ni,mi ebbero o<:cnRion e <li nmmi1•:u·c le a,rLiglicrie facenti par·te dfllla scorta, di Cnrlo V . g'iunto a Bologna per incont1·arsi con Papa Clemente VITI. E1·nno quimlici hocdic d a fuoco , og111rna. t rainabi da cl u e pariglie cli cava lli.

Gli ,ul.ig-lieri, o h0111hru ·di,~r-i , s i diviRcl'o in Ol'clin n,ri 1~ s opranurn P.ra.r·i, in gran pa rfo fonditori <li mctall.i . rnflcc::i,n iei e fabhri. I homhn.rclieri ordinari in11nad1•a,vano P.d nddestravan o ·i soiwanurnera1•i.. Una voltit assoldnti , non poi·pva,no a llonta.n a rsi <la, Bologna < ~a ci;;e1·c-.ìta.w~ altrove il loro rnes! iere senza il tom;cnso del gonfa.Loniel'e d i g-im~tizia e degli cc asR1mti cli m un izione)), spe d e cli rivir.i m agistrati 111(:arien.ti delle cose militari. I boinba rdic1·i. or dinnd eea.no quai;;i sempre sr,clti ll'n, i soprannmera.ri , nrn talvolta nvvcniva l 'annolnmento dirntto di elementi di pnrtico ln re ca.pn.cit:ì... rom e lo prova una le ttera del cardinale LPga t o -

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01:,: .l ~ lZZ.\ZlO:S:8 DJ.;;I IlOMJJAr!l)ll<:Rl A i;OLOG.KA

U 11id u A:scauio Sfor,m a l'<~l legriuo di Crìslofoto, da Reggio, let(< ·t·,1 t:011:senala ag·li Al·chivi di Stato ùi Bologna. 11 ùoe nmento è d el 13 aprile lr.37 e si esprime cosi : « Cono · s<·e11do uoi che sci' h uorno molto ingegnoso circa. quanto occo ere al misLiel' <.lell' a1·mc et della gnena, così h, aiutare, condu rre et t rn re l 'ArLillaria, ~:omc i1t fare hno ni et forti bas t.ionj et 1·ipari per <.lefonsionc tiella c:ittà.... et in molte cose expc1'lo ... ci è pa,f'-,o eol rne7,zo d i qualehe mer eccle tenerti al IJisogno et. servizio 110sfro et di questa. ci ttà, . .Bt p er ò per teno re d ella, preseute 11 0::;tra et d i volontà et con senLiment.o del Magni lico U.egg'ime11to di Bolog na, da.mo, et costiLuelllo a, te Peregrino , dura,ute ln, vi ta tu rt, una. p nga degli Appiedi ..Llla gnardia nl p a.la.zw tle lht nostra lk!-;identia .. . V ogliamo a nc hot :L (co11 s1~nfondo però jJ Prcfato Mag11ifico R egg'in1ento} elle hahhi il primo Lnogo delli Hombal.'dieri d e lla J\J nn i!ione <le Ila eonn; 11ità (li Bolog na ... )>. 11 t<~sto de lla lettera dimostrn, d:e i bomha rdì.el'Ì erano in con,ples so 11omi11i dotati cli vari.e attitn<lii1i e di pronf:a. c-apa.cità lt·c ni<:a. Ln di.stin:d onc fra a ppie<lnti e llomhn.rdie1·i derivn, <lal fa i lo dir. il Legato aveva g ua rdin, propl'.ia, vera. mi lir.ia papale, hlldove i homba nliel'i ernn o mil ir.ia bol ognese, dipnndcn lc dal Ileggi rnc 11 to cli J1ol og11..i. Nel lG(jl fu dc:,;ignnto a succelle1·e a l l 'cllegrino mi l1ornb:ù' <lie1·e sopra11rnnera,1·io, Gai;;p::wc di Alessan c1M. e lte si Pra distint-o nel c o11se1·vnrf' e te nn·e in effici c11.za le l,or·r·lll' da f no<:o e il ma.feriale da. g ue r ra . l11somnm, il maestro d i homh.wcla . 1vev.i incari chi c he n.n<lnvano dai <:ompiti di un rnodt"slo operaio al.le funzio ni più aJte e <·omple:-.i,e d i conurndo e pcPsi.110. c·onw n,vve1 111e nel caso d i l)elfogrino tli Crif.;toforo 1 di i 11 g"P g;r,c1·e m i li t:11·<~. Con ddilwr:1;';i o11<' del ~~ dicem bre 1593, i sedici riformatori d<>ll o Rtat o tli lihr 1·tiì , i11formati e< della. capacità~ abìli tà e fif1a(ezzn- )l ili (',1l'lo ,fo ~Iflnfredi Jo asi::olrla 1·0110 per f'Rel'citare l ' nfn C'io di bo111h1mJiei-e or<linnrio , ÌJL luogo cli ma,c stro Ant·011io C1•11s01·e . d a Jnn p:o tempo assente clallo ~·ì'la to. Mn, ritol.'11ato fJ lWs(·i n Rolog-na ud 1:i!):-i , <~ ript·c:-;o il s u o posto tli bomhnrdi er c, i! J\'la1r1'1·r1li, e-l it' iut:1,nto n v~va, co rnpinto <>grf'giam c 11 te il clo\':·1· s 11 0 « dei::j1lf'r:inclo egli pure cli contim1 i 1,re 11ell n servi( ù 111,11,, RR. VV. 111.11w (g·lì n i;:i:mnti) v ien hn mi lm ente a ~11pplirm·t> 1.i h1·

..,~ .-, ,

- r1,i -


1500 - 1600

nignit i\, lorn che vogliano fa,rli grazia, cli c1·ea,rlo sopni,mrnmerairio de' Bombardieri...)). 8i vede ch e la carriera d i bomba rdiere n on era, da, disprezza.re, a.nche pel'chè esso, a qua nto pare, oltr e a l sala,rio mensile, aveva diritlo a lle (( regali<~ dov ute e cons:uete » e ad a ltri va n taggi. Pietr o li' ran cesco di Autonio, d a Castel S. l'ictl'o, bombar diere a l servizio del comune di Bologna da l 1547, ci fa sa per e il numer o deJle bocche ùa fuor.o fuse e 1·ipar ate p<~r cou to del magnifico Ileggimento, e à i qual<.;una, a nche il calibro e il peso. Jl documento, del Jebb1·::1.io Hi;'i(i - conservat o agli Archivi di Stato - è in bella e chia ra seritturtL e<l esp1·esso in for·ma assa i conci.sa , come di regofa usano i soldati. B r.colo: « Questi sono li P ezzi qua li io fatti per il i\1g.co H.cgime 11to d i Bologna . I p rimi ùuj ,;agr i quali gli r u pcno a l.In mi n1ndola por tano lb . otto de palla. E più d el rnmc ch e S.S.de h a nno co111pr:1 to si è fa tto 3 mc:ggie colubrine port.n no lih. 15 d e pall,1. pesano l'u na. li h. :1i:i00 s o110 lung he pa lle 30. E più 4 (:olubrinc 1>ort:rno 2 lib. dc pa lla l)f'l'lln <> 1·1111,1 l i h . 7000 sono lu nghe JJal le 30 . g più u n r:anonc c l1e por i.a lib. GO d e palla pesa Jib. 9500 lung ho J)allP. 20 . Et tre for m e sono fatte uun rli mcgg i a coluhl'inu co111(, lf, tre di so11rn e t d oe de s agri cllP. J.)Ort:1110 lib. d c nove i11 dlec:j d e palla. pcsanm o lii>. 2.:iOO lunghi 11allc o<i, (]Uali v i ¼etavuno pi ace nrlo a D io fra r111indic·j g iornj. P ier 1!' n11H·.o bomb,ll'( li\:ro )).

Bol ogua contav,t fon cforie ti.a ll e q ua.li uscirono t u1t<~ fo al'tiglieric occor r ent i a l suo p ic<:olo eser cito , dalla metà, del secolo XVI a lla, fine d el XVl JI. Nel]' a1rno 1.GG(i, pe1· esempio, fu 1·0110 getta ti otto pe.w1i, cioè : quattro col u brine, tr e ll<~zze co] nbr iue e un canno:ile. Q ual era il numero dell e bocche dn f uoco possedute clalJo Sta,to di libel't:'t°? Nel 1G!)8, passando Papa Clemen te VIII da Bologn a, dopo a,ver p l'eso possesso di F en ara, Je a.1·tiglier ie uologn,~si festeg·gia r ono il Ponte fi ce con le )oro salve. « E ntrato il P a pa- nelle s ue st.rnze, sc1·i ve il Mm1:d , s uuito si s para.ro11 0 tutte le a r t iglierie preparate s ulla pia,zza (l'a ttu:-1,Je piazza, Vitt or io E manuele) e in a ltd lnoghi ... Nell' m,curHre del gior n o s'accesero l umi .. . e poi si s1x1,1·u,r ono con 01·1·ihile r imbombo pi ù di duge11 to mosche tti. .. ; e si fece fi11e alla festa qnella sera con lo :,:ipa rarc quara,nta pc.z zi di artiglier ia .. . >>: Hunrnro ris pe tta bi le a,llora e a nche più t::i,l'di , qua ndo nn 'a,11aloga qua,n tità d i bocche da fnoco costi tui va la d ola~done norm ale d egli eserciti

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LE GGEHJ.(E l)l S!El\"/\

111ohili di Fclle1·ico Il e dell'a,rrnata d'Italia, comanda,La, da Bona,p;11·l.c , nelle eampag·ne d'Ttalia del 1ì!J(i e nella marcia su Vie1111a d< •l 11!17.

14.

Firenze dopo l'assedio - Le guerre di Siena Il blocco - Il duello delle artiglierie a Porta Camullìa - Le bravure di un bombardiere senese - Norme per i bombardieri.

(,li avvcuimeuti più importanti, dal punto di vistai militare, SYoltisi in 'i'oscana 11ella, seconda metà del secolo XVI furono Le

g ncnc di Si(~na. "\:or, t~ qui il caBo di ripetere l(~ vieernJe di questa 1n;1,r avig!io:-;n, città che, contesa ùa Spagnuoli e da F1·,tnccsi, l.emuta, e de:-;i<lerala dai Meclici, dovette lotta.re a lungo e r-ipetutamente per la sna libcrtù, so<.:eorn he11do solo q11a1Jdo fo1·z.e assai superiori alfo sue ebbcl'o ragione <lei valo1·osi <.:ittadini che già avevano ani(:chito di pagine di gloria la storia cittadina. Hicordel'<:mo la rivoluzione del J;iG2 che liuerò Sic-ma da:I giogo spagnnolo, ma portò come 1·eazione la gucna del 1553, già prevPdnta dal Maestro di Oan1po l<'rancesco de Alaba il qua,l e, nel

lascinr(~ la. ciUù, aveva. detto: « Voi, Se1wsi valorosi, avete fatto 1111 Lcl colpo; ma pel' l'avv<1nire i-tate savii, perc,;ht'.. avf~h~ offeso 1:1,oppo grand'uomo>>, ed alludeva a Ca.rio V. Difatti nel µ;en1Jaio 15:;3 1111 esercito gi uuto da Napoli, in parie sbarcato a Livorno, con trenta, galere dalle quali tfosec· ~(-!l'O anche bomba,rdieri con artiglierie, mosF<e alla volla di Siena, ag]i ordini del vicerè Don Pctro di 'l'ol(~do: morto costui prima df'l] 'infaio delle operazioni, gli successe il figlio Don Gar,r,ia. Q11esti, con l 'escrcito del padre e con i 1·i11forzi sopra,ggiunti, fra i quali si anno veravano otto ca1m011i dei l\fodir,i, entrò nel Se1wsc, coHquistando varie tc1Te (~ fortezze senza impiegare l'artiglieria, se si PCC(~ttuano due poco efficaci sagretti che volsero il loro tfro contro Pienza. I mezzi fino al1ora impiegati non bastarono agli Spagnuoli -

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1500 - 1600

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per la, pl'esa, di Montichiello. Qni il Vitelli, cornandanfo le truvpe incaricate di qnesta operazione, « essendogli giuuli da .-\rezzo dicia,ssette camwni (uuo de' ph) pesanti essendo caduto in UH p1ofoll(lo borro), li fe(;e appostare a mezzodì del mm·ato villa,ggio dal quale la,to soltanto ent lecito percuoterlo>>, come dice il Gior· getti 1wl suo libro (< Le armi tm,caue >>. La pl'esa di J\lontichiello poi uon 1·iuscì, qnantunque i uu111oni avessero contimrnto il loro tii-o lino al gior110 11 febbraio : anzi in tale giorno il VitelH, credendo che i difensori avessero abbandonato b dttù, 1nandò a,l l'attaeco i suoi, f •,hr, subirouo g-1·.i · vissime l)(\rdite, tautei che dovettero arretrare. Altra opcrnzione nella. quale s'impiegò l'artigli<>ri}1 fu la, tentata, presa di Mon talcino. Qui gli aLtaccant.i « formarono batteria, di dicci cannoni l) <"Oi q un.li spar:trono cinq ueccnto quindici palle : ad essi si n g·goi u11sero poi tre cannoni rinforzati, rnand::tti da.l J >m:a cfa Fi1·e11Z(! . La guentL l.ermi11ù Hel giugno dell'a.uno slesso perd1è doli Gnrz;ia. dovei.le togliere Fassedio a i\lontakino e ritfrare le truppe dall'impresa di SieHa. pc1· ric:omlurre l'esercito nel Napoletano, dove la, romparsa della notta tnrca. av(~Ya, destato molto timore . La seconda, g11c1·1'a <li SiPna ebùe lnogo 1wl 15G4-IG5G ccl aneli (! in questa tl'oviarno Je truppe francP-si a, fianco a q1rnllc~ seuesi , pee la. cansa, della libcl'tù di Ric1m, co1dro le tl'nppe irnpc1·iali uecol'SC in aiuto di qnclle medicee. In quesla gnc1·1·a, almeno nelle nr.ioni campali, limitato può dirsi l'impiego del1e artiglierie; nondimeno, in nleune opcra:doni, ln. nuova arma fa sentire notey0Jrne11te ]a sna. efficacia. Riporh~r<~mo qni alcune llOtizic di episodi rifletteuti l'in1piego delLu·tiglin·ia., Lral.tc principalmente dal libro del Giorgdli, il q1rnhi alla sua, volta c:.ita COUlC fonti prindpali gli scritti del Sezzini , del Roffia, e rld Hcminsegni, pnbblic.Mi nel tomo TI dell' Archi do Rtorico ItaJia,110. Delle tre colonne rn~lle qtmli Gian Giuc.01no M<" rlici, noto poi sotto il 11orne di M:arthesc cli Marigna,110. romaH · dalli.e l'esercito mediceo, aveva, diviso le sue Lruppr~ all'iuizio delle ostilità., la prima non aveva pro habilrnentc che poche a rfi glicrie, tratte dnll' Tsola d'Elba: la sPton!'la forse HOH ne avPva <·cl era destinata ad unirsi poi alla terza, comnnclata dircttame11t e

- ~so -


d :1I .\I.i l'ig11a110, alla quale cra110 stati assegnati homLardiel'i cou \'<•lii i CHllllO lli. J l ~, gemmio ebbe iuiz.io l 'assecHo di Siena, IJH1 i primi mesi j 1w,f:u1·scro ·i n S(;aramu cce, n1,pine, incendi, licc1s10ni, senza l': 1f f'i 11otevoli, dall(lo modo a i difensori di ratl'ol'z.a,re le fol'lezze ,. di collocarvi i ca.11110ni, meutre gli attacca.uti mettevano in posiz.ioue le proprie artiglierie. Hfoordeteruo solamente gli episodi i11 <:ni le hocd1c <la fnoco ehhe1·0 qualche parte, più o meno imporf11 11te. Tl 4 mat•zo Rodolfo Bag-lio1ii fu m,rndato dal Mari g11auo alfa, volta, ,li Aiola, per es<~rdtal'c unn. rappresnglia co11tro Mi no ùa· Siena (;he aveva compiuti atti ùi ferocia a da,nno lfolla J.)Opola:1.ion<~ di S,Ln Sano: a qnesla l'-pedizione partccip,1rono {s e ea 1111011i clic, con sessanta c olpi, g nast,wdo il ponte e la, porta, 11l>bligarono 1Vlino ad a.rrendend. Azione ami.Ioga ripeterono i .Me<lir:i contro Uhiocdola , ove vi nse1·0 la resis;tcuza dei difensori. 1; 01t nn 1ne:m:o e:rnnone, lanciante palle d ..t 21 JibLre cir<:a, e due s:~· g i·dti. Lo xl esso rifm l tato otte1111ero a S." Colomba, g ià, <:m:;tello dPi P el r·ucd, con ventidnquc colpi. !H tanlo a Si_e mt si sviluppa va Sf~rn p1·e più il duello fra l e arligliei-io clei difensoi-i e q twlle llcgli a.ttneeanti, specie dalla parte di Porta Camullin. /\ i i,::a,grnHi po!-lti dagli a~se<liati i11 dm:1. alle 1·oni esi1,d:enti vieino a questa porla, vem1c1·0 successiva,ment<~ ;1gµ;im 1ti grossi cannoni e ea,rrnoni rinfor·zat:i; co11le111p01·a,nea· mente g1i a,ttacca11(.i accr escevano le proprh: artig-li.erie, a.rried 1e ndole pure di cm111011i rinf'or;r,atì e di g1·ossi pezzi : i.11 eom plcsso gli aF-scdia11ti, il 20 marzo, avevano giù tfraLo (lll(~rnilases · sn nta colpi fli f'.1n11on e C'011tl'o la dtt:'I,. 1\fa il. Marign:rno rkonobhe d •<' nn che quest' a1'fivitù, ,foll'arliglieria era insu1licientc a cspn g:11arc la pin;r,za fort<\ validamente difcst1: dal valore e dn,1 pafTiof. tismo dei R,~ncsi e dall 'efficacia dei suoi can11oni , e perciò si cfociR(~ n clP(·1·eta,r e il hloeco. Xel mese sn tf'eRRivo si inl·ensifìcar-ono dalle dne parti i t i,·i tlellP :irti gl iPr ie: gli nR:-.cdin,nti In, ma,Hi11a d el 11 n,prilc fecero f':-1 · 1l(•l'c la torr<> fli l'orta. Camnllia (dalla qm1,lc però i Rcnesi ave Y: rno g·iù, tolt-o il sagro); e la :-.1>ra, dei 21 cominciarono a. i;;par:we ne l m <>(l<'Ri lll O :-;ettore con dieci r·n1mo1d, tirm1do ben dne<·<>n1·o 1Te11{a<:i 11q1rn colpi e -J'ne,~n(lo 1·0 ,·innre ln Porta f.ìtPssn. l'1·osep;nenclo i til'i nei 1wessi della porta ro,•imitn, 1·11p pcro le mm·a pe e -

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l JOO · 1600

circa ci nque cann e (clieci 1nP-tri). Conternpotanca mP-nt e comiud a-

vano le azion i di atta cco e di di fo~a sugli aJLr-i frouli della tittù,,

Fig-. 08 . Iln ttaglia cli l'ort a Camullia, d i (Hovanni Cini. (Arch i vio di Stato cli Siena).

ed ,t11che in que!':I'<~ st m ctochn·o110 tiri di artig-le ri a da parte d ei due co nte udl•nti , con alterni ris ultati. A~io11i a naloghP si svol-

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geva11u nei tli11Lorui; e p1·obabilrnente le opcra:doni sareb1Je1·0 segni tate a, lungo, se Piero Strozzi non avesi:;e con gTande audacia, Ie11taLo tuia incursione direttamente sul territorio del Ducato ::\:[etlin~o, incutendo tale tenore da spingere Cosimo ad ordinare il 1·i l·iro delle truppe asscdia,nti. 1\fa dopo poco tempo il Marignano putè, con un esercito rinfo1-zato, nuovamente bloccare Sieua, dove cli nuovo tLifensori e a.LLaceanti fecero entrare :in azione le arLiglieric : questa: volta però gli as~eélia,nti potPnmo sperare nella eontroffensiva, df~lle trnpp<~ dello Strozzi, che era.no riruasle fuori della città e si era.no congim1te alle [or:,,c frnnceRi sotto gli ordini del J\lareseiallo di Nfontlnc. Lo Strozzi tentò un diven;ivo tntsport,rndo le s11e ti·11ppe in -val di Chiana e provocando piceoli. combattimenti, nei quali smnpre si potè consta,l:-tre l'efficaci:1, ffoll'int<~rvento di limitate quantitù cli a,rtiglieria, ma. infine il 2 agosto, in una, lmttaglia, campale a fkannagaLlo, le Lruppe senesi e ft·rn1ecsi fl1rono meiss<~ in co1npJela rolla e dovettero laseiarc al n~mico, oltre a moltissimi prigioniel'i, arn:he li> bocche da fuoco . L'csen:ito vittorioso tornò al hloeeo cl i S·iena, la quale era, a<foRRO in cattiYe co11dizio11i cli vettovaglie. Ma, }1 Cosirno non parve ì'-11ffkie1d e il blocco <l<·lln eiHù; egli. volle che al cmi e terrr~ senesi fossero e::.pngnatc. e il Marignauo cominciò f:ol rivolgersi eo1i!ro il rnnnìtissi1no castello di ìVlontcriggio11i, il cui coma,nclantf\ Ri. arrese dopo ehe intensi homlmr·darne11ti aveva.no ap<~l'tu ynsfo hrecee nelle n111ra. Tn seguito auche Ceevole, altro obiettivo indicato dal duca, fn espngnata: il J\Jarignano fece saJire con argani le artiglierie sopra, un colle dominante la rocca, e di. lassù scagliò treceniosdtantacinque palle contro le vecchie runra, fraeaissandole in 1ur,do tale éla rendere inevitahile la. resa. Le conclizioni di Riena, infa,11Lu a1111:1Na110 :semp1·e l)(~ggiora,ndo , 11onostnnte gli a.nda,ci ient.ativi dello Strozzi e i suoi sforzi pel' rifornire di viveri Ja, città. Cosimo, irl'itato per iJ prolunga,r si del1a guerra, foniiva di potenti bocche da fuoco il Mnri.gnano e gli ordinava di intensificare il bombardamento. Il 28 dicembre gli attaccanti, sperando cli aver così intimidito il nemico, intimarono la resa; all'intimazione i Senesi risposero con un fiero rifiuto. Ricominciarono allora. i cannoneggiamenti ai quali gli :18· sediati resisttevano valorosamente, tanto che il 1° febbraio Cor-:irno

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1300 - lGOO

scrisse oi'freudo buoHe co1u.lizioni: e il 17 dello st<~sso mese furo110 sottoscritte le condi.doni della capitolazione. Oltre alle 1101.i:de forniteci dagli storici citati, si trova, qualche intcress,1nte particolare negli scritti del ~faresciallo di .Moutlnc. Così, ad esempio, egli parl,L ùe]b bravnra di un bombardie1'<! senese c:he con un mezzo cannone, appena. allora collocato sul1a piattaforma di un forte, al terzo colpo colpì i gabbioni nemici e al quarto prese h1 pieno l'artiglieria, auunazzando parecchi soldati. Dopo poco il medesimo Lo1n bardiere, vedendo un repa,l'to 11emico che nmrèiava lungo l 'a,Jtra fila dei gaùùio11i, l"e<:1~ fuoco uccidendo l'alfiere e mettendo in fuga i Tedeschi, spave11 tati. Del medesimo bombardiere l'autore ci dice : (( Qnesto Seuese fece dei colpi così belli che smontò ai nemici 81~i pezzi di caiinon(\ e la loro arLiglieria rimase del lutto ahharn.lollal:L frno al comiH · cian~ della notte)). Durante la. notte poi il nemico ritirò .l'aL"Liglieria e pare ·f osse eostretto a lasciarla tre giorni. inattin1, pc1· riparn,rc le 1·110LP fra(;tt.1,Bal.e Llal IIH~zzo cannone. In 1ere:-sante è il se guen tc bnrno del JVfonUnc, 11(~] quale egli ci racconta di un grn.ve pericolo corso dal ·Mari glia.no : (( 11 J\'farcl1esf¼ stesso mi foce la, na 1·razio11e quando usr:ii da, Siena, nella quale occusione mi an:ornpagnù per più di clne miglia, e 1ni disi-;e a,11eo1·a clw la, loro artiglieria fu a.hbamlo11a.t,1 per g1i dTclLi (lir,astrosi eltc il nostro n1er,r,o cmrnoue pro<lnceva,. Egli era, di fianco alla casetta JH:1la. i,;na. lettiga, soffrendo di gotta, e la lettiga era a, terra. Un gentiluomo clell'irnperaton~ gli parlava avendo le mani suJla t endina, della lettiga e la, testa dentro, intrattenendosi in segreto col ifarchese. Il nostr·o ea.n nonierc, vedendo che l'.trtig-lieria era ahhm1 dona.ta. e che tutti i,;i er·ano ritirati a lato dell:1 t·a!-:etta, tirò un colpo contro di questa : nna. parte del muro, clw <:r·a di mattoni , cadde snlla lettiga , entro la, qual e il gentiluomo si trovò gittato sopra. le gambe del Marchese, così Rtordito da. non potersi ridire, e mi gim·<) che in vita. sua non c1·edè morii·c che allora )). Per quanto riguarda l'Artiglieria.. fra gli atti del governo m ediceo, clic prese a reggere la città, di Siena dopo cl1e (]nesta, chhe perdnta. l'indi1wndeuza, troviamo, alla Biblioteca Comunale clrlh citt.ài, copia nutnosc1·itta , datata 27 giugno rnno, dell'ordine d i S. A. R. sopra i homba,rdicri p rescritti 11er la forte7,za di Siena, -

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CO.'\Tl!ZIO.'\J DE!

BO:U B.-\HDIEJ:I

i\ll])O!CEI

1·mdc11uta in mrn, let:fcrt~ ùell' lll.mo Signor GoH~1·11atore snitta all ' Ill.mo Capitano cli Giusti:11ia. Le disposizioni (:onte1rntc in (Jllesta, ]ettel'a compl'endono prima di tutto una parte rdativa alla d isciplina e condotta, d.ei lJomlmnlim·i e ai lm·o privilegi, con l'ordine cli licc1rniare quelli tennti in concetto di di8coli e che non hanno « rnesticl'c a,ppropriato >l. Regnono le n01·mc 1·clative alle capadtà richieRte, e il lungo elenco cornprende, fra gli altri, i segucn ii rcq nh;iti : « dt>hhil10 irnparal'c a rna,ueggiare bene tutti gli strnmcnti, ca1·icare, pnntare e poi trarr,~... aclopcnwe petrieri e altri pezzi camerati e 11011 eamel'ati e anche glì a,rd1ibu:so11i, i11 oltre studino spesso rli fare le botte giuste, a.daUiuo il pezzo dietro il pa1'apeUo a usam:a, di batteria )). , re11gono poi i dovcl'i militari i-elativi all"obbedienza, al di\"ido <li ass('.lltaTRi <! all'ohhligo di csRere rnnniti di strumenti ~1ppal'lt!uc11li alla vi-ofossione rli h01nhardie1·P. n castella,no di Sienr~ e> il Capitano di Oiustfaia sono ill(:aricnti di portare progressivan 1<~ll h\ il 1111111p1·0 1l1~i 1,0111h,11·,li, ~1·i :1, c.P.1110, 11111·d1<'· i p1·t~se,Plli ab .hiano tntti i l'cquisiti. A qm~st:o rn:mof..r.ritt.o fa Reguito 1m altl'o , senza fir·rna uò d ,ti <1 , Ilei 1111afo il J) ll(':t, p1·t~:,;c1·ive la nonliua. (foi horuh:-tl'(liel'i <li l'is;i. 1·iservandosi di fare a Pisa quanto è stato fatto a. l<'irenze, Siena e Pistoin, ma disti-ilrnendo i bombardi cri in due elassi, mm, p e t· la for·1ezza e Uila, per l'arsenale. I privikgi (\ i clovPri sono eg1w li a quelli i11dicati per SientL.

l>opo fo gnene di Siena, pc1· tutto il secolo XVT non si ebbero rn 'l'oscana altre a.zioni militari notevoli. CoFlimo morì nel 1572 las(:iawJo Jo Stato in buone couclizioni di annamento: , forti erano Lulti muniti di vivel'i e di a1·tiglicrie e Firenze aveva giù f}ne fm·tez.r.<•. A Cosi mo sneeesse Vranccsco T, sotto H cui gov<~r11 0 n011 avv('1tne·1·0 fatti importanti; poi, nel 1:i87, Ferdinando I, elw sepp8 1nantene1·si nbbnst.anza, indipendentfl dalle grandi Pot(~uz.e. evitando di avve11turarsi in pericolose guerre. Oltre a.i documenti eita,ti, che ci danno un'idea dello stato dell' Artigliel'ia tosca,na. tt quell'epoca, 11e abbiamo altri cm;tituiti dalle iconografie : ricorderemo fra questi gli affreschi del Va:-:;ari 1Jel Ralonc clei Cinquecento, 11el Pa,lazzo della. Signoria a Fiee11z1!, <' la Clahella dd 1527 co1rnerva,ta1all'Archivio di Rtato a RiNm con -

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1500 - 1600

la piLtura, attribuita a Lorenzo Cini, rappresentante la rotta infliLta dai Senesi alle milizie fiorentine di papa Ulerueute VII, presso la Porta, Camullia (23 luglio 1fi2G).

15.

Le artiglierie pontificie nel secolo XVI - Acquisto di artiglierie napoletane - Denominazione di artiglierie borgiane, piuttosto che pontificie - Artiglieri pontifici - Nuovo ordinamento dei bombardieri - Fonditori di artiglierie al servizio della Camera Apostolica: Biringuccio, Gioardi ccc. - Incremento dato da Paolo IH alle costruzioni artiglieresche - Ribellione di Perugia - Impresa contro Paliano - Nuove fortificazioni in Vaticano e nelle roccheforti - Castel S . Angelo, centro di attività artiglieresca - Imprese di Giulio lii e Paolo IV . Costruzioni d'artiglieria a servizio delle galere.

Kci prcccdcllti par·agndi di questo cnpitoio, 1mrra11ùo i v1·i11eipali J'aUi d'anni svoltisi dalla fine del secolo XV sino al Sa,cco di Hon1a, a.hliiamo giù detto, 1·ipetntamente, dell'azione cspJi.cata, in va1·ie oeu1sioni, dalle a1·tig)i<~riP poolifi<:ie. Per da1·e ora il quadro, più pm·tiC'nlareggial.o) dPII<' l11J<Tl1P da fuoco dello Stato della, Chiesa,, don·en10 ri l.m·r1ar0, hrP.V<~m<~nte, su fatti ed episodi già accennati. Sul finire del seeolo XV e nei primissimi anni del XVI le amhiziose mire di Cesa.1·c Dorgia; ass<~cond.at<~ da Papa, Alessandro Vl, e il com:egnente indirizzo politico ponevano la Camera Apostolica nella. necessità. cli provvcdc1·c d'Hrgenza nuove truppe (' m10ve hocf'J1r, (la fmw.o . TI 17 frhhraio d(~l 150~: Alessandro VT s ' imharcò col fiµ;lio e con sei Cardinali per andare a Piombino col pretesto di visitare le fortezze fatte costruire da, Cesare, ma in realtà, per stuclia,rc~ d ~t vicino che cosa, si potesse tenta,rc contro Pis11 e F'irenze. Al ritorno, cornperò ad Ischia, le artiglierie napol<~tn 11<! che erano state salvate dall'invasione: << ... l<Jt poi , Hi02, papa Alisandro mnndlme in ls(:hia, che era de re de Na,1)oli, a compr:in! l 'artigliaria, che ern d(~ re Ferrànte: dodici cannoni, se<lici colombrirn~, et molti altri pezzi minuti, lll più hella artiglieria che mai si Ycdesse; gli vennf' ducati trentamila et venne à 28 maggio in Roma. Et lo due:1 V:ilentiuo r cfece gente d'arme assai et mandòne dinanzi a lui

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,\HTI(;LIBHlA HOl!laAKA

Vitell<,z;,:o ('OJI 111olta gcute 1J'11rmc a fare lo guasto i! Fiorentini, et pigliònc d ,é 111011-e tcl'l'e de l•'iorcntini. .~ di ~ 1li iug110 se partim~ lo cluca V:1lenti110; se <,e ,H.,eonciaro questi altri HoJ11:rni c::ou l11ì. ..... .i\fonrlòne lo cluca iu uunpo scdiei ca11noni, vcnti(·i11quc <·olo111bri11c, i-:-11110

bene in onli11e ;mdava la gente d'arme ecc..... ».

In nitra fo11t(\ me11tre si (:011fe1·ma l'a,<:tJuisio delle artjglierie na,volet:UJL\ è detto che furono pagate 50 mila ducati e che j] Papa le adoperò a. 1·afforzare Castel S. )1..11gelo. Sorvolando sulla diffeJ-C'nza del prezzo, cl,e per 11oi t': di sca.n;;a. impo1·La.11za, giudid1iamo pi IÌ attemhllrh~ b 1n·ima v,~ri::ione, eio<~ che le uuove hor:d1e eia fuoco fos:,;ero acqnistatc, non 1w1· mrmir-e .La }iole 1\ch·iana,, ma

pint.Losto JH~1· le JJ uovP i1np1·ese a, e.:,ui si accingeva Cesare Ilorgi a . U1·ediamo n.11:,,,i che, in que8to caso, sia più esatto dire artiglinit~ bm·gi,LJH~, pi11th1sto che p011tilìeie. La Cauu~ra, Apostoliea, ir, n~aH:\ fae.cva, Je sp<'R!~, ma le l1<wd1e ila. fuoco, tompr,1te o f.tlilwi(:a!e, erano q1rasi esdusivnrnenle 1lest.inate ad ac(:r·escere la p otc11:,,,a mi!Ha1·e del Valentino. 111 nrrn01tia .co1t 1pie8to h1<lìri:,,,:,,,o politico di comp1ista, l'arnmme11 Lo artiglie1•psco ùovenL neees8a.riamente essere i.nt<msifif·ato : rw1·<·iù, mentI"e si acq1listav,~,110 all Ischia le bocche da fuoe.:,o del ]'nH.i mo Rrwr-ar,o ;1Tago11(!S<~, a Roma, alle dipe11dt·'. nz:e rlella Camera Apostolir:a, vi. era.no due << prefotti per le artiglierie n, con 1nam;io11i sYariut<\ non esclusa q ueUa, di fonditol"i. IJno di es:-1i, << .Patricilrn tle la Mola gallieus n, aveva giù 1westato s<·1:vhio prt>sso la, cort<~ 11apoh!ta.na rn*li ulti rni a,11ui del secolo XV; l ' altro. Arnbrosius Joa1·di, apparti<~ne a. qm~lla famiglia 11; adeiki ge11ovesi Gioval'(li o Gioardi, di cui si ( ampiamente parlato nel paragrafo sulle artiglierie di K G ior~·io, e el1c ra g · gi1111s(~ amrria ri11omanza b1 uto a Genova quanto a Homn, (lov<:> sPnì pm· t1n seeolo presso ];J Code l'apale. Qnc!sto A1nhrogio, prima di stahiLin;i a 1:-orna. faeevn prohnhihnente parte del Corp(I rlei bomhanlier-i napolet:rni, al Sf\rvhio deg-Ii A rag-onesi: tra il JWnmnale del l4JJ8 è annotato 1111 <c.Amhrosi110 .Toardo )) e, accm1to a Jni, « Antonio .Joardo, genovese funditore >). 11 francese, evi(lentcnwnte m, lh~ ln Motte, passa come m1:1. meteora, : nelle note flr.i pagamen ti a,p pare per la, prima voi t:1 i 11 gc11 na.io lfiO~ e per l'nltirna nell'ag-oRto lGO~. L'rll'tefiee genovPse invece era a,lle dipendenze fle]]n Camera A postoliea giù nel ] 499 -

ti87 -


1;:;uu - lGOO

e ritouta poi contiuuamente uegli _orclini di pagamento. Nel li.00 n1e11:1..io11a to : (( solri facùttis M :l.1nbrosio ,I a11uensi ducata,

i, così

0

3:30 dc carlinis per ducata pro pretio Xl'. nwschettm·,1 , n cirtiglforiarwn S. _J11yel i de Urbe poll(Zeribis hb. :34G4 ... 8 febr·ua,ri li.00 >>, 1'a,11110 dopo ( 1.301) pei- la su;, provvisio1te dello ster,,:so mese di febbraio, (~ annotato com(~ prefetto dell\n·tiglfol'ia. Tì nn cosa,, dnuq ue, è ben cc1·t·a : che, in quel pPriodo, il l)ontefice, 110n solo acq uistava ca111toni dal di fuori, ma ne fal>l>ric::wà. in te, 1:-;an1e11 te nellP proprie fo11derie_ Così . il 10 lnglio del 130:J, leg;gi:11110 nnr·orn 1mn 1wrtit~L di a20 dncati (( ad co11ficiendu,,m, trcs cm1011es et aliam, vetiam, qne vo-

f•

Fig:. !l!I - Coluhri11;1 11011liti<-h1 <l1°!l C irnJueeento.

(A Castel S. Angelo).

catur sr:rpcntfo a. m1,m, s u,is ca,rris , qnc rmnan.s~wunt in focina in ·vinen Pcipe >>. T11olf.1·p, vi en1110 molte a1·fig-lie1·ie che, pe1· le c:ontinne azioni µ;11t->1·r1"Rf·h(• (li q1wl pei-io(lo, enrno 11a1->sat~, 11iù d'mm vol!a , da.1l'nno all'altro f'Rercito. In nn ii:yeuta.rio dclJ,1 Huer:;i ccI'aradiso rhi ('ÌphHlPlln (lP F01·lì JJ , rc~<]ntto trn il li>03 e i l li50G, figurano 40 boce lw da fnoco tra cannolli, (:o luurine, mezze colubrine, sacri, fokowJ.t i . 1-;P rpp11(i1w, paR1->i1H>h111ti, n1ortai piecoli e grandi,

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.\l:'1'1(-¾LlEltl.\ LJUJ:UJ.\ j';A

I.Ja nlelle, spiuganle e spingardoni; orbene, molti di tali pezzi giù stati di Giovanni Sl'or,-,;:t tli J>esaro, altri di Uatel'ina. !:-.Hona, del _Dnc a d ' Urbino, del Valentino, 11110 del Vitellozzo: t \ i11tirn-'., vi er:.t arn:lw (( la gralltlo colol.Jriua, de 18chia <·,h iamata. ,< la, Heale )) cou h.1nne del re de Napoli J). Il fatto (li trovare I<~ al'tig;licric del duca d ' Urbino a Fol'l:i ei l'a pensa-re che si trat1:ii,;se tli p1·e<la ùeUica co1HJuistata dnra11te J'irnp1·esa contro quel .l>ucato; mc11tr-e ]a prescn,-,a del I a bocea ,la fnor:o del re di N a poli acquista ta. ad l8ehia, fa ginstnrnente ritenere che il duca V a lentino condm:esf.e qnellc-~ spedizioui con le artig-licrie na,pole k w e : qualcuno di quei pez11;i andò poi a guer11i1·e le fol'lczzc clell a s na Signo1:ia romagnola. l\fa, tn1, i rwecletti r:annoni vo n'<·ra uno« grof.;SO c:he foco f,u-<• el Castella.no con le ~1rnrn del Valentino et de dido cns!cUauo J) : poicli è siamo n Forlì, <~ chiaro c he la fondel'ia di qnelln citt:ì. i n cffic ic11za, so{to Ja dollliuazioue di Ca-tc1·iu,1 ~[01·11,a, continnò a fal.Jlwicarc ca,rrnoui i:;utto iL <luca Vnlcntino. .Fra, le lioc<:111~ da, fuoc o :--peciali di quest'epoca, occ orre 1·icol'dflr11c una ca1·atteristica, quasi ecl'tamenlt> l'al,ln·ic'.at:1 sotto il 1,011hticato di Giulio 11 e faciente parte dell' annameuto arli glicrcsco di Ca.:-:tel R. Angelo. NdFiuventa.rio gn1cralP del I<~ artigli<\rie pontificie fatto ncgl i anni rn:n - l r;:{2 Ri legge : << I Jn 1wzzo <lù otto bocf·he eio<' sC'ttc da 1 e q.lla. di 1nezzo ila, fi. Long o 22 bocehc cln- f.: fa1Jo a facdette detto .L'Idl'a. Arma cli nn Papa delln, Rovere e nel fondo oprrs Allfll'ee in faccia ldra . La eula.ta lavorata a pia,nte e fogliami casf.a , e ruote buone )). Ora poichi• d al 1!'509 al 1~13 trn « mag.1•0 And1·<~e pedimoH Lano o Pcclimon Hlrns fm1clitore torrnrnti :b ellici)) lavoeò alle clipenclenzt~ della. ('a mer·a Apostolica, sotto il ponliti1·:1lo di Oinlio clella. RovrrP- , <' ovvio che si debb:1, attl'ib11i1·e a lni il cannonr nd anima multipla. T,o steRso flrtrfiee , qnando Oulio H si 11-n(htva, ,n manclo prin1,1 eontro e poi n favort> di Vene1/,i:t , figm·a nei. pngRrnonti <lel 22 fr bhndo 1 i"iOfl <C Jlr<> cr:rf.-is frr1·wm e,n U8 e/ r1Zii8 rebus arl trnf, endnm r f operau rlum, d-1.1os mnTns pro 'USO rirf;r, yl ioriannn ù1 aree Ro no11 iensi )). Al1a ste:,.sa tln b~ fignra 1m filtro pagmnento iu fa,vm·e <lt•l ln stessa persona. sernp1·e per nrtjgJieda tles t in:1 ta a rn1mÌl'P 1:o 11()111

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E, nell' agosto successivo, troviamo qnest'altl'o 111aù dato: « A cli 4 tic A11guRt.o du<:ali Duee11to trenta trè cloro de Cmn. (~t u. 45 elle su,1 S.ta fre e p :1g:1re umtanti a m s Dcrnardino da "l\•di Ua celleri della Gu a rdia tl i 1•,11,1,,7,0 a bont·o nto delle spese vcr lui fad.e, et tla tare in far fondere :1rtiglh-:rh J:n- c:uTi et altri ins trumcnt:i nPe1~ssari a <l ic.:te arti~lierie ~u.-oml o la Commissione dH~ lui ha da. N. ~- d sono per resto fie 'l'rerni lia ctuc:iti doro de Uam ...... ll, 0 ~,

Al principio del secolo, sette o otto bomlmrdi1~ri o 1na.stri l.10111 bardieri pi-esid.iav n,no Castel Nrtnt' 1\ ugelo, im,ieme eon uno o due fonditori e prefetti dell'artig-lieria, un ii1gcgnc1·e u1ilila1·e, ùue earpentieri, e nn sop1·aJ,ta11te o cornmiss,-.l l'io. Prohnhiht1!\11te ebbero r-e:-:;idenza, nel forte anche 1111 << cnstos muuil,io11um )) ed n n (< confector pulvermn )). Quest'ullirno er·a, queH' Antouio de Liecia, già dal Reco1o scm'so all e clipe11df\1111e della Uamcl'a A postolìcn, il quale dovette JH'e stai-e la, sna opera 1i11 vm·so ]a fine del JG09. Nel 1;30ii, in scg·nHo a frodi Yeri1katesi iu queskt importante amministra11io11e d('.Jlo Stato, e ad 11,h11si corn11H~H~i eoll 1.1·0 i I i c11ol.'<" dei. Br·<·WÌ « et /)lf 11(/i.· ·111enlorur11 (t.11ctoritatc C(tJnere et di!i l'rruli do Oriccllnriis i7Jsor111n zmli;cr,r , n cl soli:, vilri upzialla/.oris )), a <:-ost11i Ni e011fo1·mava J,, r,u·oltù « 011w r:s et si11p11los fr(l111lr:s r:om111ift1; 11 fr: s nf 1,Jiq11a,!n q1u111titateni 1rnlvc r1lln et sal-is v itri ·m.fohne debite n : f;,jne11tes et con I rac:l.aules ; r:l eli<un ile eis eom11ierlù1:1n fa<.:icnles ... ad l:uarn

r P.q1ti8itfonem et nliornm officinlmn et cleputaloruin ari r:m1siqnati01rnn1, dfoU 8crlis v itri pro honesto vretio sol'"inniodo ooqc1·e et òrnnpellere poss-is et -vaJea,8 >).

Ma pochi giornl dopo una idcnfaca patente veniva rilm,ehttn. a Francesco Di Filippo da Castiglione. Nel ma.rzo Hill Amhrosio Gioardi -

spe1-,so si trova sc.:l'itlo ,Toardi o Jovardi -- d1e nei primi anui ciel secolo era prefetto dell'artiglieria e fonditor-e, diviene fabbrìcato1·e di polvere: Hlall · sionc che conserva anche negli anni sn<:cessìvi. Tnsieme a, l11i prP sta, Jo stesso servizio, nel settembre 1512, « Nicola.o da Castiglione)). In qm~gli stessi anni troviamo un .Johannis .Jacob11s maestro di artiglicrja, un Jacolms da Lc1101°c soprastante a.Jlc artiglierie,

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L ' .·Hl'l'l(,Lll::ltlA DI GIULIO l.! E lll LEOi'ìl:J X

111 .1 J ku·tlwlomeo da, Bihieim soprastante a,lle munizioui e un Leo11;i,1·do J:ertholini t< coufedor pulvernm )). Dm·ante il 1504 Castel K Angelo fu provveduto di armi e di al tre 1:!.000 libbre di poi vere per uso delle artiglierie. Durnute hL ca,sLellania, di Giovanni Ludovico della Rovere (agosto 1506 agosto 15JO) sembra che .i l presidio del forte venisse alquanto diminuito, poichè la spesa mensile per gli stipendiati, compreso l'ouor-a,r io del Castellano, giungeva soltanto a tiorlni 243 d'oro di carnera. l•'ra tali stipendiati figuravano 5 bombardieri i quali (( era no tal volta. ingcgueri militar·i )). I bom ba,rclieri ve11fvano nonti nn ti (:on una, spceialc palen(:e, di questo tenore:

Iulius papa II Motu proprio etc. Acccpirnus siquidem ex approbata exverientia et ex nonnnllornm n-~latn tlilectu111 tiliulll Leonanlum Franchi de E'lorentia esse valde in hornbardieratus exercitio Jll"aticum et expertum. Quaproptcr ipsum in aree nostra S. Angeli npud pontem de Urbe bombarderium curo honoribus onel'ibu;; et cruolmnentis aUi:;; bombanl(~riis diete arcis darl solitis eius vita durante faciruns conslit.ui111us eumc1emque Leonardum in locum quondam Johannis Saneini olimI diete arcis bombardcrii tenore presentium crearnus et deputanrns. M::imlant~s vrovterea venerabili fratri nostro .Toanni Francisco Pledo .Immensi diete :ll'cis castellano ar: omnibus :dii,; ad quos spectat quate1111,; < -,11111,le111 Leon:1rdnm n(l flidum homlrnrdieratns pftìciuru admittant et atlmitti faciant eidemquc de c01rnueto :;;alario respondent et respondcri faeialll. ut. Pst rnoris. (,.Juibuscumquc non ohst::intilms in cont.rariurn facientibus. Placet et ita mnnrlamus.

Il papa successivo, Leone X, desideroso<< di rafforzare il propdo dominio suHo sfato ecclesiastico, le cui principali città erano tuttora. in mano di signorotti >l i·ivol~e nel li,H; le armi coutro l•'rancesco :Ma,ria, çlclla Rovere, spotlestandolo del Ducato d'Urbiuo. L'anno segnente però· il Duca riuscì a riprenderlo con 1111 corpo di mercenari in gra.11 parte spagnoli, ed allora si vide in armi mi esc1·cito deJla Uhie:-;a dw ginnse a <:ontn.re, nei mesi di gennaio - ma.r½o 1317, JG.029 fanti, 7:m cavalli e 4 compagnie di uomini d'arrne, oltre ai bombardieri ed ai guastatori. I bombardieri nell'aprile amrn011tavano n 20, con 3 aiutanti e 14 ca,r1•pttie1·i. Con1a1Hlava l'artiglieria il capitauo Antonio Sa-nta,c roce; cornmissarjo dell'artiglieria. era Bartolomeo Cini; sotto commis1:mrio, Cristofol'o nagniesi ; e muniziouicre llex·mtrdino da Lugo. l) nn. not.a, di pagantento del 3 maggio 1517, in Pesaro, elenca l!". 591-


J500 · lGOO '

l11 >111ual'(lieri r1·a inglesi, ieclesclli, frarn::csi, lia,mminghi cd itali ani, specialnrnnte d el sett1~ntrione. A Castel ~- A11gelo, fin dal 1313, il_nuuwro dei uornb[u·die ei preposti al rn1wcggio dei cannoni era salito a J'.!; e quel ,Jacop o dr! Lcporc o tfo Ope1·a. fim·elltino. già annotato sot to altre qu[i-

Fig. 100 • Hi<:o;;tTuzion e d eU ' inten10 del torrioHtc! annalo da Xicolù V, a Caste l S. A11gPlo, nc~I Cinq11<~ceuto. { NL1rpcintll1e, colubri ne e :111'n~ti ;1. c.:at:::--' :1 ) .

lifi(:he, IH!ll'apriJe del 1 318 figura t1uale fond"i!m·e di al'tiglicl'ic . Com(~ JH!l' il secolo pa ssato, qnin(li, le f1lllzio11i tlci hornhanliel'i erano prorniscnc; cd a11c h e in seg-nito, acca11lo a fondilol'i che ser·vono .la Ca rnei·a Apostolica con t:nl(! r,;pe(:iik:ita nrnnsiorn.:, :-:i trova qnalclw ho1nl>ardiere di C astello, ehe [abù1·i c,1 pure boe che da fuol:o. _ N el luglio del l:-i2~ ahhiarno nn (( wotu proprio J) di .A(hÌ;1no YT rigw1rdnnte un nuovo dirigente chiamato nlln fonderia t a me1·nle: (( Oher111Ji110 de S/01 ·.:zaJtis ìai,.:o sire clr:rieo regiensi s71r:, . r:ialmn gnf.tia1n frì c i e11 l<:s v oleules ufficiu,n fu.ndarie wrh:llw·iar·u,in illiusq11e habit,utio11 ern ù1 pulutio apostolico uwn om nib us illiits offici/liS ,; l .ferram enl ·is a c aliis 1wue8snriù; om11'ibusqne illius i-11 rilms e t perti11m1f'iis swi8 lto J1 orilnt8 et oncr ibus solitis et cons11,P. -

hs damns et c:onuedem.us

)J.

In nn ntto notarile del 22 gingno H'i22, ~\mbI'ogio Oioardi , -

592

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\ ' .\J ' l'l'.\~l I> Al:.'l ' {(; LIICHL\ i,; l•'USDl'l'U IIL D( C l.I,: :Il l ·JN'l' f,; Vll

« Jtfiu istcr et Umn111 i8so,ri1ts et; salnistri )) ; lo st<isso 1Vla ~Lro A mbrogio , <:on D,reve del:IS giugno 1525, è nomina to pi-efetto e soprastante a lle polve1·i e sa.]ni t.1·i per tu tto lo Stato·eccJesia stir.o. Dal doc umm1to si 1·ifova che il Uioa,r di dovevn. avere: « parat;mn e l in 1n·o1n7)ht s1munarn q uaclrigenton1,rn miliariormn salnitri et puJveriS)>, da ccd e1·e a124 cln ca,ti d 'oro ogni mille libbre ; di qua1lunqne a.l Lrn quantita,tivo esnherant.e aveva, facoHù, di dii;;po1·1·c a s uo beneplacil·o. C'lerncn1e VIT cl1e, 11c l ~ac<:o di Homa. di r.ni ahhiamo g-ià di ffusamcmte pa-d a.to, aveva. rLfTida.to il nucleo di hombanlieri dì Castel S. An gelo a d un capitano, successivamente ritenne l'artiglic1·ia pontificia bi sognevolr. <folle em·e cli 1111 capitano generale e nell 'np1·jle del 1i'i31 a.flid ò ta le C'..ari ca ad (< Antonio del Hosso de tl1t: 1';1 l>u ri<:a la, JJOl vere, è q ualifieato yr:11 err1,lis suww co11fecf,,ione p ;n lveris

Civit::i1'c Oai;;telli l) : ..... « nos iner ito inclucunt ut t u a opera et lhh~litnt<' in nos:t 1·ii:: et diete scdis serviti.is libcntcr 11t:11nur. Itaquc i-:pe1·,rntes quocl ea quae tibl commlser inrns prompt ci tideliter ac diligen!.er excqucris , te~ s uper omnibm, nostris et Sa 11<:tac Romann r: Ecd<"!siac ar tcllnriis, lorrncntis, pulveribus, curribus, equis, hobns et ,i li.i;:: nd id u ecessariis, cn1)il.m 1eum gcncralem :1.d nostr u m beneplacitnm c11111. hono1·ilms, oneribus iurl s<liel.im1ibus et authorila!.ibus solltis » ecc.

F011 rf i l.o ee prer,:so la Uain<!ra A poslolica fi.g-m·a in q nesto tem p _o nn nrn cstro Giovanni Loeale lla, al qnale, nel ·novemhre ]532, furo no pag-n,ti H)() ducati d 'o1·0 p er 1.00 a,rchibngioni occorrenti. p er ln spell i½ione ili Vi covaro. L ' n,n uo dopo, ap1·ile 1:583, nelln, fo11de1·ia cam f\ralc hworava Vinf'.en,1.0 (1 ioal'di. 1lipote di A mbrog-io il 11ua lc era, a,ncora sopr astante dell~ pohPri P fl:ilnit.l'i. T11.8 dic.embre 1534, p erò, fa c:-1rira di r:ipi.tn.110 di a l'li g-licr-ia- e qnella cli f011di tore furono ahbi na,te e afficl nJP n, Varrnozw Dfringncc io, comf\ cla,l seguente documento: pro Vannocio Ilernigucio. Motu proprio : Gmn ~icu t acccpimus e t 11len:1m nutitinm hnbemus quod d r f'n ollì<-ium capitanc:itns :1.1·ligli :1rie nostre non so lum s uffici entia , sed diligenl in , integritns rcquirntnr, nos igitur de sullidentia d iligeu tia et integr itntc <lll0c:I i li lii Yannocii ~le Rc~rniguciìs laicis senensis romanam curiam !lC'Qnenl:is pleninfl a gr:itissimis v iris i nformati ipsum V:-innocium 0a11i l.m1eurn d iete nostre ari iglinrie :ic f nnclnrie magistrum, proni· l-l lltl:'a Antoniu!< ;Rnbei tle « l>c•put:1tio capitanei ar tigliarie ac fundarie

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1500 - 1600 Civitatc Cast elli eL Vinccntius de Joval'ùis ianuensis officia predi<:ta r cspec:ti ve habuenm l ..... ccc. »......

Del RiJ-inguccio, autore di un t1·attato De lei P ·i roteehnia, riparleremo nel paragr·afo deùfoato agli scrittori di a rtiglieria . Qui. Li ntitandod a co11f;idei·are la su.i, attività di fonditore in Roma, rileviamo che quesLa, dm·ò f:lolain.ente quattro anni. l11faiJi. egli morì [L Roma, nel 1537, come si. pnò desumere da, un pagam ento di sc11di 10 fatto ad un suo garz011e cu a lla ptesem;a di. due testimoni il 7 a.g·osto cli. qneJl'am,o, cc perchè Vanozo stavn. in caso di. morte)) e da 1m :llfro pagame nto, di G scudi. 1 fatto i l 19 clcHo Rtcsso mese al di lui figlio Caru illo, post mortmn di Vannocdo. Tl 15 seLlembre successivo il compntista dell a Carnera Aposlolica usiamo 1111 'espresRi.one moderna - chiudeva Ja gestione del Biringuccio, e ~i iniziam.Lquella del nuovo capitano e fomlitore Vin ccmzo Jour<li, elle assnmcvrL co~ì Ju, direzione della fondel'ia camerale. Il Uioanli 1-iccveva i rndalli e le rnassei·i:r,jc da.Ila fonderia si.essa, che erano stati Jasr·ia t.i d.a.l VarntoililO ; me11tre i. 100 sr·n<l.i che sarebbero anc ora toccati al Bil'.i ngnccio fnrono v1•1'Ra.ti a CamilJo f)nale erede. Nell 'inventario rcdatl.o il 17 olt.ohT'e 133'7, per hL eonseg-na nella fonderia, allo .Toa,rdi, oltr<~ a fc1·1·a,menla di vario gen ere n eccsf;arie ,tUa, r.oi:;tr uzione d elle al·l;ig'lie1·ic, 1·isull.a.110 :wnotati fusi di legno per fo diverse hocclic da, fuoco e tavole p er ùwe modelli di a rtiglieria. Il Bfringuccio « per la i:;ua, abilit:'t fu pn rticola.rn,ente c,no a Pier Luigi. Farnese, e acl J<jrcol e U du ca, di Fc1'1' nra,_, e laseiò vari discepoli fra i quali qoattro rnrnani che scriss,:ro t r attati di artigliel'ia >>. l<'ormicln.bile fo l ' attivib:i, de l Gi.oardi nel periodo che va da l 21 fc>bhraio al 29 luglio del 1G3S: a.ttività, inequi vocabilment·c dimostrata e doc11ment.ata da lla. conscg-nn di un qlrnntita,tivo rli bocch e da fooco per nn peso complef.;sivo di 6f'i722 Jibhre. cio('\ : mrzze colnbrine , r, mezzi cannoni, 3 Ra.g1·i, 2 cannoni, 2 (]lULrti cannoni, l fako11e , 4 hel'l'i (a vantn•ni ) P 18 moschetti. I << cnpitoli eoncessi per orcli1w et comrnisRiorn~ di nostro sjgnore J>:11110 III n, m astr o Vincentio tloardo genovei.:e, fondi!ol' Pt ca.pitano <le artig·licrie >), prP.Rcriveva.no:

a

(e Tn prima il detto mastro Vinccntio habbia •l'ha vere J)Cr sua provh,ion<:> sen rl.i duce11to d'oro In on• l' anno, d a p:-ignrscli mese per mese, et In <'aso che

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,·,~ci,;::-;:w \.a o.uan, 0 i,;1w1·i:;si;;, so·r ru l:'.H>Lu 111 •·~"" 111:1st1·0 \ 'in <:cn lio havesse 1r1111\larc a condurre a r tiglierie, et sln r iu ,·;1 11 q,., o in fattio 11e, se li h a hbia ùa raddoppiar p1·oyh;ionc et pag:11', ,eli a r:1.g i11 11,• dc u11:,;e, co111e è tlelto. I l<'lll d m t(uando ia vorel'it arl.ig!ie r ie per ordine di 11osLr o sip;nortr lt a bbla d;i l1:11·cr se11di qunl tordlci del rnigliaro d e lla a r ligliaria grossa et scudi sed ici d,·1 rni.:-liaro (lell'artig foiria minuta 1Je r su a fatica, o ltre- il salario, et h obbiu .i ·11:m.:n: 11er suo calo libbre oLto pe r ce nto ùi tutta l'artiglia ria che far à. I l<!lll (:J1e t ut1.1:: l'anigli:nie, ch e egli far à., le dia 1>rima a p1·uova secondo l:1 1:ou ,;u el.udi11c, a u so di buo11 m astro, et uette d alli scarpellini e t ben fini te. ll ern elle lo slap;no, il qu:1 1 b li;ogu:u;sc, et rami et b r om1i et metalli, che :111d:1ssero p f: r cola r tlettc ul'tip;liarie, Ja O:imeta sia obbligata a. d a r li il v;iu s to d . >lCCOJldO l:1 ('OllSUel.ull inc. rtcm Po ùi ]Jal.lr> cbc, cecetti il r a u ie, t,1·uuzo e m etallo, stagno et fe rro, ogni nl t1·,t ~lH~sn d i forma , fel'ramen Li eL d e ogn i a ltr 11 <:osa , elle a n dasse a fat· ddle n 1·ri.glil·:ri e, le li abbia a mcl.Ler c il dett o mastro Vinee11tio secondo la consue-

tudine. H C'111 d1e ,l :1. C:1 m c r:i s ia obbligala ùarli la fonuaria, et s tancie p er suo llabitare, et la fornace ller fonuer c . Item c h e il d etto 1uastro Viuec~11lio prome tte restitu ir e tutl.e le mass aril il'. che li )'0110 sl :1tc 1:0 11scgn:1te o s aranno pPr i nven tnrio in <letta fondarla. ll crn e lle In li.ella. C,nrn~r a 1l faccia vatcnl.e che non habb1a a pagare ;wbcl le alcu ne per s110 villo et <·ose appartenenti a detta fondaria per la rl11.~,111:1 ,lf: IU pa, t't llipr~l t :i . 0L san to Nu stacJ, io. l t<·nt <·ÌIP il ditto rn:1Ntl'o Vi11ccn1 io r,o,;~,i porta r l' arrn e, lui t.'<>ll un servitore suo, eomc (·:i pi t ano di Rua Santità in Roma , et per tu tto lo Stato d ella (lhi csn. 11'('111 <·hc il diltn 111a;o;lTo Vincc:nl io, (:ollle 1:a11il:m o de ari i glieri c, debb ia ,n ul:ir :i rirf~d e r tul tc l<: fortc:.1:-,e et ,11·tii;-lie ri e, chi~ son 9 ne lo ,-.tato de lla Chi<':s:1. e ioè di "'o,;Jro Hignore. q1rn 1ulo l i ;;ari1 ordinato, a spP.He delh 1 Camera, n lt l':1 qu ali rn;.:i n ta lll iliaria. 11 ,•rn che d i tto lw bl.>i:i :i commn1ul :n· a tn tli llo111barflieri, <·b e s tessero a i;;ti1,1·m li n di Nm:tro f--i;.:nol'<' , C't q11,111<1" li rl ctti ho111bar<lieri m fm casscro d ell'officio l<n·n. lu i li poRF<fl (·:1><s:1r el·. rime ttei· clc ('Ollsensn et volontà di S ua Santità . H P111 che t ntti ofli c:inli ch e andassero in r.:irnpo, ,:,,me f ,tbri, muestri d} k·gn,mw, homhn r<licri , ch e f<le;;Rero ,1m ser v iti.i dell' a1·tig li e1·ia, i l detto li possa ca s:snr e c l. rlmeUPre, quando loro m,meassel'O del d ebito suo, de scient ia et ,·onsen su del reverendissimo legnto et capit ano generale. H P111 eh (' 111,•s:snno :ilfro fond itor e possa fare artiglier ie per conto d i NoRITO Sigu o ,·e o c:1 m pm1l~ in Roma o loch i vi cini in JJreiudi tlo suo. ll em ,·h e ln 1le tta locatione et capitoli h:ibbino ri durare mrni t r e Pt dein<le : i lw1wpl:1 eitn de ll :1 11:irtc n.

Pnr-aJl Plnnientc, pN·ò, alla fond crfo camer ale~ e a r.ontn1i:;to c<rn quan to f~ cl eJ-to nel pennltimo << rapitolo >J precedente, in Ro-

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lGOO · lGOO

ma, erano in flffit:ien;,,a fomle.tiL~ pl'ivate, ehe fa.hl,1·kava11 0 ng:nalmeulc boc:che <la, fuoco per conto <.Lella C.rn1en1 apost·olica. Uosì., « mastro .Jacopino fiot·cntino fonditore tl'..1irtigliaria )) in via, «Augnstin Ghig i >> fneinava ea.11uo11i: 1wr UH certo quantitati vo di metall.o ri<:evuto, 1'8 ottohre l~;r, 1.:011segmtva 7 moschetti, di c ui li pe1· m1111irc ia 1·oc:ca di Os tia •~<l l per C::u~tt•l :-3 • .Angelo. 11 ~1 novemù,·e 1w ccJnReg11:1.va a11cora 11, di (:ni 1mo per il Castell o S. ~~ugclo <~ gli altri per Civitavecehia; i11oll1·e, il l '

l<'ig. 101 - Serpenti Il(-! vontifteie ckl Cinqn ccen to, a Cnstel S. Angelo.

m:n-1.0 l t"i~8, (·011 R<~gna vn, lllHl, canqx1,11a, . per lo stesso Ort stcl S. Angelo. J\fa forse si L1·a tta sola mt>nte di nn 'ececzione, resa, possihile h,nzi necessaria da, nna p1·ohn bile sospens ione di lav01·0 nella fon deria r.nmera.Jc. nel perioclo imm,~diatarneute suc:cessivo alla morte del Hiriugnccio ; s ta cli fatto che, clopo l'ultima con segna de l r nmrzo 1ms, fm'ono cldnsi i conti con mastro ,Tacopino ed il metallo ef'mberante fu ritirato e consegnato al Gioarcli. L'attività flell'a,l'tefi<'e frcnovei-;e nf>lla. fahbr-ic-a zione dell'ar · tiglieria pcl' lo sta,to della Chiesa. fn preziosissima: un bnon n nmf>ro di bocche da fnoco. dn lni gettrtte sott o il pontificato di Pao -59(> -


lo LII, ruunha uo a 11co1·a: ,t circa uu secolo cli distanza le fol'tezze de llo ~tato, come appare claU' il1 vcutal'io del 1U31-1682. E la, sua VlJl~t·a uon si lirnilava, 1-;olameHte n.11,L fondc1·ia, ca merale di l{oma, ma , come f,d desume dalle iscrizioni dei ea,nnoni inventariati, eg.li sopi-ainteucleva an <:hc a,lJa, fonclita in allrn città dello stato della Chiesa. La mnnifice11za di T:'aolo li.I, clic diede incremento ai lavori 1_1i fortific:azioue alla i\[oJe ~\dria1ia, al Vaticano e n,llc mura (lella città, si mani fcstò anche nelJ e costTuzioni artiglicresr.hc : ln. ehiarnata del Biriu!-\'ut;cio al ser·vizio della Uan1er·a Apostolica, col doppio incarico cli fouditort~ e capitnno, dimostra, l 'effetti.va im p01·tam;n tl1e I'aoJo IH a ttrHrniv,1 a ll'art iglieria. ln t anLo, nel 1riJll, i I'e1·11g-i11i , appellaudosi ad nn privilcp;.io concesso da B11g-c11io TV ru~l 14:Jl, si rifintarouo di pa,gare l'iniposta snl sale, sollevandosi in apP-rta. dbcHi.orn~. Tl vice legato, d:tl qua.le i l'en1gi11i. p1·r- te11tlev:.rno la c ori s cgna dcll' ari.iglforht 1• le eldavi d cll<~ pmtc, a ùha1Hlonù ai 1·i1Je l]i ln d ttà ; um il Poutcti('e dceù,c cli 1·i<:011quist-a1·la imm ccliatamente e a, lale scopo fol'luò 1u1 r.;;;c~J·<:il.o <li JO.OOU 1wrni11i, 1rn•ttendo i11sierne italhtui , spa gnoli e lallzic:hc111~cr,hi, sotto il comando di Pier Lnigi Farnesc cd ,tli l'i cnpilani. A ranzando 1wl l'01.·ng'ir10 , k tn,pve pontifici e a.ttaccnrono p1·irnn 'J'otgfona , dii'N,o da Asf·:tnio clPlla C ornia. ·u nn e1·0.naca dell'epoca scrive a tale r igna.nlo : cc R' a.ccam pò l '<!scrcito del J>apn, dalhl ha,11da vP-rso il Cliiagio, do v'<~ nna ripa. a ssai scoscesn: i.l elle [ecm· p e r: sfllg·girc l ' offese dt•I hnlnanlo t~ dPlle due ton·i sope:HIC' tte. g v eclendo che i òifrn s o1-i 11011 s i voleva.no :nrcnde re , piantnro110 l'n rtiglia.ri:t da.Ila p:wtc i.l, Jll (~ 7,;t;Q ùì. nfa. il giorno dc~l Co.r-pn R nomini , facc~nao la battc>1·ia, crcp:no110 :1lc 1u1i cann o ni, e g-li a ltri pezzi fecero poco dnrrno alla .m1Hag-Jia , p er e~sP-rc ella ai ta-l qnn,lilù,, che l'art igliei-ia vi l'cte por tL i nqn·cRsion,~. a.n corr.l1 è le gf\nti del pnpa atten clN,sero molti giomi a. ba.ltere g-agli:u·damente; s kchè uon es1'en<'l osi fatto breccia non Ri ve nne mai all ' nsi,aJt o )). 1'01·g·i n. 110 f11 pe rò C'. o~Lret.tn a capitol ar e ii :Jo m aggio e cir<·n mi llle~c <lopo, il 2(i gi ng-110, il Fn.rn c•He entl·a va in P crngfa. ,lov<'.


1500 - lliUO

eou u11 lmudo, ritil-ò le armi ai citLatli11i, e <dt;VÒ and.1e il I>uc:t Pier Lu.igi tntta l'artiglieria. del Corn11ne >>.

E a1Tiviaruo alb guena di ]'a,liano, ::,;coppiala ucl .1341 pm· m oti vi analoghi a quelli. ùella guena di 1>e1·ugia, cioè per 1·iiiulo <-1 ' ohbedie11za , d a purtf~ di Asca11io Colom1.1, ad un prorvcdime11h, che au rnentava, il p1·e:,;zo tlcl ::,;ale. J'a,olo lll radunò per l 'oecnsionc rnnsM,~rcvoli forze militari, al cornaudo di Pier Luigi Fa1·n e:se. Le bocche da fn ()(:O per l ' impresa [nro110 tratte da Castel S. A11gelo e trail1ate ::-;ul tcall-o dell a, breve <.:ampagna p<~r mezzo di bufali . .Nei co uli t en u ti da ()1·Ja1Hlo Hieeio, << Oo111rnissa1·io di .t-i. ~sop1·a L',n-l"igliaria » per l ' imprcsn tli l'ali.mo, addì J:{ nrnrzo 15-:1.l t' a ,motato un pagamento a,l Uiom·di e:+ qui11dic i homhaT<licri. La maggior pa,r te di q1wt-iti fnro110 a:ss nnti pe1· l'oeea:siorn~, co11w avveniva del 1·esLo pe1· ogni campagna di g uerra : inoltre pa1·tP<:ipa,rono ai i,;c1·vj:r,io l1cll'a1·Liglilir ia 8 ai11l:wti ed n11 ma<>stl'o ,l aeopo « a1·chitetto1·c >>. Com 'è noto, ni p rim i di npl'ile cadeva, Hoe<.:a cli Papa., dopo di che lo sfor:r,o si concentrò co11t1·0 la, 1·0<:ca <li 1'alh1110 c he, prn· e•!'<· 8e11do f':oli<'la,mPnl<! fortifi cata e va,lidame 11!e difoHa dal Colo1111;t , c::Lpii.olò n, sna volta il 2G mnggio: e certo le hoccl1c ,la fuoco eontrihufrono vnlidam<>nte a lla hnoua ri1rnrita della i-;petlizionc pa pale.

~cl rnN,c di ag-oi-;t·o 1ii41 rn nomi nato <·a pita.no clell'ar!i~li <>1·ia G io. Frnn<;e:-;r:o ll i :Mo11 ( cmelli110 ; e nf~lla s!.cr,;sa cpor:a il ·1•ontefitl: conformava- a \lill(:enzo (Uoardi, ed a.i i-uoi .figli 1.; s1H:ee~sori , I.i co11 ce~sio1w 1-òù foftagli <.la Olcmc11tc vn di una ,:usa detta« il pala1,zctto >) posta fnori l'or(·n S. l'ictro e rnntigwt alla fo n(leri n . Tl Cion1·di, i11 questo pm·iodo, g·dtù a11elrn (< un cn1111on c di. scg11nto da Antonio <la Rnngallo il giovaHe )J che, oltre che gJ·nndc nrchitdl.o milita re, fn 1mrc es1)ertiss.i mo nl'Liµ;lierf~, come f-Ì ril<>va da 11110 scl1ì:r,;,;o nntografo del mirabile a1·tif-ta, d1e porta ]n st.ri!ta << Carn ion e cli Mastro Yìnccntio )). Vcri,;o l n, fine clel 1G11. in r-:egnito al fallimento della grande

spell i:r,ionP- di A lg·eri , il pe1' icolo 111.nsirnlmano si fece più g-rave e immin<·nJ-e : C'fl il rontefìr<> intensificò i provvP<'limC'nti per mettere -

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PHO'l'(.;Z.IONE CON'l'HO LI~ IJ\"CUH S10N1 M Ul:>S ULM .\.\J·:

i 11 (•llkien½a le~ bocche <fa fuoco 11 clle fortezze d i Castel S. A11gelo , Os l.ia, NeUuHo, Oivitacasle Ua ua, l'alia,no e sopra.tutto Oivitnve1:c hia . lJu a, secouda eompàirsa deJ H,wba,rossa lungo le coste d el 1'ine11 0, nel g;i ugno I 044, indusse il P a pa a pensàre serfrunente alle fol't.iJicazion.i del Vaticano : e uella, primavera del l 51:-i Anlonio da, Sangallo il giovane, che fin dal settein b1·e 1:-i~7 d irigeva come architetLo i lavori di fortilì ca:àonc, iniziava, lJuelli del recinto JH·r.sso il Vaticano col l,alna.rdo d i Helvedcre. V:ni e diffieoliù , clerivan li in par·te dall e forti spese ed in p,wle da, <livc n;it,ì. di vednte fra, Aut onio da Rn,11gallo e Gio.F nm<:1'seo de Monl.cmellin o, tH·ehitetto e capiLa110 genc1·ale dell 'al't.iglit•1·ia, i11tr;1l<:ia1·0110 .llqua11to la pl'Osecuzio11e dei. l avorL Interve n ne 11 el diha t tHo, tL fa vore del se<:ondo, Michelangelo nuona1·roti, ch e era emulo ckl Ha,ngaUo e <:apo deJla nuova, S(;uol a, la, qn n,lc, i11 difesa , p n !fe1·iva i muri ai terra.pieni. In q 11e:,;lo t <JHIJHl m o1·iva a ì'e1·ug-ia \'i11cen½o Gioardi, ch e st::iva, al h-'.1Hl1~ndo., in 1111clla città., nlla fon dita di m10vi pezzi. Gli s1H:f'edcttern , com e ca,pitani e fonditori , prima i fig-li Gregol'io e Hatthd:a; q uest:11H iruo, pe1·1\ morì quasi suui(o e gli sulJen trò Se· r·a,fi110 Oioarcl i. L'nrm n.rne uto arl"i g;licl·esc;o del la cilJù di Perugia, non si Ji.. miti\ so lammi (e alla fnhhrka½i one di pa,1·ccchie bocche da fuoco ; il P011 te1ke p<~nsù a,nd.1e a. crea.re sul posto nn n, Conte di proiettili : infatti , i I 17 g'ingno del H'°•·Mì, il capita no gen c. .ralc d cll' a rtiglierfa Gio . t 11r:i.n ccsco di ?lfontemelli no, le cui ma11 sioni erano m ultipfo e f'iOmmav:rno tu Ui i serYi ½Ì di retti ecl indiretti delle a r t iglierie, percepì va cln.lla. came m n,poRtol ictt .la somma <'I i 400 (1 ,wn.ti : (( in M1 1me11lio11mn fobrù :e nnfos Ji'orra r i e· all conficien vilu,s l 1'err<xrn rwo '118n a r f:e77m ·iari.~ 0 ivita.tù; Peru 8Ùl,<-J e t, u lici aroii.'I r,irr,um,1Jici11a,m, >>. B p1~1· Civi.taver.chi a, allo stessio capila.no « J o F'r(l,11C . de M ontem,ellino fl'c . ,u8'~ <7,,, 0. d uNmtos sim,ilc8 p er etMn emporierulos pro f(wt1wa, ca,1>saru,m el rotluirmn necnon e rnptione tri11,m, mil · lùtm Uùra-rmn ferr-i vro f e,-ramenUs ac fa,cienrl'is t1·ibi 1,s oricrato riis el f,o lùl<.mi e:rpn1·!1aloriis w 1i11,s canon is ao rlirnfrU i eamo11is ,11 wnh ts .</acri n o ad bonwin comp 11.t111n ex7w 11.<1nrt1,rn fuoiendarmn ci tra, roa7Jtatio11 cm quad;·<.t,r1i n f:a,novrmi ciliuntm p etior11,m r1,rf r:1lariur11,1n 1:onu1dcmq110 omnium, in m·oe t f'1Te Oivi/.evel 11le emis/ en-

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l;:iUU · ltiOU

tùun que q11idrnn o,n11 ,ia 1·ca,pta,t,-io11e ev ent rut 'Ì]JISi aree ·wnimento (sic) r;sse 7mssini. na,t. ù,, c. a. 11 ùwii 1547 ». Nello Stato del"ln, Chiesa l 'atti vità artiglfotesca p rocedeva dnnq ne jn annonia, con lo sviluppo delle oper e di for-tifieazionc : cl ue capitani d ' nrtiglie1·ia con ]e man sioni da fondi t o1~i, Òlt1·e, R'iutenùe, ai loro aiula n t i , ed un capita,no geHel'ale, che era. anche

..

lèi g' . 10:! - J:omhal'diel'e e c,nmonc punl ificio nlla fin e clel Ciuq11eccnto. (Dal ,, l {nive cornpe11dio Lkll"i strui1ione ile' llo1111Jn.rdicri » 1lcl Ca1)itano Man-

lio Orln ndi).

a,rchitetto, d a vano Ric uro a1'fi da me uto di hnon a costrrndone e di sng-gio impiego . .Jiorlo Reratiuo Oioar·di, gli RnccedeUe il llipo tc Stefano , men t r·c la carica di capita110 ge1rnra,le , ien u ta fin o a,l 1G53 da,l M ontemelJino, era, a ssun ta da Bino Signorelli. Ginli o ITT, i:,necednto fl l\wlo III ~ull n, <'n.ttedrn cli S. Pietro, partedpò , come alleato d clJ ' IrnpPrato1·c . alln guerra iHt.ra,p re~;:i, d.a, q ucst' nl timo, nel 1G51, con tro il Re cli Francia,, cui si era, n11i.to Otfayian o Faruese ànca, tli Pn r ma: in tale occasione si fu . sevo nuove bocehr- da .fuoco pont ifici<~ che par tecipttrono all'assedio della i\fira ndo1a . A i 23 maggio 1555 dal Ooneln,vr- usci va Pon tefice Gio, Pietro Carafa , che si chiamò P:wl o I V, r- che, n emico della domina zion e

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L .\

l.i l;ElW.\ l 'U.X'l'Hù lL l(G.-L\lE Dl ~APOL.i.

,;paguola ù1 ltnli:1, sin <fal 1wi11cipio del puutificatu, pem,ù <.Li. iut: rapl'e11de1·e la guena- contro gli Spaglloli che possedevano tutto j J Xapoletano e b Loml.Jt~i-din. La vieina.nz.a di Roma alla fro11tiera d c~l vice r emnc 1·ichiedeva pel'Ò che la città, fm,se messa << in istato di difendersi, rwl caso che l'esercito nemico, senz.'att (·mlm·e di essei·e attaccato uei :rnui domini, avesse invai:;o il ter 1·itoriu ponti1icio )). P er ciù f.\Ornme cospicnl' fur-0110 clestiuate al rest:tm·o clelie artiglierie della }Iole Adriana e all'M:quisto cli polvere e munizioni in quantitù rikvauLi. l'agarne,1ti tigurano nel gi11gno F ir:iG, p<~r h-aHporto di artiglierie a Ve! letri cd tLCq uisti di an1esi da guash.1,tori da, invia.re nelJa, 81.esga, cittù. Pari 1nen Li fìgurauu spese per bombardieri a Velletri ed a, Pa.li.auo. Ai p1·irni di scU.e1nbre il Duca d '.A.lha i11vn<h: il tc~rritorio pon , tificio e occupa prima Pontecorvo ed i priuejpali castelli della CarnJJagmt e poi, in 11overn bl'e, Usti a. Sc:ulnta ]a lweve tregua che rn: s1~g11ì ,~ gi1111lo i11 so,·.,·m·i'io ,1,,1 T\ipa il nnr'.;\. r1i Onisn con dfo t::imi.la uomini, si ripresero l<~ op<~razioni acni parteciparono i;;es~,a11tn IJornlJardieti pontitki, al corna.11do di Yincenzo Uo111pari11i, ro1n:rno , e11i, fin dal m:igg·io 15i"i4, era stato a,fliflato l'incarieo di fabhric:a,re l<~ hocclrn dn fnoco. Come si vede, le fmrni.oni. di comandante e cli foudilore continuano ad essere abbinale. J. 1.'011frlici ottennero qna e là qualche successo e ripresero Ostia, Vicovaro ecl a.lt.re città, mn, hl, notizia della, disfatta. dei PranceRi :l R. Quil1tino imlusse Paolo IV ad iuiz.iarc eol T>uea d'Albtt trnttn tive di pn,ce , j cui r:apitoli vennero sottoscritti il 14 di settembre. Com e abbiamo visto, costruttore di bocche da fuoco contirnrn.va n.d essere Vincenzo Comparini, per conferma a, vita, nell'nflicio, ol lerntta da Paolo TV nel ln~lio del J:");")5. Nel l'efatiYo diploma, il Papa, ricorda la fedeltà e periz.ia dimostrata dal <Jomparini. in i;;ervfaio della, Santa Sede cd h1 particola,re nelJa eiUà, di Anrnna , nc~lle spedizioni belliche di Palia110 ed in altri luoghi, no1wllè nella fabbrica dei baluardi clel Borgo S. Pietro. Dal nw rleRimo documento si dcdnce che il Comparini era p11l'e capo (! ma.e stro dei bombardieri di Castel S. Angelo. Costruttore di artiglierie sotto il pontificato cli Paolo IV fn anche Annibale Borgognoni, come appare dalle seguente cl es<TÌ · -

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zwue di u1ia l.iocctL da, fnoco inventa.ria,tr.L nella fortezz~L dj Ferrara nel 1G31 : « Un camwne da HO; lougo bocche 17 con hL cmum hworata di lì'ogliami con l'armtL di papa l'aulo lV, sotto la gioitL del collo l'arma del sig.re Car.le Uesis, come anche di qurL' e là dalln lumiera nelltL gioia della culata, lettere Annibal: Borgoguon: F.>). Al Signorelli, eome capitano geueral..~ dell' artiglieria nello Stato clelln Chiesa, era, succeclut:<.>: ~ull.i fine di giug1101:')i:i:-i, Evaudro Conti. Lr1 p:we eonclnsa, eol vicerè di Napoli a 111età settBmhre d el 1;;;-;7 avev:1. ricondotto la tranquill ità Hello 8tato ecclesiastico; ma, nn a,ltro pericolo ve11ne ad accentuar-si, dopo l'ele:~.i011e di 1'io I V, ed era 11 ucl lo d ci Tnrchi e dei pirati barhm·eschi che infesta vano jJ ~fotliterraneo . ..:'u1ehe in questo periodo, accanto alle opere di fortificazione, si diede i11eremento alle costruzioni a.1'tiglieresc he, sper:inlmente per l 'a,rmam<•nto delJe galere, come appare <.fa- qnalc-.h, p;1g:1.n1P11to l'n.tto al capit:tno e fonditore Vincenzo Co111parini, al quale, in data. :30 ottohrn, l:1 Camera, Aposto . lica verf<ava Rendi 130 pce ma,nifatture di <.;annoni pcl' le triremi, e, a11eora, il 2 maggio J:-i(;2, 1111a somma egnale, per la medesirnn ragione . .Da,ll ' aprile del lGG:1 fi110 al settembre d el 15(i5 1,er la foncled~t camc1·ale pnf;saro110 !)0201 libbre di metalli da lavorare: di <]!testo q na·11 titativo , 3:!8 lil>urc di 1·nm<~ e 7:1 di stagno furono consegnate ad A<]nilante di Rulmona., bomhardiere, per rifare le f:ampm1e <li. Grottafer1'ata: tutto il resto servì a fabbricare cannoni. Tn parle, tali metalli erano stati comprati a. Venezia,, don<lP ve11iva 110 t.1·a.sportati ad Aneona e poscia a H,oma. Dalla metà del ] G(;3 11110 n t utto dicembre 1564, per 1'acquisto di 4241G libbre di rame e stagno e relativi trasporti alla fonderia, furono RJìPRi Rendi 42!)!) e baiocchj 49 1/2. Per polvere, salnitro e palle, 1lal1'ng-osto 15G3 all'aprile lfi6G, furono spesi scudi f-3023 , 19 1/2. Ma-, mentre si incettavano le materie prime per fucinare cannoni <~ si confc:,,ionnvnno polveri <· palle, i;;i provvedeva anche la fonilcl'ia camerale di una, nuova, fornace, costruita. dirimpetto a f!liella vecchia. che a sua volta w~niva ripara.fa. Sono annotati diversi paga.menti per acquisti di anime di ferro, nonchè di ferro pr1· fneim1.r P anime per le boccl1e ila fuoco, di sbarre di ferro per 0.

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.L.~ \'UHI

l>ELL-\. l•'Ol\ HEHIA CA tH1" H.\LE

a1·m,ue le fmme, di uu tntpauo, e pet· trasporto di rnetaJli da,lfrL dog.u1a alb fo11de1·_ia, per rnereede ai fonditori ecc. Complessivamelltc q1te1-J le Sl)Pl"ie stl'aonli11arie, 1H~r gli a11nì 15(54 e 15(.;5, arnmouta.i-0110 a, scudi 12-10,71.

Il J4 a-gusLo 1.3(.;4 furono eonscgnati al provveditore di Ca.slello Yirn:1~nzo Fenil1i ::: saui tondi e ;J petrieri: queste bocche clt1 fuoeo era110 i-ltate fnsc da Gio. Battista, .Merelli e da Alcssaudro Uiov.udi. 11 7 sPttembre da /dt~ssaudro Giova.rdi furono consegnati al predetto proYv<~<1iton~ ;3 ;sa.gei to;1d i , una mezza eoJubrina, un can11onc pdriero: anche q1wsti, come i prec:edent.i., erano eontn1sseguati con le ai·nti cli Paolo l V. 11 21 agm,to l 3G5 a 11cor,1 due sagri e 4 <.:a.Huoui petrieri; •~d il ·1::-i scUcrnur-e 15G5, d ' ordine di M:om,ig-nor 'l'esorie1·e genc1·rLle, fu 1·ono eo11seguati all"illnstrissirno Gnhrio Serbelloni, affmchè li invia8se a Uivitavecchia per servizio de.L.le galere, un (( cn,m1one de metallo )) c:he lanciava palle da 43 lihùre, 4 sagTi di. metallo, 4 mo· schetti pesanli ed nJLri 10 più pic<.:oli, tli peso superiore a.L.le 200 lihlfr<~ e<l inferiori alle 300. 'l'otlc queste bocche da fuoeo sorntna · vai10 ad 1111 peso cli :3252:i lihh1·e: alc1rne cli c~sse pol'l".a va110 il nom e df!ll'artefic<~ <l particolari artistici in rilievo.

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11 Uastella110 della ·Mole Aflrì,rna aveva sotto di il pie.col o eorpo di homlianlieri, al qo;de p1·er-ic cl<' fino a,l mese di genn aio 1iiG3, col titolo cH << capitanens )l: lo stesso Co1npa.rini che era <lir..t-to1·e <kll.t fornl<'ri.11. Lni (lpf1mto. gli. snl.wHltò. 1wi ,1ue u:flìei, C io. Hatiista "i\fpr·dli, (·.h<· ehlw conw eollnborntore .A.Jn;snndro Ciov:11·<li. :\In il Nforr>lli, JìPll'nprilt• FiG4, era già morto: 0 suo figlio Pa Hhllc•one fu aggrcg:1 Lo al UioaNli nell:1, fonctcl'ia. Il pericolo tnrco aveva illtensi fiento pr·esso la Camera Apostolica la fah!)T'ir:tzione delle hocchf~ tln fnoco, m·cessarie per m ·rnm·e le gnfore e pP-r nmnire le nnove opere di fortiJic:.;i:.,;ionL' cli e s i andaya110 costruendo . Per fali bisogni dovette sorgere, in q1wsh) tempo, ima 1rnova fonderia in Castel S. Angelo. Difa,tti, n 11r-0 1·,1 11ell'agosto lt.611, si vede a.m1otato un certo paga,me11to a,d 1111 (·,nretti<'.re 1wr aver tra s portato, col suo carro, 3 sagri e ~ ca1rnoni petrfor·i dalla fondel'ia al Castello, il che sig·nHiea c:he ln fond eria,

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J 15UU - HiUO

vecd1ia, iu cui già, vedemmo la <:osLruz.ione di U1H1 nuova foru ..u:e ed i I 1·estam·o dell'antica, era, siluatu fuori le ll1u1·a dclhi fort ezza., ed in pieua efficienza, mentre, coli Dreve del 28 gennaio L:'ìu(i, venivu nominato provveditore del Castello e custode dell:1 fomleria il ])iemontese Clhiberto U-ilislieri de Bosco, il quale successivarneuLe è sempre annotato sotto h1 qualifica di « custos furnfariae Arcis ~. Allgeli )). _f; presumibile, dunque, che, oltre allw fumleria, ve<:chia, se ne fosse costruita una nuova entro la Mole Ad1·ia11a. Anehe ili A11c.ona fu i111pia11t.ala una fa hb1·ica di ca.m1tnù dw provv,~d<!va pnre le roc(:he dd dintorni, a,d esempio Cese11a e RilJJ iui; la co:,;tl'uì l 'atdiitet.to miii tam Cesare Gnasco, colonnello di S. S., geuenLle delle anui <l' Auèoua, e 11elì'autmmo del 15GG vi fu mamlato, pe1' la, rahb1·iear,io11e clei ea1mu11i, A.Iess,111tlrn Gioa1·di. ~cl 1:-i(i~ il 1w1·s011:1l e cli Castel 8. Angc\lo gravava t'ml hihrncio dl"lla C:rn1e1·n, A po~tol ir·a JH~l' illllt somma rnr~11sih~ cli ,:irc~t 400 scud i , di <:11i li'i s<:udi J>r~1· il 1:ap.ita110 gcuer·:dr~ deil'ai·Liglim·ia., 25

i I pnwvedi 1·01·p e c11:-;to!le del la fomle1·in, Hl al capitano dei homhnrdforj, e 4~ ai hornhn,rclfori Pcl altri Rnlarin.ti. l1t quest'epoca ern C11pitm10 gern\1·:1fo d,~ll'.Artiglif\ria nn altro piemontese, :\Jllonio 1 )anla110, di Va]e11½a, che, cl.ne arrni prima, era succed n to 11 dJa. carir-:i ad Ent ntil-o C01di . .Nell'agosto deJJo ste:,;so anno 1:-iGS, l>ietro Fabrieii o De Fabrì.ciis s nccede ad Alessand1•0 Gioa1·di co1ne (( capitaueus )) ; e tanto del Gioardi quanto del :i\fr.r(•lli non :-;i r;;ente più parlare. JH-'1'

Co:c,;!itnitasi la Lega Cristiana per la cacciata, ciel Turco. il Pontdi<-(~ Pio V. elle ne era l'anima, impegnò tntte le sne 1·ìs01"s1, JWI' Jn 1·i11F-\eitn del1n grande impresa, alla quale contrib11ì, c:o rne ,d1hint110 deUo, eou J 2 gn,lere, 3.000 Canti e 270 ca.valli l)OSti nl cornamlo di :\farcantonio Colonnn,. A queste spes1, principali, che tcndevario direttamente nl1o sc:opo, hisogna aggiungete ()nel le incliretfo: acl esempio gli aiuti in de11a.ro e spese per le milizie chp il papa dovette inviare in Francia, 1w1· sosten erla n ella JoUa contro gli Ugo11otti. Di consegnemm, qualunque altra opera cli intcressf'. non immediato fu trascurata,, per dare la prcccclcnz.a a.ll'arruo]amento cli solilati , a1Ja, spedizione di armi, artiglierie e mnnizioni_ I,a, fonderia. canwralc, che negli u"ltimi anni si era -

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.·11:.\l.l .\lt,;:\"Tl l'El: LA Ll';UA Clll:';TTA~A E l'El( LE IWCCHJ:i CUSTlJ,;l:1,.:

al LrczzattL ottimarne11 te, non dovette riman<~re inoperosa dn l'ali te queste spef:iali co ntingenze . Aleuni ufliciali addetLi all ' arm eri:1. 1~ fonderia, furono rn:1ncfo,ti a presta1·e ]a 101·0 opera sulle navi pontificie che si unirono a lla tJ.otfa della Lega. I mandati camerali

a ccemumo ad un viaggio ad Aucona, nel giugno ltiG!J, di Ludovico Lornlmrdi fouditore delle artigl iel'ic presso la Ua1ne1·a Apostolica, colù inviato per fondervi dei J)(\zzi; ,~ un altro mandato del genere, per u,ve1· fusi in A11c01rn 4 falconetti e :2 colubrine, figura in data 2C gommaio lii7L ll couLo del Lornuardi, uel 1;:',70, era di scudi 2G40, cc per fnsioue di ca,11110ni, 01·na,ti in 1·ilievi, ed armi in Ancona>); quello deJl'anno segnente importava se1H]i 4747 per cannoni e colubrir1 e : ed infine ve n ' (~ uno del 1[72, preccduLo da (< motu proprio cli n omina dei fratelli Girolamo e L11éhrvico de Lombardi a fomliloei JJ in cui si a.ccem1a aJln, 1norte di Alessamlro Gioardi e di Panta leoue Men:lli, genovese, ni quali~ a.ppu1ito, i Lornha1·di Pra,no ;:;uc ccduLi. Conternpo1·a11ea,me11te Ri attrez'i;avauo le roeehe f'OStiere. l,pg giamo, ad esempio, in data 1S rnaiggio lG'i"O: · ti Si11nor Castclla1w di Cnslcl S. Llnuc!o. lll.u,o Siy11or CMnc fnrlello. Pi a· cerit a V. S. consig:nare a ms. Martino Ajala Castellano della t·o1·r0 di San Michele le infralle rol,IK, o:,h<: mancano per munitione di quel luogo perchè così l) mente (li N. S. eioè, Dui mezze Colubl'iue rinfor:;,;ate <'h,~ Rl:nnuo nel I'ortico di Castello quali hanno l'insegnn. !lPl Duca cli I'aliano <Xm Ii suoi fornirnenti , caricatori, et cose necessn.rie. Palle cluecento di fern:, l)P.l' dette colubrine. l'aJle cinqunnl :l di ferro per il sacrn, et nHre palle cinquanta, Pel" il falcone, quali i;ano eL f'nlconc stanno nella torn~ di ,m Michele. libre qm,trneen to di polv~·re bona per detta artiglieria. libre ce11todnq11:rnh1 di nolvcrc fjna per li arcllibug-ioni )).

E 1:rnttavasi, tutto sommato, dell'armnme11to di una, ion·e: ciò che dimm;tra, che le cure pc1· l 'arnrnmento artigliex-esco d clle coste non difettarono. Pio V morì il l° maggio lt"i72, e ìJ. 18 maggio fu eletto u g·n Honeornpngni dm prese il nome cli Gregorio XIII . Qnc>Rto Pmitefice investì. il figlio cli molte cariche, fra. cni quella di Castellano cli Castel 8 . .Ang-elo; successivamente c·m 1 I:reve del 2G agosto lo inr,aric:ò della dhc::d011e di. tutte le arLigli r>-

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.l;j00 - HiOO 1·i1· dello t4htto. A capi(a11u ge1wr.lll~dell' A r tìglie1·ia fu des·:g:11at:o, 11el giugno 137~, il bolognese Alessandro Legnauo.

Dal tenore del Breve a, lni diretto si deduce che a questo uffi<:i:=de spettava, la eu:-:todia del1e artiglic1·ie, polveri , carri, cavalli ecc., la sm·vcglianza: dist:iJ_Jlinar<! dei bombardieri ed. arte-

fici di tulle le fortezz;e e,l alfri luoghi e cittù, dello Stato eccles-;a.stico, l'ispezione e la vigilamr,a per la, 111a,11utenzionc~ <~ i restauri dell e fortezze medesime. Conternporaneamente il Ponteiì<:<~ nominù G-io. Paolo Delio a custode della J<'on<foria e Francesco Torfanini a fonditore. 11 Delio, per unliue del Papa, provvide alla fusìu11e e l.raspul'to di nnove ai·tigLierie ad Ancona, e poco dopo, nell'estate del 1574, 1:l·asportava pnre ad Ancona a,Hee armi acquistate a Brescia. ~el J;',7(; al foll(litore Torfnnini snc:r,ecfot1:(~ Piet:1·0 F1·ancesco Cen:-mri che fo:-:e ar·tigli.eri<~ nnche per· ln, fm·te:,;:,;;L di Ci,,ii:avecchia, e, in appresso, divemH) auche capo ,foi homha,1·dic1·i ,] i Ca1st,~I S. A11g-elc:i, cnmnlando i d1w in('arid1i. Sotto la sua- dircz;ione fn istitnita frn i homhnrdieri del la l\lole Ad1·i~t,WL u1ia g-ara me11sile di !iro, al vinciton~ della qua,le V(~niva, dato in JWPrnio un pallio (lPl valorP di d11(~ N(:11di. Olf.1·c• ai Lombardìeri <:rano :nnmessi aJln. g;,/a :;o g-iovnni, i qnnli c]ov,~va,no eos.i inizia1·si e addestrarsi a tale professio11e. J )er colle:-.le gare :-ri pe1rnò di coi;;trnfrc 1111 fossato 1wlla pia:,;:,;a d'ar111e chd forh\ e<l il h1To1·0 venne nffidato a :Manilio Orlamli, dw più tardi ne ebbe aHche Ja cus!odia. lu lai modo la Carnera Aposto !ica creò la base di quella, scuola di bon,ba,rdieri che clovcva vc(lere la luce verRo la, fin<~ del secolo. 1n data 21 gennaio 1;,77 si ha, 11n conto origiuale di J>ie ~rn Francesco Censori, il ii uale, per contraJJo con la, Cam.era A postolica, rogato Cai·csn.na, ebbe libln·e 47Gfi5 cli metalli 1·otti, in tnnti r,annoni peti·ieri , coh1hrine, falconetti e moschetti, e ron t:ile metallo fuse nnove hocchP da fuoco, per cui percepì scudi 1111 e baiocchi 57. Era il tempo della difesti dello sfato di Avignone e del Vem1ssii10, invasi dagli Ugonotti, per (:ni, particolarrnenl"c ne.~li anni 11>73 e 1;,77, filrono inviate in Franefa tl'11ppc (con al'tiglier ie e munizioni) sotto la condotta di :Marcm1tonio JfartinPngo e di Sa-poroso 1\fattencei. Ad c1sernpio, per ordine ernana.to <la.I -- fiOfi -

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LA SCUOLA BO)lBA!WllmI

I 'ap:1 i I 30 agosto .I i:°)77, 74 Lml"Ìli di salnitro, per un peso lordo 1·1,111plessivo di lSS:iG libbn\ vennero spedìLi a Uivitavecchia il 'i sd L1~n,b1·e, e prosegnirono poi per .Avignoue. I l'ontifici, dopo di1·1 ;i Jtte8i di assedio, ri1rndr·ono ad espng11n.1·e Méuerbe, cittad1 !l la fortis8ima degli eretid (10 dicembre 1578).

Con l'ascesa al soglio ponlifido di ::3isto V, veniva, nominato ( ·a:-.t1:ll:rno di Caslel S. Angelo Nicola Todini, al 11n.:tle, fra. i vari i 11 ca,i-iehi, fn conferito auclw quello di custo<-fo della fonderia. Fontlitore c:a.merale in Hourn continuava ad esse1·e il (kns01·i a c:ni , sotto Gregorio XIV, subentr:1ro110, verso la fine di genllaio 1r;91, Sclwstia,no 'forrisani o 'l'orrigia.11i bolog11es1~ e Prospero Antico di Bresl:ia., numtre i.1 bombardiere Cur·z;io Gallucci di Carnerino f~ra 11omi11ato <..:ustod1~ della fonderia. ll 'l'vrrigìn.ni ave va i,;1~1·vito a.Hclle antecedentemente la Carne1·a : \.pm, tolka, come apvare da. un pagamento del 20 R<\ttemhre L:iì:J « a h011 conto dc~lln fatt11l'a delle campane de mc=>tallo da md.t<\l'e nlla pnda della. Rfl.l a dei Re )>, ed era stato i:ornpagno di Pier Francei,;:r,o Censori in va.ri fa,vor·i. :Vlol'lo Gr<~g'01·io x·1v il 1:i oftoln·<• 1G!l1 , <> dopo il brevisr-.hn o pont.i ficato di Ilrnoccnr.o lX, saliva nl Soglio il CardinaJe Ippolito A ldohra n dilli, col 1101ne di Cl e men te V 111. Questi, alla. fine d i. fohhraio 1 t'ifl2, 110mi11av::L Castdlano deìla 1\:fok Adriana, il nipote Pidro Aklobra11dird, d1e legò il proprio nome al corpo d ei bombardi.eri. Clemente VlU, al J_Ìar i del s:no predecessol'e l'io l V e di altri Principi italia,ni dell'epoca., compr<~sc la. ner,essità di cosfituire que11P mili;.:ic~ na.r .ional i , (.],e già, in Piemonte, sotto Emanuel e Filiberto e~ poi Carlo P.mannclc, t,;Ì venivano oU.irnameute organh,,;ando. Cocrentcrneute a tafo principio, il Papa si propose <li cr·ea,1·c mm scuola tendente ad impartire le cognizioni artig-lier<>sclw n tntti ci11ei giovani dello Stato della, Chiesa. ehe volessero segnire la c::uTiPrn <li homhnn'lierr-: egli intendeva. trar n ~ da questo Yivaio gli elementi per il servìzio delle bocche da fuoco, a.n,,;iehè a,J ììda.rsi a, nie1·cenari ingaggiati yolta, per volta, sotto l'aculeo della necpssità immerliata. Era il punto di solmdone netto, che chindevf1 definitivamente un periodo, per iniziarne uno nuovo Coll criteri fonna.-

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lGOO - lCO:J

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meutali diYersi, ne<.;essariameute tlesliua li a dare buoni fru tti. 'l'ale scuola, cl-'fettivament-e, eomind(ì ,a funzionare nel 1;:m:2 : Jc l"on ti manose1·itte <:i trarnarnfano un rnaudato del 5 maggio di q11ell'anno, col quale a Uiornnui i\Lal'ia Fabdeii, ea,pitano dei bombardiei-i di Castel S. Angelo, si ordina di mettere a dispos izione della scuola tiO lihhre di polYern al mese. Questa istituzione ehhP le atle11zio11i e le cure dei Pont<~fici sncceRsivi, svecialm.ente di Alt>ssamho YIT, rnenwnte X, Inno· cm1Zo XII, Benedetto Xlll , Clemente xrr, Clemente XIII e Gregono XVI. l bom l.,a,nlic1·i di Cash.:'l 8. A 11g-!~lo f:m·ono organizzati in mm , compagnia, eon un capitano e Ynri nfficinli. Due anni dopo l'inizi.o clella, srnola, c io<-, nel g<~minio 1::i!l4, fil eostitnita fra ì bornhardi<1ri nna confraternita, la qnak ehhP uno sta tuto - che con l'arnla,1·e del tempo ven11e poi a,rnplinJo e mO(lìficato - e una cappella nella, Chic:sa di R. '.\lnri.1- in 'l'l'aspo11!i1m, pn1·1·occhia di Cas!el S. Angelo. <lPflicat.1 a R. l·hnbara, patrona cl0.l Corpo. Il Cardinale Pietro A.l<lohrnndini Yo1le essere il primo proteUore del sodali:do_ T,a cappella vPm1e em::l.ru i Ia. 01·nnta 1~ clotn 1:a a spese dei bomharrlieri cli Cai-;!(~Uo. ed in memoria dell 'avyenimcnto fo murata la seg-uentc epigl'afe dH'. :111eo1·a si legge : !)EO ET S. l!A ll l!AHAI•: \'IRGf!\I KI MAl:TllU CLEllllsX'l'E VIII. Pl'.TllO El 1.i8

PONT.

Fl!A'l'RIS

~L\X. FILIO

:-. IL ~:. DJACOXO CM:DI i', ,\Ll ALIJOl:R,\XIJIXO ARCIS S , A!\Ct-:Ll PHAEf!<:CTO Al.iCTOHJ, A~ft-:HICO C,\PPON IO AHCI8 J'l{(Jl%1H'. OUllA!\"rt; JlOllrn.11m,IH IO{l U ~f QL:01nr,\1

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11 27 oU.oln·p l::i!lT , <!f-s<:mdo morto :,;euz,1 e r ctli .A lfornso II <:·Es te, r.hbc i11izio la g1wna coutro il Duca.to di l•'errar,L. H comando <foll' eser-cihi pourificio fu afii,falo ,Ll Cnrdina-le Aldolmt)1(1Ìlii, dtr. elcss~ generale <ldl'artiglieria. 1'fa.i-io Fa1'11ése . L'a.ppn,r ecchio m·Ligli<:•re8co dovette cs:-,er<~ irnpouente, anche per il fatto clw ~i and,LYfl, a. cozzare <:onlro ,piella. temutissima arti.~·.lierin: es(e1!He r.hc a,..evn nl ~1:0 Httivo h1 g1or·i~t,

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lLirue11Li-

èat.l , della bn 1-Jaglia. ùi Ra-vcrn1a. T 1n·cpara,ti v i fc1·vevano: a,i primi fli d i.<.;emlll'c furono p1·c~lernl.i d<"Ì cauuoni a C'as lel S . A11 g eJ01 a O i,-itayec:chia,, il· Pn11;.;ia. Le com1rniltt i11tm·v<.m nern tor 11crn.lo aHre bo1;dw <ln [uoco e dmulo opernì 1w1· la. manu tem~ioue cìelle strade pe1' cni dov<wn passa 1·0 il t.i·cno d<:Jfo ai·Uglierie. In gpg ncri cd arcl 1Hci.li fo1·0110 dcs ig11ati ,Hl ac1,;omp~Lg-na.1·c le bot('h<• <ln fuoeo nniatc alla Yoltn di l<'aenza , dove l ' t>Rercito dell' Aldohrnndini, fode cli 3:-i miln nomini, a vf'v n post.o il cmnpo. ff en pita no Cnn.io ( :allnc:r i , co 11 GG homhm·dieri, fa ceva pari e d el co1·po di. k)l<~di :,,,ionc: c~<l alt1·i artiglieri , p1·ohnhilmente, fueono hntti da rnl'i<~ pin½½t' l'odi<' invinti p ure knl tea.tro del eonilitto. Ora½io Cem:ol'i. romli rorr. r:uncr:aJ e, che cr·a. succeduto 11cl sdtPrn h1·e del J;i!JG n I 'l' orrig-iani defunto , e due altri artefici fn1·ouo mobilitali. <:on J'Mdiu e di an<lnre a, fo nder·e 2,rti glie1·ie dove fo~f..c loro , mnn rna uo. or<li11at.o_ F rn·ono an<:he mohilihit·i cornmissar-i, nnn·a t ori e falrg-nnmi per b con d o( h1 cfollfl a rt.i p;liel'ie e f';Ì inrcttm·ono polveri ,t, C: enorn ecl a Napoli. :l'fatf'riale di ogni gf'nerc fu approntat o. ad <·~empio: ,1,rg-an-i g;ro:--Ni i;:t raorclinnr:i, vi ti per :,;ollcva1·e l<' ,nti , · g li cde, timoni. cunei, ecc. An che Ancona, fornì :nt.iglierie: fin dal prin cipio di 110,·em · ln·e Jf>fl7, fn.ce,·a fondrrP cmrnoui da, nn ce1·to « Gj ov:111 Fondi 0

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1500 - lGOO

tore >> e aU1·er.zava con cura, la s ua foll()eria. Si Iacevauo a.pJ)alti di carboni , si ripara vano armi, si fornivano moschetti, a rchihugi, polvere, e per mezzo di barch e t utto questo materiale vc ,tiva, t1·asportato a Ceseuatko. Un ma,ggiordomo llcll 1a rtiglicl'ia, da Aucona, si por·tava a Rimini per ra.f:coglicrvì a,rmi e mu11izio11i. Dieci boruùa,rdieri cd 1111 a iuta nte pa.rth -ano per la Romagna , e ·12 bolllba rdieri a cava.Ho per .Bologna. Aiutanti, sold a ti e m a,r inai aecompag11a va110 k bocche cla fuoco sulle bard1e. Figm·a a11chc un paga mento a d 1111 luogotenente dell'...u·Ljglieria, G e1·m:wo Mellini. Ma fu , veramente , molto- rumore per nulla: chè uel gennaio venjva stipll) a,ta, uua convc11;1,ione ed il 29 dello stesso mese :il Cardinale .Aldohr::utdini m1travn, in Penara, prendendo possc~sso della, città. Le a rtiglicl'ic?. pontificie, ehe man:ia v,wo a quella, volta, non avevano di m eglio da, fare che r ct1·ocedcrc, r e~tiLu endosi ai. luoghi di prove11ic1w,a. In fol'za el c i IH <.:0 11V(~JJ ½ionc :faenti 11a , l a, S1111la S e1fo ent1·ò in possesso di 111,~t:ì, <kll:t r-::t11penda ar· tiglici·ia er-::t(~ll ;';t! (( tn11to quell a ehe si teovava ne lla cHt.ì. di. FPnara qua11(0 11ellc for·lcz;,.e <lel ('0111.ado , e ione della mai-ina. et a 11t> <.'nr-::eltc e Coma<:d1io >>, complessivame nte un qnan titat.ivo d i bocche da fnoeo r,rn· m1 peso cli cfrca '.lOO mi la libbre . :Nella sola F enara si con tarono 41 l>occh<~ da, fuoco, oHre ai pezzi minori , come mortai, rnor tal etti ccc.: fra le 1wime la fa mosa colubrina« il Or~Ln Diavolo>> e.li c:ui giù, piulammo ripf\tutamentc, e un\1,ltrft detta, la << Donr,ella >> che lanciava palle d a GO, er-a lunga palle 2~ e pesava 11360 libbre. Così la Camern. Apo~tolica che g-i:),, col erollo di casa. d ' Arag<ma nel Napoleta no, aveva , agli alhori del secolo, aumentato il prop1·fo ar·rnamento artiglieresco, lo anicchiva, alla fine del secolo stei:;so, per il tramonto di casa d'Este. Oiononostante, uno dei primi pensicl'i del Canlinn,Ie Aldob1·andini , a ppena e ntrato in F en a ra, fn quello di far costruire bocche da fuoco. V i fu deputato Giorgio Albenga , il quale già era, stato al f4ervbdo elci iluchi di 'Mant ova,, qua l git tatore di arti~licrie, come rhmlta da, docnmcnti che va nno da,l lf>85 a,] 159::i. Que~to A lhenga era piemontese, nativo di R. A lhano, presso

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'.\lonclud; ùclla f-ll,L opcnt· di fonditore al servi½io clello Stato I 'o,d i fido dov1·eruo [rncm·a ripar1are 11d eapi.Lo!o successivo. J h~i cannoni fn 1,i tL Fena,ra da,l febbraio 1598 egli da.va la s1•g· 11 c u te dcscrfaione: « Li c1111oui fai.ti cla me iu ll'en ara sono lavor ati in questo modo, cioè 11<.:l collo della col'Ona davunl.i un freg·g-i.o con fogliami cli conveniente r e.lievo cl a l ,·,.laute a qucst.9 collo lut ti c1iri cbi di stelle con ordine tane d1e ve ne sono ill <i4 iu.:t· <:auoue cioè auc:orn. due Jìgurc per mau k :o, l'arma di N. S. di grnndezzn et open:) podio di;;imillc n quello delht porta del Castello S . .Augelo, !'arme rlello l ii. ~i:,.:. Ca.nlina le Alclohrnnclino con uua taula ovcro (;arlella con maschere e c:1rlo¼zi orn le vi è intagl iato il nome u el soprndetto Jl l. Slg. Car dinale, nel fogonc uu capo marino, n ell a culfltta tutla J>icua di cartozzi et maschere tifere et s hn il l.avoro tutti ben rinetta1.i et snge lati l i motti et finiti in ques to modo v1· ne sono <luoi. Piit ,·i è am·ora 11natro mezzi cnnoni con l'a rma di N. S., et cp1elln d ell'Jll. S ig. C:n·di11:1le .Udobraud i11i b e n rinel t a et limfl ta sen¼' altro lavoro ,>.

Complesi:;harnente, in questo i:wcolo, le a r t iglierie pontificie per·fezionat,~: anehe nello S tato della, C hicr,;a le pes,wti e ingomlwn,nl·i bombarde sono i-elega,Le n elle rocche a pu1·0 r,;copo clifoni:;ivo, e ve11gono r,;o:-;tituitc, man mano , dalfo hutdie dn ruoco più leg;gere, a,g-ilì , urnneggevoli. lVfcno r:.:1pida, prosPgne l' m·ga nizzazionc Llc~11 ' Anna., 110110,.:1 ante lo spirito gneniero di. nku11i Poutdici, soprattutto Giulio H . .A11drn gli insegrn.1,mc11li de]]a. battaglia di R avenna non i:;0110 snhHo i.ntesi e compr<~8i in t nUa ]a loro p oi-tata. B vero dH~, sotto il pontificato cli Leone X, t roviam o in campo nn nunic1·0 <li bomhan1ieri qnale non avevamo mai veduto nelle campa ,g ne. precedm11'i, nm questi so110 reclntati. volta, per volta erisc·nto110 rp1i11di fntti i difetti flc~ll'imp1·ovvisazione: sol:1mcnte nelle citt:ì, e rL grnu·dia delle fortc;1,ze , come a <Ja:-;tel S . Angelo, si trova.Ho (~lemcnti qnai-i fissi , che costitniscono però pi ccoli

:,;i_ sono gra11deme11 te

11 u(' lei.

A-fa, nell a ~er,ontln, metà. del secolo , in parte per il ricordo f-r·oHant<~ rlcl Racco di Roma e i;;oprattutto per l 'influenza della

eontinna minaccia till'ca, l'orgaIJizzar,ioll(~ in cominciò a deli11e}•.rr,;i. secondo pri nei pi 1·a,z ionali : e Lepanto prima, Ja scuola <lei hombarùfori di CJ.erne11 te VIII poi, ed infine l ' impresa di Fc•rra r a, ('.l1 e vide le artiglierie pon1"ifìcie alle dipendenze di 1m

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l ::iOO · lGOO

gc111:~ra.lc, stamw a <loc umcntar<~ i p r og1·es~i Hotevoli fatti, non solo 11cll'ann amcnto, ma andrn nella JH'<•t isa ,·olont .ì di , ·al orizzal'lo fLCCortamcnte .

16.

Le artiglierie na poletane - Fine della Dinastia Aragonese - Bocche da fuoco napoletane nelle diverse g uerre del secolo - Artigli e ri e fon di tori · Progressi nella tecnica della costruzione · L'opera de llo straniero è solo di sfruttamento : perizia, scienza e tecnica sono indigen i.

l'

L 'i11va :,do111~ fn111<.:(:'H1~ r-:;cg,,ò l:1 :fiuc della dimtslia aragonese d(~ll' irnlipe11d1tezlL del H.ea111e, d1e divenne: u11a ptovi1 1cia spa -

gnola . Fc•d ei·i«..;o (l'Ai-a go11n , irn·,d7,:1f·o dai l1'1'mH.:ei-.;i, si e1·n l'il'ugiat.o ud I sd1ia , c hiedeJJdo l' niuto degli 8pag11oli ; poi, tprn.n do si a c<'Orse che l<'rn 11('ia e S11agn:1, fat.l a lC'gn c,11 l'apa e co11 i VeHe · ziani , si cmtuo a.c cordate pr.r dividei·si. il ecgno di .Napoli , per dette og11i sp e1·:wza di rc~cupe1·nre il tI·ono e prefe rì r itiNLrsi in tcnn fra11cese. Ma Costnn za tl ' .\ y ;ì.l,oJ;, donna di s ommo ai·dfre e di magnifidrn virtù , in11ahatn la, banrliera a1'n,g·o11ese, cla Ischia l'es·i~t.eva · t e Ha ccmente, mole Rt~~ndo i n emici in m ille modi. Quesht a.;don e impecliv:.t il Ye tt-.ovagli nmento d ì Kapoli, ra g ion e JH~t e ni. nel J '.iO~, ln dJ-tù diedP (( tri clici 1wzzi di Atligli:n·in N , dui rna i-:culi » " Fijìppo Coppol:1 (fi gliv tli 11uel <'on te di B ,11·110 d,c Ri C\J·a J·Pso famoso nl tcn1po della cong-im·a dei Baroni) p er m·rn:u·e 1111 s uo IJas f·imento « ron tra li brega n tini, e t altri n avilij · <k Ysr:la clic impcrlivnno la g-rassa <li Nnpoli )) . A lalc p1·oposito rh'onliamo che il C omnne di Napoli, in quest'epoca, possc<levt~ artigliel'ic, armi e muni,-,ioni proprie. p er ln difesa, e fortificazion e della città, perc hè a veva, il pm,sesso P la proprietà delle tol'l'i e delle mura r.he la, circoncfavano . Tale pr·iYilegio avevn, a vnto 01·igine o. a.lmer10. era stato Ricu r amentc clete1·minnto da,lln fondazione <lel n uovo r ecinto a rag:onese , nel 1484. E d allora pm·e, assai probahil mcm tc , si erano -

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, o:,,;l rnit e a :,,;pese della eitt.ù, u1rn, ]_),-1rtc d i <lette artigliel'ic, tH:1· le qmtli, ucl 14!:.IG, si e1·n, uominato un Com;crv:1tor c. L'aeem·do tn1, Fraucesi e Spagnoli doveva essere di b1:cve dmata, eh(~ n ella divisioHe del bd Heg no si 1·i..wcese la guena., l'll il Reame divenne il ten,tni dell a lotta dei due to11tendcnti eh e ::,;e He dispu la.v,wo fl possesso. Co usa i vo di Uo1·dov<.L, dopo u 11 periodo di. .ìneeri,a, fortuna, pn i-ìsn.udo di vi.Uoria. in viLt01·ia, marciò s n 'Napoli, eaccim1do i F r.1,ucesi da Castcluuovo e illlùottig·liand01i a Ca:-;lel dell' Ovo, dove, lm (luti ilallc ar-tig liel'i c del .Nani.no, poi;;tatc tL Mon te E<·hia., tlv v·cttero 1inire per cedere . L1~ .n·tiglie.cfo 1spag11ofo <~1-.wo com:nHJnte d a l cnpit:.1110 Diego de Vera, <:h e agì a, Xapoli pe1· l ' e1spuguazio11e della l.one di S. Vinr.c•11 r,o di ( 'n:-;tel11novo; p o i .lo 1-i:m·i:uno a Gnda 11 e ll'ag-osto ,lei 1:;0:1, etl a lh•:-;png·nazion p tl i Ye110s<1 , più fa nl i : JH'l' qnc•-,.; t ' uJli rna a zio ne\ i l 1:3 fcul>1·:li o 1:-,0-t è tn11,('riUo un p :1g.111w.1d o JH:r <( li Lo111 ba nl it> 1·i e a ltri homini de (Li c ia :n1ellal'ia )). Bo111b:n·cl k:1·i , ni11t-:111 fi , « <·nl'l'dlicl'i h111';11·a1:,y )), mozzi. di :-;tn,lla- e ta v:1 lii :,;c1·voI10 l' .-\rm ,1, 0H1·e al perRonn.l c tec11i<:o inr.a,1·i(::1t:o de lla 1:o:-;(n1zio11n dei ca1111011i e ,lclla fa.bb1·ica 1/,Ì.One della pn}yprc . )filif a.110 auc:hc 11 ell ' e1,<!1:1·it·o s pag nno1o (< f-COpetter.y a ca,·a li o )> eo n ra II dn ti , m• l maggio 1 :;o:i, cla I) iego il P ½,Hati , <~ fa II ti sping·a1·dif'l'Ì , co11wndnti , 1wl gi.ng-110 scg11cut<!~ cfollo s les~o cn,pitnno . fh1rn11te ];i. r.,1u1.png1rn, serve n1;ll ' Artiglierin, Antonello di Gio,·mrni da Trnni , ch e ern giù stulo homln1nli1;re d ella Corte .\1·;1g-nn csf'. X<>l 14-0!1 eg·l i el'a. pas:-;ato nll ':\rma.ta Spagnol a e ave ,·a <·ornhn-t.L11(·0 i;;otto <:efalonin, contro i Trn·cl1i ; più t:wdi , con.tr·o i Frn necsi (l'5m), il N nvarro i::i e1·t1i :-ervito del bomba-rd iere pnglirse. per l ' applic::17,ione delle mine secondo il nuovo m etodo f'11<-\ G. Ceci cleflnisce << a, cuni coli i;;tl'etti e a. scoppio cli polveri))_ Nf'l . 1;")0~ Antonello a vE>vfl il grado di maei;;tro d'ar tiglieria e lo stipE>nclio di 1 o dnca,t.i al me1se (mentre Diego de Ver a, capitano, ne pcr<'epi.va. l:lppena, 12): inolfrc , per i i-iervizi resi n ella condotta dl'll e horche ila, fooco d.ur:rnte l a g·uerra. il g-ra,n Capitano Jo nn',a pl'f'mfa.t-o con l'ai:::segno nnnno di 1:iO d11cati i-:11gli int1·oiti

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1300 - luOù

d e l.le Dogauc di Napoli <~ wu la coiH:e8sioue di di N,1poli v cr coi,;trnirvi uua. ca&1.

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suolo sul lido

Spazzale ~e n: i.illle 1·eliquic fra u cesi e i-idoUi aJl' ohb<!dienza i baro ni os tili , il Rea,rnc di Napoli iuiziu la sua n uova vila sotto i! tl.ominio i.ipagu uo]o , ,:on Cou sa,l vo di Cor dov,L Yicer<'! <ld R egno. Nel l GOG A 11 tone llo è a11c o1·a, mae:sti-o della « 1·egia artellaria »; « J oL.anue de Bari , ed ,J oha 1111e tl c Cata11ia >> sono maesL1·i fon d itori. A qucst' nltirno veugono onli1mti dnc ea.mwni di me tallo, del peso di] ~ caulai·i : P nei documenti figura il pagmne11Lo ·p er la rattnra dei 1noclelli, fusione del melallo e trapauatura dei pezzi. Rotto Jc d1>.110111 i1wzio.11c di « Offida li>> so110 m,,11zio11a Li 11n11>stri di arLi glieria, maesti·i fonditori, maestri d ' a.Hciu, bomba1r· diel'i e Lirn tol'i : ]e spese per que::;l·o pe1·sonale, cla l 4 agosto 1507 a tntto il lu seUcrnln·e ,lel 1508, ammontano a J.8!)8 rluc:ati, 'i la.1·ì e r; gTan e. l'adi( c di m:ih~ri:.d e sono mrnotate pcl' {l otazio11e a l castello <' alla ciUaclella d el 'J'rnnto e :1 i castel li il i M.a11frpdonin.. Gacla, Cosenza, UaHipoli, Mol n , Ama.11tea , OastdHuuv u e Om;;tel 1l d l ' Ovo. Nel 1·egisLro tenn to et ord innto dal Conse1·vntore <lcll' Arti gliel'ia ,lldio Sebastiano . dal m PFm di 11 ovcm lm~ H'iOG a. metà, di s,~ttem l.Jrc ·1:;10, lPg~iaino in entra la i p P.zzi seguen t i , pel' lo più gnas!.i 1iegli nffo s tL 1·iccv11t i dai Castelli , ed alcu11i nnovi r icevul i dal1n Fonderia: « e.annoni sc-r penHni 1;~, cannoni 4, cann oni petl'ie1·i fi, r olol.Jr·inc dj mP.tallo 1, col0I1ri11e G, ~Ìì'ifolchi 7, m o sc·lwtt.i 1. smerigli. J , fakonet!:i 1, fa lronetti di metallo 4 )). Bel i 11 11 sei l'.1 <l:1 lla Con s<>rvn tori a : (( ('.fl,nnoni scrpP.ntini 13, · cacrnoni cl i mf't:l-llo 4-, cnnnoui 1, coluhrilw 7, ghifalc hi 1!): m01·tai cli nrnta Ilo 1. cmmoni petri c1'i 4. fa lconctti 1 >> . rartito da Napoli Fel'Clinando il CattoJieo e sucredutog:li , come Regg-en te, il Con t e Giovann i d 'Aragona., <pwsti pal'tecip iì alla, L ega cl i ('a,mbc-ai. : 1m forte 0sc1·cito, con 23 pezzi d ' a.l'ti gli eria., mosse il 2!) rna~~!;io del 1:-;on per le piaz7.e di frontiera: 'l'r::rni, ]\fola. Jfonopoli, Polignano , Til·inrlisi t<l Otrflnto. che erano t e nnte <lai V eneziani. e le orr.npò.

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A.'\TV~l,;LLO U.\ TH.\Xl

l 'el' q urn,;L,1, carn1Jc1gua fu aulieirmto il soldo di un 1.n esc, sotto l..;., ùatUi del ~1 maggio J;jO~, ad « Antonello de 'l'ranj, Luogote-

ncute ùel UapiLauio <l<~ll'.Artcgliaria )), ,Tulio Scùastiano, ùonscrvatore dell'Anna, a due maestri fonditori : J oanue de Catania e llattolomeo Vitale, nonch è ad otLo cannonieri con ugua l numero lli aiutiu1ti 1 a dodici tira.tori co11 altrettanti aiuta11ti « nuovamente ordiuati >), fra cui 1m addetto all' « Officio dc sc1·i'vania de racionc >>, ed info1e a tre11La guastatod , ad un mampolatore della polvere co11 ùue aiutanti, e ad un aiutante scalpellino. Poco app1.·csso, forma,tasi la Lega, Santa, contro i Prancesi, fo 11ominato gn1,11 UapitaHO degli alleati Ra.i momlo <li Uardona, 'Viccrè di Nu,p oli, <.:,he il 2 novembre cfol JGH pa,1·Lì per il settentrior1c della penisola COH foi-za di al'mati ed anche di. artjglicria: nei <locurne11Li finanziari di quell'epoca sono trascritti i pagamenti agli al'liglieri che dovevano c-mti-arc in <.:,,unpa,gna., cioè al nomin ato Autonel]o cli 'rra,ni, eom:.r nd:rnle, aù un Gapita,n o dei g ua statori , addett.o ull' ~\.1·tii!;lil'1·ia, e poi un pag:itnl'c, uno a d ckt.Lo ,b.11' <( Officio cle s<~r-ivanin, clc ·1·a.cio11e )), un cannoniere orùi11al"io e dnqne st1·aonlim1,ri, tre nomiui di e rri. ·non sono specitknte le ma11sioni, t r·c uraei,;t1·i <l 'ascia-, uu ma.estro feri-ai·o e tre lanmrnti d ei uw,estl'i d 'ascia, due aintanti .lllaeHtJ'Ì fonari , un rnaeHtro di fare viti , sci Commi ssari i , tre a iutant i cannonie1·i , nn m1.111hd011icro, un rnRest.l·o d 'ascia per cani e infine un Oapitnno. cl'u• <\ cp1el10 s(·. psso clc,i gnai;;tatori, e SP<lici mnrinai per trasporto m unizionL ll Ranndo (niarÌ'i X llf: coL 177 - MDXI. ott;obre), a proposito dell e truppe che muovevano éla, Na.poU, annota: ... .. «la matassa di l'cxcr cito si farà, al Mazon e li si farà la. rnonstl'a A11 t<rn el ll.c Tran e capita no di l 'artelhu·ie ecc. )). F, lù, <love discon'c della battaglia, di Ravenna (Dùw-ii , X IV, Col 171) nellf~ « Lista, de li capii.ani et 7,ent.e era.no n el faf-0 d'arme n el campo di spag;noli )) l 'unico comandante d'arti;'.!;licl"ia nomi11ato è cc Antonello ile 'l:rani maci:-:tro di 1'artelaria )). (.ìucsti prese pal'te a.nclie alla, c011secutiva. campagna, di g uerra. de1fa, Lega, Imperiale-P ontificia, cont.l·o i Frn,nccRi e<l i Veneziani , e, per i l'.mrvi zi resi, ebbe in · compcmio, n el 1515, l 'assegno di n.lt.ri cinq11a.nta él11 ca.ti nll'anno, snlla. doga.mi, di Napoli. Antonello , <'he era m1rhe inç;cg-ner<> militare. <l.ireF<se 11 cl 1:'ll.4 -

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li:iUU · luUO

,~ l0lu ya,1·ie opere ùi f01·titica,1,i011ì ci 11d J ;,1,, padecipò aucorn, ad Ul ì fatto 11'.itmi, pc1· l' ei,;pug11a:.done del Uastello di So1'a . J11te1·e:ssa11te figm·a , ynella. ùi Antoudlo da 'L'raui, che del 1·est o trova 1·i sr,011tl'O i.11 tntte quelle e he si.am venuti via via illus tr an do, se j)Ul'e 1·apidamente, e che simbolcgg-ia,no ve 1·a:menle unn dell e più folici ca1.·att(~risticlte tli nosLra geuLe, cc di moHi iugeg'ui », cioè dotata di stupend a, versatilità.. Og11 i regioJJc italiana produce con hu·ghezza code:sti singolal'i tipi ùi cc tPenki >), <:he so110 in s:iernc soldnti ed ;.u·l.ieri, coJl(lottie l'i e studios i e rie:scono sPrnpi·e a dii;:t:ingue1·si, in og 11i cmupo deJla lol' vasta e :varia, a ttività,. Col l i>:Ll l ' al'l,ig1ic1·ia si anit:d1is(:e ùi Lui nuovo p1·ofotto p c1 • ope1·,1 di uu sndclit o del H eame, Gi.imbaLLish-1, della. Valle di Vc~nnfro. il qnal r. inseg11n, a fomle1·<~ palle d.i. bro11½0 v uote , cioù, i n sostau;,;a , delle granate . .:\'el. .L:-i:!3 lt~ milizie napoict:11H~ p1·e nd o1 10 pal'lc a lb, gue1·1·:1 di :ì\Iil:1no <·on dicci pezzi d i .ntigli<~ria e eo11 1111111<l1·0:so per s o11al e 1 eom e abhialllo 1·ileval o <lai pag:11nc11ti efseg nitì in 1\filnuo ·il 17 gc'. rrnnio del I :-;2:1 i 11 l'a , ·0 1·p di « l'e (1·0 <I<: UL1·a ntu, 00 111 banlcro ::tpp1·esso n l H eµ;io ('X('1·1·i1o n P dd Ji e< i11fri. bombanle1·i a i utan1i (~t aHi·i offi<:iaLi dH~ :-,:p1·vo110 :q11)l'esf.io la a,l'tc~glia ri:1 <lPl feli dssimo cxertito » in 11muc1·0 di vcntiC'i 11qtH! P. selle mnes!l'i: 11umc1·0, questo, ehr. jn scgnito venne ancora n,nme11tato. Pi1ì imian,d, in tin ta lì m:ll·:,,;o 112~, figut·a Hll(;.he 11 11 « l'et1·0 B crn:u-do cl quale tenr. ear 1·ic- o de fo1·tifi<'nre Jn città. dc Pa.v ia )), c hfl i11 <l al':1 1~ di ng-m;to dell o i;:f·<'sso a1mo è a nn ota lo Rotto l a 1p1a 1ifien ,Ji << P i,tro hnmhm·<lero )) co n lo sf"<1sRo in r,a.d co. f11 fJnesto s h'~i;;so ~inno , Barthomelli110 Vidaì è fonclitor c della, Il. Al'Liglierii.L in servi.:do presso la R. Corte: Jonngailo <' til'atoi-e et Tngig nero )) Sel'Ve nµ;u alrnente l ' Arma , ed .Anl:oncllo d<· 'T'1·n11i è ancora, in ser vizio . Pare lnttavin. e hc q11est' nHimo n on prendesse parte a, quell a cam pagna per chè negli elenchi de] per~mnale n on Jo trovfa,mo mflt m'en½ionato, mentre in clata 2n gennaio l:'l2Fi, ad. un m e1-e dalla battflglfa di P avia, « ,Johann J eronimo ,fo tranj )). figlio di Ardonello, e1·a, Oapitano deU' Artiglieri.a e e< nona.to de tmnj locotenente àe dkto Joan ,Ter onimo )).

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I·: , :,;1~guiLa11do, u-oyiam o .1,11cor a 2-t- bo rn uarài eri, Ul aiutau t i, ~ mu11i zio11ie.t i, 1 (< scl'ivano de ntdone >>, 10 « o.l:lidali iu la, mnJ1 ido11e », 4 ai ntauU a piedi del Capi La.no e l '.! a cavallo, j mae s tri fe1Tari èOH due aiutanti, due maestri ferra.i-i per ferrure i bovi, 1 C:.q_Jo sopr a, i lJoyi e i ca.ni de lla mu11i½ion e con otto ai uta11 ti , ti rnaestd di lègHam(\ èOH f.lei ttiutan ti ed un Ca po e tre aiutan ti e< sopra. l o po11 te >>. lu c.:.o III I> lesso, du e cose soJ1 tla, rilev,u·(\ : vi-i mo e he , and1c qui, i ùombardie1·i fi ssi 11ou enwo m o lti, e, alJ.'occasioJ1e, se u e i-eclu t a,v •.u10 di s tl'aonlimn-i d1e poi, ad <l½iorn-1 c>:-:anr ita, ve11iva. uo lieeu ziati ; seco11J o, che .il nuovo d omiualore co11li11uava, a, i:;ei-vii-si , pe1· l' Arti g-1ieria , di soltla,Li e tee11ici giù, vi-ima, in ser vi zio. Di .-\nto.uello da 'l'ra11i s ' è giù lt111 ga111e11te p ,u·l.1lo. Vediamo a1a.:0 1·a d w Gi ulio ~e!Ja:,; tia no, a iu t an te n el 14!J~, è elev:.Llo :.L Consena to1·<: d el.l' A 1· t.ig-lier ia ; 11u.1e~( 1·0 Gio va1rni de Ca tan i u, è mant<: n i: I o .rndie ll:1;,;li ~pa :.,;11 noli. al sno posh1 di fo11di to1·e; e c:oRì pm·e l )etro bornlmi·tlel'O a c;ui. toccò 1'011orn di foi-tilk a J·e Pavia , J )0 11 :1 10 di 'l'1·a ni e ( ,ioya1111 i Cìirolarno di 'l 'nrni , c he snlg-<n10 ai più .i l(i gT,Hli dell' ..\ rrn.i. l'rn,sin111 0 ll unqne nffer111ai·e di<~ il nuc leo dcll 'Art i g Jiei-ia, 1w-pold,1nn si e 1·a mn nte11ulo, nn<:11e aUrn Y<~r :,;o al l)P-i-iod o co11fL1sio11m·io <h·i pri111i m mi del sec:olo, e pnr FmlJe 11do fa. iI1e \'i t nhil e in Jllw n zn del e.011q11 istalo.rc. Ai pos l.i cli res po11 snhilit ù , ciO(! a,l]e e:w idw e!H· e oi1t 1·ih11isnrno n. da re nn'hnpron (a n.11' . :\rma, ecl a fo1·11.n·11 e l'ani m a. ani va v:i no i-:11<lclit i d e l Ream e. f 1·a rni q1rn k 1u1 0 p1·ovPni en te da lla fncin:1 della Rcuola aJ'::t,g onesc. Kel 1:,2·7 A11(011ell o da, 'l'rnni e ra. g·ii\. mo rl o, <'Ome si dPF:mne da l fotto c he l';isF:c>p:110 a n11110 cli d uecento d ucati e ra passa.f o al f:g:lio Oiovn.11 Girolamo . h1 F:eg 11il o , nrnnca to ni v ivi. a,n r b~ qncst 'n lti m o , l'n s F:<~g no fn clevolnto a f.:w or e del frnJelJo Ludo, che ve<lt·emo pilì tardi ma-l!g'iord.omo dell 'artig-licria. In sostanza Anto11cllo e i t'm oi discendenti f urono ma,,qna pars nene a.rtig'lierie del R eame, per circa. mP-zzo secolo : a.nche Donato da Trn,ni. lllo~ol.rn ente nel 1523, e <"Jesa.i·c da 'frani . hombawliero del O::istcl Nnov o nel 1530, erano ccr t::1men te congiimt.i dell'inw~gJ1e1·c p11 -

~liese.

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.II 1500 - luOO

In ~<~guito alla lega fra il Papa, ]a, Fnwda, Finghiltcna ed i Veneziani contro Carlo V, e alla, conseguente nuova, guerra, si ebbe, dopo il Sacco di Roma, l'invasione del Reame da parte dell'esercilo del Lautrech, col consecutivo assedio di .Napoli, vigorosamente sostenuto dal valore dei difensori e dà,l fuoco tlelle a,r tiglieri e : ulla strenua difesa parteciparono proba.hilmeute anche ]e bocche da, fuoco appartenenti alla Città,, confu se con quelle regie. SoUo il governo di Pietro di Toledo, l'Artiglieria si avvantnggìò delle opere di fortificazioni che questi andò man Jllano costr1umdo, e nou 1n.111c.a.rono imprese, per mare e per terra, in cui l'Arma, fu ehiaumta ad operar·e . .Per dire <l<~lle rn·ineipali : m~l 1:-i3G, galee munite> di bocche da fnoco partirono da ~ apoli per ] 'impresa di Tunisi ; e qualche a.uno più iu là, 1wl 1:i3'7, avcll(lo il Sultano Solirnallo apparecchiato 1111 esc1·cito per la conr1uista del R f~a.1rn~, il Vicen! fece 1>1·ovvcdcre le ~a.li~,~ del I>oria ùi quel che bisognavano e vi unì sette g-ake uapoletaTJe che, inYiate in Levante agli ordini di G ar,1ia di 'l'ole(lo, figlio del VicPI"Ò, Yi ebbcl'O ragione dell'Armata, dei Tnr<:hi. Contemporaneamente pnl'tivn.no per le Puglie rniJizi(• (·ou alumi pezzi di artiglieria, e lo st(~sso Viccr<~ si portò a Ta.1·a.nto . Forse i n1pre:ssionato dalh buon a prcpa,r azione degli a,vversari, il Rnltano non osò attaccare; solamente, ritinrndosi con la. sna, flotta, mii:;<~ 1'assedi o a Corfù, ma anche dj lì dovette slogg,ia1·e, pcn:hè i difensori, rirevute le mnnizioni da due fregate inviate (la,l Vieer(\ si lihera.rono dall'assedio col fuoco delle artiglieri<'. Consid<~rn.to dw il 'l' ureo costituiva, uu continuo e grave pe1·icolo, il Vicerè, con la.rgo seguito di ingegneri, (( architettori )) e uomini di guena, visitò ]e maggiori cittù, costiel'e e diede ordìne di fabbricare i Castelli di Reggio, di Castro, d' Otranto, di Lecce, di Gn,llipoli e di fortificare quelli di Brindisi, :Monopoli, 'l'rani, Barletta, Ma,nfred011ia e Viesti. La, città rli Napoli, in meno di due a,nni, fu circondata. da << un mnro grandissimo , con teJ'rapieno cli dentro e fosi:-o ài fuo ra., con haluardi e con torrioni>>; e in quest'epoca, non sol a · wentP le :wtiglierie regie, ma anche quelle delle città dovettero -

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AllTlf;LfJ,;l:IE DELL.-\. Cl'rl'À DI XAl'OLI

aurne11tai-t<i, secoudochè si ,rileva da un documento dell' A1·d.Livio 11 unici pale. l>ifaLti co11 istromeulo del 10 aprile 1;,;~7 i Deputati delll~ artiglierie eomnnali <~ della fortificazione, per corredare i pezzi allor·a cm,ti-uiti, contratta,v ano con i« maest1·i dc ascia, de Al'te · gliai-ia >J, 'l'ommasiJ10 ed Antonio della. Licorno e Paolo di ChiaI'('. di Napoli « <li lavorare cl lare ,3(i c·.arretle de artcgli.aria consis1ente <:iasehmm de dkhi c:arrectci in la easda, rota et asso, vid. carede dudeci. de eannuni, aHr·i drnl<~ei <li! mezi canmmi duppii, oeto de nwze c:olinnl.Jrine et qnactro altre de columbrine bone perfecte J>. Appunto 1w1lo stesso torno di tempo, il Comune ebbe pure iu clono dal l'Imperatore Carlo V aku11i carn1011i da lui presi al Du<:a di SassoHia e portati iu .Napoli. In q1wst'epoea, la, pratica, dei :;etti i:t·a fioteute: il Biri n guec:io, nrl capo 11 del VII liiJro del sno trattalo De la P irotcchn ia, che è del 1340, dice di aver vi Rto foudere (l a cestone n per la, p1·irna, volta in .P alermo. A 11ehc verso il J 5'.JT i,,;i iniziarono i lav ori della 11 uovit fortezza di S. Elmo, mentre le artiglierie che clovevnno annar]a. veniVcLHO fa bhrica,te dai maestri fonditori << Bartolomeo de ,J orclano, Salnltore de nia (o <lP Elia) e Ra11Lillo <fo Santo>>- Una colubrin a dì palmi 22, 1rnre per Sa11t'Elmo , la vorava rn° Cola Seardapiuo <~ « rnneRtro ,Toam1e nu11·moraro i11 la fontana, de la Nunciata facrva sci morlari dc petra per monieione cfol del:to castello per pesare polve,·c ». Nel 1347 le artiglierie della, dtti'L 1:,;ommaNtH10 a 44 ; ma, in seg11i1o al tmnnlto <·ontro il \Ti(·eri> Pietro di 'l'oleclo che voleva is1Hnfre nnrhe in Nnpnli l'l11<Jrrisi:done, esRe furono ritirate. L'anno appresso, e preciRamente il 12 ,11wile 1!:>tl8, con cliF:pnr·c·io llin~I lo ._il ·Mnrchese G onzal es dc l\fondoz,,a , e< rorn,id e· 1·ata fa. aff<•cti one et demostratione che q uesLa rna,gnifica et Fidclissimn Cithì. di. Napoli hn clf~mostrnta ad Rna 1\P in tutte l e snP o c·c·111-ren lie et mn.i:.:si.rne 1wll'111Linio pal'lam cnlo >>, il Yicer ò ord i nò la 1·< stitm:iot1<' <'lelle armi portatili, m:i si 1:rn,Ltemw le artiglierie in Caslelnnovo, c:oncedendo tutta.via, che ht città teness<~ iJ monizioniero ecl altri nfficinli per il governo delle bocch e da, fnoco medesime. Del resto. non dovette t1·ascorrPre lungo tempo per la resti0

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fH9 -


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tu zioue dei pezzi , poid1è, tla una cedola di lJagarneHto cou liber,rnz~~ del maggio 1532, 1·i:mlta ehe e1·,.t110 stati eostruiti due mez7,i <.:aru1011i 1·inforza,ti per la dttà di Napoli d1e, a sua volta, li f1veva presLaLi alla R. Corte, cou altri quattro pezzi di artig1ie1·ia, per l'impresa, d'A.frka. E, l ' auuo dupu: « .\ J.3, dc luglio l,,i,;:: a m . bar.' d(~ :1onla1to, m.r<> .Santillo de Snn Lo, m . 0 ::-3alnitorc dc e lia, d rn.i-o X1mfaro <.le J onlauo fon tliLori tlucati 22;}, tari 1:1 g. otto se li vngnno 1'· la fottura clc (:anl.:ira ;;~, rn to lt! 92 ùc metallo che 11:urno pesato (li t ti due meii (:1u1111111i rnf'orczati a ragiuue de d ucati quattro lo cautai·o 1wr llet ta fot:tnnt d . pt·vccdono d a c;.wtara ;,u r • 8::J d c metallo cioè c. 0 5U r.~ 20 clte 1.t,1110 pesato d i l.l.i due mcczi cannu11i r eforczati et rol.Li 11110 de veso d c c.0 27 r•- ;:;o et l' alirn tle c a n t.1r a 28 r " TO d e ditta dta dc nap. d1 c> se roppe:ro ala delta imr,r e;,;:t d (! Africa et •.l e e" ;; l"" u::: de meta llo piglialo (lal r egio castello de S.to e lJ1 10 <·01110 le r e;,;taJJ f.<é e,1nlarn è: 1·" !:11 Sf!li r,mo boni adct1:i fonditori p. lo :sf"r ido- de la fonditura, :1 rngionc dc r. 0 7 p. Cfinlo ·- .. << EL tldti due uw<·½i <"·0 1H1 u 11i f ,itti. .. sono si.al.i vrova t i et sono riusciti !'toni f•! fl<•(t;t r e;::;ia cu1·!e ~e ii l::_l l)l'l~s t.1ti d ;t dc:tl :1. cit a d(\ ni1p. p. 8t!xvizio ùel lo r(~;.:,· ie g·nh.?1.·e de (}11<~:-.,_o r pµ:no :-!lh\so f'iH~ dt-·tte µ;aleri..! no.11 1la\'(~n-u10 Art., tJuali il t1(, 11 1L'½i c,111111rni ,;e ha1H, d:1 n _,,,f i lui r c a la dcLla ei La d c Nap. ccc.».

TI •l ot· 111ue1d u, tratto qnat-:i iuiegTalrrH~nte dalla c:<:dofo di 'J·ei-;01·etin dell'an110 ] 0;",:ì, (' impui·brnte 1w1· val"i mot ivi: L') JWJ"f'lH' i 11<i ica i nom i dei q 11a t tro a.rtefi c:i el1e eseg-nirono la eos ln1;;,.io11 P 1lcii dne n1pzzi cn-m1011i riHforzati (e1l a ta le pro]'O~ito 1·ieonler<~rno (·,he, iu altro po~to , .~ [atta men:;,;ione di mi aJti-o foll(lit ore, Amlrm lico cle Spi11or-:a, in r,;c-•1·vi,,.;io regio nel HiG2, f ' q11 i]l(li 11e dc~cl ucinmo dw verso la. mdù del :-;c:colo XVI i getti 11011 e 1·,rno povc1·i di buoni maestri) ; :!") ])('!"(' ]1<1 dù, 1rn indice sicm·o d el Col'lto della fattura, di mia boeea da fnoco : ::n pe1·ch(: prova e l1 e esiic:h~va la, bnona uorrna di coTlandarc i p0.7,zi a eostru7,ì011 c ultimata : 4°) perdi<' indica Ja d ata npp1·ossirnativ~1 h1 cui avvenne la restituzione deUe artig-lie1·ie alla · f'ii"tà cli N a poli, dopo che esse le er;1110 :-:;tate ritira.te in Rcguito allai Rornrnossa del 1547; ="5°) pcrcliè assoda ,:he le gake si armavano· a Napoli con gli stef,;si cannoni de~Li 1mti alle a,doni sulla: terra forma.

Pal'lando delle ar(ig:li c1'ie apparten enti al Comune di Napoli, a buiamo au'.em1ato nll 'irnpn~sa d'Africa, ma per apprendere -

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L.·\ G UEIWA D' .\F lt l C.\

eo11 esattezza di q ualc entit:ì. fosRc stata la pa deei pazione (IPI · l'Arma, quali i tf>mpiti a.ssegnalile, e quali gli nom ini , hisog11:1 ripol"i., nei ad al<:uni bra,ni di lettere clic, <lnl 1G4.D al 1530, a pro posito dP11a, campagua stessa., lì'l'anc(~1-;eo Ha bbi sèri veva al D nf:it di Firenze : 111 data 10 ging-110 lGGO: « Teri a mezzoi.;iorno comparse (IUÌ il Sig. ])011 Grazia suo coguato, con 24 galere, fra le <11111.li era il Sig. Giorda 110 Or,;ino con le sue, n>.mllo l}l!Ì l)CL' leYare di n um·o 1000 fonti i:,pagnuoli, 20 <·nnnoni, e g1·ossa som1m1 di monizione tl' og1 1i ~ori e, per l:t rcsoluzione <:11e :"IYCY:1 . fotto il Principe (l'Oda delh i111presa d'Africa >l.

E 11Pl la ldter:1 scg11e11 k, <l(~l 14 giugno 13::iO: (( Don Grazia ed il Rig. Gionlano si trovano ancm·a 1]HÌ intorno a ques t a cspeclizione , .l:t quale, w·nso doverà essere finita di 1J11ì a domani e voi d i subbito r,1r , Pln ; e lcrnno li 1000 sp,1~11110li t'! lì 20 ])l·zzi gros"i cl' .\rtig:1iPri,i >l. T~s,1rliin,.11Hlo

11ni 1r~ cliHic.oltù fll~1l'in1prPsa, la Jct tera eon-

tinua: « Il Sig. Gion1:mo lta <IPt:to qua in co1rniglio elle ~e In non Ri fa la hai:t:eria per ma re, d1 e si va 1wr altra vi a a rlar del c:1 po per i muri ; pen:llè l'art iglit-!ria bi sogna ;;barearla un miglio lonl:mo dalla terra , non si faeenrlo la hnl L<~,ria per mare, e bisog:ii:1 ('be i solrlnti l:l i-irino l or o medesimi t)11el miglio , non ave11rlo llP. e11valli, nè g1rnstatori rli pot1~re f:lre nltrimenti )L

lG g111gno JG:-iO: p,11-tirono i.eri sern il SiJ!;not· non Gr:-11/-i:1 <1 Signor Giordano con le 24 galere, r:on li mille f,i n ti Rpagnuo l i , l'nrl·i;dicrin e molle mnni:don i (1'og11i "or t a». (< ..

B :-:;eguilan<'lo si ved(~ quanta magg·io1·e perizia aYel:ì sero , in cl111fronto degli spag11uo1i, gli artiglkri Hn1ia11i: « Q11eisti r·apitnni spag1moli :1 l! :1 n~ntnni possono es;;p1· v:il<'!lll.i <li lor 1wrsona; nel rPRto 11(m s :11rno 11ient e , e loro 111edesirni quasi che lo confo~s,rno, e l :1 esperiemm lo mo~lT1> a lla _giornata rli i\Ionnsl·.<;rio nel far la ll:1Ueria, che se• 110n en1 dr~tt:o signor Giordano, non ,·i era uomo elle supeRRi metkre a c:n ·a llo l' Arl.iglierin elle si cavò tl i Hu le galere. Il Signor Ani onio d'Oria e li a 11.ri che ))111' (lcbbc no sapere, non Yi volscno (_'oinp:1r.ir<-,, v c r ei;sere f:1ll:1 qnd l'imprp,-,1 (come i:;rid1. ancora questa d' Afric:1) ~pn7,n $11.l p,1rteeip:1zionc )l.

2:3 luglio 1550: « ... :1 :2 ore <li n otte co111p:1 r f:11 <Juì il Contt> l1' i lippino <l'Orfa con ciuq ue µ::1-

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l:iOO - HlUO )ere; doi.· c.:on tluc ili <Juell e del l'rindpc, 1111,1 di quelle tlel Signo\' Don Grazia, una ù'.Antonio d ' Oria e l'ultra del Priore di Lom1Ja1·ùia.

Que~te galere erano tol"lmte a Napoli per imba.rca1·e ancora 111.m1 izio.1li e provvigioni. Più arn,11ti il Baubì 1·ifcris<.:e l'e:;ito di un colloquio av uto co l Priore ùi Lombardia e dice: « !'!1c n ell 'cserdto v·è tanto voco rn·tlinc e 1,11110 poco govcr110 , elle non può Ycdcr e pegl,(io » e d ie « il g-0Yer1111 i> in 111ano (lf!i giov,1 11 i e di t>~!r son P. senza 111<-1111:1 espcl"icuza; e ell e quei d m alla ventura pote1·cbbcno ~aper e, non ~un d1iau.11.1tj ,1lli eonRigli, <~ ,;e ne stunuo d a handa, senza inl!'crirsi in cosa ah-1111:1 , lai;:~nn(lo ,i!Ju~ar si a qnc i giornui intorno la mural!'lia ; :ll la ~1ualc circa a 500 spag1111oli det tero 1111 :i:<,;;tlto tl:t 11n,1 p ,1 1'lc clic e l':I andata il t.er n 1. e si porlo1·e110 con I,, 11l":1. Yil.tà, eh<·! 200 •.rm·chi r:h1-, escirono dalla. terra, gli <1eguiton!no Ji110 ,1lle lor l rirn·erc , 11mm,r1,;mrnlonu e fcrcrnlone quanti volseno ».

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E ancora : « li l'rim·\• f• n ~s:d 111 ,11 >1oth lisl'alio t·! eome deùbu ess1~1· :111c.:or a il Sig!lor (Jior(--!I. i l 1lt•I to

tl auu, 11011 c..·~se1ulo ~tni :l lo r o o lJ:.:Jcr vut;l co~a ('hC fu:ssi ]\)l· pn,n1e:ssa :

Prior e

111;1i ,·olut o ohhetlirc a ncssn110 , s:1 lvu c he al l'rint·ipe ; poi che :1nlire di <:oma nt1,1r :liii H alinni 0µ;111 vi i aziom•: i q 11:11i n on hauno Kt~1T ito :td :i ltro •·ht• pe1· ;..r iwi;(";1tori, tirare l',n'tlglicria , far g nbbionj , eee.

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Vediamo 01·a donde si. traesse il forro 11eccssario pe1· il in:1 teriaJe del treno, per gli atfosti e per il mnlli ½io 11ame11to. Da. tempo , in ogui provincia, vi erauo di versi « ancdamenti )) : il governo, vole ndo riu nirl i, fece contratto con due ba.11chieri fiorentini, Raffaele Azai oli e Giu lia.no de 'l'ovaglia , i quali p1·eRero in affitto tntti quei d.izi del r,~gno, come risolta da: p ub blico Rtrn mento iu dat:1 8 apl'ile 154<.i. 'l'alc contratto d'alftLto aveva la dm·ata di dieci an ni e :a somma pattuita era di dncati ~9.600 amrni: nell ' aecordo er-a <'< •mpreso il dazi o sulla pece , che chiamavan o a,ll ol'a, quintaria. 'i/ « f1rrenclatorc >> aveva diritto di fai: venire dall' estero il fcl'l'o crudo e, Rpecialmcntc, le palle d i cannone. La Corn,ervà,torìa <lell' Al'tiglieria, che na.tnralmcnte aveva sede in NapoJi, raccoglieva, bocche da fuoco, _profoHfli , pol vere ccc. dai vari partita ri, dalJ e fonderie, dai polverifici ; e distrihniva t utto il rnateriafo a,l fa. fl otta, a ll'esercito ed ai. Ca-

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FUH1/.E Dl:;LL1 .-\U'l'lGLrnUIA i\"APOLE'l.'ANA NIJL

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stelli (i quali olliini però, talvolta, si l'ifo1·niva110 dircLLamcnlc sul posto). Era <Juindi 1m'anrnlini,-t:.razione di vaste proporzioni, un cmih o di raccolta da,vvero gigantesco, con molteplici compiti e gravi 1·espousabilitù,, t anto più che si era in continua lotta sui ma,r i e sulle coste, saccheggiate a ripcthione dai Turchi, nell'interno della, Penisola, e anche in terr itorio straniero. Nel 1i>Gli, mentre il Papa, andava manovraudo contro il R ea nrn, il Duea d'Alba, che ne reggeva il governo come Vicerè, inva:-.i__: lo Stai.o delht Chiesa con 1rnmerose milhfo e dodici p ezzi di artiglieria a1li(lati alle cure di Bernardo d ' Aldana, Capifano gc11erale dell'Arma; e, 1wll'aprile dell'anno seguente, altre bocche da fuoco fu1·0Ho inviate contro i Francesi, che erano penetrati negli Abruzzi. ,~~ iuLcressante trarre da qualehe clocnrnento dell'epoca la, forza degli uomini addetti all'artig:lieria, che va sottodivisa in artigli(!l'ia ùa campagna e dtt batteria. 1l 20 agosLo 1556 fu a,nticipato un mese di salario al CapiLauo Mudar ra,, Luogotenente del Capitano dell'artiglieria, a Lucio da 'l'ntni, maggim·<]omo, c:ol suo aiutante, }1 Gousalvo de .Alclana « che doveva S(~rvirr, :.1ppresso il maguifìco Rel'nardo de Alda11;1 e doveva, te11c1· conto della gente che seguiva l'artiglieria)), H un muni:uioniero, a, quatt1·0 a.inta.nti a cnva,Uo ed a, quattro a, piefli al seg;llito del Luogotenente dell 'artiglieria, e a clne ca,p i bovari. Poi, quattro rna~sLri d ' ascia, tre aiutanti, otto maestri fcrra,r i, fra cui Genna110 Ma,c7.tt fonditme e due aiutanti. Reg,-110110 nndir,i hornhardieri onlin'arii, otto Rtra,ordina.rii, sei nin tanti hornhardieri, quattordici gentiluomini, che andavano appresso l'artiglieria. In altro foglio Jìg·urano, in dnta, '.:!ti luglio 1556, trcntatrè marinai (< che anelavano appresso · 1a. R. A rtig1ie1·ia )). F. li troviamo ad Anagni, in S. Germano, a 'l'ivoli ccc ., con canesi, bovari, bufarnri, e guardiani dell'illustrissimo Marcantonio Colonna. Spirat::t nna treg11a, d'armi che si era conchiusa dopo la presa di Ostia,, mentre il Duca d'Alba era aRstmte per convoca re i baroni e spremerne quattrini per la continuazione dellu, -

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ca1111mg11a, i nlllLaggi acquisiti in u11 primo tempo <lalle truppe del Uearne and:uouo ])(!rduti, e il Duca di U-nisa ]_)o.se l'assedio a. Ci vite Ila, negli Ablwuz,li. I clifonsori della piazza., quantunque 1ton a,vessero chf) due soli canuoui, IJOH htseia1·0110 di battere gli a;:;salitori, 1iud1è uun fu 1·0110 liberati dai Duca d'Alba, sopraggi nn to, con ventimila fanti, ,lumuila cavalli, lrnou nnlllel'o di uoL:ehc da. f110<:o e sn:tlieieuti muuizioui. ~ utevoit~ fu l'a1·111tUUl'.11to al'ligli(~l'e8L:U, 1·ealizzaLo ve1· fron · tl·ggia1·e [;tli vkernl(~ belliche. 1•er fablwica1·e ]e artiglierie che dovev:1110 mm1Ìl'() \'e11usa, 1111·0110 requisite ìc ea111pa11e ili Lucen1. <'. (li :dtl-(~ dUù deJla Capihu1,t La e Basilicata; tm tal Cerl'<·i o, ln·escia110, si assuuse l"i11 L:,11·ico {ii co11scgn:1re negli Abruzzi

mill e cauta1·i di :valle tli feno, e prnLal1ilme11te si dovettero req 11i :-:i 1·(• a 11d1c le a1·1 i g-1 ic1·ic p1·i Yn h-\, t·o111e des11mia,1110 dnl fatto clit>, 11d 1:i:i7, il Hai·o11c\ di C':1.1·ovigni si l'i volse al VicPi-1\ p er t':--SPl't~ i11t1emlizza1o (li 1 !i 1wzzi (1':a·tiglir1:.ia, d1<-• HV(W:L eeduto a]h H" Cude. l~d nucorn m>l 1:i;,7 - sc1·ivl' il f.ìn,111.in~lli - 1"11 « n•qHisito tutto il 1nelallo delle c:irnpn 11e (ldle ( 'hies<~ di H\-'tteveuto, per fo11dc1·c e fal'e nrtigìicri e , snwl'igli e fa il:01:!'tti, pPr servi.zio dell a I: ' Corte a <lifosa del Reg110 ll. mentre J'artefite fonditore Gia111.)i1eouw S nlepico du !tol(e(la, dopo il m e se di J11g·lio di qu ell'anno, si 1·eearn. a Xapoli e fahh6e,1,·a colub1·i11c 11ellc J'ondcl'ie p:wtf~11opee. l~na {li rpw:-:tc armi ha sfidalo e vinto l 'inesol'abil e Jogo rio d<>i Recoli e si eonsPna, an c.he oggi, nel ,~ fusco d'A1·t;i gli<"1·i;i (li 'l'orino: pssn po1·ta incis:t ],1 r-.i/_!:l.t « L1ni;i-eobo ~ - (fo :rvrolfeHa 1G57 >>. Giangiaeomo S alepico, die ritroviamo nuova · nw11i'e a .l\folf'et!a 1·1cl l!'i(iO e Fli.~. aYPYa appn~so ]';u·te del getto dnl nonno Fim·enzo che fn l'ani1na cli mm maesi;ra11za di fondiim·i. giù fiorente neìJ:-1 citt:ì pngliPRe 11el 1 G40.

Qnnlche :t,nno più tardi anche le artig;lierfo clella ciH:\ furono 111'-afr\ p1·obnliilrne11tP contro i T11rchi. dn <:nrlo Spinelli, il qmilP, il 20 a.pl'il<' clel 1:-ifìO. per r11·1ww<· tuia sua galea ed t1na. gnleotta, con 1'autorizznzione del Vkerò e del Consiglio Collaterale, si

foce <·oni-pgnnr<' clnlln cittù di Nnpo]i <e 1m ca,nnone ed una coluhl'ina con 40 palle di feno per l'nnn e 40 pa,l le p<>l' l'nltrn e con ln Rcopa f' la cocchiara )). Il cannone Ri rnppe alla. provn. (' gli si ili<~de << in <"ambio Hn altro cannorn• con :;o pnll0, P rhle sngri con

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-;-o pn Ile, cou le pale, c:ou:h·ia1·e scope ed aHI'i ordeg1ti 11<~(·1~s:-:a,1·i JJ. Oi:1 dicemmo in preceden7,a, <leila boutù. dei getti, ma. è 1J; 1 l'ilevare c he questi erano ottimi non solamente a. Napoli, be n ~ì anche a R eggio, a, Pa,lenuo e Messin a . In quest'ultima città, ei·:L in eilìcien za nna, fonderia, s ulla. strada d ell' Oliveto, e yj erauo 1·epnta ti e . .:.cellcn ti fo11ditol'i Giuseppe Ullo, Ginscvpe .AJgnri, e più tal'di i fratelli I'aol o, Seua.stiano e Giuseppe Coslantino . Qui si geU.Lrono, oHre a. molte a 1·Lig lierie, u n a colubrirn1, cou lo su•11n11a 11ei Uassinesi. di K I'ladclo e la Htatua di Carl o V. Considcdamo ora brcvemeJJt<~ l ' arnmmento ,lellc torri rna· 1·ittime. Sej:ive Onofl'io Pas:ud s .i n ello stndio La co&t.1·11.:~:ione ye1ie1·ale delle torr-i mnritt-ime ordinate d<tlhi R. Oorle di Na7ìoli '11el :su· colo XVl : « Rom , di qnef.it'a.11110 (13(;3) l i! p1·i111c islrrndo11i 11:i!.e ·da11a H . .<\1,mer a e flalJo :,;.U~sso Viccrè, Jìnca \l' Akalù , d ou J'al'afan Hc· Uihcra ni ~oycrna{ori vrovi11dali. l 'e1· effeLlo <.li (\fif,P fn slal1i · li to: Kes:--11nn ope1·a doveva eoi-:trnirsi dw 11011 fo sse Yolnt :1, dalla H . ('01·1'<'. ' i' uUe Jp Jo1·tifica:t.i0Hi m,iste111 .i rico11os<:i nie, a g-indi½io Ili ('spel'ti , di p nbhlk:t ntiliL~L tlovl'Y,Hto (~SR~1·e espr opriate nccor · d:rn<.lo m I giusto inc'len 11i7,1,o ai p1·oprietari )) . E<l il eo1wctto er a q 11eslo : eosl.l· ui1·<\ sn puulì speda.li della cost:i tor1·i in Yìsta l 'mi.-1, dell'a,lt rn, in morh, da r·o:-:1 ih1i l'c nna dntnra con t in ua ,]i fn1·t'if"if'azioni « alli11c h(\ Yeclcndu fuste , far,esscro fuor:o ili con t i· 1mo ,~t r-l1e t ntte el e tte toni d oY<'ssero corrisp011<le1·c l 'nua c011 1',1ltrn. 1w l !fra1· li rn af.lcoli el· del far fu oco)) . P c 1· ] 'nrmn m e11Lo d i 1':1.l'i toni. mo lt e nnovc boe.c he cla f no(·o Wll ll( ·t·o costrnitr• : sot.l;o 1:1. ,'Inta dcll ' ul!imo di fli<'. Prnbl'<' ~lel 1 i:i70 n.hl,i.11110 not-i,,,ia dd eollnn<lo <li Ressa.11ta sei. 1wz;1,i (( Wnr·t.~ d e lw1111w novanwnt<~ fatti pe 1· :-:1'1·vir.'io fli del.ti t orri 1w1· rnacsLI'O d!• f'1·i s lof',in> dP g"iorò :1110 <>l 111.1es!1·0 Sa.nt illo 1fo sa.n to., tioè sae.ri tìni C'lw til'a no pa,l fo cle li bre 8. sa.cc·i otto ehc ti1·a,no pa,lfo da Ji bl11·e H, fal e mwl.ti i-:ei ch e til-nno p a,l le <.fa. libre 4, rn c,17,Ì sacri 1~, r,he tfra 110 pal lt- cla. li h1'<' 3, nler.zì f nkonetti 28, c he t irano palle da lihr<> 2, et smerigli !) clic tirano paJle d e libre una, li q11 n.li pc:.1zi 6H tl 'arfog-l ia.1·i:1 sono s t ati provati pt-r lì ho m hraclicri de]l::i, R. Cor. le n. Contim1 n.nclo , s.i lf'g-p:e r,hc fa prova. f Ll f a.tt::t a lla, 1wesen7.H, del lnog·ote nPnte clcl Capita n o generale clelln R . .A r·tig-licl'ia. Gio.i.o

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1500 - 1600

vmrni di Bologna, e che i cannoni furo110 pesati e risultarono di 2'Tl cantari e roto.li 7:~. Poi è fatta menzione di uua partita di polvere g1·ossa e di palle prelevate a Castelnuovo, per eseg·uire lai prova, dei pc;,;;,;i. J )el l::i,S <~ una rfilazione sn f·inqnnnta.dnc pezzi di cannone, conservati iH Ca,stclnuovo (< per le torri che si ritrovano construtte per la guardia de le marine del reg1io; et per d(~cte arteg'liari<! ci hisogna,no cocclliai·c, lanata et refi.latori>>: tutto materi :Lle di cui si ordinò suhito la, fahlwi<'a.r.ione. A 11eorn, iu da.ht 31 dicembre 1570, si parla. della costruzione di un ,nulino nel fosso di Castelnuovo per Ja foblirica,r.ione delle polv('ri ; e iiello <steF-so documento è fatta me11,donc di due partite di polveri, di r:ui una lavorata nella Rtessa polveriera e l'altra. :wquistata dall'irnlustda, prirn(a_ · l)el. :·e·,to polveri ~e 11e falihri cavano dappertnt:to, nel Uea.me, per opera, di privati che poi c:ereavano di venderle all'am rni n i,;;r,r·aziow~ dell · <·se.rd Io. ,\11;·b· il Co,:I<' di F'.;11·1H; assunse, nel 1577, i1npeg110 t'Of'I l:t Ccn·te di fornire mille cantari (]; polver,:~, da. fahb1•k:1.ri,i nefot pohN·iPra cli ~n1·no P fln conRPgnar·Ri rn~llo Rpar.io <li sei :t1111i. Ultin,ata, la couscgna di tale maleri~,k ecl esRendo in co1·sr, delle LraLtntivc pcl' una, nuova fornitnra., 11 ge11erale ,Tuan Va 1sqne;,; rk Acng-na r·iferivfl, al Vi!'<>J·(\ in clata 31 maggio l :-i87, dH~ r~ra « la mejor polvoi-;1, qHc sr: i't her'.ho e11 esto Reyno f111e mas qnr.~ tlica, no ohstante qne ha.da. mucho tiempo. que estavn en Ja moniti01w flll:ln<lo se emharco nllin,amente ]Wl' ordPn cle V. E. <'Il la" Havcs <Jnc rucron :'t Espnnn )). I pntti principali del primo eontratto, 1·ipetuti pni in rpielli Ruecessi vi, erano i seguen li : La, Corte 1si ohhlig;n.va a, somministra1·e al detto Conte nuli a rì mille cli sn,lnitro per a.11no, da prelevarsi dalla Conserva.to1·ia cli Castelnuovo. La, polvere floveva P8Here ricev11h1, in Castelnnovo dfotro prova,. Il prer.;r,o conY<\1111!0 era di d11eati sei pe1· cantaro, Pd ìJ paganwnio doveva, aver luogo ad ogni consegna. Per 1111:1.nl-o int.<>11sa fosse la proclur.io1w di boeehe fla fuoeoJ proietti ,~ polv<-:rr.>, rhmlta va sernpre infcdorc alle ner,essità., Hpe-

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l'iall11ente per quanto conu~rne i. pezzi, tant'è vci·o <:lte S.JH :1,;so il Oove1·110, per· fronteggiare gli eventi, era costretto a, tnt,l'l'e dei c,LH11011i <falle fol'tezze oppm·e a farsi pr<~stare le L>ocd1e da fuoco a nto110Hw ( <'.on1e aL>L>iamo visto, 1·ipetutarneute, per quelle d<~lJn. dttù tli Kapoli). Ciò :,i SJ.>.i ega facilmente, se si ticn ])L'esent<~ la vastiLù, dei domini 1lella, Spag11a che, avversata <]a molti nemici e specialmente <lal 'l'm·eo d1e le contendeva I:1 suprern:1:1,frt del llediterraneo, doveva JH·ovvcdcte aUn, difo1,;a, di un cHorm.<~ sviluppo dicoste, <~ adoperar<~ a. tali~ Jiue tutt<~ l<~ fon,e ehc avev~1 dispo11ibi li 1wi val'i do,nini. Ne deri,·n, ehe a.nc.lw il H.c-..arne Napoli doveva dare lm·ghi contrihnti agli eserciti .lottanti al servizio di Spagna; e, aC<'.,Wlo a soldati di tnLte le Anni, uoi ti-oviarno artigliel'i Hnpofobrni dov11111111e ~i foec.:ia guena guerreggiata, Emlla. Len·a o sul nmre. Qna,Hti bombar<li<>1·i <l<~l RPam<~ fo1·0110 irnh,11·<:ati snlla (lothi che, a L(~pa11Lo, di:sl.1·u)-;:,;e per ),,;e111v1·1i .l'arnbiv.ioso sogno degli Of.l.rn1ta,H i? ~on possinrno di1·]0 eo11 v1·ecisio1rn, ma certo dovettero essere woJtì, se si <:onsidera clH~ :-dl'uJtinto cli 1nn,ggio clcl J;-;7~ ciot\ qua11do gli. altri artiglic1·i c1·:rno partiti da tempo 411 bo111lmrrli<'1·i, e.01i 1111 e:i.po, ll maestl:i d'ascin, 2 l'el'i'a.1·i. e 4 ai1!1n-nti pen:<~pirn110 l'anticipo cli mi 1nesc di sa.la.rio, dovendm;i irnùa1·ca1·e << pe1· a,mlar a 1:,e1·vire a, qrn~sta giornata che 111..mo do11 C:ionn1ni d',\mdri;i , sada, :J'n,r e ,In fovati )). l )i t:, li hom l:a1·fliP1·i, t- 1·p fnrono f.rntti dal castello cli A(Jnila, 111to [f:t q1wllo di C'ivitelln., sci <fa qncllo deH'iso.la di Hri11dii::.i, d 1w d,1 I castel !o tli .l..incern, mio da quello d'Otranto, d1rn dalla (·it (ù. di 01T:rnto, 11110 clal cmitello cli Ga.Uipoli, uno dalla, cittù cli <;,dlìpolL 11110 dal cnstcllo di OrJ·ona., ci11qne dalla cittù, ,11 n.wtn,, due da Pescara, uno dal forte di B1·i11disi, due dalli.1 cittù dì 1:rindisi, einquc da Castelnuovo, due dal castello di S. Blrno, 11110 rlal (·asJ·cllo di Jfa.i a, <•cl infine qnattro dalla ciltà di .Na.poli. Oltre nl personale, s'inYin.vn.no :indie nnrnizioni, come appar·c tln Tlll 1mg-mnenio, del l~ rn:1g-g'io cl.e l :1572-, di duca.ti 17G4 n (< li'i-au,·esco dP lr-rclla patronp de] galeone chiarna,to sa,n to piefro ])f't' ]o noli e cfol eletto !-!,'Hleoue sopra, lo quale, sono state carl'if'nte . . . . . . .le rnm1i½ioni discaric:-1 te in Manfreilonia dala nnv<· dw Co c'I' A11lonio dc> '.l'omnse pe1· c011durli in Corfù, et consi-

ai

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HiOO - 1 !iUO

gnarli a chi onlirn.w a il Se1·cui ~:simo 8ig;noi-e 1)011 ,J oan d' A n · s1 ria, ecc. >>. l n q uesto periodo fn t o11 0 u sa,ti a n c he i carn1 011i del Cornm1e di .Napoli , poichè « con l' as:-.;cn so dell e piazze, ni 11ove maggio del l::i72, si diedro d ue pezzi di avtiglicrìn. a Colan tonio Carac· cìolo, marches<~ cli V ico, che n.llestivn du e ga11,otte >>. Olt r e alle u avi :icr·Punntc, parn cli c il Cantcciolo ~rmasse an che 111m gal1~11,, « sei-ve11do:-.;i tli nn c;,,u111onc e tli qnat L1·0 sa:;ri d('lla Citt.ì,, per·ch(\ P!'-SPn<lo mol'to e [ roYandosi la det ta sna g-a ll~ra, in Sicilia, gli Bfr•tti sc1·is8e1·0 a 1'latca1 1tu11io Uolorni n . a.il01·.l Viccl'è in qnell' isola, per ln 1·icupcra;.,;ionc <1i q1w lli , facc11<'10 p re· rn m ·a di es:-;e1·e liberati da lla gm·(•nzin 1n·e:-:ta tn ne lla (·011 segu n. a lc 1u 1i gentiluomini 1wp oll~t ani JJ. :ì\fa , per a.ver e 1m qu.idro ('sntto clell 'ArU g lfol"in ili questa epoca, non bhmgrm s olamente guarclal'la attr:werso alle c-n111 pag 11e cli guerra a cu i. cl'fl. r hia rn a,la, rnn anche s!uflim•l n. c:ome c 1H•rg-ia pule11 :daie i.olle fortc:m;e del Iknme . ..\nzi , nelle pa n sr di pac(• , più o meno ln·cvi , l a snn n11·a fo1•;,,;1 <'I':l proprio tl'a le 1nu1·a me1•ln te clei castelli .. <lai qua Ii nsr frm io bombn.rdiori e C,LJ111011i nllo squillo della. diam1 di gne na . B che le for'lc;.,;,.;p si. t enesse1·0 in mm certa, cflìcienz:1, lwllif·n l'- fn or di dubbio p erchè, pc1· og·nnnn di ess(•, sono :nm o laj e speRe JH~1· opere cli forti:tita-7.ion i ccl nr nmmcn t.i. La scarsità dei mer,,1i non pel'mettc\va. di fa re l e cose in grande; mn le e 111•e C'.i>rtnmeatc n on man<:avnn o. I'f'r esempio , il 3 fohhraio 137G, il Vieerè, ,1VPndo sap u to che in Castelnuovo vi er:uto pezzi rotti ed i nn tili z;,,a bili, sc1·i. nwa a l ) 0 11 PNlro Y <· · l m:qnez orclin:uiclog li di « <l.n·<· p11ssag;g:io )) al l nog-otrnen le (kl Capihn10 rlel1 ' Arti~li e1·i a <lt>.l H eg-no , il mag11 ifi1·0 ,Tnan Yasqnez, per I' ispPzio11e del raso. I )opo <li elle fu s1'(·~a um, 1·ela.:done co11 le n •ln.thre p1·oposte <.l i cost.1·n zi oue cl i n novi 1)er.;.,;i. dc~tiuati a sostitnire g·l ' inservibili: e d oè, fornien<lo sci vecc:hi p ezid, dd peso complessivo di 116 canta1·i, e nggiun gendovi al1Ti M~ ea,ut al"i di rn eta.lJo, csii:;ten ti puT'e in Cnstelnuovo, se 11e d ovevan0 tn.1,n ' c 4 cnnnoni cla tiraTe p a ll P cli. 50 libhre, de l peso cli :w n ~5 <·an tal'L

T,a i:;trsslL T·ela zion c propon c·va, di uLili ½zare dieci pezzi di un a colu brina rot ta, e i. rollami di un sacro e di nno ~merig]io. -

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Lu lt i p1·ove11ie11Li da l'orto d 'Ercole, ver costruire due c.:oluuriue tfra.1· palle cli :!i"i libbre, da por-re a, disposizione del rnedesirno presiù.io di l'o.r to <l'Ercole. Dopo di che, si dava ordine a << J uau battista C:1racciolo >> di mettere iu fonderia i pezzi e 10I'l1irc lo :,:lag110 O(",t:OlTellle . .l)aJ pulltu di. vista dell'organi:w;a.z.ione del personale artiglie1·ei-ir:o, 1·ilevian10 l'eloquente iscri,1iollc appo::;ta al quadro di :-;, J ,a1·ba1·a ncJl,t Chiesa, ornonima in Uastel Nuovo:

l:,1

nvi Ua:slil Novo J,' esi l ,','ocicfos A rtill'iros ,li. 8. f::Jlaber 1583 J~ facile desumen1c che i bomlmnlier·i della, m a ggiore for-

tezza di Napoli fossero gover11ati da, u110 statuto; e certa mente esisteva, anche una scuola,. 11. 3 febura,i o dello stesso anno Hif-'.) il Vi<;en~ Don l'c(ll'o Gi1on proibì la espol'taz.io11e della, poln"re, del salnitro e dello ;1,oll'o. J>iù Lardi, soLLo il Vit:en~ HiDvam1i ½uuiga conte di :Mirnnda, sorse l 'edificio delln. polveriera rn~l lnogo detto ]a Vela, ftw1·i porta C:1pn:Hia, : si p ensù , (:osì. dì diminuir,~ il vericolo dc gJi incendi, che si ,~rano r ip(:tntmn(~nfo verificati, e che taJyoJta, , per esP1npio nel lr:i8!l, a,yevano fatto molte vittim e e a1-rccaii gravi danni. I IJtant:o Ja tecnica delle cosLrnzioni progrediva, e spf>cialrnentc amne11tava la poten,1a <folle hocche da fuoco , tanto che nm·tolmrn~o Roma.no, n el suo << Prof;r;o ,Jfilda,rc >>, pubblicato a, 1-:apoli rn~l ];i!)fi, dice che « la. lnnghezim, delle colubrine doppie o basilischi, cio(: cfolle artiglierie che portavnno palle di 40 libra in sn faceva si a, Napoli <li ~1 in ~2 ho<:cntnre o bocche, quando n elJc pratiche di Vener.in, usa,yasi cli 27 o 28 )) . Nfostramlo poi come si squa,dra ]a colubrina di libbre 20 di palla, di ferro, egli T,c· dù, J:i, figura, e dice che a. Na,poJi. usano far g1'inter,1iamcnti dei p<'lrieri t u(ii ad un modo e t;on una medesima, regola. Prcccdcntcmcntc, il Colliado, ncl1a, sua « Prattt:cct ma:wuale dr;lfartiqlù!ria )) mette in rilievo le buone pratiche inerenti a,l rnnneggio cle]le bocche da fuoco, la, p<'rizia df'l tiro , e fa. bontà, fl<>lle polveri napoletane. venete e milanesi. Nell':wh~ cli fahlwicar << fnoc:hi di F:aJve e di gioie>> è esaltata Ja, valentia di Gfoseppe Buono, napoletano, il quale - a,g. -

fl29 -


1500 - HiOO

ginugimno -- (\l'a audw eeeellente fomJi.to.re: in uu iuvent:.1,rio posteriore delle artiglierie del OasLel Nuovo, u·;;L i più autichi pezzi do,·evn110 esseni uwt moiana a due bocche fabbricate dal Bno,10 pe1· jJ nuca di Sessa. l'e1· f:01wl ndere, rilevia.1110, dai lri l:1,11ci degli ulli mi anni dd SC!eolo, nkmw (·.ifre <·oucc~1·1w11ti l':.w tig1ieria. Al

Cai,it.mo d ella

lor ,mldo

regia At'tcllaria suo lnogol.f?llf?nlt~ d: offieiali ver ducitti 2170. tari 1!

.Ali bombnrdieri elle serveno ne le castel.la et fori ezc del llt~gno peL· lor dl'l prc;,:ente ,muo ducati 111;:o. L ;; l'c1: le spcHc se sohè110 1':ire in f.tblH"icare artellerie conser.vatione et ser1·it\o d,, quelle se po111rno con1'or111e ,iH'anno pa ssato -1- Jncl. clucat'i ll77. Per la lll,wHatlura dei saluil.ri e polveri dut·al.i 10000 ~\.I vartitar io tlelle palh: ,r artel l<:ria, eo.s,mlf?lti d. an'.hiliugi ducati 6000 sol(lo

DalJa veri1ka del bila,u cio dell' anno firn:wziario 1:-i!)l-!)2, fai t a j I l" apri le 1 :-C,!H dn Ila H. Ua1nera, e riporU.tta, uel fol. 61 t. del volume <lei hilanei sopi-a eitaLi, col Lito.l o << Consulta della ve1·jJie:1zio11e del Hila11zo dell'a11110 V Jnd. Vi~H-92 n, risnltano le

s,,g1wn ti spese fatte per .L' Artiglfoeia : Per lo salario <:iel Cap.no genernle delle regie artellerie, suo locotene 1rte, officiali, et u1tiglicri i11clnso lo sal;1rio clclli bombardieri d11c,1ti 2,::.71-tA-g .15 P er tanti elle si sono spesi n ell'acconci.o e conservatione clell'artigliaria e cosi 1·u,:i011e d'esse linl'ati l(i::iU-t.:3-g .lS J'cèr lo 111·f!;o::r,o tl e clinirse qu,rntil:i. di rame per fare del.te aLtigliPl"Ìlè dnent i H724-Ll-g .!J Spesi pe r la fattura e fabrica <lelli snlnitri, e volvere per servi:do delle H?g. Cai;t~lle, et alt1·0 ducati 6037-t.I-g.(i }; 1)1'1·

1a·1•z,:o clPlh• hnll" llell'J\1·tc•gli<'l'Ì<' conf'<l'gn:it.c conforme :il pari.ilo

tlncati 12::i!JS-t.:3-g.10 .\i l'anli lli pre~idio n e lll! c·.ish·ll;i dl'I ltq!;llu

d11l';iti u ,:n:1-1: .1::

Queste cifre ri<;hind0110 1111 breve eo111nw11to: li. Capitano C:tm<~ralf' dell'Artiglh•ria Giovanni Vnsq1H'7. d ' ~\eug11a, secondo qtmnto risulta <lai pagamenti lli giuguo e lnglio 1;-;91 , pcrecpiva un sala.i·io di ducati sessa,n ta, al mese, oltre a durati ventisette, due Lad e dieci grani di « intertenimento )). Il Lnogotenentc del Oapitn-no gc11c1·ale, Don l'edro Cal'l'illo <li Q1rnx,Hla, percepiva 2f> dtwnti nl rnPse, << senz' nltrn, polisn pa1·tkula1·e )).

-<;:m-


Sll'ltU'.l"l'AMEN'.rO SPAGNOLO

ComJ_)leR:--Ì\':1.:11entt~ quindi .i dw\ nflkiali più elevati i11 g1·.ul o non teneHtl<> <:onto dello (( interte nirnento >), che talvolta er;t,. fa-•01·ieo - ~ ))Pr<..: epivano 11ovec·(~111"0 du<..:ati all'anno. Poi clu~ Ja somrna eornpleRRi va iissa ta a bihrwio per- LuUo il JJerR011n,le eni, co1110 ahliiam detto, cli ducati :l014, ne rin1anevano 1674 p er tutt i i rim,rnt>11ti bornl1,Hdieti e<! ai·tigli(~ri; suppo11en<lo <:he la, paga <li qnP:--Li fo,.;s(: pre:--Rapoco di dieei_d1wati al mese, si può <..:oudu dn·e ('h c il lol'o 11nmero si n.ggfraRsc iu(onio alla dozzina. A questi vanno aggiunti tutti i hornhardieri che presìdia, vn.n o le fo1·tczze e le torri. Ora, ,li rortezze, l•'1·a11c.eseo Marcahlo, suh'ernlo nel 1594 a,1 Graulluca di 'l'oRcana, ne contava tliciannove: n1.entre il num er o di bon1lmnlieri rhe si ( rovava in ci:-1,scnnn, ili esse si puù desnnwre app1·ossirnativnnm ent.e cla qrn~llo dw pr<'si dinvn Rrinili r-d :-;nl finire èlel I G91: cioè 4: nel Cnstcllo g1·andc. 4 nella <.:ittà,, ,t ne~] Castello dell'lsofa e 2 nell'Isola.. Quei,;ta era 1n forza cli nomini tì:,.;:--a, eh•\ in t<'mpo di gucna, com.e a,hhiamo visto, si 1·ccl11tava110 arH"he hornb:ir(lieri slTaordinari e g1rn:,.;tntori, bovari e car1·PlLieri per i se1·vizi di traino e di rifornime11to: tutto pe1·sona,le che poi veniva licenziato. Uomplessi vam(-mte, si può affcr1nai·e ehe la forza. degli uorni11i non cr·a rilevante. mentre l'armamento, che sarebbe stato bastevole pPr il 111·esiclio de.I Reame, di.veniva ìns11tficientc>, rn quanto vc>nirn sl·ornato, al servizio e per· gli interessi dei Monarchi spagnoli. Un sceolo ùi sfrulJameuto r, di mal governo, con una, Corte lontann, male informata, o non info1·1nata affatto, e in un'atmor,;fera, cli contirrna gne1·1·n, doveva necessari:rnH:>nte far sentire il suo peso. Noa nlancavano gli nomini_. nou i fo11<.litori prov<~tti, non (;1 tecnica. nella costruzione dei p(~zzi e delle po lveri; rna. fa fina,nz:1 esa,nsta. di. un popolo smunto fino allo spa8imo era 11ecessa,ria rnfmfo impa1·i :illo sforzo che le veniva imposto da] dominatore straniero. Del resto anche le spese non erano :fisse e subivano fa variazione degli cveati, chè nel ll'i95 -9G troviamo tredicimilascicentoclic-ias~c'ttc dnea.!i e tredici 1ad di spese << per Ga.lioni, rame e

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631 -


sr-,1g110 per artigliei-ie, re(;1p1euu per conse1·vare ]a polvere, mu11i,doui e vettovaglie pe1· essere inviate nella Spagna, )), e nel 1:-,!Hi-H, a]tri 12.(tJ!J durnti e rn tarì per rame e stagno per la costruzione delle H. Artiglierie. l tipi di bocca òa, fuoco predominanti in questo secolo, a. )fapoli come altrove, sono la colubrina ed il cannone, eostrniti esFienzin.lmente di bronzo. Banditi eompletamente i 1J1·oieUi <li pietra si è adottato orn,ai nn solo genere di proietto: la palla, òi ferro. E qui nasce spo11t.a.11ea. una domai1da, e cioè: quale inf11H:11zn potè avere un secolo di dominio s1mg11uolo sull'Artiglieria. del j\fo;-,;-,ogiorno d'Ttali:1'! o, per meg-Jio dire, quale contributo portarono gli Spagnuoli al progresso (le°ll 'Arma in un secolo di go vernò vice -reale? Non p<~r partito preso, che iu un' opera storica sarebbe bia.simevolissimo, bern.;ì in omaggio alla più s<:r-npolosa, verità, si deve c·.m1cl mie re dH! l'opera degli straniPri fu e:,;cl m,dvn.nwntc di sfrnttnme11to: essi n<>n inseg11aro110 nulla, nò come scie11za, nè ('Ome ter-nica,, nè come orgnnizzar.ione. Homba1·cliel'i , fomli. tol'i, manipolatori di polv(~l'i p1·ove11iva110 Lutti <la 1111a :-ola <·ulln : il ReamJ'. di Napoli. La Spagua llOn c'entra: uon11m. eannoni, polveri e proietti non veniva110 ma anelava.n o in Ispagna o, c:Ornnnqne, al sc1·vi;-,io deg-li i11teressi spagnoli. Mal' Al'ma,, ('On .le sue i11confondibili caratteristiche ed il suo' spirito a,nimatorf' , rinrnllev:.t fortunatamente heu nostra, doò italia.ila.

17.

Scrittori e tecnici del Cinquecento - Dal Ghiberti a Vannoccio Birh1gliccio - Tartaglia opera la saldatura fra Artiglieria e Matematica, che d'ora innanzi procederanno indissolubili - Alcune "proposizioni ,. def Tartaglia - La squadra di precisione - Storici, tecnici e combattenti Mastri fonditori: gli Alberghetti, i Gioardi, il Borg9gnoni · Gabriele Busca e l' " lstruttione dei bombardieri ,, - Abrate e gli scienziati e tecnici al ser~izio dei Sovrani stranieri - D~lli Facci e le granate a mano .

Fin dal principio de] nostro lavoro noi ci siamo posto il (JllC· i:;ito se 11011 fosse più log·ico dedicare a.Ila lettern,tura storica e


I.. ,

SCJa'.l:TUltl. l!J 'l'J.;CN ICl

LJ' AR'l'lG L lltltli\

~cienWic-a co11c.c•1·11entt1 l 'Aetigli(~i-ia il primo o i pL·jmi p.,ragTali di cìascrrn capitolo; 111a, dopo rntLLura riilessione, abbiamo creduto opportuno uou lis:.;arci, in proposito, 11:lcuua, regola, ge11erale. Evide11ternente, aJl'o1·igine sta ! >idea: è la sdntilla del genio umano · sia essa, rort11ita opp111· ereata con uua superba concentrazione di lavoro e di voloutù - die crea le nuove seien;.,,e ed ha quimli, 11el primo temvo, la precedenza assolut:::1<. Nla poi.- man uw110 elle Finvl~llzioue :-1i coucreta uelle app1ir,azioui -- teoria e pratica, non posso110 pi IÌ (~s:-wre distinte eon criteri di ordiiw cro llologico; esse si (·.onf011dono, si a111alg,1,rnauu <..:orne ill uu proc(~,;so i11 eui azio11t\ n rea,zio11e sian qnn1-;i contemporanee_ 1>er passare dal discorso generale ~11 caso particola.r e, è evide11 le che la, Rtoria. delle bocehc da, fuoco trae lt\ sue m·igiuj, anzi lu sua 1·agion (1'essl~·1·e, (lall'ì11ve11zione della, polvere da, sparo; nm alt1·e tta11to evidente dw, i11 seguito, i p(~rfozjonarne11ti mau 111,1110 (·.011i-<~g-ui,li sono, in nn <·erto qual !Sl'tlBO, In C(l11S(~gne11r.n, ddla

t'

co11:.;b1Jn.,1ione

pi-a.Li<::.,, d.i. dele1·111i11aL<~ defieienr,e

ed inconYe -

nienti: in qneRto caso(~ Ja, praiir.a della guerr·a., cioè, insorn;ria, l'azimw 111:i,nnn.le·, che precede e suggPri;;ee le altre inve11zio11i h•oriche o 1nig1ioratnen ti teenici, cioè il ratto in tdleti ualc. Eceo perch(~ non crediamo <·ile si poi'ssa. :;;tabilùe ail-.11w1. l'('goJa cli pn•cc~(lenr.a ueTL'esposizio1H~ clella, rnntf'ria, che pi>tl'Ù 111n~;n.· da capitolo a capitolo, a spr·o1l(la d<· il'opportunilù. Ciò pre1n er,;so, paH:,,;iamo a<l un rapido ('!(•11<·0 d<'g-li S(Tilto1·i (:"Artiglieria di questo secolo, avvertendo a priori che - per non appe1m,n tire questo ca,pitolo giù fin tl·oppo folto - t l'ascnrianw n~nz'altro t11U-i qnegli antori che, pel' la n:ùnrn cll'i loro st11di. ;1ppade11g-cmo più 1.n·opriame11Le all ' A1·111:1 del Genio ehe non a quella del l 'Artiglierin. Hi tevel'emn solo (·.he 1'nn· l1itettnrn mi.Iil a1·e di t:1 l(~ secolo dPVl~ q11asi tuFi i :;;noi progT<'SSi <~ svi.Lu ppi, tcoricj e pratici, a,d ingeµ;neri itali:rni, fo1-;se1·0 essi nl servfaio di T'1·iiwipi connazionali, oppnl'e éli stranieri. ,\l11·pt.tnnto si può di1·t• ller qmrntn (·on<·<>1·11<' 'l'Arti1.di(•ri :1_ :.;o pr:1h1tto nd s110 aspello :;;cientifiro. }; nppnn(o rn~l Cinq1H·c-c11to - A precisamente con l'ita,li:1110 Ta.rtag'lia, ~ - elle la MaternaJiea e• l'Artiglieria incominciano, per ~osì dire, a unirsi intimamente , compenetrandosi. Le ma.ternaLicl1e drmno ali.' Artiglieria metodo -

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1500 -1600 <' p1·ec:isioJJe; l ' , \l'tiglieria a 1-,11:1 volta ill ti uh,<:e potcn lernente sullo

Rl'i I nppo <Jclla, lliHmnica. Hona(:Col'so Ghiberti, iiorrn1tino,, s(;ult.or<~ in JJ1·011zo, compone rn~i primi anni del secolo XVI un bizzarro zibaldone (il Codice autop;ra,f o <~ alla Mag;Jii1hechia.n:1 cli Fircn:;;e) , in cui p ttrla, di

Fig . 1.0:l - Artiglierie del p1·indpio del secolo XVI. tDal lil>rµ di Bonaccorso Ghibe1-ti ~ Bihliol1"< a N:izionillc c1i Fin!11ze). 0

1nl h, m1 po' e si soì-forrnn a dm:;crivere e dii-;1~gnare 111accl1ine rniliinri m1J-i<:lic d 'og111 spe<:in (cnJ:qrnltt\ torri e scale imballagli:11< \ rnantclletti, bertesche, ca.1·1·i a vP1do, Lollenoni ecc.), ma snpi·n h1Ho artiglierie del :;;no tempo : hom hin·<lc. mol'l,li, passavol:111 ti, eolnhrine, m·chiLHrni. L11ca Rom:rno. capo dei. homhnrcliPr·i di Verona., scrisse i11· tùruo al lG~O 1m libro d'Artiglieria., cli cui si ha però solamente nothia nttnwerso a.cl una Miscellanea di autori militari conserva1n nPgli A1·chivi di Torino. 'l.'ulto ciò che si sa dell'opera del -

{134 -

_,

I


.

LOC.-\ llOMANO l•: Tf, BllUNGU<;CH)

Hom.1no 0 -- n detla, di Carlo P1·omiis - dw i'ii tlividern ii. 4t:i ca 1litoli , iH e11i si p,wlava delle arti~Jierie che possono tirare palle a pio111bo, (lPl la cnric·a e della polvei-e dei mortai, delle rnaniPJ'C

Fiis. 104 - A1ti/.\"lierie 1lPl 1trineipio dd s e colo XVI. (Dal libro di Donaceorso Cllibert:i - Biblioteca K:1:1.ionale di J,'in•nr.c).

di far polvert~ g-rossa e· finn, rlcd titu, dd u10tlo cli piantare i pPzzi, dei loi-o lcf:U (! rnote, del modo di raflinar·e lo wlfo e il :,;al 11 itTo, ecc. R:1Hando il ..\fnchian~lli, di cui g-iù Ni è <li~wo1·No n l11ng-o ll('l pi-imo pani.grafo di <]llPl'do (·apilolo, Pceor·.i a ·vmrnoceio Hiri.n -

g-nr"<'Ìo r:he. i11Nicmc col 'l'a,t·{ag-lin,, !\ il m,u,f.;imo scrittore italiano d' ;\1-tig-lic1·i_;1 del .;uo seeolo. ~'rato a RiP1in. fra il 1470 e il 1480, 'il niring-n ccio si dedica. fìn da, g-iovim~tto allo studio della. chimica P ffolln rnPtnllnrg'in. ProtPtto dn I'n1Hlolfo Petnwci, .;ig-nor'P fli ~iPna .. ne RPgne le Ror1i nelle ]otfo intPRtine: prima cncciato, poi vittorioso, 11oi nnovanumte espnlFm, dirige le artiglierie nella, battn,e;lin cli Pol'ta Ca.mollia, contro la i-1rn, città,. Passa poi ai servigi cli AlfonRo T rl'ERte (di 1m collortuio temuto co11 tale T'rin- · cip<~ cfrca i carri d'artiglieria e~ menzione nel Libro VI della Pi-

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635-


1500 - 1600

rotechnia); a Firenze ne l 1527 fonde la coìossalc colubrina cltia111 ,tta « Lionl'a nle >>, pesan te 18.00U libbre, e fo;Ì dedica poi alla <·os1 n1zione di fol'lezze pe1· i Vnchi di. l'arma e di Ferrara e per i Veneziani. luiinc è chiamato a Rom a, da papa, Paolo 11I: della sua opera come maeslrn de1la fonderia, della Camer a Apostolica

(\ direttore delle n,rti g-lierie papali abbia mo già, parlato nel parag-rafo dedicato nlle bocche da, f uoco pontiticie, dove a bbiamo ve d uto eome il Biringucd o trascorresse nella Città Etcl'l1 a gli ultimi anni d1~ll a su a attivissima esistenza, e vi morisse nel l fi:H. 11 s uo fa,moRo fraUato D< 1 la P -irotechnia, T,ibri ..-Y, compo~to nel 153i'i e pnhhlicato postumo , a Ve11czia, nel lfi40, suscitò un enorme in ter esse; ta,n to c he, in poco più di un trente1rnio, se Be ebbero altre einque erlizioni (tre ancora a V enezia: ] 550, fiS, 59; e due a l'arigi : .tG:56 e 1!57~). I~ l'i n teresse nou si csmu-ì mai e s ns sis1e t u tt'ora; ne fan fed e molte alfrc edizioni fatte nel Sciceu h .> n, Bolog na , a, Ronen e i.11 Germa nia; una uel 18;,!) i11 Francia, e tlnc r ecc11 l,jssimc : u na ted1~:s1:a, etl una italiana, q tlest' ultinrn, useita :1, Hari , nel 1914. La part·e pi ù i mpodall te - alm eno per HOi -- cl i tale opera è q 11cl hL 1fodi<:a.t.a a,lle a r tiglierie (Libri V l , VII e X) chè, come og-n i b11 011 m,_wf.;tro bom I.Janli ere dell"epoca, il Hiringnccio <·ono f.;C.(~ alla, 1wi-fezione l ' arte di fond.ere i pez,d e qucJla di a:dopera 1·li , p(l pi:.;pone con gn1,11de c:hia1·ezza i r iJ.mltati d ella, luuga espe1·if'n za pc.1·Hon,ll e. D ella, Pirotech n ia. 11oi diamo in (]Uesto c.-~pitolo v:1rie cil:1zi011i, <1 P.do1.te da.H'eclizione fa1ta. a Ven<~½ÌH, presso P. (:ironimo Oig-l i.o. nel L53!J. P1·;t11 tes(·o Jfal"ia 1 de lla Ilo rn1·c·, 1>11<:a cli r ,·1>i 110, f u veti-;ato ,tn<·lw nPll'Arti~lieria . ma i i-:noi. JHscors-i M ·i lifflri. JH~ t J"n:fLa.n.o solo hrl'\'Pnwn1·1·: 1· più che J)er- gli scdtti p<~rsonali il i-:uo 11om e ~·inw 11p nelfa Rtoria dell' A r tip:Li eria pcw:L.è a, lni Nirolò Ta.rl-ag·lia, d e dicù la. /Htn, Rcù:nza, N11,ova.. ~nto a Brescia di rnii:.;cra. gente n el lf>OO, N ieolò. venne ferito g-1·a nrnwnte a lb LeHta-, in età infautiJ e, da solclat.i frn-nceHi, e eon traRRf' (( nel vi:,;io di. Jo(f11ela che gli valse il nome di 'rnr(-.::i,gli a.: il solo con <'Hi s ia conosciu to. chè il suo nome di fa miglia, rima.se ip:noto. Poverissimo, studiò da se\ con miracol-i cli energia, a.pprofon clcndoi-:i urll' nlg-cbra, e nella, g-eomctria., e n el lfif,4 fn chiam:11-o

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NICOLÒ '1'AHTAGL1A

a Yeuezia1 a, leggere pnbbl icam(~llt<~ Euclide nella chieic;a, dei t-;,11 1tj_ Giovanni e Paolo. Dopo nn breve imggiorno a H1·escja, dove i suoi ·condttadini lo avevano chiamato ad inseguare geomelria , ritornò a V cncr.ia e vi rimase 'fino alla morte, avveu ul[l nel .l 5!i~. 1·01110 mitisRimo (egli stesso dichianL di 11011 aver rnai spa,r·ato a 1·<"lrihngio ll(~ ' Rc:hioppo) il 'L'arlaglia., come ben dice il Promis, pm· cssewlo semplicemente Leorit:o, si lasciò i1n11iensarnente indict1·0 gli a,rtigJieri <lei tempi suoj; anzi ,L lni spetta l'a,lti:-;1-imo mel'ito <li aver p er pi-imo sollevato l'a.rtiglic~ri:.1, e la halh,tica, in gemere n dignità di. scie11za, cosa che i «nwri prnti<:b> dell'epoca non avrehhrro mai nemmeno potuto innna~inan~. Nella 1Y1ruvn 8cien .:.:tr, ve-

Ii'i/.\. 10.:; - Nkolò 'l'art:nglia.

nula in lt1ce a VenezifL m~l l:-iB7, fu il primo ::t disputare cirea i gradi teorici cli inclilia.zione, circa gli effetU dei proÌ(!ti i, la di s1anr.a clei tfri rnggnagliah1 alla inclinazione cd alla, carica: s i 1 ])l'ntntto <listrm,se la, vecchin opinione - fino aHora indiscn ssa -- che i proietti d'ar·t.iglieria clf'scrin·ssero 1rn,t retta e qnelli de i mortai i dne laJi ornoloµ;hi di nn triangolo isoscele: << l <: quali C'.OSe, segui1·e clallo sciog:lirn ento soventi frlice e qnasi sempre ing-egnoRo, rag-gnagliatamenJ-e a quei temvi. di molte questioni propostegli da,] rn:11 a] 1G1G, sono più che bastanti a. darµ;li il 1wimato di scienza frn qnanti :1,rtigli<-'1·i fossero vissnti m1cora. ed i I primato di epoca frn i posteriol'i )l. Al Tartaglia, si deve anche un'altra opera cli car:ittcre militare, assai più complessa: Qnesili Pd ·i nveuz-ioni dfrerse (fntta -

G37 -


1500 - 1600

in forma cli dialogo fra vari inte,·Joeutori, scelti rra i più famo1'i condottieri ed i11gegne1·i dell'epoca), iu cui però iTatta, prcvaleute11t<•11te llelle fortiticazio11i, rn1•11tn: la par-te tfodienl"a all 'al'{iglie i-ia no11 e~ che 1·il';1cime11to !! anq1liarnr•1do di qnel]a d1•ll'o11e1·a JH"l' C!'d(!ll 1:r,. 1,e RlW i1lee fo11damcHtali :-;j pos:--0110 T·in:-;s1111w1·r•, <:Hnndo nl1·1111r~ s11e cfofinh.io11i e proposizioni:

..

« Movimento n aL11r:1 le (li corpi egualmente grn,·i è quello elle naturalmentP. fanno cl,1 un loco snperlorc a ua a ltro i11ff~riore 1w1·J)Pnclicol arme1H.tè, ~ernia violenza ,11<:1111,1 i,.

Q1wi,;L1 e'• la ddi11izio11r, dPI 11wvi11H·nlo di (',l<lllta dl'i gr-a,ì d,1in «lnl 'l'ai·lagJia. il qual<~ chin111n- inv(~r·c il 11wyi11w11hl t.hP fo1rn o i corpi << movinwnto violente di ginso i11 suso i11 altra direziom~

pt<1· f'a 11i,;,1 (li alc1111n, po:si,;anza 1novntte J). E più oltre r,gli S(:rive: << O g _·1i transito . OYW~ro mo! o Yiol<'nf·p cli col'pi egu,1lmenle gravi d1e s ia 1'l1m· dc la perpendir·olm· dP l'oi·i½½ontc Remprc sari.t in Jlnrt.1-~ 1·dto P in 1.•urt-.~ <.: UtTO, e la l),ll'f<-! cun·:1 ~nrit p.1rte di u11a circonJcn~11:-::1 di cerchio l) .•

l\Ia J'enundato cli questa pl'el_Josiziom,, 11011 a11trn·izr.n a crelleJ·t• affermarono alcrmi t,·oppo frettolm,i chi<mnt·ori --- clu~ i l 'J',n·l.;1gl ia ,·i tP11<~sse p Prfottarnentc 1·eU ilil1ea la prima pol'zio11c <'.OllH'

rlella !rniet tol'ia. lnfatti egli sogginngp poeo n ppn~sso: << Ahh,•11d1i~ 11i!111 trarn;i to, on--er moto violcutc 1l'u 11 eorJJo e~nalmenle gravi~ elle si:1 r11or:1. della pt'rpenclicolare dell'oriw;onte um i pu/) :we1·e nleuna purte che sia l)crf<"tt nmc 11 le rdJa ve1· <.:ansa della graviUt che si ritrova in qncl l>1I corpo, la quale cont:i1mn11u ~11le lo vii. stirnolando e tirando verso il centro <lel m-011rlu. Niente (li meno qnella part e ,·he è insern,ihi i111 P11l<-! currn, la snppoucmo rett n c q11dl,i clip è evide 11temer1tc cnn·u l a Sllll[)oncmo parte~ tli 11m1 eirconfercnza cli ccrehio, perr·h/c~ non 1wet 1'!risco 110 in cosa 8P11sibilc )) . 0

Eg·li di rno:c;Lra 1wr q11n I rng'ione l'H digli<:ria no11 po:-;,;u. {irnr<~ linea pcrfcttmncnte rett.a., neppur un pasi:;o solo)>. T<j co11cl11d~:

<<

JWl'

« Si Yecle ;1dnnquc qunlmcntc la halla tirnl.n da eletta colubrina in tal 1·p1·so non v,1 alcuna rninirn;1 varte del suo moto ov\·er passa));J);io per linea per fet t.anw11l<'! rdJa (i°1scis<::\ pur con qual grandissima veloeit/1 si voglia) perchè la Yclocitù (per grancle d1e 1,:in) mai ~! ,mfikienl.f!, in simil versi. a :farl:t amlar per la linea retta; v ero è che quanto piìt va veloeH in simil versi tanto piit

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638 - ·-

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l'H(H'08l½I0Sl El lNVU:NZIONl DEL TARTAGLiA

(:ol moto suo si avvropiuqua nl moto retto, cioè all'andar p er retta linea, lrll.l,eH mai può arrinu· :t tnl segno; e però più conveniente è a dire in simil caso, elle <1u,:mto piì1 la tlctta balla va veloce, fa il moto suo men curvo ».

Continuiamo a cit<1,1·<~ In

RlH\

proJJosizio1ii foll(la.mentali :

« Og-ni coqH) egualmente g-ntve, in 1ine de og-ui moto violente, che sia fuori <llèll:.1 perp<'.111Jicol11n~ tle l'ori7.;r,011le si moverit di modo naturale, il quale sa1·à cont:iugeJJt:e ('011 la vart.e eurva ,ld moLo violente )). « Se il transito ovver moto v iolente rJ'un corpo egualmente grave sarà p<~r il pi,rno de l'o1·izzonte, la pa1'le curva cli quello sarà la quarta parte àella dn:011I<-!n~11¼:1 del ce rchio donde del"iva )>. << Se il tra.imito, on•f!L" moto violeute d'un corpo egualmente grave sarà ·elevato sopra a l'orizzonte, In rn11·Le rnrva cli quello sarà maggiore della quarta parl.1>. della circonfcrcn¼a del cerchio donde~ dm·iva, e quanto più sarà elevato, t anto 11iù Rari1. 1J1:,1g-giore della quarta vnrtc cli eletta dreon'l'en~n¼a, ,~ bnnen umi potrà essere la lll(-!LÌt tli E,ssa ci rr·onù,renza )). << 8c il trm1sito, ovver 1u0Lo violente {l'un corpo egualmente grave sarà ohli,1110 sotto : L l' orizr,onte, la pnrtc eurva di quello sarà 111inot· della quarta pnl"le clella cireonforenza del cerchio donde deriva, e l:nnlo niù snrh minore ,11w11lo più sarà obliquo >). << Tutti li tr:msiti, ovver 11101.i v iolenti tlei rnrvi egual111ente gra1'i, sì grandi <·om0. pìc!:oli ,,g11.1l1m,11te de1·,tti i,opra l'prizzonlc, ovvcr egualmente oliliq11i, o,·y<•1· Hin110 Jl('l' il pt:rno tl<e ì'oriv.7,011te Ho110 fra loro i,irnili , e consegu0.11te1uP11le 111·oporzio11ali; e i,irnilnwnte le clisl:rn;r,e lorn )>. « Se una rncch~sima 11oss:111za rno1·e 11le ~·ictterà, OYCr tiraril C<)lpi cguallllcnte g-r,ni s imili e eguali in tliYe 1·~i mo,li violentemente per acre, quello che f.tl"it il i,uo tninsito <·lcvnt<l n 4'> gn1di sopra a l'oriz7,oute far:\ ancora H suo dT<"llo viù hrni,m <lal suo principio ~opru il pinn de l'ori7.1/,<)llte elle In qualunque ,di n, lllotlo Plevato n.

TTn 'i11ve11zion(• ·i 1nporla,1dissium del 'l'artaglia è la, i,;qua,dra ·<li pi-e(·iRi.0111-• d(!L <·11rn101tiP1·i pe1· 1·pg·o ln1·c ]',rng;olo di devazi011c élellc artiglierie llel tiro, che fu adoperata, poi, in Italia, e iu F1·,1n eia,, fino alla fine del secolo XYJII , e Rola,rnente a q1iell'cpoca [u sostituita dagli ahi , che p11re erau uoti gilt a.J tempo del Bil-i11g11ccio. Hia:-;:-;ume11(lo, Ri cfove rieonoReere che non tntte le idee del 'l'nrh1glb eea,110 esatte; ma <' a1trdtanlo iutliscutibile eh<~ <'gli 1lonti11n Rov1·a1w t 11Ua In ,wi<~nza <l<,ll'Artiglieria ,Lel suo secolo; ,~ sopratutto, com<~ <li eemmo, lm il nwrito ili aver operato, pe1· •:osì dii-e, la saldatnra fra A rtiglie1·ir~ e Matematica, che d'or:.L i11 na nzi pr ocefler·a nno inélissol ubili. -

639 -


1500 - 1600

F1·nBcesco Ue Mw··e hi , m1to a, Hol oglla. nel 1004 (e morto nel 137G), fn prima al scrvi:do di Alessandro dei Mecliei, poi <lell~1 di lui vedova, :Ua.rghcritn d' AusLrht, e soggiornò lungnmeJtte in Fiandra. Quando già. .a\·eva frenL':urni, si appassionò dell'ingeg11er ht milihu-e e, :;:or-retto da :;:tr:10r<l i11nl'ic aUitu<li11i, clh<>mw

..... II

rapic1n111<~11te 11110 èi<>i Dwes( 1·i più H~l:ollati i11 f;d1'. 111:iterin_ ]l 8110 'l'rnftn.to .·1rch itctt11m 111ilitr11·r· . ill q11all 1·0 i i lll'i. t:· 1111'opel"u g1·1111 (lio:-;n , 1'01·sp 1111 po' f"mTng-inosn . 1.1,1 m olto i11(p1·<•ss:111t(~ e riccn di i 1<11ornzi oni <'d in,e:1zioni. r;n!timo di q11 "/.;(··j li ln·i lrnttn delle nl"tiglieril':Xot<',·olP sr,ritt01·1· tli ai·tigli eei,1 < ' Lnig-i Uoll,Hlo (scritto .m dli' Collinclo) che. 1-pag-11010 di r1 :1sc-ita. m ilHù pe1·1') li111gm11entt~ i II Ita l i a e sc1·iR:;:1\ i II ita lin 110 (('()lllP 0,-:p01H' cg-li st0s1-,o rn·ll a rref:i zi01w) nnn l'ndica ma 11110/" d n77'_ I rf i!f lieria (F•~,Ci) dw fn I nl · <lotta poi in iRpngnol o 1wl l :-i!l2: ta11/o dw 1110Jli stm·i<·i ear1cl0ru in c1111ivoc·o <~ U<'ddl<~1·0 !'Il<· il Colln1lo nn·Rs1• :--nillo il h·nthdo. 01·ig-innriamen te. ll(' ll a p1·op1·ia li11gu,1 <' f'll<' :--olarn<•nfo i11 !'-ìP,g·nito S('. 11c foRse fothl l.1 t1·n11117,io111· Hnlialla. l:oper-,1 de l 0ollado. a i-::-·ni illtf'r<'Rsnn{0. <>hlw 111·1 110:--1"1·0 J•,w:-1• v.11-i<~ e<li zimd . fr,1 c·ui m ia. Pc·(·p llcnte nPl JGU(,. T<'ilippo I'ig[Lfcttn,, v<->11<•z;i,1no, pai·e11lc (lPl grande vfag-gfaL01·e, 111•1 s110 Tratta.lo rlellr t ri11 C'ee P- rleg l'Ì rq1prn noi anffoft,i e moderni. fl.f'.<:<>nna spesso n,llr. arti~lic1·ic; f\ Ho1w.iuto Lorini 1ìol'<:mtino, .in in~gnere milìta l'e P. a rtig-Jicvc n:i !'-ìervi½·i cl.i Ymwzin,, nel 'l'raf.ta,tn di forl.-i.ficaz ion-i p:11·1H di rnricm·e ('an11oni 1wr la c111:ltta. e (là, i <li-

G4-0 -

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Vl·: M .-I HCJTI - C OLL.-\l>O - '.l'ADli'>fJ

segni di tre diversi sistemi di ottm·atori, uno dei quali è quello a bieLta, del Ghiberti e di I,eonardo (la Vinci. Oabriel<~ 'l'adino da .Martinengo (Crema), colonnello della rni.lizia, in Candia, al servizio dei Veneziani, dopo v~1ri altri incari .

Fig. lOT - Disegno d(el DP Mard1i rappresentante l'espugnazione di una

fortezza.

chi di fiducia, e cl ' iniportanza, è inviato nel 1523 dal Gran Maestro di Rodi, qua!P- arnbasdatore, presso Carlo V, e questo grande monarca si affretta a coglic1·e la palla al balzo e lo nomina, suo generale d' .Artiglieria. Egli lasciò manosr,ritti e disegni che però sono 41

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1500 - lGOO

andati perduti; tuLtav1a occupa, un posto nelhL storia della scien ze dell'Artiglieria perchè il '.l'a,rtaglia lo introduce come principale interlocutore nei suoi Q'lces'i ti: trentasette sono le questioni dal 'l'adino sollevate circa l'Artiglieria e l'architettura militare, fra cui importanti quelle conce1·nenti calibri, peso, lunghezza e traino di ogni bocca da fuoco. A (i. Battista Bellucci, nato in San Marino nel 150G, maestro di architettura militare, si deve un 'l'rattato della, fortifica.zione) composto nel 1547 (e stampato poi a Venezia nel 1598} in cui tratta anche, a lungo, delle a,rtiglierie da fortezza. Brevi cenni sulle artiglierie si trovano nel trattato Del rno· dr, (l,i fortifìcare le città, composto nel ]554 da G. B. Za,nchi, pesarese, e in una, minore opera militare di Berrmrdo Puccini, fiorentino. Domenico Cillenio Greco, che non era greco, bensì comasco, e viveva a Venezia, dedicò ad Emanuele Filiberto cli ,Savoia un'opera De vetere et; reccntiore scientia ·m ilitar i (Venezia, 155H), in cui il libro X tratta delle a1·tiglieYie e contiene qnakhe nozione teorica non disprezzabile sulle qualitù, delle cm·ve descritte dai vari proiettili. Al Piemonte appartengono molti scrittori e studiosi cli artiglieria cli questo secolo; e una loro caratteristica è che qnai,d tutti sono anche comandanti militari e qnjndi sono insieme artiglieri da. gabinetto di esperienze e da campo di ha,ttag]ja. Giacomo Antonio Gromo, patrizio hie1lese che militò con Carlo V in Lombai;dia, compone verso la metà del CJnqnecento un libro GromidaJ in cui discorre fra l'altro di difmie portatili da lni inventate, con mine volanti e artiglieri<~ a braccio e cli ferraccio o di ]a.mine « atte ad esser caricate di dietro con ]a ]or mezza culatta,, col sno mascldo che non respfri, col fogone posticcio fatto a vite che va,da diminuendosi al basso, atto a cavarsi facilmente, sendosi inchiodate le tue a r tiglierie )). Parla poi di palle infuocate, e di vetro e di smalto, di palle cave o a,rtificia.te o ardenti nell'acqua, di fumi rn01·tife1·i; discorre della preparazione deJl'antimonio, vetriolo, zolfo ecc., alte1·nando proposte assennate e geniali ad altre assolutamente stravaganti. Quest'opera non fu pubblicata, ma una copia manoscritta -

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,.., AllHA'l'lè IH ltACCO)IJGI E I FRA'l'E LLI l.H J SCA

I

L I

se ne conserva a Torino nella Biblioteca del Duca di Uenova,, mentre agli Archivi di Stato si trova una, leLtera scritt..L da.I Gromo al Vnca l:DnmÌrnek Filiberto nel 1575, lettera concern en te argomenti milita,ri. Uirolamo Uattanco da Novara servì C,1rlo V in Lombardfa, visse poi lung,Lmente nelle provincie venete e scrisse varie opere fra cui << A·uvertimenti et essamin·i intorno a quelle cose che richieclc ·u n ùo,nbard'iere cos'Ì cù·c(t all' A.rtigl'ieria C01'ne anche i fuochi ltrlijicùtli )), stampa,ti a Brescia nel 1;;fi7. Allo stesso scrittme si attrihuisee un' << Arte di fare le arm·i e i fucili)>. li"ederico Ghislieri, nato secondo alcuni a, Bosco (oggi Bosco Jfarengo) presso Alessandr-ia, secondo altri a Torino poco prima del 1:-i40, milit a prima nel l ' esercito spagnolo, poi in Toscana, poi a Roma, dove viene nominato « .Maestro di campo generale >) d:., l\tptL Pio V G·l1islieri, i,:;uo conciUadino e protettore, e quasi certamente congiunto. N el lGJ.8, scoppia ta, l a guerra, del ~Ioufl'rrato, si sta,bilisc1~ a Torino, dove è nominato Marchese di Rovasenda e muore nel lUUI. l•}gli sta a cavallo di due secoli, come il Capobianco e il Gentili, e 1_1ubblìca varie opere di carattere militare, 1wegiwoli per lo stile sobrio e pcr·spicno, ma, che però 11011 hanno J)(~r noi partfoolare interesse. Figura di prim'ol'dine fu il piPmonteHP A brate, nato intorno al L'iOO (alcuni scrittori lo dicono francese, ma J.' A ngc]ucci prova inconfutabilmente elle egli <~ di Racconigi, presso Cuneo), che servì ]a Frn,11cia sotto Francesco I ed rnnrico II, e fu nominato ConuniRsario delle artiglierie nell' Arse11ale di Pu1·igi: carica importantiRRima e di tutta fiducia. A lni s i deve un manoscritto trattato di artiglieria, conservato nella, Riblioteca Nazionale di Parigi . Milanesi, ma al ~Prvizio cli Emanuele Filiberto, e poi di C:irlo Emananle T, sono i fratelli Francesco e G·abriele Busca, rispettivamente fondit01·e cli artiglierie e maestro delle fortifirn1,io11i. Del primo si ?. già disr.orso rn~l paragrafo sulle bocche da fnoco Rahaude. Ma a11d1e il secondo i;;i occupa di artiglierie e , prima, dell'80, fa a Torino delle esperienze stabilendo - contI·o l'opinione del 1'artuglia - che e< quanto più si accosta un p ez1,o al re,dstente, di tanto cresce l'effetto)). Fra, le sue opere la pi1'1 importante ò l'Tnslr·u ttione dei bornbar(lieri) stampata a, -

64-3 -


1500 - 1600

CtLrlllagnola dall'editore Marco Antonio Bellonj, Her 1584. Van no appresso l'editore Hevilacqua, di 'fol'ino, pubhlieava un altro studio del Busca, « 1Jcll'c1,puynazione e difesa clelle fortez.ze )). Pure milanese è Giovan Mario Olgiati, che serve l'Impero nel Ducato di :Milano, in Liguria e in Piemonte e scrive ope1·e di fortificazione, iu cui .si pa,rla pure di artiglierie. Lo slesso dicasi di l•'rancesco Orologi di Vicenza, di Francesco Bernardino da Vimercate, di Carlo Cfuidotto, bornuardiere mantova-no ecc. Ricordia.mo a,ncora il toscano Lupicini, autore di un volume: << Discorsi 1n'ilitari 1,opra l·' espu,[1nrizionc ili aJown1i siti )) nel quale l'autore cousidera posizioni diverse per circostanze geogra.fiche o topogn1Ùche, o per diversilù, di mezzi di difesa, e di attacco. Vi si trovano lr.:LUate molte norme d'impiego d'artiglieria, alcune delle quali ancora seguile, e vi si comincia a, seo1·gere una maggiore fiducitL nell' artiglieria e il propoi;.ìt:o di (·omuuicare agli altri lale Jidue:ia,, n011 .,rncol'a rlitrusa quanto l'a a tore vorrehbt)_ Alla HiblioteGa Comunale di Siena, esiste un c:nrim;;o mnnoseritto attribuito a Piccolomini (vi si legg-e: << di mano clel l'ir: Golomini » senza altra indica½ione di da,tn. o di nome), nel qua le un anonimo antore, presnmibilntente del secolo XVI, tratta d ei modi di colla,ucla1'e le a.rtiglforie con YtLrie cariche cli polvere cli diverse specie, e del modo di gettare le ar'Liglicrie e fonde1·e i pezzi ; a questo segue, e costituisce ,ltL paete più strana, del m nnoseritto, una descrizione, certo fantastica, cli ai·tiglicrie che si possono fm·e completamente iu oLlo ore<< qu a ndo sia da farsi an che la forma, la qua.le l'orma si può fare in tre ore, ma se e!'liste gii'L la forma, l'artiglicrfa, in ti'e 01-c si g;ctta, freclcla,, e,11;iea e spara.))_ E a questo fa seguito la, << Storia clclb grande ntili th e notabile Rpnragno c:he apporta, l'invenzione di questa artiglforfa, )). Vedremo n<>l capitolo snc:cessivo (paragrafo 16) eome una proposta analog:t foi;.se fatta, da. nn certo :ì\farzio Panlella, armaiolo napoletano. Nella medesima Ilihliotec:a, un altro rnanosc1'itto cli anonimo d,~l secolo XVI, « 811.lla, nùsnm e oalibri delle artir,lùJrfo >), d dà' la lunghezza, in numero di palle delle varie artiglierie e il ra p porto fra il calibro e le divel'Se par·li della bol:ea da fnoeo. -

644-

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::\L\ESTUI I<"'Of,Dl'.l'ORJ

1'1,u·t iuu tl'Ayah~ .uella sua inte1·eBsante 1Ji1Jlio9rujici milita.re illilin1w, cita. pa1·ecchi. alt ri autori, miuol'i o minimi, e a n che rn,ri studi o t rattati anonimi; ma noi non crediamo nè inte1·ess:.wLe Bè opportuno affastellare qui, facendo facile sfoggio di e1 udizio11e, uou1i di sc:ri ttor·i e titoli di opere, privi di qualsiasi valore.

I

'

J\cccssità di spa.1do ci costring·ouo a ùare solo un l:n·eve cenno dei ma.estri fonditori dell'epoca, dLC furono iii Italia vakutil.'-:-;itui e c he in pa.rte abbiamo già nomùmti n el corso di questo pa1·ag1·afo o di qnelJi precedenti. J<~ - anehe rigmn•lo a codesti t1~cnici ed artieri - si può 1·ilevan! qnanlo già. ~Lhhi:uno 11 0Lato pm· ·i capi Laui , gli ingegneri , gli studiosi : cioè ch1\ gli Haliaui or,cnpano, in ogni 1·amo, il p 1·imo posto, auche i;;o spcs:so, essendo stipendiati da altd S0\T;111i , diffondo110 a.I ,,;ervi:,,io dello stra,11iero le nos tre idee scie11l ificli1\ tecniche, mili(,a,ri. n li stori ci fran cesi, tecl<~sd1 i , spagnoli ec:c. - illustrando lo :svi lnppo ùei rjspetLivi. l'aesi nel ca,mpo mi!Ha rc - non si cn1·a110 (l i r·ilcvare qnnnl"o :-;ia p,u·t.icoln,1·rncn te dovuto a ca,pi e ingeµ;n,·1·i italiani , urn ciò P. U:bba,stanza, naturale e non se ne pnù far lm·o una rolpa. Mc~n o na,Lurale e c,,rtarnente phì repre nsibile è l ' error-ci cli q 11 egli storid ila.I.inni C'. he rkakarono alfa cieca. l e orme degli f::trnrl'ie1·i, copi:rndo]i anehe negli cnori e .n elle più o meno involont:ni<' dimeHtkan;,;e : n11~J1tre sarebbe st.i.to Pl1~1n e11 tare mettel' le <:Of.lP n, po:-.lo , almcmo iu m1 illeiso, 1·ilcvundo che, Rii;;signori , le. a 1·tig·lierie, rier c~sPmpio, f1·ancesi, fn m10 in questo secolo prog-res~i , rna ciù è dovut o a.n<:hi: al fatto che quei Monarchi e qnci f-lov<·rni sa uno abilmcu te sfrnttar c il genio e l ' abilità, tecnica e la lìu·ga pratk:i, di it.nliani, cl:t Leonardo da Vinci giù giù fin ;l.i più modesti t,ir,n ici e fonditori. 1"ra i mac8tri fon1lit01·i ùclla prima. mcL~~ d el secolo, il p1·i ma.f.o ..tpparti cnc a quella famigiia. A lberghe tti, oriunda di Mns8a Fiscaglìn presso Ff'rrnra, cl.te costitni sce una vera, e propria. di11n slia e.li tP.cnici. P er non spc~½ettare i cenni in torno ai. diversi Allweghdtì , d1c coJJtinmrno a, fobbd car N1.m1011i per tre secoli , 645 -


1500 - ltiUU diawo qui qualche 1.:enùo iuL01·110 ai J)l'incipali rappresentanti della cc dim1stin >>, HL·11za pi-e,>ecnpard dei limiLi cronologici : se ma.i, faremo poi qualche richinruo uei capitoli snecessivi. Abbiamo già pal'h1to dd capostipite, Alberghetto I Alherghetti, ché sul finire del Qunttrocc11to ern a l ser vizio della Repubblica, fiorentina. Egli chbe tre fig1i: Uomc~nico, rima:sto nl servizio tli 1"ite11ze; Sigi:srnon<lo, 11 omiua,lo nel 1-197 m aestro fondito1·e della Rep11bblic:1 di Venezia, e (Hovi11nli , passa to a l seni¼io del Duca di Mantova. La fig111·a più HOLevol,~ è S igi~m011uo, il pi-imo 11 a to c·on CJllf-'· sto prenome, eJ·~·clitm·io in f:trniglia. Eg-li, fin dal 1487, aveva g:it -

Fig. 108 - Uol 11hrirn1 11 i A 11,e rghctto A lù1é1·ghc ttL (l l cot'l'(' dt\ l l:1 hor:ca tl:1 f uof·n ha un r i11 ror,m lùgg-e1·m, •111f' <·nn i<co; l:1 v olat;1 è 1l i\'ls:1 in dnque zone ornate di elcg-antiH"imi rnmo;;eelli di foglie di rorPrc, co11 ghia n lle. Lo st p,;,;o m otfro è ripPtnto Rnll,1 <·11latta. in <·11i f~ ,-col pito lo , tp111111:1

rn,·crcs(·o).

t a to <lllP rnn g 1dfidH• c olu ùrirn~ in lwonzo. L'ar(e c1 el Il!11m·c: m P11to gli aveva jspirnl:n Fo rn nmen ta :r.io r c: 111ia. eolo1rna a torc:ig'li.01w itPlla vola t,1 dei pezzL Qnesl o motivo f11 poi spel-lsO i niitato, segnatamente in 1111 r-n,m 101w clic app:Ht(•1111c :1 Frn11 eesro I. Uu altro 8igismornl o, pr·onipo!e. (' noto tome ,-•sm·u(ore e nnche sr::,l'i ttore e maestro. Vc~rso la lìne ,fol '1100 f'hlie nn n m is sion e nffitiaJc in lng-liiltPrra per i:; h1d ia1'vi i m Plocli cli faùbriraz:.ion<>, coh'~ molto perfezionali. Jl ·dsultato delle sue ei;;pericnze è co11t.eu uLo 11ell'ope1·a. : << n e77u, nov(t nrtigl-ieria, >>, pn hblica ta dopo la morfo c1ell'a 11 t01'e. nr l 170:i. Questo Alberghetti Ya coni-ider:-1(0 ronw il rifol'mafore e, ili eerto rnodo. il <Tf'ato1·e> fl f'l -

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ALlll•]H(, f H:'1'1.'1

F::11·LigJie1·ia veneta del Se(;olo XV11I : vedremo eome i s uoi s ug_gerimenti fossero tradotti in atto dal governo della Serenissim,.L. Ma oltre questi nomi celebri nella storia dell'Artiglieria, uon solo veneta ma europea, abbiamo ancora una moltitudine di .:1ltri Alberghetti, le cui opere hanno resistito ai secoli e si pos. .sono, anche oggi, ammirare. Citiamo prima alcuni fra i pezzi che .sj trovano al Museo dell'Arsenale di Venezia. A Cal'lo Alberghetti appartiene un pezzo di 100 libbre, di calibro 111 ml lll, lunghezza m. 3,54. È diviso in tre ordini: dalla ·volata agli orecehioni quad1·0 a se:idone di poligono dì 18 faccie ; nella parte centrale, faccettato; in vola,ta, Londo. Presso ]a,

Pig. rnu - ~mcriglio veneziano fuso nel LlSO da Camillo Albreghetti.

l)occa, Ja sigla X ad alto rilievo, il Leone di S . .Mar(;O, e le iniziali clel mastro fonclitore C. A. Peso circa 4 tonn. A Fabio Alberghetti nn cannone tfa 100 Lb., cal. 211 m fm , diviso in tre ordini: quadro alla volata a se,donc di poligono, al centro tondo, alla culatta tondo con cordonatura. A Sig'ismomlo Alberghetti un cannone da 50 Lb., calibro 175 m /m , lungo m. 4,lfi. Alla. volala il Leone di S. l\iarco, l a sigh1 X, ]o stennna Grit ti con IP inizia,li A. C., il millesimo in cifre ronmne, lfi(l8, e le iniziali dell'artefice, S. A. A {Hulio Alberghetti un fa.leone di hronzo ca,l ihro 74 m /m, lungo m. 2,SG. Sulla. lOlata. il Leone di S. Marco e le iniziali <lel mastro fonditore. A Galeazzo Aloerghetti un falcone di bronzo, cal. 1.00 m/m , lungo m. 1,70. Porta gli stemmi delle famiglie Ca,na.l e Gritti , e Donà.. Snlla volata il solito Leone e la scritta,: Ga}eacitt8 .4.lberghett,: me fecif;. -

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1500 - 1600 .A Ucrolamo Alberghetti 1m cannone di bronzo, cal. 143 rn.lrn, lungo rn. 3,50. l>orta in rilievo il Leone e la sigla X, presso gli

(•i-ecchioni altri fregi, il millesimo in lettere romane> 1533, e il uome del maestro: Geronenw,s A lbergheUi . Sul primo 1·inforzo lo st<muna del Moro, fiancheggiato dalle iniziali S. M. Al Museo Nar.ionale di Artiglieria di Torino si Lrova!no poi moHe altre hocclie da fuoco cli fattura. degli A lbel'ghetti : una rnezza, cofobrina. di A lbe1·ghctto lli Alesi,mndro, mira.bile per Ja, squisita eleganza, delle ornamentazioni; una, 1_;olubrina di

l!'ig. 110 - Falcone o <.~1 lulH"im~Jt:a di Albe rghetto A l berghctl:i, I ron1t9 md

porto rli Genova.

l3i3 m /m di calibro, opera cli Giulio Alberghetti, che porta, snlhi volata gli stemmi degli Avogadro, dei G i11stini:.1ni e élei Donà ; ancorn nna mcr.r.a colulH"i na cli Alher-ghetto AlhergheLti, fusa per Gniclobalélo élella, Rovere; e }1ltri due pezzi minm'i, uno smerigEo e nn falconetto, di eced len Le fattm·a.. A Genova è conservato un fa.leone, dovuto ad Alessandro o ad AlbergheUo, di cui si (~ già. parlato nel para,grafo genovese di questo capitolo. Tafo prezioso esemplar·e della tecnicai veneta al secolo XVI era, passa.to a f:w parte dell' n.rmarnento genovese attraverso ai Della Rovere, imparentati coi savonesi omonimi e in continua relazione con la. Rcpnbblica. L',wte delfa ronditai fu tentata anche in altri campi da questi eccellenti nrn,eRtri : è attribnittt agli Alberghetti umt delle << ghiere)) di pozzo del Cortile di Palazzo Duca.le e si ba notizia di altr<~ produzioni artistiche, sen za conta.re l ' attrihuzione di una

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G48-


OPEllD DJ,;GLI ALHEU.GHETTI

colubrinctta, al'rna di h1sso, r,he fignrn m1r,ora al :Museo clell' Arfi(~nnle e snlla (!nale ritorneremo fra breYe.

Fig. 111 - :\1:J rc:1 rii Alberghetto Al bcrglldt.i falcone.

r

a fregio,

sulla ghiera del

L'esame di queste a.r-tiglicric ci l'ivela, dal lato artistico, mu1 perfezione di disegno, degna del s,~colo d 'oro fli Venezia,. Si ha la impressione. vedell(lo i delicati contorni dei fregi leggeri ed ele-

fiJ!) --


1500 · 1600

ganti ma potenlernente modellati, che quei;;ta ol'lrnruentazione l'Ì· fi ctta direttamente l'arte del Sansovino. La solJrielà delle linee fonda.mentali - una vera, anltitetlura applictLtu sapien temente~ alla forma tec nica - fa sicu1·a lcstimonianza della perfezione acquistata dai Ma.estri Alberghetti , in ap1mrenza l'af:ilmente, ma Ìll realtà. attrn,v erso ad m1a. fatica, secolm·e e g1·azie a quel!' « ap· profonclimento >> che si ottiene dagli artieri. solamente quando, di generazione in generazione, essi si. dedichino allo stesso la voro , do<~ camminino in profomlitù, sempre nella stessa direzione. P er app1·c:r,zare a l _loro giw'<to valot·e i pregi artistici delle bocche da fuoco di c ui stia,mo discorrendo, bisogna Le11er pre-

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F ig. 112 - ~tuvemla <:Olubrina ;.;el.lal a ria E 111 ilio A lbcrghelli n el 15!J4. li: ric<; li ii;Him:1 di ornati a foglinmi s p:1ri;i ,;u tutta la s upcrficif! , uonchè tl i figure allcgo1·ichc e dl stemmi.

sente c he gU 1~sP-U1!Jla ri giunti si110 a lloi non era11u giù, armi di parala, com,ervatc con ogni c ura come ope1·c d'a,rte, bensl stru menli cli guerra, che eome tali compirnno l nngo ed onorato se!'· vizio. Alcuni di essi ham10 sopr-av,·issuto all' assedio di Candia <' di .J.i':un.1gosta e ful'ono usati µoi ,lagli O tto ma ni per allri due seeoJi. Questi pezr-i shnmo d lllHJlle a tesfononiai-e e a documenta re il primato ra ggiunt o da V1mezia, e a, hmg·o conservato, in mate1·i a di a nnanwnti. T,e attiglicT'ie veneziane non comp1•endono quasi mn.i esc111p1ari esteri. o antiquati. T tipi ci appaiono accuramcnte ~tndinti, e• strettamen te conse1·vati 11ella esecuzione. La -

H50 -


AJ:'1'.lCL!WtlE Vl•::-mzuxc DT•X1 1, I ALH EJ:Gil l•:'l'TI

t·.ol l<·:,:i 011e <ld :!Vluseo del! ' A rsem1l<~ è sl 1·a.ordinariame1it e ornoger>«'n, a\'llt.o rigoarclo al (ernpo cui rimo11h1,. I calibri , i pesi e le tli11 1p11r,;io11i di CR<~mplari clelJa stessa r,;pede concordano qnnsi p<·1·f<dJamc11te. In questo, Venc7.ia rivaleggjava, con la Franci~L t ~ con la Rpag11a, : e il va,ntaggfo della uniformità dei calibri do-

l!'ig. 1 11: - Colubrin:1 su n!'fm;to_

veva csr-1~r<~ e1101·n1e i u confrouto (k\l la t.oufni;;ione vigente a n cora i11 a.lt1'e artig;lieri e della Penh,ola _ Alla di.J1astin. ùegli A lhP1·gh<~tti: fi n dal ~eco lo XVT Rp<~tla. jn notevole parte, il va nto cli quesla, perfezion P. nella tecnica e nell'arte.

Della stessa epoca d<~i pezr,i onL dcsr.ritti, nrn s,~nza prPdsa aH rilmzionc. i• la coluhrinetl a,, di 9 oncie, che si trova pure al Museo deJl'A r sena.lc dj Venezia e che n el c.1,tologo p or ta il nume1·0 P. 12. L'arma, mhrnra m . 2,85 con un calibro cli ~f, m lm. 0011sLa cli dieci tronchi cli c0110 cl i ferro battuto, sald a.ti e rinforzali da anelli. Una 1·cte oruamentale di t r a lci di vite, cesellati in bronzo cd i.ncastrati nel ferro, <:·opre tutla l 'nrrnn fino a lla bocca. -

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.l 1500 - 1600

lèi~. 114 - Bo<·1 lw da fnnco n•nd<'! <kl XVI I ~eto'.o, esi~t·f:nt i nel M::s.-o ddJ':intico Arsenale e copiate clal Ìi:t~ptinmi. ~:t~ro, :rnpido e cannone di b ronw ,;em::t. cnmcr:i e fusi n e llP dimensioni em·n!ni i nd XY e X V I Re<·ol o . PassnYolante e cnnnonc dn !I. ti'akone, eannone e saltamartini ,l:1 11. I<'alroue <'~ (•:nmonc da B, ,li bronzo, il più pie(·olo chiamato Piri-

tolo. Fakone tto da uno.

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1 GIO,\IWl f~ l MOIIANl>U

Questa e:,wc <falle fanc:i di un dn1go11e lli;1,zana111c11fe lilod<·llato ,

eon <11rnkhe riminii,;t:e11za dei motivi tlel Dilr·er; la <:ul:tf la i· più semvlit:e, ma il « coprifocone », cesellato a, pieno i-ilicvo, 1·r1,p p rci,;e nta llJl gue1·riero che ca,v alca un d1·ago11c mentre qnn,(11 tenta mo1·de1·e l ' uomo, rivoltandosi. Anehe gli utensili a11nes:::i aU 'arnu1, speciahnenle la e< forma » da fond er e i 1>1·oieLtiJi, s onu 1-icea,mente llloliellati e finemente eesellati. 11 vc;,.m, cli un n1 ]ore a,r ti stico eccezionale, e'\ ineavaka,lo sull' affusto originale: e pare IlOll aollia ma i servito. Si tra Lb~ di 1111 'arma. di lU8l,lO , che

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appa1·Le1rnc a gli er<:di del Doge Andrea G1·itti e c he essi. donarono, nei ,r;rn, ·alltt Repubblica, ottene11do11e in premio la promessa di earid1e mili Lari. L' Angelucei opina che la colulH'iucUa, sia opera di Alberghetto Alùerghctti ; m::i J1011 .ne ncldm:1~ ptove doc::umen tarie ,: certi eJcrncn t i (li st-il<~ 110H concor·da110 . ln ogni <·Mm , l'al'lefìu : eh(~ ha cseg·nito nn i-:.irnj le eapol avorn pui', lwn (·onsi<ler·a1·si tlc~no emulo dei famosi MuesLr.i fonditori . Di uu' aHni, gnnide famiglia di fonditori, che operò sopra t11Ho a l se1·vizio dei l'api, nhhiamo giù, fatto ripetnto C<'llllO 11ci parngl'afi ~m lle al'liglierie lig-uri e imlle a l'ligfo~1·ie po11lifieit-· . Sono i genoYcsi Amhrosio, Vincen zo, Grego rio, Ilattista e Sera.fino Gioanli che, sp<~cfo JJer on line di Clemente Vll e l'aolo IH, g< thn·oJ10 :ntiglierfo a Roma , Divitaveccl1ia, P erugia, A11cona,. Fra le o pere dei Gioan1i sono da rie01·da,1•f\ il famoso eam10nc · gitta Lo eia Vintt-'JJZO su dii:;egn0 .:ti A 11 tonio di 8anga11o il giova1w. <li cu i r·inuwe apptmto mio s ehi;,,zo <:ou la dicitura: « Cannone d i Mi,1,str-0 Vincentio >>; e sop1.· atntto le 65 rwtiglicl'ie dcJla Ilo<:<::t P aolina da Firc11 ;,,c, disegna te prohabilmcntf' da-1 Sangallo: s!rr pend e per le belle forme e glì orn at i. Fra. queste, nn cum1011<\ che la,nciava, pa,lle da, 70 lihb1·e ed cr-a, collocalo nel colossa,le mastio della fol'tezza,, non la cedeva p er l 'armonia. della forma n riessnn 'altra IJoeca, (la, fuoco ùcll'epoca, tranne la Re.<Jimi er,.tem:e . Tìna te1·;,.n famiglin, - e possiamo ancora usa1'e il vocabolo <( di1mstia. n - di eccellenti fondito1'i ò f!ll ella. dei :Morando vcne zfanj: Br-col:rno eoi figli C:incomo e Giamba ttista, che opel'arono ~il scnizio ,U l<'ii·ewr.c. Del pc-imo si pnò arnmfrarf\ nel MnsPo di Torino, un uèllissimo sagro c011 lo i;:temrna me<li<'eo. 0

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.., .l.500 - 1600

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Jfig. 115 - Sehiz:,,,0 a penna del Sanga llo. (Trovato e pubblicato dal maggiore Angelucci 11el volume : Ricordi e rtocmnenti inediti di trovati italiam:) .

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.\::SXIJ3ALJ,; IlOR.GOGNO,'>l

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Mtt forse il massimo fonditore del secolo è il tridentino A1111i1Jale Borgognoni che, coadiuvato dal fratello Odorico, rimase per un trenLennio al servizio degli EsLensi, gettando moltissime hoccù.e da fuoco. Tl senatoi-e Vittorio Zippcl , nel succoso e documentalo studio « Un artisi,L trentino del Rinascimento alla Corte di Fer·rara. », rileva, l'attività ~voltH, da Annibafo Borgognoni . iu qualitù di « maestro di artigliel'ic )). Il Borgognoni pare sia nato a Trento intorno al 1510 o 1015, eonw risulta <.fa alcuni vecchi d ocnmen ti e sopratutto da un ili-

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Fiµ:. ll\i · H f! ll a colubrin:1 g-it(ata dal Dorgognonl. (Museo cli Torino).

ploma ducale che g-Ji c011cccJc, a titolo d'onor·e, la cittadin an½a fcn,u·<~se. Suo pad1·c J>ietro era pure bornbanlier-e - - cosi lo definh:we un docnmento d 'a rchivio trentiuo del Ji:159 - e bombardie1·i foro110 i !'tuoi fralclli Odorico e Daniele. Al servi:ilio dclla Corte Ii} stense, Anuiba,le trascorse quasi t utta la vita, dm·a11te la, qna,lc però fu spesso chiamato od in· vfa,to presso altri Signori e Princ ipi, a dar prova della sua preziosa abilitiL di fonditore . Dopo un i:mggiol·no nelln, Repubblica ùi Ragus~L, ove si era 1·c•cato per ri11forzn,r-e le ::1rtigli e1·ie di quella piazza,, egli SCOlll· pa1·e: intendfa,mo dire che non 1·imane alcun doc umento ad attestare gli lùtimi t empi di sua attività,, nè il giorno della morte, che dev'essere anteriore a,l 157l. La pilt fa,rnosa bocca. da fnoco del B01·gognoni fu la colubrina R e,gina, di cui si è parlato nel para,grafo sulle artiglierie estemd. Tale pe½ZO - che costit uiva una, vera e propria opera d'arte - fu distrutto, come si è detto, intorno al 1700; ma il Maggiore Angelncci ne scoprì, nella villa dei Duchi di Modena a, Varese, una stupenda incisione che fn offerta al Museo Nazio-

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1500 - 1600

nale di Artigli eria <.li Torino, dove tuttora si conserva. Fortuna·

tamente, nello stesso Museo si con scr,,ano - e ne abbiamo ri· p1·odotti alcm1i - originali o disegni di parecchie belle oper e di questo fonditore il quale, ollre che gli :Estensi, servì il Duca di lirbino e Re Enrico II di l!'eancia. Abbiamo detto dei fondiLor·i al servizio dei ])uelti di Savoja, fra cui Jh·anceseo Hm,ea, Gia<:omo ~ferello, il ·vauelli., i Scgu· ra.no ecc. Merita a n cora particolare menzione Giovanni D el li Facd, ritenuto da aku.ui il vero e proprio inventore di quelle granate a mauo che dovcvallo ricomparire, cou ottimi ri s ultati, uella gneua mondiak del Hll4-rn. 8 ' è già, parlato dell' eroica resislcn:r.a opposta ùtL Cuneo a l· l'ass<\ùio delle t ruppe fra uceRi nel li:i:i7; e si è detto come a, tnh~ s1.upelllla, clifasa co11trih11issc1·0 11ou poco le l.Jocche da fnot;O . .Ed ceco ciò che R<:1·ivc una 1·elazione anouima dell'epoca a propoi,ito del tatio tl ' a 1·1tw titic ii; i vo rfol 2::; giug110 , d11! ,1ovcya r-Ps ping-cre <le fì nitivamcnt.e l 'inva sor e : <<~molto offesero i nernir.i molte OJH~rc Ili fnoeo clalli assnliti fabbricate et gi t.La.tc c011L1·0 la fronte loro , m:1z...z...imamente le ·ra ssine i mpc~g-olal.c con soll'oro o al l.r·i.\ materi.e; e cerle palle cli nwtal lo, fnR<\ deul.ro (i11ve11tione 11uovn ti-ov,1ta da.lJ ' Tngignier n oma io 1\Ini;;tro Uiovanni l>elli Fa eci cla Hru·gie) ; tali p,11le si puomw tfrare con l'artegli:.wìa, et con m ano; ma differentemente accoH · ciate: tr aendole con l 'arteg'liarfa fanno c1noi effetti cio1~ la sua J)f1ssa,ta,, poi crepano; tir andol e eon mano, fam10 il mede:,;imo effe tto: ]e quali, tratte in huon nnmcro nelle squadre de' ne· miei , toccando t erra, in molti p1!,r,;,;i et divel'Se par(i si spt!zza · va.no et gettavano con tcrrihil ful'ia, per le materie che vi erano dentro, facendo suoni et sbaraglian do tutto qnel che attorno (1·0vavano come fossero stati colpi cle Ra.gri ; on<'le, per fflll"Rto. g-ean numero cli francesi morse )). Vedremo per ò subito che l'inven;,;io1H\ della granata viene, dc1 altri, attribuita al toscano Buontalenti. Nella seconda metà del Cinquecento, n, Sig·ismondo A lber·· ghetti - morto dopo Junghi:,;:,::i mì, prezio:,;i sp1·vigi resi nlla Re · pnhl.Jiica di Ve11ezia - Rnccedc, n <~lla. tarica di mast1·0 fondit ore , -

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DELLI ~'i\CCI - :,iAVOltG.NANO - BUOi'iT.-\Ll:]N'l'l

Giulio Savorguauo. Uome il pr·imo è. forse il nui,ssimo e::;poue1 1te della, sua famiglia di fonditori, wsì il Savorgnano cosLHui::;ce certo il più mirabile esemplare di una famiglia di ingegneri m ilitari. A lui va attribuilo il merito a,ltissirno di avere compresa la con venien:r,a balistica delle bocche da fuoco molto lunghe e di minore calibro e di a,yer riformato le artiglierie da fortezza portaml.ole a 40 calibri, cioè ad una lunghe,,;7,a per quei tempi assolutamente eccezionale. Ottimi maestri fonditori furono pure il domenica,no fnL Domenico Per-ticari; Giacmno Hevflac:qna, che servì gli Estensi e fil wssai appre:r,zato da Alfonso I; Henmrùo Buon talenti; Gherawlo Silvani ecc. Il Buoutalenti (eletto della, Girandola), nato nel 1i:i3G, fu particoh~nneute notevole, a.n<·.he come architetto militare, autore di yari modelli di forte:r,7,e e di opere di fortHica:r,ione a Grosseto, 'l'erra del Sole, e di alcuni baf.ltioni attorno alle n1m·a di Firenze. Di lui il Haldi1rneci, nel suo li.uro<< NoUzù; (le,j JJrnfr.ssnr'Ì del dis0,qno lla Cinwb'tte ·i n qna )> clic<~: « N ella guerra di Siena inventò e faburie6 in una notte quelle artiglierie di legm) che a ll'acquisto del bastione fecer·o le prove t;he son note». P, più oltre ii medesimo autore ci informa che: « ... Ieee gettare molti pcz,r,i di cannone di qualità e forma diversa, e fra, ()UP.folti il famoso cannone, detto <<Scaccia.diavoli>>, di grosf.lissima porfata, la. gran palla del qna,l e ei-.;f.lendo vota, portava seco il fuoco e i-.eop· pia.ndo faceva gra,n stragi; e Uhernrdo Silvani suo dif.lcepolo so· JH·:rnominato, da cui mi venne (Jllesta eon altre notizie di que sto g;rancl'uomo diceva esser quella la prima. invenzione dalla quale Cu tolto il farsi gli instromcnti incendia,r i detti Granate; e rendono tcstimonian,r,a, cli ciò i molti disegni cli ta,le nuovo in strumento re8tati alla morte di Bernardo, parte dei qua.li capitarono all e mani dello f.:teF<80 Oherardo, ed alcuni ne conserva presso di sì\ Vìnc(~nzo Viviani matP.matieo del Serenissimo Granduca>>. Al ):fuseo cli Torilio si conservano complessivamente 26 boc che dn fuoro <lel secolo XVI. Oltl'e a crneHe già citate ccl ai pezzi fra,neesi <~ pori'op;hPsi, ve ne 8ono nltre dw mP.ritnno p:wtiç,olare 1·ilievo. Ci limilercrno a citarne aknne . 42

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1500 · HiOO

Le artiglierie del Regno di Napoli sono quattro, di cui tre più 11otevoli: mnL mezza colubrina fusa nel 15,37 da GiangiacoIIw da :Molfetta (ne abbiamo già fatto cenno), un'altra. mez.za. colubr iiia gittata da, un anonimo sul finire del secolo, ed nno smeriglio di bronzo splendidamente ornato. lnte1·es1mntissimo è un cannone venezia110 di bro11zo cerchiato di ferro, del calibro di libbre V(~ueziane i"iti ( corrif.:JHHHle111.i a Kg. Hi,9) e diametro della, JJocca 17::l mm. È uno dei pochi cos(1·uiti di tale calibro, con anima di brnnzo e cerchiatuÌ·a di ferro, se<:ondo un sistema che venne ben presto abbandonato . Notevoli pure quattro bellissimi sagri fiorentini, fra cui uno, giù, citato, è opera. del Morando e gli rLltri tl·e sono a.nonimi. Eccone la descrizione, qua.le <~ pubblicata nel Catologo : J") Oa11none da campa,gnn,. Sagro antico da libbre fioren tine G,fiG. Gettato a1 tempo di Cosimo de 'Medki, come dimostra lo stm11ma con co1;ona ducale e le iniziali. Non vi (~ (fata, ma "i Nuppone sia del 1G~7 o u,;-m; ma.nc:a ancl1e il nome del ro11tl i tol'e. 2') Saµ;ro moderno comune ordinario di bronzo, da lihh1·<~ fiorm1tine 8,7 e 111 veso uwtl·ico Kg. 2,9SO. Il corpo di questo pezzo :-1i cornpo11e di dur, tronchi di cono, raccm·dati 0 terminati con :-1emplici e belle sagome. Vi è Jo stemma dei Medici senza iscdzione. Si crede gettato da fra Domenico l'erticari, Domenicano e da Giovanni ili Ginlio Albel'ghetti. :J Sagro a,ntico sottile del µrimo gernwe di bronzo, da Jib bre fiorentine S, cior) Kg. 2,818. fornmto da tre tronchi di cono, con stemma meòiceo e iniziali F . :M. Si 1·itiene sia opera di Uiovanni Battista, Morando o clel Perticar-i, probabilme11!·r, fuso · nPl 1590. 4') Sagro moclc1·110 ordinario di bronzo, da Jibbi-e fiorenti11{' 8/ 13/ 14. J"'.; composto cli dnc tronchi cli cono, divisi e compinti da, eleganti modanature. Vi è l'arma dei M edici con ]'epigrafe Perclinandu,8 ).lfed. Gag. Duw. Etruria. Tll. Vi è impresso il no· me del maestro fonditore Girolamo iroranclo Vil1i (cioè Vene· zia.no). Infine - t1·:1 le bocche da foor,o str·aniere del Cinquecento elle fii conservano nell'lntel'essantis~drno nostro Museo - ve n'è una che dobbiamo menr.ionare. Si tratta <li un elegante falcone fran 0

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<·l':--1•, UOlT:L da ltu)1·0 campu I<~, ùi Enrico 11. tJueslo ::5ovl'auo, a 1·d e11 I <;111e11 te ì11 narnoraLo tldla famosissima DiantL di. l'oili<;1·s, ,ollP c he l'ilii,dale ùd 11ome della ùouna a,dorata fosse u1dto al 1--110 a11d1<~ i11 qmisLo strumento di goen·a; e h1fatti, oltre allo :,.;(,<;111ma reale coi fiordalisi, n e l falcone sono impress<.! le Jettt!i-e 11 (He111·y) e D (Diana). Hl! abhia,mo voluto ricordar-e questa bocca da, fuoco,11011 è giù p <~r tale pa rticolarn, che pnr H011 è privo di sapo1·<; e di significato, poid1è, a q1msi quattro sc<:oli. ùi distanza, trama.u da fino tL 11oi J!eleg-arnm di uu gesto regale ed il profumo - attenualo, noli sva11ito - di mia pU!'-.Riolle illnsti·e, che infiammò l 'estro di ro 1rn1n zfori e di poeti. C'è un altro fatto eh,~ ]Jer 11oi - mocfosti cd aridi cronisti ·ha importanza. maggiore: cd ù cbe la,l e fa.leone , per 01·dine di En1·ico Il di Vra,ncilL, fu geUato n, rarma da Giova,nni Colturo, a rtig-liere a.l servizio di Ottavio Fa,r ncse. Dove si dimosLnt che non solo i Rovraui fr·aucesi si valevauo dell 'opera di ingeguc1·i e te('..nici italiani chiaruaf.i aJle proprie Col'ti; ma, tal volta, ìtllorchè - come, PG1' ragioni evidenti, in q1wsto caso - <:i te11cva,no a,d un a pHrtico]are elegan za. <~finitezz:t di coktru zi01w, uon csitav}.tn O a rivolgersi a ddirittura. a fornitori it,tliu ui, co11 8aua,ndo così, nei fatti e in moùo inequivocabil<~, l 'e(·.ctdlcnza dei nostl'i teenici.

18. Forma e costituzione razionale delle bocche da fuoco - L'abbandono della retrocarica - Dimensioni e peso delle artig lierie - Si impiega esclusivamente il bronzo - Fregi e decorazioni - Palle sferiche di ferrò fuso e palle di pietra - Proietti a mitraglia - " Pignatte ,, . Perfezionamento nella fabbricazione della polvere - Il caricamento - Gli affusti Gittate e velocità - Puntamento e tiro.

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NPl seeolo decimose~to le bocche dè.L fuoco prendono forma 1' co:--Litnzio11e l'a zionali, e si RtabiJisc o110 regole a.bhastun"Za Jog-kh<~, i-ehhe11(' variabili da costruttore a costruttore, o


1500 - lGOO

meglio ùa autore ad a utore, per la, lunghezza e lo sver:.sore delle pareti nei vari punti della lunghezza, a seconda ùelle solleòta :doni a c ni sono sogg<~tte per effetto delia pressione jntenia. Le dimensioni si davano generalmente h1 calibri, o più spcsim iu diametri della palla, che non era la stessa. cosa, in conseguenza l ei <i vento » d1e si doveva t<mere p er p ermettere il facile <:ariea,rnento. I punti caratteristici , per i quali sj stal.Jiliva lo spessore, erano la sezione in corrispoudenza d el focone, queJle itnmedia La mente avanti e dietro g li. oreechioni (qualche a utore dà soli.è:LHto una S1' ZÌ011e, in conispoudenza degli orecehiorli) e <piella jmmediata,me11te dietro la gioia di volaLa , oi,;sìa, al collo della artiglierfa. Così, per il genere colubrine, sì d a va alla culatta 11110 spesf.lot·e alquanLo snperior·e al ca libro (da 1 e 1/1 O H, 1 e 1/4) , a g:li ot·ecchioni uguale al ca.libro, e alla bocr,a rn elù, del calibro . .Per il gt•1w1·e c:a .11110111, si avevano spess01·j r ispettivamente <li ealihr·i J , 3/ 4 P J / 4. Q111!sti :-:pesf::ori enrno <]llPHì <lell1, nrtìglicrie ,Jettt> ordina;rù~ o <:omuni. ~ e 11e nveva110 p e rù anche di spessore al(Jllau Lo Fmperiol'e, o, come si 1li<:e,ra,, cli magg ior cc ricchez·zfi lli urnla 1lo ». che wni vano cl elle artiglierie rinforzn/;a ; e a1t1·c~ cli s11eisi-ore min ore, ele tte untich a o sottili. I pezzi non reali , ossiu l t! :n-tiglierie <la, campagna, (sagri , falconi, falconetti ecc.) avevn,no spessori c01nr. il genere colnbriue o anche s11periori. 1 JW · hieri e i mmlai {avanzo delle vecchie bomharde) , che hl,ncia,v ano o << vortw1;ano n PRc:lusivnmeutc p:11le e.li pi<~Lrtt, avevano vareti as~ai più sottili, e di Fqwssore uniforme per tnttn, h .lu11glwzz,1 dell ' a.11irna (rne110 r,lu~ uel] a eaim•1·n ) : cosi('(:hè t isnltavano cli f o r· · ma esterna. cilirnlrica. In qnanl.o n lla 1n11ghc•z:r.a , p1·r il geuere <·oluh1·i11 e si dav.i , in g<-'11erale, 1111:i l11ng-he7,:r.;i di 3~ calibri: p e i- i rnnnoni , da JS a, 20; per i JJel rieri. da S a 1O: per i mortai. da ~ a, 4. T pnzi dn ~arnpa gna i11vt•(·.e i,,;i l<·n::-vano più Junghi d ell e rolub1·ilw, cla 34 a 40 calibri. J,'orma intenui. - L'anima,, perfettamente cilindrica, nelle colubrine e n ei cannoni. pl'Meguiva Renza intenu:,;ione nelln camera che fl,YPYa lo Mei,::so dir-tmt•tro: le ,wtiglierie, in qncsto c:aso, di.ceva,nsi << se9u-ite )l. I petl'ieri e i mol'tni, inver e. a vcv:1110 la cn rn.P1·n, i-empre cli diam etro inferiore al calìb1·0: P così talvolta i 0

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carn 1011i, ehe, iu quef.to caso, si dkevauo « va11ic1·al-i >,. 111 ci ua l · die caso la e111Ucra anùa,va restringendosi verso la c ula tta: le ar tiglierie, allont, er·ano ùette « oa/mpanafo >>. La camerat ul'a e la carnpanatura, erano però poco applicate, salvo che per i petrieri e i ruorta,i , per i quali la sottigliezza delle pareti dell'anima nm1 assic urava la resistenza nella zona di pressione massima. Gli orecchion-i erano posti fo genere a 3/7 della lunghezza tota I<~ a pa1·tfre dal foco1Je, e si fa,ceva,no, come per il passaito, con l"ai;l1-;e a lquan to più basso dell'asse dell'auima, allo scopo di dal'e loro un più saldo atta.eco col corvo d c1la bocca da fuoco , di a, uni'c n tare la inclinazione che la bocca da fuoco poteva, a,ssu · mere ri Rpetto all'affu sto , e a nche di <witarc J'ahhoccam en to del per.r.o all'atto dello ~par-o. Il loro diame tro era. di un calibro , e 1:t hrnghe;,;r.a n,lqnan to superiore. Il focone er:1 p1·uticaito al fondo dell'anima ; spcdaJe cura, si poneva ne1l ' osse1·vm·c qnesta misura, perch è si riteneva, eh<~ co11 ciò :-,i otten esse un minore l'inculo o «ritirata, >> del pezzo (~ qnirnJi minor tormento o « J)(J,88io1u.: » dell'a1Tusto. Nel Col· ]a.do si tl·ova,, per la pr·imn volta, il com;iglio al homb,U'diere, 11el caso dw il focon e si fosse alla,rga,to ecccssiv:11ue11Le per il J ungo nso, di aòattn.re nn focone <li feno o cli rame (grcino d el for'onc) avviLaLo o fornato in foro I_Jrnti cato nella cnla.tta. La r elrocarica fu quasi totalmente a hha11tlo11a,ta. Souo a.n<:ora desc1·itte, dagli ,H1t01·i clP.l tempo, le sole v etriere r1, braga) che si ca.ricava110 col mascolo, e che servivano ei:-sm1zia,l mente pc1· l'armamento delle 11avi, ùove non si aveva spazio sufadcnte pe1· lnsciar rinculare il cannon('. cli quel tanto c he occorreva p ~e pMer esegui re il car icarnen·to <lalJa. bor.r.a. Il Capo Bia.IICO cl.ì. inoltre Ja desr.rizio11e ,li un' << arti glieri:-i. JJuova da taricarsi òi di etl'o >> : la qnal e pe1·ò non è che l 'n,pplicar.ione ad uua. colubr ina, flPJ tempo clel congegno di el1ini:-nra a, cuneo, già desr:l'itto nel ca· pi t.o]o precedente. li'a,bl>r icciz fo 11 e d elle a,rtiglierie. - Il metallo esr.lusivamente impiegai.o t~ il l11'011zo, che a,lcu11i continuano a chiamare « meta.Ilo», :a;cbhern~ il Riringnccio distingua, n ettamente i du e tipi cli le~a, (che di:IIcriscono m1icamente per l a proporzione dello sfo,g-no), ponendo il limite di separa.z ione al titolo <lcl 12 % di sla.gno. Alcuni con Fdglhuw ancora, l 'aggiunta. di ottone e di -

GGl.-


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1liom1Jo iu pit<·ole quantità. Jl fn-i-o, fuso, era impiegalo talvolta per i pctrieri e i rno1·tai. Il grtl o, ('Onte ris :iìta. dall e norme dnt<~ cla,L Hiringu<:cio, fii

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l•' ig-. 117 - l•' :1hhrit a z io111· dl'lle ari iglit'ri1·. del i\1o r,111di11i. dt!tlo il l'oppi. (Fi l'<•11zp, P:ilnzr.o Vef·(·hio: Rtu,l ìol p di Fr:111N~s<·o i).

facpy,1 eolla volMn. i 11 alto <~ 1·01la mat.c 1·07,z;a, 1·aggiungen,lo <:osì lo tSC'O])O di comprimere il rndnllo fuso nella tnlntta , n fnnm.! (lella f'ma 1·<·RiSt<'n za , (' c1i 1-a1.:cog-lit->1·(• le i;:eode e i rlifel I i cli fu . -'- (i(i:! -


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COLLA U DO DELLI•: Al.(TlU IAICI: ll<l

~io11e nella rmttcrozza, che veniva poi asportata. 11 getto si. fa<:cva eoll' anima., e il nocciolo della forma era tenuto 1.:enLraLo iu 1.:ulatta dtt un perno cli feno, che restava poi incotpornl o uel getto. È da supporsi, sc~hhc~ne il Biringuccio non lo dica chiaramente, che l'anima si gettai,,se di diametro alquanto infe riore al calibro voluto, e poi fosse allargata. m edfrwte trap:Llla tura. . II_ Biringuccio descrive il macchinario da lui impiegato })er questa opera.zionc, macchinario che contiene in embrione i dispositivi anche ogg·i impiegati. L'asta a Lrapanar·e, di legno, munita ad una estrernitù di coltc~lli di varie forme, era 1nontata all'altra estremità sul mozzo di una grande ruota <:on pioli trasYersali alla. periferia, che veuiv,t messa in moto da uomini che si arra,rnpi cava110 sui pioli stessi : si faceva così gira.re l'asta, che penetrava, coi coltelli 1wll'aninrn, ddla bocca da fuoco, la quale, sistema(,a su un canello sco1Tevole, era fatta mano mano ava,H · zare verso la r uota. Dalla traUazione del Hiriuguccio Hou si può dedt11·re in modo assolnto f; (~ il getto wmisse fatto talvolta. senzìL anima, e f;e qu <>sta, venisse ricavata sol tanto eolla trn,paua tura. Le artig-Jierie venivauo pur sempr e decora le arlislica.mcntc, urn h~ t·icehezw, delle or11amcn tazioni dimin uisec col p1·oceclere rlf:'I tempo. Tn ogni modo Ri riR(:ontrano sempre alla culatta; avtrnti e dietro gli orecchioni, e al.la. bocca, moda11at ure più o rne110 com plicatl~ e Javornt e , alle quali si dava il nome cli gi.o'ie o cli cornici. (Juella dclJa bocea non aveva soltanto nno sr:opo dec;orativo , ma, Rerviva n rillforz:He q11esta parte della bocca (la, J'Doeo, che è soggetta, più fac:i.lmente alla rottnrn,. La. cn]alta (col qua]e nome gli artiglieri del Cinqnece11lo intcncl eva110 soltanto la, parte po steriore nl focone ossia a.l fo mlo <lell'an ima) veniva muuit,L tlì un bottone, a, cni spesi:,:o rlavasi forma ùi LesL,t unrnna o di ani mr~le ecc . Rtennni, 1notti. il nome del pezzo, il nome del fondi tore, e sovente a11che la data di c-ostr11zio11e ve nivano 1·icavati cli getto, o anche incisi al bulino. Le carall.cristiche delle ttrtiglierie erano rilevatt! dai bom banlieri, prima tli as1rnmerne il servizio, eon nna Rerie di , operazioni, che il Collado chiarnn « terzùtrP- H 7wz.zo )) P che consisteva mrni.tntto nell'esame oculare dell'e1:-1terno per rileva.re se esistes~er o rna.l'tcllntnre o nitre tra,cce di occultamento cli im-663 -


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perfez.ioni del getto; uell'esaIUe oculare dell'anirrnL, ché si faceva ritlettendo la luce nell'interno di essa mediante una larga daga ben lucente, e tentando la superfide interna con graffietti assicurati a.ct una lancia, per rilevare se esistessero vermi, o incavi, o caverne; nella misura della lunghezza dell'anima; nel rilievo della einconferenza, o del dimnctro esterno della bocca da fuoco alla culatta, ag'li orecchioni e al collo, per vedere, confrontando ('Ol calibro, quale fosse lo spessore de1le pareti e per potersi regiJIare nello stabilire la carica. Il Tartaglia dà anche il modo di \·e- . riticare con esatte7,za seFaniIUa sia ben centrata: si osservava se gli orecchioni erano a disfa,117.,L voluta dalla culatta, se il loro a,sse era normale a quello dell'anima, e se il focone er.:L nor1mLle al loro a,ssc; ciò serviva essenzialmente per un'altra operazione che riguardava il puntamento ed era chiamata « (lare o ccware il punto a,l pez.zo )), cioè segnare sulle gioie di culatta e di volata, due punti clrn costituivano ciò clic oggi chh11uereIUmo la, linea di mira naturale. La (( 110rtata >> del pezzo, ossia il peso della palh1 adatta al pe;1,;1,o, si rilevava medhmte un 1·cgoletto, detto (( re!Jola )) o « sa- . yoma >> o (( cokbre >> (da cui poi clel'ivò la, parola « c<ilibro )>), spesso in forma di pugnale, su cui erano segnate, a distanze convenienti da tma origine commw, dei tratti cont1·assegnati con un numero indica,nte il peso in libbre della palla avente diametro ngna,h~ ana disfanztL del tratto dalla origiI.ie; il reg,oletto nveva tre o quattro facce, una portava la graduazione per le palle di piombo, un 'altra pe1· le palle di ferro, · la terza per le palle di pietta, la, qua rta, eventualmente, portava una graduazione lineare. Il vento era tenuto circa un ventiquattresimo del calibro. È da notare. che per i pctrieri e i mortai la, porfata era indicata, non col peso della pa,11a dì pfotra, ma, con quello della palla ,Ji ferro, di diametro corrispondente al loro calibro. Invece per i pezzi da campagna, secondo il Capo Bianco, la portata era indic,Lt.tL col peso della. palla di piombo, sebbene ordinaria.mente « nelle fationi )) fosse impiegata la pana di ferro. Per controllare il diametro delle pall~, si usava,no dei tcrchi di ferro, del diametro voluto, oppure la «cartella)) 1(Capo

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tilJlli[j~~:~~uMJL,::i:·-,!~i::},~,:-_~),.~,~-10:~1ti;1,j Fig. 118 - Fonderia di cannoni nel secolo XYI. (Fototeca Italiana , Firenze).


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Bianco), costituita da una tavoletta, con due pioli dì legno fis sati a conveniente distanza tra di loro. 11 peso delle bocche da fuoco di bronzo risultava per i pez:,,;i minuti, non reali, che erano assai lunghi, da 220 a 250 palle; quelli rinforzati da 380 a 4-70. Le colubrh1e pesavano da lGO a 200 palle; i cannoni circa 120. Jimvizioni. - I proietti più usati erauo le palle sferiche dt ferro fuso ver le colubrine, i camioni e i pezzi da campagna; quelle di c~~lilu·o più piccolo però erano ottenute per fucina- ,. tura, con stampo e couLrostampo. I proietti di piombo erano esr,]nsivamente per le armi portatili; per le artiglierie furono abbandona.ti perchè, secondo Leonardo, cadendo a tt>rra si schiac~ cia,vano P. non potevano 1·imbal;i;are e rotolare come avveniva per q ue.l.li di ferro, clH~ :-1,v(w ..u10 così una maggiore · efficacia contro le J'nasse compaUe deile onlinanze del tempo. Le palle di pietra era110 1rnat<~ solta11to c:ontro truppe, e contro le navi. I vari autori cinqn<~C<-'nteschi non fanno cenno di proietti scoppianti, salvo il .Biri11gu(:eio: ciò vnol dire che, pur essendo . co11oscinti , crnuo rigu.udati eon molta ilifTille11;r,a. I11vPee si perfezionarono i proietti a mitrng'lia (per usa.r·c una pan)b allora ::.conosciuta.); oltre ai tom1clletti di legno e alle lanterne , giù in uso dal Recolo precedente, si adottarono i sacchetti di palldle, oRsia Racche1ti di canovaccio riempiti di pal~ lette di ferro o d i piombo diRposte ordinatamente attorno ad m i tubetto centrnle tli. sostegT10, chi11si e legati con leg·atura di spago :· a reticolato. . Il On.po Bianco di\. ]a descrizione cli proietti illuminanti p er · osse1·va,re il tiro di notte e per illuminare il campo nemico . 1 ' primi e011sis tevano in palle di ferro, di ca,l ilJro inferiore a qm~llo delle a1--tiglierie, e portato al diametro giusto con vartstrati di rolverino imlwvut:.o di trernP.ntina.. I secondi invece er à no di le· i gno, con fori e cavità riempite pure della Rt<~sfia miscela,. , · Si faccva110 a,11che p'i_q1u1,tte artificiate o inccndia,r·ié, dssi ~i ,, . vasi di terra riempiti con nna, mistura .composta di polvere, ., r,olfo, pece' e r~,gia secca, e chhisi con 1111 copc1·chio di canovaccio impedato, cla c:ui sporgevano degli Rtoppini di corda da archilmgio, che si accendevano alla vampa dellt1 carica di la.ncio. -

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LA l'OLVI,;I: l; DEL 1;Ifl.Ql_i EC ENT(1

Polvere. - La fahhrica.z.ione della polvere si va l'.iempre prn perfezionando. ll Biringnecio ed altri a utori danno nor me pre· cise pe1· la racc:olta., la <>strazi011e e il r·a ffinamcnto del RalnHro, c011 l 'ayvert·f,nza dm dalla p1uezza, cli questo ingrediente dip<~mh: prindpalnu~ute la uontù e la fo1·:,-;a della, polvere;<~ descrivono i i::istemi 1wr la f;11Jbrieazione dPlln polvere, l'ilevando la necessitù .111ia finissima triturazione dei fre ingredienti e della loro intima rniseel a (i11corzwrn1nento). Per la triturazioue si impicgavn no rnn.(:i1w or·<linarie aziom.tfo da cavalli ; per il mes(:olamento si

di

Fi.c:. I rn . iVIngnifico

c :u111011 2

!li Guitlobal cl o d<~l l :1 lto vi•r c.

in1pi t~ g-,1va111, rnor·t:ai disposti in seri<\ e pestelli. nie~sì in 1uoto

11te(·1:a11ita1npnte dn un unico albero conurndato cla una ruota. 11 Biri11gm:r:io dit vari dosa.rnpnti di polvel'c secondo il t ip o di a,i-ma; 111:1 verso la fine dd S<~tolo 1Hrn si usava.no c:he r1ne d osa menti : qnPllo <letto cc sei-- asso-asso >> vc1· le armi portatili, e qne1lo << q11a/:lro- -asso-assu n p er le a rtigliPrie. Poe.o usato {·r:t, H dosa.mento (( cin y11e-a ssn-nssu )) per Jc armi da rarnparn. Tl p1·imo dosmrn ento era perfettamente ideutieo a q ne1lo anche O;,!;g i u sa to; quello de!Ja polve1·e per· le nrtiglierie era inveee tleJìcicnk r]i Ralnitro. La polvere veniva grnnita.: per le nrrni J)Ortat:ili i gT.11w i li -

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avev..tuo i.L gi-ossezza <lcl miglio, per le armi da rampm·o il doppio ùella. pree.cdente, pe1· le a r tiglierie la g1·ossezza del cece (Capo Hhtnco). Oct1'ivhe. - Il peso di carica, era. regolato secondo il genere del l 'artiglier-ia, e-il pei«7··tlcl 1w0ielto-. P er·· le colubrine-e- i pez-zi thr campagna si dava alla car-ka peso uguale a q ueJlo del proietto, nl massimo. Ma, alle colubrine, alcnui ne davano soltanto i 7/8Per i cannoni i11vece so]tanto i :l/4 del peso del proietto; pe1' i 111ortai e i petrieri 1/5. La (·,arica si.. intJ·oduccva. 11ell'anìmn mciliante « cu.vc;hia.rr: >> ,) « vazN-! >> di Jamiera di rame, che ogni bombardiere doveva cosnnirsi seguendo regole determinate, basandosi s1ù di amel.re> del p1·oietto, per poter ruirmrare la carica ::i, volunrn a.nzichè a peso. (\ ciò per risparmio di tempo. Per .i petriel'i f' le a 1·tiglicl'ie camer}1te in genc1•e, però, il ca.ritarncnto con la cucchiar·a ordin:.Lria, riusciva difficile, e pe1· 11ucsto Ri prcfcriv,t fa car ica, 1.i sca,r f,nzzo ) cioè colla polvere contenuta in un sa~cbctto di fu stagno, o di ca.rta, reale, di cui erano pl'escrittc le dirncnRioui. Pratica, c1el resto, usata già nel i;;ecolo p1·er:edente. Oppure si aveva una cuecltia.ra adaJ,ta alla carnera e munii.a. di una rotellina che la, teueva sollevata lungo l 'auima e la. portava ad imboccare esattamente la cam,~ra. Per le artiglierie camerate fii usava sempre~ il coccone di leguo cloke, legg-erme11te for:1.ato allo shocco ddla ca.mera ; per le iu·tiµ;lieri e seg·uitc, invece, cla.vaHti alht carica veniva. messo ,~ for:1.Hto legge1·rneJ1 te col c;alcatoio o st-ili(ulore o folla,dore) un bottone I! i .<rfi1n.'<:z'i o rz.i forapr,fo; sopra la 1x1Ha, si metteva ancora, legger menfo cnlcato, uno « stropir,r,ion(J di fieno>) (Bnsca) pc1· tener formu la, palla stessa. Nessuna, innovazione rn~l modo di du,r fuoco alla, carica. .4ff1u;t-i. - Gli affusti sono tutti a, rnote, salvo che per i mortai, e conservano il nome di « letti >>, dato nel secolo precedente n quelli delle hombawle. Taluno li chiama anche «casse)). P er l e 101·0 <limcnsioni e proporzioni si p1·ende come unità di mis ura il ca.libr o o la lnnj:!:liezz~t della, bocca d a fu oco. Il corpo dell'affrn,to c1·a costituito da due fianchi o e< 0,8soni >) rn·ofilati ad an~·olo molt:.o ottuso, jn modo che la parte anteriore, appoggin,ta sulla. Fiala, r·ifmltassc orizzonta.le, qua.ndo l'estr emità -

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GLI i\ll'FUS'.1.' I

Dl~L S J.;CULU X \'1

posteriore «coda» c1·a appoggia,ta a terra. Nella pal'le ..u1ft-1·i.orc, e ra no ricavati superiormente gli inca8tri per gli orecd1io11i , o orecchioniere, e inferiormente erano fissali gU staifoni per l'« w,s-ile )) ; talvolta l',1ssile era invece sistemato entro mortise o fint:stre praticate attraverso gli assoni. (Hi UJssoni era,110 collegati cla, quatt1·0 calastrelli: uno era i.11 testata; uno in conispon<leuza delhL culatta del la, uotca da fuoc:o , (e si ten eva più basso che fosse possibile per permettere di dare una certa incli11azioue alla bocca da fuoco) ; il terzo, dietro la culatta, serviva a sostenere i cunei per jl puntamento; il quarto e1·a al la coda. I calastrelli erano fissati mediante cliiavanl.e o ohùwieohioni di kno. l fianchi erano riuforzati, in testata. e alla, eoda., da lW1ghe viast.re di fc1·1•0 inchiodate; e a naloga.me11le <~nwo r ivesLite h~ orcedtioHiere, che erano rnnnite ti.i. sopr<Loreechioni. La lunghezza totale degli assoni <~rada umL volta e J/ò a una volta e rne1.zo la, lunghezza, della uoeca da flloco ; le or<~(;chioniere erano pratitate a 4 calibr i da,lla, est1·emittì anteriore, e la ripieg:1tunL (lel profilo doveva cor rispontlc1·e alla cu latta. Gli assoni avevano spe:ssore uguale al caliln·o o alqmmto supcl'iore; anteriormen te distavano da ti·<~ a q11.1ttro caliuri, crl amlav:1110 a;vvidnandosi vel'SO la coda,. L 'assile e1·a <fo;posto alquanto più in11ietro degli 01·cec:hio11i, pe1· p erme lte1·e <li ahar<~ hL coda senza fa tica, e p er no n porta.re un soverchio carico nel Lraiuo. L'assile era di leg:110, rinforzato co n ferra.men ta a,i. fm;;i ; le ruote pure di legno, con mozzo di legno , e ccr·ehionc cli fpno in più pezzi, come ucl s<~t:olo preeedente. Il t 1·a.i110, 110rrn a.lme11te, pr·a. <!SP.guito con u11 c:ava.Llo di 8tao ghe, mediante una timon P-lla applicata alfa., eoda, ed alla qnalc si attaccavano poi tau te p ~1riglic quante enmo .ncce8sarie. Per il traino a mano, si aJJpli cn.va. alla c:oda un piteolo nvaufreuo a rotelle. Per inclinnre la bocea da fuot:,o s nll'afl:' usl o, si facm·:i a.,·an 7.are p iù o meno un cnneo, clisposto fra il tei·zo calnRtI"ello e lù cnla,Ua,. L ' a.ng·olo di illclinnziouc rnn sRimo, semm alcun CllllP.O, em però molto p ic<'.olo. Qnnndo oc:rorren:1 dnrn inclinazioni mag giol'i , rispetto all' ori:;,;:1.ontnle, si doYeva intPITure ]a coda. Ciò, -

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li",UO · HiOU

pt-rò i mp(~(liva i l 1·irn:nlo de l pezzo e nmueHtava il tot1ne11 to dell'affusto.

Balislicu esfon,ci. - Il Tai·tnglia - come a, l,l,iarn o g-iù, vi:sto <! :,.;vicgato 11el par·a grnfo p l'e<'.<~d(~HL~ - avev<L i11 t11 ito la vera, fo r 11 1a ,l<!lla tnLicttoria o « tra11 1:1 ito >> ddht ]JèL ll a. landa.ta dalle a r mi dn fuoco, e aveva d imos trato come in 11essu u 1rn nlo e per 1H~8sn11 tralto, p er q ua ll to p iccolo foi-;sc\ e:,.;:sa p otex:,,;e e:sscre rettilinea. ~fo la :-:na t eoria. non vmrne accetta.fa,, e da mol ti fn r.omlrntt 11 ta. l l<>l vef.tto, egli stesRo amm ise, p er app rossimazfo 11c, che la, Ll'a.iettoria foRse compo:i>ta da, Lr c 1·n,mi : il IJl' illlo, di puro m oto violen t o , r·et · tili11eo; il secondo', di moto misto, a d ,Lrro d i eireonf ere1,z:1 ; il terzo, di moto n a.tnra,le, r ettilineo e vertica le . Si ammctt.eYa., dal Tartaglia e dn.g]i :.Ll tl·i, che la l un g·hezz:t del moto violen to e n .:ttiliJH~o amlfl R!'iC! au mcntm1do coli ' a nnwn tare <lall 'incli nazionc él ellH l,occn da fuoco , e precisamente d l'l 12 % per oglli 7" <~ mezzo di i ncli11 nzione, dirnodoclr è il t iro dirci t,) yc1·ti('.a]men tc in ,1lto 1·h,11Hav,l, 1.li altezza, pari. :1 f:i rf'.n n 11a ,·oltn ,~ nwz.zo la lunghr-zza, d r] tiro r d lilineo orizzon tafo . clic e1·a il p; t', rnrto d i tu tti. S i a mmetteva, gi nstnmm tl c , che la g-it tata s ulro r·i zzr111 h tlt• nn · <lasse ao11mfln tand o coll 'au me 11 t.1re d ella jncl inn zione. fi no a 4:-i": " r·he dimin uisse p oi , fino a ridursi a 0° p1\r inclinazion e fin°. l\fa pel valore di h.li a 111nenti si avevnno idP<! (•f-a!!ern t<>. ili c ui n on si sa. dare m m. s p iegazi one. Tn genere la gittata m assima, er a i-:;timata ess1-•rp do,lid n>ltr la hm ghezza d el t iro r ettilineo orizzon tale. Tn t a l mocl o. 1wr 1;>1--·p m . pi o , u na col nbri na da 2:5 libbre piemonteRi (K g. fl ,22:i dr1•H). n cni si nttT·ihuiva 1111 tiro re ltilin eo orizzonta le d i GOO passi (« p assi :rn dan ti , di d ne piedi e rnez;;o ciascuno)), SC'\condo l 'r-Rp ressi011e del Rnsca) ossia di 4;i0 m etri , avrehhe aYnto 1ma1 µ-i l tatn mn s:,;~. ma cli m. 5400 (7200 passi): mentre nel éak ol o escgnito coi Ristemi att ua.li , a mmettend o ch e I n p olver e di allora nvr:!-'~R l a stesstL potenza di ()nella odierna. e che il coefficiente di effe!to u m c foi;:se del 20 % (a m aJgrad o df'l vc11 to) e cioè quaFti u gua le a qncllo delle n ostre artiglic1•ie, si ricava u n a gittata, mat'simn, cli soli m. 3700 . Per r agg-iun gere la gittata, s uaccen nata.. la velocitù, in i zia.le av1·ehhe clovnto eRserc i-:n periore a 1!500 metri a l secon do e la car ica avr ebbe d ovnto pesa,re circa, 30 Kg. , ossia più di trP-<-i70 -

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,. GI'l"J'A'J'E, PGNTA:.UK:,TQ E T ll(O

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volt<~ il peso d(~l pl'oietto, mentre al massirno :si ns.rvano ca,1·it- lic <li peso uguale .a.lla palla,. Altri autori , misura-1Hlo le distanze in va ssi ven eziaui o g(~O rnetrki, da uu o gitta te a,dilfri.Uura i,;balorditive. L(~ vel.odtà iniziali, per le colubrine e i pezzi da carnpngti,l, dovevano certo ess1~re assai notevoli : metri 700 a 800 al secondo. nato il p iccolo coefficiente balistico e il grande coefficiente di forma cii proietti sferici, la, traiettoria, doveva avere certamente i.1 i-,uno disccudente as:a;ai più corto e curvo del ramo asc1mdc11 le, che, 11el primo tratto, doveva essere molto teso. Ciò può 1·insdr,~ a spiegarf\ eomc sian nati i due concetti ba.lh;tici fondauic11tali suesposti; ma, come si fì detto, 11011 si possono spiegare le gra 1Hlisia;i m e gitt.at,~ a ttribuile ullf\ varie artiglierie, tanto più cht> ~li a II hn·i clichhu·auo di avei· otlcn uto t ali dati sperirnenta]me11te. 11 Co1laclo, però, Mforma decisamente non ess(~l"<! possibile !-;tahilin\ 1mn. regola costante ed nniforrne per tntte le adiglierfo, per ,ledurre cla un solo tiro la gittata a ll e va,.rie inclinf1 7,ioni; i dati 6u~ eg·1i l'iporta, come 1·isulb:Lto di esperienze da lni compin(f: con un falc011eUo , sono nei limiti clf\1 poi-;:;;ihile. Plf11lamumto e tiro . - La, linea. di mira, naturale, quella ordì. nal'iamente impiegata, era ln, visualf\ che sfiorava i punti più alti <Leila gìoin, cli c uhLttn. e della gioia. della bocca,. Tali pnnti era.no determinati e seg·na.ti con p1·ocedinwnti speciali, che i vari aulori ehia,rnano in modo divf\rso : (( darr: o ca.vare il p11rito a,l pezzo >>; « 8q11rulra.re -il 7Jezzo >>; « partire il pezzo>> ecc. La linea di mfra, natura.l e non era quindi, in gem~re, pa1·a,lleJa. n.11 'assc del pezzo: mirando con detta linea al bersaglio, fii veniva a, èletermim1,re 1111:1, certa, eleva;r,ioue all a boccn, da, fuoro, dipendenfo da11e pàrticolarità di qnesta (lunghezza e differenza tra, i raggi delle gioie), e (]Hindi vnriahile da :,t rtiglic1·ia ad artiglieria, :1 nche dello stesso genere. La massima, p arte deg·li al'tiA"Heri dava, a l punto di arri vo della traiettoria, sulla, linea, di mfra nat urale il nome di « pu,nlo in bian co»; e cc rlistwnzo. di p1tnto in bim1 co )> era, ]a gittata corrispondente. Non tutti però e1·,u 10 d 'accordo su tale definizione: il Busca, a.cl cs<~mpio, cliiama tiri. di pnnto in bianco sol tanto i. tiri rettiU-

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1500 - 1600

nei, mentre colla deJiniziouc suddetta il puuto in bian co si tront invece serupl'e s ul ralllo c urvo della t r a.ieUoriai. Il Saugallo, in un disegno del 153H, da n oi. riportato a pagina G54, disting1w allch,~ un e< pr imo zntnto ·in h'ianco )) : (jucJlo determina to sulla liue~1 di mira del ramo l'ettiliueo deìfo traietloria, iu viciua il½.t dcJ la l>oc:ea; ma llOll gli dà, a lcuna importanza. Reco ora.. i clispositfri e strument i di puntamento : 1) J,e cc candeleUe », cioè pezzelli di l eg110 o di cci-a che Fii fo_.:sa va.no alla g-ioia de lla. hoeca con cera, a gnif.ia di un m.frino ; si a pplic:--wa.uo ·quaudo si uovev:t tir-at·t~ a bersagJi più vkini dcJla tU stan za di. puuto in IJian<:o, pe1· i. quali doveva essere diminuila la elevazione . Ciò si chi,wiava da al<:mù « &morzaro ·il vfoo del vez.z o >) o a.11<;he << cvm,zH.trt:ire il v i vo >>. La candelelta aveva la maRsima lnngI1ez,,;a quando 1n. linea di mira <loYeva essc1'e par a.1"lela a ll' a sse del pezzo, d oè quanùo il her saglio ei·a. u.Jla minima distan;r,a, di ti1·0 1·eUi lineo. Q11e:-;lo <Lispositivo deJe n1,ndclctte è <:onsiglia,Lo dal Ba111,;al lo nel dbegno ~u ac.;cennalo. Il nm;c.;a, a questo pn,poRHo, n.(:c.;enna. ad ullo sl1·111Ue nto d1c Ri « alza e si a bbassa per servire nd og1li isoi-la. di pc:1,zo >>. i La (C sc11lcttci >>, d1~sc.;1·itta <.L al Bi.1-in gn (:do e e.fa altri. Er-a nn alzo a fore llini e ser viva. pN· dare ::ii pe:;,,;r,i una. elevazione 1-mpcl'i01·e n quella dat-a. dalla. linl'a ,u mi ra na turn le. Sì a pplicava :,:;opni la gioia di cnlatta. alJ a <J ll fl l P PT·a nda ttnh~If, iJ lns::.men to dello :,;l1·11rnenlo, con sistPn(.e .in nna tavoletta co11 12 forellini di: s p osti a dis tnnze regolari , lm1go una r·ct,1n 1101·mafo all'asse <l el pez;r,o. Non esisteva una. g raclu:1 :r.io nc. Una Rpndolelt:1 serviva, u chimle1·c i forellini che non c.lovenwo esRerc impil'g:iti. Tl f1fll)O Hi:.r nco dù, il di:-wg-no d i llJl a lt 1·0 t i po cli :,:;e aletta., nel qua le i forellini eran o pra licnl'i a li elka :-:n un nlhi>J·o ci linclr-i c-o gfrc volr. so1wn 1111 b.isamcnto, iu mo<lo che , fm·c ndo gin1re il cili 11<.lro, Ri vcni.va110 n d isporre srn·<·essi v:nnentc in dfr<'zion e parnll cln, all'nRRe <l<:lFauimn forellini p iù o m e n o di i4a n!i dn q11est:1 , il c.;he permett<>va cli dnrc dive1·R? elevnzioni. I fo1•rlli ni fl·ano graduali in distanze. 11 Ua.po n i:rnco dh anchP. il d isPg-no cli una ~calett a atta. a em·reggcl'P i « tiri eoRtiel'i >>, eol la ta vol t• ttn sl·oneYole latern l11wn (e :1.1 :-:;uo ha sam<~11lo e fis:,;nhile in nui pnn!i. Ln << sq11odr a >> (del 'J'ar taglia) servi vn n dete rminare 0

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ST!1Uì1I GNTI

DI PU :-/T,\MEt\"'1'0

l ' ì11i:li11a,,io11e dei per.r.i e eonisponden1, quindi all'attuale •fll,~draut(~ a, livello. l~ra una sqirnclra di legno forte, con uu bntèeio lungo ed uno c01·to, collegati da nn arco circolare metallico sit cui ~ra scg11ata nna scala di 12 punti, di cui eiascuno diviso in l ~ miu uti, e n nmerata a partire dal bral'.Cio corto ; nn piombiuo e1·a sospeso a,l ved:iee ,lella. squadra. Questa, si usava introdu· ee11tlo il bra<.;eio Inngo riell' anima, tenendolo ben aderente alla grrnerat1·icc inferiore, (~ l<~ggendo sulla sl'.a.J.a il punto o minuto ~cgHato da.l piorn bi 110. Un altro tipo di squadra, da,t,o dal Capo Bianco, è ugna.le alLn·ehipeHzolo f]ei rnm·atori, eon la diJ-'l'erenr.a che h1 tr·aversa ò tn<:unta e graduata eon quattro punti per pal'te, a partire dallo zero <.;e1d;ral<~. CJne8ta, squadrai era di dimensioni (ali da poter es8crc eoulenuta dentro la boeca del pez,;o, Per eseguire tiri di notte sn bersagli individuati dnrnnte i l g-ìor110, si eonsigliava. iin da allora, l'uso d ella bussola e si <hwa dcserizione e disP-gno di stnnncnti con questo dii,;po:-;itivo. La distanza._di punto in bia nco doveva essere rilevata praticanwnh'. dal liorn:h:n·lli(~re col tir-o, quando assumeva il S(~rvizio delle a,rtig1ierie. I tiri fatti :-;11 hcirsag li posti_ a, qnesta dii:;ta n7,a si chiarna,vano i n geuel'(~ (( Uri di 7m11t(Tia )l, e il p11ntnm e1do ctie Ri fa,ceva trng1rnrclanclo per le gioie al bersaglio (( app1,11nJarc >> o (( dar di Jia1100 l) al pe:,;zo; se il bersaglio l'\l'H snll'ori,,;,,ontc, si dicevtt « tiram aJ ra8o d(Yi metalli ll. Se il heniaglio, sempre sull'orizwnte, era più vicino flella di s tanza dì punto in hin,n<:o, si i;;rnonava, il vivo opportunamente rolle candclcUP: ma aissni più soventr>, IT,l i ho1nh,1nliPri prntfri ; si opernva ad occhio. Tali t iri si clieeva.no « dentro la p irn t cria )). A qtwste distanze si sti rnava che un esperto bombardiere dove"se (·olpire il segno al terzo colpo, a,nchc con un'artiglieria, p er 1,1i m10va: il primo colpo, si (liceva, Rerve a provare il cannone: il kP<:onclo. la polvere; il t erzo, il homha.rdicrc. I1 tiro più corto errt quello coll'anima orhzontale e si chi:c1 1nava. << tiro al ra8o dell'anima, )). rer le distanze superiori a qu elle di punto in bianco i;:i i mpieg;ava la scaletta, ma forse più genr,ralrnente le dita. mpssp in tr·avf'r8o nlln gioin di culattn (« tiro a./ raso dcl(e <lila ))) ; o anche -G7:::-


.l 1500 · HWO

~i pm1t~tva., ad occhi.o, più alto del bei-saglio, qua,ndo lo si stimava necessai-i.o. Per questi t ii-i , de tti« tiri fuori della piml<:ria i>, ma specia,L. Dll'Utè per qnel.li <:0 11 gTa n de elevazione , che si chiamavano « tiri di voZ(l,trt )), si a,dopei·a.va anehe la squadra. Il tfro pjù lnn go, del.Lo « di f;ntta 1Jolata », si o1 teneva p e1· i l sesto punto della squadra. Pee il tiro cou lro bersa,gJi più alti o più bai;:Hi dell' ori:;,.zonte del pc1,1,o i clivei·si autori cht1mo regole di pu11tamc11to. uon sem · 1wc c hiar·e e 110n sempre gìnr.:t e, 1:l1c sarebbe qui troppo 1un go , se 11011 fuori di lnog-o, esarnimue e discut ere.

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CAPITOLO QTH N'l'O

1600 - 1700 1.

Caratteri di questa età - Influenza delle grandi guerre di religione sull'arte della guerra - Ambrogio Spinola - Gustavo Adolfo accentua l'assottigliamento degli ordini, iniziato da Maurizio di Nassau - Ripresa dell'impiego campale delle artiglierie - Il cartoccio a palla e il tiro a mitraglia - Un'innovazione che non è svedese ma italiana: il "can-

none di cuoio,, - L'azione dell'artiglieria diviene continuata, ben coordinata a quella delle truppe mobili, intesa a contribuire alta vittoria in modo risolutivo - Concentramento del fuoco di massa d'artiglieria nel 1>.unto decisivo - Werben, Lipsia, passaggio del Lech, Liitzen.

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~on e'(~ unn, netta. derna,rcar.ione politica fra il secolo XV I e i I secolo XVII, Pn tram bi rar:1,t terhr.ati cl alle guerre di reli · g-ione e dalle lotte pel' ]'assolutismo e l'equilibrio europeo, che tengono in armi LuUa l ' T~uropa occidentale. In linea_ gene1·a.le si pnò dire che il Seicento segna l'ascesa della, Francia, della Germania, cfoll'lnghiltel'T'a, dell'OlamhL e della Scandinavia e C lento inizio del declino della, Spa.gna, la quale però contimm a tenei· sog-;.!;el.Lc al sno assolutismo quattl'o fiorenti regioni itali:rne, coRtituen Li q 1mttro Stati dhitin ti : i Vicereami di Sicilia, lli Rardegna e di Napoli, e il Oov<-irno di MHano. Le r egioni italiane non soggette a.JJ.o stra,niero seguita.no ad <>~R(~r·e frant.nma te in molti i;;taterelli (sofarnente rn~ll'Ita,lia setl"Pntr-ionn.le se ne conta110 dodici , a,nche a voler trascurare i frw1i irnperifl,li e pontifìci e le minuscole signorie!), ma ciò n on irn pc,lisee t.hP l'Italia - pur in questo periodo meno lnrniuof.O -

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HiOO - 1700

teuga degnarneu te il p1·oprio posto n e lla stoi-ia (iell ' Arliglicl'ia. ltaliaui sono ak uui fra i maggiori capita11i del :se<:olo: l.m:sti 1·i. conlarc lo ,Spinola già citalo, il gran<le J\lontecnccoli, e il l>11r:a l'iccol om ini; ilaliane so110 u,l cune iuvemr.i01 ii impol'l:.111 ti ssi111e c11e, <:orne vech ·emo fra J)J"eve, vennero a,ttl'ib uilc a, str a uieei ; sopratutto, it:.11ia1to è Galileo che clomina tull o il moviuwn to stieuti fi co del Seicen to, a.n che per dò che concern e ) 'Artiglieria: e . i1lfine, itaJiaHi sollo Tonicelli e Cassini le c ni ricerd1e s 111ln C;tn·va balh;liea a rreea1·ono un 11otevolc contribu to. 'ru tto ciò !in, p er 11oi, n n'importn:nza eapita le perchò - uou c i st..wche1·c1110 mai di ripete1·lo - l' A1·ti9lieria, è p1·ùna- di t·ulto u:11.a seim1za: a questa scienza, auc he 1Jel f.:ecolo XVTI, l' ltaJia LH fon1i.to n u app01·to più prezioso ehe que llo di tutti gli a ltl'i. Paesi, JJOn esclnsi quelli c he I<\ fnL·o 11 0 ~111wr-iori per k ,ipplica· zi.011 i 1u·a.iie l1e e gli sviluppi mi litm-i. LtL seconda met.ili del Ui11q11ec(~Hto e la, p l'ima, metà d ei ~ (·i<:.ento, eon 1'e8asp enwsi delle guerre d i r eligione, lrn nno i 11taccato pl'ofo11<.lamente il p0 Le1·e centrale~ di lutti gli Sl a,1.i. de terminando, per un lnto, una 111i11ot c:ompatter.z:t degli eserciti, im povcriLi dai dis~jdj intestini, le discussioni ecc:.. ; 1wr l 'tllti·o, la n ecessità cli alleggerirl i srmprc più rwr re11del'li più agili, JH·on Li a, <lifon<ler si contro le imbosca.te, le sorprese, insomm,ì, tutti i pf\ricoli delle g 1wrrig-lie che i protesta n t i eondueo110 nei Paesi preva1entemcn1'e cattolici e i cattolici in qnelli preval e11t c:,mm1te riforma.ti. Tn sost..rnza, si viene a ccentna ndo, per motivi Ol'a audic polHiei, qudl'assott.igliamento degli orùi11i che giù l\l:wrizio di. Nn ssnu-Oran~e, 1ìgli o di Guglielmo il 'l':w,itm·no. nvcva inir.i::i to Rnlfa. fine del C inquecento, ispir:rnclosi agli ordini dei Romani. Eg-li a.veva s pezzat~ le grosse formar.ioni di fanterin e di <·nvalleria, s uddiviclcrnlole i11 tan li pi ccoli nnclci di trece11 t:.> o duecento tìòmini, e anche meno, e cliRponernloli in più schicl'e. Qua nlo a ll'artiglierfa , l'01·ange aveva assegnato a i magg-iori calib1·i ,ma fnnzione csscn r.i:i.lmente cli difesa, :idibendoli cio~ a p1·otczione <lPll r parti più deboli drll ' orclinanza, mentre con i Cfl libri più kgg-cri g-n:irniva. la, fronte . Qn<>sti nHimi avevano più propriamente c·ompili offensivi. aecompagnn.]l('fo lr lruppP

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Helle arnuznte, e ùiedero ottimi risultat i, spedalmeut(~ J1dla battnglia <li ~it!npol't (j l11glio lGOO), spal'a11do a mi trag-J i:;L e quasi a b1·uciapelo, con palle da mo::;ehettone , sulle masse spa,g-11 olc : el'a la p rima volt:1, che la miti-aglfa (del rcslo gi :ì conosciuta eol nome di to1111clle tti, lautcrne, ecc .), faecn~ la sua apparizio11c 11! nun battaglia 1·egoh1n:• nell ' "l<Jur opn occidentale, e destò euo1·11tc impr·eic;sionc.

;\lautizio ili .\'"as:sa u fu 1111 eccdleute coudot.1 iern, ma ebbe quasi sempn~ la pc:;gio qnando si trnn) di fronte - uel primo tlPc·<~m1io del s(!t:ol o X\.ll - jl g1·ande Ambr ogio Spiuola, di pn1ri:r,ia fau1 ig'li::i g-e11ove~e, a (·11i ud li i():-{ il H c <I.i Svagun affidò il cornnrnlo s 11pn•1110 dcll'esel'(:it.o d i I 1'ia11drn. L'Hnlin110 - c!H~, pnr a1·e11<.lo nn g1·an cle amor(~ pcl' le a.rrni., 11011 aveva, potuto dcdi<:m ·vh :i se 110n :.1, ~::J a11 1d , eiot'\ nel lGO:J, (' <lopo 1111 solo a.11110 di espe1·ic 11za p1·:1tka ci-a ::;tato solleva to :1.ll';1 11.i:-:si1w1 cn-rit-;., · - si tTovò :1 dov<:r n :-.~olvi•:·e c:ontempon1,r n~,L111e11 fe d1w :tl'dni (·ompif i , og-mmo d ei 'tttali RH rPhbc lmsta.to a d a.1· del filo <1a tol'C:c1·p a, q1mlsi asi Y:J.l P11 1,~ ~•.qti1nno: per 1111 lnto <'Npugnate 11\ [oi-mi.flnhi1i f'oi· f<·;,;z,P il i O:,,le11 ùn <-.lie da 22 m esi si. 1lifcnd(~Yano vitfo1·iosn rn c11te, ])PI' l 'aHrn tr.1wr f'l'011te nl p1·orle (~11 n hi le l'i-i11eipe d ~o r nng-e , aecot·~o in cl iJcs,t <lPlln pi azzafor t~. :\In. l o Rpi 11ol:1 non si lfls~iò ild irnorÌl'<-' rla lJc d ifficoltl della <lnpliN~ intpn-'sn . A doperanrlo aceortan1<mtc a 11eh<~ le a1·lig-Vierie, <·s1mg11ò u11a tlopo l ' a.Hra Je tre cc1·dtie ch e cl i l'<> 11 devano OslP11da. fi no a <:.he l n, (·.itt;)., r-ido(.la ad 1in c 11 n111lo cli 1·ovi 11e da,l tfro rlf'i. p1 •;,; ;,;j i.111pi>1·inli , dovette acT<\ll<ÌN·Ri : ce11(orni la soldati, fra assc<lìn11 f i<' aRRt>diat i, \'Ì nvp,·;1110 pcl'<lnto la ,·il ,1. Così 11cl HiO:-; lo Spinola i111pedi~r:f, a J\Lu1rizi o l ' 11i,;sedi o <li A 11 n~l'!-1,1, 1lC'l l(iOG 1() ba.LI e sotto R11e i11 IJerg P pn.•mle ln for tezza, (' 1wJ 1.li09 conchi1Hle con /.':l i 01:rn ck si nna frcg-w1 vantag-giosu .

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Oushi.vo Adolfo. g rn ndc eoJ1<'101Ji cl·o mil i tm·e e aceorto ro1i tico. nne11tnò le :felici l'ifol'rne i nfaiatc dall'Ornnge, otten<'n dont' rh:11l! at.i co:,;ì pr e:;i;ioRì che gli perm isero di nffl'on!'ar P ('Oi snoi pir f'oli <':,;erf'iti la fonni<lnl,ile pofonza. <lei.l a Leg-a. r·a,ttoli cn, e, d(• IJ' .i\ 11Rfl-ii1, in r(lwl l·e rzo p eriodo <lPll n G 11<-> tT:l, <li 1'1·,•1J!·.' ,1.rn1 i

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... rnuu - 1700 cbe va dal rnio al riodo svedese.

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e <1:.1, lui prende nome, ap1_.11111to, <li p e·

A U-uslavo Adolfo s i d1we um1 maguitica ripresrL dell' impiego dell 'artiglie1··1a <:lte, come vedemm o uel capitolo 1_.1rec ede11te, si era appesuHtita, perdendo gnLll parte della propria elli<:ieuz,L come a rma earnp,1le. Auzitn tto egli si pi-eoc cu pò di a urne11La re il numero dei pezzi e giunse a,d aver11e sei og·11i mille uomini, m entre l 'lrnpero uoll ne a veva, che mio. J!oi c o11ce11 t rò ogni sfonr,o n ella, 1·ice rca d el mas simo r e11<lirue11to aumentand o la 1·apiclità di tin>, con l ' uso di cartocci , faUi di legno leggc1·i sRiruo e con la palla, att :H:<:a ta ( qu el ca rtoccio a palla cl.te di ven11e voi di impiego gc11er.1 le p e 1· Jt, a rtig1ie1·ic campali), e c1~1·cò di ottenere una gra nde conce11 ti·azio11 e di fnoco, spe sso l'insccndovi eou l' uso delle 8lcsse artigli.el'ie stra,ppate al n emico . Egli aveva tre spe<:ie <li a di g lierie : i g t·os si caJil>ri da :Jii P da, :H liLL1·e, i 11u,1li agi vano solo ne l le g 111 i1·r1\ di po:siziorn! cout r o le c ittà. e form a va no nn parco a sè, <:he a ccompa guava l ' esen .:i{.o sohi,numte qua,nclo le opm·azioni 110n esigeva no g r :111de rn,pi<litù, ; i mcdi calil>L·i d tL I~ e da. G, a 1·tigli1~1'ia da campag11n c l.te s egui va, sempl'e l' esercii.o e agiva i11 t11 th~ le opera:doni: e infin e i pezzi leggeri d n, qua t trn e d a tre Lihbi-e, fatti in lamiera <li ferro f:t Hciata <li c ooio, clrn enH 10 serviti d ,1 dne isoli uo111ini , e vciliva110 trnfoati da d11e o da 1111 solo cavallo e, oc:<:onendo, and 1e a braccia.

E qni oecorTe ehia rirc ua 1n111to clw ha p:1rtil:ol~11·e impm·t.:mr.a p ei- hi s (o ria. rl ell ' Al'tigli(•1·in, itali:rna. (;1·a.Jl(lP. m erito ,li Gmit.avo Adolfo 1~ q1rnllo di nve1· i 11 corporate (.a li arti.g-ljer ie k·g·g<~r e nelle tnrppe cli fant eria, di e ni facev:1-110 pa,rt<~ oq.\·a11fr:1 , m ctfond olc c-·io(• a ll e dip e1u.knr,e <lei c:olon11 clli, in modo che i r eg:gimen ti e i hnU::1glio11i si Renti Rl':<·m l con !.in11:1 mrnte protetti dai pI'opri ca,1 moni, i q na.Ji aveva.no mm cclei·it:ì, di tiro R11p<-'rio1·e a 11uclla clel rno::-chetto e tira vano nncli c a mitc·agli a . ì\fa non i-:c~ml>ra invece <'Rat t a l ' affel'm nzio11t' ripet11t:1 tl a scrittori militari. :nwh e italia 11i , clic tf-l1li « ca 11noni di <· 11 oio >) fo L1~d er-llirnon C'n ))) i,:ia no ,:(nt i inven tat.i da G nstavo Adolfo - e nt'ppurP cl nl Tor te nson. il hr:.ivis:;;i mo genern le c ui il p:rnn r e -

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aHidò ver lungo tempo la direzione delle JJrOJJrit~ a,l'tigfo~1·iL~. 11 ò {la altri artiglieri svedesi. L' A ngelueei, ghì tau te volle 6tato, dimostra e doeuuw11 ta che fin dal 1603 certo Ji'ederico Porcari, mantovano, « secr<~tu mente in cnRa sna )l fabbricava eanuoui leggeri in cui si posRono ritrova1·e le Rtc~sse f:ai·atteristi che dei ea 11uo11i di cuoio di Gustavo Adolfo. 11 Clavarino, nell'interei-.santc opera giù menzionata, cita ~1 sua volta nn altro manoscritto rinvenuto nella, Hibliotern, Dn-

120 - F:1l('onc, nel nnirna di rnme, riv(·~t·.itl• di <:'twio, dw si (•0nse1-va nl :VlusPo tl 'A i-1.igl ieri:t : l',\ n,!!;e lnc·ci l o clic:e r:nstruito in Piemont e n el 1n:n-;12. Pot rebbe a11clw cs~C'rc il ca11w)ne lh~I g·enovese Marini, conscrn1to pt:irn:1, pt ·r cin:a tlue H•c:oli, nell'Ai·rncria della Repubblica a

1-'ig.

Geno ,·a .

c ale cli Geuova, in cui sono dnt,~ minuzioR<~ e preciRe norme per la, c:ostn1:r.ione di codesti cannoni l<~g:g-eri d<>tti comunemente cc di cuoio)). 1'alc manoscritto <~ del novembre 1(;~1 e si intitofa : ,( Trattato della fa,hhri ca dell ' A rtig·li(~ria, LrgJ;rra, i .nvenz;Ìùìk fli Marino }'farini, messo in iseriUo da lui per decreto pnhblico . e presentato alli Rc~r. nli Collegi ecc . )l : iu ei-.so i I l\larini, genovese, espone al Doge ed ai (iov<~rnntori clr•lla Repnbhlica dì Ran Gio1·gio il suo procedirnemo di fa.hln·icazione. Infine a,l 1\foseo Sa:r.ionale di •rorino - fra i trentaqua,t tro pezzi flr>l XVII secolo di cui parlerr•mo h1 segnito si conserva nn falcone ad anima cli rame 1·ivcs!ito da, doglie di legno e ricope1·to di c110io el1e. s r ronclo l'Angclncei , sai·ehhc sta.locostruito in Piemonte per orditw di Vittorio Amedeo I nel 16:31 -

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rnoo -1rnu o ltiit~ e die Iorse deve i11vece illentifrca1·i,;i, ap_l.)u11to, col c111111one d el Marini : di quesLo riparleremo, poco più 1.1va,uli, nel par a,grafo dedicato alle al'ti glierie genovesi. J1i tali! para,g1·afo, secomlo le 11os tre uonne di a,ssoluta, im·lJal':da]itù., ,è dello come il Marini non ottenesse risultati prutici soddisfaceuti. )fa, anche trai:;cul'amlo assolutarucnte il :Murini <~a11d1e volendo ammettei-e che l ' A 11gelucci, animato Lla l suo ulto fervore cd a,ppassiona,to spirito di i t aJ.iuuiLà (ehe gli han dato modo di 1·es tit uire al nostro P:1ese tauLi meriti da a,ltri per l u ngo te1.npo rnrnrpati), si sia, in quest'ultimo mum, irnloLto a <lare pel' ce1·t:.1 u11 'origi11e d1e è i11vecc solamente 1:n·olJa,bile, has terehhe pur sempre il pl'irno documento inrlicato - quello dd P orr ari - per dirnostrare come a,ll'Tta,lia spetti la p1·ior·it:ì, delF idear.io11e dei cmrnoni di cuoio, che dovevano essm·c largamente n:-a h , e co 11 eflicad a,; <.fa Gustavo Aclolfo. 1J. quale ehhe taute 1· •· oJ-;ì NT1~r,i1mali viri"lì mili!.t1ri ehn pnò he11 riuu nciare - senza, t·:s:.;en~ p<·1· nulla fLimi11uito - ad u snr·par r\ nu prirnato che non g I i :;:1>etta. CoH Gustavo J\(lo1fo ee:,;:,;a i ! perirnlo <li i 11vol11z·iou<;) giù d;1, 1wi s egu a.fato, pe1· c ni F.Ar iig.l ieri a - dopo aver sostenuto mira.bili ar.ìoni eampaìi - d a, cire,1, un secolo a,v eva pressodH· ri1nrn dato a tale forma d ' aJtivilà, rw1· fezionando eRcì usivamenil\ i

per.zi d'a,ss<:(lio. D ,,L quasi. ce11Lo a11ni non si e 1·ano più vc~d u!c sui campi. di lmttag1ia d(d]c belle nzioni nia11ovrate d'artiglieria, iml tipo di (Jnelln, magistrale cli A lfonso l a Rrwcnna. L ' artiglie1·ia, ca rn pale si li m i tnva ormni a, sparare p m:h (~ saive aiì' in izio dei combattimenti, p 1~r cer·e,Lre di sc:,uoLer·e ì a r1~sjs t enr.a nemica., ed a, t entare azioni sa,H rnnie òi. s01:pr esa o ,Ji difesn à ei TH~r,r,i, 1·inunciaudo praticamente a, q110ll'azione comhinnta. delle tre armi, c he pure :weva da ti er,r,elhrnti risultati. Un'osservazione di ca,1 ·altcr c genera le dw si. pnò fare intorno a lla stol'ia dell' A1·liglicl'ia e~ app11nto questa : che i.nvetera,lc a,bit udini e a.ntiehi o nuovi pregiudizi , o scuole teoriche 1·efrat.ta rie a ll 'ini,;cgnarnento dei fatti, o , fa1lvolt.,L, anche col'l'cnti e tendenze d i ordine spirituale si cpposero a.l rapido di !fondersi cli· r aziona1i modi di impiego dell'arnia,, o,11che quando qttc8f;,i erano stciti coro-

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Cornu1H1ue, UusL.1vo Adolfo l'ipo1·ta l'Artiglieria a,ll'a,:iuue euuLi11uu.L..1 - l:Jen cool'C1inata, a quella della Fanteria e della Ca\"aJ le 1·i a, - che Je permette di <:ont1·ibuire all,1 vittoria iu modo 1·isolutivo.

..

~ouo già, stati sottolim~aLi i punli di couLaLto fra il genio militare di Uustavo Adolfo e quello di .Napoleone: anche lo t,vedese en1 m.1turalrneute spiuto ad evitare le gTie1-re di assedio o di posizione, non solo dalla scarsità, delle proprie 1'01·ze, JJHL a,uche e sopratutto da,lJa dv,Lei Lù, del Lemperautento. Perdò egli im pose alle p1·opric tl'oppe 11uelle lu11ghe e 1·apide rnurt:ic ehe erano gì:ì, state uno dei segreti del successo per le leg·imd l'Oma11e e che, portate a.l mnsf-iirno svllnppo dal Bona.parte, cl0Vtwa110 s lmlordir(~ i condotti<~1·i nemki, e :-1,n11rnwRt:rarli ~ a loro NJ>PRe ! ~ Rul Fi11tpoi-b.i,11za 1'.1101·m1~ 11el fa,ttm·e 1·apj_<liLù. J 'er gli Rt<!RRi motivi U 1rntnvo .Adolfo 1°(\rnfova nc<:<~Nsaria Bt1·11 te ad a.pplitrt1·e, i-,ci limiti tìdle :-;ea,·se vossiùilitù, queJla, fmrnione e quel eompito dell' rhl.iglieria ehe 11e fanno, ecnne lli1:enimo, 1'1~su·i11Ri>c:aziÒ1w pi1ì pof1~11L1• d(~I p-ri1H:ipio <'IPrl ' nr,io11(~-

massa. Hm11ca!ldo Ulla tr:u]i,:iorn~ <! 1111:1 scuola --<·g·li lÌU\'CHL 11wl1ifkare voila, u, volt:1, o rdim1lll1~ut ì 1~ 1:rih~l'Ì, 7wo l}(lr1rlo e/. reziroùnndo, cioè Nfrutt:.LlHlo man mano i dati 1lell '<~:c; pp1·ic~ni',a. Coi;;ì - mentre teneva, i grossi calibri nl <:t~ntro - piuzzò 1lapprh1rn le batterie rcggirn en!nJi fnt linea e linea, appu11to, ci si co11Nm1ta l'es1wessior1c, per J1euLrali zzar11e Ja deboJezza; u1a poi - 1·eiHlcndosi co11to dtc il raggio d'azio11e dei suoi pezzi ri11ta111:va, co:-;ì, troppo li111ibdo - dispose tu Ue ìe sne artigìierie tln ca,1.npagna 1wll:1 Jll'inia li11Pa : pc:r,z.i da 12 tl11vn11!i alla f'n.11teria pos(a nel l'C~ntro, e 1w,:,:i dn (ì. <linnnzi alla c.a.v:i ll erin r-itnata,

a.ne ali. Anche questa disposfaiorn~ avPvn degli i1wonvenienti, chè, non impacciare l'avanzata del1e truppe, speRso Jp batterie rlovevano cessare il fuo co thirantc i movimenti; ma 0 -m:;ta.vo Ad.olfo Reppe, sovente, r imcdia1·vi lanciando le proprie !ruppe alla conquista 11Pi pezz.i 1wmid, ch0 veni va no poi volta,ti contro j nemici stessi, con effetti ma,tednli e morali inca1colabili. ]Wl'

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'l'al volta l' A 1·tiglieria serve a G nstavo Aùolfo q tmle stru111e11 t.o pel' aoilissimi stratagemmi di gnerra, come a Weroen sull'El ba, 11el Inglio rn:{l. Aveudo scoperto che alcuni suoi ufficiali sì so110 ,u:conlali col comandu11te n ernìeo 'l'illy - anch'egli, d el 1·esto, abilissimo condottiero - per agevolargli l ' assalto inehio da.ndo i pez,d e (]anelo fuoco ai magazzeui, lo Svedese fa aceendere grandi fuodti dietro le propr:ie linee e nasconde le artiglierie, dando severo ordine di 1101t tirare se non (Jna111lo il 1iemico sarù, vicinissimo. Tilly cacle uel tranello e, convinto che gli incencJj ed il silenzio dc~lle hoeche da, fnoco avverRarìe sìm10 opent dei t1·aditor-i da lui comprati, si slancia all'assalto. Ma, qua11do gli Imperiali son g·im1ti a h.rnvissìrna di:stauza, improvvisamente: una. sc:a.rica, a, mitraglia ne fa strage, abuatteudo circa seicento uornìuì, meutre gli altri so.no messi iu fuga, da. un vigoroso n t.lacco del la cava.Ucria sYedese. A Lipsia (lfrPite11[eJd,, IH'l settemlwe sm:te:,,sivo 1 Gtrntan, Adolfo, (:011 ::7 mila uom.ini e 100 cauuoni, viene a, schierarsi eontro i tre11 tmlue 1nila. nomi11i di 'l'il.ly che ha sola.uu.)ule 36 can lloni, ma li ha piar.zati s nlla <·1·ei,;ta dì nn'altura dietro le troppe; e goli ~vedesi devono subire du e scariche di tnlt~L l'a,r tiglieria imperiale prium di riuscire a piazza.re i 1wop1·i pezzi. Gli Svetle:;;i son o disposti in due schiere, sccom1o il sistema ahit11ale cli Gustrwo Ado lfo. )folla pl'imn 30 pezzi d'a,1·t.iglie1·h sta,n1w cli11anzi alla fu.nferia, posta nel centro; dicci pe;,,zi dinanzi a ciascun'ala. cli cavalle1·ia,: dieci pezzi sui fianchi de]]a fanter-in cli seeomla linea; e tr·enta. p(~;,,zi n, smd·egno delle colonne sas:,;oni clw mnrcinno da i,;inistra: tutto questo oltre alle bnMerìc 1-egg;ìment,1 li. eornpost.e dai famosi (·.annoni di t·,uoio. E qui si lm u11a specie di gioeo incrocinto, cli cni pel'Ò solnrnent(~ G nstrwo Adolfo sa approfittare e l':wvcrsa,1·io no_ Till y tPnta, cli marcia.re cont.1·0 il grosso degli Svedesi, ma, è arrestato ne tt-o (lalle loro artiglier ie, e allont si butta risolutn,mcnte sulla destra.. n ttaf:cn la colonna, sassone e la sb:U'aglia, impa dronendosi ffoi 1wzzi nemici; se potesse rivolgerli di sorpresa con tro la colonna. sveclese, otterrehhe nn effotto stra.ordinario, e prol,a,b ilrnente ]a giornata si conclnclerehhe a s110 favore; ma egli 110n ci pensa o non ci riesce. Invece Gustavo Ailolfo si butta con1

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tro il {ia.11co sinistro degli Imperiali, avanza!ndo i suoi c:1,mw11i di c11oio, d1e, sparati :1 mit1·aglia, fanno strage del nemico. Questo ripù~ga e lo RYedese ne approfitta per impadronirsi dell ' artig-lier-ia iu1{H.:l'i:1lr. i,;ch.ierata, snll'alt.m·a di Breintenfdd e p<>1· l'iYolgcrla fnlrninc·amente contro l'nvn~1·sa.rio. i: un massacro.

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Preso così sotto m1 terribile fuoco Ìll(·roeiato di a1·tiglieria, l'csenito im1wr-inle si sfa.scia. 'l'ill,v, forito, riesce a mettersi in f.:al vo con f.lo1i duemila nomini. Circa! quimliei mila, sono rima sti sul campo'. fra, (·ni, ucciso , il ~ern)rale Sclio(•rnher-g-, conmnclante in capo dell' ,1\.rlig-]iel'ia,; il rPRto si è sbandato. Invece, Gustavo Adolfo non lrn perdni'o clw qua.ttromila uomini ed ha conseguito --- Ropratutto gra,,;ic a.l sapiente impiego delle bocche da fnoco - una memorabil e YiHoria, che gli spiane rebbe la, via di Viernia., se egli non preferisse ·i mpaclronirsi di tutLa1la riva, destra rfol Reno.

Di qni nrnove nuovamente contro Till,v, che nel frattempo hn, rir:oRtituito mt altro esercito e messo campo 1wesso R,a,i n suJl.a, fl c stn.L del fiume Lech. Gustavo Adolfo fa r,ost r11ire quattro hn H('1·ic -

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poue pezz.i, collegandole con un vallo, occupato da mosd1etUeri, lungo tutto il eorso eh un'ansa che eircoucla quasi il cawpo imperiale. 'filly eerea di p1·ender cli fi.aueo la lunga linea delle batterie sv(:desi eou dei pez:d piazzati su alture laterali, e contemporaneamente sferra un attacco; uut 'l'ol'tenson, comandn.n tP delle arlig-Lierie di Onstavo Adolfo, concentra il fuoco sul1~ Yi

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Fi.~·. 1:!:! - P ,1,~:1g:.:;io clcl Lech .

l 'l•sc~1-c.i Io (·,.Uolico, rN-qlill~Pmloll(~ tntti gli attacchi P- costriugell(lo) o a 1·ifugiarsi He1Je trin<·<'e. La haUnglia co11li111m eon mi lungo d1w1lo <li nrtiglfori<~; nm q11< lla di (;m,tavo Adolfo, ri11sce11d o, col favore de11P- posizioni an'olp:Pntì, a <'ffnr-.Pnll'are il fnor·o su l. earnpo ne1nico, (' molto più Pflk,H'<' <' nwth-> g·li Tm 1w1·inli m•l l ' i1n pos:-iibi lit.ì asso! utn di attaccar·P . 'l'jJ1y (' n c·c'.iRo dit trn colpo di ca1rnom:, il sno e1-mrcito <' Rlmt·ag!fato. A 11f·or·a mrn vitt-01·ia delJ' A1·! ig"1ie ria : e Cl m,ta.v o Adolfo è or1rn1 i prntìc,trnm11·p padrone di tutl.a ]a, Germania. 0

L'lmperat-orr- Frrcli;rnndo d' A uslria,, avvilito e timoroso, si cìeciflP nel affida1•p le sorti dell'esercito e della stessn dirn1st:ia. al -

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geniale e superbo \VtLllensteiu, il grande condottiero t cdes1·0 1·.!i(~ il pulJIJlico conoscr, sopratutto attrav(~rso a.lle tragedie di Schiller. Finalmente Gustavo Adolfo h:1 trovato uu avversario degli(). Egli ie11ta di difendere Norimberga :u;serragli.amlovìsi cou t1·e ceuto r:a,nnoui, ma a Fùrth 1~ battuto dtLl 'reclesco che, trinceru,to in fortissima posizio11e e, n, sua volta, disponendo di artiglierie formidabili, fulmina i I nemico con gli ottanta f:a1moni piazza.ti sull\Lltum di Altemherg. TL \va 11 e11 stein prende Nor-i 111he1·ga. Lipsia, \Yeissenfels. J!J il \i 11overnlH·e Jù82 fra i due colossi si irupegna a, Ui.t:zen que1l~1 partita decisiva che cm,tituis(:P una d elle più movimentale e pittoresche battaglie del secolo. Snlle forze di artiglieria, del WaHcnsLein si hamw Hotizie conttaddittorie; rna l'ipotesi più probu,bile 1~ che gli Imperiali dispongano di 40 pezzi, clistrilrniti per la maggior parte su d1w altnr(~ vicinissime, mentre una hnlteria, di 7 pezzi sta, sulla sinistnt della fanteria. Gustavo~ che ai :-:ii mila, 110mi.11i dd \Va.Uestein ne opp011e solo 22 rniln, ~ possiede per·ù HO cnnnoni, di ('.ni venti piazzati (lavanti. alla fanteria di prima, linea e q ua,nrn ta sulle ali, clavanti alla ca,valleritL, e ai fianchi. L'artiglieria, svcdcise, d ispmd.:1, eon ahilf\ simmetria, tormenta. gra1Hlcmente il C<~11t.ro e la sinisfra <fogli Im1wriali; e Gustavo Adolfo ne app1·ofitta. pe1· attacc:ue ed impadronirsi della batteri:i di sette cannoni, ma rleve abba,ndonarli pe1· a.cconere in clifesn, della sinistra. DeciRo a riconquistarli, ritornn. all'attacco erl è in questo frangent(~ chf~ cade, criveUnto di colpi. La, fine inopinata dell'eroico condottiero non ckmorali.zza gli RvNl(~!'ri. Tl l11ogotPm~nt.r, g<·nPnilc HPrlrn.Nlo cli ~Tpima1· ,:;i ,:;nsti tuisce al H.e nel comando e, adottando il suo metodo pref<>rito, l'iesc<~ ad ilnpa.cll·o11irsi di una buornt metù dei cannoni tedesdii e li volge contro il nemico. Ma, il 1-Vallcnstcin riceve rinforzi, ra,n nocla i reggimenti e gli squadroni in ritirata, li riscaglia all'al"tar,co, strappa agli Rvedei-i i r,annoni ehe a,veva. pcrd nti. "'eirna1· spinge tLTiora ava.nti la Fma seconda schiera, concentra fotto il fuoco delle proprie artiglierie sulla testa e sul centro ciel nemiro, gli st1·appa nuovamente e definitivamente quasi tutti i pezzi, rimane padrone assoluto del campo di haHag:lia.

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rnoo -1700 Gustavo Adolfo è ca<lulo eroicamente combaLLendo, mtL i prin cipì posti dal Rno genio militare, b:CJBa,ti per tanLa pal'te sulla, valor-fa,m:done dell' Artiglicl'ia, hanno ancora una, volta trionfato. Abbia.mo dovuLo 1·icordare con qua.Lche ampiezza questi fatti d ' armi - da cui pure l'lta,lia è cornpld,a,mente assente - per<;l1<\ 11eUa storia dell' ArtiglieritL, hanno trn'importanztL generale cd un'iniluenza cl1e· Ri riverbera ancl1t~ sulle cose nostre. 'frascurererno invece il cosjdeLto primo pc~riodo francese con le moltt:plici campagne rispetLivarnc•nte c:oncluse dai due ti·attati di Ar1nisgrana, da, quelli dei Pirc1wi, di Oliva, di Nimega, di Riswik ecc., perchè, specialmente nell:.t seconda metà del secolo, i nuovi criteri - pe1· meglio dire, i 1·ip1·ù,tirn1ti criteri - d'impiego campale clell '.Artiglieria trovano Jai-ga, e interessan Le applicazione in Italia,. Ci .limiteremo, più nvanti, a dare qualehe cenn() tli azioni di gue1·ra svoltesi, sì, in 1l'l'l'C~ stranie1·c, ma, guidate e illuminate dalla gcnjalità di 1m <:Oll(lottiero italiano: il ~fon tt·cuceoli.

2. La magnifica organizzazione dell'Artiglieria per opera di Carlo Emanuele I - Gli artiglieri.. entrano definitivamente a far parte della milizia · La compagnia bombardieri creata il 20 luglio 1625 - Le Gerarchie - La Scuola d'Artiglieria, creata da Emanuele Filiberto, non fu mai soppressa - Istruzioni di Carlo Emanuele I per la fondita dei pezzi, la fabbricazione della polvere, ecc. - L'aspro settennio di regno di Vittorio Amedeo I - Le cariche di controllore, co1,11nissario gene· raie, sopraintendente - Sempre piil stretti rapporti fra Artiglieria e Matematica - Un progetto di organizzazione - La tempestosa reggenza di Madama Cristina.

Abbiamo giù, parlato nel capitolo pree(~deuLe di Carlo Enmnnele I. Vedremo ora, lo svolgersi 1\d il suceessivo consolidarsi dell'ordi1mrnento dell'Artiglieria piPm011tese sotto lo stes1,m Carlo I:JrnaJ1ueJe e sotto Vittorio A11rntleo I, Maria Cristina, Carlo Emanuele II, Giovanna nattista di Nemours e Vittorio Amedeo II nella p1·irna mdò, de] suo fortunoso regno; poi si farù. un -

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rn pillo c:ern10 dei fatti d'armi in cui l' A1·tiglie1·ia e!Jl.Je occ:asio11e di cimentarsi. Invece di tener distinto l ' esame degli orùi11 a 1nenti dalla. rnu·ra,zione delle varie campagHe, si sasebbero potute esporre le vi · cende sto1·iche dell' ArLiglieria segneudo un puro e semplice onli11e nonologico, cioè rievocando, via via, fatti <l' armi, decreti, rifo r me, ecc. ; ma q ueslo sccon do metodo non ci è parso opporLuuo pei-chè, nel secolo XV 11, l'impiego de11e artiglierie in guer ra t a sst1i divel'so dalla, prima alla seconda metili e sopratutto non La inl1ueuza sullo sviluppo clel processo di organizzazione. Ogni tu1tativo di allacciare, awd subordinare questo a quello sarebbe stato arbitrario. Nel .presente capilolo passa iu seconda lin ea l'opera, dell' Ar tiglieri;1 in guerra perchè, in Halia, ha una irnporb:w:,,,a relativa; mentre molto più importante è il processo di 1( rnilit.u·i:,,,:,,,a,zio11e )) dell'Ar tiglieria stessa, cioè il suo definitivo i11q11adrarsi cd amalgamarsi nel corpo militare, che, sul finhe d<!l t-:eicento, in l'iemontl~ (°\ nn fatto compiuto : e a questo, pertiù, diamo .In 1n·ecetleHza. Cai·lo Emanne] e T svolge un a rditiss imo gioco fra i dlle coloF-id (~n r opei : prima manda i.I giovane Vittorio Arned<>o , nccompagmdo tlall' Aùa te Hotero, alla plum bea Corte di Spgana; poi conconla con Enrico TV cli Francia, il magistrale piano del tl'nttato cli Brui3olo (il regno cli Lornha.rclia, in cambio dPlla, 8a.voja •: di Nizza: Plombières anticipata cl.i due se<..: oli e mezzo) troncato dal pngnale cli Ravaillac. 1\:fa infine si trova addosso. l'mia dopo l 'a lfra, le rl1ie Potem:c antagoniste: la ncia il vibran(c appello ai Prindpi <l'Ttalia per 1n libc1·t;'1 della pat1·ia counrnc. (( Io sono ita,lùuw) <lici~ il Duca al1'ambasciaLore veneto Piero Contarini, r' 7J-isognrr nhe frn 11oi n'in tendiamo frnne., verohè l'a1nicfa:i(i di q1w sti forestieri non <: 7n·ocnrafrl. da loro per ·il ùenrJ nostro, m a solo fJ<W lc1xr.rei quanto JJ08sedin1no e per obbl,i_qcirc;·i di servfrc r: i loro fi n.j, per poter lan to più focilnwnle ru1soggettarci f;,utU )>. RinscHo v,rno il suo appello, 1°igli nffronta. con mirabile ardimento la SOl'tc avversa e. anch(~ se la, troppa disparità delle forze rif:.:nltn ic;chiacciante, si difendi~ da, ]eone. Per qnanto conC'.crnc l' A rtiglierfa., assai importante (~ l'editto del 15 giugno lfi0:1, dta.to in stò1·ie militari piemontesi, con -

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cui il Duca , n Jlenclo forrn:n·e nll vero e prop1·io Corpo d'A1·tigli,~ria, assolda appmMarnente un ce1·to numero cl'uornini, ordirnwdoli pressapo<·o come quelli delle bnmle di guarnigione e dividen doli in mina.tori e bomhardieri: ai quali aggiunge ben prest·o i cannonieì-i. Ad essi veng·o110 éOlH:essi t n tti i diT·itti e privilc~gi ri servati agli appnrtPllellti ,ilk milizie: fntto. q1wsto. 11otevolissi ·

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12:: - Carlo Emam1elp J.

mo perchè eontr:1:,;seg11a i11 cel'to rnoclo la milita.rizzazio11e de· gli tLI'tiglieri che, fiiro a quel giorno, come abbiamo vislo, pnr essendo regola,rmente paµ;ati snl hil:nlf'io dPlla milizia, non erano considera.ti come nppnrtmt <~nti nUa gente di guerra e non ne av(~vano quindi i vantaggi, tome, del res to, non ne a vcva.no gli obblighi, non essemlo soggetti a vincoli disciplinari e non po tendo quindi tisscre ccin8icleT'ftti di:;;:ertori, nnche se si allontana· vano cfal servizio. Rnllo RteRso argomento abbia mo nn Nlitto più Psplicito, di -

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import,:LHza fondamentale, iH data 20 l uglio Ju23, anno hl eui i uomha.rdieri veugon o rinni Li in una eompa,g11ia ed enlran o definitivamente a, far parte della Milizia.

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« l'ri ·u ilt:1JùJ ver 1,li Ufficiali d Bom/i(U'rlfori àl:lll' A r t-ìglicrtu. IL Principe tli PieJHonte et c, essendo fra gli altri csserciti milita ri l'uso

d ell' Artigl ieria d' impor tanza tiù c che d a esso iu gra11 pai"le dipenrlc la fliffesa fit augumcnt o di Stati, massime quando sia man~~gginta et gover nata da ufficiali d'intelligenza e va lore e d chied.endo fra gli altri ufficiali necessari al ma 11eggio ù'essa 1.,uon n umer o <li boJUbard ieri , i q uali con esscrcit ar c tale art e si poss ino rendere r1ell' occasione llabili a bene e fedelmente ser vire e volendu Noi rimostr·arc quanto detto servizio ci sia grato, per rn ngi;:iormcnte riar c alli (li già a rrolati et altri elle per allo avve11irc si arroll er anno nella Compagnia Ili de t li nomh:udieri. P p1·ciò li r iduciamo sotto la nostra spctial sa luaguardia e protctionc cou le persone <li luoro fnrn igli n. et g li beni cla essi r>ossednti, mand ando sotto b1 pena d ella nost r a (lisgr aU:1 d altra arbitraria che alcuno non babbi a far gli offese uè d an no, anzi di rispctlargli co1ue nostri parliC"-olari s eruitori. Volendo elle come tali siano f a voriti, d:m<lo a Magis tra ti, Ministri, Giu d ici, l Hlicia li et di chi fì a ;;pedifml i et inoltre per la presente di nostra ec~rta scieuza, piena possa n,.;a e t ::111torlti1 asso lu ta, partlclpato il pnrcre d el nostro consiglio ci P. parso rli u mfirnrnre eollle contirmia mo lu tti li privilegi i;:iii conc<'ssigl i s i da noi elle d a i nostd antec1-:ssori et mas::;ime li concessi alli soldati di nostra mifo,ia J)ae;,,~rna si cla <.:av allo che da piedi , con la faco lt:"1 rli pot er portar e og ni ~orta ,l'armi 01Iensi11:1 ,, ditfensiu a con inbibitione di mol0stia olt re e conlrn le forme dei sudrh~t l:i 1n·ivilcgi;:i , dich ianrndo uon vo.ler c he i suddetti Ulficiali e Ilombnrclicri si:1110 molestat i , per e,1richi Jie.rsonali c:nusat i eia l)Uùblica o 11riuata utilità, nè per alloggi a menti de solda ti , g uardie, fu ~g:iggl e t~1lizzi ùi qu::il sorta si siano, d:, qunli tutt i li eshimiamo et liberiamo, el"'.<'Cttò 11er quelli a ' quali sono t cnu1"i con1c Bomlrnrdieri , inhihen<lo in0It1·e a lli oosl.1·i Mag istrufl , Ufficiali , Giudici fisca li, i:;ervi enl.i cli giu stizin et ,ad ogni altm che tia spcd iente di moles t a re in motlo alcu110 gll sml ddti Uffich1Ii e Bo111hanliec·i nelle p P.r sone luoro per li d ebi ti duili .l i t cause c r iminali contro 111 forma d <~lli dett i J)riuilegi acl l.!1S1Si ,-,.-.mc sopra con t e:,;:,;J, sotto pena cli scudi cento d 'oro per c;iduno al fi s<YJ nostro ap plicandi ol tre la st nbililn in exsi pri n ilegi; dichiar anùo anche chP. le pi:1zze di Bombardieri di nost ri Presidi! quali vachPra1mo d i mano in mano s iano l)rouiste ::illi B ombardieri :U'ro lat.i in rlctta Compag-Ttia hnvuto risgu ardo alli più habili e sufficien t i et ciò Renza pagamento cli em0Iume11to alcuno. El: per g-orlerc d ei sndctt.i pr iuilcgi e eonct•sslo ni saranno t enui.i detti Hombar tlicri oi::,;enrnr gli ordini e $t abilirncnti <'onccr11e 11li il 1,eruil.io nostrn et di tl ell a Compagni a et insieme far le luoro sottomissioni e prestar il rlovnto gi urnmento eonforme al solito. E l. per leu:ir gl i nbu sl sin qui seguiti, Vogliamo <che eletti B ombardie ri rappor t ino ferlc pre~so di luor o d>il Gcner nle Luogot enente dell a nos tra Artigllerifl e sott oscritto d:il Scgr.o Oen.Jc dell a N1·a Milit ia et g enti cli g uerra conforme agll ordini e J)rinllcgg-i militari smlfletti. M,1nòiamo peri ,mto e c-orn:inr1 ia mo a tutti i no&t ri

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(JltUJNAl\lEl\'J'O DELLJ AR'l'IG'LIERIA DI CARLO hlMANu~;u; I

i\i,igistrati, Ministri, TJtticiali, Vassalli, Governatori, Giudl<.:i ordinari di lu oghi sudetti, Sindici furieri delle Cornmunità e ad ogni aftro a chi spctterù di osscruarc e far intera111ente et inviolabilmente osseruare il presente ed itto nostro per quanto og11u110 stima cara la grazia nostra et al Senato et Carnera nost n1 de' Conii cli qua dc Monti di interinarlo, ammetterlo et approu,ulo secondo sua forrnn mente e !.tsnore senza difficoltà e contradditione alurna, nonostante qualunque online sì fatto elle (la farsi in contrario i •1uali espressamente con questo Llcrrogbinmo. E vogliamo che sia vubblicato nelli luoghi e conforme al sol iLo PL alla copia stampata doucrsi darli istessa fede che a.I proprio originalP, cltè cosi ci piace. Dato in 'l'orino lì vc11ti luglio milleseicento venticinque )).

Gli artigliel'i <.lell~ Lre spedalità, (cioè minatori, bombardieri e eamionieri) t'u1·0110 riunili iusierne, sotto gli ordini di alcuui uiliciaJi tfo,triuuiti nelle piazzeforti. La, direzione suprema vcnue allidaj a ad un Consiglio composto ai alcuni uflidaJi cli grado elevato, di un contr·ollore e di un cassiere. (~uesto Consiglio c1·a a.1·uiL1·0 a,ssoluto per- tntto ciò che concel'ne il matei·ialc etl il bilancio, perchè da. esso dipendevano i commissal'i tl' ArLig-Iieria , i guanli.wi dei magazzeni, ecc . .Il controllore a sua volta dipendeva clirettament!i dalla Carne1·a dei Conti, e qna lehc volta ei-;so ebbe l'incarico deH' ispezione sn tutto il materiale di gnerra. Per ciò che riguarda il servizio propriament<~ detto, contiuuava a sussistere un Ca.pilano generale, e ben presto si <ibbe a11ehe un Geuerale per il LcrriLol'io di Jit dei monti, cioè la Savoja. Tn quali 1·appor·ti cli dipendenza fosse questo l'ispctto a quello, non ('. possiuile JH'e<:i~,.n ·e; probabilmente cia.scuno godeva una CCl'{a a.utouornht, subordinata però :tl controllo del Cousiglio di cùi sopra. Com'è noto, gli Stati s,tbaudi, pe1· tuLLi gJi onlinarnent.i militari <~ civili, erano allor::t, divisi in tr·c gra,ndi provincie : il Piemonte, cioè il territorio di 11ua dai monti; la Ravoja, al di b't dei monti; e il Contado <li Nizza. I11 Pkrnonte il pe1·sonale dirci.Livo comprendeva un Capita.110 generale, 1111 munizioniere, nn primo ingegnere addetto a,l le fonderie, dei « gentil nomini>>, un polvcrista, il capo petardiere, il sergente dei cannonieri e il mastro di campo. Da tale perso1mle direttivo dipendevano i vari servizi cd il personale esecutivo <li:-:tribnito ncl]p v:uie localitù, cioè nn capitano, alcnni i11-

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gegueri, il cavo bom1Jardi er1!, il coudutlore d' artiglieria, cli c , provvedev~1 al sel'vizio del tl'aino, il Legnairnu:o, iJ fena1·0 , i I mon tadore d ',wtiglierirL che d iri geva la costr11 zion c degli affm:l"i e dei carriaggi, il fonditore <l'artiglieria cd i IJomùardieri. In Savoja, si avevano pressapoco gli stessi onlinameuti. c·on un Capita no gen eta]e, uu couunissa r io, 1m coHtrollore <li w unizioni. Nel Contado d i !iìi zza il llersonale dir ettivo era il m edesi mo (ma il coma nda uk aveva solo titolo di capit:auo) e i l perso· 11ale esecotivo eomp rendeva u n capomastro, un riparatore d 'arti glieria, 1m mm,t1·0 di fo r g ia, la nmestrri,n za e i. bombardieri. GJi artiglieri essen do p ochi - spes so ins ufficienti aJ eompito - - furono lol'O aggregali dei «serventi», sped e nelle piazzeforti mìriacciate d ' assedio. In ge nerale, i..L personale p er ogni bastion e si c:ompo11eva di 0 e,rnno11ieri 1n·o111·iarnente tleUi e> cli 1;; o W ni11ta.nti. Sugli s tabilimenti di cost-J-uzione il · Duea vigila atteuta Jllenl.11• .Nel Hil.l ordina a,I m:1rc hci,;e d.i L anzo , 8UO cugino, di ve. tlcrc come sta. la. fortew,a ,li Mommeliano e di isper.iona1·e :.mche « iu q na.1 <~ssere si trova Ja fo ndp1·in <~t ce ne 4Jarele avvi i-;o <lando 01·4li1t<~ clic tn Ha l ' Al'tig lie1·ia clte n on è montala sia i-imou tata J)f:r potc1·se11e se1·v i1·e in og11i bisogna )).

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Il Generale Nicola Bea.ncaccio, n ella bella ope1·u J/E&en:ito del v ecchio Pùmio11. t;e, cade in un errore ( ... diciamo <:ondfaio1,afo) l.ì, dove scrive, in nna no-I.a a pa g . 8(i : << rare che 1a Scnoht born hri.rcliel'i abbia ccss.i t.o di esi stere nel 1fi8(i ». Agli A1·chi vi di Slato noi abbi.amo invece trorato

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meuto ehc JW<w a r·n me nel HìO:-i la Re uol a i;;11:-;:-;istes1-<~. ln tn le editto, pro111 ul gato appnnto 11el J flOi\ t'a l'lo E rnan uck I dicl..ti1wa ehe << d csi<forall(lo Noi mante nere iu p iedi q uesta Rcola ~ Compag nia, d i Hom baNLif'ri e ll e eo11 ta nta pru1knz;i f u gi:ì i stitui ta dalla feliee rncmorin del n11c·a m io Si gnore e pa <lre )), co11ferma i p1·ivilegi g;iiì conce~si a detta Scoln con decr eti dell ' 8G, deU' S7, clel 90 e del H3. na,l nocumento r i sulta <'he. nel mo;;, è Generale d i Arti~lie -

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ritL e Sovrain tcnd <>nte nlle l ì'ortifìcar.ioni il Cont P E r col e NE>g ri d i Sa nfront il quale f! ~t:1to nominato propr·io nello RtPRso anno. cd è Commissario a lle !,mc dipendenze l 'inireg-m•re Carlo -

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Hizzo, p1·oòaùilmeu~c tigUo di quel Paolo !tizzo (o Ricio) che ent stato creato Co1m11i8sado d' Artiglieria, da Bmanuc]e Filiberto, nd li:i,il : e ciò vrova ancora, mia volta come rLnchc in tali cariehe mililari - se pur·c assai meno che nelle eorrispoJJclenti at.tiviLù pro[essiu11ali e art.ighLne (fonditori ec.:c.) - si vcnis:-;ero creando delle tr...di½ionì familiari d1e contribuivano alla specia liz;,;azi01w ed al conseguente perfeziormrneutu. Cou gli ed1tLi 1J mano rno2, ottobre Hi;M, 1S aprile Ui2G, Cado Erna11uele --· l'iba<lendù l<~ ordinanze precedenti circa, la eo11seg11;L dei metalli e la (·.onservuzione dei leg11i uccessari 1wr l'aùlJ1·ica1·e gli affusti - fissn. u,ndw i metodi d.:L seguire ne11a fabln·i(:a;1,io1H~ <lelln, polvere, regola l'autorità clcgli artiglieri sugli zappa,tori e op el'a i, tanto più neteRsari in quest'Arma, jje1·el11~ si adopei·avano poco i :-;oldntì pel' i lnvori di assedio. Come os serva, il S,lltizzo nella siia // isloire 1n'ililairc du Piérnont, sopravviveva l'anUco pregincli½io che fac:eva eonsiderare con dispreu,o, ùa, parte dei sold,tti, tutto eiò che i11 qua,leh(~ illOdo an:v,t rifer·inlento al Jayoro in Lena e c i volle del bello e del l!1101to per pers1mderli elle 110JJ richiedcv:i, 1nin01· coraggio -- e 1101t era qui11di menu dignitoso e or1twifieo - il eompic1·e lavori 1n·epa1·nJrn·i pe1· l ' n.1:tar.e.o t~ la dife:-a r-otto il l'tHWo nemicò, che 110 11 l'nffrontnrlo in combattimento. Carlo Emn.nnele stabilì and1e norme pre(·.il'-e per la fcmdita tki pezzi ; sotto il RllO in1pnls<J si moltiplic:n·ono le nrtig]ir.rie leggere e si addivenne ad una sistemazion e -· non assoluta, ma. rispe Ua La in li11ea ge1Je1·ale - - dei calibri, che fllrouo determin a ti in 4S-:i0 liO lih on~ dì paTia. Con patente 27 fèlihraio 1G30 egli creò fa u tdea di Cu~tod!~ e Oove.n mtore d elle anni e dell'Arsenale . Q11a,khc 1-,torico militare affenna che in questo periodo i rn i11at01·i ebber·o fon.;e parte preponderante nel Corpo di Ar·t.igliel'ia. di cui faceva.no p:.u-te. Renza sminuire in nuJJa l'opera, d ei glcwiosi rnirinlori, si pucì afferrna,re che gli artiglieri propriarne11te <letti si distinsero moltissimo, misurandosi brillantcrne1d c - rorne vedPemo - con quelli francesi.

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Tn so,-t:rnza,, la fa!ieosn. opern di organiz½a,,r,ione pr-oseg·m~ !Te~·11n, pm· :1ttr.1verso a conti nni m 11 tnrnen ti, " 1·i c:Pve vig-nr·oso i 111 pulso spP.dalrnc~nte sotto il comando del Genenil1• C: i 11 :-"1·117.,;1,

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Fig. 120-12i · Pntente ducale del 1627 con ln nomina <li Martino Balegno di Ctn·iJenen a Luogotenente Generale del!' Artiglieri a e Consiglforn orcl!nnrio <I! Stnto.


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seppe Oa,m Ma110 di Ruffia, CapiLmw generale 11el periodo dal 15SO a l J605, ottimo comancla,nte c ui si deve un'iulcressante opei-a wanos1;ritta sugli avvenimn ti mililari del suo tempo. Nel 1605, come si ,~ detto, ò Gerwrale di Artjgli,~i-ia il Coute Ei-cole .Keg1·i di Sai1front, c:he dura in carica fi110 a,l 1620. lu tale a n no gli s nccecle q 1autlio Uel'01amo Chabot e poco tlopo vie· ue 11omi11a,to Luogote1}ente Gen e1·aJc, alle dipendenze del precedente, iI Conte Carlo tti Castella monte : rna è pi·obabile che que8t' nltimo - geu htle a rchitetto ,i, e11i :-.;i clevouo alc nni frtt i più insig11i edifici di Torino, e , fra l ':1ltro, ln, IJellir.;r,;ima PiHzza, Sau Carlo - fosse part icolarmente a<ldelto nlJe fahhl'klic e foi- t ifi cazioni. Com m1que, i-ta di ratto cl i c 1'A r·Ligli,~ria,, sotto C:nlo Emanuele I , dovev,t ave.r- avnto 1111 1101:evole sviluppo, se tak l 11·i11ei pc riconosceva la necc~i-sitii, di c1·ea1·c vari I11o~~ote,w11 ti alle ùipe ndc n;,;(• del J,110;_?:ote11cnfo (~e11l'r·:de (il qn:do a ,ma volt-a Pra. i11 sottorcli11e del Capita110 Ge1w1·ah~) e, con p:tl<•Ht<~ de l 2!-) ottolJrc I H:l7, che i-i <:011 st•1-va con Jì1·111 a a1Llog1' afa,, no111i11a,va app unto Consiglicm-: di Rtato e Luog0Lc11e11te dcll 'Al"ligliPtia il (;oJtlc l\lart.ino A I IH~rto Rtkgno cfoi. Rignori di (;,wa llc1·le01w e Carpenen., giù- <:apHn.110 di ('nvalJPl'i n <! (( g;en ti l11onw <li IJocrn ». )[e1 l1,111g·o t1·n.vag-Jio cld l'icmoute per· ln. difesa <1,~ll 'i11<1i1,cudcnz:1 e pc1· la, r icerca d'ogni possib,ililù, <l'espansi011e, mio dd momenti più tra,gici i\ 1a morte cli Carlo Emu,u rrcle I. Il genia le e n1·dcnte Rovr-a.no, r-he ha av11to intuizioni di ;;:·1·nnde i-tntist a, e , i11 Lc!mpi ser·vili. impeti d i scl ,•gnoi,;;,1, fi<>r<~zza. hr,, pe1·1Ì conclotlo lo Stato in pericoloi-i frange nti. nopo tante imprei-e hlca.te, tentate; compi1Lte, egli, morcnclo, YPde Ja sua, opera (]nasi di strutta, il sno terrilol'io inva.i-;o dai Fr<1m:(•si nemici e clngli Rpng-no.li , n.llrati i.11:fidi e 11repotenti , e F-fr<·nrato dalla pcstr. e dalJa ca,r estfa : pr·ovn <lu riflsima. p er il suo i-nc<·esso1·c, Vittorio A medco I. La « Rtorfa, cli 'l'ori.JJO >> di Brn,g;ngnolo e nettar.zi, già più volte cilnta, tratte~~ia con e loqne n ;r,n la s itun-zione. T.,a. per.;te del 1'l30, di rna,n r-oniana memoria, fa s trage in Pic•rn onte, anche più che in L omhnrdfa. Torino, fiorente e in g-r anclr s vil uppo e<liH zio. con più di ~;. mi.la, a.bita,nti, ri ma ne def:erta : i t1·c 1111arti della popolazione i-e n e a l] onfanano; degli -

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Vl'l''l'IJHIO A:HED.li:O l

alt1·i, :::.ol ame11te ttelllila l"lllla,ngono in vita. lu molte loculi tù. muoiono siuo i. quattro quinti. Quadro <li one1H.la. desohtzio11e, mialogo ,L qudlo milanese: case Rba1-rate e gu:11·date da se11ti11eUe, ca daveri insepolti, morenti aLb:.1nùo11ati, monatti in hm · ga veste n era, spietata caccia agli untori. Ln moglie di Vittorio Amedeo, Maria C1·istina, sorella del R e di Fraucia, fascia 'l'orino P. la sua Col'te, vo1·tandosi a Chieri e poi a Che1·aseo. Il nuovo I>uca cfove t1·:1cdarsi d ' urgenz ..L, fra Lante sciagure, una direttiva politica, cioè s cegiicrc fra d1w peric:oli: tb un h1to, l'astuto e dfoarni<:o Rieheli.~n, deciso, coi s uoi vn,J enti gellera,li e con 1m esercito imbalda,1rnito da 1;ecenti vittorie, ~L ristabilire il prei:;tigio fra11ces;e ; dall ' altro il Conte Duca, cupo, g elosissimo ddl~L p1·01n-ia rtntori tù, 1wonto a, tutto per nou per· dere il dominio snl ::;uo debole sov1·n.J10 Filippo TV. I !•'1·,rnc:<>si m in:1.r·.1·i,rno di somm<-wger·e t.n Lto ii I>icmontc; g li ~pag;1101i 110n ninlano VitLm·io A mcdeo, anzi minmo ad occu pare pm1Li strategici deJ dominio i,:nhau<.lo; gli altri Stati italilrn i i<Ollo :1.,·vm·si per iu ter<~s!-lc o per gelosia . Vit.t.orio Amedeo deve co11cln <l(~r e la. dura pace di Chei·asco <.:011 r.ni 1·iconosce a dn r.a di ]\'fm1tova Ua,rlo G onza.g,L di Nevel'S, e ee1fore J'i11<~rolo èl"i l•'rarn: csi, Sl]JÌna infitta 11(~1 t;UOre del Du.calo, porta aperta a,ll ' invasionc nemica. Ottiene in compenso lo sgorn h!~ro dei h~1-ritori oc(:npa tl e promesse che si rivelano ben presto illnsorie: così l 'appoggio frn,n<:es(~ pc1· conquistare ne11ova e pe1· otte11c1·e il titolo T'cgio, dw Ja, mogli e di V ittorio Amedeo spP.eiaJmente a.gogna perchè non vuo] sfigurm·e di_ fronte alle sorf\lle, Regine <li 8pagn:i, e d'Tng'l1iHen:1,. E qunnt1o Vit( 01·io Amedeo vnol compi1\r·e tifi n-tto f\nergir,o e cl1indere la f'ma corona a gnìs:1 deihL corona rcgin ns,;umcn clo il titolo di R(\ fli Cipro, il gesto trova oi;;tacoJi a Ilorna. e n egli altri Stati ita]jani , e c1à J uog;o a po]ern-iche. i\fa. la. co11cl11siorn~ dello, p ace e l' a.!temrnrsi della pestil e1iza gl i permettono di occup;11·si del riassetto ~ta,ta,le: e Vittorio Anw,ieo vi si cledka con 1111 'a ppassio11nta f\11e1·gia, nonost:1n lc li' (· nt.tive condi:;r,ioni di i-m 1n l<:' e<1 i torme11tosi. }ti 1-~cr hi di n srna _ N<'i s noi spl·t e mmi di Pegno . egJi continua l'opera rfol pn,lni

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G97 -


lGOO -1700

e ::;i occupa i11Le11samente degli 01·dinanwnti milita,ri, ogni dì più necessari per sostenere la difficile posizione in cui si pone nel Hi35, accostandosi sempre più alla, politica. france::;e e firmando poi a Rivoli, coi Duchi di Parma e di Modena, la Lega contro gli Spagnoli. Con la. collaborazione del celebre ::u·chitetto militare Conte Carlo di Castellamonte, recinge 'l'orino di acconce difese; abolito l'obbligo dell'alloggio militare, fonte di disordini, stabilisce, precedendo a.nche Ja Francia, che i soldati vivauo in caserma. Per ciò che concerne l'Artiglieria, il 12 novembre Hi31, crea un << Control1ore Generale ùell'Artig-lieria, Munir.ionii ùi Guena, e 1,'ortificazioni; ueJ rn3;~ stabilisc(~ una delegazione o Consiglio sopra le faburiche deUa fortificazione di '.rorino e nomina un Comrnissa,r io Ueuernle dell'Artiglieria am:he per il Contado di Nizza; 11cl rn:n erea un Sopraintendente alle Fortezze con l 'incarico di vigilan~ a,n che snl grado di conservazione e di efficienza delle bocche da f uoco. Del resto i Ravo:ja teneva.no l ' occhio ben aperto su tutto ciò che si faceva in materia di armamenti negli altri Paesi, specialmente, com'ò natnrale, in li'l'ancia, poLenle ed avida, vicina_ Così noi trOYinrno agli Archivi di Stato di 'l'orino un Jlecncil a,bréyé de ce qui concerne ln fa,ict de l'artlllerie, in cui sono ef'posLi miuularneule dtLti di fatto, considerazioni, rilievi cin:a gli « affari )) posti sotto la dil'er,ion e del Capitano Generale dcl1' Artiglieria francese. Di1l documento non risulta con chiarezza l'origine delle inforurnzioni, che forse erano fornite dall'ambasciaL01:e sabaudo c:L Parigi o fors'anc11e - dati gli stretti rapporti di r1illeauza __: da.Ile f,:tesse autoritù militari francesi. Intnnto - e questa è cosa di grande importanza - si ven gono sempre più raffittendo i 1·apporti di interdipendenza del 1' },stiglieri:1 con l'iJJgegneria e la materna tica. Ormai il fattore scientifico viene l'iconoscinto e considerato come decisivo. Lo dimosfra questo :l\iemoriale conservato agli Archivi di 'l'orino, che non ha data, ma verosimilmente risale a.l pPriodo di Vittorio Amedeo I:

« Moyen vour auoir

bon8 ingeniem·s et artillcnrs n.

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Mlc;lllORL\Lt,; ANùl\ll\10 SCLf,A AWl'lGl , rnl:J A

Vopo considerazioni generali di carattere pressapoco filosofico snll.L voc:azioue, sul modo di valorizzarla ecc., il Memoriale viene a,l còncreto con una :lfcrnièn; d)elalJlir 1.i ne Ecole dc M atemaliqae et dc for1ner de~ ùons i-ngcn'i eurs et artilleurs : Citiamo, lasciando in'fa,tta la scorretta grafia : (< L e poillt le t>lus essentiel pour (:et ét ablisse ment est de dioisir des prnfoi;senn; non scnleruent l.rns llabillcs, rnn.i qui ,1yent encore cet ta!ent necessa.in~ vour bicn rn ontrer. Le nornbre doi t e:;;trc dc qu:il.re, dcs quels .l'nn montrcra l'aril rnetique d l'n lgrèlle (s iC'.) , les dcux autres rooulreront les élément,; d 'Euclide, sçiffoir dt~s l1:ait:és dc géometrie, trigonometrie, longimctrie, via 11imf!trie et stéréornetrie, < -~t 1111 traité rie fort ificatiou; le quntrièmc rno11 trera lcs mccmriqucs dans tonte le nr <~l:enduc ».

qui il .Memoriale si diluuga ad illnstrare minuta,meute l 'orario dei corsi e jnfine arriva a.Il'« Etablisscrnent d'une ~ c oie particulièn.: pom· l 'Artillerie Jl e spiega. : « l'an: e que l'onl. voit rare1uent u11 meuuvais nwistre fa.ire un bon d i:sdvlc , il faudra, pn11r rnin· <lt-R hon ollìf'.iPl'>< et soldats d '.Artille1·ie, ehoisir dans ce <:orps truis olliders d <'S plus expt!rimentés cn ces arls qni scront sous l<~:s onlres ll'u11 (lirectcur etallly vou1· ct,Ue é<:oh! et pour celle des matllématit1m•,-. >>.

~111 luogo non danneggiabile si csponanno due batterie, una di cannoni ed una di mortai, e si faranno freqnentii-simi esperimenti di tiro. l\fa sopratullo il 1\fomoriale - esorbitando dai limiti assegnati dal titolo - propone seHz'altro un nnovo onlimtu1e11to <lell' Artiglieria . 1 battaglioni (q11i sero11t en rel 11mnr)rc q1w l'o11 jugera 1ì 71ropos) saranno composti ciaseu110 (li R<~i compagnie. Ogni com pagnia avr:ì. un capila110, un lnogolenente, un $OttolnogotP11cnt.c, un alfiere (ense'igne), quattro sergenti, trenta bombar dieri o ca1111011ie1·i, dieci minatori, ed una. ventina di operai •< qni doivr.: 1d estrc de /;01,1,fo sort de métiM· 'lteecssa:ire po11r Fa,rtilleric >) e trenta fndliPri: co1nplessivame11te cento uomini , compresi due tam burini. Il battaglione quindi consierchlw <lì seicento nomini. Pe1· ora il progetto rirnm·rà tale : bisognerà. a1·rivare quasi alla fine del secolo pc1· trovare un vern e proprio ordinamento militar<~ ; nrn allora si adotteranno quasi integralmente i (:riteri qni esposti. ~

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lGù0-1700

C ' è però n11'altro punto dei Merno1-iah~ che è anr,or,.L più interessante; ltt dove esf.\o dice testualrnent<~:

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<• Les cauuoniers et l1omhanlicrs doiuent fuir le meme exerf'.isse cle meme (JUe les traute fm,ilie1·s, auquels l'e,q11crancr, (lll' ils aunrnt Lle p,1rVf!I1ir a estre e1um,J11icrs et lm111hn.nliers ne sern f1as inutile ll,

B qui sono notevoli due punLi. An;,;itntto è da rilevare eh,~, secondo il progr.tto, gli artig-Licri devono fare gli esercizi mili(ari come i fucilieri: essi h:w eessnto cioè di costituire d(~gli ausilia.r-i horgh(\si ai sen·i½io deìl'ei-iereito, e sono gih, per molti :H:petti, rnilitari½zati. A nr,ora più important(i <~ l'aceenno n,lh1 « spc1·an:-;n. )) dw p0Rso1w avere i fucilieri di dive11hc a loro volt,;;t, ai·tiglieri : il che sig11ifica elle a qm~sti ulthni si 1·it:011oseeva una, :-iqwri oritù, e si aecol'davano pi-ivi.legi, COllW a trnppe scelte. Yt>.r·n i• (·.h", pe1· orn, si. tratta solamente di. uua proposta., evi tl<·11terne11l<~ ,w,rnznt:1 dn. un appassionn.to fautore dell'Artiglie1·ia-, P eh<~ ci vornt arn:ora del tempo prim.a c he essa si trasmuti in re,i!t,\. 1.11 ogni mollo i\ gr-amle111 r•n(t• ist.rnttivo - costituisce auzi unù <lei più profondi golLime nLi deriYn.nti dagli sLudi sl·o1·id - RPgnire così il ca,mutino (]i un'idea d1e, sbocci~Lta pvima iwl c<:rvello del singolo ossp1·vatort\ i-ii diffonde 1na,11 marni, fiHo ad imporsi llel rispettivo ambiente e tradursi quindi in azione. Prima, di passa1· oltre, ril<~viamo come lo stesso men101·ia.le ri·oponga che nelle fort(•~;;,;e d Riano ingegueri civili· 8c, nella. stessa fort·e:1,za, gli ingegneri devono essm.·e parecchi, assumer:.\ il eomnnrlo il più anziano; r:ri invece kLsta uno, si nomil1c1·à 1E1 ingegn ere capo che a,vrù giuris1li:,;ione su due o tre forlcizc.

;1,1Jpsso, i q11ad ;·i sono più modesti. Iii da ta IO novembre JC:r; trov iamo mia patentt~ di Vittor--io .Amed eo I, r,he clice : « E' lnnto uecessario a.lla c:011scrval"ione e(; all'accrescimento (l<•gli Stati l'u:c.o dcll'Artiglie1·ia ehe deue il I'rincipc hauer 1·ig11ardo pa:rticofare ch'ella sh~ gom;1·nata, ci maneggiata dagl'Uffì da li P! norn bnJ'(lie1·i che siano di sperienza, in tellige1rna et valore I). Perdò cfo:c.icl ern non solo dare animo a cinelli d1e già s<~rvo110 JJelF..ArtigliP-rin ma anf'he « invogliare altri a. farsi bomI'l•t

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700 --

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_ u.

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NU0\'1 l'Hl \'lLEGI Cù~Cl•::,:·:J .-\l BU.\W.\lWil·:tu

uu.l'dieri >>. l uombaùlieri devono e:ssere duecento, oltre gli uifLdali, e costiloisco110 una compagnia. Sembra il caso di dire : « podti ma Linoni )J. E infatti la 1-mteute prosegDe: « .Perciò, riducendo noi Lntti gli Ufficiali, Bomha1·dieri et artisti all 'Artiglie1·ia nostrn serve11 ti. sotto la spec:iale protei.ione et salvaguardia nostra, con le pel'soue della famiglia loro et ueni da essi. posseduti» , c011<.:ede 101·0 nuovi privilegi.

I.

In t~1le anno è Generale d ' Art.iglforia Francesco Emauuèle 8oiaro, Marchese di l>ogliw1i , éoulc di M.01·etta; e lo sari'L an eo1·a il 3 april(~ lull allorclt(~ i sun.cee11nati privilegi verram10 confermati da Ma,da Uristiua o, per essere più esatti, db111<.lo alla lettera, il doc nme11 !.o, da Christia.na, sorella del He Uhristia niJ,simo, Duchessa di Sa,voja, Regina di Uipro, Mndre e 'l'utriec del Serenissimo Carlo Ern,L11 uele J>uca, di 8avoja. Dove i,:,i vedi, ch e :i\h1,dam:1 Reale dava Ja, precedenza, alla propria qualilù, di. sorella di Luigi XI1I di F1·ancia, anzichè a quella, di Duchcss;i dì Savoja: accortezza di donna, e <li S0v1·a,11n,, auba.st:rnza nalnralc del reslo r-;e si peinsa che, appunto allot·a e sola.mente grazie all' appoggio dei fratello, essa poteva te1rnre tcstn, al Ca.l'diua l :Maurizio ccl al Prindpe 'l'ommaso di Carignano, frn,telli del mor-t.o Duca Vittor·io Amedeo e pretendenti al t1·ono. Dalle lotte intestine - in cui l'Artiglieria, come w<lremo, ehhe l a sua 11al'te - e~sa, nf;CÌ discretnmellte con l'accor-do dei 1G42 ehe le laseia.vn, la rcggeuza,; e qna,ttro anni dopo, il .4 no vembre .l f>4G · · essendo 01·a. Generale cli A1·t igli el'in i l ".\fm·c·hese F ran ce8co J >el Pozzo -- MarhL Cristhia rh-onfermav:i ecl at· centnava i privilegi dei. Bornbal'flieri. Un <C Inventario delle Munitioni <li Guerra dei Presidi ,li qua dai monti )) del J fi marzo Hi37, cioè sei mesi prima della morte del Duca Vittorio Amedeo I ci dù, : « 2500 barili di pol vere, 3512 palle da can11..011e da 60 ('l'orino,. Asti, Vercelli, Chera:,:;co, R11sa, Ccva), :mm da -10 ('rorino. Asli. Rni-:a), S12:. <la mezzo, 4928 nn qua,rto , 4(i08 da, sngro, 1103 d a, falconrHi , 1112 da, spingarde)>. Ve11li mesi. più tardi (Maria Oristina, è r ep:geufc da pot·o pitì di 1111 n.nno) l 'ingeg11err Ro!JottL ilopo nn giro d'i~1wzio11p

aa

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701-


H>OO -1,UO

iu tuUo lo Stat o di <lll:1 d ai monti, present a una << .Nota delli cannoni, ìHunilioni di guerra, Armi et altri che si trovano nelle s1:g ue11Li piazze questo dì :2G novembre Hi3:-, )). Tralasciamo le :irrui portatili e le munizioni e vediamo l'elenco dei cannoni : Torino 8:-i, Vercelli UH, Asti 21, Verrua 2:3, Ceva H, Chivasso ;~, Villanova, G, Ivrea, 18, Cuneo 11 1 Demonte 5, Ormea G, Alba Z(:.r-o, Fossano zero, ~aviglia.no 1, CarmaguoJa, 1, Bene 2, 1\loudovì r,ero, Lur,crm1 r,ero, /:,usa (i, Hard <i, Verezzo .(Verrès) 8, .Miraboc 2, Forte della 'forre ('rorre di Luserna) ò, Crescentino zero, Acceglio zero, Oneglia 4. 'fotaJc 283. A tutto ciò id devono aggrnngere complessivalll<'.nte 922:::ì~ proiettili e 847G barili di polvere. Il documento non dice in quale stato di conservazione e lli etlicienza sia.no codeste lJocche da fuoco : cowunq uc, la. cifra, è rispettabile, sempre ricordauclo elle non sono calcolati qui i pezr,i cli cui lo .Sta.Lo dispone nel territorio di hì, dei ll.l011i.i . Vero è che, proprio in qtu~gli arnii, in un << Rag'io11arn<~lit0' a,cr:ademieo d'Architettura militare sul modo di difernlei-c una piazza a misura che dagli asRedianti si va batt<~ndo )J si c,dcoJava che per· la difesa occor-r-csscro GG pe7.zi da:) ~, :SO da. 16, 24. du, 8 e (i col11lwinc, cioè nn l.otall' di 17(j bocche da, fuor:o, a cni :-:i devono aggiungere 20 pezzi da due libure di pall~1 per difcnde1'e le straile coperte, ma si sa, che i Ragionamenti accademici son sempre ... accademici, e vanno preRi cum grann saJis. ~foclama. R eale, fin quando era in vita il Duca, si era rnosifrata pinttoi;;to propensa aHe feste, al ]nsso, allo i;;farzo, in somma a tutto ciò r.h1~ nwglio si 1·011vfonc arl nna Sovrana belb e orgogliosa.. Alla ima (;orte ~ ei1H1uecento persone ~ era.no « li eommeclianti con Hn Heg11ito >> e un ebreo « che tor-ca di chitarra inanti a i'lfadmua SerenisRima ... e il portacadrcga c1i Madmna et quello ehc goverrm il gattopardo et mnsici et cappPllani et sarti et stallieri )). Nelle nuove difficili circostanze essa si rivela, battagliera,, ma non lrn grande spirito di organizzazione. Tutto ciò che sappiamo è che, dura nte la reggenza, vi è un gran numero ili umciali, lnogotenenti generali e capitani d':n·tiglieria. Una corn-1 -702-

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lJI SJ.UC.·\ ill \);:sE D1•: LJ, E l'l! IJP PE u· ..rnTH.: LI Jo:l(JA

pn.g1lia di bomllm·dier i (': dpartita fra 'l'orino ed i presidi. Lo Rta to provvede a lle pa ghe dei bombardieri propriamente detti , mentre 1e pn,vineie fornfseono oper ai e condut tori (oppure n e paga no le spese, i,.ecoudo ta,riffa, e h1 tal caso li si arruola altrove). I'ionie1·i e za ]_.Jpa tori sono pure a carko d ei Comuni, che cornan cla.Ho i contn,dini all a corvée: quando q11f)sti sono raccolti ne] luogo )01·0 :fi i-sato, pal:'-lsano sotto l 'au t orità immediata del Corpo d'Artiglieria.

3. L'Artiglieria .piemontese nella seconda metà del Seicento · Il riordinamento delle forze militari per opera del Duca Carlo Emanuele Il · Sue disposizioni circa l'Artiglieria - Le cariche di conservatore, audito re, segretario - I minatori - Un memoriale ed un inventario del 1667 - La creazione della carica di Gran Mastro de ll'Artig lieria nel 1678 - Il primo ordinamento di Vittorio Amedeo nel 1691 - La riforma del 1692 - La Magna Charta del battaglione cannonieri del 1696 Nuova composizione del Consiglio d'Artiglieria · L'Artiglieria piemontese ha ormai raggiunto un assestamento razionale.

Ca1·lo E man uele TI, salend o a l trono appeua quattordicenne nd 1048, tl'ova lo SLato in condizi oni di anarehia e declka i ven -

tisetle a uni del s uo r,~gno a d una vasta e profic ua opera di l'ior <l.in anHmto. Le .istitn zio11i militari a,t tirano in sommo grado la. sua att,!nziouc: egli cost.itniFwe un eseT'cito p erma nen t e, 1·egolare, fermamente rli i;:(:ipli11afo P. ammacstr·ato , epurandolo di gran pa r-Le degli e]eme11!.i stranieri, 01·ganizza i comandi, dà un nome, 1111a fi sio11omi1t, una personalità, ai r eggimenti di F a nteria , ecc. I'er qu,rn to concerne l' Artiglieria,, non si arriva a ncor a ad 1111 nssc Uo ben definito ; t 11t t a via anche qni si f a uu 11otevo.Ie passo a va n t i. <'nrl o J<::mairnele Il a ument ò le bocche ùa, fuoco , assolélò homhnrùieri in numero ma,ggiorc di quan to i1on ne avesse· avut i pl'i ma qoahmque Sfato italiano, ne formò llllR massa, e con d cc:1 ·p J-o (i :1 g-0F:t o JG!')O costit 11.ì 1111 r egola l'e ~Prvizio n ei presid'.ì , l'i p a l'I P1Hlo gli artiglieri nell e differenti gua,r nigioni comanclnil"c ·la -703-


1600 - 1700.

capitani, gentiluomini e capoI'ali, me11 Lre a Torino rimaucva lf-t direzione generale e lo ~tato . '.11aggiorc. 'f utta via gli arti gli<>ri Hon Caccvano parte delle truppe d i li11ea, continuavano a, non a vere un' uniforme e si vcstivnno a

I

Fig. 128 - Cnrlo Enrnnuele JT.

proprie spese. Caporali e so1'lnti <~IJhe1·0 png-he fisse . Invece Jo s tipendio di ciflRr·.nn nfncinle f'ra. fi ssat o perROJrnlrncnte dal f>ueni cù era; proporzionato a i meriti ed al la natura del Rervizio_ Per quanto è ordinamento militare ver·o e 1)1'oprio, la dire7,1one generale dell' Artiglier·ia è afficlnta ad u n Oonsiglio, che però in tempi succesRhri viene clivc1·Ramente compor,;to. l\"el lf:5:. il Princ ipe nomina un Conse1·vntore cl' Artiglieria, ; nel 1659 un Auditore a lle Fabbriche cd alle Poi-tificazioni . In· un'ordinanza del 1° febbr aio 1662 - avendo il Segretario cli Stato e Fina11ze l\fiehele Angelo Oolzio rinunciato alla. dirPzione a mrrùnis trath·a clell' Artig-lieda - il Duca , ripetendo che « si deve c on ogni mnggior applicntione procurare un mi-704-

I, I


C.11:I C LIJ•: 1111:1·:·rl'ln,; 01,:LL: .11:'l'.tl;l ,l l•: 1:i .1 S UT'l'U

c.11:u ,

EJ\L\~ U t-:LI, Jl

Se·

g liora.meuLo 11el10 stato dell' Artiglieria.)), nomina un llUOVO µ;rda1·io dcll' A1:tiglieria e Munizioni di Guerra,, n eUa pen,,O!ltL del Segretario ordinari o Amedeo Felici di Torino, a.l qu a.le sp etteranno << tutti gli houori, autorità, prerogative, privil eggi, irm.uonità, esscntioni, franchisie, reg·aglic, commodi, utili, dritti, emolumenti e cariche a tale ullicio spettanti e dovuti et con l'annno tra.Ltenirn c~nto di . livrc quattrocentosessanta d 'urgeuto da soldi vinti l '_una, eh<~ gli stabiliamo oltre quello che g ià gli speU:t come segreta.rio nostro otdina.rio, con pjù ra;,,ioni chie di pane cadun giorno, cioè liVl'c duecen toqua.rantuna, e soldi cinqnr., s tipendio solito che godeva detto segr eta.rio di Stnto GoH io p er l,1,le cadca et livr e d neccntodiè.iot to e soldi quindici che gli a ccordimuo corne a ccr escimento annuo iu c on siifora.!ione della rmddetta s ua, seruitù e suoi meriti )). N el :tG70 è nominato un Provv('(Lit·ore e Sovraintemfonte (:e 11cr.:1,le delle Armi e .Munfaioni <li C nena n ello Stn.t o cli .A1·ti glieritL. '.rntlo ciò d1e concen1e ì e a.111,uinisLrazioni cconomir.h e militari è sottoposto n,ll 'aprir-ova.zio,w del Comitato Genera.le , g iù r:tcato da Ernn,n ucle Filiherto f\ 1·imas l.o o rj chianrn.to h1 vitn. por ::tttrnven~o a molte vic.i ssitudini. C'orn ' 1'> 11oto. iu tale epoca, n clFmubfrrn!e m.ilifare, e spcdalrn cnte :1, g-nerl'n. aperta , si 1·i scontrnno SlJCl'peri enormi. ehP, <~ diflk ilc <'onh'ollm•e ed eliminare, dat o ché i c~tLpita.ui 11a.nno 11n'a11to1·it.ì, quasi assoluta s ull e compagnie ; t utta.vin, Carlo Rmanucle Il comb,.1itte e flìca.ccme11 tc :inche tnli in convenienti , frssa mlo con 1na.g-giore precif,ione i clirftti e i doveri dell' Anditorf' Generale, C'.-Oll ]' editto -1 u0Yemb1'e 1G64. Con vari<~ 0l'<'lina,n ze (1 i1 feblw:iio lfiG3, 12 .lu glio l6H4, 27 g;em:ai.o HiGB, 1:3 nv rilr 1 H70) n Thwa regola .i n d ct tnglio i costi e la cl urn.t:. dei diffcr-Pnti. op:ge tl i. e ribadisce ]e disposizioui già emanate chL ·v ittorio Amedeo T c:iJ"ea. l 'inectta cfol sa,l nitto fl Ja faùbrif:azio ne della poh'Cl'f!. B il (i a~osto t(l(;O emana, 1m nuovo << Stahilimento dcg-li Al'tiglic1·j rn~' P1'Psidi o nelle Piazze forti eon alcn11e compa,gnie dirette da Capitani )). TJn Viglietto 20 ma.g-gio 16m 'H'clina che il servizio delle min e e,l il 1w1·somilc addeUovi passino a Jl e t.lipendcnze ùe1l ' Arlig1ieri:i,, e slnhiliscc che n es1mno possa esercitare la professione di n,inatore se11 za- ::i.ver e subito J'esamP, ,~n pa1•te di ufficia lj <li art i-

70n -


luOO - lìUO

glieria e senza il preventivo permesso del Uenerale che la comanda. Egli si assicu1·a così dei minatori abili e numerosi, specialmente arruolati fra ]a, popolazione alpina,, dove spesso i contadini sono anche minatori, cioè hanno appreso a dominate e modificare violentemente il terreno per aprirsi delle strade e facilitare le comunicazioni. Il 10 aprile 1G63 un manosceitto con firmi1 autografa del Duca ci iHforma che

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essendosi reso vacautc la carica !li Geucndc tiella noHtra A1tiglieda, ci ha d:it.o rnot.in> di 8h1hilire qm~l!F~ n~gole elw d :'l<mo parne he pii1 adeguate_, ccc. E però, avendo cretto un consiglio sovra gli occorrenti all'Artiglieria e Munitioni cli guerra et appoggiatoli la cura cli fare tutto ciò che attorno acl e~so occorrerri., habbiamo voluto esclmfor<~ da.Ile incombenze conccsscgli quella cli prendere i c-onti finali del MuniUoniere di Guen-a, Guanlarsenali ecc. E incurichiamo di questo il patrimoniale nm,Lro Generale Merelli, che è deputato acl intervenire in Consiglio sempre che ,;arri chinmnto, acdò essendo cµ;li a pieno informato ll'oµ;ni cosa non scg1rn minimo scarko in un affare elle rigunrcla s ì cla v iduo ht noslnt corona.

Al J nn, risale un in Leressautissimo :Memoria.le manoscritto iH c ui si iudica ci() che sarebbe necess~Lrio (( per i.I miglior ::wrvitio di S. A. Il. circa il ministeri o dell'Ar tiglieria e Munitioni di guerra)). (Arch. di R. di Torino, Scr.. l: InLeml. Geu. ùi .Artiglieria, Mazzo 1). B' diviso in dieci paragra.fì, di cui, per necess.i tà di spazio, ci limi tfarno a dtare i principali : 1° Erigei-E! u n ConsiA"liO d'Artiglieria e Munii.ioni di guerra compostn degli ufficiali di essa, cmi <>l1blll.\'o di eongregarsi una voltn la settimaua, o più, come richiederà il reale servii.io, trattnre, risolvere, e stabilire tutto cii'.1 elle occorrerà. 2" C11e in principio di caduno ::11110 debba presentarsi a S. A. H. una nota di tutto dù d1e si sm:à eonsnmnto 11el eorno dell'anno a·n tcccclcntc, Presidio per Presidio separatamente, e insieme un calcolo cli quanto saril necessario 1,rovveclere p er detta Artiglieria, Munitioni di guerra e cose dipenclenti, acc:ii• S. A. R. possa dare gli ordini necess ari per la provvista elci fondi.

7' Stabilire le qualità elci tiri d'Artiglieria cla fat·si nelle seguenti fontioni, 1Juali altre volte erano limitati n sei soli et ora li Genernli li fanno fare n modo loro: Natività di N. S.; Natività (li K A. R.; Natività cli :LVI. R. (l\fad,rnrn ncale); Sabbato Santo; S. Sn<lario; Corpus Domini; Santa Barbara. 8' Sl:ahilire il numero dei hmi1lmn1ieri da caml)agnn et conservatori di olmi,

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706 -

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L\Y1,;:-.•r.\1no DI ·nocc111,; !)_.\ FUOCO SAH.\UIJG 1)1,L

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c on obbligo al Generale di osseruarlo puntualmente, et a questi COHi.:ede r l'uHo tl i privileggi con farglieli pontualmcnte osseruarc, con che · S. A. H.. haue i:it persone capaei che verranno ,iù nnuolarsi in quella Compagnia; si farà far l'esen: it io 1111,1 voltn il mese et si habilitcranno in conseguenza a ben ser vire venendo i 1 bisogno, rlouendosi auucrt irc che non siano a ccettati per Bomba r dieri quelli che non posse deranno qualche arte, sia di l e1snauolo, ferraro, armarolo, mastro da muro o a.Itro simil e esercitio; il che 11011 esse ndosi osseruato per il passato fi1 ehe la maggior parte d ei Bombardieri hoggi cffettiui non sanno nè pure ciò ch e RiR <Juesl:a profP.s sione 11.

'l'aJe ,ncmoria -- e\·idcnternente stesa da qualcuno che non aveva peli :,;ulla, Ii11gua e pcrc..:iò taI1to più interessante - è seguita. da un foglio di riflessioni (forse del generale dell' epom~) che in linea ùi massiu1a, approvr~ Lutlo ; ma; pa;r tieolarmente not <~vole ò un altro foglio che l ' accompag11a, ehc ei dù, il numero e;;atto delle ar tiglierie piento.11 tesi di qua dei monti , cioè eschrna, la Savoja, in quell'a,1u10 1GG7Rccolo t.cstmLlrnente: N ul1i ,u lii ll'i li p ezz i, a i Arllylfori<i Ghe sono nelle Pùt.zze ctet Piçmont 11 u Con taJ/,o ,u N ,izza : 'l'orino e P orta NuoYa Xclla Ci tt:1de l la (tra picc oli e g-rossi, fra <in ali )) )) ve nP. sono dllt ! i11uti li) 24 ,1 )) )) Car m a g nola, pezzi pieeoli )) )) .-\lba , pezzi ' tr a p iccoli e g rossi 8

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::;usa (m a tre d ei pezzi gross i sono gu:tsti ) Cune o Bardo (qunl:tro dei quali sono guasti) Be ne (pezzi piecoli) Vill nnoua ::;:i.viglia no TPezzi piccoli) San i\Iid1e le (piccoli)

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i rnoo - 1,00 Olti·P. a due ch e sono in fonderia rotti e a ltri d ic si d eve f a r f ondere. 0011t aclo di Nizza

P ezzi n• 100 Nizza )) )) :! Saorgio ( l>in:oli) )) » 60 Vill:tfranca S . Hospitio (Ilei qu:1 Ii v e ne sono tre di metallo ')') _., )) )) e g li altri d i f erro) )) )) ù :Monte Albano La 'J'urbiglia (solo mos("hetti e cavalletti) ~

'l'e mla. {J)i<:coliJ G illcttn <picr,oli)

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Pezzi n" 2r,<; )) )) 1!)3

'Potale v e11 en1le

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Come si YP<lc duuq1w , Jo Stato Saba.urlo possiede, p oco dopo Lt rnel il, <lPl ::-;eitcnto, uu .11rnteria-lc d ' nrti~Jicria a,hl..Ja,:,;la,117,n, 110 · te vole. Cai-1.o Bma nuele TT muore rn~l Hi10 . A Rsume Ja regge1rna la vellonL Giov:11rna Battista ùi ~emours che la tiene fino al 1684. In tale periodo cli nove a ,irni, per ci ò c he coneerne l 'o1·dìnam en to dell'Al'lig·lic>.ria, a bbi,n,rno un solo avvenimento notevole: il camfJiamento del titolo del Comandan te ge11e1·a 1e, H qua le a~sume quello (~i G1·an Mastro cl ell ' ArtiglierhL. Un altrn f"a,tto , Yen1-11wntP, è da seg1rn1a1'c, qn.rn lunque so · lnrnenfo in seguito veug-a nd a1'HUrnerc importanza, per l' Arti.glie1·i:1, : nd è la fondnzjouc, 1wl lGG, , dcll' Accademia Reale, primo n ndc>o dal qnnle, atlrm,e1·Ro vari.e tra sform azfoni , doveva poi originan;i la, He~ia .,\ eenànmia di Arti~licrin, e Ge11io. Si 1>. visto come rn~l 1G4G - - sotto la r eggen z~L di ;Maria Crifit'.i na; - fosf.e nominato Gener:,Lle d ' A1·tiglierhL F1·ancesco nel P o7,:r,o Marchese di Voghcm . Nel 1Gu7, sotto Carlo Rmanuele JT, g:li era succeduto Car lo Ge1·ol am o Solaro Marchese del Borgo. Ort1, col nuovo titolo di G1·an Mastro, ,i,ssnme il eomando in ca.po dell'Artig-linrh~ il Conte li'iJihcrto di Piossasco , e lo tcJ'r.t lungamente, rollaboranclo efficacemen te a i primi iJ1q nndrame11d.. -

708 -

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.. E~·-· $)h>1,,li:1' Ouciffo, hoc toto Adn~in i~:_ari ~ni< r<>-Cwnpor( > ~ _tt,;1'.i: n.;J;~··.\ .I .i<<J;_p~1fc,p1 tns, :1•1:,- ,1111 c1uc R. •i;-ilt, 1-i1,i fuh..!11;s p1o(u11v,1 font; mh ,I ucd, . _1_ <lit <i pr <ÌJ tUOIU) fc, -ni h,l g u ti u1N_o bilibt1 r •>!iil;,11um prir!l'.tt( poffe, ')\l~ndi i ·, Aca,tcmia m rn h .,_c V, be iotlnu,i l)j fci1,l1narui n omnium , q ui hi.:s A11u u1 Yn tu-.: . i<> ,&: Co, po ris ingen,jo A do!cfccnlc Jrgn.t· <omp,r ~""" ·• Mon ne, it ., q u• vo. :' ltiit ,inu1l4t-0/qQc Nob_du <xrcro~ , n ·hu,rùftc 'i;,n :rnt1c nb bq 1dkio ,•11 poliÌ:!>'t,:;j,, !):,, ~11òdfÉ_1.1<, pra>n</ohfu<t;is Ac11d<!mix ; xérc,wi,, uc, , i! l~il èti~<.n rnrr,'modl".j ., .. · • 1\l ;ÒàC Vibo h} buu,cs_. , l oganrb.m, ve,wlbrctnq, ,;;rnà1p~uh11m haurunt,j' .e~ vfu,, & (f!J1_ili:~1i ra~t."buiu! Aul":, (]O>< (,n ~ :IÌm pug11i , rnrfuq; equdln , rn'? C h<:1ca1um duc;f11j/j1 d."rum arte, n,rt_,.ifq, huiafmòdi.!1>lcmnibus·tprtlacul,s m~ r E1nopa:cleg41i1.rllunls l•mpt~ nuai_c_r~+;\;

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::f1t,e,~si1l~1s,, in Gr~ph ,<lçs f~i,c.nd), io rn 8cllk r palztlra cic:rccbunt<1! • .Af,);:v": (wliùli;1•.t<t!J)ia~~{

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fitt'f(;~~l\(~,ìtl),q~.~-1:ì

1 lp(q ,(i*~)I~ ; ({lì; t 7tiotfo f'1,'"!:..oarj, dtfrnJ l'JJ Jc~CJOI Ar~c,, . Jrr.~ p!}~ "iJf!<i hvlll vfom ,.11gcrn, , c,uf~ , ddrnfio ; Hu c J<ceJn H11lot1r , Cluonolo1v;,:, ,.yt91I~?ff~!;t_ll':lJ1 ~tn~1 C)i~9wiz rdlc,:t p~uii, . ~l,iogoi\um, lubc:r l''.i:(rn,m, & C31J;,:c· ,{it1z , f~t,i, i11i 1ÒtlÌ'l-vf1~Ji·t: iÌlu( '

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PJiì_ò·a~

F;J ~1il1,\ ù~l°ll:~,lc'lè (Um<,tcdù-,tuçcbi(, , '., ··. ··. . ..''· .. :{:,; ;/. ( } v: ié:,, ·}i:, ,/ :~{otl,<.t'.iioiAi'Jd ort\iJ:, q u1:Vi1 ctil 1ifpc ul .!uhi,, ,wìg11i ooci>in,Jllf i~ 'iu<!t.orff~~it l,:'c~lg(\~.; ll'l/,d{micij:f({QÌvn'iì:utn /:.cnulll,<ll iì,bueiÌlì t, atlf) IJOS H1lp.irtd,;(c:«p~<i.;i1 Ù ~f)ÌioÌÌci t ' • :~~ù~ l' ~~!, i.\l(!{-1uc i11_i p(\1 in~~·?1~0~,~é~::1:>/_ ç:; 1-{_;ç rrèti?1!'..&u\1'. ~i_b.11,aii1pn--~ ·t.

ifìt!iu~~}il~~Jl1•1t;r1~·'!.q001. 1:"Pr':~;011J~~1-~!.~,~u1\' ,h~~J\~W--.~ 1t\\~~~~4}1~~fr~hi tjìa,M~..tw.ti~t,').\ t?rtc (uum ,,2llc,tn~•ll-f1;nl e~11.orum_11UQ'. ~ll!.qi, (7c~1;'.))1,',!\~!;, (slì~-~001nJi!llì111~· .a-ug(b,uurpcoGo ~ ;Tiu.rim a.,§'e ptcrQQ1H1~71, r,,;··,

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Fi~. J:!H - ìlfa11if l•i-to di avertura tl ell ' .A(· Cnde111i:1 Itcnle 11t~I 1677.

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709 -


1600 -1700

Di questo Conte di Piossasco al>uia1no; agli Archivi di Stato di 'forino, una memorfa, circa gli esami per chi aspira a divenire ingegnere ed ufficiale di artiglieria, neJla quale memoria :~d fa carico agli esaminatori di assodare il grado di cultura generale di codesti allievi ingegneri o utlidali, inforrnandosi « :s'ils ont lout ou moins étttd,ié la, gnnnrnaire )). ·1-iileviamo che, in tale periodo, ]a commissione d'esami (• composta <la l Generale ,1P Hehuì1H1e1·, da,1 c;;Lpitano ingegnere de Vi11ie1wourt e dall 'iugeg11cre Hertola (r1 nel1o Rtesso Gimmppc Bertolu,, architetto rnilìtare di nou comune valore, che, con Je sue costnrnioni geniali, dovrù poì spes1;;o ed efficacemente coacliuva1·e gli abili pia11i di Vittorio Amedeo Il); e nel complesso si ha l'impressione elw si trn.ttaRse di esami fatti sul scrio, tali cioè da esigere una L>11<)11:.1 p,·eparaziouc generafo e specifica. Alt1·0 documento i11fc1·essante del Gran MaRtro è un cc 8 cutimcnl:o del F:iunor d i Pio.~sa,sco .'!OllTCt l'ele::::'ione del Consiglio (l'. lrf-iylicria, )), ehe ineo111 i 11da così : << lrn11011P.rnlo1ni \' , A. IL tli 11101,tivargH i mie i Sf~m;i intorno al Progetto ù e l nuovo Consiglio di Artiglieria, mi permetterù tltrnqut~ V. A, R. ell e mn ogni humiltà e ris petto io gli rn1mrci-e11ti : « Che nelli Coni;;igli dell' Artiglil•ria s timerei eonueneuole rintencnto tlelli Sig.i Luogotenenti Generali, eomt, fu :,;(~mprc praticato 111!1: il pa~sato, semlo sempre in essi interuenuli li Sig.i Cnn1:i Guerra e Castell,unontc e che forse V, A. R. potrebbe ammell.N·e il L11ogot·cn(•ntc più anziano.

Basterebbe {J11esto acce11110 per dimostr·ar(~ c hiaramp11le l'er·rore di alcuni storici i quali affermarono che il Consiglio del1' Artiglieria hl c:reato in tale epo(·a.. Esso già esisteva., come vedemmo, sotto Carlo Brna.nmilfl LI. ; 11011 ~i t1·atta. che di una. ri forma , una delle tante che tale Co11siglio snhì e 1w i1n:1 <' poi. << Si rappresenta 1mre : (( Che il Sig. Conte Nicolis Cmnissaro e Luogotenente Gen.le non dovrebbe restani eschrno, poichè da 12 anni eirea i11 qua egli v'è st•mpn~ interucnuto i11 seguito d'nn VlgHetto di M. R. t1el :1 8 s1~1.1 t"mhre 1678 et llon1 un'esclusiot11~ potrebbe dare luogo a' suoi poco ,1ffetti tl:1 ealonnial'lo iucarigamlolo d'haner commesso qua lche gnwc mancamento. « Si supplicn. :111d1e V. A. R. rli <lieb i:H,n·e qnal luogo e posto ~[lei ta al Seg.ro di Guerra et n' Senatori quando iJ1t(-•r11p11ir,rnno nei Gon,;igli.

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710 -

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PIU:MO OIIIHi\Ai\H;XTO n 1,;r.1/ AH'l'IGLI0RU so·rro V. ,\)\[lo]l)~;o lf

(Qui un commentatore frettoloso sorriderebl>e di tale preo(' · cupazionc bnrocraLica e avrebbe gran torto, cltè a nche in qu<::slo ca,s o la, hnrocrazirL ha 1a sua ragion <l'essere, Cl)ntribueudo a fis:-are jl grado gera1•chico e la rispettiva autorit~ dei vari. compo · nenti il consesso). 1\ E' 1m1·e ;;urn>licata V.A.J-t. di dare l'au torità alli Intendenti che ,·erranuo dc·putati per la. coguitione lielli <)lmi di clare le licenze di tagliamento d 'essi , poichè io non :saprei a chi indirizzare le mie commissioni e si darebbe luogo di tagliarn_e rli maggiore . <1u:l,I1titìt et anche delli atti all' Artiglieria. « Si ra11vresent.n anche a V.A.Il. thc il pillnt.amento delli olmi in tutti i luoghi descriU,i uell'onllne s:1ri1 difficile essegu ire, massime nelle Provincie di Pinerolo e Ven·!!lli, per anirne li l•'rancesi aspo1-t:1ti gra n quantità <.-011 le douute licenze. « Uhe la t.:1ss:1 da f:11·si da esl)erti cie l IJJ'ezzo clegli olmi che si richiederanno per il s uo r ea le ffic'nii l lo 1iotril essere 1lregiud.iti:1le, mentre l a tussa presentemente pratitat,1 n ~sta molto v,u11 nggiosa )l.

Sotto la regge nr.a di Uiova1m;1 HtLUista di Nernours l'At•1;ig1ie,·ia. pit!lllOntese co11Lin11a, ad essei:·e di vi:,,H, in ..:\.rtiglieria cli Pie ltl011te, Ai-tìglierja di Ravoja, Artiglieria del Uontado <.lì Nizza: <:' 1\ una eolllpagnia. di bomba.1·dieri e ci sono bombardieri. dii_:.:t.dlmiti uci _pi-esi1H, olfre al perRoua,le direttivo ed a l p c1'SO· nnle va,·.i o. Uon Vittorio Amedeo IT avremo finalmente mm sisteJHU,:done definitiva. Tn dn.tn, 1" agosto 168fi trovi.amo una copia d 'istruzione ddla Ganrnra. dei Uonti cli S. A .' R. a Piero Antonio Giuseppe Munie1·, detto La Riviera, succetl.11 to ::L Ca.rio Ca.ldicra nelhL carka di m 1.mizionicl'e di guerra. J n tale qualità, egli ha la L'esponsabilità di I tilt<~ 11~ mnr1i7,io1ù e deve vigilare affinehù si.i no sempre lcnnte h1 qna.nti.tù, e condizioni di. cllicif\nza. 11 :! sci tPmhre 1GSS Vittorio Amedeo II - 1·ilevaudo com,! molti ci ttadini ra.ecolgano le palle da, ca.nnone che si trovano abbandonate !<JH~chtlrncntc nelle vicinanze dei presidi e ]e porti.no aj p1'oprieta ri di officina che l e fondono e le adoperano abusivamente - proil>iscc severament~ talf\ irrego]arità e stabilisce d1c tnttf\ fo pa.Ue da cannone casualmente trovate debbano f!RRer·p portate <( alli 'M:nnitionieri di Gnerra della Piazza più vicina ». i quali 1i pagheranno secondo una tariffa p1·edeterminata : cio<'

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1600 -1700

soldi cinque le palle da una lihbm da libbre 20 a libbre no.

a,

20; e soldi dieci le palli~

..i .

Nel lG!.ll - - subito dopo la òurai scoufitta di StaffanltL ---:abbiamo un primo tentativo di logico ordinamento ed organiz-

...

l<'ig . mo - Stnbili111e11to degli CtlidnH di Artigliel"i:1, !issato Amedeo Il 11el lfi!)l.

d :1

Vittorio

7,n7,io11c (A.Ì·chivio di Stato di Torino - se,,,ioni Riunite - Ordiw1ment.i Gc11cmli Misti - Cartella n. 32). · cc Il rn maggio l.G!J1 nc"I paJ::1:1.;,.o del Co11le di Piossasco e Volvern, dei Signori d{ Piobesi, Cavaliere d ell 'Online clf!lla SS. A11nu11:1.iata, Gentiluomo tli CaH1ern, ;\f:i.r~seiallo della Gente di campo e Gran l\Ia;;trn dell'Artiglier·ia di S .A.U. « 11 Conte Serwtorc Benso dichia ra di aver fat.t.o distesa. reh1,-,i01H\ a S.A.H di quanto fu stabilito da questo Consiglio nella precc<lente sessione <lei quattordici, concernente le Oomp ngnie di 111:1 esli·:u1za di sessanta uomini a 260 homba·rclieri oltre li quaranta già stabiliti, li quaranta Commissari l)Cr il emrnone, 11iP.ci Bombisti, (]trnranta :\iinatol'i, clmè Mnnitionim·i <li guelTa e cla viueri ,~m loro_ com1;11essi, P. gli UliiciaH rispettiva.:nc,nte lll'!C(~ssari al stabilimento d elle loro J)agbe ».

Il relntol'e aicc che S. 1\.. R. k1 ::1;pprovato tale stabilimento (1

mandando quello effettua rsi el: osP.runrsi con la maggiore prontezza >J

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CONlJTZIO:\'l l)ICJ B0111:MWIIIJIU

...

,

8

il CfL_pitano

e< è Len11lo a tener sempre compita la suddetta compagnia sino al predetto numero ùi sessanl.n llfastri >l.

Quanto a i 260 Bombardieri da1 provvedere, il Piossasco si incarica di fare le pratiche necessarie per rinnovarli e poichè se ne potrà a.vere di pratid sino al numero suddetto, si delibera di. farne venire C< 20 delli 40 che si trovano a Vel'celli, 5 delli ]0 di Asti e 5 delli 10 che si trovano ~1 Verrua, sostituendoli colà con altrettanti della nuova levata)). Il Piossasco penserà an che ai 40 commissari del cannone e a.i 10 bombisti (costI-uttori di homhe) mentre, per i 40 minatori, affida l'in carico a,l C.:Lpitano dei metfosimi, Carlo Rc~ale, che si trovtt in Avigliana. ln ddLo do<;umento si specifica c.he « i GO maHtri, parte ferrari e parte falegnami, saram1<1 divisi in tre brigat<:! di veni.i m:.rnl.ri peL· e:1 dtma, compresi i Brigadieri, a soldi quindici ed una ra:-..ione cl i 1wne per cmluno al giorno>>

mentre i higadieri avnurno ~mldi venti, oltre alla solita razione. (( J >ur:u1le il tempo del loro scrvitio, hanno obblig·o di seruire tutto l'anno 1wllo stato clell' Artiglieria » :

e quc~st a è c]n-nsola molto importante, perchè anche i mastri, che finora, er:H10 stati a,ssolutamente borghesi, liberi o no di prestare il proprio servizio, ora vengono vincola ti con mia specie di ferma . Al loro crLpitano Pa,bricio Battagliero sono assegnate lir e cinquecento annue e due razioni di pane al gi01·no <e

con ohhligo di nrnntf~ll<!n ! l:1 sncldel:Ln Compngnia

di

Maestranza

sempre

cuwpila <>illv a l p1·e<leLlu 111.1wt·1·u ùi ,;e,;,;auta, ulLre li 11uanmla l\Ia:stl'i che JH'8stano lavorù attorno agli affusti , i quali non dovranno lasdare tal lavoro ,;;in-

chè sia compito>).

Il documento prosegue a fissare il compenso di tutti gli altri : (< Ducento e sesHanta J-lombardieri a soldi quindici e una r atione di pane per cacluno al giorno, oltre li quaranta che si trouano gHt stabiliti a' quali s i darà la medesilfia paga e pane quando però essi tutti seruiranno in campagna; e seruemlo in C'itth se gli daranno solamente soldi dieci et una R atione di Pane al giorno per caduno. cc Quaranta Commissari delli Cannoni con livre trecento l'anno et una Ratione cli P a ne al giorno per caduno durante la luoro servitù.

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713-


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-I

II I

Fig. 131 - La prima pagina dello « Stn!Jilimento degli Uffieiali di Artiglieria >> del Hl!ll.

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l. OHl!lXAJ\(EN'.l'O DlòL

169::.!

« Hied .BowbisLi 9. soldi quindici et una Ratione di Pane caduno al giorno du1·;mte la loro seruitù. « Quaranta Minatori a soldi qui11Llici et una ltat.ione di pane i1l id. <( 11 Capitano d 'essi Carlo Reale 1·esl.a ~iiL stabilito. Il Barifl'i, Luogotcm::ntc tlci Minatori, con livre trece11to l'anno et una ltatione di Pane. "Due Mu11itionieri da. Gm-'LT:1 (~ .da ,·iueri cioè il Munit.rc Gen.le La R iviera. fJCr serni1·e iu città resta giìt stabilito et il Granelli per il Munit ioi.ament·o iu ('il t111lella per Commissione con la Paga di livre quattrocento e cinquanta et una Rationc di Pane al giorno. << Nove Commessi ]Jer i suddetti Mu11ilioniel'i, cioè set.te pei· i Magazen i della ciUit eorurn-eso uno per gli· Ar:<cnali, e per i Mngi1z;:;ni ddla Cittmlelln eon liv n! tn!c<-:ni.o l'unno <li Pnga e k rationi <li vane. Finuato V. AMEDEO. Sigill:1(0 e sottoH.o Ucw,xi.

L'anno successivo, con editto 14 giugno, tale ordinamen t o iu parte modificato e l' Artig-lie1·ia piemontese viene così composta.: 11110 Stato Maggiore, eornall(lato dal Ur:w Mastro e da ei11que L1wg-ote11(•nti Omrnrali; due Compagnie Bombardieri; una Cumvag11ia Maes! rn11:r,e; 11J1a Co111pag11ia .Mi1Jatori ; 12 Bombisti ; TJffidali e nomhnr<lieri clistrihniti nei preRidi. In <pwsto stes:,,o m1110 - iJ lG ar,rile - il l\furehe:,,;e Carlo del Canetto di Bagnasco assume la carica di Grau Mastro dcl l 'Ai-!igJi<_•r·ia di 11na e tli là, dei munti e colli: e noi abhiamo la precisa formula del suo giunuuento di fedeltà a, Vittorio Ame1\

deo TT. (< Jo Carlo ilei C:irn-~U.o M:in.:hese lli B:1gn:1seo giuro e vromet.Lo a 8.A.R. di bene e Icdelmcute ~ervirl,a 11t-!ll:1 eari<'.a eliP si i' ll~!gm1.l.o <,onfrrirmi di Gran Mastro flelln Sua Artiglieria 11i fJ1ti1 e di là da' monti e colli ehtè sot.to (venm) preteRto non commetterò Jlè permdt:crò elle si commetta alcuna -0p p1·es~io11e, c011crn;sione, m alversationc et altra cosa indebita. (Jhe 11011 rh·eler ò segreto alenno , d!l'! mi ve11g,i eoulirlnto per parte di S.A.H.; anzi rivelerò tutto ciò c:hc 11crnc1Tit alfa mia 1wtitin corn;ernPnl.L! il di l ,ei Reale se1.Tigio. Non eonsentirò mai a e-osa vcrm1a elle venissi :1 l.rat.t,n:<i in pregimlil'io 1lella vitn, stnlo et !umore della V.A.R.. , anzi quando sapes:;;i d1e si trnttaHHe, me li Ol)l)OIT<> ,mhito a tutto potere. E finalmente giuro <a 11romt'tto et farò e t ::iclcmpirò con la do11ul.a puntualità tutto ciò a che, in riguarl'lo ll i detta eariea , resto tenuto e che si conviene :1.Ll un buono e fedele vassallo e ;,enil.ore d i V.A.R. et acl un Caualicre fl'honore. Così Dio mi aiuti. 'l'orino, lì. rn aprile 1602 Ca1·lo G. Caioretto di Bagn.co Testi: Francesco Maurizio Canal<~ flei Conti cli Cumiana ;:; Conte J,' . cl i Martiniana.


lGOO - 1700 '

l

Ma. miche l'organizzazione del 1G!l2 sa rà ben presto modificata. 11 2u 111ag·gio Ui9G abbfa,mo un n uovo Stab'ilùnento gene.1··11,l<J) che subir:\ a, sua volta moltissime varianti (di poco momento e ge1rnral111ente determinate da transitorie necessità di. guena) , ma che, in sosLanza,, costituisce la MagruL 01:wrta del 1' ArtigliP-ria piemontese, cioè del nncleo fondamentatle <.l i quella elie divenà, poi l' A1·tigli e1·ia i talia na. L 'Artiglieria di Savoja e del Oo11tado di .Niz,.,a, ressa cli avere un ordinamento indipendente : si coistituisce nn 11 nico corpo J)er tutta l'Artiglieria al cli qua e a,l <li 1:), ùei. monti. ()ucsto nuovo « Sta bili mento)) si basa sulla r.rec:izione di un p1·imo battaglione camionieri, per modo che l'ordiuarnento vie.n e così. forma to: lJHo St:1,to Jfag-gi.ore. l i 11 Iln,ttaglio ne Carn1 011ieri , co mposto di sci Compagnie di Dombarclieri, mia di maeslranr.e P. 111m di miualo1·i. .L Servienti nell e piazze. Il lfatla,glione rìCCYC nn'm1ifo1·me, di cui. però non si è trova.ta t1·at:cia di. d<~serizionc o di cliR<•gno, è assoggettato alle riYis1"e e a t utte l<\ ]egg.i , nonne e dh:cipline militari iu yjgore pe1· la J<'H 1d cl'i:1. In so:,;tnnza l' A 1-tig lied:L cessa <li e~sere 1m sei·vizio misto, per ('OS.Ì tl.il'e, au fil.Ji o, frn, il militare P. il borghese, e acqn ist:t Rtr nttura cd nnima 11et1"a,nwn te mili.tarP.. Cr~<liarn.o opportuuo ci tarr. in tegrn l rne11 te l'impfn·lante do c1rnu.· 11 t o <·m1 cni il T>nr,n. cl:ì, a l"l'TT1.lkio ùel Rolclo le n<~cessaric isti'11 :doni. <e 2(i

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Llic::t•mhrc> J()!l(;

~tab i! i111ento d e!L\rl i~Iieri:1 e d el Il:il tflgHonc di C,m onicr i, J\fal'sl tflnza

e

:\[i nntor l

Il Dncn d i Sarn,in , Re <li C i 11r o e<'e. ( A ll')UITkio Gencrn.lc cfol Solclo. II::ibb iamo in parte SOJJfJr eHso lo stnto

della noHl.r:1 Artiglier ia, sì nel numero dclli Uff'i<:i:1li e servienti i n essa che ]laglu~ loro tan to ne' i Presifli <'hc in campagna e que llo ridotto i 111ernmcnte 8"111 piede che osseruercte n cll'inµ; ionl.o ùet l nglio. Voi pen) a conformità cli esse ne st:rbilirele il nostr o b il:meio e sin clnl 1Jr1ncipio del pros&'i mo Denaro, comi11ecret·e n r egolarne a s pedirne le nre L ivnrn½e C! ,-tabilim!:'n t i. « Rispetto nll e c:1.ric·he d e quali. non t r o ue r ele espresso in detto -dettaglio fl n om e clelli U ffic: inli clic clom·:111110 esercitarle, il March ese di Hagnnsco, Gran ì\"f:istro clclla nrn Art iglieria, I.iene da noi ordine d i dru·ui la not a di

-

716 -

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<< S '.r.-\1:: IT.1 i\l i,.;:\''J 'O DL•:LL'' Affl'lW, H:ltlA )) IJt:;L

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c)uelìi elle huhhiaIDo destinato per rielllpirle, o ue u e ne s ia clic nv11 h:il,bi l t· douute prouisioJ1i, s i rispetto al cal'ico ch 'allo stipe ucl io, al n vsLro ri1 , ,1·11 .. da Niz:1.11 gliéle faremo spedir e. Voi intanto no n aµporlf!ret e lliffi toll i, uern un d'inserirgli in bila ncio e fargli g ioil'e della vaga .t eaùtrno rispdl il:trnellt <: stabilito. (( J~ inl!,ntionc u ni <:he alla Uomvagni a di Bombardie ri e :i.\f aestran ze s i dia r egolarmente la mostra come a lla nra fanteria () t hr: da noi su l 11iede ù 'essa se li sped iseano le Liun:uw,e e stabilim enti per la paga, coIDe sotto. << Da lli s<>lrli dicci :il g iorno ch e hahhiamu s t,tbililo rli paga a c:ulnn Il0mbanlie1·i e ùalli quin<liei a caduno delle i\faeHtr a m:e, vogliaruo che l'i detraggano n n soldo e mez:w pe1· ogn'uno 11er fa r e il fondo del u estito, et 1111 8t>l(lo pnrc a c:uluno 11e r la ma11utenzione, d el r1uale soldo se gli ne faccia il d<-~m nl.o à l fine di ogni mese, in JJ10<lo che l,t v ag,t netta giornaliera in contanti sarà d ' 1111 Dombn r<Jie re Roldi sette e rnrzzo e d'uno tli'll,1 i\foes tran:r.a soldi dod i< ·i e mezzo, ond e voi così osHPrn:ircte tenend o mano che se gli sommiuisll'ino i p1·esti (:ome sopra di ci nque in clnque gioi:ni a raggione di L. 1 ,17,G (una lirn, <lieinssEc"tte sol d i e sci clin11 1·i) per il llnml.lardic1·e ,~ d i L. 3,2,G JH-.r <111ello clelle m:1 e.,1 r:mze , e 1n·o1.101·xiow1lt~ ri SJJCtto ai ru in:11:ot·i. praticando :11 ,·c1-:tito sudddlo l:1 s t essa fo1:111 ,1 ~i ii. 11resc r itt.1 per i l rim:1ne11Le llelle m·c tn1p11e cli frrnteri:l. ·v oi d 1111que CO!:iÌ <!SC;..::uh ·c t c et

:l (·(~ii)

aH reUa .11 to F-:.i OSS.<~l'lli 1·i:-:1udu~, [l .-,u,~l: i

che R<~1·11(mo in Sanoia e 11el Contado ili Nizz,1 tmu;;mell eret c copi:1 del ùi la.ndo che li riguanl:1 11lli r !Rpettil· i TntendEc"nl i di g 11 P.1T11 cli quei dip,irtimenti con esp1·i 111i>i:gli le int'<'n zioni no!".t re rnillP ('011for mi tà 11 fine (lal c a11( 1, loro veng:1 no · le lllP.dcs iine von t nalr11e11te ,1f I 11:1 (1-• menfTe p r eghiamo nro S ig 11or e che li con sc1Ti. D11 Torino, :16 tlier·<• 111hn• l(l!)(l Firmato AirnoEO Be11,8Q

Al dor,n nHmto è a llegalo un elenco clic ci piace l'ipl'ocln rre pure infogralmentc\ pertl1.è cosHt.uiscc rma ~pcrie cli 1wimo a~1nnario ed organico della, no,::{l·,l Ar t.iglicl'in : n':\1:'l'TOCIEÌÙA E'l' .11:mr SUil.\ L Tt:rt x I Nf:Lf.E S.A.H. 1:xn :s1>f: s1.1 sn ST.\HI L l T f. o' rron I X M !f't:s 11n : Stato M<tngio·rc Grnn l\foMrn i l Sig . i\farch ese d i D:ign,is co L. 7000 Luogotenente Generale il Sìg. Conte ,li L:u11·i:ino >> rnoo .Altro. 11 Sig;. Co nte della i\forg:1 ril·:1 >> rnoo Alt ro, M.se Dernrax » 2000 Tn tendente e Conl.rnllore Sig. Tioll,1 » 1:iOO

NOTA DlsLLl

{WFI0 1ALI GE:>if:lt,\ L f

C HE

717

FORl-( E


lvOO -1,iJO

Mag.re Sig. Cav. DestiellllP. Segretai-io Al.l'atio Guarda Arsenak Canello H:1zioni l'ane 11. Petanliere 'l'omaso Rouero )) )) U,1110 Bombista l'aolo Gadtanc lloue rn )) )) Bombista U:1.nei venetiauo )) )) Mastro ù:t fuoco Itospillat )) Due alLri, Oreisel e Rompelt a 540 caduno ll )) )) Capitano delle Con(lolte Alfatlo )) )) Due primi Mastri GaJUnara e Uazetto )) )) Fonditore Jlmnonnel

))

1132

2

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200 441 200

2

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1 1

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600 720

2

))

1080

)) ))

-

1 )) 7JO 2 )) 1000 1 )) (,12 L. 204:1;)

Nella GUU1, di 'l'uriuu Uomva.rtnla 1a

Il.azio n i pane

Capit :mo Batta~liern Capitano in seeolllla ùi:oYesia

))

11.

2

L.

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1

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I ,uog-otenl!nte Al >111:1,;sc!ro Jn,;eg1m AJfntio

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Un Sergente

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52

nue caLH>rnli a ('.:lllllO!lÌPL"Ì ,

L. 24 (·,Hluno e fìO

('.OIDJH"('.,;()

i I L:1mb11ri110

,, 180 caduno

» llJSO I,. :120DI

Cittadella Ili Torino Gompnqnia

~a

CaJJit:mo Orengiano Il.azion i l':1n c n. l L. f)(ll )) Capit,mo in seconda Ruhat 1 }) (ì00 )) )) Luogotenente V:i.llero 1 )) 400 )) Insegna Rolla i{.~0 )) Un sergente 300 Due caporali a L. 240 eaduno e 50 cannonieri, compres o il tamburino )) a 180 <'aduno )) fì2 )) !1-!80 )~

L. ]20Hl

In Vercelli oomvn_qnia 3a

Capitano Prnns Capitano in seconda Vigna Luogotenente Sammartlno

-

Razioni Pane n. J L. )}

))

1

!)(il

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))

400

718 -

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« AX!\UAJtlO »

DEL

Insegna Busca Un se1·gente Due caporali a L. 240 caùuno e 50 cannonieri a 1SO caduw,, compreso il tamburino

169G

))

1::1i0

))

;;oo

» 52 »

9480

L. 120,ll

ln Cuneo

Gomvagll'ia 4~ L. 961 )) 600 )) 400 1, 3i:i0 )) 300

Capitru10 Molincri

l

I I

Uapitano in seconda Mucio Luogotenente I3erlia I nsegna Battagliero TJn Seri;:cnte Due capi ecc. (c.'O nie sopra)

Razioni P a ne n. u2

I

)>

9480

L. 12091

i

I

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In Niiza Co11i1Jag11ia 511

Capitano La Roche Capibrno in seconda Ilruno Luogotenente Carre llo Tr1segna Galbagnac U n sergente

L. >>

» » »

HGl GOO 400

350 300 Razioni P a ne n . 52 » !l480

Due capor ali ecc.

L. 120!.IJ

In Mommeliaiio Compagnia 6 11

C11pitano Hlavet Oapitano iu seconda Sica Luogotenente Monfalcone

»

961

))

600

))

TiniY~.llll

"

400 3ii0

InSCl!;lla

On Sergente Due caP<>rali ccc.

Razion i pane n. 52

)) 300 ,> H400

L. 12091 Oo1nvngnia Ma<: stranze

C111)it ano Brayeri Luogotenente Alfier i Un Sergente Un car>oralc

Ilnzioni P nue n . 1 L. 600 )) » 1 )) 400 )) » 1 )) 360 )) )) 1 )) 288

-

I

719 -


lGOO - 1700

Mastri 20 a L. 2TO c11duno

» 20 » ;;400

))

L. 7048 Oompaynìa

,u

Minntori

Razioni rane n. 1 L. 1100 )) )) 2 )) 400 )) )) 1 » 3GO )) )) iJ7(i 2 )) )) )) 20 )) ;;400

Capitano Belli Luogotene11te Pottier Un Sergente D u e <::aporali a L. 288 caduno Mastri 20 a L. 270 caduno

L . 78~(; Seruienti netle l'in.i ze

R a zioni rane n. ·1 L. 1000 )) » l )) 400

G-uarcla ~lagazze110 (ira11ek Aiutante j,fossola 'l're Sern icuti a L . 200 c::uluuo A rmarolo l:P.rln.tmo

))

))

;J

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noo

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1

))

201)

L. 2200 Oitta.(l ella di 'l'orino Guarda ::\L.tg;.1zeno I Ja Hivi<~L'a H:1zio 11 i l'.rne Aint:1111.1\ B1ègnrra a luogo dd!i 1ln1· sen1ienti con obbligo ili Le1ier,: il

Magazcno in stato Arrnarolo Giacomo Francesco :ìl 'Inga

)) ))

11.

1

L.

!100

))

2

))

400

))

1

))

200

L. J:iOO Vernca G 11::inì a i\fagmieno ·i\licllele Dn scrniente

L. 400 j)

200

Armnrolo Giovanni Seglin

»

1SO

L.

780

lnvrea

:i\Innitionicro Ilosctta

Razioni r ane n. 1 L. 200

Guarda Magazcno Gallina ti Armarolo Stcffan o Clemont

Razioni Pane n. 1 L . fiOO )) » 1 )) 100

Susa

L. 600

-

720 -

I

l


ANNUAlUO DEL

169(5

Vercelli (; uanla 11iag;azeuo Bouetto . Due Se r uienti A n narolo N icola Borghese

llazioni Pane n . 1 L . 1000 » » 2 )) -100 ))

» 1 »

2P,<;

L . 1638 Ast'i

Muuitionier e Cagnolo

Razione Pane n . 1

L. ;JOO

Ouar ctamagazeno Ilolh~ lJue Seru ic nti a L . 200 eaduno Anunrolo Al berto ChiaPJ)O

Razioni rane n . 1

(;.

Uuneo ))

))

2 » »

900

400 150

L. 1450 31011.(/ovì e Ciltrulclla

Gnarclamagazeno l{pynero Armarolo Fra1wesco J<'e rrero

L . 400

L.

De-monto G u arda!ll:J g·:i :r.eno

,KiO

L. 300

Arm,n'l'>lo l{py1Lnlllo, so lo un:1 ra;,;ione cli pane F'O R8G di 0<)11(1,

Cm.1.nl a mag;nzcn o Faeio An 11arnlo Rcrirnino

L.

Oas/cllo lli Nizza Guardaruagn:r.eno C arr e tto nu c Scr uienli :i L. 200 caduno Armarolo i\I:ir l.i 110 I3urdino

))

~00 9-f

L.

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L. 1000 400

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200

L. 1600 Oitt,i. rl-i Ni,:-za G n a n ln :\I:1g-:1 r.Pno Dorc-hirn1e _A_rn1;1rolo Lnig:! 1~ngli:1r/lo

L. , 00 ))

200

L. 900 Ca.~tello rli Villa.jra11co Cot.t a Ar m :1 1·010 1'1.'ntonio R o ~b1g-no

G 11anla magnzPno

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721 -

L.

700

L,

200

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900


lGOO · 1700 Ho.~1>-ilio

Gu::ircla ruag:1.zeno Iloche Arlllat·olo Stefano Grnmo1t

L. :100

»

100

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L. 400 Mo 1nmclimio

Guardrunagazeno Mollicr Aiutante Domengel (a luogo d elli due seruienti con obbligo cli te ner li lllagazeui in statOJ Armarolo Cla.udio Mich:rnd

I,. 1000

ll

))

4110 2tl0

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L. 1600

Compl essivamente, si ha, uua cifra totale di L . :123.477, che cosLitujsce l'amlllonL.:Lrc delle spese a111P1e fra ufficiali e truppe d' artiglieria in quell'rurno di grazia, 1GDG. Allo stesso anno 1·jsa,le quesL'a ltr·o d.ocurne11Lo, non privo di in teresse. <1 Detta~llo dixl.i ul.o per l' A rl iglicrin ,li t u lte lt0! robbc neces,;:irie e loro

misura e calmli, per l'attt1U'(1 e difCesa ùi una Piar.za fatto per il Maggiore di detta .Artiglieria Deslienue i).

Blenra Lutto ciò che oceorre per 35 pezzi di batteri e : n. 0 300 Gabioni per le blinde ali.i quatt1·0 piedi e tre di diametro n. 0 432 Gabioni per le tre 1wime Batterie d'ondeci o dodeci pezzi <:aduno n. • 144 J,Jer le spalle d elle tre Batterie n .• 432 Gubioni per formare la Batteria mezza interrata di ont.Jeci o doded

vezzi. 11° ~000 ~ ,1hioni 1u~r formare l e gcnoglierc delle tre B:1tter ie d'alt<·zza ondP 20 e rli rliametro oncie l 2 e poi ·- caviglie, trabucchi di <:orchi , lanterne , « salc issò11i >i. fmwine, pichettoni, <:nrrimatti Hi barili di polvere 6000 palle tla spingarda con li suoi scartocci.

J

Poi il docnmm1to cnurnrr,a: ciò elle ,~ necessario per 12 pezr.i da eampagr1a, per una Batteria rli 10 s acri a terra , e le prouisione per tirare fiOOO palle infuo<:ate. Se Ri tir::ino le palle infoellah! d ' alto in basso deuono essere messe n el Ca none con eu clii ,ua <li ferro o griglia o moriglione, acc!ò non possano tormU'e <1clclietro.

- 72!:l -

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1S'.1'1tUZI0NI 'l'EC~ICHE

Poi passa agli strolllenti e roùbe neees;;:1rie ver li nwrtari

cd e11muera 11uattro mortini tla :ai; cinque lllorl.,u·i grossi da 8; 1000 bombe p er 2000 11er li scconrli.

primi,

Influe contiene alcuue istruzioni per dar fuoco più prouta,mente allo scartoccio delht polvere, e, per dar maggior vigoria, al fuoco, suggerisce l'uso tli. un a,1nl.io::;sore. Dopo aver elencato molti altri _pezzi, il documento passa ai cavalli di frisia artiJlciu,ti e< che seruono per rompere et incrosiarc le Gallerie del nemico )), a quelli « da precipitarsi nelle breccie per impedire l'assalto)), ecè. tìuesto può considerarsi uuo dei primi e più accurati documenti rignarda11ti n materiale sussidiin·io, necessario per l'uso dei pezzi. Sempre u ello stesso anno Vittori o Amedeo 11, assillato dalJe deUa, guerra, complicata, da conflitti. intestini, rip<~te g.li ordini giù, enrn,nati dai suoi predecesRor·i e da lui slesso per la n.1,ccolta, del salnitro: ee n'è la11(0 in Piem011te cd egli ne ha lauto bisogno! Perciò tutti i cittadini dovranno aprire portci di casa, e filiestre a « li salnitrieri » afJhichè cerchino liberamente e porti no poi il prezjoso minerale .ai« ricevitori e partitanti)). Questi possono. senza bisoguo di alenna licenza di magistrato, da.re Ja, caccb a~li « sfr;osalori )) cioè ai p1·ivati che raccolgono il salnitro per riv1~1uh~l'lo elamlestina.mentc : e cospicui premi sono asse~nnti a chinnqnc denuncer :), eoclesti « sfrm:m,tori )). Infine, atlinehè i salnitrieri possano purgare il salnitro e i-idm·lo d'i prima notta_, le Comunità mettera.nno a loro disposizion~ il bosco necesimrio. 1H\l' t~s1-it:ì,

Un editto clel 1G97 contro la << diserzione )) dei bombardi eri confel'Ilm la. completa ed asRolnta loro militarizzazione. Fino n]l'anno precedente, cioè fino alla costitnziorn~ del Battaglione, i bomharclieri, anche i-:e si impegnavano per una specie di ferma, -723 -


l rnoo -noo potevano sempre sottrarsi al se1·vbdo, in te1npo cli pace, quando ne avessero fantasia,, senza incorrere in gravi punizioni: si tratta,va,, più che altro, della rottura, di un contratto. Dal lHHG in avanti, invece, un tale atto assumerà ben diverso cara,ttere e gravità~ incoerendo nelle sanzioni che puniscono i disertori, esatta mente come per gli altri corpi dell'esercito.

Nel WUS il Consiglio dell'Artiglieria è composto del Gran n{astro, presidente, dei tre Luogotenenti Genera.li, del SovrainternlPnte d ' A r·tiglip1·ia, del Controllore, del rref.loriere e del Segretario: ma, tale eomposi:done co11tinuerà a Emhire varianti fino a che, nel 1711, si addiverrà alla costitu½ione della, cosidetfa, Am, rd n i:--trazione del 1'Artiglieria,. Inta,n to le gr-avi diflìeoll:ù, rinanzìa1·ie cor-;tringono il nuca a fakidia1·c 1111 poco Je spese per l'esercito e, nel Hi!lS, ahbiarno nn progelto di riforma 1w1· cni, 1wl Battaglione Horn tmnìieri, ogni cornpng·nia Yicnc llimi1111.iLa d .i dicci uomini. Poichè rn·ima., come abbiamo visto, i cannonieri di ogni compagnia erano oO, vengono dunque riclotti a 10. 11 BaLtaglimrn di G compagnfo (poichè quelle di maestranze e di minatori non veugono tocca,te) com1wc~nflPr:ì, quindi 240 bombarclieri, i quaJi suhisr,ono anche una ri,lnzione di paga. L'anno successivo porta una, nuova riduzimw di personale : ogni compagnia viene composta di 28 uomj ni oltre a,d un sergente e due caporali; ma, pa,r e che tale ridu. zione sia rirnaRta sulla carta. Tn ogni modo, poichò la guerra ò un gra,nde nemico clell 'econornia. nello stesso anno 1G99 abbiamo qneste

...

(( Spt~dlz.ioHi e Ordini per ]e pr~11uri~-..inni di g110.rra JH~r lt~ pi:1~zc~ di S,...:.1..R. )) Per Vercelli Si è concluso un eoni'rntto eol s ig;. Gay p e1· ruhlli 1:i:,00 cli salnitro, d oè 7100 caricati sopra Navi da Marsigli,i e Genova e 6400 da rimettere al v enditore p er tutto il mese di settembre, al conto spese e resigo (risd1io) di Gay il quale dovrà pm·e rimettere entrn l'nnno S mila rubbi di polvere a L. 8 il rubho. (< Poi 2 mila fucili che si deuono moutare nel!' Arsenale. << Poi >! stnto abbattuto nelle l:'rouinciè 415 di Alba vi ante di olmi :!SO nell'Asteggiano (<

(<

a Settimo a N[illetiol"Ì

91 1200

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I

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PitOVVlSIO~l D1 GUlrnltA l'il::L

169S

« Iu 11rim:ivio di giugno si rnelte1·à fuoco al fornello P<'!r la f:1bù1·i(:a delle pa lle d a cannone l)

Tntlo il metallo usato va

~L

l'aesa11a, dove viene rifuso.

V ercelli t-i co11ti1 m a urcmere n •ng:i lu~(rat o e rimesso in s l.;tt9 di servitio il riman ente (lell' Anni. <(

V erraa "E' st:ito rmlit:o e 1imcsso i1t i:,;f.ato di seruitì.l l'arm i lla fuoco in n" :i nni d'Asta :i40.

JO:::: :

Un neo (<

Idem. (fast ello di Nizzn

« Vi so1w 4S casse da Canone nell'Arsenale e si ll·au:tg!ia ad altre !l2 c-,1sse . << \--i ~·,w t"rauagli:ilo :il ,Uartinetto pe r tirarP i11 last re il rume per fare le ét1("hi.an, (è co 111 pier c il tlomrio :m11:1111e11to d i cadun C a none.

( Reg·nono indicaz.ioni pr,~cise dn:a la polv1~1·e, i sacchi ,L Lerf> si f a rneu:-,ione di lHlfL JWOYvist:a di rarnf: dw dPV<~ Vt\1dre ila .-\ nustenlmn , per cni si tla nno dispo1'4izioni 1·iguardan ti il p .1g-nme11i:o). n 1 ecc. ;

<e

Villafrn11 co e S .lo llospitio '1'Nm inate ln r:1lJl1L"ir·a di c a sRc d a Cnn on(; ,·f;namw coHlrulte e Hpe dit e

(JUCll<-'. dt•Hl i11.1 te a i due d etti Pres idi.

J l on t emcllfon o

Hesta o t·<linato f'.11,-! venga sped ito dn J\I:n·,dg lia all'anivo del conYoglio U nbbi ::;w~ di S:1lnitro, ,1053 rli polv<n~, rn;.o di pio mbo e mo cli stagno». (<

I~ lllf:ominciato insomma i1 tnwaglio pe1· le 111 nnizioui di. arlig1iel"ia, d1e ha, tanta pa1·te - c;osì importante e talvolta cv~ì drammatica. ~ nella, storia dclh1 guer ra e che ,lovl'à man nrnno nssnmern il gigantesco svil nppo c he tutti sm1no. l\fn. il rwol>Jema, dician10 eosì , industrjule va di pari passo c on qnello tee.nico : e, sfogliando antichi docmnenti, si trovaiio tn1,eci<-~ 11011 duùbiP dei te11tai:ivi che ma n niano si vengono compieil(lo in Piemonte, come altrove, per perfezionare ]a, costru zione cl<>llP bocche da fnoco , l'endendole più economiche e più 1·ef4isl e11ti. Ecco cpm 1ma « l\fornoria cfrcn. min, nuova fttbhrir,n di Ca n n oni d'Artiglieria)) con la quale si vuol 1woyare che << li Can-

725 -


l HiOO - 1700

noni di ferro fo1·giati riesea110 e.li miglio1·e qualità, e eostiuo we · no ehe q uelli tli Iondita vel'de >>, cioè di b1·011zo . Ou tl'an1il le iL fait'C:! ùcs canous cl' Arlil lerie d e J'e1· fol'gé lJU.l'cequ 'on les <:l'Oit J)l'éfél'ables ÌL ceux tle fonte verte ta ut pour le service que puree qu 'il couteront b~tu<..-ouv moins <( A J'égal'41 tlu :,;c1·1·k«:!, pre111iè1·<~lllc11L d e ùeux <:auom, cle pareil caliùre et s,~111hla hlcs en lon gueul', l'u11 (!f; l.:lllL d e .fonte verte et l'autre tle fo r foq;é celuy d e fer sera le plus lege1·. <( Le euin·c prend ùea 1wo11 t1 11lu:; \"i:;t c la <:lrnlcur et la l'lc'lie ut ùie11 pl11:i' upiuiutrcment <JIH'- ue .fall va:s le fcr

-

<(

« L1~ scul inconniuicut a ux \J:iuous clc fm· fo1·;;é est tJ ti':1 ro1·ui dt! lirer la lurniè1·e l!'agnuullt; mais ce la 1em· c><L connnnn a' ceu x de fon te vc1·1c et·<:.

E , nello stesso a "J1110, troviamo uua: <( J\lemoriu del Colo1111cllo Du Mont isu uua m10va invemdone r1·uu eaunoue di. 1i1Tc ol.t.o cli calibro, pesante solamente libni liO » << J ,e Coloncl Du Monl a trouvé la 111él hmle cle fuire Ull c1.1nm1 ,;i vorlatif <,tu·u.u honnne cn Jk·\nt 11orl.er d e:ux sur le do~. vu QU'il en 1>èse pas plu:s 1k soixaut line:,; clc <:alibl'(J et ùonl. la ch,n·1se ne cous istc qu'e11 cinq onc:es tle poudre, axee la quelle némno ins U tirc avec Ja mème violc11ce q11e la Canon ordin:tirc,' cl. m1,;,;i ,·ite qu ·,1ve<: un mmH,tJue t.. Le Uanon et a!Iut se met ùans un <..,o!Ire dc dcux pieù:; 1~1. dcmi de lougneur et d 'un pied d e l argeur a n ~c 1101Hln:, bullcs, cm·tou che:,;, el. I.out c:c qn'il fuut J)Our ti rnt· ,·lngt: cou p,; <rn une d emif~ llcure et un seul llomme ,;nfli t vour gouverner clmque canon. « L e cm1ù.11 veuL tircr une journér. entièr c san,; 11u' il soit bésoi11 d e le r a fraicllil' et un dieval cn peut porter dcux a vee tout <:e que <.lii est, et l'aYantagc qu'il y a outrc la c:onve11a1ir:e est <Jue clrnquc ca nou an~c son a ttll'ail lle cc.:,u te que llix plistolles et ,1n' il pcut t irèr seul nuta nt que dix canons orclinaires, d 'au t.anL quc le meta l 1lon t: il e:st eompos1: est c:xtrÌc'rnemen t !in et poi u t sn,iet it eren:r . e< Le canon t ire au ssl (Ics g r:111.ides nllnmées d'une longucur suq1n-•um1te cn so1·fe que l'on JJOUIT:iil s'en sc1·1·lr a mcttre 1c f eu d:111s !es balLe1·ie,; des c-nnemis on dnns quc l1111e v ille assiegée. « Tlo n juµ;(' r:1 fnf'ileJDl!nt clc (lllel Rfin·lr.c pourra ét re c·e crmo11, lor:,;;qu·u .,· e11 aura sculcment s ix 11lcr.cs dnns ch:HJnt> Bntn illon ecc. « Cc qui est il remar gu er est q11e, quoique l 'ennemi vint à le gagner , il 11e pourra pas x'ni servir nonostant <)n'il cut poudre et hnllcs cn abondnncc. « Le dit Colone! a nu ssi trouvé la llll'f hode clc fairc dea bonllcts de bois et de terre, couve1·ts de plomh J)our l'usnl!'.e rlc cc ca11011 , e l qui font le mflme effpt qne ceu x d c fer, pou1· s'en ser vir en c.-n mpngnc . on ~1 J:1. rlcfcnrc d ' u11e pl ncc-.

« L'on a ,~prouvé clln•rses 1'ois e-e cn no11. en prPscn rc d e rn n Alt.e et de tonte la Conrt, :n-cc a pprohaHon génernk ».

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72fi -

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LI•: AH'l.'IGLU;;JU11; JH GI!Jl\OVA N11;L SECOLO XV.LI

Ragioni di s1mzio ci impediscono di continua1·e a 1·iLL·v..L1·e . nel vastissimo m:1teriale ancora iJ1cdito, mille a,ltre noti½i c, pa1·ticolari, dettagli per un verso o per l'altro interesRantL Sia.mo costretti a finire qui questo paragrafo, limitandoci ad un rilievo di ordine gennale e fondamentale: l'Artiglieria piemontese, a cui nel secolo pn~cedente ~manuele l<'iliberto aveva dato un notevole impulso, e che man mano sotto i due Ruccessivi Carlo Burnnucle, sotto Vittorio Amedeo I e 1u1chc nei due periodi di. reggenza. aveva fa,tkosamente cercata la propria via, ha trovato sul fi11ire del secolo un assesta.mento razionale per opera di Vittmio Amedeo Il, il fuluro yincitorc della battaglia di Torino.

4. Le artiglierie genovesi - L'artiglieria leggera del Marini - Stato dell'armamento· nella seconda metà del secolo XVII - Classifica delle artiglierie - Ornamenti e "impronti,, - Il bombardamento del 1684 Armamento del Litorale e dell'interno della Repubblica.

Fra i l 1()80 cd il 1650 un inventore, d'origine ligure, Marino l\ladni, occupò 11 lungo con ]e sue richieste e le sue invenzio:1i H Magistrato della G-nerra di Genova. Un memoriale manoscrit to presentato d allo stesso l\ia1·i11i al Se1mto Genovese (~ conservato all'Archivio di Stato (N. 193) riassume la storia di quest i ten tativi che furono trf!i.lotti in pratica, conu: lo prova l'csempln.:l'e 01·a c.011sm·v,1Jo al Mu~eo di .A.i-Liglieria di 'l'orino (v. p. 679), dopo d ne secoli di perHuln en :,;a all'Armeria, della Repubblic:t. L'invenzione del -Marini si proponeva, di a,ccordare la r esi stenza e l'efficacia di tiro nelle artiglierie con la massima lcggerc:,;:,;a, e con una notevole economia. Da,1 lungo e partieola1·cggi,1to n.1crnoriale risulta che l'inven tore riduceva l'impiego del meta,11o nena costruzione dei. pezzi a una semplice ca.mia di rame 1·inforznta da, anelli. Una fascintura, di corda impeciata, strettamente avvolta sull'anima di rame, era, rivestita a sua volta di cuoio; 1m elisco di legno , l'in ~

727-


1600 -1700

forza,to da cerchi metallici, ra,ppresenta.va la culatta,; e uno ,foi cerchioui mediani, affiorando, serviv,1 da sostegno agli orecchioui. Questo lo schema dell'invenzione che, in pratica, rivelò subito delle difficoltà tecniehe nella costruzione. 11 fasciamento di corda, troppo stretto, defonmwa il tubo di rame; troppo ullenta,to, ]asciavf1 giuoco dannoso .1lla rigidità del pezzo. 11 collegamento dell~L culatta era difficile e debole, i cerchioni non mantenevano la perfetta aderenza. Dopo molte riprove, il Marini procedeva al fascia.me di corda, facendo ruotare sul proprio asse un rnandrb10 rivestito tlel tubo di rame: su questo si avvolgeva la corda impeciata, tesa da un peso di parecchi ca,ntari. Gli anelli erano costruiti con metalli cli di verso indice di dilatazione; infine il disco posteriore era, incastrato in doghe di legno lougituclinali che ricoprivano la corda e il cuoio. Ma,, anche superate ]e diflicoltà tecniche, l'invenzione llOH corrispose a,ll'n.spc~ttativa,, pcrchè, all:1 prova, avvenivano -fenomeni di Rtrappamento della culatta, di torsione e di rottm·a de1l'anima, il disgregamento delle diverse fa.sda,ture: al che l'inventore si studiava tli riweùia:ee a,nmentando hL propor:r,imie del metallo negli anelli, e moltiplicando i legamenti. Doveva essere intuitivo che l'invenzione portava in sè hì, propria, condanna; ciò non ostante il Marini tenta,ya, e ritentava moilifiche, riconoscendo infine che « coLL'aumentnre del metallo, il ca.imone cresceva di reRistenza n : ingennitù questa, che palesava il circolo vizioso nel quale i perfe:doriamenti erano ,]estinati a perdersi. Non risulta infatti che mai uno cli questi cannoni a,bbia, funzionato effettivamente. Il memoriale che il Marini presentò, suggella,to, dandogli carattere di grande segrelezr.a, venne comvensato, e uno deg1i esempla1·i venne disposto nell'Armeria della Repnhh1ica, a titolo di documentazione e di ricordoQuesta è la storia clell' cc artiglieria, leggera n del Marini. Confrontando i particolari del lungo e minuto memoriale con I.e ea,raJteristiche del pezzo di 'l'orino, se ne l'iscontra l'identità,. Nell'ultima fase della guerra col Piemonte, e durante una -

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..

1.\:n::-;T\llr DI BOCCHEJ DA I<' UOCO GENOVEJS I

lunga tregua, ti-oYinmo fra le cc ca,1·te di linauza, >> l'inve11tario p iù completo e più tipico di tutta la dota,done d'artig-liel'ia _:sist.ente nella, Piazza. di Genova, e sulle galere della Sereuissiurn. Questo documento, del 1GG7, ha notcw ole irnpo1·ta11:1,a storica anzitutto perchi, ci dù, una vedetta eonosce1rna del materiale esistente in uu 'epoca in cui l'arrna111ento della, R epuhlilica si <>ra straordinariamente accresciuto; in secondo luogo perchè, Jiel se colo i,;uccesf,dvo, non s i troven1.1mo più traccie di un'artiglieria, con caratteri Joca li. Cli i11YPI1ta1·i rfol ffì,J0 -:11 , q1wllo cl{'] HiHi e q11ello del 1()(37 segnn,no le tappe cara.tlerisliche dell'artiglieria genovese. Convfone q11ìn (li 1·iprorlurn~ in e:rtcnso questo documento, finora n.ssolnlameute seonosciuto, che costiJ.uiRcc un inte1·essante elenrn1i1:o di confronto , non solo e oi precedenti iun:111:ui genovesi ma audie co11 quelli, contempon1,rn•i, delle altre regioni italiane. 1

1 :,vE.YL\J{IO

l>l<I

1•1c;;z1

n'.\HHGL11•;1n,1 Cll:è AL J'HliSE,TK 5 0:\0 L~

G!èNOV.1

C'.ioè et p r imo ltr:al />a.lazzo l' no PPd1·pvo tle 11. •10 di b0cca, 11. lf> di camera, l11 ngo lmcen.LuH! 1:\ e· (r?rnlnri) 12.4,1 eon A rm a tkll n Scr .ma RcJ).ca con corona .

in 1W8o

Item uno dc ll. :12 de hoecn. Il. 8 <le e;111wn1, l trngo boccature 16 - senza peso, con Arma come sopra, però senza corona. Hem uno 11. é:4 d e lmcc·a, Il. 11 d e carnera, lungo boccature 1,.1, Arma, senza corona e seuza peso. Uno simile al suddetto l'no ç1i 11. 10 dc bocca , Il. 11 dc camera, lungo boccat ure 14 - in peso C' 9.12. Anna con corona. Uno rli 11. 3f> de bocca, 11. 1 rli camera, lungo boccature 17 - in peso 0'9.81. Arma c. s . con corona. U no cli l i. 24 di bocca , Il. 11 d i Oamera, lungo boec:iture ·1 5 - in veso C' 7.40. Anna della Rerin.ma con corona. rn pcdrcro cli 11. 35 cli bocca, cli ll. (i di camer:1, Jun.!.\"o bocc:iture 2·1 - in peso C' O. 30. Arma come sopra con corona. l'no d i 11. 21 di bocca, l i. 7 di cn nwr:i, lungo hoccrd:urc 14 - .Arma seni::a impt·onto nè peso. 1:ino rli 11. /l4 di bocca, 11. 6 dc camera, lungo boccalure 15 - CanL. 6. Arma con corona clclla R.cp.ca Dno di 3G de bocca, 11. 11 cli camera, lungo 12 hoccl!ture. C ' 5.46 - Arma L omel lina. U no cli 3ci <li bocca, 7 di camera, lun go 16 boccature. C' 7.1.(i - Armn con corona della B ep.ca. Uno di 27 di boceH, 7 tle cnmera, lungo 15 b eccature. C' 8.7 arma con coron a

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HiOO -1700 Un l'cd.rero de l::5 ùe bocca - G ùe v ainern, lungo li:i bocca.ture corona senza 11eso; Uno de iJ5 dc bocca - 7 de 0 ,1111cru, lungo l ii boccature. C' 7.12 corona. Uno cte 37 de bocca, S ile ()a1111:lra, lungo 16 ùoccatnre O' 7.40 coron a. ù no pedrero seguilo (1) : <l3 dc bocca, lungo 11 ùoccal.ure, C' 8.22 Uno ::;i mi le di C' 8.!:i2 senz'arma .

Anna con Àl'llla COll

Arma con ::;enz 'a r wa

.S6g1iono li cannoni

Un cinmo11e tli 5-'l d e dlmn eLro, luugu l.S ùocc·a.tut·e , C' 50.32 - Anna anti~a della Rep .ca L' no : ;J8 - lungo .rn bo<:cature, senza 1wso - Arma cli Frnnda con gigli sopra la Canna Un o: 57, lungo 17 boccat.tll'e - Ar ma <li S. Giorgio Sl:lnza peso Uno 62, lungo 17 boccature - Arma antica dell11 H..ca con una s tella sopra la canna Un mezzo cannone de tl:l1To: 20 de hocca , lu11go 18 boccnture, senza a rma ne peso Tìn :1 ltro: 22 dc ùocca, l11ng-o 20 !J1,ec,.1t urc, senz' arma ne peso C:Ome :,opra Uno cannùne : 55, lungo 1T boccaturc. e· 50.77. A rnm della Il..ca senza cot·ona lin o: ::i6, lungo 1 7 !Juccuturf~, C ' ::i0.12 urnnt seru-.:-1. coron a Uno: 2:i, lungo 22 bo('.cature. C' 50.12 - anu a senza corona Un cimnone d e 28 lungo 24 boccature U' 4;.:i.!JO - Arma con Corona Uno <la R2 l11 11go 20 boccatul.'c O' 40.f:H - /\ rrna con Cormll1 "Cno <la 28 l uugo 26 boccatur e O' fl2.ll!J - Arma di Spagn:i Uno da :io lungo 20 boccaturc - A r m a con col·ona senza PP.SO Uno da 2!l lungo 22 boccatur c - O ' ::18.51 - Arma con GriJioni e Corona Uno da :10 luugo 20 boccature - ()' 31.G:J - Arm a con <.'O rona Uno cla nl lungo 20 bocca.ture - C' 37.81 -- Arma con corona e Griffo ni Uno cl11 Rl di bocca - lungo 21 bocca ture C' 34.2il - An na con Coronn e Gr iffoni Uno da 28 l ungo 24 boccature C' 41..49 - Arm11 con Coro na Uno tl a 30 ,fo ùocca, lungo hocP.ntnre _21.. C' 37.7 - Arma S . Giorgio Uno cla 26 (le bocca, lungo 24 bocca ture ()' 42.80 - A rnrn con Coron a Altro clc 30 cle bo<:ca, lu ngo 23 bocc11Lure C' 04.46 - Arma con Corona .Auro de 30 dc bocca, lu ngo 23 boccature, C' 42.5 con due Arme della Rep.ca con Corona Uno <le 38 lungo 20 boccature e• 41.50 - Arma con corona piana, d'intaglio. Se,nwno T,i qttarti di Cannone Un qnnrto dl:l 15 de bocca longo 24 bocc. C' 31.60 - Arma con corona U no clc lu de bocca, ltrngo 24 bocc. C. /10 .24 - Ar ma con corona Uno dc 13 <le hocca lungo 30 hocc. C' 32.!'.lO - Arm a con coronn. U no simile O' 32.20 (l.) os.'>ia senza camer·a

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'730 -

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......

JJ'.\VK'-'.TAl{lU D.blL

lGU7

Uuo (le 12 (le bol'.ca lungo 27 boccature C' 2;:;,,u -- Arurn con corona Uno simile lle 12 de bocca lungo 27 boccaturc C' 2G.Ui:i - Arma collle iiovrn llno de 32 (le bocca, 6 de camer.t lungo 17 boccature ()' 27.40 - Arlll,t co11 Corona Un quarto camioue 4fi cle bocca 10 de carnera 1. 20 boccature C' 14.00 - Ar llla con Corona Uno de 50 de bocca - 10 dc calllera l1rngo 20 bocc. C' H.44 - Arma con Co1·011a Uuo dc 50 de bocca - 10 dc carnera. lungo 1!J bòcc. C' li.J.88 - Arma con corona Uno de GO òe bocca - 10 de camera. lungo 20 bocc. C' 1::J.89 -Arma con corona Uno dc GO debocca - 13 dc camera. lungo 18 bocc. C' 13,<i8 - Anna con c'Oron,1 Uno de GO de bocca - fJ <le camera. lungo 20 bocc. C' UUi4 - Arma con eon,rm Uno dc GO dc IJocca. - 13 dc carnera. lungo 18 bocc. C' 13.GS - Anna cori cm·on:1 Uno dc 50 de bocca - il dc camera. lungo 18 bocc. C' 16,4 - Arma ,:on con rna Uno de 50 de bocca - 8 dc canwr:1. lungo 18 bocc. O' !).54 - Arma con c:oron:1 Uno d e :J5 de bocca - 9 de camera.. lungo 18 b occ. ()' 9.56 - Arma con corona Uno de f:4 de bocca - li de camera. lung·o 18 boce. ()' !J.54 - Arnn con <'<H"Ollà Ullo de m: de bocca - 8 de cam<'ra. lungo 1S bocc. C ' !J,fi2 - Arma con corona Umi tlfi 20 de bocca - 4 lle cam2ra. lungo 15 bocc . C' 4.74 - Arma se11za impronta Uno simile al suddetto, esduso il peso che è d\ C' 4.'18 Uno de 2S cle bocca, 7 de camern. lungo 14 bocc . C' 7.40 An1w cu11 corona U no dc 30 de boc<"a, i lie camera lungo 14 boe<,. C' 7.H2 Arllla eon <·ornna UJ?O de 30 de botca, 7 cle camera lun~o 14 1,ocr,. C' 7.G2 At·rnri c·on coron a Uno de 2n de bocca, 7 de curnera lung•> 14 bo<:c. C' G.25 ;\rma con eorona Uno simile C' 5.7G. Uno de :14 de bocca, U dè <:amera lungo boc·c. J.4. C' 8.6 - :\rm:1. <·on cor,)n a. 'Cno simile C' 7.84. Uno ne 35 de bocca, 8 d e canwra lungo 14 boce. C' 7.2•1 - Artll,1 con corona. Una · Masfela inglese f:ampanata clc 21 cle bocca. C' 16.23 sen:r.'arma. :Sayri

UmJ sagt·o rle Hl lungo 28 bocc. C' 22.fl!J - Arma con corona, con S. B arb:ira e fiamma. Uno s imile dc 9 de bocea. C' 2:i.11 - Arma come Sf>pra con S. Barbnr,1 nno de 10 clc bocca lungo 2S hol'catnrc C' 25.48 - Arma con corona Uno de 12 dc bocca lun1-so 2fi hocc. C' 2SAS - Armn con coromt Uno de 10 lungo 26 hoec_ O' 18.32 con tre arme rie Spagna e T,itlere nlla L umiera Uno rle l O lungo 28 boct O' 21.uO - Arma con eorona Uno de ferro de ll lungo 27 hocc. C' 22.:J - Sf:nz'nrma Falconi

Uno Uno Uno Uno Uno

cl,~ 5 fle hocca lungo 33 bocc. C' fJ.fi3 -

de de ,~e rle

Arma con albero et litere 4 lungo 22 bocc. C' 6 - Arma con corona 4 l nngo 2/1 bocc. C' 6.24 - Armn. con corona 4 lungo 24 bocc. C' 6.22 - Arma con corona 4 dc bocca lungo 22 bocc. C' ti.82 - Arma Doria

-- 731 -


lUOO - 1700 Uno de 4 de l><lcea lungo 26 bocc. O' 10.5 - Anna cou corona cle ti lungo 20 bocc. 0 1 10.:lO - Arma con eorona de S lungo 28 hocc. 0' 10.50 - Arma come sopra de 2 cle bocca lungo 28 bocc. 0' 5.13 - senz'arma de ;; dc bocca lungo 23 bocc. - Arma con corona, senza peso

Uno Uno Uno Uno Uno

c1e 2 lungo :H bocc. - Arma con corona, fienza peso de 3 lungo ;32 ùo<:e. C' 5.2 - Arnia eon c01·ona l'no lle 2 de ùocea lung(, 28 !Joce. 0' 5.34 - Anna eon <:ororm Anna con cN·mia U110 de::: de bocca .lung,1 32 lioc:c:. C' 4.47 -

"(;no

-

Posto !lclla Lanteriw

li11a colo111bri11a ll1c UI dc IJoc•_·,t h111g:1 28 ::ioc:c:. T11 pei;c, O' U2.U2 -

Arma della

Ser.ma con Griffoni Cna mezza colombrina cli 15 clc d.iarnetro lunga 32 '.>oec. C' 3G.20 -

Arma della

ltt!I).C:J

Vn mezzo _c annone •k 27 de d.imnelro de !J de c:amera, lung·o :l4 bocc. C' '12.53 -

.\.rma della Itep.ca ('011 corona Un pcdn!ro (lp ~8 df! dinnwt rn de S dt! e,111wn1. lt! 11go 18 bocc. C' 12,80 - - Arma dell a Tiq1.ca con col·ona Alti'o d(~· ~~,; dt· di.n1nc·t1·0

S de c:1nll~ra hu!go 18 Luce. C·' 11.7i -

A.rrna tìclìa

Rep. con corona PoNo dc/la I'0rtanu,o1H1, lii Sot>ra

rnAo - Anna ll<-'lla Ser.rna Rcp.ca pura rna l>nst nnl:1 !le '.W cli diametro lunA"a bc,cc. 18 C' ]8.40 - Arma Tnglese Cn perlrero de 2,-. lle diam" 8 de camera lungo 20 hocc. (Y !J.flS - Anna della Rcp,ca con f'.oron:1 'C"n pc(lrero de 2r; (le di:rn1." 8 de camera lungo 1f> hoc<'.. C' 7.67 Anna c:ome sopra Altro, dc 30 d.c cliam.° 7 ti(-! c::unern, lungo bccc. 19 C' !l,3fl - Ann:-1 come 8opra r11 pe<lrero dc ;,::; rli (li.,unr~I rn ~ ,l,\ rnmPr,1 lnngo lf:\ ho.-,.-,, (;' fUlS: - Anna clella Rc!p.ca con corona Ln ,;agro cli 8 ditnnctro lungo 24 hoec, C'

I

...,J... Portmwo1:a, rU sotto

Uno '1' di cannone (1P

rn de cli:1111." lungo 24 hoec. C' /l0.!14 -

Ar111a pura della R(~p.ca 'C"no de 11 (li:1m.• lungo bocc. 2:i C' 20.20 - Arma c. s. l T11 sagro 1le 7 lnnJ.?;O 27 bocc. C' l/l.60 - Anna con S. Giorgio l~n '1° dc Cann. ;JH 14 lungo 2-1 bocc. C' 2(Ui7 - Arma della Rep.ca con corona i :n sagro de 10 lnnµ:o 28 bocc. C~ 15.flR - Armn e. ,;_ l'n sagro c10. !l l11ng·o 24 bocc. C' 21.20 - Arma pura della Rep.ca

I


Uno dc O de dialll. " luugo I.mcc . 2.:i U' l u.lìll - Arma (X >ll curuiw Uno <le il d e dlam." lu11go t4 bl)(:C. C' lU.3~ - sen:1.·:1nne J'u15lu d'i JS, llù.:h cfo cti so1ir<t

v u mezzo caJrnonc di 2ll d i diarn.• l u11gu 20 uocc. U' a,.S:! -- Arma ti>ll liriliuui Altro dc a2 de <liarn.' luugo 20 l>u<.:e. U' ::T.80 - Arnw come sopw Vn quarto lii cann. de lu de dhtui. 0 lungo bi)(:<.:. 2;:. U' ;;O.lil - A n1rn con cot·o11 :.1 della He1>.<.:a li u pcdrt>ro de 4:1 ùe diarn.", dc c,1mera 13, cle bocentura lu11gu rn 0' 13.-18 - · Arma come sopra <.:on coro11a 1:3. 11:liclrnl c d c sollo Un pedn~r o d e :Z ùc ùhuu.", ùc came1·: t !J dc bocca t ul":l lungo 17 U' !l.40 - Ar111:1 come sopra con corona. Altro simile C' !l.12 - arma (.~)me sopra ,<;. '.l'o muwsr, rii sopni

Uu cauuone d i <liamctro ;:;4 lungo hocc. 1S O' fiT.G! -

Arma. della Re.v.<.:a con Griffoni Altro <le G9 de di;im." lungo bOl'.<.: . 18 C' iiG.4 - Arma sen za corona Un sagra de 7 de diametrn lungo bocc. 2:J - U' lJAJ - - Arma con corona ùell.1 Rep.<.:t1. Un pedrnro dt! fiO dc diam.• - 17 dc cn1!1ern - lung·o 35 bocc. 0' 13.3.l - Arma con rorona della H!!v.cn

l'osto d,i S . Toinmai;o di sotto

Una coloml.,ri11 a d i 28 di cliam ." lungo 30 bocc. 0 ' 62.Sfi - - Arma con Grlffoni Un cannone òe 5f> rle d iam.• lungo U uocc. C' 46.7'i con arma Dorla Un mczo carmone da 27 de cli:1 m. 0 lungo bocc. 22 - C' 40.25 Arma con Grifl:oni. Altro <le 2S de dimn.• lun~o bocc. 23 - C' 42.?.S - Arm,t della. R ep.ca con COl'Olltl

Posto ll.ell' A r 11cnalc Nuovo

Una mpzza colornhrina tle lu clc ,li:1.111.• lunga 32 bocc. C' 37.51 - Arma d ella Il.cp.cn pura Un mezzo caunone <le 2/ì <le clit1111." lungo 2'1 b oee. C' 42.38 - Arm,1 con coron n della Rep.ca U n altro d c m: de dia m. 0 ln ng·o l H><'C. 22 0' 40.10 Arm a con corona delln R cp.ca Un pedrero ll!! 1!l de rli nm.' , 4 de cam<>r:1 lungo 16 boer. - senz'arrn :1. nè peso Po8to ,lcll ' A r .,cnale _V ccchio

Un cnnnone da M d e tliflm.' lungo 17 ùocc. C' 52.70 Rep.ca

-- 733 -

Arma antica d ell n


lGOO - 1700 Un me:7,0 cann. de 27 de di:u11.' lu11g{) 24 corona l;n'altro rnezo c;:mnone de 27 de diam." ·corona Un Pedrero de 33 de diam. 0 , de carnera corona l J11';dtro de 34 tle diam.', de calllera 1(),

boct~. U' 42.44 -

Arma della S.ma con

lungo 24 bocc. C' 43.75 -

Arma c. s.

G, lungo bocc. 18 C' 9.39 -

Arma con

lungo bocc. lG C' 9.74 -

Posto del Gu,indalo

,ti

Arma pura

sovrn

Due trombe de i\1ettulo con nu!ll 4 m;J.scoli de ferro Un sagro de 10 de rliam. 0 , lungo 21. b(WC. (Y rn.~'l - Anna con conma della Rep.ca Uno dc~ 11. de rli:un. 0 , lungo 27 bocc. C' 22.GO - ,\rma inglese 0

1 l

I

Posto del Gui nda.lo rli soli o Un vellre ro de cl7 de bocea, d c 9 d e camera, lungo bocc. 18 C' 9.21. - Arma pura l'110 lle 40 dc bocca, 7 dc cnmera, lungo bocc. rn 0' 11.6:l - Arllla llella R<!p.ca ,·on corona

Posto della Torre Un m ezo rnnnone cla 21 de diam. 0 lungo 27 bocc. C' 43.20 con N . 0 · S.a

per

a.rma

Un altro cle 29 dc diaiu'. 0 - - lungo 22 boec. C' ,18.76 con S. Giorl!'io per arma Un l j'l t1e caunone de 11.G de diam. 0 lungo 32 bocc. C' 32.91 - arllla senza impronta U n s::ig-ro cle ll de diam. - lungo 2i bocc. C' 23.28 - Arma clclla Rcp.ca con corona rn peclrero fle ;ii\ de diam.', rle Cnm. a 11 lungo bocc. 20 - Arma co~e sopra Altro dc 51 dc diam.', dc cam.a. 7 lungo bocc. 22 C' lG.88 - Arma c. s.

I

Pu8to tlentru <Lella. JJ0.1·8ina

Un pc<lrcro de 24 dc diam. 0 , dc camera G lungo bocc. della Hcp.ca pura Uno SilllilC C' 6.72 Un altro simile C' 7.2 Uno simile C' 6.!lO

rn -

C'

r..sr. -

Arma

Ponfo Rorilt;

Un Pcdrero dc 34 de diam. 0 , de eam.• 5 lunA"o bocc. 22 arma della S.ma Rep.ca pnru, sem,;a pesu Tino rle :17 fle rli,im.', 9 de cnm."- - lungo 18 boec. C' 8.!l6 - Armn con corona · della Rep.ca

-

734-

~1

I


lXVhNTARl<J DU:I, l(j(jj

l'onte della Merv<tnlia

li u Pedrero de 39 de tliam. 0 , d e 6 de calli.a 0' i .74 - Anna d ella Her,. ca con <:o rona - luugo bocc. 16 1/3 Altro del ;:4 de diarn.', de <:mn.a 5, lmigo bocc. 17 - O' 6.uO con N.a s.a ver ar1na l'osto del Man{lraC'iello

D11 sngro d e ferro 1k 10 de dinm.' lungo 25 bo<:c. in veso 0' 4.22 seuz'anna Cn Jako11e dc ti de diam. ' lungo 28 bo<:c. C' 12.'rn - Arma della Rev.ca con corona · 1-:n pcc:lrcro dc 27 dc diarn. 0 , de carnera 11, lungo :12 bocc. 0' li - Arma pu1·a tl<c•lla .l{ep.ca. Uno Ùe m de diarn.", lle camera 8, lungo 18 bocc. C' 11.5G - Arma c. s. con c.:oro11a

,~urtone del 111 ole Un c,umonc (le Gii di diam. 0 lungo 18 bocc. C' ii6.!l5 - Anna c. s. con fiori Cno Lle 57 de diam." lnngo I:iocc. 17 O' 54.81. - Anna. c. s. con Grilioni "Cno de 55 de dimn." lirngo bocc. 18 C' 60.36 - Arma c. s. con Griffoni Altro de;:;;:; de diam." lun_g-o l,ocr'. . 17 - ()' fifi .10 - Arma mnw sovr,1 (.;1: 1/2 c.:,mn. cla 28 de cliarn. 0 hmgo bocc. 21 C' 37.36 Arma ddla Ilcp.ca con Grilfoni Allro lle! 27 de cliarn.0 lungo 21 bocc. C' ,16.86 - Arma rlclla Rcp.ca con corona Altro Ile .12 de <liam. 0 .lungo bocc.:. 20 C' 39.79 - Arma come sopra con col·ona Fl p ii'1 dnque p1~zzi. che sono tra la Porta (l,~1 Mole et il Rastcllo, che fece vrima del contagio Gio: Bntl:a Bianco, quali ~i hanno anc.:ora da provare. E sono come sotto : U n rnczo cann. de no de di,1m. 0 lungo 2!J hoec. sem:a peso - Arma con corona l,n 1/4, de l.H rii diarn.' lungo 2!) L>oc.:c. - Arma con corona e S.ta Barbara cli rilievo, inutile e senza peso Uno dc 18 dc diam. 0 - lungo 2!J boc,c. ·- Arma d ella Rep.ea con corona, senza peso T.:no lle 14 de diam.' lungo 29 bocc. - Arma tlell:1 R.ep.ca c. s. senza peso Et viù un pezzo o sia l/4 rli r.ann. ch'P- nella fonderia, fatt-0 da tletto Bianco, chl~ si ha da traponare. Piatta}"onna del Mole di 80llo

lin vedril•ro cle 50 dc diam.° dc 15 de r.arn.a lungo 18 bocc. della Hep.ca con corona

U' 14.31 -

Arma

Piatta.forma del Mole 1U sovra

Uno 1/2 cnnn. da 30 de diarn.•, lungo bocc. 20 2/n 0' 37.50 - Anna c. s. con Griffoni Altrn del 29 de diarn." lung-o bocc. 22 C' 39.22 - Arma c. s. Un sagro de 10 <le dh1m.• lungo 2:5 bocc. C' 17.20 - Arma tlella Rep. pura

-

735 -


rnoo -noo Altr,> dc 11 (h~ tlittm.• lungo 25 bocc. - C' 1-1.iJS - .~nn,L c. s . Altro dc 11 cl<~ rli:11n." lnngo 27 bocc. C' 2:J.40 - Arum della Hcp .ea coH cu1·011a Cn passavola 11 le de 2 clc ùialll. ' l1111go hocc. 37 - Arm a con figura sen za )JeS<.> Un falcom~tt.o d e i.9 ùc diam.• lungo bocc. ~ C' ri.r>O - Arma Doria Altro <le 2 tir~ 1tiu.111. 0 lungo boec . 38 C' 4.08 - Anna della U.c p.ea con corona Altro dc 2 cle dia rn.' lungo 27 hocc. C' 11.68 - A n 11n del la Hep.ca con corona All1·0 tle 2,4 tlc: di,1111. 0 lu 11~0 bocc. ::2 C' 4.ù7 - - Arma. pura della Ser.111;1 fat.i i11 olla ngolo TJno dc 2 de lllmn .' hmgo lJO('C. BO C' fì.~:2 - Arm a pura fl c~ll:1 SeLma. .Il nla,11r,g(i

T; n ,-,1111 1r.111t• da GS clc rlinm.", luni.w boe('. 18 - :\ r111 a della UP.p.ca con Griff'f,ni U11u (h·? 62 de• ùiam.", l ungo ho(:1·. l\i - U' ù:l.::<ì - Arma d el 'l'ureo ùi rilievo e :1rm:1 pi:111 u. della H cf).ea eon corona lJno d<~ (10 d e diam .' lu ngo 18 t)()<:C . C' (H.04 - Arllla con S . Giorgio a cavallo Un a colomhri11,1 de ;:)0 d c diam. 0 lnn~o 30 bocc. C' (17.:Jo - Ann a dell :1 R ep .ca con Griffoui ~:o tlP lli.1m.",h111g :1.

l:na clc

;~o

ho<:c. C' 63.!lO -

~t·117,:1 pc~o -

T'O.Q/o <lc:l/11 f'!llt' rl

(li

II I

Anna con

G1·iffuni d ella ~.ma Hep.c':i e "1. 0 8 i ,rn o r ,1 iu rilievo.

Tìn

I II

.\ l'111a come soprn

1·11a t.:1Jlnmln-i1 1,1 òi 30 d e rli:1111." l1111~ù :10 lloP('.. -

·~

I

(J(l.l"Ì!l/1 (/,11()

e:umone d e? '.!O dc dì:1111. 0 lungo ùoce. 22 C' :1-1.4 -

.'\rma del1'l H. • :rnli<:a Cno \IP ~O de diam.', 11111~0 23 b o('c·. - C' 42.40 - ·- Anna i:0111e sopra Un l / 4 <li e :rnn. dc lG dc, llia111. ' ln ugo 2(i hoee. C' 27.Stì - Arma c. s . "Cn :;:ngro ll e 10 de c1 ia u1.", lnn~o b:iC'('. 2S. C' li:iJ O - :\r m:i rlella R.~ antica Un JW(h'er o dc 34 dP <1iu 111.", 0 d c cam." - l ungo bocc. 18 C' G.82 - Arma òP.!ln R ep.ea con corona U no ~i mile C' 6.22. 111l'ZO

T'o.~/11 rlt:f lo il l'ortigliuolo

lln 1 12 cmm. cln 32 di dimu.° l 11ng-o br,ee. 22 C' 4!l.80 -

Arma clella

R cp.ca

,mtica

lTno clc 30 éle 1liam .•, lungo hOC'<'. 2'! -

con ann:1 di Francla sf'11:1.,1 cornice

ln g ioja nè peso Uno 1k 20 dc dlam." ln nl!,"o bocc. 21l -- (Y 40.30 Un 1.'4 d i cann. de rn de diam.°, lungo 2:; bocc. -

Anna Spinola C' 2.'t50 - Arnm di Spa;l"na

mal fatta

Uno cle 11. de diam." lu ngo boee. 2<> -

C' 20.80 con :1nna antica de lla R ep .ca .

Posto Ile CariJ11ta110 di so11ra

l'.na colurnhri 1m dc 30 d e di.1111. 0 lunga 2() bocc. , C' G6.ti9 con G r ilioni

-

Anna dC'lln R ep.c:a

736 -

l


I

C0'.\1"1:0K'l'l FltA GL1 l'.\VE:--;T AlU

011 1/4 di cannone ·lle 16 de dium. 0 lungo 2S boe<.:., 0' 31.7 antica Altro dc 11 d e lliaut. 0 lnngo bocc. 28, C' 22.u!l Altro dc 11 de diarn.' lungo bocc . 25, C' 22.50 -

Arma ckll a Hcp.ca

Arma pura d ella Rcp.ca Arma c. s.

Porla ,iell' A.-rco Un Pedrero de 3.3 rle diam. 0 lle u de came ra lungo bocc. 18 C' 6.GS pura della Rep.ea Altro simile C' 6.30 - Arma e. s .

Anna

Posto rU S. Ga-ttarinu

Un sugro di ferro di di,1m." 11. 8 incirca lungo bocc. 28 senz' arma e senza pew, Segmmo nell'inventario le elencm:ioni de lle artiglil~rie (li armamento delle Galere: <( Capihnrn Vecchia>) <<Diana >) - <( S.t.a Mnria >> - cc S. Giorgio >> e (( S. Giovanni )> ,nnvi queste che .~olo compouev:ino la flotta della R e p.ca « in propl'io )> . 0111dl.i:11110 la c·opi:l (li questa p a rte dell'i11Yent.:1rio. per le rai.rioni c!><poste ; r i<:onliarno Rolo che l':nmamcnto cornples8iYo della flottiglia comtHn·t:iyn in online di clllcicnzn : 6 mez:,;i eannoni, 8 sngri, !) pctrieri.

l'1·irna di pl'oceder·e è, qui, opportuno avvertire che, mentre 1c indiea½ioni di peso in canta1·i sono <>ffettive, quelle di « diarnrtro n o (C bocca-ture )) espress<~ col segno il~ o senz'altro col 1111mero, vanno intese come misura derivata. e< 30 de diametro ) l va]e : il diametro di una sfera di ferro pesrmte 30 Jihhre. Il rap porto cli lunghezza <~ espresso in 1tumeri : cc 20 boccature )) ccc. significa : venti vol!e il diametro_ lineare conispondente al diallwl ro cl i un proiettile di x libbre . Vediamo ora qnali osse1·vnzioni e deduzioni si possano trarre dal raffro11to fra q1wsto iILYental'io e quello del Hi16, pure delle bocche da fuoco genovesi, pubblicat o nel <.:apilolo precedente; e rileviamo anzitutto tiò die si riferisce alla classifica, delle artiglierie. Già nel l(jl(j appare cl1iara.rnente distinta la divisione in cmmoni, mezzi caunonL falconi; m entre le suddivisioni in ba stardoni, bai,.tarde, colnlH'h1e e 1/2 colubrine, pclricri, smerig'li e moRchetti si presenta 110 come c::i tegorie para11ele m a. di carat. tne specialmente 1rnv::ilP. 4-7


HiOO -1700

Ne] 1G(i7 troviamo: ca nno11i, mezzi cannoni, quarti di can11011e - sagri, falconi, pelrieri, fra i tipi più omogenei (questa, espressione, però, va intesa mùlto relativamente). Dai tempi di Carlo V, in Ispagna, e di Francesco I ed En rico II in !•'rancia, si era tentata la classifica regolamenta,re dei ca.libri che, dopo vari tentativi non _riusciti, si era finalmente potuta rea lizzare : così, all'epoca in cui quei-sto inventario fu compila,to, vigeva già in Francia la classifica dei sei c.:Llibri r e golamentari. Panebbe che a (}enova la sud(livisione delle artiglierie ~.'eguisse, pur con molta incertezza, quella francese. Avevamo ca,nnonL mezzi e quarti, fakoni e falconetti, mentre i petrieri corrispondevano in qualche modo ai m01·tai ; ma a Genova veri mortai non verniero in uso se non ai primi del Sett,~cento. Tuttavia, se esaminiamo le caratteristiche dei diven,i pezr.i accomunati , per esempio, col nome comprensivo Oa,nnoni, vetl i arn o im11H!diatamente come tafo classifica ei-:i si.esse assai più d i nome chci non di fatto: il calibro di questi cn,n noni, espresso in libbre, va.ria. da un minimo di ;~8 ad oltre GO, na,turalrncnte con urm conseguente e notevolissillla v:wia;,;imrn di peso. Inoltre varia, in modo affatto irregolare, il rapporto frn, i I calibro e 1a lnngher.za dell'anirna, che va, <la 17 H, 1 !l, in <:alihri uguali. Infine il peso, variante anc:h'esso da, un pc½r.o a un altro, anche se si tratti di. pe zzi uguali nel ca1ibro e nel l'a,pporto, indica empirismo nell a t ecnica, di costruzione. Tutto questo ò forse in parte spiegabile con la conservazione in servi7.io cl'esemplnri a,utiq ua,ti e appartenenti ~~ sistemi i:;orpassaLi, ma, di fatto, a par te tale ossPrva.z ione, continna n veritic:irsi pr\r eR<-m1plari evidentemente della stessa epoca, se non della, stessa serie. La categoria dei petrieri presenta, ancora urng~iori rna.w~Hll ze di omogeneità: da, 2fi a, 50 di calibro; e la stessa, cosa può dirF:i per i sagri ed i falconi. Tntta la classifica appare durupie fittizia ed operata su mat eria.le disparato, le cui caratteristiche si ribcllava,no a, qunlunfJH <~ tentativo di raggruppamento. Con una frase induslria]e m oderna potremmo definire la maggior pm·te delle artiglierie dc]1'invcntario in esame come pezzi .fuori 8Crie .

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-


-

I

I

IJl,a

l 'HOVE:'l!JF.:\"ZA

l'EilZl GK\0\'1,::-;1

AIJbi.m10 accennato più volte a,l servi½io eccessivarne11Le pr-olu11gato di certi esemplari. LaRcia,ndo da pa1·te quel famoso Pol'cospiuo, supe1·stite dell'armamento della Briglia, (lf>07-14) , clic andò a crepare all' assedio di Montoggio (1547) storph1I1do i Rm·Y(:nti, vediamo che un cannone già elencato nel 1616 e contr-asscgHato dall'armn turca (~ (lalla genovese, del peso di 53 cantari, nel 1G67 è aucora in servizio alla Batteria delJa ~h1lapaga, posto, allora, strategicamente importante. Omettiamo per brevità caAi analoghi riferentisi a petrieri ed a falco11i ; rna 11011 possiamo tr.1laschtre l'accenno a quella, ìrornb(t d<i fuoco) che poteva risalire al XV srcolo, e alle due consimili, munite cli 4 mascoli, che fignrava,no ancora neJl'tH·IUauwnto clell' Arsenale dopo lt1 metà del scc. XVII. Le provenienze sono assai varie : oltre al cannone turco, ve n'ert1 un altro che portava l'arIUa spagnuola, un terzo l'arnHL di Francia, 1111 <prnrto qU<~JJa inglese. Le famiglie genovesi che possedevn,no :feudj, e qniru]i ar·rnarnerd,o pr·opl'io, avevn,no foruito, chi sa come, qualche pezzo distinto con le loro armi gentilir.ie: ai Della Rovere appartenne certamente i] fa,lcone da 5 con ri11qwonta di « 1.m aJbel'o cm, Litel'e >> ; ai noria q11aldH~ faJ(.',onetto stermnato, ed agli Rpinola, un cannone. A proposito di questi «impronti>>, vediamo COIIle l'uso di or·11al'e ]e a rtiglierie continuasse e si fosse accresciuto nel corso del Reic<~nto. Gli sl'.ucli ara,l dici si incorniciavano« in gioja, >> come pietre incastonate in anelli, oppure si circ011da,vano di motivi 11oreali. T,e armi erano Rlmlzate a, rilievo. P er i per.r.i della, Repubblica, l'espreRRione di « arma ·antic·a >> indicn. qrn~lla in uso anteriormente al 1G36, cioè non sor111011tata dalla corona real e; mentre<< l'arma pura>> cle11a Hepubh1ictt è il semplice Rendo crociato. Fra, gli snir1·ig·li del lGlG « con ca,ssa di metallo)), cocla e eavalletlo cl1e tirano palla, di pietra,, sarebbe da, aunoverare l 'esemplare del i\fuseo di Venezia distinto con l'indicazione di eatnlogo P. R. Gli ultimi anni del XVTI secolo segnano per Genova un episodio di guerra molto g·rave : il homhardarnento effettuato dalla flotta f'1·ancese al romando di Seigneilay (1684). L 'azione miei-

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. rnoo -1700 diaJe delle famose « galeotte eia bombe JJ fu emù inaspettata che non risulta q nale difesa abbiano potuto oppone, effettiva,111ent1~. le batterie costiere genovesi, che dovevano essere pressa,p oco uguali a quelle dell'Inventario 1667: è certo che i mortai di Dn (J uesne poterono avvicinarsi con poche molestie, se Je bombe giunsero fin quasi alle altu1·e della, eittà. Conosciamo solamente lrL validissima, azione di difeRa eon cui ]e milizie gell(_)vesi si. opposero allo sbarco dei nemici ad Albaro e a S. Pier d'Arena; e sappia,mo anch<~ che i mortai da hom lic e1·ano scouosciuti nel nostro arrna,me1lto.

I documenti esaminati fin qui, nei paragrafi dedicati a lle a rtiglierie liguri, rig·na,rdano qnasi eselnsivamente Genova; abbiamo lascialo inteuziomLlmenle da pa,rLe - sa,lvo tLlle orig-ini -~ og·ni notizia snllc nmnerose for·tezze ,l<!l litorale e <lt>ll'intel'no dell a Liguria. Spceiulmentc per il XVll e XVllJ Rt>.eolo lnli not.izi(>. abboJ1dano, pur senza present::H·<~ special.e inte1·esse : ci limiteremo. qui, n, dare qualche rapido cenno. incominci:rndo dalla fortezza <li Savona clte en.l il ceuLro più armato della Uiviera di l'oneute. Com'è noto, per secoli fu nssni forte la tendenza, sepa,r atistka di Savona, a11imaJa, rispetto a Genova,, da vivissimo cd ostinato antagonis1no; anche per q11esto il (+overno di S. Giorgio le impose di eostruire e tenere in efficienza una fortf~zza, per quei tempi formidabile, innalzata ne] lfi42 più per tenere i11 rispcUo i Savonesi stessi che per la difesa dagli stranieri. Durante la guerra col Piemonte si giurn,e poi a discutere in Genovai se si dovesse rnJiorzare questo fortilizio o raderlo al suolo, afilnf'.hè non coRtituiRse un nmtaggio pel Duca tli 8avoja; <~ riRnlta che qualche Senatm·e della Serenissima propendeva per quest'ultimo partito, ùen conoscendo gli umo1·i dei Savonesi e come il Duca avesse con lol'o segrete intelligenze. Non s.e ne fece però nulla, e la, fortc~zza di Savona rimase così sempre sorvegliala, e sempre armata di tutto pnnto. Dal ma.teriale esistente nd depositi della, Supel'ba, il Mnni.~ zioniere pel forte cli Savon~t sceglievn, le artiglierie migliori. Si può anzi affermare che l'armamento di parecchi posti di Genon t

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eru iuferiore a quello di Savoua. U 'altronde a Savona era a11co1·a fiorente una fonderia esm·dta, di padre iu Jiglio dai Cabutti o Gahotti, e queste officine fornivano art1glierie rinomate. JJopo Savona, in ordine di irnportan:;,,a,, veniva la, fortezza di Gavi. A 11che questa, fra il XY 11 e il X-VITI secolo, fu completarne11te 1•iforrnata e abboudan temente armata, hwlo che godeva btma di inespugnabile. N elJa Riviera di Levante, Chia.va,ri avrebbe dovuto ga,regg'inr<\ con G[1vi e Savona, ma evidentemente ChiaNari non eN~ considerata un punto strategico importante; ed ancora rninore 1mvortanza pare annettessero alle cose di guerra gli abitanti, se, come i documenti rivPlano, dovettero esRere ripetula.mente 1·ichiamati all'ordine tfal Governo Centra.le per occupazione di suolo pn hhlico e couseguente dcteri ol'amento delle opere di difesa, come i fossi, i rivellini, e perfino i bastioni che cfrconda,vn,n o lf:l, città, delle quali opere, dopo il Boudcault, si può dire che nessuno si cm·asse più . T>'al1Tollde Chiavari uon aveva pam·n clw dei corsnri barha1·csr,hi e della µ,-nena civile. Ma i corsari evitavano generalmente i lnoghi molto popolati, nwntre ima ripresa della, guer1·n civile, llel 1373, aveva app11nto ott<~nnto il risulta.Lo di abbattere il vec chio castello del XlT SPcolo, per fare ope1·a di pacitkaz.ione. Qnes( a s ituaz.i one <lovette influire r,mll'nrrnamPnto ..:oneesso alla cHtù , dw inv<~ro nou fu mai sr:elto nè 1nolto 11umeroso, fin daJle origi11i. , Solo verso i11G80 le cronache locali ri,::.onfano rhrn grandi colnhrine collocate sulla Torre e iml Bastione di Ponente; pesa,y,1110 GO eaubn·i cd erano ornate cli fregi a sbalzo, fra, i qua.li l'a:r . ma di C li iavari : pa,r tkolare. q11eRto, ch e laRcia Rnpporrc trattm·si di concesRiom~ del. Coverno Genovese, dnl qm~le solamente poteva vc-mire l'autorizr.n.zione di porre sui pezzi armi diverse da l}lH~lle Htata.li. Si ha nnr,i ragione di credere clic fossero sta,ti np1)1mto p:li spari a Ralve cli quelle colubrine a, compromettere pjù grayen1(•ntc ]e m1ll'n, della c,ittà, che già un secolo prima trab:illnvano (l). (1) Q1wst'ullim:i ronRtnfazione ri~nlt:i cl.n un rapporto nl Mng!R(Tnl'o fl ell:i. ~nel'l'a w~r~o l:1. metà cl.cl 500.

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1600 -170U

Nel 1G84 i due pezzi in questione venuero tolti dalle for tificaz.ioni di Uhiava,ri e ritirati a Genova, e in seguito furono destinati a Bonifacio, in Corsica, dove - sempre secondo i cronisti si potevano vedere nel 1774, cioè dopo hL cessio1w deli 'Isola, ai Prancesi. L<-~ fortificazioni minori disseminate sulle coste delle dne Riviere non em,n o, in gran parte, che h ·asformazioHi di torri di guanlia medi<~vali, che, a YOltc, si rifabbricavano espressamente a difesa di loca litù minaceiaJe da,i Barba1·cschi. 1~ tipica quella tonetta dw sormonta uno scog-Iio dirupato e inaccessibile presso la cala di S. Fruttuoso, nel Promontorio di 1'01·tofino. Questo fortino, in rmbmto nel li3Gl, possedeva un armamento di due smerigli o falc011etti montati su cavnll<~tto. La guar11 i gione non esisteva.; se ne i11carica,vrwo le scolte di gnanlia levat e per tnrno dai paesi vidni nel celo dei pescatori e elci 111ari11a.i, 110n1ini clic av<·v,1110 111Ht certa, prntica acquisita- in navig-az;:imw. Si tra.ti.ava, d'aliTmHfo, non ta11(0 di eonrhattrrr, qiia1i1'(1 di d ,n·c l'allnrrnc ehe v«~11iva 1r-;1s11ie1-so dalla sornrnHà del ~Tonte fino nlhi Lanterna, con l'urnate. Q11eRti pnrt i1:olari, dPs11nt.i dalln, corrispon<lenz.a. dei CapiLaui di Ra.pal 1o <! ili Portoiì II o attraverso il XVT e il XVTT secolo, si ripetono per molte località pn~i,;i<liaJe clalle gnnrdie nella Riviera. Rara1:hente l<> torri rli difesa, 1·iccvcvano in dotazione ,ntiglieri<~ di calilwo i,:;uperiore al falcone: solo a LeYnnto. pPrclH' n e~:istrva. un pieeolo fortP, Ri ,~rnno stabiliti du<> pPti-ieri.

5. Dominazione spagnola in Lombardia - Scuole di bombardieri a Milano e a Pavia. Sorvolnnclo sug1i avvenimenti 11s1,ai trist i, <lì c11i s'intesse l a storia lomha.r.ln nel primo quarantennio del scc. XVIT; a neni· menti cni l'arte sovr·nna di ,\'lessandro ~hrnzoni ha dato stupernìo

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rilievo, a noi non resta, che ricorda.re u n'istituziorn~ a fo,·01·c dt·l1' .A.rtjglim·ia dello Stato di Milano. Questa istituzio11(~ :fu 1111 ,1, vc1·rt e prnpria. scuola pel' hombardieri , che, p1·oposta più voi IP dal lGOG in poi, ebbe dcfinitiv,.1, sistemazione con dc~creto ] :] di<:embrc J G-1.-8 del mm·chese ili Oarn.r.em 1, .

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F i.!\". 1::2 - CmioHi H~i111:1 vignetta ùel Gaspernni. La bocca da f uoco è porI :Ltn a br :u·da da d u e hombnrdil'l'i <~ sparata tlu. u n t cr~,0.

11 clocn menLo dal <)lta.lc abbiamo tr::iHo quet,: Le w,tizìe (! i11titolato « CoufìJ·mn.tion c clelli pri vil eg·i. concessi a i scoial'i ch e servon o nel L1·c110 clell'~1,r tiglieria. fatta da.ll'ecc/mo signor marchese di Carazcna , ilon L uigi d e Hcn::i.vMes, O~l'illo y 'foledo >>. ?If a, più che di urn1, conferma, si tratta di un rfocnto ehe a llora, per la prhna, volta ehhe pratica attuazion e. Nel lunghi ssimo prea,mholo in ling ua ~pag uuola,, il <.locn men to 1·iconln, elle, con clecrel.o I° fl icernb1·c 1<i05, D . Pieti·o Ilenriq1wz d c Azevedo, conte di Fucntei;:, g ovcr nn t.ore dello Stato (1fiOO .

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.. rnoo -1700 l<HOJ , per il grande llisogno che vi era di bombardieri espe1·tisshni, aveva istituito mm scuola. l)er Ìl fm1zionumento di tale i:.,:tituto, la R Carnera, avrebbe dovuto paga.re a 10 artiglieri« roJ. lati e pratici )) tre scudi al me1'e, 01t1·e il soldo ordhlario, atliuellè ognuno di essi insegnasse le no1·me del tiro a :!O scolaei : i quali scolari dovevano dunque essere, complessivamente, dueceuto, di c11i lGO in ì\fila110 e 40 a Pa.Yia. Alla scuola di Milano, la R . Ca,mera avrebbe dovuto f::wnire u11 barile di polvere, corde e proiettili a sufficienza ogni ~ettin1an.:i ; a quella, di .Pavia un barile di polvere ecc. a,l mese . Ai d 11ece11t.o scolm·i sarebbe stn tn. concessa l'ese11zione da,l carico delJ 'alloggiamento e delle alti-e tasse, esenzione di cui godevano gli altri a,rLiglieri cc rollati)). J l carico clell'allogg'iamento sarebbe stato addossato agli altri sud· diti clello Stato, nella città in cui j_ 200 scola-r i avrebbero avuto la 101:0 abitazioue. (Lo Stato Spa guuolo, conrn si vede, era. molto generoso in fatto di m;nnzioni a favore J.i akune categorie di <·,ittadini, ma a, spese di tutti ~li a,l tl'"i). L'Audilore Generale s oltanto avrebbe avuto diritto di giuèliea,re gli eventuali d<~litti c-0111 rnessi dalle persone addette a,l servizio dell'arLiglìeria. ì\Ia le dispmdr.io11i del conte cli Fnentes furono dimenticai.e dai suoi successori : in ben altre faccende affaccendati, i sig·noei Governatm-i D . Diego de Pol'tugal, D. lYa-n li'emandez de ·v elasco, T>. Giovanni Ilurtado de 1Vfcmloza, D. Sa.nello de Luna y Rosas e 1>. Pedro Alvare,,; ,le 'l'oledo 0:;.;orio non ebbero tempo nè voglia di interessarsi della ScHo]a hom hard ieri. Solo nel J 623 jl Capitan generale dell '.Artiglieria. dr.Jlo 1Stato, che e1·a a llora il marchese Gian Frm1cesco Sena, si permise di rammentare al Governatore del tempo << che nei tempi passati si era constatato 1Jn:mto fossc: utile al servizio di Rua Mae:stù, Fi:stit u,,;ioJJe ili ima, scuola di nrtiglieria dello Stato di J\lilano >). Na.turnlmcnte, prima, che fosse pre!'1~1 una. decisione, dovettero passare alfri due a n ni, e così. solta,nlo nel 162i:i (decreto 2G marzo) il Governa tore, cc a,tteso il molto bisogno clic si h a, di artiglieri e che il farli venire da parti forestiere è cosa difficile e costosissrna. >), i stituì la Scuola,. Ma, anche qneRto (lecreto l'irnasc lette1·a morta, tanto che fn segni to da molti altri, t utti dello stes:-,o tenorP e t utti Hgualmente im~ffkacì : ricord.:'l'emo qucJlo del ] 2 novembre 1632

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IN"Yl•)NTAltL Vl.!lNEZUNI DEL SECOLO XVII

del duca di Feria, del 1:: apriìe lU35 del card. Egidio Alhoruo:.,;, del 21i aprile ltii~7 del rnard1ese di Leganes, e del 20 agosto 1G40 del marchese di Velada. 'rutti questi editti non riuscirouo ,L daivita alla Scuola la quale, come dicemmo, potè iniziare la sua attività soHanLo dopo quello, h1 data 12 dicembre 1648, sottostritto dal marchese di Carar,ena. Questi, a nostra edificazione, riportò nel suo decreto tutti qudli invano emanati dai suoi il lustri predecessori. I documenti fin qui da, noi illustrati non hanno bisogno di ulte1·iori commenti. Potremmo aggiungerne moltissimi altri, rnn sc:n'ebbc fatica va,m t, e insieme dolorosa, in quanto non fmrno che coufennare le pietose condizioni di un popolo eadnto sotto il <.lorninio straniero. La sccomln metà, del i,:ec. XVII passò per la Lombardia, in 1111 c ontinuo Cl'escendo di misierie : in questo periodo non si può più pu,darc cli artiglieria lornbar<.la.

6.

Un inventario veneziano del 1683 - Classifica sistematica del materiale d'artiglieria - Bombardieri del secolo XVII - Ricerche e progetti tecnici.

La situa.r,ione delle artiglierie ven2ziane nel secolo XVII è eJlicaccmente descritta dal seguente Inventario, ehe si tl'ova, nell '.-\ 1·cliivio di ~ta,to di Venezia (Provv. alle Fortezze B. 4S) e che non richiede alcun cornI11e1ito, perch(~ le cifre parlano da sole co11 pfiicace eloquenza. San ,:Marco è ancora solido. Esso ha rivolto gran parte della sua attivHà alle industrie e ai commerci, ritraendone ricchezze smisurn,te, che appaiono nella magnificenza dei palaz:.,;i, 11ella, pompa, delfo vesti, uelht grandiosità delle feste religiose e civili. Ma, Re non è più il temerario combattente dei secoli precedenti, non r,essa, cli tenersi arrnaJo, non già per attaccn,re od otfondere, ma per esser pronto a, di-fendersi contro tutte le c upidigie suscitate dal suo splendore. -

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9 Agosto 1633

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luOO -1700

In questo inventario 1·ùmlta mm classillctt sistenmtic:a del materiale d'Artiglieria, bc11 evideute dalle colonne. Come sempre, il peso del p1·oiettile espresso in libb1·e è il criterio fondamentale per la designazione delle categorie; ma questa regola generale, evideute sopra,tutto nella categoria dei can 11011i, non toglie che i limiti di portala in _peso accomunassero esemplari di diverse categorie, ad es. i falconetti, le JJÌccole petriere, i perettoli, i saltamartini ccc. In quesLo caso solo la, forma, e specialmente il r~1pporto di boccatura, oltrcchè la, tradi7.ione tecniea, determinavano la designa7,ione di classifica. Com.paiono nell'Inventario i rnortari, forse per la prima volta introdotti in ui,,o duJl' Alberghetti, com<~ abbiamo veduto, e i trabucchi, nettamente distinti dai mortai, bench<· accomunati relativanwnte dalle po1·tate in peso. )Jel

11>01, capo dei hom bnrclieri (~ra Sigis1n(mdo AllJerg-lH~t ti

che soprai11tendeva - per tradizione iniutnrotta di famiglia a]le fonderie dcJl' Arsenafo; neno stesso .;umo egli fn cleslinnto eome «esperto>> a Carnli.a, accompagmtto a nn I'riuli, Provveditore. Nel 1G02 occu1x1,va l'ufficio di ea.po IJomhardiere a Zarn. m1 Pietro Cappelli. Nel lGO<l Gerolamo Hrusabosco << al presente Capo d<\i Bombardie1·i n faceva, valere i suoi hmghi serviz;i nelle colonie - e specialmente in guerra, dove aveva, riportato « onorate fi>rHe )) visibili a tutti - per ottenere miglior trattamento, che gJi ve1111e accordato. Nel lGlG Orlando Rosl',ietti, capo homha.rdiere a Brel',icin, P1·a handito per delitti comuni; eiò non ostante, lu. Siguoria co11linua,va a fare di lui gran conto; e, pm· non potendo più consiclerarlo << fidelissimo )), contimrnva, :in vari documenti , a qualificarlo « strenuo )) e seguitava, a, fn1·gli pe1·venire seg1·etamente l'intero stipendio nel ]nogo di rifugio in cui egli si era nascosto. Dal Hi13 a.I 1G20 i tiri al bersa.glio avvenivano con g-ran<lP concorso, pompa e solennità al Lido, non sen7,a che si verificnsscro, a volte, ferimenti casua1i o in rissa: le orclinanze dPi Prov-

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A VENEZIA

vcdiLori tenta.vano di elirniHarc tali inco11veuie11ti, ma senza dimiuuirc in alcun modo l'importanza della. istituzione. Nel mm, uua scuola specializzata di tiro all'archilmgio era istituita per il Corpo dei Bombardieri, e titolare di quella scuola. appare, appunto, quell'Orlando Rossetti bresciano, di cui si è fatto cenno diar.L.i: evidentemflnte il bando gli era stato tolto. Lo stesso anno fu riformata la costituzfone della scuola che -- · :salvo piccole modifiche - vigeva, dal 1471, regolata dai decreti elci Dieci. I uuovi capitoli vennero stampati. ~e1 Hi~2 Giovanni Feno - capo clei LJornbm·dieri a Rovigo - « in et,\ di oltre 80 anni » veniva, posio a riposo con pubblica deliucra;r.ione : gli si riconoscevano i lunghi e fe<le]i servizi, atte stati da ferite e 1U11tilazioni, e gli era a sseg-na.ta. una piccola, p ercentuale su certi. «introiti>> locali acciocchè, dir.e l'ordinan:1.::1, dei X, « con quefito fiovegno consoJa.Lo, possa tirar ,1Va11ti la, vita >>. Yel J fi27 1n, f-;C:uola di tiro a ll' a.i-cl1ihugio prospernva, ed era, obhliga,toria per t utti i bombardif\ri : ne aveva assunto la direzi01ie Giova,nni ·i \fartineugo da Brescia << peritissimo d'artiglie1·ia )). Rossetti e ì\fa.rt i11e11go, hrescia.ni, avevano introdotto ]'uso, 1110·1to g<-meraliz:1,a,t o a Venezia, degli archilJugi alla, Brc8ciana. Cosi. si chianmvano per antonomasia <Jnelfo a-rmi « a ruota )), cli invenzione tedesca, ma stra.ordinariamente perfeziouate nelle oflieine cli Ga,rùone, cbe furono sem1we predilette a Venezia,, me n· ti-e in nltre regioni erano relaLi.vairnmte t rascurate. Oiò che ne avanza nelle coJlezioni del Museo Correr e del1'Arsenale mostra chiaramente Ja, perfezione a cui erano giunte, nnd.1e in co11fro11 to rfogli esemplari originali tedeschi : la produ zi oHe di « ruote bresciane » rlfli Coniinazzo costit uisce nna serie di ·grnnde valm·e n elle Collezioni dell'Arm eria di ~rorino e del Musr:e de l' ..tJnnée a Pa,rigi. Nel H \27, ad ovviare agli inconvenienti giù, segnalati da.I 15:i1. erano nnov,Lmentf\ disciplinate ]e destinazioni dei bombardieri nei diversi presid1 di Terraferma e Colonie. Sulla base di 1m iH vPntario generale d 'a1.·ma.mento - oggi di.sgr·o,ziatament~ scomparso dalla p1·atica cni in origine doveva, essere allegato si ùistrihni.Yano i posti ai boinhardieri ten endo conto della loro -

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JGOO -1700

capacilù profossionale, dei titoli di servizio, della hnportauza e (Jnalità, tecnica delle artiglierie. Anche a Vene:,,;ia, eome in tutti gli altri Sta,ti, fino al secolo XVII non si riRcontra una vera e propria uniforme per gli artig1ieri: esisteva solamente un eqnipaggiarnento di guerra. Nel seeolo XV erano iu uso, per la difesa., corazzine della forma speciale detta, (( brigantina, )), consistente in lamelle di acciaio ribadite su un fondo di cuoio; il capo era protetto da un << bacinet to )). Nel Cinquecento il bombardiere, in servizio di guerra, por·. IHY~l la co1·azza e gli spallacci, o u11 <e gorgier·ino )) e l'elmo a fog-. gia, di << morione )>. Solo nel secolo X V 111 comparve l' (< uniforrnG )) o divisa, rnent1·e come armi offensive, erano in uso la << mezza spada)) ,~ diverse fornrn di daghe. Inoltre, a Venezia, ehhe _grande voga la: << schfrwoua, >> Irn::egna dei ~ergenti era una fonna speciale di pieea, che ser·viva da « zwi·tfl 1nircia o bnlta -

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r Corpi dei homba1·dieri fonmo dMati di squadre specializza te : fabbri forra.i, faleguarni. car-r·a dori, co11ducenti. In gc11c1·ale tutti costoro :.tYeva.no nozioni abbastanza estese 1na, altre!.(:11IÌ o :-:np<·1·fi<'ia li, l'io<' :,,i iiitenclevano di ya,ri nwstieri, senz11 pe1·ò r :011osc·n1·11,, nfr 11110 bene :1 foll(lo. K e deriva va, per natural e co11:,;eg-1H ! ll z:1. elle j 11 11110 st<•sso -j nr1iv id uo si riunivano attribn zio11i divetst>: co:-:ì 1111 l,oml,anlien• <·rn, 1wllo stN,so tempo maestro fonditore, esrwrt·o teorico e pr,.ttico del tiro e qualche poco « ingegne1·e mili(are )). 'l'utti poi conoscevano la. tecnica d<>lla fondita, le leghe <lei metalli, eec. Questa, condizione speciale spiega, come fra i ma<~stri hom bar<lieri abbondassero gli inventori. <:ome abbia1no visto e vedr(· · mo ancora. Nelle pagine precedenti ah biamo giù nominati, vii:t vin, i bombardieri che si distinsero nel secolo XVU: Pietro dei Cappelli '-(1602) -- Gerolamo Brnsabosco (H:iOG) Francesc o Pampagnin (1GH.) - Orlando Rossetti (JGlG e mm) - G·iovmrni Peno (Hl22) - Giornnni 1\iartineng'o (1627), tutti noti come capi bombardieri e l'nlt.irno come « esperto )l di artiglierie e fortifica:,;ioni. A questi nomi deve aggiungersi_qm;llo della, famiglia Alherghetti, il più famoso nella storia dell'Artiglieria, non solo veneta, ma di tntta Italia. Solo in Venezia e 11ell'Arsem1le g'li -

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Albel'ghetti contnno, aUrn.ve1·::;o a. ti·e i,;eco ti, ùe1 1 ~;; 11 0111 i <li maestri e r,api. da Riµ:ismomlo l (1487) a Giu.Bto Emilio, an (·ont in Rcr·vizio 11el 17H2. Di qne~ro Alherglwtti µ:ià i-:i è partito t> .111 rorn , l'ipetutamente, parlel'erno.

A Vc11czia, pc1· tutto il RPcoJo ,lec:imosetl"i.nw, c·ontillliano it• ef;r1ericn:i:e, le 1·icen .hc, 1,~ ·p1·op0Rte di pcrfc:i:ionarnenti trcniti. fr..t cni pitì not-Pvole rinella d el g-i;ì, nominato« fidcl i i;;s imo » 111'11-

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Fig-. rn:: - Pntenlc cli bombard iere d el H,22, mini ata s u per g ame na. Attu a.lm c ute <:onse1T11ta 11ell:1 « S,tl t1 Nfarglle1·ita » ,lcll'Arc.:hivio cli Stato ai Fr:11·i. La 111i11 i:i f11 r a ra1,pn~sen t a in allo : un Alf il~r e cli Bomh,ucliei·i (li , ·,,11,•:,;i:1 ; K l\:1rbar:1 f·011 le irnsegn P del 111:irl.irio, 11.110 << scovolo l> e il " I.ml(afuoc.:o ,, (~1111 0 s l'onrfo il c-am p:milc i cli S. Maria l•'ormosa): il 1:·•f,nc <li S. l\lar('O e u u:1 forter.:,;a; In~ s te111111i. probnbi I m ente , dei Pro,·,·('<fitori ..J i l' fi1·111:1rono l:1 p:il e n te. Laten1.lmcn tc e mblemi bellic i : eor:1,1:,;(-', tnn·,.1s~i , frccc·ite e I nrg-hc ori,m tnli.

i;:;1ùo~eo, il quale pi-cscntnYn il proge tto (li 1m 'i.<drmnc11fo composto di 30 c·n11 11e cli :.ird1ilrnRo <.li div<->ri:m long-hezza , for111aJ1te m m Rpceie di ad.iµ:l ieria a llorH c:onor-<:h1 La Rotto il nome di organo. Tn questo prog·e llo Ri tr·oni, in Pmbl'imw , J'id t•a poi alt n nht, nel 1622, per opera <li Cio. 'l\faria n,~rp:m11i11 . ì\forn:a pni> n ll -

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HIOO -1700

·punto essenziale di rifcl'imento pel confrou to : non sappiamo se le trenta canne di àl'Chibugio d el Brusa,hosco fossero sistemate in piano o ~ttlfo generat1rici d-i 11/b cilil/(l,ro. Quest'ult imo è, appunto, il caso n ell' invenzione del B ergamin . Al Musco Correr esiste a n cor-a un orya,110. coli le canne disposte in piano, ma non lo si può identificare col modello del Bn1sabosco per n diverso utunero delle c..'t1111e. e per non essere· queste se non cli una. sola (ljmen:.;ioHe, a nzichè alterna.te : i1.1fin<~ pel calibro , maggiore assai di q ue]lo degli archibugi. Auhia,mo qui a notare che ques ti« istrumenti >> a canne mnlti.ple, esattamen te corrispondenti a l pl'imo ti po <lellc mitraglia-

l•' ig . rn4 - Cmm o ne veneto J1e ll'E11ropa ol"ientale.

trici del XTX secolo (sis temi Dc H.et'fye, Gatlin g- e NoNlenfelt), eùhc1·0 un impiego speciale Rer.oucl o ]a tr,1dizione persistcntr. tt Venezia: ser·vivano a, ten ere in ri spetto la ci urma delle galere . La serie delle can ne pitì cortP-, dive1·gcnti, permett<>.va di colpire i ba n chi vicini a ll'm·ma , con lfro di pistola , melltre le canne lunghe ports,ya,110 sni hancl1.i d elfo estrP.mità : il coUegamento di d ue specie di canne permetteva l' azion e simultanea s ui due pnnti. Il siRtema - - che si potrebbe definire modernissimo di concezione - è assai illgeg-noso e poteva da.r e ottimi ris ultati, -

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chè, evideutemente, gli « organi di canne>> potevano spa:,,;za1·e, 1to11 solamente il poule di unu, galera, ma anche un rivellino, una tl'incea, un fosso e una gallel'ia da mina. La loro preseuz•.L udle Sale dei X proverebbe forse che si c:outava sulla, efficacia di quella << mitrngliatriee >> pcir ca.8i hnprovvi8i di invasioni e tumulti: non risulta però che sia.no mai state impiegate per tale tlestiliazione . .Nel 1641 Giovauui Berretta, bresciano, propoHeva nuovi tipi d'artiglieria. Mancano però i pa1·ticolarì dell' invenzione: se la dlìamo, è solo pel nome e la, prov<~niflnza, •.f oll'armiere, assai noti nella storia delle armi da, fuoco. Esi8tevano, oltre le fonderie « di Stato >>, fabbriche private di artig'licria, che però il Governo della Serenissima sottopo8•.; lJen presto al proprio controllo: giù, fin dal 1585 si proibì a divrrsi maestri l'esercizio dell'industria bel liea,, per insufficienza, di mc.·~zi i.N·,11 i,~i _ A ltr,~ l'n,hhrichc vennero tolk1°at.c, ma sotto 1;1 più seveI'[L sorvcglia1rna : tutti i p<~zzi doyeya,no essere prova.ti <:· colla11dati clal la Rcuol:1, dei Born ha1·dic1·i, all'Arsenale, mentre le hor·.cbe (la fooco useite <lalk oflkim~ private~ anteriormente al d(~creto furono esaminate a, bordo delle nnvi elenca.te, e al hiso;:;no riprrn;nte.

Esiste, 11ellc splendide Collezioni del Museo Correr, una sc1-ie di modeJli <li al'tiglierie che compendia, probabilmente, molte dt•lle << inven:dmli )), riforme e perl'eziona,menti di maforiale di cui \ <l o<·nmen ti 11011 ha11 no lascia Lo b 'accia. Si l1a motivo di credere che ll ucsta, serie provenga da,l.l' Arsenale, perchè è dìflkile elte tant-i rnodf'lli, così razionalmente <'seguiti con particola1·i e :-:atti e minuti e in scala sensibilmente uniforme, possano a,ttrilmfrsi all ' opm'a di priva.ti. Fr::L tali modelli , conservati nelle i-:ale VTIL IX, Xl e XII del i\Im;eo, si notauo esemplari di cannmii , colubrine, fa.lconetti, petrierc e mortai dal X VI secolo a.] XVlll, rnontati sugli affusti e spes:,;o muniti di tutti gli accesf-ori. g evidente cl1e molti cli questi pezzi non facevano parte r1ell' (< m·rname11to )) l'ep;ola.re, ma ricorda110 fusioni speciali, l'irnarchcvoli and1e per l'ornamentazione artistica, fedelmente riprodotta. Altri si riferiscono a progetti : per esempio un C,'tn-

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..., J HOO - 1700 11one triplice le cui anime comunicano, motho 110n 11uovo 11è speciale a Venezia, ricorda i tentativi IJen noti del secolo XYll e X VJU: in F 1'ancia, nel co1·so del Seke11to, i,j ti-ov:1110 giù, dPllc Locehe da fuoco di tal gcnel'e. l nsieme ai. modelli sono espoi;iti csempJa,i-i efl'e Wvi : una uornbardella, del XV secolo, incompleLa, l'orgauo da .12 can11e giù menzionato , piceoli pet1·ieri a bJ'uga) e pezzi da campag11:1 su af-

fusto. l'er quello che 1-igna1·da l'ar11mm<~11lo pe1·sonale <lei. 1Jomùa1·dfori, le Uollezio11i Conci· e quelle <lelle Nale dei X a PuJaz~o 1)11 . u1 le~ forniscono la più eomplet~1 d<::lle docurnentazioni. Sono sopraLnt.to interess,uiti gli svar iatissimi efiemplari di 111wgli st:ilctti o fn setli che C08tituivano una specialità dell ' Arnm d ' Arliglieri:l. Essi eonr.;isto110 in una lama a stocco tdangolare imrnanic:i ta molto s.emplicemcnte con gu:u<lia a croce) piatfa.: lungo la costrt. supel'io1·e del triangolo, costituente )a lama, è ir1cisa una gradna ~.ioue numerata. I 1Jomb~~1'died, specialmente nel XV I secolo, sì ~wrvjvano del fn setlo come istrumento cli misura del calibro dei pezzi (reso indispensabile dalla varietà delle bocca,turc d1e richiedeva,no proiettili speciali, si può dire, ad ogni pezm) ma tale impi ego dd fu::;c;t,to non diminui,a, naturalmente, la sua effica cia d'al'ma micidiale: clo11d<~ conlinne diSt:,USf.lioni sul pe:rrnesso tli portarlo anche << fuori di servizio)) sotto la specie di « fono del rnestiel'e )> e l 'ostinata, 1·esisten;r,a dei bom btL1·dieri alle ordì na.nze che vietaYa,n o, <.li tempo in tempo, il porto del fitsef;to i;;tesso : 01·di11anze gfosUficate, del resto, fla llo F;J)esseggiare dei forimenLi che la, specie di privilegio ar.corcl:ito ai bombardieri w:niva in certo modo a facilita re. Oltre ai fnsetti , nelle Collezioni Corre1· e << dei X >i fìg·nrano pregevolissimi esem plnri di morioni. di <:or,1zzinc e di i;:p:tde r~ehiavone.

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1 .\ \"J.:::\T .11:1<) DI .-Ut'l'lCLJJ,;i(lI:; A FEiWAiU

7. Le artiglierie estensi dopo la cessione di Ferrara alla Chiesa Inventari - Doti mor.ali e fisiche che si richiedono nel perfetto bombardiere - Il Corpo dei bombardieri - La Scuola di Modena e il suo regolamento - Capitoli dei bombardieri - Costo delle artiglierie - La Scuola e Compagnia di bombardieri ferraresi.

Cou la ce:s::;ioue di Fenara, al La Uhiesa, avvenuta nel 1593 e::.senclo Duca Cesare cl'~ste, gli Estensi ebbero signoria solt,m to s u U ode11a e Reggio : gm.n parte delle a,rtjglicrie esistenti 11el tenjtor io ceduto, e p1·eeisamente 4G bocche da. fuoco, venu t-1·0 co11seg1w.te al govc1'J10 papale. Nel 1602 l 'artiglieria del Durnto, da l << Compendi o di t utto il S tato di la del Po di Artilieria d i bl'Onzo, polvere, f.:aJnitro, solfare del 1602 » de1fa Canceller·ia Ducal e, r i s u.lta esser<~ ln, seguente: Sumw:i cli lutti li JJCzr, i per cia8<:l1ctl 1111 luoeo. Mo<lell a Cm1011i da Lb. ;;o (un o cr epa to) .\lezzi c;a11110 1Ji i uc;,wien:iti da 2:i Cnlut,ri11 a d a Lb. 2.:i l:'er iere da Lll. :!-:i Cuh1brirn~ da Lb. :!O F a i<.:oui <la Lh. 4 Fakonetl i da Lb. 2 J /2 FnlconeU.i da Lb. 2 F:1konctt i da L b . l J /2

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HiOO -1,00 Ua.rpi Ca11oui da Lb. ;;o Canoui (!,i Lb. 40 Mi;,zzi <:a1101a ùa Lb. 25 Colubrine da Lb. 25 Colubrine da Lb. 20

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Pezzi cla Lb. 10 Falconi da Lb. T !falconi ria Lb. T 11'alcm1eUi ua Lb. 4 l!' aleonetti da 2 1/2

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Cauoui da LL. GO Canoni da LL. 30 Colubrina da Lb. 30 Canoni perieri da Lb. 10 Giril'akhi da Lb. S Girifalehi ,1:, Lb. n Falcm1i lla Lh. 4 Fal<:<rnetti tla Lb. 8

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Artiglieri:1 d i bronzo: Canoni cla Lb. 50 Colubrina da Lb. 30 i\Iczr.a Colubrina dn Lb. 12 Falco netti ila Lb. 4 U n tcrr.ò cìl canone da Lb. 4 Fnlconetti da Lb. ,J i\fo~chctti da Lb. l 1/2 Mo~chctti da Lb. 1 1/2

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Summn N° 18 Monte Al.fonso

Canoni c1a Lb. 50 Mezzi canoni da Lb. 25 Fnlconi da Lb. 4

N° 6 ))

2

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6

Sum.o per.:d 1.4

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75R -


l!\ VEKTAltlO OI AltTIGLIEHIE i\ I,' li:lWAIU

V crrucoia Gil"iffllco dà l,b. H Monte fi'iorino

NO

2

Mezzi canoui dii Lb. 2:,

N'

2

Sestola

N' 2

Canoni dà Lb. 40 Uirifalehi da Lb. 10 llirifakhi da Lb. .H

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1

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Sum.o pezzi N° 4

In ciaseuua, loca lità ove era.uo artiglierie era inoltre un deposito di palle, polvere, s,~lnitro, zolfo ed a.ttrez;,;i. 'l'utto ciò costituiva la 1nouitione in eonsegna, al m,onition·iere. Ad esempio in Modena eranvi : per i 7 canoni da Lb. 50 balle polvere grossa Llb.

:!457 liG86

Inoltre sernp1·e iu Modena : Salnitro inillnato. Solfaro grosso Solfuro pislo

Lh. 0171)0 » 5i20 » 42io!

Complessivamente (i11 tntt<~ le fortezze) : s i rit r onm o b~ùle cla canone cla Lb. flO al n° 8732 fl i ritrova 1.K>lvP.re in tutto summa Lb. 8:C:40(i a ragione di libbre 18 per tir e . A Yolcr tir:1r le b:ille s0Jlr:1rlctte ci vuole polvere Lb. 1.57176. C ile ne manea. Lb. 737i0 }li comJ)lmen t(• sopr alletto.

Dunque pc1· i rannorl'i cla uO esisteva una. grave cleficenza di polvere, e la situa,zione era la. :stessa ancl,c per Je altre ru·tigliP.· rie, sia jn Modena che ~tltrove. Inoltr e la, dota:r,ione complessiva di a,rtigHeria non era di grande cfficie11:r,a ; il Ducato Estcnsn, ~~!':::-'. i.:~i" del secolo XVTT. era. ben lontano claUa potenza e dallo splendore del ternpù M Alfonso I. !fa il Commissariato dt>l-lP. ba tta.glìe, a, cui veunc affidata la som ma degli affa ri militari> s: Lpc1·ato il per iodo di clepression i'l cansato dalla perdita, del territor·:o di ..l? erra,ra, si acci11se a rjorga,n izzii,r·c· lf' forze militari tlclJo Rta to e quindi l ' A1·tiglieria. Una. delle preocc upazioni maggiori. fu ]a preparazione ili nn Corpo di -

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rnoo - l'i"OO bombardieri ca,pa.ce e I.Jene istruito. La st.:ella del _pen;o1mle, data la mole delle artiglforie e la lorn pesa11tez;za, fu og·getto, almeBo nelle intenzioni, di cure meticolose. Cosicchi\ da un documento del « Commissariato delle batta,glie )> ùell' .Aschivio di SLtLLo di J\fodeua tra:spare tutta l'importa11za, che si annetteva alla scelta del personale. Dice ll documento (manoscritto dei primi anni del secolo - Commiss,u·iato delle ha,ttaglie -- busta 44) : ,, Le qualità <:lle a forn1are u11 perl'etlo ùomùardiere :,i ricllicgguno ~u110 molte e cli queste akune consistono nell'in leriore virtù del lluomo, cl nelle clotti 'della natura, et parti nell'app,11·e11za esteriore, come qui sicguc; · Quelle che ncll'interior virtù clcll'huomo consistono sono queste. Perehè r a1tc dell'Artiglieria è artifidosa, et cli molto ingegno, quelli che l'hanno da adoperare conuene che siano huomini accuti d'ingegno, et di giudicio 11ronti, acciò pos::;ino proucdcre, et rimediare a li accidenti o<:corrcnti in una fa<:ionc. Et per quanto l'Arte è in se di molla (1ualitìt et importanza, :si richieguno l!uo111i11i el1e Htilllino l'l1011ore et riputalion sua per eserdt tarla. P1~n :iù cl1e l 'huomo, che non stima l'lwnor lll"Ollrio, non Hi asp1;tt( (la Jni co~ :-t llonorata in quell'ufficio. lDt pen,it, che l'Arte in sè è pericolosa et rli timori piena, conuiene che i IlombanJiL!ri silmo huomini animosi, intrepidi, n,-~1wfaU i :-1 Ila guerra et. il sU1rn1 r poco 11ualunq11e perieolo et p;rnra 1,:t ver quanto nella guerra et nelle i'acioni rìcl Artig.ria spess<~ volte anif,ne che ci manca il uiucre per la vermi-in ddl1, uitm1glie , tèL si vnt 1.i~Pe Lli fHHW tè di sete, conueria che il Domba1'(l.rc fosse uomo sobrio et temperato si nel mang-iare, nel bere et dormire, come in tutte le altre cosse naturali. Perciò C'hc l'huomo crapulone, uitios? , et sonnoknto, 11attisèe molto, et fra pochi giomi mancandogli quel uitio è perso et morto. Quelle qualità, che nel esterior hanno da essere considerate sono queste: la vrima, che si come per li naturali etretti et movimenti del corpo humano nenimno a conoscere la inclina7,ionc di qualunque huomo uiuente; alhora uno si stimerà idoneo a essere bombardiere quando all'cserci7,io dell'artig.ria sarit affecionato, quando si delettcrà di trattare con gli huornini cli quest'Arte et quando di maneggiar l'Artig.ria et la polvere et del lavornr di fuochi artificiati. Quando si mcttrà a tcrciar un pc7,zo, a squadrarlo et intendere che grossezza et lunghezza si rlehiede n ben formarlo. <11rnndo cerca il modo di tagliar una cucchinra, di carricur l'ortigl.rin, tutte le quali cosse <1ano indicio ll'un nnimo inelìnnto a Bomhard.n1. La seconda qualità che nella persona dei Ilombard.re deve essere consiaE!rata, è questa, che percio'chè la macchina che tratta è molto graue, tranap:li.osa et difficile dn maneggiare, qùelli huominl che hauranno d'adoperarla, si conuiene che siano. sani, ben disposti et di uitto et di complcssion gagliarda, che l'huomo dato n quest'ufficio essendo fin.eco ò.i uitta et debole dl nattura, con una così gran fnttlca, presto si muore, o s'informa, o si stracca.

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rnoo -1,00 A esser quel' Arte di molte Arti l.lisognosa, lmomini di molte art.~ si ric:en:ano, da 1>0te1· perfetlaruenle eseguirla et adoperarla. Così sùno Mastri ferrari, murangi.mi, piccapietre, muratori, marinari, polueristi et di quelli affinatori di salnitro elle il ea.uarono dal terreno, poscia che q.ti tali, operai et a1tigiani nell'Arte dell'Artiglieria ogni ora sono necessarissimi. Et questi ancora come huomini usati a maneggiar il compasso, la riga, il liuello, la squadra et linea, assai meglio si, adattano all'uso dell'Artlg.rla, trattarla, muouerla, assestarla et squadrarla. Et non solo per le ragioni surlrlette lli tal huomiui hnnno ad essere ammessi all'Arte; mn ancora perchè questi tnli,mme sono usati alla futl.ica (lel corpo, ogni uno di loro s'accom0tla. meglio a c·omf)()l'lare qualunr1ue disaggio et incomodo, comportano meglio la fame et. la sete, u~tengonsi dal dormire et sebbene sia sopra flel tern~no, nul temono, nè si curano; et oltre di questo meglio degli altri sanno ;umare et adoper,1re l'argano, innestir le corde o doppio, o semplici in una ruffola o in una mazzagucola per effetto lli tirar l'artig.ria et incaualcarla. Et nenenrlo occasione d'auere à rernettere qualche Ilombard.re forestiere conniem~ sa11en, di qual paese sia naturale, dove abbia imparato l'arte et di rlonlle llf~nglli, se ha aknna conoscenza in queste parti; perciò che sopra di questo si ha da hauer semnrè molto riguardo, et questo oltre alla prnttiea d,~ll'artig.ria, è cossa che molto importn >).

Probabilmente un reeJ11lame11to di IJombanlieri tale da soddisfare a tutte le qualitù riehicste dal Commissariato delle bat tagl ic 11011 poteva, 1·i118cire molto faciln: pPt'CÌIÌ 81 perni, contempora1w:1mente nll'istitrndone ·di una, 8cnola di homhardieri in :Modena, come del resto era avvenuto in altri Stati della p(~nisola. Non risulta, eon precisione~ quando questa, scuola, cominciasse a, funzionare~, ma proha.,b ilmente la sua istituzione è dei primi anni del secolo XVII. Intanto è interessante vedere con quali critel'i r-;'intende:-:sc fal'la, fumr.ionarc: nello stesso documento è compila,ìo uno statuto per i1 g-ovt-\rno della, scuola, del qtmlc riportiamo qui le parti che meglio si prestano a. dare mm visione dell'ambi ente artia;lic1·eRco di quel tempo rwlhL capitale del Ducato_ In qual nrn.niera et emi quali Ordini cli stattuti debba reggersi et gouernarsi una scolla de bombardieri. Et primà circa al dispensare rk~lla polm~re p ET detta seolla, acciò non vi sia alcuna fraude, che così si costuma nelle scollt~ di N~1poli et di Sicilia e~ nelle piazze clel State di Milano, si deputa al arbitrio et a discrezione del Generale del Artigl.ria, un huom feclcle et di buona coscienza, et costui con una pulliza del Generale, se ne va a quelli che banno il carico della munietione, et s'incarica di sei- o sette barilli di poluere cl'artigl.ria et la f;J co,.-

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Mrnll'nn).

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munizionil'ri. rlPI Hill,. (An·hivio cli Stato rli


rnuu - 1,uv ùune 11ell a casa ,ldla :scolla -.l)el' ùi~i,e11;:;arltt voi cu11forllli ali orùfoi et il twsoguo, eL Lleve:sl avertire die og1u Lli:seepuiu ùdia ;:;euiut a1-auu Ul e~~ere ù.al l>l-\llel'.le o sLLO Locoteneul.e accettato 111 e:s:sa, s1 ila da ]Jruueùei-e Lle1 ~uu tmtatuucu eL dei ;:;uu :,;tuuo ùelle tcaaHHèHCe avi•a1 tenenti al,'a1te et <l'un bel eurnu Lla tener il polueriuo da iuescar ì pezzi. Sdla casa ùdla :Sc:olla clevc essere una stanza scvarata Llul'e riJJOlTe le balle et la polvere, le quali balle si togliono <lai monitwniere and101· t:.~;;c. Con;;cgnansi al ;:;uùùetto :mclle due swerigli di pou.ara. d'una libt1i·a tli balla, h~ e,.1,1ze eL stivudori da carkare, le l11.1111ale e le roLelll< d1e ;:;ervono al bersaglio rinsernt.1.e Hd luoeo deputato co11 la chiave pnsso il 111edes irno (la seruirscnc quando facci rii llleStiere. l..i'ortlim: poi ,h~1la s<:01111 (-\ qut>.~to, cl.le essendo le cosse suLltlctte tutte uel llloùo ammnto, si faccia elct.1:ium" per il Ueue1·ale dd Artig.ria, o suo Joeo tem!nl:e d'un homo prn.l.Lico el 111olto versato ndl'arte, il qual sin sullìdenle ali nlllmaest.n1 L' li ,ilt'ri Bo111b:1 nlieL·i novi, et questi in ak:uni luoglli si chiama ma.ésLL·o· della sculla, et in altri c al)o mastro tli essa, et in altri il capitano, quale gode <'li quesL'auU10riLi1 et pr eminenza, d1c a lui I.O('.t:a il carico et cura di pigliar il eoni.o d . n1.gio1w al mouitionicre della s,:01!:1. tli l.utte le pall<" che si Limno, et di lul.la la pofuerè elle si <lispensa u cl artig.in. A lui a ncora roeea il ff1r <:>ivnrr" le pn!le ellP J111·0H0 lir:1lc :il Bern:iglio di dentro al terreno, nel quale so110 SL:polte, et SL' · uuo S(:ol,u· Bonillrird.n; ineotT<esse in <]1nilelle del.il.I.o _,)1L\ 1101• fo~,;e criminat,~, corne s:ll'ia di 11ì::•mÙht~die11za al

eapo 111:i~tro, o

di Jara et ris:-:-a l:011 a.lcuJL co1n~

1,agno, alhor,1 il <':.l[IO rna :slro Jrnuri,.t aurho1 itil di morUfi<,nrlo secorn·lo le ,111alità del l1clitl'o. Clw se il d e litto poi fosse ,:rilllinnl<'!, doè sari,1. rii mori.e o di ferite, allora tocc:L :1l consultorP o giudic·e dd GeneralP. Toeen ancora a questo capo mastro di onlinan! l.11tte i<-! ,:oslit.11zioni f!l. ;;I al.1111 i ,Jdln ,s(·11ola, et dati in scritto ntlh,snrli quindi ne lla scolla in una tavoldta, :ieciocch~\ nìun d i;;cepolo voss i vn~tPnder<", nè :,;,·usm·si d'ig11orn.n,1:1, etic. e<t

Cirr·il poi :11 li n1r, dnselledun IJomh:inliere ,l<,urL! iirnl' tre tiri, Jl•Jrdiè al p.o si r ico11osc,· il pc~,zo, al secondo si ''ln<'JJ'-la d:.1.l nl L, al hnsso , <'L al t,·r:,:., ti rn hi;;ogna clic ;;'.:iccosti al segno, e t dourcbbcro fare gli ,;colari suddetti li ,iuoi tiri alm0no una volta nl lllCSe. el: (Juesta i; cossa ehe import.a assai ma [lPr/1 :iss ai più del tirnre i111porta al utilità della scolla il ragionare . della Teoric:1 dell'arte prima. et davoi cli quella ben inteso attendere nlla pratica, et al dispe11sar le palle et polueri, il che fano volentieri i Ilombarclicri JJer J":ippelilo Llel lirnre ; 1wr il c he il capo mastro pn,tUco deve procm·,n·e :1ceiò <cb<~ rn~lla scolla si facei un gran profitto cli dar l,'lJHto al P.ombanl.re, Riano in u11 n1mlo o 1wll'nlf ro, mesl'olanclG il dolt:e (l Pl tintr dell'Artigderi,1, eon l'amaro ,kl sl 11d io della 'l.'tèOl'Ìl''.n. M:i eir,'.:i a le onlin:1½ioni, d . stattut.i della scoll:t acdù elle ]e cosse pro · eecli no con l>nono online priinif'rnmenl.e ;;i f:1 fl<'.<~)modarP una 1·n.voletta ch e ~cpra si fa dipingere l'imagine dPll:i Gloriosa H. B arbara avvocata dc nombnrcl.ri et 1,ovra <Ji essa l:1.voleLl.n. vi ,;i a tta, :ca r:011 la colJ:;: una earLa JIPL'orin:i dove si La ~<;ritti i staì:tn1.i della ~cola, ci1 ,è capo 11t•L· c;-1p, , <111id S(.IIO:

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::i'l'.-\l'U'l'O l>GLL.\

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,\ MOUI::!\.\

/'rimo) Cl1<è niun sculhll"O, ne alcu11 all.rn homo dentro cldla ;;<:olla lJal)l) i ardire Lii IH~stem!lliarc il nume di Dio, Ll<èlla Mmlonna o cl' alc:un S,mto ,;otto pem1 tli Ln~ t:ratti (li co1·da, d alt.re pe(:uniarie apvlieate in questa for nw; doè un terzo al ac<:u::;atore, uu Lena, al eavu ma;;lru e l'altro terzo alla co1ul)agnia o confrateruila di S. Barbara lla <:Olll]JCrarc clella cera per ac.:cump,1gnare i fratelli defonti al la sepoltunt, et da l:elebrar !llessc et ottici en c ,;i uicouo .11ei giorni solenni. 8cvowlu} Che ninna persona o siI delJa scolla o Ho, presuma rlt !llctte1· mauo :li pugnale u spada, o qua.lu11<1ue ulln1 sori.a d'arma dentro della scolla soLlu pena come i:;opra di tre tratti di corda. Quarto) Che arrivati éhe ;;anumo i11 s<;olla li scolari per effetto cli ti rar e, si salutino l'un l'altro cortesernenLe, et subii.o si leuino 1i ferraioli et le RJmde se porteranno spada lon~a, però portarnlo spml:i corta <loue si.mo le Jon, rena1uentn necessarie, non siano tenuti a bsei,1rla per ei,ser (Juest a la 1,ropria arma dei Dombanl .ri. Sesto) Clle 11f"ssuno di loro habbi da litig-are soprn del 1.irar vrim,t tt"un ullru, uè di prdcndcl'C, di tir:ir piil liri, am,i t.:hc tnilv tdù re~l.i ad ul'bitrio et. ,·oIoni il dd CaJ}o m,1stro, il qua le hablJi,1. da :;;ignar ciuelli che hanuo tl:1 lir:1r r1uel giorno et quanti tiri tinirnnno ognuno. Settimo) Che niun clis<.>epolo habhi :inJimi.nt:o di 11igliar la eaiza iu llJall<J 11~ 11ieno di c:nriear un pezzo senza li<:enza del e,1po mastro, nè meno cl opt> d.1e l'al1bia caricato nbbia ordinato di sbararlo ~enza lic-enz:1 ~otto w·n;i rii 1lue

libbre cli c:era applicata alla confn1terniU1 lii S. Hnrbara.

Xono) Che mentre il bombardiere sta adoper:uHlo il pezzo <"aricandolo, o SlJlWtlrnndolo, nessun alt:ro se li possi accos~a:·e, nè (1irli nlc-una parola rl':iuu e rtimento. nè meno accosta1·si alcuno a Yeller l:i. pun1·eria, se non solr, il ca1.~1 m:1:,;tro o f,hi abbia rla lui licenza. necirno) Cl1e nvenrlo nna volta il Bombard.re dato per :'ll)Jlllllh1to il nezz,., non poRS>l ritornartè rli nnovo a gua1·dnre la punteria nè accomod,ula altramente più lli (]nel die prima fato abbia. D·uorlecimo) Che al temuo che lui rnctte la palla nel Jle 7.w lrnbia 1,rr bnonn diuozione <li signare col segno della Santa Cro<'e (S:rnt:\ la b occa del pezzo colla rmll:1 istess:1 et inuochi il nome cli S.ta Barbar:1 glorioi;;:1 . Decirnoter.io) Che 011elli s:colfari. che om:mclo si tira saranno deputati tfo l capo mastro a rittrouarsi nrcss:o il Den,aglio a s1•g11fll' li Uri. s:i diport-ino fedelmente nel se!rnarli. non segnando nel uno il tiro 1lel nltro pe r nl'fecion e . nè per odio. sol:to la pena delia cera rin applir'nrsi come sopn1.

f )

()Hfolof/ecimo) Che in qnel llorn elle le snrit. d,11 capo as signa t o cl a far l:1 ,:i:1 ognun (le seollnri obbligato :1 1·ilrn11:1n,i

prattica et t·eoria dell'ArUg·J.ri:1,

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wuu- 1,00 iu scolla e<.:l.'etto <Jut!ll i d.Je pe r e~se1· g.it lllOlto vrnlli <.:ll i isarnuHo tLtl Uapo loro riseru :ili. t:;cstu<lecimu) C h e U\!l1Cudo i 11 ><culla a fa r ht p r alli<:à, uguuu d i loro porti l o :,;tu c<.:io tlelle sue fc nauw11t..1 cou la SlJnadl'u, <.:11libro, o regolo co111vasi,;o cd ,iggU<.:<:l.tic, el d ue u tr e fog li t.li c:u ta r ea le per iillp:H'al' a tag,hn· le cazze, ten.:ia re e t s quadra r e i pezzi sullo l:t i:;tesisu vi.:u:.L dell e Jiùbrc qu;1l l.J·o d i eera.

r c11/i.~ci) C,luatlu m uor e uu fratello d el la :scolla, li ali r i Bo111ùard.r i i:;ia no ollblig.tti. d'accompaguarlo d 11lla casa sino all a sepulturn. et qua ndo tlctto Ho1111Ja nl.t·o. s ii lwmo ben staut c dcbb:1 fore la :spe sa ddla <.:er ,1 elci s u o, d. essentl o miserabi le de ùba farn e la s pes:1 h1 :si:olla, e l tutti, 11 l Limbanl. r i s iano co m aHda ti ad :1eco111paguar c il th•l [o <.::1t lnvcrc, c l. eh i u mtr afarà cada i11 11e11a d i di.cci bo lognini d 'a pJJlic:::u ·si ra il,1 sco lla s uddetta. Vc n tisettt;) Cile t u tti ll fra tell i o n -,rnb,u ct.ri siano k tmti il i u e 1lirc al JJri mo v ci:;11ro d i ::3. ila1·b an .L et coi:;i a lla m es:sa d el gioruu sc g ueulc, e t s tare alla v r o<'.ei:;sio11e f>c si fa r à, <.:•>ll 4ue~to elle duJJi auuii:;atu1·i si;wo tuti ,1uu is.1ti, e l. ehi contravvcrù l'ada i n pcua di l:>olog rrini 20 per dn s<.: hell uno.

'/'1·n1 t a.~<'tfl') (Ju ;1 lt111quc ud s<·'. l'l' i,do di ~ . .\. S . s :1 ri1 di,.;oiJlJL:d:cu tc agli or cl ini d ati ria l Xig 1101· Gcuc1·.1lc, o :;:i r it Ul'gl igcnte i n esPgu irli <.:ada i u p;:ua

•ldl:1 g:alcn1, o nd a t'bilt'io di d etto ::5ignor Gcn r r:1.1.e . 'J'r c11tan.ov e) (.)u a lu11f1ue f a lsilìch cr,1 J,~ttere, pnte11li o Eig illo <le i 8iµ;11o r Ge11er,1lc:, u nllri ufi<.:inl i m nggfori, o a r;rit·à le ltcr e tl ~·i 111<•t.lt!si111 i <·ni ll'il in

11e11,1 <!ella uiU:,1. (,! 1t ara.11 t a.) (JnahtnfJUC soldn 1·0 B11111b:1rd .r c aballcl onf'rl1 PsSP ndn in !':·('ione. i l posto con i;;ign nt:oi::-li d al s uo o ffi ciale o supe ri ore 1ie1· ()un l ~ivogli n <'.:rn ~:1 c :1da in

JW JJ;J

llell n u it ta.

Com~ giù. aùl1ia rn o Hot a t o, 11011 si pnò r:-tahilire co u pn~dRione l'anno ili (·ni ]a s(;nofa. <:Omi11 c-i.ù .: fmw,ion:t l'e, rna che esi i-teF:i-c < ; eo:,ia cet tn, tan {.o i· vc1·0 ,· hc rli eRRH :,ii fa rnc 11 zìo1w n<•j Onpj Ioli dd Bom ba.1·dic1·i <li <:lli p::i.1·lc1·cm o più ava nti.

na

nn cornpenrlio in viato a R. A. S. il 22 A,pril e mm ,lal Commir,:r,:aria to delle B::1,ttngli c, essendo Ge11e1·n le dell' ArtigHel'ia il l\fa.1·d1<:'Re C01'11clio ) fa l va~fa .. 1· is11lta ch e i TiombanliPri d,~llo Sta.to Estense er::ino cof'..ì sndd ivii-i : TJo in lJrirrUeri rU .Motlen,,, :

Comnn d.te 0::1.p .no An ch ise Ccni;;or i 4 Squadre bomb:-n-d ieri : 1a. Squa d rn - 1 On pon il e - - rn nomhnrdieri

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7G6 -

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BU)lliAlWlhlU

2a Squadra -

;Ja

Squadra -

UI.;LLO S'l'A'.l'O _[,;8'1'1•: :-.:,E KlsL

1657

1 Caporale (llloi·Lo) - !J Bolllbarc1ieri (lvottin: il futtu che il Caporale, 1rnr ei/scndu 11wrto, era c(ms!acmtu in forzn : era il uavora,le Benedet· lo Rusi)

1 Capor:1.le -

4• Squadra -·- 1 Cuvorale -

21 n ombardie ri 12 Uombardi eri

Bo,nbardieri (li ltcyyio :

Cu11t.le Uap.110 J<'ra11msro C hiesi 4 Squadre l " isquadra - 1 U:11 101·a le - J1 Bombardieri 2" Squadra - 1 C:1porale -- 14 Bombar dieri ;;a Squadra - 1 <.J:Jl)Ora!e - 10 Bombardieri .J• Squadnl - l C:1 ponile - 12 Bombar dieri /Jomlmnticri tU flr cseUo:

Com.te Cup.no Burnio Cug iui 40 Hornb11nlieri

:! Caporali -

JJom /ianlict'i cli OartJi:

Co111.te Ca11.110 Alfonso Lt'!Oni 5 Squadr e l" Squndra - 1 Capor ale - 10 2, Squadra - 1 Cnponi le -- 10 ;-:a ::,quadra - 1 C:1porale -- 11 -ta Squnclra - 1 Cn11ora lc - 11 i,• ~<Juaclra - 1 Onpo n 1le - 10

Bombardieri Domhm~lieri Uomhar djeri Domhanlieri Dombunlieri

lJu111,b11r1Heri ili Oot't'C(l{Jio :

1 Caporale -

fi

Bombardieri

Boniba1·d-icri ((; 1lubillru, :

1 Cnpornle -

7 Dombaròieri

Bnml101·rUeri 11i Jl.t c LllfonM>:

1 Onporalc -

(l

Homh,rnlil'ri

Uom.7,a n1frri 1lella fortr:zz<i ili V ernicola:

1 Capornle -

5 Domhar<'lieri

(li Sc8tola: 2 Cnpornli 13ombnrrliPri - 17 Dom!.Jai·dieri

Hmnbnr(lferi d ello, fo1·t11.rw

In totale, ili tutto il l >ncato, 21 Caporali e 238 Bombardieri.. T>i q1rnsto personale la 1nassima parte era, volontario, cioè

pagato. Rolo nella Cittadella di Modena,, come in Sestoln,, llcl Breganlino di Tiresello è in Monte Alfonso vi ct·a no pod1i

11@

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lGOO - 1100

bomb:u-di(!I·i pngati, du~ ivi dimoranrno stabilmente con le loro famiglie_ ~ dh~ altre fortezze, oltre quelle eitate, i bombardieri en~no lutLi volontari: per adescarli ad anuolarsi e senire a,ssi<:me agli stipendi ati si acem·davano 101·0 ak1mi p rivilegi, sandti dai cosidetti Capitoli dei homhanlierL Questi Capitoli, che data110 anch'essi dai primi anni del secolo XVII, subirono numerosr. modifkazioui <~ soltaiito il ~4: feb braio lGGO furono pubblicati Hella edizione defi11it.iva, <'.SR<'.ndo Ge1wrnle d'Artiglieria l' .Lll usl1·issimo ed Eccellentissimo Signor di lfaas. ()Al'ITO[,I

Che l'IJlustr iss. e I~Jcc. ~ìg. di ih1.a~, Uo1u. t:> 0-t' IH_'L cl~ll".-\rtigJi,~ria tli S. A. S. hà fatti Rt:unpare con 11.irlic'.ip,17.io11e, e ordi11e d<>ll'A. K cln <"l'<~n e ossen1ati di Boml1:1rdic',1·i lli tul.to lo St:,l:o, ~oli.o !f' Jllèm, conl<>nn1"e ìn es~l , i.nsie1ue eo' privileg-i, elu-! tleono g·oflt~rP. l'ri1110) No11 tl(>11rì1 PSSPn-! a1writto ne ;Hrol:1to :llcun Bo111harrli(ènJ, che non sia s uddito ckll'A. S. ò che :1 1111<~111_1 per isp:.1:r.io lli ;, ..inni non s in nhitante, e clou1·à CSR(•rc ùi vrofessione di 1"alep;u:1111e, l•\1blm>, I\'111r:1lorP, Tagli;1pietra ò siru11P, e tlouri1 ham'~re 11 Bul.l:-1.fuoco, Col"ldla col :sno Stucd.iio, Calibro, C<,tupa~~o, Agucchio, e :1 ll.ri arnesi 11Pr,<>:s.~r1ri, P. db Lu:,'t i u curn d e" Capibombard.icri. Secondo) I>o11r>111no g li C'aporali, ò C,q,ibornùa,clieri istrnirc e amm,w~tr:1n~ li l'.otllb:1nliPri nrrolnti n e lla loro squnrlr:t con :1m m·eno! e:r.:r.:1, P p:1:r.ien:r.a, :1l 111eno una voH:1. il MPS<', acciò in occorcnza il scruigg;io di S. A. S . Yenga l':1 ti o con maggior pel'fezione, e il numero cli ciascuna ~tJuallra tlou n'1 essere di 25 Bombardieri. Terzo) Non si clourà porre à Huolo. rn• <"·:1 ~:s,iru<> nkuno , sr~nzn ordine del Generai dell'Artiglieria, o d'all.ni c-11·e~r~rç·it<>rh t.nl r·nrif:a. e ~aranno tenuti li Bombarcl. ubbirlire a l lor C:ipohomb:inli<>re. si nell <> f:l:r.ionL come in ogni altra u(-cc:ttiione c(_,11t_·(~l'nt=:n1 •· li b11ùn ~t=:rnig-"iù di :S . 1\. S. nltrilnenti sP nor• nhbiòiranno , <·! ~an111no nPgli)!(!Jll i. in t al"Of'(·nsionc si cnstigh ernnno. cm1fornw alla qnalilit !lPl 111:rnc:111wnlo nd :ll'hitrio flel. Genernle, o d';1ltro che,• eRP.rdleri1. t al caric:1, P i n t:11 em<o ~i clarii. og;ni fP<l<' rnagg-iore :il C a pobo111hanlip1·<>. Quarto) No potrano li Dombnrdieri. ne ciascuno cli c,:si sh1r fuori rJelh città, terre. e fortezze dello Stato di S. A. S. <lo11r-, ,saranno descritti , ne cle11a loro Abit:1:r.ione più d i trè giorni. se no ll:rnrnno lic<>n,1:1 in iscritto dal Generr1le. ò dà chi eRercitPrh t nl cariea, sotto pc>r1,1 rli uno ;;(•11110 d'oro . .rl'applicari::i nlla Scuola dc' Bombnrrlieri. Quinto) Occorrendo sernin,i de' H omlrnrcli<>ri. P<'t' lo S1"r1lo àcll'A. S. tanto con l'A rtiglieria. qu:1nto 1wr qm1l~i11ogH:1 nlfTn ocrorrenzn sernizio della !lit'-

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1600 - l ì OU ùe:sirna Allezza, sara11110 qu elli spesali, e pagati colllforrne al g iust o, ltai1e11tlu rig uanlo alla f atica, e viaggio che Jiaunu mo fatto. 8 e,;lo) Et in e LJellt.o dw si mvuesse l' artigl ieria tlegli Arseu,lli tl i Motlmia, ò d 'altri luog hi llelh> /St ai.o d cll'A. 8. s i per <.><:c,ts iou di fa zione, cornl~ d "u.lieg1·ezze, clouran no hauerc le m lile r egaglie, co11cessc loro per lo passato ogui g ioruo, che sarii. una 'l'iera di l'une, d ue Cazze cli vino, e mezza lib. lli J<'orrnaggio da 'l\ uwla per ciascuno 13011J banli1~r e ; e r i:spetlo .i l Capobo1JJLJ,1 rclie1·e il doppio d i tletta spesa. J,J ,;e fosse tli Quadrugesillla, in vece tli for 111aggio, ha veranllo lirnto pesce saJato equiva le11 Le al .Corrnagl!,'io. Settimo) Ogui volta che si cin-icher à l' Arl.igliel'i a d!:!tti Bobard. h a uran110 u na lib. d i polucre da mollÌzione, l)er ciascuno, dà 11orre nel s uo CoL"no, per inescare i 11czzi , e braccia 3 cv1·ù,t d :1. Schioppo , per li loro Butt::.f1welli, e il d oppio l i Ca pobombanJierl. Otl:-wo). E perchè molte yo lte s'P. tr ova to in oeeasiou di car icare, ò v uo- . t a re i Pezz.i, che per qualehe ac.:cidet:e no si siHno scaricati, che vi sono st a ti d e' Bomhard. ta11to Lemcrari, c'lt ,m no hau u to a ni.ir11 di t rattenP.rni furtivarneuLe poluer e in n~e di porla né pezzi, ò di laHdilrla coll' a ltl':t (1:0.~a cll'è eont ro al buon ,;eruigio cli S. A. S .) verc.:iò, per if! uare ogni abu ~o , che in simile occorreza potesse nascer e, s'ordina, che nissun Cap ubo111ù:1.rd. c Bomua rtl. m·,u~ea sntto t}ua.lsiuogli a vretesto pig li:11· s imil polue re, ne in l}()t:1, lll\ in rnoll::1 quantitù , ne meno, vetlt"ndo, acco11se11l:ire elle eia al l.ri ne sia toll.:.1 , sol.o pena oltre l' essere casso llaJ H uol o, tl i tr e t r atti d i Corda, e tl ' :1l1ra maggiore, a11cll P. c:orpora le atl arbitrio di S . A. S. Nono) Diehia r.mdo, l'llè quado l' Art igl. ,:arv f uo ri dd l"Arseuale duuran uo li Capohombar d. de111d.m·e bornba1·t1. c-hc la /..'1Wnli uo, uc vi l;i:-cion nccost:11·e nleuno , col 11011 vartirsi tl it loro posti, lia I.auto che s,1nmno mulali. thd Cùpobomba ril. :iitl'imclc c:,d,-·rnno in p•!Ilfl di Scu ùi 4, d'applicarsi :illn Scuol.1 tl1~ Bomban l. (~ a ll(:he 1l"aHr ;t 111,,ggiore, l:! li:1111 atHittiua , m nforme alle qualit à tlell~1. disubbiclie11za , e s uccesso elle ne potes:,;e uuuenire. X.) ]]J per ouuiar e il 1111alonque co:sn, 1:be pot esse i mpeòire il buo 11 seruigio. del' A. S. es;;enzialmente i11 tempo, dH~ l' Artil-\l. fosse guarcl :tlH da Uombartl. s'ordina che nissun B ornlmrr1. ò ,1 llri f1i su a Corn11ng. p o sH:1 gioc;1r e, non o;;tnn te ciò fosse per l"icrca zione, cl :1 1 elle s111,.sse \'Oltc si suo l venire in cliscordie, sott.u :iuulla ]Je n:1 , che pai·eri1 h Pn P nl p:1• 111\r nlc, ò à chi. e,r~n ·itcr i'l t a l ca rica. Co1rn~ ;incile cnd1~ranno in pen:a ,li Scudi 2.'i, ò n.l t ra rnal-\;.;io1·<>, nt so]lr a , qu e i Bombardier i, ch'esscndo in Iaz.ione, e nd l'attu ale seruig lo 'di S . A. vernrnno a lle mani, seguendo tril essi parole ingiuriose, o percosse senzn sangue ; ma se con sangue, ò pe r c·osa notahil1i, senza mu l ii;izlone di nu•mbr a, e pericolo di Morte, cad!:!rano in pena dell a Galer a o ;il trn m:aggior e a tl arbi lrio rli S. A. R e se ne iseguisi::e Morte, in pena di vita. XI.) In occasione di tlnrsi all'Armi, e ,li fuo co , cin scuno Bo111lmrrl. all'auuiso, ò al sentire della Campana soliln, dou vri1 ,mbito andar i;;ene eon gl i suoi ar nesi a Cra ;:n del C;ipohomb. e 1wn v'cssend o lui, a casa d el Gener . ò di chi esercit er:1 tal cnrica, qu ali se JJarimente r1or1 vi f ossero , n.nrlerano tlirt" l.tluamente a ll'Arsennle tlP.ll'Art i~l. 11er riceuere quegli ord in i , che saran no loro dnti . f)l~I lmon s er uig-io di S . A. S . altrimenti ch i con trafarà cnclerà in pena. di 5 Scurli

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C.U' i'.f0Ll l>Ji:l HU~IBAl(l)ll!:la A ~HJIJE:>;A

d 'avplic:irsi alla Scuola s udclelta; doue l'altre 1,e11e pecuniarie s ' :1p[1l k l1 el'illlllu per uu t e rzo alla Ducul .Huniz10ne, l'altro all 'Accu ~atore, ù l11uc11Lo l'e, e l'altro alla S<:uola ùe' lloll.lbai:dier i, per souucnil'e Ilornbat·dieri bisoguosi. X ll.J Li CavlhomlJ. e Bo1ub,1rd. <1ello Sl.:i.1.o ùell'..,\.. S. c!Je >iaranno ùescrilLi a l ltuolo, god er,tnuo autorHÌL ver ht (lilatio111:! delle Armi, cioè votrauo portare per tul.l.o gli :::ìlati ùi :::;. A. :::ì. uwùiati. e i n1tUccliati i11 UalllLJagna l'Archibugio lu11g-o, e corto tli 111 i,mra, e n elle Cii.Là, Terre, l!'or l.e>.;;¼e, e lu og!Ji murali H110 ..t ILtlloggio, semn 1'ermarsi, e tirare <.:on quelli ndle Campag. no11 r.iseruate a d u<.:<.:elli no proilliU t lal la Grida (eh;; J1elle riserual.;; lle vur potrano Lnirn,itare <.:on Aecialini, ò At·thibugi d:1 u<:cclla re) e questi sat·à lor lecito tli pol·tare i,i110 alle Chiese ei;clus iuamcntc, e iu oltre à Tre bhi, e à balli. XJ ! I.) l:'cr le Uit!.h, 'l'erre, Fortezze, e luu;;lti lll llrn.l.ì, votrano portani spatle, pugnali o altr'Aru1i 110 ·vroibite d a offesa e clifesa, di g iorno, e di noti.e, col lume· e se11,1,t, e qua n rlo ::,;:.u·a110 u ell"ttll,uale sl:!ruigio ctell' .Aitig. etiam in ogni 01:utsiou;; di seruitio potran110 lJOl'ta1·e gli Arcl! ibug-i lunghi e cmti tli mi,mra per la Cil.lA, 'l'el'l'e e 1"ort·.<~,,.,,.e e luoghi tU11 t·aLi, tanto di giorno, qwrn Lo l1i not te, e 11,;llo ,:;te,:;so morlo d1 'è concesso tl ,t ::i. A. n e' OapiLoli tll:!l!;li Arcl..tih ugieri à Caiwllu, e :,H oschett.ieri, mentt·e so110 nclL'.Ltuale Reruig-io della 1uetlema A. Xl V.) No votralio eiisl:!1·e l,\ntnal.i 11e l'l'ale, n e perso11a l111en tc, senza Jict\ll¼a llel Generale, i> di chi s arà i11 ,rna assenza rte1111Lal.o òa lui, se 11011 fosse caso i1n porlante di HOSJJetto di f uga. XV. ) :No volnrno in oltre li Ilornl.lar(t. csst:1·e astrntti a l pag:1 111e11to tli .Spor lolc, salal'io (]H Gilllli<:i, No i nri , 11e I.Jauccllieri , se n on quando fossero ['er gi 11 ,:;tizia comhnurn.t.i , ver gli d elitl'i, tic' quali venissero imputati; douranno JJL'rò p:1g:.1rn l.t m etil {ld le: svese onlinarie [le i' le Gatturr~, O,incelli, l'rigion e, i,crittnre e l'rncessi, form ati co ntro d i loro , 111e11lre non fo ssero dichiarati in11o (·e>11ti, e non colpevoli , che in Lal caoo non donnumo pagare eos'nk.'lnta. X\'1.) Il Generale del l' Artig li.eria, o elli farà per lui, col consenso èle l ,mo Cons ultore, i;at'it cognitore, e G iudice rie Homtm r clieri, tan to n ell e Cau se Ci, · il i. q unnto C ri111i11,tli, per ma 11c:tme nti solo commessi neJl':i.tl.mù seruigio, ed hauc rà il ll'oro attiuo e, pns;;i\·o negli lnter PH>i i Ciuili, e<'.Cet t.uati g\1c' easi, Jlf) qnnli "i f'.Oll<.'on·erà con ni t r i J,'o,·i. Jll'in!lP.gial i. D:iti in :'lforl on,1 g-li 2 ·1 Pf'h1·;1 i<.> l'.;t;O. G JOVAX XI

'J'ORRE.

Tn J l()(lonn per B:·1rl.o lomeo ~oli ani Stampator DtH::ctle •

.X onosh.tJt t<~ i p1·ivilegi , i homhnrdicri erano a,ss~Li ~carsi cli ,uun!~ro . Quelli stipr.ndiali enrno por.hissimi , in numero irrisorio , e· ciò clipe11 <levfl cel'la 111eu te dalle pag he meschi.ne ch e ricevevano, lauto che, sconemlo i documenti <li quel tempo dell'A1·chivio Mi li1are, si rintracciano num erose supplk h e a S.A.S . di bombar,Hrri a.n11nog-liati con figli , che pregano venga lol'o concesso il pagarn e nto di sen igi ~tra.orainari prestatj , date le tristi condizioni -

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Hì(HJ - 1700

economiche i11 eui versano <:,on le ]oro famiglie; e in 4..1nanto ai vol oHtarì, i pl'id legi uon erano poi gnrn co~a- Lu situazione er..L grave, ed era considerata grave anche dal Generale ùell 'A rtig:li<~J'ia, nel 1658, ì\1:-1,rehese Cornelio Malvasia, poicht>. in uua rdaz.iolle a S . A. S. egli eosì si esprime: « l'e1: La cura c he i le vo an~r e del scn·i:r.io de lle m onit.iu 11i ili V. A. è n ecc&sa ri o in ogni pin zza un 111.1111cro det•·~rllliuato di ùo111hfl.r(lie1·i. (Jtw;;t.<, nume r o il piì1 (li ser eto (:be poissi essere no n può esser e meno t hc di 1TC u omi11i per ogni c annon e dalle lihbrc dotl iti di p urlata in giìi e di qua ltrn d alle liùbrc tfodi ('i in i-n. 1' 11 tn.l num e1·0 è sullici cn1c qua11tl o s"abbia a sPr vlr c il c,111none h1 una [u1·tezz:l, non gii'l tprnmlo s ':1bbia a marchiu1·e i11 (•mnpaµ:11.1 , poichi! l occanclo a llorn. ];) custodia d1~1 'l '1·en o d ell ' Artiglieria il Hoi nhardicri, rie ;;i aggiunge 111 11ecesf-ltà anche cli tJ11Pi-ti, oltre <:11e il rnorime r <'golarmcnte più Jn carnpap:na e lle in presidio, e 1,1 rlì ~t·rzio1ie in tal<~ occasio111• ì-· più f,1cile ».

TI (lenci-ah• t R:1111i11a poi ]o ~t.tlo dell<· Ring-o.le fortp:,;zr. me l1:endo in cviclm1za, J>er ognnna di e:,:;:,:;e. le g1·:1vi. dPfiei('.117,e: ma la i-;itua,,,ione n cJlc forf<i,,,ze della (À:Ll'f.ig-nan a g li sernhra a11 cor pi11 gr-ave, tanto (la Rpi11ge1·lo ad n111111rn1i1·e i;:evermnenfe il Dn rn Fra11ccs<:o I : 0

« ..... Psscndo n ell a pro,·inci11 della Gada i:-11a11a 11elle d1u~ fortezze di V . .\. ?lfont' Al(onso e Y crnH'ola 11czzi dì (·anno1w <I n d od ici in g iù 1mmc ro otto, tl:1 dodici in su f-ette, ornfo n'occorrernbbf!ro t·in(J1iant nclu e bomllardic ri; ,·ì s ono h:ol t i·ti sessanta cinque sping arde t?r osse da t' :wnl c to cinqutè JlP.trlPr c . al le qu ali n011 r1ol 1-!nrlosi dm· mr~no <li un b omba r<l it•l't' . sarebbero li homharr1ier i occo rt·en\.i in Gnrga1?nana in ordine fli buona t"l'f'Ola rnilit11re, ~ - 11er :u,slcnrnrc il buon scn ·lglo ùi V. A. r·puto venf·iclne e non ve n e sono ch e diPt:iWH'C. « r ossono dtmr111e r·om pirs i a l dovuto numero li nombnrdieri in G:ufog n nna perc:h•~ YP. ne ~ono abh:i11t1,ml r rn enl't: da farlo, lilli in olt r e si llm·,, se l1 a cla r icn ,·n r 8 i l'effetto cfol c·ann011f~ l1Cl' eui è s tato fa tl'o, e pe r il qm1lr, Pre neipi fanr1-0 valer e le lorn r a~ioni ».

Nc•l rn;;, i hornlwrcli cl'i di Mont ' Alfonso n Verrucola era · 110 rn, come 1·i snl1a dnl compendio più avanti riportato: nel rn:,~ e1·nno Rnliti a diciai1110,·e. mn anche> tal nnme1°0 ern evidentemen t e troppo sp1·opor:1.ionnto nlle <>sigcn:1.e rlel f::Prvizio . IL monito dd C:eucrnJc Cornelio M:ilvasia fu ce1·t:1mente ascoltato : i privilegi per i bom hnrdieri YOlontari, che fino a <J nel tempo era,no sta.ti più volte cambiati , senzn che si anivnsRr. mai a concreta rli h t una forma definitirn.. nel lo<iO furono fi nalml'nte mig'liorn,fL san:donati P. Rtarnpnti e diffusi per il l°J11rnfo , e il 11nmero <lei hom--,") -

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C UtjTO DJ.:LLJ,; HOCCJ:iil: VA l•' Li UCU

Lia nlieri arnlò mano a mano aumeuLa11tlo tanto d1e, JJcl lt;!.J,l, ~i nninì al uumero ù.i ciuqueceutoci nqna.n tacinqne. 11a tlopo ·i l lli!H, negli ultimi a.mli del sewlo, il nmuero dei 1Joruba.rdie1·i :rndò <li u uovo secrnall(lo notevolmente, e al pril1cipio del secolo x ·v 111 la :,;itna:,d011e <~ra di 11uoyo poeo sodclisfacenlc. 11 ,:osto tleJJc a1tigliel'ic estellsi dell'epoca risulta, <la u11a, (( ~ota, tlelJc 1\ 1·tigli,~l'ie, ~iu11izio11i di Guerra, A rmi, Cavalli, Hovi, Uai·rette, eondott i in campag11:1 col valore tli ciascuno di l;:-.:'ìi », del rn:,;, , Si Lratia tlelle al'tiglic1·ic estensi clw p1·cscr·o part<! a lla e...1rnpagna p er l ' assedio di Va.lenza, n el 16;:i6, essendo Geue1·a.Ji:;::,rim o in It.J.lia del Re Lni gi XlV Francesco I d'Este. Hisnlta da, essa che un pezzo d'arliglicria di bronzo di pol'tata di libbrn ~::!, col motto « Fnt nciscn s I Dux Muline. Ilegii Vlll )), ùel peso tli lil1h1·<\ G:tì3, avcv,1 il cos to di lfre motleuesi .L5G92; un aliTo Rimilc e <l<~l medesimo cn.lilwo e l_Jei:iall te libre (i80!.l, T.. 170:22. AJiri rwzzi , <lello :,;fesso calilwo e: di pesi varia bili fra ;-;coo <~ fiOOO lihhn:, i--oHo inventaria.ti con prezzi v::u·iabili fra L. 1422:2 e 17000. Ad. ogni p ez:,;o era, unitn una cassa fcna,t.a per gli nll1·1~r.,d, r:011 nn cnrri110 (ava11 t1·1·no), e cassa: canino ed nttrezzi s o110 invent:u·ia li pel' o~n i p<-'z;zo lire moden esi !}69.

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Qn:rntullquc li'errn,ra, <falla, fin e del 0 iuqucce11 to, faccia ormai par·Le dcgl"i Rtati d ella (Jhiesa, preferiamo dare nn cora, qui <'<-'TlllO llella Ncnola dei bombardieri erra.Lavi n e lla prima metù del Scif:ento: ch é sembra. aJJeOnL 1·i verher:11·si qni la. luce di gloria <lelle arlig-lieriP- estensi clcl secolo d 'oro. Ln, i:;;t itnzione in Fcnar:i, <li una Sr:noln e compagnia cfoi born linnli(•r·i r isa le a l n novembre J(i::l(i per opera del Ma r ch ese Di Hap:no, Oe11crnle (foll e anni Po11ti1ìei<:: lak Rc noln. ve uiva pm,ta soHo la 1.wotcz.ione di S. Rarbara. X<'l l.fi97, nllo !-,Copo di ben r egohu·c e cl i!-,truin'. ìa « Cornpa- . gui,t rli R. Harbarm1. vcmivano confermati dal Ca1·dinale D ' Adda, Lpg·nto ponii fìrio , i << Capitoli ed ordi11i da or.;servarsi dalla, Oompap:nict <Lei n omlwrdieri della cittù, cli Ferrn r a, >> e i pl'ivilegi con te~·si iii medesimi. Ri Rnlta da tal<! rlocmneu lo per qn:rnto 1·iµ;11arda gli obblighi: d1e l':1rr11ohtm('11to cl ri l:ombardif>ri era limita to a.i citta-

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rnoo -1100 I.lini dello Stato ti.ella Cliies<L compresi fra i 18 e i 43 anni, con esclusioue degJi studenti, dotlori e uotai; che l'ar1·uolamcnto poLcva avvenire soHauto Hcl gionw della festa di S. Barbar:=t e che Rolo i u quel giorno ern <:oncesso al UtLpitauo l1elfa Uo1upag11ia di liccuziare gli inabili ; che la Comp,1g11ht si componeva di 4 squadre cli 100 Bombardieri ciaRcnrw, ; che l 'isLruzionc dovcra cSSPT"C' effettuata dai capi FH] undra almeno una volta al mef.le e che in caso di mancata partccipa,done alle istruzioni i HoIUlmrdieri c1·.n10 soggetti a, peùe p ecnuhLrie cd twehe al earcere; che i11 qnal si vog.lia occorre11ztL H per il buon sc1·vitio del Principe>> i Bombardiel'i doveva,no irnmNliata,IUente comparire con le loro armi 11el luogo imlic<Lto. B, 11er qunuto riguarda i privilegi: che i BombaNlieri potevano cin:olare armati per tutto lo Stato E<:elrn,i.rntico_, go<Jere di tutti i pl"iviJegi conet!S8i ai soldat i tanto a piedi che H, eava-llo) e che i11 servizio veuiva ad essi COl'l'Ìsposto un sLipc1u]io; che i Homhardieri stessi godevm10 di Rpeciali e:,;euzioni p e1· imposte e mandati civili e w~nivano sottoposti alla gi11Rtizia, solo dopo assolte spec:iali formalitù in loro l'avoT'e . Per il disimpegllo del servizio di artiglieria) il Bombardi ere doveva ess<Te fornito elci seg1lcmti stnmwnLi: ùue butl:iJuor-lli , uno inastato e l'alt ro a mano per d ar fuoco alla mir,da; una niezza sp:ul a o eortdla largM, per propria difesa e per ta1sliare <-fo che eve11tn,li111P11if, fosse necessario nel di:sim1wguo del pr oprio serv izio; una stJu:idr:t ~pgnata con i punti Jll, t' dare l'allineamento :ii 1w;,;zi: <lu e com11:1~~i. uno 1lil'itto Ptl 11110 (•on le punte torl:1\ il JH'illto per rl::1re il vento ulla pall:i , il :secondo per prern'l<~re il 1li:1mctro di ogni <·n;,a t1>11d:1; una vagi 11:1, coi seguenti istrumen1.i : uno stile, pL,r n<le~care i pcr;zi ; una tanto la, p er Jll'enclPre il diametro delln t·:urna rlel pezzo al foeonP; una trivella ver trivellare i foconi pieni di tern1 o t m·ati; un colibre d1we PJ·ano ~pgnntì i di,1rneìri rlelle pal10 ~ino n 130 Jibbrt di ferro; un corno ver h1_ polvere; una lantern:1 deca; una bu,:sol :-1 pt~r· I ir:H·r~ rl i Hott e; 1111 aeciarino.

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8. Interessamento di Urbano Vili alle artiglierie bolognesi - Classificazione di bocche da fuoco - Incremento dato dai Pontefici - Istruzioni relative ali' Artiglieria.

Le a,1·Uglie1·ie cli B ologna, se 11011 e b1Je1·0 occ.a.sione di distiugnersi in grandi a,½i oni di gHena, non furono certo, p er qua,lità, cl:1 meno cl.i quelle degli altri Stati. I comp,tt1·ioti di Frnncesco l>e M:-11·chi, l'ìnsigne a,nhitetto rnilitare c he fu a.Hcl.J.e studioso di questioni artiglien:sch e, furono sempre orgogliosi dem~ propde bocche da fnoco, come afferma. Giova.uni G-ozzadini. Però se ne jnte1·ci:;s:1tono anc he i Papi, cl1e vedevano iu Bologna, un forte propugnacolo a.i confini dello Stat o, (~:,;peeialmcmte Urbano VIIl, della famiglia Da,1·beriui, s11 cceduto nel Hi2:{ a Gregorio XV. Il prnhlema ùelle aT'tiglicl'ie del emnunc di l :ologna deve aver formato l'oggetto dì partic.olat1 tr·aUative fin dall'inir,io <lcl suo pontificato . .Lo rivela, una lcUcra del 2 genuaio lG:.!G, inviata dal fr:.1tello Cal'lo B:H·berini, gencr·ak\ della Chiesa, a.l Ca,l'dina,k U ha ldinj , Legalo di Holog·na : « Si è ~Lllrctta,nto p a rlato, dice la lettc·,·n, e res tato in a.ppun tameu tu qoi a Roma col sig. amba sciatore di coclest~t ci tt:'l,, ch e si debb:1110 riget ta.re alcuni pezzi <..l 'ai·tiglieria., che costì si trovano inutili, ma, fin a<lesso non si Yede che yi sia nk un princ;irrio. Supplico per tauto V. S. Tll.ma a volei· adoperare la s ua autorità. con codesto R egg.to aflfochè questa r.isolur,ion c abbia il s no effetto ; essendo così mente di N. S. )). Alla lette1·a ve1111 e unito u 11 <u1eguzia to sopra il fomle1·e alc uni pc;,,½i colla matel'ia (li alcnni pochi vecchi n, specie di progetto mfl,ndato fm·se a r ichieRtn di Rologrm, c ompilato certo in lmsc a i. imggel'imenti del fonditore al servi zio della, R.da Camera, a Roma . .« Secondo l'uso mocforno, dice il progetto, non si fanno p ezzi da 30, ne auco da 40, ma solo da 20, Can nonzini da. 25, Cannoni da 50, Sagri da ·12 e Falconetti da G, e p ersua de (il fonditore) che di questi si fa,cesseL'O per costà. ... Dice che, per sna, fattura, facendo l'opera a sue spesc,vor l'à poco meno eh~ 20 senili per migliaro (per ogni mille libbre di metallo cla fondere) , e che -

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1(300 - 1700

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Fig- . 1:~" - Bomh:l)'(lkri llolog1w;,;i th~I ,;ecolo XVn.

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fae(-md'à, spesa de' l'aùroni uoH lo faria pe1· meno tli X t-:cu<li per migliaro >>. Sono dunque acce1111ate alc1me boc:che da fuoco, elrn traeva11 0 il nome dai loro caratteri baliRtid, dal ca1ibro e clall'irnpi<~go. Esse erano, a, Bologna (:ome negli altri Stati, di tre generi : iu un primo tempo la loro elassificazione variava dn, luogo a luogo eappunto pe1· qnesto 110u aveva nulla di as:c,;olnto; ma poi si era, per <:osì dhe, stahili,m1ta Recoudo il sistema adottato dovunque e già da, noi esposi o nel cr~pitolo precedente. JJa uu clocumeuto del 14 giugno rn2.s appare che il fomlitore di artiglie1·ie del comune di 1Jologrn1 aveva uno stipendio di 8 scudi mensili e J'a,hita,zione ù' uso gratuito. lnc;_tricat:o del la fu · sione di akm1i pe,,,:d, al 11wtallo di veedde lJoeche da Juoco il fonditore~ agginmie << un poto di stagno per 1·e11<lere il nwtallo più foì'-ihil!~ Jl. La 1_1ropm·,,,iom~ <lello Htngno col rame, nelb lega che dava il lwon;r,o, ern f'.alr:olata cmpiriu.1.111eH!e; tuttavia molto si avYir-i navn :t. q ll(~ Ila 11sah1, dalla h•enica mod(•1·m1. Dopo ln, fnr-1ionP- ('. ricavata l'aHinm e.o] trapano, i p1ir.zi erano FsottopoRti nl1a prova, eo11sisk11te in ti·e tiri, propor7,io1iaudo il peHo del.la C,H·ka a,l ye11<; re della, ho<:cn cla fuoco. « Alli pe;r,zi del primo genere, dic(~ il documento, :11 primo t.Ìl'o, si <~ mesRa tanta, polvP-r<~ huoll.t da, rnunitione qn:wto paUa, va·hi~r:rnin ù nnn c.olnln-ina da j() , al prinio j·fro '.!O lihr!~ di polYnP, a I se(·o11do tiro l ih1'(! 2:-i, et al t.e1·m lh. :m >>. Co11 .:Lltre parol e il peso della polvere impiegata p(~r il primo Liro era uguale nl peso della palla, di ferro; nel secondo Liro la polvere veniva. ,w mm1tata cli un quarto del peso della palla, e nel tr~rzo dell~L rnel,ì.. Con le a,1·tiglierie del se<:ondo e del terzo ge11ere le propor ;r,ìon i della polve1·e nei tre tiri di prova variav:wo da u11 lerzo, tre fprnrti e nn intero n, metà,, tre quarl.i e u11 intero, a, seconda, c he le artig·Jjerie lanciavano 1xdlc di fo1To o <li piPtra. Il doeumcnto contimrn : cc Sopra, 1a polver<~ si è messo il Cocconc di rìeno ben sen·ato e calca.to, dopo 1:1 p~Llla, et appresso 1m altro Coccone. Al J)(~zzo si è dato d'eleva,tionc due p1mti <-~ nwr,zo e s' è sotterrato in terra senza enssa., ccl nn tavolone dietro per impedirgli ogni rencnlata a11c01·chèl minima, )). Apposi li traguardi permettevano ìl p1mtament.o in dfrezione e in e]<~Va· zione della, hocc:n da fnor'.o, ma. con esattezza assai relativa, (] 11an -

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J 1600 -1700

tunque risalisse ad olLre un secolo il prezioso inseg1mmento di Niccolò Tartaglia. La resistenza delle IJocche da, fuoco a,l tiro lasciava, a,nco1..-1i a desider·are e gli scoppi delle stesse erano frequenti, con da11110 del personale. E' di quest'epoca un episodio del genere, consa,crato in una relazione esistente in archivio . Gli Assunti alle munizioni, sollecitatì dagli ordiui provenienti da, Homa, interessa1·ono il lliaguilico Reggimento a tenei· in esercizio quattro 'bomhn,rdieri ordi_nari e d1rn sopmnnmnerari. Venne concesso a tale scopo un pezzo di artiglieria, scelto fra gli altr·i da~ <lecano dei bombardieri A11to11io Cc11sori, <:011 trenta palle di ferro e centocinquanta libbr·e di polvere. Qutw<lo fn pronto per lo sparo, i curiosi, che s'erano affollati intorno, •furono invitati ad n,llontanarsi. i\fa la ho(:ca di~ fuoco, dic(~ la, relazione, << crr.pò e anw.zzò un contadino, et ferì in un bra,c<:io nn altro eh'era vicino J). rn sì che era staJa impiegat,~ a.ltre volte al t it-o. 11 governo pontifieio non d<'.Risteva, dnJI 'in 1:erH~sari;;i delle artiglierie bolognesi : nel luglio 1G2S Carlo llarberini si rivolse "LL Leg;a,to Caw1inale Spada, in nome~ di u l'bano VllI, con la se· guente letten~: (( l' T.a S.tì.l! Sua saprù volentieri quanta artiglieria. sia in Bologna, 1a qua.lità, e portata di ciascun pezzo . :!' Se li medesimi pr.zzì hanno le pn,lle proporzionate, et quante Jmlle vi sieno pm· ogui pezzo. 3° tìe vi Rollo le eucchiaie, li battipalle, et altri or-degni necessari. 4" Se le dette Artiglierie sono bene a, Cava,llo, :,;cnza che alcum1 co:,;a, ma.11ehi loro, e se costi sono tavoloni d'olmo in ordine, et a.ltl'i legna,mi per rincava.lIarlì di novo quando hisogna:,;se. 5° Desidera, inoltre sapere se vi polvel'e , rnicchio, et aJtre mrrni,..,ioni da guena, et in che qnantit,ì. F, qna.n to più presto V. S. Ul.nrn, potrà dare avviso del tntto tanto più verrà ad incoraggit1re il gusto, e la mente <li R. B.ne )). Gli Assunti a.Ile munizioni si affrettano a 1·imettere al Cardirmle Legato l'inventario delle artiglierie, munizioni cd a.lt1·i materiali di proprieti\ del comune di Bologna. Da esso si a,p prencle l 'esistenza cli 57 pezzi, non tutti in ottime condizioni, 24 cuc~hiaie, 24 cal'l'ini per trasportare artiglierie e 2060 palle. Come si vede, il rnuniziona.mento non è cospicuo e gli Assunti larnentaiio che «lf.l· scarsità degli Tstrmncnti él ell'Artiglieria

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_procede dal 1io11 luwersi potuto i-icuperare lJU elle ehe 111·i l.e111 pi a,di etT·o sono sta,ti prestati ai Miuistri di S. S.tà in l 1'enara )J. Ri:,qlOJ\d<~ solleeito il Pa1m allo stesso Cardinale Spada (il chirografo <~ dd 18 setteml>re 1G28) : (( Essendoci stato espo:-:;Lo esser neeessario di far alcuni lavori, et spese per servitio dell'artiglierie esisLeu li in detta Città ... et aneo provvedere diverne u111J1i Lio11i, lmul!iamo risoluto somminiistrare per La,l'efIelLo qualche aiuto, che perciò ... vi commettiamo, che delle liTe quatL1·ocenlo ciiH.1uantamila ... ne faeciate pone1·e lire ei11quanta rnila ·in un conto sepa1·ato pai-imèute a disposizione mia, et c·.h f\ considerando sopra, di dò l 'istauzc:L, e se vi sa:i-anno fatte da <:ollesto Ileginwnto, ò suoi Assonti, quelle poi faceiate paga1·e con nostri mamlati in quello che oceorrcr.'L ta nt o per provvedere l e m1111izioni sopra, ddtc, eornc per fare alcuni lavo1·i, et SJK'Se per scnilio dcll' Al"Liglier·ic esistenti come sopra, ecc. )). La so1uma. di einqu a nt.a, mila, lire fu impiegc:LLc:L tlal corn u11e di nolog·na. , . seconclo qnanfo risnlta dal resoconto di 1111:iklw Lernpo dopo, 11ella, misura seguente: costr·u:1.ione di (( otto m Pzi eanoni, e mezze Colubrine eon metano di ferri inntili , che pnò esser 111. 5G 1nila >J ; e acqui sto di nitro , zolfo, piombo, earrini , legname e (( due ca,pre per p one a Cavallo i Pe:t.:t.i, ccc. )). Nel 1G2H, ad opera dei cil.tadi11i bolo,gncsi, fn istituita u11a fomleria <.li canuoni, eol preciso seopo cli nrnnil'e cli hocche d a fuoco le lluu·r1, della città. ~cl 1G:33, pe1· vole1·c di rl"hnno VIII, sor se in Bologna ht fo1·tez,1,a r r1-haiw, <'ostrnit::i dnll'ing<'gnere militare Giulio Bu-

rano. Anchp nPl secolo XVU, eorne nel p1·eeedente, le nrtigliel'ie bolognesi ebbero orrnnnentnzioni più o me110 artistiche, sctollllo l'abilit,\ e l'estro del fonditm·e. Nr,]FinvN1tario <.1el 4 luglio 1G2fl, Jà dove Hi pal'ln dei pezzi. mun~ioni e carrini prestati l'anno i1rnanzi rlnl Comnrn~ di Bolog-na, a monsignor Ser·ristori, viee Le· gato cli lì'enara., è detto che tntte quelle a rtiglierie portavano l'arme dei vari Pontefici e che g;li a.ffnsti avevano ruote ferra Ie . Altre ne furono presla,le nel 1629, di guis::i che salirono a, venti· nove le bocche da fnoco di Bologna., impiegale per anmPntare l'armamento del forf·r, TJrhano, che risnltnva g-iù, formidabile con -

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rnoo -1,uu le sole nrtig'lierie papali, am111011Lallt:i a celltoventisette boèche da. fuoco d'oglli ge11ere e di diverso cnlilwo. Fn C(~rto sotto l'impressione della, marein vittoriosa, attraverso :(a H.oumgna delle t.rnppe di Rdoanlo Farnrse, duca di l'arma e Pia.cen7,a, dH~ il Ucgg"imento bolognese si ricordò delle f,me nrtigli<-! rie, tntiora a forte TT1·kt110 e ne chiese la restitn zi01w. Andw ,p1ci-ta volta <' Carlo Dni·herini che pnrla in nome

Fil-!:. :i :m - Tr:1ho1·c-o s11 pintt :ifornw. ill•ll a ti11p d l!I secolo XVII; modello in l 1r<>nz<>. (l >:1lk

r.1(·1·11l tc> 111:1l'~ili.llle

cousen·ate nel ì\Iuseo Civico di Do-

loguaJ.

c1d ln. C01·t<i rorn.111,1. Il l'a pa ae,·011sen te a n ~Hti tu ire ~Llcnni pr~zzi. <· ,;no fi-at(1llo, il l" o( lolwe Hi42, sr:rive al Legalo <'li Bologna,, Ctnli naJe Durnzzo : (( Si fanno tornare indietro li 1w7,zi, che il ~ig-. l'rddlo eo11d11,;1,e i-Peo nelln sua. parten7,a dn cosh\., e ()nesti ~i corn:edono per servizio di C'O('leF-tta Città, come vien dcsidera,to)). No11 I ,di i, 1lnnqnr, vengono rr1-:;titniti, ma soHa,nto o1Jo , èomc s1 rile vn ,la nna, r·omnnicazione di 'Taddeo n :wherini, figlio di Ca rlo. rlirPtta al Lr~gato e por tante la data 11 ottobre rlello stesso n,nno. Pm'altro le otto bot:.;e he da, fuoco dovevano essere cli nn ca.libro nwclio ,r JJm·e;IH· 11i11n:i di esse ,•crPcla la portafa di Ubre dicci di palla cli ferr·o l). ~~

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Bisogna. rir.:onl.a1·c dH~ la, dcuorni na:done iu lil>b1·c <li pa I la di fc1·1·0 si l'iferiscc alle a.1·tiglicric cli maggior calibro, q nali i camioni e le colubl'ine, le quaJi t1·aevano il JJ011lc da,l peso i1 1 libbre della pal la di ferro che laHtiava110. J. pezzi di minor cali bro, invece, pr-eudeva,n o il nome lla,lla pnlla di piombo, cou la qua,le eseguivano i tiri <li prova. 11 governo po11tifkio 11011 ristette, t nttnvia, e.topo ]n morlc: di l'alJa f:atlJeriui , clall' occupan,i , e f:Oll grande i llt(!I'CSSC, dell\~ artigliei-ie hologrn~si. Lo dice infatti mw, lcHera, da. Houm al Legato <.li Bolog11a, Canlina lc Fako11ieri (17 1mu·zo Hi4fi). << Desidern,ndo la. 8autil iL di l\ . S. d ' hnvn ·e u11a minut':oL e ùiligentti i111'01·111atioue delli Rip;.ri di cotesto Hegirn.l.o deputati sop1·a .F.1r111i., l'ie loro l1 abhi:1,no m1u1iti01rn <la, g 11e1·1·a ù hastauz.a , q1rn11 1.i Jl(~zzi , qua1dc pall<~, di t h c sortn... hò s ti111:1,f·o f;<\1·Yi:1.io cl,,lJa ~.t iì, 8.a 1·i:1pp1·cse11 tare a V. E. q11es ti :-::e nlini. t i : JH·i·t.lH~ sò, f'iH' E ll a re:-.,l erù, sel'vif-a Ili. farsene consegmt.re 1111n nota.... . . )). D ,lll' invcnb1·io <;1s1;g 11ito 111~1 11;'.)~1 i-i :1p pre11dc <'lw il lllt!ll! · zi011,1111e nl o dP ll(~ adi.g li(•1·i1• 11i,lln H epnhhlic-a 1Jolog-11es(• er a s b it·o por(Mo n :10700 tolpi , P consislc•rn, i11 pal.le di l'l'l't·o. di piombo, con <l:1.<lo e sc11 za ,:tallo, impiollll1ate, <li pil~lra. E poichè n l'od1~ TJrh:rno v·e 1·,1110 :;;r~mprl~ alc une ho<:chP da l'no<·o holog11 csi , ('c c· 1) 1-','li Assunti <li>lle 1nn11i,doni. i-ii.ornar-e a lla. tariea. i11 <:arita11do l ' amba i-;tialoi·c a Ho111a di 1·is0Jvcrc l'nnnosa q11ei::t:io11 e << drcu l'artiglieria g'iù, pres tata JH~r servi:do del forte lJrhano ». Pareva tuttavia cosa. 11011 fari.le ott<•11ern c ln restih1zione r. allora gli ~l:-;s tmti r·icorrollo a un a l'ii;:oln zionc l'llergiea. (<Abbiamo p erò risolnto di pmtard con pi<>lla Uornpagnia aI mccl.mo E 1n.111 0 Card. Leg-Hto, pc1· snppli cal'lo a rnirnclnr(\ a l meno info1·mazio1w costù dei 11e7,zi, che col,ì. s i 1·itnwano, e <lello s t,·1to <l<'' JlOi-tri )). Homa (.ien <lnro e le artig-li(~rìe non ycngono l'<~stitnin •. Nuovo te n tativo (fol Reg-gim cnto <li Eolog nn . T:nmbascfritore ho I0g11cse cons<•p;nerù 1111a nnovn ricl.tie:,;(a,. n ell'ndit>Hz,~ del l!) ~e 11 naio 1 (W4. BRRa diC(! : « n,~n.tissirno l'a(ll'e , fnro110 prci-:tnh (ln I Regg.to di Bologna 1iegli an11 i lli2,'3 e 2!) p er servi:do di>] fol'I<! Urba no pezzi di nrti_glierh L n. 29 cd nn bnon Htmlr•ro <li pnllP , et a ltri att1·e7,zi, f\Cl obbligo dc' MinislTi della, Ha nta RNlf, dr-Ila resi il 11:1..11e di essi~ come appar·i sce ne' rogiti illdusi , pj· 1' :-;:-:1·11 don P... l'<'RÌ sola1ne1 1lc -otto JW7.zi 11<:>lL1m10 lfì4:>. Tl RPgg .f o 1111·- - ';81 --

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desirno ricone hurnil.te a' piedi della S .tù, V. supplicamlola, giaeh(~ il forte Urbano è provveduto ahbondanliss.tc ((~ queslo Cl'a vero), ad ordinarne la resLitn,-,ione a quella, Città,, sfornita di simili inslrumenti m~e(~ss:ui per la difeRa, in qualunque occor rern,;a, et anche ' (oh sottile iro11i a, !) lH\r ani11HLl'C rnagg.te qnel p opolo (livotiss .mo e fedeliss. mo alla Santa Sede, r,cc. )J . Fi nalmente i pezzi. furono rrstitniti e eo n rogito 11ota,rile eonseg11ati al Colonnello Galea,7,zi Campagna, 1·::tpprr,1sentante ùel He~:girne11to; del Gonfaloniere e tl(•gli Af<km1ti. Pe1· neceRsi1ù di cose, ie notizie s ulle nl'I ig1ie1·ic bologrwsi i11 qnef.ito periodo sono cli mediocr e inle1·esse : tuttavia, auehe qn,~;-;;ta luC1ga eo11i.rov(~n;ia fra il CommH~ e il Cnrdinal L ega.to, <:irn• il Governo centr;;,lc pontificio, ha, J.a, :-:; ua ilnport:111z"L politica, i n qnnnto (limoslr:L come la eittù ci tenesse a i"Ì(~ut1·are ì11 posseRso clP.llr~ proprie bocr:he da, fuoco, le qnnìi potevano contrihnire tL c:onse1·vade almeno mia pn.:n:<inza di nuto11omiu.. Qualche :informazion e 11011 trascu1·ahiie si frova ncll'ope1·n, Il lwmlw:rdiere 1uninnnstn1Jn di <;irolamo L ucenti : questn, breve rnecolta ,1i eogui,-,ion i nel uso degli artiglieri deH 'a11no J(;(;!) mette iu i-Hicvo le gittattL delle bocchP dn, fuoco d'a.l lorn e 1,L sj1eci 1~ dei tfri. Le clista,nze massime cli tiro nelle a1·tiglieric più pict:ole gi nngono si.no a 1300 passi (l' aut.ore avve1·te che si. traHa di pasR:i di ci11que piedi ognuno e il piede corrispomle a, rnelri o. :3S circa; come si vedrà,, le distanze rn:1Rsi1rn~ ~eml.H·ano :1l,p1alllo elcva,te 11Pr quei tempi; t~ più probabile che si trntti dd passo detto ·1 wtnralc, deJb lungl1ew:;n di ci.n.:a 70 cm.) . .Xe1l e ho(:<:lw dn, fuo(:O del primo genere, delle qua,li fa<:ev:.,no pa,l'te le t'.ol 11 l;ti ne da 20 a, 120 libbre di palla, di fefro, le gittate ma:c;sime erano comprcRc fra i 2GOO e ·12GO passi: in quelle clel Recondo genere, cannoni da 16 a, 120 libbre, dai J800 ai :moo passi: Jp urliglierfr~ dr.I terzo genere, come è stato aetto, avr,vano gitJate più li.mi tate, la,nciando esse p alle di pietra, spesso infuocate, palle da moscllctto, sca,glie di ferro, catene, ccc. Nei rigual'di dei tiri il Lucenti si esprime così: (( ll tiro rU le1iatinne si fa Ropr:-1, il piano dell'orizzonte per fino alli sci punti di squadra. Il tiro di ficco è quando il pc,-,,-,o è sotto l'ori,-,7,onte. Il tiro che si fa a 9iofo per 9-ioia qrn-mdo si tragual'da dalla,

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corllice della <.;ulatt~1 alla <.;ornice di bo<.;ca, di dove si piglia. la mira al luogo dove si vuol ferire, che si dice tirar per il r:um de metalli, scn½a puuto. ll Uro cU pnnto ù1, l,ùw.co, q uanclo il pezzo debba esser loulu.no dalla, min1 tolta, ovvero bersaglio , tanto qu:wLo fa fa re il viaggio alla palla, per linea retta.:. ogni vo.Lta che 11011 d:ì sotto, ò s opra, all' orizzonte, ecc. )). In sostanza n oi troviamo qui <.;Onfcrrna.te le nozioni e le n orme gi:ì, in vogu 1H:l se(:olo X VI; a ta,l e proposìto, non sa,rà, inopport uuo l'a,n1mentare quanto al.Jùialllo detto 1rnll'ultimo pa,r agt aJo del capitoio 111·e1:1~de11(e. Nel l(i74 il mnnizio nam cnto delle arLiglicl'Ìe bologuesi è a umenta Lo a n cora, <~d and1c le bocche da fuoco sono portate a,l numero cl i ottantasette. Si. può a.ffem1are che .Bologna possiede 01· 111ai l 'ai:m,Hnento sniik.ien ie p er pot ersi difendere contro gli 1\R(~n:ìti s( ra,1li eri , se1Jbc11c il padre cel'tosino don Ludo Pa,c elli, ueJ s uo p 1·ogetto ili (li resa. d(~lJa ciLlà, stimi necessarie allo scopo .:d n1eno <.:ent o bocche da, frnwo. Del 20 luglio 1G77 è nn breve !I·attato regolamentare, eostiLucntc le diréttive cl i adclestra1nento dei homhardieri bologn esi. E ' suddiviso in alcuni. capitoli, (( da osse1·va1'si da.Ili Homhawlieri, sopranmncra1·i et nltri d,~scritti d'online degli 111.rni SR.ri A ssonti di ~funitimrn col consenso . e per partecipazione clell'Em.mo Sig. Cardiùale Legato, e del1 'Il1.rno Regg.to ..... )). I ca pitoli clanno preRcrizioni minuziose per l'ordimunent.o della, scuohL della (( Teorictt )l e della << P1·atica, )), da svolgersi, la secon da, fuol'i. p orta S. 1vfarnolo, al ponte dell'Aposa. I capitoli insistono sul coulcgno e snlla. dis;ciplina dei hornba,1·clieri e stabiliscono punizioni . dH~ conHiHtono nel far celchrai·e mm, mess a all'altare di. Ranta Barbara, 1mtrorm dell' arma, o n ell ' offrìre un cero alln, s tessa Santa. Aucbc qui, come in tutti µ;li altri Slat.i italiani , !:;i stabiliseono severe punizioni contro i bomba rdieri hlasfernatori: cc Che niun Boruba.nliero Ol'(lin.rio e sopra,num.rio, dice uno d ei ta.pit.oli , ar-òiRca di beslcrruniare il nome di Uio, ò dei sn oi. Sa.nti sotto pena. di far celebrare una Messa come sopra, et altre pene ad a r bitrio, ccc. )). Seguono le disposizioni relative a,i tiri : cr An i.vati però che sa.ranno li sopranumerarij predetti a l ln og-o ove si deve far il Tiro si levermmo il feraiolo, e le spade lnng-hc! R(~ -

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le havera.11110 1ali, e eiò per potersi meglio esscreitarc a,ttorno al1' Artiglieria .. \ Che ninno soprau.rio benehè tocehi ù lni di fare il Tiro, anlhwn. <1ar fnoco al l'e,,,zo senr.n lkeHr.:-1. del suo Capo ... Che ninn sopnu1.rio ù altro, ecc:ctto il Capo ò Jlccano possn , mentre un sopr:rn.rio stia earica11do, ù apprrnhmdo un pezzo, aecoslarscli, ò n,·vertido di q,n nlclw cosa i,;olto pena di mm libra di polvc!re pPr sc1·vitio <:onw :-:opra >>.

Fig, JJO - Col11hl'i11:1 lid

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~c·c-olo XVII: 111111ld lo i n bro11:,;11. (I):1llc raccol te

maxs il i;t11l' co11Re n·:1te 111'1 :\{usl:o CiYico di Dologu:1 ),

(!ua11do il pc\,1z;o <': p1111ta!o 11ess11110 potrù più mnov<~rlo, (< ~otto pena, soggim1ge il n~golamento, <li dare due 'l'il'i (1t•l suo p roprio di Pol,·ere, e l';i I le >> - L<> p11ni,1i.011i (oc.cavano nel vivo il colpevole~ ed ei-auo impronh1t·e ad mia fonna di grn11de praiicilù e , aggiungeremo, assai n1ili 1wr ]:1 r.:om11ni!ù. Vi erano cm·ioRe 1u·ei,;crir.ioui, basate :-:nl Rentin1e11(0 l'eligfoso, per caricare il lH~zzo e Car p,wtire il colpo. (( Che nel ponersi la l'alla nel Per.w --- eontinnnno i enpiJoli rcgola.mentnri tnnto il l'.om.ro onl.o 1111:lllto li ~:oprau.rij hnbbino w·1· ·buorm J)evotione il segnare (·011 la dPlta Pa Ua lei bocea clel Pezzo, et invocare il nom<' cli R. Bal'baru. e nel (lar fuoco invoc:hiuo il -

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J•:S El:CI'.l'AZlOi\ l DI 'L'll:0 r:; J.•trnM I

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nome cli Oie~nì, e di Maria, e la suc1.ta Sa,11ta loro Prold.(·e >>. Infine si ccn~a.va. di lusingare l'amm· proprio dei bombardieri, e anche di Atimola,r nc l' interesse, facendo ba lenare il miraggio del ptemio <( ( ! ehi farà più bel tiro nel 'l'a,vola,-,zo, ò U.ot~lla gnadagncd, nn premio da ponerseli da.l Sig.r S crg.te Magg.re di Hatt.a, e se ,\ ] ui così piacerà, portai11dosi à. cas}L smL il Tavolazzo, ò Rotella anche r.on pompa , e fasto, se à, lui così pa.l'er:'\,, o bbliganilo tutti li llorn.ri onl.ri e sopra11.1·ij ù 11011 nbsentnrsi da tal funtione, ccc. >>. Come si vede, <pwst0 di spoki :do11i :;ono analoghe ;1 fJHelle lìssa tc~ per i homharclieri e~tm1si ,~. s11 pe1· giù. l'lomigli:rnti n, qnclle in vig·or-e negli n.ltd Stati italiani.

9.

Artiglierie me dicee - Le artiglierie d'assedio predominano su quelle campali - La guerra del 1643 - Periodo di studi .e di trasformazioni - li cannone doppio di S. Paolo - Gli ordinamenti - Inventari Molte bocche da fuoco e pochi uomini - Le artiglierie lucchesi.

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Hig;uawlo a.Ue a,1·tiglicrie me<licec, il genera.l e Gìorgetti, uell 'open1 gi.ù, citah1., scl'ive : « I cannoni, tuttora di svai.·iatissimi c.aliln-i, qnalità e nomi, er:mo sempr e, nei h-asferirnl-'nti, tolti d a a ffos ti e collocati sopra, carri a qmt,ttro ruote. Il ca,rk~'l.mento n<~ e1',L len Lisic,;imo, essencloehè la polvere vcuivn, presa <la hal'ili, c.011 pa letta, vRrs,1,ta i11 sacch,~tto, inLrodoU.L ncll ' mrirna. Tu r1a n;1,i .il sacchet to e rn poscia messa, la palln. l)er servi re bocca da fnot·o l a,ntian te proiettile di quindici libbre, occoneva110 dodici nomi11i. P<!l' ti·ai.nnr-e m·lìglfc1·ie c1·;.1,110 adoperati cavn lli di contadini, tolti pe1· fa gncrr a,. « BebheHe fossero sta t i gr:idafa,me~1 te a,lqua11to allf•gger iti cannoni e vr.th1re. e fos:-:c qnindi possibile n nmentare il num ero delle urtìg-lieric condotte c on le trnppe iu eampagna, pm· t nt.tn \'ia que:-:ito 11 umcro e1·,.1, n:-:sai pic-.colo; e sove11t<>. come venne pratiealo n.neor a p<~r due srcoli , in molte speclh;ioni scconcfari f'. i 11 pa esi i 11egua-li, di <'tHl1loni veniva fatto di meno . Il corpo cl (•i f)()

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bomhardiel'i ei-a, per c o11seguenza, in geJJcr,Lle, di forza asi,;a i Umitatfi,; ma in 'l'oscaua dovette ci-fier e, r e1a,tivamentc, assai numeroso, per conside1·evole quantità, di fo1·te:i.ze e forti terrestri e marittimi c he vi esistevano >>. Le notizie fornilc dal Gior·g;etti , rela,ijve a. data non p1·ecisatn, del principio <fol secolo XV 11, ton cordano, p er qua nto ri gna rda le a l'ti glic1·ie dell e fol'tl~zze, con una r elazione compilata in quell'cpoctL dal (]onte Galear,:;,;o U 1wldo Priorato, dn,Ua quale pur·,~ risnlta, che il (fra,nduca, dispo1wva di numerose artiglierie. Difatti vi si legge: tl Nella For te:m .L di basso è l' arsem1,l e cou quantità, di artiglierie di og11i g<~11 c1·e e due pez:d di maravigliosa

gr a ndez;,.a >>. Tn una, « Helation e della signoria di Lucca, suoi domini e govP.I·ni >>, compilata, pure cl..L (imLJdo I'l'iora-to ed in serita, nel medei-iimo volmnc, Ri trova d1e : « la città, ,~ provvista non Rolo di armi benissimo c nstod i t·ci i11 nna, bella nrIUcl'ia, per a rma.re almeno 80.000 pcrsoJJc, di q11,111lità. ui Arligliedn grossa, l~ munita di Lutti Ji altd st.rorn<•11ii mi lita ri. .... » 1 ~ più oltl'f\: (< • .• •. sono g li cclifici per· fabbric:ai·e le polveri , che ric~a:ono molto buone, e non vi mancan o ba,l l e da ca,nnonc, e da, moschetto a, proporzione dc1J 'ar-tiglieria, d1e i11 q11:mtità 8i Ll'ova nei r·ipa.ri , P <li moRc:helti e alt1·e bocc:he da fuo1 ·.o, nè ma,ncano i 1nateria)i per comporre ogni sorta di J'nochi d ' a.l'l.i fì cio , bombe, grana.tLc. <~ simili in abbonda nza >>. Da c:oncordi a,ffermar,iolli cli var·ie fonti poRsiamo dedurre che in (J neRt'ep oca., h1 Tosc:a11a,, vi c1·a JH'l!dorninio, sia per il nnmero Ria per J' irnporta.nza cli c loro si alt1·ihuiva, <.li a r t iglierie da assedio Rn quelle campa li. Prim a, cli ri c:e1·eat·c attraverso ai dot nnrnnti qua,lj e qim nt·e fosR<•1·0 ,pws{ e a rtig·liei·ie, sarà, per· noi interessante ved ere rapidamente q11aln impiego n e abbia1w fatto i 'l'osca,ni n ella sola gnerra miti La,ì·rn e11te di q1rnlche importa nza a.1la. qnale essi sia.no i11tervem1t-i ne] sec olo XVTI, cioP- qndla <lei. Hì4:{ contro l'esercito pon tifi1:io: a ppun to da un tale\ esame avremo la confc1'1Mt della. ~npcriorità. dell'a.1·titilicria da asRedio. Natm•a,lm cnt.e non sa,rà, qni il caso di narra r e la ~toria del}'jntera ca.mpa.gna ripetendo f] lla,nto si trova br·<wcm ,~utc in vari libl'i di storia tosca.11a e pi lÌ pcl' esteso n eJla (< Historfa, di Pietro Giova nni Capriata,, u clla qua,l e si c:ontcngono tutti i mo vimenti d'nrrnc !'-:n<.'. ceclnti in lt n,lin. dal 161S a l rnr;o >> o, m eg-lio -

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a11cora, nella 11uH1os<:ritta « Ikla:done dell'eseguito <leJ.Jc :J 1·111 i Tosc3Jlf\ sol.to il Uomamlo dell ' illustre Signor Priucipc !Via Il ia~, e Rig;uo1· .Maestro di Campo Generale del norro )) : da q ucste ùue opere al,biamo attinte csclnsivamente le notizie che posso110 avere, per 1wi, qualche interesse. l'rima di accennare alle va1·i e azioni 11elle quali le artigliel'ie fm·ono impegnate, occorre far notare che esistono divergeuzc dì opinioni sulle qrnrntiti1 delle medesime: così. per esempio 1rnll,.L rivista vassata all'escrdto a M:011tcpulciauo, prima, dell'inizi o delle ostiliti1, iutc1.·v·tmncro, :secondo il Ùalluzzi , 50 pezzi mentre, seco ndo il Uaprhlt.a, vi parteeip1n·o110 solo « 18 ben corredati pezzi)). Rkordiamo ora i principali fatti d'armc e assedi ai quali l artiglieria pi-csc parte iulln~ndo s ull'esito dell'azione, sia con la snn, materiale ,~fli.cacia, sia col :suo effetto morale. ~-l Cill.ù, 11,~11.i. l'icve il u e mi1.:,o, :;ppena appreRe che l 'artigliel'ia, sarehhe stata i11q>iegal.a pci- p1·eparal'e l'assaUo, si affrettò ad a.neudcrsi : difatti dodid pc:,;:,;i, 12 pczzotti seeondo la relazione, collocati sulJc colline dei m01rn ste1·i aegli Zoccolanti e dei Cappn(:cini, non ,~hh,~ro a tirai·<~ clic pochi colpi per n1ggiuugere lo seopo. A CastigJion del Lago invece l'a.i·tiglier·ia in t<'\rvenne real1iw11tc e H s nc<:esso non fn dovnto a.l solo effetto morale. Dopo una prima prepa.1·azi01rn falla sotto il tiro nemico , le artiglierie fm·ono fai.te n,va,nzare : esse N·a110 costituite da dodici quarti, sei me;,;:,;j ca,nnoui e sei mo1·tai e l'nrono messe in dne dive1·se bat te1·ie. Secondo il Capriata, le truppe pontificie si spaventaro110 :1ppP11a udir0110 il ci.urno ne e si a,1·rP-sno Rnbit o . Ser,ondo la Rela zione invece , Je art.igli,•1·i,~ ha,t.tt~rono furiosamente Cast.i.gli_o,w c-011 « spai-o unito >>; ma,, visto che questo tiro a ve va solo rotto la porla e fatti ak u11i bncbi, il p1·incipe Mattias ordinò alJa batlci-in lli f.io1-;pe11dcrc qnel fuoco furioso e vano e di approfittare inv<>.r<~dt~lla notte per avanzarsi, iu modo ila poLer ottenere l'indorna,11i l'iirnlta,ti più eonereti: m a intanto hL città mise fuori l a ta.11di<ml, biane~'l. Hecoudo n Capriata, le batterie a,prirono il l'no<:o a 300 pa sHi dalle mnra, men tre il Ga,lln:,;zi dice ch e esse t•1'a110 a 700 passi . In vari punti della na.rrazion<>., per quanto eorn°ern e l'asi;;c<lio, si risr,outrm10, f1·a i due cronii;;ti. disparità. -

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di i11forllu1zioui e di a pprezzamento : i1 G ioi-getti, poi, a s11a, voHa, prende un po' da,ll'mw e uu po' dalFaHro; noi riteniamo che la versione più esatta dehba, esser e q ueJla della citata Relazione. A I'afisignano, il l" a,gosto, bai'ltò l 'dJ"clLo morale di quatti-o colpi spara.ti da quattro piccoli pezzi per· determinare la r esa; 1,on così iuvece si svolsero gli eveuti a Monte Oolognolo cln·e, come dice la Ueiazione, « iJ nhnieo c.Lic:hiarù non volei-si ancndere, allora, S. A.. comill(:iò a far salire l 'artiglieria, henchè fosse la si-rad:-1 disas t1·osa 1 e tt,1YagJini- le Batt,~i-ie, ma S(\ li tee.e di.re che avvertii,;sero èl non tfrar moschd!ate fino a c he non souassimo il tamburo, e fui-0110 tanto meuch.ioni che ci lasciarono fare le ha.tterie a poco più di un tir-o di pistola e non ci tinwouo mai; la matti11a <lcl quatti·o qnarnfo Je halte1·ie erano in ordin e S. A. ci m ..u1clò }I, f::n·e nn'a.ltra c hiamata, e dire che 11011 aspettassc11·0 il Ca11no11e pcr<:hè dalle mcdei:;imc a.rlig licr-ic~ 110n gli si sarebbe dato quartie1·e ». N1'l~i non c1:deUer o e aì101·a. S. A. fece suona.,·:· i I. t:1mbnro e dar fnor-o ai pezzi, i (Inali cominciarono su bilo a rompcr·e le muraglie e dopo poco il nf'mico si arrese. L'attacco di 1\-fa,ngiovino, che coudu sse ad una importnntisi,j ma, vitt oria delle anni. toscn,ne, fn p,·eparato efficacemente dalle a1·tigli,~1·ic, costitnilc! dn qnattro camlt)ni, eh,~ cr·m10 <:on l 'avanguanlhL, e da dodici qnarti e sci pcu;etti che si trovavano col g1·osso. A que~te vittorie altre ne, segnii-0110 che por larono a ll'oc·.<·.upazio11r di importa.n ti loenlit.ì, le qua li si arresero dopo hrev,~ 1·csis lcnza , 1w1· rnodo d1e le hocche da fuoco 11011 ebber o agio di p rocforre s~ non effl"t( i mol'ali: i;;olo a Monti~lera i 'l'oscani trovn rono resistenza. e proReg nit-0110 « dne g-iorni <1'a~~edio scmpl'e a !irtH· canno11i.1,te e mo:-;c.h<>tta1·e >). TI gcne1·n.le R or-ri (o llPl Hono) il quale , come <licc· il C.1pl'in.ta, « 11el 1MJ,ncggio dell e n1·ti gJic1'ie el'a m ae:-;tro c~pertii-.i;;imo )), hnpiegcì (JllC'Rt 'arma, assai e f'f"i<:aeemente nell'a sRedio di . Pcr·ugia, dovP, da posizion e domin:mtc, il nemico << cominciò n. intonarfl conh'eRso una batteria di veusc tte nrt.iglieric )) obhli g-r1ndolo coi;;ì a ritfrarsj in posizione coperta, dalFa,rtigli<>ria. Il s11~seg-11en!e atbH·co d.Pi To~e :rni a l\fonte C'orno 11011 r ie-

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i;TL.DI SULL' AR1'1CLIElil.-\ lN 'J'OSC,\è\A

sd, ma l 'aziulle dell 'artig-Iieria - :!li pezzi --- valse a p1·utegge 1·e Li ritirata. Alle· azioni campali che si svolsero nel settembre e ottobre, prima e dopo l'atttLcco di Perng;ia, l'artig-Iieria 11011 potè pr(mJere parti~ pen:hè le pioggie avevano rese impraticabili le strade. Questa del 1G4:~ è la sola guerra terrestre, sostenuta dal tiranducato, che abbia dato luogo ad azioui d'artiglieria di una certa importanza: dal modo in cui essa si svolse possimno dedune che le bocche da fuoco dovevano avere una notevole poknza, co11seguita di recente, perchè più di una, volta il loro appnrfre basLò a produrre nel m:mico un'impressione assai superfore a ·quell.:L ehe avr(~hhe dete1·minato, se il nemico stesso fosse :-.tato familiarizzato eon quel genere di artiglie1·ie. Siamo evidenkmente in nn periodo nel quale la tende1rna è di armarsi di artiglierie di calibro relativamente grande, anche a da11no ddla mar,eggevolez,m, ta11to che esse risultano ellica,ci ll<~gli assedi ma, poco atte alla g1H~na in ape1·tn carnpagIJa dov(,. bastano tre gio1·ni di pioggia, comr. dice hL Relazione, ad impedirne il traino.

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Che il i•-W1:olo xvn ntpp1·eS(!JJti 1111 JH~l']O(lo di studio e di tra:-:formaz;io11i 11elle artiglierie tosca,ue ci è confarrnato andH~ dal fatto che le val'ic innovazioni erano seg!1ite eo11 interess:e. ~on p:nlererno dei giù ben noti studi di Galileo (}alilci, perehè le circostanze vollero ehe l'influenza loro sulle questioni 1wa,t icllc di tiri d'artig·lie1·ia no11 si fa,cessero s:entirc che assai più tarcli : 11011 possiamo però non accennare al fatto, di somma. importanza, per g·li stndi balistici. che Galileo scoprì quale era, la linea pcl'corsa, dal proietto, cioè che la trafottoria è una parabola e non nn complesso di clne 1·eUc 1·accordate dn ima cm·va, come si ern, fino nll01·a erednto. Uicordermno ora scritti assai meno famosi 1nn più significa,Uvi, per dare un'idea, de.Ll'epoca della quale ei stiamo occnpall<lo. Nelle ca,rte meclk,cc consernLte all 'Al'drivio (li Rtaito di Ffrcnze si trovano numerosi studi, progetti. offerte di espedenze, che denotano l'importanza attribuita u questi arg-ornenti. Citeremo, ad esempio, le lettere di P:rn]o Fr:rnreschi di Bruxelles al Cavalier Guidi, Reg·l'eta:rio di guen·a dPl nr:tndnca, contern~nti proposte di nuovo materiale d',1-1·1.j g-l,ir-l'ia, e 1nodo di nsa,rlo, dove :-.i parla di« macchinari et invPn-

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tio11i militari di. molti. 111aggio1·i scrvitii et cJfotti di tp1elli e lle s i sono us:1ti e si usauo )). l 110ltre i] Franee!òc:hi offre, fra, l e allre cose, un m er.;,;o canno11 e del quale vanta, la celerità di tirc e Ja fa · cilitiL cli tra~porto. Tn un a.Jfro fasci.eolo della medesima fil,r,a, s i t r ova. mia « Helatione di alc1rne ii rve11tio11i cli ma<:chiue et istrument i militari dipell(Je1iti dn.l b w ico et mes1icrc d e ll e Ar tig-licrie con offerta. di farn e l 'esperien;,;a a 1·isico d spese cl<~ll'inve ntorc >>- N<~I .medesimo fasci<:olo t1·ovi:nno 1.lelle pt·opoRte cli ,Ll'tiglierie provenieuli dal la. 11'in,u <.f ra e uu « Ristr,~H o <lf'Jk p1·opm,d.e clic vm1gono cli Ji'iamlra,, con le 1-isposle, in rnal"<•ria <li a,r tigJicrie e cli maediine m i.l itn,ri )). ~i ptopongono i 11 gen eral e itnmcnti di potenza e d i ceforità, <li tiro, forse ei-agerati , come ri:-mlta dallo . se<~tli d~u 10 delle 1·isposte. l'<~1· esempio, a]l'ofic1·t:1, ili u n cannone che a, va d e altre cara ttc,·iHl·ich e 1111i f-l'<-' q11e ll;1 di « tirar in unn 11or·n et m0zzo qnan lo nw1 ai·tig- lie1·ia in 18 o 20 horc <·osi sen7,'alt1'fl l:l !,!· gi1rnt.n cl 11~ d i due uonti11i <li rnnt:q.'.).!;iO >>, si rispondi~ che« dipm1dcll('lo il 11011 si potei· til'ar s1wHsu da"llo i111'or·arsi l 'in stronwn( o, non si v<-'de C"ome si poss,t 1evare al calore ln sua qnaJH:ì, >). Questn propos t a e ]a. rt~la(.i vfl r isposta rinssnrnono i u 1.ratt.e1·i dì tutte q nan le fo altl'1\ va lP a ,l_ÌI'c esag-el'n zioni <la 1111 lato <\ s!id nei a daÙ'altro; la sl1•NsH esisten;,,n delle p r opost <'. e risposte vnle a d ..n·d nn ' i<l<•a. del pun(·o· a l qnale f'ra no p;i.u 11t.ì in 'ro:-;r-ana gli sl.llfli

J'eln.tivi nll'al'tig-lieria . T>i spe<·inle int<• 1·eRs1~ sotlo t'pH-•i.;to pnnlo <lì viRta son o n.l cn11 i m11inosc1·i-tt"i , l'ra, cui l' r, I11dice rli 1111 li.bro i;lw doveva t ratt.irc del rnoilo di fo 1·e l n. poh1e1·e <1 ' .1di.gJie1·in ed all 1·r~ rn ater ie mi lil:1 1·i )) : i pal'l il;olm ·i ~d quali discr~n<lc c:ues( ' irnlic<-' di nn Jib1·0; clH· 11011 si s:1 s<· r.:in stato poi sr.ritto. so 110 t;tli cl.i, cli mostran: clH· ~i 11 <fa allora ci !'4i preo1.:,ct1pa va di 1wol>lemi cli e seguitano a,n r•o 1·;i, :i fo1·m:we ogg·etto di studi o, <;orn e i fnmi << fl,nel ennli >>, i l pnnl n rn e1d·o col f11Utd1·anle. i fooc:hi pe1' v ecl<'l' di notte il n crnfr·n eh<~ si a,vvi<.:-i11 :1, <~cc ... . . Citeremo ancora un« '.rrnttaio sopra l ' ar·t i.g-l ic1·ie. d ell1~ lol'o mi f-ure, costumi et modo di ben conservnrlc f.t nsnrl e )>. 11110 f.: 11.lJe « i'vfim izi0ni che d e ve havn i' a.r tiglierhL >>, ed infin e propmdc fatte cl a !!11 1< Lorlovif",o Mnestl'O di J,P.p;name. p;iù, bomhal'dier c cli V. A. R >> e da 1m Lod ovico .l<'i;r,za-moli, il <Jlrnfo pl'Oponc drn~ pezzi. di YPt'Si. molto celeri e· sicuri m~l tiro. -

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P.\ltTlCOLAHI SUL LB BOC CHE U.\ L•'!ì OCCJ ' l'OSl'.\ :-. 1,;

Ben poco ci tni,nmntla.no i doc umenti deLI 'epoca cir<·:t i pnrticolad delle bocche da fuoco allora csislenti. f: noto che tnol Le artigli erie del Seicento furono più taedi vendute e dispen,t ·, quindi in g1·an parte ùistruUe o a lmeno modificate, sicehè difticihneu te se ìH~ tr ova.no inta,ttc nelic a tLuali ~olie:àoJ1 i d'armi . P erò, fLl Mnseo N al.ionaJe di Firenze esislono tuttora due pm:,,,i d 'm·t.iglicria del XVll secolo, opera del celebre fo11ditore Cosimo Cenni : uno <li essi, detto ca1111011c ùoppio di Sa.11 Paolo, è in bronzo ricca men te orna,to, po L·ta lo stemma mediceo , il uome dell'autore, il numero dl costru7,io11c, la da.ta llG38) e n peso in libbre (~7500) : H s no calilJro i\ di circa, 2i:°> centimetri, la tcsra del sa.Hto è ra,pp1·esen ta ta, a t utto d lievo s ulla, cu latt11. Si vuole che sia st11,to cost1·uito p,~r commi ssione del Onmclnca Ferdi n a ndo 11 p(~r Ja, fo1't.ezza di Livorno, di lì p assasse poi a Tunisi, .. 11c·1 18G3 il H1iy n e facesse ilono n VHtodo l~mauuele IL Con q 11,•stn versione con t1·ai:;te1·ebhe o na comimìc:ar.ione fat Ia alh Uo lomlnni.a il 13 April e J741 dn Gi ovanni da. Verrazr.auo , nella. qual<~ com11nicazionc i-;i l cµ;g·e c he « il C<1,1rnmw del.lo Ran P aolo, eRislente 11el ùaste llo d i K Oiov:u wi lh.1t t isla, volgar mPn !e detto lì'ortezr.a, da Basso, fn spar;1to nei giorni 5-G-7 del corr·enie m ese 11ell e salve fa,l.!( per solm111faza1·e lu gioia clov nta per la, n aseitn, del figlio del Gl'a,ncl ,,ca, (li 'l'o:;;ca11a n alo il di 12 Marw )). Vi tale pc1,:r.o La mcdei,,i in:t <:omnuicazione <là le scgueHti mhmre : << (~nesto ,'annon e tiene la, pa,lln, di :-,oldi otto e denari due di Hrar,cia fiorentine e La, canna è Dia.metri 15, ù i n tu tto lu ngo, compresa, la testa di S. Pa,o lo, bra,ccin, 7 1/2. J,a, palla pesa libbre mo, la cariea ò di lilJbre llfi di p ol vere)). Un s un to !le lla con11111 i <:nr.io11e si t1' o va nel volume rna11 0 Rc ritto compilato cl a nn a.Hro af:<:a(lemico, Jl 'l'a1·pato (i\n d 1·ea (fa Verr:i zznno) : da lui apprendiamo elle l o s paro d i questa, bocca d a, fuor.o s paventò molti cittadini , i q un,li però si t r anq uillizz1·k r·ono ed jmpara1·0.no a ril"onosccre· il 1·om1Jo d el r-annone di S . Paolo. Ad ogni moù(), che il earrnon(~ sia, s tato a Livoruo o a Fi ren ze, C'sso 1·imane i<em pre il piì'l helJo e i,;ig11ifì cntivo esempJa.r<~ di ar6g'lforia t oscarm del XVII secolo. L 'alt1·0 è nn ca,n n o11 e , detto fakone, pnre di bron zo ]av01·a,to, porta. la, croce di Sa nto SJ-efano, lo stemma. me<lir-eo. mia. i scri 0

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1600 - 1700

zione ,Ll Granduca, Co:::;irno cou la, data del l(j~() e il nome del fonditore Cosimo Cenni ; s ulla cu latta (~ riprodoUo il pianeta Giove circondato clai quattro satelliti scoperti tfa Galileo e chiamati da lui M edicea Sùlera. Come vedremo più avanti, le stesse carattedstiche si t:rovano in un sagro gettato da Giovanni Alberghetti €' conservato al :Museo Nazionale di Torino.

Fig. Hl - Cannone toscano doppio, eletto (li S. Paolo, opern di Cosimo Ocn-

ni. (Museo Nav.ionalc).

IJn teno canuo11c dell 'evoctL, rotto agli orecchioni e alla volata., trova::,..i. ~el Mmieo dell' Opr~1·n, di Saula Oroc(~ in Firenze: si crede sia sta.Lo ass,~gna-~ ~· unesh~ chiesa pcYch è es:sa si valesse àel br-onw p er far porte o campai~~- Ha un calibro <li drca o!to rentimetl'i, p01ta l a data di fabhricazio1,c, 165!), il nome del cm,trutuirc, Giovanni rti:dì'fa. ,__:.en11i, il nom e del Gi-·;1..-:~uc.1, Fcrdina ndo TI , lo stemma e la croce di R Stefano, il numt:.'.'~ '.!i -~9strnzlone. 277, e il peso in lihhre, B210. St~ iJ ma teriale tosc.ano d'artiglieria. del XVII secolo è -:os~ scarsamente ra))J)l'esentato oggi a, Ffrern~e, in compcnsc ne ab-

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l:lùC<;Im DA FTJOCO Dl l•'AUl::fllC,IZI0:-iE TOSC,\:,;A

hinrno una intere~~ante racc,,Ha a l Museo Nazionale ,li 'l'orino, dove si conservano bcil dodici bocche dà fuoco gittate sotto Cosimo ,~ l'iei gittale sotto Gian Ma1·i n,. U n sa,gro di lihhr<~ tioee ntine S/142i33V, con diametro di. palla mm. 91, J :i, ·1ungo eompJessivamente mm. 2SOO, composto di lre

~'iµ;. 142 • Doccu (la fuoeo lo8cann , cli H. l_'.<~nnl.

tronchi di co110 fcwmanti due 1·il1fol'zi e Ja volata, raccordati h a loro con belle moclanntm·e è OJ)CT'f-1, di Giova nni Alberghetti (ne ripar leremo più ava,nti) . .A ppartenp;ono a Cosimo Cenni i segmmti pezzi : un sagro, poco di ssiimile da quello deJl' Alberghetti, col codoILe ·a :finimento di r,nlatta fo1·ma.to dal giglio fioreHti110 ; due falconi poco d iss i mili tra, 101•0, da, libbre fiorentine 4- 1/3 e dal diametro di palla. rispeltivamente mm. n,t; e 75, formati da d ue tronchi di con o divi~! ~ comphiti da elega,n t i modan ature; un qnarto cannone da -

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1600 -1700

libbre :fiorentine llil /li e diamdro di _palla 1111n. 100; un sa,grn di bronzo da libbre fiorentine 8/ 3/ 12, diametro di palla mm. 90,6; mezz:.i colubrina da libbre fiorentine 14/1/39, diametro di palla nun. 107,8; me:,-;zo caimom~ da libbre fi0l'e11tine 20/2/3, cliametro cli palla mm. 123; mi Ragro sottiìe <la libbre Jiorentine ~i:-l/12, diall1etro di palla mm. ~2,G; un qnaT'to cannmw da, libbre fiorentin e 13/1/(i, diarnel.1·0 di pa,l la mm. ]Of;; un faleone di b1·onm da lihhre fiorentine 4/ 31/33, diametro di. palla urnL 7ti,3; un falcone leggero da montagna di lihhre fiormitine 4/1/3, diamdr·o di palla mm . 73,5. 'l'ntte qnest,~ arbglierie souo composte di due l1·011chi éli cono, hanno forma, elegante e :-:ono molto riecamcnte ornate con i motivi che variano da, una bocca da fuoco all'altra. e comprendono festoni ,]i fogliarne, delfini, sa.tiretLi, lesle di Marzocco, sulla, gola o ~ulla c nla.t.ta ; portano tntle lo stemma dei Medici, l'iscrizione a, l •'<.:rrl. Il /-[etr -M(l,g-Dnee) il 11ome del f'onditore e l'anno di fa hhricazio11e, che varia, tra il lGJ.{), e il Hi4:1 ." U11 grnppo iH quattro bocthe da, fuoco molto simili a queste JH!r lwllezza, di forrrm e rkchezza, di or11a1ncnti, con le medesime iscrizioni e stemmi , <' coRtituiLo da un me½½O cannone, un falcondto, un f:111:orn~, uu q uarlu cannone, tutti gettali da Giova,n ni Ma1·in Ge1rni fra, il 1644 e 'il 1<;;,7_ TJn rne7,zo cannone e un faJcon:) senza. nome di a11tore, e il ]Jrirno anche :-enza data, sono certamente dtt aLLrilrnin;i ai Cenni, giacchè ha,nno tutte le ca1·atteristiche delle boc:r,he da. fuoco cli qu'er,;ti fonditori, tanto pPr la s~tgoma come per gli ornati. Infine vi è un sagro c:on l'iscrizione i:< Cos. lll Ifol1·. V!. ilfng. Diwe )), opera cli Ioo/nis lJfarin. Flor. del lGìU. Unn c11riosn notizia 1·ig1rnr·clo ni materiali d'artiglieria dovuti a.i Cem1i, e ehe merita <li essete ricorclatn , non foss'altro a, titolo cl i cnrio::;i t;ì , <~ q nel la dataci (la Alessandro T>urnas nei M émoù·cs de Oaribaldi, doyc si legge che, a Salto S. Antonio, Garibaldi, l'ra il bottino di guer·ra., trovò un cannone italia,no fuso da CoRimo ·Cenni m-1 1492. dnl':1 evi<lentemente errata: ne riparlcÀrc,mo nel ter zo vol1mw Ili c1ne~ta 8torùt. Vnrie informazioni ::-;ulfo hoeche da fuoco, non però per qu a nio rigua,rda il calibro e lfl, gittata, si trovano nel libro mano-

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• L


-. CL.-\~:Sl!<'lCAZ IU~E DELLI:: AU'l'l(;Lli':ItJE

scritto di Anto1lio l'etrini - .tlrt:e fn1wile Ov'vero A.rnwria Un'i·i;enmle - dedicato al J>rindpe Dou Lorenzo dei Medici, Firenze 1G4~.

Quantunque si tratti di oper::~ scritta, ùa un rnarchigia,no, essa dev<\ <:neo rifel'irsi al materiale toscano giacchè l'autore 1tella dedica a Lorenzo dei Medici si professa << vassallo e ~;mldieLLo al felicissimo impero di V. A. )) e aggiunge che« vive li onorato e lieto sotto la protezione clel]a A. V. )) : bisogna poi am:he t<!IJer couto del fatto che suo zio era ar·ma,iolo del Granduca.

lu <1uesto lib1·0 il l 'd r inj divide le lìo<·<:he da fuoco a seeouda dell~1 loro luughezza in calibri: del resto (• questa la cJassificar.ioue allorri gcnendrneute adottata iu t11t1:~t ItaJia. J" Uenel'e - <:olluhriue, mezze colluhrine, sagro, falcone, SllH'raldo o passa.vola,n te. Devo110 essere lm1ghe da, trenta a treutatre diametri di ]Ml.la. :.!" GP11er<~ - Cannoni 1·iuforzati o di Corsi::t o di Hattcria e m ezzi cannoni. Devollo ess1jT'e ùidotto diametri di palht. :t (.~(~llel"(~ - l]a._1111one inta11u u1eeat.o, pc triere, ho1n bardini, 8al t a , mal'tini. Qnesti di vn,rie l 11ngl1<~zz<~. Il volume coutieue ane,he (C una sagnma, nella qnale si <~ 1i o tato il peso delle palle di pietra, e di 1p1elle di ferro cavate (blle hoeche dei per.z.i al peso italiano)). Da questa risult<L che le ar t iglierie Lauciavn110 paJJedi pietra da,l peso di una, libb1·a ~L q 1wl lo tli trentacinq uc, e di fel'l'O da rnezza libbl'a, a, centodied. Qualche contral', to ton tali dati si ris1:ontra in nn altro libr o dal mc!de1,imo titolo (~ dello stesso autore, pure esit,dente 1,dla, Hiblioteca .Nazjouale di Vi rcnzc, nd tpiale le artiglierie, a seconda del peso delle palle, sono divis<~ in eirn1ue specie; nell ' ul tima i,;;i giunge, per i ean11oui più u1· eyi, a un peso massimo di paJltL di ~00 Jibbl'C. La, mancanza di più particolareggia.te 11otizie tecnid1P s 11 I matel'iale d'al'tigliel'ia 1~ clovntn probabilmen te al fatto e; lte . :1 parte IP trasformar.ioni propoi,;;te è Rtlidiatr~ - a, cui nùbia,rno .1<·· cmrnato - nessuna novitù. fondamentale esistevn dopo i prog·,·e:-::::i cornpi.nti nel XV e XVI secolo, dei qnali, conte veclernmo, :::i p:11·l:1


IGVO · l"iOO Hel li ln·o cli Ho11accorso G hilwr Li e negli scdtt.i di Leonardo da Vinci. 111· altre pa,roJe possiamo dire ehe i I rna,leriale d ' artiglieria toscano del secolo X VJJ 110n si p1·eseutu. con caratteristiche proprie~: . difatti tu tti i nomi delle numerose specie di bocche ,la, fnoeo si trovano impiega.ti con lo stesso significato iu libri di a1-tiglieria di altri Stati e di altre epoche, mentre uon s i trova ucssun trattato proprio dei pezzi toscani dì quest'epoca . Anche per quanto concc1•11e i preg i e difetti di tali boc:che da fuoco nnlla si :,;a tli prcciso, se 1rnr 1Jon si voglia interp1·etare come iucli,do di un,1 llOll gnllldB re;,;istc~uzu l ' informazione che si trova, in nna lettera del eornanòaute delle truppe di Citerrn:t al generale del Borro, in c1atn IO :lgoslo Hi4.8 : « Ln, mattina, a.lfo pnn ta llcl gionio si eorninciò a spara1·e il cannone e t al p1·imo tiro !Si rnppn uno di qnes ti et a me7,zogiorno si ruppe il fusto <lell'a1Ll'o e ci ri111w,,<~to Le d1w minori di 8 libbre ùi pulfa >>. And1c p1 ~1· qnanlo rignanl u l'or·ga1tir.za r.iorn~ dell' Arma i lesti di storia 11011 ci aiu(a,110 : 11cgli .. \1·cl1ivi HH!dicci t1·oviamo solo una <e TleR<'l'it'ione attine11te .illa ~ucnn )). No11 po~:-;iamo dir·e :,;e costitn i:,.; t·a 1111 docume nto ulTicin]e o , 11110 ~t udio privato; r,i dù- pP.rò :.dlirJam ento d 1c si tratti di docnmen I.o importante il fatto che esi:m l' compreso nel. medesimo fa.::;cicolo che c011 tie11c aud..1e .u n cifrario ed un invmitario <ldle fortezze, lle l q11ale :1v1-e1110 poi ocr,:-1,sione di pu1·lare. 111 qnesta descritione, c he c:ostitob:c1! u11 elm1eo di forma,· zi oIJi <li rnde 1111ilù, sot to i l ritolo 'e< ,-\rl,iµ;lie>ria. » s i legge : Go::nc ralt, dcll'Al'lig lic:rla. L un_golt•11,~nti. dli<! o più f<econdo il t1·;1i1w. l: t·11lillrnmi11 i 11er :i~~isl.e rc ai pezzi. Cnpobomb,ll'lli er c ('on i su oi bomba rdieri. Cn pomuni:douicr e e hé! tien eonto elc i l'arm i p er ;;n viz' o de ll'eser cito. Ca po di m nc5:tr a1 1:r.,? rii fa bbrl , legna ioli , mnrnl ori, carre( UPri, polvPristi , mani i<<·nkhi , et :il tre m at•sl ramie per se1·v izio de ll'artig-lit~r lc. Capo rnn rin:11·0 ,·on mnrin,1ri per far pon ti e g-uirlar bnrc hr~. ill :ie:str a n ze per far corde, c anape e t simili. Cn po rli g11a~t:11 orl con i gu astatori i qua li se.(mit,1110 il lra ln<> clell ' ,ntiglie rin et ,;et·rono a n cora a l ;\la f?,;tro d i Ca mpo Gc n er :ile . s i per fo rtificare gli ,1lloµ;g irm ienti cornr~ per f n r trincer c !':pi:i:r.:r.:tt:i 1•t a Il m. Ca po rle cnY:i l li ('I· d <' C':1 rri t' he t('nµ;h ino ('On to d r? ca,·alli. buoi , c arri , et altre IJe~ li e pe r co 111hnTr~ l'arti.!rlieri11 .

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Un lngcg11ere che teug:1 conto ù~:gli ordigui et lngegni tl,1 l1•uar pesi , :,;t~a val· (:.tr e e l i nl'.:.tY.tlurn~ le artig lh~r ie, furtiti e are gli .tlloggi,mtt•nt i. 11 Co ll.tleral(• Furie re li Pag-alore Capµe ll a no Auditm·e Ut•1·uslco et -simili Capita no di caLUpagna. 1 l (;1mcralc ùeve eonclurre :;eeo, sì ]Jel.' st'rvi11iu llcll"arl.iglieria, c:ome cli tutto il earnpo, llar(:he, I'onti, Temk, l'aùig-lioui per potei· mettere al cop1~r to le moniidoni, Pale, 1/.uvve, Zapvoni, Piceoui, Acr·1~tte, Barellf:, Catene cli f er n; , Piombo, Acciaio, e d altri metal li, Manovelle d i tutte le sorli, Polveri, l'alle ù'Artigli eria, (l'Arelr ih11so, ili Mmwhetto. \\ t u tto eonfere11te :il t1·ninn e poi tanto in aùl:>011d:111Y.a mass.i 111e fl f'lla poln•re e! delle palle .

Nel medeioimo i11 ca,r tu-mcnto si trova, unn, cc Hclatione di ese1·citi >>, 11ella quale ve11gono presi a modelJo quelli d el Duca di r ui-ma ( ! d<~I Cont.e di l<'iwntes: vi :,:;i parla cli un ca rro cL1.rtiglic1·ia ehe pori.a in campugmt dodid cannoni, tlodic:i mezzi e sPi qn:1-rtj , <:ioè in tutto L1·enta. pezzi. ~e ci sia.mo uccessariament·e dovut i acconte11tan• di uotizit, somrwnie i,:;nlle carnttr.ristichc delle bocche da fuoco e sull' 01·<linamcnto <ldl' ai-Liglieri:.1 d1e potrerno dria marc campale, in compenso abbiamo notizie assai più prr>.cise e pa1·tito larcggiate sull:i qna11tità dei vari pezzi. e delle m unizi011i clispo11ibili. Difatti nella stessa, fìlza del carteggio mediceo si trova un completo inventario delle armi e rn1mizioni ei:,;istenti nelle f01·tezze e 11ei presidi. Fa cendo uno spoglio di quanto si riCe1·isce all'artiglieria e riassuHw11do il lun go inventa1·io. possiamo esporre i clnti scg1u~n ti, sufficien t i n, da.rei nna approssimatfrn. iden della quantità cli ma,terfa.k d 'artig- lierb de.I qunfo dispmwva il (fra11dtirnto. Prima cli ripol'lai·c q1wsto 1·inss1111to cle ll 'i.JJventario, non san\ inopp01·tnno notm·e c lw in er,:;so faremo fig11 rn re mwhc~ le spin gar<le, qmrntm1qne queste 11011 sempre, n t> dn tHIJ-i i eornpe tcmti. an<:he dc11c Rtesi,,;<· cpodie, fo ~~Pro eonsiden1te qnali m·J-iglierie : alcuni a utod e <loenmc11ti ] p (·om,ddPrn 110 armi mane,.:('lte. Porle::·:rn r/-i Portoferraio Colubrine e mezze eol11llr in0 rn Cannoni, ll'le'.ilY.i e quarti <::muoni 11 F :ilconetti 12 r etri cri li i mctnllo 2:'i ~ngl'i 2 1

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rnuu -1rnu Spingurdc con caval.lelLi ti\J :\J or talc tti fi Palle ùi 1>ietra, di f erro coperte di piowbo, vari cal ilJri ~27ù0 P olvere · tli varie spede, lib. ()2000. E s istono anche notevoli quanlilà di w lfo, carbou e e :s,tlnitr-0 . ruote, a ccessori vari. L e arwi s ono tutLe incavalca t e.

Cus:se,

f,'ortczze d·i li"ircnz c (W A1.>rile 1625) Cast e llo San Giovanni Ila tis l:1, B e lved ere, San Miniato. Artiglieria di legno fasciata di corda con anima di w d allo, caliùr i vari, (ì Artiglieria di f erro con pili bocch e che spara uo tutte a uu tratto, calibri vari, U Artiglieri e di viù calibri, 110 1.1 m e glio speciti<:atc, ne i I.r e f orti, 13~. Artiglierie scava lcale GO Bolllba rde llc di feITo 2 Spinganle 220 l'a llc ln JJietrn, bronzo <:o u puutn cli fe rro, fc no cov ertc di hronzo B2078 P olYe1·i fi11i e grosse libure 121w,r,o Oltre fl zolfo, :salnil.1·0, carlJone, olio, 11ecra, acct:'~sori vn.ri. /1'ort c.<1::n

,u

ColulJrine d:1 xo 2 Cann oni grossi da UO, 12 Cmn10 11.i , ruezzi caunoni JO Falco ne ttl 4 Mort:1 i <li brow,0 3

I

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l'lsfL (2'j Aprile rn2.:;)

:--ag ri cl 1'0.tric ri i ~pi ug atdfl !)

Poll'eri libbre 8!JOti P a lle di v:wi tipi ::21!}:,!

/1'ortc zza, d·i L i·vorno (25 àprile 1G25) Artiglie rie ili uronw 190 P:JJle d i f erro e di pietra 120190 Polve r e lihbrc 37000 Oltre l'ocr.orrente per confc,.1.ionare polver e.

Fortezza, cU Oros1wto (27 A1Jrile 1G25) ~ap:ri 1,q CMmoni , pm·f.e petrieri e pnrtc di wdallu. rn C anno11i mezzi, di J)lù sorle 10 P:ill c tli va rie sorte 17800 Fortezza 1ti !$1.1,n Martino (2'l Aprile l(i2.5)

Caimoni grossi rinforzati, rln lib. 13!J(i, P eti·ieri di metal lo 6 :Sagri di bronzo li

:::;pin garde 12 Palle di rnrie ;-mrte !)fiO

2

F'orlezzfL di Pistoia, (28 Aprile 1625)

Pnll c cli varie sm·le 7183

Artill'lieria di più sorte 33 Spingarde 2-'i

Fnrtc.zza · ,Ti Montecarlo Art iglie ri e varie 8 Spingarde 14

PDJvere grossa l il i. 1000 Palle d i fe rro e tli pi etra U:!JJ

-

798 -

__,


.-\.ID!Al\lE;>;TO D! FOlt'l'EZZI:: '.l'OSC,\è\t,;

b'o1tezza di Volterra (28 .Apri le 1625) Oaimouc rinfonmto J P etricri 4 Sag1·i 8 ,Cauuonc qmu·to 1 Fa l<:onetti 5

Palle tli var ie sorte 578i

l•'orte.zza dii Sorano (5 Maggi<> 1625) Canuoui, mezzi c,rn11011l li:! FalcoueLLi 14 J,:occcL

Sngri 8 Splng ai·de 00

g,i l'itiyliano

(i:i Maggio 1625)

F ortez.za cli Siena (12 !\i,1ggiu 1(;25) Coluhrinc e mc7.ze colubrine 4 !J'alconetti 20 Cm rno11i e mezzi cannoni 2H Sagri 14 Palle va rie per arl.igl. e sv ingardc 14273 Fortt:.zza di Lusiwlo (16 Maggio J625) Art iglieric da Sn~ri 4

~o, 2

Spingarde 10 P a lle di ferr o 74ii

Fortezza, di Oa-1iriybiotn ~Jllngarde 12. Nelle Comunit/1 tlcl d omin io fi orentino si trovano varie località munite <li sole a •·111i Jlortat:ili (:rl nitre fornite anche (li artiglierie e spingarde che si posson o così rlassu men~: Artiglierie di hronzo ll Sping:1rrte i>l Polvere jn ba r ili libbre 5000 <.'~·rhottane rn P:i llt\ rl' :1rtiglie1·in !lO :\fortaioli o nwrtalcttI ~i 8:--tgri e sagretti aR Terziere di Ltmigirm1i l'c·zzi g roi-si di lJr<lnzo i:!

,_ .•

Spingarde 17

Fortezze rlella Ter ra del FJole, Ooslracane, Monte PoyyiuoZo C:rnnoni vari e petricri JO Spingarde 30 f'ol nhrinc J Poh'eri varie libbre 16651 Fa lconctti H l:,:i Ile cli f erro e 111 pietra. 8215

Oa11ilanata Mortllletti 14 Pn ssarnlrmti e f:1kon~tti 8

rli [ta,v iZZCl,11-0

Ti'ortez.za rU A rc:.;z:o (27

:\1 aggio J.625)

0:rnnoni lla. 60 a 65 e mezzi cannoni 5 Colubrina mezza òa 14, 1

Sagri !l

11':i l <'onetti 1

Pnlle 6019 Po lvere lib. 3033!}

P ptrieri 4

,,~,.,. - 1·.,. , .. 1! .'· :

,.

Petrieri 4 ~J>ingarde 7

-

799 ,_

Spingnrde 20


lùOO -1700 /1'ort czza (li Cor/111111

Ca unoni l S agri 1

l:,pi11garcle 12 J',i Ile ùi ,·ari(• i.or te : \'a r ie .F'ort cz.zci

Cannoni, quar ti e petri1~ri F a l<_·onctt i e S:tgrl 7 Spingn rde 2,S

,ti N ory o Na11 Sep11lcl'o Mortn i i;r andi. l Palle fli Yuri tci sorti ) : ,·arie P oln•n• lib . 10388

F orlr::i:;:a lii S1tS8a !Li f:;inwue

Mezzi eannoui e l•'alconH.ti 4

l'oh·erc lih. 13::illl P:11!P !l2!l

C:1nuoni e mezzi ca nnoni 8 Cotnbri ne e l•'nlconel I i t; Mort,1i 7

~i,iJ1,;:1rcl e l::6 l',1lle 1li Ya rie :sorte ,JSS(l l'oln•r p li h hr c :/li!!2 .

Th m r n,pida ocd1iata a quef,;!O i11r<.·1ifario <:i permette di rilevar e s uùito il p;ra n<le n umero di !-;pecif:' di hot:che dn. fuoco cF;i st:enti ed a n d 1e la Joro d i:=, t ri hnz.io11t• i1T<igo b11·e, fo1·:-;e 11011 eorri ispondente ai hi sogui delle ri;;peftive fortezze , come purr in·egofo ri e no11 propu1·zionnte al n 11 nw1·0 (l<-'i P<''l.½i ROHO l<~ qnantHà di polveri e palle. UH altro nurnos,:ritto eo11 s1!r valo a,ll ' An:hivio cli. Stnto d i Firem~e con t·iene le sp ese menRilì sost(JII 11 (·e per le varie fortez'l.c : d a q1wslo docnmcnto si r-iea.vn (' he il 1111mero (l ei ho1nhar d ic>ri era r ela,frva n1c ule pie(·olo, va dahile in g-enerc da ] a JO , e<;c:etlua la la for tezza, di F iren,-,p (nel pi ano) , ove si reg·i i;;trano ~:~ homù:1 rdieri. rosi;;iamo inoltre Rta bilfre e he le fo1•tez,-,,~ poteva.no a n c:h e s:,onsitlcrn 1·si <lei veri e propri depositi. di t u tte le nr Li ~;lieri e dd Grandtwato: ù qui.n<li prohahiie d1c, al1 '.i11fuori dei pezzi elen· cati n ell' h we nta,1·jo, 11011 ve ne fof'.s1•ro :.tltti. (o . se mai . pochis · si mi). Riassumen<lo 11nn11to ci è dalo d i. sa p el'e 11 ei riguardi dell'Artiglieria tosca n a dPl seeo.lo XV fT . possiH mo d i1·e che a nche qrn:s ta ti ic,eut.ì del progressivo dcci.ulcre che :si manifestò in val"i rami cli nttivi.t à. Lo splend oi-e medireo si avvia-van] lramonio. e con es,:.o <leclin u v:rno le arti e le scicmw dw in e poche anter·eclfmti , con Mi.chcla.ng;c~lo . il sommo L com1,1·òo, il Oliihe!'ti, s i enrno r iverhe · rntc n nehf' snlle nrmi e l e fortif:.rn'l.ioni.. detenninnndone il r a -

-

800-


BùCCHE DA b'UOCO NlsLL .\ 1m1•fTBJ:1LlCA DI T,UCCA

pido, lllugnifico progresso. A tale decatlenza non rimasero estranee la polit ita estera e quella interna, e soprattutto il declinare a nche di quello spirito militare che pur si era manifestato in mirabili bagliori e gloriosi episodi.

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l ',~1· avere una più completa visione della condizione delle artiglierie toscane nel secolo XVll, occorre tener presente che di tale r egione, oltre il Granduca.Lo mediceo, ·faceva pa,rte un altJ·o pic:colo Stato, in quest'epoca pacifica mente industrioso, ma ricco di uu onorifico pa:-;sato milit.n.re : la Repubblica di Lucca,. 111 4ueRtn Repubblica, P.i:,;isteva << l'Offizio sopra le monizioni di c01·til<~ )) che aveva sostituito il ma gistralo uni co già esisten te, <· r,Jrn , in seguito al clecretu 8 febbraio 1G05, doveva essere fol'mato da sci membri. Tale consiglio e1·a. i 11 earicato ùi acquistare Hsmi e rnnnizioui, fa.bbri cal'le, custodirle : gli era inoltre data facolhì, di faul.,1·ica.r,~ ~aJuitro e di estn1ido n,nche dalle terre dei privati. Qu u11 li fo:,;:,;ero i pez½i ll<~lla, Hcpu bhlica lucchese nel seco10 XV!l 11011 ri i\ dato sapern con precisione~, p erelt(~ i numerosi. i II ven l.ni clc•lle forlc:,,,;r,e, compilati in quel secolo e conservati n<>l R. Al'c:hivio di Stato cli Lncca, pa,r la uo del l egna.me, ferramenU , nttrez½i, ecc·..... ma non delle bocche da fuoco . Solo dai bilanci ·(lell' « Ofi¼io : opra, le monizioni ili eorLilc >), ila,l .L6!,2 in poi, ri :,;ulta che. me ntre lo altivi tà complessive variavano cla quell' anno tino alla fìn e del secolo fra, i 335.000 , i i 3SG.OOO :fiorini circa, la vo te « A r·tigliel'Ìe di più s o eI.i nella, eitLiL )) contribuiva a tale atti· vili1i 1wr nn valMe oi:.c i!lantc fra i 100.000 ed i 12n.ooo fìorini eil'rn . l.l rnt 1101"i;r,ia più ef.:ntta, ma ]imitata ai soli « pez..:i sopra i hal11;11·<li P. s otto i cnpnn11011i. » ci fol'lliscc i Regne n Li d:di : ,\ h!½½e colubrine (ln:1rl i !'fll111011i colnbrinati ~n~ri F (lleoni

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160t) -1700

1·a,trnristiche delle bocche d,J 'fuoco ,1,Uora esistenti ci veugono <1alc da nn fascicolo ma,noscr-itto: « Quaderno di r egole e di istru,r,ioni per i Bombardieri» conservato all'Al'chivio di Stalo. Questo fasdcolo, compilato s;otto forma di domande e risposte fra u II capita110 e llll uomharùiere, ci fa ia;aperc che esistevano nelln Repubblica hoccl1e da fuoco divise in va,ri generi, secondo la clas si fica,r,ione in uso fin dal secolo precedente, in tutti gli Stati italiani, stabniti in base alla rohuslc,r,,r,a e lunghezza del pez,r,o, Come è 11oto, la misura era data dal rapporto fr,1, il peso del pez,r,o e quello della palla : per qndli del primo g1:me1·c, per esempio, era. di libbre B66 per ogni libbra di paJla, e per quelli del secondo di libbre i44 per ogni libbra di vana. Il fascicolo dii, 1a gittata in passi sia per il << tiro dei pez,r,i per il piano dell'anima >>; sia. p'e1· i. v,wi << punti di squad1·u >>, fino al sesto, il qua.le corrispon de ;1lla gittala massima,, che ~ ei;aU.;ummtc dieci volt,<~ quella che si ottiene al « piano dcll'~111inw. >>; mìL a, questa non si giungevH, mai per J1011 da,n11<!g·ghu·e il mn,t erin,lc e p<\r· non essere costretti a d interrare la coda. La, dista11;1,a 111:1 ssim a. aJla quale pratie..t ir,eHte i-.i a1·rivava el'a. data. <lal Let·r,o punto di srgrndra. 'l'rala,i:;ljando gli a,ltri dati , riporteremo qui solo qnelli relativi al p in,· 110 dell'nnirn.1 e al terzo punto cli s q11adra delle hocdie dn fuoco c(P.l prim,n !Jeriere. passi

Smet·iglio Fakonetto f,':ilconc

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~:1gro

Quarto

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Ctlllll()lh:1

colnbrin:11.o

::\-lez1rn. colubrina Colubrina

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250 300

2100 2;i20

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421H'

800 1000 1200

(l720

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8400 10()80

·1,,0-rn

Le boc<:h<~ da fuoco di sccnn.do _genere erano il canuon c, il 1nezzo cannone, e il quarto di cam101w, che h111ciavano palle fr;1, Je 12 e le 60 libbre di peso, cou ona, gittata inferiore di un <Jnarto a, (JUe]fa dei pc,r,,r,Ì. di primo gener·e. I pe,r,zi <li terz,J genere erano cm,tituiti dai petrieri , lunghi <la.i 19 a,i 20 cliamctr·i, con nna gittata, inferiore di un qua,rlo a quella, dei pezzi di Recondo genere. Vi erano poi varie ~pccie di pP,trieri e a,ltrc hocclre da fuoC'O ehe si con sideravano pezr,i di quarlo,, q1,ti11to e sesto genet·c. -

802 -

.,


Riguar(]O al persorn.1Jc incaric:11:o di impiegare questo ete1·0geueo materia,le, si sa solamente che esisteva gifL da epoca 1·e rnota « l ' unoi-anda sq uad1·a dei B ombardieri. )), che formava1 mia pia co11fraternita. clal titolo di Santa Rarbara e dm si. cong-regan1 nel.la diic:m di S. Anastasio; ma Hnlla, s i sa circa la sua, attivit.:ì, militare . Oli eventi s nccessivi, e s pecialmente quelli ~Yoltisi 1wl periodo na,p oleoni.co, ha nno purt.i·oppo condoUo alfa 11ispe1·sione di molta parte del materia.le : tuttavia i doc.u menti ancorn cm1servn.ti. ncll' Archivio d permettono di farci un'idea, nhhasl,t uza chi::u-a cfoll 'A1:tiglkria lncchcse di (JnesVepoca,.

10.

La Scuola d'artig lieria di Castel S. Angelo - Ope re artiglieresche promosse da Paolo V - Il Bernini custode della fonderia di Castel S. Angelo - Provvedimenti di Urbano VIII a Roma e ln Ancona, centri costruttivi di bocche da fuoco - Le artiglierie dello Stato di Urbino - Istituzione di altre scuole per bombardieri - Importanza de ll'artigl ieria pontificia nella contesa per il Ducato;di Castro - Attività produttiva delle fonderie - Inventori - Ripartizione dei bombardieri Armamento dello Stato della Chiesa alla fine del secolo XVII.

J._

Oli ordini e i provve<liweHti di Uleruente VUl per l' Artigliei-in po11titi.<:ii1, alla fine del secolo XV I, trovarono un cntusia i-l fro est!cutol'(' nd Castel la 110 e Pl'e feUo della M.ol,~ Adriana, 11011clJ1\ cavo J.ei ho1ubardie1·.i, Pietro Aldobran cliui. Questi. ebbe Jl('l' l'olln bo1·atore il vict~-caslcllano Arne1·igo Cappon i, flore.ntìno_ c he, 11elle fonti , fi11 <lii ll'apl'ile 1592, appatisce anche come <·:!pi I c1·110 ge11enL1,~ dell' A rtigli c1-ia de1lo St a,to _ Son;p così <]11elln, sc uola. r. <:onfraternita, <lei bombardieri (·,he diwmie s c110l n: per ~H st11di teoretici di artiglieria; nelle sta,gioni opportun e poi alla teorh1 si univa, la pl'atica del tiro e delle mn,llOYre col cannone, che si esegnivano in un prato, fuori cli P01·ta, A ngelica, flf'tto la « Farnesina, )). LtL s c uola, di. Castel S. Angelo può consi.de1·arsi come Jn, p1·i rna <> la, pi Ìt completa che sia stata, creata ne]Jo Stnl;o df'lla Cli iti :-::1 , per quanto in Ancona,, sin dal 1554, e&'Ìslesio;e 1n. xe11ola ,·IPi -803-


.. 1600 - 1700

bornoa.1·dieri che e bbe uu altare uclla ehiesa di 8 . .Agostino, come risulta dall'istr·omcnto ùel :?~ novembre di quell' a11110, J-oga.lo Auionio Ma,nfredi, not:-i,i o anconitano . .Ma la seuola di Roma., istituita 88 anni dopo, ]Jel' vofore de l l'apa e sotto le cure del UastellaJio A ldobran dini, ebbe vere e pro-· p1·ie éaratteristiche di istituzione <:ulturale e pratica, raggiungendo la maggior per·fezi.onc che fosse possibile iu quell'epoca : solo 87 mmi più tard i la l'' rancia 11e ebbe una simi le a Douai. }fa11ilio Orlandi di Sabina, 11omina.lo bombardiere a vita si11 da l 1559 dal 1•apa .Paolo !V, confe1·mato dal tStW(;e8sor.e l 1io IV. (i promosso capitano della compagn ia, dei bombardieri di Castel S. Angelo nel 1;;us i11 fieglLito alla morte d el Fabr-ici, scrisse p er gJi allicwi d elln i,;euola, i.11 q11effanno, un manuale d'istruzione, che, <>.fiaurito, venne rislampnio nel Hi02. ~ella ldtera nl vite c·n i'- tellanD A111el'igo 0 .1ppo11i, d1e ;wc:ompagnn, l'oprn;;colo, rnC'nLrc si rilevano le benemerenze di tJlle :,,t'nltimo verso .l a 1se nola. o confraternita, ,;;i a,pprende a11c:ora c: ht>. h1,ut01'e a ndava preparando un lungo trattato di arLiglieri::ti. i l quale ancl,h,~ dovnto i,.;ostitnirc l e nonne nlloi'a in vig01'e. l\fa di q nesto tra ttato non abbiamo uolizie; ragion per cui. forrnc,·cmo b1·cvemcntc-\ la nofitra attenzioue sul primo 1:lTor o dell'Orla111li : << l:1'1·,·e 1:mupemlio dell"ins!ru, tio11i ffo ' Bomha r dieri l) . Ef'-so si pnò di viderc in tre parti : la p1·im a, cltc ,~ poi la più irnporta.111·c, :s'inizia con una. d:.1ssifìca delle hotehe rla fuor·o i11 u so, e cioè: l ) S1111)riglio, h 1n~n t·i n·n pal111i :.. la11<·ian1 pallr. da 0111·1~ !) ::i 24 circ,1 2) Moselletlo, 1Jiù lungo dello ::;111ei:ig-lio, l:mdant palle lli ferro tli libbre 2 circa èl) Falt:ouetto, lungo bo1·1·be ;:;__: 1·irc,1. l:tnciaYa p:11lc Lli l°l'rro tla l ihbt·e :! uno a i~ e mezjf,o

4) F,tlt·,me lu11go d re:1 28 bon·h<'. lall(·i arn p:1111~ <ln libhr<' fi) Sal-\'ro id. id . irl. , chi libbre

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G) AKpi<lo, piil cor to d Pl s agro m:1 eo11 la 111t-'tlP1<lnrn JHll"l::tta di pnll a 7) Mei,;za Coluhrin n o C olnhrinetta , lung :1 ::!~ bocd 1P c in·:1. Ja1wi:t v :1 p:1lle d a 12 e mezzo a 20 8) Colubri u n Jnng:1 hocche :::::. laneian1 p:1 IIP d a Jihhre 20 :1 r.o !l) Cnnnonr. lungo, d n 1.7 :1 22 bo<:d1e , lanciava palle cln 20 n 100 101 ll d op11io, più co,·f o del semplice, ln n C'i,1vn palle d a 120 U) )\ pctri ero. il più eorto 111·n cli p:tlmi 5, l:indnv:, p(llle cl:1 20 a 100 12) P ett·iere in<::1111f'r:1te. lanel:irnno p:1lle 11)<'11<> p f'f; :lUti Ilei c,rnnoni pe l 1·ie ri

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I'~•triei-e d a 111:1 s!,ohr ù a br:1~a, :111.erte al la l:ul:1tt.a, h 11icii.l\·:111n mi no 1· peso d ell e 1mr.rier e m c ullle r:11.e •

11:1lle

di.

.L'autore, du1Jo l'esame delle ClH.:chia,re occone11ti p e1· i val'.i pe1,zi , passa alla composizione delle polved in uso, accenm..1,11du :i, t re variclù: grossa, mezzana e fiua, ed all'azione dei tl'e iu gi-e· dieuLi de] miscuglio, dura n te la combustione. D à poi le norme s ul modo di caricare i pezzi a lle prove, indi ca quali polveri e pl'oietti siuuo necessari, e ripor ta il ragguaglio dei pesi d elle palle <li piombo, di ferro e di p ietr a, aventi lo stesso volume. Rnl tiro e sal modo d i ei;u-ig nirlo i I capitano Orlandi si tl'at t ieue più lu ngamente, dando defi nizioni e 1101·111e, ed accennando al modo <li costruire le batterie ed a c he distanza dal ber sagli o, a l vol nme ed a] p r,so della polvere per il caricamento, alle varie kpecic di proietti pm· i diver si pezzi, a. regole costruttive d elle lm cclw da fuoco e delle ruote degli at'fm,ti, a lla d.ifferenza, fra, i pezzi da campag·Ha e tfa ca.Ill]Jeggia-re, agli effetti della polvere fo ia ed a l 1·npfHn·f o fra il t <~rnpo occmTen le ve1· vedere la fiammata dello sparo e quello necessario per udirne il l'Omho da varie posizioni. Co11 In setomfa pni-te si p a ss:1 ... n II;~ li 1·i1:a , eioè ad nlla, racnilta tli n ~l'F<i « sop1·:1 le sole 111ii tù. ortliuarie n <li Castel S. An· gelo t! « sop1·a, g1ì e·fì'etii miraeoloFii <folla a 1'1-igliPria » : pal' i1ittra,ye1·so al l'ip<>rllOlic-n pornpoi-:i{à , (·ai-:1-tleristic:1 de ll'epoca, si sente la sellietta p.1.Rsio11<• d el homb:1n lier;, orgog.lioso dell:1 prop1'ia arma. Cosicchè pos:-damo dfre che, a,lJa Jìne del secolo XVI ed a l lH·ineipio cfol XVTI, <Jnelln compagnia di 12 bomha.rdieri e 300 s(·olari cli Cas(eJ Rm1t' A.11g'elo ebbe 1wl cap.ila n o M:miJio 01•]a,ndi, 110J1 so lnnw11te l'i st1·ntto1·e, nm ;1 111·lw il 11ueta. eh e c antava c osì la pot-<i uza · tli sfrn ttrice d ei su oi cannoni : 1-?onel/o terz o

Qnc~t a m.iehina sol , e ll e lìanun a e foco Y ibr;1 t't1o r p pr l'inclu s a :wr-esa polv1-,, E c·l H· l :mto irr a n JJo!Hlo nll'ar i:1 Yolvc, HPnllc nfl':i t to esp11g n:1.bilc 01-tni l oco, f'N· essa <>!!:lli montagna :'1 J)()(' O. à ])OC'O, A I fi<' r o i neontTo oppo~I :1 si rl issolve, 0~11i rip:t r n id 1·idnc1~ in p0lvc , On11HJn<' :iffretl :i ' I rm·micl,1bil p;ioeo.

-

~05 -


rnoo -liuo buou guerriel' buon'anuatura fUL'Or, non piastra, ò maglia, sc:mlo à tempra adamantina quell'empio stral fora le mura, \cJm.1111.o più armate schiere a1•re, e sh:irnglia ~t1·uggc: ron1pe, fracassa, urla e ruiua. -· '

Non giova al C-0ntra tanto ..Non ellllo, ò ùhe se

La le1·za p:ute comprende i disegni di ·« tre tiri stravaganti )), eseguiti dallo stesso Orlamli, nel lfi!W, alla Fa1·11esilnt: essi dicono alJIJ,mtanza d1ianune11t(~ quale fosse, nella meule del bombardiere poeta, ]a eoncezione geometrica della lr/.iieUorit~ di un proietto lanciato da uuu IJoeea da fuoco. Nlanilio Orlandi chiuse il ciclo della sua vita nel dicembre del mm, dopo aver speso ii4 anni al servizio dell,~ a.rtiglie1·il· pontificie; a,i primi di gennaio del Hil4 fu sostituito, come capitano, da Domenico Cona., già aJfìere della compagnia dei bombanlieri. Sotto Clemente VIII, per opera del genernle Mario l•':-n·uest•, son;ero le a.rmerie di. Fcrran1 e di llologna; 1nentl'e, nelle vari(\ città, a fianco delle truppe in servhio penrrnnente, :,,i creavai1<l cfoi piccoli gruppi di bombardieri. lutauto, nonostante l'infelice esito della spe.dizione cli 1nilìzie romane inviate :L combattere i 'l'urchi. in Ungheria nel 15D:::i , Clemente VIII, per timore .di una invasione mnRimlmana in Italia, e per sollecitar.ione dell'Imperatore Rodolfo III, ordinò, n el HiOl, l ' invio di un a,ltro corpo 'di truppe, il c~1i imbarco elJLe luogo ad Ancona nel mese tli giugno di quelFanuo. Ne faeevn11 0 parte 1:! hom bardi.eri anconitani. comanda,ti, in un primo tempo, da OiOl'gfo AllJenga, fonditore di cannoni, e in Reguito tla Gincorno Capodaro. Il 4 settembre le truppe pontitkie, insieme alle imperiali, mossero per eiugcre d'assedio Ca1tissa, 1na, neH'assaHo del 2S ot tobre, pur comportantlosi. bene, furono rihnttate. In segnito, c·ostrette dai disagi a levar l'assedio, furono insegnite dai 'l'nrcl1 i e pare che, in ql;cst'ultimo frangente, i Pontifici non f:1cPRSPr o hnona prova. Alla fine dell'anno furono richiamati. Durante la, fa,m o~a, cont<>i-:a· di rapa Paolo V con 'Vew:zia (160G-1G07) si fecero grandi preparativi milìtari i-otto la Rnprenm direzione del Cardinale Frnncei-:co Horghe~e, capitano genera.le, -806 -

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1

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'I'J'P, fotog-ratì1 1 rappr·1~i-:<mhinti h·r « tfri i-:lravagnnti » fatti <lal <:np. Orht,n<li. Disel);no rH t.r c sorte cli moti. ,lati a ri unn p11lln d'artegllnrl rr, doi• m oto r•ircolnrt•, Yt.!rtlcnlP., moto retto orizzontale, e moto circolare orizzontnle. Giìt inventati dal sig, Fabritio i\for!le11te, snlcrnitnno, e es[)erimentnti in Pr[1ti di Romn dal Capitan Mnnilio Orlancli l'anno 1506.

00

~

f'!g, 143 1:'rimo ilisep:no (qni rluc.ontro),

I•'ig. 14:1 i,

d el

JH'imo m oto cir <.'o ln l'e ,cl'tiN\le , qnnl e pnù :-,;erYirc ft pur<·uo tc t·e cò nnn palli, tl"flrtc: glia.l'ln (lOtro ;\ n1rn. I o.de1.:zn. ò alt1·0 luogo t\ 1lishu·lmre 1 i:.uoi <lif'cuf.lo l'i, p E-r n nn d i· stau r.a ut•Izon t al o ùe p almi 2-1-0, ogni Yoltn ~h() s1 p otrà plantare il perzzo <'he ltt ,,,,ec,ia. nl me<los!mo piano dell'ol'lzzonto u a,ueo alq.mrnto p i. ù ùn:,i:,:-:o, ò più alto. tome tln.1F istc8J'I.O <l i:...egno si pu ò coniott.n-

rare: ma che ltnbbia ! H !'H lil c le ,~ation e de-lln s11n boccn clirertn ;;otto il sno zenith .

Questo (qnì r irH·o ntro) è Il seeondo d ii,Cg uo c•io è clel m oto rotto o ri1.outale, il fllH\.le c on nn tfro ~olo ll"artO!(lial'in~ J)llÒ

per<•notoro, e 1weid~ru g1·an numero do

n o ml r i. arH·o r<•l1 t1 non ,. .:iano to<•c-hi <ln.lla ~nn p a iln. o ~inno por il l on go tl 'nna ~tl'tl•

dn pinnn, ò cl'n" ptlte, o per In Fos~a cl' n · n n. !onez:.m. e nnco ln C'a:.upagnn np e1·tfL ~om o il tl otto clise2:no i, 2:iu11ltiosi si ,\i,

mo:,i.trn. _, ~no,~a foggia <1 'of f e~a , è ~1ne:,t n iuC"ontro. Se ben il motlo suo, 11011 srnopre appi uuo. 0 .1 1antlo in l'nUlono 1 ù g li inimid contro, dtJ,l'n nel s ito, 1Fog-11l ptan te r1.·vnu. S imile ma l. n(• plù t1•0 1ue1lllo ~c-on tt·v, , ~elle r ::.i pnù. <'he d e lla fa lC'e~ in tie110. Qnu ru l"ell n t r n~ t i su o l pur n· o11ci\. e fl thn·1·n

tnuto fa •:tu estn fl suoi n emki in guerra.

Pig. l45. Questo terzo <ll,egno qui rincontro, è tlc l te rzo moto elio lrn bbimn p r esnppo::.to . <·iot" d e l mot,o t•frcolnro orizontn le eho !-l i dft alln palla d'nt>teglinl'la, quo.le ò llegnt~~hno e Cl' · C'e llente, :o.i p e r ln, r;na fll'tift r i o;oi;n iu,~c ntiOll t'. (•ome p e r l'uupo1·tH.n tisJo1 imo e m,u ·rt, i.1?li o:-.v effetto della ,ma prcossn, fntta in lu o«o nou Yoclttto n e poter,;:l Yetl e1· 0 dn g l"nmi c·i pre :,,:1c> utt c he spa1·nno e!il.~IL ru•tigHo rin . ne 1neno da:;:li inim i{"j ILS~enti (d t e fo~~Ct'O ~o tto ln mura ~lta

della for tezza p e r fiarH'o. nl ,t,•no ti r o ii la, ,·orar e on l a zn ppn ) può e>:-: ~e r ,·C>ùuto il luu.:u Ll on 1]e clht si ~1n11·n. in llHe:--a tli l , ....a fnr-tc zza. rac·on<lo qllC: ~to til'O l"effe-tt,•. •1ual..- .. ~. mi1e ù 11ut'llo. C" h u :o.i fa H•·l batt•·l't' in lHt: t-:-ri:t. o a·ni ,-olta •.:h e C'O n ll- ... Ut: ù t- l>i t-- ir .. ~a?:z-. p f-r il plano dell'o ri.2z ont '='· ~ar::1 b~t oN ::i..1,:,:1•

\


rnoo -1100 di 1\fa,1·io Fa,rncse; e, fra l'altr o, si portò a, 'l'ivoli nna ma.estr unza provetta. per la fabbricazione delle armi, jJ cmi bando « sopra Fosservanza dei Capitoli della fabbrica di moschetti cd arch i-

f:

ll'ig. 146 - ( D al e< Dreve Compendio)) rlcl C;ip. Orlamli) .

bngi )> fn r,manato °il 3 fohhraio J(i0'7; e iu Roma si fusero artiglierie, sotlo la. vigilu,n ,r,a. del rnnggiordomo P- com missa.rio del-

808 -


FOXOlTOla CA,\ U:lU.u l ..\ l:ll.\ l.\

FA1-ma, ea.pi brno ~forza 1\faldac1.:hi11i , p1·ov n:ditore ge111·1·;d1 · d1·I F e::;ercito. Lo stesso Mario :Faruese, pontificando i>aolo V , diede irw1·1 :mento all',UlllcrhL vaticam1i, che fu J1ltimata da Urbauo V I 1 I. Hd lG23 e, olt re che delle armi p <~r a.l'lliarc pitì di 4000 fan t i , fu fo1·11ita, di grau numero di supe1·ùc artiglierie . Pe1' memoria f u coHia La nn:1 m eda-g lia, dove si vede nel verso il prosp etto dell' a,r mc1·in, poutificia a.l Vaticano e nel 1·etro l ' im.m agine di U 1·ha110

'.

Vlll. Continuava la sua opern, di fonditore ca,m crale, iu Horn :1,,

0 1·azio Cen sori, g ià a l servizio della Oame1';l, Apostoli<:a · dal 15tlu, epoca in cui era s ubcntr;1,to a l To1·l'igia ui d efunto; e col Cen sol'i , fo1·se saltuariamente, 1avol'ava Domenico .B'errcro, a llievo del p1·eclc:tto '.l'orrig-ian i. Risulta che entmm hi, con alcn ni <.;allJ 10111 inse1·vibili d i Ua:stel Sa.11 t' Angelo, gel ta,1·0110 uua sta.tua i11 bronzo della, Madonna, fa tta im1 ùhare s ulla pfazza di R. )fa-r ia Maggiore cla, P aolo V il 19 lnglio J 614- ; nwnt re j conti dal I fU S a] IG.:.!1 ci in forma no cl1<~ gli s tegRi fu se ro falcon i, falconetti , Rme1·igli e m.in-taletti. Ye<lremo più nvauli t utti i pr·ovve(liment.i presi d,1l l'a.pa, in quc!,.t ·epoca pe1· le arliglie1·ie iu oce,isiouc dell'impresa cli Va.ltellin:1. Qui, eon ti11w.1,11(lo a sfogli:ue i uoc um1!uli dell' epoca, per qrnrnto concerne i fonditori 1.;arne rali, Lrovi:1Ulo che, nel gingno J(i22, Orazio Cen sori fu Rostilnito <la l'ier Fra n cesco -Ce11s01·i e cl:1 Reba:sLiano Rc~bas linni. Il p1·irno eblJc qualch e disavven t ura,, <:ome r isulta da- un chirografo, flato n ella, Rocca d i Ca,Rtel Gandolfo da P apa U rbano V IH , il 1r» ottobr·e "IG.:.!u, con cni Pier Fra n cesco Cen sori, eissendo stato <'.H rcera-to a <l. i s la,n 7N·1- delJa. Came,·a ApoRto.liea (( p et 1nnncnmento delle rohl>e della. fo nderia )i , ottfmeva 1n, liber;:i,zione, con l ' olJbU go di h wo1·m·e [-JJ}a fonderia fi no a sco11la1·e la somma di Rcmli 1~0 eirca, e1p1i val enti a l valore dPlla r ol.ltt mn.ncnn te. Il RebaRt.inni, in vece, m:w cato ai vivi n el Hi24, fu sostitui to <fa Fran{'esco Rclt r amern con Rreve di ·m ·ba no V ITT, che riport iamo tra tloLLo integra,l mcnte, per stabilfre u na, volta p er semp1·e l<, mansioni cl1e fa Ca rne1•a, ApostoJica a ssegnava a g u<'sti ni-tefici (ì ssi.

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~09 -


1600 -1700 Al diletto figlio l!'rauccs co Beltra.melli della Diocesi lii Cerviu. Urbauo P apa Vlll Dilello _et<:. Nella svcranr.a che <:on la tua esperienza e diligen za eseguirai ·1od evoll~1entc ciò che noi ti commetteremo, <..'OH l'aulorità apostolica :1 tenore • delle presenti ell u not:1lro beneplacib:; ti concediam o ecl asi:;egniaruo l'111Iiclo di fonrlltore di melnlli, tormenti hcllici e b-OUJbarùc, nonchè di s tatue, in quei;l'alroa d ttìt ed in t utlo l-0 Slal.o C('cles iasti<..~.1, vacante per la morte llel fu Sebastiano Sc bus liani tef!t:è defunto , eo11 le UlL~lc~siroe provvisioni ed utili che lu CamLir:1 npostolica pagani allo steHso Sebastiano, n ouchè con l.utti gli onot·i ed 011e 1·i consu eti. Ingiungendo pct·ciù ai diletti figli il camcrario nostro e dt Sn nta l{oroaua Chiesa, i chWrici, pn!:-;irlcnti e tesoriere ge11ern lc della Llcll:i. curucrn; cd il prefetto di Castel Saut'Angelo di Roma, prese111i e fntu1·i , ell ngli a ltl'i a i qtrnli spel I.a , che in tut_to cii, che <..1,nccrne il tuo ol'l:iclo t i favori scano, ti n,;;sisl.nno e ti mnntcngnno, e ti eor1·iHponclano o ti facciano eorris1,v11tl(~rc le pn"<lcttc proYvislon i P.<I uti li . Non oHtante tul.to ciò che J)Oss11 esserv i in contnirio. J)nt·o in Homa 1)1·e,;~o S. Pietro il 17 a r,rile 1624, a n no 1,dmo ccc ..

Ont il fatto ehe, a,11 h ~1·i01·mcn te N· quest1:1. data., j I l3eltramelli aveva preslato hL sua opera. in lavori del genere presso la Camera Apostolica e solnmen te nel .H\24-· venne nominnto fonditore effc ttfro , ùi moRfra che, ac.ca n to ngli ari cfki fissi con stipendio fisso,

ne venivano ehi nma.ti ;:i,n che altri , avvenfod , nei periodi di più intenso Ja,v oro. EsiRteva,110 n Rom a, i11 questo periodo, due fonderie, di cui mia in Castel S. Angelo e l 'altra. nel P a lazzo Vatica,no, ver1-,o i l Belvedere : proha hilmcnte pei·ò, f)ovrv:1 essere in efficienza sola,· mente quella di Castello, perchè Urbano VIII, dal Palazzo cli ?lfonte Uamllo, il. 17 novembre 1G2G, ordinava a Monsignor Girofamo Viclone, 'rNioriere Generale: « Occori-endo al p1·esente pe:· Rervizio della s<>de n.postolica fa b1•icairc mm, nuova fonderia, con i snoi ordigni, contigua alla fonderia vecchia, dietro il nostro palazw Vaticano, verso Belveclere a d effetto di fondere artiglierie et a.U1·0 che occorrerà, Vi ordiniamo che dei denari delfa n ost ra Camer a ccc. >>. Del resto, fa, nostra. supposizione viern, suffragata anche d al fatto che , dall'inizio del secolo , nei mandati, si trovano annota,zioni mensili concernenti un c ustode della fonderia di Castel Sant'.Angelo, 1n<>ntre non si parla affat to cli c ustodi della Vatic::ina. Antonio nrago succeduto~ nel l(ì05. n Giulio Frascheri, -

810 -


,.. CUSTODI Dl<JLLA J!'O.\]Jl,HI A IJL CASTl,:L $ . A l\U J1;J, 1J

figura, em;todl~ fino al mar zo l<i:l1, epoca Ìll cui detto 110::; Lo 1"11 oreuvato da llrizio ~arnmuett:o che alla sua volta dovetLe ee· dcrlo "~ O i.a11 Lorenzo B(~rnini, come r·isulta dalla seguente ld te1·a pateJLte, iu data, l" ottobre 1(523: ,, Carlo lla rberino l,e11ernle fli Santa Ohies:1

..

J>on,11tlo noi J>l'OYeder c , <:hc gli ulli<:i di]Jcndenti dalli carichi, che noi tenia Ilio non 1·eng1Iino a' 11:1Ure in :ilu111a lorn parte; halihiarno determinato di conferire nella pcn :ona del sig. r (.!itv.r Uio: L orenzo B<~rnini quello rii soprn-

stante della fo nd criil, sperando pc•r la cognitionc cli lunga mano, che h abbiamo dell a persona l:t: <lclln ::< utticknza tilla, clw 1,gli s ia pei· in\' igilare c_·o1t la f <~de, 1è dilig1~mm neees:rnria à t11t:tP que lle f'.OSe elle hanno l'<èlazionP al uostro servizio. Con la presente Pd'Ò lo eleggiamo, fliehiai·i:tmo, Pt <le1mtiamo il nostro beneplacito sovraintcnrlcnl e flella sncldetta fonderia con li !)Psi soliti, et consueti, et con i medesimi uom~ri. gnitie, privil1~gi et provisioni. che ll:1111111 11,n'ntn, t! goduto gl'altri ,mtecesxori di lni uel medesimo 9flido, ob. hlignnilolo iu >:1wch~ di lrnvPn>. rd1 due meH i dal g-iorno lle ll;1 ll:1t:1 c] p J J;1 JJrcsent:e .! e l.1 P.rn. 1mtt,nte fatto fare per mano rii pubblico u otario uu invc11tario :1ut:1è11l.ieo cli tutto .que llo, che si trove1·,1 in detta fonderia, eee. Tn fede <h1to in Homn il primo ott.rc llì2:: (~:\HLO

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HAHm•:1U N I

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Uilie;:-;:1

l>a quesL'epoea fino al Hi44 il Bcr11i 11i è mrnotato niensilrnente, nei pagamenti, come e11stocle flPlla fonderja cli Castel S. Angelo. Il Ran_;:.:onetto, and1e òopo avr.r lasda.to al Berni11i la, carie-a. di e m,t.o de 1lella fo1uleria, contiuuò a tenere l ' ainministrazioue delle polveri cli Castel S. Anw~lo: da nn sno eonto apprendiamo che dal 10 maggio 1G22 al 4 fobhraio 1(;25 entrarono in Castel S. A1q..',·do, versate dng1i appaltaJm·i. 77_4·1~ libbre cli polvere.

i

J~ dell'auno lli24

1111

invPntal'io dr•lla fortc;,;;,;a. Paolimt in P P--

rugia, : (( Tn nomill<è Domini Amen . Anno Domini 162·1 Die 24 mcnsis Api·i.lis 1,cc. Sme rigli d i ferro sopra cavallf'tl.i

non a ('fl.Vallo ll che hmmo tntta la e,mnn n ottangolo Fnlco nctti di tre libbre di 1mlla )) da quattro ))

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))

-Sll-

r. 5 4

10

22


lliOO -1,00 Qu :irl i lli c :111uo11e Me ilile colubl'ine -, Coluhl'ina d a 2(; Mezili can11011i (la vinli

ti·en t a

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1 5 2

C :umou i tle la Balll~ri:1 C:umo11e da t r c utat:inquc

»

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qu a ranta

»

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cinqu:111ta

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Ca 111w J1i i11c,1111e r:iti (i

C:1nnoni da sessa nta C111moni rinfo rz,1ti C a11uu 11e tln :;:e;;,;:111l:1cinque )) » ses!'-anta

1 1

C ,uu10 11i ru:trh-~ri

C.1 m 1011i da ,·,ml idn<Ju c

2

E quasi tutti questi p ezzi portavano l'anua, del Pa.pa- l'ao!o TTI, die nel li:i4-0 av<~va fatto <~rigerc questa fortezza. Come qnan1.if.aHvo di bocche da, fuoco, 11el Hi25-Hi2fi, l o S Ln.to della C hi N,;1, ave va <:omplesf-ivanie11te, per l'artiglieria di (c)na e di mare, 1830 pezzi ùi div1~rs i caliln·i, compresi i moschett <,nì e Je spingarde : « fra qnes ti v i erano 25 mort ai e 2 trabocchi di fcno )) . I li nt.t1·<~z7,i, per H sel'vizio delle artiglie rie medesime , n ei rnag·a 7,:.r,iJli vi e1·nno « !)9 hat tipalla, :!87 cucchia,re, e H brache. I proie tt.i li aH 1m o11tavimo a 10722G JJH.llc cli feno. 28884 cli pietr a, Jli(i7;-j0 ti i piorn ho di va r ia s11ecie. Vi erano 9 fotme <li metallo lH~t gc ttm·,, pa.llc g1·nn rli >).I dadi, o qnadreUi di ferro , c he servivan o 1~i 11occi0Jo alle p alle di piorn ho d ' art iglier ia, sornmava,no :1 1.:lGG, ment·r( \ di pi oinhn ìH rin ni a veva nsi H i4r522 lihb1·c. Ui cor<1a micrin <>Rii·d <·vn.no 4~7:-'>4 libb1·e, oltre un ' nltra partita d ivisa h 729 mazzi. 1folto s car sa, apparisce l a dotn.zio11e di p0Ivc1·e, d e lla. rprnlc ti-ornYansi pimti aprw11n ~2 :1 /2 b:wili, in a gg-i1mfa ad S2 libbre di polvere scioltn . Tn l'OlllJWrn,o, pPr r·,rnfr ziona1·la , « Pr:1110 <liRfH>nibili. ben -· H-12 -


1•1w,·,,i,;onrn:xn DL D :i:., xu n r t

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>:\u1,:r:u;

C437::->4 li hhre, 1 2 uot ti e (i q uartaroli cli sa,l11it 1·u, 14:-i(i.lti Ii ul.H·e e ti·e b,1rili di wlfo )). Castel S. Angelo aveva - n el 1G23 - 83 bocche da, f11u<'u 1· lle ll e n.rmerie ve n e era.no a lcune da rifonclei·e .

I ---I

La, coi:;truzione della nuova fondcria,, a <:ni a<:<:.en11 a mmo, Ya, in(pmdra.ta i u tulla la serie <li quei p1·onreclimenti, clic Urba110 VIII aùotlò per a.rma,rsi , ne l l G2iJ, m enti-e in Va ltel1ina erano iucorninciate ]e ostili l,L Cos.ì. n.i Gù lJCzr.i etiistenti i11 Castf!1 S a .nt'A n gelo ue furono ::iggiuuti al!1·i , fino ad UH tota le~ di 80, com e a bbiam o visto . Sotto il 11011 t i fi<:a to <li u1·bano VJll t utto l 'armame1tlo dell o Sta.lo .~celeHin stko venne a,UlO<!Hlalo e p e rf<~zio11a ( o, e, c·o11seg11c11teme11te, a n c h e l':1rtig lieria, ebbe notevole svil uppo. L a nomina del :Bernini a sopra.intendente della fond e1·ia, e la cos t1· mdo11 e rli 11n' offiti11a 11.u ova che vc•11iva a. 1'1mr.ionare p a r a.l lelarne11le alln fo11<le1·ia di C:1Rtd S. Ang<~lo, ùimostrano e do curne11tano l' a.ttenzfouc e la. c m ·a dedica te flHl Papa alJe bocc h e Ù.èL f 1ror:o. Xcl 1.G:!::i l'a.mbasr·iatoi-e VC!l(~to 1·ife rfra cla U oma al s uo governo ùi avei· appreso dal Pontefice d1 e « da l La Hotouda., Ia.l)l'ichu, a,1d,ic hi Asima .... f"acev:t ca,v.n•e dal cope1·t:o <Jna11Jil.:L L·.o nsiderabilc cli brouzi fini Rsimi , <:.l1c inutilmente servi.vano, 11<'! s i v edevano, es:,;e11do li tr,Lvi et a,rchit1·a,·i rfol m ed esimo mela,ll o coriutio, ch ' era., p er la, sna, fiuezza,, nc~cessm·io t<~mpera rlo co1t altro ra,me, d el qnale sp ernva far m1 bno11 11 11mero de artellai·ie, e l p er quello io inte11do dicono 11e can ~1·;.\ 1w1· 11iù <li SOOOO ~c udi )). L ' owline di rinnovate quel malel'in ie vi fu ell'et!ivamen t <::, come risul ULda ua c hir·ogn.1.fo cfol 17 gi ngno 1 li:!G, in cni è detto : e< l\foni-ig-nor Vidone noslro 'rh<•so1·ie1·e Ge11endc . Ilavellllo Ho i ordin a.to che si levasse il llH~t tLUo ehc i:,;p 1·yiva pPr tel {.o <ldle Jnggie a van ti 1n C hiesa dell~L Rol'onù:-i. pee S:Pl'VÌI"l';enc in far d elle Artiglierie pe1· servitio <Jel 110Rt1·0 stato ecclesia.stiro vi Ol'fliniamo ch e tutta. la SlWl'la ch e octoi·1·N·:\ <·<:C. >>. Pare che s i fossero fu 8i SO cannoui. eil n ri<-ol'<lo della rim ozione del ma,t erial c fu m11rata 1wl pm·tko del P:mt heon. in allo a sini st.ra d ella, po tla d 'entrat :1. mi' PJ)ig-i-afc, c h e nn r orH oggi ~i legge:

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1UOO - 1700 llllll., .\ ;U S.

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IX

\'.\'l'l CAKO. Tl•::\IPI .O

,\l'OSTO I.I CL SEP1) 1.C Hl: I. OllX.IMf:.''('l'A I N ADllLINA. AHCt,; l :'>ili l'H t:~n :xT.I . l~U lll ,ICAE. s ~:(; lll!l'l',l 'l'J S XXXO ltO MI /il. ~IUCX X X Il . P,1.'iTH". IX

U011fonua dell'impulso l'.Ostruttivo da,to da Udmno YII1 a,lle a rmi in ge11e1·c e a lle a,1·tiglfotfo ill ì :spet:ie si trov}1 in aHi-a, L·clazi oue d cll ' nmh:isc:fa.torc ve11 t\l.o Alvi r-;e C011b1ri11i (1LlB2 IG3i"i), i11 c ui è detto: « Qua 11to :ill"anui i l'api n ·en111u fJP.1· lo atldìetr o tot:11111,~lll.P. svnwn..'<.luti, perchù e ouliflan m o lu loro tlir1.\s:1 piì1 ndl'obbli~ar si i l'rinr:ipl colle grn t ie, chP. 11elle difese t empora li. Hor:1 s i è mutato i I 1·1"gistro,' et il l:'.1 v,1 p rc~sentc in varticolare vi sta np[!li cnl i,:,:i1110. A Tivoli egll h a condotto u11 tal Hi1J,1, Bresc iano srnlcllto di Vo,-lra s~ren it.h, il quale poi di lPUJpo in tem1>0 ~ andato i;viaudo rnolti operai dall}l terra di Ganlo11 . Quivi costui fa l:1rnrarc g1·an qu:1111.it ii d"arme, p1·i111 a f:H·Pmlo condurre il ferro grezzo da l bresciano, et hora lavornndo11e 1111,1lcbe p l)rtio11e ancora di cet te minierfi dtrovate rn>.ll'Umlll'ia , cli che t.u l.lo diedi avviHo (·on mie lettere a Ruo l:eml)O, che m'immagino p:i sicms.scr o semr.a rifl1~,-sio 1.1 e. Di ques t e a rmi ha il Papa sotto la Jibrel"ia <lel Vatican o :-11x·oIDrJd at o u11 Arsi~nale, (love con buon ordine ;;ta11no l'iposti llJO!>che lfi, picche , c:1 rahine, e p istole per nrmar l.rentamille f'.lut·i e d nqne111ill•-~ c,1vall'i.

Di r:annoni il P :1p11 presente lrn molto conlrihuito all a 111:1nc:1uz,1 , che prillla n ' havea lo Stato flcclcs iastico; aleuni pezzi ;;011 res tati. 11ul Stato d'Urbino e sono tutti ()nelli ch'er:mo marcati rlall'armì ,1nt.icl11~ pontitide, gl 'al t i·i havcndoli avuti il Gra11 llnca co111e beni àdlu moglie. :.\fol ti so110 stati gett:1li di nuo"vo per Castel s' Antangelo col valersi anco clel m et:11 antieo cli cui era sir,~ola.rmentc atlornnto 11 tem1>io rli tutti i D ei, hoggidi detto fa Ilotond:1. Onde nacque ll IDotto di Pasquino, « Quod non foccrunt Barhari, Barlmrini feceru11t. ».

Ili fine, negli inventari generali. del lG:Jl -:-l2, aecan t:o nlle bocch e cla fuoeo del i;;ecolo pJ·ecedei ite, ne ngurano a,lcnne get.tat1\ sotto Paolo V e rnoJtc dei. primi anni di pontificato 1.'i Th ba.-

no VIII. -

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• l PEZZI DELLO STATO Ui e1m1:-:)

A Roma, come fo11ditorc ca.mera.Je, alla, mo1·tc de l Ih· l I l':1 rnelli, era stato assunto Ambrogio Lucenti, co11 .Brev(' lit-I J '011 tetice da,to a Castel Gandolfo il 14 oLtobre 1633 - ..uu10 X I, 111 :·11 t i-e il Hernini conti11uava ad essere soprain tenden te della 1'011d•· ria,. B, a proposito dell'assunzione dei fonditori, il gi11di:1.io d,d .Berniui doveva avere gran peso presso il Pontefice, così 1:11111c appare cla,lla, 1wta, seg-uente in mcl'ito alla pratica, del Luc l~Hti : cc Avv,~l'ta che qnesto sia quello che è benemerito della. fo 11 deria, però potrà farne dire una parola al Dernino, così N. ~stima si 1leùua fare, p. tratten erlo, sicch è cll:L potl·à à, boc<:n )>. A nelle la fonderia, di. Ancona era in piena, eflìcienz:i.: da,i sud detti inventa,ri (1631-1G32) appare che vi erano 6 mezzi ca1rno11i da 23, lnnglri 24 ho<:che, con le anni di P apa Urb:rno V 111 e, sotto, quelle del Ca,rdina,lc .Ba1·hel'ini e del G-e11en1le .Barberini, rncutl'e il [ocoue e1·a ornato da ima, stell,L e nelJa gioia del1a cu latta e1·a, in~cl'itto il nomi~ del f01iditore F ·ra-n cesco F 1•a,11ceschi, ,1ntoJ1itaJ10 . .l'ezzi fnsi i11 Ancona dallo stesso artefice sou o elen ea.ti u,11 c he nell'i11ventario riguaròa11te la forteY.'l,a Urba,na di Rologna c he, come abùimno visto nel pa r·agl'a ro sulle :ll'tiglierfo holog11 ei:;i , fu ctetta nel 1633. ·111 queRt.'epoca quincli Rorna ,~Il Ancomt appaiono come i du(~ centri costru ttivi ddJe ai·tiglierie: p rnba-ùilmente Anco11a provve<leva la parte settcntl'io11:1Je dello Sta,to cd i.L litorale adl'ia.Lico, mentre Homa. fol'niva di hocd1e <.hi, fuoco la, pa,r te meridionale cd il litorn,l e tirrenico.

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Circa le a.1-tiglierie dello Stato d ' Urhil10, d_i c ui giù trovammo r,e1rno HP] brano della- rela:'lio11e del Co11tarini , ,~ <'la. 1-ilevare che e~se fornno v<m dnk dalla fallliglia Della Hovere a, Urba11ft Y !II <lopo la mOl'te cli F 1·a11cesco Maria, ullimo Duca di Urbino, e consistevano i11 4 fa l conetti da 1, 2 falconcUi da 0 ed 1 smeri gl io da 8 onr.e di palla, per un peso compl(~ss.ivo di 6500 libbre circa, : furono pagntc, compresi gli afl'ust.i e ]e ruote ferrate, scudi 1400. TII fatto di pi-oiciti, q nelli di pietra. i.n generale si l avoravano nello St,Lto a.<l opel'a òi scn.lpellini ma. quakbP- volta si com rnis.sionava.no fuol'i , come fu fatto il 31 genna io 1628, a llorch•~ 1111 nT 0 G . R. di Ginlio 1l.fe11caglia di Carm1·a si obbligò a, fare per

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lGOO -1700

conto tiella Camera A1•0:,1Loliea t< 1niHe palle tl'artig'lieria per servHio di Castel ~. AugcJo <.li pietrame di marmo novo di Carrara, che 11011 sia cotto da,l sole senza peli, sehia,nti o buche d'alcurnL sorte>>: materiale da consegnare non più tardi del primo giugno Hi28, al prezzo <li baior.;cl1i l'.? 112 per· ogni palla. E il ~foncaglia fu puntuale_, perchè il :3 gi11g110 dello i-:;tesso auuo ollù1eva una nuova fornitura, <1i "LiOOO pnll<·, per nH importo complessi ,·o di 97;:; scodi. Per le pall<~ tli feuo, il 21 feblwaio 1n;{4 troviamo che Uui dnl,a,ìdo <i-a.Leali d,~ G nbbio t~hh<~ l,1, for11iiura di 50ULIU Libbre di palle per 1487 ·1/ 2 sen<li _ Corne centro d'iRtrnr.ione delh11·111a , la 1-wnola <li Roma l"lrn ,,;iona.va. regolarmente: in uri" eollt·o <folh~ polveri, t e1rnio dal San sonetto nel 1G2:J-1G24, sono ,1,11 notat<: Y,11·ie pa1·tilt• 1wr i t·iri flpi <, Bovitii )) della senola di S. Bai-lwr:1. "K"d milleRPiC·Puto(re 11la~ei 1"11 iRt ituitn. ad opera del uian·lwf;e l>i Hag-no, la f'<r:.uob1 di F1•1-r-;11·:r pp1· 1;1 tFl,l k il capo hombarcli e1·e AIPf'<Randro Uhineherni, ai1couitano. pnbhli cò nel 1G10 {< Lo ~,-olare nom h:ircliNe ;111rn1aPRl i-a to )>, tTa H.tlo <.l "artigliPtia di 100 ai-tieoli. 1'er questo h1 v01·0 il Chi111::hcn1i 1"11 t•loginto in vPri-Ì <.1 a (:i u v:rnni Hasearjuo: O voi, elle it llLIO\·c Glorie :1lti tip,:i1·ì Vi r,ortan per irnpn~se :Mm·ziali, Venile s ì c ol pìi\ J1H1 più .eou l'ali Sù un fo_!!;lio ii <'l!lltC'lll[ll.11· di gn<·rw l'Id. Chi y'è di Bom be i tuou , cl11-~ u<>11 :11111Hìri, Come rli straggi apportn l or· J'nl ali; Quinrli i· rl1r• lTfosri' r·<m mnlali ~lr:: ll 111 C:tYù Bronzo iL cruda m orte ,1Hr,i1· i. " '-' pereiù ~·in\"ia r:rn w~r~o la tomh: 1

Scienza si dotta, e Hi mirahil arte . I I cni tmmo p PI i\Iomlo. vl C iel ri1111ill1 11h:1 . E mentre hai la. drl ìt <li Bombe Hp :1 rl P , Per l"immortalità qual er ca 'l'romh,1, Al sùo >l<>1m• J':ir:111 sì1 ques t e C,1rlP.

Distichon 8i ,wi-ernis Yinrnt tr:1<"l:1nl qn.i bcllic:1 bu111biH: Vi nit. q ui llll'lÌIIH ,li SCPl'P (1o Cl"ll~ :ig-it.

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'j SCUOJ,I~ Dl L\0)1 1.\AUUI!::LH

Il 1" gennaio 1G46 anche Rimini aveva la scuola di ::--. I :ar bara, con gli stessi << PrìvHegi da, godersi dalli uomb.i 1·d ie ri 4\ scolil,ri >>, emanati d,L Cantillo PmnpL:ili, Generale Sopr;1 i 11; e, 1dente dì S. Chiesa, conforme a quelli stabiliti per Ancona, d :1. Carlo narberini, il 25 fel)braìo Hi24. Probabilmente anche del 1624 sono i « privilegi, essentio11i , obblighi et ordini della scola dei bombardieri di Cast,~l S. A11 gelo di Rorna >> di 'l',Lddeo Ba,rherini, <.:,asldiano della Mole /\ drìana. TuJlnc C:Lnche a Pesaro nel 1f.G2 fmrnionava una, scuola JWJ" i born bardi eri. Complessivamente, verso La rnelù del secolo XVII, a Castel ~- Angelo vi era un presidio di 1, bombardieri salariati. Ad An uma, nel 165:1, troviamo J 2 bombardieri ed nn capo : Pier i<'ranees<.:,o M:ontanaro . A questi nuclei vn.nno aggiunti qnellì dell(: altre citt:ì e, ancora, i bomhanlieri che i)r·esbwano servizio sulle galere poutificic. Nd Hil1, 11el contnilto dell'assento, con eui si concedeva a Frmi<·ei-<·o Ccn turioue, I11ogo( enente delle galere, ] 'appalto -per il mantf,nimento della sqm1d1·a per un periodo dì tre anni, era indicato L'otJblig-o di mantenere sulla Capitana un capo bombardiere e dtw bombardieri , e due hornba.rc]iPT'Ì :-:11 <·iascuna d cli (\ n lt r e quattJ·o g·alPre .

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.Nel 1G42, dnr·ante le ostilit:ì, contro il Ducato di Panna, son o a,mwt.a,te spese per lavori fatti a,lla, polveriera cli Ronciglione e pa.g-anwnti a. Ludo 1\fonichclli, l'ir;evitore cfollf\ polw~ri e i<alnitro ii, 11 ndlu. lon1 Ii 1:\, per sua prov visfone e (( per soprnen.r ko, e riscontro del peso delle polveri manda,Le da Honcig·tione a Cas tro )). Provvedì1rn°nti riflettenti l'nrtiglieril:L per la fottezza, di Ferrara venivano raeromancla.ti al Cardina,le Cybo nel genna io del '1G4:~, ment1·c la città di Am:onù riceveva ordine fli fabbri cnre artiglierie e quauta più polvere le fosse possibile . Che Ancona, fosse un centro importante cli coi,:.fr11zioni d'art iglieria dura.ntc i predetti avYcnimcnti guerreschi, Io si può ril e vare anche dn una. lettera che Marcantonio Ilarbrrini. da Ilolo52

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g11a, il 23 settcml.H·e 1G4:{, sc:rivcva a,l Gove1·11atore di quella, eittà. : e< Li Consoli di Rimini mi fan no nuova ist:w:,;a, che di costà. s'iu· vii110 sci pezzi di c,tnnoui per la di.fesa di quella ·Uittà. V . S. sarà. contenta di fare il possilJile per mandarne almeno due, et per gl 'altri quattro, mantenerli in sveran za. l<~L quando il servizio di N. S . non pe1·metta 11cmmeno di mandarli qucsLi due doVJ'à. farne fondere co8tù, per poter da.re loro q.ta. socliCLue confo1·mc richiede ccc. >>. Oltre ai cannoni, in Ancona, si allestiva 11u.i,lerial(~ ,li og11i genere, affusti per bocche da fuoco e barche arma.te. Il petardo fu un'arma adopc1·ata spesso in questo seeolo dai l'<.rnLificì, ma sop1·atutto nella, guerra, per il Ducato cli. Castro. In data 27 agosto 1G43 figura, nn pagamento ad un maestro ..\ 11 • drea Ottonaro pei- H costo di 5 cc pettarcl.i di legno >> fatti 1.)er sei·· vhi.o della, R. Ca11 wra. Nel comlJattimento di Pitiglin110, alla fine di ottobre, i l'outifici, oltre r~ u t;a,nnoni ed. 1 pet1:if'r·a, (la, bomhe, p cnlet-t.<,1·0 :~ petardi. Un p P.tar·dier·e, aF;sistito d ii 11n ..lin tantc, fìg·111·.1, n.1 cali! po di Pe1·ng:ia .ucl novem h1·e (! dic<'lll hrP lii+;-:; e petardi Ri co:-d.n ,i vano in Ancona, poi chi\ i] 1!) scttcmb1·<' I fi4~, 4 bocche d:1, f 110('0 di qneRto g1~1wn~ fnrorto pol'larn dalla J'o11detia nella Uot;ca.. T1di111• nella forter,:,;a, di Ferrnra, nel 1UH2, p:,;isteYa110 ,t;; p ctar·di di. cui 8 di legno. Nel corRo di questa guena., (ti cui rip,11·l crc1110 più ava;di, Fa,rtig·lieria po1ll·ific·ia assurse n, tn le i mportan;r,n ifa a V<'I'(~ 1111 vcl'o e proprio HtaLo Maggior,c. Un gc 11e1·:ilr~ <l ':wtiglicl'ia,, Tl(~lla. pcn,011:-1 clel <C Ha.lì Ellrico Sta.mpes Cavalien~ frnnceRc ùcll' Hahito cli S. Gio. Gc1·osolimi· tano >), è pr·eRPllh: a l campo pontificio di I'erug'in, 11t•l ditemi.>t·<~ del Hl4-3, e Ca1·lo l 1'r:rnco Bnlianli è :iintantc del genera le . T11ol· tre bisogna ngg-iun gere Carlo J\fcschini , aiutante del Juogotenf'ntc gernm ·t le d<>ll.'a.rtiglieria, Gio. Carlo 11al'ii , borgomastro e mnnhionicre dell ' :u·tiglicr-ia, e Franco A mbrnsi da Fabi-ia110, aiutante del maggiordomo dcll'a,rma. Infine sono aunota,ti g-Pn · tilnomini d'artig·licria e molti hornhardic1'i , fra. r,ui ak.nni maltesi. L'a,nno dopo, agosto 1 (i44, in sede va<;ante, 1~ an notui!'.o nn pn.ga.mcnto a D. ,Tnlio H1uatto «'l 'orm entonnn bellkornm Gc11e· i-ali>>, r,ompcnsato con fi<:nili 100 men sili. Si tratta indubbia"-- 818 -


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C.\HICHE i'.EL L\\llTlt..: L H:HIA .\'BI,

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rneute dell' iugegne1·e .1uilita1·e che sotto U rbauo VlJl, uel rn~~;>, dii-esse la costruzio11e della fu1'Lezza Urbaua, come già v<::deurn10. Del 17 maggio lu4G è ;.ma (< 'f abella. d egli Utensili da da1·si aJln, Soldatesta così a eavallo, eome a piedi, E ,\ suoi Officiali ma ggiori e mino1·i nella spediUone fatta da, N. l::lignore >>, t abeHa compila.La dal Cardinale Uamillo Pamphili, geuerale cli S . Uhie sa. Per l ' artiglieria sono uotati: il UovernatOl'e generale, il luogoLcu ente, il maggiordou10, il c~1piUmo, i gentiluomini, il fm·ie1·c maggiore, gli aiutanti del furiere maggi.oi-e, il cappellano maggiore, il cappellano 01·dinario, un a udit01·e, un uota1·0, un medico, un cirusico, un a iutante del cil'usico, e poi bomuardieri, ai ulauti hombanlie1·i, maestri o cup i di mrLes tr an za, capitano dei guastatoi-i, g uasbLtori, un capila.no di g nidc, guide, petanlieri, mim1,to1·i, rna,r in a i per l'artiglierb, t r ombetta, bargello o prevosto della arLig·lieria,. L ' a.m10 dopo, l Q ottolwc Hi4!:i , si pubblicava. un' altra tabella dello s t esso C::u·<.liJ1aJe J>a,111phili, da osserva1·s1 fuori di Ro1w1,, mentl·c per la, città con Liuua.vn. ad avere vigore l a « stampata » clell ' nnno pi-ecedente. Nella, seconòa tnbella sono <'.lencatc le seg ue nti c.:-u·ichc : .<< g<!t11~1·ttl c clell' ai-tigli eria, aiutante ùcl detto, l11og·otene11tc genera.le dell'adiglierfa. ù s ia colonnello, aiutante de l d<\tto , maggion lomo, capitano o ge11tiluomo d ell 'artiglieria, l'< 1rie n~ rnagg·iorc, ~ 1ppella,no maggim·e, n olaro, med ico, ciru 6ri.co, bornlJardieri , aiu f.a,nti homhard.1.eri , m::i stro o ca.po di maestranza, capitano d<~i g·nn s tn.to1·i , g uastatori., capita no di gn ide, guide, pehtr<lieri , minat.0 1·1, trorn hetta , prevosto d eJl'm'Liglieria )). In ocrasio 11e cfolla g uetTa di Cn ndia, Rom a inte nsiiìcò iJ mn n ir-io11arn en to per la. sqnn clra di soccorso. ]11 da.la 1G luglio LG4~ i,,i leg-ge l'onli1w <le'f P1·ind p<~ .Ln dovisi a.I provveditore V incenzo dfi Marin i , di Castel R. Angelo, di com:egnare al luogoten ente .A mb1·ogfo J,11centi, fonditore: polvere, salnitro e zolfo per fnh ln-ir::i,1·c (( trombe cl i fooco a.rmu.t<~ ,, e 200 <t granate a man o». per servizio della squadra.. n(.IJl(]e i;;i clf~<lll<:.c cl1e il L ucPnti er a assurto al grado di l no g·otencnlc e .n on R'intercssava soJamen te di fabbricar e n,1't:iglie1·i<· mn a n ch e <]nesti s peciali proietti. li'orsr. a,nclic per fa sq11:11h:t, i 11 ol'tohre clr.llo st esso a1rno. :Monsi gnore A.modei 01'd irn1va n.l s ni11 -

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dicato provveditore di Castel s_ Angelo di consegmll'e « migliara sei di metallo fusibile, siano morta,letti, o altri pezzi guasti, o inutili, centocinqua,nta cli stagno il tutlo deve servire per foH dere alcuni pezzi)). Alla (< Religione cl i Malta >> eon disposizione d(·il 3 aprile 1G4i"i, vennero cedute :,4i>G palle di ferro, per un peso di 80000 libbre, 44000 lihhre di miccia, e 80000 libbre di polvere da, moschetto. In quello stesso am10 1643, il ~3 di ottobT·e, la C:nnera Apostolica cedeva a11'1 nghilterm 1:WfJ2 pall<~ di ferro, per il veso complPssivo di 100000 libbre. L'anno dopo, 17 luglio IH4G, la Camera Apostolica, cou atto del notaio Plcba,no, affidava a Giovanni de Santis bombardiere la fabbricazione di 41100 palle di fcno del peso complessivo di 282GOO libbre, e di 2000 grauatc cli diametro 8 P di pe:,;;o G, per il mnnizìonamcnto di CaRtPl S. Augdo. 1L Dc Santis si obbligava di fornire il su dclto qnantitatirn <li proi~tti in :1 mPsi, ad i11comincia1·c dal 1° ottobre Hi4u, e le dette palle dovevano essere cli « ferro ti.no e 11011 spugnoso, bat tuto, tondo, e di t11tta pc~rfezione », conforrnc ai clisP.gni. Tn detta epocr1 comandava i bomhardif•r i di Castel S. Ang-elo il capitano Baldassarre Soresini e la fortezza era a,r nwta (li m pc~w;i. Le palle cornmissional<~ al de Santis cor1·ispornfornno esat tamente a,l calibro dei pezzi esistenti in Castello. Kcl 1G49 il colonnello Giorgi era tenente generale dell'artiglieria. In nn r·nolo di Castel R. Angelo dell' anno rnr;:, il corpo dei homhardieri figura composto di cii-ca 400 uomini, divisi in rn squadre. La, prima era cornamlata dal capitano Daìdassarre Sol'(•sini, romano. la :-:econda dal lnogotenente Ambrogio Lucenti , romano, forn1itorf' cnm<!ralP, la terza dall'alfiere Giovrumi Fesolo romano. << Alle tre squadre successive presiedevano altrettanti sargenti cd alla settima S(fnadra il canc:eUierc del Corpo Domenko Ma.n tovani o Yiant.nani di Carpi ; mflntrfl il comando delle drna,nenti era, affidato a bombardieri a11ziani e sperimentati. << Ogni RCflI:Hlrn nYeva. 1m C'f'f'ettivo dw oscillava dai 30 a,i 35 i;;oldati. di cui 5 o 6 c1'ano gfohilati. 20 e più erano sqnadristi e gli altl'i allievi o n pprenllh,li (novi:r.i) n. -

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Ntd nov1!mbre del lGJG, Ambrogio Lucenti, di età .issai a va11 -

zala, fu sostituito come fonditore dal iìglìo Girolamo . .\ qnesti fu aggiunto, nell'aprile del lGG!:J, Giovauui A1-tusi f]a l'iscina, l'esf~c:utore ddl:-1, colossale .Mole Berninimm in bronzo della cattedrtL di S. Pietro, c}te fu coHocata nell'abside della Hasilica Vatica11a. L'J-\rtusi, che aveva una fonderia propria a Roma in viài della Ln11gara, 11el 1G:-ili; <l'onliJl(~ di .Monsignor Tesoriere, fuse « 3j rnoiane )) e !JG « mort.aleLLi )) per l 'armarne11 to delle g.llere. Scl l(i:iS, per on[jue (li 1>. J\fario Far11eiSe, fabh1·icù ancora I~ rn o iane per h1;- Uapilana della gale1·e e 3G mo1·ta letti, che in bl'evc tempo consegnò in Castel S. Angelo. Xel eomplesso, 1~ da 11otare il parLicola.re sviluppo dato alle ai-tiglh!1-i(~ c]elle gnlere, 'i·.he n.v<wano i11 (\vi.1avc~cchin l'ahitnale port.o di armamento. Ciò apparirù na t urale Re Ri co11sidera che, alla, 111ctù, del secolo XVII, in og11i paese, csscnclo cresciuto il t-omw11:1ggio delle 11avi, si era. ::1111nentat:1. (( l'..u·tiglieria da venti n. q naranta. pe,r,,d di bT'onzo, sui fianchi, più q 1rnlche col 11 })T'i na. <li <·accin sui castdli, e: diversi pdrie1·i alle bande )). Anche l a tn1ppa di l.Jo1·do era stata aumentata « eia 150 a 200 soldati, ist1·11iti l1Pl triplice! nmrn~ggio de11 'nrrna in astn, <lel mo~:clH~tto (~ del ea.uJ1one )). 1'.'el l(i(i4, esseudosi Lesi i rapporti con la F'rnueia e avendo T.nigi XIV conccntT'ato tr-nppe a Pn,rma, n 1\IO(fonn e nel lVJonferrato, iì l'apa. per frontc~g,giare gli eventi, intensifitò a, sua. voHa gli arrna,n1cnti, specie ncll'F.mil-1:1 e in Romagna. A Bologna venne formato nn gruppo di artig;lic1·ia. d~L campagna - - comandato dal capitano Giovanni ({iorgi ~ eh<~ com1n·e11<leva. due fa.koni da 8, due da (i, due da, 4, due da 3, due dn, 2 e due maRi'elti, col crn-reggio e gli attrer.zi 1iec<~sRa.ri. Cn altro gruppo ve1111e costituito a Fenara, << e quella fo1·tezza in quell' erioea. Cl'a in buone co11dizioni di a.rmame11to nrtiglicl'ei-co e dì munizionamento)). ~el l'at,;imonio si rinniT"ono truppe con alcuni cannoni e :;;i fovmò mia compagnia iii guastatori. A RrPRcia, furono acquistate qmtntità rilevanti di palle di ad ig-Jieria che vennero Cra.:;;portate a Rolog1rn. Tl ('Ornando Rupremo era, tc~nuto da.l capitano generale, prin-

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dpe l'i'forio Uhigj , il quale 11ouii1tù te11e11ie ge11cl'al(~ il 111ard1ese Luigi ì\faLthei. ·Ala :wt:,ie •JHcsta voita fu, ven1.1ue11t(~, molto 1.·umo1·c per 11Ld l11: alla fi11 c <frl lGG:1 pane che sl"css,~1·0 v e1· aprirsi le osti!ìtità; iuveee, uie1T(· gli s l'orzi della 1·cpnbulica vcueta, il J~ Ieulwaio si g'Ìl111S(! ad 1111 a<.:eordo.

l 11 q ues l ' (lJlOca 111·c::;so L'ar tiglieria· pontificia si :stwìiarn110 anche iuuovazioHi e pe1'fczionamc11ti dei ca1rnoui e <lei proidti. He11rieo 'randei· o 'J'nuder prcse11Utva, 11 cl 1GG5, al gcue1·ale Ln i.gi Matlhd , 1111a tavo.Ln a :st.w1va di .i..llustr·azioui, con llo1·1tw i:;piegative s ul « modo di 1.1sa1·c la fascia del ca1111one, di carjeare il carn1one ]Jet la. nùa tta, :sui cannoni <li kgilo cl i ogni sotf ,t , sul.le hornùofo «~ granate di logno )). L'invc11 to.l'<l offri va, di fa.1·c gli cs1,el'imcnti a sue S]Jtse. Hnceessiv,MnP.nte, nel J(jtl7, a,1u.:hc uu <:e1·to .Oorne11i<:o , ;,t,l] ì <'La .Ancona vropo11<wa u n onlig11 0 per la neia,1· ;.;tamtle negli a~sed.i; i,;ia, ad offei,;;1 elle a difesa . i\' cl J{j(H; Jt'crdi11n1Hlo PaB(lt:H]i, capo bomb:n·tliern rn·esso la se11ol..1 <li Holog-rn:.i,, proponeva akuu i (< capitoli>> eh c sareul., eto sta.ti , diceva, « molto adnttalì nl1n lrnonn d.irPzion c e profitto di. qnclla scnofa )). Ne l 1 (i73 ah!Jiarno dne nuove inven:.-;ioni 1·iguarda.nli l'arti· gliP.1·i,1 , dovute ;.i, Giovnim·i. Hntfo,ta J,0111LJ,n·<li., primo uombm·ùiere di Cai-1d 8. Angelo. Ne di\, 11otizia il compianto gcuerale Mal'ianù 1:0,·gnlti, }nitore tl<'ll a, Storia, d<;ll'.1lnnn del Oenio, in un opw•wolo i11l·iJolaio « .Al c une innovnzi oni 11otevoli riguanlnnti l'Artiglier.in i 11 11 n ma.JJoHcri tto i1wdi i o ,1,,1 8eeolo XV l.l )). Ri tl.·att.i ,li 1111 , 1 h ocea da, fuoco <let.fa << <Jel'IJct·o » <· di nna gr.-rnata detta << .\q11ila fnlmina11tr. J, Il cc Cerhe1·0 )) preseu lava tre cm·,1Ueristiche import:1 11ti: aveva la ca.rnffa di forma spedale, il for:011e fa t.to a :-.qna,drn Nl era di lung hezza. j11Je1·11.u~dia, tra il mot· taio etl il emrnone; <·01nc bc.11e sc1·i.:-;se il norgntti , era <1nesl o il vero pez;,m d'assedi.o <' <ln. forLezr.a. ecl e1·a analogo all' « ohkP )) diffnso i11 G «·1·rnania. T/ « AqnHa f nlmil 1;-.rnt<~ >l e1·a una ùomhn ehe racchiud<Yn << i11 sù più <:ol'-e )) ; e, prima <li tn H o, aveva formn d i panc, «li zue d1cl'(1 e non di palla ; doè P.l":.t oùl1m g-n, il <'11e coi:,;f·itniva 11n;1 i11 0

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~2:.! -


L '.IH'.flGL[l::ltlA l'U;>;Tl b' l CL\ . \ LL.~ Fll\ J•; VEL ::i ECOL O

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nova:.-;ioue Ui88a,i 1·agguardevole . .I!~ ùa notarsi., verò, che proie LLi s coppi:wti ouluughi souo J.Uenziombti a,11<.;he <la autori lede:;dLi dell' epoca. I~, ùel resto, per dovere di imparziali tà , occon e Le· nei· prc~seute, tanto pc~r· dò c he co1tcernc l ' « olJic<~ >), qua,uto l)et· il proie ttile seoppi:.wtc, d 1e a utori tedeschi e olandesi n e p al'la,110 fi11 ùa,l principio ùel sc!colo . .Alla, fì.ue de l secolo X VII la for z,~ dei hom barùieri ed ai U· Lauti stipendiali en,,, J)el' tutto lo Stato Pontifido, di Dù nomini così riparti.Li : Uastel s. Angelo l<'ortezza di Jfern1ra

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Come ,JJ"rname rLlo, nc~lla ster-;~a 1:pOC'.a , v1 enwo 81~{ can11011i di vario calilJ1·0, :m 1no1·tni e fi7l i i::pi 11 ganl<~- Qn csto materiale g-uan1iya le forl ezzr\ dello 8 la.to e le murn di qnn,l chc città, nonchè le torri ,lelb spia,g-gfo roma na e vnri pm,ti ùell' A,lri atico. Come rnnni7,i onamento, troviamo 10:.:WLL g-ra11atc, 40J~ homhe, 2428~1i 1x1 Ile cli fono , ,>497 L p alle di pi e tl·..1, da. can none, 3259SS libbre di polvel'c, ~3T200 li hhrc di salnHro, 11 Sl:39 di zolfo e 57200 d i cor·<la rni rcb. cc Com<> rnntN·inle da ridursi ili proiettili, Ye 11ivano conse1·yute 1wi mng-w1,:~i11i 4-~~!J:1 libb1•p di ferro e 72!1400 lihlH'c di piomho i II pani. ». Le locali !.à, fomih~ cli rnag-gior munero di bocche ,in. fu oco ~1·a110 ln Fortc;,,z,1 di Fnrarn, il Poi-le Urba no a B olog na , CiYita,vecel1ia e Cnstel R. A ngt:lo. Da fJlleR Li da.t i hRlza ev idcut e e lle lo Rta.to ecclesia stico, a lfa fin e <'lel sceolo XVlI, aveva 1rn'a,r mament o fll'ti gliercsco n ieH t e affatto trn.sc1m1bilc. Ma. ciò eh<' importa, so pra t utto not:n·e è la. Jisiorrornfa. pr<'t· tarnente na?.iona le ùi tale artiglieria., se nza, la pi.ù lieve incrinatura straniera. -

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u;uu. noe 11.

L'attività costruttiva in Napoli tra la fine del secolo XVI e il principio del secolo XVII - La Scuola d'artiglieria - Artiglierie private napoletane - Apprestamenti difensivi per la città dì Napoli - L'effimera Repubblica - La polveriera di Pizzofalcone - li capitano generale Brancaccio - Esodo di uomini e di pezzi - Preminenza del mortaio - Innovazioni nei pezzi e negli affusti - Inventari delle artiglierie di Castel Nuovo nel 1657 e ne l 1671.

Nel 1·1:a111e di :Napoli , SCl'ive il Conte Riceardo Fila,11gierì di. Candida, « un p eriodo di notevole attività nella fahl)]'icaziorn~ delle artiglierie a.vcmmo tra la .fine del S(~colo XVI ed il principio del XVTl >>. L'illnsh·e storico na,pol etauo è giunto a tale consta.ta,,done jn seguito ad u n esauriente studio s u di « una serie d ' in veuta1·i e di volumi di « f:autele » del« Moni;,;io11im·o ,lelle Ar· tiglieri,~ <Jj Cnstel )J uo vo )) che gli ha permeRso, « non solta n to di conoscei·1\ con pisedsi.01w ]a, co11sistenza clellc n.rtigliee ie del nostro rnagµ;iore ca.stell o e la, l oro distl'ibuz;ionc nel f01·tc, ma, di accertarne le prov1mjem,e, le date di fahh1·.icazioue, i nom i dei fonditori e tante aHr e p,.n·tkolaritù, a.rtir..;tiche inte1·cssanti >). Dnc di ta.li 1locnmr~nti , fa,voritici. cortesemente dallo stcRso l•'i fangfori, e 1·iprndolJ.i a lla fine clel presente para.graJo, cleucano uu certo 11mnero di ùoccl1e da fnoco, la c ui costru;,;ione rimoul,L a.1 pc1·iotlo JGD:t-lGl~. I c:11111oni , oltre a.ll e armi dei Vicer~ che si snsr..;egnfrono, portavano anche q 11clla d el g(merale cl 'nrì.iglieria n. Juan Va.s<]nes dc Ac ufia e Hpesso il nome ùegli artefiei fondH01·i_ 'l'r;,lJ ques ti nltimi, appare Ti'ranccsco Barba,y o, nel 1598 e, tra n 1 GOS cd il mm, Innoccm,o Cionlano. cc l'nre dell'istesso periodo ,-. nn :;?;l'Uppo di due falconetti 1; di due smei-ig'li, a venti il nome (~ ](\anni cli Diomede Oarafa Du ca cli MaddaJonj , e on qnelle d ella. sua, e011sortc, Margherita, Ac11n:wiva d' Ara.µ;ona. 'l're di essi so110 riportati eon ,late, ma <l ue soltanto con date sÌCUI'C! : Hì07 e 1.608. Allri d ue falconetti hanno le armi dei Dnchi. di Madòaloni, inquarta.te, olt r e che con 11nelle degli Acquaviva, anche con qnell c dei T>i Capua ; ed essi sono posterfori al 1611 >>A ll'il1i:do del secolo XVII a, NapoH esi steva una scuoJa, di

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Artiglie1·ht: uel l(iOl vi e1·a deputato mi (< Michele Yigle1; Uap. n u ùe sr:ola deli artiglieri>>, cou uu salario di 180 ducati J'auuo. \ ' cùremo ill 1;eguito iu qnale 1:on1;iderazi011e fosse te11uta que1;La, 1;e110la, a.m1ovcrata, verso la metà del secolo, fra le migliori della penisola. Nello sLes1;0 torno di tempo, anche a, Palermo doveva 1iorhe u11a seno la per gli artiglieri; il Mo11gitorc, a proposit o di Aiello Santo, ehe 1·i1:orùererno auco1·a, in seguito, tra gli sc1·i 1:tori d ' ai·tiglieria, scriveva: « SancLus Ajellus Panormitanus, iu rt:~ia schola militari ilJorum, qui bellica exploduut tormen t a l,anorrni l'ntefe<:t1:i_s, et ut vuJgo vocanL, Capo-}fastro - Vixit cfrca aunnm 1610 >>. In qm~st.'cpoea l'Arma e1·a anclrn dotata di petardi, usati fe licemente a Dm·azzo dal l\iarchcse tli Santa C1·oee, in una spedi :doue contro i eorsai-i turchi, che Yi av<!vano posta la, hase per k loro sc01Tr.rie sui lidi di P11glia, : la uott<! del 4 agosto lGOfi le milizie sban:.arono a l >ur-azzo con dne « pdtanli, nuova, ::ìOrie di licllico h,trnm<~nto C08ì detto, Il qnale adoperato in simili oecas1011i molto dappresso <~ cli mer,wiglioso e terribile etfotto )) ; e Firnpresa vi1J01·iosa frnttò , come bottino di gncrra, ventun ran11oni di hromrn nel CaHteno, e nella Città, ventidne cannoni grossi. molti pezzi pkcoli, s111c1·igli. (\ moschetti di posta. Impm·tm,te, in q1wsto 1wriodo, (': ln, messa in opera delle ff'r 1·iere di Rtilo che venn<!ro a cla,1·c più largo ritmo e più 1·icca fonte di vita all'Al'tig-lieria del Reame. Qnestc ferriere funzionavano escJusivam <~nte per i bisogni dt•II' ArRenale di Napoli nella costruzione ed armamento cl elle gnlec, per il treno delle~ artiglierje, per il urnniziona.mento in pa lle di ferro << agro con Je anime piene)>, prima e, po-i, in gr a,rafo e bombe, in « g-11an1irne11 t.i )) e<l infine in a Hrezzi da guastatori. Nel HilG << n1astro Romolo di Plorcntia )) fucinava in quelle f Prriere palle di artig-lierie di ferro colato. Con la, piena. efficienza di queste officine, l 'A 1·ma, per il suo 1n1111izi01rnmento, si Uberava, da]]' e< al'l'endatore )) e dalla facoltà, che allo stel'l~o arrendatore era, stata accordata, fino alla metà, del secolo precedente, cli importare proietti ò.1, altri Stati. Rotto il govc1·no del I)uca d '0Rsm1:1, dal 1Gl6 a,l lG20, si tenne si:mpn~ in pieili un esercito di sedi cimila uomini , fornito di nu-


1600 -1700

mcrose artiglierie elle si erauo pre;:;e, in parte, dalle fortezze. Uo;:;ì, almeno, narra, qualche storico; altri invece dicono che i pezzi furono tolti dalle fortezze per rLrmare le galee, per due consecutive dimostrazioni, nell'Adriatico, contro i Veneziani e contro i Turchi. Anche la c:ittà di Napoli, nel lG17, eoneesse Hi lJez;,;i della. sua artiglieria. (~, poi, andu~ un altro : (l Nelle sèritture dell' lu·chivio M.u11icipale trovasi l ;istrumento di consegrm dei primi, fallo al mu11izionier(~ del H" Arsenale». Anzi pare che non fossero ueauche restituiti tntti, perch('. i l Rl agosto 1(;2{; gli .l!Jletti frcero intendere nl Vieert~ eorne, dei 17 pez:.d eonsegmtti al Duca <FOsirnna, so lamente dieei avevano ... trovato la via del ritorno: alcuni dei cannoni non 1·estituiti, Regnati con "l'arma della, città, si trovanrno snl l\folo davanti alla. Casa delfo farine , e gli Ele tti chiedevauo, appni1 to, c he and 1e questi vc11issero rime:-si alla kg·i I.Lima p1·opriela,r ia,. Del resto Ja mauea,La, n~sl i tur,io11e non si c}ohe a la meuta re soltanto per pe;,;zi della cittù, di Napoli, ma anche per quelli tolti dalle foyt(~z½e :-:ieilianc; auzi questi ultimi pare che atldiritt1n·.1 fosNc \ro ve11(lnti dai Ministri dell,.L n..~ Carnera . [ n 111wst'<>pont I). PPdro de Acmìa era Capitano generale delle Ar!ig·lie1·ie e l>. '\lru·l·ino A<·11fia. ne era il luogotenente : quest'ultimo percr!piva il rnodes lo salai-io <li 2G duca.ti al mese; e a,nche qrn~sto particolare eontribuii:;ce a documentare ehe le finanze e ra.no alqmmto in ribasso e che, almeno per quanto con cerne l 'Artiglieria, si faceva uso delht l<-lsina. I] Vettori. scrivendo al Grandnca di 'l'oscana. nel Hi25 e diSl'orrendo de11e f'm·zc d<'l R<'gnn di Nr1,p oli f!fl i.n particolare (l i ciuellc mnriJtimr, si esprimeva così: « Fanno fare anche qnattro altri galeoni; ma, l'opera è incliet.ro a,RRai, da essere appena lesti qnesta estate; se 11011 si muta passo; e ci sarà, poi anehe una es, S('n;i;i.alii-;sima difficolLù del mancar· d 'artiglieria, che per questi RiPRsi prima. l ' han chiesta da Livorno; et es(',l usi di n, l'han pi g]iata parte da.' castelli di Napoli, che è sta,to la di bronzo della capitana,, e parte di mercanti per gli alfri vaRselli, tut!a d i forro )). Tn nna lctte1·a, c~el 2fi marzo 1G25 è detto: « Quanto poi a nuove. <Jnel corriero d i Spagna non solo venne per sollecitare ~

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. .I.

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i galeoui, nu1 cou ordi11e di nuu tornar<~ s1~11z;a vedel'li padi ti ; e qni 11011 ha,JJuo :-ntigliede ]Jastaute, 11è materia da fa1·ue, più eh,~ t1·e o q 11aU1·0 p1~zzì, die g-iù, Ile ha uno gett::Lti, e per comp1·,u·I.L da 11:1 Y i <ti pal'Li<..:ola1·i (d..t<~ se non la volesser da,r per arnu 1·e, la pig]forebl1t:·1· per forza), rna1H::rno j danal'i )). Appuuto per 1·imediar·e n tale detieienz;a, di rnezz;i, uel l(;;m, a 1 popolo giù. <:arico cli balzelli, si chiesero nuovi sacrifiei : cou 700000 dtH:ali donati ,]al l'a.1·ia1ne11to e da pagnn,i ili nn anno, con .lrL vell(liLa dello ~tato di J'nrma e c:011 11mL nuova ~;abeUa s ulla eitt:ì :-ii mh,l~J·o i11sierne due milioni per apprestamenti d i guena _; (:011 1:a,li fomli il U 0Yet110, :·wrivevano <la, Napoli a,l G-r·and uta di 'l'oE-(·a11a, (( la soJlecitm·(~ l<i fortific.a1.i011i di Capua, di. l 'esca1·a, <li Chitdla del 'l'nn1to; ,~ nel mare~ fa fo1·tifiearc Ra ya, l' iso.la <l ' h:dlia e di l'roc.ida,, et allcll<~ la fossa fli S. Giovanni: essendo tn t1 i gli a I tl'i l noghi della Cort<~ hen pl'ovvi sti tan Lo <li (JUCslo m m ·11 come ddl' A clriatico n. ln u11'alt r n k ·HPn1, d1 ~1 :; f"r•hhraio Hi~tG, eosì si parlu del \'ic.e1·1' ·: (( <·011w che ~a~ntc d1e i l<'nrnr:.e1-d a hhino in Ol'dine mm, potente a rnrn.t,L per infPttnr l 'Italia, desidera di a.Yf'r forz.e hnkhrn ti i"la pol1'.r fai· ìo1·0 r-Pi-:ii-:t·t,11za: e per qtt(~slo rispdto lin risoluto di 111:rnda.1· pl•rsona a postn n Li\·(wno, p er 1J1·oeunu· ,·a scclli che sie110 ntti <li a nelare ìn annata, e clw nhhìno l' :1rti glie1·ia. (' I id te k· a !tre\ <·osc! n c:(·orn·(· per iJ nes l o effetto )). Intanto le fe1·1··iel'e di ~til o f 1H:in11vnno prnieUi, <:osì elle, ti-;i iì mn g-g'io Nl i I g-i ng·no del J (i,~S, 177Gii palle di fono (:ola t o, da due a, do(lici li hlm: dì cnlìhro, fnnmo ,·crsate in CasteluuOYO, e 35fi18 d,11 1, gingllo rn:n n tntto il ~, ot·t·obre (lello s t·csso a1rn o. Nel Hi:JG [urouo ac.quì s tali d a, nn 1al Oiovarmi Brieo 8fi p cz;z.i <li nrtiglie1·ia di Ceno colalo d Pl peso di :JJO c." (~ r. 80, p er la so,nwa, di <lucnti 4fHJO, e ad al( re clivl'rse persoJH\ per anni diverse , si yersaro11 0 ;i~(i!);i dnerd"i d11e lad <> dne grani. E. sempre nello stesso perioclo , molte boeehe da fuoco erano fa bbricate fln clive1·si fonditori , fra eni ricordere1no Ottnvio di FrnnceRco An tonio Gim·dano 1w l lG~{4, Gi11seppc e Rantolo Giordano nel rn~G, Hl in fìn c Giovan Battista Giordano nel lG~~- Rilevi a.mo <Jni <'lw queste f:nnig1ie G·iorclano s ervirono per oltre nn secolo, :inintf'r . rottnmcnte, Fartiglieria napoldaua, e nwritnn o di essere rico,· 0


1600 -171.iO

<late aeea11to alle gra11ùi famiglie di gettatori di camioui, come gli AJherghetti, i Uioanli ecc. Cont(~mpornneamente sorgeva (C la fabbrica della m10va funderia <.ieutro del R. Arsenale )), di cui e1·a partitario un tal maestro Xata,le de Hul>erto al quale, nel lG~G, furono versaU, in L1·e diverse partite, 1487 ducati. ~ cllo slcsso anno figura, c:ome ge11c1·ale ùelle artiglierie, V . Pedro Cortcs de Armcute1·0, maestro di campo, che dovette sostituire in tale carica, D. ,TnaJ1 Ossorio dc l•'igueroa. E non vi era penm·ia di valorosi ufficiali. dd R(~a.me ehe sapientemente il1tegravallo la teorh1 con la praLiea, come Flavio dell'Uva ca1.imrno, il quale, essendo "i\[acslro di Campo, 1mhh1ieava in Roma Hd 1G8!J il suo ricchisfiirno « Disco1·so delle regole et ordini militari», iu c_:ui <lù. prova di eompeteuza. ancl1e in materia di :u ·Li gliei·ia. V1·1·so la stessa epoca G im·gio Bas ta di 'l'ara,nto pnhhlit ava il suo .Libro de] governo delle artiglierie. 11 1S 111a1·zo Hi'._{8, 13eeo11tlo Giarnùatt.istt1 Ma1·te11a, en,piLano <]pi 1110rtai P petardi 11«~1 Ilen me, i hom lmr-diel'i uapoletani tiea1'0110 la prima bomba contro il forfo di B1·prno; e del nuovo trovato si 1,e1·vi1·0110 poi i I<'r·irnct~si, ave11do presi mortai e bombe al g-en e raìe · dell e artiglierie ~fortino Rn.gona. Lo stesso Martc na, governando i mortai contro la <:itt:HleJJa di Asti nel 1G45, inec~ndiò con nna homha l'm.:ter·iai <1ella. Croce r ossa . .Xe1la i;;t.c>Rsa opera d<~l MartPna - (li cni pn.rleremo più cliffn snmc>nte rn~l paragrafo 14 - si trovano parole di lo<fo per i capitani Diodato Costa, Ji'rauee:-;eo Mola,, Carlantonio Sa,la, e Giovnnni ~Ingro, cl1e servivano sotto il snprerno rotnnndo fl<>l mnrche1-;e Serra. rerdurnrnlo le eon tin ue Jotte tra Francia e Spagna e vivendo <p1indi il Heame sotto la. pel'petna millacda- cli nn'invafiÌOllf\ si c nn1nH10 felilrrilmcnte gli apprestamenti <1ifensivi, specialmente per ln città cli Napoli. la e11i ,lotazionc di nrtiglicl'ia s11perava ora i no pezzi. Così il Mont.erey, Viccrè di Napoli. nel 1G8fì, ment1·c si t.ernevn l'nrrivo dell' Al'lnata francese, << scrisse al Comune chie<kmlog]i le sue artiglierie e nuovo ainto cli moneta, il quale gli fn eo1ttonlernenfe negato n, mentr·e f11ro110 eoneesfie ]e bocche dn f11oeo . eon la eonclhione però c:he dov<~i-sero r.sser<~ reAtituite -

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l p1,:zzr Mt;.:-;1c11•.,u l'\El.LE :-;,,.,1 ~" ,:-;:-:1-: :\'. .\l'lll . l•:'l'.\/\ I•)

a.i ]01·0 posto appeua cessalo il bh,oguo, che 11011 ru~~crn di ~l o eate iu alt1·e parti d e.I. distretto, e che fosse1·0 senile da a 1:l.igl i<'1·i 1·egi ed a spese del gover110 vicereale. La minaccia essendosi fa.tta, più g1·ave ed Ì!lllllclliata 1wl u; IO, il ·vicc1·è, Uuea d i )fodiua, apprestau<.losi a d.Hesn, eouvo~ò H g li Eletti ed i Ciuque e Sci delle l'iazze », invit andoli a 1,onc ju Ol'<.line le a rtiglierie municipali: con 12 caunoni tratti d a B. Lo 1·enzo e eon alt1·i ritira.ti. dai castelli e dalle navi, a1·uuì u ùil'c~a a. il t onione del Oa nuiue, quello di S. Lu ci;,~ e quello delle C1·0 cdle, e tuUo Jo sp:1,1,io del .Molo 1lalla l.Jastin fino alla Lante1·11.i, nouchè la collina, di Posillipo )). Otto anni dopo, le artiglierie dP I Corrwne doveva n o cltiude1·,· la loro s tol'ia con 1ma pagina da vve1·0 gl oriosa e, questa ,·oHu, 11011 pc~r i sogui impP-riali s tici di Rov1·ani stranieri , ma p er la li.bet t.1 e l ' imlipendcJJ za del poJJOlo napoleta no. Ai 9 luglio del LG47 il popolo iu sommofi8a assalì la ton:e d el eampanilt~ di S. Lorenzo, e, a.vuLa facilmente rn.gicm e d ella g nnr<lia-, si impnclronì di qnel po1>;to, iu1poi--ses~ 11tlo:,;i c)p]le al'liglforie. P a1·c c he i cannoni di ln·ou1,o l:ossero didotto, ol.tl"(' l'a1·tigliel'hl, legge1·u. ì\fa i pezzi 110n f'ui-o110 usa,ti, nè allora., n<~ nel nuovo t u111ulto clw Regn'ì in agosto . ~ell 'otlol.J1·e invec:e, sopntggiunto do11 Giovanni d'Austria. con l'Armata cli Spagna. e rifiu tandosi i f.:ollevati cli deporrP- le urmi, l e fortezze e l' A 1·1nata hom hanl ,nouo la eith),, m e ntre 1c artig-lierie <lcl popolo postale 11el « torri one del Carmine, sulle II1u1·aglie lungo il nu.H·e e snUe tl·incee costruì.te n R. C hinr:1 , n Porlan1eclinn e a Yi8it a l'<n-P1·i 1w l q11a 1·ti<·r<' ili P01·lo )), 1·PRÌRtct tcro gaglinr<lnrncnle, e.:-rnsanclo non potiti d ,_11111i ni 11emki. Kon meno tli 4000 colpi di eanno11c~ f1no110 tirati sul .l a Oitt.'L, <lai (;n.stelli. e dall' Armata, e damwggiar·ono div<·r·si eclifizi, tLCdd e11<lo e fcnmllo molti ciltadi11 i . « Tn t a li tnmnlti r-:r.l'ivc Perclinnndo Co lonna cle ' Principi di Rtiglin no - g-li ~p;1,. g-nnoli esperimei1tr1ro110 m10 fl f'i più ter r ibili tro va.ti della g-nf>1·m, cioè Je horn he ti·al.[e in arcn te, e fon,P in t i l'O rettilineo r.011 qnella. miu1iera di obice ch e a qnri tempi diePYa~i pozzneco »- 11 Martena ciial:o. nrlln. s1rn ope1·11, rarrontn di aYer tratto dodici bombe s n Napoli. in r-:i ffnt-.Je tontin~f>nze. con u no dei « morta.i fusi eon divei·sc proporzioni p er qne:,;b:i rnwrn maniera cli off<>i:;a, -

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lGOO -1700

iì quale era stato lasciato dal l'ri1H:i1Je 'l'ouuuaso di Savoia nell e ahbandouatc tl'ineee erPtte ad Orbetello (euuto dagli Spagnuoli>>.

J,'ig. 147 - Gcncrnlc Drancaccio.

Da allora, la, r ivolta fiammeggiò contro il dominio di Casa d'Austria, e l'u dichiarat.1 la H~puhh1iea, con a ca,po Enrico cli Lorena, duca, di Guisa. -

830 -


F. G . B. llH.\XCACClO CAPl'l'.\""O Gi:;:\"l•]l,.\L ls 111~1, 1,'AH'l'IIJL l l•:IUA

·-

Furono sei mesi di combattimento a i quali pa.i-tecipa,1·oi10 ;i.11 che le artiglierie, fra cui due pe:r,zi di bronzo, cou le ar.111 i dc.I la tepubblica, fab l:u·icati, a spese del popolo, uella chie:sa di H. Lo renzo, trasformata pe1· l 'occasione in olficina : queste u ne boc1 :l1e da fuo1.;o , il rn febbnt-io Hi4S, furono provate al 1-'onte della Maddalena. Speutasi la rivoluzio11e il G aprile, le bocche da fuoco de lla città, i11 umnero di 25, furono definitivamente riLirate i.11 Castel uuovo. T1t quello i,,tef-so anno si pro<:ecleva alla costn1zione della l'olveric1·a di Pizzofalco11e e si iniziava, un per jodo di più intensa p1-od 1rn ione di bocche ila fuoco. Pru·titario della Iondel'ia appare tliuseppe T>' A.mo1·e, il qua.l e era anche a.1.· lefice fondito1·c, come risulta dai cannoni fusi nel J63G e Hi54 e :Hrnot.a,ti negli Invent;:1,1·i tlel 1nm e l(i7J . Coutempo1·anea,menle continu avano a co:-t1.·11il-e l>oc<:11e <h~ fuoco San tolo e GinReppe ({iordano, del quale ul ti 111 0, abbiamo noti½ie fino a l l(iCG. A Capitano ge11crale òell'ar·tig-lietia, verso la mci,ù del se<'olo. c1·a Rtato elevnto un n apolcta.no, ]ha. Gio. Hattisk~ Bra.n<:.a e,:io. Il BraHcaeci.o tornava dalla f3pagna - dopo aver- dato nelle i11 11urne1•cvuJi g- nerre prove luminose tli val01·e e di competenza, con Ja pem;io1H~ di ottocento scudi an nui e c on la dignità di Ooni: :ig-licrc nel Regio Coll aLerale di Napoli. Di lì a poco l o si onoi-ava col titolo di :M arch ese e lo f.li elevava, al grado di Ca pitano g-enera.le dcll' Artiglieria del Regno, con la s:egucnte cedol a reale h1 dala Jo luglio 1G48 : P ol' (Juanto por li:1\"t'r p1·omov ido a Lnis Podcrk,o al Cargo de nucstro <."npitan Uene r:11 dc la Cn.valler ia de my R cyno ùe Na poles, quc a;iiste en Milf111, quccl a vrwo el d c Capitan Gcnernl dc la artillcr ia, tJue cn Napoles fil-bia e l di.elio Lni,; Podcrico; y eonbcnicmlo provccrle en P cr,;;ona dc valor, ,·011tian<:a y e:q,er ien<:ia P.11 las cosas <le la ~ucrra , y particul a rmente en l:.tH, que pcrte11ceen a csle Ministcrio, entencliendo quc en vo;; Fray Tvun nm1[lti~ta Brancar·ho eoncmTe11 e.~ta s, y oln1s buenas partes, y qualitadcs, tenienclo at.enc-ion a clln i;;, y :i vucstTof: nmchoi; hue11os scrhiçios y, cspcrando que en lo adelante los continuarey.!'< con ygual c::clo, serbiendomc en esta oçuvacion con l a ff'dilidnd, .l' lirnpicça. (]ae lo haveys hecho b;1sta a orn , etc ... ».

I~ poichè don niego dc Quiroga, occupava già ]a carica, alla 11 na le era stato elevato il Brancaccio, in seguito alle lettere del -

831 -


lùùO - 1700

Vi<:erè C011te <l'Og11at.te ~11 qum;lo m·go11wuto, il He, non iulen <kndo di l"imuove1·e il llr ancaccio dal J:)Oslo a.flida,togli, stabili che vi fosse1·0 ll ne generali d' artiglieria . Uio. Batfo.;ta Bram:a.edo si mostrò s ubito deguo della fidu cia sovnrna: uelFassedio ,li. Po1·lolongone, diresse con tauta pe1·h,ia, lH batte1·ic, c he ]a 1•in1.1.a fn rfoorn}l1istata ,(Hi50). Rimase pos da, lici p rf'f:!idii di ·.rm,tan.1, << per sopra i11tenclcre >> a quelle fortifica.zioni fin ch è, nel 1GG1, gl i ru a,f fida ta la condotta dei yw,;ce lli e della gente jml.Jarcata per la Spagna. Nel 1(;54, lemend o:-;i 1111 :1Uar,r,o da parte dt\l Dm:a di G niRa elu~ a 11<11va appar<~<:e hiaJHlo UH esen i lo, il Il1·aucaccio fu l'Ì · chia11mlo da i Presidi di 'l'o~<:aua, ove g: i m·uuo slati affidati ddì<:ati compiti di fol'tificazioue, cd inviato in 'l'erl'a <l'Ot1·anto . Ta.Je cfrcosta n za. <~ da. mettere iu rilievo, p e l'eh1': pi-ov[L che ie ,.tl'tigliel'ic tl(•l TI< ame, :-;e ei·a.11 : 1 pul'Lroppo .1dopern,tc al servizio dello stranicl'o, si va:lcvano però della p e rizia. lec11i ca ,legU ita li :rni ; rnrn solo ma c he , ;i 11 t hc ne l le m·e di:llicili e ,li 111.aggiore 1·eRpm1salJilitù politica , non si esitava .1 d 1itLlllaJ'c dc•µ; li italiani Hi s upre mi posti <lì eornnudo. Morto il Q11irogn , il govt•1·110 ildl' 1\ 1·1iglic~l'ia pa:::sò inte ra mente 11e llc mani clel Hranea r.cio, come da lettera. della R eg·. al Vi<:erè 1 J. I 'iPti·o i) ' A 1·ngoua, in dat a, ~O maggio 1 GTO. F io1·c,11 t1· era, 1wll:1, Rf'(·otl( La nu\ht d el secolo XVII la Scu ol.-. di A1·tiµ;liNia : nell'opel'a. del Oa,pitauo Mar temL, di cui già parlammo dia11zi, si lPgge uH 'ottava, che la Rc:uolu, d ' al'tiglierhL di Napoli dedica .1 q nclla- clcll:1 cHtù di Pavia: è lecito dcd11r1w che in queste dnc ei H:ì, l' ..:\L·Jna fossP i11 1·igoglioso sviluppo. Ma l ' Artigli er ia 11apolcta na , come p cl' il pHsstd-o, con t illl1a va a port:-we ]a sua, fo ry ,a, ruori ùcl Reame : t u( Li i nostri s torit'i sono c:onconli n ell 'affer mare che i11 un breve periodo - n egli nltimi a uni di Filippo IV, il qual e morì n P.l 1665 -- usciron o dnl Hegno, oltro n migliaia <li 1101nini <foll<~ varie fl.l'Jni , anc h~ 208 pc:m;i cli :u·tiglicl'ia . 0

U na, Cal'a t teristica. dominaule <.li (J11est:epoca < ' lo sviluppo crescen te del mortaro - - c he s i ,·a affernwndo ron i-empre più groi,;:si calibri , P qnincli eou maggiore potenza - e della bomba,

-S.~2 -


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c he J1 on se1·vu soln 111e,rt <· ('0 1111• pr·o i<i f f·u d i 1·0 111peu h~ cli la11t i o, mu. a Hclle eo 11te m ina.

Difatti, a Htil o, Jl(~l

rn,s,

per l ' Artig·lic ria napoletana si

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Fig. 148 - Genera le Origlio.

fa hhrknva110 bombe << del dia metro ue libre ottanta, di P nll a, di Vietra >>, oltre a qnelfc di nlc mri calibri mi11ori , pt·odottc in quan Litativi abba st:1.n:r.a, rile,,nn t i. 53

-

833 -


JGOO -1700

Più tardi troviamo annota.te

« per tutto il 22 di apl'il(~ del-

l 'anno l{i8G, 90 bomlJc di 1111 Cantal'o e 10 rotolc per ciascheduno, r.omforme alli c:-1lib1·i , che se l'erano dati dal Gen eral e dc1l'Ar tiglie1•ia, pe1· il trabucco maggiore >>; e di simili bombe « del cali.hro estraord.i nario dc lib.rc 160 di palla di pi etra » ne fm·ono consegnale ~Hi8 per un peso di cantari 59G e rotoli 7 ai 17 di settembre 1686, e 1600 per un peso di cantari 1705 e roto)i G a tutto il 4 ottobre del 1687. l\fontrc si perfezionavano i pc11zi, si portavano innovazioni ucgli affnsti: nel 168:i troviamo notizia di « Crn;;s(\ t~ rote d ' Artcg.rie alla, 11uova inveutione » e di « gua,rnimenti di uuova maniern, >) ; e negli esili della Cassa militare del 1G87 troviamo la somma di 131 ducati « pc1· t]nelli spendere a disp. del Gcn. delle Artiglierie U. :Ma l'tio Origlio cioè Jll ncJli grani che necessitano all'Artiglieria, di sfoconato del Cast ." 1111ovo e cluc . 10 per impccia.1' P. di nuovo li guarn imenH <l' Artig.rie <li nova invem1io11e >). Ucic cd11Lo il Br-:J,Hcacdo ,wl Hi78, più t a ni.i fn nomiua.lo co1rianda,11te <kll 'Adil,.\'lieria, 1m altro n a poletano, il generale Origl io , che <>ra ritornato in vatrin, dopo quara nt'anni di tLSsenza, spesi sni (·a mpi tli b:iJ-t.nglia, e che r:onUnnò degna mente l'opera, dl~I pr(~dccesso rc. Nel 1G8(j Fn inviato nei Pr·csidi di 'l'oscamL per il c.1mbio <leile solda,lesr.he; ed eg.l i nt~ approtìttò per studiare il sistema delle fo1·tifica½ioni e per proporre asRm ll rate rnodica zioni. Ritornò in 'l'osr.ana nel JG88 e , pnssam]o per Roma, fu r.on~u ll.a.to dal Papa suJla, opportunit:), di a,l cune f01·tifìca11ioni, p t-'r la difesa contro un possihi.le at.ta,cco francese. Vn p1·osp<~tt.o cll~] l<i88 cirra, .le spese « del. trm,o delle Art. n ci dà l'esa,tl.a co mposizione del C01·po di ArLigli,~ria sotto i1 s upremo cornn,ndo dell'Origlio : Genernlt) rlon i.'rfar ?:fo Origl io a l mese . .i:::o rlucali 10 Art.ri a GO il m es<~ Al suo 'l'.t.e 23 il mese Al F ornlitore (]~lle A rl..ri a Al C:111. d ella. Scola Al Cap. 0 ITH'O { li tlt" srola 10 nl m ese

Al Cnp.• mro di Cm;ce et r ol.e Soldo del '!'ile.te Gen d c A1·I.. D. Gabri el e rl' ~\ cu 1~11a Al Gentiluomo di det. Art.

-

8~4-

annui ::!)60 )) ,20 )) ))

)) ))

~00 f,2.4 180 120

120

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105fi 2<l4


AlL\iut :mt:e iugeg11iero AU ' Aiuta11te del i\1." All'Art .ro ::;o ldo <l' allri olii c.;htli ù 'tu·tiglieria. do<! Al gentll1101110 Al Cav. ,foi Petar di .\u un A i ut. te .-\cl un .\nnar olo A due Aiut.

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Ali' Aiut:111te del Ing .re c he si trow, i11 Toscana AL Cap.IJo degli Ari.. e x.rl Al M .sc rii i\ionfcl'l'ato Al Gen. dell 'Art. Cont e Ba 1·bò dd P orl o (il qual e e rn in U eggio e fu 111:111dato in :.Uilano soprain tendente gener ale delle fortificazioni)

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180 J05-3 204

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198 lOJ,3 l62(i-4-10

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.NP-ll '11Himo deccunio del sccoJo ]a tec11ica deJla cosl.rnzione ,Mtù ò contin11u,111ente progre,lenclo, me11tre ] 'ovga,ujzzazione pro <lutLiva a$R1lmeva sempre maggio1·0 sviluppo. N e·1 rnal'zo l(i91 si legge : << Ri . Rt:l la.vora1H1o <:o n grnu fretta. n.l fortin o, c:lw si enr, gi.ì. priucipial·o, sopr,Llo Rcogli o vi<.:i110 al Caslello de1l'Uovo, per µ;1w1· 11he iJ quale Ri l'a l.,b1·ic..H10 11 ell.1 fon deria (lodici. grandi coln l n·iuP )) . Con tc rupor·mw.nnen Le, si <:ol:rno iL Sti]o l1omhe 1..fa, 100 << per il t 1·n hn<:f'.O dd In nuova in ve11r.ione >>, men trn nei primi.s ;;i mi .rnni uel S(~co lo s ucces:,;ivo, do ù nel 1701, s i n scr à, il« mortaio provet to >) del. qm1 le s i h •gge che « p er il s uo a,lcanzo s'intHHlP <I i d ovr.1·e con 011 6,1 1 /2 <li polvere alcan:r.ar la, palla di l.iLH'<' n:1, t·,ioè n 111 ue 8:-i pe1· I.,~ polv c-\re di schioppo e canne 75 p er rpwl la di eannone )). (J n qnest'epoca, Ja polvere cla g uerra aveva. i I f-< g tH•1d <~ d0Ra m<•11 l·o : 7:i pa 1-ti di ni t.rato di potnRsa, 18 parti di (·.n·ho ne n T di Ro lfo) . .\l pnt r c la t ccnic~L progT i>cliva co11 cou tinnc it111ova:;,,i011i cl elle ùot <:h<~ da t11oeo, nnehc k speRe per- gli uomini n,mncn la,vano : 11('1 ](;!)!) fig ma11 0 d11 t .1ti. 2:-i77S, oltr(~ alle spese per i Capita,ni di .-\.r- t.igliP1·i e 11pl]e e,itl ,'L del R earnC>.. <'rNliar110 inter('RRnntc, per completare questi cenni intorno a ll ' .·\r(.i g ll eria napok l.ana., r iproclnrre questi dne Inventari delle ai·ti.~li er-ie cli Cai-:tel ~novo: n ei qm1,l i Tnvcnta.ri, fatti a 14 :mn i di tfo,tanr.n., si possono l'ilcvfll'C le differen ze d i carka e ili direttive. 0

-

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835 -


1600 - 1700 Jr,;VE:-i'l'Al{fU

IJM,LE

Aln'IGL!lsl<H'.

DI

CASTEL

Kuuvo

x1:L

Hifi,

« l'er.r.i d'arUglierie di bronzo et cli ferro et maschi di hronw et di f eno

ritrovati in li sottos<:ritti luoclli di detto Castello Novo, doP:

1.

2.

In lo ,' ,alont! dell'Armeria Neale Uno l'etriern ùi bro11r.o con lo sep;nu del anno lii41 cle libre d e 11al la nu mero ven ti<:inque, <:on· l'arrne del ltc nostro Signore cle Spag11a. Lnn Nloyana piccola di ferro senza scp;no. Dentro del 'l'rwrfone ili tlelta ArnuJJ'·in

3. Uno l!' alcoucttu di bronzo d 'una libbra di. palla ùi ferro, con l 'annc clcl Duca de Mallaloni Canafi, et Acqu,n-iva, con lo cart.ocdo sul.Lu, elle dice d i lJ. lJùnnecle Oa,1'/'afa nuca de Jlaçialoni, A. D. l\l.D.U.VTTT., di peso un cantaro e rotola 1&. 4. Altro ut supra, d'una libra di det.t:·L' va.Ila, a faccette, con scudo et u na corona, senza impresa. 5. Al tro ut supra di libre due e mezza, con Regno ile una lacerta alla gioya , con ar11w di Carrata, Capua et Acquaviva. 6. Al!,ro 11'alco uetto cli bronr.o, di libra una di detl a 1,alln di ferro, cmi I,1r,ert.a :dia µ;ioya, con nrmc Carrntn d .1r·q11avi\·:1, con eartor:cio ehe d ice : D. lliomcrlt! <Jarra,tn nuca di MtuTa luni. ,\, D. M. D. n. l l (sie). 7. Altro ut 8UJ1n1. tle Iib1·e due e Jl\Pr.r.a <li òet.ta pnlln , (-on Regno a 11:i g-ioya rlP. una laeert.a, con Nostra Signora (lel Cnrmin,•, et sopra li magnoni l'arinc di Ai,q11:1.1·i1·:t et Carrafa et C apu:1, con cartocdo i;;r.nz:1 imprese nP. lettere. 8. Uuo smiriglio di hronr.o <l'<H1r.1~ q11:1fi rn <li pnll:1 di fcn·o c•on unn :;;h:irr:1 in mccr.o, et socto rlir:e: H. K, col mille,;irno Jl304. !i . •-\ltro ut supra, d 'onze oii.o, c~rn l'a1:H1~\ Uarafa et Acquaviva, con car, l.or:r:io sotto, che dice: D. Dion1crtc <Ja,-raf(I. nuca de Ma<TaJoni A. D. l\LD.C.VU. 10. Altro ut supra, rl'onr.e cinque, con nrmc con due sbarre, et sotto dice: R. ID. J 1. Altro ut supra 1l'onr.e sei, con l'armc Carafa et AN111nvh-:1, c'On c:wtoeci nlla colata che dice: D. Diomede Ca,rrafa - nuca de Mn,la,loni. 12. Alt1·0 ut supra, (l'onr.e diece cli palla di ferro, r.on segno da parte dei fl)(_'one: n .0 III. 1.3. TJn Bo¾zar.m (1) di bronzo, di libre diece de palla e pietra, con una orechiella da una parte et a dirittura della bocca un'altra. 14-Jri. Due l\foynnc di bronwl, di libra una dc palle di ferro , con sue r.odette et forehiglie di ferro senza segno. 16. Un til·o di !,ronzo a due bocche, cioè nnn per parte, ('On due lumere de ~ibrc cliece de palln di ferro, con arme del Ile nostro Signore di Spagna .

(1) Specie rli obk-e: vedi paragrafo tecnico.

-836I


1:S:\"E:S:'l'.\l: l u

......

IJ. AHTI G l,lEHI ,\

XJ,;L

J.(j;:-,7

1,. •\llro u t supra di valle di fcl'l'o ùe l i bre quattro, ton la l u1ucr a alta c,un pn.nella et Sf~g-110 alla eon1ice (!(~Ila cola ta : 2.5.8.ll. rn. Cu pezw tl'artiglie ria cU l(; is11.1me .i nl'onato tli b:wch~itt a et denti-o di bronzo, tl i lunghexza palmi s ette. rn. E t un mn schio tli bronzo . .d.vau li d ella p orta rl-i 1l elt1i .drmeri<i.

20-21. Due Tn1ùnl'd 1i cli bro11zo de lihrc 280 di palla di ferro, l'uno wn scg110 d'una tesla d'Irntwralore, et l'alt.ro con s cu to liseio et con letteni sopr a: l fi 4 1. :vcz /IW//11,Z()ltu del M ic:c-io. "Cnn. :\loy :111:1 cli hro rnr.o con ;;ua cod f{t a et for chig lia ùi ferrn di libra una e J11ez:.m rl i palla di fcn o, 1.:011 l'arn1c d el He n ostro Slg rn11·e cli ~pagna. 23. "Cn Mcz;m Sagrn d i ferro, d c lihre i:i rii palla di fc.rro, senza segno.

:!2.

Xcllu 1.·11rti11n w 11r11

frt 11ur ta IJ'IW11d o

.,entra iu detto J~c.r,io <fastello N ovo.

24. 1-· u Qnn d o C:lllllone di lwo nzo, d e JJ:l 1111 di ferro libt·e 15, con a rme del R e nostro fiig-nor e (k\ 8p;1~11a, et: sotto rl'e,;se l'arn1c <lei Gcu eral delle Artig li t•ri e P c•d 1·0 Cortes ile Anuentero, dcnl ro le l)uali armi dice : Oonesta, et con ldterino, f.lf lo 1,er Civv:rn B11ttif<ta Oio1·cl,.u10, napolef :1110, in a 11110 Hl:"!.<;, (l i J)(\HO caul :ii,1 1.;;, rntola l!J; quale sta a r,n vallo c1m sua cassa. 23. Un l'e l ri el'o di l)t'onzo dc pn Ila u t s n pl'a cte libn~ :18. con lll1lle et 4 orecchiel le et 1l uc nnelle a m:111 ~ini :;tr:i , f~n la f•fl 111µa n ,illa rot.t,1; quale r;ta a 1.:aYnllo nt supra. 26. Altro ul. :;u1w:1. de palla Jilwe ,wdice, 1·1m lctl.c ,·e n ella tt·omh:1 ùclln h>ioya, C:i rio ;;0 I mpcrnfore nel mezzo. con altre lettcn ~ c hi' princ ipi ano: P hil·i ppus, con 8 frn sC'IH\ alla colata (]Uf.1<·' sta ,1 cavallo u t supra. 2,. Uno S:1µ-ro di hron7,o• il e libbni sette t1i palla tli f erro, con ::;endo liscio a lla cola ta, so l.lo il 1111,tlc vi è il 111i1Jesimo l4.3S, con gnu10 di Jerro posto; qua l<~ s ta :1 cavallo con ima cassa . 28. Una Pcdrier a di brom-.o, di llnl la di ferro cle libre 20, con !'arme d el R e nos t1·0 Sig11ore th·i Spagna; quale sta a. cavallo ut s u p ra, tli peso U= taia 2 rotola Sl. .:D~JS, Maschi <le hronzo n " veurl. 1.:011 nr111e r e11 li, per fare snlve .

,,._ ""t<lct '.l 'O'ffiono 1lella, M1wiua.

..

4!l. "Cuo Uau11one fl e bronzo dc palla cli fen o libre ,iO. con arme del Re nostro Sig nore cli Sp11gn:1 all:t l.roiuba . con arme con sci p:illc e t de· ~e1:ittio11e de11l ro, che dice: Noli uoocn!; et in un'a ltra pari.e d i d el te nr 111e diee: .4. i;e 11/(wia, r;ro./.ia 11lcna ; et car toedo alln lumern., che dke: D. 1·1;, jr,_, 2~ :!"una G cm: rult! rl<11l'Arliyi.icrù;; ver Sua M aestà; et letterino :lil:, colatn: 07ms fnr111ce11t-ii lo1·f/a11. i Neapo/,ita.n i A. D . 161a; con segnaìe di peso: O. :i,; quale sta a cavallo con sua cass a . 50. ..\ltro 11 1 s n tlr ll di d et Ia pnll,1 dc libre 50, con ,u·mp ut supr:1. allll tr omba, et eo11 altn~ vicino a ll e 111anich c l te con (Jtrnrti r eali e t sbarre più so tto

t .

837 -


lGOO -1700 d "e:s:se, eL 1111'a1tr·arwa d e Jwrn Va:sti uez Lle A t.:umL General e tielle .,~rtigliel"ie, fatto per n1.-u10 t.le wa:stro la11oce11t10 t{iurt.la11u uavutd:.rnu, aililo 11iU8, di vcsu cantaia :Ii, r utula !I; q u a le sta a carall u eu u :,;u a cm;&1. 51. A.Uro ut :supra d e lihre (,iii (li dèlta 1mlla tli ferro, con aquila reale alla colata, cuu due :,;lJune :suJJl'a la l(~:st,1 et ùue a ltl'l! di :sutLo; liLWle :-la a c,n·aJlo ut :,;uvra. ii2. A l tro ut :su pra dc lil..we GO ili d et a µall,1 , co n 11110 Icone ali,1 l i:o1alm, con cal' lol:d<> v id uu all e J1t:1n; dwttc, die Llic:L, : F1:rl11im (lumin i, mane / in aelermtm, 1;,;)7; :s<:n tu li:sdo, s uttu Ll'es,;o g rnuo ili fL'ITO d llia111<:l1L-tta alla <:olata; LJtlille sta a eaYallo u t supra. J;l. liuo /:,agro i li bruuzu di palla ùi fono tlc libre I.I, con Seu lo liscio al la co.l ata, <:oi. g-r;,no di 1'.e1Tu ut r,; npr,1. ii-l. Altro u t !:lli'l'U J c librt' JO di d ett a 11a lla . <:011 :u-llic r eali alla l.ruwba, et quelle del Uont:e d c Mout e lfoJ' .ù!a ".!t•lata, et v i ù :sottv, a ltl'e d e l (;(~u eral òcll' A rtiglie rie D. Giovamii o.~sorio, con ('ari,igli.o di <letto Gtc,neraie, et lctterino d 1e <ik<:: 0f)1t1S JuseJJh lJ.J .tl·nwrr, :\.. V . 1G3ti. , cli veso e:iul:aia 1l r otolo 1. f>;J. 1: 110 ì\1ez1/.o 8:1gr o cli bron~o de Uùl'C 5 di val la di f,~1·ro, con arnie dt~l Hc nostro Signore di Sp:.1gna alla rd :ita. con J1.,! 1tér ino c he dice. J ww V a1r,,u es D e A1;u.11,i (l.1;11«rnle ,tf'lt c ,l r li11l icrfo clcl R t:!/110 d i -~·,wol-i. LI.tino lf1!Jti. r esa cu 11L:1ia ~. r ,)tola S9 ; <Jtoal( , ,·t a a cm·allo con Ho :1 <'.n s::;:i . 5u. Ali.ro cli 1letta 11alln. <le libre· ut ,,11pr:1, eo11 le rn c<lc;;iine :ir111<, <·nrt:occio et h :ll t·t·i n o :i lla (~)I ni a , d1e dice: A. D. l.G03.; con segn ale di peso ca nt. (i r ot. 5. J 7. AllTo u t i<npr:i di p a lla <Jì f1 ,1To libre 4, con nrme ,h,I HP nn81t·o S ignm·<• d c S p:1!-(11:1, co11 g-r,1110 di ferro et le i l.<-.rc :i ll:1 col:1ta: <:. 11 L J,. X.IJ.T l. e-on u11:r •~> 11 (.;l.lat:i all a c,rn1 p:1nr,Jl,1 n f· :s:ui,r,t. f,8. A ltro 111. s 1111ra <le libre i:i <l i dPlla palla (li f <'l'ro, con l'effigie <l ei P,1tln• JiJten10 a lln colata , et g ra110 tl i fc.!rro nl: supr11. 59. A ltro 11 t s 111ira d c libr e 5 d ì tlPI I :1 1111lla, c1n1 ).(rm10 ili 1e1T o C't arme d e l R e nost ro i:,:;gnore clc Sp11~n a a ll.1 r·olntn nt i=:; upr:1. 60. Altro nt ;,;n pr:1 ,'le llhrc 4 <li clett:i 1n1 lln f'011 nr m e Pt 1,;rnuo n 1· ,;npra : (il. n na I'Nll'Pl':I ,ii 1,ronzo, rll p a lla (li pìf' tr:1 l ibr e 2-1. ,::on tl ivn·,'1 Jnv01·i a lla tromh :i. Pt lf'ff n·e ç·hc dicon o: A. D . 1:14]. ; <'on nlt1·' :mn:1 l'idno alla lot1H'1·,1 <·on (llllnti r eali dd H e nostro Signore di S11:1 gn 11, 1,;t clu c spade in m ezzo, et n na m ,111idw ttn eon u na 1·o"a :ill:1 r·olatn: qun lc ;;t:1 :1 c:i vn llo con -.ua <::11,!la. <i2. Una MoJ·:111:i u t f<nJlra d e palla Ile pi<•lrn li hre 4. <'On <'o•lett:> el·. forcb l g-li.one di ferro, r,on Rcuto liscio all:1 fTomha c:t lett(!ri no cioè: Z. B. I. f .; qnnle stn a cavallo ut sn1wn. G3-M. ì\1:rnchi di fe rro pe r fan~ snl, e n• YPnt'un o.

Nel T orrione ,1.nll' l ncoronata. 84.

U no Cmmo ne d i hron zo d c llhre no <li palla dl ferro. con nrmi della LponeRsa e !:re lemwini a lla tro mba, el. rnrt occi o alla cnl:11:1 che 1llce : H\~7;

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I 1111a

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e lJiÙ sot to le seguenti lettere eiuè : A. l'. G. AL; et ,wuto Ji.~t·io sol lo di quel l:L, con letteri11u : Veri.mm lJumini illcinct in Actcrm.1,m.; ,·011 111111 testa Lii leone con u110 in bocca; tJuul.e sta a (·avu.Uo mn sua c:1sx;1. Altro C:rnrnme ùi bruuzu ue libre 40 d i l,)Ullu ili ferro; C!Oll ar111c rc·a 11 sotto le rnunichettc, e 11iù sott-0 a ltre armi schiacellegglate cun qua l In, lupi, et un'ali r·urma 1ld C eneralc d ell1~ Artiglierie J uan Vasques tle Ac:u ù:i, con le ttcrino ui 1lett:o Gcnernle, grano sfo<!a lo et a ltro letterino, che di w: l [,!!2; pe,-,:i eau1.. :,'9, l S ; quale s ta a cuva.Uo con s ua ca:;,;a. SU. All.ro ut supra d i palla di ferro <li libre GO, r~m lctteriuo :;011ra che dice : UOtl; :;otto U mognoni un altro lettcrino, ma eou lettere fruueesi, con arwe a Lia f:-Olata <.'On due leoni, u n a aquila et ù ue spade in meczo poste in croce; 11tw le rli<'ono che :;i d1ia m a ./,a, 8Cl'Ji e_; quale sta u cavallo ut sopr;1.. 87. ..iltr o ut s u pra dc libre 40 d r~ paJ!a <li ferro, con arme sopra li mognoui con t trll s1,11do, un a lt ro :;oU~> la cola la el un' altra con aquila d el Re 110:;( 1·0 S ig nore d e R11agna, con let.terino: Francesco Barb!tJJo /:l'e()it . 1508; con Ja bocca di lupo dietro la col ata ; quale s ta a cavallo ut s u1)ra. S8. Un altro Cannone di bron)'lo de palia di feno libre 60, con scudo schiacch eggi;1lo ril11.L colata, c011 le1'1.e1·c I'. O. , e 11ii1 sotto: C . XX. 1111. II; quale sta 1.·011 sua cassa a t·avallo. 8l). l 1 11a rellr iern 1l1! hronzo tli p;ill e rli pietra libr e 2ll, eon nrrne reali alla t romba, et 1111':1ltra alla c:ite nn con ca r tiglio, di c <licc: O. ,/11M1 Ossorio, et Je ttcri.no afl,1 col ata: 07mN 0<;/(Wij Frn 11c-isci i!.·11 /011,ij Jontan i Nea;,,,lifa1l'i A. D. IGC:4. , con 111m1i c lle l l.:1 a dettn colat:1; pesa c:mt. 4 rnt. •Jun!e s ta a c:l\·:1l!o con :ma cassa. HO-!I~. Mnschi di ferro I H'! 1· fare sa lve r1• 4. ~:}4-101. Altri d l bron w 11" otto, n tlue d e' ('Jtl:lli mancano doè nel u no la g-ioya, e t :Hl trn a llTo l,1 m:mi1:heUn. N e lla Oorl ù w clulln Mtt/Jic:ci, ull''i11co11tro la C n 8<t <lcl Gorrtero M am1iorn.

102-1 12 . .\'in sdi i rli bron r,-0 n • dit>r·e. Nr.l 'l'm ·1' /011c <li 811uto 8111rito . D2. C110 0:rnnonc <li bi-011)'10 ile Ji bbt·c 5-:; de p rrll:t Ili ferro, cou aru u~ n ella lro111ha rlel Uc nostro Rignurc cli :::;p:ig-na, altra p·l1ì sotto co11 Rharrc ,ìel Vicerè, et sci pn llc , et nn ';1llr:1 11iù sotto tle1 Generale dell' Artiglierie .Juan Vnsqncs d c A<·u11:1 , r·on cnrt ip;lio: "11an T' asqm:8 clo Ll.cttan Generale dell'Art-ìfllicrie d el l fof/J /0 I/i Nr1110 / i; al IJllalr~ m nnca il grano, ... t cnnt. 4 1 rot . r.:i; q11 :1le sta a ,·nvnllo con sua <·:i,;sa. JJ.3. Altro 111 su pra d e l ibrn fi() rli dette pa l ki, fnlto a faccett e eo11 un l eone all a gioya, con du e frnRche rl'inton10 et sotto d'esse un:1 Croce con due rose , sotto le <111:ill\ vi sono tre r ose con letter e 8. et A. ;;[neona t o, et all :t corni<'C della 1·olata con letter e fi.4.:1. et 9. J.1.4. Altro ut suprn rl t> libre 60 cli ilt-·U:~· 11nlìe, chimnato r,a l eo1·1csNa, con s uu impr esa 1h,ll:1. Leonessa e tt·e leoncini, con car·1occio alla colata cbe ù ice: J537, e 11iù sotto le seguenl"i lettere: A. P . G. M,; scuto liscio con lettere

:,,·~a

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1/ 1 GOO 1700 doè ; Verlntm Domilli Jlnllct ùi Acternu111.. , eou t ,~~Lu di leone con anello in boc<:a; posto detto cannouc a cava llo ut s upra. 115. Altro Ca1111om, d<~ llronzo de libre liO Ll i v,ll le ll i l"nTo, eou arm e de lc,011e :,wo!pil.a alla tromba , et sotto le rn:rnichcttc~ dice : V erbum Domtni 1\Inncl i n ,lcternurn ., con sento Ji!;c:io, g r ano di ferro e t anello aJla campancJJa; quale s ta a cavallo c:on s,ia ca;;s,1. 116. Altro u t supra de lib re 7ii de pnlla 11L supra con Alifaulc scolpito al la tromba, et sotto Je 111:1.nic:JwtlJ~ dice : Verbnm ])mnini ,llnruil in aetermun, lii,:~'ì, seu lo lis,·io, w.nli<:hdta alla colata , et l'impress a de San Paolo; quale sta a cavallo (;On ,ma c,1,.,sa.. 117. Altro u t suvni lle lihn, 120 d i det ta p a lla, lavorato eon e,n·1-, 1·d o rt, con a r me solto li m<")µ;noi1.i, eon la a quila, in me,w,o nella ,:ampanella l'Imagine de S. M., et un arco di ferro sopra la Jumcra ut supra. JJ.S. Altro ut supr a de palla di l'erro di, lihn• :;o, con arme ciel R e nostro Signon, de ~pagna alla tromba., et eo11 allrn. ~otto li mognoni, con sei pal le et una sl.arrn culi h,uulf,role intonw , et sotto d' esse l '.1n11!-, del G1, n f>rale Ju,m va~qllL'>< de A('nfin , con lctterino doi~: .luan "Vcisques de A.c1M1a G enerale ,tutl'ArliylieriG del Reu1w Ili Na,zwli, con cartoccio alla co lata, dw rlir-c : A. D. Hl02, in Na1wU; peRa c·nut . 41 rot. H; quale sta posto a 0 ,,

e:-i.,·:11!0 er.n1 sua cassa.

l-uu Sagro i1111H'l'i:1IP cli hl·onzo <li libre 12 (li palla d i ferro con J'ellìgie sopra li 111og11011 i flelln. Nostra SigrnJra col H110 ~K l<'igliol o in brw":·b, alla ruota con sen i.o ,·cm nna coroua al la co la t :1 f~I '::;" le! t crc che cli· r:u110 .... ; lWRil c:Hnt. 17 rol". DV, n t sup1·11. 120-1?.4. i\f:rnc:hi rii ln·on7.o con an11p r '.'.;ii1 n" quimlcci . llD.

Ael 'l'orriow; d o .8wn Yi-11.crm.zo. 135. "C no C:1!;;,onc dc brornrn d e lihre ~;:; dc palla di ferro, solto li mognoni l'annc del Re nostrn Signore di Spagna, et letter ino pili sotto, che clke: J1wn Vrrnque8 rlr: sic'ttna, (}c nemle .Zdt'1lrliylierie di Naf)Oli per S tia Maestà, ; alla colai.a co11 lc ttcrinn, cioè A . n. M.C.C.C.C.C.C. 4; di peso cant . ,J2, qua le sl.n a cavallo con sua c,1RRa . J36. .Alt:ro Cnnnone lli bl'Oll½O dc libre <iO di 1ml la <li ferro, con arnie alla coln.1.n.. con due leoni et II n'H q 11iln , et in 1nec:.10 <J'i,;;sn. nno scudo con d ue spade, et quattro Rtmrre, con la c:1 111v,11u~lla co11 g1·a(lini e t esta lli lopa ; qu ale sta a. 1:av a llo con s ua caRRa. 137. Altro u t Ruprn d e libre 60 lli palla di ferro, con lett erino .nella tromba, che dice: Ra,tio ,iilthna, rn11u1n ; alla colata con effigie d'una . testa (l'lmpenllore, ron c artoccio che tli cc : JJ1eTl ern11e NI.n .C.XXXV.; con la mira spae(cata SOl)t·a la corni,·e ddla eletta col ata.; qu nle sta n cavallo ut Rupra. 138. Uno l\fo,,,:.10 Cannone di bronzo de lihr c 30 cli palle lli frrro, con l'arme lld Re nostro Signore di SJ)ag:na alla tromba, a lla gioya nna fra scheg-giat a clc puttini, con arme sotto li rnog-non i, con Rbarre du e cast cllc et uno leone c·on due altri castelli ; più ,:otto l'armc cle Jnnn Vasqucs de Acufia, Nm let.terino nttacc:-11.o 1.ul·t o laYorato di mnscheroni alla (~)Inta, con altro lettcrino, che di ce: A. D. 1606; pesa cant. 23 rot. 70.

-8'10-


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1:-s 1·1-;:s:T.11:1 v

u· .11: T 11:1.11-;1: 1.1 ., 1,: 1.

I li:-,7

C11a Culo111b ri11:t di hruuw dc libre iJO Je palla dè rc rm , ·.,1 1 1·,,n ig il · d, • .No.~lra :Sig11ura ddla ~:S. Cunccttione et :s,u nu Midiel '.\ 11;.;l• lu :1 11:1 1 r.. 1, il,11, cuu l'arrne d e l lk 11usl.ro ~ignore di :Spagna :,;otto d'cs:,a, lii p iù ~,,u... Il i1wguoni arme del Uoul.e 1l'Ognatte, e piÌl sotto l'anne dd Ucuct·:i le J ,. llicgu dc Quiroga, con c,u·Locc iu alla eolat,;1., die uiee: Opus Ju,rn /Jh ut ,Sa11tal·us J ord(tnUS ·nea1wl'itawi f eecnmt 1umo Hi-!!J (:,;ic); pesa c:u1L ,1;; rul.. So; quale sta posta S9pra lllla cassn a cavallo. HO. l, uo Bol½ue<.:o Lii lJron½o con due orl:!cchiellc et llue anelle di ferro e t

13l!.

senza al"1ne. Arl·i!Jlicrie di ff.<1To rilrovrite vcr l e1n1, dentro

(lr:;l !J<;I t u A ovv ()a1,lellu. 141-14:l. 'l're :\lcz½i Cannoni di f e rro sen½a segno, d e lilm! di palla di fe1TO. H4-14'i. Quattro :\lezzi (.)a111101Ji. tli l't!LTO, eo11 segni alli mognoni della F. de

z.·,

detta van,. dt· libre 25. Cno <Juarto Canmrne (lì frno eou sc,gno nlli mognoni della lettera C., d e va Ile di fe rro de liùre 12. Hl)-lGO. Dt>dici :1 Itri ut supra. semm segui, de d(~tt.a p:1lla ul. supra. 161-l(l'.l, Due altri senza segno tli d el.La palla de I ilire :18. 16:1-lli:i. Tre altri s ~1:;,," segno dc libre 25 de detta palla. iG6- io7 . l>ue S:tl,\'l'i Lli ferrn se mrn s1°~gno d t! libre 7 de pnlln cli ferro. 168-172. Cinque altri sen:r.a sel,\'no de libre 8 de palla di teno, cluc de' qllali so110 secati a.Ila gioya. 17;;. Un altro ut su1Jr,1 llc libl'e () dc detta ì ltl U:L r::cnza segno. 17'1-17;:i, Due altri ut s upra dc libre 10, senza segui. 176-178. Tre ì\lez½i Sagri Lli ferro senza segni, de li bre 4 di palla di ferro. 17!J-180 . Sette altri ut supra, senza segni (le li.bre (i rl(~ ll:l Ila rli ferro. 186. T:'rni. T erza di Colombrina di ferro , (ii ])alln di frrro libre 14, senza segni. 18'i-18!J. Tre :D'nlrm1e f'l.i rii feno, senza segni. ln Napoli, 1lal 1{° CnRLdlo Novo li 1(j <li Gennar<> Hi'iS. Io Ge mrnro Vitnl1~ l1odi<'! l'llo 1\foHi½ioniero di questo Tt" Castello Nov,; ho ricevuto tute le suclette arme et robbe de monilioni, dell'i;;stesso !!lodo e t forma, che di soprn stmrno invt'!ntnri:-1.l:e , in questo vre;,ent.e Inventario de enrie R<:ritl.e n' tn!nllulm,, llaili 2G di aprile Hi57 et a tutto ii smletto giorno J(l 11P Cenn:uo lfié\S 111: supr:1. G~:\'N,IHD V1·1·.n,1<> ]kfonizio11.icro. Anrlren. Mattlwus Sabbatini I'rocurntor Il<'gii Fif.'ci nclfui pro tempore ut supra. nnsilins Pirontus Pro-RntionaliR. D. Odavilrn ile Simone Rntionnli;;s. I'aulus Aranci Pro-Ilationalls. (R. Archivio di Stato in Napoli , Sezione Guerra - Marina - Conti d ei 1\foni:r.ionieri di Castel Nuovo prPsentati alla R. Camera della Sommaria i<'nsclcolo dell'a. 16/\7). 148.

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841-


](l00 - 1700 l.); \"J,;_\'J'.IHJO u,:1.u.: .'.1.1r.rw 1.rn,m;

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Uarrfoo d' Artivti<:!l'ù,1, 1. }I.i fo carrko tl'uua UulolllL>1·ma u, IJi:uuzo I.li 30 lil>l't.: u1 J),tlta cuu Ullà lac1.:rta u e l la g101a, e Jtelia lru1111Ja uuu 1111:tgiuc tlcll' J 1t1rua1.:ulatu Uu11ceLLiuue, et uu'altrn lii :::i. i\licliel'Arcauge lu, cou a1·111e t.li l:ìua Maestà, ùd i::iig. Uuutc ù'Ogua.ttc e ùel ucuerale D. D iego tle L:tnruga, e 1.:aJ:Lu<.:cio cou im;crittlolll! t.:1.1e dke: JJ.1>-i<Jf/O ,tu (Jtiiroyu Fuxa.rdo U1rnall1.wu il u t,i Urden de Calcit1wva del

Ouws<:ju Uulctli;rut 1k IS·u Alageslad y 11u u e,wral d<:la Art-illeria det H eynu il e 1.\"u,pote:s; e u ella culata. un lett.cl'inu che dice: UJ)'ti:s Jusevh et Santotu Jor-

dnui . .i. V. 1li4!J; 1.-011 segua.le ili J)e:su c,rnt. -:13 e toL. !lii, co'I ;;uo g uan1i111euto forruto ccc. 2. . .... d ·u Il Mczo U:111uo11e ùi l.>rnnzo ùl :!:i libre cli p alla, cuu arrue l ii ::;. M., d el ::;ig. Uonl.t~ Lii U.1slriglio e del Geucr,1le Uhlroga, ,:;,u·loc<:io col titolo del detto licncrale e letteri no 111.:lla 1;ulal.:t 1;hc dice: Ovu11 ,losevh Joruan·i ,wa.vot'itani A. l(j.j7; e-on lo segnale ili [Jt•so 1.:an t. 24 e r ot. 40, co'l suo guarnilllenlo fenato ee<'. il. . .... d ' uu C:tnnone tli brouzo «li f,o libre di palla, <.•m arme di ::;. ~\I.., Sig., Uoute tli l'eg11:ll':mtla l·! Hcnernl Chirog:i, tit.ulo in carlm:l'.io tlcl JJH-!(les imo Gern-!ralc e m:11:i c:ulàta lt~ttc~rino del ;.1ulrlctto funrlitore A. V. 100,:J ; cùn sc,gnale <11 1'"'-0 canL. 40 r, rnL 4fl; c:o'J ~u o guar11i1uento ferr.i Lo. 4. . .... d ' 1111 Canuo11e tli brouzo di :;;; libre di ))ail,L, con diversi la,·ori 11ella gioia, 1111.1gnoni e cul:tta, c:011 nnne di S. M., Sig. Conte cli llenavcn te e del tlcnc1·ale Acugna, co11 in!<1;rittio1u~ elle dièe : J utm Vr1 sque.z <le A.cuvna Gupilnn <Ji;ucrol ,leln Arlill<?r-ia ct el N1:/jno cle N nvuleis vor Su 11:lugcstall; e Jette 1·i110 11cll11 cnlat.:i , eh e clke: Sa 11u1-i A. V. lGO(i; ves:1 c:rnt. 2,: e rot. 70; co'l suo g u arninw11 lo fenato ece. i'i ...... tl'1111:t. Mczz,t Colornbri n a di bromw di 20 libri~ di ))all a , con arme di S. i\l ., Rig. Conte tli Caslr iglio e General Chiroga; cartoccio col titulo del detto G1:nerale, e n ella culabL letterino, c:he dicl' : Opus ,lo'seph Jorctaui 11e"11otitaui A. D. 16,3 7; segn ale ili peso c:a nt. 28 e rot. f>!); col i-mo gnan1i11u~nto fern1lo ecc. <l...•.. di un Qnarto Can non e cli bro11zo di J 5 lil.>n~ <li pal l:i, con arme di S. M. , Rig. Cardinal t1·Aragona 1>. General C h iroga, c arto<'<' ia col titulo clcl delto Gen er ale, f' lcttcrino 11eUn cul:i t:i , r-he dice : Opus Jo8C11h Jorct,mi nea11olitnni A. D. lllfl:i; segn a.IP ili peso cnnl. l<l e rot. 44; c:o ' I :mo gunrnirnen to forrato ecc. 7. . .... d'nn Bozznr·co di ln·onzo pi ccolo, senzn gnnrnimento, per sparare pa 11<! <li fuoco u rl.ificiale ecc. 8 . ..... d'un Cann one ò.i bronzo tli 50 libre di palla , con arme tli S. M:., Sig. Conte <li Lemos e rlel G-en ern l .-\cug-11:1 , cnrtoccia col titulo del detto Gen~rale c l ette1·ino 11clla cnl:tta ch e clicc: Ner,1wlis A. n. 1<l04; segnale di 1w ~o cnnt. 41 e rot. 6B eo' l suo p:uarnimento ferrato ecc. 9. . .... rl 'nu C:mnon e di bronm r1I 50 libre di 1rnlln , con r-t.rme di S. M .• Sig . Conte ili rcgn~nrndn e Genernl Chirogn, eartoccln. col titnlo c1,~1 d etto Generale, e lel-terino nel In curata , die dice: Opus Jo.~eph Jonlani neapol.ifc.ni

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A. D. 11;n1 ; s,·~11:11<: di 110su c:1 111.. 41 e rot.

20;

co' l

s uo

guaruilllento fcr-

t·at"o cn ·. 10...... d' 11 11 <.J;111 11011t\ <li -broJ1:r.o di 120 l ib1·e di 11alla, Lutto lavorato a :Cac<:1.:l lt•, 1·11 11 :1 r111 c i111pPri:1le ùcll a :5cn-~ni~sima Casa di Austria. Nelli u10g11011i irnw1·i1 l io11t· c h e cl i<·<~: Jla..I:imi lit11111 s J(.u1111i1w1·1w1, ImJJ1:nitur; e lell.erlno sotto l';1ru1c, cou h , HP.gucu ti parolP.: Halt (si<.:) Mas. in. A.tlen. <tingc1i. et un a ltro più sotto <:hP. <li c:c: /l' onnosa, lm.vr;rator'is Vr;n,ne.su.; e dietro d elhi. c u lata· lm,1ggi1u~ della ) la<ln~ ::;antisi111a all'antica, con una le ttera S. e t una M. alli lali; <~O ,mo ;\'11:1ruim cnto f c1Tato cc<.:. 11 ...... c1·11J1 C:11 111n1lt\ <li hl'o .iz:1 d i ~;~, iil,rt' di p:11 1:1 , l:11orato 11 el l:1. gioia , muguo11i e c1!lata, 11ella t1·oruba t iene un rinoeer onl P. eon Jclle1·Ì110 du~ <lkc: V c:rl111m l/ o·mi11i m.anGI ii, c1Glcn1·1 tm, J::i3\.I; eon un scucto lisdo scnz'arrue et un ,in:llo ,littro la (:Ulat;t , eo11 rm Yo lto i11 mcz~o <.lei 1>11<:rl cli Sassonia in una w eda~ Ii,t ; co'l s uo g 11:1r11 i111t>11 l <> rl· r ru t·o. e('<.:. 12. . ... . t1 ·u11 C:rnno11e cli ht·oHzo ('1lia 111n10 8assoll'i11 ,di (iii libre di palla, 1,1,..oni t-o 11elln g ioia, mognoui e cuh1l:1, c:0 11 nn l<,onu 11 <'1!:1 tromba , e lett.c~riuo clw d i<·,i: V<: rb 11m llomi!l'i 111a1ie t fo u tJ l t:rwwi. A. Ji:i:ìS; con u11 sf'nrlo liscio et. una r osa llicl ro la c11l.1ta , eo'l volto iu rnPzzu del Du ea <Il Sassonia, e ~ Il<> guarnim011l.o ferrato e.:e. 13. ..... d 'un ,11(ro C,m11011c d i bronzo c:hi:u11 nto S a ssunìa, d i 6;i lihre (li 1n1ll:1., lavorato nella ~i<Jia , rnognoni l' 1:11h1h1 , 11Plla ITon-1h;1 una h:onessa l'h( • allaltn 1.n~ lconci 11 i; piì1 :sotto li 11wgrn11d ldl<·1·,• fii questa J11ai1iP.ra: A . P . G. ì\I. ]_(i;)j' ; n ell:1 <'a l :1ta lei i·1•1·i 110: 1·, ·r lJ1u11 i/11111iui 111 ,11",/. fri n ctcn11,1n ; e clit,tro la cn la ta unn testa di leour~ <.:on un anello in ùoecn , col suo guarnimento

fel'l'ato ecc. 14 ffu11 Canu<>Jll' cli bro11zo r:1t[o ; t l':wc•·•tlt•. d i ii:i l ih rP <li p:111 :1, t.ir.ne ll('l.lu t rornhn l ' :H'J!H~ tl<'ill:-1 Rcpubhl ic;1 <11 Vcnetia dentro una ghirlanda, e sotto <I i Ps~.a n 11 a X <·on du(' 1·11~1-, "Ili forn ch i, <·011 uua S. raL una A . sott o, e nr.lla cn la t;1 un l!nme t·o: 1.1:1n; ~ol'I suo g unrnim c nto f e rrnt.o ccc. l5. . .... <l'n.n Sacl'<> d i bronm ani ic·o ili 12 1il1rc cli palla, ti e11(~ nella tro111h:1 un'l111;1gilui dè•ll:1 ~,wr :1 V1-,rginc , sotto li 111ng11o ni un scudo <'<lll una pign:1 cor o1wla, P. più sollo de l scudo 111111 w rn J7-!J\.I, e rn~lln <'lllata Ietterino d te rlicc : J>csn c11nt11ni 17 t.: Uo t. !)!"I; co· 1 sno gnar11 i 1nl~11t.o fcl'l'ato <c:c·<·. lii. . .... cl'nn C,umvnc d i hronz .> d:1 (i l lihn· <l i p :11\:1 c:.>n scudo sotto li 11to).;'11uni , eon 1':1rn1P. tlcll:1 cm<n llei Tol~tlo. ,,Ili fian<.:lli <.li esi;o ia:c11<10 una V. et 11.na () .. e s eg:n:tle di 1wso cnnt. :(I <i rol". 2. Sl'll1/.' all ro s <'.gnalc, co' l ,;uo gnar ni111N 1t o ferrato elt JT. ..... d·u n Cannone di hronzo di :r; lihn· di palla, eo11 arme cli S . .\l.. l'iig. D. l'i<!lro d'Ar,1gm1:1 <' G e ncr,,l Cilirnga. i11~crit1' i11 11<~ dd titu]() il PI d <·tto (~e11e rn lP. e TI<'lla enlntn lctterino: 01111.s Jo .~q1h .Jorda-ni ·x c111111litmw .\. n. l(i<l6; segnale ,Ji peso cant. 2!) e\ r o l.. JG ; co 'I sito g u:unim,111to ferrato c.,ce. 18. ..... d'un Ca nnorw di bronzo c hi:i111ato Ln 8c1·1>t.: , <li libre Gi:i cli pnlJ:i. con 1111 s<·11do d'm·rne tli\·iso in qua rti , 11P.l primo e i111111 <~ sbarre con uun coroi1a i1 l.Lrnver :<::lta, nel sec.~Hulo un leo ,w, 11P.! t°t' rzo 1111':1q11ila. e nel quarto ,ù1 a ltn, Jt-!(>1\e, P. nel m e7.zo un scudo 11i<:colo con due s1)nde çr oeial.e, e sopra li mognoni


.l HiOO -1700

1

due te:ite <li serpi , ;;otlo di essi lctte1·i 110 in ling1.rn 11l<!illllna, e d a 11:nte un numero: I;ìO(i; co' I suo gu.i n1imen to fenato ccc. rn. ,.... d ' un Pelri<'!rn di bronzo di 1G lihre di pa ll a, dko ,li di,rn 1etr o, 11dla gioi :1 iIL'lCrlttioue che dke: l'hiliv1m.~ Pe,.,.era Oesarauguslanus Tare·n· li1rnc ami~ custo1s

r,rn,li

curnr-it. 1;:i2(). /1'11n1Ut vero .Lo11si1ts Husc·us Meàiola-

et ukuni laYori o fo~ li:1llli fra li mognoni e cu!,1ta , diet1·0 dell:t qual \' i è mia 1·os a; co'I Ruo g1.rn1·nimcnto fer n1 to ecc. W. . .... d'un Cannon e <.l i bronzo lli 40 libre di palla, con Hllle di S. ìW. l' d s~J (Jcncr,1 le 1lc ll'1-\rli g-lierla Sii::. March ese di Legaucs, car Loccia co'l titu lo dP. detto GPrnèrale, che <1ice: non t,ui8 Ve Bncza 71 Mendo Smior de las Villu,q de 8ieci11l cs y t,'raudorines, senz·a1tro segnale; <:o'l Rno g ua rni111e11Lo ferra lo Pf!<'. 21. . .. .. d·un Pefri<iro <li br o11m di 18 lilin:! di vana di piet ra; n ella trnmba tiene l' nnne del 1·eg110 di r orlogallo, e solo u n A strolahio, sopra li mog11011i un sc udo intagliato <'OU n na <,rocc ù<~11t ro, e più sol.I.o un 11n mero: VI all'antil:-a; tiene cll ,e anelli tiif·COli d i h rn11zù co'l suo gunrnim e11 to ferrato ~e<·. 22. .. ... ù·uu C:rnnone di hnfozo clli:i nrnto Sas.mnfo,, ,li W libre di p:111.1, laYor,,to llClln µ;ioia e c:ul:11 a, è u u poco sboccato; n<~lla t r om ba u na lco11ti:;sa cill' :11latta ln: leoncin i, 11iì1 sott o li mogno11i .lellere cli QUeRln maniera : A. P. (J. :\C., et 11rt ll\lllll'ro : 1:;;·:-;; n <'lla eu lata le ll.P.rino clw dic<~: Vcr1mm domini 111a11t:t in 11(:!1:r1111111, nn ,wu(lo st•nz':i r mP., e did ro lrt culnta 11na t est a di leone <·on un a 11l'llo in bocc:i, 00·1 s uo ;;11arnime nto fen ato ecc. :!,: . ... .. d'un Buzzacco d i bronzo d i ·1s l ibre di palla cli pielr,, , J:worato uell:1 gioi:1, J11og11oni e cul :ila, n ella tromba un 1111m<"r •J: J,i41 ; [r11 li mo;.:noui " for·one m1 sr·rnlo d':1 rme ri part ito i11 quarl.i : nel pri1110 cinque sb:1rre con una <·or ona attr.1 n ~rnat:1. n el :;pc·ondo u11 h-!Onc eo1·o m1t u, n el ter'l,O uu ,lilro Jeo11<•. e n el quarl.o un' aqunh·i (,:;i.<.-), in rnezzo un H<: 1td o piceolo r.on clue HJiafle crnC'inte, e diPfro la eul:1la u n a ros:1; c:0·1 RUO :;11:1r11imc11to fr.nato eec. :,,i . . .... d 'u n S :tl'ro <li bnrnw d i 8 libre rli palla, eo11 arme lli S. M ., S i g. Co11l<• <li l'C'gn:ir:iml a e Ge11crn. l C lli1·og:1, Utulo d el tl ~!1tO Generale e Jett0r ino f.f,lla cuì.ili, : Opus J os~ph .Junlaui :v1:a71ofita11i J\. D. H\fl4; eon segnale di . pe;;;o e.1 111:. J2 e r o t. 7; r.o'l su -: ~u.,r~iu,.,nto fP.rrato ece. :!:.. .... t1·un Quarto C;umon e :1 i bronzo di 1ii libre cli p:1lln, con ,1rme di ~. :\I. , S ig . C,mt·e cli l'eguarand:t L· n,,n,,r:11 Cilirog-a. t itulo del eletto C c•nernle e ldl.f'ri no clt>l :,;111ILlctto f u11di lor c, n t~ l a r.n lata: A. D . 16(;.'l, ,:;egn a le di lll'Ro c:ant. lG rol.. r,; co'l suo g unrnime11lo ier~·ato eef:. 2(i, ..... rl' 11n altro Q1rnrl:o Cannone ,li bro;1;r,o come il 1mpr addto, con le mcdesi nw nrmc e, letL<'l· ino clel RtHldet:t:o Gern\r:1le e fn11d ilor c: A . 1). l GGl; seg-n a l<~ rii peso cu nl. 15 e r ot. 44; co·1 suo g11an1imento fer rato ecc. 27. . .. .. d ' un Sncr o cli ln·onzo :rnLi<:o di 7 li hre rli va lln. , r.on un sr:uclo s cn z'ar11w. et un numero frn il s1·11do et il foeone: 1 4-1,'l, senz'al tn, i:,ngrrn!<:>; co'l s 11 0 guar n i menl:o ferrato i;c<:. ~ . ..... d 'uu altro S:.t('l'O di bronzo :1 nti~,. di 7 lihre di pal ln.~ ·c on un scudo fra li mo~11011i e focor:e <llv iso fll'r 111 ezzo, J'll\11'1 purte s11ped or e il Pad r e Rten10, e u ell'in1'c1·iore ~!,w ~lrnrn• attrave r sa te; co'l i-110 gua rnime n to f eruc111sis ;

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:w. ..... Ll' un Sac:ro cli bronzo a 11Lico di lJ libre ù i Vtllla, culi u 11 ,-,·11Lln :se m1·:1n11c, <:on u ua lettera H u e l 111ezr,u di ele tto scudo; <:ol :suo guarnime11Lu J'ern1to ec.:c. ;;u. . ... . cr 1111 ,\icz'l.o S,1n·o di b ro1w,o 1.i ri ll l>re d i v ad a , co11 arllic di ~. ll., Si;.;-. Cunl illale . d'Aragon e Geucrn l Chir oga., ti1 ,110 del LltH Lo (;cnc rale, e lcLLcr i110 n ella cul:ita : 0/!UIS J0Nt: j1h ,lontuui N eav olitaui A. I>. Hl,iù; scg11 ,tlt· di l'L':St> rn 11t. li e roL. , 3; co'l suo gu,tn1i 1111,!11l.,1 fe rrato ecr:. :u. .. ... tl'uu Sacro di brnD'l.O di J I li hrc di v,111:L, evn arme tii. S. M ., Sig. (Jo ul e d i J\1011tercy e Geueral Giova11 Ossor io d e l<'igucroa , li Lulo del. dello Ue11e rnlc, e le LLerino : OpnN Ju.w; J1h 1J1: ii m ore 1.\ cavolilftui. Hl:lG; sc~11alc di · 11eoo cant. 1.1. e rot. l; co'l suo gua rnime11to fenato ecc. :::.!. .... d 'un J\l e'l.'l.O S,wro rii brouzo cli :i lib1·e di pulla, con unne di K AL, e n ella e u lala :sc;pia le ù i peso <.:am . :i e rol.. (10; co'l suo g u,n11i1111•nl o fen:1Lo ec.:c. ;::1. ..... 1l'u u Ctm110rn, di bnrn;,,o tl i iiii iilJL·e rli pall a, liene fra l i mog n on i e l'v<:one un'aquila impu1·ia le a Lluu t e.~Le c:oronat:t, a ' !iane:lli dell:1. coron,1 ùue Cr oci tli Ilor~o;.;-w, , e t all'u 11a e l ' nitn, p arte dell·a1e le due UoJonnc ct·Ei-eolc con mol.to : Pl/1,8 'Ultni; co'l ::,uo g-u :1r n i1ucnto fer rat o e cc. :-:-!. .. ... d ' u u l\Ie'l.zo :Sacro tli liroll'l.O di libr e d i palla , co11 arme di S . 1\1., ira li 111ognoni e IocuDe, e Hella cu l,11.a segnale ,.lt,I P<!SO c::llll.. 3 e rot. n:i; co'l :,mo g uar n imento r e i-rato c1:e. n,;_ ..... c1 ·11n l)m:11011e di bro11:w di iiO libre Lli palla, con n rrne di S. :'l'L , Sig. Con te cli Denaven tc e Generai Acugna, titu lo del dett o Gf"ncralc, e Jett c rino nel la cnlata : 01rn8 I n11.11ccn.t i-i. ,I onta ni A . .I >. 1Ci0S; segnale Ili peso cm1t. ~:7 e rot. !I; co'l suo guarni111en l.o fena to ccc. :·:G. . ... . ,rt,n M t\Z'l.o Sntro cli hronzo an[ko, rli 5 lillrc d i p all a , con arme di :-l. 1 1. fr a li 1J1ogn on i e focone, e nella c u lala scgn,tle di peso cani.. -! e rot. 2.::i ; t:o'J suo g u a rni111e 11l.o ferrato ecc. 37. . ... . t1 ·u 11 Cunno11e di bronm ùi 70 li hre di p alla, l a 1·01·,1to n ella ~ioi:1. ; mognoni e c:ulata, tiene nella l nnuba un lc~on e, sollo li m o14"11oni lctterinu c h 1: dice: V er/mm clornini m<inct iu r1, et c nm1n. lii37; con u n sc1Hlo seDz'a r rne die tro la cu la l.a una 1·osa, et in mezzo u n volto co n una rnr d nglia; co' I su o g u:1n1im ~!n Lo ferr ato ecc. :is. . .... cl ' nn 1'-ler.zo Sacro t1 i brom,o e.li ;:; lihre cli pt1Ila, a ruw tli 1:-. M. e del Genernle Acug-na, tltulo d e l cletlo Hcncr,1le, e n e l la <:ulata: A. D. 1G04 ; e seg1ialc di peso cant. G rnt. 5 ; co ·1 s110 guarn iwento fer rnto ecc. U!J. •... . d'1rn Mez'l.o Cannone cli bronzo <li 23 libre di paJla, con ru·m e di S. M ., Sig. Conte di Castr ii,:Iio e Ge11eral.c C h i r oga, titu lo d i dctlo Gcner:1 le, e n ella culat u lettcl'ino: 07m8 Jo-~(?71h D c A.more. A . n . rn::;,1; stgn alc d i 1)eso cant. 22 e rot. 63; co' l s uo guan, illlento ferrato ccc. 40. . . ... d ' un i\11.ez'l.o Sacro di bro11'l.o antico cli 5 libre <li pall}1 cli pietr,, , e-on lcttei·ino nel1a g ioia : J mvera11te Oarolo V; e t un all:ro uttrn \"er sato 11c>lla tromba: Phili t)Jm.~ F'crT<)1·<1, Gesunwyustnn1tR 'l'wrent inac arcis Oustos fmuJj_ Out·o vil. 152G. l·'undit vero LoiBiuR B11scus Mediolnneusis; eon nlcuni fogliami fra li m op;noni e cu luta <lictr o tlell a qu al<' Yi è una r osa; eo·1 s no g nurnim e11I (> ferrato ere.

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rnoo -1100 41. .... . d 'u n Bn1.zncco d i h rnm,-0 di 1l0 Ji!Jre di diamet ro, l avorato nella gioia , rnoµ; noni e culat.1, ne lla tromba u11 111iu1t' r o : 1541 ; Lra li m oµ;n o n i e fo cone UH Rr-ndo in (Jll a rl.i, n el pri1110 l.lu:1t:tt\J ~b a n e <.·on u na cor o na n l t rnyersa t a , 11el secolldo 1111 leone, ne l lt~rzo un a llro JP.onc, ne l qu:nto un' aquil:1 , e 11el mezzo u n fw1tdo v icco lo eon rluc s p:u.h~ erocinte ; d ie l.ro la cuh1t :1 una ro sa gl',UHl e co·1 s uo g unrnlnwnto f1~nato c 1·c-. 42-V2. . .... di c i1111mm t'un o :\-lor l.n r et t i cli bro m10, t·uttl <:o n an nr~ rli $. :\I. , e la maggior parte sfuconati, lc'l t !J:3-110. ..... di di ciotto i\lort::n·c tti di forro c <:c. )). (lL Archiv io di St:1to i n :N"npo !i - Rexion c G1w n-:1 e ::\1a r i 11:1 - Oon ti d ei ~lo ni x:onicri di C:1 Kl1~l ~ UOYO pn !S1~n t a ti ;tl la H. Ca mer a l11~ll u S nm mnrin . l•'a sc-i c·olo rlell':i . 1671).

12. Caratteristiche del periodo storico - Ca rlo Emanue le I e il suo sentimento nazionale - Sistemi di guerra della prima metà del secolo Preponde ranza dell'artiglieria d'assedio - S i delinea no due tendenze Le campagne del 1613-17 - Il t>rimo ass~rlio di Ve rcelli e l'e )lisodio dei sacchi di polve re - La campagna per la Valtellina - Secondo il Trattato del 1623, tutta l'artiglieria dovrebbe essere fornita da l Piemonte e da Venezia - La spedizione contro Genova, Il secondo assedio di Vercelli - Casale e Verrua - Il curioso as sedio di Torino (16 40). .'.'\ 1!l t-t :1.;olo

XVII , m olte fra, le più li01·rn1 t i regioni italinrn~

dtL 1>otewr.e st1·a 1iie 1·c, t anto <..: lr e Cesai-c Cali t·ù <..:on 1111 a Jn l:,.;a, gc nc•r,1]i7,7,azioJJc ch e p ur contie1rn un g;i-•.1110 di ver ità - p11ù :,:e.rivere ncHa ia:ua. Storia Universul<:: '< E RRe11d o l' Ltalia OfT11p.1ta 111ilita rm<·n te, b suf-1. storia rigu n.rcfa il s uolo, 11011 g li nhita n ti ». T11t·i-:wb 1-:11:,:si Rtono parecchi Rtati au tcmorni: su p1·a t u tt o ve 11 ' ì~ 1111 0, c he coi;;tit uità. p oi il n o<..:1.;i ol o <ld l.i 1·frosl·i [ uila Nn,7.ione e d1 c ;tnche in qnei;;t n, tra.vuglia t:i d ù J:icsr c n di fen der e 1a pr·opi- i:1, j 11tli pcnd m1za; a 11e he per qu es to i fnt:ti d 'arm.e cl,c ci i 11ter es:-.a110 ROHO <j oeJ)i :a;oi;;t p11 u ti d a l. Pi emonte, i soli, p er (Jnnnto <;0 11Ct!l ' HP l'Italia , <;h e a,hh ia11 0 una r-<"ale import ,rn ;,;a, :-.011 0 do111 i 11: d f~

ne1 Reicen to. E , d el resto, non è da t mseu l'a.r e la mfra oil c op c•ra Rvo l f u, l1a q 11ei ca pibw i sor ti ti di n ost ra, p;ente - ci soffernwremo pa,dieolai·mcntc s n1 Montcc ncco1i - che, non pot~ndo aclo pr al'c le p1·op1•ie doti eccezionali al servi½i o cle11a Patria, fccc1·0 tn t·(nv ia, rifulger e in t en a stra11ier a, il nome e la, gloria, ita lia n a . -

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Al principio del secolo, dopo vent-'a,nni cli reg110, Ca,l'Jo 11: 111: 1 uuele l si trova, a,ncora alle p1:ese con gli stessi tre g1·:wi pruulewi lasciatigli iu ercclitù, da Ema,nuele FfliLe1· to: (: i 1ll'vr:1. Ha Iuzzo e il l\fonferrato. Ma dopo l'ultimo disperato tentativo del dicembre l<iO~ w 11 t1·0 Uincvra, il l'l'incipe vi 1·inuucia, definitivamente; e , iu fu11du, n011 è gran rnn le. H.iconosc(~ndo l'inùipend!~nza, dei Ginevl'i11 i, col 1rn t tn h> di ~an Giuliano del 1G08, Casa Savoja concenln1, 1>l!111pre più la propria, attivilù, sul tcrrito1··io italiano, cioè opel' ..t, ditin 1uo, (] udln rettifica, di froute che deve prepararla, aJht :,,11, l secolare mi ssionc. Di questo il Huca ha, se non pien:1 coscien:,,a, - che sa1·ehhe impossibile - genia]<~ intuizione: S<'. egli vuole, ad. ogni cost o, conse1'vare il ~alu:,;:,,(~se , conquistato con le armi nel 15S~), cd impadronirsi <lei 1Io11ferrato, nou ò tanto e solarneute per allargar!~ il ])l'Oprio ter-l"itorio, quanto per <~liminare il dominio e l'inllucIJza sLrauiera ju 1111a zona st1,tlegita 1ue11te imporLantissirna 1.> er Ja difesa della V::Lllr: .l'aduna, !~ quiudi dell' Italia. Non si possono leggere senz.:i cornuwzioue le pu1·ole sceitte da Carlo I~rnarnwlc i11 qud t.01·110 di tempo: << Il Francese tìenunenle per cnote <~d opprime, lo Hpa.guolo i11vidiosamentc usm·pa e ingan11.1, : il Frn ncese <.;011 i II sLaue abile i11q nietrnlirn~ trava,glia e a.flHg;tc, lo Spagnolo ton i1Tcpa.rabile macchina s<.:,onvo]ge e inganna ; il Fr:mceRe a for,r,a leva. il g·inhhonc <~ p011e U farsetto, lo SpagnoJo co11 destre;,;z,1 disvest(-\ e hrncia, nnclo. Si clic, per conclusi011c, o sia l'uno o l'nHro, è ùa schivare corne il canchero ,~ da, fng-gir<~ come ln, peste, essendo amcnd ue eosLoro egualmente contaggiosi mol'bi per la. povera Ttalia )). E quarnJo Enrico .1 V -- per accettare il fatto compinio dell,L pPe<lita, di Sa.lu,r,zo - pretende C1mco e :Pinerolo, Carlo Ern a m1elc, pur la11to più debole, rifiuta; si reca a T.:> a.rigi , tnLUa, dise.ufo, f.ltr,~pita, e rito1·na, a 'l'orino ::,euza, aver nulla, ottenuto ma, anche, nulla ceduto; e. sdiernendolo i cortigiani fra,ncesi eol <lire che il risultato del suo viaggio era, sta,to cli portare a, casa i vesti.ti tutti lor<li cli fango, il nuca, risponde che il fango è gi ù, secco e non l1a, fatto macehia, sui suoi abiti, mentre egli ha lasciato in Franeht tali traccie che non si potranno cance11are s e non con la spada. -

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lùOO - 1700 :\fe 1for-in1 i11fatti nna campa,gnn. cli gll(:1·ra di esito i11faush) per Carlo Eina11uele l, tanto che .egli deve venire a patti : mn per Lcncl'e il Saluzzcsc senza, rinunciare a l,incl'olo preferisce cedere il Bugey, il Va,lromey, Gl'x e tutto il t erritor·io n I di là, del Hocla.no, oltre a centomila scudi di co11Lribmd01rn di guerra. In sosla11za, col tra.Ltato cli Li011e il nncn pm·de G,:i terre (; 011 uH 1ccll'li1:o di ~00.000 sendi e HC acqnistn l'.irca 40 1·.011 1111 rc(idiio <li :-;:tOOO scudi: (:ambio apparentemente dh,n s tToso, eppure in fondo prnfìc:uo d1è il territorio perduto è al di lù, delle J\ Lpi, mc•11tT'e quello definitivamente pa s sato in suo doJ11i11io <· ii Saluzzese che sta. nel cuore :-,lc~sso dc~i suoi possedimenti, t! p er ('.llÌ ha Jotlato oltre vt>ut'anni. T va11taggi ottenuti dal Duca di Savoja. sono ehiarame11 te comJWPSi a nelle a P a rigi dove il Cm· di1ial1\ (l ' Us~:,i t , os!ilissimo agli interessi (fol J>icmon1'.C, rip(·l 1· nc1·emm1te uua, frase attribuita al generale Lcsclignit:rcs: << li lfo <li L•'rn,ncia ha fatto la paec da m1~n;a11 te, e i I 1) nui, da Ue )). !\fa, En rico 1 V ha c·ompreso il v;ilorc di Ca,·lo Enrnnuek : ta11Lo tla segnare il t1·aLlato <li Hrusolo di Rrn:m, ehe, eo,ne 8Ì i· dPHo, potn·hlw a1d it·i p;11·e 11i due secoli e nwzzo ìl 111ovi mento 1w1· l ' nniJ:ì, i.lalia11a , !'se\ il pugnale di Rnvaillac 110n ilitervcni.sse a 1·omJH\J'l\ ln-11:-:(·;111H~1d( ~ il earnmino della storia. Il Can.lirn:tlc di Hi.chelieu, 1_Y1·(•11d<\1Hlo in pnguo gli affnri di ~talo sotto il reg.uo del debole Lnigi XUI, :-:i adope1·a in ogni rnodo per· fare d el Pie monte un vassallo tlella, F1·n1l(;it1, : < \ anz-i, questo uno dei capi saldi della sua nstutn e .l1111gi111i1·a 11le politic;1, ma rirnane allo stato di intenzione, chè l'n.stutis:,;iino Cardinafo potrà reuderc dura la sorte del Piemonte schiel'andoglisì contro oppure nrnnc:i11do n,lle promesse di aiuto allorchè Psso si trova a,lle prei,;r~ col colosso spagnolo, nrn non riuscirà lllUÌ a fai· piegare il capo a ('a,rlo Emanuele I.

Il nuca di Sa,voja dedica nna pn,r te notevole . dcUa sna prodigiosa, attività, al r-iordil1amento dell 'esercito, impresa non facile date le cow:lhioni er.onomiche delìo Stato; e non trascut'a le artigliel'ie, che gli avevano fruttata la presa di Bricherasio, per cui, lo vedemmo , era stato Roprannominato « Il Poliorcete )). È tuttavia, d:.t notare che, in generale, nel primo trentennio del secolo ~ prima del rinnovamento determinato lla Gustavo -

818 -


J1<•IL'art:igJieria ::;i a ccentua,no le tendenze già, 1ua11ifometà ùel s<>.<:olo precedente. Il sisten1a di g 11e1·ra è lenl·o e pesante. I combattimenlì e ]e battaglie in ca,mpo a11er to so110 r::wi. e, in ogni modo, 110n banno mai carattere decis irn. Le opentzioni si ridnco110 all'attacco cd alla difesa delle d tt:\ e dei borghi e delle liuee costruite i..ntor110 ad essi. Quindi a ssoluta prepondera11za, dell'artiglieria d 'assedi.o su quella da (:ampagna; quest'ultima, p er solito, non costit uisce uemmeno fa quinta pal'te del « parco )). Nel 1 Gli>, iu lllHb delle tante s pedizioni in cui si fr,1,Hl.urua la s toria miliJare òcll"ep oea, CaJ•lo Emauue]e non por·tcrà <:on i:;è se 11011 ehm pezzi da campagna, clic uat ui-a.hnen t,e sn,ra.m10 di beu po<:o 1·c1H.limc11to per la tentata con quista di Ilist:a gno ; e poichè i pe7,7,j ù 'assedio t.arcler a,nno a giunger e a causa del pessimo ~t.ato del I.•~ ~t,1·ade, l'esercito du ea,le do· Yl'~L rinull(:i;1 1·e :1,ll 'imprmm,, dopo avel'vi penlnti mille nomini. '1'11tfavfo, 1.L vi<:inauza, e h~ eolltinuit.ì, dei r a,pporli con l a F 1·:1nci.a, e~e1·dt:1. 1111a notevole i n.O ueuza, an che in tale materia , :-11 1 l'i c mon(·e. Sul finil'c del Eccolo p1·ccedénte Enrico lV, va lt•11do~i <lclla. mirabile capacità orga.uizza.tdce cli S11lly e spe11 1.l n1do somme euormi, ha sviluppato ampiamente l'Artiglieria , 111a,11 t<~nendo un giusto equilibrio fra le due tcnden,r,P opposte: q 111•lln, d ei gencr·,ili che, ::t,m macstra.ti dalla guerra civifo rli Ji'ran f·ia , vo] cva110 1n1'a.r tig-lieril.l, leggera cli piceolo calibro, e quella, pt•1· t·osl clfre, i:;pa.g J1o]a, d 1e, foi·watasi sop1·ittu tto nella. lnng-a lotla 1.;outro gli lmperia,]i 1wi J.11wi-:i HaAsi , d ava la preferenza ni })e,r,,r,i <.li grosso cal ibro, luughi piuttosto che leggeri. I 11 .U-ali a , data hL t riste situn.,r,ione politica, predomina. la sec oud:L l".cmlenza, com' è inevita.hil e se Ai r:ons irlera, che gli Spa gBoli so110 pa<lron i di m c t:ì della l'e11isol.1. Ma 11egli Rta ti indi pe11tfo11 I i è n n,t11nLle ch e si cerchi i11vecc, com e in F1·ancin , una logka fmd o 11e él<'gli elementi buoni (li enframhe. Il g-11aio si è ch e, come vedemmo, pa,recch.i Stati itali.a,ni, ant·he fra q tl<'lli i 11dipendenti, sono preAsochè tagJia,ti fuori della. politica milil.a,Jtte, s baJloi tati tra inflnenza spagnola. e in1illem:a, francese. La sipi,;;i,;;n, Vc11 P.:r.i11 i-:emb1·;1, nc·.contm1ta,ri-:i di vivere neJl.~ stia delle glm·ic passa,te, rivolgentlo la sn:1 magg·iore attività allo Aviluppo tl<'i traffici e he l e han procura.to l'iccllczze smisu,\doll'o -

sl :1I <!Hi 11ell,1 };ù<·o1Hla

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lGOO - 1700

Il solo Piemont(~ - in parte per inesorabile legge geografica, in parte pe1· ardire ,e ambizione di Principi -- è s<~mpre presente nei grandi conf:litt{ europei: a1rni Oa1-lo Emanuele si acquista fama di Sovmno turbolento, suscitatore di dissidi. In realtà egli - gr:wdc di cuore qua11to è rnes(.',hino di corpo, unendo a straordinario coraggio astuzia non comune -- è gelosissimo tutore dell'indipendenza della sua Casa <~ dc~i suoi Stati; e in lui, come si è detto, traspare j n mir·abili bagliori il senso della soli· darictù, nazionale italimm.

La, mo1·te di Francc~sico nonza.ga nuca cli }'!anlova e del :Monferrato induce Carlo Em,Lnue.Le a pcmsare che sia, giunto il momento opportuno per fal' valere i suoi diritti su tale provi ntia piemontese cd egli u1arcia, senz'altro contro il grosso borgo di ~rrino, mettendo in opeta 1' artig1i(~l'ia d\1!-scdio (:hc ha, fatto anival'c a, marcie forzate (2i"i aprile LGt:3}. L'indonrnni se1·a la (· i t t à asRediata, non potendo resistere a.l tiro dei cmrnoni pic montr.i:;i, Ri a1Tcndc; e uei giorni segnen Li Carlo Sc:.igli:1, conte cli Vernm, e Guido da, Biandra.le, conte di Rnn Uiorgio, al serYizio del Du ca, di Snvoja, for½ano co11 l'artiglieria. la c;i ti.il, di Alba, e il horgo e il forte di }\Ionca,lvo. Il l lnca prnsegue ardìtn mentc neUa sua campagna, e lancia le truppe, a,l eomando d el conte di Sn11 (~im·gio, co ntro In piaz7,afortc di Nizza Monfel'rato_ L'assedio d m·n, p:i 1-(~ct:11 i g-iorn i : 1e batterie portate dai kavoia.l'(li da1111eggia110 rn.111 111ano lt~ LorTi e le rnnra. e colpi scono anche gravemente le tdJila.zioni, e la cittù sta per cad <~re, quando il sop1·aggiuugere <li ti-nppe spag,w.le, guidate da Don ,'\ ntonio di Leva, principe di Ascoli, costringe l'esercito pie montese ~L rinunciare all' irnprcRa. La Spngna si è ormai schierata aperta,rncnLe contro Cado Emanuele I. Ma poichè il colosso iberico, non contento cli im porgli la, rinunchL al Monfermto, gli intinrn anche il disar mo, il Principe audace si l'ibclla col suo famoso appello ai Principì italia,ni e pronunchL le fiere parole in cui vibra,, non solanwntc nn giusto orgoglio dinastico, ma un fforo, allissimo Renso di Ha l1irnìtà, : (( Se la Spagna, guadagna meco oggi crucsto punto, da qt'iindi innan½i noi Principi d'Italia staremo ai suoi piedi, cwa. 0 -

'-- 850-


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1,•111P11do il castigo, ora implorando il pcrdouo, 1·p11 tigia

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che della sua liberalità>>. B, senza la,scia,rsi intirnorire dall' enorrne d i:,;p,u·.i I.ì, d< ·l lc fol'ze, risponde con un rifiuto netto: è la guerra . N<·gm~ i;i <'.!.!: i un'alleanza con Vene:;,;ia, Olandai e Inghilterra; ma., se l ' J11µ:l1il terra, si limita a spedire quattrocentomila ducatoni, V<~lH' l', in, ma.uda solo delle buone parole, e l'Olanda non manda nè paro.le ui, da,naro nò a,r·mi nè uornini. Carlo Ema,nm~le non cede, e si inizia la, <:a.mpa,gna. Gli csc1·citi sono piccoli e ht gueITa si concentra intorno alle cittù, <~ piazzeforti g1rnrnite cmi em·a. Le lrupp<~ da campagna si esLenuano iu marce <~ contromarcc eù astute schermaglie, evitando in generale gli seoutri aperti. Così, scn;r,a, irnportanza risultm10 le 1nosse dei dne escr·citi avve1·sari nel VercelJese, nel M onforrato , Hell 'Asligia110 , e inc:erto è l 'esito dei comha,ttirnen ti intorno ad Asti, che, investita dal Marchese d ' lnoym,a, Gover11a tore di Milano <~ comandante supremo dell ' pse1·ciLo spa gnolo .• si dHemle br illnntemenLe, trwto da, lasciai· tempo e mod o n (;;nlo Ema,nuele di conclndere nna pace a co11dizioni favot·evoJi. Questa pace di Asti suscita. a Nfad1·id 1rn'impressio11c così flisast1·osa, che il Marchese d ' Ynoyosa, viene senz' ~Lltro destitnito <·d <~ n ominat o in sw.t vece Don Pedro di TolPdo, lvfarchcse di. Vi llafra.nca, coll'incarico di... non osservare i patti àel 'L'ra ttato, cioè di riaprire la, guerra che tutta la Spagna atfonde con a.nsictà,, definendola senz'altro «la guerra di Don Pedro )). Ln Fra11da., che aveva, ])l'Omesso di aiutare il Piemonte, a l momento buono si r itrae ; ma Carlo Emanuele non h a, l'a,bit udine di contare nè gli amici nè i nemici, e si butta. audacern1!11te n,~1 m1·ovo contlitto_ Vediamo rapidamente 1<~ principali operazioni dell'a,r tiglieria. Nel fehbmio 161G i Piemontesi assediano gli Spagnoli nel borgo di San Damiano, preRRO Asti. Essi monta.no una, batteria. che in<:omincia, il fno<:o all'alba del giorno 3; la 11otte seguente dl'izztLno 1111:=i. seconda batteria, sullai controscarpa, causa,nd o gravi danni specialmente alh1 grande torre élell'angolo saliente del bai:;tione. Il 4 arriva Carlo Emanuele, ispeziona, il parco cl'artig1ieria, composto di dieci r-~·1m1oni, e Ol'dina, che si d isponga, -

81)1. -


.. 1600 -1700

mm t.er,-;a, ha.ttcrht sulla, co11i11a; auzi dirige egli stesso tal e operazione, La11t o che gli assediati, riconoscendolo, co11cei1trano il fuoco eon l1·0 di 111.i e llCtidono il cavallo c he egli monta. L 'i ndorn,rni al'rivano a ltri cirn1 uc c,u111oni, c:lw ven go110 pia:zza,ti sulla co n t1·0:s<:a1·pa, l nngo la quale si di spongono dei dislaccamenli di rnosehcttiel'i, coll'incai·jw di impedh·c ni nemici di riparare i guasti fatti dalle hocche da fuoco. Gli a~:,:ccliati uon dispoJ1gono se non cli un c:1m10ue, elH~ beu pL'csto ì: messo fnol'i se1·vizio: e il giorno H la pi azza è c011q11ish1t:1 e s,na.ntc11a ta. -:\folto }Jiù i111porta.ntc è l 'assedio di Ve1·cclli (1G17), strenuamente sostenuto, co11 tro gli Spagnoli i11vestitori, dal le truppe piemontesi agli Ol'clini del Marchese di Oaluso, col concorso anirno:::;o dei cittaclh1i e pm•sino de11e donne che lavorava,110 su terrapieni e n,l]e l:l'incee. Don 1•ec1ro di 'l'oledo disponeva, di trenta mila, soldati <-> l1·c11La grossi cannoni, con g-ran copia di munizioni. Invee<~ a.gli .:1sseùia.ti vc1111(•1·0 lJe n 1westo a ma.nc:arn le polveri. Avvertito di tale defi<:c1111a, :i I f>i1cn., che accampava. presso Sa.uthiò,, diede ·oi-<li11e a I 1·c!c ·p11 Io c·.1 v,t.lieri e.li caricarsi sulle spalle cia.io;cuno un -sacco di pol ve1·, \ di fa,r,~ impro v\'ii,;a irruzione io;ugli SpagnoJi. e pc11 etra.re i II v .. ,·c·c!lli, 1·ecando il prezioso carieo.}!j l ' audace pia110 poteva din.:i 1·<':1 lizzato qna,ndo - men tre l'anjmoso manipolo .aveva, gi:'t olh·1•passnto fo linee spagnole e stavn, p er entrare in rittù, - - u110 clei <·nrnliel'i, sparando un <'Olpo di pislola , <liede fuoco al ~;n<·t·o d<>I '" polY<'ri <: he p01·tavn seeo. Lo scoppio fu Lcr rihilc, la vampa ncc,~~e altri sar,r,hi e prodnfòlse formidahili scoppi: c:wnlic1·i <' cava lli fnro110 sventra.ti e Janciati in aria. )folti, ccrcaudo sr.:i,mpo, annegarono nella Sesi n, altri ca.dder·o :-.oHo il g-1·a.ifrlinn1·p <lellc palle nemiche. Non più di ventidnque l'i11sci1' 0110 ad e nLnn·c in rittà. Così gli nssediat.i non eblwro le Rperate n11111ir-ioni: 1·ntt-avia l'es;istettero ancora lung-am ente . sol to i l 1il'o cl<>llP. hatf<•t·i .. n cl'l1.icht" caricando i loro pochi pezzi ron pietre, in rna.11ca11za di pall e, e l'imedi:mdo mmi mano ai gna:-:li J)l'Odntti dalle bocche da fnoco e dalle mine di Don Pedro. 11 12 lnglio il . Conte Scrbelloni. c:omanda,n te clell' Arti1;1ieria spa~nola, fn ucciso mentrP. andava a, fa.re una, ricognizione pl'esso -

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Lèl AI:TIGf,JIWIE .1r.r/ ..\:,;::;1m10 Dl vmtCh:LLI

m1,1, delle mer.r.elune del fronte cl'attaeco; (\ il Conte di Messia. che prese il suo posto, ebbe h1 stessa sorte. 11 Marchese di Caluso cercò di pt'olunga,1·e la, resistenza, tentando di inchiodare le batterie che gli Spagnoli an~vano pi.izzato molto vicino alle rnezzeluue, e sorLì all'aLLrtcco in pieno wer,r,ogiorno, ma fu respi"nto_ Un aJtro tentativo fatto da, Cnrlo Bmanuele, cli far entrare in Vercelli un convoglio di quattro mila uomini con sacchi pieni di polvere al comando del Dll(:a (FUrfè, anelò pure in gran parte fallito; e alla fine il Ma,r cheRe di C~Lluso dovette capitolare, salvo l'onore delle armi : l' i rn presa di Vercelli el'rL coslaL:1 alla Spagna, ::;eimila nomini.

'l'roppo tardi la l 1'rancia e Berna si era110 indotte a vtrnire soc<:orso, 111ellfre Ve11,~r,ia 11011 si mo:-se a.ff~Ltto, neanche qtrnndo venne a scoprire il misterfoso attentato onlito co11Lrn la Setenissima dal Duca <.l10ssuna, Vicerè di Knpoli, e dal ?lfarr-.llcse tli Redmar, Ambascia,tore spagnolo ])l'esso h1 Repubblica, di S. Mnno . Ca1·lo Brnanuele dovette accettare la pace, elic pt-1·<\ 110n fu affatto grn,vosa, poichè l\ifadrid, pa,ga, di aver soddisfa Ho l'onore militare, sapeva beHissin10 che, se a vcssc avanzalò p re · t ese ec('.-essive, il Ravoj:1 11011 avrebbe Psitato a rihe11nnd :rn c·m·a una volta. ~i\ la campagna del 1G14-17 fn senza, frntto per il Piemonte, dHi lasciò, sì, l'erar·io e ]o Sl.:1 to esausti <~ i,:.:enza un palrn o di tenitorio cli più; mtL Carlo Emanuele, collie scrisse il Muratori, <e si guad,J,gnò nondimeno una sfogolare ripnt::rnionc cnLro e fuol'Ì d'Italia, per essersi fatto conoscere s.ì coraggioso in gnerr·a e sl 1 gem~roso ,·.on i,:.:ervatorc della sua dignitù ; cd essendosi spPci.1 l rnen t<~ cornpi:tciuti gli italiani di trovare questo Principe che 11011 si voleva lasciar· :;,:operchiare dalla_pr·epotenza spa.gnola, che in <]Uei tempi voleva dar legge a tutta Italia, )). J.. a stessa fierezza Carlo Bmanuele ebbe pure cli fronte alla, Pr::rncia,, come ahhia,mo visto e come ancora vedremo. ill

Nel 1620 la Valtellina ea,ttolktt; eccitata dalla Spagna, insorse eonti·o i flrigioni prote:';tanti, decimandoli e cacciandoli dal sno tel'ritodo_ EsRi, pei'(\ tornarono nlla riscossa,, e la Val tellina fn eostrelta a chiedere a.iulo ai Cantoni cattolici. a l

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HiOJ -1700

Papa,, a SavohL, a Veuczia ed ,Llhl, ~1-mg;Ha. (!uest' ulti.ma, che celesiderava, anuettersi la regione~ inviò i soccorsi, ma Venezia, Bfn-oi,L e P1·a11c'irt l 'ol.Jbliga1·ono , coH i trattati del 6 febb1-a io e 23 .api-ile 1G21, a. mettere l e <:ose nel p1·imitivo stato . 'l'nttavia,, poco -d opo, uon esse11do s tati of,:servati i patti, Austriad e Spagnoli assa,lfrono i Gt.i gionì, che don!l-.tero rinunciare a lla, Valtellina. Luigi XIII re ui l<'rttncia e Ca,r lo Bmannele, i11 un inc011t1·0 ad Avignone, convenneeo in un 'alleanza in favo1·e dei G1·igio11i cout.ro ~pagua : le condizioni del.L' n,ll ea,nza, n. cui fo m1mtesBa anche Ve1Je:1.in, vennero fu·mate a Lione nel l.G~1. È i11teressante, per noi, ricordar-le_ lufatti ·· - m eutre l 'eserdto doveva esser -composto di diciotto mila, l•'rancesi, di dodici mila Vene:dani e di diecimila Piemontesi '.(e le tre Potenze si impeguavauo ad a~kol da1·c anch,i settemila Svir.zel'i e die6mila, 'l'e<.Lesr.hi, a,I comauclo del Conte cli Ma.nsfel d., che in allri tempi aveva servito J1cll e truppe savoiarde ccl era, r1P.votissimo a Carlo I<Jma,nnele) - tutta l'a rtigJierin, <la campagna e d 'assedio doveva essere fornita esc.: l11 s ivnme11le dnl Piemonte e da Venc:1.in, : il che prova dw a, I ';L1·igi si doveva avere buona considcr·::1,r.ione dPlle :tl'tiglic1·i.e dL eodPsf-i dne Sta ti itnfomi; chè, in ca,so con t 1·a.r io, RkhPlieu non si :-:m·<·hlH' <·<·1·f.;i1111•11te ;11-i-c lr-a!o dirn111zi a.ile ùitlìe:oltf\, di tr:M,portare RHlle Alpi le bor,che da, fnoco fran cesi, per mia, eampagua c he si a nnnnci:1va così importante. Consecutiva111eute, me ntre Fr:-111dt1,, Savoia e Venezia, stava,no per intencnhe con le armi, su propostn, della, SpagrnL si conw~nne di ailìda,r e la Valtellina alle truppe pontificie fi.110 a lla ddi.Jiizione cl<~lla vm·h!nza, ragione pc1· crli Gregorio X\' inviò 1111 f·.01·po di trnppe, con 8 IJ0111l1:1nlieri cd un capo, che p1·ckidfarono (Jllt'i forti. Il Jrnovo Pontefice Urbano VIII al principio del 1624 foce rimpatriare parte della trn ppa., ma il piccolo nucleo di bombardieri rima:c;e. C'-0me armamento a,rtiglieresco a, Bormio vi erano 4 qna,r-ti ca,nnoni, a Tirano 3 qna,rti caIJnoni, a ,Sondrio 4 cannoni ~ nel Castello di Chiavenna 1 falconetto ed 11 moschetti. I T<'ra,ncesi però, temendo che i Pontifìci stessero per favorire l ' ingresso degli Spagnuoli, unitisi a i Grigioni a l principio di dif·<>ml.>.1·e Hl2( jnvasero 1H 1·egione, a] comando del Marchese

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Lt,; G ur,:1rni,; l'El: f. .\ YAJ,TEL l,I~A ,,: l'tm G r,:xov.\

·di Coeuvrcs, ed o t.:cup.11·0J10 l'osd1ia.vo e l'l ata1.Uala, e i1 1eu111i 11 . ciaron o a striugcl'e d'asi,;edio 'l'ha110. li Marchese Di Ha.gno, comanda,nte le tr nppe po11I i li t:i1· :1. Tin.1,110, all ' intirna:t;i one di resa, 1:ominciò con i can noni a bet:--aglhn·e gli a.:sscdfa.11ti. L 'S dic(~ml>re pcrù cedeva, ottenendo g li ·ono1·i rnili.tnri e la con <:e1,sio11c di portai· scco nn cannone. Nel febb1·aio successi vo rimi t1.·ò n ello Stato 1·0111::1,11 0 con le tr uppe cd nknni bombardieri. TI Oocuvres da. Tira.no mosse su SoJJclrio che in vestì i l 1:-. dkernbre e clic ebbe il g;ìomo dopo; irnli ma,ndò una colonna (·1mt1·0 .Bo1·mio, che si airrese il 18 genuaio. Ultimo posto occ 11 p nto dai pa,palini rj mase C hiaven na: i collegati che l \ ~ttaccarn11 0, dopo presa la terra, cominciarono a bat t ere il Uasti>llo con moscl1e1.ti e i:ipi nganlc. « Il eomall(lante del forte, maesti·o ·di ca.mpo A nuiba.le M::11·1.p trn<·ei, per anmeutaL·c il nnmero delle bocchP- da ftiol'.o , fece eo~tr11in : pc1'sino dei eannoni di legno )), ·chP non i,:el'virono, perd 11'- f'.:t.oppi:nono a i p l'irn i eolpi. Il 9 m arzo ,ebbe luogo hl. firm a di cn pitola,:1,io n P-. ~el frattempo Oa.rlo E manuele - alleato con la, Fran<:ia eh<' aveva rna,nda,to un esercito a l coma ndo del famoso Lesdigu it~res -- aveva n,perto lfl os tilità1r.ontro Genova,, dove il Se1rnto pc-nnette va che si pubblicassero utta,cchi velenosi contro il Dnta ·di Savoja,, di e ui la plebe aveva, pnhbUcamcntc br uciata l 'effig iP. ~confiUi da,i Piemontesi a Voltaggio e a, Rossiglione, i Genovesi perdettero q uasi tutte le loro terrf\. In q ucsta fase, che poteva riuscire esizia.le per l'esistcnz.t · dclJa RepnhhlictL, i Oenov(~si no11 avevano u11a a rtiglieria da, cn lllJ)fJ..gna 11el vero 1,enso. I'cr l 'occ:ai;:ione si erano montati su affusti leggevi i sa.grì , e, specialmente, i falconi ch e abbiamo visti elenca.ti nel ]616, e ,111nkhc peLricro . Cluei:;te artiglie1·ie non formavano batterie e non aveva.no mezzi di trasporto autonomi, ma, e rano piazzate empiricnmen te qua, e là , secondo l'opportunità,, e per sostcnc1·e le fanterie. 11 scrvh~io di campagna. infatti n on doveva ei,sèrfl t roppo famigliare a i bombardieri, se lo scoppio cli nn barile di polve1~e, p rovocato dal nemico a Rossiglione, v en11e subito invocato come ragione determinante della rotta subìta dall e truppe geno~

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vesi, e come atte1wantc al Cornmiss,.u-io lnvrea, processato da. nn Uom,iglio di guerra.. Heu presto, venne a deli11earsi un uetto dissidio fra, Carlo, Erna11 m~le e il Lesdiguiè1·e:,. Il ]Jrimo volev,L senz'altro teutarc un colpo di nmno contro Uenova., ,tllora disorieuta,ta e disanimata, mentre il geucralissimo francese nou ue voleva, sapere. li'inirono per con ve11ire che i 1<'1·.rncesi aYl'ebbero eooperato al! 'attacco, quando fosse arrivato il loro gr·mmo parco d'artiglieria~ ma poichè questo nou era Ll"ainato che~ da buoi, e veniva quindi assa,i k11lamcntc, i Genovesi el.Juero tutto il tempo di ripren dersi e di ricevc~re i soccorsi spa.glloli. Anche iu questo caso si. può dire che l'artiglieria ebbe not(~voJe importanza, se pur u e- · gativa; in quanto la, sna, maucanza da parte dei · Frnnco -l'iemontesi determinù la !Salvezza lii Gc11ova. Iutauto il Duc,t di La F'c1·fa - cmnn 1Hh111te delle tl"uppe spn g11ol('. ma1·ciava alla, testa, di trentarnila nomini contrn Acqui e la conquista,va., impadrouemlosi di tutto l'equipaggio dell'artig:li.1~ria piemontese, del magazzino delle polveri, di qualche 1lligliaio di palle da <:a,n1101ie, di tntti i n1oschetti di riserva e anch e ilei I a, <:a :,;sa mili.tare clic - mm volta tau to e per sciagurata ec·e1,zio11e - er,1 colma di denaro. La guena si spostava così nnO\'anumt,~ versi.> il _piem(rnte, e, Fll agoslo Hi25 gli Austro-Spagnoli incominciavnno l ':rnsedio dcll'i111p01'tn11te cittadella, di Verrua, difesa da, Carlo Erna.uuek in persona. L'opera d i investimento fl1 lunga e aù.:urala. 1/artiglicl'ia degli asi,;edianti si accanì 'prilllt~ contro il campo volante dei Fra11co-Piemontcsi e poi contro le fo1·tificazioni del sobborg·o. Il ;31 agosto gli .Spagnoli pinzzarono contro il ponte una nuova. batteria, alla quale i SavojanJ i opposero u11a e,mtrohatteria. Il fuoco continuò (fa u11a, parte e da.ll'altrn, p(~r parecchi gion1i, fino a che Ca.rio Emannele ordinù un ,.•ttacco all'arma bian ea , che diN tru ì'isc le b:1ttc~rì0 nemiche. Contemporaucàme11tc zn,ppa,tori e mina.tori spagnoli iutensì ficavano la, propda fl,ttività, aprendo varie breccie, che però gli assediati ri nscivano sempre a riparare. Il J !l settembre il J>nca di la, Ferin, fece intensi:ficar·e i. tiri d 'artiglier ia, riuscernlo il 22 ad f1pr ire una grossa breccia, a t -. traverso alla qnale le truppe fumno lancia,te · all'assaHo, ma ven, -

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1/M:iilEDIO DI VJ,;lWGA

ner o saug·uinos~imente respi11te dai Piemontesi. Il giorno up-presso un 1rnovo attacco sp:1,~nolo fu sferrato attraverso alla breccia aperta da un'altra mina e ne nacque una furiosa mischia, durante la quale l ':utiglieria nemiea colpì spesso per errore le proprie li11ee: e a,nch<-i questa, volta l'assalto fu respinto. L'impresa si protrassP così lunga,mcnte, con azione di mine, fino a che il' J>1wu, di b F1~l'ia., stanco e deluso, si ritrasse ai.

F ig. 149 - Composhdone allegorit'a in ricordo dell'e rnica . difesa di Venua..

Ponte di Stura, a,tli.dando la condotta deJl'asscdio a Don Consalvo di Cordova. Ma nel frattempo Cat'lo Bmanuele, che era. r·iuscito a guadagna,re 1'orino e ad orgauizzaj'e un nuovo esercito, si accingeva a marciare c0ntro gli Spag·noli, scguìto subito dai· Francesi del Lesdiguières. Qnesto fu il fatto decisivo che indusse gli Spagnoli alla ritirata.; e così te1·minò, con piena, vittoria dei Piemontesi, l'a,sRedio di Verrua, che era costato al La Feria oltre ventimila norn.ini. « La difesa, di Verrua - scrive il Denina - fece a Carlo tanto onore pc1· tutta Europa, c]rn questo -

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solo fatto militare sarcùùe lmsta,to a c:ollou1rlo n el novero dei gmmli capitani)). La guena, - a cui aveva partecipato, in Valtellina, uu aHro francese al comando del Duca di Rohan, che, totalmente sp1·ov\'isto di artig.lieric, aveva condotto un 'abilissima campagua, riuscemlo a mantenersi sempl'e padrone delh\ valli, seuza lnseia,rvisi imnrol)ili½zare - si concluse con la pace di Monçon (ti marzo lG~G) che sconleutò un poco Lutti, lasciando numerosi gel'mi di uuovi conflitti. Per rioeenpa1·e la ·vnlfollilla i .Pontifici raccolsero e co11ce11trarono a Ferrara un c01·po di truppe, che incominciò a muoversi verso la T,ombarclia il 5 maggio 1fi2(j: per il servizio di artiglieria furono ag;giuntì 4 bomuardicri ed un pctardicrc, mentre gli Spagnoli, dietro pagamento, s'impegnarono di fornire muni~doni, armi portatili e bocche da fuoco. T11tant:o, dopo ]a lunga sosta nel .Milanese e dopo laboriose t1aHnlivc, l'Jl novcmb1·c f'u eonelnsa una convenzione fra il Papa ed i collegati, i qua.li si obbligarono di riconsegnare ai Pontifid, fra il l" <:d il 5 febbra,io del lfi27, i forti csh,tcnti i11 Valtellina, col pa.tto che fossero demoliti e, poi, sgombrati, fra il 15 cd il :!O fahbraio. e~1..1Tito

Nel 1628 riarde b contesa per la signoria di Mantova e del Monfenato: l'aspirante Duca di Nevers è sostenuto dalla Francia, perch(~ Riclu~lieu spera cosi cli avere in Italia uno Stato da potersi considerare provincia frnncese. Invece la, Spagna appoggia l'altro pretendente, il Duca di Guastalla, pcrchè sa elle - Re la Francin, riesce ad impttdronirs:i di Mantova e di Casale, cioè delle due principali fortezze dell'Italia, settentrionale - tutto il sno dominio nel ])ucato cli Milano sarà, seriameut(~ minaccia,to. (C Fu in questa occasione scrive il Muratori - che Carlo Ernnm1ele venne rignanfato nel più bel ascendente della sua gloria, penhè non meno i ministri spagnoli che quei di Francia di Venezia si unirono a Torino per tirarlo ciascuno dal suo partito, quasi chP- cln lui dipendesse il destino della Lombardia». Carlo si schiera contro la Francia: in caso di vittoria · egli

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si a.1rnetterù, tut:lo il Mo11fenato, mentre Ma.ntorn 1-arù .1gg1"1· g ..tta a ll' Tmpero. Le trnppe piemontesi occupano n1piclnrne111c Alba, 'I'r·ino, Rnn Damiano, Pontestura, Moncalvo e si i111p:i,· droni scono di quasi tutta la, .regione, mentre Don Corn.;alrn di Cordora., Go,·eP11a-lore di Milano, mette ) 'assedio a Casale, tenuta dai li'ra ncesi; ma , cam;a, la scarsa prc~parazio11e, Je batter.ie 11011 possono coruincia.re il fuoco che iJ 17 aprile e ben presto gli asf:.:ed.ianti si a ccorgono di non essc1·e i11 grado di compiere l'im presa; cosic<:h,~ J)on Consalvo, senza proprio desistere, la continua st1·ar.ca.mente. Nel frattempo i Francesi hanno spedito in H alia un esercito di qnatlo1·di.cimi]a nomini. a,l comando del Duca di Uxellcs, che a.rriviL il 23 luglio 1G2H a Harcellonctta e attraversa le Alpi alla Vachère, contando di e1 1tro1re l ' indomani n ella Val Vnraita; ma, l\wtiglic1·ia essen(lo 1·imasta in<.liel1·0, egli <leve perdere quattro giorni p er attend1)rla, ciò che dù, tempo a Carlo Emanuele 11i r e11dersj eouto ddle i11Leuzioni nemid1<~ e di frustrarle. F,g-li i-::i tir11c nelJ.a pi:rnurtL fra Saluzzo e Cuneo, ug-mi,lmcnte pl'Onto, sp('ondo la necessità, a, 11orta rsi in una delle quattro valli, p<-'r cui i Francesi posso110 tentar<~ l'ava.n zata: Va,l ]e della, Varaita, d <'lla Ma.fra, delJa Rtnrn e del P o. Appena apprende che il nuca d'Uxcller,; è entrato nella pl'ima vaJla,fa occupando Vilfar, Ca.do Emanuele gli muove i ncontro, lo costringe ad accettare batta.glia, it Sampeyre (7 agosto) e sconfigge completamente Je truppe francesi. « l ,e desordre qu.i se mi/; JJlWmi elles f1it 8i gru.rid, gu,'mi seiil homme n'aura,it point échappé, si le dtw cle 8avoye n'avci·it arrété les siens à la frontière d e [,'rance., qu/il vou,ltit re8peoter >>. Ecco uno dei casj in cui l ' influenza, dell'artiglieria, si fa snitire in modo ncg:1tivo : è la. mancan:,,.a di. bocche di~ fnoco l eggere e fadlmente manovrabiJj che costringe il (l 'Uxelles a perde1.·e un tempo prezioso pel' aspett.'l-r e i pezzi pesanti. e determina la sua disfatta. La, controprova - dolorosa controprova - non tarda. ad offrirsi. L'anno appresso, nel marr.o, i J:l"1·ancP.si tenta no la rivincita calando per il Monginevro e affrontano , alle Barricate di Susa, i Piemontesi, che Oa,rJo Emanuele comanda seduto su ,n nna sedia perchè tormentato dalla podagra.. Sci hoc.che òa. fuoco -

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fraucesi si avauza,no cli fronte contro la, triplice ]i11ea della barl'icata e dei forti armati di cannone, che difendono il passaggio. 1 sei pcz.z.i inhiano il fuoco, mentre le truppe desl.iimte all'attacco di fro11te rima.i1gono cinquecento passi a.ll'inclietro e dtm altri c01·pi aggirano la rno1dag11a,, prendendo le posizioni pie montesi di fialH:o. Carlo .EmamH~fo, battuto, è costl'etto a1 riti, rarsi a Giaveno e a conceclcre libero passo ai Francesi. Gli S1Jag11o1i, il1vece che mandare rinforzi al Dnc~t loro a l le:1to, rip1·eudo110 nel maggio J 6:{0, al comando del l\farchese Spinola, l'assedio di Ca:c.ale: il 31 esRi iniz.iano il fuoco dei pezzi , mentre lavorano nttiYamente di mi11a,, aprendo va1rie brec:de successive, ma gli atta.echi riescono infruttuosi_ Impadronitisi del rivelli110 del bastione di San Giorgio, vi piaz.z.a110 una Lmtte 1·ia, coru.:e11traudo il fuoco contro la difesa del poligo110; m,t poch i giorni apprPHSo i tiri <Fartiglieria degli assedia.li rieseono :1 s111011L;1re tale batteria. Spinola, fnrioso, fa !ii-are dalle hocelle dn l'ooco couiro .Le case <folla cittù; ma la popolazione non si tm.-k1e e la <li-fPSH, (:011 Iin 11;1 _ 11 conrnndante di mw degli eserciti franc·Psi, D11ca de 1,1 Force, per co1Tere iu soccon;o di Casale, deve rimonta.re il Poi al cli sopra) cli Ralnz.w. Pochi colpi di c:uu1orn-\ hast~Lno ad ahbattere la vec:chia cinta. cli f!uest."t ciLtà_ I Savojardi si ritirano uel cai;;;t,~llo, ma pochi giorni dopo devono arrcrnlesi; e De ln Force prosegue la :-ma marcia verso Ca.safo, dovr. gli assediati, rincoratj d:11 sno imminente arrivo, resistono con uwggior leua . Le trUJJ])(! francesi del Maresciallo di Schornhe1·g e del J)uea, di l\fontrnorc11cy, riunHesi, marcia,n o contro Avigliana che, nùu soccorsa dagli Bpa,gnoli, resiste arditamente nove giorni, ma poi deve cedere. Carlo Emanuele, affranto dal dol01·e, si ammafa a, Sa.vig1irino e muore dopo pochi giorni, il 2(; lnglio; muore dopo aver rìc·evuto l'angoscios~t notizia della perdita, di Salnzzo. la, città in cui quarant'amli prima era entrato da trionfatore, realfaz.ando uno dei gra11di ·sog1ii della i-;m1 i)~lìtira. Bg-H fu nn buon eondottiero, un operoRo organhzrLtore e sopratutto un gran P1·i neipe : tu.tta la sna, vita, ?, come un vasto poema, straonlim1riam,~nte ricco di avventure, vittorie e seon_-

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IL Sl"CONDO ASSEDIO DI VEl((;ELLI

fitte alternate. Sotto il sno regno la popolazioue pie111011 t< '.x1 ! ,soffrì ,1troce1w:11le, ma, partecipando :1,lla sw1 passione, a.l :,;110 }<pirito d'indipendenza, alle sue legittime ambizioni, lo seg11 ì sempre. Scrive il De Angelis: << Ci doveva dunque essere quaJd1e co!'la d1 ben griu1dc in qw:st'ut)mo, <'.agione di tante soffe1·1:uze a.' suoi pop,>li e flai quali era cotanto amato)). F, H.ichelieu, buon intenditore d'uomini, nelle s11e J1mnoric dkhiara di non aver conosciuto << point d'esprit plus fort, plus ,u niversel Gt plns actif r1ne ce Priucc )). Per ciù c:lw 1:on(·erue le artiglierie, egli non poteva sottrarsi all' influenza Nl alle tendenze del suo tempo: solo i pezzi d'as~c-dio ebbero pa.rte notevole neiìe ,me innumerevoli imprese militari. SoJameute negli anni che succedettero alla mol't.e di Carlo Emanuele, Gust.wo Ado.lfo doveva imprimere un nuovo impulso, come verfommo, all'jmpiego dell<> horche da fuoeo campali, da,ndo nn esempio seguito poi da tutti gli aHri. 'l1 uttavia a Cn,rlo 1<:ma,nuele I spetta anche il nwrito - lo a.libiamo visto nel paragrafo secondo di questo capitolo - di HYeT'e affermaiu il earattere nettamente militare dei bombardieri, stabilendo ehc essi dovessero a,ppa.r tcnere alla 1\'Iili:,,ia. Gli succede YiU.orio Amedeo I , che giù di1 un ventennio ha dato 1wova di abilit~ì, e valore, g·uidando gli eserciti paterni : nbbiamo detto poco più su come questo Principe~, per alacri!.'~ di ingegno, pra,tic,1 degli affari politici, fc1·mezza di crimttere, sia una delle più helle figure di Cnsa Snvoja, in questo secolo cof..ì tormentato e così rlenso di fati. Per qnasi tre me,-;i a,ncora, dopo la morte di Cal'lo E1r.1;rnnele 1-'rimo, dura. l 'investimento di Casale, e gli ai-sedia.ti, stremati, stanno per <:edere, 11 uarnlo in terviene, iJ 13 oHohre. i] frattato di Hai ishonn, che tronca la g-uPrra. Ma i conflitti si snssegnono ininterrottamente e - - q1rnnt·11111111e Vittorio A·medeo T a bbia app1·olìttato di nu breve periodo di

l1-mHp1illitù 1w1· 1·iordinare la milfaia e l 'amministra:,,ione intel'na ~ la siiua:done è bPn c1·Hica, a]l01·chè egli muore n('] 1(;~7 e gli sncccde, comi.· HPgµ;e11h•, la veclora Jfaria Cri~tina, proprio -

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1600 - 1700 mentre -ferve b lotta contro la Spagna: s ituazione tenjbilmeHte a.g-gr-avata dalla guerra, civile, essendosi schi erati contro J\fa,lnma Reale i «l ne fratdii del morto Duca, Cardinale :Maurizio e l'i-i11 cip e 1'omaso, c he Faccusa,n o di essere a.sscr·vit.:i ,tlla Fra H1·ia, e i:;i alleano con gli S pagnoli. Nel Hl~8 abbinmo il sec:ouclo a,ssedio di Ver celli, investit~t daJle truppe spagnole cl<~l :M:wcbese cli Legancs, drca \'entimila, uomiui, e clifosa da i:;oli millecill«J m' r.c>r!I o Piemon (csi, <:omari dati

Fig. l:iO - S 111()riglio p iP111011I e:--1·. tlì ferro batlnto, gcttnto per 9rdinc cll Yillorio .-\1111!d<·u I 11pl

11;;;1 o

:::i. e im pic,e;11 to u cll n gnerrn di n rnnfagna .

dal <.,·nr•1·, i'l 1· ~ol:iro, i\'l nrchese di Dogli.uri, Oenen1le clPlL\rti/:!:li e i-ia, ,li i\l,11·in <'1·ii-;tina. <1li t-\p:1g11oli , <:Oll(Jllistato dopo mi sa11g uino~o combaUim,,nto u11 p.t:-::-:aggio eopel"lo, piaz,r,a.no le hattc.l'ie contro le mf'zzelune, da <.; 11i Rono coperti i poligoni attnr.eali. Gli assPdiaii , eon 1-1ol i tre cannoni e quasi privi (li munizioni , non possono 11s<·fre dai bnstio11i, ma si difendon o cora~giosa.rnente. ~o pra.ggi11 11 g<.· intanto llH ('S('l"(:it.o fratl ('CR<• di SO('(;Ò L'SO. (:0rnall(Ja.to dal Cm·clinale Ln Valle tte, ehe, eonhu 1do di fal' JWrYC · 1iirc nr.lb ciUù invPstita un convoglio con nu 11 riz.iu11i. e viveri, Ron d a il fondo della, Sesia e piazza snlJn, riva, nna batterin cli sediei canno11i: mfL la notizia che nn forle e:-:ercito austr iaco è cntrnf"c> 11d Kova-r·cse C-! sta J)(\l' con giungersi con gli Rpngnoli lo ind11<·P a ritirarsi, Hhha11do1 1anclo Vercelli alla s ua 8orte. <}li as~cd iati. ai-solnta111<~nte privi di proiettili , son ridolti à tr:1-i:;for·mnre in paJle da mosch<'1'1"o t utti gli ntensili cli stagno ehe si trovnno nd1a città e perfino le monete d'oro e a'a.rgento del · 1f:rn:hesc di l>ogliani. Oli R11flgnoli. r.ol tir-o cl<>ll<~ bntteric e con mine, riescor10 n-d -

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At>SEDIO IH CAS ALI•!

aprire varie breccie : ogui rcsi.sLeu:;r,:_L è Ol'HULi vana. Il 1'1a,rches(~ di J >ogliani, il 4 luglio , deve ca,pilolal'e, oU:elÌendo però di 1·itirnrsi con tutta la gnarnigione, c:oi tre cannoni e, sopratutto, 'portando seco la prezioi,,a saJma, del l>uca Vittorio Amedeo, che <,1·a stata deposta a, Vercelli e che san\ sepolta a, Torino. \( 'l'utLo J'(~S(~rcito spaguolo -- scrive il Ricotti - era accorso a co11templa,1·e yuel pugno d'uomini che gli aveva fatto così lungo coutl-aRto, e in ogni guisa lo 01101-ò )). B i 'a.nno snccessivo abbiamo il secondo assedio di Casale, investita dal l\larchese di Leg-ancs, con 20 mila uomini, 1'8 aprile. II Lega,nes pl'irna si occupa, dPlfa, circonvallazione, poi piazza due! batteri e, mu1i di sei cannoni contro il bastione di Frassineto e l'aHra di otto cannoni e qualche mor taio sulle alture della :Mni·gherila, i111i11e a,U-a<:<:a il villaggio di Rosigmtno, ugualmen te irnJJortautc~ per le dne parti; ma i proiettili dei pez,d d.1 campagna portati dal piemontese colonnello Allanli non raggiungcmo il segno_ Arriva.no intanto, per cercar di liberare Casale, hnppe franco -madamiste a.] comando del Conte d ' Harconrt : la, bn.ttaglia (-:. irn•vil ah iJc.. J)'I-Inrconrt dil'ige il tiro di dieci can noni coutro il quartie1·e di Sau Giorgio. Gli Spagnoli lanciano, umtro la batteria, dei <.lruguui e tre co1npagnic di cavalleria., che vengono decimate. I F'ra.nc.u-11wlla111isli sviluppano un attacco gen erale che dà loro piena, vittoria; gli Spngno]i lasciano nelle loro mani qnasi LuLta l 'a rtiglip1·ia: Casale è sa]nii. L ' (!pisodio più interessante di queRto periodo è il primo asR<\c]io di 'l'01·ino (1Wm-lfi40), d1c vide .la cittad<-ìll n as;sediata dalla eittà. ]a, città investita da un esercito francese, e l'esercito ~ranccsc a smL volta avvilnppato dagli Spagnoli : lo rie voehe1·emo brevemen te, seg11emlo ]a, pitt-oresca narraziolle di Bragagnoio e Bettazzi (op. c.). Questo a,vvenimento 1\ per così dire, diviso in tre periodi. Nell'aprile 1639 gli lspano-princ:ipisti i,;chierano ln cavnll eri a lungo il Po frn il Ponte e il Parco , la fanteria, a,l Va.lentino, 1P truppe tedesche e lombarde al Borgo Po, i dragoni a Porta Pa.Ii1zzo, e colloca.no le a1·tig-li<)rie al Monte dei Cappucdni per poter hom h:n·dare la città., e, nello stesso tempo, dominare le retrovie 1fa.ll'aJtro versante della, collina, ve1·so Chieri. E già è iniziato -

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il bombardamento, qua,ndo improvvisamente i cannoni t,1cciono. 11 Principe 'l'omaso ed il Canli1ml 1hw1·iz.io non han voluto aderire alle esose richieste del ·Marchese T,eganes, Governatore cli Milano e com,wdante in ca,po dell'esN·eito spagnolo, il quale pretende, in caso di vittoria, di tenersi ht c;iLtadella stessa di Torino, Verrua e Cresc;ent.iHo; e questi si è 1·itirato, cosicchè anche i Principi hau dovuto lasciare il campo. ~cl luglio, il 2;\ il Priudpe 'l'omaso mar·eia nuovamente, -coli buon nerbo di artiglieria, contro Torino, l ' unica ci tlà che sia, rimasta a Madama Reale; ]a quale 11011 si sente affa,tto sicura, perchè, se parte della, nohiltiì le è devota, la maggioranza della popolazione le è ostile, giudicandola troppo ligia alla Francia. 'J'oma,so di vide 1c sne genti in quattro schiere e - mentre la retroguardia,, comandata dttl ca,pitano Delfa Gatta, vigila alle .svalle - asStLHa con successo il T)a,st<~llo, il Hastiou Verde e i fo1,:-;tioni della Consolata e di Porta Nuova,. Madama Reale eorre pericolo dì cadere prigionic,·,t: fogge 1woprio qnando i 1wmici st airno pe1· abbattere la, porla principale del Castello in cui ess:a ·si ti-ova, e si rifugfa. ·rn~lla CiUaclc11a, mcnfre j] Prindpe occupa, la città. ~Taria Cristina, nBsecliata, dirige~ con virile energia i favori m difesa, men tre si ann lm cin,no i soccorsi frn,ncesi del Ca,rdinale La. Val1ctte. Toma.Ro capiscf! la 11cceRsità, di conquisla,r e la cittadella e la, ba.tte in ùreccia CO.Il 18 pezzi cl'artigliel'ia,; ma non ò c:oadiu vato affa,tto -clal Legan<~8 ch e, q1wsta volta, eRige addirittura, in caso di successo, cli te11er:,;i par te della città, nuova pre tesa l'espin La dal P1-incipc. _Infine il 4 agosto ì\fadama Reale -J.ìer pressioni h1sistenti clPlle steRRe t r-nppe franceRi eh<' dovrebbero difender la, - deve a.llontanarsi, rifugiandosi tt Susa. Snccedc un a tl'egua di settanta giorni, dal 14 agosto a] 24 ot tohre, dopo cli che FnRSPclio rieominda, facendosi più duro e rninaccioRo a, primavera , dopo j I pPriodo in ver·mtJe di inerzia for7.ata. I Francesi rimasti di g1rnrnigio11e nella, cittadella. investita, r..on dispongono di g:ran(li rorzc, HUI possono dai· fastidio agli as:sedianti. Il Prineipc · Tomaso, che occupa. Torino e assedia la citta·della,, di~nOJH' fli 4GOO fanti, :moo cittadini atti alle armi e b11on -

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J/ ASSEDIO

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llnmero di contadini rifugiatisi in città; egli ba molti pe¼z i d i .m·tiglieria, ma sr..wse munizioni. Si affretta a for·tificare il 1'0 11 te :sul Po e innalza un foi-tino qua,drato che domina il convento del Monte dei Cappuccini. L'esercito fran cese di D 'Harcou1·t, sopl'aggiunto, tagii:1, la, via, verso Susa e j} Un,na vese, occupa i pa.ssi della Dora, il P.1,1·co e il Valentino; poi si avaHza in borgo Po e, l 'll ma,g gio 1G40, conquista il ponte e iucorni.ncia ad assedhue l'assediante 'l'om aso. L 'indomani, dopo un pir.r,o.lo rlucllo delie artigliel'ie, i Fran· cesi prendono d 'assalto il forti110 del Monte e si stendono intorno alla c ittà·. dividemloi,;i in <p1altro nuclei, uuo fra la cittadella e il soùbm·go della Crocetta: nno u, Borgo Po, il te1·zo al Parco e iJ qna.l'to a.lla Venarht. Rinscìt.i vani t nt ti i te11lativi tl'inti.midazione (i TorinPsi , pur sapendo di non poter molto conta.re sugli aiuti spagnoli del t ardo Legunes, sono i-isoluLi a, resi8terc) 1 i Francesi delibe1·ano di prendere la ciLtà pe1· faLme, cominciando a deviare l'acqm1, del fi 11me Dora. elie metteva, in moto le maei11e del mu]ino. Finalmc11te il Leg-n,ncs ani.va a Chieri cd ini:;r.ia a sua volta l 'a~seclio dei. Frunr.esi: fiOno insomma qua,tt1·0 cerchi di nemici ~be si co1Ubat-to110 a vicenda contemporaneamente. Iu nn primo tempo g-1i Ts pa,no-principisti combinauo m, piano che sarcùlJ<~ ottimo: le truppe spagno1e dovrebbero va.li· ·c:11·e la collina e sloggiare i F rancesi dai . poggi sottosLanti, men· tre il Principe Tomaso li a.1'1:acch<!rebl.le sul Pon te di Po. }Ifa, il 11rogctto rimane bile. In un secon<lo tempo, gli. Spag11oli tenta.no di passare il :fimne a. ì\fonc,'tlieri. 1wr prc11derc alle spalle il D ' Harconrt ; ma, ~pteRti s pedisce ]orn ineo11tro il 1'11re1111,~, che li ùatte. La, si.tuazimH~ -- hnona per g-]i RpagJJoli che han lil:.wrtiL di mosRe ma rimangono neghitloHi - ò clifficilc· per i l<'r:u1ccsi ch e· · 1rnnno i-:ca.rsitù cli dn•ri, mfl, addìriUtwa <lis:1stJ·oi;:a p(>r la citti\ ·a~i-edia ta eh(> è sprovvista cli tutto, e soffre specialmente per la mancanza, cli polveri. Il D'Harcourt "cava trincep, }1faa bni:itioni ed argini; abbat te'" le case che im1w<lii,:couo i.l tir-o dp)lp arHg'lforie. i11lénsifita: i1 ::' ' ,· 'fuoco: dovnnqm.• incernli <> 1·ovinP , 111,•ntTc! lo Rpngnolo·, seco11clo '

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1600 -1700

i.I suo sistema, c011tinrn.1i a perder tempo nel.la tattica di piccolefazioni che non concludono nulla. Il Principe Torna so fa una sortita e si impadronisce dei cannoni che battevano il mulino; ma occorre ben altro : e fìn al· mente il comaudante spugnolo si lascia. convincere a tentare,. 1'11 luglio, un 'azione iu gntlld e stile, d'acCOl'(lo coi Piemontesi.. Egli investe la, cittù, da, leva.ute cou otto cannoni, mentre il P 1·i11cipe te11t.1 un 'altra, sorLita V<~rsio il Valentino e il Del1a Ga,tta, comandante <li altre truppe ispano-priudpis te, muove da. Colleg·no contro i l<'ranecsi a,ccampati fra, la Cittadella e la. Dora. l ja, zuff,1 è acca,nita da ambo le parti, rrut le cose rima ngono al punto di p1•inia, cioè pessime per gli assedia ti chiusi nella. cittù. L'eserdto di 'romaso e fa pofazìone t01·inese hn,n t:mla peHUJ'ia, di polveri da. spar·o ell(~ Ja necessiti\, 1rng-gcrisce - 110n si sa bene se ad un capita.no Uallo di Cresccn ti110 o a11 un i11gegn erc½igno11e di Bergamo - 1111 espcdicHte ing-eg,,oso, detto del c01·. riorc vot,wte. Si tratta dì 1111a palla di feno, rrclln cni cavità, pe1· un piccolo foro, si iutrn1n<·tte s:1,lnil1·0 (ta.l volt..L anche sale e tal 'a,Hm biglietti con inrorumzioui, ordini ecc.: nlcuui cli tali biglietti si c011se1·va110 :1.11co1·a- uella Hi hlioleta Rea.l e). 11 foro . vforn~ clri11so con nnn. vile e ]n, palla lanciata, ila. un mortnio dentro il ca,mpo principii:,:ta-, pn~v.i a mi ni segnalazione couvcrn1tn. Ecco un uso cl1~ll 'artigliPria rhc 111erita, c:li essere segna.lato : una. volta ta.n to le bocche da ruoco n.v1·m1 sc.-vito n proenear·c polvere,. n.nzichè a cornmma1·ne ! Com ' è noto, il ]anc ia mcssa,ggi fu rì esn mato durante la grande g'Ut-'lTil, 'Ma. eviden Lement<\ non ,, r·,011 todc•sto si sl.crna che la città pnò. prorm·arsi munizioni iH s11:ffiC'i<'Hz,1. J,: m·m:li la popola zione .è stremn,fa, da,lh.1, fanH~. T1 Pl'i11cip(• 'l'omaso proporn! di assalire J:1 Cittadella con tutte le sue trnp11e e coll'amdlio di tutt.i i cittadi1IÌ validi ; ma gli Spa.gnoli ,·'inntano <li rombaU:ere sc~nza il consernm, cli Leganes. Dopo molto t<~rgivf'rsai·e. 1J uc~t i ~i a~r.oi·da, con 'l'om}1so peruna, azione simuli a1wa vPrRo il Va.lentino : il :I 4 settem b1'c il Principe fa una vig-m'osa sort.itn, e si impadronisce dei trincera · 1nenti nemici.. BaRt.a, che g-li Spagnoli a,va.n:dno subito, come han promci,so, e Torino sa,r ,ì. libera,: :\fa Leganes - - c.h e è rvidente.· -866-


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L·',HlTIGLll:iRIA SAilAUDA SO'f T() CA ltLO

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mente un uomo .. . di carattere~ non rnanea, auclw q 11e:--d.a, ro l I .1, di perder tempo; si m uove a giorno fatto, qua,11do i l•'rn1 1c-( ·:-:i , ria,vutisi dalla sorpr esa, han giù, ripreso l 'offeuisiva e f11l111i11.111 0 l e ti-uppc di Tomaso con le batterie piazzate a l l\fon te dei <';i p· puccini. Bra la. fine. Il P1·incipe 'roma.so, vista, cosi frustrata, da l mal volere spagnolo l'eroica r esistenza del popolo torin ese, vt·1111e :i, })atti : consegnata la cittù ai Prancesi, ne uscì seguito da molti gentilnomini e dai soldati in a rmi : gli stessi nemici - pl'im i i l J>' Ilal'court ed il 'l'ureima - gli espresse,·u h1 più alta a mmin1,zione per la, strenua, difesa sosten uta; e t utto l 'esercito fra ncese gli rese gli onori militari, mentre la, popolazione tori nes<:i, n:-::-:iepata s ulle mur a,, assisteva, in angosciato silenzio alla. sua pn ,.. ten za. 'l'orin o, sot toposta ad una, dura contribuzi one di guerra, fn 1·estituita a Madama, Reale. Il Piemonte fu anco1·a, desolato per (l nc anni dalle gnerrc civili, :fin o a, che, 11e l 1642, si venne n,d mi accordo : i Principi. l'iconobbero M adarmi, Reale c·.ome reggente, teneIHlosi soltanto il governo di Nizza, e Ivrea. Fn qnN,hi 1m tl·iste perioclo : e ci volle poi j1 lungo 1·eg-no di Darlo J<}mau nele 11, salU.o a l trono nel :1648 e morto nel 1675, per compi er e la necessa,r ia, opera di r iordina mr.n to m a,teria le . e

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mor ale. Dell e c.1 11·<~ <lcdkatc da Carlo Emanuele II all'Artiglieria abbiamo giù lungamente pada.to e giudichiamo qui inutile soffermarci. .s ulle azioni gnenesche isvoUesi sotto il suo regno e, dopo fa sna morte, sotto 1,ct reggenza della vedova Giova,nna Ba,ttis1",l di Nemonrs c:l1e resse lo Stato fino al 1684, anno in cui salì a,l trono il figlio Vittorio Amedeo II . Citiamo dunque appena la spedizione fra11cese a, Napoli, 1, r. ni p:-w tedpa.rono trup pe piemontesi al comando del Prh1cipe 'J'om:,.1:Ro: la lotta. contr o gli Spa.~noli per Oncglia, Ceva, il Novarese, Orescentino, Casfl.le, Pavia, ccc. (l649-fi5) fino a,Jfa pare dei Pirenei ; IP. lunghe e tristi ope1·azioni con tro i Va,ldesi (] 6S:,. !Gf>n) ; e la p:u·tecipa.zi one di due reggimenti piemontesi nlla. g-11er1·n, di Vfme:da, contro i 'l' m·chi, pet Ca11dia, _.:_ di cui si p:1,rla. più aNanti. -867 -


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J3. -,

L'artiglieria pontificia, veneziflna, parmense e modenese nella _guerriglia per il Ducato di Castro - Le bocche da fuoco veneziane nella guerra di Candia - Le battaglie della Staffarda e della Marsaglia - La grande figura di Raimondo Montecuccoli, riorganizzatore del~ .l'esercito imperiale austriaco.

Nel 1641 si acceim di uuovo la guerra negli Sta,ti Pontifici, ,e agginnRe nuove glorie speci..Llmente all'Artiglieria, la quale (< al pari dell'arLe miliLm-e preudendo ogni dì forma migliore, ·Comincia,va a far sentire la sua terribile influenza sulla sorte <lelle battaglie)). I Fa,niese, oltre il Duca.tu di Parma e Piacenza, tenevano lJ nello di Castro e di Ronciglione, come feudo dcJla Chiesa, ed i Barberini, cui d,Lva ombra una. posizione così emilrnnte, tenta rono di acq nistarlo co1 denaro, ma senza riuscirvi. Era inevitcLl>ile che si giungesse alla guerra; e il Duca, nel 1G41 cominciò ad armarsi, aumentando il presidio di Castro eradunando genti al confine pontificio delle Legazioni. Il Papa fece altretta,nto e, in seguito ai provvedimenti adottati, alla fin e cli agosto incominciarono ad affluhe a Viterbo armi, m u11izioni. e homlm.rdieri. Vi arrivarono poi cinque cannoni da campagna e 4-() carri ca-:r'iehi di mHterialc cla guerra. Dopo 1m ultimo tentativo di pace le milizi(~ papali marciarono alla volta di Toscanella, occuparon o }[o11 talto, poi due fortini vicini a Castro e infine si ~tccinsero alt' in vestinwu to (li qnesta pi azza, che era difesa, oltre che dai fanti, da 2S ca.m10ni, al comando di De1fino Angcllieri. L:i l'<·sistenza fn ,li breve dnrata, perchè il 'l'enente Generale ~lelFeserdto pontificio Luigi Mattci, con mossa indovinata e col tn,glio (li 1111 hoRco, rinRcì n metter piede sopra una posizione che dmnina va. la ci I b'L di Castro, yi a,ppostò le artiglierie, e, minacriamlo ,li disLrnggere la citlà. e la fortezza,, indusse i difensori nel arrendCl'1'i. Dopo la presa. di Castro, continuando le minacce del Farnesc :ille Legazioui , n Papa fece tra.sferil'e nel Ferrarese parte delle :eme trnppe, con Taddeo Barberini e vari capi militari. -

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L A GUERRA PEL, IL UU CA'J'U IJ.L C M ,'l'Ji<

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N el 1G42, esi-:ell(lo 1·iusciLi v,wi div(~rsi ajt1:i l c 11l:1.li\'i cli :w comodamento, il F:,.u·neRe fn sconrn11ie[Ll.o, dichi:u·n.lo 1·<·0 di l<·sa maestà, e decaduto di tutti i feudi, e<l ehhe co11 lise:1,i i i. L,c 11i 1·111 • possedeva, nello Stato della Chiesa. La mediazione del Duca di Modena riuscì ilwlil(i, <·ss1•11cl " nel frattempo giunti a Parn1a. incorag·gia.rnenti a. resisl er1•, d:1 pa,rte del re di l•'ranr,ì a. Le sol(blesehe pontificie, intanto, si erano sempre pit'l ì11grossat1~ e nel fohhr·aio si an(lavano concentrando nel forlc Li-bano, a Bologna, a C{mto, alle DocchcUc, a, l<'errara, e fra Horna, ed il Patrimonio, mentre gl'ingegneri milital"i aumentava.no le fortilìeazionì di Castro e tracduvano due forti snl Po. Alla fine di luglio, il Papa ol'dirnì l'ìnva:,:;i011e del Parmen se , facendo r.1rncent.rarc H suo esercito a Castelfranco. ì\Ia, il corpo d'operazione, rorlc di G a. 7 mila fanti P di lf>OO c:.1,v a.lli, con 18 cannoni, 500 paia (li hovi e 500 guastai.01·i, i-:i trovò r,osì mal sistemato e disorganizzato, che aJla ihw di :1goisto si sciolse disordinatamente, frnzionanclosi in v:wie localitù. VPne:r,ia, iu(a11to, si :-:tringeya ir1 lega con Modena e la Toscana contro il l'un teJìcc; e, i] :rl ago:-:to J 642, c1·a concluso a V c nezia un trattato clif(•mdvo ed olfo1tsivo. Tl nuca di Parma, a R11a, voHa, p1·ofit.Lando della momC:mtarn~a deholez:r,a del Papa, mentre a Homa, si trattava., il 12 settembre, tL.l.La test·a di una colonna volnnte, tn1Yersava il Moclcnef.le l:' raggiungeva, i confini dPJJo Stato d ella Chi<>sa,_ Al ponte del Re110 si :wcarnpò, mandando a Bologna. nn trombetto con n na lettera per il Cardinale Durazzo e per il Comune, rn~lla qnale diceva di rirna.11ere a~voto al la, 8a11 La Sede e cii essere venuto solo per r,om batte1·e i Ha.rbe1·ini. 11 Curclinale e i Bolognesi gli l'isposern evai'-ivnmt•11h-' e si prepara,rono alla, dife:c;a. e< Li cittadini s'a,t·rnarono, e bencht) deboli d'artiglieria, e monitioni da, guerra,, si posero alla custodia, delle mura. Tutte lP porte della città furono mm·t1te e terrapienate, eccetto S. Felice e Strada, Maggiore, e verso le sette hore si montava l'artiglieria facendo volal"e più cannonate verso il campo, acciò non se :wanzassero i,;;otto le mnrn non Pss<-mclosi potnto riempire le fosi,;;e ,,. 'T'mldeo Hnrherini e gli altri capi miJHari non sì moSSl'I·o -

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lGOO · l7UO

<.fai propri alloggia,1ne11 ti, meulre i Holog11~si, serve11dosì della pocrL ,n-tig1ieria, tennero a disLanr.a le geuti del Duca di 1•anua. Sen:r,a, seguire il Dnca 1wll:t sna ni.pida 111a1·eia, diremo che il l'apa, all'avvicinarsi dei nemici, fe1.:,e urntter<~ Roma h1 i!,tato di -djfesa, e passò dal Qui1·i nale al V,iticano. (_'.e<lernlo q nincl i a] I 'am basr:iatoT'c francese cd a q ueUi della Lega, i11faiò trattntivc di pace, ma, appena ebbe completati gli

-u1·uwrne11ti, ruppe ogni pra,tica. 1:'e1· eoprfre Roina, fo raccolta truppa a "Viterbo, con 22 c:rnrnmi: dalla capitale era.110 srati spediti ti fa.leonetti da, 5 e (la, li. e G sag1·i da 12 . .M.a il Cardinale Antonio Barherini non ereelette opportuno di muovere incontro al Duca, ed ,Lttaccar lo, 11erchè i soldati ma,ncnvnno di istrmdone e l'artiglieria di mnnizioni. La eolo1qia del Unea di i•a.rma,, p erò, er,t talme1d.c ,;!anuL per ]a l nnga mnrda, che, gi 1mta ad A cquapendente, non p ot è più p1·oseg11 i 1·e e si llovel te riti ni.re, 111olesla,t.a tlal Ma Uei e ùa! Degli Oddi. Dopo .la tlisastrosa ritiraL.1 elci l>u1.:,a, a rnetù dell' anno sue· \?.essi nJ, i collegat i 1·i Jll't~ser·o la 101·0 ar.io11e pe1· :,;d.rnJ>]Jare Castro a] l'npn. _Non seguiremo deUaglia,tamcn te q nesta gncrra che si svob,e su diversi teatri d'operazioni : fra gli innumei>evoli e spesso insi guiticauti fatti d'arme, ricorderemo solamente quelli per cui (~ poRsibi le ri f'erfrc qualcl1e dato; eonccr1wntc l'artiglieria. ll Duca di Parmn, che 1wp1mre allora, volle entrare n elJa kga, fo il 1Jri1110 ad hdr.iare le osti.litù, ed il 2G ma.ggfo 11>4::: ('Oll :2 <·a1rnoffi n.tt:wcò ,~ JW<•sp Bornl<•no, non clifP:W ahhnst.an:r,n, dal conrnncl :rnt-e Francesco Mnricon<-', il qna]e fn punito con la morte. Contl'O il nnca 11sci1·ono i Ponti fìci da F'el'r3,l';J,, con 18 can °

noni, e occuparono una, località fletta« Posteria nuova.)), a, (i mi~ glia <falla, eittà, <love fnrm10 raggiunti da Antonio Barbcrini e . ·da altri reparti, mentre 1111 altro corpo pontificio, anch'esso coR 18 cannoni, el'a al ponte sul Reno. }\fa la. vicina.nza di queste preponderanti fol'ze nemiche non ìhaf'.:1"ò ad intimorire il Dnca, il qnale mmise alla presa della S tcl -

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lata, re<.;a.11do Reco ;rnclw aletwi 11ezz;i d'ar tigli<'1·i;1, P l:1 <·1111q111 .;stò fu]rnineamente. Mentre si svolgeva,no varie alt1·e azioni sulla terl'a frl'lli; i, i I ··c apitano ia golfo, Francesco GiusLiuiall, con una, Rqwtd1·a di gale1·e e barche armate, iniziava al pri11cipio di giugno urnl vigo · rosa, azione contro le foc:i del l)o. 1l 2 l.>0mbardò Voln110, il 5 s'impadronì del forte della Hon;,,ella, e il giorno seguente occupò la '.l'orre di Pdmicro in t;UÌ preRe 2 moschetti da posta di bronzo, -6 IllOS<.;hettoni, i moschetti della gum·nigio1H~, viveri e munizioni. Presidiato questo posto, importnntc perchè comaudava la via ·d' accprn tra Ferranl e Magrn1Yacca, si diede a fare scorrerie contro la Riviera., che era stata posta in sta.lo di difesa agli ordini <fol gener·a le Condn\. A Rimini vi 1'11 nno scambio di ca.nnorn1,te fra, ]a città, (~ la sqnaclra, ma, le truppe accorse sulla, spiaggia. dovettPro ritirarsi sot.to il tiro dei fakonetti delle galere, e mm barca pontificia fu eaLtnl'ata.

Pesaro accolse i l UiustiHian « con nn nutrito cannoneggialileHto nottnrno e con salve cli moschett.c1·hl, mentre suona.van o k eampa,11e a martello e i-;i facevano col fuoco segnali di soccorRo )). Nel luglio il Giusth1ian, dopo a,ve1· rnuuoneggia.t.o Primiero, ·vi sbarca. delle truppe che riescono n sìoggia1·c il presidio, intento a coRtruir fortini sulle spiaggie: ma pochi giorni dopo ]e milizi e papaJi ritornano all'attacco e i Ve11e½iani devono a loro volta r itirarsi. Contemporanea.mente il « 1n·ovv<•ditore ai confini >) Dolfin att::iccn, C'odig·m·o con cl11e p e½zi, la conquista dopo due ore di ·com battimento e la fa m ett.ere a :fer-ro e a, fuoco dagli Albanesi. Nel settembre il pI'ovvedilore d'arrrrn,ta Lorenzo Marcello , ·con 2 galeazze e o galere sottili , inti·a.pl'ende a sua volta una scorreria. i-ml1a costa della Romagna, mentre un brigantino pon t ifi'Cio, annato con bocche da fuoco fornite dalJa fonderia di Ancona,, òà fa caccfa alle na.v i mercantili veneziane. Il 4·1,orenzo Marcello ·si presenta davanti a Sinigallia,, ma qne11a fortezza, col fuoco dei -suoi pezzi, gli inette fuori combattimento una galeazza : e in questa azièrne muore il governatore Tommaso Contarini. Intanto i Pontifici, ifa Ferrara, iniziano una vigorosa avan·,mta attraversando silenziosa.mente il Po a Pontelagoscuro ; ma -871-


1GOO - 1700

poi il Valençay 1ion sa app1·0Jitl,ai·( \ ddla sHua:do11e faYoL·cvole,, 11canche qnando 1o ra,g giu nge gnw pa,r te delle rima,nenti trnppepontificic, i11viafoglì a ri nfor½O con 8 CtL11110Ei. ~fa,r-co GiusLi11i:tu, a cui 1iel frattempo il Senato Y(~ueto ila affidato il comando, attacca il forte di Lagm,curo, tl-~1rnto dai Pon tifid: in questa località, nei giorni seguenti, si svolgono div(~rse ar.ioni ÌH•I liehe, cou pat(ecipa½ÌOll(' d!~Ile artigl ierie. Afa, ud com. plesso, la, gue1Ta contiinrn fìaceamc11te fillo a che, nella, pl'iumvera, si giunge alle trattative cli pa,c e. Hesta a dire delle ope1·.1Y.ioni. <·ompinte contro le truppe toscane, che il 5 giugno I f;4g si ('.J·,1110 arntnassafo alle Chia11e, doll(le, f.ii mossero fra l'entusiasmo <folla popola.Y.ione. Sn 700{) cornhat('('Jtf'i ,,i Pl'lUJo :-io c.a11J101ii cli vari calibri. « I JH; :r,:r,i maggiori eraJJo trai11ati da, 24 paia di ùovi, ed i minori lln lwllissirni e grosii cavalli. Il carreggio dell ' a.rtiglieritL cornp1·c•11 ,, deva 4 cani cori petanJi, J 00 can·j coperti, cl istinti COll vari (;Olori, A<"t' OJHlo il contenuto, 20 1·an·i <·011 hnrche da ponte, ~(} cani con temlc, '100 muli con 400 l>a1·ili di polvere. JOO cmi mi c·eie, ed a.Ur·o. 1~ 1111n squadl'a di ottimi gn.1stn.t'o1·i >>. Più tn1·1ìi si aggiunsero al tre fon,1•. Aveva il snp1·erno eo ma 11do il p1·i1icipe ?.fattias, l'l-aJello del gl'a11clùc.a, c ui slava a,, fim1co, q nale consigliere, il ma1·du~:..;f\ A h~ssa 1uho ùal Ror1·0, valente nonio di g11<~1'l'a. Con Lro le forze toscane i Romani , al eoma,ndo dd p1·Pfotto 'l'adcleo Bnrlwrìni clw a vevn, il sno qm1,1·tiet· generale n, Viterbo, mise1·0 in c:impo flOOO fanti, 1:iOO eavalli e 12· pezzi d'artiglieria,. Intendente generale d<>ll'nr1igliel'ia pontificia, em Nicolò Batfo.:ti. Oithì, della, Pieve, investita clai 'l'oscani, si arrese dopo qnal cl1e colpo di cannone, ed il Dm:n. :,;;aVf~lli, che cfo;poneva di 4 pezzi, non giunse in tempo a soccorrerla. nopo nna ricognizione verso Orvieto e l'occupazione cli J\fon tclcone, i 'l'oscani si'porta.rono a, Cai-.tiglionc del Lago, difesa clat Duca Fulvio del]a Cornia. Castiglione, all'atto dell'investimento, disponeva di 12 pezzi, fornitile da Perugia, ma questi le servirono poco, chè, dopo un violcn to bombardamento da, parte dell'artiglieria toi-.cana, la, piazza. si n1-rese il 2!} giugno Hl43, nello stesso giorno in cui altre

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L'AH'l'lGLLI<:Hli\ 'l'OSCANA A CA :-i'H U l.l( J;,; 1,: IJl,: I, J ,.11 :u

truppe pontificie, cornaindate dal Savelli, arri varu 11 0, I rnppo ta1'di, in aiuto: esse non avevano potuto marciare più wlo(·1•1111• 11te a caus,L del poco allenamenlo, e, del r esto, era110 ,-:I.al.i 1'01-d,l'elti a rib.LJ·tlare la, partenza, 11ou avendo in ordine le a1·tig l i11ri1 ·. J:'er quest,L resa e per il ta,rdo t1rrivo del soccorso, fra il I ,111·a dellUJ Cornia ed il Ravelli si svolse.\ per la stampai, un: i li<' r: 1, po lemica. Il primo, nel suo rnanifesLo, descri veudo la siLuazioHc :1 ;-;,-.:;1i critica, afferma che la sua gente, già demoralizzttfa, si cru, w <1g · gformen te avvilita in seguito ai disastrosi effetti de1Fal'Liglk1·ki avversaria. Qnesta 1woprio in quell ' ultimo giorno 2tl gin gno - aveva fatto, con trn batterie, circa 800 tiri, demoleud o i parapetti, in rnanient da, mettere in soggezione i bom ha,rd ieri pouti1id, i quali clovevallo a,11che lamentare lo scoppio di d11 c

sag1·i. E che effettivamente ] 'artiglif'ria. tmwmm fa-e csse sul serio lo i·neviamo H,ndw da fon te insospettabile, cio<\ da una lettera scritti dal CanlinaJe Cesi :il lo :-:t<!sso Duca della Col'nia il :!i-ì giuguo, · cioò nn giorno prima della 1·csa. In questa fottera è detto: « t-!ent o che l'iuimico tormeuia V. Eeceìle11za con il Cannone: M011 sig-nor 'l'hesanrie1·e, e To partiamo alhL volla del Sig. Duca SavE-lli per :-:ollecitm'lo; V. F.. si a.in ti anco per la. sua parte, ecc. )). Ma, che il Savelli si fosse mosso con ritardo è pur anche vf'ro, perchè, scoppiata la polemica, il Cardinale Cesi gli scrivevtt : « .... a lei non mancano limpidissime cUscolpe della non mai a tempo monhtta ar·tig-lieria ... >> ecc. , ed in un'altra letlera, << .... a Lei non manca.no dii::.gravi non essendo montata F nrtiglieria e qna,ndo dubitò si commesse a pericoli lasdandola per

portarsi al soccorso)). Le azioni hellkhe, svoltesi in seguito con alterna fortnna, non hanno grande importa1~za. 11 31 marzo del 1644 fu firmato il trattato di pace nel qm~lc si co11venne che il Papa perdonasse al Farnese, 1·estit.11endogli i.l fondo di Castro, dopo aver ahha,ttute le nuove opere di fortifica zione, e che, per il resto, tutto fosse ritornato come prima, con la reciproca restituzione, fra. i belligeranti, deHe artiglierie e delle terre, previo smantellamento dei. fòrti. QueRta guerra, durata due anni e me7,7,o, ba un certo inte-

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resse per la nostra storia, non tanto per se stessa, cllè si tratta di operazioni belliche di scarso r ilievo, quanto percbè, coi suoi insegnamenti, spinse i vari 8tati a riorganizzare gli eserciti, e sopr;1ttutto a ringagliardire 1.e artiglierie. Nel 1649, quaudo l'uggiosa, interminabile contesa per il l>ucato di Castro divampò nuovamente, da Castel S. Angelo mossero per il campo << un trabocco di metallo per tirar le bombe >>, 6 mezzi cannoni da rn e 4 falconi da 8, col materiale accessorio ~ munizionamento. Ai primi di agosto questi pezzi erano in batteria con altri G giunti da Civitavecchia; cd ailtri 6 ancora fu1·0110 messi in azione più tardi, ma il bombardamento, da principio, non produceva gran danno alle fortificazioni. ThL p tLrte sua il Uuca di Parma (o, meglio, l'onnipotente ministro Godefroi dw governava, a suo talento in guerra e in pace), elle fin dal prineipio dell 'osti litù, aveva radunate le sue truppe 11eì l'armensc, tentò di muovere n.ì soccorso di Castro, volendo ripetere la scmTerhL fatta ò.al ])11ca Odoardo nel 1642, ma fu ktLLuto da,l generale 1\[attei a S. Pie tro di Casale. Dopo questa :,;conl"itta, il p1·esidio di Castro, sempre più sli-PUo e torrncnt:ato dall'a,rtiglieria pontificia, perduta, 1a :,;p p ranza di soccond, si arrese il 2 settembre. E il Papa ordinò la demolfaione della forte7,1:a e della città. :Nel 164fi i 'l'nrclii, che da tempo ai1elavano al possesso dell'isola. di Ca,ndin, accusarono i VeJ1eziani d'aver permesso che i cavaliel'i di Malta, traessero alla spiaggia di Candia una nave commerciale, tnrchesca, catturata in acque della Repubblica V eneta; e quindi, senzri rottura prnwrnti va, delle 1·ela,z ioni diplomaticlw, senza dichiaru,zione di guerrn, una potente flotta turca, facendo le viste di muovere contro Malta, si diresse invece su Candia. La possibflità cli una spedizione contro Malta, aveva però messo in a.Uarme Papa Innocenzo X, il qua.le inviò 11ell'isola un reggimento di 1500 11omini; ed il 5 aprile vi fu unai spedizione di 5455 pt11le di ferro d'artiglieria, per nn peso di libbre 80000, e di polvere da moschetto per lo stesso q1rnntitativo con 44 mila libbre di miccia. Allorchè i Turchi, anzichè a lVfalta, si presentarono dilmn7,i

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a Ca,ndia il ~B giugno Hi43, il l'apa,, dal c,iuto ~;110, 1'('1·1: partire subito la sua, squadra in a.into di quella veneta: i11 s1·g11ilo Venezia, ottenne altri so1,;corsi dalla 'l'mwa.na e dai Cav:dic1·i tli M,1,lta e, più ta.rdi, anche dal Duca di Savoia, dal Re di Fn1.n d:~ e da,ll'Irnpera tore. La guerra di Uamlia, per la sua e.11oruw, stuvefa1,;ente <lu · rata, e per il c,trattere storieo dei fatti d'anue che la conl1·asscgimrono, co11ta certo fra le più importanti nel gra,nde pas;-:ato di. Venezia. Non abbiamo qui a prernlere in esamP se iw11 le azioni di terra, pm· tenentlo 11n:se11te clie h~ guerra sul mare, quasi r·uuti1111n in 111w] lungo periodo, ha, la masi'ìima in1portanza, 110n solo dal punto di vista, generale, ma anche per la storia speciale delle artiglierie. Il memorahile nsse(lio che, come tutti sanno, durò ventiquattro anni, culminò Roh1m<>nte ll(~l HiGfL ln fJUest'ultima fase la B,ellll hhlica aveva levato 10.000 nomi11i, di cui drca trecento ad eletti ane urtigJierie, sotto la direzione cfo] Tenente (lencl'a,le ,vel'tmiilh"l': fm·ono, questi, gli estremi rinfo1·zi che riusdrono ~1d ,~ntrare nella, ·Pinr.za da tanto tempo intcrmittentemente blocca i.a, e nella quale si era,.no accumulate immense opere di difesa. I Tnrcbi , c·on Achmed !{ 11r,ri]y, Rtav:rno accampa.ti alla Canea., ed erano ormai decisi di couclurre a lennine la dura e coRtoi;;a g1rnrra c.he si andava eternhzando. A tale scopo il Visir rinnovò il suo u pn.1·co d'assedio>) facemlo gittare enormi bocche da fuoco; men tre gli asRediati, forniti di un materiale arliglieresco inferiore in quantità, ma superion~ per ht tecnica, si applicavano soprat utto a p erfezionare il sistema di difese formi da bili e invi sibili, costituito flfl mrn, rete fitiissima di c1.micoli e g:illerie da mina. che uvcva.no traforato tutta l'urea adi:icente alla cittù. Ca.pi t ,m o Gene1·nle era Francesco Morosini, che aveva ai suoi ordini seimi]a uomini di truppe regolari. Abbia.mo anche da ti precisi sn11e artiglierie : quattrocento pezzi, tutti di bronzo - . cioè, allora, cc moderni)) - gua,rnivano le mura,. Erano in prevalenzr~ grosse boccl1c da fuoco : cannoni da 50 libbre cli calibro iii più e grandi col11hrine. Alla fine di maggio cominciarono i lavol'i d'investime11to. I Tm•chi innalzarono gnrndi mnsse di terra, battuta e armata

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di travi e tavoloni e, al ripu,1·0 ·di. quella pl'otezion e, preparavano im;tanca.bilmente le proprie bat terie. Quf'ste, iu numero di sette, disposte iu posizioni opportune, j>roteggevano coi loro lfri i lavori d'approccio e battevano le avversa1·ie, sugli spalti. Per darn1eggia1·e la città si fece un uso straonl.i11:u·io di grm,si lllortai. lL tiro iu arcata, compol'b:.1.Ya proiettili nrnl'>sieci e 1woicltili cavi: le bombe riuscivm10 sopra tutto micidiali pc1· la popolazione, giacchè in Uandht 11011 v ' e1·a a lcuna loc·nlilù d1e fo:-.:-;1~ al ripni·o dai tiri; P inrN;:-;ante, fati.coso,

Fig. ,~,, - C 11m10 1w dd l' All>crghetti, u salo 11c lla g u erra ùi Camlia.

fohl11'ile <>1·n i I ln rn1·0

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spegnere gli ince ndi 1.:lle si appiee:.wa1to-

c o11tempo l':t 11<·:11111•11I e 11 Pi d in•rsi qna1·tiel'i dm•anle i fol'i osi L>orn-

banlarnenti . .Uen presto all:1 g-ue 1Ta :1 ci rJo aperto si a.gp;inm;e q1;1ella sottrrrn,nen. LP galle1·i1~ 1lit-arnafo nll'infiI1ito c:owinciarono a i11<:roe ian~ le ITi11r1'1· cl 'approccio ; mine e contromine sconvolgeva.n o g-io1·11n lmentE> il ten eno . Ri ha notfaia. che fo escavazioni, su diversi pimli. ~eerulevano fino a 30 metri cil'ca. 11el sottosuolo. J)a,l maggio nl novembre dell'anno 1667 si s11ccedet.te1·0 l.rer1ladueassalti e dieiai-lia;ettl~ sortHe ; e seicentodi ciotto min<! furono fatte brillare. Dei. Venezia-ni. perirono 3200 nomi n i fra i quali 400 ufficiali, e dei Turchi 20.000. L'anno seguente l'a.s~eil io ùura,va. sempre, fra combnt timenti an r,ora, più accaniti : J::t cinta di mura,, settore per settore, era, ronLesa, occnpata e liberata,, si. può dire, ogni giorno . Durante una di <p1este mischi e, le bombe in cendiarono la fabbrica di fuochi artificia lj , c·on enorme da.11110 deg·H edifizi. Ma già, pressoch è tutta 1a citt:ì era rovinafa,, e gli abitanti ridotti a vivere. nelle cave. -876-


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DELJ/ ASSEJDIO DI

C.\:\DIA

L ' assedio -di Candia ei-a divenuto OT'mai famoso e ptuvcrLiale iu tutta :tBuropa; tanto che, spesso, bande di avvc11tu1·icri, a1wlle illustri, accorrevano a dmentarvisi per ottenere il (( battesimo del fuoco)), con ben poco vantaggio dei Veneziani.. · L'ultima fase della campagna costava alla Repuhhlica· -- se ne ha notizia, precisa - quasi mi milione di ducati in coutauti, ottomila, sette<:ento soldati, duemila gnast'alori, dueceu tove11tuno capi bombardieri, qnaran tm1 pezzi d'artiglieria, tre milioni circa di libbre di polvere, e settecenlotn~ntami la di m iccie. In tutto, il nrnntenime'n to delJa piazza ammontava, solo per il 1GG8, a 4.3~)!.i.000 dueati. Infine, nel 1669, dopo replicati assalti generali, mentre l'impiego delle gallerie e delle miue era intensific~tto, al punto che nn solo foruello giunse a contenere GOOO lihhre di ca,rica., i Turchi rimwirono a installa.rsi definitivamente sull'area, del Ilastione cli K Andr ea, dopo di aver demolito, sotto il fuoco, con infinito sacrificio di vite, l'opera, fortificata, asportandone, a mano; tutto i! materiale ! Candia,, virtualmente, era, caduta; e una famosa sortita ope1·nta da, volontari franceRi non servì che a ritardarne ancora 1111 poco la fi11e, eoprendo di gloria le armi cristiane. Ma la sagacia del Moroxini ebbe ancora campo di mostrarsi nelle trattative dell a 1·esa, che i viucitori avrebbero potuto ormai rendere più dura_ Cou la « gnerr-a di Oandia >> si chiude i] secondo periodo stor ico delle a r!iglie1·ie vmrnziane, che nel secolo XVII - non tliversi-1,mente, del resto, da quanto nvveniva negli altri Stati -- avevano ra,g·giunto una relativa perfe:;i;iorn~. Nel fa1noso e glorioso assedio le fofme emhrio11ali di molte invenzimli vennero ma.n ma.no precisando:-;i e svilnppanclosi. A parte i Jnvm·i sotlenanei, chf', come abbiamo visto , prirneggbr<mo fra fo opPrn½ioni militari, 1'> da mettere in rilievo .l'impiego dt•i proiettili cavi sotto tntte l<· forme : horn he , hornhe incendia.rie, gra11atP di vet.ro <' di mc!aHo lanciate con la fionda e con 8peciali archibugi. I « fnochi a.l'-1:ifìcia.ti >l. i proiettili incendiari, le s catole cli mitraglia furono regolarmente nilottati dai corpi d'assalto e di difesa,. Una netta distirndonc separò ]e vere e proprie :11·tiglierie -

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dulie bocche da fuoco portatili: gli « a rchibusoni da posta )) e gli cc orgmli )) rimpiazzarono falconetti e passavolanti; i petrieri abbandonarono l'antica munizione, che aveva loto dato il nome, per adoperare proiettili cavi o ,grappoli di pallottole o lanterne di mitraglie. 'I'ulto l'armame11to, che t<:neva ancora clell'ecletti· smo e dell'empirjsmo delle orig'ini, venne perfezionato e messo alla prova con l 'esj)erienza, terribile, ma preziosa e feconda, di una guerra, sempre rinnovantesi. Al secol<> s11ccessivo spetta ] 'inizio delle grandi l'iforme, del controllo scic11 tifico, e della co11seg11e11te sernpliflcazioue dovuta al perfezionamento - e anche in questo campo Venezia primeggiel'à; ma con la « gncrnt di Uandia )) esstt tocca l'apogeo nell'impiego di quel]' Armri che em, stata adottattt dai primordi e si era poi verlll la, continua.mente acc1·cscendo e migliorando. Le due maggiol'i battaglie comha,ttutc in Hnlìa sul finire del Seicento sono qnclJe delh Slaffarda e della l\farsag1ia. Luigi XlV, sollecitando l'allea,nr.a, di Vittorio Amedeo II uella, lotttL contro ]a, Lega <li Augusta, ha, avnnzato tali pretese (nientemeno che la conseg-nn, di Torino e della preziosa fortezza, cl i V crrua !) che il nuca di SaNoja (~ costretto a, dichiarargli l:t guer·ra, allea,11do~ì alla Rp:igna. Nd Hi!JO il Re Sole spe· (lisce in Ita.lia un esercito al coma,ndo del :M aresciallo di Cn tinat il quale dispone di nurne1·osì pezzi cla campagna, e, p er agire contro le piazzeforti, di molte bocche da fnoco di g1·oi;.;so r,a,lihro. Lo scontro principale fra i due eserciti, forti di circa, 15 mila uomini ciascm10, avviern~ presso una gola, sulla sinii;;tra, d el Po, in vici11a.nzn rlpll ' Abbazia di Rtaffarcla, in fJnel di Pinerolo: e qui ]e operazioni dell'artiglicl'ia costi1.nis<·ono veramente il piil impor tante fattore del successo francese. Catina,t, per ingannare il Duca, eseguiscc una marcia ili fianco, su tre colonne: all 'intet·no l'ttrtiglieria, al centro la, fant<~ri:1, all 'esteruo la cavalleria. Vittorio Amedeo Rferra l'attacco, r.ontando di prendere il nemico di fianco : ma, allora Catina,t fa far fronte alle proprie linee e marcia contl'o i Piemon-teRi con la, cavallel'ia, in testa è sedici pezzi d'artiglieria leggera pfazzn.ti in avanti, negli intervalli <'!elle fanterie. Il Duca, pron-

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BATI'AGLlA O! S'l'AL•' L•'AIW A

tissimo, prende un'ottima posizione, occupando dei cascinali e una palude da cui è limitata ai due lati la gola, che egli sbarra con cavalli di frisia e con truppe d 'avanguardia munite di t1·e cannoni, mentre dispone più indietro, RU due linee, il grosso dell'eRercito con dieci pez:d.

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Ii~ig. lfi2 - Battaglia òelln Stnffarda.

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Il Catinat, a Rna volta,, ferm a la cavallel'ia e fa,' avanzare fanteria e artiglieria, in un'abile marcia frammezzo agli squadroni, incomincia,ndo nn forte cannoncggiamenlo. Poi, nel corso stesso del combattimento, sposta le bocch e da fuoco ponendole m età a, sinistra-, per pr endere di fianco i cascinali, e metà destr:i', donde batte fol'Lemen(e l'esercito savojarclo.

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H1~:spinta. l'avangnardia di Vittorio Amedeo e catturati i tre cnirnoJJi, C:1ti1mL, padrone cfolla gola, sbocca n ella phmura e si dispone a fronte dell'esercito avversario; dopo di che, co,11 una seconda azione 11m11ovrata nel corso della battagli:L , porta d i nuovo le batterie in pl'ima liuea, pa.ssauclo attraverso a, fanti e ea va.lit!l:i, e sconfigge i I 1iemontesi. l nir.in. poi l'i11seguimento, nrn il giovine Principe~ ~ugenio di S :woja, messosi a lla. tes fa della cavalleria, ferma il vineitore e 11.\ agio a, VHL01·io Amedeo <li raccogljere l ' e:sercito n. Moretta e di l' iportarlo a.J sicuro ca,mpo <lj Jloncaliei-i. Catina.L si impadronisce di Saluzzo, Saviglia,no, Fos8auo e Yi llafrunca,; pone l 'assedio a Susa con nove pezzi di grosso ca· libl'O e lil con qnista dopo tre giorni. Poi continua per tutto il l GHI e 92 a distrugge1'e e a saccheggiare, mentre Vittorio Amecleo iu vacle il Delfinato, port andovi a sua volta strage e rovin e . Nel 1693 j] Duca, rientrato in Italia, investe Pinerolo, oc cupa jJ forte l1i H:mta, H ri.g-ida, bombu,1·dn la, eitLù; uut Cittinat, r icevnti rinforzi, i:;cende in vall e l>o1·a fino a Ri voli, e i d1rn esci.'· dti ::;i scontrano nuovarnent1~ 11ci piani della l\!l.arsaglia presso l'iossnsco. 1 Fra,ueesi sono circa 40 m il a ; gli A nstro-Savojardi :solo :23 mila: i due eserciti dispongono d i nna. t1·entina di canno11i eiascuno. L'artiglieria savojarda caus a gravi danni ni · Franc<~si. specia.lmcnt<~ alla c:waller ia ; ma i pi~zzi del Oa,tinat, mnnovl'a ti 1·011 la st,~r:-sa ahilitù dimosLJ'ata a Slaffarda, contribuiscono no!.evolmen te al succ1~sso l'ra.ncese. In tali strettezze il nuca è eostret.to a, tra,tta.rc con la. Frnncia, pcl' far r.csf<are 1a g nnra. Col t rattato generale di l(vi:.:widt del J G07 sono rei,::tilnHi al l lncn di Ra voi a tutti i tl:'nHori occn · p a,ti dai Francesi dm·anle la gucrrn, ed a nche Pinerolo. Intanto però Vittorio A 111ecleo ha. fatto lw,oro , 11 011 solo tle · g l i inR<~1:?;rn1mrnti delfo g 11 t'l'l'e fn1nco-piemo11tf'Si. ma :rnchc drlla va sta eco dei snccessi (l1>ll'artiglieria nell a guerra gcrnrn,nica, dove. d11rnntc ht ea.mpagi,a flPI L11:-::sembm·µ;o e specialmente a Fle11rns. nel gi ngno 1690, due rnet,i e nrnz:w pl'ima della _Staf· fa rtfo , 1,~ llOe.ch e da, fnoc-o si Rono cl imostr .,,te element i decisivi di vittoria.. Tl 1>uca lm compreso la, ncceRsitiì di organizzare e valorizzm·e meglio la nuova Armn. e g·i it nell'anno dopo la Staf-

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L'OPEll.-\ D0L :UOXTECUCCOLI

farda. , 1G91, abbiamo, come si è visto; il pri1110 « s 1.ahili111,·1il.o •), da! quale si an·iverà poi rapidamente a q1rnllo <l ei I H!Hi.

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Un cenno a parte merita la ma,gniiica opera, svol 1a, da. H;1 inwudo Moutecuccoli J)er il riordinamento dcll' ArtigJieria irn periale anstr·iaca. li l\ifontecnccoli, H Turenna, ed il Uondé so111 , i11duhbiamente i ma'8sirni rappresentanti del genio della, guena in questo secolo : e hen lungo discorso ci sarebbe da fare sul Moutccuccoli, questo grandissimo eondottiero italiano che, purttoppo, dow~tte m(~ttere ingegno e va,lor·e al servizio di un paese nou suo. Quid limitiamo a dare qualche cenno della sua opera di eomandante, mentre n ei paragrafi successivi parleremo dello storico e del maestro. ~neqHe 11d 1608 da, uohile famiglia « da sci secoli chia,a e poderosa nella provincia mod(-mese )), come scrive il Conte Ago stino l'aradisi nell'elogio premesso nlla bella edizione delle oriere d i Raimomlo M:ontccuccoli, pnhhlicnta a Torino nel 1821 rla,lla s hunperia di Giuseppe Pavale. Fece le sue prime armi nelle tn1ppe imper·-iali delle Finrnlrc, come p-i ediicrc, moschettiere, corazziere, drago11e, ta nto da a.vere esperienza, pratica di ogni specie di tu·n1a e di miJi,,,ia. Nel Hi37, con soli duemila nomini, li berò N ernes1a w nella Slesia, che lo svedese 'I'o1·tenso11 assediava t<Hl ottomila soldali, e gl.i Lolse bagagli e artiglieria. Caduto prigioniero, rimnse per flne anni a vVeyrna,1· e a, Stettino e ne approfittò per approfondire lutti i rami della scienza militare. LibeT'a,to , dopo una breve parentesi italiana in cui si pose ill H'.t·vizio del Dnea, di Modena ,~ sconfisse fo genti del Papa, rit 01·11ò in Gcnnania, prese il coniando degli avanzi dell'esercito imperi:Lle hn.ttnto in Tnrenna e lo condusse i.n salvo con una 1w1·izia a cui lo stesso grande 1·ivale dovette T'Cnclere omaggio. Nf'l 1 m,7 sor·c01·se ln Polonia, e poi la DaninuH·ca, sempre con tnl gli ::--vedesi, che riusd a cacciare d trl Regno. ~el rnG;J l 'A.nstria venne a contesa1 con la, Turchia per l'alta sovranith sulla Transilvania ; ma l'Impero era cosi ma,l ridott,) che non potè meUere a disposizione di Montecuccoli se 110.11 diecimila uomirti cont.r-o i centomila ottomani. fl'n in questa occasione che il mcravi~lioso condoU,iero dette la più bella prova del i-110 g·cnio di ca,pita no , 01·ga.niz;za ndo alla perfrzi011e nn 'Artifi6

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lGOO - .1,00

g]jeda ebe gli pel'mise cli soslen e1·e viLl:01·iosamente l ' urto eonil' O la schiacdante superiorit.:L numeri ca d el nernieo. I 'l' urchi disponevauo in m edia d i t1·e pezzi ogni mille a Dmini , cosicchè si pn<Ì calcolare ch e m ettessero i11 campo treeeu to hoeche da, fuoco, con unn. do tazione m edia <li mm1izioni di ce11to c:olpi ogni pezzo. Avev:-11 10 :trl:iglic1·ie picco],~ ,~grandi ; ed a,11<:h t! bor.ch e da f uoco enormi, clrn lan ciavallo cen t oventi e più libbre di fcl'l'O . Jl Nlo11 tecu(:1_:oli, per fa r !01·0 f"1'011Le, avrehlJe voluto a vm·c cinque, sei ed an <:he sette pc~zzi pn mille nomi11i , da 1.11-g;anizza rsi così: 1°) il. pal'r.o, eon ten<~u lc 1111 pezzo w~r mme uomini e cornp1•en den te 0,35 di mortai, 0,15 di ca.n no Hi da 24 e O,@ di can Ho11i d:1, rn e (l a, G; 2°) pezzi rcggime11.lali di <·alibl'o :l, dis t.1-ihu it.i a,lle t r uppe in i-a.gion e di quattl·o, t:inq11e e<l anche sci p P7.Zi ogni mille nomini. Vkeve1·s:1., Ilei s11oi / l furi.o;mì dc ll'nrte l>ellir:a,) fissa, queste proporz.io11i: p cr qua rantamila (:<nnb aL l.e11.Li, 4, rne;1,z.i cmmoiii , li q1rnrli, 8 fak o 11i, 2 m orta i <· 80 pwzzctti (6où pc~zzi Ye~J~·inw11 ta.li): totalP: 100. I n reall ù - per le t1·isti c ondizio11i fi11a 11zia1·ie (lell ' A us lria, - 11 011 J·i11 scì mai ad avere le n ttigJic1·ie 1wlla qn:rn t ità d.esicl<!i-a,ta ; m.1, impose il cri I e ri o <~ pri 11cipio gc11,~1-n l<~, eh ~ fn poi seguito fbi più famosi generali a nstl·iad: il 1 h1r.a, di T,o rena, Lnig-i <li Ha,den e sop1·a,t n tt-o il P1·incipe l~ngenio. Ma la s 11pe1·i orihì r ea,lc del.l e ar ti gli erie del :Ho11l ce nc<:oli ~ta Bel fati.o che egli s i formò 1111 pcrsornLl e pi ù is trui lo e m egJio orgauiz½ato, 1111 material e p iù solido e regolare, p cz.zi. più uniformi, più esa tti ll(~ll e prop o1·zioni , pi ù leggeri e più giusti nel tiro. UsnN:1 di 1wc~fo1·<~11za bocche dn fooco ,·.or·tc, cli dodici a di dotto calibri d i lim g:he:.',7,a, dell' an ima , e peso non s upc1·iore a. cento<:i1H1 mu1 t.1L volte quello cl el p rofottile: tali pezzi erano manovrati più rnpidn,mentc che non g-li ::iltri e di sposti in 1'ntte l e parti òell'e:-;crr.it o, jmnwrlefiima1'i f) nasi 11 cg'li elcmcn ti di truppa. Paceva, a nche grande mm di mitraglia. e di proietti cavi t irati aa mortai ; e si procurò affusti e vetture più mobili e più pe1·fe7,ionati di fJUelli dei. Turchi. F u app unto 1'Artiglieria organi7,7,ata dal 1\foncec11cco1i che coRtitnì fa grande fol'za, ed il òedsivo elemento vittorioso con· ho Ottoma ni: essa,, c011 fuoco rapido e c ontinuo, sosh~neva

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l'a,v anza ta: dei cora7,7,ieri (~ :c;1' 011Yolgcva le m.i,:,.;:,.;e L111Tlw , 1111'1!(•11 dole in fuga,. ~el lGHB, trovandosi a fronteggiare un formidabile e:,.;(:1·1·i Lo turco, il 1\fontecnecoli, campeggiando or sulla destn.L or s ull a sinistrn del nannhi.o, sulla, l{aa b, sulla Vaag, e spostandosi con abili mar·ci<~ in cui l'artiglieria. era sapientemente disposta in

t,'ig . li'iB - Uaimonclo Mm1teeuccoli.

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1110110 da <lift~1Hforr, le truppe contr o la temihifo caN~Lllcria turca,

1-,;(~ppe temporeggiare, guadagna ndo tempo, fino all'estate suc ce:-;siva , appm1to per rieevere da,l la Germania e dall'Italia, dove li a,,eva fatti <·ostrufre , i pe7,7,i di artiglieria, che giudicava indi:;;pensabiJi. « Contro i Turchi - egli diceva - io conto prima di tutto irnll'nrtiglieria., che essi temono più di ogni cosa, )). I nemici, a.I comando di Achmed Knprili, presero la. for -

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1600 -1700

tcz.za di Scriuva1· e marciarono s ulla Raa,h, lenendosi snlfa riva destra, mentre l\fontecoccoli piazzava il g1·osso delle artigiierie f\ della, fanteria in una posiz.ionc centrale difesa dalle ruontag11e t!, con formazioni leggere di. cavalleria, ùragoni e piceoli pezzi, costeggiava la, sponda sinistra del fiume, seguendo man maJ1 0 le Jnosse dei •rurchi. Finalmente il 1• agosto questi si decisero ·1, t<mlal'f} il passaggio dello Raa,b, presso l ' Abbazia. di S. Gottardo, e quivi avvenn<~ una g1·ande br,1 ttaglia. 11 Montcc:nccoli. aveva disposto il suo esercito in due lince iufra.inmezr,ate da piccoli. per,zi d 'artiglieria., mentre diciotto g1·ossi pcr,z.i da parco er·ano pia zzati in due batterie, chwanti alle a li. ,.\chmccl Kuprili, a, f.:UH, volta, dispose le ime bocche da fuoco s u çli un'altura. e 11c nascose qni11dir.i, in tre batterie, al <:ulmine cli. uu gomito del -ti.urne . .. U matlino i Turchi sferrarono l 'a,ttacco e sconvolsero i.I <:.en I ,·o dcll 'arrn ata imperiale; ma :Monlecuccoli. con u 11 a, i-: n · pieute co11eentt·azio1H~ tli fll o<'o dcllci :wtiglicl'ie, batLè lP- ali dclJ' psf'rcHo atta('.enntc, le agg:irò, le ribnttò nel finrn c. F11 mm grande vittorht che condusRe poi alfa, pac,~ tli Yn · i::war; mcnl·.t·<~ Jc espel'ieuzc di tutta la campagna suggerirono t~l Jfontecnceo li quella, pre:r,iosa opera che è intitolata,: Aforismi (1p71lira ti alla !Jll<Jrra poss·ib-ile contro -il 'l'wrco in lh 1gherfo.

Ul1i:unato ,lnll 'l mpcratorc, nel J G'la, a d. assumere H comando deU'escrdto imperia.le in lotta eoulro i Fra,ncesi guidati a~t Turcnna, il Montecnccoli - qnanti.mque fosse f.:pesfio osteggiato d,1 cricche cli Corte , che in cerli momenti rin scfrono a.nelle ad ottener.ne la mome11la11e,1 cJ ,,Rt-i! uzionc .e ch e scmpt·e g-lì :11m1e nt:l,· rono fo cliflicolt:ì , 11egnndo o 1·ita1·da1ufo i J'inforzi, specie d.' ar'ti· glieJ"ia, im,ist'en!erncnte cla, lui richiesti - seppe sostenere d:1 par suo jl confronto eol geniale c ondottif'ro francese : tanto che 1-'Pcl<>i-ico di P1·nsf.:ia,, il vecchio grande Frit:r,, che di guerr:1: se H~ intendeva, poteva <l.edi.carç:li q11esti vP-1·si:

Vous, Jfonl ecnceoli, l'éyal do ce Roma:in V ou,s, SClf/C défenseu r de l' Ernp'ire et du Rhi11, Q1,1/i tinlcs par 1)08 camps en sav a,nt capitai1w T,a fortnnc en .<mspens entrc v ou,s et 'P ure1111e, .l fos vers m11>Ueront-'Ìl.'i 1;0.<; inimortcls expfo its? -

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" FU~½lOXli: S'l'OIUCA DlèL L, Alt'.L' LGLmltlA

Ah, M (irs) pow· fos Gluinler, ranim,erwit ma, -i;oùr, ,

Ve nez) jeu11 es gu,errie1·s) aclni'irez la cU1m1Ja,qne O ù, s<:.'i marches) ses G0im,7)s satwèrent f 1lllemag111e) ecc.

I\1role che suscitano im;iem,~ il più allo orgogHo e . la più profo11cfa a ma.r-ezza,: ancora mrn volta è un italiano che « salva J> altri Paesi, mentre ln, sua gente geme in Sf'.hiavitù. Il grande d nello .Montec uccoli - - 'l'nre1rna meritere!Jl,e ben altro d iscorso ; ma, ai fini e dal pnnto di vista della nostra Stori:1 , è molto pin impo1·tante 1a lotta di l\fontecuccoli coutl'o i '.l' urchi, di coi giù, si è parlato; perehò qui, grazie al geuio organh ,z1,1,torc e va,lori:r,z11tor c del cm1dottiero italiano, l' Arti'g-lierfa compie in pieno la sua l'nnzionc, cioè neutralfaza con la maggiore intensità di fuo(:o l'cnorrn<~ snperiol'itù, numc1·ica dell'invasore e Jo arresta.. 01·a, se si eonsidel'a, d1e, sul finire del Seicento e al prineipio clel Se tteeent o , j l 1' urco compie il Ruo ultimo, più grundioi;;o sforw pe1· sradicarsi dalF Oriente, dove era. stato l'enua. to, e n.nrnza1·c verso il c uore dell ' B utopa, e se si ricol'Cla ch e le p iù spaventose avanza.le delle onlc ottom~~nc fnro110 troncaLe prima. da.l ~{ouLecuccolì, e poi , co.L s uo stesso metodo, dai successo1·i, ])l'imo l'l'a, LuU.i 1.-:nge11io ili Ra,voja,, possiamo concluder e constatando come la civiltù occid entale, che poteva esser e sornmer fla, fo in lalc periodo sn,l vaLa sopra,lutto per l ' i11t1~rveuto clelle :LJ·t iglicrie, geuialmente adopn·a le da due ita.lia,ni. ·

14.

Scrittori e scienziati - Nel nome e nella g loria di Galileo si consolida la fus ione fra Matematica c Artigli e ria - Torricelli e Cassini tecnici e teorici - Sardi e More tti - Luig i Ferdinando Marsili - L'Artiglieria nelle memorie di Raimondo Montecuccoli - Maestria di fonditori italiani - Il cannone e le stelle . f; ormai u11 lnog-o co,mnw l'alTerrnazioue che, per quanto con cer-11e la. letteraLura. militare ita.lia11a, cceezion fa.ttn, per il Mou tcen ec:o.li, H secolo XVII ci porti in pfona. dccn.denza,, do110 lo i;:ple11tl o1·c del Cirn1uccento. Pc,· 11 un.nto rig11ar·rln, f' Artigli eria, ciò è as;Rolularnen1·e iu e -· :,;n,tto : ha s li rico,·clare il uome di Oalilco .

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·rnoo -1100 Galileo nasce nel J5G4 e il De -motn gravùtrn è del 1J90, ma la, parte più preziosa della. sua attività, di scienziato e di mae· stro si svolg(~ dal momento in cui (~gli va ad inseg11are nello stndio di P adont e, sostarn,,ialrnente, nel Seiceu to : d el llilO è il Sid <Jrcus wnuu i 1rn, del 1G23 il Saggialor<J, d e l 1G3U il Dù1,lo90 d ei nu1,ssim,i si8tmni; e - q nel che a noi più imp orta -- del HmS il JJialO!JO d<Jlfo ·11 /lOW 8<J Ì <J11 .,;<1, in eni t1·atta. tlcl (( moto locale )) e della « resii.;ten za che fo m10 i f:orpi solidi a li: esserc per v ioln1za spezzati)). Galileo <'hhe 1,L ventura cli compiere Je sue rnnggimi scoperte ment1·e ris_ietl eva iu territo1'io venc:dano, cioè in uno dei pochissimi Hbd,i che, iu quell'epocn , fossero ve1·anw11te moderui ed aperti alla lihm·lù, cli peusicro, intesa nella r,ma forma più sana e p 1·oficua . La Ilepnbbli<-n, di Venezia fn,eeva tesoro tlella. s ua. mil JpnaT.ic1 cs])(~1·iemm, polil.jr_·n, e Hvcva ta 11to sennu e tan ta seren a veceliinin da intuii-e il lnstw (! il Yantaggio rn nterialP che le sarl'l>!Je1·0 <lerfvn li <lnll' ofl'i·in-! mm snc:na ~cde d i i::t ud io ag-li spiriti asseta.ti cli 11ovit:ì e di con oscenr.a . ('ome ~i;ì, fu rilevato da 1m i11 signc stmlioso, rrn (1·ava i11 questo rnelod o, oltre la coscienzadell n proprfa fo1•;,;n spir.i tn n l(~, una. gr-a,Jl(lc i;;ig1101·ilibì. d'animo acq11isitt1 dal pntrhlialo nell 'e:-;e1'chio cl el s11p 1·pmo poterc, il g usto di fat eoper t.a rne11 te dispct.to flJla n 11rfa Il.omnna., e ·1111el CcJ·to seren o scett.idsmo ehe pn ò essere la forza tcmp,~1·antc ed eqnili.hn1triee dei vecchi Rtnt.i ell e hnnno pc1·(hlto la, prPzi.osa irruern,,a giova nile della passi.mie. K on <' q 11i i I <·aso, <' i;:arcb hc· tlel 1·ei-to i rnpossibile, d i esamina.re p ar(.itam(~n( e le seoperte, le oi-servazioni e le inveJ1zioni ,1i (inlilco, dw ,•spr c:ihu·o110 nn 'i nti ne uza, cli retta o in (lil'etta,, sul1' A r1-.i~lie1·ia (~ s lllla, hn.listica.. Basle1·ù ricordare la c1(,'t('rmina zione clell n. c 111·va JXl,r a ùol ica percol'sa cl.t nn co,·po che, ca dendo. non segn e Ja line}L 1·cttn., l e applienzio11i d el pl'ineipio delle c:eforità virtnali nl cakolo d egli effetti delle macchine, le scoper-1f\ . sulln. caduta dei eor·pi: tntto òi importa,nza. c:.ipi!alc 1w r lo svi · lnppo drll 'Artig1ie1·ia , a cui contl'ib nirono, sussidiariarncnte. le prc;,;iose inven;,;ioni del cann occhiale, del compasso di prop orzione ecc. Galilro ~ 1111 grni o mera vi gli<~1-<o, cli netta, cn ratteristka. inconfon dibile ita.lianilà., come Leonardo. -

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F ig . l fi4 - G:1l il<~o Gali lei.

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lGOO -1700

Gn1 ,nd(~ scienziato J egli è ;;1,nche un rnaguifìco scri ttore , il ' p i ù grande prosatore del suo secolo cd uno dei maggiori di tul:ia, la, nostn~ letter atura. 1./enuuciazione delle meravi gliose i:;co perte dà talora al suo stile il fremito della, lirica e l'impeto cle! l'eloquenza; come in qualche altro p unto, allorchè respinge le obbiezioni dei confutatori, egli dimostra una ironi:1 briosa. ~ color·ita; nrni in generale lo stile è limpido, ordinato, co11 catenato, logico, feneo com e il suo pens iero. Se u niam o alla grande figura di Galileo quelle, ass,Li 1ni11ori ma, pur mirabili , di Eva,ngelista Torricelli (De 111olu gra,,i;ior'ttrn el nrduratiter projectormn) e di Gia,ndomenico Cassini, che svolsero e in parte pcl'fe:donaro no gli stu di del maest ro ~tn cl1 e i11 quanto ha rifer imen to con Ja, balis tica, possiamo be11 ilire , con a ltissimo 01·goglio, che nel nome e n ella gl oeia di al cuni Hafat II i si consolida ln, fusione fra Nf atematica ed Artig'li cria, già. cffet.tJmta claJ Tartaglia. Ma c'è di più. E ' as:..io1rnttìco ebH le riee L·<:he di Galileo, 'l'or·r icelli e CaRsini sull a curva ha,listic.:~ ha nno pol'tato allo ~tn ùio d e lla ca.d u L,t dei corpi e di qui alla, scoperta della legge de lla, g1·,1vHa.zione nniveesale. Si può dunque sostene t e che l' Ai-ligli eria., com.e seiP11 r.a, ha, r-el:.ato nn contributo L11tt/altro che;i indiffef,e n te a q nelle prodigiose scoperte a cui dobbia,mo il èon ceLto a ttm1le dell'U niverso.

I primissimi a,11 ni del Seicen to r P.cano una fioritura cli opere d 'art.igliP.ria, fra cui cite1·crno solamente il volume · Ooron.:<i e 7ìril1nn mil·ita,re di Arliylieria (Hi02) del vicentin o Alessai1dl'O Capobia.nco, bombardiere al sel'Vizio della città, di Cr cmn, ; J.,ci R eale In str:ntioue il-i A._rt,iglieria, (lù04) di Bngeiiio Qen tilirii di Rste, autore anche de Il perfetto B oniba,r diero (1606). Alessandro Chin cherni, anconitano, m aest1·0 alla, Sc uola clei Bombardieri di Ferrar a, scri ve u n o Scolare bombardier e. Ai el lo Santi di Pa.lcr rno compone un' I nstrutione cf Llrt-iglieria) cheebbe larghi ssima voga e diffusione P. fu poi accresci uta da Giacomo 01'landi e pubblicat a nuovamente a Palel'mo nel 1669; infine Giovan11i Battista Mai·asca ne curò un compendio che diede an e stampe, in Parma, nel 1695. Giorgio Basta di Rocca Taranto, a uto1·e di opere pregevolissime sulla cavallc1•fa, pubblica an-

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F'ig. 1,j;; - Torricelli.

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rnoo -1700 · che un Mallnale T>el gover110 clell' Artiyliuria, che è JJei·ò meno interessante. Federico Ghislieri, di cui già si è fatto cen no nel precedente capilolo pe1·ch è visse a cavallo fra il secolo decimosesto e il d edmoscttimo , con tinua, rn~l Seicen to H svoJgere attività di scrittore militare: fra le varie su e ope1·c, clnl nostro punto di visla, sono pa.rticolarmente interessanti il 'l'raltato che nella eszmgnat-ione 'il <Iife11sore non Jlnò controbattere le bat· t eriu dell'espugnnt.ore; il Discorso sovra l'arte rli fare 1.a, guerra_; il T),i.,wor:w delle llrliglierir e i J>ist orsi Jhli fori in cni fa. a,n che una breve f.:toria <lelle :u·rni da fuoco.

F ig. 1 ij(j

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:a;q1rnl1r a di 'l'orric:clli.

.G a ncora sono da 1·a,111mentare: '.1'a1·d ucci : M(iachine antiche e morie1'ne (lGOl) ; Romani Amh·i ani : P.irotecuia, (1611);

Monn a.ci : RaccoUa cli ùltruz ione p er ·i Bom,bardier·i (Hi40); G. B. Co'lomhina : Esame rlei JJmnbardieri; Baron e cli Sciaba,n: Il JJomba.nli<~re Venuto: ap})a l'si que:sli ultimi due, insieme a llo Scola,re Roinùa,rdiere <.lel Chincherni, in una raccoJta, di scritti di vari a.n tori milil.a,1·i, i ntitolala La F'11,cina d·i Marle, pubblica l:1 11el 1G41 da, Berna rdo Giu nti , ~ditore, a, V~nezia ; C irola· mo Pasqunli, T/lsh·1.izione (le·i .Ho11ilJanlieri (l6GG) . Così pul'c, n el T rattai o 1f.ni1)erscile Jf,ililrtre Aloderno del l'ornrni (1G7G), il libro V è clccl knto tutto nllc Artiglierie. ~

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l'IETIW SARDI

~ è si può tacere il nome di Galeazzo Gualdo l'L'i.oralo , 1·.l1 t·, fra I. è molte opere di arte e storia militare compos te d 111·a 1il.l· l a lung;,L e avveuturosa vita., ha pur<~ uu volumetto l ./1/.rl<; 1ll'/lu [;1wrn1, nel quale non manr.:ano daLi iuLerm,santi sulle a1·tiglim·i1:. Ma un f:em10 un po' meno si11tetico meritano tre a,ltri sci-il. tor-i :. i1 Sanli, perch!'! dta!.issimo; il J\foretti, per la ragione op -

pusla, e ioi'~ perchè 1\ qrn1Ri ignorato, meutre ei seml:m.L p1·eg1·· vole la eoRcicllziosa esattezza della strn. concisa csposiziorn~; ili fine il l\lartew.1, perclH! tratta assai àifft1s:cnn ente e quasi esdt1 siva1ne11te dei proietti Sf:oppi;rnti. l'ietro Sardi, romano, di cui al.Jhiamo g·i.1 pa1·lato i11 eapi · toli prPeedenti, ha, la.seht.to p:n·er:diie opere di carattere mi.l i · tnn•, f r a eni 1111 eec(~ll(~ntc\ tra.ttato di fortificazione. Pe1· n o i sono spedalmeute iuLeressrudi ll Oapo dei H01nbarrlieri, il JJi seorso delle m,11echi11e ll clliche e sopratutto f/A rt:iglicrùt che gli costò trcnt'am1i di fatica, fu clogiahL in tutta Fnropa e in pa-1'1 <· utilizzata fla Rnrfrey di Saint l{(\my, nella sua opera, del resto rnag11ifìca e momuncnCttlc, !lfhnoirc8 d'11rl,ilforic , pubblicai.i .i, Parigi nel JG97. Il yolmne del Sanli. contic11e 11na metodica classificaziorn: cl(~l!e nrtigliPl'iP ,lcll 'cpOf·a,, divise in r1wneri Sf~condo lo scopo a cui sono de(lieate in guerra, e srnl<li\"Ìl'I(-~ poi i11 ispeci(\ in rap· porto alln portala delle pa.lle ed al peso della. cadca. ~(!l Hi72 '.l'onrnso l\'loretti «nobile del Sacro rorna,no Impero t• eiUadi110 b1·escia110, ingegnere prima della, Racra Cesarea l\'fat·· i:;tù, h01·a della Screnissirna, Repuhhlica di Veneti.a J> pubblica a Bresr·in, coi tipi di Gio. Battista Gromi, un 'Pr<illalo d elle A.rfi ylierie iu eni sono premesse d<~lle opportune << difil1itioni gc•ometrir,he n e ehe si divide poi i11 cinque parti. La primn -- Jkl l'A rtiqfieria in Comune - tratta << del 11ornc dell'Artiglieria <~ delle sue parti, della nrnt(>rja del1' Art iglie1·ia, (lella polve1·p, delle palle e loro ven Lo e delle sagome, delle misur(~ e, infin e , della distinzione de]]'Artiglieria)). La seconda - Delle cai1111 e dcll'.-'.l rf;i9li<:rin - parla dc.Ile colubrine, dei p(~zzi da, carnp:1g11:1 , dei unrnoni cl:l, hatteria, clei cannoni petricri e dei morta.i e 1T.r · hucehi. La terza -- nei letti dcW A rtiglicrin -- esamina. partii a 1ne11 te i letti per ciascuna delle << eanne )) descritte nella prn·f·.;• -

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HiOO 1700

p1·ecelleute. La q um·ta - Della mwica clelF Artiyl·ieria e suoi affustarne11t·i, - traitt:t uclla carica per daseuuo dei. pezzi e poi« delli 8ea,1-to:ffi o saceheUi di polvere» e dei « eot·pi artificiati usati inYece di palle, <.:ioè delli sacchcW di pallini, lanterne, tonnel1ette, ~cume, bombe>). La quin ta - De·i tiri -- parla delle operazioni necessari e avanti i tiri, deJla differ-e11 ;1,a della podata e loro uso, della, lnnghezza <lri tii·i e poi pari .iLa.rnPnte dei tiri del mortaro

Plg . :157 - Pietro Sarùi.

e ucl t rabucco . l11tinr. c'è un 'appendice declie,1ta al <<petardo)). Conrn f-i vede, è nn trattato com pldo, ma, ablmstanza1 sobl'io e s1wcinto, per m0tlo du~ lo si può lrggcre S(mza troppe di:lftcoltà, e eon iuleresse. Giova,n ni Ilattisb11 1\lartena, « C:-1pitano dei trnbucchi e pctar<'li nel Regno di Napoli, per Sna. Maestù, Cattolica )), di cui si i'l ~iù, pm·lato nel paragrafo sullfl artiglierie na,polr.ta.ne, ha l,Jseialo il Ti'la,qello M·i litarc) tl'atta,to sulle bombe, sui petardi. brulotti e a.Itri foochi nrtifìciati , nonchè snlle ruine e contromine , il cu i. primo capi.tolo, dedicato app_u nto nlle bombe, tratta assai -

SD2 -

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.M.-'.R'l'ENA) LOHl!\l E ALTHl ;-;ct:JTTU)(l u'.-1.lt'l'Ll:iLIIIJ[:l.,

diffusamente della costruzione dei mortai e dei trabucchi, ùelJa costru:.d.one delle bombe, delle spolette e del tiro, fornendo anche dati interessanti sul loro irnpiego in ltafoi. Uli scriLtori d'ingegueria militare dell' epoca discorrono quasi Lutti anche delle a1·tig·lierie, necessariamente, e sovente si trovano nei loro scritti notizie inte1·essantissime di invenzioni e ritrovati, forse ritenuti ... fntu1·istici dagli artiglieri dell'epoca, che 11011 ne fanno cenuo. Bonainto Lorini, nell'opera Le fortifìoa zw11 i ) deserive ùei congegni di chiusura per artigJieL·ie a retrocarica, in uno dei qtrn,li giiì, si trova il concetto della otturazione ermetic~1 della culatta, e, r-;ebbeue trascurato df1i contemporanei, l'embrione del sistema, a ùoppio coneo del Kreiner del secolo XIX. Ricordererno a.ncora. .l!'r:.rncesco Te11sini, autore del pode1·01,,o ti-a,r tn,t o i.Je f ort;ifiea,z ùmi) yn<Lrrlia) difesa ed esp·ug1wzio;ie delle f ort ez::·c )· poi il torilwse Antonio }1am'Ì7.Ìo ·v alpi~rga, primo i11geg1wre di Ua-sa Savoja, autore dc~! dialogo Lll forl'i/ica.zione reale difesa P di alt1·e due oper<~; il :-;uo riva,le Dona.Lo Rossetti, m:rnstro del 1·illu:-;lrc m·d1Hetto militare piemontese Antonio Bcrtola; il naJ_JoleLano Gennaro D' AJllitto, cni :-;i deve, fra l'altro, uno studi o sulle polveri da fuoco; l'ingegnere e a1,tig-li(~r e Carlo Mer<>llo, compilatore <li un alhnm n. colori: ma,n oscritto: sulle foptezze del Duca di Savoja ccc.

Fra i molti storici militari d:~ll'epoen, i soli clic , JH~1· qnnnto concerne l'Artiglieria,, abbiano i ntere:-;se sono il veneto Arrigo Da,vila, ant-ore di una Storia dell e r11wrre civili in l 1'nwcia,; il ferrm·<~SP Guido Bentivoglio, autore di nna {~torio. rlelle guerre di J1'iandni _; il ma,ntovano Antonio Po!<!<avino, ai1tore di Lei gtwrni del Monf(!rmt:o del Hi17; il pi<~montese Emanuele Tesa.uro, che scrisRe i Catnpeggùunenti di Fia,ndm _; il. col'so capitano Pompeo Giustinfani il qnale, a sua volta, lasciò un'a.ltra opera L e gu,err('; di Pùind.ra, ricc:a di artistici disegni: il napoletano Francesco Lanario , duca di Carpig·nano; il genovese Luca Assarino e il roma,n o Fa)biano Strada. Oltr·e a I•'rancesco De Ma)rchi, un altro bolognese onorò Ja, patria, divenendo · illustre nelle militari discipline e nella -893-


• 1600 -1700

scienza. ti: (JlH!sti Luigi Ferclinnrnlo Man;ili, nato a, Bologna nel 1658 e vissuto tra, d1w secoli, il XVII e il XVIII . .Fu un uon10 che eccelse per :wumc~ di mente e per nobiltà d'a,n imo. Spirito inquieto e orig'i11ale, percorse, si pnò dire, tutte le vie dello s c ibile umano. Soldato, genera.le, ingegnere milita,l'<\ artiglier<~, diplomatico a,l servizio del Sacro !{omano Impero 1 cornbattè contro la, Mezza,l una in TJngheria e co1wrndò esel'citi nella guerra. di successione al trono di Spagna, legando il suo nome ngli avvenimenti glol'iosi snLla Raah, a Bnda, a. Ersek Ujvar, a, LtLH-

Fi~. 158 - Conte Luigi l<'eràinanrlo Marsili.

clan. Poi ancora fragor d'anni e corrns,ca,r di battaglie ; i11di il tramonto della, brillante caniera, spezzata a lfreiAach, la grande ingiustizia di Bregenz, la conclusione dell'avventurosa e travngliata esistenza nel tr:mquiJlo rornitaggio di Cassis, in l'rovenza, e la, morte avveuuta in Bologna il. 1 novembre 1730. Fu osRervatore acuto, Rtrnlioso tenace e dotto famoso, e come tale onora,to i11 patria e, più, fnori d'Italia. « Stupisce iltvero, scrive Pericle Ducati, l'agilità con cui il Ma,r sili passava: -

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FEHUl.'IA.'IUO

,\!Alt:-: 11, L

<lai cal coli astr-011omici alle analisi chimiche, cla.Hc rit:crd1 e èl,l" cheolog·idie a quelle geologiche ed etnografiche, dalla ,.;oologia alla l.Jutauica, dalla mineralogia alle h1dagini marine, dalla, i11 gegneria militare all'idraulica)). ll l\Iarsili non fu soltanto l'atligliere ehe nell'esercfaio del comando sapeVè:l va,l ntare il contributo di quest'Arma nelle openudoni cli gucna, ma ancora il tc!cnico geniale del matt)riale di artiglieria , il baJistico ansioi;o di migliorare cd acc1·cscere il re11clirne11to delle bocche da fuoco, ch'egli doveva impiegare nella dif(•s,1 e nell 'espugnazione delle piazzefo1'ti, nelle lotte eornLa ttnte pc1· la gloria dell'Impero . Rest:wo i ma uoseritti a testimoniauza della, sua, clottrilrn ([i tt111clotti<'.l'O e di artigliere. Hclazioni, lettere, rapporti ci presentano qucst' uomo nel fulgo1·e della penetrn,nte e pratica intellìge11za. In fatto di Artigli<~.d a sono notevoli gli seritti : « Capitoli delle operazioni ehe si .fecero per conoscc1·e la forza, de] can uon <~, detto S pagnuolo; Lettera. ad Orazio ~\..ntonio Alherg·liett i , in cui ti·,1,Ua di akuni ca.1rnoni di nuova invenzione, e di c1~rta parlieolare composizioue di polvere; :Nuova, invenzione per get tar le bomùe, uscita i11 F'raneia nel Hi:-ìl ; l'l'opo11go un rnigliora men (o al cannone; J...ettera, al duca di Loren:1 in cui li discorro dì qualche imperfe1,iorn~ dell'.A.rtigli e1·ia di R. M.tà, ossenata 11cgli ass1>1li di Buda; Aforisn1i per gli assedi!; 'l'avolo di m olte om,ervazioni sul 1;a.m1one; Osservazioni sul cannone; Lettera a l Marchese di Haden per la fortificazione di Strigonia e di Vicegracl; HaggnagJ-io dell 'esercfaio dcl1a compagnia d e' Mìnat01·i ; Delle mine; Sorpr<~sa d i Albm·eale, col disegno d1~ll 'is1essit Pia z1/.,l; Hìcognhionc d.i una Piazza>>, ecc., ecc. E poi r elazioni e lettere all'lmper:.1tore, alla corte cii Roma, n I 0-randnea di 'l1 osr:a.na Gicm Gnst onc dc' :Medici e ad altri: tutto 1111 mater-ìa]e che illundna, la st.oria, militare ·d i quei fa=~mpi P da cui emerge, in pieno rilievo, la, figura, del conte bolognese, che negli nltimi anni di sua vita si rifugiò nella fede religiosa, ccrcanclo cli climent.icare, n ell'esercizio dell'intelletto, l'ingiust izia della :,,orte e la. sua straordinaria vicenda, così ricca di glorie P di delusioni . "BJd eccoci

:i,

Raimondo Montecuccoli (1608-1681), che gi.ga n-

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1600 -1700

l<~ggia., n o n solo come condottie1·e, urn, mit:he com e scrittore <li cose milita.1·.i. Le iilUe J.llernm·ie sull'arte òellfoa., composte nel 16<5tl, ~i dividono in tre pa,rti: « A f'orismi dell'arte bel1ica )), « Aforismi riflessi a,lle prf-1,tich<~ delle uHime g uerre neH' l ìu gheri~L >> e « Aforifnui applicati alla guerra possibile col 'l'ureo i.I, UnglH~ria >>. Avendo giù a,nalizza.to rapida mente In, sua ope1·a di coHdottiero, e.i limitiamo a rilevare <JUÌ alcuni i;;uoi in seg namenti . )ITel 2• cnpitolo dègli « Aforismi deU' al'te bclli<:a », dcdbtlo app1mto all'A 1·tiglieda:, sr:riYe egli rnceoma. nda.mlo il giuslo m,~zzo fra i pezzi troppo col'ti e i troppo lun ghi: . « Si porr ìt q ui una prop<,rzio11f! <li si i11ta fo <:ile a rite n en ,i. ch e ha u~gi ustatisstm a :-:immctda d e lle pa ri i frH Joro, e i l tutto, e c he vie11e ~umata otii111:1, secmulu la qu al<! io ho f:1tto 1'ornlcre mnfl·a :irtig li Pria in 1talh1 , e negli nrsenali Cesarei, p,u:te 1,i enn, e 11:1rtc! allc g_!;c l'i l:1 ili nu>tallo, <! tutt,i perfrH:1rnCJ1te buona . « Qm1111-o alht mat1!ria , se n e· fo di c:uo lo, di f e r ro e tli lllt'l·:1110; (]U<.'Hlo i., ua co11111osto lii r:1111e , col qnale :<i misc:hi a lo :-;tag110 a llÌY<'r~e leghe. << Qna.nlo alla form:t tnt t,1 l 'artiglieria ,i- o~gifl i s i rillul·e a d ue gcuc r i : cioè · Q1w lln c he ba l ' a11ìm:1 n gn,lle e c ili nrlrica . I! q uel In c·he lia l'anima i11ngu 11le, inca111erata o i1w:1111pnnnt:1; all a pr ima 1·n r1·i :-p011clo110 <':111111mi. e r·•)l11b1·i ne; a ll 'i nug uale, qu el la ch e 11:1 1":111i111,1 in<'i,m ernf:;, l·a 1111oni. pe trie ri ; e :1!l'i ncampa11:1.ta, m ortni, pet:ucli , organi i).

E (]lii cn11mc1·n. le va.de specie cli cn,nnoni. Voi soggiuJ1ge : e, Con q n e,;U dm'. g ern~ri <l' artiglieri a s i è provveduto per l a ca,mpagua e pe r le fortezze. « Quella piena di m etallo sen ·c-! a b:illeri e P c:on trobatteri1~, e ,-;ì c ari<·a llf!lla prova mngi:;iore e-on 11ol vere ugu:t.le al peso tldla p.i lln; n PI liro orù inario, euu 11n,t J11el.à; e per f:n· b1·e<_·1·l,1, 1·0 11 rluc t<!t·z!. J r·mmo11 i ùoppi 1iosso110 i::cr vfrc n e lle phlzze pe l' ro dn:ire le opere degli as;;1~<liato ri. e d,1 qm•~u JJer balter (JlH'!lle , J11e ntre che vi Hi pos:-ono co111ocl aJ11en1·e c:m1<lt11T<:> per ,H·qna. L e colnbrlm~ servono a lirnr l o ntano .

« Quell a fllleggcrita di llle (:1110, e pen ·iil n oJ11inata nrtiglie d a d a c-nmp,1 gna, scn -e a tfrrir fra l'oste, <~ti è f:t d le a maneggiarsi , e s i carica tH•r l'on linario r·on un terzo, con un 1m clcl

<-• con In metil. delta polver µ, del peso d ella J)alla. e t alo i·a pntr011e, e c,11·1.occi :· r1u11 ndo si t irano gran ate eon l' arti~lierin. s e le d». terzo d eil:1 polvere <:hc si poneùbe per una palla di ferro; per esempio : m ezv.o cam1one che si c arica p n1- ortlin:iri o con libbre l'.l di po l\'l>r c , met». peHo ·c1e11a I)ail a, si caricheril con lihb1·p 4 per l:J gn,m11ta.

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Alt'l'lUl,Jl;:Jt[E co::;TH U J'l'!,; l.'\ ::;1,:rn. 1,;

« 11 pezzo s ia 11(·!11 fuso, di buo11a tempra, 1iro,·ato, l er;-,i :110, r a ;.::;.::11 :i ;.:: I 111 1 ,. co l eompnsso enITO, collo spago, t~ coll'ago, ac:ciocchè Ja dif(e r elll,:1 d1·ll:1 ,: ro s ;;p;-,r.a qui11d e quindi del metallo i11 Lnnl:e parti egtiali divisa , il ,·111· ,·lt i :1 111:1 :-;I smor;-,are il yi\·o al pezzo, regoli la rnisura de' Uri, e J:1. Ji11ea v is11:i 1,· ,.,,,.,.,, parallela coll',minrn del vr! r.r.o: sia visitato, riconosciuto SP. r~gli è . rkco di 111,· tallo, se l'anima è parallela, fw il focone, gli orecchioni, i delfini sono a ,-;11,, luogo, se la ca1ma è tenutasi ben diritta, se l'aninrn. de l vezzo nou i· s ln r l :i'. se P.gli è stato con (la{(o o con trivella forato dritto, se di dcntn, i• pu lil o, s enza porosità, c;rverric o 1wli; sia caricato ed ,tggiustat o, sparalo, rinl'rL'-

seato e rimesso in punto, ovt~ egli fosse lungo tempo stato caricato, o pur

ro s,-1!

int:11iodato. f( L'nr1:iglitèl'i;1, 11HW<:h i 1w prù1.cipale ddl'v::;m·e;ilo, c,om1a·ernle come d i ,:;11a perLinenza sotto d i sP. tulti gli strumenti militari, i mnlerinli, gli opPr:1i, !! li

:nteli.ci che quiYi ser vono)).

E , negli « Aforismi applictLti alla gnerr;L possibile <.:ol 'l'urr:o in Gngh<~ri1:1, ))7 pa,rlnrnlo ddl' A1·tigìie1·ia,, svolg(! a.ku11e eonsicle 1·ar. ioni tal.Lid1e di cui faremo cenno. 11 secolo XVII porta uua gra.ucfo modificazione nel metodo di fabbricazione delle artiglierie che si costruiscono ora, non più in rmitù, ma in serie. Naturalmenle, qua~i rJovnnquc, ne :,,ca pitn l' eleg,rnza delltL fornm; ma ciò non avvieue nel nostro Paese, dove si conserv:1110 Je tradizioni tecniche ed m·tistièhe dei grarnli fonditori dei due sr,coli precedenti. Qui Je hocel1c da fnoc-o coutiH nano ad avere un nome e, per così clil'e, una p<~r sonalit :ì. e sono pregevoli, non solo per l'accura,tezza del getto, ma anc.lte per gli squisiti ornamenti (stemmi, figure ili santi, motti ere.) che le arricchiscono, specialmente nel botto11e di cu latta, e nelle maniglie. 1n Piemonte Carlo Rmanuele I, Carlo Brna11uele II e YiUo1·io 4\.nwffoo TT SPguono le gloriose tradizioni cli Bm~rnuelc! Fili h('rto e provvedono nl matei·iale di artigJi<~ria con una larghe.7.7.:a, elle semhre1·ebl1e pinttosto adatta ad unn gra nde rotf•nza che non ad uno Stato di motlestP. proporzioui e di men ehe modes ta poten,i;ialitù fi.1rnr17,ial'ia. L'anti~a norma dei Ravoja, già da noi illnsh'nta - <Li ri8pnrmia.r·e sn tntto il 1·esto e 8penderc senza contare per gli arrnmnenti - ha subìto qnalehe moclifica z.ione, rn~lla prima parte, chè ora a,ndie i Principi Sabaudi hanno criteri nrnrninistrntivi meno rigidi per le cosidette spese voluttnarif0, ma e': ri.nrnsta immutata nella seconda, poichc• le cnre più a.p-

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l 1600 - l'iOO

passiouate e i fondi più cospicui sono destinati all'esercito. E iu Piemonte sorgono fonditori apprezzatissimi, spesso ricercati auche in altri paesi, come quel Giorgio Albenga di S. Albano (~londovì) che gettò ottime artjglierie a l\la,ntova, per i Marchesi Gonzaga., e in a.Itri Stati italiani. Per qua11to riguarda i fonditori e artefici delle bocche da, fuoco nelle varie dttà', dmandia.mo i.L lettore ai. prec(~deuti capitoli sullo f.lviluppo delle Artiglieriè regionali: qui ci limitiamo n ricordare i più famosi. A Venezia, continua ad imperare la. dinastia. degli Alberghetti, che non :;;olo serve San l\lareo Jìu quasi alfa caduta delh.1, Repnhblit.:a, rna, come già vedemmo, ra.mifica anche in altri Stati della Penisoh.1,, specialmente a l<'irenze, dove Gi nlio <! il figlio Giovanni stanno al servizio dei Granduchi. Ferdinando l e Cosimo U. E acc::i,nto a loro acquistano fanm europea Gerolamo l\fom.ndo ed altri fonditori. A Fi renz,~ i Medi.ci si servono, oltre che dei 1.:i j atì Al h,~rghetti, di alt1·i al'tisti mirnbili : eccellente fra tutti Cosimo Cen11i, da eui si. inizia un'altra stirpe di rmrntri gittatori, che ser virà per molte gencnL:òonj Firenz<~ ed altri SttLLi. Delle bo<:<:hfi dtt fuoco che si con1:>ervano al iVI nseo di A 1·tig1ieria di 'J\,rino ab biamo parlato nel paragrafo dedicato all<~ artig.lierie tose.mc. A 1\loclcna, dove gli Este han trasporULLO la Capitale, si tramandano Jr, gloriose tradizi011i fc1·1'.a1·esi : il capitano, Erco.le Caletri da Carpi (lGBl- -1708) vi fonde pezzi notevoli, fra t.uì i 48 cannoni cla. campagna che, dal nome clell'invm1tore - IDrneslo :Ma,nsfehl, generale al servizio della Spagna - si chiammio man sfelti. Anche il Pormtri, inventore dei cannoni. di cuoio, e i CP11s01·i, Aristide e figli e nipoti, fondono per il Dnca di Modenn, e per Venezia. A Genova l'a,r k della fondita è clegna,rnente 1·a.p1wes<~11t:1ta <fa Giova.nni Rocca che serve qnella Repnbblica per L14 anni, e nel 1G98 fabbrica eccellenti boccllc da fuoco anche a, Torino, al servizio cli Vittorio Amedeo : d,~gno suo ere<1e è il figlio Lnigi . Anche in altre città italiane - Roma, Napoli, Bologna ecc. -- esipP.rti fonditori, pnr Renza, ra.ggiungP.re ]a stupenda. per fer.ione artistica dei 1,ecoli d'oro, continuano la bella tradizione ita-898 -

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liana ell<~, iH ug11i forma di a.t1ività, reca sempre il gusto cfolfa forma (\ il c 11 I tu della bcllc~zza : è questo, si p11ò dire, il sig-illo imperiale della stirpe.

Fil-\". 1.-,!, - S,1gru medieeo del secu'lo XVII, giltato da Uiornuni Alb..'rghctti. E;;;;o p01·J.11 sul bulimie di cula l.L:t, in_ ùaH~orilievo, una stella grande, c ircm1(lnta (la (]lrnttl'O mìuori, r~on ln ;;crit:ta JJlc<lù;ea, Bùlero,. Il sagro nini <·o;,i ricm·(lare la scoperta, ch e 1;nH1eo feee nel 1610, dei satelliti ,li Cio\(é ·ai qu11li, i11 omaggio al Granduea Cosimo II, impose tale nome.

Uelht ri<.;eltezza e del pe rfezionamento delle nostre a,rtiglierit · ÌJI questo seeo;o ahbi:11110 i11 r·o11fntahile prova al. Museo di Artiglieria, che rn·(·oi..di<~ lw11 t J"e11taquattru bocche cla fuoco del Seicen to. -

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OH1·e i gi.1 dtati !Jèzzi di Cosilllo Uian .Maria. Ce11ui e altre Locclle da fuow metlie,~e ~- d 1e sono compJessi vamen tc diciotto, fr·a, i:;agri, fa,koni, fakoneUi, rnc;,;;,;e colubrine, mezzi caH1w11i, lJuarti di cannone ecc. - rnolti altl'i i:;ono da a,rnmfrare. Uikremo i quattro m e;,;;,;i ca111101d venctj : due fusi da UUJ·Jo _Ubergh etl.i negli :umi 1Gli7 e J.G9!) e gli altri due da Giusto Rmilio nel 1700; qna ttro mezzi c am1011i 11apo]eta11i, con gli stemmi <lel Vicerè ~pagnolo e clei eapila11i generali di ar-tigUeriu; uria col ubriua messinese del HilO ; ed il fokone picmonteRc o genovese, di cui s i è fatto ce nno, ad anirna di nnne rkoperto di cuoio. l\la il ciineJio <:!te pe1· 11oi aRs u111c il più alto valore (•11 il più ì)J"e;,.ioso sig11ifir.ato s imbolieo ~ uu s;agro medir.eo gittato da Gfo - . ya,nni Alberghetti, perchè - a, somiglianza dd falcone di Cm.imo Cem1i , g-ià i-icordato fra le bocche da fuoco medicee - - porta snl hottm11.• di c nlntta,, in bn.sso1·ilievo, u11a slella grande ci1Tonclata <hl, qnatt1·0 mino1·i c:011 Ja suitta. M edfoca, ffirlo-1·0, 1 in ricor·do de11 n :;;<·operta, fatta da, Calileo nrl .teno, clelJe lune o satelUti tli Wove, a cui fu irnposlo tal nome i n oma,ggio a. CoRimo Il de' .Medici. Così il s ublime a,11n1mciatore, cl1e spazia. in ogni eampo delL1 scien za e che a nr.he nell' Artig-Iieria. Jasci~L l ' inconfondibile hnpronuL clel suo geni.o posse11te, ved e qui ricordate e mag-ni1kate {ht uno strL1mento di lotta. ter1·ena Je grandi scoperte che ci portano, con un prodigio1so battito cl'ali , nell' immensit.h degli s pazi interstellari. Ciclo e terra si confondono, in un t11tto armonio so, nella. mente dell'Uomo ciic sa, co11lempla1·e e comp1·ende rP.

15. Sviluppo dell'Arma nel secolo XVII - I progressi nel campo or· ganico.

Dal compl esso dei pn,rng·rafi p1·ecetlenti si può l'i]evare come nel secolo XVII si siano consegniti considerevoli progressi org-a11ici, che si possono riassumere come segue : anzitu Lto la milita.r·izza,;,.ione dell' Artiglieria (il le tl"ore r icorderit l'editto del 20 ]11 g lio JG27. con cui Cado Bma,nnelc T iuqua.c.lra i bombardieri r ego-

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I l 'ltUC:l:J,;:,;:,;1 .'\GT. C,Ull'U 01:C: .\ .,lCU

la 1·me11 te ue] la .\lili zia e quello <li , ·ittorjo .A med eo ll, in dala. lli~7, cl.te, p u11e1tdo sevenuueHle b uisel'Zione dei. bomba,ruieri s tessi , irnplidLam<~nte 11e conferma, la completa <~d assolu ta milit:n·izza ;,,.io11e) ; poi 1':1 ss 1w ,done cli uflicia,li tlfatiuti per sapere ed il1h~llige11 za,; In e1·ea r. io11e ddle S cuole d ' Ar tiglie1·ia a 'l'orino, .Mil.u10, l\lod e wi , J'1•1-rata, llologua, H-imi11i , Roma, ~tLpoli : tutte Scuoi!\ di e11i, 11<'i pa n1geaJi p r ece(lenti , si illustrn, l ' orga11ii',za,,i;jo 11 e n il r1111 r.io11;1111<:1d o ;(<: si 1·arnmcnta die lo S tat uto p er il gove rno dl'I la ~ ,·11o l a di _}loderm, a ll' art. 40, pa rla, esplidLameu lc di soldo /o llo 11il1:11·di<·1·e) ; l a, cos(ru;,,ioue e ln condotta. dell'~>\rtiglieJ·in , fitto .dlo1·,1, 1.1:-wiata nelfo m a ni di semplici ei-per ti empkici ed 01·.1 .1'1id.d ,1 a i<'<·.11ie·i <:ompei'eu(i : h ist.itm;ione di eal'icl1 c •: ~;1· 1·a 1T l1i< · s 1H·c·iali JH \ 1· l '.1\r tigl ierin; la, dnfiJJfaio11e del uum ero dei. sl' rn•11 ( i , ·d a i II f.111 I i d ,t ,Hli.hfrsi a l R(\J·y ir.io <.le Ile varie bocche da fno<·o , s pc·one!o la 101·0 spede e eali bro; .la 1·egohn·iz:,,:1zio11c del C1·.1i1 10. <'li<· p< ·1·ù 1·i 11w11<• pnl' s <~mprc nffi,la.to ad im.rn·es<' nou mili (:11·i e· I. il( · 1Ts i<'1·.ì nn corn, p cl' lm1go tnrnp o. l<'r.t- ! 1illi q11<'s ti f;i lli , special1~com,icl er a;,,i01 1e 111<'d ta J11 m ili!.11·i r.w :t. ìo1ll', d1<\ ..u1dò clov nnqne 1·enli z;,,n,ndo:,.;i gracl 11almeut·e e 110 11 s<•11;1,.1, o pposi,i; io1w da, p;u·tc 11<-ll e a ltre l.1·11p pc , a, ma]gl'Hdo t iel l",l\'0 1·t~ 1Li eui fm·o110 st:ruprt~ eii't o]l(lati i born hnnlie1·i per ]).t l'I ,. dPi g-ov<!1·n:mti , ehe Y<!dcva no 1wll' :\ r tiglic ria uJJ cl P.m.ento <'~.:-:.(•11:t.i:il, · dt•ll:1 propl'in pot<•n z:1. l><~l c·o11<'etto in e ni erano tenuti i IJ0 11il1,11·di<·ri clal pnhhlico fn, fede nna 1d.tera :.1,petta,, dfremmo 0 1·.1 , l"l1<' il Hrnw:1 di cni parlammo nel cap itolo prcr.edc ntP. al t1·1·111i111'. <leJla :;;na « Tmifrutt i o11 e dei R o mhm·<.li e1·i )) (1598), ditig-< : .,.-11111 .1 noni1110 n. miro, d Ì<' hia-1·an1lo, 1nnto per r,ominci.1re , cli <>ssp 1·1-d l.1sf··i nfo indnne . n o11 sp n zn appr P.n:,.;ionc , u,à ·e11tra1·e « in 1111 I 1·:)ppn gT:rnde la herintn )), 1pw llo cio< ~ d e lla fliRcns s ionc « in qnal ;.!Yadn c1l 01·<lin e f.kJ.fa. militin. Riano da p o1•1•e gli ai·t.i g1ieri., p er1·iù dir- m ol I.e <:on tese 1w veng ono sovm1h: 1-.r a e:,;r--i e gli :i.ltri Rolcfo t-i ». - « Vog-liono nlcnni dtP- ncss11na volfa, g-li artìglicl'i por--r--ano <'l1i:imari-i. solclnti; :n è cloversi pa,rcggia.r e n, loro; n è po t<>rli chfa rnarf' n, baU-n~lia sin golare)). Da i sioldati gli a rt.igli<>ri e1·,1110 s (i111nti a,lla, i:;1Teg·11:1. di m a es tri operai , <Co di <p1elli f·hr- :--0110 r omc i RP.rvitori pnblie i della. militia, quali s0no i lrornhelti i tamburi i pifferi et altri s imili o:ffitiali )). - - cc Molli. non <'011ten ti cli qncRto, gJ i frn,nno r P.putati per 1

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!)OI -


lti Ov · J. i'OO

hu omiui i11fami , e qua~i c::;eeuto1·i <li giustizia. Perciochè hanno veduto ,1,Jlc volle leggare <fo malfattori ::;op ra un ca,nnone e con ei;i;o tirare al1e Ln.1.ttenii >>. La, ragione di. questo co1H:etto <lis1n·e gja[ivo i11 r,ui er.rno tenuti i bombardieri può forse rke1·carisi in u ua ce1·ta. g(•,usi:t di mcstie1·c, o ,L11che iutcq,rela.rsi come 111 r itorsione di un certo disptezzo che gli ,u·tigJ ieri slessi p oteva,110 avei·c per gli alt1·i. soldati; ma certamen te doveva. a ve ,·vi g1·au parte il fatto che artiglii,ri e fanti, sui e1tlliJ>i di lmttaglia,, n on combattevano coonlinahtme1tto e cou alliaJamen to. On1,, aJ:>plm to in questo secolo, iu e n i l'a1·tig lierht viern~ a trovarsi a, con tatto semp1·<~ ]JÌÙ intimo eon la fa11leria, e questa V(~de e apprnzza l'aiuto dcll' a1·tiglicre e lte r,omhatfe e muore a] ~uo fianco , si può comp iere ]a, grad ua1e trasfonuazio.n e, p<>1· la <]lmle il uuwstro operaio, u n tempo assoldato di ,·olt.n iu volta coi suoi aiutanti. e i-;oltanto org·anizzato in <·.or-pon,zioni di nwstic1·e , vieue gitrnta.m en (e por tato. n~l <:orn·dto d ei sol<l:iti <~ ckl mondo, allo stesso !!:l'a<lo ono1·iiil:o d egli ..i.Jh·i c:ornLatt.e1J1·i. l vari pasRi sn q llf~!':ta st:l'adn. souo 1·appeesentnJi da pp1·h11a dai ))l'ivilcgi semJWe più irnpo1·t,111t.i co 1H:<'1'Hi d ni f'1·i11cipi agli al't.iglicl'i ; dalhl, deRignnzioue li.i pNsonn.lihì cospk11e e d el]n. più a l! .~ nohilh\ a (·opr·irc le e:irif:hc d1!lla g<:nu·chia <Ì<'ll' A1·lig1ie1·ia; dn ll'ingc1·1•11m r-:1'111 p1·c piiì s1i1itita. <l<>l Pl'ht cÌJ le 11eg]i statuti delle compag,iic e <·.011!'1·ater11ite ili bomhaNlieri, c he a lla fi'11e Rono rP golnte rla <'(lilli <li Rtn.to; dall'assoldamento clfrctto da pai-t,, d<>llo Rtnlo <fol pP1:sonn lP <li q1rnli;;iasi gnHlo; e infii1c dall a costit uzione di Corpi 1·en I11u•1d<· <' <·ompletamente militari, dotati di mtifor1ne e Rog~Ptti i11 t.ut-to e pe1· tntto alle ]eg,::?;i militari. Abbiamo m·a. nece1111;1,to a,lle <·ornpngnic e r,o nfr-aternilc cli bomhnl'die1·i. c he rapJH'eR<'n(.11·0110 nn elemento assai impm·ta.ntc 11ella gra<lnnh'. 111ilitm·iw;.17,io11i, del1 ' Ar•tig-1iHia. n011eh1\ nell'ad<lcstrame11lo profei-;Rion::ifo. Q ueste eompag-ni e fnrono cln prima ai.-socia.r.ioni priva,tP di nicl'lt.for(', d1e si istit1.1irono nelle <:it lù e ueJlc pia:r,7,eforti.. e:;:senzin]mcnfr a seopo cli mntm.L nssistenza mora.le e ma.te1·ia.Je, e rrnche a, sropo cli ish-11zi011e. Tl Ool lfado chiude la s 1m << Pl'atira, i\'lannalp dell'artiglieria)) (1586) eon tlll capitolo « Della compng·nin. et <'Ollg'l'eg-ation e clc' nomlmrdicr·i sotto l a. clcvotiorrn clcl1n. g-loriosa Santa Bnrhal'n >>, r.he, non porta.ncl o incli.caziouc di lor,a]itù.. è cla ritenersi tome uno s<:hcma. di -

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I l'ltOlHrns s r NlèL CJ\i\fP(J OHG,\1\ lCO

!';ta,tuto per tutte le asROCiazioni d<~l gerwrc; da e8SU l'is11H a 110 I, · <:ari1tteristiche sopra. esposte . Queste compag·11ie divenne1·0 anche vere e propr·ic• ~"' 1101, ·, elle c ol tempo furono sottoposte aJ controllo dei gov<·1·11i. :--, ham1 0 c.Joenmenti (e il lettol'e ne t tovel'ù cenno in t11Ui i p1·<·1 :, .. d<~n !i paragra-li regionali) (;hc (;OllllWovano come in Hai in. fu S(; nole c.Ji til-o d 'artiglieria fossero assai per tempo eut1·atc lll' f l'11so geue1·alc, e fors<~ prima chP i11 qnnl~i.ni:;i altl'o pnese.

16.

progressi nel campo tecnico .

~cl campo tccnir.o, oltre al graduale pe1·fo1,i.011amc11to 1iella co8L1·nzio 11<1 delle at·tig1ie1·fo, :,;i di)bbouo nota.re specia,lmc ute l 'ah li~111dono dei g r·oRsi c1dib1·i1 1a tencl1 '. 1t7.a, a.Ua l'itluzionc dd 1rnmel'o dei calibri e a,l la, lU1fforma;,,io11e delle lJoc<:hc <fa, fuoco, il nolevol.c incremento dato a.ila rnobilWI,, l' iutroduzione di rnatel'iali leggcrissi,ui di aeeo111pagna.mento della fanteria, la diffu~ione dei pro ietti s coppianti e l 'adozione di boc(;he da fuo(;o speda.li per H loro impiego, e. i11fil~c. notevoli p ei-fe;,,ionnmcnt:i nelle a,r rni portatrn. T caliTn-i u 1<; nrtiylieric. - Cl-li autori del S eiceoto nomina.110 arn.:.oNt colnlu·inc e cannoni da 100 e più libbre, ma specificano che si. (·J'a.tta di bocche (fa fnoco del principio del SC(;Olo, coll ' a vvcrtell;,,a, d1 e 01·miu1i tnli artiglierie non si. t'abbricnvano più ed e1·auo c·o11sicfora I.e <'Ome ar1 ticaglic. Cfrca la, unifm·mità, dei caliuri , se n e rko11osc<.;Va ovu n qne la, con venienz~L, a nzi hl, ne<'. essi.tà. 1 p er pol're 1m llir·mi ne alla confusione del'i.vantc dall'csi ste11za ;li t~:.11te bocehe da fnow di fl'cn•nti . 'l'a lvolt:-1 t a li diffcr·en;,,e era,no di p oca en!iU.i., ma, in Og'ni rnoclo, ricllicdevano sempre pa.Jle e Hthez;,,i specia,] i, sper.i:i l rnen1·e Je cu cebia 1'c, <:he ra-p prc);enta vano i L rnez;,,l> <]nasi esclusivo, salvo eh~ per· i p ezzi da campagna,, per la misura tlell e enrfr:hc di lancio. Gi:ì, nel ser.olo precedente Carl o \' a vevn, tenta to di 11niforma 1'c fo art.iglicl'ie cli t utti i i::noi vaRf-i s Rimi domfoi , ma senza un ri Rulta1'o prat ico e cluratnro ; in F'r·rrn cia, i:mt!.o Bm·ico TI. era, stnhilito ,m sisterna, di art,i glieri<' c1P1:t.o òei. « Rei calibri >), (;Os tituito ch1i 1m cannone da: libbre ~~ ·1/1. -- 91)3 -


1600 -17Ull

(libbre fraBcesi d a Kg. 4,490), una grande colubriiia da. lo 1/4; uua colubrina bastarda dft 7 1/4; una colubrim1 mczza,na ila '.! J/~; un l'ako11e tlti 11/~ e uu l'alconeito da 3/ 4 ùi libbrti: bocche da fuo ~o uniformi nelh1 co:stituzioue e negli ornamenti e costrui.t<~ su misure razionahnente :,:;tahilite. (iuesto sistema fu seguito per ollre un secolo, ma andò nmuo mano, per così dire, iuqninandosi coll'aggiunta di nnovi materia.li, e ai tempi di Lu i gi Xl V si avevaùo 11Ùovi calibri ed uu a,Hro ori.e11tame11to. Lariduzione del numero dei calibr·i, se 1-iusciva dillicile nei grandi Stati 1rnitari, tanto maggiore rlitfo·oltù, d oveva. ineontra,re pei piccoli Stati italia11i, c he, non disponendo di grandi finanze, ùo. vevm10 utiJizzn.re, p<~r quauto 1~ra possibile, i maJcriaE esistenti P quelli di 1wetla bellica,, ciò che, iu conseguenza della diversità dei sistemi metrici in uso nelfo varie regioni, contribuiva a mnntoie1·c Ja eo11f usio11e. 'L' uLLnvia si osseeva, una tcnde11za, a sLabi lizza1·e i ca lih1·i sulla, se1·ie: 4, G, k, i2, rn, 24, ~{2, 48, GO. ì\fa pel' tntto i I sPcolo i vari a ntori nornirrnno ari:igìi<1rie di calibri diversi da quelli esposti. Come l'isulta, ~mche dai dot.:urnenti citati 11ei p a,r agrafi sulle nr·tjg']jnie rlei vari ~tati italiaHi llell'Ppoca , co11tinua la, l'..lassiiic-a,zimw dell(~ artiglierie uei tr(~ .(J<Yiieri dd seeolo preced(~nte, e cioè : k coluùri·11c di. cu,libr-o dH1 12 a, B~ lil.lbre e pw,izi da enrnpagna (sag.-i, falconi, fa,lco11 e1Ji) di (·;1,liiwo inf'el'iorè, di gtaiHlc lunghe;,,za : i ca:11:no1J·i da l)atf;erùi di caliln·o dn Hi a, GO, colla clisti11zi011e, a seconda del ca,Jihro, iu CtL rrnoni , rne,..,;,, j cannoni, qnnrti cli camrnne, di lunghe:1.7,n, medin, attorno ai 28 calibri, usa.ti per l'a7,ione contro h<~rsagli rcsh,tenti ; i pet.ricri e i mortai di calibro maggiore e di lungh1>7,7,a, inferiore, per il tiro dei p roietti cli pietra a breve distan:rn (navi) e per il tiro curvo. Nei -vrimi due ge11c1·i si h a a.ncora la distin7.ione delle n.rtig;licric in orrz.inarie, straonlinar'ie e 7)((,s /;arde, secondo la, lu11ghc:1.za, ; in co·1wun'iy sottili (o antkhe} P rinfor.zatc (moderne), secondo lo spessore <lellc pareti o ricche7,za, di metallo; in se_qitite,, r,cimerate e camp<mwfe secondo la forina, d ella. ca.mera: è da notarsi però che in genere la camcraturtt speciale non si usava che per i mortai e per i cannoni petrièd. Verso la fine clel secolo tuttavia compa.iono in Prancia dei ca.-tmoni eletti << à la 1101welZc invcntion >), cl1c prei,;;entuno una ca· mel'a sfel'ica o piriforme di diametro supe1·fol'e a quello dell'ani-

904-


, L.-\ Dl l-'~T "I0\1-: llEJ.L ·u e 1, .,,:

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eou tale mezzo si

(TP<lt~vn.

di potPr nrihz;r.m·c

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ca1·1q.

Una nuova ho(:ea da f11or·o che l'ompare 11el SP<:olo \\'I t'· J 'o li i cc) creato in Germania, per il tiro di la,11eio dei proiPl·f ì srnp

Fig . l(;O - 'l'rabm·,·o s u pini l :1for111,1 d,•l ,;eeok, \:\' 11 : n1odd lo iE bronzo. ( l):1lk\ ,·:rccollt> 111:rn,ili:111<·, ,·oH,;,, n -at, ~ m ~I M.t1,;(·•• C h·ko .-li Bologna). pi n.11 Li. T11 Rostm1 r.11, 11011 1•1·,1110 c'.h<~ 111 od n i i<ig·g<•rn1e11 te ulluuga,t i, o (·.a nnoni pet1·icri a,lq1ianlo ner·ordnti. <! <·on le 1mreli. rinforzat e in moclo da pòt(:r r esistcn ~ .dk nuiggi o ri pn•ssioni ehc si verificavano (' Oll ' ni,,o <l<·i p1·oi e lli i11 J'l,1rol:1. i qnali . a pa,r iUL di dia.m c-

..

.,

po,;t c·rior i . Vim~ sel'ol, , XVII (modello in bronzo). (Ualh: raccolte rnarsilia nc con ~ervatc n el Museo Civico (]i

ièi g-. ltil - ' l'rnhueeo :1 on:('c]rioni

J'.ologrrn)

tro, risultavano più pesanti dei proietti di pietr-a, fino allol'a, ]ancia.ti con b~Ii uoeche da, fuoco. Ln1 hmgl,czzrL risultava di efrea 5 ealiuri, I.aie cioè da pen netLcrc di ag·gi nstare e assestare a rna,n o -

905 -


j lùOO -1700

la bomba sul n1ccordt1imcnLo emisfe1·ico. In Ita lia vcn11e chiamato i ( obi.zzo )) dal ted . Hauuitze; il Marteua, gli <li~ il nome di « pozzacco )) e i11 docmneuti Hapoletani, com.e abbiamo visto, si trova arn:he h~ ùenomiimzione « bozzac1:o ))1 « ùuzzacco ))1 ecc. I mortai si chiaumvano anche « lrcilni cch·i », però t,tluno (1\1.orètti) distingue Lra il m01·taio e il tr-alJ ucco: il primo ha gli 01·ecdtio11i. a cfrca. metà della sna limghczza, in conisponclenza del suo ceuLro di g1·avilù,, ment i-e il secondo ha un solo g1·osso or<!Cchio11e cilindrico, alla estrernilà della cufatla, la quàle assume, Lal volta, umt, fo1·rna couicu a 11clw ttll'esterno. 1 mortai sono eameraLi e .l a. camera ha l a fonua dlindrica con foll(lù emh,ferico, e talvolta, Lr011eo-(:011ico ; in genere l'anima i..• lunga due calil.n·i, e la camera ha lunghczz.-1, e diarncfro pa,ri. a ti/ 8 del calihro; il raccOL"dumento è emisferico ; lo sp essoi·e delle pan!ti è touuto di ;J/8 e mezzo alla, camera, e di 218 a ll'anima, co:;i<-.c:hc\ ht, forrn,t e~tern~t ri s ulta p1·essocl1è cilin<lrica. Gli 01·ecc:l1 io11i, ::t ll'alte'l.11.a, (l1!l <·.1~ntro di gravità, avevano diametro e lnng-hezza <li. me:i;zo calibro. Negli autori e n ei documenti cfoll' época si trova no nomimd(! aiol'iglic1·i.e tol 11ome di 111.(1,11sfdl.i e di rai.11wndiwi. Le prime, a, c ni ahhimno g iù, ac:(·e1mato a11tecede11t.eme11te, erano obici da, cn.mp:i,gua da 12 libbre, l un ghi circa, 10 calibri, i ncavalcati .<su n.tfus to a ruot e e irai11ati ùa (re <·avalli . l ra,imondiui, h1vece, era-

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,,»..

probabilrnell t,~ i « pezzet.ti da B libbr e)) consigliati cfa Rai111ondo Mo n tecn r,coli per l 'ai·tiglieria, rcg-g-irn<!ntale. P er- t ntto il secolo le a.rtigJierie si gett:-1rono ::;empre coll' a n.i.rna <li diam etro a.lq1mnto inferiore al calibro tlc'lìnithio, e si porI a va,no poi }tlla, giusta mis ura m eèlia,n te la ba,l'ena.tura.. Il ven to vf'nne dirni.rrn .i1'o e po,·tnto in genere :.ia 1121. del dia,metro del.la palla. Alcnni Rtabiliscono il vento dnndo a ll'anima clia,rlletro tig-nalc~ a qne.l lo della palla cli peso p:ui a llìlO della. palla e ffettiva: coi:::ì. ad esempio, un cannone da, B2 libb1·e avrebbe dovuto n.ver l 'anima, di dia.me tro ug-nale ::i, quello d elln, palla <.li p eso lih lwe :3G.2; il vent·o così cal colato rhrnlta drca di 1/:30 dei dia metro della pa,JJ a effettiva. Tl materiale impiegato per le a1·ti g·liel'ie i; i:::empre principalmen te il bronzo; però Fii. in comincia, a parlar e della, convr-mienza eeonomka. che potr<,bbcro prei-Pnhtre Je a,1·tiglierie di ferro, fuci110

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uatu u fnso (ghisa). Si richiallrn a, questo p1·oposito J.t, p1·ou11:-:I a Jatt,L i u l 'iemonte, a cui s i è accem1a.to nel p a,1·ag1·afo 3. 111 J •' t": 111 · ciu Hi <:rea u 11 i11 tt~1·0 sistema di artiglierie di ghisa. Uli uff11:sti, sempre ùi leg110 e del profilo classico, giù, Ùl' · scl'itto per i I i:;eco]o pr-eeeùeu te, si perfezionano u ei p articoh 11·i e 11elle fon ,rnt1~11ta; cominciano a comparire affusti colle <:oscie tliYerge n t i ,·t:t·so Ja. <:oda (,.t1 1½iclH~ couverg<~u ti , come si pn~Ucava ti110 a llora) , fo r i-<\ allo s<:opo di cla 1·c 1111 maggiore apJJOggio alla coda, e impedir-ne il s overcllio aHouùamento che ostacohtva la, manov.1 ·a e pe1· clai·e a l l a tei:;tata uu L1·nc:<:iato e lle m eglio si a<.latt:n:e;s1~ alla fo1·111a ti-011coco11ica della c ulatta. S nl finii-e del secolo c01npaio110 in Fntucia arn:lle le prime costruzioni rncta,llfohe, costituite <la sllane di fono i nchiodtLle o i-n,ldal.e in sir.me, a for111:11·1~ :-:11ec·i e di t1·,1yi a 1·nwte a veuli il profilo 01·<linal'io delle CO· stie ·d(\l] '.aff11sto. Natur:-1l111e11te eomi.ueia.110 ad usarsi n,n clH: le sal e di ferro. L ' affusto del modaio (letto o 1:a ssa , an<:he « ca~cict )) s econdo il :Ylarte11a) ent idmit"i<·o a qtwllo 11:saio g;i:ì, <111 tem po p m· i 11101-tai 1wl tic1·i , ~nlvo n11a m ag-g"iore rohn::;;l·<·zza.; per il 11-al>w·cu ~i rnm vn i11 v<!<:e o 1111 groi;;so ceppo <:ou m t i ueav o Rc~mk.i Jind1°ko per l ' nnic-o 01·cccliione <li c ul atta , oppure tm 1·ob uslo telaio <:011 11~ 0 1·<~c:c.l1iu11ic>1·1~ it1<;a val e a 111d:\. dei longheroni , l'Ìve:-:tite e 1·in fo r za le da. ha1HlPIl e di f"<!JTo. Ria p c1· i m01·tai ('h c JH~r i tmbucchi i,;1 u~nva no :c-op1·a o1·ccehio ni: per- i trnhn ec lli s-i n,pplit.:avano ni longh Proni d tte 1·ol nrnti an:hi ,li l egno , eon 1lne kerie di fori. a Ìll te tva lli r.01Ti :-:p oll(le nt i ai pu11li delln i-quadra,, 11ei tptali vpni· v:i 110 in fì !:ti<: du e ~b:in<' di feno dei-tinat<> ,1 sost,~nm·e e ad i rnprig-io11;11·p ln hcwn t clel frnhm·co. Ciò sr1·viva a dm~e e nw 11tcn i~1·P. la volntn p] eya1,io 11<~, <' ad cv i laH: g"li sbalzi ll<•lla bocca da, r no<:o :d l":1 1Jo d el In spn ro . P e.r l o spn.r o i l pe;r,;r,o velliva fnJto p ogl!,"iare clfrett:trn c ntc .1 te1·1·a, e per il 11'n f;po r to si earicnva s u ear1·i : ma le en:;;se <'l'trno R<'mp1·e 1nnnitr. cli sale , r.ni si poteva11 0 n.pplic,u ·e cl ellf' J'ot:elle p er i picco.li sposhunc~n ti. X e lle pol veri Jlon si hn,11110 i1111ovn½ioni Rp<~ciali: m n. f.:i perfr · zio 11n11 0 i rnr.tocli <li n rflìn nnw 11t o P di misr,efa. d egli h1g1·ecli<'n~i. Vi :c-o 11 o i-emprP i <l ue closnmenti del. sccol o XVI , con clne o tre g1·i.r nitm·<'. i,;peo n clo 1n i:-:1wr.i e tl i hor-<'n da fuoco. -

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HiOO · 1700 Jl où ili là e uelerif;ù d-i tirn. - - La mobilità. si rice1·ca c ou la tliminnzioue dei calibri, con la 1.;1·ea,zio11 e di a1·tiglieric di graude kgge1·ezza, e co11 _la, diffu sione d ell' avanti-eu o. La celerità, di tiro t,,;i ottiene, oltre d 1e cou ]a diminuzione del calibro, a11che con la (· il'l'rn,ioue del cartoccio a palla e a mitraglia. Le _:n tiglieric leggerissime ebbero una, p1·irna a pplicazio11e <:oi ww1 01t 'Ì di cuoio. Creùia rno però oppo1·t11110 di rammentare qui i sei pezzi di leguo fasciati di eonla e co11 anima di md.allo, citaLi il, l UJ documeH(.o .tiore11 liuo ; i l pezzo di legno citato a,l 11v 18 cl i n,, illveulal'io llalJolctnuo e a.11 <.; he, pnr ton le dov ute ri Rerve, l ' inveu zio11e d<il Marilii , cita.la 11el paragra.fo s ulle m·tiglicrie geHo ,·e~i. I11li 11e rkhinmia mo quanto è detto 11(~1 pa1·ageafo 1, :in cn i si i-i.\"emlica a ll' ltalia la pl"io1·iti:t <foll'ideazioue cl'i simile a,rtiglie1·ia , sehhcllt! l'applica ziolle si d eh hn , com e <~ noto, a G11-

NI a yu Adolfo. Jlopo il 1.'orcai·i , iuve:n toJ·e dei <:a1111011i di cuoio, 11011 m a.uca 1·0110 n.ltri :,;l,1 1di0Hi d 1e su ll o Rt<~HHU p1·ill(:ipio della gta11de legg<~1·pzr.a d1ll1·1·0 :1 p1·opon<· a i P 1·i]l(:ipi ilalianj mah!l"ia .Li di q ualil..ì, più o mf~no m il'a uil i, <·.orne quello <lel eoJ . .I l 11 ,\lo rd , a, c ni alJbi:11110 nc:c•e111ia lo . '1'1·,1, gli i11vc 11 l:ol'i mer-ita110 f.:rwc·.inlc mcJ1zjo11e q 1wlli che 1·i.con,Pro alla seompo1-izio11e del la ho<·<:a cla fuo t:o, si stem:1, <· hc, se da, mia, parte l'Hippres:en la va, com e a,tt11a zio ue, un 1·Horno a,ll 'an tko, invct:e, dn l p 1111to di vista dello st:upo, pl'ccoi-rcvn i tempi , con rma i-:ol11 ;1,io11c <l<' I pi·obie nra cl,~lb mobilitit <li nrtigliel'ie rclafrrn,m e11te po!e11ti, c l1e, forse, 8olo r cccnt c>rnmi te ha raggi11nto 1111 µ: nulo fOdùìsl'acc 11t·c . A1·tiglie1·ic di cp wsto tipo fn 1·0110 proposte da 1m t al Va lent in o Guà, <tl , Uuca <li )lod en .i, nel lG~ti . e fon;e arn:or pri111 a da Iacopo e Hal'tolorneo \ ( 'a mpi a.l Duca, d i Ul'bino e al l>nca. di. 'l'os<:ana. Con nn :i,lfTo sisteHm. e he ,u wlH~ oggi si pn ò c lassitkar e tra, i flltu11.slici , nn ccl't,o l\Iarr.io l\.1,ulella. armaiolo 11a pol etano. 1woponc n11 suo i,,i s1r.ma <li a,1·ti _i.!;lie 1·ia, cc volante>>, da p;<~t.tn,r si 1:api d:1mente (< 11cl h!'P.ve i,;pa,tio di oU-o hore )> s ul posto Rt<-'sso dove dovr:'i, essel'c ilrq>iegaf.a, aclopm ndo h.locchi <li metallo di peso limitalo, tr-a.spo1·tativi all'uopo da so1 dati di fante1•ia e di cava llerin. Più sc-omponihili di così! ... Ma, a, pa rle le eAA,g<~r azi oni , s i pnò afferrnn.re con assol Hla eer·tezzn. dt<~ il conce tto del la scomposizi one t.l cllc bord1e da, fuoeo pel' fa cili tare il tra.sp orto è stato ripris l'in nto , prima, che altrove, jn Ita li a,. Nat uralmente però le diflkoW\, -

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1mLLe1·iali ùel si::;terna HOll ve mwro 11e111uw110 a llor:1 s 1q11 · 1·: tlc· , o questi sistemi non cbl>e1·0 seguiLo. l'uiel.tè sia1110 i11 111:de1·i.1 cl ' i 11 vem...ioui e di. i11ve11tori, è da segnah11·e a ud1 e 1111 Vi11c:c·11 ;,.11 \ ' i11 1..:euzi, <.l,L Url>iuo, in ve11 tore <.li uno schioppo_ad aria co111 p1·t·:,;s;1, Sèg11alato iu 1111 volu11 ie edito <l:.tll'.Ac<:adeip.i..L dei Lincei e l'Ì cu l' · da.t.o 1·t~ce1ttem<mlc dal l)1·0J. Cì. Uab1·ìeli. l ca.1111011i di cuoio e in geuere quelli legge rissimi 11011 1·hl1c• l'11 wm lnuga vita, e ciò appunto ili causa de lla loro legg-t•J"<·;,,za 1· li p lit\ limit.wa 11cce::;sa.ri:11Ue11le .la potem~a e l a, giLtata, < ~ pc1·111e l.lPY:1 co::;ì che veuis::;ero 1i11 da p1·incipio conL1·obattuLi effiea1..:e11H·11lc· dalla. rno~cltdterin,. lnoit.re il ::;er vizio doveva es~e1·11e assai g1·;1 · voso a causa della grande hrnghe:r.:r.n, del 1·i ncnlo a cui era110 sug· geUi, pc~r quanto gli i11vcntori cerchino di negar e un tale i11co11 veffieute. Be ffUPsti cannoni lcgg-e1·issimi s<.:ompa n e1·0 ben p1·eslo, 11 011 a ltrettanto avvenne dell'art iglieria r e~gim en tale, o di hattaglio11 e e hc dir Bi voglia, c he p1:rd1nò neìle for· rrnr ;,,ioni tino a.l l'<~poca w1poleouica. E ssa, IH.:rò ve1111e coistituiLa con al'Liglierie di c:0Rtru ;1i01w ortlinnria eon pnlla da, 3 a 4 libbre, con una bocca dn fuoco di peso va1·iantc, S<~Collllo gli eserci ti , e.h l, 300 a 450 K g.: si;illlo 'l'1i 11d i hr.n loJJ lani dalle GO libbre del colo1u1cllo Du ì\font. Anche per gli alt1·i pezzi da campagna si eer cò nna. magg iOl'e 11-'ggt\l'ezr,i:~, e ln, si ottenne. in generale, con un a,cc:orciarncnto del In, ho r:ea. dn, fuoco : pratic::unente si anivò così nel secolo se· g1w nte, dopo lunghe e viva<"i di1-:c:u ssio 11ì, a ll'nbolir,fon e delle hm·

ghe colubrine. J;"a,vau treno, clemell to C88P.nziale per l a IDobilità. ùcllc n rti gli c•ric~ , ebbe presto la diffnf.:ion<~ che i:;i merita.va, quando si. J"i. cer eò una maggio1·c rnohili.t,\ nel e;ornbatLimen t o. Troviamo LI prima il<~scrizione e b , pri nrn. figura, cli un a.vautreno in Halia n <'l Ca,pohin.n<.: o ( IG02) ) : è cos tituito cla, u na sa.la di 1egHo con r uo te di piccolo di nmeLro , e munita- di uno sca,nne11o da cni sporge in alto il maschio, sul qua.le deve yenir in vestito un occhio p1·aticato nP.lla c hiave òi coda dcll ' a.ffusio : j] t 11tto nssicurato con le~atun.: di f imi. Gli aulorj secenteschi in genc1·n.le ,d i\nno all 'avantren o il nom e dj « ben·o >>; ma alc uni lo cl1iamano anche « co.rrino » o « ca.rre/.to >>. L'a.vant1·eno del Cn,pohianco è a. timoue, pel' pari-

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giia di lrnoi o di eava.lli, u1;1 in seguilo se ne vedo110 aHche di quelli a timonella. l)rinH~ del Ca1Jooiauco, il Colliaùo pal'la di un (( canino >); rna solo per le artiglierie uavali e quindi destinato soltanto a l.wevi sposLarne11Li; il But,;ca, adopra i I canino per il traino coi ouoi, e il sistcn1a a,ntico, col cavallo di stanghe attaccato a due « Lirnoucclli >> fissati alla coda, per n traino <:oi cavalli. lu com· plesso l'avanlrc110, che fino a tntto il Cinq1wcento era di uso assai limitato, si diffonde Jargamento nel scicolo ::rvu. La celerità <li tiro, favorita mtLur·almente dalla, piceoh~zz,1 del cnJihro, e dal piccolo peso delle muni:doni, vomw a11cora a 11 me11tata nelle artiglierie campali colla diffusione dell'impiego del ca,rtoooio) o scartoccio, um la palla o, più, frc(1ue11temente, colla, mitraglia ui1ita . }la qm~sta pndica,, in se stessa, rimane come si a,ttnava, andw 11el secolo precedente. Si deve qui rilevare, però, che~~ nonosta.11rc gli irnwgn!Jili va11tag·gi oll'c~1·t.i da qnef.-to sistrnnn cli <:.arica, arnJ1e nei riguanli ddla sicm·e:,-;:,-;a, dei ti-asporti <~ il<~lla rPgolat:itù del Liro - pcl' le a1·tiglicrfo pesanti si <·011tirnHÌ a11cora, J_>Pr lungo !ernpo a ,::u·i<:are colla. cucchiara, a misura an:,-;ichè a 1wso, prelevando la polvc1·e dai harili <.lii-iposti i11 !Jatle1·ia i11 vicin:rn:r,n dei ]WZY.i. La, n1g11>11e deve ricercarsi nel pc1·icolo elle presenta va.no i 1·i.mas11g-Ù di -s acchetto, non completa1.ne11te condrnst.i ed an<·.ori,. i11can~lescenti, che 11011 poh~vano togliersi del tutto e<l assai difficilmente psser~! rilevati a, vista, nelle artiglierie aù a,·a1ir·.a.1;ka. I proietlii scOJ)Jtirwti. - Sehhe1w i proiclii seoppianti, per lo rne110 qnelli a mano, fm;sero Rtali ideati) co,ne si 1~ lletto, ,la l'andolfo l\:falatesta --- e il Biringuedo, nel 17142, ne pnrla Ahbastn,1rna diffnsnrnente - Remhra dw in Tlalia essi non sia,110 stati impiegnti che verso la rnct.'L del seir.ento. Il ColUado, anche nellt~ edizioni tlcl principio clr.1 H1:colo XVlI, li cita, col nmne di <1 balle a1•1rn1te )), con nna certa clifficlem;:-1, (~ li de:-wrive come fatti, non di ferro, ma più frequentemente di terrn, cotta o di nrnrmo, e talvolta di rame o di bronzo. Anche altri antori vi acr:emnH10, chiamandole« grana,ìe )>o<< bombole)), ma non l'e consiglia:no, stima,n dole assai pericolose. Il Sardi, che scrive nclh~ seconda mehì, inoltrata del secolo, non ne tratta affatto. Al]'estero, invece, come si può dedurre dalla IlfHTa :,-;ione di fatti storici e da 1la Jet-

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1·1:011,;T'J'.C

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tunL dei uuwet·osi :,;c l'il.tori d1e 11 e dìscono110 ampù1,ll1e11te (Steffe11 uerg - lGOU ; .11o11di11 s - I H~::i ; ~iemieuovicz - 1G00) i.l loro irnpie-

gti era J110Ho diff111m: si e r·nno i11trodotte bocche da fuoco speciali, gli obici , IH"I' pol(11'1i l,i,11ci.1,re iu til'o teso, e a mag;gior distanza. _,011 d11 : 111a,11ca:-::-:e 1·0 I Ln.Ua11i che conoscessero e rkonoscessero la impor·La11;,.a 1l11i prnidti 1,a:oppi,u1ti, ed anzi si può citare un AllH~l'g'li('I I i, d( ·l la ce lebre famiglia dei fonditori di artiglierie, dte li11 d.il H>l -1 i11 vilava il l'1·ovveditorc Ge1rnrale di Terra 1''etrna d(~ll;i i:(•p11hhli(·a Ve 11eta a munire le fortezze di mortai atti al la11('io d(·lh · ho111b(~, visti i llli.rnbili e1IeU.i che tali artiglierie avev:1110 olk1111U Jl<'ilt \ gue1Te di Fiamlra. Ma i governanti, sia che (<·11H·:-::-:(·1·0 i I p<:1·i colo presentato dal Liro, sia che 1)l'eferissero, al 111101·0 111i-;,.zo, i ()i·oietti a, mitra.glia, che si lanciavano coi cau11011 i (' ('1111 11· rnl11hi·i1ie, cl'n110 piuttosto restii a,lla loro adozione. I•'. (·iù 1111•1111·1 ~ i11 Ucr111ania si aveva.n o bombe fino al calibro da :mo lihlw(' (dll' pes.wano effeU.i vn,rne11te la metà, circa), si fahbri<·,11·;1110 bo111lin di n:n sol pez;,.o, si studi:1vano pe1·thio bon1lw ohlnngl11 •. 1· :-:i l1·11h1 va, am:he la spoletta, a pe1·cussione , che però non doY<·1·;1 (':-::-:<·1·p reaJi:;;zala. dw due secoli dopo, pel' opera cli nn altro g1·,1nd(· ;11·1i/.-';lie1·:! italiaiio, il Cavalli. (l>ohùiamo però rammenla1·1·. q11i , l' inv<~nzione fl<'l Cerbero e dnll ' Aquila 'nola.nte, dovuLa, a! ho1nhardiere 1·onia110 G. n. Lombardo (! citata nel paragra.fo s1ill<' ,\1·tigli erìe Pontificie). ·11 ·M oretti <~<l il Yhtrtena ci illumina.uo sulle opinioni ehe si a1·"rn110 in 11roposito. No11 trova.udo uie11zione di data. anteriore, Riamo porta(i a, cnidere che in Italia il prin.1.0 impiego di I.Jombe di qualche i1npor·tan½a sia, a,v vennto p<~r 01wra d(~gli Spagnoli alFassP,lio (li V(•rcf'lli nel lo~R <~ poi in qnRlli cli 'l'oriuo e di Casal e ,fol Hi40, e di Asti nel lG4-5. Tl Mnrte.na, da cui togliamo queste in1'li ca,;i;ioni. riforiRce andw che nel 1G33 si istituì a, Milano una (< Renofa òi TrahnC'.chi )) p er ordine del Capitano Oenera]e d el Ducato. Ri c.onosf'.eva beniRsimo in Italia il mortaio, ma questo e1·a 11sato i,;oltanto p er il la.ncio delle pietre: avendo le pareti di spes fiOl'C molto piccolo, non a,v rebbe potuto reRistere alla, maggior preRsione ch e sarebbe stata prodotta clal proietto di maggior peso. :8 da notare che il nome di « bombe Jl è dato appunto ai pro-

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Hi00-1700 it-,tti scoppiauti delle al'tiglierie, u1e;1tre qmilli a mano erano d.1iamati « gnrna/;e )), cioè esattamente i I contra,rio della terminologitL moderna. Le bombe enlllo sforid1e, ma. il 1'1arteua accenna ttuche a, bombe « 1Fi8lm1 yhe >>, forse ricordando le bombe ovoidali e ciliudriche, che a,ppafouo uelle figure dc.L Siemenovic,1 : eomposte di un bOl pezzo di fosiune, oppure di dne parti emisferiche avvita.te tra di loro oppnre coll,~g-ate con chiavarde. Il bocchino od occhio era dcstina,to a p ermc~tt.erc l'i11trodu,1ione delht earica, di scoppio, <:ostitnitn, (i i poi vere ner·a a graua fina. e della rnig-liore qualità, che s; trovasse~ nella<< monitione >>. 'l'alvolta h~ parete opposta al bocchino era tenuta di i,;pes~mre maggiore del resto, allo scopo di peovocare la cadnta dvlla bomba sc~mpre <'.<Hl la, spoldLa in alto, ed assieura.rnc così il flrn,-;iona mento. Le homhe avc>vano in gmwre 11no spcsso1·c di J/8 di ealib1·0; quelle ,li m:iggiol' f·alihro era.no munite di fl.nRc e rn:.miglic per il trasporto ed il rmrneggio. Le ;;;polcttc, detic a11clw « f1tsdlr: » seeoll(lo il Morni;ii, e (( 8p'i11c )) Rc~conclo il MnrtN1a, (\rnno, per lo più, t11hi di legno fort(~, lwn torni1·e e foni.J:p', Le si rnrirava ron poiv<•rP-mPsc•olata. a polve· rino cli f::whone nelln p1·oporr.ione di 4 e I o di 3 a 1, per otte1:<,1·e 1rna rnng-.~·ior·1• !1•11tP-z7.a e 1·pg-ola1·iLù ~i comlrnstione; RÌ forr,avano rn~l hor.chino flella homhn, :1RRic:11r-n11clole poi nneora coli nervo di va,cca, incollato (Martena). La, parte sporgeHte ern, protc•tta con e;wta incollala. Prima, dell'fLppliea-zione, che si faceva. in battr.ria., al monwnto dell'impiego, Ri doveva. gra.duarf! la i:.;poletta., tag1ia,ndola oblicpiarncrite alla di!'ilanza volula, dalla, tesla. Per ffoterrnim1l'e rineRta diRtam,a, il l\foretti <là 1n seguente regola, : e< Per mism·arc il tempo g·insto prima si fa caricando la spoleUa all'ordinario, cli più si piglia nna, canne tta cli ferro di anima uguale a quella clella. spoletta, nia. ahprnnto più long;a. eon spessi e piccioli fori per tntta la Rua lun/!'hPr.r.a, caricnmlola eome RÌ fa fa Rpoletta, poi pl'eparata, la hon1ha nel mortaio si dà fuoco tntto in 1m tempo alla spoletta. al rnortai·o ed alla eaneUa la,sdanclo n,nònl'e la Cilietta sin che si vede colpire la horn hn, n el qual 1nomento si osserva la C~'1nctta, ,1 ehe fo1·0 più lmsso sortjsca il fnoc·o, ehe sin Ii sariì, il segno del fompo che clovrà aver la, spo letta)). ~ Tn seguito il Moretti consiglia ::i,nche cli reg;ola.l'c il

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Ir, TIJ::0 DELX,1', ~OblllE COI JIIOUTA I

del la spoletta va riando opp01·tuna meute l e 111·opo1·;,,ioi1 i tklhL mis m·a della spoletta stessa, e qui u<li la velocit.'L di cu111 lrn :-;tiouc d ella mkda : meLodo (~viclenLernc11Le.·.. molto 1·,Lpid u e sempli ce. . La carica di la ncio, che era limitata a l peso della bomb.~, ve -. niva vers,Lti-.1, sciolta n eJltL carnera e sistemata ,L ma no, e la ca1,11e1·a ven iva d.1i usa con uu cc coccone >> o ta,cco di legno ben fo rzato. Per lo spat o d elle bombe t;oi mortai si seguiva no <.l llc dive1·s i sistemi , <letti (( a 'Un fuoc o » o cc a d·ue fuoch i », secondo che l 'a ceeJJ sionc (lella spo letta, veniv<L o ttenuta, a ll ' a,!.Lo ùello s paro, per me½½O dei gas della c,u·iea di l a ncio, oppure veniva fat ta dfrettame11 te da l bomba rdier e prima di d a,1· fuoco alla carica di luucio. I d11 c si~t<m1i comportavano, n a tura,lmente, mo<.f alit:ì, divcese di carirameuto : per favo.l'ir e n el primo easo il pa,ssaggio ùella. :fiamma nttm·n o a ll:1: bomba dalla <:.a m en1. ,Lll:-.ii s pol etta; per impedire asso lntame11te, 11el secondo ca.so, il p assaggio a,cciclentale òel fuoco <lnlla spolclta alla ca1'ica. di lan<:io. Co l l":Ì!":Lerna ad un fu oco, cl1 e p a1·e fosRe il preferito in Italia, il coccone, piuttosto en e1·gicamente for½ato nella imboccatura òella cam er::i,, avt-;va un certo n111nero <.l i sr:an11 cllat urc lon g il.11tli11ali, 1·iempitc di polvere, clrn dovevano perm ~tte1·e a,i ga s della carica di soprava nzar e il fa.eco ~i t!:-so a li 'at to dell'infia mmazione della polvere; sopl'a il ta ('co si siRtemava, con In, ~pofotta d.iteLta csattameute V<~1·s o la bocca, la l!on1ha . che si te neva centr a,ta con feltri , tal volta imbevuti di :u_'lJlmvitfl, in modo però da lascia1·e uen scope1·bt ]a, sp oletla;. so pra il (at;co di legno ed attorno :.i,] la, spoletta si s pargeva n11a, Cl'l'liL qnan titù di polver e . La r-pol e lla veni va ~cop<ir ta, il p olve rino sollevato con un a pnnta, ed in p iù si ada ttavano alla spoJpita, degli stoppin i. L e opern,zioni erano p iuttosto lun ghe f\ com plirn 1·t>, 11u1 il J'1111ziomn11c11lo p are che fosse soddisfacen te; a l · l'est.ero (Fl i(\ll lPll OYic½) par<~ ch e si tum.i;;sc anche nn a.Uro sistema, di t im .1<1. 1111 1'110(· 0 , n r ui. HC('mrn a anche l ' ita,li a no C hincherni : <:on la s pol P-t t a , cio(\ 1·i v0H a ver so la carica, a nzich è verso la bocca, e co ll 'impieg;o di 1111 tacco cli l~gno s peci afo, in cui era ricavato nn incavo per dare posto una spolc thL; qnesto si stema, che cloYeva esr-ere ahbasta u zn. pe ricoloso, non è men tova to da gli a ltri antori italia ni. Al tiro :ul nn sol fnoco si r improverava. la. possibit t'illl)O

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lGOO -1700

lità, tli rna11cata accensione della spoletta, ossi:1 che le lJombe aHdasscro cc orbe )>. .Ma nou pal'e dm da tale inconveniente a ndasse esente a nche il tii·o a due fuochi, che d chiedcva, operazioui di carica mento più complicate per evitare la possibilità., come si è d etto, di accend,~re la cal'ica di la1icio quando si accendeva la spoletta. l'e1· questo e1·a neccssal'io forzare alla, camera H tacco seuza sca11 n elJature, e chiuucre qualsiasi possibile vano di comunicazione tra la spoletta e ]a, camera, mediante tern1 pigiata con la quale si ve11i va, .t coprire tut ta la bomba., lasciando scoperta la sola spoletta. 11 Lombardierc, co.L buttal'uoco provvisto di nna longa rniccia, davn p rima, fuoco agli stoppini dello spoleLt:1, poi, passando sopl'a a..lla gioia, di volata,, d.av:l fuoco ad una miccia (port.1, fuoco) assic1naLa al focone. P m·,: anche che in P1·ancia l,! due operazioni fossero esegnifo si 11rnllanearnente du, clne bomha,nlic1·i dive1·si, oppm·(! da m1 Rolo bombardiei·e, con due mi.ccie, una per· mano. Evidentemenle il tiro a clue fuochi 110n Ri voteva, ei,cguire c:.he coi mor-lai, 1ne11t1·p q 11 el lo ad 1111 fooeo sj poteva eseguil'e anche cogli o hi c:i. hL c oi lu11g-l1ezza e1•,1 limitata soJo dalla 11ec<>s· sità, ùi poter i-:is(Pmai·e la. homba in fo nclo aJl'a,11irna in modo CO!I ve11i(rn (e. Lr.i Hali.<dicn ed il 'l 'ù·u . - Lo stnd io tco1·ico della trait\ttotia , affro11tat.o se non ri solto nel r,:ecolo X'VI ùal 'l'a.1-taglia - che, 1mr avenùo dimostra,to quaJitativa,rnente le vere ca1rattel'istiehe <.klla c urva, ha.listi cn, si cn1, atLl~11ut.o pr·,Llicamenl.e a.Ile opinio11i vig,~nti - ven ne po1·(a to a. tcrmilw, fa Lta. mitra,r,ionc~dn lla resistenza (lell'a.ria, da Galileo Clnlilei, clw nelJa sua opera magistrale cli111rn,Ll'ù pcl' via p11rarne11 te g·(:Ottretrica come fa fraiettm·ia oth~nnta con velocità ini½iale ori;,;zontalc Ria urra scmipm·n.boJa : ( < Proiecf;mn rlwn fe1"f;ur moln eonq1osilo em hor·i.z<ml;ali el a,e<rrta· bil·i et ex nal•rrralif;er accelerato rleor·8·um._, l'inea,m semipa,robolfoam rles()ribit in sua laNon e )) . Sulfa tl'aieU.01·iH, rmrnbolica, non ha, infl.nenza. apprezzabi le 1::i, Vi.l,l 'ia.hilità, della, direzione dcll::t V('l' li-

cale, rna. può essere modi lknta in mml o vm.·io secondo il peso, la fo1·nrn, e la velocità. del proiet to. Galileo ammette senz'altro i I moto inverso, p::i,r tente dal pnnto di caduta al ve1·tice: defin ii.ce la velocità iniziale pP.r mc,r,zo clell'altczza da cni dovrebbe CAtlcrP.

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L.-\ JH LJ :,'l' ICA lH 1.JALfLJ,;U

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E IJl-:L 'J'Ol:l:I C l·: 1.1 ,1

un g1ave pel' acquistare Ja stessa velocità, e tlù, a tait: al I 1•z;,,:1, (che è la dis(a uza dal vei·tice tlella t n.1iiettol'ia della (l.irdl.t·i1·e tlt'l · la parabola) il uome di snblim,ità. Egli espone t r e tabelle, da, 1,;11i risulta.no Je caratteri8tiche della semiparabola iu fu11:t.io1t1~ de ll'a11golo di proiezione: uua tabella delle (< arnpl-it'udfni », oi-;t-;ia delle ascisse del vertice della parabola (che risultano ua t uralrneutc proporziona,li al seno degli angoli doppi di quelli di. p1·0ic0zione) ; uua tabella delle<< (1,ltilwlfo i )), ossia dell' altezza del vcrtic,~ sopn:t l'origine (proporziouali al 111m<halo del coseno dell'an golo cli proiezione); e iidill e una tahnlla delle « a.lfit'll,(l-ini e delle s ttbliwità, )) dell e traiettorie avc11Li Ja, stessa amplilucline (Pdw non sono altro che le laugeuti e l e c0La1Jgen ti degli angoli di prniezione) . Il '1'01Tk<~lli , proseguendo l'openL del suo grande Maestro e eonsider'ando la tl·aie!.toria, eornplc la, giunge a t1·ov::u·<~ un primo sistema cli costJ•ur,ion e gndic;.1 d(~ll n, traiettori a,, a determina.r e l ' in viluppo d elle traie tlo1·ie ottc11ntt-~ colla, stessa, veloci(.;), i ni ziale, a dctel'minare la distauza cl el pn111"0 colpito su u11 piano obliquo, fl, in fine_, couerr.tn, 11110 s(Tn mr.11 to che è ima. mate1·ializ.za zionr. de lla (al.Jd l;1. dell e a.mplitndini cli Ga li leo, e clic egli (')1in ma, << la.volo, dei se11i )). La << sq11adm df'l 'l'ol'ricdli >> <'· mwl oga a q11eHn. del T,utag·lia: ma, im7ccc di 1111 sol o q11adr:rnte, alJa estremità, dell'asta. lnng·a ,, a pplicata, Utili ~emkirr,onrcrcrnza., sullrL quale il pendolo, ap]WRO n.l l' ef:tl'~mit:\ <leH':1i-:tn., scg-na l'angolo doppio della h1clinar,io11 c dell ' ni-:la i-:tei:;i-:n.. In un volnrne 11111n0Rcl'itto eonRP.l'\ n.to pC'ei-:so la Hib.liotecn. La111·<~11zinw1, (li Fil-c11:t.c, <lel lG:-:~, di a.111:or·r\ anonimo e h1titola lo « Oompendio c1,~ll ',\re lti.teth1rrL ]'ifilit are o Fortificazione l>, a r.ntht, ~G4, f.;i trova ]n <( Nonna, homba,rdica, )) del Torricelli. Lo scritto del 'l'orrkelli corn,i.~te in nrn1, llreve spic~azione della co strnzion e tlella squadra da, lui iclea(·a, per dare l ' elevazione ai pezzi; a questa, spiegazione se~·ue nn cc Usus Normae )) e vi P- fHl· ncssa una, tavoJa rapp1·csenta.n te Jn squadra. 7

Ln. c1.mtru;;;io1w può cosl ri:1 ;,~11 111(.•1·si: Sin no A O e A.ll i dne brncci della ~qnnclra. (JJJl'J il q11:H l rante. Si trnc•1:i il scmicerf'liio A fi'O è chi.I punto F si tracei ]11 t11nge 11t<• Hl ,·<'r<'llio , <'h c ris ull, •ri1 pc rpc n <licol:u-P :i.1111 AB lncontran-

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1600 -1700 dola in un punto O. Dividi:11110 i l tratto AO i11 sei pa l'ti eguali e dalle estrem ità di ciascuno rl i questi Lralti inn:1lzi:uno l e perpendicolari alla AG. 'l'utte queste .1Jeq 1enclicolari I :1glicran110 in llnc 1m rr1. i la semk!rconfere11za A I•'O. Dal centro del 1111adrante .4 c:·onduciamo i rnggi due passano rispettiva.mente per tutte queste intersezioni. Questi r aggi l;egrn~r :rnno sul qtrntlr.i nle

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8 P ig. 1.62 - l>i~Pg-ni cli 'Torr icell i per la (1 Norma b.omù:1l'diea >).

i vari punti di elevi:IBione. JJ punto n , che l rovasi sul rnggio A.Ji'D , segnerù l 'inclina:r.ione corrispondent<~ alla gittata ma ssima ed è il punto 6 della squ :t · dra. Ottenuti i punti d i ele,•azione, s i potranno ottenere i mezzi punti e I quarti e i m inuti rllvidendo_ a metà o in quattro o in dodici parti i ,·,11·i segmenti u ll e innalzando le altre perpendicolari a l I.i. AG. Usus Norm<w. Siaci proposta qu alunque artiglieria o colu briun dn ho111ha

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L tJ (( :-3'1'1:. U \IJ.::'sl'J'tl Ui\ lVl<:11 :,iAL I·;

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J)l;;r, CAS:-3I N1

e con essa facciamo u11:1 ;;ola esuerieuim c ioè sia situata a qua lu1u.1uc, p1111 lo, collie il quinto . ::lpn risi . , si mis uri la lunglteY.za del tiro, trnvinmo per c:;cmpio passi 2000. l<':1Uo •1u csto possfawo s:1[1en,. quanto tira la medesima arligliHi:1 (:ill'ist:cssa c::arica però di 1mlln e di polvc1·c) situata a qualsivoglia punto per l:1 r cgo1a del Liro. Es,;endo in questo strumento tanto i punti quanto le lungl1 e zzp .d i Liro pro11orzional i. Per .e sempio per sa.r,en'! quanto I.ira il sesto 1m11Lo, diri> eo:sl : se punti 5 tirano passi 2000, punti G quanti passi tire ram10'! I~ a1-rc1110 p:u,,;i ~400. Osseninmo però che in cambio di farn que,-Le opP.n,zioni c<.• i punti 7 S !) IO Il 12 ,;i ffl coi loro cornpleme11ti 5 4 1: 2 1 o perchè siccou ,u il 111:1:,;s i1110 Uro lklla ])ÌÌl mnpia parn.lmla si l.ut a l punto 6 cosi nei punti eg u,1lrneu te dista11ti lh:l p11nt.o (i Ri faranno tiri uguali. Ma. se voleRsimo nlznre il pezw in ta l 1110(!0 elle la lunghezza ciel tiro sia 11ei· esempio passi 1300 dirò cesì : ~'-! pns,;i 2000 furono fatti llal punto 5 ossia no minuti ili squadra,' passi 1300 da quanti punti o minuti si avranno? Trovet'ò minuti 39 che sono punti a e un lltrnrto e tanta iucli11aziollf! ci conviene clarc al pezzo.

ll CakRini, in seguito, giunge a, 1·isolverc il pròblernn, di dete1·mina1·e l'a.ng·olo di proier,ione 11ecessa1·io per eolpire un segn o cornnnrpH-: sihm!.o 11cllo spa,do, e concreta, uno sLrurncnto, da, lui chfr.1,.1nato (( sl1·11mciito ui,.'iver.su,l() )), che~ JH' nn< \L1:n tait~ clctcr· miuazio11c rnil'a,ll(lo: semplicemente al uenmg1'io. Consta tale st.r11rne11to di 1m regolo ta11gcnLe ad 1.111 c·.<~l'Chio; il cerchio ò graclua(o, a vadil'c dal 111mto di tn,11gr,11i\a,, i11 gradi, e. ogni divisione (~ 111rn1e1·atn. 1".0I va,lore ddl'a,r·co meL.1; il regolo, invrce, 0 graduato in distauze, i:;ceondo il l'apporto tra il diametro del c:e1·eliio e il qn,ull'nplo <l(~lla. R11hlimitù r(~lativa, aJb veloeitù, i1li r,ia,le delln, boeca d11c fuoco impiegata.; sul regolo è sconevole un cm·sore, al qu,tle è appeso mi filo rt piombo. Per . eseguire il rilevn.rnen1"o, si (lìspone 1n·ev!:'n (·iynrnml1:e il cursore aHa divisione conispondente alh1 dista,nza ori.~zon./;ffle del segno, q uiudi si di1·ige a, qnesto il 1·egolo; il filo a piombo incontl'a, il ce1'c·.hio in dne pnn ti , e ]e grachrnzioni scritte in corrispon(lenr,a. di detti 1111111"i s0110 gli angoli di partcnila, ehe, aggiunti a,ll'angolo di sito del bersaglio , da1rno gli angoli cli proiezione clelJc due traiettor·ic ehe passano pel' il be1'saglio stesso. Se il filo a, piombo non in eontra il ec1·chio, il bcrsrtglio ò fuori tiro, per la bocca da fnol".o inipiegata (1).

(1) La dimostrazion e .(lello .~trumento è ba!lat a sul la segnP.nle propl'iPti,. cle l!a traiettoria parnl1olil'a: 1:t verticule pussante per il segno determina sulla

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1600 -1700

Le t eorie del Ga lilei e le applicazioui ùel 'l'onicelli e del Cassini vem1ero molto dogiate ed esaltate dagli scienziati, aucJ1c a ll'estero . e speda ì 1nen le in P r a nda dal P a tire Mer senne (che i11l-i-oduss(~ il te1·rnirn~ « balh;t ica )) e <lal Hloudel, ma, non f tu·o · HO 1H:coltc l'Oli favo1·e <.lai p1·aUci hornh1udieri dell' epoca, elle for se 11011 enwo in g1·ado tl i cornpreuclerle (]a loro scarsa prepa.1wdone sc:ieJL(ifi(:a, è dimosh·nta anel1e cl:11 fa tto che, n ei t1·a.ttati, :-:i spcrn10110 t alora molti• <:a1· te pc1· illustrm·e regole elementari di a 1·itmctie::i e di gconw trii1). JJ :,;:a,nli 11011 ne fa alcuna menzione, e così g;Ji àJt.ri : 801 (:mi to 11cl :Mo1·ctti si t1·oya,, pe r il tiro coi m01•t:1i, l' appli <:azione pratica delle tabelle delle arnplitndini di

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Ualileo, allo t-CO!JO lli <lc<lune dalia gitLaila, uUcuula t;OH utt <.Lato a,ngol o <li J_Jroiezio11e, l ' augoJo di pl'oieziouc 11e<.;c::;:-.;a rio J)CJ" ol teucre una gittata data, e pel' u::;olverc il pl'oulerna h1vcrno . Cm,ì pe1· tuUo quesLo secolo, e anche per buo11a parte tfol successivo, iu Ha.lia e all' esLcro, l'esecu:,;ionc pratica, ud tfr1J si svolgeva. eo11 lo norme ernpiricl1e del Uim1ueccnto. Il Liro ùei ca.n no11 i e ùelle coluh1·i.J:1e si faceva. 01·dinar·iame11te sc•mpi-e ud limiti del ramo s upposto re-Uili11eo della traiettoria : snl :-.;ig1li1icato di<( 1niHto ù1, bùwoo )) i pareri ::;ono ùisco1·di, tanto che il ~ardi eita ben quatt1·0 divel'se intc~rvretazioni di t.:1lc espressione. Ne lla e!-.ecuziouc pni..tica, del fuoco si introduce il tfro di. l1J'iu0Ta, oi;:;sirt c:011 direzione obliqua., rispetto alla cor·Um1 del fr011tc b:1sLioualo, allo scopo di colpire i fia n chi del ba s tione, pro letti dagli orec<:hioni, e i I 'li1'o di 1·hnb<il.zo (à ricoohet), (intJ·ouotto, p:u·e, da.L Vaubn,n) mcdiaute il quale s.i cercava. di bat1<m~ tl'ildilata j frun ti dflllc l'orliticazioHi col U rn a trnidl.orfa più ha.i:;sa colla. quale fo::;se a11cora p o:,,i:;ihiJe supera,re il parapet.lo <Jcl fiaJJCO dcHa f1·011 te ha ttuta, : in la l modo la, pa,lJa, 1·ot o] Hml o e rimlJalz:wdo lungo fa fronte stns:-.a,, vi pronn·ava i mns:-;imi dan n i. Diversi autori, i11olti-e, raccomandano, per olt.P11ere rnag·g iore effic<1da, nella distruzione del mm•o dell e opc~re, fo saln_: <li lJatterin <li pa.recehi pez,r,i, chianrnl<>. col nome di « fuoco a <·nmerat;a )). L e armi porlnUli. -- Pm• quanto riguarda Jc armi portatili, il Ci.11qner e 11 to ed i l Scice11to <:i J'<icano l 'i nvenzione e la diffusione <ìi irnpoi-1 ,rniisi;;imi perl'ezio11amct1ti , 110n tanto nel ~ampo balistko, quanto lle l campo p1·a.tico clel s<~rvhio in guerra,: pel'fezionamcnti a c:ni, ~enza alcnn dnbbio, F<i deve l a, completa tra,8formn'l.io11c <kll'm·ma menl'o <: 1lelle ordinanze della fante1·ia, della c:t,rn.Jlel'ia e ()Hindi della tatt ica di t.ntte le Armi. Tali innova7.ioJJi ROHO l'ado'l.iouc clella. r-noLa, dell 'ar chibngio e clf!ll'a.ccim·ino a pi<, ti·a foc•a,i n, i11 1111 primo tempo, e\ poi l'adozione della baio· netta. Il i;:m·pcntino o dn-1.ghctto, <L suo tcm110. era apparso un grandissimo pe1·fr;,,ionnrncnto, in s0Rtit 11'l.ion e delfa mice.i,1 a, ma110, per <'far ftw<'o nlln <:avita degli archih11gi, peechi'.> pc1·melfova qnesta -

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. -~ , 1600 · 1700

o_pen1:zio11e senza ùisturhare i.I pm1tame11Lo . .òia, esso 1n·ese11ta,va <:liv:e1·si i11co11ve11ie11ti: la necessitù di ùove1· 1J1·eventivamente aC·· cell'de're la mici;ia, e di regolarne volta per volta, la, lunghezza sul serpentino pe,1.'chè andasse esattame1ùe a, corrispondere a,l bacinetto o scodellino in cui era stata, disposta lai polvere di innescamento; la visiuilità di notte; la sensibilità all'umiditù, e<l alla, pioggia· che inutilizzavano le miccie, ecc. 'l'ali inconvcnicuLi era,110, ·alweuo in pa,r te, eliminati dai due meccanismi che comparvero al principio del secolo XVI, e che, pur essendo aucora piuttosto sensibili all'umidità, induRS(~ro ad aumeulare notevolu1<.mte ht proporzion<~ degli archibugieri e moschettieri nelle formazioni ci'iste · e permisero di arma1·e cou anni da. fuoco la cavallc1·ia. J~fdi:fticile pel'ò, anche sulla, scorta di nuniero1si flocmnenti citati., l'ipròdotti e conune11Lati da.Il' Angelueci, seguire con eert'ezza l e Lhtccie dell'origine e della diffnsi011 e delle inuovazioni di La11La, imt~o1·ta11za, 'cioè della (< ruotu, rt) a1·ch:ilnifJ io >> e de!l' ,<accinrino a, fucile o a pù;t1ra fucaici )) ; e ciò pel' il dubbio, che 1·in1;,we pur sèmJ):l'e ·a <:hi voglia giudica:re con asRoluta e forse ·esagerata, oM<·t·f·ivHù, s,il va lor<~ da atJ.1·ibuirsi a cel't<! cspr<'ssioni che, nello RiXI<~ p1·olisso ed involuto e 11clla lingua a,ncor·a imperfetta e poco precisa dPi ilo<·,1111H·1d i IPg,Lli clell'epoca, 1w11 riescono :1 l'ar capir bei ,i• ,-.:<· si I ni LI i di dPnom i 11azi ìrn i di.vers<~ di uno stesso oggetto, 01'\jm1·c :s<~ i 11d_i<:!1 i 110 (\ffd Li varne11 tc oggetti diversi. 1 ' (.'':l':i·ovpo l1111g·<) (' , d<·I t·(•sl o, 1'110,·i .l uogo sm·chbt~ ,·iprodurTe qui i citati <lOCtllll('llii: ,·ilP VN('IIIO j><'l'IÌ itl(:1111(' 11:th! ('(l <'S]Wessioni che Si sernht·auo RfH\! ',Ìaln1e11l1· sig·11 ifi1·afi1·p: '' ' , IGl:3 (Ferrara) - DiviPlo di po1·l:1,1·<~ <li 11otte << sc.l,iopdj JJ. · 1522· (icl) - Divieto corne soprn,, 1w1· 11:1,lesf1·<'. « s1:01wHi da. fiìogo.n 1 e con richiamo n << gTiil1· 11 p1·1·1·(·d1·11I i pm· fJHello che ri gniu·da « qnPlli da, JH·e<.la e <ln. 1'11og·o 1111wl on. 1547 ('l'oRcan:t) - Divieto <~e<:. JH\1· << :1.JT.l1ill11si. da ruota, <l:1· l'nc.ile, o Yf!l'O da pietra, o da aeeiai11olo, ,, da <:onla )>. l5(W (Roma,) - Si citano n.nco1·.1, gli ard1ibngi a corda come armamento delle ol'dinanze <kl In 111 i lhi e 11aziormli rn~g!-i Stati della Chiesa. li'i7:i (l>ueato di Savoja) - Gli A1'cliibngieri della Gnar·,lia di Emanuele PiliberLo erano a.r rnati con (( archibugi et foeili '>) f.uiniti dalJ'arrnaiolo Simone Ilohel'to: <.fa nna descrizione che ne

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1/t,;VOLlì¼IU.'\E

Dl•:J;J.J.,;, Alt.\ll , 1'0 1:'l'A'l'ILl

fa G. A. Corn::wo iu un manoscritto conservalo alla lJiùlioteca Ambrosia.rn.1,, si capis <.:,e. benissimo trattarsi del fucile e non della. mota.. D a detto manoscritto risulta che a quei tempi una ruota « belli ssimà alla. fiam.LUÌ11ga,. )> costava « vent i cinque scudi ». 1:-.;7;-; (Hegno di ..Na.poli) - l>ivìeto p er cc ~Lrrni da foco a fo <:ile ». 1:->K:--: (l>11<.:,c:1,to di Mila uo) . Divieto eec . p er << archibusi da tnota o ùa. a zzalino senzf1 1·uota ». l(i04 (~in t.i della C h icsa.) - Gli archiJJng-ieri a ca \'all o delle 11 1i Ii:r.ie va.pali en1,no armati di << archilrngi t L ruota, da 1101·ta1·1~ èlll' a,r cione >> • .Nel HiD4 il Oavit:mo Michelange lo Mairn~nti p ubblica un a cletl.:.1.gliati:,;sima istrn¼ione per la Fauterin., in c ui si parla, uni(;.'f,mc11 te clel <e rnoscl1etLo J) con la, << rnicchh1, >>, e muni t o di b~1io11ett.:L. lJ J,e Hloncl riferiFwe che « fos 1no·1.i sq 1.w f;8 n.' 011/; { t { to!.nl01ne11t s11717n·inu: & da,ns les t•r onpos qne vr:rs l'wn 1703-1704, lorsrni-'011, ola, les piques à l ·' fnfunl eric )). · .Si lia. .poi nncorn, una istnrnioue pe1· ] a Fa.nter i n. del G tan(ln c-,1to d i Toseana d<-il 1707, in r.ui si parla nn icamente cli ruo schetto a mil:cia. Da qnnnto so pra, (~ c:-; pos!{l r r<>di.:truo di potei· cleuune pa1·cc-. c·l1i,~ r·ivcostan zc. Prima di I. otto , and1e ammet t endo, col Mori tz i\l.ay<!r, c he la i·uota d ' ar<.:,h ilrngio sia sta.ta inventata a Norim he1·ga. rn~l 1!>1"7. è <.:,eJ"to <:l1e i l fudJ c~ ebbe origine, se non contempon1uen,meute, <:erto 11 011 molto tcrnpo dopo iu Italia, dove la voce << focile )) ova vi va, a lmeno lìu dni tempi <li T>a.nLe. In seco ndo luog-n ril evi;;;,m o che, nel 1:<ecolo XVJ t~ pe ,· L11 Llo ii XVll, e a,nr.l1e al p tiu d pio del XVIIT, il F-erpen t.ino, la ruota cd il fneilc f:urono m,nti. p1·orn.isr.11 a mcn tc, rise1·vando pe1·ù l e armi a 1·uota, e a. fucile a lla. .r.ava llcria e a l k! trnppe ~c·eHe; in i-eguito il serpentino a ndò seompn,rendo, ma, lo troviamo rn,lvoltn, accoppiato al fucile nella stessa arma (a,r mi a. dne Cuochi). Alla fine, tra la r uota e il fucile, qnest'oJtimo ebbe i1 sopravvento a.cansa, della sua ma,ggiol'c sem plicità, r11stiche1,1,a, pron te7,7,a, di impiego e minm· costo. L'altro elemento di hnporta,11 ziL deci siva dell 'a.rmamen1'o delln, fa ntel'ia, l'a dozione della ba.ioneUa, che p ermetteva di tra sforma.re istan ta,n ea.rnentP. l'arm a, rfa fuoco in arma d'a,sta, con -

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rnoo -1100 <lussc, con l'1·li111il1azio11e dei picchieri, alla omogeneità, ùcll'arJil11nw11 Lo e qui.udi alhL sern pli1icazion e d elle 01·di nanz<~ e delle manov1·e, della fa n teri,L. Il p1·ogr<~sso realiir,ir,a,to col primo tipo di baionetta - che a.veva il manieo pieno, da introd ursi nella <:nm1a del fucil e, e quimli inq>ediva di far fuoco colla ha.iouetta innasta.La - si c:omp.letò a.Ila fine llel Sel:olo con la bai011etta a manico vuoto d a i11vcstirsi alla, canna,, trovato che si attril.rni sce nl \'auban. ('0111i11dauo a nche a <liffoJJùcr·si i11 que:, to secolo le « oara,ùine )> (altra voce di 01·.i gine osc,unL), co lla ca.nrn1 sokata da righe r,;ecornlo ]e geucrn,lriei , od anche ad <~lica. J,a p 1·ima notizia di armi. di tal gc11crc 1·ii,;;-1.l<~ al .14711: qnes ta ùa ta si trova in m1 inventnrio della r oc:<·a di Uum:t.,111,1 , (scopei·to e p11uhlicnto daJl' A ngt>l ucci) in c:ni :-:i euu111ern: cc seopu.lct:ns 11,11/1,1,8 ferri facto a li1,1nayn ». U n eeiino 1·1,;plidl.o i:;11110 s copo a c ui si mfrav~JJ c:on In J'igal.u1·a clelle ca1111c ce lo dù, il T:mwa (J fi9S) : « Et uo11 per aH1·a 1·a~.ùone gli ,wchibnsi rig:tti sono stimati di maggior pOl'to, l'i<~ 110 perch è Ja, pa,Ua dcuLro vi si rrmndi molto forza.ta,nw11 f;e (,l eolp i cli martell o s ulla hacehetta) , in guisa l)he compiendo tutte k righe 11011 Jasda, pa,rte alcuna alla respirazione)) . Quindi sollanl.o 1111 anmellto di potc117,a per mig liore utilizzazione della <:a 1·ita in i:::egnito :il for:;,;a1111~nto , e 110n a ume111·0 di precisione in l'-rgnito al movirnPnto di rotazione. Qncia;te armi non ebbero però ma i u na. la rga, diffusione ; ne fnrono a.rmati soHanto <]<~i corpi spcr.iali, e non si pnò clh~e dw ah hia 110 nvnto qunlche influcn:,,a Frnll'a,r te bellica d el tempo . Enmnei-ere mo i v:wi tipi ili nrma. da, fno<:o che in <pwsti ·<lm• r-;peoli si va.mio F-viJuppanclo : il moi:::chetto, ap parso nll'epoea di Carlo V, :mna più pesai1t<~ <legli or<lirnwi :1 rchib11gi (kg. 7,:i) , rlie p er lo sparo clov<iva essere appogµ;ia.to ad 1111a Jungn forrì nn o forcell:1 piaHlat.n a tena (~weva c:,;1,libro di circa 18-20 millimc~tri, g-Hlaht uLilc inferiore ai 100 rnet1·i e celerità di tiro di 1111 colpo ogn i cinqoc mini1ti); la, terzeUa, il te1·za,rnolo, il p ii:::tone o pisto l011c, t11Uf' nrrni corfo tra l'Jirchibug io e la piRtola.. la qnalc nltima a,nche a utori fra,nccsi ammettono dw i-; i:i llata in Halia.. T::i,li armi era.no di varie aimern.-ioni, n,tte spec ial m ente all'armnmcnto ilella cavalleria, cd a <Jllesto scopo in molti

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L .\ C.\ HT UCCIA DJ<:l F U UL!

ca:si il (;aleio era riJ..>icga l1i le, e I'ui-mn p1·e11tleva allm·a l'aggettivo di << seavezza )) . Per tutto il U ì1HJIHjet~ll l·o e d arn.:he rnoHo iu avanti nel Seicento , le ca1·idH\ ,~i-.1110 1.n.1;:-.;pol'laJc in bossoli di legno o di c uoio, dw il soldato porl. ..Lva appesi alla bandoliera, e le palle in una borsa di pelle. Maggior- comodità e celerità di servizio si otteune {;OlJa adoz;io1l(~ della, c,Lrtuccia, che riuniva in un solo eleuiento la ca dea e I.i p.t Ila : la, c ..u ·tuccia Ri strappava coi denti, per poter V( ~1·s;i 1·c Ja c;i,i-ita nella, canna; ll:L cai·ta della cartuccia serviva. eo nie ktoppaccio. 1:'<~rò in qualche Stato , come 11el Grandu cato di Toscn.1ia, ancora nel 1707 era in n:so, sia per In cadca d1c per .la p,1,lla, lo stoppaccio fatto di v olta in volta con h01·1·:1,, che il :-;oltlato portava, a.vvolh1 sul cappello. l'oi si introdusse l'uso delle giberne, 1wr il traRporto delle 1111111izio11i.

E' anche da rammenta.re che di questi tc:mpi ci restano uunwrosi es1•mplari di ingcgnm,issimi te11 faLivi di armi a 1·et1·0 l·aJ"ica ed a11dw a ripelixione. U n :c:istPrna, sinlil<! al]fl, ripPtizione, ed ahbastauza diffuso, era quello di i11t.T odnrre più <:a,riclw. u11a sopl'a l'altra, nella i;;teF-:sa. canna, la qnnle era, nrnuita di al trettanti foco1d ed aeci:wini, o <li 1111 1mieo ncciarino, clw Ri faeeva sr:or-r1•re l nngo la, emrna. 0

17. progressi nel campo tattico. 1:~ impo1·h1nfc 11otare l '. 0111e, dalla met:ì. tic! secolo, si fo:.-: sero mn1lifestnti 1rnovi rn n h1,rnP11ti rn <li(:ah lle ll 'al't~ de!Ja guerra e nell'in1pi<~go dell'artiglieria. A bhi:111w rilevato , fin dal prin10 pnntgrafo, come il fuoco acq nj sti r-:ern p1·c maggìo1· po(e11za e gli ordini vadano assotti · gliandosi. Xa :-:sa11 e ~)ra11ge - detti da.l ì\InrR<~lli i primi « neo romani )) - hamio riafforrnati praticamente i coucetti di stl'a t1-,g'in. <: <li 1nHita c he, JH~r opera di 'l'uremia e di Montecuc Cùli, si s\"iluppano s( npendame11 te : l'eF-:ernpio di Gustavo Adolfo, 1w1· ciò d1e concerne il ripl'istìno •'lelle mobili ar tiglierie ,la c:1mpo, è seguito ora su vasta scafa.

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lGOO - 1700

. \ "ediarno dislintnmtmte le artigliel"ic <l ' a s sedio e qnelle da c.;a111po, nel loro modo ùi comporlan,i ue ll' azio11e. 111>c1·fezio11 c1me11Lo ddl e al'ligliel'i e d 'i.~ssedio ha dele nuina t o 111.udilieaziolli md itali 11d sistema di forti li cazioni (a 11che qui il faruos o Va o!Jan 11ou ha, fat t o che otilizza,1·c e va,l orizzare, con im 1ega!Jile abilità, i J_.)l'Ì.ll cipi i p1·ecede11tf\me11tc posti da iugcgnèri e archit<~tti milila1·i itnliaui). 11 pregio p rin ci pale delle fortiti <:a ziolli, fuio a quest' epoc ,L, sta va 11ell'a l t ezza, me11ti·e 01·a ve11 go110 aff011datl~ de11t1·0 ··i fo:,;i-;al.i, e ·1e dttà si cfreo11 <lm10 di li11ee c·o11ti11 uc. 'l'al c rnutameulo d e termiu a a snn, volta 11 uovi. <:l'iteri

pei- ci ò cLe c u1H:er1w l °..11H.lallle11to d elle g ucn e d ' a ssedi o, e r el aLive consf\gueuze nella distrihnzioue ti.e lle a1·tig.l ierie . l\Ie11t 1·e 1n·ima l' escn :,.i lo in<:nri <:nto del.L' i11 v1:~ti111<~11 t o di 1111a, piazza t!1·a 1111ì. co, 01·,t i-;i fa d uplin ! : qn e llo d ' ,,s~célio propri,nuen te <fott o si r hiu<fo nè lla li11ca e dii-ig-e la, s ua ::o d onf\ contro la pim~za., 111 t•11tn~ l'alLr·o tien e la cu,mpagua , p1·oteggcndo il pl' im o ton tro p ossihl! i isoccu n ,i 11c111 i1:i d:c!l 'cs(l'n10 (alJllia m o vi:sto, n e i p.1l'agn1,f o 1i, il

cnso ti pfro di'] l' eser'('i t t> r1·n n <·<·~e <l e i 1>' 11 a1·<:01n·t ehc, per un falo, <lon~ rn la 1wi:1 1·t\ i suoi nf hH:dli <:0 111-i-o In d U.ù ù.i Tori no e p er l'alt l'O dif'c 111l er si verso Je colli11c di C hi<>l'i co n tro l e 1-opn1.g g itmf"t! truppe 1k i L (·g.t1 1(•1,). N ,· d(•J·i vn la 11<·1:1~s~it:'t i li av<'1·c dnc ,liYè rse a r tig lieri<·, ,Hln t h it,· ni d 1w diw~1·si l'kt\J·<:iti (•d alle · 1·cla tiv1~ f un:,,,ioni <· s<:opi: nhhiamo t ioè, nn <:lw dur,ui! c gli a R1-1~di , nn p.i1·co d ' a.ss,~d.i o rn·o1wia 111cntc d1~tto <~ uu p ,w f'. o ,ln. cnmpag1m . Jn gt'llf'· 1·11 lc l':itt:i r c·o ,lellc gr,Lndi pi :1u,c forti e l' a,t·111a11w11 to <l <~llc li11Prè per du:oùda1·le i 11c.0111i11l'ia110 n 1·ic hit, d c r c 1111 'artigl foria 1110Jlo 11 llrrt(~l'O:-;i . L ':w1i glil'1·i:1 <ln r:1 mpag11:1 t\ sf·a t;i. (voppo fl. ]uug-o (rascn r a ta t i 11011 p11 ù 1·ip 1·1i111lf're <li col po i l post.o e l' impo1·tm1 i iL cli c pure .d i <!venti. bellici le v(•ngono mnn mano riconoscend o. Tn qrn~:- io pe1·iodo f!SRa vive, per <'ORÌ di1·(', ~11i m a r gini cli qnelln. <.l ' a s ~('(lio . (·i oP- <~ organizzata con le riso1·sc lnRci::ite cl::i, qne \ lt~; 11 e d e1·iYn. 1\virle1dPmentc, confnRiorn~ f\ d chol,~zza. Si d c t.e rmin n 1mn 11etl a rlii:;ti m~i 011p fra al'fig-li ('l'ia d a pal'C·o e ni·tiglieria da tru ppa. 1/ n:,r, ionc 1'1i. fnoco cli fn <'.ilcrin nPlle ba,tf.a~lic ò rlivenul·n ;1 s f.:HÌ più infoni-n. Il m o:-;chetto a miec ia lm p1·cRo il Ropravvc11lo s ulfa picca : 01·mni i rn osehc1(ic1·i fol'ln :rno i dn e foi-zi d el b attn r~l i on <' e sono disposti .a lle clne a li dei picchie l'i, ch e c0 Rti t ni s (·o 11 0 ~

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l'altro le1·,,;o; l,e11 p1·L·sl.o 1111 nll 1·0 colpo mortale sn!rà, dalo alla pii:<.·,t dalla baio11eLta, 11s,d.,1, dagli l--p;i.g11oli 11elln primn mehì. del secolo, ma, dill'11s:1 sol;1111e 11(<\ trnl finfre del Seicento. La rnoltiplitazio11t) dell<~ a,rnd da fuoco <letcnnina 11rn1 dimiuu,,;io11<· 111·11:1 prn 1'011dìL'L d<·II<: fol'mnzioui: dov(~ si avevano sei, olJo <·d ,11 wll<' di< ·1·i l'iglle di soldati, ora le righe sono ridott<> g<·11<·1·al111<·1il<· ;1, ( r·<>, 1111:111,r·c si lastiano grnudi intervalli, n on solo f1·a 1111;1, li11<!: I, <~ l'allra, ma anche 1wlJa linea stessa, per offrir ·<! il 111i1ii1110 h<i1·s,1g·lio possibile a.lle ftrtiglierie, le qua.li a loro \ ol In devono difendersi cout1-o la maggior potenza, di fnor·o (' rapidil:'1 <li !il'o d<·i 111oschettieri. :\1'al111·al111e11f·.e le linee, così i:,pazia.te, hanno minor consisle nz,1; q11i11di, quando principia l'azione, sia, di attacco sht di difesn,, <·ss<~ si 1·11sL1-i11gono_ Anche cosi rimangono pur sempre poco co111p.1.LL<i <!d olTrouo a.11' Artiglieria nn bersaglio molto Psteso e prH'o p1-ol'ornlo; 1ie deriva la nccesrsità, di pczr-i molto più 1nnne1·0;.;i, :1,1wli<· s( \ cli minor· r'.alih1·0, poichè non occorre onnai molta fona di pe11drazione. l'm· di più , le lince f.:l)fl.ziate essendo più dchoU, l'Artiglieria dev<· appoggiai·le <lapp(~1·tt1 Uo : qnindi opporluni tù di non conCPn tr,n·e i pezzi in pocl1e batterie come si faceva prima, bensì di distribuirli su tntto il fronte: insomma, il principio dell'Artiglieria reggimentale si diffonde grandemente, fino al più pericoloso abuso_ :Nei g·iù citati cc .1.foris1ni » il Montecnccoli scrive: « Sia la nostm, artiglieria della proponione moderna tanto nel genere dei cannoni, che deHe colubrine, tanto da cnmpagna. c he da ba.tterift. F,lla è più maneggevole, e qui consiste il noRtro vnn taggio sopra qnella clrl Tm·eo, Pd (~ più <·flicace, e I 'uniformità dei calibri fa ancora, che gli artiglieri non iscarnbino, ll<" si confondano nel dar di piglio alle palle g'inste alla bocca del pezzo. Sia l'Artiglieria ordinaria, di cento pezzetti da, tre libbre , sei falconi da sei, sei quarti da dodici, quattro mPzzi can· noni da ventiquattro, clne mortai da cento e sei petrieri. Si Lra· la.scia,no i cannoni interi, poichè due mcz,,;i fanno lo stesso che un intero , e imbaraz,:,;ano meno. Sia oltre ciò la st.raordinaria_ volendosi formar ()Ua.lche a.ssellio, di quattro qnnrti di cannone, di !,mi mezzi, e di quattro mortai. Vuol si aver b11011 numero di -,- 925 -


1600 - 1700

artiglieria in ragguaglio di quella del nirnico, per poter s<~rnpre chiudere e fortificar con essa, sia nw.1·ciando, che alloggiando, o combattendo, ì la,Li dell'esercito. l Turchi e i loro cavalli sopratutto adombrano e tc~mouo il fuoco, onde in simili offese c:011siste principalmenle il nostro vantaggio. Serve grandemente il u:t,m1011e alla, difesa, delle lince d ' un campo fortifkalo; perchè, non venendosi. così toslo alle malli e alla mischia, come iu una l,nttagli~1 che in campagna rasa si d,}, l' Artig1i<~r·ia ha molto più spa7.io di replicare sovcH le i suoj tiri >>. Naturalmente, come dice il Cor-si iw!Ja sua Storia M'ilitarr:, ulla pa,l'te degli irn,egnamenti del :Montecuceoli (< (~ ormai <:O H;t morta)), da 1·iconlarsi solo per ragione storica. Ma, spoglia di ciò dw (~ fo1·ma,l e ,~ cnd1H·o, << la do tl ri1i:L del gr·,rn tk condottiero l'('sh viva e snh1i1ne in ogui Lelllpo, c ome quella. cfol ì\lacdii,t Ydìi )). Ciò che, per noi, ha, importnrnm essenziitlc <.' che, C'.ol ~1,1•pl0 XVTT, le ah11i tla l'noco, d,ì, ausiliarie. sono divemite princip:!li. ~c1·ive il Hentivoglio : << 1 capi magg;iori che hanno il rnarn '.!,';;io <kll,· a,1·m i sono il rnnestro cli (·mnpo gmierale, il g,~rwrn,le della caniJleria e il gnwrale dell\u·liglieria >). -\rieola, ,Nla1·splli, rn~na mirnhile opp1·:1, /,n .rruerra, e ln sua, storia,, pone i11 rilievo l ' intlnen:r.a gT:rndisr-;ima- di cpwsto fatto cavitale: che le artiglierie, <lirninnit-e cli numero, sono a,umP11tate « di leggerezr.a, mobilitù e orcline, facenclo:-;i evidPnte la separ-azionc fra quelle d'm,Redio e q11e.l1e da campo l). Riassumenclo. i pr-oi.?,T<~RRÌ tecnici delle arhg·li<-'rie del X VI r secolo, dai qnali nat.urnlmente derivarono quelli org·aniei e tnttici, appartengono agli Italia1Ji per quanto rig1ianla la bontà e l'ar,r,nrntrzza r,ostrnttivtì,, nrn t,oprat11tto per i sistemi ,U pn11tauw111o e per- aver tr-acciato i primi clementi del Liro ; nppa1·ten· gono, in parte, a.g·li strnni<·ri 1w1· qna.nto si riferisce ai pezzi, agli affuRti ed allP mnnizioni. Non occorre sottoJi neare .l'impor· · tmrna di tale fatto che dimostra come l'elerne11to scientifìro, dP i:Hrninato clalla pnssìone per ì 'Arma di Artiglieria, nonostante k vicissitudini italia.iie abhia, f:worito larghissimarnente j s111·.cPssivi sviluppi, mentre i perfeziona.menti meccanici, nbbiclen do alle necessitù, che venivano rivelandosi di volta in voltn, sr· -

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pm·metteva110 1111 pi 1'1 1·;1 r.i o 1,aie impiego delle a1·tiglierie, riproducevauo di sel:olo i 11 :-:eco lo dcplOl'evoli coufusioni, inducendo però in 11110vi onli11a111enLi c he segnavano nuovi p1·ogressi n e l campo costrnUivo delle artiglierie. Tuttavia in Italia., e sopra,t uUo 11eJ l'ie111011tc , 1w1·cosso da.lle guerre, i provvedimenti orga· 111 ci, 1le Llal i d.1ll'csperic11za, LlaHe necessità dell'ora, e dalla. i11tdlig1!1lic '. rnloHI ;\ dei Savoja,, presentauo grande rilievo. I bom[);11"diP1·i so11u ,1ss;ti accres<:i u ti di numero e possono dirsi milita1·iz:,,,.1 I i, vc•11go110 stabiliti regolarmente nei presidi e nelle piazze, 1·i I'" l'I il i i II compagnie cli rette da Capitani, ed assorbono anche i I s(• 1·r i zio tlel le rni11e e dPI p erso11ah~ addetto, che passa alle di111•111 IP11z11 d11H' Artigli<~ria. 11 riordinamento elci Coma,n òi e le disposizioni al'.Ce11uate, con l'appoggio di documenti, in questo Capitolo, tlirnostl·irno t.OllH\ così <1a1l'a.lto c:omc~ 11el basso, l'Ar111.1 di Artiglieria in ltnlia, per (JUanto conl'.erne le riforme orga11idw, SJH~Rso prececle i magg-iori Stati d'Europa e , in ogni modo, t'· p1·ontisi::;ima ari nc'.cogliPre tutte le innovazioni che Fi Riano di Hl osi rate logiche e vantaggiose. Hosti tiiif i gli csp<'wti con ingegneri rnilita,ri, meglio pr(•c:i sal e I(! attribuzioni e le funzioni d1~gli organi di Coma!ldo. di f,w iplinata la falihrieaziolle d1~ile polveri e ]a costruzione delle :inni, ehe nel nostro Pnese si rilevano 1wr l'nccurntez;za deg·li P~Prnplari gef lati non s0Jame11te in Venezia ma in moltissime nl tre città, il con trilmto d n. noi offerto ai progressi dell' A1·rn a (, 11otevolii:;simo e gh1stamente si nc'.compagna, 1iaturnlmente a gnrndc distam::a, ai lampi cli genio d1e la mente di Galileo Col gorù s11l mondo. (;onclnclcnclo. si può dfre che l'Arma 8i è possentemente imposta nel cornhnttinumto, con nnn tnnzione decisamente emerg<~ntc, accanto a lle aH1·e Armi: e le oscillazioni di qncsto e del snccei,;Rivo Recolo 11el suo impiego non posl"lono consiclel'a.l'si altrimenti chr 1a ricercn cli nna poshione di equilibl'io. capace di assicm·a,re, e di nrnntener<~ aH' Arrnn (J m~l posto di importanza fonrlmmrntale che ormai ]e spetta di diritto.

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J' r·<i111c:-;:-m: 01-jg-ini, cina t teri. <~ fi nalità ,(ll~ll'ONt·n 'J ' I' ; :

J II t.r·<>(l 11 ;,;ionc : che -eo:,;'è l' .A1·tig-lieria, ,,,,.. <':i.pi tolo

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I. Dalle orjg ini a.11' iuVcnzionc della polvei·i~ j •;

J . La nascita di u n'idea - U;n pass.o decisivo nel cammino d ella ci\"illìt - !\facchine (la urto e da getto · Carri d 'assalto, nrieti e te:-:Ludlni , Scopi ddle macchine - Le f•mti · sto'richc - Vitruviò e·,·,.:: Vegezio • Dnlle <<anni )) Ì1lle « 111acr-lÙ11è ·,) da getto

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2. Scorpione, balista e catapnlta - Da Ciro . ai Greci· La seconda batt aglia di M:rntinea - Roma si impaclmnisce della nuova arma I,e- g uerre ))Ullldu~ - La mor te èli° Archimede « il primo grande' a~!·igliere 1lel la Stori:l )) .

38

:-: . Le tn• ta ppe 1ldl' im1liego delle m acchiue: dall a difesa d egli ac(·11111pn 111enl.i, nlla g 11 er1:a di posizione, alla grte1·rà '(li moviménto 1Ce,;:11·e 11\•llc <':allie e Hlc'll.e gu ene civili -· Cres ce nte ,svilupvo· ne, ,..01.l:1 l isl i<:o sotto l'Impero

49

,1 o,·<1i11:11111111lo 1lcll' Ar-tiglieria iti1pcr h1le alla tinc d el 1v, secolo d. iO. . , J•: h ?Y:il'o rapporto fnt 11 numero fl ellè macchft1e : .cd i ·legionai-i "• · r.1111i:111dn11 t i. 1·01111Jattcnli , tec u!l-i · Le Illncchine· 11111ln11w1 1lo ncll'::nte del co ,ubattcre

determinano -un

ii. D1•1;-1·11(•1·azione dr?ll 'Impcro · Abu~o· de lle 111a<.:ehiue - La l.ni~'olgente·

av:111zala thii Ilarh,u·i, ralle ntata d ,i lle · artiglierie ronian~ " Stilieone co 11l,ro i Goti cl' Ahlrico - L'ingegno e lo s pil'ito d 'iìivcnzione . -

!)2!) · -

55


INDICl'J rn,;i, I'Rll\10 VOLU111E

I'a.r/. e d"organizzn:done con tro la schiaccinnte superiorità ùel numero - 11 .fascino di Roma Oit> che crolla e ciò che non può morire .

59

O. Stasi e trrrnformazionc delle macchine llopo la caduta dell'Impero La trionfante marca barb:irka - La frantumazione del 11ot<~re statale - l<~eudalismo e Comuni - La lotta fra l'Impero e il l'npato e frt1 l'Impero e i Comuni - Le guerre intestine - Un fenomeno tli involuzipnc storica - Mncchine da getto m edioevali - La catapulta e la bale.-;trn - 11 petricrc e il 1n,111gano - La balista portai.ile e l'arehil:mgio ~ I primi tubi di lane.io e i proietti sferici - Con le Crociate le macchine riacquistano l':rntica 111obilit:à - Venezh1, Gcnùv:--1, PiRn

7. 11 .fuoco greco, « ritrovato diabolico )l I la 11ciafi:1rnJJ1P dell'antichità - Le i111°(1cazìoni di San Lui~i - Le miscele primitive e l'intervento rii un cleme11to nuovo : il salnitro

77

Ca,pitclo Il. 1300-1400 l. Vane ricerche e dibnl.titi sull'origine clella J!olvl~re nern - ln(liaui, cine,ri, nrnbi, greci - Il rnnrnu~> Schwarz;, Alberto Il Grarnle e il Doctor Mirabilis - L:1 scienza salvata dal Cristianc:;simo - L'ipotesi più 1wobi1bile - Gli <( eroi della sf'.ienza >> e i ricercatori oscur.i E nori vari di grandi storiografi - llli « strornbo'li )l e le « pignatte>) " Gli Itali:w\ furono i primi ad usare ad.ìglic:;rie da fmwo"?

SB

2. Pauorama storico e politico del Trecento - Si~norie, Pr!ncipnti, Repubbliche - Le milizie mercenarie - Influenza delle artigliP.rie sulla co11cent.r>1zione dei poteri staU1li - Notizie certe sull'impiego d i l>omharde e scoppietti al IH"im·ipio (lcl secolo XIV

94

3. Le artiglierie dei Savoia - I libri di conti rlell'epoca - Frate Marcello da Gassino e Ugonino da Chfltillot! - nocche cla fuoco all'assedio di Saluzzo e di. Ilnlangero

100

4. Particolnriti1 sulla t~:>rnparsa delle bocche cln fuoco a Genova I primi P.HP.lllJ)lari (1384-1397) - Orgrman1ento dP.llf~ a rtiglierie gP.novesi

104

5. I Visconti - La tont'roversa ·questione delle bombanle nJJ'assedio di Brescia - Bocche rla fuoco milanesi contro Bolognn nel 1360 Largo uso cli a1tiglieria sof.to Gi:111 Galcallzo, primo Duca tli Mil ano

109

G. Questiom! prdiminare sulla priorità <]elle arl.iglierie veneziane Gli assedi di Cividale e di Treviso - Le llombanle nelJa loU.r1 contr o Genova - La mori,(~ dell'Ammiraglio Doria

-

n:10 -


,I ILr I

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lXUICE rmr, PHI MO \"() 1,UM ,-:

l'art.

7. Documenti rip:11anl:111ti SJ)inganle bolognesi nel 1327, 31 e 32 - Du111baròe 11el l.~32-3-7 - Gli inve11tari 1lel Comune: "35 bombnnlc 11el 1381, 47 nel 1'184, s;; nel Hlll7 - I bombar<liec·i •li Alberico d:1 P.:irhi:rno - Albori rlelle bocche d a fuoco estensi

124

8. La « Provvi;;io11e >> florenl.i11a t.lell'll fcbbrn.io 1326 - I Bandi Iucc h f~;;i del l.341 - L 'n ffresco clcll' cr e mo cli L ecceto - L'assedio di Picti·a Il1111a - Le artigliec·ie sulle mura di Pisa n el 1369 - L'a ssedio dei N1:ntisi al Castello tli San Giusto

138

9. li pl'imo clocumenlo stùle 11.rliglie1ic pontifkie: l <IBS. - L e bomb,mh: sono not·n1:1lrne11te adoperate 11e lla ~ue rru di J{onrngna (l:l:iO) - Le t inquccento «bombarde>> t.li P c1·ugi>l - .àttiglieria perugina wn1m i;l' Tnglcsi - L e ·1,timc b ocche da fuoc,o i'11 Castel S. Angelo l nt('n;;ificalr.ionc degli ru·m::1111 e11ti sotto Gregorio X I - Le artiglie-

rie clei Comuni e del I'.ai-o ni

148

!

J O. Le prime ho('d1e <la fuof·o napoletane~ sot.to Rober to <l'Angiò - L e

ho111Lmrde flc lla Hegiua Gi ova1111:1. c;ontro Tt:•11no

157

lJ. SI udi cli t ecnici (·! rnlazir:oni di ;,;1.udiosi - Principi e Yt!seovi Scamhio cli uomini fra varie n!g ioni italiane - Alla metil ,1 ..1 sc<:olo XIV

le :1 rti~lieriè <l a f110(,'0 sono cl'uso p r es.~ochè gl!n er:ilc in tutta ltalia

11>!)

J2. Ba/\"iOnì moll.cplici elci r itardato impiego d c.ile bocche da fuoco n e llft g uerra c~uni,nle - L a testimoui ,111za tld Ouicciardini, e le due \"l..!l'i tit fondamentali ch e se n e possono c:l es11merc - L'opposizione morale e religiosa l'Utttro l 'Al"l.ig-liet·i:1, "iuv...11zio11t'! demon iaca» r :n·entesi di filosofi a d•~lla ~uerra - Cor si e ricor si storici

162

1:1. Gli Inglesi a C récy ecl un' affcnnalr.ionc infonrl11ta clcl Villan i - Carattcris1ir-Ì1e fondamentali tlella guerra. J1e l Trecento - Le nwr·chi.n e

rn~vrobalistidH·! continuano n sn~Histere accanto alle bocche da

rns

f U0\' 0

!.

H . Bolll b.trtlc e morlai - Cannoui e <-~)lubrine - Bizzarrie d ~ nomi e capric <'i di costruttori - Tl caratter e l<pe cialissimo del personale a d detto nllc 11.rt.ii;lieric - Alc·nui esemplari del l\iuseo d' Arti~lieria di '. for ilio

]70

1:i. C:1 rn tteri gc111ir ali d ell e ])rime armi da !uom - Piccoli e grossi calibri - .Avnnearca e reLrocarica - Bombarue f u se in un solo pezir,p e 001111,arclc scomponi.bili - V11ri tipi cli anni lla fuoco deJl';,11oca 1 1,r oidtili - La pol vere: clistinzione e ùosamento - Come s i caricava e rome ~i sparav a - l! affu stamento - Ceppi e cm,se - Gli « Orga Hi ll - I m a nt el letti

HG

-

931 -


IKDICE DEL l'IU.\10 ''OLUME

Pa_r;.

CapiLolo JTI. 1400-ltiOO 1. Periodo rii Lnrnsizio11e n ell'o1·ganizznzo111· clegli ese1·<;iti e nelrarte della guerra - 'l'rapm,w dalle ann i ncvrohalisticll~ alle bocche da .fuoco - 1ranteria teclesca e svizzera, e arcieri inglesi - Diverse caratteristidie d e llo ~viluppo politico dell' Italin e di quello di altri Paesi , e relativa influenz:1 sullo Rviluppo delle bocche da fuoco l I eont.ributo dell'Italia al perfezionamento clelle artiglierie nel Quattrocento - Lt~ gramli innovazioni tecniche - L'Artiglieria fnmcc~e e la sua organizznzio11t=

18!:i

2. Artiglieria d'assedio_ e nrtiglieria campa le in Italia - Le COllll)agnie di v entura e la loro. influeùza per ciò che riguarda le artiglierie - Cnlcoli e diffidenze - Ifartolomco Colleoni è il primo ca.pit ano cli ~'cntura dio intuisce la potenza dell'artiilieria campale e se ue ~erve - Altre affcrmazioui deli'Art:iglieri :L in Italia - Le artiglierie affu:;;tate e il va.ssarnhmte - Visi.oÌle sintetica dei perfezionamep.ti cl~ .fabbrieazipue

l!H

·3. L e artiglieriti piemo11tesi uella lotta intestina clei SaYoiR cont ro i\iardH Ri di. i\Tonfenato e i 1I:.lrchcsi di Snl11zZ0, e contro i Signori di Milano - L e llon1l.m.nle c]i .-\med('O VIII sul San Bertrnnlo

204

-4. · La « gm~rrn. cJel Finale>) segna l'inizio rli una nuova fase della storia clcll' Artiglieria ligure - Intlnenz:i della rlo n1i11a;r,io11e fntncese

208

G. La fi1w ilella d o111i.nazion e viscoutea. e. l"inizio della Sig;norin _,;forzesca a · .Milano - lfnrneesco Sforza nella ìot.ta cout1·0 Venezia · L'assedio di Pi a ce nia e le hnU:11glie di Casalmaggiore e di Caravaggki - T,<j Sforza conquista il D1u;alo di Milano - La uuo,·a guerra contro V<Jnczia - Le :urnate ducali nel 146:3 - Ilombal'lle mili.m esi a Genov~1 - Galeazzo M:1ria dà gnimle i1npulsp alla eostnlZione delle artiglierh!

210

0

6. Le artiglie rie ve ne te - Enrieo Franzose1 to da Brescia - Le bombarde cli mastro Alvi:;;e - 1,a Seuola d e i bombarclieri « corp01·,1zione d'art.eii - Il 1-ialliò .clelle armi ifa fuoco

239

1. Artiglierie .cst\!llSi - Un lillro « inventario rie 111rrni_tio11e ,, del H S3 L e bo1x'.he da fuo co cli ErcolP I uf'lla guerra contro Yenr~i;1 - :'.'rasce a · Ferrara AlfonsÌ) I

24J

8. Le lotte intcstlne i.n Bologna e l'uso rlelle n.rliglie1·ie - I D entiYoglio - · Le bocche da fuoco mntro i nernici cle l Cmnu ne - l ,•t classifica delle hornlmnle ne~li inventari - La continua lotta r·0ntro i Ponti:;fici - Il Piecinino a Bologna - DuPllo tli arlig-Jierìe fra la città e il forle Gallien1 - .J, e artiglierie cli Sigismondo i\f:l"latesta - La battaglia df'll:1 iWolinella

-'- !)32 -


t\v IXDICE DEL l'Rll\10 H>LU~II<]

i t I

Pag. !l. Le artiglierie toscane - L ':1,;s,•tlio di Vico Pis:1110 - .La g-uen·a ti·a F iorentini e Lueeh esi nel 1429 - Noi.ernie impiego di lio,·cl1e éla fuoeo nella g1wrra 11er la conquista di Pisa - Le artigli erie senesi - 11 prezioso contributo di S(~ienziati e teo1ici toscani :il ID s, il11pJ10 delle artiglierie 10. Le ar1iglieri<,> w~gli Stati Pontifici Cno dei periodi p1u lL'IIIJl('stosi della C hi1!~:1 - lfomani contro Nnpolet.ani - Le artiglieri<_, di Crn,tel S. Angelo coJJtro la città - AttiYitil di costrnzione arUgliercsca in Perugia, durante la guerra - t,e in1prese bellidw tli l1]11gp11io JV - :\{n~1ro Agosti110 fonditore, bombardiere e ai·cllitdlo Le ho111l1:-ll'rlc pontificie conlro l1':H10 - Inventari e diarì - Nt::isl1·" Gabri(~lli. rn:1~lTo Galasso, maRtro 8imone, Mariotto da Perug.ia 1) J :icopo d'Arezzo - C:·1lerina Sforza - L'artiglieri:1 11a11:1 le " ] f' :irl iglierie baronali Yei·so la fine del seeolo

:a-I

11. Le artig-lieric navo1eane - Sensibili progressi sotto il primo Ar:igo. 11ese - 11 primo nso 1lclle sping,1nlt• - Gli armamenti dei CasteJJi Guglielmo lo l\lon:irn - Ufficiali 1-!11 :irtif~ri, :ulibiti alla fusione delle artiglie 1·ic - Tm·e11tario (l<!lla hrwehe da fuoec, di Castelnuovo - L e a rtig-lieric rn111olPl.:1.11,• Yerso la fow (l1;l Sf!<'1.ilo

300

12. L:1 ,;pedizione di C:irlo Vlll in lhllia - L'nrligliel'ia frances e nella df~sc rizione di .Paolo Gim·io - Distribuzio1w e organizzazione Come e rwrd1è fu pos,;ibile la rapid,i c>1l,1ta dell'esercito invasore - L'Artiglieria: (luplice elemento di forza - Efficacia pratica ed cfl'if,ncia politi<:a - La mru·(:i a ,·ittoriosa cli Ue Carlo nell e nota zioni e dolenti consirlf!ra7.ioni {lcl Guk,dnrdini - La formazione della Lega Italica l'n~,,ipitosa ri tirnt.t ch-'gli invasori - Ji'ornovo e i WJti del u.~ Cristi:u1isslmo - :--,•m·sa i 111l11enr.a delle ari igliPrù• Jr.rn cesi sull'esito, (lubhio, della battaglia

318

O

rn.

~gnnl'Clo retrospdl ini all':1zioJH! ,ldle buedie da fuoco in hattaglia negli altri l'acsi - 1\lol i\j l'lll' giuslificano o si,iP.g,rno lo scetticismo di akuni uomini d'nrnw e s<:riltm·i clell'epocH circa l'efficienza d1~1l'.-\l'tiglicria - l'f!so, i111pPdimento, i:-cill'.~a mohilitit e lentezza d:i ti ro - T risultati w!gn1ivi di r\zincourt, Diemie, Gramsou, 1\.Iorat e ~ancy - Bsen,iti tota lmente JJl'ÌYi di arl:glieria, che battmu e~er<-iti ricr,lli di hor·ehe tl:t fuoco - Considerazioni e <.·omnwnti - Il 1·m·esdo 1lella medaglia : baltngJie in t·n i l'artiglieria Ila dlicacln ri"'o lntiYa: Birsn, !•'onnign_v, Castill9n, Ganre

331

14. Le (':n·a1·11,ri:st ir·he clcllc ari iglierie tklrepoca - Il sistema di bocche da frn,<·11 1k~1·ritlo r1" ~'raucesco di Giorgio Mnl'ti11i - Dalle bomb:1nl1·i :li i,• Hping·:u"<.le, nll'n l'(:hilmso. :.illo sèoppictto - Altre denoJJ1 in.1zio11i. 1-i "'ol l0Hp1~cie - Le bomh:udPll" e l e bombe - L'estetica e i :suoi i11(·1rnye11il'nl i - T bombardi e ri, borghe:si ,, mE•n·<!Wll'i

337


IKDICU: ornL l'HÌMO VOI,UME

J>n.r;. 15. Il forte contributo italiano all'Artiglieria comi-i scienza - Cristina da Pi;r,:r.ano - Ueniale yersatilità di noHI ra g·enle: l' Ai·tiglierin forma oggetto di ;;turlìo Lli molti granLli Italin11i <'he han lasciato ine:mcellabile impronta nel emuvo delle lettcl'() e dellP. art.i . Lnmpo Dirago, Roberto Valturio, Francesco di Giorgio ì\>fartini. Leonawlo e il Codiç:1-i Atla11ti<'o

343

16. Si generalizza l'uso LIPI ferro colato e del bron:r.o - Metodi cli fusione uguali a quelli modP.rni - Difolti e impe rfezioni - Si Lernlr; al l:i. uniforrnitit del calibro. ma nell1é :1 rt.igliP.rie grosse sussiste aneorn il flifll~i111:1 a . tro111ba e ('annone cli calibro clivP.rso - Conl.inu:rnn a. rnefli;,:t·1!rC :n-tiglh·rip di un Rol pP:r.:r.o e artiglierie scom11011ibili iu 1111a o più JJ,1rti - Le coluhri1w Lii :'iigismondo All>erghctli - Grandi prog1·P.ssi Lec:11ki. Gli ore<·('hinni - Anche ndhè Yeed1iP artiglierie si poteva dare l'inc lina:r.iomi nJlul:1, m,1. il 1m<ffo ritrov:1 to risolve con lllaggiol'e semplicità il problema - (;li orec1,hioni clelle t~>lnbrinc <kll'Al l1e1·ghdl i - I I « volo )) cli I ,eonarclo. Il caricarncut 1) - J'I :,;i,-l!ima a rdroc:n·ica usato u el Quattrncento - Hag·iolii lJer cui tulc~ sistPma aml<> voi. i11 <lis1rno - Pe1·fr. zio11:.1111euti : « il JtL;.ts<~olo >) () « Hl!l'VitorP n - S1f_ :i-en1u 'C.ti ret"i·rn .•nrif...·a n cu 11eo - 11 foc·om• - Le artiglierie « inchiodate )) Cé i.I lllP½Zt> :Hlol tato l)Cél' P.Vil·:1n'~ ! ,ilti pPrÌ<'olo - Ho111h:1.rde a sqn:-1dra e artlglierkmultiple. Ln. r,olven, - r dos:rn1e11ti per le Yaric specie cli bocche tln .fu<1-

co -

La grnnittn·:1 - Proporzione fra .1w~n P <:ari<·:1.

Gli a1fnsti a r1inlc - Perfeziona111cnt:i anelie negii affi.,;ti ,1 l'f>l'· po - Lcé 111i111i - Affm,ti Lii l,eon:inl o e <kl ·Glliberti

3G2

Capitolo IV. 1'l00-1GOO 1. L'Artiglieria, ten,o (;hèlllPHl.o di b:1l.l:1glia - Le opiniolli cli Nknlt'>

l\Ir1.c_lli:1nilli e le famose i111·c{-rivf> flpll'Arim; I,; - POP.sia e !itoria Alfonso d-J~sl'1è. primo arl.ig-lie1·e d'l~m·op:L - '.l'ntti i Prin('hli lh1li,111i eompre)l(louo la nceessitil cl i posse1'lf>n, lmone arligllerie • Le gro,<.><:: bocche cl:1 t'nor·o ~0110 co11eent1·,1tc nd le forte:r,z1e P. l1é piccole si i11fittiscono negli Pf'(:n:ìl i 11111.no,T:wti - Conl.inna l'influenza dell'Artiglieria sullo s 1·ilnppo storieo P 11oliticu: ner,entrn1ne11to di pote1·i m,i Pri11cipat.i e nelle Hcpnbblichc !,!.

Dalle camp:igne d'It:1 lia emergono 11110\"c prn,·e clf>ci~he ,, f:1,·ore de ll,1 mohiìi Lit collie fn Il.ore essen:r.ìa le del l'efficacia delle artiglieri<'! campali - Lf> fa:r,ioni di. CPrigrn.-1:1 11 ciel G,1rigliai10 - Le aL'!iglierie cli Valentino norg·ia - La lega fli C,uuhrn.1· e la batlagli:i. dell'Agnacle l lo - Le artiglierie tedesche, estensi e mantovane contro PadoYa - La battaglia rlella Polesella - Tatticn di cornhal timcnto dell'epoca

,.,


11'\DICG UEL l 'l:ll\[O VùLU.i\fJ.:

L'a11 -

'·

Cf\

- Inconvc11ie11l i ciel gt·u::;;;i vez;,;i 11011 rnam,ggen)li - Influe nza cldlo svilUJJJIO tl e ll ' A1·l i:.(lieri.t sull'arte delle fortificazioni, iu cui g li archHd I.i il:tli:111i so110 111:1t>slri al m<mdo

3. l.1a

:-:s~

Leµ;:1 ~:1111 a

- Le boeehc da fuoco di Giulio l.l. alla ~iir::intlo Ja - Le :irl i~lh•ril, di Alfon,;o I alla bnl.l.a!,\'lia di Ravenna - La bella azio111• l.ilti1.::1 delle artiglierie estensi cledcle l'e8il.o de.Ila battagli a - « ].; <'.11(~·1 ! bisogna. dunque mor·i,·e senza aver tratta la spada'? >J • L:i sl:itua <li Pava Gi1llio 11, opPra di ì\'liehelang-elo, trasfor111:1ta in cohtl.trina, va ad arricchire il Parco d<~l Dll('.ii° di Jl'ernint

404

,J. La nuova Lega - La rivincita della fanteria a Nova.ra - Marigna110, IJ:1!Laglia <li gig:rnti: partita tlecisi.-a in favon, <lell'Artiglied:1 · Carlo V comprernfo ,rnhil.o l'i111t1orl..1m:a delle bocche da fuoeo La b attaglia clella Dkocca · li tn1gico errorP. di F'rancesco I a l':: vi a. - l'~,reliè ci sia1110 soffermati su tali battaglie - Insegnamenti dH~ :,e rn~ dovrd)lJCn> ITalTC; co1111-, P pf,rd1è n~ngano inY("ee trascurati - Cowparc il llit>iSchctto, priru11 a ,, forchetta JJ 11oi a mano

41'3

,:,. Due grandi an-enimc nti della storia italiana: il Saeco tli Itoma e l' Asse,lio di Firenze - Le altiglicrie cli Carlo V - "1uoyi sistemi di guerra e relative cmu;pgue11ze ncllu sviht ])JJO delle bocche d a fuoco - LP. prirru" milizil" p:.u-:sam, e le a d iglit•ri0c, - Un colpo di falcouet to t1C(:ide Giovanni <idle Baud," Nen, - L:L marcia dei lanzichenecchi - ~'loschetti spagnoli u artiglierie pontificie - Bcnn,nul.o Uelli11i bo111b:1nli1-,n>. - l.:1 f'il.la 1H'l>l>i.L in11l .ilizza le hor,d1e da fuoco cli Clemente VII. l,a g-ne1Ta di PiHti - i!imp,-,r:1.l.ore e ii 1-'apa , ,onl.ro il"'irenze La sl:rPnlla difl~,m !ldln Itepubblk:1. - L1~ artiglieri~~ di Firenze e quelle del prirn:ipe tl'Ornnge - L e boceil e da fnm:o i1111ieriali risr,an11im10 la zona r11onumen1.ale - lfrmweseo F1~1-rucei - Gli assedi cli Volterra e <li Emnoli - Le frombu da fuoco - Gavilian:t e il tragico epilogo - C:1rnlln·i~tic,1 ddl'1~pO('.:t: ee:11.omhe lli condottieri

4:!ti

6. Le arl.iglierie di li'rancf'.S(:<> eon1-.ro (J11dl<-'. di Cario V - Le guerre in Piemonte e la battaglin cli Cen·~olc - l~rnn1111<'l e ll'ilil >erl o ... ·

vineemlo la bat l:ag-lia rlella sl.orin PIH'Ol)1" n. cli insigni condottieri pieg-o de'lle arl.iglierie Americhe

lli Snn ()11inl'inr,, avre un nuovo periodo Li~ mt.iglieril" a San Quintino - Influ e11zn italiani Ji e lla tattica lli guerra e rn"ll'im- Le l><11 :f'.11e rla flt0('.o nella conquista delle 4f>3

ealil:>ri itnlia11i seco11do gli scrittori dell'epoca - Varie classificazioni delle artig-lierie e delle anni dn fuoco per la Ji'anleria - La. riforma di C·:11·!0 V - l1'ì,;ionon1ia r:oll1J)le,mi va f'. r,erfezionnmenti - .Evoluzione della tattica cli guerra e dell'impiego delle arti;.:! iel'ie n e l Oi11qnecento

7. Le l>oc:ehe rla C11or,o <~

~)35

471


INDICE DEL l'HL\lO VOLUME

. Pag. S. Le Milizie paesane di Ernanm,le !filiberto, gramfo. capitano e grande capo di Stai.o - (( Testa di ferro ii ingegnere, tecnico, opern.fo, dà notevole sviluprm alle artiglierie - I primi Capitani Generali dell'Artiglieria - A differenza da Fante1'ia e Cavalleria, l ' Artiglieria ' ha un l~>m:imlante unico nel Capitano Generale Nomine, deàeti, patenti - La fonderia di 'forino ~, quelle di Vercelli, Mommelliano, Borgo in nrcssa · I fonditori nu.sca, :\Jerello, V:melli, ecc. - I tipi 1m-•feriti ùi bocche da fuoco - Il contratto per l'erezione della Oittadelln - l vrirni anni di regno fli Carlo Emanuele I - IlesJmgnazionc di Bricherasio - Carlo Jtmanuele il Poliorcete - Un primo inventario delle bocche da f11oeo sabaude

481

!l. La seconda breve dominazione frn ncese su Genova, nll'inizio del Cinquecento - Le artiglierie della Ile1rnhbliea - Inventari di fortezze liguri - La compag11ia dei bombardieri - Campagne di Montoggio e di Corsica, l547-lfii>2 - Panorama dellr• artiglierie genovesi nello scorcio fra il secolo XVI e il XVII

505

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10. La fine degli Sfor7,:1. - A1·mamento dello Stato di Milano nel pi·in10 neriodo (1ell:i ,lominfl7,i011,; spn;:,;nola - li'abbieatori d'armi e loro privilegi 11. Le l)()(:d1e da fuoco vcne7,iane a Coi·fù, Nicosia •~ P:unagosla - Inventario delle artiglierie in alcune fort.eir.:r.e veneziane - I bornban1ieri <( dc tera e rle mar )l - Ricerche e ritrovati tecnici

53(;

12. Le artiglierie estensi n ig:1nleggia la figura di. Al fon~ I - L,, sviluppo rlelle bocche da fuoco sotlo i suoi succèsoori - Inventari Gittate - Cla.ssilìe:-1i,;ioni I'olvei·i - Onlina111enti delle artigUerie estensi

547

13. Bologna. contro il rapa e cont.r9 i i,~rancesi li hombard iere Costantino da Caprara - La punizione lli un bombardierP. ITlHlitore - Dalla dominazione dei Bentivoglio a quella clei Pontefici - Bombardieri mtlinari e bombanlieri HOpr:mnnmerarì - Fonditori

567

14. Firenze dopo l' Assetlio - Le guerre tli Siena - Il blOf'.f'.o - TI duello delle artiglierie a Pnrta Camullìa - Le bravure di un bombardiere senese - Norme per ~ bombardieri

579

15. Le artiglierie 1mnlifieie nel secolo XVT - Acquisto di artiglierie napoletane - Denominai,;ionr~ tli artiglierie borgiane, piuttosto che pontificie - Artiglieri pontifici - Nuovo ordinamento dei bomharrlieri - l<'onc1itori ,li :ul:iglierie al servizio tlella Carnera Apostolica: Iliringuccio, Gioardi ecc. - Tnerernento datn da Paolo III nlle costn1zioni artiglieresche - Hibelliom~ di Perugia - Impresa contro Pnlif1no - Nuove fortificazioni in Vaticano e rwlle rocche-

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t orti - C:tsi c•I ~.111t •.\ 11):'l'lo <·e 11tro <l i :1.tt h·itit ,.11tiglicrPsc:1 JJrese cli Giulio 111 e l'aolo J V - Cos( ruzio11i 11':n'lig-licria ylzio d el le .~alere

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Le a rl.ig-lie l'ie 11.1poletane - Fine 'della Dinasta aragonese - Ilocd1e Ila 1'11e11·0 11:11~-ilel:mc nelle ùiver se guerre de·1 secolo - Artiglieri e fo ntl ilm:i - l'rogressi nella tecn krt della costruzione - L'opera dello s: r:1 nit?ro è solo (li sfru tta 111euto : 1wrizla, scienza e tecnica ;;0110 i11tl igcni

612

17_ ~,·1·i t tori e ter-ui<'i del Cinquc(:ento - Dal Ghlherti a Vannoccio 'Uirin g11~·do - Tal'Laglia. ope1·n hl saMnt.11r,1 fl'n Artig li<'~ria e ::\Iatematica , <·ht~ ù 'ora inn:111:r,i l.ll'O<:ederanno indissolubili - .Alcune « p l'OJJOSfaioni » ,li Tartaglia - !.,a squadra di preci sione - Stol'ici, tecnici e '!01ubattenti - :\fastri foncl itod: g-li Alberghetti, i Gioa r di, il norl!:ogno11i - Gnbriele B11 sea e l ' « I strnl.tione d ei b ombarclieri i> - Abrate e gli stienziati e te(:nici al servizio dei Sovrani strn nicri - Del li Fnc<:i 1~ le g 1·,111ntc a mm10

63i

18. Fornrn P. t o;itituzione rn:r,ionalc (lell<) bo<.:cbe ,l a fuoco - L'abban 110110 della rel.1·01::1rka - 1->irne1rnioni e peso <l<·)Jle arllglicrie - S i impiega esd us iY.nncntP. il bronzo - l!'reg-i e dccorll.)lio11i - I'tùlc s fe riche <li f eno fuso e 11:ille <li piet ra - P1·oietti a mitr aglia « Pig11a t.te >) - P erfe½ion:rn1e11to nella f:1hlwienzione della polYcre - ll carkame11to - Gli nffu,;ti - Gittate e velocitit - P1.1nl",11nento e tir o

05!)

Capitolo V. 1.600-1700 ] . Carattcl'i ili ()u esta età - lnfltw11za delle grandi gner re cli religion e sull'arte d ella gu erra .- Au1hro~io S 1)i11ol:1 - Gui;;tavo A<lolfo accentua l'm,sotti_gliamento tlel!:li ordin i, i11i ziato d~L Maurizio di N assau - Hi11res :1 ,lell 'lmpiego ea mpale de1!1) t11tig-liel'if? - TI cnrto(,cio :i palla e il tiro a mitrnglia - Un'innovazione ch e non è s veclcsc ma ilali,wa : il « e:111n<Jnc tli. cuoio l> - L 'azio ne dell'ari ig lie1·ia cliYicne <:m1tinua , beu cùordirn1ta n quella d elle tr11r1pc mobili, intesa a con trihu i1·e a lla vitl.oria in modo risoluU,·o Concentrmuenl.o llcl fuoco di 111:issa d':1rt·JgliP.ria nel punto d ecisivo - ·w~r ben, L ip»i:i , passag~io d el Lech , L iitzen

2. La ma~nifica. organizzn½ione t°ltsll ' Artiglieria l)P l' opern di Carlo Emann eltl I - Gli a r tlglleri entrano deflnilivmnen te H far pal'te della mHizin La compng11ia bombar dieri creata il 20 lu glio 1r.2z, - Le Ge1·archie . La Scuola d' Arti~lieria, ereaf.a d a Ema11uele Fililw,to, non fu rnai ~oJJpr essa - Isti·u ½ioni cli Carlo J!lman u ele I per la fomlita dei pezzi, hl fabbricazione delJa polvere, ecc. - .L'aspr o settennio tli regno di Vilf oi·io Amed c9 I - Le etniche <li eonl. rollore , commissario gener ale, sopraintenclente -

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6i5


INDICE DEL PRI MO VOLUME

P ag. Semv1·e plù s t.r el.ti n LJJporti fra Artig lieeia e MatPmatii:a - Un progello tli organiz;,;azione La tempestosn. r eggen za cli M:1rhu11:1 Cristina 3. L'Artiglieria Jiiemontese nella seconda m etil d d l:leiccnto Il riordinamento delle f orzP. militari per opera del buca Carlo E rna11u ele II , S11e tliS[Josizioni circa l' Artiglierfa. - Le cariche (li con-

servntore, anditore, segretario - I mimitori - Tin memoriale cd u n inventario d el 1667 - La creMzione delln caric:.t di Gran Maest ro dell'Ar tiglieria ne l J.078 - Il primo onli11ament.o d i Vittorio Amedeo TT nel 1G91 - L 11 ri l'orma del rnn2 - La Magna Charl.:1. tlel. Battaglione cannonieri tlel. 109(; - N uova composizione d el Consiglio d 'Artiglieria - L'Artig lieria piemontese J1a o c·mai r aggin 11to un a ssestame 11to razionale

703

4. L1~ :1rtigliel'IC gcnovei,;i - lJnrtiglicria leggera d el Marini - Stato d ell'a n nnmti11to nella second:1 melà d el secolo XVII - Clnssi.fica

<lP.lle arti~lieric - Ornlllllcnti e (< impr,mti n - Il boTUbardamento del Ht'\4 - i\rniarncnto t'lcl J. ilorale e dell'interno dell a R epubblica :\. l >omina;,;ione spagnol.L in Lombard i,1

727

~cnole Ili bomb:ll'lliP.r i a

742

Milano e a .P,n-ia

6. Dn inve 11t:1rio Yenrzinno nel 1083 - Classifica d Pl materia i.e 1.J'a.rtiglicria - Ho111bardieri riel i,;eeolo XVlI - Iticel'<.:he e p1·ogctti tcc11 iei

745

7. L e artig lierie estc11si dopo l:1 cessione di Fei.·1·ar,1 a lla ()h iesa Tnvcn t ari - Dol i 111orali e fisiche r:hù si richied ono nel perfetto hi)mllanli ere - Il Cor110 ,ki bombardieri - Ln Scuola di i\Ioclcna e U NUO regolallltè nto - Capitoli d ei · ho111banlicl'i - Costo delle ar tiglier ie - [,a Scuola e Comp:1g-11 i:1 cli bombat'flieri fonaresi

757

8. Interessamento di Urbnno VIII nll~, mtiglie1:ic bolognesi - C1n,ss ifi<·:1.zio11e d.i. bocche <ln. fuo t·p - Incr emento <lnto d ai l:'onLetici Ish·n zioni i·t\latiYc nll'a rtiglieria

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9. ArtiglicL"ic 1ned icee - Le art.lgli!\rie d'assediò pred om inn 110 su quelle n 1111pali - La guerra del .10,13 - r erlo do di studi e cli trasfor mnzion i - 11 cannone rlov11ip di S. Paolo - Gli onlinarnenti· - Inventari - MoHe bocche da fuoco e pochi uomini - L e artiglierie luc:cllesi 10. J ,a Scuol a <1' Artiglier ia di Castel S. AngP.lo - Ope re a rtiglier csche promosS<~ lla raolo V - ll H1~rnìni custode della fonderla di Castel S. Angelo - P1·01·vedimenti cli TJrh:mo VIII a R.oma e in Ancona, ce ntri costrnttivi di bocche da fuoco - Le artiglierie dello S t ato cli U rbino - Istituzione di altre scuole per bombardieri -

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- Atti\·iti1 1,rrn l11 I I i rn d1•ll1• 1'011d,·1·ie - lll\'1•111·,n ·i - Ui pa rt iv.ione déi b o zubn nlieri - ,\r111:11 111·11lu d t•ll11 Klntu clel l:1 ('llil':<:I alla li11e d d ;;eeolo .XY 11

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11. L 'atth · ili1 ,·osl n 11.1 i,·:1 i11 N a po li tr:1. la fine del s ecolo XVI e il 1wineipio d el .~,~,-o lo :-.:v.rr - La S cuola d ' Artiglieria - Al-tlglicrie pril·:11,, 11:ipo l, •l:1111' - A pprest a m e n t i difcnshi p e r l a cittil di Napo li - 1;,,m1111 ·1·a rcpu bblie:i - La polverie r a di l'izzofa.lcone - IJ l':111il :111u g .. 11 .. ,·alt· lfr:rncaceio • Esodo di u omini e di pezzi - Prc111i111·11'.l.:1 d PI morta io - I 1111on1zioni nei 1.11c1zzi e n egli a ffus t i - Iun •11l :1ri dl'llc artiglie rie rli 0 :1std N noYo 1re l l(fi7 ,., uel l(ii'l .l:!. C a1·:il tP ri;;l.ì ehe del pe rioù<J s lorieo - C,trlo Emanuele I e 11 suo s..111 i nwu to m1'.l.ionale - 8ist.e111i d i gu erra nella p rim a i u•:til (]d st~<·oJo - Prc po nderan'.l.a d ell'artiglie ria d'assed io - Si d elineano 11ue l cnderur,e - Le earnpagrn1 d el 101:1-17 - TI primo assedio di Vered l i e l' episodio d e i s,1<:chi Ili pol vere - L a eampni11 a pe r la Valt·cJLina - Sccorido il Trai.lato clcl 162:1, tutta l'artiglieria dovrebbe essere foruil :t tlal rie mo 11l e e d a Yern·lli:1 - L a ><JJell i lli1111e co11tro G <-1110,·a - Il seeomJo assedio di Vercelli - casale e V e rrun n cm·lo,;<, as:,;•!tllo tB Torino (rn40J j

846

..,_ L 'ar t ig licri n po 11titicia, v<~n t1'.l.i:111a , p arrne n,;e ,,

e m od e n ese n el la g11e1Ti g lia per J1 J>ucato di Ca><tro - L e J,oc d ..-! I.la ruoco vene ziane rn; l l a g ue rra di C :rndi,1- L e bnt t ag lie clc lla Statlanla e della

Mar s a g-lia - L,i gr:1nclc tìgura di R ,timornlo i\1o lll Hl'Uccoli, r ior g nni'.l.'.l.:Jtorc clcll'esn·<:i to i m p erial.~ .111,.lri:1 cn 14. S e l'itto ri e scie nz i a ti - Ne l n olllc e 11e lla g lor ia rli Gal i le o si consolirl :.i la fn,:ion e Ira .\·lnte111:1lka e .A rligli e rii1 - T o rri,·t,•lli e Ca ~sini, t ccnki ,-i teol'i(>i · Snrdi t' :\l or el ti - L uig i lèt>rdin nntl o i\I:irs ili - I / Artig lie ria mille m clllor ie ili H :1 imnn clo :\font·eeu ceoli ì\Iacs tria di fondil'ori italian i - Il c:rnnone r~ le ste ll e

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l:i. Sdl uppo d ell'Arma n el seeo lo X V! ! n ico

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17. I JWO~n ;s;; i 11el campo tat1·1<-o

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Indice delle illustrazioni P ag. Fig. >)

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l. Santa Barbara protel.Ll'ict? dell'Armn. di A1'ti~liel'ia 2. i\fastio ùell'anl.ica Cittadella ùi ' l'o rino, in cui h a seùc il Mn.<;eo :-.lnzion al e di Artiglieria . S. Ingresso a l Mu;;eo 4. ~ala tel'rcna del i\'J m,eo N:17,ion a lc• cli Artiglieria a 'l'orino .,. Cast el S. r\ 11~1,Jo - ( 'ot·tik• (IL•llc Jl:tlk li. Elepoli :1l'iet.11·i:t i. S<:m·pionc 8. H nli:.;l:-1 U. Catapn ll :a

10. C::1 f:1pult :1 o ·pl'I ril'rn medievale 11 . ~l.tcTl ti 11•1 111<•cli1·,·:ili. Orancle b a lest r a da torno o murale 12. l\l:u.cchi11c 111cdh•,·:1 li. ~fang ano 13. M acdJi11c medieYali. 'J'rnhoc<:o 14. :\'l anovra tle l n1:111g ano 15. Mnng,i110 ~ist·Pm:,t o s11 carro, per U lando d el fuoc9 greco J G. Labor atorio :ikhirnistico in r·ui s i s tu dia la compoSi7.ione d ella po l vere 17. Il v aso rli Man tova 18. 10. 20. 21.

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Vc\c·c·hill hnmh n1·,1:1 del St'COlo X l V

:Co!llbm~ lel la ,, mnno, di hron:r.o Bomb:1rclella :1. 111:1 no gen ovese. Itl<'.()Htn izione Gran(l e qombnrcla di -ren-o cer chiata 22. Artiglierin éla c a m pagna d el se<'<llo X I V

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2.'l. 'J.'ipi di :u ·tiglicri<-i n ~n ete del XI V e XV seco lo, secondo i discp;ni co piati clnl G n sp cr o ni Rul materiale <le i lVfoHr,>o d ' Artit~lier in cli Vene:d:i , oggi clisJ)e r so 2-1. i\Ietodo eol qnnlc m ont.at.e, e da 11iù uomini ser viti~ erano 11cg-li A ~serlii le prime Artlg-liet·ip i11t.rodotte p e r flugdh,r l e C:jU i1 e gli uon1lni in P-Hse r :.1ccoltì 2~. Un a pag ina <l<!gli lnvcntarì clel lu maHsc1•izic, ccc. cli Bologna

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Bmnbard,a del secolo XV Forma r•er gettm·e una bombarda ,10. Francesco Sforz:1 41. Bombarda ad ani!lla corta dd Recolo XV •12. L'c~empio più prntico di bocca da fuoco incn m erata : bombarda proveniente d a l Musco di Nov:n-a, d1e si trova al Museo di Torino 41!. BonflJanla veneta del XV secolo troval::r :r Napoli cli Romania 44. nomharfla della prima metà del SP<·oln XV, fll"OYe.niente d:1 Parma 45. Nicolò Piccinino 4G. i\',igisrnonclo Malatesta 47. ,Affresco di Giovanni cli Cristoforo e di Franceseo D'Andrea, .nella Sal.a rld Marnmrnornfo (Palazzo del Comune di Siena), rappreser1tante la vittoria dei Senesi e dei loro alleati sui Fiorentini, a Poggio Tlilperiale 48. J>nic!edirnento pe r la costruzione della forma 49. Uombarde di_ Alfonso, cl' Aragpna 50. Castelnuovo cli Napoli fil. Fonuelle dell,a porta cli bronzo rli Castelnuovo (Napoli), fabbricate da Guglielmo lo Monaco nel secolo XV 52. Colnb1·ina arr1gonese della seconda mctù del secolo XV 53. ,L'artiglieria di (Jarlo VIJf JlaRsa le Alpi 54. l,a battaglia . d i Fornovo fili. Le artiglierie di Fnu1eescp Di Giorgio J\-Iartini 5G. Cristina ,da .rizzano fi7. Francesco Di Giorgio J\fartini 58. Dal manoscritto autogra fo cti France,;eo lii G iorgio Martini:

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manoscritto autografo di lJ'rance:;;co Di Giorgio Martini ;

Maeehine m·iUlo,ri e 'Tneeeaniche

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IXDICE !)ELLE l LLUSTIL\ZIONI

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60. Leo11:inlo ,la Vine-i 61. Lr.onanlo: disegno p er mnngano 132. Architrouito cli Leonardo

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Colubrine ,li SlgiHmomln Alberghetti, fuse n1:'1 1187 Nicolò Machiavelli l)ue battaglioni in online di ùattaglia DaUaglia fli Ravenna Alfouso d' leste, vrimo bombardiere del suo secolo Mal'ignano Battaglia di i\farignano A1,-l.igli e ria di I<'ram·eR<:o alla battag-lia di l'n via Artiglieria di lfrancesco I alla hattaglia di Pavia La battaglia di Pavia Rir,oHtrmdone - fattn dnl Gencra.h! Dorgatti - df~lla difesa di Castel S. Angelo durante il Sacco di Roma Difei;;a fl i Cn~t:(~l S. Angelo Hieostruzionc di un varticolarc l"lclla difesa cli Castel S. Angelo 11el la ri<:m,truzione del Genera.le Borgalti H<'nY<!nuto C<'llini. nl Snw,o rli Roma. Assedio <li Pisn, fli Ciorgio Vasitri Episodio clell'ASS('(lio di Fil't>llZC Artig-lierie inip1~rinli : ,·rurnonP (~ rnci1zo <·annone Esvngn a zion<'. lld C.istello di J~mpoli Ji'ra11eeseo Ji'ern1e<:i Qunrto <li cmmo1w usato 11robaùilwe11te da Fnu1ccseo I alla battuglia di Ceresole Arligl ieria rii Pizarro alla conquista dd Perù ,\ttiglicria del principio clcl secolo XVI A rtigllerla del priuc:ipio tlel seeolo XV r ratc11tc di Emunuelc Filiùerto Jler la nomina di Benerletto Cacller:mo cli Bricl1en1Rio a Capitano Genera.le di Artiglieria (1i'i74) DiRegno dclln fortezza rli P.ric'l1er:n,io eseg11ih1 da Carlo Ji}ma-

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C:umonc francese di Luig-i xn (l;i08J con rirupn!sa del Poreospino, uRnto in Liguria ver;;o la metà del secolo XVI Ft1lconc Petriero Di1segno di cannone Disegno cli colubrirnl Disegno di 11etriero Altro cliRcgno di petriero Disegno di eoluhrinn. ~u aff:usto Cannoni, fnlt-oni e còlubrine ,lella Re11ubblic:1 di Venezia

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JO:l. B o 111ll:1rdif~re e cam1011f: pontificio alla fine del Cinquecento 10::. Ari iglicric del principi9 del secolo XVI

IO-I. .\l'liglit:rie del pdneipo de l secolo XVI 10:;. Nicolò Tartaglia :IOG. Colubl'irn1 telle,wa. copiata dal De Marchi 107. Disegno del Dc Marchi rappresentante l'r:spngn:izioue di una fortezza lOS. Colubrina di Alberghetto AU.Jerghetti lO!l. Smeriglio veneziano fm,o nel 1580 da Camillo Alberghetti 110. l!'nlr:one o coluhrinetta fii Alberghetto Alberghetti 1Tovato nel porto di Genova 111. M nrca di AlhP.l'!.\lle tlo Alberghetti a fregio, sulla g-hi~~ra del falcone 112. Stuvenda colubrina g-cltarn lla Bmilio ,\ lberghetti nel 15tJ4 113. Colubrina su affusto 114. Hoc:d.1P. da fuoco venet e del XVII secolo, esistenti nel Museo dell'antico Arsenale e copiate dal Gaspcroni llf,. Sd1izr,o a penna del Sangallo 116. Stupenda colubrina d el Borgognoni 117. t,':1I1hrieazione delle artiglierie di Mor:mdini, detto il Pol)l)i 118. FoJ1<lc-rin di rmmoni del ,:eeolo XVI ll!l. Nlag-11ifico <'}rnnone di Guidobaldo dell:1 Ron•re 120. Falcone ad anima di rame, rivestito cli cuoio 121. Rat.taglia <li LipHia 122. Pa1,saggio del L ech 123. Cnrlo J,]rnam1 ele J J24-l2fi. Patente ducale concernt~11te i vrivilegi concessi agli Utliciali lli A1·ti1,çlieria e Bombardieri llt'. I 162,) J2G-127 Pntléute ducale del 1627 per la nomina d e l Conte Ealcgno cli Carpenea a Luogotenente Generale dell'Artiglieria e Con,;igli<ire di Stato 12S. Carlo Ema1mele II 120. Manifesto di apertura dell'Accademia Reale m:I l.677 130. Stabilimento degli Ufficiali di Artigli<~ria ti88ato da Vittorio. Ametleo 1T li(~] l(ì!)l ml. La prima pagina d ello « Stabilimento degli Uflidali di Artiglieria)) nel 1mn rn2. Curio8i88ima vignetta del Gasperoni J33. Patente cli bomb:-n~li<•re <1<>.l ltì22, miniata 811 J)F~rgamena

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» 138. Ilombanliel'i holol!;nesi del secolo XVlf 1::n. '.l'rahoeco stl pia11 :1 fol'rn:1 , rl t•lla fim, dd ~et·olo X\' 1 I » 1'10. Col.nbri11a d e l s cc(1lo XVU )) ]41. Ca111101ie 1oi,;eano clor,11io, tlPI to cli' R l'nolo, O])é ra di Coslmo Cenni )) 142. Boeca da fnoeo to.«eana cli (). Cenni » 14:i - 114 - 14;;. Tru f o to:;rati c rapprN,e 11h1111.i tre (< Liri s tr,waganli >) fat t i 11:i l N lfl. Orl :rnrl i >J J4(i. Dìseg110 di Ca r,;tpJ.lo S . .-\ 11gelo rli Ilrìn1 :~ ·, » 147. Geuernle Dn111c a c eio l ' >l 148. G e rwrale Orig-lio » l4!J. Cmnpofliz ione all<:gorit-,1 >)

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