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STORIA (
DELLA.
ARTIGLIERIA ITALIANA con Ptefazione di S. E. Benito irussolini
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PARTE I (DALLE ORI GINI AL 181nj
VoL. II
EDIT..A .A. CURA. DELLA. RrVISTA D' ARTIGLIERIA. E GENIO
RO:MA - XIII
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ALL'ARTIGLIERIA FrALIANA FORZA YIVA OPERANTE CHE UNISCE ED AMALGAMA GENI.A.LI1'A DI CONDOTTIERI
E
DI STUDIOSI
, P .A:SSI0N·E 1!JD ERBISM:O DI CO-MHA'l'TENTI E 'I'UT~l'I I VIVI E '1'UTTI I MOR!l1I CHE -NELI/ARMA SERVIR,ONO
PER LA LIBKRTA E LA GRANDEZZA
DELLA P A-TRIA '' SEMPRE E DOVUNQUE _, ,
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Questa Storia rlell' A rtifJlierùi italiana, claJle O'r igini <ii tmnpi nost1·i, è twi'opera cli ·ur1,'interesse eccezionale, dato lo s·v iluppo e l'i'mportwnzli decisivci che nelle battagUe niode r·1w ha rt:8S'tinto l'irnpieyo dell'Arma dii Artiglierùi ..... ·«
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Qnestli i.Wm·ici dell'Artiglieria, Ualùvna è oeranu3nie nn, g1·alncle ,viatico, ohe ilnfiç1;1nmercì cl'orgoglio e d'entnsiasrm,o tutti gli a,rtiglieri cl' Itcilia »·. 1
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(Da lla 1'1·C'fmr;ion,, pubblicata nel 10 Vo lume)
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S'fORIA DHLL'ARTIGLIBRIA ITALIANA
PARTE PRIMA (DALLE ORI GINI AL 1815)
, ' O L UMJ.:; 11 (DALLA .r'I:XR DEL SECOLO XV.LI A.L 181'5)
CAPITOLO SESTO
1.700 - 1750 I.
due periodi politico-militari del Settecento - I grandi conflitti europei determinati dalla politica imperialistica di Luigi XIV Come e perchè nelle battaglie campali l'artiglieria abbia spesso parte secondaria - Ma E ugenio di Savoia sa farne efficace impiego Sotto il vigorosò' impulso del Principe Eugenio, le a r t iglierie imperiali prendono il sopravvento su quelle francesi - Le battaglie di Chiari e di Hochstadt - Vittorio Amedeo si schiera contro Francia e Spagna - L'assedio di Verrua e la magnifica difesa dei Piemontesi - La Battaglia di Cassano.
Il Settecento, dal punto cli vista degli avvenimenti polit icomilitari, va cli.vi.so in due periodi : il primo giunge :fino al 1748, i1 secondo fino al 1790, cioè si conclnde eol divampare della Rivoluzi.one francese, che la,ncia nella, sanguinosa lizzf:L nuove formi dabili forze materi.a,li e morali e determina la scintilla clel genio n apoleonico, di ca,pi ta,l<~ import~)nza, per la, nostra, Sto1fa. I n sosta,nza,. in cinei;;to Recolo. assi.f'l ti.a rno ad una serie di gl'audi conflitti emopei causati, in ori.gi.ne, da,11::L ,p olit ica i mperiafo;.tica cli Luigj XIV: sempre più si. accentua, inesorabilmente, la decadern,a dei Borboni in Spagna.; F Austria ma.ntiene le proprie posizioni; _un Reame potente come la Polonia, muore; un nuovo Yigoroso Stato, l a Prussia, sj concreta nel centi·o del_l 'Europa, rnent1:e all' estremo est il formidabile colosso russo si fa minaccioso , e all'estremo ovest l'Inghilterra,, pur perdendo a,l enne fra, le più ricche Colonie, a umenta la propria, intluenza sulla, vita europea e mondiale. L a ~toria dell'Italia è Ol'rnni tos.ì in timamente leg-afa C'O n qu ella, degli altl'i. Stati cl' Buropa,, che, f H~l' seguirne pur sommnl'iurnente il corso, è necessal'io tenei' presenti t utte le guen e di (H
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s nccessio11e e cli equilibl'io, che si susseguono incessa11li su l con· tinente insanguinato. Il primo periodo (1700-1748) compte11de d nqne grandi gnenc: pci- la suc:<:e ·sionc di Spag1Ja e per requili.bl"io dt•l nor-cl-est (1700-J 'i~O); per il p1·edominio uel sud-est (Urn-17) ; pe1· la :--uceessione di P oloHia, intrecciata coJJ la gller1·:L tni-co-auslro-l'llssa (17H3 -1 iX!)); e la guerra pe1· la succe sioJ1e (1' ..\ nstria- (1740-1748). S i intémle che, pPt hl nc<.:essjtil di sinteti7,7,are, abhiamo taggrnppato azi.oni vatie, in tenotte magari <111 fratb1ti di pa ce (per esempio il tmttato di UtrecltL elle, nel 1718, ~oia:.pest~ la gnen-11 pt~r 1H successione cli Rpag na, l"iape1·tasi poco più tardi) . Le st<>sse co11 siden1zioni i-;i p osso110 Jare a propoi:;iio del sec·onùo p<•1·i.odo che compi-c nde l<> g·ue1-re cli pl'rclominio in Buropa <· 11ell e Uoloni e dopo il lrntl.i to cli Aquii-;grana. e precisHmente la gucna dei F;Ctte anni (17;j6- 17Ci3) e q1rnlln per lo smembramen!o della P olonia , i11trecciala con la tmco-1·11si;.1 (17Ci3-1T, -:I,). qne· st.'ulti.n1a rip1·esu t ra il 1787 <' i l 1792; e t1·.:tl'.-l:lll'iamo per motivi ovvi le lotte coloniali degli 8taLi emopei. l<~ g uerr e per .l'iudi J>(•1Hl en za dell<' Colonie il1glci:;i d' Xmc1·iea ecc. l'er eiò c he co11c;erJJC gli sviluppi clell'nrtiglierin , bi~0).!.'11:t teHcre bene presrnte la netta li1w:1 cli dem,n·ca:donc ti-a, la, ()l'ima e la, seconda metù, del secolo, <ll'm.n-c,1zio ne notevole, del resto, per Lutto ciò che co11cer11c l'.1,l'te militare: tanto che. per c•sempio, il Corsi definisce età ausfl·o-inglcse il pcrio1lo che YH fino a lla g uena clei sette .mili esclusa: e prim a etù p1·11ssiana quPllc1 cbe, part<'ndo dalla g-nena d<'i. sette n nni, si chi ude con ]·' inizio della R ivolm,ione fra11ceia:.e. In qnesto capitolo V I noi <·i oc·c·nJH•re11,o solamPntP ,lel primo petioclo, C'hf' corrisponde quasi èsattamente alla primn nwtù cl<'l secolo. 1'.; superflu o clire che ci lirnit1•remo a, hrevi :ssirni acc·enni sostaH;,,i.ali pet ciò che concer11e le principali a7,ioni ìnHitari srnllPsi in al tri raeF;i, se e i n quanto q110stP riveli110 nnovf' posl"ibilità o sviluppi dell 'ar tiglieria, e co.11centrer cmo invece la nostra, attemio11e F;t1 lle azioni più irnpo1·tanti svoltesi in Ttalia. A l principio del secolo, le picche RCompaiono dPfi.nitivu inen ie : hann o compi uto il 101·0 ciclo. P el' secoli <.>F;se !sono state -
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Je arbitre delle batta.glie, perchè - anche dopo l',wvento dei mo sc-hetti - questi iniziavauo, sì, il combatti.mento col fuoco, ma 1l più delle volte erano i picchieri che lo decideva,no, sfer rando o sostenendo l'urto . Ora le picche sono finite, come definitivt1.1nente tramontato è l'ordinamento :falangitico . La fanteria è tutta armata di. fu cili con baionetta, a ghiera, che le servono sia per l'a,zione lonta,na, col fuoco, sia per quella vi.cina con l'urto. La cava,l leria, fL sua volta, assume nuovamente la spa,da come arma qua.si esclusiva e 11011 ha che t re linee di profondità. Ben presto 1)erò anch e la terza lin'ea, di fanteria e cavalleria scompa,re, e gli eserciti disposti ~in ordi.n e di battaglia si presentano su due linee lnnghissime e di scarsissima dt·nsità, poste a circa 300 metri l'una .dall'a.ltr-a. Per naturah~ conseguenza l'artiglieria perde. nelle battaglie ca,mpali, gran parte della propria, potenr,a e 11011 esercita, in fondo che una funzione secondaria, e ciò a causa. di tre motivi fondamentali : 1°) l 'efficacia del tiro elci pP7..7..i è grandeme;1t<; ridotta, da.to che esso si effettua contro ordinanr.e poco profonde; 2") dovendo sostenere le linee debolissime della, fanteria, e della cavtLlleria, Fartiglieria, è çostretta a distrihufrsi su tutto il froute di batta , gli,L, spezzettando la propria a7..i onc, a t ntto detrimento di quella. concentra,zione cli fuoco che costi.t11il•ù, invece la, sua forza, anzi. b sua, ragion d'essere { come si i-;a,, i] concetto di massa non appa,r ve propria.mente se non con Napoleone); 3°) infine, essa deve lottH.re cont1~0 il ti.ro dei fncilieri, ben altrimen ti. temibile clw non la povent difesn, delle picche. -In sostanza, per un curioso processo di involuzione, si è ritornati alla ba.tta,glia, lineare, cioè alla forma più rudimen tale dell'a,rte della, guerra : gli eserciti a:va,nzano a, passo cademu,to, fino ad essere vicinissimi, e poi esegujscono un celere fuoco di plotone; l' urto alla , baion etta non è frequente. In questo pel'iodo, che dura press'a poco fino a Federico cli Prussia, scopo della guerra non è ha,tter e il nemico in campo aperto, bensì conq11ista,re questa, o quella for tcr,r,a, e proteggere i maga,7,7,j,ni : in· ::;orn.mn, g-u erra di posfai.one, in cui le grosse masse perdono ogni1 mobilitù. Ciò non· toglie che; in parecchi fatti d' arme, l'ar tiglier ia 1·iesca, cli grnnde giova mento : ma questo accade soìnmente quan-
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do gli svantaggi suelenca,ti siuno in <1ualche modo coHtrobilunciati dal gtau 11umero di p ezzi e i;opratutto dal 1'a piente impiego <-h.L pal'te di capi avveduti e geniall. ì\iassiwo tappresentante di ta Le genialitù militare è il l'r111cipc Eugeui o cli. .Savoia.
~el 1700 agonizza, .·ul tl'o110 cli Spagmt Uarlo 11, seuza prole, e I 1·e ~ovra11i :se ue clisputn,no la HUC<·cssione : Luigi Xl V, Re di Ii'l'anda, Leopoldo I d'Austria,, e il Ura,11de J<,, le ttoi-e di B.w ie1·..L. Nel novembre, morend o, Carlo 11 d esigna ,L successore Pili.ppo d'Augfo: ciò signi.ticlterel.Jue L'aggravarsi d el predominio delb Ftan<;ia., che, col R e Sole, aspil-a ad uua ve1·,t e vi·opl'ia egewo 1,ia tontineutalc e che aume11te1·ebbe immensarnente h1, propl'ia p o tc1rna He dive11iss<', pur indfrettarnente, pncù:ona delfa, Spagna 1.· dei rlom.i.111 sµaguo li, ciol~ la Lornbal'clia, le Due Sicilie, l e Pian<:he, l'Amedea e molte 1-icche colonie d 'Africa e ò ' A::;ia. Di fr oute a tale pe1·ic?lo L\nsltia, l'lughiltena, le Prodn cic U uite, i; J->oi·toga,llo, 1n 1:'1·us1'ia e l' Ele ttoi-e cli lLpmover si ~thiel'ano contro hL lh:a,ncia, <.:be è .ippoggia.t•.1 dal Duca Vittorio Amed eo Il, dai Gonzag,1 di MantoYa e dagli Elettol'i di Baviera e di Colonia, rnentn· Ge11orn , \'enezia, l'<n-ma . 1Iocleua e Romu, si <lkhia,1·a110 J1eut1·ali. ], 'Imper.1to1·c cl' Anistri,~ deeide di incominciare le o pernzioni di guerra tentaudo la con q ui sta clel Milanese e spedisce in l t;dht tw e1-,erdto di 30.000 uomi11i. cornarnhlto dal Prindpe B ugcnio cli Sa,voht. Di questo mernvigli.oso condottiero. uno dei più insigni 1·a,pp1·escntanti della glori oi-a Dinnsti,1, ed uno dei più genhtli Uapita11i della Stol'ia .. i è ~ià fatto bre n~ml~utc~ <:en110 ne l cn,pitolo l)l'ececlen Le a, propo::;i to della battaglia di S t affarcla (l) ; del rei-;I 0 1 ln i,;11.1 figun-11 è troppo nniven;a1mente nota p ercliè occorra qni illusfral'la con rnne parole, men tr e l.Jasta acl il luIDi.nal'l.:L pienament e la sintetica r ieYocazione delle sue gei:;ta . L'p1·oe di tredici f el'ite in tredici baUaglie, pm doYendo i-pei--so lott.He C'onLro gli inldgl.ti degli. i11Yidiosi di. Vi e11na, e contro lo stesso lrnpcra.tore, d ie. prr pigr izia in tellettunle. p1·pfeti5;c<~ Yetlet semp1'e roseo (« Il fallait qHe fAfol)old eut p e111·, po,11· l ui dire des gros.w's ,i ;fritéf~ >) .sc·1'ivc lo stesso I)rineipe E ugenio) . .sa ntttrnre una tatti ca st u1w1Hht, <:he l' i11 si.eme ìmprtnosa <:orn e q ndli1, di Oonclé e ragfo· (1) Y<><li S loria rlell'arliylierla itali11 11 a : voi. I. Il:\~. R, S e segneutl.
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E'ìg. Hl8 - Ritratto del Principe E ugenio cli Savoia « genio tutelare d' Italia (Da una incisione _del 17.24).
ii.
1700 · 1750 Ha ta come q nel la ciel Jiion teL:uccoli. Alloi·c:.uè eglì assume il co-
urn.ndo, uon Ila cl.te ;37 anni, e già. la sna fama YOla da un c.1po all'altro d ' Europa, tantocheLuigiXIV ha, cercato invano cli conquistarlo, offrendogli segtelarueHte la carica cli ùfarescinllo. 'l'1-i'o11fatore d.ei Turchi nella giol'nata di Zcnla (do,·e, con una abile nrnnovr,.t n.ggirante, ha c:ost1·etto all 'illa~io11e i ceHto call 11011i 1wmici. e, con snpiente uso delle prop1·ie <trtiglierie, lrn decimato la ca rnllt'ria ottoma11:1. c·d e'> riuscilo ad aprirsi 11n,1 lJtecc:ia. nelle frirn:ee), gugenio di S,.1voiH scende ora in campo conri·o l' esercito g,illo-i~pano, comnncfato dal ì\ l.aresch1llo di Cat.inat. Qnali sono le 1·ispet tive fot'ze ed i rispettivi otdinamenti 1w1· tiò clw coucerne L11·tig·lieria? La Francia. per altnm·e ln politica aggre~sirn ed imperialist.ka cli Luigi XIV. ba Cl'eal·o ese1·ciri formidabili: con poco più cli 20 milioni cli abi.lant·i, essa plH) mcttel'-e in ca111po (come fece 11el ] G9G, allol'c·hè ]ottava contemporaneamente conl l'o qual tn, ) 'H t':,.;i : Oe1·nta11i a . Ltalia , Olancla e· Ca.laloglla) mezzo milione di uomini, cifra enol'lllP per quei tempi, a,llo1·c·hè Louvois ha, sì, g-ià impresko all'esc•1'C'ilo pc•rmancnte il carattel'e di una grande istituzione nnzi.onale, ma il sistema clella coscrizio11e è anc·orn rudimentale, a,pplira.to incgolil rmentc, a capriccio . :\fa, Rewpre a causa dell e ~me imm(•n:;;e ambizioni che lo portano a mettersi in 11rto contl·o l'in tera E uropa , Lni p;i xrv tlcYe spc•zzetta r c le proprie fol'1/.e iii tanti i-;egmenti. Cosiccl1<~ Ua.tinat, scenc1enclo in Halin contro g-li Impe1·iali. non dispone c·he di circa 20.000 11n11Li11 i e tli a l't-ig li0ria appe11H discreta. Gli Rpagnoli b anno offerto :io ca,rn1011i per il patc:o di eampag-nn: Lnigi XI V non n<· h a. Hc· cettati d1e HO, ma ha mandato ufficinli e t1·11ppe cli art ig]h,l'ill fr,111 ce1si. pel' 111.,1,novra.re tale mate1·ialt-. 1.; da l'ilevare che. in ()llf'· i,;fa. etù. fa. F ra.uda dispone cli pott>nti pa1·chi. d'assedio e cla c·.im pa~11a , mli è obbli~ata H ~pnrpagli.arli un po' dappertutto per 1n d.ifesa dei molti domini spngnoli che i11teJ1de tenere ed a ~oRtc>p;no cleg-Ji alleat.i : <· spesso deve a,fficlnrli a cap i inesperti (:' incnpad (nel J703, pel' far qnattrini. il R e Sole stabili.se(' la, ven<li.J a cl.c>i g-1·ndi e del le (·aridw nC'lJ'artiglieria ron di1'itto a re1:er· sibilitrì: ,. ~apoléon e F a.vé : fiJt J1de8 sm· l.e passf> et l'c{'l)e11'ir cle l)A rtilleri<' - 'romo IY, pap:. GS): ,iene qnincli a ni.a,J1c·a l'l<· qnello -
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E UGEl'il() DI SA VOIA
che corstit uiva. fol'se il ma:ssimo ele111e11 to di :supel'io1·ità delrese1·dto francese rispetto agli an-e1·sari. Sotto il potente impu lso cli. Eugenio di Savoia, l' Impero a sua yol ta si è militarmen te 1·i11gag1iar clito; ma il guaio si è che 1u.1Hca110 i quatttini, e senza ùcnu1·0 110 11 si può fa,1·e la g uena . P el' aument.u·e g li armamen ti, eqnjpa,ggiar-e i soldati ccc., il vo,·el'llo cJeye· riconere àJle buone gl'azie del baJ1c hiere ebtco Opp<:mheimet: t:he pensa, ud 01·gu1Jizzal'e i i:-ervizi logistici ed a tro nu·c• ctcdi to allo Stato. ('on tu t!o ciò, l'lmperato.l'c, ùoveuclo far fronte a, nemici schierati cl ,1 ogni parte e mantenere l'ordine 1wi !Suoi domin1 mal domi e l'ibelli , all'atto pni,tico noli COll'fida a d Eugenio se 11011 mi c>se1·c:i to di 30. 000 nomini.. La, s m.L a1·tigl ieria, però, seU1p1·e per la magif.,trale direzione del Pri ncipe Eugenio, ba, gm1da gn:1 to ne ll' 01·ga nizza,zione ciò che quella fra,ncese h,L perd u to : con tiinrn cosl il p r ezioso appo1·to italiano alla potenr.a militare an:-t1·ii1<·a cli c> nel i\io11tetucc.oli e nel Principe 8 ngenio ebbe i snoi dne rna:-simi fa ttori . In genera le, I 'cse1·cito della coalizione ..111ti -fra1wesc possied<• molti pez?:i <.li l>l'iga!a e ha dist1·ibui.io ht molti pic·c·oli panl1i inclipenclcuti Jc n1-tiglierie cli calibro gros so e medio; men tre 1a Francia no11 ba, che nn pezzo ogni mii le uomini, 1rnrnc·a totalnwnte di ,1r tiglieria, da brigata) e i suoi cnnno11 i. <1 na:-:i I ntti cli piccolo ca lib1·0, sono conce11 lra ti in un solo pa lTO. 111 :-o:-tan:i.u l'.1rtig-liel'ia cli Lu ig-i X'I V si trova i n manifrstl' C'o11 dhioni cli i11ferio1·itù, e ciò conti-ibuii;;ce grandemente a]l'psito non fav ol'evole della gnena, nel pl'imo decennio. Uisc-eso nel phrn o n~1·01wsc, ii !) l nglio 1701 Eug<~nio di RaYoia, ùu tl'c il Ca,t iuat a, Cnrpi ~u1 l'Adige~, e, con a.bile ma11ov1·n, si impacli·onisce cl i tutto il tcnitol'io tra l'Ad ige e l'Adda. Yittorio A nwdeo II , com<· vecl~·mmo, in questo primo tempo si è schiera to con la Francia, cd ha i l ti tolo di Generalissimo, ma non n1olr impegnarsi troppo pe1·chè a,11cb' cgli non avrebbe nulla cl n g uu dagna1.·e da n n aecref.lcimeuto della g ià, eccessiva po · tPnza francese, ed ha trovato modo. finora. di non mnovrrsi dai ~noi Sh1.ti. Ora non può più fa.r11e a, meno ; ma, eon tem poran ea mente a lui giunge al campo, t ol titolo di Comandan te Supremo. il )fa,reRcinll o di Vi1l eroy . co.rtigi nn o i ntri ga nte ed astuto, ma, -
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J7UO - l'iGO
capita n o men che medioere. Se ii Cuti11at. i,:olda to di grande espel'iell7.a <' di ini1egabil c perizia, noH avcYa potulo lottal'e cont i-o il genio supel'iore cli Bugenio, che potrù, mai f.ue il pon•ro \"ill e1·ov·t Eg-li si affretta ... a farsi ba,ttel'(~n l " se!;telllb1·c a, Uhia1·i . '
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1.<'ig. JG,J - l,uigi X[V.
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doYc il Prhll'ipe si è piazr.ato i11 po ,izione eccel leute, n,ppoggi111t doi::i a ::-i11istm alla cittù_ùi Chiari, ben ri cca tli ca1111oui, ecl a dest1·a n,l fj n me Oglio, e orga ni¼?.anclo una serie cli trinc-ec gnarnite di 30 peni 1l'a1·tig-lierin, l·,he cop1·ono nn1.c,1·a front<> e batto110 tntb1 la pillnurn . Yille1·oy, eh<' d:1 YersaiJlei-; h,,1 ricevuto l'ord ine
CHUHI, LliZZ.\IIA, IIi.k: H STAD'..l'
cli« \'Ìncere nd og11i <.:osto» e d e, ]..lllda11clo del Pdncipe Jtugenio e dei ;-;noi due Jnogote1w11ti .l'1·i11cipi cli Commen:i e di Yandemont, ha esc.:lmmtto .. . imvrudc~11temeuLe : « Il fani ohe je fa~se clrwser le ri.r;odo11 rì ces trois Pri1we.s pendant le Carncival »,. mu,rci."1, u,ll'atta.cco per palo cU. e i-usc.:clli, lasc:iando indietro hu·tiglierfo che non pnò a,van:wrc f.1 ci lmc•11 te. li vec(;,hio e saggio Ca,· I inat xi rende ben <:onto cl ella si t nazione sfa voreYole e si fa ripetere tre volte l'or<li11e cli a,ltacto prima, di obbeclil'e; infine clt>ve pieg,nsi. La fantei-in fr.rncese Hrnnza ma. tJ1utndo es&1 gi1111ge 11 podli rnet 1·i da I le pri1111! trin l',ec ne111kbe. Engc11io mette i 11 azione i cannoni schierali sull'ala de tra, con una scar'ica ge11e· 1·u le a, mitraglia <.:hc fa i-.tr,ig<:· dei 11 emici. Due rnlte si. i-ipcle r a ttac·c-o e cl ne voli e la mitraglia lo forrnt1. InfiIH-! l 'orgoglioso \ "illeroy deve dtil-a1·si in disonline e<.l è gr:.111 Ye11t11ra che il Catinat, nta,nona,nclo a bilmente 1·artiglieri.1 1·ima:sla inclietto, possa coprire tal<> 1·itirnta. -~ questa b,tttag-lia l1a preso parte. clnl lato fra11tese, Yittol'io Ame<l.eo 11 , <lel quale Et1genio di ~ ..tYoi.1 S(·tin~ : (( Vic;tor A m édér {,tu it varto11t. JT s' e.rposa co,nine le 11711s drtcrllli11 é rlr's soldat.<;;· il eut 1111 cheval tué sous 711i . Quel si11q11lif'r cr11Y1ct èr('.1 Cef:f'e foi8 ci ,;f ro11ìni/; pnnl-rc la bataJfle/ 111ois l'11abitude d11 co urarJ<' ét eir;11ait en lui l e volitiqu e >>. Villeroy, iscorHniLo, i,;i chiude in C1·emo11n. Nc~lla notte da I :-H g-emrnio al 1° febbraio , gn/.!'enio, co11 un piano anclace e geniale, si impnchonisce clelhi cittù,, clw però ripe1·clc· subito dopo, ma prende prigioHiero l'orgoglioso e iùPtto Marescin Ilo. 14econ<lo quan to i-i n:u-i-n nella rie cl11 Pd11 ce Eur1è11e. ferite par lui mP111e (in terN,sa,11[e, auch<~ se n otoria.mente a,pocl'ifa), i solda.ti fran <N,i an·ebbcro sottolinea lo allora ta lr avn•11imen to c:on q uei-.to co11plet. in verità non troppo reverenLe verso i l povc1·0 Villeroy: <( Par 1111 e fa vc;111' rle B ellone - et pcl?' 1111 1,011he11r sr1,11.<:: égal 110118 r11·011s n1t.ro111;( C'rwmo,w et perclu 1101?-e g(mércil ». A Villeto.v su<.:<'<!de, llel cmnnndo delle trnppe francesi, il ìVfn1·f'sr-i.1llo Ye11dònw, « l'lwbile,. l'intrepide, le bon , l'ciimable, l'rirl.roi;t a, v6'nétrer les pro/ef:s rles a1.d1 ·es, l;·indiscret 7wiw l es sien s q11 elq11c fois, l; a.ffable, l e paresscnx V encl{jm,e )) come lo definisce il Prin cipe Engenio nell'opera s11ci tata . E Rou sset r. Dmuon t , ne>lla volnmi11 osa l/istofrr, niiUt((ire cln P?'in ce FJ11.r;ène, cl11 D 110
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de Jfarlùorongh el ,J,ii Prin ce d)Orange et cle 1\lassati-P1·ise , edit..t all'.A ju nel 1747, scrivono : « J.,J11 e/Jet le Due de Ve11dome ava'it cles gl'(i11ds taJents vo111· la fJ1JC1TO. Lei France n/ava'it 1JCIS alors de meillewr [!énéral )). Gli a.vve1·sa,ri si scontrano a Luzzara il li> agosto 1702 : l'esito t incerto, entrambi gli eserciti si attrib uiscono la vittoria, cantauo il 'l'e Demn e fanno coniare delle meda.glie commemora.ti ve. Eugenio è rimasto padrone del campo di battaglia , ma intanto i Banu·esi a,l leati cli li'i-anci,L ed i. ribelli. ungheresi mina,cciano Vienna, e allora Leopoldo l richiama p1·eci.pitosamente il Pi-indpe italiano, colonna, dell'impeto . QnesLi cede il com.Ludo al Conte di Stad1emberg e Yoh1 alla ca.pitale austriaca, dove assu111e la, 1n·c\si.cl<>n r,a del Consiglio cli g uerra col Uomando Supremo in 1 ·11ghc1·h1; e a H uchsti.idt, il 13 agosto 1704, con l'ainto di hlarlborough accor.i:;o dalle F iand re, batte netta.m ente i Franco -B ava · resi i qnali lHsc-iano snl campo 12.000 uomini fra mo1·ti e feriti t 14-.000 pl'igio11icri. fra cui il ::M:a,r esciallo 'l'allarcl.. An che ad lloC'hstiidt il Principè italiano, Uoma ndante in capo degli I mperiali, fa un <:'t:t:eJlente nso tlei s uoi. 110 pezr,i cli artigl ieria,. J.i'u elette anr,i c·h e. le fantei-ie essendo in grnn parte paralizza,te e 1a, c:wnlleria poco :1 ttiva (verume11te Engenio scrive « JJ 011 fofrmte,r ic fii hie11 . Jl n carnlcrie fit 1nal ))), l 'artiglieria sola sostenne la ba,ttaglia. La, co ncln:-;ione fu elle 27 f>att.-1glioni e 12 squadroni franec~i d0Yette1·0 deporre le a1'rni e lasci.ire nelle mani del nemi<:o 40 µ:1·os1,d pe;,;zi cl'.wtig lieria, mo'lt:i pezzi e.la carupagm1, ~4 mol'tai e t ntti i cassoni. Ancora. una volta h1 pel'izia militn.re del Pl'indpe sabando ha (l'ionfato. Ronsset e Dumont nella Jl'istoire j)Jilitaire già titata scrivono: «... Oette bcif;a,ill e qn)on pent (l'i,re oroir hf l e f'r,rm e d11 1umhe11r rl'n roi (Luigi XIV) ... )). Inh, ,nto Vittol'io Ameùeo II, irl'i.ta,to da,l la prepotf'nza clei marcscblli francesi e dal fasto sciocco ccl inoppo1·tuno cli Vilippo Y. nnovo Re di Spagna e s uo genero (:weva. sposa,to a To ri110 "Mnria Luisa, seco ndogenita del Due-a di Savoia), non si rifi nta di. a8c:olta re le proposte lnsinghiel'e faUegli. daJ Principe E ugenio, per attrarlo nella coalizione a,ntifra11eesc. Ri.arde in lui lo sdegnoso spirito cli i.ndipendenzn che, pochi anni avan H, lo avent fatto e clamare contro l'altc1.zosità dei generali di Luigi XIV: « nn molto tem,JJO nii fratt:av(llnO per 1iassr1,llo) ora, ni'i
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11\T Hl-:PIDl'I'.\
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tratta no com e paggio,: è ve11 nto il te·mvo di mostrn,1·111,i Pr incive lib e1·0 e onorato >> . 'l'nUavin eg-li potrebbe rima nere ancora fedele all'aJ1 eaI).za: basterebbe for se che Luigi XIV cd i suoi orgogliosi consiglieri gli
.b' i~. l(i;j - Vittorio Amedeo
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ricouoscei:;se1·0. nel l;i fol'rnn ·e Hclla sostanzi1 , <1uelht pm·te <li p1·im"or <li11e. ,1 c ni il s no valore e la sua saggezza gli da11110 cli1·itto. « Uhè se volevasi il Prin cipe cli P fo11w11te alle(l,to si11cero e zelante - nvcva scl'itto s(· hiethnnrnte ~1 L11 igi XIY rmnlJasci.i · -
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toi-e fra ncese PhiH ppeuux -
hiso911ali({ acco11te11/arlo e leyarlo
agl·i i'll te r essi (l el H,e co11 wn I ratt(t{O ch e avpagas1:,e l a sua ambi-
zio11 e di i11gra11clirsi; chi} era 1.'uomo più uperoso, viù accol'to, tJi1ì 1·isot-uto ohe a vessi mai conosci11to >>. l n,ece il He Sole non pensa.va che a, tendei-e llll tn.1,nello. 01'dtncì al Yend OmP. l'lie :,;i trovani nel 'l'renl ino , di l'etr-ocetler e, cog·lier c alla, spro...-dsta le truppe piemo11tesi ae.:c:..1mpate a ~- Be-
nedetto di Ma ntova e cli s ..u·m;11'le. I Piemontesi, 11011 ~ospettantl<.ì il tradimento, allonhè furono richiesti di consegnn i·e fr arrni pel' q ualcli 0 u tile modifiC'azione, .1deril-0110 cl i buou gl'ndo, P soll,rntc quanclo ftn·ono <lie.:him·a t i p1·igio11iel'i <lell'ese1·cito francese :-;i ,1 <: · cor~cro dell'inganno. Sepper o però. allol'a , esse1·e altrettanto fieri q11a11t·o el'ano r-tn,ti inge1rni: invi ta.ti ad entJ·are a.l :,:;crvizio di 1'ra11cia.. 1·ifiutal'ono; inco1·porn ti a forza nei reggiment i fra11 c·e:;:i., h1tti tronuono moclo di d ise1·tare <~, attn1ve1·so a, terribili Jl<-'ì'Ì · pezie, raggiluise1·0 la pa tl'ia e si l'in11i1·ono sotto le ban diel'e t1<·l loro 8ovr,Mo. Luigi XI\". <·on l.1 :--ua a;,,..l11ta ma JtOH lwillantc trovata. c:1·<>· eleva, di. i1npa.111·irf~ Vittol'io Am(~dco. I11vec·e ottc11 ne l 'effetto op posto. « L<: 111i11acc ir· - r ii::po!=;e il Dnca all<' foginnzioni cli Yer · ~:aill<'H - 11011 111,i sp,, i;o11ta110 1m •1to. l'ro11dol'() le misw·e ch e crerlerò opport 1111,. i11 sf f}Uito aWi11dey110 1n·ocfdere i:erso i mic·i solrlnti / no11 1;oylio ·11(' dar sp iey(lzi<)lli . 11<\ mliro v,·ovo.<:tc >). E dic·hiarnYa g1wnu a Fra11c·ia <' a ~pagm(' : « 'f'i11 isco cli romper<' 11n)allca:11.,;:a c!rn j'11, già a m,io da11110 rio latr,; pref erisco 11·io1·fre con le cirm i alla 1nc1110- ufl'o 11 h cli lasciarmi opprimere ». P0r climo~tn tre qua ut.o i::tol1e fos:•a"1·0 Je i11:;;i11n,1;,;io11i lall(·iatc da qualche storico straniero contro il Duca cli Sn,voia, accnsato cli doppiezza, bastano due date: la dichiarazione cli guerra è del 7 ottobre, mentre solamente un mese più tardi, 1'8 novembre, egli rnnclnde l'all<•anz11 ton l'Ani:;(ria. Ciò :;:ig-nifi<-a c- hP il :--11 0 µ:<·!-: t u ì.· clt•r<>rrnilla to, 11011 da C':1lcolo, m :1 da IPgittimo Rdeg110: l,111to c he il piccolo Piemont e n011 e~ita ad affron tar e. cla . olo, clue fra i. più J)oteHti St.it·i dPl mollclo, proprio mentre ()nesti tengono fort i <"se1Titi ntc>l cnorc clei domiui i::a uall(l i e men(i·e il Duca noH lrn ,111C·or;1 nfl'a tto la certP:r.za dell'appoggfo a 11stri,1<:.o . Il q11 ,tl<• appù'.~~io, fl<,l l'ei::to, in ciuesto p1·imo l<~mpo, <~ ,1:;:snJ11ranwnte lc orÌ('O. Aw·or,1 ll llil volta il Dnc;1 pnò eRC'hlrnfll'f': 0
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A::5SIWI0 DT VE L:IW .-\
(]70~--;:i)
« Pi1ì
che snlfo fm·zG degli alleoi'i, i o fa ccio <1,8.'i<.;g ,,a,ne,11/0 ,c;ul vnlùre ,, sulla ckco~·io11e della, rnia 1101Jiltà e del mio vovoto . A questo crtloi·e., a q1te8ta clernzione i R eali di Sacoia 11011 hanno mcl'i, futto appel7o i nva,11 0 )) .
,'<:ltia<:dato d,111 ·e11on11e supcri oi-it.'i 11 uuie1·in1 elci li'ra nc·e>:--i, Yittorio Amedeo c1eve a,bbamlonare la 8aYoia 1 In cont(•a di Nizia, Rusa. Vercelli, !Yl'('a, Aosta; ma non clispcl'a mai clel proprio desti no e delle yfrtiì militari della SUll ge11 te, che rifulgono spe cia lrnente ne.ll'as~eclio di Yerrna,. La, fo1· midabilc citt.,della pieruontese, i11 cui il D nca, lw raccolto nn.t forte guarnigione, è att ..1eta tn il 1J ottoht·p 1704 dai J<'1·ancesi al con1u11clo del Duca di Vcnd.òme, il cprn l t> di~ponc cli 1:1 mortn,i e 4S c·,wnoni d' ass<•cl.io . 11 -1- 11owmb1·<>. ~8 sqnnch-oni di <·arnll e1·in e 4- 1·eggimenti di <hago11i passano il Po e, co 11 giunge.11closi nd a lti-i ;JOOO 11 omi.11 i 1wowHi1011ti da C,u,ale, vanno .1cl ..1,nme11 !-arc le forze clegli :1 S1"Crlian1'i c he de!,;cono acl impr1d1·onù·si di un fo_rlino staccato snna <lestrn ed a co11servar] o, qunu(nnqn<· i Pi< montesi mettano in :rnione clplJe mine. · Coman<l,wte ciel preRidio di Yc>rrua era il l>aro1w De 1:1 Rotlw (l'All<~r y iJ cui nom e va. coug-iunto n, titolo di g-lol'i:i a, qu ello ùi Vitto1-io .\mecleo JI: men ti-e il primo respiJH;e finchè potè i fu riosi assalti francesi. il D nca . c-he era 1·i11 scito ad assicm·ar<> lE com.11ni.cazio11i frn Venua e Crescen tino, a.bilmcllle molestò i nemici alle spal1e ed ni fianehi. e prr (nthl la clmata rlell'asi-eàio, faticanclo come nn sc>mplicr nfliciale t•cl PS])oHencloi:;i al ])Pl'Ì· colo com<' l'nltimo gra1rnlip1·e, diclle prova, 0It1·11 che 11<'1 ben J\oto indomito f'Oraggio. di 1111:1 profonda c:onoi;;tc•nia clt>ll'arte cl0lln guena . Se <\ vero, eorne ~i disse. che in ~eguiLo alle ansie ecl nlle soffp1·enr,e dPlFassc<lio :il T>ncn per1l c>tte tntti i c.ipelJi, il Vend('>inc ::i 1-na Yolla dovette irrHnnisi C ino all'<'saspe1·a'l.ion<'. tan to pit'1 clw n V1~rsa i lles nessnno :--i vol<>va. capit e·i.tare della prod i.giol"a 1·p si:-:;tcnz.-1 cl ella fortcr,z,.1 picmontesC'. e Lnigi X IY m::incl nva a l !,;llO i\fa1·ei-cfallo mesi-Hg-g-i p1111 g-enti, p ieni cli indignazione . o. peggio, cli il'onfo. D m·a,11 (·e qnc1-l·o memotnbi.Je lì Si-<~dio. le a rtig'lier i,, picrnontci;;i diedero l'i:-:;ultaii ecrellenti. tenrn clo i11 iscacco per quasi :-<·i mesi 1111 eser cito valol'oso e 1enace: e ìa lotta, ricehissimn cl i epi:-:;ocli. - in cui i clnelli cli ai-tigli eria, :-i a.lternnva n o ron attacchi e so1·tite clC'lle fanterie e <:on unn febln·ile attiYità d i mine e C'On0
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lTOO - E GO
t1·omi.ne - m.critcreblJe cli e8iw1·c pi1ì ,1mpi;1111t:nte devocata. Ci limiteremo ari ·01·clarc che qu.111clo - riusciti finalmente i Fran cesi a d in terrompere le comuni car,ioni fra Vc~nua e le truppe al com.a,nclo del Du ca - la forter,r,a, il n upi-ilc 1.70:i, fn costr etta alla
Fig. 16G · La forlezr.a di Vel'l'UU nel 170-L
resa, il .)farescia1lo di Vencl<)rne ,i aveva penlnto l~.000 soldati, 547 ufficiali e 30 ingegn<~1·i. Venna aveva, opposto una resistenr,a eroica, non smentendo ne::i,nche in quNd:a occ.irsionc il v[Llore dimostrato uel cor so dei n nme1·osi asseclì precedenti (1) . (1) Il Uenerak Solaro <lelln ~farg ller it ;t, tli <·ni parll:i mo a lnn1;0 più nrnnti illustrando l'azione !la lu i s,·olt:1 !lur:inte la clifesa di '1'01ino, cl<'i'Crin! effica ceu1ente l'assedio cli Yenua In ,arie lettore indir.zate al conte C'Olonnello Gin:;;eppc Rossig-noli, go1·el'llatorc• tlel cns (·elJo cli _Nizr.n e ill'I fotte ,li Monta lhnnu. letter e pubhlicate dnl Barone Anton i o ".\fanno : particolanncnl<' intei'l:s~nnic qucll:1 . iu clata H fC'bbraio 170::i, in ('Ili i-i parla rlelln stupenda ùifes:1 della 11inr.zi1, la ('Juale rel'<istl' aucorn map;ni!ìcnmente dopo quattro mesi d'ns!'ledio, che 1<011 costnti al Ht' Role tlollki mi l ioni e clurnnte i qualì sono cadute su Vernw centossettantn mila palle cla cannone e doclirimilu bombe.
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Ll).ì AR'l'lGLlERlE ALLA I.UTl'AG LIA DI CASSA:-()
.Nello stesso periodo, cioè ncll' invcmo :1704-5, il celebl'e i11gegnere Antonio Ber tola ·- di cui già abbiamo paJfato e a11co1·a 1·iparlet·emo - fortificava. Chivasso e alcuni luoghi circostanti, per opporre un a r gine all' ava,n za.ta fl'aucese e dare tempo ,t 1'0· rino di porsi in assetto di difesa: e infatti Ohivaisso, assalita e bombù,rdata da tre parti il 24 giugno, resi::;tè, l'ibutta11do fiel'i a,ttacchi, fino a che i gene1·ali Rocca, tarheml>e1·g e Gl'ipau clicclero ordine di sgombrare la piazza. In tanto n Prin cipe Eugenio, con 30.000, oldati , marciaviL in socco1·so dei Piemou tesi, e a Ca sano sull' Aùc.la si scont1·èlva co11 ~G.000 J<'1·a,11co-Spag·noli, coruandati dal P riol'e di Venclome, fratello del Ma1·csciallo. Quest' ult.i mo aveva scltierato le sue ge11ti ~ breve distanza da l ponte di c n~sano, diet1·0 ai due bracci del canule Ritorto. Il po11t(~ s n1 Ritorto <'!1·a, s1,;:tto gua,stato ma non rotto ; qne1lo sull ' Adda era, coperto da 1111 va Ilo. I Fran cesi non potevano ùispone d el groi,,so d.e.lla propl'ia artigliel'ia che, aniva.ta a, Cassa,no in ritardo, si trovava unco1·a cbi rn,;a, nelht città, imbottigliat;;1 dal clisol'Cline clell( tl'tlppe e dei carrin ggi. olo al cuni pezzi fnl'ono pm,ti allu, test.i, del ponte~ che E11genio tenta,v;1 cli passal'c. Il Principe cli R,wohi a,en1 più cli TO pezzi e li adop1·ò briliantcmente, proteggendo l'as~nlto delle sne trnppe al ponte Alll Ritorto , che tte voll e fu pl'eso 1° tre pei·duto. I nfine rima.se nelle mani cl cgli lm1wriali che cost rim,cro le sinist re fran 0
é(~si a<l in<liet1·eggi:nc, ineulTP le !lest1·e Mlst riache avauzavn,no <· xi disJHmern110 in parec·c hie ]iJH'<' p er pen clicolai·i all 'Adda. pel' 1n·enclel'<~ .l a testa di ponte e tag lim·e cos} la riti1·n,b1 a tntta ]a destra fra,ncesc. :.\fa a ques to pn11to e11 traYa in azione l 'artiglieria fr,w cesc, l'imasta chiusa. in Cassano, c:he, ase11clo stabilite le sne bn ttel'ie n el cast<~llo e Anlla riva cl<:>i-tra, pres:e di schinncio, <li 1·oyes<·io e ùi fianco le linee . i mpe1·ia li, fa cendone st n1gc, <:O· sicchè };uge11io dovette rinunciare a tag1fa,re la l'Hi.rata, a,i n emici. Il Gre,-..-enitz. commentando tal e battnglia, si meraviglin, che il PJ·incipe Eng-cnio non pe11sassc n piazzare fra i cespugli , nclFanµ:olo f01·mato da.i due brnC"ci cl(•l Ritorto, un a. batteria che nvreblw preso d' infilata il pon te dei Francesi. sull 'Aclcl::i , bat· tc·11do anche i1 castello. e a,vrcbht~ così 1·esa, molto c1i.fficile. se non impossibile, la ri tirata del VencMme . -- 950 -
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I11 sost aJ1r.a lii bath 1g lia ha Nd( o i11ce1·[0 ; ma i l P 1·inc:i pe Eu~e ni o, clt1<' yolte frrito e e-on fo1·ze non s nfficic n ti; 110.n p uò a cco1·1·<•1'e s.nl>i(o ill ni nto del c ugino, Psi limi.lii a soccon<'1·lo in <l ir et·
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Imp eri~ //.
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Fig . 167 • Bn tlagli n cli Uass nno.
tmneute, tl'attenendo le · ti-npp(• fra m·esi nel C'l'emon esr ccl impt> · de11do loro di rec·nr si 11d a,ppoggia 1·e i l gM sso <lell ' (·ser eito impc· g 11ato nell ' a:;;i-;cdio di T or il1 0 .
2 .
La g ra nde partita g iocata e. perduta a Torino da Lui g i XIV La s toria e la le g g e nda - Le artiglie rie impiegate da as s ediati ed asse dianti - La decisa s upe riorità nell'azione de ll'artig lieria piemontese che , ottimamen te c omandata da S ola ro della Ma rg he rita, -
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GRAì'>[)I•, IMPOHTAN:.IA DELT/., ss1,:010 DI ·.rOHINO
seppe fin da allora applicare magistralme nte il principio del concentrame nto del- fuoco - Largo concorso d ato al ser v iz io d 'ar t ig lieria dalle forze imperiali e da truppe piemontesi di a ltre Armi - La s tretta coordinazione tra le azioni delle varie Armi - La bella difesa esterna della piazza da parte del Duca Vittorio Amedeo - L'atto e roico del cannonie re minatore Pietro Micca - La battag lia di Torino - S u e g randi consegue n ze politiche e milita ri - I trattati di pace di Utrecht e di R.adstadt - Notevoli vantaggi conseg uiti dal Duca di Savoia. L'artig lie ria nelle battag lie campali condotte dal .Marlborough e dal Principe Eugenio - Malplaquet - Carlo Xli di Svezia e lo Czar Pie tro - Le artig lierie veneziane contro il Turco - Eugenio di Savoia a lla battag li a di Bel g rado - « Prinz Eu genius, der edle Ritter ».
Ed eccoci a, que to memorabile ,wvenimento di storia militare, impo1-ta11te non solo perehè vi rifulge l'ingegno <li du e Prin c-ipi di Ra,voia,, mil'n,bili condottieri, ed il v,tlore cli un popolo, ma an che per le immense ripercussioni che esso eb be su t11Lto un perjodo f:;to1·ie,o . SCl'ive a tal e p1·oposito il Brunet : · « E11gène 1i'ayci1tl; vn passe1· i) A dd,a,> 7es Eta·ts cl.n .Due de Savoie f'iwent c-onqiti-s v1·esqii' entiènnnent 7Ja11· les Ji'ra11içais. ll ne resta,it pliis à, vrendre que 'l'urin) la, capitale) et en 1706 i1me année fran ça,ise; nonibre1ue et 111,1,111 ie d',ume forinidable arti77erie comvrenant JJlus do 2i'50 pièces, v int l)ass ,;éger. V ondéhne nw.1.ntena,it Eii9ène> la ville devnit é'trn prise e't to11,te z, ItaUe apva1·t;ena'it aiix Fra,ni;ais et aux Es1>agnols. Jfois t out arriva oontra,irenien.t a ce q11' on dfroit prévoir, to11t cltonge(t rweo 'ttne ra7Jiclité effravan t e)). ·v edtemo qnaH ne furono le conseguenze, di portata inca.!· cola bile. Dal maggio 1706 Luigi XIV, dopo la grave sconfitta. subita clai suoi eserciti n Ra,millies, nei r ,aesi Bassi, aveva, richiamato il Ycndf>m e p<'r mnnd,tdo a. fronteggiare i I Ma.rJbo1·ough ed a,veva affidat~ il ornando Supremo delle milizie francesi operanti in Italia n. F rancesco di La,feuillade, protetto di Madama di Main· t;enon, ln, già appassita, ma, ::;em.pre potentissima favorita (J ). Di 1
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(1) lJ'rnncesco cl' Aubusson, marchese della Fcuillade: vari cronisti dell'epoca Io chiumann semplicemeute Lafcuillacle, e noi ne seguiamo l'esempio.
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qnesto Ll feuilla<k in Frn,11ci.a. si disse tntlo iL mnle possibile, attr-ibu<>ndo e. tlusivame~1te alla sna, i11cap,1cill't il formidabile e C'ocente fia sco d ell 'assedio cli Tol'ino: nè ciò tlcYe stupfre. ch è 1·Ì<' n trn nel brutto sh;t <~m:L di alcun i storici f 1·aJ1cesi. i qnali, 0sU 11ati u non riconoscere il valore o il genio dei nemici. pr<'fel'i -
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Fig. 168 · Proc.:J:rnrn cli rnobilit:1zio11c della ))O[Klln:l.ione t orines<i : 31 l uglio 1705. (Ar chivio di Stuto di Torino).
stono, i.n c:aso cli f:.co11fi.tta. o 11 cgatla :-;enz:altro (« Tls 11c 1·ccon11ai81w 11t jn:rnaJ.<i l<mr rléfnite8 » scrive il rrineipe Bugcnio) oppure, pe1· tU).a cm·iosa cleforma zi011e di chanvinism c, altribuitln nel c1·1:ori dei wopri g<'ncr ali. Invece fa mera.vigli a che parecchi -
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:STATO 1)1 !Sltf(\·rn 10 UEL LAFEwlLL ,\U[];
s torici ita li11111 si siano limitati a <.;01_Jia1·e. pa r ola per parola, i f1 a 1H·Psi, d1e fecero lk I La fon ili ade pYess· a po<.;o m1 id iota, s,·aln tn,ml o così irnplieiti1,meu te l'e1·oica r esistcnz<L del la c,.tpitu le saba,uda, il v::tlore dell e truppe e la. saggc¼r.a di \'ittol'io Ame<leo e cli Engeuio . Sta di fatto dm il l..afeoillu<.le non er a poi quella specie di deficiente che, nelle stol'ie acl 11s111n delphi11i; s!. è m·bitr,11'iameuLe tl ipiu t o. Uhe fosse il p l'otetto ùi nna favoPita, non signi fica prop1·lo Hie11 tc : era, q uesLa, spcd.ilmen te in I<'1·anci.1: una legge elci telllpi, a cui avevano obbedilo a nche uomini gramli!-isiwi. Non ,wenl, elle t1·ent'a11n i, ma Bugeni o di Havoia, :b t ren t ' a nni, e1·a g iù, fa1noso i.11 t n tto il m on do, come v11.lenti sf:;imo capi tano. Ostentava, mia s p1·ezzt1,Hte a,l tel'igia, ma qnesia el'a, pe1· così dil'e, una caratteristictt cli 1·azza di m olti uomini francci-.i, sp eRso non disgiu n ta da auten tica capacità e
v,1,l.01·e . Al p ostulto, n on ·i vn ole <·e1·to soste11pre che i I. Lafeuillacle fos e un buon condottiero: ma, insomma, non bisogna dilllenticare che, sceso i n Ilaliu pm· il · ì\l oucenisio nel 170-t, a,·ern J)l'ei-.o rnpi cfamen te la, ci t tài cli. S usa, e il for te d e.I la Drun ett-n , poi, a,t(a<.;canclo la cith1<lella coH ~~- ca 1111on i e 4 rn01·lai, l'av<~va costretta a capitolare · in seguito, dopo 1111 bi-e,·e i11wslim ento di Pinerolo. avenL coope1·:1,to a d un'imporlanle ar.iorn• tlel Y enclCimc il qna lP, m ettendo in op era 70 g ra nd i boc;c:h c da fn oco , .-wevu. <:on quishll o Yei-celU, radendone 1.11 suolo le fodiflca ¼io11i che, vculi anni pl'ima, era.no coi-tate al Piemonte delle somme enor m i. Nel lll,11'1/.0 liO:i, passato n ella, con te:.L d i 'Yizza,, avevn ])reso Villafranc,1 e ~o~pello e. a t.taccat..1: Nir.za i l 1\ avern couq ui sta!,L la ci.ttà,, CO· st1·ingendo il P aprile l'eroico <:ovemato1·e )J ard1ese di Oaraglio a 1·iti.rar si nel castello; e il Lafeuillade, padrone dei forti cli :M:ontaJbano e di S . Ospizio, 1,;t.wa ini½ia nd o l'att,Lcco del casLello stesso, a llorcli è fu i·i d 1inruaito cln 1 D 11ca. cli Vemlòme <·.be g li or <li n:iva <li ritol'na1·e in P iemo11le, pe1· la Prorenza e il Del -
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finn,to . Si è l'ico1·cl ato t uH o ques to, per chi a l'ire che i I i\Ia.rcbesc di L.1/'cnilla,cle pot<~va eRk<·1·e u n cnpihrno m pcli ocrc e H,n ch e mcuo che meclioc·1·(1. ma non era totalmen te i nesperto : e . i aggiunga che. nelle ultime settimane tlell'assecli o, fu sostit uito n el CO· mnnd o dal ]> 11ca d ' 0 1·lé11ns, coµ;1111to di Vi ttor io Anwdeo II, cnpi -
OG~ -
1700 · 1750
tu.no pieno <li inizia,tiva e di at'dire. Si vuol c:onc: Luùme che, secondo il nostro modesto par ere, esagenne, collie si è fatto .fiu oru., l 'iusipie11za dei comanda nti francesi , è 1m enoi-c i,;toi-ito . L1 1·euHà, ista, in <1nesto: che il J,afcuilltLd<·: di spone11do cli formida· Lili fotze, poteva logi.c:amente p1·esmncre cli o ttene1:e la resa dcllu cittù, pr-irn~1 dell' intervento del Principe Eugenio, che in raJ <·,uso sarebbe s tato pressochè i11 utile; e che se tale prei:;unzio11e ,·e1111e for t 1111n,tamcntc frusti-11ta , ciò dipese d,Llla lunga, str enua , insospettata difesa, opposta ùalla cittù . A ta,lc resistenza ed a lla consegne11 te vi ttotia c:ontril>ut vali· dissii.llamen te I.a decisa supcriol'itù, nell'i.rupiego delle artigliel'ie piemontesi, ottiu111ruentè comandate d,11 Tenente Uenerale 80· lu.ro del1a Yfarghe1·ita. Qu esto è il p unto che va essenzinlruen te cllial'ito, pet cot1·l'!,!'· gei-e gravi inc. a,ttezze e colma r e in toll erabili lacune. Pc1· esempio il Drunet, nell' opel'a già, ripetntnmente citata e p11r t,rnti a ~petti. eccellente, trascura comple tamente la mirabile difesa, sbrigandosela con queste, in ve1·ità un po' troppo laconi che, paJ'Ole : « n es grn11des f(mtP,8 f11re11t oonimises dansr]n condu.ite cin ,~iège de la, 1;i{le; elle resistu, vi,qo11rc11sement )) .. La d tti'L l'esi.· stette vigol'osa mentc: ecco t utto . Un po' poco, se si consiclera che il Brunet scl'ive una storia dell'artiglieria e che 'l'orino fu. allora, t eatro di uno elci più memorabili. d uelli di ai·tiglieriu d'assedio, e per i1 n ume1·0 dei pezzi del1e d ue parti e per l'abi· litù e la, perizia degli assedhLti e per l ' uupo1·ta11za ~tc:sa della <·ittù, ehe costituiva,, dal pun to cli Yistn stra,tegico, tma del le rnag·· giol'i piazzeforti d' Enropa. La conquista di. Torino avrebbe foci· litat·o a Luigi XIV il possesso di. nn 'iinmensa estensione di te1·· rit'orio, da Susa, fino quasi iLi conti ni del 'l'irol o, e lo aVI'ebbe libel'a to cl:1 nn nemico, il Piemon te, che , pur con le sue fon t' mocl<~ste, poteva costituire nn elemento <lecish·o cli vittoria pe1 l' uno o l 'a ltro dei due colossi in lotta . A Torino, insornma. Luigi X IV giocava 11na cartai decisiva nella gra,ncle partitr~ pç1· ·1a: ·dpr esa della politica di dominio in ltalia : 11a_rtita che, un se· c ol o e :i:p.ezzo .wanti: er a stata perduta dalla Prancia contro la Rp;1gu.a. E fn ùattuto. X è è il caso cl i cl.ire che l'impo1·tanza degli. nvven imenti po -
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SE TùHl.KO FOSS1" CAD UTA . . .
tl's~e ei-sere co111presa ::;olo più foJ'clL Vl Ltorio Amedeo ne en1, pieJt;llnen te cosc:iente . ln uwt rno11qgntfia di Carlo P io Dc i\Iagisll'iS : L ettere 171: V i:tto rio 1l1necleo LI nel v131·iodo cleWass cdio d'i 'l'orin,0} che contiene molto ma teriale i nedito e fa parte di un iideressante volmue e.li studi su Vittorio Amedeo, ecli.to n ella Biblioteca ùella Soeiet.ìi Storica Su1JuJpi1m, è 1·iportata nna lettera '<ti Yittol'io Amedeo al Principe Eugeni o, scdtta l' ' maggio, che dice, fra l 'altro (conserviamo, cm11e sempre, la, grafia origi.nale) : « Le siè'r;e cfo celle ville ('r o1·ino) est inuni11e11t : les ennemis doiV6 1it Z1011tre7Jrenrl1'0 a1veo i'outes 7es fol'oes1 clont j e 'VOws ay déjà i11fo rm é .. , No11.<; e0icy a1Tirf,s au terme peremptofre du cìe11ouem e11t de la guerre de Picmont ... IJC1 suz,eriorité que vous poiwés avoir s11r les 0 111iemis JJe11<la,nl q11e ' 'l'11,1·in se so·ntient, elle se to11r11eroit de l'rwtre coté par la prise cle cette ville, qui leur rlo11nero it le 1noi'c11 rlo joinrlrn toll'tes le11r8 forccs eri sem7Jlos contre rous r'f do pnui;oir clwsser ensnite <,mtieroment Tes imperia,ux
d' ltetlie
I
».
L e:-;e1·cito franeese Hss-edianLe si compoueva cli 44.000 uo · mini (GLI ba ttaglion i e G8 sqm1.dtoni) ; la c-ith't assecliata non poteva contare dw sn 10.000 soldati, ai fJuali si ag-giunscto però snbito 4Ht:-; nomini <l<•lla milizia ni-bann. che. 11ei mei-i successivi, f'-èllil'OllO a 500(). l:11 1·affronto ini (>1·essantc : 1wl 1760 Toriuo contarn qllai·ant,1f-ci mi la ani111e : cioè l':nmata frttncese, a <·ni R e Sol e aveva affidato l 'inenri co di !schia cchu-c la cnpita le sa bancl a, era, nnmeritament(• JW<'ssaporo egwil c alla popolazione della città, comprendPn cl o i n quef'-ht clornw, vecchi e bambini : mli nnche questi pnrtf'ciparono gagliardamente . spcondo le loro poi-sibilitù. alle opcra,zioni beJli che . E un poemetto in vern acolo, L"ilqJc1, a,,;. .<;cordà, h;pfrato dall 'eroi<-a difesn cli 'l'ori110 - e attribnilo eia, qna.lcnno a qu.Pl i:;acerdo te 'rari.zzo ch e fu, <·ome ved remo. nno cl<•i prin cipali c1·onisti di qnesti dramm atici ::wveniment i - non manca di N,altare il m irahilt> con tegno delle cl on n c, che llOH solo snvivano piPtose ne1J e a,mbnlmize, ma Jn.vornvnno p111·c alh• opere~ di p alizza la " di ~teno : 011rle i fra11s ei.ç a mir<Ì . I elisio : cc 1"oilà d<>s f em111 f>s ca11111Jle-'I
n,1fairf'
lrt g11r'1Te a11.r Diables -
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».
lTOO - 1T30
(Pe1· c-ni i r1·a1H·< i-i Hrn111itatL <lic:l'vn110: 8c·c-o <.kllP clOHH(· <:apae:i di fatt> la ~uerra an<'he ai dia Yoli). Lu ,·olontà di 1·c:--ii,d:et e dei Tori nesi. 11011 the ntfic•, ol ir::-i, ::-i feèc og1ii g·ioruo p.iù :-- Lre11ntL, rm1n mano clH· ginn:,,;(•1·0 LP notir.ie del lt> èl'tHlcll,ì <· clelle dc v.i st.1,7,i o ni <:ompin t<, dagli i11 vn,sor-i i11 tntti i paesi e le città vicine : fra Faltr o andò distrutta la mern viglio~u « deli7,ia >) ddtn Il [>((reo . t1·11 i fiumi Doi-,1 e> :-:itnra. che, già ai tempi <li E manuele Filibei-to, era stata aclat(:ata <·011 rnl'it' e geni.ili <·o~rr11r.io11L in pai-tP :ttll"ib uite ,il I\illadio a lnogo fli <11U<'llà 1·i c:r <·azionL•. Lia fomn delle bl• ller.ze natnrali e fH'Chi.te ttoniché rinnite nel l'c1rco coi-reva tutht Europa: e 'l'or <1 ua to TM,::-o, profn:{o ., 'l'orino 1wl 1:ns. pal'c rw ti-1,esi-:e el<>ment-i <" moth·i pe1· la 1-,maglia11tc> des<·ri¼ione <lPi ~ial"clini incantati cli J\i-nriùn. Yecliarno ora come Torino si foi:;se prevai-ata a lla dii'e~a. Le foi-tifi<-az iohi d<'lla <:ittà 1wopriamcnl e <lett., 1·.isullavn no di 1111a cotlina conhnna r <li sedici ba1-,tioni . La cittadPlla HYP1Hlo tre dei snoi c:i11q11 <' ba1-,tioni 1·ivolti alh1 campagnèl , enrn o i11 t nl to c1ici.a nno,e queJli opposti al nemico. I11 ogni intcn-allo f r a tl ne l>nstioui s01·~pya 11ita ~:ol i<h lllP½:imlnn :1 o rh·elli 11 0, <' cl:1 VHHI ; " buona, pnrte dei bagtioni e ruez7,eln11c ::-i ei-.:1110 costruite <·011troguardie o frec:cie , destinate nel op11ori-e altreltantc sncccssive banfol'e all'as::-nlitore . L"p11tl·ata in <:itt;), si nvevn solo dq,Jle P orte J>aJa7,7,o, Po, )/' nova e ~u. ina . Ye1·so JJOll l'n te. p t'l· podai-c pi ù i una!1;,:i l.1 fronte difensh·n e pe1· ti.1n ch11gg-i:,H(' la <·it.l,lclf'lla c~1p dnurn eva alquan to isolata , s'hrnalzù . a sl'tlP11t1:io1w (li ]'oi-t.1 Rnsn . 1111a Overo (/ corno ) :-;imile li dnc me,r,zelu11e 1·itmite . . -\ ri< mpir<> il vuoto fra ta le Overn 11, cor110 e ln <·it t.iclella, :::orsP. .i m:,r.7,n strnda circ· a fra r una e l"alt.1·a e qrrasi <lHY,t11 t i alln .Port:1 fm fldPth, un pic-c:olo fortilizio. fa l 'reccia cli l'ot tn S11s,J. Infine, pe1· eo ll<~gare L'Opera e-on la Dora . fn eleYato un ::-olido ti-irn·cra,mento, rn1for7,a{-.o dn t1·<, Piclotti. il 1111,,l c. <:ompiPHcl o fa fron(c' oc·c·icl1' nh1le tlelln pi.izza., aRsicnr:.ivu 11el med<'simo 1.Pm po ,ii <lil'ensori il pos1-,c~1'so <lC'll.i lai-g-a P ba::-sa w11a di ten<>no. -c ldln ·v11l clell'Oreo (Va lcl oc·c-o) fra La c·ittù e la ])ora, c·oJ ~ob · botg-n <l( l J>:lllo11c. i mnlini cklln eittù, (' la fabb ric·a cli s alnitro . •\ :-:dte nti·ione q,wsta stc>ssa ½011a Pl"H prntP( ta dal (·01·so clel 0
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J,Ul ~'OBTll•'lCAZIOC-1 01 TOHl:SO
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ht Dol'U, e da u,lcuni tdncennu eHti pa1·,tlleli al fiume, oltJ:e il quale JJOi s01·genrno cl ue teste di ponte. de:-:tina te aù assicural'e, all 'Òc (:01·rem~a., il pa,sso all,.L guanligwne . Yel'SO ol'iente 'Todno era stata congiuuta, <.;ol Po iliL sette alti·i 1·idotti, tlei qna li qua LITO, :,.;oi-gcuti a vaJLe cl ella, cit tà. fra P o e Do1·a, ·bananrno la penisola di Va11cbjg-lia, e tl'e, a monte, al lurgavano Ja cenhia. (lella, pitt:7.½a, n ella. <.lil:e½ione del Vn.lentino . ~-H di lit del Po le fortificazioni costit uivano una specie di tdangulo isoscele che aveva pe1· ha:s(• il co1·so del fiume e pc~r vertic:e m1 buon fo1·tc, co:-tl'llito i:-111 più elevato dei colli sorgenti a 1·iclosso della Villu ddla RPgi11a ; vcrnsimilmente lo stesso colle - seri.e .\lbe1·to Vfrig-lio ncll<:> Sll<' inter·essant.i CJronache <lell' Assedio di Torino - che anche oggi è designato 11elle carte topografiche t·ol nowe <li Fo1·ciuo. I due> lati del ttiangolo corr evano paralleli aj tor1·011h che fo1'ma110 le valli di San Martino e clel 8aU.ce, coi:-lituit.i da una linea <ptasi continua di l1·inceramenti, rnffonata eia fo1-ti11i nei luoghi più opportuni. Il bol'go cli Po, cinto eia nna co1·011a di tre l,astioncini, costit11irn il 1·iclotto centrale cli queF;te fo1·t-ifica½ioni, le quali poi erano u,11 co r·a state p1·olunga,t(-' fino all'Et'emo in dire:.done di Chieri 0 fi110 oltre C'avorctto in dfrczionc di }Ioncalie1·i da a ltte provviSO!.'ic, destinate a favo1·frp Je oper,izioni di campagna e abbando nate poi man ma no che la t<-'rchiu <i Pi nemici ~i anelò stdngenclo into1·uo alla dtt,\. Ottemp<•rnnclo alle ist-i-11r.io11i del Du ca. la dttù si approvvigionò r·apicln nu~nte cli vettovag-lie, irnmetlcn<lo iu pa,scoH intere mandi·<' cli lmoi <' di pecorp e H(·quil'ltanr1o. con ingenti sa f·rHici (li dena ,:o , grano, fa1·ina e foraggi. Gl i A1·sp11ali pn1·<· e1·nno slati forniti del nccci::.sario, fatta ecce½ione per la, polvere da, sparo che scarseggiavn.,. sopratutto perchè ing-c1rti ordimt½iorli pn,cedcntcmente fotte non avenrno ancora avu to è:,:,ec1rnione ; abboncfavano i. materia,l i ed attrezzi occonenti alla difesa, racc-olti sotto la direzione di nn conte Mocchia e c1i nn murehesp Na½a.ri. Hen f orn iti clepo8iti di c..111 <lele. fiaccole. 1Hntc1·ne, razzi in<'encliari , mic·cie e :,;catole a mitra.glia, n o1whè cl 'arrni a, mano d'ogni sol'ta, Cl'ano costituiti in <.liffer1~nti punti. pur ticolar·men te nelk• a111t, spazioi-r dei conventi e nelle cbic8e, a, Sa.nt' AnLonio èl.cl Po, 1wl Collegio dei :Nobili -
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(on1, Ac<.;u d emiH, dclìe Scienze), nei sotterra nei. del Bastiou Vel'dc, poe;o lungi dal Palazzo Vecchio, din1ora. della con orte e dei fi.. gli di Vittorio Amedeo. Quali fossel'o le fotze di ,utigl ieria dei dn e ese1:citi possia 1u c, desumere eon certezza dal ,Jour11a.l historique dtt siège d c ln villo el rlo la cdaclelle de '1'111·ù1, nv<:!c l e ravport offioiel cles1 opfrcitio11:s rle l' artillerie, compi lato dal conte Bohu·o della Mm·gherita, comand,rnte in capo dell'a,rliglieri,t della, piazza di 'l'o1·i no, d urante l'assedio : oper,~ che, pe1· la p L'ecisiolle rni1111:dosn, clt'i da.ti, costituisce 1111a font e prezi osn . ~ato a, Mondovì nel 1G44 clal c;.onle An tonio Sola.i-o, eh<· fn Begret a1·io cli S tato del Cardill ale Ma,tn'izio di Savob <.lm·a 11te la, g uerra ch·ile, il conte per coi-se tu tti i gradi militari, se1·v<•1Hlo p1·hna la, Reggen te e poi il D uca Vittorio Amedeo II in tutte le g uerre, e moi-ì poi ne l 1719: fa sua fa ma di ottimo al'tigliere gli deriva appunto dalla mirabile proYa sostenuta durante l'ns~t>d io
dPl 170G.
Giuseppe ìVlal'ia Rolar o non fn solamente UH capo militare a(·corto e V,llorol'ìo, ma ancht> nomo di buona cnltnra,. Di lui riurn,11gono var ie tradnzioni dal latin o, alcu n<' poesie in italiano e in fran C'ese. frn,mmenti cli nn· o rn~. Cm·atteri, compoi:;ta secondo il ver,i,o dell'epoca, ad imita,1,iorn~ cli quelli fran cesi del l,tt, B ruy(~1-e; mn la sua operu maggiore fu quella in cui narrò le Yi<:en de gueri-esche del Piemon te, 01·.,1, i11 forma di ll iario, or;;,, in fonna di a,nna,l i. a sec-onda elle scriveva di a,vvenimenti di. cni fosse o JJ on fosse sfat o t estimone oculare . Questa cronaca ha p1·incipio nell' anno lGSJ, ciOl' da quando Giovanna Battista di NemourF-, vedova. di C,ll'lo Emanuele IL t rnsmisc il po tere al figlio Vii l·orio Amedeo II , poco più che ventmmc. e> va fino alla pace di Utrech t del 1713. Il Gior1mle dell 'Assed io di Torino non è che un e.pisodi.o - se pure il più importa,nte - di t ale stori,1,. Un pa1·tico]are cul'ioso mc>1·ita di ('SSere ril<'vato : il Jo1wnal Hi.<: toriq11 P, fu . nuhhlicato per la prima voltn, anonimo, iJ1 Am ster dam, nel 1708, cioè due anni dopo gli avveniment i cli cui tra,t ta, e il nome del conte SolaJ'o comparve solamente nelln qucirta edizione, fat ta, a Torino, nel 1838, cioè esattamente cen totr en t'anni più tar(l i. Comnnque, il diario<~ in dubbiame11tc autC'ntico. come è dim ostrato da moltis~imi docnmenti. letter e dello stesso -
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JL Gt,;::-11.J;l(ALE S 0LA1t0 1.)1,;LLA l\L,\TlGUI+;Rl'.l'A
Solaro ccc., e 1.;ostituisce, dal nostro pnnto di visia, ci oè pel' quanto concerne l'al'tiglieria1, uu documento cli straordinal'i,1 impo1· Lanzu, molto snperior·e a nche al non meno faruoso Rci_qguaglio historico dell'asseclio) difesa, e liberazione della C'iilà cli 'l'orino del ))l'ete Pietro Tai·izzo di. F.:LVria, la,vo1·0 , quest'ultimo , che pnò dirsi ufficiale, pe1·cbè co11dott,o sui doc.:umenti fo1·niti all'autol'e dal Governo e dal Comun e. D al J ournal balza a11chc in tutto rilievo la, stupenda figu r.1 clel S0h1ro, questo ma,gnifìco artigliere, tipi co soldato piemon tese, il quale tbll ' M·clil'e di buon comba t tente ed alla gl':rn de perizia di ca,po unisce la 1rn1i,;sima Remplicitù) e lllo<lesfoL cli. esvressione, che non escJuclono tutfavi,1 u11,1 legittima fier ezza . E qnau do qualcuno si atten t a a fa1·gli q ualche critica a cc usandolo di parzialità a p1·oposito della sua Opem e del.l e t r e lungh e letter·c da lni pubblicate in fondo al Dial'io e a docum entazione de) Dia rfo st,•:-so, egli para e c:ontra tta cc'-1 con una botta st11penda : « .le sa-i s qu'on dit qite ces lettres sen,taien't son P'iérnonta,is Si Glfo-'i srmteut so11 Pi ,im,ontais , elks senten t so11 ho,nme lfhon11e111· )). Ciò. in parole poYer e : « Yoi dite che io ho na r rato gli aneni menti mettend omi dal pnnto cli vista piemontese. Ora apptrnto perchè io sono piemontese - e .soldato piemontese - in questo solo fa tto YOi potete aver e giù la sic m·a, gara11zia ehe , cla uomo d'onore, riferisco gli avvenimenti con lealtà ed esa,ttezza, senza, altel'are in alcun m odo b verità)). lii quel g1·ave e fortunoso pcdodo k• supr eme caric he 1•e]J,1, città, assediata erano così distribuite : O overnatore Generale il mm·che8e Angelo Isnardi cli C,~raglio, già, strenuo tlifenso1·c cli Nizza coH tro il Lafeuillade; comamla11te s11p1·emo della piazza il fien era]c co11te Vil'ico Hann, tedesl·O, che aveva comba ttuto n, Z,•11 ta a fia,nc·o <fol Pl'ind pe gnp;en.io; com.tll(lnnte della cittadella il hni:onc Dc la Roche cl 'AJ lery, di <· ui si è parlal·o a pro poi,;i to deJl'e1·oica difesa di Verrna; e coma11<1a11te ge11etak del· l'nl'tiglieria il Conte Sobro , mii-aùilmeu te coacliuv;:Lto clalri11 gep:nere Antonio Her tola, scienziato e tecnico di altissimo vn -
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101·<>.
Antonio Bertola, na.to a Muzzano Bi.cllesc nel 1G47 e rnorto nel 17lfl, e1·a cli. prof essione nvvocato, ma nna fm·ti. sima . n.it n ra lC' vorazione lo ::ivevn portnto nel interessa1·~i di nrr:.lticettur,l -
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militru·e, uella quale disciplina ern ,·er satissimo. A lui si debboJLo quasi t utte le fol'Ufi cu:r.ioni s upplemeHtari, Ol'diw1te llal Luca, che gioYUl'OHO a proluugal'e la 1·esislenza di To1·ino . Il Bei-tola, (che tLlcuni s to1·ici mili.t,u·i confondono col suo :figHo adottivo Giu seppe I g11azio Ber tola poi Conie di Exilles, di cui pai-leremo a lungo in questo stesso ca,pitolo) ern, capo degli ingegHeri lllilitari e a veva a lle s ue dipe ndenze mol ti bl'avi collabont· tol'i, quali gli ingegnel'i Ardusio, A rnò, Audiberti, Bellico, Besson, E ma un elli, (ì aroe, Gfo1·da110, )fosso, P erson, Pocito; ma i F1·a11c:esi, a loro volt..1, clisponentno di ben quar:.wtotto inge· g11cri rnilital'i, g uida.ti clal gener a.I.e Tardif , tecni co di gr ande c.·perienza e valot e. l .:n particolar(' non trascurabile è che il Berio·1a e i suoi i.ngegneri non c1·ano consider ati irffi.ciH,li veri e propt·i e \"t!Sti\'a110 l'a bito borghese : solo più tardi il Ber tola ebbe n II grado mi l.i.ta,1·c. Lo << stato militare» del battaglione dell'artiglieria piemont<~se 11ell.'assedio etn, così fo1·ini:1,to: <]n e ufficiali supcriol'i al diJ'l·tto (·oma11clo del coute So1m·o, e cioè il tenente colonnello del btd htglione <Ltrtigliel'i11 , ca,v11lie1·e tli Oastel111Jfel'O, e il maggiore l\for<:hi. io ; dodici ufficiali , cioè seì capitani e sci luogote1,eJ1ti. ; fredic:i. ser genti, cio<; undici del l.>a tta.glione prop1·ia,mcnte el etto e dne i:.e:elti fra i borghesi che già avevano sel'vjto in gucne p t·ecedenti e<l erano sta ti ar1'11ola ti pc~r l 'assedio; otto <·apo1'1di del ba ttagli.oue e Il'e IJol'gh esi ; 132 can1ton1c•ri del ba l taglione e :37 bol'ghesi; 712 solda.ti al servi.zio dell'a,tti glieria,. P el' servil'e i. mortai c' er a no 104 tiornini, fra <·,1 po bombanlierc, bombardieri del hat tagH011e. :-:ol<lati e ci tb1<lini .11'ruolnti; per sel'vire le mine, 3()0 uomini, cioè 1111 capitano, un tenente, due sergenti, tre capornli, 4(; minntori del battaglione, 1~0 muratori, J50 operai e sei :-:orveglianti. Si a.ggiunga no 106 uomini (fra cui due capi tani <-' un l uogotenen te) della compagnia fatta, venire da Onegli,1; 48 opemi. del. ba,ttaglio11e che, oltre ai lavori orclina,r i, servivano Je battPri e, e infine ~ei <·anno11iei-i invalidi, i.mpiegati come porta.ordini. Comples8ivamenf·c 1JH3 uomini. U11 cndo a questi i 5S dcll'al' tigliel'ia imperiale au striaca, si lrn u11 t otale di 1621. Di questi. 670 servi.va.n o in città, 488 n ella, Cittadella, 24 ern no cl istribnit i in collina ; 24 disl ocati in Valdocco, al Borgo cl<?l P:1,ll one. in Van chiglia e fuori Porta, Nu ova, ; 359 ern,no n,d-
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f'ig. JGO - 11 'l'enente Generale Solaro ùella :\largllerita, colllandantc in capo dell'A.rtiglieria della piazza di Torino. clurnnte l'nssc-dlo del liCG.
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e.letti alle mil1e tanto i n dttà. elle i11 Cittadcll;;t e 3{i agli attu sti, alle pia ttafo1:llle ecc. A l la fin e clelFassedio, 204 erano morti e 3Jl feriti, cioè com ples!Si va men le più e.li nn t etzo era sta to messo fuori combatti-
men to. Vonemmo potet ti.are il nome di tutti i cannonie1·i che partecipa rono all'eroica difesa de lla citti\,, ma pnrtroppo non se ne trova ti-accia. Nell' .A1-chivio militare di 'l'orino F;i conserva però il Rol lo dei ca,1111011iel'i cittac/ill'i cU 1'cJ1'i·1w, cioè dei componenti di quella « Cowpagnia dei can no11ic1·i dc..lla città di Torino» che fu inclnbbiamente il più glol'io~o fra, i vari Corpi armati , fol' · nrnti. da, cittadini volontari -cld ln popolazione torinese e delle tene vicine . tlw combatterouo dnrant.c l'assedio. Ecco i nomi cli qnc>sti c·,11111oniel'i e> ln data del 101·0 :::.rruol:t m e1l10: l :'i 1u~lio liO::i l(l
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Giranl Stefano Gia<·ometto Dom t>nko Dol:'lto detto Bnttista Caste lli eletto l!' rancesco Fiz11 (]erto Aml1·c:1 Snm buel G~ncQm o Filippo Jo Col'lo Anrnri co Pai-;serone Carlo Amedeo l:'011!':,:on Spil'ilo Frnncescn Sesan Bastiano Daglin Francesco An tonio llru n .A ngelo Rog-icri eletto Dom~nico Larni:tnino Frnnc:esco Antonio P.11:sc:1g-l ioni L11 lp;i Demn tei Alessnnclro Tnnli F1·nnce,·co Geronimo Ciceo <lerto Autonio Ro ch<' ClodoYeo C inl' lot Giulio BO!!!?'iol:1 Lni~i Cannt Cesare T1wri,; ,lt0 t1"o Pie ( rn R:irnlolot l\fn r ti n o P olli<'<' .\n:selmo T io llant tletto 1/,anrri Oi:brc Loren:>.o Gh111()p;lio cl e fl o l\I ichelc
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ScJ l;i Pietro 'l'OWJ1H1SO Uollagna detto Giglio l:;pnrtiguone PieLt·o 'l'iran tlt!tto Antonio Sardi tletto An ch·~a Angusto ::!icm:cl. GioY. A ut. Ta tto Glac:omo 8uppo <l<'tto llal tista l'racion i Domenico An tonio ('1·0Yeri s G iusep1)e Uiccionc detto Dom<'nico Higot Cu rio Luttor cldto Battist,1 Dcgot J•~nric, Fa 1Ton i Ponel Sposa Paolo l!'ìlippo Giacomo lflus Lni~ Finot Bel'llnrdo !'l'im eletto Antonio Boarcl GioYun ni nocl!a d('ltO J:'r:111l·c;-c·o Canton Carlo .\ntonio Ron<lolol· Giacn11H1 l.losio Simou Candeson Giorn uui n,irt istu <,alto Llclto Ra llis ta Calmo detto Aolonio
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Poi Carlo Francesco.
Neìle i:.ue )Iemorie, il ~olaro della )lar gherita menziona :i'i cmrnon icri ckll11 cittiì cli. 'l'otino: questo R,,1.1,oln dà. r;~ uomini.; il che fa credere frattar~i dello stesi;:o riparto di truppe. Immediatamente dopo qncf<LO elenco dei cannonieri torinesi, 11el Ru olo i:.i trova l'inditazio11c i;:egnl'nte>: « A 28 lngl_~o l 'i03 Pietro . i\ficcn tlel fn Gi_acomo, d' Ando1·110 1 cl'anni 25, detto Pa.~s<~peri11t ». Il documento è del tempo e - comf' scrive il Gen . Sern1to1·1~ Ge1·baix de Sonnaz in un in teressante i:.t.uéli o sulle 1l!fil-iz'ie n·rba11e a,lla d·if esci cli 'l'orino - prova sia l'esistenza. indubbia dell'eroe popolare dell'assedio di Torino, sia l a, sua a ud acia, inclica,tn, clal soprann ome T'assepert1ct, èLU· dacia, _provata qninai anche pti ma clel glorioso (~pisodio del 29 al ~O agosto 170G, che gli costò ,la vitn. -
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EOO · .1T30 J,' Archivio mi lihwe po~::;i ede un :iHi-o 1·u0Jo dei ca1llìo:iief"i tol'i 1w:,;i co~ì l'l'dnllo : « Huo lo della ( '0111p:1gni:1 lic i c:11111011i . ri, 11uornmc11tl.! fotto d 'or dine di :::; ..\ . H. , pr i 11c iph1~0 li JJ a;.rn:;;to l'ìiJv : C::tpilano ~- Luigi Antonio l:'il ip1>0 .\llicri, g ià Luogotenente nella biltt:ig lln. lli agosto 170(; : D olll cn ico Giacorndto tiglio tll U ou1 euko Lore nzo, di 'l'o riuo; l :io. llatli-;t:1 BoYctto tigli\> c!I Gw. Gl:1<·oma di Torino ; c;io,·a u11i Frnn<o C;1s t~·llo fi g- li u ,li Pic , ro, d l t'or iuo, (¾io. Andrea Liza fu Gio .. cli Torl110; Ui:J l·Olll•J .iii,i p pu ll l.!llo Put>ll1, fn l ' a o l11 di 'l'Ol'ÌUO; Carlo A11tonio .Jo fn G in!'eppe , cli Tor ino ; Car lo Amedeo Pns::;0ro11 fil l'letr o .'1.ntonio, d i Tor in o; ~pi rito 1-'ram·c><co l'ousson fu Uiulio Ce><:1l'e d i 'l 'o r in o; Giornunl Angelo Dnrno fu Antonio, lli T orino ; P io Domenko Hoggiero fu Gabri ellc, tli 'l'or ino; F1:,111cese;J Au t . L,n·ng-uill O fn GioL. di 'l'orino; Luigi nu"<:ngl ion e lig lio d i <' :trio, di To1·inn; 1!'rn11c·o Uerol a mo 'l'ardi fu N icol:1, cli ' l'ori110; Giuseppe Ln~sc f n Gio. !\alt .. tli Torin,l; Luip; i P.11[)l.Jio l·i fu ,\nloulo. d i 'l'o1·ino. 1S agosto : Ce:;ii 1·e C:1 r etti tiglio cli L n ig i. tli T orin o; Martin Rondolese, d i 'l 'orino ; Giorn nn i Un g lil'imo Ba ll aSm' fu .ì ntouio. di Torino ; Uio\'.tlllli :l:1\'l'l'iO Y iolant fu o io. Ji'l'àJI CO <l i ' l'Ol 'Ì JlO; Gio. Mk helc G 1·0 11oglio figlio cli Tommaso, cli T orino; A ntonio 1"l rn11·.1• fu l'ie tl'O, cl) T orino; Go. lla tt. Luppo fu Cnr lo, cli T oi'iuo ; Gi.1t·<mJo V icl f u Luflovl C'o , <li '!'or i no ; Cnl'lo Bip;ot figlio cli Giacomo, di Torino; ~ - 1''lenr.v fl~ll o <li l'iet1·0. di 'l'orino; Gio,. Antonio Prinl figlio di ·r ;iusoppe. <l i Tor ino; Giova1mi Doarn figlio cli Gas pare, cli T o rino.
Olt1·c al 1wr~o11nle <:0111liatteu!·e p1·opria111pnte detto, bi:-;og-11n to11:-;ic1Pl'a1·e q nello nun combattente : l o componcv..rno 1111 nncli tol'<' ge1wrnle (il Rignol' L rt Ri\'it•ru. d i cni g i à si è fa t to ce1111 0 1wl volum e prececl entc) , che cumnlava auc.;he la, carica cli. con::..c•1·,·a f-<H·e ge11c>J·ak dt>J I'..n·tigfo,1·ia, dnc· snoi im med iati colla bn1·n tor j o q11att.ro :,.;t·gl'e!n1·i , illl (·011:-;en._1tore d ell' A1'senale. t1·e gmn di a ni dei mag-a zzini cl i poh·e1·c• e 1(; g11,trclhnii ùi altl'i m.i P,H7''l.i11i; 24 :.u,i-d::..tp11ti per i trnRpo1·!i di mn n i7,i oni. le oper nzioni
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L E BOCCHE DA lfUOCO SABAUDE.
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contabili e ~tal'islil:.he ; l 0f5 opera.i, ti-a fabbricanti di. polvere, fon dit ol"i, a,r maioli ecc.; JJ2 fa,l cgnami, 26 uomini di fatica e 82 persone addette al servizi.o del treno . Totale 377, a cui bisogna aggi ungere 6G uomini dell 'esercito imperiale. Al treno furo no destinati SG ca,valli dell'eser cito ducale (erano instal}ati sotto i portici cleJl' Ospecla,l<~ della Carità, e nelle seuclerie di S. A. R.) e 40 paia di buoi (instaLlati a,l ghetto degli ebrei e in piazza Carlina.); gli altri lGD anima.li, fra cavalli e buoi, · :1ppartenevano all'ese1:cito ilupcrif.Lle. 'l'otale 32G, che diedero anche la loro bra,va, percentua,l e cli morti, ci.où 50. E veni:11no a,i pe7,7,i_ L'a,rtigli<~ria, clncale1 raccol ta nc~lla città, e nella, Cittadella per la difesa durante l' assedio, si componev:,, cli 210 cannoni e 28 mortai, cosi distribuit i : dn. libbre ,t
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Gli Imperial i assediati a Torino non po~:-;edevano che l(i c,111noni: dm11111c 1111 i.otale cli 226 cannon i e 2' ' mo1·tai. {l) Ossia COl'taldi {dal fr:ince:;e co11rtca11d) . (2) Porse erano i cannoni u J"etroc:irica del Chiap.[)() (\·. paragrafo tecnico); nrn non è escluso che si t1:ntti dei c:rnnoni à la 1101i1;elle 111rc1dion, g ii't in uso in Frnncla.
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L~ AH'l'IOLrnRI0 D0I L?f!AKCE.Sl ASSED LAKT1
Nei p1·imi temvi <lell ' m;sedio i p ew,i ci·aJLo eosì llist l'ibuiti: 1J.l. Hella ( 'ittaclella (di eui 1:! nel Bastione S. Laz7.aro, ~ ' nel Ha:-;tioue l k :1 to A med eo, 3:~ nel Bastione S . Maurizio, e gli alt1i 11 vatiamente dii,.;posti): 49 i u cittìL: 1ù uelle fol'tificnzioni t·~l<'L'iori; 13 sulla coll iu,t: -1~ 11ell'A.r:,:<:nale; e li, COUle 1·ise1·va, 11pl par<:o degli lmpel'in li. Jlei :!1) lllOrh1i, lU era.no nella l'itta · della e 1:? in città.. D nra,11 te il eo.rso dclr m.,sedio :--i. cbbe1·0 parecchi s postamenti , spc·c:iaJrnente dopo <'11e i l nemico ebbe battuto in brec<.:ia il <.:,tlll· min o e:ope1· t o. Uornples. ·i.va mentc, su 226 pezzi1 gli assediati lle ebbero 3U posti fuori combattime nto . Qn,lli era no le forze di artìgli(_ ,·ria clell'ese1·cito del Lafeuil· hH"i<''! I l Solaro, semv1·e sc1·upolosissimo 1 11011 ne <..l ,\, e 110n po · trebbe cl:1tne, la l ista esatta; ma d;t im·ece, come ve<..lrcrno in se· g11 ito, qn ella <lt!i pezzi presi ,Li F r:wcesi, dopo ln vit toria.: cioè ltiJ e:u11 noui <~ :-iv mo1·tai. ~e si ('Onsidcra che i pezzi fr1wcesi pos ti fn ol'i conil>attimc1tto furono in 11 1uuero assai maggiore di <Jtwlli pi<'montesi, come si 1·ilev,L facilmente dnll ' im pa i-7,iule ero · 1tistoria del1';1ssedio. se ne può concludere l'itenendo es11 Ua la cHi·a ckl lfrm1 l'I". ciot\ che gli aHst-iclianti <lispo11<'sse1·0 d 'una for111irlr1ùlr· artilleric> . co11tpostn di :!:30 cannoni (oltr e ai mottai): <' certo, in ogn i modo, on mrnwro non minore e fori:;c ma ggior e
di quello degli assecliaJ i. (1) ("I) L'er cit:1l'e ,111<:he l'altra campana: li Le nJoml (A rtillcri<' Jlf/i801111ée · png. 439) clà queste cifre: C;1 1111oni cl:1 24 lihbl'e u 0 101
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(do11 1 1.'/ lo1111 ues , 4 [le ln nou relle i111·c11tio11, G IÌ clo.~ <le mulct).
To1·ale cmmoni 1.72
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Fig. 170 . Distrlbuzlone delle artlglicrie per la difesa tlclla citth cli 'l'orino nel primo periodo dcll'asseclio. (Dal Gìomale clel . Solaro ùclla 1Iargllerita).
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EFFICACIA DEL TII:O UEI f'JE)lO;,,;TESI
Come e pe1·<..:hl· J' e:,;en:ito fr.incese, essendo nmll el'icarne11 te triplo di quello p iemontese, posi,.;edenùo fo1·½e d ' artiglieria puI'i o s uperiori a quelle piemontesi, e, falto tli importanza e~~e11 zfale, pot·eml o disporre a, volonti\ delle rn1111izio11i ch e gli pel'Ve· niva110 coutin nam •ute dalla, liben1 yi:) di li'ran<:ia, n on 1·i11sd , 1, raggiungere quella, vittol':ia a cui ardentem ente a,n eh1va, e che (la, Y el'saillcs il He So le H01lecifan1 e-on scrupte 111..1ggio1· imp;izienza, ed ansietà. ·t Non è il t'nso cl i i-ipete,·e pel' l'ennesima volt.1 In stol'ia dc•I famoso assedio . Q11esto l"l'agi<..:o P 1.:dotioso pel'ioclo del r egno c1i Vittorio Amecleo J J è, tl e l 1·c•:--to. lwu noto: ne ricord aron o Je YÌ· ctnde i cont<·111po1·,111ci 11ei loro di;11·1 sinc1·oni , rnoHissimi storici piemon tesi iu \',ll'i<• imp01·t1111ti rnonog,·afìe, 11191Li storici italialli e francesi in ope1·e <li :,;(ol'i ,t gc1H 1·nJc, pa,recehi storici ted eschi n el.le biografi<> tlel PJ'i1wipP E ugenio, men tre importan ti raccolt e documelltarie furono c11rat<> cla-l Governo francese e clal Govn·110 a.11:·:triiH·.o. I11Jin c In R. D r pnta½Ì Oll<~ (l i st01·ia patJ'ia l1a d edicato allP campagne cli g-u< na d PI P i<>monte 1wl 170~-lì e al1'a~$edi o di Torino u11 ' ope1·,t gra,ncliosa. La sempli ce en umm·azione <li t ntti gli :o-<·1·itti. dai mal'l:-;imi ai mi 11imi, eh<> hanno per argomellt"o cpw~ti <>venf·i bPl1ici c·o11 cui si a,prn, d1·a mmn.tica,inm1te , il 8<>colo :\\' Ill l'ic·liie,l<•1·pblw dec·ine di pagine e ci fn1·ebbe esor·bit:11'e da,i limiti d el n oRfro piano cli ln voro. Ci. limitfa,mo a fine nnn J'apirla <· 1·oni,-toria d el le• azioni d i artiglie1·ia. : i n qnesta il lPttol'(• l'l-on•1·ù ti8pokl'n. alnw110 parzi rtle, n,l1 a, clonrnnda. s nrife1·ita. I n og-ni moclo 8i può 8<•nz' all1·0 affermn r e che chw elementi fo11<l.1,rn< 11 b1l'i ckl snrre~8o' pi pmont·cf.1<' 'fnro11 0 il i:.a.piente 11i=.o clel 1'artig-li <'l'in C'lt P Rolnro <lPlla )fa1·g-her i ta i-ieppe adoperare con sin . g:olai·c pt>rizin, ,1pplic-m1 cl o con 1·igorc:, continuità, e èriterio il rwin c-ipi o clell n eo11C'e11h-nzionp clPl frn)c·o, e la str etta coordinazi011e frn le rnl'ie ,\t·mi, conNegnita mediante 1n cliscipHn n d e11 e rnlontà, e• clellc> intPllip;<'nze ,. l'ni,;;~iclua encrg'ica cu ra del comancl,rn te della pia zza, cont0 Dnnn, cl(,1 eomanclu,nte clella. Oi t h1deJl a,. ba1·one Dc fa Roch e cl' Alle1·y, cleg-li ingegn eri militari, sapien tem<'ll te clfrrtti <lai TIPrtola . e <l<>i 111·iJ1cipali c·omn ndan t'.i in i::ottordin e . (B eon~i<lerc1·emo n pn l'te l'atto eroico del cann onie1·e-mi11atore Pietl'o i\fi<'C'a, che ebbe pm~e la sna, influenza,, gran dissima se non rlecis in1) . Per 1H nostra ~intetica narrazione, ci a t0
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10-reno esseHzialmente al Cfiornnle del Solato della i\fargherita, n,lla preziosa JJ,istoù·e milJ,twi,re clu Piéniont clel conte A. di Saluzzo e alla bella opera, gi.\ ripetutamente citata, di Bragagnolo
e Betta.z:d : 'l.'ol'·ino 11dlci storia clel Piemonte e cfltcilùi; ma, non ma,ncberemo di riport}tre anche, lù dove ci scm.b1·ino importanti e op1)ortnni, brnni di altri studi storici o, più frequentemente, uotizie tra.tte da dia,rii sincroni e dalle ordinanze e cleliberazfoni decurionali dell'epoca. Il L ,LfeniJlacle iniziò le opernzioni . d'assedio il J4 maggio lTO!i. Il • i\farei::ciallo Va11ban aveva consigliato cli 11011 attacc:ne Torino clal1a parte clelhi Cittadella, ma di te11ere unite le forze, mirando ad impa'Clronirsi cl.f~l Mon te dei Cappuccini che clomina, la cittù . Invc~ce il Lafonillaél c 1wefod f:ne 1·,1tto l 'opposto, eioc~ b,1,ttere Ja Cittadella per obbl igare la città a,Jla, resa,. QneRta decisione - sempre nell 'iutento, cli cui si 1~ f:.ttto cenno, di i:;rn innir<~ il merito degli Haliani. a,ttribuendo la loro vittoria ,Hl inen pacità cli. 1111 comanda,nte fra,ncese - venne consid.e1·n la <fogli st<wici come mm provn decisiva, dell'inettitudine del Lafenillacl e . EnorP certameHte fn . Tutta.via al L afeuilfacle si possono concedere cl1~1le ,1ttenua,nti: a,nzitutto il progetto fu appr.ovnto anc.:h<~ <la,l Maresciallo Veudònw die pnre era considerato dlor,1, il più. a,bile ge1wrnl e francese : in F-c\Coudo luogo, iJ piano non si p nò definire pl'oprio assnrdo, se ::;i coni:;iclern che clnllar p,ul·1-l (bila Cittadella <~ cli Pol'ta Srn:;a ]n baRRlll'a flel Valclocco. snJ.Ia clci:;tr-:1 della, Dora., offriva ai Fr,1.ncesi ,m hnon punto c) 'appogg'io per il fi.11 H·o si uistJ'o . Oomn1H]Ut~, due gimni. dopo l'inizio cle·lle operazioni da, piu-tfi dei Fl'nnc·esi, cio<\ ,prnmlo il Lafenillaél e ha nppPna incominciato a dispone le sne t1:uppe nella flirczione nord-est-sud, i Piemontei:;i prendono a, ca1111oncggiarc l'ala sinistra clel nernieo, al vecc-hio ra.rC'o, wn (JmtttNJ Ragri, cli cui due ordinari e due cli « nuov:1 invPn zione ) > e c.ostl'ingono i l<'rm1cesi a r inculare . Il 1!) mag-.gìo, con sci sagri e sei quarti cli cannone piazzn ti snlle rive della Dorn , gli n.rtigli eri pi emo11teRi battono il castc~llo di Ln ccnto e il campo francese, mc'\ttm1do in fuga. il ne mico, e ber>-aglia.no i Fra,ncesi intenti a costruire un ponte snlla., J)orn, costringendoli n ~mel'tf>r<i il la.voro : in qnesta. azione i no -
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stri <·,urnonieri son o efficace men te so::;tenuli du, un considerevole distaccamento del famoso n ·ggimento d.ei lJragoni azzurri. In genern le, cfa osservazioni generiche sull'a11damen to del1·assedfo, si può trarre questa, ìm1)l·essieine: che , mentre i Fran · cesi impostano ,L caso le 101·0 batterie e fanuo gr ande spreco di colpi necicle11Clo molti cittadini inermi, ma senza p1·oporsi obbìetih·i precisi, gli [tali.mi hanno se111p1·p la nozion e 11et.t..1, tlei fini ei a r aggiu ng;ert>. (10:-:ì il ~l maggio ,Hol.iro P Bei-toln dispongono . no11 se11za iaticn, una batt<•ria di qua.tt 1·0 pezr,i su un'.1 ltm:,1; a sinistra, cl eJl n, Yig11a di }taclnma Heale: tale bntteria, per tntta la cl urata élell" assetlio, impedirà a.i nemk i l'entrat.1 nel Val entino. ll 2ii, per cousc1·v:n·si. u.pe1·t.H, l,L sola via cli comnnintziu.11 e Hitnweri-:O l a qnale poss..1110 ~iungere YÌYel"Ì in dttù, e:-:si clispon gcmo mw bn l·teri a (li 2G per,;1,i ili v:1 ri calibri, pav(·e su 1111a col · lina pre~so C'avoreUo, pa1·te 11.n po· più i n l>a.sso, nei prati : tali c-:nrnoni molestano tahnent<• il 11emico tlinante i lavori di a pptoccio elle lo co~ITii1goJ10 a 1·i tirarsi, dopo :rre tTi 1wrclnto u11 htteJ"o 1·1,ggirneuto ili cl!-agolli : r q1 1est:1, n on è for ~c> ..l.' nltim.a. f1·a le cause che inducono il Lafe nill,Hle a 1·im111cia1·<~ an ·attatTO <lalln pn r te della collin a . .Altr cttn,nto si <licn. p(~r b disposir,iorn• elci p<•r,1,i in d t t:ì e nella Oi.ttaclclia, do,e ogni baltcrin 11,1 u11 sno compilo ei;;,1l to : (( On n)a fJ"h"c vn. q111' jf' croi.r· - sc.Tin~ il Rolai·o, il qnale, si 11oti lwne, 11011 pal'ln mai i11 1wim:1 1w1·:-.ornt. t:rn to clH· lo si poti·ebbc CT<'dt>r·e, Hon 11110 clei pri111"ip;1] i ronwnchrnti, ma, 1111 umil e . niwhe f;(;' il,J1p:rssionatò spett:tton• - 011 11'a yuhe ru dr111x r111c1111e r111 t rP p7acc 1111 JJl11s borrn f1·rmt (fo c 011011s >J . Effkaci p1·on-e1limcnli i;;ono J)l'ef:.i per rw11tr,tl izw1·e o ai(c11na 1·p i <1a1111i del hombal'Clilm<'nto nemico. Vrng:0110 . gombrilt<· le t ni-c più v i.du e :Lrle f0l·tifì e11zioni, com<· q11<>ll e el1e, pe1· un l:ito. :,;ono pilÌ espmil<> ,Jl]p ,n·tig-li< 1·ip f1·nm·<>si , e~ per l'a.ltro possono eoktit ui re un im1wdi111ent o 1wr g-li att.u·cl1i off<•nsiYi <la pad<' <l<'g-li ass<\Clil1ti. Ri 11i:-:sc•lchrno le sti·acl(• p e1· clind11 11ir< i clam1i c·he le homb" possono p1·oc1 nne C'aclrndo :-:nl riottolnto : si <:.ollocano vedette sni campanili. affinchè !';CgnaUno le mosse ael 11rinir-o (' gli a,pposbtnw11ti (l<'lk sue lrn tterie : si rirei-tono i tf•tti cli 11110 i-:trato di tr 1-ra pe1· irnpedi 1·e o a.ttnti1·<' lo scoppio clrlle 0
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Fig. 172 - i:.:ua intc.!rcssaute ri co~l 1·uzione ck-1 Colonnello JH11gni, conservata ul Museo cl' Ar t igl!ei·ia cli Torino.
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gnrn,tte, melltre ::;0110 rntsc:oste h1 luoglti 1·emoti le rnalel'ie facilmente i1lfialllmabili. « Sonosi vedute fin le donne in numcto di 300 - SCl'ive il Tai-izzo, di cui già. abbiamo rilevato gli... sfoghi lirki, ad esalta,zione della bi-avu1·a, del sesso genlile tol'inese - ad occnpu,rs.i 11ello sct1,varc e trèlgittare sulle spalle la lena nelle fosse e nei luoghi. pi.ù soggetti all'infestmuenlo delle ba ttcric <~ sta,rsene eoliì. imrnol>iii e intrepide)>. Inolt1·e sono n.pplica,ti rigi.d issimi c1·itel'i cli disciplirn1 e di Yigilanza : ba,ste1·à, 1:korclù,re, fra l'altro, il c m·ioso cl ecl'eto del lJau11, col <1mdc, pena la m ul ta e la fui-tigazioJ1e, s1 faceva asso· lulo divieto di .int1·odu1·1·e ll Oei. in città,. ll pi-etesto era l 'igie11 e, il motivo vero t'essersi trovate nei. gusci., aliilruente vuota ti, c-01·rii-pondenze sospette indirizzate a RnddHi fran cesi rimasti i11 'roriJ10, tendent'i soprat.utto atl ottenere ii1formazio11i p1·ecise circa la cliRloc:li~ion<• de lle ùnMc1·ie piemontesi. 11 :~ giugno gli ,ntigl.iel'i nsi-ecliati iniziano. su più Yai-ta scala, uu til·o sistema,ti.co pel' clisl·urlia1·e ·i ]avori 1l':1pproccio d<'l 11emico : a ta Le scopo, ogni notte, si port:rno 100 pa.s:si. al <Ii fuori dello spalto a.lcm1i fakonetti. o sa,gl'i o c,111J1011i tli nuova inn•nzione c he, allo spnn tat del gfo1·no, si. ritirano 1w] c:11nrni110 ('0 perto. Cont·emporauearncn te, con pezzi po;-;ti in b::n-betl'a i.n <:itrù. o nella Cittadella, si battono le trin cee francesi e i-:i ber:--ag1iano d'infilata le comnnic·nzio11i che <.lnlla cocla tlella 1Tincea co ndn c:0110 nella ]Xtr allela. 1l 9 giugno il 11emico ba, inizia,l:o .il ho111.lJardarne11to co n tutte le SU<' m·tii.diel'ie, p ost<~ Rotto la clin,zio11e <l,•ll'in gegne1·e capo 'rarclif. Il )Ia1·chN,e cli )fa,rig-11m10, a. nom.P drl J,afenillnclf'. ~econdo l'u~o dei temp i, e per 1111 riguardo <lovulo u Vi.ttor io Amf•deo, genero di Lnip:i XI Y, viene n, chieclel'gli qmt lt- sia il :-: 110 quartier g<•n<'l'nle, P<'l' pote1·lo 1·isparmi:ue cla i colpi , ma H nuca risponde con l'ai-,lita semplici tù clPi Ravoi.t. : cc Tirate pmc : il mio quarl'ie1· p:e11e1·:1 le è sni hai-tioni della (·itt.\ )). Rnbito i Piemontesi. pei- rispo ndc·n• al bo111hm·damcnlo, mdtono in azione t ntti i cannoni e tntti i mott::i.i. incominci:rndo il tiro cfal b:1stio11e di S. Lazz:1,1·0 Hella Cittnclella ecl cstendcn<'lolo poi alle varie ba,ttc.:rie. Questo tiro co11tinucrà per tutta la durata dell'assedio, con risnlta.fi nrng11ifiri. rome vPèltPmo.
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~1eut1·e il i1emi<.:o llOll i-iesce mai ad. abbattc1·c i par._1petti, i rni gnasti :sono sempre 1:ipnmti ndla, 11 otte, e raramente g iunge tL col pire le batterie degli a,ssediati, questi, col fancio di razzi e di. p1·oiet.tili illnminanti, individuano tutti i ptzzi n emi.ei, i ma gazzini. ecc . e fanno un tiro sistema,tico, raziona.le, di pieno rendimento . :Molti maga,zzi11i son o colpi ti e incendia.ti; e tutti i. giorni sono smontati numerosi pezzi nemici : si arriva, fino a distruggeme 13 in un sol giorno. Ava,111.ando verso .le li.ll(~e di fortificazioJJ e dal .lato occi(leJ1tale della dttà, i Fram:esi scavano delle trincee opportnnam.ente collegate con passaggi paralleli e aprono un fo:ssa to di controvalla,;;,ion e, profo ndo Spiedi e largo 12, ch<'l ai. 20 cli ging uo g i11n ge fi no a Lu.cento e poi in r iva a l .Po, sulla, destra del <pwlc :fi nrn c il Lnfeuillade è p,Lssa.to, dal 15, con parte dell'esercito. lutiH1to Vittorio Amedeo, nell a notti~ di~l Hi al l T gingno, e'- uscito èl::i,Jla città,, hutta,nclosi alfa ca,n1pagna, con la c11vallerill, per molestare il. nemico. Egli si spinge fino a, Cnneo, e compie · eosì nna bella difesa este1·na della pia;r,.za,) minacciarnlo co11ti11lHH1wnte i F1',mcesi, rendendo~ J)it'Lclisa,gevoli_ e m ..tlsiemi i tifornim.enti da parte della, ]'rancia., e, sopra.tutto, tenendo il collega.mento mota.le fra gli assecUati ed il Principe E ugenio che in Val d' Aclige sta, ra,ccogli enclo e rio1·clinando l'niercito irnpcria le. sbn ndato dopo la 1'eonfitta di Calcinn,to, e prepani b realizzu1.ione dell'arditissimo disegno che deve po1·t a,1,J0 a !'.Occonere Torino ])f!l' ln, clestra del Po. P er ciù d1e con cerne strettamente le a1'tiglieti<\ la 1nuggio1·e p1·eoccupazione cli Vi ttorio A m.edeo <'· quella cli l'ifornirP l:1 piazza di polvere. \ Tero è che in una lettera a,1 iVfo1'cheSf! di Oa,· raglio, in~ da,ta, 1G lnglio, eg'li scrive : <c A nof':tro avYiso la difesa, della, pinzza con:;;istc ora l":pecia lmente 1wl1' 11so él eJle mi ne t> dei mortai. tanto 'più che sa,ppia,mo come i nem.ici ne RUbiscano gn1,vi clanni. .. )) . v: U 23 lnglio , scrive11do cla Lus(~rnn, al conte D11nn , gli raecorna nda di usa,re specialmente i morta i (cc le pienes conso·mnient 11w11 de voncire ))) : mentre, in un'a.ltra, lettera allo stesso Dann, il Dnca rarn menh1 come, all'assedio cli Verrua., dnrante sei. mesi non si si.ano consumati che 22·.000 rubhi (Kp:. 0.200 eirca) d i polvere e soggiunge: « Bisogna supplire e.on h i mi1w e <Joi, .r;l i '11omi11 i a ciò r·.he potrehh<·~ rnn.n('a,re rli 1101-
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-vere>>; ma, cw è detto per fare nppello 1 come sempre) a,l lo spi rito <li resisten za dei i:;uoi sol<lati, e non gli i mpedisce cli tenta.re l'ìmpossihil<· per fa.r pervenire ·iu eittù Huove munizioni. Un paio cii volte yj 1·inscì, riempiendo di polvere otri cli pelle di capra aùlmndou;i te alla corrente cld Po, men tre altre volte fallì., come quando ten tò 1111 eolpo di mnno non dissimile a quello di VerCèlli deserit to 11eJ capitolo preée<Je11te, invi:1,nclo 500 cavalieri, per Pino e B<->aglie) alla ~vlaclonrn,1 <lel Pilone1 donde, guadato iì Po, <lovev:1110 penetrare in Va nd1iglia, s<.;ortan do 150 cavalli dì artiglieria, <.;a.riehi di po iveu~ : g-1 i a,ssediati, non n.vendo ricevuto i messaggi ch e cl,tvauo loro preavviso dello stratagemma,, s<:tnnbiarono i c-a,valieJ·i <lt1<.;a1i per uemici. Complessi.vamente, secondo trna diligentissi ma statistica del Sola,ro, gli ass<~diati d111'a nte il mese cli maggio spararono 2718 col.pi di ca11uone e coni-;n mar ono J 513 r u l>hi di polvere (compresa, quella, adoperata, dalla fanteria, per ]e mine ecc.); i.n giugno 3GG01 colpi di ta,nno11c, 202S bombe, 10G48 piet.re cla, mortaio, mn granate, :!~8 JH·oiettili iJl11min;1 11i i , 1Gl;:i4 rubbi di polvere; jn luglio (le munizioni cli.minuiscono e occorre far maggiore uso cli pietr e) ]!)Ufl colpi di cam101w, 20:-iG ,bombe, 38229 pietre éla. morta io, GOO granate e :M!) proiettili iHumina11t L e 1309.l rubbi di pol ve1.·e: i n agoRhl, 13851 colpi di ca1mone, lUSR bombe, l llGSG pietre) niente grannte, J ~)H rn·oidtili illLrn1in a n ti <' !H)51 rubbi di polver<~; e ill'fìne, nei sette g-ior ni di settembre, 'i9fl coli>i di cannone) 252 bombe, 24!)7 pietre, ni.ente granate e woiettili illnrninanti ) e 728 1·nbbi cli polYere . In tota.Le cl agli n,sRe1lif1 ti fnrono spara,ti 73088 c:olpi cli enn n one, G024 bombe, 70!)G0 pietre cla morta i e si consmnarono 4H3T r nbbi di poìvere . Gli a.sseclianti : disponewl o di mnni½i.oni prn,tieam<~nte ilwsa,uribHi, fr<:ero u u fu oco molto più intem;o : i11 nn solo gior110 aJ.'l'iYa,rono a hwciare 8300 proietti li : ma, come si è visto, c:011 l'isnltt~ti m:;solutamente impari allo sforzo. nelfo batterie nemiche , nnn sola era piantata, d i fro11 t<' al bnstione de l H. Amedeo e questa fu in pm·t< -· rovinata dn ~4 JW'l:zi pkrnont<~si che ne smonfaro no pareechi frnnce.si. Tutt<·' lf' a l tre batterie otte11evano ben pochi ri:c-nHaH p erchè le opere cli. fortificazione clella, città , elevate tnW al pi.ù di dne piedi nnn snll'al tra . obbligavano il ne-
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111il'O a,1 nu fnuu> ratkntc· e ,1 dei til-i che s:tlo1·arn110 i parapel li o li i:.01·pns:-;a,vano, per moclo c lrn j I furore del tit·o veniva .t rove sdn1·:-:i :-:111la <:ittù, fo('endo str;1ge <li c ittadini ma 11011 ottcnemlo nm tnggi a.ppre,,,,abi li (la i punto di \'ista strl:'ttameni(• mHita1·1·. fn vece, come si è detto, le a.rtigliede piernonh~si s,·olgeva110 111t 'n,1,io11e org.rnica, <·on bersagli ben precisati: « Sos bombe8 :-:r·i-ive i l Sol nro - uo 11t jetrw le f e11 co11111tt! d(" c·outmne df111:s " " dP. 1"11r.~ 1nr19asi11s rì po11dre )l . Lc <;a~t·ine d<'lla )Ja1ti0 La, e clPlla l ' ol']>orala , don, i--0110 i magazzini g<•nel'nli 11t>mic·i. vengono d · 0
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Fìg. 174 - Qu:1dranti d cll' Artìglìerin viemoutese del Settecento.
pPt111·amc•nt1· in<·Plldiatc. LP palle di c.1nno11t> <' Je piétl'<! dei mor1:li pie111ont<•i--i rimb:1ha11n a 11ternviglia nelle t·l'ilt<·ee e n ei ca m mina me11 ti francesi. r;n lnJ.?,'lio vengo no finiti di foJHkre e s ubito montati sugli nffu:-:t i e me s~i i11 opera, R<'i gl'oss.i mortai, il pi.ù g1·osso d<~i qw,li. ' ha una lioc·<"a <li I~ polli<-i di. <lhunC'ti·o (' non gPtta lll<'IIO di (lne <·n,ndtule <li pje ti-c. I 11ta11to <·ontinna intcnsi:sr-;imo il lavoro cli mine e <li contrornirn' tla ll e du e parti. 'l'ol'i110 J)OSSPcl<'VH 1111 doppio siRl:CJll, L (li gullerìP att<· ad (}:'-S(' I"(' 111inn f·e. scaY.ll'c L'nnn sotto l 'alt1·a e n11rnite tli Yolte in mm·nt 111·.1. J>.1 di nt110 tla ll n Ci t·hl<klla <"onw i 1·aggi di nna stdla e si ;1Ya11z:trn110 ,·e1·so la ea111pa,\·11.:i,. Le prinw <~rn,n o ptofoncl l• , -~ 11tPt1·i, IP altr·e 1·:1gginngcrnno la pl'Ofonditù (li J -~ m et ri e c-011111-
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uieava no fra <li lmo per mezzo di scale e di po7.7.i . Dall e g,:lller-ie p1·ineipa-li se ne staccava.no alt-re, a destra e a siuistrn, danclo eosì hl, possibili.tù di miruuc qrwlunqnc p unto tlel terreno circo · s!ante a.lle for·tHica;,;ioni . Uontl'o 1rna piazza. eosì mnuita, i m iw1Lori degli assedianti do,entno compiere 1111a doppia fa,tiea. : rencltwe null e le mine n,·ver~,uie e poi minnre a.Ila loro -voltn h~ fortifiea7.ioni JW I'
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.i Fig. 17G - Proiettili lanciati durante l'assedio di 'l'orino del 170(3 e ritrovati clur'1nte g li scaYi comp iuti nel terreno su cui sorgeY::t l a Cittaclelln
a.pl'ii-vi nrnt hi'ecci,t. Si dettero ,:L sea,vare pozzi e, nel una 'certa. profondità,, raggiunsero le gallerie di difesa, che tenti:u·ono cli i-iempire di terra o cU inondare. 1 .Piemontesi sentono che il nemico si avanza sotto terra ili Ya i-i punti, specialmente verso il lat o destro dello spalto del l:ai-.tione del Beato A1uedeo <:' verso .la sinistra cli quello cli 8. l\1anr i7,io. Spesso i Frn,ncesi ~ono costretti ad interrompe1·c H t il-o delle ,11·tig-ìierie per· 11011 stordire i loro m.i natnri che lllvf>· rnuo i-.otto fa terta è che lwn110 bisog110 <li sile1nio per non es· ser e sorp1·<•i-.i, <·ome <\ loro successo p ar't·('dri e volte. I minatori ll(~mici si incontrano nei sotte1·rnnci. e vengono alle mani; le mine so110 <listrnl'te 'dalle cont.romil1 e. Si com.ba-tte, a.J lmne delle tinccole, una lotta sotterrall(·',t Hsprn <" biz7.arra, sostenuta con ~:traordilwrio irnlimen to clai rninntori cl<l battaglione piemoni'e-se cl 'a,rtiglie1·ia. Costretti ad eeonomizzare le munizioni, il conte :naun . il ba,rone Ln Roehe cl' A.ller y e il conte Solaro <liminuiseon o il tiro dei cannoni man mano c-he possono l'Lumentare qnello <iei. mortai n pietre; nrn. si tengono sempre fedeli al concetto della eoncen· 0
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lrn:doùc d el fn oco, intuendo così ed àpplit:,wdo pl'aticulllente quella elle dovev,1, poi divenire la, legge fonclameutale d el tito <l'art-iglicria. Anziclu; disp cl'Clerc le fm·,.;e iu on fuo co cont inuo e vn110, lo concentrano eo11 tto obiettivi pi-ec.: isi e :--ca1·avenlano un LLr-agauo (li proiettili rn~i momcnh e nei vu11ti in cui sono 1:iu1-:ci.ti a scopl'ire un'azione nemica in i1,wiluppo . E, soprat utto, i c:oma11dan ti i-;i p r opongono e otl<·ngono quella, stretta c:ootdiw1 ,.;i.one, ,L cni :--i 6 fLC<·<!nnal·o, fra le u,zioni del I<! varie Armi, p er mollo ch e l 'artiglieria non svolge solo nn'azione pi-opria , p r eziosa ma isolata, bensì collabora, att"i.v11m e11te e prolicuame~1te a tutte le sortite degli. assccliali (furono complessivamente 34), foc·c11do della vern e ptopria prepal'azione cli 1uti glie l'ia e i-;osteu cn<lo l<> fanterie dm·,rnl·e tntta- 111 clm·11ta <.l<•ll ' attc1rco. Anco1·a una rnlta ci pia<·c di rile,·a 1·e 1H mil'a bile a,.;ione svolt.1 <lni ca1111011ie1·i cittacl i11 i) a 1'i.ncahlo cli que11.L, magnifica, delle truppe d ' nrtigli e1·ia. Scl'ive il rJ'a L'izzo 11 pag. 3, d el suo R,,iggnrt.!Jlio li istorioo : cc Non si l'iHpeva capire r h e quei bombardieri <' bombisti, in·c•si di frt>!'.CO 1wlle lrnpp(' e 1wlh1 ci.t lii, a11classcro in ('Oncor· rcnza, coi. più ùonsumati ii, qne11 'arte e che SPnza il lnmc cli 1u11ga esriei-icnzn andassero H dai·c s1 giusto e sì cli soYentc a buon segno)>. E n on meli<> lusing-b.ic1·0 0logio a i cnnnonicri \'Olonlari t~ qtwllo tributato da un altro testimone oc· 11.la,1·e nella R elation cln sif.r;ri etc. rle '1' 11,1·fr1.) r7HJ8.'léO prw 1111 offi cfo1 · d<' let r;arniso11 ) M. HrLCkbrett) S'ltr les nbemoi'res tirés dn Journal clu Co111te Da1111: 1
« Et; q11oiq110 lei 1Jl11part. rles .t;rrns closf'in6oR n)e·11 f 11ssr;,it pa8 p1·atiqnes (del tiro delle artiglierie), ils ne la,issèrent va s q110 de le.~ servir et vointer lutssi jnste q1~e s) i:ls 11 )0 1tssent fail o ntre mr1tfr.:r d e Zmw vie . Il ne se vassa'i't J>as '/(i/I joiw qn)o11 110 le111' clémo11tat (ai Francesi) dos pièoes, entro nntre rlans 1111 .seni jonr i l .ti un <mi 13 )).
Fra il 2:~ e il 24 fn grnndf battaglia cli a1·tigli<>l'ic con q 11al cJ1e vanta,ggio dal l ato del nemico . Senonchc\ ,1 mer,½a m attina <fol 24, Je n ostre mine distrussero · d'un col po cloélici sui sedici. <:annoni francesi che fulminavano Ja me,.;zalnna. l Galli:--pani. co11 tenacia mfra bilc, 1·icoll ocarono beni:.ì a,ltri pezzi di batteri:,., ma fm·ono costretti al sil e11r,io, il mattino del 25, da una nno,-a 0
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Gl,I UL'l'Ii\:fl GlOHKI · Pir::'.rnO MICCA
esplosione sapientemente calcolata e tempestivamente provocata dai Piemontesi. Nei giorni seguenti mia nostra mina, brillata, a sillistra della, <1 mezzaluna>>, seppellì tre compagnie di granatieri nemici e mandò a,IPari..1 una btLt.tcl'i.a di quattro pezzi. Un dei. qua.li essendo sta.to lancia,to moJto dappresso al fossato, i cannonieri piemontesi :fecero una sortita, presero prigioniero l'unico granatiere s uperstite, ri.uscirono ad issa.re sullo spalto il cannone e lo trassero in trionfo al pala,zzo Graner clella Rocca, dove aveva sta,bilito il. suo qua.r·tier genera.le il Generale ·Da.un, al quale il ca,nnone nemico, cinto di fiori e di lauri, fu offerto in omaggio con la seguente epigrafe latina: « Ovpugnatori Gallo - J11, ctggress'io11e 1·e1ntlso - J.t Coni-ile l'irico Dawn - 'l'cwrini vropuguatore ca,vto - A.n110 170G èf;ie X.X.X.I A.iignsti. >> . :M:a, l'azione forse più significativa è quella, svoltasi nella notte fra il :W e il '27 a,gosto, allorchè i F1'ancesi tentano un disperato attacco; quello stesso che il Lafeui1lade aveva sta,bilito et; da.l'e il giorno dedicato a ~.' Luigi << nel qual giorno - aveva detto - ca,nteremo il 'l'e Dewn nella, ctippella del S udario )). Il breve, forzato ritardo non ha fa,tto che inasprire il genera.lissimo frnncef.;e che ha promesso 'l'orino a Luigi XIV e chiede alle sue truppe, gh1 eosì duramente prova.te, uu ultimo sforzo; mentre a, sua volta, « un ultimo sforzo n esige Vittorio Amedeo II dai suoi fedeli eroici. soldati, affinchè fJugenio di Savoia abbia t<•mpo di sopraggiungere . Dato il segnale, ci.nqne colpi di <'l1lll10ne, una scarica, cli .:;() bombe di. mitraglia <~ di sassi si abbatte su] bast-iOlH! <~ 38 compagnie cl i gra.natieri fru,ncesi si slancia.no all'assalto, e pm· sotto il tiro fitto e preciso dei nostri. si gettano n el fosso, dispongono le scale, si inerpicano su per le mura,, aggrappandovisi con disperata ene1'gia. I PiemonteRi si difendono con stupenda, hravt)l'a, rovesciando sugli. a,ssalitori una, pioggia di fuoco , scagliando su cli loro p;ra,nate esplosive, fascille e tizzoni urdenti, pietre; ciononostan te i J:i'ra,ncei:;i riescono a salfre sulla cont.l·ogua,rdia della mezzaluna . T nostri tentano le ultime prove, li. investono clisperatamerrh-• con le bombe, si accalca.no su di loro, li respingono e li cacciano
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nel fosso. I Francesi, non domi, 1·itentano l'nssalto, 1m L son o con gravi perdite 1'i'buttati una seconda, volla. La mattina H Da.un, tenu to consiglio col Oaraglio, col 80Jaro e c:011 La Rodie d ' A.llery « i.I quale, con fervore mar,dale, 1telParclor dei cilllenti spesso si distinguevtL, tirandosi dietl'o gli a nimi degli a.Itri uftlcia.li )), e convintosi che era possibil e cacci.:1re il nemico dnJJ e con trog11a1'die oecupate, di'i. l'ol'cline clell'offensiv::L. Do1fo 1111 violento can non eggia mento, 400 grana tieri si scagliano a.Ila baionetta e, sempre va..licla,mente sostenuti da lle arf;iglierie, r icacciirno i Frnnce:-;i nell(! lol'o trincee. I~ un esempio CtLratteristico di stretta coordina,.r,ione tn1, le vc:Lrie Armi : e a11<.:he in questo e.:aso le: fo1·½e impe.r iaU 1·aec:olte in 'l'orino e le truppe piemontesi lw,nno <lato un la rgo concorso al servizio dd1'artiglierin. Il La.fouillade c:hc, dopo il primo pa rziale snccesso, a ,·enL ma,ndat o a, Pn,rigi un annunzio di vittol'ia, poclw ore dopo doreva, spedire sulle peste del primo un u.ltro corriere ad 11H · n m1<.:i.are la sco1ditla. }'I.a. la città è in coHclir,ioni sempre più cl'iti che. Uompint~) LH·c>en:l1 i::nnento sulla destra del Po, mediallte mw lin ea, di circonvalla zione che eorona I~ alture appoggiandosi al :fi.ume, da, un iato sotto Cavo1·etto, e dall'altro presso la. Madonna, d el Pilone, e-' g narnHa t afo linE•a eoJ1 lwn 20 lntt;i glioni, il Lnfeuillucle ha. n1esso ormai. gli. assedia.ti nell' irnpossibilitiì di rieeve1·p Yh-Pri e munizioni. Oostrnitc 4 pa l'a.Jl eJe, impa,èl.ronitosi clPlle opere e$tern e._ rotti due bastioni del frollte occ~identale cl elJa, Oitta delln, 1'i1111ova assnlti sernprc più rabbiosi. l'i in qnesti ulti.mi gio1·ni) e preeisament:e ne11n notte clal 2H f1 l 30 a,gost.o, che avviene il ~acrificio d<~l cannoniere -minatore P ietro Mieca,, il quale manda ,l, monte un tentativo cli assnlto improvviso . Il glorioso episodio è tropvo noto perchè sia il caso qui cli rammentarn e i particolari. E, per a,ppr ezza rne la grn nde,,;za, rion è nece::.sario soprava1utarlle la. portata, stret ta mente mi.li ta.re. eome faceva, Carlo :Botta.. a,l lorchc~ scriveva, : « Se non era. il generoso biellese, nessu n Rngenio, nessun ViUorio Amed<-'O ~:a lva Vano 1'orì no e l 'opera loro venfrn, indarno. Da, ln i la <'Ot'(Hla. du ca le fn consevvata e la regia posta in capo a.i Principi cli R:woh:1. )) . -
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li'ig. 170 · Pietro Micca. (Ouadro cli. A. Gastal<li al Musco Civico cli 'l'orino).
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Que~t'a.pptezzaruento 11011 <.;01·dspundt· pic11a.meute all,L : i-c.iltà: l'iun1·;ione ùe1ht g.1lle1·ia, · c:he Pi etro ì\Hce;a anestò con , ia morte, 11011 avrebbe nc<:essntiamen te tletetminal.1 hL c·ndnta , cklbt dttil,; gli i11 rnxor-i potcva 110 <·:.,sel'C fernrnti allo strntto passaggio della gnllerin che sbocc,1. n ell,t Uit1 atl e ila. Ma i.néaleolabile è la po1·lata rno1·alc clc•ll'ntto, la bc,Jlezzn. . el'oica clP I gesto . d1t· appa1·c tanto più mag11ani11to e< se si <:onsi. dern - dice ben<~ il Ca.n1tli - e ll e egli lo c·ornpiva c011 ln t:t'I'· le½½a <li perire, e pi>r<.:ltc\ qnaud 'aJJ(·he sul poYel'o cd oscuro rni11.itore ,:l\'esxero polnto amore e spc~ranza di gloria, 11011 gli <lato · :;pe ral'lc, 11011 essemlo J>robnbik lo sc.:.1rnpo 1kl eom pag-110 . 1wit:o tPxtimonio del suo sac1·if:icio )) . •-'..Jnu1i ~to1·fri post<'l-io1·i hnirno dm.p1·on:1·a,lo il :,;;oJnro pe1·d 1è - rac.:co11taHdo suce:inlanwute lo stupe11do epixodio - - non sì <:ma 11ea11 clte di 110111i11.n·c l'1·roico :soldato. elle egli indic:a semplkeme1itc eoi-;ì: « 11n rle!:I 110.<; mi11e11rs 1>. A 11oi srmbl'.i i11\'PC·P <.: lte tale trnscu1·ati>r.:r.a, p1·obahilmcnte minia . .tg·gi1111g.1 iw lJc¼,rn <' gnuHle½¼.l epica all'an·cnime11to. quasi significando i111 , plieit-nme11J-e c:he og11i ti,ltl'O soldato n vtf'l>h<' fa Ho alti·!'lhrnto, <: fac·eudo dc>lfa glol'in <li uno la glori.i cli n11 t·i. Son e'- l'on;e q11esrn . la sig11ifi.(·nzio11C• i<lc•al<' deJl'psnlla½ionP clPI ~lili(e Ignot o'?
era
:N°Pl gi01·110 2fl ag·os(o il D11<;a 1l'01·lfa111s :uTini sot1·o 1<' 111111·11 di 'l'o1·ino <·011 1'1•sc,1·<.:ito fr,1neo-sp;ignolo (li Lombardi.i. a:--snme il eo111mHlo in c:1po clell'asseclio P - - il ;~1 - f;i espg11i1·e un r111·ioso nssnlto g·e11crn,l e . Q11('sto - r·omc i l pl'irno , ~ft•nato 11t·lla notte del 2(; clall'a.1·111nh1 cli l:'i<•mo11te cl el Lnl'c•nill11d1· - lrn fi11e miscr.rncla. con cnonne Rfr,1ge <li Fra.11cpxi . l T orinesi ef::.n lta.no , P<'l' la nuova vi.ltoria,. Un c•pisodio bastn a dipinp;ero l'al'Clirnentoso altruismo delle t1·11p1w subalpine: il JJrnrchesc Roero cli Gol'tmize - p1·oc1c, uffi ciale e cl egn'o rappresentante cli quel fi.e1·0 patrir.iato picmonte~e chC' pnò clefinirsi gnerrieto pc1· e>ccellrnzn - n ella 11otlt> <lcl l° set ternb1·p, t 1·0,,,rnclosi <li. l'azione kngli spaHi ckl la ci! UL Yolle tht> an<la~se1·0 <·Oli lui i ~nonator:i cli. oboe del 1·cgginwnto cli 1,;narcli.1 P intonaxsel'o 1wlle tl'i)l(·ee clellP ..nic ~C'hc•1·zeY01i, ,1 !';fida flpg·li a :-i-ecl i 11 n f i . Jntanlo il I'1·ill(·ipe Rnp;enio lln, 11,1 ssato il Ta um·o r, a Vmn,-
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stellone, si è congiun(·o con le truppe di Yittorio Amedeo . I F raneesi sono f;gomen ti. « Lii; presa di Torino - scrisS<"' il Gem~l'nle Meugin nella. n :· lazio11e sull'ass;eclio - appn rh-a ornrn i cosn molto lontana, pc1·· clH? il di&trstro dell'ultimo ai5salto e l'anirn clrl Printipe Engl'· 11io nvevano gettato la tOl'-!ei-nazione fra le 1n1ppe >> . Il Duca, cl'Orléa.ns 11011 si fa orma,i alcu1w illusione, sebbene (fo,ponga di B4.900 fauti, cli 10.000 eaYalli e cli un forte nerbo cli ..u.tigliei-ia; pe1·ciò scrin•, il 31 meclei-imo , al R e Lui gi XI Y , prospet,tn,nclogli la grave sitnazionc, e proponendo di abba,ndomu·e l'as~<c'cl io, rticcogliere le fo1·1.e e t111r battaglia in npcrta campa · · g1w a VittOl'i o Amedeo II e al Pl'i ncipe Rng-enio. N e c lliecle per· ciò il permesso ,1 Sua :i\facstà,. A questa lettera il Re risponde il G settembre, dandogli piew1 liberUt d'azion e : ma il Duca riceYe ln r isposta rc~gia sol · tanlo il 13 ... a Pinerolo , quando - g ià <1,t i-ci giorui - Fesercilo fta11 (:o-spagnolo è in pieno sfacelo . I l 2 settcmbr(~, Vittorio Amedeo II, acco mpagnato dal Pri1t · cipt~ Eugenio e da una scorta cli dragoni, sa le, per Yi<' eelate . nl colle di Supel'gH. clo,·e fa Yoto d'innalzm·e una bella bnsilica se ])io p:li conccdel'ù, la vi t toria : e lnssù è 1·oncepito il disegno ili ::1lt.ac·.ca.1·e il nemieo ne ll,1 pnrte c li c> si vede i uclifi~sa h·u Dor-a (' 8tm·n. L'esercito aust i-o-piemontes;e si mette in movimenlo H 4 sptt emlwe per compiere il sno aud,H·isl'-imo giro intorno a Torino, allo F;Copo di portarsi 1wlla 1.ona p1·escclta ])<·1· h~ baHaglia . Passa.to il Po a C'n1·ig11a110 sn ponti miJLhni. oc·c·npn Beina · seo <~ Mirafioti. N<>lla SN;t dello slesl'-o giol'llO il nemico sfena. conti-o la, Oit(·..1tlella. il t <'r½o assa lto generalP, il qnale viene i.n :f'1·nnto in m.odo così sanguinoso ehc le trnppP si. ri:fìnt:ìno cli tol'· 11m·e sn quel !PtTeno c1·i11fcrno. 1..: l'ultim o tentativo clei Fran · cesi , i qm1li continuano tntta ,·ia ,1 bornt,arcl.it·e senza l1·egna la Cittadella. Il G. l'anrinfa, dei Principi si porta a Rivoli. In questo gior· Ho a vvienc la presa d el C'astello cli J>ian ezz~L. illustrata dal fa . moi-;o episodio della popolana ~Ia1·ia Bricca fa quale . armata cli scu1·e, irrompe nel ca.stf'llo guicla,nclo gli assnlitori. Nella, gio1·nnb1 cl<'l (i l'Armata si schiN'n t1·.:i Dor11 1' Sturn , -
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1"100 · 1 130 fro11t <· a 1(-'\"tlllfe, C'Oll ],., sin is ll·H, alla V ellal'i,1 <" la clesl'l·a dirim 1wtto a L11ceJtto : subito i Francesi coi,,ll'uiseono in fretta, frn j dne r111111 i. rn 1n Ji11 ea di fol' ti ni <·011 40 c·,111no11i. ma 11011 pern;ano ., ~t11bilin· :-;11IJ'.11l1·a spo11d.1 d<'lhi l>nrn t• delln ~tnra clelle bu L· 1·t•1·fr,. dw sJJ'P l>l>P1·0 p1·<•,,io:,.p 1w1· J)l'<'Hde 1·p lli fia1H'o g:li ntlacclti ,1n·e1·1",;1,1·i.
ll 7. a llo sp1111ta1· del gio1·110, 1'('sel'dto del l 11·i11<.:ipe mossl· al l'tt! tu(·('o :,.,11 otto C'o lo111H•: l'aHi~.die1·i n d i bri ga ta ma1·c iav.1 negli i11te1·rnlli a fi.liirn dei b·Hraglioni: Ln·tigliel'ia ciel JHHTO Ji SPgnivn . Rinse 1Talesi IP li.111•t•. E11ge11io mise i 1w;1,;1,i cli l)l'ignl. t ll .t Y,1.111-i nl J'rn nf·c l' q 11Pll i <lcl p.11-co. in c.l nc battt-l'ie cli 1:i <" :20 przzi C'ias<·111111. 1h1Y;1 11ti alk ali; nm d111·;1 11te Jn h,1i't'nglin t,tl i bntte1·i <· n•111w1·0 poi ammassa te' sul l'ula si1tistra, n cui cr,1 staf·o ,tflidafo ]11 sfo1·w p1·i11 C'ipnle. L'n.tht<·c:o i11c·o111inc-i < ì all<· 11: 11w11lr-e l.t cl t· !-ll·a ,. il <·<'nt 1·0 <lei F1·,tncc>si ill(liefr<'ggi,lnrno, Lt ~i11istta 1·esi1sh·nt g._1µ:li Hl'dn1 11Pnle <' 30 s qu;irlro11 i di clrago n i. m,111clHti dlii Lafcnill,Hl<> a soccorso pel' il po11fc (letla ] )ora, i-e1spi 11geYa110 ~.!;l'i ass.-il i1ol'i: nw .t q 11<>Hto punfo <>1tl 1·,1n.tno in a,,ionc 11111·eg-;..d rn<'n fo cli f,rnl <•ti a, loHo ,fol la, sr•r·.ornl.t ii11 ca l;ld u1111 Se1/.ioue <kl l<· n 1·tig-lie1·fr pi<•mon(1•si : <·. ton 111i1:;ihil<· sl'onm ben <"OOrdinalo, 1,t 1·i:-c;oi,;:,.,1 f1·n ucese c•1·H tl'onen ta . F(•rilo mo1·tuh1H•nl<' il 111,n·<•sc-inllo ::\l,n·sin <~ alihax1,rn;1,a l,!.'l'il · Y<"rn en te il D11<:n, d'U1·l (•·,111 s, i l 1' 1·,t11<·<'SÌ p1·ano 01·111 .i i a ma l pa r · 1ilo. 'l'ntlll\-i.t il c·.11111011e dc,] L:1fe11illacl <' , dnlht riv:i <lcstr;i <lella Doni. tlomi n;iva èlll CO t·;i il (pr1·pno (l pJl' nllra sponda . 1lil'i1"> Lu<·<•nto . •\.1101·;1 i l conte l l:rnn. UHtit o da J•o1·(n I'.tlH ,,,,o co11 1:? ba(·tagl i ull i , aUarcaYa i nemic·i ili fi.111<·0 <> al i<' spali<> . •\ nelw in q 11pst·a;1,io11c· fi11 nle le ._11'1:iglici1·i<' si clisimpr•g11a vu110 rnfrabil lll<'HI<·, halt<>11Clo il poni<' di L nC'ento. le> 1·in• e l<' « bassp )) clell.t, l)ora. e c-,111no1wggianclo il 11emi C'o di rì anc·o . •\ Ile q11at11·0 pome1·icli,rn e In b,1th1g lia 1'> fiJ1it,l. 'l'ori110 <-. xah-a: P tntta la p o litir·n inqw1·i nlisfie,1 cl i Lnig"i X IY irnbi s<·<· 1111 terTib il e c· 1·ollo. La seonfitta <li 1'orino segHa ;n1;1,i jl prin cipio
<li <Jn<'lla s<~fJ lH·la tli i n sn<·c<•:--si C' cli d i.::::nsh-i. c·h<> f,l"l'Ù pieg;1re In frnntC' supetha del Re Sol<'. Ln g-1·avihì ll <>lla ::::c:onfit{a f1· ,n1<·c·se e'· cloc·nm c11 tal.1 <lnl l' in -
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1700 - 1750
Bombe da obice Granate a m ano
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~-\fflrnt·i. cla. r a1111on e (olt1·e acl nrnL gl'ande quanti tà. p osta fuori servj zio) :
da½ can n one da, qua1·to cli c,wnone d:t sag1·0
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44
I11oltre (j(j affusti da mortaio, nna gr.uide qrnllltitù, cli miccie, nYantrcni., curri , ruote, p on toni e a,ttrezzi. m aleria1e d 'asseclio e cla c·:i mpo <l'ogni i:;pede. più i cavalli cl i 13 r eg-g-imenti di d1·.1go11i,· bandi.e1·e e stendardi e unu massa, cllorme di altd oggeLti, fra c ui rnoltis!-imi <li lusso. ch e gli nfticiali france. i di alto gra clo
erano soliti porten e jn tampagnn.. OoBì s crii;:se il J>nmout: « 0 11 110 sçr1111·o·it dii ·t co11t7Jien il se lrouw de ri<'hesses dans le cmnp <le Turin, au Quartier Général) rì. L11ct u9ne, an Vi(' 11 .1, Pa.n·, sui· ln mo11lnqne et: va,rtoiit . Gai!· c' est: v i·in c·i1w.leme11 t clans les sièges q ne la rnagn·ificen ce des yf>11erciiw: fra11ç-ois se cléploye <'t ils ne sa.m:èrent d e celni. cy q11e le nrs ve1·so1111 es ... >). 1.1 Prindpe Bnµ;enio mnnclò .!'-:11bilo ri H'Impc1·atorP « una 1·ispetto:-.,1 reJ.17,ione f)l'On-iso1·ia delln fortunata lihera ,r,io 11e cli 'l'o1·ino <' clelJa RJ)lernl i cl11 vi ttod.a 0H(1 11nta mm·c<! della potente n$~i !--tenzn cliYina >>. Poi - qnand o : i fn ni:;sicnrnto ch e l'esei-cito nn·c1·:,;ario, l'ifngfato nella vallP <le i Ohii-iont•. non poteva, pitì nnore1·e - !--(; J·isse anco1·a: « La fo1'111nal'a lilw m .z io11r d i 'l'orino rli i;enta ognor JJÌIÌ r1rancliosa e la costernazion<' d<'l nemico cresce i11 r;11isn tale che dalle JJi1ì 111111 11,f:e cli871osfr;io11i rl.i lni. 11011 7Ja1·e, r.hc esso ·11 e'111 ico ·i ntenda rid,isce. Hd(' r C ·11 ella 7Jicw11·ra >>. L n ritirat a costò ai F1'ancesi p<'r dite ~nperio1,j a qoe~le (lel la battng-lia.. V cmw1·0 in cn]z:1.ti fin presso P i11erol o, dove fìna.Jmenh,. 1
le truppe scompiglinte poterono r;tccogli cr si. A nco1· rriù c h0 rln.ll n Rerr 11 el0nca.7,ioll e del bottino cl i g uerra o dal nnmno dei mor ti <' dei. fniti. l 'im po1·tanza df'll'asseòio
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r/1:s;GE:STE BOTTlJ\U o'AHTlGLlEHlA
e delh.L uattagl.ia <li '1'01:ino è c1imost1·ata dalle irnmc11se w11sc gue11ze di earattere politko e militare . .A.bbiamo già indicate quelle nega.tive da parte di Lnigi XIV; e satcbbe ingeneroso soffermarsi. sulla sorte ciel pove1·0 Lafeuilhtcle, caduto così terribilmente in disgrazia da non poter essere i:;alvato uemmeno dall'intel'vento della sua grande protetti-ice, l\fadarna di Ma.inte11on. 'l'utto ciò per 11 oi ha un interesse relativo. Ciò che invece ha un valote enonne è il risultato positivo della vittori;t, di 'l'ori110. Citiamo ancont il frmH.:csc. Brunet: t< (~oesfa. tenibile scon:fitt,L ebbe corn,eguen,,e immense : i u pochi gion1i i I<'l'ancesi :futono qnasi iHter-a,rnente cacciati dall'J.taJi.a, che cadde interarne11te in potel'e dc11 '.AL1stria e del Duca, di S.~~voia )). J nfatti, co1·olla.ri natuntli della battaglia. cli. Torino furono la campagna medinnte la, quale i due Prili dpi Saba,udi 1iheraro110 la Lomba1·clia dai clo· mi11io botuonico; quella con cui il geuertde D,1 1111 conquistò j] NHpole(,ano nel 1707, e la durissima gnerra di montagna che Yitt01·io Amedf~O 11 combattè (1.TOt\-1~) impadronendosi della frontie1·::L alpina. I11 t.1Ji azioni guel"l'<~sche .l'artiglieria ebbe qualche cffic:ncia, tuttavia JLOll paragonabile H, quella delì' assedio di 'l'orino. L'essenziale è questo: che i Savoia, - stretti tra le dne spaventose min:1ccie delltL Fra,ncia ad oecidente e dell' A.ust1·ia ad orie11tc -- riescono, non solo a ma,utenere i.nta.tta la, propria. indipe11denza, ma ad ingra,ndfrc~ e ringagliardire i proprii domini. App1icando, in un cei·to senso, il sistema, fa.moso degli Ora,zi e Uuria.zi, migliorato e p el'fezionato c1a1l'a bi1itù diplornMica, c~ssi 1·iesco110 a, sconfig~ere, uno clopo l'altro, nwn:ici di loro tanto più potenti. Oggi, con l'aiuto dell'Austria, ba.ttono ht Pra.ncia : domani, con l'aiuto della Fra11cia, batteranno l'Au · stria. Si viene semì)re rn.eglio delineando quella sitna,zione poli tica che, per sa,ggcz½,L di Principi e~ di statisti , ccl eroismo di popolo. fa,rà del Pie.m onte il nucleo centrale della, rinnovnta Na· zione Halialla, e pe1·melJ< rù, a quest1 11ltima, di svolgere1 tìnul· mente, una, politica, a,utonoma. Coi tratta.ti di Utrecht (JTJ3) e di Radstadt '(1714) il Duc.:L di Srwoia. ebbe (in a.ggiunta ai domini aviti di Piemo.nte, Savoiit e Nir,za) .la Rieilia col titolo <li Re, l'in1·el'o }Ionfor-r·nto, la Lo 0
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1700 - 1750
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Fig. 170 - Procl:-imn del 20 giugoo 1707 per la f cli:t"n clell'8 settembre, io rieordo clella ,·lttoria. (A rcbi\•lo cli Stato cli Torino).
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L'A ln'I \JI. lf•;J(l.\ , 1.\11 '(/l('l',\;,;TE l•'.\'l'TUHE ::;T()J:JL\)
mdliua . l:1 \'alse:-.ia, .\lessallll1·i ..1 e, iuoltt·c, la to11knna del culi · t111e alle }dpi . Nel Li':!O l,L ~ic:i lin. pnssù ,dl '.'.._nstl'in, ·i1 1 fou~a del tratt..,Lu Lli Lon<lrn, r \"itto1·iu .\ 111.cdc11 1·i<·1•nil'te la Banlcgna, sulla qnale c·onsenò il 1itolc 1cgio. Il J)u(':tto Lii :--arnia, u:,.;dto dalla gnl·LTa lli s 11u.:essio11e ùi :-:pn.g ua pol<·lll<·ltl,•111'<• 11<:l·1T:-;l'ill!o e Lras[onuntu in R.eg110, a,s s1111:-.e clc,fi11i t iY.t111t'11L<' i l v1·imnlo sugli :--tati italiani. Qwtl <> intl11t•aza tait> a,·,·1·11i1111•1110 abbia l':-,·1Tila1«, :-nlle :-otti della Casa cli ::-:an1ia, dt•l l'lt m1111ie <" clPll' J lali.1, t'- ! r·upj_JO 11010 . J>oi.chè .ti la ln1:--0 di i·a le ìrn rnc •n :-,:o p1·o(·<>ssu st o1·it:o i:;ta 111 YÌ r t ot·ia eh 'l'o t·ino, poid1è q1w:--l.t fo po:-::-ibile sol,11ne11te gt·,tzie a 11·<>r oi1·,1 J·p:,.;istem~a d1•gli ,tssc•diilti., P poit lu\ in li 111', ht le 1·c· :-:is t1'l1 z :1 :-:i µ;io,·1\ g1·,111dc•111e11ie dl'll"it7.io1w <lcll e al'lig]ic1·ie, possi,t· ll:o IJt:11 dii-(' - ~e11za t·alle1·e i n c•:--;1g-p1·:1zio11i apulogdic:he - che l':11·ti~li:'l'Ì.t pi<'mo 1ttt s(• assllut :·, qui. rn, :--110 posto lli ptìmìssimo 1,1·dine. 1·01111° 1'inro1·,, s10i·i<-o tlt qtwl g-ig-a11t<>sco P !,!lo1·ioso lr,l\·,1;.:lio d1< po1·tetù all'i11«lipernl1•11zn e al lu g-r111 1dt·;,.z.;1 d' Itn ìin. 0
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Son :--ap1·i>mrno pr·useg-ni1·(· :,.;e11?.a at('<'llllcll'<:.! , pm· 1·1qTidi.si 111,1 ,tl J'i111piPgo d(•IJ'.1dig-lfr1·ia 11cl lP li:tltagliP (;arnpali <·011<lot ti' da I I '1-i 111·ì1w 1•;11g-<'11in ,, (l:t I .\I a 1·1 bo1·011g-h. :-:i<~ ;.d.'1 p:u·l.11'·. > cli q11t>lh di ½.•;ih Psi<' fatto c·c•llJIO cli q1wlla <l i Hn mil lip:--, <-11 e - pm· esse11<losi SYOl bt lH·i I'i'wsi )lassi - dibe 11o fc•,·o le i111'it1l'll?.ll sll lht i:-01·ic• dt· ll"l ta]in, petC'li(\ c·ostti11gl'1t<lo Lni:à XIY a l'ic·hi:1111;11·1· il cl11c·,1 cli \'t'11<l ì>l11e dalla Lomban1ia. <'lirnilrnnt il solo an·p1·sm·io cli<' fos:-:p i11 g1·nclo di l<>1wr rt•sta ud l·:11µ:<·nio . o :tllllPllO di i 111J)(>tlintli <li· gi11ng<>re a !e mpo in F-OL· · <·m·so <li 'l'ol'ino assP<li.1ta. Cost1·ctti a poc·hi <·c•nni. si11tdid, rfro1·<l(•1·t 1110 tome a Rn 111illic•s (2:-{ maggio 170fi), \ 'i l lc, 1·oy , hnt-tulo da .\fn1·liJ01·011gli, .1111111;1f-RaRse ( t1 I 1·0 U p.t r·c·o (lell'a1·! iglie1·ia -· c·ircn 1 :30 ean11 011 i imb,un7,za111lof.;i in 1110,lo clw il rn•mic·o fi11ì per i111paclronÌl'RPl1e t1,la l111P11I <• . 'l'al<' hol1i110 c•hh:• l;1 11ta im11orhtnza <-h<' 1radborong-h 1·i11sd a c-011qnist.1rc· fnei lm<>nl<· 1"111-te IP Fi,tn (hP, 1·im::tst0 q trnsi S('ll7,fl ROR(Pgno . 1111•lli<' .
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~ei dne .wui Hncces i.;ivi L nigi XlY costitnì. per l' eserd to delle Fianchc nn 11110,·o p ..1i-co cli circa 90 cannoni, ma , alla battaglia di Qll(lp11,11·cle (11 ::i gosto 1'708), es. o n on t·iuscì di alcun g iovarn<•Hlo, p m·c h i· (..1ncl1<' a efL11:,,u d.cl ln Llisp a,l'it~ cl i opinioni
Fig. 1.0 - Cannone austl'iaco, fu:<o nel li1'J, con l'etugie cli gugenio di S:ffoia.
t r,1 i tl ne coma nda n H f nrn<·ef4i. il )Jn r c sci,1Ilo Y cnd 6rn e <' il Duc ..1, d i R 01·g-ogm1) e1·a i-;lato av,·i,1to Y<>rso Gnnd e non arrivò se non a ba,t b tglin. pe1·cl 11 i-.-1., appc->11,1 in Lcmpo per a.1Testa r e l 'i.nsegnirne11to da pm·tc• cle ll ,.. d tlo1·im,c• t1·1ippc• (lpl Pl'incip,~ E ngenio e cli :.\fu dùoro ugh. 0
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RAMILLIES, OUOEJN'AHDE, )IALI'J,AQUls'.l.'
Le artiglierie imperia.li invece diedero ottimi r isultati. Il Principe Eugenio , sempre impar:7.ialissimo nei propri giudizi, scrive : << Il colpo d'occhio era superbo : era, nna, cortina, cli fuoco e il tiro delle 110:-::tre artiglierie fece molto effetto; invece quello dei fra,ucesi - per 1'iucertezza che regwìVa nell'esercito; determina,ta. dai dissensi dei ca pi -- f u mnl impostato e ottenne effetti mediocri )) . A Mt~lplnq11et (11 setternbi-e l TO!)), la p1ù saugui.nos,1 battaglia, del secolo, i due ese1·<"~iti di fronte - <:he somma.vano compj_essivamente a 300.000 uomini -- disponevano di fone di artiglieria, qna,l i non si er-ano 1na,i visf·e. fino ftllorn , in nessullu battaglitL campale . Ln grossa artigliei-in, dPg;li. a.lìcati fu ripartita in t re 'batterie, di cni una di 28 cannoni all'ala destra, e una cli 40 rtl centro della linea,. Cinq uantn, cannoni cfa ea.mpagna france:si., posti sul lato destro<" cnricat.i a rniti-nglia 7 m isrro fnori combattimento duemib Olandesi, con 11 11a sola ,\;cari.<.:::t; e e.omplessiva,meni"e gli alleati. perèleHero drca 30.000 nomini, ili gi-,111 parte a.bbattuti dall<~ bocch e ('la fno en 11em.ich<~, i:.mpientemente coman date <'la,l Sai nt-Hilair<~; ma il Prin cipe 'Eug<"nio e il Ma,rlborough, a.dopra,ndo nhi1ìnen1·c a11ehe i propi-1 pezzi, riuscieono a,ù aver rngio11e della formidabile resistenza. nemica . I >a,rticolarmente folice fn l'azione manonatn di 30 cannoni che, portati all'eskcmità, del bosco cl i T esnjères . faki.nono la- ca-va,l leria avversaria. La hn ttaglia di Malplaquet è notevole a,nch'(: perchè - mentre gen eralmente, :fino allora, t:utta: l'artiglieria, dell' esercito battu to cadeva nelle nrn.,ni del vincitore -- q11i, pur uwmclo i. pezzi francesi continua,to a sparare fino alFassa,l to clrlle trine-ce. g-Ji Imp<.'riali non 11e pn~scro dw otto o cliPci. ~op1·al·11tto e; importan te la nel·1·n ,d'ferrna r,ion e d ell'nziorn, in nussll e delJn. mobilità. Pn a l\fo.'l plnq ìwl che il Pri11cip<' Eng<'1iio. ferito all'o1·er:dtio e s11j)plicato di i-itirllrsi. J)iÙ· ·eal':-::i meditar<~, 1·isriose e.on 1.1· fomosa frase : << S e sono battuto. non ne vale Ja, pena, : se invece sono bn ttnti i Fr.u1cesi. aveù tutto il tempo di <·urnrtni )>. SPm · plicitù, eroica in cni , 1ibi-n. tnU-o il 1Tndi%ionnh·. leggendario ar-<'lime11to dei S,woia, P 1·i.snona 11 n ncr.cnto ug:uale a. quello con cni, in 111u1; fra.se cli.nnr,i ritat-n , ViHorio Arnrélro d i.c.him·av,1 il i::110 quartier g-e1wrn.Ji> trovHl'!':i sng-li spalti di Torino bombardata.
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1.,uu - i ,Gu Iu ::;o:stamm, i n t utti que:sti fatti d'ai-me, ::;i delin ea se!lllJl"<~ 1neglio I \t½iorn! <;O:tt<;onte delle v,u-ie A n ni, L.-1utochè i l va !ol'oso · Ma1·escinllo Yill an,, suiYe11t10 a! Ht\ dkeva : « Att,.u:cai-~i del.le l i uee, dove 1::,0110 dei ca1 111 011i <li c ui lri:sog1 1,t snbin! almeno 13 st:a· d<J1e p1·i111a tli ,1.ùùonlt11·1i; e poi t r o v,ne dietro q uei ca,nno1d le fa11 tel'ic, e poi anco1·a In, ca,valleria,, in Yei-ità,, S ite, è ti-oppo ì·ì.sd1ioi,;o )). :\le11ti-e h: co11t(,:,;,1 tn1 J,'1·,11win (-'d Allsll'iH i11:-;a11g ni11u nt l' ttalia, hl, Ge1.·mnui:i <! i Paesi Ba:ssi, nu'allra. gntn de lotta :-;i svo!gev,t ne ll' est1·emo 110n1. cleli11eam1o ;:<Opn1Lutto la, 1:intlit,ì, fra C,w lo XII di ::::ivez:ia e l'jeu-o i.I Un111de <li Hn:-;sia . l i p1·imo ei-,t abile t:Oll(lotLiei-o, .11m Pietro Roma1101l facern atlidHil!e11tu snll'enouue forzt1 cli resis.tc11z.a, del colosso ru~so, die g li p1'.1·met-ten1 di ;_tttendc•i'(' j l lC! lllJ H> prnpi?.io. l'Hi-lallllo (l:,l J1e svecle1:;e, l' ie1-i.-o diu•va app1111to : « .A i'o1·r.:1 di b,.d Lerrni, 111.i iì:8eg-11enì. n lwtte1:lo )) . l 1 i<~lto, (in tìa <1u,rndo c1.·n 1liYl' illllO C7,a1· nel l 1iS2. si ('i'H pl:oposto cli l'igenti-m·e I;\ R usi,;i:1 e cli iuna lz.ni·i a a gnm cle } 'utell ½a, e llOll .:.wc~ra e:,i.tah> ,l<I nrn1a t"SPIH~ i H tx<,1· 111 ;1Hi;1 <' i n 01,rn tlH 1·0111<' se mpl iu: Hl'tien·. JH'l' ,l j}Jll'ellde1·(· L 1lric·ì ti1•! la ti ,)lhì. e11r·o LH-'H . 'l'orna t o i:11 Russi.a , pose mano al1;1 g-i-amle OJlf'l a e, p1·eoc:<· 11 Jìanclo8i a 11 ½itutto di c1·ea1·e 11 n ei:;ei-cito i-Labik, von e clohw lo di ln101w ai·tigHcriè. Il g na io :-:i è che, sie i pe½½i i;;i p o:-:1-<on o !',1c-il111e1ttti eomp<·1·,u·e o a11d1e <:os lr1til'e. pi ù (1if'j-ic-i l<' <\ <·i-1•:n·(• il i:Pt·sonn le cap:1 ce tl.i atl.op,t~i-a1·li utilrnen1e. e la l·1·ow1c·a d<'lln gw•n,1 1101:cli.c,L di1u0Rtrn ad nsm·n tn le ekrn cnran· n'1·ilù. Lo C ;,.,n t si era portato, con 1111 <'Sel'< )to <l i ~l}.UOJ no m i;r i <· 1111a i rnmensn, (]_nanti tù cli bocche <ln fnoc ·o, alrnsse(lio cli ~, ,: 1·-.·:1. lenutn da nn p1·esiclio cli nppeun 1000 Rved esi. L'as~cclio climwa gi ù, llil SPi S<~ttirna n e, m,t l ',ntjg-lie1·in 1·11:--~a. mal<• :1<lop1·,1i-,1, non p1·n, a11cora 1·i 11 Rci Ln a rom pm·e i. d ebol i 1·i p,1l"i delln fol"l°<'½½ :t: q nnncl'ef'co Rt1p1·t1 p:ginnge re, co11 un e:s<·1.·c:i to <l i ~;oli 20 .000 t10 111 i11i, C,11·10 XIT. rc>dnce cln.lla r H,ntnggios;i <·a mpap;n n di J l:rn imm·ca, (2, .n ovem l.n·e JìOO) . Tl valore cli Carlo ~'1I <:ome comanc1,l n te cl '<~i:,enil'o fn vn r-i,1rne n te g i n cli cato; t n ttn vi n, un esiame im.pnrzi.nle nwHP inc,qn iYo · cnhfl mente in e \·i den½;_l, il vigorosissi mo im p ulso ehP pgli :-:(•p pe -
JOOG -
N'AHVA 1,: PULT..\VA
r iti.tre alLtr.ione de lla c ..n·alle1· ia. c.:011tamlo prn :--11ìl "e1litatia dell'urto cl1e su quella del fuoc:o. Dispo11endola cou sc:arsa 111·0fo1Hl itù, e se.1gliarnlol.l ,nr,,inli eon la, maggio1·e 1·apiclHù pm;i:;ibil e, I; , soli1·a(W,t i n g1·a11 pnl't<: ,11 [it·o cldl"anig'lieria 11emicu. Pe1· solilo, egli - buttandosi avanti con la <·a n1llel'ia lnsc·i,rrn intlit>fro fonl<.'1·ia e al'liglie1·ia: solo qnalclte ,·olta 1.>01'· ln va COH s (\ 1111;.1. pic c.:uln bfli.l(:'t·in di o! lo o tli<•(·i ]ll'¼Zi , :-:e1·,·.il a dii <·,11111011i(• t·i a (':tntllu o dn dl'agoui. Fa11ti e al'!ig-lie1·i seguiyano il pitì 1·api(latnente pos:,;ìlJile la <·11rnlle1·ia, 111a e,·itk11 tenwn1e 110J1 potenu10 :,;opraggiung-ete :,;p no11 co1 1 molto 1·itanlo. 1'11 ta le :si:-:lcmn cli Cli t·ÌCil sa1·eubc stato pct·ieo iw,O. se l o :::-vl'd(•:,;e a,·e:-:s(• aYnlu e.li fronte 1m nemico 11ggnel'rito e 111n-apre1Hlc·11lù; rna a ,·e,·a l>1w11 gio<·o di fron tc• agli i 11!':-;pedi c·otHlort iel'i r11:,;:-;i. .\'ella hnttagli11. <'nl'lo 11011 olllwcli\'a ad al<-1 111.t 1·egola IPot·i ('a. ll :-:110 irn pe1·atiYo catego1·ko ern anelare a.v,111l'i, a c1 un l 1111· <111(• ('Osto; pnC'iò dispo11en1 l'al"tiglie1·ia in ma:,;s,1. :--ef'onclo lo :,;1·opo tatlko cla rag-~im1g:Prc (', al monwnto ,olnto, f,11·1•Yn nn fuoc·o c:01we11ti-ato P ,·iolento . ('osì [P<:C n X,n-ni, 1t011ostanLP l'im111c•11s;1, i 11 l'Niol'i.h\, <1<>111' pl'O))J' ÌI' f'm'zP. Eg-l i . ;1 w11 d o lascia (o in dit'lrn rn0tù lle1 p1·npl'io C8Prc-ito. 11011 <li:-:ponern d1e cli. !1000 uomini (' :fj' l',lllllOlli, ('Olltl'O ~0 .CUO 1Wltlid. ("011 cl nel"<•n(o CilllllOlli . l'inr.zcì le ;11·tigl ie1·.ie soprn 1111 r-il iern d1·I tene11 0. tli facdn n.l <·c>n tl'o dc>lln f'1'ontc• nem.ie,1 ecl i niziò n n f'iro violeni·o, cl opo cli c-hc> RC-agliù all'assalto le fant1,rie, i n colomw di bnttaglioni spieg-ati a d0slrn e a sinii--tra delle h,1ttei-iP. sei:rnitt> <lalla ca,·,tllr1·ia fo1·rnf! h1, J)l11'e i n c-olo n11e. F r1·m;1t·o:,d ,1 TOO pnRsi clnl la l i1wn 1H•111ir·a. 1livisc· i :37 pc'r.zi i11 <lne ha tt1•1·i<': 11 w1 :1 ~ini:-;trn. di ~I pc·;:zi. ..lYl'\'a il compito cli <·onfrobattc1·c una g1·andP batleria 11p111ic-a stabilita sn 1111·n1 l 111·a,: l'al lTn, cli Hi pr;:zi. cl ovc•,·n p1·P11 Cl l'1·e eh fi:u wn In: si,l'i :-:ITa 1·nssn, . f.: cln 1·ilc•rn1·e d1<'. oltt<' n tali JlC'½½i. Cm·lo XII posr.;NlPY,t 1111 grn11 1111 111p1·0 cli pic·coli mo1·tn i dw l'ac·c•vnno piovcr P Jt> gn111 a l0. cli<' (l'O l i> h ·iu c·<'<' 11 c~mi chc·. L 'esPJ"<·ito l'ltRso . impression alo e• shnmlat" dn l t i ro rll'll e artig-lil'l'ic. oppoi-c una debole rel'<i:-.t·0rnm nll'ntl:1cc·o r.;,·pdcsr. La rlestnt r.;i d0He nlla fuga vrn,o il ponte sn l hi Xnna. c-lw si 1·11 ppr ::.ofio il prso 1lri fn:!tge11 !i. La si11ir.;! 1·a
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1700 · 1750 capitolò, lasciaHùo nelle mani degli Svedesi un immenso bot ti no, fra cui 145 <.:annoni di bronzo, 28 rnorlai e 4. obici. :.\fa Pie t.ro si prese una terribile · rivincita nove anni dopo, n 1.-'ultava (1° luglio 170!)). And1e qui l'e ·e,·cito cli Carlo XII era 11 nmerica,mcn te ussai inferiore (2~.000 Svedesi e Cosacchi contro ~0.000 B ussi), ma si è visto come « il Re pazzo>> sapesse vi ncere
anche contro nemici soye1·cbianli. Il peggio1· guaio - o alrueno uuo dei. peggiori - fu c:lic l'artiglieria, svedese c1·a, in coudi:doui disastror-e. ave11do clovnto las<·inr<, molti pezzi nel fa ngo e nelle a<.:<1'1e dt>ll'C<:1·aina e ,1,·endo pe1·clnta g1·nn pal'le delle muuir,ioni. C'nl'lo a YeYn i n tutto rn cc11111oni cli ferro tli piccolo calibro, clne obici e 12 pi<.:co1i mo1't ai, mc11tre Pietro di~pon eva di 150 cannoni <> cli 1111 g;ran m,mero cli mortai e di obici. Per di pi ù, nella futfa <li attne<:are, Carlo XII 11011 porlò eo 11 r-è che quattro c·anno11i '(« bi sogna battPre il fol'l'o mentre <\ calclo )) esclamava); <:osic:c-bè fa11te1·ia e ca,nllPri,1 Ri tToYarono. sen¼a appoggio di m·t iglicl'i.a. n lo trm·e <:on11·0 le fonnidabi li batte1·ip che ne l'cc:ero nu mas:,:;nc:ro.
L'a1·tiglieria , che ern stata nna delh· ruaggiol'i fone <legli krndcsi, ,·e1111e loro a rnam·are in questa ùattaglia decisin1. in cni im·ec·p l'nrtiµ;li<>ria 1·n1-4sa eblw Pno1°rn<' d:licac-ia. I~ c-osì n Pul· btYH cad de. non sohnuen1e il He, ma ai1C'l1e la Rve½ia. Infl11em:a non mi.uon• ebbei-o le ,.1rtiglietie 11 ella gu enn t1el ·171G-18 l'nt il 'l'm·co e l ' Anstria, cni erano alle,1ti i Vei1<•¼i,u1i: g-uc>na mrmornbil<> che vi<l<> i ~upremi h-ì.onfi <li E11g<'11io <li R:t YOièl .
Nel 171G i 'l'nrchi, apprnfith11Hlo del In pace <'Oi R1y,si e gin-
dicamlo h1 Repnbulica cli Ve1wzia troppo occu pnla nclln tenaf<:nna p<>1· pote1· clifr11(h'l'P efTi<·acemPlll<' le coloni<~. voll<'t'o ripl'enclerc la, M:01·ca. Dopo alcnnt> n lte1·nn,tive cli g·uerra llH va le <> la ca<l11la sncce. ~ir . .1- cli Corinto e cli Nnpoli di Roma11ii1. (\1-
si
!-:tcllo cli 1\foren. e Moclon e, l'arnrntn ottomnna volgeva nll'isoln, <ii Corfù i-otto il <:omn 1l(lo <li .Ta,1111111 Korljn . Pa,!-::snto il ('n.nale, fu ope1°~1to nno i:::bnrco cli circa ti·cntaci 11 qnemila uomini. c he le forr,e ,cn('te non poterono ributhn·<>. L}l, <lifesa di Oorfù era sta. t:1 afficln,ta da i Ven ezin n i a,llo Schulcrnbul'g, nfficiale tedesco, elevato al grado ai j\[arci:::ciallo. -100, -
LE AH'!'!GLierum \ 'lsNlt ZIAKE A CORF Ù
Egli comprese subito che le fortificazioni antiche non etano ada.tte a sostenere l'investimento dei nemici e rimediò all.~ meglio con t1·inceramcnti di for tu na . Ben presto però ùuc btLstioni caddero in mano dei nemici, 1ton ostan Le l'accanita difes,L degli a:::sediati : e le nuove posizioni permisero ai T.m chi un impiego efJka ce del la propri a artiglieri a,. L 'armamento dei. Veneziani era ass,~i clefi.cieutc e mal ptote tto. Già, nelle alt.te pia;r,zefol'ti. fa poca effi cacia e il piccolo numero delle bocche ù,L fuoc-o avevano influi to ~ulla resa.. A Co1-.fù, le al'tiglietie vennero, i n gran JHLJtt<>ro, poste fuoi-i setvi.zio clal tiro dei '.Pmchi ; non :--o lo, ma la dotazione di moschetti, 11011 r iunovata, si esau rì , e i difenMri. clellt• mura l'itnaseto quasi di. ·armati. Dal 18 a,l 19 agosto del 171 U :fu scatenato un secondo asr::;alto generale. Dopo molte ore di combattimento, lo Schulemburg effettuò una sortita e, gtazie al valore disperato delle truppe d'assalto, concorrendo anche uno spaventeYole nubifragio a 8compigliare il c.1,mpo ottomano, la so1:te d egli assediati fu i.nopina ta,mente e definitivamente assi curata. I 1'nrchi si imba,t ca1·ono in disordine, a bba.ndona udo quasi tutta hl loro al'tiglieria: cin qum1tasei ca,nnoni e otto moi-tni. L'asseclio era clurnto Ye11ti<l ue g~o1·ni. La. gncna di Morea fu l'nltima azione mili tare esplic-:1ta dalla R epubblica nei i::noi domini d'oltre mure: gran parte delle c·ol onie e1·ano andate perdendosi e -J'infl ue1rna vcne;r,iann in 01·ie11te. fra il XVII <i XVHI i--1icolo, ..W:!v,1. subito nn tra collo. Y,•nezia. che sempn• aveva. colle indukfrie diplonrntiche tlella 1wntrali.tù e de11e alleanze o a, volte a1wrtamente con le a1·mi, JH.1,ntenuto nn equili brio e qnai::i un egemonico isolamento, era omrni a,tt1·atta, nelJ'Ol'bita clegH interessi dell'Impero vici11 0. La, sna e,·ol uzione era tenninnta: fatnlmente la glorioi::a R i>p11bbli<'a di R. i\farco si incamminava alla fine. mentre le appal'enze, i1 faf'- to e J:l raffinatezza, soptiwvivevano. Intn nto l 'Austtia, decii::a ad npprofillare cl ell 'occasionc pe1 vibrare un nnovo colpo alla perenne minaccia turca, inviò in t'ng-Ìieria il Principe B11genio, nìla tei::t.1 <li nn esercito cli 70.000 nomini, con 200 pezzi di artigli el'ia . Rotto Jn, sapiente dir0zione 6.'5
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1700 · 1750
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Fig . I Sl - 11 Princi pe F.ugcnio dì SaYoia entra in B elgnHlo con<J ni ;:;1:ita.
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EUGENIO 01 SAVOIA A BtLGHADO
e il Yig-01:0::,:0 i1Upnlso llel. Pl'int:ipe sa,banùo, l"e~ctcito è1U~tria.co H·a dfrem1to un bloceo eolllpatLo e agguenito, c:011 un'a1'Liglie1·ia, ottimamente a tt1·ez:,:ata e perfe;,,ionatu : cosiccltè poi:è fat fronte con snc<·t>sso ulh~ fon~e oLtoma ne nu111cl'ic:<1meu te ass,ii :-;npel'iori. 11 C1·an Yisi1· mn:-;:,;ulmauo a,·ent nn e:setcilo di circa :W0.000 uomini., cu11 f01·:1,t' t1'.11·!-igli e1-iè1 11011 i.nfe1·io1·i a qne lle tn1:,;Lriac:lte, e pose Fnssecliu èl l)etel'varadino. b,~tte11clola co11 ilnecenlo pezzi di grosso calih1·0. }la Eugenio. a sua ,·o lta, fece 1111a formida bile e:oncentrazi011e cli ruoco cou i suoi pez;,,i, dovo cl i c he 01'g·a niz;,,ò 1111a s01·ti.ta c lw sorrn·e:,;<i le ba llel'ie e l<~ t1·nppe ottomane, ba ttenclole e fac:encTo bottino e.li Hi-1. c:11111011i. Presa 'i'enwswar, rn•I 171, Engenio pos:: L1ssP<lio a H e lg1:ado e i] ( h:111 Yii:;i 1· :-:i ,ff,lll½() ]lei' dìl'PJldc1·l.t (;011 no.ooo nomi11i. e 250 pez;,,i, con <'Ili tol'luò dell<> minacdose batterie sulle alture t1·a il D,rnnhio ~ ln Sarn. m e ntn· oltre JOO ca11noni t111·chi, dalla cittù, t1ssetliata, tonnentnv.1110 l'esere:it.o i1n pel'i ale. Il J.(j ngosto Eugenio si ll <-'l'ÌS<' ad alh1C·ca1;,_.: In f.:t1 ;1 <lN,fra si impadton1 delle lia ttel'Ì{' lut·c:he cli sinist l'a e 18 l'h·olse contro i 1wmiei, mentre 1:1, si11ist1·a ri11sc·h a ,Hl .ig-girm·e J;t cl est rn t nrca, ridnc·endo aJ silpn7,io 11n'nltn1 batteria cli 1~ ca111wni , cl:J cni gli A11str·iaci c1·ano . tn ti g1·a n•u,entp molestnti. Le Ol'd e t m·chc, te1Torizzatc. si diedc•1·0 nlln, fngn : es:--e per(lPUe1·0 (·ì1·ca 23.000 11omh1i, J)(~zzi (li <1rt-i.glic1·ia e no li:rndic>rc\ menti·<· g li Imperiali non <~bllrro e hr d 11emih1 morti. l1<:lg1·,1tlo si ,ll'l'<'Re t·i11clom :111i, e al11·c' fortez:w ne segnirono, n1rn, dopo l'alfrn , l'esempio . La 'l'm·c hi a. picnan1r11te ba 1·t11ta, ottenevn . sì , la. Morea : ma c·ol trattato di J>:1ssm·owilz del 171S Yedcwt definitiva,mente arres t·ato o.~ni ,mo IPn ta.tìvo d i espnn~ion e vel'RO l'Occiclcn te; e ormai ln RUa politira do,·cya ori<'ntar!-'i Yerso l' J\sin. limitancloi:;i a, conflit ti cli snpr<>mnr.ia con ln R n~sia . La b11tta.gfo1 di Rcl g-rado ha, thm qne nn'importanza, storica, hnnwn~a: e nn chr <1nrstn volta, la vittorin, dell'Impero fo consep;ni.fa g-rnziP nl g-ellio milihn'P <li nn italinno, 1111 Principe Rahanclo . <· me1'C<~ il sapient<~ uso del le a,rti g'lierk Q1wn<lo .},11a;Pnio - p1·imn cli <lire aclcl i.o ni i:::uoi fi eri reggimenti. proYati al fuoco di ta nte battnglie - li passò nn'ul1
rno
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1011 -
1700 - 1750
tima volLa, in 1·ivista, cl:Lll'anirnn, delle t n1ppe sgor gò, semplice e commovente, il cau to : « Prinz Euyeni,u;, d ei· cdl<: Ritte!'>> (Il Pl"incipe Eugenio, nobile c,walicrc), che la leggenda attribuisce n,cl un semplice r:;oldato del B1·n udebu tgo partc<·.ipnnte nll' assedio della. cavitale ser bn, <". che pet due 1:,ec.:oli senì <.li model lo per lutti gli inni es<1ltantj le i mprci-:e cli guena dei c-onclotticri au·
striaci.
3.
Cond iz ioni dc ll'Artig lie ria piemontese durante il rima nente periodo de l r e gno di Vittorio Amedeo Il e l'inizio di quello di Carlo E manuele 111 - La riunione degli ingegneri militari allo Stato Magg iore d'Artiglie ria - La vig oros a azione de ll'Esercito piemontese ne lle g loriose ba ttaglie di Parma e di Guastalla ( 1734) - L'invas ione sp agnuola nel Napol etano - l nuovi ri tocchi apportati all'Artig lieria sarda con R. V. 16 aprile 1739 - Nello stesso a nno a l Corpo è concessa la bandiera - Come, per ope ra specialmente di Re Ca rlo Emanuele III, l 'ordinamento dell'Eserc ito pie monte se fosse divenuto per molti rispetti m irabile, tanto da poter esse re conside rato, sotto il 1n111to di v is ta org·anico, tra i pii, prngre di ti dell'epoca.
Al>bhnuo vis to come, proprio HPg-li nltimi anni del 'GOO. l'A1·tiglieri,1 piemontese a,vessc avuto nn ver o e p1·op1·io ass:c~l to militare con la co ·til uzjonc del Ba ttaglio1w Oa nnonieri. 'li::L ciò non esclude cbe, a nche negli annt succe:s:sfri, si Yeriftca,sser o con tinu:i cambiamenti: ve ne fu l'ono tre dal J'i'OO al 1711, che, senza intaccm·e sosttwzialme11tc la compagine, variaro110 il 11umero degli ufficia li e dei soldati, a sec:omla dei bisogni cli g uerra e delle fon·ee uecessi tù, del bililll cio. Sel 1711 abbiamo un 1wovo cc Rcgola ntcnto >> iruportantc : 'il Rep,1rto Fabbridte e Po1·tifica1.ioni (fon,e unn F-pecic di r~pettomto) YÌ(~ue u11ito al R <·1x1rt-o A i·tiglierin . Ta le Regolamen to è c·orupos!o <li h-Pntasei ('npitoli (' stabi lisce che cc il Consiglio cli _\rtig-li<>ria . fabbrich< e fortifkntioni sn1·,ì composto cl<>l Gran }!astro <l' l'ssa At(iglieri11 . del Luogote11<,nte g-c11cr ale. {lpl Colon11<,llo o. in sna .i bsen1.;1 , ciel L 11op;ote11ente C'olonncllo. e clcl Capitano più nnzi ano dell,1 medc111;1 che 0
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IL << REGOLA::\!EN1'0
ll
DEL
171.J.
~..:i tronerà in <1uesta cittù (Tmino) , li quali tutti hirnranno ht Se dia secondo il 101--0 gtado, et anzianità,, itlla, sinistr::t del Gran ;
.
EGOI~AMENTO, O' $1J NVOVA CONSTlTVTiON6 DEt CONSEGUO .DELt!ARTfGLl ER!A ~ FABRtCHE, .E FORT!f!CAT!ON!
D I S. A. -R.
..
IN TORINO, M.
~ ~~;
ocè
~-· ----~-
xt -,(4.
Per Gio: ~attilla Valetta ~tampatorc diSARq
Fi.g . 182 - Frontespizio del volumetto contenente il cc Regolamento del Consiglio clell' Artiglieri a », clel 1711.
'
~L.,1stl'o, i.n qual pari:<-\ sederanno a.nelle, seco11do il loro grado e aifzia11ihì , il primo Ingegnere Bei-tohl, quando si t i-a,tterà di -1013 -
Fig. ]8,: - ,\rtiglieri a pieruoni(!fié c)elln primn metà del seco !,1 X\'JJT: Atlaluuhlu, 1Ju :1rto cli c,mnou:'! gPttnto nel 1, 24. L1111ghc!zZ:t tota le mm. ~:205. l'ei;o : rotoli 180 ( = kg. 1058) . l'e>'<o della p:1lla : kg-. :,,HOO. Cal ibr o J:l:2. ::.:reu1 m:1 tlel Uoutc MaJfri , Grnn i\'i:1st.ro. S nl primo rinforzo, stemma <li <Jasa ::::n·oi:1. Snlla 1·0Jat,1, il mollo : A.etneo nova, fnlm·inc, Regi;;. Sul plinto il nome t1el f onditore : Joan B<ivt. Cebm 1ws fmlit .
C0i.\1POSI%IO:-IE E CUMl'l'.l'I Dl·; L CU1'::;lGLIO o ' AH'1'IGLI8IlIA
•
fortificationi, et i i Capitano et ingeg11ere OtUTOllC tl'attanclosi. di fabbriche ciuili ; e successiv,uueutt, lJUelli che l'iempirnnuo in anueuire li loro posti; eurne pure ci eli' ..:-\.. n<litmc Genera,l e di Guerra () del suo Lnogot.eueHtc i11 :,mH. ab:senzn,·; dell'Iutendeute Gencnile, del primo ~egTet,uio nell'Offido dell'lntendeilza,, il qua.le farà, le parti dell'i:stei:;so I11te11denl'e ne' cai:;i d'absenza, malat tia et im.pedhncnti del mcdemo, de l Coutrollore, quali clouranno sedete alla destl'tL del Cìtnu ì\1a:stJ'o, e fiu:.Llmente del Segretaro del Conseglio, che J-letlerù ill Vine della tuuo la >) . A tale Consiglio sono eonferi ti pieni poteri : es.so deve a s1rn volta, nominare degli uffich1,li di .A.rtiglieria, iucaricati. di {letta.re Je ist rnzio1ti per cc i lHvo1·i di fa.bhriehc~, fucili, palle, ed altre opere per il snvizio dell' Ar·tig1i.eria >), le quali norme devono però <".Ssere rivedute dal Colonnello ed approvate cla.l Consiglio . Con la pena, di morte e confisea clei beni è punito << chiunque del Corpo di detta Artiglieria, fabbriche e fortifica,zioni, impiega.ti in detta a,zienda o pa,rtecipanti et op,~rarii venisse a commettere delitto di tra.dirnent p in riguar<lo ai nrngazzini, alle fortificazioni. ecc. >>; nou solo, ma, a nche chiunque, avendo avuto notizia cli un progettu.to tradimento , non l' av<~sse snbi.to rivelato al Gra,n :Mastro tli Artiglieri.a. Ide1itti di falso e furto commessi nell'ufficio sono puniti con la gale1·a , ma. si può anche arrivare alla pena di morte qua~1clo si t ratti di forto grave . Il 28 clell o stesso mese ed a,nno S . A. R. il Dm;n Amedeo detta. l' lstl'll:'zio ,w snppletiva, in 22 a r tieolL stabil endo fra l 'alti-o le seve1·e norme con cui devono essere collnndate le rmmi,doni. da guerra,, 1n·irnn dH• :--i i1d1·orlncano nei m,1g azzini.. e fi ssando l ' opportuuH.à, di freq11e11t.i ispe:doni. Dopo il 1714. essendo stato assegua,to a Vittorio Amedeo H il regno di Sicilia. nn clii::t.1ccamento cli 100 nomini del Batta · glion e di Artiglieria fn mandato in Ricilia. · dove, ingrossato clii reclute locali, divenne a sna, vofta battag·liorn~. composto di 4 compagnie. Sostituito nel 1718 il domini.o d.ella Sicilia con qnello della, Sardegna, il distacc·nme11to passc1;1ì. in Sardegna con le al -· t re truppe nel 1720. e formerà, una compagnia franca.. che però poco più tardi verrà sciolta. L'll aprile 1717 Vit torio Amedeo emana clelle « Costituzioni p er il Ilegolnmento cl elle s ne a:1.iencl e di Fiùanzn (U 1.pwrra: cl' Ar-
1700 - 1750
tig-lieria , fabbri che , forLificazioui e della, R e11 l Oas.1 e pe1· il conti·ollo generale )). 11 c;ipitolo 1·ignardante le artig liel'ic dice : « lin o dei viù i m,port,cillti e pre11vnro81: c1,b:ar i clw cipva1'i<mgono r.illa nost'l'Ci finanza si è il R egolwneuto economico delle fabbriche e fort ifi<·a.:ioni rlr,n e 1108/re via z:.:e, clefl'arti,qfieria) <leWan11i a munitioni
Fig. 1 4 - lncoronnzione di Vi ttorio Ameclco II lievo nel Duomo cli Pnlermo).
a
Re <li Sicllia. (Bnssori-
d((. giieN a) dalla ctistocUci e mante11 imento delle quali in gran 7,urtc dipende la sioiwez.za clei n ost1'i StliU » e prosegue fissando la compo:--izimw del Consigli o d'Artiglieria, che rimane p1·ei:;sapoco C)U<>lla del 171.l 1~ cleve 1·i1111 irsi nhneno nn a, volta alln Rct ti -
mnna, clunclo no1·me sem pre più pm· ric·olareggiatc per i1 controllo - 1016 -
LA
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« ::\:ULI1'AlUZZM,lù1'<é:
ll DEL COR.1:'0 D.'Alt1'1Gt,IERIA
delle spese, e dettando una nuova, formula di giura.lllento di frdeltà da _pn:istarsi da. parte dì tutti gli. addetti a.l se1·vizio. La .formula di giuramento si inizia, f;Olcnnmuente così : « Io .... soVl'a questi Sa,c rosanti EvangeHi giuro e pro · metto ;:i,ll'011ipossente Id.dio che invoco testimonio a, questo a tto, eh bene, fedelmente, e co1t ogni possibile es,1 tte7,za, a ttenzione. e costanza sel'Vire a S . S. n.. M ..... nella c.:i,rica che si. (~ deguata confel'irmi. di ... . )). E prosegue a, lungo promettendo la più scrupolosa osse1·va11zn. <fogli obblighi ,1.::-sunti, l 'onestù nel l'assolvel'e il proprio compito e la, più c.o mpleta obbedicnm, e termin a invoca,ndo da, Dio la g1.· ,nia di poter così a gire nell'interesse de! Sovrano. Tntti i Hu11d;1,ti ai. mnniziolli,.! ti ge11 erali , g11ar<Jar:senale, cu· st;odi dei ma,g azzini, impresari ed altre persone preposte a ricever e e distribuil'c le armi e muuizioni di guerra ccc. devono e~seJ·e ::;pediti dall' lntcll(len te generale, dietro ordine del Ura.n Mai'itl'o o, in s na nssenza, di nn Co.man da nte d' Arti.glieriu.. L'Intendente Generale è tenuto a render conto al Sovra no dello stato dei m ag:M½Ìlli delle polveri, pu,lle, pio1nbi, fucili, ed al Consiglio deve r iferire sul consumo e snl bisogno delle ])l'(ìV visioni. JJi ogni magazzino vi. sono due chiayi., rnrn 1n·csso il Governatore, l 'altru presso il Clistode. L e IDLrni:do11i introdotte debbono es::;e1:e vcr-ifica te dai clclega ti del Consiglio. I nflue, presso ogni 11ffìcio, deve sorgere un Archivio pei: raceogliere p1·ogetti, eou ti, libri e not,e i n er en t i a,i bvor·i csPgniti o nl 1111ù1tenirnento déJ.la, fahbriea . Uon decreto in data 20 diccmbte 172(;, Vittorio Amedeo ap porh1 nuove importanti mocli:6car,ioni al Corpo R eale di Artiglieri.a . Tntti i soldati arnda.ni vengono a ssegna,ti a.I Corpo degli invalidi, vero e proprio organismo militare, costituito da Vittorio Amedeo n el 1685 e man mano amplia.to, tantochè in qnes ta epoca è composto di uno Stato Maggiore, di un tenente colonnello comandante e di ott o compagnie, in tutto ci~·ca, 700 "ilo mini. Il battaglione cam10nic'ri ,,ieJ,e portato a, circa, 500 nomini; e la sesta. compagni a è riformata i.n modo da costituire urnL compagni.a bombardieri. Ma più importanti sono a,l tre due disposizioni che rignn r -1017 -
1.'7'00 - 17GO
da.110 l 'a v,Lnz,1111c11to d egli n1li0htli e l ' aggi-ega:done di i11gcg1teri mili tati allo 8 tato :Maggiore ckll'.\rligìie1·ia . Fin o a quest'epoca l'..1,v,u1za1Uento è ptoccdnto, ili ge11e1·ale, autom,-tticamente, pct titolo d\u1zianilù. 11 llec1·eto. suindic-ato - ,-olelldo sa.11zionai-c anche p1·aLica.melllc le pa,rticolari c,11·,1tter h,tichc del Corpo - sta,bili sce che, pet la pl'Ornozioue, il cc sa.pere» Ye1-rà, te11uto in maggior conto dell',H17,iauilà: e u11 nuoYo Consiglio (.lo co111po11 gon o n11 genenlle .e i tre nft'icia,li s uperioi-i del battaglione cioè H colonn eUo, il te11c11 te colonnello e il maggiore) è Cl'ea.to .1pposita.nwJ1te per proporl'e le nuove nomine, basandosi csse11zi.1hne 11t e sui 1il(}1'Ìt i i11telletl11ali dcJl'uffichrle. I l decreto xtt·sso pf:r<Ì, c·ome 111is111·,1 <li sn lvag11al'(lia pei- cd tare ::1 bn:-:i, sh.tbi.lisce clli:tl'amentc t:he - me11 ITe la pl'omo7,ione per n117,ia nità. non richiede spiegazioni di smta - dce,er a , qua 11do Ja sc·elta <lcl Consiglio non tade s nll' ulliciale più anzi~Lno d i grado, il Con::;iglio stesi-;o è tPnnto ad imli.c,ne i motivi clell'esclusio11c e clel ln prcfei-en za. Dallo stesso documento si rileva, che 11gli nflici:t li <li ,\ rtigli el'ia i-;ono c·o ncessi i t'l'ftl>nnti (cio(· nttenclenti, m,1 c:on pitì spiccato carntten• di famigli, c·.hc seguono sempre la. so1·tc del p1·op1·io 11fficia le), e tutti g li :1Hri vantaggi cli cui frui sco110 gli ufficiali cli fanteria. Si d.am10 , dnnq ne, gli ull'imi toc:chi alh1 piella, « 111ilifal'izza,r.io11 e » del 0ot·po d.'A.1·tigli erin : e <la tal punto di dstn è nsi::ai 11ntnrale 1·:11tr,1 p1·rscrizio1w del d<'creto, che aggrega allo Stato }\la!.!·gfore dell'Artiglieria, 12 ingegneri m.ilitari. Qll esti, Jì11 orn, eoi-titni-rnno 11na i-:pecie di pe1·so1rnle civile, nni-:iliario, non sogg<~tto n. st.1•ptf'i Yi11eoli di discipli11a. Nel 1 72G d iven gono veri e p1·opr'i ufliC'iali, ,1ssumen cl o - secondo l'nnzianità ecl il prestigio - g1·:-Hli di,·e ,·i-i : pt·<'cisamente, d.ne ottengono grado di maggior<> , tre cl i eap itano. t·rp di ln ogotene ntP e qua lt r o cli ::;o ttote nente . Ciò in Fì·nncia non anien e se n on nel 1744 (Y . -Xnpoléon e Fan'•: Op<>1·n. dtnta . 'rorno , , ~. pnp;. 7fi). Reco clnn q,w un'altra pri ol'itù nMtra . Veclrrmo pnò clH•, in tale cnmpo . i,i a,rnnno p 1·e!':tO altre. di sposi zion i. '
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Qn nlc> 1\ J'ol'<li1rnmrnto cle i r<>pnrti cli Artig-lieria? In pace nssolutam.ente 11µ:nal e n qnr llo d <1 lln Fnn t·èl-iti. Tn irnrrra. in-
Yecr , essi :1ssnmono formazioni speciali.
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_J_. DU.Jil TLLTJSTR T AR'.rIGLmrn PIEMON'.rEST DELLA PRIMA MT<iTA' DEL S ECOLO XV TTf
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.Fig. 185 - Colonnello Antonio Quaglia. ParteciP<), come · li omlifa'ta., :1 tutte le caU11rngnE.> dn l 18 e morì, colon1733 al l 73J e dal 1742 a l 17< n ello, nel 1.785, dopo ii2 mm i d i sei vizio attivo.
F'ig. 1SH - 11 Conte Annibale Maffei, Gran Maf<tl'O Ì:l elrAi:tiglieria Saba.uda nel 1713. Partecipe) ,t tutte le campagne contro la. Francia clal lù90 al non. ]'u poi nominalo Vicerè cli Sicili n.
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JSi - Artigliere dì VitLorio Amelleo II, al p1·ìuclpio del Settecento. (l ticostruzione del Galateri di Genol:1).
L . l' t-.1lì01l i\lE .\L PRI :XCil'IO DEL SE'l.1'1·:Ct-::'\'l'O
P e1· sol i to, i pPzzi l eggel'i formano una pri1na sezione:; i l carreggio con le mnnfaiotti) fa, 1.;econclu.; e il ca,n eggio con ma,Le1·iale vado, la, ter za . R iguardo alle unifonni, ùi::..ogu;1 l'ipetcrt> t1ni quanto scl'iYe i l Bttmcacdo nelln mi.rabile O])Cl'a l / 1:)seroilo (l r, f 1;ecc.:hio l'icmonte) cioè tlte pc1· il pc1·iodo fra i l l ùT-1. anno in cuj Ye11ne1'9 aclottn l e le pl'ime tllli fotrni, e i I 1'74H, data cl ella p rirrw, 1·a,cc0Hu poi;se<.1 u ta, d,1 Ila Biblioteca del He, manc,1110 cU!';Cl,!'Hi a nten titi. Secon do quauto des nmiamo cfa ordini e disposizioui scelte, contra tti <l'acquisto e confcr.ioni cli pnnno, si pn ò stabilil'e chf• ul p1·incipio del ' ,00 l'uniforme degli :ntiglie1·i fosse dello stesso taglio ,li quel.la cl Pi 1':.u1 li, cioc'> g im,tn('orpo tli pa11110 con lunghe falde (elle si po1·tarn i;;bottonato) e con fodPl':1 di colore. nnn vcf<te Jnnga <;on la i-;che, ca lzoni corli str<'t Li al ginocc hio, cal,wtti alli fino ai gin occhi. l'icopnti talvoJta <la uose. cappe1lo a tcs~1 l'iahalll e orlata, c1.·nYatln bm,sa con tibbi,1. I Oorpi ki clikl·ing1wva n o l'uno clnlFa,Jh o pe1· il c:olore delrnnifo1·me. <itwllo clcgli artiglieri N·a azznno. mentre rosso el'a quello del P<'l'J'l on ale addetto ai traini di gnerra . I primi portn rnno sulle F:palle un coi·clone. o l ezz,t. si mile a qnella clei cl1·n· g-cmi; i second i a vevano i gtLlloni della UnPn clc•l Drn·a. Xcl 184-t il capituno Pietro Gi:1latcl'i di Uen ola pu bblicò un mngnifico Album n colori. dedic-ato a R. l\1. il R e Carlo .Alberto : <<ltnnata Sarda - Un,i fonn·i a,ntichi e rnodorni >>, che coRtitui sce omini una 1·:nità bihliop:n1fica. <' dal qnalP 1·iproclnc·iamo. in qn csto Yolmne , tl lcmrn in teressan ti. il lnsLrn;,;io11i. X ci primi dec<'nni ckl SN:ol o il Co1·po cl' Artigli Pria non avM'a, nncor11, una ban clip1·a propria: Fehb<' nel 1, 39. Mme n·clrt-mo 1,oc·o a1)presso . Tl Piemonte. a tl.ifferen½a eh L11tti gli altl'i Stati italirrni, è. ormai prcsPnte. i;;empl'P . in f'ntte l<' competir.ioni Pm·opee . Yi.t torio Amedeo f'O ntinnn ad occnpa1·si eo n i.n telligentP c·nra <l<>ll' A1·tigli erin fino fJIWSi a ll a vi p:ìli 11 clrlPabdi<-azi.oìtt~ : ancor,l in data 6 g ingno 1710 si preoccnpa cli d 1i.1 1·irc li' nttri bn7,ionL 1<~ responsabilità e i lirni!i cl<1l1 1ì curira di Inte11<lentc Gcnernle <e ch e dcYe regolare detta Azienda e ('!te cl<',.(' pssrt·P uomo p1·obo, zelante e pio )) . P e1· ns ..n c nn '0!';pressi.onc' moder11,1, dfre~ 1021 -
1700 - 1,50 mo t he l'I11 te11d(:'J1te òo,·cva, in cetto qllal mo<lo Lc!1w1·c il coll,•game11to fra il Gran )!astro <lPIL-\1·t igli<'1·ia ,. il Di<-asteto della FiJJanr,a,. lJ yind (01·e <li '1'01·ino in1sistc pcrchè tulti gli snitti <·OU<·e1·1 H~nt i I 'Artiglie1·ia Yenga110 <liligcntelllen te <:nstoditi P n ffida t·ale incatko ,1cl -u11 sf'g1·<'btrio dPll' Al'rhh-io . Vittol'i.o Anwdeo, .i l>di cando 11cl 17:30 i.n fanH·e clcl fig-lio Ca1·lo Emamwle IIJ , gli lascia il pa<'se i11 flMi(le <·.ondir,io11i: raffor;1,Ma l'auto i·ità 1·c,gfo. sag g-iamenl<' 01·<linato l 'ei;;ncito, 1w 1·fe ;1,io11ato il i=;Ìst<~nrn <lifo11sivo. :,:;pl'cbhncn tl~ <·on la c·ostl'l1zio11p <lell p F-tnpcndc rort('r,r,e di F<·nest 1·c,Jle '=' <lclla Btnnettn. ricc-o .il T e::;oro. ol l·imi µ;li Ol'dinnrn enti n 111mi nistratb·i. nol'Pn· ti il. co111111 ei-do, l'inch1s1ria e l'ag1·ic:oltm·11. ?<>1· cli piiì , Cado Emm1n ele Ili. i11h:into clal pa<hc· 1wgli aff:ni del lo Rtafo sin <lal 1 720, <·i o('. q11arnlo <'t·n ai11pena <liciam10,·<·11ne. IH' co· 11osre a fonclo le poi;;i:::ihi li.hì . i bii:-op:ni C' I<' a Flpi 1·117,io ni . Di plo111 :1.l'ico ne.col"l"o . <·gli kil cl esti·<>ggiai·si abilmente• frn le X:1r,ioJ1i pi t'I potc11ti . 111a, :::n, pm·<~ che h sola pace durevole t> q uella che, i:-i crea nll'o111b1·n dcllP f..pa <IP. P ])C l'
F i:,r. I ~H · A 1·1 igli("J'j11 r•ie mnu tl•S(• d c• l 111 prl11111 ul('IÙ
,1,.1 ·,oo: /Jy/ia3lrQ.
(·annon,, di lwon71() ~ 1-
tato 111· 1 17ili, n 'l'ol·iu o, da u ...tH· rcl> 1·ano.
tnftn, la. Cil1l'U ta, clel
RllO l"(*llO
(J730·Jì73)
:::i preoc:('npa <li rendere s-emp1·p più i;:a l<lo f' dgotOkO Fe:-ierc i.lo . r nnrn<lo pnrti co ln1.·men i <> ln, S cnoln <l' Artigli etia. il 001·po degli ingpgneri, l<> fornl c1·ie cli cn 1moni, ]p fabl)J:iclw <li polver e. Il '7 settcm bl'c 1733 il .Rovrano ema 11:1 le « R egie p.1te nti cli se.p,n·a,zionc cl <>,.J l ' Ar,i entl n. clrll ' Artiglierin cla (lnclla clPll c fabl>J"iclw <' for tificazioni)). Dah1 la v..1:::tit.\ e la <"omplessitù dei lnvo 1-i, mal 11oll·ehbe m1 <·apo Rolo <lirigel'l i <·011 F-ncf·esso . p<·1· erri cc]' Azi.ernla, cl' A1·tigli c1·ia e tntto riù eh<' n<.' dipende cl onù. pssere separa ta, co111 e noi co11 ,1uci;:te ln, separiamo da, (lllella
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F ig. 1S!l - Uuiforml) cli artigliere pie1uontese nel 17113. (Dall'Album del Galat eri). >,'
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delle fabbl'ic:he e fortificazioni, onùe d'or i n ayycnire componga no d ue 1·:1 mi. d 'azienda, separati, ed indipendenti>>. Dunque separazione totale; però, dice il documento alla fine, « (·vn tinner.1 a d essere u n solo tesoriere, come a,vr:'L lo stesso contl'ol lo1·e della cassa >>. Ben presto lo sca tenari:;i di una nuova ternpe.. la eu1·opea quella dctel'min atn dal conflitto p er l a successione cli P oloni a 1·i mette alla p1·0Ya il piccolo Regno. i11intenottmn c11te chiamato in lizza nel gioco c.rucn to delle c·ompetizioni tr.:L i colo..si st1·a 11 ie1·i, c.: he tl'Oppo 1,:p es:--0 1,(·c•lgouo l'Italia come teatro ùi b..1ttaglia. O,nlo E 1uanuele li! si sdtiern con la !;'n111cia e l a, Spagna. è ~e1w1·aliissi 1110 dell' esel'Ci to della Lega, com posto di ~O miht Frnncesi e 1S milu. Pi.emon tei--i, ed ha cli fronte forze alleate a usti·o-russc prc~ss·a poco equirnlcn t i. Pal'igi 1w1·ò mancln. al :-:ol ito, 1111 sno gt111c1·,lliiS:-;imo. i I Villa rs, F<ostituito lH•n p1·c~to clii 1 Coigny. (;Ol i--olito bel l'i:-;nltafo del duplice comallclo, cioè <:>fJniyoci e clisp etKion e. ~ ella ba ttaglia di l'a rma {29 giug110 17:{J) l'a1·tigli"'ria i-:ost<>.11n e nna p111-te impo1·hrn t<•. Nell'armata fra.nco-pjero o11tese i pezzi era110 dist1·ib uiti fra Le brigate di fante1·ia . m<:>mre :'54 compagnie <li gi•a 1111tit>1·i, co11 1111a b:1ttel'ia d i :, pczr.i, fol'mavano 1·" va,ng11a rcl ia. Tale arn11gu.1t·<lia, att,H"cata <la tutto l' ese 1·cito nemit·o i;;nll a, stntdn l'arrnn -Pia (·enza, ìo r"'spirn:,e cou un vi.gor o:so . fnoc:o <ii fnci.lN·ia p cli al'f·iglit>l'Ìll . p l'inst'Ì a gmH.lag-1in r tempo 11110 nl :-:opra.ggiungePe del grosso ckll 'ese1·ci.to fPaneo-pie 111 ontes<~ . Qtwsto era. t utto distribuito su nna sola colonna, ma le :cntig;lic1·ie e1·;1no fra,mnti s te n.lle fa111'erie. L e prime hriga fP cli fant eria aniY,t1·ono i;;nccpi-siY,lllWnte <"On lt> loro batterie ~·erso l'avangun •·· dia. vi si stn bilirono ·e nprfrono nn fuoco intensiF<fiimo. Le bri- . g-.ite st?gnenti si l'-btbili1·0110 su q1wttr o linee lungo la strada <!i l'arma, a si1d~tra cl.elle prececleuti: 1c bèl,tteri e s i cli sposc1·0 pnrte i-.111La stri1lla P pa1·(·p in ,l\':lllti. sul la sinistra. in niorlo da impPdfre a,l nemi<·o di agire eon la s ua a<~stra. per Ln,g liar t• la 1·i t il'at,1 : e 111 app unto il fuoco tli que.. t'n1timn bntteri,1 che co~tl'inse gli
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LA BATT.\GLL\ DI I'.\R~lA
a.Ue,tti austro-r ussi a- 1·ipiega r e note,·olmente In prop1·ia <lestra f' ad ammassar e le tr uppe ::;n dnqnc• o sei lim•(> in nno ::;pazio limitato, con un gmu 11ume1·0 cli 1wzzi stabilili dietro hl. ptima linea, che li difen èleva,, cos.ì . in pttrte. da,l tiro cleJl.c fau te1·ic nemiche .
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Atte<1t.i
- l:2ZZ2ZZI
A 1.1-st r ia e i
J/ig. J!lO • Ualtaglia (li l'arma
,,,
D iela·o qnc:-:to 1i paro . i cn1111oni ngivano. A comando , k• fante1-ic della p i-ima li11ea si a priYa no per la scia i· pa ssare le ~cariehe di proiettili cli artiglicri:1, poi si i-ichiuclevn no. 'l'alc 1--i:;;tem.1 era m ol to prud ente, rnn. cYid entem c11te. impccliv..L un fuoco co11<'Vi1 t1·a lo e contit111nto . (·io<'• ·il ~olo ehe p o tesS<! cln i-c buo11i risnl· tati. I comanda n ti :i m,triad <·ercaròno anche di fare. con le propl"ie m·t igl ieric, u11 ·nzio1w n111 Hm-rata , :;;postando alcu11i pez:.d dn 1·:rnte i.I corso d ell a, battriglia, in rnotlo cln prend ere d 'i nfila ta
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.Jr li nee 11 e111i chc; lll,L la rnanovl'u fo tron cù ta, cl a,l micidia le til-o 'dei per,7,i fninco-piemo11tesi. ch e uc<· ise q ua~i tntti i ca11no11iei·i e i cavalli. A11 ch e gli a,rtiglie1·i sa ba u clo-fmn ce~i 1·bbero 1wr ò gi-.tvissi me per dite, specialmente qnnncl o, ritir n ti ,1 lmo ,·oHn, i JWZ½i clietro le tru ppe per timore che il til'O nemico li clist1·ngg-0.~:-;e, i mb1·n,ccin.rqn.o i.1 fn cile e eombi.1,H<c'ro11 0 co111 c fa nti.
l'ig. lfll · La bnttagllu cli Gum;talla (del Ycrclussen). (H~i:1 Pinn<:ott•<:u. di 1'oriuo).
Gli .Anst1·0-Russi, comandati da.I Wiir tt<·mbp1·g, sost!'n11e1·0 il fuoco fi no ,t ser a, poi si 1·i tir a1·on o; ma il generale_ 1'1·a11 CP8e Coigny no11 capì subito l~l· vitto1·iù, e sol o a ll' indomani, H gi oi.·uo chia r o, si decise a scagliH r loro dietro, per nn inseguimen to oi-a umi inn tile. un Col'po di. ea va.llel'ia . Gli A nstr·iad prc 1-P1·0 i quartier i a R evere, dove il vViirtternbe1·g fn sostituito da,l rn.a.r esci,1Il o anstrin<:o ronte di K611i~sed-:, comandante inge~no~o e pieno di rii:;orsc. 0
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LA BA'J."0.GLIA DI GUAS'J.'ALLA
E con lui ebbe a dmenta,rs.i, pochi mesi più tardi, R e Carlo Emanuele nella battagli.a di Gua,stalla del rn settembre . ·L'esercito fra,11co-piemontese era schierato a nord-est di Guasta,lla 1 con lit sinistrfL s ul Po e la destra) a.J villa,ggio cli Pi evr. : l'artjgliel"ia era in pinte suddivisa in brigate sulla fronte
EZZZZ?iza A ustr1ac i - - ALieaii Fig. 192 - Battaglia di Guast alla.
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in parte raccolta alla testa di ponte sul I:'o, per protegger-e un 'eventu::tle ritirata. Il mttrescia,l lo di Broglie comandava l'ala destra; il maresciallo Coigny quella di. sinistra; ma tutta la, ba,ttaglia si svolse sotto la, suprema direzione di Carlo Eman uele. . Gli Austriaci aHa,ccrn·ono la sinistra e il centro clei. E'raJ1coP iemontesi, i q1rnli li respinsero e.on cariche di. cavalleria e col tiro di clue forU batterie, che clecim;:i,rono la cava,l leria, nemica <lisposta su tre·· linee. 11 eombattimcmto fu sopratutto forte al eentro, dove Carlo Emmrnele, con a,rdite azioni ma,novrate, ammassò, durante il e
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corso della battagl ia, t ulle le ai-tig lie1·i e , c:h{' pote1·ono pl'ende1·e d i fi anco gli a ((,1<·<·hi 11emH·1. Il Re fu :sernp1·(• i11 p1'ir11.1 li1, e,1. t1·11Rc:i1 wrnl<l lni·ti c:on l'c:sem pio del coraggio personal e; e alla bailtaglia di Guastall,1 si co-
E'ig. Hl3 • C.1rlo E l.ll:t11U(!le III.
prirono cli gloria l ntte le s11<, ti-n pJH' .•\\-ell(l o scorto uno spazio vuoto 11ll'estremn clest1·,1 tlrlln fanki-ia impc1·iale, Cn1·lo l<~um-1028 -
nnele :-i p1·opo:-e di agg-inu·l.1 t·<>n alc1111i re/!gi111Pnli . J I Konigscck se ue ani d<' e te111·ù cli pn1·;11·1•, :--l'nglìalldo av.rn ti <.l11c CO · lonne tli fa nt1•1·ia. m.1 iale c·o1li 1·ofTe11si\',1 fn r:ettHIJrnnte troncata dai fanti, e..uahi11in·i e drngoni ,tppicdali clw. ,·,tliclanwnte <IP· poggia ti t1a I <·n 1111orn•, n tfael·,no1to <' 1·kn <·l'ia1·0110 il 11clllico, r,enza 1wrrn Pth•1·g-li <li sph,g-n1·si (1) . . \l i.i fa te <l!' l la giol'Hata, g l'i .\.ustriaei p1·,1110 baltllli e ,1wrnuo pe1·<l11lo SOOO uomini , fra c ni !) gern•1·nli. molh• l:Jall(li P1·,~ e .--; 1·nnno11i. In segu i to i tlne c:--1•1't·iti :--vt·1·11,1rono, q nell o impcrinlr pre1-;:-;u l[anton1 e qu<·llo fri1nc·o-pierno11te:-:e iniorno a ( '1·1>rnona.
F ig . 104 • Artiglieria piewontese. Caunone Lln <.' a mr,ugna d i b1·on1/.0, calibro wm. Oi, gettato n Toriuo nel li3G da Fr:mceseo .\ntonio Ccbra no.
L'anno :-;eg-ntmt-e tra ~1·01·se in 111<1J1 0\'l'e clw non coudneeva uo a d alcun cornl,nttimento, men t1·t, hl ~pagna. al l<'abu:i 1t<>l fra ttempo ton la Fr.rnt:in P col Pi(•monte, iHYin.Ya nu eRctc-ito, al c.oman clo del Conte di .ì\ l onten1.11·, con tro il N a,poletano. Cli<· <'0Sa anc!bbe poi uto OJll>Ol"l'<~ nll'inrns01·p il Govel'11o vicer e;1 le austri..H·o·? <( Il R <>g-110 1•1·.1 ap<>rlo al 1u.11·p lungo t utta la di~tesa delle RIH~ coste; - scl'iv<' hl . Sd1ipa 11eJl'opera. ti r egno cli Na,poli ai l cm110 cl i Ocirlo lli Borbon e - a,cl un'i11 vasione <li terra offrh-a cin que vie : tre per l'Abruzzo e cluc per Terra cli L.:t Y0 1·0 . }la ,1 difc s,1 J' ,\liln·nzz.o oppOlll"VH 1mn pinr,r,,1 f01·te (<'Oli (1) 11 l'a J)acinn (C.,o fl<'lll' f//'111i f/11 fuoco . p:1;::-. ,:::5J <lkc <'he !!li oùici imp1:;ri:11i el)hcro pnc:o dfdto s ulla <·a,·:li le ri:1 ~:1 llo-~:1nla r·il<: curi e<) [)iÌl volte, sebbcue fo;.:se stata fatta sc·guo u t iro molto nnl'r ito di _gr:1natc r eali.
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1700 - 1750 <.;a :stello) e due ca ::;Lell'i.: 'l'enu (lL L avoro d nt-- pi11zze fort·i (con cast.cllo) e tL-e c:11stellL ( 'iascunn p oi delle cinque vie aveva puutj eccellenti di 1·esistem.a ». }!unir questi punti con molte attiglierie, anmen ta1:e le gu:.1 l'nigio11ì co11 truppe ::;c;elte e fidate, ptonte a scatta1·e dai. 1-ipati pcl' a tt.ac;cate i n earnpo a perto, ecco cltl· cosa csigenwo le nccexiSi.tù, del momento. Cure tlel genere 110 11 ne e1·u110 mu11 cc:1tc, pc1· lungo tempo e ispeeialmente u ei p1·imi. ,umi, quando :si e1·ano rcst.1 1.11·,it·e (;aeia. l.'csi.;ara etl 11lt1·c piazze e ,·i e1·a 1n·on-ecluto :.1 fabbtitatc a r tigliP1'ie. ~ el 17:30, J)e1· i t imori d estati dalla L ega di SiYiglia. co 11 atti-viU febbtile si eta munita I'escul'tt cli gua,ruig'ion e e cli (·Hm10ni; e (iaefa., C,bpua t-' fa stes:;11 Xapoli erano state npprextHt<' alla massima d ifesa . )fa cli fton te all' in vasio11 e èlell'Infont(;' Don Carl o, cioè proprio quando più impetioso era, H bisogno cli provvedere, il Viceregno << venne men o colpernlruente a.I suo ('Olllpito ». L 'ese1·cito invasote ern appogginlo dalla 1iol ta : appena qm,sta si prcseutò <Jina1l½i a Napoli, dopo u n i n isorio ten ta,tivo cl i dHesa , ogni lotta sul ma1·e cessò, e la resistenza si c.onccnt1·ò snlle sole 1'or7,e di lena: ma anch(• 1w1· queste i. pin'Pri enrno discordi. cioè diversi 1•1·,rno .i giuclizi <: i1·ca il miglio1· mod o di impiegal'lc. Sic-eh<\ falliti' le operazioni campali , la difesa clel R eg-11 0 si rc8ttinsc all a custodia delle piaz7,e forti. L 'eSf'.l'Cito spnµ:1111010. dopo n VPl' occnpa! o R('ssa pet tagliaru l e comunicazioni tra, UachL e Capua, giungeva 11, NJa,ddaloni il 9 a prile. menti·• il Colite di l\I._usillac , spingendosi innanzi, t>ll tl'n.va, in Napoli., occupava i l forte ciel L'anuille, e . C'on 1il t1·,1 trnppa, si <·ondncf'va p_oi a p1.·otrggel'e lo sbarco della grossn, ai·tiglieda e dcli<' maechine e mnnizion i dn ~11<>r1·,ì chf' la S<Jnacha a,yevn. scortalo . 11 vec·d1io YiC'e1·è. Conte~ \'i::;con ri dc,lJa P iev<\ che gove1·nava a Xapoli in 110lll<' dt-ll'lmpernton•. rip:nù in Pngli;:i 1·011 un c·orpo di tJ·nppe <·011t1·0 il <Jualr fu i11vinJ-o ii Oa~t1·opign1rno . App1·onta te jntanto nella, eap.it11le l e bMt eri e d ' a,ss<'dio e g·li attrezzi cli g uerra , s'iniziò L'ntl,H·co ai cnst<>1li. R. g Jmo, Rtretto dal Conti> cli Churn y, 11 011 si nJTese elle' dopo m1 Yioleuto hombar<farnen to di c· i11q 11e giol'ni (2H a,prile J731~). -9.nanélo già. si era aneBo quello di Baia. Castello dell'Ovo, attnccnto <fa I'izzofnk one il B maggio. e<•detre l'indomani , <" Ca-
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ASSEDI Dl CAPUA, GA8TA J,; Pl~SCAHA
steluuovo, a!tti1 e.; tato H 4 dalla parte delfa lJan;ena, si anese dopo due giorni. Il 10 maggio l'Infa11te Doii Carlo entrava in Napoli.. l\la, pn~rnenb JH'08egui1·e ~ul,ito nella conquista e mand,n·la a termine, giacchè resi::;!·cva110 Pescara, Gaeta e Uapua, e l'esercito austriaèo, in .Puglia, si era aumentato di circa 8400 uomi.ni. Questo e~ncito si era rnantennto per· qualche tempo appoggiato a Bri.ndisi ed a 1'an111to, ma, poi., ~ili per nn computo erroneo delle for7,e 13pagnuole del Castropignano, condotte poi da,l Montemar in persou,1, sia, pe1· l<~ notizie oUimiste ricevute dall'altro teatro della! guer.n i, decise di ,,Lecettare la ]otta in tentL di Ba,ri : errore tattico grosso1H110 che costò la disfatta. di Bitonto (24 maggio 1,:H) . •-\.rtiglierie , armi d'ogn i soeta, munizio11i, cavalli, bandi<~re <·adcl ero in potere degU Sp.:lgnnoli. Una resisten7,a gagliarda, J1on si ebbe che ne.De l'.r<~ pfo7,7,e cli frontier~L : Capua, Gaeta, Pei:.cara . Q11est' nl tima, co.n tro Ja quale ven ne spedito il Duca, di Castl'opjgna no dopo la resa di Bari, fo la prima a, capitolare ma non sen7,a ,wer fatto una onorat:.L difesa. Trentotto giorni si irn pieg.u·on o per le opere di. assedio, ed il ~9 giugno 1734 si prese a ha,ttel'e in bre·ccia con sedici pe7,7,i montati su quattro hartr:!rie, mfmtl'c cl ne mortai bomhùdtLvano gli ecli:fid interni. Q11a11do, dopo 18 giorni di bombardamento, fu compiuta la breccia, gli assediati, devif1ndo il corso del :fiume, allarga,rono complehuuente le trincee nemiche, ma non giunsero però a restaurare la rnu1·a,gli a,; cosicchè gli Spagnuoli, superate le cliffi· coltù. clell'alla,gamcnto e tornati a battere in breccia,, forzarono h piazza, alla, resa (23 luglio 1731). Contro Gnda e con tro Ca,pua operavano rispettivamente il Duca di Berwick e Liria e il Conte cli Marsillac. :L.1 piazza di.. Gaeta era munil'n dì 102 ca,nnoni di bronzo, 40 <li ferro e rli quattro mortai, muni7,ioni da guerra, per un anno t' ptOYYi~te da boeca, per sei mesi, ma non iweva che 1500 uomini di guarnigione. Le truppe d'assedio, accre~ciute e coma,nclate dallo st<~sso Monternar, elevato H, l>u ca dopo la ba,ttaglia, di Bito11 to, clispornwa110 di 67 eannoni cli hronzo su cinque ba,tterie e élie<:i morta,i. su tre batterie. Ingegneri fra.ncesi. e spagnoli eompfrono in 4f> g-ioi·ni le opere cl'assecl io. Smonta.te ecl inntilizza te
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1700 · 1T50
le battel'ic della. pia.zzn, e rutuwati. gli artiglic1·i , tuic.;lie Gaeta si alTese Ollo1·eyolme11tc il G ago. to. Capna 1·esisteva con nrnggior teHacia, vigorosamente <lifesa dal Con te 'l'ta,un. ::\ltrnivano fa piazza 110 cnnnoui di hro11zo, sei mol'tai, ,·enti t1·a, obic:i e pct1·ieri, I.il 00 uomini su dieci battag l.io11i di fanti e 10 compagnie di g-ntnatfol'i, oltt-e l'al'ti.glie1·i a cmnpal c e la cavalleria. Le forze dunque erano cospicue, ma 111a11caY,1IIO i YiYc1·i, e anche Capua, il 24 novembre, dovette
tedere. Men tre si assecliant Capua~ fu prepai·ata la spedizione lJe1· ln Sieili,l, afficl.lht al Duca di Montellla.t' e divisa i11 due convogli diretti rispettinuue111"e t~ Pal ermo cd a }lessina . In pochi giorui tntti i fol'ti e lntte Je piccole p iaz7,p cadcle1·0: non testa1·0110 che ln CithHlella cli j\fessi1111. e le due 1Jhrnze fotti cli Sil·a,cusa e 'l'nt· p:1 11i. M:1 :\fessi11a si nnese il 2~ febbniio 17:35. Sirncnsa il J giug-no ùello stesso anno e 'r1·apa11i il 12 luglio segupnte. La, cuuqnh;ln, delle D ue Sic.ilie e1·11, compiuta e i l Mon(<!m;,u·. ntt1·arp1·~0 alla- 'J'osca 11u e al ì\Iilaues<>1 si ri congiungeva <.:on l'e:--e1·cito fr,rnco-piemoHtese sul }'o. L' 1\ nstria, spossata., chiese la pn ec; nìa, - pel' ziz7.i.mia sorta fra gli alleati - i negor.iati si protrassero a lungo e si cou<.:-lu!--é1·0 sol;1rnent<> nel 173S col 'l' rattato di Vienna, elle diede a. Q;u-lo E maune le Ja, Lomellilm e H 'l'orton ese, m,t non la Lomlmrdia , che gli $i ern fatta spe1·are. 0
La tn 111pag11n delle truppe piemontesi d el 1,;H- h,t trnn noti!· ,ole impottanza. non solo pei· la mirabile ,rnione personale di comandELnte svoltavi da Carlo E m anuele IJI, ma a,nche e sopratntto perchè l'esperienza diretta del campo di battaglia gli suggc-1·iscc 1·iforme e miglioramenti pratici d..1 apportare all'eserrHo . A !111<:! a l'<lno co JHpit·o egli si dedica snuito e lo prosegne poi incl<~fessnuwntè per tntta la vi l~l. Giù. nel 17:JH il Corpo degli lllg<•g-ne1·i CPa ~tat·o sepan1to ùa que11o clell'.Al'tigli el'ia. Nt1l 173.J. il battaglione f' riportato a 12 eompt1g11ie e poco dopo si ricosti tnisce la compa~nia franca clella Sardegna. Impo1·t:1nti ~ono i p1'ovveclimenti fissa.ti dal decreto lG ,11wile 1,:~n ell e, fra l'nltro, concedeva per la prima volta al Oo1·po ima p1·opria ba11dier,1. Il 1·egohrnwnlo clic<~ infatti all'a rt. 4: << P er -1032-
Fig. rn.; - Handicrn di «battaglione» il Corpo R e:1le d "Artiglie ria (1739) .
))('1·
1700 - 1750
rnaggiote oi-namento e decoro di eletto C01·po, vog-lia,mo che s iano provvisti clue clrnpecrnx, ossia bandiere, da se1·virs<~ne come ~i pmtica negli alll'i R eggimenti delht nostra :Fanteria e che gioisca, ill coucorso d'essi cleJFanzianitù, spettantegli dal tempo della srn1 c1·ear.io11e, come pm'e degli alti onori e preroga tive che possano essei-gli dovute; e gli ntncinli uovrmmo a11cl.te ..1,verc la .·ci.n·pa, allonhè sanrnno sotto le ,u·mi o comandali , sì come si nsa negli altri 1·eggime11ti. sudcletti )) (2,tchivi.o cli Stalo di Tol'ino - Seziont> IV - Ordi11i generali mif:;ti e Regolamenti militari - Ufficio gl'uernle del Boldo - JCi, ~ - 1 '00) . Quindi, secondo le prescrizioni del Regolamento, veniva pro post..i al gitulizio del Re una 11uorn foggia cli bandier.~ per il hattuglion t!; e Oa1·lo Emanuele, appi-ovataln in data l7 giugno, s<:l'iveva, a.l i 'ufficio del Soldo rnancla11do il disegno della seconda b:rnclie1·a. 11m· battaglione cl'ai:tigliel'ia men( 1·e pc>1· la ~<(·olo111wl.la >), cioè la primit bandi.era, pl'esc1·iveva che dovesse e~se1·c 11gtw le a quel la cl egli altri 1·eggimen ti di fanteria,. P e1· quanto r-ignanl.l lP ba nclictc cli. tu.le pe1·iodo, i-ip1·odt1 ciawo senz'altro la. def-c1·i;1,ione c lic ne fa il Colo11nello Luigi R angoni Jfoc·l1ian•rti nel sno pr<~gevol<' studio [;e 1Ja11diere clcWArtigliarirt. Qnesb1 cc RPCOllclH banclien1 >> del l.Ja,ttaglione d'artiglieria con sj~teva, in 111111 gntucle croce bianca, che toccava gli ol'li dell'estt c mo bordino bhtw.o: <lei. qut1itti-o q11artie1·i così formali, il pdmo <· il q11;11·to eran o di ;J,7,zurro chi a ro che rassomigliava ad nn wrdc pallido, il secondo e terzo cannino; in eia.senno di essi fìg·m·.iva nna bomba ansat.1 posante suHe bl'accia della croce e Yomitm1te tI·e fiamme, rosse nel primo e quar to quartiere e bian che nel· sec·o11Clo e terzo: nel p1·irno quartiei-e ern,no dne cannoni gia lli i11crociati. pe ndenti da t1 n nast1·0 bianco-rosso (cangin11te). Ln l'orma della ba11cliera era quadrata, l'asta era az7,111·tn. co11 freccin, e p nnla,le cli fol'fo. La eravatta fu dapprima gill'lla, poi a,zzuna. La cc colonnell,1, )) pe1· 1'artig-Heria,, dovendo essere i11vec·e com<' quella de1ln fanterfa , :1veva il drappo a,;1,7,m·1'0. p or t..i,nlc nel ct>ntJ-o lo stemurn renle - ossia l'aquila nera, con in cuore la croce• bianca in ca1npo 1·osso, con corona, reale foderata di porpo1·a - : e1·a di forma qnnclrata grande con asta azimrra (la ban-
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;.
Fi!t. 1'l<, - ll a nclit•ra " <·nlonnt'lla " J>\>1' l'..-\r1 i~ll1•1·i:1. conc·e~;:n nel J7!1!l <la (',1 1'10 E manuele 111.
-
103:i -
1.00 - 1750 1.lie1·a era an·olra .1llo1·110 al Ll::-la , :-it:<:hè ra~ta 1·icoperta dal-
r,1;1,inno i11<:orni 1H.:bva, sollo il dl'ttppo de lta barnlic1:a, stcsi,;a); fn•;·da e pun tale <lomti; la c rarn tra clapp1·im ,1 gfa lia puì :iz;1,nn·a, tcl'mi11ala iu fiocch i. Il hat ingl10H0 tl',1rtiglic1·iu aYt·vn arlo1·,.1 <lnesta ronua :r,ìone: ot! o co111p,1g1Jie arlig1ieri (d11lht pri11t il ,dl' ottava) , nna co 111 p.1 ;::11ia bo111bn1·clie1·i (!)a), nna compagnia minato1'i t}O"), una compag-nhi :&cll)jl,ll'OJ"i (Ila), \lll;\ COlllJ)Hg.lli.t 111.èl<'S(TaJ1;,,e tJ-2"). llll;t t rn11paguia, 1'1•,rnca per se 1·yfrc il: ,' arcleg11a; uf:li(·iùli e sold ,1ti J>Pr sei-vizio nel le piazzt' <' in fi llc> . irnp01't..rnlis:-.ima. 1111a Scuoln. te01·ica. e p1·a ticn. J>i t,1le ~:knola pu1.-l e1·e111 0 più ao1upinme11 l1J nel p,.11·ngi-afo :i di questo s tesso c·u pitolo . tlet1ic,1to pm·tic:ola1·me11l<> ag li s\-il uppi tn·11 ici e seicntifici clell 'A i-t-igliel'ia. I cn1111onieri fo1·011 0 a t mnti cli ru cil0. e i rni11ato1·i cli pish) lo ni. mc11t1·t· g-li zappator-i clJ IJern c:oi·nzza c•d elmetto . \"c•Jr11nifo1·m0. µ;L\ <l<•sc·1·ittn . wnne sopp1·es~o il co1·do111• o lc•;,,r.11 snl1111 spa lla <' in stia vc(·e ~i diede al Corpo, <.: Ome di s ti'11t h ·o. 1rn g-allone cli la.na g-inl la i:;nll t> mnnieh t'. Tn ttn l'm1ifo1·me <•ra nz-z111-r.1, c:.on galloni d'oro alle c:ueitm·e : i:;olo 1-~ anni più hir<li, 11el 1701. si i:.tabilì e ll e il col01·e delle niostreggin t ure foi,;se 11(:'l·O.
Le c-0 111 pagnie. c:.he e1·ano f::P111p1·t> state a carico d<'i ca pi la11i nella c·avallel'ia , c:io(?> conscrnivn,no qualehe ai:;petto d elle ,mtich e 1·.orn pagnic cli ve11 t·111,a, furono eqnipa1·nte nll e ordi11a11ze di fonte1·ia: e fu l' ('fficio ~1·11 eral r del Solclo ch e prcn-vide, da, .lllor-,1, al 1·c•clu ta 111ent·o. ::1ll 'rq n:ipnµ:g inmento cd al mantenimE>nlo dc•l i:;oltlaJ-o. ln c-0 11sep:nenz:1 cl i tal e nno\·o ordi11mn e11to. il battaglione r1 ·ai-tig-li e1·fa . per cic) c.:h1~ concerne l'is-pez-io110, passò alle d i1wnclt>nr.e (lc-•ll ' l i:.11etl'ol'e gcnern,l<~ di fa nt·(iria, m<~n !Tr. ]'.)f)r tuao il res to. conti1111ava nel ei:;i:;np ::i lle dipendenze clel 0rnn Mastro . .Sati11·nlmPnte. ])PI' ciò ('h<' rip;m11·cla il R('rvi zio, la cli.Rri plin n ,. 1.rli PRf>H·iz-i. il conrnndo i:;pethwa nl Colo1111<•11o: mo, pci1· qunnto i-ip:nanla la Rcnola 0r a 1·iRcr vato al niretto1·e i:rencl'a le dell a rne dPRirnn . nw11ti-e lP <·om1x1g11iP zappntol'i P mina.tori paRi:;av~no nll<' dipen den zt! clel Prim o Inp;egnere, qna.nclo er a n o ndcl ettr fL lum i-i di fol't i:firnzioni. r. in genei-c. in tempo di gnerra : tale c-o111f'
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c r,AS :S TF[C'A 1)1-:LLI; BOCC HC:: D.\ F COCO
muHepJi.cit,'L lli c:omnnl1i rivelò poi llegli i11 to1l\"c11ienti, e, più tardi, t utto fu nuonimente ncceutrato nel Coma1tclaute dt>l
Corpo. Il ùatt..1glio11e fu Hl<:tolto t nttu a 'l'<H'Ìno e la sua 1·e:-:idcuza ft1 lletlnith·,une11tc i i :ssat:1 nella capitale, do.ude 11011 p orcYano allon( ~1narsi :,e 11011 dei cli:-:tatt·amenti. Ben p1·cslo p ei·ò - c ~s1•1H]o tali disl,wca rnen ti di vcn uti 11 urnl.'tosi, pei- pron-ede1·c ai presidi di ~ oY,H"a, T ol"lona S enantlle . . \._rnna e Bobùio - :si <10,·ettP ,n111t<•11tcn·e il persoHa l e <ld ba Lt,1glio11c i;tesso .
Le ndigliei·i e ePnno c·lassitit:ntt~ :-;econdo il cali.liro, la lunghez:-1,1 e Ja grnssezza . In questo primo dece nnio c.lPl r egno di. Cado E111:.111nele, i cun 11011i ila cmupng11a, ernuo <li c ..llilno 4 (fal<.:orn~ttiJ, F; (falco ni) l' 10 (sa g ri); q ue lli pcl' battcl"ia d ' altat<·o e di difesa <·1·:1110 tln lJ a ~O (qua 1-ti di ea111101w), éln, 21 a 40 (rn<,z:.1i <·am1oui) e cla 41 a G:-1. (c,rnuoni) . Set'on<lo la ] 0 1·0 l1tng]H'zza, qlle~l·i ca n noni l'rano Lle1Ji: 01:di nari (11111ghi dn ~I a ~ c,tlib1' iJ : colnbl'ine (più lunghi clegU ordi11nri): 'J c01·ti ì(i 11feriori agli 01·(1iu.ni). Iii fine Yi ern no d <~i pctl"ieri da ](), e e lJ . ..'.. pnrle !'.OHO èh1 ronsicl e1·a1·<· mortai da 1:2, <' obi cL fa1 tolon11e cli a-l"Liglieria <·he 8<'gui,,u10 Jr ...-\1·rnnte a,·eynao c-ompo:-:izione rni:-;ta: i calib1·i più uf<ati erano cla 4, cl,1 ~- <lu 10 e da JO, mn CE: 11·era110 and1e molti alLri , frn c ui elci pc!-anti:,,;i-:il11i. il c-he de t c1·111ina va d egli 'Ì!1r-01wcnie11ti c-he. come vedremo . più ta,1·di furono elimii1ati. .',ll 'Arti!4"liel"ia p i pmo11tesc !'.pc!rn prou,1ùilment<' n vanto cli axcl' a,dottato p<\l" pti1na 1rn mn terinl c srwcial<' da mont ngna. f:: rl<)\·ero:-;o dire che la qnestiorn~ è contrnvel'sn : n Favé parla cli matc~riale cln. rnontng1w pl'ima <lPl 700 (Tomo IY. tav. 69): il Le Dlo11Ll lo ei!".1 pr1· l" ai:;sc11io cli 'l'orin o : Pa p::1<·ino· D 'A.ntoni '(Uso r7 rJ77e A rmi, d a, f1wco .. pa,g. 100). pm·lnnclo delle artiglierie da n&11·si in p;nrna da mon tagna . non a<·C't>nna a materiale :-o m<'p;giafo, e nnco1·a n ell'"A1·tir;lir- ria T'raticu (Purte IL pnr. 211) . pur acC'enn a ndo a tali mat<>riali , dichia rn aprrtamentc non clovnsern' tenere gi-n.n <'onto. Al parag-tn.fo 206 ammette dei sagri da 4 prr la clifcni:;irn, mentre ei:;C'lnd<' del tntto l'artiglieria, (salrn ca~i pa.r ticolari) pet' l'a?.iOnP offen siva; nelle inwrrr di mon t a '-- 1037 -
1,00 - n~o gna. ~ta di f;ttto, però, che fo J'i11g. U iuscppe J3cttob .,L p1·opotre · Ull l:,1nno11e s(:omponibile (w0Hta10 su un piccolo affusto e tl'ai mito da qnatt1·0 uomini) pe1· a.gi.c!,·olai-ne il t1·nspoi-to Hcllc zone cìi difficile pussnggio : s1~ 1w rip;nJ1'1·.'1 11el purngrafo dedica to alla. IHn·te tccuica , e si parlerù a11d1c, più u l1mgo, clcl cannone da c:ampng1w a ret1·ocal'ic,_1 , con chiusnta u blocco i,;c.:oueYole, inYen t:i to claÌ pi~111011tese Crnlw1·t0 Ullh1ppo. c he. come si acècmiò, già alL1::-sedio di T o1·i.no avevn da.lo ottimi 1·is11lta1:i. Qui i:.i pnò tonc:luclc1'e que:;;to pan1gi-afo 1·i lernntlo eorne. complessivamente Cal'lo Emanuele III. con tutti i p1·on1ech111e11ti /:>Uin(licati, con 1:1 c rea zion e di J>oligon'i sl·abili ti in fo rtezze e località ndatte, eo11 le 8c·11olc 1m1ticl 1t~ c1·ca te p1~1· ogni speciali !,\. dell'Arma, elesse 110te,·olissimo e fecondo implllso a,Ll' Al'tiglic1fa. Anche in qne:--to campo :--i 1·ivela la. genialitù organizzatl-ice del S ovrau o, al qnalc si deve se l'B:;;erci t.o piemo11tesc ebbe, allora, un or<liuamento per 111.olti ,ts1wt1i mil'all il<>. . Ottimo il si st·pwa di r eclntamento della trnppa : ben regolato il sistema cli .wa11za me11fo degli uilidali (s]ì(~(·ialm ente. come si è Yisto. nel Corpo di Art"iglieria ), <·omplet;e e l'azionali k dispo:-;i;1,i oni pc1.· l.L mobilitazione e quell e per il :,.;n,izio <li. infol'rnazi oni n ll'c•srcr o, che t e11ev:1 cliligentt>mente informati i capi milibid pie111011tc:-:i di tu tti i 1wrfezionnmenti 1·aggi trn ri. n rgli altri Rtat i. specie' . pt'r f) n:rn t·o concc1·nc le a,r tiglic1•ip, iu Fi-11,nc:in . in ,\ nst1·ia e, n ei cle rcnni f.;JlCC'essivi. in Prnssia . · Sotto il p unto di vista organico, il piccolo Escreito piemontc>.·e poteva dunque co11i-;idera1·si uno clei più progrrcliti cl ell'<~poca.
4.
La guerra per la suceessiòne d'Austria ( 1740-48) -· Le artiglierie nelle belle operazioni di Re Carlo E manuele Ili in Emili a e in Savoia, durante la campagna del 1742-·- 11 nuovo assedio e l'eroica, vittoriosa difesa di. Cuneo « possente e paziente» - L'artig lieria napoletana alla battaglia di Velletri - La battaglia di Nostra Si g nora Dell 'Olmo ( 1744) - La com plessa schermaglia strateg ica deg li e<.erciti alleati piemontese-austriaco e fra nco-ispano durante la cam-
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L,INIZIO Oi,JLT,E l\UOVA GUEHRA
pagna del 1745 e 46 - Le artiglierie agli assedi di Asti, Alessandria, Valenza - La campagna del Genovesato e gli screzi coll'ausi.riaco marchese Botta - La rivolta di Genova - L'assedio di Savona - La battaglia dell'Assietta - Il trattato di Açuisgrana estende e rassoda la potenza di Casa Savoia.
~el 1740 scoppia la guerra per la successione cl' Austria, che vede l'Europa divisà in due campi : con l'Impero di Maria. 'l'eresa si schierano l'OJancla., l'Inghilterra,, la Russia e il Piemonte; col pretendente a.l trono, Carlo Alberto cli Baviera, stanno ·Federko U di Prnssia, l'Elettore di Sassonfa, e le tre Case borboniche cli. Francia, Spagna, e Na,poli. In questo vasto con flitto incominciano a rivela,rsi le eccezionali doti di condottiero di .Federico di Prussi a, del qnale ci riserviamo però di intra,tteneni nel capitolo successivo, accennando alla guerra dei sette anni. In Italia, come al solito, H veso maggiore della guerra sì
rh-er~a. su Casa Savoia,. Carlo Emanuele III - consigliato cla quel ge11iaJe ~farehese d.'Orme:.t, che più di ogni altra eos,1 t<-!· meva, giustamente, gli ingranchmenti della Uas'-t cli Borbone nella penisob - si era a.lleato, come vedemmo, con l'Austria, e con gra,nde rapidità a.v~va, messo in campo un fort~ esereito, composto cli 2G ba.ttagiioni. e 18 squadroni, cioè prcss'a poco la metà delle fo1·ze armate ph~montesi, am1nonta,nti a,l]ora a 56 battaglioni di fanteria e 36 ,squadroni di cavalleria (considera,nrlo a parte i. tre battaglioni svizzeri : due cli Sa,rdegna. (~ uno di Corsica). I gc11<::rali prc~scelti per i coman di erano : il marchese cli Susa, il generale di Schulemburg e il conte d' Aspremont _: ma Ca,rlo Eurn11 11ele ese1·citavn, scmp1·e il comando effettivo delle proprie tn1.ppe e assunse ben presto il comando i 11 ca.po anche cl~ quelle austriache, non appena. <rueste, guidate dal conte 'l'ra,un, governatore di l\iila,no, si fnrono nnite, a Modena, a quelle piemontesi per ma,rciarc contro il forte esercito spa,g11olo, comandato dal duca di. Montemar. Gran i\ifastro clelle a,r tiglierie piemontesi era, allora Vittorio Amedeo Seyssel, Marchese cli A.ix e di Somrnariva, che si era clistin to nei fatti d'a,rme di Pi.Lrma e di Gua.stana; nel 1'734 era, stà.to Governatore Genera,le ·di Milano e nel 1737 era, suceeduto a,l conte ::Vfaffei ne11a, carica di Gr.1,11 Mastro. B però cfa r ileva.re - 1039-
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c· omc l' azion e clell';1l'tip:li<'t·ia fo:-:se dfrettanw nte comandata. e vigilatit cfal ~un·a no. il quale na ncc·ompa g-nato .Il campo, non ~o lo da,l pi-im o )IiniRtl·o 11111rchl':·w d'O.r·mea, nn tol't' del ma.gistral.e trattato d 'allcanzn clel l'' l'ehlmrio 1 Ti:!. rn n :intht•. in q wdità <li.
F ig. l!IT - ntrorio .\mecko ~er,;!';el. :'lfor<'l1l'"c di .\ix e f;umma1·h·a, GL'au l\!11str o <lt'll' Artigli eria piemontei:e rl:i l 17:\i :-i ~ 17:t!l.
A uditore genc1'al<~, <ln qnl'l Gi:11nb,1Uis(';.1 Dogino, che cloveva, pi ù tardi eRplica t·<' nn a rnfrn hile opet·a i11 favore dell'A.1-tig:lieria pie · montese.
I Piem ontN-i :-:i imp,1<lroniRc·ono 1·HpiclmnentP della. città cli }[odena, e pongo110 l'ai..:-:Nlio alla Cittn.dellu. non molto muni ht. Questo assedio dnra parecchi giorni perchè tardano ad arri.Y,ne - 1040 -
ASSEDIO DI MODE:-!A
i ca,rrnoni; qua ndo questi i.Lnivano , la Cittadell a, sottoposta ad un forte bombardamento, è costretta ad arrendersi . Ripor tiamo dal volume llrloclcna a tre epoche - Descrizione del conte Luigi Forni e marchese Cesare Oampori - s tampa.to a Modena n el 1844 : « La Cittadella ricorda la valorosa difesa fatta nelPepocu di cui pa,rlo, dalle nostre truppe contro gli austro -sardi. Ardeva l'Italia, per le guerre, cui aveva da.to origiuc la morte dell'Irnperator Carlo VI s ucceduta nel 1740, e U Duca nostro, che giudicò conveniente tenersi per 1a Spagna, era, ben presto stato costretto dalle vicende ad abbandonare i suoi Stati, po1~tando seco, dice il :Mu ratol'i, il coraggio, eosta,nte compagno delle sue traversie . I Savoia,rcli e gli Austriaci occuparono Modena,, di cui il conte Cumiana fu nominat o Gover natore . Nella Cittadella, ri ma,neva però un presi.elio messovi dal nost to Ducn, e comandato dal Cavalier Del Nero : era gente risoluta e decisa a. non cedere cosi facilmente . «Il generale Sardo ba,rone Schulemburg ebbe ordini di preu dere la Cittadella : aYeva, con 8eco 0000 uomini. Il riBtretto spazi.o che nell'interno cli essai esisteva, la mancanza di. l uoghi a, prova di bomba, facevano credere agli. assalitori che la Cittadella non si. sarebbe difesa, :fino a,gli estremi. Nella not:te dal 10 a11'11 giugno clel 1742 si comin ciarono da.gli austro-sardi i lavori per eseguire il bombarda.mento : a.vewmo essi aperta, .una, trincea fuori porta Castello , ed un a, altra -fuori di pol'ta S. Fra ncesco. T ralascio di dire qu,1,l fosse l'angustia e lo spavento della città nostra, allorqnanclo il giorno 23 cli.eclesi prindpio al bombardamento : venti mortai. a cui si aggi.unsero a.ltre artiglierie fatte venire da }fantova1gettanmo le bombe e le palle nella Ci tta,della clrn valorosa.mente . si Bosteneva. Il giorno 1S alle ba,tterie esistenti si aggiunse il 'fuoco cli altri 16 pezzi di grosso ca libro. E ra, impaziente il Re di Sardegna, di. levarsi clnvanti questo ostacolo ed ttggiol'llava a ma,rcia,1·e eontro gli. ·Spagnoli che già si. era.no ri1.ossi ed aveano pa.ssa to il Pana.ro. Ma. i. va,l orosi difensori della Cittadella continuarono ancora, per ben 1() gior ni a, resistere, sinchè, estenuati dalle fatiche, privi. di ulteriori mc7,zi di riparo, eapitola,rono il giorno 2S giugno restando il presidio prigioniero di guerra)). 67
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1041 -
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Sullito dopo, Carlo Eurn,uncle pone l 'asBellio a iVIirandola,
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Modena)), ma, avendo orn, a propria disposb,i one ed in piena, efficienza tutte le sue forze d 'a,rtiglieria, l 'ope1·,Mione è sbrigata con la, massima rapidità. Investita hi piazza e incominciata la, trincea,, in due giorni il Re ordinò che si approntassero due battPrie e « foce incomincia1·e lt tirare ìn breccia eon tanta vivacità e con un fuoco così continuato, che, impaurita, ol tremodo la guarnigion e, i soldati ed a1-tiglieri ricusa,rono di sta.re più a lungo a i loro posti e fuggiro11si nelle chiese)). Oo:,;ì scrive il conte Gaspare GnlJeani cl ' Agliano, maggior generale dell'eser- . cito piemontese e ispettore di cava Ueria., a utore di un volume Me1nor,ie storicho della 9 uen·a, cfol Pie mo ntc lìal 1741 ai 1747, ottima fonte, perchè il Gaileaui 1mtteeipò a.ll'inte1·a ca.mpagnn. Il 16 luglio Mintndola capHola e il marchese cl.i Montema,r - quello stesso, non si dimentichi, che, con la vittoria di Bitonto, si era, conquistata fama cli abile e va,loroso capitano non sa far altro che contin uare ,1 ritira,rsi., p1.·in1.:1, a ]~imini e poi a I<'oligno. Inta,nto l)Inghilte1.Ta, alleaita, come sa,ppinmo, dell'Austria e del l'iemont-e, h,t mu11dato nel 'M editerra,neo, al comando dell'abile e risolnto ::nurniraglio l\Jathews, una forte :flotta, di otto va~celli con dne « ga.llioHe a bombe>>, che enti-a rn>l porto di Napoli e, con b minaecia di bombardamento, costringe Carlo III di Borbone a, rid1iam.,~re le truppe na,poleti:me che fanno parte dell'esercito cli Montemar. C iò 11onosta,nte, qur~sti continua a disporre di trnppc numel'ica.mente superiori a ,1uelle austro-piemontesi, ciò elle u ~nde tanto più stra,na, l,1 debolezza, della sua condotta. meSBtt in rapporto con l'ardimento dimostrato in altre occasioni. .Forse un elemento esplicativo si trova, nella n etta s uperiorità delle artiglierie piemontesi, che nel sistema di guerra allora, in H,ngc - ttsscclio e conquista delle va,rie città e pia:;,:;,eforti, una dopo l'~tH.ra, - avevano infl uenza r isolutiva.. In qnesto tempo giunge a, Carlo Emanuele la, notizia, che Finfante <li Spagm1., Don Filippo, eon truppe raccolte in Provenza. ma1·cia contro il Piemoute. La I-fogina di Spagna, furiosa coJ1t1·0 il Re di Sanlegn,1, che si è opposto alle !Sue mire, ha giurnto di farne lo p(~ntfre. e v1:1, clieendo apertamente che « sacri:6.-- ·1043 -
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cherebbe piuttosto tutta la Spagna che di. soffrire d1e la sua armata venga così 1:n'restHta da qnel lwutale) e che n on ta,rclerà, a metterlo a, dovere)) . Ma« quel brutale)) 11011 si lascia int imidire tanto facilmente. P one dodici battaglioni e qnath'o r eggirne11H di cava,l leria a, guardia del l\foclencse, e accorre iu difesa degli Stati aviti. Don Filippo marcia con 20.000 uomini con tro il contado di Nizza, ma qui i coma11cla.nti milita,ri piemontesi hanno presi op portuni provyedimenti cli difesai, con la collabora,zione dell'ammiraglio ingl ese M.atbew::- (lo i.;tesso che abbimno già veduto agire a, Napoli contro n re Borbone) , il quale sbarca nel porto dj Villafranca più di GO eannoni, pronti ad t~rrestare l'ava,nzl1ta spagnola,. Allora, Filippo fa nnu diversione, m,u-eia con tro la Sa,yoia e la. occupa quasi intiera,mente, ad eccezione del ca.stello di. Nlommeliano, dove il forte ed i t r·i nceramenti eseguiti dal Bertola riescono -d i gr-ancle giovamento. Cont emporaneamente l'esercito sardo-a ustriaco (che però, come a bbiamo visto, ha, perduto gran pa l'te delle truppe piemontesi avvia te verso la S<woia) si scontra in E mili a) a Camposanto, con le truppe spagnole, al cui coma.ndo il con te cli Ga.ges h,1 sostituito il marchese di ·Montemai·; la, battagJi,1 ha esito in certo. Il Corsi la definisce fa.p i<lari'll" -m(mte così : « un inutile sacrificio di GOOO uomini )l . In Piemonte, il march ese d'A.ix. Gr an Mastro dell'Arti glieria, ussnme il comando clelFeserC'ito savoiardo e pone il prop1·io quartier geHeral~ a Sampeyre. nella vall e Yarai.ta. ma poco più tardi Cado EmamH' le ginngP n sua volta, al <:am po , Il marr.hese di. Las-Miuas, conurndante dell'('R,'.reito spugnolo. giunge al colle dell'Agnello C-.J'l fa passan, nnrhe 12 pezzi di campagna, oltre a molti piecoli: poi p1111 ta C'ontr·o i. hincera rn('nti piemon tesi a Ponto, « piccolo villaggio situ:-1to sopra cli.· 11~1 picciol monte che elevasi in mc~7,zo nl'·Jiiauo rn-l"la valle forrnntn dnlla congiun7,fone dei d 1rn valloni J> . (Pi.nel-l i : StM:ia 1nili ta1 ·p d el T''ie11w11te) . I Pi emontesi non avevano prima creduto possibile far a.n cla.re le loro a,rtiglierie fi no a 0astfll D<>lfi.110 per le strade impra,tica,bi.li. della, va-1 Vara,i ta, e qnincli non disponevano che cl i pezzi piccoli. « Il re 11e a,veva ben fa,tti par tire venti pe½zi, ma, questi erano stati <:011dotti. solamen te fino fb Verzuolo, ove tro -
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Ya,vasi la, caYallel'ia, pc,· il solo caso che a11cbe di questa a,·esse fatto mestieri. Allo.1:.1 pert.mto si incominciò a biasimare elle 11011 .si fosse pemmto di fai· ac<.;01110dai-e la strad.1. pe1· faneli conclun c, e massimamente c he i nemici essendosi anicinati con tutto 1·esei-c.ito ed essendosi portati s u u11a, montagna. di 1·impetto a quella, c he occupav,.t no i .11ostri ,~lla nost1·a, deslr,~, vi si cn~no a,lloggiai-i quietamente, e :si erano me.·i-i a laYorar e ad un.1 ba.tte1·ia la qu.tle d omina.n, affatto H villaggio e il piceolo ca ,·tcllo cli l)onto, <1uancl.ochè, se <.falla, nost.n:t pat te vi fo:::;se1·0 s LtLti dei <;annoni, .si su 1·e bbe1·0 ben tenuti indietro i n emici. Ma q nello p e1·ò a cui HOil si era dapprima pem,ato, ent nece.s.sitù pensani allo1·a, l1mui1·11nqne a,s sai corto si fosse il tem.po. Bi mandò ,i,d.unque 01·di11e all' a.i-tiglier ia cli partire subito e nrntcia1·e in cessautern ente pet ginnge1·e al più presto a Castel-Delfu10, nel menti-e dw tal <·osa si fee;e sa.pere per tutta la valle, aflìnchè li. p,wsani. di quelle.! I elTe si. mette. ·sero tutti a lavora,re alle strade, a lla qual co ·a run <.;onen do essi ben voleutieri, ora spianau<lo, pet quanto si potea in così pot o tempo, ora aiuta nd o gli artiglieri, or,1 tirando a f orza èl'uomini i pezzi, dove non potevano servir-e i cavalli , 1ece1·0 qnan t o pote1·ono pei-chè l'artiglieria giungesse a terupo se la cosa, foi:;se stabL possiùile; m a Jiu èla qn,mdo f 1wono spediti gli ordini tLvrebbe fa tto d' uopo che i pezzi fossero già- stati ai ttincieramenti, pe1·chè il ma r chese della Mina 11011 aspettò molto a mancfate acl attaccare i trinceramenti di B elli no, ben eo 110scendo che se mai potea penetrm·e da quella par·te·, non n vi:ebbe più incoHtrato ostacolo venrno per a rriva t e d irettamente pe1· la i:.in istra. ,t Castel-Delfino, motivo pe1· cui tu tta, )a, destr,L <lc·lln 11ostm a,tnwta, sat·ebbe stata costretta a 1·itirarsi preci pilosa mente a, S. P eii-e. la qm1l cosa, se g li fosse riuscita, sarebbe ce1· tamente anhata siccome aveva egli diseg·na to . 1Ll tutto che le t 1·11ppe des tinate ù, quell'attacco, spagnole e fra,ncesi, ancl.lsscr-o 11 gai-a Jc une <l ell e alt1·e p er jmpa droni.rsi i primi cll i n9st1·i l t·i11c<0ra meu ti e facei:.. ero pei-ciò ·proYe cli gra nclissimo valore, ftn·ono e:-:se nullo di. meno sì. gaglia,rd11m cnte clH.i. nost1·i respint(•, di e per quel giorno non pen::.,wano più a l tei-zo a.ttacco, avendole il warche~c della Mina fa tte 1·itirai-e. « :\la, nello :;.tf'sso tempo che questo attacco succedeYn nlla Montagn.~ di B ellin o, la batteria che domin.:rrn. il vi.fl ag-g-io d i 0
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L' ARTIGLWIUA !\ELLA GUERRA SUL~(.E Al'.PI
Ponto, essellclo stata gi.à messa. in ista,to, incominciò così gagliarda.mente il fuoco contro quei trineeramenti, che gli disfece in gra,n parte, non senza danno dei. nostri che gli stava.no den tro, i quttli non tanto dalle palle di cannone venivano cla,nneggiati, come dalle pietre degli stessi tri.ncieramenti. Essendosi quindi un corpo di spa,g noli avtuizrtti in sostegno della loro artiglieria, senza che potessero venir gran cosa offesi dai nostri piccoli pezzi, i. qutLli tt tuttora erano scava,lcati dall'a,rtiglieria nemica., fu forza, mandar ordin e tLl signor des Roches Colonnello, gentiluomo irlandese, che dentro vi coma11davi:t, cli doversi con la sua gente ritirare. Ricevuto un ta,1 ordine fece egli cla,pprima partire que' picco]i pezzi, e quel che potè delle munizioni, lasciando indietro per· morti un officiale tedesco ed a,lcuni soldati, essendo maggiore il numero de' feriti, tanto degli officiali che de' soldati. « Il re ed il marchese d'Ormea, 11ulladimeno, non tralasciavano di stare in grandissima, pena per la mancanza dell'artiglieria, aspettandosi il re fLll'indonrnni, in sul fu,r del giorno, ad un a.ttacco generale. )1anclava egli pertanto, a.d ogni. ora, a sapere delle nuove dell'artigli.erif:~, la quale, sebben si fosse cli notte, non cessa.va, di marciare e di avanzarsi, tntto che lentamente e con grandi difficoltà; si sper:wa però che circa il mezzogiorno a;vrebbe potuto giungere a, Castel-Delfino >>. Il rna,rchese di La,s Minas sferra, nn attacco generale, ma vi.ene respinto clal va,lore dei Piemontesi. « Al nostro re grandemente rincresceva che l'artiglieria non avesse potuto giungere in quel giorno, e non fa mestieri di dire quanto maggiore sarebbe stata la perdita dei nemici, se a,lcune batterie fossero state~ poste~ nei nostl'i trincieramenti; ma per qua,n to ·si adoperassero e gli a,r tiglieri ed i paesani, non fn possibile che dessa giungesse di quel giorno, e solo nella notte ben ava,nzata giunsero cinque pezzi i quali furono subito situati nel posto stato già prepa,ra,to, aspettandosi a,l Findoniani a mettere, dove avrebbe fatto più uopo, li rima,nenti che giunsero di poi : iroperciocchè i nostl'i generali, benchè fossero persuasi del con trario, nulladimeno si preparav:mo l'L resistere ad un nuovo attacco, caso mai ne fosse veuuta voglia, agli in i.mici; e tutto l'esercito, sa,i)endo essere giunta l'a,r tiglieria, desiderava oltremodo - 1047-
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c.he i. nemici fossero ritornati alle prove, con pcnsie1·0 di farne ùen più ampio macello. Il marchese della, Mina , che non igno1'ava l ·arrivo della nosL1·a artig·lieria), e co11osceva Ja perdita d1c aveva fatt._t hL sua ge11te, si e1·a detc1·minato a ritirarsi, e ripassare il colle dell'Agnello, e l'icondu1·si nel Delfina t o ». Oa,r lo l~manuele ntandò a1l'i.nseguime11to poehi distacc,tmeuti di granatiet·i e di Yolontari, e i uemici « non pen ·ando più ciascheduno ehe al suo p1·oprio scampo, la,r-;ciarono indietro l'artiglierht, la quale non es~enclo più capaci di far avanza re da sè soli gli artiglieri, dopo di averne inchiodati i pezzi, r ove· sc:iat'Ono giù da 1111 vallone)). (Pinelli, op. cit.). S uccedette
tlll
periodo di. schcmnaglie dip)omaLiche ; <.lopo
di C'he, al pl'incipio del 1744, la gnena nuovamente cliv11mpò e
1111
forte ese1·cito fra1nco-sp,tgnolo, al comando dell'Infan te di Spagna, del principe cli Conti e del marchese di Las-Mi11as, pel' la, Provenza e il Delfinato, sboccava a i primi. di luglio nelle valli di H11Pcell onettc, Q11cfr,1s e Brian~o11 , minacciando contemporamente tutte le vallate cli ponente. I Piemon tesi a lot Yolta si appresta.vano ener gicamente aLl,L difesa. Continuiamo a cital'e l'ottimo , impa1·zialc Pinelli : « Già si erano mamhl:te delle truppe su della va,l lc di Yarai.ta, per essere alla) portaJa dei trincieramenLi, e si era fatto an(lare un 11 mnel'O graHde di cannoni d,L 4, da G e cfa S per clistrilrn irsi fra i va,r i posti, nei quaU emno già state perfezionate dell e bcJlissime battei-ie. Si et·a i11oltre tro,ata l'invenzione cli fate dei canno11i in val'i pezzi (1), cl1e in tal maniera si potevano caricat·e :::opm i muli e fadi da essi ti-asportate sopra qualu11que cima dei t·olli; r per l'altra 11rtigli.eria si era pratic·a.ta nna stra.da ben comotla e li~rg~ <l a Vew1sca a S. Peil·e e C::1stel-Delfino. la qnale da Bellino si piegarn alla !=d11istrn del colle della
(1) Lo storico fr::incesc Saint Simon cosl descrive due pezzi piemontesi da montagna, 11rccl:1 hellic:a f atta nel 1744 a Casteldelfino, che clestò l'ammirazione degli f<tlecinlh;ti faD<'<'f<i : « 011 pr-it 011ssi rle1n1 p-ièoos rie conon q11,i se <lé1no11tairmt, ain.s·i que lem·s a,.fftits: le co1·ps dii c.;a11on se <Lev,i sait en trois parties, qui s'ass,ujét·i ssa'ìeut var des bar·r cs <le fer. Oh<tQtte canon 1101wait i:/ re porté s1u- l e <los ,i.e trois nwlel s >>.
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OE:VONTE E <:U.Nl!JO
Bicocca, e quindi, pel colle d'Elv,,1. e pel colle del :Mulo; venivn. nella valle di Stura, sicchè era facile il fa.re andar l'a,r tiglieria da,ll'umL aWaJtra va.Ile, C t1·asferii·vi le truppe jn caso di bisogno in poco tempo, e senza fatiet1irle )) La, massima resistenza piemontese era però concentrata, a Cuneo, a Demonte e al Pn1sso delle Barricate. « Erano vari i se11 timenti, e le sperarn!,e, che si ~1.vevano cli quelle due piazze; imperciocchè da tutti. si cred.eva che Demonte avrebbe sostenuto un assedio per lo meno di due m.esi, a.vendo il re negli ultimi anni speso intorno a quel forte molti milioni ; ed avendo pure il commendatore Bertola fatto tutto il possibile per farne una piazza di molta considerazione; ,;erarnente non era ella, ancora ridotta a quello stato cli perfezione che si clesiderava,, ciò .non pertanto era però tale, da poter fare una buona difesa, (~ssendo munita cli GO pezzi da artiglieria,, ed abbondantemente provvishL di ogni. sorta di munizioni da guerra., e da, boecai. La: guarnigione ern di mille uomini, composta di vari clista,c camenti e comandata, dal conte dc~lla Tuil1e savoiardo, e governatore della piazza era il signor Vialet, anch'esso savofa,rclo, uomo che avev::i una grandissima riputazione. « Il re aveva pure un a buona idea cli Cuneo, credendo che avesse potuto sostenere un lungo a,ssecUo, a c10 pel'suaso dal commendatore Bertola,, ma comunemente in tutta, l'Armata,, ed in tutto il paese da vecchi. e da giovani, si faceva poco conto sopra cli quella piazza; imperciocchè, non dubitandosi punto che il Corpo della piaz7,a, fosse cosa cli poco momento, le trfi ridotte, che il commenda,tore Ber-tola a.veva :fatte fare :fuol'i cle11a porta di Nina, tutto che buone, non parca.no però di tànta con seguenza da, poter tenere lungamente a bada un'armata, e tanto più che dalla parte del Gesso le nuov<~ fortifica,zioni, eh(~ vi si era,no fatte, non erano ancora. in i.sta.to cli difesa)). I nvece Demonte cadde dopo soli otto giorni. Ull a palla infuocata, lanciata dal nemico, esi$enclo a,ncfata a cadere su un magazzino dove era una gmncle provvista cli olio e cli lardo, determinò un incendi.o che ra,ptéhnnente djva,!11.Pò furioso, e sembrò dover da un momento a,l l'altro appiccarsi al magazzino delle polveri. Si determinò un forte panieo, che il maggiore Borelli, coma.ndante della, pia1,7,a, tentò in ogni modo di domina.re: po - 1049 -
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nendosi con la spada i.;gua inata in rnezzo alla stra da nella quale concYa ]a folla per cnln 1·e il ponte lev.Jtoio e ti·ovare scampo ne]]a ca,mpag-nn. Travolto dalla marea., egli. 11erò rimase al suo posto, con pochi solclati : tanto che, quando i nemici, con scarso merito, si furono impossessati della città, gli tributarono tutti gli onori militari.
Fig. 200 - Il Barone Leutrun.
Padroni cli Demoute. i Fi-an co -Spagnoli spoccarono nella pianur11 e Carlo Emanuele do,ette ritirar ·i con t utto l'esercito in Sa,luzzo. Onneo, l'irnasta isolata, fu stretta d'assedio da 10.000 alleati a,1 conrnndo d i Las-~Hna,s, mentre il resto delle truppe franco-spagnole si pose presso Santa :Maria dell'Olmo, a sinistra della Stma,, per seguire l'assedio, che incominciò il 9 scttemb1·e. Fu in questa, occasione che Cuneo « l::t città delle glo· riose difese » oppose a.l 11emico nmt di qnc1le memorabili resi- 1050-
HA'lv.rAGLL\ 1)1 n ;LLl.;'L'l:J
stenze die l'han resa famosa, meritandole l'a,ppellativo carducciano : « Uuneo possente e pa7,iente )). Conrnndi:1,va la fortezza, il ban>Jle di. Le11tnm, tedesco di 11aseita ma ora,mai piemontese d i elezioue (era, venuto i.n Piemontè trentacinque anni prima, al senizio di Yittorio Amedeo) e divenuto ceLehrc, quasi figura leggendaria cli burbc~ro e sng,1cc ea,pitano, ndle storie popola,r i del1·epoca. lla, occorre, qui, far prima eenno delb battaglia di Velletri, i1'. cui si clistinse -l'artiglierfa, na,poletana. L 'eserdto arustria,co, forte di 3:5.000 uomini e comandato da,l Lobko,Yitz, ha di fronte 20.000 Spaguoli al comando <li De Gages e J5l.Où0 Napoletani al coman<.l.o di C,nlo l.ll cli Borbone {22 reggimenti di. fanti e G sq 1rndroni di cava.lleria). Le artigliel'ie al.Jbo11da.110 da ambo le parti, ma sono ir~ maggior numero <' sop1·a tutto m.eglfo dirette quel1e di re 03,rlo, comandate dal piaeentino c:oute Gazol.1 « chia,ro per ma.tematiche dottrine e per i11geg110 >). 11 Lobkowitz, non osando un attacco aperto, ava,nza, guardingo, stringendo il nemieo eome in una guerra d'assedio e mofostun dolo di m_oschetto e di. cannone. :M:a il suo eseecito è travagliato dalle malattie . e dalla diserzione ; ed egli nella 11otte dal 10 all'll agosto decide un violento attacco di sorpresa: l 'ala. destra (6000 nomini), al comando èleJ generale Novati., sale silc117,io1'amente il poggio di Velletri. sorpreHde l'esercito nernieo e irrompe nella, città,; il Lobkowi.t½, c.;ou ,l'ala sinistra,, riconc1nista, i] monte Artemisio, per<lnto nei g.iorni precedenti, e si la11cia, sni ca.mpi dell'ala destra ispano -113,poletana,. Mr~ Re Carlo, ritil'atosi sul monte dei Oappucd11i doYe ba, clisposto Ja h1:~tteria, illi½i.a la. riscossa. l(n ncfa il De Cages con tro Lobkowitz, e il duca él; Castl·opignano contro N'ovali, rnentre ini½ia un nutrito fuoco cli tutte le a.rtiglierie. Gli A il striaci , clw sì erano dispersi per Raechegg'ia-r('!, vengono sorpresi <~ ricaccinii. AJla, fine della ba,tta,glia i due eserciti nemici sono ritornati rispettivamente nelle posfaioni prima occupate; ma l'a,z ione si risolve i.n una sconfitta deg1i Austriaci perchè il Lobkowitz, per gH stessi motivi che lo hanno indotto a tentare tale a,ttaeco disperato, non osa più sfert·arne un altro, ora che questo è fa.Dito. Rimane inoperoso per tre mesi e, al principio di novembre 1 inizia la ritir3,ta verso il Po. - 1051 -
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Il prill(.:ipe di Lobkowitz, ill uso dal buon esito della prima azione della battugHa cli Velletri, ,.weva, m,M clato a Carlo Eu11.1.11t1ele III Ull dispaccio, aJmunciandogli la vittor ia; ma subilo dopo doveva, spedirne 111 1 a.ltro, esponellclo la l>cn d i.ver sa vel'iti1. l\[e11 t re così gli Austriaci paga vano il fio di e sersi voluli , per bramosia. di con quista, staccare dai PiemoJ1 tesi, i Gallo-Ispa· ui co11ti n11 av.u10 a str inger d\isseclio Cuneo « hl fatata e fatn,le ,l l<'ra11c-ia », come già l'aveva detta, il nrantòme. Era, il diciottesimo a sseclio che l'eroica cittù pi<~montese soste11eva. cla 1 1120, anno <h·lla sna fondazione. Seg niamo rapidamente lo svolgimento delln vicenda nella, 11nnazionc del Bragagnolo e del Bettazzi ('.1.'ol'i110 nell.a Storia (l 1!l
l'i(~montc e ci-'Iia lia,) :
« Il Corpo d'opei-w1.i01w franecse si collocò alla Madonna, clell' Olrno ; Cont i, a,l la l\Ta,cl onna degli A n geli ; L,1s-Thtinas i.L S. R occo; grosse gnarclie a. Dove. e a I>evcl·agno; otto bi:igate lli fa 11 tel'ia , d ue 1·eg-gimenti. di cl1:ago11i. e clile di caval.l cr ia rnn gT,l JHle artiµ: lieria tra il Ges:-o e la Stura. cc LP poc·hc rnil hi e <l i Cn11 c•o . d 1·(:.a 400 11 omi1Ji. co:minciai·ono a fare frequenti sortite per distm·hare i ltn·ol'i cli approccio, men he le popolnzioni <-ircoi:;tan ti., dall<• vette scoseese e clai. 1·emoti .- illaggi. ::iccnclevano a storm i e. armate cli armi 1·usticanc. attPn clPnu10 i convogli, li depreclnvano, ne uccidevano le gunnl i.e, fa . c<-',·a.11 0 imbo:,;cat e ,li foi-aggiel'i . trucidandoli. « Xelfa :-:.tessa gnisa .Li ricamhiav:rno Francesi e Spagnoli clrn. q11.1n ti m·ma!i cogli c•va no, aHrettanii 11<_. uccirleva110, el eva: i-tnnclo E' inc-enclianclo i ,·illngg-i d1c 1·ifi11tavaI10 i viveri e le> taglie d i g-ucl'l'a. >). 1fa. Honostante tn11to rnlo1·e, il nemico, più fo1·te cli numero, si stri ng·evt~ sempt <} più v icino a Cnnco, f! giù. il nrn.ttino del 1G Sf'tternlwe ~(i gi-ossi e:a11noni e 10 mortai inizinvano il bombarcln 111N1to. Da qnel gforno fino al 2:5 di se (·tembre fu un gnmclinar con tinno <li bombe e cli grana te, e:he, donmq ue cadevano, reca,vn no ro\"inr <' inc-<•ncli .. \ i 2:3 di scttemb1'e raclcle nna pioggia torrp11zi.1le che dette moclo a~li aRRNliati di riprtr are a, q1rnlche cfann o <' fort:ifknrf' lr OJ'H'l'I· cli clift1s·1: ma il g i o1"110 tlopo il rovi nìo dr11e mnrn clt>ll0 c-hirse <' d<>i pnfa z7.i l'icominciò più viol f'nto e spaven· - 1052-
l•:HOICA DIFESA DI CIJ Kl~O · L A )l.·\ DONNA DJ':LL'OLll:10
toso. Cuneo, a sua volta, disponevi:L di buone artiglierie; ma ben presto i pezzi posti in barbetta, dovettero essere thttti indietro , sotto il tiro violento delle bocche da fu oco nemiche. cc Pa,reva pel' Cuneo giunto il gitn'no estremo, qna.11clo si diffuse la notizia che il R e sarebbe pa,rtito da, Saluzzo e corso in a,i nto della, città devastata.. cc Carlo Emairnc]e, senza atteucle1·e i :-;occorsi auslri.aci, aveva pensato che non potenL rimanere spetta,tore inerte della, eaclnta di una eroica città piemon tese ; conveni.va, era, urgente dovere soccon·erh~ )). Il 30 settembre, a,l l'alba,, impegnava battaglia alla ì\:Ia.donna dell' Olmo . Egli aveva disposto la fanteria su due linee : 3G compagnie e 1S bi.tttagiion:i. fo1·mavano la. prim,ì linea, negU interVi.llli. él ella, quale Carlo Em,muele dispose 32 can noni ; JS b,1tta glioni. costituiva.no la seconda. La cavalleria, stava aI1'11la, destra, tran ne cinque squadJ'oni. messi a sinistra t l',L le due linee di. fa n teri a . Giunto a tfro cli <:a,nnone della posizione nemic:,1, l'esercito doveva fermarsi e eon cavalletti , apposifame11te portati, coprirsi dagli. usi;;ttlti cleUa sovel'chiantc cava1Jeria J1cmica _, mentre hi,rtip:lieria, doveva a,vanzare <~ schia ntare, ton una concentrazione di fuoco, le difese del convento dell' Olmo. Il piano era eccellente, ma,, per avere pieno svolgimento, non doveva essere eseguito che il giorno appresso; invece un fa lso movimen to delle batterie di sinistra dete1'minò un imuit" diato scontro della1 fanteria di quell' a,l a. Allora il re giudicò minor male sosteller)a,, e la, ba,ttaglia divampò s u tu tta la li.nea . L 'esito fu incerto; ma, a notte, Carlo Emanuele foce arretrare l e proprie trup pe, ponendo nel meizo le artiglierie, coper te da una forte retroguardia, di truppe scelte. La, battaglia, tuttavia, diede u tm risulta.ti ai nostri, ch() - a.vendo il Las-Minas distratta, parte delle su<~ truppe assedianti per far fr on te all'attacco di Carlo E manuelc~ - il barone di Leu trun ne app1·ofittò per ripristinare rapidamente le fort ifica zioni esterne della piaz za, f0Tt1~men-te -clanneg'gi:a.te, men tre una colonna di milizìa, pa,eim na assaltava, e distruggeva pa,r te delle 1Tincee nemiche, e un a colonna di 1000 Piemontesi rim;civa a penetrare in Cuneo, e a, vettova,glia,r la. L' Infante Filtppo e il principe cli. Conti., furiosi per ta le -
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~c.u:co, intensiticaro110 il bombardamento (si cakllla ,_J1e c:om pì<>sRin.1mente. clu1·.1111e l'aHscclio, i Fran co-Spag110J i t irassero co1ll l'O la, ci t là. 2G.000 can11o nate e l.111ciasse1·0 3300 bombe) e
c:011te mpcm111came11t(-' 111oltipl icaro11,, le azioni di mine. Il 18 oLLoùr c, temendo e;.he il nemico fac:<~Hse salt are l'a11golo l'-Hli e nte del ca.mmill o cope1·to dell e l'idotf"e, l'ingegner e c;npo conte Pinto, che do,·en1 poi distinguersi in tutta ln c:ampag11,t, clisc:N,c nei pozzi con alcnni ufficiali di artigli eria, e c:ol co111an dn111<-' dei 111i1,atol'i Jt nssol i110, pc1· g h1dican• l' c,ntitù, cl<~I pericolo . .:'Ila N,,:;i e1·t1110 appena pe11<'tl'ati 1wlla gallel'ia che 1<> mine nemi<·he se-oppiarono: il cammino coperto fn distrntto, il p1m1peUo delle ridotte ve une rovesc:in to sul fossato, (1ne Inogotc~n cn ti di .ntiglieria, Car eno e Silvi n. furollo nccisi insieme c:on tutti i minntori ed nna. c:orup11gnia di granntiPi-i; e il PiHto <' il B nssolino si i:;a,lvarono a1 mala, pcnn,. Mit clne l'cgg-im enii ciel l\Irrnferrnto. i.mmediatam e11tc accor1,;i, tronc:irono neLto FaR~allo clPi granali<•1·i fran<·exi , e così anch<' tale eHfr c•mo f<•ntatiYo l'n 1·ef-pinto. In nn COllsig:lio cl i guena . i c·o1u;:mdnnti fn1neo -spag-110l i tl<><·isero di 1·inu1H·inre all' assedio <> incomi11c·iarono col l'itir-are l ' a 1·tigJie1·i,1 . Il 1!) non 1·im,111<:Ya110 più jn lw.t-teria C'h<~ 11 <·,111n on i ; il 20 er1H10 otto, il 21 gli 11U·i1ni cinque pezzi til·arollo nnco1·n alc:trni col pi e poi, 11 101·0 volta, fnrono titirnti. CoRt tel'min a,vn. il nuovo asscclio di O nrwo che 1w1· qnn lche l·cmpo avcV,·t a.ttirn to ] 'attenzione cli buon a, parte d<-'ll'J:<)nn>p~l, a ~kcome qnello cbe cl c~cidcYn di 11!1.t delle chiavi cl ' Italia ». La, eroica città, a ncora una volta, aveva inflitt-o un a.troe<-' i:-cn cco nl nemico. I l formidabile ei.cr cito franco-spng-no1o l'isn liva,, ::ivvilito, ln Valle S turn, i n segnito e molesta to clai Pi emontesi . F, Cnrlo E manuele onorò Cuneo di privilegi e di escm~ioni.
Nell'api-ile del 1745 moriva i1 marchese cl' Orm ea, m ini1,;lro clic, per larghezza, ùi vedute e ardimento. ru par agonato n Ri.chr licn. l~ però da, rilevare che, pnr dirigendo tuttu la po1it'iea, del Piemonte, egli non si er1-1, mai in gerito delle cose della gnena, nfficlate prima al mar chese Fontana e poi al conte Bogino , primo segr eta,rfo. Cosicchè quando quest'ultimo, a sirn. volta, as- · s1111s<! ]a snprema direzion e delle cose poli tiche, vi portò ima, - 1054 -
SCHI<:Rl\:fAGLIA STRA'l'EGICA
profonda, conoscenza di tutto l'organismo milita,re, conoscenza the, come ved1·clllo, si manifestò in saggi e fecondi provvedimenti. Gli anni l 'T43-4G videro una complessa, schermaglia strategica degli esereili alleati piem011tese e au~triac:o contro i Franco-ir-:pani. Ragioni di spazio e la natura sU!ssa della nostra opera
IJ'ig. 201 . .Il Marchese d'Ormea.
ci vietano di seguire dettagliatamente le diverse1 frammentarie, spesso inconcludenti azioni militari. di questo biennio. Accenneremo solo a,lle principalissime. Un'a11tica, ruggine csistc v11 fra Geuovesi e Piemontesi, de· terminata dalle eontesta.%ioni 'freqnenti per contiguità. di territorio, da) ricordo dei vt1,ri tentativi fatti dai Savoia per signo0
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1·eggial'<! I.a Hepubblica e dalla recente questione di Finale. F1·,mcia e Spagna ne approfittarono per stipulare un trattalo c lic co11se11 tiva, a gli ,111.eati il pa,ssaggio a tt r averso la R epubblica, di San Giorgio ; e infatti n el maggio 174.3· un esenito di 60.000 uomini, metà fra,ncesi, me tà spagnoli, al coman do del Ma r t'sciallo cl i Mailleboi~ , del De Oages e dell'I nfante Filippo, vm· c:a to l'Appennino ligure, per il passaggio della Rocchetta, ir1·ompeva nella pi.u1 tn';1, del P o. I condottieri si el.'ano p1·c•occu pa li cli rndun.u·e un nulll<-'t·oso treno cli grosf:e ar tiglier ie, e, cor g1·a,ncli ssinat spesa, aveva no co1:li.l uito 1111 pat·co di 90 g1·ossi c:111 l> Oni , trenta mortai da bomùc e più cli cento cam1011i da ca rn pagn a . Ca l'lo E nwttuele, a, sua volta , pur doveuc'lo lottare contro le diffìcolbì, dell'erario, declicarn ogni cura all'artiglieria, procur ,rn clo sopratutto di a ume11tarn e H re11 di.mellto, grazie tLlla, va kn tìa degli nfficia li e degli ingegneri, posti sempte ap:li 01·clini d<'I luogotern•11 te g<>11c1'alc• I.~n a:,,io Bertola . Il qna le i nolt1·c provvecleYa a mettere iJ1 buono stflto h~ fort i.fica11ioni delle citlìt sti·a tcgicamente più importa nti : e, per espmpio , la magnifì<·a sisk m;i11ione della Cittnd ellu cli. Akssa11cl 1·ia c,bbe. come vedremo, 11n 'inflne11za notc..,·o l<.. i;.11 tntta la gn<>n'a, perchc'> « ci rnnntenne sempr e in piedi in qnel1e p1·ovi11eie. l(> c1m11i f m·o110 pen:iò coi--ì folicemcnle ed a tempo 1·iacq_uistate >> Supcrio1·i <li numero, i Gallo-i.spani pi-c.n clono l'apidmnenl't! Acq ui, 'l'or ton a. P iacenza, P arma e J>avia . Veram ellte 'l'o1·to1rn, attaccata dal De Gag·rs, o ppone u1ù1.cca,nita 1·esistenzn clal c·nstello dove la gua r nigion e si. è :'t:..:ser raglia ta . I Frllnco-spngnoli ili otto gior11i mettono in batteria più di 40 gr-os~i przzi clir ti nrno dal1a mf1ttina a,l la se1·a, e hrncia,no una gra n quantità tli hombc e lle rod na no tutti i qnartieri èl(>lla ciWt : mn dal cai--tell o gli assediati , a loro volta, rispondono con 1111 nub·i to fnoco di ,1rtigli erii:1 e sopratu tto con un aggiu sta to lanciò di bombe che distm-hano a.·sai le linee nemiche (il luogotenente spagnolo mal'· chei::e cli Camposando è grnveme11te feri to) . Infine però gli asse· dianti l'iei;;cono a r ovinare i tena pieni e a ba tter e in b1·eccia i I rorpo della pfa11za: e anche 'l'ol'tona citde. Tuttn,ia. ftnchè le forze picmontes:i e quelle a nstri ac ù.e 1·i n1.,r ngon o unite, si può sperar e di prendere la rivincita : il p:uaìo - 1056 -
BASSIGNAiXA · ASSl, DÌ DI ASTI C CM'lAI,E
si è che il conte di Schulernburg, comandaute in capo degli Austriaci, preoccupandosi sopratutto di difendere il Milanese, impensierito dai progressi del nemico. in Lombardi.a e ingannato da una felice finta del Maillehois, non esita, nonostante il contrario avviso di Carlo Emanuele, a spostarsi con le sue truppe verso la Lomellina,, lasciando i Piemontesi soli i:t Ifassignana,, presso Alessandria. Tale posizione, eccellente fin che le forze piemontesi era,no al completo, divieJ1e pericolosa, perchè troppo vasta, ora che Carlo Emanuele può contare solo su 20.000 solda,ti contro. i 60. 000 Gallo-ispani; tuttavia egli non vnole a,bba11do1mrht, per tenta,r di difendere la piazza cli Alessandria, importantissima,; e a,f fronta la, battaglia,. Oontemporn,nearnente invia richieste di aiuto allo Schulemhurg; ma, questi non solo non ha pensa,to da sè, come sarebbe stitto elementare, a soccorrerlo, ma, in un primo tempo vi si rifiuta,, esige un ordine sc1'itto e, solamente quando lo riceve, si decide a mandargli, troppo tardi, cinque battaglioni, che riescono in ogni modo insufficienti. Così la sconfitta di Bassignana, (28 settembre 1745) è da attribuirsi essenzialmente alla cocciutaggine del1 o Schulemburg. il quale infatti - in seguito alla legi ttima, indigna,t a, protesta di Carlo Emanuele - viene si lwrato e sostitnito dal principe cli Lichtenstein. i\fa,. i ntanto i Piemontesi han dovuto r1p1egare su Casa,le, dove sono raggiunti poco dopo dal grosso degli Aust ria.ci : men tre i Franco-ispa,ni intra,prenclono l 'a,ssedio dì Alessandria e di ·valenza. La città, di Alessandria cade presto i n potere degli assedianti, ma la Cittadella resiste e i nemici, come vedremo più tardi, non riescirann o a, conquistarla. Contro Valenza essi radunano le loro grosse artiglierie, non senza, gravi cli.fficoltà causate dalla pioggia; ma il marchese Balbia,no, comanda,nte della piazza, li tiene in iscacco con vivo fuoco. di artiglieria e facendo varie sortite con esito felice. I nemi.ci, a,llora, costit uiscono tr e nuove gr osse batterie di 12 cannoni ciascuna, con cui r ovina.no qua,si tutte le difese della piazza. Il Balbia,no l) Oll può più tenere, ma r iesce a porre in salvo qua.si tutta la g·uar.i:1igi.one, ritirandosi di notte e lasciando nella piazza soli. 100 110mini, i H8
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quali per tu tta, la notte continu . .mo a far fuoco d'artiglieria ·~ di moschetteria, per modo che il nemico, ing.,mmt to, non sospetta, di nulla e, quando tiJrnlmeut1:~riesce a penetr,.tre nelJ.a piazza, lu trova quasi vuota . .ll Maresciallo di. Maillebois pone allora l' assedio a, 0 ..1sale. I! comanda 11 te della roet:a, Desroches , deciso a fargli costate cara quella piccola P.i azza,, fa per a.lcuni giol'ni un fuoco così vivo .d i cannoni e di tnorti1i a pietra che vi restano dei nemici, fra morti è feriti, più di settecento uomini, prima che Casa.l e ca da . l~ dopo otto giorni cade anche Asti. Ma Carlo E ma nuel e prepa,ra, la riscossa e nella p1·irn avent LUt grosso Corpo piemont.ese, ,il cou1;:tndo del b,lrone di Leutrun, scende il ~ranaro verso Asti, col proposic.o di prencle1·e tale cittù,, <~ m,Lrda.re poi in soecorRo dcJJn. Ci Ltack.lh1. di Aless,wdria, che ancora eroicamente resii;te al comando del ma.rehesc~ lsnardi cli C:1ra,glio, figlio dell'ardito difensore di Nizza. Questo progetto è sta:to lnngt1,mcnte elaborato dallo stes~o ministro H_ogino, insi<~me col primo ingegnere D<~rtola. « Le p7au simple et n11isonné cles cl'ijferente8 mcwches, - scrive il Sa,luzzo -· le calcul de$ obst;acles qu)on a:111ra'it à, vaincre et cles rnoyens dr: les 8U'l''1n011 te1· é'l:a'i!: trait é rlans lo ,, néinoù·(i rlu conite Bor;ino cl" i m e nu1,n,ièrn à'igne de 'l111,renne >> ; ma, quando esso sarà felic.emente compiuto, i due Piemontesi non si. c.urera,m10 affi1tto cìi
retti.fi ~are ]' opfoioÌ1e pubblica che lo a tl:rihi1ikce al Leutnm ; essi saran paghi di aver salvato Alessandria e di tìYere così rnn · ta.to radica.hnente le sorti della, guerra, perchò la cad uta. di tale cittadella avrebbe pelinesso agli a,Ueati. di a,sscdfarJ 1a s!·<,s:-:;a, 'l~orino. Jl 'Leutnm 1nnreia sii .Asti, al eomamlo dei. tren ta battaglioni <~ dei sei regg'imenti di cavallcd a destinati, alla, speclizioue : ma sopn.1t1:1.tto si preoccupa dcll 'ortiglieria che egli vorreblw poter ndopera,re :fin dal primo giorno . Ciò non è possibile a, causa delle diffkoltù, di trasporto dei. grossi per,zi. e a.Jl(:.he <.li qnelli cln, sedici; tu ttavia egli riceve i pezzi - tome Bogino e Ber·l.oln nve· va,no preveclnto - a,l terzo giorn o. L'artiglieria,, proveniente da Ch<~rasco per str~Lcle clifficilissime, si nnisce alla retroguardia, 0f:a,ttamente come era, sta.to ,fissa.to, nel momento in cni <pwst;i, ra.gginnge il rest o delle truppe. F atte due ba,tterie, tpwste ba t · - -1058 -
DIFl~S A lll .\Li.s:-l S.·\ .\ DHIA E r\SSED10 DI
VALl•:~ZA
tono in breccia tlnlln JHl'te dclln. C,~rtrn,a., e clistrnggo110 jntiel'ameute le murtL cl.1lln, pa,rtc del Borgo e Ili Port.L 8a.11 ~econclo. Il marchese di 1\iontel, comandante francese, cerca di guadagnare tempo; ma il Leutrun, il qua,le sa, d1e il J\'fa1·esciallo di M.aillehois sta pe1· arrivare :;1,l soecorso, nou abbocca; le nost re butterie contil~uano ad albrga.re .la hreceia, e ben presto tutta, la, guarnigioue francese, forte di 3380 uomini, si arrende prigio niera,. Subito dopo l'iwmata pi.emontese, divisa, in tl·e colonne, marcia, alla libemz,ìolle di Alessa.n<lria,. Jl Marescia,l lo Maillebois non osa nemmeno tentai-e di opporvisi, fa ritirare tutte le truppe a,cca,mpate 1:L I<'elizz,l,no e a Sol ero e tutte quelle che, nei fortini e nelle 1·icl.otte, aventno invano travagliato all' a,ssedio della CitttLdella,. Egli si ritira prima a S. Snlva,tor-e, poi a Novi. Alessa1tdria è così mi1·a,co I0::-,1 rn e11 te Ralvat.l., proprio q n1:trnl o gli eroici difenso1·i - i quali pér nutrirsi ha n dovuto ucci.dere ca.v alli, cani e gatti - sono i1lFcst1·emo delle proprie forze. Imm<~dia.tamente, i Piemontesi riconquista,110 .Asti, Monca,lvo, Casale e Vigev,1110. Pri1m~ deJla fine di ma.rzo, C,.1.rlo Emanuele III ha liberato dal1'iiivasore 11emìco tutto il Piemonte, tra,nne Valenza e 'rortona. i'fn. il :n.::- non tarda n riscattare anehe ques!·e cl iw città; ed :.mche sotto le mnrn, di Valenzi:~ l'artiglieria, piemontese operl:l. g-aglia1·<lainente. Direttol'e dei. lavori d'assedio fn nominato il gio\·n11e ing-tig-n eee V0d nno : 1u a. egii si. lagnava, « che gli fosse s tato trnppo rninulameute t,1gliato il pane)), cioè che l'ingegnere c-apo e lnogotenente gen(~l'alc dell 'a,rtiglieria Bertola, gli iwesse eonseg11;1to un piano cli t utto i' a,tta,cco « sul qual(~ era stato delineato n prm t in o tutto ci.ò che si doveva fare ,. con ordine al ba,rone cli Lf~ntrun e nl signor Vedano di uniforrnttrseH intera,m.ente )). Bnsta ciuesto partieolare per dimostrare pratica,rnente come , 11elJ.'eR(~l'Cito piemon tese, fosse pienamente l'i.conoscinta l ·altissima fnnzi one clel P1·imo Ingegnere, cui era assegnato un ('ompito complesso di eomancl.an te del Genio e cli direttore tecnico deH'ArtigHeri.a,. Si 11oti che, :wenclo il Bel'tola stabilito che si dovesse attacca re Ja (·ittù. clalla parte di ·Porta Casale, molti «intelligerft i )> a,vevù no :-:ollf>\-a to cl(~lle obbiezioni ril<~vanclo come « negli assedi che a11 ella pi.nz1.a ha, sofferto e in questo seeolo e in quello prece-
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dente ma.i sia stabt attacca.tu d,:i. nessuno) die s ..tppiasi, da. quella parte che è la pi.ù. forte di Valenza, ecc. n; ma, il Leutrun , ottimo capo e quindi. clisciplinntissiruo, si attenne strettamente alh: disposizioni del Bertola. L'assedio si present,1V1.L molto difficile p(•rthè i Fn1:11co-spagnoli avevano raccolto in Vi:Llenza formìllabili forze di artiglieria : 80 grossi cannoni, 40 morta.i e copiosissime munizioni. Inoltre le intcmpcrit\ ostacolavrmo l'opera degli artiglieri assedianti; dò nonosta,nte essi, neìla prima notte, fecero 400 (< trabucchi>> (ossia, m. 1234,4) di trincea,, e stabilirono una batteria, di mortai per bombe che incomi.nciò a gettare« bombe e granate reali, con grande incomodo e cla,11110 di quella guarnigione». Costruirono pure due batterie di cannoni con grossi e aH.i gabbioni, ma questi superava.no le trincee, per modo che i difen sori li individuarono facilmente e li presei·o sotto il fuoco dei propri pezzi. Per alcuni giorni i Piemoutesi dovettero limitarsi a 11:Lneia,re bombe, mentre gli a,ssecli.ati « non. cessanrno co' loro cannoni, colle bombe e colle loro moschetterie di tormentarci di giorno e di notte, nou senza, considerevole perdita dei nostri ». Perfezionate le batterie, i Piemontesi ripresero il tiro contro 1 due fianchi della ridotta Vellati e poi ne costruirono nn'a]tl'a, con 8ei pezzi di cannone .c.he tira.v,M o cì 1"icochet e incomodavan di molto i difensori. · 1\fa, questi a lor volta nwttevn.no in azion,e altri pezzi, piaz:imti da,Ua parte destra di Porta Alessandria,, coi qm~Ji prendeYi:HlO cli fianco la terza batteria, piemontese. Bisognò ricostruirb assicurandola con forti spalleggiamenti e creandone contempora,neamente un'altra cla,lla parte della strada, di S. Sa.lva,tore. con dieci ca.nnoni che prendevano di fìa,nco il fronte della, pinzza attaccata e che, con due giorni di fuoco continuo, fecero nella, rnm·ap;lia una breccia la.l'ga tre t1·ahucchi. Allora finalmente gli assediati cedettero, prima, che potesse sopraggiungere il Marésciallo~raillebois, il qua.le aveva pa,s sa,to la Bormida e il Tanaro a monte di-1Uessandria, con l'irite1izione di soccorrerla,. E così ebbe termine quest'assedio che fu quasi esclusivamente un duello di artiglierie ed in cui si comporta,rono magnificamente tanto · gli assedianti che gli assedia.ti : - '1060-
L ' OCCUPAl6I0 Kfil DI GEKOVA
tan t'è che f L questi ultimi Oa,rlo Emanuele, se1npre generoso estimat ore del valore nemico, fece rendere gli onori milita,ri . Disgregati e demoraliz,;,m,ti da tutti q nesti avvenimenti, i F rn.11co-ispani si ritirnrono su Phtcenza,, dove il 16 giugno fu rono ba,ttnti cfa,g li Imperiali, it cui isi era, unit o un ba,ttaglione piemontese a,l comando del conte di Br-ichera,sio. E qui incominciò a rivelal'si il carattere a.ltezz-oso del nuovo comandante u,11 stria.co, marchese Botta-Adorno, succeduto al Lichtenstein a,mmala to. Qwwtunqne la cittù, e il castello di Piacenza fossero stati p1 esi a Hom e di Carlo Emanu ele III, cùi app:.Lrteneva,110 di diritto, il Botta pretese di tenere tutto per sè il grosso bottino di guel'ra cattnnttovi. : cioò GO grossi. cannoni, 30 morta.i da bombe, 40.000 bombe caricate, 300.000 palle di ca,nnone, ]2.000 fucili , G.000 pa.ia di pistole, S.000 sebbole ecc. Il R e protestò en~rgicamente ; ma Ja Cor te di Vienna appoggiò il Botta. . Qnesto non fu ehe il pl'irn o deg1i screzi; aHri se ne doveYa no determinare, subito dopo, di più gravi. Non potendo, per insuffici ernm <li for;;;e, serrare da ogni parte l'esercito nemico, Carlo Emanuele voleva chiuclergli le vie del la Lombardia, . del Pi emon te e cli Genova ~} lasciargli aperta la via dell'Emilia, i11caiialilJ1dOYelo per Ja r·i tirn,ta ; ma il marchese Botta-Adorno volle invece occupare subito Genova; 11011 solo, ma avrebbe vo luto a 11che sostituirsi a,i Piemontesi. nell'assedio di Savona, naturalmente col proposito di tenere poi per sè l'importante città.. Kon potendolo fal'e, egli cercHva cU rendere va,no, tL tra,climento, il hloeco posto clai P iemontesi a <p1el ca st·ello, lasch1,nclo pa1·tire dn Genorn piccole na vi cariche <li soléla,ti e cli provvigioni, che ;1 ll(lavnno, nottetempo, in soccorso di Sa,,,ona. Inta nto, poichè l'Austria aveva inviato in J:ll'ovenza un al tro e8ercito nl c:;oina,udo del generale Brow1t per porti.tre la guerra offensiYa in Francia, era il marchese Botta che provvedeva n mn nclai:gli tu1"t<' 1e snssistenze, ritzziando in Genova quan to pote,·n : così, fra l'altro . egli si proponeva di mandare al B1·own 30 cannoni e G grossi mortai genovesi. E fii appunto durn11te il trnsporto cli nno di tn,li mortai, che alcuni soldati imperin li trn scin a va,no at trave1·so iì popolar(~· quartiere di Portoria,
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per spedirlo con gli alti-i iu Provenza, per via di. 1nare , che avven ne il memorabih~ e pisodio cli Balilla,. I11 ta.le oc·<:ai-donc 1·ifub,e ]'e1·oic.:o spirito di indipernlenza dei Genovesi, i qnali, nelle ci11 qt.ie giornate della vittoriosa r·ivolta, si valsero 1wd1c a,hilmente dei pezr,i. di artigli.eria, : uno fra gli altl'i, piazzt~to dinanzi a,lla, por ta, cli B. 'l'orna.so, divenne il ful cro di una, vigorosa, ba,r .l'ica.ta contro la, qnale gli A nstria ci si accanirono invano. E quando gli Imper iali foggirono abbandonando tutti i loro grossi eann onL i Genov(~si rapida meHle riattai·ono le m nra,, in na,l zarono nuove opere cli difesa, (~ eosrruiro110 pareecllie batterie in ottima posizioll(~ ; eosic;d1è il Botta prima, e poi. lo Schulemburg si r esero ben pl'esto conto dell'impossibiìitù, cli r i.conq nistare la, città di San Giorgio. Poterono, sì, impadro11irsi della, Hocchetfa.. mH,, per h~ maneanza clelJ.e grosse a,1:ti.glierie, doYettero cfosis tere clall'a:-:s(~dio di Gt'uova che, disponendo appm:i to dei grossi pe;1,1.i pr(':,,;i al nemieo durante la riv.olta. era in grado cli difomlersi vali(larrwn te . I11 tn 11 to Carl o f,~ ma11nelv HYevu eo1iclnso ,-Htol'iosa,mente h tssedio cli RHvon:i , al quale, an:va dt:stillitl·o 1:~ ba.ttaglioni, 4(1 groRsi éH nnoni <-' rn rn 01·tai, sotto il c:orna ndo d e I l 11ogotenentc~ gener ale conte della R.occa e li.L direzione teenien dell'i ngegnere J>iuto già, ripetnJ-a,rnenfe nom inato . Fatta, nna ltirg'a. ln·ec.da nel la, mnrngl ia, n011 ent sta t o nemmeno .11ecessario dare l'assalto : il governatore, giudicanclo im possibile og11i l'esist(m7.a, si era nrl'<~so . Così Ca1,.lo Vmannell:' H T 1·fronq nistò F:avonn e t nHo il Nizzarrlo . ' Fa llita In spedi½i.one a,ust 1·0-piemo11Lese in P r ovellz,·l . a cni :il re cli Sardegna. si era, lnseia to trascinare a ma,lincuore per le insistenze dell'Inghilterra., i F ranco -ispani, al prindpio del 1747, decisero cli scendere a .L socco1·so di Genova e t rasportai·e così nuovamente la guerra in Ita,l in,. Il genera.le spagnolo Las 1\finas e il comanchnte francese duca, di.· Belle Isle non ernuo d'a.cco1·do sulla via cla. segui.re. 11 primo consigliava, di e n trare in Genova, costeggia,nclo il nw1·c e poi, pe1· il pa,sso della Boc chetta. p<•netra,re in Piemonte t' i 11 Lombardia, per attirare Carlo Emanuele sulla Unea del 'J'i.cino : il i::ecornlo invPce voleva scen-- 1062 -
LA BA'J;L\GLL\ om,L' M;smTTA
dere direttamente in :Piemonte a ttraverso alle Alpi. La volontà del Belle Isle ebbe il sopravvento. Il 14 Juglio egli mandò al genen1Je suo fratello l 'ordine cli muovere da, Briançou e, pe1· la valle di Oulx, pr·endere posizione sul colle dell' AssieUa, che domi.ua le .due valli del Chisone e della Dora. Stava a guardia, di qnesta, gug1it~ alpestre con tre-
·, · lng. 20:! • Gio. JJnttistn Cacherano di Brid1erasio, Yindt-<)re della battaglia clell' Asi:-ìc~ttn, poi Gran Maestro cl' Artiglieria.
dici batta,glionì (nove pi emontesi e quatti-o a,ostri aci) il conte Cacberano di Bricherasio (ebe dovevn, poi, nel 1.771, essere no· min:1,to Gran i\:Iastro clell' A.rtiglicria.), mentre il Bene Isle disponeva cli ben cinqua,nta ba.t.taglioni. Non si hanno dati esatti sulle forze cl'nrtiglierfa delh~ clne parti. Solo 'r isulta. che i Frnnc,~si, nei loro q1mttro violentissirni assalti, erano sostenuti dal - 10G3 -
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fuoco di nove cannoni. 11 .Belle lsle contaYa sull'eno1·me superiorità, numel'ica per sptLzzare via i nemici , mal difesi da deboli trincee formate da muriccioli a secco senza fossi e senza palizzate, ma non aveni fa tto il del.Jito conto dell'eroismo dei Piemontesi, i qllali a,lhL cc fol"ia » fra,ncese oppose1·0 un'indomabile resistenza. Alla fine della, giomatà i Francesi si ritirarono in spaventoso di ordine. Avevano perdu to, fra morti e feriti. più di :seimila uomini, fra cui 430 ufficiali, mentre le perdite dei Piemontesi, contando pure i fei-iti, non ascendcvauo che a 400 uomini. La battaglia dell'A sielta chiude questa guerra, che fu l'ultima, combattuta in I talia prima, della Rivoluzione francese. I belligeranti ei-ano stanchì e desiclerosi di pace; solamente l' Austria avrebbe voluto continuare la lotta con la spei-anza, di l"iprenclei-e il Na,polctano e la Slesia : ma, quando seppe che l'Inghi.lterru, non l'aYl'ebbe più sostenuta e che O:nfo Emanuele a sua. volta e1·a fa.,·orevole ad un accordo general e, non osò proseg·uil'e da, sola le ostilità. E il 18 ottobre 174S ei-a concluso l'accordo di A.qtùsgl'aJta, che te.i:mina questo periodo della stoda europea, con un taglio netto corl'isponclentc pressapoco alfa metù, del secolo. P er ciò che riguarda l 'Italia, i mutamen ti sostanziali furono pochi. 'l'enendo conto degli accordi già sanci ti nel 'l'rattato ùi Yicn11 11 . si ha questo quadro della Penisola. : Carlo Emanuele IIJ, oltl'e a Novara e a To1·tona,, già :w ute nel 1'738, unif"-ce ai ùomi111 aviti Vigevano, Voghera e l'alto ::N'ovarese; l 'Austria con serva, il Milanese, ma per-de il Ducato di P arma e Pin cenza, che, ingrandito col Ducato cli Gua.sta,l la,, è assegna.to a Filippo di Borbone, secondogenito di Elisabetta :B'al'llese; Fra.ncesco Duca di· Lo1·ena,, che aveva sposato Ma,1-ia, 'l'erosa, e nel 1738 aveva ottenuto il Gran Ducato di 'l'oscana - r<>sosi vacante per la morte di Gian Gastone, ultimo dei Medici - è riconosci uto Imperatore cl ' Ansli-ia : Carlo IU di Borbone rima11e signore del Napolet:1110, del1a Sicilia, e dello Stn,to dei Presidi. Gli Stati. Pontifici e le Repubbliche di Genova e di Ycnezia rimangon o immtltAiti, a,n che se per t utti si accentua il cleclil10, specia,l mente per ciò che concerne l'efficienz,t militare. Nel complesso, H Tratta to è nbbastanza vantaggi.oso per l'I- 1064-
JL 'l'IL\'J:'fATO DI AQU1SGRA.!\A
talia, pe1·chè elirnin;t per mezzo secolo ogni speran:w. della Prancia di ingerirsi nelle cose italiane, pcrchè diminuisce l 'estensione dei clorninì è.l,ustriaci, e sopratutto perchè ingrandtsce mate1falmente e moralmente Casa Savoja, fulcro della fut ura riscossa italiana : infatti il Piemonte esce da,l la guerra, non solo con qmLlche acquisto territoria,le per se stesso non molto importante, ma con sempre più vasta fama di popolo forte, ardito, guerriero. D Carlo Emanuele III viene ammirato in tutta Europa, per le sue doti cli fine diplomatico e di va.l ente ca.pita,no. Le prime gli han permesso di destreggiarsi fra. due formidabili blocchi di Potenze rivali, uscendone alla fine con qua,l che vantaggio, mentre gli altri Stati - a conclusione della stolta guerra, originatn dalla morte cli Carlo II di Spagna, e causa di tanto sangue e ta,n te rovine - si r itrovauo pressapoco allo stesso punto in cui erano prima ·dell'infaio delle ostilità.. Le seconde, rendendolo temibile e rispettato - e i:;pesso anche scelto quale a,rbitro d,2. pl"im;1rie Potenze nei loro dissidi - gli consen tono, dopo la 1:wcc di Aquisgrana, di dedicare quasi un trentennio di pacific,.> regno al rio1·cli11:lmento delle eose deHo Stato, dando, come i;;empre, le maggiori cure a quelle militari.
5.
La mirabile opera del Ministro Bogino e dell'Ingegnere militare Ignazio Bertola - La Scuola per gli ufficiali di artiglieria e per gli ingegneri militari, istituita nel 1739 - Il suo primo direttore: l'Ingegnere Bertola - Ottimi criteri di insegnamento e di organizzazione - L'Arsenale ricostruito su disegni del Cap. De Vincenti La fonderia di Valdocco - li quartiere, il poligono, i magazzini 25 maggio 174.3: costituzione del Reggimento d'Artiglieria. ·
Si è già, accennato alla mirabile opera clel ministro Bo!.çino e dell'ingegncte Igna,zio Hertofa.; m;L nou sa1·;'b inopportuno rie- vocare con ma,ggiore evidenza tali. due personaggi che tarito con -· tribuirono al razionale ordinamento ed alla valorizzazione delF Artiglieria piemontese e cp1il1di, per ragione diretta, dell' Artiglieria italiana. Per quanto concerne il primo, non sappi;;trno resistere alla -1065-
1700 - 1750 tentazione di riportai·(~ nna pagina della Storia cli Vittorio Amecleo II di. Domenico Ca.rutti , 1a (Jnale giova a,uche a da.rei il se11so di q nel governo pater-nameute illuminato che fu preziosa pre-
roga tiva di Casa Savoja e tanto contribuì alla, for t una della Dina stia e del Piemonte prim a, e poi dell'Italia:
l!'ig. 203 - G. B. Lorenzo Bogino.
Giaml,a tti.sta Lotcnzo Bogi1to, n,lto nel 1701 da un nota io di 'l'ol"ino, e 1·11 salito p1·eco<:ementc in fama cli valente· giurecon. snlto, èd il Re l'aveva nomilrn to i:iol-41":i.tuto I'1·ocnratorc generé1le in età di 22 nnni. Il Bogino riLccontava nella sua vecchiezza il modo con c ui Yittol'io Amedeo II gli tliede notir,ia della sua promozione a, Uousigli ete di Stato. << Mio caro , gli <lisse il Re, tu sei m1 bravo e st udioso figlinolo: non l'i ho dimenticato, sai? Sono <<
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IL MIKIS'.l:BO BOU.Ll\0 · Al\EODOl'I
vct;ehio, e mi rimane poco tempo da regw.1,re; ti ho nominalo Cow,igliei-e di Stato e Referendario)). Il Bogino voleva, pairla.re e 1·.ingraziare; il re continua.va, : « l'rimo Consigliere di Sbtto e primo Refere11datio) c3:pisei '? Proprio così. Dcvi essere cont..cuto. Be servil'ai bene mio figlio) Uarli.no farà per te anche di più; eol t<~rnpo, ben inteso. Certo) ti farà, ,rnche Mi11ist1·0. :Ma. pe1· ei:-se1· i\iiuistro ùisogm1, possedere q na,khe cosa.; alt1·imen ti le. male li11gne sproposi ta,no, tu lo sai. 'ru sei povero, e ciò non è colp,t; clu nqne, per proeacciarti un po' di be.11 di Dio, ti dò la, guardia <ìei sigilli che sono vacanti; fruttano ogni a.mio tan to ; in rnpo II ta :11 t'an11i ,wrni riHpanniato tanto; e ciò basta)). 11 giovane Uonsigìiere cercava, e non trovava, pa,role; Vittorìo p1·0· 1:;ep:niv,1 : « Senti, è a,nch e be11e che tu a-buia nna c,1sa, in 'l'orino , np:li or:d1i del mondo ciò ti. <larù, rnnggior ripntazione . Hai imo r,io n~echio e pacl1·ouc di ca sa, non è vero? Egli ti lascie1·~'t, <~recle del sno dopo morte. SLf.L belle. rna 110J1 bi.sogna desiderare hl mOl'te di aJenno, n1': farsela d esidera.re. A.ccomoderò io la fncct>llflil n. Kn{)na i l c·11mptrnello, e fa ce1·ea1· clel vecchio prete il qnale giunge tre1ua.nte e confuso al real cospetto . « Yoi avete nH ni.pote che vnle un tesoro, mio caro Don Eogino, gli disse il re; (•gli fa onore alla fomiglin, fa onore a voi . L ' ho fatto Comdgliere di Slato, p1·irno Hef1°remln1·:io: mio figlio r·ol. tempo farù anche <li più: 1111 giorno o l'altro Harù, Ministro . Caro D . Hogino, ora (loYef-P l'ate a11ehe roi q w1lelw eos,1 pe1' qn< si:ometto . So che vol ete lasciargli l,1 vostra casa, 1nore11do; chi ha tempo 11011 tispctti tempo: 1111 CoHsig)iere di .Stato, nn fu t uro "Ministro d eve avere mw ens,L prop1'ia. Fnteg-liene donazion e i 11 f;er vi,,;os.' '.\fa, lrndnte, non vog-lio che vi ,.;;pogli.a,te prima, cli n,nchtre n. (lo1·111fre: no, no, voglio che ve 11e ristn'viate l ' 111rnfrnti:o, e che ne siate voi sempre il pndro11<>. Bravo, ù1·avo, caro n. Bogino: vedo che mi eo111pren· dete ; andate dn11cp1e <lnl notaio a, far preparare l'atto; vostl'(> nipote vi. Re.~nin't tra pocò, e stase1·,1. verrà, a, dir1~1i clte tntto è terminato)) . D . Eog"ir10 se ne nsr:ì sc~nza, aver· quasi potuto aprii' boeca, tnl·to lieto e con tento . c<Anehe questa, è aggi.us!·n.tn, riI)reRe Vittorio ridendo; ora, senti, t n studi e lavori troppo , non fai moto e un po' <l'esercizio è necess:uio. Compt'a, o affitta 1m,1 vigna. sui colli; compra, nn eava.llo: va n dormire l:rnsù alla sera e 1·Horn a, al ma ttillo in eittà. 11 cavallo ti costerà tanto, il man1
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teni.mento tanto; col tuo :stipeJLClio puoi so:stenel'e 1n. spei-;tt. Ad· elio, segui lo zio, e ricor <lati <.li llle, anche quando non sarò più r e». Il senti mento che suscita. ltt rievoca½ion e di ta.le episodio autentico ed esattissimo - n on è solamente di ammirazione, ma a,nche di conunoY.ione . Ammiri,uno il Sonano che possiede .una fra, le maggi ori virtù del Capo : quella di saper giudicate e scegli.ere gli nomini veramente cli va,lo1·e che p ossouo servhlo e li protegge e li fa avanzar e, cioè li poue neliéL concli½ioue di rin· scire veram ente utìli a l l'ae1:;c; ma, a11co1·~~ p iù, ci comm uove il grande cuore, che di mostn~ di conosce1·e t u tte le difficoltà contro le q uali tleve lotbu·e un uomo <l ' ingegno ma pove1·0, e non disde· g11a <li st·en <.lere ;1i p i ù nu1ili piutieolati, di imrna gina,t ne o di intuirne le più miu 11 te nccessi tà. e cli provveder vi, aiutandolo e.flic.1,ee.men ie. t'.-;, 11uesto, il marchio regale ch e cairattel'izza, H gran ~ignore di r,nzn e costituisce pet lu i un titolo di nobiltà spirituale, ben ~n1wriote a 'l nello sociale a ecoi-da togli dalla so1-te. L'opera del Bogi.no, j niziatasi sotto Yiltorio Amedeo, ebbe poi il sno massi mo svolgimento, come vedemmo, sotto Oa1·lo Emanuele. Dotato di poliedrico ingegno e di fenca volont.ì, egli estend(~va la, propria m1 torità, e d iretta influenza in tutti i. cam pi e . i nsiemc a l ma.rc;hei,;e d' Ormea, fu foi-se il maggior uomo politico p iemon tese prim a, di Cavour. P er ci ò che concerne l'eser· e:ito, non solo fu 1111 mil'abile o.1·gani¼zatore ma, pur non essendo militare. ebbe auche vii'tù di s tratega e cli laWco, come ~i Yide a 1m1posito <lclla spe<li½i one per i.i libcr,1zio11<-! di .A.lessa ndri a, preparata in ogui più mi1111to pnrti<-olai·e dal Bogino insieme con l"ing·. Hertola. Gin i-epp t> Ign azio Ucrtola , in realtù , u o11 si ch iamava Het tola : il sno Yero nom<~ e1·a Uinseppe Rov<"da; ma, ftt aclotta.to • tbl l'eleln·e i11gegnere n1ilitare Antonio B c1·tola , c:h e giù veuHe 1·ipr>t11t,w1<>nt <• citMo i11 quei:ita Bto1·ia., q na k efficn.cissi.rno rolJ:L· boratorc> dt>l l'er oica dife~a di 'rorino nel 1706, costl'ntto1·e cl<'l fortn cli Fenestrf:'ll e e p rhno idt>n lorn di q 11el 11rnesi oso forh• clella nr11nrtt,1. la C' ni C'O~t1·11zio11P dnnì ottant'anni e <lovevn essere ulti.1w1 ta nppu111·0 dnl su o p1·otd(o.
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L' INGEGNERE mmTOLA
Giuseppe Ignazio Bertofa fig nra di diritto tanto nella sto ria, dell 'Arma del Genio qua,nto iu qnclla dell' A.rma, dell' Artiglieria, ll011 solo perchè, ai suoi tempi, esse forrnanrno a,ncora un solo Corpo, ma perchè effeLtiva,mente egli eserdtò nn'in-
- Fig. 204 - Giuseppe Ignazio Bertola, poi Conte di Exilles, primo Direttore della Scuola d' Artiglìeria.
fluenza preziosa, sugli sviluppi clcll' .Artiglieria propriamente detta . Non si conosce con preci~ionc nè 11.:nrno (forse 1G90) nè il luogo della sna na,scita : .forse Mn z,mno. nel Biellt"sc, patria a·e1 suo protettore e pa,dre putativo, A11to11io Bertolà: ma ben nota è la genhtle a.ttività, da, lui csplieata,, al servizio del suo Re. - 1069 -
1700 · 1T50 .\l Be1·tola si dernno i progetti delle pi-iJH:ipali opere di <lii11 J->ie.1110Htc ne.Ila prima mctc\ del sc1,;olo XVJ LI, dalla cittadella cli Alcssandda, al rnei-aviglioso forte cli Exil lc1;, ngli i,;,·iluppi <.1i quel forte della Bnu1etta c-hc fn armato da cp11to boc;che da fuoco; ma, a lui, anclie, :si tlevono, oltre allu, direr.ione delle operazioni di gnena cHate, l 'invenzion e del cannone se,;orn ponil>ile da ruontagua c . sopratutto, 1H c1·eazione di quella Scuola, ~Iilitare di Artiglieda,, che ebbe tanta, importanzai llel mei:aviglio:-io ascenclere dell a scie11z,1 1nilita 1·e. itali a 111L ed en t opea ccl ù, f(·:--iL eosti-nite
in i-:oi-;tanza, la dhetta antcuata clPlla 8<:uola di Applicazione. istHuto cli fama mon<liale, d1c fra poc·hi a111li clovri1 C"elebrai-e il secondo centen11l'io . La, fo11clt1zio11c, ;1vvem1la, nel 17:30, di tnlc• Scuola - massimo istituto teorico dell'Arma - att1·i buisc·e all'Italia UJI nuovo p1·imato rii--petto ngli altri J'.lesL c-11<'· la Hoyal J/ ilita1·y . I cucleniy inglese no.11. fu neata, se 11011 duo mmi più tal'cli , nel J 741 , e l' RN;le Ro.lJale M ilil11ire cli F1·ancia sorse :--olam ente nel l'ii>l. Il Sa,Jn,1,,1,0 nella, sua 8tori,i .lfilila re <lel J' ienio11 le clù, tlc·ll'oi-clinamc~11to della Sc11ola, 1111 qm1d1·0 complt>to, cli t:11i rifel"Ìamo per ora in tegralmente la prima p,1rte. rig-11a1·cla11tc l'o1·ga11i,1,7,azione della Scuola ull' ini½io, sotto li.t dil-e,1,ione llcl Jlerto la. Le cc R egie Scuol e iYTilit<1i-i tcoi-ico-pra fìcbc cli .\1·tigliC'l'ia » - questa ne e ra esattamente la denominazione - erano clu11(1t1e destinate ai giovani a spiran1i al grndo cli uflìc-inle di nrtip;Ji Prin. e cli ingep;nei·c milita,r-e : Ca1-lo Errnrn nele istit nt pe1· h1li 8c-11ole 3G posti di cadetti. J"".; da rilcv,lre tuttnvia che, se il corso di studi doveva essere dedicato preci puamen te a tali nJheYì, 1wrò c• ,·n · pel'.mcsso f:Li ·:-:ottufilciali ecl anche ai semplid eann onieri cli sPguil'ne le ler,ioni. Le Scuole Militi.n·i erano clivi:,;,c in scuole cli teorin e sn1olc pr~.t'i che : le scnole di teoria,, a, lor o volta, Ri ~n ddivid evano in ~c-uoln gcnern le e in Rcuolc p.:nt.ic-olm·i. Alln prima fn cle~li11n to nn p1·ofe8~or<' di matematica, ùi artiglieria teorica e cli dii-:,,g-110 milihne, c he ebbe dn e sostitnl'i, oltre :1gli ufl'tciali delegnti a 111 antr11 ere l'ordin e nelle ~nle di f,duclio. La scuola generHl<" Ri apl'iv:1 a metà noYflllbre e <lnran1 fino al pi-imo dì ~Ptteml>r<' clelranno snC'(·e~sivo. Le lezioni - pa,rl'ico]arc per quell'epoea importantiRi:;;imo - si rlovano escl nsivame11te in li.ngna i tn.liìm a. - 1070 -
LA SCUOLA D' AU'.ClG Lll;:IUA 01 '!'ORINO
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Le scuole particolari enmo sei: cinque di esse era,110 · destina,te ad insegnare agli allievi tutto ciò che si riferisce alla tecnica del cannoniere, del bombardiere, del minatore, dello zappa,to1·e e dell'operaio; ognuna e1·a di.retta cla due ufficiaH di artiglieria che doveva.no regol,1i-e le proprie 1ezioni con quelle del pl'ofessore della scuola ge11erale, c.tllo scopo cli ma,utenere nel corso di studi unità di ·principì e armoniosa. progressione della jstruziorn~. 'rre volte la settimu11a le scuole particolari' si tenevano nelle rispetti.ve sal e, e dopo gli allievi si portavano all'interno <lell'Arse1ui.le, pe1· forvi l'applkazioue delle lezioni precedenti. fati sesta scuola parti.cohlre er,1 quella del disegno cli :fig1m,L, di architettma e di topogrnfia. Quando il professore cl.ellà scuola generale aveva formato un nucleo di allievi ·a bbastanza isti- uiti nell'artiglieria teorica e nelle matematiche, era incaricato di coudurre gli allievi stessi in campagna per far loro conoscere l'uso degli strumenti, doè pe1· applicare alle operazioni sul terreno i frutti delle nozioni teoriche impartite. I. professori dovevano fare al direttore genera,le della scuola il loro ra,pporto sui progressi degli a.Uievi, affinchè il direttore stesso potesse giudicare circa, l 'opportunità di passare gli a,l · li evi alle scuole pratiche ; però, per rendersi meglio conto del profitto di ciascun studente, il di.rettore generale, assistito da tutti i professori e clag'li ufficiali di artjglieria addetti alle scuole, doveva sottoporre gU alli<~vi a due esami clurant<'l l'a,111u1ita, in seguito ai quali regolava. l'ava1rnamento dei me4esimi, a seconda del differente gra,clo di abilità e di jstruzione di ciascuno di essi. Le scuole teoriche furo no p1·ovviste di una biblioteca militare, di rna,cchine e dei modelli necessari per gli a,r gomenti trattati. direttore generale - che, come dicemmo, fu l'ing. Bertola dal 1739 :fino all' epoca della sua morte, cioè 1755 - presiedeya a,lJe scuole di pratica,; alle sue di.rette dipenchmze stava il lnogoteriente colonnello del reggimento di artiglieria e, in caso cli. sua assenza, il 1naggiore e il pl'imo capita,no del Corpo. Questo dfrettore particolare ebbe dei sostituti, scelti tra gli ufficiali del1' Arma di Artiglieria. La, scuo1a pr:1tica aveva, luogo due volte alla settimn,n a; gU nfHciaii e soldati di artiglieria dovevano assistervi per turno; gli allievi invece vi assistevan o secondo gli or-
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clini del cliret.to're ge11erale, alla presellz<t dei professori . delle scnole teoriche, i q1rnli avevr1no l'obbligo di parteciparvi per far osservare agli allievi le basi scientifiche su cui ei-a fondata ciasc.:una delle opera,z ioni meccaniche. La sede di tali. Scuole era il Poligono di artiglieria, in località apposita, presso il Po : vi si insegnava la costruzione di batterie d'ogni sorta e cli differenti specie cli ponti, la manovra, e il tiro del cannone, dei mortai, degli obici e dei petrieri. L'intero Corpo di Artiglieria doveva recarvisi due volte al mese . Vedremo nel capitolo SllC'<.:essivo come nel 1753, alla morte del conte Bertola, l'ordina,mento cli tali Scuole venisse in pa,rte modificato, e snllisse poi una profond,~ trasfo1·mazione sotto la direzione del Papacino D'Antoni. Per ora crediamo opportuno sottolineare questo fotto fondamentale, pa1·ticolarmente importante per chi ricorda eome ì' Artiglieria sia ::tnche e forse soprntutto una scienza,; cioè che l' Ita lia, (~ il primo Paesp d 'Europa in cui fa Scuola d'artiglieria riceve ordinamen~o logi.eo e organico <~ assume alta importa,nza e rilievo. L'Italia,, die pe.r i-:ecoli avenl tenuto il primato nell'Arti· glicria come teori.a e come pratica7 era stata, poi sopravanzata da a,lt1·i per ciò che concerne l'etncienza mi.litare, e ciò, si è visto, sopratutto a causa del s110 frazi.onamento politico che vietava uno sforzo concorde dì t uttu la Nazione; ma anche nei periodi cl; decadenza fu sempre' all'avanguardia fra tutti i Paesi europei per ciò che concerne 1{1 p,ùte scientifica : e poiclu~ qnesta costitu'isce 1'11.bi consista,ni fondamentale, nell'ininterrotto fervore degli studi potè trovare agevolmente il punto di lancio per riprendere, anche nel campo dell'organizzazione militare, il posto che le spettava. Parleremo nel ,prossimo capitolo del Pa,pacino. la, cui influenza si svolse particolarmente nella seconda, metà, del secolo, 11 degli altri scrittori d'artigli.el.'ia, :. come pure nel capitolo settimo passeremo in rassegna. tntt<> le bocche da fuoco i ta,l iane del Settecento conservate al Mnseo ~a1,ionale di 'l'orino, per le quali
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LA FONDERIA
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L) .\HSGKALE DI '.l'ORI::-SO
non sa,rebbe logico fa1·e una distinzione fra la prima e hL seconda metà del secolo.. ·· Abbiamo di già accennato ripetutamente, nel volume precedente, a fonderie e fonditori piemontesi. Qui non ci sembra, inopportuno dare un rapidissimo sguardo retrospettivo allo svilupop ed a,l la varia fortuna di tali stabilimenti, dai. primissimi, sorti in Avigliana nel 1420 e a ~in~rolo _nel 1437, fino ai phì. recenti, con particolare riguardo per quelli di Torino. Sappiamo come Ema1111ele Filiberto creasse nel 15'70 un'importante fonderia nella pa,rte centrale dell'Arsenale ci1e, a, quei tempi, sorgeva pressapoco nella zona occupata. poi dal Palazzo Reale. Nel 1615, volendosi creare un'am pia stra.da di comunica,zione nel breve tratto fra, tale punto e Pia,z za Ca,s tello, l'isolato dell'Arsenale fu divi-io i.1 due, demolendo il fabbricat o adibito a, fonderfo,, e· questa fu ri.orclinata nell'isolat o più prossimo alla Ga.lleria, presso il quart iere degli; Svizzeri della Guardia. '(:È da notare che nella, stessa epoca, cioè fin dal 1600, esisteva anche un'altra fonderia, ma pare che questa servisse esse11zia,l mente -- se non escltisiva.mente - per la, fondita delle statue : come, per esempio, quella di Emanuele , Filiberto che poi col. .. semplice ca,mhiamento della testa, si tramutò in Vittorio Amedeo I e ... montò a cavallo cioè i nsomma fu adoperata per il monumento equestre situato nello :,,ca,l one del Palazzo Reale, in memoria di quest'ultimo Sovrano). Nella fonderia militare vera e propria lavorarono a.rtefici di prim'ordine : un Alberghetti., Federico Vanelli, Giovanni Pilotto da ~izztL, Andrea .Albenga da Sant'Alb:rno, Simone Giuseppe Boùcheròn, L-orenzo Frugone, e un mastro Bernardo Veseto che vi fuse trentatl'e corrieri) speciali palle da cannone in cui si mettevano delle lettere, da, spedirsi, in caso d'assedio, con lo sparo del cannone. Kel J 6ri9 Carlo Emanuele II ordinò la costruzione d~l nuovo Arsenale che, su disegni dell'ingegnere Merello e sotto la direzione cl ei c::~pi mastri muratori 'l'onnnaso e Abbondio Dalfeo, incominciò a sorgere nei. giardini cli certi signori Gay, al lato sudovest della città , nel qnartiere di Santa Barba,r a, cioè precisamente dove si trova adesso ; e nell' A.rsenale si trasferì la fonde ria, che però .. . rami.ngò successivamente in vari punti del vasto 09
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fabbl'icat.o , prima al l.'angolo sucl-e!;t, poi in quello opposto (qui, nel 1704, i fonditori Giov. Ba ttista Oebrano e G. B. Triulzo gett:u·ono a lc uni cannoni. ::i, retrocarica, secondo il modello inventato dal piemontese Giovanni Ohiappo mentre si trovava a, Vienna qunle capitano a ·artiglieria al servizio imperia le; tali
E'ig. 20J - L. Te,nenl:e Generale De Vincenti, costruttore tl cll'Arsenulc di Torino, Comunclantc del Corpo d'Artiglieria nel li74.
ca nnoni , come abbinmo Yisto, fmono impiegati nell'assed io di '!'ori.no e nelle guene successive fino nl 1848). l°ì; sn questa poderosa opera cli. architettura militare. giih esistente da. due tetzi di secolo, che sor se nel 1738, su disegno del capitano (1':i r tiglieri,1 ne Virn·<·ntI, il 11 11ovo Arsenn,l e di Tol'ino , clestina.to acl ass um ere ma n ma no import11,117,a, sempr e maggior e,
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DESCRIZIONI:: DELL' ARSEN Au;
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con lo sdh1ppo delle fortune militari, e della funzione storica. dello Stato Piemontese. Jn una (J.uida d<:Fi fornstier'i ver la !leale città a,i 'l'orino) in cui si clà notizia delle cose viiì notevoli di quella città e siwi contorni) intere. :ante pubblicazione compilata nel 1753 da G. C1·.1· vel'i, e in un'altra N1tova G1tida di Tor-i no di Onotato Derossi (1780) si possono legge1·e mol ti particolari, che crediamo opportuno 1·accogliete qui, sinletizzan ùo, anche se in parte (quello che concerne il « Reggimento d' A.1:tiglieria ))) si riferiscono a d un'epoca un p.oco posteriore. Nell' A1:sena,le, dunque, si trovavano << spu,ziose col'ti, ampi e carreggiabili · sottenanei, vasti magaz· ze1ii, comode sca]e, gl'ancli sale per 1·iffwrvi ogni sol'ta d'armi e atti-ezzi militari, tutte le manifatture d'armi da fuoco, di Jegno, di cordaggio, la fondel'ia dei meh1.lli, uu trapano ad acqua, per t1·afo1·are i ca nnoni, il (lnartiere del Reggimento Reale d' Artiglie1fa, la Regia Scuola di A1·tig lieria e Fortificazioni. per gJi allievi del Co1·po Reale cl',\ 1·tig1ieria, fonda ta da R e Carlo Bmannele l 'anno 1.739. A qn esfa scuola, che com.prendeva, a,nche un corso di ntefall urgia, n ·,tno annef.lsi « un vasto laboratorio fornito di tntti li fornem. vaf.li e stn1me11ti necessari alla Chimica rn<'lallnrgica e nn )Jus<•o o sia 0,1binetto, iH cui si fa la raccolta di tntti Ji :i\linerali e Fossili 11011 meno clel Paese che esteri>). Alla po1·tu. dell' A1·S( nale stav~L contin uamente un corpo di g-nnrdia del Reggimento d'Artiglieria; e sotto l'atrio eran posti « quattro stupendi pezzi di canuone, detti colubrine)). Nell'ampio c01·tile trovavnHsi moltissimi cannoni mortari, mucchi di bombe, pall!i da cam101w ccl nltl'i simili utensili militari. nnraute il regno di Vittorio Amedeo IIL poi, e sotto la di1·er.ione clel Coni.e di Borgaro « Uaggior Generale di Fanteria 1wlla Regia A1·1nata, e Ca.po del Corpo d'Artiglieria>>, vi si costi tnì anch e nna magnifica saln d'armi antiche « 1·aggruppate ii, forma di trofei militari e disegnati da Bernardino Galliari , ..\rcnclemico Professo1·c clella R en,l c Accademia di. pittura e scnltnrn )). Già nella prima mfb\ del secolo, però, e1·:1 in piena efficienza nn·altl'a « fabbrica della polvere da fuoco e di. canne da fucile>> sitnntn nella J'eg'ione Vnldocco, poco lontano da Porta P alazzo. 0
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Fig. 20(i - :VCodello del!' Arsenale cli 'l'orino, ideato nel 1738 <lai C;1pitnno tli. at(·iglieri:i De Virn:enti (piì1 tarcli, Generale e Cornnnllauh.i clc,J Col.'po) e costru ito sotto h1 sua tlire?.ione. {Mnsno tl' Artiglicrin di. 'l'orino).
LA
« FONlJlJJIUA
E SOFFIBUIA ll DI VALDOCCO
Fin da,l 1733 Carlo Emanuele aveva avuto l'i<lea, di eostl'uire una grande fonderia, e aveva incarica,to il capitano VaUero di fare gli studi 1·elativi e pres~n Larg}i un progetto circostanziato t• preciso. L'intenzione primit.iva. era di .sit uarla, in Vai cl' Aosta, ma poi, in seguito a, varie considerazioni, e sopratutto a quella del costo per il trasporto dei ma,teriali, si pensò a darle sede in '.rorino, e precisamente nella regione Valdocco. L'effettua.zione del progetto dovcv,1, però ancora subire vari rita,rdi. 11 preventivo per la costru2,ione in Valdocco ammontava n. 23 mila lire, cifra che parve eccessiva ( ! ) , cla.ta le esigue disponibilità del bila,ncio. Perciò il ca,pitano ing. De Vincenti si recò n. Cuorgnè e a Va.1.perga, pe1· vedere Sl\ una di quelle due località potesse dsultare adatta e cli minore spes,.t. Stabilitosi un prevc·ntivo <1 i !)958 lire, si decise cli fare prima, l' esperimento per un solo fornello, e questo riusd bene; ma. nel frattempo si era arrivati alla giusti:~ çonel nsion e che lti, sede 11011 potesse essere se non Torino : cosicchè, il 22 luglio 1740, Carlo Emaunele decretò << la costruzione di uu edi ficio per la fonderia e soffieria. di cannoni. cli ghisa nella r·egi.one Valcloèco )). Evidentemente, all'atto pratico, ci si trovò a cozzare cont1·0 imprevedute <lìfficoltà, visto che1 due mesi pi ò tard i, il Re Ofdi nav,t di sospeude1·e ogni cosa,, per aspettare l'arrivo di uu fonditore t:he pote:sse dare « direzione e lumi )) .
.Ma l 'ill<lngio durò poco: sul finire cleUo stL~sso anno il capitano De Vincenti fa nn sopraluogo iusieme col perito :Pietro Zegante, venuto da B<~rgamo, e dt~libei'tlll O di rea lizzfH'e il progetto già pi-ima ernrnciaJo, ma, tenendo l'edificio a,lqnanto più elevato per ovviare a,ll'inconveni<~llte de1l'mnid it,\. Il De Vincent i fa il st:guente prc~ventivo Per coslrn½ioue dell(i faùbri<:h 2 f'c1111piute e 11<:l!essori L. P er li fornelli, ('appe 1.li c~si, forui. di r iverbero, fosso per il getto dei c::nmoni " Per il ring-giustamentG del c:m alo1i<~, e for ma½ione cl ell a sofli:èr ia l> P er li onligni interni ed esterni >> )) P er compern di me'l.7.a giornata cli terreno )) Per cnsi impemmti
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2152 ,J,1(,8
1200 550 500
L . 14.851
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1700 - l'i50
Per meno dello Zegante, si scrive a Bergamo, si fanno venire due (( mastri per far forn elli )), e il lavoro incomincia. L'anno appresso la fonderia è in efficieuza,; ecl è appunto in questa fonderia <.li Valdocco chf\, nel 1'744, viene fuso un « cannone di ferro solcato da righe ad eliea. >), a retrocarica,, con chius1n·n, a, vite1 cioè, in sosta11za,, il primo cannone r·igato e, nel 1743 -- · forse -- i pdmi cannoni cb rnontagrm. Riassumendo, gli edi:6.ci a.I se1·vizio dell'Artiglieria, era.no così distribuiti e orga,11izzati : 1° l' .Arsenale, situato dove si trova anche oggi, nel << cantone di Santa Btu·ba,r a )), poco lontano da Porta Nuova : l'Arsenale. comprendeva anche la fonderia e la sede del Corpo cl' Artiglieria e vi si svolgevano i corsi teorici della Scuola di .Artiglieria (poi Scuola d'Applicazione); 2° un'altra Fonderia con « fabbrica della polvere da fuoco )), situata in regione Valdocco; 3° la Scuola, pratica, di Artiglieria, cioè il Poligono, situata al di là del Po, vicino al Monte clei Cappuccini, rn~ll;i, parrocchia, dei Santi Iifareo e Leona,rèlo (pressapoco dove so1·ge ortL la chiesa della Gr.a.n ,Ma,dre di Dio, ormai sede tra.dizionale delle grandi cerimoni(~ patriottiche e religiose) : qui gli al lievi del corso d'Artiglieria e i cannonieri si (~sercita,vano al (( tiro dello sb{u'aglio del cannone )) e a,l getto delle bombe; 4° i ,Magazzini di polvere, sitnati in parte verso la, ci.tta,delln « in fondo a.na piaz7,a, del merca,to del boseo (legname), vicino al peso del :fieno >) e in parte presso il Po, h1 diversi edifici a,l di qua, e a,l cli là del fi n me Non prive di int(~resse sono le notizie che, attraverso a documenti dell'fipoca, si p0ssono ricostruire circa il << meccanismo a,mministrativo )), concernente la fondit1L clei. pe1,zi. Questa era fatta in base ad un prezzo convenu t o - a, secondo le istruzion i e i disegni dati dal Consiglio cl' Arti.gli.eri a - n, carico e pericolo del fonclitol'c~, :1,I qnale venivano somministra~e in natura. tnttc k ma,terie prime (sta.gno, ra,me, ottone, ferro, accia.io) delle qnali le prime tre sei·vivano per la fnsione dell e a,rtiglierie e le nltre per la formazione dei modelli e J)er gli utensili. Inoltre t1 l fondito1·e era.no forniti i locali e le macchine, ment re era.no a suo carko fo spese per la, legnn, il modelbmento, la. segatura,. ln, fo ratur·a e la cesellaitura. Il gnnerale Adami, in mi interef::f::nnte opuscolo poligrafato -1078 -
IL
«
HIDGGL\lEJ\TO
o' Al{'l'IGLIEllIA
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sulla fonderia. di Torino, dà, le seguenti cifre per i J:)l'ezzi pagati ai fonditori in lire : · ()ai-ibri in W1b1"e
32 1G
A.nno 1731 L. 4.~D , ~~
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6
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4
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375 300 300 800
Anno
17GO
L . 370 ))
325
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250 250 250 .
))
))
... Per quanto riguarda, l 'ordinamento del Battaglione canno nieri, l'ultimo decennio della prima metù del secolo porta nuove modificazioni. Nel 174.2 il Da.ttaglione fu portato da, seicento a settecento uomini, e subito dopo gli uomini furono mille, rimanendo immutato il numero deJle com1x1guie; poi, siccome queste venivano ad essere assai numerose, si crearono nuova.mente dei capitani luogotenenti, che erano stati aboliti alcuni anni a.vanti. Il 25 maggio 1743 i.tbbiamo un mutamento più importante ~on la formE~zione di un Reggimento di artiglieria di 1200 uomini; il quale Reggimento, nel 1747, fu composto cU clue Batht:glioni cli otto compagnfo ciascuno, cioè complessivamente lG <:ompa,g nie, così suddivise : 11 di a,r tiglieria; una, per ciascuna delle seguenti speciaHtà : bombardieri, maestranze, mìna.wri e zapprttori; e una compagnia distaecl1ta, in Sardegna. Vedremo come, nel lungo periodo di pace succeduto alle guerre per la successione d'Austria, la necessità di far fronte alfa crisi finam:ia,rja, costri.ngesse C<ulo Emanu ele a ridurre il person:11(~ di artig1ieria; ma l'intela.ia,tura, e l'ordinamento del Corpo non muta.remo. Intanto l'esperienza dell,1; lnnga. guerra ;1veva rivelato i molti inconvenienti della molteplicità, dei calibri e. del peso dei cannoni adoperati. Pe1:eiò, con decreto ?i febbra io 1750, fu nomi · nata un a Commissione di uffici..lli cF A rtiglierh1 in carica ta di fa,re speciali studi in proposito e fornn1lare proposte: la r elazione di tale Commissione non fu pi·esentnta che dieci ,umi più tardi..
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1700 - 1750
)ll'ei pl'iwi capitoli (1) le pi~gine dedicate all'Artiglieria piemon tese sono in numero assai minore elle quelle dedicate ali' Artiglieria di altri Stati, per l'eccellente motivo che questi ultimi sono, in ta,Ji epoche, assai più importanti; per lo stesso mo tivo, rovesciato, abbiamo qui tl'atta,to ampiamente gli sviluppi dell' ArtigHe1fa sabauda, dedicando pochissimi cenni a quella degli altri Stati italianL Gli è. che, nella storica lizza delle g.r·a,ndi colli petizioni eul'opee, solo il Piemonte assume una parte attirn, dinamica, creatrice. Kegli altri Stati italiani non maucano gub~½i dell'antico valore ruilita l'e : si è tt,ccennato alfa bella azione dcl1' Ar tiglieria napoletana alla battaglia di. VeJletl·i ed anche alla e1·oi ca difesa di Genova; ma nel complesso le condizioni degli. ordini militar-i, e quin di anche dell'Ar tiglieria, vi sono p1·evalentemente statiche. Occorrerà una grande ventat.1 di passione n:1 zio11ale - qnella, del Risorgimento - per eleLtrizzal'c le vfrtù della, stirpP, 11011 spenta 11è domn , ma momentaneamente sopita. Tuttavia, auclte pei· ciò che e;oncel'ne questo secolo, non è privo cl'in te1·esse seguire gli svil nppi tec nici e gli ol'dinan1enti. dei vari Stati. lll tanio era a,v,·enuta in Fra,ncia la cosiddetta riforma Valliè1·c, col si F':U~ma delle bocche da fooco adottato nel 1732. 'l 'alesistema arrecava certamente dei Yantaggi, come tutto ciò che tende all a semplicitù,, a,l Fomogeneità, alla solidità ed all'econo min. ; ma ci·tt t utt'a,lt.ro ch e pedetto pcrcbè, ill qualche caso, csagerav,1, tali. semplificazioni fino nll 'assurdo, non si pi-eoccupava a:ffa1tto degli a.ffust:i, delle vetture ecc. ; in sostanza, si crer~va, una buoua artiglieria d'assedio, mentre si trascurava quella da cnmpag·na,. Il Vallière ebbe n torto di basarsi esclnsivamente sul sistemn cli guerra, in nso in quel periodo, che sembrava, risolversi nell'attacco e 1iella difesa, delle piazze; gli mancaron o lo spirito novatore e l'intuito Hecess:nio pci- presentire nuovi tempi. e nuovi sistemi : ecco percl1è il tanto decan tato sistema dell e bocche da fuoco Valli ère, pur essendo tutL'altro che privo di pregi, rappresent.wa u11 ben limitato progr esso rispetto al passato, ed era, in complesso, inferio1·e ai sistemi di artiglieria in servizio presso a.Itri Stati. (1) Vedi Il 1° volume della Stot'i<i clell' artiglieria.
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.L'AHTlGLIERIA GEKOVW::m
"'1IDL SET'l'ECEJN'l'O
6. L'Artiglieria genovese adotta i sistemi Vallière e Oribeauval II mortaio .che originò la famosa rivolta di Balilla - L'Artiglieria nelle sommosse popolari più nota bocca da fuoco genovese Esperie nze e ricerche - Le batterie da costa ( 1).
La
Il secolo XVIII, per quanto riguarda, le artiglierie genovesi, ha importa,nza notevole, perchè contr assegna il loro definitivo u11iformarsi alla teenica del tempo, tecnica ormai comune ai p1'incipali Stati europei. Si constatn, infa,tti l' adozione dei cinque calibri del sistema Vallièr e1 e, a, suo tempo, di quello Gribeauval negli affusti : in pari tempo compafono nelle batterie genovesi i mortai d.i, bombe, iii sostitmd on e degli antichi petriel'i, che, « duri a morire)), hanno resistito fino a quest'epoca. L'adozione dei nuovi sistemi fa ca,dere in disuso vecchie << classi )) cli bocche da fuoco, come le bastarde e i fa.leo ni: ma tutto ciò non nvviene senza eccezioni, naturalmente prodotte dallo spiri to tradizionalistico della gente ligilre. Un rinnova,mento profondo si manifesttL, in questo periodo, anche nella t.eenica costruttiv,:L, la quale procede non più empiricamente, bensì iu base ai concetti. razionali, che appunto i11 questi tempi si andavano diffondendo, sulla 11atura della polvere e i suoi effetti. Qnanto a,lla materia, il br onzo contin ua ad essere impiegato a preferenza del ferro . , Verso la :fine del secolo, Genova, seguendo 1e sorti della Francia, viene ad essere eoinvoltf.L nelle guene europee. Già cl lL qnalche anno, del resto, l 'influenza francese aveva modificato !"armamento, nonchè la costituzione clelle truppe, e, conseguen -
(1) La suddivisione in due capitoli della trnttuzione clella Storia del!' Artiglieria italiana nel secolo XVIII ha una particolare ragione d'essere solamente per l'Artiglieria piemontese, che nel secondo cinquantennìo ha particolare svilupvo, 111·eludente alla grande missione politicO·lllilitare che sarà poi compiuta dal P iemonte nel secolo successivo. Invece, per qua.nto e9ncerne le artiglierie di tutti gli altri Stati italiani, tale distinzione sarebbe illogica : raduniamo perciò qui, in ciascun paragrafo, le notizie, del r esto scarse, di ciascuno cli tali Stati ve·r fotto ì1, Settecento.
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J 700 - 1730
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IL MOilTAIO DI J3ALII,LA
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temeu te, l' 01'ganizr.ar,ionc delle artiglierie, le quali avevano perduto og1li originalità, di car;:1,ttere locale. Rima,ue però da illustrare qualche particolarità,. . '.bbiamo de tto dell'adozion e dei mortai da, bombe : nei primi Hrnli del setolo XVIII li trnviamo in buon numero, specialmente a lla lìa tteria della Cava e alla p1111 t.1 del Molo Vecchio. Anche R,1vorn1 ne ricevett<~ alcnni. esempla,ri, che poi si moltiplicarono e finirono per essere più n umerosi che qnelli clella stessa Geuova . Pneeva pa.rte della Ba,tt(~ria della Ca.va il famoso mortaio chr oecasionò il gesto epko di Ba.lilla, e portava il nome di Santa Cate1·inn) eroica figura popola,r issima che la Curia Romana, anche in segui t o alle insistenze del Governo della Repubblica,. aveva ufficialmen te santifica,ta. L'episodio è t roppo noto perchè 11oi crl~di.amo opportuno, qui, cli rievocarlo ; 'ci. limiteremo cl unqne -a, ricorcfare che il mor taio; che originò la ribellione conti-o gli Austriaci, è sta,to rappresentato nei. quadri e nell e scult ure in modi di.versi: la più attendi bile fonte è quella di 1111 ro:r-r,o disegno, evidentemente contemporaneo. Si sa che, dopo le famose giornate di di.cembrn, detto mortaio fn 1·iportato trionfalmente alla, Cava; e così lo rappresen ta appuuto il disegno in parola, a,t.tualm.ente al Museo del Risorgim<~nto di P alazzo Bianco in Genova, : si tra.tta cli un pezzo di bronzo dell a forma, detta a, bottigl ia,, a,pparentemente di 8 o di 12 pollici cli cali.bro . Esiste ancora la, gloriosa bocca da fuoco? E dove si trova attualmente? Sru·(~bbe élifficik dirlo. Passata. J'esa1tazione eroica dj quei. gior11 i cli rivo1ta,, e sopravvenute altre preoecnpa1.ioni; il mort:1io non :fu distinto in rnoclo spl~ciale. Q,nanclo le vicende del blocco (1 T!}!}-1800) strinsero G,•nova in 1111~1 mori:::a cli ferro, sottoponendola alla, triplice Lor1·111·a della. gnerra,, delln, peste e della fo me , lo storico mortaio a,nclò rn1turaJme11 te confuso con tutti gli altri : e così f.:(~ ne per<l etU~ro le t.rn.ceie . S nlla smL sorte non si può far a.ltro che formulare delle congeHnre. Re il per,w a.ttraversù illeso i fompi na,poJ.eonici , venne probabilmente compreso nel materiale d'artiglieria, che gli. In glesi rivendica,r ono cfa S. »I . Sarda alh cessione di Genova al =- 1083-
1700 · 1750
Piemonte: ma.tel'inle c ht', com'è noto, p1·ese le Yie dell'Inghiltena. Comunqnc, è accerfalo che· il mol'taio di BaliJla non Yenne all oga,to nc ll' A1·m eria ai tempi delht sua, n otorie t.);, ma, come a hbi.am detto, fn l'ipor ta to a quella stessa batteri.L della Cava, donde eta, sta.to tolto.
l!"'lg. 208 • I.I mezi10
cmmoue genovese /Sonfo Catr:rina. (Vedi l u descrizione
nel testo) .
Le: fornose gio1·nate di clicer11bre, eh<~ vidp1·0 l'esplosi.one dell'eroica collera popolm·e conLro l'oppresso1·e, non mancm10 di altl'i episodi concernenti 1·artiglieria, come ciuello del cannone tm::;ei.nafo a furia di popol{) l1111 go l'c'rta, cli Pic tTaminuta,, e quell 'altro della bocC'.t cla fnoc:o irn postatn nel pinzr.ale di Palazzo: ~i lra tta rn C'erta nwn te <li piccoli e8em pla ri - corrispondenti ai fol conetti di nn tempo - che costituivano l'embrion e dell'c1.rtigliel'ia da ca1ùp11~na . la quale, ciel re::;to, a. Genova, ebbe sca1·sissimo svilu ppo. I n ogni modo, c-i<) cbe h:1 gr,rn de impoi-tanza , sopra t n tto p<•r la i-:iweessi vn evo! 1rnio11e storica enro1w,1, è questo primo comparire cleil'a1-tiglieria nelle sommosse popolari. Abbiamo detto ch e il mortaio cli. .Balilla 1'i chiam nv;1, Samtli Caterina, : esRo n on va p erò confuso con l'omonimo cannon e, fìr mnto dal R occa. che costitni::;;ce l'esemplare più noto, forse l 'uui co che ricordi ai non gen ovesi l'esistenza di un.~ artiglieria della vecrhi a, Hepnbblira. :8 ro11scnato al Musco cl i Arti glie1·ia cli - 1084 -
CANNONI GEN"OVJ,;S1
Torino, e il catalogo ne dà questa, descrizione : « Mez1.o cannone genovese B. cal. 104. f uS·:) da. Lnigi Rocca. Ha pe1· finimento di culatta/ il busto cli Santa Oaforina Fieschi.; sulla culatta, in uno svolazzo: leggesi. la parola L17Hwtas e la clnta 1747. Forse queste r. - . . ·-·--··-· -·--· ·- - - · -1
I
.l'
Fig. 20{) - Cannone genovese, gettato da Luigi Rocca nel 1747. Ra per fini-
mento cli culatta il busto di Vincenzo Giustiniaui Marchese di Bassano e porta in culatta lo stemma della Repnbblica, in volata qnello della Famiglia Giustiniani. (Mnseo cl' Artiglieria cli 'l'orino).
-
indicazioni sono poste a ricordo della cacciata cla, Genova degli Austriaci, avvennt,1, il ;-; dicembre delFa11110 precec}ente, in_se guito a,l sasso di Ba,l illa1>>. La pttroll:1i Diber/,as esisteva come divisa, della Rc~pubblica dalla Riforma di Andrea Doria <lel 1,:3:28, ma qui è certo usata intenzi.onalmente: Dalle fonclel'ie dei. Rocca, successoPi dei ·Mercllo, usc1 pure la, seri.e dei « 12 Apostoli>>: cannoni legg('lll<lari fra, la popola· zione genovese, e realmente perfetti, che allungavano le lor vo late, lucenti di fregi e di ceselli, alla Bn.tteria e sulla pfatta· forma del Molo. · Ma le antiche carte di finanza. che ci haimo permesso di ricostruire in questo studio l' Artiglinia genovese fino dalle od-1085 -
1700 · 1750
gini, nou ci hanno rivelato nulla - a cau&t delle gra n<li lacune determinatesi nel 1747 e nel 1797 - tanto sul « S. Caterina>> quauto sui «12 Apostoli>> . Verso la :fiue del secolo, fra il 17SS e il J 794, ristùta nel manoscl'itto 370, giù, citato, una singola1·e testimonianz~L dello studio sci.entifico cni gli nfliciali gcnove. i s'erano dedicati. Alcuni
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~----Fig. 210 . Spacc::ito di mortaio, da un disegno del Cocl . 369 degli Archivi cli Stato cli Genova. Il disegno e le note danno un'idea dei metodi seguiti nel rinnovamento dCll' t\rmll cl' Artiglieria. Soprattutto significativa l'ultima frase della nota, che raccomanda l'esperienza òit'etta, da sostit uire ai veccbi da ti empirlcl.
fogli contengono piiLni di elevazione di mortai 1 nei. più minuti particolari, eseguiti con notevole perizia . Questi disegni concernono, f h 1 l'altro, cspel'ienzc cli t iro con proiettili clive1·!-ii , ricerche tecniche sulla camera di caricamento e altri punti accuratamente a,rn1otati. Uno clei di. egni porta, co- 1086-
STUDI E RICERCHE A GE:i:\OVA
me motivo ornamentale, una testa cl' a,nimale simile a quella, della incisione conservata nello stesso manoscritto: la data è 1788. Una nota assai interessante riguarda le esperienze di tiro fatte dai bombardieri cinquant'anni prima (1'746) a,l Posto dei
Fig. 211 - Dise.gui di mortai del secolo XVII.I, riprodotti dal Cod. 369 degli An:h ivi di Stato di Genova : tappreseutano un mortaio cla 300 e uno da 400. Nota r e l'esecuzitme corretta e Ùtzionale dei d u e clisegni : proYa inconfutabile del per fezionamento dell'istruzione tecnicn d ei borubardieri.
Carnaldoli : « Oon q·uestci sortct cli camera ... in S'imile nwrta,ro cla libre 320, oonie quell-i sono alla Piazza) se non fiisse la resistenza clelFaria giungerebbe lct boniba alla, (l,istanza d-i palm;i 15,552, 8ono va-ssi 5184 .... oonw si ,riconobbe facendo più tiri aWE,rerno cle·i Padri Ocimaldolesi cori, car ica de liMe 26,0/8 d·i polvere circa 0
r'i'/1,fon::ata oon tapvoiw in fondo clella ccimera. E per ricono -.
soere con sic1,irezza ciò ohe sminu'i-rà d'i tiro la, sucldettc1, resisten.~ci o « elem,ento cl1a1·ici >> 1'is71ett:o li vass,: i51Si non è certamente da servirsi di quesiti che vi è sopra il detto elemento, essendo molto fa llaci, m,a bensì però con mo1·taro di 1.bgnale po1·ta,ta cli bomba )). Queste ultime osservazioni rivdan o lo « spirito d'esame)) e la ribelli.one alle vecchie formule tradi.zionali, cioè lo stato d'animo caratteristico della gioventù alla vigilia della Rivolu-1087 -
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l•'ig. 212 - F ortino rli Vallo. Di&•gno del secolo XVIII (dalla R nccoltn Tipi. Uusta Y, <lclr.-\ t·thi,io Ili ~tnto <li <; t•novn). li !liscg"o rnppre~C'nta uno tlei 1'ortiui cli difotm clella rm lu di. Vado: es;;;o e1·a stato :;t·udiato per conlcuere nn:t uume1·osa guan1igioue e l'approvigionarntnlo cli ruuui7.ioui n proni cli boru l>a. Noternle l a rapproseulazlone ù ella nrtiglierla e degU affusti.
I,
S1S'l'lt llfA7.lOJ\'D HA:.110::SAI,E DJ•:LI,E BAT'l'l':llTE DA COS'l'A
½ione francese, e provano altresì la scomparsa a$S01uta dell'empirismo nella, costrur,ione delle artiglierie. Da.ta da quei tempi la, sistemazione 1:azio11ale delle batterie eh costtt secondo il sistema Gribea,uval, di cui riproduciamo un esempia,r e tipico studiato per il fortino di. Va.do e ·per una, batteria costiera,, negli ultimi anni del secolo XVIII. --~ ,.,,.~·&
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Fig. 213 - Disegno di ùatteria costie•ra genovese, secondo il nuovo modello aclottato sul finire del settecento. (Archi,•io cli Stato di. Genova) . Questo tipo cli battet·ia era in pieno uso al tempo della Repubblica Ligure Democratica e cle,l Blocco del isoo.
7. L'Arti glie ria nel Milanese, sotto la domi;1azione austriaca Fortificazioni - Inventari.
Abbiamo veduto nel Oapi.toìo V di questa Storia, (vedi Primo Volume) come, giù, nel secolo XVII, sotto la dominazione spa gnola-, non si. possa più parla.re di artiglierie milanesi. Scoppiata la guerrR per la successione al trono di Spagna, a,11:ri mali F-i aggiunsel'o a quelli che di solito soffrono le !erre scelte a teatro delle guerre·. Questi. mali scatenarono una vera bufera nella, stesim città di' Mihrno , in cui n Principe Eugenio cli Slwoia incontrò la, tenace resistenr,a, del Castello; tenuto cfa,l valoroso Floricfa. Poi h~ bnfera passò col trattato che lo stesso Principe Eugenio sottoscriF-sc il 13 marzo 1707, per effetto del quale alla Spagna si sostituì l'Austria., confermata poco ,lopo nel domiiiio della Lombardia. 70
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Il primo governato1·e dello Stato di Mila,no in nome dell' Au . stria, fu lo stesso P rincipe Eugenio; ma questo valoroso, che aveva conquistato il .Milanese. non potè dedicarsi aJ.l'amministrazione di esso, perchè quasi sempre lontano, alla testa degli eserciti imperiali. Tuttavia qualche cosa fu. fatta, e anche bene, per riorganizzare e sollevare un po' lo Stato dall'abba,ndono completo in cui l'avevano lasciato gli ,S pagnuoli. Nel 1720, mentre governava il conte Gerolamo Colloredo, fu riesami.nato a! fondo tutto il problema, della sicurezza militare.
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Fig. 214 · Trnbocco su piattaforma ferr ata, del secolo XVIII. (Modello in bronzo). ·,
In una conferenza tenutasi .i l 27 aprile di quell ' a.nno tra le maggiori autorità, dello Sta,to, si progettò cli costituire una forti :ficazione in sito tale che -ne rim.:L1rni:.se difeso non solo il P o, m a anche il Ta,naro; in un successivo consesso di genera.li, però, fu considerato che, appartenendo la. Lomel}ina e l'Alessandrino interamente al re cli Sardegna, non sarebbe stato possibile fabbricare una testa di ponte se non a Gua,r,ora, chiudendo il Po qnasi sino ai confini di Alessi:Lnd ria, e di Valenzi:L. Questo forte di là dal Po, verso 'l'or tona, avrebbe avuto il compito di arresta re il nemico in caso di guerra, ponendolo nell'impossibilità di invadere lo Stato se non s i fosse prima reso padrone di Torl;ona o di Novara. - 1090-
.CANNONI g l•'OU'l'I NEL ìl!ILA.\'ES E
Oonsiderata poi l'importanza della fortezza di Arona, senza la quale non sarebbe stato possibile nè difendere, nè dominare il lago e tanto meno lo sbocco del Ticino, la Commissione propos1 la costruzione di dne buoni ridotti e di ;J,l tre opere. Le altre proposte del progetto rigua,rdano la città di Pavia ~~ il suo borgo, il borgo di Abbiategrasso, le fortezze di Novara e Tortona, la « Cassina del li'uoco ll, poco distante da Vigevano, i confini della Lomellina ed altri luoghi importanti. Più tardi, nell'ottobre 1726, una precisa tabella di tutta i'artigUeria e munizioni di guerra esistenti nc~lle piazze forti dello Stato di Milano indica che la sistemazione era a buon punto. La tabella di cui si tratta meriterebbe 11110 studio accurato per le notevoli informazioni che fornisce intorno al sistema difensivo organizzato dall'Austria in tombardia; ma, ciò esorbiterebbe dal nostro compito: ci limiteremo quindi a t ra1·ne le notizie più importanti, le qnali sono quelle relative alle armi, a.na lor-o qna.Htà., ai loro cali.bri e alla loro distl'ibnzione nelle for tezze. Pavia : 3 mezzi cannoni da libbre 2i; 15 quarti da libbre 12; 7 saeri cla li bbre 6 e 4 cla libbre 5 ; 3. falconetti da 3 libbre, 10 da 2; G spingarcli (sic) cli bronzo; 4 mortai da 60 libbre, 4 da 30 e 2 da :10; 9 petardi ; 'l'ortona : 6 mezzi cannoni da 2,1 libbre ; 7 qua.rti da 12 libbre, 3 da l1 e 2 da 10; 1 sacrp da 7 \ibbre. 4 da G, 6 cla 4 1/2; 2 d a, 4 ; J. falconett o da 3 libbt'e ; 4 smerigli da 1 libbra ; 2 mortai da 120 libbr e, 6 da 100; Serrava Ile: 1 sacro da 5 lìbbre, 5 da 4 1/2 ; 3 falconetti d a ::l libbre ; 6 spinga1xli; P iz:7-ighettone : 2 me7,zi cannoni da 24 libbre, 5 da 20; 3 quatti da 12 libbre, G da 10 e l da S; G sacri da 6 libbre, 5 da 5 1/2, 1 da 5 e 3 da 4 1/2; 2 fnlconett.i da ::l 1/ 2 libbre, 2 da 3 libbre ; l smeriglio da libbra. 1 1/2 e 1 da 1 libbra; NoY:n·a : 4 mezzi ca nnoni da 24 libbre; 1 quarto da 1B libbre, 8 da 12, 3 da 11; 2 sacri cla 6 libbre e l da 5 ; 1 falconetto da 3 libbre; 2l spiugarcli; Arona : 2 quarti da 12 libbre ; 4 s acri da libbre 5 1/ 2, 1 cla (l e 1 da 5 in r occ.1; 1 falconctto da libbre 2 1/2 e 3 cla 2 in rocca ; l smeriglio da 1 libtn·a; 22 smetigli; Fotte ùi l!'uentes : 3 quarti da 9 libbre, 1 cla libbre 8 3/4; 4 sacri' ci:;(·.Jibbre 5 1/4; 1 da libbre 4 1/2; 2 falconetti cla libbre 3 1/ 2, 1 da 3 ; 13 mortni piccoli << manegioni 11 ; , ,, Cremona : l sacro da libbre 4 1/2, 1 da libbre 4; 4 falconetti da libbre 3 l l2, 2 cla libbre 3; 7 s merigli da libbre l e J. 1/2 ;· 3 spingardi ; Sabbioneta: l me7.7.0 cannone da libbre 2G 1/ 2, 1 da libbre 19 e 1 ,fa 16; 1 quarto d a libbre 12 e 2 da libbre· 10 ; 1 sacro eia libbre 4 1/2, 1 da 4 e 1 da 31/ 2; J. fa lconetto da 2 libbre, l da libbre l 3/4 e l da libbre 11,14 ;
=-- 1091-
1700 · 1750 Lodi: l falconetto e 23 lllOrtai piccoli « nrnnegioui » ; Como: 4 spinga rcl i e 12 mortai piccoli e< manegioni >> ; Lecco : J84 mortai piccoli « nrnnegioni >l : T r ezzo: l mezza colubrinu; 3 s :1cri; 1. fa lconetto (di. cui non sono indicati i calibri) ; Domodcssola : l quarto cli c::mnone ; 2 smer igli; 10 spingardi.
I·
E'ig. 21G · Grappoli d' uva, cioè mitraglie contenute in semplice rete. (Sec. XVIII). La tabella dà il n umer o d elle e< casse dl r ispetto» d a mezzo cannone, da q uarto~ da sa cr o, (la falconetto, cle\ « cari mfltti >>, dei « carin i di cavallo», clei << carini cli bovt~ ll, clelle « canrie >>. tlelle « scùlette e sferzanti ll, degli argani e delle r uote in ciot:111io11e ,1 ciasc1rnr1 forte7.za . nonchè i.l n umero clei proi!~ttili, delle palle di piombo per i mosehctt i e i ·eucili e infine i.I numero dei moschetti (distinti in « biscaini. ll, a cavalletto e milanesi), degli arch ibug·i {< con sc:>rpa 1>, dei fucili <( con a:Mtlino », -delle baion ette, dei morioni, delle armature pet· caYalieri, dei :fiaschi biscaini, delle picche con asta, degli. ({ spontoni per cavalli di frisa 1>, élèllc « padelle 1>, delle partigiane ed nlabarcle, delle gr,m at0. di fer rn, clelle g1·ann t·e « con s11ina d'otton e >>, di c1m•lle dette reali, tli· quelle di
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ANGl~LO EMO
,·etro e dei fuochi nrtificiati. l fuoch i a rtli,ciati sono cosi distinti: baloni sansoni, trombe e sa cchetti con granate, pignatte, ghirlande, fassine inbriate, zolfo in canna, zolfo nrnciuato, pece gr eca, salnistro, corieri di bronz-0 e resina . Segue l'i ndicazione dt}i ·ferri da guastalori (segurini e segù a due m ani, seghezzi, picconi, zappe, picchi, badili, ma razzi, scorbini , gerletti, br ovette, sacaterra fi ferri cl.a murator e), <lei moli ui per macin,tre (a mano, a cavallo, ma r ne e buratiere), dei cordailli (corde, t iranti, corde cla. ponti, corde ,Ja argani, « michia >) , e « rn ichia guasta>>) e dei legnami (tavoloni cli spianata, tavole ordinarie, <( passoni tli tro1·iEira ,>, << stache for ti», tavole dolci).
8. Imprese e in venzioni di An gelo E mo, « l'u ltimo g ue rriero di S. Marc o » - La s ped iz ione contro il Bey di Tunisi - Si g is mondo Alberghetti, autore di « Nova Artiglieria Veneta» - Le rifo rme tecniche da lui caldeggiate - Rapida cron istoria del g lo rioso Arse nale di Venezia - Le rice rche del Ga s peroni e la sua pubblicazione, fo nda me ntale per g li studi s torici - Un inven tario delle bocche da fuoco venete ne l 1733.
Sullo seordo del XVIII secolo, le hnprese di un illustre figlio di Venezia, marinaio e guerriero incomparabile, Ang·elo Brno, gcttitrono gli estremi bagliori di gloria sulla gra.nde R e· pubblica di S . Ma,rco, che tanti trionfi uveva, conosciuti : t ntti gli stori.ci di Venezia esaltar-0110 la figura dell'Emo, come quella dell'ultimo eroe della Laguna., prima, della, c;acl 11tr1 e del scrvn.ggio, che doveva durare setta.nt'anni. Angelo Emo, tutto volto a studi ma rinareschi ed esp(~rto di scien ze matematiche, ebbe a dolersi, :fin dalla più giovane etù,, della decacle1rna militare di Ve11ezia, che si ma,nifcstava, spccinlmente, con segui palesi, nella disorganizzazione del meraviglioso Arsenale. Egli va.gheggiav::t riforme a rdi.te e segnalan1: co.rne eseinpio quelle che avevano permesso al Oolbert di crea,re mrn ma,ri11a formiclnbile in Franda. La sna carriera di guerra incou1inciò, nel 175S, con um1 missione i.n Portogallo, durante la qun,l e, in pa1·ec:chi. scali del Mediterr:meo e dell'Atlantico, dimostrù lmuiuos:unente eccezionale perizia, cli (C manovriere>> . Ma il fati.o che riattacca dil'Pttarne11te il nome cli Angelo E rno allH ~toria, dell' .A.1·1:iglicria ttvvenne solo nel 1784. -1093-
1700 - 1750
Un inciden te diplomatico a 'l'unisi a,veva messo il Governo vt~neziano nella nec<~ssità, di compiere una « dimostrazione armata>> per la tutela del proprio onore e per quella dei n umerosi sudditi. I ncariC,'Lto della spedizione, Angelo Erno, dopo molte tra,versie, portò 24 legni da guerra nella rada dellfL Goletta, di fronte al fortilizi.o circondato dal famoso «lago>), élove un tempo l'armata di Oa,rlo V a,veva pericolato. Lasciando urnL parte delle navi a bloccare la, poi:;izione, l'Emo portò il resto della :tlotta verso Susa, riuscì a sorp1·endere, di notte, le forze ottomane e bomba rdò lungamente la città, rovinandola in gran pal'te. Ma il Dey continuava tenace la resistenza, rifiutando ostinata,mente qual siasi riparazione o accordo con Venezia. Sopraggitmta la, cattiva stagione, l'Emo lasciò ancora una divisione a bloccare la, costa,, e si ritirò a ~rrapani per svernarvi ed allestire altre operazioni. E alla primavera successiva si presentava nella rada tli 'l'unisi con qualche nave di rinforzo, e con certi nuovi congegni di guerra, che nel frattempo aveva studiati e che ottennero mirabile successo. La « ba,tterie galleggianti >), condotte senza a,varie gravi a. brevissima distanza da,lle fortifica,zio11i. di terra, le fulminarono impunemente, e r ecarono alla città d::i,nni così gra,vi elle i.l snperbo Bey, indotto tL più mite consiglio, si affrettò ad avanzare proposte di accomodamento, dicendosi pronto ad accordare al Governo pa,rtc delle ri.chieste sodclisfa7,i.oni, purchè la ftotta dell'Emo si fosse ritirata. Essen<J.osi nel frattempo chiusrt nuovamente la stagione, 1'Ammiraglio veneto r1assò a, 1fa1ta, mentl'e le tratta ti ve frtL le due Potenze non approdavano a nulla.. Nella primavera del 17S6 - terzo ainno della campagna - una serie rinforzata cli b::ttterie galleggianti comparve nella rada cli Sfax:. Sostenute dal fuoco dei vascelli , esse presero posizio11e t on ammirabile manovra e aprirono il tiro, ottenendo risulta.ti formidabili, tanto che, ben presto, le batterie ottoma,ne furono smontate e ridotte a,l silenzio. Allora le <<zattere)) dell'Emo si accostarono, al rfmorchio, fino a cinqua,nta pa,ssi dalle mura, e st onquassarono tutta la, cittiì,. Dopo questa azione, l'Jijmo passò a Biserta, emporio cli. grani, cnoi e legna mi della, regione. con l'intenzione cli sottoporla - 1094 -
SVILUPPI TECN'ICI DIDLL 1 ,\R'.l'IGLIERIA VENIJ)Z!ANA
allo stesso ... energico tratta.mento. A causa dei continui, violentissimi venti contrari, non potè bombarda,rla, completamente; ma la lezione di Sfax era stMa più che sufficiente per il Bey, il quale si affrettò a venire a patti, e il Senato Veneziano, a sua volta,, senza, indngio li ratificò . La rapida soluzione, mentre per un la,to tornava a tutto onore di Angelo Erno coronandone la bella vittoria, d' altra p~1rte venne a troneare i suoi più vasti piani, i.n cui sembrava rivivere e rifulgere l'antico, eroico spirito cli avventura della Repubblica di S. Marco. Egli infatti meòitava la conquista delle coste algerine e tunisine, e a tale scopo aveva, chiesto insistentemente nn corpo di sbarco cli 10.000 uo m1m. Vene;,;i.a, evidentemente, non voleva urta.re gli intel'essi degli Spag·nuoli, e le truppe richieste vennero rifrntate. Allorl:1, Erno, pur a, malincuore, rientrò in patria, dove ebbe gli onolJi del trionfo. · Sei anni. più tardi sembrò presentarsi un' occasione fa,vorevole per la realizzazione dei suoi. ambiziosi progetti; ma, proprio a,l lora il gra,nde Ammira,glio moriva inopinatamente a .Malta, non sen;,;a sospetto di veleno. Oggi ancora, l'a,rte squisita del Canova,, nel J+).onumento dell'Arsenale, ricordn, « l'ultimo guer:· riero di S. Marco)). Prendittmo Ol'iL in esa.me gli sviluppi tecnici dell'Artiglieria venezia.ua nel corso del secolo XVIII: i. primi anni del Settecento furono contrassegnati dagli studi di trasformazione del materiale d'artiglieria,, studi intrapresi in seguito alle pubblicazioni di Sigismondo Albel'ghetti. Questo <<maestro)), come abbi.amo veduto, .era stato incaricn,to cli una, missione in Inghilterra, dove doveva studiare i metodi britannici, che aveva.no acquistato ri- _ nomanza in tutta, Europa e che lo stesso Alberghetti, nelle sue relazioni, aveva, segnalato cost[mtemente ai Gapi dell'Arsenale. Gli Inglesi esperimentavano iù grande scala, la costruzione di bocche da fuoco, sostituen do al bronzo il ferro colato. Non gi,:L che le arti.gliede di ferro costituissero una novità : sappiamo che erano di. ferro gli esempla,ri delle origini, que1le bombarde costituite ordina,ria.mente di <<doghe)) e cerchiate, e le colubrinette, colate in un per,;,;o. l\l[a poi. il ferro era stato quasi. completamente abbandonato, come pure si era abbandona,t a, la r etrocarica : e -1095-
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qnesto an~Ya costitu i to 1111 n•1·0 progi-csso pel' fa seconda metà. del XVI e t utto il secolo segn en le. Se, agli i 11 izi. del Settecento, si volle ritorn a re a J t'el'ro, ciò ._n'vcn11e per ragioni di economia, pa1·ticolai·mente realizzabile con la costruzione di bocche da fuoco in grande quantità .
]'ig. 216 · Il B ersugUo d•i S . LU vise. L'incisione mostra il bersaglio in pros1x•ttiYa. Un porticato a lesene, ornate in bassorilievo da emblemi guen escbi e chiuso verso la laguna da cancellate mobili, custodisce i pezzi in prova per il tiro : uno in a7'ione, altri due in riserva. Si trntta cli fa lconetti o smerigli su affusti da campagna. L'uniforme dei bombardieri è abbasta nza precisata. Lo s1>ecchio d'acqua è chiuso da un rialm di mater iale foggiato a grotta, munito di una tenda al vertice. Il fonclo di ques ta grotta contiene il bersnglio propriamente eletto, a cerch i conccnt1·ici. Ai loti dell a tenda, bnncliere cli seguulazioue. Iu pri mo phlllo, a sinistra, la flgu ra cli uu graduato dei bombardieri colla piccu, insegna della sua carica .
I modelli, f:.t n cliati dagli Inglesi er.rn o stn,hili.ti s n basi scieHtifiche, e speci:tli Clll'e erano state RélottaJ.e pel ca.Jibraggio clel l 'an irn a e dei p roietlili.. I cc1nnoni i::;i potevano considerare come
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LE RIFORME DI SIG1S1l0l\D0 A'LBJ,;RG HETTI
costruiti << in serie)) perfettamente com parabili fr11 loro, e così i proiettili, 1·otondi, erano dgorosame11te interca,mbia.bili. L'Alberghetti, che conosceva, questi p,u ticolari e ne valutava, l'importanza, si studiò sopratutto di ottenere gli stessi risultati di precisione, senza l'obbligo del macchinario straordinaria mente complicato e costoso in u·so in Inghilterra. Pa.rtendo da tale concetto, venne poco a poco a modificare la forma del proiettile, che egli, dopo vi:Lri tentati vi, ridusse a un breve ci.lindro terminante in due calotte sferiche. La zona, ce11trale era solo rigorosamente torni.ta e l'a.nima del pezr,o a,l esata accuratameute. Ne derivarono però delle modifiche al volume e alla lungh ezza delle bocche cla, fuoco, per l'aumento di peso imposto dtLJla nuova, forma del p1·oiettile. ~rutta una, istruzione tecnka da rifare, dunque, fra ]e nrnestr-a,nze dell'Arsenale (1)°. .U Senato della Sel'enissim;;1, si interessò vivamente alle riforme proposte, le alllrnist~ in principio, ma, soprattutto per motivi di bilancio, non si cledse a, tradmle in pl.'a.tica. su vasta scala: 11011 mi:;;oneisrno, dunque, ma riluttanza alla spesa e, anche, incerter,za, nelle direttive clel.l' An;ena,le, mentre nuove circostanr,e militari. nelle colonie richfodevano un :fornimento d'armi sicuro e regolare. Oomnnqne, uua clelh~ idee caldeggiate <.la.Il' Alberghetti venne in quegli anni a,dotta.ta : la sostituzione del fono al bronzo, che b1'essfrino in qiiesto A.rsencile 1 1719. I n qucll'trnno, infatti, venne fuso, secondo i 11 novi studi, il primo esemplare in ferro, clel calibro 12 (classifica veneta,), che reca.va, questa iscrizione: l"citto <.lei Gilicom,o l 1 A.equa.) fondator bressiano in qnesto 1ksenale) J'719 . .. Oltre a tale innovazione di carattere fondamentale, altre rn~ erano avvenute già sul fi11ire del secolo XVIT, com,~ a hbia.mo vi.sto nel ClLpitolo V cl<'ll Primo Volume di questa, Stor'ia : Giusto E milio Alberghetti n,vev.:i introdotto l'uso dei. << mortai da bomba >> cla.l 1691. Anche qui conviene notare che la specie d':1rtiglieria. detta, 11io1·tafo non era sconoscinta . Es(~guiva,no il tiro in arcata lepri· me bomba,rcle, e più tardi certe Vi·Wietà di petrieri; ma i mortct'i (1) Vedi anche paragrafo tecnico, pag. 1221.
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1700 - 1750 da boniba della fine del Seicento lanciavano esclusivamente in arcata il proiettile cavo : a Genova, o meglio sii Genova, furono esperimentati dalla flottiL di Luigi XIV nel 1684. Fu forse ìn seguito all'eco profonda suscitata da tale« esperimento)) che l' Alberghetti ritenne necessaria a,lFttrma.mento di Venezia la sollecita adozione del morta.io da bombe. Nel 1701 Sigismondo Alberghetti, secondo quanto narrano gli storici, fuse un cc petriero )) da 1.000 libbre di palla. : mi:-L il vocabolo << petriero )), usa.to da scrittori non tecnici e quindi im precisi, non de, e ti-a,1·ci in inganno : si tratta, certamente, cli una, prova, lli. mortaio cli grandissime dimensioni. Del resto, più tardi, Giova,nui Alberghetti, associato con un Marznoli, fose, a,lla presenza cli Federico IV di Danimarca, un «trabucco)) di :100 libbre di pa,lla, : evidentemente questo « trabueco )) avevi:t molte analogie col cc petriero )) del 1701. Sigismondo Alberghetti. oltre che per le relazioni numerose ed i progetti sull'a,rmitmento d'artiglieria,, è notissimo per le opere « Nova ArtigHer,i a Veneta,) ~l1cwole, d,i,. p 1·0.fezfone )) edita, postuma, nel 1703, di cui si tratterà nel paragrafo tecnico, e cc Il dfrettore clelle pro'iezion i orizzon·ta,l'i )), in cui egli r ivendica, appunto, l'opera di Giusto Emìho nell'adozione dei mortai da Lomba. Come scrittore tecnico, Sigismondo era stato preceduto nel 1680 da un Montanari, autore di un (< Trattato cristriizio 1vi ai bombarci-ieri )), e fu seguito dal Musato, matematico, con :una applica½ione delle ta,vole dei logaritmi a,i calcoli di puntamento 7
1
1
:(1792).
R.itorrw,ndo a,ll'industria tecnica, dopo Sigismondo Albe11ghetti troviamo, nella seconda metà del XVIII secolo, il nome illustre élel Gasperoni, associato i:t quello di Angelo Emo. Il Gtt· speroni1 ufficiale all' Arsena.le, si occupava da tempo di combinare le caratteristiche del cannone e quelle del mortaio in una sola. bocca da fuoco: Pa,t'e che egli a,bbia. tritttato in modo soddisfacente il problema, che quasi cent'anni dopo il Paixhans doveva risolvere con lit creazione clell' « obice >) : forse furono appunto le esperienze, eseguite 11011 solo suJla ca,r ta dal Gasperoni, quelle che guida,r ono il J>aixhans. St.a, il fatto che i documenti conosciuti sugli «studi)) -1098 -
LEl
« BATTERIE
GALLEGGIAN'l'I
»
del bombardiere veneziano sono conclusivi; i suoi cannoni, rela.tivamente corti e di forte cttlibro, lanciaYano , non in a,rcata. ordinariamente, proiettili cavi : sono q nes te le caratteristiche esSf:nziali dell'ob'ice . .M.a il Gasperoni collaborò a,ncora efficacemente con Angelo Erno_, <.:!te qui. e.:vusideriamo non più come Ammiraglio, ma, come tecnico, al lo stesso modo che esamineremo nuovamente le « batterie galiegghwU )) non più come fatto <li storia, .marinara, bensì come JJar-tic:olare i11venzione cli materi,1,le bellico. A ng() lo E rno parb abbastanza, diffusamen te della sua 'inven.i ione per consentirci mia de;-;erizione sornrnuria,. ggli disponev,1 mia, :w ttem o v iccltafonna cli tra,vi eollegati fo1·temente, e sormontata, da nna bli11clatwm a p,rn.1,petto, costituita cli botti e sacchi picH i di ~td.1bia eostantemente inumidita, oltre a v11ri rivestimeu l'i di e<wde e m,Lleri,11i affini. In q neste ba.tterie ga.lleggianti, quanélo $i er:cettui l'elemento che le sosteneva, non vi è nqlla d i comune con l'a,rtiglieria di ma,rina : perciò esse 1·ientra,no pieuamente nell'ambito della nostra, t rattazione . .L'Brno richiedeva, per i suoi congeg11i, artigliel'ie di grande poten ½a e ne stndi.ò varì progetti col Gasperoni, il quale effettuò, così, dei modelli. di can noni che portava.no 250 lib bre di pa.lla. Si tentarono anche molte modifiche nell'anima dei « tra bucchi)), esp<~rimentanclo tutti i profili di cam,era ellittica : cl.el resto tale questione - come vedremo nel paragrafo tecnico - ertt allora stnclia,ta da, tutti i Paesi.. Angelo Erno n,rmò primitivamen te le proprie « batterie galleggia nti)) cli pezzi cla 40 a GO libbre cli palla, e nelle seguenti carnpague impiegò a,nchc i potenti trabucchi da 250 a, 500, gittati cfal Gasperoni.. Così la collabon1zio11e dei due tec11ici a,ssicura,va, a Vene;d.a 1111 ultimo fugace primato nelle O)ì(~ra1,i.oni cli guena, in confronto <folle altre 1rn1rine. P er dovere cli imparzialità, dobbiamo però rilevare che queste << batt<~rie galleggia,nti >> presentan o grandi analogie con quelle esperimentate <lall' i ngegnere cl ' Arçon al l'assedio cli Gibilterra, nel 1781, cioè qualche anno prima; cosiechè si rimane incerti circa, la legittimità del primato d<~ll' «invenzione)), a.ttri buito all'Emo da tutti gii storici veneti.
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1700 - 1750
Le battei-ie del cL-'..1·ç·o11 consistevm10 - è ben assodato in pontoni, o vecchi vasce.lli rasati e protetti da t ettoie e da parapetti riempiti di sabbia e di altre nrn,terie tenute umide. Enormi tavoloni d! rove1~e, anch' essi b.Lindati da coperture incombustibili, inquadravano le via.?mtole dei pe7,zi, limi ta.nel.o l'esposizione dei serventi a,l fuoco nemico. Vediamo dunque quanta analogia., per non dfre quah.~ identità., colleghi le due << invenzioni)). Le differen7,e potevano fol'se consistere nelle artiglierie i.mpiegate, nella fo,.' ma della. carena, norma,le nelle francesi e a fondo piatto nelle veuete. Quest 'ultimo pa,rticolare si spiega agevolmente : Erno agiv;:~ nelle paludi; i FraJJcesi in rn~tre aperto. Comnnqe, se la priorità. è controversa, ben 11etta e sicura è la Rnperi.ol'i tù, dell' Emo per quanto rigmn·cl a i. risultati ottenuti con l' impieg-o di () neste nmcchine. Abbiamo detto dei grandi successi ripetnti e dech:ivi che l'Emo potè vantare . Le batterie di GibilkrTa, invece, dopo aver operato in nn primo terupo con clisc1.'eta d!kncfa, Ri conclusero in disastro : un proi.ettile incendhn·io, tor:cundo iu 1um pa,rte non man tenuta umida, per negligen7,.,~ (o cc tra<limento )), dissero i l!'1·anceRi}: propagò inavvertitamente il fnoc.;o alla. Santa Barbara . Oon enor·rne fragore la batteria salt ò in al'i,1,, seguita, da un'altra, clolosa,mente in cendiata, pare, cla .8pn,gnuo1i che la servivano. Così l'assedio di <1ibilterra fallì completamente. Com.e ;i !>biamo fatto per ~rodno, così crediamo opportuno ri ca.pitobre qui rapid.irnente - anche ripetendo qua,lche notizia giù, C'ontenuta nel preceè1entc volume - hi storia élcl famoso Arsenale di Venezia, le cui origÙ1i risalgono al XII secolo. Natul'almente, in questo Rtnclio , no11 abbiamo da occuparci se non di una parte ristretta : quella riservata alle i~rtiglierie. Fino dall' epoca, del secondo ingrandimento (1325-1474) un recinto speciale, isolato da,lle altre costruzioni, era c1·e stinato alla fabbric.:i %io11e e alla, custodia delle bocche da fuoco. Ver!:lo il 147G furono ~istemaie eolà le Sale d'Armi di cui nn a la,pid.e. fregiata degli siernmi dei Bernho, Contarini e Duodo, ricorda l'esistenza. Queste Sa le~ d'Armi non v;.11rno però confuse con quelle dette << dei X)) fa, J:>Hlazzo Ducale, oggi molto int elligentemente ricostituite per opera di Ugo Nebhi.:i,. NeJl e Sale cl' Armi clell' Arsenale, dobbiamo -1100 -
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vedei-e il nucleo di quel jluseo cl.Artiglieria ch e la Repubblica e.li S . ìv!al'Co se1npre cmò e istitu l. ~olamen tc nel XVIII secolo, come vedrem o poco appresso. Anche la polvere si fabbl'ica ni in Ol'igine nel recinto dell'Arsenale e vi e1·a amma s~ata in grandi depositi. Nei pl'imi secoli delle a,rtig1i<~rie, si trova.va 1111 I nrale eoncentr,ll'e in luoghi controllati tutto quanto el'a ine1·ente alrn o della nuon1 a rma : così accad t>Ya plll'e a Gc11ova dove, nel c1101·c dell a città, il 1·ccinto del J 'a.lazzo Uncale conteneva depositi cli bocche da fuo co e fa,b· b1·iche cl i poh·ere. E il parallelo fra la ~tori,l del le d ue Repubbliche ri ndi si continua :i nche nei clisasti-i pro,·ocati d a q nesto i;istema di accentnrn1ent o : a Yenc:da i11fatti 111:l 1569, come a, GenoYa t rent'anni pi-ima, le polveri si accesero per sci ntille d'attl'ito for tu itamente pro, ocate. Le città furono sco se come da un terremoto, molti edifici distru tti o lesiona.ti e numeroi;;e vittime si ebbero a lamentare . .\ v e1wzia spec-ialmente, le p1·0porzioni del disastro f1uono g1·ayissime : tanto che le fabbriche di polvere vennern defìnitiva ,nente 1·imosse e i mpia11 tflte nelle isole della Laguna. P e1· il secolo XY e la p1·ima met.ì del seguente. abbiamo negli storici e 11ei croni sLi acc:1•11ni all'Arsenal e a·Artigli e1·ia, l'Ì· guard o ai pr eleva.menti cli pezzi coli'!, effettua,ti in occn8ione cli arm,tmenti o di guei-re. Da una (( Relazione >> di O ioYanni Pie e-oli (1:;91), tlocmnento che ci.t-.iamo com e tipo , in rapp1·esei1l:111zu di i11 fi niti altri consi · mili, 1·isultavn che i depositi dcll'A.1'8ena le contenevano rnilleottocenlo pezzi d' artiglieria con dotazione cli 5.400 ptoiettili.. QnesLo basti n di:u ·e un'idea, clell' im.pol'tanza. dclrarmamento venet o, tenendo sopratnUo con to che l 'autore della «Relazione)) lamenta il clecadimento dell'At·:::enale c1a1Fantic:o splendore! Finita l:1, guenu, cl el XVII secolo e .·nbenlrata per In. Repubblica un'èra di. inazione milit m·c, l'Arsenale cont inuava t ut favi.L sotto la direzione dei tre Provveditori. scelti dal Corpo del Senato per due anni, con Fobbli g-o di riferire minutamenLe sull e condizioni e i bisogni e cli eseguil'e le clclibemzioni. li Maggior Consiglio eleggeva a nche altri tre nobil i chiamati P atroni dell'Arsenale, ch e duravn.11 0 in carica 32 mesi e ne a,,,evano la cu stodia,, il bnon governo e la discipliflfL con l 'obbligo, di dimo -
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IL MUSEO D'A!l'l'lGLIElUA DI VfiJNEZIA
ra.rv1 rn tre a,bitazioni, conosciute, in quell'ambiente, colle biz· zarre denominazioni di Inferno, Purgatorio e Paradiso. n~10 dei Patroni, a turno di, mese, a,ssumeva la gua,rdia dell'Arsenale e per nessun motivo poteva rientrare in città.
lJ'ig. 21S · Dal Gasperoni: A.rtig'ltierie Venete, '.ravola XIII. Colubriua di bronzo fusa da Nicolò de Conti alla presenza di Enrico III di Francia. Colubrina. di bronzo, tedesca, presa dai Turchi ai 'recleschi e dai Veneti ai '.rurchi sotto Corfù.
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~el co1:so del XVIII secolo si istituì 11ell' Arsenale di Artiglieria nna, vera e propria, « Scnola superiore )), oltre quella ordinaria dei bombardieri. Si introdusse l'insegna,mento teorico, volga,riz½ato presso i capi delle maestranze: da.Jla Francia e dal l'Inghilterra si fecero venire istruttori e tecnici, si procurò anche una biblioteca, specia,le e i testi. stra,nieri furono tradotti per cura del Governo. · Così, nel 1772, si inaugurò un ma,gni:fico Museo di Artiglieria, organizzato dall'inglese Patisson. Una lapide ancora conservata ne ricorda l 'istituzion e con queste parole : Tormenta 'bellica) 7Jartini long(i aetate des11,eta; partim ad vompa,1n oonfiata) ne eonmi f ormam et elegantùim vosteri desiderarent) S. O., anno R. S . MDCCLXXII, Jao. PaUsson. Angto pnl. Pyroteohnioe Prnef. ....:..1103-
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Si Yede che, non ost·ante due deercti del XVI secolo i quali or-dinavano la rHusione di t utti gli esemplari a ntiquati, esistevano ancora delle bocche da, fuoco, cui ]a vetustà conferiva un valore storico e archeologico. ,Sotto la denominazione cli artiglierie « fuse per lusso )) si fac:eva senza, dubbio a.nusione a cert i pezzi del XVI e XVII secolo, gittati in occasione cli visite di Sovrani e alla loro presem'..a . Co~ì Enrico III di J?rancia a ssisteva alla fusione di un « capol.1ù)l'O )) cli uno degli Alberghetti e di Nicolò Conti, nel 1574. Risulta che questo Mnseo d'Artiglieria, eontava alla vigilia, della caclntti della, Repubblica 130 pezzi: che era no stati studiati dal Gasperoni, e illustrati i.n tavole nella s1m opera classica,. Il On.speroni tentò anche di salvare le collezioni del Museo dalla dispersione avvenuta, nel 1797. Aveva disegnato di cli.sobbeclire a.gli ordini di consegna, e si proponeva cli a,ffondare in laguna e nei ca.~rn-li tntti i pezzi, per ricuperarli a tempo propizio; ma 110n riusci nell'intento. Alcuni degli esempbri hanno traversato, non sappiamo come, la vicenda della dispersione e le successive, e fanno parte del nuovo Museo; ma, i pezzi c:he oggi forma,no il nucleo principale del Museo noit furono restituiti all'ambiente se non nella secon da metà del secolo scorso. E sono i cannoni di Farna,gosta e cli Candia, dei quali ci siamo ripetutamente occupa.ti nel primo volume. L'attività, del Gf-Lsperoni, nella sua ultima fase, coincide con la cadnta della Repubblica . Egli aven1, :nuto, all'Arsenale , l 'inc:,u-ico della direzione del Museo cl' Artigliel'ia istituito dal Patisson. ,Siccome ta,le famosa raccolta, è nna delle prime tentate ili Europa con criteri razionali e rimane i.n quakhe modo il germe, il primo nocciolo costitutivo dell'attuale Museo Navale, cl'ecli.a.mo opportuno tra,ttare con qualche ampiezza l'argomento. La, :i;:,epubblica Venèta avea, ripetutamente trasfoema,to il proprio matcria,le d'artiglieria,, nuche prima della riforma radi cale del 1716-19. Esiste memoria che nel 1524, poì verso la fine dello stesso secolo, due clecl'eti. dei Provveditori a,vevano tassat iva.mente det.errnina,ta una cernita delle bocche da fnoeo che costituivano la, dotazione dell'Arsenale. Gli esemplari a,ntiquati
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L8 'l'A VOL8 DEL GA$PJ,;RO.K1
o tecnicamente imperfetti dovevano esse1·e rifusi; il materiale risultante, riservato a nuove èostruzioni. · r' 1~ noto cl'a,l tra parte come i modelli, i «progetti>> eseguiti dagli inventori bombardieri, fossero tenuti segreti e allogati a, parte. :G evidente che non tutti gli esemphi,ri antiquati furori.o distrutti e che fin d'allora incominciò a costituirsi una speéie di patrimonio di cimeli interessa,nti dal punto di vistai tecnico e a.rtistico che, due secoli più tardi,, per le cure del Patisson, dove. va,110 C()Stituire il fondo del -i'1nseo. Il Oasperoni, succécluto al Pa.tisson, aveva in animo di scrivere la storia clell' Artiglieria Veneta : egli avvertiva J>erò ' che, · :fin dai suoi tempi (ultimo quarto del XVIII secolo), la docnrhentazione era incerta e, per alcuni periodi, totalmen te mancante. Una « Ser'ie » dei Registri della Cancelleria cli Sta,to compren'deva tutta la materia riguardante, .d alle orjgi.ni, Fo1·ganfazazioll'e · · e l'evoluzione dell'armamento; ma queste ca,rtc, secondo le note del Gasperoni, er..1,110 andate clistru tt(~ da un incendio. Per chi ha qualche pratica del materiale d'Archivio conservato a Venezia,, il valore di quelle Carte della, Caneclleria appare determiiiato dal confronto che f:Lltre « serfr~ )) ancora esistenti permettono di stabilire. A Venezia le :Magistrature e gli' Uffici avevano, nelle J)ropri.e documentazioni, un ordine ed una precisi.one che altrove ·' · 11 non si trovano ·uemmeno n,pprossimativarnente. D'a1tronde qti.e1 : ' poco eh<~ sull'Artiglieria Veneta si è raduna.to, in queste nostì,d . , , 1 note riassuntive, derfoa, dalle fonti inèlirette che -il ·Glisperoiiì' i ; 11 110n votè o n on volle consirltcwe, gi11,dicandoZ-C rnanca,n ti. : t::ùi.to basti a, dare un'idea del vailore storico e a,rcheologico cbe oggi avrebbero le fonti primitive, effettivamente ed irrimedia,bilmente perdute. Comunque, dalle note del Gasperoni e cla ·altri documenti; risultano diverse notizie sul ma teria1e custodito nèlle Còlle.zi.oni dell'Arsenale, Per le origini esisteva.no · esemplari cli ·bomhitrcl'e e bomba,J'del1e di diverse forme: fra le altre, le bomb,ti·de « a gomito », cio1~ con la oarnera, insel'ita' ad angoloTètto, e non in proluilgàincnto. della trn11i1Ja :· motivo tecnico, questo, (~hc ritorna nellr :figure <lel Codice Valhi.ritns e in altre fonti. Vi erano anche bocche cla fuo co com bi nate con . maforiale ·;' ' · 71
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eterogeneo : corda, cuoio, etc. ; ma, sempre per mancanza di fonti precise, è incerto se questi esemplari fossero veramente delle. origini, improvvisati con materiale di fortuna, opp.u re volutamente studiati per la creazione dell' << artiglieria, leggera)> nel secolo XVII, che in Venezia, veniva sostenuta dagli studi del celebre P adre Coronelli. Sul Coronelli, come ingegnere militare, il giudizio dei Veneti non sembra molto favorevole, nel senso che le sue «invenzioni>>, alla prova prntiea, non reggevano: massime questa delle artiglierie leggere. Att,u~lmente una, bocca da fuoco a materiale eterogeneo, conservata a Venezi,1, è attri buita agli esperimenti del Ooronelli e noi, nel caso specifico, condividiamo l'attribuzione che ne fa l' Angelucci. Non rimane però dubbio che anche in antico siano esistiti ca,1111opi << cli corda>>, di legno etc. A Genova, nel castello di Lerma, abbiamo potuto constatare l'esistenza documentariamente accertata, nel 1392, di una « bmnlralcla Ugni )) . Il Gasperoni, rinurnd.ando all'idea di una storia «organica)) dell' Artiglie1•fa Veneta, volle traman0a,r e la memoria, grafica. dej più importanti cimeli della << Collezione Patii:,son n ; c~gli fec~ disegnare e incidere 1H tavole di. :figure, edite a Roma nel il.779 - opera d'importanza,, oggi., capital<~ - cli cui ci siamo· valsi per l'illustrazion(~ di. qHesto st udio : alcune tavole sono state da noi utilizzate nel prlrno volume; altre vengono riprodotte qui. Come a,bbia,mo detto, tutte o quasi'le Colltizioni oi.'clinate dal P atisson e illustrate dal Gasperoni andarono disperse nel ·1797; e al disegno di i,;alvade con mezzi extra-legali, diseg;no a,pertamente espresso, il Ga,s peroni dovette la, destituzione cfall'im piego e la fine della/ sua, ca,r riera,. Ecco ora nn I m1entario del 1733, che ci dà un quadro completò delle artiglierie venete nel periodo storico in cui la dècaclenza politico -militare era già jncominciata, ma non a,veva, iu1cora, potuto. produrre· i suoi peggior-i effetti: 1733, 23 Ge1inaro M . V. V erona -
Nota, clell'krt'i_qlieria ohe es1>0sta sopra le 1l!l111ra 1 montata con loro LeUi, ·e parte sovra Oavalett,i, neWinfrasoritte P iazze) come d'isposto e lo·ru d·iffetti . s ·a,ttro1ia
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Colowbrinn cli bronzo Sagro (li bronzo Fakon cli bronzo
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Portri
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Saltamartini cli bronzo
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1700 · 1750 Alla G11aràìa, cli S. E. Proverlitor Estraor{l,i11a·l'io .
Falconetti cli bronzo Porta S . Zorzi. Saltam11rtini rli bronzo
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Brcssaglio.
i!'alconetto di bronzo CREMA Baloar!LO
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l'ort<i L'Om/iria,na.
S altamartini d i bron7.o
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l!'alconi cli bronzo
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B11locirdo U. Jllorosin'·i .
Colombrine di br onzo Colombrine di bronzo Sagro di bronzo As[)iclo cli bronzo
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1"ig. 221 - Dnll"11rtiplicria Veneta del Gnsperoni. Ta\"Ola II. .A ~. ' l' t·c• c•auuoni itH• a111p aHnti. o :-.l auo i n tamc r ntì, (• hc• at·c.·ostunun ·noo n l prin c·ipi () d e l X.T" 5-<"c·olo. -
B) . D uo c n1uto11i, uno di libb r e .J.G d i f) nll a.
a 11 t i<·it •lf· n o 1Hi ua1.ion o Y t\ lH·la ~ o 1'a lt1·u dt lihb r B 12, <'Ol l'animn. d i l> 1·0 11z.o , a y,roltl cl i t rip licat i c·<·rc·hio ui ll i f o r t·o I.Httt.nto, (•o:.;tr·ni U n e) v ·o u (1 to A1•-
:-:o n a lo eoll ' oµ-~o tlo di l'icl 11 1·1·B ta li pl'r.r. l 111e uo pc~ardl tl ei fu~t i f t piia l'e~ i~Lù ttli n el lo O:-òù<'llZl.On (•, a bl>:t nù o n n.t i JH;: 1· m n ln t·l u :-.c: i t a ncll 'osoc• 11½i un c nel on ta d ù ll"i t1C'om pa1·nb il ù mag·µ:io1•(l •lisp c ll(l io <· ho ap porh\Yano. (') Due mol'lai n bomù a di r~rro. 1~1111 0 cli 18 onco d i caliùr o, <·omuuo1uo11 to detto ,la IOOU. e l'nltm di 12 <>ioò .i OO. fotti fo11d1'1(' nl'llo ro nclel"io d ' l 11ghilt,•1T:1 ùn Si~is111011do Alber;rll <• tti 1·011110 1684. D )· Ti·<: olrn~lerl <li 1 rcrro eou c•amf• ra sfe1·i<·n eia 1 a 3 hoc·(·he. - E ). r1·ubt1C'<"O di f~ rro ,li onC'o 10 <' nu•zzo ti. I c·nllbro. os..-.:ia dn UOO, c•ou enmc ra couic·n ri11ro1·zatn e c·ol prop1·io letto di ft'r1·0 ru:-:o. - PJ. Ca11110110 di r.. rro da Jiblu·(\ 12 di ))alla. ru"'o nel Y e u olo Arsenale portlcC"reto doll'EC"<.·eJ.mo Seunto l'an• no lil!l. - Ci). Ca n norw t.111 ._,am,,o. au irnnto •~ POpedo di c·uo io, eon 111u:-;C'olo. C'C·l'{·hio e c·hin\'i(·c·hl c di otto111•. itn·entato dnl ~. CoroJ, c llt, Cosmo· grafo clc.:l lu Se1·e n j:o.1"> im 11 H c p n l>biC'n 1 n l11Jn ndo1rntn 1wl l l'OJlpo s uo Hl'tlri.e i o .
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1700 · 1750 Cortina al
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-1116 -
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C:1 mw n cli brornw Cannoni di bronzo
co,r po <1:i Gitard ia l'orln li i F(w o11a,.
F:1kouetti cli bronzo
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Canmmi di l>ronzo Cannoni di bronzo
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In G·uwrd'i-a !li S. E . Estraordinario. Saltamartini d\ bronzo >)
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INVENTARI VENEZIANI
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S:wro di bxouzo
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Cannon di ferro
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Falconetti di bronzo
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Canponi cH.brouzo Crumon cli bronzo Sacri di bronzo
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Colombrine di brOllzo Cannou di bronzo Falconi di bronzo Falconi di bro nzo
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Colombrine di bronzo C':rnnon di bronzo
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r:-mn Guarii'ia in Pi azzn. /-..,
Aspidi di bronzo S:iHmnnrtini d i bronzo P etri ere d i bronzo
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2
1700 - 1750 TJersaglio fle Bo·r nbisti,
·,1'1·abu1.:1.:hi d i bronzo · Tralmtchi di bronzo TrnbtH:chi lli bronzo .1\.!oi:ta r cli bron7.o
da 500 )) 100 )) 50 )) 300
n. )) )) ))
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l'OHTO DI LEGNAGO Alla. Cfl1lenc1.
'Cannon tii ferro :Sa cri cli bronzo
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14 )) 1 12 )) 1
/' iaz :m /Jas.1<1, cillri Porta..
Cannoni cl i bl'on110 Aspi(li <li l>ronzn
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ColumbriuE' di bronzo Caununi cli bronzo 'Cannoni di ferro Sacro 1H bronzo .i\fortar cli bronzo Corl'inci
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C annon <li ferro 'Sa.c·ri di bron110 ll'a leoni di bronzo
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Fig. 223 • Vigneltn clell' il rfi !ll-ierfo.
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Nota clel/... 1rtiqlieria, L etti, Rock, )!assi, r· r,r.r;nami, cr1pa ci -<l i ser v ,:re 1Je1· la Rimo11l(I,, con 7n se7H1,razio11e <lelFh11.1,t ile) essi-~t<311tr: nell'illfrr1sc1·itt;i ])epos il.i ilelfo .<;r:.r;11 e11 f i /Jia .~:.?:e : VF.ItO:--A Df:l'OSl'J'O I X c,,,.;'J'EL
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U<'11osilo Porla del l'olio.
C annon i cli hronzo C:i uuoni cli ferro Colu mbrin a di br onz11 Columbrin e cli bronzo Morlar cli !<'erro ì\To rh1ri cli Ùl'OllZO Trnbnc·clli di bronzo
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INVENTARI VENEZIANI
BRE SCIA In r:nstello l'ez<L JJost o S . Piet.ro .
da 50 n. (,'annoni cli bronzo )) 20 )) Cannoni cli bronzo )) 12 )) Sacri cli bronzo )) 12 )} Aspidi di bronzo )) H )) ras:savolauti. cli bronzo )} 6 )) l!'alcon i di bronzo )} 500 )} 'l'm bucch i { li br onzo Tezci sotto cil Ocwall/ier S . StctJano . )) 50 )} ·Cannoni di bronzo )} )) 12 Sacri cli bronzo )) 500 )) 'l'rabucchi cli bronzo )) 300 » .ìlfortar di br onzo '.l'e.<'a,
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:cannoni cli bronzo Colornbrine di bron7,0 ·Colombrine di bronzo Sacri cli b1·on7,0 I'assn.vohrnte di br onzo Falconi cli bronzo 'T ra bucchi cli bronzo Mortnri cli bronzo Tezn a,l fì<mco del Governcitor. Cannoni cli bronzo ·Columbrine di bronzo Sacd d i bronzo 111 (J'ittcì nellci JJ'on1LM'ia. ·sallanrnrtini di bronzo ·Cannoncini <li J'erro . 'Petrierù di br onzo
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1700 · 1750
Gli Invent:1ri s m'i11orl._Lti, che si conservauo all'Archi vio cli Stato di Venezia (P1·ovv. alle l'i'ortezze . buista ..18 · f" G) sono per• s«> stessi intel'essanti ed eloquenti. Iu questi clocumeut i è da notal'e la des ignazione d ei cliverst << Betsagli » tegolal'mente i. ·tituiti e attrezzati con dotazione spe ciale di bocclw cla fno co nelle pl'iHcipali piazze forti: Ve1·ona . .A:,.;ol.o, Ponte \ 'i.co, Ct<'m n,. B<>tgnmo , Bl'esci,1;, Pe:,.;chie1·a. (~nesta specificazio11e va messa, in relazione ccl a, complt" · mento di (] uan to si è detto s n Ile Scuol e d ei Bombardieri. P er Venezia il Bersaglio era iHstaJlato, in un pri mo tempo. al Lido, poi lungo le mura di 8 . .Alvif..P.
9.
L'Arti g lieria E stense - Un interessante documento del 1738 Le condizioni dell'Artig lieria in una lette ra ai Duca F rancesco lii • Inventari - 11 riordinamento dopo la pace di Aquisg rana - L'Ac~ cademia di architettura mi!itare - Il Regg ime nto d'Artiglie ria - L' Istruzione g iornaliera della compag n ia - Ordina men to de lle forze militari esten s i alla fin e del secolo XVIIl - Il Corpo degli a rti g lieri.
Nei. primi decenni di qnesto secolo non riscont1-iarno i1111orn · zioni neli'onlinarnento de lPAl'ligli1~l'i;1 del DtH:ato Estense, ri spetto agli ultimi anni del secolo XVH. Per quanto tiflctte il rnate.L'ia,le, nessuna val'iaut·e 11otevole è cln, 1:egi stra1·:,.;i. si.a per la qna li tà. sia per la qua,ntit..ì, ;·per quanto ha tratt·o nl personale, t~ cfo n otarsi a11cora una f.:cnsibile de!idcnz.1 nel numero. Ciò è don1t0, al fatto che pochi:;,simi era.no i ho111baJ'(liel'i pa.gati, mentre i vo lontari, poco attr atti dai mod esti priYilegi loro ;1 ccorclHti, ~cm·. seggiavano. Da m1 documento clel 4 gc•nnaio l'iBS <lcll' Archivio :'.\'[i lita.re. (Se.cp·ete1·ia cli (:h wrr11 ) bustci JO) risulta elle i bombardieri. in t11 tto lo Staito, er aHo 424, dei q ua.li soltan10 dieci venivano pn gati ! Evidentemen te il Gove1·110 di S . A. R. a,veva sviluppa tissi mo il senRo dell'economia. Il documento citato è assiri. in ter essante, poichè è la copio, di una lettera diret ta a S. A . R. il Duca Francesco n r probabil, -1128 -
ARTIGLIERIA J;;S'l'E~SE
mente da,l Gene1·ale dell'Artiglieria di quel tempo, il qrnLle fa. presenti al Duca le non liete conclir,1oui delJ'ArtigU.eria, stessa, per clcddel'lo a prendere provvedimenti adeguati. Dopo una. premessa., che espone come fossero ordinate e sei:vi te le ,l rt.iglierie In Francia, la lettera prosegue : « Umilio qui. sotto all'A. V. Sen•11is.rna il nulllt~ro cli qu :rnti bomb:.trclieri..
anech"' in ca daun luogo degli Stali fel icissimi « clell' A. V., :1ffincl\è sovrn tutte c1ueste notizie E ll a possa coll'alto Suo inten· « cliillento rcgo.larn eia ora in a Y::tnti questo Suo tanto essenziale ser vigg.io. Sono <lunque in .\foden:l Bombardieri i;:tipencliati in Cittadella . n . 4 Uombanlicri \·olontari nclbt Comp.a cli Modena. dc' quali ;;;i cli Campagna n. ss. Ha presentelllenle Questa Co1Upagni:1 u n Altiern, un Aiutante, un Foriere, sei Capornli e t re pron1eclitori cli Jegn:1rni. In Reggi9 Bombardieri YOlontari, compresi 20 di ca1Up:t.1pi:1 . n . 84 Ha vresentern en te questa Compagnia. il Capitano, u n Foriere, un Canceg.l'e, clue Sergent i, ci.nque Caporali, un P :.1.ggio de i Capitan o e tre l'roYveditori di legname. Ha un Moniz.ro maggiore e nn sotlo Monizion iero pagati. Jl. 30 Sono nella )\:Ciranclola llomb:Jrclieri v<>lontari Dn e C:1 r,on1li, e un Moo.izionier o dm è pagato. In Correggio sono l3ombar,l.i volontari, coU1presi ~~ cli campagna. n. 14· Ha presentemente il Capitnno, il 'J:enente, l'Alfiere, il I!'orierc, nn Armaruolo. nn Cancc~g .re, e quattro Caporali. I-fa iI1oltrc ci.nqne snl.Hllterni nominati Genl'ilomin i ciel Cannon e, e) un ~:Coni7..ro ch e· è pagato. Tn Correggio sono Bornb:1r<1 .i Yoloutari. compresi 1:1 cli campagna . 11. l4 Hn presen temente un Capitano. 'che è pure Monizioniero pagato. 20, Il. In Rubb iera vi sono Ron1banlieri volontari Con 1111 Cripor a le e un i\:Coniz.ro qua le era prigato. 11. 2 Nel B r egantino di Bre;:cello vi sono Bomba rdieri pagati 2· n. In Sestola vi sono Ilomba.rcl .ri pagati n. 26 Ilombardieri volonta r i Ha due Armaroli, e un M:oniz.ro il quale è pagat o. 2· n. In Montalfo11so Ilo mbardieri pagati n. iT Bomb:udi~~ri volontari H:1 inoltre il Capitano che è pure Moni7.ioniei·o pagato, l'Alfiere, il Canceg.r e, quattro Caporali e il P aggio del Capitano. Ha clue Gentilomini del Cannone, cinque .Aiutanti Monizionieri, sette Aiutanti Armaroli, e qu attro provvedi tori cli leguame. cc e Loto IJ.lficial.i si trnrnno
-1129-
1700 - 1750
Nelle Vet·u <:<:0le 1·i i;o no .I3omlmrclier i 1·olouta r l On Cnporale, un Cauceg.re, nu 1'ro1·vedil.c cli legname, e un )IoÌiizioniero stipendialo Sono in tutlo Boml.Hu·ct.ri Dei quali 10 sono pagati E C:worali Yolon(ari Sono in (·n l to
n.
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« -lYenclo l'A. Y. Serenis.rna in tutte le Piazze dei suoi felicis.mi Stati trenta Cannoni grossi da batterin, a senire <:atlauno clei qua li 11011 vi Yuol meno ·di otto nomini, altri tt·entnnoYe n1c;,;zimi pu rimcnti da Hatterin, ai qu ali. occorrono sei u om i.ni per cacl:nm o, e dnquantal t'C cannoni chi Uampag na e difesa, per ognuno dei quali fnnno cli nw,.;tiere nhueno quattro uomini, t·icbie<lercbbe il sen iggio della cli lei artigli!!ri:1, anche n on com-pref:i I mortari, nomini GSG. « È più c: be certo che sarù pt•r c;,sere cllrl' lcillssimo c·hci tutt i i premcntovati eannoni dcbb:1110 sen· it·e n el nwd.mo teruvo, ma è altrettanto vero che n ep1mre i Bombardieri, e loro aiulnnti pos!IQno operare continuatamente, ma solo ogni tcr1.o giorno, nè possono tener s i sguerni ti <li questa gente i luOA'hi ·che h nnno art i~lieri a, 0J L1·c il morir ne, e caclcrn c amm nla t i. laon de non sembra che il numero rileYato di sopr a possa cs,;crc ecceden te. Questo numero dunqu e cli persone, o quello che più piacerì1 a V. A . Ser.ma potrebbe ammetter e clnc cl assi. Una tli Uornb:wcl.ieri pagali, l' im piego <le i quali fo:sse il · sccTire nelle Fortez1/.C seconclo il loro clover e. Cons iste qnc;;to principa lmente n'el caricare con 111·estezza il cannone . nel tirrnre a segno, nel sapere montarli e !';lllOnJ·a.rli. tnnto nelle bl1lterie, quanto nel condurli. Nel far e, e nel ·conserrn r e fall e le Lronierc, e nulresegui r altr esl con abil ità g li orclini clc' propri Uffic ia li . nel cou!:'trn ir e le batte1·ie; consiste pure n el saper e usare il mor t aro per tirar le bombe, e le Jlietr e, adoper are i petarcli, far e i fuochi di artificio loro occorrenti, e molte nit r e cose i:;lmili. secondo la scuola cllC' s i fa. ·a' Bombardi eri. « L'altrn classe sar ebbe que ll a <li u n co rpo come <ii solcl:itl aggr egati ecl incorporati :rncl.J·essi nll'artiglierln. i quali scn·issero per aiutare a muo,·ere il cannone, e ogni :iltrn moni r.ione. In qu esto corpo sar ebbe nece;;;snri o ag-gt·e·gnrc (}uniche Compn~nla cli Artefi ci, e 11ri11cipalmen1e Marangoni e F errnri, ·per a1·cr semp re pr onto con un t:ile mezzo chi pos1<:1 riparare quelle vetture 11et· le quali non rare 1·olte. in srgnito di pochissimn cosa _ r esta con infinito ·1la nno ozioso un c.umone . 11 ri mnnc,i.te poi clegli altri solda ti occorrer ebbe di per sone robllste ed obbcrlientL e ln pralìr n fo cono~cer e che riescono In clò molto meg-lio I contaflini che non 'fnnno qu elli cli citth. gente per lo più debole, inobC'cliente. soggetto a vi no. e plil appreu,.;iYa per lo peri colo. Questo Corpo ·di i:-oldati, che potrebhe· chi:im nr~i cannonieri, si potr ebbe aver volontario, ·<·onccdendo .Loro nlcn n i privileggi , o nel essi co nferm a re <Juelli che sono stampati
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( Artiglieria estense n1ode nese ).
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poqo (Sottu.ff1t1a lc- do t c orp o 4 · Ar r,.9)1e.r •~J·1 " a 5 501,iz.Ji s e r v e>< Ci ,i~/ J-r-1 7710 servre 11!c ~I 9141ttlo - Jt t:e~zo<lspi:.h .a v.a.,tì ab..-~(cra . fuoluz1one:(coY1J&.1-1cloXJ; Attenl't'; SI ~,a.re.ur.,: Ul (1v.11t' Xli , l'l.2.rc.ttZ _I (JL V\. S ~11~al%tt 'la cod;1.. dell:t. cau:l. lZffusto) meài,...to fa.(<; coc/e)ta_:,p por-ta11do);?.. s41la. ~p.il(:a d esrra. rne >1 rre I \1 . . 2 e 4 a w r.1110 ~L rno v';'I-MC YlfO = l rn :il. '1DYl'"~ Y41 1411.:1. st·a119hdb. t,o,t p. t\ll:t. vrier?i: d d ll. cas, ~ 111eqé~ i!"~- / I . ·r· 7 5 .. 0:2l l.1L>ro ( ll C(/17n0J'1/(',Y /'r4Liu,., ad 9C'1. • . e~ or,-St'rern, I i g ~ . Fig. 224.
1700 - 1750 nell' i11glnn lo <·11tlitolo, e dei qu ali cvn :;oUJma tlitlic ulL,ì. si so11.i i11 ' tiassatu 11 11dali tl'IICll(IO In [)O>'SCSSO . « .\ q ues1·o Corpo tli solrl nt i oc·c·01Te r cbhc ro i lor o \; J'i:icial i ,rnc hi.: e:s:;i Yoloutar i, mn COlllCC'ltè qut•><ti 11ou ha nno da 'fa r e pc' r loro 11rinc ipa le in~Lituto il sc1·,·ig.o dcll'lllfante1·ia. ma quello clelL\rtiglieri,1, ùom·c bbero questi inte ndere il cli lei se n·iggio. lJtrnn lo a sol(l:ni, ne ll a Scuo la cla fnn;i a ll v1llb11nl ìe i:i. c-s::;i d <•hbn no 1H·cess,u·i11me nte inter n, nire, giacchè debbono a iu tare a · muvvere Il cannone. cd i11so111mn fare tutle le loro funzioni n;;;;iellll' coi Bombardieri me<lcsl111l. l'Nt'll i; d unque i soldati posso no essei·<' is tt ut t ì a clo1·01:e, è bt• n necP><s:trio <'hc i loro 11 ilk iali s,q ,piauo anch'essi dò Che dcc far sì. e non solo ciò : ma c-omed1è qnc,;ti uffitl:lli po1 r<>bbeto poi pass,we sPcon{!o Il' abilit ì1 tla essi a c() uis t:i1·t:, e i;ecouùo le vat:an½e cl.lo and assel'o ~ucceùe nclo, a essere ufficiali pag-al i cle· Bombanli<' t'i. co>'i pot rl'bbet o istruit>'i ncll':1llrn sol'la di i't'Uola c-he t' ne<:essarl:1 ncll'.\ rti)dieria. e che ù tJtll'lla 1wu già d i tcll(Jtore puram011(·t: ins1l.·111·1·i. ccl tis p1·e.: ìtati· i Bowbat·tlieri, mn cli J'o nnarc p;li \Jft'iC'l :1li C' lte flcvono con1a ncl,u li. e ne quali troppo più che in n n sen1J)liCl' Hornbarclll•re si richiede dì abililit e di intendimento. ,e <Ju esta :<cuoia i.;! i'a pu re iu 1'' ra11cia . e la ch inma uo qu e lla (ll, ca clt•H i. n tlisrlnz iouc cli ()uPlln tlll' i,i ca ai 13ombarc1iei·i. e e-be chiamano semvlicem cnte l'esercir.io. 8on ù i rnclPtti pc1·sone c h· ill, P. cli s 11irito che ,·ogliono con lo s tucliv l'arsi nl l i ad u n J-<' l'Yi gg-io che con la pratica i<ol a non può JJl':1i ic-:1111 t•11 tl:' impnrntsi. << Qnnlch<• cosa cli ,rnnlniro a q uest i cadelli ;;ouo I nen l ilo m i11i dl'l C,11111une tl cscrìt I ì ne ll e· C'ompag ni e rli C,11·pi <' cli ?do utn l'foul<o. E' iu qtrn ndo il ~e t e ni >'.n1c1r,uca P1·:1nc<'><CO Primo AYO glorioslssiuv> dell'A. Y. Scr.111:1 gu<'LTeggiò 11l'llu St ato di :c\1ilnno, int r od usse piJ:d iandont: l n 11orma d,11 ser vii:rg- io fr:rn ce,;:c, nella >'< Ha nrUglie ri n . qn cstT cosi uOtllinati Genti'l om ini IIC•l Cnnn on(•, che sen ·iYn nu <·ome eacletti. e non ilCr anclw Cft'idali delr Artiglieria. « l o ho :;1 im:.1to lw ne au<l arne tenend o viYo il costume pe r te ntar p an'. se pe n;one <li cl istiuzio ne rnl osser o, abbauèlo na to l'ozio, a bili tarsi In q ua lc he, lltodo :1 ,spni1·c nell'.\rmi l'.\ . V. Ser.ma. Quei cli Carpi sono .1ttualw: nit' Genti luom i ni Ili qu e l l'nbbli <:o, e qu elli <lì Montalfonso sono (le' più civili cli Castel nuovo.
<< ~pem elle le not izi e ·u m iglia tc all' Altc·1.za Vost rn Screnis. u1:1 in qm·:- tn mia sicno an<·he abbon<lnnti 11ercllè Ella coll'alto Suo intenùiU1PJ1to ,:i d<'!!lli regol:11·e . e 1Jl'e.c;c-ri1,ermi il modo n el qu al e vuole. che l' Ar t igli.erin sua vr n~a nclopern ra . ed muigli a ndole il mio rispettosls.roo osseq uio resto « Di Vostra Altezza Seren is.mn Di ca;;n ,J ge nnai o 1738 ».
Lèt eopin clc,lln l<> tte1·11 conRel'vata nell 'Archivi o n on ò fìrm a.l"a.. ,•osir(:li è non pnò Rtabilirsi co)1 certezza, chi b scr isse; non è però .1 zzal'<lnto. nnzi d i:;embra logico presumere che sfa da attl'ibni1'sL -1132 -
PHOGE'Fl'O DI IUORDINAi\:trn1'TO
come abbitLmo eletto, al Generale clell'A1·tiglieria in e;1,1·i<.:a in qndl'a,nno, Marchese Rangoni. Comunque, il document o è interessan te per le deduzioni che .se 11c possono trane. Anzitutto è cla. notarsi una inesattez1,a circa i Gelltilnom,ini del Gan11one) poiehè essi esistevano fin da,1 tempo di Ercole Il, nel. J557, come abbia,mo detto nel paragrafo sulle · artiglierie estensi del sec. XVI (1). In secondo luogo possiamo rilev:ne che h'\ artigli.erie estensi in CJUell'a nno J 73S sommavano
E'ig. 225 - Mortaio su affusto a quattro ruote, del principio clel secolo XVIII (moélello in bro117,o). (Dalle ni.ccolt:e mal'sUiane, conservate nel Museo Civico cli 'Bologna).
l
a 122 <.:annoni fra grossi, mezzani, da campagrn1 e cl.a difesa, mentre al pl'incipio del secolo XVII crnno 144 : cioè, anzichè aument o, vi era, stato regresso, almeno per qrnmto concerne il numero. Se a ciò si a,ggiunge la defieienza del personale, si può pl:nsare d1e, come orga,nismo b('\llico, qucst' Artiglieria, non pol'eva, avere che modesta irnpogt;'\,nza, e ta.le,. J)Ì'obabilmen,te, era anche il pensiero di S. A. S.ma. La lettera, citata può considcra,rsi perciò come lo spunto per 1m progeU'ò "tli riorcl.inarnento, i iitesd ad aumenh.Lre l'efficienza, (1ell' Artigiieilia. Che il Duca/ pe11sasse a tali mi'gli.orie lo si' può dednrre anche da.l fatto che, nel 1734, em, stato in Modena nn ce1·to signore · La, Binon « Commessa.rio Provincia,le ·dell' Arti-
----
·1 ' .
' (1) Vedi 10 ' vol\ime prtg: 566.'
1;1 ,
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1700 · 1750
glieria di I<'rnncia )), evidentemenre chiam ato dal goveruo duca.le, come consigliere e come espe1·to. BiRogn,.L tener pre~enw dH:, . .i.ppunto due anni prim,1, in Francia, il VaUière a,veva eftettuMa la sua famosa riforma 1 radicale in fatto di calibri che erano stati ridotti a cinque, da, 24, da lG, da. 12, cla 8 e chL 4 libbre; mentre 11ell' Artiglie1·i.a estense~ i calibri continuavano ad essere moltissimi, e non si poteva nou Ben tire la, necessità di ria urne il nume1·0. B del 5 a,gosto 1734 un Inven tario generale delle artiglierie che era.no in ?lfod ena, e delle munizioni da guerra, esistenti. nei « Maga,ze1ii e :-:;ovra il rampar'o della città, e citta della,)). Detto Inventario fu fatto in presenza dc.I sunnomi11ato Luigi La Binon, nonchè cli Domenico Gonadi, Commissario (~enen1,Je dell' Artiglier·ia di S. A. S. e di J."ran cesco 1\faina,rdi, :\Ionizioniere dell'Artiglieria di S. A. Da questo inventario risulta che vi erano in Modena: Peni <l i <':mnoni dì hrouw : :;r, e cioè : l d:1 Lib. 64 S da Lib. 89 a 41 l cla Lib. 2<i G cla Lìb. 24 3 da Lib. 20 1 <fa Lib. 17 l cla Lib. 14 (ì rln Lib. n :i 10 l ,.da Llb. 8 i da Lìb. G 3 da Lib. 4 a J l da Lib. 4 11 <ln Ltb. 2 a 8 3 cla Lib. 2 i da L ib. 1 1i2 l cla 11 OilC'C' Pezzi cli Titonzo inutili : 2 (erauo cr e11:iti) J da L ib. 3 1/2 l da Lib. 3 l /2 c,rn n,rnì <li f erro larnr:1io . cla l Lib. n . 3. dei qu,il i u no .crepato . . _ :\Iortnti <li bronzo fl, cli cui 2 di 12 pollici e 2 linee di diametro, uno di 10 pollici e 2 linee.
Il Dnca. che ~i rendeva, conl·o degli inconvenienti detnm i nati da.i calibri troppo numerosi e di.versi. e che, a,ncbe JWr il fatto di. e,::sere imparentato cnn la Casa, di F rancia (la moglie -1134-
INVE.N1'AR1 DELLE BOCCHE DA FUOCO ESTENSI
I,•
er a Carlotta Aglae 1 figlia dj. Filippo d'Orléans), subiva certamente la cosidetta « influenza, francese>>, pensò dunque ad una riorga,nizzazione della sua Artiglieri.:~, che doveva effettuarsi prendendo a modello il sistema VaJlière. Ma tale J'iforma non potè aver luogo se non dieci a,nni più tardi, chè il Duca, si trovò ben presto in guerra, come comandante generale delle forze spagnuole in Italia, nella lott,'Lper la, successione austriaca. Nel periodo for tunoso dal 1742 al 17491 che è già stato illustrato nel paragrafo 4 di q nesto capitolo, egli perd<~tte i suoi Stati1 e Modena, fu occupata dai Piemontesi e chLgli Austriaci. Nel 1749, ritornato nel Ducato in seguito a.na pace di Aquisgra,na, Fr,mcesco III, amma,e strato anche dalla. dolorosa esperienz,1 testè fatta, procedè a, rinnovare la !31Ht, Artiglieria, realizzando così l'antico disegno. Nel 1749 stesso trasferì F Arsenale e Fonderia di ·cannoni da i locali in Piazza S. Agostino (ora. Palazw dei Musei) in Cittadella. « Costruir fece il regnante Sovra.no un magnifico arsenale iH Fortezza per le Artiglierie col necessario labora,torio. Fece venire dei profe~sor-i da, lon t:tno, i qua li seconclo il cli lui intendi.mento gli fusero le Artiglierie di ogni soJ'ta e quante .glienepotevano occorrere>>. Così si narra nelle « Memorie dall'anno 1738 a,l 170G pc~r servire a,l la storia delle Faubriche, Ristauri, Abellimenti, ecl Ornato cli Modena - Pa,rma >>, scritte da. Pietro F iaccadori nel 1S54. Impiantato l'Arsenale, il Duca, negli anni 17fil, 17G2 e 1753,. fece fonde1'e nuove bocche cln fuoco, per dctare Ja sua Artiglieria, di pezzi moderni e precisamente dei cinque ca.libl'.i cosi.eletti di Fra,nda, da 24,1 da 16, da 12, da 8,' da 4. Una memoria conservata, nel carteggio di rnovanni. Battista Giardini (che, prima Commissario l\Hlita.re 11er F Artiglieria, nel .1763 divenne Colon· nello Comandante del Reggimento di Artigli<~ria in :Modena,) ci clà, anche i nomi delle nuove artigliede. Me1noria. rlelle 1nto1iP. a.rtigUerfo fcitte fondere da S. A. Ser.ma 1w.r;l-i auni 775 1 . 1ì:5P. - 1753, <listinte coi loro n omi e C(tli b·r i. 1
da 24: Azzo - Nicolò - Obizzo ~ Alberto - Ugo - Guelfo - Falco - Rinaldo - L(')()nello - Ercole . Frnilcesco - C:e:,nre - Oberto - Ippolito - Almerico - Guido • Ludovico - Alfonso - Aldobr:rndino • Bonifazio · n. 20;
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1700 - 1750 da 16: Tiberio - Augusto - Giu lio Cesa r e - Caligola - l\erone - Cla udio - Galba •Ottone - Vitellio - Ves pasiauo - Tito - Traiano -· Adriano - Nerva - Domiziano l:'crtiua<:e - (.'<HlllllOcl o - ,\ nt,, nì 11< 1 S1~1·c•r , , 11. I!); da 12 : S . l:' ietro - S. Paolo - S. Geminiano - S. Giovanni - S . fae:opo - S. Filippo ,::,;. Coutardo - S. F ran c::;sc;o - n . 8; da 8 : Carpi - Minw do la - Heggio - Modena - Correggio - Can,na - Massa - u. 7; cla 4 : Ln l ' ,1ntera - l i Him,e;eronte - L'Elef,rnte - Il Pardo - I.L Leone - La Lepre -- Il Cane - Il Lu t>o - L'Unicorno - La Li nce - Il 'l'o rl, - L'Orso - L' Astorre L'A(l u ila - ll C,wallo - 11 Drngo - 11 Fulco - 11 Corvo - n . 18.
Da 1111a, << 'l'abella, delle <limeusioni dei Pez1,i dei dùque ca.lihti di F1·arn:.:i,t >> contenu ta uel cal'teggio Cl ia.rdini (ffrchivio Militci1 ·0 - 1lrliglier ia e Oewio - Bnsta, S), :si l'icav,t.no poi i se,guenti dati : Calibro del pezzo, u sia cJ.iMnetro cleli' anima ; Pezzi da 24 : pollici 5 - linee 7 - punti 7 . )) )) )) )) l,(ì : 11 » 2 4 )) ))
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Ma, Francesco III non pe1Jsò soltanto a, clofare la sua iu·(·i·glit~ria ' ('li materia,le più moclerno, bensì anche a, perfezionare 1'istrnr,ione <.l ei suoi nffida.Ji, a.pp1iennclo in g-ra,n pnr!e i criteri ·che, nel 1788, gli era,no sta,ti snggeriti nella Jetter a, smiportatn. F orse g~,i avv<~nirnenti rnilitti,1·i degU a.nni precedenti, che per ,,;<~ttè anni lo asc~vano tennJ·o fot:Mltnmente ]onta.no dai suoi Stati, ·col !'ischio di iwrclerli definitivHmente, aveva.no infinito profon-
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L' ACCADEi\fI..\ D' AHCHl'l'ETTUHA i 1 I !',!TARE
da.mente su di. lui, mutandone la, fonna m,rmtis prima un po' misoneistica. Fa,tto sta che~, nel 1757, su proposta del Colonnello Ma1·chesc Giuseppe Davia, bolognes(~, il I>uca istitui in Modena. un' AccademiH, o Conferenza, di Archi.tettura, Militare, ch e ebbe seck e fu1rnionamento propri Jìno al 177:( nel ftUale anno passò & costitnire una catteèlrfL pa1;ticolm·e dell'Università modenese. Scopo di tale Accademia, - i11 cui il Da.via stesso fu primo ilisegrnmte - era quello cli fol'mal'e la eultura 1nilitare degli ingt!gneri ed artiglicr-i e ui. tutti coloro che avesse1·0 voluto ::i,spi· rare ad impieghi militari e civili presso i1 Du ca.
Fig. 22G - i\1ortaio s u affusto ferratd, sem;a ruote, clel principio clel secolo XV lll (modello in bronzo) . (Dalle raccolte marsilinne, conservate nel Museo Ci.vico di Bologna).
..
È di questo periodo la creazione cli 1111 Reggimento di Arti· gliel'ia, a cc:.asenua,to nella. Cittadella, di Modena. L a sua forza in nomini e\ pm·ò modestissima - non arriva nemmeno a, quella di un a compagnia <.li fanteria - forE:e per dìfficoltà, cli reclntam<~nto, forse })Cl' necessità cli limitare le spese. Comunque, non siamo più ai 10 bomhnrdi<~ri. paga.ti. del 17:38. Gli artiglieri (così vengono ora denomillati) del Reggimcn to sono 64; mentre nelle gna,rnigioni. fuori. Mode.na restano i pochissimi artiglieri pagati - - che continuano a climora,re nelle fortezze stesse - e gli scarsi artiglierj volontari.. I G4 artiglieri possono continuamente esercitarsi ed istruirsi nell'esercizio del cannone: al quale esercizio sono coma,nclati an -
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che soldati di fantel'ia,, ehe vi intervengono a gruppi (bande), e vengono a costituire così degli ausiliari, utili in ca,s o cli guerra per completare il Corpo degli artiglfol'i e disimpegnare le mansioni meno difficHi. Di questo Reggimento di Artiglieria. è primo comanda,nte il Generale Marchese Davia sucitato ; nel 17G3 (26 gennaio) il corna,ndo è assunto dal Colonnello Gianbattista, Gia,rdini, che è inoltre Ispettore delle fortificazioni. J!} da,l carteggio di quest' ultimo - personaggio illustre, tlenca.to nell'albo d'oro della no biltà modenese - d1e si sono ricavate le notizie concernenti la seconda metà del secolo XVIII. Il 7 agosto 1764, la Segreteria di guerra fissa il seguente l'ia no degli 1'n.ue11n eri e clell' A.rt,igtieriu,. Ing egne ri
Capitano Beaufort a .ì.\foclcma Capitano D' Abadie n Mirandola Capitano Sainnesnn a Massa
Artigl i eria
.Maggiore Pietro Giardini Capitano De Gagis Sottotenente Fernauder Capitano Portoca1-rero Sottotenente Fabbri · Ai utante Rossi La truvvn sarà cUYlsn i n due compagnie, una comandata dal C.1pitm10 De Gagis, e l'altra dal Capitano Portocanero.
ModeM 7 Agosto 1704 :i\!Al!ùl·IF:SB FO NTA;(ELLI
Balza subito agli occhi che i tre uffieiaJi ingegne1\i sono fran - · cesi: segno indubbio cl.élla simpatia. e considerazione in cui era tenuta, la, Francia dal Duca, Francesco III, e dell'intendimento del Duca stesso di. modellare i suoi ordinamenti. rn.ilitari su quelli francesi. Il Giardini, maggiore nel Reggimento Artiglieria,, san poi a- 1138 -
lL rmGGDJl•:.:11'1'0 D'.~ll'J'JGLIElUA ESTE"<Sls
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gTande fama, diveHne Gencrnle ì\:faggiol'e e Capo del GeHio, fu nominato C< Accademico dissonante >> e, nel 1777, venne iscritto nel libro d'oro della n obiltà: il su o nome è legato a quello della grande strada, d.:1, lui ideata e costl'uita, che da l\foclena,, per il l<'rignaJI O e ] 'Abetone, scenòe in 'l'oscann,. Il c;;1pitano Ben u.fo1·t pnssò in segui to a comandare la, l " Compagni.a d1~l Reggimento di Artiglieria.; e, .tppunt.o per regolare il set'vi½io della 111.cclesima, compilò l' (< l stnizfo11 0 gio•rnnl'ie1·ci aèl ·1u10 compagnia», che l'iportiamo più avanti, pel'cliè può 1Servire •. date un'idea ùi quella d 1e era la vita ùi caserma, degli artiglieri cl i. q nel tempo, specie pe1· quanto ritlette la, disciplina. )fa la. disciplina lasci,Lva molto a desiderare nelle tnippe del ì >uca; ne fa fede l.a seguente otdinanz;;L, di cui esiste copia, nel cal'teggio Giardini, tra8m.essa a,l Genera le Da.via, quando comantlava il Reggimento di Artiglieria, dal Magistrato di Gucna : 01'di11a11za di S . A. Sc1·.-mn
« La scuudalosa facìlità , che si è lnlrodotLa nelle truppe cli S. A. S. di formare clei complotti per diserlare, aniurntu senza dubbio dalla pena indulgente porta ta clnlle ordi1rnn7,e conlro simili attentati, richiedendo un pron·edimcnto 1·i~o1.·o,;o e f:eYero, che ne produca il r!J)a ro, è veuuta S. A. S. n ella sovrana dl•tPrn1iu:1r.ioue rl'ordinarc e tli stubi lit'e come legge ferma ecl inviolabile da inseril'si nelle orcliua11zE> medesime e rla legg1:?rsi e pubblican:i, come tutte le altre. ml o~ui corpo della Sua trnppa, e particolarmente poi ad ogni r ecluta 11el mo11 1~·lll·o del ri:;;pcttivo ing resso <.l•l :isscntmnento al servizio, che d'ora t,1 a\·.1uti, chi sar i1 a capo o Comentatorc cli unioni e di complotti per clisettarc ('mJril e "l intenderà caduto 11ella pena di morte, cioè di essere passato per le armi, O\'e non ne ,;in seguilo l'e!Ietlo, e vel'ificato~J questo nella morte infame dell;1 forca; ;:;iC'rome iu<·orrer à nelln peua (ll esser e pnssato se\·ernmente pn· le bac·ehette <-111 aYentlouc (JUalche notizia, e potcnclone rend ere s<:ienti lì Su11eriori, non lo f):Hteci1>er:ì loro immediatamente».
A.ll'al"ticolo 20 élell' l stn1::·io1w del Bcaufort sono ricordate le JIPlle ~p,·<,1·e <.:ht> l' OrdiJ1a11za di R. A. S., pnre ;;tll'ar t. 20, stabi1isc·1• pet i reati cli. indisciplin.1 ccc. ì\Ja 1•t·co, i-e11z'allTo, il documento cbe solo Il. primo aspetto pnò .ipparirr foRticlioRO. mentre•. letto con attenzion e e i.ntelli· µ;enzn, .tppare a. ~ai interessantE', come si è detto, quale pittoreseo qn:1<'1.ro c.lt•ll ,1 vita militare cl cll 'epocn.
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l~TRl"ZlO~E GTOR~AL!BRA AD CK.l
CO:\IPàGl\IA
Tstntz-iono so[)r11 i dorerì dd Ba ssi Ufficiali e Com ·1111i della Artiglieria
Gomvaonia
l"
1°) Tl Caporale della Compagnia chffe essere il primo ful alz nr si dal l~t to subito ch'è giorno, e rl nre Yoce di Comando agli nrtig lieri, a ciò ognuno alzasi clal letto im meclia tnment e. J)ettinarsi E• :Cac:cians i la coda l' un o all'altr o. Quello che anìt riCEi n1to l'ordine cli far e J'or<li 11:1r io del giorno a tutta la <::a mer ata, sarà egli elle svnzzer à il qu art ier e t ut·te le ,·olle che fnrà cli bisogno 11ell a giorna t:1, pi:inc:ipianclo subito che gli art iglieri sonosi pettinati, fatta la cod a ecl ognuno Jia aggiustato il suo letto. l:'Mto questo, ciascheduno prende i.1 suo fu cile, lo visita, leva la poh ere. ci passa sovr a la pezza inoliata, lo ri· pone al rnst reglier c e 11oi Yanno a l:warsi, e clarn i punti che votesser o 1m1n· car e al vestiaHo. 2°) Vestiti e puli t i che sar::umo gli a t t ig-lier i. il Car,or nle far/1 la ,·is.ita :1 t u tti, l'uno dopo l 'a lt ro e se qua lcu no di essi anit t rnscnr ato a <1n an to sop1:r1 . g li im pedil'à il sor ti1·e dal <)1Wrtiere s ino elle nbhi:1 obbed ito intera mente. Il e,,. porale Ol'Clinerh nl Capo dell'onlinario t1i andar() in com pagnia di quello che deve cucinare per far e la spesa del giorno, an-er t<:,ndoli elle ella si faccia con tutta fedeltà, e maggior Yant aggio di tulti e mai cli capriccio, fa('Cnclo rendet e conto a spencli tol'i r,er sodllisfn;1,io11e di tu tLi. Si metter à in comu ne sette bolo· g nini per t est a,' e sempr e si comprerà della <·arne i g iorni da grasso . a r agione <li once otto per cn1l au110 ed un a buona lllinestrn. Li giorni d n m.1gro si com11re1·h legumi, llerbe, o vas te, ecc. e mì,i si farì1 polen ta nel.la marmitta a cazzerolla. 3°) Il mangim:e sar?t sempr e pronto un·or a prima del 111ezwgior110, c1oe alle undic:i di F r a ncia , E• lr1tti debl)o110 rid onarsi per nurngial'e assieme a qu ell'ora in pun to, sotto pena di . per dere la porzione clell' onlinario cli quel giorno, ed altro castigo anco1:a, se ·,per irregola1·er.za s i absentano. Dene in teso, che qu elli che fosser o impegn3ti per seniggio, snrà loro custodita con tutta cliligen;,;;'t e pr emura la porzione, anzi, se saril. qun lche artigliere in gnarllia che 11011 potrà lasciarÈ> il . s no poste, gli sarit porta t a la s ua porzione competente dal cnciniero, a mezzogiorno in punto. clovpo eh<:• nurà eglì n et t at n ìa sua marmit· t a , li piatti e spaz;1,at a la r a rnern. 4°) A tenore <lelli ordini del Reggimento, si fa il prestito aÌli Artigli~'ri (l i due in due giorni, cosi il C:1.11or11le sf.Lr il oblignto trnttenerc nelle sue ma ni il clf.t11ar(1 èlel ordinario cli un giorno pc~r l'altr o, non clorendo mai rimetter e qu el da naro a.lii a rtiglieri. ma bens ì. li clieri boìognini. cbe iwanzano a ciaschedu no clol cli più che sono obbligati a mettere per l'ordinn rio <li d ue giorni. Se a ltri· menti seguirà, e che mancas;:,) il danHo per fare l'onlinnrio il se<'OJl(]O gio rno del prestito, il Caporale sarà obbligato a farlo far e a spesa propria. 5°) I giomi clelle feste e DonrnniclH', il Caporale 11011 11enuett.erà mai alli artiglieri cli sortir e da lb 'Jit taclclla prima cli aver e udita };1 8anta messa, alla
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() u,1le sar,m no ;,empre accompa;::ua t i. o rla lui, o cla quello che f a le veci di sotto caporale. Quel.li però elle debbotl'.) anelare a ,:peu(l er e per l'ordina.rio sor tinumo a ll' apert o llelhì porta d i Cittadella. e vrocnrer:umo aYer e messa in cift/1. 11 giorno del.la Domenica t utti dc!Jliono a\·erc una camicia. bianca di bu c:i to indosso , e quello che per ti·asc:u rag-gi ne non l'n vessc, 11011 li s11rà 1>er messo di "ortire dalla Cittadella.
F ig . 227 - Ca rro pet nnmi~io ui del la fi1w cL·l secolo XVTT. n del principio del XV1II (mod ello in br on,10). (Dalle racco11·e marsilliwe , conservate nel Museo Civico di Bologna). G0 ) Xou snrù permesso a chiurHJne il pot er e sor t ite ui detta Cittacle llG, che con la s<.:ialJola o h:.,ionet.ta ecl il cen turone sopra della Cnmisciola, che sarà ,-:<·m pre ben bottona t a ila ci ma a l fomb, e le f,1lde rl el g; in:;;tacuore rivolt at e. ed ntta c;cn te C'ou anci nelli , e tntti col bastone tl :1. c.nrnonier e con la rni seia (egli ì1 ver o che c111ello del bnstone cli cannoniere si vuò obmetet c per il presente) . 7°) Li Cavorali e Art ig lieri incon tr a ndo per stracla qualche su 1:erior e -Cftizhile ciel Cor vo clell' Artiglicri:1 , tl'i q11:11t111q11e gra clo sia, debbono fermar s i e metters i in sp:1llkr:1 ;c;e ;;:0110 aceorn11:1gnati, cnva ncl osi il cappello clelln ma uo sinisll:a se ha nno il bastone ~~ de ll a d r itta se sono sen,1,1, e c:i,ì sen,1a f ar e inc:hinn, il cor po ben dri tto e l:1 testa alta , il. brnccio che snlu ta. disteso lungo il tiaueo e accornvngn,rnclo l'U tlizia le con l'occ-!Jio sen7.a voltn r e la testa ; passato elle ;;J:1 l'Gfliz inle in cl i>,tanzn di qun ttro pnssi, li a r t ig lieri fa r a nno caµpe llo in testa e prosegui r a nn o il lorn ,·iaggio. AYver tculio clw p2r stra da nessuno a r di11c;1 m:1otdate o fumrirc, e nemm<;no q11:1:1clo parhino il suoi suveriori. Li sud<letti artiglie1·i qunndo inco n trano 11fli7,inli ,.l i ri ltri Reggiment i <li S. A. S.ma debbono c,wars i il cappello vassando clritto F;}!nza inchino, col braccio disteso <'O me ,;:opr:1 sino :1ll :1 cl ist:m,1:1 cli qu a tt ro rassi , poi rimette re n cappello sen7.a
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1700 - 1750 ferwm·sì. Se [)oi. incontrer:111110 rJL1t1lche 11tlizial0 dello St:i to ì\i:igg-iore dC'll n Piazza o di Quello elci Reggimenti <li S . .A. S.ma (ar:inno quello che s i è detto per gli uf:liziall del rispettiYo c·orpo clc-lla Art ip;lierin . 8°) Quando si di ce Stalo mngg iore rlclla Pif17,zu intemlesi il gon !rn a lore, vice go,·eruato1·e e :\[nggiorì. Il Stato Maggiore dei R eggimenti di S. A. S.wa è coruposto i n d aschcdnno rli essi Reggimenti del Colonuc llo, T enente Colonnello u :\fagg iorn solamen te. Quest e tr e per sone compongo uo il St nto .\iaggior c d i u no Heggi1uento. I l SLato minore d i uno R eggimento è composto del Aiutante, del qua r tier llfa1,tro, dei Cappellano e qnn lt he volta anche t1'1111 chil'urgo maggiore, che Irn raug-o cli Ullì7.ialc. r I Sta lo infel·iore c1·un Reggime nlo è composto di un serg<'nte, che clliami1si cli brigata, del tambu r o magg-ior c . e ciel prof osso (1). !l0 ) Un busso 1itli:dale e comune vo lendo parlm·e nel uu signor e l'Clizin lll, si an·icina a r ditamen te, col cappello in mano sino <lalla distanza <li sei pa:ssi, senza fare inchino, nè gestire nel rn cconf·are le sue raggioni, nè pmtire tln ll a prima positura gu m·(lauclo l"\lttizinlc in faC'da, il cor po <' la t esta diritta, i bracci distesi lungo i fi:mchi; qua ndo non hanno bastone (<·iò che non deYe mai il bns;;o Utn7.lale) e licenziato che s in il basso TJftlzia le o ar tiglier e dall' Ufliziale, fu un mezzo g iro a dritta. m archia c111:1ttr o passi, riul<'tte il s uo cappello in t esta, seguitando la sua str ada. Se li !:'111ldetti saranno in ca;;a cli un Uffi7.iale, ;;i faranno anrnrnziare clni suol servitori o da chi serve, e qunncto an-1m no a ntto il perruesso lii passare, entreranno 1w l modo suddetto. senza inchini col cnppcllo in ma no. 10°) Qualunque cosa rli serviggio possa comandare il ba,;so Ufli½ial e ad nn artiglier e, quest' ul t imo dm·e obbedire al primo sc•nza r eplica, ue alter~l7.ioue sotto le pene por tate da u·or cli nanza cli S . A. il P ad rone. Re 11oi l'a rtigliere xaril stato comanclnto i11g ins1·ame nLe, potrit egli ·e arue nna ris i><'ttosn rapprescutnzione :LI Signo r 'l'enentc. o sol to T enente d i settima na . uw mai in 1ir<>semrn del basso Cflì:1.i alc cli chi s i lnrnenta l'nrt i.glierc. ~on pot rauno nemm0no i basf:i 1::'illzinli e cou111 ni, per qnnlunquc rnggioue portnrc lameu t l, o fare rappresentazione dir ettameule nl Comnnclonte della Compagnia (e meno ancora a ! T ftiziale dello Rt nlo Maggiore) prima cli a,·erne partecipato a ll' Ufiìz inle cli Setl"imann; il qua le è que llo che c i deve dare p rovigione, per qunnt:o s i può e;;Leucler e cli sua :rntor it1t !;enza up1>e!la7,ione di nllri super iori, i:;otto penu cli ca~ligo rigoroso di nmmutin nmento. JJ O) L'artigliere pm:lanclo a u n basso uOìziale, deve sempre c·iò fare col cappello in mano e incoutrn nclolo per strada. de,·e c:n·a rs i Il cappello e in qu artier e parlargli con tut to il clovulo r is pettò; ma il u11sso Ulli7.ial,_e non deve, 11è può mai malt r:itta re un artigliere con parole ing iuriose, può bensì cast ig ar lo clelraresto o altro nspcttanclo al suo car attet·e di basso n flleiale, non clo,·enclo n i.: meno adoperare il bastone che n elle occasioni t) iù estreme. J2•) Il basso Uffizinle in presen7.a cli un Gffizial e, non potrà mai corregger e, minacciare o r impro,·crnr e un a rtiglier e e nemmeno coru:mclargli cosa alcu na
(1) Colu i <·h e è pr eposto ri i buon ordine del qunr t ier e m ilit a re <' clel campo.
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1S'l'llUZI01)'8 ALLA COllf l'Aùl\l,\
quando non gliene fo::<se dato _il perm~·sso dall' Uf:fiziale presente, e eosi cli t utti gli inferiori i n presenz,l de ,superiori. 13°) Quanùo entra un Uffizinle in una camerat a tl' artiglieri, debbono essi a lzarsi s ubi to in piedi, lenm;closi ìl caµpe llo o la benetta, non copre1Hlo nè i;edenclo sino a tanto che l'Ufilziale è partito. Se questoT;tliziale sa1:à della rispettiYa Compngnia o ckllo Stato Nlaggiore Ciel R eggimento, dovranno ciascuno di essi artiglieri andare clavanti al suo letto, face ndo. faccia al superiore e il basso nfliziale dare conto cli quan to gn fosse clinwntlato semplicemente, non c}ovenclo mai fare qua lunqu e r elnzione, che al utfìziale di settimana della Compagnia , o a 9uello d' ispezione del Reggimento. 14°) Alle ore 23 tutti li bassi Utliziali e Comuni, nessuno eccettuato elle quelli cli serviggio rcmdera nsi al loro quartiere in Cittadella. Li artig lieri guastaransi la coda dei capelli, prenderanno la loro beretta cla fatica, sor ti r a nno nt qtrnrtierc, wetlendosi ili 8Jrnlliei-a pei: anzi:1ni t i1.. A questa vis ita dovendosi trovare presente l' l Jlìziale cli settimana élelln Compagnia, il ser gente o caporale pri ma cli cominei1u·e la chiamata degli artiglieri domande1·à il permesso all' u filziale pr esente . Ottenu to elle lo anà, metter à il suo ca1lpello in testa e , chiamet à ognu no per nome e cognome. J5°) L 'artigliere clH~ sentirassi chiamato, senza muoversi dal.suo posto risponder à ad nlta voce, c.wnndosi la beretta cli testa e così li alt ri d i ma no in mano cbe sono ch iamati . Ness~lllo t}Otrà 1·imettere la beretta in testa, s ino n tanto ne aver anno ricevu to il comando e li ordin i per il serviggio del giorno sc:gncnl:Ei e d i quanto volesse l' Uffiziale a loro commettere o fare . comu nicare da! basso Ufilziale. Subi to che quc~st'u lt imo ha finito (li chiama r e, egli ancora caYnsi il cappello r e nclenclo conto nll'Ufilziale della gente chiamata, riceve gli 01·cli11i _da comunicare. Se l'Fffiziale non cornancla tiltro, il basso uflìziale mettesi il cappello in testa, fa il conumclo di r imettersi la beretta e quello cli drìtta o sinistra per marci1iare al qunrtiere. 11 b asso TJOìziale seguiterà l'Ufliziale col suo cappello sotto al braccio sino a l primo ras!ello della Cittadella per ricen rne u lterìoi-i ord ini, ca so elle eglì si fosse~ climeuticato qtwlcbc cosa da dire alla visita e così farà ancora il basso ufliziale t ulte le volte che verrà u n Uffiziale della rispetti va Compagnia in qua rtier e o cli (JLlelli dello Stato l\:Caggiore solamente. 1.60) Alle ore 24 in punto il quartiglier e a<:<:enderù il lumino e r esterà acceso tutta la notte. A u n'ora pr ecisa clella notte .si smorneranno i fuochi d ella Compagnia e li a r t iglieri avranno nettato le loro scarpe e riposte da ciasche-cluno sotto nl suo letto e in -veduta, mentre che il Caporale faranne l a visita immecliatamente clO[lf)o nvere fatto ancl:1re ogn'uno a dormire nel pr opl:io l etto. Il Capornle sarà l ' n) timo a cori cars i, dovendo in pri w:1 visitare t utti li letti, impoi:r e il silenzio, vi~itart• i fuochi cfolla Compagnia. 1.70) Tutte le Domeniche a giorno, il Capornle ordiuerà che ciaschedu no inclispensnbilmenle metti la cami.scin bianca di bugato. come si è detto all' a t'ticolo 5. Il LunecU m attina, il Cnporalc orcliner à <'hc le camiscie sucide, di ans i alla Javn ndaia, e sar à cura parti coint'e di eletto Caporale, che vengano pagate elette camiscie il g iorno clel prestito sopra li diec i bolognin i che viene acl ognuno clel più dell'or<linario d i d ue in due giorni.
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1700 · 1750 18°) Tutti e nessuno eccet tuato, sarà obligato aYere del pr oprio, due spazzette. per · le scatJJe u na. e l"a HTa per il , vestia r io ; t'le l n if(e di tre colori, bian co turchino e rosso e aghi cla cu cire, ,1:Jellini, sungia o cer a 1:>e1· Le scar pe. 100) Il Cupor:1le del la Compagnia per suo p~1rt icola1·e F:ollievo e buon ser vigg io potr à fa r sl aiutare nelle sue illc·ombe11?:e da l prim o e pili anz ia no a rtigliere della Compagnia a ciò che con l' approva1,ionc dei i:;uoi UffiziaJi lo faccia clragoniu e cla sotto Caporale guando il bisoguo lo r iclliede, e così gli u1L1·i nr tiglici·i ubbid irlo ne i comandi d i scrviggio. 20°) E~li è proibito <l:1lle ordinanze cli S. A . S.ma sotto pene le p iù rigotosc a qu (llunque basso Uflizial~ e co u:iune, il teucr d isco1·si critici so[) rn l it con clolta, o azioni dei suoi Ufilziali, fame der isioni, nominare i uvano il loro nome nelle bettole, luoghi pubblici e meno nncor a in qu:n t ier e o in corpo cli Guard ia . Sono ui:: unlmente proibi te, sotto pene l'igorose sino alla mor te inc!m;a tntli i discorsi fa cinorosi, d'amrnutinazionc o di fiedizione. E all':1rticolo ,·igegi!llo delle suddette or ùlna nzo, dice r.spr essamente elle s ;1d 1 r eo cli morte il solclato, elle t r atte rà aw mntinamento o cosa alcuna pregiudiziale alla vita e a ll'onor e d el suo Capitano o Uffizia le, nneor chè non .Cosse seguito l'l'ffet to. 21°) t fu r t i commessi in cJUtll'tier e, sa n ,nno pun iti n rigor e de lle onliuan7.e, I)fl'Ciò ognuno devesi ('.Ollt<!nlarsi di quanto gli è passato dal Principe, sen1,a mormor arn nè a!llbir e quello d ' al t ri. 22°) Solmnente in oc(•asion e d i seniggio i bassi lj tliziali e comuni polrun no porta r e li i:;tivalctti del Prineipo, mentre anno i c:1lzctti per le altr e faceucle da 11oter e por tare. 23°) Questa presente lstr uzioue sarù conse1Tata ucl quartiere della Compagnia in mnn iera d i potere essere lett11 d all i bassi t:ifizinli otl artiglieri, per istruir·si clel suo clover c . TI Caporale ù tr:mne let tu ra unu ,·olta a lla settiman a n el quar tiere, facendo fa r e silen1,io a tutti, acciò possono comprendere qual s ia l'ob!Jligo d l cia.;cuno cli loro o d i non pokr e nclurre seguo cl 'ignornnza, e queste l:lt1 r a nno osservate e fatte osser va r~ inappuntabilmente claì l'a;,si "Gffizlali cd altre se vi sa ran no aggi un te. 240) Soprn tu tto, il !Jasso Utliz ia lc invi~ilcr à che nel c1u a t·li0re s illgola r mente non si tengano disco1-si osceni, chi~ 11essuno nt·ùisca bestemmiar e il Sant issimo 110111c di Dio, d ella Verg ine SS.rna e clei San n , sotto pena cli qu ant o pr escri tt o nelle orcli11::rnze dell' A. S .ma. DE Bii,1u.011T, Cap.no della suclclct ta Compagnia .
Xoti;,,ie sul le fol'r.e militari estensi ve1·so la fine del secolo, specialmente in teressanti per qna,n to r if1 eUe l 'Artiglieri a, si r i.cavnno da i Oalencla1·i cli Cor te . n u,l Ga lenclnrio clel ] 789 (en 1. D11 ca EJ"cole III Hinalcl o) desumia mo il seguen te {{'J.'A 'l'O .l'J f l U 7'A.R E di Sua , I ltezz(i Ser e11issimli il Signor Duca. cli ,lfode11a) R eggio) Jll ira,nclollt) ecc. -
1144-
r
i~
r~onzr,; DELL' AH'l'IGJ.lEllI A ESTEi\SE
GENER ALE DEL O.flN1\! 0 NE
S·uci Eccellenw ·il Sigrwr Conte Oam,nimo Miinar·ini Consigliere d,i Stato &i Oonferen.w ) llhm;istro Militare e C10't;crn cdore deWArmi di Moderw. LFJG10NB
vcwtitci ·in nii1ne1·0 S ei l}iuisfoni di Panf;e1·ia e Oava,ller·ia sotto gli orcli,,11,i cii S . E. -il S-i9n o1· .}/a,rch(~se GinsepJJe La,derch·i 111on tecitccoli Genemle } lag,(JiOre e Gonsir;T•iMe di Stato . Il numero, la denominazione, la composizione delle Divisioni 1·isulta, da.l seguente specchio: Nomi delle Di,risioni
I
I Divisione I
C<.. mposte di
D ettaglio
Guardie a piedi
strn nieri
Infante1fa Cannonieri
Truppe Urba,ne
provill<'iali
Infanteria Cannonieri Cava.lleria
Modena
prov inciali
. 3"
--
l Reggio
4a.
Mirandola
5a
Ga,rfagnana e Frignano
6"'
I
provinciali
provi11<;iali
I
provìirnii~li
l )
l )
1
I
In fanteria Ca,nnonieri Ca va,lleria Infanteria Cannonieri Cavalleria Infant1~ria Cannonieri Cavalleria, Infant cria Ca.nnonieri Cavalleria
La forza dell'Infantcria di ogni DiYisione era di circa 1400 uomini, quella clei Cannonieri di GO uomini, e que1la. della Oava,1leria di 70 ca,v alli. '(La Divisione Gtrnrdic a pieclj, composta di -1145-
l"iOO - 1750
stranieri, 110n avcnt c11valleri.a). I n totale, le forze ar ma.te chiamate Legione, cioè il comple:si:;o delle sei Divisioni, clisponevan<~ di 10.0Gl uomini e 4G4 cavalli. Il quantitativo dei pcz7,i non è elencato ; da ciò sembra possa arguil'si che le :owtiglierie non erano distribuite organicamente, lll[L conse1·vate iH maga.7,ziui. Tutta questa. fo1·za, che, per uno sta terello come il D.u ca to l!Jste11se, 11 011 sa rebbe stata esigua , non c 1' a però interamente in ser vizio. Una n ota i11 cakc nllo specchio dice infatti : « La s udde tta forza è parte in attuale scrviggio e parte alle sue rispettive case)). Et'fettivn mcnte la tr nppa i::otto le :u-mi era ben poca; per l' ArtigJi.e1·fa possiamo corn:;i.dernre una fo n a di 70 uomini, come 1·i.sulta dallo Stato Jlil itare l'iporta to nell'.\llnanacco cli Corte del 179G. ln tale Sta.lo ln, formazi one delle Divisioni. cl1e sono scmp1·e sei, è cli sòìa lnfanteria e Cavall eria , e in ogni Divisione 111 forza cli uomini e c:avalli. è 1.1 stessa di quelJa clel 1789. L'Artiglieria è consid erata a sè : formtt il Corpo degli Artiglieri, che p rohabilmente è sempre il R egginrnnto cli seél e a Modena,. La for mazione di detto Ool'po o R eggimento è la seguente : Corpo acuii Arl1gl ieri
Stato )Iag:giorc
Sl:1to Mìnore
Ufficialilìt
D,ol Se,gent, ,bbo,so
r
l f
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l
:iwaggiore. slgnor Marchese Paolo Calori .-\ìntautc l\Cagg!ore 1 Cn ppellnno l Chìrnrgo 1 Yeterin:i rio rrofosso S<•llaro Ga r7.one profosso
1 1 1 1
Capitano PriUJo T enente Sot tot enenti
1 1
l
Sergent i Cttpor ali Sottocanorali Caclettì Tomburi :\rt igliel'I comuni
- 1146 ._
;
" 2 5 2 I,
2
68
(( 11, CA.\.\U.\l t,;l(I•; l'lU'.l'lCO
»
11 U01·po di A1·tiglieria ha ~(.i c:ttvalli ; e ciò spiega la presenza di u11 Ye tcl'imu-io nello Stato l\li no1·c. 8i p uò p1·csu1u ere che, olta·e a i c:,1 valli degli ufficiali, ve ue fo, ·se un ceno m1rncl'O :sempre ù i ispouibile per il tn1iino dei pezzi. La fot·lllazione clel Uorpo <fogl i A1-tiglieri, come è desci-itta HelL\1111,1 un cco, cor l'iisponcl e ptesso a. poc,;o a quella del R cggillle n to l::lccoudo l' htrnz ione gior11a,l i0ra de l Ca.pi.tano Bea 11fo1·t ; qni11di il H L·ggimen to, da lb sutì c:oisti tuziOJle, avev.~ subìto poche 111o<lific,1:1.i 011i neli 'ol'ganico. Cii-ca i l 111ate1·htle di .A1·ri g liel'ia, t1·ovimno veriso la fine del ~·.;•('olo pe¼7,i di tre e <l ue li bbrc, lletti ca,n 11011i di 1·cggimen to. Uiò tii::ulta da 1111 trn tlt1 !e ll o 17 Cu.1111011iere 11ru,lico del } l aggiore Marchese P aolo l'alo1·i-~tre111i_ti, che contiene rnrie notizie suli'Atti glieria es! (!llse 11el pc1·iodo s11 ccessi,o t1 l 17!.JO, p e1· quanto ha atti11en;1,a al 111ate1·hde, a l persona.le, a ll a t ecnica del puntamento e del tiro. Del ~fat·<.:hese Ca lori, <.:be fn valo1·0F-iF-:simo ufflci ..ùe cl '_\r(ig-l ie1·h1, nelJ.'c:-,ercito del Regno Itn.lico, !';Otto Napoleone, fnt emo n11c·or a ce11uo nel C,1,pi tolo VIII. Qui vonennno riporh11·1· m1 bt·e,·e snnt o del sno vol umetto, corredato d,L figure e disegni : ma l<' noti zie s1wcifichP 1·iguarcfa11ti l ' Artiglicda estense, del t esto cli inte1·ef-se r elativo , s i perdono 11ella c011ge1·i.e cl.i nota.r,ion i e h;tl'nr,ioni <I i <·c1 ra tt<'l'<' tecni.c·o , c1n noi ampia men!<' t.ra,tta,te uel 1'apposito paragrafo.
I O.
Bolog na e il forte Urbano - La « Scuoi,, per bombardieri » L'artigliere S tefano Cavari, i suoi scritti e le sue espe rienze - Riorg a nizzazione del Corpo d'Artig lie ria bolog nese nel 1742 - Ma nifes taz ioni pac ifiche .
Nel ca,mpo dell11, tecnica Je n,rtigliel'i.e bologn e::;i seguono le i nnorn,zioni adottate Bel <:Ol'F:O di q11cF:l·o secolo èlai vari S tati d'Eur opa . in vir tù delle quali le bocche cla l'noco, gli affnst i e /!li rll trczzi di p unta,mcnlo risultano migliorati e fM·l'er,ionati. :-ii cont-imrn intant o 1wlln veechin. Hep uùb lica. a far distinzione fra -1147 -
1700 - 1730
bombai-diei-i e ruilizie, queste ulli me formute cl.Ltre reggimeuti di
fon ti, èlenoIDin ati da lr-e pori·e della c:ittà. Alfa dife::;a dello Stato tonconono altresì tutti gli uo1niui va.li.di, da richiamarsi alle anni i11 caso di necessità : i loro nomi sono iscritti i n ..1ppo iti ruoli , per cm·a, delL\ssuH teri.a, della Milizia . . .-U tre reggimen t i di f,rn t i, co~litnito og11uno su ,-enti<lue <.:ompa,gnie, bisogna aggiungere tre ~ompag·nie cli soldati a, ca,· ..tllo, ben monta ti ed equipaggia ti : e queste sono truppe mcrcena.l'ie, mautenute cla,llo Rt.tlo bolognese; ladd ove fa guat·cli.a pcr!SOHal e del O:trclinall' L ega to . una quarantina <li carn,lleggeri italiirni cd UH centina.io cli ::;vizze1·i armati di a.buarda costituiscono k1 mi Iizia p.t pale Yeta e p1·oprin. assoldata pc1· conto del governo pontificio. J\ Hrc tr·np]Je pnpali , di f;1,ntel'i11 e cli i11·l i.gli eria, sono qnellc d1e pr esidia n o il fo1·te Ud)UnO . Qn esto forte, fa tto cos t rnil'e per ordin e di P apa, l ,'1-htt· 110 '\'III, so1'gcv.1 poco lnngi cla Castelfranco . .al confin<~ mocle1J(0se. I lavol'i f m·ono inizi:iJ i 11cl 1G28, m,1 poichè anela vano n, i-iJc,nto. il cai·<linale Be1·nal'<li110 !-!pa,ht, Legato di Eolog-nn, venne ~:o l1( c·ita,to i. 11 nome tl<'l Ponte fi <'e da Carl o B:11·berini.. « r~ tal e la 1wcm111·a c·h e ~osl1·0 .'ig1101·e 11,1. - cliee in letlPrn, c he è del luglio lli:M) - eh'n,l lav01·0 <iel fo l'te TTl'lJa110 sh1tl"ernl a con ogni celerità. l:'t esatte7,za posRibile, eh(' non c-ontento <l' ha uer fatto scrivere :1 \'. R. Ill.11ia. i;;nt.to li 4 (l(•l cor·1· .. inRistc che non :-;;i d ebba haner 1·i!,.rnar(lo a.d a]cnna cosa, eh<' possa a ttanlm·e il co mpimento cli q11ell'opc1·a. ». Urbano VIII aveva; l<> sne b11011c rag-ioni per 11011 tollerare inflngi , e 1n fo1·tp7,za fn condott:1 ptei-:to a te:rmin e e :trma,ta, eome giù è stato eletto. coli nn eo111plesso di cen totr(•nta hoccbe da fnoeo. Nel secolo X'VHl , i-:i Ye1rne ma n mano migH01·c1nclo la qua:litù, d<>ll 'armamento e con:-:1•guentemrnte ne fu diminuita la qnantit:'l_: così che 1wl 17!1(; il m 1me1·0 cl<'IIP bocche d11 fuoco et·:-i dhsceso a eincp1nnta. 0
A l l'i nizio clel 1700 a fm·l·e TTr·bano fn11zio11 a.va min sc·noln pe1· lJombardiel'i , cfo,tinti in bomba1·dier·i p1·opriament(' dPtti e Hin t,w ti. Tale scuola ern reg-olat11 da, ~l·a.tnti e (hl di F<])OF-:izioni prec;iF-:P. « Chf' ros·p L-\1·tigli('ria'? )) F-:Ì ('hiNlr il 1·egol:lme11to mano -
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130:c-IHAHOIEHI E )!I T, IZIE BOT, OG ;:,;r,;sr
sctitto per uso dei bom.ba,rclieri. « L' Artiglie1·ia è una macchinn i cui effetti p1~ocecl0Ho dalla, po.lvere n è la risposta. La lettma dei va,ri capi.toli (;i permette di formarci un'idea ciel funziona mento della scuola, dei sislemi cli ~Hldestramento dei bombardieri <-~ dì talun e caratteristiche d(-!l materia],~ di artiglieria. A proposi.to d elle qnali. è interessante il rc1ffronto tra le gittate massime
F ig. 228 · Cannone bolognese del principio del 1700 (modeJ\o in bronzo). (Dalle ra ccolte marsili ane, conservate ·nel Museo Civico di Bologna).
1·iferite clH,l regolamento deUa seuola e quelle riporta.te dal Oolli ado, che le calcolò probabilmente s ulla media, delle artiglied e degli altri. ~ta,ti d'Italia . Le gittate ma.ssi.me, seeonclo il regolamento cl.ella scnola 1wr bombardi.cri, si riferiscono a,l passo 11atnrnle, o comune, della, misura di d ue pied.i e sono le segne11ti. : canno11e, passi GOOO; mezzo ea,nnone, p . 5400; qua,rto di cannone, p . 4800: sagro , p. 2500; falcone, p. 3GOO; falconetto, p . 300Ù; smeriglio, p. 1200; mezza, colubrina, p . 5400. Invece le gittate mar-;sime del Colliado sono a lquanto diverse : colubrina, p. 8000: mezza, co]nhrina,, p. 6000; sagro, p . 5600; falcone, o mezzo sagrn, p. 4500; fa.lconetto, p . 3000; smeriglio, p. 900 . Com'<'· not.o, il passo si distingueva. in geometri.e-o e naturale: il pl'irn.o era lnngo ril1que piedi, jJ secon<lo, due . Ogni piede corrispondev1.1 c1 metri 0,38 .
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1700 - 1750
Dalla, fine del secolo XVII ai primi a,nni d el secolo XVIII, fu capo clei bomba rdieri nel for te U1·ba,110, e foncli to1·c di artigli erie, il bolog-ncse ·S tefano Ca va,ri. Costui pubb licò due scritti, dai quali si 1·il ernn o le sue q ualità, <li te<·nico e di matematico, cei-to supc-
F ig. 221) - Un t r abucco, nel quale è st:tt-a w cssa la bomba: diseg.uo a chiaroscuro del principio clel secolo XV III. (Museo Civico cli Bologn a . R accolte mar sillnne).
1·iol'i a, quelle della m aggiot· parte d egli al'ti g lieri del tempo . .i:'c1· l'atmamento della fortezza, egli gettò du e tra,bu cclli « o Mo1·Wi di nuova, iJJvern~io11e, di ·dn cenlo cinquan ta lib1·c di porta ta >> e del ca.lib1·0 << d' un;l, bocca e mezza.>>. Ln, Relaz io11r; de7li rl·ue m,ort ari fab1n'icati per ser viz io cle7la l 1'ortezza Urba11a comprende fa desc1·izione del mortu.i.o, le s u e dimensioni e le misure de lle vnl'ie parti. N el concl udere la di:;;:;;ertazi on e, il CavHri o:;;serrn : « Li J\lor1·ari in q neste proporzioni , per ogni cin quau to. Libre di pot-1150-
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· LE ESPEHl l~.KZI~ DEL Tt1'Ii:);'1' 1': CAVAHI
tata, pes,.mo di bronzo libre novecento. Li due da mè fabbricati pesa,no Libre quattromila, e cinquecento, e sono di portata ducentocinquanta libre, intendendosi però a,l Calibro de diametri delle Palle cli ferro )). Le dimensioni dell'affusto, o cassa, erano calcolate in base a un !'apporto costante col calibro della bocca da, fuoco . La lunghezza., ad esempio, risult::tva. di « quattordici dia.metri cli bocca
~I
I .~1
I,J .E'ig. 230 - 'l'rabucco su piattaforma ferrata (modello in bronzo). (Dalla raccolta marsiliana, conservata nel Museo Civico Bologna).
di Mortaro, compres:wi la parte d'avanti, sotto Ja quale giocano lo sterzo, e le Ruote)). Anche quef)t'ultime ei-a,no costruite con proporzioni costanti, rispetto alle dimensioni dell'affusto e del calibro delle varie artiglierie. Di a.ltrr:L discussione (~ oggetto il secondo scritto : Lettera del 'l'en ente Ua,v a,ri) 'J.'enen:te cf A.rtir.Jlie·ria nel forte Urbano. Qui egli parla delle 'favole numeriche in nso a quei tempi, e ne confuta l'esattezza, negando che la, bomba, descriva, nell'aria una curva, pa,r~Lbolica,. E soggiunge : cc e che ciò abbia dimostrato sempre per lo passa.to a' Scolari Bombardieri di questa Accademia., di cui ho l'onore cl 'essere il Maestro, anche nell'Instituto pubblico cl i ' Bologna lo feci conoscere a que' Signori Lettori di Ma.tema· -1151 -
J 100 - 1150
tic:1, e di più ne feci diligente prnOYn l'A.1lllo 1G9G .. .. L'esperienza da me fatta nel correnle me.:e cli gingno 1117 maggiormente mi ha faUo conoscere tal vt'l'itù che J1 0 11 si dia dett.1 Li.neu .... ecc. »L'esperi enza consir.,tctte Hell 'e~wguire più tiri in determinate condizioni, con aknne IJombe-, d i -cg-11al peso, lanc iate~ <lnlla stessa,
Fig. 231 - Caunon~ clel p ri u<:ipio del 1700, con rarme di Dolo:xna e t·on il motto: Libertus (wodello in bronzo). (Dalla raccolta marsili:,na, consern,ta nel i\Iuseo Civico cli Bologna) .
bocca. da fuoco. « fio avuto, soggilrnge, il pl'irno indizio, che veramente le Bombe non clesc1·ivan o j)cr a,l"ia una Lin ea, P arabolica, e qui. dimost1·er ò nella. Fi~m-a il cliseg110 di un Mottaro, cl.te tira. nna Bomba a 30 gr adi di i 11 c·1i.nnzio1H', e corne si e~ conficcata in tel'ra, e come veram ente si doveva conficcare se fosse Linea P arabolica quella che d<~scrirnno per aria le Bombe ... e ciò è successo per chè ve l ' ha, tirati:1 il suo peso naturale, e confi.cca.tasi in teri-n non pi ù lrn indiuazione lli gnHli. 30 (egm11e nll'angolo di - 1152 -
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USO PACIJ!'fCO OELL0 Alt'.l~WLH:HIE Dl BOLOGKA
proie,,ione) ma assai meno, sicchè la Linea riesce una Linea mista e non pa,rabolica .. ... )). Insomm,1 ,weva intuito che per effetto della resisten zt~ clell'n,ria e del peso deìla pa,lla la curva pereors,L nelJ'a,ria clal proiettile (trai.ettoriu.) 11011 è par~Lbolica, cioè non è simmetr-iea, ma la cm~vaturtL si a,cce11tua progressivamente verso il basso, così che il ramo discendente è più curvo de.l ra.mo ascen dente; l'angolo di ca,cluta è maggiore dell'angolo cli proiezi.one e l'asdssa del vertice è superiore alla metà. della, gittata. Questo bombardiere parla ancora di prove eseguite con bombe di bronzo, di forma, eilindrica,1 mn si affretta a soggiungere che « i tiri sono riusciti molto irregolari)) e manifesta la, sua ficl ueia soltanto nei proiettili sferici. « Io però posso per veritù, conclnde egli , asserire essermi riuscito con le Palle Sferi<'hc quant ità, di Tiri. molto giusti nell'nnno l'ìOS, in occasione che questa .Fortezza veniva bloccata dalle T'ruppe Alenrnne, e in 1Spe.cie un giorno in congiuntura che li N 01Stri erano usciti per tagliare certi Ponti, furono caricati da un Corpo di Ca,vaneri::L 'l'edesca, ed io con una grossn Colubrina leva,i da Cavallo l'Oflieiule che la conduceva,, e non a caso (bella :fiducia nelle proprie a.rmi degli. artiglieri antichi !) a.vendo a, quello tira,to. Altresì qua.ndo si vc~clevano Sentinelle a' Ca,p'i delle stra.de ho loro tirato, e colpite come n'è testimonio non solo questo ,Sig. Castellano, e t::\i1ti Offidali, che in quel tempo v'erano, ma lo stesso }lonsig. Cornaro a,l lora VicedelcgMo èli Bologna,, ccc. >) . Per quasi tutto il secolo XVIII l' Artiglierin, bolognese non f.1bbe occasione cli farsi onore sui ca.mpi cli batta.glia. Nei .primi anni del 1700, a,nzi, era sfa.to ridotto il numero dei bomba,rdieri. Ma le guerre cli sueeessione al tron.o di Spagna e d'Austria, che ebbero per ca:mpo principale lo . sca,c chiere padano, costituendo una minaccia, per lo cc Stato di libertà, >>, consigliarono i1 .Com.une di Bologna, a, riorga,nizza.re il piccolo Corpo d'Artiglieria e a,cl aumentarne gli orga,nici. Le disposfaioni emnnatf! fLl riguardo. nel 1742. portano il titolo cli cc Regole cli difesa, per inva,sioni di Truppe)) e son o dirette cc Ai Signori Assonti di Munizione, pel' esercitare, et accrescere il numero de Bombardieri e riesaminare Ja nota de Bombardieri, che altre volte sono concorsi .>>. Fra, l'a,1tro le Regole dicono:« .Far essercitare in tanto la Compa,gnia, de 74
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Hombardiel'i, et nnche accrescerla di nume1·0 s11fficie11te, mentre è molto probabile, che q nclli, che si trovaJ10 in servizio pubblico cli pl'esente non sia,no bastanti di numero». Tuttavia. le bocche da fnoco bol0gnesi, in questo ]ungo pel'ioclo, non flll'ono adopl:'rate :-;e n on per scopi più pacifici ed allegl'i. ··~
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Fig. 232 - Obice del principio ciel secolo XV II I (rnoclello in bronzo) . (Dalle raccolte marsiliane, conservate nel Museo CiYico di Bologna).
Xel 173 ', per esempio, quando passò da Bologna la R cgilut di Na,poli., le artiglierie cittadine feec1·0 bella, mo:,,;tra tli. sè e cliffusel'O l'eco fragorosa delle loro salve in ono1'e della Sonan:1 partenopea. cc Sbaro dell'Ar tiglieria per l'a,rrivo di S. }laestà la Regina cli Napoli)) è l 'oggetto degli ordini emanati dagli Assunti nella festosa circostanza. Furono costitnite due batte1·ie d i quindici. pezzi ognuna : la pr ima fra la s trac] a cli' S. Vi tale e S. Maria In coronata ; la secollCla snlla Montagnola. « Quali dne battel'ie, <licono gli Assnnti, dovel',tn no rispondei-si con li. loro Tiri l'una, all'alba con buon concerto, e cioè all'Entrare che farà, in Città la Regin a dì Napoli e Siciglia (sic) . Ln ba ttel'ia, su In, lV(ontagna, clel Mercato (così Cl'a eletta allora ]a )t[onta~nola) sal'à comandata dalli. n ne Capi Bomb.ri Girol.° Caccianem ici e 8io Fran.° Fontana con i suoi S0pra11numera1·j Horn'- 1154 .:_
ROCCHE: OA ll'UOCO 'l'OSCANE NEL SE'l'TECE::-1'1'0
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ba,rclieri e l'Altra dalH altri Due, P a,ttelli1 decano, e Bernardo Gamharini, e sopran. rij )). Nel 1763 la do fazione delle artiglierie bolognesi è rappresenta,tù da, cli.dotto pezzi e quella delle munizioni da più di dieci n1ila colpi. Il 1G agosto 1780, grave attent::tto alla libertà della Repubblica : n Legato, cardirnLle Boncompagni, impone alla città 11 1t presidio cl i t ruppe ponti.fìcie . « Grande commozione, osserva Cìiova,nni Gozzadini, e imminente crollo del Senat us Populus Que Bononiensis >>. Poi. la cancella,zione dagli stemmi del Conrnne del motto trionfale « Libertas )). Il grave malcontento che ue seguì preparò gli animi ad accogliere come liberatori .i solda,ti della Repuhhlica fra,ncese.
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Dotaz ioni, calibri e costo delle bocche da fuoco toscane nel secolo XV HI - Org anizzazione del personale - li progetto del Colonnello Warre n - Importanza attribuita all'Artiglieria - Le bocche da fuoco dei Moreni - La « Tabella dell'Artig lieria» e il « Rego lamento del Battaglione» - Le economie di Pietro Leopoldo U no sguardo alle a rtig lierie lucchesi del Settecento - Inventa rio.
Per qua11to si riferisce a,l la dotazione e ,1i calibri delle boeelle da fuoco in uso 11el secolo XVIII nel Granducato di Toscana, I. e sole 11otizie precise e particolareggia.te si trovano i n una (( .Nota d' A..rnuwie cli. clit0r?-1·se forte.z.ze clegU Stal'i cli S. A . R . fcitta dal 'I'enente Pa iii·i, >) (a,nno 1723), conservata al1 ' Archivio di St;-Lto
di Jt'irenzc . In questa nota i:;on o comprese ìe due for tezze di Fircuze, quelle di Livor no, Porto li'erraio, Grosseto, Pisa, Ar ezzo, R. Martino di Mngello, con i seguenti dn,ti quantitativi delle ar · tiglierie : F irenr,c - Forte s. Giovan ni Battista )) lì'orte del Belvedere Livorno Porto F er mio P i ~n
Arer,zo s. l\fartino cli Mugello Gr osseto
Cannoni lG5 )) 49 )) 164 )) 101 )) 48 ))
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'l'ali artiglierie era no clei più rnri tipi e calib1·i , come si può vedere nel seguente elenco, doYe le cif'i-e 1·a1?p1·csenb1110 il peso in Jibbre dei rispettivi proietti. Cannone Quarto cannone Colubrìn:1 Quarto colull1·ìn:1 Sagro Falcone Falco netto Smer iglio Cannone petrier o Mor ta1·0
Oltre
c;o • ;:;;:; . ;:;o • -1;:; . f:o . 20 • 1-1 . 1.J .
;:o . 20 . 1S · 14 . 12 - 10 · S • (i •
4·2· 2·1· J20 · 40 · 30 · 20 · l iJ - 12 -10 :.lOOO · 500 · 300 • 200 · 150 • mo
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a. q ue::;te bocche cla, fuoco n:--uali, si conservavano a11-
co1·a Hell'Ar sen:il e cl.d Forte di S . Giovann i B a tt"ista il cannone detto cli 8. P aolo, del quale a bl>iamo giù ,n·uto occ,1sione di parlare nel primo volume (capitolo Y , pagg. 79J -Z), e un altro ca.1mone « cammei-a to )) da libbre J 50, <:' 11el.L\ 1·sen.1le del 11'01·te <.li Belvedere il cann one da .!GO, detto Oucciadir1v oli, chP giù a ltr-a volta ,Lbbiaruo nominato. Da una tabella . rhe si tronl pure all'Archivio di Stato di P irenze, si r icavano a lcuni. da ti rela ti vi a l costo cl elle bocche cla fn oco. Così appr·encliamo che la spesa complessiva, cioP per il metallo ·e per la la yorazione. ammo11 taY..L pe1· m, cannone da 30 libbre, a, J 45'7.60 i,.;cndi cl.t lire sette; per nn qnarto di colubrina, cla li bbre 14, a sc1icli J3451 n; pei- 1m canno11e da 14, a sc- ndi. 803,30 ; per un snin·o dà 8, o scudi G39,30 ; p e1· un rnortaro chL 300, a scudi 448,40 : per un 11101-taro da 130, a scucli 223,20 . Un bell'esempl:ue cli artiglieria di q uest'epoea è conse1·vato nl }lusco d'Arti glin·ia di T ot i no, il qnn,l e ne lw, 1·innito i <lati principali in un' aec-mata i,;r·ù.e(la . Da ((nestn app1·encliamo che la bocea da fuoco in questione è 1111 « fakone modèr-no Mcli· n:n-io cli bronzo da <·11mp°agn,l <fol l "i2fl. <la libbr <' 4 1/2. Si com po1rn di clùe tronchi. c1i cono, S<~pa,ra.ti cli.I elega nte cornice oHl'e gl i orecchioni. Malliglie fog-g'iate rt mo· di draghi alati {nllo i-otto) cli belle forme e sqnii:::ita eseenzione. La culattn e suo finimento sono formale dal petto, collo e testa <l 'aquila . Ha lo stemma. dei Medi.ci con torna t o <la bandiere e strnruenti militari ; 7'1~. . 4
ar., ·..;z,,'ii.l.'..· - · -
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L,\ POLl'l'I CA DEI GRANDUCHI
e la earlelht sulla croce di S. Stefano porta, un ·i~crizione a Gian Gastone. Sulla culatta è il nome del gettatorc, « Anclreas Moreni et fili)) . Il calibro <~ cli. mm. 77, la lunghezza dell'n,nima mm. 2010, il peso della bocca da fuoco K g. 511;51. Sul persorn:i le cllel' ArU glie ria, tosca,na dell'epoc:1 non si hanno notizie precise. Il forte di S . Giovanni a l'irenze aveva un pi-esicUo cli .108 uominj, ma, cli questi solo mm piecola parte era.no bombardieri; lo stesso elica.si per i 43 uomini che presidif:L· vano il forte del Bel vedere . Disciplinarmente, i bombardieri clipcnclevano direttamente da.ì Provveditore Genera.le delle fortezze e dai suoi Ministri su baHerlli, come risulta da un incartamento, conservato a,l l' Arcldvio, rel ativo i:L mancanze cornrnesse da due fratelli Campana bom · bardi.eri; nel qua1e documento è cl.etto che i CasteJlani e<l Alti Commissari delle tor tez1.,e non hanno giurisdizione sopra i born ba,rclieri se non per quello che concerni~ il servi½jo clella fortez1.,a e per i delitti che sj_ compiono nella, fortezza. medesima,, non per debiti o per delitti o noncura,117,e commesse fuori. della fortez1.,a . (~nesti privilegi. flei bombardieri sono confermati anche da nn modulo stampato e fregiato dello stemma mediceo che veniva- completato per ciascun bo111lnwclie1·e, ed era così eompilato :
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J::fi!JN. CA.V. PIER Fll,IPPO UOOOOIONI
P·rovvecl·iton: Genera,lc .ne77u i 1'01·tc:z.z13 e ll'a.7Jbrfohe r.Zella 'Poscarui J;J clescl"itto JJa q II ia, di
per Roniba,nlù,re nella Oom-
Fig-. 23:3 • }'aJcone to· ~c;:·rno a-ettat,o dn,i · J)lo-
re t1 i. f:\Cuseo Nnziona· lù, ToriJ10)
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che pe1·ò ne fuocimno la prn:sente attosiazio·1w, aooiò sia rioo110sci'uto per tale) ed osservatoli inv-iolnbilniente tntti qu,ei P rivilegi) Ese11.zio 11i e f cuJoltà oonoesso ci cfo t;tci :.1l ilizici cla f:!.. A . R. ecl in ispecie non può essere molestato 11 ella, P erso11ci, e nelle R obe vei· i debiti oivili) che facesse ver l'nvveni1·e, se non 0011, l a p1·e-
oede11te e sol'ita lioenz:a. Data i·,i . . . . . . . A. clì . . . . . Kei primi
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anni del secolo hL pa~e non fu mai iuter·
1·ott.a iu T oscana ; p iù rseiL1·si: q ni ndi, fo1·011 0 gli. incentivi a f,u pl'Ogn:dire gli stucli militari . Certo è petò che i Granduchi, pi-eoccupa.ti dalle g ncJT(~ che divampavano u un lontane ùai 10 1·0 Lerri tol'i. e iu cer ti auclte (l ell 'avveni1·e dei domi ni , ctm:n-ono cli presidia r e il meglio possibi1e le fol' tezze e in special modo la p iazza di Li vorno, l a qunl.e , per ht s na sit11azio11e, eta sem pre stata considetata i tnportantissiLtHt fin dai tempi ùel gtande Co· i:.im.o, che si può <lfre n e .·ia, stato il fo ndatore. A li.a mo1·le d ell'ultimo Medici, gli n,veuimcnti europei, coHclusisi poi con la pace frn. Cal'lo VI e la l<'nwcia, porta rono al t ratttLto di Vienna, che assegnò a,i duchi di Lorena il Granducato della Toscana. Con qur~ta cessione incomincia per l a Toscana UH p el'i.Oclo (li tra.llquillib\ e d i pace, nel q ual e i governan ti :,;i preoccupano essenzialrnenle cli 1·ionliuare l e finanze mal r idoltt> clni passil,ti governi, di ptovvecl ere a l benesi;;cre cl e.i ci ttncl in i, d i studia re una n uova lcgi,sla zion e ag1·aria e ~ociale intesa a mi· gliora r e le condizi oni della popol azione: tutto (}nesto. 1wrù. r:-euza da 1~e a ness nn r amo cli 11 ttivi1:;ì, uno f- viluppo tale d a tlc· . ·tare in ridi<' e so:-;p ctti Hll 'esteto o 1wgli a Itri S tat i dipendenti d.ni Lorena o dai loi:o congiunti. f~, inRomnrn, un 'epoca cl i serena pace, ma senza aspirazioni clenl te, va l e a cl i re u11a el ci le meno fayoi-cvoli allo svi111ppo militarù. L'cse1~cHo dovevà inantenerf-i all' nniso110 con le a l frc isti tn· zioni, cioè doveva essere i n grado d i difencle1·e tnl'to il tPr1·ito1'ÌO c·on t r o l e sempl'e j)08Si bili incm-s ion i. (tu t.l"c pel'<Ì :fa.t te nl solo f-copo cli tra,ersnrc un paese 11 (•n tralP per raggi nngc~r<> altri tea· fri di l otta), ma 1wllo stesRo J·empo non ta,nto imponente da appa 1·ire mi naccioso o (la fa l' sosprttar e intenzioni belli.cose. Coer<'II· . temeJJtc a qnesto principio . rsso ,<'nnc, poco pp1· volta, rin tor· - 1158-
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MOl,l'E AH'l'IG J. lEHIE c.; POCill .\ I:'l'l GLlli:l(l
zato e 1-iordina to, sempre nei limiti imposti dal progr amma statale. Dù. un documen to conserva.to nell' Al'chivio di S tato di Fi1·enze « Xoti.zfo istoriclw llel militare del Gnu, D1wato di 'J1osccina vreso dcill'epoca fa cui vassò sollo il Go,verno del Sereniss'im,o l 'rincipe li'm,ncesco S tefwno Duca, d·1: Lo1·ena e Bwr.- Fatte clel Uav. G-henmlo Ma/Jei Segretario del Dipartirne,11to della 0-nerm » risulta, che « nell' ,1nno 173 non e:sistevano cli truppa r egolaL..L di Attiglieria che 34 i 'este impiegate alle isole e Torri del littorale. Al i-imaneute dello Sfato ser vivano i così detti Bornbanlieri formanti una po1·zione delle Truppe di Bande. ~elFanno l 'i40 elJhe ori gine il BattagJionc cli .Artiglieria, composto di tre tOlllp,.1g11ie di 100 'l'este l'm1a, r ipartite nelle Pia zze, Isole, 'l'orri, del G1·an Duca to ». P er quanto riguarda questa rifor ma, dell'Ai-tigl ieri.i, più particola,1:eggiate notizie si trovano nel medesi1lJo Archi vio, alla, filza 182 <lPll a Reggenza, uel Ra ppor~o del Gran Consiglio cli R eggenza del 29 gennaio 174 . Questo contiene il piano proposto dal Commissario di Guer 1·a : il quale piano contèmpla la formazione del battaglione su tre compagnie. rispettiva.ment e a Pil'enze, Livorno e Portoferraio, oltre a. nna quarta da fasciarsi·a Arezzo, i cui ufficiali e suba.lterni avrebbero r icevuto il quarto del soldo accordato a quell i. delle altre compagnie. La, woposta, tr atta poi clel reclutamento dei cannonieri, della diversa siluazione dei pa~ati e dei non paga.ti, della giurisdizione dei. comandan ti, e clegH onori spet tanti agli ufficiali. F ..L seguito nn altro progetto presen tato dal colonnello re11, co111undn.11 te deJl' A1·tiglie1'i11 : ma a nche questo com prende in . sieme can11011ie1·i paga.ti e non pagati , cioè r egola,r i e milizia,: e pereiò il Gran Consiglio non ne appro,·a nessuno dei due. Il Rapp orto s ncitato seguitH così : « R. M. J. ha una, bellissima e nnme1·osn, artiglieria consistente cli 917 pezzi di br onzo, tutti in buono tato, eccettua to 55 cl1c devon o ci:.:sere r ifu si. S . Wf . ha, fatto la. Rpesa di fame fon der e a, nu ovo 107 e si eontinna, questo la,voro ·fi no alla concot·· renzn dei 17± ordina li , in Livorno sola vi so110 275 pezzi di br onzo . « M:a. t utto questo è inu til e, sr non v( $Ollo brn ecia, e gen ti~
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di buona volontù per sc1·virle. La valutnzio11e ordi11al'ia è che, per Sérvhc IUI pez7,o in batteriu' orc:onono cl.t i5 H (j uomini. La cosa sulla qua,le si· potrebbe princi palmente contare in caso di bisoguo prr ht clifesn cli, Lhorno, surcbbe ht numerosa ùrtiglieria, qna,ndo essa, fosi-;e ben :,:;crvita. e queslo varrebbe a supplire all.'1., iuegolarità delle fortificazioni di quella pia;1,za.
Fig. 2,H - Petrierc roscnno, calìbro ,JQO, fuso U€•l 1740 da Andrea Morcni.
<t .Re S. iVl. I. si trovasse a dover mette1·e in cmnpagn;1 un COl'J)O ùi. truppe, i-ria, per la difesa clelJe fronti ere, sia pe1· qualun · que altl'a impresa, una. (lotazione cl'urtiglieria 1rnmerosn e ben servita sm·ebbe cli infinita ntilità c•d t> noto c·om<> questo mezzo Vc:'tl~a in'ti1lit::nne11te al sncccsso delle operazioni. Pct questo mo· tivo sembnt in<lii:-peJtSabi le per i] bene del l'ìel'vizio di S. l\1. L Lli mnntenere 1111 battag-lione <li t·,nrnonict·i rngolari, pagati ·e ben disciplinnl"i. tli :300 nomini. (livi:;;i i11 tre compagnie e secondo le pag-he rwoposte dn l C'ommi.i:-Rario. « R. :?lf. I. veclrù, le spes<~ risultanti ncll' Allegato N. 4 e ri scontrerà che con un n11mcnto <li i,;pesn cli 10 mili~ fiorini questa.
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sìstema,zioue potrà, effettuarsi, e questo ;;1,nment o di spesa sarà. compensato ampiamente da]la, dirnimrnione di spesa, sulla manu· tenzione delle fortifica,zioni , armi, ecc .... . e con la riforma del p ersonale di cui. parte aiverrebbe inu tile col 11uovo sistema. S. M. I. accettando questa, proposta. potrà lasciare sussistere la, compa,gnia di Arezzo, cfando agli nHìciali un qua,rto della paga, come è proposto cla,l Commissario poichè questa piazr.a clev(~ re· stare arma,ta, >>. La, proposta venne accettata, da S. M . J., come risulta, da clo· cumenti del 1749, conten nti nella medesima fi'lza . (A proposito di documenti, in questo Rapporto del Consiglio di R eggenza :si ci· tano 4 Allegati che 11011 si sono potuti consultare pt~rchè man · ca,11ti). L'impor tnnza attribuita all'Artiglieria, è posta, chiaramente in luce dalla cnra con la qua.le venivano tenute, a quell' epoca,, le forti:fica:don i. L\Ùchivio di Stato cli Fi1~e1ne possiede, a ta,Je pl'Oposito, un lH~llissimo a,tlante di 420 pagine, disegnato con es::i,ttezza ed arte, accompa,gnato <la testo manoscri.tto in due CO· pie, i t~Lliano e francese, intitolato : « Raccolfo (/;i piante deUe pfincipal'i città e fort(1zze del Gran D1.rna;f;o di 'Po~ocina levato d'orclùie di s ,ua Maestà bnper,iale sotto lei cU1rèz·fone del Sig . Q. cloardo ì,V(l,rren colonneUo del battcigiione d'artiglieria. e cli-rettore _generale delle fo1"t·ijicazioni di 'Toscana l). L'atlante è datato 1749, ma, il vVarren, nella, prefazione, dichiara che la, sua, compilar.ione ha richiesto dieci anni di lavoro . Il volume descrive clettaglia.tamente le forte7,7,e, dividendole in « 15 di. prima classe: 11 di secon da , e 28 Torri e Castelli delle isole e sul littora,le >>. Della maggior parte di queste ultime enumerti,, clenca,ndole, le artiglierie: t utti ca,11 noni che vanno cla un massimo di 20 libbre a, un minimo di 3/4 cli libbra, e spingarde. Le Torri più armate l'isultano quella della Trappola, a 7 miglia da, Grosseto, con 12 camioni; quelln di Vada ·con 7 cannoni; e quella del Sa,l to della Cervia, presso il co11:fine del Ducato di Lucca, con 12 cannoni. In un interessante car teggio contenuto nella, filza 182 (Reggenza) all'Archivio di 8tato di F irenze si. vede come il colonne]]o Wa,rren insistesse, fra. il 1754 e il 1706, per ottenere nuove - 1161-
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bocche da fuoco : a walgraclo di .un diviet o imperiale esistente fino dal 175~-, egli chiede trenta, nuovi mortari « che si.ano di un calibto proponionato i:Lll'impiego moderno)) e che potrebbero ottenersi dalla fusione di colubrine e cannoni da GO esistenti uell'arsenale della fortezza di 8. 0iova,nni Battista. Ad una nuova 1·ichiesta del colom1cl10 Wanen, il Uonsiglio esige « uno stato preciso clei c.tnnoni che sarebbero necessari pet munire le Torri lungo le coste del UnLll nuca to, speci1icand o i calibri in modo che si possa si1pe1'e se è cl'a~soluta 11 ecessità. 'Carne fondere dei nuovi come propone il Col. Warre11 >) . Questi risponde che « vi sono attualmeute negli arsenali, fortezze, cittù, cittadelle e torri dello Sta,to 733 cannoni, 52 colubri ne, 55 pctriel"i, e 125 canuoni nuovi del calibro di ~orimberg..1, si richiede pet il buon andamento del servizio ancora 15 ca,nn o11i da 4- libbtc e ~4 dal libbra». Ua tutta la corrispond enza l"isulta però, e il Uonsiglio lo fa notate, che il Warrcn « pare tener più conto del fon ditore disoecupato che delle necessi tù, del servizi.o». Difatti, tino dalla sua pl'i.ma l"icbi.esta, H WaITCll appoggia la domanda presentat~t dal primo fonditore d'ar tiglieria Gio,anni Domenico 1[oreni, disoccupato e costretto a licenziare i su oi operai; e in seguito domanda, elle f:1, questi sia concesso un sussidio e conferito il grado cli tenente. e quello di . ottotenente a suo nipote Alessandro Tognozzi, abile opera.io. li Consiglio non concede i gr::icli, ma accorda un anmento cli. stipendio di 4 scudi a] mese. Non si sn se per corupensa1'e questo appoggio ricevuto clal Wane11 o pe1· altri moti.vi; certo è che, ad ornamento della, volata <l i 30 cannoni cla 24 libbre, fu posta l'arma, di famiglia dei Wanen; 111n naturalmente il Consiglio la fece sopprimere, non· curnnte de1l e p1·eghie1·e e delle proteste del colonnello, il quale sosteneva che la cancellazione dello stemmiL sarebbe stata di grande disdoro per il suo nome e la sua casa In . I sucitati Moreni furono degJi abilissimi fonditori, degni figli cli qnell' Andrea i\l[oreni che esercitò la stessa arte al tempo dei Med ici. Le principali bocche da fu oeo dell'epoca furono git· tate da loro, come possiamo constata1:e da quelle oggi esistenti prei;;i:;o il lVIm:r.o cl' A1·l·iglieria cli. 'l'ol'ino: ne riparl eremo nel ca-
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IL l.l.-\TTAGL!Oè\E i>; Aln'.lGLll::BlA
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pitolo :successivo> descrivendo brevemente tutti i pezr.i del Settecento ehe sì trovano al Mw::eo . · ~onostante l 'attività del eolouuello \:Vn,nen e la ri.cchezr.a, deHe bocehc da, fuoco, l'Artiglieria, toscana, nell'organico del sno pc1·i,;011ale, ebbe :1 subi.l'e ben presto una diminuzione; difatti., nel 17~4, come ci r iferisce il Uav. Ghcmrdo ì\iaffei nel suo già cita,to manoscritto, fu ridotto a 17;3 « 'l 'este )). Così ci descrive questi artiglieri il ge11c1·a,le Giorgetti, nel suo .l ibro già, citato nel l" vol. : « Il vestiario e l'equipaggiamento degli artiglieri re1,;tò, al principio della, domin;:tzionc austro-loreuese, come ertL a.l tempo degli ultimi :Medici; ed a.neo dopo il 1753 conti.nuò tLd essei-e il seguente: giubbone lungo fino a.l ginocchio, di panno turchi110 cnpo, cou bavero, nia,nopole, e fiuti spallini neri, orlati cli bianco, e con fila di bottoni di metallo gia11o; del color delb veste, corpetto e ea.lzoni, infila.ti dentro ghPtte 1;Ll ginocchio; cappello a tre punte ornato di gallone giallo; cuoia.mi imbianeati )). I sc1·venti, a· secouchl, delie toro rispettive mansioni, erano mnniti di uno speciale nt.trezzo : quello che do· veva caricare portava, il caleatoio; quello che doveva p1·epa,rare lo sparo aveva, lo spillo cl'aecfa.ìo e la fiaschetta della polvere; l'inca,d cato dell'a,cceusione, il bntta:f.noco; e quello ehe doveva pnlir l'uni.ma, lo scovolo. In complesso il Ra,t tagìionc d' Artigli<~ria, durante il governo cli Fra,ncesco II e H comando del colonnello vVarren, ebbe un bnon ordinamento e rnggiunse discreta preparazione. Il vVarren morì nel 17GO t~ gli successe il ma,g giore di. Baillon, il qnale en.1 c·ornandante interinale ed a,nche cli1~ettore generale delle fortifi cazioni : gli fn poi dato il gyado di tenente eo1onnello, e più tardi, a sua domanda, quello di colonnello. Egli te1rne il comando èle11' Artiglieria fino· al lì7S. anno in eui morì. Nel 1765 morì. 1'Impern,to1·e. (h.irnlnr.a 1"1·nncesco II, e con lui terminò 'la prima, rep;gema. Dd sueeessore di. Francesco II , Leopo1clo I, gli storici dell'epoca dissero d1e e< la, sua vita fu un giornaliero trava,glio pel miglior-a.mento e pel rnntaggio dei suoi sudditi e dello Stato)), ma sia, per la. sua, mitezr.a. sia, per la sua c,onvinzione dell'indole docil P- dei snclditi, e sia, infine perehè egli non prevedeva certamente che i1 suo dominio sn.rebb.e stato minacciato da, invasioni, anzichè cnn.ll'si di rafforzare l'esercito, - 11G3 -
1700 - 1750
pose oµ:ni studio nel t1imi11ufr11e l'aggl'avio sulla popolazione . Snecessivamen te - negli am1i 1768, 1778, 1781 e 1789 - fece disarmare molte tol'ri e fo1·tezze secondarie. )11'1~1 1778 il Ba,ttagHone cl' Ar tiglieri.a fo riclo tto a nua compagnia di JGO teste, con· S1! f'Vc:wclo però, a quanto r isulti::1, da alcuni documen ti n:ffiri.ali, la clenomimi,zione di Battn glio11e . .Kel ('n,rtegg'io del mese cli maggio 1778. cousenato all ' A1·chiYio di Firenze, si trova, 1111 (< Protocollo 'rigncvnlrin t<1 lli sop7JresRion e del corz10 clel Genio e la, 111101xi istruzion e
J>ff J·
il Dipm·time11to rl ell'. I rtigli<!l'ia, »,
. conternmte un mot uproprio di S. A. R . che O)'(li11a : « Il corpo <leg-li Ingeg·neri rniJita,l'i ~i;i, p1·1~rw1·ato dalla Direzione d'Artiglif'ria e tutti gli inclivi(h1i uffi.d ali e s uba.Jterni elle lo compo11g0Ho, Hcl eccezione clf'l colonnel)o Hm·o11e Oi ll SPJ)J)e rli BaUlon e del maggiore F1·m1ceRco )1,dlhu·cl, (lebbano d'ora in avanti clipcndc1·e ccl eRsere a ddetti allo Rcdttoio 1lclle R.<~H.li Fabliricl1e )). Vonlirnmza, stabilii::;ce poi un'assoluta separ azione fra Magaz½ini cl' A1·tigl ieri a e materiale clell' Azienda delle Fabbriche, e contiene tutte le cli spoi;;izio11i r!"lative all ' attm1zione di tali norme . N !"Ila medPsi_m a epoca. fn fa,tta nna, « Ta -
F;'ig·. :lH5 - 1\ rtig- li or i:1.
tOSl·a,111. Quarto d i e:111no.ne 1·in rv1·za1o. ~(\tta to n li i l'OllZP nP L 1,H!) da .An<lr<,\a l\[0 1~ni.
br' lla f;e11 ernlc cleW A.rtigliel'ia che d e'liO 1·esl ore -'W111,JJr e 1no11 I rifa so1n-a. l (} Baf-len'o c,J m r di qu ella ·che deve r ostcire in t e1Ta con le 1·iR1>ettfoe cas8e cli riser1;c1, e finalment e cli (fl/Clla che dovrà rnstare in ten·a se11.ta la ("(I .<;.·([. 11 el1e sf gue11 t i piazze di Jl'il'enze , LA1;01·11 0 r, Portof<W'l'(tfo )) . Riass11menrlo i dati
conte11 uti in questo docnmcnto, si t 1·ova che a Livorno \"i erano 111 totale 183 bocche cla - 1164-
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TAI.JTCLLE E lU:GOLAì\rn.N'.n
'l'OSCAK'I
fuoco, a Pirenze UD e f:L Portoferraio SO. Una, curiosa particolarità, clell,,L tabella, apparentemente e graficamente tanto curata, è che, uelle colonne dei totali, non si riscontrano le cifre sopraripor·tate perchè le somme vi sono tutte sbagliate! Riguardo a i tipi clelle bocche <la :f.uoco, eccettuato il cannone da 150 dell'Arsenale <li l<'irenztj, t ntti i cannoni variano da 55 a 4 libbre, i. morti:Li arriv,rno fino a, lfiO, e i petrieri sono numerica.mente in diminuzione : il prospetto ne compreùde solamen· te 1S. Nello stesso protocollo del maggio 1778 si trova un« Regola1ne11to elci osserva1·si strett:ainiente nel Battciglione cVArtiglieria di Sna 11.ltczz:a Reale il ffo ·enissi.nio p ,iet,ro Leopoldo P.r'i1iG'ipe .Reale d'Ungheria e cl-i Boemia 11.rcicrlica, r1' i:l-iistrùi Grandiicci d'i '1.'osca,na, clcil Regolwnento lnipe,,riale 1lust;.rfoco per i'.Art,igUeria, e da qneUo per Z)l11fcmterici ~l'osca,11,i >> . 'l\tle Regolamento, che riassume la, materia, oggi contenuta in vari regolam eut i e istrur,ioni, è suddiviso nei seguenti ci1pitoli: Della subordinazione e disci plina - Regola per la compa· gnin. - Delle reclnte - Degli esercizi e delle senole - Regole di p.ubordinazion_e e riverenza - R egole rig·ua.rdò alla nomina dei posti vaca,nti - Dei easUghi - Dei ,malati e assistenti loro Dei ra,pport.i e clegli ordini - Proibizioni e cloèumenti diversi Del cerimoniale e del vestire - Del servizio clhiino - · Del servizio, coma,ndo e distacca,mento - Dell'Aiutante - Del Vice profosso - Del Quartier Mastro - Dei Viee Cappellani - Del Vice capo fuochista, e de1 laboratorio. P,n·ticolarmente interessa,11ti pe1: l' Artiglieri.a sono gli articoli 23-35, che formano il ca.pitolo : « Esercizi e scuole)). Vi sono indicate t utte le pdncipah istruzioni : nomenda.tura _del rna.teriale, puntamento, tiro, tiro contro bersa,glio mobile, tiro col cannone da ca,mpagna e col mortaio. Vi. è ricordata l'importanza di insegnare, a tutti coloro che sono in grado d' impara.re, le (( q 1rnttro regole di aritmetica )), la, regola de.I tre, e alcmrn no· zioni cl i geometria. I n modo speciale, vi si raeeomancltL la scnola cli scritto per tutti quelli che ne hanno bisogno. Nel 1789 fu stuclia,to cfalle com}Jetenti a,utorità, ed a,pprovato c1a,1 Granduca, un nuovo « P'iano ,, nilitare )), ma, in esso non vi (· .niente cli nuovo riguardo a.ll' Artiglieria; solo nell'elenco delle - 1.165 -
l i OO - l i 50
:-:pvse 1·el ..1ti.e 11 l pel'SOHHle ~i tt ova sta11zi ata pet I'Ar ti.g-lierin la somma cli Lire G3. S4fi,14,G sn nn tot,tl e cli l, . 1.779.928.17,0. j~~ cla nolnrsi poi che in questo piano 11011 si pal'la pi ù cli battaglion e ma, éli compag·nia cl' ,t 1·tiglirria. <'0 111<· abbiamo g iù, <.leUo, Pie t rn L eo pol-
1·
do mir-ava a climinnfr<' per quan to possibile i g-i-anm1i clipenclent'i dalle istitmdoni mili · h 1,1·i : pe1·c i.ò t t1He fo sue Rnccessive rifo r me po1·tanu10 gr ad <·olpi alle ~ià limitate forze <fo l l'ei::<~r t Ho . .i-\ llor·cll(\ ne11WO, fu chiarnnto a sn li.re snl trono d 'A 11stria come successore <lc>l fratt>ll o Ginseppc. moi-to sen 7.it la sciare lìg-li. . egli. pl'imn cli ])Hl'til-c <lalJ a Toscn nn. ordinò lo sciogl imento delle> compagnie (l i line,l, disponendo ehe il servizio cli i-:icu1:ezza foss<, espgnito d a i bil-1·i e dai « p:11ar dapor · to ni )). I11olt re dispose che « t utti i C'orpi. milit·a l'i fo::;se r o posti sul nwd <>si mo p iecl e cli Yest.i,n i o, e dw <l'al lo1·a i nn:rnzi la frnp p,:L
~'iJ,r,
236 - ..A.t·ti g li.eriri,
Cn11n one da vn m pa g na. (]l mm 7!). t:::f•ttn to a :Pi r ('117.P nel 't ,JO ,In i fi1,;l Id I Antl r t•n to~t·1u1n .
:Uo rm1i.
fo::;se vestita con abi.to cli panno e non tli pehnzo )). Il progc>tt o pE>r·ò sta bili-va nnche che fa r.ompa gnia d'artiglieri a cout innas:--<> ad a ve1·c l'a bito cli peluzw tlll'Chin o con mostre n er e or la te cli bianco, così c he csi-a, c:oni-c1'vò l'nntica nni.for rne. · La, sovr anibì d i l!jeh·o L eopoldo s nlla Toscana, cessn,ta cli rliri tto nel l 'iflO, r<'ssò di fatt o l'anno. eguente, qna nclo il Consip:lio cli R eggenza proclam.ò uffici,1lm<~nl·e Ora,n<lnca il cli l ni fig li o secondogenito F e1·clinanclo. l'on1l' giù. osser vanu uo, l'imli1·i½zo dato <la Leopoldo I 111 prop1'io governo non fn ta 1,, da r--pi np:e1·c a llo svil uppo clrgli stncli mjlitari. <! <lifat ti non ci sono ri111 ;1s'. <~ gran di t1·accie cli lavori compi n t i a qn<>ll ' PJlOCa; titn to più perciò desta interesse -1166 -
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UN illANOSClU'l'TO AJ1i 0ND10
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uu « lfrcve traltcito d'cirtiglieria >>, manoscritto d'autore anouirno, eominciato il 2 illarzo e ultimat o il :34 aprile 1773, che ::.i conserva a Firenze in quel!' Al'chìvio di Stato. L'autore si è rnlso molto deJJa cultura francese sull"a,1'goruento: vi si trovano t:itati varì specialisti di Francia, principalmente il Le Blond l« , I dillerie rai.so1111ée »); ma egli si riferisce cel'to alla Toscana, come <.;Olllprov.~ la frase: « Qui in Toscana la maggior parte delle urtigliei:ie.... ecc.>>. P erciò il manoscritto ha per noi l'impor· tanza di un <locumeuto; e, senza, riassumerlo, ne riferil'emo le 11otizie più importanti. JUgnardo ai calibl'i l 'autore fa osservare come si tendesse u. diminnfrli, e come i più moderHi ca.nnoni non s uperassero le 24 libbl'e, i mez1,i cannoni e le colubrine le 16 libbre, 8 libbre i ba· stardi , 4 le moiane, e 2 i falconetti. 111 segui to si trova u no specchio deUe a,rtiglierie « elle usa· nrnsi per lo pas~ato (siccome qni in Tosca.na la maggior parte delle .utigliel'ie è dc11a, vecchi.a costrt17.ione) >>. In tale specchio le n muerose :u·tiglierie vengono divise nei soliti tre generi : colu brine, cannoni da campagna e da batteria, cannoni petrieri, e fra cli essi alcuni arriv,rno a, calibri molto grandi, come il basi· lisco e il petricre, che possono essere a,nche cla1 200 libbre. Iu teressanti sono anche alcune nol'lne per il puntamento. Fra le altre vi si legge : e< La, linea che si hnmagina passare per il raso dcU'a,nima, non 1'! parallela a quella che s'imma,gina passare per il raso del metallo; ciò si rimedia col frontone di niira, un piccolo pon ticello di legno il qnale abbraccia il cannone e e.olla Rua gro~:;;ezza snperiot'e viene a nguaglia,re qu ello di più in ell e il metaJJo della. culatta s upera il metallo aUa bocca, )) . Oltre alle notizie re] a,t ive ai vari tiri, alle polveri, e ad al· cuni inconvenienti che si posso110 verificare, il tratta to parla di altre iULiglierie speciali, il mol'ta.ro, il trabucco, la granata, gli « obizi ». Seguono tre i:.pecchi contenenti rispettivamente i « Nomi cli t utte le parti cli nna cassa da campagna>>, cc Pezzi dì cannone», <e Nome deJle moclanatnre dei pezzi>>. In complesso questo manoscritto asisume importm~za. perchè compendia quanto si l'<apeva riguardo aU' Artiglieria e alle sue appli cnzioni in Toscan a,, e ci dà ragione di a,l cnne delle modi'fi -
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1700 - 1750
cazioni che, come abbiamo constHtato, ,·enin1110 ma n mauo ._1pportate . Non dobbiamo <limenticHr e clw in 'l'oscana., olti-c a,l Gr anducato, esisteva mw piccoln e l ranquilla Repubblica, quella, di Luc:cn,. Questa, nel 1700. viveva in con dizioni cli prosperità e cli
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t Fig. 237 - Artiglieria toscana. L"obice• cli bronzo : (J11 1li8 (<·:1li1Jrn iu m. l :i!)J, get tato n F irenze nel lHfi (lai tigli di Andrea l\Ior eni.
serenità, che sembra va J1 ess1111 p1·os,-:'imo c~vento cloYesse o potesse modificare . :'Ifa quell,1 pace ebbe un lieve tnrba,mento: pr ecursore cli altri ben più gra \'i. nel 1741, allorchè. per il passa.ggio dell 'esercito ispa no-nap oletano. si clovcttero rn fforzm·.: le« Ba nde>>, -
...
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AH'l'IGLlJ,;R[A D~LLO S'l'ATO DI f, U<'CA
mentre i cannonieri assumevrino i loro posti cli comba,ttimento con le .mmlizionì pronte. Per qunnto riguarda le artiglierie lucchesi nel secolo XVIII, alcune notizie possono ricavarsi dalle deliberazioni di quell' « Offfaio delle 1lfoniz·iowi di Cortile )), del quale già abbiamo parlato trattando del secolo XVII. Esistono, anche, nell' Archivio cli Stato di Lucca,, i volumi dei decreti del Consiglio relativi a Monizioni del Cortile ma essi trattano in generaJe questioni pa,rticolari, movimenti di polYere, trasferimento di qualche cann one, osservazioni. sui bilanci, ecc ... Fra le Deliberazioni troviamo invece a.lcune informa,zioni di interesse più genera,le, se pure scarse e frammentarie. Così, u,él esempio, in data 7 a.gosto 1753, vi è una proposta tendente a, stabili.re alcuni doveri dei bombardieri nelle va,rie circostanze nelle quali. essi si possono trovare; e vi troviamo anche una proposta, di m1ifor1ne « di pa,nno turchino, giustacuore, sottoveste e calzoni, con bottoni di princisheko bianco, con parania.ni di panno rosso, ca,ppello gallonato di seta bia,nca, e cah e turchine; gli. ufficiali avranno il cappe;llo con borçlo d'argento)). Tale proposta viene approvata, salvo qualche lieve modificazione, fra cui quella <li sostituire il ga,llone di ~eta bianca del eappello con 1111 altro di tu-gento falso . La, stess::~ deliberazione parla del permesso cli contrarre debiti, delle riviste che devono passarsi ai bombardieri, e delle 1:,checle che essi devono sottoscrivere. Doeurncnto cli nrnggior interesse è un << In ventario clelle arr
f:i,gliel'ie esistenti sui bafoarcli) castelli 1 e porte deUa città, dal
1711 ctl 1755 )), i.nventa.rio seguito dalle :firme dei successivi consegnatal'i. R.if-lssnmen do, troviamo la seguente dotazione di ar, tiglierie : Colubrine Cannoni Me;:z-i cannoni Quarti cli 1° genere Quart.i cli 2° gE:nere Pe;:zi
IHl, \'Uli
1-1
Sagri l:'etrieti Falconi F·a 1conetti SmerigliPe:,;:,;i llflllÌ
li
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21 3 M
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In eornpJesso dunque le a,r tiglierie, dal secolo precedente, erano piuttosto di.minnite. 75
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12.
Anche nelle bocche da fuoco pontificie si nota grande varietà di calibri - Le « Scuole di bombardieri » nelle fortezze - I bombardieri di Castel S. Angelo - La cattiva prova delle truppe papali nel 1708 - lnvental"io dei pezzi esistenti a Castel S. Angelo nel 1710 Una nuova carica: « ingranatore di cannoni» - Restauri alla cappella di Santa Barbara - I Giardoni ed altri fonditori - Una domanda degli ufficiali bombardieri di Castel S. Angelo.
Le artiglierie, che munivano le fortezze dello Sta.to pontificio alla fine del secolo XVII e durante quasi tutto il secolo XVIII , dra,no costituite da una, gra,nde va,rietù, di pezzi. : cann oni, mezzi cannoni, quarti cannoni., colubrine, mezze colubrine, quarte colubrine, s.:1,gl'i, aspidi, cannoni bastardi, mansfelti, falconi, fa,Jconetti, smerigli, salta,martini, ca,nnoni petrieri, mortai d:.b granate e da bombe, tr;:i.bocchì, mortaletti da salve, spingarde e moschett oni. Volendo stabi.Ure una distinzione fra le va,rie qualità, si potrebbe dir-e che l, can noni e le colubrine rappr<~sentavano le grosse e medi<~ artiglierie; i sacri, gli aspidi, i -ca,nnoni basta,rcli, i mansfelti e i. fa.leoni costituivano le artiglierie da campagna <:. tla montagna; e, infine, tutti gl i alt1.·i pezzl anelavano assegnati alle a,rtiglierie minute. Ciascuna. categoria cli. bocche cl.a fuoco. poi, inquadrava. divési c~li.bri, che al prin cipio del secolo XVIII erano cost sud divisi: per i ca,nnoni, da 3Ò, 33, 34, 45, 55, GO; per i mezzi cannoni, da, 20, 2f, 25, 2·7, 28 e 29; per i quarti cannoni, da, 15, JG, J8 e 19; per le colubrine, da, 25, 27, 35; per le mezze coluùrin e, da J 4, 1.S, 25 e 27; per le quarte colubrine, da 10, 13, 14 e rn : per i. sagri, da, 6, 10 e 12; p~r gli aspidi, da S; per i falconi, dtt 2, 4, 4 l/2, 5, 6, 7 112, S, 9 e to; per i falconetti, da 1, 11/ 2, 2, 2-2, ::ì, 3 1/2 ; p<-!r gli. smerigli, da, 1.4. 1 1!2, e cla 9 oncie ; per i saltama,rtini, da 1, 2 e da 8 on cie ;. per i cannoni petrieri. cla, 10, Jl, 12, 13, 14, 15, 24, '.!5, 27; per i pezzi di ferro. <fa 7, 8, 9, 10, ll, 12, 13 ; per i mortai, da, 24, 35, 75, 220, 264, e 288; infi.ne vi erano mortaretti di metallo da salve. 1~ quasi superfluo rilevare come tante bocche da fuoco, (1i- 1170-
verse pe1· qualità. e per cali ud, rendessei-o olhemoùo difticile il sel'Vizio di. muuizionaIDen to . La ma,g gfol' p a1·te di queste artiglierie si cost1·uiva110 in br on zo, pochissime in feno . Il calibr o, m isul'ato i n libbr e, si i-ife1·iv;;t a.l peso del p1·oietto che esse laucia.va110 . I proietti etano di q uaittro specie : palle piene, che erano di fei-ro, ùi piom bo e a n che di pietra; grc:ma.tc; bom be ; e :scatole o sacchetti a mill'aglia.. I pl"irni, i :secondi e gli ultimi venhano ni-ati pc.1· i cannoni, :i secondi e i terzi setvivano per i mol'ta,i. Come centri d'istrnzioue per la teoric,t e la pratica. dei pezzi , gi ù, 11cceu11a,mmo a, diver·se 1Bcnole c1·eate in epoche au tecedenti , u :-simi1itudiuc ùella s cuola dei bombar dieri di R oma, e governa te cou 1·cgo1e e privilegi a.naloghi . Oru, a,l pl"iucipio d el 1700, t n tle le maggiwi for tc:1.ze avevano la loro scuola, e ciascmia di e!-;i-e rnnta,·a un numero abbastanza. 1·ilcvante di scolari od aiut.rnt'i. Pe1'l'arn 11e contava 1:W, A11cona ~00, Sen igallia 300, .Fano 130, P ei-ugia :H, P esai-o 200. R imini 200, Civi.lavccch ia 60 e 2 la fo1·t<~zza cli Civi ta.vecchia, Uaste] S . A ngelo 200 : in t u tto, q ni ncli, 14U!).
C iù, ~nl fil1il-e <lei se(~olo XVlI gli aiutan ti bomba1·diel'i cli l'ustel R. Angelo « si divi.elevano in 13 squadre della forza. complc:;siva di. 4Ul u omi11i, n on comp1·<·sì gli. u:fficialt i bombardieri effeltivi ed i giubilati. Ogni squadra aveva per istr uttori un uffi.f·iale, 11n gradnnto, P<l u11 bomb,nclierc, o.Ltre il pl'oprio capo . f~li :iiubu1ti bo111harcl ieri app:H·tcncwa 110 a ll e corpor azioni di artisti i-omnni e fo rmarnno ln· <~ilf{'gorie. <:ioè ai a i uta,nti ptopriam <-'nf·e dC'tJi, t hntori Llegli i,;tend <ll'di, manuali e portatori d i 11101·t[1letti. AlL11nmini stra:1.io11e della scuola attendevano 1 p r oc11n1to1'e, :2 Rcg1·da,1·i e 1 m:1ndata1·io. Gl i aceomocla.to1'i di 1,tencl:11·cli en1no ~2 co n a capo nn bomb..u ·<.licre sopl'annumèrario, e g'li 111·tisti adclctt j alln fortpzza 21. Un bombardier e era aclclctto :J.1 scl'Vizio notLu r n o ed m io ai seglli )). Fino alla fin e del sccolo(J794:) i bombardieri di Castel S. An g<'lo attci:;<?1·0 a.Jle salve e alle fam ose gir andole d i Castello, di gl:'ll<'l'ale notoriPtà . I dod ici bombardieri effettivi si d ividev:rno i n qnattro squ a dre, ognnn a cle1le quali attendeva ad un a delJ c
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1700 - 1750
quattro gira,ndole annuali, mentre il capita110 ed il vice provveditore avevano la, dil·ezione generale_ ~ <:'! 1711 assunsero l'impi-esa, delle gira.ndole due scolari bombardìeri che vennero chiama.ti « ca,pifocaroli >>. Alla compa,gnia, dei bombardieri, scolari ed aiutanti ma · nnali. cli Ancona, in data primo gennaio de.L 1708, furono aggr egati i bombardieri e scola,ri di Faenza ; dimoélochè fìguraYano due capitani, Benedetto Nappi e Piero Picchi, un tenente, Giovan Battista Spilimberti, due capi mastri, un capo, nove bombardieri, un foriere, un provveditore di fortezza, tutti con la pag.:L di 10 scudi mensili, eccettuato il capHa,no Picchi che ne pn·cepivit 7 . .Inoltre 11 bombardieri di fortezza con la paga di scudi 7 come gli. scolari , 9 caporali con la, medesima paga , un ca.po1·ale degli aiutanti, un cancelJiere, uu tamburo, tutti con scudi 5. I nfine 86 scola,ri con la paga. cli 7 scudi e 13 aiutanti rna,nua.li con la pag<L di scucli 3. Questo provvedimento :6.nanzia,rio eccezionale, che tLssegna va, il soldo anche agli a,iutanti, dov1::tte essere in rela,zione all'armamento per la guerra contro gl'Imperia.li , perchè generalmente gli aiutanti di qualunque for tezza godevano solamente i privilegi. La guerra cl.ella successione di Spagna, infatti, pose lo Stato della, Chiesa nella, necessità cli rirrforza,re le guarnigioni delle Legazioni più minacciate. Nel 1701 furono concentrate truppe a bbastanza numerose a Perrara, sotto gli ordini del sergente genera,l e Marchese Francesco Massimi·; fra. l'altre, figura una ~quadra di 52 bombardieri (ridotti a 25 l'an no successivo). Oontemporanea,mente venne accresci.uto il presidio cli F otte Urbano; e, nel gennaio clel 1702, fu creato un corpo speciale per presidiare le città di Parma e Piacenza,. Durante lo stesso anno fu aumentato anche il presidio di Roma, e furono richieste le artiglierie barona.U, per munire più gagliarclamente Castel S. Angelo. Don Livio OdelscaÌChi (seniore), che nel marzo 1693, per mezzo della Congregazione dei Baroni, aveva acquistato dal pat rimonio degli Orsini la, fortezza di P alo, con le relative boc:ch e (1a, fuo co ed altri attrezzi militari, aveva successivamente acct·esciuto l'armamento artiglieresco della, sua possessione compi-::mdo in Genova., dagli eredi cl' Aurelio e Carlo Rezzonico, 4, 1
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L
I
L.-\ FIACCA GUGH!t,\ DEL
1708
ta11110ui e ~l mortai cli. brom:o, pee l'importo di Ure 10130,5 compreso il tr;,1,sporto; e<l il 20 a.gosto 1690 un cannoncino che pto Ye11iva da MihLHo. 'l'ali bocche da fnor:o furo110 pl'estate al Papa Clemente Xl e t1·asportate iu Castel S. Angelo, nel 1702. U11 d1irografo papale, deil'll m,.tggio di quell'anno, ordinava. a.I tesol'ierc dclht Camera, Apostolica di far pesare e val utare codesti pe;r,zi - vecchi e nuovi - da due periti, da eleggersi rispettiva,rnente da,l1e pa.rti contru,e nti, ed in ca.so di discordia da un terzo, con la condizione cli effettuare la restituzione entro un anno, oppure di versare il relativo importo. Viceversa, le artiglierie fu1·0110 poi restituite, sette anni più tardi., nel 1709, come risulta <la 1111 altro cl1irografo papa1e, de11 '8 a.prile di qu ell'anno. :\lel 1707 l'Imperutore. aven do deciso la spedfaione mi.lita.re per l'occupa½ior1e di Na poli, chiese cli poter attraversa.re lo Stato cl ella, Ohiei:;a ed il Paptt dovette, a suo malgra clo, :.~cconcli.scen (l ere, non avendo forza suffieiente per impedirlo ; ma, per garanl'irc~. i11 qm.1.khe modo. b:1 sicurer,za dei sudditi, ordinò, fra l'altro , cl i aTmare e approvvigiona.re ]e fortezze . Pr.attanto i dissidi fra. il Poutc1ke e l' Imperatore, che eran o in cominciati nell'invemo del 170G, con l'occupazione, clf.L parte delle truppe di quest'uH.imo, del Ferrarese e del Ducato · di Parm a, si acnil'ono sempre più, ta,nto che gli. Imperiali, nel mar7,o del 1708, ca,ccia,rouo dal Ducato cli Parma le truppe pont ificie. clie si concentra,rono a, Fcrra1·a.. L'estate passò in trf:Lttative diplomatiche, ma, non vohmdo l'Imperatore ritirare le sue ITnppe da Comacchio e da.I Ferrarese, comin ciar on o nello Stato clelln Chiesa i preparativi per la guerra. Le conclfaioni mili.tari però i~rnno tntt'a,1tro che confortanti. : mancavano buoni u:fficia,l i e va.lenti capitani , le a,rmi erano antiquate ed i.n cattive con di½ioni, le fina,nr,1~ assri,i mag-re, <~cl i treni di artigliel'ia, si trova,vl'l,no in così. ca,ttivc concli.zioni, cfa. essere. quasi inservibili. Ad ogni modo il Giarcloni , che dirigeva la, fond eria camerale ir: Roma. fabb1·icò in q11el1'anno 10 cannoni e () mortai. di bronzo. e gettò ben 6000 bombe e 25.000 granate di ferro. «Trai provve<1imenti adotta.ti per l' armamen to fn anche progettata, ma non condot.tn a termine. la. costituzione di un treno di artig'lieria cla c,1mpa.l2:na. cli 1G cannoni da. 6 libbre (calcolando un c::1.nn one e l/3 -1173 -
1700 - 1750
vcr ogui mi.lle uorn iui) e 140 cani lminali da 14G cavalli e 24:o p aia di IJuoi. Ogni p e1/,r.u doveva essel'e Lil-ato da tte cavalli, ed il di-;pettfro canu da J , oltre un caYallo ùi tisC>na per pezzo e pet cano. Ui..1::;1;,1.1110 d1~i Hi eani portava in casse 100 palle, 100 ca1·toc.;ci e 100 saeehetti n mitraglia, pieni di palle cla rnoscl1eUo da li Jibbn: per saeehetto . l'ei' 1L rnate1·iale e le munizioui ùi 1·iS('l·va, veJ111ero adibiti~ cani tJ:ainati ognuno <-h clll e buoi )) ()ue ·La patvenza di gucna, ma larnente couclotta e p1·eislu p e1-dn t a , isi co11d tiuse con ht pace ciel lj gennaio clel 170V, eh!~ imponeva per i I G0Yc1·110 pouti.Hcio l 'o bbligo cli r·iùul'l'e l e tl'uppe 1,1 ci·U1a11e11ti a 3.000 uomini, cli pcmwttere il passaggio pel' i suoi ~ tati a,gli Aus( l'iaci ditetti a, Napo.li, find1ù dut·ava, la guena , <! di asisolvere t utti da 1la cen:sura. La prova infelice di tale campagna, diminuì nncora la torn:d de1·11zi.0He pubblica vel'i:.o le a1·mi_ ternpora,l i dei l'api, e di s trusse pur e la fiducia degli i-;tcssi Ponteli ·i, in 111otlo che essi, nell e giu:>ne 1-1ucccssivc, non osa1·ono p iù impedire, o tentat· di irnpeclhc, cli<~ lo 1Sint-o fo8:-.e co1·so per lnngo e pc1· bl'go dai l>clli -
genrnti. Da un inventa ri o cl i Oast·el S. 1\ 11gclo, 1·edatto tra il d icembre del L709 ed il rnal'zo del L710, in oc·casio11e della cessione da E1·cole Uonsalvi a Ma.rio .Sbatti, n 11ovo p1:ovvc~clitore delln for tcna, e!:i~enclo cnstella110 il D e Aste, si app1·enclc elle guarninrno la forlc>zza H:i pezzi d'artigli<'l'irt ('OSÌ Llisll'ibniti: cc 4 pc>z:r,i sul touione <lel mnschio presso l 'An grlo (coluhein e). 2!) p ez7,i snl g-iretto, 2 pezzi nel cortil e delle palle. 3 1wzzi sn per lo i-calo1w clcl mascliio, 4.;-; pezzi nei bal 11ardi cklla sc•ronda cinta, 2 JW Z½i n e lla c·o1-tina, s ul corpo ,li gu,1l'dirL 1·en lc (o clell'iugresso), 1 pez½O nel co1·po di p:u11 r dia stesso. 4~ pezzi sulìa terza dnta, 9 pezzi 1wlla foi,;sa sotto il bai-Lione cli .8. i\lntteo, ;-; pe7,7,i :-otto l e loggic' dPl corpo cli. guanlia da bass o. 2 pt:>7.zi cli pa,rata >). P er quanto <·oncer·nc la quali tà. essi erano coi;;ì smlcliYisi : 4 petl'i.ere, :i7 cn,nnonL 30 cnnnonr.ini, 1 falcone. 2 fa,lconet:ti , 1 smeriglio, 8 Rng;ri , 3 rnani;;fclti. 2 rnoiane . 13 bombnrcl elle, S mortai. ·11 spingarde, 4 col n lwine, e<l 1 pczr.o 11 ~ ho(·che the e Yiùentemcnte era qnella ~pecie <li mih·n p:'liera,. ln c11i c-os;:truzione, com.e g-iù :1eePn 1,ammo. clovetiP aYn•11i 1·~ 8otto il pontificato cli f':inlio II.
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. . In proporz.ione a.U'arnu~meuto è notevolissima ht . qnantitù di palle cli ferro e di piomuo, granate e bombe, nonchè della polvere conservata nelle otto po.lveriel'e; ben 398.710 libbre di polvere e ùlDG di miccia. La costruzione delle su elencate bocche da fuoco rimont~va i1ì gran pa,rte al tempo cù Ui-b,mo Vlll ; altre erano del tempo tli Alessaudro VII, Olemente X, Aless,111dro VIII, Innocenzo XI e dello stesso Papa, regnuute e.temente XI. 11 che significa, cc che le antiche bocche dfL fuoco, costruite sotto .Paolo III e gli i:Lltri Po11 tefid del secolo XVI, erano ::;t,Lk rifuse. nelle nuove)) . _ Qua,udo si pensi che l'inventario ,1ccennato fu fatto dopo la restit uzione delle artiglierie a.Ila fortezza, di Palo, se ne dovrà dedur1y che, dura,nte la guerrtL eon gl'hu.periali, a Castel S. A.ngc.1.o· si era qua.si racldoppinto l'armamento a,rtiglieresco esistente nei primi ~mni del secolo. :Ma tutto ciò nùn servì a Iiulla . Lo Stato della, Chiesa, nei primi decenni del Settecento, uon mancava, cert:unen te di artiglie.l'ie, nè di persona.le servente; manC'.avano invece Ci:tipi idonei, ettpaci di creare un esercito e:llìdeute e sopratutto di impiegarlo . sapientemente ed uti.lmente sui campi cli battaglia. Dopo questa. guen·a e fino qna~i. a,lla, :fine del secolo, si può dire che la storia dell' ArtigHer·ia pontificia è tutta racchi.usa nelle seguen ti dichiarazioni che il cardina1e Alberon i fece nel 1741, mentre e1·a leg::Lto di Bologna,. Rkhiesto chi. castellano di forte~ Thhauo t< come si dovesse contenere nel euso che gli A n striaci ceecassero valersi delle fortificazioni. esterne del forte >), rispose <C si ricordasse che> :::erviva 1111 principe, che non gode niuna stim.a a ppresso le Poten1/,e, considera11dolo sen7,a. forze, e, in coni-eguenr.a, in istato cli ricen~re qualunque legge gli vorranno dare. Deve· dunque fignnu·si., non d 'essere governatore cFmm pii.17,7,a, ma gun.r<'liano d'una osteria, la cni .incombenza non è che di tenere preparata la, tavola e servir<~ il primo che occupa. il lnogo >> . Dure, odiose parole, ma, gi.nstHrnente ammonitrici . In sostan:w,, i. cannoni che i;;onnecchiavano nelle fortezr.e. sba,diglia,ndo nel le ricorrenr.e festive le salve d 'nso, erano delle :armi qna,s i inutili, tenute solamente a scopo decorativo. Ad ogni modo, spese non ne mnnca,vnno. L'appa.Uo dei lavori - 1175-
1'700 - 1750
pel' la manutenzione c.legli atfu ·ti dei ca1rnoni e pe1· i ferrame11ti 11ecessari, pe1· Castel S . .Angelo e le torri clella spia,g gia ronrn.11a, cnt tenuto al principio del Settecento cl,11 capitano dei bomb;u·ùic1·i Stefano Baldi ; in seguito alla sua morte , a.vvenuta il i o uovcmbre 171G, fu assegnato al c:apitano Saraceni ed al capo t.,ombarclie1·e Ambrogio Bonavia. Nel presidio di Civitaveccllia la doti:1,zi.one clelle bocch e dr~ fGoco, da llll inven tal"io che pol'ta la cfata del 4 luglio 1713, risnlta in totale cli !)4 pezzi, più un mortaio da, :].20 per bombe, due altri piccoli da 73, per g1·anH,Le reali , e 31 mort,1letti « cli saluto)). A ncli e in questtt fo1;tezza la maggi.01· pai-te dei pezzi rimon t.waillO a l pontificato di Urbano VIII , e qnalcuuo era assai più. antico, come un falcone del tempo di Alessandl'o Borgia e un nwzzo r mrnone di Glemente VII. Il generale d'm·t'iglieria, cl1e per 1m cer to pel'iodo del Sei· c-ento era ri 11i.1:sto i11 i;;er vizio permanente (assislito cl a uu ni nta nle, il qual e era pni-e custode delle arwi e munizioni. esistenti n ella rocca cli Viterbo, e da 1111 muniziolliere cli stanza a ('ivitawcchia), ve1·so la fhw del secolo XVII venne tolto dai ruoli. Rimasero tuUavia i dnc assistenti. il primo :fino al 1740 ed il se-. con do fino al termi.ne del secolo XVIII. Al pi-incipio del J 700 fu istituito, per la manutenzione delle bocche da fnoco, U ll f nn ziona1·io clenomina,to « i11granatore di cmrnoni >) . che snssistè fino al 1757; nel 1'712 tale c:nica era tenuta da Antouio :.\lai-ia Sicnl'ani, armiei-e dell a Clllncra Apo"t·olica. Anzi , dice 1111 documento , che il fratello << Filippo Sicun~ni fo il primo I nvento1·e dell'ingranaggio dc· cannoni. Richiesto dall' Impera tore cli Arn'<tria Cal"lo VI della sna opera,, col benepla,cito di Sua S.:~ntitù, si con cl nsse in Gei-mania ove eseguì l'ingrnnn.ggio di tutti i cannoni anstriaci, quindi fn richiesto cli prender ser vizio coli' Austra e ricusatosi per servir la S . Sede fu gn1tificato dall'I mpetM01·e con nn'a,nn ua vitalizi.a pensione di dncati mill e ed irrnignito del tHolo ereditHrio di Conte)) . . \i primi di ottobre del 178!) - es e11elo stato t>levat o alla po1·pora. ca1·clinalizia :Kfons . Sanipa11te - fu nominato Sopra.i ntendente tli. Ca,st(~l S. A.ngelo e della. flot tn, il prela l·o Mario Bo-1176 -
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UEST.-\ TJHl .-\LLA C .-\ l'l'ELLA DI !:>.-\NT A BARBARA
lognetti. Questi, fra i JJrimi atti della $ua, castellania,, ordinò il r estauro della cappella di S . Barba.ra alla 'l'raspontina, che come abbiamo eletto, apparteneva al Corpo dei bombardieri di Castel S. Angelo . 1 htvo1·i furnno termi1rnti. nella seconda, metà del 1740, sotto il pontifi.eal"o di Benedetto XIV: vi concorsero eou denaro Clemente XII, sotto il qna.le si iuizi.a rono, il Bolognetti, il vice ca.stellano ~:la velli e gli stessi singoli bombardieri. A ricordo fu mmata. la scguenl·e lapide: S. l\.lllJlAllA E V. E'!' .M. Ix H .\llRIAKA ARCJ::
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ThOillas l\fonulcli romanus capita neus Carolus Mon:1lrli r orn:mus t enens .Joseph Silici. romanus vexillifer P etrns P:w lus Ma lti romanus primus sarg. Rllrtolomaem; Bonaria romam.1s secunclus sarg. Joh:mn Ilapt. Monal<li 1·0 111:irms tertìus sarg . J oh:rnn Bav1·. Lucatelli r om:111 us caucellarius Franciscus Scard~tYelli ro!ll:rnus pr. librntor Franci,::cns Minelli e CiYi t. Ca stelli sccun. librator Antonim; Silici r omanns ter tius librntor Josetlh Scardavelli rom anus guar. librator Johann. Ascenzi rournnus quint. librator J olrnnu. Siliei romanns se:xtus librator Libraton!s nocturni Car ol us P.onnri:1 r oruanus primns librator Philippus Amici :1 Cascia sccunc1us librator f' ranciscu:;: Verini ronrnnus tertius librator Carolus Cnrti romanus quartus lìbrator Johan Bapt. P alma roll!anm, quin. librator JoserJh l{ustlcelli roruanus sextus librator.
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1700 - 1750
Nel 1740 le boccùc eia fuoco che g nal'.11iva110 i baluardi di Castel , . Angelo erano così tipartite : Uulmmlo di S. :.\fntteo u c.innoni ))
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» S. GioYanni » S. ì\larco » S. Luca
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Nelle for tifica?:ioui esteriori : Sulla cor t ina sopra il corpo di Gnartliri Reale 2 cannon i che guardavano il Ponte. Nella piazz11 del bal uardo di S. Salvatore 8 pez7,i )) ii del balunl'do d i S. Maria 7 )) » >, S. Paolo 5 » D ue cannoni, sitna ti nel me7.zo clella cortina ùel :;1;ddetto billuardo, g uarch!,·uno P orta C11!>tello. Ncil n 1k1z:w clel ba lua rdo di S. Pi<.:tro 8 pez;r,i 9 )) » )) ,, 8. S11irito 3 )) In tutto 50 pez:1.ì.
'l'utto q11eslo matt•1·ia le, pe1·ò, aveva ormni fa tto il suo tempo. A.nehe peggio stava.no le nltr e fortezze dc1lo .Stato della Ol1iesa. P er esempio i pe;.;;r,i c;be, nel 1768, guaruivano la fortezza cli Perngia ernno a,ncora, quasi tutti di. fahbt·ici:1zionc riinont.ante al pont ificato cli P aolo III (fra cni la famosa « l'aoli.na ))) e qua lcuno del tern.po cli Urbano VJ II.
Du e pa1·ol e dei fo nditori. Il 17 ottobre 1717 Giovanni Ghn·doni - cbe da diciotto unni clfrig-eva la fonderia camerale ebbe C'ome coaclintote 'il nipot<' Giacomo Antonio, il quale gli su ccedette poi, aUa cli h1 i morte . Nel 1739, defun to a sua volta Gia como, ne prese H posto Frn,ucesco Giarcloni il qnale, .n ove a,nni più tardi, n el 1748, gettò in bronzo una 1111ow1 sta.tua, dell 'A ngelo, ope1·;1, dello scultore fiammingo Pietro Venschelfelcl , elle doveva poi essere inaugurata e benedetta da.l Papn, n el 17f>2. Ke!2:li stessi anni froviamo però nnche, come fondi tore, un certo Pa,oli no Henecletti ; ma, qualche anno dopo (1757), con Ginseppe Oianloni direttore della fonderia camerale, e col suo successor e Nicola, 1H dinnsti::I, dei Giardoni riprende il suo dominio incontesta to. A Nicola Ginrcl oni. nel 1787. fu ordinata fa fusione delle ar- 1178 -
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tigliel'ie pe1· t1·e gule1·e ponti:fieie, 1L011clu~ di due ca,nnoni con due u10L·tai du, bombe, pet il presidi.o di Ancona; antecedenteme11te p<:u·ò1 per C:tLnno.ni i.n teno che doveva,no a.rma,rc due barche guardaco:ste, la l \ 1mera Apostolica,, dopo alcuni tentativi di acquisto a ì'\apo1i ed a Genova, aveva inviato a Marsig1ia, il 14 luglio 1781, u11 tal Uiuseppe Ca,sta,g niola, ecl un maestro cannoniere, che, per mezzo della Casa W esemberg e Moliis, commtssionarono i pezzi a l::H.oet:olma .. Queste artiglierie giuusero a. Livorno il 4 febbraio 1,M, mentre si ti-.:1,ttava, con 1\'.[. alta per la cessione dei. pezzi di :u-tiglieria, di cui le due barche era110 già armate. Funzionava in 11uesto tempo a nch e la fonderia di Aueoua. l1rfatt,i, con istnnnento rogato in quella città il 28 febbraio 1754, fa stabilita, cou Uiovanni AnLonio Divisi, fonditore, la fabbr.icn, zione cli un falconetto, per se1·~rir.io dei bombardieri di .Pesa,ro . . Ooutempol·a,neamente era,no fonditori in A.ncona un a ltro della famiglia Di.visi e un t:d Giovanni Oasilli che, nel 1754, si esibivtL di. rifondere 12 mortalctti. da lui fabbrica,ti per la fortezza, di Fa,no, adclossa11closi le nuove spese, perchè il primitivo lavoi-o era sb.ito t1:owLto uou scevro di difetti. M,t , an che come costruzione, 1' Artiglieria ponti.fida non era pi.ù all'a.ltez;;m, dei. tempi. Si fondevµ, assai poco : e, i.1 più delle volte, si tra,tta.viL di. mortaletti. da saJve. Scgli altri rami dell'Arma aleunc savie istitnzioni derivavano alle volte più dall<~ iniziative cli qnakhe gr(-lgario, ch e per disposizione degli , organi superiori. Oos1, nel J7G5_ , ù iulio Amorini., capo bomba,rdiere in Civitaveeehia, creò iL tutte s11e spese nna, scuola ,'F artiglieria, << cou pitture, fignre, modelli e libreria, )), ove si irnpartivauo lezioni leo riche s ul ea)nnone, mentre in altro apposito sito si faceva110 esei-c:itazioni pratiche di tiro. Gin, l' avo di <piesto Amorini, anch'esso cli nome Giulio e appartenente a d una famiglia originaria. cli Livorno , aNeva sprvito In, S. Sede eome ca po bombaréli~re del p-residio di Civitnvecchia. :fin dal 1712 : a,lla, smt gfobilnzione. nel 1729, gli era, suben tr11 to ii fiµ;l io Onora to, il qua.le. a. $na, vo1tn , nel 1757, ebbe qnnlc coadintore il figlio Giulio sunominato. Qnest' nltimo, i::;tru ito l)l'ima dal padre, era poi sta.to per trf> anni in Roma . << n<l n.pprernle1·vi P1·ospeHiva ecl Architettm·a -
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civile co11 i signori c·nv . u,rc:hiteUi Pa,nini e 1Iichetti >). Fu promosso alfiere nel 1769, indi tenente dei bombardieri; e nel 1772 venne prnscelto pn un progetto che jmportasa diverse innova,· zioui da eseg:nirsi nel porto di Aneonu . ~el 178(5, in una peti¼ioue alla Camera, Apostolica, per otteue1·e nn <·erto a,ssegno - che v(~Hisse a corupensa,re in pa.rte la, perdita, che ,1 lni cler-i,·,wa, per la riformn snlla indennità degli spari, a:ttuatrL da Don Fabrizio Rnffo, tesoriere della Camera Apo~tolica - ]'Amorini asseriva, di uo11 percepire alcun compenso: per la senola di artiglierfa t~!nuta a. Civita.vecchia,, mentre in <rnell 'epoc:a, nella stessa. cittù.. le scnole cli nautica, di ca1111onaggio per la mal'iun , e cli maeslT-o cl'ascia~ per l' Arse11ale, <~rano a carico della tesort'ria aposi·o]ica. l~ dello stesso periodo la, doma,nda di. akuni ufficiali bombanli.eri di Castel S. Angelo, per ottenere il dii:;l·intivo della dragona, ed una certa. riformi:t della d ivisa. Riportiamo in tegral mente il docum ento, perchè ei illnmina sul ftm1,i.onamento del Corpo e la, su,, importn nr.a tra gli altri Co1·pi armati dello St at.o: « Da tutt:.-; ie nni1ionl la Comvagnia delli bombardieri <i dell'Artiglieria ,·ic~u·0 c,,mposta cl.J.ll':,r tefi<:i, eh~, soJ10 C()D,presi nell,e quattr0 arti, d c•è )for:1tori, Fà· Je;,rmuni, l!'f!rr:lri e Scalr,ellini , perchè questì rnno ;1,Ieccanici. ,,i Gente ma nuale nc1c1estrati non solo acl adopei·n r e le pe~anti ;\fachine llelli Can non i, loro attrez.zi, mn saperle an cora fabril'r1re, t\ggiustare. « Nel militare clalli 1J'1·:1ll(·esi si prendono le più certe regole. si noti, che Monsieur ne Vauban ern un semplice muratore. e<l incominciò a senire per Aiu tante Bombarcliero, e per gradi sali a·d essere gran Maresc.iallo. così Monsieur di Sant Remij er a Falegname, ecl arr i,·i> acl essere 'l'enente generale d'artiglieria e cosi cli tanti a ltri. cc L'ordinanze militari ordinano, che t roYanc1osi due ufficia li cli R:mg,) eguale di Fanteria <'on l' Ut!ìciale di Artig.ria s i deYe cedere dal l'a ltri Ufficia li la clrEtn a quello cli artiglieria, perchè qu esti a tali gradi non vi giunge, se non pEir merito e stildio, e pe1·chè a ncora allTtficia!e cli Artiglieria sono affidate le armi più rispetabili, e clecJsire della Guerra. << Papa Clelllcnte X per uniformarsi ,1ll',1ltre Nazioni con st~o ?\foto proprio confermato poi cla più 1-'on!'efici, e<l ln ultimo da Papa <'temente xr.rr, commancla che quello Scolare Dorubarcliere cle!le quattro riferite Arti, C'lw s arà amme:ss,) per e:,ame, debba per gradi ascendere al posto éli Cripitano ; un ta l metodo non mai si è interroto cl::llla Compagnia delli nombar clieri cli Castel S. Augclo; la riferit.11 Compagnia, ,·iene asolu tamente comrinclata dal loro rispettivo Capitano, cc,me si esprime nelle loro· pate11ti; essa !:<0mpagnia è clel tutto completa per esservi lì tre l'tlkiali di Hango, ed ànno la propria Bandiera con tre Sargenti,
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1700 - 1750 Ca ncelliel'e è c1uì in H.orna il sud .° Capitano corumaucla alii 240 Patentati, e tra (lt\esti ve ne sono circa 100 che., portano l't1nifo1·Jllc. cc In tntto lo Stato Pontificio non vi è altra Banclier,1, e completa Cowvagnia <le Bombatclieri, che questa di Roma ; chiunque sia, e che senono fuori cli Roma in qualunque b'ortezza, o Presitlio si domanda no Tenenti o Capi cte pure portano la Spallina, e da questo Capitano, ecl ulticiali di Rowa, dipendono ver essere ammessi s i per Bombardier i, o Capi, alli ciuali vengono personalweute r iwessi per essere esaminati, oppure si mandano l'esame, come si fece 1:ochi a nni sono da l Marchese Ronclinelli, a llorchè si dovev;; t·impiazza re il Capo Bomb:nclie.r e d i l!'orte urba no. << Non llu bitano già li presenti nuoYi Uilìcia li, che llel r Eitto cliscernimento clE: loro Superiori non gli n '? nga accor dato il cl'stintivo della Dragona o sia Spallina , che 1i loro ottuagenari ( !) passati UUiciali avevano trascuralo .'li portare, come anche di riclmre le loro antiche divise, come dalla Suvrilica umiliata a S. Ecc.za Rev.ma , accìò po::;sino essere distinti, e s i conosc.:t t ra essi ìl loro rango ll.
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Un 'ultima notir.ia da rileva,rc per questo periodo è quella co11cernente b scuola di tiro pratico, che, agli 0rdini del te~oriere gcne1·ale don F abrizio R n1fo, si tenent a lla, Fan1esi11a con 1111 ca,m 1one cb libbre G ed nn morta .io per il hrncio delle bombe. Per sqna,dre, tutti i bombardieri, compresi il eapit:1,110 (~cl il c·:111cclliere tiravano a ~>ersagli.o: il cancelliere teneva mm npposita nota e compilava, volta per volta , dei grafici che rispec:ehiavano i rii;;ultat i ottenuti da ogn i tiratore.
13.
Il Vicereg no austriaco · a Napoli dal 1707 al 1734 - Il mag azzino delle poi veri a Ca s tel' dell 'Ovo - Il Corpo d'Arti g lieria ne l 17 1 5 - La mirabile organizzazione della fonderia di Napoli - 11 nuovo ordinamento delle artiglie rie, voluto da Carlo di Borbone La fond eria di Palermo - La costituz ione del Corpo di Artig lie ria Nel 1737 si inizia il lavoro per la fondazione dell'Accademia d'Arti g lieria - Predomina il cannone d'assedio fabbricato a Napoli ed a Palermo - Gli stipendi deg li ufficiali nel J753 - Studi èd esperimenti del Caravelli, del Po-tizzi ecc. - L'emancipazione dalla Spag na e la riforma dell'esercito sotto il generale Acton - L'Acc ademia 'Militai-e della Nunziatella - Il « Corpo Reale ».
...
Com'è noto, nel 1'707 - in seguito alla gra,nde vittoi.· ia cli. 'l'orino riportata sui Francesi. dall'esercito austro -sardo, a l conrnnclo di Vittol'io Amedeo II e di Eugenio cli Savoia - si ini'--- 1182-
1
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OHGANICO DELI:AR'l'lGì',JEJUA XAPOU~'l'ANA Nl!:L
1715
ziava nel Mezzogiorno d'Italia un viceregno a ustria.co che, 1·iconosciuto definitiva.mente nel 1714, doveva dura,re fino al 1734. Nello stesso rmi10 1707 venne costruito il Magazzino delle polveri a, Castello dell' Ovo ; e, qualche tempo dopo, sorgevano un laboratorio di. mnni?:ioni ,s ulla, stracfa, del Chiatamone ed una séuola. Un regol amento emesso dal Capita,no generale Conte Daun, i.I l G di ·marzo 1715, stabiliva come appresso l'orga,nico dell 'Artiglieria, per il Regllo cli .Ka,poli ed i Presidi di 'l'o_scana : Colonnello P t lmo Capìtan() Secondo Capitano Terzo Capitano Quarto Capitano Quinto Capitano Capo mastro bombis ta Gentil uomini Bombisti vecchi lloinbisti giovani. Caporali cl' Artiglieria Ar tiglieri comuni Scolari dell'artiglietia
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soldc:i mensile due. 100 f) )) )) 50
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Il pe1·sonale importava dunque, complessivamente, la, spesa, mensile cli 12-9G <lucait.i. Gli scolari non pc~rcepivano alcuna mercede, ed avevano l'obbligo di frequentare la Scuola, e cli servire le a,rtigliede nella citU1i di Napoli; godeva.no però la metà, del soldo che si corrispondeva agli artiglieri comuni, quando erano comandati nei Castelli, in ultre Pfa,7,7,e del llegno e nei Presidi di ~rosca,n a. Poi, man mano che si renclevauo vacanti i posti <'I.egli artiglieri comuni, venivano occupati dagli scolari capaci e meritevoli., su proposta del Comandaiìte del Corpo. Ai capo1.'ali l~d a,rt.!gli eri comuni comancfati in servizio di guerra comba,ttuta veniva usato lo stesso trattamento che a, quelli. appiwtenenti a,11' Artiglieria da, campagna imperiale, mentre agli scolari si cla,va la. metù, di codesto soldo speciale. , Per dare un concetto del perfe?:ionamento nelta tecnica deJJ e bocche da fuoco, e del tempo che si impiega,v:1 nella fonderia di Napoli per la costr117,ione delle medesime, rileviamo che in data -1183-
1700 - 1750
17 febbraio J 717, c. ·senclosi deciso di cof-tl'nire 8 cannoni da 36 ed a.lc nni modai, il Capitano maggiore K olmaJ111 riceYevn ordi ne cli preparare i di:-iegui af:fin,chè, snlla scorta, dei mede~irni, lll, Cnmcra fosse ili grado di gi ndi cm·e e cli ordinarne la fondita. Eb bene•, a meno cli due mesi cli distanza,, il 10 a,prile clello s tesso anno, i ca,1111011i erano giù pronti per il colla ud o, ,1 cni fu clepn tato il Colonnello co111n,11da.nte D. Piet.i·o Boysin , con l' intel'Vento dt>l cnpila110 progettista, ed alla p r esc>nr.a clel 0enerale d' Artiglie· ri a, Baron e "\Vetzel. Rpmpre 11el 1717, alcuni pezzi fur ono fatti venire dall'Olanda , per al'· nwte clnl:' nnYL il Colomwllo P il Capita no mag-g-iore ehbt•ro incarico cli !:'SU· mi11n rii I:' di r ecligp1·e una relazio11e sul In « suvra e.vz>r<'Rsada Ca fidad. li i, ès ddla
Flg. 239 - A_rllglicria napol e· tnua: l~o. Punt-01·0.,.mezzo <·11n11 0 1H:· rli bronio, d i mnl, 18i.
gottnto nel 1H5 da Ge ..olamo Cn~ L1·onovo.
1111 oi.: a,
•
/ab /Jl'ica )).
~i tratta p1·esuruihilmen te dei cosidetti cnnn oni à la ·nonvelle invention : e tali cara,ttcristiche giustificano l'acqnisto e!Scguito al l'estero, propl'io quirndo fo1Hlitori nnpoleta ni fondevuno cannoni e morta.i con cncom in bile rapiclibì,. Le cil-eo!-.ta nze suindicate. cioè elle un nfficia h~ dell'Arma eseguisse i p1·ogctti dell e bocche da fuoco, per poi sottoporli a ff appi-ova,zione della C'amei-a. e che . mm Yol ta eseµ;niti, i pezzi s i colln ncl asse1:o in doppio modo, dimostra che la tecnica della costruzioni ubbidiva. a,d un preciso indirizzo scientifico. -1184-
1
NUOVA 0 HGAN1ZZAZ10l\Lt.: Al('l'IG Lll.m f.t.:H CA ?\EL N'APOLETA:\'0
M.a 110n solamente n N c.Lpoli si costru ivano bocche da fuoco :ìu fJ nel tempo, bensì anche a, Palermo : dalla, fonderi.a, di quest'ultiuw città gli Spagnuoli trassero molti cannoni per la, guerra, ·co11t1·0 gli I mperiali dal 1717 a,1 1719. Verso ii. 172, l ' A.rtigliel'ia napoletana, possedeva una grarnle val'ietà di calibti, sia di cannoni ehe di mol'tai: ie· ferriere di Stilo, i11 ta,le anno e nei seguenti, fabbricavtmo palle da cannone ·cli ealibro diversissimo, da, l a. ùO libbre1 esclusi pochi intermedii, mentre v'erano mortai da mo, 154, 112, 52 1/2, 40, ao e poi da 17~ e 105. Conquistato il Regno delle Due Sicilie nel 1734-1735 da, parte ·cli. l'nrlo di .Borbone, la crcazione· di una fotza m.ilita,re, che di· fell(k::-sc hl lluova dinnstia, contro evcnt11ali attacchi di fuori e fosse presidio di i;:icnr·ezzn per hntel'no, fu la pr iina, cnra del J rnovo gove1·110, a, cui tal e compito venne molto agevolato da Pilippo ·v, che la,sci.ò in dono al figlio, con a,bbondante artiglieri.a, qnasi 111 rn1-!ti'1 <l.ell ' esercito conqnistatore dei due Regni. L'organi1.7,,11.io11 e artiglieresca s·iniziò ad appena, un mese di ·dìsta,nza, da,l l'entrata dell'Infante Don Carlo nella Ci.lipitale, e bisogna riconoscel'e che si ispirò alla più rtvvecluta sa,viez~m,. J,T l. giugno 1734 si trnsmel·teva al I'l'inci.pe Don Alfonso Pinto, ·<l<'llH Sorhxinfo d e H,ac;-io11, il seguente ordin e del 001:Ùe di ìV[ont <·ma,r. comu nica to cfa. Don Joseph Ioa,c hin de Montealegre: 0
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l P1·i.-11cipe
n.
A.lonso P.i11to . Pa.pel del Conde d e !l!Ion-
f<'·1na.r.
« El Rey ·1iostro S wf'1or ·nic ha onlenado cliqa, (t, V . S. disponqa ·qu e la FJsoriv ania, de Raoion hagci liiego 1,m(i Copia del _ésta.do) o' sAo r er1lanien to que se formo en el govfonw pasado de todos los offriale8 A 1'fillwros , Rom barrleros y dem,r,.s i.nclivid1,1,os y cle7w11rl i<'nfos dd (>.<dado moyor d c la !lrtill erin asi rl~ esta Ofo·clod como cZel Zas denws Plazas) y OasNllos d el Regno, con la, rli.~ti11oio11 dd 1111m ero. [!1'(Ulo . suelclo , y ofioio cl.e oa,da 1.111-0, y qw 1 r7f'RJJlle8 F. 8 . lo rrm1,,;,ta à nn·s mnnos con lri m,nyor bre1; e<lad 710·sibile . .Dios O 11anle n V . S. in• at ,·ri mo cles<;e,o . J>a.fa 0 a. 11 de I wnio de 1734 losevh loa oh111 dc Montealcgrc )).
n.
Le finalit à, cli qnesto dispa ccio, in cni si getta vano le basi fleJJ'ii;:tit.nenclo nnovo Corpo d'Artiglieria., i-ono onie: conoscere -1185 -
1700 - 1750
H personale indigeno, inquadn 1,rlo nelle p1·oprie file, avviare e mettei-e in efficienza i servizi tecnici., interrotti con l'abbandono della capitale da parte del governo vicereaile, e quindi ave1·e sul posto i mezzi neces.sttri, a11zi tutto per portare a, termine la conquista e poi per dare all'esercito 1' Arma tecnic.:1 adeguata a,i bisogni. L'ordine fu immedia,ta,mente eseguito, cosicchè il 14 giugno l,t Scrivania cle Raoion, trasmettevu. l'elenco del personale d'artiglieria servente nei presidi, castelli e città del Regno , col regolamento del Corpo che era stato formato dagli Austriaci nel rnarz,o del 1715. Qualehe mese più in là (agosto del 1734) :si ordinav::t la. fa,bbrica,7,ion e, nellf:t fond eria della, Darsen a, di 24 ca nnonì di bronzo cli calibro 24. L'inizio dei .lavori di fusione di questi pezzi clon~tte però avvenire con qualche ritardo - forse per il restauro del.la fonderia, e per l'a,cquisto delle materie prime neccssa,rie - perchè, secondo quanto r ifel'is1·e 1\fonsignor Luigi D el rono nella sua, Oronacli oivùe e nviUtarc clelle Dne Sicil-ie sott;o la, Dir1a,::dia borbonicr1,) il 23 novembre si sta,bilì una fo nderia di t unnoni neJla Darsena della Ca.pita.le e « lo giorno de' 9 Decembre, per ordine del R.e - precisa Giuseppe Senatore nel suo Giorncile Storico eco. - diessi comincia.mento nella Regia fonderia si.tua1 a, nel porto della Darsen,1 di questa Capitale a fonder cannoni, e morta.risotto la sa.via, <~cl accorta dire7,ione del valente D. Fr-an-, cesco Valvasone~ Colonn ello dell' Artiglieria del Regno)) e << nella mattina poi del dì 17 maùo (1735) fecesi nel la Rega,l fonderia dì Napoli l'a.ltra fusione clell' Artigl ieria di bron7,o del calibro Yentiqnattro; ed al giorno poscsi in pruova, quella, come g-ià indiet r o si, disse, a,ntecedentemente fu sa, ed entrambe él'intiera, per fezion riuscirono, medin,nte la buona direzione ed assistenza del 5;oprall odato Colonnello Conte di Ya,l vasson Comandante del1' Artiglieria del Regno)). ' La fabbricar.ione di q1rnsta partita, di ca,nnoni. non ern a,ncora esaurita ai primi di a,prile del J736, così come risulta (fa una, lettera diretta al Conte di Charny dal Conte Balbasor, ConH~ndante interinale dell'Arma : le ttera ch e trascrivi:uuo integralmente, perch è non solo c'illumina sulla, rea,Je efficienza, della Fonderia di Napoli e snl titmo con cui avveniva, la costruzione
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El•'l•'lCIE.KZA OELLI~ FUè\OlmII~
dei pezzi, ma fol'lli:,wc aw.:he ,tltl'e 11otizie su lht fo11 ùc1·ia di Pa.lel'Jlto e ~ulle p1·ovvidem~e tlel Governo J_Jel' la 1-.iOl'.itituzion e delle ,u-tigliel'ie inntilizzatc, nei le pl'iudpali piazze foni del R egno : (<
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f!J x .m,o Sef'io1·)
« He,ior. - I /ago presente a 1 ·. EJ; .• que <m ayost;o d el J , ::J.J: fu (; ::;ur viclo J::J. JJ. onle11u1 · .<.;e f11JJri ca /io n r ei11l<: .IJ qu"I ro ca 1io11{:s de ()alibn· d e a :1-1: de los quale::; quedan 1~ f1111didos, y d e estos ìo.s lU pr· r fec io11a<los) 110 ho,cie11clo80 aclelu,11tado mas 1w11nero de ell os) por hi raz:011 cfo luivenw e111vleculo el t ie1npo; !J el metal., 011 la fabri oa cle ln .:..lrtiller ia de Jlarilln) y oonw V . l!).,/ hn ·1ncind(lr/ o se co 11ducer111 ci, e1:d ri fun clfoio11 los cmione/i l'ecll'eros, y otras l)iezas d e A rtilleria inutiiizaclos de difer ent es castillO$ de esfo R fJ!JIIO , 7m ro. poctur rG·111 /> lc1,.~a 1· ma::; ù1·eveino11 te (j'fl las Plazas Principa l es los cr11ìo11 e.<; qu e falta11 j SO!J cle seni ir se cese por a 7,ora en los fiindioiones de los oa1iones de a 24 y se 1rw,nclen 001istruher molrlcs del oaliùre cle t, lG, co,no f:J. Jf . ha apl'ovuclo se exeonte en la f1111clfoio11 cle Paler1110) do11cl<: yci se hallan 12 mo/d(: .<; bie11 odeza,11 t nclos ) v l os ,b e11 esf.ado de hazr:r clcsde l nor10 la vrfmeru fand:idon~ sobre lo q1wl espero el aoerlado diotum en y orde11 de l'. liJa;." i11tcd,11 0 011 l" J)l,(tS r ell(lfcla orecl fo;,:.:il/, 1n·iego 1ì, N 11 os tr0, F:foliol' gorle V . NJ; ." J><'nw11n los 111as feliocs a que cleseo .
« Nelipoles abril de 173G. « Ex .m,o Senor. A Zos l'ies de V. l!Jx ... El
.
Concfr d e B rilb cisor -
FJ.1·.1110
Sii , nayor sereidor S enor Comle (l e Gharny ».
Uontemporanenmenic a·!le adi g:lieri e cli tel'ra f.;Ì cust1·11hano quPl lc per la :\farina , come si dPi-ume dal 1)J'e('cclen tc cloc11111ento, e· llll qn clJi fi nan½iari del J'735, n ei q na,li si legge elle fmo110 pa.g.1ti al pm·tita rio Angelo Carasale 42.000 ducati. cioè « 10.00(} in coHto clella nuova fusio11e ùc 24 Oairnoni tli bro 11r.o del caliho 24 : compra di stagno. isti-nruc>nti, rnncchin a l'i ed nltl'i generi fa I ti 1w 1· la R" Fonderia 1:1 rrn<il'<' dell'ordin e dateli da S. J L ( l> io g11 ;t1·<liì, 2000 in conto del.le op<~1·c pe1· la fonclizione llell'ar tiglieria cli Bronzo per Farrname11 to cl<>ll e Ga lere e p. la, compra; dt>l Rtag1io <:he bisog-1111 p ei: la liq uefaz.e del m etall o. 12.000 in c·onto d el prezzo cli f' n.nt.ra :320 inc~i.rca di metallo che clove,1t c·omprm·<' p. Jn f.t h1·icn dell' ,\ l'tiglieria. clrlle R..e Gnler<~ cli qnest.1 sqna,lr:1; =lOOO in cont o clc•lla fa brfra delli st.r·nm cnti dn g-11,1 -1187 -
1700 - 17GO ~tato1·i e delle fena ute11ta delle Casse dc Ca 1111oni inl'al'ica teli
fare lJ, iservi¼io della R..e 001·le e 13.000 iu Co11to delli tta,spo1.·l'i. d'A1·tiglieria, guarnimenti cli essa, impor to cli dive1·:-..t pet1·< c·d <li gnena e tl'asporli dei meclci-imi, nella Renl l'iazza di l'csearn ·<~ n elli Castelli dell'Aquila e Uivitelln, clél '1'1·011to )) . A queste i;pese per l'a.pp1·cslamenl'o tecnico alti·<· :--e ne putr·cblwro ag-gfougel'e, fatte 1wincipalmente nel 1,34, per ri<-o stru;,,ionc di fa bbriche ncJle v,1,1.'ie piar,ze e ca;;telli del R(;'gno. pe1· l'estanl'i << de.Ile sei casse cleJ IJ,1Uirnento 1H lla Hcnl lJolven'1·a. della Tone della :Xun;,,i:ct ta dernstata dal pass,Ho Go,cn10 >) e p , 1· k OJH'J·e <':<eg11ite al 111 foc;e clel fin mc ~umo a I 1;e1·vir,i o clcila m e•desima polve1·ier,1,. Nel 1733. 1·ilcviau10 clei pagamenti per acq11i· sti di piombo al servi:do della foùbric:a delle palle, fuC'iliere, 1110:i::chctti e p e1· eoprire i focon i dei c:ann'on i. pet· legwuni occont>nt'i alla fnsioue <.lei 24 pezzi e per « servizio delli strume11ti di po11eri g-1·a:ii ». per « femminelll:' di coed1iare, refi.latore e lanate, molsi di bronzo per fonder palle, acquisti di rame, cocchia1·1; ecT. >> e i 111iue pe1· rwtrec:d di g111•1·1·a alle ferrieT'e di Stil o. 0
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L'a1rno dopo troviamo altri paga.mr11ti
« a Don Fra11cesco Pi-
gna, l>clinea to1·e della H eal fabbrica cle earn1oni e Cotpo del1' AT't. >), a Don Angelo Gara:-:a.le « in conto della nuova fusion e dcll'ai·tiglie1·ia cli bl'Onzo pe1· le piazze e fortez¼e cli qnet-1ta, Città. e R eg,no >> ed in eonto fl<>lla nuova fn:-:ionc dei cannoni per legaler<~ del Regno, e « n 'fomurnso Fiorenza per jl partito delle
nuove forme di bombe>>. In i::ostanzn po:-:!siaruo dir<' che il problema dell'o1·ga11izza½iorn· ai·tiglict·f>scn t\ nffl.'ontato con f!n ergia e avvedutezza. L'o1·di11e cl'impo:-:tnzione dei 24 c.a1111oni siti dal 24 n,g-osto del l734, 11uanclo la resiRtrnza dc~l Conte 'l'rann in Capna non a<'<-en11an1 n c<~d <'t'f' e la conqni:-:ta deÌfa Ricma e1·1-1 aneon, sulla c·;irta clC'i pia11i clell'invni-ore, coRtit niva cla.l lato 1'ccn ico e tattico il primo ì ndoYiiwJ·o p1·on-Pcli111c•nto. pN·ch<.> l e m·ti::diel'ie pesanti - che 1ion dovc>vano ;ibhondarc, fo1·Rp per l e cli:fficolbì di tn1sporto tla.lln Rpagna, - occo1·l'<w a.no in p:ran copi.a, p er comple tarr ln, '('Onf)ni1<ta. D 'nltra pm·te. il fatto c he 1n coRtrnzione fosRe affidala alle Clll'e tecniche di Girolamo C'astro11novo, giiì fond itore del governo passato, ed in appaHo n.l vecchio partitario Carl:lsal P. sotto ln élire;,,ione ckl Colonnello Rnlbnsor - p:ià C'omandnnte
- 1188-
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LA St: OVLA l:'ltA'J:l(.;A D' f\lt'l'l(; LIEltlA
<lell'.-\Higlieda napoletana sul finire ùella ùorninazioue ausLi-ia Cù e mantenuto al posto di eoillanclante i 11 terino pl'imti, e poi di torna,udante effettivo del Oot po di Artigliel'h,t, ·-· 1,;ig-11i:f:ì<.:a elle g li 8pagnoli i,;i preoccup,wano cli HOn inteno1n}_.)ere una eontirn 1ità. di produzione e di non dist1·11gger e u11a <.:onos<.:ewr.a tecni<:;1 già
,u..:q 11isite.
:,;i a udava110 intanto i-eduta ll(lo gli uomini pc1· la fonua;1,ione cltlle corupaguie degli artiglieri che dovenrno costitnire il nuorn Co1·po, e se ne desig na,vauo gli ufficiali t racudoli iu geuel'alc clHJte altr e Armi ed abi.litandoli a, pr estar 8c1·vizio in que.lla, Ll ' Al'tiglicria : ai capi tani delle comp,1gnie spettava di comporn_. o. completare i reparti ste:,,si. E 111en t1·c si svolgeva, questo lavoro 01·gnn ico pc1· la cornposi ,doue del Uol'po, il Conte Balbasor ideava nHti scuolH pta.tkH di. a l'tiglieria per ufficia li, sottuffici ali e sol da ti : in dn ta 1.-l- a pti le tlt•l 1736 il UonLe di ' harny tra!5rnctteva la propo:-;ta del E:1lhaso1· a, DoH l oReph Io,whin de Montealeg1·<!. reggent <~ il Dip:uti.mm1to del.la Gnertt\ pc1·ch(~ qU<~sti, alla s11:i volta, h1 soHopo11<•ssenJJa r eale a p prornzionc. Trascriviamo uno dei <lor·u menti 1·ifl et-tt>11 te tale pl'atica :
« SMior ilf-io) I[ci7Jie'/l(J o hlilla,clo JJO'/' <·o,nbent,, -'10 fon ne ·u 1m Esol(ol'a, pan , ,; 7, exien·ioio de fner;o del co 11011 ) y M ortero, v qne en ella oonolwran los O/jiciales, Sargentos) y Astillerns parn sit ensetinnzci JJ n11·1,form.:idocl, la q11 u se podni plci11tijic(lr <·11 d forti11 , qne se h((,llci pa..wl,(lO el p ,, wnte cle lei ,:l fo.cla,l e11a ) rnr,oscfo11 do.<ter:11 el7os i118/n111umtos) .11 m/w1fc·fo1tes cl<' <fil '' JJrel'in e ol Com.te de la 1:frtilleria Don, Fra11,0ro Balbasor) qu·ien m e reniUe la acl)m 1ta R eladon q11 e -iuclnyo rle l((, quc se 11 ecc.<dt(( pcira ello: lo q·11 0 v ondnJ 11. 8 . c·n not." de S. M'. pas quo sfon do de s·n R car, agrnclo dar,1 Los d.isposiciones com bP.1111·• z)((1·r1 811 esec11z. 0 11 0 0 i queclo al .c;er de V. . Rer;" a JJ ios (}~ a V. 8 . 111, (i r.:omo deseo + Neap .8 14 cle A.b1·-il cle 1736. - Ei Conde cle Chclll'nJJ S.1· Don Ioseph Ioaohvn de -Montealegre )). L'app1·ovazione sonana si fece attelldere solamente d ne giol'n i. Abbi,1mo anc:lw una rehizioue deU o stesso Ball,asor, don de 1·i1rnlta,no i pezzi r gl i arn<~~i aclothtti per il servizio della
sr.uola.. - 1189 ~
1.-00 · 1750
L 'ordina11za di ~pugm1 deJ 172' ·1·1·,·ì dì 11u1·1uu pe1· la costit1 1zione del Coqio tl'/tnigliet-ia, c:om e, d el 1·eslo, di t utti i C01·pi ·ell e dovevano costituil'e il n u ovo EserciLo . Complessin1,me11te l:\ wtel'ia e Cavalleria, ebLe1·0 32.000 uomi 11i, mentre 744 uomini .fonuai-0 110 il Reggillle11to d 'A1·liglieria, costitnito in 1·caltà da un :so lo ba.ttù,glio11e di 13 compagnie. Le c·o10pugni e 11011 erano ancora al completo, ed infatti si con tiunava.110 a, 1:eclul:a.i-e 11omiJ1i, ill m assima pal'te imlige11i: nel mci-~ di oltobte d el IT3U uc fu r ono r eclut ati 2:3, uclla <pw si toialitù del i-egno di .N,~po ti; n el. illC:-i l' di nove1111Jre ~O. dei qn ni i 3U del Hearue, 8 di alti-i Stati <l' Italia ed il resto di sti·anic.ri ; n el me:-;c cli <.lice1n bre 1] , eet·. Conte10por aneamente alla fotmazione organ it:1 degli a 1·ti.gli c1-i i.i .:wdav/1 cos lHneudo UllO :-;tato n1:1gg-iore tlell'Anua: nelle s1wse del 173:-i figm·a ('Ome ('om111issa l'io l'l'oviJl(.:i,tle il Conte I 1011 F elice Gazzo la,, e nel s ucce~siY o a m1 0 s on o a1111ota ti i paga· 11w1ni :11!0 :--lesso Coni<> Gnzzol,J pcl' le 111edei-int: m,rnF-ioni , e q ttdli pei- sci co11tmi:-;.·ari 01·éli1wri e d ue :-;ti-aordil1,11·i. ll 1-1 a p1·ile clel 1,:r, il Re npp1·0Y,lV/l l'o1·g;111i1·0 dello 81 1t lO 1'faggiorn dcli' A1·ma, t:omposto cli qnattro Cornmissal'i l ' ro,·i11cin li , cli S CommiF-sari onli nari , cli 2 7 Cornrn ìssn1·i s(1·ao1·di 11.11·i ed 11 Cunnuissu1·i Appnntatori. X c i 1uagg-io dello. tesso a,w1 0 il Con te BallJaso1· <livc rrnc {'.i pihrno clella Oo11tpagn ht del Co lo11nello. e qmil c lte mese dopo ,tll · che la eoiupn,g-ni..~ del 'l'encnte ('olomrello ebbe i l ~:uo cornr1ndu11h-' . La fiso11omia cli questo Coq>o, S tato 1\laggiot<· <·ouip 1·<·l'-o , fn fap,tno -Ualie,t, ugnale cioè, 11ou Holo a quelb degli a,Hri Corpi cl!'l· l'Esercito, ma anche a q nella del R e, de1Ja Col'te . d el la ~na Ca sa, clt I sno Cousig"lio , della, S(•p.Tel<'l'ia di Stn,l·o. <' di q11u11tP isi'itnzion i e orcli.name11ti appart<'ngono a qnel primo pcl'ioclo cli ,issi>· .si:, meilf·o tk l la. 11101H1,1·chia borbonico-sicili.rna. « che ri1Tasse le fol lt>zze più <lel pnese di odgi.np eh e :1cl la pa tl'i..l acloWv:1 )>. Per l ' <•i-erci t o q1wRt' ultima, ca n 1tte1·isti.cn: fn n.nco1·.1 p i,) aC'. ce ntn;li:1 : com · t', <lel resto. natm·a le: il )IiJ1istl·o della O 11e1·n1 D on G ione ·ch i no cli M:ontcalegre, in e,nieato cli for·rnarlo. c·ol ~occo1•so 0,l il consig-lio cl,,J ContP cli Chnrny. applicò il sist,,un <li f ,n p1·1•Yn · l e ,·,• gli elem enti 0soti c·i s ng- li el c111enti ·indigeni. !-pcr· it' nei q11a<l l'i -<"l<>ll' uffici aliti\ .
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COMPOSIZiù.\"E DEL COHP<J D; AH'.l'IG L IEH1A
Qnill(li ;:uJche il Uc>1·po (] './u·hglicl'ia e/J/Je il :slw fo1·tc rn ieleo di nHidu.li f:.pag11oii : soltcrnto per <.:owpleta.1:lo e porta.do all'orga11ito stabilito futouo ad.01-n·ati dem:mti 1·cgiouttli nuovi , oppu1·e que.U1 tile nvevano :-;enfto :sotto il. pa!!-sato govento . J.Jlveee il pe1·so11ale tc!c11ico <.li c:osti-11iio11e si sa,h·ò da q ualuùq_ ue infiltrazione strauiern. ~ ello stesso a nno 17:fi risnlla che ad un ufficble dello f::ìlato Maggio1·e élclF .Ann a si paga.vano le :spese per l' Accaclemi...L degli utlicia,li cl' .Ar tiglieria, : nei documenti finan¼iari. uell' epoca, sotto iJ ti tolo « Partihiri ed a ltre spese per l' .Artiglieria, >) leggiàmo : << Al Comrnii-;sm·io ordinario d ell' A1·tiglieria, JJon S ilvest1·0 H.ic· do, abi.l.ita.1.o clellJ.ll(]ivid ni dello StaJ o :ì'l aggiore d ella, medema VHcati 20ti,2 p. le spe:-;~\ fatte nello sta,bilimento dell'a,cca,demia ckll'o1ricia.li del Coi-po ciel.la .wecle1ua, >>. Q nesto do<;mnento non è privo d'in teresse pei-chè sembre1·ebbe dimostrare che., sin da ta,lc anno, esistesse, almeno embrionalmente: un ' Accnélernil:L d' A.r t iglicl'ia,; mentr·e, com'è noto, t ntti gli storici che si sono occnpa.ti dell' argomento, concorda.no nel dichiarare che l'Acca demia d' .Artiglieria di :Yapoli fu fo11 clata nel 1744, ecl ebbe la, s na, prima, sede presso il convento, 01·a a bolito, della Croce di Pah1zzo . .Re così fosse~ v<-•r nmente, cioè se l'Ac·ca demin nnpòletana i-isali1,se n,l 1737. si a.ssocierebbe aUa Scuola cli 1'ol'ino nel p rim nto risw~tto agli altri Paesi. d ' Eur opa . l l quan !-il·ativo cli. pr-oclnzione cli boec-he cla f noco erai tale che <l:t nna èlornn-ncln, d i Don Girolamo Castronuovo, tenclent-e 11el 1741 a(l oHencre la nomina d i r egio fonditore, con il gr.aclo -corrisponclente, apprendia mo « ha qiie sfrvc do.<: d el ingre.so a ·este R eyn.o cle las Gloriosas L:1.rma,s de V . lvl . con enterci satisfa-cio11 del Oom(1,11d.te Ge-n.l d e 7(/, ,,frt iltcwia,, y clemns ofioia,le8 d el liJt:do.do Jfayor cle Elln) hrwic11clo fwndito cien oo,nones) 130 Peclr eros,, y 16 1norteros . 8Ù1 f.enf' r ot·l'a rtem nncrc,,zion q1ie el solo snelrlo ecc. ». l 1 rohabilmr•nl'e tale p1·oclm.ione illtm1Ri\-,1 1·ignnrcla soltanto h fonderi a, cli Napoli , mentre Nappimno che conternpora,neamente ·era in grande attivH:\ anche la fonderia d i Palermo , come risulta -dal docn mcnt o 1·icoréla,to preceélenteme111·e e da nn inventario cli. bocche da fuoco da, noi (:0;.ls nltato, dove si legge il nome elci foll-
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<litol'i. l'<>po<·a, il luogo ed il 1111mero d elle fu::;ioni. A l'Hll:'rrn o. Ja,·01·11,·a Pranc<~sco Gasti-011110,·o, << il quale - ~cri ve il tl' Ayn,· la - 11el 17~:i tolse da IIn pi a7,zr1 di Sali Domenico le stat ue delrimpemtor c e deJVimpnatl'icl:' <~ le 1·i fn :-.p 11c l 1740, facenclune qnellP de l re <·H t.tolieo e cli Mn 1:i11 },.mal in ». Uli <'1·a sol ethc! eolln · borntor·<~ Vin cenzo Cai:;t1·onuon1. che 1wl 172~ aYe,·a hwol'ato anc-he pp1· \·i.ttodo .\ metlt•o. l n cpwsto pe1·io<lo i C,1!-;tro1111orn :-;cu10 gli 1111 id geHat ori d i <;ni Ri n,l>bia noti7.ia. : i11 ogni moclo. e:-::-:i aYenrno <·erta111 e11te il monopoli o dell a ptoduzione. Il Reggimento d' Al'tiglied11 , <·of:<ì t'OIH<· era fo rmato, aveva Jc. sue co mpag11 i e distacen.t e nelle citt.ì rna1·ittimc pi.ù importanti. n ei p i-e F:idi di Toscana e nel tdu 11golo di :-;ban.unellto dt i t o11ftni P escara · Capu.,~ . Gaeta,. \ 'ediamone l'ei-;1tta ripartizioue,. 11ua,l e risulta nell'aprile del ·1741. A Ni1 poli , 11 Pl qn a,l'lier<' cli Pizzofa lco11e . aveva11 0 F:ede quaf-trn <"Ompc1g11iP. c·ioC:· qtwllil del Tenent<~ Colonnell o, cOllllt,ndata chil Cont<• ])on F<~lÌ<:l' Ga 'l.zola come Ca,pita.i10 e già Commi~~11J'io Prov im:ialP 11Pllo R(ato }lago· gi ore <1Pl1'ArmH. e le a Ht<' tl'e t·oma 11clat<• 1·ispPttinlrnentc dai Capitani Don Gi useppe (-l omez. Don :\la n11e l<~ (lpJ Co1Tal <' Don P edro Piaggb. Nel la pi.117,za, ,li Cn pna ei·n di g 11.,11·nigfon<· la co111 pagnia di D on Ga,spal'e De R i lw 1·a: a Bc11· lett,1 qt1 1•lla cli ])011 p., . dro de R osaR: a P escnr-a, q1wlla di non-Ginscppe cl'.A.ynla C:ìo doy ; èL G::u:!ta quella, cli Don F1·11nce~wo Snwi-io C:11·1·i>tt'o : a Ri.· racusa l it compitgnfa <l<·l Oo lomwllo c-01m111cla tn clal ( 'on tf:' Ha] basor come Oa,pitano (però il Jlalbai-01·. ei':SP11do a n clw coma110
dante clel Corpo, risie<1eva, a N°;1 poli e ],t, c·ornpngnìa avevn nn coma,nrlo inte1'ina le) . A M:essinn e P ,tl Prmo. i-ispcttivam<•nte, risiecleva110 l e compagnie di Don <1iovan11i Rattista Pirovan o e dt Dou Gjuseppe Henavente ; ad Orhet<•llo qtwlln cli Don Gioacchino d.'Espinosa; e i11:fine a Lo ngone qnclla cli Don Di<'go d'A· rana. Col 26 ottobre dello ste:,:;so a ,11110 1741 si. fo1·mava la compn · gnia delle maeRtranze, pc1· c n i s i adottc1.van o le ~l'esse norme fi ss::i te dall e 01·din a nze cli Spagm1 del 12 gennaio 1718. V01·g,rnico cli q11e~i.1 compngnia., composta cli 24 uomini, er a.
il ~eg-11rnte : l capita.no. l rnn.rstro mn,g-giore cli monta,ggfo. 1 te · nentr. 1 sotto t<~nent<> , ,lnr ia:Prgenti. rispet tivnmente maestri di -
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PEZZI u'ASSEDJU E PE1/.½l (;AMPALI
,., .
fcnel'ia e <li c,u-.pentcl'ii:t, e <luc capi mae:,;tti colle st<.·sse rna11sioui, ti·c carresi, due fenal'i, tlu<~ cal'lic11ti.ni, dnc segatori, un t<Jl'llÌPI'o. 1111 calcl<·r11i o. un JJULl'esciallo, clue bottai. 1111 maestro armiere, <lne ufficiali ai·mie1·i. Lo i,;i·ato maggior<• <lt~l t1:e110 cl.ella cowpagnia si <.:OlllponcYa rli un cont1·ollorc, un gnai·claparco con un aiutante, 1111 capitano
dPi carri e t1·e concl11ttori. Come tipo cli bor,cn da, f. 1rnco, pr·eùominò ili quei,;l·o pcl'io<lo il cannone cl'asse<lio cla :U lnng-o: in rni1101· muueJ·o si. fucinai·o110 c;.,1,unoni d'assedi.o cb 16 e cla , , e rno1·t:1i a placca . Ciò conforla h1 nostra opinione circa 1·a dig-liel'i.-1 elle la Oorte di. Rpagna avrebbe la:-.daht 1t Carlo cli Borbone, a conquista ultimat..1. Rc\ pure q1wsh-1, fu nmnt!rosa, come SO!-:(Pngono alcuni st.ol'ici (e l 'affermazione· <' cliscntibj le), clon:~I te trattat i:.i esB011zialmcnte cli artiglierfa leggera campale. Le nl'tig'lie1·i<' r>e:.::anti m·n.110 inver,c certa.mente F-Catse: tnn t'è vero che prinrn cura clell'inrnso1·e fu , appunto, l'impo::;tnzione di pezzi <li grosso ealibro . Tuttavia tale arma,mcnto non doveva, proCe<lere con molta intensità se il Re, clnr::tJ1te la g-ucrrn cli snccesf:iione d' Anstria, non fu jJL grado di mettere in azione dei grossi pezzi contro 1a flotta., i nglese che ininacci:wa cl.i homba-rdare Na.poli e fu perciò costretto a, scendere a patti. D el. resto lo stesso Mini- i stro di Giustizia clel Regno ebbe a dichia- · i ra,re che à mezz'agosto del 1742 « i nostri f. castelli si trovavano senza artiglieria, senza, Fig. ~O - Artizliorl o ..1. polveri, senza palle e senza la mi nima prov- ciltnno. }_1c1,Jic,,»u.. mezzo c an 11011 0 ,li c a li bro IH~. visione di bocca)). ge-t.t:1 to a Palc rmù tla ·~ 'l':tn c·oRcn Cafitron ovo. Ma forse, quel giomo , il Ministro era in J
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1700 - 1750 Vf'Jltt di pessimi.smo: d1e la sua asRerziu11e siu esagcn1la lo dimo ·stmno, non solo la costruzione dei cannoni di cui abbianto già pa1·J:1to, ma anche l 'ele11co élelln, pro<.l uzione delle ferriere lli. Stilo per quanLo concerne il nnmizionamenlo cli artigliel"ia dal 17:3~ :11 J739; in cinqne am1i consecutivi tali offici.ne prollnssei-o w·oiettili per un valore cli circa clncati 100124. Nello stesso periodo furono spesi, pei- polveri, cil-ea (1 uca t.i G4"78::i: e, nel solo 1741, 10000 palle fmono spedi.te cla. }fcssina n Napoli. Da.to cbe -si era h1 periodo cli pace. ta li provviste non poteva no evidentemente essere consumate, cioè è presurnil1ile che costituissei-o una forte riserva; a mc110 che (e solamente questR ipotesi po trebbe .giustificare le parole del Uinistl'o della Giustizia,) a meno che tu Uo il munfaionam ento suimlicato non fosse invia,to ::~gli allea.ti nel settentrione della p enisola. ~oi si.amo prop<msi ..1 peu::::a,1·e che le di chi:-m.1r.ioni del Mi.niRtl·o avt~Rsero piuttosto 1rn alti-o sC'opo : qnc llo cli . pitg,n·e in q1wlche modo in, - ·nsiamo 1111 crnfomismo - << pru(lenza )) <lel In, Dol"te borboniea cli fronte all'i nti11u:izione clclla flotta iligtc,se. In ogni modo l'episodio l'u <li nmm:H·strarn<'n t o per il <:orel"· no , che intensilkò lti cure dellkat<~ al I '<'serC'i1·o : e j buoni risultati !'-i vi.clero alla battaglia cli Y clleti-i. <li cni già, a bbiamo par· fo to, rileva ndo la 1101<-vol(-' nr.io1w :--volh.w.i cla'll ' Artig'lieri::t napoletana. ln tale epoc-a, come abuiamo viRto. l' Art.ig-liei-iu era, alle cli· lJenden½edel Conte G11zzola. su<·<·c>dut·o a l Conte Balbasov qna,l e comarnlnnte interino nel luglio 17±3 e qnale comandante effettivo nel settembre dello stesso nnno . ('ol GnzzohL, piacentino, l'.Adiglieria napoletana lorna\·a ,1<1 an1'e nel più a.Ho grado un ita.lia,no, uomo di chinro ing-egno, assai colto 11elle scienze mnte· rn:1t·iche, valoroso e cli larghe vecln1·e. Col 1744, all'Accademia d'Artiglierin $i cl.Iva 1111 preciso e a,r monico ordinamento. 'l'a,l e c1P-licato e cliffiril P rnmnito fn nffidato :al valoroso professore cli matematica ~icolò Di Mattino, 1·ichianrn to dalla Spagna, cl ove\ cln rpiat!To an11i, el"a Segretario cli Ambc:1Rriata. Il discorso ina11g-11ra.le fn tennto da Oastruccio Bona·mi ci da Lncca, elevato da Cn1·]0 cli n orhone. per i snoi medti. letten\,l'i. ( ! ), nl gtaflo fli Oommif-Ra1·io Rtn1<wclin a 1·io del Real Corpo
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BILA'.'<ClO urnL CORPO D) AR1'IGLIIJ;Rf..\
d'/1.1·tigliel'ia. Une a.uni {]OJ>O . il Di ì\.fa,rtino pnbl> l. ka.va uu pregevole <:Ol'so di m1.1,1·em:1tica pe.1.· g.li a..llievi clell' A<.:cademia. l11 ran to, dopo ÌtL giornahL di \'elietri, il 1-ipiegamenlo de1l'a1·ma,ta austri.ttca aveva nuovamente portato le truppe napoletane 11el ~ett<\H(l'ione: ue seguì mia ca,,mpagna notevole per le azioni <:he ntpi<Ja1nent-e si :,,;uccessero, cou eventi ora, sinistri ed ora, fa1101·evoli, nm sempre onorifiche per le t1·11ppe napoletane. ~eguata la pa.ce dj ..'up1isgn1ua e riconfermato il Re delle Due .Sicilie nel pa,ei,fico possesso dei suoi Stati, le trnppe r1en · tl·a.tollo ud Heguo; e snhito n nove <:IU'C fnrono rivolte alla difesa dello S h1to « con utili opere e costl'nr.ioui penna11e11ti » e con p1·ov,·edime11ti rnilitn1'i atti a renclel'e i l'epa,rti più discìpli·
nati ed ist1:uiti. L' ..\ rt.igHeria, si a,1Ticchì di una eompr1gnia, eletta dei ruilwtmi. Così le cornpa,g nie salirono a H, con una. forza, complessiva di 0~0 nomi nL com.e si legge in 1:ina rivista del 17:il e 1752 ed in nn nw,noscl'itto del 17:i5, in cui ('> specificata.mente detto: cc RegimeJ1to cle R .l .4rt-iller,ia, es Coro11e7, el B1·iq .1· Conde (fo G-azofa, -se formo rm !'0 de Ffop.1·e de 173(;, se compone cle 1u1 BataUon) y este de co,tor<1e C:ompanlias) dos de c:lla,s rfo ri SO hom bres ocicla, 1111a, y las doze restc1,ntes de a 60, q·u el en 'todo el Ba:tanon com,po11en S80 )). SP I feblwaio del 1751, Don Claudio RcieHl'tindw1·, Le1wn te e (< m,wr,:tl'o ,foJ fnoc~o èla g ncl'I'n, )J nello Stato 1Vlaggio1·c clel1a R e · gh1 ~\1•tiglieria, riceveva, l'i nca.1.·i co dal R e, come Intendente, di 1 '<( riconoseete e discoprire le minir•rp <· fossili él ogni specie dc' suoi frl ic:isi;:imi rcg-ni cli Napoli e di Sieilia,, e provvedere clei med<J· simi }p sue rea.li l<'a,bbriche )). fn quest'epoca. - precisa.m<~nt< 11ell'arrno 170B - ecco (]Uanto Ri spc•11 clc•v:1 per il Corpo di Artiglieria . 0
Agl'ntlh:iìlli clello Stato ;'lfag.re dell'Ar tiglieria di Napoli e Regno ducati 22605,, \ l R egim. clell'Ar t.rii1 che sta di G11a r n i11ione nelle Casl·elle e Pii1na di <Jncst:i Città e Regno per loro pré cli dP.tto f:LIJUO clu cati 30879,Al Tcn,te Grnduato clell' Art.ria, Don Gi rolamo Castr on uon>, Hcgio l'unclitore 'Clell' Art.rin p. suo soldo da Xbr e GO,1752 a tutto Gennaro 1753 ducati pe1· loro p:ighe. e> mezze pnghe di cl 0 anno J.Ti!l
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1700 - 1750 Alli .ì\i.ri foch i:;ci dell' Artiglie1fa p. lorp soldo da Xbre a tutto 9br e 1753 ducati 4::iCi,~ Importo di bombe, p alle e palanchette fabr icate nellr. R. l!'erriere d i. Stilo J.)Cr servi½io del T r eno dell'Art.r ia , pr ezzo lli fonuEi ,Jd uccom()cli d i cl.e R. F erriere d ucati 12fi84,1.G Spese oc<:orse nell' Accac.leruin. dell'Ar t .ria a ducati J.00 al mese da Sbrc 17v2 a t utt<> Hbre 1·753 cl ucuti 15(i0, - . 1752
S<~mpre in tJuest'epoea, ~econdo quauto l'i.sulta dai. conti de l magni.fico Don Costantino Cavallucci, (C appa1ta,to1·e ùelle R. Ferriere di Stilo dell'estaglio del terzo a,nno cli eletto appalto, e primo clelli quattro per conto della R. Corte dalli 15 t1gosto 1754, per tutto il 14 a.go::;to 17.5='> )) si f u ciua,ron o : « Palle rase )).. 11·· G20 del calibro 24 e mezw; n° 57HH del ealibro di 23 1/ :? <· :?3; Il 188 del calibro cl.a 22 ; n° 460 da 16 1; 2; n° 5904 da 1G; 84 dn 15; l ~ da 14; 7G3 da, 12; 1211 <fa S; 7 da 10 ; 1722 da G; G04 d~i :I:; 94 d:1-3 ; .iW3 cla. 1 e 503 da l/4, oltre 207 pa li:meheHc in massima parte cla S e poi da G e 5 per· un eomplessivo (li ca,nta,ri 1G52 e ro toli 42. Da cui è facile dedurre ehe i c·.alibri più numerosi <-'1·a no quelli da 24, 23 e 1/ 2, 23, 16, 12, 8, 6, 4. 0
Intanto si constatava che il servizi o di artigliel'ia uej ca stelli e ll èlle torri non era, ben(~ dfairnpep;nato dagli :nt iglieri dd Reggimento, sparsi in tante lor;ulità cliveri-;c : ragion per cui, con sovrnlla ordinanza, data, d,'L Caserta il 12 di cembre 17i5G, si isl·i . t uir-ono gli artiglieri provincia,Ji Hl invnlidi per i l governo dell ò armi. in servizio cli tali posti. Nel 17:i7 il Re approvav~ : « la, renn:io11 rle7 .Ra.tt.·ne 'JJ Estodo ilfa.v or de Artilleria, en 'Un solo Cuerpo q·ne deb e1·à, a1na,1·s~ en 1.uìel.wnte al 01.w rpo Gen. l cle là Artillm·ia,) sin ha.zer -i,?10,,;acion a lgww, en o·l'd<f n a,l nietodo con qne se ha,n ·r evi.sta.d.o ho.rdri a. 01'lt )).
Un anno dopo, il 27 aprile del 175S, l'n.vvoeato fisca.1e del '1'1·i b1111alc del1a (;a,mera, Michele Oola,ngelo, comprò da Liborio l<'ll na,co di Boscotrecase. che ra,ppresenta.va, i. proprietari, un isolato di. crtse in 'l~orre Amrn1rnfa,ta., per la, fon cfa zionc di. m 1t1 fa b, briea d'a,rrni, ehe doveva affraneare lo Stato da ogni imporl'n · zione dall'estero; e subito vi fu costruita una grande baracca, dentro la quale andò fa,bbricando e preparando le nece~s,irie, ma.celline i1 vnloroso maeehinista mecca,nico H ardy. -1196 -
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AR'l'lGUEJIU E INGEGKERI
Nel 17ùl la fabbrica funziona.va ~otto la. di1·ezio11e del 'l'e- . ueute Uol.ormello Lu ca Ri.cci. Sel l'Tu9, Cal'lo III di Borbone, chia.rnato dai popoli del.La Bpagna, lasciava il H<~gno delle Due Sicilie al figlio F erdiua,udo; ma,, datit la minotc età del nuovo Re~, b cosa pubblica veniva so·S tanziahnente afticfata, ad un Corn;iglio di Heggem,;a, e l'esen:it.o era posto sotto la direzio11e di Dou Domcmico di Sa,ngro, Capitano Genera.le e membro del medesimo Consiglio. Il H.eggimento ,della R eale Artiglieria era allora formato dalb compagnia mi1ta.tori, da quella, del Colonnello e da quella, del Ten ~nte Oolon11ello, da. undici compagni<·! fucilieri, dalln- compa,g nia, dei ca<fotti e da quella delle maestranze. Al Conte Gazzola,, nel com,111do dell'Anna,, era intanto suc1.:e::;:,;o F1·a,ncesco l'ietrn. Nel 17Gl vedevano la luce quelle « Rifi,essioni critiche sul l )a.rfo clella guerrci )) del i\[a.rchese Giuseppe Palmieri che furono vivamente lodate da,l grande Federico di I >russia e che segnarono -davvero il punto di partenza, delle prime riforme degl'istituti milita.ri napoletani. Infatti, nel 1765, per mezzo del rnpartimento della Guerra, allora diretto dal Teuente Generale Antonio del Bio, si ebbero quelle parzia,l i riforme che tendeva,no a semplifi'Car<~ i pesanti ordinamenti spa,gnuoii . · Con ordinanza, reale del 2G dic:embre 1769, le due distinte Acca de mie d'Artiglieria e degl'Ingegneri. furono fnse in una sola,, per la comunanza degli studi seientifici, base delle due ar mi e per i molti punti cli contatto nelle scienze applicate: ragfoni, queste, esposte dottamente da, Alfonso Nini, nel discorso dI ina,ugnrazione clell ' Accaclemia, il 1° febbl'aio 1770. La, somma, ,tlll1U?, ?,Sseg~rn.ta a ·bilancio ,per iì funziona.mento dell' Ac<:,1,'Cl(~mia fn cli 2204 <lneati. pari a lire 9366,7G : somma, irrisoria, che si spiega però tenendo presente ehe gli a,lnnni non risiede,'.HllO all' .Accademia, ma vi si reca.vano solo per le qnoti<'li::me lezioui.. « v·<~ra nn direttore eonnrn<la,ute, che iweva iJ grHclo di bl'iga~1iPre, 1111 corna,ndn,nte in secondo, che era, ispettore delle~ _scuole, . m1 direttore delle scienze eon d ue aiutn,nti, nn professore delle ·,:t:ien¼e, nn prof(~Ri:.ore di fisi ca e chi mica sperimentaJe, nn nrnP -s1ro di tattica e i:.tol'ia, militare, nn primo profesRort• <li disegno, l rn nui e~tro del clisegno di architettnra civile e milita re . un ma e-
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· stro del disegno delle macchi11e e degli strumeuti d 'artiglieria, un 1J1a cst1·0 del disegno di figur1.t, lÙl primo maestro dì scherma. con due secoucli m.a.esti-i e du e a,i ut1:i11ti ed 1111 e.:a,ppellano. Il cli 1·ettore delle scienze f.u Vito Canwelh )). A parte le scienze generkhe - che s' jnsegnavano nei prim.i tre a,m1i - nel 4° si apprendevano : a.rtigli.eri..t, fortifi.cazione, e atta.eco e difesa delle Viazze. I11 ma,g gio e giugno a l poligono dei BagHoli, sulla. costa di Posillipo, si faecvano livellazioni, levate ùi pia,111"e e.:on la ta,volctta, e NCuola di tiro d 'artiglieria col morta.io ccl il cannone . .ln sctteml)J'e e ottohl'c :-.i costruivano opere di fortificazio11i di. ca,llllXt,gna, e si facevano i lnvol'i che occorrevano pe1· l'a,ttacco e difesa delle piazze. Gli esami generali, che si sostellevn .no alla fiue cli. tuti-o il co1·so aecadernico, erano presiednt:i clnl Ministro della Guerra. Cìli uftieiali di Artiglieria e Genio. 1·esi<lenti in Napoli, quando era, ]o]'(> consentito da.I servizio, élov1::v,rno interveni r e alle le zioni (lell' Accademia,.: aftinchè essi potessero seg uire un corso èOu1pìeto, ì e;a.1nbia,menl·i d i gna.rnig.iouc si facevano solnnwnJ-eogni q1iattrn .1nni. Da qupsfo, Rcuola teo1-ic,: e Jwa.tica élcriva,rono ~tucli, prove e(!' ef'ipcrimenti snllc bocche da, fuoco e sulle macchine d'.t1·ti;.dfo1fa, e da quelli eseguiti snlla spiaggia, cli Ba,gnoli, nel 1771, :=-i cleclusse che, per ol;l;cnere fa. massinn gitta,ta con i pez7,i a,llor:1 i n uso, bisogrnwa usare una carir.a equivalente in peso ai cl1w h·1·zi cli quello del pro.ietto. Così il Oaravelli, nel 177B, integra,ndo i suoi studi teodci con dati spcri.ment.1li ottenuti. daUe pra,tichc del capitano Franc-ese·:.>· Zi to della real Brdgata dei Cadetti (li Artiglieria, pnhblfrava in due volumi. gli C< 1"Jlemenh d/(wf:oiglùwia >). (Del Oaravelli. <·ome del già r;itato :vra rches<~ Pahni<,ri, ripa,1:J ererno nel eapii:olo successivo, rico1·clanclo gli. scrittori militari dell'epoca,) . . ' Dopo q nalc·'.ie tempo , cfo l Inop;otern~11te clelJ<~ art·igli<~ric Vin C-Pnzo Polizr.v. profe8so1·e di rn;,1,temntiche 11ella Reril e A rcaclernb milita.re (fo l J!.ittaglio11(! R eal Ferdinando, fnrono propo~ti clt>gli e~perirncuti intorn o ,lÌ proietti cilindrici, g'ià, dichi.ara.ti più vantaggiosi dPl.!:l i sfp1·ic-i dal veneto Sigismondo Allwr~hetti. 'l'aleJ-eoria Pl\1 stah1 com.l1nJt11ta, n suo tempo. <Ja Rtefo ll o Cava,ri. che ~di\ ,!l1l1i:1mo in <'O nfTnto qua,J<, tenente clell<! a.rtigli<irie pont ifici<~ -
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S'l' UDI, E S t'F:RTE"1ZE, RlFOfL\I EJ
del for te Urbano e maestro dell' .\ ccadcmia elci Bomba rdieri colà residen te e da lui stesso C'l'C:tfa. J l. Poli½1,y, i-eguen cl.o le indi1·:1zio11i del luogot e1wnte P oli (il quale, r itun:}Lto ,1 Il ora dtl.11 'Ingltil tena, portava con sè gli impor tanti ritrovati del matematico Hutton) dimost.raviJ che i:-i potevano ottenere dei va,ntnggi dai proietti d linclrici, solamente se que:-:;ti te1·minasFiero con due emisferi; cli.versa,mente, erano cla, preferirsi quelli sfel"ici. Codesto studio, sotto il titolo « FJsanie rlelle 1)ftlle cilùickiche )), fu _pubblic:i to a Na po li n el 1783. Jn quest'epoca « l'e~et cito na,poleta.no a vcvtL a15sol uto bisogno cli ben più a rdite riforme. cli svecchiamenti fonda men tali : sc1·ivc At tilio Si.mio.ui, nel suo s tudio UE s,·rcito N apoletano da lla 1ninorità" d i J1'erdi11a11r7o a77a R e p11li7J7icn clel 1799 - le 1-('l",m-
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cli gnen <' . che .1v<'n1110 aper to il secolo e J"iw lato nl mondo i l g-enio militn re cli F edc>1·ico cli Prusf'ìia,, ,vveYano sconvolt o la tallica e h1 sti-ategia nazionale, clato imporbrn½a, c,Lpitale a.lle a1·mi a, l nng,ù porLata e i::peciRlJnente all'art.iglieri a leggera , mentr e · · a cnpo clell'escl'cito ri.man eva,110 sempr e vecchie cal'iatidi del pa ssato, ricche d'nuni e dì decora zionL ma non di stu di e ù' ing-egno , qua.li il gen . Antonj o Otte1·0, ministro della g_ne1Ta . bnono ma incapace. e il capitan gen e1·ale R <>ggio principe di 0ampo:6.orito Iaci, cadente per età., dopo lun ghi a,nni cl 'a mhasceri e a l1 'este1·0. Codesta necessari.a riforma degli. ordini militn,ri coincid e con cl nC' fatti politici di grande importanza pcl reg 110 : la venuto, di Giovanni Acton, l'eman l;'i:z. 2-ll · Art iµ"IE nl'ic• Hìl• 1Jol~tan r . Il l 'espasicrno. cipazion e dall a Spagna . •·anu ooP eia. m u ro, t·:tlibro « Toglie rsi <lalla l';n<lclit:tn½a i-pagnoln. vo- lllnt. 1;;.; . -
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leva dire trasformate ra.dicahnente l'esercito, mutarne gl'in.gr,·Lnaggi e le ruote a.rrugginite dal tempo )) e dargli una fisionomia prettamente italiana,; ,Lffidarne l'iuca,rico a Giova,nni Acton siguificava non solta,n to a,ecentua1·e questo distacco ma dare -alla riforma un orientamento ben detlnito, sot to l'energica, .spinta del suo ::;pi.rito -rolitivo ed innovatore. Verso la fine del 1778, Giovanni Acton fu creato Segret~1rio i11te1·ino per la Mari1H1 e Direttore delb medesinu, col grado cli. ·Tenente Generale; successivamente, nel giugno del 1780, un'orcli11~rnz::1 reale abbina.va, le due seg1·eterie di lìnerra e Ma1;ina, affidandole allo stesso Acton, il qnale ìneominciò a preparare la, riforma clell"esercito, ipvano avvel'sato ùalla rneehia. mentalità <ìel partito spagnuolo. Riguardo a,11 ' A rtiglieria, menti.·<' seelti nfficia.Ji, (< tra eui "Torulllaso Susanna e Filippo Castellano, venivano inviati a perfezional'si a Bologna, alla seuola del celebre matematico Girolamo .Saladini, altri, come }facry, l'i.gna telli di Cerchi.ara, Bruni, Del Re, Genzano, Roxa.s, SerrJino, erano nel 1'782 inca,ricati di recarsi in Francia e<l in Germania a,l lo scopo cli studiare i n uoYi 1·egol:.rn1enti sull'amministra,r,ion e delle t.rnppe, gl'istituti di ednc:nzione militare e '1e receùti. scoperte n ei servir,i del Genio e del·1, Artiglieria )). Li. comandava Giuseppe Pal"isi, che legò il s110 nome, qual -che anno . dopo, a,l la gra,ndP r iforma dell'Accademia militare. )Iercè il pia,no di tra:sforuuz.ione della fanteria di linea, del 1786, secòndo i. criteri dell'Acton - « cui non fnrono estra,nei. i ,suggerimenti e gli stndi del Parisi stesso)), ritornato daUa Germania nel 1785 - l'Artiglieria :fu pol'tata a 2020 . uominL con. i::ervando il suo Stato Ma,ggiore . Veniva sciolto intanto il battaglione Real Ferèlinando, il quale non aveva, dato i risultH,t"i che se ne attendevano, per difetto ·-di organfazar,ione; e1 in h:u::e alle r eli.1.r,ioni degli ufficiali inviati. :all'estero in viaggio cli istr-.uzioue, si compilò un nuovo progetto per un'Accademia militare, la <prnle., eon dispqccio del 18 mnggio 1787, ebbe sede decorosa nel vasto edificio <lella .Nrnrnia tella,. Il funzionamento del nuovo Tstitnto ineomfnciò appeni1, ·furono terminati gli i,.l·mli orp:uniei <~cl i lavori di ridnz.ione e cli.
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Fig. 24:! - L'Accademia Mllitar~ di Kapoli, oggi.
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arupliamen lo elle furono affidati al Parisi ecl a t re altri U.fficiaJi, cioè il 18 novembre 1787. Il Maresciallo di Ca,mpo, Marchese della Leonessa di Supino, fu il Comandante dell'Accademia, ed il Tenente Colonnello Giuseppe Parisi ne fu comandante in seconda ~d ispettore; ma, <1uesL'ultimo fu effettivamente il vero creatore e organizzatore della « Nunziatella » che accolse nel suo primo anno 240 allievi, ' fra, cui 16 paggi, r ipartiti in qm~ttro Brigate . L'inseg11amento era suddiviso in nove classi. Soi-volan<lo s ul Je discipline di indole genei-ale, notiamo che nell'ottava classe, 0 ·navtmo · a1 o co1·so ' s'inse ·chilettura militareI a1·ti0' 1 ieria teo. b • 5 , t.ica e p1·atica, chimica, disegno di architettura milita.re e di aHigli.eri.a, atchitettura ch,ile col relaitivo di.segno, e arte di model lare; nella 11011a: atte di progettare, a,rchitettura,, idl'aulica, arcld tcttura civile, ecc. Nella seWma classe si decideva quali fossero gli alu11ni ,~tU a Sel'vire nell'Artiglieria o nel Ge11io. Governator-e dell'Istitu to f n nominato il Tenen te Generale Fraucesco Pignatelli .Strongoli , comandanti di Brigata i ca;pit a.ui Vincenzo P erez-Conde, Stanislao Espin, Roberto Mirabelli e 'f ommaso S11samia.. E professori fra i più noti, come Annibale Giordano, Saverio Macty, P asquale Baffi furono chiamati ad insegnarvi. La biblioteca venne fornita delle migliori opere d'ar te militare, « dotati i gabinetti dei più moderni strumenti, st.~bi· lita la costruzione di nna specola astronomica, destinato il forte di Vigli.ena e il t erreno a,d.iacente ag1i esercizi clegli allievi)). Questo glorioso istituto, che superò immutato tutte le crisi della monarchia bo1·bonica, divenne forte in esami bile cli ufficiali valorosi e colti. I nta,n to altri ufficia li delle Armi speciali erano inviati i11 Francia ed in Germania, per arricchire e perfezionare la propria coltura tecnica : dell'Arma d'Artiglieria,, Luig~ Parisi , Oronzo Massa, Gavino Men a, Pietro Duchene, Emanuele Ribas, sotto la, guida del Capitan o Giovanni Antoiiio Torrebruna . : Questi uffieiali, dopo nna, vi.Rita a P arigi., passa,1.·0110 a Stra· ~burgo sul cominciare di ottobre pet partecipare, fin cla.ll'aper· tura, al corso di quella Scuola e addestrarsi. ai molteplici lavori nelle sale dei moclelH e degli H,rsenali.. ~
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LI<: HIFORl\18 D@I, l:'OMi\1EltI<:1J .L
Contempora,nearuente, a l Torrehr1rn a si a:ffitlava l'incarico di visitare la rinomata, fonderia cli ca,nnoni di ferro nel Moncenisio, érenta dall' inglese _W ilkinson in colhLborazio11e col Vendel, per studiarne l'a,ttrezza,tura meccanica ed i processi siderurgici,
F ig. 24H - Il busto del Generale rarisi all'Accademia della Nunziatella. ~.
con lo scopo cli dare a,11' Artiglieria, napoletana simiglianti o.ffi~ eine, non nu1ncando nelh'l Oalabrie i posti e le materie prime n~-. C<;R$.:t.rie per tale cliR•g!lo. ~el fratternpo l' Adon pei·sna,d<~va, il Re a chiamare a Na-
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poli direttori ed istruttori s tr·unieri che, tra:sforrnando 'radicalmente l'esercito, avessero tradotto in in. egnainento pt:1ti.co le esperienze della gnel'ra dei sette a1111i e cli queJ1;1 per l' indi pendenza degli Stati Uniti d' Amc1·ica. P er la fanteria furono chiamati il Generale R odolfo De Salis i1a1·clins, svizzero del Cantone dei Grigfoni, il Bl'igadiere Daniele de Ga mbs ed altri uificiali superiori; per la Cavallerùi il Brigadiere Oreille ed il Colo1111ello Jl~ck; per l 'Artiglieria e il Genio furono chiamati dalla, Franchi Renato de Pommercul e gli Ufficiali superiori Rug"is e Lamartini è1·e, mentre pnre daU :.t Fra,ncia venivan o altri istruttori , frn cui Eblé. Dernnx, Lahalle, ed Augereau. Ben presto il de Ponnnercul si impose; tanto che il 4 gennaio del 17 cc con motivo cli e, iscrsi degnato il Re di crenre Ispettore della R eale Artiglieria il Colo1mello Don Francesco Renato de J:>ommereul, tanto ·pel Co1·po cli essa clenoniinato S tato Maggiore quanto pel Regg. to del Co1·po medesimo . è ,·e11uta la :u. S. a p1·0muoverlo a,l Grado e Titolo cli Brig;1di.e1·c de' s uoi E.se1:citi colFannu o assegnamento di I lucati 28:iu, cioè 190-1. elle attualmente egli gode a titolo di 'l'rattn menlo, e D ncal i 932 n, 1-itolo cli grati ficazione )}. E la riforma dell'Arma, s'jniziò ilal pl'iucipio clel 178S, con a,l cuni cambiamenti nel regolamento che ,·igeva pel' il fun ziona mento degli Arsenali di Artiglieria , mediante la creazione cli. una compagnia di maestranza addetta al Corpo generale dell' Artiglieria, medesima, sotto In, cl enomiJ1azione di compagnia cc soldati a.J.·tefici >). A fine d 'anno (26 dicembre 1788) vedeva la l uce il nuovo ordinamento dell'Arma, 'fusa con quf'lla del Genio sotto la denominazione di Corpo Reale, su due reggimenti: Re e R eg'i1ta : complessiva.mente 1975 uomini F:lll piede di pace, compresa la compa,g nia cl'artefìci. e 2731 snl pied e cli ~nel'l'a . Ciascun Reggim~n to cli Artiglieri a, costituito Rn due battaglioni, i:;i divfdeva in quaUro bl'iga te e Inl' Zza. Ogni brigata era form ata di quattro compagnie conrnndatl" da un l\fa.ggiore; ciascuna compagnia era forte cli nl indiviclni. s ul pied e di pace e di n su quello di guerra. -
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Fi.g. 244 - .Mortuio di bronzo gettato a i'fapoli nel J741 da G. Castronovo.
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Le ù ue mezze brigate rimanenti componevano una Briga ta
di minatoi-i . Coruple:s:,;iniuwnte quindi, ad onli11anu.> 11to app1·0Yalo, ognu no elci ùue reggi111e11ti H,e e R e.<Jina c,lel Uòtpo R eale veni.va, ad avere 1G coU1pag11ic i.n tempo cli pat·c, e 1 ' in qu ello <li guena, più ùue di minatori e zappatoti. 1/orga,ui;1,;1,azioue de l Uo1·po R eul e pl"oposta dal P omme1·eul era quasi in tei-am< nte coirforme alle ot<lii1auze di F1·ane:ia . ~e <liffel"iva soh1me11 te per la ri11J1ionc clel Ucnio coll' Artiglieriu, : riunione che, cftetLuata in F1'a11cia nel 175:i al tempo del Generale Valliè1·e, quattro u,nni dopo, a,lla morte dello stesso Va,1lière, e1·a stata a.imullaLtL, sotto il Ministero del Maresciallo di Bellisle. Allai ol'gè.Lnizzazione clel Corpo R eale di .Artiglieria il B e rivolse le sue particolari C:ur e. « Yolea egli che .l'i.mportante servj;1,io di un tnl corpo si portasse a quel gra.ùo cli perfe7,ione qnale attender clove::Lsi dal progresso dei lumi del ::;ecolo in un mestiere tanto subli me. Approvati con altr a 01·dinanza reale del 1788, non mai però pnhblieata fool'i del <.: orpo , t utt i i progetti ccl i r ego· lamenti formati dall'Ispettore generale De .Pommereul, ed assegna.Lo il ca:,;tello J1t1ovo pc1· luogo esc·lnsiyo tli pe1:1nanc11za, delle truppe di quel COl'JJO e dei i-.uoi gr~uHli slabi.linwnti, si Yidero le truppe del <.;01·po real<> Jlt'l' ma 1·7,inlt! c·ontegno e per p1·a tiche clel mesti.ei·e i11 l>I'eve (·empu poste i n i:,;l:a lo da gareggiare con <1ualnnq uc c01·po straniero d'Mtigli<>ria. il me~lio istn1i.to ». (Loge 1·ot : manosctitto citato). Coe1"entcmentc ~L quanto si era già prescritto con l 'ol'Clin:1117.a clrl ~n clicernhre 17/,:8 snlJu forrnnzione del nnovo Corpo Reale, il Re YPJ1iv.1 nella ri soluzione cli HtabiliI-e tre direzioni : nna in NnpolL una in J>nlnmo ed nna, in Badettn: e sei :,;ottocli1"ezioni : :i Long·one ecl a Oneta, clil)ell(lcn ti clnlla, dire7,ione di N upoli: n ::vressirn.1, ed a Si1-:1 (:11sa, dipen clrnti clal'la rli1·ezione cli Palernl o : a Pescara, ecl a, Tnmn to, dipendenti <laJla clirezio11e di Hal"lettH, rlettn nnche clell'Aélriati C'o . V'r1·:1no inoltre ln. di1·p;1,ione e lo sot(oclire7,ione clell 'Arsc•nale. A I.In. élfrezione di Napo li <'1·a tl<'stina t·o il Bl'iga<li ere Don Mich<'lc Castagna. col i:;olclo d'impi('go e di re!Shlr11za di Colon· nello <lel Coi-po H<·ale. Alla i.ottoclil'Pzio11e di LongoM il enpi0
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DIHEZIO);J J:: SOTTODIRBZIO.t\I
ta11:o Don Gfovanni Illengini, col grado e col soldo d'impiego e di residenza di Tenente Colonnello del Corpo Reale, rimanendo per il momento vacante la sottocli.rezione di Gaeta. .Alla direzione dell' AdriH,tico, con residenza in Barletta, il Brigadiere Don Giuseppe Diaz Ramos, col soldo d'impiego e di residemm cli Colonnello del Corpo Reale. Alla. sottoclirezio~e di Pe·scara, il Capitano Don E'rancesco De Majo, col grado e col soldo d'impiego e di re~iden7,a di Tenente Colonnello, rimanen!l,J per il momento vacanti la sottodirezione di '.raranto e la direzione di Palermo. Alle sottodire7,ioni di Messina e Siracusa, con residenza 11t~lJ.e rispettive piazze e con gli stessi averi e gradi delle altre sottodi rezioni, furono destinati Don Vincenzo Minichi.ni e Don Carlo 1\ovi, mentre col grado di Colonnello del Corpo Reale sì cle$T.Ì. · nava all'Arsenale il De Montille, ed a11a annessa sottodirezi.one il ·Capitn:110 Don Giovanni BaMistn, Cimino, col grado e soldo di T1::'nente Colonnello. · Parimenti, il Re prescegli.eva a Commissari di. Guerrn pel Corpo Reale, coi gradi di Tenente Oolon'Ò.ello, . i Capitani Don l'rancesco Zito per. la direzione di Napoli. Don Giuseppe Uo1'1imiglia per la, di.rezione di Sicilia,· con residenza in Messina, e Don, Gi.ovanni .Antonio Pardigna,s per la direzione dell'Adria.i ieo e con residenza in Barletta. Infine si traslocò a •Messina il Tenente Colonnello De La Ma1:tinière, quale comandante interino del Reggimento .Reg'i na) con l'incarìco cli formare colà il secondo battaglione cli qu, :;;i;o Reggimento e di istruirlo. Citiamo aleune a,l tre dii-;posizioni, desumendole da,l Logerot e <falla raccolta dèi Reali Ordini: « Stahilironsi. scuole metodiche di fuochisti, di forze e manovre e di disegno, ed esclusiva,1nente per gli Ufficiali cli. esso corpo .si istituirono scuo.le sublimi cli chimi.ca e di minera,logiu sotto la èlirezione dei due noti professori Gaetano La Pira ed Abate Breish~k. Altre tre scuole di matematica, cioè di fisica e di a-r chi tettura. militare ed iél1:aulica, ed urn1 grande scuola pratica, in Napoli, ed altre due piccole, una in Sicilia ed una sulle coste clel1' Adriatico, clovevan pm'e secondo la propria orclinan1.a essere s1 a,bilite. 0
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« Gabinetti bene assortili pe1· quelle due Sc uole cli chimica e minerailogia , ed mrn biblioteca iu cui r accoglfo,·a nsi le migliori 0pcre e memorie sn l Ge nio, sulF Al'tigli erìa, sulla .Stol'ia militare e sull'a1-te della gueITa, sommi nistravano utilissimi mezzi di perfézio11are la propl'i..t istru:;,,ion e a quelH offi ci.ali ; nn arsen a le dei più pel'fotti sui piani e sni di ·cgni clel Secuto, officiale del Corpo, veniva pure stabil ito con le norme date da rommerenl così pe1· la costrur.ione elci 1111ovi affusli e delle altre macchine dir ett.1 dai più a,bili officiali. t r.1 i quali distin guevansi Oi1mnino, Blengini, Giulietti, Decosiron, Dapny e 1lontegaudet, come per la fusione dei pezzi d'artiglieria, affidati principalmente al Capitan o tedesco 'rllia~k,Y . T anto gli a1Iu:::ti quanto i pezzi seguivano le nuove fo1·me e le nuove dimensioni poco prinHL adottate in Fra n cia in conseguenza de· c·,111gi:une11ti p1·oposli da Gr ibeauv.11 sull'esempio degli sv<•cl esi e degli a le mam1i, e Ja fusione cli quei pezzi fece metter e ln prima volta in oper a col pi tì felice sueeesso (( la macchin,L della barena JJ, me11 tt e « prima del nuovo s tabilimen to d'.Artiglieria i pezzi 11ell'an tico fJ r sena le dell a darsena ic:i. fondevano Reconclo il sis tema antico del fonditore Castr ouuovo, con l 'anima, ciò che rendeva quei pezzi non del tutto pel'fetti per la t·satta direzione cle' ti ri J). E d il progetto pe1· il maga zzino dell a, B a1·p11.-1 11r c,;entato chi I Pomme1·euL con gli. appartament i per gli altri. usi, f11 appr ovato da] R e il 30 aprile del 1789> e fu pr eventiva,ta una spesa di ducati 28596,11, più 71J ,80 d ucati concessi con r eale 01·dine del 10 ngosto 1790. Queste notizie cir ca l 'introclnzione delh ba r ena nella fab b1·ic;:1 zio11e del le bocche da fuoco Hon son') perfettamente esatte per il fatto che giù, ven ti anni prima , nelle officine napoletane, si nRa,v a tale macchin a, utensile. per ricavare l'ani~,1 dei cannoni. I nfatti, da una « Rela zione per la spesa fa tta per far e sei cannoni cl i bronzo di mezza libra di Spagna, quattr o dei quali ner Rervfaio c1 1,11a, nnova, Gon<~ob ili S. R. 1M. e dm~ p er il suo Real Divertimento )), fi gura tra le spe. e la somma di 70 gràni paga.ti al « Maestro che à, a ccomoda to l 'imposto della Barena )), con manda,to in data, 5 a gosto del 17G0, firmato dal R egio Fonditore Gfrola m.o Oastrorn10vo. Piuttosto si potrà a1·gomcntar<' elle la b,tt'<'Jll:l fos~<:> usata clal Oastronn ovo li1nita ·1·am ente ai r alibri piccolissimi, mé11t r e, i 11 se-
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guito alle ordina.n:t,e del Pomrue1·eul, si costruì lo speciale magazzino, in cui tutti i pezzi di qualunque calibro ebbero lo stesso trattamento tecnologico. I n sostanza però la macchina ìn se stessa, e secondo il suo uso, non costituiva a,ffatto una novità per h fonderia napoleta,na . Nt~t ura,lmente ciò non toglie n.u lla a,i meri ti del Pommereul, il quale, in data, 12 agosto 1790, per i suoi « ta,l enti, cognizioni e ptrizia , specialmente in tutto ciò che concerne il ministero dell'artiglieria, cos:l nelle Piazze come in Campa,gn a », nella (< fau sta circostanza dei matrimoni coin cisi del :Principe Reale Ereditario e delle clu e Reali Pdncipesse )) fu nominato Maresciallo di Campo. Il 20 a,p1·ile del 1791 si stabilì una fonderia r eale e fabbrica cVarmi presso la ·l\fongia,na, in Oala,bri a Ulteriore, dove esisten 1 una miniera, cli ferro e di argilla . 'l'ale fonderia passò più tardi al servizio ed alla diretta dìpenclenza dell'Artiglieria,, mentre b fabbrica d'armi di Torre Annunziata perfezionava man mano i suoi prodotti. Nell' a,gosto del 1791, su rapporto del Marchese Sirnonetti, Luogotenente della Regia, Camera della, Sommaria, il Canale del fiume Sarno venne tolto al patrimonio degli antichi Conti e r estituito alla Corona : questo Canale fu posto a servizio dell:L fab brictL d' a,r mi che, ottenuto così un aumento di forza, motrice, pot(~ aurnentt1re i suoi prodotti. A.ltre ferriere si costruivano in Acer110, Canneto, Poggio· reale e Torre Annunziata, mentre quelle di Stilo, Atripalda, Piano cl' Ardine e Serino, poste sotto la direzione cli abili ufficiali del Corpo Reale, preparavano ferri a dimensioni pei la.vori deU'ar· sena,le e della fabbric,1 d'armi, e proietti per gli approvvigionamenti e per le dotazi<.~ni clei se1·vizi di assedio e cli campagna. Un'antica sa.la d' armi esistente, un'alt ra, nuova in costru zione (che però rimase sospesa per difetto delle fonda,zioni), una sala dei modelli delle costruzioni diverse e dei piani in rilievo delle fortificazioni, ed un'officina di montatura, completava.no in Napoli gli stabilimenti di Artiglieria. Gli u:fficfa,li del Genio , oramai i ntegrati nel Cor po Reale, quindi con identità di istruzione e di preparazione con quelli di Ar tiglieria., studia.vano i nuovi sistemi allora in voga, in Enropf.1 -
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1700 · li50
pc1· l 'uso delle ca.·ematte e delle toni bastionate e per la forti ficaziouc perpendicolare. :Yegli stessi anni furono costr uite la batteria nuova del Molo di Na,p oli, tra la Lanterna ed il Fortino cli K Gennaro, una n uova casamatta a d ue ordi ni di volte a, Castellamma1·e, pet la protezi.011e degli :stabili.menti dell;1, marina da, guerra, e molte altre ba tterie venHcro armate con pezzi <la 33, monta.ti sopra i nnovi a,ffusti cfa costa, e forni ti dei corrispondenti fornelli a riverbero. Si andava, così. svolgen do un piano razionale per munir e le coste, speci.almenLc quelle destinate a difendel'e i porti e quindi ra11cotag-gio delle navi d.i gnerra. P er l'importante servizio si organizzò nel H93. un Corpo cli Hi96 attiglie1·i littorali, i quali el'uno obbligati ud istnrnioni periodiche per il servizio dei pezzi e per la custod ia clelle batte1-ie. Gli artiglieri littoraU sostitui· rollo le 1-<0ppresse compagnie cli .1rtiglieri provinciali. Come tipo d1 bocc.t da fuoco per codesto speciale armamento si fabbrica,ron o mol'tai alla, Gomer, sorti da poco in Francia dopo gli stu di del Gomer sulle camere tronco-coniche p er le cariche di lancio, dai · calibri ù a 13 : tali mortai si fo11deva,no giù, nel 1.789, forse per la prima volta in Napoli, dal fonditore Giovanni Antonio Bianco. Nel.la fon deria, al 1° genna,io del 1792, funzionava,no un for no a rìYerbero a legna, clrlla capacità di 22.000 K g. di btonzo, e 2 forni n, riVf~rbero, anche a legna, tlella ca.pacitù, cli 2.100 Kg. di b1·011zo. Nelle officine delle macchine fun;r,ionava no tre macchine per lavorare a,rtiglieria, ed una, per lavo1·are metalli e legnami. Successivamenle le norme per la fonderia e per la verificazione del le bocche cht fuoco v<•nivano fissflite cla un regolamento, snnziona.to con legge del 16 ottobre 1792. Le artiglierie napoletane veuivano così classificate : cann oni da 24 per l'assedio, da Hl per ·1a, cli.f<:'~a, da 12 corti e da 4 per la campagna; obici da S e da G, il primo per le posi?:ioni ed il secon do per le giornate campali: moi-tai tfo l ~. 10 e S, petl'ieri da 15. un provino da 7 , un « prrnrdo >> e nn cannoncino dn. 4 da m.ontagna. T.7na, part<' importa,nf·c del Regolamento del Generale de Pomrucreul t> quella che t ratta dell'amministrazione della fonderiil. Essa dice : « Correrà l'Amministrazione-della Fonderia con quella del1' A1·sena.le. Le spei:.c si noteranno in un capitolo a pa,rte, da, in · . -
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IL l\:IATERIAL8 D, A!C!'IGL II,:IO:A ::SEL SID'.rl'ECE~TO
serirsi. memmalmcutc 11ello stato che si rimette all' Ispettore d'Artiglieria. « faL Direzione superiore è affidata al Direttore clell' Arsena le, ma, l'assistenza giorna,lient, e la èlfrezione cl.ei lavori _sarà fJ;ftidata sia al Sotto-direttore clell' A1:serntle, sia a,d un altro u:ffiziale del Corpo Heule che, col nome di Direttore della, Fonderia, ne s,n·il Ìl1<·.oml>e11za to du,JFispettore. Vi saranno pure destinati due Capitani Tenenti, di quelli dell'Arsena,le. cc Un fonditore ed un aiuta11te fonditore, paga.ti a 30 e a ·20 ducati al mese, più un ta,n to per ogni pezzo fuso che alla p1.·ovi1 sia diehiara,to ammesso, e di questo 3/4 al fonditore ed 1/4 alPaiu tante . « Il primo ,1iutante del Guardia Principale dell'Arsenale fa rà. da, Controllore alla Fonderia, avend.o le chiavi dei magazzini r: 1·cne11do il libro Mastro )). "Verso il 1792, come già, acc(~nnammo , si ideò l'Arsenale d',1rtiglieria in Castelnuovo, ed il 13 lnglio del 1793 se ne intraprese la costruzione sui piani del Secnro e sot-to la, direzione del Genera,le De Pomrnereul.
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Nella prima metà del secolo XVIII il materiale d'artiglieria rimane pressochè immutato - Le caratteristiche del s istema ValIièt-e - Affusti, avantreni ecc. - Artig lieria reggimentale - Artiglieria da montagna. I cannoni « à la nouvelle invention » - A,·tiglie rie a retrocarica - Il cannone scomponibile del Bertola - La bomba oblunga di Sigismondo Alberghetti. Esame della polvere. Teorie scientifiche e bali stica pratica - Tavole di tfro di Sigismondo Alberg hetti, del Bélidor e di Gaetano Marzagaglia.
]lfoter iaie. ~ Nella prima metù, clel secolo XVIIT il materiale cli artiglieria., in genere, rimane pressochè immutato, come si può constatare anche da,U'elenco sommario ,1:sposto H; pàra · grafo 3 e riferentesi al primo decennio del regno d1 Carlo E ma-nuele III (1730-1740), confrontato con quello delle a r tiglierie impiegate durante l'a,ssedio di 'l'ori no e degli a.Uri inventa,ri ri· portati pel' i vari Sta ti italiani dell'< poea. Persiste la gt ande mol0
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1700 - 1750
teplicità di calibri e va1·ietà di bocche da fu oco ; soltanto si nota, come giù è stato detto, la gradnale scompu,rsa delle colubrine, che in l 1'rancia venne sanzionata coll'adozione del sistema Vallièl'c (1732). Accenneremo brevemente alle cara,t teristiche di questo . isterua., i l quale intetessa, anche l'Artiglieria italiana, per la ripe1·cussione che ebbe negli Stati della penisola. Nel sistema Vallière le ai-ti glierie lunghe eran o rappresenta te da soli cannoni, di cui si dànno le caratteristiche nello specchio aunesso; quelle Col'te da due mortai da 12 pollici (mm . 325) e da, S pollid e 3 li.nee (circa mm. 225) e da un petriere di 15 pollici (mm . 410). Si noti come la denominazione delle bocche da fuoco corte non si faccia più in libbre di portata, che uon aveva più significato, dato che queste a,r tigliel'ie n on lanciava no che bombe, il cui pci,;o era assai inferiore a quello delle palle di ugual diametro. ~
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La libbra france~e è di K g. 0,190. La carica era,, per tutti i ca,nnoni, del peso di 2/ 3 della palla. JJ,tl coHfronto dei pesi delle' pal le con i calibri -- ~ teu uto conto del vento, che era, çli 1/30 del calibro - si deduce che il peso specifico della ghisa,. con cni erano fuse le palle, risultava un po' infel'iore a, 7 ; il che vuol dire che la ghisa era molt0 ricca cli carbonio, forse per facilitare la fusione ed. evita.re caverne. Le gittate rnas~ime, riportate nello specchio e desunte da qua,nto riferisce il Papacino nella sua opera « Uso delle armi da f110co », erano state ottenute con angolo di tiro di 43° in -
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Fig. 245 - Alcuni cannoni del sistema. Vallière. (Dal Napoléon e Favé).
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pei-ienze eseguite a Dunkerque : esse ha11110 soltanto UJI Yalor<: i11dicati.vo; p1·aticamente coi c,l,nnoni HOn si tirava che n,l le distanze di puu to in bia11-'.o. l cannoni d,1 :M e dai 1ù a,·eva110 in fond o all'anima (che, c:ome per gli a.ltri camwni, e1·a, ciliucl l'ica e senza camera (la polve1·ej Lrn a piccola cameretta, in cui sboccava il focoo e: tale <.li.sposi· tivo cm stato a pplicato a llo scopo di evitai·e degtadazioni troppo facili a 1 focone ed a uche per facili tare L' accen si.one della polvn-e, :;1111nenta11do l'a mpiezza del getto cH fia,rn ma dato dalla pol· Yere d' innescamento. Questa cameretta prese11tava però l 'in con· Yenient·e gra,·e di potei· <·ssere cl iffìcilmenle scovolata, sebbene, a tale scopo, si fosse a pplica to trn o ~covolo ordina.rio, o lanata, nna pif'c:ol a appendice, Ja qual e venne i11 segui to abbandonata . Il grano a, focone c1·a CO$titni.to da un cono cli rmne. Era prescritto il getto dei cannoui colla volata in alto, pe1.· dare ruag-gior 1·csii::tenza e clul'ezza alla c ul atta. I mortai, con orecchione unico alfa, culatta, avevano in geuei-e carnera cilindrica, ma, ve ne erano ,Lnche con came1'f:L piriforme. Il petl'iere ern a camer;i conica.
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Fig. 2~6 - :ziiortaio con cawcra a pera, del sistewa Vallière. (Dal Napoléon
e Favé).
$i dava alla forma delle ca me1·e speciale importanza percbè si credeva che da ciò dipendesse lo isfruttamc11 t o della carica.: si credeva. cioè elle dn. ques te forme si generasse una spPcie <li riflessione di onde , in direzione più favorevole all'azione propnlsìva snlla pall n,. Dice i1 · Papuein o: <t La falsa opinione cl1<~ In. polvere accesn si (?,Onvertisse in a1ltretta nti. raggi infocati., i ,111a l i
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IL SJS'l'rnìlCA VALT,IBI!!·:
nel Joro ri.wvimento seguissero la legge stessa dei raggi solari, aveva 1rnllo scorso secolo fatto configurare a guis..t <li altrett., uni specchi ustorj le camere dei morta,i )). (Uso delle arnvi da f'uooo : paragrafo Gl). Così si ebbero nei mortai camere sferiche, con strozza,tura, cilindrica,, came1·e a pera, camere ellittiche, paraboliche, ecc. Le cariche dei mortai in pa.rola pesa,vano rispettiva,mente Kg. :!,G95 e . Kg. 0,860; i mortai stessi avevano il peso di Kg. 710 e di Kg. 240. Come si vede, di obicl~ non se ne parla. Esisteva, invece ancora l 'antieo petri(~rc, per il la,21cio cli. e1101·mi palle di pietra. ,GJi altri elementi del materiale, affusti, ava,ntreni ecc. non furono contemplati nella riforma Vallière e qnindi rimasero ancora a.ll'a,r bitrio della pratica, dei costruttori.
Fig. 247 - Affusto da costa del Vauban. (Dal Surìrey de St. Rémy).
Però, in fatto di affusti, è da, 1·icor<.la,1·e qui un primo tipo di affrn,l:o da difesa,, ,:ioè un affusto, ehe con denomina,zione moderna, chiameremo :1 ca,Rsa, con 1bnchi posteriomente i.nta.gliati i,· gradini, e poggiante su quattro rotelle. · Hi ebbe anche un af· fus to di dife.sa1, dovuto al Vauban, c.he era, costituito da due fianchi formanti una coda di piccola, lunghezza poggiata a terra, e composto di dnc pa,rti collegate tra loro mediante la caratte-
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ristica unione a dcn tellaturn o a gracli11i. per ev'itare lo s.corri111c•nto dell ' una sull'altra; due massiccie rotelle anteriori pe1·mettevano, con relati.va facilità, gli spostamenti laterali per il puntamento . Questo :1ffusto, in sosta,nza, non è che l'antica cassa per ariigliel'ie navali a. cui si l': accenrntto nel capitolo IV (v. 1° vol.), modificato alquanto nel protilo, e munito di rotelle . Nel sistema \"ai.li.ère non si contem pla a.Lenna bocca da fuoco pee l'artiglinia reggimentale: avrebbe dovuto servire il cannone cla 4. Pel'ò, ad imìh1zione dei P1·ussiani, Ri iut1·ocluce nn J)C1/.:t,o det:to « cillr1. 81Jerles 1~ >> l t>ggc•ro, da 4 libbre, l1111go 17 enli.bri e pel'lante quasi 300 Kg. In que~to materiale è :rnclle intPressante l'affusto che el'a numito, per il puntamento in elevazione, di una vile di n1ira va.no fare facihuente. c~icc il Le Bloncl. dieci colpi Hl minuto !
Fig. 248 · Affusto alla s,·etlei,e, (D:il Surircy (le St. Rémy). Si 1mò rilt>· vure il congegno cli ele,·azione a ,il e.
con manovella applicata. infel'io1·mente, e sulla cui estrcmitù, superiore appogginva la culatta. Questa llOvità inconJrò molte OP· posizioni poichè si stimava 1111 tale cfo:positfro troppo clebolP e delicato; in seguito, esso venne sostituito con i vecchi cunei di mira. Il traino era: con :wantrcno ed a tre cavnlli. Questo ma1·eriale venne <lopo qualche anno abolito. ma. riesuma.to dal }fa1·t>sciallo di Sassoni.a,, che adottò anche il cartoccio di carta. pt>r l:i carica, di.venne in seguito regolamentare. Questi pezzi pote-
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MA'l'mIUALI .SPECIALI
Per la stessa bocca da fuoco, in Francia, un ·} 1. de Cuisinier avevtL proposto un a.ffusto-timonella, ossia coi due fianchi costituiti dalle stanghe di una timonella per attaccarvi direttamente il cavallo. Per quanto riguarda l'artigliel'i.a da monta,gna, o per meglio dire someggiata, si può dire con certezza che essa comincia, a compa,rire tra la fine del sei.cento ed il principio del settecento. Dove essa abbia, fatto la sua prim::t apparizione, non si può sta,hilire con certezza. ~\Ton è dubbio che, i.n ogni tempo, piccole artiglierie saranuo state carica.te con ripieghi sui basti dei muli; la particolarità di questi materiali sta, nell'affusto, che deve essere facilmente caricabile sul basto e dare poi valido appoggio al cannone nel tiro . Naturalmente in Piemonte la necessità di un materia.le del genere si cl.eve essere fatta sentire più che in altri paesi, ed infatti vediamo l'ing. Giuseppe Bertola studiare e costruire a, tale scopo nn cannone smontabi.le del q 1rnle si è già fatto C(~nno e su cui ritorneremo ancora,. Stando al Favé, in data imprecisata, ma a,nteri.ore al 1700, esisteva in Francia un cannone da I libbra, del peso di circa SO Kg., con un affusto a c::tvalletto ripiega.bile per il someggio, e con rotelle . Il Le Blond, parlando del parco di artiglieria, racc,o lto per l'a,ssedio cli. Torino) cita 6 pezzi cli 4 libbre « à, dos de m·ulet )). Abbiamo già, accennato, nel volume precedente e in altri paragrafi di questo, ai cannoni detti « à la noiivelle inventfon )), ca,ratterizzati da una camera piriforme o a. sfera. Questi pezzi ebbero cUffusione anche in Italia; risultavano, a parità di effetti, più corti e più leggeri d\ quelli ordinari, ma a,vevano una culatta molto grossa, e richiede: vano un affusto ~peciale, che, a,ppunto in cau~a delht, leggerezià' della bocca da f uoco, era sottoposto ad un torm'e nto eccessiv1ò.. La maggior velocità iniziale, che se ne otteneva con cariche anche)· minori di quelle dei cannoni ordinari, si può attribuire alla ~inoi; lunghezza occupata dalla carica che, essendo concentrata, s~ iri;., , fiammava più rapidamente e quindi era, meglio utilizzata . (,Jue- · sta, del resto, è 1a spiegazione che ne danno il Le Blond ed il P'a.-· ... pacino. Materiali special-i e ·invenzioni. -
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r-: da not:us i che ta li ci~nnoni in Fnrnr::Lt si chiarnavano d,q lprima << à 7a portnqais,J », ed .1vcvano il fo con e praticato assialmern::e nella culatta; poi, co l focone normafo [1,ll 'a.ni.rna, si chiamarono << à 11011.vc lfo i·m :(mf'ir)// l) o « rì. l' e,1;v1!f110le n.
Fig.· 2Jf.) · Cannone, <la •J libbre « ?t nouvelle invfmtion ». (Dnl Surirey de St. Réruy).
Queste artiglierie furono a.bbanclona,te in ca 11s,L della diflicoltù, cli. scovolarnènto e pulitur a, della camera, che dava. lu ogo a, molti gra,vi incidenti di servizi o.
Come in tutti gli a ltri perioai, anche i11 (JUesto si devon o re· gistrare tentn.t ivi di artiglierie a r etrocarica; iu Piemont<~ uu modello assai notevole (che fu anche riprodotto in più esemplari cli cannoni da 4 ed impiegato in combattimento con s uccesso) è quello dovuto alFar ma iolo torinese Chiappo, di cui abbiamo già parlato. Il congegno ·di chiusura, della cnlatta, è un cuneo ver ticale, e 1 a differenza, di tutte le invenzioni prececlenti, a mano · vra mecc:wica : i movimenti del e1111eo, p(~r l 'aper t11ra e Ja chiusura, erano ottenuti per mezzo di un ingra,naggio a cremaglina, ne11a faccia postel'iore del cuneo, e di un rocchetto dentato, montato su un albero trasversale girevole in alie sporgen ti inforior-
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mente clnllc parti. clelh culatta,, la quale presentava, forma prismatica rettangolare, anc;he per dare uuLggiore r esistenza, ::L q nesta parte~ della, bocca da fuoco . L'ultimo pa,rticolare ravvicina qu esto modello a, quelli. venuti i n u:-o comune un secolo e mezzo dopo. Il fon,amento clel cm1 eo_, col qui1lc si. doveva ottener e la
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Fig. 2;30 - 11 cannone a r etrocarica ideato dal Capitano piemontese Giovanni Clliappo nel 1708.
d1insura ermetica ed evitare le sfuggite cli. gas all'indietro, invece che a colpi. di maglietto, era ottenuto per mezzo dell 'in granaggio cli manovra,, con d ne lunghe leve a,pplicate all'estremitù, clell 'a,lbero, e collega.te tra di loro con una traversa . Purè al principio del secolo XVIII risa,le un modello di can 110ne scomponibile per il someg-gio, idea,to da, Ignazio Bertola , '-) clH\ come è già, stato detto, deve aver avuto applicazione ed impiego pratico. Il cn1 rn0H é di 4 libbre e1:a scomposto in due pa,rti, <',he si univa,n o tra. cli loro a. nrnsehio e femmina, ma senza, avvi-
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Fig. 251 - Il cannone del Bertola.
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LEl BOl\:IJ.H,; OB L U,\CllE DELL' ALBERGHET'l'l
tatm·a, e<.l erano fo1·7,a,te l'una contro l' altra mediante quattro lunghe sbarre di ferro sistemate iu al trettanti costoloni fora.ti per il lungo; questi sporgevano longitud inalmente sulla superficie esterna delle due parti, le quali aveva.no fmma leggermente pira,1nidale, a base otta.gonù,_ Anteri.ormente, le sbarre presentavano uua, ripi.egì:Ltura, che si ada,tta,va sul vivo di volata, posterior mente sporgevano da,l vivo di culatta ed eran;> collegate a, due a due, diametralmente opposte, mediante staffo e chiavette a c:uneo : le sba,rre erano poi assi.cmrate a,i costoloni forati medi.a nte altre chiavette . .Di questo canIJone si conserva un mode.llo ne] Museo N i;,\,7,ÌQ!lf.Lle cl' A1· tiglieri11 i la descrizione che ne dia.mo ;: analoga a, quella, fatt,1 dal Conte a' Agliano nelle (( M ernorie sto-riche del Piemonte ·<lcil 1741 al 1747 )).
Altro genere di invenzione dovu ta alla genkLlità italiana è la, bomba, oblunga di Sigism.oudo A.lberghetti, della celebre fa, .1nigli11 di fonditori vene:1.ia-ni. La bomba oblunga, a, dire il vero, era già conosciuta in Germania , ecl il Ma,rtena, nel suo (( FlligeUo 3Iilita,re )) 1 la descrive di forma, eilindriea, e di a,l tezza press'a poco uguale al diametro e termina.nte a, fondi piani o $emisferici. ?11.ent re però gli inventori alemi:1,nni, secondo il Martena, miravu110 ad un maggior effetto esplosivo della bomba, lo scopo cldF.Albe egl1etti è di tutt'altra ua,tura : da.ta 1.1 difficoìtà di fabbl'ic-a7,ion e cli pa.ne perfettamente sferiche, sia per fusione sia per 1·or11itura, (a parte l,1 spesa, maggiore in quest'ultimo caso), il v<~nto dovcv::L esser e sempre abbastanza notevole, per evitare, colle eventual.i t ollera,117,e che si dovevano. necessariamente -lascia,re, inceppamenti nel carici:miento. A. questo vent o e a,l le eventuali jl'regola,ri tà él<~lln, forma, del le palle e delle bombe, l' .Alber ghetti. attribuisce Ja causa delle irr<~golarità nélla tra.iettori.a, e delle clifferen7,e tra i risulti1,t i della teoria parabolica: e quelli d<~l tiro prat ico ; mentre vi concorrono poi anche le inevitabili cliffer e1rne da un colpo all'altro nd forznmento clegH stoppac:ci, ottennto a, colpi di cale~1;toio. l.Dgli propone quindi delle bombe con mm faRcia, cent rale eilindriea, che si sa,peva, tornire con tutta e~attez7,a e precisione, e con 'Chrn calotte Remi.sferiche. Con questo. il vento poteva essere diminuito a va,nta,ggio della, regolarità del t il'o. Egli consiglin anche di sopprimere gli stoppacci, ·forse -
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J.7UO - 1750
pc11sando che, con un pe:::o rnaggfol.'l~ del proietto e con un vento minore, ta,le soppressione non potcs~e diminuire il rendimento della eari.ca (1) . Secondariamente, queste bombe poteva.no essere laneii.Lte anche con bocche cla fuoeo lunghe, p erchè le sp olette si. manteneva.no sempre in posizione convenìente, cosa che non ent, possibile
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F'Ìg. 2i:t2 - Le bocclle d:i fuoco speciali ideate llall'Albc~rghc-tt i : s i rileva l a forma conica clell.a culntt:i, e, nei proietti ohhmghi, le ùtscie cilindriche. (Da figmc ornarnenlali ·llell' Ll.r t-ifJl'Ìl} l'ÙI, .Vova, 1703).
con le bomb(~ sfe1·iche, a meno di applic:u·e. eorne suggerisce il ]\'fa.1·tena,, e come. del resto, si feee i ff s:>guito, un tnc:co cili.nclrico di legno alla, bomba. Secondo qnanto si può drsnmere cl<1lle figurr ornamentali del (]) Per tu tto quanto r iguarc1 n la IJ:nn b:t oblung-a, ,·edi a nC'hc, in questo stesso capitolo, il paragrafo sulle artiglic1·ie Yencte e qu ello sulle bolognesi.
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Fig. 2:i:I y li<'r /11
Frontcspi11io tlell"Opera cli Sigi,rn1011clo Alheri;:het t i: N o11n A·r li (170:.1) : Vl·nc•zia in t rono sot to 1Jal cl.1 cc·hino. o~sel]ni:1t·a tl:111:1
Guerra e dnllc Scien1.e e _\rli belliche. Il testo è c·oruposto essen1.ial rucute da una serie cli t:irnlc cli til'O ( P roj cctio1111m T<Lb·u loe) a
diver se colonne cll elementi: grncli, distanze, corre11ioni, ecc. e lli unn I ntroduzione illust:·ativn <lelle Trivolc e clel modo cli servir sene.
1700 - 1750
fronlespfaio del lib1·0 No 1n 1frt1:9lie?'ia venetci, in cui sono chia1·amcnte rappresentate le bombe, anche con due zone cilindr iche, 11onchè l'artiglieria impiegata, l ' Alberghetti aveva proposto bocche da. fuoco abbastanza l unghe, con la culatta, dagli orecchi.oni indietro, di fo1·ma conièa, e quindi anche con camera conica. Artiglierie cli questo g·enere sono descritte dal tedesco Guglielmo Dilich fu, dal 169 , ed H li'avé le cita come artiglierie dette « licoi-ni >>, che i Russi 1wrebbc1·0 irn pi.eg,~to, secondo H Decker, 1rnlla guerra dei. sette anni. Di tale sistema, secondo l'au tore, si sarebbero fabbricati 50 cannoni del calibro di pol1ici 9 1/2 del piede di Francia, ossia
Fig. 254 - L icorno. (Dal
ll'avé).
Fig. 255 · Provini cli polvere.
mm. 257, e 5000 bombe, che furono impiegate a bordo delle navi della Sere11issima con soddii::fazione degli ar tiglieri. Il libro - di cui giù parla,mmo - è in da ta, del 1703 ed è di-
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l
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PROVE DELLA POLVERE
chia,r a to opcnL postuma,; quindi Finvenzione deve essere certo di data anter-iore al 1700. La vrova, clella polvere . - L'ttccetta,zione della polvere c1·a ~ubol'din ata a,ll'esam~ fisico riguardante l'uniformità (lelb grt'L· nitura, (che si faceva ad occhio), l a durezza (che si faceva schiaccia,ndo un grano tra le clit.a), e l' assenza di polverino di cui non .si doveva trovar traccia sulla mano. Di più, se ne provava la pote117,a rncclia11tc ]a, così. detta «provetta)) o « prov·Ì!Jio )), consistente in un piccolo mortaio cli bronzo fuso, di un basmnento piano ad inclinazi.one di 45° coll'asse dell'a.nima,. L'anima a,veva fondo semisferico, e una piccola. camera nella quale si disponeva un detetmina.to peso di polV(~re, ed in cui shocc,wa, il focone. Nell'anima si poneva una sfera cli bronzo, c:wa,, e di peso pure precisameutc clctcrmi11ato, e con un leggero vento . Dato fuoco al morta.io, che doveva. essere perfettamente li:vellat o, si mi sura.va la dista1rna a cui ca.deva, fa, sfora sul pia,no orizzontale. Se <ruesta dista11za era, infel'io1·e ad un certo limite determinato, la polvere era giudicata, inaccettabile. Il morta.io aveva un ca.libro di cir· cn. 20 erri ., il peso del1a, sfera era di circa 30 Kg., la cari.ca, di polvere di circa 100 gr,umni, e le~ distanze limi.te and,1rono man mano aumentando, col progredire della fabhrica,zione della polvere : cosi ad esempio in Prancia, cfai 100 ruetri circa richiesti alla fine del secolo XVII, si a rrivò ai. 225 nel 1822. Questo siste ma rimase in uso quasi fino alla :fine del XIX seco]o. Un a,l tro strumento usa.to per lo stesso scopo era, una specie cl; pistola, chiamata a Napoli forse cc sparatoio )), di cui esistono ebemplari in r accolte pubbliche e private. Esso è costituito da, un piccolo recipiente applicato 110rmalmente ad una cassa, di pistola con acciarino a pietra foc1:tia,, mediante il qtrnle si poteva, conrn· nicare il fuoco alla piccola quanti tù, cli polvere che si disponeva, nel recipiente stesso. Prima cU far fuoco, questo veniva chiuso con un cappello :fissato a,ll'estremità di un braccio, il qunle facev,1 corpo con nna ruota clen taht gireYole su cli un perno trasversale :fisso sulla ca,ssa. Nella ruota dentata ingrarnwa l'estremità di una lunga e for.te mol1a a lamina, che resisteva a,l la rota,zione della ruota e quindi al sollevamento del cappelletto. Questo riceveva allo sparo una impulsione più o meno violenta secondo la potenza dell a polvere, e obbliga,v a, la ruota a girare fa-
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1700 - 1750
ccnclole supen.1,1·e, per un numero più o meno granclc cli clcn ti, la 1·c.·istenza della molla. I denti erano numerati da 1 a l "' . E si <licen1: la tal pofrere ha alzaLo fino a 11, 12 ecc.
ici balistica e il liro. -- Le espe1·ienze e le teorie éli Sewto11, pubblicate in latino nel 1687, ed i successi.vi s ,,iluppi che ne die<lero l'inglese Huyghens :(con le dimostrazioni dell'italiano Guido G1·andi) ed i francesi Vm·i gnon e J. Bei-nouilli - esperienr.c <' teorie J'iveli'l,te cd eHposte trn la, fi.ne del XVII ccl il prineipio del SV l (I secolo - Ì1on banno avuto alcun;i infiuen½a sulla bali· l'<f-ica prntica e l'<ul tiro, dnr,rntP la ptirn!1 metìt del . ecolo ora, i11 e~n.me. Tan to m.eno vi p otero110 in:f:Luire le importa,ntissime espe· 1·i.enze dt l Robi11s (1741) ed il profondo ecl acuto commento che 11c Cec:e Eulero due anni più tardi. Salvo qualch e pitrnl.a, cec-rzione, come quella del 0(1Vati tt Bologna (vedi pagina ll.30), era ancora an11ness,t dovunque la teoria parabolka di. <;a.Jilco. <:ompl<:'1 a ta, dal Tonicelli, e, più tnl'(li. ilìl I Blmald e <la l Rélidm·. De·11:1 resistenzn dell'aria - che 1·ic:onose<'nlsi 11011 don 1·si trn:-cm·ar<', poi<-hè i i-isnltati pratici erano h-oppo clivc1'si lln,i dati elle si potevano ricavare daJJ:L pura teol'ia - si i<•JH'Ya co11to co11 qnalche colpo cli prova prelimina,re ; ammettpnclosi poi eh<> le gittale dovessel'O Pl'<sere proponionnli aJ s<:no clel l'a11golo doppio <lcll 'i 11 clina.r,io11e. Il primo a,rtigliere pra,ti co ehe .1bbia consigliato qncsta i-e:roln. fn. come abbiamo detto 1wl capHolo prececlent.<', il }Io1·C'tti. Per dnre noi-ma a,i pra,tici, <·ni HOH dovevaHO esser<' molto fnmiglial'i l'nt'itmet·ic:~ e le proporzioni. e tanto m<~no Le funzioni h·i go11omct1·iche dive1·si autori 1w.11saro110 a eo1npUai-P deHP vcl'e e proprie tavole di t iro, cla cui i! born bn i-diere potesse . eouosch1ta la velocU.à, infai ale della sua a1·tigìip1·ia e Ja pof:-izione del lwl'saglio, dedune 1H inclinazione da c1n1·si. alfa, bocca, da fuoco . Kotiamo che il concetto semplice della ;-e locità :ini?:iale non era a ncor:'\, conosciuto, ma, che esso si esprilll<'Ya eol concetto d<'lla cc subli,nitrì. )) galileinna,, cioè dell'alter,za éln cui cleve caclere nn gr t1v0 nel vuoto per acquistare nna ve)o· 1
1
cità ugmde <r
::t,( :; ).
<' rhe tnlnno i n qnest'epoca chiama anche
fo1'7.n <'lPlla polYere >>, perchè r-a ppl'esenta l' alte1,1,a a cni sali-
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/
/
.~s
. :Jo
4y53 , 02
4843 , 85
.....,
,p.o 41,0
460 4.80 Soo
~ 5'4,0
560 580 600
6':1.0
64.0 660 680 700
U<t.,2>
i.i ',,36 32,0
·4t 3
~,z3 . 46 ... ~6 .45
.. F ig. 2:jG · Una pagina delle tavole (li t iro 1lell'i,Jberghetti. Contiene la mis uta, iu passi, delle ordinate, (]clic 1Taiettorie ottenute con angoli cli vr oiezione 11°, 11°.J.5 ecc., corrisvonclcnti ad a:,;cisse crescenti cli 20 in 20 pussi cla 20 n. 1000 passi.
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1700 - 1750
4
LE
BoMBARDl E R
E'prc1111es de 3 2 , 3 4 e!r de 30 toijès, à 1 5 degrez,. 56 58 60
62
64
30. 31 3 2. 30 34· 49 37· 47 45 · o
20 .22
64 66
8. 33 9· 24
68
24
I O. 20
26 28
I I ,
I
3•
32 34 36 38
I
"f'• 5.
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48
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2
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24
26 28 30 32. 34
4
9
17
27 23. 40
I
36 3S 40 42
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8. 3 8. 53
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24. 56 26. 19 27. 43 29. 16 3 o. 58 3 2, 52 3 5• 7
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56 58 60 62
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5 15· o I 5• 5 5 J 6. 52 17· 50 I
Fig. 257 - Una p:iglna delle tavolo di tiro del Bélidor. Ottenuta, col col1>0 di prova, a l.5° cli inclina;1,;ione, una cet'ta gittata (p. e. 34 tese), s i r l<.:nvava, dalla tnYoln inte,;tata co11 tale gittata, l'Inclinazione da dare al mortaio per ottenere la gettata voluta (p. e. per avere gittate di 00 tese, inclinaziouc 38° 2' ; per 50 tese, 2~0 40').
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PROVE DELLA POLVWH E
rebbe (nel vuoto) un grave lanciato verticalmente da terra con la detta velocità iniziale. Tra le prime tavole di tiro portate a pubblica conoscenza, sono da cita,r si. quelle di Sigismondo Al berghetti. L'Autore dà, loro la qualifica, di « universali>>, ma sono valide solo per un' anica velocità, inizifLle, quelb clelFartiglieria da, lui inventata. Le tavole cleli' Alberg.J1etti possono essere chiamate universali perchè permett;ono cli determinare l'angolo di inclinazione per un bersaglio comunque disposto rispetto all 'orizzont;e: in esse si trovitno, infatti, per ogni. inclinazione di 15' in 15' da 0° tL :LO", le ordinate cl.ella traiettoria para.bolica corrispondente per ascisse crescenti cli 20 in 20 passi, dall'origi.ne :lì.no ad oltre n punto cli caduta. Non si. clà.nno però regole nè per portare correzioni per la resistenza dell'aria, nè per dedurre il dato per a,l tre velocità iniziali. ,Sebbene non sia i.ta,l iano, creclian10 opportuno citare il Déliclor, autore di una serie di tavole per il tiro delle bomùe (Le Bonibctrd·i er li'ra,nçois - 1731), che ebbero molta diffusione. Cia scuna tavola è intestata con una distanza che rappresenta la gittata ottenuta con una inclinazione cli 15°, e contiene due colonne : a sinistra le distanze (maggiori o minori di quella di iutesta.zione) ed a, destra le inclinazioni corrispondenti. Per il loro uso si seguivano le seguenti norme : ottenuta, con una data carica ed inclinazione di. 15°, una certa, gitta,ta,, si cercrwa, nella tavola intestata con questa gittata, la ind i.nazione corrispondente a,lla distanza del bersaglio; che veniva, senz'altro a,pplica,ta. Dal colpo di prova, che doveva dare una, gitta,t a metà della gittata massiJ?a ottenibile _colla stessa caricn ;
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(sen 2 x 15") = 1/2 sen (2 x 45°) isi. poteva subito a,rgnire se colla, stessa, carica, era, possibile battere i~ bersag.iio dato . Se si otteneva, una gittata diversa, cl.ella, cl.i stanza del bersa.glio, si correggeva. cercando nella, stessa, tavola, l'inclinazione '5orrispond(~nte a,d una cl.istanza uguale a quella del bersaglio, corretta dall'errore rUevat,o nel tiro precedente in più od in meno, secondo che l'errore stesso era i n meno od in più. Le tavole, circa· un miglia.io, servivano per i soli tiri sùll'orizzonte del pezzo. Ne fu pubblicato, in piccolo form ato per l 'nso in batteria, un estrat to di circa 100 tavole ehe si estendono fino alla distanza -
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1700 · 1750 Del Calcolo Rd 11/111:r,.
76
Ob l1quic ~ cli Gradi 59, {11c/111,1z, Ampie. D,ffe. 2 9 ·}. ·2
Obliqui~Gracl , /i()
91
2,9 .30 :z.8 • 3 I
j;~ :~; 2
57 73 88
5 ·.34
2.4 · 35 :z.3 ·3 6 ! 2 · i7 2 [ • ~8
: o · 39
3 J.
I
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Obli,.
Fig. 2GS - Una pagina d elle tavole di tiro del Marzagaglin. Ottenuto o;el tiro cli prova, In forza della poh·el'e uguale, p. e., a 4000; essendo 331 l l a distanza del bersaglio sulla linea cli sito inclinata di ol.0 ; dalla proporzione 4000 :5000=3311 : x ~i otteneva la (]istanza tabula re x= == 4138, in corrisPondenza della quale, sulla tavol a intestata c·ol complemento dell'angolo cli s ito (obliquità - 59°), si rilevavano le inclinazioni corrispondenti ttl bersaglio (12o e . 47°).
PROVE DELLA POLV1~1u,;
...,.,
di 700 tese (m. 1400 eh-ca) « ... qui est 11,11 e dista11ce bea1uco1tp a1t dcssus de collo où l1011 tire orcli11ui-re1ne11t cl(tns l es sièges ». Di applicazione p iù gen era.le, per chè si r ife1·iscono a berisagli tt nche f uol'i dell' orir,zonte del pezzo, sono le tavole cli Gu,e tano ì\Carzagaglia, che fauno seguito ad un liln·o « Del Calcolo Balistico>) (Vcl'ona, 1748), nel quale si dimostrano, semp1·c sulla ba,se d ella, teor ia pa r a bolica,, le r egole per la co~Ltuzionc e l'impiego dell e tavol e . (~ueste sono intestate con gli nn goli di i-ito, <li grado in grado da, -45° a + 45°, e dùn no le distnnze stùla linea cli si to stessa corrispondenti a tutte le « incli na11;ioni >> possibili, <1i grado in g rad o ; ill tm1den do p c1· <<in c linazione>> l'angolo della li uea cli tiro con la vertionle. Le tavole sono calcol n.l'e i n base a lla forza della pohe1·e(
t)
:rnoo
<li
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unit.'t cli lunghezza coni-
~:ponden ti a d una, veloci fa i ni?.iale eh 300 unità di. Jung llez;r,a a,l spconclo. Na,l:ura.lmentc, per ogni a ngolo ùi sito, acl ogni distanza <:onisponùono due «inclinazioni», che cliffel'iscono ugualmente dalla « in c] il1azione >) di clista,Hza, rn assim,t (bisettl'i<:e dell 'angolo h11en, di si.to - verticale) e, per consegnenza, le « in clina zioni. >> po~sono i nterpretand come cc eleva zioni>) n el sen!";o att1rn l< <lella parola. LP tavoJe Nl il loro impirgo si basano sulla relazione 0
V: X 2 -- = - g
cose:
sen (q>-e:) cos cp
<·.he si declncc facilmen te claJlu. equa zi one d ell a Lra iett01·iu, nel vuoto. e clic ~ignifica che, H, pa1·ità d i a n golo d i sito e di a n go1o di proiezione, le distanze sulle linee di sito (
porzion a.Ji alla
« foi-za,
della, p o1ver<~ »
x
cos- i
·) s ono pro-
v2) (2 9 . P e1· i mpiegare le I
taYole si tfravano dappr ima uno o più colpi cli p1·ova con una il1d ina:done qrn1lsiasi, e si mis urava Ja d ista,n za e l'a,n golo di sito d ei. p unti di a,rrivo. D a, que~ti elementi, a,pplicando la formula, si deduceva la fo1·za della polvere della carica impiegata. ~ti mnta o rn isu rat,t fa distanza del bersaglio, con nna propor-
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l'iOO · 1750
zione si troY,na hl clistanzn, cc tubnhn-e >> os~ia una distanza pro -
(~) 9 (,
pol'zionale a qnella del be>rsaglio :::econdo il 1·a1)J)orto ' - 9 6000 . Quindi sulla tavola intestata coll'aHgolo di sito del bersaglio si trovava Pinclinazione corrispoudenic alla suddetta distanza talml:ne e si csegufra il tiro C"on detta inclinazione; si correggeva.no gli eYentuali errori, aumenta:ndo o diminuendo la distanza per la ri.cel'c,t dell'inclinazione cli. quanto i colpi risultavano più cotti o piò lnnghi 1·ispctto al bersaglio. Il sistema era :un po' labo1·ioso e l'ichiedeva. nozioui ma,tematiche di cui ce1·to non erano in possesso i pra,tici bomba,J'(li.eri: ma aveva il vantaggio di conside1·,u·e i bersagli anche sopr a e sotto l'ori1,zonte. P er quanto non risulti, sembl'a, che il lavoro sia opeea tli nn matem,ttico piuttosto che di nu arLigliel'e del tempo. Queste tavole ecl alt1'e del genere era110 ch•stinnte a 1 tiro dei i::oli mol'tai, o pct gli obici con tiro cnr,o. P er i ca1rnoni si ese giava sempre il tiro con le vecchie norme nei limiti della distaza. di punto in bianco.
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CAPITOLO SE'l"l'IMO
1750 - 1792
I'
Federico II t rasforma e rinnova l 'arte militare - Da lle g uerre di posizion e a lle g uerr e m anovrate - L 'azione dell'Ar t ig lieria in tale rinnovamento - Non agisce a n cora sis te maticame nte « a massa » ma già vi accenna, quanto il terreno lo consente - Perfezioname n ti tecnici: i v antaggi dell'alleggerimento dei pezzi - L' Artig lieria a cavallo - Esempi di efficace impiego de ll'Artiglieria in varie battaglie - « La guerra s i fa col fuoco » - Pnassom ania dilagante, s pecialmente in Franc ia - Importa nza del s is tema Gribeau v al Esso era però g ià stato in parte preceduto in Italia.
Xel capitolo pr ecedente abbiamo anertito che - quantunque il genio militnte cli F edel'ico II incomi.nci ,1, manifestarsi nel ln gnena, cli isncccs~ion e cl ' Austria - cj riservu.va,mo di parlarne nel capitolo VH per pol<~r tr attare con Ot'gauicità, se p ur brevcme11 te, de1l'open1, di q11csto mfrnbile condottiero, la <: ni abilitù s i inanifest.1 :-.oprattu tl o nella g11etm dei R~tle Anni (1756-63) . Subito dopo tutta, Europa., e specialmente la Francia, si mette ad i mi tare i .Prussiani , i qua.l i csercitH 110 quindi 'I nalc:he ·in fh1Pnza anche in Italia. Molto Ri. è discusso intorno :1ll a qu estione se F ederico 1I posi;;n consifl e1·arsi l'ini½ia,tore della, mrnva iwte militm·e o se noH lo si debb.1 ritruer e R('mplicementc. come voll e il .Jomini, un pe1·fezionat01·C' c1e1la tattica, ignm·o _deJla strategia. A 11 oi ba:-:f n 79
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1,....
I
t
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.LT50 - 179:.!
tilernre elle il l'1·ussiano tiuscì ad impone lu, p1·opri1.L voloutù, al uemico co11 l'o1fe11s iva st1·utegica e con la battaglia lll.:lllovrat..L, eioè con uu sistema cli guen..L uina,lllico e i-aùic~1,lmente novalo1·e. I'et re11dersene conto, bisogna avei-e ben pi-esen te il cai-atLe1·e dell'età inrn1ecliata.J?1e11te ptecedenle, pe1· ciò elle concerne P.~rte militai·e. l:icopo della guerra, genen1lme11te, Hon era quello di nffrontai-e e bat tere l'esercito nemico, bemsì cli conquistai-e o tenere questa o quella provincia, tLppogg.i.a,11closi alle piazze fotti cd ai. magazzini, e djsponendosi a coi-clone su tutta la fronte da toprfre. Assottigliati così gli ordini e chiusi gli inte1·valli pe1: assicui-are i fornelli dei battaglioni, si avernno delle linee continue tH nes1;;u11Ùr profondità., di lenta e difficile fom1azione, di sca.1·sissim..t mobilità. P e.t· aUtrngai-e hì, fron~e dove si era po1·ta.to tutto il peso della battaglh1,, :Si etano abolite a,nche le risei-ve : in sosta11za s'e1·a venuta a cr-eai-c un 1 unica, linea, lunghissim a ma debole, in cui la, cava llel'ia occupava le ali e, nelle battaglie, era i-cti-ocessa ad una fun zione secondaria. 1-'er so1-,tenere taJc o rcli11ament.-0, nccessa.l'iamente poco r esistente e poco penetr ante. l>i sognava, come si. l; de tto, disb·ibuire l'artigliel'ia alla spi.cciolat.L su tutta, la fronte, cioè era resa impossibile una ,era ar.io11e n,
massa. Elimirn1,ta. la posHibilitì1, di rapide azioni offen sive, la guena veniva. ad assumete nn carn,ttere Hett:uncntc difensi.vo, d'ns:-;cdio e di posizione. con duelli d'artiglieria non de<:ish-i; gr.111clt1 fa -
voro di zappa e di miua, poche battaglie e gene1·alme11te nou <'on clnsive; radi, quasi svogliati, 0 'li inseguimenti: in sosbmza gue1·1·e in tc1·mi11abili che, per ma11canza cli alJilit,ì, rn:111ov1·iPra. si risolvevano solamente per lH stan<'her.r,a di 11na delle tlne p:11·ti. .. o dì entrambe. Tale grigio quad1·0 non· esclud e qualc he 11ota cli vivido colore, come qnell:1, porta,ta cfa alcuni condottic1·i - il Mon tccnreol i, il 'rnrenna, Cari.o cli Svezia, i\l:rnrizio d i. Snssonin., E ngenio cli S:1 rnia - che tratto tratto aveY:lllo rotto la ragnatefa, ni q11ella sl;ra(:egfa. monoto11~ e pavida, r ecandovi qualche 1:unpo cli audacia g-cni afo; mn, codei::te cccc~r.io11t nou ernno rh1sdte a moclifica1'e le norme nnivei-salmenf·e n,ccettat.e, nelle qttali. subito dopo ln pa rent<>si. si dcadeva. Ri nggiung-a eh<', la strategin e::;!-eùdo sc·hin,·a clPll:1 poHtica, -
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S'.rn,vrrnGIA E POLI'.l'lCA
e spesso anche clell 'i11 trigo, le earnpague venivano guidate, voltu, .:L volta, dalla, Corte o dai 1\linistri, o cltLi favoriti o, maga1·i, dalle favorite dalle Capitali lontane : esem;pio tipico quello del Louvois, Ylinistro della <luen·a sotto Luigi XIV, che sostem1e una lunga lotta accanita contro il TurenrnL, appunto perchè pretendeva sottomettere assolutnmente la guerra all'amministrazione e, morto il grande Uaresci.allo, riuscì pie1.m1.nente in tale intento. Egli aveva creato, eome scdve il Oa.ntù., cc grossi eserciti, g.ra.ncli Stati ·~laggiori, g1·,mdi equipaggi, gra.nc1i foraggi, grandi ospedali, insomma i grandi imbarazzi, i gra11di abusi e in consc~guenza i grandi disastri >>; cioè applicava, n pessimo metodo del massimo sforzo per il minimo risultato, app1111to perchè pretendeva di mettere in moto e regolare codesta enorme mi:Lcchina, standosene a Parigi. e senza avere alcuna nozione o abilitù, di stratega, appoggiandosi quasi esclusiva.mente sul sistema delle fortificazioni che, rnercè il favore'! di Luigi XIV e l'abilità ,lel Vauban, itveva_avuto immenso svi.lnppo. l\ questo, un'impoi-ta.utissimo demento negativo ehe contribuisce a, spieg1:1,re le notevoli vittorie ottenute, a.nche contro Hemici superiori di numero e di organizzazione, da parte di eserciti che, come il piemontese, erano invece direttamente coma,nrJati. dai loro Sovrani, sempre presenti iu ('ampo. B anche in ciò stai la s11pei-iorità, di Federico II su gran pa1·te degli avversar,i. Egli aveva ereditato dal padre Federico Guglielmo 1111 eRer-dto che· non aveva a ncora, grandi tradizioni 1nilita ri ma che era sta,to educato alla perfezione : i soldati prussiani sapevano meglio di ogni nltro earica,re pl'onfamente H fudle e mfrare : <~ssi solo possedevano bacchette di ferro e ri11scivano a Rparnre sei colpi a,l minuto. Federico, conservando l'ordinamento generale dato da.I pa<lrc, perfeziona ]e sue truppe, sopra,t tutto dando loro un'anima, offonsiva, p<~rchè comprende che la tattica difensiva riuscirebbe di1mstrosn.- ad nn Paese come il sno, che non ha, frontiere ben se/.mate o difese da,Ua natura e dispone di poche fortezze e poco clenn.ro . In nno St:tto di meno di sei mrnoni di a.bitanti, egli porta in nn primo tempo il proprio esercito a 130.000 uomini e poi, cl nran te la gnerr:t cl ei Sette Anni, a 200. 000. e< Se i o fossi re --' 1235 ___.:.
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di F1·ancia - egli e::;chnua - 11011 si spal'erel>lJe un cannone in E lll·opa, se117,.1, nua .licen½a )), e in tende c.tn·e che, :se a, vesse, come Luigi XI\', 30 lllili.oui d1 stHJd1ti, meucrel>l.>e i.nsierne UH esenito di quasi UH 1uilio11e di 1:,oldati e clorni11c1·cbbe pmticame1w~ ii lllondo . .Spesso st1·etto dai n emici da ogni p,nte, egli po1·ta, al più alto grado la tattica tl'a,ddesLnunento e la tattica cli battaglia e fa trionfar e !"arte della llla,novra :sul1'11rte della p osizione, rit,u·-
da ucl o cou poche fo1·7,e l e U1a1·cie clell'.,LVYel'sal'io sulle \'.,tde frou tiere, e accorreudoi <.:..tso per caso, con l a massa nel p unto 1riù miuacciato , contl'o il nemieo che, momentanearnenl·e, sembl'a. più pericoloso . l'er ciò c;he concerne l 'ar tiglicrh1i, qucst1:L 11011 è a11 co1·c.1, co11 Fe<lel'ico Il, l'atma che, ueUc maui del gr ande Corso, tuon età, sen½,L posiL su] campo d i l>a,ttaglin, pet prepara,re l'attacco , a e · compagnal'lo e 1·isolverl o (vcdi-emo urn~i eomc, a,n clte nei :suoi i11:-;egrn.lme11 ti teo1'id, H tedesco si mostrj, in gcnern.le, cont1·atiu, per esempio, ,Llla prepantzione cli fnoco dell'ar tig-liel'ia) ; ma l~ già mezzo eflicaeissimo pei· ini½iare e p1·ol<~gge1·c lo schieramen to, :-;pes::;o pel' 1·nffo1·zare i trutti {li. l i11 ea meHo guarn iti di fanle1fa. JJermetteJJclo così mi ndclensarucn Lo cli. fol'ze s ull'ala avvolgeul·e, e sempre poi pel' scuote1·e la resiste1rna di Yillaggi e cli luoghi
fortificati. Kon ngi:-;te nncota, :-;i1'te 111a ticarnelltei a ma:-;sn, mii gi.ì vi ,1cce1111a, quando il leneuo lo co11seutc e la necessità lo vuole. Ved1·cmo 1·a,pidam ente ah- nni t•sernpi (li sapient e uso dell'ar tigli eria da pa,l'te di Federieo 11 ; ma, pl'inia, è 11eces::;ario cla1·e 1m 'o('chi.J l·a nll'orcli11c1 me11 (0 eil ai pe1·feziouamenti tecnici. . \ 1 suo ~n,en to al tl·o110 11el l7tJO, FeclC'rico - - <·.he ha :!S tmva n n éscrcito i n cui , à fia nco l.li 6G baltaglio11i e.l i fantr1°ia e 6G cornpag-nie di g1·,rnnti.el'i , a GO sqnaclroni di corn½·
::1nni -
½ieri e a 45 squuclro11i di cl rag-oni, no11 ,i sono che 10 com pagnie cli al'tiglieri. Co nvinto dell' impol'tm17,a clcll 'a tti g-Jieria, subito egli crea un nnoyo bnttaglion<~ cli arti.g1iel'ia, cfa cnmpagna, fol'tc cli 1772 uomi11i. e aumenta mm1 mano il nuuwr·o r l.1 pa~n <lei cn rn1 onic1°i : d urainte 1n gue1Ta, el ci f:e tte Anni q uesti co111po11gono ~O compagnie. Inolfre egli srparn l'a rtiglicrin cli cnmp11gn n clnl -
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I L :-JA'l'EHIALE D.L r\l:l'IG UEHIA DI FEDEHT.CO
II
hu·tiglieda d 'assedio e 1'01·m;1, delle bat teri e (eia 10 a 15 pezzi., i::econ clo il Deckei-) . elle la rendo no più indipendente e mobile . Tra, il J,42 e il 1U7 fa costruire 35H bocche da fuoc:o :,Llleg gerite setornl o il sistenw del colonnello Holzmnuu : qua,ttro soli
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F ig. 2J!J - Federko II di Prussia.
calibl'i, H, li, 1:3 e 24 libbre, quasi tutti a ca1ncta cilindrica o couie,1; ma, avernlo la. guena dei Sette Anni cli.mostrato che le bocche da, fu oco a ca,mc~ra, con ica presentano molti inconvenienti, l'itorna se11z'altro ai pe1.:d otcli111.1ri, sernp1·e attenendosi a i. quattro calibri indicati, fra eui <1nello da 24 viene esclusivamente adoperato per l 'artiglierif.t ù'as:-:edio. I clne maggiori va,ntaggi -
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1150 · 1'19~ to1J scguiti co11 l ' a,lleggedmenLo d elle boeclle ùa fuoeo sollo quelli ùi fa1· accoIDpagnare 1H enn.dled tt alla, più celere an<.latnrUt dai caun o11i di piccolo caliln·o (Ycdnnoo la c1·eazione dell "c11·ti.gliei-ia a, c.wallo) e di impiegai-e sul campo di baltaglia aniglierie che accoppiano gnmde potewm a i:;nfliciente mo!JilHù.. A .Mollwitz, dm-autc la guena, di ·Blesb ( L741), l'a1·liglie1-ia e.li 1'' cded co protegge, :st!condo l ' ttl;io a,ntico, l o .spieg.uucnto del · l'esercito ; commette l'eno1·e di spi11gersi troppo avanti 11cl <.:i.t· Jo1·c delF:tzioHe e subi.·c.:e quindi g1·avi 1w1·dite, lllil ca nsa n ou mi1101·i danni. al Hc111ico . l ~ ·lV(ollwitz costitnùsee ima 1·frclnzio1u· per l'Em·opa, h q11n,le si 1·endc JinalIDeJ1te conto ebe unn 11uorn l'otcnza <~ sOJ·ta e c he 1~ incominciato il tramonto (l ell ' Anstrin. A Ozasla n, 11ell '..rn110 irncc.:es:::iYo, il pi-onridem:ia l e ili terYeu t·o di 1111a, baU-ei-ia be11 col loeat._1 coope1·a efficacemente cou l..1 ca· ndle1fo, p1·u:sRiana per i-ompe 1·e la, cava lleria della r,;ini1-1tn1 a Il· ~triaca, ncut1·alizza nel o c:osì L'immc:r;e~1-10 elci I)l'tlssim1i alFn la oppo~ta e <lalLClo a l•'edel'ico la, vif-toria. A flohcnfrie'1bel'g, nel J 743 , l'al'tigliel'ia c·onti-iù11isce poten· terncni.c al Rnc:ccs1-10 <k•i G0.000 Pn1ssiani co11tro S0.000 Ausfri,1ci: una batterin, di pe7,zi da, 24 mette il disordine tra le :fi ln cl ei RaRsoni al p1·inc·ipio della, battaglin; poi., me11trt' fo11te1·ia t• c·n · nd lcri.,1 cli J."cdp1·ico II compiono una belJH conY<->rsi onC' .1wr a t · h1.c·r·m·r· il fiilllco si11 i1-1fro <' le> 1·efrovie d egli A11sl1·iad. l'nrtiglie· 1·ia, so1·111011ta11clo gli os(,ic·oli cli n n J-er1·<1 1to tlifficilt· e acdclentato , SÌ S])0Sl:1, Ìl1 lllOclO Cfa fn} mirn11·e il nemir·O (li :fi:ll!('O f..' aw_ • ~pall e. nc:eentnanclo così la totta cli:-:asb·osa. Tnl tada qHC·ste pl'inw emnpagne cli Fecleric·o nou hanno g·1·n11 cle i111po1·!·arnm. Rcrive il generalt> i\lnrselli nclln sua clnssic:a opp1•a T,a. .r111r·rrn e la .c111a, Rto?'ia. : « LP guc•nc• cl<'l 1740-41 e éle1 17.t.4-fi. 1wr la l'Onqnisl ,1 <1<->1 1,l Rl('si.1 . fm·ono 1w1· il R P nn v0ro (·frochiio , furouo nna scuola in <·ui i.l giovane 110vizio n>lRe la nieni"e il mP<litnl'e RllllP lezioni clell 't>sJwrienza, e L't>ser c·ito prussiano impnrò a conoscrre :-ie s(ei-::so. I l Re (ilosofo esol'clì el'rnnclo <~ -vi ncr11<lo, 1·iflet tè s ni. pericoli corsi e sull e emise> che lo traRR!'l'O n snl,nm0nto, pHfezionò il sno metodo di g11Pn11, rna, .non sino a l pnnto cl i edtarc affatto p:li ,111tkhi. f'J'rori.. In hreYc. FNleriM <·i si a ppa,lesn, in qnélle pl'im<:> cn rnpagn r come artista eh<'. n tl'a · n:·1·1-10 trn(nti,i. ,, trntennamPn ti. va rc1·cn nclo la strn viu. Anche -
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LA GUIDHRA 01'}1 Sl•YJ:'l'ill ANNI
quando l 'tLVrà t1·ovata,, come videsi nelle campagne pe1· la. guerr-a dei sette anni, voi scorgerete, nell 'esperto Condottiero, l 'erede del giova.ne battagliero. ,Spei:;so in lui l'uomo tattico primeggia sullo stratega, H cervello ana,litico su quello sin tetico, la, tendenza all'urto su que11a a,ll'elf:Lbor-a,zione di piani costituiti da lambicca.ti movimenti. Il ricco e multifonne albe1·0 è tutto contenuto i11 potenz1:L nell'unità del seme)). ~fa è dunwte la guerra dei Sette Anni che l'impiego clell'a,1· tiglieri..L da parte di Federico a,ssume maggiore rilievo . L ' Austria non si i-assegna i:tlla perdita, della, Slesia., e costituisce con- · tro la Prussia u11a lega, forrnidfLbi.le cli cui fan pa,rte la Prancia., la SvezfrL, la Russia, e grnn parte deHa, Gem1anitL. Federico, tutto efrcond..i,to così da, neruici potenti, non ha, a,l tro aiuto che quello, in realb\ irrisorio, dell'Inghiltel'ra e cli a,lcnni piccoli Stati della Germm1ia centrale; e a.llo1:a, applici.1, in pieno il suo sistema,. Maurfaio di Sassonia aveva, detto c:he la1guerra si faceva con .l e gam.be, cioè cru. essenzi<lilmentc strategia; Fedetico ht fa col fuoco, cioè è essernda.Jmente un tattico; mi:t, beninteso, tali definizioni vanno pre::se cmn {f'IWni1 scilis, chè il suo concetto si basa pure su un gioco di centralità strategicu., sviluppato con una difesa atti va . In tutta lu, s1rn1 c:nriera milib:t re lt'ederico ha, 111w, sola battaglin difensiva : tntte le altre sono offe11sive, o, almeno, <:.ont1·offensive. Tn questo sistema, cli gncna l'a,rtiglieri.:1 rjesce di giovamento se e in quanto sia clotata, di mobilità; ecl ecco perchè per Federico codesta qn,1lità dei p<~7,zi va posta, prima, di ogni aHra,. Con la cremdoue clell 'a,rtiglicrin a, cava Uo, il H.2 di I>russia compie un grande passo ava,nti nella, conquista, cli 1:nle m.ohi.lità: ornrni i 1wzzi o, almeno, alr,nne qna,litù, di per,r,i si spostano con celerità, superiore a quella de]]a fan teria e qirn,s i 111.nrnle a quella del più veloce reparto di c.a,va,l leria. A Lo,-vositz, in Boemia,, Federico ha, 22 mila fanti, 8 mila, cavalli e 102 cannoni - ossi,1 40 da 12, 52 da 3 (da, battaglione) e 10 obici cla 10 - contro 2fi mila, fanti. 7 mila cavalli e 94 cannoni - GO da battaglione e 34 vari - del nrnresc.iaJlo austriaco Rrowne. Tl Prussia.no occupa, la sommità cli due colli, Loboseh a si.niisl'ra (~ Homolka, a, clei:;trn, clw il ge1rnrale anstriaco ha, trascm·a,to: pone snll'Homolka l'artiglieria,, che, sostenuta cla.lla
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f 'ig. 200 • Battaglia di Lowositz. (Dal Decker).
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LO\TOSl'l 'Z I:.: HUS::;tl.\CH
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pou1 fa11tetia, irnpeclisce al la sinist1·a, uernk ..l di av ..111za,1·c, poi schiera, il gTosso <lelle sue forze t1·a i <lue poggi, rncttemlo la ca Yalle.l 'ia su t r e linee dietro la fantel'ia . l11izia .un viole11 to fuo <:o <li .ntiglieria. e fa, a.vauzar e i ca.valli tl'a, gli intervalli ùei fa nti , ma i uemici li 1·espingono con g1·avi pc1·ilile . Allo1·,t F c cle1·ico fa Lita1·e a gtanata sul villaggio di L o wositz, ruent1·c fer· ma, con attacchi allu, baionetta l'avanza,ta cli altre truppe ,W· slriache 11ia1·danti verso il villaggio, a rinforzo . Ill'owue è cost1·etto a sgorulmne, i S,1sso11i capilolano, Ja 8assonht è iH pote1·e di Peci crico . A R ossbach (:-i novcmln·<, 17:>'i") n Ile 11 cl<-'L uw ltino resel'dto a11:-:t1·0-fran<:ese, di GG mila, uomini eon 130 bocche tla fuo<·o, si mette in mat·cia., tentando di. ,1ggir.:nc l' ala sinislra dcll'esetcito p1·11i-siano dw conta, solo 22 ruil.1 soldati e òO <:a,nnoni. Feclcl'ico nrnnda a Ya11 ti Seycllitz con gtan parte delbt cavalleria e 1111a. fm·th,siuw batte1·ia cli lS pe½½i (12 da 12, 4 da 24: c01·ti, e 2 obi.<;i) al <:omanclo d el genera.le Mollm·: queste si pi.Jzzano s ul monte J a1111s e apl'ouo il fnoco contro la ksht del le <:olonnc 11emiche, mc11L1·e la cn,vallerhL carica, sharaglinudola, la, cavalleria a Yn•1·· sn i·in. Soprnggiung<! intanto, sotto i I diretto ('OJnall(lo cli F<·tll~rico . la fante1·ja, clw si schi<'m dinanzi alle teste cli <·olonna. <l<•lla, fanteria austl'o-frn ncese e poi arnnza faeendo fuo co . Gli allen ti , clecimnti clfL questo f'-apiente accordo <li tiri cl ' nrtiglie1·ht e cli rnoscl1<'1't1•1·ia. n on riescono nernmeno n :-.c hicrarsi e si danno ~ 1n·<->cipitosa fuga , perdend o ~ miln. uomini e 62 ca nnoni, m<'n · h·e i P r·ui-sin,ni han110 pe1·clitc minime . Fnttnsi b en preRto grnvement<> Rentire lit manca nza cli artigli<•1·ia cli gt·osso ra libro, F<'Cle1·ico prende a Glog,111 20 11ezzi d',ll'tiglie1·ia, 11'ai;;seclio, che p;H sel'Vono mag11ificame11te a f. euthc11, dove :w mila, Prnss:ia.ni con Hi7 cmmoni (!)(i cla, h,li:ta;/li oue e 71 in 1·ii-:en a ) b.1Uon o 80 mila An. ·triaci con 210 cannoni (16 cfa ùatl'aglio11e e 42 cl i risena). Dopo unn finta a,lln destra, Feclel'ico attnrea l 'a.Ja sinist1'a anst1·i:tca, soLlo la. protezione <lei. r Pnti groRi:ii per,zi di Glogan (così ROstienc il 'l'emp<'l hof; nltri invcrc pa,1·111 di 10 pezzi cfa dodici). Per evirm·e un aggiramento, il p:cueralc n nstriaco 01·cli nn. nn cnmbia.men1'o d i fronte a RiniRtril. facendo perno dell'altnra e del villap;gio cli LPnthr11 ~11 centro . La prima linea pr1rn~iana mnrcia all'nttacco cli Lenth<'ìl -
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1750. 1792
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p,.uss/.,ni P,-vSStfiln e,
(t.It.m)
Av.srr,d<'he.,
ll'ig. 201 . Battaglia di Loutben. (Dal Decker).
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1242 _
L l,:OT H J,;J\" J Z(Ht:'iPOlW 1,; K C~EI: ~DOIW
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n cui possesso è decisivo per J.e sorti della battaglia,,
11 Re fa allora piazzare alra1a desti,a i 20 pezzi di grosso calibro e in comineia, un fuoeo spa,ventoso eontro le Jine<; nemiche che ~i p1·edpitano per difendere il vill.iggio ; npi-e <:osi i l ca,mrnino a,lle truppe della guardia, condotte cl a, ·vvollenclorf, che s'impadroniscono del villaggio . Gli Austriaci perdono 2::; mila uomini e 11G cannoni : è nru1 disfatta terribile; ed è forse la, pi ù bella, battagJi.a di F ederico. La prov"i il'refragabile deUa par te presavi daJ· l'artiglieria sta nel fat!o che non ci fu hwc;o cli moschettc1fa se non nell':1ttacco del villaggio. A Zorndorf (27.'i a,gosto 1758) sono 32 rnila, Prussia ni cont:eo 52 mila Russi. Sec;on<1o 'l'c~mpelhof , F ederieo dispone di s;-; pez;r,i da 1.2, 2 da, 24 leggeri, 11 obici da 10 li.bbre e 2fJ eh sette libbre, oltre a,i. eauuoui di reggimento . Andie i Russi dispongono di molte bocche da fuoco (3DO pez:à, compresi qnelli da battagl i.one); ma i risultat i ottenuti daJle due artiglierie sono diversissimi perchè i Rnssi, pur a.vendo concentrato i pezzi in una euorme ha,ttel'ia, di 150 bocche da fuoco, di::mc!rdono il proprio tiro, mentre l'artiglieria ptussia11a. d esce ::i,d ottenere vere e p1·oprie concentra,r,ioni di fuoco sulla mussa. dell'esercit o nemico, e inoltre si dimosti·a, eminentemente manovriera, ma,rc:iando sempre alla. testa; delle colon ne cli fanteria,, fino n1l a prepa.ra· zione de1l'n,ssnlto, ossia fino a <.lista11za. <li tiro a mitraglia,. Zorn · dorf è essenzialmente nna vit toria della, cavnlle1·ia , ma l'ar-tiglie· r-ia vi contribuisce ill(l ubbiarncnte : gli stessi ]:{.ussi dichiarano che i cannoni prussiani ha nno abbn ttute colonne intere e cl~e un solo proiettile h:1 messo fn ori com ba,ttirnento 42 gra,n atieri. A Kunersèlorf (175!)) l'artiglinia ha parte (la Reg:nala,rsi : clopo la, prima me'l.z'or~ di ('()m ba.tti.rnento essa, sembrn adcUritt ura aver assienra to ai P russhmi ]n, vittoria, che invece sfng:gc loro pcrchè i per,r,i non t rovnno :;,ml enmpo di bat taglia un a po stazione favor evole. Infatti nrn,, ba ttcria. d i HO boe:ehe dn, fuoco pi.azzata snll'al tnra cli. ·Kleii;:t e un'altra ~l:abiUta snlb colli.n:t di Seicllitz prc~pa,rano e sostengono così Pfficacemente l'a,ttact:o dell'avanguardia · prussia.nn che questa riesce a,cl impadronir:-;i suhito di Miilhherg:, slTapp:rndo ai nemici ·,o cannoni. I Russi sono in preda n.l disorèline .: hn,:-terc~bbe che F <'cl~>rico avesse unn, riserva, cli a,rtiglieria e cli cn vnllrrfa pn h·nRforma.1·e lo scacco
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17GO - 1792
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ùel uemieo iu disfath\,. Ma t11 li riserve gli lllaucano: l'attigl.ictia di i-eggimento e le battel'ie di g1·osso ealiu1·0, situate all'estrema sinistra, non possono seguire abbastanza rn.piclarnenle i ncuùt:i, mentre i 4 pezzi cfa J2, mandati dal R e ,1, l:lOSten ctc l'ala si.11istr.1 elci grann,tieri, J'isult:.Luo n.1tm·almc11(e insU"ffidPnli. Allorn 1 Russi ma1·ciano al (;On t ratta(;CO. l'icouquistano pal'lc del teneno e riescono a piazzate sullo Spitr.berg 1111:1 battel'ia che tespiuge i11esornbiltu.ente c<1rn,lleria e fanteritL ptussiane. Pcdetico ste.·so, nelle sue Opere postnmc, dice d1c l ' a1·Ugliel'ia, 1·ussa pià7,r.a,ta sullo Spitz1Je1·g gli La strappa ta una vittoria che sembr ava sicura . Abbiiuno cioè qui uua <loppia dirnostrar.i.oue dell' effi.('acia inequivo(;a,bi le dell'n1·tiglicria: in u11 pl'imo tempo quella pn1::-:siana sembl'a risolve1·e le sorLi della giornata a foyore di Federico, mentl'C alla Jìne è una batteria rns.·a che 1·ornsch1, l 'e.·ib della battaglia. E anco1·a a Li egnitr., l'anno succe::;sivo, l':irti g li cria pesante pn1ssiana, 1·ipartita, come al i,.;olito, frll I<· brigate, prodn<:e gl'nvì danni sull'o1·dine p1·ofonclo d<>gli Austda ci. coopel'nndo efficacemente a qncsta battaglh:i irnprov-vis:i tn. insiem<• clifensiv.1, ".'d offensiva., i 11 cui Fc<lerico att:iec·,L di slalleio, dil'etta.rnente , nn av,,e1·i-nrio tlte st.1 v·e11Pndo a ll' a.ttacco mn deYe supe1'arc 1111 ostncolo , e così ro, esc:ia la sHnar.ione tog-liendo nl 11Pmico Nl n,i:;sicura11clo a se st<•::,so il va 11 tnggio della sorp1'eRu . E ci.te1·cmo infin e il combattimenLo di R.eichenbnch, nel 17G2, in c11i l\1rtiglie1·ia a cnva l1 o. c1·(•at:i appun to in quel to1·!10 cli tempo da Federico, copre lo spiegHmento clellit cavalleria. m0tt<> il nem ic·o i11 cliRo L'di11P e clà occa.sionc n.i chngoni di Cr.ettl'iz di batt<•re nettnmPnte il 1wmico: e ln battaglin cli Freiberg . in cni il P1·in<'ipr Bmieo costitnL per la l)rima \·olbi nella guer1·a, una rii-;errn d'11J'( i,!rlierin tli Ir; p<'r.½i da posizio11r. e ne fece snggio impi<'go . Abbi nmo ei:-aminato aleunl.' fra le, battnglie Rostenute ,la
Frderico pe1·chè, comr si è cleHo. mettono in eviclE'nza il 1·HzionR.Je impiego del fnoco di artigli.ei'ia <' tli fucile1·i::i, a sn8siclio cl.ella ma,no,Ta nel1n.' battap:lin. r cl hnnno qnincli importa11za gc· ne1·nle . Ln com:iderar.ionc di FNln'ico pe1· l\utig-liN·ia andò Yia vin crrsc011cl o. man mnno che nr coni-tntnvn l'importnllzH all'atto -
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1m1tko, dOl: :sui c,1 1upi di ballag-iiù; ta11to che nel l 1U3 egli non eHitò ,.L :se1frere : << l 1·hml tali utteJ111ti dttll'm-tigliel"ia nell'ullinw gunra 11c hallno fa tto l'c leill(!ll to pl"incipule dell 'esercito >>; e si p1·coe<.;upò co11tinu amcnte di tenderla più numerosa e più pel"fezio11ata . . \ll'a ttaec·o cli Hurke n;do1·f l"c:ser cito prussiano, for·,te <li ~i uat taglio 11 i.' cli fanLc1·ia e di lJ:\ sq1111idro1d di eavalle ria , cioè cornp les:sirnme11te circa 'U mila 1,1omini, aveva 50 obici, 1:W cannoni du, 1:! Jibbi-e, 10 c·,L1mu 11 i. cfa lj pesanti, :IO da G l eg· get·i , 10 · caunoni cli baLtaglionc da :j e <la U, e · obici da 7 libbre : totale ;:$0U bo1.:ehe tla fno eo, doè 1n·eH:s' u, poeo 4 pezzi ogni milJ e uomini. me11ti-e gli alti-i eseteiti 11011 uc aveYano che uno o due pe1· mill e, :sa lvo quello russo (.;he ebuc :sempre molt11i artig·lie1·iu. e a Zomùotf 1·aggi1111se 1.i ptopo1·r.io11e cli più che "i pezzi per mille uomini. Dopo la pace, Fell"'i·ico contiuuù a fabbricare eannoni eo11 la massima tntensità; ma, si fece tlll pa sso indietr o per ciò <:h e cu11cer11c Ja i,empli li ear.ioue dei calil>L"i, i quali eont,inu.11·0110 ad esl-ere molti. e s,ai-iati 1i110 al 1SO!I, c~poc·11 della 1'ior ganizr.azio11t! genera.l e. Riassnu11•nclo. è imH•gabil <• c-l1 e - co11w noi.i il Genet".tlP ,\.rt m·o '\' ,Lcca -,Muggioli11i 11 ella i-11<1 111.ig ni fi ca . opeta Ln 91te1Ta 11 ei secoli ..r f"TJ I e _yJ X - Ltrtiglier ia fn l'Arma che meno pi-o · g1·cdì sotlo Fc~<1erico Il » (e a,11c·he il Fcf·ta1·appa, 11 clle sne bc1Ie l.;e::io11i di Htor ia militare, fa lo st1•sso rilie,·o) : m.,t tale c·onsta tazione n ,, lllCHSa in riferhue111·0 eo l fatto d1e, 11PL!e altre A 1·mL i L progresi-o fu enorme. L"Arti~lieria 11011 eùbe nllora, e forse non poteva, avere. 1111 ngual_e sviluppo: m11 indubbinmenl·e foce n,nehe t>ssa un 11oteY0Le paRso arnnti. Il I'rus:-;ia,n o non i-ii accon tcn tn,Ya di dare~ ai suoi gen ei-a l.i delle lezioni pr atiche cli arte militat·<· : ne reclasRe pure la leori.a. B 11011 crediamo privo di inte1·esi'ie sf orir·o qtwslo ei'itratto delle sue << l stntziowi 7,er Fari iqlieria, ti rea -il modo come di,rigcre i f uochi nelle i;cu·ie occasioni »,nella trad nr.io11c cli C<.'i-nre Ca.ntiì : « Pci. pl'epa,mtivi cl' nn a b:.1tt:1µ;Jia , q11awlo s'nhhia il nemico a fronte, occonono tre o quattro or<' , :-;<.'conclo In natur a <lel terreno, ln, posizione èlell' avver:-ml'i.o t' g-li ost·n,coli che è mestieri cl i ,incerc prima cli :u;salirlo. L·nrtiglierin commette grave error e a,ll orch<\ vi:-;to appena, il nernico, o quanclo cr c,de poterlo colpir·<-'. -
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IS'.l.'RUZIOXI Dl f,'EDBHICO I! l'El{ L' AB'.f'lGLIEHJ..\
jncoillincia il :fuoco. L'offensore come il difensore non può aver paura, d'un simile cannona,mento, perchè quasi sempre sen¼a effetto. Ohi si difende, consuma inutilmente le munizioni; chi è all'offensiva,, non soltanto soffre danno, ma ritarda la, celerità delle sue evoluzioni, e clù, al nemico il tempo e l 'occa,sione 11i opporre nuovi ostacoli, e di rendere inutili le disposizioni dell'attacco. « Il cannonarnento prima dell'attacco generale è scusabile solo quando il generale in ca,po vuol a,ttirar l'attenzione del nemico sopra un punto, per nascondergli i movimenti che eseguisce sopm un altro. « A sei o settecento passi dal nemico l'a,rtiglieria deve incominciar a tirare, ed a misura che la distanza diminuisce, i colpi debbono succedersi con celerità e senza interruzione fino alla, piccola, paissata; giacchè ]a pa,l la a corta distanza, non solamente traNersa tutte le linee opposte, mà il fischio ed il rumore che fa produce un segreto terrore nelle file nemiche; ci.ò che, unito ai gridi dei feriti e dei mo1·ibondi, cagiona 1,ma sensa½ione più forte dell 'istesso colpo di mi.traglia tirato da, lu ngi. Di rado il neuiico tien :fermo contro un fuoco d'artiglierja ben diretto a ot.tanta, o cento passi _; ma se lo fa, alquanti colpi cli mitraglia basteranno per scompigliarlo. << A mitragli.a si tiri a cento Jfassi; di là di qnest o limite, le scn,glie si dividono e perdono, molte ne cadono a terra cli qur1, a Hre passa no sopra, al nemico, ed un piccolissimo numero colpisce. · cc .Allorchè la cavalleria, nemica assale uno dei fianchi, o minaccia, romp<~re qnalu11qne altro punto della lin ea, non si co minei il tiro a palle che nel otto o novecento passi nl più, mi.rando con esatte½7.a e t irando con celerità. Ordinariamente gl.i uflhia,Ji ed i soldati di -fanteria,, a,1 momento che vedono nNan1/..H,re 1n, cava,lleri::i,, gridano all'artigl ieria di tirar subito a scn,glia, ed essa il fa con pia.cere. I vostri nftlzin.li non devono dare ascolto a tali voci <~ continuare tranquillanH~nte il tiro a pam~. fìn cli è Cl'edono poter avere il tempo di lanciare gli ultimi colpi H mitr~gJi.a alla distanza di 50 o ùO passi. È pn.rimente neces · sa.rio a,cldestrare i vostri. cannonieri. a] ti.ro successivo e per metà (cioè per pe:1,r,i pa,ri e dispa,ri), affinchè la batteria sia sempre -
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s ulliden tc.1r1<~11te vi:ovvb;ta di fuod1i. i. colpì i:sol..Lti 11o'u vongono il ueruko iu dh,ol'clìne, nè lo Ie1·wa11o ne· i:i uoi lllO\'imeuti L ufliziale ene in ta le occ:as10J1e serba, sangue frcùcto, non so1a rn.e11 te non l'ÌS<.;hia, di pel'dete i suoi pezzi, ma 11011 teme la, (;a,v ..tl· lel'ia, Ja. quale n oIL può percon·er e al galoppo ed in uu m i.11uto più <.l i 200 passi sellza clisuufrsi. Arumetcenclo che questa c,tvallel'ia, al la distanza di ott occu to passi, i ncoruìuc:i a solll'Ìl'C pei til'i a palle, e che ciascun pezzo tiri qnatr.ro colpi ogni ruinuto, lllla1 batteria, di dicci pezzi aV!'ù, lanciato da 140 a 150 palle, prima cl' incomincia,1·c la mitraglia; giacchè la cavalleria uon 8i pone al galoppo ad ottocento passi , ma, muove col t r otto prima, i udi a.l piccolo galoppo, e pei: nltimo a briglia sciolta,. Quindi, se 1'a,rtiglieria, dirige bene i s uoi colpi, l a cavttlleri.a non penserà. a ,·vic:iual'i,.;i a 50 passi per cspol'si ,1lla micidiale mitraglia. « Due errori commettono quasi t utti gli a l'tigliel'i ; cioc': 1°) amano eh clil'ige 1·e a pl'ekr enuL i c;,o lpi contro le bocc;,hc da. f uoco d el ncm.ico, pe1· scavak11rl e e obbligarle a tacere; 2°) scelgono le altlll'e più elevate del <:,impo di battaglia per aYerc unu, 1nn,ggiol' portata . P on ete tuU,t l ' a ttt-nr.ione pel' fa r di1·igerc i. fuochi con t ro le lince cli. fautel'ia, ad ogg:eUo di l'omperle, òisunirle e pone ostac-olo ,t' lo1·0 rnovimen!i, che in tal caso Vl'l'· 1·,rnno el:!egni.ti sen za accordo nè ordi ne. Gna YOlta conseguito questo scopo, la fa11teria, s11rù, prontame nte bu tt uta , le ùattel'i.e o,1umutite, e facile in1paclro1tirl:(ene . « Qua nto al sit trn,re le a rtig'lieric s nll e alture, tutti convengono che si tra.tta meno di tinn' lonta no che di ptodnrre effetto . Orn quancl 'ancbe 1111a palla lm1cia,ta cla gvan cli:-;tanza rn·t ..1s:iie rontro la Ji11ea del nemico, l 'effetto 11011 potr ebb'esserc nè micidia le nè cl'impol'Lanza, a causa della trit.ict.toria; le a ltI-e lin ce i:;itua.te i ncliPtro non llanno poi niente n temere ; poichè, se <:a d~ i 1111 a11 ½i In p1'ima linpa sopn, 1111 terreno molle vi s'infossa, sopr a mi t fne110 <lnro paR::::,1 Ropra ni sohfati: i::c~ infi11e colpisce l' ogg-etto . 11011 cl istrugge che il solo punto cli mira. Ma se, non ostant,• tnli o::::se1°vazioni, si credesRe conveniente, atteso la natura del ter1'eno, cli situare le artiglierie sulle a l ture, si ha.cli che q11este non debbono mai el evarsi più di 20 pasRi sopra cl clla linea orizzonta.le, o del livc11o delle nlt nre che circondano In posizione ('h<> si occ upa . -
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GHIBEAUVAL
« J,~ 1J.Lestieri tir~n·e il ruello po!:lsiuilc <li .:::.opra, le teste dei propl'i !:loldati : va1 meglio avanzare con la, fanteria, ghtcchè, u, 111,ugra.do la, ]ontana,nza, di pericolo, vi :sono sempre di quelli che perdono coraggio al fischiare delle palle, e a,d ogni colpo incliHt~no la patte supcl'iore del corpo, onde il movimento vien ritai-dato . << l n1i.11e la. regola principale tlebb'esserc di evitare quanto si può i tiri curvi, e di pi-eferir-e quelli di volata, salvo che H teneuo ,Lbhia dc' fossi stretti, piccole prominenze ed tLl tri simUi osta.coli naturali ; e ciò .vc1·chè il tiro orizzon ttLlc manca. rin,Lmen te d 'effetto, e travcri-a a ln·cve dista nza tnttc le liuee ne miche)). J)opo la guerra dei Sette Anni, tutta l'BnropH si dette ad imitare i :Prm;:-;iani, i quali per qnalchc decennio ebbero il pri1nato pc1· dò t hc concerne l'organizza,zione militare, anche riguardo all'a1·i:igliei-ia. La stessa 1<'1·ancia , e.be a,veYH, l nngarnente imperato, fu per qua,l che tempo qnasi relegc1,ta, in secondo piauo ; anzi in Francia, anco1· più che altrove, infierì la prussoma.nia,, cioè l 'imita,zione 8ervile di ordinamenl;~ che eran o ottimi in se stessi, se applicati alrimlole ecl al carattere prussia.110, ma divenivano pessimi nelle imitazioni, le qna.Ji non tenev.a.no con co delle differenze essenziali di mentalità e di ra½r,a.. Il solo esercito che t ra,s se, fo1:se, _u n giova.mento dalF (~sem pio degli ordin:unenti prussiani, fu quello imperiale, le cni ar t i.· glie.rie ebbero però spe<:iali particolari orgu nici e tecni.d che ne favorirono l'impiego s ui ca.rnpi di lmtt::1glia. E fn a,ppunto sc~r·venclo nell'esercito im periale che il <:elchre (hibè1wval, restH 11l'a.tore dell'ar·tiglier·ia ù·aneri:if>, t 1·assp <ln,lle dnc nrtiglicric fr<m teggiantisi - eioè l'a nsti·iac,t <~ la prussiana - ]a. mnggfor parw delle idee chr determ inarono poi la crcar,ione del nuovo materiale da lui proposto nl suo ritorno a Parigi . Sno concetto i.nformatorr fn di asi:;egnare acl ogni s1w<'ialit.:'t <li urtiglier·ia il materialr i:;p<~eifi.earn<'ntc ,l(latto (da eHmpagna., ò'asse<lio , cla piar,za, cla. costa). A1l'M'tiglierirL da campagna, fn l'Ono assegnati ca,lib1·i minori: lfi cariche fnrono proporzionnl:<~ meglio al peso elci pl'Oi.<~ttili, alla resisteri ;,;a clegli affni-!·i, ali<'l 80
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velocità, iniziali necessarie pe1· le gittate da ottenere secondo i vari obiett ivi. Su proposta, tlel Utibeauvul, uel 17u5, il l\1inist1·0 della g,wrra duca- <li Ohoiseul ordinò la fondita di 150 <,:;annoni della nuova specie, di cui 25 da 12, 50 <.hL 8, e 75 da 4. Ma non bisogna credere che tale rifo.rrua avvenisse senza difficoltà od opposizioni. Si ebbe anzi allora 1111 violeJJto attrito tra i partigiani del Val lière ed i partigiani del Gribeauv;:1,l; e, i11 un certo momento, cioè nel 1'7'72, i primi ebbero brevemente il sopravvento, e innovi cannoni. furono messi. da parte. Ma,, due anni dopo, Gribeanva-1 si prese una clecisiva, l'ivincita; e fu adottato definitivamente il suo sistema, le eui basi erano queste: tre soli ealihri di ca,11noni da, campag-na,, da J2, da 8 e da 4, più l' obice da 6 pollici. Tutta Partiglief'ia, campale fu divisa in bocche da fuoco di reggimento e da posizione : ogni ba,tta.glione aveva due cannoui eh 4, mentre quelli da 8 e da 12 formavano batteria. Poichè la nostra stotia, è dedicata all' .Artiglieria i.ta,l iana, e poicbè giù, ·in questo capitolo n.bl.liamo dovuto u, lungo indugiai-e sull'Artiglieria di altri Paesi (evidentemènte non si può dividel'e una storia di tal genere in tanti compar timenti stagni non co municanti), tralascieremo pe1· ont i perfezionamenti e miglior,t menti teci1ici apportati dal Gribea11val, riserbandoci cli tra t tarne nell'ultimo paragrafo. 'Ma è pur necessario rilevare che una delle maggiori riforme da lui apportate è di carattere morale, cioè consiste nel rilievo da. lni dato in Francia all' Artig-lierja, che da allora :fu consideribta, un'Arma scelta. Col sistema Gribeauval, sempr~' migliorato, la Francia combattè tutte J.,~ guerre della, Rivoluzione e de1l'Irn.pero: dall'Artiglieria uscirono molti marescialli, un grande gene1·a,le come Pichegrn, e un genio cle11a guerra come Napoleone. :8 doveroso ricon9scere, per amore di imparz,htl ità,, che il sistema Gribea,uva,l fu ìn parte adottato a,nche in Itali.a, ~peci.almente negli eserciti piemonteRe e napoletano. Ma è a,l tl'ettanto doveroso mettere in rilievo - ciò che gli storici stranieri. ecl anche italiani non banno nmi fatto finora -- che iìn da 1 1'770, come v<~clremo nei parap:ra.fì !':<->J:\·11f>J1 ti, era, già, stato n.clottato .in
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PHIJ\1ATO l)!J;LL' AH'l'IGLIEltlA J~U,,:.\10.-"'l'D;SE
Piemonte u11 sistema di materiale che i-appresentava h1i sinLesi dei wigliornmenti conseguitì fino a quel tempo nei paesi vicini. Il Udbe,111v,1l nel 1760 e, più, nel 1774 potè perfezionare e migliorate sn più vasta sc<1ila, g1·a.zie alle possibilità, finanziarie, immern;amcnte maggiori, del suo .P.,1cse; ma in ~oshLnza egli 110n fH un crea,tore, bensì un organizzatore e, come tale, è p1·eceduto iu parte dal nostro l'apadno D'Antoni. Anche questo è un punto da. chiarire, come è da, chiarire il fatto che, pure Hell 'organizzar,ione delle scuole, l ' Italia, non ,ipprese dagli altr.i, bensì insegnò a t utto il mondo. Sci-ive il Brnnet : (< Son arl'illerie (del Piclllonte), profìtant fl0s lmnières italiennes e cles rcli:Ltions fréquentes avec l ' Autriclrn, somn·ise snrtoiit à, Z'ù1ftiwnce des li'nmçli·is qwi l'avciirm t créée, et l·wi civciùmt la'issu rle8 liomws tnidition s en. étabUssrmt 11 ne école a, 'Pnr-i11, eette a1·tillerie éta,i t, 11uoique jeune et iuce1~ -
tnine encore, une cles meillcnres et des plus éclairées cl'Europl~ )>Dove mia verHf1, sostunzi,1le e inconfutabiJe è in:firmat,,L da molte grosse inesattezze: perchè HOll è esa,tto che l'Artiglieria piemontese fosse soimiise specialmente all'influenza francese, 1'. sopratn tto non è vero ehe i Francesi avessero creato la, no5tra, A1·tigli(~ria e foudata la Sc:uola éli To~·ino. La Scuola cli 'l'orino , come! vedemmo, fu ereat1.1i dal Bertola, indipendentemente da qualunque influenza, stra,niera; e, per1'P. zionata poi dal P;1ipa,cino, venne imitata in molti Paesi; non so)o, ma ispirò va.rie l'iforme nell'organfaza,zione dello stesso 001·po cli Artig-'lierin, in Francia f! in Prussia,.
2.
Prog ressi scientifici fra il 1710 e il 1780 - Newton, Bernouilli , Robi ns e d EulP.ro portano il contri buto risolutivo alla raz ionale esecuz ione del tiro - T utte le nuove scoperte sono però s ubordinate a auelle di Tartag lia, Galileo e Torricelli - La meccanica analitica del Lag range - Le « miscellanee torinesi », da c ui si originarono g li atti dell'Accademia deJle Scienze. Alessandro Papacino d' Antoni e la s ua «Summa » artiglieresca - I suoi corsi di matematica, di artiglieria e di archittetura milita re sono tradotti, studiati, copiati ed applicati ili tutta Europa -
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1750 - 1792 Modificazioni e pe rfezionamenti d elle Scuole di A r t ig lieria di Toririo - Altri insig ni studiosi dell'epoca- Unive r sa lità della scie n z a, in cui l' Italia continua a tene 1·e un posto di prim 'ordine.
Ni è detlo <.;Ome l 'Attigli eria debl>,1 esset·e ('011:-.idet·ata . pd.rna di tutto, una scienza, : ora il :-;ecolu XYJ LI, speeialmente fra. i l 1710 e~ il 1780, ;1 p po1·ta n el <.;a w po sc:ientifi co e tt•cnico prog1·es~i i1up o1·lanfo,;simi, tntti basati sulle prcc:etlcnti s<.;ope1-te d i Uulil eo e s ull e co11segue11ti i ntui zioni e tl appli<.;a;i;io11i. del 'l 'orricc LE . l'Pr ric:apitohne rnpiJamente lo svolgimento della balistiea cstenrn , bisogrw però 1·.isal il'c al '.C'ar taglia, <l i. c ui p a rla mmo nel ntp. I \ ". l'rirna di. questo grande nosl1·0 ma t ema ti<:o si conside1·11 van o due s oli. lipidi t rai et tori a, quefot 1·adcnte, 1·ite11 nta 1·etti li11ca. e quella cuna, ritennta ('Ostituita dai tlue l.tti cli .\111 tl'i angolo isoscele . Il 'Ja.rtug lia , nel 1::i37, a veva, dimostrat o i.11 ,·ece the la traiettoria pcn:orsa. dal proietto 11011 può in alc:un l'l'a tto e::;sen.! pe1·.l'etta.11rnnte l'ctti li11ea ; ma .i veya, osserv;tto (.;he, iu akuui casi, è così poc:o c:uiTa tla potersi. 1·itenerc qua.·i 1·e t ra, <... ttYev,t (fo;eg na,to la tra i.eU01·i.a come co11tpo:-;tn cli <lne trntti rettilinei : uno seconclo la l i11eH di proie;i;ione, e l'altro, i l finale, Ye1·ti<-ale, 1·aeconlnncl oli fra, l oro <:on 11J1 ,u ·c::o di circolo . Eg!i ,1,·eva indictlto gi nstameut~e la nHlf-;Rirna cnnnt m·n in p1·ossi111ilù, '1<•1 punto più al1o e l'cstrrmi t.:t del 1·n1110 <lif,ce11clcn te n •1·tfrn le. C on esperh •n :1,e ,1YC\·a trovato eh<• l'..u1µ:olo <li 11ws:-.irn n gittata <•1·n cli .,l::i0 e ne a,·eya cledotto il principio, <limostmto in seg11il·o <·sa t to, c he ogni g·i ttnta poten.1 essere raggiunta c·on d ue angoli <li p1·oiezio11e, p nrchè fossPr o fra loro complcmenl.t1·i. ('ol Ga li lei, cento a nni pi ù t:1 1·cli, l n bali stica aveva assmdo forma urntemntic,1. Con1e abbi a n 10 Yi sto. il cli a logo stampHto nel 1.Ci3R nvevn 1·ivelnt·o a.gli s t uèl iosi l e leggi fl t>lln pl'o,l nr.ion<' e cl<·ll n composizione d<>l moYimento e nYern clirnoi::h'ato g-t>ometl-i(' H· rn e ntr r.he, qna ln nqut> i::ia 1n clirt>zion<> inizinl e d el proiPt t il f:' , l a i;:un t 1'aiettoria è sempre parabolica : nncorn nna rnlta e1·a il .!.!.'l' · n io italian o r h e i: : tTn.J1p nvn a,l i\Iii-tero TTnivPr ~nlr 1m o cl ei suoi sPgTPti r dii::rhitHlcva i 1rnovi immrnsi p orta l i vf'rso l'avTt>nirf'. J\i;:t-.nten clo d nlla rNii~t r n :r,n cl r ll ' nria , il grnndc• 'l'o.~r nno . n ·evn. roncepi to chiaramente i l movimento del proictto c·omf' r ompo!-:t o <li d nP moti : nno orizzoni nll' Nl 11nifor11w , P(l nno YPrtkn lf', n n i-
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P HOCHBSSI SCH:NTlfiCI li: TECNI CI
fo1·memente rnrio . ~e dedusse a naliticamente che la lraietio1·ia ,,. una parabola di secondo grado : cur va allora giù nota e di cni si c:m1oscen1110 l e moll e proprietà. Galileo però avvc1-tiva che la soluzione p ,1rn bolicn, e1·a as::-ol 11 ta mente esatta se Ja, 1·esistcnz:1 dell'ar ia ern n ulla, ma che 11n<~sta resistenza n on p oteYa tr ascu1·a1·si e a ume11taYa 1.;ol cr escere della Yel oci.tù. e col climi n uire del pc1-so de.I pI'oietto : u1-sse1·;1,i.011e c he poi fu Hcttame11 te con ferrn a !.a t climost1·ata . RegJJendo le uol'lne delrim mortale Maestro, il T orricelli ave,·._i spiegato che, per conosce1·e le ditlerenti gi tta te di un pezzo d' nl'tigHe1·ia , lJasta,va, fa1·e una pl'ova di. tiro sotto un a.11go lo bl'll <letei·111iw1lo, n ti s nnwdo con esattez,r,a le gitl'atc oUenuti~, ~ aveva stnl>ilito ch e basta n 1 nua sola esperienza bene eseguita s n un m1foo pl'oiettil e per date mn1, nozio ne esatta d i t ntti g li effetti del tfro. :.lla nemmeno il ge11i o più lumi noso può scopl'ii-e d i colpo l u lla la Yel'i là ht q uale non s i l'ivela ch e per gr adi, attra ven;u le~ l1•11ad rieel'd tt~ e le :,rn hlimi i11 tnfaioni cli. molti s t udiosi, gr and i <"! 1nt~d iocl'i, i11 sien1e Jeµ;a ti da n n filo idea le di continuità,. I n questo :-;enso si pnò bene affe1·mar e c he - corue la glorie.i, (l i un inùi-rid.110 si .son1.1ne1°ge e !-:i i u tegr n nella gloria del l'aese che lo ha p.1·odol'to - <;o:-:;ì ogn i J)H,f.J-;O in avanti , (;ompinto, per potenza d'i ngeg110, ch tl 1--ingol o uomo. fi.Jii1-sc:e pe1· <'ssPJ'e un pa sso i u anrn ti di tutta l' mnnuità, pel'chè 11t>l campo spfrituale come in q uello llllllrriaJe . ll <'ll 'infin il::nnerrte g-ran cle tOll H' JJ.ell' i n fini ta uw1 1re pk<·olo, to11/, se tirmt,. og1ii sfo1·,r,o i,i eollega, <:on gli i nnum erevo.li sfol'z i clel pa1-ssato e dt>Jl'cln-enire, e tutt i h1si em1-' forman o la nH•t·,nigJiol'-a <-> popea cl i q nesta HOstr<l specie umana., così m e · s1·hi11 a e r o:,:;ì .s nhlime, che, qnasi sord a, qnasi c:i t>c·11, q11<1 i'-i i n1• 1·. rn<• snl l'innt• tn eter nn1n e11te r olanh' , osa nffondn re g-li oeelti e l 'n11ima 111,J Jo sconfi11nlo lllistel'O dw la <·itTOlHhl t• s<·OJH·e 111:111 111.i 110. se 11011 1t> e:-.t1°e nw finn litù. ]e leg·gi <'l'<'r ne ch e 1·p~ola110 In vi t a cl ell' Ulli vm·so. Cosi la SC'operta fattn dal Ne"-ton 1wl 1710 <·ontrasta i 11 pal'tc> a qut>ll:1 cl i (;-;1lilPo: mn l'nnn non .·;1r<->bbt> stntn possibile s P 11 r.;1 l ' alt!'n . N°<'wton sta,hilisC<' l n dinami rn s n solicfo lm sj , Pn11nr inn<l o Je lrP )Pgg-i fon,lmrn•n tnli cl pl mo !'<) <' f'onclnrnl o su cli ('Sf'-ù
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i 1J1·incipa,li teo1·emi che apptica allo studio dei divei-si moti, tra cui quelli dei J'ianeti, sec:ondo le leggi di K eplero. I tisici ùH'va110 i.ntuito gli e1tett1 della l'esistenza, <·he hu·ia oppone a i ~oi-pi in lllOYimento, perc il è le esperienze falle pei- determinar-e il coefficiente ùe.l p eHO, ci.oè lo spazio pc1·c:on;o cltL n n grave in .un se eo ndo, avevano rivelalo d e lle anoma li P Hpìeg;1bUi solamente i:n11 tale 1·esislenr.a; e B uyghens u,ern enuJtdat o nel lGS!J 11 11,1 legge c he fn p oi <li.i11.0litrata, da 11110 ~r·if>JtziaJ·o Halin no. D. Grandi, JH•I 1 701 (Uh,1tbo1mi e1·: llisto irr· cl<- la Bali8tique , Pa1·igi, 192 ') : se lii 1·esi sLeuza tle>ll'arh1 J'os:--1• J1l'OJ101·zio11n lc• n l"h1 velocit :\, d el g rave,
l!'ig. 2G3 - :Newtou.
lu, tl:aictloria. ·inn•c<' ebe <·H:--ei·t• nn,1 p111·a lw l:1. clh·enelJLJe uua c111Ta log:1l'itmic·a. :Ma s1wt·tarn n X ;,\don dì portat<> s11 t ale a1·gome11to pien.1 lnce e-on ]p sne tl ne es1w1·iemm <leci.siv<• . ·1;11 g·]l)lJO cli Yetl'o ahban<lonalo al p1·oprio ]Wl'-o i1npicgò S se>c:oncli ~ un q11into 1w 1· cacl<'1·e <lH m. ~'.i.,:5, 111c•ntJ·e, 11011 lem•nclo con to drlln l'P1:<iHte117,;1 dc•I J'.11·i,1, 1w llo 1,dr•s::::o tt> mpo avrc•bbc clÒn1to compiere 1111 perco1·::::o qua~i qu.1cll"nplo, c·ioc\ m. ~29.,J. Una vc>scica g:011 fiMn disc·psp cllll'Jn f'-(·psì'-:it nltc•7,7,;1 in 21 spe;on cl i.. m e nti·<' nel v 11oto, e nello stPsso 1t 111po, sa r rhlw c-arlllla eia m. 21~ç:.R:1. Newton, in 0
bn::-1• ai i-isnltat·i cli tali. Pi--JWtic•n¼:', s 11rpoHP 1.1 rpsisten ½ct del· l'al'ia pl'opor,donalr nl q n:tchato della veloc i Ut. La determina· zione :111.ilitica della trakl lori.i pa r e non rin~cisse a N ewto n , -
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LA BALlSTlCA SI'EIIL.\lEN'l'ALJ.;
che d soh,e i n vece il pi·oulema pe1· uua, 1·e8Ìi:;te11za p1·oporziontlle
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a,lla pl'ima p otenza <lella, Yclo<.:ità. L a 8oluzione gene1·ale f.u Ltovat..l nel 1753 da J!~ulcro, il q uale ri8olse il problema per una re8iislem,a, dell'a1·ia p1·oporzionale ad uua polemm n qua,lsiasi della velocità. Il p1:oblern.a analitico era su buona, sn·ada e fece ancm·.~ molti passi inuanzi con J<~uln·o e <'Ol I)' Alembert, ma doveva troyare piern1 soluzione 80lo 140 anui dopo con l 'italiano Siacci cùe ri<·,wò ùen 14 nuove formP di 1·esistcuza, 1·iduccndo il proùle ma balistico ;;1 quadr atura. Nel 174J nasce la bnlisti<-a, spetirnenl"a lc per op<•ra clPll'ing(·· gn erc ing-lese Robins, inv1•nto1·e d<>l pe ndolo balistico, ch e fun ti-
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l!'ig. '.!G4 · Leona r do Eulero.
lizzato per La mism·azione <l< Jla n•lotibì del prnictto in nn dato punto della traiell'o1·i11 . 11011ehè p<-'t' .la. mi~n1·a1,io11 e della re. islenza, dell'aria. Il probl<~rna fìxico i11 q1wi- t'eporn occ upa inte11samente g-li stndio!-i delle l';eiem:e lrnli~tiche: molte sono I<• esperienze digabinetto, ed 1111a c·ommi s~ion(' [1'an cese, presi eduta dal Didion, co~trni!-ce nn nuovo pendolo hali~l·ko pit't perl'czionato del precedente. 0
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Abbiamo detto che il ptoblema analitico fa passi anmti <:OH Enlel'o. Qnesti 11cl 1733 puùblica le « Reclwrc71,es sur la vérilable cou rl"; q11c déeri i;e11t los corps jcté8 clnn1:1 Z' air )), nelliL quale rncrnoi-ia mostra come, Hel caso di resistenza quadrati.ca, ca lcoJ.nndo pe1· ai·ehi suece:-.i;:i.vi u11 unme1·0 liwitato di tnlietto1·ie, si pos:;n110 1·ieav..Lre gli eleruenti di tn1,iettol'ia lii un proietto qualunqne, dan(lo ,ma tabella delle funzio11i che sc1·von.o a qne:-.to f·alcolo. E1·:1no giù. sorti, p er opera, di ~ ewtou in lugllilterra e di L e.ilrnitz in Uei-mauia, il clllcolo llitferenziale cd. il (;akolo integtale: e si ::.;yolge anzi, [l'a i due scienziati, u11a. <liscmisio1w dl'<;..L i"! primato. Inta11to Giova11ni He1·nouilli, appartenente ad una, 1lin11stia, di. rna tematici oi-iunèli di. A Hver&i e diramati poi. in l1e1·urnnia, ell in l svi7,zeni., si occupa a, sua, Yolta del vrol>lt>rna bali.tico, e pubblica, nel 1719 la &oluzione per hL 1·esisten z ..1, :2 na, me11t1·e l'inglese Robin:-. . come giù. abbi.amo . HC<'en11ato, u pp.li(· ..t il pend olo balisti.co ,L mislll'are la resiste11za clell'ai·ia e ne re111le conto 11ell' opern, che E .ulero tra,dnce i n tedesco, cor1·(~d.rndola di 11ote (1745) . Com e uppare evidellte, quN;to grandioso mo,·imeuto di lH' t1sk1·0 Rci entifieo non pnò essere chirn::.o nei limiti, pur augu::;ti, di llll.t RtotiH ll<'ll' Artigli.etia : 1u.1 è he11 11ccessatio ::~ccenna,1·vi. per sommi capi perchè è dn esso l"he l'A1·tigli.etia prende nnovo irnpnlRo I)(~r più vaRti Rvilnppi e prcidosi pprfezio11anwnti. l~ :rnclw i.n (JUPRto pel'iodo l' Italia,, <·om<~ S< rnp1·e, ti.cne nn posto d'onore nella . tol'ia della scienza . Basti. a ccennare ::i Lui gi Lag-ra,nge, cli<~ v.:i 1·ico1·cla.to qui anche :rer 1m ~itol0 partkolnre, c-sRe11<lo eg1i ~tato, quando conta.va app ena 17 anni. 1n·ofcsRore di mntemn,tica, alla Scuola di 1\ rtig-Jiel'ia fondata, dal B ertoln.. Nato a 'l1ori 110 il 2::; gennaio 1 rnG ,la ni nsPp])<' Lni.gi I..,agTnll ge, 'l'e:-:ol'ier-<1 alla 0nena. il g-iova11isRimo insegnante, pnr Cl'-i-C:ndo mil101·e d'<~tà <li molti i::noi allievi, n,,·eva, snpnto acquistare rapidamente 1111 forte a, cenclente. non (]i!=;g-innto <la, prot'oncln i11ti.mità :-:piritnale. P1·ofeRR01·<' e Rtncl<'n ti (klla Rcnola cli .\i-tig-licl'i;1, si l'adnrn1:va110 per clisc11te1·e cli scienza. <'Ostitn«:>nclo coRì r,na, JJiccola società. privata che puhblicò, in poclli nn n i, cin(Jlle volmn i cli :l i i!!rcllrrnee 'Pori11rsi) i::cientifìcamente impo1·tnntjsRirnr.. 1
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LAG HA)IGJ:.;
Fu appunto questo il 11uclco iniziale <1011de ben presto, per la. sagace vjgila,nza, e fa forvi.elfi, proteziolle del governo, si or1grno l' .Accademia delle Scienze di Tol'ino che doveva poi arere gagliardissima: feeonda e ~lol'iosa vi.tu . A 23 an ni il Lagrauge aveva giù, posto le bai;;i di tutte le opere che in seguito scrisse, opere im111rnerev0Ji e tntte interessanti, fra cui fonda.mentale è la !li ecca,11 ioci r,,nal itia(t. Ben presto la su.,L fama si diffonde in tutta Europa., tanto che egli discute da, pari a pari con Newton, Taylor, Bernouilli, D'Alem.bert ed Enler·o, e talvolta è a,rbitro nelle loro dispute scientifiche. Nel
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1756 Federico di Prussi.a, avendo pei-duto Bnk1·01 che si era stabilito ..1, Pietrob urgo, invi ta alla, vropria Corte il Lagra,1!ge. A tnle proposito si raccont1.L un episodio, che però è probabilmente legge11da,rio. Si dite cio(~ che il Lagrange esitasse lungam<mte prima, di accettare, fino a che un giorno gli accadde di mostrn,1·e a Re Carlo Ema nuele III una lettera di sollecitazione di P otsda,m. in cui era detto <~ essere ben giusto che il più grande Re çl.'Europn, (si a.Ui:Ì.cleva, naturalmente fL Pederico II) avesse a,lla, propria Corte n più g1:ande ma,temat.ico )) ; e che Carl o EmanueJe: ;...._ 12!3'( -
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indispettito, gli. dkesse ttllora eon un'ulzata Ji spalle :sdegnosa : « Ebbene, andate pure dal JJùì, g1·wid0 Rei)) . St~L di fatto che il Lagrange finì coll'a,ccett[Lre la. propo8Ut, visse lnngameute .:1, Berlino, e poi emigrò a, Pa,rigi, dove ruod lH:!l 1~13. La sna opera è un continuo ei:;ercizio di a11alisi matematica che il La.grange seppe maneggiare più di qualunque altro, po1-ta11dola ad. un grado cli perfezione non superabile. Il ::-uo nome a.rn.:lanL ricordato, non solo per Fin.1Juenz1:L diretta sugli sviluppi clell.:1, balistica, lll.tL anche petchè - come già abbiamo rileva,to - egli svolse la p1·iJlltL parte della prop1fa carriera sci.entifi.ca presso <p1ella, ScuoliL di Artiglieria di 'l'orino che già allonL c1·a divenuta un cent ro cli. studi di impoi-ta,n½a, europea. ::Vfa hi figura preminente del secolo, per ciò che concerne l'Artiglieria come scienza, e come organizzazione, è quella di Alessandro Vittorio Papaci.no D' Antoni. Nuto il 20 maggio 1714 <la Alessa.11<ho Vittorio I>tLpadno, CtL· ph.ano di porto, il futuro gra,nde riforlll.atore ed organizzatore deJl'.A1·t.iglie1·ia :;abanéla, fon;e pe1· distinguetsi cbl padre di cui porta va lo stesiSO nome, aggiunse al propl'io cognome quello della ma.d1·e, D'Antoni, e in vita fu più co:o.nmemente chiamato h1 tal modo. 'l'auto che Prospero Balbo, scriv_e ndone la biog-rtLfia, pnbblicata negli Atti dell'Accademia delk Sdenze del 1805, Ja i11 titohwa appu1ito « Vita, del ù1Va]iere D'Antoni )). Un particolare curioso merita cli essere rilevato . (ìnesta vib.1. <J.el IY Anfoni fn le!·ia iu 1111n sednta deH'.Acea,clernia delle Scienze del 1791. nrn non venne p ubblieata subito nei volnrni accademici_, perchè in quell.'epoea non vi si a,mmetteva,no 1·ela,,doni. o memorie scritte in ita.Iiano. Bn,Jbo si rifiutò di t1·:Hlurre in fra,ncese. e fn solamente. fronia delle cose, clnrante l'occupa.zionc fra11cese, che l'autore ottenne cli poter s ta,mpare la sua memoria, in lingua ita,Jiana. senza varia,z ioni, nel volume cl ella cla.sse di lètteratura per l'anno 1805. XV delJa · serie. Sf.'gnendo l'<~sempio cl e]lo zio materno Gian Pietro, ehe era Rta.to ca,pitano di artiglieria , il Papacino entrò nella stessa, milizia insieme a,l cugino Giuseppe D' Antoni. che pervenne al grado cli 'l'enente Colonnello e fu Comandante delle Artiglierie della Contea, cli Nizza.
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.:\fa .Ue8sa11dro Yittorio crn, chiama lo a. JJÌÙ alto destiuo. Il :!'i ottol.11·e 1731, eioè a 17 a1wi, fu anuolato eollle soldato sern'.p lke 11el 1Jam1g.lio11e di arligliel'ia e <:.olUe soJ<.h1Lo ·pa1·tcdpò a Lutte 1e guenc del Heg110 di l'ie.U1ontc, disLinguemlosi ;:t1l'a1:,:salto del Castel lo ili Milano, ùella fortezz,L ùi J!izzigllettone e della dLLiL di 'l'oi-Lo1ia. ~oruiuaco .·ottotcuen te nel 1734 e l uogotenente nel J 741, e l>ue :smnpre magg-Iote opportunità, di i:;egnalarsi come ·,,11·tig1ie1·e cli andte come rngegne1·e. Diresse il Lrnspo1-to <.lei c:annoni in ~aYoi11 , ù'in,·e1·110, pe1· stl'Uùe irnpl'aticabili e ùalze . tope1·te '1 i 11ern, d1:::;eg110 ttrncec a Ca:stel<.lelfiuo, si battè alla MaLlouna dell' Olmo, dopo l.:L qu .tlc gionttLta, 1-itr asse i.Il ::;alvo lino al campo di Fo::-8,lllO Lutte J<: attigl1enc de.I Cotpo sinistro, diresse operazioni ùi miuc a l::iaYoua e aù .\t1111i, .J!l'OHiùe ull'armaweuto di lJcmon te, Exilles e Fe11m;l1·elle. C.1pitu.n o-te11cHle nel 174:1, capita.11 0 effettivo nel 1743, dopo b p.ic:e t1·,t1·tò c:on gli nilkiali anstl'iac-i e spagnoli. a P ia.<.;en~a, a l'aYia e a )Jil.rno, la <.1ue:::;tione ùcllc ai-tiglicrie e delle llluuiy:ioui di g 11 en a, se<;ornlo 1H, co1Lrnnzio11c di Ni½za ù<:>l J G ge nnaio '174D. Iul,rnto, fin ùal 174:3, aYent inc:omi11c:iato a sl'l1dia1·e ,L fondo l<> proprietà della pol,erc. ot le11enclo l'.1 pprovazione e la c:01·diale ,coufidemm <.lel Bc-wtola, dirctlore genc1·,dc alla. 1-,cnola cli Arti glieria, e dei tn~ c-.olonnelli, s11<:Ce8sivi (·oniandanti, lYN1nbser, De .Xicohl e De Yic·euti. 1"11 mat>su·o del P npal'i110, 1w1· la ma tematica, l'Abate 1nocle11cs<' 'l'agliaznc·c bi, bfazano ingeg110 po .Jic~drico dte inseg11:1va, eloqu cn;,;a, nll'Uni ver1sitù di Torino. ma C'oltin1v11 t·ou pari. 'fcrvot·e gli. studi 111,1tematici (H ,·eva i11st•g11ato algebra, a ì\Iilano, a }Ial'ia (l.H•tana ..!\g11esi e pnre fo.·sp aucbe autore <li 1111 << Trattato di fort-ific.1zio11e >), cli C'lli però 11011 sj 1--<'l'lm l1·nc(·ia) : cd i11 cincsh1, materia, fn. rnnestro, ol treehè del )'apac:ino. di (h1:-;p,ne 'l'i~nol11 e cli lgn;ir,io Somis. LfL fisi c:1 !!"li fn app1·esa chll fr.1te Ji'ranc·csc·o Gm·ro cli Cosenza, (:artesiano nr1·abbiato, sperimentatore <'spprti ssim o. Fu upp nuto faf'c11tlo , i-otto la fl irczione del Garro. 11el convento di R. Francesr:o cfa Paola, cl<'lle PAperi0nzc• sulla 11olvel'<' <.la g-uerra, che nacqne l'·iclea cli istitnfre presso l'Arsenale nno s labil imento e laboratorio chimico e nietallurg-ico, di cui. i l Papa.cino fu subito uno cki mag1!.'ÌOl'Ì. e!';ponenti e che ebbe più tardi ln collabornzione prf>ziosa
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JJ'l g. 2G(i - Aless:111tll'o Vit.l:orio l'apacino cl' Anloni.
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)) AH'l'lGLll~l(l!::-:iCA UE L l '.\l' .\ Ci );U
del capitano Di Jfobilant, espi-e:::s;,tmcute mandato all'estero dal :Ministro Bogino per ktudiare i sh:t(•mi 111el'al111q.1,fri più perfe zio1iati. Il _I->a,paci110 fu pure m,cig11(1. vars della Commissione 11omi· nata nel 1730 per l'iferire intorno alh~ fabbrka:done delle armi, alla, p1·epanudone della polvere e1·c . Di tale Commissione si è già. fa,tto ce1rno nel ca])itolo precede1ttc e !:ii r"Ì]),nlerà più avanti. Dopo la morte del conte ing. Giuseppe Ignazio JJel'tola, il J>apacino cloveva, 1rn,turalme11te esse1·e designato a succedergli come diret tore delle Scuole teoriche : a, tale carica egli fu eletto, col grado di ì\fag-gio1·e, il 3 agosto l7iJi>. Fu a llora che, l'@nden(losi conto delh1 necessità, di offrire ng-li alli evi un materiale di stnclio sicuro, organico, omogeneo, iniziò la co1npilazione ·di quej TTa,ttati che doveva.no ben presto dargli. fama, eur·opea . 'l'n1Handosi di seritti eleme11ta1·i a precisi scopi cPinsegrn:~mento, egli si va lse anche dell'opera cli altr i professori; e l:-Clil· pre dovet te fm· ri1nùi1·e, iu i:-pecial moclo dalram.ieo e ('()]lpga 'J'ignol,1, lo :::tile. in veritù piuttosto scadente, dei p1·opri sc1•itti. lJ merito <l.el Papac-ino è, primo, di aver ngginntc? 1111ovi irnpol'fantissimi c·orsi èli i11:-egnnmPnto, <JuaE la fisieH e la rneecn,ni.c-a, fino allora. ITiJSC;m·ari; ma sopratutto di avere eompihttn 1111a specie di Bwmma, arti.glieresr:a-, eornp1·endente l'nritmetica. e l'algebea, la geometria piana, e soli<la. la, geometrfa prat·iea. le i-e ziòni conic·he, i rr-inc:ip:ì di ma tema.tica sublime. le isti.tu1/.-ioni fiRi.co-meec-aniche, l'esame della, po!Yere. l'uso dell< armi da fnor.o . il maneggi.o delle armi di artiglieria. l'n,rtiglieria pratica, in tempo cli. pace e in tempo di guerra e finalnwnte l'arehiteHm·,1 militare. Tra. queste O'(Wre. le Jstif;,11z io11·i [i.siche, l ' JiJsame cleUa. poZ. 1·rwe, l'Uso delle anni; l' A1·t(qlirwia in t rmipo di 91te1Ta, il Ma,. 11 e,qqiam,en to rl elle 1nac:chi11 e e cin qne d ei sei libri <li Aychitettura militar e fu1·ono 1wev,1 lentemc•nt<~ composti clnl Papa.cino. e a,11dar-ono sotto il ·suo nome: la, 0-eom,el:1-in prat;icri e l ' Ad:-i,qlforia ·in tempo cl-i vace furono composti dal '1' igno1a, : n i-econdo libro df!l · l ' .-'l.1·chitett1.l1'Ci m,ilitcwe, cl1e trattn d ell'i1 Rsa,l ire e difendere for tezze reg,olarL fn eomposto cla, Ig-nnzio Andrea Boz-1/.-olino, mentre gli n,ltri ~l'ra.tta.tì. stampa,ti anonimi, sono il fruttò di una c·or din le colla,borazione dei tre Mnestri suindica ti, e inoltre tli Carlo · Andrrn Rnn11 , profrR)':ore alla Renoln cl' Ar tigli.N·in. uomo 0
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<.li u10lta, fama, nell'arc.llitetturu. dvile, i.cll'aulica e lllili ta,1·e, e fo rse ùe.l conte Angelo Saluzzo, collla,ndante d'artiglieria e autmc, fra l'altro, cli una interessu.11tissima memoria, SnUci natiira dei f1, u,ido elastico ohe si 8Volge lla,lla volvere cli oa1mone) pubbli · ctLta nel 17G9. Particolare menzione quale collaboratore del l'apacino ruei-it,.L i.l Colonnello A11tonio Qua.gli.a, p1·ode soldato e insigne studioso, deguo ra,pp1·ese11ta,11te di un'eroica,, gl.oriosa famiglia possiamo ben di.re dina.stia.. - di artiglieri piemontesi, di cui avremo occasione di riparlal'e a lungo (v. fig. lSu a pa.g. 1019) . Pn1, tutti codesti .:Maestri, la mtLggiore :figura,, dopo quella del Pa,pacino, è ce1·ta,mcnte quella di Gaspare 'l'ignola che a,l la profonda dottrina uni un sicnro senso della for.m a (fu anche verseggiatore tntt'altr·o che di.sprezzabile). l\Ia dò che phì im.porkL, forse ancora, al disopra dei valori individuali , è l' a.mbi.en te di alta, cultura tecnica e scientifica che a '.forino si eri:L venuto e1·ea,ndo, grazie alla, cordiale, disintcrcisi:;Ma, a,ppassiona,ta collaborazione di uorni11i di g1·ande valore, i quali nou fa.ceva110 mai questione di vauitù o cli. torrn1conto personale, wa, <~1-a uo ,111irn,1h solamente cla.l puro, nobilissimo clesi.derio cli servil'e la, Sd<'nza ed il proprio P aese. In ta,l senso b figura del Papacino assume più ·alto 1·ilievo, non solo e nqn ta,nto per· la, spiccata persona.iità., qu;mto perelH~ essa, rn.ppresenta, riassume e i;;imbol eggia un vnsfo e geninle la· voro collettivo . I trattn,ti compiuti o inspirati o voluti dal Pa rmrino d>b(•to ben presto 'va,sta ripercussione ii:i Enropa,. Uscì prima, n el 17G!), il terzo libro clell'A.rchif:ettnra, 1n il ita,re: <~ snbil.o non rnan cò il soli.to pla.gial'io - questa. volta, francese - il quale lo tradusse, spa,c ciandolo come opera propria originale. Nel 1765 apparve YE.csa11u1 dell(I, pol1ie1·e , lavoro, di pi ccola, mole, in due parti, nel quale si rice1~ca. la, forza della polvtm~ <~ le ca.use di tale forza, secondo le esperienze del Robins. Tale opera, del Pa,pacino ebbe 1m successo enorme. Fu tradotta, in tedesco cla.l .Tempclhof - coloirnello di a,ri'ig'lieria, nol:isi-:imo antore clPl Bo1nba,1'diere pri1.s81'.ano - che mette insieme il Robirn;, il Pa.pacino e il Conte Sal 1m1,0, quali massimi fisici dell'<~poca.: in fra,n r:ese da] Conte cli Fla,vigny : in ingleRe da.1 Kellert . -
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Dll•'FUSIO:S I·: Df.:1, 1, E OPEnis 01•:L l'.\ l'.11'1:S:0
Il Corso d·i rnciteniatioa) artiglieria e architettura 1nilitarn
fu a dottato p e1· l'inseg11amento, non solo a, Venezia, ma anche Helle ~c·uole rnilitari <li l'l'ni-· s:i;:L; cioè pr-oprio nel Paese çhe allor a ùettava legge nl mondo per ciò che concerne le di.scip.line milita1·i. : e ba.s ta questo fotto pet dimo 'tr a.re come, anthl~ ill t..1le epoca, l'Ital ia conti nua sse a,d essere ma estra, nel tampo cleJJe scienze. Il volume Dell) uso cZelle anni da, fnoco fu tradotto in francese dal Marchese di. S . .Anha,n , tenen te genel'a.le di q nell' Al'liglieria , il qunle scrisse in p1°oposito : « Farà. senzn, <1nbbio mar aviglia il numero e la Y,ìl'ietà delle m,perienze. èhe si eseguirono con grandi .ipparecchi sopra) ciascuno de~li oggetti presi ad esaminare, il rigo1·e, ln, precisione e l'esatt<'zza. che si impiegnl'ono per harre dai faUi i,icure ed irrevocaholi conseguenze. Nè farà mruo stupore l 'immensità del· le somme che si i-aranno dovute ~pen<lere 11<~1· sì g-tHndi e si dherse ptove. )fa CO!'-Ì vuolsi fal'e pe1· iscopl'irc la ver ità, per sollevnte le scienze e le a r t i ad nn più nito g-1°aclo di perfezio-
')
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·.
11(~ )).
Lo stesso S. Auban nell' A V· 71r·1J(lice au m emoire s111· l es 11ou-
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Ji'ig. 267 - )btt·(· hi na. pei· mi:o;u1·at·o ln lùu:-.ioue d e i g-a~ della 1•o lve r('. iclc~ata clal (-Y~ucral e }.>apn("ino d ' Antoni uet 1765. ()I II SCO d 'A 1·L. di T o ,·1110) .
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ceau.JJ syst è,nes cl)<l1'tilkric scrive <.lel l 'apad110 che << t utto il lllo11<.lo 11c e;ono.sc.:cva la c.:clebl'itù, ; che egli ern giui:itameute 1·ep uta,to il migliore ed il pit'i dotto artigliere cl' Eu1·opa, c.:he le ::;ne ope1:e sop nt l 'arLiglieria e l'al'ChitettunL militare e1·ano pl'emul'o~am.eutc ticctcate dai dotti e dagli uomini di quella ptofcssi.oue >>· .Ll (j cl.icem bi:e 1'7@ il l'apac.;iuo, c;l1 e da, H anni. dirigeva le Be-noie teo1·ic:he, fu nomiuato 1'il-etto1·e Gcne1·ale delle Scuole t-<,o.l'ic.:he e pratiche cli A1·tiglieria,. 1
Fu allora chP egli cfo,cle gli nit.imi toi;chi all.1 l'ifol'ma genel'ale delle Bcuolc. a,lle quali già, aveva apportato prima molte moclifìc:azio11i, rnn11 mano c he l"P!Sl)Cdenz,1 le awva diuwstra.tc ne <·ess:il'ie. Il Comandante d'a.l'tiglie1·ia. 11011 c;onservò il comando sn t utto il pcl'soualc se non qrnrn<lo le Scuole erano chiuse nei clnc mPsi d 'autunno; ncj timanente petiodo t nLti gli allievi ;1d. detti aJle Hc·nol(, teoridw. nffkinli, sottufficiali, cadetti e sol<faJi, fmono pos ti sotto gli 0J·<li11i immediati cd esclnsiYi del Jol'o clil'etto1·e, il <Jllalt c·orn~enò. sotto il co11t1·ollo del }linh:lpro della <,,w1T,~, i.l diritto cli scegliel'e ·gli a llievi o <li conged,11·li . Il co1·so di s tu di p p 1· le Scnolc ì\lili tari di Artig lieritt C' <lel Genio fn diriso in {re rnmi cli <;ni due. <·omuni ngli allievi dE:i tlue ( 'ol']>L c.lm·n,va,no cinque n nni: l' altro ne dni-.ivn (hr <· e, smhl iYidelHlosi., <lin•nirn pa1·tic:olare a c:iasi;nna delle dnc A1·mi; t·omplessintme ntc dunq ue la, clura1'tt dell"inlero <·orso N.l <l i . e{t<~ nmri. N('i C'inqne .rnui cli scuola comun e. il rnc1l·tino <·1·n destina to a 11:li stu di i=:pecnlativi e il clopopnmzo np:li stud i ei-C' lnsiYam cnte rnililn l'i.. l primi comprendeva110 l'n.l'itmetien, l' algebi-a, la p:eometl'ia,, la t1·igo11ornetrin eon l'uso degli struml•nti. la geo<.lp:-:ia. la g-t'omehia dei solidi, le se7,ioni coniche, la s!·n eometria. Passando poi n,lle m,d:cmati.che misf'e, si. ('Ornincinva, c·on la 1rn?CC!L· nirn spec·nlatirn. comp1·C'ncleptc le r<'g-ole g<'nerali delle cliwri=:e i=:pecir cli mo,·imen Ii, cla Ile q un li si. dedncevn la teoria della balistfr,1. La i:.!·n,t ica., l'iclrostn,tica, l'aer omctI·ia rcl i nfìn<· i pl'ittcip1 g-en emli di idrauli ca fon1rnva-110 oggetto delle nitre lezioni. ):el pomerigµ-io ,-i ini=:pg-nayn, agli nlli<'VÌ il disegno, la fo1·ti.fic.1 zione r Pgol:U<" <' il'1'egoln1·e. l'nso delle mine. l'at-tac('O e la <~ifesn <lPlle piar.ze. Aknne <li tnli le;,;ioni c>1·nno clri=:tina tr a far fare clng-li -
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HIOHG.-\::,;1Z%:\ZJ.O::-.-D o g LLA SCUOLA D'.-Un'IGLIEH1A D1 'l'OI:C\Q
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~tllievi l'applicazione delle conoscenze teoriche agli usi prati.c i; .a fale scopo i professori dovevano alternativamente condurli ai.l'Arsenale, alla polveriera, al laboratorio dei bombardieri, alla batteria, della scuola, pratica e infine all'ispezione delle fortificazioni e delle contromine della città e della cittadella cli Torino .. Nei cinque anni impiegati in tali studi, gli allievi subivano .ogni t re mesi degli esami da parte del cliretto1·e delle Scuole, alla presenza dei professori e degli uffici.ali assistenti. Dopo ta,l i esami., e alla fine di ogni annata,.il direttore facevi~ .una tabella dei <;adetti di artiglieria classifica,ndoli, a seconda del loro grado di istr uzione, in quattro categorie : buonissimi, buoni, mediocri, inferiori. A pt~rte si prendeva nota di coloro che, per ma,ncanza {li voca½ione, o per insufficienza di volontà, erano giudicati i1icapaci di seguire con successo la carriera prescelta ; e per costoro ii Re cfava opportuni provvedimenti. Terminati gli studi in comune, il direttore della Scuola €sprimen~ a.I Ministro della Guerra il suo giudizio sugli indivi · dui che egli credeva potessero essere destinati. di preferenza al1' Artiglieria o al Genio, dopo di che si prendeva la determinazione circa, la separazione nelle du~ classi, non senza però aver {:Onsultato anche gli allievi. Ciaseuna delle due classi aveva una propria sala e dei pro fessori particolari. Il mattino era a,ncora destinato agli studi ~peculati.vi, che comprendevano per gli a,rtigHeri quattro tratt.:1ti: l'esttme della polvere da cannonei- l'uso delle armi da fuoco, un tra,t tato dell'artiglieria, pratica in tempo cli pace, e .u n tratt.-~to dell'artiglieria pratica in tempo di guerra; H pomeriggio era dedicato al di.segno relativo all'a,rtiglieria e a,gli appunti su.gli strumenti e gli apparecchi esaminati. Gli allievi assegnati. a,lla classe del geni.o avevano. invece alf-ri corsi; ma si riunivano poi a,glì a,llievi. artiglieri per un corso comune, terminato con la costruzione di un piccolo poligono che serviva, n mostrare sul terreno l'applica.zione del1e nozioni acquisite circa, l'arte di attaccare e di difendere le piazze. In tali esercitazioni, si facevano loro eseguire, in ogni più minuto dettaglio, tutti i doveri rigur~rclanti gli ingegneri, bom hard.ieri, cannonieri, ~mppatori e i minatori in un assedio. La, guam igione cli 'rorino
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forniva, per queste operazioni, dei distaccamenti di fanteria e dii. cavalleria. Durante lo svolgimento delle Scuole di teorhL, gli allievi do veva.no assistere anche ai corsi priLtici, che il nuovo regola.inento metteva, sotto la direzione suprema del colonne1lo comanda nte il H,eggimento cl.i Artiglieria; questi ebbe sotto cli. sè un direttore <~ ~ei ufficiali del Corpo, quali aiutanti direttori. Si aprivano 1f.; le1.,ioni con la costruzione di una ba.tteril:L e si passa,v a poi alla,
Fig. 268 - Accendi esca, conserv ati al :Museo Na7,ionalc d' Ar tìglierin di 'l'orino.
manovra e lLll'esercizio cli tiro del can none, che occupa.va i. quat tro primi mesi di ist ruzione, comuni a t utti i Corpi cl ' Artiglieria,, eccettuate solamente le compagnie dei mi 1rntori e degli opera,i ; quella degli 1,appatori si e!Sercitava nelle funzioni cli eia senna clel.Je squadre destinate ni la vori d'assedio. F,i giungeva poi. alla scuola del morta,io, riservata alla compa,gnia clei bombardieri, ai solda,t i destinati ad entrarvi e al corpo degli allievL Iufine, in un·q-· apposito laboratorio, si. esercitavano i bombardieri . alh1, costrnziMe di fuochi cli a rtificio di ogni i::;pecie. Oonternpora.nea mcntc si istruivano gli a,rtigUeri. circ,t 1' nso, delle ma,cehine. Questa, parte, :fino allora, era stata orga,ni.z1.ftta molto imperfettame nte; solamente per opera clel Papacino ebbe uua a,ppl:icazione logica ecl organiei:1,, stabilita sui principi (!ellete.orie mecca,niche. In sostanza, si può dire dw il I'apaeino si preoccupò cli sviluppare ]a, conosce11z::i, degli allievi, in a rmoniosa corrispond enza tra 1a pa,r te strettamente scic11tifi(:a e qnelht pur,1mente milit,,1,re. Scrive in proposito Prospero Balbo : « Il sistema di que-
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:sCIEi'.\ Z.\ ED E81'1.;!tU::SSZ ..\
ste scuole teoriche e pr,Ltiche e lo spirito di ern nhtzio.ue ed il. genio della vera filosofia, che quindi ne sursno e l'a,pidameute si propagarono fra i nos tri aHiglierì, va.lse1·0 ad accoppiare mirttbHmcnte i solidi vantaggi. dell<~ isti.tnzioni scolastiche con quelli delle accademie scieutifiche; irnpercìocchè, non paghi i professo1·i di _rimettere in tero agli. aHievi ìl deposi to di. clottri11a loro consegnato, si affaticarono con vdo zelo ad accr escerlo e sempre cli m,,Lno in mano lo lasci.arono ai successori arricchito (Fassa.i : a t talchè le ricerche di huou accol'do intraprese, am.i. ,1 bnon termine portate da molti di questi. uomini dotti, possono a bu on diritto pa ragonarsi coi lavori di una vera accademia, qna lc fu quella del Cimento, che tutta i.n comune attendesse allo scoprimento del vero )). Non è i l caso di snffcnn,1rci su tutte Je interessa,nti esperie1rne conipiute allora fL Torino :sott o l'alta dil'ezione del Papacino, anzit utto perchè occnperebber·o uno spazio eccessivo, ed in secondo lnogo perchè, se abbiamo accennato per sommi capi ai grnndi progressi scientifici, la n<Ltnra stessa, della nostra Storia, non ci concede cli inclugia.re qui in urrn descrizione ana,l itica clf!i medesimi. N on hio locns . Qua-lehe , C(~nno se ne clar.ìL nel pa. ragrafo riguarda,n tc la parte tceJ1ic:a,. i\fa ci sono a,l cuni pu nti che è necessario metkre in r ilievo. Prospero Balbo nena pre½iosa << VittL del cavalier cl' Anto11 i » ~tabilisee una, specie di albero genea,logico scienti:6co, per cui ii Papaeino si congiunge in linen, retta col Galil ei. Infatti egli ebbe a m,1estro Giuseppe Ignazio Bertola, il quale a sua Yolta aveva a ppreso t utte le disdpline scienti.fiche del padre adottivo Antonio Bertola. Que8ti era sta.to discepolo di Donato Rossetti, filosofo toscano chimnnto alla Corte di 'l'orino da Carlo Emamrnle II per insegna,1·vi matemat i.cn e scienze militari (egli inventò un sn_o sistemn. cli .fortifi.cazione a. r 01;osoio) . Ora, il Rossetti era stato a,Hievo del Bol'eJ1i, ·e questi del Castelli, che fu cfo,cepolo cli Galileo. Evidentemente tale derivazione non ha se non un carattere di cnriosità, mentre, assai più che curioso, è notevole e significativo m1 fLltro fatto mesBo in rilievo clal Balbo, cioè come il Re ed il Governo piemon tesi. in a.perto contrasto con la tendenza -
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allora doruinante cli tenere segreti i frutti tlegli studi e delle ricerche, non esita ·8ero a renderli di pubblica l'agione. Sci-ivc in proposito il nostro autOl'c: « 01·t1i scgui.tel'ò ::L rifel'il'e come nel uuovo i-eg110 veHi:ssero in luce le altre opere eleruenliui che corupo11gono il descritto corso di studi. :Kell"arte della guena, come in quelle del tnlilico e del governo, solevasi a,ltrc volte pel' ogni dove procedere con certi rispetti cli gelosia, e di mistero, dte per lo pl'ogres:so delle umane cognizio11i hanno poi cominciato a s<.:emare d'assai. A questi proba,bilrueute si debbe attribuire che non fossero prim,L stampati tutti gli scritti che dett::Lvau si nelle scnole cl'arLiglieria. Per altro convi.en dire che il ministro dal quale esse scuole dipendevano, cioè il conte Giambattista Bogiuo, uomo senza, dubbio supe1'iore a molti va,ni riguardi, non invidiasse agli stl·anieri n profitto che poten.n trarre da' nost1·i studi, poi.cliè a,nr,i aveva non solo permessa ma favorita la st:uupa dc' due lfrri sovra accennati, fra' quali l'Esame della volr<>re è opera feconda cli pratiche e nuove consegnenr,e; a.ccon<:iamente gill(licando di servir molto bene i11 t.11 modo all'onOl'e della nazione, e procac ciandole così un vantaggio assai più l'eale, che non la nrna pretensione di potersi noi mantenere, ei-;clusi,amente ad og11·a1tro Stato, soli possessoti de' buoni metodi, i qunli a lungo nuda.re non è fattibile che restino sempre :,cgreti 1 ed a 1fronde se possono convertirsi a 11ostro danno in mnn cle' nemici. possono ezianclio seryire a, nostro pro i.n mano degli allea t i. Oltre · di che conviene riflettere che l'a.rtc della g u<'l'l'l'l,, avendo per mira cli restituir l 'equilibrio tra -fo1·ze disegu ali, quanto più si migliora, tanto più serve a mantenere, o ristabilire la pace, unico fine che poss,L giustiffrn.re l'u:50 dell'armi. Q,uei:.te <:onsiderazioni operarnlo nelJ 'animo dell'augusto nostro Sovrano, l'i.ndus~ero ad ordina re, sin <.l:Ll principio del suo governo, C'he fossero dati alla stampa aJcuni. trfittati del D' Antoni. i quali còrreano pericolo di venire divu lg-ati con minore 1·iputar,ione, e::.{sendone già, spar se Je copi.e nelle mani di tanti alli evi, d1e nelle seno.le gli avevano scritti. Diede la spinta all'urcennatH cl eliùerazione la richiesta che ne fece prima d'ogni altra la Corte cli Francia nel 1773. I inperciocchè fra gli a rtiglieri Pranzesi essendo inso1·ti n que' tempi gravissimi. dispareri. intorno a diversi oggetti che -
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Fig. 26!) - Uniforme por il Reggimento d'Artiglieria nel 1758.
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si agitaNano con grande animosità, e somm,t essendo l.1 l'iputa· zione della uostra. a,l'tiglieria, cre::;ciu ta eziandio pel saggio pub· blica,to degli st udi <.:.te vi. si fa11110; il rni.11istro della guerr,1, pe1· avel'e .u11 sentimen to del pari a u torevole ed imparzil:Lle, fece doma,udu,l'e alla nostra Go1·te una copia, di quegli scritti, che vJ.lessero a de<.:idere le opinioni contestate : e con molta ra· gione fu qui creduto più oppo1-tu110 e pi ù ouorevole partito il mau darli stampati. Fatte pubbliche in tale occasi.one 1c Istit'li· :doni fisico-m,eccan·i che e F tly'tiglierin prat'ica, furono a,mbedue quest'opere tradotte in franzese >>. Ancora una volta l 'Italia, non ~olo si ,u,side arbitra, pacifica ed autorevole, .n elle grandi controversie della cultura, ma dà al mondo un ma-gnifico esempio di generositi'L intellettuale.
Fra i 'l'rnttati del Papadno, i due più importanti sono certamente quelli Sttll' Esa,1ne · della polvere e suWUso delle arm.i da fuoco). ma di tutti si può ··d ire che hanno un alto interesse storico e scientifico. Per di.mostrm·e quale 1nflue11za essi esercitassero in t utta Europa,, basta. riferire ciò che scrive il Denina,, nel terzo volume delle sue Vicende della, lette1·atu,1·a, intorno a,ll'ammira7,ione che le opere del Papacino suscita,ntno in Germania,, allora 1naestra alle genti di arte militare (e si noti ehe il Denina, viveva a. Berli.no e p:1 1'1 :rrn per dil'(~(la. espe1·iernm pe1·sonale): « I tratta.ti del signor cavalier J)' Antoui. si leggono qni, e servono di testo ai prof:.e. ssori d'a,rtigli.eria, per insegnarla ai giovani uffizia-li, e f utul'i uffizia.Ji, e non solo ai p1·ofcssori prin ci.· pianti, ma ai pi.ù a nziani, e più d1e settuagen::i:ri; e i più stinm ti e avanzati nel mestiere, autori anch'essi cli somigli.anti (orat.· t,1.ti, fanno p nre gran conto delle opere pubblicate dal direttore delle Scuole milHari di 'l'orino,. anche preschiclendo ' dal irrado ~ mili.tare. che egH tien~ così <legna,1rn~n te, ma pel solp titolo di Direttore delle Scnole cFA\·tigHeria, e nntoré di qne' libri)) . Ma qui ci conviene, contro il' ·i,ostro desiderio, a,mmaiHate 1<~ vele. Il Papacino ebbe l'incnrieo di istrni.re n ell<~ scienze milita,ri il Prin cipe di Piemonte, i D11chi del Ohi::ihlese, cli Aost a, d el 11:fonfcrrn,!'o, del Gni <~vei;;I:' rcl il conte di i\'l oria-na : ed è note· vole il fo t to che ad istruttore generale (nllora, si clicevn ajo) di -
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ta,l i Principi fosse prescelto un alt1·0 ufficia,le d'a1·tiglieria, Casi.miro Gabaleone conte di Salmom·, no tissimo a,ppunto come a,r · -tigliere in Italia, ed in Germa,nia, dove militò durante ht guerra ,(lei sette anni, e più tardi nominato Gran Mastro e Oomand.,rnte ,del Corpo Reale di Artiglieria e Governatore di '1:orino. Uome si è detto, il Pa,pa,cino godeva di fama, univer-sa,le . « A tutti doveva essere noto il suo nome, posciachè vecleasi p<ir provtt ,che qualunque capitasse in Torino, facendo professione di dot· .trina, militare, non ma,ncava subito di cercare del celebratissi· mo direttore delle nostre Scuole di Artiglieria, e lmMJava di :secolui abboecarsi e conferire a, lungo, come volle fare più volte ;l Principe Eredita.rio di Brunswik. Nè conversando a voce o corrispondendo per lettera, :ru mai trovato mi.nore di quanto portasse h1 fama : onde veniva, sovente onorato da uomini sommi ,d'a,l tri paesi, e ricercato del · suo parere, come ne fa testimoJ1iaJ1½a il earteggio che'egli ebbe col Saint·Auba,n e col TempelJ10f, eol Quartier :.Vfostro Genernhc\ Nicolai, Capo cli un reggimento cli in·tiglieria, di Virtembcr.ga, e con gli 1ngegnel'i veneti, uomini dottissimi, Lornia, SaHmbeni e De1anges >>. Nominato Colonnello nel 1771, Maggior Generale nel 1780, al la morte del Conte Birago di Borgaro che era succeduto al De Vincenti , fu crca,to, nel 17S3, Oomancla,n te generale del Corpo -(1' .-\.rtiglieri,1, e pochi giorni dopo Gran ·Mastro, pur conti· rJtia.ndo ad essere direttore generale delle Seuole, cosi.ccbè ;-enne ~ radnna,re nelle proprie ma,ni tutti i comandi e tl1tti i poteri eoneernenti ] 'Artiglieria. Vedremo nel pa,r agrafo snccessivo come egli hLseiasse larga impronta della, propria, personalità, anche nelle riforme strd:tarn,ente militari. Qui. abbiam<) voluto tracciare cli tutto tondo la figura di questo gra.nde Artigliere e gra,ncle :Maestro, che fn an<:.he uomo di squisita nobiltà d'animo . Citiamo un'ultima volta il Balbo : << Allorquando fu provveclnto d'una commendrt cle' sa,nti 1~fauri?:io e Lazzaro, che ac· <:,adcle a,l primo d'ottobre l'anno 1779·, dovendo, eom'è l'usanza, giurare cli amministrarla da buon paiclre di famiglia,, non ebbe più pace, vedendosi obùliga,to ad una, sorta, di cure, cui mai non erasi. assuefatto ; nè volle più per niun conto ritener que' ])O· <Ieri, ma, rinunziandoli all'Ordine, e traendo da, questo il solo -
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fitto che a,l lora esigevasi, perdè volontieri la, sicul'czza di a.umentarne notabilmente la rendita. E clovea per· altro rincrescergli siffatto sacri:6.zio, pokhè l 'intero frutto della commenda, siccome della, precedente pensione, era da lui destinato a pa.ssare per ma,n i segrete in sollievo di povere famiglie, non avendo altro limite la sua carità, fuorchè il riguardo di non fomentare l'infing:n·claggine e 'l vizi.o. I soldati, e gli altri da lui dipendenti lo ti·ovarono sempre come padre a.morevole disposto a solleva,l 'li e con nmno liberaJe, e con prudente consiglio, e con ogni sorta di favore, che al buon ordine, alla severa disciplina., a.lla, esatta giustizia non fosse contrario, usando egli sempre antiporre alla pubblica la privata carità. « Questa bella virtù, sopra ogn'altra esaltata cl.a.Ha verace religione, ben mostra, qua,l fosse lo spirito che animava il D' Antoni nell' adempire minuta.mente i doveri e le pratiche cli pietà, lungi ognora tenendosi da qualunque ostentazione, cosicchè po chissimi. seppero che in ciò impiegava ogni giorno un tempo assai notabile, che è pur la cosa la più preziosa che si abbiano gli uomini d'at:fa.ri e di scienze. 1\fa la somma e straordina,ria vigilanza, il regola,tissimo tenor di vita, l'ordine e 'l metodo scru· polosamente osservato in ogni cos::i,, la, privazio.n e assol.u ta de soliti giornali.eri trattenimenti, gli fecero trovar tempo a tanti studi, a tante occupazioni. « Perdocchè oltre a quanto siam finora venuti divisanclo, egli dovea bene spesso trovarsi a consulta e dar pa,r eri, come quando trattavasi non solo d'artiglieria e cli fortifi cazioni, o cli edifizi militari, ma di porti, di ·strade, di canaJi, d'argini, cli misura e distribuzione d'::tcque, cli nuovi provvedimenti. per gli incendi, ed a, .d ir tutto in breve, d'ogni cosa, che pur son tante, nella quale il governo a,bbisognasse cli scienza :fisica e matema-fi c:L L'a,bitudine della fa,ti.ca e 'l fr,1mmezzare continuo, che fa.cea per dovere, degli esercizi del corpo coll'applicazione dello spirito, e la costit uzione ' robusta che avea sortito dalla natura, gli diedero forza a durar lungamente in sì gravi lavori. Ma tuttavia, da questi, aggravato anzichè dall'età , non terminati ancora, gli anni settantatrè, più non ebbe vigor di resistere a breve ma,Ja ttia, che a noi lo tolse n giorno settimo cli dicembre del mille settecento ottantasei, La morte fu pari alla, vita,, tran-
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ALTHI SC1:l'l".f0Hl D ·,\R'l'lGLU:HlA
qnilla: iut1·cpìtla, 1·eligiosa. "Cltimo alto del Yivc1· ~uo, toltine qu e lli di cl'isliana pietà, fu il L.H.:cmrn le polizze segTete de' !Suoi debitor i; ultime parole il protest.u·e, che ne· comandi cla, lui e:scrcit.1 ti 11011 sentivasi reo d'ingiustizia veru uu,. Mesto spettucolo eppur bello ei-a il vede1·c affollati d'attorno al letto, e le vicine camere empiendo, gli al'ligliel'i d'ogni 01·cline piangere amarame nle il 1mtestro, il comlottie1·0, fl padre. Nè furo110 passeggel'e le lc1gTirue: vollero gli nffizia,l i se1·barne la rimembranza con un bu~to che colloca1·ono nelle loto scuole. Ed il Re, <.:lw tanto H\'C n t npprez7,a,Lo il D'Antoni, yolJ e pm dare qualche pubblica tc:--1·imonianzu, cli affetto e ùi stima, ve1·so l' illustre dl'f1111to. Rimanenmo supe1·stiti due f:.Orelle..~1tLoni,1 )fal'ia , ed EUsabett..1, le (111ali ,·i,eansi strettamente in Yillafranca col tenue pi.ttrim.onio fa111i!,!'liarc elle dal fratello 101· si lasciava ~oclere, e cou quegli altri. Rocco1·si ehe dallo fStesso traevano. M1wca,ndo questi e scarsisi-;imi.t essendo l'eredità. che lor tocca;rn, 11ccorse n. f:.Olleva.rle il Ronano . 11sse~11ando lol'o una pe11:.-ione con onore~·olissimo <liR}l:H·l:io dato a' lG di dicembre )) . Abbiamo accennato ad alcuni alti-i scrittori militari delrPpoc·a, quali diretti collabora tori del P apacino : Gaspare 'l'iguola, autol'e dell-' A ·r tiglieria pralicci, Igna7,io Do¼zolino figlio di Andrea, autol'e del Piccolo milor1110, o scienzn delle mine - gencl'ale piemontese segnalatosi alla difesa di Cuneo, A111h·ea Rana cli Susa, Giuseppe Pinto ,·ercellese, il De Yin cr'nti e il conte Saluz~o. ::Ha, vi sono molti altri scritto1·i cli cose militar i degni cli menzione, primo fr11 tutti il leccese Giuseppe l'almieri (1721-39) che giù nominammo nel capitolo precedente. Bg1i in verità non si. occupò in particolar modo di Artiglieria, amd si clic hfarò semp1·e scettico per quanto riguarda. l'efficien7,a delle armi da fuoco, ma nelle sue Riflessioni critiche snWarte della gue1Tc1,, e specialmt>JLte nel pl'imo Yolume. i.n .cui dà cenni storici chial'i e concisi sug-li autori <:he trattarono dell'arte aeJla guerra e sul metodo per ~tuclin rli, espose c1·itel'i e pensieri talvolta originalissimi, che in parte possono es. ere applicati an che all'Artiglieria. Giu:::eppe N icolis cli Robilant, appartenente alla gi-ande famiglia pa.tri½i a piemon tese il cui nome ritorna cos'ì ~pesso nf.'lla -
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1700 · 1 i'U:!
storia militare, compose un ·opera il ,nililare istruito n en·arte clellu guel"l'a,) in cui si occupa, sopi-a.Lutto dì fortifi.ca,zioni, p1·opo · 11cntlo due nuovi sistemi. (la cu i acutezza foce clii-e al Papacino c~scre il Ilobilant, il solo che, col Hana, onorasse rarte for i if.c,, toria dello scorcio del liOOJ, 1m.1, dà, auehe massime genetali eoncernenli la tatti.ca, 11011 senztL frequenti i-iferirnenti all' Artiglieria,. Scrisse particolarme11te (li A1·1 iglieria, il colonnello GiuH<'J)pe l>lllacq, savoiardo, nfffoiale dell'esen;ito piemon.tese, tLll· to1·e di un interessante volume: 'l'hé:orie '11011ve lle swr le , nécanisme cte fcwtillerie; diviso in tre patti. La pl'ima vei-te Sur le nié· cn11isnie clo la pouclre, la se(:011da, Sm· los vro·i éelfo-ns, la tetza 811r lcL zw1·c11ssio11 el le m.éeanismc cln poin fo me11l. 11 Dulacq fu <l<'finito allora il « Gribeanvnl italiano»: cer to la sua ope1·a è, l-Wie11tific.1mcnte e praticamente, notevole. Il colonnello piewoutei-;t.. D ' Eml>ser, elle fn cornandan1.e del Co1·po d Al'tigliel'i,t nel 17:n. laseiò un Viz io11ario istrnltivo cli tntto èe 1'01J1Je nppcirtxm e11ti aW, 11·iiglie-rilt, manoscritto cli 4-34 pngiue, i.ruportan te per le nozioni esatte d1c dà del materinle cli gut•na del la prima met~ de l se>colo XY1II. rn alll'o colonuello pi(.. mon1.P:--e, Antonio Quaglia, già nowi11ato, co mpose llll pregt•voli.~si111.o volume inti.tol,a to: Oisog11i cl'og11i sorta de Oan11011i et .lfortari con tutte le pera ·e; stru me11ti et, uti_qh ap71arte11 c1tf'i all'_lrti,r;Tieria; conie anco le Piante, A}zate et l'nrfili cii tutte lo ,jlfr,cli i11 e) Edifizy et OnZegn-i 1,eccswry p e1· 7(( meclellla: è corredato di :310 tavole uiticlt... istr uttive,
assai inte1·essanti. Spn.µ;11010 di ol'igine
11 1,i
ptemontc.:se ed ufficiale di ai·tiglie-
rin nelrcsercito piemonte. e è il )farchese De Silva. autol'c cli dlW
Yolumi : P ensieri sulla strateyia e la tattica e R;iffessioni su.i
71rri9ù1cUzi milita1·i.
Venezia,11i sono Sigii-mo1Hlo 1\ ll>erghetti. giù citato nel Capitolo pi-cc·edente. della grande dinastia dei fonditori e bomba r di(..1·i. che scrive UlJJsanrn dei- 7)om.71isti e lei 110vn a,1'tiglie1·ia, ,z:e1"1t'Jfri e i;;i qna,lifica (ht sè << novae artilleriac invento1• ll; Leonardo ~nlimbrni. ingegnere ed in~egnante di matematica, ultimo gern•rale (lclla Rl pn bblicn (li Yener.i.1. n u tore di nnn Ta.ttica e di 1
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""'I Fig. 270 - Colonnello d '.\ rliglirria Gi11l'<'ìlll<' Dulal'(J. Si distinse nelle Campag 11e cl' l.tn li n dal 1,:1:: :il 1,..is. l'nlJIJìic-ì> i11ten)ss:111ti opere d'artiglieria.
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1750 - 1792 Opuscoli di rrometrìci e balistica,j e Andrea }fa.salo e Gaetano Mal'za,g aglia,, pme citati nel Ca,p . VI. Bonrnno l..., Filippo Galli che uell<~ sue I stru2·ion i militari trntta anche di Al'! igliel'i,t; e parmcns<~ Domenico Baldi, nella cui opel',L lstr11 .? io11i e precetti mfiita1·i non v'è di interessante, appnnto, se 1101t qualche cmfosità sulle bocche cfa fuoco. Napo letano è Vito UaraYclli, professore della Reale Accademi..t ::\filital'c di ~n,po1i, au tore cli. Elementi clelF .t11·tiglierici (1773) di cui si è pm·lato nt~l 12° parngrafo del sesto Ca,pitolo, n el qm,le si è pmc fa t.to ecn110 degli esperime11ti s ui proi etti cilindrici del p1·of. Vincenzo Polizzy . Uomini illustri idea1·0110 per l'esercito napoletano, in quest'epoca. nuovi. mer,r,i di pel'fe7,ion.uuento. Nicolò di Martino arup1iò il suo c01·so di matematica quando fu creata ] 'Aceaclemia pe1· gl'ingegncti (J754), e ::;cris1-<e dotti tru.ttati suJla téori.a delle mine, sulla misura delle Yolie e s111l'a1·chitettura militare R ai. mondo di Sangro P .d ndpe di San Se\"ero, filosofo , nelle Jlsielte scoperte assai noto, im,egna rn ai vari Corpi facoltativi ed a t uUi. gli altri dell 'esercitò e<.;ccllenti solnr.ioni sopra nuovi metodi di fo1·tificazio11c e ruiglioi·amenti pel' la costruziope l' nmpiego delle divel'se nr-mi e delle ca1·i cbe relative. ; Per citare tutti gli scrittori d'Artiglieria del Settc<:enlo, compreudendo anche quelli le c ui opere useirono n ell'ultimo dc· ccn nio o agli albol'i del secolo XIX, ricorderemo ancora a Napoli il Masti·omatiei che, nel 1783, pubbli cò un t.rn.t-tato Dello, fisi on e clellci oh·i1nica, 11ecessarfa, all,.A'l'l ighe·l'ia; 1:>i, tro Afan de Rhera, che lkenr,iò all e f::tampe, in Me::,tina, nel 179~, uno studio sulle manovre di forza e sul movimento delle macchine d'arUglieria; l'Almte Assenrnnni, che lesse nel 1 01, all' 4ccaclemh~ delle Scienze di ~apoli. una memoria sulla polvere cl:\ cannone e l 'uso di essa in guerra; Ga etano Alfaro che lasc-iò nel 1803 un manoscritto, dal titolo: Sl1·01no11to 1·1-ird(mi atico 21e·1· vuntrtl'O i pezzi e mortai.
Ginseppe Novi, in unn, notevole B ·r<j tJe noli.zirt di tnl H11i 11'W · 110SCl'ifti co11 cerne11ti le cirtir;liel'ie italiane, ci tn poi unn .lfiscellci-11 eci di arti.rJlierio JJer sc1·'liirn d·i ni11to di 11um1oria ftfJl'i 11ffioictli cld Corpo R ea l e dr>ll f' d1ir' F!icili<', coclice composto ncl 1802 e cor-
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L'.-\1:'l'TGLTEHU PIEl\fO~'i'!•:s c
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~E T.LA S!•;( ' ():',;i):\ ;\[ET.Ì. DE L
i';ECOLO
reclato lfa tavole, in cui sono descritte le bocche da, fnoco nr~poJetane, francesi, a ustria,che e inglesi tlelFepoca. Nel complesso però , in questo seco)o, il Piemonte, non ~olo continth~ ad essere, fra tutti gU Sta.ti Italia,ui, quello che ha meglio organizzato il proprio Esercito e quindi a,nche l '.A rtigli.eria : ma diviene ,wchc il tenti-o intcllettua-le più import·ante, per {utto ciò che riguarda l'arte e ·1a, scienztt militare. Segue, a qualche distan½a., il 1·egno cli. :Yapoli, dove l ' Accademi.a Militare, inaugurata nel 1787 (e divenuta poi il Collegio M:ilita,r e della N nnzia tell a), costitui~ce n sua, volta un buon focolare di cultura .
3.
Sucessivi riordinamenti dell'A rt iglieria piemontese, attuati da Carlo Emanuele III e da Vittorio Amedeo III - La relazione della Commissione dopo un de cennale lavoro: documento importante che rivela come l'Artiglieria piemontese dell'epoca, per progressi tecnici e organizzaz ione, non fosse inferiore a quella delle grandi Potenze vicine , tanto più forti e ricche - Le riforme del 1775 e de l 1783: il Corpo Reale di Artiglieria - Le bandiere e le uniformi.
N'el ca,pitolo precedente abbiamo visto come, nel 1750, fosse nominata una Commissione inearica,ta di fare speciali studi e formula,re proposte per il riordinamento dell'Ar tiglieria, speciaJ.mente riguardo ai calibri ed al peso del cann one. Nel 1760, cioè dopo 10 anni cli lavoro, la Commissione presentava Ja propria rela,zione, ]a quale va però inquadrata nella nuova sistemazione da,ta a.ll'eserci.to da, Oa,rlo Emi:muele H l. R.ealizza,ti gli scopi immedi ati propostisi, conquistata, una sicura fa.ma di buon condot tiero, desideroso di alleviare le 1ìna,117,e in debolite da, tanti anni di guerra, Carlo Emanuele, dopo il tra,tta,to di Aqnisgra,na , svolge un a politica, di pace e diminuisce ,111che le spese militari, che nel 1752 vengono fissa te i.n sette mi . li oni e 923 mila lire. L'esercito, che d urante la, guer ra ammon t:wa a 50 mila, uomini. viene ridotto a circa 30.000 . - 1277 -
lì50 - 11l:Jj
In <;ompcn so p cl'ò i l R e, l:Oil u11 complesso cli is:bggie di&poi-izio11i. frutto della l 1111ga esperic11za bellica, proVYedc a dare a tale esc1·cito, pure 1·itlotto di 11urncro, lu, massima effici enza, in modo clH poter11e tranc nn q11 asi u g uale r endimento . f'el' quanto cònccrne l'Ari iglieua, vediamo ma.n mano le succtssiYe l'iformc. Nel 17;1J è cosl,itnita - o ìtl'e a quell a esistente 111111 J1 uov,L cornpag11ia mina tori clic, pul' <~si'.endo addetta a i la\'"Ol'i nelle rni11ic1·e dello Stato, ha l' obbìigo di servire L.c\..rtigli.eria .<Jnnndo sht 11ec:essario : .questa compagJJia, origi1mria mcnte di {iO nomini. cycscer,ì rnan mano fino a 2ilO, per essere poi sop p1·essa 11el 1, G '. Nel 17:52 gli ingegneri w 11 go11 0 11110vantc11te staccati d a ll'Artiglie1·ia e fo1'11w110 1111 Corpo a patte. Comcmpor,n1eamcnte vi ene continuata, la cosltuziouc dell'edificio dell ' Al'se11ale e la, fahbl'icnzione delle arm i l'icevc un 11n0Yo ])Prfezio11amento . DelIP n1ri <' t1·a8fo1·uwzioni e pel'fezion11 rnent i clell 'A r~ena l e abbia m o gLì. clHto un quadr o sinteUco nel ra pitolo precedente. Hinund ,uno q11indi a spulciare notizie e particolal'i - pm· non privi di i ntc1·esse - nei diversi mandati di paga men to, <;onsel'Va ti n,gli Ano.ivi cli Stato di Torino, couce1·ncn ti i suceessivi lavori p ~i- l' ampliamento ed il p Prfezionamento della fal>brica g1:a n clio~n . Alb stes::;a epocn rimo11 ta l'if';l;i t uzione dell 'Artigl ieria, d i battaglione. P oicliè ]!'I-ancia r cl Austria - cioè le dne Potenze con c ni il Pi e111onte è in continuo Mnta tto - h anno battaglioni dotati. <li batt-cl'i e p1·oprie, eh e i:iono q nincli in co ndizione di de· cisa superiorH,ì di fronte a battaglioni pl'ivi cli c·i1,nno11i, Carlo E man li<' le p1·ovvecle a 1'imecliu,1'e a tale i nfcrioritù, d ella, propria. .Fanteri a,. asseg-nancl o ad og-ni battaglione ùue pi ccoli pezzi por hmti palla cli quattro libbrf' . T ali pe7,zi, c~he esigono 1wr la mallO'U,t cla, sei a, sette uomini , e da cprn,ttro a ci nque~ muli p er il tn1spo1· Lo (natura lm ente an che cl eg-li affu sti), in Lempo d i p ace sono t f'nn ti nel le piazzeforti, clon_. Rervono per l ' ,1<1dest1·amento dei solda,ti del presi dio, sotto la direzion e degli. ,wtiglieri iv i. ~ta nziati , i qnali. sono H,n ch e incal'i cati d i ,11nmaestrare i gran_a ti eri nel getto clellf:: granale.
Ln Comrnii-1-1ion e però, n<'lla tehizion e present:1.t.1 il 20 aprile
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LJOPEHA DELLA C0li)1ISS101'J•; PEU
17GO, si mostra poco favorevole a codesta riforma. 'l1ale relazione si occupa del calibro più vantaggioso, della fondita dei pezzi , della lega dei meta.Ui, delle misu re e proporzioni delle diff eren t,i armi e delle prove a cui qneste devono venire sottoposte priwn d i essere accetta.te; e co· stituisce nel complesso, come dicemmo, un documento di gra,nde importmrna che dimostra come l'Artiglieria piemontese, assai inferiore di n umero a quella delle grandi Potenze vicine, le eguagliasse e, sotto certi aspetti, le sopravanzasse per ciò che riguar· da i progressi tecnici e l'organizzazi.one . Si a,dottano quattro calibri, clu 4, da 8, da, 16 e cla 32 libbre; e si stabili.sce che tutti gli altri calibri debbano essere definitivamente aboliti. I n campagna, devono forma,rsi. << bt"igate >> cli cin que pezzi corti da unire alla Ca.~ valleria. Ogni. brigata si divide in tre scaglioni: nel primo stanno i pezzi coi ca,r ri o muli por· tamunizioni; il secondo, con altre munizioni, s ta con la, riserva, generale clell' Armata, mentre il ter7,o, pure con munizioni, sta con le colonne dei carri. Tre car ri con ponti volanti sono assegnati al primo scaglione ecl un equipaggio da, ponte è assegnato a.il' A rmata. Un ufficia.le d'ar ti.g1ie· -
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r.' ARTlGl'.iE[UA
l I
J:' ig . 271 ~ Un ma.g uifico canuone plu· rno11tcse : S1r!Jitl«.
1750 - 1792
ria , ad.eletto ad ogni quartier generale, dirige il complesso del servizio nelle relative unità,. Indipendentemente da.g li studi della Commissione. in questo periodo si progettano molti importanti perfezionamenti nel tipo delle artiglierie: fra gli altri - oltre al cannone « cUsgi.un to )) eh cui già, si è fatto cenno - quello del caporale Francesco ,Tenner che inventa, un sistema, di cann one di :ferro battuto, con l'anima, J'igafa, cli nn calibro cli libbre l e 1/ 4; quello del sottoten(-mte Doi-ia, Del Mar che costruisce un « organo doppio », specie cli mi.tragliera. costituita d,t 30 ca,11ne di carabina, caricantisi dalla culatta e disposte in cl ue onlini su di un piccolo affusto ; quello di un certo A.ntou Maria <Juri.ar,i.o, il quale propone un meccanismo con cui sostiene di poter sparare GO colpi a.11'01·,1 (ma gli esperimen ti riescono assai male) ; quello del capita1:i.o De Buttet il qua.le fabbl'ica un pezzo che fnuzio na come cannone e come obice, ecc. Di questo ma,teriale riparl eremo al pnrngrafo 4, illustrando i pezzi conservati al l\foseo Naziona,l e cFArtiglieria di Torino . Nel 1773 muore Carlo Emanuele III e gli succede Vittorio Amedeo III, il q_ua,le si affretta ad esautorare l 'ormai onnipotente Ministro Bogino, togliendogli tntte le ca,r iche e specialmente la, direzione delle eose della guerra, che cla trent'anni gli era stata affidata. Il Pinelli, nella. sua Sto1"ia 111,ildcwe del Pie1nonte, sostiene che una delle cause della, destituzione del Hogino fosse l' ostili.tà del vecchio Ministro coì1t ro le innovaziorii che il giovane ~fonarca ·voleva introdurre nell' esercito, innovar,ioni rese necessarie dal radicale ca,mbiamento della tattica, e, in parte, anche della strntegia,, apporta to da Pederico II cli Prussia,. F atto sta che giù, nell'anno appresso, nelF ag:osto 1774, P Artiglieria, come tutte le altre Armi., subisce un n'uovo ordinamento, che verrà però lèg·alizza.to solta,nto con decreto in data 1° aprile 1775. Definitivamente fissa,ta la forza, dell'esercito in 30 mila, uomini in tempo di pace e 45 mila in tempo cli guerra. e stabiliti in numero di dodici i « Ha.ttaglioni provincia.li)). si ebbero a11che 500 « artiglieri provinciali. )), e fu a.llora che, appunto per distin-
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J:IFOI: i\J.\ VELL'AHTIGLlli:H! ,\ PIE)lOXTESE SEL
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177;';
guei-e tale Artiglieri.a da, quella di ordinna:,za, questa prese il nome di « Corpo Reale cl' Artigli.eria )), che comprendeva l'artiglieria propl'iamente detto ed il cc Corpo dell'Artiglieria dei Battaglioni )), costitnito da.gli elementi di Artiglieria assegnati alla Fanteria,. Nell'opuscolo cc Ji'orma.zione del Corvo d' A1·t,i glie1'ia )), preziosa fonte di infonna1,ioni, si. legge a pagina XXII .: cc Distinguendosi per modo il Regg.to .A.rtig.a per le militari discipline e per i progressi. della sciem,a e per la lodevole emulazione che c'era tra i membri che la componevano, S. ·M. si degnò cli accordargli il 27 i:Lgosto ]'onorevole titolo di. Corpo Reale d ' Artiglieria, e a.l Colonnello De-Vincenti quello cli. Capo del medesimo. cc Nel 1775 l'ArtigHeria cli S. ì\1. ricevette la seguente nuova for-ma distinguendola in due Corpi separati, cioè : 1-0) la Compagnia, franca di Sardegna, cli. 85 uomini, sempre dipendente dal Corpo Hea,l e ancorchè dal medesimo separata; 2~) il Corpo J-{eale di oH uomini ripitrtiti in 8 lmtta,glioni di qwittro com· pa,g nie ca,dnno e lo Stato l\faggiore; 3°) l'Artiglieria ,eletta, di battagl ion e, di 331 uorninj, scelti sui 12 battaglioni d'Infanteria <· d1ia.ma1;i Oi:t1111oniei-i di Bat taglion<p. Ogni Reggimento somministra.va, cinque Ba,ssi Utlidali e vehti soldati. li. quali, continuando ad essere a,rruolati nel rispettivo Regg.to, servivano come fantaccin i allorchè non agivano in qualità di .Artigliere; portaYano le divise clel loro l'ispettivo Hegg.to, ma con veste e ca.lz(~ l>len invece che biftnche, qna.ndo servivano presso gli arti·;,i;,· g]ieri ecc. )). Dell e 12 Compagnie che formavi:mo'· X:,intero Corpo, ott o eJ ano di cannonieri, 111-itt di. bombisti., un,_a è1T: lllÌllatori; una, di zappatori, e una. cli maestr anze. ' · . Al Corpo reale cli Artiglieria facevano inolfrè. capò gli a,l · lievi della Scuola, che erano circa una cinquantina,, e la. Cornpag1iia franca di Sa1·degna,, che, con1e vedemmo, era succeduta a,l battaglione di a,rtig1iel'ia costituito in Si.dli.a da Vittorio Amedeo II, e che ebbe per Ja p1·ima volta dei minatori, d.e i bomba,r · dieri e degli. opera.i. Il Corpo Rea.le aveva; l'inca.ri.co di attacc.are e difendere le fòrtezze: da e'3so dipendeva,n o i pezzi da campagna più pesanti, -
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Fig. 272 - Vittorio Amedeo III di Savoia.
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LA RIFOU::IIA DEL
1783
da 8 o da 16 li bbre. ll Bra11caccio afferma che « fn insomma un' artiglieria da, fortezz,l, >>: noi la diremmo piuttosto da posizione. n Co1·po di Artiglieria dei Battaglioni, comandato da UH Generale che non dipendeva dal Gran Mastro del Corpo Reale, era co1µposto da ufficiaH e sottufficiali tratti dal Corpo reale stesso e da soldati provenienti. dai l:(~ggimenti di ·fanteria, e disloc,1ti presso tutte le b1-igate dell'esereito per il servizio dell'a.rtiglieri::t da ca,mpa1gna, cioè dei pezzi dn. 4 libbre che combattevano insieme con la Fanteria. ComplesRivamente questo Corpo dispoueva di 330 uomini, divisi in tre reparti. Esso era, formato da, tanti plotoni (con 4 pezzi ) qnante erano le brigate, suddivisi a loro volta in tanti mezzi plotoni., uno per ogni reggimento. rl'ale ordinamento r:weva - come quasi tutte le cose <li questo mondo. - dei pregi- e·d(~i. difetti; ma: i secondi erano cli grnn lnnga superiori ai primi : sopratutto, il fatto che il Generale corn11,r1dante del Corpo d:Ar.tigli.eri:1 dei battaglioni fosse indipendente dal Corpo Reale d'Artiglieria determinava tutti gli inconvenienti che sogliono derivare dalla duplicità, del Comando. Si rendeva, necessaria, una nuova. riforma che fu studiata dal Papati.no fJ' Antoni - nominato provvisoriamente Gra,n Mastro il 9 gennaio 1783 - e cp.c~ enkò in vigore il l3 dicembre dello stesso anno .. Con tale riforma i due Corpi cessavano di essere distinti, cioè gli artigli~ri di lm.ttaglione furono incorpora.ti nelle compagnie del Corpo Reale, il <Jnale Corpo costituì una brigata, di cni fu modificato l'organico. Mentre prima, come si è visto, le compagnie di maestranz.1 e cli mi;natori facevano parte integl'ale del Corpo Reale, ora ne vennero avulse; ma il numero complessivo delle compagnie ' contiuuò ad essere di 12, perchè si crea,rono dm! nuove compagnie cannonieri. In sostanza si ebbero ancora. tre battaglionil ognuno composto di uno Stato Maggiore f.' cli 4 compagni.e di 88 uomini ciascuna, divise in tr~ squadre. Dne fra tali battaglioni erano interamente composti di cannonieri, cioè contavano complessivamente otto compa,gnie cannonieri; il terzo fn formato da due compa,gnie cannonieri, una, di znppatori e una di bombisti. f'on qnc1;;t:a riforma si previde un piede di pace ed un piede di guem-1: la differenza consistè in un ra,fforzarnento dei quadri, ~
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Fig. 2i3 · Luogotenente Gener~le Din:igo di B6rgaro, Comandante del Corpo d ' Artiglierià · nel 1781.
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Fig. 2i-1 - Conte Brigadiere Angelo Saluzzo, Comandante del Corpo cl' Ar tiglit~ria nel l i90.
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•pei- cui la l.n·igala , c he i11 pace co11tava 113:3 uomuu, i n gnena '.u e aveva 14:i7 ai tpiali si <loveva110 aggiuugere 264 a.rLi.gliel'i provinciali d1e, in calSO di mobilirnzionc, venivano l'ipa,rtiti fra, ,l e compt1gnic del Uo1·po l'ea,le, nelle qnali fol'ma va no una 11u.nta squadr a.. Qne~ti artiglieri 1n·oviuciali venivtLllO tutti dai r eggime11 t i delle p1·ovincie, ad ecceàone di quelli di .Nizzn,, de l Genevesc e della. ìHorhrna, percltè t1·oppo lontani dalla C'::1pila.le, e cli qlwlli di :K o-rara e 'l'ortona, perdtè non ernno fonuati col i,;istemtL del 1·ecl11tame11to. E~si c·o11ven iva110 pp1· venti gion1i, ogni an110, a Tol'ino, per le ese1·eitazioni. Jnfine si istilufrono, in quest'epoca, dei plotoni di carn10uier i a1u,iliari iu t utti. i 1·cggimenti cli fanteria, con l'iucal'ico lli rimpiazzai-e i cannonieri di ba.ttaglione nel serMzio dell\u'iigli.el'ia dtL campag11a al seguito d elle brigate: e la loro l'innione an 1111ale per gli esercizi fu fissata n Torino , Al essanchia e U11 ueo, tL second a del1a sede dei 1·egghnenti.
In qucslo pel'ioclo, nella c·aric:a di G1·an )lastro dPl l'.A.l'tigli.el'ia Piemontese si succedono i ~egnenti ge11erali: <.ht.l 1735 (;ionrn Fra11cr~wo P alla vidni, 11H11·thei-P della F 1·a bosa; nel l7ù2 il conte 'l'ommaso .lgnazio Villa; nel 1771 Uiov,rn Battista Cacherano cli Bricherasio (C'olui che, corn<' Yed.ern,no 11el ca.pitolo 'precedente, aveva sùaragliato i Frnncesi all' As ·ietta); uel 1774 il marchese Alessa11d1·0 J>oria d i Giri<~; 1wl 17S7 Oa.simil'o Git· baleone cli Sahnonr, il quale si eta già distinto c:ome stuclioi-:o. icle<1,nclo 11novo rnatel'iale cl' Ai-liglierhl. di cui pal'lereruo più n,anti. Il 8a lmom· rimase in <;ari ca fino a IL'invasio11e fra ncese. Kel Comando del Co1·po <.l' Artigliel'ia , al Col.lo ] >r VincP11ti snc<'edo110, man mano, 1wl 1781 il lnogolenen te g·enel':Llc Bh'ag-o di Hotgaro: nel 17f.:a il Juogol·enentP g<'ne1·,1le J>apacino D'Antoni; nel J7~1i il hrng-otenentP g·e1rnrale [gnazio Bozzolin o. Kel 1787 il Salmour, Gl'an Mastro, liene a nche, interinalmente, la e:u·i ca (li Oo1t1a1Hla ntc> del Corpo; 111'.L nel 1788 vi(~ne nominato il colonnello Scarampi, subito i-ostituito cl.al colonnello R n.vkllio, u, cni sn ccP<l<·. 1wl 17!10. il bl'ig-ad iere A.np:efo Saluzzo e poi, Hel 1796, il eolonncllo dc l1utkt. dC'l qnnlP fii p11rl,1 in
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co;11 ~f!SSIOXE
pi;;r: L .-\ POLYEBE
questo stesso ca pit olo iL proposito del ma.te1:iale d'artiglieria cfo., lui inventato . Intanto si provvedeva a perfozionare i sistemi di fab bric,1zion e clell1t polvere da can11one. Già nel 1774 era apparsa mu1, nnova, ordinanza , la, quale fissava, norme preeise c.irca il sistema cou c ui clovevrtno essere ditette le polveriere. Nel 1782 Re Vii torio Amedeo I II costituì una Commissione per esaminare la, qualHà della, polvere cla guerra e curarne il miglioramento . Figura.vano in tale Commissione i più bei nomi della cultura e del patriziato piemon tese : il I'ap,:Lci no, il SaJ.11zzo ed il Rohilnnt per la, pa rte scien tific,1, ; il conte Rossi di Ternengo, controllore ger, erale, ed il conte Bira,go di Borga,ro per la parte arnministra,t iva, : vi partecipa,rono inoltre artiglier i di grado inferiore quali il Maggiore Ratti e H Capitano Gra:ffion . .Scrive in proposito Ferdinando Pinelli nella Ston·a militare <lel Piem,o nte : << Molte fmono le esperienze fa tte s ul modo di e:-:egui~ le varie chimieh'e operazioni rn~cessarie alla confezione clella polvere, e sembra, che molto divisi ezia ndio fossero i par eri, pcrchè vedo che i11 mm S(-;duta tenuta il 17 dicembre 1'782, +) presieduta daJ rnini stl'o clelJa, guerra, mentre la, maggioranza caclcle d'accordo s nll'adotta,rc il sist<~ma proposto dal Ratti pel r a.:ffiua.mento del salnitro, il conte Sa,l uzzo non solo si astenn e dal firm a r qnelJa, decisione, ma eon una lnnga ed eJa,boeata n ota, rimessa, al signor minir.;;tro, esponeva. le ragion i pot<~ntissime d 1e a ciò lo indussero . Non spetta, ~L me decidere chi in sì gra,ye m ,1 teria portasse miglior giudizio; solo dirò a ver io nota,to manca,re a <ruellH, decisione a nche la, :firma, del d' An toni che :1veva in quel tempo dati mol ti pareri scrit ti s u tn,li qu estioni , e che e1·a certame11 te poi uno dei n"tembd del c011gresso più competenti nella, mate1'fa, che iLgita vasi. Q.nalun que poi fosse la miglior sentenzn, sta· per·ò sernpr(~ che per cu'r·a, del Re venne la pol Yere da guerra sensibilmente migliora,ta nell' esercito s11bnlpino ». Su progetto del Colonnello Antonio Quaglia, veniva costruito il polveri:ficio di Borgo Dora che fu uno dei più perfezionati del · Fepoc:-1, vero e proprio esempio di logiea, costrozionc e sisteurnzione. Nel l7SG, n uova riforma, del Corpo Reale fl' Artiglieria,, che -
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f u IJOl'talo alht forza cli. mw, bl'igata cli 4 battaglioni. La bl"igata si compOF;C di 16 compagnie cannonieri, cioè J bnttaglioni, più /4 altre compagnie di specialisti, assegnate una per battaglione: il primo ebbe la, compagnia, bornbtsti, il secondo le maeslTa,nze, il tei-zo gli z11ppatod. cd il quarto i. minalo1·i .. La, forza totale della bl"igata fn di 1827 uomini che, uniti ai 288 canuonied ausiliati, formarono, in terupo di. gue1·ra, un Corpo complessho cli 2115 artig'lieri. . Yedl'emo nel capi tolo i:;ncccssivo come, sotto la rafficn. dei c·onfli.tti pro,·ocati. dalla Hivob1zio11e francese e clal Yolo napoh~oni.co, il C01·po cl'Attigli.eria. eonti nuasse a modificarsi. In qnesto periodo l'Al'iigli.el'i.a, fn dotatn, di due nnove ban diere. cioè di una colonnella ècl u11a, ba1ndiera d 'ordinanza., del nnovo modello adottato da Vittol'i o Amedeo III nel 1776. Brco come è dcsc1·ita, la prima ne ll a già <:itMa. opcm del OoloniH>llo Rangoni l\facchiavelii : « QuacJrata, di m. 1.34 (forse fra.ngia,ta d'o1·0) co11 bordo e fia mme filettate ,l'oro, bordrn:a azznrra . Ogni lato er:1 freginto cli quattro nodi di Savoi::L e di tl'e rosette d 'a.rgentq :1 di1;<.:o l'Osso :1venti. al/ centl'o n n pnnto d'argento . Rosette simili ai qua,ttto a.ngoli del braccio . Una croce bi.a,nca dividev:i l'interno in quattro campi: I e IV azzmro 1.;hiar ,) con finmme nere ; JI e III neri. con fia,mme azzurre parten ti. dèigli angoli. Al centi·o una g:rancl.e a,quil a cli neto rivolta a sinistl·a cli chi gua.t·da, lingua,ta cli 1·osso, coH accenno di :filettatm·,1, oro pe1· le penne, coronaht , aunatn ed imbeccata, d'oro, la. coronì:L foderata cli po1·por11. L'aquila er·it caricata in cuore da uno scudo barocco d'oro con uno stemma di rosso alla ctoce cli bianco. Rotto l 'aquila figuravano dne cann oni incroci.a,ti d' oro, opra cui poggiavano le zam.pc dell 'a.quila . L'asta era lun ga, due metd e settanta, e copert.:1, di velluto r osso, <:on tre file cli borc:hiette d' ottone fissate in Ii11ca vcrtìc,~lc. Cravatm cl.i nastro azzurro cli un metro di lunghezza,, con due fiocchi. e cordoni file t tati. cli ::;eta nem ccl azzuna., intersecati di fili d'oro. La freccia d'ottone a fo1·ma di pera. Nel centro della lancia figurava un elmo piumato dietro cui si inc1·ociava110 due scimitarre cli fo1·ma ba,ro0ca,, due lanci.e ecl in a,l to due trombe, il tutto a, t rnforo ». -
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b'ig . 27;:i - « Colonn.e lla » del Corpo Reale cl ' Artiglieri a (1776).
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Ed ecco la seconda, eioè la ba,ndi.era d'ordinanza, qnale si conserva nell' Armcrht H.eale di Torino: « Aveva bordo bianco, solcato cli nastro azzurro onclato, di cm. 7, appuntato a,i qua:ttro a,ngoli verso Pinterno, .mentre .ai qua,ttro centri rispondenti ai bracci della croce era a,ppuntato aH'esterno. Il drappo ern listato d'oro cli mm . 20 esternamente, ed internamente fino ai limiti della croce. L'interno contcmuto in questo bordo era cliviso in 1pu:1ittro ca,mpi. da un a croce bianca, : il primo ed il quarto era,no di fondo H,zzurro chinro con fiamme nere; il secondo e terzo neri con fiamme azzurro -chiare; le fiamme erano filettate él.'oro. Il centro era occupitto da una bomba, di ferro ansante, sotto la quale éra,no incrociati due pezzi cli cannoni dorati, cou fiamme uscenti cla.11a bocca. 'l'ranne la fa.scia ondata sovr,lppoHta, a,pp1ica.ta, ai clne lati del dra,ppo, che era di seta, tutto il resto era, dipinto H, colori pme dai due lati, meno la, bomba ed i caunoni elle erano dipinti sul solo lato clel braccio a destra delFasta,. P1·obabilmente i cannoni erano allacciati da un nastro d'oro . Asta, freccia, cravatte e nastri eome nella Colon nella,. ]l drappo bianco era. qu~tdra,to, cli. m . 1,84 di lato)). L'uniforme fu rnodifica,fo due volte per tutte le truppe: nel 1774 e nel 1784. La riforma, del 1774 riguarda.va spccìa,l mente la disposizione dei_ còlori. Il ginstacorpo prese il nome di ab'ito e fu azzurro per tutti, la, veste e i pantaloni f m'Oll<> bianchi con uose nere tid alte fino al ginocehio, __ il cappello bicorno a, falde rialzate. Il eolore del1e rivolte, delle manopole, del colletto e della, fodera (eome è noto, era appunto il. colore di tali elementi dell'uniforme, oltre alla disposizione dei bottoni, che servivtL a distinguere i viui (;orpi) per il Corpo Reale d'Artiglieria fu nero, con fodera ~izzurra,. L' Artiglie1·ia di Bat±ag:lione ebbe pnrc divisa a,zzurra,, m,t con le mostreggiatme del colore dei reggimenti a,i quali. era, a,d· eletta. Nel 1784 si ritoccò speci.a,l mente la forma cli Lutte le divise : le falde posteriori f nrono lunghe tanto da, giungere a quattro dtta da,lla, piega.tura, del ginocchio; i bottoni doveva.no potersi abbottona.re t ntti, meno i tre più bassi. Gli artiglieri che ave-
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F ig. 276 - R:rncliHn « d 'or clinnrnm )) per il Corpo Renle cl' Artig lieria (177G).
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Flg. 277 - Uniforme di Dflkiale d' Artiglieria nel 1775.
F ig . 278 - Un:for me clel 1780.
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vano colletto 11ero ebbero crn vlltta, rosstL, mentre la, fodera ebbe colore giallo. · Nel complesso l'rniHorwe degli artiglieri piemontesi - natmalm ente appa:ri)';cente seco11 do l'nso dei tempi - era però elegante e, pur 11ella Frna vii-;tosìtà, molto diguitostL <:! corretta .
4.
Artiglierie e fonditori del secolo XVIII - Bocche da fuoco conservate nel Museo di Torino - Cannoni piemontesi da muro e da campagna dei fonditori Bianco e Cebi ano - Il materiale speciale da montagn-a - I cannoni genovesi di Giacomo e Luig-i Rocca - Artig l ierie toscane, romane e pan~1e11si - Artigl ierie napoletane e siciliane.
:\fon abbiamo giudicata logica 1rntt distinzione fra .le bocd1e du fuoco della prima metà, e <J.Uelle della seconda metà clel secolo XVIII, pcrchè non ci può essere e ·non c'è una Jinea. cli demarcazione esatta rn~i perfezionamenti man mano· conseguiti. In _linea generale l:!i osserva come le hocehe da fuoco tencìa,1to a.d ttlleggerirsi, si spoglino degli iJ1utHi :fregi, si e.ostruiscano più .razionalmente. Si introducono la sa.J,;1; di ferro con boccole di ghisa,, vite cli puntamento ag'li a,f fusti, palle a ca.1·tocdo, scatole a mitrnglia, oltre a molti altri perfezionamenti n egli affusti, negli attrezzi, nei congegni di mira, eec. Ma la parte teenica verrà ampiamente trattata, .ne] seguente pa,ragrafo. Qui ci limiteremo ad esamirw,rc insieme tutti i ca.nJ1oni i taliani clel see. XVIII conservati nel Museo Nazionale cl' Artiglieria di Torino. I e.annoni piemontesi da unn·o é da campagna sono 12: a somiglianza dei fra,ncesi del tipo Vallière, sono forinat'i cli tre tronchi, sepa,rati da una fascia a :fregi e da una modanatura. Ve ne sono di due modelli, uno _anteriore a,l 17GO e l'a.lt.ro adottato in quell'anno, i. quali all'esterno 1 e specialmente negli orna,ti, presentano qualche differenza. 'l'utti però hanno sulltL volata. il nome de1la bocca da fuoco, lo stemma del Gran Mastro ed 1m motto; sulla culatta reca.no lo stemma reale; e sul plinto il no-
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Fig. 279 - il Leggero. Quarto ùi cannone piemontese da 1G, da muro, cli bronzo, gettato da G. il. Cebrano nel 1757. Oltre allo stemma del ~farchese Pallavid~1i di Frabosa, Gran Mastro, reca, sulla culatta, lo stemma antico dei Savoia, contornato dal Collare dell'Annunziata. In volata il motto: Ulti.ma ratio Reg,iitn.
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JHc del fond itore c·on la daf·a di fusione, ed in quelli getta ti sotto il regno fli. Vittorio Amedeo H a.1tche il monogn i,uuna del Re. J. fonditori furono dapprima Giambattista Ceb1·ano, suo :figlio F1·anccsco Antonio ed il nipote Gb1mbaW.sta : venn ero poi Ales:-;n ndro 13ia,n co, il fì.glio Oi11como A ntonio ecl il ni pote Fta11ccsco.
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Fig. 282 - Il cnunouc T.,a Valette, iucarnlc::ito sn affusto
ctwallctto.
La !-;Cric di q upste bocche da fno<:o comincia coi cannoni << San, « Adalon ldo >) ed « Ogliash·o n, fnsi da Giambattista. Oe1>1·:1110 negli anni 171:i. 17:!4, l7'.:!G sotto il Grnn ì\fastro coutc Ann i ba le )fa ffei , e portano. a ricordo dell 'assuuzione di Yitt orio A med eo lI al t1·0110 cli Ricilfa,. il motto : .:let11 eo nova fitlmi:na 1·e!J'i. Snl c:rnnouc « il C11pone )). gettato nel 1739 cla P rancesco Antonio Cebrano, essendo Gra n Mastr o il Marchese Seyssel cl'Aix. il motto è : Parcrnt ha ec f117mina 71aC'r'111,. Il« Leggero )> e iJ « Oa,t ill o )), gettn t i. i.l p1·imo da Giambattista Celmrno nel 17m. il secondo da Ales~nndro Ri~nco 1wl 17:'i9. pol'tano il motto Ultima ~;i ita
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ratfo regimi : mo tto conserviLto in seguito sino all'epoca della
dominazione francese. I ca11noni « Ici:1,ro )) e << I uda)) furono gettati da Giacomo Antonio Bianco nel 1773-74 sotto il Gran Mastro conte Oacherano di Bricherasio, il vincitore dell' Assietta; e il << Sanguina,r io )) clallo stesso Bia,nco , nel 1788, sotto il Gran
Fig. 283 - Afl'u1,to piewontese ùn montagna detto
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collo cl' oca >>.
l\ifastro Casimiro Gaba.leone di Salmour. Vi è anche un cannone « Africa ))1 fuso nel 1787, che <,lnra.nte il dominio frtLnc;_ese veime; mediante tornitura, ridotto alJe forme del materiale dell'a,nno XL Nel capitolo precedente si è gitL parlato - pnr espon •:mdo irnparzia,l mente fl,nche le opinioni discorda,nti - del vanto del1' Artiglieria piemontese di essere sta,ta la prima a studiare e ,1dot tare un materiale speciale da, montagna; tale primat o sembrerebbe confermato cl.a un album che si conserv1.L neJla, biblioteca del Duca di Genova, disegnato a ma,no nel 1750, ove sono rap-
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Alr!'lGLIElUE DI NUOVA IKVENZIONE
presentati i materiali che allora erano in senizio. Vi fi.gu1•:mo, tra gli. altr-i, un affusto a cavalletto ecl ua cannone di ferro rigato, a retrocarica,. Il Museo possiede un campione di entrambi. Sull'affusto è incava,lca.to un c:mnone da 4 libbre, modello 1760, a, 11omc << La, Vttlettc )), fuso da Francesco Bianco.
Fig. 284 - Mitragliatrice piemontese a 30 canne, detta Orgcmo.
In tel'csRn,n te è il ca n11one di ferro inventato dal caporale }'i-ancesco Jenner, di cui. si è parlato e di cui si parlerà ancora 11el paragn1Jo dedicato alla parte tecnica. Esso è solcato da righe · nel elica ed è a retrocarica eon chiusura a vite; lanciava una palla, sferica di piombo da, lG on ce. L'inventore lo propose nel J ,H t~ lo costru ì nella fucina di Valdocco. L'esemplare del :Museo <'· incavalcato su di un affusto costruito dall'Arsenale secondo ; disegni dell'album suindicato. Durante la guerra, della succes-
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sione d'Austria, si. formarono due o tre batterie cli tali boecùe da fuoco, che furo110 impiegate nelle campagne degli anni 1'ì4G-4S . Vi è inoltre un affusto "<< a co ll o cl'oea·)). eh~ venne a,nconi impi.ega.to nelle guerre c·o11tTo lit Hepubblicn franc-eRe. pPr in ca"(oalcarvi smerigli.
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Pig. 285 ~) ~ _o rtnreLto piemontese da Sc•.;nali clel secolo XVIII.
' Notevole la mitragliatrice piemontese detta 01·gcmo ) a, 30 c:wne, presentata al Congresso d'Artiglieria, nel 175i5, dall'ufficiale del ·corpo Benedetto Dorfa, del Mar, ma non adottata. Negli anni 177G-f:J furono eseguiti., con tale «organo>), degli esperimenti . che di.eclero risulta ti a,bb::ista,nza soddisfacenti.. Queili del 1779 vennero eseguiti, alla Veneria , a lh1 presenr,a di Vittorio Amedeo III e dei Principi : in 9' minuti si fecero 12 scariche alla dista,nza, di 3GO metri, ponendo il GO % clei è olpi in un bersaglio di rn. 9 x 3. La Repubblica cli Genova figura, con 4 bocche da fnoco clì bellissimo lavoro, dovute ai fonditori' Giacomo e Luigi Rocca. Sono di Giacomo i due mezzi.cannoni. gettati nel 1706 e ·l710: sul primo campeggi.a in culatta, lo stemma di Genova,, sorretto da -
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due schiavi incatenati; la volata, porta su di uno svolazzo il motto Di7>ertas. Il finim.en to di culatta del secondo ra,ppresenta. la testa galeatù di un guerriero; la volttta,, ·ornata, cli foglie cli a,c::~nto, reca, su di uno svolazzo il motto &ve et virf;itt e om,11fr1.. Sulh1: cula,tta. <~ s:.;olpi.to lo stemma, dei Doria. Luigi R occa è l'a.ntore dc~gli a,ltri clue, fusi entrambi nel l'i 47, che per forma sono a,naJop;hi a.i precedenti. Il primo ha per finimento di. culatta il busto di Vincenzo Giustiniani nrnrehcse
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. F ig. 287 - Il mezzo cannone toscano Atrox.
di Bussa.no e porta in culatta lo stemma del1a, repubblica e in volata quello della famiglia Giust.iniani; il secondo è pure assai h iteressan te per il suo 'finimento, che è il bnsto cli S . Caterina, Fieschi : questi due pezzi furono giù, de::,;eritti e riprodotti nel capitolo preecdcntc, nel pa.r-agmfo dedicato alle artiglierie liguri .
Nel gl'Uppo d~lle a,rtiglierie toscane ve ne sono, due, 1111 fal cone ed un morta.io petriere , gettati sotto il regno dell' ultimo dei Medici, il Granduca Gian Ga,s tone, da,l fonditore fior·entino Andrea iVforeni negli anni 1.724 e 1730. Il falcone è un lavo1·0 pregevolissimo, di belle fonne e di squisita esecuzione : lo abbiamo riprodotto n el capitolo 1wececlente. Alt.re sei bocche da fuo co furono fuse clai figli del p1·edetto Andrea. ìVIoreni , fra il 173~) e il 174fi. :-:otto il regno del primo dei -
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Lorern~si, il Granduc·a P1·aneesco III, svoso di Mal'ia 'l'ete~a d'Anstl'ia, divenuto poi l'imperatùl'e Francesco J. Tqtte portniw lo stemma del nuovo Granduca e sono, artisticamente, fra, i più interess,rnti ca,nuoni del Museo. Un mezzo cannone di bron zo da libbre :fiorentine 300 circa, calibro mm. 152, nella t;ella se;hecl,L r·.ompil,tta clallu direzione del Museo è definito « un <·~polavoro dei fratem Uoreui >>. Esso è 1·icchissimo di orna.menti costilniti da eleganti fogliami e fregi e festoni cli trofei militari.
Fig. 280 - Cannone petrier~ a braga, da nave. (Museo cl' Artiglieria).
Il carn1on e a Home << Atrox >> ccl il falcone a nome « vVanen » banno nel mezzo n focone con uno scodellino a conchiglfa e canaletto coutornato da corniceUa per la sementella della polvere. Roma e H Dnc,1to di Parma sono rappresentati, rispettivamente, d,t una sola bocca. cla fuoco ciascuno : la prima da ,u n obice da 14 libbre di pietra, che porta. gli . stemmi del Ponte fice Pio YI e cli ::\fon~ignor· R.nffo; il secoudo da un sacl'o - di modello francese - fuso nel 17136. Numerose sono le artiglierie dei Borboni cli ~apoli e delle due Sicilie : complessivamente 21. Quelle gettate in Napoli, sin o al 1763, isono del fonditore Gerolamo Castronovo, mentre q uell~ fnse a Palermo sono di Vincenzo e Francesco Castronovo : tut~ -
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AUTIGLmnrn: UEGLT .\LTJ:I ST.\1'1 !'.l':\LI..\ X!
presentano le carattestiche del sistema, francese Vallière. Pregevoli da.I lato storico e da quello artistico sono i mezzi cannoni che hanno nome « I~l Brveno )) et << El Tiraclor )), che portano scolpito lo stemma, reale ed il motto B01·va,t,11mi Impe1·i u-1n; lo stesso motto che si trova sui e.annoni <<Pantera>) ecl <<Asia)) ,· fusi nel 1745. Sono i più antichi cannoni su cui fignri, attorno a,llo stemma, la, collana dell'Ordine di S. Gennaro, isti.tuito nel 1738 da Re Carlo III. Bellissimi sono due mortai, simili di forma ma diversi di. calibro, fusi nel 1749 e 1758, e ornati dello stemma dei Borboni; nn terzo m{n·taio, cH forma analoga, porta invece l 'aquila bicipite eon. f:iJ)a<fa e :--cettro, caricata. di uno scudo con le iniziHli C . V.L (evide11temente Carlo VI d'A.nstria, R.e di ~a- ' poli da,1 1708 al 1735). R.icordiamo anche un cannone petri.ere a retrocarica a braga., da nave. l~ sonetto da una forcella di ferro eh,~ si impiantava, snllu. murata delle galere. Fu trovato nel porto éli. Napol( l<'rn le artiglierie sidliane, un can . 110ne a nome « l~l Terihlè )), proba bilmente gettato a ricordo della rioccupa.ziorn~ della Sicilia da. parte delJa, Spagna, verme fuso a Palermo' nel 1718. Al Museo di Torino, insieme ai e.annoni, figura.no anche alcuni mortai. !. · L'(( Epulone)) rappresenta il tipo di Fjg-. 290 · .ll cannon e s'ir·iliauo E l Terillle.
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quelli di maggior boccatlll'a; ve ne sono inoltre nove a suola di piccolo calibro (provini), ed uno da montagua .
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Caratteris tiche de lle bocche da fuoco piemontesi ne l secolo XVIII - I ca nnoni d a m ontag n a - Proiettili - Polveri e carich e - Fabbricazione di m ateria le - Mate riale di nuova invenz ione - Il matete riale d'artig lieria del Reg no di Napoli - Il mate riale Oribeauv al - E s pe rienz e e riforme di P apacino d 'Ant oni.
Jfoteriale clel R egno di i"arclegna. - Al materiale in servizio nel Regno cli Snrà eg1w in questo periodo st.orico si è già accenrntl·o. Crediamo opport uno esaminarlo qui 1111 po' più par ti<:olareggiatamente, nnche perchè è da ritenersi che, data la grande difl'usio nc delle ope1·e del P apacino, in cni er ano date le> 11orme per lo st ndio e la coRtr uzionc delle a,1:tiglierie, i. mn.te · riali <.li mol ti altri Sta ti foR ·ero analoghi a quello piemontese. Le bocche del fuoco, in qun n to a genere, era.110 essen zialmente« cam1011i )) dei quattro calibri indicati : 32, 16, S, 4 libbi·c, e di lu nghez:,o;e variabili cl 11: 21 a, 2K ea,libri. (Vedi specchio). I ca.n noni clii 32 e chL 1G era no a,nche chiamati, nel linguaggio or dinario, rispettivamente m ezzo cannone e qiwrto cli cnnnone)· quelli cla 8 <' da 4 erano cleu oroi nati sa,,qri. La, minor· l unghezm assegna ta a,i cannoni cli ma ggi or calibro non permett:ev,1 di ottenere dalla ca l'ica di fazione la nrnssima, vPlocitù di cui questa sarebbe 1>tata ca pace in caunoni cli lunghezza conveniente : ma la misura si imponev1,1 per ragioHi tattiche. perchè la, lunghezza, avrl~bbe avut•> per conRegue11za pesi eccri-::.ivi., e~ per ra,gioni (.e('niche, petchè, con cannoni molto lunghi , si avevano tiri poco aggi ni::ta ti . n cnusa dri maggiori i-batti menti che la palla, subivn . special men te viC'i no alla bocca . Di tni"ti i ealibri ve ne c•ri-Lno di clne specie, rigua,rclo allo spessore delle pa l'eti e quindi al peso. I cannoni pe~anti wrnvano le pareti di spessore 1/] 6 del cali -
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PAH'l'ICOLARf DELLE ARTIGLIERIE Pirnl\10:'.'<TIDSI
bro s11perio1·e u, quello dei cannoni. leggeri. La differenza risponden:t ad una J1ecessiUt tattica: i cannoni pesanti era.no destinati ~ill'armume11to <lelle piazzeforti, intorno ali.e quali si possono svolgel'e c1zioni molto intense ii prolungate, a cui i pezzi di spessore ordinal'io non avrebbero potuto resistere per l'eccesso di ri:,;ealdumento, mentre~ il minor peso di qutsti. ultimi favoriva, h1 loro mobilità. nelle azioni campali, alle quali appunto erano destinati, e che non si prevedevt1110 mai. di lunga, durata. Gli spessori delle pareti ed il pl'ofilo esterno dei cannoni leggeri enwo stati determ ina,tj in ba,se alle pressioni interne che si verifican1110 , colla n1assima delle cari.che impfogate, nei vari punti, e che erano state 1·ic,i,vate speri mentalmente con procecli1rn~nti a cui accenneremo in seguito. La, forma generale esterna, come nel sistema, VtLllière, risultava composta cli 3 tronchi di cono, la volata e due rinforr,i cli culatta,: 1wi pez.z.i pesanti il rinforzo maggiore n.Yeva lo spessore massimo di 1. caJHiru,: e minin:i-o ·di J 5Ì 16; iJ.· secondo. rinforzo rispettivamenh~ di 14/ lG e 13/ lG; ln. volata di 12/ Hi e 8/ lG. J-U la, boeeil però si aveva ·uno speda,le l'infof zo cl<~tto borletto . A questa. forma generale si sovrapponevano i. vari listelli e modanature ornamenta.Ii, e la coda dietro la enla.tta; Je artigli.er~e portavano poi le armi. della Casa Reale in cnlatta, e quelle del Gran Mastro él' Artiglieria. alla, volata. Al centro cli gra,vità, ·erano i::empre npplicate le mf:Lniglie per Je manovre di forza . N<~lle pia,zr,eforti si adoperavano anche cannonJ lunghi, al massimo, umi volta f!d un quarto qnelli ordinari, che si chiama.vano, all'irntica, ao lu,lJri11 e o pez.z i oolubri.11aM. Qnelli. di calibro minore, sa,gri colnb1'h1.a,ti) erano preferiti per sostituire, con risparmio cli mnnfaioni e cli personafo, i cannoni di maggior calibro nei tiri cli clistnrbo <'Ontro htssediant<~. a di.stanze C'Ui non sarehbero stati snffieienti i sagri cli lung-hc zzu. 0rdinaria. Le colubrine cln Hi e da 32 erano inv<~r·e impiegate nc~lle piazzeforti, ed i11 quelle di montagna, spr~cialme11te, per ba.ttere punti di passaggio obbli.gaJi, a distan:r.n molto grande. Vi erano nnd1e cnnnoni corti, nelle fort~1,ze, Jì<~r l'armamento dei fronti di gola, o clelh~ controsc,wpe, in cui la posta1,ione non permetteva rinculo s11flkiente per il caricamento dei 1wzzi ordinari. 0
- rno1 -
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Le bocche da fuoco t·onsidel'ù.te etrrno tutte e.li brornm; ma, ernno p11rc i11 ::-cnizio - esclus ivamen te per l'a,l'ruamenLo delle J)iazzcfotti - caJ1noni cli g hisa da 4, ~ e 1ù libbre che, p et la maggior fragilità ùc I metall o, si facevano pi lÌ eorti e colle pa,l'eti di spesso1·c maggiote di quelli di bl'Onzo . In t11tte queste artiglie1·ie ht c:amera e1·..t cilindl'ica, di diametro ugua le a quello dell'anima, e con fon do piano o semisfel'ico . .ll fo comi. 11ormn lc all'usi::c e l'ic;Lvato in 1111 grano di rame nvvitato od in fonnn di botte (qwwdo e1·a timesso), ·Sboccava in fondo a lla camem. Uli Ol'ecelli o11 i, l'i:spetto all'ass:-! dell'anima, avevano posizio1, e più bnssa, p er evitate i sobba,izi delliL cula tta all'a tto dello sparo : si aYen1 poi semp1·c un notevole preponclcnmte in culatta , e he uci pezzi leggeri Bi r aggiungeva, con un a posizione più ava11 ¼11.l"a drg-li orccc.:hi.oni verso hi l>occa; invece ne1l e artiglierie pe~anti dò non ei-11 p ossibile, pel'Chè tolla Yolalit troppo ,:ort a 11· Yarnpc .n-rebbcrn chLHneggiato I~ cannoniere; questo e1·a. an che nn .:ilt1·0 motivo per dare a <111 esii <:an n oni uno spessore rnaggfore i II cula tb1. I sobbalzi della c ulat ta erano evita t i , sia p e1·chè dii-:tutbanrno il til-o, sia pprch è era stato provato che da, que~ti sobbn lzi dipcndev:rno gh /Sbattimenti o « saltellame11 ti)) del proietto nell'animn , saltellamenti ai qua li si atLrihniva la rot· t 111·a, dell(' itrtiglierie in , olata. 11 « borlctto », o rigonfiamento della, boec.a de] p er,zo, e1·;1 dest-il1a,to appnnto a da,1·<~ maggior r eRistenz.1 co11tro qneste sollecitazioni. Gli atfusti, che in Italia i:;i chiamavano sempl'e casse, per i
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f'nnnoni llon presenb:1 Yano innovazioni notevoli e~ eonse1·v,Lva,no il profilo e la eo nformnione cl..H,i.;ica; salvo uno :-;tudio più accu 1-ato delle cl imeni-:ioni, sempr e determi11ate i11 base :11 calibro delle bocche da fu('.)CO. Le l'OfW i e o <Cffosclw n ernno divergenti ve1·so h coda. Tra, le toscie cr ei sistemati urni cassetta per il trasporto di a.lcnne cari<·he . Le fiasche !-:i ricaYanrno cla nn tavolone lo ng-o J volta e 1/3 il e,:i,nnone, e di 11lh~r.za e spessore proponiona,]i nl calibt'O. La i-:ala etn <li leg1to . le ruot<> aveva110 un diametro cli circa m . 1,50 1w1· il me½zo -cannone . e• p1·oporzio11alm e11lP più piteo]e pe1· i calilwi infodo1·i.
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P .-\ RTI COLA l:J DELLE Af:TIGLIJ.WIE pu;:-ro:'\TE:51
Art'igl ierie eia montagnci.-
Il Pnpncino; nelL:l1·tiglieria pr atica (P . 2", paragr·afo 211), parla di smerigli e di altri e.:.wuonc:iui di tal fa tta, del peso di rubbi 7 i n 9 (K g . 6G - 75), per essel' trasportati clai muli; ma, dice che «il vuntaggio c:he da queste i~r t.igli.erie si ricava, è così meschino, che non merita, in alcun modo l.1. spesa, che far conviene pel mant enimento di siffatti t r aini )). Ed .altroYe (pa ragrafo 2G5) : « Se il teatro della guerra s,1rà, fra i. monti od iu altri luoghi molto imbara,zzati, la, sola Fan te l'ia, basterà per formare l'armata, cui si destineranno. alcuni sagri di Hbbre 4 per esBere ·a n ticipa.tamente situati. in certi posti fortifi cati, ogni qualvolta, si farà, una guentL difensiva, la q 1 1,1le esigerà. simiglia,n ti p 1ù1b <li appoggio. Ma se l'arrnata dov1'ii, agire offensiva men te pe1· mon ti a,l pestri) si presr.:inderà a,tfa,tto dalle artiglierie>>, salvo ca,si. partieolari, come per munire 11nalche punto di appoggio, o per attaccare qualch e impor tante irincert~rnento, qualora le par ticolarità topografiche permettessero la condo tta dei pezzi. Obice dei camz)(ignei. - Era, pure in ser vizio Fobfoe da, carn · pa,g na,, del cali.bro clell(~ palle di. ferro di Jibbre 40 (mm . 170 cir ca), coll'anima lunga 4 calibri e con,~ camera cilindrica di dia · metro 1/ 2 dell 'anima . Lanciava· mitragl ia oppure bomoe; .n ell e fazioni campa.li lo si usi:wa incavalcato sopra un a,ffus to a,nalogo a, quello dei ca,n· noni. JJfortai. - L 'artiglieria, piemontese aveva pure uua serie di mo,r ta;i abbastanza rutmE'l:osa: rnortai petrie1·i del ea libro di: 12 e 10 once (mm. 513 e 430) ; niortai dei bom be di. once '7, 8 (rn.i.llimetri 330) ; dei nie:zze bombe d 'once 5,9 (mm . 24G) ; da · grancite reali di once 3,10 (mm. 166) ; da, .crr(incite a ripa1'0 cli once 2,4 (mm. 100). l'utti q na,nti erano camerati e muniti di un solo orecchione a.J1a cula,tta. La lunghezza, totale risulta.va cli :1 calibri. L'a nima, avevf:~ sempre fondo emisferico. i.n-·cui sboccava la ctunera; questa, erà." di diverse forme - sferica, ellittica, para,bolica, a pera - clie a parità di calibro avevano capaeità diverse, quando crnno riempite di p olvere. La culatta dei mortai. p1·esentava, es l'<~rna,meu te , in gPnere . ln
form a sferica. -
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Gli a.fl',usti (c1.tS.':o1eJ p er i mortai erano tutti a ceppo e 1'icavati eia un unico bl occo di legno, in cui erano incavate 1c scannellai m·e per l' orecchione e le sagomature per la cula tta clel mortaiio. Pro'ietti. - I c:1111noni lanciaYano unicamente la pcilla di gbis,L; gli obici la miti-aglia e le bombe; j mortai le bombe, e, quelli di ma,ggio1· calibro, le pietre. Le palle erano tutte ottenute per f usione; pr esentavano, ri· spetto a,l cr:~libi-o del la, bocca, da. fnoco, il vento di 1/24 del proprio cUameti·o. B òa no tiir e che la mi. urc:L base pe1· la costruzione di tntti i m:1teriali era appun to il diametro tlella, palla di ferro chi, GJ libln·e (Kg. 23,GOO) elle era sta to s tabilito per decreto i,;ovrano ir (j:ll atomi del piede liprauclo (o elip1·ando), equivalenti ,1 mm . 184. Si era, addivenu ti a questa pratica, in ·eonseguenza delle uifferenr.e talo1·a notevoli o di peso t1·a proietti fusi di ugual caJib1'0, o di ealibro in confronto al peso, iu 1·elazio ne al material e impiegato, alle c·ondizioni di fusioue e cli getto .e ce. P e1·ciò fu stabilito di fissa.1·e, pe1· le pail e, le d imensioni e 11011 il peso, per evitar-e inco11venienti nel caricamento, e per poi e r- sta.bi lire nn ,·ento eonvenie11tc e le tollerallze da ammetter si nel diametro dei proietti. D a l diametro delle palle cli ferro da G4, colla :sayouw, ossi,t cou unni costruzione geometrica ideata, pa,r e, dal l'npacino o dal 'fignola , si dcduceva110 i diametri delle pa,lle di calibro m in o1·e 1, maggiore, n onch è il calibro <la da re n.lle a1·tiglierie c-onispon den ti, che ris nltava, come si è <letto, uguale a, 25/24 del diametro della pa,l la; e si ded ucevano pure i pc~i ed i cl ia meti-i di p 1·0ietli cli altri meta,l li , delle carie be con teu u.te in r eci pien h sferici o ci· lindrici, ecc. Grrwate e bombe. - E r a no fa.tte con ghisa, di 1n·ima o ~econda fn~ione; per esse ern, ammesso nn ven to cd una tolforanza, alquanto superiore al vento amme. so per le palle. La cavità sfei-ica er a, a,l qu a,nto ecccntl"icn, in modo di da re all<' p areti uno spessore di 2/ 6 del diamefro al bocchiHo e 3/ (i a,l fondo. a ffinchù ' 1 proietto cadesse sempre a tenn colla spoletta in aHo. cvi tn ncl o l' int-errrmren to ed il m.ancnto sco ppio, e a,n che per aumentare la, r e, istenza e favorir e lo sfondamento di volte, ecc.
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P,.oietU a ·n i·if;1'0!Jlici . - Alle piccole distanze si usava sempn· la mitragli(i) o i u scatola cilindrica di la tta o di cartone con fon delli di legno, contenente pallette, rottami di fcl'l'o, oppure ~otto forma, di proietti n gmpJ)olo cf1i·va,) costituiti, come per i1 pas-
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Fig. 201 - Sngoma dell'artiglieria. Serviva a determinare il diametro di una rrnlla sferica ùl qu alsiasi peso, dato il diametro di una palla di <lulo pe;;o. (D~ II'« Artiglieria Pra ticu i> del D' Autonl) .
• sa to, da pallctte si~tematc orclin;1tamente, in un sacchetto di tela legato ,1d un piatto con asta ;issialc. e tenute in si to mediante una legatura, a l'Cte, di funicell a o cli. ferro . Le scatole erano usa,te specia,.l mcu te per il ffoncb egµ;iarne nto dei f ossi, gli nltl'i proietti nelle fa7,ioni campali, pe1·chè davano min or dispersione alle palJette cd azione efficace a- él ista.n z.1 maggiore. I cartocci a, mitra,g-lia dovevano aYere peso ugna.le i1lle palle del calibro cor 1·jspondc11te, e, secondo le logiche teorie del Pap;1cino, le pallette -
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Angoli delle e!eva7tioni, nelle qzadi .fz debbono porre i cannoni , che cacciano il carwccio di mù.raglia co!Le velocità itzi1iali di piecli 8 60 , e 7 1 6 dafle feguentl diflanfC , fupp~flo l combauemi nelfo {ltijO 0/'l r{Onte.
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POLVERI DELLI:: Al!Tl<; L1I::IUE I'IEMO~TESI
dovevano avere peso tanto maggiore quanto maggiore era la. di· stanza del bersa,glio. Ci.ò porta.va,, naturalmente, ad una compli cazione del muniziona.mento, per la molteplicità dei ca,rtocci a mitraglia, che ogni pezzo doveva portare con sè. Il Papa.cino dà a,nche una tavola di tiro, in cui per ogni peso di pa.Jlette (once 11 3, G e 12) e per le due velocità iniziali più in uso, rn.. 400 è m. 360 al secondo) si dànno le inclinazioni per le varie dista,nze di piedi 300, 600 e J 200 ,(piede lipra,n do m, 0,513). Polvere e car·iche. - I dosamenti in uso per la poi vere erano élue: « oinq·iie, ·u11.o) imo ll, e « sei) imo) ·uno )J. Col primo dosamento la polvere si. faceva in due graniture e cioè: da moschetto) coi grnni abbasta,nza piccoli per poter pa'.ssa,r e per il focone delle armi portatili del tempo, e d(/, ca,nnone) coi, grani di grossezza due o tre volte maggiore. Però questi tipi cli polvere furono poi abbandonati, e rimasero in servizio soltanto le polveri. del secondo dosamento, che erano dette in generale« polveri da guerra ll, e si distinguevano, se(:ondo la granitura, in «ordinaria)), coi gra,ni della grossez:ila di quella da moschetto suaccennata, e (< fina n, coi grani di meti\ grossezza. Per le artiglieri~ si impiegava la polvere da guerra fìna,, in conseguenz::L della, dimi1:uzione della lunghezza delle bocche da fuoco in confronto di quell e precedentemente in servi.zio. ' I perfezionamenti nella fabbricazione della polvere consegni ti in questo periodo non coni:.istono soltanto in una migliore i-;ele:ilione, ra,ffinamento e mescolamento degli ingredienti; si introduce l'operazione della« liscintura, )l, da eseguirsi dopo la gr a ni.tu .m , nelle bott.i girevoli, a.no scopo di eliminare tutte le sca,. hrosit ù, e gli spigoli. vivi elci gnmi, che favorivano la forma,zione di polverino, e<l ottenere quindi maggior regolarit;?i, cli effetti, am)he in conseguen:il,t della, maggior velocità, di infiammazione che si cousegue con questa opern.zione. Con la polvere da guerra, fina si usavano le cariche nelle pro por7,i.oni di peso, rispetto ali.a palla; indica te nel seguente specehio, nel quale sono a.nche riportate le velocità iniziali corrispon denti, insieme ad alcuni da ti sui ca,nnoni.
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Dati principali .<Jlli cam11011i dell1 Artir;lieria cfoZ R egno di 8arcleg11a
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CAll l CHE DE[, LE .\ l(TIOLtEHIE J' H:;:\lO:-i T l·:SI
Le ci,Lriche «11uiss,i1ne >> enwo di impiego ecceziom~le, in omaggio a.i principio di risparmiare per quanto era possibile la bocca· <lar fuoco, e non sottoporla a tormento senr,f:~ necessità; si usavano, per solito, nei tiri di demolizione a grande distanza. Le cal"iche comuuemente usate eraHo quella « 01·dinaria >> e quella << 1n'i11ore )). Lt~ ca.l'ica e< miwima >> si usava, spedalmente nei cannoni corti. Per l'innescamento delle cal'iche incominciò l'uso di intro durre nel focone stoppiui, invece di polvere sciolta ; questo sistem::~ el'a, stimato a,ssai conveniente perchè non clava produzi.one di fumo tale da essere scorte cla,l nemico, che nella guerra d'assedio poteva, prima dell'~1rrivo del colpo, mettersi al riparo; (a questo scopo erano dispoi:;te delle vedette speciali che davano l'avviso ai compagni al momento opportuno) . Come si è già accem~ato, perdurava, ancora il sistema di <:aricare i pezzi colla, cucchia1'a: a volume e non a peso. L'uso della polvel'e i n cartoccio era limitato alle artiglierie da, ca,mpa,gna, ed in questo caso il sacchetto era di lana,. Davanti aUa carica si mettevtLnno stoppaccio di foraggio che doveva essere c::~lcato da du e cannoniel'i con 5 colpi di caka,toio; dopo la palla era d.isposto (~ calcato, ,c on tre colpi cli cakatoio, un altro stoppa,ccio. :.\l'ei th·i rapidi a piccola distam,a si faceva a, meno degli stoppacd. Talvolta, nelle azioni contro masse di uomini non molto profonde, si metteva.no a,nche dne palle, con una carica, ordinaria. · [,'(l,lJlJ r icnzione dei 1nate·ricili. Per il bronzo il Papacino ammette due titoli : J./G oppure 1/S di stagno in confronto al 1·ame. Era prescritto stag-110 di Inghilterra; si usava l'uno o l'altro titoio secondo la ·quali.tà, de{ rame : f/G per il rame :lino e ben depurnto; 1/S per il rame ordinario; si otteneva così un bronzo di sufficiente durezza e tenacità. Si ammetteva talvolta l'aggiunta di piccole quantità. di ottone. faL ghisa· usata per le a,rti.glierie era ghisa d'lnghilterra cli secondo getto, ehe si presenta, abbastanza tenace . Per le spingùr<le il getto si facevn, colJa volata in basso poichè si tendeva in special modo ad ottenere colla compressione una durezza ma,g-
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giore in volata. Natura1mente, per aumentare b compressione, si la,sciava una lungn, rnaterozzf.1, (rn.assellotta) . In genere le artiglie1·ie si gettavano senza n.nimn, massiccie, <> si foravano poi completa,rnen te. Con questo si cerca,v a di evi· tare l'eccentricità e la em·vatura dell'anima, che bene spesso si verificava nei pezzi gettati coll'anima, poichè era assa,i difficile evita.re, 11ella ricottura,, l'incurva,mento dell'ani.ma della, forma . Le artiglierie era.Ho collaudate, per l'rLccetta,zione, con di· versi esami e con prove di resistenza e di tiro. I :metalli erano inhda.lrnente p1~ovati alla durezza con un sistema infrodotto dal Pnpacino, che rappresenta un precursore deffattuale sistema BrinelL La durezza era, cioè, misurata dal volume o dalla p1·ofonditù, dell'incfwo prodotto, sul mefallo cfa est1iminare, cla un punteruolo di punta, conic:1 sul quale si la,sei:wa cadere un peso di 10 li.bbre cla, un'a,l tezza di piedi lli'G (Kg. 3,69 da un'altezza, cli m. 0,60) . Si riscontran1, se l'a,J'tiglieria. era conforme al disegno~ impie ganelo il rigone e la soi11iia. 11 primo serviva tLverificare la posizione dell'asse clell 'animfL e lo spessore delle pa,reti nei vari punti; il secondo. a, rilevare se l 'a,nima era perfettamente cilincll'ica; si adoperava, anche lo ·specchio per rilevare eventuali incavi e risa,11:i, ed un rampino, detto gatto) pel' scoprire le caver·ne e misurarne le dimensioni. Eventuali 'fessul'e o soluzioni di continuità si rileva.vano eolracq1m versf1bt nell'artiglieria disposta verticalmente e com pressa meclia,nte uno stantuffo. Si eseguiva poi una ·prova cli tiro con una ca,rka. che occupa,sse uno spazio non inferiore ii, que1lo della maggior ca,rica di fazio ne, e d.i un:t polvere più potente di q nella adoperata, nor malmente in guel'l'H,, con eleva,zione maggiore della massima con senti.ta cla.Jl'affusto e con palle di piombo o di stagno, per evitare che, in seguito a.cl eventuali inegolarità nel movimento , si producessero incavi neJle pareti. Dopo Ta prova cli tiro si compiY:..-1i un'altra volta, la, prova dell'acqua, per verifica.re l'eventuale presenza di pori; fori o, comunque, soluzioni cli continuità. Le palle si fabbricava.no per. fusione e si collauda.van.o rigna,rdo al diametro con clue anelli, « passa, e non passa)), che dif-
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Ll:J BOCCH1,; DA FUOCO NAP0I,Ii:T.'>N8
ferivauo tra. di loro di 1/ 72 del dia.metro giusto della p,11la,; si esaminava la loro sfericità, la, s nperticie, ehe dovev,:L esser liscia semm promi.He11 ze; .voi si faceva no urtare vi.olentement e le nne colle altre per eliminare quelle che, per difetto di fusione, si fendevano o si rompev,mo. Il Jfote't'inle cl-i ;-1,r ti[Jlieria clol .Regno di Sapoii. - Secondo le not i:de da.te da Vito Oaravelli nel s uo trattato << E le menti di Artiglieri.a )) (v. par agn1fo 2 di questo capitolo), nella,
secondìL metà. del secolo XV.llI era,no in servizio due sistemi di artiglier-ia, uno costrnito << secondo l'antico rnetodo J), comprendente ca11Ho11i di:~ 24, rn, 12 iibl)re per l' artiglieria d 'assedio e da. fortezz,1; l'altro costruito << 1,ecmulo 'il n·uovo 1netodo )) e com prendente cam1 0Hi tfa 24, 12, G e 4 libbre, da, campagna, ed un cannone da 4 libbre<< da wontugne)) . Le artiglierie del rn.ctodo alltico ci-a.no uguali tL quelle del sistema VaHière, sia eome spessore, sia, come lunghezza e camen1.tnra. Le bocche da fuoco del nuovo :metodo enwo molto più corte, di spessore ridoùo. Quelle da carnpugna aveva.no una camera tJ·onco -conica, a fondo quasi sernisfeyieo, e con raccordamento n zona sfel'ica per j canuoui da. 24 e 12, n ei qnali la camera avev..1, diamet1·0 massimo as:sai inferiore a, qnello dell'anima. Il cannome << da rnontag11e )) av<~vn lu, camm:a a pern. e raeeordamento a zoun, sferica.. Questi c,1nnoni del 11 uovo metodo erano in sos1a.nza dei veri e propri obici, spechtlmentc quelli da 24 e 12, che ::iveva.no lm1ghez~m totnlt~, eseluso il bottone, di soli 11 e 14 calibri rispettivamente, inentre qnelli d;1 (; e da 4 era.no lunghi cali bri rn,3 . Lo scopo di qnesta costrm~ione era, essenzialmentt~ . qnello cli co11st~g-uirè una grande legµ:ere z,r,a,. e quin di una, grande rnituovrabilità. élell'artigliel·ir1 da campagna . Era, in sostmu,a, nna a,pplkazione dei principi di Federico II. Gli affusti non si diseosta.va,no molto da,1 tipo Vallière e quilldi da, q11eJli del secolo precedente. P<!r l'in nescmnento delle bocche cla, fnoco si usavano gli l( i.mb11tin'i )) ossii1 Gan nelli. cli lfttta r iempiti di polvere, oltre nat 11rn lrnente agli stoppini ed alle miccie.
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CAHA1'1'EHIS'.l'IC.HE OJ<:L :MATEHIALE G llll.m,\UVAL
I cartocci era.no fatt{ con sacchetti di pergamena o carta 1·eale o saia; ve ne er-ano con palle a tta,ecate ed a,riche senza pàlle. L e ccwatt<jrist;'ioh0 dd 1nateriale (Jrib oa :1,&val. - Un eenno abbastan za esteso merita, anche nei rigua,rdi deU' Artiglieria ita lhrn11 , la, creazione del celebre artigliere francese, per-chè essa r fLppreseuta Ull sistema che più o meno , e non senza molte oppo si.7,i.oni. e controversie, venne seguìto in t utta l'Europa, ad E-:ccezione forse dell'Inghilterra, fino a, parecchi a.uni dopo l'epoèa napoleonica, che l'aveva lasciato i.n r etaggio all,1 Restaurazione. Come gi:à è stato detto, il concetto fo11clamentale del Gribea,uYal fu quello cli crea.re un ma,teriale di.stinto per ciascuno degli impieghi particolari: cfa campagna, d' assedio, cla piazza, da. co. sta, ossht distinto p<~r le vari.e SJJ(1cialità) come diremmo oggi Questo concetto, come si (~ pure giù nota,to,. in embrione era gh\ stato applicato in Piemonte co1l'ado7,i.one dei pezzi leggel'i per il servizio da ca mpagn a , e dei pezzi pesanti per le fortezze; il Gribeauvàl ha esteso e 1perfezi-Onato il sistema. Per l'artiglieria, da campagna furono ddottati 3 cannoni, cl[t 12, da, 8 e da 4 libbre (libbra fi:ancese = Kg. 0,409) rispet tivamente di mm. 117, lOG e S3 di calibro, e lunghi tutti 18 calibri (]nnghe:;r,7,a dell'anima); inoltre un obice da 6 pollici (mrn . 162). :Per l'artiglieria, d'assedio si stabilì. : un cannone (ln. 24 libbre, ed un cannone da, 16 libbre (mm. 155 e mm. 135) con lunghezza d'anima di calibri 23,5 circa; e dei mortai da, 12 e 10 pollici (mm. 325 e mm. 217), rinforzaH rispetto a quelli. dell' epoca precedente, i qnali non r esistàa,no che ad una sessanti.na di colpi. Di qncsti morta,i ve ne furono n c.~mern, cilindrica, e a camcrn, coniea, d(~tti « à la 00111,er )). Qncsti stessi CtHrno1ti scrvivn,110 per la, difesa terrestre e marittima,, ma incavalca ti su speciali. affusti, a,ppositamente studiati. I cannoni aveva.no t nt.ti forma, esterna a tre tronchi di cono , separati cla gradi.ni con fascie rilevate, e r.i.nforzo alht volata,. Gli orna,men ti erano ridotti a.lla. sola, sigla, reale ed i:1,l nome del · l'artiglieria; la culatta terminava. con un semplice cul cli la.mpacla con bottone . Gli orecchioni , di diametro e lunghezza pari ad un calibi-o, ebb<~ro gli zoccoli dP~1i orecchioni, innovn7,ionc im-
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portanHssima, che ragg.i~rngev,1 lo scopo cli tener meglio assestata_la bocca da fuoco nelle orecchioniere, e di (lare, sopratutto, nna inaggi.or superficie di attacco tra gli orecchion i ed il r,orpo del ca,irnone. Co!'Jì gli orc~ceh ioni poterono essere disposti coll'asse
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Fìg. 294 - Cannoni d' assedi.o del s i:stema GribeauYal. (Dal 'Napoléon et Favé).
quasi all'altezza dell'a,sse dell'anima per rendere abbastanza piccola là pressione della culatta, sul co11gegno di mim, che era costituito da una vite cd ei·a, qnin di, rneuo r obnsto dei curn~i fino ù.llora, adopera.ti. -
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L'anima, erit i:amza eamcrn, a foudo piano; il focone pra,ticato fo griHlO di rame avvitato. La cari ca dei cannoni ertL soltanto un terzo del peso della palla, pe~· i can11oni; ma, la, veloeità inizial e risultava la stessa
F ig. 21):i - AJiusi:o per c:1111101ie da c:nupagna da 12, del si srema Gribe<rnva l. (Dal Napoléon et Favé).
di quelle ottenute eon eannoni più lunghi, perchè era sta,to di· minnito il vento. Anche negli. affusti il Gl'ibe,rnval introdusse innovazioni importanti : il congegno di puute1·ia, a, vit(~ (già a,pplfotLt o nei can noni così detti a.lla svedese, ehe ,1rmava,no l 'a,r tiglier.ia, da, batta glione); la sa,l a di ferl.'o : il c'ofanetto cli. coda; le maniglie di testata e di coda; l;1 m,1llovella cli mira. l:\~r quanto riguarda il tra,i no: gli avantreni. colle ruote di diainetro quasi uguale a quelle dell'affusto, <! le « Ol'ecd1ioniere di via ll all'affusto. Il Gribt.:anval aveva inoltre stndi,1to il traino eoi S<~rventi per mezzo di spa,lh.1,e,ei (bricoles), ed il trafoo eon la pr olnnga, ossia eoll'affnsto unito all' avantreno per mezzo di una, f 1rne ,tbbastanza lunga da ]aseia,r e posn,re la coda dell'affusto per terra : questo mez,',() di traino (e,he rimase in uso, come r ipiego, fino alla fine del secolo XIX) si adotta.va per il passa,ggio dei fossi e nelle marcie in ritirata per poter far fuoco e riprendere subito la, marcia, senza perdere tempo a rimettere l 'avantreno. -
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In fatto di ilffusti poi :-ii debbono al Cribeauval quelli cli difesa. alti, a 4 t'note, all o scopo di prrmet tcl'e un gr·andc ginocchiello al pa rapetto. r i;;istenrn 1.i sn cli. un i:,;ott'affusl·o a perno anteriore e con liRcie inclinul·e : e qll(•lli dn costa. ron l 'è,ffnsto
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con sottalft1sto da c-ostn, del sistema Grl beaurnl. (Dal :'.'fapoléon et Fa.vé).
lfig. 206 · Affusto
m.assiccio <' pi ù l>asso giù in uso, m a clispoi-;to sn un sotlnffusto a perno ::mteriol'e c:on 1·otel1e Ln1sver. ali posteriori, che facHi.tav11no moHo il p1mtam(~nto contro he1·sa gli n mal'e, cli solito in mo,·imento ablx1stnnza ,·eloce. Tra le innovazioni. pi.ù importanti del (h-ibeauvnl va srecialrn ente 1·i.corclata hL pl'a tica ador,ionc dell'alzo. Giù, più volte in questa .' 'toria abbiamo accelmato a tale strrnnento . 1wopost•) f! <lescrHto cfa vnri autori ma semp1·(~ gua1·cl ato con di1fol cnza e nrni. prati c..tmeJJte impiegato . Il Gl'iheauval. HonoRtante le aspr P critiche mossegli dai s uoi oppositori - che si appoggia...-ano sopr atutto s ull 'i11 conve11i< nte dc~gli enori di. clirezfone nel caso cli Rhanclamento clcgli 01·Pc-cbioni, osi:;ia di postazione in ter reno iucli.na to Ja1eralm enh~ - appP1rn ebbe le ma ni lihc1·c lo impose senz'altro. L 'alzo del GL'ibeauva.J era costituito da nna larga a. tn ret tilinea, i:;correvole verticalmente 11 el pia.no cli ::;imm.etri rL del ca nnour , lungo k g11i de cli unn scatola fissata sull a cula tta clel meclei;;imo, e fissa bile in ,ade posizioni mediante un a vite di pres0
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PARTI COLA!{! Su ALCU1'E NUOYE I :-VEXZIOXI
sione con gaJì etto, che se1'vivi:t a.nd1e per il maneggio. L'asta, aveva ima testa allarga ta eon nw+ linea, di fede, che insieme eol mfrino, r ilcvn1·o sul rinforzo della vola ta, costituiva la linea, di mirn , e porta va nna gtaduaziorn~lineare (in linee e mezze linee
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Fig. 207 - Obice da 6 polli<:l. Al:r,o del sistema Gribeauval. (Dal Xapoléon et l!'iwé).
del piede di Fn1,ndtt : da O a 18); la, lettma della gr aduazione si face~-a in corrispondenza di. una traversa della si;atola. La gl'adnazione O clava l'aho natm'i:Lle. Pel' l'uRo dell'alzo erano neces sarie delle tavol e di tiro; queste fnrnno redatte dal Lornharcl, per diverse velocità iniziali, e da vano l'alzo corrisponç1ent(~ alle var ie distaHzc Rnperiori tL quelle cli punto in bianco. Materiali specia l i cl-i mwva iu 'ue1wio11 e. - Abbiamo attcnnato p rima n mafe l'i11li ~peciali , di eni diamo qni qual che notizia più particolareggiata, per mettere meglio i11 evi<lenr,a i. concetti che animavano gl'inventori, i quali -~ pnr non avendo pot11to dar forma duratura ai loro ritr.a~'.ati per lo stato arretr ato della tee: nica in confronto con le loro idee_, che ~o lo in segu ito vemwro :l
completa attua,done - sono da. classificarsi fra i precursori. Il cr1,nno11 c i J1 0 ri9a,to a, r etroca'l'ica di Francesco ~Tenner, caporale dcll 11, Guardia, Svizzera, clel Re cli Sa,rckgna, ha, calibro di 38 mm ., e l'a,nima, solcata da sedici righe~ nel eliea. a passo destro , -
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della ptofondità di 2 mm. e tli profilo i:;imile a qnello realizzato ~ulla fine <l<>l XIX i:.ecolo: la p.ntc rigata ò cli 42 ca,libri cli ltmghezza; h1i <·arnera,, <li diametro ng-uale a quella, dell' n,11ima misn1·alo s nl l'on<lo dellt> r ighe, è lnnga cfrc,t H calibl'i cd è chiu sa
Fig. 2(18 • Il cannone J c1111er. I;'inveuzione fu vroposta nel 1.744 e accettata ranno ,-uc·ccssiYo. Nel )747 due batterie di cannoni .Jemier furono mandate :tll'eserélto combattC'nte.
postcrioruwnlc cht 1111 blocco a Yite contirrna con fi lettatm·a sottile e mm1ita di. 1111 l'Obusto <·odolo a sezione qnadra. evidentern<>nte cle:a;tinato all'a,pplicaziOll(.' cli nn,t <,hiave, c·on la qna,lP Ri c·c•1·cava, (li ottene1·e nn conveniente fon:amenfo iniziale per la <;hiusura e1·111etica. Il eirnno11t', di fetro foci.nato, pesan1 c·i l'Ca K~. :iZ; la palla di piombo pe~:w,1 rn oncie (~r. 492) (' si a<lattnva e~;1ttamente nlla, camcrn. L'in cli n,1;,,ione clel C"nnnone <•1·n rlata a m:ì,110, 111;1 l'nff,n,to era -
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l:'AR'.rICOLAllL S U ALCU NE NUOVE Hs\'E::,iZIO::-;I
provvisto di un dispositivo pc1 fì sl':are la bocca. da fuow in una data posizione, per mezzo di un a,rco di feno, col cen tro sugli orecchioni, fissato alla culatta, per mezzo di una, staffa e passante in un in taglio di. una traversa dell'affust·o, alln quale p oteva es-
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L F ig. 299 - Mater iale ideato da Gaba leonc cli Sa lmour. Fu adotta to pe,i· l'artiglieria di battaglione dal 1745 al 1796.
sere fiss1:tto per mer,r,o di nna vite di pressione manovrata cl.a una manovella sporgen te la,teralrnente a destra, dell'affusto . Anche questa è una, idea, a,ffa.tto nnova per l' epoca . .Di un a nalogo· dispositivo per fissar(~ le bocche éla fuoco è provvisto un affu sto dovuto ad nn c·erto Boigeat; mentre un a.ltro affusto, cli Ga,baleone di 81,~lmour, presenta, un tongf!gno di. eleva.1,ione a due dentiere a,rcuatc ingranate in due rocchetti montati su cli un albero trasversa,le dell 'affus to, comandato all'ester no da un ingranaggio di i-note <lenta te a roc:c:hetto, e un couge· gno cli a.rresto a, paletta . Questi affusti eTnno clest ilrnH R can noni di 4 libbre clell'artiglie1·i.a rf'ggimèntale, e consentivf!no -
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unn, gl'an de cel eri t ù, cl i til-o che, secondo Je 110Lbde che si lrn.11110, poteY..t giunge1·e fin o a nove colpi al minutv . A.cl un COJJ<:etto origina le ris pond e il can11oue-obicc del De Buttet. Lit hocc·a <l a 1'110<·0 di bron z~> è costitui ta da un obice di
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F ig . :::oo - Colonnello De Bul·t el, ì rlrntoi-e cli nuovo mMeriale tl',1rtiglil'rh1; poi Coma ncla nte del Corpo. '
e;il-e;a m111- 80 (4 libbre) e da, 11n caun olle ùi mm. 1G (]ibbl'e 32), fu si in un sol pezzo e coi 1 0 1·0 a ssi s nlla stessa r etta ma, i.li (1it e zione opposta,, e separati ùa 1111 diafra mma costituen te ]a culatta, comu.11e. Gli 01·eechioni sono posti nel cen tro di gi-a vità. del pezzo; cosi.c<.:hè facile doveva 1·inscir-e il capovolgimento dei pezzo -
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stesso sul.Fat'fnsto, pe1· po tc\1· servire, nelhJ, stessa direzione. sia <1,1: cannone, sia cfa obice. Anche la mitragliatrice a . 30 ca Illle a r et1·oe,nica clel tenen te Doria clel Ma,ro, a parte il sistema di accension e delle cariche, è basata sn un concetto che trovò applicazion~ un secolo più
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F-ig. 301 - li cannone - obice De Buttet.
ta.rdi. - Si nota però che fin dal princ1p10 del secolo XVII si tentò la, cos truzione di un a mitragliatrice a, molte canne fissate sn nn blocco rota,nte, elle si ùmmira, nelle Sf:Lle a'armi del Consiglio dei X nel Palazzo Ducale di Venezia, insieme ad un cannoncino, della stessa. epoca,, cli eosl.r11zio11e simile a quella delle a ttuali pistole f:L rotazione (vedi anche pag. 753, del vol. 1°). -
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1.750 - l 'j!):? ifolistico interna e(l est crua . -
Eenza acldentnuci troppo
llPlln trattm~ione dcffevoln,1ìone cli. qtH~~ti d 11e r ami della, sci en,1a artiglierescn , n cni gi ù aùbinmo aec·ennnto. ci lirnitel'emo ad un a sommaria C>:posi½ion<~ clell<-' p1·indnati c:oncpzioni che si affermaì·ouo in qne:-;to periodo cli tempo importnntisRimo , per mettere
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Fi~. 302 - ì\Ilt r agliatrlCE:· o orirnno a più c·a nne fh;snle su bloc,c·<> rota utc, <lel p rinc ipio clel Secolo XVTT. - Crtnnonc-ino con blocco rotante, della stessa upoca. (Sale d'armi del Consiglio dei X nel I'alaz1,o Ducale di Vent"11ia).
chiaramente in eYiclcnza il più che noterole co11<.:or..:o che. es ·en·zialrnente 1>er oper n del Pap.1eino d'An tolli, l' Italia ha pol'tato specialrn ent<~ alla loro pra l"ica a,p plirnzione. -
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...., LA FORZA DEL LA POLVEHE
Infia,ni m,az'ione e oomlnist-ione clella polvere . - Il Robins ammette senz'altro l'istantaneità della combustione della, polvere, adducendo in suo favore degli a,rgomcnti che invero semb1·ano assai discutibili. Eulero con giuste a,r gomentazioni combatte questa ipotesi; ma, solo al Pnpacino si deve la distinzione fra l'in-
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F ig. 303 · Apparecchio impiegato dal Papacino cl' Antoni per la misura della for,,;a clelle polvori. (Si misurava l'altezza a cui era sollevato il recipiente posnnte J3 dall'esplosione di un cer to peso cli polvere fatto esplodere nella camera T).
fia,mmazione dei grani di polvere e la loro combustione, che ha una durata dipendente dalla, pressione e da,lla grossezza dei grani stessi. Concetto che il Cha.rbonnier deflnisce eome « capi· tale )) e che portò alla, spiegazione dei niolti fenomeni del tiT·o. F01·.zo, del.la polv<Yro. - Si afferma, il criterio di. misurare questa ea,r atte1·istica clelle polveri colla ,pressione sviluppata da una carica in un rc~cipiente di capacità, invaria,bile, completamente occupato drtlla, carica, stessi:~. Ma, ancora incer~e ed in parte con trndittorie sono le opinioni cl.egli scienziati e degli Rperimentatori sulJe cause di tale pressione: chi l'attribuiva ad aria per cos1 dire addensata, nella polvere e che si metteva in libertà 85
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all'aLto dell'esplosione; chi ,Lcl acqua che si convertiva ista nta.neamente in vapore ; alti-i infine - e tI-a1 questi Kewton, Rollins. Lomba.rd e D' Antoni - ad « un fi'wiclo elast> ico ru:mnci11e11te » che si sviluppava dalla polve1·e stessa. Così pure assai discordanti sono i risnlta,ti delle esperiCH½e e dei calcoli sul YH lore di quei,;tn forza della polvere. Robins dalle sue espel'ienze ded nce che essa deve essere di 1000 atmosfere; EulHo osserva e dimostra che, clate le condizioni nelle quali le esper ienze e1·a.no state con dotte, la (orza deve essere molto magg:iore e propende ad accettare le risuUanze cli. Daniele Bernouilli, che la fa ammontare a 10.000 atmosfere; Lombard la calcola a 925 a1t mosfe1·e. Il D' Autoni coUe sue esperienze la determina invece fra 1400 e 1900 tLtmosfere, secondo lò stato ir1rometrico dell'aria (1) . Il Rumford, ba,sanclosi sull'erru,io concetto della pr·oporzionalilà, fra la resistenza dei cilindri cavi e lo spessore delle loro pa,reti, determina, la fo1•za, della, polvere in 55.000, e perfin o in 100.000 atmosfere. Il D'Antoni i.wverie che, q ualora, si eviti la sfug·gita dei gas dal focone, la foria deve risultare cli maggiot' val ore, e snggerisee anche un di l's positivo atto allo scopo, ma non dice se tale dispositivo sia sta to da lu i impiegato, nè riporta alcun risulta to. · Un altro dispositivo proposto dal D' Antoni è basnto in\·ece sull<L perforazione di una lamina metallica 11 Caravelli segue un pri'ncipio a nalogo a _quello del peso del D'Antoni, ma si vale di un contra,ppeso sconcvole snl braccio di un a leva n, gui sa del romano lnugo l'asta di 1111a stadera. A.11da1nento d elle pressioni nell'anima,. - Ammessa la com l:iustio11e ista,ntanea, H D'Antoni ecl H,ltri clcduco110 la c 11rrn delle 1
(1) Secondo il concetto moderno, la « foria >) ùolla polver e ner:1 . ossia l a pressione sviluppata da 1 Kg. di polvere iu un reciJ)ifinte di cabacitit inY /\l'iilbile cli volume un litro più il volume minimo occupato dal prodotti dell'esplosione (ossia pil'1 il covolume dell'esplosivo, 0,488), quindi cou densità di caricamento di 0,6i2, è d i 3073 atmosfere , calcolnla sulle bnsi rigoro~e odierne. lnve:ce l a densilà d i co1·icamento con cui openu-0110 gli sperimentatori elci secolo XVIH era cli cir ca 0,0 (clensità grn vimetri ca della polvore a grana ftn·1) a cul, scnza sfuggita tli gas, corrisponde una pressione di 4!.160 ntruosferc. L·1 press ione ottc-nuta in queste condizioni di caricamento è or~1 chinmat;, fo1·za m-assima o assoluta dell'esplosivo.
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lèSPEHIE1'ZE DI BALI STICA
pressioni come un'iperbo1e' equilatera : ma il D'Antoni, dal fatto che la combustione non è istantanea, deduce l'andamento delle pressioni come effetivarnente si ver-ifica., e cioè con l'ordinata ini ziale (l'attuale pressione di forzamen to) b1nto· più alta, e col punto cli valore massimo tanto più vicino all'origine del movif .
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L l:' ig. ()04 - Apparecchio impiegato dal Ca ravel li por misurare la forza dEilla polvere. (Si misur:1n1 la clistarnrn a cui doveva esser collocato un peso P s ull'asta A C per controbila nciare la pressione della p<JlYere fatta esplodere nel mortan~tto D).
mento del proietto, quan to è maggiore la resistenza che questo oppone a,l movimento. Un altro concetto clov11i:o al D'Antoni , e che richiama le p ressioni ondulatorie, è quello che attribl'.iisce appunto a pres"ìioni an ormali la. r ottura delle bocche da fuoco , che si. veri:6cava qw1-1tdo h 1 posizione di caricamen to il p1·oiett o non era, a contatto eolla polvere. Veloc ità del proietto 11elfawima . - Con giusto r agionamento il D' Antoni deduce dalla, curva, d<~lle pressioni que1la della veloeitù del proietto ÌJJ fuwdone degli spazi percorsi. -
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Del resto l'andain('>nto di questa curvn era ottenuto anche (D' Antoni, Hutton) col metodo << dei troncht >>. ossia misurando la Yelocità ini.:dale ottenuta colht stessa carica in urmi di din~rsa lungher,r,a, metodo impiegato fino alla fine del secolo XIX. n lotto cl'i poZvere Upo. - Anche questo è nn concetto do vuto al D' Antoni. I>er giudicare di una, polvere di nuova fabl.n·i -
.l!'ig. 305 - Pendolo balistiro. volvere) .
(Dal P:it)::tcìno cl'Antoni : Esame della.
caziòne si devono confrontare i suoi effetti con quelli che si otten gono in uguali couclizioni dalla « polvere di nor·nici », fabbricata a questo scopo e conservata con speciale cautela. Velocità iniziale. - Si deve al Robin,s l'idea, di misurare la velocità con cui la pa,l la, esce da.lla bocca del per,r,o ;' il D' Antoni molto probabi.lmente è il primo ad usa.re il termine << VelocUà in-i.zia le
».
Il Robins deduceva la velocità i.niziale dallo spostamento im presso dltlJa palla ad urnL massa, pendolare cli conveniente pesoIl << pendolo balistico >> da lui icfoa,to serviva soltu-nto per i fncili '. D' Antorii lo impiega per le spingarde: Hutton ne costruì uno che poteva servire per i ca,nnoni cfa 6 libre; solo ·nel 1SJ J si ebbe -
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I PRIMI C'H0)( 0G HA P1
in FTall cia un pendolo balistico, COll h1; massa pendolare pesante ·33:30 Kg., p(~r misur,Lre hL velocità. iniziale delle paJle cln 24 libbre. Il D' Antoni, però, impiegò, a.nche per la 1nisura diretta. d ella velodtù, inir,iale delle palle da fncile, un apparecchio ideato dal regio nrncchi11ista lVfn.t.tej, consis tente in una grande ruota, a.cl
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Fig. ,10(1 - App,1reccliio i\Iatte.i per In misura delln velocità iniziale dei proiettili <la foc:ile. (D,11 Papaç,ino d' Ant1Jni : Esa·m e I/ella potve1·e)_
asse ve1·ticalc, mossa COIL grande velocità di rotazione unifol'me (mi.stn·ata mediante un pendolo conveni.entemente ~incronizzato per mezzo della, regohtr,ione dclht sua lnnghezza,) . Sulla periferia ddla, ruota, era, fissat'o un a,lto bordo cilindrico, di cartone, a t t raiverso al quale si spal'ava l'arrrm esa,tt:nnc11te di sposta col suo asse in dil'c~zione del centro della, ruotit ; dallo spostamento clel foro d'nseita. della. palla dal cartone rispetto al diametro determinato dal foro cl.'c11tra.ta, si clcclncevrt il tempo impiegato dalla, paUa, stessa a per eorrere la lunghezza/ del diametro della. ruota. Ana-
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logo n.ppan•cchi.o applicù il Colonn e llo G r·ohert· in F1·t1J1C·i a, valendosi di clne <lif-C'1 1i di g 1·a1Hlc raggio montati :::11 cli nn medesimo nsse o rizz.011hi1<:'. I nflue i L tenl'nte Dt• Hu t l·t>t , l'i11vento1·p clel cannone-ol,ice . ideò un app.11·ecchio coi-( itnito cla uno f-til o fissato su un snppor to e soHecitnto da 1111,1 rn o lla ad ;.1,n,ic-inal'si all' orlo i-p.r,l mato di grn1--so di u11 g1·andc cl isc·o 1·uoian(p, ma trntt('11 11ta a distanz:1 Jlledillnte 1111 filo teso a tf·1·,n-prso la boC'cn d<"'ll'anna, e e hc si 1·om peva qnantl o la p;1 1\a 11t• nsr-irn. Lo stilo poi eta a nche collegato acl 1m beri;;aµ;lio oi;;ei.llante posto a clistam~n. <-' c·hc, qrurn<lo e1·;1 111·tat-o clalla pal la , lornnrn ad allontanm·e lo i;;tilo dal elisco: "l'nrnpieua clell',11·c-o st•g11ato clallo ~tilo snl (lisco, 11d lPmpo im piE·g:Lto cl.nl p1·oiel'to a, pereone1·e la. cli~brn;1,a, de ll'arma nl lH•1·s,1g'lio . ~eni n1 cli hnse pc r la detc·PminazionP della ,·t•loci lù : è 1·e111bl'i one mecc;111i co del c1·011ografo elett,1·011111gnet ic:o . l\1oltissirni :ilr1'i sistemi 1lirett i e intlfretti . p1·atici o teol'iti , fm,0110 in qnesto frmpo impirgHti all.1 mis111·H delle velocibì,; c iti, come l.,}11le1·0, Yol le cle,lnda èl::rlla for½a dell a polverP: chi. c-orne Hemonilli. snlla base dt>lla 1·psi.·tenz;1 qnaèlrntien, ,·olle calcol:n·la dalla. g i ttatH.: D'Antoni iJrvecu vorr<-'bbe ckcl nrla. :1nclle ciall;1 mism·a clegli abhas~nmrnti iu clue tiri sn ber saglio <>cl in si<>mc 1·ic:1 , are anche ]a i-esistcnzn <lcll'.nia; Rohins e cl' .\1·<·y 1H c·alcolnno dalla YClocHù del rirn: nl o del <.:annone sospeso 01·izzo11talrne11tc, . meclinnte dne fn ni: alt1·i infine la declncono dall;1 penet1·azione i11 Hn nH~zzo p iù o mt•no c-0111-;iste1 t1·c, co111e J-cna bagnata o battu ta . a nu11rtteudo che l,1 n·loc itù sia proponio11a le alla radice qna · di-afo clell.1 pent't 1·aJ.io11c . Il D' A11l·oni p1·opo11e crm•sto sistema . .Ri rilcYava 1Hrrc de la ,·cl ocit',ì inizin l1° clelle ar(·ir.diei-ie rra maggiore• quando h1 bocca del fno t:o e1'a i11di1w ht cli 1111 angolo snpe 1·iote n 20° ; H1 P11frc pe1· l<' armi porh1Lili <J1·a sem]Jl'e 1H i:;tessa. Ci ò dipencleYa cla l fatto elle il proietto, nelle arti gli<-'ric, non aYe,-,1 alcu11 forwm eu to. all'in fno1·i cli qnel'l o c he pof·eva l 'SSCl '<-' d ato Llilgli xtoppacci dt fieno <·id eati. La resiste11rn dell' arin u la traiettoria. - Re il pr-oblcma dell,1 integ1·,1zion e dcll0 forurnl e diffe1·e11zi:11i d l' I movimento dPi proietti, con diYe1·se ivotesi sulla n•sistt•nza <l el l'.n-ia in cl ip1>H clen;1,.1 clelln Yelol'itù (lel p1·oiriLo, ayc•va fat1'o c-0 11 .Ne\\' ton . IJ nt· 1
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ton, Eulero ed a ltri , notevoli progressi, si riscontrava.no sempre uella prittica delle discorcla,nie colla teori,a . Il D' Antoni propone due metodi per dedurre dalle eSJW,·ienze il valore cli questa resistenza : uno consiste nel trovare la relazione tra, spazi e tempi nel moto di impulsione (movimento oriz zontale) ; l'altro i.nvece nel trov~1,re hl, relazione tra, velocità resicl1rn e spa1,i, valendosi, per fa mìsun1 delle velocità residue, della penelrazio11e (immersione) e di. macchine adatte allo scopo. In ogni modo il JY Anloni 110ta come della varia,bilHi't, della resistenza per effetto della vel ocitiL non sia, cfa, tenersi conto per ·vclocih:i inizia.li inferi.ori a 772 picl1i. (3S6 m.) , H che è troppo poco appfossimato, per di.re i.l vero. Ma deduce ginsfa,mente: l") che le rital'cla:7-ioni sono inversamente proporzionali al calibro () proponJonali alla « gmvitù, specificn, >> (coefficiente balistico') ; 2°) c:he la gitta,!'n massima si ha con un a ngolo cli proi ezion e tant o minore di 45° qnanto minore è il ea,l ihro t~ minore la, gravità specifica,. Il D'Antoni clistingne quattl'o spede di « t;,1·att;ckia >), seC:ondo l'entità, della resistenza dell'aria e la prevalenza ·dei suoi effetti. sul cc moto di impulsione )) o sul « moto di gravità)>. La, prinrn speci(~ si ha qua,n do la resist~n1,a è trti,seurahile (traiettc,rin, parabolica - piccole velocità) ; la. seconda, quando la resistenza è molto sensibile nel moto di impulsione e poeo in quello di gravità, (tiro teso - orizzontale) a,pplicabile sino alla, distanza di t-.rn bncchi 2;=;,0 (m. 7RO circtt) per ]e pa,lle da 32. La. terza speeie si ha quando, al contrario, la resistenza è sensibile solo nel moto di gravità, (piccole velocità orizzonta.li e forti a ngoli. cli sito negativi); la quarta, :finalmente, qua,ndo la resistenza è sensibile sia, nel moto d'imp ulsione che in quello di. gravità (ti.rn con grande velocità e a grandi distanze). Un metodo sperimentale impiega,to dal D' Antoni per rileva.re fa trn,iettoria dei proietti e nello stesso tempo dedurre praticamente Ja legge della, resistenza dell'aria consisteva nell'eseguire <Jl~i tii-i, sempre nelle stesse condizioni, da mm, localitù. elevata clalh1, quale, in clive1·se direzioni, fosse possibile col pezzo oriz.zontale ottenere i punti d'arrivo su piani posti a quota gra.data,rnente più ba,ssa,; misura,ndo poi le distanze orizzontali ed i tempi, e rileva ndo possibilmente, dalla di.rezione dei fori fatH dalle pa,lle 0
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nel tencllo , anche l' inclinazione dellu traiettorin al punto di arrivo. Con tali sistemi il Papl.Wino D'Antoni riesce a, dedul'l'e giustamen te le caratteristiche principali. della trai ettorif:L nell 'aria, ossia la minore estensione e la maggior curvatura clel ramo discendente deUa t raiettoria in confron to del ramo ascendente; la velocità di caduta inferiore alla velocità iniziale, ed altre, ca,· dendo in errore solo per qtmnto riguarda il punto di minima velocità, che egli fa coincidei-e col vei-tice cl ella traicttol'ia. Le clevia,:i ioni latemli - }'rimo a, considerare le cause di tali deviazioni fu H Robins che le attribn l ad un movimento di rota· zione della palla cd all'azione della re istenza dell'aria i n questo movimento. E ulero non è de11o stesso pa1·ere e vorrebbe Yederne le canse nelle irregola,r ità della superficie delle palle, pcrchè esclud e che le pall e sferiche possano assume1·c nn movimento di i-otazione nelle ai-mi lisci.e, mentre lo ammette ne1le aruù i-igate. Il D'Antoni si limita a i-ilevare la deviazione, enumera ndola trn .le cause di discordanza della, teol'ia i:oJla pl'a tica,. T1a clispersione . - Si rilevò che la dispersione verticale era supel'ioi-e alla dispc1·sione Jnterale: e per conseguenza ei-a prescri tto cli non eseguire U tiro al di là cli 1200 piedi (circa GOO m.), sia nelle fazioni campaJi, sia nelJe operazioni d'assedio contro bersagli 1:1 cui altezza non superasse i quattro piedi (2 m. circa).
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CAPITOLO OTTA.VO
1792-1815
Grand i progressi dell'Arte de lla Guerra in gene re e deJl'Arti g lieria in is pecie - L'Artiglie ria strumento cd esempio di dis c iplina nella marea rivoluziona ri a - Valmy - La cam pagna d '. ltalia 1792 - Vittorio Amedeo Ili cerca invano di costituire un blocco italia no - li Pie monte solo contro g li eserciti invasori francesi Condiz ioni dell'Esercito p iemon tese 111l'iniz io delle os tilità - Formazione del Corpo d'Artig lieria, al cui comando s i s usseguono scienziati di alto valore - La debole difesa della Savoia e della Contea di N izza - Esagerazioni di storici stranieri - Prima appariz ione del tenente Buonaparte neJla spediz ione francese contro la S ardegn a, fallita anche per l'efficace intervento delle a rtigl ie. rie piemontes i.
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~el eorso di qn,esti ventidllque anni -- che insa,nguinan o quasi tutti gli 8 tnti cl 'Em·opa, Yeclo110 più cli <lllecento battaglie (' i:;0110 straol'clina,riameutc~ demù cli :t'nt1no :tssistiamo ad nn grande progresso clell' Arte della Guerra in genere e dell' Artiglieria in ispecie. L'enciclopedismo dilagante nelln seconda 1u età, del secolo X VIII determiua, un più alto fervore di stll(li e spazz;1 erro ti e pregiudizi invel,era,ti, a pr-enclo decisamente le vi e al progresso umn,no, rna contempora,neaIDentc n uoce al lo 1-'pil-ito di disciplina ed n.11 :t coesione dei vecchi e. erciti, specialmente in Francia e nei P aesi che ne se11tono più direttamente l'influenza. Le masse a.1·mnte rh-oluzio1iatie francci-i, soi-te isotto raenlco -
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del pericolo cleter·mi nat:o dalle s uccessive coalizioni europee, tisnlt.1110 da principio d isordinate e ma Herme. Sono en I usia,s te ma i uèliscip li 11atc : i-trmueu to a ·sai peritoloso . l n q nes te condizioni cli sba ucfameuto spirituale, l' Arti.gliel'ia,, meno so~gel'l·a alle 1'o1·ze dis1,;0Jventi. costi tuisce 1111 n ucleo ùi co11eeu traziorn,, vonernmo dire nn ii;;oloHo roccioso clw l a 111;1 H'a 1·iYoluzio11:.u·ia 110n d este ,J sornrn 1.:1·gc1·e. Occone tener conto arn·he d i ttn itl.t.rn dnto (li fatto : che, pet l'or diname11to dell'Esercito francese del 1781, gli. nffi.ciali cli Fauter ia dovevano esse nobili. Natui-almeu te, all'aYvento della. rivolur.i.on e, molti di ('SSi emigrai-ono; e gl i altri furono messi i n co11cl izi.oni di p,1lcse infei-ioi-ità perchù sospettati e ruah-olen · tieti. obbedi.ti. InYeee gli uf.licia1i dell'Artiglieria, e de l Genio er-ano quasi tntt i di. ceto ho1·g-lw:-;e: ti rnase1·0 q uincli a l loto p osto e. ciò che più <·outa. si Sf>Hl irono in ambiente f,.l\"Orevole ; potei-ono quindi c>splic:m·e con ma ggior ( tficacia 1n p1·opria opera. 0
È 11ecessitria, qui, mia :--piegazi oue pi·eliminare. Se, in questo <:apitolo clelln Storia, clell' A rtigli<:riri ita licwa, 11oi ci. occ npe1·pmo ampiamente, prima ilel le C"alllpagne della Rivoluzione frant (~se. e· poi, 1,opr._1h1tto, di quel le rn1poleniche, gli è per quattro 11tot ivi fo11damelltali: 1°) nelle carupag1w df>lla Rivoluzione è in g-ioc·o ln !-.«n-tc di tnttu Emopa e, p1·irna cli t ntto, quella dell 'Italia . c·he confi na c·on la F 1·n n c ia e ch e wèle scend(~1·c~ nelle . u e belle contrade !l"li ese1·c:iti iirrn:-mri; 2°) .Ka poleone ructie il proprio gen io a.l seni:1.i o del la Francia e pol"la q nel P aese al ver ti.ce della
g'lo1·ia mili t.11·e. ma è profornla1nenie. inlimanwnte itnliano, non solo cli n ome e <li razza , p oicllè è na to iu Cm·sica eia famiglia, t.osc:ann, ma, anche. ciò che più cont.i, cli spirito, di m (~ntalità,. di. tendenze, YOJ:remo quasi dire di nat ura :fisiologi.ca, p er quella sua p r odi ~iosn pronte:1.r.a, d'azione che è ca1·a tteristfoa clelln, noslTa g('ni.e; 8°) dnquecentomil a Italiani fu rono irreggimentati
11ell'E:::.er eito francese attraver:;;o alle leve napoleoniche, e, di essi., solnmcnte centomila r ividero il suolo della Patria., m en tre gli altri ri.ma,sero sepolti" n ei campi cli. battaglfa cli tutte le con ti-a de cl'Europn ; 4°ì i concetti nopol eonici circa l'impiego clel 1' Artip;lie1·in , primo fra t utti quello clell'a;r,ione R massa, e qnincli -
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I'l'A LIA~lT,\
DJ ~ --\ l'OLEO~E
clel c:oucen tra mento del fuoco, sono gli stessi ehe vigouo anche oggi e clic hllllllO rorta.to l' Artiglieria, a,l s uo più alto splendore ecl nl massimo l'enclimento. 1'111-t<> qneste co.nsidernr,iolli assnmono, ai nostri occhi, particolare i111por-i".tll½::t perchi:~ si inqua.clrano n ella, visione, ehe tutf-i gli It.i liHni do,T< !bllero nver p1·esente, dell 'e11orme f·ontr ib nto 1u-r<~eato dal genio di nostra gente al progresso ed alla civ iltà, unhen-nk. in ogni ea mpo <lelhì vi.rn umann . S()n sarù, il (:aso di spernìcl' p,1tok, spe1·:i:1rno, per dimostra1·e l'itaJianitù, di Na polco1te . Ci b,isterù, ricord ..11·e alcuni giudizi . '.rornaso Cal'l_yle esalta << la sa ld a, chia,nt, Bt'mpl.ice, ·i taliana. n,1,t 111·u . di l11i >> . 1 1 grande storico francese Ippolito 'l'ainc con fc~1011 w d1e « S11_pol< 011e ,1pparh m!va a<1 a ltro tempo e ad altra r-az,7,;1 . A pl'i.mn vista si 1·ico11ose.;eva in lni imo stnrnicro : 1111 i.tali.rno >l. Rec:cu tenwutc nll altl'o sto1·ico illnstre, il Mndclin . nwttev,1, ;1 811a voltn, in evidenr,a l'iHeq ni vocabile i talianitù clel · l;in};upe1·,.d1il<~ Con dottiero : itali,rnitù che 1111 110stro insi.gne nn poleonis!u: il barone Lnml.Jroso. doenrnentò elo<1uc11tcmentc nella s1rn J?ei:ue Napoléowie1111e e in moltisi-;imc. notevoli pnbblicnzi.011i. Infine n bbiarno mi a l'esti111011iaJ1za, clw. da, sola , 1·ernlt> in utili tntte le altre, quella di Kapoleone stesso, il <11rnk <1iclliarò : << lo sollo p i ù italiano e~ toscn110 d1e còrso n. Si 11oti bene che egli 11011 dice per nn lln <<fran cese )> : i I s n o termine cli pa.ragonc; se mai, si J'iferisce a-lln n::ttnra còl'sa. Pc1· cli più, se1na voler coni'eRtm·e n,l popolo francese - c-llL· sarebbe ,issurclo - i.l m.el'ito <li esserRi battuto pC'r ve11t'nnni rnagnificamen te contro t11Ha Emopn. i l m er,r,o inilione cli Hali,rni che parteciparo110 :L ta li can1pagne sotto le ..1quile dell'Imperi-1!·ore ci d,111110 pnPe il dititto cli i-;oistc:nere che l'epopea na.poleonic·1-1 t.utta itali,wn 1wr il genio che la c1·eò, <~cl anche in parte ita Jiann per l ' er-oi.l'lrno <le i comba,tte11t.i che ne furo no g1orio8i ~:1-r-11 men ti. Ci ò premesso, sogginngia1.no snbi i·o che ci oe.;cuperemo pattfrolarmente delle e.:1mpagne d'Italia : e, fra le gran di. battagl.il: cornbatJ11te in altri .Paesi, ei,mmineremo so lo quelle in cui. l' Al'i'igliel'ia ebbe part·e importan tissim,, : cioè, nel primo peri.odo , Valmy : e poi Austcrlitr,, Marengo , By)au, Fl'iec1lanél , ìVagram, Bm ole1t::;k, Horocl i no, C'lrnmp-.A 11 bert. Mon tmfrail, Chatea n -'.rhier1
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1792 · 18]5 l'.Y, Vnnclrnmps, Llib,eu, Bautzen,,Uross-Bceren , Hnnau, Montc1·eilu. Uraonne, Ligny , \'.Vaterloo . Vh·ideremo i ventici11que a,nni in due periodi : qncllo delle campagn e della Ri voluzi one, che va ch~l 17!)2 al 1796, soffermand oci però più a lungo .·ui primi. due an11i, meno noti; e quello di Na,poleouc elle , a prLrti.re cla11e campagJlc d'Italia, schia ceia, con la sua enorme personalilà. tn tte le altre figure e domina in cont1·af<tato per 1111 ventennio. E vediamo subito, brcYemente, prim,L di passai-e a lle c.t wpagne d'Italia, una battaglia tlel primo periodo, in c ui l' Arti glieria, ren de a,11' l•:sercito fran cese grandi sc1'vigi. A ·valmy (20 settem lH'e l'i!l2) Kellerma1111 alt.wc.a il nernie:o con le rise1·ve della ca vn lleria e con due batterie di artiglieria a cavallo, m enti-e col resto dellt: tn1ppe prende posi¼ione trn Yalrny e <.:ìiz,rncourt, co11 la tlei--tra appoggfata a, YaJmy, nrnHit:t tli dic'iotto pez;d cli groRso c:1 libro. M:a i Pi-ussia11i smnschern no nna 1rnont battrrii1, e aJcn ne grana le fanno sa] b1 r e due cassoni franceKi, de !e1·111inanclo· del cfo,ordi11e nell e truppe cJ.cl. K e1J er -
rnann. Giù la, fante1·i11 sta per da1·si alla fugH , <.tmrnclo K ellermH1rn fa nvt1.nztLre l 'ar1;iglier-i,L cli l"iserva. :iS pezzi, e lle fanno strnge nelle file prussiane e le costring-0110 ,J i-ilira1·si. Questa battaglht, 1·.hc pnsR<Ì aJla sto1·'i..1, col nome di ctnrnoneggiarn ento di. Va,lm.y, ebbe conseguenze politi.elle eno1·mi: arrestò l' im·asione stranina salvò b F1:aucn, J'isollc\·ando il. mOfiLle clella, Nazion e, giù, sfiduciata.
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llopo Y11lrn:v, i Prussialli tlccièlono la ritirata, e la !<'rancia, liberato il terri torio daJl'invasione nemica, decide a sua volta di a tl;accarc su tre fronti eon t re eserciti, 11110 verso le Alpi, 11110 snl R eno ccl uno cout1·0 il B el gio. Yittorio Arn etleo Il L avcvn, s.ì, atle1·i!o alL1 coalizione an stro-pr11ssia11a; pNò conlernpora11eamentc , da ,·no P rincipe italiano, pc:: ,;_;aya tli stri 11p;erc una lega eon i va1'i Sia.ti della. Penisola.. per poter fronleggia1·e la minacd a fr::incese senza s ubire la cfomilrnzionc~ austri.acn. :\fa non a,·eva ottenuto che dei l'ifin ti: Ve11c;,;ia Hveva g-UL arlottnJta, <]nella pusillmlime politi.ca, cli 1w11tralHà che rlo,·ent po1-larln. podli anni clo110. all'inµ:lorios,t -
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1815
fin e; b R cpul>blita tli Genont g na r<lava con ditiidenza qnalsiasi mossa, del R e di Sa1·clegna; la To:-:eaw1, 11nietn sotto il pal·ei-110 1·egime di Leopoldo, 11011 rnleva s<mtir p.trh1re <li g nena; Mo dena e P a rma non pensav.:1110 ('.]1e a vi\'cre in pace : Roma, poYera, cli soldati e di () nattrini, non m:rndan1 i.n P iern.onte <·he be11 etl izioni e indnlge11;1,e . S ola.mente ),lapoli, b1 1111 primo tem.po. :-embtò disposta ad aderire e armò 11avi e uomini, nrn poi , a sua volta. si chim,e in un pavid o t emporeg-g'ia111 ent o. Così. H Piem onte si trovò pral ica llle11 i'e solo cou tro le fo rze francesi . Vediamo ora brevemen te quali fos::;<·1·0 le co ncl i;1,io11 i dell"Esereito subalpi no all'inizio delle oi;;tilità,. Poichè l' Austl'ia. signonL del la L ombar dia , e1·:1 o :-:i ùi<:e rn amicù clel Piemonte . P poit h1~ GeJ1ov:l a Y<~va gar::intito la neutralità. il l'iemonte semb1·av11 dove1·si difender e solamen te snlle fro11tier e del !\101·cl e dell' On •st, cioè sulle .Alpi, e qui esso era, abbastanza bene fol' tificato ; m tL no11 al trettan to i-i potent dire delle p1"ovineie d ' Oltl'' Alpe, do<; della Savoia e d ella contea cli .S iz¼a, C' he si p1·e. entan1110 di fo c:ile conquista per l' uvvel'sa1·io. I veri punti ~tra.tegici per l;t difesa della ~uvnia erano ì\iorn meliano e Contlans1 due fol'ti ill altri 1empi solid i, ma ol'a i-:erni smante llati. La co.ntea di Niz7,a <~ra. 1111 po ' meglio direi-:a. Il ca stello <li Xizza er a stato distrutto q1rnsi nn :-:ecolo aurnti; m ..L snll'aJtui·a dove esso sorgevu m1 ten1po si l)Ol<•va no stabilire delle ha tteri.e, e:a,pa.ci cli dominare tutt o il litorale . meMre :-: t1bito clieti-o st:wa, in t11tto, il fot te di l\lon tn,Jba,no che, be11 nrnnilo e eollo<.:ato iu posizione eccellente, avern validameHte 1·esisti to all 'armata g;.tlloispitna nell'ultima, g nern.1.. Il fortP di Villafranca, poi el'a mm batteria, chiuR:.L c he difc11clcva potm1!·eme11te quel golfo. i11c1·0 tiando i snoi fno<· hi <·on ..tlcw 1i. J)ezzi collocati a S. Ospizio ed :1 lht Lanterna . La, contea, inoltre, è solcata da tre fiumi. il Yaro. fa. Tinea e lo R oya, i quali o:ffriv::mo t re buone linee di difesa p,L· rallele, tenibili a nche con poca, trup pa. I forti di B ard e I vr ea per la valle d 'Aosta; Rxille8 pet· la valle cli S uAA; F enestr elle per la val Chisone ; J,t H1·111wtt.1 per la vall e d el nlonceniHio; l\iil·al>occ:o per la valle S . M,.ll'ti no; -
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A'(;1!8N'.W DI 01:G ,\1\l{'O OELJ/.-\HTIGL,11:llIA l'lE.MùìS'l'ESB
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Casteldelfino per la valle Vara.ita; Demo11te per la valle Stura; e infine Cuneo, l\Iondovì e Cherasco costituivano altrettauti punti del1a linea, di difesa, che era però assai debole dal lato della frontiera ligure, dove non v'era altra fortezza importante che quella di Ceva. L'Esercito piemontese era composto di G4 battaglioni di fanteria, con una, forzc:1, complessiva di 34.000 nomini, oltre a, quattromila, eava,lli e tremila, [1,rtiglieri. Si consideri che il Pie· monte a,veva, una popolazione totale di 3 milioni e 250 mila, nomini (di cui 2 milioni e 3:50 mila, nel Piemonte propriamente detto, 400 mila in Savoia e mez,½o milione fra Nizza e la, Sa,r dep:na), cioè l'Eserci to mobilitato in tempo di guerra costituiva poco ph) dell'7 % della popola,z-ione. Appena, intra,presa la, guerra, si provvide ad un aumento deJl'o1·ganico del Corpo di Artiglièria. Si incorporarono i. cannouieri provinciali e 12 uomini per ogni reggimento di fanteria; (: ciascuna compagnia cli fuciUeri mandò a 'l'orino 4 uomun, aflinchè venissero ammaestrati nella scuola, pratica dei ca,n noni leggeri, eletti di reggimento . La.mentau<losi la scarsezza degl' ntricia.li, si provvide pure a che tutti gli uflìcia.li del Corpo prestassero servizio attivo, destinando ai vari Comandi gli addetti' all' ispezione delle miniere, al laboratorio meta,llurgico-chirnico, al la,boratorio delle macchine dell'Arsenale e ai corsi delle Scuole. Gran Mastro dell'Artiglieria era ancora Casimiro Gabaleone conte di Salmour, <li ctri si è giù, parlato nel capitolo precedente e che, nomina.to nel 1.787, doveva, occupare tale carica fino al 1799. Invece il Corpo cl' Artiglieria, in poco più di un decennio, doveva avere ben sette comauchrnti. ~forto il Pa,pacino nel 1783, gli era succednto come coma,ncfante del Corpo il professore Ignazio Bozzolino, che a.bbiHmo gfa, nominato come illustre insegna,nte delle Scuole teoriche <~ pmtiche cli Artiglie1.1ia,. L'anno appresso il Salmour, brigadiere genera.le , cumulava interina,lmente le due cariche di Gran Mastro e di Comandante del Corpo, ma nel 1788 cedeva quest'ultima al Colonnello Sca.rampi, cui succedette 1rnllo stesso ftnno il Colonnello Ravichio, il quale, a, sua volta, nel J7DO fu sostitu ito da.l brigadiere Conte Angelo S1:Lluzzo. Questi dnra.va in carico fino al 1796, per essere sostituito in tale -
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1792 - 1815 rrnno dal Colonnello De Bnttet., al quale succedette l'anno appresso il Colon.nello Roccati. Nel periodo cli cui ci. ~tiarno ora occupando erf:L dunque Co mandante del Corpo il. Conte A11gelo Saluzio di Monesiglio, di cni si è pure fatto cenno nel ca.pitoìo precedente, essendo egli s tato nno dei tre fondrttori di quel cenacolo di studiosi, che si trasformò presto iu Accademia delle Scienze. La nomina del Sa luzzo, valorosissimo cultore delle scienze :fisiche, chimiche e matematiehe, come prima qnella del Papacino e del Bozzolino, e più tardi quella del De Hutte t, dimostra come, con alto accorgime11 to, il S0vru11o ed. il Govei-no subalpino si preoccupassero sempre cli a.ffidare le sorti del C01·po a nomini cli grande saper~, dnndo molta importanza, non solo alle doti. caratteristiche milita,r i, rn,a, anche a, quelle intelleLtrn}li, cioè 1.wcentuanclo il carattere scientifico della nuova Arma . La formazioDe del Corpo Reale ern b. i,;egnente : STATO JL.\.GGIORE DELLA JfaIGA1'A
J[e.z.rn. Rrigata, d i D esf.rn
I Ba,ttaglione : Stato Maggiore; 1", :?.", 3''. 4-" c:p. cannonieri; ep. bombisti ; . II Battagli.one : Stato 1foggfore: 5", (V, 7\ s• cp . ean11011ieri : cp. ma.estranza. .llez_:za. IfrigMa (li Sin-i stra III Ba,t taglione : Stato ì\faggi.ore; 9", 10\ 11", 1~· cp . cannonieri ; ep . zappatori. I V Batttbglione : Stnt o ~:faggi ore; 13"', J4•. 15'', lG"' ep . emmo nieri; cp. minatori. Complessivamente il Corpo Reale constava cli ' 20G4 uomini, a eui bisogna aggiungere : )) Oannonieti provi11eiali 44S )) )) aus1liati 300 )) )) di Sa.rdegna 107 Se in tutti i Corpi gli. nfficia,li - appartenenti generalmen te all'aristocra7,i a - erano dota ti di mirabile coraggio a cui non - 1344 -
l'HEl.>AR,\ZlO.c'/ 1~ PEH
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sempre faceva l'isconti-o una suilicien te cultura , nel Corpo d'A.1·tjgliel'i:t e in qn cllo <lel Genio entravano n:lfida li di rnel'ito, anche dal punto di vista in telletl uale, come è riconosciuto dal J ornini. llOn certamente tC'nero pe1· tutto ciò che è italiano. En1, allora Ministl'O della Guerra H Marcltese Fontana, cli OraY,Ul¼1tna (;hc nel 1789 era snccccl u to al con te Qocconito di :Montiglio, e che, posto alla durn. prova, si 1·ivelò insufficiente. Re Vittorio Amedeo III 11 011 u,vev,L ccrta1rnrnte la, genialità, di condottiero del padtc e dell'avo, ma amava molto i soldati E· avent in pa recchie occasioni dato prorn di. allo spirito combattivo, come nel ' 90, allol'(;Lè - i n seguito n, certa contesa inso1·ta. pt~r ri<·etto corn·csso a, ma lvi venti e pro tezione accordati., a conti-abhandicr i - :l\'ent minacdaio di invadere H territorio della Hepuhl>lka di Genova, toncen t1·,mdo t1·nppe ;i, Millesimo, Mel · lne, 0 1'mea, e nell'inte1·0 principa.to di Onegli:1, : tanto che ci era vol uto del beJlo e del buono pe1· farlo desistere. e non senza difficoltà ,·i era riuseito , int ervenendo cl ireLtamente, Re Luigi XVI. .A.lln g uerra contro la Francia rep 11bblicana, eg li aveva ade· rito co11 gioia, anche per ragioni famigliari e di nastid1c, percM suo figlio - colui che fu poi Carlo E manuele I V - avpva spo· sato Mm·i a Cloti lde di F 1·:wcia, ::;orella di Luigi , mentre due sue figlie avenu1 0 i::posato rispettivamente due fratt-llì del n e. cioè il eontc di P r oYenza e il conte di Art oi. . Que~d;' ult.imo a,uzi, fin dal 17S~l, si era, do:mi.ei lia,to a Toriuo <:· aveni contribnHo ad a111nenta1~c in Vittorio Amedeo la, natn· rale forlissima, antipatia che tutti i Pl'incipi dell:1 vecch ia Euro pn ~en tiva no verso i n ovatori francesi. P er un a cm·iosa. coi nciden¼a, lo stesso giou10 in cui il gem·· l'n1e di Monte!-qnieu , coma.nda,nte uno dei clne eser citi invasori francc~Ri, violava, il co11:fine s~1,n lo - eiot'i il 22 se ttembre l7D2 il re di Rarcl ep:11:1 segnava in 1Ii1ano la convenzione con l'Impr· l'Htore cL~ u~tria. per e;ni quesli si impegnaNa a fornir gli nn Col'· po a.ui-ilia,rio cli sette bn ttaglioni e di cina ttro sq nadroni cli ca val-· Jeria leggera <·on 22 pezzi d'artiglieria. Tale Corpo fu posto al <:oma11do del lenente m;-1re~ciallo Strasi::oldo, il qua le ebbe. CO· me ::::ottoeapi i clne maggiori generali Colli e Provera, entrn,p1bi i tn lia11i. È però cla nota1·r che codesto Yin forzo non doveva partire 86
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1792 · 1815
dalle terre clell'Imp·e ro se non dopo la ra,tifica, e, per questo ritardo, praticamente le truppe a,nstriachè noll presero alcurw, parte agli avvenimenti svo1tisi in Piemonte in quegli ultimi mesi del '92. Com.e abbiamo visto, la difesa della Savoia si presentava. assai difficile perchè i Francesi, dal punto ce11trale di Barraux, potevano con agevolezza gettarsi nella valle cli Moria,m~ e in quelfa di Tarantasia, oppure, a,ncor più facilmente, scendere da Bria,nçon fino a Snsa e tag)jare così la ritirata alle truppe sarde, collocate in tutte le va,l late superiori. Tuttavia, se le difficoltà erano mo1te, il peggior partito e1·a. quello di suddividersi per cercare di custodire tutti i pa,s si : e questo fu malauguratamente il criterio aélotta.to dal coman dante supremo, il settantenne conte De Lazza.ry, savoiardo, maJe coadiuvato dal suo aiutallte marchese De Cordon, che era sa,v oiardo come lui e che .... lo detestava. Se avesse concentrato, a Mommeliano e a Conflans, i 10.000 nomini di cui disponeva, avrebbe potuto battere l'invasore o al meno trattenerlo assn,i lunga.mente, avendo i-emprc in ogni modo libera la, ritirata in valle cl' Aosta per la 'l'arantasia. Invece perdette in pochi giorni tutta la Savoia, e le sue truppe dovettero ritirarsi, parte per il Moncenisio e parte per il San Bernardo, lascia,ndo nelle Illftni del nemico dieci cannoni e molte munizioni da f uoco. Se il -De Lazzary_aveva settant'anni, più che ottanta (di cui 69 cli servizio) ne aveva il suo collega generale De Oourten, svi;t.ze1'0, a, cui il Governo di 'foriuo aveva affidato la difesa della Contea di Nizza contro l'altro esercito invasore francese, composto di soli 6.000 uomini, al eomando del generale Anselme, il quale agiva di conserva col vice animi.raglio 'l'ruguet, incaricato di att:1ècare dal ma,re. La squadra, fra.ncesc ' compariva infatti. il 27 settembre tL mezzo tiro cli cannone dalla citt.à di Nizza e faceva sembiante cli volerla bombardare; ma, constatato eorne i Piemontesi avessero abilmente e salcfamente disposte le proprie batterie e stessero per iniziare n fuoco contro le sue navi, n 'l'rt1guet preferì rimandare di qualche giorno l'azione. Il De Courten aveva come cc.1,po di Stato Maggiore il conte Pinto, :fig\io dell'ing. Pinto di cui si è par.lato ripetutamente nel -
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LA PEHDl'l'A DI NIZZA
Oap. \T Egli aYeya fatto urn11ire co11venicnt<~llle11tc i forti <li MontalbtLno e VilluJraaca, aveva, arma:to le batterie cli Saut' Blmo cd elevati molti trinceramenti e riùotte Juugo la 1·iYa sinistra. del Varo. Se le forze non fossero state sparpagliate, si. sarebbe potuto tener e ; inYece, ad una nuova ingiunzione del 'l'n1guet, il De Oourten face va spa.rare il cannone d'allarme delle l>à,ttel'ie di Sant'Blmo e clava rorcline della 1·itira ta, clutan te la quale ·i distinse grandemente per va.lore e sa.nguc frecldo H maggiore d'artigli.cria Roccati, aiutan te tli campo e nipo te del generale di Bernezzo. La scon fitta fu htnto più dolorosa perchè fotse evitabile; ma son da rettificar e alcune esagerazioni in cni sono caduti certi storici francesi i qua.li sostengono, per esempio, che i Piemontesi - per difendeJ'e Nizza e la linea <kl Varo - disponessero di 240 cannoni e che nella sohi Nizza avessero 1·accolto 8000 soldati. In realtà le forze ù'attigliel'ia dell'esercito sar<lo ammontavano a soli 100 pezzi, me11tre lo stesso ~Iassen.t, fu Lm·o maresciallo di Francia, e allora capo éfi. baL1aglic:ine dell'Esercito invasore, la.sciò scritto cb.e i Piemoute:si alht, difesa sommavano solo a 2500. Questa cifra corrisponde alla realtà; invece per la dif<isa di tutta, ht, z.01u1 .l'ese1·cito del , .De Uourtcn si componeva. di 7900 nomini di fanteria, 600 di caw1lleria e GOO di artiglier ia. <·ioè esattamente clne compngnie con cinqmm ta. pezr,i pel.' compa gnia. Ma) c'è di più. Alcuni stol'ici francesi a,ffermiu10 che in qnella notte cinquantamila abitanti cli Nizza, fuggirono a,bban donando la. città, mentre questa non contn,va, .allora elte RG mila anime! Comunque, anche l'iclotta alle sue esatte proporzioni, la maneat.L resistenza cli Nizza fu grave; e ancora più grave ht quasi nnlla, difesa dei forti di ~fontalbano e di Villa.franca. Cento bocche cl,1 fuoco, oltre :1 molte munizioni, caclde1·0 nelle mani dei France~i, i quaJi chbel'o ragione cli stupirsi della tr·oppo facile vittoria, dovuta agli errori commei-:si da l troppo vecchio De Oom·ten :nello sehieramcnto e nell'impiego delle forze. La miglior p:ute della Contea cli Nizr,a fu perduta,, mentre i-:,nebbe, tato facile co11~ervarla, manlenendosi padroni del porto di Villafranca. -
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17!l2 - 1815
Il ge1Jc1·ale .A11sel111<·, cotn,111da111·e tlel l' Esen:ito frnncese, l'inm1 ci,:mclo ad a!laccal'c 8ao1·gio clorn l<-' truppt• piemontesi )o.i er ano rifngh1te, pensò di esegntre 1111 colpo cli mano sn 011 e,!.dia, l'i-indpato i11cluso fi-a le tent• della n.:,pubbli<-.i gernn-ese. ma soggetto al Re di 8anlegna. l'oofWl'Ò va-lidame11tc a ialt: imp1·esa l'a,mmiraglio 'l'l'ug uet, i.l qua,le fece cadere sulla citt.1 una pioggia di bomlJc e ùi palle, ottl'llt"11<.lont' !n resa . Sostit uito il l>e Conrten dal conte di Sa,int-A11d1·é, qu esti; a fiuc ottobre, var-tiYa da S.1orgio. <:on !-Cttelllila uomini. pe1· attaccare le tn1ppe fra11<:esi del generale H:nm et c·he ti·oya,vu11Bi a. Sospello. e queste erano coslTeHl' H ritita1·si lasciando 11elle m:rni dei Piemo11tesi tre pezr.i. da montag-11.1 ; ma poco dopo il ge11etalissimo A.nse lnic 1·it:onqni s (·nva. 111 loc-nlitù. tcspi11p;<' I1Clo 11110Yanwnte le truppe sattle a S.-torgio. 111 tali fazioni nn g-iovaiw nfficiale cl'n1·t.iglieJ"ia, il c:,n' . Opl'1·1i, si clist-i.nguent g-ra11deme11te, t •.111to cl.i ottelle1·e hl p1 omozione immediata per il valore climostraio. I n sostanza. (Juesht prinrn parte della campagna en1 riuscita sfavorevole ai P iemontesi; convien credere tuttavia che and1c H, Pari gi non fosset'O inol to co11l·enti, se verso 1a fine d'anno venne1·0 richiamati. lauto il )fo11tesquie11. tomamlllnk l°< Bc1·c-ito fran<·P~e invasoi-c delln R.noiH, qn.mt-o 1·A11sel111e, <·npo tl<->lk truppe nmnda!tc nlJa, (·011qui:;;ta dél S izzal'do. J1 pl'irno fu sosti tuito dal Kclleu11ann, quello ste~~o che in ~ettcmbre ,IYeYa lmt1:uto i. l ' rus:-:inni a Vnlmy, e il ~eco11ll O dal 11nrnrt . Il 27 dicembre l'As~emblen .Yazionale di Parigi emanaYH un dPC·reto. col qnale la Savoi a veniva inco1'J..>0rat.1.· nella Repnbbli<:n Fi-.111c-ese, for mando 1'84° Dipa rtimento, sotto la denominazione cli cc Monte Bianco». 0
Kello i,;tesso mese la flotta dclL\nuniraglio Trugnct si presen tava, dinanzi a, Ca,glinri e incomi11C'iavn 11, bo1nb,1rda.1.·e la c ittà, men tre i c·a.1111onic~ri stncli l'i sponclcvano Yigo1·o~c1mente con le loro ba.ttel'ie' e 1·esping-cvano l'attacco. Il Tr11gnet l'il"entò 1a p1·ovn n el ·l'ehbrui o, eseg·iwurlo 11110 sbar co presso Cagli a l:i: sncredette unn serie di fazioni in c:ui le bocche da fnoco sarde fn r-ono continna,m<•J1te in gioco e, fra, gli arri.gli~l'i. si distinsero
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Fig. 308 · n Bo·mhetto, una d elle bocehe cla fuoco allope1·af13 da N npoleo11e B110napa1·te nel s uo fallito at,tacco a lla ~iaclda.lena : è nn obice di moclell.o Gi-il)eauval, calibro 170. (Museo Na½ioiia.le cli 'l'ol'ino}.
1792 - 115 specialmente il c.1pita110 A zilllonti. che rnune ferito , ccl il c:aporale Pietro Hl'agione, c.: he fu clecorHto. Q uasi contcmpo1·,t11 ea mente le truppe fran cesi ten ta vano un altro sbarco al capo settentrionale della S,udegna e sull'isola d ella, ì\fatl.cblcn:.t : tent.,Ltivi pure falliti e cli cui non sm·ebù? neanche il caso cli fare menzione se non vi compar is ·e un uomo, destinato ad occnpal'e nelJ;L storia ciel rnonclo. cd i11 quell a dell'al'Ligliel'in, un posto di pl'imn gl'anclezza : il tenente .Na poleone Hnonaparte , il qnale <1ui (•so1·din1 11ella c,11-riern cou <·sito 11t ttamente negativo : Sci-ire il Pinclli nella giù ci tatà Storin 1n ilitare del l'i,·111011 te) pubblicata nel 18f\G : « Ooruparsa aclunque umi pal' te cli 11.tvigli francesi nelle bo> che cli Bonifacio, dava mano a te.m pesta,1: coi proiettili l ' umi.le bol'go della l\Iadcla,lena , e p er ciò meglio eseguire p0n &t a tee1·a clne obici a S. Stefauo, pi ù 1·upe elle i. ola sira a mezzodì della )fo,(ldalcna fra ei:;:.::a, e il Capo Orso che appartit J1 e a ll,L Sardegn,1. Ri sponclernno al fuoco d el uemiC'o due mezze gale1·e governate dal cav. CostaJ1tin e da.l Porcile, a.mbed ne ufficia.li de lla. R egia Marina. Ad esRi Ri aggi un gevano i-;oldati svizzeri del reggi.mento De Ootnten, che t rovavansi in p r esidio nell'isola sotto il comando cl:i un certo Harrnan teneutc. :Yfo poco clau11 0 fac<"\'è.lll es:-c ai Francesi, i quali inYecc• miu.1eciav,rno clì. truggel'e clalla loro stazioll c di R. .Stcfa.no le case della, Maddale m v. Ciò vedutos i <la cer to Mill elire lJome11ic.;o noc·chie1·0. zio clej ti·e fratelli eh<> nnco1· 01·a militano coH onoJ'e nelle regi e arma.te, co ncepivn egli l ',nclito penRiero cli anclal'e a sorprendere la fra ncese bn tteriu : petlof'hè, presi seco alcuni animosi snoi com paesa11i, ed nna ventili.I cli soldati .s vh:r,el'i, gettandosi in clne o 1:l'f~ lan ci.e condottr 1' nlla co.:ta ~01·cl dell'isola, attrn Yers;1Lo n pa!'-:so detto della )foneta, fo tto il gil'o cl<>ll ' i.sol n. attigna della Onpreru , veni.va, a pigl iai· t<>1Ta alla p11nta sud clelPiso la S. Stefano. cop<'rto a lla YiRta cl<>i Fl'.1nce8i cla im moutieello elle si. eRtoll e .:il centro cl<>ll' isoht e su l qua.le Bn ona pnrte (il qual e, qmwtnnque comn nclasse nn ùattaglione di ,olonta ri, aveva p('rò a. i:;nnto il gove1'no dPi d11e obid pos l·i i n t:erra, n, S. Htefa.110) anco1· giovinetto <>cl i11esperto èl el n·neneo·ofore 11011 ~rre,·a 1w 11Rato a porre 1wanehe uua Yecletta . C" ~ :"°'I ' mni più immagi nando che i Rardi Yeniss<'l'O ad assalil'lo cln tergo 1
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IL '1'€NE1'i'fE Ht.:0:-ii\l'AHTE ALLA MADDALENA
con sì ampio giro. Ginnti i nos tl'i in numero cli d nqmLnta circa. sulla vettfl del poggio, cominciarono a tirare schioppettate nelle . palle ai Frnncesi cunnonie1·i, i quali, p1·ivi cli scorta, e pochi in nume1·0, ebbei-o a ~ornma ventura di salvan,i 11ei loro battelli aspol'ta,nclo nn obice <' lasc:ianclo l'al tro in ma,no dei 1wmici, perchè viva,mentc in calza t i dagli SYizzel'i. condot ti da, un tale Ar.. mard , che a,r ditarnente giLtnvasi sn loro con la sciabo1a alla,
Fig-. 309 . Mo1·lnio di 12 pollici. n~O 1nm. fnso 1, _Lione nc-l 170,1;. 01·nnto dell o stemma o dcll'imprcsn di Lui~i Xl\T. B l'altrll bocca da f'11oco ncloporntn. da Nn pol eo nc 11 11n. :ì'lfa1lclal(l na.
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ruano, al momento che stavano per dai· fuoe;o ancor,1 una volta '"1gli obici : nzione pe1· cui, pl'imo sn tu t to l'csel'Cito ~u.balpino, <}gli meritava hL cleco1·azione, q11an t nnqu e p~r lu. di~tanza e le ttifficili comnnicHzioni 11011 la, 1·irevesse che a lcuni mPsi dopo e quando già. nlt.ri enrn o i-t,1ti per va1-ie ,izioni cli valore in terraferma decorati>>. In rca,ltà le bocche ·aa fuoco a,llopera,te in questa impresa dal Buonaparte el'ano un mortaio e un obice, che si conservano al Museo Nazionale d' Artigli.eria cli Torino. -
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1792 - 1815
2. 1793 - Reazione patriottica in Piemonte - Vittorio Ame de o III porta a 5000 uomini il Corpo d'Artiglieria - Le campane vengono fuse pe r fabbricare cannoni - L'offe nsiva piemo ntese, male diretta dal generale austriaco De Vins - Artig lieri piemontes i che s i distinsero in que sta campagna · L'artiglieria ai colli di Rauss e di Authion - Le due battaglie di Milleforche: razionale impiego del fuoco d'artiglieria da parte delle truppe sarde · Il ca pitano Vaira, il serg e nte Chiodo e il caporale Capel - Due medag lie d'oro e molte medaglie al valore - La fiera risposta dell 'eroico ca pitan o Bussolino al g enerale fran ces e Serrurier · Altre mirabili azioni di artig lieria - Il co rso Buonaparte , all 'as· sedio di Tol one, dimostra pe r la prima volta la propria genialità di artig lie re e di comandante.
I tristi avvenimenti clelhl, Savoia e dei .Nizzal'(lo su::.cital'ono n11'onchtta, di ardore patriottico 11ei popoli subalpi ni i qnali, in llll ptimo tempo, erano rimasti esitanti, ve1·d1è mo.lti Piemo11te:si er a uo conq uistati dagli ideali dell;1, Rivol uzione france~e e n ~deva:no di ma,l occhio n11a guena elle ,1veva solo carattere cli r estam·azione dinw,!·ica, dei Bo1·honi. Quando si accot·scro che, sotio la maschera dei pr jncipi di eguaglia11Z.1 e fratellanza, la Feaneia, faceva 1111<\' guerra di a,ggressioJ1e e cli conquista, la primitiv.L simpatia seornpatve di colpo e ()lUbra-11ta111ila cittadin i corsero ad al'ruolarsi vo1on1ariamente per H mantenimento dell-'orcline all'interno e per la lotta alla frontiera. Per dare un 'idea dello sla ncio pa,triottico con cui ancora urm volta, dopo l a i,;confi tta, il popolo piemontese si levava i utto in piedi , i;,tdugendosi ju tomo alla sua, bandiera ed al suo Re, bas ti, fra t utti, uu e. empio ci.tato dal Conte di Bcauregard. Il reggimento della ::i\ilo1:iana, licenziato e sciolto clal colonnello Ohev1·on di Villetta, fin cla,l l' agosto del 1792 ebbe l'ordi11e cii r accogliersi di n uovo sul.La pi.a½½a, cli Susa il J genna,i o 1793. T utti cr edevano che, dopo qnattro mesi cli goveruo 1·epubblican 0, a::.sai pochi avrebbero risposto all'appello ; e invece non fu così.. l i giorno fi ssato per la radunata, il colonne11o, che si trovava al ~no posto, vicle arrivare alla i::picci ola ta e a piccoli eh-appelli. O
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J.•1: E l'.·llt.\'.1:1\"l l'El: LA C.L\[l'.-\(.i ,'\,\ Dl::L
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i suoi soldati YestiH di str,rne diYisc e armati di ncchi fucW . Cil'ci:~ du e tci-zi dei i:;olcla.ti del d isciolto n ~ggimento si presenta,rouo, animati <.falla, stessa, fécl e e dallo stesso pro posito cli :servire il loro Sovrano. L ' E r al'io era vuoto e tutti gli Stati italiani, ai quali Yittod o Amedeo si ent l'ivolto per avere almL•no aiu to pec1111hu·io per ln lotta contro l'i nvaso1·e, l'isposcro 11<•gati v..11ncnte; n1n. l:on e1·oica abnegazione il Piemo1ite si sottopo~e ai più duri satl'i.l:ici . C hi a,e,·a 01·0 od argento, :-:;cgue1Ùlo l'c~wmpio del ~onano, lo portò alfa Zecca per c.:onverti l'e i.l metallo in rno11 eLa . Crc~<·c•mlo i disagi, lo S tato 1·ip<~Lntamcn1'c mise in <:ircol..l½i o11c « bi.gl ictti e.li credito» : poi, col bencpla eito cl' nna llolla po11tificia. vend ette per 30 milioni di ben i eccle~inxtici; quindi si ali<•11a r ono 11w·lli degli Ospeclali e si nccrebbeto i diritti ~ulla cartn bollata. Hen 2413 campn11c, non :strettamente )l(~cessa l'i c al cnito. furo110 f 11se pci- farn<· tmmoni : 1111<-> chies<' llOll si lni-;cial'ono alti-i. anedi F-nc-ri d'oro o c1 ·argcnto, a ll ' i nfuori clclle ampolle d ell'Olio Santo e tli 11,1 o:,;;ten:,;ol'io: il r esto Cu nrnn clato. aHa ZPcca, pe1· l'al'nc mo11 eta. · I/Ei-:1"l'Cito vcrn1 e 1·iorga,nì11,1.ato, ta11lo da am1ovc1·a1·e 4:-; mila faHti, 4 mil11 ca'va,lli e ;-; mila artigUc1·i. ..\..11',-\ l'tiglieria furono rfroltc pm·ticola1-i cn rc: con nomini de.Ila mili1.ia orcli11al'ia si formai·ono lG plotoni che vennero ri1mHi per l' ififruzione 11elh1, 'l'a bbl'ica, cle'll' Arsenn le . :ila,, 11011 essendo 1·inscito nemm eno con qncsto 11 completare la for za necessaria, Vittorio ~\ medeo 01'clinò cli pren dere compa g11ie in tcl'e cl i milizia coi rispc(;tivi uftici11 li, pmchG ln maggio nrnza dei loro componenti vi ann uisse, e di adibirle ai setvizi di a, t iglieria. I l Corpo di Ar tiglic1fa yen ne così arricch i to di m olte co111pagHie, spccialm.eHtc niz;,;nl'dc. (\ comple:--siv:imente ebbe., co111 e ~i è cldto, cir·cn. cinqncmila uomini. E cc:one le forze complessive : orpo Rea le 2604 ProYinciali 418 ~ne; Ausilia ri )lilizi.e 31:2
Rardegna
197 Totale 4U57
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1792 - 1815 I ntanto er a a rrivalo in Piemonte il Uo1·po ausiliad.o a,ustriaco; i11 verità n on m.olto fotte e non molto agguerrito : complessiv,LJnen te meno di diecimila llOnti11i, frr~ c ui due reggimen ti interi cli Yetcrani. Uno d i l:1 li r eggimenti; nel 1796, non aveva, ancorf~ spa,rato 1111 colpo di fucile! Se pochi erano i soldati, rnoltis::;imi invece g li nffida li, ed i 101·0 lauti Hl·.ipencli ei-a,no completamente a cHrico del Govei-110 sardo . Contro la, po)Hica agg ressi.vt~ della !<'ranci.a, si era cr eata mia coalizione com posh1 clel.l' Austria , delF l 11ghiltena, dell' OJa,néla, della Spngmi , della Dieta Germanica e del R egno di f::ar-
deg11a, alla, quale coa,Jizione aderì nel lu glio a nclte il R e cli Napoli.. Non è compilo nosti·o illustrare il magni.fico sforzo con cui. la R epubblica tenne lesta a lutti 11fmici ; qui c'interPssn, segufre sol.tan to lo ~volg·i.m1·nto cl elh~ campa,gn a in Ital ia, pe1· quanto l'ignarcl.l l"A1·t iglicril1 . Nella primavern del 1793, l 'l:}sercito piemontese, forte complP~sivamente di 53 m'iht· soldati , era pronto ad entra te in cam pagna . Con un tale R8crci lo e <:OH le a gitazioni., cl1e in api-ile e in maggio scom·olgevano la l 1'ra ncia , prosr,::ime a tr amnta,1·si in guer1·;;1 civile, se gli A11.st1·0-8iwdi avcssno con cen trato le loro forze in un pnnto sol o e - prc~si. accordi con i Ji.onesi , coi proYenr.ali, cogli nltri realisti formicola 11 ti 11clle provincie meridioHali, pron ti a,ll'a,zion e, come lo dimostravano le rivolte cli 'l'oJone, d i. Lione, cli Ma rsiglia, - si fossel'o risolnta,r nenic spinti. inn a,nzi. Yerso nn solo obbiettivo, nel m omento in c ui la, Frnnc;ia, era :-1ssalitu sul R1•no dalla PL'nssia B dall'Austria. l'irnp1·esa avrebbe ::i rnte molte probnbi.litù cl i. :-inccrsso. ivfa le cose procedetter o nltrimenti. F na nuova c:onvellzione s ti.pulat:~ a, 'l'orino col marcLJe~e Gh<'rarcli11i , i11 . no me clcll'Aui:-tria, affidava, il comando supl'erno del lr forze affaustriaro genera Le De 'Vius. « Era forse l.1 prima voHa. ~crive il Oarutti, che il Comando Supremo clell'Ese1·cito <:ra da to acl 1111 0 straniero)). :Meno male, se fosse sta to un soldato pro,·etto e tale da dare aJiièfomen to cli superfore abiliUìi. I nvece il ne Vin s ern nJ1 vecchio podagl'oso ed avaro, sensibilissimo a l freddo. cosicchè Yolevn dir igei-e Ja, g nerr:1 da Torino e, non cono -
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Fig. :310 . Schizw d 'itt!<ienw pt>r lt> ca mpagn<' 170i-H3-0~-93.
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1792 · 1815 scend o i luoghi, dava Ol'di ni .impo.·sibili ad e:-;eguhsi. Pare anili che aYesse J'i ccvnto segl'ete istrnzi oni df~ Vien n::~ cli a nda r e a rilc-nto e di 110n mai impegna,r:-;i a fondo, pcl' ridur-re il Re nelle mani ùell' Austria la qnale, lungi ùal proteggere e dife ucler e il suo alleato, cer cava cli approfittai· ~ delle SU<' strettezze per indul'lo a ceclel'e le terre staccate dalla Lombardia con i frattati del 17:;{i.:i e del 1748. Pntlo sta ehe, non ostan te i con trari s uggei-huenti degli u omi ni più Rpe1·i111cnta ti, il Yecc·Mo genen1le volle di,icl<-\t·e le fone alleate in q11att1·0 corpi clh,tinti, <;Oli l' in lento di riconquistare1tcllo :=.tesso I.cm.po l::t Bavoia e la cittù di ~ izr-a,. lmp1·oniclo con siglio codesto , pe1· q nm1to patcssc ginstifica,bilc dngli assalti st'el' tati cl,1lfa Ootta franC<'se contro Ja, ~ai-deg11a, e clne Yolte r espinti dalla Uegia )farina. '.rnttaYÌH nn pi,mo di guena, buono o c,tt · tivo che si:.1. vnol essere escµ:u ito con solleciLudi n e cd accorgi· mento; il clie non avvcnue questa. voHa per- gli a.cda<.; chi cli. [IO· dagrn cb<> coi--tri ngevano al letto il L>e Vins e gli facev,1110 diffe l'ire di m es<> i.n me~e l"imp1·esa . Il n e Vins , dunque, 1·i par tì l'esel'cito allealo in quatt ro corpi : cli Va,Ue d' 1\ osta, di V ~tl cli Rnsa , de lle V a lli t ra il P o e la Stnra, cli Vn.lle Roja . I J.i' r·a,nr,ei;;i i.nfaiarono le ]01·0 mosse offe11 i;;iYe nel Xir.zarclo . Ar1·e::;ta ti al '.'1Iol inet.to, 8ostaTono sino al 17 aprile , giorno i n cni ._itta ecarono il Co11e di B1·oui. che pi-i111:1 occ upa rono e poi sgombra rono. Aveva. assnnto il coma ndo dei Pi.rmontrl-li - sempre pctù :,,o (;to l 'alf'a clirer-ion e del De Vins - il Du<:a <lel Chiablese, n quale era as, ai più prode sol cfato che n on abile comandante, tanto ehe, a ~na Yolta, nffi.clava ln, t·esponsabi· l iti\. dt>lle oprl'azioni ai ge11 en1li Raiitt-Audté, Dellera e Coll i : ed :t quest'ul tim o F;pedalm eute vanno attribui t i i bnoni su<"cessi <li 11nt1sta c,1mp,1gna . 1~: cl.a, ti.levar e, :1 tal e proposito , co me que sto genen 1le Co11i - tlell::t nobile fam iglia piemontese, clei. Colli cli Felizzano - 11011 vada co11fuso con un altr o generale Colli g ià 1:ipdnt.une11 t1~ nomina to e p nre milit.1ntt• nell' l~se1·cito alleato austro-piemo11 teRe, ma <1,p pa1·tenente a ram i.glia. lombai-<la cli Vi~cn1110. e, come tale, ~nclclito auslria,co e, i n qnesto pel'ioclo . opcrai1 te nella r egione tli ~izr-a . I Piemontesi coni;;cg-ufrono no tevoli nrntaggi pr<•sso il Colle
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..\½IONI DELL'AUTfllOX
I:)
DI )fII,LEI!'OHCIIE
del r•crns, a poca c}istan,1a da, Sospello) e specialmente ai colli di Ra,uss, di l\filleforche e dj Anthio11, dove si raffor1.arono . ln tutte queste a,zioni PA.etiglieria ebbe la sua parte: non . preponderante, dato il carattere della guerra di montagna, ma notei'ole. L'Artiglieria, piemontese non Cl'H- a,bbasta,111,a numerosa, nw, céccllcnte tanto come ma.te.riale che come p1msonale, è guidata da ufficinli coraggiosi, istrniti, giovani. arsi dal desiderio cli seg11a.JarsL
I
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:E'ig. 311 - Battàglia, cl'Auf.h ion. (qnnrho tli P. Righini, }'fosco Civico di i'orinoj.
:Sell'atta,cco del campo di Rnnss i Fra,ncesì, che erano riuscil'i f.L , far ripicg[tre j nostri con mi veemente [1ssa.lto a lla baionetta, .furono nettamente a,rrestati dalle -artiglierie poste . nel can~po· delle ì\'filleforche. All'8 giugno i Fra ncesi 1~itentavano l'impi:·esa di Milleforche nl ('Ornando cld generale ,Serrnrìtir. Sc1·ive il Pinelli : << Fnrono verarn.entc stupende le prove di valore date diti soldati di Francia, in quel giorno: ma contro Ja. fortezza dei luoghi, a. :mille doppi a,c cresciuta clal valore snba,ìpìno, nulla potè il va- . lore clej rep11 bblic::rni che, giunti ::t più riprese :fino ai piedi dei -
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tl"i11ce1·ameuti, ei-aHo poi dalle 11osti·e artiglierie, g0Ye1·11ate da Zin e da Roceàti (q nello ste::o Hocca ti t:he nel 1797 doveva, dfrenire coma..ndante del Corpo di Artiglic1fa) e servite a :sea,glia, onendamente sfracellati, cllè mentr e i cannoni cli Rau:::.i- li eol phano di fronte, q nelli di Testa di '1'01·0 e cli T tsta cli R ng-gern li imbe1·ciavano sui due fianclli >>. « TuUavia Sennl'ier, ben conscfo cleJl 'imporL,1.11,,,a della rnis :-;ione affidatagli, 11 è voleudo comparire vinto clin :rnzi al suo d uce pi-ima di aver esauriti tutti i mezzi cli riuseita formata con 1a 1·i:-:errn. n11.1 Huova eolonn:t, e po:stovisi alla testa. la riconduceva all' assa,lto. Ma non l'aspettavn.n più i 11oi,;tr-i dict1·0 i sielll'i 1·ipari, d 11! Dellcl'a, assmnendo :~ suo tempo l'offensiva,, gettava una c-olonna di granatieri con dnc cannoni Peti.i da Zin sul fianco della, colonua franeese la quale, sol cata in tutta la sua profon 1lihì, dai ben diretti ti.1·i dei nostri al'tig li eri , e1·a, finalmeut c forza ta a H'troeedel'e. Ciò veclentlo il Zin, da animo)io qual'en1, non c:onte11tando.·i dei cla11ni da lni i ntlitti ai repubbli cani, unclace· niente imprendevH nel inseguil"l i coi d1w cannoni e poehi 111.1. 1·isolnti a,rtiglicri, cagiornLnéio C08i a11<.;0 1·t1i maggior d ann o nl n e· mico; e rientrando poscia a I c:ampo trn gli appluusi tlci com pagni che Jo sal utH v,1110 con gdd a cli « Viva il R e 1 viva l'Ai-tigJierfa ! )). <--ìuest'ultimo sforzo .1vev11 talmente scoraggiato i solcbti <li Scrrurier, che que.ti, 11011 vedendo probabilità cli felice s1H:ees1-;o con ulteriori conati, fatto suonare a raccolta, 1·iconduceva le sanguinose e peste sue schier e nella, prima loro posizione. Q.u atlro giorni dopo i F1·ancesi a tt1tccaro110 i postì (li 'l'et ra Rossa e di Cappelletto. I ardi, clw 1wevano pochi 1wzzi <la moutagnn, a datti. ad essere isga(i sn quelle gi.ogai e, 11ensando c::ic J:i r idotta, cli Te1-ra, Rossa l'osse a,l>l>a::-tam~a difrfì ,l dall'asprc,,,,,,a clcl luogo e dai moschetti. l'1ivcvano sgombr ata dalle bocche cla f noco. portandole a, Testa cl i 1'oro : cosa di cni i France:-i, pei· mezzo cli spie, erano venuti a, eonoscenza, tanto che :::;pel'HVano d'impossessarsi <.li quel forte Rito senza tl'oppa fatica; ma Ja sbagliava n o, chè i nostri, appena ebbero i primi .-ospetti di es~e1°2 .issaliti a Terra Rossn, trascinarono htssù a bl'aceia, per oni<'li sentieri, r1ue pe½zi cla, montagna,. I Fra11cesi, venuti a ll'u,sRalto, -
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\.ALOf: OSI AR'l'lGLrnRI Plls:IIO:--TESI
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fm ono stupefa tti di udir tuonate il eannone su quella vetL:1 che es~i credevano priva, di ar tiglie1.·ie, e si ritirarono àisordinatanw11 te . È un piecolo episodio che sembra preannunciare tanti al tl-i episodi analoghi della grtt11 de gu erra di oltre centoven,L'anni dopo . Fra g.li iunuUlere,oli atti cli valore compiuti dai :Piemontesi in questa campagna,, pa1·ticolarment e memon 1,bHe è quello clel capitano Costa n tino Vaira « che, beu -econdato dai suoi artiglieri, 11011 tirava un colpo che cadesse in fallo, onde molte ci·ano le morti f:ra, i rcpnùblicani. 'l'uttavia ta.uto accorti e sagaci 80110 i soldati cli qnella nazione, che alcuni fa nti leggel'i. della, colonna di 01·toma11n, cl1e a.veva, assalito da JUttestr o salendo da tetgo un i:,entie1·0 tenuto per impra tic.abile, J'iusciva i10 a penetrm·e nell 'interno della ridotta e, gettH tisi imp1·ovvi~amente sui caJ111011iel'i, ne u<:eisero alcuni inchiodando i pezzi: rna non s111a1Tiva si in Ri duro frangente il bnon Vail'a il quale, qnantunqne momeu taneamente abbandoualo da lla fanteria, l'imasto solo con eiIHJUe cr1,nnonie1·i e col suo sel'gen te Ohiodo, detto per soprannome di guena Sn11s-1·cgret: ri volti a quella par te i soli clne pezzi elle a,n cora ri nrnnevangli, tr,tcnclo a scag1i11 e a pochissima, cfo;ta nza, 1,011 solo T'iùuttava, gli irrompenti nemici, ma, shrnciaIHlosi col Chiodo e con tal P avetti, artigliere provinciale cl i Oncglin. :-:u di essi. l'i 11sci.vt1 a, r ic uperare un pezr.o che quelli giiì. stav:rno esportando ». T,rnto il Vain1 - che nel 1 04 fu as. unto in se1'vizio in Rusf".ia - qnan to il :-:ergente Uhi.oclo dovcva,no salire più tardi ai più a 1ti gra di dell' Arma,. Citan do i Co1·pi e gli individni . cbe maggiormente si distin S<!l'O 1rnll 'a.zione ili Millcforcb e, il Ph1elli scrive: « L'Artiglieria poi, sotto gli or·dini di Roccati , di dne fratelli Vafra, e di Zin, in t utti qnesti fa tti si coprì cli. gloria . Rd a manovrarla in quei 11<~r igli0Ri ~iorni concorR,~ro alcuni m.ili:dani nicesi comandati da, Cri~tini ca,pitano, Albi ni sottotenente e Lamo tenente; che ami <111ei:-t'ulti1110 rkevette una, feri.t a al .collo ment re dj rigeva i. pezzi di montngna, per la qual cosa tanto egli cbe i compagni ebbero dnl Re nnit grat ificazione». Fra gli appitrtenenti. al Uorpo di Artiglieri.a ebbero la medag-lia c1 ·01·0 il Rergente Chiodo già nominato e il ser·gente Oapel. -- 1~59 -
1792 - 1815 I Picmontc::-;i 110n approtitt,11·0110 petò pienamente cli tale successo, come anebbno potuto fal'ù eon un vigoroso insegni.mento, a cni ri11 uBcia 1·0110 parte in co11siclernzionc de lla su pel'io~ dtù ll\llliCric:a dPi l<'ra111.:t'si e pètl'(c> pe1· 1·in1.lit,ì. fra il Colli e il
.8aint-A11clré. 11 Kcllct'm,11.111 , al qnale en1 st·ata aJlidata la suprema clhè· zione <lei due eBen:Hi d'.ltnlìa. impressionat·o du tnle i,;confilta, oi-clinò ai :,.;noi cli t<,11e1·si, almeno n,omenta11eame11te, sulla tlife111,:ìn1, ma il g-eur.rnle lfrunet, a c11i tale in:nio.ne pesa.va, decisl~ (li fnre uno :,.;fo1·zo c·o11 tro 1H clt•stl'a .i nslto-sal'cla e specialme11te con t.ro la ridotta di l'eRta di R uggic1·0 . <:he se1·r,wa il Yarco fra il colle di Rauss e quello clell' Authio11, facendola assalire da cinque colonne; rna, 11ei quarilul·,1, giorui di 1·élu t·int quiete . il g-f•m•1·ale ()0.11:i 11,·en1 1'atto talrne111·e prrfe7,io111:rre dai suoi a1·tiglict-i ed i11geg1H,ri le 01w1·e cli fo1·lific·a:r.i01w. c·he cc 110n cravi Yii-volto , non 1·ipiego, 1101t ondulazìonc di te1·1·c, no on• ocl un enn none o almeuo 1rnu spinganla mandai· non poles.·c i suoi proiettili>>. I~ clopo clu<! ore cli vani te-ntatid i Francc•si. i quali 11011 .1,eva,110 pot11to portare con sè nlu·o d1e dttt' 1wzzi éla 111.ontngn it. f1no110 netta men te 1·espin ti <la Ile 1,ot·é11 ti :1 Ptigli(•r·ie a u:.;tro-sn r cle comandate rlal Zi.n. In sostanzn « quatti-o Yolte i pacl1·i nosti·i 1 intnzznt0no il µ;allico awlirc in qnelle g-ok· >>. tanto cln !og1ie1'<> per qualche tempo a.i gcnen1li Jfrnnct e :~e1'rm•ip1· la voglia di 1·icominciare. Purtroppo però i Picmontc•si non poterono giovarsi dell'occnsi.01w f..n-oteY ole 1w1· F-forrm·p nn'offensiva <'hC-', sec·ondo ogni probabilità, avrebbe ottennto i,ieno ~uccesso . Ancora mm vollit ~i c01rnta!<tvano gli. inconxenienti dovuti c1 Ila ruoltcplicitù clel eomanclo. Colli e Rai11t-Anché, clw p oco anclnnrno d'aceorclo fra loro, dipendevano poi clnl lhica drl Chinblei-e il qna l( non }1vt>nt l'eJ1ergia1 neces:-:arht per tenerli a segno e, d'altra parte, clipenclern, a sua volt,:t- ch11 )Iaresciallo ne Vini-, il qnak c-ontinunv.i a i-tarsene a Torino petRevcrnndo nel i:;no contegno neghittoso e malfido, cli cni già abbiamo parla to, e che probaùilmrnte.- corne dicemmo. era voluto tlalla « pe1·ficla politica e dalle ingord<' sr<>· mnze <lella Corte di Vienna >). Un'avammtn degli alleati in l·t' JTit.ol'io franc(-'se. nel gingno . ebbr all'inir.io ottimo esito; n;a poi. a,ppnnto petcbt> sprovvisti 0
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SUCCU:SSI DIJJLLE ARi.\f l l'IR)fO.'\'l 'GSI NEL
1793
'dei ea,llnoui necessa 1·i, c~si cloveti:c~ù; ,.L1·1·e:starsi d .ì nauzi a.l fo1-te c.:mpo nemico cli ]'ournoux, munito di potenti a.rtigU.erie. Alla fine <..li luglio il gener ale Cm·c,H:1dec, nuovo coma,nda,nte fra ncese, partendo da, Tourno11x sfo1:r a,va, un attaeco lu1i:go H tor1·ente 01·ona.) a verso lo sbocco della, Val ~fairn e verso il colle dell' Argentera: e qui si distinguevano gra11de111ente i1 sergente -artigliere Pagnone e il serge nte pioniere H.ie,ci, i quali impiautanrno una batteria sulla ri rn de ll ' Or-om{v,1, sdttò il fuoc-o nemico, ·e r iuscivano a, rovinare l'opposta batteria fr:.rn cese cli Mala· 'J.norte. Riatti.va,ta, questa , i nostri, dil'etti pernona.hnente cla,1 J?ri.ndpc di Carignano, riuscirono a co1HJiii8tar l;1 111la ba.iouctta. . i 11·chiodando i canno11i nemici; i Fr-a;1ceiù della riclotta di Mala1norte furono quasi t 11tti 11eclsi o feriti o p1·e~i pl'igioniel'i . Anche in q nesta nzi.one i sergc~nt i Pagnone <~ Rieci si comportarono eroi ·cmnente, ta,nto che ebbero la medaglia al va,l ore. Continuava, così una guena, se1na gr andi :wvenimenti mc1i n8pra, e logora nk, e con esito non dc.·dsivo rn.a n el complesso fa. vorevole alle truppe del Re di Sardegna e (lelFalleato nustriaco : tant o che i.I Kell erm ann. il qnnle ç'.ontinnava, a tenere il co m,rn clo supr emo degli eserciti francesi opernnti in ItaUa ma si -c·1·a attan 1ato all.'assecU.o di Lio11e , il primo settembre Hccorreva H Bl'ia nçou, per ridar€! eoraggfo e 8pirito aggressivo alle sue fr11p11e . Dopo alcnne f m'\ioni riuscite, il 28 settembre le- trnppe h~p nbblicane m 1.iovevano da l\ uses sn tre colonne~. per assalire ì I'i.emontesi nella ridotta di S. : Y[.ntin o. munita di sei cannoni. J Hostri, eom,1rnJati dal Sa.les, pnr essenc1o nn pngno di uomi.ni ·con.tro un avversario numericamente superiore in 1noclo schiaccianti~. 1·esistet;te1·0 36 ore, dopo d.i <:he dovettero n bbandonare 'la l'iclotta, lasciando nelle mani dei Francesi i G cannonl ed aknni )Wigionier i, frn c ni il capita.no di a1·tiglieria, Bussolino, il quale prima cl.i arrendersi aveva oppos to un ' eroica difesa. che merita ,(l i essere particolnrmente u1enzionnt.:1. « Aveva egli incombenza cli Lu· testa nel forte sito clel Oha telnré!. sin che avesse a:n1to orclinp rì ·abbanclona,rlo; ordine che forse in qnel purnpiglia si obliò poi <li cfaee : ma b,ts tava a l Bns:so lino l'orcli11e nnito per non rNlere il passo. e. cpw11t nnque al'87
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1792 - 1815 l'albeggiare d(~ll'indoma,ni egli vedesse una forte colonna nemica. muovere ad assalirlo, non per questo si perdeva d'animo, chè anzi cominciava a) trane con tal vigorhl, da far compren dere agli avversari esser follia. assalirlo di fronte , e pensarono a.dunque. a venirgli cl a tergo . Ben comprese egli Fintenzione dei nemici, ma costretto per la morte cli var'.ì. s uoi ca,nnonieri a rallentare il fuoco, coglievano i nemici. il destro, ed a.vvenh,mdosi sui pezzi ne uccicleva,no i servienti. Proseguiva esso, tirando a scaglia, a. difendersi con l'ultimo pezzo; ma con pochi compa,g ni e privo cli munizioni , cedeva sdegnoso, dicendo nill' ufficiale inca,rica.to. di trattare la resa : « Se avessi t rov1:Lto almeno pietre, non mi avreste f:Lvuto a così buon mercato>>. Vuole uno storico di gntn. fede degno, che n generale fr::mcese (Serrurier), per condizionedeUa libertà, gli p<.messe la prome$Sa di non militar coiitro la, PrandtL, 11ggiungenclo che uomini di tanto valore troppo era,n nocivi a,i nemici, e che <1uel generoso rifiutasse i1 dono . Se ciò è,. egli ad eroica difesa, aggiurn,f~ eroico a,tto. Noterò frattant o chequesti:i è una delle molte forti fi,zioni commesse cfa individui del corpo di art.igli.e ria, di (]Uel corpo che allora, come nel 1848-49, più di tutti brillò per- disciplina e vailore >>.- (Pinell-i: op. cit.). Ma l'attacco prin<:ipale frrLncese si svolse in 'J~arantasia, dove. f-Ì trovava K ellermann , col brigadiere Bagcl(~lonne: e a.nche. q ni gli artiglieri piemontesi ebbero modo di porsi in evidenza,, Il Ba,gdelonne aveva piantato le s ue ba,tterie sulla, sponda, sinistra dell'Isère, ce1·ca,nclo di g(~tta,re un ponte per attraversare il fiume . I nostri restarono al cop~rto tutto il giorno, ma,, giunta, la not te, parti dalla nostra linea un distaccame11tò di dragoni. ognnno dei qna,li reca.va in groppa al propi·io ca·va11o un a.rti gliere o un granatiere. La piccola S(~hiera,, al comando del De Maistre (ci1e fu poi autore del fa,mosissimo -Voyagc av,toi1r derna ohanibr c) si getta.va oltre il ponte e si impadroniva dei cannoni nemici che~ veniva.no atta,c ea ti ai eavaUi dei no,~tri dragoni. e riportati., magnifico trofeo, nel nostro ca.mpo. Per tal e azione, ardi.ta e felicissima, furono deeora,ti due artiglieri provinciali: il sergente Oera,to e il caporale S,1,vel. Il giorno dopo però il Ba,g delonne gettava un nuovo ponte. e, avanzando, respingeva i nostri . Oontempor,~neamente il generale fr~ll1 C(~S(~ Leilo:ven avn,nzavn in l\ioriana,, dove il 20 settemhrt~ - 1362 -
1WISOD1 EPICI
i. Piemoutesi, al coma,Jlclo del Oonlon, avevallo l'ipreso l'offensiva. Di fro nte a forze superiori, Oordon :,;i fe1:mava ad Espiene, str etti:L che chiude qna1:,i interamente la, vfl,lle dell' Are tra il fiume e il monte . E qui i Francesi compivano un'a,zz,1rdata mossa, ba,sata s ull'a,rtig1ieria. TrasciuaJi due pezzi da, montagna sull'erto picco di Uucheron, fulminavan o di là il ea.mpo cli Ei-;pierre. Ben poca cos,t erano quei due pezr,i da 3, eppure ebb€:rO graude snec(~sso; tanto ò vero ciò che ebbe a, scrivere alcuui anni più tardi il mal'esci:1110 di S::Lint 0,Yr nelle sue « Memorie Rulla guerrf.1, di. 0;1,talogna >), che talvolta nn solo pezzo, trasportato su luoghi reputati inaccessibili, esercita snl morale dei nemici maggiore influc11za che non un 'intera btttteria. 'l'a.le ve1·ità dove.va poi essere dimostrata da infiniti esempi gloriosi nella guerra, comha.t,tuta nel 1915-1.S suile Alpi, cioè nella zona. più aspra e terribile dell'imma,ne conflitto europeo. Fatto sta che il Cordon iniziò una, l'itirat a, che non si arrestò fino a, Va,lminier, dove una batteria piemontese eretta clal De Buttet (che doveva, poi, tre :11mi più tardi, d oè nel 1796, divenire comanda,nte del Corpo di artiglieria) oppose un'accanita resiste11,m : e si rnm,menta l'epico episodio del sergente Gerolamo Musso di Sommariva (eletto, B·ienven,u) che, con nll sergente del reggimento CJ1i.1blese, un a,rtigliere e un milizia.no,. manovrando una sp1ngarda,, trntteuue p{'l' moìte ore il nemico, fino a che, morti j s\1oi compa,g~1i, si r itrasse portando in sa,l vo, h1 bocca da fuoco . Ma troppi era,no gli assalitori , e i nostri do~rettero ritira,rsi ~ n1ent1·e anche il Bagdelonne otternwa,, pur con maggior fa t ica, qnalche successo. Il Duca del lV[onferrato concentrò le sueforze a Grancl -Co,e m e ad A igue-Hla,nche, preparandosi a difendere osti.natamente quest'ultima, posizione. K ellermann racln nò Je sue colonne e si accampò con rispetta,bi1i for ze tra, Bon rn!vnl e )fave. Si impegnò s ubi to un violento cannoneggiJLmento frn, i clue campi ben forniti cli artiglierie e Ke1lerma,nn tent ò di aggirare i nostri p(~r la via di Gra.nd-Ooeur. l\fa il barone La, 'l'our, comandante in sott'ordine alle dirette~ dipendenze del Dnca., a,ccortosi della mossa,, fece collocare tre pez;r,i in una posizione donde, pr endendo di sbieco le colonne nemiche, potò ful mi1mrle, cam:anclo g1'a.vi perdite. Ta.le batteria, al comando dei -
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1'792 · 1S15
·c,1,pila11i 8appa e U;;1g1icri, tiu~e;iva a traHenerc i nemici t utto il ternpo 11eccssad o a l Uuca. per ripiegare Yerso Moutiers . 'l'nttavia Kellel'nuum a,va,nz1:tvi.t ed oc:cupava, H capoluog0 delb 'l'a,rrtnta.s ia,. Il Duea, decideva, quindi di ta ccogliere le pl'op1·ie forze nei vecchi trincera.menti clel J:>iccolo S. Bel'11ardo. afft·clnnclo ad una retrogua.rclia eh 1500 uomini., a l comando del La 'l'our, l'inca,ri<.:o di trattenere il nemico. 'rale compito fu a,ssolto egregia.mente, a.nche per il proftc110 impiego delle poche artigliel'ie fatto dal già nominato <:apitano Sa,pµ,a, che, co11 due -soli cannoni ed un obice. seppe tenere a, segno i l<'rtmcesi attac·canti t'\ cedette solamente quando Kelle1·ma,nn , sopraggiunto con t utta la sna gent<~, miRe i11 batteria dodici pezzi cli grosso ·calibI'o. l\•fo lo scopo era. raggiu nto : il D uea si era potuto con8o lidare sul Picc:olo S . Bernardo rne11tre C'orclon, inquietato di fronte da, Ledoyen e di fi.anco cb Pressy, si ritirava sul ìVIonce· nisio, dove le 110stre. artiglierie , ben dirette d.a-1 De Buttet, facevano desist<~re i nemici da ogni assalto. Così ebbero fi11e, per qnell 'a,nno 1793. le ostilità in Savoia, dove il Duca di Monferrato non dimostrò forse perizia, di capo pari a,l grande va,lore (preso a hcrs,,~glio dai nemici, ai quali ]o 'indica.vano da l ontano le fnlgide stelle dell'Annunziata,, egli si ·er,1 1-ifiuta,to di velarle, esclama.ndo: « 111essicm·s . cotte décora,tion n'est J)((.S fa.ite pour ·reste.1· cachée en pr6scnoe (le rewnenii ))). L a spe<1izi.one piemon tt~se no n <•hhe huou <'sit o a cansa del.la lentezza delle operazio11i e soprat ntto del grave errore strategico ·commesso, t1'a,sc111'anclo . cli concerta re le mosse dell'esercito operante iu Sa,voiH <:cm <p1e\le dcll'esereito oper·ante contro i. Fra.n·cesi sn l Varo . Po(:a importanza ebbero le a.zioui dell'artiglieria nella Va,l le ·stura, intor110 all' Al'gentera e snl Va,ro. All'attacco della Cerisit~l'e, i nostri , disponendo solamente di piccoli obiei, non poterono far rn1J1a contro un ridott-a posta i11 posizi.on~ eccellente e nrnnita di. grossi pez1.L Viceversa un ecc:essivo m,t inutile sfog gio di bocche cla fuo co fece il genernlissìmo De Vins nell'attacco sferra,to contro la H.oc:ca. di -Giletta, <love i profo ttili di calibro iwrnfficiente poco valevano rontr·o i macigni. Nel Nizza tclo, 111n1, colonna, piemontese, al comando del Dnca {1. Aosh1. scese dnl coll<~ clell<~ Finestre e .attaccò Lantosca.. I -
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r/ AS SEDIO DI 'fOLOl\E
F1'..lll cesi, p1·,d:icamente co11rn,1t<lati cla.l .M assena al l on.ì pl'Orno:-;so geHe:.·::.le di Brigata, r inuovar0:10 c:1, Castel Ginestra l ' a udace impresa. giù compi uta nel Espiene in Moria,na; ciot'. i:,;s::u·ono delle l;occl.tc da fuot.:o, att1·an~1·Ho ad on·idi predpizi, su una. vetta, dove, non che enm1oni, non era,no mai giunti uernme110 (]egli 11orni11i, e solo si arrampica.vano daini e c::nnosci ; ta11to d1P i nostri, intimoriti e ptivi cli artiglieri.a,, <lov<~ttcro i-itirarsi. Scn 1·a,mnecianclo conti11uame11te, i Piemontesi rin1a,se1:o nelb i-egione fino a novembi-e, poi si r itÌl'ar·ono in l)iemonte . .Non si p uò chi11cfo1·e il paragrafo dcdkato agli avvc11irneuti d e l 1793 senr.a uu accenno a11 ' assedio d:i 1'olone, dove si a.lform,t pe1· la pi-inrn volta, la geuialibì <li coìui c l.te Ol;Cupa, di diritto, n ella, nost1:a, Storia, u11 posto cli prim;online . Snllo scorcio del Fanno gFinglesi, non potendo clifoncl<~rc da soli. la ciU:ì di 'l'olone da essi occupa,t a ed. a.tta,ccata dal generafo fra11cese Dn· gornm.ier con 28 .0'00 uomilii , chiedevano ainto aglì alleati. Il :!T settembre anivaYano 2300 napoletani, nl comando del generale pl'iueipe Pignatt:illi, e poco dopo due battag"lioni piemon tesi. Del Corpo di spedir.ioll(~ nnpoletauo faceva,no parte anche 300 cn 11uoni<'ti cli Marina, riJ ennrn1Hlo del ten . colonnello A ngelo Miniehini ;. melllTe un nuovo ( 'orpo p:-rrtito da Napoli il 21 ot'tobr··-~ com1.wendev::1 anehe una brigil ta d'Artiglieria a l eoman<lo ilei nutggio1·e éF Ayala., e un p ..11·co d'assedio agli ordini del maggiore Bavel'io del Re. Nel paragrafo snll ' Artiglicl'ia, napoldana ve · dremo come in tali riparti mi litassero akuni n:filciali 'd i A.~·t iglie1·ia, che si clistirn:;ei-o poi grandemente. Oo rnplessiva.inenle ~roJone dis poneva cli cir-ca 15 mila uomini fra Tngl esi , Spagnoli, Realisti. Piemontesi e ~npoleiani. Risolnto a po1· 1h10, a,l troppo lnngo ass(~dio, i l genera le D n· p:omrnier dedse cli coneentmre ogni sforw contro la riiloti'n, <;re;:1b.1. cfagli Inglesi s ul monte a.cl est del forte clell 'Aignillette, ·Nrm<: pnn\ contro il forte Ma lbonsf)net e la montagnn cli. Fa,· rone . .-\ l'ak~ filw iJ con:ian<:l anl'e <l i hHUa,glio,w Buonaparte fa e.evn i n1ia lznn' Rnl colle ddle }.__ r ene 111,a, batteria cli sei pezzi da 24, eh(~ cloveva, fulmina.i·e il forte Mal bo11sq11et. Da l 28 novembre f~sn, comin ciò a. ca1-riona r e a.gli as~ecliaLi così forU cla.nni che il -
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1792 - 1815 g(·11erale <Y Harn, g-imit.o b 81:essD giorno clr.1ir IughiHe1-ra 13e1' prendere il com.tLJHlo supremo, decise cli sloggiare ad ogni costo i F:ra,ncesi da quel posto. 11 30 uovernbre dunque egli fonna,Ya, un Corpo di drca 3000 uomini, composto di Inglesi, Piemontesi ·~ 1\',;Lpoletalli, e lo suddivideva in quattro colonne. 11 J;Hom~parte aveva s ist(~ma ta la, ~ua, ba,tter.-ia ili modo (;he il. ciglione del <.:olle servisse tli lJUntpetto ai cannonieri, <.:osic(;hè i JJe:r,:r,i i-imaucva110 1111a.:::i sol declivio 01,posto, e la bocca ne i:;punt,.wa appena dal ciglio. AlFalba le qua.t;tro colonne alleate tragh ettavano il tor · 1·ente Lo7, e procedevano anim'osc . I poehi difem:ori della, batte1-ia, francese, impressionati. abbandona,vttno i pc1,7,i, e si rifugia,vano ilidi.etro verso Ollio11lc1:;; il che avendo notato, gli a-ssalitori si gettavano alla rinfnsa s11i pe7,7,j e in un momento lì i nchiodavano. Ma., avendo in tal modo toH1\11::m le proprie ordinan½e, non p1:esentarono più che 1111a. massa iufonne la quale si precipitò disordinatamente Ycrso Ollionles , minaecia,nclo di impa,drcrnirsi clel parco d'as;:;edio d1e i Francesi v i tenevauo . T soli Piemontesi, frenati dal comandante Rev(~l, si mantennero sul colle, forma ,ndo così- una massa di riserva che poeo <Jo1>0 doveva riuscire preziost~; mentre, a sua volta, si rivelava, utilissimù, l'azione di quattro cannoni na,poletani postati sul Loz . .Il Dugomm5er, ra.duna.ti i fuggitivi, li scagliò iu un cont tatta,ceo c:he sorp1·esr~ gli assalitol'.i nell' eb bre½½H, della vi tto1~ia, li rieaeciò su per il colle co11 la stessa pr0cipita½ione eon c:11i eruno scesi e, insegnendoli, sarebbe giunto fluo ;:1,l forte Farone, se non si fosse trovato a co:r,:r,a,re coutrn la. l'iserva della fa11te i'i,L J)iemontc!SC, rimasta ferma nella- vittorfa e fermissimn nel 1·ovc:>.scio, e i qùa ttro cannon i na.poleta ni che svilupparono nn fuoco -efficace. In questa. circostmna truppe italiane p1·ovenienti dalle cl.ne estr·e1nità, della Penisola, aceorn 11na,t<.· cln ngnn,le c01·aggio, salva.1·0110 la giornata <=:h<~ sarehhe sta.tu. perduta· per gli Alleati inglesi, e costrinsero i Francesi a retrocedere e a rientrare nel 1wop1fo eampo. « La distru7,ione della ba,tl:el'ia delle Are11e per parte dc··g1i .Alle1:l ti fece il fnoco <lei Francesi meuo intenso per u,kmii gio1·ni., ·m a, ben JJl'esto Bnonapart.e 1·1~hhe rifatta migliol'e cli p1'irna, (•d agginntevcnc delle a.lt1~e che fulminavano i.i ridotto inglt>~<\ dc-
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IL (( PICCOJ,Lt (;;ll: l L'L'l•:1au ))
11omi11,ito pei- 111 sua fortc;m1, il (( Pic:c.:ol o Uiùiltcna >>. Era esso ·difc:-:o cla 30GO Bpagrn1oli ed nl L:1'1i1i l'i(~monteRi , che vi. si ernno i oJ-tificati attol'11o. Il giol'no lJ. J)ng-omwier. a (:c·ompaguato dnl _giovi11c Col':-:o e dal ca.po del genio :.\Ltt·c•:-:cot, nrnva fatto un 1·ic·o· 110seirnento cli qnelle opn·e, e·, V(•d11 t,111 e l.1 forr.a,, cleei<lcva,, dietro i to1Jsigli cli qtwi clnc. di a:-:s,dil·c· cla cli.verse parti, cioè
" Fig-. 312 . )1 orl:tio pi<'rno11te,-e.
1:lal hLl,o clel mnre tenta nel o di i rn pos:-:cR!'n rsi d elle c:ollìue che clo:minan o il forte dell1 Aiguilletl'e e di Fnrnne, m<·11 tre cluc altl'e co-
lc.,nllf cloYevH n o contempor,rneamente contener e• i p1·esidii del for· te Sant'Antonio e cli qnello cli Malboni-;quet. « Le artiglierie eb · b(:I'O 01·dine di 1·adcloppiarc il 101·0 fuo eo ehe fu m.antenuto vivis:simo l·ntto il g-iorno J:5 e Hi: e il 17, all'nna dopo la mczznnotte, -
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1792 - 1815 lt~ t1·nppe as:sali!l'id, che si er.1 n già, porlate si:t dalla. se1·a p1·t ~ CPdcllte nei va,rì luoghi di concentramento, a11imate d.1 iu , s:o"li.to a,rdore, movenmsi pct' gfrue u,ll'assalto , malgrado nu:t . dirotta, pioggia. ed u11 fnriosissimo Yen to . Gui.da,va,no la colo1rna prineipa,l e contro Ja. ridotta inglese La.barre e Victor, dw fo poi l\fa 1·esciallo di F1:a11cia. Spingt1va .Labarre i suoi nomini sino ai piedi clei trineennnenti, e col,ì., malgr,tclo .l'infuriar clell'ura,ga,no, rnalg1.·ado i massi di pietre che i di.fen:sol'i scagUavano sui repn hblicnu i, malgrado ]e arbglicrie che vomita.vano la, morte, i :-()ldati francesi, arrampiéandosi gli uni sugli altri, profittando. cldl'oscuritù, della, notte, pcnrennero a penetrare nella ridotta, per le cannoniere, <~ fecero orrenda strage degli artiglieri i Il· glesi scannandoli sui loro ])C7.zi. Riavutisi però i difensori. dell,1 sorpresa e ricaeeiato il piccolo 11 nmero degli entrati, ripl'<':SO an imo, li l'ibu ttavano ; mi:i: sopraggiungeva poi. Victor con num·(). genti, e quantnnqne egli riportasse gra,ve ferita, pure i suoi c:ostringevano gli a,lleati ad a hhandorn.n'e quel tremend o ba,l uard0 1) . (Pinelli : ()]) . cit.). I11'fiJ1e i Francesi conquist..tt·ono il piceolo Gibiltena,, lnl'ido tta Ff.1,rone1 jl Nfa.lbonsquet .(1121Ja difesa degli nltimi due si ' di:-:f-insero i Nnpo1eta.ni) e poi m,111 mano ttd·ti i forti esteriori~ ~inchè si giunse all'evacm:1;7,ione della, e.i.uù, con tutti i tristi 0pi.sodi ben noti. Complessivmnente, la, campagna del 1'i!·):3 non portò alcnn va.ntaggio materiale ni nostri, ma, fn onor·iiica, per le armi piemontesi, ca.ncellanclo con stupendi. atti cl i valore e con l'ohimo. co1nportament o genera1è delle nostre t1·11ppe qualche memo1·ia non troppo gradita dell'anno precedente. Ci pia,c e terminare questo pu,ra,gra.fo riportando dal Me1110rù1,le di. EanVbJfona del La.s Oases un epi;:;odio che concerne ,lJ.l· punto l'assedio .di Tolone ed è estrema.mente significat ivo, tanto per ciò che concerne la competenza del giovane 'Buonapartequanto per la ... viceversa dei suoi superiori. Il generale Cartaux, comandante in capo, accompagnato. dal Bnonaparte1 si reca ad ispezionarr. lo ~chieramento offensivo, dopo di che fra il genera.le stesso ed il suo aiutante maggiore si svolge un breve clia,l ogo, molto .. . edificante. :iYfa cediamo la, pa~ 1·ola al Las Cases : -
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CX El'ISOD IO llli:L UlOVANE l{UO?\APAH'l'Ji)
« S on o queste .le n o~tre battm:i e'? - S ì, gener a li'. - Etl it no. t1·0 parco? - Più i n Jà. a quattro pnssi. - E le 11ostre pallèroventi ·? - );ei vkiui c:ti-.olai·i, on} dnc compaguit> ·tanno 1--cal cla,n<lolc cL, :-;tarnu ne. - Ma conH! potremo pot(are qni laìi pnJleanow,ntate·? - E qui i due interlocntori in(·omindano a imbrogliarsi , e tel'l11inano vol chiPcle1·e u ll'ufffriale cli artiglie1'ia~ se colle su 0, teorie non poh•sse 1w1· avYe1tLura, h·ovare qna.lch1• t i medio a quel gran m.lle. :'Ila questi. che si s.u·ebbt> i11falla11ternent<> cred 11 t.o beffato èln 1-<een.1 kiffatta , i;m i dtw attor·i avessero, posl·o me110 natmalezzn, lll·I 1·t>cit:nla (gia,cehè si era :1ill a, distnnza di aluwno nna leg-H e mezza tlal punto attaccato) . impiegò tntta Lt s 11a 1n·11demm, l n tta l.r possit,ile sel'i e(iì e 1nocl<ra:done pel' in· dul'li a I)Pnuette1·<> un til'o di sc1~gio 11 pallH fredc.l..l , onde ben mism·Hre, anzi tutto, la lnnghezr.a e l'e!folto della gettata. « E i. n on ehb<~ poco a far<· per 0Ltcner< il s uo intento: 11èfors-e s.:t,rebbc 1·iuscito. st• llOll nYPsse. per gra11de venlura. aclo per n ta l'<•1,pressio11e tiro rli saq!Jio, che fece in essi grande impre1-<1-<imH~, e li coll(l 11 sse .11 suo pnre1·c. Si foce dun que pal'lire qne8lo colpo di p1·0,·c1, ma la palla 11011 giunse al terzo della tli· sra,11z11 : i I che pon;c nl gen<•ra]P eil al sno aiut:lll le cl i campo bPll.:t oc-cn::;io1H cli dec:l:.1mar<> (·011tro .i mm·sig-liesi <~ gli .,nii:;tocr aiicì, i qnali a,evnno , senza fallo, malh~ios,irnente 11lt<>rate le pofr<'1·i ». 0
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1794 : Vittorio Amedeo d fiuta le umil ianti proposte di pace dì Robespien-e e riprende la g uerra - Rafforza mento del Corpo di Artig lie ria - L'inva s io ne fra nce se e il pia no d'atta cco di Buonaparte I F rancesi in vadono il territorio di Genova neutra le - La strenua difesa delle a rtiglie rie piemontesi s ulle a lture di Br iga, a l Mo nce-. nis io e a d Exilles - L'e rois mo di un ma nipolo di a rtig lie ri a} Monte Valesano. 1795 : L'offens iva a.ustro-piem ontese - La bat.tag lia d i Loano.
Yittorio A.meclro LI I rifiuta i,;;deg11osamente le onerose pro · pof'.: !e di pace fa.l'tegli pd ma, d ,L Robei:-pierre e roi Ùfl Bi1 r1·as~ Commissa1'io della Con,·c·11zio1w presso l'EserC'ito d'Ital ia. e cle-
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1792 · 1815 cide di continuare a coml>at_tere, p111· sapendo di poter fare ben p oco assegn,11nento sull'appoggio di Fl'u,uccsco d ' Aust1fa, al le.:tto malfido, gretto, superbo cd i n esoln to . Egli comincia tol l'iclurre le spese cli UotLe a,llo stretto uccessario, diminuendo gli appannaggi ai l'tiutipi e gii stipemli agli u:ffiei.a1i. Le I'1·incipesse He.:il i clarm o per p r i me ]'esempi.o d ella pi. ù rigida econoniia : l <J ptindpei,;sa Ulotilde fa i-;olenne voto cli nstenc1·si dngli spPtt:ieoli <.' <l.li ba,Ui e di vc~tirsi sempre di lana, f-enza, gual'uizioni cli pizzi e senza gioielli. Ln nu c hess,t. cli Uh iH Illese e .La Princ:ipessn di e'ondé segnono tn,le ei--empio, e tutto il popolo s'i mpo11e la Rtessa cli sci plina cli vi ta c1 nster n . An<·ot'èl nna volta, nell'ora dPl pe1·i.c-olo, il Pi emon te co nce1Hra t u tte le proprie forr.e ne'llit vo·loutù tli resistete . E , <·011 le economie renlizzitle, Yittodo Amedeo può pr-ovveclt:'1·e 11- 1forclirn1re i n pa1·t·e l'B::-e1.·ci1'0. Pe1· quanto rignatda l'AdigUeria , <'~li ricon<> aUn .'.\liiizia 01·1linal'ia. Con uomini di tale Milizia forma 16 p l. otoni. che vengono tiuniti 11ella fabbrica cl e l· l' Al'senn le per riceYere nna :sommaria i~rruzione. Ma neanche così si tiesce a fa1· fro11te al g r,wcfo bisog110 cli pcrsomLLe d el Co1·po cl' Artiglieria. ragi on pe1· cui il R e ordina di p1·endc1·e com pagnie i 11 ti.e re di ?lfilir,.i.a,, coi rispettivi nffici:i li , pmchè la maggio1·anza dei componenti vi. annuiscH : cof-ì Yengono aclcl ette a tale se1:vizio pa.recchie compt1,gnie, spe<;ialme1tt·c nizzarcl<!. ~el l7fl4 Vittol'i.o A medeo co.·titnisce l .' nuovi ploton i di Milizia, a rinforzo di altrettante compagnie del Corpo d' Artiglieria. Tali compagnie, nel corso dell'anno, salgono fino a 21: la vent unesima sei-ve qua.ìe deposito per l ' iRtrnzione d elle H l·
{:lute. L ' opuscolo 1·ipetutn mente cita t o, F'ornwzioni ecc., giua XXX ci. dù, qll ('lf.1to organico : 1 ' Compagni.e cli Mili7.ie c;ann. J 09 11omi11i !)3 )) Compag-nie d i. r iRe1·va. 260.J: )) Corpo R eale 44S )) Provin ciali 9G )> Ausiliari J 07 )) i':ìnnlegnR, Totale
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B la gucna riur<le. I F1·an<;csi, du1 tutto· harn10 da g·uadu · gnare da nu'ar.ionc rapida 1! risoluta, p1·endono a1·ditnmen te la, offt,nsiYa c·ont1·0 gli Anstro- Snrdi. Ei;:si souo al comando del ye~·diio gc11ei-ule i)mn<·rbio11 , H q m1 le bn 1wrò in :sottonline alcuni capi di g1·ancl(• n1lore, qnali il 11..tssc•na, il Cerv<wi , il l,aharpe, i i Hen11rie 1· e~ so1n·aiutto il Huonapai·te·, c:oma 11 cla11Le tlell'Artiglierin. a11to1·e di un nuovo pia,ll o di <·ampngua. I 11ostl'i sono :il coma]l(lo cld g-<•netali ColJ i e UellPra. i 111wli clen>J10 però r-em }JH~ dipcnclere da.I De Virns, ogui gio1·110 viù ma,1 anchrlo i1t s,llute, e, più o rueno volntameu tc. inetto. I l?r a11cesi decidono rlj tenta1·e il mnssimo :--fono snl , ·aro, dvn, il 101·0 gspr<:ito - i;;eeomlo quauto lasdò :-<;ritto .lo stesso M:asse11a, 11cllH proprie memorie - dispone di 40.000 nomini con lTO Hi.000 PiemontPRi. Il p1·imo pi.mo di campagna di Buona,· patte - tenendo to11to che le li nei· slTategiclw i11 qn<'lln r.011a so110 poche - consiste nd la,scfor dPbolmente ~naruitc le cln e ali e COJ1cenfra1·e lntte Jp fo1·r.c ad Isola, per t-cen<lere in ntl di Stnra, pene trc1ndo <;osì 1wl c no1·c del Piemonte: 1)ia110 che pot--a i nso mma sul prineipio poi-;to poi lant.e volte in opp1·a da Xnpole11e, C'ioè lo i:;fonclamento d<'l centi·o nemi<.:o. :'Ifa il timore cli essei-e costretto ;1 lunghi as~ecli in ('.01·110 :ì, Cuneo <-' t i, DemoHl·c, 11ssedi pe1· cni rn,u1ciu10 le g-1·ossc atUglierie necessarie , lo ind11ce ad applicnrn im-eec 1111 alti-o piallo, corn~i stc11te nell'agg-irnrnento delle poi:.ir.ioni 11cmkh e fl<>l' il Litotnk. P<..·1· cffethwrlo , oc:<:onc però oltc11ere il pa:-:;so per h1 tena lignre, oppn1·c \'i ola1·n l,1 nc11tralibì clP1la Hcpubblic·c1 di S. Giorgio. Il <:u1·ioso è qnei;;to : e-be già i-dc-nni mesi pl'ima il Dellt:>i-n , p1·1'Yefl<·nilo c-hr ·i F1·il 11c<•F-i ~archbero gi11nti. a (,aJe 1'isol nzi01w, aveva proposto di prc-venirli e cli o<·<:upnre b1 tenitorio Jig1ne alcnnc loc·,1TitiL. come nolce<wqnn . g-inclicMe nee<>s&1i-ie per la di fr:-n <l<>I Piernont<•: mn il f) p Yi11s vi Ri ern opposto tisolutn · rn<•11te. E ceo appnnto m1;1 d<'llf' cm·attel'i!-ìticht• di ·q1wsta campn,· gw1 : rhe i cbw es<'rcili a fron te sono entrambi coma11dati chi, clne gt111P1·,ili, il D e V.ins l' il D1mwrhion, t1·oppo Yecchi ed iunilicli: mn, llwntJ·p il primo 11011 laseia alcuna jnir.iativn ai prnpi-i l nog-otenPMi. a,11zi li i1llrnlf·in ronl' in nnmcnt e in ogni mossa, i l se--conèlo, coRci entc della propl'in inferiorità fiRicn ed anche intel -
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lett.liak. ::d. nJTì.dn. <LÌ J)l'opi-i collabo1·ato1·i : I-' bi:sognu aggiungere che egli ha la gl'a11cle ,entmn di 11 ,·er e con sè i due migliori <·n piln Hi J'1·n,1H·csi dell'cpova, Buo11apartc <' Mas:-;eJ1a: e,1pitani. t'l-,rneesi in qnanto r·omtnHJauo Ltuppe (rallce:si, meut1·e <intrambi !'.-0110. in,·ec('. di sehictta :,;(irpe italiana . Così Dn111erlJion ..1pp1:ova. :,;cnz'altro il phino cli Huo11c1pa1·!e : ma. poicliè si t1·.1tta cli inrncl e1·e il tenitorio di uno Rhtlo 1wnrn~le, oe;col'l'e nn ttn·a irne11 te il con:.:;enso cli Pari gi : consenso (·he. Robespierre, allorn onnipotente. acconla R<' nz'r1lt1·0 . YPntimila uornini, coll(lotti nominalmente da Dum erbi on , i11 realt:l {la Jfossena. fonna110 il Corpo di i:;pedizione, il qual e <~ <lol·ato di :.m c·n 11no_n i di gros:,;o calibro, olter a va1'i e.a nn on i cl.t mu11ta~11 a . •\i pl'irni d'ap1·ile ::\fasJ-ern1. 1101108ta,n(c le p1:ol·es te <le] <;oyc•1·11:t1·01·eg:e11on's<' ~pinol.i , attr,wc1·Ra ~·enti.miglia. clopo<lich<'• cli-.;-ic.le r <·sr1·f'ito ·in Y~1.i-ie colonne. La prima,, iL cui pat·tecipa Hno1l:1patt·1·. <'Ceupa il )fa1·chcsalo di Dolceacqua e 011<•gfo1. dove si impachonis<·e d i 1:? e.rnn o11i cli bro 11r,o, <' co11qnir.;l·a ] , Oall O. tag-liaJl(I O <·0:-:1 h! 1·01111111icar,io11i tra i Pi emon tesi t· la fiotl':t lwi tn1111i.ca. La s 1·· <'oucla. p,ntc da RosJW11(). pas:-;a lct R oya e l' S a p1·i IP i:;i porta sot!o il fo1·t<' di Raorgio, ma, veclnJ-e le formicl.lbiii b att1>1·it' 1·'10 dPmi11a 110 l'n 11g11 Rta Y:tllf' della Roya . P:il!dfra più p1·11<k11t<' non .1vYent1 11·m·:.::i i11 c:osì 1u·dt1a imprt>sa . Unn t·<·rz.1 eolo11nc1 J-elltn , rua in-.;-,rno, cl i n 1licm·e il colJ P cli 'l'nrnn·<la. Mai-,sena in tanto avanr,a, <·on<1uistn Gai·<·ssio <' CPva f' 111i11 accia di prendere gli A ustro-sal'di di fianco e al1e spall e, <·o sic<: 11.è il Colli r1ew 1·itirarsi lnng-o Je Alpi Marittime. ·.\iaf.;sena ordina L1tta<·ro al canqlo di P.raya :.:;nlle Hltm·e di R1-ig-n, C'he si ini;dn :il mattino 1lf'l ~. ; ma qni cozza contro una i;:trenua <lifes.i sostennt.tt sopratntto clallr. ai-tiglieJ'ie piem011te:.:;i. s1qw!'iol'i ,1 qul'lle c1Pi F r ancesi, i cpmli non hanno potuto trn!-<:in.1l'e ln ~J-lÌ <·!te <lPi piccoli pezzi da 111011 btgna. L<~ nostre bocc·he da fnoeo fa11 no. ia;eempio d<'i t·t>pnbblicnni. i q11,ili però conli.nna.110 acl nYnnzèll·e. T,ll lotta J)l'ORPg-11,• tìe1·isi:;i111n, fo10 a eh@ gli inYnRori riesc·ono :td impadronirsi del campo. Rni<lati anche clnlla T an a rda e dal Colle .\ rdentc. i Ph· montei:;i re~istono sulle a,l tr e posizioni. l\fa il fortf' di Rao1·gio non oppone al nemico una i:;nflkiente re:.:;i:-;tenzn e il genernle Colli c'! @ve l'ipiegm·e n n co1'a ve1·so 'l'c~nfla P poi .·11 Borgo 8. n.d-
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uwzzo. trin cer-ando~i fr,t la Stura ed j l Gesso . IJ1 qneHte ultime .az.i 011i gli A ustrosard i perdono tr<~n h1 pezzi d' artiglieria; ma, il IDaggiore Zin sopraggiunge portando con sè ]e artiglierie che .s i trovavano a Cuneo e a Demonte; e il Colli, provvedendo ad u11a rjorganizzazione di tutto l'Esercito, clà, una nuova forma· zione anche al treno d'artiglieria e lo pone sotto la direzione deì. va,l ente ufficiale Prauss. Infanto le truppe fr:rncesi a.l com.tmdo dc~l G<~neral<~ Dnmas, ·quelle appunto che, come Yeclemmo, enrno state fermate sul }foncenisio, decidono di ritentare la fo1·tuna sul S. Berna,rclo ·e: riescono, forse per tradimento, ad impacl rouirsi di. sorpresa cle1 monte Valesano. Ill q ucsta dolorosa efrcostanza rifulge però feroi.smo cli. un manipolo di artig1ieri piemontesi: asserragliati ,aJ Fortino, intorno ad un unico cannone, in comincin,no a mitra gli.ai·e g1i aggr·essor i e si fanno aurnrnzz,He fi110 all' ultimo ;:;uì loro pezzo, ra,ggiungendo così lo scopo cli. far correre alle armi i difensori del S. Berna.rdo, i qua,li, senza gli spati di quel ·cannone e senza, il generoso sacrificio cli quegli ar tiglieri, non .avrebbero nemmeno avuto sospetto dell'a,ttacco. Fulminati da, tergo cfalle artigli.el'ie del perduto forte del Yalesano e assaliti di fron te cla, truppe fresche francesi, gli Austrosardi devono riti-a,rsi, sempre combattendo, fino a Villeneuve, sopra Aost:1 e lì, fatto sa,ltare il ponte sulla Don1: e collo·cate snlla sponda opposta alcune spinga,rde, l"iescon o ancora a t ra tten ere il nemico, specialmente per m.erito del sergente d'a,r t iglicria Cera,tto che, dopo H ver dil'etto la, demolizione del ponte, regola. i tiri elci cannonieri e si con qui sta la medaglia, a.I va.lorc . Ma, la. marea, cl.egli invasori sommerge ogni res'iste11½a. : essi minacciano Aosta, mentre, in al.tre zone,. forzano il colle del· l' Argentera e il Passo de11e Barriente ed occupano n forte cli :.\Iil'abocco, il 9 maggio . 1're giorni dopo il generale D11mas, imlw,ldanzit o, rinnova i s uoi conati sul ~foncenisio per p1·ernJ e1·si la rivjncita dcHo 1'<Cacco cli. alcnni mfisi prima , sferrando l'attacco contro le cine l'icloHc flel Villaret e cl i Hhet. Anche qui le artigHerie piemon · t<•si fa 1rno mira coli : <rnelle del Yill,Wt'l, eomandate dal sergente Allioncl, respingono l' assalto dei granatieri fra11eesi, condo1·ti ù::il genera le D1m1ns i11 persona., meu l'l'f' qnelle dei Rivet, dil'ette 1
1'792 - 1815 dall ' uffi ciale Bl'm1e1·i , abba,tto110 intere 1ile nemid1e. iv1a infine i Piemontesi ùevono ,1 netrare fin sotto al forte <lella, BrnuetbL, le cui bocche da fuoco tengono a distanza, i vincitori. Un'altra spe(lfaione il Dumi,ts compie nella va,Ilt~ di Onlx, parte11do dal campo di 'ronrnoux, e i 11ostl'i devono ri.piega l'e fino a, Chiomonte; ma il forte cli Exilles, circondato c~d assediato da,i nemici, si difende vittoriosameute, grazie a,nehe alPattività del, l 'ufficiale di a,rtigliel'ia, Trana clw, con tiri bene assestati, riesce sempre a, clistrnggerc~ i lavori degli ,u;;sell iaHti. Nonostante tante prove di va,lore ~lei nostri, a,ll a metà di maggio t ut ti i pa8si delle Alpi sono in mano del nemico, tnn, t ochè il Piemonte e la Lornba.rdb sono teoricarnent·e sotto l,1 <liretta mi.nacci.a dell'in vasion e. Si è detto « teori.camente )), perchè in pi-at ica tale invasione presenta molte difficolt.ù, per vari motivi, fra cui principalissimo i.1 fatto che i repubblicani man cano delle grosse artiglierie 11 ecessa,rie per attaccare le piazze ehe, come la Brmrntta, Chiomonte e Cnnco, sha,rrano gli shocchi delle valli . Vittorio Amedeo l'inuova le sollecita,zioui presso gli altri Stati italiani, ma, invano : solo Parma, e Modena ma,nclano clnelllila tra poliziotti e doganieri, e ìl Re di Napoli due reggimenti di cavalleria che sono però messi « a disposizione dell' A.ustria 1) . Il Re di Sa,rdeg:na non si intimorisc<~. e orcl~na, la leva, in massa. Intanl;o la, ca,cluta di Robespierre (27 lnglio) arresta d'imp1·ovviso l'invasione dei Fra,ncesi, i quali neJJ'agosto ::;i ritirano alle fald e dei montL La Corte di Vienna;,: ne approfitta, per nrnndure fina.lmeme nn l'inforzo cli 15.000 uomini al comando del genera.le Oliviero Wa,l lis, e altri dodici reggimenti e~ sei sc1uadroni sotto il generale Co1loredo. Il De Vins viene messo a riposo - era tempo! - e gli succede quale generalissimo il vVallis, an,c h'egli, come il De Vins, genera.l e -d'artiglieria; ma, praticamente l'Esercito austro-piemontese conta, in questo periodo ben sette ca.pi.tan i. generali : cioè il De Vins e il Wallis, che per un certo pel'ioélo hanno contemporaneamente il. .. comando supremo, il Colli, il Duca, d 'Aosta che il Re ha, nominato genera.le in capo , ma che viceversa, sembra, avei' tra.smesso il comando al Colli, il Dnca -
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I/JDJU DALLE SR'l'TE 'l'ES'J'E
cli Mo11ferrato, il Duca di Ohiablese e il Principe di Carignano. Il Piuelli lo chiama, (< l'idra, dalle sette teste J); e tutte queste teste, naturalmente, anzichè accrescere forza all'Esercito, ger.erano confusione ed incagli. Riprese le ostilità,, gli. Austrosardi puntano su Sa,vona, ma sono violentemente a,ssa,l iti da M.assena, fra il Cairo ed Acqui (precisamente a Dego, ma si suol chiamare tale azione (< battaglia del Cairo )), per distinguerla dagli a,ltri fatti d'a,r me svoltisi a Dego negli anni successivi). La, battaglia, 11011 ha svolgim~nto netto, tantochè tutti e due i belliger,mti si proclamano vincitori. L'artiglieria piemontese entra e:Oic.:acemente in a,zione solo verso notte allorchè, avendo Massena ordinato un 1rnovo a,ttacco genera.le, la, destra anstro-sa,r da cede ad arte per attirare i nemici sotto le sue boccb,:e. da, fuoco . I Francesi l>a-lzano avanti per impadronirsi dei pezzi, ma sono a,r restati da un burrone e dal torrente Pollovero e costretti a ritirarsi sotto il tiro micidiale dei nostri pezzi. Così, con un combattimento cli esito iucerto, termina questa terza, campagna delle Alpi, caratterizzata da mancanza, di unità e cli. liùerf:li azione ·del comando da pn.rte dei Francesi, e"·da lentezza, disordine e mancanza, di cri teri strategici da, parte d<=:gli Alleati. I Francesi non han pott.1to condurre a.vanti l'invasione; i Piemontesi non sono riusciti a riprendere ln, Savoia e Nizza,, e tanto meno ~~d iùvaélere il .tenito1·io 11,emi.co., L'Europa sembra stanca di guerre (e non (~ che al principio!); molti Sta.ti si affrettano a far la, pace con la Francia. Anche ~apoli e il Pjemonte iniziano trattative, le quali però 110n a,1-rivm1~ a conclusione per le eccessive pretèse di Parigi1 che vorrebbe tenersi tutti i territori occupatL E si ricomincia da capo. Il Piemonte è in condizioni finanzia,rie disastrose, ma non può rassegnarsi a tollerare i nemici in casa,. Invece, in una conferenza militare ehe si tiene a, Mila.no, F Austria, presenta, un piano di guerra, che si basa, sulla conquista cli Genova,, abbanclona,ndo completamente Nizza e Savoia, a,l loro destino . I delegati piemontei-i, Colli e Dellen,., protestai10 ed ottengono che si inizi un'offem:ivn. all'intento di ricacciare i Francesi dalle zone occupate, fin"nltTn la Roya. Kellern1ann, che il Direttorio ha nomi-
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1792 - 1815 ,nato coma.ndante in <:apo dell'Es:;1·cito d' 1.talia, si r 1.;nde conto die Ja, chiave della posiz.ione francese è T en<la e fa munì.re il colle con quattro pezzi d,L 12, due da 8 e due obici, mentre di.spone tutt'attol'J10 altre artiglierie che, spazza,ndo gli sbocchi laterali, devono impedire ogni possibilità di aggir,Lmento . Gli Austro-l'iemontesi, 0, cui è sì,ato nuovf.imente assegnato t;ome coma,11d1,rnt.e in capo il De Virn.:; (sembra uno scherzo, ma è u11 tragico scherzo!) dispongono cli t>S.400 uomini, di cui 5600 di ca,vn ll er-ia, e di 140 pezzi. Essi eostituiscono qna.ttro gruppi : a l. Cairo, a Cuneo, a Susa, ad Aosta,. I 45 .000 Francesi, con cii-ca lGO bocche da, fu oco, sono divisi in dne .corpi prin cipali : della Savoia. (~ del 'Kizza,rdo . Gli alleati entnrno in carnpagn,i ai primi di giugno, risa,1,gono le dne Horrnide, sloggiano i T'rnncesi d:1lle ridotte cli Madouna, del )fonte, cli Xegino, di S. Giacomo e di M:onte .M elognù :sopra Vado, occupa,11.do r apidamente t11 tta la, Ligmia fino a Loano. I F1·a ncesi vengono nettamente respinti, tantochò sono costretti. a rettificare la, propria linea a,uche nella zona in cui froll teggiano il genera.le Colli . 1ia il l ìe Vins, anzichè inseguire il nemico, si ferma, a, Pinale e, fedele ni s noi mètodi di avven turjero, si .m ette a.cl armar e per p1·oprjo con to bal'Che di pirati, fa cendo s ua, proprietà le loro prede ! La Prancia, ill tauto, pa d1·011a dcll'Ola.n da, del Belgio, della :Savoia e di Nfar.a, sosti.tnisce Schérer a Kellennarrn e gl i manda notevoli rinfor½i con l'ordine di riprendere l 'offensiva con tro gli a.lJ ea.ti. (ehe, per 111m · n n ova ma lattia clcl D e Vins, sono passati rn1ova rn.e11 te sotto il comando del vVallis !) . In nna, serie cli pic ·cole azion i ]' Artigli eria piemontese ha or<:asione ò i distinguersi anc'he q na,nclo ln. sortP volg(-\ avx1e1·sa : per esc::mpio a. CasteHazzo , dove il capi.tnuo cl':utigl ierin. VohL riesce, con l'a.il:ito di poehi ·s o lcla.tL a trarre i11 snlvo i suoi pe7,zi dalla riclotta i nvasa dal nemieo . ' Q1wJla sede <li nùu·cie e di eomha,ttimenli che s1 svolge frn, fl 22 e :i.l 28 n0Yen1.bre 17% e va sotto il nom<~ cli battaglin cli Loa. ·110, ma <:he praticrnn en t-e si es tende s n tutta l a li ncn. occupando nn front <~ di circa 70 Km .. vede qua e là, t~pisocli cli valore aneh,-· degli arti.glieri, i:,11 c-11i però non è ìl ca so ni soffermarei petdl!'<>Ì'ma,i m,r,.ior(J, 7n·einmtt. Ri. p11ò (lire che , in qnesta, battagli.a. -
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1 tl11e tw,·el'Rari combnttono <·OJl pari eroi:--1110, ma i li'1·a1LCf>1-i sono lw11 dil'<'!.ti. mcnlT(~ g-li A URfro -k:inH, guidati cln troppi comandanti e qnincli. p1·nticn mcnt< cln 11c:-:;s11110, si battono i-;euzn ordini )Wedsi e SOIIO fatalnwnle clestillctli all'i11s11cc:esso. Gli alleati per. demo 3500 11 omini e fi:5 pezzi e sc>110 1-ieae<:i n ti al cli lù della rl'esta <lc,1F Appern1 i110. La Lignrh1 ri111a,ne t ul.t.n. i11 mano ai Francesi. 0
4. Campagna d'Italia del 1796 : sorge l'astro di Napoleone - Le innovazioni radicali portate dal Corso nell 'impiego dell'Art ig lie ria L'Artiglie ria non incom incia soltanto la battag lia,. ma la risolve con la massi ma concentrazione di fuoco nel luogo e nel tempo decis ivi - Le a rtiglierie napoleon iche nelle difensive - Oli avversari di Napoleone vedono ma non comprendono o non vogliono accetta1·e le lez ioni loro impartite dal Corso s ui campi di battaglia: ess i rima n gono fedeli a ll'antica tattica - Le bocche da fuoco de i Francesi invasori e degli Austro-Sardi - Le artiglie rie piemontes i a Dego, a Miliesimo e d alla difesa del forte di Ceva - Lesegno, San Michele e Mondovì - L'armis tiz io di Che rasco e l a pace di Parig i - Forti riduzioni neJl' Esercito piemontese - Fin isce il primo atto del dramma n apoleonico - Ancora una v olta è il g enio di un Italìa no che porta a lla vitto.-ia 1.111 eserc ito s traniero.
Campagna d 'Italia del 179G : Buonapar te ! ~el co1·:-30 di qnesta Storia n bhiamo giù incontra to ripetuta11H•1 1te l' e11<•,L"gica fignl'n.. 1H~1'vo~n. ed imJwl'iosa., del giovane 06rso, )Jri uia nell ' i11felice spedizione contro In S.tnfogua, poi a Tolone. cloYe la sua iu telli~enza militare si è rivelata co11 la $Celta. felice del promonlorio clell' Aiguilletle come pimto d' ,1t!n cco , poi nelle oJH'J·nzioni (lell' Esercito d ' IlnJia . .Abhimno Yist o come u ell'n p1·ile-maggio 1794 la fortn11;1,La uffPusi rn dPi F ra nc·e. i. <·seg-nitn dal ~fassen a, non faeessc che lllPtt1•u• in ar,i01H' il piano 11<>1 Bnorn1p111 · te e con1 e nel giugno ()11<':--l i p1·<>sentasse 1111 :--<~cornlo pi-ogc~tto. Poco dopo, il venticinq11<•1111e p:encrnle . in s c•guHo a mntamen t i polit ici de terminati c'!.11 !) T,•1·micloro, YPni,·n an<>. lato e ].)l'Ocessato: llltl l'imJ)rel"a rl i f><•go non era che In renlir,r,;.\7.ionc• d el :--no Reconclo piano, come n:1<·~·t.1IIH' ll I'<~ 1·ic-onosC'e,·n il geneL":diR:--imo Dm11e1·bìo11 nel SC'tl <·111 hre 17!)4: « AL tnl<,nto d<'l gc>neral,, cl'artiglic1·i:1 Honap:1.1·te 0
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1792 - 1815
d(~vo le sa,pienti combinazioni elle hanno assicurato il s uccesso». Dove è da notarsi che la 'U, italia,na del nome còrso è già scompal'. ,L : Hu onaparte è divenuto Bonaparte. Jn so~tanza fili da allorn Xapo l(:'one aveva con cepita la lll.:t,, lìOVL'tL cbe f n poi qn ella, di :Montcnolte. P er più di uu anno il Co1·so dovette pensare a di.fendersi in quPlla gi.ungla piena di imboscate politiche c·he eva la P al'igi rivolnziouatia, del DirettoPio, ma COH l 'ottobte 179:-i tttle periodo. clitl':icile sernbnt, superato. Bo11a.parte <': e1·ea,to gene1·a.le di Divisione e presenta subito due note : una, distruttiva, cli cl'itica alle ope1·azioni. svolte cla llo Schérer, succeduto, come vedemmo, a, Kell crma11n nel comando 1:lc'll'esercito d' ltn,Jia; l'altra, costruttint, cioè un 11uo,·o m·dito ])l'oget to di campa gna. IL Dir ettorio approva l'una e l'altra e manda a Schérer il pia,no con l 'ot>cline di eseguirlo. Schérer, ironi co, risponde : cc L'autore cli questo piano meranglioso Yeuga ep:li :'<tesso a ineHc1·lo in esecuzione! >> . L'invito ell e suona sfi da ù 1·nccollo: il 2 frbbr,lio Bo11apa1:te è nominato corna11cla.11tc dell'escreito èl'ItaHn. 11 Colo1111rllo Cado Romano. ottimo :-;critton• <li <·oi-;e milita.ri, cos1 fotografa questo inizio della campagna 17!J(.i-7: C< Na,poleone, che a, 27 anni a,s smneva il comand o clell' escl'cito in Italia, sostituendovi il genel'ale Scherer , trovava, al suo giirngere al quartier genem1e ad Albenga, una gravissima .:itua?.ione : l'esercito frn,ncese, pove1~0 di' uomini e cli mezzi, incolonnato e chiuBo ncU'a,n gusto spazio fra il mare ed i monti, minacciato alle spalle dalla flotta inglese, doveva combattere contr·o due nemici alleati : l'Austria, che faceva la guerrn per mantenere la sua snpremazi:::t in Italia e che ra,ppresentnvn la più potente reazione contro le nuove idee rivol uzionarie, r d il P iemonte. cc Napoleone, secondo un suo progetto compila,to fin dal lnglio 1795, pensava che bisognasse separare gli alleati , per l'Ì· volgersi poscia contro i P iem ontesi ed avere, così, alle spn lle,. sicnra la via, di comunicazione con la, F rancia prima di avnnzare i n Lombardia, mentre H Direttorio era d'avviso che bi.sogn asse operarP, principalmente contro gli Austriaci, perchè, diceva, la sconfitta di questi ultimi avrebbe avuto, per con, segnenza, la pace col P iemonte>>. -
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I CONC"T'.l'I S'l'IlATl~GICI ],) 'l'AT'J'I C.l ornL 130-'IAf>ARTE
i:~ la pr imn. voHa che H g iova ub,si 1110 coll(lU t ti<'l'O pucì t.1·a,· dm'l'<' iu J'ealtù direth1111enfp, st•11za 1·ispon<len1e ad ,lll1·i che al Uovcl'Jlo, i pia11 i che il suo geni o mii.i tar e gli :,rng;geriste. Come sc-ri,·e il 1Iai·se1li. <~ l'eso1·dio lii un gran de• ar1ista . !,'.i.qui .a spi cea, il :·mo gt·1rncle volo: ed e\ si11 lomat it·o - dfrem rn o quu;;i. il tocco dec·isivo 1lelfa sorte - clip propl'io 11elle t·amp:igne d'I1:1,lia cl11l J,H:1 al 1197, questo « Dio del!:~ g11l'rra >>, itnliauo di sl'il'JW. di 11.1scit'a P d 'iugeguo, abbia rnot.lo, p1·i111a, <li forrnm·e 1·,1pidnmenLe h J}l'Optia es]lm·fo117,n, e poi di llll.lllÌ'fPsta 1·p con im pu1·e;.!;g-iabiJc vig-01·ia qnel genio pc1· cu'i iu rapoleo11 e cout,i11 11i.1mo, auche oggi, a \"C<l<~re i11 carnnt i t11tti i snpremi prim:ipì della,
i:.trategia.. ~on in<lngctemo qui ad illnstrnl'e t)l'Olissnmentp c-otlesti pl'iudpi che si possono cosl l'i a.si:-urnere : lUH,novrare eon fo r7,e rinnite e velocemente, in g-11i8i1 da 11s11frui1·e o <la p1·ovoc,1re la sepai·HzÌOlll' clell<· fo1·7,(,. avvers,nie : qnindi aJtac<·are il nemico <·on nerbo s11pe1·iore al suo, abbrHcciantlo, :sl, tutta la sedt• dl'l-
l'of1<!1·n7,ione, mn co11 cen tra nclo l'èli])i<Jn,men tc e :--egTc!·.1111 e11 ll' L\ prop1·i<' f'o1·7,p pc1· fa1·c· massa nel ponto in cui il 1wrni c·o ì: più 1.lebole; lù, as:-:a,l larlo, l'omperlo, jnseguirlo s;.-nztl elargii tempo di 1·espi1·ni·e. \""el caso invece che il nemico p1·el',cnti 1m fronte klretto . ll<'ne fogato (\<l omoge11 <'0, a,tt ol'lli,,1do òn 1111 pnnto o dall 'nltro, <' g-i 1111g{•1·t-' ,1 com batterlo tla fit111(· ·:> od alle RpH llc•. Questo è il concetto generale che rimase sempre immuta· to . ma si c·o1H'rPtò <' rcali½'l.Ò prn tiC'n 111Pnl'<• i.n 111o(li ,li vel'sissim i pe1·ellè, sc1·ivev:1 il Bonaparte in data J9 febbrnio 1796, << la g ueniL dipellde assol utamente dalla stagione, ed ogni mese· l'icllicde un diverso piano di campagna>>. Ecco dove si rivela. In srhi<•ttn geniHlitù, <leJ <'orso: fnllllin<'o nel <·omp1·c>11<kl'P h+
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situn;1,io11e, egli ha
1111a
elastit ihì sorpr<•nclenle 11rll'ach1thtre
nll<-> d r cmdan7,c j_ rnodi cl'es<~C.ll ½ioiw cle-i prop1·i pi11ni. « La tattica - osservava il 1farselli - lo preoccupa non meno dellevnst(• cornhi1rn r.ioni strH,l egkhe: n,p1·p il t ornh11tti11wnto <'OH radi cacciatori, lo riscalda con l'attacco delle colonne di fanteria, lo risolve col ca111norie e ne coglie il frutto con la cava.Uel'ia >> . Con ~apoleo11e il conlempo1·,meo, armonioso impiego deJlc varie Armi ottiene .fìna1mcnte piena applicazione.
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1792 - 1815 Con questo 11011 si cLC\-c uedere che l'artiglieria 11011 sp1·v'"L u ncl1e ad ìnizia1·e il combattimento. Al contrari.o: anc he 11elb 11uovn, tattica S<H10 ancora le bocche da fooco e lle suonano l'inlTod117,ione <lclJa gigantesca e terribile sinfonia della battaglia ; ma, per so lito non si a dope1:n.no se 11011 cl.elle lH1,tteric di J)ivi.::;io1w. copei-te dai fucilieri. Es,_e precedono le lince formate clnlla massn d.ei battaglioni, pnntando-vei-so la località prescelta per :sfernu·e l '11ttacc:o. Su tutti gli. alti-i punli del tampo cli battag lia 1ron si fanno t he a7,ioni dimostrative, ce1·ca,n do di tene1·e H 11erni('O nell 'i ncerl·ezza, circa il vero punto iH cui si svolgerù, l'as.salto, tostdngendolo così a disscmin.1re le pi-opi-ie fo1·Y.e e snei-Ya11dolo eol. logo1:,1ntc travag- lio <lell'atte:sa. <.cttlfLHclo il nem ico ·Ì:: iu piena rn.:rnon-n pe1· disloc;n·e le p1·opric fo1·z<' su tutti. i punti {·he uede 111i11acc:iati, solamente allora si mette i11 azione il g1·os:i;o (1e ll'a1-tig li.ei-ia, rinne11 do cento e più pe7.½i uel punto deciRivo ,ed ottenendo così la, ma. sima -::orn·entrazione di fuoco, che ~e1Te a, dsolverc H eo.mba.ttim.ento. <'omc 1-i ,-e<le, t'> un nuoYo passo deei1-fro. dopo 1·importante innov11,zione cli F ederico di l:'1·ussia,. Qnesii si. era già servito dell'artiglieria in g1·a,ndi masse, ma sopratutto pe1· comincicire la battar1lia, cioè p1·eparare il terreno nlle altre armi. )fa tale f>i· -steum impo1·tava clelle gravi perdite pel'chè le boc:che cla. fooco di F eclerieo manca,ano ancora di mobilità. (' la di. posizione ·delle linee noH gli lascia.va lo spa¼io necessai-io per ma,nov1·a,re i pez;d. Bai:.tava quindi 11110 spostamento cli fronte, uno r:;volgimento irnp1·edRto del] 'aziou<' pe1· 1·<~ndere l 'artip;lieri11 pra tiea,men tc inefficace. ('on Kapoleone, tale gravissimo inco11veniente è <>limil1ato . J,a mobi.libì, clei s 11oi pez¼i gli permette cli farli intervenire nel moml·Hto e nel lnop;o cbe egli gi udit·a deci1-ivi. e costi! nisce uno {legli elcrn e11ti basilari. delle sne viUorie. ,
.Ha il genio <li Bonapa,rte sa adoperare le artiglierie anche nelle azioni difensive. se p nr ci è concesi-o di. usa r e tale esprcs-:,;jone. poicll.è, come dicemmo con Nnpoleo11e si t1·ntta se1111wr. !-e mai. cli difonsi ve-offensive. Quando, per abili clisposiY-ioni. prese dal nerni.co o per la 11n tnra del terreno o per Hltre impreq:,clibili ed imponde1·abili ~or - 1380 -
L,IMPIEGO DJ AH'rIGLH:RB DI NAPOLEONE
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pres<~ delhLgnerra, il pi.~no d'attaceo <~ fallito, è appun to allo1·a che l'ai:tigli.eria in masse mohm può riuscire ad arrestare il pro gresso del nemico, accorrendo nei punti pjù minneciati : esempio tipi co, come vedremo, q uello di :Marengo. Tale concetto determina, anche una ilu1onw~ione 1:adiéale nella tattic1.1i delle b:.1.ttagiie, che, quando l' esito si rivehwa incerto, imponevrL di rimanclal'e i udietro l'artiglieria per evital'e di l'aI"la cat~ere in rnauo al 11emko. Opera½i.oue dilfìci.l e, che spesso non riusciva e che in ogni modo finiva quasi sempre per determina.re fa, sconfi.tt:1,, pe1· due motivi : uno m.a,t<~riale, eh<~ irnb,u ·t1zz,1,·a, terribi.lmente l'a;r,ione 'delle altre armi; ecl uno mo1·n,l e, ehè la, fnuted a e la, cavall eria, notando ln retrocessio11e delle bocche da, fuoco, ca,pivano che le sorti della battaglia non volgevano propizie e perdevano quella, eieea fede. nelln vit:torin che è uno degli. elementi primi. del successo . Con NtLpoleone tutto questo scompare. Anche se le sorti del corn.hattimento sembra.no malsicure, l'a,rtigli el'ia, non indietreg· gia, a,11 7,i ò a,ppunto allora che essa. può essere chiamata ad ava,nzare, e che l e ::.i può a,ffidare l'i11ea,rico di <·er·ea1· di modifica1·e la sfavorevole situa7,ione. Tl rj spetto della verità. storica, ,~ la stessa, ammirnzione ::.confinata, peI' il g,!nio di N'apokone d Hetano di s0prnvaluta.1·e iu ìni le dotì di grm1de artigliere, a detl'imento dt•ll< altre . La sua gnrnclezza - come quella cli t utti. i veri. sommi capi.tani, che si posKono conta.re sull<~ dita delle due mani - è composta di tanti fattori i ntellettuali, morali, spiri.tua li, fisici., anche sen timenta.li 7 t1·oppo complessi per non rendere vano qua.lsiasi tentativo cli definirli T<lefinire non significa porre dei limiti, <:io,, lhn i ta.re?) con pa1·ticolari tecnici. Però è universalmente r ico11 osduto che tale grn,nclezza, del Bonapa,rte si nu1,nifesh1, a.ppm,to. f-in cla.lle origini, 1,e.lle doti di intigliere (abbiamo accenn ato all 'assedio cli Toloue) e clrn qu<!ste ebbero poi. sempre pa rt<~ notevole in tutta la, f;Ua cn,1Tiera di signore delle battaglie. Egli ebbe inoltre la, fortuna, cli trovarsi a fronte dei capitani, s1w1'::::o n,bili come il veechio principe Ku tusoff' russo. il BJi.i cber teclcBf;O e l'irlandese Welli.ngton, e talvolta, ,rnehe molto colt i come l'arciduca, Carlo d'Austria, ma spl'ovvi.sti deU'elastici.fiì. mentale necessn,ria pe1.· com.prendere la lezione degli avvenimenti. 0
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1,92 - 1815 Fon;e ,i,cl alcu.lli fn tl i <lnn110 la ste:,;~a cultura che li i:;piuge,·,t a. Yo lei- w~clc1·e e c:ompi:euder-e tul'to, mentre iu gucri:a bisogna,
talYoiì:a sa1w1·si metten· i Lpru·cwcchi) cioè vc,derc solo l'obbiettivo ,che si <]eve raggiungei·:: i uuned.iaJamente . La:sdò scritto) ap ptrnto, .\'apoleone: . << fo 1:~ui-opa ci :sono molti bnoni genera.li, ·ma. w~dono t1:oppc eose i11 rnw Yolta ; io uon ne vedo che una, Jn, nws:-:a, JH!mica, e ce rt:o di tl.i:,;~1·nggerla, sapendo con c·ertezza che .gli ,) Cccssori eadram10 iu segui.to da ;,,(~ )) . Quel che si è <ktto <:ìegli ,!YY('1·sal'i si .vuù dire anche d<~i collaho.rntori (li .NapoleoJte, tra cui Yi erano dei magnifici soldati, stnpell(Ji. trnscinah;l'i di nomini , ma cs8i l'ecero cose mirabili solam eni"e sotto la dil-Pti"a, inf! tH~nr,a del lOl'o Capo che, da principio sopvottav.u10 110·11 ~enzn fasti<lio . Ve<1emrno Rd1él-er. ge· neralissimo dell'esercito francese d'Italia, rispondere con ironia al Direttmio che gli ol'élinava di cscgnil'e nn nuovo piano cli guerra preparato clal Bonaparte. Il vecchio capitano non può gua,rda.re cli buon occhio questo suo antico dipendente, questo troppo giò,·ane genei-.dino cl'artigliel'ia, che pretfmdc di v<~llfr.gli ad insegnare come si. debba fare e vincere la, guerra. Allo i::tcs:so moc1o i grandi avnm~ari del Còrso si. rifiutano fol'~c a 11<:oi-a più p~P ol.'p;og;lio cl1e pet mancanm di d11ttilibt -di. approfittare delle kr,ioni <:he egl i inf-li.gge loro in un fantn.st-ieo c1:e:::ce11do. c·i vol<!V/1 la i.11gcnuH.ì sublime cli Pietro il Gran(le per fa 1·g'li e~chtm,n·c, pad,nHlo del suo fortnnilto ri.vale Gn· ·st:no Adolfo : <e .A fon,n. di battermi, finfrà, per insegnal'mi come -dcYo fare pe1· batte1·c 1-ni ! n. Così, per qu,.ml·o <·01 H·c,1·n (• .l "impiego (lpJJ' 1-h t'iglieri::t, i ne mici del Coi-so, se nou kuhito. dopo qnalehe e:;;empio ... cloqnenre, 'l'< i l'enclono ben conto clel l'im1on1zi011e 1'aclic,ll<· apportatn da Ka.v oleon e; eppnr-c con tinrrnno JlPl' n1111i ;i. 1·ima.ncre fedeli allil, ta,t tica antica, _quella emcl'gèn(:• i.lalla, hi1ttag-li,1 cli R\ dserlautern , ,c ioè che F.A.rtiglieri a pi-epa,rn la vittoria,, ]11, Fanteria l'incrttena, h1 Oavallc~ria la compie. L' .Artig'lierin doveva, dunque sola,mente v1·epr1rn rr' ; <!, pe1· anhnr<~, Hon clicinmo n cou1pr<~n<kre, ma, ad accettru·c qncst'altra Y(\l'itù - ehe l'Art iglieria potesse anclrn i 11ca.tennn3 l'agog.na.ta viHoria - essi dovettero !'-l'lhfre non poehe tenibili seoJ1fitte e dov<'ttero veclersi distrutto quasi lutto Fantico materia,l e . -
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L•'HAI\CE SG
Llll FOHZE 01::LL' AH'CLGJ,I l,:UJA
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1-,olarnenle c11lo1·a coU1prc~e1·0 i nuovi ptiHC:ip1 fondament<1li J:1<:l' una, b11011a 01·g,rnizz,17,ioJJ e cli q11est 1.A 1·ma, ; soJH mellte allo1·,L i Te<leschi e i Rnssi fecer o clei progTcs:,;j più 1·ilpidi, e la l'russi,1 rni:-;e a enpo clcll'.\.rti 0 ·liel'iil il pl'ineipc A ngni>to che cl(Jvev,L. con b riforrn11 r11 t1icale d<'lle ùoc:c he eia fnoco , pi:cp,-11·,.ne effil'ar:<~me11Lc 10 g1·,rndi Yittorie del 1813 e del 181:-i. ] )ato così qualche cenn o siJJLe ric:o cldl'influcllz,L rinuovaL1·i<:e 1.li Xapoleone per ciò c he riguan.l a l'impiego dell'AdiglierhL, p1·0· e;edia1Uo uellu nostra J'icvocHzi.011e stori<·a, uia co11 1:itmo pi.ù a(;·ccleraLo. La Francia è ::rnc·ora in gncna co11 l'Austl'iil, JJJnghi Itena, il Piemonte e il l {eg110 delle D 11 (• 8icilie. GJ i alt1·i StnLi d'ltali.L, pu r e:--senclo ostilissimi alle idee riYoluzionarfo trionfa nti a P a J'igi. (an c he qnando si dichiarano amici del la Francia, come la 'l'oscana del mite Ferclinu.nclo) , pi-cfe1·iscono :ma,11te11ersi n eutrnli e maga,ri soppo1:ta1·c 1·n:ssc~1wtanw11tc . come Genova , og-ni sorta di Yiolenze dell'uno e clell'aH1·0 ùellip:ewnte. Quali sono le forze èlcll' Ad,igl ierin <l Pp;li eF-<>1·ci1-i fr;inc·<~Ri in Cl11lll)O, ll Cl 17(:16 ? Il G1·ew·enitz, n ella g·ià citata opera 'l'raité de l)orgcrnisation et de la taotiqne d e f fil'l,ill<'1·ie ) dà, ques;to q11ad1·0: Des igna1.ion(I 1lcllc bocche rk fuoco
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Sono <lnnqne all 'i.nc·frca 4 pezzi pe1· ba ttaglione. J I 0-.l'ewenit½ comm enta: cc Si. not<t con sorpl'csu i l pic;culo 11 nrnc1·0 di obici che en Il',\llo 11l'li:t for mazionP. di questi eq nipa~gi. cl;i c;ampag-na. q1w11tu11qnP- tali bocche cl.I fuoco fos~Pl'O c:onosci.uLe in F1·ancia da molto tempo. f~ sol,11nente a qtw~t ·e11ota the 1',1rtiglicria a c,wa llo fignl',1 negli eserciti frnncesi . Quest',unw,, c1.·<~a.ta cla. Fecl<'l'ico, 1·icevel:t<' cla N:1,poh•one il più gra,nde :--Yilnppo. X oJJ fn pa1·te inte:xrante del l'cn'tigliel'ia , ma un'armo inclipe11clc11ta, formail1 i.n 1·<·ggi1111•11ti. parti.colnri. Ln met.ì, dell'ar tiglieria. tli nn C01·po tl'. \ rm;i ta fu di artiglinia a cn,n Ilo >> . L'.\rtiglierin fr,rnc;P~c, dopo Jn ~oppr cssio1w dell'a1.·tiglieria 1·cggimenb1 le, detcnnin ò il 1·;1 ppo l'to delle bocche da fuoco con le altre ArmL 11011 i11 basp al nu111p1·0 d<>i balhig1ioni e degli squadroni, ma i11 base a quello elci. combatten ti. Secondo il genetale Lespinasse, ,rntote di un Essai sur l'or.<JG,nisaf;ion cle l'artillerie cle ca11ipuv11e (1800), si conta.vano t re bocche da f uoco pet· mill e nomi11i, ci oè nna in linctt. una a l pal'CO . e nna al deposito mobil<• che si l1·0Y,n'a m·II<~ 1·ctl·O\·i e clell'E,~ercito. A ques ii c ..11nhia1uenti. opernti 1tell'Al'l·iglic1·ia si. aggi11nse1·0 dei pl'incipi più dPte1'mi11,1ti sulla qnnn!i.bì delle munh:io11i che si. doveY.111 0 po1·tare a,l i-5eguito d<·ll' J\ t rn:tta pp1· i l,i sogui di una c,1mpag11 a : si giudicò che ucco1-reyru10 pn ogni bocca da fuoco duecento coJpi alìnrllo . 1'ta i qu,ili til'ca un 11ual'to a, mitraglia. Qn cste mn11 tzio11i , eome le hocchc clu fuoc;o, ernno 1·ipartite nelle dh·i:-:ioni , cioè in linea, al parco <' nei. dcposi Li mobili. 'l'utt;a,via il miglio.1·ame.11 to esscn½i.alc, in tt o<loLto eia ltrngo tempo in quasi tutti gli Eserciti. il eofano rl'aYanLrcno. non fu adopen1to n ell'Artig'licri.1 francese . In tntto, l 'Armata (l ' ItaliH. al pt·incipio del 179G, non dispo11cva che di 40.000 nomini, rag-gruppati in qn..ttll'o di.vi. ioni, olt 1:e ad una l'i:-iervn, composta, <li cavalleria, di linea: e di artiglieria, a cavallo. L'artiglieria, a piedi <m.1 divisa in compagnie cli S pcz.z.i. L'artiglieria, Ze,qgcm, 1·esrL mobile clall.1 mi.litai·izzazi onc dei conducenti, era sn 6 pezzi pel' batteria . Bn traui hc po:-:sedev:rno 3 cassoni pei- p ezr-o, più 4 ca:-:soni pe1: m nni.½ion i di fa nteria ; tutt('. Je vettm·c era 110 tr ainate da (i cavnlli.
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PAHTICOLAIU SULL I,; ARTIGLU,:HJE FR.\~C0SI
I ca1rno11i erano da J, da S e da 1:! libbre <li palla, mode llo. Gribeanval. J l ca,rn1 011c hrn dava mia palla picn,L e due specie <li scatole a mittaglii1, una da ado11ct,nsi alle grandi distanze, GOO m. ; l'altn1 all e rni11 ol'i, 2UO 1n. La i-api<1ità cli til-o era, i.n rncdi.L, di. tlue col11i al mi11uto . La dolai\ione di m1uli½i.oni era di 300 <.:olpi per pezzo. La brew! gitta.LtL obbligava l'al'tigli eria a, 110n a lloutalla,rsi claHa, fante1·ia, della quale accom1mgn,1va l'avan zata coH (rcquenti. cambi di posfaioue. Xo11 esi:.;!"eva a.lenn Regol11111eHto di m:rnov1·a: ogni Ooi:po cl 'a1·mara a ,·cni le ..;uc con snetnclini. P e1·ò. in geHere, i pezzi npl'iY,tllO il fuo co a cii-ca 800 m. con pa lla pien a, tiraincl o cli lancio o di 1·imba l½O se il tei-re110 lo ·l'uvoriva. A.cco1Upagrn1v,rno poi ln fa nteria cd apl'inrno i I tiro a mitraglia a meno di 600 m. L'a,rtiglièrfa, tleHe a,1i cerc;i v;1, di rn-ggi.ungere al coperto il fianco c1el nemico per pre1l(lerlo cl'iufila ta . Anche per il 1·agginnginwnlo di questo scopo el'ano frequenti i cambiamenti di po.·i7,ione . mi Austl·o-Sal'di , ern no ci1·(·11 (i0.000, ciot~ <la 3:, a JO 111 ila Anst1·iaci, 20 .000 lJicmoHtesi e J:-iOO .Xapolcta 11i 1 c·on 1111 tot.ile cli 200 pezzi. Essi 1.mrno corna11cla.ti cla ll ' n,ustl'ic1eo Ifrn uli en e dal piemon tese Colli.
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11 :2G m.wzo J~onap,n·tP, clic ha come c.:Lpo di Stato Maggioi·e il ge11E1ra]e Berthicl'. giunge a ):izza, lancia il famoso proclama : « SoJdaJi, voj siete nudi, malvcR Liti, ecc. )), e p1·ende J" offensiva. Eg'li ha f'iemp1·c dato eapitale impo1·tauza a lla, C'onquista di Ceni , percb è cla, Ceva s1wra di minacciare Cm1eo e Torino e <ll'te1·rniHa.re 11J1a solnzione di conti nnità, 11110 .ia to fra Je truppe· piemontesi e quelle a.nstl'iache. Questo proposito di separn l'c rese1·<.;ito al.l cato in clue tronchi 11 0 11 è affnt to nicrito particolar,i di Na,poleon c : oltrcchè un i:.ignificnto ecl un'importanza militn1·e. esso ne h,1 uno politico, e Parigi aveva ·empre insistito su talepuuto con tutti i comancla,nti dell'esercito d 'ItaliH ; merito di .Xapo lcone è quello cli avei· saputo subito i ndovina.re (lo ved emmo, fin da l 1794) il punto in cui tale clistacco poteva e ser e dolenternente determina,to con li~ quasi certezza c~cl successo.
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I l-1ierno11 tcsi éoncen tr ati fra Ceva e I\:londovì e gli 1\ust1·iaci s 'l>ego non poteva,110 co11giungeti-;i che per Carcm·e e Millesimo; lì .Napoleone doveva, inompere e spezz-a,l'<:\ il fronte nemico . Suo primo obiettivo è la H01·mi.da orientaìc: manda Laharpe s11l Monte Negfr10, Ma,ssen a per Ca,dibOJ1a a~l' Appenniuo, Augerea,u a, Ma1la1·a suìla Bormida orienta.le . I Piemontesi cli Argcnl;ea,u sono battuti a Montenotte il 12 aptile da, La,har-pe e Massena, il quale ultimo avan½a, su Cairo e Dego, mentre Augerea u si porta verso Millesimo . Mille~imo ca<le qnm;i snbito, ma Argenteau, t:oi suoi Piern011tesi, 1·esiste foi-ternen te a Dego e gli Austrosarcli cli Provera, tengono fronte a J'oubert e H,d Auger-eau al castello di Cosseria, clov<• il eorna11dm1te Del Cui-retto. invitato ad arrendersi, pro mmci.a le memorabili patole : « Sach<1z que 1Jo·u.8 ave.z à fai1·e ciux grenaclfors pi(mionta,is) qui ne se 1·endent jam,ais ! )). Combattono ei;;si infatti coi. mosclrntti, co n le ha,i onette~ coi sa,ssi, e solo dopo ]H morte (l i T>el OaneHo. i .Francesi possono a,ver ragione di quel manipolo di prodi. L'attacco conti·o Cosseria è notevole anche perchè offre il primo esempio di cn nnoni t1·asportati sn slitte. Dm·ante il primo assalto nl baluardo, la. scarsa ar tiglieria degli. fL ttacc:auti non può rendere alcun servizio. I n nn secondo tempo, il capitano <l.ei ca1monieri della compagnia, d'artiglieria addetta aJln, ;;1" rnezza br iga,ta . Dupin , fa smontare i pez½i e H fa meUere sn sU.trn, che, ro1·olanclo sn rulli <.l i legno, sono trascin ate .su per il pendi.o d~1 un disb1cc;1,utento cli 100 a,usilia,ri. (l: lo stesso i-iste111a che poi il 'l\Iarm.ont, il qua.le probabilmente lo vi.de la prima volta applicar-e a Cosseria, userà nel 1800, a,l passaggio del Gran S . B<~1·1mtèlo) . Qua ttro per,r,i da. 4, venu ti cla Ca,rcare, .sono a qnel',:l°o m.ocl o (,raseirwti snH'a.lturn, a. cento pa,s si appena, dalle murn d<~l easrP11o di Oosserin. I difensori, costretti ad economhzare le mnnhi.onL 11011 l)Osi:iouo impecli.re tale' operaz-ione, mn,. nonosta,nte la htE!vi.ssima cli.stamm., le bocche da, fuoco fran cesi. si.1 per la lorn iniTinseca clebo lrzza. si.a pe1· essere collocate troppo ili basso rispetto al bPrsa,glio , produeono scnrso effetto e non d "escono a far- brec<:ia nella, mura,gli::i,. Oomunqne, il pic•colo epii-odio, diciamo. tecnico merita cli esi;:ere rilevato. Il H , Massena e Lahn,rpc rinnova.no l'atta,cco con tro Dego -
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e ri.t,sc oHo acl irn pad1·0H.i 1·se11C, . cosl1·in '.!'e ndo gli A 11sttinci a ritil'm·si v(•1·so Ac· q11i: Xapoleo11t1 ha 1·aggiunlo il sno p1·imo obiettivo. I u h1He que:-;(e azioni l':u·tigl ic l"ia n on ha avuto gl'and e i111 po1·tamrn. me11tl'e 11c hn, unn .noteYole ncll.1 difesa de} forte cli OeYn , c-011fro i l qnnk l:onapal'tt• eu nt:en trn le pi·oprie fo 1·:i:e, nnP1Hlo i.I Co1·po di )fa ,:scna a q11el lo ùi A 11g-e1'ea n e cl i Senuriel' che gi:ì. kt,1,·.rno .ii:-st1di ..111rlii c11wll 'irnpo1·ta11 t,~ l ocalità, clifesn Y,1· li1ìn11wnte dnl l'Olon 11 ello Haleg-11 0 . J g1·ossi cam1011 i clel fo1'le di C'eva i,;;rnont:uw 1·npid mnente cl ue YOìte i pezzi J)OSti in batte1·ia, cla .\. ug<•rc>a u: ta n toc:ì1 è ~apoleone, 11011 disponendo cli un pareo 11ecC'ssario per il l1111go a,sseclio. ri.111111<:ia a confinnarc l 'irnp1·esa : i: qnesto, pm· Bo11apa 1·te, u1to sea,c.:co pen oso t h c egli cerca in ogni modo di <·elar<', e nnint fino a ta1·el'lo a ssoln lam cnte nelle su e letter e al Dirctto1-io . R nchrna e;.di il g-r osso delJc foeze pe1· J'insegnimento d el Colli c he, pC'1: di fendere ~Io11dod e coprire T ol'i110, ba, rinuneiaLo a l la pos:-;ibilità cli ri trnind a HPn u lie n pr1· ht Yalle del Bel bo e ba pr<•so po~izionc su Ile a Itur e che si pro tendono snlla riva :-;i n istra d c,I finme CorsagUa. Bgfi ha cht1.o :il 1-4110 onlin e cli ba,tt;1.glia la forma di nua sqnadra ad allgolo quaki i-etto. il c· ni ver ti ce sta a S . ) li. chel e, il lalo destl·o eone YC'l' SO la Matlon11a di Vico, e il sinistro si prote11cl e :-duo a Xiclla 'l'awuo, tl i 1·im1wtto a Lesegn o, p1·esso l a conti ne1tza (lel hl Co1·saglia col 'l'n naro (« dove Cor~agli a al T nna1·0 i-d i-;posa, )> di ce il Carclntei) . L'ala sini.sti·a è l ega ta a,] cen· ti·o cla ,ma for te battel'ia , <:olloc:at a :--ul poggio detto dei R occhini. 1Hc111Tc pai·c•ceh i pezzi. sono d isposti tra .Le~e~no e Niella, e un'alfra l.>,1tteria è po::;ta sul <:o lle cl<'l Buon U1~sù e 1·a 1rnocla il centro c.:on la, destra.
La JlO!-,Ì7.ione elci Picru onteHi <; Hssai foJ-te . ma Jlonapa1·te, de· ci ~o Hcl imprdire il rfoo1tgiun ginwnto t1·;1 .Bcanli<'ll e Oolli. e sop1·at ntto a con:-;eguirc nna ktr<>pitosa vittoria c.:he indnca il Gon ·ruo cli 'l'ol'in o a d lH:Cl'ttH J' <' t rntlnth·e rli pa1:e, non bada a gli ost.1coli. li J ~ i Francesi attac<:auo su clne lati: 0 h t, ba.ttaglht di S. Mi<·hdc. Le batt<>l'ie pi Prnontesi, spee;i<tlmPnr1· quelle cl ei .B or;·chini e clel B non Gt->i=,ù . fa11110 !,;f1·,1g·l' dei llC'rnici. hmtochè a rnez· -
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zogioi-.110 q ucsti non sollo ,1,111,;01·.L l'iusdti a fo1·za1·c i ponii sulla Co1·saglhL 'l'rovato 1111 passaggio più a munte. i li'nwcesi s[ettano nn nuoYo più viole11to at.tac<;o, ma sono d<~ch,arnen tc r espinti. Ciò J1011oshmte il ge11erale Col li decide di dpieg,ue su 1'fondo\'.Ì, presso la quale città si s·.o!ge 1111 Hno,o c:omba ttinwnto detto c1e·1 Briccllctto - i11 cni i Fra11cesi lia1rno nnovHrn ente 1n peggio . J~ il te .1·1,0 scncco, se p1.11·e. come g li aHrL non di g 1·ancle cntitù,, clic :Nn,poleollc :subisce in pochi giorni. JJ1taJ1to ·n ttorio Anwdeo lII si i11dn ce a- frat·tare pe1· la pace; e, il 18 HJ)l'ilH, nn ill'Jnistizio a cond izioni assai dtn·e si <·011cl11cle a Clierasco, luogo cli non lieti a11ispìci 1><~1· i re lli ~'.udegna. poichè appunto in Chnai,,;co, poco più cli 1111 secolo e me7,· 7.o ptimn. Vittorio .\nwdeo l a,e,.1 stipnlato. con la Francin. di Ri c hel ieu , la cessione Lli Pine1·olo, ('hinYe clel l'iemonte. Il m,u-che~e Co1'ta d i lka.111·pg,1l'èl e il p;c1wralc barone D(' la Tot ll'. i.n<;aricati cla Vitto1·io AmPclPo Il [ ,'li trattare col Bonaparte, sono l'icevnti da.L 00l'so co n OR(·p11t':!fo fu•ddt>7,,1a. Al Costa, d1e tentn tli mitigare la ,.gP,w\t.ì, <ldk 1;on<li:,;ioni. Napoleone tisponde C"On ,oce tagliente: « Da<:c: lu~ Yi p1·01iosi q11es1'e co1Hli · r.io1li, ho pl'cso ancora, Foi-.:a110, Alba e Olwrasc:o. Dovtcste dnn que ammil'èU'e la mia cliscrezioue, che mi spinge a non aggraYat e le 1·ichi.este ! )). E poichè l a discussione si p1·olunga. Sapolt>o1w ht t'ron cu con nno dei 1rnoi gesti h•atl'a.li C' he doYevnno poi. intinH1 1·irP Re r Impemto1·i. Tra endo l ' ol'ologio. esdama : << Signori, Yi .wvert o che per le due è Ol'di.nato l 'u,1-:.;;alto generale<> che, se <-'li· tro tale ora Hon a.vretc a,ccettato in pie110 le mi<-' p1·opost<· e<l io i.on avr-ò lt1 certen.1 che C1rneo si.a clata in min, mano, eome 1wgno. prima che il giorno finisca, l'nssalto si:tr,ì iuizia.to se11za, un nrinuto di ritaedo ». Poi, dopo un a breve paui::a: « :i\Ii potrù a,·· cacle1·c di. perdei·c qualche battaglia: ma 11011 mi si poti·.ì, mai <·oglì r1·e n JK' l'clCl'(> dPi minnt·i 111'> pn fiducia, 111\ pet pigl'izia ». Alle dne di notte il tl·ntt,1to di Ohm·asC'o t> Ròtto:-scritto e contiene t ntte l e i mposizion i é.he vernurno poi pe-rfez.ion.1te col tl'attato <li Pa1·igi, cioè-: libero passaggio delle truppe franc<·si pet· p;li Rhih sa1·cli; cessione <lPfiuitiva. n,lla, T<'i-uncia della Savoia, e d'i S iz.z.a : demolir.ione, a 1'pesc del 1·e di. Ra.nlegnn, elci. fort-i. cli Exilles. deH.1 nrnnetta e cli. RU!'iit: oceupa.zioue francc•se delle for -
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IT, l)JU~L\HTlCO
co:s;n:o:s;o
Dl CH J.;t{.-\ :',CO
te,,ze di Ucva (<::1te aueora si difende eroicam.entc), ùi Cuneo, Tor tona. lJemonte, Casteiclelfino, Alessandria ,icl Assietta. L 'a1·ticolo 8 dclh,1 rmistizio stabilisce però elle le bocche da, fuoco con kn ntc in tali Jocalittt sant,nno restituite più tardi al Re di Sar,degna ; ma per inta,uto la Repubblica avrù. diritto cli servirsene. P e1· di più Vitt orio Amc<lco JIT è· costretto a riclune l'Eser· -ci.to ad uno stretto pic~cle di pat.:e. Spednlmente il Corpo cl' Artiglieria viene falcidiato : ccl anche questa, è una prova indiretta ·d ell'impmtn1tza clell'Arma , chè, com'è noto e na,turaJe, i nemici vittoriosi tendono specia1rn<~ntc ,1, scardina.re e distruggere, tn .1, le forze milit<iri del nemico, quelle che , dm·anl'e la guerra, si sono mostrate pi.ù efficienti. J c1.n1110nicri p1·oviuciali che, co.rne abbiamo visto, a,vevano l'aggiunto il numero di 10 compagnie, vengono congecla,ti; e così pure i eanH01ticri ùdla mi1i7,ia, che ne formavano 18. Si rima.~1·d ano a.i 1·eggimenti i cannonieri a,usilia,ri, in numero di 1100, e il Corpo si riduce ad un reggimento di due battaglioni, ognuno di sei compagnil'l : complessiva,ment<~ circa 1300 uominL Le compagnie bombisti., maestra,nr,e, r,a,ppa,tori e minatori vengono ripart ite frà i due batta,glioni.. Oosicchè, aUa fine del 1796, ln formazione del Corpo d'Artiglieria. risulta ·la seguente:
·20 Battaglione
t
·· "'
l' Battaglione
.
Stato Ma,g giore del Corpo e del Battaglione l" ;{"' !5"' 'T" 9"' 11"' -Oomp. Can' ._ ' . . . : ' · ' nomen. Oomp. bombisti Corn.p . operai
I
l
Sta t o Maggiore 2", 4:", G", Sa, 10"', 12"' Corn.p. Cannonieri Oomp. zappa,tori Comp. minntol'i
forza
1316 nomini
l l
Compagnia franca iH Snrdegna (forza 87 uomini) Oltr<~ a ciò fn organizzato un battaglione~ d 'artiglieria, detto ;nazionaile, composto di provincbli: circa 440 uomi.ni, nelle loro -
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ca.se, sul piede di guerra. Cornplc~~ivarucnte , duuque, 1850 uomini circa.
)\ìon privo di qualche c uriosi tù, p uò esse1·e il quadro degli stipendi annui , in franchi, allora, assegnati a gli ui'tici,1li d'artiglieria Gran Mttstro d'artigliel"ia 97JD Colonuello . 343{i 'l'enente colonnello 2lo4 r Jfaggiore 1680 2° Maggiore .L597 130(> Uapita,no a nziano Ca,pitano ordinario. uau 10~}6 Aiutante maggiore in r1° 'l'e1: ente a,nziano . G4G ,i9G 1° ~l'e nente onlinario 57G 2° 'l'ene11 te a nziano . 546 ~,, 1'c11en te ordi.nario 54G Luogotenente fisso . G20 Rotto tenente a1rni ano :300 :::;oi-totenente or dinario Il Di.rettore gener a le delle Scuol e cl'.Artiglieria, quanclo non fosse lo stei,;SO Gra11 ~fasti·o. aveva~ in sopra,più d Plla paga del grado, 1500· fra n c hi a,m1ni. Vi ttor io Amedeo lII ba, d ov uto cedere d i front e acl un nemi.co tr oppo snperior P; ma, pure nelFa,vversità,, si preoccupa cli tener alto i.I mora1c delle truppe <~. a1H:he clopo l'a 1·rnisti7,io, <1istribnii;;ce eroc:i e medaglie agl( iilfitial{ e sold ati d te !-i sono ma.ggformente seg11a la,ti nelle varie campagne conh:o fa, Fi-,me ia. Fra i decoritti no tiam o i segnen ti tu·tigliel"i : sergente Astegiano <~ ca,porale Bibiana per hi fn,zione al colle del Hri<'clwtt o (il secondo, ci nqne volte ferito , ha, continuato a pm,tm·e, il s no pez?:·O fin o a ll a fine); sergente Akssa,nclro per la difesa di Ceva. : sol<lH t·i Pittalnp;a, Pom:ii-et e~ Coron a per il eo1Ubatti1nento <101 2ll
11ovemb1·e 1795. }fa 1n. sit11a7,iorn~ è in ogni modo disperata,, a nche e sop1·n-tntto per Jo sta,t o coma toso. cleìle fìna,nze del Piemont e. -
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L } ,\l{'fIG r, u m IA 1\ 1:;J, PH li\10 A'e('() UET.
[)B.\ ) L\J ,\
); .-\l 'OU:Oì\°ICO
In poco più di un m ese ùal s uo a n ivo jn It<ll ia . N apoleone, appli can cl o il crilerio fo nda men tale dell'impiego a mas~a cli>lle fotze radunate nel pu nto decisivo (ili qnesto <':ìso la t<>!'-tutn della J:ormi<l..1, o rie nti.1,l e. cioò il punto cli i-aldn tm·n, delle tl'Uppe p iemon tesi r di qoell e a11 sb i:i chc), ha por ta lo il i-no Esercito nella rnlle del P o, ha battu to uno cki cl ue nemici , si l' assicura to i l libel'o passaggio verso la Franda e si preparn. qui.ncli, avendo le spalle ormai sic111·e, ..i d invader e la Lombardia ed ;\ pnntat'" su Vienna. I11 ciuesto primo a tto <lel grnrnle cll'am1na 11ap0Jeo11ico, l'Artigl ici-ia ha la s ua par te notevole : nrn 11011 t\ giù che l'Artiglieria fra ncese si riveli superior·e per 01·ga11ir,r,a,r.ionc. bensì 1\ l' nbili hì. clel ca po che i;;a meglio valol'izzarla . A.n cora una ,·ol tl:L - <·Otni! g-iù nbhia rno vist o per Mont<>cnccoli, per E ng(~n io di Savoht <: p :•J' tan(:i. alt1·i ca pit~w i -- ;1ncorn. mia, volta, e (]U e~lo <~ e 1·irnanc l'<'sempio più pro<ligfoi,;;o, è il gen io di un Italia.no che porta alhL y jJt01·ia un g-·1•a11 èle E R<>r ci to i:;traniero. 0
5. Prostrato il Pie monte, n essuno S tato ita liano è in grado di lottar e s eriamen te contro la F ranc ia re pubblicana - L 'Italia ridiviene campo di battagli a e preda di invasori s t ranieri - Il com battimento di Casti glion e: primo esempio di un forte concentramento di a rti g lieria, caratteri s tico della batta g lia napoleonica - Combattimento di Ri voli: s apie nte impiego de lle tre Armi - Campoformio - I Francesi proclamano la repubblica a Roma e a Napoli e istituiscono in Pie monte un governo provvisorio - Ca rlo Ema nuele IV s i rifugia in Sardegna - Il Corpo cl' Artiglie ria passa al serviz io della Repubblica - 1\'lolti ufficiali, tra i mig liori , pre fe riscono e mig rare offrendo la loro spada a Russià ed Aus tria - Il copioso materiale preso dai Francesi ne ll'Arsenale di Torino. 1799: La vittoriosa offens iva a ustro-rus sa - Gli assedi di Torino, Alessa ndria e Cuneo: artiglieri piemontesi militano nei due es erc iti a fronte - L'effimera restaurazione e la ri organizzazione del Corpo d'Artig lieria piemontese - La riunione definitiva de l Piemonte all a Fra ncia - Le scarse formazi oni d'arti g lie ria rimaste al servi z io di Ca rlo Emanuele in Sardegna.
Il ge1t <•r n l<! Hnn n nnrt<· 11011 è eh:• all'i nizio della prodigiosa nn·entm·a che shnl01·1lil·ù l' Eu l'opa p<' l ' qnasi 1111 v1·n t en nio e che -
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lo porterà << due volte nella polve e due volte sull'altar >>; ma per la, nostra Storia, il trattato cli Uhera,sco e la pace di Pa,rigi ·costituiscono avvenimenti decisivi; perchè, con l'eliminazione del Piemonte, scoinpare, se pur non definit ivamente, dana coalizione antifrancese., l 'unico Stato italiano che avesse os1to per un qua·drienn io tener fronte a,l la Francia repubblica.na, in campo a,per-to. Ci sal'ù, poi, llltt~ ripresa; ed altri Stati, l:'pecialmente il Regno ·delle Due Sieilie, aderi.ranno ~Ll blocco a,ntina,polconico; e avremo ancoN~ avvenimenti ed episodi di cui si darà, rapi.do cenno; ma,, insom11u:1,, da questo momento l'Itàlia, divien<~ sopratutto un ·campo di ba,ttagli.a - come gi..1 fu per quattro secoli -- cioè il teatro di una, guerra combattuta dagli eserciti di altri Paesi e cli. ·cui le belle contra,cle nos1Te nou sono che la, preda, contN,a . Sola mente 11el 1790 vi sarù, una ripresa tli lotta a carattere naziona,le : fi a,rumata · e1limera ben presto spenta. :Mentre :fin qui. abbia.mo esposto a,naliticamente i fatti di guerra,, sempre naturalmente rw~ttenèlo in rilievo ciò ehc ri guarda, l'Artiglieria, d' ora innanzi ci limiteremo a, segnalare 1e batta.glie in cui l'Artiglieria ebbe maggiore importanza,, decli· c,rndo poi tùtri paragra,fi. all'opera, no11 ma,i tl'a,sct11'1:1,bilc e spesso ·g loriosa - e sia pure inutilmente gforiosa - svolta cla artiglieri italiani al servizio cli Pra.ncia e nnche di Sta.ti delln coali·7,ione, speciàlmente Austria e Russia. Il lO ottobre 179G muore Vittorio Am0deo III; il quale non ebbe certo le virtù guerriere del suo grande avo, ma non fil nemmeno un imbelle come vollero dipingerlo .a lcuni storici affrettati : ·egli aveva -d imostra,to una tenaei.a.' ed unn « capacitù, cli recu pero >> mirabili. Gli suecede Carlo Em anuele IV , troppo debole per 1m 'p!'ù cosi burrascosa. Egli è costretto a concludere con la~Francia 1m ·accordo milital'e che lo .impegna a srJ1ierare sll.l Ticino 1m piccolo esercito comp1~enclenf:e anch1~ quaranta pezzi cli artiglini:i: nrn, la pace di Campofm·rnio rènd erà. inutile tale concorso. Prostrato il Piemonte, il ge11era,le Bonaparte si Yolge conire l'Esereito austi-iaco. Passa il Po a Piacenza, batte i nemici, forza il pns:mggfo dell'Adda presso Lodi, il lG maggio entra in ·:Milano dove c-ostitnisce rn ,a h.'gione itnliùna, mentre il gener,1 -
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L.\ C'OXQ GI~T.I m;LJ; .I LT.I !'l'ALl:1
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li s1:-imo austl'iaco B<•anlien, a bl>andon11 ta hì Lorn l>ard.ia, 1·ipieg11 Yerso il :.UiJ1cio. Bona,pa,rtc a,pplica co11h·o , ·enezi,1 il metodo ... spice:ia Livo giù aclopra,to COHtro l.i Hepuùblica di. Oenov.1 : cioè, semr,n tener conto della, ncntralihì, cli . '.in 1'1nrco, occupu Hergamo t> Brescia .
l~ig. 313 · Carlo E1nan11<'l<> TY.
'f" I
e· di lù. spedisec mia <livisioue su i\lan tuva ,rnstriaca, un'a ltra ,:;u J:oJog:11,1 e Ferrara, che appartt>ngono nl Papa, e un Coi-po di li·nppc oltre Appeù nino, che toglie i\lassiL e C'urra1:a, al Duca <li Modena e Li.orno 111 Grnnduca cli Toscana (giug110 1,!-"JG). Tuttl' qneste rl1/.i.011i :ad. svolgono con 111olta facilil\ t, d1è le truppe pon t i· fide oppongono una resi,:;tenza minima e so110 agevolnwHte scon fitte a Faenza (dove, per la primrL volta, si batte l {L legione lom· bnl'd,1 costituita iL l\Iilnno clal Bonapa,rte) e quelle degli altl'i Rtati non n e oppongono nffatto: i rispettivi governi si son,) :iffretta,t i a rn·ocln ma-rc .. . la, 1wutrnlità. Lo stesso Re cli Napoli ritil'a le proprie milizie.
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La generosità e lo spirito di indipend enza del popolo iti1 liano si ma111ifestano bensì neJle j11surrezio11i di P avia e delle Romagne, come fi::uurneggera,nno l'anno appresso nelle Pasque
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Fig. 314 · Schizxo delfa battagli.a di Castiglione.
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veronesi; ma tutte sono soffocate nel sangue. Invece il 23 ago sto scoppia, a Reggio una, rivolta in senso in verso, cioè in foYore deVa Francia., o, per essere più esatti) dei princi.pi della Rivoluzione. lliha,lena il concetto dell'unità, italictt, Bona.pa,r te occup..t ::'.\Iodena e indic·e 1m Congresso di ra,pprcscnta.nti di FciTara, Bo-
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L)USO DELLE 'fUID AH.ili :SELT, A BATTAGI,IA DI C.\S'rIGL!O)<E
logna, }fodeua e Reggi.o, i qua.l i procìamano la Repubblica, Oispada11a,. Per la, ptim,1 volta si inalbera il tricolo1·e 11azio11ale : Xa poleone, come ha, creato a, Milano umL legione lom.barda, c1'ea, qui uua legione « ilalia,na, >).
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Inta,nto, uello stesso mese di agm,to, con le battaglie di Lo1ia,to e Castiglione, Bona.parte ha ripetuti:Linente scon:6.tto gli Ansiriaci che scendevano a, tenta.re la liberazione di :Mantova,. 'l'ali battaglie sono molto importanti. perchè assisti:1mo per la prim;;i, volta acl un fol'te concentl'a,rn(~nLo di artigliel'ia, cioè ad una cklle precipue caratterjstiche della battaglia napoleonica,, vertL e propri,L opera d'D-r te. Honapa,rte dirige personalmente la ba,tatglia secondo il p1·oprio inconfond ibile stile, cioè con l 'impiego sul ca,mpo di riserve accorrenti di. lontano e in dire,done pericolosa per il nemko, e con l'urto a massa, delle proprie forze sc.1gliate sul :fianco dell' avversario. Ln vittoria, f1 Cast.i glione, è ottnrnta, con l'attacco sul fia,nc,) sinistro del nemico, preparato srnpenclamente d,1 una batteria, di. cinquanta pezzi, svolto da llli,1 colonna, cli gramt ti(~ri è seguito dall'avvolgimento per opera di tutta la cava1leria: uso sapiente delle trt~ A.rmi., nel momento r nel 1uogo opportunamente scelti. B questo il primo wntaitivo a 11'i:;tria,co, completamente fal · llto , <1i sbloccare Mn,ntova assediata. E .qui è oppo1-tuno -mettere i n rilievo un'altra caratteristica, not issima della, guerra na,poleo11ica, che tende a schiva.re gli assedi per cerca.re la decisione delb, gne.n a, nella lw ttagli.a .campale. Perciò il generale Bonaparte 110n esita, nn 'momento ad ordina.re a Serrurier - pr·ima, mandato :1d. nssecliure Mantova e, in un momento critico, richiamato die1-ro il Mincio, - di distruggere il ma,teriale cl\1ssedio, per po te1·si portnre più in fretta a, difendere I 1 iacenza. minacciata. Ripfi~nderà, poi, il blocco di Nhmtova, caposaldo della;.. j)otenzn austriacr.L in Lombardia, ma, non dim<~ntica mai c1ie,.. la :,,orte della guena, deve essere risolta, in campo aperto . Vass&1.i.o ,~ r.;tasi, lungo indugio, perdita, di tempo; mentre per Napoleone la guerra è movimento, dinamismo, valorizzazione del tempo all'ennesima. potenza. Ecco percllè ci sembra che abbia torto il Cl'.1usewitz, grande .commentatore delle guerre napo~oni.clte, allor.c hè rimprovera al Còrso cli aver sacrificato le bitte-
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rie d'assedio e di noli ave1· sl:i·elto fennaruente Mantova con una linea di circonva.ll..1-zioll(: fortemente tl'i nc:e1·arn.. Certo L1. dist1·uzfonc clei grossi pezzi fa dcgcnenn·e l 'assedio iu blocco, durato poi fino al febb rai o coJJ molte perdite di Francesi; ma, la vittoria di Oastiglio11 e solleva grand emente al cospet to di tutto il mondo militu,re il pre1-;tigio della Fi-ancia e del gion1 ne capita110. Kel settembre un a.Hro esercito, cornanda,to dal vVtirn1ser~ discende nnova.mente per Val d 'Adige per ten tare lo sblocca· men to di }Iant.ova, ed è battnt o a Bassano. Nel suo Memori ale, parl:mdo d i questa spe<Ji;,,ionc, Napoleone dice: « vVurmser ttv1·ebbe don1to attuare il. trasporto delle arti« glierie senza sva,ntaggio. lVih ·mser poievn (le p;:1,role in corsivo <t furono scritte di p ugno da Snpofoone snlfa copia del memo<( rfa,le) pn ssare la. B renta e sboccar·e pe1· Yicenza e Padova, sul « l' }•._dige: Bvita:va, con ciò, le mou ta,gne; rua trovavasi separa to <r da ,:.\fantova, da,ll' Adige, e1l obbligato a, yn,rcarlo di viva forza << a l cospetto clcll' arm.a,ta fraucese; oppure poteva sboccare fra <,l'Adige ed il lago cli G al'(Ll, impadronirsi di Mo11tehaldo, del <C pianoro cli Rivoli, e ÙH' vcnil'e /e sue 0,1·t(ql i e1·ie e i suoi ba« µ;agli per la· sa,Jita, ch e i:-e1,~uita la r:,iuistra sponda dell'Adige. <t La sua, a rmat a, avrebbe, in tal m.oclo, superaite le montagn e « e l 'Adige. nè phì av1·ebbe trova,to ostacoli per giungere sino << f:l, Ma.ntova. l\1a i Sl&Oi CC1,1111oni. e la sua cavaller ia, non potevano <e rtmnodar:,,;i alla s1w, f:ù1.teria, se non dopo la presf:L del pia,noro << di Rivoli, clovea, qui.n<li, a,ccaclere eh'ei si trovfissc assalito <e e costretfo a dare nnn decisiva hat (.ag'lia prima di essere rag(, g-innto dnlln S'ìW arti.r;fie1·ia, e ca.vnlleria. Ciò nondimeno egli <( non fece conto èli tah~ peJ'icolo, ed nbbi-a eeiò quest' ultimo pn r « tito )). AJl0stito un terzo esercito, al coma udo dell 'Alvi nzi, dopo una ba,ttaglia cli esit o incerto ~ml Brenta. ed una sconfitta a Caldiero, Jfonapa,rte batte i nemici a ponte cl' Arcole. Nel 1'7fl7 l' Alvinzi rientra in cam1x1,g na discendendo per l'Adige, mentiie un tiltro esercito :u1stri.aco, al comando del gene1·ale Provera, punta su :Manto va. . Il 15 genna.io si svolge la, ba,t tag-lia, di R ivoli, in, cui l'artiglieria cli Bonaparte agisce molto /
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.... UAT'.L'A(.;J;.,JA D I
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RIVOLI
e1licacerne11le. In un cer to lllOlllenlo la d <':-itra fran ce ·e è 1·espiuta e lu tesca clell.1 colonna sinisLnl austriacn appare i,ul ciglion e cli R. J[a,rco: 111tL Na,po leo11 e le J:1n cia aéldos8o alcuni sq uadroni , la
Fi_!!'. :{1:; · Bona par-te nl ponto ll"..à rcole.
faulel"ia 1·Hon1a nlJa carica , ;;li . \ nsll"iaci incomi11 ciano a r eti-oce,lri-e se.:Pnd(•ndo nel ùurrone 1·clrostantc H 8. ?il a1·co e lì i pezzi ù:n,11cesj li clecimano. Dma11tc Lntta, o, n<>~La magnifica battnglia, gli ,\11 stda ci non sono 1·iuscHi a mette1·e 111 azione elle le fan -
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terie, mentre ~apoleone ha èlato un saggio superbo di coutem lJOraneo impiego delle tr·e Armi. I u tutbL lai campagna la tattic:::L di Napoleone con~iste in quest.o : i1Li.ziai·e il combattimento con forti stormi di t itatori, poi svolgerlo i11 pie.110 con l'nzione cont<~mpo1·a,nea, delle fante rie e delle tLrtigiie1·ie, e infine corn.:luderlo con le cariche della ca,va llel'ia. Gli nvversari compiono invece una serie di errori logistici1 iudica.U da. Bonaparte nei U ommenf;ar'i_, e sopral:ntto vi.ohtno « il g1:a-nde principio il qua,le prescr ive che un esercito sia in ogni gio1·110 e iu ogni ora in istato cli comba,ttére .. . P er questo l'esercito ùeve e:,sere l'i.unito, cioè deve aver seco la, cava,l leJ'ia, e l'artiglieria ». Invece, per esempio, i battaglioni dell' Alvinzi, che marciavano per )a, valle dell'Adige, rimaneva.no netta,m.ente sepatfl,ti dalla cavalle1·ia e da.JFa,rt:iglieria, al comando del Quasda11owich, e non potevano riunirsi se 11011 sull'altipi.ano ùi Rivoli... che er:t iu mano al nemito. Proseguono i Coni1ne11ta1·i :« Se Alvinzi si fosse fatta, questa «domanda, : se l'Arma,ta fra,ncese mi viern! all'in con tro primn <<ehe io giunga a, lt°ivoli e quando non potrò cou trappo1·le che ln « metà della m'ia, fanteria e p nnto di cavalleria e <li nrtiµ:liel'ia. « che StLrà di me? Sarò bè:Ltt uto, 1,1,vrebhe risposto , <la forz<> ill « :Eeriori alle mie. Uome mai l'<~sempio <li quello ehe era. ,1 ee,H.lu« to a, Lodi, a Oa,stigl ione, a.lla Brenta,, ad Al'eo]e, 11011 lo re:a;e « più circospetto'? >>. Il 2 febbr:1,io Mantova capitola. Avendo ìl Papa, rotto la nentrn,l ità, Bonaparte muo,-:e contro i Pontifki , li batte, obbliga il J=>a,pa a, r in nuciare alle legazioni cli Ferrai·a, di Bologna. e <.lcl k Rornag11e, ed a ricevere una, gua,rnigione fran cese in i\ ncona. Padrone dell'Itaha,, Bonaparte dedcle la marcia. su Viem1,1,: e, pa~sanclo di vittoria in vittoria, il 7 aprile 1797 gtunge a, Le0 be11 . L' Anstria, fLtterrita, chiede la pace : i prelirnin,1ri di Leohcn sono trasfonuati 1n ottobre nel tristemente famoso tr-attato di Campofonnio. Esso segrn1, il sacrificio di Venezia e b dnra, fi. ne della, glo1·iosa, Repnùblica, che pce quattro secoli aveva domina to i mari e che, chiusasi. ora, in un'imbelle neutralitù, è stata prima :facilmente conqnjsta,ta dai Fra.ncesi e poi da loro cednta, come meree da, ba.ratto, a.11' Austria . -
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C,\M:1:'0FOitilIO
L'Austria, in compenso, riJ1m1cia a parte del Veneto, r itirandosi s ulltL destra dell'Adige : questo fiurue diviene in tal modo il confine orientale della Rep ubblica CisalpimL, allora costituita, dn .Napoleone cou l;uni.one della Repubblica, Cispadana alla Lombardia,. Abbiamo visto come già fosRero stnte create due legioni : la Cispada na e la Lombarda ; ora. queste apparterra,11110 alla Repubblica Cisalpina la qun.le a,vrù, dunque un suo esercito, rnLturaln1ente però al servizio della Francia: di tale esercito parleremo a lungo in a,l tri pa,ragr::Lfi. Contemporaneamente l 'antico glosioso governo aristocratico di Genova è a,hhattuto, e la Repubblica è riordinata a.Ua francese .col titolo di R epubblic,1 Li gUl'e. In Piemonte, come in tutta Italia, i Francesi. suscita.no i disordini e le turbol enze , di cui approfittano lu,rgamen te per impone sempre più la, propria volontà, disorganizzare tutti i potel'i, impadronil's<~ne e, pr iLtica,mente, divenire gli f.Lrbitrì assoluti. I mpongono tributi onerosissimi e pl'ete11èhmo che i" popoli ita.liani così tnglieggiat i si procla,mino ... riconoscenti a,l la Francia,. A Torino il Comm5ssario del Direttol'io di Parigi vonebbe fa r addiri t t mn erigere un monumento per etirna,re ta.le ... gratitudine del Piemo11t:e verso la, Fra,ncia, con l'iscrizione -Magnae Mcitri Filia, Grata (e il popolo, con umorismo volgare ma, espressivo, traduce: << la nia,drc mangia e la. :figlia si gratta, ))). Il 13 messidoro d(~ll'anno VI (,J luglio 17H8) i F rancesi occupano abm:;iva,rncnt e la Cittadella cli. 1:orino, e, violando ancora nna volta, gli impegni, non esitano ad adoperare i cannoni per domare iin tentativo di insu rrezione del popolo. Ma, questo non basta, : poco dopo ln, l 1'rancin, esige la, consegna, dell'Arsenale. .Carlo Emanuele IV_, che ha sempre ceduto, si ribella e invita, il Corpo clecnrio11cllè cli Torino a chiamare sotto le anni i cittadini. per tenct testa al.l' invasore . }la ;roubert, nuovo comandante snpremo delle trnppe francesi stanzi.ate nella, Lornbanlia e nel J>i e1nonte, entra a sua, volta in Torino e costi tuisce 1111 governo provvi~orio devoto alfa Francia, costringendo OarJ o Emanuek IY a l'ifogia1.·si in Sardegna, (dicembre 1.798). Reeond o il Pinelli, .J oubert, 11ell' Arsenale di '.l'orino, trovò milleottocento ca nnoni ! La cifra pa,rrebbe assolutamente ecce<.;-
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siva ed inaccettabile, wa ceno il bottino <li bocche da fuoco e di munizioni fu ingentissimo e, più che utHe, prezioso all'Armata d 'lta,l ia, che man cava di tntl;o. Scarse truppe f:'eguirono in Sai:deg.na Cai·lo :rnmanuele IV : Ul.l reggimento di fante1·ia, uno cli cavalleria, pochi reparti di a1·tiglieria e di mar-ina, e akune milizie, che costituirono tutte le forze militar.i l'ima,ste all'infelice Sovrano. I.l resto delFescrcito piemontese n11dò divi::;o, come vedremo, fra, le truppe degli altri Stati. Il re di K a poli Perdinan cl o I V, a, ::;uai volta, è eostretto :.~ fuggire iu Sicilia,, mentre i .l<'i-ancesi, comandati dal generale Ohampionnet, im11ngurano b cosidct;ta, Repubblica Partenopea. Infine i Fra,ncesi. scaccfa,110 dalla. Toscana H Granducn Ferdinando III , portano prigioniero in Fra.nci:1 Papa. I'io 'fJ Hrnsclli, occ11pano anche Lucca e Piombino. Nel marzo 1'7H9 non ci. sono più in Italia che tre Stati indipendenti: la Sardegna sotto Cnrlo Ema11uele 1V, la Sici1ia sotto Ferclina,ndo IV e il clnca.to di Pa.i·mn, sotto Fe1'llina11do di Borbone. 'l'utte le antiche gloi-ie comur1ali sembrano ::;orumcrse. Natura,l mente, gli eserciti dei tre staterelli. superstiti sono disorg:::i,nizza,ti, quasi. nulli; ma molti solcla,ti ed utneinli sono arruolat i, volenti o nolenti, nell'esercì to francese ed anche il Corpo cl'Artiglieria picmontef':r~ pni:::sa a.I servizio della Repub blica. J"ì; doveroso dire elle, )3peci:1lU1ente fra gli ufficiaU. parecchi, seclotti df.Llla glorfo. sfolgorante clel 06l'so, lo seguono con ent,tsia,smo. Scrive il Pinem per ciò clic concerne il Piemo11~e : « E r1.on solo btLSSi ufficiali e soldati .si appigliaro110 a tal pnrtito, ma ben a.neo mol ti. uflìciali. di graclo rnino1~e e taluni ezia,ndio cli grado elevato, sebbene non si.an mancaJi a,nche fra i. popol ani coloro che, s<legnanclo se1·vire allo straniero, Irati infransero la, loro vecchia spada,; e furono trn. questi nobilmente :ilteri Mi.chele Piano, e Sappa, capi.tano d'artiglieria : ed è d~gno cli essere notato cl.alla storia, che mentre cittadini altamente ono ra,n di, pbndenti accettavano l 'umiliazione della patria. e talnni di loro si fecero anzi precipuo strumento della sua, riunione a.na -
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PHESTlGJO UI-:lH,1
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F1·ancia, H :sentimento di 11.1;,,ioualità (in tendo piemontese e uon iluHa11:-1., pc1·chè a,l lora pochi era110 coloro, ta.11to 11 ei 1·c11listi. che nei repubblicani, che vedesse>ro uel P iemonte una parte d'Italia, ed a,gognasscro ,1 riunil·lo .:Ll J'irnanentc cl.ell è.t peui.i,;olu) fro vò più . alde 1·adici nel cuore dell'arma tu,, che non in quello dei sedicenti liberali., fra i quali, se molLi enrno i lc,ili amatori di maggiori franchigie, e del ve1·0 bene clel1a putti.•1, molti più ernn coloro c he all'omb.t·.1 dei nuovi pri11 cip1 cLl adulando al In m1orn. l-ig1101·ia, lavoranuw a11 'eèLHkio della p1·opria fortu11a. « Fra i nobili poi, 11atmnJmente più :i v,·er::,i alle fo1·mc i·epubblicaue, mollj fur ono co loro che ritil'a.1·011::;i chi 1i:esel'C·i to, ma la maggio1· parte di essi, in tolletan li dell'ozio, si H<.;co1wia1·0110 a,l se1;vizio Ù(~lle potenze u,llea te; J }cmais lTc, Michn,ud, U,11Meri, Paolncd, tìiauotti, Y ena11½011e ed 11110 dei Dcs-Ge11c,,·:,; entra1·0110 nell'anuat a tussa, ; Latcrnr iig1io, l' nttn11l e rnnresc.in,llo (il I>inelli scl'in~ nel 1 34) . che ìl\'en:1- fatta tntta la guena i11 quaJib\ di ('tL· pit ano cli c:wnllel'ia e cli ainh1J1tc di ca,mpo del paclt·e, p1·irn a rn~ll 'ausfriaca e~ più tardi nel I' i11glest come• B. Lanrc11 L e Fave1·gcs; Ra lmom· n ella sassone, e Villam::ll'i11a. che fn poi mini,·lro, nel1·austdaca. « E qui notei·ò mi l'a,tto olt1·emodp onorevole ,t ll' .,-\1-tiglicl'in, nostrn, ecl è che, appena si . eppe la fede rendnta dal 1·e ai suoi u flìeia li, alcnnc potenze ancl:u·ono ,t ga1·,L ad offrire g l'adi ai nostci m·tig'lic1·i, t;111ta ent la fama cli cni godevano presso gli , t1·anie1·t ; e difatti in quell'epoca passarono al servizio cli Russia Zin maggiore con un minor fratello, ed j <lue frate] li Vayra; Ca.~a,,;za e Ila,vicchio si accomodarono a quello cL\.ustria >> 1
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:X0I 179!:i, appi·ofitt.indo della lonta11:111zn di .i:: a poJcone che c·on cp 1ista nuovi n.l lor-i in E gitto, i gT:i11 cli Sh1li europei, [nghill~na, Rnssin. Au. tria e T urchia, coslituiscono una seconda coaJi 1,ionc. cui !'li un isce a,nchc il R e cli Sici lia , ma con fo rze mi1cime. In Italia la guerra incominda il 12 marzo . .Austriaci e Russi, al coma n do di Su varofl', m.uovm10 con t ro la R epubblie:t Cisalpina di fesa da, Schér er ( quello stesso generale che, t r e anni :1 va,11ti 1 si ctn, rifiutato con Rcl.eg-nosa, ironja cli farsi esecutore rlel pfa no napoleonico per la campag·na d'ltalfa , da l ni giudicato cel'Vellotico ccl incReguihile). Schérer è battuto; gli succede Mo-
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1792 - 1815 1·<'au <:he, \'i11to a :sua Yolta. deve a 1Jba11<lo11a1·e anche }lilano. )I.ae Dorn.tlcl, succeclnto a Uharnpi.on11ct qnalc Oovc1·11al'orc militn 1·e franc<'se di Kapoli. au·one vet·so i] nol'd ccl è sconfitto. nel giugno, suJh1 Trebbia. I nfine a ~ovi, in agosto, è battuto Joube1:t, nuovo coman da,nte dcll'esel'Cito d' Italia. A .Novi, tra le file degli alleati, si batto110 valol'osamcnte circa seimila ita,lia11i, quasi tntt.i piemontesi. al comando dei generali Colli. Se1·:1s e Cawpa,11::1,. [11 cinqne mei:-ii l.'c•serTilo fr:rnct•sc è stato suc('cssi.vamcnte comandato da tre w•nel'alìssimi. e tutti tl'e sono staU battuti. 1 Fnrnce:;;i, cacciati. dalla, Lornbarclia, e <.fa g-ran pm·l·e del Pie1no 11 te, so110 ridotti là cloYc li aveva trovati. tre anui prima Na poleone, s<·cnclell(lO in Italia 1t<•lla ptiman•r11 1796. i-;<. e quando urnnca il Ci>tso. al111Pno nelle campag11e d'Halia, la F 1·ancia 1·ivolniionaria passa di disfatta in di sfatta,. L11, tattic·a cl i R11rnrofI <.' cli colonne e di baionette; ma t..ll e nH'toclo, c.:hc eJ,rli aYen1, 11sal·o r<)n successo contro i Turchi, non gli l'inscirebùc p robabilmente altretl'anto giovevol e se gli sLexsc n. fronte 1111 condottiPro clell.t stahn',L di Napoleone, capace lli adopna1·e 1(> tre Armi, oll<•11cnclo1H' il masi--imo r endimento. ('orn 111HJne, qnesta. eumpagna. JWl' la. 11 ost.ra Stol'in,, ha. 1111 i nteresse ai;;~.1i scal':--O perch è è cornbattnta , sì, in HcLlia, ma da eserciti strani.eri. Cn po' più intel'essanti p er uoi sono gli assedi di Torino, Alessand ria e Cnn eo, sostennti cla guarnigioni francesi
co11IT0 Fesercito austro-russo di Suvaroff. To1-i110 è.· stata affidata da Morran all'italiano generale Fio1·ell11, che è mnnito cli ·rn.olte artiglierie, le stesse 1·azziate dai Fmncesi 11 cll 'Arsern1,le1 e che con t;;L fra le sue t ruppe a,lcuni repni·ti di artiglieria su p erstiti del 001-po R eale. Questo. <·ome Ye(lc mmo, nel 1 ,nn ent passato in pnrte al ::-el'vizio della R epub bli<-a ma,. 11 P117!>t:, vista 1H possibilit,\ di m ia rivincifa ìLnti-fl'(lllCPSC•, si era i-;ciolto e solamente un rcnti.naio cli nomini o poco più eo11tinnarn n militare sotto l<' bandiere <lclln l·'rnnC"i.1 rivoluzio naria. La citta,linanza torin0se, inasp1·Ha. clall11 prepotenza ga11ica,, ha deciso cli ribeUari:;i e cli. conse~nni=e Torino agli Anstro-Rus:::i che. in certo qual modo, H,ppaion o ancora alleati clell'esili.HJo Cm·l o Emn n11rlr. (R nvaroff. nel p1·ocla ma lllnci.ato entrando in -14.02-
L01'1'.-\ FIL\ L.\ C l'l''l'.l E ),,\ Cl'r l'.~l)ViLL.\ fil 'IOIU :>; 0
J>i<•n1.011te, :tffrnnnva1 nctln,men te che veni.va a «1·estituh'lo n,l suo legit timo Re»). Oc·cupata 'l'oti110 dagli Aust1·0-HuRsi, Fio1·cl1a, si rifugia nella Cii ladella <· lli lù :-;i ~foga a hombarcfarc l,Lcittà. In ta,nto n Luog-ot<•11e11te g<·nNale del R e. )lm·<-lwsp 'l'l1non cli R evel, ha chiamato nllP a 1·mi i c·,tnn ouie1·i p1·ovi11 r- i ali eh(• xi era no sdegnosamente
...,
Fig. 316 · Bombarclnmcnto e incendio cl<:lla Ci1tndel111 di Torino nel 179{). /Dri un llipinto cli C. Rm1 cloni, con;,c .. n 1to al ) fn sco CiYico di •rorino) .
...... rìtil-n h uel le prop1·ie eaRC': e qu esti, al c omando d<'l capitano
Hnffi ni. si R(·hie1·a110 in favo re dell' eRe1·dto r uRRO libe1·a.tore e tendono ~egmllati !'a~rdgi ngli assedianti. Si l'i pete ancor..t una ,·olta la, t rngica :-;i!.na1,iorie, t1·oppo ft< '<Jll entc nella :-:torfa ita.liirnn : tr11p11e i taliane militano contem1Jora11eamente ::.otto le b,wdier,~ di cl1w rsc1·c-i{i st1·n ni el'i n l'ron lc, cioè combattono .l e 1rne c-ont1·0 l e nl t1'c 1w1· nna. cn nsa non propria. Così. mentre st,1 con g li Ansti·o-lfoic;:-:i asf>r<lianti un nncl<•o di ,ntiglieri italiani. be1; p1;e· -U03 -
1792 - 1815 :sto 1·iJJfo1·7,a to da aleuJJi. cannouiel'i di 1na.rina giù_ cli presidio ad 011eglia ed a Loano, coi Pnwccsi a8sedfoti stanno aleuni repa1·ti delh1,11tieo Coqio, al comando <lel coJomwllo Roccati. La Cittadella si anendc il 22 giugno e gli anenti vt trovano ben ti·eccntosethrntaqua.ttro cannoni, 143 mortai, 4.0 obici, 30.000 fncili, e muui:r,ioni. d,1 guerra proporzionate a, così cospicuo numel'o <li bocche cl.1, fuoco . Dobbiamo r-iconh.u·e ·come ]o stesso c:olomiello Hoccati - clw aveva servHo sotto i 1"i-anccsi. - fos F;e nominato poco più tm·cl .i. coma11da111e del Corpo ci ' Artiglieria nel faticoso processo di 1·icostit uzio11c dell'Esercito piemoutf\se, compiuto sotto l' egida del generalissimo a ustriaco Melas. Anc he JJeìl'asseclio dì AleH::lanclrfa agli :utigliel'i piemontesi che lllilitano coi Prancesi. fanno risconti·o altri a,rtigliel"i piemonh-.: si che si sono .sehi e1·a.ti con gli Austro-Russi1 per li.berare la loro pa.t1fa <htl giogo della Rcpu bblica. Q.uci::ti ultimi si clis(·inguono particolarmente, eorne risnlt:1 dall e~ dichi::tra,zioni (1el1o stesso ge ll<'rnle f1·a 11 c1!Sè ai-f-ecliante, Garclaune, il quale r iconobbe che i mng-giol'i dnnni, qnel.li che pi1ì a.Yeva,110 contribnito a costringcl'lo alla resa. ei-nno <111 clli anecai'igli dall e batterie poste nella regione 01·ti, batteri.e appunto mHnovrnte tla, artiglieri piemontesi. Cnneo s nbì un bomlnn·(lam.cnto a cc:a,nito d,:L parte di oltr<~ :!00 cannoni: triste so1·t<~ di ta,Ji citt.,1 italiane occupate cla iTnppe straniere e t r;1sc:.ina.te cla queste neìle loro disav~'entufi!. 'D;1 llll opnscolo nrn11osr:ritto del chirnrgo (3ìovanni Gallo - citnl'o dal rn.nggiol'c stori.ografo <klle glorie cmwcsL Carni.Ho li' rcsia 1·isn !J-a che in mi sol gi<)rno, .d<;è 11ell e 24: oee preeeclcni:i ln capì tola :r,ione, si gettnrono ne1la, città 2000 bombe e 1.000 p<1llc~ di can non e, qnantitativo per qnell'epoca assai ingent<~. Un particola.re e11l'ioso del bombn.r<farnento di Cuneo è eh e una bomba hlndnta. il n. lJ<W<~mb1·e anelò a eolpire il t0rnpio is1°aelitfro. gr emito cli fedeli per le 01·n zioni clel _vespro : unn, larga breccia si. prorl nssr 11el ve:::d;iholo, ma non vi fu alcun cla,11110 alle persone . nemmeno una ~ca.lfit.tnra. Il ehc venne considerato rnirn,colo, ta nto c.h<-! dn allora l' evento fn celc~ln·a h) eon nna festa dett/'11 « delle hombe )) . Anche qni si clisti.nsero formazioni dì Ar·tiglieria piemontèse : (( p<~l' st!'auo voler-e clcl destino - osBerva il Pinelli - sol<fati ed ufficiali dell'Artiglieria piemon tese dovevano far prova contro 1
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i più fo1·U propng n:1e:oli dell a pall'ia loro, di q_u(•lla 11er1z1.-1 el1e H,l:11nistal";,L avevano nelle ben COll(l.Ol te seno.l e delL-\..1·:senn le di Tol'ino ». Xatlll'almentc esi--i to nfidnn111 0 di poLer <·osì n'filit nil';~ ul 10 1·0 legi t timo Son._rn o, od ;tlmenn atl nn <.ìOn!1·110 nazionale, l e terre cli c ui i Francesi si er,1no imp::idro11ili e<coli solenne pedi· <'iin )>, rnn le loi-o :-:. pei-anz<: f u.1·ono <lelusc tln pa rte <li :un n1no GoYc r no :-,tn111ù>1·0 11011 meno << p edi do », quello ;1 ust 1·iaco . Il rnsso ~uy;11·off infatti - eh< come Yeclemrn o. < nt1·1111do iu ]'iernoul'e a.vern, p1tbl>lica to un 1w.111ifesto anmrnciando che veniva H r cs litufre lo S ta to al suo legit timo R e fin dn l 21i maggio i1YeY,t tof-tit11:ito in Torino nn Con siglio Rup1·<·1110 I ntcl'inn lc 1w1· Rnn :i\laestù., avent 11.ffidnto tll .\L1tch<'sti Carlo F1·ance::;C'O '.l'lw on di Rc,·el (che doYcrn nel rnoG assnmf're la ca riea di 0 1·11 n .\! nstr-o dc·ll.'.·\ l'ti g'liel'ia) l ' in<'m·:ic:o cli <'osti! uire un 1tncleo <li fo1 ·ze nnzjo. nnli piemonlN·d an tonomc>, e il ~~ ;1/!ost o . <:iot· subito do po Jil b.lt · la p:lia cli ..YoYi. snh-cva cln Frugatolo a Cnrlo Em .1nue l<' solleci· tnndolo a venire a rip1·encl cl'e l:1 COl'Ollil. )f..1 1'~\ uic:fda a,·eya propositi beu di,·e1·si: essa in t<•ncl<'Ya incorpo1·are -~i c r,t si,npli('itcr 1wl propl'io esercito i solùati piemon t f'si , cioè in ~ost.;rnza rjpc•Lei-c ciò ehe .ncn1 fatto hl Fi-ancia . P er con~eguenza, non sol o iwpedì !a c·ostiluzione di n1ia amrni nistrn½ione :rnilit.we pi.Pmontesc ill(lipe ndente, ma s i op])OSl' a n c·h e nl ritorno di ('al'lo Ern;m ue le 1 \· . ed essendo g-inn lo i11 pi(,. moule il Duca <li Aosta col tit"olo di Ilegg-< nte. lo confinò a, V el'ccllL Così il P iemonte, eontc qni1si tu tfo Italin, stretto fra le pel'fic.lie rirnli di due « lil>en1to1-i », Yeniva . tritolnto. 'l'ul e mano,·ra ,1uic:tria<·,Lr in seì tan to più fa ci lmente in qna11to SnYntoff, venuto a confiitlo coi generali n bsburgici, <>ra i-:ta to 1na nclnlo in fayfaz<>r n per fron teggiare colit IP t1·np ]Je fra n ces i. e n el co mando snprcmo gli era, :-:;lH·e:ecln to J".1u:-:lri,1 c-o :ùle1Hs, il qunle (l.ett<1Ya: lrggc al onsip:lio .\lilibn·r <'cl iu(1·alcinva conti n ua mentt> l;opera di ·rrlwon di Hevel r,er 1.t l'icostiluzi one clell'esee· cHo pimnont ese. Con nota <lell'1J di ccmlwe il general e )[cla::; in\'ifaya il Consig'lio SnJH'emo a nominare 111w Commissione per dirigere gli. a ffari militar i piemon lesi <' dare n n inclirizzo unifor me al · r ordinamento dell' esercito : ma tale Commi::;~io lle ern p1·c8ic· 0
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duta da un ge.11 crnle nustri oc,o e quindi 11011 ispira.va fiducia negli ufficiali e nei soldati, i quali i-;i r ese1·0 conto che l' ~\nstria YolenL incorporare le truppe picmo11tesi. Uonumqne, ndl'aprile ci el 1800, le trnppe piemont e:,d. aveva no 1·aggiu11lo la fo1·za di 1x.:;:1:3 uomini, così l'ipal'titi : 10 1·t>g· gimenti. 1n·o,inci:.di (i--o sa, Cnneo, J\[onclod. Pineto1o, V etcelli, Casale, Asti , .A(·<111i. .l\'l'cn, 'l'orino) : uomini 8450 ; JO compag11ie cl i riser va : 11omi11i 300U : 3 battaglioni d'o1·(lina11za (gnarclie Sa,,oia., nfonfena.t o, .Pi<~n1.011te) : uomi11i 2200 ; ca,c ci:i to 1·i: nomi11i 714: tn-Ligli c1·i.,-1 <· <·nvallel'ÌH : nomini 2400; r epat'ti val'i e depmMi : nomini J829.
Il Corpo cl' Art iglicl'Ìa dornva Psi::er e l'i cosli t nito secondo l 'organi co del 17HR. Il cavali c1·e <:a bnl<'Onc cli Sal111om·, che occn pnva la ea,1'ica cì i Grn11 Mastro da.l 1787, dichiarò <H nou poter::;i nssume1·e l 'ine.n·ico cl i tale 1·i oega11i½½azion e a c,111i::a ll<·l le tristi eondizioni cli sal u te ~morì i11f.ltti nel luglio )79!1) ; p<~rc'i<ì l 'h1 c~tl'ico f n nfiiclato al c:ol o11nello J-{.ocC'a ti , uon1i.11 :tto co rnanél a ute ci el ('oi-po in soi::titt1½ionc <lel co lonnello D e B11tt et. .\ bbiamo Yist o di.an½i coli.le, clm·,wte l ' ai::sedio de]] a Ci ttadella, il Roc:tat.i i-;tr~::;s(~ coi Pran cesi: cosa cli cni non gli si può far eolpa. <l a te k circohrnze. Del reslo egli er 11 1111 ufficiHle Yalo1·oso - abbiamo c:itato qualche episodio iH cui ~i. er a perso11:tlmente d isti11 to - ed UH capo intelligen te ; ma. poco poteva far e. dato lo stato <l'animo generale e la di1l1clenza cl elle truppe Yerso i I 00Ye1·110 a11 st1faco. Questo nllorn, decretò cli pr·c11cler e n.l propri.o ~olei o l' Ar tiglieria piemontese , cioè riconobbe i gradi e le paghe> c;once~sc dai Francesi; ma il provvedimen to non potè giovare g1·:rn ehr, perchè essenzi almente gli urtiglieri piemontesi non volcrnn o fa rsi stl'llmenlo della d ominazione n ustri a ca . Comunque, si a,nivò f.L ricostitnire l ' ossa,bm\ del Co1·po , che fn composto cli uno Sta io :\fo ggfore, 1-1- compap:ni<' c·annonieri, cl ne com11agnie cli operai ed nna di ponti e1·i. Tal e Corp0 era impi<~ga to cla.gli A.nstriac·.i in va rie locn1it ù, : ,Llcuni H·piu-t i, come si è visto, furono i1wia ti a, prNddiarc Aless;in dria cd nltt·<~ fol'tezr,c ; nlt1·i venne1·0 adclett.i al !:iP.1·vizio di 06 pt~zzi da ruo11fa g na spe,liti qun~i tn tti in Va ltcllin:L ed· in ·1svizz<>l'H : ultl'i infin e
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Fig. 317 · Carlo Fn1rwesco Thaon cli R ev el cli S. A-nclJ'Cm, G ra.n :Mastro cl' A.1"t.iglierit1. 11 0 1 1806.
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1792 · 181G
dovcva110 essere addetti iL 10 pezzi da ca,mpagna distribuiti alle fanterie, in u nmero cli due per ba,ttagli one. Con decreto 4 aprile 1800 il geHerale in capo austriaco :fissò l'organico del Corpo in 1947 uomini d'ordinanza e 420 provin· ciali , ordinati in 1G compagnie cannonieri ed una, di. operai ed armaioli; ma erano cifre teoriche alle quali. non corrispondeva la realtà, : al massimo il Corpo poteva contare complessiva.mente su 1300 nomini.. Ah'biamo aceenna.to 1p1i a tale formazione d 'Artigli.eria, anzichè ri::::er va rci di trattarne nei parHgra.fi dedicati alle truppe itali.:we militan ti al ser vizio di Governi stranieri, perchè, se non i n pratica, in teoria l'Bscrdto piemontese, nel periodo di occu pazione anstriau~ 179H·1SOO, conser va, una eert1.L indipendemm : può cr<~clere od illudersi di eomba ttere per i.l proprio Re, ancll!! 8(' q nesto < ~ lo u tfLn o. :.\fa ben presto le illu~ioni svaniscono. AlJe sconfitte fra,neesi <: s ucceduta bensi la, restaura;1,iouc degli an tichi governi: Carlo Emanuele IV in Piemonte ; il Granduc:.:L in Toscaua,; R e Ferdi· na,ndo a, Na,poli; e a Ronrn il n uovo Papn, :Pio VII, eletto nel Conclave cli "Venezia. :Ma, alnH~no per eiò che riguarda il .P ie· monte. tale 1·estaurazion e è una lustr·a,, un inganno (e vedr<~mo com.e fosse eftì..mera, negli a,ltri Stati). Bonapa,r te, apprencleuclo che in Ita.lia è s tnto perduto qu asi intenuncnte il frntto delle s ue vittm·i e, affida a Kléber il coma.Jt· do dell'esercito d'Egitto, vola a, Pa.rigi, col colpo di Stato del 1~ bn1rnaio si fa nomina.re, prima, comandante della gua,rnigione d i Parigi e poi P rimo Console, e snbit.o, fulmineo, pensa alla riscossa,. Poichè negli altri scacehieri la sorte volge meno avvel'sa, : alle armi r epubblicane, accorre in Italia. dove il pericolo è .mng· giore. Nel ma,ggio, con 40 mila, u omini, t~ttraversa spedita.m<:.' n te . ' H San Bernardo, per la vall e d'Aosta, scende ad Ivrea ed il 2 giugno è a. M.ilflno. Al primo sentore della, calaJ-a, dei Francesi in Italia, il clepo· sito eenl-.i-1-Lle dell' A.rtigliel'ia, piemontese si trasferisce . a,d Alessandria, poi a, l:'3:r ma e da, ultimo a G(~nova, dove ·si scioglie do po ·Marengo . Ripristinata l'occupa.zioue fra11 cese, la Com mission e di Ooverno piemontese riorgani;1,;1,a, d ne hnttaglioni cl i. -- 1408 -
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IL CORPO D'.\R'.rIGLmRIA DELLA SAP.DEG XA
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arti glieria, che vengono poi fusi iJt uno, di 10 compagnie, più trna. di operai. I'e1· decreto consolare 2(i agosto 1S01 tali tn1ppe vengono inco1·porate 11el 1° Reg-gime1Ho frnnccsc d'.:n·tiglieria a piedi. Prima. di chiudere questo pai·ngrafo, è doveroso a,ccen uai-e ancor a alle formazioni di Artiglieria," rimaste al se!'Vi:7-io regio in Sardegna. Si tratta ai uu Corpo cli A1·tigli.ei-ia a iscar tamento r idotto, composto cli 11110 Stato Maggiore (a cui si a,ggiunsero nel JS0:3 una scuola teorica ed 1111.a scuola pratica) , di. due compagnie cannonie1'i, cli un repai-to bombisti, uno cli mina.tori ed uno cli maestranze. Gl'an Ma stro di ta,le Co1·po fu, a partire dal l,'-iOG, il già, nominato Cai·lo Franet>sco Tliaon cli ReYeL i\J.u·chese cli Ran t'And1·ea , sostituito nel 1814. dal Co11te Filippo ' "ibò di Prales.
6. Da Marengo a Waterloo - Importanza progress ivame nte cre s cente assunta dall'Arma d'Artig lie ria ne lle successive battaglie napoleoniche - Mareng o, Aus terlitz , Eyla u, Friedla nd , Wag ram, S molens k,: Borodino, Liitzen, Orossbeeren , Lipsia, Hanau, Ne uc hamps, Montereau, Craonne, Li gny, Waterloo.
Qu i , primrL cli seguil'e le tl-1tc<·e delle fo1·nw 7,io11i e clell 'atti vità. .trtiglierèsca delle alt r e regfoni i.tal iaHe, do libiamo , per i moth-i iudic,Lti al principi.o di questo capitolo VUI, dare un tapido ce1rn o dell'azione dcll' Ar tiglieria nelle vnrie campagne Hapoleonichc : Yi part·ccipa110 numei-osissimi Italiani, Yuoi in fo1·rn azioni orga11icue , v11 oi inseeiti, individualmeul e o a g1·uppi. in [ormar.ioni fra,n<·esi; e, ~opn t,ttntto, è u n 'I talhrno che l'impiega genialmente, portancloht di vi.tiorfo in vittoria. A bbia mo detto sin tetica.mente delle caratteristiche dell'uso fntto da Napol eone del fuoco <Jiartigliel'ia che, essendo in izial11Lente un fatto r e assai secondario. e.li-vi ene a gi-ado a grndo mezzo ekse11zinle p er lit p1:ep,nazione e la. 1·isol11zione dei eomhattimenti.
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17!)2 · 1815
I n uno <lei pa1·agrafi preccdeuti si 1;0110 forruuJatc aku11e C'Ollsidcr.u:ioni intorno a tale ri11novarne11to fondamentale, e ia:i è a11cl1e fatto cenno delle forze ù' artigJi el'ia, di cni clispon eva J,1, P ra,ncia, r epubblicana,. Non bisogna credere - - c:ome pu1· Sl"lli· l.!l'erebbe natnrale - c he il _nnmero delle bocche da, fuoco, . otto );apoleone, aome11t·asse n otcYolmcHtc. Iliruase press ·a po<·o sta ½ionario: ciò clrn nnlllcntò ;.\'l't1dat:1111e11tc, invece, f n la .. . capaci h\, di sel'Virsene. ~el 17!)!) l 'A rmata del JJaunbio cli.·pouent di 99 batt-ag;lioui di fanteria e cli 7 ' squad roni, con un totale di. circa 87.000 uomini e aveva, 174 caunolli e 40 obici. : tota.l e 214 liot:che da 1'11 ot·o : l'A1·matn de'I Reno 4:{ batlag lioni, 64 squadroni, 4S.OOO nomini t• J1 bocche da fuoco: cioè 31 cannoni e 10 oùiei : l' .\rrnata d ·rta· lin, 84 batlaglioui, ?i:S isquaclro11i, 52.000 uomini e JO(i boc·e·ht> da. fuoco, ci oè 78 cannoni. e 2S obici. Come f:;i vede. l'A1·matn clel Danubio aveva chw bor·d1c, da. fuoco e rneu;a ogni mille uomiui, e l 'Anna ta del Reno solamc>ute 1rna e UH F-e!'ltO, mentn~ l ' Ese1'C'ilo d'Italia, che in (lllel mom en to non eriL c·o1uandato da, Na,pol<:<urn Ill,.L era am·o1·:1 c;ornposl·.o ~ec-omlo la cli Jui voloutà . contnrn tre bocche da fuoco ogni mille uomini. Nel ] '-' 13 Nupolt>Olle H,Y<~V;\ in Ù('I'Hl,llli..l 3S~.ooo (:omlwtlell ti r. 1300 bocche da fuoeo . A Li gny, su Jll .000 uorni11i. v'eta110 >li30 <:ann oni. Nella stest;a battaglia i Prn. siani ,1V<'Ya110 1-t.1.0UO combattenti e 384 bocche~ da. fnoco. l'nn~ in tait· :111no l'Es<•t·cito 1·nsso in F n1nda, sn 1G7.000 coinb:.Ltre~nti, dispon eva di :-;2 lmcterie con G21 bocche cla fuoco , cioè 4 p e1' mille. N 11.po.l eone n.veva dunque co11serva to press'a poco 1<> proporzioni p1·imitiY< men tre gli nn·el'sari le avevano g1·a.nclem( nte aumentate . 0
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)(a1·e11go (14 gingno 1800) ha u rn1, dupli ce Jlll]lorta11ztt . nega· tiYa e posHi.ra, che cer cheremo cli spicg,lre brevemeHie. )In,. 1w1· pssere più esatti, bii:;ognerebbe pnrla1·e cli due bnl taglie' cli jfo . rengo: qnella cornbn,ttuta, dall e sette ckl tna,Wno nlle tre <l c·l pomeriggio, perduta (la, Napolco11c anche e soprn tntto percl1(· egli <~ sprovvi.-to <li cannoni, e. (]1tei pochi <:he ha . 11011 1·iesce ,Hl adoperarl i 11lilme11te; C' J'altra , che incomincia a l le lG con l':ll'l'ÌYO
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I.A C,\.\tl'AGXA 01-:L
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dì Desaix e fi11i. ·ce a notte con la dttoria elci. Franc<•Si, clovnttL i u p,trte all'efllcaeissirno in tervcnto della famosa batre1·ia di. 18 pezzi. Cm·i osa la sorte di questa ba ttatdiu <.li )Lu'en°·o elle eosti~ ,:, ' tuise;c una dcllè più popoln.ri tra le vitto1·ie mlpol eoni<:lte. Basta que~to nome, ~Utrengo, per sm;citarc qua.si un brivido tli. esa,l btzione guerrie1·a ccl eroica ; eppnrc 110n è certawente in ques to piccolo paese pl'csso Alcsst1 nd1·ia che il J>l'imo Console diede le maggiori prove del proprio genio . F ol'sc, scnz,t Dcsaix, la, prodigios.,1, cm'ric1°a clei Còi-so sa1:ehl>e stata. t 1·onc.:i.ta sul nascer(~ o, <·om1 11HJUC, ::wr e bbe avuto una dura battuta ù' aucsto . l.ute11dia rnoci : il pi.a110 stra tegi co è, come al solito, s tu pendo e reca lletlarnente l'impronta napoleonica,. Il gc1rnrale Mel,1s, comaudaiitc in capo d egli . \ m;ttiat:i, è occupalo a d assedia1·e Genova, clifesit dn :.\fnsse11a. Kapoleonc, a11;,,iclt<\ a cconcr e in soccorso clell' as. eclùito, si propo1w di agginn<> g li Austriaci :llle Rpall e . tagfonli fuori cl,tlle linee di. comunicazione con il Lomktnlo-Ven eto e qnindi con Viem1a, 1·emlerli 1watic:amcnte innocui; t u tto que. to meni.re }lo1·ean deve s,·olgere in Ge1·J1Hk ni.n, la gr ande offcnsiYa che infatti, con la vii toi-ia di. H ohenlin (leu del 3 cli.cembl'C.!, assicu1·ò ]a salvciza clell a Franeia. Dunqu<>, co me si. è detto , llona,parte. a, capo dclln, <·osi.d etta, .\ ruutta di. r-isernt , passa il ~ - HP1·naùlo, aggira il forte cli 1:m·<l elle 110n riesee i n alcmi modo a ttatteu cl'lo, sbocca ad Inca . risal<' la pian ul'a yp1·c-ell<'se. varea il Ticino, giunge a, .Mi.lano clo11cle, C'on una p1·onta conYersi on <', si. volge vei-so occicl<~1ll fi <' marei.a contro Melas. Ma il vecchio genrrale au st.rifteo. d1<• [rntt::rn to <'· rinscilo a togliei-e <.li uwzzo M,1sse11a, costi-i.ng'èlJ(lolo alla r esa . è beu 1·isoluto ad as.-icurarsi le comunica;,,ioni (·ol s110 P:iesc, e prende l ' offrnsiva. Dopo Jn. faz.i.onc cli :.\Jon trbello , viutn dn.i. Fi-ancesi, i. due 1•:-:prc·iti i;:i i;:coutrano a -:\T,nengo. Cfli A uslriaci son o 31.000 con HO c·i1m1oni ; Knpoleo11e - ch e pure cl1.spone in JtaHa cli 60.000 uomini - non ne porta ,1 l c·oml>at t.imen t o che 2S.OOO. con un nrnncro limitato cli cann oni. 11er una curìosa anomalia,. questa .,·o l1;L Bona pnrte, l ' artiglie 1·e per cccplle11z.a, i=:embn~ qua~i igno1·,nc Je fn11r.io11i e le n ccesi'iità <1elle bocch e dn. fnoco ; ta,ntochè il
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Dc:-.Hix cle,·e osscnargli ch e 1rn attacco non preceduto da nu.1 vh-11,ce a:d one <li 1n·t iglicri11 :-:i ri.solYPt1ì. ce1·to in 1111 in~ncee:-:~o. Eonaparte non gl i (lù, rett,1. e DeRnix 11011 pnù trnttenersi (lnlresC'lamare : <C. 1~ cosi. ge11<•1·ale. che si petdono le battaglie!».
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Desaix ha tr<~n(aclne a11ni. NnpolPone ne ha trentuno. Fra questi giornni condottieri. figli della RiYolnzione, sussiste an· r.ora, una Cel'ta !Sptegindicn (er.za di for me, cli cnj Yt>llremo frn poco un esempio anco1· più signifkativo. e rlw poi man mano Xapoleone imperato1·r cercherà cli t>lirninnte. senz,1 per ò mni l'in $cirvi compleb1,n1ente: n elle ore c-ritiche . nuche i suoi m ni-ei:.cialli più d<:'YOti climostrera1rno di non ,1Yeee pdi sull,1 ling:11,1. -
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CO :'\ Sll.)l~IL-\ZJO:'\I SULLA UA'IT.-\GJ,l.-\ OI :.'11.-\ UE:'\<.,O
l >i-l re:-to, nella bn tt:ngli.,1 cli ::\farengo quasi .11on :--i ricouo:-ce lo s(·il e del Jlonapui-te . 'oruc t1·ascui-a le artiglierie, <;osì va ,11 combattimento con rnet.1 delle forze clisponibili e 11 011 si eura nern11urno <li cou centnu·le. lni, il rnaest1·0 tielle a;1,ioni. a fo1·z?. i-im1itc: e. anco1·n, non f,:i d.ì fa pcnn <li ci,.;p lo1·al'e i.l l<•rreno e qua si u.hba.11do11a l'a;;,io11 c delle ttnppc a se Htesse, proprio lui, il co11clottieto Jwr cui la gnei-ra è sopratutto esecuzione. Alcl.o Yiiloi-i. in 1rn p1·cgevolissimo slutlio :,;nlla ba l taglia cli Marengo, c-e1·ca <li spi<"gai-e codeste a~:,:urcli tù, :-c1·h-e11(10 : << Tntta quei--ta (·n.mp11gna. lln , <h pa1·le di Napo·leonc, un cu ratte1·c capriccioso f! 11c1·,·oso. tome se il potere pol itico qnasi .1ssolnto, cli recente ncquisito, ;t\'(~sse ecci.tato il ln to clile(.tn.ntcsco che purt~ esist<'Ya in qut>l gnrn genio}). E il Generale J 1ietrn ì\:fo,r::tvigna, nella sua, .m on 11menLt1.lc Storia clell'arte 1nililare 'Ìtn.lia1w) rilevando gli error i del Bo11a,pa1·te a l\Iare11go, 01'servn, acntamente : « Ciò non deve i,.;01·prendere, pokhè Napoleone Buonapa.r· te è jn questa campagna., come in quell a, del 1796-97, ancor a nel pel"ioclo di preparnzion e al coman do . 11 suo geni.o e la sua . alcla colturtl professionaJe lo mettono jJ1 grado cli concepire diseg:ui operativi che nes~un all1·0 generalP a n tico e mode1·no ~- anivato ntai a concepire : la sLrn, meravigli.osa a,ttitudine n,l la ri.flessione <' al p1·onto appi-cz;1,a111c,n to cléll<' sit.11n;1,io11i lo uwttono in gi-ailo cli intuire e 1·isolvere fulmineamen te problemi vari e compl essi e clare a cl essi la, p iù compl et:1 fm l e solnzioni. iUa ancora a lui di.fetta l'esercizio del comawlo, o, almeno, non ,~ tale da consentirgli alttethrnte sicurez½i.L e perfezione nel campo esecutivo . Gli e1:rori che egli commette in queste pri me campH,g ne sono di esecuzione: il Buona pm·te fa le stie prove. ~i esercita nel Yèlst o campo sperimentale che a lui offre la sor te, a iutato dal 1;110 genio, si avvia, l'a,piclamen te i:Ll ra.ggilm gimento cli qu'ella perfezion e che acl al ti-i., dnlla natura dotati cli forolt:ì infei·imi. 11011 e'! co11c·ei,.;so. « Fra qualche anuo, nel 1805, ta,l e sicurezza egli avrà acqui.sta tl1 e potnì. condnrre i prn gra11di eserciti : il suo sgu ardo cl'a<Jnila :::.i spinger~ allora. al di l à dell'umano. l'armonia perfcti:1, esisler à, in lni. tra con ce,r,ione ed esecuzione ed. a1lo1·a, a ssurgerà nel altezze frrngiungibili, qnasi sovraumane ». -
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1792 - 1815
}fa veniamo alla battaglia. Il Primo -Console stacca, JJesab.: verso Novi, menLre spi11ge Victor su 1\fareugo, tenendo il resto delle tr uppe in risel"V:.L a, Castelnuovo Seri.via e Pontecurone. }lentre, iugtuwato d.i.L false notizie, ~apoleone crede il 11emico in l'itirata,, g li Austrittci incominciano invece a sbocca-re -sulla destra, della Bo1'micla e ava11;1,ano su }farengo e Cas telceriolo. Jn due Ol'f\ fra, le otto e le died del matti110, essi <;011 quistano ]H.arengo, e Napoleone deve dare l'ordine della ritira.ta <~ ripiegare verso Sa,n Giuliano. Melas non ..tVl'ebbe die uno sforw da compiere per a,prhsi la, strada ·verso il Po, ma è ferito e preferisce farsi por·tm·c ad Alesr::n udria, donde spedisce a, Vienna un ufficiale, inc~trica.ndolo di a,nnunciare all'Imperatore la, gr::m cle vittoria,; questo 11fl1ciale è un giovane colonnello che diverrà poi tristemente famoso per gli Italiani: si chiam.1 11a,<1elsky. Si ti·atta infatti, inconfutabilmente, di una, vittoria, a,ustriae:1; e Bona.parte, che credeva cli atlacrnre e si è visto attaccato, ha compreso l'errore cornlllcSS<~ distaccando Uesaix e gli. ha mc111dato il famoso biglietto : « RHorna te, iu nom(~ cli Dio, se lo potete ancora!>>. 11 bravo DcsaJx 11011 ha nemmeno atteso H ri ch ia,mo, chè, udito il_ romho del c:.wnone, ~tn già actorrenclo, furioso pcrch<~ vede ehe la, sua dolorosa, prevjsione si sta, avverando. Secondo fa leggenda, l;incontro di Desaix con .Napo.leone sarebbe stato temp(~stoso. Allnclenclo ai. pretesi iHfo1·t1rn'ì. eoniugali (]el Còrso. H e::,aix gli avrrbhe gr·ida to : <( ki·n si) f .. ... cocii, tu. t'es foit baU·re! >) al che Bonaparte, olimpi<·.o. avrebb<:> rispo sto: « Ga,q11r1.11t:,. pr1rcla-nt, c'est l (} sort cfo lct gllen·e )). Qnesta, pt'obabilmenl"e, è favola; e. comu.11que, D<:>snix av1·d>lic riscnttato e.on Fe1'oica morte snl ca,mpo cli battngli;,1 il g<~sLo d ' indisci1:Ìlina. e ht frase insnltante. C-ìuel <:he è certo è che, i::e Bona.parte non <~ stato pari a se stesso nella prima., parte della bathiglia - o, per essc1·e precisi, nella pl'ima ba.ttaglia cli 1\fal'engo - di.m.ostra invee<:\ la sua, prodigiosa. capacità, <li ricupern lìella, secoll(hl,, clw si svolge clall<~ qnattro del pomeriggi.o a notte : e qui. ]e artiglierie e~plica110 1111 ':17,-ione eflkaci:5sima . Qunrnlo ncsnix arriva. co11giung-endos1 n, R. Gin1iano eon la si11istrn fra,11 cese. Napol<~one non F-i accontent a. come for~e farebbe <p1al 11 nque altro generale>. di f'.e1·yir-si cli tale pr<•½ioso n.iuto per mi-
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LA LIA'rl'.\CL[A Uf MAHIJ:XGO
t igm·e l a sco11fi ttu. ferma ndosi l'iU salde posizio11i. Napoleone 110n Y11ole pct dcre, sfa pnre ono1·cvolmente; egli vuole ,·incete ! l':) ~fc·1·1·a una 1111 ov;1 o1'1'en:-;ivu,, c he incomind a con un fonuidabile l>ornban lam cn to da pa1-tc dl'i '18 p ezzi di Dcsaix e di quelli di :\l;1rmon t e di La11nes. J in-ano una colonna, cli granatieri austri a ci fa degli sfo1 ·zi pc1· spinger si. avu,u ti s ulla strad,1 di T ortona : ess;1, è [erniata dalle boc:ch c da fuoeo e :-;ubi to dopo attaccata d,1lla dh-isione Desaix e dall a c:.walle1·i.a cli K ellennaun, e fini 1-ee pet <::i.dei-e t u t ta. p 1·igionh•1·;L Alle 4 elc i pom c1·iggio i 1<'1·an · cesi erano battuti; tte ore più tardi. hanno rip or lata una delle loro più belle e clamornse vittorie, di. consegn<~nze poli tich e en or m i , n ou so lo 'pe1:cltè il vecchi o iVJela s 1 sp nvenla,t o, 1uenti-e potrebbe beni:--simo td n cei-ar~i e difem1ersi in Alei;;sandria, ced<' :-. 11 t utt:1 111, liuP;t e, p111· cli potersi r Hi.ra,re col suo ese1·dto verso Y ieirn a, rnette pra tka men te lll!'ta hL piantu·,~ pacla11a n elle mani d('l P1·imo Console; mn anche perchè cen tnplica. cli colp o la fama <lc·l ge1w t11le 11ow1,pal'!<· il. q wtlc, fnl'hissimo come ~empre, scio· gl ie q dnsi subi to dopo l 'Ar111 :1 fa, d i 1·isernt, otte11 cnclo co ì l'ef· frl'to di d,tre ulbt F1·all(;ia, e al mon clo L'impressione di avere i u p oehi giol'lli a,nnie11 t:1.to il n emico, t[l,n to da, nou a ver n emmeno p i ù bisogno cli trupJw. Tieni) 1: icli , ,i; ici . Qui è il genio politico <·Ile si ,tllca n quello milita 1·e e trnsfol'lna lllli1 hn ttaglia, inco· m in c·ia tn con l'l·agici c•nori. in nn fa ntas tico t rio11fo . )\p]Je sne C'onsiclemzioni !';Ullo s,·olgi mcnto <l<,ffa7,ione cli ) fm:e11~0. il (ì 1·<~w1.mi t;1, scrive . « La. ma nc11i117,a cli un a, l'iser va n ustl'i.tcn (<L11·tigliel'in) conl l'ihuì in modo decisivo a lla perdita cl ella b:t ttagl ia : poichè si <-11-w snppo1·re che, se 40 o 50 bocche <111, f.noeo fosse1·0 s tn le post<• alla, testa cli. mrn forte col onna di grn 11al ir 1·i sostt•11 11 ta cl:1 1111a. mass,1, cl i cavalleria , tale mis ura d i pl'uclt•nza a nebbc ccrtarnE>n le <:01·011ato gli sC0 1·zi clell:t gior·
11 n,tn )). Il C:enei-al <• P ittn lnga . in nna nota intcressantc> l"ìcl'it.ta allol'chè en1 capit:rno (L !)~), snlJ :1, sh·utJura, e potenzn delle bocch e
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<1 n, Inoc·o n ei tln e e~cl'(·.i.ti, a.Hstrin co e fraJtccse , scrive : « r.,·;1l'tiglir1·i a dei dne e~erciti C'Onsb1Y<1 ciua~i tutta di ca11 · 11011i li sci d a qunttro e cla otto libln·e, i q ua.li fan ciava110 pa,lle p i P.n e (<l.t d11e e qnat.t i:o ch ilogra m mi) e mi.ti-aglia.
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17(,)2 · 1815 << 11 tiro efficace colla palla non raggiungeva i 1000 metri e q11ello colla mitraglia 110n anda,va oltre ai 400. cc Si disponeva pure di alcuni obici lancianti grana.te con spolette a tempo imperfettissime. (( Il tiro di tutte queste a1·tiglierie era ben poco preciso e quindi di effetto più morale che reale. Il materia.le che servi.va a, trainare i pezzi, nonchè quello dei cannoni, eI'a a,ssai pesante e perciò poco mobile. In conclusione, i clue eserciti. a froute, in fatto di truppe, armamento e materiale, erano in condizioni pressochè eguali, tolta la preponderanza in cavalleria, ed rtr· tiglieria da parte austriaca>>. Al combattimento ùi Marengo non presero pal'te Corpi iht· Jfa.ni: la briga·t a itali.ca, appartenente all'Armata cli riserva co ~tituita a Digione e composta tutta, cli l'iemontesi con artigliei-ia., propria, faceva pa,r te del Ool'po cli Turreau che discese per il Mon cenisio; e la legione italica, di 2GOO uorni11i. al co mando del Gern~rnle Lechi, era distaccata verso il Lago Maggiore. !\fa non perciò manca,rono gli Italiani che si distinsero nella grande battaglia, fra cui il famoso Oapon che a Mnrcngo era soldato e che divenne poi generale, e del quale si racconta, che Bona.parte, decorandolo appunto dopo Marengo, gli dicesse : << Il 11/y a vas cle oapons clans ·,non Arniée; tu t)az)pelleras ilfci1·en90! J) . E partecipa,rono ·aJ~a battaglia anche alcuni artiglieri : $Ì distinsero granclcme11te il ea,po battaglione Andrea Montebruno, ligure, e il perugino tenente Brugi, che vi rimase ucci.so ,
Ritiratosi il ivfelas sull;:1, ::.inistra del Mincio e ciel Po, a bhandon anclo ai Prancesi la. Liguria , il Piern.onte e la, T,ombardia,, Bona.parte ha, raggiunto lo scopo cli. e]imìnare uno degli eserciti nemici, impedendone la, cònginn½ìone t on l'altro esercito a,n· st.riaco operante in Germania, cioè sul principafo tea,tro della guerra, che dischincle Ja, via ver8o il bacino del Danubio 'e Vienna,. Le Armate francesi della, Germania e d'Italia, ora appoggiano rispet tivamente le prop1·i.e ali dest.ra, e sinistra, alla barrìera alpina, daJla quale ha,nno allontanato in JXl,r ie le a.li degli e!serciti nemici, e tendono a riunfr8i fra di loro per mezzo cli linee convergenti : riunione che, a m-1iusa dell&, struttura topogra,fica, si fa più facile man mano che si. va verso oriente. -
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l LA IH'.rl'.\GLIA DI .\CS'l' EI:L lTZ
Uli stesiid pl"i.11dp1 1·cgola no In. c;i mpag nc:1, ciel 1800. eh<.: c nl rn i ua 11ella battaglia d i A11ste1·Jib~. lla un anno e me,,,;,;o .Napole011 e si. è JJ1·ocl aruato J rn per ator e e ùa alcmii mesi ha costil nito il Hcg-110 cl' [tali:t , ,dlhla Hùonc ì ..~ i-cg-gc nza .:i l figlia~tro Ruge1rio cli Heau ltai·11ais. Auslr fa, foghiltt'n a e R nsJSht costi tuiscono una Jiuova, <:on] i,',ione, ulla 11ua,le ,1clerist:ono la :·n~:da e il i-e cli :Napoii e della Hi.ciJi.1 . Gli all eati p1·entl.ono L'offen::-iva i u J),LJ'ecchi punti. :Ynpul eone. fedel e a l ::mo l-.dstema , decide cli eolJ)iJ-li a l cen tro, ma1·efa, sul Ren o, r i pot t,L l:1 g 1·;mde r itlOPia di l'.lma - gioia tnl"babt cfalla sco11fittn na,Y,tle tl i Tn1fa lgar - e p11 nt c1 s 11 Y icrnw, lll l<'ll do le p1·opriL· fo1·ze ,1 11uclle dPll"l:'se1·c·iro cl'Italht pol'l ntogli da l Bea 11ha1·1wis e da :\la ssena . Jl 1° <l.icernb1·e .i Frm1ces'i so110 a,cl A11 st<·1·li tz. L 'indounuti, alle sette del mattino, si inizia la battaglia,. Napoleo11e di s p one <li 70.000 n omi.lii ma ha solalllen tc 140 cunno1ii : g;li a lleati, al coman<lo cl <~l pl'i11cipc r ni-.so K ut 11 s1>lt, ha nno , '7.000 uomiui con ~70 pezzi. E: ntn&off c·<·1·ca di. ng-gil·1.n·e la destl'n ne1nic<1. tag-li:tre i F l'allcc&i da Vienna, ributhnli nei mon ti mor a.vi ed uni rsi con l'Arci clu c~t Carlo sul Danubio : per q ncsto, il grosso delle sue lruppe deve scender e da ll'altipiano del Pratzen , passare il G olèl bach e, con un movimento obliquo ricalcato sull.'esem.pio de]la, fam.osa, 111,u·cia di fim1 co di l'c~del'i eo . l'isa li1·e v<~i-::;o 1101·d . ~apoleo11e gli contrappone una cl.elle sue più belle « ma novre centra li )). Appena i Russi ha11J10 i nc:011ti11datu a F;Ct·JHl<~1·e da l P r a t½en mo\(•nclo con tr o l::1, d estl·a, fr:Jnce~<~, l 'l mpe1·,1t ore &ped isce il ('orpo cli Ronll' C'Ontro lo &tesi-o piirno1·0. lo ocr npn e p rend e d i nivescio I.1 ~i.nistra ru RRa. I 11t:111 lo La1111ei-. P )l u1·at a(·q ui:-:tano teneno Y<" t·so OlmiHz : p oi Lnnn l:'s. c-0 11 1·,1picl o camhi:1mento d i fron t e, attace:1 Bug1·ation, bartell(lolo col ca11no11e e 1·om1wndolo poi. rn 11 ht fan t(~l'i n <~ k1 cnvaJl('ria . V .11·tif!'l ieri.:i fr,rnccl:ìe non (~ dissrmi.J1 ,1 ta, in mocTo uniform e frn le nn ibì,, ma. t1·nspor t:1ti:~ 01·a in 1m pnnto . 01·a in un altl'O, a scconéla (lella nf'cessità; cone<'n ti-;ita a ll e a l i, O]lJJl11·e di strihni.t11 fr:1 le bri g-n i<.:, oppure ritmi.la in pu11ti di sperinlr impo1·tanzn : prepara l'atta cco, con c:en tnt il fnoco . e~egui~ce til'i •li infilata e di rovescio.
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JJ.l ì -
1792 - 1815
I
A!!dcco rv.s.so a//,,1 de.slrd h-anc e.se Il Coorer.s1Òne del ce!?lro hc2nce.se fil A53/r oimenlo /r.:1nce.s e d nord(#urç1// N Sl'osl cimenlo della 1?.ùer;ra/rdl7CR.5e si1//:Z/!;;;1,wo Ballen~ coalr o ti cedro /'C/.550 V 5/J.o.s!dme!?lo d de(ld,l(f}ltena conll'oh ~,m5lrd ru.ssa. · . '2f Bc:2.llerù ru.s5a.(38,PE'~-?;/,Per ;9role__g..9er&/4l nl/rcJ!a. W ..B.;,/ler1d /rdnce.se con!ro gl/..sla._gn1
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Fiir. 319 · A. u,;terlitz.
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l 'Ol'El:Tl
Sonlt hH compiuto la. sua mHnovra an·o}o·e11te e teSLJiu..-e o . e !(~ dispc·rnte <·a1·i<;he della cuva lletia russa, l'ib utta11clola verso Auslcl"lib:, donde era uscita . I l PtaLzei-, chiave ùella posizione, i'· ll<,fi11itirn111 (' llte in mano ai F t·an<:t>si. Rimane la p1·irtia colonna <l<:g-li allc•a ti. stretta frll i F 1·a11c·esi 1° lo stag-110 di Sa,tscha,n, che i· ghi,H:cic.1to. i\Ll ~apolP011 t• onli11n .1 Roulr di mettere in bn,tteria 1.urt,1 l';1 l'tig'lic·till dc·l s uo ('01·po e ,·en1i (Jllllt11·o pezzi <li. a1·tiglie · 1·ia l<>gg<'hl ::;;ulle ll ltnt·t> che <lo111i11ano lo stagno . (j]i ,d l<i.t ti ten f,111 0 cli 1·U-i1·,u·Ki, ma sou o fulminati dai pezzi 11emici nella st1·pltn di T<>lh1i(;1, _ Ri gel lano :·rnllo stagno, ma il rc·so Cl<J.!,:- li ll<)lnini <~ delle 111·tiglicl' ic <~ i l tiro dei. urnuoni fraHcesi tompono il g-hiaceio. La Yilto1·ia f1·anc·ese è Rt1·ppitosa <> le 1.ll'liglietie co11co1Ton o .lll'im,wg-11 inw11to (lei i-llpcn;titt d1c, 8COtnpi glia ti, aff'ntnti , a ffn · rnati , ec1·ca110 SC'ampo Yc1·so l'l~nghcl'ia. Yetlt·<~mo conte all a, vittorin di A11stc I'lilz eo1rtri llllissc1·0 ,·alidamente gli al'I ig:lieri italia11i, ehe 111p1·Ha1·ono il pi ù alto p] o gfo cli ~apolconc. Questi, nel :37° Boll ettino cle11a Grande Armata, scriveva. tcstnulmcnte : « Alla, b,1ttaglia <li. Anst·erlit ,1, i. <:an11011ieri italiani si sono coperti cli. gloria ». <Hi 11lle.1 ti b~<·.ia1 10 Rlll ca1 ,1po lH·n lK-/J C'n11no1d , cioè clne ten1i. cl<lle 101·0 fonw ùi .ntigli<.'1·ia . L'I111p<~1·ator<' d ' A 11st r .in , F ran c·<·sco .f1. <loma11cl a la ]IH('C che è fil·mnta 1.1 J>1·efib111·g:o e i::;egna nn 11110,·o g-ip:ll 11te8CO pa Rso nel ca n1mi.no m,(·<'JHlente cli Napolc•om•. Ancora un a n>lta l'Italia 11c f'a, le spese : 1'~\11st 1·i.a. rinu117,ia n VPnezia, al F riu li, a.ll ' I sh·ia e alla Dalma7,ia , che vengono in corporati nel Reg110 d'Italia . Inb1nto il lkg-no cli .X.bpoli. co11q 11 i stni-o da Masst•na. l\ asRPgnato a C:inseppc Bonapnrte. Co11l (!mporan ea111<'nt<-) N <1pol<'onc~ n ea il I>ucnto cli. r:,rnsl·a lla 1w1· la l-Ol'Pll,1 T>nolinn e il P1·i ncipnto di 1L1ssn e Cnna 1·11 P<' l' Efo,;1 Bn cioc·C'.hi: e cl ù Ponl'eco1·vo n B rrnn <'lott(• e Bcn(•Yento n 'fayl lel'nn d : Remh 1·a <:osì forn1nr::;i nn Jrnovo effimero feu dnl e,:i l!lo, pei· cui i. rn~Rnlli ott <>np:ono clall' I mperntor<' nnvestitnn1 tli f-(~n e che, p c P clil'itto, noli appart,•ngono n ò agli 1rni nè nl 0
0
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u·r (:t.Or:t.\ ))
]'altro.
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1792 - 1815 Campagna d ' inYerno del 1, OG-1S07.
Otto fr bb1·aio: E ylau . L.e ,irtiglietie sostengo110 1wl co111 batti rn e1tlo unn, pin te importa nLiss im;:1,, qnestn, volta in fa rnre d egli , \lleati. Esse toJ1a no con terribile i n! ensità, n ella bnfc·ra che im -
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' .l!' ig . H20 · Sehiz)lo ll r ll11 k11inµ: lia di Fl'i<?<l lnnd.
pe1T<•1·sa ~111 campo e Angel'ean , scaglia to co11l1'0 il <·<·11 ti·o nemico e preso frn, i fuo chi com'ergcnti. di 72 pe7,7,i., lrn l e tl"11ppe niacc•lla te ed _è Pgli stesso g1·a\'Pmente ferito . Solamen te l'inter-
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LE ,\f:l'l(: 1.mnrn ,.\I) liYl,ATJ ,,: .\ J,'J(LJ-:DI..\ ND
,·ento, a sera, clcl Cotpo cli. .Se~- fa -volgere le sotti dt•llcl balla glia ·in favore dt>i F1·a11c(~i-;i (qt1nJ1tH1HJllC anclw gli. ane1·i:;,n'i si al·tribui:sca,no la vittol'ia). 10 giugno: lt'ricdland. È il seLtimo anniYcrsatio cli :\foreugo. l Russi (sett,1nta mila) si appoggiano alla dttù cli Pricd la.ncl ecl al fi.Ullle Allct: l'cse1·C' ito è fon11<tto su clne linee e cerca di. pe11etral'P n~rso Postheneu. ·1 clue Corpi francesi dei generali J,aun cs e ::\Io1· tie1· inb~iano da, isoli il combaUimento) perch<: le altre frnppe 11ap0Ieo1liche -· in tota.le G5 milUi uomini - souo anc:01·a in nrn1·ci,L Qu este non anin1110 sul campo di battaglia che a Ile cinqnc pometi diane; ma i J.ne marescialli. con attacchi alte1•n;:1,ti fra l<'l'iedland e Posthenen, hanno saputo conservare !e lol'O posir,io11i. La battagli., divampa più intensn . Ke,,· forma l'ala clP~tra. Lnirnes il centto e )Iortier l'ala s inistra. Il Co1·po del gc11eral<" Victor e lit G-ua r·dia. Impel'inle eompongollo In l'i.se1·,a. -Sey si porta a,·auti e Rfenn pm·N·ehi attaeclli di cavalleria. ma, HOn ottiene grandi risultati. Allol'a si avanza il Col.'po cli. ri sena del generale Victor con 36 bocche da fno co, che, <,gli ordini del generale Senal'mont, p1:ocedono cli. galoppo. :-;i piazzano 400 rn ctri <.lavanti alle li.nee e :1prono eontro iJ centro dell'Esel.' · cito 1·11RR0 un fuoco Yi vaeissimo. Sdll 'aht destl'tt, presso il Corpo del p:eneralc Xe:,, si ti-o,ano .1lti1 qmn11nta ca1111oni di dsenn. che, i,;masche1·nti e 1·iuJ1iti nlln batteria del (·entro, t·ontribni sc:ono nlla. vittol'ia, cosiTillp;E>nclo l'Eser cito ruisso a ritirarsi. Lo CztH' Alcssandto, rs luglio, finnn a Tilsitt In pace. La fortuna. c1ellc a1'mi frnncesi i: q1rnsi al vertice. Napoleone snwm bra 1·cami, 11e form.a di nuovi, li ùif-ltl'Ìbnisce n p.we1di P ad amici. In Italia annet te l'Eti-uria aìl'lmr,ero, ,nandn il generale )Jiollis ad oetupa,re Roma pel' « !'-OrYegliai·e il <:m·erno Papale», unisce le l\fatebe al Regno d'Itn lfa. Dopo Farclna. tenibile spedi,-,ionc in Ispagna. di <·ni parlP· re1110 n lungo nei pm·,1.grafi. cl(•1lic11 ti a ll'l'lpporto degli nrtigliN·i italiani. negli eserciti napoleo11ici. l'Imperatore deYe aifrontar·e 1n q u,uta Ooa Lizione. La, battaglia, di ,Vngram (.J.-:3-G luglio 1809) d d,'t fol'se il più bell' ei-:ernpio cli impiego dell ' arHglicl'in, che Yi costituisce IH' J' -
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1792 - 1815 la prima volta d elle battel'ie formidabili.: e vi ha nuo sple11did,:1, parte i cannoniel'i clell' lfsercito d'Italia,: ·r Fra,ncesi sono circa, lGO mila. I nemi ci 120 mila . .Sa,poleone !ia t ntto a,pprontato nell'isola, di. Loha.11 per 1·innovare il pass,; ggio d el D a1rnbio; e la d isposizione cl elle cen to bocche dn fu oco rimane documentazione esemplare di. sapiente impiego cli artiglierie per p reparnre e coprire il passaggio di. un :fiume~. Ge<t,d e alla protezion e dei pezzi, i F ra1Jcesi. possono coi;:trufre i pouti ìn pieno giorno ; e quando, alle dieeì del mattino del 4, le b.:Ltter:ie ,wstri,;i.chc~ piazzate pl'esso il Danub·i o in comincia no a, l'ha.r e c:on tr·o le truppe napoleon i<:he ass<~rragliate ne.lFif::ola, dì Loba n, le batterie frtt,ncesi rispondono con un i'noeo genera le~ eo uc-en lrato, che riduce a,'1 silern,io quelle a 11strìacl1e, ince11clia la. pi c<·ola, eittù, cli E m er~clorf e p riva gli av,,er sa,ri dl UH impottante punto cli appoggio. Sempre sotto la, pi.·ote7.ione cfficacissiilla dei ~a n11on L ] ;1, sc,ta d el. 4 ~ a poleone inir,ia il passaggio del finrne: passaggio ehe a l nrn,ttino sncccssivo 0 quasi in1'pr amPnte compiirto . Al G, i <lne esereiti. souo così disposti : l'ala destra anstriaca. pocc; provMn, si <~ a,van7,a tft fr ii nreintcnl<-\:-\ e Grnss-Asp<~rn: F,t'l.1 i-iuistrn, francese <~ g-it1, respin ta <lietr o T~ssling c~d E m~ersdorf. mc11t1·e la, destra francese cetca di a ggirar e la sinist ra ;;rnstrhu·n, clissi mulané.lo tale manovra con degli attacchi verso Enzersdorf. Presso Raschford è ammassata, la, risern1, francow, eou1.po sta, di fanteria e cavallel"ia . :Vln.c:dona,lcl , dopo 1111 formidabile fnoco <li 1n·ep:trazi o:1c: , sferra un vigoroso attacco e.on uu 'enormc colo1111a cornpo:stn di. 3 Divisioui deJJ 'Esercito cl'Ital.ia, sostemitt~ cl.l i coPan ieri e eh l! n cavalleria, della Gua,rdia. Gli Austriad oppongono u na streuna difesa, a,n zi. l'al a destra cout.r a t tacca e mette in fo 6 1 .r illa sinist1·n fra,ncese condotta dn, Massern1. :ìVlar.bot, ai.ntante dì cnrnpo <li Massena, per oréÌin<-\ d el suo· comandante, s i pN~eipita vc~rso l' Imperatore che sta oss-c:irvando il ca,mpo di btittaglia eol ca111ìocchiale. Allorchò l'nffic:i.ale gli. riferisc<~ le notizi a del <lisastro, :N'apolcone 110n batte cigli.o e continua a guardare . :::.·otto i s11o'i occhi si. svolge un cluplke movimento : i frn,ncesi cli Dovoul'!t ,e cli Oucl inot iwan zano cfa clestr,1, mentre quelli. di .Ma,ss<~na c·on tinua,no a retroced ere d a sinisl;ra. N apoleone. a11eora,, gnarcla, -
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<· lace . nla ecco che, laggiù, l'al'tig lìcl'ia del.l'ala <le:sLH~ i-iesce ad o lt1·cp:1s:-:a1·e la Tonc di ~ t·111-,ieclc·.I. lmkuo passa 11el volto <.lell'lmperatol'c: rnlgendosi al .:.\farbor. gli dite con quel ~110 ai<.:<.:cuLo bl'cve e ue1·vu:so che 11 è la gioia nè il clolon : r iescono ud iucrin:nc : << .\nuate a dire al \'OsJ·1·0 .:.\fare~ciallo d1e la batta. glht è yj n ta ». B gli sa elle l' Artiglicrin gH <lt11·à hl vii turia. Iufatti, i can 11oni di 11..nou:-;t e cli Onclinot. c;ope1-ti dai fu<.:iliel'i, iniziano u11 formich.1}Jile bomò.ncl..lmcnto t hc :smonta qua si t:omple talllente l ' artig licl'ia. ansttia ca dc~ll'ula :-;inisfra e pi·t:mle c_l'i n:filaln le p o· sizioni C1·a De1Lt:sch·"·agT,1m <' )farkclletz. B ::i, questo pun to d1e N apoleone ortli 11 a H famoso ::i.ttacco di ,n·tiglie1·ia ('011tro A1h•1·Jd nu. \"i p1·c,nclono parte le dieci ùattL'· 1·ic di rise1-va della Onanlia {sl'ì pez;,.i ogni l>ahetin, cioè GO pezzi) al courn ndo dc·l genera le Drouot, p.i.it (]nal tru batt erie (~4 peizi) ckll'E sPl-cito <l 'I ta lia e 11w1 qni uclieiita d i p ezzi bnrnresi: t otale~ lOù (·,wno11i. Il gpnptale J,am:islon . aitLlnntc di <:a1npo del· 1'Lnpen~tore. p1·cnde i I com.i lll1o cli 'l uestn t ormi(ln IJile ba,t t~l'fa, di riserva che lta dne c;hilonwtri di fronte P che si porta .wanti (li trotto, fino a breve clist.inza dal g-1·osso clcll 'Es cr('it0 ll<'uti<:o. La con cc11fra;1,ione cli fuoco semi11 ;1 la clernsfozi o11e e ln mort·e fra p:li Anstl'iad i qnali HOll poi:,;i--0110 l'esb,tcrc pi1ì di nwzz'ora. Un '<~ffica.ce, pitto1·esca, descrizione di. q nestu stupenda azi one manovrata dell'artiglieria del Drouot si legge in nna recen · tissima, pregevole pubblica ;,.ione cli " ' . 8érieyx - con prefa · zione del Generale ·w eyga,ncl. - declicat a, a. quegli che fu i11cln bl>iame11le uno dei più intelligenti e valo1·osi cofotboratori di
un
Napolet>ne : Droiiot et Na7Joléon. P1·ott>tto (lèl lb r-;t(•:-:sa art igliPri,1, ~fo ('(l onnlcl lanci a, le sne fa n terie in un n noYo Mtacco su Acle1·kt1a. (; li A11stri;1 ci, s11pie11 t cmente comamlati <l all' Arc it"luca C'al'Jo. 1:esislo110 in parte ,11l'nrto d ccisiYo. nm poi so11 0 <:O!;iTdti a 1·ipieg11re . L'.A1·cidtH·n , mediante 1111·abile ritirata, sal,·a il sno E~~·rdto <la mw i-COll· fttt.L pi ù r0Yi11 oi-t1. Il g-rosso clelk lruppr fran ces·i non pn ò inf-t>· gnirlo: solamente l'a1·tip:liP1·ia pel'$Pl,!'nitu g li An:-:lriaci in riti rata . ra nsanclo loro g-1·~1Yissime pnclitc. L'a,r.ione della « grnncle ha,t teria, >> a, Wagtnm, costituisce un esempio classico, noto anche ai profani cli !'.torin militar;:.
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Fu app unto rievocando tale battaglia che Napoleone, assa.i più tardi, potè scrivere: « In fatto di artiglierie, chi ne riunisce di più schiaccia l'avversario)). La, quale ma,ssima però - come giustamente osservav11 il critico militare Col. Giacomo Ca rbo ni - ha ora soltanto un valore storico, chè «a nche per l'artiglieria il concetto semplicista, e rigido della quantità ha cedu· to il passo ad un concetto più agile di manovra, di perfe7,i.one di mezzi, di · genia,l ità di impiego)). Intanto in Itali.a l'Armata. dell' Arcidnc11 Giovanni aveva sconfitto il Vicerè Eugenio. a Sacile, cost:rlng(mdolo H. l'itira,r si al Pia.ve e quindi all'Adige, m11 non avev11 sa,pn to inseguirlo, cosicchè il Principe Eugenio ebbe agio di riordinare le proprie troppe appoggia ndosi alFA.dige e alle piazzeforti. Premuto dai Pranco-Italiani, minacciato alle spalle dall.' Armata, di Da..Jmazia, l'Arciduca Giovanni si ern ritirato per ]a Pontebba. A Schoenbrunn, il 14 ot tobre, è :firm ata la pa,ce the sep;na, l'::Lpogeo della potenza napo)eonicà. Per ciò che concerne l'Ita lia, Gorizia, Trieste e l'Istria, sono unite alla Francia - insfame còn la _Carinzia, la Oa,r nia e 111 Croazia - sotto il nome di Provincie Illiriche. L'Impero si compone di 130 dipartimenti., co11 44 milioni di abitanti. Il Regno d'Italia costituh;ce Jll10 Sta,to separato ma hn pe1· Re Napoleone : le Provincie Illiriche e le Isole Ionie dipen dono claÙ'Impero. Rqma, dichiarata prima Città libera, è pnre annessa all'Impero, mentre il Papa, è tratto prigioniero a Sa· vona e poi a, Fontairn;bleau. Il Regno di Napoli è a,ssegna.to a Cioaehino Murat. La Spagna ha per Re Giuseppe Bonapael<!. L'Olanda; prima affidata a Luigi Bonaparte, è annessa senz'a.1t.ro a.Ua, Francia per inefficace osservanza de) Blocco eontinen t.:-~Je proclama,to da Napoleone; e la stessfL sorte t~cca. a Brema, Lube(·ca, Amburgo . fo lsvezia il francofilo Carlo XIII , sollevato al trono, adotta come successore il 1V!_a re-,ciallo Ber1 adotte. La Repubblica Elvetica e la. Confederazione del Reno sono sotto il protettorato d.ell'Iinpératore, mentre la Danimarca, volente o nolente, gli è alleata. Napoleone sposa Maria Luisa, figlia deJl'Imperatore d' An!:.1:ria, : il 20 ma,rzo l 811 nasce il Re cli Roma,. 1
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r Fig. 323 . Napoleo.n e T, lmpenilo n ) dei Fra.ncesi o R e d'Italia.
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Ln, poter,za di Napoleone è al suo culmine, ma ha grn, rn i:;è i germi dello sfacelo : l'EnropfL non può soppo1·tare l 'egemonin fra,ncese imposta con la violenza. Le Q7,a,r, già, amico di Napoleone, urtato dalle s ue imposi· zioni, nell'aprile 1812 gli domanda in forma perentoria lo sgom Lro della Prussia e LlelJa, PomerauitL. Napoleone risponde con la, élichia1·a.zione di guerra : siamo al te1·z'ultimo aUo della tragedia nnpoleonica. Napol eone ha messo jnsieme un fonnidahile eser cito <li 600 mila uomini, ma per l'inva,sione clellJ, Russia, date le cnor·mi difficoltà,, non ne può adopera.re che 400 rniht, di u1i 30 mila artigliel'i con cirrn 1100 pezzi (c•,me si vede, è sempre conservat.1 la proporzione cli circa, tre pezzi ogni mille uomini). Di questa, considerevole massa,, . che eostituisce 13 Cor·pi di Armata, solamente un terzo, o poco più, è fra,n cese; gli altri seno di diverse naz1onalità, anuolati per amore o per forza. Gli Itali.ani, numerosi_ssimi nel · terzo Corpo (Ney), costituiscono quasi per intero il qua,rto (Principe I0ngenio) . L'Esercito russo consta di 200 mila uomini. Nel giugno 1Sl2 i Francesi occupano 'Wilna e avanzano. Il 17 agosto sono a SmoJensk . · In questa battaglia le bocche da fuoc.o - rinnite in una sola, e gràncle riserva - non ebbe1~0 influenz1L decisiva, ma l'impiego ehe se ne fece, osserva il Grewenitz, µresenta, un vasto soggetto di sthdio e di istruzione perchè costitì1isce una delle più efficaci e lampanti dimostrazioni che l'artiglieria., per ottenert! i suoi maggiori e:l'.fetti, non cleve , essere dissemina.ta in tante batteri e distri.bnite sul fronte dell'eJ$ercito, bensl formata e raccolta, in nu1,ssr1,, perchè in tal modo J1on irn lmrazzn, i propri rn.ovjmcnti n ,:, qnelli delle altre .Armi. A Smolensk l'Esercito frnneése, composto di tre Corpi, occupava una vasta distesa di terrm10 : ::i destra sta.va.no i-t:l riserva uù Corpo cli cavalleria, la -Guardia Imperiale e il grande parc:o. l J3'r.a ncesi attesero che i Russi. useissero dalle trincee in aperta campagna e subito li attaccarono con la cooperazione cli numerose artiglierie. Ma la, battaglia rimaneva, indecisa,; allora, il gePemle di artiglieria Sorbìer fece piazzare sull'ala, élestra, una batteria, di sessanta pez:d, protetti} ~a una Divisione cli ca.nlle-
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1·ia. Qnesta gra11de lmtteri:.L coprì tutte le posizioni e fulminò l'al'tiglieria russa che era, sptegata dall'altra parte. Fu in seguito a tale co11cent1·azione cli fuoco dei cannoni che i sDIJIJorghi della cilt:\ veune1:o conq uistati, e i Russi. si ritira1·<rno al cli lit del po11te e si allonta11arono. ~apoleone fece allora bombarcl,Lre per tutte la notte le nrn1·t~ di Smolensk la quale cadde all'indomaui; ma i Rnssi, com'è noto, prima di a,bb:1ndonarb.t, vi. misero fuoco e l'i nYasore 11011 trovù ehe nn i.nnneni:;o braciere ardente .
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A questo punto l'Imp<~ratore incominda a, vedere la. grav:i.tà della situazione; forse, nella profondità del suo genio divinatore, intuisce l'illevHabile disastro . La, stagione a,vunza e i H.ussi indietreggiano : cosicchè il Cùrso vede sfuggire cli giorno in giorno le probabilità di quella batti:1,glia, decisiva <Jrn, in tutte l<·! campagne pi-er:ede1Jti, gli ha fruttato il trionfo. 'J'nttavia avan za sempre, <J:Uasi in urn1. disperata :fuga, ù1 a,n 1.11t i. E la :.Vlosf'.OVU: (~ settembre.) sembra offrirgJi finalmente l'occasione tanto desidel·ata del grande cozzo . La bàttaglia, della l\foscova, df~tta a11che di Borod'ino, ila molti · pnnti cli russornigìi'anza con qtiella di Wagram. Dopo un g'iomo cli ricognizioni e cli preptLrntivi, ì Fraucesi si propongono di. aggirare l'ala, s inistra nemic,.L presso Hot·odino . l i compito t: affidato al Corpo del Princi pe I 'oniatowski, u1,1 nnch'egl'i, come i\fasRena a \Vagnnn, 110n riesc-e. Lo sforzo princi.pal.e si spo ~t:1 allora verso il e.entro, dove si. t rova ln d 1iave tattica della posizione e dove il Generalissimo russo Kutui:;off - stupendi1 fignra im1no1·talata cla. .Lc>oHe 'folE.toi i11 Clnerra e Pa,ce - po1·ta, ,r, rinforzo le truppe dell'a la l1estru . .Allor;i ~apoleone fa, piazza.re ane batterie, con GO pezzi eornplessivi, sulla riva. sini.stra, del fiume Kaluga e incomincia, un bombardnrncnto formidabile ehc prqtcgge le truppe del ì\fareseip.llo Ney, mentre compi.0.11<> il passaggio del fiu11w. 1~ 1H seconda volta - .la prima, erH st?.ta \Va.g1·n,rn - che si vede mrn COf.ìÌ possente concentra:done di fuoco di. a,r tiglierin. ~'\Jey passa, e Mura.t lane.i.a un'il'rncnte carica cli cnn1 lleri11, contro lit gt,:1.n<le 1·idotta nemi.ca; questa resiste, ma. poco dopo è presc1 di. slancio dalle tJ·nppe i ta liane del IV Corpo, elH•, n.l eo11u1m1o clPl Pr-i11 eipe Engenio. si coprono di glori::i . -
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,,. 3·l,i, "' . B attagliri rli 1301ocl1no. . . .E'i"'
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. L'ARTIGLIERIA ,~LLA J3ATTA()LfA DL B0H0DIN0
La conqnista è importaHte, perchè - essendo la battaglia ingaggiata su tutto il fronte - i possessori cl.ella, ridotta sono in .('..ondi:ilioni di. leggera superiorità. Tuttavia non è ancora la vittoria percllè i Russi presenta,no un nuovo fronte in una, posizione di seconda linea,, e, salda.mente piazzati presso Horodi110, s<.:agliauo urnt grossa colonna di :f anteria, appoggiata. da, un vivacissimo bombarda.mento, cercando di sfonda1·e nel tn1tto rimasto scoperto fra ]e truppe di Ney e quelle del Vicerè d'Italia. Na,poleone se ne a,vvecle e, fulmineo, porta tutto il peso dell'attitcco contro il centi-o russo, rnHraglianélolo prima con SO pezzi rntLndf-1,ti al Dnca, di Elchingen. Il fnoco di questi cannoni, combinato con quello di una battel'hL piazzata nella grande l'idotta da poche ore conquistata, mette le colonne russe in ritir1;1ta. Kutusoff tenta tuttavia, un'ultima carta,, sc~gli.a,nclo la. Guardia, contro il Corpo di Ney, nut qnesti, già, entrato in possesso del villaggio cli Seminowska,, piazza, di.nan1,i al proprio fronte gli stessi 80 cannoni che già hanno reso servizi. così pre· zioni e che scbiacciano la massa russa . I Fmncesi., per le gra,v i perdite sofferte sopra,tntto cla parte delle bocche ' da fuoco ne· miche, non si avventura.no subito all'inseguimento clell'Bsercito russo, il quale riesce a, ricostituirsi e riprende la sua, ritirata di. fantasma, che appare e scompa,r e improvviso. Comunque, anche n.lla Moscova come a, vVagram, la battaglia, è vinta, da Napoleone grazie f:Lcl nna concentrazione di fuoco delle arti glierie ben disposte, bene mascherate e bene servite. Snll'ultcrfore svolgimento delfa sciagurata eampagna di Hnssia, ritorneremo più avanti. Qni ric.orcleremo sola.mente che, nel mese cli forzata sosta, a Mosca, ~npo1eone riol'di.na, fo proprie forze, mettendo insieme 'GOO cannoni che gli serviranno poi nella tragica ritirata, durante la qnale gli Ita,l ia,n i continueranno a compiere prodigi di· valore a ì\fa1o-Jaroslavctz, alla, Beresina, ecc. Vedremo nei seguenti pa,ra,grafi l 'oiJera dei nostri ::1rtiglieri in questa, campagna : qni ci Jimitiumo a rilevare che b percenttrnlc elci ca,d uti i ta,l iani in R.usi;i.a, è più forte che la. stessa tenibile percentuale delle perdite totali. lufatti, su 400 mi.la, uomini che avevano r,omplessiYamente pa,ssato n Niemen nel giugno 1812, Napoleone non ne r iporta indietro che 40 mila, cioè il -
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Corpo ha le perdite maggiori: sui 52 mila uoniini che lo compongo.no, non se ne salvano che 2844·, cioè poco più del 5 per cento, <li cui appena la, mettL ancora in grado di servire. E su 27.Bffi uomini dell'Esercito itali.co non ne ritornano che mi.lle ! Per l'Artiglieria it.a.lia.1m le cifre sono ancora più spaventose. Cannoni condotti in Russia, : 58; ritornati : nessuno. Cassoni cìi munfaioni : 391; rito:i·nati : nessuno. Oariaggi da trasporto : 702; ritornati : ne.ssu110. La lapidaria lae.:onicità. di questa statistica (~così tenibil.mente eloquen te che non ri.chiede, anzi non tollera, a.Icun commento. Nuovi esempi <.U impiego di artiglie1fa in massa. abbiurno 7 l' anno appresso, dnr·,,rnte la campagna, <li Germania. Ltttzen (2 maggio 1813) è imporkmte twche perchè, pet ìa,, prima volta, vi si presenta in nutssa imponente l'artiglieda, prussiana,. Qnesta clisporn~ infatti cli ben 438 pezzi (sette bocche ch1:, fuoco, cirea, ogni. milìe ·uòmiui). mentre Napoleone non ne ha che 250; ma anehe <1ni si ha la dimostrazione pratica che, più della efficienza 1rnmeriea delle bocehe da fuoco., conta l'abilità con cui esse sono a,clopera,te. l cannoni prnssiani., costantemente miiti alle l'elativc bl'igate, contribniscono efficacemente f.Llla lotta. ir,torno ai quattro villaggi di Grosse Kleìn-Uoerschen, cli Rana e di Ka,y a, ma esanriscono le mu nizioni. Allora le 11urnerose batterie russe si sostituiscono in parte a quelle prnssin,ne, ma anch'esse, a loro volta,, ·eonsumano gran pru·te delle munizi.oni in questa lotta ostinata isì1i differenti J)unti del eampo di ba.ttaglia. Alle sei di sera. i 'l\\d(~i;co-Rnf-si riescono a reimpaélro11 irsi dei quattro villaggi; ma è appunto in questo momento che si svolge l'azione decisiva . .Essendo il villa,ggio di. Ka) H, divenuto il punto di importanza risolutiva, Napoleone gli fa, piazzare contro SO ca,ni1oni ehe vi eoneentrano nn fuoeo infernale, dàl quale sono a,nche protette le col61me di fanteria che ma.rcia,no all'attacco. Se i 'l'ecl esco-Russi disponessero ancol'a di un parco cli arti- , glieria di. riserva, flotrebhero lottare; invece si sono esauriti negli sforzi. precedenti, troppo frammentari, e non possono più far nulla : coRì la battagli.a è perduta. Gli avversari del gra,ncle Corso non hanno anc0ra appreso 7
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L .·\ CO.\Cf,;.\THAZIO.\E DI Fr; oco .-\ Ll°:TZE.\
bene ciò che egli è venuto loro irn;<~guanclo, in tan ti anni e con taute vittorie, circa lu, necessità cli costituil'e dei forti parchi di l'iserva per adoper;:1,rli, al momento decisivo, in una concentra-
:E'ig . 3:25 · Schiv.,m d ella ba ttaglia tli Liitzen.
. zione di fuoco. Ma sapranno adoperare assai meglio i loro p<~zzi a, 01·oss-Beeren, dove il Colonnello Hoìzen<.lorff - comandante l'artiglieria del III Corpo cl' Armata P1' U8SÌHH O, chiamato a sor;tenere da solo la battaglia - dirigeriL magistralmente ]e s ue bocche cln fuo co. -
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Il campo di ba,ttaglia, di Gross · Beeren si presta ottimamente ad un largo schieramento delle ùrtiglierie- In prima posi· r,ione si trova una batteria russa di 12 canno11i da dodici, 1 batteritl prussiana, cli S cannoni aa doclici e altre tre batterie con 20 camtoni da sei: totale .40 pezzi. Le batterie da dodici iniziano il combattimento a mille ottocento passi dal nemico, ma, poi Holzendorff le fa, avanza.te, iu modo cb ridurre tale distanza a soli milleduecento passi: coRi anche le batterie da sei. possono pa,rtccipare al fuoco. Ma i cannoni francesi rispondono con violenza. Allora i P1·ussiani portano avanti altri. 24 cannoni d,1 12 (così or.:~ hanno in J)rima linea G4 pezzi) e intensi:6.ca,no il bombardamento contro j_ l<'rancesi, che sono battuti di fianco anche cla, una batteria, svedese. A questo punto il generale in capo tedesco Btilo"· la,n cia un attacco alla baionetta,, sostenuto da,i pezzi da sei che avanzano di conserva, coi battaglioni. Holzendorff condnce al galoppo contro il nemico le bt~tterie, i cui artiglieri sono trasportati su delle Yet.tUl.'e (esempio segnìto subito ancl.Ìe dalle. altre ba,tterie); e Gross-Beeren e le alture i.nl·orno sono conquistate.
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Alla ba,ttaglia di. Lipsfa, - la battaglia, dei. rnganti - i Frn,ncesi hanno di fronte 300 mila alleati con 1200 pezzi e vengono chiusi in nH semi.cerchio che si stringe sempre più, addossandoli alla città . .I. Sassoni, sul campo di b[~ttaglia, passano agli Alleati e rivolgono i loro cannoni contro le truppe dell'Imperatore che, costretto alla ritira:tft, htscia nelle ma,11i del nemico 201) bocche cla, fuoco . Pochi giorni più tardi, a.Ila l:fa ttaglia di Hanau, l'a,rtigli.eria francese rende servigi immensi. per il geniale impiego fatto dal genera.le Drouot di 50 pezzi posti sull'orlo di un bosco. Egli fa avanzare prima 5 cannoni che a,ttirano l'a.ttenzi.one del nemico, mentre gli a,ltri si. fanno avanti snccessivamenfe, ponendosi in btttteri.a e a.prendò il fuoco man ma,no che giungono in linea . ll generalissin:10 degli Alleati, von Wrecle, constatando le perdite terribi.li inflitteg1i dalle batterie francesi, cerca di conquisl;a,r le con un attacco di cavalleria, ma questo è infranto dai pezzi che tira.no n mitrn.,g lia. Qnalche cavaliere prussiano,- nel-
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J.Il'/.;f,\ E l-1.\l\A(J - L.\ l'.\~JPAGXA De;L
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l'inuc11,1a della <:urica e1·oic:a, anint fin sui pez,1i. nemic-i ed è ucdso a, sci a.bela.te dai cannonieri.. Ha11c111 è pr<•sa ed afliclah1 ,td lilla l>iYi::;ione ih1liana che rintuzza tnt t i i (e11t:1ti'ìi cli Wi·c<.lc. Sfamo onnai nl trag'ico trn,i'tonto: la guei-ru è trasporta.fa sui e-ampi di P1·ancia e d' Italia. Vonc-m11no tra tta,re u.rupiame11 te questa, camp.,1,gna del 1814. importantissjma , come sc rive benissimo il Fetta,r,1ippa nelle già, citate J,c:::io11i militari « non tanto perchè mai come in essa sfolgo rò il genio IHlpoleonico, quanto perchè della gnerra, na,poleonica fissa le cnrnttci-iistiche, e ci consente di stabilire, ragionan· do, le <.lili'erem.<' c be intel'\'engono con la, guena dei giorni no-
stri )). Ma
llOH possiumo uscire da,l uostro campo, e dobbia,mo fot· · ;1,atamente limib.11·ci ad una rapidi ssima vision e panoramica, aHe1·t<:Hdo però ebe elci fatti cl'a,rme acc,1dnti in Italia 111 questo periodo si farfli C<'1mo nei paragrafi. sucecssivi. Iii fì'1·;11H:ia . a Cbarnp-A ulJc1-t. a i\Iontmirail. a ('}1f1teau Tliieri-y, a Yan c·.l1amps - qnattrn spl<'nclicli fatti cl'H,rmi s,·oltisi in dnqn<• giorni (<lal 1 0 nl 1,1. fPbbra i o 1814) - Napoleone clis(n1gg-<· qtiasi <·ompletanwnte l ' Annata. cli ~lesia che già sia pnntanclo sn Parigi: e 11011 pie-cola pa,·te vi hanno ]e, a rtiglierie : come n e ltn,11110 n w 1 noh•voli s:-.ima ,t IIn liattag li a cli lV[on.terea.u. 1-,vol1'usi il 1~, rlon•. gra,1ie n I potcnfr fno(·O <.l ei snoi p ezzi, l'Impera· t 01·e riPsc-e n <·MC' i,u·<· i ,Vii rtprn burghcsi dalla sponda si11istrn cl.ella Sen n a . C1·a onne (7 in,rn;;o) (\ nn es<>mpio supPrbo di sapi<>nte impiego cle ll<' h·p _\1·111i. mi1·abilnwn( e c·oncol'(fate: sopratntto l'ar1.lglieri;i (li P1·011 ot fa mfracoli . i\fa g li Allrnti sono ormai cnpac i di ~hire <lrgnamen l·<' (li fronte a 1 Corso: <-' si F-Yolge u110 di qnc'i g1·a11di cluC'lli fra massr d'artiglieria,, che con Ka poleon e sono apparsi per la primn volta. nell a, sto1·ia d<-'lln gnf>l·ra. In questa <·ampagna del l SJ -1 il ge11io napoleo11ìco sfolgom di 11,ee nbbaglia11tc e il mri-aviglioso uso delle artiglierie n e <" una clc11e pi,ì eloquenti dimo~tl'::izioni.
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.. 1 il):! · 181;:i
I lispo11c11do ounai di sca1·so 11u111ero cli 110111rn1, poichè le 11lti me Ca lllpaglle cli Russia e di Gel'mania, li bann o <1cciwa.ti, <'µ:li si ba sc1 so1n·11i·ntto s nll e hocch(i da fu oco . .e\. Cllam p-Aubert. 11 :Uontmirail, .i , ·anchamps, a Craon ne la Yittotia è dovuta, in gra,n ùissima pal'lc a,lle grosse ba t terie ed 11,lle l'iserve cli al'ti· glieria :::cagliate 11ella mi~r.hia al momento oppo1·t11no. Rc la F 1·..rncia fOF,;Se t n tt;1 ·i n piedi a<·.c:n,11 t o ;L ] ui come lo fu per YC·llt'arn1i. J'I111perutore potn:ùl>:· fon;e am:ora 11wl Yolta ~:b,wagliare i 11emid. Ma il P11l'lamento co:mplott;i, gli avvel'sal'i poli l"i ri han no ris:.i lleva1·a la tesl,L. L11 fon;L mor;tle tlcll a li'r nn <:ia è f)l'OfoJl(lamcMe 1uirn1ta . •\bbaudonato dai suoi genc1·ali. ~a J;oleone a bd ica e :--i ri til-n a ll 'Isola <.l'ElbrL.
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J cento g-iorni. .-\. LigHy e isop1·atutto a \:\~atel'loo, a n col'11 1111a volta, l'Impc1·a tor e i mpiPga eon ge1li a.ìità le a1·tigliel'ie . .-\ \Yaterloo riuni:--c·e sef;s,rnta pc7.zi in una sola batteria e ap1-e n,: foo t·o tenibilf-' c·oHfrO n centI·o Hcmit-o . per preparare l'attacco <li Ncy che clen:\ :-:fonda1·lo. i\l..1 '\Yellington non dimostra mino1·p abil ità. : e il tfro dei cinqrnrnta pe½zi, clic mil,ragli.nn o n, brn c:fa pelo i q w 1ttro ha ttaglionj dei Cacciatol'i della Guard ia sca.gliati in 1111 attacco d ispc1·ato contro il centi·o inglese, cont 1·ibui :,:;c(~ non poc·o allH vittor in deg-Ji Allea ti, che Regna la clefi nitiYa c:aduta cli Nè1 poleone. 11 gran d(' contlottiel'O è a iena . Il cc Dio <l(~lla guena >> t'> 1·0vesdato. :.\la il Ruo insegnamento rimane nei seC'oli. L e cani ttei-ii-;tid1e steRsc della guen a e.li Ka,poleone il quale. aneli<' Rul campo cli batta glin. fu sfr.1tegiRht più che tattico - la ,·olontà tleliberùta ùi prender e roffenRfra cercando la, 1·isol11:d0nc :,:; 111 curn po, cioè sfomla-n d o il cc11 t1·0 nvversal'io o soverchianclo un'ala. a secouclit delle neceRsità. e delle possibilità RpedUc·hP. esig-ern no tl.a pa r t(• sna l'impiego dellP art iglieri e in massa : quùHli U li isoguo assol u t-o di costitn ire dPll e fol' l·i ri se1·vc di boc:ehe da fnoc-o. per htncia.tlP nell'11zione al momento decish-o . 'l'ille sif; hima e tali insegnnment.i, ni ulfltis m ntr.mcZis. han no anchf-' oggi pi.eno vi~ote. Ma i:.opratntto, c-011 Napo.leone, l' Artigli etiiL com batt<> insiem e con la F11n teri a tulln ln ba Ua ,q l ia. : or l ' urnt or l'a l tm Arma possono avei·<~ i mhwnza 1·isol utiva. Q uc·
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si.a contirn1itù di azione dell'Artiglieria, non più stl'nmento ansi· lfoeio - e sia pur pr·e7,ioso stnmw11to ·- belll3Ì Arma effic·acemente combatten te . era giù orrnai 1·ealtà n.c:quisita ; ma Napol(~o1ie la sanzionn, imprimendovi il m,uehio del proprio genio.
51.Jean
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Fig. 326 - \\'a1edoo.
Nou e.i pitre fuol'i luogo chiudere questo paragrafo, citando alcune considerazioni di. Na.pol<~one sul fu11ziona.me11 to dell' Ar·· tiglieria, con_si.derazionf 1·iferite dal Las Oc1ses riel M enw1--ia.lo ili Scint) l!Jlèna,.
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1792 - 1815
« Avrebbe desiderato maggior1i uniformitù nelle portate, rninol'i suddivisioni nei cannoni. Il geuerale si trovava spesso impossibilitato a formarsi 1111 giudizio sul modo migliore cli ado1w1·,u-li : nulla poteva snpera1·c i vu11taggi. dell' uniformità in tutti gli strumenti e gli accessori d1e li a,c eompagn~vano. Vlmper ,1tore si lagnava che l'artiglieria non traesse, in generale, abbastanza nelle ba,tta,glie. Era, massima di grn~rra che non si dovesse aver penuria di mnnizioui: allorchè esse scarseggiavano entra.vasi in un ca~~o nuovamente eecezionale; ma a parte cotale incidente , conveniva non cessare dal trame. « Esso, che tant e volte aveva corso rìschio di pel'ire per effetto dei proietti perduti e che conosceva l'imml~nsa inflnenz·1, che nna morte siffatta avrebbe prodotta. sull'esito cklltt br1 thi,glia e cli tntta, la guerra, opinava, che si dovesse far fuoco conti.111.ia.mente, senza tener contro veruno della spesa p erciò occor rente. « A.ggiungeva, anzi, a tale proposito, che ove gli fosse gal'bato evitare i. ma,g gfori pericoli, si sarebbe posto a trecen to te:-;c clal nemico piuttosto che ad ottocento, giaechè nel primo cnso i proietti va,rca,no spesso sul capo, ment1·e nel secondo forza è che urtino ed a,bbatta110 ciò che loro si farà innanzi. << Diceva pure essere impossibile l 'ind urre ì can nonieri a prendere di mirtL le masse dei fanti, ogni volta che si trovano essi stessi fulminati dalle batterie nemiche. E' questa, ci spiegava. scherzando, una n::i.turale prudenza, nn violento istinto individuale di conserva,zione. << Ed alle obbiezioni di un ufficiale di artiglierhl : . << Ciò nnlla di meno è bert vero, continuava, l'Imperatore : voi vi appostate subito e.;ontro chi vi assale, e vi a:l'famitLte a distruggerlo affinchè non abbia tempo a. dìstruggere voi mt~llesimo. Voi desistete :linche talvolta, clal far fuoco contro di lni, perch<~ quegli cessi a suf:L volta dal mo]estarvi, e si' rivolga co11 tro le colonne dei fanti il cui pl'ezzo, per le sorti clella b:1ttaglia, è ben altrimenti maggiore, ecc. , « L'Artiglieria, secondo .c alcoli .· prqporziona,l.i.-di ·N ftpol,eo1w, dovrebl)e costitufre, comè numero, di sòlù_ati e massa, un ottavo (le])a, fanteria.. Ra,ppresentantfo la fanteria con 1, la cavall<'ria -
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CO:VSIDERAZIONI DI NAPOLEO:s<E
suu/ AR1'IGLIER1A
sarù, 1/4, da potersi ridurre ad 1/5 nei p,1esi montagnosi., a,r tiglieria 1/S, genìo 1/40, equipaggi militari 1i30. L'Armata fran ce:3e comprendeva infatti 10 reggimen'.'i d'artiglieria con 40.000 uomini >).
7. L'organizzazione dell'Artiglieria nella Repubblica cisalpina, poi italiana, e nel Regno italico. L'Artiglieria delle legioni lombarda e cisalpina - Costituzione del reggimento d'artiglieria dell'Esercito cisalpino - Tre direzioni: arsenale, fot:tderia e fabbrica d'armi - Il Corpo d'Artiglieria· costituito dopo Campoformio - Una polemica fra il Gran Consiglio della Cisalpina e il Comando dell'Esercito francese - Leggi e ordinamenti, e loro successive trasformazioni - Materiale d'artiglieria. L~ riorganizzazione dell'Esercito della Repubblica italiana - li progetto e l'opera del generale Calori, Ispettore dell'Artiglieria - La Scuola di Artiglieria e il laboratorio del materiale - Nuovi contrasti fra il Ministero della guerra della Repubblica italiana e il Ministero della guerr~ francese - Armamento delle piazzeforti - Il generale Pino e l'assedio di Ancona. I Il Regno italico - Sguardo all'organizzazione dell'Arma negli Eserciti imperiali - Il generale Pino, ministro della guerra, chiama a Milano il piemontese generale Danna e gli affida il comando dell' Artiglieria cisalpina e la direzione delle fonderie di cannoni - Costruzioni nell'arsenale di Pavia - Gli stabilimenti d'artiglieria di Mantova - La mirabile oper~ dei ministri Danna e Fontanelli - Il riordinamento del 1811. · La Scuola Militare di Modena - I successivi ordinamenti - Una visita di Napoleone.
Tenteremo ora di rievocare la val'ia, fuggevole, ma gloriosa. vita delle formazioni artiglieresche che si vennero costituendo 1"<elle va.rie regioni italiane, nel tempestoso periodo· napoleo11ico, denso di fati. Siamo i primi a riconoscere che molte altre ricerche potranno essere vantaggiosamente fattè·: eonrnnque, speriamo di essere 'arrivati a, dare eiò che ci eravamo proposti, doè almeno l'ossatura, le lh~ee generali, i ca,pi'saldi essen~iali' di quella che fu la vita artiglieresca italiana. dell'epoca.
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lì!)~ - 1815
E diamo la precedenza alla R epubblica Cisalpina, poi Italiana,, poi Regno Tfalic o, e al R1~gno di Ni,Lpoli che muore e risorge dopo l'effi.me1:a pal'entesi della Repubblica Partenopea. Ques1i . costitniscono i due rna,ggi.ori blocchi politici dell'epoca; mentr,~ lo S tato Pontificio merita anche un attento esame. Meno imJ)Ol'· fonti sono, per noi, in qu(~sto p!~rioclo, le altre Aetiglierie regio11ali che però non possiamo trascurare ed esamineremo breì?rncnte in un paragrafo. Infine alcuni paragrafi sono dedic,-.t·i all'a,ttività, bellica degli. artiglicl'i italiani sotto le bandiere na poleoniche. Bonaparte entra in ~lilano nel maggio 179li. La regione lombtLrch è ormai. sgombra e il Còrso1 d1e <;011osee i disegni del l>irettorio Francese, si adopera a « rivolm,ionar)a >> . I nemieì clell' Austria, gli amanti di libe1·tl1, i r epubblieani si s tringono iutorno f:~ lui : egli ordilla ehe sia formata.· una Gnarllin Nazionarle, istituisce un 'ammi-nistra½ione riolitico·-civile-militare, la sda. che si irrneggi alla fratellanza, ed all'ngnaglianz:1 e che si piantino « alberi di libertù, )). ma, h11pone 1rn eontributo di. g·ncrrn cli. venti m.iJioni. Mentre ~apoleonc procedeva nei rn,pidissimi trionfi , che abbia,mo sinteticamente rievocati nei parngrnfi p1·eccdenti, ì'orga llizzazione milit~nc )omharcl::i, di cui egli nvevn gettato le hftsi, sj veniva rapidamente rinsalclr1ndo. Il comando della, Guarclin, urbana, fn nfficlato al · clnca G1leazr,o Serbelloni, cui venni~ dato per a,iutante Pietro 'l'eulié. che godeva, fama di a,ttivitù, e rùn- circospezione. Partito poi il 'Se1·be1loni per J?arigi in cpialità, di inviato al Direttorio :Franeese, gTavò sul '.l'eulié l'onore di trn.sformare qn1>1]a massa di volontari in un Corpo .1.·egolar.e di guardie nazionali . Pietro '.l'enlié. in breve tempo. compì 1n trasforma zione e prei':enUì a rassegna otto ba,ttaglioni di cittadini uni.forì'nenH~nte vestiti ed armnti. con regolare stato maggiore e pa,recchie com pagnie cli. artiglieri. Dal decreto J 9 ngosto 1796 sulla formnzione cli questi otto b::bttaglioni risultano i nomi .del Serbellon_i e dc>l Tenlié, Funo romancla-nte. l'altro aiutante, e q11e1li degli · otto r:1,pi ba ttaglione : Ginlio Rougi.er, Carlo ,Castelli. Ma,rcello Vnn -
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L,ARTIGLil;JRI,\ DBLLt.; LEGl0XI LO:IHl.·\lW.-\ J,: CIS ,\LPI1'A
do11L Pietro Ba,hl,bio, Oa.rlo Battag.lia,, Sigi.smondo Silvu., Luigi Amcggi e Giovanni Lonati. Più tardi, eon decreto del 15 ottobre, il Governo, cou~en tcnclo alle richieste di Na,poleone, inserisse ai. suoi stipendi UIM legione cli 4000 soldati, di cui a.fl:idò il com.melo al Laho½, ain ta.nte di campo di Bonaparte, col grado di colonnello. Teulié e ,Tnlien furono nominati a.iutanti generali col g1·aclo di ca.po ba.ttaglione. Il capitano Cerruti comandava l'n rti.glieria della legione (una divisione con quattro pez½i cli cannone). Ai suoi ordini erano 2 tenenti, 2 sottotenenti, 1 sergente rn.aggiore, 2 sergenti, 1 ciLporal furiere, 4 caporali, 1 tamburo, 48 Cttnnonieri n, piedi. Q11a,si contemporaneamente a questo decreto, veniva insti1:ui.ta, in LombanHa fa, Repuhblica, 'l'ra,nspnda-na, mentre~ le province cli Bologna, e cli 'Ferra.ra, tolte al Papa e riunì.te a Modena e Reggio, che sì erano solleYa,te contro il duca. di Modena,, forrutwa.no, per volere- di Napoleone, la, R epubblica Cispadana. (~uesta. ebbe una, sua. legione,. analoga, a quella lombarda. L'a,rtiglieria, di tale legione ·consisteva in una compagnia comancla,ta dal capifa,no Marco Rossi. Dopo la mar·e.ia, su Vienna,, il 18 a,prile 17~)7, i preliminari dl Leoben stabiliscon o che l'Austria cederà. alla. Francia il Belgio e la, Lombardia e riceverà,, in compenso, una parte dell,:t 1·erraferma, veneziana. Napoleone giudica à,Uora con veni.ente istituire nell'Italia settentrionale un grande Sta.to repubblicano che serva da antem urnJe contro l'Austria. e, a.cl un tempo , da, centro d'azione dell'opera rivoluziona.ria, e donde i« pa,trioti )> pos~ono coopPrare all'a,bba.ttirnento di tutti i Principi c1·1talia. Riunite quindi le province dell'antico ducato cli Mil::1,110 con quelle di Bergamo e Ifrescia, tolte a, Vene1,ia,, e con quelle che fo_rrn.avano la Cispadana-, non chè c01i ln, Vnltellina, che si era. sollevata, contro i Gdgfoni, egli formò la, Repubblic::1, Cisalpina (9-7-1787), che ebbe un diret. todo esecutivo, due consigli, un nucleo d'esercito. Era indipen dente cli nome. ma, in realtà governata da, generali francesi e costretta a, mantenere Fesercito francese in Italia. 0
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1792 · 1815
Le artiglierie delle due legioni, lombarda e cispadana, si fusero e ·co~titu-irono Fartiglie1·ia della nuova Repubblica , raggiungendo la forza seguente: 1°) S tato Maggiore, direzioni territoriali, servizi diversi. 2°) .Battaglione da piazza di 2 compagnie, più una, di a,r tieri ed un'altra cli artificieri. 3°) Q'u attro compagnie da campo con lG pezzi. 4°) Scuola di Ar-tiglieria e Genio in Modena (di cui dfremo in seguito) . (~uesto ordina.mento si riferisce al gennaio 1798, ma verso, ì:i fine delranno, il 30 novembre 179S, l'Esercito Ci.salpino, note· volmente a,c creseiuto, trasformò il ba,ttaglion e d'a.rtiglieriri in un reggimento, composto cli clne ba,ttaglioni di 12 compagnie ognuno (ogni t;Ompagnia, : 93 nomini), mentre gli a,rtieri si accrebbero f:ino a 3 compagnie. A ca,po del reggimen to fu posto i.l Colonnello LalanC'("-. F 1mrno pnre istituite t re Dire½ioni di A.rtigHeria , con un Di rettore e un sottodirettore per ciascuna. La prirna Direzione di A1·tiglieria corn preiicleva i di.pi,n·i-imenti del R ubicone, Basso Po, Lamone, Alta, J?adnsa, Reno ed: Alpi Apuane. Capoluogo era Ferrara, dove aiveva residenza il Direttore, mentre il sot toclirettore risiedeva, a Rimin i. La seconda, Dfrezione comprendeva i dipa,rtimenti del }lineìo, del Panaro, del Crostolo, del Benaco e del Mella, e aveva. per C[Lpoluogo Mantova, mentre il vice -direttore risielfonl, th Brescia,. La t erza. Direzion e;- con capoluogo a Milano, comprendeva, i dipa,r timcnti del .Serio, del La1~io, del Verbano; della, Monta,gna, dell' Olona, dell'Adda, del Ticino, clell' Alto Po e clell' Oglio . Il Direttore risiedevn a, Milano e il sottodirettore a Piz½ighettone. Si sta,bilì che vi fosse in tntta, la Repnbblica ·m1 solo Arsenale di costr nzione, urù1 solit Fonderia 1wl1a città, di Orema, un:-1, Fabbrica d'armi a Brescia e almeno sei molini da polvere. La. Scuola militare di Artiglieria e Genio conti.nua,va acl aver sede i11 Modena, mentre il Poligono per l'Artiglieria, era, sta,bilito in Crema. -
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L,AB'l'I<.JLllU:lA DELLA lU:;PUBBEWA CIS ,\LJ:'1)/A
Frattanto Bonaparte prelevava dalle va.rie fortézzc 160 pezzi di artiglieria, mortaii e munizioni e formava un par-co d'a,ssedio. Tta gli a.ltl'i eannoni ve n'erano 12 da 24, provenienti dalla fortezza della Mirandola, smantellata fin da 178ù, e ceduti alla Reg . genza di Modena col trattato del 20 {.naggio 1796. Bergamo riunì una coorte di 800 uomini, comanda,ta da Paolo Sa,nt' Andrea e cla Francesco Scotti. Crema raccolse tre compagnie di fanti ed una di cavalleria (300 uomini e 60 cavalli). Brescia pose sotto gli ordini di Giuseppe Lechi un battaglione di fanti leggie1'i, un corpo di cavalleria, ed uno di artiglieria: forza comple:-;siva, 5000 uomini, ùOO cavalli e 8 pezzi di artiglieria da campo, donati da Napoleone e a:fficlà.ti al comando di Giovanni Mazznchelli. Tutte queste truppe, subito dopo il trattato di Uampoformio, venero riunite alle cisalj)ine. La Repubblica così potè conta,l'e su 15.000 uomini distribuW. in 8 Legioni cli Fanteria, un Battaglione di F antcr.ia leggent, ttn C(H·po di Cavalleria e un Corpo di Artiglieria con sedici peni da campo. ~ell'anno 1'798 si cliè mano li nll febbrile lavoro nella polvcriern di Lambra.te presso MHano e in quelle di Marmirolo nel l\fantovano e cli Spilamberto nel ::\Iodenese, mentre si a.priva un deposito di artiglieria a .Pavia. Ormai la Repubblica, Cisalpina posi:::edeva i castelli di Milano e Pizzighettone, Forte Urbano e~ la cittadella di. Ferrara., ai quali, per effetto del trattato di Campoformio, si aggiunsero lt• for·l:ezze di Brescia, Orzinovi, Rocca cl'Anfo, Peschiera e }Ia,ntova,. L'Esercito uazionale fn a,nco1.·a nna, volta riordinato.' Il reggimento d'artiglieria, composto di due battaglioni. cli. dodici com pa,gnie, ciai:::cnna della fol'za di nova,nta,trè uomìni, contii\ uò arimanere agli ordini deL Lalance. Si aggiunse1·0 tre com:p'àgnie cli art.iel'i: cli novantotto uomini, e una cornpiLp:nia cli artificieri. Per quanto rignarcla la formazione iniziale del nuo,10 Corpo di Artiglieria, composto cli i°:1provvisate compagnie ~cirnlpine, di qualche compagnfa civica e di due compagnh(polacche, il Ge11.erale Lespin.'a ssé, Oomanclante l' Artiglier·ia clell' Armata Fran-
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1792 · 1815
cese in Italia, in un suo foglio dell'anno VI Repubblicano al Corpo Legislativo della Cisalpina, tracciava un primo progetto di ordinamento, secondo il quale esso avrel>be dovuto comprendere due battaglioni d'artiglieria a piedi, do.e compa,gnie èli ope· rai, una di fuochisti, una ,d i pontonieri. Gli ufficiali dovevano esse1·e 12G, e bLle numero non sarebbe sta,to eccessivo e< perchè, dice il Lespinas8e, avete nel territorio della R.epubbiica Cisalpina delle piazze forti e degli Stabilimenti d'Artiglieria d'ogni genere che la Repubblica, Pranc(~se eede alla sua, Alleata >>. B « la nomina di. questi ufficiali è tanto più urgente in quanto che io ho ordine di rimettere alla Repubblica Cisalpina i cannoni e le provviste d'artiglieria d' ogni specie esii'ite11ti. nelle di Lei piazze, conformemente al trattato con Essa passnto .. . Devo inoltre rimettere un arredo d'artiglieria cli campagna consistente in luO bocche da fuoco con cassoni, vetture, ca,r ri e in generale tutte .le provviste relative ad un treno cli artiglieria, cotanto co11sidere· vole ... Il territorio della Hepubblic:1 Oisa,l pina è molto esteso. Gli lasciamo un'ar tiglieria imponen te, ma, ha. bisogno di cannonieri e di Ufficia.Ii .. . )). ' Il Corpo Legislativo clell1L Repubblica Cisalpina non tardò ad emanare delle dis_posizioui atte a procura,re allo Stato dei cc1paci ufficiali d'artiglieria, approvando la, legge ;:lel 22 nevoso V I , con la quale : e< Oonsiclera,ndo ·esse-r e essenziale ver la forza e splenclor<3 della Revi~bbl·ioa ohe ·i Corpi clei Genfo e cleW 1-frt-iglie1·'ia s·i.ano ooniposti d·i U ffioial'i istr1.1it:i non solamiente delle prn,t iche nia cmconi dei principi cleUa... Geoniet·ri11, deUa, M ecoa11 ica o cli altre 8cienze RISOLVE
« 1°) Nessun in<li·uùluo scinì accettato 11 ei Co1p.i del Ge11:io e deU' .,.1rtigUeria se non -clopo a1;er dato 1JrOv(i dellci zn-ovr-ia ctbilità teorica, e pratica in tl!n piibbi-ico esa1rne 'istit·u ito da tre soggetti cli 11,otor-ia prob·i tà e ca.paC'ità dei eleggers·i dal Potere Esecutivo . (( 2°) A questo esanie non saranno soggetti gli U f.fìa,ial-i a,t· -
1.444 '--
l
IT. 1:ECI.-G'l'AiHEXTO u~:ar, 1 U ~'FH.:I..\Ll
11·.,1:-r((;l,J(,;Hl.\
tua fme11t0 esistenti 'ÌII detf:i Uorpi ) se n.011 rlovo tn; anni, cllilla 1,ulJùli cazio11c delln present e legge. « :J0 ) Se alcn110 dei surlcletti U ffici(ili dopo il, corso di t r e a 11ni non risultasse driWespe1·i1ne11 to deWesa.111,,1;1 da farsi co·nie so pra ùastu 11teme11te istnt i lo 11ei 71r i11 oipì e 1J1 elle p1·aliche n ecessarie per il Sercizio del G enio e dell' .-lrtig7ieria. e questi risnli<t11do cl' u.7tron de fornito clelle 11 eeessai·ie q·ualit:à, sarà im.pie.<1Mo dafln R,epu liblica sewm progiitdizio cld risp ettivo cU T,u·i grnclo. « 4") Dopo la pri,na fonnrtzio11e di questi ::l11e 001']Ji 11er;snn i11diricl110 p otr à esser e a.nnnesso in (Jllctlil<ì. di Uffìciale se no,i c1 uà. fcitlo i .r noi si ttcli 11 el7a Ffonola N uzio11ale del Genio e clel-
l' :lrtiglieria. « 5°) P er qne8 /,u soln 1;olla 1111 ler.zo d egli Ufficia.li del Ue 11io e lloll' : l ·r tigli6rilt potnì esse1·e co1npo8to cz.i Ufficiali l 1'nmc,·si; ,qli altri due tc r.; :i 8a r(unw composti di Cisalz;in·i, l tciliani, l'ol(t<:chi colla, ]Jr<'f<:l'(mzci dei pri1ni s119li etllri. cc G0 ) .·I vrcì, l11 0 90 l' nl't icoto JJl'(J(Jf!clcnte 1·i,<1uanlu,n t e il tenw <li Ufficiali fi'ra.11 cc,,;i anch e ·11ei Corpi d 1 J ;i/a1f'terici e Oavalle'ria r!f'llli R eJJubblicn Oisalpi,w. cc 7°} Compl. elatc tu(.te l e t1'UJ)JJC d~Ua Tl<:pu7,7Jlicci nei mocli qui 8opm e.c;pl'essi •J1ossu11 fo r est,ie·1·0 fJOtrù i11 nvve11 i1'e essere aocelta to 11elle medesime se 11011 arrrì. acquistalo i diritti di cittadino attiro C isrilvi110 o 80 11011 ciurà fa.ti.o 11na o 1Ji1Ì oa:m.7Ht!Jne p('r 'la, cNj'r!Wt lZellu llcpu7J1> licfl Uisa l pi1w )J . I )o,·e si ,·ede come, nonostan te le facilitazioni concesse pee pol<•1· raccogliere s11bito g li uffi.ci:ili che l 'nrg-enza, clel momcn10 ri cliiPclev,L, i. r <~ggi.t ori. delln, Repubblica Oii;;:1,lpina, Hvesse1·0 un ('hin1·0 co11cctto dei 1·eq11i1-:i Li 11ecessa l'i aù un ufficia le d'Al'tiglie 1·i.1 e pron1eclesRer o fin d ·i\ l lora. n<l nna, suc·,r.cRsiva. :-;elezione ed li 11 e gai-u 11r.i e 11<~Cf'RRar ie P<!r eliminare p1·ogr essi vamen t e gli in etti. I n applicazi.ol)(~ cli qursta ]pgge, il 1=-> germile il ì\1i11iRtl'0 cl<> lla Gncna puhhl ica,va il i;;cguentc avvj,s o: « Jla11 1'1111do JJ('r Fi11ter o oomv i nwnt:o elci Go1·vo d'A.1·li,r;Z ~eria alc1111i Uffic iali, il Jlinistero della G iwrrci in relazio,n e alla, Term o 22 11 croso i111; ita tiitti ·i Cisa,lpiwi: Ttal iani e P olacch i ohe .<10110 istruiti nella vrofessione d èìl )11rt-ig1icrn n presentarsi (tl
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1792 - 181G pubbl-ico esame che si apr~nì 'il g-iorno l° fiorile e S'i chiude1·à alla t,:ne cleUo -stesso onde scefJliere frn i concor1·enti i JJÙÌ cavaci a servire nei Co1JJO mellesimo. Sono stciti olett'i, dal D'iretto1"io Es(jcicli,vo 7wr esli1n'i-natori i trn O'itta,cUn·i .Bianchi D' Adcl:,L, Salirnbe11i. e Martin e l:esmne ve1·serà su,lf 1lrt'i,qlierici teorioci e prn,tic(/, e sulle Sofon::;;e JJfotenia.t iche vroprie cldl'art,gliere che sono la /:.lritmetiaci, ln Geomet1"'ia pfonci e sol'ida, ln 'l'r·igononwtrici zyia11a, !-'Algebra. sino cille eqwt.z·io11'i ,.Z.i secondo grndo i·11 clusivamente, l e Sezioni Coniohe e le ~11.ecccmiche . Eri (:;Sa1n-i·n eninno vure ·i conco1·renti nel disegno, per conoscere se sono atti. a 1nettern i1t p·i anta e vrojilo pe.z.z,i d'artigUer'ia e ccirretti d'ogn·i man·ieni. Q ttelli che srl?'anno nccettciti u,vrci·nno un g1·c1,do co1ri8vo11.clente al loro tnm"ito >>.
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L'avviso non si rivolge ai Francesi, lasciando e.:osì capi.1·e che questi sarebbero stati ammessi nell'Artigliel'in, Uisalpinu senza, l'obbligo d.ell'c.::;a.-me. E qui<: interessante leggere i.l cop.ioi;o in cartamento delle pratiche clte, per tnle omissioue, si svolsero tra H Ministro, il Corpo Legisla tivo ed il Comando delF Armata, Francese. Chiese subito i.l Gran Cousiglio della, Cisa,lpirn.L spit!· g~izioni al 1\'Unistro e qnesti rispose che, essendovi nell' Artiglieria, francese una, sola classe di ufficiali i quali, pel' entrarvi, dovevano essere muniti éli. un attestato e:olllprovan t·e :were e~~; fatto diverse campagne in <prnlità, di nfficia,li d'a rtiglieria, rite· nova,, come~ rHenevano il Generale Lespi.nassc e lo stesso Bo1w · pa.rte, che i crumonifiri francesi potessero essere ammessi nel1' Artig1iel'ia Cisalpina, senz:,1; dovf!r sottoporsi. ad un esaime. )Jn il Gr:1n Consiglio r·ibatteva, (30 germile VI) : « Koi 110n vogli.a mo a,ttribuir-e questo pensa,mento a qnell' Eroe (Bonaparte) ehe ben conosc<~ essere f.l$Sf.li lonta,na. la. pratic~L artiglieresca, dalle vaste cop:nfaioni. che si richieggono per divenire provetto in qne:,;t'arte : noi pensia,ruo invecfi che J~gJi applandir<-~bbe: conoscendola, alla p1.·ovvida, legge 22 nevoso la, quale, nell'atto di accol'· da.l'e un terzo cli Ufficiali Francesi neU' Artigli erin, Cisalpina., li nssoggetta pl'elimili armente agli esami )). La questione si diba.ttè animatu per parecchio tempo, fin chè i} Ca po dello Sta.to Maggiore Gen erale frantese. con foglio 1° pra,til e VI , conrnnicò al Mini stl'o della, Gnerrn Cisalpino clrn la disposizione del Generale Bonapa,rte relativa ai posti asse-
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I
~uovo
Ul:OlNAMIJJN'.1.'0 D8L COIWO D.' AH'J'JGLU.:HIA CISALPINO
gw:LU ai li'rancesi nell'Esercito Cisa,lpino a,;eva, forza, di legge .e che nessuna decisione poteva deroga.re ai suoi ordini. In con . .seguenza i ca,nnonieri francesi dovevano essere a,mmessi, quali .ufficiali, nell'Artiglieria Cisalpina, senza esami. La legge del 21 germile anno VI s tabilì un nuovo ordimL· mento del Corpo d'Artiglieria dell,L R epubl>lica Oi.sa,l pina. 1'ale Corpo venne composto di. due battaglioni, cli 12 compµ.,,:gnie ciascuno. Siccome fino allora, esistevano solamente 12 compagnie, di cui nove cisalpine e tre polacche, fu necessa,rio ,c rearne altre 12, cioè raddoppiare esitttamente il personale. Ogni battaglione fu diviso in 4 « divisioni >) di 3 c0-m-pa,gnie d .ascu na, : ogni compagnia si com pose di 3 ufficiali, cioè un capitano in prima,, un capitano in seconda e un tenente in prima; <li un sergente maggiore, quattro sergenti, un caporale fori.ere, ·o tto capornli e settantun soldati. Ogni battaglione aveva nn ·capo di battag1ione, e· ogrti ~<divhi/oni~ ,>> era, coina:nq.ata da un ma,ggi.01:e. Inoltre, in ogni. battaglione, vi erano un quartierma~tro col .ra ngo di. tenente, un aiu tan te ed un portabandiera, entrambi col gnuJo di tenen te in S(~eonda, qd un chil·urgo. Lo Sta.to Ma,ggiore del Corpo di Artiglieriai era composto <la un generale cli brigata, un capo brigata, un a,iutante maggiore col grado di capo -battaglione, due aintanti tenenti in s<~concla, nn quartiermastro tesoriere col grado di ca.pita.no e un chirurgo maggiore. Fnrono sciolte le tre comp,1gnie di zappatori allora esistenti, :addette all 'Artiglieria, : gli. 11fficiali capaci di servire nell'Artiglieria, vi furono ammessi; gli altri, previo esame, furono incorporati nei za,ppatol'i del Corpo clel Genio opput·e rimasero a disposizione clel potere esecutivo. Quanto ai sottufficiali e ai sol ·d ati di ta,li comptLgnic. in pn,1·te passarono a,gli znppatori del Genio, in parte nell'Artiglieria,. e in parte nella, Pan teria, a setonda delle rispettive attitudini. Oltre ttgli nffid ali di Artiglieria ammessi al Corpo, Bi sta,bilì di distaccarne un determina.to numero, precisa,mente 14, clestina,ti a, risiedere nelle piaz7,e cli guerra, negli arsenali e in al tri s1·abilirnenti militad.. Gli avn.nzamenti nel Corpo di Artiglieria in tempo cli pace -1447 -
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furono fatti due terzi. per n,nzia11ita ed un terzo pc1· elezione a scelta;. in tempo di guerra esattamente ·il contrarj.o, cioè tlne terzi per .elezione a scel ta e un terzo per anzianità. lVfa con la, Jegge clel 9 frimaio dell'anno VII il Corpo legishk tivo modi:fi.c ava nuov1:uncnte tali disposizioni., stabilendo che il Corpo di Artiglieria fosse formato di un reggimento cli ca,n1tonieri, di tre compa,gnie di maestI·anze e cli nna di artifizieri, oltre a 22 nfficiali specia,l men te incaricati del nrnteriale. Il reggimento si divideva, in due battaglioni, ogni battaglione in 4 divisioni e ogni clivjsione in 3 compa,gnie. Ne derival'ono naturalmente YtLrie modificazioni anche per la suddivisione del personale, che Hon è il caso qui cli elencare, P•-.!rchè negli anni suceessivi si. ebb(~1·0 a ncora nuovi muta,menti. Nel comple~so però l'ordinamenio rimase qneJlo indi.cato. Per ciò che rig uarda il .materi.ale, « i cannoni e le provvii:;te cl'artiglierif:L d'ogni specie e l'arredo d'artiglieria di campagna consistente in 150 bocche da fnoco con eassoni, vet tine , CtLnnoni ecc. >>, che, dalla lettera del G(~nerale Lespin a:sse rjprodot ta sopra , sa,ppia,mo essere stn.ti ceduti daJla Frà11cia alla Repubblica. Oi.salpin<t, par<~ 11011 fossero tra i migliori di cui dispo neva la, Francin,, se il Nli 11istro della Guerra Cisalpino, h:1 un suo rapporto del 9 messidoro VI al Direttori.o Esecutivo, afferm~1 esservi ncll' Artiglieria Cisalpina bocche da fuoco di più che cento diversi calibri, ciò elw « protiuce. nell'atto del servfaio uJ1a tal coufm,ione rfgua,1-clo all e- palle, bombe, ca,rtocci ecc.. che riesce affatto impossibile di evitare gli errori pregiudizievoli alla difesrt dello Stato >>, e propone senz'altro che tutta l'Artiglieria della, R.epuhblica venga rifusa. Allegato allo stesso ra,pporto, il Ministro trasmette al Direttori un piano del generale Debelle, suece(l ni:o al , Lespinasse ne·1 comando cìeJl 'ArtigUeria francese, cc sullo stato att uale del materiale dell'Artiglieria Oisa,l pina e sulla necessità, di adotta,re lo stesso sistema dell'Artiglieria, fra,ncese e di rifondere tutti i cannoni della Cisalpina>>Il pia,no delle bocche da fuoco che la Repubblica, avrebbe dovuto a,vere è il seguente :
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-
LJi: BOCCHE DA l•'UOCO DEU/ .-\HTI GLI E HI.-\
Désignation des bouch es à fèu
Q1mntité rle chaque calibre
Calil)l'CS
de 24
Canons
Obusiers
Mor tiors
...
...
{ r
l Totaux .
...
16
))
12 siège
Poi cl d e clrnque calibre
i
Poirl tota l
I
5,700 libbres
16
•
~; Ié'.-\ Ll'!S .-\
91 200 libhres
100
4,200
))
420.000
60
3,200
))
1: 2.0110
))
,,
I)
))
12 camp
100
1,800
180.000
I)
I)
8 s iège
80
2, 100
))
108.000
))
))
8 camp
60
1,200
))
7'2 000
))
6
100
IJOO
))
90.000
))
))
4 siège
00
l,lGO
))
69.600
»
•
4 camp
)(J!)
GOO
))
60.000
))
))
5½
100
650
))
65.000
((
))
8
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I, I lO
»
66.600
»
12
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2,750
))
))
10
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2,000
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8
100
600
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"
.
•
,,
I 137.500 I 120.000 • I
I
-
1040
-
I 60 ouo
.
))
Il'i!Jl .900
1
I n seguito a, questo piano, si deliberò di istiLuire una fonderia di cannoni. Il 9 frimaio V:l..l il Ministro riferisce al Direttorio esecuUvo di aver inviato a Modena il cittadino P ampclone per visitare i fabbricati di quella città e per scegliere quello da adibire a fond eria, e raccomanda di metter e a, dirigere H Eutui·o stabilimeu to il Pampelone stesso, assicurando che egli è un <~uo. mo assai versa,to in q neste nrnterie e che tie11e in mano i piani di tutte le fonderie clella Prancia )>. Gli nvvenimenti che seguirono non permisero Fattua,zioue di questo progetto, ma, nel 1804 verrà. aperto un arsena,l e cli costruzioni in P twia, e nel 1807 sarà istituita, una, fonderia nazionale a, Ci:Liondino, nel Dipartimento del Mella. Nel periodo cara,tterizzato dall'assenza, del Bonaparte, che passa cli trionfo in trionfo in E gi tto, i F rancesi, coma ndati pri-
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1792 · itu.:,
ma da, Schérer 1~ poi da Morcau, sono l'ipetutarucnte battuti dagli ese1·dti della seconda coalizione al comando dell'aust1fa,c.:o Kray e dal russo Suva,roff. Sopraggiungono le truppe francesi della Repubblicl:'L P ar tenopea a,l comando del generale l\fae;. l>onald, successore di Oh;:1,mpionnet;, ma anehe questi sono sconfitti, alla. 'l'rcbbia, il 17 gingno 1.79H e riparano nel Uenovesato. Infine il J onbert, cl.te ha, assunto a sna volta il comando supremo, è ba ttuto a Novi. Ne consegue .l'dfimera resta,ura zione degli. antichi Governi, mentre neila, Repnbhlica Oìi:;Hlpina le batterie da campo ed ogni altro materiale vanno dispersi. ì\fa, rkompa,ri:;o il Bona,parte come un 11 ume vittol'ioso, .:1,ucora una, volta le sorti si rovesciano e ricominda: PopérO: di organizzar,ione, che si. accentua, dopo la pa,ce di Lunéville. Già J:•ietro Tculié: ap1w1:a Napoleone era r-itornato a Parigi, da ì\farsig-lirt era accorso presso i.I Primo Console e, bene accolto da lni, era stato incaricato di raecogliere gli spa,rsi avanzi delle legioili lombarda,, VE:neta, napoleta,na, e ligure e fonderli in una. sola,, sotto il nome. di Legione italica. Qut~nclo l'opera del 'l'eulié fu compiuta, gli Tta,l iani che si c1·a:no ritirati. con le truppe francesi al reing.r'es130 degli Austriaci costituivano una legione di sei ba,ttaglioni. Essa formò l' avanguardia dell'esercito coni--;olare al pa ssaggio del San Bernardo. Con la Jegge -30 dicembre 1SOO era stato stabilito un nuo,;o ordinamento delFF.sercito nazionale, ma l' esecuzione di essa fn sospesa: soltanto nel settembre 1801 fn posta in a tto con varie rnoclifica,zioni. L' Artigliedii era <;osì costit uita : Sta.to :Maggiore, un reggirncnto cl'artiglierhL a piedi, duri compu,gnie d'artiglieri :1, caNallo, una eompagnia. di. operai, quattro compagnie di pontonieri, un battaglione del t reno d'artiglieria. Lo Sta.to Maggiore aveva. m1n forza, di diciotto uomini, compresi i custodi d'artigliel'ia :- il reggimento cl'artigJierht a piedi <'rt1. co:;;titnito da venti compagnie èU novantatrè uomini e trenta di stato maggiore (1800 nominìj : l'artiglieria a cavallo aveva nna for1.a di centocinqnan tacinqu(~ uomini (settantacinque per ogni compagnia e cin(p1e cli sta,to maggiore); le quattro compagnie di pontonicr·L ciascuna di settantotto uomini, con otto di stn,to ma ggi.ore. avevano nna, forza di trecentoventi uomini; il -
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l!'ig. 327 Vartig lfo 1·i11 11 piedi 11elln lfo pn hb lic,, Cis11lpi1rn, poi ltnli1111a. (Da u11 codice nl'fici,d o d egli Ai·chiYi di S 1a1n d i ):(il nno).
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lmttaglio11c del trcHo, i11tlne, an.!Y.,L sci comp,1g11ie cH seitautotto uomi.ni ciascun a coH otto di. stato maggiol'e e quiuùi una fol'zù di tl uattrocell tosettunt asei uomini . Dal quadro nomin ..ttho degli ulli.ciali <.lell'.Esen;:ito Cisalpi110, pubblica.to dal lo Za11o li (Sulla ·1 nilfaiu Uisalpino -l talia11a dal 179G al 1814), risulta che i l Corpo clell' Artiglieria ern comandato tlcli seguen ti utlic-inli, cli cui le matricole) conservale nel H. Ardiivio cl.i Stato, tlùnno lo stato <.li servizio: Ispettore ge11en1le di bl'igatu : Gion111ni I'aolo Oalol'i: C'apo <li brigata : F edel'i<.:o Gui lla urne; c·api di battaglio ni : Giova1rni Ua,7,zudwlli, F ilippo P salidi, Fru1ttcsco Vcl'lato, Giova,1111i Vi veN. Gio. Battista Trique11o t , Spfrillionc ])e I<okel, G i useppe P a froni; capit a ni di prima c:h1sse: (iiuseppc 'l 'ela, L,uigi D elfini, (;nglielrno Vielban , Cìnnclio B ricar<1, R uggero Biclasio, Bcr·narèlo :n,a,117,011 , Alessio Ouc,· Nu,tal e l.kl'oalcli, Benedetto Corio; capitani cli second :l c lasse : Filippo !-:mili. l'ietro Pernetti, Giusc·ppe ~.\.iazza, Yince11zo <Jia.c:08:t, Uc:1.etano lJirovani, E nrico ll11 d1·cvil., L11igi Chenicr , Frnncesc:o MarHu, <,iacomo Leoni, Am.:tto Jllo11ùel, <:iovanni ::.\ Iangi ù, Gancleuzio Pallziottì. !-'l'ancesco Fcr1·n1·io, Giovmmi 8<1cc:lli. .\gllello 1/.anca , Wacinto Hion<lini , Vit to l'i o 1i'P1·1·ari, <..:in·10 B r cnti ni , l.01·enzo R:n·torelli e ( ;i:u·in to Has:-,etti. L'a1·t ip;lieria n caYalJo e1·,1 c·o1nandah1 dal capo squnclrone .Andren Nfontelw nu o. da i c::q:,it:rni cli. primn c·l asse Ln zza r o ll<•nri. <· C<1 etano )lillo f' ùa seU<' tenentL Gli opr rni ad<lt>tti erano <:omanclati d a clne capitani, Andrea, 1f<>lll'ion <l Ger olamo ì\1ilnno, e cl11 d.ue LPJ1enti. Il treno cl'.1rtig-lie1'in c>rn agli 01'clini lli clne tern?nti e éli i·re sottotenenti. Rico mpost o il :!Overno della Repubbli ca Itnliana sollo la p1·<•sicle1rn11 di :Napoleon ,~ Houapnrf·e (1!) febbr a io 1802) . il g·enern lr di ln·ig-ata Giovan n i Pnolo C'alol'i. I spe ttore p;enern.Ie cl ' Artiglieria , presentò al Ministl'O della Guerr:cL Triv11lzio nn progetto cl ' iRtruzione pra,tica. per l' Artiglierin, stessa . Detto p rogetto fu approvato in data 2 maggio 1802. Il geuerale Calori, nella sua felice opel'n di. rionranh;znzione del Corpo d'Artiglier ia, a.vevn innanzi tntto p1·ovved 11 to, per mezzo di apposi.te commir:;sioni, n.cl un esame dei titoli e della poi:;izione cli chti-t·1m nffi cinlc cl 'artigliel'ia. T ra l'nltro. alcnni -
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si era110 promossi di p1;opri.a inizia,tiv<1 e furono rimes:si nel proprio grado . Aveva inoltre provveduto a, far compilal'e mrn matricola generale di tutti gli ufficiali del Cor·po. Ai primi di marzo 1,802, esistevano cinque com.va.gnie tl'al'ligli.eria, a piedi, di cui uua, era composta di soli sotluiiitiali e cttporu.li. 'l'utti gli uffidaU, così sope1fori come inferiori, cisalpini cd e:steri, erano collòcatì, per così. dire, a ll a rintus;;L nei quaclri delle Divisioni Italica, e Cisalpina. Confuso era altresì il nmnero dei sottufficiali e dei c·osì detti sovra bbondauti. Il Calori riordinò quelle forze in sei com.pagnie di sessanta uomini. ciascuna. J mpiegò gli u:lfi.eiali e li pose in attività secondo l'amianitù di grado, riducendòne il 11umero a qnello determinato per legge. La stessa ri.parti7.ione fece per i sottufficiali. Riuni in un deposito ben distinto e sepa,r ato dal Corpo t utti gli uiliciali stranieri e quelli meno auzia,ui eselnsi cla ll'atlivitù. di servizio. Il tesoro pubb lico ne risentì nn gran vantaggio e gli stessi. ufficia.li riuniti. in deposito cli::;Unto, sebben e i loro assegni fosse1·0 stati diminuiti, videro migìiorate le prn pl'ie condizioni, divenute tristissime <lal tempo della rìtil',1ta dell' esercito fra,ncesf~ in poi. L'a,rtiglieria a cavallo fn perfezionata ,rnch'essa 11ell,1 :-;ua organizzazione interna. ' Il treno formava appena nrn1 compagnia, nw giù, i1:i tempo della p1·oposta Cnlori <~ra st;:1to portato a due., riunì.te sotto un solo comandante. La, Direzione Generale cl' Artigliciria era, stata, isti tuita, con ogni sollecitudine e a,veva, ol tr e gli uflkìali, nn foochista, un modellatore e un disegnatore. L'intero Corpo d'Artiglieria, poi. aveva ricevuto le armi, il vesti:u·io e gli altri effetti necessari. Bsso a:Yen1 una forza totale. di. ottocentocinquanta uomini. L'artiglieria a piedi aveva però bi.sogno dia.cqnistnre a.l più presto tutte qnelle cognizioni. che sono proprie di questo Corpo. Da quattro anni si parlava di organfazaz.ion e, d'istrilzione, d'esa,mi; ma non si erano mai forniti i mezzi 11ecessarL I molteplici turbamenti della guerra: i continui. mutamenti, le dispersioni e' gli eYenti stessi del periodo storie.o nvev,rno cospira.to a rend er
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rn11i. tutti i propositi.-òcl UoY(p·no per il piano d'istruzione clel1' Al'l.igli el"ia . Hisog11av,L d1111que p1·0Littlu·e del momento per comi11cì~Ll'e cln capo. L' Arti~liel'ia è un Corpo ùi tal natura che più degli altri ha bisogno di preparare durante la pace ciò ehe occone in gnerra . B p nrt1·oppo il Uorpo, ul tempo delle pl'oposte Onlod, 11 011 aveva nè l 'h;truzionc cleil'artiglieria, Hè quello della fantel'Ì H. Il C'n lori lo dichiara ,·a, fraHcn men t•~: rna ::;oggiu11geva snbito tl1e nc>i qnadri vi. e1·a,110 nilìci,,Lli i;;nffici~11!ementc istruiti e che snrebbe stato llJl g-1·.tYe da11J10 pn la R epubblica nl)n col 1inll'1H! il talento. Il g<!n. On,lori propose q uimli : 1°) cl1e gli nllìciali, i sotto -uftit::iali e gli ai'figlieri de1le i-ei compa g nie d'artigliel'ia, fossero inte1ts,rniente escnitali nei 111ovime11ti di sq n;,tdra e di plo tm1e, atli11chè, 11e l più breve ::;.pazio cli te111po possibile, potessero l'it;eveni il ptoprio ~u·mumJ ,1to ÌII fucili; 2°) che fo~::-:c1·0 es(•1·citati 11el1' 11so tl cl le detl'e armi e J1eL1, ::;l· no]a cli battaglione ; 3°) che gli ;Htiglie1·i fo,·!Se1·0 armati p1·oni.. ·oria111e11 I t' di rncili più leggeri e più col'Li cli q1.1elli dell.1 fan te1·iu; 4") che non fossel'O ma.i tntsem·ate le mauOHt~ co11 i cau11011i; alle manoYre di fanteria il c:omaiHl o del 1·<>ggimento dedi('asse le giornate piovose <lelPiln-er110; :-?) 1;he i n S<.• gnito gli nfficia I i, i sot l ntliciali e i solei.li i fo~ser·o ammaestrati nel m ..rncggio cl<>i cannoni da c-ampo , pa~rnndo 11111 11 mano ai pPi\Zi ll'ass<~tlio, ai mo1·tai. ai J)etl'i<~ri eer·.: G elte per eiascnn a, s pecie (li. esen;h:io i l co11 11L1Hlo tl<-•l He;.~ gilllento clestinai:;i:-e tre o quattro nffirfaJi istruttol'i, i::r·clti fm quelli aYent.i 1111a istruzione particolarmente HC'cm·at:1 : 7') che a, dette istn17,ioni dovessero partecipn,re tutti incli.stintame11te gli ufficiali, i i;;ott11ffidali e i $òOlclat.i e che i militari di l!rado inferiore 11011 potessero passare ad 1111 ese1·cizio o manov1·n, se 1wi111a i militari di g-1·aèlo i:;111)erio1·e 110n fos:-:ero in gl'n<lo di. snper coma.ncfare lo stesia;o esercizio o la stessa manén~rn : che · per l'istrnzione praliea. il Corpo fosse for11ito d{ clne d iviRioni cli pezzi da ba,ttag-U a, ogmrna. compoi:;ta, di Mi boe0
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Fig, , 328 '1'1·e no dclì'a l'l .i~l ierin, (Da. un codice uffi o\nl e <1 egli A.1·ohivi di S tato ,di )'lilanu),
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che d.a, fuoco, la ],)l'ima di sei pezzi da, 4, la seconda di quatti-o pezzi da ~ e ùi due ol.iici da (j pollic:i. « Qua ttro pezzi d'assedio del calibro cli l{i e 24 saranno mon tati aJtematìvamente su tLlfusti da, assedio, cla piazza e da costa pei- le diverse nu:movre. « Du e mortai, dnc petrieri, g-li obici da campagna saranno manovrati come quelli d'assedio . « 8c si possano ottenere a,fl'usti da 1J1.onta gna, i cam,oni da 4 t gli obici saranno montati sn questi affusLi, per tal manovta ». Il progetto avanzato dal Calori, avendo ottenuto l 'approvazioue mi11ìsteria,le, fu posto in atto. Lu, sua imporrnuza è quiudi g1\11Hlissima: esBo ci. 1Jermette di coiroscel'e con gra11de precisi.one come venissero isteniti gli artiglieri italiani.. Ùi sia quindi e;o11se11tito cli i.nsistere sn q nesto doc;umento e darne un riassunto preciso. Per le manovre, la Dii·ezione Genera}{> d ')u·tiglieria doveva for11ire due uffnsti da costa e d:ue da piazza con i loro telai, i legnami da piatta.forma, gli ntensili, i pi.cconì, i badili ecc., non chò gli a,rtifici e la polvere necessari. pel' lé manone a fuoco. Il Treno . d'a rtiglieria doveva fornire nna, sq uaclm con i cavalli per le manovre ciei pezzi cli artiglieria, da campo. Se la, località permetteva di esen:itn re i ca,11nonieri al bers::t,· glio, al laneio delle bombe e dell e pietre, si doveva fare il possibile per ottenere i pl.'oi.e ttili nt>cessa ri dall'artiglieria, fra,n cese. Gli artiglieri stessi dove,·ano costruire, disfare e ricostruire delle batterie d' assedio , da piazza e cfa costa. Snl terreno. nffi.ci.ali e soldati dovevano essere eserclhlti. ac1 apprezzare le clistan · ze. cc p1·enclere dei prolungamenti)) ecc. e infine addestrati a, pun ta.re, con la massima facilità, e nel minor tempo possibile, tutte le diverse specie di bocche da fuoco in uso. Particolari cnl'e dovevano essere dèdicate a,Jl'i.nsegùamento dc~lla uomencJatnra delle vaHe bocchC' da fuoco, cli tntte le' loro parti. degli a.f'fosl'i. dt•ll e vetture e degli altri attrpzzi cl'artiglieria. Un profossore ed un ripetitore di ma tematica doveva no essere addetti alla, scuola degli a,r tiglieri. Una sala di disegno, sotto la ditezione di un ufficiale e con i disegni necessari for-
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Fiy;. 329 · CH1u1011iel'i de l Tl'tmo d'.A1·tig lieria.
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niti dalla Dil'ezione Generale - del · Corpo, doveva fuuzionare ini11tcrrottamen te pe1· le nce;essaric esel'Citazioni. Il comamfante del Corpo e i capi di batta.glioue dovcva110 tc11ere numerose conferenze, su tutte le varie materie spettanti a1Fa1·tiglieria, a, tutti gli altri ufficiali. · Queste disposir..ioni va.levano anche per l '.:u·tigliel'ia a e;a ntllo; questa do,·ern es ·ere esercitata e 11er-fezionata nelle manon e cH ea valleri:t. A tale scopo ognuna delle ·due comp,Lgnie esi~tenti doveva avere sempre on sottu:ffidale pi-tisso la, Scuola di eq11itnzio11c. Doveva inoltre essere eser citata, come l 'artiglieri:L .i piedi, ill tntte le manovre delle boe;che cla fuoe;o 11ei m ovimenti di baLtaglioue e nelle manovre delle arhgliel'ic d'a.·sedio, da, piaz;r,:1 e clu, costn, oltre r,he nell(~ 11Hmov1·c proprie di. q uest'a i-ma speciale. 11 Ule e brill,in te. « Dalla composizio11e della comvagni:1 degli operai specializzati dipend e la bnona o c1:Lttiva co~truzio11e del mat(~T'iale cl'nrt-ig-lie1·ia, l"ec-onomia del1'11:,Q cl<'i materiali stes:::i e d el pnbblic-o clarnu·o coHsacrato a tale scopo . flalla buona, o cattiva. e;o:--truzionc del materiale cl'al'tiglieria dipende i11oltre la difesa clelle pÌH7.Zeforti e spesso il s11ccesi';O o l 'insur.cesso sul campo di batta.glia)). Particola.ri disposizioni erano qnincli proposte <lnl C:tlol"i c~cl npprovn,te d:tl 1\Tinistro per qlWi'itO importante 1·ermrto. :il cprnle eran o addrtti q11nttro ufliciaJ i. Uno di essi era stato a ppositn.rnente p1·escelto perchi1 fo1•11ito <li part.icoJiite co1t111:a, ili matematica, clisegno. meccanica. ,:himica e fisica. I lavori di tn1 reparto richiecleva,no infatti ogni giol'nO calcoli, disegni ed n.ltd ~ufil. · f.:.li nffì('i.a]j, i sottnffici~li. e i militari della« compagnia cleg) i n,d.isti >> dovevano partecipare a, tutti g1i eser cizi t<~orici e pratici cui erano obbligati gli alt1·i reparti. L a Dire7.ione Generale dovev:t fornire n cn,rhone. il leg-no, il. 'ferro. l':\cciaio P tutti gli a.ltri materiali necessari per l'istruzione degli opE'rai specializza,ti. · Gli insegnamenti 1·igua,rdava,no: la. co~truzione di tutti i fer ri. 01·digni C'CC . neressari aj cliversi mestieri, di fucine an. campo, cli ca~sonj cla. nten!',ili con i relaJ.ivi cofani: ]a costrn¼ione degoli affusti e dei cassoni; la maniera di cc delinear e)) le vetture e -
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Fig. 330 - Arf.iglic1fa, leggora.. (D;1 nn cotlice ufficiale degli. Aechivi di Stato di Mi-la.no).
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gli alt1·i attrer,r,i d'artiglieria.; il rieo11oscime11to delle rnrie qualità di legno e d'altre materie impiegate nei la.voti; le .dimensioni degli affusti in proporzione a.ne varie bocche da fuoco ; il taglio del legno e le varie maniere di adopera,rlo; la resistenza dei legnami, la tempera dei metaUi ecc. ; le macchi.ne più necessarie in un arsenale. Il Corpo dell'Artiglieria, .al tempo delle proposte Calori, ma,ncava a.ff,1,tto di fuochisti, i quali erano necessari 11011 solo pe1· la conservazione, ma anche per la ma11uteuzio11e e la C:Oi:-ltuzione delle muniz.ioni e dei. vari al'tifici. Il Calori pertanto pt·opose, e il ì\finistro appron), che fosse formata una squadra, di a,rtificieri o fnochisti, ,tU e dipendenze ehm capitano, scelto tra j pin colti e intelligenti uflìcia1i. dello stesso grado; d1e pel' l'ì.strnr,ione cli questa squadra fosse is[·i tuito nn apposito laboratorio p1·esso la, Direzione Generale d' Ar · t:ìglicria : che la squadra cloYesse essere posta ili grado di confp. zion ar·c artifici, « inzoccolare )) proiettili, far cartucce, larnt· lt ecc. Doveva, infine cono~cere le tabelle delle dinvrnsioni <lei <·ar111oni. d<~i loro proiettili, dei. mortai, delle cartucce n polveee, a mitraglia, dei: sacehett.i, ,delle « spolette da bomba e da obice)), la rnanie1·n. cli caricare i •cassoni, di conserva.re le mu nizioni, di caricare le cHfferen ti bocche da, fuoco ecc_. Altre disposir.ioni rigua,l'dano i custodi e conclnttori d'arti glieria, - considerati elementi preziosi del Corpo - l'istruzione dei quali influiva sulle opera,zioni dell'Arma. EsF;i doveva.no possedere tùtte le eognizioni di un buon sergente maggiore d' artiglieria e quelle a,l tresì di un mare~ciallo d'alloggio del treno d'artiglieria, nonchè quelle cli un artificiere. Quan to al treno d'artiglieria, gli ufficiali di esso dovevano essere in grado di comancl a,rc una divisione di due o qua,ttro <1,o mpagnie. Il _veterinario addetto a cia:-:;cmuL compagnia doveva, insegnar<; a.g li ufficiali, sottuffìciali e solda,ti del treno l 'arte cU conoscere l'età dei cavalli , i 1oro difetti e qualit:\, le loro rnn la ttie, le reli1tive cure, quella di fcnurli e di n11trirli. Doveva.no inoltr e tntti gli addetti a questo ~pecìale reparto co11oscere i pesi che può tirare un ca.vallo e un mulo, da tiro o da sella, la nomencla,tura cli tutti gli a.rnesi occorrenti per le cure dei ca-
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valli e dei muli, dei vari finimenti e ba,rdatu1·e alla francese e alla tedesca ecc. In special modo don!nL essere curata .l'istruzfone di questo n~p;,1l'to pet 1pia,11to si 1·Lt'eriva a,l condurre gli. affusti ed i cassoni ).)U' luoghi allgn:sti, per po11ti stretti, per· st1·,1cle in s~lita. o in discesa ecc: ., al condnrre i pezzi con la, prolunga, sia1 tesa che lenta, l)l!l' i clìY1~rsi lnoeb i. Seguono, da ultimo. le disposizioni riguardanti i compiti de11'ispettore generale d'artiglieria.. L'opcrn del gen. Calol'i, secoudata, dal Minis!ro 'J'rivulz-io, di.ede ottimi risnltati nel campo ddl'a,clclestraruento dei va,l'i 1·c· p,u-ti componenLi il Corpo dell' Artigliel'i.a; essa. però si estese flll(:he ad altri campi eguallJlente importanti. Si dk opera. alL.u·rn~1mm1to delle piazz.eforti, a.Jì'allestimeuto d<>lJe batterie da ç;J.mpo, alla ÌBtituzione d i una fonderia di canH111i ,1 Pavi.n. e di ofli.e·:ne per le nrrui ,l }riJnno e a Brescia. Tntti i provvedirnenli crallo presi dal Mìni~tro su conforme JJal'etc llegli i.s1wttor-i genera.li Binnchì <l'.Aéltìa per il Genio, Calori per l ' Arti.glieria. f'oHì, ad f:'Rempi o, fJIHrnclo fu 11ceess:.1.,r io :Stabilfre la località, jn e ni <lovevano sorgere gli staliilimenU. <Fa rtiglieria, i dlH~ isp{~ t tori generali fnrollo chiamati :·i dare~ il loro parere e d'accordo proposero PHYia . in nna, specii:tle relazioi1e che porta, ]a data clel :20 n prile ·1s~)2 (A. S. 'lf., Governo, pnrte moderna, Militare, C.art. 13). Essendo fa. città collocata dietro la seconrla linea, dell'Adda, ~n lln spomla del ~ricino. J?-avia. fn 1·epu tata. cfa.l Bianchi cl' Adch1i e clal Calori la più adatta, per :fissarvi gli stabilimenti cli cui si trattava.· Essa, offriva la facilità di poter prontamente porre in salvo, nel caso cli un rapi.do a,vnnzamento clel .nemico nel territorio mantovano, cremonese o bresciano, tutti gli. attrezzi, le armi <· g'li altri mah•riali appa,rtenenti agli stabilimenti, poteudo i matr1'iali. ~)Rsc•l'e tl'ni-:portati facilm.ente al di ìà del Po. La città, cli l \win. inoltn\ fneilitavà la distribuzione clelle artigli<~rie <.li g1•nf.:~O cnliln·o, delJe arrni e del1e muni7,ioni alle fot·tezze che per 1n loro posiz.ione, rorn e per esempio quen c cli Ferrn.ra, n:fantova 1· Phzi.;:d1ettone, potevano cHsere sel'vite per via, d'acqua. Così cli-
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casi per le coste maritt.iwe dell'Ad1fatico, sulle quali si dovevano costruire a.lcune ua.tterie per hL loro difesa.. lJ'era, poi da considerare hL possibilit.1 e Ll fa<:ilità. dei traispor-ti, a mezzo di bai·che sul Lago iVI.aggio1·e, cli tutti i materiali occorrenti agli :stabilimenti cli l'avia, trasporti che avrelJhern reso più spedite e pw ec:onomic:he le (;.Ostruzioni. l locali i:;cdti è:L J:>avia, ptoveuivano dai beni delle w1·vora.zi.oni religiose soppr·esse ed ei'auo adattaùHi a.i nuovi usi <.:011 poca spesa.. Il Castello era destinato ad ospita.re l'Arsenale di Costruzione: la sua piazza poteva contene1·e 150 vettnre e i :suoi sotterranei ·potevano 1·icovetar11e 400 . 11 locale detto il StLlOBe era destinato alla fonderia.. 11 lnogo detto lJampo di Ma1·h~ do veva essere adatl:lLto a 1:'oligono. L'8 giugno 1802, con decreto del Vice Presidente Melzi, l'ui-senale e la fonderia a, Pavfa. era.no un fatto eompinto. Jl Calori provvide anche a,cl eliminare un gra...-e jnconveniente d1e si verificava, con grande danno dell'effica,ci.:L degli insegna.menti da impartire al personale cieli' Artiglierin. Uli ufficiali che ert;LI10 inquadrati nel Corpo a,vevano prestato S(~rvizio, ehi più chi meno, in repal!ti appartenenti a Stati cli.versi e ogrnmo, secondo la provenienza, usava. una propria nomencla-tnra nel rnaneggfo delle diverse hocehe da fuoco, che non potenL aRsoluta mente essére toll erata. Il Ca-lori provocò la nomina, di un'appo sita com.missione perchù fosse sti:~hì.lita la deHomìnazione italian.1, <Ji tutte le parti delle bo~che <la fuoco e degli altri material i cli a,rtiglieria, alla quale tutti. dovevano -trniformarsL La Comm issione fu formata, ma, il lavoro fu quasi completa~nente <:ompint:o dal Calor i steRso (16 ma:rzo ~S02). (Ministero della Guerra, -cart. 79). Il 4 lnglio dello stesso anno i] )1inistrn (le]]:1 GnetTa appro,·ò ·a nche il piano proposto d.a,l Calori per l 'er<>zione delln: Scuola de· gli artificieri e~ per l'istitnzione del laboratorio dei materiali d'art iglieria dell'armata. Poco dopo, con decl'eto 2'7 agosto, a, l">arigi, ì consoli cl(~lla R.epnbblica francese deeretarono che fosse fatto 1rn preciso inventario di tutti ì pezzi cl'a,rtigH.erìa di ca,libro am:triac:.o, veneziano, modenese, francese e piemontese, esistenti nelle piazzeforti cl.ella, Repubblica Ita,lia,na,. Una parte cli essi doven1, essere cednta alla -
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Hepn bblica Ltalhu1a 1iHO al n1Lorn 1.li quattl'o milioni ùi frauchi. I >i co11cel"to con 1111 nfudale lLn·ti g-liei·ia 11orni11u.to dalla, R eJ:J nbl>lica Italiana, il rnu tcl"iule doveva essere i11Ye11tai-iato e valuLtLto da UH ufficiale deìla ste:,::sa, .A1·111a nomi11t1ito da Ila: R epubl,J ica 1-'ntncese. Val suo call to il )li11istei-o d e11,L Guei-rn della R epubblica Ilaliana dove\'a, p1·ovvecle1·e a c:he 11dle fo11 deri.c italiane tutti i p1·e<lctti pc;,,;1,i fo::-::-ero 1·ifosi 11ei c:a.lib1·i U, 12, 1S e 24, i mo1·rai di :::; e 12 pollici, gli obid di ;3 volliei e <> l rnee. ~el settembl'C, il l 11·csiclente della R epubblica It..1.lia,na 1lecretò ehe fosse istituiti~ una sala d'armi in Mantova, capace cli 10.000 fucili e un'altra a. P izzighettone, ca pace di 15.000 fucili ((:ìoYerno, p . u1. J.'l'l ilita1·e, cart . 12 e 13) . La p ia;,,;1,aforte cli Piz~dghcttone fn destin a ta come cent1·0 ili 1·i1111ione deg-li eqnipaggi d'ass(•ùi.o, <la campo , di l"ii-:ei-v11 e déì ponti. J>a i-titolari disposi;,,ioni fnroHo dettate nel dicembre dello ~te1:,::so a.11110 dal g-e11. f'ùlori pe1· la com·cryèl¼Ì one dei mated ali. c•s !-:211clo1si ,c1·i ti<:a ti pa reed1i e 11011 indifferenti daH ni per la man ea.ta o~:-;cnanza del reg:olnrn<"11to cla pa rt<' dei c nstod i cl ' adigl i el"ia. Per oi-cline del Calo1·i, i11f11Hi, i leguami f m·ono messi sotto t·et.toie, ordi natam ente disposti · pe1· qualità e isolati dalla terra. I raggi, i 1prnrti di rnota, le manovel1e ed nJtri differenti piccoJi l egni furono ammucchil.iti « in triglia )) , e su ciasenna catasta Yenne indi posta l 'indicazi onc delln, data del tng1io . I fer ri di og11i s pecie furono consc~rvati iH ma,gazzilli asciutti, distriùniti eategoda p<'r categoi-ia, e quelli lavor ati, più forti e pesanti, fnrono posti su scaffali. I proiettil i, le bombe e 1e g1·a,nate fu1·0110 disposti in pir amidi calibro per calibro, in lnoghi coperti e chiusi. Le corde distribnite i11 vilnppi e distinte 11omi11,1tivamente in loc:ali llc1w aerea.ti. J fno chi cl 'n r tificio cli vario genere, le g1·,1nate, le spolette. riposti in casse ed in barili ; 1c pa1J c incendiarie e le lumi nose t en ntc sospese i n a ria; l e liombe c-arichr ·m~s~c in dispnrte ron la spoletta. l'ivolta in su, l'una vicina, all'altra,, ma non so vrapposte. I comhnstibili oleosi e gl'assi occorren ti per ·1a costl'uzione dei fuochi d'artificio, come p ece, te1·ebentina, oli. ecc., fu1·0110 messi n ei sotterra1wi freschi, entro va.sch e, ba rili e vasi di -1464: -
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tenacotln ben coperti. Fu disposto cliE> i fuochi <.Lutifieio. composti con ped, petl'olio e Le1·E>bentina, 11011. dovessero essel'e coni:.1·1·yati 0H1·e l'a1rno. ·1t salllitl'O fu poslo i n barili in lnoghi asciut ti. Così lo zolfo: la catta, i siH.:clli a tena e le tele. J carLocci da cannon e furono riLin1ti in luoghi asciutti e freschi e distl'ibuiti Hn piani :sicuri, la 1mlla al cli sotto ecl il sa(;CO i 11 piedi, pe1·chè por,essei-o p r endere nria e noH essere conosi dai vermi. I ctu·tocci da fanteria posti in ca,sse o barili numernti : questi ultimi erano pi:eferiti quando i ca1·tocd ùoYevano sc~ui.re l,L fantel'ia. perchè più irnpel'm<!.ibili all'acqnn,. Le po!Yeri fm·ono <;on l';el'va tc nei urngazzi.ni, ::~ccumulaLe su ti·c o qua,ttl·o 1·twghi di. barili, orclinati seeondo la eletta della loro recezione, e marcati visibilmente con l'anno di pi-on1. À~llorchè le vetture ù \LJ·tiglieriu erano iu c::,ontatto con la. te1·1·a, e a ,·eva no dn, 1·eista,i·vi ltrngo ll"lnpo, ta1t!o uei magaz;r,i.ni, quanto rsui b.:tsti.oni o:. ltroYe, i custodi cloYcYano sottopone alle loro 1·11 ole ed alla, coda qua,lchc :sostegno di legno, penJ1è n on fosse1·0 pregiudicate c.fall' nmiditù,. Uli armawe11li, le 1·o tclle <]elle teste deg li ,ussali e i sive.ll i dei- pezzi esistenU Hui 1·umpal'i e snlle co 1e furono messi in appositi nrngaz,dni. ad evilHI'e eYenltwli fnrti; i siYelli furono sostituiti co11 caviglie di leg-110 dm·o. a,fii n chè si poteBse r a,1· fuoco i11 ca.Ro cl'nl'gern"n 1(A.~.M., ) fini stel'o della Gu erra, cal't. 80) . X el p;ennaio 1, 03. tra il )finiste1·0 della G uena itali.r 110 e qndlo francese son;e qualehc dissenso :::;nll'app1i<·azione c.l<~l decreto 21 novembre 1802, relativo all'armamento delle pia'l.'l.efor ti Nl ai la,ori e servizi dell'a1·tig·licria clella R epobblic::1 Haliana. 1 primi clue articoli cli eletto decreto rignardavano 1~ fonr.a e la n11tnra, clell'armamcnto delle piazze forti italian e, ed essendo di i:::;pirazione del Calo1'i , furono ;'.!,'i t1 cliraH conformi ni bisop:ni cl ella, TIPpnbblir.1 . )fa dall'articolo 3° paPeva che il Govrrno Italiano 1,011 cloves:::;e e:::;sere neppure chiamato nel approvar<~ a,Jmeno i due progetti ilei l f:Lvori cla l'lseguirsi nelle sne piazzeforti. Di ciò si clo· lc~,·:1. il l\finistro d ella O nerra presso il Governo, poichè avrebbe dovuto ammettere clei pagame11li pel' fa,,ori <> spr.·e nè cono~ei.nt1 J1tl itpprovnti. T.7n'nltl'a, quel'<tione, forf:ie più 1-1pinosa, sorse a, propoi:;ito clell ':ut. 3 clel decr eto, elle attvibniva ag'li ufficiali fra,nre:::;i, a parità cli p;rnclo , la disci plina degli arsenali. la direzione -
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dei lavori e il comando delle truppe delle piazzeforti italia,ne. L'articolo ferì va. la dignit.1 degli ufiiciali italiani; ma. il Ministro presentò abilmente le sue osservazioni. Egli espose il suo rammarico, prospettando soltanto il danno che ne sarebbe derivato agli ufliciali. italiani, lt1 p1·ogressiva istruzione dei quaH non yoteva essere trascurata. 'l'ra, gli altri il Ministro fece i nomi dei più distinti ufficiali che a lbra, vantava l'Artiglieria Italiana. Nella list.a, allegata al rapporto, :figurano Psalidi, capo di batta;glione, giù, direttore della Scuola. di Modena, antico ufficiale veneto, coltissimo; Perla,to, altro antico ufficiale veneto, fornito del brevetto di sottodirettore d'artiglieria, molto istruito; Paroni, ufficiale già del Corpo del Genio della Repubblica dì Genova, esper to specia.l mente nella scienzr.~ delle costruzioni; Beroaldi, uflicia.le più volte provato; Gorio, capitano, di grande a.1-tivit.1, con estese cognizioni; Moreno, antico ufficiale dell'esercito del re cli Napoli, espertissimo; Bìdasio, professore · d:artiglieria nella, Scuola di Modena, e moltissimi altri, come Rom1:1,no, Gulietti, Silva, Biondelli. Il presi.dente della Repnl.>hlica ltalif1na trovò modo dì eliminare tutti gli inconvenienti di secondaria importanza; ma il più gra,ve non fu sopJ)resso che in parte. Il decreto 21 1iovembre 1802, che fece s01·gere questi inconve-
ni.enti, merita, peraltro, un p:wticoiare esame, essendo esso importantissimo ai. nostri scopi, in quanto che permette di conostere tutt o il ma.tel'iale 'd'iirtiglied.a che servì all'armamento delle piazzeforti ed a;l servizio clelYarmata: della Repubblica Italiana. La distribuzione delle armi. e dei proietti.li fu proposta. dal Calori ed approvata, senz'altro, da,l Bonaparte , . Peschiera . ..:_ ).l'orza della gnarnigi.one : 4000 uomini. Bocche da fuoco : 10 di calibro 24, 10 di calibro 18, 20 di caÌibro 12. 20 di caUbl'o 6, 15 mortai e 15 obici. Oittacl.ella prog·ettata a, Verona. - Forza: 300 uomini. Bocche da fuoco: 4 cli cahbro 24,. 4 cli calibro .12, 6 cli calibro G, 3 mortai e 3 obici. Legnago. - Forza, : 500 uominL Hocche da fnoco : 10 di ca.li· bro 24, 12.di calibro 12, 20 di ca.libro G, G mortai e G obféì.-· · -
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F-ig. BB2 A.rtigliel'in della G uard ia B.eale.
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1792 · 1815 r.fautorn. - Foi-;,;,\: JO.OUO nomini . Hocd1e da fuoco: .1.0 di ca li bto :!J, 40 <li cali b1·0 18, JO Lli <.:alila·o .U, r,o di tidibro G, 30 morta,i e 30 obici. Fer1·ara. - Fon:a : ~000 uornini. Hocche da fno<:o : 10 cli ca lib1·0 18, 10 di c:alib1·0 1 ~, 10 cli cali bro 6, (i mortai e li obici. Jfresch1. - Foe;r,,L: 300 uorn:i.111. 1Joe<;l1e cfo fuo<;o : G cli ta lil,to 18,, G tli. <"alibrn ·1~, G cli <:alihro G, J morta i e li obici. Oninuovi. - ]:,'01·;,;n: :LOOO uomini. lfocclte da r,wco : 8 di calib1·0 1 ·, S cli calibro I~, 10 ùi dtlib1·u li. G rnoi-tai e J obici. l'hzigllcl-tone. - I•'ona: 3000 uomini. Bo(.;che da, fuoco : 20 cl'i <.:alibro ~.J., 10 cli eiili bro 18, 10 di calibro 1~, 10 (li ca.Iil.Jro G, ~ mortai e 1 :l obici. Foi-tc Litb,rno. - Forza, : ;:;ou uomini. Bocche cla fuoco: 12 di calibro 12, 10 cli calibro 6, 4 lllOrtai e 4 obici. Ro<.:<:a d 'Anfo. - Forza : :JOU nomini. Hocche dtl fuoco : .,J. di calibro 1~. {i di calil11·0 12, G cli calibi-o G. ~ mortai e 6 obid. l.>ei' l'<·~t·l1ic~ra, , ·e1·ona, Legnago, 1\Ja11tova, e Pizzighettone, cioò JWl' le pinzzefol'ti piiì impo1·( a11ti. la l1otazion e elci proiei-tili fn stn hilita co~ì : 11e1· i pezzi dn ~-!. da J 8 e da 1~, '00 colpi per ognnno: !1<'1' i pezzi <la O. ~O{) tolpi 1: er 0~11nno : pe1· i mottai :iOO colpi e pe1· g'li obi ci --00 colpi ognnno. Per le• aUT(' pi;1zzero1·ti. do0 per Fel'l'm·a. Drei-cia, Orzinnovi, Fo1·te rrbano e R occ,1 d' .i.nfo. la clota;,;ione fu stabili ta in :')00 colpi p::>r O!.:"lli pez;,;o <la '.?J, da J, e da 12. in 200 col pi per ogni pe;,;zo da <i. j 11 :-iOO col pi per i mortai e g-1 i obiti. A ciò si 11ggiunµ:a110 i. forilL cli cui 12:J_O. furono ni-segnat i :1 f't>. <·hiera . 100 alla cittadella di VProna. 200 a Legrnrno. 4000 a ì\fontoni., GOO a Fenn1·a, 100 a R1·escia,, 600 a 01·ziu11ovi.. 1000 a, Pizz.ig-heUonr. 200 nl Forte TJrl111no e .1.00 n- llocc;ii cPAnfo. In drpo:-;ito a Pa,·in : 70 borehe da fnoco, cli eni 20 cli cnlih1·0 24. 10 cli <",tlihro 1~. 10 cli calih1·0 1~. 10 cli cal ibro G. 10 mol'tai. e JO ·obici (<>qnipaggi d'assedio) . Altri 10.000 f n('il i <' GO boc·C"he eh fnoC'o (12 fln 12. 36 da G, 12 obici) fmono destinati allo i'ìtri:-so drpoi:-Ho cli Pn.dn per 1·erpri-
pnggim11Pn to dn campnp:na e cln ponti. r er effrtto del dr<·rc•to 9 i:-< f·l<~mbre 1K02. con i l l)ual c il Pl'imo Consol e dell a R P.pnhbli ca Francese ot·tHnò l a cessione ~lla Re1rnhblica Ttalir-rna cl elle m·tiglierie clrllc sue pinzzcforti, il 0
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IL GEl\ERALlil D011H:l\JCO ril\O
2 aprile del 1803 il c,1po di hrìga,h1 clell'a,rtiglieria francese Claudio Giuseppe Saint -Vincent consegnò al capo briga,ta del· l '.Artigli.eria Ha.liana 937 bocche da, fnoco, per il valore di fra,nchi 4 .016.580. l•'ra le bocche da fuoeo ve n'erano 401 in ferro , 383 in bronzo dei c,tlibri 24, lu, 12 e G, e 153 cli calibl'i diversi non cPordinanza (Zanoli, op . cit.).
~ell'a.gosto del 1S04 aJ TriYu.lzio successe 11el Ministero della guerra, il generale Pino. Vomenieo Pino. nato a Mila110 il 1° ottobi-e 17G7, è mia del!(~· più be.lle fignrc miJitari italiane drl periodo <li eui ei oecupiumo. Abile, r-isolnio, i.nn·cpido, eg'li 8i di~ti11se all'assedio di Ancona, OYe si rifugiò quando il generale Lahoz . i11<lispettil'o <lni modi rn vid i e clispotiei del g<11eral(~ Mon1Ti<:linrd. nlJbawlo.nc'i gli ste11 dnrcli repubblicani. Lu forte1,1,u, di Ancona. affidafa ,tll\1nlito gen erale Monn1er. era diYeHtuta, l'unito rifugio i-irnnsto ai r<>pubblicani iu Italia, dopo i successi del generale Sn vatoff Ì.1ei primi rn.esi del J.7!)}). Al generale Pinò . che in sieHrn con il Fontanelli e con il J3crto1etti ~d-l'('llHttmente cooperò alla difesa della pin zz:1, di Aneona. tra gli altri. toccù il rliJ':ficile compito di custodire il monte Gurdctto, f'ioc'> l'elemento più importante della difesa dell;i fortez.za.. ('Ollt1·0 il qn:.ile nat.111·nirne11te gli HSSPdianti rivolse1·0 i loro i::forzi pl'incipali. e gli attacchi più risoluti. Una batteria d i di · ciHsisctte pezzi di grosso calibro dirésse uu fuoco mieidiale contro il moute, mentl'e ventidue sda.luppe ea,nnoniere, avvicina.tesi al porto, tira.vano bordate contro i ba8tioni. contro le batterie <l,•1 La.zzaretto, il molo e i tre vascell i bloccn ti 11<>1la tada . L'll ~et temhr·e gli assedianti n ttacrnrono fortemP11 h~. I1 generale Pi no lasciò che si avvicinassero sino al lembo cli mi angns1·o pnsso, mediante il qnale il forte eomnnica,vn .col.nrnr(\ diresse C'Ontro di essi una colonnn che 1i a.vrebhe presi cli fianco e, quando questa, fn gim1ta a pocn élista11za, dai nPmicL ordinò una scarirn gellP rH le di t: nt't.e le :me ~rtiglier-ic . ...m~·nJre 0gli stesso. a.J.la, testa d~ un forte clistneca mento. ]j a1ssaliva cl i fronte, pren0ei1'doli <';OBÌ lra, due fuoch i. l,a carnefieina fu orrencla: color·o ehe volevano sottrn,rsi fl quel mace11o non a,v<~va110 altro scampo dL<~. quello cli 0
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1792 · 1815 gettarsi o a mare o Bei precipizi. lJ genera,k La,hoz, t he gui· <.lava quell'attacco, soggiacq ne ,1 ··gtè:wdis1:-irn e pertlit< Il geu. ìVIonuier pe1·sistc: n<:'l proposito di difendersi fino a.I.l'estremo, quantunque gli pervenissero tristissime notizie da ogni p,wte. Il 9 ottohrc, respinta una, proposta, di ca,pitola,zi011 e, tentò un'a,udace sortita, che riuscì felicemente. Il generale Pir:.o fn posto a capo di una, dc~lle tre c;olonne in cui il piccolo esercito ;:;i divise. Doveva costeggic11·e il mare e impadronirsi dei foe ti11i die giaeeva 110 snìln li11ea diritta <lel 11emico. difesi cfalh~ trnppe di La.ho;,:,. Jl centro era <;usi il-nito claJlu, colonna corrwudata dallo stesso i\fonni<~r, e doveva c1ttatea.re la divisione atti,;ti-iaca, ed i.mpadronirsì· possibilrnente della. grande batteria che da,l p1:i.11cipio dell'ai:;sedio nveva in cessantemente fulminato lc1, piazzaforte in tutte le direzioni. L,i colonna, destra fu affidat~t :::1 comanclo clel generale Lucot1'e e dovev,1, scacciare le truppe dd Lalrn½ dal le lol'o triucee arn11z~tte e co1wire le opc~ra :uioni <.le]la colonna centrale. Il movimento fn rn,i'gnifi<·umP11te eseguito . La batterin fn presa, dopo tre attacchi consecutivi della, C<>lonna 1Vlonnier . Il gen . Lucotte invase fo trincee occupa.te dagli irn~orti. mentre il geli . Pino, ape1:tosi l'adito ai primi fortini, Htava, già per im1Jadronirsi dei secondi, <l uando aleuni a 11daci iusorti lo drconcla1·0110 e impegna,rono un furioso corpo a i;orpo, dal. qnale però egH seppe svincolarsi con somma perir,fo c1 v,dor·c~. · Il lG novembre il gen. Monniei- ca,pHolò e i nemici gli resero gli onor-i militari.. Il gen . Pino segui le colonne uscite cla ,Anc:011"1, i n terra d'esilio . Quest i episodi della vita militare di Domenico Pino ·- dL<~ rilevia.mo dalla bella pubblicazione del Lmnbroso : V d e di 71ri -ma,1·i r;e1·101·aU eci itffi,cùih 'itaJiam'i - descrivono pienam<:'nte il carattere dell'uomo che fu posto a capo clel dicastero della guerrf.L clelln 11eJ)Ubblica I tailia nn . ' Intanto il corso Napoleone Buonaparte era prodnmato IrnpPrn.tore dei li'ra,ncesi. La Repubblka, Itnlfana,. pertanto. de'libel'ò, per voto dei suoi deputa.ti. che si mutasse la, recente costituzione e fosse offerta, al suo Prr~iclente la coro11a del Heino Italico . Il 17 marzo 1805 il vice-presidente }felzi recò a Pa,rigi il voto degli Jta,liani e l'Imperatore accettò l'o.f fcrta: e, a, Milano, il 26 nrng:gio 0
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Fig. 3B3 . 11 Genel'a.le Pino.
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succcssirn, cinse la corona cli feno, e <;l'eò vic-e1·è i l 1igliastrn Eugenio Hea ub.a rnaii-. Pl"irua di esaminai-e la fo1·mazio11e dell' _-\..rtiglieria nel R egno italico, diamo un r apido sguardo a ll' orgu,nizzazione dell' Anua. nelle Anua,te delP lIU pero, quale <;i viene descri tta nel JJ1 e111,01·iale de1 JJas Ca:ses. « Ugni compag11ia, cli artiglLel'fa, a viedi o a <;an:dlo, i11 cow« ple to assetto cli guena, possiede li l.Jo<;ljhe da fuoco . .1:;ct ogni « con1pug11ia <;onta u11 eguale nu111cro di uomiui, perchè, se r ttl'· (( tigli etia a ca vallo ne abbisogna, cli più pet tenete i cavulli degii t\ aiu tauti ca m1 011ieti, l 'al'tiglieria a. piedi cle,e fo1·11ire uomini a i << d iffei-e u ti h.tYori del parcu . (( (-ìua,nto a.l 11 ume1·0 d elle compag11ie d 'arti glieria, uc occot·<< l 'Oli o l pei- ogni divisione cl,t (j a, ~000 uomi11i cli Corpo d'ar·« matu1, 2 se la. divisione è <.li 12 o J4.00U 11omi1d, ed 1 d'artiglic« ria .i cavallo pe1· 1'..ìnw gu a1·dia, ciascuna d elle tJua li dispon g-a << ù i G bocche da fuoco ; in fin e J nel pal'CO dei ptecletti c.:oi-pi. c:on « nn a, i-iserva ancora, di G bocche cht fnoc:o ». 1l genernl e Cotly, che s cTiveYa pur(;: in <1nei tempi al 1·ignat· do, comp letn i I suo dizion m·io cl ·.utiglietin c:011 a lcune spieg-a~do11i ;ttte n. meglio dilucitltn·e e pm·ticoltueggial'e la fo1•mazi.0J1e . t ec.11kn assunta dall' .\rtiglie1·ia Hf:'i ~raneli eser<: ili dell'Impeto : « <:li <.. 11nipaggi da cc1111pc1gna s i forn111 no tt•lativmnpnte :ri (( pnci-i do,,e si. pol'l:tt, la gnena, al la spec ie di gnnra i ntrapn•i-:a << ed alla i-:ua presumibile clnrata . <e La, <pw ntità cli bocche cla fuoco impiega I·<· in H 11 ' armn t.:1 <-: è qualche volt:1 di 3 pezzi per 1000 uomini ; di ,nodo ch e, per C< un'armata di 50.000 combattenti, YÌ sollo 150 bocche da fuoco « di ca,liln·i d.iffere11 t i: rnn que~to npprovvig'io11nrne11to è ~ovente <( ridotto a 2 ed and1e ad l !'-olo 1wzzo per 1000 uomini. a nmenC( tan <lo tnttnYia le rnnnizi.oni. « La, proporr,ioM da stn bilire fra l e specie cl elle bocche tla cc fu oeo cl1e !'-eg-110110 un'arm nta, vada se1:ondo la, nat ura del paese e< cloY<' s i fo Jn g11e1:rn : in t n tti i cnRi, vi sono a Il 'incirca i. 3/4 dei C( pezzi che i-t>rvon o nll'ai·t iglier ia a pi ecli. t>cl J/4 all':n·tiglierin. e< a cavn llo. cc Ogni compagnia e-on le sue G bocch e d a fnoco forma 1rn n, <( divif,i one cl'artiglieria rorna ncl at.1 da un capitnno in prima che -
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ai suoi ordiJù 2 luogotenenti, i quali assumoilo a loro volta H comando d' una sezione, se la divisi.one dev:essere suddivisa. Uu << capitano in seconda comanda il parco di questa, divisione: f( egli tiene a1 suoi ordini un caporale-fm·iere funzionante come (( gnal'éUa d'a,rtiglierin, 2 operai in legno e 2 in ferro adoperati f( u el Jabon1torio delle riparazioni, 4 artificieri, ed una squa,d ra f< cli cannonieri. : <( Occorre inoltre ·nui,i, compaguia di soldati del treno per sei-cc' vire una divisione cFartie0 -lieria. · . '. « Le bocche da fuoco sopra, i loro affusti ed avantreni sono (, nttaccate a, 6 cav~lli, del 1xn·i un cassone per pezzo e le fnci11e; « il resto è attaccato a 4 cavalli. « Le cli.v.isioni-i'a,rtiglieria sono composte con 3 sezioni, eia« senna con '2 pezzi. « Ogni divisione può esse1·e fornita di moJti calibri; ma la (! compagnia, ordinaria, è c,li 4 pl~ ½zi di cannone e di 2 obici.. Ogni <<· pezzo cd ogni obice sono <1ccompagnati da 3 cassoni di muni<< ½ioni.; gli altri pezzi cla, campagna non ba.imo che 2 cassoni. Cl Questi cassoni portano un a1>provvigionamento suffieie11 te per 1< fornire la ba,ttaglia più lunga e più car111onieni. << Un secondo approvvigionamento S(~gne il pi-imo, ~empre << alla portata, di sostituire immediatamente il prirno. « Il nurµero dei. cassoni di. cartucce di fanteria non puù (~S· << sere esattamente determinato; tu l"tavia, pa,re cl1e una proYvista « di 200 colpi per u_omo sia sufliciente; in q nesto caso, a,bhisogne, << l'(~bbero 9 cassoni per }000 uomini, ciascun cass011e contenente << 22.000 cartncce. « Il parco d'ogni Corpo d'armata si compone del restante « delle 4 divisioni d'a1;tig'lieria. cli cui le bocche cl.a fnoc:o coi re <( la.ti.vi cassoni. seguono le divii:;ioni cli questi corpi d'armata,, e << della quinta, di.visione d'artiglieria in riserva. , << Il gran parco <leve avere : 1/10 delle bocche da fuo f:o delle e< di.visioni ed un numero eguale di affusti. di ricambfo: 1/5 clei << cassoni dei pezzi; 2/5 cfoi cassoni di fanteria che hanno le divi.<< sioni; cassoni di pareo, 15 ca ni di divisione e 4 fucine pel' << compagnia, d' operai)). ~< à
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Riprendiamo ora l 'esa,rne dell' organi:,,zazione dell 'Ar-tigli.eria nel Regno Italico. -1474 -
IL G E KEHALI<: D..\:,;:C,.-.\ , l '. .\1'0 llELT) A!tTI \i Li J·: J: I.\
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Il gen . Pi110, }Ii11i~tro della Guena, tra i prjmi ~uoi atti , <'Ompì ffnello ehc era 01·111::ti divenuto ueccssal'io per l 'enoi-mc sviluppo (.;he l'Artiglieria i!.n,liunn UllC1ava 1·aggiu11gcmlo : pone cioè 111 comando cli essa un uomo enel'gico e dotalo clei rni~liori requisiti per co11durla a quel gl'aclo di perfczio11c che i] p:t>n . UaJol'i incessa11tementc auspic11va . I,a !-Celta cadde s11l valoroso ~ <'Om petcntissirno geueral e Dam1a, piemontese, al quale, ollre i.l comando clell' Artiglieria, fu affida la la dfre7.ione clell.1 fonderia dei u mn oni. Dal P iemon1·e fu anche chiamato il DHi,nchi, r inorwirv fc,ncl:itore; ma più tarcli qnesti fn posto solto processo dallo stesso g-en. Danna, pe1· f urto di matel'iali e morì in carcere. A fal' ie veci dt capo dc~llo Stato Maggi.or-e fu chiamat o Natale Beroalcli Hia,nchini, nJfìciale molto slimato per le sue profonde conoscenze te<.;nico-militari. Il genern.le Calod consernì l'inc:nico di iF-pcttore ~t~nera,.le. Il gen. Dan na, appena fu a capo clell 'Al'tiglierfa [ b1i ìa1w, ,t,endo ,rnche, come si è detto. la grave responsabilità della fu. sione clei cannoni, chiese subito che, a, rnezzo del Minist1·0 degli l~ste1·i, P erdim1,n do l\Lll'escalc.ui, si ottenesse dal Minh;tto della Gnena francese una, copia del decreto 1° maggio 1803 (12 fiorile n.. Xl ) emanato da. quel Gove1·110 s ul ma,teriale d'artiglieria, su proposL11, dell r1, Comnri ssi.ouc BLraordi1i..t1·ia. cl' Artiglieria ; e ciò uukamente << per eYita1·e il risc:hio di esporsi e comprometteri,i jn ln nwi e coi;;tJ·u7.ioni foori regola)) (.\. S. }L, }Iinistero della U nena , ca,1-t. 7!J). L,1 e:opi,t 1-lel dec1·<>lo suimlicato fo su!J ilo trasmessa dal 1Ia.1·esuilc·hi al gPJ1e1·a,l.e Pino. J l ()l'imo t itolo di eletto tlec;1·eto tn1ittava clei calibri e delle dimemdoni <lelle diYe1·se bocche da fuoco. 'l'ru l 'altro, tlcterrni1H1 nl dte i. cannoni fo1-;se1·0 get(a,ti sen:i:a ornamenti, attenendosi nll e nnrn~sse ta.vole di costruzione . 11 titolo ::;econdo 8i 1·iJel'irn ai. proi ettili e uc determinava hl, specie, p1°escl'i rnndo che le gn111ate fossei-o lanciate con zoccolo di leg110, che i pezzi di g1'osso rnlibi-o fossero sempre spa,1·at i con p1·oi etLi li n.rmnti di ½Ot:(·oio conico e infiue che i diametri. e le dimensioni delle dh-e1·Re specie di proiettili. e <lei zoccoli fossec·o semp1·c quelli Ji1=;sa,ti dulle nuove tavole cli eost1·uzio11e.
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1792 · 1815 Il titolo terzo pres<.;riveva moltissime ed impor tanti Yaria½ioni negli affusti e carreggi per gli equipaggi di artiglieria da ca.mpa.gna e da montagna . Il titolo quar to riguardava, gli a.ffnsti. ~opprimeva quelli da piazza, e d' assedio e sos tituiva ad essi, tanto per l 'attacco, quan to per la difesa, un nuovo tipo cPaifusto detto << a fleccia », che solleva.vai il pezzo all' alte½za di 5 piedi e 9 pollici su 1 piano della pinttaforma. · Il titolo qninto sopprimeva, i pontoni e indicava le prin cipali dimensioni dei battelli; il sesto, iniine, si r-iferiv,.t alle armi porta,t ili, per le quali le variazioni si ridu cevano a fa r lit baì.vnetta della, fa,nte1·ia più lunga d 'un pollice e a fissare cinque s1wcie di scia bole per le truppe . A questi criteri si uniformò il generale Danna nelle costrnzioni italiane. La competenza, e la, colt nra del Danna, posto a,·capo dell' Artigliel'ia; si rivelarono subito, nello stesso anno 1804 (novembre), a proposito di una proposta che il professore di chimica, Sa,n giorgi fece con una memoria per perfezionare la fabbricazione ddla p olvere da .sparo .. « Il mezzo ·c1i fabbricare la polvere - scrive il Danna nel suo ra.ppoJ·to - con la macina ossia mulino verticale è di antica d ata e ven ne a va.rie epoche riprodotto èon modificazioni più o meno v11,ntaggios<~ . Ciò nonostante si oss<'rva che il metodo della pesta è stato prefedbilmcnte adotta to i.n tutte le polveriere d' Eu ropa)). Il problema. proposto_ clal prof. Sungiorgi, d i t rovi~r e un a, nw.,cchina di facile cos truzione che, presentando una gra,nde superficie, potesse nel minor spazio di tempo possibile mescola,re esattamente gli ingredienti che servono a i:omporre la polvere cl a, schioppo, sì che csstr.· r is ult,t'sse poi esa,ttamente mescolata in meno della quarta parte del tempo che allora cli solito ~i im piegava e fosse al coperto di ogni pericolo di incendio, sembrò al Dan na di difficilissima soluzione . <( Sebbene non vi sia ·niente d'ifllpli{:ant~ egli osservava a triturare separatamente i tre noti ingredienti, ci.oè salnitro, zolfo e carbone, che concorr ono a formare la polvere, giova però il riflette1·e che, tritura,nclo il carbone per mezzo dei. mulini verti-
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:E'·ig-. B35 • i\farinai canno ni eri.
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cali, come p1·oponc il degui:ssilllo P roressol'e, :se !IC perde n1ia gr ,l 11 gnan tit..,ì,, 111.u;;-;im c a llonp111nclo :si. d.ì nn m.oto velof·c all a wad11 n, <' ciò per l a 1Jc11 11ota fa<·i lità propl'ia a l ht polYere !egg<'ri:si-ima drl carbone tli sollevan:i e spande1·si qnal nube per Furia. « 11 zolfo, atteso il p1-iucipio viscoi:;o cli cui è dotato, è meno soggetto a questo dispel'climeuto, quantunqne alti-onde so1u111nmentc fra11g i bilc. « Il salnitro poi, consi<lcrat.o per 01·a sol tanto come mnle me<lio, si i-,t esser clota,to d 'ela;-;!"icitù (' cli 11 ffiirit.'~ g1·a rHl e t·on l'aicqua. « Come c·o1·po elastico 1lOtt basta la semplice ll½ione clpl l.1< pi-essioue dPlltt rnob cl' mr 1n 11 li no v<:>rticn le pè1· 1·i.tlmlo in pol . ,·ne finissinw, ma bisogna riconer c ,1lla [01·za d<>ll°u1·to. Quc:--to <\ H p!'incipnl e motivo Jl(•t· eui si e } tlMa ht, preferen,1,,1 n,lle pe;-;l <· i-;nlle machw ». ll Dannn osse1·ran1 inoltte c:he t1 gr,tnd<~ aflìnib'~ clel ~nluil'.1·0 <:ou J 'acqua f'a sì c he es~o s'imbeva c·CJn m ol ta :t Yiclitù èlei ,apul'i Rpai-::;ì nell'atmosfc1·:1 . Ed es:-.('ndo qtwsti rnpo1·i più copiosi llL'i luoghi umidi , come :-;ono 11att11·nlme11h~ q11("lli dPI I(• m11u ·i [aHm·p mosse ùall'acqua c·o1·rente, applicaJ1<lo il sistema del ])l'Of. S,rn · gfo1·gi, secondo il qnid e il sa.l nilro clo,·cva p1·csenLnre ::rll'arja 1111 ,1 g1·a11de supc1·fi.eic, lllOlto spesso f::a!'rbb e av,·cnnto che i nn,<·c ili essel'c ridotto in pohe1·c -finiRsima, i1 :-:alnib·o aHebbe :r Rs1rnJo la formn, di una, jmpc1·fetta p::tRta sali11n. Conclnclen do, il gcn. Danna P-Rp1·c,sse H ùesiclet·io « che si pof·e:sser o avel'c sell½tl, eoHto cli spesa i mulini., i frnloni <' t n!Jo il 1·psto P<'r poter f::t bl>ric-arc' la polYel'e scconL1o il i-:h:tcma propo~to dHl Rangiol'gi e p1·oporli (l nl 81fO ra11to i11 e1-,pericn;1,a cornparat iv:.1, in co1·so di f.1bbrien, cl.tlla qlléd e, 1·i(;ono::-<·cndo l'esistenza (lei RmTifrl'iti itH·onypnienti, poti·ebhe forse il prelodrito J't·ofessoee t l'Ova,re il m r zzo d i. 1·inw<lia,ni e ginn g(!rt' a poro a poco i:L q11d miglion1mP11to 1w11n fabbricHzione dclln polvere che si pnò de:,;idera,r c n. Il Vke-pr cside11 te Mclzi d i!spose che si focci-;i-e l'ei::perim<'nto soltanto della mMd1inn, per gr:mulare la po1vert>, già da m.olti nnni nsa.t;:~ 11ella fa blwica cli G t·<~n l'lle in Frnn cia . a1lo scopo di acc·eJ'tm'e s<· Yeramcnte elesse i tre ronsiclerevoli van t:1ggioi-i ris nltnti , di. 1:icrr vnl'<' cioè nna maggi01' copia. di g1·n 11t1,, <1i rid111Tc -
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Fig. 336 · Cn nno nie,·i g 1uwrlaco;;tc. (Da 1111 eoLlic·o 11 1'f'i ciflh' clc·g li , _.\.rchiYi di Sh1l o 1
cli 1filn,no). •
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1792 - 1815 di un decimo il 11umen> clcgli operai e di evi t..1re di spersioni, cr-:i-wHdo ntile adottarla. j11 caso affermativo . Quanto al ~anp;ioi-p;i, il :l\1i1iistro della. Guerra fu a utoi-izza.to ad incai-icare il gen . D.in11a (li ~onfe1·ir< col proponente. p er ve(lp1·e se potessc1·0 essere eliminati gli inconvenien ti segnala ti e ac:<·erl'al'c 1<~ ~pese necessm·ic agli esperimenti. Intanto il gen. Caloi-i proponen1. J1ello st·esso no,•embi-c 180.J.. che fossero stampate, come s·c1·a fatto per il Genio, tutte le ordinnnze, le l<~gg-i e i J·egolamenti reln rivi all' J\rtiglic:ria, « arma, pstesa e la più importante nel sistema presente». La spesi! si l'iclnceva a sole settemila lire. Poi.chè la, lcg·ge 4 <·omple11wnt ..w e H. XI (21 settembre ).801) s11ll'or~n111izza1.ione dell'Armafa , ItaHana non avent compreso 1wlle compagnje del reggimento d ;:n tiglieria a piedi gli ar1ifi · cie1·i, tanto necessari per le preparazioni occorrenti alle bocche da fuoco ed altri la vori r elativi al materiale dell'Arma, si snppH al difetto della legge predetta uniformandosi ai criteri con crni ei-ano allora organizzati i reggimenti d'artiglieria fran· cesi. Ciascuno di questi aveva un art.ificie1·e per ogni compagnia. Jn Italia invece la foi-za di ciascuna delle venti compagHie del reggimento tl"nrtigl.ieria n piedi fu coi.;tituita come segne : 1 capitano di prima classe, 1 capitano di seconda classe, 1 tenente di prima c1as.se, 2 tenenti. di second a, 1 sergente rnH)!g'ÌOl'P , :-; sergenti. 1 c·a pontl fnriN·<', :-; ca porn]i. J artificieri. 30 cannonieri di prima, classe, 40 di seconda e 1 tamburo. I n totale, 92 uomini. 0
~el 1, 05 Napoleone, pre vedendo non lontaua, una nuova gu1·1T;i c·o11 l' .Austria. foce app1·0YYig-i.oJ1arc t ntte le piazze forti Gel Regn o e allestire Hcll'ar!'iCllùlc (li Paxin un eqnipaggio di eu1111mgna di olfTe 100 p:•zzi. Alla fiH C cli seltembre di qneH'anno tufto era pronto e 1a rnifor,::t ita lian11 11umel'ma 24.000 uomini. -:1-200 cavaJli, 120 pcr,zi cl'artiglieria, pi ù 4000 J:olacchi con 80:~ cavalli; nell'intcr1w 34:00 nomini con J 200 cnvalli. Complessivamente 31.000 110111i11i con G:.WO cavalli e 1 20 pezzi cla ca mpo (Za110Ji, op. c- it ., Yol. II,p:1,g. 23). Co11t<-1nporn11emnentc l'Jrnperato1·e. van·ato il Reno , con abile disposiziolle delle proprie fo r1.:>. sorprendeva :--ull'allo Da-14.80 -
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IL GEì:\EHAf,1;: LECHI 1,; IL GE:'.\EHALE CAFF,\RELLI
nubio l'esercito austriaco condotto <lal gen. ì\fack (fine sc~ttembre), costringendolo a, ehiuclet·si i.n Ulrna, e ttd arrendtlrsi prigiordero con cirea 80.000 uomi.ni clopo pochi giorni d'assedio (20 ottobre 1803) . In tutte le opera:doni cht precedettero la presa di Ulma, Teo doro Lechi, valorosissimo bresciano, che già si era distinto ~•l ritorno di. Bonaparte in Italia, dopo la, spedh1ionc in Egitto. si trovò al segnito <lell'lmpern.torc!. Egli era alla testa della Gna,rdia Reale, quando quel Corpo fece il suo solenne ingresso in Monaco spiega.nclo fra i moltisshni. trofei -11> stencla,rdi. presi al nemico . '(v. Zanoli: op. cit. vol. II, pag. 29). Assistè poco <lopo alla, ba,ttaglia di Austerlitz, che si decise tt favore éli Xupoleone senza, che fosse necessario il concorso della Guardia. I hisogn'i dell'esercito e le riehiestc ddl 'Imperat ore, in fatto d i a,rmi e di mnni½ioni, aumentavano eoll'aumentare delle guer· re. Per provvedere specialmente alle forniture dei proiettili, il 1·· marzo del 1SOG il Ministero della Guerra., stipnlò con la ditta Giacomo Pansiotti e nipoti di Varal10 1 nel dipartimento d'Agogna, che possedeva va,1·ie miniere di ferro, un regohwe contratto d<:'lla durata di tre anni, durante i (ìuali la Ditta doveva fo.rnirè SOOO proiettili da 2J, 12.ùOO cla. 12, '7500 da, G, 2000 bombe da, 12 pollici, 2000 cla 2 pollici, 2000 granate da 6 pollici, 2000 da 5 pollici e 5 linee, al prezzo di L. '7 per ogni rubbo di Mila,no, con<.;egna a Pavia . Nel lo stesso mese di marzo, il gen . Pino fn J1ominato primo capitano della, Gmtr<Ha, Real e e quindi sostit11ito nd Ministero della, G nerra dal gen . Angusto Uaffardli, aintante di campo cli Nçcl~M.
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Il Caffarclli, clopo un giro d'ispezione nelle diverse piazze, riferì ehe gli stabilimenti d'artiglieria di .Mantova era.no in pien::~ attività e che le eostruzioni erano fal'te con molta preci· sione. I magaz7,ini della, polvere e delle muni ,1,ioni erano pe1·fet ta.men te tenuti. Con decreto 21 marzo lSOG fu sistemata la Direzione dell' Ar tjglieria in Istria. Acl esso .seg-nì il decreto clel 1:S giugno, con eni Sua Maestà stabilì che facessero parte del corpo di Artiglieria le qnattro Dire7,ioni di Pavia, di. Mantova,, di Venezin e della -
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1792 - 1815 J)alJna7,ì tl. Con nl.t1'0 <kt rcto del J9 luglio fu organizzato il Corpo dei can,noniel'i di Marina e fu istituita una Dfrczione d'artiglie1·ia di ir:u·ìmt, clirelt'a da un colonnello incaricato di tutti i eletta.gli .r ela tivi alla, <·ostruzione delle atmi e delle 11rn1tizioni e alle fonclerie di guena della ?iliirina (Govei-no, p. m., :\Jilitare, carL JJ). Nel nove mbre fu ist·iJnita nna fonderia di cannoni di feno pc1· il senir.io d ellè.L Marimt a J 1 ontevico. Propi-ictario della fonderia di Pontedco c1·a il sig-nor Gael.:ino ('ado)ino. Questi asSÌ('lll·a,va tl1e la sna, fo11de1:ia. pc,teva, dare a,.nnnalment e 140-150 mi la rnb bi cli p1·oiPttili. I dencti che a bhiamo cii a ti 11011 co~ti tuiscono che una, parte elci 11umc•1·osi prov,·c~clim cnti a,clottaii per l' A1·tiglierh1, del Regr)o nel 180G : ma hc1i;;tano a chnc un concello prcdso delle sollecite cure del ( ioYetuo pei- J ·.. \ l'llla. Occo1:re, in vece, l'ipctcre, per l'ulreriorc svolgim ento cli que sta rapida 1·assegna degli innu111crernli. sforzi compiuLi dagli lt.:1ibnni. a, fa\'Ol'e della F1·n11<·ia,, che dov11nque l ' Artiglieria lta,liana Ri tl i stinse'. La l>frisione italiana, to111.111data da Pietro 1'eulié, eutrava i n cam1)agna p e1' nssoggetlnre la Pome1'ania Prussiana; l<'i1ippo SevProli 1·n ggi.uJ1 gern il Corpo cJ'ese1·cito guidato da )1assena, alla conquist,L clel 1·eg110 di :Napoli e prencleYa pùrte all'assedio di Gaeta. Fra11ce:-:c:o Neri, capo sq nadro.11e d 'a1·l;iglieri.a , con Rett e Cf!n11011i e soli q 11a ran(a nomini cli fanteria, si. difendtva eroica· mPnte 11ell'isolcl1.1 cli 'l'n~miti contro gli attacchi delle navi inglesi.. Ma cldl'nzione degli a,rti glieri itnJfani nelle guene n apoleonic-he padcremo più avnnti.
Col 1807, cci;;saie 'le cause c:he avevano determinato l a straordina1·ia 111issio1w del generale J\ ngusto Caffarelli come Ministro clrlht Gnt>i:rn del Regno Italico, egli fn richiamato da Napoleone al s110 posto cli aintantc cli çarnpo. Il portafoglio della guerra fu qnin<li conferito a l gen. Giuseppe Dannn, che nei sedici mesi. di :;.110 g·ovc•rno molte cose operò a favore dell'amministrazion e milifare in genere <' cfoll'.\rliglieria in ispecie. 'rra l'altro istituì il D eposito d'istrrndone dell'arti glierfa, (decreto 20 a,gosto 1807) 1n·0sso il reggimento d ' nrtiglieria a piedi. Ri ceveva i coscritti e,
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Fig-. 337 . G l'lt ppo <li uni fol'll1i . l O Artig-li 1>ria. n UaYallo !lclla"(:'.',11 n1·cli a Henlt>. 20 T l'fic ia lC' tlell'A1·fi~liel'i11 a cnYallo rfo lln G11n1·d ia R C>nlP. 30 U l'l'icinle d'A rt i~lioria n J)iecl i. (Da 1111:1 pnhhli<-nzion(' clelJ'11rricio Stol'ieo cl C> L Comando rl<' l C'ol'pO rli. S tato 1\Jag:1,!.'ior~' : Gli. 1taliomi in H11 :os-ict, n el 1812).
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dopo :werli istruiti, li faceva passare aUe compagni.e: era di1·etto da tre ufficiali e cla ven tnn sottufficiali. Men ti-e LA1·tiglieric1 italia11.1 si copeini <li glol'ia fuori <l' Italia , a Mil a no il ge11era le Da1111a non riposa.va . '1'1·a l'alt1·0, essendosi forma,ta u na Di reziouc d'artiglieria per l a. Dalmar.ia e Je Bocche cli Oattal'o, qnH,ndo il generale in ca,po co11w11Clante l'ar rna,ta dell.t Dalm.1r.ia voll e fo nna,r e a B agnsa tma Di1·c1.ionc p1·ovvis01·i;1 d'm·tiglierh~. sori-e la q1wstione Re H R egno a·rta,l ia dovesse co11fei-111u1·Ji1. Sn c<mfonne parere del Da1l11 a, il 13 m.ag1!ÌO 1808. il vicen~ E ugenio rcscPisse (iu frm1 cese) : « La Dalm:tr,i;:i e l' .A 1bani,.t for mano mm, Di 1·eziOJJC d 'artiglieria H,ppartenente al R<~guo d'Ita li a. H,agt1 sa è rn1 a Direzione provvil:;oria per l' a1·11u1ta della D a l mazia e c1e1l' Albi1nia. 11 colonnello 'fricquenot è il d ii·ettore nomiun l·o dal Governo per Ja, Dalrna.zia e l ' Albania . Il ge11 crale comanclaJJ1·e in c:ipo clell'anuata di Dalm azia può conii.dai-e a nc he ]a Dir<'zi01w di R agu~1. a, questo ufficiale supei-i or e . nH~ riò non è 1m.1, ragion e per confondere tntto. Il }finistro delb Gnei-ra non cl eYe ricon o~rere c:he fa. Direzione cli D.1lmazia e d'Alb.rnia per conto del Reg-no d'Italia)) (GoYei-no, p. m., Militar,~. cart. 11). ~e1 luglio dello i-tc.·so a1111 0 1~0, , il )'fi nistro cl< lla Guerra, fu invi tato a pi-csentaJ'e un pl'ogetto per l 'arsen:i le di Ancona. L,L Corte e i fa bb1·ica ti cli penck11 ti dal con vP11 to di S. Donw nico in qnella c-ittà fm·ono messi a clisposizione cl<>ll'Ariiglieria e formn,r ono l 'nrsenal(~ e il deposi.io clel JXlr(·o cli r ampagnn (GoYerno. p. m. , )filitar-e, cn rt. 12). 4-\.lla. fine del 1 'OS l"Esercito italiano co11ta,·a JJ.000 nomiui. (iOOO ca.valli, 1111 parco (li carnpn,g na, cli 120 pezzi, (iOOO marinai. LL Mai-i11a: 'un a :-.qnadrn di~ [1·ega,te, oltre i legni 111ino1·i. Questa fo rza N·a CORÌ d hi:-a: l T.000 noruhti COll :3000 CHYalli i n Catalog11a, uo111ini a ('orfù (' il 1·es t.o nelk piazzp clel RPg-110. Nel ·1 '10 l'lmperatoi-e: con decreto del 2~ gennaio. ordinò che fosse tecl n ta n,L R.r~g-no tuil11, l 'artiglieria in istaLo di s1~n il'e n pparte1w11 t,~ a lfa Fl'::I Jl('Ìa ecl ei-isten t<~ n elle dii-erse p iazz~·forti tlel Re~no. Reg-uìbt la consegna. dove,·aJJo ei-~er<' richiamati i n P .rnncia, i direttori e i cu~todi cL1rtigli eria fnrncesi , affida11don8 il sel'vizio a ll' Al' tiglkl'ht Itali.ma. In conseguenza . le artig-lieric frnncei-i P~istenti nelle piar.r,c di Vrnezia, Pnlmanova, Osoppo, 0
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RlOIWI:s'Ai\rnlS"TO DELL'.-\l{'.l'IGLIEJ.ll.\ l'l'ALlA'.\'.A
Legna.go, Man1·oya, Peschiera-, Ancona e Pizzighetto1u~ furono consegnate al Regno cFita.lia (Governo, p. m., Militare, cart. 11) . :Sei. 1811_, U genera,le Da,nna,, quan tunque incaricato <li nuovo <lel portnfoglio della Guerra, clopo un l\1inister0 Oa,ffarelli., eonservò la direzione del materiale d 1 artiglieria, col suo capo di Stato Maggiore, Nata.l e Beroaldi Bianch ini. Rotto l'esperta, guida dell'illustre gellerale, l'ormai. importantissimo ra,· mo dell'esercito non lasciò ntJlla a desiderarf~ e g-randissima lode ne ritrassero il Danna e il Beroaldi, che. do tati <li pr'ofoncle cognizioni in tutte le materie relative a 11' Arti.gli.eria. elevarono l 'Arrnn a un grado eminente cli perfezione. L'Artiglieria, italiana fn nuova,· mente riordinata, nel medesimo anno 1811. ]'u composta, di un reggimento a piedi, su due battaglioni, o!!:ni bat·~ taglione cli.viso in dieci compagnie; un battaglione <li tre compagnie di ponto11ieri; una compagnia di arma,iuoli. tre compagnie di operrhi e un deposito (totale clel reggimento : 3590 uomini, compresi gli ufficiali) : di un reggimento di a,r tiglieria a, ca,va-llo (524 uom i ni, · coÌripresi gli ufficiali, e 40.0 cav:al li) ; di due battaglioni del treno. l'uno di sei. compagnie, l'altro di sette, compresa, quella di., deposito (1582 uowi- . ni, 120 cavalli da sella e 1450 da tiro) , T comandi delle 64: piazze d'l.ll'DlÌ -
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Fig. 338 - L'Eco,ror, c:nnnon,) rrau CO~C tla eaJllJ)HJ:?;llct, d i brOJl· zn, mm. (l5, g.,1,1a.to ,t Torino nel 1809.
l'i9~ - 181G
ùcl Reg110 furoHo cla:-.siticuti : :! cli p1·irua d.isse, ~ di seconda,, G di terza, M di qual'bl. · Fm·ono ,uu:ht-> l'iordina te IP q11a t.ti·o Vi1ezioni ct·al'LigJinia di Padont, l\f;1,11 tova, Yenezia c<.l Ancona, I<~ due sottoclh-ezi.oui di Dre:scia e di 1':1lrnu11ovU, e l' ,.u·mel'i,t lli Milano. Delle tlfrezioni e1·a110 tU0Ju1·i i colonnelli ì\Ia;.r,zucchelli. Pat roni , Cuce T1-icque11 ot ; delle sottodirezioni i <.:api di bat!Hglione Hlolltl el e Ai11:,;:,;a; d t•ll'nrrn eria di Milano il capitn110 Dei-ma;.r,iz. La ptima J>irezione d"artig-Jie1·h1 <:ompi-pndeva i dir.ari i111.•Hli d<•ll'.A<lcln. (lpJl 'Ag·ogwt. clell'<Ho11:1. d : 1 .Lario, cl l-'11'1\l ~o ]'o: : <· · :-:ide11 z:1 <l el dil'eltore a l';t\'Ìa. l ;\ :,.; p(:,,nda l litezio1:e c:o mp1·t>JHh·Ya i clipa1·t·imenti del )i111C'io. dc,ll'Aclìg(•. dèlL~ lto A<ligc. cl<>I Cros t·olo, del Panal'o,. del Reno : 1·N,lcle11za del cliretto1·e a )f..111tova,. La terza Dire;.r,ione compren cl c,nt i dipartimenti dPl Pa s~a 1·iano 1 dPl Piave, del '1'a.gliame1tto , dell' Aclri::~tico, <.l.el Hacchiglion e, del Bre11ta , del Basso Po ; residenza del èlil'ettol'e a Yenezia, con una sottod irezione a PalmanoYa. La quar ta Direzio11c . infine, comp1·ernJev:1 i dip:11·timenti d el 'rronto , del JV[us011e, del ì\fctauro e del Rubicone; setlc ciel Llirctto1·e : Anco11a. La sottoclil'ezione i!-oltitn c·om1n·<, 11deH1 i cli.pal'tilneuti drl ì\frlla e (lei Seri.o: re:-;iclr.nza d<~l ~of-fo1liT'0.IJ01·c: Tfrescia (Gcm.! r· no, p. m .. }Iilita1·e. ca ,·t . 11. <lec:rdo !) !!·<>1111;1.io 1SJ l). Xcll'ng-oi:;;to <lel 1811. Napol<' OnP nominù :.'llinii-;tro della Guet · J'H e }I.u·iun il gcnrrnl<\ Ac:hil lP Fo11t,111PLli. Qnesti. nppe11a n l potn·e. espl kò un'attiYi tiì a1-;se111rnl:1 e p1·ofit:11a . Per quanto conce rnt' L' A..1·i'ig-lieria. 1·nvvivù le indnsfri<! nelle vnl li hresc.inn e, dHnch dgoPoso impnlso alla fnhln·i cn'l.ione drlle nnni: erp~sc a Cnio11rito uu ntsfo,simo edificio nel u.·o foncl e1·ia di h111no11i cli fc·rro; ampliò il fahlwirnto nd nso <li fo11<l p1·ia, dei cannoni n 0
PnYi.a.
Pl'e,ccl endo poi g·li ;1v,rni111P11li <· hr. matnravano nel tempo, fPl'e arrnin·e di t ntto pu1ùo rd npprov, ..ig-ionarc le otto piazzeforti c1Pl Regno, ponen dole in i~b1to di <life~a . Nei novemb1·r. del 1811 l ' n~tri per l'app,)lto delle arrni cfa fuoco portabili, ten nta negli nffìei cl ella Direzione Generale cl' Artiglieria, era andata deserfa. La fomitm·a cli qur.ste anni incontrava, gravi os!-acoli. rcr-
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L'Ol'l~IL\ UET, .\IJ;,,;1::;TJ:O GE;,,;EIL\LI:: FO);'fAN ELLI
c:he le imp1·ese dichiaravano che esi:;a procumvai loro fo1· ti pe1·dite. AUotai il Ministl-o Fontanelli, staibilitc le tabelle dei pl'ezzi pat,r,ia li di ogni. articolo componente 1·arma, del le in app~tHi partic:ola1·i le sole c.::.urnc; ma ben presto dovette l'i11un cia1·e anche a qn e:sti appalti pa1:ticola1·i, pel'Chè gli appaltalol'i non os:servavano i patti stabili ti. D'altra parte, costituita 1111a H.cgia, la sot todi1·e,1io11 e cli Brescfa, co11:statò che le cairnc fabbricate clalln Regia 1·iusciva.no costosissime, e$Sendo il loro prezzo risultato di L . ~U ciascuna mentre~ agli. appalta tori erano pagate L. 14. Ciò che a,umeHtava i.l costo era. sopratutto il gl'an nnmero di scarti, dipenden te claJ cat t.ivo metodo di fabbricazione e clallc.1, pessima <prn lilù, cklle m,1,t-.e1·ic· p r ime~ impiega te nella costr u½io11c. A riparare al primo inconveniente si adottò la massima di far costrnire le cairn c al m:nLeìlo e non ·più al mc.1,glio. Ad eliminar e il secondo, si adoprò feno delle Yalli del lago di Como, r iconosciuto il migliore per simile scopo. Con tali rimedi il prezzo diminul e servì di base ,dla fo1·ma zione delle ta,belle per i nuovi appalti; ma, non avendo alcun appaltatore adel'ito, il :'.\fi11istro adottò senz'altto la mauiJa.ttu1·a per e;onto regio (A . S. M. , Minii,tero <l ellft Ouena, ca1·t. W). Nel dicembre dello stc~i:;so nm1~, il Miuist1'0 F ontanelli ot·clinò a,l colonn ello Bidasio, comandan te l a Scuola. torico-pratica cìi P avia , che si. istituisse nn lnbor uL01·io per gli artiJici eri sotto la F-OrveglianM, del capita no }lcllinn. Gli nrti:fici da costrnil'e r che occonevn110 cl' nrge.n,1:~ erano : p:11le lumin ose 1)er mortai e cannoni , palfo incenclial'ie da 31>, 2•t e 18 (facen do contemporaHeamen te esperi wenl"i. sn p roiettili v11 ot i dei va,ri ca,libl'i , r jpieni cli rocca a fuoco con 3 o G occhi. e spolette simmetrica.mente disposte), torce a ven to, fai,:;telJi. tol'tclli ca,t rarn n.ti , ra½zi da segnale, miceia. )folla fa bbricazione ordinò che si p1·aticassero diver se closi e di versi proeessi, ner riconoscere llall'cspe1'i.<•nza quale fosse il migliore~ e più econ omico sistemn. stendendo poi analoghe memorie e él etermina nclo in <'Sse la precisa qn:mtitù, dei. genel'i da impiegarsi cd i'l costo cli cia.'cuna, i:;pecie ùi artifici . Tr asm ise n,nche alla Di rezi.one d ' .Artiglieria cli P avia il disegno delle bombe 1-inforza te da 12 pollici e delle grana te a mano
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del diametro delle pnllc da 3. La diffetcnzn delle bombe da J 2 pollici sta,va in ciò, che la, grossezza dell'occhio era stata :6.ssa.ta i.n polliei uno e linee otto e mezzo invece di l pollice e sei linee. La cavità interna era, stata configurata con un raggio eccentrico, per modo che il peso delle bombe risultasse di circa 90 Kg. Queste bombe erano particola,rmente destinate ai mortai. a camera, sferica di nuova costruzione. Alcune modificazioni era,no sttLte fatte anche ni manichetti, circa i qn:,Lli si indicava la costruzio11c sintetica allo scopo di aTerli tangenti a,l1a bombfL verso l'occhio. Qua,n to alle grana,te a ma.110, il i\Ii.ni~tro aveva deciso che avessero il diametro delle pnlle da G circa, anche perchè potessero più facilmente esRere la,nciMe a rna110 e quindi riuscissero <li migliore e più spedito uso rn~ll'a.ttaceo e 11clla difesa delle piazzeforti (Ministero Gnerra, cart. 'Hl) . Ed ora ci avviciniamo a quei giorni Dei qun li. essernlosi fi\ciolto il vincolo dell'allea1)za eh~ a.veva, stretto l'autocrate di tntte le Russi e all'Imperatore~ dei Francesi, questi predisponeva le armi del suo vas~issimo Impero, nonchè q.nclle del Regno <l'It:1,l ia all'invasione d'ell'immeuso pnese della steppa, del freddo, cle1la solitndinc, del silenzio. All'a,l ba del 18 febbraio 1S12, Achill.e FontaneHi schierò sul campo cU "J)farte in Mjlano, a ra.si:;egua <lel Vicer<~, ventimiln - tm fanti e cavalieri, con proporziona.to treno d'artiglieria e cat·riaggi. e dnqliemila, guardie reali, che Na,poleone destinava a, forma1·e il quarto Corpo del suo e:::ei-cito, affidato al coma,nclo cli Eugenio Beauharnais, il-valoroso p1·1nc-ipe che riconoube l 'eroismo dei guerrieri ita,lil:mi. Cou ari,1 di mistero uscì dalla cittù, quella eletta e formidabile schi era, spensierata, contenta, incHriosa del proprio destino ... Vedremo in altro paragrnfo come, 11ell'azione dej. nostri artig'lieri in Russia., in Gemrnnia e nella, nltima campftg11n 11npoleo11ic:a, coutinrn1ssc a 1·ifnlge1tc l'eroismo Haliano. Abbiamo d(~liù,~rat,1,111e11tc trnscnrato finora tntte le notizie concernenti la Scuola di ,ivfodena, argomento che, per la sua irnporta,nza, (~sige nna tra ttazione ordinaJa e omogenea.
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Fig. 889 - Il Genel'ale Aehillc Fontanelli, Minis tro della G uerra ùel R e-: gno d'Italia.
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Con legge 24 brumale anno VI: articolo G si decretavt1 la creazione in Modena della, Scuola .Militare di Artiglieria e Genio. Sappiamo, dal clecrl~to del 2~ nevoso VI, come ogni ufficfale che non fosse stato in grado di superare gli esami pe1· l'anunissione nei corpi d'Artiglieria o Genio, ma, possedesse iuvece le qualità necessa1·ie per servire utilmente in altro Oo1·po, sarebbe stato passato a,i reggimenti cli linea, se.mm pregiudizio del rispettivo grado. Come si vede, già a]]ora era inva,lso il sistema, dim1) stratosi poi dannoso, di p,1ssa,re in fanteria gli ufficia,li di artiglierii:t riprovati ngli esami; ma la, concessione~ era acc:ord11 tn, solamente a,gli. ufficiali già ùi senJi,.~io. A parte tale eccezione, si deliberò che nessun nuovo uflì.ciale d'artiglieria potesse essere nominato, se non avesse compiuto pl'ima i regolari studi nella Scuola di. Modena. La stes:%1 legge accordò che un terzo degli. ufficiali del Genio e dell' Arti . glieria, potesse essere composto, per quella soh~ volta, da ufficiali fra,ncesi e che gli altri due terzi fos:,;ero Cisalpini , Italiani (fa legge fissava una differenza fra, tali due clesig:nazioni) e .Polac:chi, con ht preferenzi.t ai primi su tutti gli altri. La Scuola cli. )fodena fo allidata a,i più ct>lebri maestri, ,ii più ri.nomati matematici de11 'epoca. Suo scopo el'a quello di istruire perfettamente i giovani u:fficia,l i destinati a servire 11dl' Artiglieria e nel Genio: dovevano aver compiuto l'età di anni sedici e non oltrepassare quella degli anni venti. Gli allievi avevanQ il diritto di cow-;eguire il grado cli ufficiale alla fine del quarto anno . Preseinclenclo da qu,mto vi si i11segn,wa agli ullievi tlestinàti all'arma, del Genio, diren-10 che gli insegnam<~nti l'igna,.1·clanti l'Artiglieria cominciavano da, un trattato sui nitri e sulle polveri, sul modo cli fabbricarle e conservarle, per evitnre i terribi.li inconv<~nienti, i pericoli ed i guasti. cl.elle esplosioni. Reguiva, l'insegm~mento di tutto ciò che si riferiste aHe armi cht fuoco, con le istruzioni relative ai calibri clell(~ ar1·iglierie dn, campo, da assedio, di m::i,dna e cln costa. Grn nde importanza isi dava, alFinsegnamento · della, balistica, che dettava i principi meccanici. per il tiro dei -proiettili e le Joro varie specie. Nei la,vori cli assedio , n, com incia.re da quelli cli trincea si.no a q nelli della breccia, gli allievi erano esercitati continuamente. Veni0
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LA SCUOLA D, Afd'IGLllmJ A E GENIO Dl ll.lODE);A
vnuo infine istruiti 11ella rilevazione dei ponti miI.ita,ei e sulle maniere di eostruirli o 1:ousolidarJi o dist1·uggerli, seeondo i bisogni. A Direttore della Scuola fu 11ominato il Capo l.H·igata dei Genio Leonardo Sa.limbeni, veronese, e poi nel 1801 il Capo bl'iga,ta, Antonio Oaccianillo, rnilarn~sc. L'inaugurazione della, Seuoln, avvenne con grande solellnità, il 23 settembre 17HS nella, grande sa-la del Palazzo Na,1,ionale, odierna sede (lella, R. Aecademia, cli Fante1·frL e Cavalleda, <-\ vi int ervenn ero autorità,, professori. cri alli.evi. Questi subito raggiunsero il nume1·0 di 28, più alcuni aJlievi aggiunti : i 28 allievi erano stati dichiarati idorn~i rtll'amrnissione dopo esami dn1·a,ti parecchi giorui; gli arnevi aggiunti fnrono ammessi perchè occorreva aumentare g:li. ufficiali del Corpo del Genio e dell'Artiglieria. F1·a, questi ultimi, Foscolo Giova,nni di Za,nte, fratello cli Ugo. La dura,ta del corso fu stabilita in tre a,nni; per gli allievi meno capa.ci in quattro. Per essere amrneRsi alla Scuola di Modenit bisognava cono scere almeno l'aritmetica, la geometria, l'algebra., eomprcse ]e equazioni del terzo e q11arto grado, gli elementi del disegno di fignra, e di. architettura ci vile e, i11/i;1W, bisognava. a:vere « la, co gnhione dell@ scrivere purgatamente la .lingua italiana, )). Il nnmero ordinario degli allievi dell'fatituto era di. 27, cioè ~, pel' ciascuno dei tre corsi. Gli allievi cl.ella Seuola a,vevano lo st.ipenùio di lire 1200 annue, mentre l(~ provviste cli libri scolastiei, carta, colori , strurn e1it·i ecc. gravavano completamente snlla. cnssa, dello Sta.t.o. Gli allievi, i quali aveva,no n grado di sottotenente, terminato il corso deg]i studi, passavano col grado di tenente uel Corpo di Artig-lieria o in quello del Genio, tranne, beninteso. colo1·0 che si fossero dimostrati inadatti, incapaci o indisciplina,ti, i quali veniva.no senz'a.ltro radiati dalla scuola,. Poieliè gli aspiranti alla, S<.;uoJa. di :Modena erano spesso in 1111 mero snperiore a quello fissato cfal de<.;reto, si soleva fare un pnbblico esa,m<~ di ammissione, per scegliere fra i concorrenti. i nove più capaci e più istruiti. Il primo anno era comune per tutti. nov<~ : ma aJla fow cli. tale primo corso si sceglievano fra i 11ov,~ a,llievi i dne rneg-Jjo disposti a, servire ne] Genio e nelle Compagnie a,nnesse, mentre gli altri sette erano destinati al-
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l'Artiglieria,_E nei .due anni suc<.;essivi gli studi erano in parte comuni a tutti nove, e in par-te divel'si, relatinunente all' Anrw a cui ernuo destina.ti. Alla fine del terzo anno, se quakuno deg.!i allievi em giudicato non completamente matm·o per la norni11:1 a tenente, doveva rimanere un altl'O anno nella, scuola. L'anzia1tità. rispettiviL dei giovani ufficiali era fissata in base ai punti otten uti ne.lle varie materie negli esami finali. Lo stesso decreto, a,utorizzando il dil-ettorio <'-secutivo fL provvedere modelli, apparati cli macchine per la fisica ccl altro ad uso della scuola, stabiliva pure che fosse scelto un valente artefice al quale si desse alloggio e conveniente stipm1clio, con la condizi.on e che abita,sse in Modena e non lavorasse ad altro che alla, costruzione cli strumenti di matemati.ca aèl uso della, sc:uola stessa. La, Scuola Milit:ue napoleoni.ca cessù di fmrnionare dal maggio 1799 al l'' ottobre 1801, in seguito all'invasione anstro1·11ssn.; ma il 25 giugno clel 1800 i France8i rientravano in Nlo clena, e con proclama del 24 termidoro anno IX (12 agosto 18(11) j I. Governo della Repubb'lica, Cisaipina decretava che la Sc.uola Militare del Genio e dell'Artiglieria venisse riaperta. La ria,pertnra ebbe luogo ìl 21 ottobre con una solenne ceJ'imonia per Finaugurazione. Coma11dtLnte fu, in questo secondo periodo, il Oaccianino. Nel giorno 25 settembre 1SOR il Governo proclamò kg~e della Repubblica il decreto del Corpo legislativo del 18 settembre, col quale erano stabilite nuove discipline e regolamnti relativi a,l la Scuola militàre del Genio e dell'Artiglieria. F u ordinato, con questa legge, che il numero dei giovani della scuola predetta,, stabilita. in Modena, fosse di 3G, lasciando in facoltà clel Governo (qua.I.ora lo esigesse il bisogno delle dne Arrui del Genio e dell' Artigli.cria.) cli a nmentare questo numero sino a 40. I giova.ni furono divisi in due classi: Ja ' prima composta di alunni che s'istruJssero nelle scie1rnc teoriche relatiYe al Genio ed alla. Artiglieria; la seconda di aUievi che avessero il grado cli sottotenente e si istruissero nell'applicazione e pra tica delle scie111.e indicate. Il corso clegli studi cllmtva un qua driennio; di cui i primi du e a,~mi si clest.i11.wano alle teorie, e gli altri clue all'applica,7,i.one delle teorie alfa p1'a tièa,. Nel primo -
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L1egli u ltimi tl ne ..urni , l'islrnzioue era, comun e a tutti gli allievi tlel Ucuio e d till' Artig.liel'ia; lll'll 'ultim o arn 10 J"istru:done era :sepa rata setontlo u pi,wo pl'estabilito ùal Governo . ~ cl primo ti11110 la parte scientifica, comp1·enclcva: rnatem:1lica a.11alitic11, geom etria clcscl'iUìva., geodesia, mecca11i<;a, elettricità e rnagn ethm10, chimica; nel secondo an110: calcolo sublime, calcolo cll'lle n1l'h1 zioni, geometria sol ida, a pplicazioui all~t rnecl':1,11ica e a,11 'i.drn ulica. }Iolt.o svilnppata. plll'e la, p,H·te mili.ta1·e che conipt·PndeYa : or·ga11iz,,,azio11<> e taJ1 in1 milit:ll'e, ese1·c:izi pra lici <li fanteria e a rtiglieria, scherma, bersaglio e nuolo nel p1·i1110 a .1111 0 ; marn•ggio, tat.li ca,, stl'a,tegin, esercizi milital'i, ginna st·irn. clisc~uo g-Po<1ctico ùtl csallo, n el secondo a uno. Dnl'ante il corso allievi, nel terzo anno di scuola, l'istru,,,ioue e1·,.11 (JU,Jsi. tutta militare e maten1n tica. La parte mili.tal'e 1·ifl.ettc,·a la fodifìc.,1:1,i011c I:! l'a1·tigliel'i,L. La fol't iJicaz.ione comp1·enùeya, ca1·1:og-rnfia è ticog-nizioni .m i li tar i: castrametazione e disposi:1,ioni d i m.lf'f:<· , u tta.c:chi, opere c:ump,1 li, storia elc i.l' arte di fo1·tifiearP. giorn:1 li di asse<lio. di. di'l'esn , ecc. L11 parte ai-liglie1·ia cornprnllclent : nitri, poh,eri, a1·mi di.V<.'rse , ualifstie.1 , lavori ,Ji asr.;ecl io, ponti milit,ni, mi11e, esercizi teorici e prati.ci., ec~Xcl quarto a1mo l'i nsegnamento e1·a separalo, come già, si è detto, a secornln c:he i gioY,rni Ht'guisse1·0 il cor:--o del Gf•11io o del l'Artiglieria, e comprel1<kva 1111 i11scg11:1111e11to più particolaregg-iato di fortiAc·azi011i pe1·mfllle11ti e campa li 11e1· i primi , e di :ntigliei-ia per i secondi. . J./on1.rio el'a il seg 11eute: nel.i.'in Ycr.uo (cio('! ol tobte, novem L,1·c, <li cemb1·e, ge1111aio, fcbb1·aio e Jlhll·w) levata ore G 1/2, appello: dalle T ..dJe , r.;tudio in stanza; dalle ii alle 3 studio in seuola, intenoUo cla m1·ont pi-:r la sche rma ccl il pra11zo. Dalle 31/2 all'Ave l\Jn l'ia (tirca le 3 o Je 6, !L seconda dei mesi) libera m,cita. titirata , poi due ore di studio in i.st:1111.a, cena, appello e alle 9 l'ipo-,o. ~eU:estate levata alle 4 l f2, dalle 5 all e r:J mano n a cl ',wtiglit•1·it1 in c·o1·tile o Cf,;Crcizi geoLletici in campagna,. ÌH p:iol'lli alternnti; <.lalle !) aJle 11 l'iposo, poi p1·anzo e scuola ·fine> ,!ll e 2, dalle 2 alle fi lillerh't inlP1·ua, dalle i"i nll e , esercjzi militari; cli1lle 7 nll(' S 1!~ u~cita , i-itìrata,, <·<!llH, a ppello, poi ri po~o . -
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1792 · 1815 Al pdncipio d ' ogni bie.1111io si ammettevano a,lla Btuola ta 11 ti alunni, quanti emno i posti 1·imasti Yacanti nella pr ima c·lasse; lt1. promo,,,ione dalla dnsse di almrno a. quella di. allievo < 1·,1 prc· eedufa dall'cs,11ne cli capacitù, obbligandosi a l'i.manc1·e nella pl'ima classe pe1· un altr o co1·so di i:;tu di quegli alunni i quali. per ca.usa di malattia, o altl'O grave impedimento, non avessero potuto assistete alle lezioni, e quindi rendersi bastantemente istruiti per pas. ·are alla prima classe; nel c·aso poi che I 'incapacità, provcnii:ise cla colpa clell'alu1lllo, questi doveva l'iLirarsi da,l la scuola. Re::.tava ~ta bilito cl,1lla, legge n,t,desiurn che il Gove1'110 detenni nasse sulla fine <lel te1·zo anno cli daseun coi·so qnaclrien· nale il numero degli allievi da dal'si ri::.pettivamente ai Coi-pi <lcl Genio e dell ' Artiglieria, e ciò 1·<·lativ:.un ente ai bisog'ni clw i COI'pi suddetti presenta.sse1'0 in qnell'cpoca. GJi allievi <lichia 1·n ti cli maggior merito aveva no la i,;celta fra le <l ne a1·mi clel Gc1iio e del.I' Artig.lieria, per l'effetto incli.cato nell'articolo JH'eC('· 1
dente. Quando, in conseguenr.a cli questa scelta, fosse completato il contingeut-c in una delle due Anni, gli nllievi r esiduati spett.1,vano 11ecessal'ialli<; 11 t·c all'altt·a. Il Govc~l'liO stn bilì appo:Sii.t · mente ]e discipline di cautela per questa operazione. I pl'imi posti Yacn 11ti nei Col'pi del Genio e dell '.\. r1iglie1·h1 1"iservav:tnsi agli. alliC'vi, eh<• i::i trova vano nella i;;cuola. colk p1·opo1·zioni d('t<>rminn te clall<' lcg-µ:i l'ela tiv<• agi i avan7.a men ti rnili.tarL Nel c·nso d te i Col'pi del Genio e clell'ArtigliPi·ia noJJ a\'esscro posi:i rncanti per gli allieYi c·he e~ds~cro dalla scuola, qnesti <'t·nno impiegati nella loro qnalihì tli. tr11Pnte, oy1mqtw 1i <leRti.Jlù\',.L j] (fovp1·no, iinhtntochù si facesi-;c lnogo per rssi nel · l'nna o nell'al'ma Al'ma, giusta le pl'ceeclenti prc::;crizioni. Erauo ('Ompnta t:i, a tenore della, clt"tla legp:<:-. qnn ttro anni cli. s< 1Tir,io cl'ufficia,l e agli aJli evi che pitssavmto dallo Scnola nei Corpi loro as:,egna ti. 0
La, leg-ge d<>ll'a1rno VI nvern fis:--nto che il trutt-amc~nto degli ahrnni e degli allievi fosse corrispondente al loro grado . 11 Go wrno proY,i.de nncltc• al co11,·er1iente allogp:io dt"gli uni e degli alt.t·L e determinò l' uniforme c-hc 1lovevano vestire. Vch) per cRsere nm1nes1-i 11el1n Rcuol:l. era dai 16 ai. ~1 anni per i primi q1rntfTo anni. clopo In sudd<>tta ieg-gc; mn il Go-
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verno derogava in qnesto articolo a favore cli quei militari che, l':sscndo cap,tci di sostenere i primi esami, chiedevano di essel'e Dmrnessi ;;tlfa scuola. Gli alu nni e gli allievi emno soggetti l'L tutte l(~ leggi di polizia milihLre ed al codice penale militare. Era il (;oyerno che stabiliva, i regolamenti concernenti l 'am- . rili.ssione a11a Sc:nola,, l'ordine e l'economia della medesima,, la <.listril.lu½ioue degli studi, la dnri:Lta degli , effetti d'uso dei gio va,ni, gli eseT'Ci½i militari a cui dovevano applicarsi., e le disci1:ili11e interne a, cui doveva no essére soggetti. Napoleone visitò la Scuola. Mili.tare il 26 giugno 1805. Arr·ivò i.t }fode11a la sera del 25 alle 7 1/2, accolto dalle a,ccla.rnazioni di. un'enorme folla, accorn.pagnato dall'Imperatrice. All'ing-rcsso in città, e al passa,ggio dei Sovrani per le vie le ca.mpane suonavano n, festa; i. sa,cerdoti, indossa,n ti magnifici paramenti sa.cri, erano sul limi.tare delle chiese. I Sovrani trascorsero la sera a, Pala7,7,o; la mattina del 26, aUe 4 1/ 2, Napoleone passava in rivista. le truppe della gua,r nigione nei prati, fuori Porta S . Agostino, rimanendo a lungo su) ca.mpo e distribuendo promor,ioni, onorificenze, interrog-an<lo e int<'rressandosi cli tutto; di ritorno al PtLlazzo, dopo ftver pranzato, visitò la Scuola ll1ilita1·e, intra.ttenenclovi.si. lungamente. Alle t re e mezza del dopopranzo, i. Sovrani ripartirono con tutto il numeroso seguito. Ln, visita, dell' I mperatore alla, Scnola è cosi descritta dal Rovatti nella sua C1·onaca : « Dopo le 2 pom. Napoleom~ visitò la Scnola Militare, dove fn accolto con grande acclamazione dagli. allievi eh<~ l'a,ttendeva,no schierati. S. )L osserrn uno acl uno gli allievi, doma.uda co,nto del loro grado al Direttore, s'informa, del metodo degli studi e dei professori, i quali si presentano sull'atto. Indi gli allievi passano al corti.le delle manovre arma,ti di. ·fucile, condotti da.l ·comandante Bidasio, e intanto S . 1\:I. esamina fLlcuni disegni e modelli. di affusti, macchine e for tificazioni, i libri da studio, le scuole, le ca.mere d' aUoggio. Poi scende nel cortile, fa eseg- nite agli allievi l'es1:~rcizio completo di fucile ed alcune evol nzioni. e in fine formano i fasci d'a,rmL Dopo di ci.ò S. M. sogghmge : « Ora vediamo cosa sanno >>, e comincia, ad interrogare sulle se7,ioni coniche l'allievo Giovanni Rossi di Bologna che ri-
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1792 - 1815 Rp011(le lwnisximo. :,;: _ ~l. chiede se st1n110 tutti coxì. ul che il Di1·ettol'e l'ispomlc: «. ::;;Ìl'e, i11tenognl'c chi vi. pia<:<', Ji trorcn:te tut_ti pt011ti n rispondere)>. Intenop;ato poi Gionrnui Psalicli di Yl;'tOHH Rop1·a 1111 pi-oblewH di georn ettia Rolida, .rnalHicH. poichè pem:ò un mom<•uto, NHpolc>o11e disse: t< ~0!10 n~nli an11i che n.vevo sotL'oci.:hio qu esti m·gomenti , p ul'e mc li ri cordo». U Di1·ettore o!'-:sc1·rn : « .X oi tei·chia mo <l'illlìtard, nè speeiamo cli ng11:1glial'vi g ianrnwi >>. cc Inùi intenoga, i] Va.cani in a lgebm e geometria, e poi il Rf'zitL su vari argome11ii, restando scmpl'C sodclisfalto e dicendo: 1 H Brori) hnivi . .Te !Wis co11tc11t. je '1:ois q 11, ils sont bie11 ,i nsf nlits,>. t ·sci to, montn in Nn·1·ozzn OY<' lo ~tant axpettnnclo l ' Impe1·ntricr >>. ~apoleo11e esp1·im<•va poi la s11n s<Hldixl',17,iolle nl 11i11ist1·0 tl.ilh1 Ou e1Ta. <.:lw a sua n>lta pnbhlicuYa : (( L'Anunta. se11tit·ù1 eon compince11,-a clw K M. l'lrnpeniiore e l<(~ nel suo pass,tggio pet· Mocle11a abbia Yisitato quelJ,L Ne noia del Oeniu e clel l 'A.d1 g'lie1·ia e 11e xia rimnl'itO xodò isfatto. Tutto ciò clic tiguarda l'istr11¼io11e, la disciplina e l ' amminish·n,,,;ione 1~ stato xog·getro clellc s1,e 1·ic:e1·che. Ba intt:>nogato clire1·si allicd snlle sc ienzP alle qnali rixpettivnme11te si npplicano e l'ii ,~ csp1·esso di essere so111nrnment,. colltento tlclla 101·0 istrur.ione. Ha nlt1·ei-.l mallifestato delle intenzioni a favore cli questo inte1·cssa 11te Rtahilim c11to. I n tal p:nis.1 esso p1·ospe1·crà maggiorlltente sotto sì fausti .i,nspicì n, vu.JJtaggi o dcll'Armat,1 e per lustro dello Sti1to ». La, Scuola fu visih1ta Jtel 1, J O d.tl Vice1·ò Ungenio Bcauhal·· nais che rimase aRsai soddisfatto; i110H1·e, nell o stesso a,n no, da, un ilwiato del He delle du e Sicilie. il Capitano cfol Collegio )!ilitare di :Ka,poli, l:'a squali, il cprnlc a,Y<ffa g-iù, v.i si.tMe le altr·c Scuole d ell'Impel'O l?l'ancese <' del R egno <l 'Italia; cd ,rnche questi espresse la s u a mmnirnzione. · li nwl'ito della grande famn acquista.t..1 clalln Scuola ~i deve a l suo Dil.'ettore Caccinnino , il qnalc seppe anche cattivarsi l'aC frtto degli aJlievi . --Cno di <111csti. fra i più rnuRtJ'i, Camillo V,L· cani, nella p1·efazione alla sua « Storia delle C<t'1nvag11e e degH a8sed,ii degli Italiani in Ispagua )), cl ice del Caccia.nino : « Con le truppe cl ' Ttalia m'ebbi la c.11.·a oppol'tnnit,ì, cli !'-:r.orgel'e applicali
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]':<'ig. 340 - Colonnol.lo An tonio Caeci.M1ino, Direttore tl olla Scuola Artiglieria ~ Genio cli }loden n, clnl l801. (Dal. Lombi-oso : Galforia J1ilitar e).
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1792 · 1815 tutti i precetti dell'arte militare da, me succhi ati nell'Accademia Modenese dagli. esimi in gegneri Caccianilio e Maft'ei, ai quali 1·enclo qui il mio pnbbli<:o t ributo di etel'na gratitudine». Ltt Scnola, i 1i.lit:u·e napoleonica, visse gloriosamente fino al 1814, qnn,nclo cioè, i.n segnit o alle fort1111ose vicende che travolsel'o :Napoleone e Gioacchino Murat. esAf.li fu trasportata, il 1° g'iugno 1S15, a Cremona e cp1ivi sciolta per ma,ncanza cli fondi e per mutato stato cli cose, il 15 l uglio 1Sl5. l 1t qnindici anni di vita, la Scuoln .Vlilitare, fondata dal Bonaparte, fol'HÌ all'e~n-<:ito di Napoleone e del Vicerè d'Italia, Deanha,l'nttis, mol. ti prodi e colti ufficiali che seppero morire gloriosamente sui campi cli battaglia, oppure si i11ustrarono poi. nei primi moti 1-ivoluzio11ari italiani e nelle prime gner1·e per Finclipe)l(]en za cklla Pahfa.
8. Le artiglierie del Reame di Napoli nel periodo napoleonico Sguardo retrospettivo agli anni che precedono l'invasione francese I Napoletani a Tolone - Bilancio complessivo dell'opera del Pommereul - La vana " dimostrazione di forza,, del 1796 - Episodi della disgraziata campagna del 1798 - Le bocche da fuoco di Castel San t'Elmo e la Repubblica Partenopea - Gabrie le Manthonè e Oronzo Massa - Ombre del periodo rivoluzionario - La restaurazione borbonica - Ufficiali d'artiglieria giustiziati, inca rcerati, esiliati - Inventari del 1800 - La campagna del 1806 - , ·Artiglieriè napol etane nel corpo di spedizione di Massena - Il primo assedio di Gaeta - I due vani tentativi di Ferd inando pe r ricuperare il Regno - Artiglierie italiane nei due campi avversi - L'ordinamento de ll'Artiglie ria borbohica in Sicilia e quella dell'Artiglieria franco-napol etana - La compagnia di artigl ieria a cavallo - La " Scuola di sparo,, - Murat inizia il suo reg no con la presa di Capri - La Scuola politecnica - Sviluppi e perfezionamenti tecnici delle costruzioni - L'Artig lieria napoletana nella campag na del 1815 - Il secondo assedio di Gaeta - Sguardo riassuntivo.
L' ~\ rtigliel'i a, napolc~ta na, J1el quarto di secolo che si suol definire Ha,poleonico, offre uu particola1·c interesse, perchè il Regno cli Kapoli ò l'unico Stato italia110 che conservi per molti -
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'1" IL HEG!'\O Ul XAPOLI NEL PERIODO NAPOLEONICO
anui, p 111· attraverso a vari<~ crisi, mia cer-ta iudipendenza. Non
e1·ediamo inutile, prima di euti-are nell'argomento, rievoca,rc n 1pidn111ente Ie burrascose vicende del Reame in questo drammatieo n ~n tic:inquennio eh.e possiamo dividere in cinque periodi. Il primo pel'ioclo va :fino alla fine del 1'798 : in questi anni iJ. Uover110 ·.u~sol nto reptime le opini oni favorevoli alla Franéia, milizie ili Lombai·cli,1, · eorne aul:iiliarie dell'Austria, miJi,,ie che veugoJto 1:iti.1·ate dopo· ie ~trepitose, vftfoi-ie conseguite d.tl Dorn.tpiu·te nel Ìi!lf.i, uienu·e il Re, eoù uu forte contribnto di guer ra, pa ga ... i l fio <.li av<!r pnrtecipato alhL coalizione contrn ~di iuvasor-i francesi . Xetl'iDS. J!'ercli1~ando lV si dimostra .. . i-ec:idivo, ,u;sumenclo la difesa del Papa contro il corpo di ::;pedizione france:se i nviato a Roma. e viene pl·ontamente pnnito : un esercito al comando del Henen1le Cha,mpioHn et insegne i regi fino a Capua. Il 21 clicem ln·e Ferdinando IV salpa, con la, famiglia per Ja Sicilia; i I 23 gennaio 17t)9 si inaugura, a Napoli la RepubbHca, che viene chinnwta pai-tenopea . Questo eostitni sce n secondo periodo, dura.nte il <JlWle il R<~ame si <'livide in dne parti distin te : la, Sicilia, sotto il Borbone, il Napoletano ei-etto in libera Repubblka: libern,, · natm·a 1mente, fie e i.ti quanto obbedisca agli ordini cli Parigi.. Ma tale sitnazione dma, 11oe1), d1ù, nello stes::;o aimo 17f.JD, gli eserciti. fran cesi, non più d.il'etLi da.l genio di Na,poleone. non conoseono che seonfitte, all e q uali scou:litte snececle la i-e sta11n1zione degli a11tiehi goverui: e Ferclirnwdo si ristitbilisce 11el Regno di Kapoli, eon l'ainto èlell.t flo tta ingles(~ e della po· polazio11e irn:;ori.,1. 1~ il tt•rzo pnioclo. e be <lma fin0 al J.SOG, allor chò, avendo Ferdinando IV n<lt>r·ito alla, Hnovn, eoalizione anti r.apoleonic·a e qtw:-:tn ess<•1Hlo sh1,1·n bai tuta ad Ulma e ad Austerlitz, l'I1nperMore am,t-i-iac·o :ffrrn;1 ht dnrn pace cli Presburgo, abhn ndo11 1rndo a, ~f~ st<~S80 il He di Kapoli che, assalito cla. un esereito francese al comando di J\fossena, d eve riparar<~ 1rnov,1 mente in Sicilia : Napoleone a,sseg11a i l regno di Napo ii a,I. fra tt•llo Giuseppe (qnatto periodo). Il G giugno 1808. i nl'ine, Napoleone proclama il fratello Ginseppe re cli Spagna, e nomina, in vece sna1 re cli Napoli Gioachino Murat, il qua.le è stato e contin uerà acl essere uno clei più
e, mn1l(la
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l'i92 - 1815
,a,pprezzati collaboratoti d ell' I111peratotc fino a elle, nel J.813, sedotto dalla speranza, ambiziosa di far~.i. re d'ltali.:1 , gli 1-.ìÌ sehicrm·ù, contro e il 15 febbraio 181:l: di.chia,rerà fonnalmente .guenn, t1l Vicer(~ Engen io. Son seguiremo Murat net s noi tentennamenti e nella s na malferma, e malfida politJca .1.rnd eggiante. :Sel nw1·zo 1815,. se1rna ria,lle,,n·$i a .N ,1,poleone, ten t ,1 uw1 guerra di liberazione itali.a.na co11!:ro · l ' A n;:;tl'ia, cle::;tinata fa talmente a fallire , come fallisce a C<1sa l,rnza presso CapmL. B ifugia t osi in F:rnncia, non r inuncia ,d sno sogno e crede possibile r tstau 1·m ·<:i lt1 1n·oprìa autorità. lH! I R egno dì Napoli, dove 1-'erclinanclo, a.ppena l'itornato, già s,i sta reHdeud o odio::;o : ma il mise1·0 tentati vo si conclnd e tragic.aHw11te a l)izzo eh Cn labria . H.n.mmm1tati così , per sommi capi, gli eventi politici. vediamo c.ome si ven~·a 1n;t11 mano orgnnizz,rndo e.. . disorg,rnizza,nclo l'Artiglieria napol d ,llla ; e incominc:i.amo 11:1.tumlmente dagli anni' in cni il Ifomne, pnr snbendo fieramente il <.: on tr·accolpo delJe bufere~ _fnrn cc::;i , eo11sel'va gli a11'ti.chi. ordina,men t ì. . .ll 1792 è ca,ra,t iel'ir,zato da · liii irnpor h:1.11te avvenimen to: sì ùecide la. costrn½io1w ddl ' Arsenale di Ai'tìglieria. costruzione che vien e in trapre8,1 il rn 111µ:lio 17!>H :";ni pi,rn i del Sc~curo e sotto 1;1, direzione del Pornmere1il , cli cn i si è parlato a .lnngo nel capitole prei:edentc>. In qnelPanno stesso Yenirn110 sopJH'<:~i:_;i-;c le .-.111lich1: compa,gnie di artig-li eri provinciali, fo quali 110n en1no più sufficienti e d idonee al 8ervizio. In tanto la trasforma.zione delle Armi fondamenta.li, special mente della Fanteria e della, Cava,lleria. non ebbe svi.luppo cori-ispo11Clente nl programrna. ei-;posto nel precedente e~tpitolo. Il Sali~, che si era messo alFo'J)era con grnnr:le· e1Jergi.a:, nrtò contro ost neoli imprevef.luti, (( specia.lmente - riforisce il Simioni nello studio « L'.Esoroi to na,polotwno dalla "11'1/inorità d'i Ji'ercUnando alla Ropi1,bblioa, del 179~1 )) - contro la r esist<··nza. degli ufficfali dei corpi privilegiati , che vedevano in pericolo le loro grasRe <( sinecure>> e che trovavano .. .. ... uella Regina . leggera. ed intrigante, protezione e favore)). Di modo che « clopo due anni di t entati vi e quat tro grossi vol umi di ordinanze, t utto era ancora somma confusione >). Solo nell'Artiglieria, qua,ntun-
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LE PI.U?.Ii:: (J::,TI LI'l'..Ì. FU.\IS"C J·:::,1 CO);l'HO ì\APOLI
que anche qui .non fos:,;ero infrequenti i con1iitti tl'a il .lìil'ettore tenente generale Pietra e l'Ispettore .Pommereul, << le riforme. fru tto cl.i una mente più orga,nica, a,pplieate d'altronde ad un c<.,rpo seelto e rist.ret.to, l;bbero esito miglior-e e più duraturo ; CO· sicchè quando, nel settemb1·e 17U3, i.n ::,eguito alle Yice11de della Hivolu½ione e delìa guerra con la li'ranthl, n•mieto uccettate le dimissioni del .Pornmereul, il Co1·po reale! ei·a 1m oi:ga11ismo solido e ben ordinato, che non sminuìrù fa sw.1 :l'ama negli aYvenim<mti posteriori)). 'l'tascurando tutti gli avvenim<:nti politici che, i n questo petiodo, assenil'ono l'Eseeeìto ù la Murina napoletaiii agl'interessi dell'lnghiltena, e dell'Austria, ei. ·8o1fonneremo sulla, sp&· dir,io11e dell' Ammil-aglio La Tonche JL'révHle, ehe fu il pdmo atto di. ostilità. della Fn.1ncia rfrolm,iornuìa contro il Regno di .Kapoli, eél è importan te pc~r qnanto rigual'chl !-','li a.ppr<>stnrnenti di a,rtiglieria. fatti, a p p unto, in ta,le circo::;lanzn. · Già verso la metà di maggio l'i'92 - eitiamo a,1:1cora il Simioni - <( i n previs:iòne d ' n n colpo di irmno della scJUa,dra cli Tolone)), si era.no inir,iate « febbrili operP dì difèsa dei forti e del Cratere : si davano disposizioni p er lo stù bilimento di gua,r dfa.uì d'arti.gl icria nelle batterie di :vigliena, Posillpo, Sermoneta, Pietrarsa, Culustro, Torre Scassata)> ec.;c. t< Si raddopphtv ..1 il mnnero clei pe7,7,j a difesa cfol poi·to e cl(•lb rada, a,lti-e hn tterie Bi n,rmavano l1111go la spiaggia, t.ra cni una cli. 18 eannoni a, Castellamrna.r<~ )) : tutto dò, natutaluwn te, oltre agli a,ppresta· 1ne11 ti cli )larirn, ed al concentra-mento cldle trnppe alle fron tie1.·e e sul lito1.·ale. Quando , i.l Hi dicembre, la sqnaclra del L~ Touche apparve dinanzi 11,1 rada di. Napoli, i me7,7,i_ <li. difesa erano da,vvero imponenti: « le batterie del Cratere, già provvii.;te di 206 cannoni di diverso calibro, nano state rinforzate con 23 mor tai., 4 obici e .i.W pezzi di a,rtiglieria, : l ' intera, ilotta, posta in pieno assetto di combnttimento >>, le batterit1 galleggianti e le barche-cannoniere, in nnmer·o - di circa. 150, e !iO barche coralline arrnate a difè!";n del golfo : <t rinforzato H Cotpo degli nrtiglieri litorali e~· poderosam?ntP munite le bnttc~rie dì Posillipo, cli Yigliena, dì Pietrarsn >>. «Ai 28H cannoni-ddla ilotta franeese ·a,ll'ancora,, poichè essa. llOn presentava che nn :fianco,
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17U:.! . Uno
L\..rtiglieri ::t napolelamt ne poteva opporr e ben 343, oltre ai 1-1 mo1-t.1i, con t1·0 a 4 degli aYver:-:a.ri >>.
:Ma Je pa nre della Regina, disarm,trono gli animi, rendeuc.lo vano il grandio. o schicrameufo <li fol'r.e . , olo negli ultimi mesi clt>I 1793 un Corpo di spedir.ione napoletano aveva il battesimo del fuoco all'asBeclio di 'l'olone. Ahbh· mo g ià detto che tcll(• Corpo comprendern dei r eparti di Artiglieria; rileve1·erno ancora come ne fucessero pnrte v111·i gioni,ni ulficin.li che dovevano più tardi illu~trare l' A1·tiglierh1 napole · ta 11 a: T~mannele cd An tonio S ical'di, Fonsecn, Petri. Simeoni, Ri.g-lle lti, F ern an<ler.. T,anllini, Pietro (:inliani, Ottaviani, }lai·· sigli, Fu:-:eo ccc., e tl'e ~pecinlmentP eh(~ ragg innsero po i :i. più a1ti gradi nella mililda delle ,lne Sidlic: Vincenzo d'Escamard, eh<~ neg-li ultimi anni della ~nH Yitu (11 <lirettol'<' dei COl'pi facol · tativi e che a '!'olone 11writò, p<~r le sne belle p1·ove, di rl i rigei·e ]e ,ntig-lieti(~ ('Ontro il forte Aignillette <·cl il rid otto dcll;i COlwenzion e : Pr,111c·esc·o Giulic>ttL divenuto tolonrn~llo d'artigliei·i:t nel cleccn njo; P<l Alessn11d1·0 Heg-nni , eh<• legò il :-1110 .110111t• all,t tli· fc:sa di Gaeta d el 181:i. Nell'azione del 30 novembre, giài da noi prececlentemen tc il111Rtn1,t.a.. si ,HstinseM il tenente cli art.igli<•1·i11 Fe1'11nnclez e il graduato Fu sco. Da to lo i::tnto di guerrn contro la Fr'a neia, il I>c Pomme · 1·e11L francese . 11011 poteva eviclenlemcnte co nserva r e nll posto cli comando : dapprima, gli si died e nH n11110 cli congedo, poi ven · JJe clefinitivnmente ei::onera,to, pur con tntti gli onori <>cl nna lauta pensione. Il G maggio 1795 il D<-~ Pomrnel'cnl abb,rndonò N11poli. e la Dircr.ione dell 'Artiglie1·ia fu affidata <1cl una Ginnta composta. dei li-e primi ,1fficfa1i Vincenzo }finichini , 0,nlo No\"i e Giam baWsta, Cimino. L'azione cHretta. e verament'e efficnce del Dc P ommercnl <'nt clm·Ma circa i::ei anni (17, 7-179~), e fn opera g-iovevolh,sima pe1· quanto concerne g·li sviluppi tecnici dell' AJ'Jna ; assai rnpno ntile invece clnl pnnto cli vista organico , perchè l'1t11ione del · l'Artiglieria col Genio determinò grave con fusione, e . opratutto perchè gli avvenimenti, le rivali.tà,1 le inframmettenze clella Regina, e il persistere della veccllia mentalità non diedero a l Pom-
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L'Ol'J<:11A DEL G lt :>i . DE P O.ì\D1EHEUL
..,
mcreul i1 tempo e la tranquillità uecessal'ie per compiere in tera,mente la; sua missione . .f,; da, rileva.re che l'nnioue del Uenìo all' Artiglieria, riuscì di danno a tutte due le Armi : secondo gli ot·dinamenti spagnoli ancora vigenti nel Regno di Napoli., erano affidate al Genio le ricognizioni mili tari, la topografia. e la formazione dei progetti offensivi e difensivi; ora, nell'abolire tale A.rma conglobandola con l'Artiglieria, non si pensò ad assegnare ad un altro Corpo quelle a t tribur,ioni, tanto interessanti. ed indispensabili per ben condurre una guerra . Il De Pommereul, verso la fine del 1794, con u1rn, lettera dii-etta alla Regina , rimett'eva, a,1 Gen1~mle .Acton quattro memorie dense di rilievo e di co11 tenuto teenico, <:d avvertivn, che solamente l'integrale r~dozione del piano eh lui proposto poteva 1.wrmettere di dare assetto stabile, logieo, organieo al servizio di Artiglieria e Fortiiicazione, agginngendo che, se non si por ta va, a tel'mine in maniern definitiva quanto era oggetto delJa rnemoria 11° 1, era impo~sibil e reaJizzare il con tenuto de lhL memoria n° 2, e COSÌ via,. Dalla memoria n° 5 - riguarda.nte iregolamenti, le ordinanze e le istruzioni dell'Art iglieria, - si ::i,ppre11de che di !53 istruzioni regolamentari, cl1e dovevano investire tu tto il complicato e difficile funzion amento del Corpo Reale, dieci erano com.pila.te e pubblicate, 24 erano studiate mn, non ancora pub1,licate, e l 9 erano a ncora, d;t compilare. Per quanto c'on cerne lo stato dell'artiglieria da campagn a in data 25 maggio 1794, riportiamo i dati l'iferiti dallo stesso Pommerenl nella nH~mor-io n·' ti, lasciando a lui la responsabilib\ del suo francese al<11umto ... eterodosso . (( .t:1 vverç11,
:
.Dcs 11rinci71atw; objets qni doivent co1nvose1· le 'l'rain d'A_rtillcrie (le Ganivagne nécessa,ire li L/ A.rniée des rlwux Sio'ifos .
Oanons ))
07n1,siers
de 4 )) 12 G
>)
170
us sont à fa.ire. Il en existe r To· cl'a:11o·ie11s quii clcvront étre refon-
~\ -
dns nw,'is dont, en, attenclant, on se se·rvfra. Ge sont les sttivants :
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1792 - 1815 Il II e11 arait en acn111t -I e/ e -l, mais 12 se sont pentus ,, '1'0111011. et 1111 1111/re s·e.~I tlo,lr11il ,tan;, rles c:1Jr eu.ve.s ~(t1W1!8
de 4 : ;};'i
faUe.s, 'il y ci S cm s. D es :1ii rcsta11ts , 4 so11t 1Jnité.s au A.ngla frr avec leur a.tf'1its cu sorte q11e Fef!ectìf se r c<lriit a 31.
Ounons <le 12 : 11; Olmsiers <le 6: O. Cctte a r t-illerie e.r'iflCl'il (;,;le). !I co11111ris; tcs rccha11gc:s 11 cccssafrcs ».
Rig11aedo alle~ vettm·c, 'il 1.'onunereul fa <111 e:-;to illventario: affusti rd anrn tl'Clli da 4. a ffn8ti ed anm treui da 12 e <la obici, ca ~soni, rarri e moni7.ioni. fud11e da campagna , pontoni, carriponti eFìistenti e nov<·llamenle costruiti: cornp.lei;;sivamcn te 1S!), cl; cni J 0 nffu sU da 4 e 9 casi,;oni perduti :1 Tolone, 4 affusti cla 4 pi-estati agl'Jnglesi : q11incli in tntto esh,tenti 16:; Yetlure. F abuisogno 90~): 1'estm10 a forHi 744. J'e1· poter mettere 1L posto eletto mlaterial e, il De Pommerrul calcolava che occorl'esse un hi~nnio. Le cleficien½<' <lell'n1·tig-lierin da bartnglia, Ropnt segna.l ate, :fni-ono colmale con le coslru7.ioni dello stesso a11no 17!)4 e dei succesr-;id, con fusion i cli molti cannoni da 4, jn minoi- n nmei-o con obici <la G, m<·ntrc pel' ln difrr,;a . i fondHol'i rriaski e Reenro ('Ostruivano moHi cannoni cla l(i. Nella p1·imavera del 17!JG. quando si rnllc fa 1·c nna climù· ~tra7.ione di for7,n, alln frontiera, G Briga ie del Corpo lleu.l e rie-e· vettero ordine di tenersi pronte per rnarcinre : e cioè ·1a l", 2"', ?.' e 4• del Regi:ri.mento R e e la l" e ~· dPI Reggimento R egina: le dne nltime giù, . i trova,iano in Capua, col treno di campagna ivi radurn1to. All ' lspe7.ione d'.A1·tiglie1·ia fu affidato l'incarico dì dare le neces:ar·ie di8posizioni , a.:ffinchè tali Drigate fossero poste i n grado cli 111110,et:::-i, in piPno a ia:S<-'llo di guerra, al pi-imo online. All a 12" e 13" Compagnia del Reggimento Regilla, che si trovava no nell a piazza cli l\fessi na , fn or di na to di portarsi in Napoli e cli rimanervi fii10 a, nnovo ordine, insieme con la W e b 18" dPl Reggimento R e, per 'l' occorrente Sel·vizio d'artiglieria. Il Corpo principale d 'operazioni, sotto il comando s upremo del :M:ll'csci.allo ne GamhR, sal'ebhe sta to complc~ssivamtmte coi:-litnito da !'Sl .000 nomini. di fanl·<:'ria, con nn. treno da campagn:1. 0
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F<Jll ~J:.\ZIO~E DI O UERRA DBLL' ESEHCITO NAPOLETA:-10
di ,ti cam1011 i e 121 cn !":soni , oltre alle riserve pesa11 ti e al gran pn1To: e ai JWirni di giugno era <:Of'-ì scaglionato alla fronticrn: << Prima Uivisione (0enerale Ftancesto Pignatclli lli Caf-;lel1111orn) : 7D:!~ nomini, .12 pez:d e 2!5 cassoni, tra. Gaeta, Onstel 1011<•. }fola Nl Itri: qnal'lier gc 11er,1 le a Gal:'ta . F:peondn l)ìvisioue (Duca della SaJancll'::t) : u.:J,17 nomini 1 1S pp,r,,r,i e 2T cassoni, t1'a Sora, Arpino, .Csola, Alvino. Atina, c<l adi11l'en,r,c, col quartiel' ge11era.le n :.-;ora. 'l'<>rza Dh-h;ion e (GaYa1ier Antonio Alùctto de ML c:heroux) : n~:rn nomi ui, I~ pe,r,zi e L casso11i, tra. San Germano, ~a,nt'Elia, Re111 i.11Hl'io Ucl'rn,ro, col cpiartier generale a, ~a.u Germa,no, dove H,1 nnche il t·ornando generale dell e truppe. Quartn Dh-isione (Barone ] le 'l'schoudy): 9H20 uomini, 14 1wzzi t; 21 cassoni: a.i passi di Oasteldisangro, Alfccleua, Rio rn•t·c> e Pcsc·ot:9stllnzo; q na,rl'iere gPnera le a Castchlisangro. Quinta JHvisio11e (l'rincipe Fabrizio !Jignatelli di Ccrchia,1·11): t:?.3:ili uomini, 20 pe,r,zi e XO ca:,;soni, tra Sulmona, Popoli , Ra i,1110, Pc11 tina e Baµ;m1ra. Qnal'tie1· Genp1·ale .i ~11lmona >>. « La, colldnsione della pnce di l'ar-igi allentò, non, sospese i pr<>parativi milital'i >> : si continuarono a fondere <·am1oni da c-nmpagn a negli a1111i 179G, l'i!JT e 1798. ~el settemb11e di que:-t'11lLi1110 ;111110, qnan<lo hL Corte p l'epf1ra.va clecisam ei:ite la ,gu er 1·.1 < ' ordil111vn la tmrntltnaria, l<•va di 40.000 nomini per complP ·· 1'.11<· l'Mganic-o dei C'ol'J)i <> fo1·rna1·11p dei nuovi, l'Esc1·cito napo 1<0!.1110 c.:onlln-a 74.000 nomini, con un Corpo cli ~'\l'tigJieria cli 201J. nomini, clivisi nei <lne Reggimenti« Re >J e« ~ cgi11a ))) oltre g'li a rtigliei·i littorali ch e erano 1696. Xcll'0Uob1·c del 17!)~. i>li.UIJO uomini di que$tO csncito, c-on nnn (·onsi<lcn•n1le a 1· tig-lieria cfa ~nmpagna) erano :,;chierati :tlle 1'1 ·011 I ie1:e, pron (i nd e1) I ra,re nell o Stato Romano. ~(•co11<lo (< Il Monirot·<> di Roma>> del 2J Glaciale. l'Armata, napoletana cominciò acl avanzare il 4 di tale mese, e, dopo tre giorni, invase il territorio romano, in cinque diversi pnuti. Complessivamnnte, le cinque colonne disnonevano clelfa forr.a, cli 48.SOO uomini, con lOG cannoni e 137 cassoni. Il Gencl'ale Ginseppe Ponseca ebbe. secondo l'espre:,siono cl<>I <l'Ayala. i l « capit:il coma11<lo delle bocche chi fuoco, ;e de) pal'<·hi, e cle' <·flJ.Tep;gi (" cle' mnniiiwnti )). .. C poìchè vnsto, e -c·.om· 91
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179~ · 1815
pl eR~o el'a l'in r nl'ico , egli :-:cclse fra i suoi nftit'iali Onbriel<' )fa11tl10né, FranceRC'O Giulietti, Lol'e11zo )lonteurnyor, , tefano Ott:.ivia.ni e Piet1·0 Co1·11<~ come uintanti. NeI1'anrngnnrdia dell' e e1·<:ito, capita nato dal )faresci;:1110 di c:ampo Ema nuele de Bonrcanl, dirigeva le ,Lrtiglierie il .Maggior-e Mac1·y, p1·onto « a fulminare i 1·ecinti cli Castel S. Angelo H di Civitaca~tellnna,, se i cenni del Rupremo capita no l\Iac.:k fos:--ero Rti1ti più risolu tamente spncciati >J . Le vieende di questa breYe earn pugna segnni·ono una sel'ie di n ,vesci pet' i ::\'a polehlni; rn,n, a nche nella sorte II vvetsa l' Artiglie1·ia trovò modo di segn a]arsi. Kel combattimento di Potlo di Fenno (28 noYembre 179S), quando i d11e battaglioni <li Re9ina e<l il secondo (li /> agli a) inviati a sosteg110 della. ca rnlleria , presi <la panico, si isbanda1·0110 ai primi colpi t1·asdna11do nella, fuga, fa maggior· pal'tc degli. artigliçl'i e i conducenti. del treno, gl i 11ffidali d' Artiglieri::\ e alcnni serventi tentarono di salvare i c:rn noni, <~ lo stesso eoman clallte .A.lvarez diede esempio di in tn:piclezz.1 caricando i pezzi non nbbanclonati. E più tardi, quando. dopo 1111 primitivo ripiegamento, i battaglioni francesi fn . rnno lan ciati a.l cont1·attacco e l ' impeto dei vetel'a11i traYolse le sehiere 11a poletane, il comandante Ahar(•z e gli a.ltri 11fficia li del Co1·po Reale HOH arretrm.·0110 di Hll passo e t'n r ono fatti pl'igio nieri sui prop1·1 pezzi, presso i qnali cadernno il capitano Raffaele Car ola ccl a ltri valoroi::i. Alt1·i reparti di Artigl ieria 11apoletm1a :-;i distin:--ero pl'esso D1·accian o, a Yetralla, nelh1 giorwtta di :\lontaltq e 11ella difesa. cJ el ponte fra I soletta, e Cepran o. In fine, a Capua, J:>iet.ro Collettn - elle più la nli diven ne generale e fn storico insigne - con sei canno11i a mitragli;1. piar.za ti in trn fortino i1rrestò la cavalleria francese. Con lui era V incenzo d'l~i:-cam;wd che. secondo q na,nto ~(·rive J\{arinno l )' Ayala M « L e 11it:e de' p·iù celebri · Gapitnni e Sol cl((t,i N ripoletawi », !< ebbe la t utela delle a,r tiglierie ond ·ern mnnito il ridotto di .8. (Hnse))pe, e sì accortam ente dirige ·1e scariche :ii mitra.glia n pa.ro iL paro co11 qnelle che dalla bu,tte1·ia cli S. Caterina partiv.-1110, che la, cava,lle1·ia assaltante subitamente retrocede in un con le altre cln e colon ne ai::salitrici )) . Infatti, quando l'esercito iiin1i::ore, stimando il nemico in preda panico, volle tentare
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L,ARTIG f.ll:HIA NAPOLETAKA CONTRO l FRANCE$! ·
1796
con un colpo di mano di impossessarsi dell'opera, difensiva pernmnente della piazziL di Capua,, c~he copri.va, il ponte sulla destra del Volturno, il fuoco etficace elci pezzi IHtpoleta,ni sventò il temerario tentativo, nel qnale fn ferito il generale òfathieu e 200 soldati venner o posti fu ori combattim ento.
F ig. 84:l · Piefro ColleUa.
Que:-:;t.i episodi, che salvarono in un certo modo la repu tazione dell'Arma,, non ebbero e non potevano, aNere .alcuna e:fficneia, snll'c~sito disastroso della ca,mpagna, clre segriò per l' A.rtigUeria, la perdita della, quasi totalità, delle batterie campali. Il generale Charnpionnet, il 13 Glaciale, da,l q11artier generale di Tel'ni annunr.iava c-lw nei comlu1ttimenti di Fermo e di Terni -
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1792 - 1815 etano stati COJl(JUistati comple:-:si,,1111ent<· a.s PL'¼Zi. 8ueccssiYa· mente i l ge11cn1le Hei-thie1·, c'litllo stc:-;:::o <prnrt iPr gn1ernle, il Jo G iaci.elle. fa<·c,a nsce11clPl'e ,l ~3 le boc·c·he da fuo<:o prese ai ~apolet·nni dalle~ trnppP del gPnet::tk M,H:<lo11ald; e1l irncma il gc11e1·ale Uhau1pion11C't. 11el sno bollettino del l'i d<>llo f.:tesl-iO mesP, p11bblin1va c·hc, 1wl fatto cl'a tme (lel g-iorno imm11zi ,td Otl'icoli. h1tta l'artip;liNin ddl,1 colonna m1potctn11a eta cad uta nelle nrn11i dei franc·Psi . L'ntt.o di Hascita della R epubblica l'.:utenopea l'- scandito. sl pnò dire, dai colpi de'llr m·tigliel'iC:: di Castel :--i .Elmo, I,: quali se1·vono, pi-ima, per dil'igere Jc mosse delle colon11e c1·atta.ceo fr:-u1ceBi e, poi, pel' aiutarle a dom are la mag nifica resisten¼a, elci «lazzaroni>>, cl1e arse Yiolentn per tre giorni. nelle Yi e di. .:Nnpoli. La sitnazione deli'est>i·cito i1waso1·e, con J'ala cleMra impa · nia la tr,L il Garigli.ano e il Voltm-110, i l tC'ntrn mii1acciat11 dalle fiannne della rirnlta. e l'nla 1::inist1·a eri-ante negli .'i.ppei1 ni11i e sempre 11101.estnta dagli insorti, er;1 assai crHic-n e tale eia <Ìcstarc !-ierie preorcnpazioni nei Comandanti. ,il. QnartiPr Gl' · 11e1·::tle fli Sparnnise . ~i offt·iva dm1q11c ai Xapoletaili . l'oc:ca&io1 ,e wop1zrn per tc>ntnre l:l riscossa, eoglienclo l'attimo fuggen te d tl l.1 c1·isi Hl·· mica. i\fo la. 'foga del Re i n Sicilia <' l'a.Harc!tia popo'.ar p dih ganlP in Xapoli determinarono i11Yec:e ln disfatta C'omplcta. l'ar!:endo, la Rc~gina daY:1 clìsposir,i oni che clon•nui o a nmpn tai·c il disordine e proclnrre il caos nelln Ca,pitale, : akulli coman· dan ti di. vnscello illglei-;i ebl.Je1·0 Fi11<:arko di mantl:rn_· a picn> i ba$timenli <hl guena c he 11011 el'a110 i.11 eontlizioni eh alzai·(• le vc~)e, e cli diNJ-rnggere UO barche en n11011ine l' 1·ntti g-H ordegni deW Artiglieria <' dell,1 )fa rin a da g11c,na. 111e1it te il Yical'io p;ene1·nle Pig1ialPlli, n sna volta. ricc•Yetté 1'ordine di :.u·mai·e la ciurmaglia e sc:nl'enal'Ja confro i << paltioti » ed i. Fra11c-csi. Per fortnna. Jn. clevo½ione .illa ra1Tia dei Col'pi cl' Ari ig- lic>l'in P <li :Marina impetlì in plll'te r esecuzio1w deilt• primf' dispoi,;ir.ioni . . 11 12 g,ennaio 'D!) i.l Pignatelli conchindevn, con i Francesi r .nmistizio di Sparan iRP: mà. a tale notizia, i cc lanaroni ». rotl'o ogni. frp110, a1wirono le c::wceri., il'ondf' nscirono, eom mi~ti
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1792 · 1815. a.i delinquenti comuni, i per::.egoitati politid. 8orse quindi quel Comita.to centrale che, fra i vani tentativi di govern o aristoc·ra· tico da parte del patri½iato e le agitazioni sanguinose cle11'a muchia plebea, costituì una. specie di punto fermo: esso coordinò come potè gli sforzi dei fantol'i. della Repubblica e si mise iH Co· municazione col comandante deil' A1·mata Francese per mezr.u degli esuli elle accompag11av,rno, co111e militari e con::.iglicl'i, l' Ai-roata stessa . L' esercito invasore, fo1·te di 20 mila uoruini , si p1·e:sentò dinanzi a Napoli, occupando le colline da Capodichi110 fino ulla Madonna del Pianto, mentr<! 1rn'avang uarùin , al coULando <lei )Juhei-ane, attaccata dai «lazzaroni)) che era110 sostenuti d,L a.lcuni pezzi d'artiglieria, era ben ptesto cost.retta a r i.tirar~ì. Intanto i pa,trioti e aknni uflieia,Li cl'a1·tiglieria,. gioca11do d'astnzia,, i,i impadronivano cli Castel Sant' Elmo, Ulenti-e H Corpo deg1i artiglieri si l'iuniva a Cn~tel NnoYo e ne riprencleY:1 possc.·so. 11 21 geunaio l'esercito francese i.nveste b cittù dn1 ma1·e alla l\fadonna clel Pianto, spingendo nuovamente avn11ti la ~ini· stra di Duhe~w1e e:l1 e si i.m1m<ll-onisce àc1 ponte della Mnddalen,l, ment 1·e Rusc,t, al ce11tro, posta le sue al'tiglieri e e si fo1-tifica n11:L disce::.H cli CapoclichiJJo. Anel"tito poi. che Caslel S. Flmo è 01·,\ · mai in po~scsso dei pa,trioti, ln, notte Ira il 21 e il 22, i l C'hampion net, eomanda,n tc s upl'crno del] '<·~er-cito francest'. aJficla n, Frnncesco l'ignatelli Pl'incipc cli 8trongoli d ue batlag]ioni cli fante1'ia, cfo,taccati dalla briga ta J<ellel'Drnnn , con l'inc.nic-o cli taggiunger<> S . Elmo, donde deve dare il segnale cl Pll'atta c:co generale. Così a",·iene infatti, Dll1 il popolo n on cede, batten<lo. ·i con lntte le nrrni, con cli.spetr1to Yalore: a Forìa, spcdalmeute, .~ stl'enuisi:;imn la difrRa, sorre tta dall'ai·tiglie l"ia pos·~at a a Rn11 Cado dell' Arena: ma questa, mal l'-e1·dla . viene a~salita e pre>:-:a, clnlla cavn11cl"ia francese. 1 «lazzaroni>> 1·i11novano le. gio1·11n,te di Mnl'-ani ello e b gt·~tn delle ul'ti glie1·i e dc~l Comune di Napoli . Il genernle Clwrnpfon n<~t, in n11a relnr.i one a I Dir-Ptto1·io, l'Wri ,·e : « popolo e 1-ol da ti sono altrettanti e1~oi ehinsi in Nnpoli , uomini 7 me1·nviglios i. dw i frnncel'-i H!';l'-aH1·ono e-on f11ro1·p e· furono l'icen1 ti del pari ,
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1792 - 1815 <' r he co11frnst.nono il ti>ncno palmo a pulrno. Giammai vi fu co1,nba.ttime11to più ~,rcanito , nrncello più spaventoso)). Alla flue, fi.a cc:ata la 1·e~istenza e sedata la rivolla, il 4 pioYO!'iO (23 genaio 1799) è costituito u11 Governo Provviso1·io, 1·ap-
prbsentato cfa 22 cittadini, e si forma l'Assemblea <ki. rapp1·c· ~elltan ti, diYisa in G Comitati, fra cui quello mil itare. :\ quest' ultimo è assegnato come presidente quel Gabriele }Ianthoné che abbiaruo gi.1 110minaio, essendo egli nno dei cinque uflìc-iali p1·escelti come aint:rn ti , n el 1788, dal Gcnemle Fon seca, alloi-a comandante supremo dell'Artiglieria napoletana. Tr-a i. provvedimenti più soll<~cil.i dc.l governo 1·epnbblicm10, uisogna elencar e il 1fordi11ameuto della )farirn1 e hl fortifica· zi one del le co~te, per tenere a bada i legni inglesi e portoghesi, c-lw clan110 ln caccia, ai ba stimenti napoletani, insegnencloli fin s<1f'to il tiro <lei ca11 11011i dei forti. Difatti) il primo febbraio. nna rnwe da gucna po1·toghesc attacca clue polacche so1·rentiHe, ma è costretta a rit:i.J"arsi, ]Jer l'intenso fuoco delle artiglierie dei for·tini di Torre Amt1mziata,, del Ponte clell:1 Mad dalena . ,lella l'anaticu ;1 R. Lncia, e del Ca. tello deJFOvo. L'indotnani, 2 febbn1.io, i l 1n·imo nm ne1·0 del .llo11ilore 1w.11oletano publ,li(;a : cc rrincipali e sollecite ope1·azio11i <lel nost ro g"ovp1·no sono sta tf' 1' annunwnto del <·i·atere. le cu i JllOltepli ci batte1·ie (smonta te da L <lespot..1 per :.. ssicurarc la sua fuga, <! J.i sciar poi la cittù, scopei-ta ed e:::posta, nl fm·or<~ i nglese) ::.ono già rimesse in piedi, sotto il comando dei rispettivi uffi ciali cl'arliglieria, corpo noto per il suo patriottismo». Appena pochi giorni dopo, il Governo p1·ovvisorio , in seguito atl u11 rappo1-to del Comitato militare, ordina la forma zion e <lel C'ol'po dei can11011ìcri. d1stingne11doli per classL secondoclH' devono esse1·e adibitj al servfaio attivo di terni. cli pi.tzza o <li c·o sta . .Questi ultimi si organi½zano solamente nel crn,tcre di Na· poli , cioè da· Mai:.sa fino a Mi seno. La difesa clell<' batte1·ie marittime è afficla ta. in via provvii:.p1·i:1, agli a,bitanti, menti-<~ :tl serv.izio cli quelle ·sHuate tra Posillipo ccl il Ponte della, Ma dllulena Ye11go110 a.clibit i cannoJ1i(•1·i gi:ì a,ppattPnenti ni due r eggimenti di artiglièria dell'esercito 11 apoleta110. In hase allo ::.t.esso decreto vengono ma11tenuti nel <.:asteno cli H:da alc1mi cann onieri pr r il servizio di quelle ùoeche -
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L' ARTICLIERTA UELLA Hf:1•c1mr:u.:A r.\H'L'B~OrE.\
<.:O~'Il: O GBI ING LESI
da fuo co : gU .1h itan ti di ThH·oli esplc·lnno il se1·vizio della. ba r, fl•J·ia <1<>1 }Iiseno, e quelli di Pozzuoli il ~c1·vizio della batteria, ! ( Fer<Ji11ando )l (che mnta H i-no 11ome i11 qnello cli « Ohampio1rnet ))) . Infin e si Ol'dina la coslnn:iollP di nuore ùatlerie e la mo(l ificrL di a,lcune già esh,lenti, menti-e la di 1·c•,r,i0J1e cli t u tta l'artig-lieria eia costa Yic>ne aJficlab, ad 1111 comandan te con <·inque uffi ciali. Vcr:-;o la fim~ di febl1l'uiò cornpal'e U11 11uovo ])l'Oi ctto per l 'artiglieria, su cui il gove1·no conta per Ja ùifesn della 1·epubbl ica. U rnt pal Ia incencliari:.1, i uglese rin ven ubL nella chusena qna lelrn tempo dop o Pentrat.1, dei Prancesi, per desideri.o del ge11<' rale Eblé che ue vnol conoscc>rP la con1posizio11e e l'efI(~tto. vien da!.n ad esnmiuare, cla-1 b1·igndie1·e ll' at !iglieti.L Fonseca, al chirnico Antonio PHfaro. Qnesti. nou solo riesce ,t fare l\ma · lif-i del ('on ten n to ed a 1·i comporla n11on1111t•nte, ma ne fabbrica altre f'.:i rniH, di rna,p;giorc~ e più sollN·ito eff(•lto: t r on1,nclo , infine, ,t11C'he jJ rimedio n.tto a !spegnere ist.mta11eame11 te g l'ince11<li prodotti da q11esti oi-digni. Al principi.o di ma rzo il Cornitn t.o )lilHare d el Provv isorio pnbblie:1 mi edit.to in <·ui è ùetto che gli ufficia-l i ed i putrioti che desiderino servfre nell'Armata repubblieana , tanto in fan .. t el'ia. cl1<~ i11 ,1,rtiglieria, devono dirigersi alla Commission e riel' l'or ganizzazione delle truppe repubblicane, composta dei generali Ft~tlerici, Wirtz, Massa, France~co Pigna.te ll i e Vinc·e11zo Palomb:1. Fra, questi cinque generali merita particolare 1·ilievo Oronzo Massa che, nfficiale d 'artiglieria in congedo ne] ]795. era sta,to r ichiamato jn servizio, per la camp agna del 1798, con la funzione di aiutante maggiore d el grande Stato Maggiore, di cui era a capo il Generale l\fack; il Ma sa occupa un post o di p rimo piano ndla stoda dell'effimera RepnbbU ca pat··
tcnopea.. In tnle orga.n izzazione milita.re, e qnindi, Hatnralmente, in quella artiglieresca,, bisogna distin g-nere nn prìmo periodo, du,l'ato poco più di tre mesi, in cui il Gover110 militare francese no1t pensù ch e a disarmare il R egno. Il Champiounet fece un «piano » ch e comprendeva due legioni di fantel'h1, due reggi menti cli ca vall er ia e due batte1·jc di artiglieria, al comand ,
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1792 · 1815 del :Moliterno e tli. Roe:ca Romana, « mu, per mallcanza cli ùe11aro - scri ve Filippo Masci nel s no st udio « Oa,b1'iele .llw11thoné >> - non si riuscì mai a completar e quei qnadri, .111zi non si andò più innanzi di UH primo abbozzo>>Nel marzo giunse A.brial, per meglio comporre le cose della Repnbblica, e snC'.ce>ssivamentc Ga,brieh~ Uant honé fu chiamato a regger e il l\:lini.·tero della Une1·ra , con a nnessi i Dicasteri de· gli Este1·i e della l\la rin a, ment1·e 01·onzo Massa veniva desti· nato al supremo Comando cH Castel11novo, in sostituzione di Gia,mbattist.:~ Oa,l'~~eci.olo cli Vietr i. Si cercò di l'iorganizzare i servizi. tecnici, e i.l 4 pratile si p romulgò un nuoYo ordiM1mcnto delle artiglierie, ma molti uOiciali dell ' Artiglie1fa borbonica si l'ifiutarono di servire. Intan to il Cai-dinale Rnf'fo, ri sale11do per le Calabl'ie e le Puglie. m:u·cia v:t s 11 Napoli p<•r 1·ovesciare la Repubblica. Un pu· gno di. eroi . c he difendeva il F orte di Vighena, alle porte delln. città. aJJ:d.cltè cader e in potcrt~ del nemieo, preferì immolarsi dando fnoco a lle polveri e saltando in aria qu:1ndo il forti no era gi.à, ridotto ad un cumulo cli macerie dalle a,rtiglie.rie sanfediste. I l 1;-1 gingno Sapoli cedeva. Oronzo l'.fa::;sa, che continuava a difendere . trenua.mente Castelnuovo, fu delegato quale nego ziatore della capitolazione p1·opostà dal Cardina le Ruffo; ma l'ammiraglio inglese Nelson cd il Ministro Acton, che preceélev,lllo il He i;ni rnsccl li i n~lesi, non approvarono i patti conclu i. Fatte sbni·care 80 pel'sonc ~1·1-L le più cospicue che a vevano capit.olnto a S . Elmo e nel Onstelli bassi dellUi città., essi lasciaeoHo parti 1·c le a lt1·p per ln F rancia . F ra questi ultimi, elle pagantno ('on l' e:--ilio l 'amot·e dellu Iib<'l'tài, vi t'r·ano molti ufficiali d' Al'tig-lit>riu . Ke indicheremo alc11ni : Cnrlo Lei HaUe) colonnello cl':wtiglfot ia il qnale, appena entr ati i Francesi i n Kapoli, er a ~b1to designato cliretLore del 0 1·atere, e si era occupato s11ecialnwn te dell'anmnnento delle batte1·ie e della costruzione <li quelle cli Nliniscola, San Leo11ardo a Ohiaia ed a.itre; in seguito, ciletto eapo Ifrig;ita <' coma rnla,nte della t rnppa, di A1·tigliel'in repnbhli c,rna, el'a stato 11110 elci più accaniti difensori di Castel1111ovo, alloi-c·hè quc1i:;l·o vcmH• atl"accato cl.li regi : Ga etano G·i or<lann,. c,ipitano comandante. awrn d iret.to la fabbrica p er ele · '-- 1514 -
1 AU'L'lG Lll-:r:r BEl' UBIJLI<'.\~ l E~t:LI \"OLO:-.T.\l:i
vai·e la bflttel'ia <lei ) [olo, <', nel pia no del I '.-\.1:tiglieria repubblicc1 na cli c- ni si è fatto C:Pnno. er.i sta to p1·omosso sotto direttore dell e ('oRtP : p1·c•se pal'te a lla spNlizio11l' di l'oulicelli e. alla di fesa <li Ca i;;t('}nn ovo , fpce fuo co cla,l l a battedn delln ?.-faddnl emL ;
~. FiJ!. 3li - 01'onw itnssn. (Bu\<to cl1e si t1·0Yn nr lln Yill11 Con11111al r d i L rccc. 'Fotog-rafia fay ol'itnc i 1lnl :,\ I 1micipi o di L rcce).
Placirlo Jforc1u11 cnpitano c·omn11cb11tc. nel piano delL \.rtigl ieera stnto a nnot.Ho qnu le C'npo ba t taglione e uiu tante di campo del gf•neralt• ll'Artiglit·rìa 1 Iai,;sa : anch '(•gli aveva difeso con molto impegno Cns tclunovo; Gi11 scv 1Je Sal lio, ca,piiano coma11da11 tP, and1e lni uoht to ncll'A1·tigliel'ia 1·ep11bbli<-ana eome cnpo bat h1glio1w : G 11glid1110 l 1a G-1·r111r1lais_. ca pita110 t.e-
1·it1 r epnbbl icann
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1792 - 1815
11Pntc, atbH·1·ati~sin10 11 I p a r·tib 1·ep11bblicano, creato ca}_)o legione <lcll a, IT11ppa f'ivica. fn 11110 cli qnelli di e. iu compagnia, di Sirneoni , si offriron o di partecipal'c a lla spetli½ione e.li Calabria. comP :--cmplil'i c·,rnno11i<•1·i; 11ominato <·a.pitnno c·omau<lante d '..u·tiglie1·:i.a, pn·s(' p.n·I·<' 11 lln ic-1w d L½ione di Pouti<-elli. ~orninererno an cor11 p,.r,,, c.,·(' sco (Ji11lietl i . 1' /'f/11cesc:o de J->a117is) Ge1rna1·0 Sil v<t) Ui11M'J)JJC JJioJl{/r' lli. Raffael e ('arascosa e Domenico ( 'olella, tutti n11ieinli d' a1·tiglic>l'ia <·lw si p1·nno (li:.:;t inti 1H•lla guel':rn e nena rivo I11z,ione. X on Hll'llO nnm(;'1·osi n ..1110 gìi 111Ticiali tli Ai-tiglieria nel gruppo cli. colol'o che flil'ono invece ~barcttti o i-:ot.topos ti a gil1 dir,io d< lla ::--111n·<·111a (linnta di Stato P <lell a Giunta dei GeJl(.!· 1·.-tli. Ua eta110 , ' imeo11i, capitan o cont,llldan tP - che i--i era of'f(;l'to di servi1·e <la spn1plic-E· ,n·1igliel'e nella- spe<lizionc ver le ( ' ;1 1..1 ln·fr. e i.u ( 'astell, nm·o :1 v<>va p1·eso pn l'te a I tiva Nl energi<;it ._1l1P op<~1·azio11i <li dir('s·i - f11 c-ondan11ato all ' esilio a vita : f.o 1
0
rr·11z·o .lfo1dt':'IIIO..IJOr) ('H])ita110 t <•ne11 te -
che
('l'il
stato ;t,ÌUtèJlltC di
campn del <·olomiel lo La H11l lc e poi ciel lVI.t nthoné, e aveva coi-:ti·nita la batte ria <li Uinise;ofo e prin cipiato a cosfrnire quc>l · In dt~ll.t puntc1 }liscmo - fn co11da11na to a,l l'csilio a. vitn : Stefn110 OUr1ri,1.11i) <.:apitan t enente - che ern stuto seµ;1·eh,1,rio del Comitato i\lilita1·e ecl era poi p,1s::;;1 to alla • egretel'ia di guerra - fn e8ilia to per G a nni ; il te11en te Viucenzo R ia rio - che si era c!i~tiid:o nella difesa cli 011J';tc,]n11ovo -- fu con<lmrna,to a 2;:; n.nJ1i di esilio. I11fine, fra <·oloro che rima sero di spontanea volon t:ì. è furono <:on dmrnati. <"itererno il capita.n coma ndan te (:fav,i110 à,e Jh11a. c·he n<·I piano <lell' A.rtiµ:Jierhl 1:cpubblicuna era. stato ~egnah> eonH' nint::rntP maggiore: fn co11(lannato a 1:; anni di e. i· lio: ">,' icolò Romo110 , (';lpita 11 co1na11clnnte. eh(:'. all'ent1·a ta <lei F1·an(·p::;i, e1·11 nUa. <lin' zione del le.fenierc di 8ia.110 d'AJ'èline e Serino <' aveva conservn (·o lo ste::.so incarico: fn conclannnto nll'csili o a Yi ta : i l capitano te11e11te (J-io van11i Rla 11co1 con da nnato ,l 13 anni cli <'Rilio: J>i<>tro Cornè) capita.n tenente. fn con<lan · n,ito al l'~'si.lio a vita: N icol,({, Verd iuois_, c:1pitaJL tenente. con darnw t o a 1:-i nnni cli c>si.lio: ccl jnfii1<• : lclamo Parcwt. g1rn rclarn._1~.izzi110, co1Hln1111Mo nll"<'silio a Yita. ll g-enera,Je Fons<~<'a, g-imlica,to da 1111 CoHsiglio cli G11er1'n (' difrso ,·olo11tnl'iame11(c• C' st1·r nu.1me11t(, da 1111 <'.ipitano cl ell'.\r-
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AL'l'f:l .ll(TJG L ! l•:l:r llt l ' f ' Bl\ Ll<.'.1:-; J
co:s;n , :,;:o;ATi
ma, Fcrcli1wnf10 Ycnlimiglh1, « èaldo ma p1:ol>o nom o di pnrle reg-i,1 ». si salvò ma perélPI te l'impiego. E così altri nJTiciali fnrono µ:i ndicali e clichiar,1 ti innocenti. ed a.Itri asso lti ma espuls i dall'.\ 1·rnn.
]!'i~. B,ti'i , C'm lll'i 0 lP i\fa11lhoné
Più tra g-ita sol'le ebbéto 01·011;. o Jfa ssa che, impr·igionnto n el Castello clel Ca rmil1e sotto la sonep;lianza di Rtipionc• Lttmann. venn e condan na to a mol'le e ginstiziato la srea dei H agosto . e Griùriele MC/!nthoné, g;ins liziato il 24 settembre. l!m:c con cfannati a mori e furon o il te1w11te P if'tro T/J.e;sa ._clw durante la Re-
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pubblica aYern servito nelht batteria di Castellarnm.ai-e, F'rn,n cesco B,uon0Go1·e e Dtiigi Verna'lc,, entrambi guardamagazzini del-1:a1.' tiglieria,. __ Del resto, non f11ro110 i soli a fare oloc.:austo della vita iu quel tn1gico peri.odo: pochi mesi innanzi , dopo la, rotta dell'esercito, i tenenti. Zelada e Biader, ed il _c apita110 Pietro, HiancllL t rasfe l'fl1dosi col pa.rco da Aven-;a ,t Grumo, entno stati ·assassinati dalla plebe inferocita, la quale chiama.va « gfacobi.ni )) tutti colvrn che ritomavano d~l campo; mentre Franceseo del Casti glio, tene11te, era cad uto in comlHLttimeuto, al for tino del Granai·,~llo- attaccato dai sanfeclìsff, e, tempo pri:11'1.'a, S tefa no Roxas, eapitano coma,nda.nt<~, era caduto 11el conflitto cli Trani, difesa d,11 Direttore Oaravaglios contro i repubblka.ni. I nomi cii Massa e M:a.n thoné sono però qnelli mag·giormen te J1,gati alla storia _della Repub!Jlica del 1799, per la parte importante che vi <~bbero ; e relativamente a quel periodo non vl è orn ln-a, che possa a,ppannarne la memoria. Giudizi contraddiHol"i furono invece da,ti sulla ,loro ·opera precedente, quando il :Massa,, come aiutante del generalissimo Mack, e il l\fanthoné, quale uf:ficia.le superiore dello Sta,to Maggiore d'Artiglieria, a,vrebbero faciJita,to l'avanzata dei Francesi, conh·o i quali dovevano combattere. La storia non ha ancora detto i.n proposito l'ultima parola : comu}1que, e in ogni caso, è dH, rammentare ~irn, ,e mai. Fazione dei' due ufficiali i::;arehhe stata determinata e$ch1sivamente da quegli ideali di rinnovamento politico cbe incominciava,no allora a fermenta re iu tutta Italia e prepal'avano l 'alba del Risorgimen to . Ohe 'l'opera di Massn, e i\Ia.nthoné t en de~se solament<~ a, libernre il Regno ilull'oppressione clellil Corte borbonica e dej suoi favoriti, e non già, a porlò alla mercè dei Francesi, si rileva anehe da,1 fatto che, quando gli. eventi precipita rono intorno a Capua,, il Massa fu tr,l, col oro che consigliarono « di piantare un campo trincemto in nan zi la, citt~ capitale )) , l' Man t honé proponeva di « correre all a città capHale' : che con poea- fatica, e pericolo poteva.si all'i nimico far testa; ed innanzi di aspe ttarsi d::i,' Francesi una, r ei:rnbblica detta ta a, modo di ·vincit ori, i quali J)onessero il gioco che più loro piacesse, proda·· mare nna repubblica indipendente -e-sponta.rn~a, venir poscia, ad
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GIUDIZI S UGLI AH'I1GLI8LU .\'.Al'OLE'J:..\i:si
onorevoli patti, ecl operare il meglio che si poteva, nè rimaner neghittosi ed inviliti >>. I fattori che determina,rono la rotta dell'esercito napoletano a<J opera dell'esiguo numero cli veterani francesi furono molte- · plici; e a,ltri ne ha diffusamente scritto con minufa, indagine critica. )[ancò l'uomo capace di. imporre all' esercito una razionale 01·ganizznzione prima del cimento, per coLTeggere la propaganda giacobina,; maneò la prepa,razione tecnica e rnoral<~ dei 42 mila eoscùttì chiamati' ·a.ne armi con l'ultima leva; ècl in:6:ne, o prinw <,li tutto, mancò il condottiero, capa.ce di tmpiegare abil· nwnte l'esereito sui ca,mpi di battaglia. « 11 l\ifack, il quale di· ceva che in '}Hindici giorni avr(~bbe conquistata, t uttlL l 'Italia P che nei prolissi suoi discorsi citava tutti i sommi capitani commenta ineisivamente il l<'errarelU - 110n seppe imitarne ne~su no sul teatro delle oper,1Zioni. Div,ise, disseminò le sue forze in tal modo che si potrebbe dire senza, paura di sbaglia.re" elle l'esercito napolitano fn sgominato prima dal suo generale j 11 capo e poi daì nemico >>. :Molte dicerie vennero propn,late circa l'uso fatto delle artiglierie cla parte cli ufficiali che, conqnistati dalle idee rivo· lnziouarie, non volevano contribuir-e a.Ha difesa del regime bor· l>oHico, incaplLCe e crudele. ì\i!a i riflessi e i moventi politici esorbita.no da,lh1 materi.a della nostra tra.ttazione : noi ci limitiamo quin di a, rilevare l'azione a1·dita e intelligente svolta da,i Fonseea, dai Colletta e dai d ' Eséamard. La resta,urazione del Governo borbonico intaccò profondamen te la compagine del Corpo dell'Artiglieria napoletana,. Tra, co11Clannati a morte 1 prigioniei:i, esnli volontari, esiliatl ed eso-nera,ti daJl'impiego per motivi politici, l'Arma perdette gran Humero di valenti ufficia~li. Nella, maggior parte, essi r_aggiun8ero le milizie francesi o le legioni italiane aggr-ega,te agli eser· c~iti della, Repu11blica, e legarono il proprio nome alle vicenae belliche che si s~g1~irono dal 179_9 i n poi, per J·ientrare poi nel Regno cli. Napoli.. I; Beg~ni, i Silva,, i Qorné, i Giulietti fecero onore n,11' A1·mn, <~d a,ll a Scuola napoleta.n~ da, cui provenivano.
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'l'ipico Jo stnto cli sen1z10 del GinliettL ~burcato a :M:ar:-;iglia, fn subito mandato come capitano 1h1rtigli.e1·fa a Tenda, servì sotto la Repubùlic.:1 Cisalpina e Ja Repubì,li c,1 Hnliana, 01·a nell'.Attig]ieria c~d ora 1wl Geni.o, me1·ita11do l'elogio del piemontese Genc~rnle Danna, snpremo comandante dell e Artigliel'if, del Regno Italico. ll Giuli.etii era sotto dirdtore a J!antova, qmwdo, il 26 febbraio 180G , veniva chiamato a far JXtr t(! dei repnrti di flrtiglieri,1. deF:tinati alla spedizione di N,1 poli. In quest'occasione, il ge1wrale Danna gli scriveva da Pavia queste lusinghiere pai-ole: e< Nel mentr~ ch ' io <leggio congratula1·mi con lei, signor <:apobattagl ion e dfrettore, di 1m tal supremo disposto, il quale per tnl.ti i pnnti hu da essel'l<~ va 11h1ggiosisshuo, cleggio altresì 1nanifostar] e il sommo rincreseimento clte io prnvo nel vedermi pl'ivo di poter continnare a ~ervfrc· co.n uflizink cli merito di Bhnto, sicc.;ome lei; e pei: .i.l.qnale non meno che pPr gli altri suoi compagni cous<~rverò mai sempre i più inviolabili SP1isi cli p1·e di:-;tiuta stima e pnr:·ic:o1are cons.itTè1·azio11e )). La preziosa lode de1 \',.ilornso e competentii,:sìrno artigliere piemontese era tanto pìlÌ signifieativa in qua,nto si. inclil'izzava anche ai comp,.ì gui de.! Cìinli.etti e qnindi, iu i:-ostnnza, a tutta l' Artigliei-i a nc1poleh11u1, <lalle cui file er,1110 nstiti questi br;1v.i ufficiali. ·
)fa. riprendimno H nostro studio second o 1·ordi11e crono.iogico. App<.. ua i regi rientrarono i11 ~apoli ngli 01·<lini (lpl Yit.trio g-encra1e, erni.n entissimo cardinal(, Don Fabl'izio Huffo, si pensò immediatarnPute di pone l'assedi.o a.i Castelli, per rendere compiuta la conquista. « Rd erano le piazze forti del Hegno di N:1 poli evacua,te a.ppena dai francesi e ritorna te aìl:~lbbedienz L clel H.<.. , quando gtà r ichin1navaJ1RÌ. sotto le reali banclière tntti i. rriilitnri dì l)lla ln11q1w graélo ed arme che non avevano ser,·ito dnl'nnte 1n. JWnnanenza, dell'armata nemica nel Regno , e ehe noli avevano macehiato .la condotta nella precedente campagna di Roma)) ; non solo7 ma, « attesa l'nrgeilza di organizzazione degli imp01·ta,nti sel'\·1z1 <lél Corpo R1~ale, furono nnche rinnunessi gli 1dfieia1i cli qm1 sto Corpo, che avevano S~Fito nel brev< terrqn 0
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AP.TrGLlEHm m:Grn CO?\TRO I FRAKCESf .-\ l\1.-\LTA E .-\ RO:\fA
dell' in vasion(~ nemica,1 però tale tem.po non clava loro alcun titolo di rango, nè il diritto cli anzìanitù uel disimpeg1io · delle rispettive funzioni». Intanto tl·uppe napoletane, agli ordini del colonnello Fardella, partiva.no dalla Sicilia, alla volta di :Malta, per concorrere con gli Inglesi all' espugnazione dell'isola tenuta dai Francesi del Generale ·vaubois: tal i truppe comprendevano anche un repa1·to cl i f:Lrtiglieria. Caduta La, Va,lletta,, il F\1,rdella, nel laseiare l'isola, « comandavrL ~Ll capitano Scanclurra ed ai tenenti Giu· seppe Mori e Gaetano '!'lfozza<:apo delle a,rLiglierie nostre che Hnlla si lasciasse a.l btamoso dominio degli I nglesi, i quali seri.ve il d' Ayala - - t enevano siccome di loro per tinenza le boc che da fuoco e le mnllìzioni che a,bbomlevolmente furono daHa Sicilia, massime cla Siracusa add otte )). I ntanto nn Corpo d'esercito napoletano, di 12.000 uomini, 1:·1·a invia,to a,Ua, volt3r di. Roma, per caceìare i F r a,ncesi e, nello ~tesso tempo, impedir e che gli Austrfa.ci pen etrassero negli. Stati del Pontefice : ùe faceYano parte delle formazioni di a,rtiglieria, il cui Stato Maggiore era al comando del ::\>faggioi-c Fn-clinando '.\iacry. Contempora neamE>nte, a Napoli, si provvedeva a.na, riorga,nfa,mzione tecnica tlell 'Artiglieria, : il 'Vicario Generale e l'Ispettore gener·nlc~ ·vincenzo Minichini cr eava no 1111 Consiglio d' A.mrninistrazion e 1wr l' Arsena,l e. e nominava no un capita.no degli ari"e:fici ed un Oommissa,rio di guerra, incaricato della direr.ione dei lavori. L' Arscnale ern ri<lotto in condizioni deplorevoli : (( modelli. tlisegni e costrnzioni clel sistema di Artiglieria qua,si t utti dis1wrsi : offi.eine spogliate cl'istrumenti : magazzini a,mmiserit i dell'i ntntto, provviste limita te, ma,c chine in picciol nnmero ed in dPplorabile s tato ·)). T uttavia, per merito del direttore delle Re12;ie i\fa,nifatt1we milita ri Don Giovanna,n tonio di 'l'orrebruna, del Bri.gadh•re Ispcttor(~ Don Vincenzo Minichini e deg·li Uffi chtli Conimissiona,ti, in breve tempo t u tto fn riassestf:Lto . Nd ln·0.v<~ pf'rioclo di diciotto ù1esi, dal J lng-lio 17!'l9 n tntto cli c(~m hre del 1800, si provvide ai scguen ti lavori : 0
i\facch im' costruit<> eia uuovo cla ferrari e falegnami: Affusti da 24 crrmtico e n110,o m etodo 42 ; ide ru da 1G : :ii; iclem drt G e da
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1792 · 1815 8: 5; idem ad uso cli Marina 8; idem per mor tai ùa 12 e 13: 23; per mortai da O: W ; affusti di battaglia, di obici cla 6 coi conisponclenti avantreni <: giuod1i d'armi: 11 ; idem da G pe1· truppa Jeggie.ra: 5 ; idem da montagna : 14; idem da 4 : J3 ; idem da 12: 17 ; affusti a collo d'oca per truppa Jeg·
gera : l. Seguono poi carri ,1 munizione, cassoni ordir;ari cogli avantreni, ecc., ecl altri lavori per P iazze, Castelli ecl altri accomodi. La fonllel'ia r imase inoperosa nel mese di luglio 1799 e da gennaio a rnagdel 1800 e molto tempo f u pr<:i~·o dalla ricostrnzione della grossa fornace ; pure, nei mesi residui, con la piccola forna<:e e con Groccfoli si fecero le seguenti fusioni: Cannoni da 4 fusi nena piccola .fornace n° 8 ~i poi tutta una teoria cli pezzi per l'ttrtiglieria e di utensili per l'officina. ll'orme diverse corrispondenti a tu tti \ pezzi fusi n° !H2 l3are11ature di bocche a fuoco : Cannoni da 24: 2 ; idem cla lG : 2; obici da 6 : 10 ; cannoni da 4 : 46; idem cla 12 : lu ; mortai provdti : 3; mortai cla 8 : 4. E poi seguono vari cilindri calibratori e ferri la,,orati per i bisogni della Ilarena. Segue l a Jjrodnzione del laboratorio dei fuochisti in munizioni da fuoco : cartocci fucilieri, cartocci cli battaglia cl i cliversi calibri, metraglia, cartocci cli carti1, spolet te ·cariche, granate cariche, cartocci per mor tai, ca rtocci di . montagna cl a 4, lance a fuoco , stoppini , folgoroni, fascine incatrn.m:ite, fastelli iucatrnmati, rocca a fuoco a freddo, idem a caldo. Segue la produzione dellf.t sala cl'al'mi cla fuoco e da taglio e poi la procluzione clella ferriera <li Poggioreale.
Bcco ora, un inventnrio delle « bocche fL fuoco, macchine di ar tiglieria, mnni:doni e strumenti 1·jmessi nelle P ia:,.ze,. Castelli-, i1iecantonamenti ed altri luoghi del Regno )). ,P·ia..zzo,. di. Gaeta Per treno (z.i l'inea
l
Uocche a fuoco
.
obici
(
da J.2
12
))
4
35
l)
6
9
da 12
Affus ti obici
))
4
))
6
5
'
22 . 2
.Seguono cassoni carichi, carri a moni.zi.o ne, a Pontone, a Barchetta, Forgia cli c ,1mpagna, Pontoni, Bar chette.
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l.\\"E.\'L\Hl(J l)EL i ,I•: Aln'!GLIERrn DEL 1rnGXO
Per treno di 11iaz::<i Affusli eia JG d i nuo,·o e ant ic-o metodo AvanL1:e:wi idem .'.l.ffusti da Ca m pugua da 24 A Yantrcni idem .'.l.fl:1Jsti ùa 24 di nuo,·o e :rntic:o metodo .\ffu><Li, :sott:iffu:;;ti, e c u;a;cinctti di
costa
aa
24
33 3 9 G 4 12
da 2-1 » 12
].j
.\fful'ti di m:ll'i11a }
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)) 12 da 24
6 1S
Ca n non i cl i
rrn-o
6
5
Petriexi.
13
J2 ll:1 24
. .\ lrn~ti di utOrl,ti
l)
6
Seguono cn rrctte, c:irrl matti. spo le tte per bombe cla 9, poll e da 12, p::ille fndlicre da mfon<:ia, strnmcnti di minatori, zappatori e vari.
Picizz(I, rli Gcipna 'I'rc 111J di liue(I
norc:he da fuoco
.'.l.ffusli compie( i
I
da 12
4
4 6
12
))
1
ollki
j.
da 12 » -1 obic i » G
I
))
2
5
15 2
Seguono (·:tS$on i onl ìnari :l-:1, fn c:illeri 6 'l'r<:110 cli l'ia::;:,<1
.\.ffm;ti da 24 cli n uoYo metodo
4
Tllcm da rn T(le ui d i moi:tnl da 12
6
» o .\ffusli d:i ,J cl':rntieo metodo Tclrw cli clife;;;a da 16 cli nuo ,·o metodo 711.ortni d a 12 Tclcm da !) Cannoni d:1 4
2
»
I)
4
I)
4 2
4 2 5
~cguono: <·urtocci. bombe da 12, tubi di mitraglin da 33, ,hl 24 e cla J6, "al'fudli er i it s nlve, strumenti cli zn])l)atori e m inatori.
t ùCc.i
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1792 · 1813
'l 'reno di linea: canno ni cla 4: 2; afl'usti da 4: 2; ca;:soni ordinari : 2. P er piazza: :eucili con focoue obliquo, fu cili di n1ri modelli, c:anocci fuci lieri, pie· trefocaie.
Co stello clell'_lqu ilo. 'l'reno di linea: IJocche a fnoeo da. 12 : J.; cla 4: 2 ; afl'u ><li complcl'i cla 12: I ; da 4: 2; cnssoni ordinari: 7.
l'er il Uastello O::urnoni cla ruontugna da 4 : 2 ; affusti 2; affusti cli Colubrin e' 4; cn rtocci cla 4: 200, e poi cartocci J'ucilie1:i, tubi di mitraglie, palle ::;doltc. idem inzacchett:ite, spolette pe1· grana te r eali da (). pietr e Cocal~ ecc.
Nel parco di Snlm,ona Per linea : bocche a fuoco dtl 12: 2; da 4 : 13; obici da 6 : 1; affusti completi da 12: 2 ; <la 4 : 13; per obici da (\: l; ca:;soni ordinari caric·hi: l!l; idem fucili eri 7; e poi ~lrumementi di pionieri, c:urettelle, spuntoni. ca rtocci fuci· li eri ; affusti da 4 :1 lettiga.
NeZZ't~Coli1npcwie11 t o presso il Gc11 01·alc J)mnas Bocche a fuoco da 12: 4; da 4: 20; ouici da 6: 9; affusti completi da 12 : 3 ; da 4: 17 ; obici da 6: 9. El poi cassoni o rdinari, idem fucilieri, idem da par co, carri n munizione. forgie d i campagna. Ed .rncora cannoni da 4 di u10utagua: 2; affusti iùcm a lettign : 2; <'artocci da 4; ltlE'•m ron mll rnglin ; t ubi con mi traglin ; palle cla ,1.
111 Palernw al Palaz:rn cli J::J11a .lfaestà Cnnnoni da 4: (i; affusti da 4 : G; cassoni ordiMri : G.
Nel R eal Palazzo,
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l'izzofalcone. e
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Cast:dlo N uovo
per 1·iserva n ocche a Cuoco cla 12: 7; da 4: 15; obici cln 6: r,; affusti completi da 12: 7; da 4: 15; cln obi.ci da 6: 5; cas,::oni ùrclin:u·i 20; iclcm furilieri : 2.
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1524 -
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1NVE~'l'AUI0 DIDLLlJJ AH'l'lGLilt R!E DEL REGNO DI NAPOLI
ln Castel cli S . Enis1no Bocche ;t fuoco lla 24 : 7 ; cla S : 2; cla v : 6; ùa 4 : 5 ; ruor tai cla U: : 2; affusti completi cla 24: 9; cla 16 : 13; cla 8 : 2; tht t3: G; da ·l di marina : 5 ; cli mortai da 13 : 2. E poi avantreui, tubi di mitraglia, cartocci a poln ,re tla 4 ecc.
A.l Ca,stello del (;a,nnine Can11oni cli bronzo cla 4 : 2; affusti iclem : 2; affm;ti cli montagna da 4: 10 ; e poi pal-
le, cartocci a mitraglia, pietre focaie, ecc.
i\Tel GcisteUo rli Lschia .AJ.Iusl:i in biimco da 18 : 2; idem da 4 a stanghe, palle da fucile, pietre focaie.
Nello Stato 1'011fificio Cannoni cli bronzo da 6 per leggera : 2 ; obici da O idem : 1; c:.tmpagna idem : 2; idem d'obici cassoni a munizioni idem ;carico zioni : 3.
artiglieria affusti cla da 6: 1; cli' nmni-
.tl lla rliJWJl(lcn.'w , clella .Real J:La.rina, Cannoni di bronzo da 3 : 2; affusti ideru con avantreni : 2, )facchine cli artiglieria che t·imanevano a tutto i l 31 dicembre pronte a spedirsi : Bocche a fuoco da 12 : 2.5 ; da 4 : 24; obici da O: 10; affusti da 12 : 25; da 4: 29; di oiJil~i dii 6 : 15; cassoni ordinari 169; cassoni di parco : 32 ; carri a munizione: J 9 ; a pontoni: 1; a barchetta: 12; ponti : 1; forgie : J O ; pontoni : 3 ; barchette : 12.
f>l'C'8 SO fo T111v rn-iri li tnippc Rllsse Cannoni cla 4: 6 ; affusti da 4 : 6; cas$oni ordinari: 7.
Ed ecco altri due interessanti
Inventari: -
1525 -
Ji'ig·. :lHi · ..A.l't.i~lieri o napo l otan~. Il 2\/ecliat.ore, ea.nuon o da 111111·<>, il i b ronzo: gett-nt.o tt Napoli nel 17tì5.
Stato delle bocche da fuoco, e Macchine di artiglieria di campagna esistenti I
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D F,'J''l'AGLIO D I ESJSTENZJ\
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Bocche a fuoco, e Mac-clline rillle><i;c -· ,- c-o-lla_s_t_Je-dizione fatta in ~o_n_ia_, o-Y-e poi- si- dct->o-s-i t-ar-nu_o_ nc:ll'eutrata
-1
delle R c,llì Arme
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Item retroYate nello Stato Romano, e che furono rialtate (JU:l!<i totalmentP Item ritroYale nel Regno, e r hlltate tot:ilmente quasi come si faces~C'ro cli 11110,·o Item costruite d i nuovo in Arsena le pel solo oggetto tli C::11upagna \lnll'é:ntrata clolle Reali At'me a tutto Decembrc 1800
'.l 'otale clclie bocche a f'uoco, <i mucoh'i-110 cbi vrese-ntc in ·i 8l11t-o <l i ser·vi.zio 11 totale delle bocche a fuoco, e mncclline esis tenti corrispoll(Je ad con 10 Divisioni di riserva.
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t rc11p tli -IG Battaglioni tli Linea
Necessario per una lineiì cli 4Ci Bat taglioni Per 10 Dh·isioni d i risena Totale l'er un P:1rco clì Costruzione, o sia pel Grau Parco Per _un Parco di Costruzioni, e parco dei Pouti
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Del bisogno per uu t reno di 4fi Uattaglloni di line:1
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D,·lle Miic<:hine e!<ISteuti
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a tutto decembre 1800 ed in quali luoghi del Regno al presente si ritrovano Bocche a .fuoco
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Con 12 affusti di cambio. Con 10 id .
In giusta qua.ntiti sono calcolate m acchine per in re potendo tu bisognare a tcn delle cicostanz1
Dettaglio dei luoghi ove al presente
Nella Rfial P ia zza d i Gaeta in deposito ))
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Capua»
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Nei vnri luogbi degli Apruzzi sotto gli or <lini clel Generale Boucard.
Col Generale Damas, presso cui si crede esser vi parte a nche clel Treno di Ronrn g iacchè degli ultì ii movimenti cli Artiglierin, non si ha notizia In Paler mo nel Palazzo <li S . M. . Presso il Comandante Husso Sig. Generale Borosdiu Nel Real Palazzo, Pizzo:fo lcone, ell iu C,1stello. p:~i: r iser ve e'll istruzioni Pel T reno de' Ponti in Ce.prano, <~ presso la Compagnia de' Pionieri Ai tre Reggimenti Re, Regina e Principe cli Cavalleria Esistenti nel :'11agazzini d'Ar tiglieria in istato cli servizio. Totale che corrisponde a quello delle ma cchil~e esistenti.
l" Nota : Nelle macchine d i Artiglieria trovate nel R egno e nello Stato Romano si è clovuto fare egll a ccomodi equivalenti ad una n uova costruzione, sia perellè patite per le intemperie, sia per le ifinite ferrame nta tolte nelle passate emergenze, uelle qua li 1H1ssu11a e:ura si. ebbe,_ della loro conser _ 1zione. 20. Nota : Oltre alle :i\:Cacchine denotate nei Mag37,zini cli Artiglieria vi son ferramenta atte a tout:ue mo·l.te e diverse macchine d i T reno da Campagna e vi esistono a ncora 22 Cassoni Francesi 42 tedeschi. i primi da l'itrarne qualche profitto accomodanélosi, ed i seconcli a~solntamente inutili. 3• Nota : Le quantità cli l\:Cacchine e Bocche a fuoco dettagliate sono in risul ta d' inventa ri rimessi, può darsi che vi siano altre macchine post eriormente ritr ovate, e non ancora a notizia dell'Artiglieria. 1.• Nota : Oltre alle ;)-_ f acchine in Cmnpagnn vi sono ancora col Conte clu Luc Ventimig lia 4 affusti cla
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le Bocche da fuoco si rattrovano
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6, con cannoni, e cassoni per Artiglieria volante, })iù dn e Cannoni cl i montagna cla 4 con affusti a Jet. '.ica. In Aprnzr..o pni 2 Oaunonì dn, 4 cli i\fonta:ma con atl'.usti, e(l i ~eggimenti in Ge.µer alc sono corre . dati di 28 Cassetti di nuovo m odello per monizioni da f ucile. 5a Nota : U pt·ese11te dettaglio è relativo a l '.fl'ello d i Campagna es~end,> s tnto difficile il com . pr end ervi gl'infiniti approvisionamenti d i Piazr.a eseguit i un'or a, a' quali s i di.stingue quello di Gaeta. Ga Nota: I locali sono quelli per i quali clall' At·1:<enale si sono le Macchine di r ette non sapendo da quali mutazioni, o distribuzioni siensi fatte posterior mente locchè dcrini d:.t! non esser vi fi nor a stabl lito vermi Piano, per la nuova Artig. e dal non osse1:var s i per ci(• delle ,·al'ie 1>[)ec:lizioni le necessarie regole di s ubordinazione.
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1792 - 1815
Oltre all 'Arsena.le> fu messa in efficienza la Fabbrica churni e delle manifa,ttm·e. Il Corpo Reale continuava a ri11nire Artiglieri~~ e Genio .: ma le stesse necessità p1'atiche determinarono una, selezione ed umi di visione cli h:woro : e si eostituì> a parte, un gruppo di uffi ciali ingegneri., i quali, alle dipem1enze del Colonnello Fran cesco Lavega, si occupavano delle l'iparazioni nei for tì, nei ca· stelli, nelle batterie del golfo e nelle caserme. · al Càrdinale Rufio, come . capo della Giunta clel Inttn1to Gqverno cli Na,poli, era, succeduto J~'rancesco M.aria S tatella, P rincipe di. Cassa.110, Luogotenente e Capitano Genernle del Hegno> il quale sottopose al Re> in Palermo, il nuovo << pia no dì rifo1·me per l'.Eserci.to )J . Secondo tale piano, l'Artiglieria, spmpre forrna,ta da,i due reggimenti « Re>> e << Regina », veniva ;;Hl a,vere nna forza, di. 139 uffidali> e 1S4G fra, sottufficiali e so.lciati. : un battaglione era distaccato h1 Sicilia. Inoltre vi era uno Stato Maggiore, una compagnia di a,rtefici di lOG uomini, un a compa,g nia di pontonie1·i di 120 uomini, e una brigata cli e, piordtn'i >) forte di 7J 4 individui (24 utlle.iali e 890 tra sottufficiali e soldati) cli.visa in <1ua,ttro compaguie. Questa, briga,ta, e la c.ompa,gni,1 dei pon tonieri erano agli ordini del Capo dello Sta.to ì\:faggiorc dell' Esetcito. Tl Corpo del treno e de> regi bagagU., ripartito in quattro Divisioni, disponeva, cli 255 uomini ; e, per quanto concerne gli stipendi, i suoi uliì.ciali ed a,iutall ti erauo assimilati a qu elli del Corpo 11.eale. n tr<'J10 clisim1wgnava il servizio della posta di 0::Lsa reale e dei trd,sporti mUitari e si regge,:a in amministr,tzio1w propria tt cura di un ' apposita Giunta. I reggimenti cl' Artiglieria conservavano l';.organfazazioue del 1788. Il Corpo degli invalidi, quello degli ar tiglieri l itorali e le « compa,gnie di clota.zion e >), che non facevano parte,clella pianta 01·ga nica d.elFesercito attivo, continuavano tLd <~ssere consider ate eome forze sedentarie in servizio permanente per la custo dia e difesa delle isol e, dei piccoli forti e posti militari e delJe batterie da costa. Sempre seguendo il E'errarelli, appi-endiamo che l'Accademia fn abolil-n, il Parisi ne fu esp11l so e solo per commiserazione -
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ACCDE:!IHA .i\fILI'fAHE E SCUOLE 'l'EOI:ETICHE
vi. furono laseiati gli fLlmmi orfani. Un ordine sovrano del 1:) a p1·ile 1801, al pic<;olo gruppo di alunni i-irna,sti diede il nome cli. <;onYitto mili nne, dirett o dal tenente colom1cllo Saverio Poli; ma, in S(~;;ui.to, un a lt1·0 ordiue del l " <licembre 1S0'.2 dispose che i.1 coHvitto riac:()uistasse H sno antico nome cli Accademia Militai-e e cbe vl potessero essei·e amnwssi non solo gli orfa,ni, ma a1tchc i figli deg.ii uflkia,li benerne1·iti. « L 'Accademia fu divisa i n clne brigate, dm;cmm di ven tiq uattro a lunn'i, con due capit,rni, lln qlla1·tier· 1rnl::;tro, un nJfo:iak cìi tlettaglio, sei ufficia,l i su IJaltePni, cl ne (;a,ppellani, 1111 rneclko, un chirurgo .e quindici p1;ofei:;sori. Con sovrana. dctermirn.l½ione del lv apri.le 1S04 si p~rmise che nlllnni esterni potessCl'O frequentare le lezioni clel L'Aecaclemia, ed a lh1ffic:io di i nsegnanti furono destinati otto uffici.ali )). }fa. a v vette il D ;Aya,la in « N a,voli :.lhiitcwe >> d1e << 11ell' an no 1801, tutelallflo le cose delle artigliel'ie e degl'ingeg11eri il l 11ogotene11 t<~ eolomrnHo 'l'orrebruna , veniva,n su . le scuole teoretiche del real <;orpo dell'nrtiglìel'ia. e del genio, dov'erano dettate le lezioni di fortiJìca½ione, artigliel'i,t, chimica, mi.nera,logfa, fisìea sped.me11tale, e:;:p(~rienze fisiche, maternatiehe, siccoHH: leggesi nel Sa,q,r;io delle isfrl(.z'Ì011i teoriche d(l,te nel corso dell"a11110 1803, il quale contiene appunto l' e1cneo delle sncldivisa,te materie, compresovi i l solo <;aleob differenziale)) . .Xel 1804 esiste\'nno scuole rcggirnenla,li teol'etiche, << del rne~t.iere e del disegno>) per i tenenti ed alunni de.ll ' A.rma, e f.: Cuole p1·a,tid1e di fooc:o . .Per d,ti:e 1111 concetto dell'effettiva, impo1·tp nzu di qneste ultime trascrivhnno, nel ;'3l.'IO itaha,110 al· ()rnmto problenu1.ti<:.o, una relazione del colonnello France8éO Sa,verio del Re, comandante il Reggimento cl' .Artiglieri.a << Re· gina >> in Messina., inviata a.l Ministro della Guerra, e Marina te nente gc~nerale Hari·olomeo F ortc,gueni, in da.ta 28 novemb1·e 1804: (< Eccelle.117,a, A norma delle or<.lina117,e del Corpo Hea le (~~sendoRi soi:-pesc l(~ f.cuole Teoriche clel l\Iei;tiere e ciel clis1,g110 per questi 'l'(~nenti ed alunni del primo Dn.,tta,glione clel Reggimento Hegina Ar·tigliei,ia, di. rnfo c-m:ico -da.i 1:5 settembre ai 13 ca,clente, pei- a ttenden;i alhl Rola Scuo1a p1·atic,1 d'artiglieria da S. ?11., or<U1rnta esegnirsi : così. mi fo pregio soceartare a V . E . -
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lo stato del l'.isultato di 12 d ive1·se Scuole a fuoco , ehe in tale intontl'o hu.11no avuto ìuogo, dalle quali 1·ileverà il profitto rieanito nello sparo delle diveri:\e bocche a, fuoco . Similmente si son fatte attendere alfa, pruova1 delle divel'Se polveri di Guerra, <50l :.\fortnro p1·ovctto ed alla scuola de' vari misti de' fuochi a,rtificiali dH, Guerra <.li cui si so110 fatti vedere gli effetti della ltlaggio1· parte di essi ecl i11 quali casi se ne deve fa.re uso come altresì si son fatti esercita1·e alla costruzione de' Salsiccioni, gabbioni, gra,Ucce e fasd11e e come impiegtwsi nei diversi casi. E :1.iamlio loro si son 1'.:ttte tracciare la uwggior parte delle ope1·e cli fortificazio ni. cli campngna, e con particolarità tutto ciò che faceva mestieri per fortificare le teste dei ponti: come altresì 1,:e li (\ fatto costruire <.leHe spianate per Mortarb con sole bombe inutili.
« Fiualmellt-e si sono esercitati ne' vari favori della zappa ed a col!oseere u. colpo d ·oc:chio le diverse distanze alle quali pnù til'arsi (.'Oll et1m1011i : e Hcl csamili'are i · rialti vanfaggiosi 11e1· lH:nrnglial'e la sottoposta C'nmp:i g11a . .Hmmo inoltre eseguite in rineste vieine Campn,g11e diverse operazioni. di geometria pratica., foeendo nso clei vari stru menti all'uopo necessari, ec:c. )). Ritornnto il He dalla Sicilia, il Dipartimento clc~lla Guerra, 1·iYolgeva, pai:tic:olùnnente Ja, s1rn attemione al Corpo cle]l'Ariigli.eria, considerato « ramo importantissimo per la difesf.L del
Heg110 )J . E. co1n'era prev<~dibile, il genel'ale Forteguerri, nel· l'ottobre del 1S04, disgiungeva l' Al' l;iglieria da] Genio. Il l'ep,11-to Armi e l\Iunizioni, la. eni efficienza progrediva. con ('HComia hile attivitù,, nvev,1. una propl'ia, Direzione Generale, dr~tta, Direzione delle Manifatture, indipendente dall'Ispezione c ,,nernle di ArtiglieritL, e r etta esclusivamenfa-\ clal direttore Tenent<~ Colonnello Giovanni Antonio de Torrebrnna. a ~sistito da nlc1111i mem.bri.. n r.nrioso l'ilcntre come ta,le reparto tlvesse un a pal'ticola,re 1\mministrazione e foBBe - si <Ercbue oggi - fina,nziato con k r endite prw.-<~llienti dall'irrip:a nll'nt o e dal canale del fiume Rnrno, claJle bonifiche (li Ba.in e di 1'fi8euo. dnlle ferriere del Hegno e dall e fabbl'iehe d<'lle polvr.~ri e cl<~i. salnitri, dipendenti
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X.\ I'OLJ
giù da lln, reale Azit mla. Doveva però, in compenso dei cespiti ad esso cedu ti, somministrare al Dipar timento clell.l. G uena determinate qnantitù. dei matel'iali p rovenie11ti da sitfatte i11d11strie. Questa a n tonomi.1- - che si el'a decisa per <.lai·e maggiore chia r ez;;,,a ai l?il anci e realfa;;,,iue delle eco11omie - all'atto pratic:o det<~rminò polPmic:l1e e ,disacc:oi-d i fra Ffapezioue Genera.le e la lìire;;,,ione del1e }fa11ifatture e tra i l i licastero della Guerr.a f~ quello della Pinanza ; ta nto che, alla flue, hL Direzione delle i\fanifot.tnre fn soppre:-:sa. 1
Ed eceoei alla eam pagua del lSOG per la l'iconqnis rn del Reame di Napo.li, cla p arte degli. eserciti napoleoniei: Com'è noto, l'irnpresa venne affidata al }Jassena, il qu a le aveva un Corpo {Feserdto in cui militavano molti Italia ni di ogn i region e, 1HH1 escJ.nsi JW,tnralmen te meridìollalì i n genel'e e na.poletani i n isp(~cie. Così, per ordi1w di un lmp(-m 1to1e ita liano cli. nascitii, 1m geueralc itnlin110, llta ssenn , coma11d :.L11te t l'uppe in pa,rte italiane. ma.rei.ava con t.eo una vasta regione d'Italia,, difesa da Italiani al servir,io di nna cliuastiu stra niera, ! L'}._rtiglieria italiana, inquadrata neìJ.'eserci.to cli. )fossena , si dimostrò, a nche qnesta voltn., a.ssai valente e <:on tril.rnì n.l ra pido sueeesso dell'invaso1·e, da, cui i vent imil a, borbonici ven nero :facilmente batt11ti. Il 24 gennaio, affidn.to il Uoverno ad nna Gi.unta p1·ovvisoria, il Re, per la seccin cla volta, dovette ri pr ender€! la via della Sicilia, seguito clopQ n.lcuni ~iorni. dalla Regina, mentre l 'esereit-::i, agli ordini del generale Da mas. si r itirav,1 verso le Calabrie. per difendere qnl'lle proYineie . Il Da mas aYeva afiiclato il com a,nclo d ell' .ArtigHeria al te nen te colonnello Macry che si. trovHYH n Cnpua e ehe ebbe orclin<' di. recarsi prima a 8 11lmonn con i tre aiuta nti maggiori. ca,pi tnni Il::Lmirez e Pale1rnia e t C'nente Gomez Oardosa . e di seguire poi l'esercito borbonico nelle nuove posizioni. Il 6 marzo il Generale Minutolo, sorpreso a La,g onegro dal Generale Reynier, veniva ba,t t ut o e perdeva t re ea nnoni. Il 7 l'a vangu:11·dia francese, proseg·nenclo il· earnmino; si :tccos lò .a La.uria e s'impossessò ancora, di tre ca.nnoni e l\j cassoni. ment re le truppe d el Damas, sconfitte lk fini tiva rnente il giorno il ;1, -
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1792 - 181G Uarnpoten ése, .si accingevano a r ipassare lo Btretto, pto trt te dalla retroguardia del ~unziante . ll Gei1erale Gualengo, <,.econclo le istru:doni. ricevute dalla Reggem,a , propose ai lt'ranc:e::;i l a cessione d eìle pì.a 7,&e fo i-ti e dei fol'tiJi &i. della çapi.tale, ma l' Assia -I•hi]jpsta,d t n on volle cedere Gaeta e il tenente colo1mdlo \Vacle rifillt <Ì di ritirar:,;;i da Civi.tella del 'l'1·onto . Per qualche mese r imasero dunqu e, sul cu11ti11ente, questi <lne piecoli n uclei di resistem~a bol'bonica, iì110 ..t clw Civitell a, dopo valorosa 1·esi.si:cnza, si arrese il 19 maggio lrìOfi e Gaeta ,_a s nn, volta., dovette c·eder1~ dopo una stren na difesa di cui pa1·l ererno •più avanti . Il 14 febbraio i Francesi entravano in :Xapoli ed iniz1a,v.rno i;;ubi t.o fo opera7,ioni milita1·i nell<~ Ca.labrie, 11ell e 1:'ngl ie e ne · gli Abruzzi. « t ; n GOrpo di. 15.G31 nomi ni, comnn clnto clnJ ?lfas.se Hn , fn i·ncaricato deJlu difesa, di )fopoli e éleJl\1s::;etlio di Gaeta: 11n a lt1·0 di 10.12H nomini, agli ordini del gencrnl e Duhesrne, fo mn ndato in Puglia: ecl n n ter½O, comanèbtto dal genera le Rey 11ìcr e forte di l 2 .fi3!) 1101nini, e l1b(~, c ome abbiamo gi,'t detto. l 'il1ca.rico delle opcra ½i oni in Cula ln·ia )) . In tu,.ttc 1(:. opera:doni. condotl:e anclrn dopo la !.'011 q11 ù,h1 <lel R<~gno, ·aura.nte i1 1800, ed ai prillC'ipi dell' anno ~,H·(·essi vo to 11 i Fra.ncesi e gli Italiani. t1·oviamo nffic:iali di Arti_idiel'ia n apoletn.ni : sotto Gaeta sono Simeoni e Pe!lrinr.lli ; ad A1n1url·<>n, il Ginlietti e il Landi coma nd a,no le poche :Lrtig-lierie nss;•<lilrnt.L governate clal Lancl i, dan do prova entrambi <li bravurn <'(1 ac corgimento ; a, ~fara.tea, Gabriele Pedrinelli stnfl ia ln posi½iOll<' e propone le bat terie e Je bocche da fuoco occorrenti. E il Genera le, che com:mcla, l'attaceo con tro qncst'11ltinrn fortezza, dichiara che l'Artiglieria, i talia na ha, reso impo1·tnnti servigi e cita il nome di col oro che si sono particolarmente segna1a,t.i : gli ufficiali Dorn~gana., Oloè, Magri, Cera,cchi. LirelJi: f•d i sott1;fficiali. e soldati : Borc:i, Pi astri. Nuffan i,' Pa.1111::::ea. Padovani, NovL 'l'nrettò, Sposigo. Gambi. Berturioni , Bmvo, ::M:n.gna,cavalli, Beifa,ni, Fieri, Fnrubretti, Ca,rli, T ampieri, Delfini, A ja,sso, Ciadelli, · 'l'ihaldi., Honfanl'i, Cenrnschi, Strafln.. Borgnio, Ba,rli, Sin ifal di , Pa selini, Avalaschi, ìvfantov:Ù1i. Ravi sa, Atenes( Chiani. Con <~ditto de] 3 marzo 1806, iri nome clell'Irnpera,tor ,' e R< 0
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!UOHG -\i\'IZZAZIO:\E Dl•:LL'All'l'IGfoBRL\ Dl,;L HEA:'IIE
d'Italia,, Giuseppe Bonapai-te, sopra,ggiunto ad assumere il comando iu capo delParmata di Napoli, ·prescrive l'orga,nìzza,:done · <li 4 eompagnie di artiglierfa ed una di solda,ti artefici. Il Cav. Giuseppe I<'ouseca Ci1aves, col grado dj_ capo brigata, è incaricato <li comporre i.l quadro del personale, e ne diviene il Co1na11dante. L'orga,nizzazione è basi.tta quasi esclusivamente su elementi regionali e sn personale che già aiveva servi.to sotto il p,issato governo. Il 21 luglio il Cotpo di Artiglieri~t vien por(,ì t·o ad ,m reggirn.ento, al conrnndo di Luigi l'arisi. Fin dal rn maggio il Capo dell'Intendenza di Guerra Fede1·ieo Sa,lomonc trasmette alla « Scrivania di lfa.zione )) un « real dì1sp11ec:io )) pervenuto per il tramite del Ministi-o della, Guerra,, pe1· In, r:011cessione della << grr.ttifica,z.i.one di usci.ta in campagna, )) a.gli 11fTicinli delhL l" compagnin de11' Artiglieria mtpoletana, destinata .:tll'assedio di GaPta. Conseeutivamente, il G giugno, s'in,·i.1 Lt nota, genera,l<-! cli tntti gli nffieiali ed impiega,ti di Artiglierht in attività di. se1.·vizio, che devono pereepii-e stipendi se condo le tH,riffe francesi. Non crediamo sia il ca,s o di riprodurre t:i1e nota (lo studioso cui interessasse può t rovarla all'Archivio di Stato di Napo1i, Sezione Milita.re, Rea,l i Ordini, vol. 122 , f. J9); ci limitiamo a rilevare come, ,su settanta nomi, non ve ne sia.no che d'ue francesi : tutti gli altri so.no italiani. Prima, a,ncora che cadesse Gaeta, e mentre intorno ai Francesi, in Ca.labria., cresceva lè1 rivolta, il 1° luglio, il generale Stuart, con 5000 Inglesi, 10.00 Napoletani e Siciliani e coil 16 pezzi di artiglteria, sbarcava, al Torrione di Malta presso S. Eu- . femia e H 4- batteva il Reynier, obbligandolo .a ritirarsi precipitosamente. Lo Stnart, però, non sep1,e o non volle a,pprofitfare della, Yittorhi, inseguendo il nemico nc~lla ritir::~ta, che si. svolgeva fra le insidie delle bande armate: forse egli ritenne pericoloso allontmrnrsi dal mare e perdere il poderoso a,usilio della flotta,. Certo si è eh-e, dopo aver imbarcftto ed inviato i.n Sicilia i feriti e i prigionieri e parte dell'artiglieria, rima.se a S. Pietro di Maicfa fino al 7 ~uglio . Qnel giorno, .il brigadiere Oswald ebbe ordine di prendere la vii:t del sud e di marciarH verso SciU~, : aveva, eon sè due can noni da. 12 pollici e un obice da 5 1/2. -
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l'i02 - 1815 ll gion10 li . j] l'OmJJPO: della sq uadra di Sydney Smi t h , slJ..11·(:ava 3 cu1rnoni. di bordo; ma tali arligli el'ie, per il loro p .C:· colo cal.ibro. apparvero in s ufficienti, t anto che. menti·c si p1ep;1ra rn il terreno su cui doYentno sorge1·e le batterie, fu tono <.: bi esti , a )Iessina, alcnni pezzi <la 18. Gi nesti anivarono sollecH.1nwn !·e e, il 17, aprirouo il fuo co . nw l'offesa divenne ellicace sola men te il 21 , quando altri tre pezzi Lhl 24, ginnti. il HJ. furono lll<'s:-:i in batteria a lDO metti dall a Cortezza. Mentre :si compi.va no le op(•tazioui co1Jtro 8<:illa, il generale i ngle~e Bi-od1·ik, da iles:-::ina do,·e :si t1-o,·ava . sbarcò il giorno !) a ::md di l{eggio con 800 :YHpolelaHi, 40U Inglesi. 2 obici di bro11zo e qnalehe pezzo leggero, ponendo Jia si::eclio nl forte, d1c c-:1pitol.ò. ( -m Inglesi, però. bC'n p rei::to si rili1·arono: rimase1·0 ~olamente i ~ Hpoletan i. ai quali ln Regfoa hla1·ia C:uolina . a11inrntn da gran fe1:Yo1·e lwllico. l'ac~va invia.re 111a!·<!rhll e, (·a,nno1ii , nrnni7,io ni. mt•11trP si !=:pencl ern 110 inge11 t i sornlll<' p e1· ten er de:::la la rirnlta. A Gueb, l'Artigli<·1·ia tlPll a Pia7,,1:1 fcc:e. mol to lmwameHte, i l sno dm·ere. I I prinri pe cl 'A~si a PhilJ pi::hHl t si ei·;1 p1·cp.ualo, con mol I11 oeula,tezza, l)Cl' ru1a difesa atl olfranzn; ecl i (·11pitani Landi11i e R os. cl,,11' ..\ylip:lieria - come . del. 1·cslo, tetti gl i a ltri nfficiHli g'èll'eggiarono col comnnclantc per risolutezza cd au<laC'ia. In qu el tempo In, fortezza a.veva J 30 bocche da fn oco me:-~t· in batteria. la magg:iol' parte pez7,i. cli g1·osso ralibro e• camioni da ca mpagna . Più b11·d i.- l':unmirag-lio R,vdney Smith Ja riforn1 cli molte mun i zioni. 11onchè di 4 ca1111oni di gTosso <:a libro t o'lti dall' l:Jmrdl c11t, me11fre lasciava in tJ uelle acque. a soste~no dl'llu dlfe~a clella piri7,za. le frega tP .lfi11 errr1 e .luno , al comando del C',·tpitm10 di vascello Roh<~rti::on. e 12 barche cn-nnoni er<-> borbo-
niche. La forza del presidio ammontaYa a ?)91.(i uomini , t ra cni 1;)-1 c"Fa1·tig-lieria s n dne compngnie, e 7(i a1:tigli.eri litorali. Nel mes<· <li g'ingno a.nivò dall a Ridlia un'altrn compagnia d 'a1·tiglier·ia. C'ontro l o schieramento .u·tiglieresco difens i,o dellsi pi.a zza , j Frn nco -Xa.poletani il 1G lu glio 1SOG avevano 99 bocche da fuoco, di rni n da 3,(ì d'assedio, 25 cln 33 d 'ai::sedio , n di bl'onzo da 24
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L'ASSEDIO DI G AM'l'A •
lSOG
d 'assedio, '" l unghi da 24 hl ferro, 4 codi da 24 cla mar i11a . ti da Hi i11 bronzo, 5 eo1·ti cla 12, interi, cl ,~ marina, G <la, 12 i11 bron zo, cfa lmtta,glia, 1 <la 8 da, batt.tglia, G 11101:taì dai 1.2 pollici, 11 da, 9.8, 1 d:.t 8, G obici da 6, 1 da, G, 1 petai·do di b1·onzo . f1 J 7 febbraio 1 06 il P rincipe Giuseppe Bonapar te et a a1·1·i rn to clin,rnzi n Garta, .iccompa.gna to da. ~1.a sse nn e dai gener a li Dnlalois e Compre uùon, il pri.1110 cUipo dell'tu'i:iglieria e il se(;Ondo degli ingegn eri, pe1· i11tem~ificnte l'assedio . 11 Hl dello stesso mese i l•'rancesi avevano nuov,Hnenle i11vitn to allH resa, gli asi-ediati ; ma il Capitano R os, dell' A1-tiglie.ri.1. che• l'ic·evettl:' i pai·Ia,111p11 tari., 1·ii::pose sdegnosa.mente che, a 11 t hc cpwnclo l<> bocchE> da fuoco fossero sta te tntte sc:arnkate. la g11a1·11igfone non anebbe acc:etb1te con<lizi.011i cli pace, se non clopo l'assalto :,.;nlln b1·eccia, e quando !'os::,;e l'iclo t·b1, a,g-li estrem i. .fnl'u lh g li ai-s<•tliat-i non Ri limit·.;11·0110 ad un;i Rtrerta difesa passini, ma tenta1·0J10 arcli la_wentc ntrie sortite. Il 13 maggio H capi tano Gennaro P arisi, con 50 nomini del c orpo franco, fat ta inur,i.one in un fo1·tino costl'l1it o sùlla p unta delh~ )fadonna della Catena, vi inchiodò i cannoni francesi dopo {lver ucciso un sel'gente e i5 cannoniel'i. Ed il 15 dello stesso mese una sor tita in g rande stile fu protetta, cnePgicamen te da t ut te le batterie della, p_ia.zza, le quali causarono gravi perdite al nemico : come prov,t dell 'effica.cia del tiro, si cita il fa I to che u 11.1 sola palla da 3(;, lirnta dalla batteria della Regina. uccise nll capita,no e 9 solcln,ti nemici. Quand o, il 2!) luglio. la ,piazza dovette fi.n a lmente anen (lel'si. i difensori, ,piale riconoscirn e11t.o della bella condotta tenuta clm·aùte tutto l'as1Sedio . ebbcto i ·autorizzazione ad imbar· carsi con ,nmi e bagagli e c·on 8 ca n noni cla. campagn,1., menhe il 1·e f.: tO dell',1,r tig-Ji(~ria cla c:ampag11fL, quella tla piazza e t utti i rnagaz.z.i ni passavano in polen• del nemico. Dunrnte tutto l'assedio, fra gl'anale e boml>P, furono !:>pah1ti 100.000 colpi clai difenf,;ori. cont1·0 40.000 d egli assedinnti. L<~ truppe del 1n·esidio ebbeto :L la,11tentare perdi.te rilev,rn ti. t! ~pecia lmente prò,·at i furo no gli arti g-lieri ed i pionieri nddetti al servizio delle hoc·che da fnoco. Hasti 1·icordare che. mentre il 1° lnglio si nvevano i n fo1·7,a 246 arti~lieri e ;;4 pionieri, al 18 dello stesso rnef-le essi erano ridotti, rispettivamente, a 139 e 3S. 08
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1792 · 1815 Ugualmente p1·ovati futono gli artiglieri litorali ed i soldati di fanteria, }L<.ldetti al sei-vizio a.e lle batterie. Il Capita.no cl'arti· glieria Angelo Palenzia mod in seguito alle ferite riportate, e ferito fu anche il Capitano R os. Antonio Ulloa scrive : « Gli Ufficiali, i sotto ufficiali ed i soldati di artiglieria e de' pionieri si ebbero lode maggiore tra. l'inh ,ro presidio. Pel cor!'ìo di cinque mesi, rimanendo sempre sulle batterie, fm·ono notte e giorno intenti a bersagliare con tiri ben diret.ti, i lenti la.vori dell'a~sed.io, e conti·ibuil-ono nel modo il più efficace al prolungamento della difesa ». Com'è n oto, nei primi due ainni 1a Corte Borbonica, che si era rifugiata a Palermo, fece parecchi tentativi -- sotto la diretta pressione e coH l'aiuto degli Inglesi - per cercai· di c.icèiare i Francesi dal· Rea.me. La prima spedfaione si iniziò la sera àel 7 maggio 1S07, a,l · lorch è le tl'nppe borboniche i;;'imbarca1·ono a Palermo, coman.clate '.(fa, S. E. Serenissinrn il I 11·incipe .Philipstadt e da,J Briga, di ere lschiudj. L ' A1·tigliel'ia era costituiln eia G pe7,zi da mon tagna, col personale necessarjo: cioè, tra, ufficiali e soldati, J2G uomini, oltre :1 l l l clel treno. L'imbarco anennr 11cl maR:::;iwo di:::;ordine. che non s uonava certo ani;;pi.do cli snccc:::;so. Dopo trenta ore cli navigazione, le truppe giunsero a, Reggio, donde si mossero il mattino del ~O per raggiungere in sen1ta la Fiumarn di Mni·o. So1mnente qni Ri tenne rapporto pe1• (·oncor-<lare l 'a,zion1~ bellica, che doveva essere i;;yolta: il che si, gnifica che, in tutti qn<>i gior11i I n1sco1'i;;i prima a R eggio, non si era stn,bilito un qnalsi.asi piano mili tare. Acl ogni modo, qnella sera, fu deciso di s ncl cliviclerc il corpo cl~ spedizione in tl'e colonne. dando a, ciascuna 'di esse due cnn, 11onL Per scarfl,1 cono. ren7,n, <lel terreno e delle operazioni cla iwolgere, per ip;nor:rnzn, a,ss9Jnl;a, dell~ fol'za. cl el nemico e sop1·n.. tutto per la maucam,a, <li un piano logico, adeguato alle circo . i;;tau:;r,e, l'a1,ione fallì: i Borbonici furono battuti a Mileto, e per. dettero i sei pezr,i da monta,gna,, cou 30 ca.sseWne cli mnnfaioni, a2 imbastì per a.ttaccare i pezzi, e·cc. -
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TENTATIVI BORBOX!CI C01"THO IL HIDAMEl
~ ella rela½ione del Pri11 cipc d.' Assia pc•rò si dleYa la lodevole co11clottn. cli pnrte degli artiglieri: mentre la cavalleria . i kballdava,, i S(\rventi di dne pezzi, fel'rni a,l loro posto, continua,ro110 a. tirare a, mitrn,glia, eagionando al nemico per-dite sensibilissime. L 'A1·tiglie1·ia borbo11ica pe1'dettc il tenente Fllippo de Lieto e l 'almrno Gaetano Polizzi, fatti pl'igionie!'i sui pezzi; il primo ser gente Antonio YVcimbergh e i secondi sergentj rnuseppe i\f r:~rti110 e Giuli a no Conè. Lo srnaceo 11011 bustò u, cli:st1·uggere le $perarnw di Ferdinando, il q1rnle due a,nui <lopo dtent,1.va l 'impi-e:sn,, sempre p er consiglio del Governo britallnico, consiglio che corl'ispondeva, pressapoco acl 1111 or dine , dato clw, Bel fral;tempo, i-i era concluso il traUato del 10 mai·zo J SOS, in ba~e al quu le gli I ngle. i potevr~no occnpal'e alc nne località della Sicilia per farsene base e si impegnavano ::i, pagare un annuo sussidio; cioè, in altri ter mini, controllavano, se 11011 l 'int era isola, g1·an parte della 7,ona c·ostiern e Yersavano milioni all'esa,nsto erario boi-bonico ... a patto elle questo li adoperasse pe1· far e la guerra ai Fra,ncesi. M·ufotis rnutand·is ... m.ultci renascent·ur ... I prepai-ativi delltt !'ìeeoncl,l spedizione fnr-0 110 coi-i lenti, che questa t1on potè a.v~rc effetto se 11011 qna11do i. :F'rauce:-1i erano g iù, pn<lroni di Yie1rna e quando !.'esercito 11ustrìaco dell'Arciduca. Oiovanni aveva sgombrato l'Italia. dopo n-ver penl.uta la, dec:isivn, battagria ciel Piave : cioè quando Na,polconc el'a. già, vittol'iosò negli alti-i settol'i. Agli 1l ,li. g iugno del J~O~) l 'armata a11glo-bo1·bonica mosi-eda Palermo e da Milazzo e si rinnl dinanzi alle isole Eolie: <·omttnda,va le a,rtiglierie il tenente colonnello Macry. Il gcne1·11le Stum·t 1.:om:rncl.Lvu 8000 inglesi, il genernle neBourcard ì 2.000 nomini delle t1·uppe di Ferdinando, cioè italia-11i, co1) cl1w batterie d'artiglieria,, una a cava llo e l'altra a piedL A 11<:he qnesta spedizione non rnggi.m1se alcun obbiettho import a 11 te, limitandosi a qualche azione coulro P1·ocicla ed I scbi.:L Ad Tsrhi.;1, a mdù ging110, era arriv,tto, per governar,~ le artiglierie dell'isola e del cnstello, il luogotenente colonnello Pe-.. élrinelli, il C)nale aveva sa,puto ragginngei'e il suo posto J10110:-.tante il blocco della squacl ra inglese. Avvenuto lo sbarco dell~ Rol,1atesclrn 11nglo-i:;icule, anche il Pedrinelli fn tra i prigionieri
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1792 · 1815 <li gnena e venne condotto a .:\lessi na. Cadute le due isole nelle rnr111i d,·g li AHg lo-Borbo11ic:i , il Mac1·y si a doperò n cli8ar·11rnrD tt: nttc le batte1·ic. l'rim a di ptoceclct e. e per cYitar e i co11linui r ichhtmi, 1·adu· .11iarn o qui :--2Jlr,'alt1·0 le n otizi<' int01:no ,tll'orga,11iz1.ar,i.onc del· Lt1·tiglie1·in di Per cl ina nd o l\' Hegli otto auni. i n cui egli 1·cgnò ,soJn1Il c11 te.: :-mll a Sicilia . :-::ino dai ] g-c1111aio 1807 il Dorbo11e ordinava la ttnlZioue di :a rsenali, fondel'ic e fabbriche cl'a,rmi.. Il supremo govern o deff A1·ma, V<"niva affidn lo a.1 X oYi , ebe lo tenn e cl.al 1807 a l J 813, con 1·esiùenw a l'alermo, mentr e Fcr<linando 1'facr y, inYia(o pl'ima 11 Mes:--ina <·011 h carica cli ~ottoDfreLtor e delle A r tiµ;liei-ic, s ucc·.essh'amente ebbe il comando della spedizione del 1809 <!<1 i11fine, il 12 dicembre 181 2, eoii or· dine dello ·s tato }Iaggiorc geH<>rale sottoscritto dal Capitano Generale Bentinck, era chi amato a, dirigere l' arsena,l e, la sa,l a di montatura e le manifatture militari. Dovendo l ' Arma esser servita1da uomini a cavallo, al fine di r endere mobili le batterie che c1·ano destinate a difendere una vasta. estension e cli litorale, e stante la deficienza delle stl'ade rot a bi'li, i:.i pensò di dotarla di 11 umer osi pezzi dn, mon lagna , che fossero eg ualmente in grado di contrastare a,i nemici lo sbar co ~rnlle coste oppure cli ostacolarne l'ava,Hzata n ell'interno, se e q1mndo tale sba r co non si fos se potn'to i.mpedire. L'Artigliel'iit borl>onica ebbe inolt1·e molti morta.i ecl obici, un f,sUOìcicnte nnmcr o di p er,zi da campagna e ;ilc11 ni cannoni da 1~ <' cla S, serviti da a r tiglieri a caYa.Jlo, nei campi di Palermo, ,i- nl litorale cli Messina e nella piazza di c~itania . Ri fo1·marono an che sqnadru di 1)0ntonieri, <:omposte da, fa. legnami, fe1·r a1·i. e « marangoni », col doppio scopo di costruir e (~ dh;truggel'e ponti volanti in ternpo di g;nerra. Infine ::.i 01·ganizzar o110 stabilmentr le dieczioni e ottotlirezioni , gli arsen a,l i ,le offir,ine di ma,nifattura, le fabbriche d'armi, lP polverie1·e e s::ilnitl'ier c : e !-li disciplinò lo scavo delle miniere, il tHglio dei legnami e tu tto quan to bisogna vl:t alla costru· zion e e conse1Tazion<' del complesso 111at·e1·ialé dell'Arma. Oontcmporn,nea.mente :,;i pensaY:1 '1d •rnit più rnzio1inle o t·ga0
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ORC.\NIZZAZ10:SE DELL, ARTIGLlEHlA NAl'OLET.\~/\
nizza7,io11c del t.1·e110 1,lell' Arma, conispomle11te ,li bi r-;ogni et~ al le necessità dei tempi . L 'Ese1·cito borbo11i eo, e pm· <;011scguern~n l' ArLi.glieria. 11011 ebbero molte occa~ioni di. a,gire in qu':!St) pel"iodo. 11uando >-Ì ec:· CPttuin o i due tentativi di lipedi:doue dianzi riconlatL e l'inviot1; un Uo1·po in h;pa,gn a., di c nì parlel emo in seguito. Oom111 l<111c, ~i mai1l·cnne, se pm· somrn,u·ia1nente, e consei-Yò nun t rn<lizione. che clo,·en1 p oi esercita.re u11 'intluenzn sulla ticost1·11zion e. ,1 llorc hè, pn.sr-;atn ln hnfera. Fcrclh1,rnclo p ott~ rHornarc nella sua R egg ia di Xapoli. Ve<li.uno ora come s i. venh,~e organiz¼amlo r A l't.ig1iP1·ia n:1 · polt•tana, prima sotto Re Gi11. eppe P poi sotto He Gioachino. R egnando CliuseppP. Born.t,p,1rtc>, in fon~n clel <lPcrc~to 1~ set · Lùmbre WOG, Fistitnto di edncazio11e mililn r <· .i~s11l1>-<' il 11 0ml' di « Scuolu militai-e)); da un clecrrto del mlll'ZO 1:407 sì d<'snmecll,· il 1111me1'0 <lcgli nllievì nsee11dev,1 a 244. L'insegnamento el',1 ripartito 111 otto cht:-.ki. nelle quali , ol· lh• alle <.lisciplìnc gent:rali, ìPtteratie e 1-dent ifitlir , ~·insegnn -· vallo ,L11 <:he a,rchitettmu. militare ed ,Lrtigli<~d a . Rc>mJwe ncll'.rn110 180G. 11110 dei migli.ol'i P più <"Olti ufficiali di nrtiglil'ri.a nn.polelan,1. Pj<•ITo Afo11 de Hìvcrn , co1J ;)erga mr•na del L! novemb1·c ·1soG, vt•niv:L promosso <:olo1111t•llo , <' rnan clato in 'l'aran lo 11 clfrigere t11tte Jp artiglierie dell'A<hìalicu. rt\'<"JH]o ai suoi 01·clil1 i i. capi ba.I-I-ag i ioni. )fil i o e Peclrinelli, il pl"imo nella zonn settentrionale e l' nlt1·0 in qt~:·ll,t mei-idionale. hla poco t<'lll])o dopo il C'Olonncl lo de lfrrnra <~1·a sostituito cla l c:.olonnello Pn,rh,i , e veni.vn, inviMo a. Ho111a. al'f e dipendenz:! <l t>l 1fiollis . « pP1· raggtrnglinn• lo Rtato i11lorn o nll 'armnia ed alla sala delle n1·mi i n Vaticano, co1nnnque ei dirc•ttamPnl"e gindica8sc cli. aversi megli o ad i nnalzar di pianht 11n P<1ifir.io itlrnH 1ico nella vicina. Cittù, di Tivol i. c1ov'è una polve1·fora e;,,ì,111dio c<l nna magona lì prP.SF-O nelln vilJa cli Mercnate ». In 1,,,,110 di 1111 mPi-e egli. esplicò cgregiameHtc il mandaLo affid a togli.
Un :ivvenimento n o tevol e ù la c1·c~11zio11c, avvenufa il :-; feb-ln·n.io 1S07, di una compagniu d'artiglieria a cavallo, organiz· za.ta a somiglianza delle compagnie leggere dell'esercito fr:tn · -
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-cese, e composta, con elementi del primo e secondo reggimento caccfatol'i e ca,nnouieri napoletani; il Oousiglio d' .Annnini!:,tra .;1,ioJH~ d i questa compagnia, veniva, formr1ito da. u:(TiciaJi e du.l primo sott'ut.ficiale. Alemii mesi più tardi, . il 18 agosto, f u dec:is..1 1'01:ganizza.zione di. 12 compagnie di « nr tigl ier-i litorali>) . Tale provvedimento trova, la, sua ragione di essere nella, insana.bile guerra tra hL Francia e l'lnghilterr:1: poichè quest' ultima deteneva il do minio dei ma1ri, anche le co~te del Regno di Napoli emno espo ste continuamente alle offese nemiche e quindi èsigcnu10 1111a difesa efficace e nume1·osa. Già dal l8{j6, del resto, si eru da to incarico a FPancesco di Costanzo, che tu poi genera.Je del Genio, di fortificare le coste. Le <1.o<lici compagnie cli artiglieri litoti:Lli dov<~va,no essere :riparti.te nelle quattro cUre,doni di artiglieria del Regno, come segue: 6 in qnella, di :~apoJi, l in quella cli Calabria,, 4 in qnella, d i Tar·!into ccl 1 in quella di I>escnra. Cìa::;cuna compa;guia, si eomponevn di 1111 ca.pHm10 i.n seconda eom e com.ancfante, ·d.i. un sc<.:onclo tenente, di .uu se1·gente maggiore guarclanrn.g, t,,zino principale, tre sergenti, sei caporali, sei cara,binicl'i 1 d ne t.:1mbnri e SG artiglieri. J comandanti delle compagnie veniva.no trat ti. dai capitani in seeonda e tenenti i n prima dell'ar tiglieria, cl i terra e di 111.:t,r e, e da.i capita,1ii degli altri Corpi cl1e, pur essendo in ritiro o riforma.ti. avessero le <:ognizioni 11ecessarie .e alt itudini specifiche a coprire siffatti impieghi. Per completare l'annà:mento delle costt> e de1le varie pi<1zze, :sempre nel 1808, d' ordi11e del Re, fn deciso l'aeqnisto in Avi guone cli 100. eannoni da 33; e il G n:m·zo fn invfata una, <:om rnissione di tre nffìciali. - il tenente colonnello Uinìietl'.i, il capitano Caldor a ed il t<:mente Lancli - per vigilare su tale fornitnra . "Ma, poeo dopo, l'acquisto fu sospeso, e i tre ufficiali ven11e r o richiamati, mentre ·n colonnello Afan de R.ivern si offriva <.li fo nd ere i cannoHi nelle ferriere cli I 'oggiotea,le e alla l\fon g'iìl,ua . consegnendo così il doppio van ta ggfo di dare sviluppo 11el :.R egno a tale industria e di liber arsi dalla sogge1,ione verso l'importazione estera.. Xell'apdle l~U7 il tenente eolonnello Eegm1i, Dil'ettore di:l -
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' surro
LE SCUOLE D'ARTH.:LlEHl.\
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h.: .A.1-tigliel'ie di l'escara , velliva clesLinato nl conmll(lo clel Reggi111ento <.lelle Anig}jel'ie napoleta1w in Ca.p uu. e fomla,·a mm « Sc uola degli spari>>. Da qu esta, pt1re a Capna,, sorgeva, l a Scuola di applicazione d'artigliel'ia; e le relative norme vedevano la luce nel decreto del 22 ottobre 1 '07, con c ui ::;i stabi · lin.1110 sc uole cli. rnatemalica e disegno, si apprestaNu,110 ga,binetti di tisica. minera logia e chimica. una sala di 1UOdell i ed una biblioteca . Con tempotaneamente si costnliva 1111 J! oligono pci til'i d eJle bocche da fuoeo, e pe1· gli esel'cizi e le manovre degli artiglieri. Le scuole pratiche dovenrno aYer principio subito e continn.uc per tutto l'ann o, eccetto nelle stagioni pio,·ose e nei pcrioéli clei grandi caldi. Si pre:a.rriveva a l R eggimen to di a1·tiglie1·in cli partire immediatamente per Uapua e restai·vi di guarnigione. A tapo de1la. scnola vt>11iva designato Il coU1anda nLe del Reggimento . P er l' ordine cli ~e1·vizio, l'indi l'izzo da darsi alla scuola, le istruzioni e la con tabilità, si a dotta.vano Je prescr izioni dei regolamentf francesi del l " a,priì e 1792 e del 3 teemi doro aun o XI. Le truppe dell ' Al'tiglieria francese che facevano parte dell'Armata potevano esercitar . i a]] a stessa. Scuola, e part cdpare 1Llle istnrnioni delle truppe napoleta ne. I n bas<• a tali norme essenziali , il .lli.nii:.h·o della Guena, in dat·a G gennaio 1 08, presen tava 1111 p rogetto per la, detta Scuola e per l'annesso P oligouo cli tiro ; e i11 pa,ri data si propon eva come comandante il colonnello L.1 H a]]('. 'l'a11ro il pr ogetto quanto la nomina venivano approvati uel dicembre 1808 e nel gennaio 1809, qua ndo gi:1 u Re <:inseppe er:i sncce1lnto :Vlm·at. Qui, per rinssume1·c quaJJto si fel'C per l'.\rt iglieria nei due anni di 1·eg110 rli Ciin:-:P])[>e. J1011 a bbi,nuo clw da l'iproclurre il qu aclro co n cui. nel genna io JSOS. il )I ini:-;t1'0 dell 'Tter110 esponna le « istruzioni )) dell 'Arrua. : Un 1·eggb ne11to cli n,1·tig'li N ia a piedi. Un battaglione del treno . 12 c·ompag-nic cli a l'tigli l:'1 ·i litornli. A q11 ei;;tp bh,ognn a,g-gi.nn g-<>l'e, evi<le111"enw11te, le <lne compa · g1tie d 'al'tigliel'ia della Gn:u(lin Reale . Si er a.no ria,perte le Sc11ol< n~ilitat'i, ri.u !·fl1te a k nne :fotlezze e JH'epm·a t<• 1c rn -tigliel'i e . 0
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Q[U.;El'l'E i.: UOKAl'.-\H'l'E
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He G-inseppe i11corni11ciò ,111d1c ,Hì e1ua111ne norm e per disci, pli11a1·e ht fabbl'icazionf' delle poh-eri e salnitri. L ' iud11 stria ùel nitro, in p.,1ssato, ei-a q1111si sconosci u ta, nel R eguo di Napoli. Vi era per dò bisogn o di un provvedimento goYe1·nativo 1·adicale che potes::-e fo1·la fiorii-e, e questo venne col cle, creto del 2 novmuhre J807 che sistemò l'importau tisisimo setvizio, facenclolo pa. sar e sotto il controllo e h1 dire1·1·a amrninir-;tr.tilione clel Ministro della U11cna . U11 I spettor<"! Gene1·nle dovev.:1, esegui1·e i. giri di cont 1:ollo. che gli Yc11i\-ano ordinati dall'Ammini str:.1zi o11e gt>nerale, con l'in ca1·ico cl i promuovere con tn cti i. mezzi possibili lo sviluppo dcll ':ìn clu stl'in, ed H perfezionnnwnto dei prodotti. Si pl'escriveva la nomina <li 12 Commis.' ari, quatt1·0 di prima classe ed otto cli seeouda, ; e le ispezioni clovev:rno eseg11irsi da ufficiali genen1,H e snperiol'i di Artiglieria . La fabbricazione delle polYcd e sa l nitri cloYeva essere ratta esclusivam e11te pel' conto dello Stato, ~9tto lH, vip;ila,n za del Ministro clel l,L Guen-a, e dell'A mrnini~truzìone . I fabbl'ita1Jtì di salnitro erano obbligati :l Yersat·<~ il prodotto nei 1·1;1gi magazzi11 i, ecl il Mi11ist1'0 cl<-!lln, G1wna, ordinava og-ni ,111110 a,ll'Amministrazione delle poh'eri la qualltitù e la qualitù, d 1e cr<•c.leYn ht>C<':-;snric per L'a,ppt·ovvigion,rn1 e11 to degli arsenali di artiglie· ria e di marina. Le provviden r,e del Governo portu.r·ono ottimi frutti, determinando gn1dualmf'11te l'au ment o ed il minor <·osto. clelht produzione c he f1l anche, ma,n mano, q11<11itativamente migJiol'c, di più facile corn:;ervazione e 111a,ggiotc cl urata. Conternpora 11 eamen te si dava l'UilÌOmde organizzazione allo. stabilimento della, Mougiana i11 Calabl'ia, per Ja, prodnzion e <.lei proiettili. co·n d ecreto ~G novembre 1807 la Monginna. con h~ fol'llaci e l e officine a11neF.f-e, u1Jicamente e :-.pecialme11te a.clibit~ alla fablH'iCazìonc dei proietti , \nilfaglta e fcni per u:so dell' artiglieria, veniva posta alle dipc11den ze d el ·M inistero della GnerrR 1iLl ;,1mministra ta, per economia.; diil Comandan te• dell' A r t i, glie1·ia, in Calabria . Il 1° gem1aio s1wcei-;sivo en 1 consegnatn, al, l' .Artiglieria . Il reg-110 ai Murat si inizi a, con l'impr es,1 cl i Capri, da l ni strappata agli I nglesi. -
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li.I CHAT COKQUIS'l'A CAPRI
L'S settembre 1808, due giorni dopo il suo anivo :,L .Kapoli,,. Mnrnt a,vvertiv~L Napoleone di aver fonda te speranze di amnrnciargli presto la riconquista dell'isola,. L'l.mperatore, . con .let -· tera. (h'l 18 setteml)J'e, 1·ispondeva ehe hL presa di Capri poteva.
}:ig. 847 • .l:<'rancesco Pigna.tclli ,li Strongoli
l'iuscire pt ezìoSff, anzitutt0 pe.F se stessa,, e in secondo luogo· perchè avrebbe tenuto vivo negli Inglesi il timore di una spe,d i · zione analoga contro la Sic.i.li.a. L'isola di Capri, occupata dai l<'rancesi allorchè conquistarono il regno cli .N'a,poli nel 1806, era stata loro tolta pocodopo dagli Inglesi, i qua,l i l'avevano fortificata magnificamentecon t utte le risorse dell'arte, clisponenclo in batta ria., complessi--
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vamcnte, 40 cannoni. La sera del 4 ottobre Murn,t foce impl'ovvi-samente imbarctLre 2400 uomiui, tra franc esi e napoletani, con<lotti da,l generale Lamarque, su piccoli bastimenti che, scortati dalle cannoniere napoletane, si presentavano il giorno dopo dinanzi a Capri, difesa da 1600 Inglesi. Sb,trcate le truppe, iu .sette gior-ni cli lo'tta, l 'Artiglieria 11apoletam1, ridusse a,l silenzio quella, di tutti i ridotti inglesi, e incominciò poi a bombardare la città, mentre si costruiva no le batterie per r<~spingere tLttac·chi inglesi dal mare. Il generale F ra,ncesco Pignatelli. di Strongoli (vedi « Meniode di 1i11 genernle èlella R evu7Jblica, e dell'Impero)) di Nino Cortese) scrive : « V .i nteresse dell' a,rtc militare ·esige che si noti che lo sta,bilimento della. batteria dei cannoni ad Anaca,p1·i ideata da, R a utpo ult, sostenuta ed eretta da, Pigna,télli e non apprezzata lm1gamente dal Lamarque, produsse l'effetto d'in filare le batterie degli inglesi e smontare le loro artiglierie)). Ad azione ultimata, fra i valorosi che e.on decreto lV H O· vembre 1808 furono nominati cc Cavalieri del Real ordine delle Due Sicilie >>, figura il napoletano capitano Salvo; con succes·sivo decreto dell'll novembre la stessa onorificenza veniva co11 -cessa al colonnello La Halle. Un provvedimento preso da M:urat fin da,lle prime settimane, e p1·ccisitmente con decreto in data 22 settembre 1808, fu la creazione cli una nuova cornpa.g nia cli artiglier ia a cavallo, ·con la stessa forza e le stesse norme di quella formata prececl<~n t emente . Qualchè tempo dopo, il 16 dicembre, si prescriveva la formazione di una èo1~pa,gnia di arte:6.ci a,rmieri, destinata alla, ·sala cli montatura e riparazione d'armi di N,1poli All'inizio del 1son l'_organico degli artiglieri litorf:Lli subiva qualche moclificazionc : con decreto del 7 aprile si prescriypva, il Rollecito cornpletarnento delle 12 compagni,e, e si concedeva alle guardie prcn._ ,.i.ncfa,li, che avevano dato p1;ova cli buon :servizio, di passare in dette compagnie; e) con altro decr eto ·della stessa, data,, si. stabUivano i relativi Consigli d' Amministr.a zioll(~, uno per ogni Direzione, cioè complessivamente quattro . Più tardi, il 19 maggio 180.9, la forza di ciascuna di ·d .dte com.pagnic, crea'te per una più accurata, ed effica,ce difesa ~
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UIWI:\°Aì\!i!:ì:\TO DELL'.-Un'JùLIEHL\ SO'l'.f(l l!E GIO.\t T UIXII ·
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delle coste , ei-a pol'tata a mo i11d ividui, irn·et·e dei 104 fis!Sati nel decreto di costituzione. Intanto si era venu ta ma 11i feslando l 'opportuuit;\ di LlHre nn ·01·ganizzazione umoge11eu ed 1111ital"ia. all' A1-tigliel"iu , fino ttllo1·a migliotata (e lalvoltn pe~giornta) con btnti dec tcti fram.rue11 t·ai-i, e sopr,,Ltutto la, ll CC('SSit.ì d i fis~m,rc1'tm it pian ta eompleta e gell(•rnle Llell' A1·uw, in woùo (ht propoi-ziomu-uc ciascuna parle al r elativo ·s eryizio. Il 30 ottobre l 8D!J, u n1.ppo1·to del Ministro deJltt, U nerra, si cleer·ctò che i l Corpo R eal(~ dell' Artiglieda foi:;se com posto come segnc : u110 8t.1,to )faggior<~ gc11etale , che i-i1111in1 gli nflicia,li senzn truppa e gli impiega,ti d'Artiglieria; nn Rcggi111e11to d 'Artigli e1:i11 a piedi, di. 20 compagnie: uno sqnad1·one di artiglieria a caYallo, di due compagnie; una compagnia d i a .. tefki. e tre eoinpagnic di a 1·te li.ci a1·mieri; un battaglioue cl el lt·(•no. di sette compHg-nie ; ccl infi11<.! cloclid (;Olllpagnie di artig-liNi lilora 1i . Co111poneva110 lo Stato :Mag~iore 1111 Gen e1·;1.lc, isvctto1·e gcn e1·ale, le di cui a.ttrio uzioui andavauo determinate con decret o a parte; due ispctto1·i pet il personale e il materi~11e; qun t tro colon11clli dfrcUori, il p1·imo iuca.i-i cato della. direzione clel1' A1·l<cnale. il secoudo a capo della. Dhezione d i Napoli. clw abln·aedava aHche le Oalabtie, il lcrzo a capo cli quella delle coste clc11 ' AclJ·iatico. ed i l qtuLrto per la Scuola cl' A1·tiglieria cli Capua : sette capi rli ba ttaglione, sotto direttori, dei quali due adtlc,tti. allH d irezione dell' Arsenn,le, cli 1·esiclenza a,l la, folld cria etl Hlla fal,h1·ica c1·arrni di T orre Annnnzia,ta, tre alla Direzio ne cli Na,poli con residenza a Ga eta. alla Mo11giana e d a 1'lon telcone, e due per ]e coste deJl' Adrbti.co, in Pescnra l' uno. ed in Dar-l etta o Tciranlo l' altro: quattro capi tani di i-esi<lcnza a Yi ta . 11110 n.lla Direzione dell'A1·senale. 1111 0 a l la, fon deria, e due altri alh~ D irezione di Napoli, con residenzf:L i n Ga,eta ed alla ~enola: sei <-apitani i n Reco nda , ed infiue controllori di p r i m;i t·lni-:sc•. g11ardit1 (l'arti g-lieria di primn. :,;ecoucla e tc1·za. claRse, eu1l<l.11Hori. (·,q>i fnorh il'-ti, ,1rtPfi C'i vete1·n 11L gnnrclie <.li batterie. iJ; tutto 77 pcr!':one. Il Rl'!JJ'.!,'lllWJLto cl ' A1·tip:li.ni;i n piedi si veniva a c:ompori:e di clne b;1ttuglio11 i s n dieci com:pag11ie ciasenn o, eon uno .'!a,to Mag· giot<'. -
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1792 · 1815 Ogni compag11ia, compr esi ufficiali e sottufficiali, ca,po.r ali, fuo chisti, artefici, a1·tig-lieri di prima, ch1sse e di seeonfhl, e tam buri, aveva untL forza di 74 uomini s nl pic~de di pa,cc e di 100 sul piede cli guerra, oitre a dne << figli di truppa>>. Lo squnchone cli artig1icl'ia, a cavallo era, come si è detto, sn due eompagnie, con 1u10 Stato :Magµ;io1·e: eia scuna. compa gnia, tra, ufficfali , sottufilci.ali, brigndieri, pl'imi e i:;ccondi c·aJl· 11onieri e trombetti, aveva una forza cli 67 uomini in tempo tli pace e 75 in tempo di guerra.. La t<>mpaguia. d'artìglieri artetkì era divisa in sei squadre. quattro di artefici, ulta cli pontonieri ed una, d,i fondi.tori. L:a,rnrninistrazione e poli½i.a della Scuola e ]o stabilimento d('gli alli cd <~ p1·ofpsso1·i n])(]avano tlssat:i eon decreto partico-
lare. L'Arma di A rtigliel'ia, così organiz,zata,, e ~01Te tta- dalla buona attre?.1.atura in<J.ustria,le dei suoi stabili.menti di.retti dn abili ntliciali, doveva rispondere a, tre poderosi compiti fonda mentali: ei;;sere in condizione di respingere qualunqne a,ttaeco inglese da. Jlil,rte del mare; costitnire una forza ta11 gibi,l e pel' 1n sicnre7.ztt dello Stato, in gra.clo di opporsi a qua lu nqne i.nva si.one; ed infine parteeip,we. n elle cloYnte pl'oponion i, ai Corpi di spedizione, i::.rnglia.ti in tutta Ruropa ch1.l genio guerriero <'li Kapoleone. 1Vta, per qnesto, non bastava solamente :l'abbric:a,re i pezzi, h,titnire le scuole <~ foggiare i reparti; bii;;ogrnwa da,r e din amic:itù all'A1·ma,, perfeziona)l(lola contiuunrnente in lmse ,1lla, esperienza, delle guerre incessanti : sorse quindi - per decreto ehe Re Gioachino )lnra,t firmò a Parigi il 2.l dicembre 1809 - un << Comitato Centrale>> dell'Artiglieria,, col compito cli rnecogli.ere memorie, studi1 osservazioni riflettenti l'Ar ma, per esamin ar}<~, diseuterle, vagliarle e trarne qn<>i sngg;er·il~enti e queJle riforme che potessero sembrare pratiche e vantaggiose. ('()(leRto Comitato Cent l'ale fu composto dn.ll'Ispetto1·e Genera le, da, clne Colomrclli ispettòri, dal · Colonnello del Reggi mc11to e da dne capi di battaglione, dei quali uno fungeva da redattore, senza voto deliber a tivo. Gli U:ffici.a,li superiori dell' Arma potevano intervenfre alle riunioni., ma. senza vota.re.
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HECLt;'l'AME~TO DEJCLI UFl<'I ClALl D: Alfl'! GLlEHÌA
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Co11tempor,rncamente, e selllJ.)l'e allo S<50J>O <li stHl>iliJ·<· il Co1·po <l'al"lig1ie1·ia del R eg110 sopra basi :solidissime e poi-tal"lo .ai pitì alti gradi di. perfezione) si decr ch1v,1 c:lw fi no alla ~c:uol11 cli Applicnr,ione vi dovevano e;;;sere J·anti nlli.p,·i cl'a1·ti ~l ie1·ia qnan to c1·a il Hllln<•rò delle cornpag11ic del 1·<,gginwnto 11 pi.edi. J,jssi dovernno <·sse1'e seclti f.ra, i gfovinef"ti. d ell e se uol e militai·i, e poi politecniche, che . in pobblico esame, dimostrn~se1·0 la,rgu e skura conoscenz:.1i cl elle matematieh e pure ed applica te, della chimic·;1. della m i11c1·a logia e dei trntt.lti di nJ"tiglieria e furtifiea1.i911<•. Col grado e il soldo di nllieiali. di fonteria , ::tll(lanino poi clh:tl"ib niti fra le compngni.e, doYe ,1oYeviìuo allel'ltatsi l•<'l sc~1·vizio con i sottohmenli, dopo nver fatto , per sei mesi c-on ,...,l'c-nti\"i , tJUCllo d i <·arn1011ie1·i i n i--cconcln . fluo ad aiub inte !-:Ot t ,iffir:i,d<". lll(li, pei- due ,rnni , pai:-::-:ava,110 all ..1. Eknoht d'app1ica,;i;ione. divid endo il ìo1·0 terupo fra, lo !:ituùio e la soluzione ùei problemi inerenti all' Arm[L ed a, lavori prati.ci del Poligono. Al termine cli ciascun anno . venivano sottoposti agli esami sulla teoria· e la pratica, de l se1·vi.zio : quelli che non superavano la prnvn venivano esclusi dal!' Arma e inviati in Arma di linea; .appl'ovati, si fi ssava l' anziHni.tà, con voto segreto degli ufficiali :snpel'iod della Commissione , i.n base ai gradi di mel'ito risultanti dagli esami. Poichè la guerra di Spagna, si prol unga e logor a g1·a ndernen1:e le fol'ze dell'Impero, si pensa n.d ot·ga,nìzznre nna specli½ionc couti-o la Sicilia , elle d eve servire sopraUntto da. cli~·er ·_.: ;ivo, aHfrn.nclo verso l 'isol a del fuoeo parte de1Je forze navali inglesi e di taccandole cosi da i porti della "a.talogna, dallr alt re zone del ì\.leditenaneo e da.I blocco delle isole ioniche. L'impl'eia è a ffi data a l\furat . che raccoglie 22 mili! uomini - - fra cui 7000 napoletilni - e soprat l·ntto sguen1isce i forti. cli Gael.1 e Napoli, per· tental'e un ·cospicuo ammassHmento di a t'tiglieri e : il comando di queste è a,fficla l:o a,l 'l'ugny, il q nale ha ·come capo <li stato maggiol'e il colonn ello Begani. mentre il co lo11nello Ginlictti, ne ll"ottobl'e l ulO, sos-l'ituisce il Tnguy come co1naudante generale clell' Arm.a. L'esercito anglo -borbonico. in Ri-cilia. <liF,pone di 22 mlln· n omini. fra c111 cli<>c-imila italinni.
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1792 - 1815 S nlle coste calabto-sicnl c, le b,nche cannoniere ingl esi e bOl'boniche d a ima pa,rte e quelle napole la11e ù111l'altl'a tengono ,ll:cesa, una, continua guerriglia. Tn tanto , dietro richies ta del genel'aJissimo i11gie1-e St u:11'1, e:crn te di M,1icla,, il Goverrw,tore di Messina., gell el'il lc l >,1 np1·0, pone a sua d isposizione alcune compagnie di artigli e1·i, pni,·eni cnti cla Mc>A: ina e da i\(i]azzo, le riuali p1·e11 clono pa rte n rntie a7,io11i costic.1·c. Un notevole clneno artiglieresco si svolge il 17 settembre, a.1lorchè gli I nglesi impegna11 0 t utta l'Armata navale, per attm·· ca.re oltre sm.;santa caunoni er e napoletane ricoverate nel seno cli Pen timele: cinque Ol'e dura, vivacissima, 1a, lotta, a c ui le bntt'erie di terrn napoletane cooperano efficacemen te insi<•me con le cannoniere; e it nemi co deve ritìrarsi. nfa la, spedizio11e di :ì\1m·at eon t1·0 la Sidlia, ba, cF<ito 11 cgativo e dimoRtra ht necessità dì una nuoya e miglio1·e sistema.r.ione dell'cRe1·cito. Per q11an to concerne l'a1·tiglieria, si aboli!:-ce (20 settemln·e 1810) il titolo di Ispettol'e Gen el'alc e si crea qu ello <i.i n euerale Coma.nda,11 te : e. il :i gi11g110 1Sll, ~i nomi11a effetfrvameu te un Comandant~ dell'Anna, che ba pe1·ò man sioni e poteri limitatissimi, la dirc7,ion<~ e:IIettiva, <'f:.Rendo nfficlatn :Il Minis1ro ch·lla Guer1'a . Qua lche tempo dopo il Reggimento c1':11·tig-lierh1 Yienc p01·· t:1 to a 23 compagnie, 1·ipart<~nclosi poi lB-corupag.nie come segue : tre in Na,poli, una in P rocida, I schia e Viva,J'a, una in O::i,p ri, una in Gaeta, P onza e Ventotene, clne i11 rn~tellammare. mw in Salerno, una in Sapri, sei da T1·opea a Reggio, nna in T.-1ran to, una in P e~cai·a e Brindisi, due alJ a prima Divisione attiva, due alla seconda Divisione attiva, nua al <1PJlOf:.ito. 11 maggiore avvenimen to cli questo periodo è la cr<->nzion c della Scuola l'olitecnica, istituita. il 13 agosto 1811, il cni eompito <" cli propagare la cnl tura speciahnentp nel rmnpo delle sde11ze ma.tematiche, fornire gli nfficiaJi cli Cavalleria r Fanteria alJ ' Annata,, formar e gli alHevi delJc Scuol e cl.i. applica,zione cl' Artigli1~ria di tel'l'a e di mare, del Genio, degli ingegneri cli eostl'U· zioni marittime e cl i qnelli cli ponti e strade. T ra gli 11ffk·i,1li adde tti a,lla Rcuola, :figurano i. colonne.Ili B egani , P ed l'i nelli, Gin, lietti. Parisi e Costanzo.
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L ' A'lvJ'l VITÀ Dl•,Ll,l!.J F ONOl:lUH: DI :NA POLI
Nel 1812, il Governo di occupn,zione, voleHdo anP<.;are il massimo contributo possibile ai gigan teschi a,llestimenti voluti da Napoleone per la campagna di H ussia, 01·dinò una n uo,·a leva di 18 mila uomini; e, pel' qua,nto l'ig11 a rda l'A1·tiglieria,, attese ;1 lllnnire più ,·igol'oi,;ame11 te le piazzefo1·t i del R egno ed a, fo1·ti fical'c le posizio11i più impoi·tanti delle coste delle Puglie, mentre gli Arsenali, le manifatture e le faùhriche cl 'al'lni in tem,ifical'ono l.1 pl'oclnzi.on e del matel'ial e da g nena. Cade opport uno qui soffermarti sull'orga11izzazi.oue lavora,tin1, della foudel'ia cli cni, 11el 180D, era direttol'e il tenente colonnello De Meni~, coadhlvato nella direzione da un altro u'lliciale, capitano Settimo, fino all'aprile di quell'anno, poi dal capita.no Del ùuvillo. Capo fo 11 clitore era il tenent<· 'l'ul'i e cc g-nHl' · dia d i a,r tiglieria, >> un tal B ertolony. ~(~l lt1gli o de1l 'anno successivo il D el Cnvillo as~nm::e interinalme11te la dfrezione . :fiHO u che) nel novem br·e 1812, la carica, fu atlicl a,ta a,l colonnello Rit ucci, che la tenne fi no al gennaio 1815. Ai lavori erano addetti militari e borghesi: il numero elci primi oscillò da, nn minimo di l ad un ma s. imo di 30; quello clei secondi da 45 a 61. Nelb fonderia si eseg-uiva Ja fabb"l'ica:done delle artiglierie · di bronzo e di altri oggetti cl<>llo sll:'sso meta Ilo (come girelle per (< ca pre >>, bronzini pet rn otc, proietti per pl'Ovini ecc.). La fon d Pl'ia si componeva, cli tre officine, <lcs~ritte così nei << Oenn'i Sto1"ici clella Fon claria di Novoli»: e< La, prinia era destinata ai fa vori di appa1:ecchiamento per i getti, cioè scelta e mescolamm di a rgille, composizione dei modelli e delle forme sui. fusi e modani, già, colloc:l,U sni. riRpettivi cavallett.i, prosciugamen to dell e fo 1·mr stesse. Vi era pure un piccolo forno a riverbero a legna, della capacità, masRima, di ~:! cantaia (pa,ri a, K g . 19ù0 cil'ca), per le quasi mensili fn sioni di poco momento. cc La, seconda o.fficina conteneva la grn,ucle fornace (a river bero ed a legna) deJla ca.paci tà di_Kg. ~2.200 P la nu1cchina Al talena (grue ed argano) pr1· abha,ss11re nella sottopoi::ta fossa le forme dei Ca1111 oni e tra,rne i getti compiuti. << La teria officina e1'H una, sala clei::tinu ta alla lavorazione delle bocche a fnoco e compl'endeva : nn trn,pano da, bocehe fn oco con ba nco di fogno (bareno) che sel'viva per trapnna.r e e
a
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,to1·nire; una maccitina per (01·11ìre agli ore<:c-hiòni, un Lo1·njo a pedale ed un aH1·0 tornio per lavol'i clive1·si, un t r apano ve1·ticale c<l alcuni banchi <fa limature )). La foi-r,a motrice e1·a data da animali , quasi sempre muli, -che, c;·f-en ùo <li carattere ... mntevo le, detet·rninaYa.n o spesso degli iuconvenienti .
Le fusioni erano lunghe, lente e difficili, sia · per lo sc·.trso potere caJorifko della. legna (la quale l:.lpe:,;so era di cattiva qua Jitù J sin per .la mancanza di venti.latore. Il tem po mcdi.o i mpieg:nto pe1· nna fusione ern di 2± o ~5 ore. Xell'.\rsen ale fm·ono fabhl"icati. in quantità degna cli l"i Uern, <·m111011i <l'a:--~<,flio da 24 lnnghi. eia 14 eorti, da, J2 lullghi , rnoi·hd n p la cc·u ~ orcli1rnrj, a lla ( lomer, cannoni da ba ( ta gjj:,. c1.t <i e cl.l 4 , obici alla !--pagn11ofa, ca1mo1ti da mon tagna da 4 ecc . N a-
turalmente non è il caso cli riportare i dati concernenti la, pro ·d uzione, tanto più che qncst.a, andava al servizio dello straniero. 'l'uttavia non sarù, inutile, per dare un concetto della potenzia lità delle fabbriche d'armi napoletane, dare uno specchietto del preventivo di lavori 1ìss,1fo per il 1 .,10, specchietto che desumia,· mo da un clocnmento della, Segreteria cl i Gnerra (fascio i:146) . All'.i1.rse11alc cli costruzfone
12
da 2-1 lunghi
f cla 24 cor ti I ua 12 lun gh i
cli assedio
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<'li IJJOrtiH'O -Vetture
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cli nulico woch•llo ( d:t 12 11 plnccn da 10 idem
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t~orge cli C:1mpagnn Capri e lfatlre,·ite F orno io ferro At'~ani
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L'ATTIVITÀ OBLL'AJ( SJ!l~ALE
C a:;;:;;e pel' fucili . . . . . . . . . C as,;e per 1.u unizioni . . . . . Cal'l'i pontoni Pontoni . . .
Riparazioni di . . . . . . {
. 200 . ~00
16 16
Rip:1raz ioni e rimpiani :i.Ilo stiglio delle d i verse oilic:ine, r iparitzioui e .r imvinzzi a l l'arco <li Campagna, alle batterie da costa e clelle isole, ed al prn·<:o de!ln. guardia reale. Fondei·ia. e Bcire,w
Cannoni . . . . . . . .
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cla (i . da J.2 lunghi da 24
s
da J.2 a 'l'origlione da J.0 idem •• •
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~Ior ta ri Provetti
6 (i
6 4
Nota.. - Li detti lavori potranno a,·er luogo, se lo stato clella fornace .gruncle permetterà di seguire le fuse. Ferriei·a (ti Poggio Rea.Le
Ferro maglio, Cantaja li'erro maglietto
200 350
J)
. , Mqntr~ a .Ns1,poli la fonderirL fabbrieiwa cannoni in bronzo, il :28 aprile del 1811.il capHauo Rapisa,r<li venne inviato in Franeia, per ricevere 390 bocche da, fuoco acquistate per la marina cfa g uerr·a,, ecì'iooltre ft\ IncarJcato di ottener~ le pia,nte, gli elevati, i profili delle forna.c.i cli fusione e cli stud iare il metodo col quale si trattava.no i minerali di ferro da fondere, nonchè le ope· l'ar,ioni rnccca,niehe della barena per le boc0he <la fuoco in ferro . Lo si autorizzava anche ad acquistare tutti i disegni delle diff:e. nmti bocche da fuoco, affnsti, maed1iue, ed altri oggetti, per c1·eare un parco di attiglieri,1, del tutto simile a, quello francese . I pezzi acquistati li doveva fomire la fomleria di San Gervasio ~rill'faère, nHL iu nn sec.ondo· morrn~nto il contratto con quello stabilimento venne sciolto, ed i p(~r,r,i furono fo.1·niti da, a.Jtre fon. dede e dal governo francese. Nel triennio 1811-13 molti miglioramenti furono apportati nll' Arsenale che :mdavà l'iguardato come il primo e principale -
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stabilimento dell'artiglieria, di terra, giacchè ivi si eseguivano le costruzioni di ogni genere. Amministrativamente esso comprendeva la fonderia delle bocche da fi10co in bronzo e la ferriera di Poggioreale; la fabbrica d'a.rmi era ugualmente alle dipendenze amministra,tive è tecniche dell' Al'senale, ma il suo bilancio era trattato a parte. Com'è noto, in seguito al rO'iescio della campa,g na di Russia, Gioacchino Murat, sentendo scricchiolare l'immane impalcatura napoleonica e desiderando conservare ad ogni costo la corona, incominciò a, trattare segretamente con l'Austria,. In ogni modo, comunque si svolgessero gli eventi 1 egli aveva evìdentemente bisogno di. un esercito sémpre più efficiente : e a renderlo ta,le si adoperò come potè. Per quanto concerne .l'Artiglieria, nell'aprile, ma,ggio e giugno 1813, si ebbe tutta una serie di nuovi decreti. Le 23 com· pagnie del Reggimento d'Artiglieria divennero 27, forti di 120 uomini ciascuna e si ~tabilì che ogni H.eggimento di fanteria disponesse cli due pe7,7,i cl.a 4, con i corrispond(~nti. ca~soni e forge: e qi.1esta fu l' cc Artiglieria, reggimcnta,r'ia )). 11 reggimento del T1·eno, in un prir.uo tempo, vede:va a,ument.1ta la forza delle compagnie da l(}!J a, 140 uomini; indi si aumentava. anche il numero àelle compa,gnie da 7 ad 11. In1i1H~, un 'ordinanza del 12 giugno, .òesti.nata, però ad entrare in vi.gore sohtmente al 1° genna,io 1814, .:;tabilì che ogni .c ompagnia d'artiglieria, di. terra si doveva, com· porr<~ cli. 24 cannonieri di primi.t. chu::.se e 72 di seeoncfa. Circa l'arma.mento ' delle pi::~zze forti, batterie ed isole, da uno <C Stato delle bocche da fuoco>> a tìrrna del Parisi, i.n data 1" luglio 181.3, apprendiamo che, nella sola Dire:done di Napoli, ,,i erano 470 pezzi, oltre a, 45 disponibili, cli riserva,, e facenti parte dell'artiglieria mobile. Per quanto riguarda gli artefici., 11,bbiamo vistò che l' Ar· tìglieria napoletana ne -aveva, una. compagni.a di 146 uomini. Ma, l'esperienza ùi guerra, sopratutto quella, della, campagna d'Ita. lia del J.813, aveva dimo~trato l'insufficienza di una sola, compa,. gnia per sopperire a.i bisogni di Gaeta, rescn,ra e SciJla, e per ·dotare corrispondentemente il treno di cà.mpa,g na ~ perciò, . il 141:uglio di qnell 'a,nno. si decise Jn, creazione cli ana seconda co.m. -
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__,___ - Fig. rJ!S - Gioacchi110 )lnrnt. Ro di Napoli.
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1792 · 1815 1iagn ia di artigli.cri adefici di tena, ed il 2:i 110Yem br<· la fo 1·maziorie di una (·ompagn in di ponto nicri , eh<' doYern fm· parte ·del C01·po d ' .Artigl.ieria . Snccessivumente, il 2 dicembre 1813, il R eggimento del 1're1;0 Ye11in1 portato .i 14 compagnie, .·u clnc battngl ioni. Sernpte sotto la pressi one e l'impressione delle dcende :guerresche . il Governo se11tì la necessità, di a,11rnenta,rc c:clere· .ment<~ la p1·opria clo taziont' <li bocche <la fuoco. obbligando i ne· gozianti. gli a rrn.atori propdeta r i e deposital"i cli. cann oni. obici. anoetai. tnronate, J)Pll"ieri ccc., no]l(~hè di affnsti e [froie lti, a ver· :i-n di nt-·i Hegi Ar:-;p11a li di tena e di ma.re. NHt111·almentP, rlopo pochi mesi , il Heggim eHlo d 'ai·tiglietia,, 1rnr esscud o .stato 1·afforzato, apparve insufficiente ai bisogni, dato che faceva pa1:t c di un esercito orma.i più che raddoppiato; 1·agion pet cui, j l i') gennaio 1814, si ordinaY,1 l a costituzione di nn secondo R eggimento di A t tiglieria. di terra . Ognuno dei due I ~eggimenti doveva essere fonuato di 20 compagnie; e ciascuna ·compagnia di 100 uomini ;(uffi.ciali compresi) s u piede di pace, ·e 120 sn piede di guerra,. Q uando Murat, nel gennaio 1814, concluse la lega con i 'Aui-tria e con l 'Inghilterra e si schierò con tro la F1·a ncia; l'ese1·e:ito u1,poleta,110, for te cli 22 mila uomini con 60 cannoni, mareiò su Roma ed Ancona, cliretto alla linea del Po, per atta,c car e le truppe del Vicerè Eugenio di Beauharnais. E sse ndosi dimesso il .g<'Iterale 'fugny ell e>. francese, non vol1t> marciare contro i F r an. 1:csi, ebbe f mnion c di c,om.a,nclante d.cll' Arma di. Artiglieria Ga· bri e1e P edl'inelli, promosso a maresciaUo di campo con per:ga· mena de l 26 gingno 1813, 111e11 tr e la, suprema direzione dei pard ii era a.tfida,ta al Hegani , ::inch'eg-li nominato m:w escia,llo. Il Ped rinelli provvide sollcci t.a.mcnte le Ya l'i e l>i vi si 0 11 i delle l)H l;terie cc1rn1rnli necessari e e organizzò 1e ba,ttetie d'nssed io per espugnare C,1stel S . Angelo, Ci vitavecehia ed Ancona . Oo11tro quest'ultima , che era difesa da Barbou, il g<~neral e napoletano Ma1·dona,l<l nvcvu. gi:1 jll(:omindnto a cos Lndre c:op<~l'tamente lr ba tterie dei mortai prima dello scoppio delle ostilità, : cosfocb è, a ppena dichiarata la gnerra. votè incomin ciare a bomba rdnrla . R - come si legge nell'opera cli. :Nino Co1·tese « .lfom,01·ie cli 11n
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,.. UlOHDJ );A1H:N'l'O DELL·'.AR'l'IGLIERT ,\ );J•:L
Drmernle della R epnblJlfra e deW bnpr:w o
)> -
181-1
« l'oppugnazi.01w·
d<::lla cittadella- cli Ancona fii onor<~ alla piccola briga ta di :M:a.eclo wilù ed a,) hH·tigli.er·in napoletana)). TroncrLta la guerra, nelh.1 pdle in seguito ;-t,l l'abdicazione di. ~apoleone, e pa,scendosi i maneggioni del Congrnsso cli Vienna ndl 'illusione di una, pace perpetua, st adtliverrne ad una,. parziale ~mobilitazione, e anche i Reggimenti di Artiglieria: - in basead nn progetto pre::.:eui,ato il 20 agosto ]Sl-<l: clal :\Iinistr-o della Guerra e Mt\,rina :M:aedonalcl - f nrono ridotti al piede di pace. an 11i ebbeto una diminuzione di. orga,nico. :Wfa Murat, soldato nell'anima, indovina.va nella ca,Jma apparente i,- bag1i01·i guerresehi,. ,~ provvide al riordinamento dei comandi. Come abbiamo visto, in segui.to a.Ue dimissioni del Tugny, l' Artigliei-ia, era rimust:1 senza un capo effettivo; e t,1le continuò. ad essere anche dopo Ja. gnei-rn.. Nell'ottobr·e 1Sl~b, epoca in cni il l\{acdonald presentò un'a,lt.ra pelar,ione sull'argomento, vi erano, due Mar,~sci[Llli di campo : Pedrinelli e Btg"nni.' Il pl'imo, per de· d:-::ione del R e, esereita.va le funzioni cli comandante dell' Arm,1, il secondo aveva j] titolo di Ispettore dell' A1:rna, ma nè hmo. 1;C:• l'altro avevano reale azione clirettiYa, sul Corpo in ge11ernle. I due R.eggi·rneuti di. a,rliglieria.·,· erano commt<la ti rh,pettiTame11te <lai colonnel.l i Gaetano Simeoni (dnl 2:.~ ma,n~o 1814) e Gae.. tano Giordano (dal 20 febbraio 1814), tinti·ambi. ricchi dì un 111rninoso passato . Colonnello del Treno (dal 2'.J l'ebbra.i.o 1Sl4) era Giovan Battista Portier di Pon ti1•1·s (( ehe. vennto eorne e-api-_ hmo dell'esercito fra ncese nell'a,gosto 1807, era, stato il vrro organizzatore del Corpo», SH,pi<~ntementé p1·ecednto in quest'o· pera, però, da Francesco Giulietti t'-he, col grado di ca.po lrn ttaglione, nel mm•;,,o del 1807, aveva orcl inaJP e cli.sc~ip]inat1! 1hte· compagnie del Treno in Mouteoliveto. L'esperienza, del servizio consigliò il Ministro della Guerra %1 proporre al R.e di ripristinare ln earica di. Domandan te dell' Ar·tiglieria,, eon due J:i.ipettori del l'Arma,, inca.rica,ti specialmente· delle riviste ed ispezioni; ma nel decreto clel 10 ottobre 1814, emanato da Portici, si sta,bilivano le ca,riche cli « P rimo fapPt tor Generale>> e di due « Ispettori Genera,li >>.
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Nel mese di marzo (fol 1S:I,5, il Re di l\apoli Gioacchino Mu1'at, che ;1spirava a farsi sov1·a,no di un'Italia nni.fica:ta, occupò lo Stato Romano e dichiarò guerra a.ll =Austria,: La situazi.one clelF Ar·tiglieria napoletana all'inizio della ·campagna del 1815 si desume dai seguenti dati tr·atti dall'opera di Nino Cortese « j.J1.'em/orie di ttn Genenile della Repubblfoa e -deWInipero >> e dalle « OZ)fm1 ·inecl!ite o rare >> di Pietl'o Colletta.
.A>'tiglie,i, di
tmnl
Art.iglierìa di maret
di linea: 2 reggimenti; 40 compagnie, 4872 uomini treno: 1 reggimento; 2 battaglioni; 14 comp. , 1.083 nomini operai : 2 com1). ; 250 uomini armaiuoli : 3 comp.; 390 uomini pontonieri : 1 comp. ; 125 uomini litc:irali : 12 compaguie; 1220 uomini cannonieri: l regg.to; 2 battagl. ; 12 comp.; 1847 uomini a ttefici: 1 comp.; 104 uomini
,,..l
Artiglieria della l,uaHlrn
l. squadrone ; 2 comp. ; 211 uowini
treno: 2 comp. ; 283 uomini
Nella compos1z1one clell'.Armata attiva il. ìVlarei,ciallo cli campo Pellrinelli fu designato quale comamiante in capo clell' .Artiglieria, il Col. de Rivera cano \li S . M., il magg. Cm:r ascosa sotto capo di S. M., col. cle Sìmeoni direttore generale del parco ed ispettore del treno; capo batt. Montemayor diret tore degli eq uipaggi da ponte. I revarti dell' Arma andavano così r ipartiti fra le ·varie Divisioui. Divisione cli Fanteria della Guardia Reale : ·2° Reggimento artìgl. cli terrii;_; Battagl. l; Uflic. 18 ; uomini 800 2" >) >> >J Comp. 2; ·umc. 6; uomini 220 'l'reno dell' artiglieria >) 11 1; )) 3 150 ·nocche da fuoco N. 12 Divisione di Cavalleria della Guar dia Reale: Artiglieria :1 cavallo : Squadrone 1; Uffic. 7; uomini 125; cavalli 115 ''l'reno dell'artiglieria: Uflìc. 7; uomini 135; cavalli 225 , .Bocche da fuoco N. 8 I Divisìo:qe: ·1° reggimento · Artigl. : Comp. 2; uflìc. G; uomin i 204 ·Cannonieri d i marina : Comp. l.; Uffic. 18 ; uomini 600 ·Treno dell'Artiglieria : Comp. l; vflic. 2 nomini Fi4 .l3ocche da fuoco 12
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IUPAR'l'IZrONI•: OELL'AH'l'IG LIERl,\ l'iAl:'OLBTANA
lJ Divi:sione: 1° Hegg. Artigl. : Comp. 2; Uflìc. G; uomini 21;'.i Treno dcll' A1:tig lieria: Uomp. 1.; Utli(;. 2; uomini 144 Ho<'ehe clu fuoco N. 12
Ill Dh·islone : l• Regg. Artigl. : Comp. 2; Cflìc. (i; uomini :.t2U 'fa'eno Art. Com p. 1; Ultic. H; uomini 150 ·n ocche da fnoco 12
I,. Divisione cli riserva: Regg. Artigl. : Comp. 2; l 1Jlic. O; uomini 220 'l'rcno del!' Artigl. : Comp. 1; Ufiic. 3; uomini Ji:iO Boc<:1.1e da fuoco 12. Artiglierie cli ri:sena : uomini lfi.:i; ca ,·alli 1000; boc:c:he da fuoco 10; e:aouonicri di marina 018. ) 0
Sulla cm·ta fignmvano 78 bocche <la fuoco, ma in rea lUL: all 'atto cli iniziare I.i gue1·1·a, l 'Pffettivo dell'Armata fu dh1 erso t' quindi ,rnche quello delle a1·Uglierie. Ru 34.290 uomini e 4.9u0 cava.Ili, vi erano le seguenti bocche cltt fuoco : 10 allu Divisione di Fanteria. della Guardia 6 » » di Cavalleria » » lll >1 J Dirisione clt linea 10 )) iI )) » 10 » III » » Artiglierie cli ri:-errn : uomini 800; c11vnlli i'iOO; 10 bocche da fuoco. -Cannonieri di marina 400.
Sncce~sivame1it·e i11 Calnln·in,, co11 alla·a truppa, fu rono dcstin.1tc clue compagnie di :.1:rtiglicria. ed al 1° maggio 1.815, v'erano 210 uomini di artigli1>ria e 6 pe1.zi, facenti parte della 4" DivisioHe .
Nelle vicen de cl.te segufrono, le ti-nppe napoletane, respinti gli Aust1·iaci, s'i.mpaclronirono cli Modena e si inoJtrarono fino al Secchi:-1 ; quh-i si anest:nono per· aspe'ttare la G uarclia, iu · vlata an'occupazion e della Toscana. }fa intanto le Lruppc tede· sche mo'ltiplicavansi contro i Nu,poletani. ehe ret1·ocessero verso ii l'anaro e che, i;;confitt.i, continuarono ad indietreggiare verso il Reno, e poi si 1·itfrarono ancol'a . 11 Murat, avendo saputo ,che il genen-i.le Uia.n chi con 30.000 Austriaci attra,versava la. To-
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~cendm·e vet:-;ti Ma ce1·,1ta e• r.1gìia1·gli la, rHil-ala, cle: i , be1·ò ùi afrrontatlo. l Ynpoletuni gi1rngevano a Ma<·eruta il :-i;J .iprile 1:-:1:\ mentre il Bianchi a 1·J'ivava a Tol<>J1ti110 : 11ell.1 htt tagli;1,, srnltasi fre giomi dopo , i. primi fnrnno batlnti. Anche in queste .t7.ionj, pnr n on fo1-tnnate. le artiglierie ebbero modo cli segnalarRi, qu.1 e là, ili episodi. chP lo spa:do 11011 ci consente di rilevare . Ci limitia,mo a l'i conlate come nella battaglia del P anaro - don! 1-ifuh,e il rnlor<· di nnµ:li<>l rna P<ipe, del Cari-ai',COsa,, del Fil nngeri - q11<~Rt'ultirn o n<lopPr:ì sH~ efficacemente i piccoli cannoni cla cnmpo elle possedern, mitragliando · il ponte cli St1nt'A.mbrogio e preparando così il vitto, rioRo assalto dei lancieri e dei fanti. In t anto I' Abruzw ,eniva in,ai-o <lai T edeschi , che scende,ano al Gai·igliano, mentre le Oalabrie si levavano in tumulto; Mnra,t, Rmai·rito, 01·dinò la ritin~ta, ii1Ji , av<>ndo pe1·doto l<' m·tjglierie e trovandosi con l 'esercito i n <lii:-soJnzione , mentre i Tedeschi gfongeva,no sotto Oa.pnn, inv.iù i. generali Cnl'l'asco:-:a cCollettn a trattare la pace. Xei 1wcli.mim1ri cli Casah111za e rn·llu co11ven r.io11e firmata il 2ù fu stip 11la.ta ln, cessi.011e <l ei Reg110. ad eccezion e ll<·lle fottezze di Gaeta, Pescatn ed A11cona pc~1·tlH\ 11011 tronmdo.·i queste nella linea d 'opcrazioni dell ' esercito. il c.11-ras1·osa cli chia,rò di non aver poteri per iTa,tta rn ,~ l a, 1·esa . Il generale Begani, che comandava la pinzza foi-te cli Gaeta, dovette affronta i-e condizioni ben peggiori di qnclle i n cui si ern, troviLto nove anni prima, nel 180f'.>, il · Principe di Assia, ulloreh('> aveva snbìto, nella 8tessa ci ttà, ] 'assedio di cni già parlammo. L' Assi.a veniva riforuito, da.Ila pu,rte d el mare, dalla flotta anglo-boi-bonica,; il Begani, invece attaccato per ·terra dagli Austriaci, soffriva anche il fuoco tremendo delle uavi anglo-s ic ule che gli a,mma,z::w,vauo gli ,1,1'1:iglieri, gli :-:montn · vnno i cannoni , a,n chc clel fronte cli terra, gli i ncendiavano la città, r endendo pressod1è impossibile la re:-:istenzn. La for·za della piazza pogg.inva ::-ullc :,;ne ope1·e cl i.fensh'e elrn llOn po tevano e~ser e battute d' infilata da terra a causa del la st1·ettezz11 dell'istmo; rna tale vantaggio V<~niva, a1n.nullato c-ompletamente da1 fatto ch e i 111'mici potevano batter-le efficace, i'iCtWa pe1·
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)l, GEN . 131•,GANI ASSEDIATO
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IN GAIDTA -
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mente dal mare, Hi.entre la cinta della ~iarina, troppo bassa , non. offriva nn 'eflì.cace difesa. Si aggi1111ga voi che da,l ml.Ire si osser vavano tutte le mosse degli assedia,ti. Vero è che, una parte del. tecinto di Gaeta essendo in tagliata nel mètsso vivo, era facile individua.re i pochi punti in Clli si poteva, aprire ]a breccia e 111nove1·e all'ttssalto; per conseguenza, sotto qnésto punto cli vista., il compito dei difonsori veni.va, ad essere fadlitato, poichè essi ben sapevano dove dovesse essere concentrata la difesa, e dov(~ fosse opportuno preparare i ridotti ed i trincera.menti di ritlra,ta. Ln gna,rnig:ione co11sisteva cli 3000 uomini, cioè : un ba ttaglione del 10" di linea (maggi.o re Colletti), 2 b,rtta,glioni del 12° anche di linea (colonne]lo Labrnno),. 4 compagnie di milizieprovrndali (capitano Accetta), 2 compagnie cli artigliei-i:1, 100, soldati del treno e 300 r,appatori. Infine vi era una decina di lance cannoniere. Il 2S apri le, n l\Lnesciallo Hegani ebbe da.l governo qualche soccorso :finanziario, per metter ]a, piazzi:L in istato cli òifes,1; mentre la R egina, alla qnale si era permesso di approdare a Gaeta p(~r rHe:il:are i :fig\inoli, lasciarn 1_0.500 ducati per i bi· sogni della gmtrnigione. Uoa,diuvò il Maresciallo Regani , '11clfa vigmo:.,:a dif1,:,:;a <h•lla, piazza, il colonnello Biondelli., coma,Hclant(~ dell' APtiglietiH, il qual(~ mostrò in qndl'<)ccasione cli quahi pregio fosi:-e ln preparar,ione tecnica e morHle degli nfficiali clell'Arti.glic1·itL na,pol eta1ia .. ~l'enuto prnsenfe dal Heg:wi e dal Bionclelli che Gaeta, cloveva sopportm·e un dnplic:e bornbardamm1to dni mnre e da terra, <' che i qnartieri dell'a,ssediante, data la. sl.rette11zt1, dell'istmo su cni esso dovcvf:L opera.re. erano n.s~ai viciui alln, Piazza; considerato inoltre, come osserva, il Prin cipe I'ignatelli nel Tre Oaprtoli di Stori.a dei .Regno cU Na,pol'i) che « non si potevano situareg1·andi riserve latera,l i ed a giusta diRtm17,a, per difendere le trin cee dalle sortite, come praticasi nelle Piazze di un grancle Rvilnppo, e che :finalmente 'i parch·i, <:Va,r-tigUeda dovevano trovarsi sanati molto ristl'ettamente, si convinsero chc-l i fnochi verticaJ'i per 9ltrepassare il monte Secco e l' Atratino, come per trarre sull'Armata erano per essi di ma,g giore va,ntaggio che in qualun que altra difesa >> ; e poichè disponevano cli pochi mortai e tan to meno di affusti, piazzarono molti cannoni in moclo da poter ti-
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J.'ar e con grandi angoli di elevazione, secondo i metodi insegna.ti (1ai maestri dell'arte ed cF-cogita.udo n uovi espedienti.. « In ciascuna bù,tteria sul fronte di ma,re si abbassò il cale· .strello cli r iposo cl ' un pez,w montato sopra. cassa di cost,L e si elevò l,1 pu 11 teria a 15°. S nl di dietro di ciascuna batter ia, · si montò nn pe7,w soprn, cassa cli marina senza le ruote di dietro, i ì che dava, 1rn'elevazione di 35'. Si situa,ro110 a terra tre caron a,te e due cannoni da. 24 col metodo di Gassencli mod ifi.cato, -elevando la pun teria a ,1:3°. çJuesti pezzi', traendo pa,l le vuote e gr;;1na,te a grande distanza, facevano aHresì tiri straordinari con le paJle piene. 2' on è rneno osservabile la, riforma, fatta alle ·casse di piazzlt a,lla Gribeauval onde a,ve·s sero a,vuto una mag· giore deviazione chLlla direttrice ». Alla de:6cienzi:L dunque di speciali bocche cla fuoco suppliva, l'accortezza dei comandanti: accortezza determinata da una lar ga preparazione tecnica. Il 28 rnttggio il genera,le Rebrovich prese il corqando clell'as· -sedi.o e l'indomt~ni la piana fu bornba,rdata e bersagliata con j razzi alla, Congl'ève dalle navi inglesi e ·da.Ile barche cam1oniere. Il 30 venne fatta una nuova intimazione di resa, ma, il Begani Tiba,l:tè « che avrebbe difesa la fortezza, per rn.oacchino Na,poleo· ·ne come l 'a,vn!bbe difesa per Ferdinando IV )). E ta,le risoluzione veniva, ra.fforzata specialmente dall'ottima condotta degli a.rtiglieri, il cni va,lore suppliva la deficienza numerica. Essendo aumentn,to il numero delle barche ca,nnoniere degli :ai:.sedianti, queste contjnunrono a bombardare la piazza, spe· cialmente nei giorni S e 9 giugno; ma i difensori risposero con fn oco vivacissimo. Il 16 il Brigadiere Tschoucly ed il sig. Paolo D'Ambrosi si presentarono al Generale Bega,ni in nome del Re e gli significar ono che, se non a,vesse ceduto la piazza entro tre ,or e, t utta la gua,rnigfone sa1.·ebbe stata, trattata come ribelle. Rispondeva il Begani: « Qun.ndo le leggi dell'onore e del dovere mi detteranno · di rc11dcre la Pia,zza, la, renderò al Sovrano del mio P aese )). Il 23 giugno si scoprirono i lavori degli nssedianti sul colle Atratino, e nei giorni seguenti, fino a,l 16 luglio, ·1e loro oiJera,· :zioni furono dirette contro la Cittadella ed il Ba,stione Cappel·
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f<'li\'8 DELL'ASS EDIO DI GAI<:'!.'.-\
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letti; a l che il Biondeili rispose modificando op po1·tu11a111ente b dfre,,ione del tiro delle proprie artigiiel'ie. La matti1m del 16 luglio Gaeta dovette sopportare jJ born bu,l'dament;o di 4 b.:ttterie austriac\1e che lirnva110 con tro i p:int,petti, teHta,llclo di infr~i.nge1·e le casse dei cannoni, mentre le bar che cannoniel'e, divi.se in tre sqnaclre, tempestav,mo la piaz7,a, di r;:1zzi, bombe e gr anate. ~fa l'Artiglieria napoletana entrava tota Imen te in ar.ione e, spia,nando i ripari e fracassando gli affusti dei cauuoni a,vversari., li. faeeva tacere . Oontemporanea meute controbatteva con energia il bombardamento iniziato cln, parte delle Havi inglesi, le quali furono seriamente danneggia.te: tanto che, il 19, gli assedianti r-i'nunciava,no al tent-f:~tivo di pren <lere la pia,zza di for11,a, e riprendevano l'investimento. Qu~sto durò ancor a una ventina di giorni, fino a, ehe, FS agosto, la città dovette a,rrenclersi; ma la strenna difesa di Gaet1 cor.;ti.tnisce certamente il più bell'episodio di quella campagna,, per sàpienza, di capi e valore di soldati, e particola,rmente dcgfi a,rtiglieri. L 'ironia della, vita e della stori,1 vuole che l'avvenimento fosse sva.Jutato proprio da colui che ne era stato il maggiore artefice, il Begani, il quale, poehi n1esi più tardi, esule a Roma, 811 pplic:aYa di esse1·e riassunto in servizio cl::LRe F erdin ando, cer-canèlo cli. .. farsi perdonare la vigorosa difesa. Il 7 novembre f815 egli scriveva al Vice-presidente del S upremo Consiglio di Guerra, : « Io mi t rovo infinitamente umiliato nel veder mi allonta · nato dal Regno, e considerato come un uomo su cui S . ì\1. non ba fidncia;. Come mai la t enue difesa, cli Gaeta potrebbe indurre il :-n o PrLterno Real Cuore in sì lungo e strano errore'? Nello ·s tnpor e di vedere 1a più florida armata dissipnr si come nebbia 1:1,J ven to. io p1'ocurai solta nto non pnrtecipa,re all' uniYersale vi t uperio . « Se prima fossi sta.to assicurato del nuo.v.o orcline politico degli n.ffa.ri, se mm sol volta, avessi potuto conferire, dopo il colloqnio col Sig . Gellerale ·rsehudy e il Sig. Don Paolo D' Amb 1·osio con un Ufilzia,l(~ di S. M. il .Nostro Re, av1·ei molto prima resa. <)lH~lla P i.a,zza a l s no JegHtim0 Sovrano con quanto in essa, ·f· ontenevasi cli a,rtiglieria,, munizioni, marina,. magazzini eec. >>. ~
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1792 · 1815 Intanto Re .Fei-dirmndo eriL dtornato fL )fo,poli e, t ra.moli, tata, definitivamente b potern:a napoleonica, Bi c011~olidava s ul ti-ono. :Sfa ?ll urat non a,vevu r in u11ziato ,a,I Heguo e.: he era stato suo ~ e ht 1nattin a, dell'8 ottobre te11tava,, con Jo sbareo a, Pizzo, il più disperato colpo di a ndacia . Anest:Lto, process,.tto e cond a nnato 11 morfe, fu a,rdHarnente e generosmnente dif'e1--o d,ll capita.Ho di in·tiglieria, G-iuseppe Starace, direttor<~ inte1·inale delle artigìiei-ie in Cala.bria . No11 crediamo inopportuno cl1iudere que:sto para.grafo con qualehe ri lievo di ordine generale sullo sviluppo storico clell' Artiglieria na poletana, nel periodo che va dal 1734 al lS15. Lo si pu ò dividere in dne fasi, 11ettn,mente distiute : 11elb prima,, l').._rrna 1 orgn1nizza ta intorno ad un nucleo pretta.mente spa,g nolo, ne s ubisce. ,l' ir1eyit;1J:>ile inflHenza .,per nua,nto _c.o.llcerne l,t sna Yita, org::tni ca e hmpiego nelle vicende guenesche, ma tecnicamente le bocche da fuoco 11;.1,poletane c:011::-e1·vn no II na fisionomia costruttiva propria,, a,nche se nelle a rtiglierie da c,1 mpo si sente l ·infiuss.o del. !:!Ìstema V_a llière e degli Spagnoli. L'a,llontauumento di Carlo III di. B orhon e ·c:oslituisce il pri mo pun to di soluzione della l inea, cl'inf-Jnem:a spngnohL, che si spezza, definitivamente con la politica <li. Giovanni Acton e con Fopera, di R enato de Pommereul, mentre dal viva.io deil' Acca, demia cli Artiglier ia 1iapoletmH1, sbocciano gli nomini nuovi che fontribuiranno a dare a,11' Arma, nna, propJ-ia O!,::s,Ltura. Si imita l'esempio del la, Fra ncia per quan to riguarda For ga,nizzazione; tecnica mente si a,dottano le innovazioni del Gribea uval e del Gomer, ma, sopratutto si. (l tL alle officine 1w,pole tane nn'a,ttrer,zatura più e.tliciente e ra,½ionaìe; cosicchè, quando il De Pomm.er<~ul ::ii a llonhma,, l'Artiglieria, napoletana costi' tuisce un organismo po_tente e, come scrive il ifa CtagHni n el sno studio [,r,, fin<~ &i 'ttn e8eroil:o, « a tale grado d i. perfeziona.mento che cl' al Iora fu ritenuta , giusta,mente, eome una. delle prime di Enropa, J) . La campagna del 1'798, che sfociò nelJ'effimera R epnhblica del 1799, se non distrusse del tn tto l' Arrna, 1ie intaccù profonda men te la. compagin e. Lo sperpero del matel'iale, l'arresto o quasi
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ftlASSUNTO S'l'On.ICO SULL' AR'.rrGLilWIA NAPOLE'.l'Al\A
·del l'i tmo tee.nico) la .scissione organictt tra. la Sicilia e il Napo · leta 110 det erminarono una crisi terribile . La reazione borbouiea non sanò il tra vaglio, c:hè molti uffi. c iuii, e tra j migliori,, andn:r·o1to esuli, spe11deudo altrove la loro opera i ntelligente. Q.nando, nel J806, ritorrnnono i Francesi, e.on loro rimpa,triarono tutti gli artiglieri na.polet::rni che erano andati e~uli del '99 : ma h t rinnova,ta, scissione fra .Kapoletano e SiciU.a rin . 11ov<~ gli an tichi guai. Un ll ncleo di ufficiali si 1·ifugiò 11(~1J' isola, dove sorse quell'Artiglieria, borbonica siciliana che dovette subire Vinflu emm ingl ese, men tre a 1\'apoli si 1311biva na.turiilmcnte i11 pie110 rinflucnza francese , 11tiJi7,7,ando però rna:11 rntrno gl'in:-1:guame11 ti dell'esperienza bellica. ]3:: al postntto, se il Dandaloi, i Dedon, i 'l'ugny diedero al· l 'Armf.L un indirizzo, che era il prodotto di .$tudi e di· esperienze acquisit o negli anni, ta,le indirizzo non poteva costituire :una novità per la, valorosa schiera clegli artiglieri napoleta,ni, che potevano vantare un tirocinio ugualmente rigoroso e una ba,se cultuliale nient' affittto inferiore. E, in ogni modo, l'Artiglieria nal:>oleta n a rimaise sempre un Corpo omogeneamente nazionale, con scuole ed officine proprie, efficienti r:ier virtù di uomiui propri. A.nelle in questo tormentoso p eri.odo, tanto la Sicilia c.he il Napoletano diedero artiglieri di prim ' ordine. La skssa fusione delle due Armi, Artiglieria e Genio, intro dotta con la, riforma del De Pommereul. se da. nn lat o a,veva prodotto notevoli inconvenienti, specialmente per la jndubbia pes a,utez:za d el Oo1·po· unico, arrecò invece qualche vantaggio dal punto di \;ista. teorico, ed am~he neU:addèst1·a,mento pratico, in quanto la, enlt.nra, degli ufficia.li veniva forrnata , nelle Scuole, jn vista della doppia funzione. a, cui. erano chia,mati; cosic.(hè venivano posti in gra,do, non solo di assolvere con onore qualunque incarico sui campi dì lw.,tta.glia., in reJazione alle due Armi., ma mi che èH i'eggere le so1·ti dc~l Corvo rn~l i-uo svi.I uppo orga,nic.o ,. 11el sno sempre più ampio respiro seie11tifieo . Per qualche ann o i Fr·irn c·esi governarono l ' Arrntt conrn ca pi, solamente per le spe· dali con tingen,;r,e politiche dell'epoca (Murat, anche quando ebbe ln corona di Re, non era che un greg ai·io di NaJJoleone), non già, 0
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1792 · 1815 perchè nel Na,poletano ma,ncassc~ro elementi degni di assurgere a l suprP-mo comfmdo clell' Arma,. Questa indubbiamente fa fisionomia clell' Artiglie1% napoletana, durante il decennio; ma poichè la forza di un Esercito , e quindi delle varie A.rmi che lo compongono, è legata :,tlle finalità politiche dello Stato a cui appa.rtiene, è evidente che i Francesi erano ben lontani dal suggerire e dal permettere quei provvedimenti che ,tvessero potuto garantire la inviolabilità del Regno e quindi implicitamente prepa,rarne l'indipendenza.. L'Esercito 11apoletano fn aum.enta to, e con esso fu aumentata. l'Artiglieria,, la quale era, divennta, un Corpo davvero poderoso alla fine del regno di Murat ; ma l' A.rma non fu chiamata. a far pesare ln sua forza in utili opere di di fesa permanente, fa.li da ferma.re qualunque nemieo che avesse osn to cli avvicinarsi alla frontiera. I Francesi fo1·tifi.cal'ono Ga,et:1; perchè, per la logoran te lotta. contro gl'Inglesi, avevano bisogno di una piazza, ma,1·ittima capace cli tenere in rispetto, con le sue artiglierie, qua.lnnque flotta, e fortificarono le isolette cli11an;1,i a Brindisi ecl a, Taranto per· proteggere le comunicazioni con Corfù, ma la fronti.era terrestre 1·i.n.mse a,perta all'invasore. Mura.t, a,l lorchè volle fare ·una propria poli tica, indipendente da quel1a p qpoleonica, vide forse il male, ma non ebbe nè tempo nè modo di sanarlo.
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Gli apprestamenti dell'Artiglieria pontificia contro le minacciefrancesi - Il Corpo d'Artiglieria di linea - Costruzioni difensive lungo il Litorale tirrenico - Il colonnello Francesco De Paola Colli, nuovo comandante - La riforma dei calibri e l'aumento della fabbricazionedei pezzi, dei proietti e delle polveri - Organico del 1797 - L'Esercito pontificio alle prese con gli invasori - L'Artiglieria della Repubblica romana e l'organico del · su6 primo Reggimento - fine delle artiglierie baronali - Ricostruzione dell'Artiglieria pontificia sotto la direzione del tenente colonnello Angelo Colli - fonde.rie e fonditori · fusionecon l'Esercito francese - Artiglieri romani in Russia.
Come a,bbiamo visto, fino al 1792 lo Stato della Chiesa non ebbe che nn Corpo cli bombardiel'i sparso nelle varie fortezze, ina-
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L' AR'l'IGLIERIA PO)ITIFICIA NEL
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deguato ai tempi che si a.nda,vano facendo minacciosi, e :un materiale ormai sorpassato dai progressi della tecnica. Già la, rivoluzione, t rionfante in !•'rancia, f.w eva strappato alla Chiesa la signoria di Avignone e del Venesino ; e la ferma resistenza, di Pio VI, di fronte a, quel governo, relativamente alle disposizioni contra.rie alla discipliua ecclesiastica. e agli ordini religiosi, aveva, rnbbuia.to ] 'orizzonte politi.co e tesi. i rapporti, tanto da far temere un'azione ostile della Francia contro lo Stato Pontificio, dove, in ta,nto, le idee r ivoluzionarie venivano diffuse da emissari abHi cd eloquenti. Si rendeva, quindi indispensi:-1ibile uu ~n-mame11t.o st.mordinai-io, che i:;i iniziò nel 1792, per me ttere il Litora,le in istato di difesa e per reprimere i disordini dell'interno. I n un diario leggiamo, in cla,tu, 19 maggio 17!)2, che « furono spedi.ti delli soldati, artiglieria, ed a,ltri attrezzi militari, per fortincare Fiumicino, P alo e Porto d'Auzo, acciò difendessero quella spiaggia da.i Francesi, che si facevano vede1'e nelle alture di quelli mari)) ecc. Il 30 maggio si mandarono 24 cannoni a CivHnvpcehia, po sto militare di somma irnpo1-ta11za, piazza marittima e baluardo di Roma a,ilche sulla, via; cli terra: D0vendosi prevedere un-attacco · tanto da pa,rte di terra. che cla.l mare, fa città, fu mnnita, gagliar da.mente: vi si fece ampi.o deposito cli munizioni e si riat tivanmo le mura, che vennero gm1.1·nL~: cb beJ1 250 ca.nnoni. Si incominciò anche acl armare Ca,s tel S. Angelo e, più tardi, si arruolurono vari -cannonieri dell'Ordine di .M:al tn . Ai primi di settembre alla Farnesina. si sperimentava · un affusto di nuova invenzione per le artiglierie, alla, presenza dì Monsignor Don Fahri~io Ruffo ; e nel novembre veniva p1·e:::e11 ta.to il progetto cli un affusto dn campagna. idento <la. Fra,nccsco Costanzo, ingegnere napoleta,no, e disegna,to cln Cìiovnnni Bastianelli. · Nel genna.io 17!)3 il Governo con tinuò a, dare sempr<~ più vivace impulso alla produzione dei mezzi cli. difesa,, ordinando la fabbricazione di pa,l le di cannone col ferro dell e minfore di Monteleone di Norcia., cla poco scopert<~. e subito dopo, in febbrai.o~ riattava la fonderia cl ei cannoni di Castel S. Angelo. Compresa la necessità di dispone di un esercito capace di fronteggiare gli eventi, si creò un Corpo di Artiglieria di linea -
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si stabilì che, per ogni 100 uomini di trupp::t mobile, dove::;::;e esservi un pe7,7,o da campagna di 4 od S lìbbre, tirato da, 2 cavalli, con rela,tìvo c,1,ssone. 11 materiale della prima batteria, di ·G pezzi, eon altrettanti cassoni, fu riunito in Castel S. Angelo, .sotto la dire7,ionc del castellano Marco Boncompagni Ottoboni, nell'ottobre del 1792. Nel nove111bl'e vi erano già una cinqua.n,tina di uomi.ni , che fo rma.vano il nucleo delb prima, compagnh1, ·ma, difettando lo Stato di n:fficià.lT provetti, il Governo d<~dse di aa,ssoìd~Lrne dei forestieri. Il 1° novembre 1792, per ordine deJ commissario dd mare Buffo . si iniziò ta formaziorn~ di trn'altr.1, compagnia tL Civitavecd1iu : i graduati vennero scelti tra i bombardieri stipeJ1 cliati di Roma, ed i soldati fra gli aiutanti bombardieri. · Frattanto si ancla,va armando il Litorale tirrenico, le cni piazze forti furono messe in ista,to di difesa. A Palo, insieme con altra truppa, furono assegnati 4 artiglieri con 4 cannoui ; a Fiumicino, il 3 novembre 1792, vennero inviati G bombardieri con 6 ca,nnoni d.a ca,mpagna e 100 palle per pe,,;zo, forniti clalb Guardia Svizzera, mentre il presidio dì Castel S. Angelo dava, ·2 cannoni e 2 artiglieri. Da Civitavecchia furono inviati 12 cannoni. Le artiglierie che partirono da Roma. in quel torno di tem'.po, 12 cannoni e _4 spingarde di ferro in pessìmo sta,to, furono poi riportate nella eapitale nel marzo 17!>4. J>er meglio assicurare ln difesa della, spiaggia da Terracina. a Qaprolace, nell' ottobre del 1792 venne costituito un Corpo stabile al comando del maggiore A.ntonio Tartagli.oni. Nel noYembre sn ta,l e tratto cli còsta erano distribuiti 40.artiglieri, che vennero poi pòrtati a 100 e, nel ·successivo april<\ ridotti a 177, con 19 pezzi di artiglieria, divisi in tre batterie, e 4 petriere. Il piano della difesa cli Roma e delle coste fu studiato prinm da,l capitano inglese i11gegne1·e Uolier, poi cla, Gioacch ino Urbani, alfiere delle barche; e più ta,rcli da dnc ingegneri napoletani: Francese.:o Oosta,n~o (che progettò a.nche varie bocehe da fuoco, ·come vedremo più dettagliatamente in seguito) è FeÌ'clinanclo Ro'berti. I/Urbani però eontimia:va, a,d avere una, certa influenza; anzi, nel novembre 1792, con la riforma Oa,prara, egli ottenne il gra,clo cli eapitano ingr~gnere, e il Costan 7,o dPelinò l'incarico, ,e
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Fig. 349 · Don Pabrizio R.11ff"o, che ini¼iù nel 1792 la creazione clel Corpo d' Arf.igHeria pont.ifieia.
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al1011tanandosi. In appresso, richiamato, fece continuare i la,v orì secondo i suoi progetti; ma infine, richiesto dalla Corte di Napoli, emig1·ò de}ìnitivamente, e nello Stato della, Chiesa fu sostituito cla.!Fi.ngegnere militare austriaco Bianchi d'Adda . Le fortificazioni di tutto il Litorale furono restaura,te, gli affusti di cannoni riattati, ed a/ Civitavecchia,, e nelle torri, si costruirono i fornelli per infoca~Ì;e le palle da cannone. << Da Ca,stel S. Angelo vennero inviati a, Porto d'Anzio l(i cannoni, di calibro va,r iant(~ fra 18 e 38 libbre, con 200 palle -ciascuno; ed a Terracina, per difendere i granai, si mandarono ti ca,n noni con quattro bombardieri di Roma che dovevano istruire i soldati del luogo nel servi7,io deìle artiglierie)). Il 5 gennaio 1793, infatti, si ordina.va, a,1 signor comandante Silva a Fiumicino, al signor comandante Grassi a Palo, al signor maggior Tartaglioni a ·T erracina ed ai comandanti degli tLltri posti armati del Litorale che i soldati venissero esercitati al'la ~cnoh, del cannone. Per rimediare alla clf~ficien7,a dei pe7,7.,i cl 1 artiglieria, men tr,~ a Roma il Giardoni fondeva cannoni, espletando tutto un piano costruW.vo, il Governo requisiva h! artiglierie baronali e delle Comunità. Seguendo l'esempio del gesto compiuto da un suo a,ntenato. con Clemente XI, il Duca don Livio Odesc:alchi (junior) offrì a,ì Pontefice alcuni cannoni che si trovavano a :Bracciano e eh(~ furono colloca.ti a Civitaveccllia, : si trattava ,di una colubrina. e 2 cannoni di bronzo, senza a;J'l'usto, ed J. cli,ferrn con affusto . .La forter-za cli. Palo, di pròpri.età dello stesso Duca,, fu presidiata dai Pontifici, in sostituzione délle milizie baron a,l i, ecl i eannoni del duca vennero tra,sportati altrove (1793). 'In seguito il Dura Oaescalr:hi offrì in vendita, a,lla. 0,1,mera. Apostolica sia le bocche da fuoco di. Bracciano che quelle di J?a.lo, e il 19 J.ebbntio 1:704 ii Pontefice ne ordinò l'acquisto, inviando il comà.nclante del1' Artig·lieria pontificia a trattarne il prezzo : complessivamente 2:; pezzi per un peso totale cli libbre 48307 di bronzo e 4106 clt ferro furono cednti per scudi 5813,26 li2. Anche il duca Gaetani, per l'a.rmamento della spiaggia di Terra.cina., aveva presta.to al maggfore Tartnglio11i 12 cannoni e
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HIFOHJ\J ,\ '.l'li:CN ICA OELL, :\HTJ(.; l~l 1':HIA PO;-;'t'IPT('Ir\
800 palle, pre levate dalla for tezza di Senno11cta. Q uesti pezzi gli furono l'eslituili alla, fine d'agosto 1790, ad eccezione di 2 petrieri che r isnltarono fn si e the si p1·opo:sc di sostitnire con 2 si· mili esistenti. in Civita.vecchia.. I 11fi11e, altri cannon i venne1·0 ptclentti a Sodano, Galle:,;e e \ ~ia.no. J I 4 dicembre 1792 il Conestabile Uol·011llèl, elet te 8 can noni della fortezza di P aliano, che, dietro snn ricllie~ta, g]i. fu. l'ono 1·estituiti a,l p1·incipio del lWH. Xello stes:o pel'iodo di inten:sa p1:epa1·uzion e JSi fecero .tllCÌW va ri a cquisti di · boeche <la [noéo : a ~a.poli Ri comprarono 21 cannoni del calibl'o france:-;c da 24, J S, 1~ ed ,~, o1 tre u, qun,lehe altro pezzo ; a Genova f4 caunoni di feno d 'Olanda da 35 a 36 libbre, e 1 O ca,nnoni cli ferro da, 2G a 27 libbte 1·0111.ane. co n 20 palle pe1· pezzo; altri pezzi ,e11ncro <la Venezia. Per quan to concerne la iipiaggia a cll'iatica, fin dal principio dell' atmameuto, hl, Congregazione cli StaLo aveva, fo.tto ì~pezionare segretamente, da l maggiote ~iiletio Mil ctti. le fortezze cli Senigallia, P e:::aro e Fano, dan do ol'cline di e, <~guire i. lavori. n e· cessa l'i. 1\ d Ancona si spe<lfrono proiettili e Yemwrn riatta t-i gli. affusti che, pe1· incuria,, erano ridotti in e,d:Uvo stato. Iutanlo YeuiYa chiamalo a Roma il tenente generale Enea, Capn1.ra, bol ognese, m.1r esciall o tLn::;tritLCO . che g iunse il 18 110Ycmln·e 1792. Rgli studiò nn piano cli riforma d t,lJ"eserci to, che si arnlò aUnando 1wl '17H3: per l'Artigli.etia, fu p1·cscelto il te~ nentc colonnello Francesco cle l \tola Uolli, che a nivò n]] a Cit tà!. l'Jterlla n<'l maggio de] 1793 e che clh-enne comandante clel nuoYOCorpo . Dopo pochi giorni dal suo aniYo, eg·li ebbe l'incarico cli ispe· ,1,i011a1·c le artiglierie cli Civitavecchia e del .Litor~1 Ie tirrenico: in 1111a consecu tivn, i-elH ,1,ione aJla, Sa cr·a Uong1·egazi.one, il Colli,. frn, i val''i in conve11ien ti, lamentava ·1a eceessiva vari.età dei c.1 Jilwi e le sproJ)Ol'½ioni costmttfre d elle s ingole bocch e cla fuoco ,. aggi nn grndo r he. per evi tare t11 1i inC'o1wcnienti nelln mona1·ebin ,nu,t1.·o-u11ga.rica i calibri si. m·f~11 0 ri<lotti solamente a 5, r cioè cla 3, 6, 12. 18 e 24 Jibbrc di :Yorimberga. Ai primi cli l u g-li.o, mon signor Don Jì'a,hd zio Huffo , allora Tesorier e Genera.le, Ol'dinò che ~i applicasse all'Artiglieria pontificia, un n, riform a.. 0
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analoga; ed il Colli, fatti i relativi ragguagli, propose di costruire pezzi cla 4, 8, rn, 24 e 32 libbre 1·omane. I n seguito a ta.le piano, a,pprovato dal Ruffo, il fonditore camerale Nicola Giar doni -ricevette l'or-cliue di incominciat f.l, fa.bbricare 24 cannoni {la 4 .libbre, su pr-ogetto e sotto la diJ'e1,ione del Uolli. ()011 questo atto si iniziavn -- un po' tardi, veramente, ri:spetto agli altd Stati -- la riforma. tecnicit dell' Artiglieria pontificia : flna,Imente, nelle costrnz-ioni, si veniva ad applicare un .sistema ra1,io11ale, con una, base scientifica, in quanto la fabbri·eaz-ione delle bocche da, fuoco non era più a.ffida,ta. all'empiri.smo cli questo o qnel fo nditore, ma, si svolgeva su progetti del Comandante dell'Arma, ricco dell'esper-iei,zu acquisita, in molti u11ni di scrvjzio e de.lb cult ura tecnica ::tppresa, in una, Scuola,. J,~doveroso ricordare che, iuiehe prima, clc1l'intervento del te1,ente colonnello Colli, don Fabrizio Rn1fo si era già, per breve tempo, servito dell'operri di un tecnico, H Oosta,nzo, che, come vedemmo, aveva forni to i pia,ni per cannoni cla libbre S, per obici e morta.i; tautochè quando, dopo la fusione clei 24 cannoni da. 4, il Colli volle passai-e all,,L secon da partita, cioè cla 8, trovò che il. fondito te Ghtrdoni aveva già pronte 25 forme eseguite, 3,ppuu to, su disegno del Oosta,m o. Le dimensioni <li tali bocche cla fvoco erano spropon,ionate, ma, per evi t;a,r e una. ulteriore spesa aJla Camera Apostolica, col consenso del Ruffo, il Colli si limitò :a modific::Lre le forme già pronte, dopo di che passò all:1 fusione -dei ~3 pezr,i, ehe al colJaudo riuscirono perfetti. Allorchè il Rnlfo fn inahato f;1,llu, Porpora, il pi.a,n o costrut t ivo proposto clnl Colli sta,to ei;;pletato iu parte, cioè con la fusione di 24 ca nn oni cla 4 e di 2;; da S _; e qnest(~ bocche cla, fuoco ::-;i a,nclava no montando su gli· i.tffosti seeonclo il nuovo metodo. In seguito, il 2 s.ettembre 1794, si approvava la fusione clei ·<.:annoni da, 16, e. nl principio di a,pril e 17H5, mentre era,no pronti pe1· le proYe obi.ti e cannolli da, c:uupagua gifL montati, si inii.iava la fusione clei mortai. Il 29 mm·,r,o 1.795 la G uarclia Sviz½era, ebhe dal Ooma,ndo deH' Artiglieria G cannoni da 8, con i ri~pettivi aifnsti da campagna, ed nltrettanti avantreni ed a.ltro rnateuhLle annesso; ed il 1.6 aprile seguente, a,lla, Farnesina, fu rnno colla udati it rego)a, d'arte 7 obici da libbre 14, 1.2 cannoni
era
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STAT·O DELLE BOCCHE DA l•'UOC<J PO:\'l'H'l~ TE KEL
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da lihhre 4, e nn mortaio p1ue cla. liblwe 14 : tutti questi pezzi ,. ri conoRciut i hnoni, vemwro trasportati a Custel B. Angelo. S0rnm:1ndo tutte le artiglierie di cui soprn, l'is11lta che, ,d :11 umno del 17!1:3, per compfotare la rifOl'ma eostrnLtivn ed in qnadrare le 'tn·tiglierie nei 5 caJibri p1·oposti, bisognava ancora procedere n.lla fabbricazione di quelli d:1 24 e da 32 : ma il ( 'olli , sempre p(~r r·agioni cli economia, p1·opose cli scegliere t l'a J,, bocche cln: fuoeo a,ntiche quelle meno scaden ti e che più si. avvicinassero ai suddetti ca.libri e di ridnrle poi defin itivamente, con semplici opera,zioni méccaniche del trapano, a~ calibri pre.Ohiesa, - se per norm::t generale i cannoni si getta.vano pieni fissati : cosn, possibile a queie tempi perchè nello Stat o della e poi venivano tra,p}Lnati - akuni venivano ancora gettati con l'antico metodo delle forme. I11ta,Hto ·· a Ti.voli, sotto ·fa clfrezione dell '·:11·r..hitetto c;1111ernlP· Giorgi, si era costruita, nell::L a,ntica villa di Mecenate, una, nuov-a fabbrica, di armi portatili, tt¼ile da rispondere al fabbisogno di tutto lo Stato, mentre sorgeva pure una nuova fonderia di ra.nnoni. Già, dal 7 gennaio 1794, il tenente d'artiglieria Angelo ·c olli, figlio di Francesco Colli comandante dell'Artiglieria Pontificia, aveva avuto ordine di f>ortarsi in Tivoli per esami· mm~ lo stato <lei la.vori ecl in pnrt icolnre q1wllo <1 <'11a fo11d<' l'ia. che dopo aleune settimane incominciò a, f nnziona,re. Questo Angelo Colli, nel settembre dello stesso anno, era già ava1rnato al grado di capita.no : valen1'e artiglfore cd abile tecnico, egli fn poi nominato ispettore iclra,ulico civile e milita,re. Att1w t.1 si la, riforma del ge11erale Cnpra1·a, iJ Corpo cli Artiµ;lieria,, alla, firn~ del 1793, raggitmi,::p la, forza. di: ln9 uomini, ripm·titi. in nno Rtnto maggior(~ e 2 compagnie, agli ordini del 1-enunte colonnello Pra,ncesco de Paola Colli, dal quale dipencle ,·,ì-110 p11re i G3 bombardieri delle fortezze, riuniti a.llora in dn e piccole~ compagnie. Dnrante il mese di gennaio del 1794.. poi. si formò nn distacc;1.mento di artiglieri in Romagna ; e 1'01·µ·,rnico clel Col'po fu stabilito in 314 uomini , mentre il Coma11dante in considera,zione dei suoi meriti speciali, 1'8 giugno del J'it)4 era, promos~o colonnello.
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1792 - 1815 Con biglietto della Segreteria di Stato del 26 a,gosto 1794, ·c he trascriviamo, si ordinav~1 d' incoeporu1·e i bombaeclieri 11el ·<Jorpo d' ar·tigJieria. : · « Essendo la uni1'ormità del s istema una tielle bas i prindp:lli tiella buona di:scipli na m ilitar e, non può perdò permettersi in veruna i,µ aniera che il Corpo de' Borubarc:lieri di Castel S : Angelo a bbia una Scuola, una direzione ed un ·Comando diverso dal Cor po recentemente istituito degli Art iglieti. Quindi i; ·che la Sac. Congr egazione di Stato, a nche per espr e~so oracolo di Nostro Signore, comµ:1ette al i\:lag.co Tesoriere Gnale di fare che per l'avvenite il c:otpo sud.o cle' Bornbarclieri, sieno n umerari o soprannu merari, stin sotto la \Lrezione, la scuola e il Comando del Colonnello Colli, esdusa a ffatto (Jlrnlunque ingerenza, parte o superiorità del vice Castell.rno Ottoboni, il quak in C'onsegueuza dovrà ..... astenersi d al mischiatsi in qualunque modo, t molto pHt cl a l ·crear e nuovi 13omhardieri, e dare Patenti in tal qualità. Nel tcrnvo medesimo, essi:-ndosi r iconosciuto necessa rio per il mig liore ::;ervigio cli stabilire un metodo lJer cui questi due Corpi elle sono :1vi,ar.,;i fi11or,1 ver separati. si ri uniscano in uno solo, sarit parte <klla ri<·o110sdu t ,, tl iligen,,a ·ed attività del preloclat.o Mgr. Tesoriere cli proporre S<!nti to i l med.° Colonnello Colli, un piano corrisvondente, nel quale cloHan clettagliarsi la r egola, la uonna e le prescrizioni colle quali si ·è govenuto Jinv · acl orn il Cor po de' .su ddetti B ombardieri».
Un a,mnento di 3'7 ai-tigli<~ri all' ol'gauico stabilito sì ebbe eou dech',ione del 20 giugno 179:5, in Reguito nò u11 incidente 1.1vvenuto sulla costa tirrena, dove, a vendo un legno cot sal'o fatto u na preda, di11an zi la 'l'orre dl Montnlto , ìe :1rtiglierie pontifiei1! 1: 011 ern,110 state in grado di ese1·eitarc un ' utile <lil'esa. La. Ca uier,1 Apost olica si rivolse allora al Colli per couoseer·e la, r.-1 '. gione delJ'inefficDcia rl.ei , tiri; il Colli spiegò ~he doveva attri · bnirsi al fatto che i soldati dì funtel'ii1 .:1ddetti al pre8idio delb torre <~rano completamente. incapaci 1w l rnrrneggio delle bocche d:.1 fuoco , e ne a,pprofittò per ribadil'e la propo~tt!. già, da lui fa tta inutilmente, cli sostituire tali. nomini r.on d~i sotto nrtiglied. : provvedimento che fu adottMo. ' Oontempornuenm(mte il Govcr110 ponl:ifido i-i preocenpava, ·di aumenta.re la produzione clelJe polveri, trattando con un certo J3asilio Salvi un nuovo· ~Lppalto per armi 12. Fra le vtuie obbliga7,ioni imposte a,1 Sahi, vi fn a11ch e ,pwlla, di erign·e a tutte sue spese gli edifici occorrenti: verso la fine del 1707 o al prin·c.ipio del 17~)8 n Salvi. aveva condott o :i t1-!rmi11e tali fabbriche, impegnandovi un capita.le che anclnva oìtre i GO mila scndì. e
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PRODUZIO.i\i,J DI POLVli:ltl:, ·1,: PROIE'l'T IL!
fol'lliva uu quantita,tivo cli. pohere q imlc 110n era, mai stl1to ra,g.g inuto dai passati appaltatori. Accanto al problema delle poive1·ì aJ1dava 1·isoluto qnello ·d Plla prodnzione dei proi.etti. Il 2ci settembre :I WG urn,:, Commissione, forn1ata dal colonnello Colli, dagii architetti camerali Na,vone e Oamporese e da,l fonditore Uiarùoni, visitava lai filiem ~= gli altri opifici posti a S. Piet1·0 N[ontol'io, e poi la. « Mola degli A.dni )) a porta, Angelica, per stucliaì·e la convenienza, della. costru:done di un forno a,datto a fondere le palle da cannone e le bombe. Ma l'eccessiva spesa, che sarebbe stata necessaria per rimpianto nelle menzionate ìoca1i!;à,, fece pi·cdili.gere la 1rnova. fabbrica del Vaticano, dove la cc Fabbri.ca di S. Pietro)) .già, aveva, stabilito dei molini ed una C< rami.era e ferriera)), concesse all'affittuario Batocchi : coJà, vi era mui~caduta d'acqua, ~ufficiente pc~r il soffi.o del forno . , · Per avere un quadro completo delle fabbri.che d'armi che, in quel torno di tempo , erano in n.ttività, nello ~iato della, Chiesa, bisogna ancora rilevare che, a Bra,cciano, fnnr.iona,va una fonderia cli ptL1ic per cannone, tenn t.a dal duei1 Odescakhì. · Nel 17!JH i Franeesi, coll,o preteisto clall'11ccisio1Je di Ugo Basville in Roma, invasero le Legazio11i, cbc occnpaJ·ono senza tolpo ferire, facendo buon botUno. A Forte Ul'bnno, che era, i.11 ottimo stato di difesa, essi t rnva1·ono 50 cannoni eon abbondirnti m11ni?:io11i, e 11A cannoni n1z,zinro110 a Ferrnra. ComplessiYa.mcnte , 11dle Legazioni, i Francesi presero c:ircn 200 pezzi cli artiglieria e 7 od S.000 fucili . Dopo un armistizio, più teorieo che rea,le, e molte va.ne schermaglie, si iniziarono febbrili preparativi per una nuova. guerra i-anta,. Il Corpo di. Ar·t.iglieria. ,1) quale ernno stati aggregati nn · che i cannoniei·i cfo'l batlagEoni Lante e 'l'a,rtaglioni., fn riorgalii:m1to in un hD,ttaglione. costituilo eh mio stato maggiore, cla 4 compagnie di artiglieri e dal corpo dei. borr~ ba,rdieri; e si formò 1ma squadra cli maestranze composta di artieri, già. artisti ad· detti a, Cnstel R. Angelo. Lo stato etfoLti.Yo del ~; 01'po, a tutto dicembre 179G. c;om1)1'enòev,1, 1.0 indivitlni formanti l'organico dello staio maggforc, J5~t della cornpa,g-nia Colonnella, 160 ·della -compa,gnin l\iaggiol'e, JM) della compag11ia Porti, 149 cfoll~L com__;,• 1575 - ·
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pagnia Bi;.1,ncoli e 41 del corpo dei boìUbartlieri, complessiva , mente 662 teste. 1H gemwio cld 17H7 il Corpo ebhe 160 reclutl' volontarie, non ingaggiate: te11 nto conto di a,ltri spost:w1enti per congedi , cambi, disei-7,ioni ! decessi . a tn tto gennai.o di qnell'auno vi erano 809 uomini effettivi su 877 dell'organico e cioè: S tato M a[1r;iore
Colouuello e comandante don Francesco de P aola Colli Maggiore Angelo Secondo de Colli Quartier Mastro Luigi Chioranòo Aiutante Giuseppe V aselli Sottoaiutante Gi usepp<~ Galli ( i n Ilouingua) IJ°'o riere Carlo Durani » Vincenzo Papi >) Angelo C:itani (in Romagna) Mousignol'e Angelo Sisto Chirurgo l!'rancesco Flaviani Capo tamburo Pietro Scrocchi Co11mar,n ia. ooionnella
Cupitano Tenente Giovan llnttis t~1 Leimori (in Civitavecchia) Pri mo Tenente Francesco :VIosc·nt i Sottotenente Domenico Antonio Castelli (in Hom.J,gna) ,i Angelo Manzi Co-nit)a.gni<i !Jfcigr; iore
Capitano Tenente Ca rlo Lnpez (in RornagrÌa) Primo Tenente l!"ilil)po Resta Sottotenente Alderano Porti >> Francesco Prence Com'l)<),{J lli<t Porli
Ca1lita no Saverio Pol'ti Tenente Francesco Penna Sottotenente Saverio Cleman l> Francesco Ranieri
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Oompagn:ia BiamcoU
Capitano Giovan Battista I3iancoli (in Romagna) Tenente Enrico Pannini Sottotenente Don Ven:m1,io Grillorri (in Rouwgna) >> Gaetano Pesce
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MOIHLITAZlONE DEI POl\TlFICI JS"EL
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Co rpo (l<Ji BombariUeri
Capitano .l;'ilippo Ciapparoni ,i Pietro Picchi (i u Aucoua) Primo Tenente Filippo .Merelli " Michele Dulcinati (in Aneona) Sottotenente Bartolomeo .ì\ionaldi i> Francesco Saverio Bello1u(! (ìn Ancona)
Alle spese per il materiale, cioè per fondita cli cannoni, co sb·u7,ione di t1,1fusti, cani, a.ttrez,.,i e utensili vari - che risultavano di 90.884,20 scodi, al ;.n lugli.o del 1'793 - si a.g giunsero 147.82u,02 scudi a. tutto il Hi settemlH·e 1'79ì. Inta,nto p,1rt.iva110 truppe per la. Romagna. Sc.l'iveva un dia,rista in data 22 ottobre 1796 : (( Mentre si sta disponendo la 11làrcia di 1,111 "CoI'pO fil 8,000 uomini per la Romagna,, sono in ta11to pa.rtil;e da Roma lì 14 e 15 con. cinque numerose compagnie di Fanteria con 1111 forte Distaccamento di Cavalleria e di Artiglieria con molti cannoni, carri di mni\ir,ioni dh,.. gn<~rh:1, fra qnali H)O mih1: ..cartuccie di Fanteria, vaJ·ie migliai,1 di Pa.tl'oue, c1:~richi a, mitraglia, )). B più a.vanti : << Li 12 e 15 del corr. Dicemln·e sono pa,rtiti per l::L Romagna, in due colonne l'i11tcro Battaglione delli.L Marra con un Distaccamento di Oava,Ueria,, comandati dal sig. Maggiore Conte Biancoli, ed altro di Artiglieria con numeroso convoglio di ca,nHoni, carri di munjzioni da guerm ecc. >> . Il 1° fohhrr:Lio 1797, Na,poleorn~ Bona.parte - venuto a conoscen7,a delle segrete reJa7,ioùi frn la Corte pontifida e la Corte· a.u striaca - con pubblico bando, a, Bo1og11a, denunciò la. tregua, e fece aNa,n7,a,re, agli. ordini del ge11erale Victor, una, Divisione· forte di circa 10 mila, nomini, che comprendeva. anche una. Legione Lomba.r da, c.orna.r1d_a,ta da. Carlo La hoz, com.posta di cispa,· dani e èi.swlpiili. Pochi giol'ni ,prima il Ccùi1::i,rido supremo delle truppe pontificie era stato assunto dal Generale Colli Marchini. Il 2 fehhrnio, al S<~nio, presso Faenza, i Pontifici si disposero in ordine cli ba,ttagHa, collocando tre cannoni a destra, e tre a sinistra della strada, diretti contro il ponte, me11tre altri 4 cannoni erano piazzati contro l'opposta riva del fiume. Tali pezzi respin,_ 1577 -
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-~ sc-ro un picchetto di. cavall~ria che tentava cli occupa1·e il ponte. I Francesi si i111pacl-ronirono di un ca,nnone pontificio, ma noli riuscirono a traspor tarlo via, per l'impossibilità, cli vt~rcure il ponte strettissimo, battuto dal fitto fuoeo degli a vverSèHi. Sviluppandosi. la battaglia, le trnppe papali incominciarono n: ti-ovarsi in di:lìicoltà e, con meraviglia e sgomcmlo, si accorsero -che i cannoni « avevano perduto la primitiva direzione )l e, an· zi.chè spa,1.1.are il ponte su cui i nemici si avù.nzavan o, colpi· vano le cime degli albe,r i. Sospettando un tradim~!nto, i Pon tifici :si .diedero alla f qga, lascia-udo al nemi.c:o 14 cannoni, cassoni e rnunir,ioni. Il capitano Iliancoli, accusato di aver spostato scientemente -e fra.udolcntemente i cannon i, si difese affermando che il pLmo nel quale erano posti i pc1,7,i a,veva ceduto, percbè malamente costruito. Nè basta a dimostrare l'ipotesi del tradimento il fa.tto ehe, preso prigioniero, egli si arruolò nelle milizie napo!l!o'ni-cb e : tali « passaggi )J, quasi. sempre dipendenti da motivi ideali ,o ideologici, erano in quell'epoca freqnentL Comunque, e quale che sia la, verità sul Hiancoli, sta cli fatto che, in quella disgraziata circostanza, l 'Artiglieria pon tificia rimase al suo posto, più che potè, non ostante l'inesperienza -di taluni a,rtiglieri. Degna di nota l'azione svolta dal capitano Lopez che contrastò efficacemente al nemico il guado del fiume e, essendogli. sta,ti uccisi tutti i cannonieri, inchiodò con le sue mani i eannoni, cadendoinfine prigioniero. Questo valoroso ebbe lode clallo stesso Bonapa,rte, che ordinò gli si usasse ogni ri guardo. .. Intanto a Roma,, appena isi a pprese la denunzia delFarmi· -stizio cla, parte cH Napol eone, il generale Colli Marchini si cli.spose a partire; rua dò non potè ~~vvenire se non il 6 febbrafo, quando già era, stata perclnta del ba,ttaglia del Senio ~ le truppe pontificie, più che in ritirata, erano in fuga dinanr.i ai Fran<!esi. Il diarista, in data 11 febbraio, annotaiva : << Nel sab;:i,to e nella èlomenica, furono fatti partire due treni d'ar tigli.eria da campagna, con i rispettivi artiglieri >>, e poi : <( mercoledì partì altro treno d 'artiglieria, tutti. con i rispet.tiv-i iùarriagg'i di bagagli., e con munizioni, armi >l, ecc.
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LA .<'ACE DI 'l'OLIDNTINO
Il geuerale di envalleria Bartolini, venni o dall' Ailstria in~ierne al genel'ale Colli , ave11Clo giudicato inservibi.li le fortezze <li Senigallia,, Fano e Pesaro, f ece trasportare le artiglierie in .:'.\ncona, dove rh1seì a mettere i1u;ieme 2 mila inesperti soldati. di linea, e 3 mila (< mniziotti ». La cittadella era ben gnarnitn cli cn,nnoni di bronzo, che però, nella maggior parte,· erano ::i 11('. Ont smontati . A tre miglia, da A.nco11a, il maggiore Borosiui aveva occupata e fortificata la po8izione di Monta,gnolo, ma si arrese 1'8 febbraio, appena comparvero i Prancesi : e sul far della notte fu ·occupata la città, e tutte quelle artiglierie caddero in potere dei nemico. Il Colli l\iarcl.J.ini giuuse la mattina dello stesso giorno a, Re·canati e proseguì per Ancona, ma, a Loreto, ove pervenne la sera, t1·ovò i Pontifici in fuga, e dovette retrocedere e trince1·a.rsi a, Foligno 1·a ccoglienélo tutte le truppe che potè, per cercar di sbarrare ai Francesi la via èli Roma. Il Papa st:.Lva per fuggire iL .Napoli, qua,nclo giunse un'in viato <lel Bonaparte, che si dichiarò pi-onto a trattare la, pace : e questa fu sottoscritta a Tolentino il HJ febl.ll:·ai.0. Cc1'~,1te cosi le ostilità, n Hl matzo 1797 la Congregazione Militare d_ispose che le truppe fossero messe in pi(~de normale t licenziò il Colli, il Bartolini e gli ufficia-li a,ustria,ci venuti con loro. Per quanto concerne l'Art iglieria, il s no organico è :fissato, nel ma,rzo, a 2 compa,g nie di 228 uomi ni ciascuna, uno stato mag_giore di 3 persone cd uria. squadra maestra.nze di 2:J individui: rirnanentl o definitivamente aboliti i hombardicri : uno dei coma,n · danti di compagnia, col grado di nu.1iggiore. è destinato ad assume1·e il eorna.ndo del Corpo, con fu 11zioni ispettive. Questi provvedimenti. non a,ndarono in vigore che più tardi, perchè nell'a,prile successivo il Coi-po risulta ancora formato cli un Ba,tta,glione, con un effettivo cli 759 uomini s u 4 eompa.gnie, e con uno sb1.to maggi.01.·e di 13 iudiviclnL sen1,a- rnn tfl.mcnti di. persone. Nel maggio la forza è quasi ng11ale. d()(~ di 722 individui, ma vi son o ;sola.mente 2 compa gnie, eoma ndate l'una dal P orti e l' altra, da, .A.nge1o Colli, << ispettore del Corpo col grado di ma,g giore )) . IL
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1792 - 1815
eolounello coman<lante Fra,ncesco de Paola, Colli è stato trasfrri.to al baittaglione di gu,:Lrnigione, e lo Stato maggiore dell'artiglieria si compone di... ben tre persone, cioè il sopra,i nten~ dente onorario Franco A.ntoni.o Vaguolini, l 'aiutante Giuseppe Va.selli e il qua,rtier mastro Ferdinando 'l'onicelli. Xel -g;ingno lo .stato effettivo è ancor,1 di (itrl persone, ma . finalmente, nel luglio, è ridotto a 373, e si mantiene tL questo. livello per i mesi consecutivi, mentre l'organico ne cornporterE>bbe 459, oltre la, squadra, delle maestranr,e. Così i bombardieri, ancorn pr<~seJ1ti nel mese di giugno, scompaiono de:finitivamente, è ht Segreteria cli Stato, con « viglietto )) del 18 agosto 1797, comuJLica, a Monsignor Tesoriere Generale la soppressione del Corpo dei Bombardieri di Castel S. Angelo. ·1~ra qtiesta, la for,m ·dél. Bat.taglio11e cli. -Artigliel'ia q11,rndo .. i: 3 dicembre, trnppe cisa,J pine in cui erano a,nche incorporati
dei Pola.echi, al comando del genel'ale Dombrowski, passavano~ :-:0:nr,a motivo, i confini (~cl attaccavano S . Leo. Il comandante cli quel fo1:te, che dispo!leva solamentt! di mm. compagnia, del ba Un gli.01H~ di .A.-11con,1 e di quàli-:be a,rtjgliere, rffiut ò di a,rrend<~rsi l ~ respin se per clue volte i nemiei; il 22 dicembre i Cisalpini mossero contro Pesa,ro, che occupa.l'ono, ed il gioruo seguente si impadronirono di Seniga,l lfa e poi di Osimo e Macerata,. Frattanto, in seguito ai gravi avvenimenti vel'i.ficatisi in. Roma, Na,poleone dette ordine al generale Berthier di occuparla,, e qnesti, il 10 febbraio, .da Monte i\fario, potè intimare la resa a Castel S. Angelo. Sorse così. la Repubblica Romana, che assorbì nelle s ne milizie, insieme con altm t ruppe, nnche il nucleo del battaglione clell'artigli.e rfa pontificia. Il 17 febbraio 1798 ebbe lnogo nrw, rassegna dell<~ truppe francesi, della guardia civica e delle truppe di 1inea pontificie 1·iruaste, dopo cl.i. ,che q neste ven nero clisarmat<~- NeJla legge del 2 Germile, anno VI , riguatdante _Fo1·ganizzazio1w dei mini steri, per il Ministero della Guerra,, cni era1ro commessi aiiiChe gli Affari ]i}gfo'r'i e della Marina . wniv::i. sa,neita, l'istituzione di una, Divisione, in -::.ni dovevano . essere trattati. gli affari rifleUenti << l' Artiglierin, il Genio, le forttfi cazioni e piazze cli guerra, e la fabbrica delle polveri )) .
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L'ARTIGLIERIA DfilLLA 1:J·~PGllULft:A l{Q.\L.\.'IA
1H tm prospetto del 9 germile, la p1·edetta Divisione risul· t.,wa, eosì com posta : ViYalcli 'l'ommaso - Capo Colli Angelo - Sottocapo ::-loe;cioli Isidoro - Scrivano Battaglia i> Vallori Clemente » Penna Francesco >l Vaselli ii Carm inati Girolltmo ))
Il i::; fiol'ile (an110 VI) l'organico della I>ivisioue erR qu(~sto: Virnlcli Saverio - C.1po <livisione Uenucci Filippo - Llgegne1:e Geografico Colli Angelo Commesso Battaglia Gaetano » Vaselli Giuseppe · » Valori Clemente >l
Come si vede, :rnche in questi nuovi elenchi... concentrati l'isulta la presenza del Colli che e~;a, già stato Ispettore e coma,n dante di compagni:;~ dell'Artiglieria pontificia, di Francesco l)emw, giù, teuente della compagnia cl' Artiglieria « Porti J), di Giuseppe Vttselli, già aiutante nello Stato maggiore del1' Arma col colonnello comancla.nte Francesco de Paola Colli e poi c·ol Ropraiutendente onorario ].i'ranco Antonio Va,gnolini: è logico desumerne che l'Artigli.eri.a repu.bblica,na, si andasse organi½:wnclo, come nbbìam detto. intorno a.ll'esig-no 11ncleo snperstil:e dell'ex battaglione pontificio. L'(~secuzione degli ordini emanati da,l Consolato della, Repubblica a,ttraverso aTla prima Divisione clel Ministero della, Ouena,, rignardanti il pc~rsonale, e1·a commessa. al generale SoulH:·rain, com.e appare <hl nn mesi-;a.ggio del 14 messidoro, in cui è d etto : cc Mi aSfretto di prevenirvi, cittadini consoli, di avei· .già Bpedite al Generale S011heiruu le tre pa ten ti per g-li fLllit•vi d'nrt.iglieria,, che vi siete compiaciuti rimettermi, con avergli in f·,ui cato di cla,rgli prontnmcnte il loro corso)).
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1792 - 1815
Intanto si pensava all'a,rman1en to del Litorale e, il 19 messidoro, il Dicastero dellf:L guen·a a,vver·tiva il Consolato di a ve1· dato disposi.zioni per l 'invio di munizio11i da guerra,, per un anno, ai 3G forti situati sulla, spiaggia mediterranen : eo11tc>mporaneamente si commetteva, Finca.rico di ispezionare rispettivamente la spiaggia, di levante e di ponente a due cittadini, i quali riferivano che, delle artiglierie ivi dislocate, molte erano j11servibili , ccl a.ltre in pessimo stato, soprattutto pei- le eondizioni disastrose degli a,ffust i. Conternpol'aneamente si stndi,.tva, di porre in atti.vitù , per conto della Repu bblica,, la fabbrica, delle polveri e nitri, di cui era appaltatore Basilio Salvi. 11 Minif::tro della Guerra Brémond a,flidava, a,d Angelo Colli, ingegnere t opografico, aggiunto a,l la Divisione del ~Hnistero concernente il rt1,mo Artiglieria , Fincal'ico <li compilare un pin.11 0 <limostJ:ativo, incarico che fu assolto, con maestria, e in telligenza,, tanto che iJ Ministro, scrivendo al Consola,to in data, 0 fruttifero, così si esprimeva nei riguardi del Colli: « l'esperto giovane, delli cui servigi e patriottismo non posso che lodar mi, lm eonisposto perfetta mente nIle mi e aspett;;1t ive )). Dal piano del Colli risnltù che, nella fa.bbricazione di 900.000• libbre di polvere, dett'atti gl'in teressi per Pi n'7estirnento del eapi tale occm·ren te, vi sarebbe stato 1111 griadn,gno di 4G.383,95 3!4 pi astre . Tale inchrntria, passò effettivnn:ien te alle dipendenze cli· rette della Repubblica. Sul cadere di novembre 1798, twendo l 'es 2rcit0 na polet.1110 invn i,o il territorio clella:Repubblica Roma-Ha , il generale Championnet raccolse le ·proprie truppe e si riti.rò le11tnmente sn Ter 111 : eosì R oma rimase abbandonata,, ad eccezione (li Cast el S. Angelo, presidia,to cln, legionari roma,n i e soldati franeesL Anche 0ivi.tavecchia, fu sgombrata, dai soltati francesi, cte pa,rtil'ono frettolosamente la, sera. del 25 novembre. I Napole'tani entrarono nella. Città Eterna, il 27 e subito distaccarono a Civitavecchin: nn continge11tc di truppe, che ne prese possesso in llOmeilcl Re. yfa clo110 podti giorni, il 14 dicembre, si ripristinava a Roma, il Go\7erno repnbb1ica.no t! i Nnpolet:wi ne venivn.n mcc-iati, 1
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CIVITAYI,CCH : A
1:ESlSTJ•: AL RITOHKO DI))! FRANCESI
mentre quelli che avevano occupata Civita.vecchia fuggivano per mare a Gaeta. La città però nou volJ e saperne di ritornare sotto i France1-,i, e si prepa,rò a difendersi da,ll'assedio. Le artiglierie dei fortilizi romani, assai ben dirette dagli sperimentati bombar-· dieri della squadra pontificia, impedivano a,J nemico di avvicinarsi a.lle mura, e di. esegui.re 1 lavori di trinceramento e di approccio. Ricercando nei sotterranei delle fortificazioni si ritrovarono bombe e mortai, mentre galeotti pra:tici del mestiere erano inca1·icati cli confezioMu·e le polveri. Il 2G febbraio i Fra.n · cesi sottoposero Civitavecchia ad un fitto fuoco di granate, senza risultato concreto: ehè molte cadeva110 in mare, alt.re non scoppiavano, ed altre ancora, n,ppena cadute, veniva.110 rese i.noffensive da, fa.,ncinlli svelti ed audaci c:he si affrettavano ad afferrarle e a 8tTappa,rne la, miccia. Ei-;ito parimente 11Pgativo ebbe un improvvi~o atta.eco teuta.to ]n notte del 3 marzo e respin to .dal fuoco iiicrociato delle artiglforie che tlai bastioni fu svilnppr1to ~ugli a:-.snlitori. 11 G marzo, finnlmrmte, Civitavc~ccltia cadeva, ma g·li artiglieri della piazza aveva.no f5Critto una, magnifica pagina di. perizia e cli ardimento.
Ro~pe:so nel brevP pel'iodo clelJ,'occnpar.ion e 11a.poletaun, il processo di organizza.zione dell'Artiglieria venne ripreso subito dopo l'allontanamento degli iuvnsori. Con legge del 29 ventoso dell'anno VII (17-9~1), comandante il generale Dufresne, furnno stanziate 41.003,32 piasti-c per un Reggimento cl'artiglierin. e 25.2(10 pe1' il restam'o delle a,rmi e per h fabbricazione delle polveri, oltre le spese per il trasporto dell'artiglieria. Sul rapporto del generale Eblé, che a,veva esposto lo stato deplorevole di questo Corpo, il Consolato invitava il Mini.s tero della guerra a,d elabora.re una precisa rela,zione circa i bisogni immediati. In base alla somma, stanziata,, l'organico del primo batta,glione del Reggimento cl' Artiglieria della Repubbli.ca Romana venne così composto : l Capo brigata 2 b.ttag11'"' 1 Qumtier ?.:[astro 'l'esoriere l ,\ iutante Mnggiore 1 Chirurgo
J e,,,, a,
Gr nnde Stato i\fa~::,;iore
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1583 -
1792 - 1815 P iccolo Stntu Maggiore
f Co:nplcs:,il·,mHmtc 15 individui l
(ta mburi, sarti, calzola i, ecc.)
8 Capitani comandanti 8 i> in s:.oconlia S 'l'cueuti 16 Sottotenenti 8 S,1rgenti M.1ggiori 40 )) 8 Caporali for ieri 40 Caporalì S 'l'aniburi 280 Primi art iglieri 320 Secon(l i artiglit~ri
Prirno b.1ttnglione .
Complessivamente 7G:'i uomini effettivi. 'l'ale pro~q>etto fu in via.to al Consolato, pér l'npprovnzione, if 14 ger111ile anHo \TJI, con1e <.tpparc dal seguer1te 1nes~aggio n] I Ministro della, g1wrra : << Senzf1 ritar<lo mi J)resterei, Cittarli.ni Consoli , a p r esentarvi lo Stato pr e·ciso dei bisogni élel Corpo d'artiglieria R omana, che voi mi avete richiest o, se p rima non attendessi le vostre risoluzioni sul Pianv cli detto Corp:i che vengo cli presentar vi in quest'oggi con un esteso rappor to. Es»e mi serviranno rli ·inclispensabìle guida, per abbracciare tutti quelli oggetti, che r iguar dano il personale. Parlo cli questo soltanto, mentre per gli altri che hanno r elazione a~ Dipartimento in gener e dell' artiglieria. non si potranno precis.:n·e, che allor·(Ju anclo le · circostanze cìell'Er a.:io Nazio11ale pennett:ernnno di provvedervi>).
Dal rapporto che accompagna il pia.no organico balzano ·evidenti le ra,g.io11i cLe ne avevano consigliato l 'elaborazione: 14 Germile - Anno VII ' Alli Consoli della Re pubblica H.<!lllann Fra i molti oggetti che richieclono, CittacUni Consoli, un efficace e sollecito provvedimento vi è quello, senza meno, rli. organiz:wre il Coq10 d' Artiglì.eria ·della Nostr a Repubblica. L a sua attuale sitnazione ha b'sogno di un certo riordina mento rispetto al numero delle eariche cla stabilirsi, e di un regola ·mento eziunclio (li disciplina e rl'istruzionc. Vi è d'uopo pur anche di rifformai:e .alcuni officinli, akun de' qunli per essere affatto privi delle più element1.1r i
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PIANO ORGANICO DI::LL' ÀR'.1.'IGLIEllIA NELL;ANNO VII
t:ognizioni, ed altri per essel·e illegittima la loro nomina. Per stabilire le disignate operazioni ben vedete, Cittadini Consoli, la necessità cli riunire questo Corpo in un sol luogo. Sarebbe molto a proposìto questa Capitale. Sotto l'occhio immediato de' Comandanti la disciplina, e l'istruzione acquisterebbero il massimo vigore, e u tile s i renderebbe alla Repubblica la sistemazione cli n.n t al Cor po ; tern~ndolo cosi disseminato in molteplici Distaccamenti come lo è in oggi. giammai si potrà· sperare alcun pr ofitto. 11:Ia alla proposta unione si oppone la difficoltà ùi dover guernire l a Piazr,a di Ancona con dei Cannonieri Romani, attesa la clificienza dei Francesi. Potrebbesi dunque dividere fra Roma e quella Piazza il Corpo suddetto, e fissare in tali luoghi fino a nuova disposizione le Scuole neeessarie, dirette . dagli olfid ali maggiori. Vi trasllletto qui compiegato il Piano per l a formazione d'un Reggimento. {l·' Artiglieria. Siccome perti le nttuali c:i:rcostanze dell' Erario Nazionale nou ptnnettono di completarlo, così mi ristringo a proporvi solo otto compagnie ; rifon uandone due in tal guisa di quelle che s i trovano attual mente al servizio. Eccovi qui annesso il P inno -1ic! r tale rifforma. Rileverete dal medesimo d 1e seguendo le traccie del Piano ideato pel Reggimento ho cercato tutte le ,·ie del risparmio. Anche una Direzione d 'artiglieria si rende irnlisp~ns abi]_e.. peF il materinle di questo Dipartimento. La Fabbrica, e sala d'anni, lEJ Fonderie, la fabbricar. ione clellP. polveri, e nitri. ... e tiitto ciò che si comprende sotto la categoria di 11111nizioni da guena sono rami elle in por7,ione iUCOlllin~l-; UO agi re, ecl altr.i i ncomincieranno fra poeo. La nostra Repubblica per altro n(in essendo in graclo per or a cli nominare molti officiali addetti in questa s fera potrà. prevalersi degl'Otticiali cli Compaguia. Bastcrit solo che yi sia, non agregato al Comando clel Corpo, un capo di Brigntn Direttore delle indicate Aziende e un Officiale Aggiunto, il ))rimo lle' quali potrà fare le veci di Capo ,lella l" Divisione del mio iYlinistero, che abbraccìa il Dipartimento clel Genio, Artiglieria e Topo-
ad
grafi a .
Potrei farvi un lungo dettaglio dell'utilità del progetto e degli esempi di siu1ili cl(;!stinazioni , se voi stessi Cittadini Consoli non ne rilevaste a primo :1bordo l'imvortarnrn. Starò intanto in a ns iosa attenzione cli vedere approvate l<~ interessanti propos te di questo mio rapr>0rto onde potervi clare quell'esern7.ione conispondente. Vi accludo il progett-0 dei decreto».
Il 1'7 germile il Consolato approvava il piRno proposto, osRe1·v,mdo però che la nomina dello Stato Maggiore era cli compeh'.nz,a del Consolato stesso: in ogni modo invitava, n Ministro della, guerra a, proporre i nomi di coloro che sembrassero adatti n costituirlo.
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1792 - 1815 Finalmente il ~4 germile il 11.ini:,;tero della, guerra comunicava al Consolato : «
Per dure, Cittaòini Consoli, la conveniente esecuzione al vostro decreto
ù~l 17 conente sull'ol·gunizzazlone <li un Battaglione e di una Direzione dl Artiglier.ìa mi faccio un dovere cli trnsmetleni qui compiegato il proggetto di Decreto vcr la no1J1in u degli Ofliclt11i di Cowpagnia, e dello Stato MttggioÌ·e prescritti a tenore tlell'articolo 2 del suòdctto Decreto.
Da questa proposta rileverete mancanti S Officia.li, 2 per ciascun grado, ma tali vuoti li credo convenienti pe1· rilllpiazzarli con uomini di meriti parti-
colari. Dall'altro canto vedo anche sotto una vista economica queste vacanze trattan(losi che il buon servizio non ne può risentire alcun svantaggio per essere in oggi molto tenui le forze di ciascuna Compagnia . Kella scelta da me fatt:t per coprire ciascuna carica ho avuto particolare attenzione cli premiare li servigi, la capacità e il patriottismo di quelli che si r,Jtrovmw attualmente al servizio e tli rimpiazr.are i posti u)(lncanti con tlegl'Inclividui, i di cui talenti, onestà e puro civismo non potranno che rendere utili alli nol':tra Repubblica i loro servigi. Non attendo per tauto che In vostra UIJProvazione, per dare In seguito tutte quelle provvictenr.e tendenti a sistemare un corpo p ('t' ogni modo interessante>>.
Uontemporaneamente era allo studio I'01·gc1nizzazion r. cli un Corpo cli artiglieri per la marina.
L'Artiglieria baronale ùello Stato .della Chiesa - a cui aveva anccato un fierissimo colpo la requisizio11 e dei pezzi, opern.t.a nel 17!:)2 dn, noH Rabl'i,r,io ' Ruffo, allora 'rc~_o riere dclh:1 Camera Apostolica - cess;1 total mente d'esiste1·e co n la calata dei FranccRi. La scure delhl rirnl11zione tronca definitivamente la storia delle~ artigliel'ie fouclali. Nel l'aprile del 17!)8 la fortezza ùi Palian o, 1·occ..lfo1·te dei Colonnei:ii, viene spogUata, di t utte le sue armi, n cornìncfol'c, na1uralmente, da1le bocche da fuoco . Tte bellis imi ca nnoni di. grosso calibro, che per la grave mole non sono t ra.sporta.bili, H<.m o segati in vari pezzi. Ancont l'anno appresso, il !) gel'luHe, il Ministero della Gnena, an,er te il Consolato <li aver fatto trasportare a Roma 4, c::wnoui che si trovavnno nel pii.lazzo ex baronale di Palombara : e. il 17 dello stei:.i:;o nwsP, l'armeria completa e due ca,n noni -
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IL CORPO DEJ,L'AH'l'lGUJ::JU.-\ l'OS'l'IFlCIA NEL
1808
esiRtenti i11 Formello, già, fendo dell'ex Principe Ohigi, prendono, a loro volta, la, via ddla capitale. Le bocche da fuoco inseevibili che munivi:1:110 le spia,gge mediterranee vengono pme ritira.te nel mese germile del 1799, e sono acloperat<~ pe1· fucinare pallottiere a,d uso delle artiglierie francesi. 11 1 ottobre 11!}~) gl'lnglesi, che avev.ui o ricevuto dai Francesi la eonsegna delle artiglierie di Givitu.vecchia, la pti.ssarono alle truppe napoletane. I pe7,7,j furono verificati dal ten . Giuliani. e, su 67 cannoni di bro11zo e G3 di feno, in buono stato, clte dovevano esservi, ne furono ritl'ovati rispettivamente 62 e G:1, doè quasi tutti (4 era110 stati imbitrcati dagli Inglesi). Invece; dj ,104 bocche da fuoco in riparazione e di altre 16 ormai inutili, non se ne trovò a.lcu11a. Tra Oorneto e Civitavecchia fu rono rinvenuti. 4 ca,rmoni e 2 obici n,ppa:rteneuti ai Napoletani: pezzi che, evidenfomente, erano stati preda bellica della precedente campagna. Ricostituitasi l' A1·tiglieria. pon ti:ficia, il ten . col. Angelo Colli ress<~ dal 1803 al 1808 la, Scuola speciale di artiglieria, detta,nclo - come scrive il ~foroni nel Dù,ionario d,i en1.(l·izio1w sto1·ico-ecclesiast·ica, - << l<~zioni piene di tutto lo scibile del tempo >>. Dalfa, tabella. del mese cl i febbraio 1808, il Corpo d~ll'A.rtiglieria pontificia rii:;n1ta così composto : St(tto Ma!Ju'ior e
Un
ll<nna)
'l'eneute Coìonnello Comandante Angelo Colli Aiutante Maggio1·e <lei Corpo 'l'en. Giuseppe Vaselll Quartier Mai:;tro T•meute Vincenzo Sebregondi iWun i,1ionieri
l
ten. Antonio 'l'ig11a11i · >> Giuseppe Vagnolim )) Venainio Savini
.Di"ep;n.\lore 8ottn Tenente Carlo Bini J;"ori eri : Gaet:.uio Majnarcli. - Oio. Giac. 0 Ilinalcli
Compagnie:
ra Lo pez (in Ancona) lT" Porti (in Roma) I lI"- Panin i (iu rn ,·i tave<:<:hia)
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l'i92 · 18l5 Lopez Porti
Capitani
Capitani Teueuti l!nn ini
f.umpar elli )lanzi
Priwi 'l't•nenti
l::ilewart
I ~
Cno l>l?L' comvugniu
I
i--iJ,·estri Secondi 'l'eueuli~ l•'l?ITanti ~1 1,;-twl:mgelt I
I
~
Cno
l)l?t
c:ompagnia
Lu fonm effetti rn, com pi-eso lo Stato Ma ggiore, era di 290 11<>rnini, is11 uu 01·gm1ico di 1!:l4, cioè 95 uomini per compagnia e 9 dello stato maggiore. La fonderia contiiLUava, ad essere clil-etta dal Giardoni, al \1uale pei-ò, dal pl'incipio di marzo del 1803, si era dato come ·coacliuto1·e il figlio Luca. Cou patente del 26 ma1·zo de1 1805 ]~rancesco Righetti e suo figlio Luigi fu rono nominati << 'i1n mi1,-
nere fusoris caniemlis 1neta.llorn11i) to1·nie-ntormn) B ellicor um Bonibardar1i1n, et artiliiarianmi S. Sedis) et caniere Apostolice_. ac etia11i) slatiu1,riwrn fus-il·iim1, 'in licie Al1na U,r7J e) et tolo statu, 1
Eccl-estristico cwm omnibus) e't singtil'is fapi,,lta't'ibiis )). I Righetti ampliarono le fornaci, in cui doveva poi essere fusa la gigantesca i:;latua di :N'apoleone. Ma nuovi tempi, ancora più difficili, si avvicinavan o. Napoleone che, avendo clhisato di impadronirsi cli tutto lo Stato pontificio, trovava facilmcmte ragioni o p1·etesti per agire, al JH'incipio de_l 180 ' orcljnò l'oc·cupazione di R oma; e, il 2 febbraio 1808, il generale Miollis già. teneva Castel S . Angelo che il colonnello Colli doveva a,bbanclonare, non senza indi.rizzare al Miollis 1111a fiera protesta.. Ma il .Pontefice Pio VII si chin1Sc al Q11it-i11ale, ordinando (·he non si facesse itlcuna resistenza. Le truppe pontificie - rn1t 11 ralmcn l:e quindi ::rnehe l' A1· t iglieri a. - furono incorpora.te 11el l 'Eser cii o francese.
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L'ART.lGLIERIA P01'TH'! C1A INQUADHA'.l'A NELLJ•; F'ORZE FRANCJ::Sl
Il 2.~) febbraio 1B08 iJ ca.rtiinale Dorht .l:'amphili scùveva, ùl
Teisol"iere Ge11erale: « Dopo seguita l.:t dunione delht 'l'rnJ)J)R l'ontìficia stazionata in R orn;1 alLt Tntppa Francese, e dopo la ,lichiurnzione fatta dal sig. Genl."rale Hcrbin, che la 'l'rnppu Ponti_ticia è vassata al soldo di S. 1':I. l ' Imper atore e Re Napoleone, e deve clipenùere .<.tal Comando Francese, la Santità cli K,)sti·{J i'ìignon;, l'iguflrdando la divisata 'l'l'nppa come nou sua, ha orllint1to che Mgr 'l'esorie:,re Gener ale dal primo dell'entrante Mese in poi cessi ùa qnalunque somministrazione (li fondi per i soldi della Truppa già Pontificia alla Congrcga7.ione Militare, la <JU:t Je < ! :stata già. cli sciolta dalla Santità Sua . Sarit. cura dello stesso iWgr 'l'eiiorien! di fare avere ef'f.etto :1 qn este :-:onane dt•h.:ru1inazioni >> .
Collseeutivamente però si chiaeiva: « .l,l ~!vitiln! <)nal1111qu e equivoco sulla massima stalJillla, cioè che t ut te· le Guarnigioni fuori di noma non incorporate alla Truppa Francese abbìanl) a contìnuarsi a riconoi;cere sotto il Govt'rrto Poutiticìo l! cleblnrno avere direttamente dnlln· llev. Cam.ra il competente loro soldo, e tutt'altro clw possa app;1rl:energli, si presenta qui 111111essa una 'l'abdln inclicnnte la Res idenza e qualit/1 cli tali Distaccamenti ».
Fer l'Artiglieria la tabella cou;iprclldcva. mia compagnia. in Ancona e provincia; dei. clistaccamenti a Oivib1vecchin,, Viterbo <· nel le 'l'oni del Lit orale; diversi ar tiglieri in Porto cl 'Anzio (~ Tc>!Tacina. Il 1° marzo 1808 il generale ì\Iiollis, rnetten<lo iu pratiea il 1-irovv<~ilimento p;ià emana,to, orclimiva agli uffidali superiori pon tifici - <~ fra questi vi era il Colli, dell' A.rtiglieria, - di cooperare all'inquadramento delle truppe loro dipendenti nell'esercito francese. Quasi tutti rifi.uta1'0110 e furono perciò arrestati e detenuti in Ca,stel S. Angelo; ma intanto, il ?; marzo, la in corporazione fu effettua,ta,, ed il Colli, avendo aecett-ato di passare a far parte delle truppe francesi, fn libera.t.o ecl ebbe H g1·ado di colonnello. Ha, aìlorn, l'Artiglieria gìù pontifieia divemie parte integ1·a,n te dell 'esercito fra,ncese, ecl i soli che conti.nu a1:ono a,d esser chiamati. << cannonieri romani)) ed ebbero, conte dicemmo. qna,1ehe autonomia, fnrono quelli a,ppartenenti a l battaglione dei ~olda.ti vetera,ni, .in tutto assa,i meno di 1111 ccn tiJw.io, a. piedi ·e il cava.Jlo, in servizio su11e cost.e. -
1589
1792 - 1815 Il colonnello Angelo Colli segui le s<i1·ti, ont, liete ccl orn. :tristi, delle milizie napoleoniche; e eos1 gli artiglieri pontifici: ,che, specialmente nella, eampagna di Russi,1, si dimostrm·o110 ch~:gni d(~lla repntazione <ld lorD predecessori. n Colli pa,r tì pe1· la Russia come sotto coma,ndante del g-ran parco de] Fartiglierfa, ,dell'Armata d ' IttLlia e, nella. disastrosa ritirata clell'a.utum1o r (èlimostrò, ancota, nna volta, 11011 com une abilità,. l\1n 11er le fa·tiche e gli strapa7.7.i sofferti, la- s nn, salute fu irrimt><liahilrnente. scossa, ed egli morì appena fo.r nafo in Pa,tria., snlln fi1w del lo :stesso :Hmo. Pio VII, allorchè, il 24 maggio 1814, reduce dalht prigionia ·cli Fontaineblean e Savona) rientrò in Roma, riprii4inò gli orclina,menti militari e chili: e fu naturalmelltc rieostitui.to il Ctn·po
-<l'Artiglieria.
10. Le artiglierie nelle altre regioni italian e nel periodo 1792-1815. L'ispezione del generale Bonaparte alle artiglierie ligu ri - L'attacco dei genovesi al forte di Serravalle - Un inventario dei 1802 L'Impero - L'annessione al Piemonte. Quadro delle bocche da fuoco venete alla caduta della Repubblica - Conclusioni - L'importanza delle artiglierie veneziane attraverso ai secoli. Elenco di artiglieri dell'antico Stato Estense, che militarono nel l'esercito napoleonico. Resa di Forte Urbano - Sorte dei bombardieri bolognesi - Contributo del!' Artiglieria bolognese nelle guerre napoleoniche. li " piano militare,, di Ferdinando III di Toscana - Assedio di Porto Ferraio - Il Regno d'Etruria - Armamento delle piazze nel 1801 ·- La restaurazione del Granducato e la riorganizz:azione'<iell'Esercito - La costituzione del Reale Còrpo çl'Artiglieria nel 1814. Le bocche da fuoco a Lucca - La squadra dei bombardieri lucchesi.
Ci sia.mo soffermati più a. lungo, oltre che sull'Artiglieria, piemontese, su quella cisa,l pinu., na,poletana e romana, per i :motivi già- esposti : ovvi per ia. prima, chè i Piemontesi , nei :primi anni, opposero la maggiore resistenza agli invasori fra n-<:·esi e, d'altra, pnrte, l'Esercito piemontese costih1ì. poi il noc '- 1590 -
L' AR'l'IGL{(<)IU A Gfl:KOVESE K8L J:' I,JR!OD() NAPOLE0.'.'1fC()
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d olo, il nudeo primo del 1·ieostituito Esercito ita.lia,n o: e abbastanza rvidentj anche per le altre tre che , in periodi diversi., ebbero una certa a utonomia ed ~ esplicarono qualche aHività. come ol'ganisrni indipendenti. Raggruppiamo ora in un solo capitolo le notizie sull' Ar tiglieria, delle altre regioni italia,ne che, in questo periodo, hanno 1ninol' impor tanza, sopratutto perchè 11011 ham10 hl, possibilità cli c~plicarl~ una propri,;1 rt¼ione pal'tic0Jn,1mente rflevaHte . S'intende, però, che 11011 si parla, qui, cli azioni indi vi.duali; chè artiglieri capaci ed eroici furono dati con generosa, lm·ghezza agli eserciti napoleoni.ci da t n tte le regio1d d 'Ifalia,, come vedremo nei pa,ragrafi successivi. Ineorni.ndamo dunqne la 11o·stra, rap.i.da rassegna dalle due Repnbbliche marimtrt•. Per qu ,Jnto eoncerne Gc11ova, <~ noto come, allorquando essa ehi, in piena, neutra1itù (1794), il Genera,le Bonaparte venisse in i11cognito a.cl ispezionare le for tezze e i l materi..Lle d'artiglieria della .Liguria. Le i1rma,te repnbblicane opt~rava,no Rn tenitorio Ugnrc; e ben presto si prepa,r-avano, in attesa del 1797, i qtiaclri dell'esercito che Massena, doveva colllanchre durante i.l blocco. E l~bc a,lJora una i1npor ta,ma, insolit,1 r Artiglieria, i cui ufficiali costituivano, per la natura c~ei loro· studi, un Coi-po scelto. Cc1·to ma.i. come in quegli a,nnj_ la, ca,rr-iera militare aveva attirnto i Genovesi del1' alta borghesia,, a,hituati per t radizione a,d a,bbandonarc ai mercena,ri l'onere e l 'onore della gnerra. :Nel capitol o VI abbiamo · già accenna,to ,a questo rinnovato fervore di stndi degli a1-t.iglieri ligm·i. Ori:1 possia,mo riafferma,re che una delle cara.tteri.stiche, a,ppnnto. del Corpo di ufficia,l i d' A.rtiglie1fa negli ulthnj anni della Repubblica Genovese è la inte1lettnalità. Lo studio delle scienze esa.tte attirava molto i giovani liguri; e la cultnr-a, scientifica, appoggiata. sulle 'dil'et · tive fornite dagli enciclopedisti fra,ncesi, riuscì presto a, tra,sformare lo spirito di corpo in spirito moderno. A . quell'epoca « moderno )> e << 1·ivoluziona,rio )) erano sinonimi. :Non deve flun qne rf!Car mera vigli.a l'hrnovn.zione avvenuta fra il 1792 e il '94, che segna la prima, r iforma nell'ordina.mento milita,re genovese : il Corpo dei Bomba,rdiel"i - che da due secoli viveva sulle tradizioni corporative, con le sue fnnr,ioni rel igiose -
1591 -
1792 · 1815
<~ le cn.ppelle in onore dei Santi (S. Erasmo, specia.lmente) e ::;eguiva, per il resto, i ricordi eh mestiere - si trasformò, per il movim:~11to irresistibile dei giovani« cadetti)), i.n Co1·po clei.can · n011ieri nciz:ional'i . Furono questi ca.nnonieri che, imitando i comp,1g11i francesi, a,i utarono in ogni modo ,il movimento, sorvegliato da, 'l'illy e da .F aipoult, movimento che doveva Bbocc:are nelle giornate di maggio del 1797. Oadu.ta la, Repubblica Ari.stocrati.c,t e sottentrato il Regim e ltemocratico, nel 1797 ebbe luogo l' unico fatto d'armi in cui le truppe genovesi furono impegnate da, sole iu questo periodo, ci.oè Pa ttacco contro n forte di Se1-rn,valle teHnto dai Piemontesi : avvenimento d'importanza, anehe politica,, in quanto segna la rottura, della nentralitù, di Genova, lll quale entrn oramai ufficialmente nell'orbita della R.epubhl:ica Frar1eese. Il fortilizio di Serravalle, ora sco.mparso, fu battuto ve1· qualche giorno da una batteria di cannoni e da un mortaio di grosso cali.l.H·o., appartenenti all 'A rtig'lforia ligrn·e. I Piemolltesi cedettero. Questo semplice episodio fu esalta,to dalla sta.mpa Jvcale, naturalmente oltre i' limiti, mn, ha . un certo in teresse per la storia genovese, perchè. costituisce il ba,ttesimo del · fuoco dei c:::mnonier-i ligur-i democratici. Sempre in quell'a,nno li'U7, i can11oni0l"i furono fit.tti segno n favori speciali da, pa,rt<~ d~i Francef..i. La forza a-rmata della nuova Repuliblica mancava as:,:;olnfamente di Artiglieria, da cam pagm~. Fino allora, e a,n cora nelle ult.imt~ guerre del l74G, eome bocche da fuoco cl.a, campagna si (~r..mo 111,;a t i c,urnoni di calibro minore sn a.ffusti leggeri, ma non si c~ra 01·ganizza to specialmente alcun corpo, Ora, verso la, fine del 1797: il Corpo dei. ci:u mouieri nazionali richiedeva di essere fornito di pezzi da ca,mpa,gna, montati. Non era certo il m,1terialc ,mtiq nato clelh1 Armeria cli Pa la,zzo quello che poteva soddisfare alle rnrnve .aspiratioui. ~P ne incaricò il li'aipoult, e si l'ileva dalla sua corri.spondenzu d1e la pratica, giunse a Bonaparte, al lorn al Quartier Geneeale di Pnsseriano. Bonaparte si interessava particolarmente all'armamento dei Genovesi : tre cl.elle sue lettere al Governo della, Repubblica ne fanno fede. Egli concesse hnmediatamente in dono a.,i « lmwi cannonieri liguri)) una batteria di G pezzi di cannone, nuovi.s-
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1792 - 1815
simi, preleva.ti dal pa,rco di Mila.no. Erano pezzi da 8 sul modello 1770, eorn.e quelli che~ fecer-o le campagne d'Italia e par te delle imperiali. La batteria tlonnta dalb << Repubblica sorella)) giuuse a Genova e fn consegnata a,i ca1rnonieri nazionali cfa llo stesso Faipou lt. Non potè però es~ere i.nauguratn nel primo fatto cl'arme della 11uova Repubblica, coi Piemontesi, a Carrosio, perchè là fu adoperato esclusivamente un piccolo pa,rco di assedio : un mortnio ·da 360 e cannoni da 60. In compenso i pezzi cli Bona,pa,r te a,ppoggiarono le truppe li.guri aggregate a quelle cli Soult, sia nei ·dintorni di Genova, sia, lungo la dorsale dell' Appenni.no, negli accan ì.ti fatti d'arme del 1800. Fn precisamenh~ nel lflOO, durante il famoso blocco, che i can1'l0nieri liguri vennero più duramente provati, ma l'allea,nza, e la cc fraternità)) dei cl.ne Direttori ligure 'e francese avevano talmente a.ccresciuti i contatti da trasformare integralmente l'antica orga,nizzazione ar tigliercsca. genovese~, ormai ga,llicizzata. Di questo Blocco (LSOO) abbi.a.mo molte descrizioni e molti studi; ma, noi non crediamo sia il caso di indugiarvisi perchè i pezzi posti in a.zione erano quasi tutti venuti cU Francia, a,l co u,ando di Francesi : rare volh• i forti parteciparono a,l fuoco eon ·qua,l che tiro di sba,r ramento. Più impegnate erano le batterie della Cava (Oarignano) e il posto della. Lanterna, quando gli Anglo-Napoletani venivano a tfro; ma, ordinariamente,, essi si contentava.no cli bomba rdare la città senza cura cli obbiettivi speciali., cli notte, a,ppi:·o:6ttanclo del fatto chè· la fio~ta genovese non disponeva di navi abbastanza potenti per inquietarli. DnNrnte il Bloceo si ha p11re memoria di una ba,tteria di mortai, che sovrastava al Posto della Lanterna,, verso Granarolo. 'l'nli bocche da fuoco erano considerate inutili cla ,certi consiglieri nnonimi, che ne propos~ro la rimozione. Forse il èattivo sta.to di manutenzione di quei pezzi e la 101·0 vetn~tà, in confronto della porta.ta che li separa.va dai presunti obiettivi facevano ten;tere inconvenienti per la città sottostante. Ma, non ri.snlta se~ i consigli. fossero stati accettati, nè i mortai effettivamente rimossi. 'Tutto lo sforzo della di.fesa, clura,nte l'assedio- fu sopportato, in ·fatto, come si è detto, cla,i posti della Lanterna, e della, Cava. - 1594 -
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1792 · 1815 AI posto della Lanterna ava,nzavano ancora certameute di.versi esempla·ri delle artiglierie genovesi; forse erf:mo tuttora in servizio le grosse colubrine del Rocca, e 11uelle più antiche del 16G7 : pare alludere a queste, nelle sue Memorie, il generale . 1farbot, q1Jando racconta di essersi trovato presso la Batteria delln, Lt~nte1.·na durante un combatti.mento con le navi inglesi . Egli volle assistere allo spettacolo ed entrò << snl1a piazza fortemente lastdcata dove delle enormi artiglierie, incastellate su a,ffnsti primitivi, rispondevano accanitamente al fuoco dei bri.ks >). Gli artiglieri, · all'arrivo delle bombe, correvano a1 riparo dietro gli aftui:;ti secolari. che 1i proteg·gevn.no efficacemente. Pubblichiamo qui un « abbozzo cli triangola,zione )), unico documento grafico e tecnico che ricordi l'azione cTelle artiglierie nella memoranda difesa, sostenuta da Massena nell'inverno del 1800. Tale documento, che proviene da,l le carte del Blocco, si e;onserva. agli Archivi cl i Stato di Genova.. ('/'i7Jo: B u:--tll <i. · n . 100) . La sua redazione in lingua francese e la base sulla, me· ridiana dell' Osservatorio di Parigi ci permettono di at.tribnir1o a,l Capo ·del ·-Cle11io, "-coii'l'ìl·ndato dal coJomH:.110, i'l-hu·c,~ clm·,.nne l'assedio. (~uesl·H, ca,rta, sembra aver servito a.Il' A1·tiglieria 1w 1· ln rl i ·termfaione delle diverse lin ee. 'rutta la rete è impostata, sulla, città e a,diacenze il cui contorno topografico non :figura, nrn ehe)(;' designazioni del tracciato rivelano Bienrn,rncnt.e.
Rotto Nnpolcone l'organarnc~nto dell' Artigli.eria a, Genova , natnralmente, era quello dell'Impero. Il materiHle venne accres<int.o e rinnova,to parecchie volte: sembra però che, da, tempo, le fondeJ'i.e !!'enovesi non prodncessero più e,J1moni, ma si fossero. ~ ' trasformate per altri nsi. · ~el 1802 abbiamo un interessante invental.'i.o (Arch . cli. Genova : Sala 63. Guerra e Ma,r ina; Copial. 1799-0l). JDcco il doenmento: 0
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INVIDNTAlUO DELL'AR'.l'IGLIERJ.-\ GE:XOVESE •
1802
1802 : Giugno A.rtiglie'l'ia della Revubbt-ioa
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Cmmoni cli bronzo Cannoni di feno Mortai :No 6 3 Al forte Dia mante, del ù Can. due in batte ria e quattro s montati · I tre mortai con a ppàrati uno da 200, nltro cla 100 e l'altro da 30 · Al forte Q.uezzi, smontati. 2 A l forte Richelieu, su1011tati. 6 Al forte S. Tecla, smontati. 6 Alla Batteria S. Na½zaro, in bat. t Al f orte Sperone (5 in bat., 8 18 ~montati). 1 Al fortl~ 'l'enaglia: 5 in Bat., 5 10 smont., cli questi 4 inserv. Il mortajo alla Gomer pure inserv. 2 Alla Comnrca (lella Lanterna : 30 40 in Bat., 10 srnont. Dei rnortaj uno alla Gomer, l'altro cla 200. 22 Al Molo vecchio e Piattaforma : 17 in lfat., 5 smontati. 38 5 Alla Comarca cli Carignano: 27 in batt., 11 srnont., 1 mortaio alla (}omer. f) . Alla Ba tteria del Prato sino a P9rta Romana, s montati. 8 Alla Comarca del Zerbino, tre in bat., u smont. 4 Alla Batter. <li Montalclo, lungo le Mura fino al forte Sperone, smontati. )) )) )) 8 2-2 Dal forte Sperone alla Batt . di S. Benigno, cannoni smontati. Cnn noni smontati d al Molo Vec18 chio s ino al Ponte dell'Arsenale. Nella Galea . 3 Ne l l 'el'accio. 2 Riv'itJ1·a. di Levante
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~ el Golfo Vener e.
Nelle Batter. cli Riviera da Quinto fi no n Yernazza .
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1792 · 1815
Cannoni cli brorn-lO Ca,n noni d i fel'l'O i\lorta i ~,~l for k 11i Savona · l'Art. lu poNo 50 27 H c·o bnou stato. Dei 9 mortaj, 3 tla 11011. 15 - 2 da p. 12 - 2 da p. 11 - e 2 da p. 4.
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.Nel forte e Batt. di ftwri ser:vizio.
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Nelle batterie da Sestri al Capo Rosso di XXmiglia. Kel fo rt~} di Gavi · Dei 5 mortaj, clue alla Gomer, rJ ue ant ichi e uno da 50. L'Art. in buon stato e JJl'OV Yistt1 di utensili e mouizioni.
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Nell'Arsenale ed in questi compres i 11 Cnnnonettì lu ferro cou man iglia ed altri l}l di f erro al I ntto iuserv. Tn d,itto Arsenale di vari Calibri
20
Hl
Vado, alcuni
<la Lib. 6 in 12.
111 Armeria Na7,.Je Cmmont piccoli d a Lb. 2 in 8.
1.l
2
o
Nella fonderia na,>:ionale tanto lì cauuoni che li 9 mortaj, tutti giurJieati inservibili. >i ell n fond erin esis touo ancora I\• 4 Obiz7,i no n (lei t u tto Jìnitl, Canta r:1 i:170, bronzi rotti veccbj. '1'ot:1le.
301
L't~smne di questo doeumeuto pennette di accertare un,1 circosta11za cli fatto rigua rdo alla :fine del « mortaio. di Balilla >>. f·; noto che ta1P pczr,o era stato ricondotto in t t·ìonfo aU.a, batteria de1la Ca-va; Ol' i.1 in <111ei::t a batteria , nel 1802, i~sh;tevallO :i mortn i cr alla Gomer n. Le Jigni-e sinerone t! attendibili mostrano che il mortaio S. Caterina non era a.na Gomer, ma cli una forma, più a.ntiquata, detta « 11 bottiglin >), di r-ui si hanno esemplari nelle Raccolte. Nel 1802 clnnq'lle il , norta'io cU Bal-illn 110n era pùì al - 1598 -
LA FINE DEL MORTAIO DI BALILl,,A
posto clelln Gwuci) dove tutto l'armamerito era stato rimoder·· nato . Cade quindi l'ipotesi che questo cimelio. - del quale perÒ-, It(·•ssuno aveva mostrato di occup,.~.rsi dopo i fa,tti a.él 1746 - fa· Cl'SSe pa,r te del materiale dm·ato Jino al 1814 e passato in pro· pi-ietà. dell'Inghilterra prima e poi, dopo la Restaurazione, ceduto al Piemonte. Sullà fine del mortaio di Balilla troppe eon· g<:'tture sono possibili e quindi non i;;i può arrivare ad a.Icuna certezza : o è stato distrutto o riformato p1·i1na clel Blocco 1800 O· mandato in Riviera come armamento di scarto, o, comunque, disperso. La denomizione « S. Caterina >), come già. dicemmo nel C,L· pito1o VI (v. Pf'. g. 1084), non deve far confondere qnesto Pf~zzo - · un m ortaio - con quello del Rocca,, ancorà conserva,to a Torino, e pure dedicato dal Rocca a.lla Santa popolare di Genova .. L'esemplare di Torino è di tutt'altra sp,~cie : si tratta, di un cannone). ogni equivoco in proposito è quindi inammissibile. S'UO
Il Bloeeo del 1813-14 vide l'impiego effiru<~i-o di tutti i vecd1i fortilfai delle Riviere, che tentava.no di ritardare gli sbarchi <1,~gli Alleati. Furono questi gli ultimi' servizi delle batterie all31'. Cl'ibeanval; e molti rapporti di comandanti, o, meglio, di capi· posto spe1·duti lungo le scogliere, costituiscono In documentazione della tenacia e dell'ardimento con cni q11estì ·àrtiglieri re· sistcttero ostinata1~nente a1l'invasio11e. A. molti di essi, oscuri eroi, si dovette la SfLlvezza di piccoli paesi dai :saccheggi e da'lleY10le11ze dei· <(rest,ìuratori dell'ordine)) ddlru Co:1Ezlone, i q11a,1i, qnanclo ne avevano la possibilità. garcggia,vano coi « rivoluzionari >) francesi in p1:epotenze e ladrerie. La cessione cli Genovit al Regno Sardo s<~gna la :fine dell'Artiglieria genovese. 1~ noto infatti. c.ome una cla1rnola, dell'accordo. fra il Re Sarclo e il Governo :inglese contemph1sse « a titolo cli inclennitù, >) la consegna di t utto il ma,teriale esistente nella. Piazzrtforte; ed è pure noto ~he la elìLusola venne, u.fmeno in parte, rispettata. Ooll'nprirsi d(~l 1Sl6 la qguria ricevette esclusivamente da 'l'orino un nuovo organam ento militai-e e un nuovo materia,l e. bellico. '-- 1599 -
1792 · 1815
Le notizie qui raccolte, nei val'i. capitoìi, intorno ,Lll' Arti_g'lieri.a ge110vese - notizie che si propongono sohi,rnente di dare v.n'idea, comprensiva dell'argomento e di indicare i « mome'I1ti )) più ca,ratteristici dell'evoluzione dell'Artiglieria stessa,·- Y:rn110 {;Ompletate con qualche considerazione conclusiva. Il cara,ttel'c pl'evalente dell'Artiglieria ligure appare in mo · do inequivocabile; ed è la manca:nza di un organamento inte grale, rimpian1:1to duJl'empirismo e dall'eclettismo: quest'ultimo, in certi periodi, qoa::;i illimitato. Tale osser1razione , pienamente consentit;a, dalla fedele es))osizième· dei documenti , non potr-ebbe però es~ere generaliz¼ata in couclu:-;ioni tendenti a negare o svalut.1re i;;overchi.amen tc l 'evolu:do.11e cl ell'industria di guerra _genoves(~. Va tenuto conto, prima, delle ragioni che rita,rclarono l'ado.zion e delle artigliel'i<~; poi, delle condfaioni politiehe della, Hepubblica, che, salvo rare eccezioni, 11011 fu t1·ascinata in guerre ·di carattere: Genova, priwa di essel'e una piazza, forte, era un porto e un emporio, <~ la necessità di l'icorrere alh~ armi per la sua, immediata difesa segnava già, anche in caso di vittoria, un grn.ve da,nno per la prospel'ità di una regione eminentemente commerciale. Non è quindi cl.all'armamento di artiglieria, da, fortezza, o da eampagna della Repubblica che va giudicata, la, sua potenza e la, ·i:ma «modernità)) i·elativamente a,i tempi : queste si. manifestano ben diversa,mente nelle ar tiglierie na,vali, la, cui trattazione tì esclusa dal nostro studio. Genova, infatti, sulle sne navi, aveva a,dot:tato criteri assai più omogenei e severi di quelli. usati nell'armamento terrestre. f,; noto che verso la, metà, del XV secolo molte fasi della, lunga, guerra, dei Ca,talani furono qualche volta dec:ise e sempre con trolla,t<~ cl.al navigU.o genovese : l' nso e l'effetto delle artiglierie ,genovesi a,lla battaglia, (li Ponz,~ lasciarono · traechl, profond:.L nelia storia, navale. · Infine, ai tempi cli Andrea, noria <~ dei snoi discendenti, lo stnclio scien tifico. ]a tecnien, lfL pratieil delle artiglierie navaJi non solo rispondevano stretta.men te agli. scopi' proposti, mR, servivano d'esempio alle altre marin·e. E ()nesta, tradizione loca le
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nIASS liNTO STOIHC.:0 S uLL' Aln'IG LlEHIA VIDNE'l'A
·decadde e si estinse. solo qu.~ndo g li av venimen ti .europei, pl'ecipita,ndo, i11augun11·ono una 1111oya era storica , che rese per sem1we impossibili e inutili i patti<.:olariswi d egli a.nl·ichi Stati . .".f
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Dell ' Al'liglieria veHeta Jtcl periodo tratta.to ill qu1,sto capi tolo si. è fa tto cenno qua e lù nella, rievocazione ùei grnndi nvveJ1ime11 ti generali dell'epoca. No11 ci l'esta che l'iussuwet e i11 uua breve conl;lusio11e la, ~to l'ia gloriosa delle bocche da fuoco veneziane a ttran•rso ni seeoli, non senza però nver dato pvim a il quadro delle artig lieri e di ~- ilal'<.:O a l caclc1·e della .Rcpubl>1ica , cioè n el 1797. E:cto1o: N'ell' A1·senale, 5293 bocche d a fuoco, delle quali 251 ' i n bron-
¼O, in dotazione di riserva. In batteria ~1,lle opere fortificate, 4.468 bocche da fnoco , di <· ni 1294 in bronzo. lH tota.l e, 9761 pm~zi. Questo numero clìmostra, rueglio di qualunque esposi71ione storiCfL, quale i mportanza avesse conf!:ervato l ' armamento artiglier esco per Venezia fino a ll' ultimo gi or110, no nostante la decadenza politica. ' Ed 01·.-1, una rapidissima visione pano1·amica. Abbia.mo vi:,.to come. fi n dai prh:norcli., Venezia adottasse COJ1Sapcvolme11te la nuo,a at·ma, fnce11do11P ni:;o i-a,1,ionale in ar.i.oni di gnerra,. Dal ~"·r·olo XIV in avn nt.i non c'è solu7,i.011e cli c.;011tin11ità n ell'ì.nte1·ess,11nellto del GoYe>rno di S. Marco alle bocche da fuoco e nel sempre 11w,gg-iore ri conoscimento delh1, loro impor t a,nza. l,' 01·ganizzazione fiorente delle S1;uole dei Hom ba,1·clieri e di hm pl'O \'ll - in confro nto cli qo ello che i:;i sa., clocnmentaria 111ent<>, delle altre 1-egioni itnlim1c - il primato dei Veneti in tnlc tnn.tel'iH . ì•; l'mpedluo 1·ir·orcl111·e che. pct· S . l\:Iar c.:o come per S. Oiorgfo, l' Artiglieria, rnwnle . che es ul a df~l no~trn 1'tndio, era qnella che ·iwevn maggiore importanza: però i Veneziani , ~ differenza dai GenoY<>~i. po~sedevano nnme rOF-P for tp7,7,e in t.ern1f:ermfl, e· n<llle vaste colonie, e quindi a,n che la loro cc artiglieria di terra» era nssa,i importante .
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1601 -
1792 - 1815
:Xe1 XYIIJ secolo t1·oviamo la Scuola Veneta in piena, trasformazione tecn ica,. Le idee innovaLrici cli Sigismondo Alberghetti 11011 avevano incoutrato sensibili opposizioni: -anzi l'illu· sfre fonditore era inviato in Inghilterra per lo studio delle fondite iu ferro e dell' « alesn,ggio )) cl.elle bocche da fooco : e subito, i1, base ai consigli cd ai perfezionamenti dell' Alberghetti, inco lllinciava la fa,bbricazione in gr.111 serie dei pezzi cli ferraccio. È con q ue. to ma te1-iale e con certi. speciali mortai idea ti a \' enezia - si ricorderà che già ne abbiamo pa1·lato nel capitolo sesto - che Angelo Emo vince le sue campagne, le ultime che illustrino la t radizione milital'e della Repubblica di S. Marco. Ma ancora, ::~lla vigilia della caduta (1T90) un documento d'Archivio rivda che si chiede,,m10 informazioni per lo studio di un <e c·anno11e corto all' Inglese)) che doveva, crediamo, essere un a cc cn l'O · nata)), di quelle che ebbero tanta roga uei tempi napoleonici. In complesso, Venezia risul ta, aver sempre contato sull' Ar· ma delF Al'Liglieria, in modo asF;oluto: Jo svilup110 delFindusti-ia . la qnalit:\ e il numero dei suoi armamenti lo provano , in h1 og11i epoca.. Di eonscgnc11za, t t Repnbblica . per qnauto le circosta,nzt• lo pem1ettcvnno, volle essere h1dipen<.le11t;e dn,i fonditori pl'ivnti s dni bomh:1rdieri me1·c<>rnni, e nel X\'I e XYU secolo riuscì in tale in tento: infatti, lo studio, il progetto, l 'esecnzio11e delle <1rtig-Iicrie erano ve11ezùt11 i e avevano raggiunto una vei-~ pel'fezione, sng-gellata. dall'ade ornamentale più fine e pre,1,iosa che si c·o110seesse. fo rse, h 1 lti:tlia:· n. quei tempi.
·* * * Di artiglieri appartenenti all'antico , 'tato estense e m.i.litn11 ti 11 egli eserciti. posti al servizio di Napoleone, si pal'ln, a più rip1·e!'le, iu t utto il Capitolo. Per qua.nto concerne l'opera dil-et tiva e organizzatrice, occupa un posto di. prim' ordine il Generale Calori, a cni accennammo brevemente nel Oap. VI , citando a.lcuni punti delJe sue opere sull' Artigliei·ia e poi, più nmpiamente, nel pa.ragrafo sull'Artiglieria cisalpina. Notizie particolnregp;inte sul suo servizio militare si ri CfL· vano dal1' << Estratto della. 1\'fatricola Gen erale degli uffirfali -
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.... n'l'IU l~U:HJ UO) T.\ U~OL I
d'Artigli eri,1 del ì\liHis teto della Ouena ùcl 1° Heg110 d'llalia ))_ E ccole: << S ia tu di ser vizio : EnLrnto al :;er, igiu dell'ex-Du <'a Jl i\[otlcna in qualità Ua<letLo nel l7Si , nel quale ser,·ig io h:1 ,;cn·i to per 10 ,11111i circa, ed arrin1tn al grn<lo tl i .'\faggio r e dell' .Artiglieri a - <Jrndual o Cvlùnnr,,llo nelle 'l'rnvpe, cd ls pctton.: Ue1wra le d ella Ducale .A1·111ctìa, Artigllerht, e Mu11izio11i di <Juerru K omiuato Uaµo Ba ttaglione d' Artiglieria il :n Pruttidoro _\11110 4" - Cavo Brigai 11. li 30 i\:Ies$icloro Anno ;3° - Aiutunte C;«merule li 21 Ncvo;;o Anno 6° - Gen er ale cli Brigata di Artiglieri a Il 28 Veud eill.llllale .luno IX. F icrw <le incnntr(l t e : Ha fa tte ic Carul)agne degli anni ;3°, 7•, S0 Fu specialmente incaricato di uwtten• in istaLu cli difc:;a le Piazze di ForL'Urbaoo e di F errar.i - Fu alla BaLt1.1glia della '. Crebbi:,, o,·e f n ferito di mi.truglia nella gawba s iuistra, l'A n no i'' - A.ll:t l3altaglin d i NoYi, n I Combatliruento Alesi;andriJ10 clel Do:a:co, e .No,·j l' Anno 8° - liu afuto uu cavnl lo m orto sotto <li .Lui darnu.ti il Castello di Piacenza - Hu c;omandalo ed utmaLo cli bntter ic la Costa Ligure di P onente - H a sostenuta la ritirata <lel Contro clell' Armatn in Ger111ilc Anno 8° - 4.!(I hn ristabilite k m edesime baltcrie clopo l' Armistizio di (li
...
M :uengo
,i.
Il Calori morì l'S ma rzo 1809, a Mantova, dove era coma n da 11 te generale delle armi della piazz;1 . Qui c1·e<liamo non inutil e clate, eon i:;ecchezza volutamente ln u·ocrnti.ca, u11 elenco di u fficiali a1·tiglieri natfri del l.1 R oma,· g11:1 (cioè già appa,r-te11 e11 ti i11 parte allo Stato Estpni:;e e in parti' allo Stato l'ontificio) che fece1·0 parte dell ' .Art·ig-lie i-in d<>lla. R1•pubblica Italhrna e poi clcl..Reguo Ita1.ico fino a I 1R1:5. Colonnel lo Armundi Pietro Dau1iano, uato u ~'usigna no (R a,·enna). ner J i i8. :S(•I 18U r maggiore nell':n-tigli<•ri:1 a c:l\·all<J. Partedoa alla campagna rli Russia, cou1c ca po S(Jtrndrone nell ' ar tig lierin de ll a division e P eyri. Kel 18l3 prende 1lar te ulla campagna di Germania e finisce le campagne del periodo napo. knnico <'Oll 11 grado di <·olonncllo. l•' n i11 - ig11Jt·Q clc.L:li ol"dini cl ~:lla Legiou d'ouore e della C'or on:1 d i ferro . Fn autore cli akn ni :;<·ritti riguarda nti le camoa-. gnc napoleoniche. Colounello Neri Fnrncesco. Il lno~o nntalc è dubbio, poic-hè !"elenco d el-. L \ . S. di R oma dice nmiunto : nat·o a l!'a enza o a Fenara nel 1774. Fu un· b1·illautc e intrepillo utnciale cli artiglier ia e si clislinsE: nel 1800 (allor a era tenente) ali.e i!<Ole 'l'r emili ; nel 1808. capit ano, in Spagna , e nC'lle campag ne cli Russi:1 e di ~lesia. Nel 1814 comandò la zona della Valtellina. Eta commenclulor<> 1lella Corona cl i ferro e 11ftici.1 le della L egìo n cl'oni>rc. Capitano Bonadrala Ercole . noto a Rimini nel 1767. Appartenne al coi·po dc•i cannonieri gua rd acoste. Sotto T en. Ror.L:hi Jl·[adano, nato nd Argelata (F errara) nel 1788. Prestò i;enizio nel treno d'artiglieria.
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lì92 · 1816 ::iotto 'l'cu. Ga llenrn o Ginscp[)C, nuto a F errara nel 178~. Prestò servizio 11el treno d'mt iglieria. Cavitano i\IeTiina Giuseppe, 11flto a Stellala nel 17:32. Nrl quad ro del lBll .uu cavitano :\lellina Kic:ola appartcnern ;1J rc{!g,nwnto mtiglieria a piedi. B probabi lc dw s i Lrntti di un errore ncll'imlic·,lzione del nome: Nicola per U insevpc. 'l'eueure l 'anniani ' tanfalao, di Nic:odemo, nato a (;010accùio nel 1786. Tenente l' b;ani Filippo, nato a Fer rarn nel 17&;. ~cl 18Sl ern tenente nel .reggimento Ul'li glieri a a plecli. 'J\mentc Holi Giovanui Paolo, nato a :\folclola (ForllJ nel lì!JO. Xel JSl 1 e ra ~mcorn allicn, dell:i 8c:11ola del genio e dell'artiglic·t·ia <li :\fodcna. 'l'enemc ::iaratori Wacomo, nato a S. Alberto (R,l\·enna) nl'I 17 ,. Xel lSll era lenen t<~ llt'I reggi u1 cttl o ,nt iglicria a piedi. lJupo la <::1tlut :1 ckl Hegnv italico si 19.tu·eò in lllectìciua e chirurgia. ::;otto ~'cn. Znrbaroni Antonio, nato a Uertinol'O ( :B'orli) nel l 776. A11partennc al treno tt·artiglicl'ia.
Natul'almente, a nc he qui, n oll nbbiamo uftatro la p1·e:sunzfone di ave1· dato un elenco completo degli ufficièlli : nè cl'a l1.J·a parte sa,tebbe stato poi:;sibi1c uo miuare t utti i soldati r omag noli che m ilitarono, come artiglieri. neg'li eserciti napoleonici .i! gn r eggia1·0110 con gli ufficiali per altissimo spiri to militare.
)/'el giugno 1WG, r1uando i Fran cesi dell 'arma,ta d'Italiit oc,cnpal'ouo Bologna , fnrono accolti come i restamatori dello ·<( ,Rtc1 t o cli libertà )) . P orte Urba,no , /'1,11zichè <lifoncle1·i;;i come avl'ebbe pot uto e do_\'Uto, si anese alle prime inlimazioni di Bouapar·tc, che il mattino de l 10 giugno e1·a a Modena. 11 comanda nte del for te, C,Ha· lie1·c di MaU.a R e HLondini, si u,tfrettò ,a recar le chinvi al gi0Ya 11e ;genpra le, il quale, uel d:1,1·ne 1'clar.ione al Direttorio csecu tfro, scri\-eva <·on non dissimulata ~oddi.sfazionC' : cc Noi n bbiamo I t·ov:1 to 11<:>l forte Urba,no ci11 cptanta, per.:d <.l' u1·tiglieria . con 1111ft ù no na dotazione cli munizio11i e cin qne mila f ncili <lPl lo 1dPf-SO <·nl ibi-o e <li un bel modello )). Bonapa.1-te eon viuse prei;;to e facilmen te il Sen nto ùolog1wse <l 1·inuneia,1·c al domini o po11tificio. La gual'ùia svizzera del Lrgn to e i ca valleg-ge1·i. fnron o sciolti, e i · ~olcla t i· d<'l battagl i one - --1'60'4:' -
pontifkio, f'he en1,no di presidio nella città <lal 1780, vennel'O dichia1·aii prigioni<~ri di gnena. Con puhblica notificazioue, Bonap11rte proclamò che Bologna era, restitnil:a. ai suoi antichi privikg-L con fa coltà cli dfrn;ii. la, costituzione che più le fosse f'onve nuta.
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Hisogwtn1, organizzare una mllfaia cittatliua, snl modello drlla gua.rdia nazionale francese, pe1· f:Lssic nra,re l'ordiiw publi lic·o ili città e nel contado. I'a.re che solt:111to il 2!) giug110 si incominciasse a parla1rne, ma non in forma concreta. Ciò risulta da brevi appunti, aventi per oggetto im « Pia,no per nna trup pa <·iYfra », compilati in ca,sa del serw,tore Segni da un g1'uppo di senatori : Rf:Ltta,, Guidotti, Ca.pra1'a, Bentii 0glio, Donclini, Cìhis?lli e lo stesso Segni. Non <~ ce1-to un piano, ma, una semp l i<:e tra cd a, forse per farne rna.tei:ia di clisenssio1v~ in sede più adattn ~ Essa eontiene, ad f!Sempio. cp,ei;;te frasi : << J>aga1' bene i soldati, ed economizzare sugli uffleiali. Per fa, scelta di un capo : pl'oposizione di. qualcheduno da lefa,1·si clal servizio del D1wa di P,~,r ma . P1·ega,to H sig.r Sen.re CapnH·a, di chia,mare il Cap.uo Gnastavillani, per invitarlo a,d intraprendere la Oarictt di. Capo Genera.le .... . ecc. >>. 'l'utto è fL.ncora allo sta to di 11 ebnlosa, e manca qnah:iasi accenno alla quantit:} e alla, qnalitù ddfo formazioni milita.ri. No1t dsnlta che i bomba1·dieri bolognesi abbiano seguito le so1·ti delle milb,ie J)Qntificie, ma, in q ueìlo stato <li incc1·h•zz,1 <lelle co:'!e <~ degli a,nimi , impressionati da mniamenti tanto stra.ordinari, già in atto o n,nnunciati dai capi militari fra.ncesi, è 11atu1~a le che essi pensino a RO,lva,gna1·<larf! i. diritti aeqnisiri e si assicm·ino dell'incerto domani. Si rivolgono' e~si ai loro na.turali tntol'i, gli A:o:;sunti . eon questa. petizione che rivela l'nns1a del loro destino: « La Guar·dia, o Corpo dc Canuonieri, g-Lì nll'n,tual servizzio del Ecc.mo Senato di Bologna ... umilm ente et-pongono avel'e per ta,nto tempo adempito a,l proprio dovere->, con quella fedeltù conveniente al predetto Ree.mo S<..1uito, ed an. siosi di vieppiù sempre p1·estn,rsi alla, di loro Patria: JWJ'dò :--i fanno coraggio ... in vista di una sl Junga, e fedele Servitù, di supplicare le medesime f?.ig.rie Vostre Ill.rne ed Ecc.me a.vverli. a euore eél in modo pa,rtkplare, col impiegarli in altra, G11t1l'<lia. che sia, per di nuovo :f:orrna,rsi, e stabilii.'(~; qna li sp<~r,1,no non 7
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1792 - 1815
nnded, negletta una, sì loro fervorosa. brnrna, che di brnta Grnr,r,ia. 179G, 13 sett. )) . .In data 24 settembre Bo.napa,r-te ordina di costituire, ;;L Bologna, un batt1.Lglione de1 genio, da assegnc:1r-si all'a,rmata d'Italia, ·e nello stesso tempo cli apprestare a difesa Forte Urbano. Nella seduta <lel Senato bolognese del 7 ottobre il cittadino Capi-[11·,L rifedsce che << fl, render utili i quattro pezzi di canone di grosso ·calibro la8ciati dai Frauecsi. in Fort'Urbano a disposizione ckl Senato, si era dìvisa.to di fonderli, e farne Yenti per,zi da. cmnpagua di minor Oa.Ubro, lo che si sarebbe eseguito dall'abilissimo l\foeehi.nista, Francesco Cornc~lli )> . ~e} sollecitare Ja fonn::Lzione delle coorti, Bonaparte invitò il comitato di. difesa, pubblica delht nascente R(~pubblica Cispadaua a, organir,zare altresì, e subito, l'Artiglieria,. H,ggi'lngendo che gli ordini per l'addestramento dei cannonieri cloveva,no es~ere emana.ti dallo stesso comitato. Venne così formata m,a batteria, su quattro per,r,i, anche q nesta nocciolo, in unione a, qnella, lombarda, dell'eceellente .Arti.glieria del regno italico. In segnito fn costituita. una gua.l'dia nar,ionale dipartimen tale : una legio11e per clipaet~m(~nto, su tl'e battn.glioni e una eompap:nia- di cannonieri. (Juest'ultima era composta, di 1111 capitano , un tenente primo, due tenenti secondi e settnntuno sottuf:ficiali, caporali e cannonieri. La gua,r dia na,zionale di Bologna si ricostituì nel 1800, dopo la, vitto1·ià di Marengo, e, unitasi aUa, Divisione Pino, combatte': valoi-osarnente a Ravenna. Nel settembre dello stesso anno ac·corse con la sua artiglieÌ:ia, a sedare le ribellioni scoppiate a Fe.·rra.ra, meritando gli elogi del generale Vignone e il regalo di due cannoni. Ogni legione ebbe poi in organico due compagnie di cam1onieri e concorse durante t utto il periodo napoleonico 1tl mantenimento de1l'orcline pnbblico e alla repressione,di frequenti a,Ui di rear,ione e cli brjgantag-gio, che si manifestarono non solo -~ull' Appennino bologne~e, ma a,nche nel piano e in località a breve distanza da Bologna. Nel dicembre 1813, temendosi vicina, l'invasio1w a,w::tl'iacn-, un corpo di volontari della gnardia, nnr,ionak· bologn ese si col locò con due ca.nn oni a S. La,7,7,a,1·0. B11011 numero di militi della, $tCSBfL guardia, si arruolò nel 1815 nell'esercito di Gioacchino -
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Ul?FICIALl D'AH'l'!GL!rnl(lA BOLOG.'.\ESl );EL I.I~ GUEHHhl NAPOJ:;EONÌCHEl
'.:\Im at, il eni tentativo di da.r vita, a, una, nnova. Italia , nniti.~ illdipendente, aveva, dei:-ta.t:o Ja.rga eco di simpi:Ltia anche .:i Bologna. Grande fu il contribnto dei Bolog11e::;i alle guene del pc· riodo napoleonico : oltre 63 mila uomini da l 180() al J::;J 4. Anche il numero degli artiglieri deve essere stato notevole . Qua.s i tutti rimpatriarono dopo 'Waterloo; ad alcuni di essi il governo austriaco prima, quello pontificio dopo, rkonobbero. il diritto a.Ila pe11sio11e; ad altri non fu concesso aleuu assegno, perchè venn ero riguardati come ribelli; altl'i ancorn sclegna,1·0110 di accettare una pensione dal govern o pontificio. Dell'opera svolta, da.i gloriosi ca,nnonieri dell' esercito ita,lico, ehe l'\mnero a,l to il n ome d.c~lla, Pii.tria in tutti i campi d'Europa, si è giù fatto ripetuto e~!1mo e si parleril, più ampiamente nei pa,· ra,grafi che seguono. Qui ci limi.tiamo a c:onsacrare i l nome di alcuui uffi.ciali di a,rtig1iefot bolog11esi, che part~ciparono con onore alle carnpag11e napoleoniche. Pcwù l'eleneo - che diamo in ordine alfabetico clesnmendolo dalle opere dello Zanoli, del Pesd , del Loevison, del TnrcottL eitati nelle Bibliografie - è troppo breve per poter essere eompleto. Nnovi studi e ricerche più eRtese ed esauri(~nti potrn,11110 cc~rtarnente mettere i n luce a,l · tri nomi e altre figure.
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T enente Att i Cmnillo, nato a P.ol<>gna nel 1787. Nel 1811 {· al lievo clelia Ecuola clel genio e clell'artiglieria, a Modena. ' l\ ,11(mtc llini Luigi, cli Francesco, nato a Bologna n el 1782. Nella « situa½ione generale dell'al'lnata cli terra e cl i mare a l 31 agosto 1811 )l , era efCeLLivo. 1':0n il grado cli tenente, nl reggimento <lell' artiglieria a piedi. Ca pitano llus i Gaetano, niito a Casfo1franco J<]milia nel 1770. 'l'enente Chiari Gìus<:?ppe, nnto a Cnstel S. Pietro (Bologna) nel 177(i. Risulterebbe ,)J)partenente al treno crartiglk ri a . Capitmw Lnnfrancbini Giuseppe, nnto a Bologna. nel 1778. Nel 1811 è tenen te nell'artigl ieria a cavallo. Tencmt:e Lodi Carlo, nato a Cento nel 178G. Tenente l\.Iarch i Anton io, nato a P icwe di Budrio (Bologna) nel 1'i79. Dal ri1rndro nominativo degli ufficiali dell'esercito italico, del 1811, il tenente Mar-chi risu lta sotto niutante maggiore, nel treno d'a.rtiglieria <lella Guar di11 real~i. Sotto Ten. ì'l:[ar escotti Domenico. na 1·o n Bagnara (Bologna) nel l 7SG . Capitano Mìseroccbi Filippo, nato a Bologna nel 1782. l!~u cavaliere della -cor on:1 fl i ferro. Col grado di capitano, nel 1814, conrnnclò unn compagnia cli artig lieria II piedi n ella divis ione clellt1 guardia r eale.
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1792 · 1815 'l '<•1Hmte P allotti Gaeta no, 11:it" a llolog11:1 ne l l i S~. ,'\cl 1811 :111par tenc ,·.~ al r eggimento arliglieri a a pieùi. · T i:1w n t1i St'ng-li:wiui Vi rwrrn z:J. 1111 1o ;J. :-5. (Jillv:rnn i
in P er sicd o (llolog na).
nel l iS2.
N<~ll'ele11co ùell' 1\ 1·chi vio dì S ta to di R oma, è c.;ompreso ,Ul · chP 'l'aèlolilli Giusep pe, cl i , 'a ver io, uat o a Dol og na nel 1778 (o 1788), sottoingeg11cr e della mar ina italiana , che nel 1 ~~& ve1111e giubila.lo dallo Sfa to por rt i licio c.:ol grad o cli capi ta no d ';n·ti glieti a . J~ doYetoso alti-esi acce1111c11·e a Bnsi <;ian Uleme11te, nat<> a F o1·te l;r ba,no (Bologna), c;he fu ~ergen te d 'artig lieria nellH trn ppe cisa l pine e c he, pa.ssando poi nei vel it i , fi 11 ì la, sua c:11·ricrn con il g1·a d o cli capo battaglione. r n a ln ·o a r tigliere bolognese, Catenacci Gaetano, f n solda.t"o. na,polc~ouico e si d isLinse nc~l.l.1, eampag na di R us8ia, come Braga.glia Benedet to, che prese pa r te a i moti del 1831 -32 e diede pro,e di e::-per to e a rdimen toso cunuoni ere nel cornbuttimen to d i C<·· s1:~na. il 20 geHn aio 1 '32.
1''<'1·éU11a.11<.lo Ill. pet i11<1ol1· <~ pe1· l' educa zione r icevuta , era un • onano mi t e e p11 cifico, per nulla, p1·eocc11pa.to da lr iclea di mig]ion1re e l"i nfo1·,1,,ire g-Ji 01'cliname nti mili t.wi. Egl i e1m 111<Ì nel J 792 un mot1.iz:wo7w io coJttenente 11 11 « P in11 0 milit;11 c >> c he. rwr qnanto Tiguar da l' Ar ti gliel"ia , non por ta. alLra modificazione SH 11011 quella di a,nmt>Hbl,re l'oi-gauico cl i dodid teste. p01·tancloh· così H, 172, per poter fìssa,r e n n cli stacea mento a, J!'i renze. NPl t<~mpestoso pe1·ioclo napoleonico i l Govern o toscano. cen:ò la sic urezza in un 'onclt>ggia nte e diflkile neut1·alità.. c·lte nou dispiacesse a .Napo]eone <~ 11 0n in it asse g l'l nglesi. i qua.li s i etano er ca ti fo r ti i11 te1·essi a L ivorn o; e :,;i limitò a pre' ncle1·e q unl clic mism'a di preca,uzione au men tando le bande e crea.11do i ca ccia,tori volon l,a ri, senza pel'ò portare mocl iJicazioni. nel Corpo d' A rUglieria . :tif a, tale pio de. icler io di neutrnlifa a poco va li::e . g iacchè i Ftancesi i::'impad r oHirono llell a T oscana, e il 27 mano 179!) I'Pr-din a nclo III d ovette n,hha ndonare F il'cn ze, r in nnzianrlo. all'inclipen ùenza del suo S tato. -
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,,. Nella sca,rsa a.ttività. dimostrata, dall' Artig-lieria toscauu 1'> <la rilevar-e la difei-;a della for-tezz.:L di Longone, che faceva pa.rtecfogli. antichi Si;ati dei Presiélii. Dice il Giorgetti che « i eannonieri, quasi tutti nativi dell'isola, sebbene poco esercitati nel tiro, a pall,1 delle loro bocche da fnoco, in brevè tempo vi si acldestrn.'l'ono )), rispondendo vigorosamente al tiro delle ai'tiglierie frantesi iu un duello che clurò quasi inintel'rotttimente per clìeci giorni, dopo i quali però la vittoria rima:-::-e agli invasori . .Altro, dnello, di minore irnporta.rn~a, :si ebbe a.d A rer,zo, nella resistenza opposta dagli Aretini a,i Francesi. Partito Ferdinando III, il potere miJita,r(~ f.n tisscgnato al generale Gaulthier il quale ernam) u11 de·c1·eto che scioglieva le, bande e congedava .La f..mteria., ma ~tahiliva: « Le compagnie d.f'tte del litorale, sìasi a piedi, 1-,ia8i , 1, cav,Lllo, e il corpo cl'artigUe1·ia sono provvisoriamente couserva.ti >) . nura,nte il brev'issimo periodo del rinnova.to governo gra,11ducale, da,l 1799 al 1801, l'Artiglieria. conservò )a sua, formazione e la sua divisa, sostitue11clo nuovamente a,llu. coccarda francesela coccarda granduca!~ gia,Ila e nera, Dopo il tratta.t.o <.li Lunévi.ile e in base~ ad 1111 nuovo acconlo stipula,to a M:adrid tra F 1·ancia e SpagnH, il 21 marzo 1801, mentre si a,ssegnava ai l<'rancei-;i il Dncato di l'arma , pel' com.pens,11·<~ in qualche modo il Duca spodestato, si nominava re cl'Etrur-ia. il di lui figliolo Lodovico J, incorporando nel Regno anche gli Stati dei Presidi, tranne l'isolai d'Elba e il P rincipato di Piombino che Napoleone ritenne per sè, :Ma, Portoferraio si difese a,1·dita,nHmte cont1·0 i F1·,1neesi, elle aveva.no letteralmente circondata la, locaJità con un gran n umero di batterie. Le trnppe clel presid io resistettero, effiea,eemenl'e coa,cl111vab~ dagli a.bi.tanti , che si adoperavano sia alla difesa dei forti, sia, al servizio cl.elle tLrtiglierie. Yisti inutili j tentativi di persuadere il gove1'1wtore della piazza De Pissone ad a prire loro ]e porl<\ i cornand:.Lnti delletruppe e delle n::i.vi franeesi ini½iarono l'a,ssedio. Un primo attacco in gra,ncle i: .i ebbe lu notte del 10 m::~ggio, ma, D:1m per la eroica resistenza del presidio e degli abitanti; ne venne allora, deciso un secondo per la notte del 12, ma a,nche c1uesto non ebbesuccesso, oltre che per l' incerto t iro clei Francesi, per il tempe-
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1792 - 1815
:stiYo intc1Tento elci ca~rno11i della piazza c:he, alle pl'iuw Jnci dell'alba. aprivano 1111 Yiolento fuoco coJ1 b·o le piccole imbH rcazioni ·di cui i l<'i-auces.i si erano :-;erviti pe1· ruuoyel'e nll'assalto. As:sunto in un second o tempo il comando dell'af:.Se<.lio dal .generale Maùotti, il 4 giugno 1801 questi tentarn nuove tl'att,Ltive per- indurre gli assedia.ti alla resa : ti·attative che non approdarono a nulla. L 'insuccesso del tentativo plLcificatore in cLusse il MariotLi a riprendere con maggior viole11za le ostilità: per 72 ore cannoneggiò con tutte le ue battel'ic la piazza cli Porloferraio. Decif:.i a t utto, gli asi;;ecliati i.l 19 tenta rono t111 a so1·tita con 50 uòmini, comanda Ci dal piemontese ca,pilano Borelli: la, sortita riuscì pienamente e la batteria detta della Punta Pina venne inchiodata, le munizioni ,1!-;poi-tate, un uflieialc e 1~ soldati tratti prigioni eri nella piazza . Nel frattempo, il 20 ginguo, ginugeva ai Portoferraiesi. un primo soccorso inglese. Un tentativo fatto da, GO a bit.anti, agli or dini del capitano Castelli, per impachonirsi di una baltel'ia nemica posta. nei pressi dell 'Anmm:tiata, vem1e sventato e il Oa,:s telli peri con 13 suoi uom iui . Più fol't nnati snl mare, i Por toferra,iesi s'impad1·onirouo d'un brigantiuo con ù cannoni da 24, 4 mort,ti, 900 bombe, 1500 palle e gl'an quantità di polvere. Il :.ll luglio 1111 secon do ri nforzo i ngic.:sc gi un se agli tLssediati : 200 uomini, dena1·0 e mu ni zi oni in quU,ntità. :Mnra,t che, .assillato da ~apoleone, a.venl fretta di espugnnre Portoferraio, rinforzò l'assedio, hiv-ia11clo ·nl posto un gran pm·co d'~1rtiglieria, truppe e .munizioni; ma t,utt.o ciò non riesd ad impressionare nè il piccolo presidio Ìtè gli abitan ti decisi a.Ha resistenza ad -oltranza, a smuover la qnalp 11eppm·<· valse un 'intimazione fatta ·dal plenipotenzi:u·io Ml nuovo re di 'l'oscana , eletto cfai F rancesi, in pe1·son a dell'ex iufa,nte di Parrnn, Ludovico I. Rito1·na ti gli Inglesi aJ comamlo clell'ammil'aglio Warren, venne Ol'ganizzata dal colonnello Afrey nnn. nuova sortita, con mille nomini divisi. in tre colonne. 1;na cli queste riuscì a d in·chiodn re la ba,tterin situata alla. Pnnta Piua,. Al termine dell'attacco i Toscani, quantnnqne non aver:-sero totalmente raggiunto lo scopo cl i !5gomimn·c i l"rancesi, poterono vantarsi cli ·a.ver di strutto t utte le lol'o batterie, par te i11chiocfanclonc i pezzi ,e parte bnttandoH in mare (14 f:.e,ttembre). -
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.Xel b1·cye pe1·ioclo d i dta del R <-'g-no d'EtL 111·ia ben poto ::;i può cl il'e delle t 1·11ppe to~wanc iu genen: o dell· Al'tiglieria i.1t i:-: pecie : L11 llovico di Bnrboll c si limi tò a, 1·ipr·h,timn·e i. 1·<'ggime11t i discioHi, conserva ndo a,ll'Al'tiglie1·ia, la sua fol'm a zi o11e . Gi piace per ò 1·icordar e un episolliO che si r iferisce aù un piccolo Rtato , preceden temente ind u~o netla -.l]_'o:-caiw , e poi uv nlso e <1,nll csso dai li'ra nce:,;i: il P r in cip;1to cli f>iombi no. ·e1 cli·n nrnrn tico jncidente l'am;lel'i tà della Hostn•., A1·rna s'i nt1·ecr.i::t alla gr:rnia gio,a,nile <'l i due belle fanciulle . Alla Torre Mozza . ove e1'a eastellano 11 11 ten . I:oi-d i. si trova va 1111 gi.01·no prescn t<~ sola.mente 10, fam igliH, del tcne ute, gia.cchè questi si era. dov uto allontanare p er compiere a lt1·i servizi. I n q uel me11t1·e fu visto :l\· ,·ici narsi mina N:ioso 1111 bastimento i nglese. l) m , sorelle del te11\·n te, Gaetana di vcuti a nni e• Onorata rii sedie-i , fa tti a.llon la · 11 a re la, ma dre e i C1·ntellini, « cou un a, ill trepidit:ù più che vi 1·i le, a bba n it a te le pode, p rep,n·a 11si a 1m u d ispe1·ata difesa, 1in r hè torni il fratello o giunga 1111 soce01· o. Esperie nell a manov1·n del ca.nuoue , per In scuola fatta loro d al fra. tcll o. si va lgono l'<1rne :-;a1111 0 d ei d ue cl w a rm ano ln rrol'W>, di i-igendo, alla meglio. i l loro fuoco C'ontro il brigantino e conti-o rimba r cH:iione . Ginnti poi i socc"orF-i e cliveu ule le d1w cloHne fncilieri, si ,nma no di 1mo ,diuppo, <' ,-par ano pel.' le feritoie cont1·0 quelli che più ancl nce11w n te osa,no avanza n:i. Riprendono a vicenda il tiro d el c:nn nonc <> con questa an <lace alter na tiva. protr aggon o la d ifesa fi no nl !e 4 cli 1-cl'a ». 11 I>e La,ngier , dal quale a bbiamo pteso q nesto episodi.o, di c<> poi eorn e le d 11e sor elle fosser o 1·i compen sa tc, la. ma ggior e e-on 180 ,-aeca cli tena (terreno) da s<·Pglier si nei beni del de· ma nio , l' altra con 1111 genero:--o regiilo in denaro, olfre a l rila cio di attestati regol.:wm ente r ogat i e sot.tosc;ritti dn 11 11 nmue1·0 infinito cli cittadi ni. Rigua1·<l o al nrntniale d'A1·tiglierfa che costilnin 1 l'arma.· me11to delle piazze nel 1801, d obbia mo r itenere che esso fosse ir: I.Jen rni i,el'e co11c1ir.i.011i : nlmeno coR1 ci porta. a con cludere In l<1t-tm'a di u n iuc,n ta menio couserva,to a ll ' Archivio cli Stato cl i Fire11ze . da l qualc> appr en dinmo che, ncll:1 piazz..t cli Livorno, i l nrnteri;il e era r idotto f'iolo a,(] nna parte cli. quell o d tc ne cosli· i'11iva l'm·m n,illento 11el 17·99_ Una, lettel'H· <lel generale de Lnvil-
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17H2 · 1815 lette, gov(~1·m~to1·e di Livotllo, al S(~gretai-io di
Sti:1.to
dice~
« A vanti la venuta, delle truppe franc(~Si qnesta tli11r.r.a era sufficientemente provvisht d ' artiglieria, non p(~r fa.re una valicla difesa, ma pei- fan,i rispetb1n: sp<~cialmente dalla patte di mttre )). Ha.ll,,~ stessa lettera risulta che la piazza <'li Livorno aveva, solo. 48 bocclie cla fnoco, con le casse in tali conclb:ioni che probabil mente sar-ebb(~ stato più co11vtmìe11te rifarle~ elle dpata1'.le, come wopo11e il de Ladllctte, in seguito ad inchiesta fatta, dal geneI'H·le Seroux, comandante l'Artiglieria dell' Esercito. Nè in migliori condizioni cloveYa 1~ssere la piazz,t di Firenze, eome risnlta clu un rapporto di D(!Uteh·io Ee1n-en uti, dirf:i'tor-e del Corpo clf•i
Pompatori. l>nl'ante ht teggen1,.;1 d i ?ILu·ia Luisa fui·ono presi vai-i pYOV· V(·· dime11ti 1'iguardanti le {Tuppe regolai-i, sia per d isposizion i p,utkolari, , si;-1 per il 101·0 1,iano .ge11erùl(~ . I<'ra Je pi-imt ricorderemo ht deliberazione 19 luglio 1804. con l:1: quale fu sta.bi1ihl la, nuova (livisa per l' Al'tiglkria. Per i ba.ssi utnciali e eomùni tonsisteva i11 1111a mo11 tnr,ì hl n vm1 nta di 1·0Rso con fodera rossa, parama,ni. pistagno, spal1il1e.di,panno nero venato cli rosso e bot toni di metallo giallo con l'impressione di due cannoni incrociati; pancio tto e pantaloni cli panno bln cou venature rosse: in fondo a.lFappuntatura (fol V(~Stito le granate cli panno t mehi110 : sciaboln e;on tra.colla, cli c:uoio bianc:o, cappello orlato di r:e1·0 con eoec-arcla ro~sa. e pen nacehio nero (;OH pnnta rossH,. (i li nfficiaìi aYc~vano uni.for14e simile: ln dil'i:ere111.a essem,iale em costitnitu clal fatto e;he, foori servizio, essi potevano portare panciotto f~ pantaloni bin.nchi. In cla:1-a JO aprile 1804. fu em,L11ato da S. M. la Heggcnte un piano ge11ernle per Je tr uppe di. linea, compilato clal generale àe Lavilldte e dal maresei.aJlo Confa~ S erafi ni. I 11 quei-l·o pia110 poco si. parla dell 'A1'tiglie ria., la 11 nal e d nrn.ne co::;ti tÙHa d11 un a compa.;Knia avente per oì·ganico: J capitano, l tenente, 3 sottotn1 enti., 1 sergente, 1 foriere, 2 sotto sergenti , 13 caporali, 1 cad<::tto, J.34 « comuni )l. Che in eornplesso le tondizioni dell'Artigli.e1'ifl , fl,l rnen o pn qnanto J'igna.l'da. il ma,teriale delle fortezz.e, non foss<~ro :floride, lo c:onfenna, il l'i:--nltato cli una ispe7,io11e fatta da·l Segr<~ta,rio -
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S'VATO DELL8 BOCCHI, DA F IJOCO IN '.L'OSCA.:-:A Nl!JL
180(;
,~pa<lini, d'o1:cli11e del SovraHo, 11el 180G, a,llo Stato dei 1:'residi~ per (< esaminare tutto ciò che può mel'itare la Reale considerazione>). Nella, 1·ela,zione lo Spadini. rileva << che merita atten zione lo stato dell'a.rtigli.e1fa poiehè diversi pezzi sono mancauti. di corl'cdo e funeste possono essere, come sono sta.te in addietro, le conseguenze nel farue uso pE·1· coloro che devono agirvi)>; e conclude consiglia,nclo cli. spedirvi 8 o 10 (;annoni cl.i 12 a 18. Uguale osservazione fa, il rapporto 11er quanto conc:erne le arti gli.eri.e e foI' t ificazioni di Orbetello. In seguito a tale ispezio.11e fu. deliue1·ato che cc dai luoghi della 'l'osc·Hna ov'è meno bisog110 siano spediti ai Reali P1·esidi ·d ieci cannoni di bronzo, da circa libbre clodiei cli palla, per a,r rnar·e le '1'01-rì di qu :•l lil'tora le e siano esita.ti i ca,nnoni cli fono che vi sono affatto i1:servibilì >) . Da una tabella esistente a.Jl' At'cbivio di Sta,to cli Fireuze, opera, del sotto sergente Bernini, il quale la offrì nlla, Reggente Maria Luisa nel settembre 1806, risulterebbe che nel lo Stato clei Presidi esistevano a,llora le seguenti boccl1e cla, fuoco : Cannoni ·di. bronzo da, 30, 1G, 10, 4 : in tota,le numero 9; Cannoni di ferro da 40, 36, 30, 28, 24, 22, 20, 1S, lu, 13, 12, 10) 8, 7 : totale numero 43. Non si sa però se questa 1·.a,bella, artisticamente or. nata, e contenente una dedica caUigrafica e anche uno specchio dei colori distintivi elci vari Corpi, sia vera mente attendibile per la sua esattezza. Al rnecl<~simo Arehivio esiste uu incartamento che dovrebbe -e ssere prezioso come fonte di notiz.ie, intitolato : « Inventario delhi.r·tiglieria, delle armi, munizioni esiste11ti. nei Porti, Torri 1• Forti. della, 'l'oscana, >), ma di.sgrazinta,me11te 1qa,nca JJroprio .... l'inventario. Vi sono nnicamente le tabelle relative al litorale ·di Voltena, con l'elenco del rnnteriale esistente : quello cl'arti gli<~ria era ('ostitnito cln 20 can noni cli bronzo· di va1·i calibri , <la; lihl.n·e l4 n 3 2/3, con casse da campagna o da piazzu, o navali. {)ltre ,l q11 csto, l'i11c,u·tament.o conti<>ne soltanto qnalche lettera t~ varie proposte cli a,nmenti, diminuzioni. e modific::izioni a,llnJ dotazione del ma:teriale. Dal l.SOS al 1814 1n Toscana, dapprima retl:f.L da, inetti gene:rn li franeeBi e poi rln Elisa Haciocchi. 1 l'amata principessa di -1613-
1792 - 1815
Lucca , visse tra11quillamente ma. finccamente nell'orbita del mondo napoleonico, nè ce1'to quel petiodo fece fare alcu11 p1·0gres:so alle sue forze armate, il cui rifiorire 11011 sa1·ebbe sta.to possibile specialmente cla,1 1812 in Ut, allorchè cominciò il rap '. do declinare dell'Imperntore. Quando li'erdi.nan do III rientrò nei suoi Stati tra, magnifiche feste, una, delle prime cnre fu qnella di. l'iorganizzarl~ l'esel'cito in ge11ere e b -'ut iglieria, in specie. J)ifat1'i i.n un documento conservato all 'Archivio cli Stato cli Firenze, indicante lo « Stato generale delht Forza. Armata, appartenente a S . .A. 1. il Serenissimo Ferdinando H l, Pri.ndpe Reale d 'Ungheria e di Boemia,, Arciclucit d'Austria, Gra,n Duca cli Toscana, all'epoca, del di lui felice arrivo in Firenze seguito il 1'7 settembre 1814 », troviamo che <1ueste forze armate comprendevano i.n tutto 8228 teste, dell e quali 219 facenti parte del Corpo d'Artiglieria, costitui.to da uuo Stato Maggiore, 3 Compagnie, 4 Uffici materiale posti a, Livorno, Firenze, Orbetello e Grosset o. Poco dopo invece abbiamo un 01·ganico completa.mente rnoclificato , in a.rmoni.:1, con i cambiamenti appor tati a, tutto l'esercito. Questo ì'~ssunse un nuovo nrdina.inento a,ccurata.mente descri tto dal Giorgetti, nel suo libro già, più volte cita,to, cla,l quale ricaviamo le seguenti notizie. La Segreteria di G nerra serviva, qua::;i di. collegarnen to fra, j] Sovrano e i due enti supremi dr~ll'Esercito) lo « Stato i\foggi.ore .Generale)) e Ja « Direzione clell'ammini.f;trnzione u1i litare )). Da queste dipen devallo i << Commissari cli Guerra, >>, mentre le a,utorità, territoriaU, governi mili.tari e coma,ncli di piazza di.pendevano, per le J oro diverse -m ansioni, dalJ ' uno o da.U'aU.ro dei due suindicati enti. I corpi di truppa erano : La rea.I guardia, del corpo, costit uitn, da gentiluomini ar. mati. La, fanteria cli linea , formata da due reggimeuti, ' iLR.eal 'l'o RC'.a,no a, Livorno, e il Rea,l Ferdinando a Firenze. (I regg-imcnti., oltr e allo stato map;giorf' e minore, comprendevano i fucilif>ri <' i g-mnatieri : questi ultimi erano scelt i tr,1 i fu cilieri e << ilon-)nrn porgere l 'esernpio de) va.lore, della buona condotta e della subordinazione ))) . I1 re:l1C corpo d'artiglieria . -
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... IL
« REAL
CORPO O'ART1GLI€RIA » IX TOSC.\NA NEL
181.J:
11 1·eal corpo dei dragoni. Un bà,ttaglione di veterani. D ella l'icostitnzione dell'ese1·cito fu inc.-1rica to il generalea ustriaco Starhem berg, il quale fece sta,mpare nel 1814 gli « Articoli di guer ra p c1· le truppe cli Sna Altezza 1·eale e imperiale i l Gnrn.cluca, di 'l'oscana. ». Tali articoli, corrispon denti pi-essapoco al nostro Regolamen to di clisciplina, enumeravano i doveri dei miliLal"i dei vari gradi e nelle diverse circoi:;tam:c e stabili'rà,nO h: pene e punizioni nelle quali essi inconevano nelle even tuali Lresgtessioni. Il e< R eal Corpo d'Artiglieria)>, qtmle fu costi t uito nel l ,'14, s i compose del Comando del Corpo e Direzi one d'Artiglieria, di nn battaglioue di artiglieria di linea , di un ba.tta,glione cli cannoniel"i guardacoste, e dt u n ba,ttaglione cl i can nonie1·i gnai·dacost e sedentari dell'Elba. Il Oomanclo del Oo1·po e Direzione d' At tiglicria risiedc,·a a Livo1·no. Vi era un Al'senale a l)ortoferraio , uno st::Lbilimento i-iparazioni a 0l'betello, e uffici mater iale ;i Fil'en ze e a P iombino, oltr e che nelle ci tate pù1z:1,c. Al bai.taglione a·artiglieria andavano uniti allora i drapJll'lli <l el tr<~110, g iacch<~ vigeva il i=.ist(!,ma, cli tenere con cl 11cen1i e ca,alli ili 1111 corpo speciale (treno) pe1· lrai11are lt> vetture d'a,r i.1glierfa; a,lcuni drappelli erario forniti cli muli. Il battaglione canno11ieri guar dacoste era su sei compagnie, ma i ca,nnonieri erano distaccati Hei forti e nelle torri, alla dipendenza cli castellani e di torriel'i : irn,iemc con loro facevan servizio anche dei <· H va,ll eggiel'i. Il uattnglione c:,innoniel'i sedentari dcll' Ji}lba e 1·f1, <li quattl'O· c0mpag-11ie, form ate~ tla isol a,11i, e <l i.pc11deva cl,11 governatore clcl)'isola. Oome a,bbiarno già visto, le boccl1e da, fooco che armavano l •· piazze ernno di nnmerosi tipi , diversissimi fra loro per caliÙl'O, metallo ed epoca cli costruzione: basti dire si t.rornv,tno ancor H in ::::ervi.zio dei. pezzi gettati dai Cenni. Riamo al momen to n el qnalc la Franci a, diffonde le sue idee i 11 tn ttn l'E uropa e i g-rnncli progT<•ssi che <~ssa ha effettuati nel <·nl.llpo deJ!c artiglier ie conti·ibuiscono a t1·asformar e anche gli n 1·rnarn enti drgli n,ltri e~<~r ci ti : ma, n el 181!'5 !'li pnù riteHere che -
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1792 · 1815
·essi 11011 avessero a11cora trovato applieazione n el Granducato ·cli Tose.:a.iia , dove lo /,';tesso ma,terble Grfoeauval llon ern a ncora penetrato, Oli avvenimenti degli. ultimi tre qninquenni si enwo ·;svolti con tl'oppa rapidi.tà, e in modo troppo disordimtto per co;t,sentire agli studi dì svolgersi regolnrmn1t:e; pr.r L~ 'l'osc:ana q nesto pel'iodo eo~:titni.sce uno bto, una frattura fra. i vecchi sistemi ·e quelli i11trodoi'ti dal genio insuperato di Na,poJeone, destinati a segnare nn' i r-n mtOYH per l'Arti.g1ierh1 , ~in c1n l punto di vista ·del mater·i.ale che da quello dell'impiego. Abhiarno visto, chl, u11 inv<mtario del l7G;\ come nel coriso ·del secolo XVII le artig'liel'ie lncehesi fosse ro pi.uttosto dirni m1itc , Un susseguente documento, cioè umi 1·elazi.one dell"Offizio Mouizioni di Cortile cfol 2·, giugno 1W4, ci dice clw , se nnmerica meHte le boc:che da, fuoco non erano aumentate, lé loro condizioni erano ... in compenso molto peggiorate, gia,ccbè su J7G artiglierie (non compresi i << pezzi nani>>) JOl ri.chiedevano ria,ttamenti ; e così, su 24 pezzi na,ni, 16 erano da, ripararsi, Se scarso era il ma,teriale, si deve ri tenere che anche gli organici clel personale non fossero ricchi: difatti nel 1W4 i governanti, impressionati dallo svolgersi degli eventi sempre più minaceiosi., stabilirono di a uruen1·:1te di circa 200 il numero dei 'b ombardieri. A Lnc.ca i primi veri torbidi ernno cominciati nel 1792, n,J. lorchè la piecola, R.epubblica, aveva dovuto mercanteggiare per ,g;;,ra,ntir·si la neutralità i e si a,ggra.va.rono nel 1796, anno nel qn::~l,.! f'-i inbda.rono le prime m in acce da p::Lrtc del Governo di I'àrigi, L'occnpazione frances(~ cominciò nel 1797 sotto prett'sto di prLS· ·saggio cli truppe, e fo poi eompleta nel 17D9, quando il geuera,le Serrurier impose il proprio governo, dopo aver infierito. osri · m1,ndo1si acl esigere gravissim i p.1,ga menti, in compen~o ddla pro me~sa di conservare le. esi stent i for me di governo , Le note viCt!11tle storiche europee fecero sì che, nell'a,nno st.esso, L11 cca fo~s<~ <~vncua ta, cla,i Fnweesi ccl occupa ta dagli Austriaci, i qua,1i 'furono in principio bene accolti, ma poi visti di mal occhio pe!· b 1sfron tntezzn. con cui si. affrettarono a, spogliare 1a città delle ~ne a,rtiglierie, .A ta.le proposito così si esprime lo storico lnc•c,hese Massa.rosa : << Le mnra fnrono hen presto denncla te del
LE AHTIGLIEHIID DI LUCCA ASl:'ORTA'l'W DAGU A'US'l'IHACI
più bello 01·rmriJ.ento loro. '.rutti se ue dolevano, e il popolo anche fremeva; ma il govemo vegli.:Lva, e la, quiete pubblica 110n fu turbata. Erano i cannoni éltb cento venti, tutti dì grosso ca,lib1:o, <: due ve ne erano da oltre a libbre dodicimila l ' nno. Erano tutti in bronzo, e alcuni distinguevansi per .la ricchezza e buon g11sto degli ornati e delle figure. Il valsente cli quest'artiglieria, tenore una volta dei nemici, e poscia splendore della nobile Lucca, . e rallegratrice clelle sue feste fu stima,to cli un milione e cento sedici mila lire lucchesi, compresi gli schioppi per la più parte disutili, che erano nella pubblica armeria,, la, quale altresì rimase spogliata del tutto >>. :Nel volgere di pochi anni si. alte1·narono ancora dominio austriaco e dominio francese, fino a, che 11el 1.800 Napolco11e disponeva e.be JJ'elice Baci.oechi, marito di :sna, sorel la, Elis:L, assu messe il governo di Lnc.ca, diYcnLrndone principe: cosi. terminava, la Repubblica. lucchese, dopo G39 anni di vita gloriosa. E co~ì aveva principio il breve regno dei Baciocchi, durante il qual e non si può più parlare cli forze :militari lucchesi, chè tutte sono asservite alla Pra,ncia,. Una, simpa,tica ma11ifestar,i.onc di. spirito cli Corpo, non certo di grnncle impor-tanza militare ma 11011 trascurabile dal punto cl i vistn, morale, si lm nel vive1~e e per(lurar-e, attraverso a.gli eventi, della vecchia SquaduL dei Bombardieri, riuniti nelJa pia rn11t'ra.l:ernita di Santa Barbara. Come già abbiamo detto par la11<10 degli avvenimenti del secolo XVII, i componenti la Squa,él.r·a si raccoglievano in S : .A nastai,io : nella, mocleshL ehiesa, che non può competere pe1· splend ore con k sue corn:;orelJe cli. Lucca, i Bombu.rdi(~ri prendevano deliberazio11i riguardanti gli interessi della, confraternita o opere pie da compiei·e; e tntte queste deliberazioni venivano registrate i11 verbali .p ieui cli ingernrn, (lignitù, raccolti in intNessanti volumi presso l ' Archivio ùi ktato di Lucca.. Anche dopo che il Corpo dei Bombardieri fn soppi-esso come milizfa., la. confra ternita degli <:>x-bombarclieri con tinuò a vivere, sempre sotto il nome della glorìosa patrona, e ad acl nnarsi per recitare preci. e clistril>nir·e elemosine, fino a qnasi. tn t to l'anno 1S05, pur a.vendo dovuto fino cla1 1803 rinnnzia.re alla sua, antica. costituzione_ Difatti troviamo nel ver bnle deIJa. cc Radunata del (i ge11)
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mi,io 1803 )) che la Cura eletta nella, preccde11 te adunauza « foce .l eggere la sentenza a loro t rasmessa, dal Ma.gist,rato della Polizia Generale e Forza Armata., la qrn1le esprimeva di iwer sottoscl'itto la Co~titnzione e i nuovi 18 capitoli riformati dalfa Cura e che ,1, tenorl\ della nuova- CostHu1.i.cme si de~!'oe pl'incipio alla uascente di bel nuovo Compagnia cl i Sa,n ta Barbara)). Come uon a,ruIUirare la poesia e il senso di fiducia, di cni sono piene le parole << nascente cli bel nuovo Compag11ia di S. Ba,1·harn .n'? Gli ai·tigli.eri della Repubblica cli Lucca davano così nn nobile esempio cli tena,ce e vivace spirito di corpo, veramente degno di qnel piccolo ma glorioso Stato che per la costa,n za e la virtù dei suoi cittadini aveva, potuto vi.vere lungamente, conservando in tatte Ja sua libertù, e le sue forme di governo, nltimo rc'sto delle grandi repubbli.che italia.ne.
11. GH artiglieri italiani nelle guerre '1apoleoniche fino a Wagçam Italiani che militano inquadrati in reggimenti francesi, e Italiani che costituiscono unità proprie - La brig ata pie montese del maggiore Cappello e la sua eroica azione nel 1799 - Assedio di Ancona - Artiglie ri italiani in Genova bloccata - La divisione Lechi - Reputazione dei cannonieri italiani - Loro prodezze ad Austerlitz - Gli Italiani a Colberg - Eroica morte del Gen. Teuliè - Ufficiali decorati - La campagna del 1809 - Wagram - Ri volta nel Tirolo.
Del prezioso contributo recato da,g li Ita.lia11i agli eserciti cli Napoleone - contributo il cui valore fu mi.sconosciuto cla l generale Buon,ipa,rte nei primi anni e poi a pertamente dichiarato ed esaltato dall'Imper1;ttore - · si Bono occurmti molti Yalo rosissimi cultori di. storia militare1 dal Zanoli a.l Brancaccio, dal De Rossi giù giù fin o al Generale Ji'reri, il quale1 in un recente pregevolissimo studio << Navoleone ùi l otta CO'i 11.em,ici interni ed este1·n,i del 1814-15 )): lrn, climostra,t o ed illustrato l 'ef'1kace a,iuto portato dagli Italiani., anche in quei due anni, a
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L,LT TTAT,lA)(l ::-/EGLI 1,::,;Et:Cl Tt l\Al'ULE(J~lC I
Kapoleone. Infine Yi è una sede completa di eccellenti monogntfie, edite dall'Ufficio Storic:o del Comando del Corpo cli Stato :i\faggio1·e. TnttaYia molto si può aucol'H fal'e, <.:Ome dimostra, fra l 'nlfro, 1rna, serie di inte1·cs:sa11ti articoli appiwsi l 'airno scorso nelle colo1111e <li« Le llorze 1lnnate )) . Al quale periodi co l'on. Alberto i\I.alate~t:1, competente cnlto1·e cli studi militari, scl'freva, elogiando ]'ottimo sLudio del Freri: « ..finora tutta la sto1fa militare clell'epot:a napolconiea e\ si a ta esposta basandosi sulle Ye1·sioni fra ncesi, e.fa, quelle degli E-torici eome Tlliers e H ugo a quel.La, dei voJmui recenti dello Rt·ato Maggiore francese)). E , dopo avei· lamentato che anche molti i:.torici italiani abbiano « esposto gli a nenimcn ti attenendosi strettmnente e rigidamc1tte ai fosti fr,1n cesi » e non si si:rno semp1·e curati di. ruettePe in l oce t ntta la parte presa <lugli Italiani nelle guene naJ)oleoniel.te, co11clndeva: « Tutta. la storia mili tal'e dell'epoca napoleonil:a, è da rifare>>. ~on possiamo se 11 0n approvare, rammentmido k pa1·olc c·on cui Napoleoue stesso renclev,t omaggio alle truppe cli tutti i Paesi che si batterono sotto le~ sue ba,1Hlicre : cc J/Rs<~rcii'o Impcrhtle era per un terzo composto di Ola,n<le~i. Rclgi, Piemontesi, Geno,·esi, Tor-cani, Romani. Quattrot·entomila uomini passarouo la, Yistola, ma la metà erano della P olo11in. del R <~gno 'd 'Italia, dc:lla ·,vesftalia, ecc. >>. Dnnque, se le Armate imperiali Jnrono giusta.mente cle:6.1iite gloriose, la. gloria spetta, in parte notevole, a nche 11 C)nei:.E I'iernont·esi. e Genovesi e ~Poscalli e Romani.. Xatnralme11le, non è C'ompHo uostro affrontnre in pieno tale :1r-g-onwn1·0. Tenendoci nei Jimiti. della nostra Storia (e ben safWll(lo <"lH\ molte altn~ 11otizie si potr anno arn·oriL raccogliere) , <·i uccontcntiamo di riferire alcu ni da ti, fatti. episodi concernenti _\ Ptiglieria e artiglieri it;1Hani del perioclo napoleonico. X,1 I 11ta,lmP11te tn,fo limitri r,ione ci costringe a1 da.re a qnesti pnrag1·afi. un ca rattere episodico. frammentario. anzi.tutto per<·h<· Yi furono battaglie in cui le tr uppe italiane ebbero parte n oi't·\'oli::-simn, scn7,a che le a,rHgliel'ie avessero p:1rticola1·e occai:.ione cli disting-uervisi , mentre ve ne forono aHl'é in cui ap-
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punto gli artiglieri nostri esplicarono opera, pa,rticolarn,ente importante; in secondo luogo pe1·chè la. stesf-a, fran t mnazioll'e delle formazioni artigìie1·esch~! italia,ne nei vari esercit i napoleonici (l 'csereito fra.nCC:\SC, q1ielli della Repnbhlica Cisalpina e del R egno It::~lico, <111ello di Murat, ecc.) ci costringe ad inseguirle man mano .nelle varie azioui, attenendoci semplicemente all'ordine cronologico . .Abbiamo 11::-.;,1to sempre~ .ì' espressi.ouc << eserciti napoleonici >), arl½ichè eserciti fra,ncesi, perchè il primo nucleo di truppe italiane organizzato al sc~rvizio della Frnncia, fu costituito neJln Repubblica, Cisalpina nel 179G, cioc'! quan do già il. 06rso faceva sctntire la sua in:fluern,a prepoll(lerante. l<J fu appu nto il genera le Buom~parte che volle tale nucleo e ne affidò il comando ad un suo a,iutanl:e, il La.hoz, italiano, che più tardi clovevn, scMernrsi contro i. Francesi invasori e combattere contro un al tro .Corpo di. Italiani, comanda,ti cla.l Generale Pi.no, l'imasti f Pdeli alla Fran<:ia, come vedemmo. Ma anzi.tutto occorre fare unn disti1rni.one sostanziale fra I taliani che servirono iuquadr,1-fi jn reggimellti francesi, prendendo 11omi e nnmernzioni francesi, in quanto npp.u·tenevano a regioni direttamente ìmnessc all'Impero, e Il:L.liani che costi tuirono invece nnitù, proprie, comandate da lta}jani, cioè che, pur ser·vendo l'Impero, conserva,ro110 proprie caratteristiche di a.½ione, di movimento, di stile : queste furono essenzialmente le cisalpine (cioè delJa Rcp1_1bblica Cisall:pina prima e poi del Regno Italico) e le napoletane cli. Re Giuseppe e poi cli Murat, di cui. già abbia.mo illn strato le s uccessive formazioni, gli organici, eec. Vedia1no iulesso qnale sia stato l'n,pporto degli artigUeri itaHahi sui cam pi di hat; agli.a. Il 2 fe bbraio 1797 le Legioni Lombal.'Cla e Uispìidana, costituite l'anno precedente, ebbero il JJa,ttcsi.mo del fuoc~o sul Semi.o, presso Faenw, dove com~t.terono aggeegate alla Divisione franceRe Vie tor, la qnale era fro nteggiata <'lni Pontifi ci. Vi si distinse particolarmente~ lì1 Legione Lombar-cla comirndnta dal ta ho;;r,, oriundo fra ncese, mfL i taliano cli nascita e di sen timenti . I reparti d'.A.rtiglieria si battevano egregiamente come tutte le altre truppe, pur sen:la meritare particola,re segnalazi.one.
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Due anni più t;;u·di, invece, una .lhigata di Artiglieria scriveva una delle più i:;tnpende pagine di ei-oismo della, guerra, iu Elvezia. Al pr-ineipio del 1W9, mentre l'esercito di Schérer cornbatt<::va in Itali~, quello del Maresciallo Kray: in !svizzera Massr.na froutcggiava i generali Hotz ed Autre_nbel'g, che cli.sponevano complessivamente di 2T mila uomiui, ma erano spalleggiati da a,ltr·i GO mila soldati del ì\ilaresciallo".Uellegarde. L'esereito di Massena si com-poneva cli tl·e l>ivisioni, con circa 30 mila uomini. La prima, di tali Divisio.n i, comandata, ditl Lecourbe, aveva una brigata collegantesi, per Bellinzona e Gravedo1rn,, con u11a J)ivisio11e dell' Arma,ta d'Italia (Dessolles) accantonata in Valiellina.. Per agevolare le operazioni del Lecourbe, tale Divisione Dùssollcs venne trasferita, all'Armata. Elvetica. Essa si componeva di una Brigata francese e di una Brigata Cisalpina, quest'ultima al coma,n do del generale Gi.useppe Lechi : la Briga,ta Cisa,lpina, a SUl:L volta era COUl]:ÌOsta della, 7a e sa L<~gione Cisalpin a, di un batta,g lione leggero e di tilla brig:1ta di artiglieria di 1G pezzi. 'l'ale Brigata di. nrtiglieria - secondo le noti.zie desunte da un manoscritto delJa biblioteca di S. .A. R. il Duca, di G<-lnova e pubblicate in nn pregevoliss.irno studio del ten. colornicJlo En genio De Rossi - era eomandi1ta dal maggiore Luigi Cappello, piemontese, e le sue quattro ba,tterie erano rispettivamente co1mrnclate df:~i capitani Zoppi, Bonardi, Lucca e Sa:ffiotti. Ufficiali e gregari erano quasi t__11tti piemontesi dell'esercito k,mlo con qualche lombardo ed mniliauo; il ma,leriale svariatisslmo pron:niva da arsenali veueti, austriaci e francesi, poichè qU<~llo piemontese era, st:1to adoperato a, rinnova.re l'ai~mameuto delle batterie francesi. La Brigata era stata eost:ituita, in Cremona alla fine del 17!)8, e il maggiore Cc:1ppello, giunt~·i da pochi giorni da, Torino i.n condotta cli un grosso convogli o di. materia,li per il gran parco d 'assedio clèll' Armata d'Italia., fu appunto destinato a comandarla e cornlurla. a raggfongere la Divisione Dessolles in Valtellina. Le batterie erano for ti di t>O cannonieri e 70 condnceHti, tntti vecchi soldati che avemno fat to quattro campagne, magnific·,unent"r inqnaclru t i da ~ottufficiali
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LA BR[GATA D' ,\U'l'JGLlE:IUA CAl'l'IèLLO A llOftM:10
1·otti: al servizio e da energici e distinti ufficiali. L'armamento <.:on:-;isteva in (j pezzi veneziani montati. su ct1.vi,tlletti, fi pezzi austri.1ci leggeri da, montagna,, 4, pezzi da batta.glia fr.:Lncesi: Romegginti i primi. dodici, traina.ti da due pariglie gli ultimi. <1uattro. Ogni pezzo someggiato aveva u.l Heguito 20 colpi, quelli traiuati ·Ull numero non ben precisato ma. certo non molto .superi.ore a 20, essendo a,ssegnati alla colonna solo clne easi;:oni di tipo francese. Dopo un difficile lavoro di organizzazione ed estenuanti 1narce, la, Brigata, il 2 marzo 1799, raggiunge la Divisione Dessolles, che muove il 13 verso l'Alta, Valtellina, occupa Bormio e attacca, la posizione cl.ei Bagni Vecchi, che gli. Austriaci hanno fo1·tificata, circonda,ncl ola di trincemmcnti muniti di buona artiglieria,. Falliti gli assalti delle fauterie, decimate clai pezzi delle rido ~te !}U~tfia:cbe, iJ ·.m~ggiorc~ Cappello si offre di portare le sue bocche da fn.oco sulle cime impervie dove gli uomini a gran fatica, si sono inerpicati; e con prodigi di destrezza, e di tenacia gli artiglieri italia,ni isBano 4 can noni su uno stretto spianato a.Jl'altezza dei trincerame11ti .,wstriacL ll primo colpo cli can11onc d<~lla brigata. Cappello è sa,lutµ,to con formidabili ciamori ~<l a.ppla,usi da parte cli t ot.te le ttuppe della Divisi.one. Si ini½Ìa un duello cli artiglieria e i pezzi austriaci, meglio incavalc:ati e più potenti, sembr,1no uscirne vittoriosi, quando, da una posizione anche più alta e quasi inaccessibile, si sentono tona.re r,Hre bocche da fuoco italiane : .C.ù,ppello ha portato fin lassù 4 pezzi veneziani. Allora le parti si invertono : le opere austria,· <:he, ba.Unte .a breve distanza cla.lle n.rtiglierie cisalpine, divengono i11te11ibili, e i difensori si a,rrendono. Tale successo, dovuto esclusivamente ad artiglieri italiani, (lischiude al Dessolles la via del Tirolo. Succedono giorni asper · rimi in cui la Brigata, Cappello, a bb:.mdonata a sè. stessa, deve affrontare un'ardua tra,versa,ta alpina, sotto l'imperversa.rè della hnfera , e ci riesce solamente dopo vari tentati.vi, lasc i.anelo per via. uomini e qnadrnpcdi, a.ttr11.verso a di:fficoltà inaudite : nelle qm~li cit·costame i cannonieri ita,liani e sopratutto i vecchi s~t· tnJlkiali dimostrano, non solo cli sa.per maneggiare le bocche da
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1792 - 1815 fuoco 11el combattimento, ma anche di conoscere tutto ciò che
l'u1-te insegna in manopere di forza ed espedienti di ogni fatta, e di possedel'e la tenacia cli cartittere necessaria per sormontare lr! difficoltà, che il clima e la natnra del terreno oppongono loro ad ogni istante. I buoni principi dell'arte, l'istruzione accurata, l 'esperienza acquistata nelle campagne precedenti <hlnno agli artiglieri itaJiani la possibilità di affrontare con onore tnJ-ti. gli ostacoli di. questi:t guerra di montagna, difficile più che ogni altra. Segue l'a.tt.acco contro 'l'aùfe1·s, che riesce ottimameut-e sopratutto grnzie all'ardimento clelht brigata italiana, Lechi ecl al si:tpiente impiego delle artiglierie del Cappello, che, poste iu hatterif:t sulle alture domiimnti ]a, Valle del Rambach, prendouo d'iufì.lata i tri.ncera,rnenti. degli .A ustriaci. Questi sono nettamente battuti e lasciano nelle mani del nemièo 5 mila, nomini. e 12 peni., i quali ultimi seryono a rinnovare e sostituire il mn teriale cl ella brigata Cappello, che ne aveva estremn, necessità. Iùtanto il generale austriaco Bellegarcle prende l 'ofrPnsiva nel 'l'irolo e nell'Engadina contro Leco11rbe e Dessolles. Anche in q11csta, occasione la brigata Cappello esplica azione efficacis sima: 1wendo situato G pezzi a mezza costa, del versante sulla destra del Rambach, fulmina con questi la colonna sinistra 1H1 striaca,, mentre la colonna destra è battuta cltti cannoni piflzzf:Lti in due ridotte. Però la destra francese cede, laseianclo scoperta l'artiglieria, e gli 1-f ostriaci sferrano un forte attacco contro il centro che arretra a sua volta : solo la sezione cli artiglieria comandata dal tenente Ga1ì1bera, rimane ferma al suo pof':to, proteggendo la, ritirata,. Assaliti cfa uno squadrone di Usseri, i cannonieri Ri fanno sci.abolare RUi loro pezzi: il tenente Gambera. ferito a,lla testa e precipita.to nel burrone d<~l Rambach, riesce a, scampare alfa morte ed aUa prigionia e dopo qt1indici giorni ' cli stenti ra~g'iunge la brig~,ta in Valtellina. Alla fine d'aprile Schérer, comandante dell'Armata d'Italia, richiama, la Divisione Dessolles, ma lascia in Valtellina i Cisalpini del Lechi, ridotti a meno cli mille uomini con 6 pezzi.. IJ Cappello assume il comando dell'a,rtigliel'ia della Divisione Lecourbe (12 pezzi), il cui personale è composto in grande mag-
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gioran½,.L di ltaliaHi (170 su 210), ridotti allo stato di scheletri a,1Ubulanti . Chiam ato a Luce1·na da, Uassena, il Lecourbe è attaccato per via, il 2H maggio, cla1la brigata, a usti·faca Gavasini. Le trup pe francesi , prese da timor panico, si volgono in disperata fug,.L verso Steinen e si ra,nnodano solamente sotto ht protezione del1·a,rtigJieriu. che il Oappe1lo ha messo in battei-ia oltre il ponte sul Lovert. L'artiglieria Ha.Hana procede :111imosamente :fino a.Ua linea di fuoco delle fanterie e a ppoggif:L una carica della cava,llei-i~L; ma questa non riesce : fanti e cava,l iei-i tornano a sbandarsi, i nemici avanzano e la, briga.ta Oa,ppello dm anc abbaH.<lonnhl in posi½ione difficilissima. Allol'a il Comandante francese manda al Cappello 1111 aiutante cli campo con J'ordine di a,bbanclona,te i pezzi e porre in sa lvo i cavalli, mn, egli sdeg.nosa,mente risponde all'ufficiale: « ~essnn o dei mi.e-i canuonicr i abbarnlonerà :i pezzi :c:;c non con la. vita; ta.li sono le nostre tradizioni. Ditelo a-1 vo:-.tro Henerale )). ,,, Cn,lmi <:ome all' ese1·eizio, gli ai·tiglieri attaccano gli avantreHi, discendono tr,,~ il fuoco cli fnci,leria, del nemico che cerca, di a bbattere i cavarn. per arresta1·e la colonna, por t.rno in salvo tu t ti ì pezzi. L'episodio è messo a,ll'ordine del giorno dell'esercito <l'Elvezia, e contribuisce ad accrescei-e il prestigio tleg-li artiglieri italiani e del loro Comandante. Dopo la, bat taglia di Zurigo, una brigata della Divisione Le courhe ma r ci.a all'attacco di Schwyz, difesa dal 1·eggimento austria co Stein e da, 10 pezzi. Due attacchi falli sco11 0, quarnlo so pra,ggi nnge l'a,rtiglierìa italia,na cleJ Lecourbe, <'Omand a.ta dal Cappello, che vi~ a porsi in ba.tt(~riu. su un'a,hura, ad ovest di Schwyz attirando su cli sè l'attenzione del nemi.co e facilitando quindi un nnovo attacco tentato cla.lle fant(~r ie. Poichè ' però, dopo un successo i,niziale, -a nch e questo assa,l to sembra arenarsi, r a1'tiglieria del Oa,ppello opera un rapido cambia.mento di fron· te, trasportandosi in altra loca.lità, clonde p11ò battere efficacemente le truppe e le ridotte aùstria,che : in questa azione 28 ca.1rnonieri itali.ani r imangono uccisi, ma la brigata,, sorretta, da
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1792 - 1815 una, YOloutù inclomùbilc, taggin11gc lo !--topo, ottenendo la resa,
dei difensori. ~fa ssena,, in seguito a 1·11 pvorto d el Leco11rl>e, clichhn',L che la vittol'i a è <1ov 11ta ~opr11tutlo all'intelligente impiego dell'artiglieri a Halia11a e alla valol'osa condotln degli m·tigliel'Ì, prom.nove Colonnello il Cappe I lo e fa, con segnare ai s noi cannonieri, .(] nale trofeo cli vittol'ia,, 5 elci pezzi strappa.ti al nemico. Ma Rfamo a,ll'auLu1rno 17!)fJ : 1'<>:flimera restn11n1zione dovuta alle vitto1·ie di SnYarotr dù ai P iemonrei-i la speranza di poter tornarn a seevire il loro Re. l'appeUo, a u ome cli tutti i suoi ufficiali e soldati, c hied e a }f:u,sena il ']Wt·messo di. l'ito emne i n Patria. }Iassena da principio 1·Hi11t:t, ricorrendo a Lu:singhe e a minacce, ma dinanzi alla fenuezza. del 'appello finisce p er scegliere una via cli m ezzo, <.;i.où acco1·<la a, lni e ai suoi 1 Ofi no · mini il permesso di 1·a.ggi nng-ere l 'Armata, fra11 cPse d'Jtalia, perchè. dice il i\[asse11a. solanumlc il Coma udo e.li tale A1·mata, da cui gli attiglieri cli Cappel lo dipenclo11 0, p nò 11c-cordare loro il permesso richiesto. A.tti-averso a nuove e p cuose peripezie i 107 ar tiglieri arri Yano a CnHPO dove risiede i'I ( 'ornando Generai<> <lell'Armata <l'Italia, e si presen tano al genende ClrnmpionneL, ri.nnovnnclo Ja doma,H<l a di andare a servfrc il loro Sovrano. Uhampionn et ne.corda il permesso, ma si pcl'm.ette d<•i commenti insu1tanli snl r << ingn1 litucle ih1lit>nne ». C'appeJlo gli risponde per le rime, Champi o11net si i.nful'ia. la cera i congedi già ffrma ti e orclina l'a rresto e l 'inte1·nnmento i11 F'n111cin. dei 107 ca1111011i<~ri . Allora eia;si si ritengon o i-.eiolti dn og-ni rigum·(lo. riescono nd evaclerr cla Cuneo e, stl·emati, affr anti, ma in perfetto ordine, si presentano incl1•appella ti a Tori no, per prend ere servizio nell' Artiglieria NnzTonal e che sta ricostitnendosi.
Nello stesso a11no,-.me11!te altri Piemontr~i aggregati alle Divisioni Vie.tor e Montricharcl si. di.stingn<~vn no nel Veneto, j Cisalpini era110 Jicr la mn ggfor pnrLe in 'l'oscarm coi generali Lahoz e Pino, menti-e nei ranghi fra ncesi milita:vano molti Lom bardi che già nel l796-97 si erano acquistata bnona fam a , quali T eodoro Lcchi, il Peyl'i, il Tenlié, ecc. Nella. stessa epoea trnppe na,pol<>t::rne gnerr(•ggiavnno tra le -
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l 'l'AP.l.·\~I
ALL'ASSEOÌO DÌ A~ C01'A
fila. degH Austriaci (v'era frn éU. loro quel Principe Pignatelli cli Ma.rsico Nuovo ehc doveYa g ui.dare i hLzzrwoni contro il gener..1fo francese Cha,mpionnet); ma si t:r attava, esclusivamente di cu \ alletia . .Le figm·e più 11otevolì fru gli Ha,lia,ni militant i. con ~apo.leone nel primo periodo erano state Pino e Lahoz r.he, entrati a ì sc~l'Vizi o di Fr ancia nel 17!.lG, crnno salii.i rapidamente a i più. alti gra,di. ~< 1 7" pa.1·ag1·afo di qusto capitolo, illusfraudo la figm·a dd gellernle Vorncuko Pillo, a bbiaruo giù detto come egli si tl'oYns~<· 1m gio1·110 a combn tte1·e, jn Aneom1 , çon tro l 'a ntico eamP1·a,ta Lllto;r,. il q ual<~ si era s<;hierato eou gli A ustriaci, in pm·te, forse - <·ornc dicemmo - pcl' riolenU a,ttriti eol generale fran c<~se )loutddrnnl, ma ·in p:u:te, a nche, per il pentimento di nver eoop<~1·ato - lui, di schietto sentimento italia no - alfa ea d ntu di Vene:d a . Rievocand o <pii i fasti dei nostri artiglier·i., (lobbiamo ritornare sull'importa nte episodio pel'Ch<\ alrassedio di Ancona, e bbero notevole~ parte Ì<' m·tiglierie itnlin11e <lei <lne campi, cioè tanto quel1<~ assedia nti eomiut<hte cfal Lnhoz quanto qnellc assedia te, al coma,nclo del generale ~1lonnier, che ::weva però come sotto ca.po il Pino . La g-ua,rnigionc della, cittù, (~r a composta dall'S" e dall:1 lG" mcr.zn hl'igat:i fr,rncei:.e, con la f<n·r,a complessiva di due battagli011i, e da, nn certo num<•ro cli Cisalpini comandati dal capo battaglione Fontanelli, con me;r,r.a. batteria da, campagna. Vi ern. m., Corpo di cannoni eri. e minatori fran cesi comandati. da,l capo bl'ip;uta Alix , che forni va tntti i. Corvi armati, ed in Monte Ga,r del'.o <~d ai Oappuceini vi erano gli a rtiglieri italiani , con Alessandro B egani. il qual e, esnle dal r egno di N'apo1i, prima an cora, clcll 'avvcnfo repubblica.no, <~ra, sta,to a.f:isunto come ufncì a]c cl<'lln H.cpubblien r01n11J1a nello Rta,t:o l\1.aggiore del generale Urabowski., unito alla, Divisione 'MonnieJ'. Vi erano inoltre. aèl. i11 g1·o~sarc la g u a,1'11ig;ione cl' Am:omt, 3 ba ttaglioni detti del Metauto. Musone e Tronto, foemanti una. legioue romana, coman <lata <l.al cnpo hrigùtn ~ielepies, pola cco . che risiedeva a. Jfaee· 1·ata. Seeon<lo il Mnngourit, la truppa del Monnier non supera va i 3 1nila, uomini, secondo il P asseri n e cont ava circa 3 mila . L'assedio, che fu injziato il 28 termidoro, diede modo ::ille nr·t iglierie cli Monte Ga.leazw cli concorrere effieacemente ad una 0
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1792 · 1815 azione che si :sn>be in ·q11cl giouw stt•s:-:o; e molti fra qnei bravi artig.lied fm·ono p1·ornossi clal genera le~ ~fo11ni e1·. Il g.iov~rne Uunlinali, di A.ucona, teucute dell'artig:liel'ia italiana, cnt eosì e<:<:eDc1l1 e puntato1·c d 1e il p;enc1·a le fr.t 1t<:l'se, a n dando a monte Uanletto, si compiaccYa di Yed e1·l o ti1·m·<'. t·n giorno, che una :--eutinella 11emica, era visibile so1m1 1111·:11t 111·a .. il genel'al e, 1·ivolto al Ca,tdi11 a'li, gli disse : << Se sie te bravo, cacciatemi \"Ìa quelln :-.l'ntine lla » '. Q ue:,;ti pr<>:-:e lP sne misut·p, di pose la eari ca adatta e spa1·ò il camìo11c prendendo in pieno il bersaglio. Un nitro episotlio iu forcssante di ·qncll'assellio r igu:nd a pro ptio i l Ht ga11i. l n giorno, rnentre i11forian1 m i fn<wo YÌntl'issimo delle opposte a1·tiglierie, il lkga11i, laschtte mome11ta11ea111e11tc I<· lm l Lei-ie, <·01·1·c·n-a vct:-:o i] deposito d<'lle mu.ni½i oni di 1·isetva pe1· aHiY:11·<· il rifo1·11i 111e11to. <Jlla,ndo c:tsn,tlmente lo iucontrò il ge!1e1·a l e )Jonuie1· che, attrìbncndo a ... pruclcnz:1 Ltl· l<1nbrnn111ento del Begnni dalJa zo11a più battlltn, g li cfo:se : « Ri· g-11or co1nn.udante, qu esto 110n è il vost1·0 posto )) ! Il H<'gnui non prnteslò, e noH c hi ,u·ì nul1n. ; ma, il giorno dopo, col p r etesto <li espone al gencl'a le quakhc :-:no 1n-og-etto p<~l' i l p<·tfrr.iona11w11to (lella dif<>sa. lo c·oml u:-:se dow il f no<·o r,cmico e 1·,t più int< 11so e lù, 1·imni:;(! t1·:rnquillnm e11 te a dis co rrere , 11<1Hcurn11h• del pe1·ic-olo . I l l•'rn 11Cl~s~ c-n pì e, cl:1 ndoroso, c likse ::-en. a a1 ,·a Toroso. L'11zio 11 e più <'flieace <l< l l"a1·tigìi<>l'in cli ~Io11l e G:u·cleto si s,·ilnppù contro ]a colonna L a h o7.. che, il 2G frn tticl oro, ava,nzava pe1· la mn1·i1 1;1, fin !=;Otto il monle . Un 111icidfrLle fuoco di mitrngli .1 . diretto con l'usata a hi lilà cfogl i :tl'tigliel'Ì c-isalpini , com J)igliò i r eparti degli assalilo1·i, llanclo modo a l coma nd:rn te L'B spinet <li uscire con 1n trnppa tlisponibil<>. co ntni tlacca1·e e l'Ovesdm·e la co l omrn 11e mica:. Il J:1 no,·emhr <> Ancon n <·,11len1 ; m:1 all"esig·no 11u11ll'M <1Pi c1ifen~01·i s u perstiti era conc·(·~s0 cli 1i:-.<·ir11e ro n l '01101·e tfolle nrmi. 0
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Gli ;t1·liglieri ital iani continnarono <·ol'-ì n lnutersi eg1·egia rllente, 11011 solo n<l A ncon:1 , ma a )l:.111torn . a •rol'ino ed infine .1 G cll(WH, clove si r idussero gli ultimi avan7..i !=;111 finire ùella -
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'[ L'All'l'IGLH,;HIA l'J.'A LIA.\:A .\'U,LA \ '.·U lL'A<:~A DJ::L
1800
~c:iagurata campag1ia, di quell'unno, prima, che l\a]_)olcone l'itor Genova riparò pure il personale llella Scuola dell'Artiglieria, e Genio di Mo· dc11 a.. dopo aver combattnJo cprn lchc tempo i11 colonna mobi.le, nel .\locl.enese, sotto gli oedini clel g-enerH le LiPbu nlt . Qnella patte dell' Artiglietia italiana che non si era, rifugiata nen c .forte;1,;1,c emigrò iu FraHcia, clove, 1-inuitu in Corpo, fu nel 1800 ,tggrcgata, a,Jla, Divisione Halica, che, al c:omanclo dd 6 <~nera1e (Huseppe Lechi , doveva concorrere alla, rip1·e~f~ d<-lle operazioni i.n Hali a . La i'.-Uéldetta A1·tiglieria. consisteva, in clne compagnie a piedi con S ca,nnoni, agli. ordini ciel cap o ba ttaglione A ncll'ea, ·: \fontebruuo, ed aveva, per ufficiali i capitani Gaetano .Millo e Enrico Dudrevil, ed i tenenti Beroaldi, Rizza,rcli, A.vil, Ar mandi , Uelmati , Grisetti, F orti. Brugi e MoHass~ dall'Egitto e marciasse alla riscos:,m. A
relli. Gli. nffieinli e gli allievi della Scuola di )focìe11a forrn:wano una brigata a parte , agli orclini del ca,pit.,1no Ottavio Bernarcli. A bbi.a,mo visto come una, piccola se;1,io11e dell 'Arti.glieri.a ita -
lic:n . con due pezzi, seguendo l' esercito francese, combattesse a Marengo, dando il suo contributo di sa.ngue con la, morte cle.l perugino B1:ugi. 1 Il 1·ima11ente, con G pezzi , seguì. la Divi sione ib:Llica, pren c:lenclo parte a l combattimento in torno a Va,ra.Jlo e recnnèlosi p oi a ll'.1~:Reclio di. P ese hicùi, agli or-diJJi d el generale Chasseloup. Rimonta a (]_Uest'epoca. un atto di. ardimento compiuto dal ùnpi tano Giacinto Biornlini che, il :10 marzo 1SOO, con un tre110 di 22 ca,nno11i ecl 80 carri. cla munizioni, .si ttnsferfra cln ::)IiJn 110 n Pavia . A Corteolona, il f uoco appi.ccato all'affusto cli un pe:r,zo mise i n ta,l e perkolo di esplosione i cani cli 11urnizi.oni. c:he i emi · noni.eri., i soldati cli scorta e gli ,ibitanti del paese fnggivano da ogni parte~. 11 capitano Biondini non si perse d ' animo P, cla solo, rin scì a rimnovere i l ca.rro che ln:·11<:iavn, allontanandolo dalla cclonn a . Il peric:o·lo fu scongiurato, ma -il .Bìondini rimase assni malconcio per le scott::~t.ur e. Aecusato di incuria per l'incendi o e: p1·ocessa,to, i giudici dovettero riconoseere che solamente il .s uo c<,r-aggio aveva salYato il convoglio, e, i usieme ud un encomio , gli fu clonata. un a scia.bola d'onore con i11cise q neRte pal'ole : << E splosione impedita da l coraggio Cm·te Olo!Hl, - 9 germile, -
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Anno IX - Il Go,0 erno Cisalpi110 a) Capitano d'Artiglieria Ui::L cinto Biondini )). Fra Je truppe francesi l'inchiusc con .\.la:ssena in Genova asS<-:cl ia,t a, nel 179!J, abbon dava.no gli Italiani : primo fra tutti H grandissimo poeta Ugo Foscolo che serviYa la Francia, come uJiìcfale. JJ'ta i comandanti vi erano Seras, O.unpana, e Oerise ph~ mo:r1 t~~si, Ottavio Triulzi e Fa,nt ucci' lombardi, e Degiovanni c[>rso; fra i· gradi medì, parecclli capi di battaglione e fra q nesti i due fratelli Fra11ceschi-Losio, uno dei quali ùiu tan t.e cli. cnmpo di Massena; 11ei gradi minol"i, pa.recchi capitani, fra c- ni 11110 di ·arti.gJie1·ia, Des Geneys. l\1a sopratutto enw o coruposti- quasi éomi1letanw'n te di. P iemontesi i Corpi di Artiglieria, e del Genio, che OJ)<'ìravano quotidia,mtmente -alla difesa. Allorchè, dopo Mawmgo, l' :""ustria, cercava, di resistere snlle rive del Mincio con 80 mi.la uomini comandati dal Maresciallo Bellegarde, le stavano di contro '75 miht uomi.ni al servizio di Fi-a,ncia : e precisamente 60 mila, comandati dal Brune e 15 miia, com.andati da l\facdoùald, meHtre '7 mila, 110111.ini cò111:tll(lati da, Miollis si trova.vano in -'l 'oscana e mentre Soult, ferito. apprò:(it· . tava della forzata i.nazione per organizzare i11 P ie1non l·c 4 o :i m i. "·]a uomini. Or,1, ndl'eserci to del Brune, 1nili.tavano inolti Piemontesi e Lombardi inquadrati in rf~ggimeuti fra nu~si. rnl.-'ntre di qnello comancla.to cla, Macdona1cl faceva pnrte la, Legione italica che, per Ol'cline di Buona.parte, si era venut;:1, costituendo :1. Digione e poi si era trasferita,, nel rna,rzo 1800, f1 Borgo in Bres~a. 'l'ale Legfon~, coman~la,t a dai generale Lechi, costituì il primo ~occiolo cl i quell'Esercito Italico che~, con orclinnnz<· <> c-olori 11.1.Ùona.li, dovevf:L poi sal ire in grande fa,ma,, combattendo eroicamente su tutti i campi di battagliai europei. Essa comprendeva, G battaglfoni di fan teria, 2 sq 11adroni di ca,valleria, e un reparto di ar tiglieria di 14:0 uomini' ~on 10 pez¼i. . La Legiol).e I fa1lica. segnì l' .A.rmata <~onsolà1·e nelle~ sue peri-pe?Jie attraverso aJle Alpi e in Val Sesia, costituendo l'ala sini stra, dell'Armata francese e battendosi con valore a -va,rnll(!, come a,bbiamo accennato. Riprese le operazioni, alla fine del 1800, gli. artigli.eri della, Legione Lechi ebbero un compito assai importante, dovendo .avan zare verso Trento attraverso a difficoltà terribili cli terreno e di -
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clima, in loca1i.tà eccezionairuentc fortificate. Per sotpassai·e S . Zeno - dura, ed aspra montagna - l 'a1-tiglietia compi sforzi uou comuni : dovet te scenc~ere al Lago d'Iseo sino in prossimitù di B1·esda e risa,l ire poi, con un gir-o estenua,nte, la Val Chiese. Portata a bnon flue l'a.zione, gli Italiani ottennero caloro:,;i elogi cfaJ Primo Oousole, dal :Ministro della Guerra, francese Bel'thier, e dalla Consulta Legislativa Cisalpina. Mentre il Corpo Macdonalcl agiva su '.rrento, un altro Corpo HaHano al servizio della R.epubblici.t Cisalpina, aggregato alfa Legione po1acea, era incaricato dell'assedio di Pfischi.era. Alla destra, dc11a tril1cea, costruita, per battere la piazza in prossimitù. delle case :NfontefeITO, venne posta una b.:Ltteria, cli 6 pezzi cla dodici e 2 obici , destinati a, battere da ogni lato la. dHà . ·Successivamente venivano poste in opera altre quattro batte.de sulla clestta, della precedente, con 20 pezzi tla. dodici e con due rno1-tai. )la, q oeste ;11·tigliel'ie, inforiort alle avversarie. non ebbero occasione di inh:rvenire in modo predominante cosicchè, il 29 gennn.io 1801, venivfL conc.lnso l'armistizio con b eessione della, piazza, senza d1e le bocche da fuoco avessero avuto modo di esercitare un'azione efficace. In 'l'oscana. agiva l'Armata del gene1·ale 1'liollis, in cni ernn o numerosissimi gli Iti.tliani elle costituì.vano cinque battaglioni. Hl comando del generale Pino : gH artiglie1'i erano 270 con mm quindicina di pezzi. Li fronteggiava,no 7 mila Na,poletani sotto gli ordini del generale Damas, pure muniti di buone artiglieri(, . I! 14 genna.io 1S01 il Pino faceva bombardare violentemente ~iena, dove il Dam.as si èra rifugiato, e a,ttaccava, poi .le truppe 11a,polc~taue che perdettero, fra, morti, feriti e prigionieri, <iOO uomini, un cannone, un cassone e molto hagagJ.io. Nel 1803 la Repubblica Italia,na, costretta cou\c t ntti gli alt1·i popoli soggetti. a,11~ ][r ancia a somministrare uomini e denaro, sollecita, la coscrizione di seimila soldati per completare l' Arma,ta e organizzare nel' Dipartimento del Rubicone Jn, Divi- · si.on e clel generale Lechi, destinata., a far parte dell'Armata del genernl<:! Oouvion cle Saint Cyr e a.cl a,gire nelle Puglic. K on si sa con precisione q nn li fossero le forze di artiglieria di tale r>iYi~i01w : ]a. eomponev,rno nn ba tta.glioue leggero, h1, -
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LA !•'AMA U!WLI Al!'l'IGLilillH ITALIAX l
seconda e la terza mezza brigata dì linea,, ii primo usseri, il primo cacciatori e (< artiglieria. e genio in proporzione>>. Nel novembre dello stesso anno si formava in Milano un'al tra Divisione italiana, di. 7395 uomini, agli ordini del generale Pin o (sotto-capi Tenlié, Bonfanti e Mazzncchelli), che doveva recarsi prima a Parigi e poi sulle sponde dell' Oceano per partecipare alla progetta,ta spedizione in Inghilterra:. Accenneremo più tardi all'opera di questa Divisione che, nel 1S07, avrà parte importante nell'assedio di Oolbcrg. Sempre nello stesso fmno 1803 si organi:;;;zava, al comando del generale Fiorella (quello stesso che, chiuso nella cittade1la di. Torino, aveva tenuto testa, per qualche tempo a,l russo Suva,r off), una terza Divisione, alla qun.le veniva affid11 to il seni zio delle guarnigioni subalpine. I repar ti di a1·tiglieria in codeste D.ivisioni non erano molto importanti numericamente; ma gli artiglieri italiani contiJLuava,no ad essere gra,ndemente a,pprer,r,ati. Ecco un interessante brano di una importa.nte opera, edita nel 1829, Fasti e vioencle clegli Ttalian-i dal 1S01 a,l 1815 :
« I cannonieri italiani godevavo una reputaz.i.one militare onorevole: l 'artiglieria leggera specialmente ]asciò di sè non scarsa fama ... cc L'artiglieria leggera a ca,vallo immaginata da, Gustavo Adolfo, adottata da F ederigo, e cla,i Fra,ncesi imitata, è un es s<1nzia,Je miglioramento ricevuto da quest'arma scientifica. Questo miglioramento riuscì cli facile esecuzione, ove si volle ricevrre . Desso consisteva nel porre a cavallo un dato numero di cannonieri, i quali poterono in t al guisa seguire costantemente i più veloci movimenti dei carri e dei cannoni, trasferiti con la mas:sima, 1-api<lità, etl ~b va.li taggiu d.e gli ~~elT,i ti cui. appartenevano, da un luogo a,ll'altro del campo di battaglia,. Disposti sempre ad evolnzionare, e potendo facilissima.mente sfuggire a.Ue 1nani cli coloro che si preparavruio ad assalirli, proseguivano i cannonieri il. loro fuoco più a, lungo e qua nto più da vicino il potevano, e tosto che si vedevano minaccìati da presso, in un baleno sparivanff dai sguardi degli assalitori per recarsi sovra altro punto e danneggia,l'li. 104
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« Il fiore dei grana.tieri, e gli uomini più destri , e meglio for ma.ti, reclutarono qnesto corpo, il qua,le distinguevasi sopra tutti per l'istruzione, per b condotta, e per quelle qualità morali che rendono pregevole e rispettabile il soldato. I colonnelli Millo, Armandi, l\fontebruno, i capi squadrone F'errari, Fortis ecc. contribuirono sommamente, insieme a molti a:ltl'i distinti u:fticia,li, tL far acquistare uno splendore solido a, quest'a,rme. « La stima acquistata negli eserciti da que:sto corpo fu tale, che tutte le Brigate o Je Divisioni 110n bi·a,ma,v ano che dell'arti.glieria leggera,. La sua eccessiva efficacia,, la sua celerissima mobilità, il minor-e ingombro ed imbarazzo che da, essa reca.vasi a.Ue colonne si univano a, r enderla anche più desiderabile. L'amor proprio di quei. solda.ti era giunto a tal $.egno che dei semplici ufficiali, specia,lrnente nelle campagne di Germ.a nia e cl i Spagna, acquistarono una brilla,nte reputazione. << Quando le continue guerre cominciarono a mietere gli a,ntichi sold ati e veùne a rinnovarsi la generazione dei guerrieri, Napoleone aumentò eccessivamente l'artigliel'ia, di battaglia. i,;gli pensava forse che il me,zzo più sicuro per consegnire lJ1. vittoria, quando il solo ardore dei propri soldati non basta a, trar profitto dallo scoraggia.mento degli altri, fosse quello di concen trare sul punto delI'à,tta,cco una quantifa maggi.ore cli. quote di quel che ve ne possa concentrare il nemico. « Dopo quest'epoca l'artiglieria- leggera, della quale si e1·a, fatto soverchio abuso, riprese il posto che sembrava naturalmente appartenerle: fu unita a,l la cavnlleria e dette n qms'arma il me½zo cli difesa che le mancava : il fuoco. « Il treno clell'artigli.e1'ia fo anche una delle più utili istitnzioni di Napoleone. Emnli i soldati del treno di virtù e di coraggio coi cannonieri, se cagionarono un:1 spesa ma,ggiore, resero però dei servigi essenziali, e fecero evitare quelle sventure ehe solevansi incontrare qua,ndo facevasi uso dei cavalli o· carrettieri avventizi e mercenari, i quali per lo più o fuggivnno e ponevùno la confusione nei Corpi o a ùba,ndonavano i cannoni. nel mo· ID(mto del maggior perieolo. e< Quando la, peobità emigrò dai servigi amm iniF<t ra ti.vi. recossi a cerca.re una miglior patria nei Corpi dell'tLl'tigUerin e del ~
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JJI:';1' LX'l'l lTl~l CJ.\l ,l 1/A H'flGJ.lEIUA DEI , ltEG:--u
IT.\ l.ICO
genio . QuiYi una sevei·u economia, stabilita clngli ufficiali di 4ue~,, Curpi dii:;tiutj, au mcntò il numero ecl il cali bro clei pezzi e si o<·<:11pò con fqrtnna della costrur.ione di. quelli ailla. Gribeanval. « An ticamente facevan pul'lc dell'ai-Liglieriu. uku1te compagnie le qnali, oltrn alla manovra del cannone, venivano anche l'~crcitate dagli ufficiali. ingegnc1·i a cui si prestava.no tempora11t~u.mente, per dei la,vol'i iner enti alla loto a,1·mfL. Era, questa. nna falsa, eeonomia che cagionava poi dei da,nni taii da, l"isentirsene uno Stato per hmgo tempo. I zappatori. i minatori e i pon to1licri devo11 0 far parte del gerio, e ~apoleone, che ben lo cli:,;t.inse, ne formò a,l campo di Bonlogne 11 n Corpo separ ato . cc }folti pretendevano che la, riunione del genio nH'artigli cria snrebbe riuscita più. utile e meno dispen diosa. R si obliavano che la divisione del lavoro contribuisce al perfezionamento delle m ti. Napoleone sembrava, essern e talmen te convin t o. che mos;trò SE-mpre la pi.ù ferma. e determinata intenzione di mantenere le due .\rmi separ,ite l'nn a dall'altra. 811cchi.1vano gli alunni, per amhidne i eletti Corpi, lì stesst pi-in cipì, e 11clla Sc.u oln, Politecnica (1i F r ancia, e in qnell ,L di :M . odena, d 'ltaHa. TI seruen7,aio dei dol'ti, le università cli Pavia e di. Bologna, erano destinate a r ic·p,·e1·e dei miglior·.unenti e cli,·e11h-e pm .tnco alll·ettanti semili tn·i. d i guenicri )). Trasfor mata 1n R epubblica Cisalpina in Regno Italico, il :-:110 esercito venne mau mano ampliando ·i,. mentre centro attivo <li i~tn17,ion e militare si riYelav~~ la Scuola cli Modeua, di cui si. è gi,ì lnni;amente pada.to . Tra gli uJliciali di t11·tiglieda in seni7,io nel 1 04 godevano nw 1·itat:1 fama il colo1mcllo Hiclasio, gi.ì, <liretto1·c <lella Scuola. ì\l i litai·e cli .l'avia, poi conrn,nda.nte dell'artiglieria o, piedi; il colo11ncUo Pattoni, diretto1·e dell ' arsenale cli Pavia; il capitano Xobili, di Reggio, rc:-:osi ben noto per val'ie scope1·te nel campo <1<'1 1,i fisica ; il cap o squad rone conte Be1fa cli Mantova; il colonll(•ll n Neri, che :lovev:1 poi seg-11:ilarsi gPumlemente n ella ca,mpag1111 di HnsRia. e il c·npila no F el'l'a l'Ì, pasR:ito in seguito al servizio del Ducato cli Parma. I >manie H soggiorno a Oenova, ~apolcone si. occupò pal'ticolnnn ente clcll c fortifica7,io_n i ampliate e perfez.ion atc dai :.ìVfas-
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sena. I{'ra i campi militari creati per or·di11e <.l ell' l mpetatore iu Itarlia, distinguevansi <111ello di Castiglione : 48 battaglioni e 43 squadroni, insiellle a; nume1·osa artigliel'ia-, vi si. erano concentrati agJi ordini. dei ma.rescfalli Jourdain e Bessières, divisi in due distinte arma.te. Durante il giro fatto in ltali:1 da Napoleone, veniva promulgato a Mantova, il 2G gi.ngno i.l clecrelo che 01·dinava la costitu½ìone delle guardie d'onore e dei veliti. Appena i due reggimenti furono organizzat i, pri.ma, della partenza, per Boulogne, si aJlestì pure la, gi.à cita,ta, compagnia di artiglierifi leggera della Guard:a, composta dì 90 uomini a, cavallo comandati dal capitano Raspi, dai tenenti Pecchio, Giulli e Fortis. Il 31 a,g osto Napoleone passava in rivista a, Boulogne la Divisione ita,l iana al <:ornando del generale 1'euli{ Nel 1805, in occasione deÌl'a.nn<~ssioue di Grnova cfa parte di Na,poleone, ven n,~ro insii;niti rleìla T.eg:ion d'Onore .i colonnelli éli artiglieria Medici e Manzi. Iniziate le ostilità con la, Germania , gli Italiani entrarono in campo : l'artiglieria, il 18 ottobre 1805, pei:· ordine del suo comandante genera.le Lecourbe, faceva sttltnre il portte sull' Adige presso il Castello di Verona. Nella bat t::Lglia di Caldiero (29 ottobre) l'ar:tigU.eri.a era, servita unicamente da Italia,ni che vi compierono prodigi di valore. Nel passaggio de.Il' Adige a Legnago si distinse specia,l mente il tenente Camu:r,zi. In un ra,pporto del generale Lechi al ministro della guerra Fontanella è cita.ta, l'artiglieria itali ana, - 4 soli pezr,i al comando del capo battag]Jone Millo - che a Castelfranco operò brillantemente il 24 novembre. Il 19 11ovembre 1805 sbarcava, a, Ka,poli un esercito angTorusso che doveva, risali.re la penisola, puntando sulla valle del Po. Subito il Viccrè Eugenio Beauharnais ordinavQ gra,ndi misure difensive snlla linea, del Po e a flfantova costituì.va un battaglione di ca,nnonic1;i del 'Mincio, secollClo le rie hieste fatte in proposito dal genera le l\fiollis. Si è parlato in nn pa,ra,grafo precedente dell'azione dell' Artiglieria, ad Austerlit:r,. ù; 11oto che tutti gli. 1ta,li.anì. che parteciparono a ta,l e battaglia si copritono di gloria. come ne fanno fede gli elogi tributati da Napoleone il quale_. per tema cli a,d ombrarc -
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0 ">+ · E . l1·1 .:,e,whn J.., ·Pi"' · ,,.. ·•· ' ug-c HJ.O 1·nai~, Vieel'ù d"Iialia
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i suoi Fran<.:esi, non eta, soverchia.mente p1·odigo di lodi con gli altri. Tuttavia,, bast ..L lèggere i suoi bollettini e ricordare ciò elle l' Iruperè1t0l'e dh,~e a Schoenbrunn intorno a, questa battaglia, per constata1·e (1ua,nto egli app1;ezzasse l'a,z,icrne svoltavi dagli Ita,li.ani.
Per <.:iò che pai'ticohumente co11ceme F A1·tiglieria., ec<.:o quanto scrive l'auto1·e dell'opera. già, citn.tn, Fnsti e cice11de (lei vopoh 'italian·i clal 1801 a,l 1815 :
« L'a,rUglieri11 leggera clella guardia. reale italiana, c:oman data clnl prode tene11te Forti.s, caduti,L sotto gli occhi dell lmpe rn.tore, prima delle altfè, ebbe Fordi11e di ava,nz,a,r sì sul fianco cli Doctorow e di Lied1tenstcin, per secondare Fattacco di fron te, che faceva co11t1·0 cli loro il Ma.reseia llo Soult. (.)uesti bravi Italiani, orgogliosi. di una tal distinzione, e volendo eorrispondervi i:itlegna,tamente, si spiccarono di earriera per trasferirsi al punto indicato ; vista eziandJo mui; posizione più opportuna, per quanto assai più pericolosa, a,ncla,rono ad occuparla. :Prossimi e a trar di fucile dai Russi, manovrarono eun laI1ta destrezza e sangue fr eddo, sotto un diluvio di fuoco, che accelerarono la scoÌlfiti'a clei corpi ath:LCCa.ti, « e stupirono per la loro audacia, i più vec ct1i cannonieri franeesi >>. Nel 37° Bollettino della Gra.nde Armata, ì'I mpe.1·:ito1·e scriveva : « Ad Austerlitz i cannonieri italhrni della, Guardia RNLle i;;i sono eoperti cli glori;;L '. )). Riaccesasi hi. gue1:r1;L in Prussia, veùnero eolà concentrate quasi tutte le forze i taliane, le cui. attigUerie contribuirono effi ca,eemente a,lln. presa della cittù di Onssel e all'assedio cli Colberg. LtL formazione italiana inviata all'assedio di Colber·g merita qualche cenno più parti<:olar(~ggfato. Oih abbìamò, visto ehe, qnando, nel 1S03, Napoleone Primo Console decise di formare l'Armata, dell ' Oceano, destinata,, a lmeno in apparenza, a passare in Inghilterra, fu chiamata a, farne parte un' interr1 Divisione clC'lla Repubbli ca, Cisalpina (circa 7.000 uomini) che compren deYa ancbl~ una batteria, a cava,l lo, una compagnia zappa tori e rn1 reparto treno di ar·tiglieria, (·on (ì pezz,i, 20 ea:::soni e 60 carri. AssnmeYa il comando della Divisio11e i.I generale Pino, ma esscn -
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<iosi questi rotta una gamhi:t, Jo sosti tuì il generale Teulié, lom bardo di fiero a nimo e nobili sentimenti i taliani.. Dallo « sta.to cli sit11a,dom, l) delllL Divisione neu·anno successivo risulta che l'a,rtiglicria a, cav:;1,llo comprendeva 155 11011,ini e 184 cavalli, ma ... non è indicato il numeeo dei pezzi. La proclamazione dell 'Impero n on ~weva trovato molto cònS(~11ko nelle truppe i taliche, e ta,nto meno nel repubblicano Teu lié; cosicchè Napole011e si clecise a frantumare ht Divisione, dispel'él enclol a. in tn,n te gua,rnigioni (l'Artiglieria, fu assegnata a, Bai.ona.) e la. ten ne lonta.m1, dalla, ca,mpagna del 1805-6, fino a che · il 'J'eulié, tem pestando, n on ottenne di essere mandato a,l fuo co e fti 1nagnu pa1·s dell'assedio di Colberg. La Divisione, che contava nn reggimento della Guardia imperiale, un reggimento di linea i.ti:Llico, un 1·eggimento leggero italico, dhiponeva di due compt1gnie di artiglieri italiani con p pezzi leggeri, una com.pagnia treno e una compagnia, za,ppatori. L'investimento incominciò il 27 fc~bbraio e gli. artiglieri ita,lia,ni partecipa,rono a parecchie azioni, tanto più notevoli, in quanto che gli assediati dispon evano di forze d'artiglier ia immensamente superiori a quelle degJi assedianti: il comandante della for.·tezza, generale Gut11don, aveva fatto venire da Da,nziclt per via, di ma.re gran numero (I.i. cannoni e munizioni e poteva, cosi oppor re 17G bocche da fuoco a,l le 12 del Tenlié. Bviclentemc11te, con un parco d'assedio così minuscolo i.i. generale italiano, per qua,nto abile e animoso, non poteva sperare di venire a ca,po di una, fortezza ben munita come Oolherg; iutta,11ia egli non si perdette d'a,nimo e i suoi soldati, con infaticabile attività, cress(~ro trincera.menti e crearono tutto un sistema di ridotte, capaci ciascuna di. una compagnia, e di un pezzo leggero, che cingevano per tre quarti la f ortezza a,ssediata. I nta nto giungevano man mano nuovi rinf<m,i d'rLrtiglieria. Nel maggio si costruirono continuamente nuove batterie, si a:prirono comunica,ziòni, si eolmtLl'Ono a.cquitrini e si mantenne un vivo e::i,nnoneggia.mento) ma n mano ingagliardito per il s uccessivo so· praggiungerè di nuove bocche da fnoco . L'll giugno all 'alba veniva.110 smascherate 4 nùove batterie, con 16 cannoni che intensinca,rono il fuoco . Alle 5 pomeridia ne Teulié manda.va ad intimare la resa al c.,a pitano Bulow che prc~sidiava la, ridotta, e que>
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sti, presi gli ordini dal governatore, acco11sentiva a capitolare. Fra gli altri patti della capitolazione fn stabilita una tregua, durante la quale dovevano cessare le ostilità da ambe le parti. Ma sia per errata interpreta,zione degli accordi, sia, come qnal· cuno disse, per mala fede, nella notte improvvisa,mente gli assediati aprirono il fuoco e lo vennero man mano intensificando. Il Teulié aceol'se ~ubito tra i suoi uomini e, per incoraggiarli, si collocò su di un parapetto, perfetta.mente allo scoperto. Fu in quel momento che unai, palla dà cannone lo colpì a,d una coscia, p! oduceridogli un 'orrib,ile ferita che doveva trarlo a rn,)rte 1:.ette giorni dopo . Ugo Foscolo - che, col grado di capitano, militò sotto il Teulié - descrisse con stnpend'o ·vigore l'eroica fine del Genera.le, la cui bella, figura balza, mirabile, tagliata di tutto tondo, dalle pagine del gi·ande poeta dei B evolcr-i e delle Gra,zie. Al 'l'eulié f urono rese solenni onoranze : al momento dei fu. nera.li lo stesso nemico, cavallerescaiuente, so.spese le ostilità, e la, guarnigione, schieri:Lta. sui bastioni, fece le salve d' onore. Dopo la morte del 'reulié il comando della, Dlvisione ifaliana fu· assunto, interinalmente, dal generale cli brigata Fi.- lìppo Severoli, faentino, che doveva morire poi tenente-mare~ciallo austriaco . Fra il 10 e il H giugno giunsero a,l Cttmpo italiano lG rruovi pezzi di assedio e '.rna grossa i::olonna di muni· zioni. : con questo soccorso e il precedente anivo del 4° reggimento cli linea italiano le forze a,ssedianti erano sa.lite a S.000 nomini, e le bocche da fuoco cli grande gittata, a. Ml. I Prussiani tentarono ripetuttLineute di spezzal'c la cerchia cli fuoèo che ma.n mano si stringeva intorno a,l la città e orga,nizzarono diverse arditissme sortite, che però ftirono quasi sempre respinte o neutralizzate cla,l le truppe italia,JH\ validamente a,p· poggiate dal tiro delle artiglierie. Il 3 higlio il comandante di Colberg si. decidevà alla resa.. Il giorno appresso un ordine del maresciallo Brune Y:ichiamò 1x.11te d,3L i::0rpo di assedio (: le, avviò contro Strali:;unda. Il comando delle th1ppe italiane, che rimasero attomo alla fortezza, fu affidato al genera.le Ruby. Colherg, che la pace di Tilsitt lasciò al Re di Prussia, a,veva messo a dura prova e aveva fatto risplendere le virtù militari à<'.gli Halia.ni che, cor.finati in iJ n paese palndo~o e infP.stato da -
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F ig. B,j5 . P ie tro 'l'r:ulié. (Dnl Lomb1·oso, Gr,1UM·i a JW itcr re).
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febbti, avevano dimostn1to saldezza, alacrità, impeto uell'assalil'e e tenncia, nel difemletsi. L e perdite complessive sofferte dagli Italia11i. clunmte l'as edio cli Uol berg, t ra morti, feriti e ammalati, a wrno11 tarono a J 97 ufficiali e 2784, soldati. Azione pari.menti efficace svolgevano gli artiglieri italiani chiam,bti a, pa1·tecip,we all'ai,;seclio di Stralsunda, agli ordin i. del generale J.>jno : il :20 agoi:;to J11 cittit veniva occupata. J1 3 aprile l807 il marei-citt])o Bcrthie1· 01·dina,va al generale Mai-mont, comandante le ttnppe oper a nti nella, Venezia, di invhìre !11 So U:~t!O, pH' ]13 0pei-azioni ì11 trapcese co1J.tl'o gli Inglesi, t utti gli nlficiali del genio e dell'artiglic1·ia. che a,vesse disponibili. J>::i. Ragusa lloveva no voi p~ù·tirc mm compagnia scelta di a,ttiglicri clel 2' i-eggimento (J20 uomiHi) e ùue compa guie cli ar tig lieri ita lia,11i (1 00 11ornini l'una), scelte tra le migliol"i ; i nfin e irn'altra, compngnia, (120 uomini) doveva ,. pa,rtire cla,lla Dalmuzia, 81 comando cli una dozzir1~L di ufficiali tra francesi e italiai1i. 'l' ntte queste forze ·i 11via,te a Coi::tantinopoli ' èloveva no essere totalmente urmate e spesate n 1·tu·ic:o clell'I mp_el'at ore . Lo stesso gior110 Berthicr :scriveva al V ìcerè E ugenio di inviare a Zara due c-0mu.ncfa11ti cli battaglione· italiani cli a rtig li.erin e clnc compagnie cli. artiglie1·ia, pnl'e italiane, che dovevano da M.umont ci:;se1·e destinate ad iutegr·a re le forze da, in Yiar e in Turchia. c; 11 distacca.mento cli artiglieria veniva pme s1wdito }tl Pasci:\ di GiannìmL; ma il corpo '!:li spedizione, giunto quasi nei pre.. i di Uostantinopoli, i-iceveva, l 'ordine cli r etrocedere n ca usa, <lei mntamenti p olitici verifi cati si.. Un elenco degli Italiani decorati e I)J'Omossi per merito spedn1e nel periodo dall'ottobre 1SOG a,l gi ugn o lb07 comprende i i::egnenti ntficia li cli :u·tiglieria,: Porco, oolonnello del 2' r eggim ento di a rtiglieria leggera . nominato ufficiale della Lcgion d' Ono1·e: C onte D e Spretti, maggiore; maggiore Gedoni; capitani l'i.11011delli, P a,110, Alpi e Gay; tenente Osella-; tenente Cenai, serge11ti l?e1Ti , Yeglio e R oYeda, caporale 1\facbi e soldato arti:fiziere Magni. Inolti-e il l!) di.cem bre 1807 vengono insig niti della Coronn, F errE>n i . egU<-'nti uflìeiali di artiglieria: colonnello Cuc, colon-1642-
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1792 - 1815 1,ello l\Lazzu cchelli, colonnello Pat1·occi, capit:rno P er netti, capitano R ezi.~. Nel 1.SOU, inizia ndosi la campagna d 'A ustria, il Vicerè Eug·enio. destin,tto ad operare in Yalle P adana, aveva alle propl'ie dipenden ze nn esercito fran co -itali.ano di 12 Di.visioni, delle quali 3 er ano tompletamente italiane '. (la Guardia R eale coma n da.ta dal generale Lechi, la '7° I >ivfaione coman clu,ta dal gen era,le Fo11 t.rnelli e l'S"' comandata dal gene1·ale Rosea), mentre le altre erano in pa1-te francesi e i n pa t te coma,n date cla, Francesi, ma in grande maggioranza, cornposte di Italiani cl ei Dipartimenti. l n ta le campagnn, sfoi-tnnata ili pri11cipio, ma finita poi brill:rn teme11tc con la vittoria della Raab , gli Italiani r esero ectellenti ser,i~i all a causa napoleonica. La Dh-h;ione Fontanelli aveva le seguenti fon.e cli :u·tigliel'ia : ~" compagnia a: p iccli, CHpitano Santis, con 95 uouiini: una c·omp.1gnia a. cav:illo, capitano )lussi, con 97 uomini e '7:i ca v::i lli ; G" co1t1 pa.gni11 del t t eno co n 113 u omi ni e 145 cavalli; 7"' i d. con 103 nomini e lu3 ca Yalli. I cannoni di cui dispoMva er·ano i segu<'ntj : 2 da clodid, 6 da ~ci, e 2 cla, t1·e. Ob'ici : 2 cla vcntiqnattl·o, 1 da doclici, 2 cfa sei e 4 cla tre . Le forze di nrtigliel'ia. delle altre Divisioni e1·.1 no prl-'Sso a poco ll :-:,'''llnli. Dnraute le ope1·azioni. nel Yeneto e 1wl Priuli, un diBta ccamenlo cli a1·t·iglie1·ia il:alifl,na cou1posto d i m 1::L compagnfa ca u no1lieri c•1·a posto con nltre Lruppe a gnal'èlia di Palmanova e te11ue con fel'uwr.r.a la po~izione. Jl 1G aprile 1:1, bnttaglia, di ~acile, snlle sponde della Li ,·c~nzn. ~egnava una trista giol'nala 1wr il Yicerè Engenio che fu l.Jatt n to. ccl anche per 1' 1:u·tig liel'ia CL'a,nco -Hali:i na, che pel'Clctte ].::i can non i abb:111clonati sul campo. Ln rifit:ita 1:lPlle truppe tlrl ,·iecrè ven ne costantemente as~rnata <~ tq1·mentata dag li A ns.: ll'iaci e dagli insorti tirolesi. In un'a r.ione ~Yolta presso .Xo,iglio, 11elln nol·l·e del 2J apl'He, l e tn1mw dell' A rrnata I mpc1·ialc Cl'ano coaclinvatc clall'attiglietia ngli otdini. clt>l nrng-giort> .\ fillo. <·011 :! eompagnie leggere e 2 compng1iie a ca rn.llo , le qu:di clisponcYano t o111pl es~ivmne11 t·e d i tl odiei pezzi.
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Dopo Ja sconfitta cTi Sacile, il Yicei-è si era ritira lo su Cal · diero ma poi, ri:rninrnto dalle eccellenti notizie proYcnienti dagli altri fron ti della gner1·a, aveva preso la contro·of!'cm;iva contr o le truppe dell'Arciduca Gìovnnni: l'S maggio i due uYYersari si sco11trarono alla battaglia del Piave. I n tale combattimento l'artiglieria delle n1:rie Divisioni del Yicen'- ,n·ern i l compito di schierarsi s ulla spomfa destrn tlel fiume. Al ma I tino gli Aushiaci, con 24 cannoni, attaccarono presso Campm1a, ma i Fl'c111co-ltaliani, che s'cl'an posti in dnc quadra ti <·011 al ce11 t1·0 1'al'tiglie1·ia, la quale li protegg-ern e ne era n sua volta protetta, 1·esistettero vittoriosamente; e l' Arcid11c11, f n costi-et lo a ritfr111·si p1·ccipitosarucnte verso Gratz. Continuando le ostili tà, l'.A.nnata cornnndata person,1lmente dal Yicerè ava,nzava, mentre J\fa cdonàlcl, ginnto il 10 a Gol'i:da. spediva ii generale Schilk, cott due eami oni e 1;-;oo uomini, a 'l'tiei::te, con l' incarico cli impadl'Ollirsi di quella cittù. Allo scopo poi. di elimina1·e o diminuire gli ingombri d<•il'an111g:nardia ùel1' Armata, c· he si era trovafa il 13 in Valle li'ella, a~sai difficile ar1 a,ttra,versai-e, il comandante inviava tutti i ca11no11i e i. cassoni con lo Divi sione Senas per C:iporetto e P r edil kOpra Tani s: e solo il giorno 17 due batterie, di tre pez7.i ciascuna, poterono risa,l ire hL V alle F dl,1.. cloYe Yell ll<'l'O coLloc:ate ,1 700 rnetri <l.t Ili:' . opere del fol'le. Il H maggio gi uuge n oti7.ia che Na poleoue ha occupaJo Vienna . L 'Arciduca Gio,:mni. anzichè pol'ta rsi a difendere gli S tati eredi. Lari della, M.onarchiH , conlinu a per Villa cco e G r,H 7. fiHO a.Ba Ila.ab, mi1rn,cciando l a, destra fraucese; t' :-:;nlla Haa h il 14. gi ngno lo raggiunge il Vicerè e con a7.ione ,igorosissirnn lo caecia dai1e forti por-:izioni ch'egli a_ye,a occupate. Nella belln vittoria della Raa.b In Divisi.oue Fon t.anelli ha p.wte assai 110Levole; soprn t utto si clislinguon o le artigli erie ehe. postate i:;nlla destra del Danubio . battono efficncementc gli anersari. E.li.minato così il nemico clii elto. FA1·111ata cFitalia cou tinna ln marcia sn Vienna , per conco1·1·ere a11a grande battaglia dt•tisiva della campagnn : ·wagram. Abbiamo già e!--aminato q1w~ta batt.1µ:lin. che <'i offr e fol'~e iì più bcll'esempio cli impiego dPll.' .~rlig-li el'ia . e abbiamo eletto
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t lle nella grande vittoria le tl'e lHvisioni dell'Armata (rltulia, ebbel'o pa1-te ch~cisiva, poichè co~i-ituirono il nucleo d'assalto nel t1·avolgente nttacco centrale cl1e di ede a Na,poleone il trionfo; ma anche l' A1·tiglieria italiana, il Wagra,m, si coprì cli gloria, poichè nna parte· dei cento- c,linnoni. clu~, con Ja formidabile con centrazione del fuoco ~ prepararono l'attacct> e lo protessero, eraJH·> i,talia,ni, manovrati da · Ittflia,ni, gui1fati da uific-in.Ji. italiani. fo i special modo sj distinse l 'Artiglieria del1a Gunrdia Reale: il. capitano coma.nda,nte Mussi, ferit o mortalmente, Yolle rima,nerc sul ca,mpo fino al termine della battaglia e. trasportato poi fl Vie,rna. vi si spegneva poco dopo. ~el 1ltenioriale, cirea. lf.L lnttaµ;li a di. \Vngram, leggiamo : « :~apolcone, compagno e gindìee dei chiari fatti dei suoi << prodi commilitori, dist.1·ibuì loro numerose ricompense. Pas(< sa,ndo, il domnni della battaglia, a, ra,ssegna l'esercito italico, C< egli l'ivoh:e ai soldati queste parole : « Voi siete uomini di gran cuore, e vi coprite di eterna, gloc< ria,! - 'Cn:.L grida. testificò aff'intero esercito Fappag.imeuto << del sno Impera.tor<\ rivolto prec:ipuam,mte al genio. aWarti« gl·ieria , ai ponton~eri i cui imnwnsi 1avol'i avevano , per dir :( cosi, preparate l e vie di tanti miracoli)). In seguito ,:i,ll'a,rrnistizio conclu~o dopo ·,-.vagram , j,l giorno 21 luglio, ]'artiglieri.a e il tren0 itn.1iani, che fino al.!orn aveva.no fatto par te del Corpo di Marrnont con tanta clii:;tim:io:w. r,iggiunsero l 'Armata, d'Italia e vennero coJlocati sull a Haab . Qui occorre retrocedere di qualche mese per accennare a,lla rivolta clel Tirolo, dove la, popolazione, ribellatasi alla clominazionè fra,ncese, era tutta 1 1 arme. Le truppe italiane, che avevano l'incarico di domare hL ribellione, vennero più volte n, conflitto con gli insorti. Nel corso cli questi scontri. si di~tinse specialmente l'artiglieria della Guar dia Na,zionale cli Bologna, come -si -rileva cla una, lettera del ge11e1·ale .Lernarrois, eostretto a, rinviare i cn.nnonieri : « S0110 penetra,to dal più profondo dispiacere per qnesta separnzione. La condotta dei cannonieri della Guardia, Naziona.le cli Bologna e la loro disciplin a m.eritn no di c~ss(~re date per esempio a tutte le Hostre truppe )). 1
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CONTRO GLI INSORTI IN TIHOLO B 1-'< CAHÌ1'2ÌA
S onostante l 'armistil,io :firma,to dalFlmperatore, preludeHte allil, pa,ce di Schoenbrunn, gli insorti tirolesi non vollero abbandonare le armi; anzi con maggiore a,c canimento si difesero Cùntro le truppe straniere destinate acl occupare il loro Paese. Nuovi rinforzi vennero inviati per fronteggiare la difficile situa7,jon e : il 26 settembre il generale Peyri riceveva, l 'ordine di partire con 5 mila uomini; in qt1esta colonna le- artiglierie italiane er,i.no rappreHen tate cla nove bocche da fuoco. Intanto il generale Vial, che già trova.vasi nel Tirolo, in eseeuzio1ie agli ordini ricevuti decideva di a.tta.,ccare gl'insorti con 1~ ime truppe, quasi tnttc italiane (8 mila uomini) . L'::~ttacco, a cui parteciparono tutte le bocche dà fuoco deìla. colonna, venne eseguito da,l lato ddl' Adige, con successo. La colonna Zucchi operava contro gFinsorti in Carinzia. e aYeva con sè 2 pezzi da, sei, serviti da 18 eannonieri. italia,ni , ma 11011 se ne poteYa ser, ire, non avendo modo di trascinare i pesanti ca nnoni su per le r:ipiclc montagne. Vovette perciò fermarsi a :Xenstadt ed attendervi altri riliforzi provenienti da Lanclstrup, con artiglierie leggere poste al comando del capitano 'l'arducci. Nel novem,bre una colonna Peraldi, operante a,l di là del· l 'Hcmù<~r-Wintel e composta cli pochi uomini, venne a trova,rsi in nwt difficile situazione, perchè assiliata dalle turbe degli in l=:Orti che, fatti !'lempre più audaci, si erano impadroniti di un ~oliclo forte e dorninaN:1110 la situazione. L'8 novembre Peraldi, ricorcla11closi di avere tra i suoi uomini del 2° leggero alcuni fanti che, n,vendo pa,rtecipato alle eserdtazio11i dell'artiglieria, Rapeva,no manovrnre i pezzi, affidò loro i due cannoni cli cui disponeva, che era.no rimasti senza serventi. Bastarono pochi colpi bene assesta.ti per far abbassare il ponte levatoio : gli Ifa,. Jiani poterono così. penetrare nel forte e sbaragliare il nemico. La, rivolta tirolese. continuò però ancora lungamente, e non pott:· ef'-~<~re domata, se non dopo la, fine della guerra con l'Austria. 1
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Gli artiglieri italiani nelle campagne di Spagna - Scarso impiego delle bocche da fuoco campali - Largo uso delle artiglierie d'assedio - L'investimento di Gerona nel 1808 - L'artiglieria italiana all'assedio. del castello di Rosas - L'assedio di Osterlich - Terragona, Sagunto, Valenza - Artiglierie italiane nel campo avversario - Bilbao - Il rimpatrio degli artiglieri italiani nel 1813.
La Spagna era stata sempr·e fedele alleata a.Ila Francia dopo ii 1795 e a Trafalgar la sua :tlotta. si el'a battuta a, .fianco della flotta francese: ma ciò non valse a, frenare la volontà di conquish:L - si dovrebbe dire : la necessità. di conquista - da parte di Napo'leone, che avevi:L bisogno di estendere su tutta Europa, sem pre più, l':rntori tà, della Francia e sopratntto di chiudere aU'Ing biltena i porti d<:!Ua PenisohL Iberica . Sullo scorcio del 1S07, ,Tunot occu-pava il J:>ortoga,l lo con un Corpo di venticinque nùla uomini. nel quale gli Italiani - specialmente Piemontesi, Genovesi ed Emiliani - erano assai più numerosi che neglì altri Corpi e facevano p:ute dei reggimenti (detti fra,ncesi) 31° e 3:t leggero. ~0° dei Caeciatori a, cavallo e l" Dragoni. Vanho seguente :Sapoleone costl'iùgeva Hc: F erdinando di Spa,g na a,d aòaicare e, FS giugno, proclamava Re di Spa,g na, il fratello Giuseppe, trasferendo a Gioachino Mura,t 1a Corona di Napoli, r ima.sta così vacante. Ma gli Spt~guoli. non pou:vano tolle1·are supiuamente tale imposizione ; e incominciava a,llora quella lunghissima lotta c·.he non doYeYa cessate verarneute se non n el 1S14, a,llorchè i Fra.ncesi fnrouo definiti va.mente cacciati dalla, Penisola Iberica. A qnesta lotta i soldati italiani parteci· parono con onore, e gli a,rti.glieri s i distinsero sopratutto nei durissimi assedi. , Dato il carattere- frammentario, si potrebbe dire atomico. della, settennale guerriglia, spagnola, non si. può che accennare ad alenni episodi, per 01·cline cronologico. 'L'impiego dell'artiglieria . specialmente quella campale, non ot.tenne ndle campag-ne cli Spagna quelln. cousidernzione che cbhc in tutte le altre giH~rre combattute cla Napoleone, che ap· -
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LA DIVISIO"'E LELHl lì\ l Sl'AG.\'.A
punto dell'artiglieri.a si serviva, per sfondare le .linee avversa.rie, rovesciare i quadrtLti, aggravare la, situazione del nemico iu ritir·uta,. In Ispagna null:1 di tutto dò o, almeno, ben poco: più va,· sto impiego ebbe invece l'a,rtiglieria d'assedio . Era, così radicata nei comandanti la convinzione che. nelle guene iberiche~ le bocche da fuoco campali fossei'o pr~ssochè iuntili,che, non di rado, essi :finivano per la,scia.rle indietro come u11 fastidioso impedimento . Per ci.tare sola.mente il caso più tipico, ricorderemo che il generale S. Oyr, nel trasferirsi da,i confh1i settentrionali della Catalogna nl centro dclltL regione, dovette a, metà Cì:bmmino ,far batti:tgli.a ad un numero superiore in forze, magnificamente postafo e forte di 12 pezzi di artiglieria, senza poter mettere in gioco un sol pezzo per l'eccellente motivo che aveva lasciato indietro tutti i suoi cannoni, come qua,n tità tra.scurahile ! L'a.rtiglieria, d'n,ssedio invece, come abbiam detto, eb be una sua parte notevole; e anche in Ispagna gli a,rtiglieri italia,ni. si distinsero, acquistando larga consid<~razione. Al principio del 180S viene i.nvi:1ta n Ha,rcellona la Divisione Lechi, aJle dipendenze del Corpo comandato dal g<::nerale Duhesme. (~uesti., il 16 Juglio, lascia al 1 generale Lechi il comando dclht città, e pa,rte per andare ad assediare Gerona, a.Ila testa di una. colonna composta di una .Divisione francese, di un battaglione napoletano, cl.ella cavalleria na,poletana e della ma,ggior parte elci cannonieri italiani, con bocche cfa fuoco, pure Ha.liane , spedi te da va.rie parti dell'Impero: 22 ca1111on\ obici, mortai (~ ennnoni da assedio. L'investimento viene iniziato dopo la presa dei forti Casanova. $. Luigi e S. Daniele : presso queste torri vengono disposte alcune batterie destinate a battere in breccia i forti Mongini e i bastioni S. Pietr·o e Santa Chiara. Il 14 agosto lè artiglierie dcJ forte Mongini, battute da quelle ita,liane, vengono smontate, senza però che questo successo abbia influenza sull'andamento clell' assedio . Visti inutili gli attacchi. con tro la città,. si decise <lì t ogliere l'a,sseclio a Gerona, e infatti, nelht notte da,l 16 al 17 agosto, · H Corpo di Duhesme, clopo aver inchiodate e seppellite le artiglierie, si ritirava. 105
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Intanto gli altri reparti chlla Divisio11e Lechi, che erano stati lasciati di guarnigione a Barcellona., ne era.no uscit i, porfa,nclo seco quattro ca,nnoni di vario calibro, un obice e due morta.i. Fu in questo periodo che, nel settentrione della 0 ata.logna , si !'ìvolse ] 'a,sseclio del Castello cli Ro::;as, .intrapreso dal , • Corpo <l'Armata al toma,nclo del generale S. Cyr. L 'artiglteria del R egno èFTta,lin, che faceva parte cli questo Corpo era quella della Divisione ita.liana, del generale Pino e si componeva di l compagnia a piedi, con 104 uomini e G pe7,zi, 1 compagnia, a, cavallo c·.011 G pezzi e un mnnero imprecisato di uomini, e 3 compagnie treno, con 256 eavalli. Coma,uchbva, 1a, compagnia a piedi il capitano .H.e1ny; quella a, cava.llo era agli ordini del ca,pitano Negri ed era.no tenenti 0i nl'llo squadrone oli ufficiali Neri ' Bag·b Beffa e Lirelli. Cob ' mandante in capo dello squadrone Clément. Il bastione a mare della, fortezza presentava nna larga hre<;cia, e il Olément consigliò, saggiamente, di p1:eparare e svolgere l'attacco da quella parte, ma ,n0n furono dello stèsso avviso il genera,le del genio Sanson ed il colounello d'artigli.cl'ia Dtmar cay. Si clovdte qnindi costruire da,l lat o ovt~st la, ba.tteria , che venn e fortemente provàh,, dai fuochi della fortezztL e della flotta . Il Conte Beffa si assu11se l'inca,ri co cli ripara rn e i <l:umi ~ Findoma,ni a,prì .il fuoco, di nuovo, costringendo gli Inglesi a<l a llont:11la,1·si dalla costa e facendo tacere su cp1el fronte 1:artiglieria spagnola. Ma orama.i si imponev:1 il piano del Olément, e le batterie di hrecda, cli in:6.la.ta e di rhnha,lzo, costruite dagli ufficiali Henry, Beffa, Neri, Lirelli e Baggi e quella primissima del l"Ov<~st riattivata dal capitano Salvatel'ra, ebbero ragione in bre\'C' dell'::Lccailita e valorosa resistenza, del colonnello O: Dally. ~l.'rad.uci1:Lmo, a ti !;olo cli saggio, un palpitante rapporto del c~:i,po -squadrone Clément: esso costituisce 1111 inno al valore• clel l' a.r tigli.eria. i tali a n a _ « La prima batteria che è stata costn1ita sotto il forte di Ro~HS ·è stata fatta, sott o la, mia direzione in una so] a, notte, quella stessa in cui la trincea, era stata aperta,. Al mattino, quando le
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I::LWIS::\10 Ul~GU AR'l'lGLlEHl l 'J'.·\l ,Ì,\;,,'I A BO~AS
navi inglesi hanno voluto prendere infomu.t¼io11ì sulle n ostre opere, io le ho salutate con tre mortai, il che le ha decise a rìtirarsi; e l)rirna che il giorno fosse finit o, sei mortai han no fatto fnoco s ulla pia,z zaforte . Alcuni giorni dopo io fu i ferito in questa ba,tteria dalle stesse navj ritornate a.Ila carica e che il signor Beffa ha fatto :fuggire dirigendo in mia vece il fuoco dei mortai. 80110 stato oltre ogni dire conten to del si.gn01· Beffa: valore, zelo, a.ttiv.ità, intelligenza., egli ha, tutto per essere un eccelleùtc 1.1.ffi.ci.ale. Iu questa ba,tte1·ùt un carn1oni.ere deUa, 9" Compa.gnia a piedi ha avuto la testa asportata; un brigadiere della. ComptLgnia a, cavallo, di cognome Rosato, ha avuto la gam ba fracas sa.ta, fi un a,l tro cannoniere a l:availo è stato ferito . Non parlo delle perdite che vi ha nno av ute gli alt ri Corpi . Le circostanze che hanno accompagna,to il caso del brigadi.ere R osato meri ta.no d'essere r icorchLte. Pacendo le funzioni d 'artificiere, egli erfL nel magazzino della polvere; una bomba cade nel mez1,o del rnagazzi no e cadendo tompe una ga,ml!a al R osato ; chi avrebbe creduto che egli potesse fuggire di là.? tuttavia, egli ehbe la, forza e la, presenza di spirito di t rascinar·si fuori del magaz7,ino <'l di gettarsi in una, buca cli bomba; ap_pena egli vi fu, il magazzino saltù sen7,a fargli altro male che alcune ,l eggiere scottature. Que~ t'nomo ha fatto irnpressioù.e j11 tutta l'armata, per il coraggio ehe irn- mostrato dopo il suo fel'imento . Questo coraggio che· tutti ammira.no ha, infl uito ·sulle decisioni clelF ufficia,le di Sanità inca ric,do dell' ambu.lanza : invece di fargli l'amputazione, gli ha l'imesso 1a gamba e si spc~ra, che 11orr r imanga. n ea,nche zoppo. « La, seconda batteria, la p iù difficil e cli t nttf~, grondaia di l;ombc, obici. e colpi di cannone della piazzaforte e della l\farina ·(Jngfose), è stata costruita. dal capitano Henry: otto giorni e otto notti sen7,a muoversi di là, n ell'acqua. a me7,;1a, ga,mba, n far portare la. terra , zolla, per zoJla, in un teneno pa ntanoso. 11: vero che nei primi giorni egli non poteva resistere di giorno nella btttteria . Questa, terminata, il ca,pitano Henry fu inviato con dne boC'.che cfa fuoco in posi1,ione snlla Fluria. I vi. dovette a, colpi di cannone sfondare hL p01·ta d'un campanile, sul quale una tren1'ilia di dispe1·ati, condotti. da un ca,ppuccino, s'erano r itirati, <' .donde facevano un fnoco micidinlissim.o. Egli vi perdette un
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artiglie1·e, ucciso, due altri :l'eri ti, un soldato del Treno fel'i to e tre cavalli uccisi. Il Sig. Gen<:!rale Mazzucchelli ha 1·eso a tal proposito ottimo conto della, condotta del capita.no Henry. « La terza batteria, è stata, costruita, dal capi.ta,no :Keri. Non è possibile d'essere più va,lol'oso, nè più attivo di questo ufficia,le; così dopo aYer terminato la sua batteria, egli fu in ca rica,to della costruzione della, ba,tteria di Orèche. Bisogna che io renélit a,l ca,pitano Neri Ju giusti.zia di dire che non solo non si può essere più vnlorosi cli 1ni, ma. che in qualsiasi maniera l'ab bia impiegato, non ho av nto che a loda r mi <.li lui. Questo ufilcia,]e merita d'(~ssere ricompensat o, e pos~o garanti.re che comanderà benissimo l111i:L compagnia. « Il signo-r Capitano Lirelli ò stato incaricato della costru½ione d' una batteria di mortai s nùito dopo la batteria di Orèche. Non ha potuto tennina1:la : noBa, notte <hl 2 al 3 dicembre il ne mico ha fatto 11-n a sortita dal fianco destro di questa, ba,tteria, fìa,nco che si era.- tr;:i,scun1to di protcgg<·!re, e il ca:pitano Li.relli è stato ferito da. o.n r;olpo d'anna, dn. fuoco _ ; la sua, compagnia ha. molto sofl'erto in questa, occa.sio1~e : nn Rergente e un artigliere fra. gli nf'cisi, tre cannonieri fel'iti; uno cli questi ultimi ha avnto sei colpi d'arma cla fu0co e nn al tro cl.oclici o tredi ci colpi di ba.ionetta,. « Il Sig. Capitano Salvaterra, a,cl<.letto a.i parco d 'assedio noli ba avuto batterie da, costruire: tuttavia il 3 dicembre egli coma nda.va una ba.tte1·ia, cli mortai. e in quel giorno ci ha reso un gran servigio: ha, cos(bene dir<~tto il fuoco dei suoi mortai, che ha ucciso un bomlmrdicrc del forte, tanto felice nel lancio delle bombe, che ra,ramen te rna,ncRva il suo colpo : ci ha, sba,1•a,7,zato di lui e àbbiamo potuto rtstal.1ìlire la hatteria, di Oréche, che quel homba.rdiere ci aveva quasi completamente sconvolt a. <e Il Sig. Tenente Hagp:i è rimasto sette giornt e sette notti in batteria sulla, riva_del mare con ehm pezzi cla 12 p.er impedire le comunica,7,ioni tra i vascelli e il forte. E gli era a, pottata cli mitra.glia ed è così ben riuscito. che ha interrotto tutte le comunicazioni : è forse lni che ha più contribuito alla, resa della piazza.forte. cc Il Sig. T1~nent e Beffa. ò stato aggiu lltO :1 Gll <.:apita no fran ·
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l. A ).1(;:\'l'JUUH.'11 E A u1-;1-: o:\.-\
Cel:ie pci· la, co::,; ttuzioue d i una ua tte1·ia : llla a, causa della debo · lezzu. d.eib salute del capitano elle n on potev..1 resistere ,L qua.ttJ·e; o dll<p1e g.io1·.11i cli veglia, il :,;ig. BeJ'f;,1 ù restato solo incaricato di qut111to occo1-rcva e S<~ n'è disimpegnato in modo che non ~i potreube lU<~glio e in mino1· tern.po di q uel che si sperì:Wa. K Oìl posso lodauni abbastanz,t lli questo utlici ale : pe1· la prima, Yoltu aJ i'.uoco, egli si. è condotto come un vecdiio soldato. Es,:1;tto nel :;uo :sctvizio, egli si disimpegua con ·zelo di tntte le missioni cli Clii si può incaricarlo. << .N on vi ho parlato del 1:,iguor '1.'e11eJtte Erba. Dura nte l'ass c.: dio era d.istnceato a l<'i.guera{-; con una parte deJia 9" Uompagnìu e l'h,J. ::,;cgui.ta, nella lli.n·ciu da 1"ignc.r·a1:; a, Hatce!J.ona . :Unra 11 t.c q uc:sta, mal'eia., do,·emmo pa::,;:sare ::-otto i.I. cannone del forte Osta-lri<:h e lJ,l!-;sarvi atlidati aì 11ostri pr·op1·i m e1.zi, non comp l'esi g li al't igl i<:!ri a e;arn,Jlo che m.arcia.vano insieme con b e:ava,llcria . Fortnnab.1mc11te incontra .i 1nw compttgnia di fa11 tel'i,L c he llOll ~-apeva clov<~ ancla1·e, la rinnii a.Ila Comp.ignia. di arti g lieria a pi edi e prendemmo posizion(\ 1;011tro u na sortita, clfretta cont ro la te~ta della nostra colonna. H.icltiesi dei volonl a,ri. pc1· 1·c·sping-en~ i tiratori 11e111ici che enu10 a me7..,m portata di fucile dn l pm1to :--11 r:ni. don~v.1 pnss.11·:~ la rnlol'inn. Ben pr·esto vidi prcsental'si il Ri'.;. E 1·ba che ~i m ise alla- J·esta dei volontari e con éssi n11d<'> nd attaccar e il nemico che fil 1·espinto. E così passnmrno fclkeinente. - (Firmato) : Clém unt J) . Qnp:-:to magnifico rapp orto fn sottopm~to al visto del Vicerè Euge1iio il 4 gi1Jgno 1809 (Archivi di Stato <li Mila.no, Goverùo, p . rn ., Militare, ca,r t . 8,3).
Alla fine del 180S le truppe franco -italiane nei Pirenei Oricj11tali. ti-a fanteria, cavn-i.leti a e a,rtig'li eri a,, co1np1·cndevano 97!)8 nomini , dei qtrnli 5121 er;;1J1 0 [ h tliani. Vartiglierfa ita.lia1m;t, COlll~llldatn. du,1 ca pita no Vil;a liaHi, aveva 1-n·cso vivh,sima, parte a.Ila, espug11a7.,ionc del for te di Moiltjouicll, nd1a, quale si distinsero specialmente i tenenti J)i uelli (~ Peruz-z-i . Kel "ISOD Ri ripf'ese h.tssf~dio di Ge1·ona ; e gli Ila;Jfani, giunti F<n1 posto il 24 maggio, occupn,rono la bassa e rnalsi.cura piana di Sal t. P rolungandosi h1s!'i,~cl io , ;,iltre L:·u1,pe, al eornando del ge -
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1792 - 1815 11 c1:alc SainL-Uyr, vc11nel'o invia.te a Gcrona: ne facevm1 p;,n'tc tl'uppe italiane clei geuel'ali I'ino e Pal omhini, con foi-zc di adiglieria , che si voseto a Lagoste1·a. La brigata italiana del generale Fontuna, che i:;i t to,ava a fi nn FeJiee Dc B ll ixols, ebbe l ' ot<.1i11e di impa,d1·onil·si, H 4 luglio. (li I'alamos. La colonna pai-tì il 5 con 6 pezzi di a rtigliel'ia lt•ggcra <la campagna. sen i ti da 40 uomini a ca,aJlo. Palamos c1·a, pn>tett.n ,rncl1c <ln, alcn ne IHtvi i 11 g le1:;i, ~on tro le q t1 a li i pezzi italia11i ugfrono eflirncemente : isi clistinf:ici-o in tale occasioHe il i:;ergente l>'Assenza e il c,rn11ouiere l'uvo11i elle ebbc1·0 nn parUcoJ.tre encomio . L'S l ng·lio, il g<.• 11e1·ale 8ain t Oyt, ostinato a ('Onquistan, Gerona, sferrò cont1·0 il fo1te un attacco in gntnde stile, al quale 1wesc pai-Le un a. <:oloirna. ih,hana. 1\!a l'attn.ceo fallì e le bn l,l.p1:ie italiane, sel'ia mente minaeciate nella ritira,fa,, a gran fatica ven ne1·0 poste in sa lvo. Lo sc.wco snhìto d nl Rnint Oyr clc·terminò il Comando Supremo fra·neese a cambiare l 'a::-sedio di Gerona1 in b locco . Tn tant,) la Divisionr Lechi. ridotta u F-oU 7:iD uomini , veniva sciolta, e le sne a r tiglierie i11(·01·porate nelfa Division e Pino. )e;
La pa ce éli Sc hoenlmmn segna , come si è detto, l'apogeo cl.elln potenza di N11poleo11e in Enropa _: ma non rit sce ad inlet· rom per e Ja, resiste11zn clellc popolazio11i iberiche cl1e, animate d a. un Proico spirito cli indi11<'nclenz11 , non ne vogl iono saprre del R e Oinse]ì]><'. 101·0 imposto dall'onnipotente Tmpe1·atore. e lot1·:1110 con In forza tlella. disperazione. Le r.r 11ppe francesi clovettero quindi continuare a sostenere una clnra, logornnte gnerrigJia a cui pm·t< c·ipni-ono attiYamcnlP gli I talia.ni. volta a YOlta comandati cl n l l,pd1i. da I Pino, clnl l\fa7,znc·chelli. chl Peyri, cl.al Pnlomhini , dal St veroli . Il 7 noYembre 1, 09, tremila nomini della divisione P i 110 ...-en 11 c1·0 invia ti. a prenclcre Ostelrich . cit tadina, poRtn p1·esso Ge1·011 n. l.' nrtip;linia, ita]inna. schi erata i-;opra un poggio , cooperò con efficacia all'i1iizio delle operazioni. .\ng-er<>a,u. s ncceéluto a, Raint O_y1·, str f'tto dall e insistenze degli Ha1iani , deciS<' l'attacco in forza, contro Gerona e ordi nò nl Gfnpr·a]e Pino di assalire la notte dal 2 al 3 dic-embre il sob0
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A USTI•:LIHCH E A TOI:TOSA
uotgo della, Mnrina. con patte delle sue truppe. Piccole fazioni e i-a,110 già state compiute in p1·ececlenz,t dall'airtiglieria itaHan,~ contro la città,. Un'altra brilla.nte azi.one degli Italiani contro il i-idotto della città meritava al Pino, come giù, per il sobborgo della, Marina,, l'elogio ufficia.le dd :.\la,resciallo. li 10 <litcmbre i1ttiue Ger011<L capitolava : a tale decisione contrib uì pure l 'azione stupc11cla svolta dagli .lta,liani nei due a1tacchi. dei giorni precedenti. l <'ra, i decorati della Oo1·0Ha di. iteri-o per le opcru,zioni svoltesi in Ispagna in htle periodo, figura il nome del maresciallo d'alloggio Varnini, appa.rteuente all'artiglieria. Fra· i decorati ùdl' Ordi.n e delle due Sicilie è il ten . co l.onne.llo di artiglieria 1\ Honso .De Paola,. Intauto si ra,f littiva l'investimento clèl forte di Ostelrich. Una colon na: di 3.000 italiani. con u,rtigliel'ia, comandata dal gencrnle )fa.r,rncchelli, partiva, <la.i dintorni. di Gerona per la via di Mallasqu ina. Altl"i 4.0QO uomini si unil'ono poco dopo e il 16 gt·1tnaio 1810 j)fnr.7,ucchelli incaricava, il capitano Vaccari del Ceni.o di i 11t<msificare le opera7,ioni. Alle fa.Id e del mo11 te ven 11e costi>uita. nna batteria ·cii mort::Li 1 <' hc il 20 febbraio incominciò la, i-ma, opern, contro il forte : ne.i frn ttempo le fo1·7,e i tnlia ne, che a,vevano a. varie 1 i prese avuto contatto con g-li Spap:nnoli, erano state in gran parte dislocate i11 altri. p1mti pe1· neeessit ,\ ta.ttir he e strategiche. mm furiosa, snrtita tentata da,gli. Spagnoli il 28 aprile venne respintfL dagli I1aliani, a,11 che con ) 'intervento delle artiglierie eoma,ncla,te dal (:u pita no Gins ti. che battevano sulla clc~stra: degli avversar i Un'a,l t.ra audace 8ortHa de.g li Spagnoli, h~ notte dal 12, a.l 13 rn.:igg-io, ebbe ef-Ho disgra ziato . Nel frattempo, fo tn1ppc~ italiane r icevevano a'ltre bocche da fnoeo; il ri setternhre a,lla, Divisione P igna,telli giunsero per via cli ma,re 2ò eannoni. cl i grosso calibro che vennero sbarca,ti a. :Mora, ; nel llOYembre gi nnse un nuovo rinforzo cli artiglieria. :Xel mese cli dicembre RÌ diede inizio ai favori per l'assedio <li 'rortosa, : si distinse speciR,Jmente 1'allo-rH, capo bnttaiglione, poi generale di artiglieria Ricd, di origine piemont<~se. Tortosa cadde il 2 gennaio 1811, dopo l7 giorni di a,f::f;edio (~ sei mc~i cli prepn,razione dn pa,rtc dell'esercito frnnco-itali:rno. -
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:Kel 1811, mentre SouTt con una parte <lell ' Ai-ma.ta mericlionaJe punta,va cla, Siviglin, su Badajo-z, <l' onde gli Anglo -Pol'Loghesi mi.nacci~Lvano le sue comunicazioni col 'l'ago e con Mndri<l, si impadroniva, della cittù, cd era poi i:iconfitto a,d .Alùera., è men · t~'(ò nittssena,, con l 'armata di ponente, entrava nel Po1-togallo, prendeva per assedio Ciudad-Rodrigo e Almrida., assaliva la po · sizione del colle Busacco tenuta da Wellington, si spingeva fino a 'l'orres-Vedras e, costretto poi a retrocedere, si faceva battere n, Puentes de Onoro, il generale Sucbet, al cui C01·po appa1·tene va no le formazioni i taliane, operava nelle provinde orientali, di stinguendosi nei memorabili. as8edi di Lerida, Maqninez, 'l\u-ra· gona,, Sagunto e Valenza, oltrechè nelle battaglie del Monser l'ato e di .Albnfera. In questa fortunn.ta campagna, che in qnaJchc modo com· puisava le ,u·mate napoleoni.che dei rovesci snbìti nel Mezzo giorno e nel Portogallo, gli i:taliani si segnalarono grandemeHi,~. Nell'epico a.ssedfo di 'rarragona, infaiato nel maggi.o JS:1 , le• truppe italiane erano comandate da.l generale I'c!yri, chP ilY<; Yn af-sunt.o poco prima il com:ufdo della .Divisione. Gli artiglieri Ha,· lia,11i era.no: 90 a piedi e GOO a cavfL11o; esclusivamente ..;fa ufficiali e solda.ti itaUa,ni <~rano manovrate le batterie G" e 7". Face vano un po' difetto le muni.zioni tantochè, secondo quanto 1jfe.. risce il p;enerale Peyri, << l'artigli eria, pa,g a ai solcfati. che conse· gnano a,l parco una bomba di i2 pollici, un .fra11co _; 75 e.ente· simi per quelle da, dieci, qua,ra.nta per quelle da otto. Le gra11a.te da 24, 1G e 12 sono pagate 10 cent. )) . Il 2'7 ma,ggio si svolse un'importa,n te operazio1w - la presa del forte Olivo - a cui 1xtrtccipaiono 13 pe1,zi ita.liani , i da 2-l, 3 da, 16, 4 obici e 2 mortai. Vi. si distinsero il capo squadrone N a,ta.li e il capita.no Fc ;'IL J11 1111 1·n,pporto ufficiale ò detto che, dopo la eonqnista, del forte, i!. capitn,no Beffa- dell'artiglieria italia,na « lo pose in' buon ·es sere e vi c:oma,ndò in seg1Ìito i cannonieri a presiclio )). · Alla, metà, cli gingno l'assedio era ormai 1:/trettissimo. Vi partecipavano 54 pezzi di artiglieria,, divisi in 9 batterie : la 16\ armata, di 'i cannoni da 24, 3 cla, 16 e 2 mortai da 6, era composta di Italiani al comancl'o del capita.no Li.relli e venne chia.mata dal nuH·esciallo Suchet battcr'ia del ·re cli R01na. Essa aveva il -1656 -
I, ALT/ ASSEDIO D.l '.l'AHRAGO.'U
compito cli battere la sinistra della, Lu11ett<L del Princ;ipe. Da questa batteria ittLlìana, alle 4 pomeridialie del l(j giugno, partì il segna,le del.L'attacco furioso. In breve, quindici dei 7(i uomini ddla batteria furono posti fuori combattimeuto, e fra, di essi il coma11da11te. La · breccia, aperta dai ca,nnoui ita,liani nella, Lunetta, clel l:'rincipe spianò la, via alle truppe che la occuparono qm1;Jche ora dopo, ed ebbe importanza decisiv;;1; per la conquista della città. Appena in possesso del forte, il colonnel.lo Hi.cci e i capitani · Spinelli e Beffa vi fecero una batteria con quatt1·0 lh~zzi da 2~b che, la mattina del 21, inizia.tono un vigoroso bom· burclamento preludente alFattacc:o cont1·0 i.I ba,stione San Carlo. l'\fa disgraziatamente saltò in arhL i.l m,,1ga7,7,jno cldk polveri, per cui peril-ono il capit~u10 Spinelli e 80 can nonieri, men tre altri 20 caclde1·0 feriti. Subito il eolonnello Ricci e il capHano Beffa si posero a.ll'opcra, in so:,titu7,ione dei caduti, e alla sera, n1ia, grande breceia era ,1pei-ta nei bastioni, facilitando così b presa della città, che a;vvenn e il giorno 24. Nel periodo dell'assedi.o di Tu,rragona - che fu una delle più 111cmor;1,biJi imprese tl<~lla, cumpagiht iberica - gli Italia,ui perdettero 2500 uomini: l'Artiglieria, olti-c ad un 1111111e1·0 rag- · guard.evole di rnorti1 ebbe a larneutm·e anehe molti fer iti, tn1 cn i il capitano Li~~elli, mentrn 70 cavalli v'e nneto uccisi durau1·e il trasporto dei pezzi. Il capitano Lirelli fu decorato eon la. Omo11a cli ferro. e(l il conte Beffa ottenne la promozione a capo-batla glione. Occnpa,ta la città,, vi rimase di guarnigione, con poche a,l tre truppe, la !)• compagnia di artigli.eria italiana.
11 genera.le Suehet intraprese aJlora, la conquista. cli Sagunto. A tal · fine, l'n.rtiglieria italiana, che nel fra ttempo era stat:1 invia,ta- a Tortosa,, dovette raggi.ungere la Divisione napoletan a l'eyri., insieme ::Ll resto delle truppe italiane; non solo, ma, venne trattennta anehe la Divisione SeveroH, che già. a,veva ricevuto Fordine cli ritornare in Italia; anche questa - che conta.va 204 artig-Jieri - doveva coopera.re alla presa della città. · All'attacco del forte cli Sagnnto marciarono la compagnia d'artiglieria eoma,ndata dal Beffa e un distaccamento di artiglieria, a, eava.n o guidato dal ca,pita110 A1essanclri, che erano -
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sta.ti a,ggregati u1le tr uppe napoletane illcarica,Le dell'opera.zione. A-11° ottobre i due uffi.ci..Lli suddetti si misero all'opera, alla testa di duecento ht,,oranti, pe1· costruii-~ uua ti-inceu . Il giot no 21 i :Xapoleta.11i occupa,t ono il forte di Oropesa, dove pia,zza_rouo forti baLterie per battere la città. fotanto YenivtLHO inte11sificaudosi le operazioni soLto Y,L· kuza.: ul 3·1 dicembre 1811 ::;i trovn vano c.:olài, ncll'esel'cito assediante, 40:i uomini fra artiglie1·i.1 e treno. Il 1° genn,:d.o Hì.12 ve1111ero inizia.te le opere <li scavo pe1· le trin<:<'l' e per costn1i1·e 1e batterie. In breve ìl- 90 te::;e '(170 metri tirca) 1lalla ci ltà se ne pose1·0 cinque, e due vem1ero rapi damente poste ad a])p<'na GO tese (JFi m. circa). Ta,li b,1,tterie, per mclà i talian<>. inb:iarono un fuoco così intenso eù eflicace. che dopo 1:1 giorni, i l 13 ge1111nio. gli Spagnoli sgombrm·ono la città , e il giorno sncce~sivo vi entra rono le truppe Yittoriose. · Il giorno 1, il colonnello Schiassetti, con una pi<:cola col(lnn,L della quale faceva parte un distaccamf!nto di ai·tiglieria, a cavallo co11 due cannoni, agli Ol'dini clel tenente Gazzotti, partì per Tor tosa, per rip1·pndervi gnarnigione. I11 seguito la llivisio11e di Scveroli ebbe l' ordine di espugnan• Peni scola, difesa da oltre I 000 Spagnoli. T! 28 ge1111aio ·1e a1-tiglierie it:i1iane comin ciarono i1 bombardamento che durò 8 gio1·11i. Il IO febb1·aio venne a,pel'ta una trincea, in cni. poco dopo si installò una battel'ia da trincea formata di 10 pezzi. Im pl'essionato dal numero e clalì'effi c:ienza delle bocche da fuoco Ha Hn ne, U comandll,ute clel forte clecise di capitolare e. il 4 febbraio, la posizione venne consegnata alla Divisione Severoli. Come si 1\ detto. la m.nggior pa,rte delle truppe italiane in l8pag11a militava nrl Corpo di S11chet, ma non mancavano gli Itali,l ni anc-J1c• neg-li altri Corpi francesi <Jmamentc lottanti 11c·lla penisola iberica, : ')ll f\J e là. si trova.vano o,ncbe minuscoli 1melri cli arl.iglieri. i qnali trovarono modo di. distinguersi. PN· esempio. a.llorchè, nel gen·naio lSJ 2, il generalissimo inglese \Vcl1ingfon attaccò Oiucfa,d-Roclrigo, precedentemente conqnistata <la Masscna ed ora t enuta dal generale Bari-ié. il <'apitano Gaetftno BEwti.ni. comancla,nte l'artig·lieria ausiliaria agli ordini de1 niwrié. cooperò g·agliarclamente alla breve ma eroica resi:::;t-cnzn, e fn ferito ad un occhio, che perdette. -
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lt' il!. 3.57 . TI OC'n<'m le :lt' ilippo S C'YOroli.
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Nella V campagna) all'a.r tiglierhL italiana della Divisione italiana, Beveroli (che era, tutta, frazionata, per pi.ce.:oli repa1:ti, tal uui dei quali i11 colonne mobili, e<l alt1·i in p1·esidio di città) 1:,1 unì quella della. Divisione del Gen. 1.>alombini, che aveva sostituito da poco il Gen. Peyri : si trattava di un manipolo di ca,nnouieri a ca va,l lo comandati dai, tenent·i Erba e Covich, ma ... senza pezzi) avendoli il Palombini lasciaiti con la, sua compagnia, (li c,rnnonieri a, piedi in Sorfa . .lluniti in seguito di due cauuoni per ordin e di He Giuseppe, <ruei pochi iuti.glieri itali.anj fecero bravamente il loro dovere nella ea,rica di Makalaoudn, ; R1·ba, Covkh e i loto nomini lavornrono febbrilmente di scin,bola e contribuirono etlicacemente alla vittoria dei formidabili dragoni. A questo punto ent1·u,110 in iscena, nella peniso la, iberica, altri artiglieri italiani militant i in campo opposto, cioè per gl i Spagnoli, e.:ontro i F rancesi invasori. Infatti, n ell'agosto del 1812, avendo gli Inglesi dec:iso di mandare in Bpagna, dalla, Si· cilin, nn piecolo eserdto agli ordini clel generale l\fa,i thwcl, Re Ferdinando, a sna volt.i,, ordinò che 111u1,, Divisione di truppe partii;;sc insi(~me con quelle bi-itanni<.:he. Tale Divisione aveva, una, fo1·za complessivi:L di 2000 nomini, quasi tntti na.poletani, e comprendeva nna, ba.tteria di a rtiglieria , a1 eoma.ndo del capitano (fonia. Imbarcate queste truppe i1 14 novembre a, Palermo. il giorno dopo il convoglio veleggiò per la Spagna; mn fu nn viaggio molto bmTnRcoso, tanto che nna, parte dei ba,stimenti fu 0bbligata, a ritornai~e in Palermo e non ne riparti che nn mese più .tardi. Alle truppe anglo -napoletane si nnirono quelle di d ne clivisioni spagnole e, tutte inf'-ieme, presero il nome di « eserrito combinato>>; l'artiglieria di Jle Ferdinando, costituì mezza, brigata con G pezzi e fu impiegata, nntnra1ment<~ in t ntte 1c' snccessive opera,zioni degli a,l lea.ti. R.e Giui-;eppe, intant o, a,venclo deciso la, ritirata clell'eserdto s11 Madl·icl, disporrnva le sne tru])pe attorno alla, città, collocando ]·artiglieria italiana, agli ordini. clel eomanclantc Beroa.1cli, a La~hojas. Poichù g-li ..\.llglo -Portoghei-i cli W(~Jlington avanzavano, il ~
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a.ista.c.:c..Lllle11to si poi-tò a, Pardillo, mentre un alLro clh;tacca llleuto (Barberi) si ac:campiwa, a La,sb.ojtts, dove veniva u,tta,eeato dai nemici che furono respinti. Un ca.ratteristko episodio sì svolse il 4 novembre. Davanti a,l foi-te di B. l < ' ilippo cli Balaguer si ptesentarono 1000 8p.:L · gnoli, agli onlini del colon11ello Villamil, ves ti ti con le divise del 5v regginrnnto i.tal.i.ano, che avevano trova,t o l'anno prinm nei maga,z:d.ni di ]'iguernz. Così camuffati, gli Spagnoli poterono avanzare :tino alle porte del forte, ma qui furono riconosciuti dal sergente dell'artiglieria, it::~liana .Agostini che subito ordi.nò il fnoco, mettendoli in fuga. Il 31 clieembre 'l'arragona., occu pata dalle truppe del gene rale Bertoletti., venne attaccata vaname11te dal nemico: unico danno, nn cavallo 1'erHo, appartenente al ·sottotenente di arti· gli.eri.a italiana Mauri. 11 :orn,resciallo Suchet, in nn rapporto 27 dicembre, dke che il 18 dello stesso di.cembre, avendo il generale Be1·toletti affi · data, la difesa qi Tarragona ;;1,l colonnello Bellotti, questi fece 1rna, 8ortita brilla.nte con le sue truppe, fra cu·i pochi artiglieri che rna,novravano nn pezzo tfa 4, e ,respinse e ca.tturù buon nu mero di nemici. Nello stesso periodo l'artiglieria, del Severoli, che il 25 clièembre si trovava presso Umunia. co11aborò efficacemente a respingere un a Ll'acco spagnolo sferrato in grande stile. }Ientrc 12.000 uomini venivano spediti da,l la Spagna in Hn ssia., -a marcie forzate; pce portare ainto a,l pericolante ImperH tor(~, una, colonna comandata dal Suchet, composta in gr;.111 parte da Italia,ni, fu. destinata, acl attaccare 1'11 aprile 1S13 le forze spagnole clel generale Elio: questa colonna, composta cli lG battaglioni cli fanteria fra,ncesi e napoletani, 12 ·. squadroni di eacd1;1,tori italiani e 12 bocche da, fuoco, pure italiane, doveva attaccare ]'avversario a,pposta,to a Yachlfa. · In segrrito· veni va. deciso l'i.nvestim cn.to della piazza cli Bil · bao, e il 4 maggio si inizia,va,no le operazioni. I tenenti cli artigliel'i.a, Pn.cehfa,rotti (morto poi in Catalogna nrl l82B). Brba e PeruzzL inoltrandosi alla, testa dei canJ1onieri italiani a poca cli.stanza delle mura della città, vi ponevano akune batterie secondo 1e indica.r,ioni loro fornite dal ca· -
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pita110 del Gen io Yarnni . •\I rna tli110 de] !) le batter ie i uizia1·ono jJ fu oco contro la, ciLtiL, i:m1 onta11do parecchi pe½zi rnm1ici. n altro a ttacco p i ù decisivo ,·ellne sferrato il giorno 11 e nello :--tes:--o gio1·110 hl, piaM,a veniva. c:onq nista.ta, per merito special· rnente degli Jt,llia ni <"11e, Ya li clamentc sostenuti dal tiro dei 1w1,1,1, i,;i era no lanciati impctnos:nnente all' n,ttac<;o . In seguito a1l' avve1rnta i n,,asione strauiera in lta.lia, il Vicert\ il 18 ottob1·e 1. '10, richiamava in p,1tifa le trnppe italiane c·he. alla loro parteur,a, furono salutn le da un co mmosso ordine del giorno del r.ornarnlan tc delJ' Arrnn la Suchet . In tale cJcca· . io1w ri toraarono in Hnlfa 200 nomini , tra, cann onieri e soldati rlel Ll'eno. Son 1·is11lfa ch e rimanei:;;se1·0 in Isp::i,gn a nllre fol'r,e italinne cli artig lieria.
13. Gli artig lieri italiani nelle campagn e di Russia del 1812 e di Germania del 1813 - Il contingente italiano di artiglie ria destinato in Russia - I primi scontri - Smolensk - Napoleone distribuisce le insegne della Corona di fe rro a i valorosi combattenti italia ni · Alla Moscowa - Il colonnello Milio · Malo jaroslavetz - Borodino - Il passaggio del Niemen - Il disfacimento dell'Armata. Le ostilità in Germania - Lutzen · Konigswartha e Bautz:en nelle relazioni de l maggiore d'artiglieria Armandi - Rapporto del gen e rale Bertrand - Il caposquadrone Neri - Il blocco di Danzica - Le ultime battaglie.
~ ell'estate 1812, men t 1·e pe1·dmn va l'atroce guen·igli:1 in Ispagnu, K apol oonè iniziava la tragica spedizione di Russ:a, commette11do a,H<;or:1 un a Yolta l' ei-rol'e (for i-e reso i nc_•vi!n bile cla,lle complicazioni p olitich e e diplorna,tiche) di volei· contin nare r1 battersi contemporn,n eainente sn fhrn 'l'l'onti <·oi-ì lon tnni. .Nn tnrnlrn ente, poich è la campagna in Russia era, conrnnchlta dall'I m peratore, era la più i.mpo1·tante e richi edeva, fone enè>l'mi, egli non f'a<:eva c-he 1·ichiaruare !'ìOlchili da tutte le ptnti: ed <\ in qne:-.to p el'iodo clie gl'Ita liani died<~ro a,l Còl'SO il massimo contributo di valore e cli sangue. All a, fine d el gmrnaio 1S12. l'orgu,nizr,nzione della, Gl'nnde Arnrnla ern definitiva mente deciF;U . Secondo le istrnzioni impa r · tite il 2 gennaio al clirett01·e clell' AmmiJ1iRtrar,ione clrlla G1wr· -
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ra, hL Gnt11cle Armata doveva essere formata da 4 Corpi d' Ar,;·1 ata , olt1·e a d un a l'iserva, di cava,lleda, divisa in tre corpi, una gJ an de 1:tserva lUnardia Imperia le), u n parco genera.le, equipaggi da po11 te e d'assedio, trnppe di Artiglieria e Genio, Jl 1(j dicembre 1811 l' Imperatore maudò a l Principe Euge1,io gli ordini per la formazione del I V Corpo, o Corpo d' osser -
vuzione J ; i:talia, che doveva esser e formato da tre Divisioni : fa 13", 14", lG', quest' ultima composta di t ruppe del Regno ita-
li co, ;J,gli ordini del generale Pino . '.l'ali tr uppe dovevano essere pronte ad. entrare in campo nel fo bbra.io, per valicare le Alpi, al p1-imo cenno dell'Imperatore. L e truppe di t~r t iglieria. venivano concentrate nelle seguent i fo1·nrn 1,ioni : Divisione Pino : 4 Compag11 ie d' artiglieria. r eggimentar-ia; .;. Compagnie d.'ar·tig-lie1fa, a, pi.ed.i, l distaiC:ea mento operai: Co Jun nello Millo, Ua,pitano Fenari ; l Compagnia di artiglieria a c,1val10 : Capitano Portis; 2 Compagnie del 'l'reno di artiglieria, : Tenenti Calori e Vaccari. J>i,i;ision e d ello, (h 1,a1·dici R ecifo: Comandan te L<~chi, 2 Compagnie di a rtlgli.er ia, a piedi ; 1 Compagni.ili di artiglieria a ca.vallo : Oaposqnadrone Olément, Caipitani. Mi.serocchi, Conti e Mercastel; 2 Compagnie del treno d'artiglieria: Capitano Corbetta; 3 Compagnie d'artiglieria reggimen taria. · <:.ìnesta. a r tig.li eria cJie fa,c eva pu,rte del 4° corpo aveva 58 pe½zi . Ort;,n J>ci-rco : Corna,ndantc l\fa,g gior e Vives; Capohattaglione ,\ ngelo Colli; 2 Compa gni.e di artigìierin a piedi : Capitani Capr·iol e Pirovano : i5 Compagnie del treno d 'a1·tiglieria: 'l'enenti Bru gère, Ohepy, Noschi, Moretti e Mariani; 1 Compagnia di zappa.tori : Capitano Liberati; 2 Compagnie di pontieri: Capitano Pirra e Bonifaix; 1 Dista,cc::1iment o di opera.i; 3 Compagnie cli equipaggi con cavalli; 6 Ooru1x1,,gnie cli equipaggi con buoi: Capita no M:a:ffei. Anc~he a Napol i, nella p1·i ma n mt dd 1812, si anelava :formando nn Corpo di t ruppe ehe doveva congìnngersi alla. grande Annata. Il 21 aprile 1SJ 2 Murat le passò in r ivista e affidò il comando della Divisione al Generale Detrès. Vi erano 3 battn-ic di a r tiglieria,, di c ui una a cavallo. -
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Ma, pochi giorni dopo l'inizio della marcia, poichè il governo di Napo1i ebbe fatto notare a quello di Francia che, dal.a fa. pr-esenza degli Inglesi in Sicilia, lo Sta,to napoletano poteva eo11siclerarsi eontinua-mente minacciato alle froni'iere, a Parigi si conven ne che non fosse opportuno sgui1rnido di quasi tutte li-\ truppe e pttrecebi reparti. ebbero ordine di rientrare i n Napoli. Dimodochè, alla Divisione non rimasero se non sca,rsissime forze d'artiglieria., cioè, precisamente, la sola eompagnia a cavallo, che era così composta : Stato Maggiore : Caposquacli-one M. V. :Pil<>n; Chirurgo : Giuseppe Gilla1'd; Capitani: Prospero Kesner e Giuseppe Oottherea ux; 1'enenti: .Battista Simon e Vittorio Lassus. Complessivamente 6 ufficiali, 82 soldati, JOG cava,lli. Procla,m.ata la, guerra èla, NapoJcone il 22 giugno, b Grande Armata incominciò le ostilità. Dopo lunghe giornate cli mar-c.ia, in a,va,nti, interrotte solo da piccoli scontri insignificanti con reparti russi, le truppe italiaDe si trovarono di fronte l'esercito nemico, a, pochi chilometri da Ostro wno. A11e 10 antimeridiane l'a,rtfgli.eria, della O nardia R eale italiana, prendeva posizione ed inizia-v a un rabbioso duello coi pez1.i. anrersarì, permettendo così alle fanterie di attaccare eontempora11eumente le ali nemi.che, che avanzavano dr~ d<~sl'ra, lungo la, frwina, e cfa, sinistra per una selva irta di bnrroni scoscesi. Il violento combattimento termina.va solo a se1·,1 , con pieno· successo, dellè truppe della Gra,nde Arma,ta. Tra gH ufficiali che in quel giorno si me1·ita.rono nna ~itazione, tre appartenevano all'Artiglieria : Conti. i\farca,stel e Fortis. N<~l niese di lugli.o la. T>ivii:ijo11e :napoletana, che, come abbia,· rno detto, in seguito ad un soprnggiunto ordine di Na.,poleone, era rimasta in gran parte in Italia,, poteva fin aln~ellte otte1rnre cla1l'Impera tore il sospirato orclilrn di raggiungere la, Grnmfo Armata. U11 mese dopo le fone (Ìi Art.iglierb giungeva no a, Danr,iea e venivano poste agli ordini del cornanclantc dell' .Artiglieria di q uelln. piazza. Il 24 luglio a Korpowieze, l 'Imperatore, co1ne giù aveva fotto itd Anstel'litz ed a ,Vagram, r iunì in nna sola, batteria di 70 pezzi la migliol'e sua. artigliel'ia. e chjamò a farne parte a,nehe -
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A KOHPOWH:ZE, S.\!OLlili'iSK, BIIDLOI
fli.ll'lc clell ' Hl'tigliei-iit delh1 Guanlia HeHlc ltalbna e della Divi-
i,;ivne Pino. Quest.~ hattf-'1·ia. inol tratasi iu tc!1·1·e110 1·0Lto e inalagcvole, si trovò, per l'improvvi sa e disor<liHata 1·itir,1ta delle truppe d "avanguardia, in serio pe1·ieo lo; ma l' ;1rti.g:lieria dc>lla Guardia, Ital iana, spi.ntasi ::tYa11ti, da acc.oneia posi½ione f:~prì 1111 vigoroso 1110(·0 sui Hussi e ristabilì l e sod i fa vorcvoli della baLlaglia. I nostri l·a1rno11ieri si fecero il Hrnssiwo 01101-e: Ycnnero <:itali con disLi11zio11e il colonnello MUio. (01·i11pi:;e, i cH pitani Fortii:;, ìl'[al'· l·a:-:te] e Conti.
EcJ 01·a, i:;ia,mo da,ya,nti
~rnoleu:-:k, tlifoi,;,L d,dl'ei:;e1·dlo tli 1:,11-da,v . Oiù "I\apoleo11L· l'icorni11 cia ad illnth•1si di potet 1·ealiz¼;u·e, finalmente, la t.wto so:-:pirnta hai-taglia in c:;1111po ape1-to, i:i cu i il suo geuio manov1·ino .1vrt;l>l>e fadl111 e111"c 1·ag:i0Hc dei mediocri generali avYe1·Sàri, m:1 ben pt·csto deve accorgersi che H 11 <·mico . i man tiene ril n t.tall te e cer<:a solo di storrn:n·e 1·nt.tc11 · zi OllP dei Francesi per dare ngio a Brngatioll di porta1·si è1 l\foil
};(·a c:ol 1·esto dell e trnppe.
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Corup1·csa l ' impossibilHù del deside1·aLo c-ornbatti.rn<~nto, 1·1mpera.to1'e c.1,ì, 01:di11e di asR,tltare i sobbo1·ghi. I l"eggimenti, nella maggior pa1·te italin ui, si gettano nell ' azion e con mirnbile valore e, nonostante la strenua difesa dei Ru1ssi, ve1·so Rera i posti avanzHti sono occupMi. Quando incomincia a scendei-r la i1of,te, fo Divisio1li nemi<-IH' ha l.!ono i11 l"itil'a.t;i,, menh·e le nostre m·tiglierie s,manLellnno µ:li ultimi ballmrdi cli resistenza. Il Risfrma clifcnsin, adot.b1to dnl nemico r enclP perplesso :\f:1 polcon(' circa l 'opportnuità, di contin uare la marcia sn MoRC-n; e la sna esitazione si agg1·nva in Reg11ito alle notizie che gli. ginng:ono clallP Arnrnlt <l'ala . , <·mb1·,1 inflitti all'TmpPtHt01·c> r.he . ta uto n destra quanto n Rilli strn . i p;l'nerali non a,giscano rolJ'p11Ngia e con ln celel"ità ner·<'. sal'i<> . . \ nd1e in qnes t i fnigenti i :;;olcla t i italia 11i. nei com bn.ttime1tt i <H Go<lodectchena. Bieloi e<l altre ·località, si dimostrano infiammati cln. 11110 Rpirito militnre che 11011 conosce dnbbi e non misu ra pericoli. i\fe11IT<~ la niviRio11 0 Pino. cloro In battaglia r la, pl'<>Ra cli Rmolcm:k. Ri m etl'eva in marria vPi-so MoRra, nnmerosi altri
l'Ppart.i rj111ane,·n110 accampati nttorno a q11Plln ci.t.bì. Tl 21 rigo106
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Rto ràpoleone volle onorare di una sua vi ita le truppe italiane.
e al termi11e cle ll ' ispez.ione, prohattasi fin o :CL notte, distribnì ai Yalo1·osi che più si era110 distint i nella p1·ef'.:a di Rmolc11Rk le insegne dell A. Oo1·ona, cl i fel'l'o. · Dell' Artiglicl'ia. che eflkacernente avevn, cooperato all'az.ion e, vennero onoN1ti: Rezia, capitano. dell 'Artiglieria r eggimenta le clei Gra natie1·i: ùol'bett.a, capitano del treno; Drivio, tenente del treno : Ace1·bi. maresciall o d'alloggi.o, e ìHoro , solda,to . Alla battaglia della l\loscowa, il 2 agosto, l'artiglieria a cavallo , portatasi a,l galoppo sulla fronte di batt,Lglia, appoggiò. . efficacemente col suo t iro gli a.Uacchi del ter:r..o reggimento dei eaccia tori itali fmi. E poi.chè i Rm,si, ritirandosi, deYastavano tutto crea nd o ostacoli d 'ogni sorta. n,ll 'avanzat~L delle truppe 11n,pol eonich e, il colonnello Milio fu visto afferr,lre una pala e, Reguito ed imitato subiLo dai. ca.pi.t,rni Fcnarj dell' Artiglieria e Liberati del Genio. clal'e l'esempio agli. altri aprendosi la sh·11da. pa sso pa:-so. Alla battaglia. della Moscowa l'artiglieria della Gua,rclia Heale fu portata in fretta , da1 comandante supremo dell'artiglieria del 4° corpo, generale D' An t.oharcl , a ha.tte1·0 col suo fnoco la 'econ<la linea del Paskiewitz che aveva ca cc.iato l1alla. 1·idotta, il :30" r eggim en to :fa.11teri11 fra,ncese e lo iuseguiv~L con la baionetta alle r eni. I nu ssi, sorp1:esi così dal tir-o preciso <'<1 effic.Lce clcgli artiglieri i taliani, dovette1·0 titirm·si nella 1wopria, 1·idotta. E quan do la Gu::u·<lia Heale fo coHa cU 1·0,,escio e.la un COl'po elci Russi mentre m:n·ci11va ,1cl un definitivo asf'.:a,l to cle lle 1:iclotte stesse; t ntta l 'artiglieria, italiana ent1·ò in azione; e q1wlla, della, Guanlia Rc~alc, menh·e con pa1·te dei suoi. cnnHoni i-egu itava n battere 1e sclli cre di Pai-ldewitz, Docto1·ow e -Te1·moloff, l'ivolse inc1ie tro alcnni dei suoi pc!zzi, prc•11den clo pa.rte anche a quel combattimento. Si distinsero nuova mente il Milio, il Clérncnt, il Conti , il Fenari , il capoba,ttaglione Colli ehc fu Lll'O· mosso mag·gfore , il ca pihtno R czia dcll'artiglie1·ia. r eggimenta1·ia, c<l i cn,pH.a,ni Oapriol e l?irov.1110. eomanclant i le du e compaguie il pkùi addette a1 gr,rn parco. Il G settembre, pe1· orcline cli Na,poleo11 e, veniva. i11izia.tn h1; -
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L'ARTI GLIERIA I'CALTA1'A A UOIWOINO
marcia verso Bol'odi .110. La Gra,nd e A1·rnata c1·u diYi:-:a in ti-e tO· ]onne, coli :Napol.t~one al cc~nt,l'o; f> g-li Jh1lhrni. solto il (·0111anclo di .\{m·a t, 11e foi-rna,vm10 il lin11co sinistro, menti·<~ al fianco de:,,h-o stava, un'alti·a colonna, agli ordi11i clel priu<.;ipu l'ouiatowski. Alle·quattro ciel pomeriggi.o .\lurat i1Jizi1trn. so:ste1111to dal ro bnsto ruoco <]j 111·Liglicria, 1·..1ttnc:l'O t·on11·0 Kol,,·<,1·11 . !lupo aspl'a lclla, 11trnttto pezzi riuscit-0110 a. por:,;ì i.11 ba.Ue1·i11 e co::;l, 1;0] va · lido ainto delle artiglierie, la posizione venne co11quistaLa: i RuRsi , rilirandosi, :1bbando11111·ono 12 pez;,,i. Alle ~.HO del mattino del 7 sette111b1·c si iniziò Ja ba1·tag1ia cli Hotodi110 . .\imu.L a ttaccò pl'ima, 1.;011 le arti.gliel'ie del \ 'i.ccrè, f! poi eon le alt1·e fonc, direttamente, la. J.ocafi.tà,, come da,. c·,'' PJ·e:s:so onli11e delJ ' Imperatore . Del co11 legno dei ca nnonie1·i ita lia11 i a Horodino pa1.·la, un tei;ti.wo1 1e oculare, il De Lu ugie1· : cc Non ho ter111.i11i. s1dikienLi per cspl'imen~ e rappresen t iu·e· i! contegno venuuc11te 11obil(' ed c1·oi co di qne:-:ta bl'iga ta.. I tall ·· noniel'i Halia11i, <:o rmt1 1clati (!._il bravo i:olo1111 ello Millt' (clie in. ogn i i.rn:ont1·0 chwu scmpr-e le più ,Ll k rip1·ove <l 'ull c>roico Ya lcre), me1tt1·e sei-vi\';1110 la, bal·teria, bcn:._1gUant1-: J'a tta (;cato l'idotto, appln.ud.iva,no g-'ioios1L1JJente a (Jnesta virt uosa condotta,. ed ,wima,ti di un egua,l e anlote 1·,Hlt1oppiav1:1110 t· o11 ogni. opera•. i loro sforzi , per sec·o11clo.1·e quella glo1·i.osa irn1wesa. « )1a ht linea. del genera.le no11:11ny, a misura dic si aYaJJ ;,,ant, diminuiva visibilme11te. La mitt·..ig'li,L t1·oncav:1, strito 1.t,a, e se(;o :1spo1·tan1 j membri sp,~zzu Ii di q11ci prodi. Essi morc1Pvano la polvc, fremendo, e moriv:1.11,J, gddnndo viv}1 l ' lm11 etatore. I snpel'stiti subenLranrno inttcpidi rn~ll<~ sgomi11a.teffle1 e con serenità imper turbabile prn~eg-nivano a 1·esfTingere· gJi ordini dal lato della ba11di.era che sc•1·,·iva 101·0 tl i g uida, ,, . A n cOl'a quando i;;uona l'ora :-:n p1.·c>ma clell:i battaglia, cd i. Hnsisi cmweutrano iu uno sfo1'zo p:·01ligioso l'<'strerna, difesa ecl offe::;a, ,llla eavalle1'hL avversal'ia, del S:n,·n roff e tlel PJa toù' l ' a1·t.igli.eria itn,lin.na, la.sciata scope1·ta dalla 1·<,fro e(•drntP clivi sio11e élrl Dclzons. fa fronte con hra vnra e pel'izia <' si dift>11cl e anche :1llc spalle senza cessare dal fno co. t n ncora il Colon nr llo )lilJ<> <'lw. nell' infmiare dell'aspro c·ornbn.thmcnto. dirig-e ·1e ope1·ar.ioni <lei i:;11oi val01·osi canno11i0Pi i qu,ili svolgono mirabili nzio11ì -
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1792 - 1815 latridie, g uid ufi 1111icame11tc dalia sagacia tlelJ'intuitu e condin"·lii cl,1 liii ,llLii.,si1110 k<·Htirnentu mi litaJ·c. Talmente fitta. è la, mil:;chia che il Vicerè Eugenio, prop1iu menl'I"e ac:corl'e kull e posizioni <lell'.tt!iglicl'ia, è costr etto .;i ])Ol'si i11 sa lvo nCI qu.1dl'u.lo di 1111 coq _)o di fontei·ia, anche <':-.~·o i'oi'111a l·o in g·,·a11 )lHJ-te <li l ialia11i. i qua i i. uno <:Ontro tlied, d :f<'n (lono sroicam ente il Joro <l nee. Irnpa,·idi, tranquilli, l>t·o11zci, gli artiglieri pro,cuienh cla 0~11i l'egforn• della 11osl'n1 J'euisola, e pQ1·t.1.ri ln~i-.lÌ n <·ornbat.ti,1·p e a, moril'e pel' una, cn,usa a cui sono estranei, sosteng·ono l'impeto della va loros.L cavalleria 1·ussa, in una lotta epica, fino a l
BOpl'aggiu11ge1·c cl cJla, G uar(lia, Rea.Le italian a che respinge defini.tivamcute il nelllico. ~<·1 l.mlo m<·1·iggio la uattnglia volg<' a l tcr111 i11e e 1e t.n1ppc t1'Italia ki riposano nelle I)Osizioni conq11istate ; ma l ' Artiglieria, <·orn c fu l<.1 p1·ima ,1<l enll'arc in t1zio11c. così cessa per ultima d.nl c:on t.1·ohattcre Jc dispe1·sc 1.JatLl'l'ic avver:sa1·i.e . n g-iot·n o sueccsRivo . .~ scl tcrnb1·c. giunge sul campo di bat b;glin cl i B01·odino la Divi sion e I'ino che, 11ei gio1·ni precedenti, ,L,·ey:i C'n111rniw1to a marcic fon~atc, pcl'cor·i·t_;n do 40 Era. al g'io1·110 . . \. :1.Iosc,.1 , il !) ottobre 1.S12. il ~enerale LcC"hi, fil'mnndo la ~ituazio11è giol'lrn li.rra tlefla Guardia R en le italfana, postma, : << La Guardia italia,na, trnnne le perdile avute alla battag-lia <1ella )foscorn. arrivò alrantiC"a capitale dei moscoviti con bevisRima dimin11½io11<· cli g-e11 te . T,'Arl-igliel'ia el'a completa sia i.l i 11omi.11i C'hc> cli raynlli ccc ., ecc . >>. Dopo l'c11trnta <lellP truppe l' dell'lm.per11lorc a MosC'a (13 sptfe111b1·1•), lii Divisione italiana Pi110 si stabWv11 a P etrowl-kOil', dove venivn, più ta1·<li J"nggi11nta dallo stesso N:tpoleonc, <·o;;tn,tto acl ,1hbandonare il Krcml in o. a, ca,11sa degli incendi l1inimp,rn ti da ogni la.to . In qn<~Ila stessn n otte ~apo leonc asRP, grnì al C'01·po itnliano l'inC'arko cli apr ire la m~n·cia veT'NO Pietrobnrgo. Reparti ila1i,1n i ,wcvano intanto avuto l'incarico cli mante1w1·si c·o~tan te men te in con la tto con le retrogua1·die 1·usse. nrn r d ,rn<l o vpr·so sncl -est. Ad nn <lnto mom ento ginnsc all'Jmp(•1·a· -
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,\ll·:I<AVJ U L IU/iO
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t<1re nolizia c:he grnppi <li co:-:n<"chi (•r,1110 l'iu:-:cili atl ill tilttat:-:i t1·,1i k a.vangmn·die napoleonic:IIP . Pi-i111 e ,.1. prov;11·c le o.lfrse ilei Oo:-:11cc· hi fnrnno le tn1ppe italiane: i11fntti il rnaµ;gio 1·e delJe ,11" · ligliel"ie a piedi (+iorn1111i Yin!:-:. gii> ptofcsi-;01·p della Bc-nola cli i·aviu, pa1·ti!-o <111. SmoJ<~Hsk pe1· i\lmwn co11 1111 com·og-!io di mu ll izio11 i e cl 1rn;1 lmttcrht. fn ,1U:11·c·n,lo 11ei éliuto1·11i lli J 1 iu1sk da 11muetose « sol 11ie » di cosacc hi , ai quali si (•1·11Jto 11 11iti moli i contadini ai-mnti. :Xell .,1i n oUe: es:,-enclo più fot(p la 1ui11nccià av,·e1·:-:a 1·ia.. il Vi.v<>s, d1·c··i~o a, rnrn percl e1·c! i. suoi pezzi. chiedeva Lii nto dPlle ra u te rie d0i li"p:,-tfaliaili e•, c:011 l' ,iinro di q neslP, l' COll l"<'flicac-<' tiro dei can1101li , 1·imwi\',1 ,1 :,;IJ,ll·11gli,n<· i Rnssi.
Un 1·11po1·alr, l•'1·a,nchi11i , em11lù i.n q1w ll'occ,1:-:io11e i l g-e:-:to :-:11 bi'i11H' di PiP!i-o i\liceu. Yi:-:to il nemi<-o sfnn1·:-:i ,·idn o a i casS(.lni dPlle m1111hio1li, <·on uu lizzmw ue l'N:c• saltan• 1111a parte - - qnindi.ci <·HJTi. - niett.en clo in fo g,l i Russi <~ pp1·mdlnul o così n l ·vhe:-: tli proseg11ire inclistnrbato i I ,· iuggio. ,\rn!l7.;\1Hlo. la ni,· isiOnP Pi110 ,.('ll ll(' il tt-oYnrsi ]))'(•i-so )Jn lc>-,T.u·oslnveh~. dove il Pi110 sLC~kso fn <111<\ volti:' fPrHo t' dowtte <'~$?1·p :-:ostilnil o d~11 colonnello Gnlimbc> t'ti. I11 ffHesra ln<·nlihì llll romb,1ttinw11to di sc•tl e 01·c· sia pn <1a 1· rn ~d onr ,lll<· trnp]W rlp] Yi<-<~r~ . P p1·pc·i:-::rnwn te ni 1·e,r.;gi · 111c•11ti com,111il;ili cl n. 1 lloklon'i'I'. q1 1,t111l11 i l :-:opragp:iung<·1e cli eol e mw 1·11::;::;e, i11Yi.tte iu ri11fo1·zo da Knlnsuff. 1·0:-:tJ-ingo110 g·]i ' ' ' It:rli._111i a 1·P(toc-ccle1·e. fl P1·inf'ipe E11g-<'J1io 11111 11 (b ,1l lon1 nll1~ cm·ica /.{li i11 I rc\pidi. soJ.<ln i"i de l P i no i qnali c·ompi011,) p1 O<lig:i ri i rnlon• , sollo l'ince~!'.ante to1·rn< 11to d i Ull:t po<1Prosa h:1ttl'ria <lei R 11ssi . 1:: 11ece::;sa1·io <1,bbnrh,\te q nc li · ostnc·olo <prnsi il1so1· mon h1b.il10 ed a tale bisogHn rufraHo impavidi i n os lTi m ·ti · g-Jjeri i q1rnli. manovrnu<lo co11 st1·:,onlillaria calma e pel'izi:i i pochi pez1,i d<~lla. (ìrnndia Lli c ui clispong-0110, c-0~tri11g-ono i c·"1rn on i nernid a l :-::il enr.io . l 11 <'pisodio nt 11w11zionato. frn i 1nill<> d1P cara ttf'1·izza110 qne~lo <:omba t,Limento p1·etla11H·nte ita] inno. in e ni pi tì poh~ i I nlo1·e dei n ostri prodi ch e :il 1tnme1·0 sove1·chi:rn k <l <?i n emici. I! Vi cerè vede nn artigliere cl(~lln Gnn rcli a, ch e, nwnt.r<· ~ta e:-:t~~nen<lo un orclinr i-i:-:rliim;o. im1·colla e• impalli<'li:,-ce, l' ~1,1 t1·, 11 ... : << T u hai pam·,1i e ~<~i <ldla G, 1H,r<l in'! n ~fe1%1io dnì l 'o ltraggio, l'Itnli:ino soll c•nl Jien11ne11 h~ i l l'HL~o ,. l"i:-:po11d1•: « Xo11 ho pam·n. 0
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.Altezza. Ecco dò che m'imµedisce di stai· fetrno sulle staffe». re · mo:::tra, una gaù1.b.1 s.frac<::Jl,1t,ì dalla, mit1·aglL1. 11 Pl'incipe, ·eomlllos:-:;o e pentito, offre nna, bonm. allo stoico artigliere ita,li:rno; tua questi respinge l'offerta,. esclamando: « l\ on ho bi · :sogno 116 di deHaro, 11 è tl i cnre, ma. di ve<lel' Yrn<·trt· i miei lmwi compagni ». Il silenzio della notte S<.;ese ::;ul campo di batta.glia; ma lassù, s ul poggio deva.sta,to di iVfalo-Ja1·oslawetz., fra ie macerie fttmanti ed i sinistri. bagliori d'incendio, stava.no le artigli.erie italiane, e il tricolqre sonnouta,to dall'aquila, gJoriosa ga,rriva al n·11to, rauuneutarn1o ai ~nperstìti ht patria lont1 w 1. A ì\Jnlo -JarosLJwetz gli Italia,ni avevano irnco1·n, una volta. s,-i hato ia gntnde A1·.ma.t;1 cl,,L ,_m più gn1,ve dis:1 stl'o. In una sw1, 1·eìn,donc :-d Minist,ro della guerra in ItaJia, il Vieerè 8ugenio ,d i Heanh:wnais così si esprimf:va, : << La Divisione ìtalfa,na. lH~ .:,;piegato molto coraggio e jn tl'epicle;,;zrL, la, Gua,1'tli.a Rea.le lrn 1·ivPJato molto sangue freddo, i dne battag!.1011.i cacciatori lrnnno avuto occasio11e di distinguersi)). L'A.rtiglieria non è qui nominata, uw essa, sn] utmpo si 1·ivdù pa,ri a, tutti gH altl'i combat· tenti per ardore r tenacia,. Ed è a ì\falo-Ja-rosl::~wetr, ehe risuona, p er ln, prima volta, 1.111 grido magnifico « Viva l'Ita,l ia ! )). N on più i nomi di. cento diverse eittù,, ma un nome solo, immenso e fatidico : Italia. Nel cnore della notte del 2(i ottobre il genera.le russo Platoff tentava un colpo di mano contro un parco di 40 pez~i, tennro <la.Ha O na,l'dia, che e1'a, col loca,to presso il viliaggio cli. G-o1·oclnia; ma l'attacco fu respinto. Quel giorno stesso N'apoleone era, eoistretto nd iniziare Ja d i~:11strosa, l'i('irata,, durante la, qirn.le il Corpo ita.Jiano marcia.va in l'esta al grosso della grande Atmat,1, Yeli(·mdo snbi.to clopo 1,~ avan g-nardie . Nel corso cli tale ritin1.ta, l'.Artiglie1·ia H<1 lhu1a c:<r11 templ:1va, T:1 mmaRso di 1·ovim) n cnì, nella tra.volgente avanzata, essa a.ve · ·v,1 1·i<lotto il potente fortilizio snlla strada di Bor·oclino dovf:', 'JlOt~hi m<::si ava.nti, il ger,er:1le Kntusoff e Barckla_y 1;1,;vevano po ·~k h1 sede cle] ]oro St::t to Maggiore . Al 30 ottobrP le tr nppe ·Hn.Ualle, eon i residui della, loro aitiglieria, travetsa,yann la ]Zolocr,a, presso Borodìno. -
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I L 'l'ltAGICO .1:'A SSA{ ; l; IO Dl!:LL.\
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P a r ecchie volte J ' A1:Liglie1·i:.1 it ali aw1,· moles tala dai pe;1,zi ·dtl l'eser eito 1J.cmico posrosi ali 'i11 :-.;egni111cnl·o della grn 1l<le Ar-nwbl, doYctte ferm:n:--i (' fai· fronte ng-li an·c1·sal'i, sem p re cut! c•:-.;i l·o br illant e L'S J1ovembrc. p1·0:,;cgnendo H::mp1·e eo11 le artHi in p;1gnn nella 101·0 l'i t.iral:1, le t 1·nppP. italiane~ pass;i110 i.l VOJ). 1',1l0 pas suggfo si svo·lge in <.;O]l(lir.ioni p111·tie,,i.u ·m.e11te tn,gicli c~. A lcuni pPr.r.i futo110 salrnti e po1·ta1i :-:nll'alt1·a sponda, de l finmc. ma a l1 1·i iuvece precipi t,11·0110 nel fiu me. I.n q uell'ocrn.isione il comandante dell' Artiglic l'ia. col onnell o )lillo, Lor inese, e il ca,pi tano Ferrari, loillùardo. spi<-n11'0110 pl:'1· i1 Jo1·0 spi!'ito di .tlmegH ½ione e la. lol'O enel'gia,. l 11 fi nc~ pe,·ò i n ostr i hl'avi nrtiglieri. s11·nr.iati da1Fin<·essa11te l'noco clel nemie;o, clopo aver tentato o~ni :,.:fono per sa,lva 1·c· le p1·pr.iose bocche dn. !' tLO<;O, era1t0 c0 B1 1·eHi :tél nbbandom,i Je. non i-c11z a, per ò HY('! 'P prirn a dispc:1·s,, p'ohè1·i <> mnnizioni ed i11C'h i odati i P<'Zr.i. Il Hi ottobtP l'(•Sel'cito l'n:-:su. fol'l<· cl i !HJ.000 11orn ini l' :mo boe('he da fnoco, artaceèl la gr:rnclP _\ 1·111,na Jll'<•s:,;o K 1·nsnoi. l r q u esta uil tt;1 p:lin, tl u e p cr.r.i cl el ln, G t1i1·J·1lia :,.;plllleg·g-i ;1 110 <' fli e,1ec ·mente l'N·oica e 11ispel'atn azioHc cli duece11(0 1wmini coma1Hlati ·él:t DPl Fante : ar.ione i11 eni tutti pe,·ìsc·ono. I due <·.tHnoni tae eio110 :,.:ol arn eurc quando t ntt i µ:li nrl iglicri :-.;011 0 stati a bùa.ttnti <ln !IP irn·c•r--sa nt i c·a riche nern ic he. Il ~n 110,·<·11ll11·<· lw 1110.!.'.'o 11 11 n lll'o pi1 1-s.1g-µ;io, a11t'm·a più t ra gico : q w l lo fa n1 oso d<' lla Tk1·csi1111. dOY<' l,1 [.!'l· ..rndP 1\ rmata. giù i-1n·mata cli ro1·r.c•, fasci.t in polc1·e clEc'l nemic·o l0.000 nomi ni e 4:P pezzi . T1.1 q Lwsto fa llo d'a r mi l'1 1·oisrno d<l ea,nnoniere Oia va l<'l in i p p1·so11i.fi<-c) t u th1 la glrn·io1-n sroriil ckll'A1·Uglicria i tn liann in qurlla d ìsg-1·ar.ial.1 r,rn1pag·l!a . ll0po nna lottn dispe1·nta , . Cic1 ,·,1l<lini .inch i oclò 1·n1tirno <·a1 11101w P:--l' lnm n11clo : <( Poich è non pnoi pi ù l':crvire per X::ipoleo11<•. 11011 se1·Yil'ai nemmeno contl·o ·di lni )). E ra<l<l<' c·rivellnto cli c·olpi . s11 l pc>r.;,,o ::;tesl':O. Le st.rimim~itf' pa,t tng li e cli quell n che f1·11 $tata la Gfande Armata. e che non è pil'l otmai se 11011 uHa torn1a di poveri es~éJ· ì la.ceri, n.frl·a nti. tnrrnentnli clal fred do e da,lla fa.me, dopo a,Y<'I' bre \-(! lllen tc-> sosta l o n vVilm1 , giungo110 i'I 12 òicemln·e al };if-'11H'n . il cni passaggio offr<' 1)c·<·asioJ1c ai pochi ~u prrstiti del 0
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l'~~rlig'licria italiana, coma.ndati sempre dal colom1ello Milio} di d isting;uer:;;;i nuova.mente, 1·(•:,;istcndo di!,;pera,tu.mentc a.gli a:-; sa !itori e inchiodando ,tlht fin~ i <·am1oni. Si u clal seLtemlm~ .1.' Imp(~r;.il.or~:, 1·ompt·p:-;a Ol'mai J'1•ut i tù del 1fo,ai-tl'O. avcv.t disposto pe1· la c hiamata :1iì1! al'mi di nna nuov.L tl ass<•: L'o1·gani½za,zionc dei ri.11Cnrzi avrd>be clovnto 1·011sC'11ti1·0 1111a 1·i1wci-,1 della, cmnpag11a cli U 11ssi;1. i.\f:t q11esti. 1·i11fo1·zi 11011 dovevano enl1·al'e in a zione se HOH pe1· l.1 c:.:;111tpàgn.1 di Uen11ania del 1813. Qni 11011 sì p11ò chin<.leJ:e ii c·apitolo cledic·a,to a,lla sp!~<lizìone <li R:1i-si;1 se non ripetendo jì ll'agi('o llilanr,io già in dicato i11 1111 capitolo prececleute : :;g r·,,11noni e :3!-)1 casso 11 i cli mtrnizioni ilaliiu1i, tnUi pe>rdnti insieme ai <:H1·r-iagg-i. J)1*'li llOlllini 11 011 ,.,,~ 1w sah<) <·ÌH" 1111 '1•1-,ignil s!:'h ic•1·a, !;1 qnale 1w1·1ì fo p1·onta a l'ip1·e11dcre Ja loth1 al primo ec:rn:t 11 do <lell ' lm pern tor<' . ])ell' Artiglieria ilali:111a del 4° corpo non e1·ano rimasti che pof'lri solllati e pochi ufficiali, f1·,t cni il colonnello Millo.
1"1·n l e trnppc che moRNero verso la G<•rmn11ia dopo il 1·ovescio cli R nssia va a m1overa ta la 3T>a l>ivision e Grénie1·, che era di Jli·esicli o nell'Italiu, Ccn trafo e ehe, ai primi cli ottoln·e del JS12, si concen trò il Ve1·ona, 110,- c fu rinfor zata da una terza B1·ig-afa <li F H.ntel'in italianil ,ti romn.nclo del g<>nerale Zucd1i: quesla giungeva a Berlino Hlla fine del gennaio . Bra. composlll del 5° di line,1. (,I. haUaglioni) , ili !lne hatta,glioni de.I 1° cli liue,i C' del 1° leggero, una compagniH di artiglieria a piedi, nna H cav,1110 colle r ispettive bocche <la fooco, oltre alle comp~Lgt,rn reggimentali di artiglieria del :3° e <lel 2° leggiero. La brigata,. eontnva a11c-01·.1 forz,, sus:-;icfou·i<' <li z,1ppa to1'i, ope1°ai ili marina ecc .. e vi era stato aggiunto a11che il 4° reggimento cn,ccia,tod a. cavallo, comandato dal colonn ello Erculei. L e batterie eran:'). agli ordini del colorn1ello Prancesco NerL ferrntese, coaclinvato dai capi :squacll'oni Giuseppe Brioschi e Francesco Ferrari. La. batte1'ia ,t piedi era forma,fa, da sei cann011i e dne ohici. Intan to, al principio del gennaio 18J3, ~apoleone, dopo ,1,ve1~ c.hieNt·o a,I duca, di Ot-.ra11t.o deU.aglia.t.i ragg-uagli. sulle for½c milital'i 1·n<·r oltc . c1ispo1wvn l)<'l' ln rrear.ione <.l i 1111 Corpo di ossel'·
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LA 131UGA'l'A ZTJCC EII DA 13ERLINO A )l,\GDEBURGO
Y~Mione sull' Achge agli onlini (lei generale Bei:-tra,nd, compo~m cli 4. DiYisioni, f ra. e ui ln. q uartu, era italhrnu. Qnei,:1·;1, ag-li or dini del gencntl,:! I'eyl'i, era formata da, cose.ritti. · del 1813 e comp1·cndevn 1G p ezzi di artiglieria . . Le forze dell'a1-tiglicl'ia era.no così di.vise : I." e 181' compagnia a piedi; C>" e G" c.:;ompag-nin. Lr(~no artìgliel'.i a; 4" compa,gn.ia ai-tigliel'ia a cavallo; G"' compagnia bis t1·eno di al'tiglieria, oltre all'artiglieria reggiruental'ia del 4°, G· e '7'' di linea. '1' 11 U.e quei:>t(~ fone rnrno conw nda ce duJ maggi.01·e ..Arma11cli. clell'a.rtiglie1·ia a cavulio, e da] <:u,po ba t laglione Gol'io dell.'tLrtigli.eria a pi.cdi. JI <;om :entrnìllento delìe suddette fol'ze, di g-un.r1,igi.011e 1_>rima, ti !-'a.via, do\'eva, avvenire a 'Afa,nt<wa . Le cornp,1,g11ie a. piedi cl.'~Ttigliel'ia ~cgufrono la, Divisione P e:yri) e la, c.omrmgnia a cavullo seguì 1H. Divisi.one di Ca,valleria Fresia,; ma anche quest'ultima pa,ssò poi alle dipeucleneze del Peyri. Il 4 ma,1·zo 1813 L1 b1:iguta Z 11t;c:hi i.ni7.iav,1, la ritirMa da I-:erlino verso YVittemberg, do,'c gi 1rngcva il giorno 7. L ·,utiglieria degli tLlleub 1·11s1-;o-tcd<~schi 1nolestò l'ipetutarn en te 111., ma,r-cia delle va,rie colo1llie, m,b in cotlesl.i qna,t.t1:o giorni l'artiglieria dell'esel'c.ito 1wpoleoni.co non elJbe occasione di impe gnarsi. seriamente. In sc~gnito agli ordini impa,rtiti p1·ima, dal Vicerè e poi da,ll ' Imperatore stesso per la, èlifesu, della linea dell'Elba, la u1.·i ga ta Z ncd1L il 21 ma,l'½O, si mosse per Dessa Il e, il 23, entrò a,
:.\fagclelrnrgo . Alla fine cli. qne.l mese, n Gloga,u. 2 pe,,,,,,i 1·eggimclltnl'i
t<'IH'!·
vano hrillautmnente testa a, 6 pezzi prussiani. eostl'illge11doìi alla ritirata, mentre pochi giorni dopo, G aprile, nello scoutro<li l\foekern, l' artig-licria d(~l 2·> l't'ggimento di fanteria l eggi.el'a, comanèhLta cla l eapitano Visconti, chi.usa, in uno clei due quad1·at.i nei ,prnli si era diviso i.l 1·eggimento, manovrava, con calma e rara intr(~pidezza, avanzando a tempo per sparare e rettoccdeudo dietro le file per ricaricare, sotto gli ordini immeclia,t i d el prode Znechi. Nel rapporto del 6 a,ptile, il maggiore comandante i d11e batti:;glioni del 2'' leggen> così 1·iferiva Fazione svolta dall'artiglieria reggimentarifL nel suaccennato combatti.men to :
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j 1792 · 1815 << Il Sig. Ca,pita,no Visconti, cournndante hLrtiglieria, ha. <;on i suoi due pezzi., di e.a.libro i.lrf.eriore a q nello nemico, sostenuta la, posi?,ione e p1·otetti i due battagli.oni.. Egli ha coman da,to la sua. sezione in m oclo molto cor-r(~tto ecl 01101·evole e tutta la compagnia ha fatto il suo dovere )). Nello stesso fatto chu·me fnrono impiegate ,m t hc trupp<~ liapoletall e fLlln tlifei:;a del villaggio cli Kd dli7. e con esse la <;ompa,gnia di artiglieria a, cava.no, della qnale nel ·M onitore <leZle Diw Eioil-ie del 14, ma,g gio 1813 si legge : << La compagnia <l i artiglieria, legge1·a della Guardia 1E S . .M.. che trova.si ne lla stessa ])jvisio11e dél grn,11dc ei,ei-cito , ha merib-Lto eg ual i elogi, f~ eoH pal'tkoln.r-ità. il S ig11or Cn pi ta.no K < ~sne1·, che la eonu:rncla, n. Era l'<ta.ta, qu<.!lla, l a })l'ima. ,1zione n ùlla (]Ua.le le nuove redute italia,ne :si erano seriamente impegnate, dandovi l uminosi:~ prova, cl i va,l ore. I 11 quell'occasione Fa,1:tiglieria ita,liana per dette 1rn cassone cli munizioni, due conducent i e tre ci~valli da ti.ro . Subito dopo Mocker-u, la briga.ta Zncchi, rac:colti a l tti i-eparti, fra, c i:ii varie bELtterie , raggiungeva. la: Divisione a, .N edlitz. Il BO aprile, dopo l'anìvo di Nnpoleone ad Eefurt, l'arti gliei-i.H, ita,lia1w. si trov,iva t.:ol IV Corpo trEL Oomburg e ~rena., ·e il giorno succes:-;ivo a Gestl!Witz, per spostars i successiva mente verso Kaya . Il 2 nmggio si svolgeva la battaglia, di Li.it.zen ;..1,lla qna,le pa,rtecipò brillan temente Ja, brigfLta Zncchi. Lé for7,e di artiglieria, di tale bl'ig:tta. cooperarono efficacemente al formida.bi.le concentr-arnen t o di. fuoco che dava a11'lmperatore una delle sue ult ime vittorie. D ttra,nte l'inseguimeuto verso D l'escla. da parte degli alh-a ti, 1H. hi-igata Znechi avev,1 avnro J·ip(:tn ta mente contatto con le retrognarcli e nemiche, mentre iuvece la, Divisione J>eyri non avrva. fatto che ma.r ei.are. A Seeligsl'adt, durante .l'avanzat1.1,, l::L brigata Zucchi, il 12 maggio, aveva, preso posizione 'e, vigor osam<~nte protetta cla, clne pezzi (d i ba,tt<~ria ), a,veva scacciato i H ussi da, t;1le località. I lltaJ1 1'0 b IJivisìone Pe_yri., dopo una marcia, terribilmente faticosa, ginngeva a ,Tena . L'arti.gUer ja, ri masta, un po' staccata dal gt0sso delh colo11na,, veniva attaccata da uno squ fL<lrone <li cavalleria, m,1. si difese b1·ill:rnternen te e respini-e l ' aR-
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J} AR'.l'1GLIERIA DELL,\ DIVISIO!\E PEYHl .\ KU.:\'ÌG::i\VAH'l'HA
salto, pel'c..lendo tuttuvia, ~B uomini, 14:2 cu.ntlli
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13 vetture
rese ì.n servibili. ll Hl lll,:1,ggio Fat·tigliel'ia, del],~ Divi.1-;ìo11e l>cyri, elle n e ll ai uotte a.vent occupato Konigswartha agli 01·dini tlel rnaggiol'(~ A1·nutndi, oppo!:ìe una forte re~iste uza, agli assalti. avve1·s1H·i. La lo(·a lihì clovett<-· ess,~i-e abbandonata <:; l]_UaHro pez:d :furono pe1·duti. (lai uo::;tri, ma gli a.r tiglicri si bi~tterono lllagni.ticamente: ,1 t.i.tolo di gloria il Peyri cita, Ja l a compagnia èl'a.rti.glieria I'Pit.le e l'artiglie1°ia, reggimen tale del J 0 e ciel G0 per il loro bril h:.nte compo1·tamento. Anche dalla relazione del colonnello Bidasio ernerg<~ l'eroi co contegno cle.ll'artiglicria del maggiore A1·111ancli. In tale combattimento l'artiglieria rea.le italiana ebbe un uomo ucciso e 29 feri ti, tra cui 1111 ni'fic:ial e ; qt1< ll11 r eggi.mentaria,, a, sua volt.1, ebbe p ure a lamentare un mo1:t o, 2 feriti e 7 prigio1deri. Furono perduti i Cà.1moni. e 5 cassoni. Vennero spa.1:a,ti 250 colpi dai pezzi da G e 60 dagli obi.ci. Ec:c·o la, rcl.tzionc cli e U maggiore ,\ nnancli in vin va il 5 giugno 1813 al colonnello Ricla.sio, comandante il Reale Reggimen to d'artigl ieria a piedi: « Groessersclorf (:--!esia,), i5 giugno 1813. cc Signo1· Colonnello. « Il I:! maggio p. p. ho dovuto pe1· snperiore disposizione pren<kre il comando dell'a rtiglieria clell;:i, P-iviRion e italia,na, sn-vit:1, darla J" e 13" compagnia del 1'eggime11to <la, hd comandn.to . Ho in segnHo avute p arecchi;c: occasioni di coHdurre al fùo co le predette due compagnie, e, testimonio della intrepi · ·clezza,, isttuzione, ca,lm::t e disciplina con cui si sono diportate. m,!ld1ì· <ld bnou c~ontegno loro in ogni occasione di servizio, mi 1·i-eclo in dovel'e, sig. colonn eJlo. di. raecomanda,r)e alla di lei honUt nssic:nrancloln c he ambedue-, ma pm·ticola,1·m<·mte la l ", l·.an no meritato del nome italiano e dell'arma. « ~el cliRni:-troso affn.re di K onigswa,rtha, dove la Division(! italia1w. fort e~ di cfrca 4000 11 ominL fo soprafa.ita cla. almeno 1:-;.000 nem ici, si pnò dire c,he r a 1·ti.gli<~l'i,1 sa lvò .l e altre truppe. l.,n ::::oln l " con1p ,1gnin e1·a pl'ef-( llr<' a quel faHo con 8 bocehe i i, fooc·o. cd e bbe la. presenza, cli i:-pirito di po1'1H> due in batteria a p oC'!.1i p,1.::-si cì ni nemici che (';iri ca.vano le nostre truppe nel -vnla.ggio. 0
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« Il <.:a,pihw o Vel'll a fece va,ri.e :-;r·<t1·i c lie a m iti-aglht ;i:-:i<ai mkidiaJi, ehc anestaroHo per nn momenlo la fnl'ia degli assali I u1·i e pc1·llli Rno alla [)j visione cli 1·iorcli11a1·1-i. Bgl i è ,ei-o però clic· i cnm101li<~l'.Ì furono vittime de l loto 7.Clo . «I dne r-;c•1·~enti <·.tpi-pczr.o Co lleuni e Delfino e pn1e1·chi c;i1111oni<' 1·i racl<le1·0 sotto la bni0Heth1 t·us1-a. come Ye!lrù cl11l qui 1rnito e lC'11<·0, e<l " noi 11011 fn possfoilp sah·.11·p clw l:1 metù, cleJ l o bol"che n fuoco, <>cl andu~ f[ll<'!,;te h,1g-na tl' dal &rngne d<>i canno11ieri eh<• l<~ nvcva110 difese <lìspe1·11!:rnw11te. i~ da oss: 1·,·nn• <·hr tnl li i c.rn11onieri morti o feriti sono stati pel'(·ossi di IJ:1io1,c·tbJ e non da arma da fuo co, tan to era la ,icinn11r.a a <·ui si com batteva. « I0 .<'11c ho ,·cclulo la inlTPpidezzn cli CJllPSti bn1,·i non posso che cornpiangen~ ,·ivam cute la loro pe,·dita. « Al i,;01'tire dal vi llaggio J'atLig- lierin, sost<~nJte S<'lllp1·c i q,1111.,-1> 1lc•ll'infn11teria sin o al mil1<,111e11t ,, cleg-li nltirni a riti1·:1nii 1'11 i I capitano Vr·1·.11a con nn pPzzo . fiirnchep;g-i,tnte 1111 plot011e comandato dal gr1 1. Sn11 1.'.-'.n<ll'<-'a. dove si !1·ovavn anehe il lPnP11tP Ca.va!-,Sotti in mia co111Jh1:r11ia. cc :M algrado l e r iv:1,lilù, di mcstim·p che vi ~0 11 0 id nrnc rnlte t1·a COl'JlO P co1·po , tutta· 1a Di,·isio11<'. ecl il sig . p;<'llc:>ral e P<l ufficiali superiori. 1·csero in quel giol"ll o on01·evol<· IN,timoni:rnz,1 all'.wtig-li eria, <' l o steRRO ge11era le in t:apo l o ha. st1pnto . « Il t <>nente CaYassotU, colpito da unn palla al ventr<'. 1·icui-ù <li ritirarsi malgrado i forti clolori, nè mai v-olle scostarsi dal mio fianco e d,1'i pezr.L « Io mi so110 crecl 11 to i n clo,·ere cl i chiedere h1 deco1·a zione p cl eapita110 Vei·n a. tenente <1avassotti, se1·p:cHte magp:iorr Pe· sl·occhi, F-ergente 8abatini, cn1111oniel"i )fediei e 1~offi, <'il 1rn a l· tro che 11 0n ricordo . li cannoniere :\ledici, preso dai Rn ssi in ba,tteria1, si è difeso con lo « scopatoio )) cd ha sa,p uto così. clesf'mment<' valei·. ene c he si è sottra tto alle loro m,rni. Eµ:Ji enti 1·.i111asto os1ina,U:imente l'ultimo a,l per.r.o. (( )fa,g-gfor 1111 mero cli ricompcni;;e a Y).' ei <.:hi<~ste, nrn. m i è i'til to 01'cli11ato di 1·e1-tr ingcrmi ai più inel'itauti. Ora le domandei,;0110 sotto gli occhi cli S . M. cc Io mi ereclo in élov<~l'e, ~ig. colo1meJlo, di il1 01tr ad<-' que0
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A BAG'l'Zl,,X
-si.o 1-;tpporto e spe1·0 cht', ella ìo gra<lin\. 1\011 l'l10 fatto prima t1'01·<1 pe1:chè le <:orrispoudeuze etano 1mtll:;icure. « Ho l' onore di rn·ol'essauni, devotissimo .Maggio1·e Armandi )) . Aiiu, IJatluglin di Hautze11 '(21 nrnggfo) presero pttrte la Divisione Peyri, la Brignta. Zucchi. e q uella napolet,rna agli 01·d ìni clel genemle cl'Ambr'osio . Vi agì brillanterneute sopn1tutto h 1rtigliel'i a della, prima, contauda ta dal maggi.ore Arma11ui. Con 12 pezzi egli a,tt;;tceò la, sinistra, della posizi.one trincerata tei'l1ta dagU a llea.ti e, con poche perdite, espletò a,lla, perfezione il compito a11ich1tok E eco eome il rn,1ggìore Arrnancli 11a1.-ra, la, 1.riornata nella solita 1·elazione a.I colonnello Bidasio : I( fauer, 3 giug.no 181a. « S ig . Colonnello. cc Eccole alcuni brevi. cenni intorno a.gli affari ove si trovarono le truppe del suo reggii11E·nto che ho l'onore di avere sotto di me. cc Dopo Ki>ni.gF,w;1 rtha la 1" e la 13" eompH,g-uia d 'ai.,ti.glieria ::-5 sono ha,ttutn ::i Ba.nfaen con is<Hl<li sfazione somma, del grnera.le jp ci:1po e de] generale d'artiglieria e di quanti altri .si trova,Yano presen ti . cc Di tutta la, Divisione non vi ù r:.he l'artiglieria che abbia ~1gito in quel giorno . Essa, a t taccò con 12 pezzi s ull a sinistra la, famosa posi7,ione trincerata. e p1·otesse l' a.ttacco dei nostri, 111a.lgrndo gli obici e le palle che piovevn no fra, i nostri pezzi. Dopo q uesto attacco ci sia.mo hattnti. a fianco ·della DiviRi0!H3 ...\Ioraud , poi <lclla Divisione wnrte rnberghes<:.,, pol delJa artiglierfa deHa Guard ia, imperiale. << Anche in quella, giorna.ta i can no11icri si sono diporta.ti da 'rnlorosi ed intrepiti militari ed hanno fatto ecet-1llcnti tiri n. palla ecl a mitraglia. Per fortmw no11 ho avuto <·he 1~ f<>l'iti. Il u1pitano V fn·na ba sosten uto ln: l'ipul"a,zione su.a, ; as:-::ai cor agg-io <~ dei:;trezza hnnno dimostrato il tenente de Ferrnr-i, il t<~ 11cnte VandeJli , che vedeva il fuo :;o per la, prima ·v olta,, ed il t<:ncnte 1iig1inrini. 11 giorno 27 si <~ organizza tn. m,a. avanguartlin <kl IV c·.orpo d'ar mata, composta di truppe Halin nc r fra,n -
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('n,i , le p i-ime sotto gli ordini. <lel generale S,mt'Andr·ea, <:on 1rna, batte1·ia cli (; bocche a fuoco, se1·vita da.Ua 13" compag11ia. Questi ea,1111011ieri si sono battuti i gfo1·ni 30 e 31, partieo la.rmente il 31, in cui smontarono più di (:i pezzi e fe (·ero
«
1noìto male a,l nemico pa,rtic:olarmeni:e coJJ.a mi.trf,lglia. cc 11 vestia,rio ed il fornimento hanno rei:1lmente sofferto, p<!rò i ca.pi di compagnia sono se1·i~1menLe penetrati dell 'importl:!117,a, di profitta.re clel riposo c·.he avremo per riparare i guasti sofferti. E lla p11ò esRere certo che tanto il collega. Gorio, qna,nto fo . d,u·emo op:ni. ai.nto e ::,pinta per ottenere questo intento. cc Ho l'onòre, ecc .. ecc. Maggiore Armancli )). Queste 11oti;d.e sono conferma te dal Ge1ìe1.·ale e BarOH<'3 J>eyri comanda n re fa. ] S" Division e de l "t'' Corpo <l' Arm,.1,ta. il quale, in data i5 1na,ggio 1813, scl'ive nl :MiJlislTo della <hwrrn del R egno Italico: « L 'Artigli e1·ia. it.,lliarn1 com,1,Jl(latn ,lnl h1·,1vo maggiore A.r-mandi ebbe nna pi.I rte principale in questo attacco (giorn o 21) ed es:-:n, contrilmì. an soln a ricl1u-rc i11 i:.ilern,io il fuoco del nemico. Ha cambiato tl'e volte di posi~ione in q nesta. memornhile giornata e sempre con il più gTancl(~ successo >). A sua volta , il lorn.lmrdo Sa,nt·e Hjgnami , tenente della 3" compa,gnia cl.cl regginrnnto d'a,rtiglieria, .~, ca.va,llo. n.ll'inclomani della battaglia, di Ba,11faen . scrivev::i. in niia- lettera q11este righ e, che cl.anno un'i.d ea, hen t hiara, delln siLnazionf! dell'ese1·ci.to, dibattentesi in una re:::1steu7,a eroica. no110stante le rause molteplici di disorgantzzazion e : « S(~ volessi illfornrn,r lo dello i::hit·o a.tt11ale drlk cosi•, · sart'bhe un cercare l'impossibile. Noi ~ia rno nelle tenebre cli nna oscura notte : si fanno mille congetture. dil'l'ere:nti l'nna dall'al tra. Quello di cui posso assicnra,rlo si è che fin fJ11Ì 'f.u ln gnerra J)itì ncca,nita che mai siavi stata, e ciò a, r.ld.ta dei più nccreclitn t i militnri . Ogni pa-lmo cli ten<'mo bi,;:ogna r omprnrlo col !'.,rng·ue >>I mplor n,vn. soccorso di denaro, dicendo che m.ancavano i Yiveri e che ufficiali e so]dati era.no cost1'ettj a viv<~re con la rapini:i , Chi a ciò non voleva adattand doveva, and ar mendi.cando , mri :-1 quel rossore egH non :::i sarebbe mai piegnto P. pel'f'iò <' l'fu ~
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Rl0ll011'A~i,;NTO 01,:LL .AHTIGLti,:HlA ITALlANA
pro111·0 a lasciarsi rnol'ire di. sLenti. L'auimo però era p i ù che mai i uvinci.bile, e l'esempio partiva da.i c.;api. l nfatt.i si citava, da t ll Lti l 'e1·oico gesto del gcnera,Jc di Divisione ,S everoli che,· g1·a,·emeutc t'edto ~ùla g am ua clestrn , ne subì HOrridendo l'a111.pui,L½i.01rn e t,;Ì alJ011ta.11ò dal campo tli btLttaglia dicendo ai prop1·i so ldati : « 'l'c11 ete fermo e p r oseguite a far e onore alle tu-mi itali:-1 ne )>. Uon clui-;o, dopo Bautzeu e Reic herubach: l ':nmistiir,io di ~curnarkt - e fn, <lH parte di ~apoleone, u11 fatale errore che diede modo ai uemici cli rio1:ga.ni7,;,,arsi - i Uorpi della (hande Arma ht furono dislocati seronclo la li1wa, di dematca,zio11 e stabilita fra i hclli.gernn ti: gli ItnliHn i l'im asei·o in fondo alla Slesin. L'I mperator e distri buì allora le ricompense per la campagna che si era chiusa,. ~ella, sola bi-igat:1, Zm.:,C' lti vi l' m·o110 1!) cléco1·Hti della Leg ion d ·u no1·<' e :33 della Coro11a Fenea. Nel generale r iordiwunP1tlo la co1npagnin. cl'tLr tiglieria napoletana, dclottn. a. 50 110rniui e del tutto inulile, fo data alla riserva dell'll corpo. Il capita.no Kesner in un ra1pporto del gi ugn o a veva sci-i ttn : << ~OH wi resta ell e 1m rn1 cleo di uomini che potrebbe nnco1·u c·o, ti tnfre un buon 1·eparto, se 1·iceV<'.l'iR(-' i 70 uomini ch e ma11 cano a compleh1,1'10 e eh e non può reclutare che a N..i,poli: e sai·el>he un Yero peccato perder e questi arnnzi che, dura,n te l a, ritfru ta <~ la campagn a testè chiusa , ham10 fatto di tutto per n1e1·itarc ìa benevolc11¼a- elci gene1·ali l'o.Otio i quuli ha11no avnto l'onore ùi l'o.enfre >>. ~·e1 pl'imo ti-ime:,ll'e dell',1.11.110 era mol'to un !:!O ldato , ll si eran o dispersi. G eraHo c,uluti prigionieri, e la fm·,m i.i era l'iclotta n, Gl uomini, di c-ni 0 chiusi i ri Da11zi.c.,L. Ne!] se(·on do h-irnestH\ la (·ompagnia, ebbe X morti e due prigionieri. Questa com.pag·nia, il rn agosto, eblw l ·online di Pie11IT1tre nel regno ed il 3() ottobre gin ngev11110 n Xa poli :5 11 ffieiali con · 0
49 uomini. I l 10 gfogno arriva nelln, Slc;-;iH - per i-;nstitufre il l'eyr-i nel coma11do della XV Divisione - il geucrafr F o11tanelli. 1110(knese, cli e già, el'a sta,to aiutante di campo del .Primo Console, poi.. man lllfHLo, climostl'anclo solide qoalitù, di c·ombattente e di rapo, era S1l1ito o.I gra do dj gPne1·a,le di Divisione e dal 1 Sll, -
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17f!2 · 1815 nomimlto llini ·u·o tlella, U11en11 ciel R egno ltalico, aveva dato 1mwa d i lllolta capu.citù, nell1otga11izza,1:e i co11 ti11ge11 ti ila.lw ni an noh1ti uella Grande A1·mata nel 1812-13 : se ne è parlato am1>iame11Le nel pa1·agnt.fo 7.
Egli si ucdnsc subito,
Iervol'e e intelli genza., a r iol'cli11a1·e la Dhisjoue; L.Ulto c'!ic, il J 1ugjio successiYo, il gcuei·ale beitnu1d. p ote .-a f,1te 1111 rapporto molLo f1.1;vo1·evole. Bcco c iò c.: h e scrive dell n,l"Lig.lieria, : « L e due u.tllerie clella DiYil--ionc i tali a11a so110 serrite eia ~ con1 pag11ie di a.l'ti glicr ia a: piedi e da 2 corupag u ie del u ·en o. « 1-lrtigl ier ici a tJiedi : l" Compagnia: effeltivi J:~ii, prest·11ti !)!) ; 1'.P Cornp11g11ia: cHeU.ivi 117,. pl'escHti lOS. 'l're11 0 d' ,w· ti9lic·r ia: :>" ('.ompa g 11i11: cffctthi 17:J, pl'e8t~ 11 ti 121 : (;° Colllpagnia : cffetrki rn:J,. prc~enti 12~: G° Compa gnia bii;;: cffr ttivi e 1m~:--enti 10. S t aio Jla!J!)iore : efrettiri G; presenti 5. 'l'otalc: dfe rtivi (i:23; presenti 4G... . « l..,fficiali. n Colo1mello Annamli è un buon nfilciale che !!=i oc·cupa con zelo della sn,1 al't.igli eria. JJa,cch è ne ha prei-o il comand o, vi sono l':itati clei migliora111e11 fi. se11sibili . 11 capo bnt tag-lione Gotio, direttol'c del parco. conosce be11e i partico lt1,ri tleJ mes t ier e, è i;;tat o ut"ilc ch1ra,11l e l'a.rrnistizio p er 1·.imcflerc in buono stato il materiale, rua s~ ,:rebbe meglio in una dir ezione c:he a ll ' Armata,. Il capo battaglione Vcl'na ha Ol'a l'icevuto la .c;;na uornin:L Gli nili cia,Ji de l le cl ne compagnie sono intelligent i <· si 1-10110 concio! ti be ne durante tutta la campagn n. << Solclat:i. La c.:0 111pol-<:i.7.ione delle du e coU1pa g;nie è lrnoni~sima. Vi so110 rn ol.ti ca 1111 onieri a nziani: <'ssi hanno servito bene tutte le volte che Ri è 1wcsentat.1 l 'occasione. Ln . 18" compnp;nin ht sofferto molto nel combn \·t·ime11to <lel 19, rl1m1ntc i1 CJlHl,l<~ xi è r,on clotta lw1:e . J.e J)ercl i le fnron o ri pnrnte con l 'in C'orporazione cl1•i ca11nonie i-i l'<'ggi men (n'.i. L<• d:w c·ompnQ:nic i--OllO in ro11di 'l,i011i di ~<:rvire cl u<~ ha tte1·k. g clesi<ler nhilc ch 'esse s hrno com1Mta(e . « Solrla.ti d el tr<rn o. La cornpo~izionc del treno 11 011 ù così l ,n011n. rome q11<·lla, dell e compag nie di nrti.glie1·ia : quelle del ti-r11 0 sono state forma te cli coscritti , nuovi a l mestiere ed alle cur e dei ra,·alli. Ln clir,:;:c•rzione ha- eliminato gU nomini di cat-
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U.N ltt\l'l'OH'l'O DJ:;L GEN . DEH'l'li.A;'\I)
tiva volontà,. Il genera,.le J.i'ontanelli ha fatto incorporare 60 vec'l:hi soldati dell'artiglieria reggimentale, e ciò sarà utilissimo per lo spirito e la disciplina di queste compagnie che si trovano· ·così in condizione di servire 16 bocche da fuoco. 'Vett'lire . Gli a,ffusti delle vetture sono per la massima parte nuovi e in buono stato. Vi. è una forgia a due ruote che è hoppo pesante e che sarà, l'idotta a 4 ruote. L'artiglieria, i talia.111:~ è com.posta in questo momento ili 10 pezzi da G e 2 obici: totale 12; e 54 cassoni, cl.ci quali 23 da fanteria. Saranno con.S(~rva.ti 18 cassoni dib fanteria, numero prescritto per ogni Dj.. 'Visione, eél il munizionamento ordinario di 12 pezzi: ciò che ridul.'rebbe a 5G vettui-e· quelle necessarie alla DiYisione. Sono ue'C<:-ssari 5 cavalli per vettura, e ci.oè 280 in totale. « Coniplctu.1nento clell' A.·1·ti,ql'ie1'i(.t. S. JH. ha manifestato l'in te1rnione che le due bat terie dellf~ Divisione italia,na fossero ·completa,te : ciò mi sembra importante e non sarebbe difficile, s,: il parco generale potesse venire in qualche modo in nostro soccorso. Le due corn.pagnie d 'artigiieriq, sono buonissime, le compagnie del treno lo sono oggi an,ch'esse per l'incorporazione c:he vi è sta.ta fatta e per le cure di èui i.-;ono state oggetto dur-,rnte l'a,1:mistizio. I :finimenti. sono <.:om.pleti ed in buono stato cli servi½io. I c::Lssoni non ma,ncano. Restano soltanto ad esami1iare le condiziot1i dei eavtilli. Le due batterie, completate coi c;-,~:soni da, fanteria, avranno bisogno di· '72 vetture che. in ra.gfone di G ca,vft.lli per vettnra, ·richiedei-anno 360 cavalli)). Il rnpporto condude enumerando i ca.valli disponibili, che ammontano a 2G8, e ri1eva.nclo che ne mancano quindi !)2. per aniva re al numero necessario al completamento delle due ba,tt·Nie della, Divisione italiana . <<
La brigata Zucchi i.l 15 agosto s i trova snlla via LowembergNi<~der e Lowemberg-(}oliberg- e, dietro ordine del Dnca, cli ~Ta;•;n1to, <lopo a,ver distrntto il Pontò del Molino, incendia il gran J>on te sul Bober. Lo Rt(>Rso giorno il mareRdall() P.hither , violando i te1·mini fH l'armistizio , si mette in mai-eia occupando ]a. città di. Lahn. 10'7
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1792 - 1815 11 maresciallo :Ha.e Donald, comandante dell'll° Corpo, decide. di rioccupare la città, e designa per tale operazione la brigata. Zucchi) la quale si accinge all'impresa il 18 agosto. Vi partecipano 2500 uomini, con due · pezzi di artiglieria condotti dal
ca posq uadr one Neri. La Brigata si scontra nell'abitato di Lahn col nemico, che dispone di GOOO uomini e 2 pez~d. Il combattiment.o si fa vioJ011to . Zucchi arringa i suoi e li scaglia avanti al grido di : « Viva, l'Imperatore ! Viva i 'Ita,lia ! >) La brigata snida, i nemici. cl.alla città e li ricaccia fino al fiume Bover . Sull'a1t ra, sponda, del fiume i Russi hanno 8 pezzi e inizia,no un violento bombardamento della, città, la, qnale va qua.si c:ornpletamente distrutta,. La vittoria di Lahn., che è tutta e intera mente italiana ' co sta alla briga,ta Zncchi 105 morti, fra cui l'eroico colonnello Pi sa e altri 4 ufficiali: e 400 feri ti di eui (i ntficia,li; ma, le perdite del nemico son o a,ssai maggiori. Nel suo dinrio Zucchi scrive : « ~rutti ba.nno fatto il loro dovere e con molto zelo ; si potrebbe dire che ci ascuno si è distinto >>. Il ~O la brigata italiana t aggiunge il proprio Corpo d'armata. Il 25 i Fl'ancesi iniziano, lungo la Ka,tzbach, una vasta of, fe11siva, ::L eui part<~cipa, la, brigata Zucchi, attaccando alla. bnio.netta i H.usso-prussia,ni a Niederan e obbligandoli a ritirnrsi : ir~ questa azione si copre di gloria l'artiglieria agli ordini del Neri, battendosi con indomabile energi,1, ammirata anche <fagli nYversari . « Dov'è il bravo Neri? - c.hiedeva, l'Imreratore nel passare in rassegna,, un mese più t~irdi, lo 1=;tesso Corpo d'armata cli Macdonald, sull'altur:1 di ,veissig. - Ah, eccolo là!. .. Il grado. di colonnello, a cui voi pnr<~ rn·omnovo è: un attest:::i,to, intanto, della stima in cui tengo questa brava, bri.ga,ta )). , A proposito di tale promozione il gen. Zucchi scriveva : « Il bravo caposquadrone Neri. dietro mia, sollecifazione, venne nominato colonnello. Ben egli meritava questa, 1na,gnifìca promozione. sul campo di ba.ttagli.a, pel suo valore nel comba,ttere, Jn sua, costanza nel sopporta.re i disagi, la, sua a.bilità, nel con, clnrre i soldati ,alla pug11a, )).
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PR01\10ZIOM l'lillt ì\ll!)Rl'l'O DI <; UERRA
'l 'nt gli uilic;ia,l i e sottufficiali della piccola btigata Zucchi,. clli il 28 setterub1·e rn13 Napoleone accol'<lò la promozione per merito, figul'ano i seguenti al"tiglieri: .·I rtiglieria leggi era : Ani!, capitano ili 2"', promos:so caiposqua<lrone - Bottig<!l lc1, capitano in 23, promosso ca,pita110 in prim a - Venclliaru t, tenente iu 2", promosso capitano in za - Pirovauo, tenente in 2a, promosso teuente iu 1a. - Rampe1·ti, maresciallo. di alloggio, promosso tenente in 2". · 'J',re11.o cU art'iglicria : B1·ioi:;chi, tenente in l ", ptowosso capitano - 'l'oericelli ,. sottotenente, promosso tenente - Vespa, maresciallo <l 'a lloggfo capo, promosso sottotenente. Fra,tta11to Napol eone accorre a, Drescla min acciata, <.lai nemici e afficla a Oudin ot l 'incarìco di rioccupare Berlino. Oudinot ha ai propri ordini i Corpi IV. Yil e XII , e quindi auchela Divisioue F ontanelli, che fa parte del lV. Tale Divisione - esvecialmellt.e la briga ta ·Moroui. - si ba tte coraggiosamente 11,, Gross-Dee1·en , dove Onclinot è ·confit to ùal ma1·esciallo Bernarlott e, passato agli Alleati. Il 26 agosto M.acdonald è battuto da Hliicher, ma la brigata Zucchi lotta leonirn1mellte :ml pi a,noro di J'anewitz. Nes-· :-·11110 lrn comunicato a Znccbi l' ordine di 1·itirata . cosicchè n 11ru (l.ilo rn ompJ)(-o egli si .li('.Corge di esser e rimasto solo con la snn, hrig-ata, isolotto cli gl'n11iti.ca resisten r,a, ti-a il mareggiare delle: 1rnppe francwsi in fo ga. Ripiega allora anch'egli, ponendo l'artig-linia al c·entro e in perfetti. 8imo ordi ne, tanto che il giorno, <1opo 1far donald gli flice : « In mezzo allfl1 presente c-onfnsi one,.. f 1) HF-;segHamento sopra i resti d<~lle trnppe italia,ne ». Ne~~li 8trssi giorni si svolge la battaglia cli Drescla, ultimai fnlg-icfa Yittor-i a napol<>onirn in c·nL fr:i g-li Itnliani, si distin g-nono i Oaccin,tori. fa Guardia d' Onore r. i Drag-oni. Il !5 set- l·Pmbre Ney, che è sncc<~duto a Oudinot nell'incarico· di rironqn ii-t.n·e Rf1·1ino. avvia i suoi.~ Corpi vpr·so Baruth , e a J lrntl\\itz i:::i srontra. rol nemico. La Divisione Fon tanelli. che èjn trsfa1 alfa colonna., incontra J'avversarjo - le truppe del genc11·:i le 'l'anen;den -- in posizion e oltre il fos8o di nennwitz. Lai,
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1792 · 1815 battaglia divampa violent~L su tutta la, line,1 e per parecchie ol'e il IV Uorpo sostiene da solo l'urto nemico, ma infine è costretto ;t r etro<.;,eclere. Anche la, Divisione italiaua eseguisce tale movimento, ma iu ordine ammirevole, come se fosse sul campo di rna,no,·ru. A questo p unto avviene la, defezione ùei Sassoni e dei Ba varesi <;he si danno a ruga precipitosa, v<~rso l'Elba, cosiechè Ney rimane con la sola .Diyisione franco-i taliana. Il moviment o 1·et rogi-ado (~ <.;, ompiuto sotto. hL . protezione . della Divt~ion~ It' ont.melli che, formatu, in quadrato di batt,a,gl.ia, resiste energicame11 te alle 1·eil'.era,te ca,ri,~he dr~ìla cavalleria degli alleati : cooperano brilla ntemente a tale resisten½a, i pezzi al conm11do tlel <:olonnello Arma ncli, il quale rima.ne :ferito. Il ld ottobre, mentre gli smilzi battaglioni della colonn a 'Z ucchi si battono eroicamente~ a Lipsia, hi DiYir,,ione Fonta· 11elli, nutndttta, da, Ney col IV Corpo a sos tegno della gua rr1igionc della, cittù,, si scontra, a Linden a u con le truppe del Giuìa y . .F: qui l ' Armancli con le ~ne batted e compie prodigi: con""nma t utte 1e munizioni, ha, a,l cuni pezzi smontati chtgli irruenti. attacchi nemici, ma, contribuisce potentemente a, couservare a i .F Pancesi la, posizi.onc di Lindcnau, che cost it uif'-ce l'ut1ica, via aperta per la ritirata. I nostri si battono ;;tncora stupendamente a.cl Hanau (30 ottobre) dove i gencl"ftli M:oroni e Sa.ntandrea e il colonnello Armandi, presi prigionieri, sono salva.ti da un 'ene1·gicà contro offensiva del Fonta,nelli: Fin da,l 24 ottobre, ad :fjrfnrt, Napoleone aveva ordinato il 1•impatrio di t n tti gli Itali.ani. Il 1° ~1ovembre -li'ontanelli, ,con la ~un Divisione ridotta a, poeo più di ottocento uomini, li ton{";en t.ri:.t a Ma,gonr,a,, dove N,1poleone r ivolge a lle tn1ppe ita,lia1rn parole <l i a ltissimo clogio._. Nella colorn1a. che è p:Ìs~ata al eomando del capo baittaglione Testa, l'ar tiglieria è rnppreseu!a.ta -<la -tre uffieialL 6 sottufficiali e 114 soldati. S ucc:essivamente pa,rtouo per l' Italia. alt1·i seag1ioni, t r,1 cni 11nello comanda,to cla.l eapo sq ua drone Pelissone, del r eggimento lin1g:oni Napoleone : il r eparto di artiglieria a cavallo di tn,le ~r-a µ;lione è rappresentato da, 2 n:fficfa.li e 136 soldati, con 22 c.:;1 ·
valli . -
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J.
AL BLOCCO DI DA);IZlCA
Co11tinua però ancora l'assedio di Da11zica che dura dal gd111a,io e non finirà se non a.l 30 novembre: perdò, per dare ,:l.lla l>reve 11tHT,Lzio11e una, conti11 uità,, ne faeciamo cenno soh.Lrne11te qui. Per formare il Om-po <le::;tinato a 11,rnziea, il Regno di Napoli port ò, come sempre, il l',UO -vali.tlo contributo : tra, le forze messe_in caillpo, l'artiglic;ria, comandata dal colomwllo l\uisi, doveva. esRere forma.tu, da 3 lmtterie, di cni n11a a carnllo, Per sopravvenuti contrordi11i , soh11nente quest'ultima, p,ll' tiva: csstL era composta cli G n.fficiali e ~2 soldati, con 106 cavalli ; ma i reparti partirono sp1·ovvisti dl~i pez;,;i e he avrebbero dovuto essm·e poi fon1iti clal deposito della, G-ra-ncle Armata. QrmllClO si iniziò il blocco di Dan½i ca a.cl opera deg-li Allc·_iti (gennaio 1813), la gua,r uigione en1 fonnata di 30.000 nomini drn1. dei quali i 1000 a,ppartenenti all'artiglieria, era,no agli ordini del Lépin. Talt truppe era,no for1rnLtc da elcm~nti compositi, e gli Italiani vi erano rappresentati quasi esclusivamente da Toscani, che per altro venivano considerati come Francesi. Ai primi di febbraio, per ordine del generale Rapp, una c·olonna, comandata dal g-ene1·ale "!)'RstréeJ della quale fac·ev,1 J10 parte 3 pezzi di :u:tiglforia, eì'-:egnhr.a, nna ricognizione ve: so Brentau. Il G dello stesso mese,~ mi\ 1,ltra, colonr;a, agli orclìni del generale Grandjean , con 4 pezzi. a,ccorreva a Lang Fnhr jn soccorso degli animosi eh<~ il giorno prinrn era.no stati. obb~ i gati a cedere, di fronte alle forze s_o verchianti del n emico . Il blocco intnnto contin nava, e i Russi ri11 fcivano a piazwi-e numerose bocche da, fuoc-.o contro l'e~austa e mal rifornita, gua rlìigione. 11 29 agosto, l'einizianclosi le osti.li.tà, dopo la bl'eve treg;na, i F1·ancesi colloca,v::i no oltre Zigangernberg nna ba,tterin <li 2,; pezzi, che a,prì subito il fuoco contro gli avvel'sm·i clel campo di Pitzkenclorf. Successivamente i Russi a nmenta.rono la loro attività : ma i. Francesi, dai due forti cli Neufah.rwasser e di Weischzclmnrncl en, risposero efficacemente agli S.000 col pi ~pa,ra ti cla.lle art igJierie clel blocco. Va,ri -piccoli comha,ttimenti si svolsero successivamen te, e le tre ba,tterie it,tliane del Fri.uli vi presero parte il 13. lo e 16 ott:ohre. Il 22 novembre le stesse br-1,tterie 1 che nei ripetuti bom-
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1792 · 1815
1n.1,i-durnen ti a.veva110 ripo1· tu 10 enormi c1unni, venivano, pe1· or ·djne del gener a le lh1pp, disarm.tte. Le oi-;t ilit:1 cei-sa.vano i l ~ ' uovemun:, all e f:l di sera: d urante t11tto il pm'iodo del blocco k : t l'UPJJC' at-.)'leclim1ti n vev:1110 lanciato -i- 11 Da mi ca e sui due for ti vicini ci1·c.:a 231..000 111·oiettili. Alla r N,istenza eroica della città i soldati Haliani - e fra quc ti gli .a ,-tiglieri - avevano r ec:a,to 1111 prezioso <.;on ti·ilrnto . I tc1·min i dcll0, capitola zione :a;tipuhlt[L stabiliva.no <·.hc le ti-uppe llapol eonfohe, sgomb1·ando la cittù il JO gem1aio 1S14, por · ta t-.scro seC"o, olùe alle altr e armi, 2 prr.zi da G. co11 relativi <:assoni cli munizioni. L 'evacuar.ione di lJnrn~ica. avvenne il 2 gen ·na.io, con tntti gli onod d elle a,rmi.. Nove gi orni pl'ima della caduta di Danzica . cioè il 20 n o'Vembr e, era caduta anche I >1·eE;da-, d ove S ain t ( 'y r a ,·eva soi;:ten n to vigorosamen te l ' assedio . .Fra gli assediati vi erano alcuni. a r t igli e1·i italiani. ; e si él.istinse il .rapo s quach-one cli a r tigl ie1fa Ji'en ari. c he. riuscito a sfuggil'e al nemico dal quale er a i:::tnto fatto pri gio11ier o, con in fi n iti st<>n t i e attr avcr, o a d innumerevoli peripezie, potè raggiun ger e ,Mifa,Ho, dove 1·ccò la triste no. tizia, della capitolazi one. --~n chc all'assedio di W arzburg p1·ei;:er o 1rnrte t rupp e i talian e, n.l coma u do del gener a LP T un<->au ; ma . seco ndo le in for ma,,,,ioni nffi ciali <l el t empo, b111to l' 1\yt,iglierin qnllinto il Genio erano fo1•mati da Francesi. Infine l ' A l'tigli<·t·ia italiana pr c~se parte e1lic,1C'issima al111 difr ::;a di To1·gau dove , il 27 uovembl'C, U serge11l'e Giova n ni P avoni m ol'i.vn, eroic;1.1nPnteJ cl,1.11do fuoco alle polveri dt>l 1:idott,.o Zinna eh c. per l e i;:ne condiir,ion i, 11011 poteva pi,ì esser e cl ifcso. Rimpa t l'ia,n <lo clopo la disgrazia tn ma glol'iosa, <.: ampa~i1a., ·gli Ita.liani rimasti p er ultimi in Gcrm a llia si ·in contrnvnno con gli avan zi delle Di vi sioni Z llechi. S evc1·oli e P nlombini , t'Os t i tnen ti q nc ll' A-1:ma tu <rita lia clw 1'Jplt c•1·nich, non sen za disde ,g;no, aveva, clefiniln nn ' .A1·m;d,a cli adol es c(~nti: el'nno infH 1ti , i.n gra11 pal'te, giova,nissimi, m:1 avevano dimostrato cl i sapers i htìttPre come veterani. 1~ in teressante r ilegger e nelle .lfemt>1'it' d(•l Pl'in<:ip e cli ~ret-
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L' (( AHMATA ))I ADOLIDSCIDNTI ))
tr:mich la narrazione del suo drammn.tko colloquio coll'Impera- · toi-e, clumnte il qtUblc, app1mto, i.l Primo Ministro a,½zttrdò tale 1 <leiinizioHe. N,:t poleone 1-: tesso aveva sollecitato l 'iucontro col Mctterni1:h, nel giugno 1813, per assicurn,rsi la, neutralità del1' Austria, prima di riprendere la, guerra contro la Prussia e la Russia, e offriva in compenso l'lllir·ia. Il colloquio avvenne nella villa, l\1a,1·colini presso Dresda, cl.urò nove ore e fu straordin ariamente movimentato. LiL vecchia volpe a.bsbutgic:a, d1e ta,nte volte ha dovuto ab ba,ssare la froute davanti aH'aquila c;òrsa, on~ ]a risolleva e, dina,11zi all'i<lolo ancora in piedi ma giù.r vacillànte, ritrova non l'astuzia, che ha r:;empre <·OJiservata -- ma. anche l'audacia,. 'l'anto che osa chiedel'e all'lmpera.tore che cosa accadrebbe se l'Arm,atli di a,clolesoenti, da lui mobilitata per colmare i yuoti delle disastroi:c;e ca,m1x1,gne di Russia e di Gel'ma,nia, fosse annienta,ta . A qnesta domanda, 'Yapoleone si irrita, perde le staffe er1 esce in una, grossolana vantel'ia : (( fo sono cresciuto sui campi cli batta,glia e un uomo come 1nc noll si preoccupa mol to ·rlella vita cl 'nn milione di uomin i)). Scrive il Metternich : <e Dicendo , o meglio gridando queste pa,role, egli gettò in un angolo del ·s alone il cappello che fino alJora aveva tenuto in mano-)). In altri tempi come finemente osserva lo storico Antonio Monti - anche soltanto un a 11110 prima, il :Metternich, da buon diplomatico. si sa,rebhe precipitato a raccog-liere il cappello dell'Imperatore. Ma, ora non più. Napoleone lan cia al suo avversario ht frecci.ata d'uno sgua,r do che potrebbe a nche cRRere nna disperattL preghiera per ]a, sua dignità; ma )Jetternich r esta ca]rno, a,ppoggiandosi tranquillamente acl unn consone. Napo]C101w riprende a ca,mminare a passi concita.ti per la i:;a,la, e, (( a,1 secondo giro, ra,ccoglie egli stesso il -sno cappello ! )) . Mentre la. Rchiena del p;rnnclc Impera,tore si curvava, H Metterni.ch doveUt> cel'tamente clire a se stesso : cc Quest'uomo è perduto! )) e assapora,re· tutta la; gioia della, orma,i imminente caduta di colui che per quindici anni era stato onnipotente. I11fa.tti pochi giorni. dopo, H 5 luglio 181-3, nella Conferen11;a di Praga, naufragava. ogni possihilità, d'intesn con l'Austria, ; il 12
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agosto questa, alleata con la Quadruplice e col Re di Sapoli, <li chim·,wa guerra a .Xapoleoue, sul quale si abuatteva it-repa 1·a bile la . confith t nelhL tita11icu, battaglia di Lipsia,. Or bc11 e, anche gl'Italia ni clell' Ar roiLta d 'Illiria er a no preci RH1Uc11tc (1pgJ i ,1,dolescenti e, dato il ftù mineo i-:volgersi della eampagna , non ebuero agio di compiere azioni e<"cezionali: ma pnr nell,1, breve p1·ova clicde1·0 p1·ova di alto valore . Il P l'ill cipe Bugenio a veva tentato di guarda1·e la Drava e la, Sava cop1·e11clo con la ùestra la Oarniola, ma gli Austr iaci lo a, evano costr etto :-id indietreggiar e pl'illla sull 'Isonzo. poi sul 'J.'aglia mcnto, p oi sull' Adige. 'l'entato dul Re di Bavie1·a ad a bl111 ndonare l a causo. clell'Impe1·atore, rifiutò sdegnoso, ben c:linrso dal Murat il quale, nello ste~~o tempo, si lasciava ~ed m·1·e <lnll'arnbizione di. fa1·si Re cl'Ilalia e. schierandosi con l' Anstria , mareiava con :30.000 nomini ·- i.tnl'in,ni - contro i sol da ti - . itn li a11i - del Vicerè. Qnei-:ti si rittaeva sulla linea del }fincio, poi, contrattac<·,rndo, b,LUeva gli Austriaci a Roverbella. A ì\ la ntova , a Peschi e1·tt, 11elle alte 1•al la(·e n,] pine, gli Ita,. liani si llc.lltevano stupendamc11te, pm· c·omprenclenclo ormai C'he l'ast ro cli X\apoleouc era trnmontalo. E rincora . i clistingne,·ano ll' truppe del e;olonnello Frnncesco Se1·L comnnda,nte dell'artiglierfa della bl'igatn, Zucchi: in esor nMli leggi. èli spazio ci vietano cli narrare partic0Jarme11Le gli epii,;odi di quest..'t resistenza i.n cni, ancora nna volta, gli sirtiglieri italiani furono ammir<:>voli. Il 4 .1,prile Napoleone abclic,wa,. li l(i dell o stesso mese i.l P rincipe E ugenio stipulava un nrmistizio. in forza del quale le truppe i.tnJiane poteva.n o continuare acl oecnpare il territorio e le fo1-t"c;1,ze non ancora prese clai coll egati, ed i F 1'ancesi milifa nti 11cl suo eser cito dovevano ritornare in p atria. l\fa la rivolt a, d~ MiJa110, che coslò la vita .il Conte Prina, indusse il Yicerè nel abbandonare la Lombardia. : gli A ustriaci occupa,rono le piazze forti. ed imposero ai 1·cggimen ti del Regno Italico la con . segna delle ban diere . Fu al1ora che si assistè a stupendi episodi di fedel t.\, tra c:ni il più connnovenle è for::,;e quello accaduto il 25 maggio 1SH f-lli ha,lna,r cli. di l\fn.ntova,, qua ndo si r iunì per l' ultima volta, -
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L'u urnro BACIO AL TRICOLORE
appiedato, il reggimento D1'f1.yon·i della l ler;ina, per l'endereoma,ggio a.llo steuda,rlo che doveva essere rimesso all' Ars~nale. Il colom1ello Giovanni Ma,ria, Narboni, eon la voce r otta dalla, commozione, comandò il cc J>resenta1e le armi! )); poi, nel momento in cui la bandiera gli pa,ssava d,wa.nti, come sospinto da una forza irresistibile, si precipitò sul glorioso drappo e se lo st1·inse al petto. Allora la ~cena divenne grandiosa, elettdz1.ante. L'iutero reggimento attontiò il colonnello gridando : « Non vogliamo. conseguarc la nostra, bandiera, ! >>. E quc~i solda.ti, i veterani di cento ba,t taglie come i giovanii'ìsimi della più recente eampagna, YOllero baciare ,m' ultima volta, lo sten<lai-do, che 11011 fu ceduto. A.leune ,1 ltre ban<liere, eorn'è noto, fnrono ditte alle 1:iamme in notturne rnistel'iose riunioni di soldati ita liani, nell'imminenz,1 della restaurazione a ustria,ca ; e le ceneri, n 1iccolte religfosa.mente, forono da, quei prodi trangugiate, (:ome "fièr obbedire ad un sa,c ro rito. L'Italia, aveva dato agli Eserciti napoleonici il fiore della sua gioventù ; e centinaia di migliaia di Ita,l iani era110 pPr·Hi combattendo in terre lontane, a.i servi7.io di \m ·a ltro P aese. :E tutbwhL <Jncl sang-ne prezioso non fn versato invano.
14.
Nessun progresso notevole nel campo balistico - Importanti perfezionamenti conèerne nti l'impiego tattico dell'arma - Due soli cannoni da campagna: da 12 e da 6 · I primi affusti a scomparsa - Un'invenzione inglese del secolo XIX ... di cui parlava Le onardo alla fine del secolo XV - Le " b.ombe a pallette ,, del colonnello Shrapnel - I razzi come me zzo di ·propulsione.
Per qna,nto concerne l'evoluzione tecnica, dell' Artiglieria,. c1 m·a.nte tutto il periodo na,poleonico non si r ilevano progressi
iwtevoli nel campo balistko; il tiro rimane aJio stato del siste-- 1G89 -
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ma Gribeauval. E anch<:~ la teoria, ùopo i p1·ogressi compiuti nel .secolo, subisce una, sosta genera.le, interrotta soltanto da,l la importante memoria del I<'r-Hnçois (anno XIll) . sempre però bf.L· ,sata. snlla l'esistenza qna.dratica.
Fig. B58 · Cal'Ouata inglese.
Si devono invl~ce notare importa.nti modificazioni e perfeziona.menti nel materiale per quanto riguarda l'impiego tattico -dell'a,rma, e cioè della mobilità,, e della manovrabilitù, del materia.le. Pur troppo a questi perfezionamenti non contribuisce la dirett.a opel'a, italiana, ehe µerò si prenderà la rivincita in seguito . Anche la Francia, rimane stazionaria, in questo campo, sul materiale GribeauvaJ: "i progressi si verificano specialmente in Inghilterra e in Germania. Nell'armò XI una Commissione nominata dal Primo Console studiò e propose una completa, trasformn zione' del sistema d'artiglieria, sulla base di. nna maggiore semplicità, del complesso, per numero di calibri e cli bocche da fuoco, e di una maggiore leggerezza e manovrabilità, dei pezzi; ma questo sif,tema cÌelf'anno XI, per quanto studiato su· basi ra,zionali, non venne realizzato che il, minima, pa,r te, e cioè con la, ado:done di un unico cannone da 6 libbre, per l'a,rtiglieria da campagna, in sostituzione dei due cannoni da 8 e da 4 libbre del sistema Gribeauval. Così, essendo -st;1to - in pratica,, i:;e non per decreto - abolito il pezzo reggimentale, l'artiglieria da, campagna venne tt d essere armata con -
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IL SISTEMA DJDLL' ANKO Xl
dt.w soli. cannoni , da 12 e da, G, oltre che co11 un obice da 21 libbre. ln Francia compaiono anche, in queisto tempo, i primi affu.sti a scomparsa, per l'artig.lieria cl:~ fortezza. Se ne ebbe n1t tipo
La, Fère dm ruote a mozzo eccen trico; un 1.Lltro , Gassendi, con r note a cerchion e a spirale; u n tei-zo, assai. più" c_:ompli.cato, del Ghai:::seloup. RLerauo pnre i.ntra,p1·ese espe.i-ienze per il til-o, c·oi canJ1 011i . . di pi-oietti scoppianti, mecìi.an te l'a,ppliefl zio ne cl i nn tacco d i
F-ig'.
359 - Cannone cloll'a.11110 XI.
leg110 a l.la bomba, secondo· un sistema· di cui già parlava, più di un secolo primtL, anche il :i\-lartena. Ma tali esperienze non die·dero bnolli risu ltati, e furono abban donate. Solo parecchi anni più tardi si risolse praticamente il problema. I pePfezionamenti nel tra,in o dei pezzi, a cu i n,bhia,mo actennato, po:<:~0110 ria.ssumersi nei seguen ti p unti : Adozi one, in Inghilterra prima che altrove, cl egli _affusti ·così detti (( (i f recc ia. )), ossia costituiti, invece che di due :fìan·cittc, cli nn unico trave. squadrato e ad an damento generale rettilin eo, mnnito in testa,ta, di due aloni di leg110 o anche metal·1ki 1·iporta,ti, sui qualì erano ricavate ie orecchioniere. Questo t ipo di affnsto, dat a la minor Ja,rghezza della coda, permetteva "'!t rn angolo di volta, maggiore, anche con ruot e di grande diame-1691 -
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tro ,.tlhwu,ntre110 . Inol tre t utto il sistema, si rendeva più solido rigido; era assai limitato l'angolo di eleva,7,ione massimo consentito cla]J'aff11sto, ma - dato il modo di combattere dell' artiglieria. campale clel tempo, unicamente a-He di.stan7,e di punto in. hi:111 co o poco s11periori - il fn-tto non aveva gra,nde importan7,a,, e
J?ig. 360 - AfJ'usto inglese a. freccia.
}la qui, pur senza voler dimi11ni1·e il merito deg li Inglesi. per Padozione dell 'affusto a freccia, dobbi.nmo r ilevare che a.ffu -
i,;ti del genere si trovano ·disegnati nella tavola XXIII del « Co dice At.la11tico )) di Leona.rélo da Vinci. (.)uesto Codice, 1wl 1796. fo portato dalla Biblioteca, Ambrosianu, di Milano a Parigi, ì11 sieme con a,l t ri 1G volumi di. Leonardo; fu restituito, solo , dopo la caduta di Na,poleone, e non venne pubblicfLto che molto tempo . dopo. ' Continuiamo a,d enuinerare i perfezi.011a,menti nel tra,ino: L'unità di ruota, ossia l'adozione di ruote di ugual diametro per H pezio ·e per -l'ava·ntreno. Il cofano d'ava-n treno, in sostituzione <li quello di coda. L'unione dei treni a gancio e occhione di coda, analoga, a . quella- attualmente in uso; e che, a, malgrado degli inconveni enti. -
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P l~ltb'FJZIO.NAMI<JNTO NU:GLI Ab'b"US'l'I Vi NfilL 'l'RA!NO
della unione liber ..t, aumenta la mauoveabilità. in confrontc, c1(,J1a unione rigida del sistema Gri.beauval. Ca ssone o carro per munizioni, costituito in modo analogo a] pezzo, e cioè di un avan t r eno ugmtle a quello del cannon e, <: <li un l'et1·otreno con due co[,1ni per munizioni.
Fig. 30t · Carro poi· nwuiziono i 11gl eso.
Serven ti montati sugli tLva,n treui e sul retrotreno del cassone. Infi ne, a ll'infuori di quanto riguarda il trnino, si. deve segnalare la impÒrta ntissima intl'oduzione delle bombe a pallette, dovuta al colonnello Shrapnel, dell'artiglieria inglese, che le impiegò per la prima volta in Spagna uel 1803. Questi primi i-hrapnel e1·~rno bombe a pareti relativamente sottili, riempite di pallette di piombo fra,mmischial:e a.Ila çadca cli scoppio. Tale rnl'icn (~ra costitnibt. da, una mi:-;cela cli ~ìLlnitro e cli carbone, con ei::cl nsione dt-1 solfo , per evital'e che. per efietto della confricrt7,ione violen tn fl-<1 le: p;tllette, 1H c·nr-ica i-i acc:en cles~c premat.nr-amente all'atto dello ::;piu-o. In- questo periodo è an~he cl.a, rkorclrirt', pe1· cprnuto rig11.1r· -cl.1 il mnnizi.on amento. la nuova, ntili½imzione dei. razzi. Tali. razzi 1:1 1·n no giù, conosciuti cla molti::;~imo tempo - forse da epoca a,nt <·t·iore n,llc pri me bombarde - ::1inche fnorl c1· Europa, in Cina,
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i11 India ecc.; ma erano impiegati a scopo incen<lia,rio o di segna,l azione, oltre che cli cli.vertimento . Ora, invece venivano uti, lìzzati per portare a grande dista nztL proietti esplodenti, o anche palle pi.e ne e scatole a miti-aglia, tea,lizzando effetti uguali a quelli de))e ,11.·tiglierie, ma, :senza la bocea, da fnoco e coll"affnsto ridotto a un semplice can1.lletto . .La, fama di tale trasforma zione il rimasta all'inglese Congrève; il quale però, in un primo. t<cimpo, pensò soltanto al perfezionamento dei rar,zi incendiari allora esistenti, aumentandone la gittata e il peso. Questi a rt.i · foi furono impiega.ti dagli Inglesi nel 1806, da, distanze di 400 m., contro Boulogne, con sca,rsi risultati; nel 1807, contro Copenaghen, in grandissimo numero (40.000), provocando distruzioni e poi, anche, come si è visto, contro Gaeta,. Secondo le notizie riportate dal geperale prussiano von H oyer, (System der Brandrnket:en - Lipsia , J.S27) prima del Co,, · grève, in Francia,, un noto artirlciere, Rugg:ieri, (anche quj., 1~11. 1.ome italiano)) aveva fab bricato, 1iH dal 1760, dei razr,i lll:u1iti di una grnnata e ancora prima, verso la fine del secolo precedent<!, p1·oietti ùi tal genere sr.rebbero sf·a.ti sperimentati iu 1~er mania. In ogni. mo<fo, fu nel 1814 che :l1 capitano chrne~e Schnrna,c her riuscì cli ottenee con questo f;.Ì:4erna, applicf:Lto a proietti scoppiant i da J 6 e nnelw da 32 libbre, risultati eccellenti, per gi1tata, e p1 ,~r.isione . Il sistennt si imposi! (:OSì all'attenzione di.. tutti e diede origine ad una nuova specialità cli artiglieria la quale riùla,se in uso in Inghilterra, in Fr·ancia, in A.nstda. 0. anche nel Begno .'li Sai·ìfogna, :fino ~ul epoc:n più o meno inol tratta della seconda metà del sécolo XIX, allorchè scompH,rve i1: seguito ai grandi progre1-,si eonf.legui.U daìle bocche da fuoco. con ht riµ·ntnra e la reti·ocarica, e a11che per i pericoli ehe pre sentavano l'impiego e la conservazione dei razzi. 1~ da notare che~ il nome tedesco e i11gles(~ dei ra½zi (rispetthnmm1te cc Rakete )) e « rocket )>) è faHo derivare cla a.11 tori tedeschi. clall 'italiano « rocchetto >> o « rocchetta. >>, come li ehia,mn, ad (~i:;ernpi.o. il Capobianco. Non è forse fnor cli luogo notare qui che quei-:\-o mezzo cl:i pr-op11 Ji;;io1w. dopo la snn. vita effimera, torna ad essere preso in 8eria. conf::id0.rn,zio11e. e chiari ingegni lo preconfazano come l'a,rtiglieria clell 'avvePire, la s11 perarti~lieria,, che dovr ebbe a,nche da,r e nll'11orno i.1 mezr.o per supern,re le distanze interplaneta.rie. -
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... L'ORDINE DEL GIORNO DI NAPOLEONlil
15.
Le parole profetiche e fatidich e di Napoleone: " forse non è· lontana l'epoca in cui il nome d'Italia tornerà a brillare in tutto il suo splendore,, - La restaurazione de i Savoia in Piemonte - L'Artiglieria italiana all'assedio di Grenoble - I benefici effetti dell'azione napoleonica, in quanto " riabitua g li Italiani alle armi ,, - La fonda· zione dell'Accade mia di Torino - Alle soglie di una nuova era.
ln un famoso ordine del giorno dettato per i soldati italiani della G-1·an(le Armata,, Napoleone aveva, usato queste espressioni pro[etiche, che squillano come una fanfara di com.battimento : « I segnala,ti servigi resimi dagli Italiani in questa campagna mi hanno colmo di giubilo . La loro fedeltà intemerata, in rne;1,zo alle tante seduzioni adoperate dai nostri nemici ed ai perfidi esempi, l::t loro intrepicla condotta. la costanza dimosl1·ata in mezr.o ai rovesci mi hanno s<msibilmente commosso. 'l'nt to ciò rui 11 11 confermato nclFopinione che bolle sempre nelle vo~tre vene H sangue dei clominMori del mondo. :Forse non è lont ,rna l'epo<·a, in cui il nome d' Italia. tornerà a brilla.re in tntto il suo splendore ... ». P arole p1·ofetiche.' A. Parigi - in a,ttesa che il Congresso di Vienna, procedesse acl nna sistemazione definitiva - si era, deciso che la Casa di Savoia dovesse ritornare in possesso dei snoi Stati, accresciuti dal Genovesa,to. l'} i:;ubito - mPntre si attendeva il ritorno di Vittorio Emannele I - s i procedette alla riorg:rnizzazione dell'esercito che, dopo ·13 anni durante i quali aveva dovuto combatte1·e per lo· ~1rn,niero, poteva final mente assumere, di Jtnovo, la sua vera e ~H C.l'l:l, fnn:done di difensore del suolo patrio. Pc1,rticolari eme fnro110 dP<licat<> al C'orpo R<•al<' cli ,\i'lig-l icl'ia ché vern1e diviso in ri cnt< g-orie: 1" . l rtig lieria a vied i) cl'orcl1nan;1,a, composta di nno ~ta.to i\Jaggi.ore (che com.pren deva il Oo,·erno g<>nerale dell' A1·tig1ieria, lo Rf"ato Maggiore elci ba,ttaglio1ii, le Rcuole e le Fabbriche). cli 2 Lattaglfon i. ognuno cl i 6 compagnie cannonieri , più •.ma, compa.p:nia maestra,nza, nell 'uno, l'una compagnia minatori nell'alt.ro: 2° ArNglieria Proi;in ciale 7 ~1 piedi, f01·nrnta, chi, nomin i provin ciali clestilrn ti a rinforzare il 0
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{.'01·po in guena; 3" A.,rt-iglier-ir1 Volante) composta di 4 compagnie di a.rtigliel'i addestra.ti a.l sel'vizio celere di campagna; 4'' 1lrti ylierio, lleale cli &arclt;g·na) d1e aveva. tre compagnie cannuniel'i; 5° A:rt-igl·ieria sede·ntar·ìa) della quale facevano fl11·te t utti gli addetti ad uffici e gli inva,lidi. Nella stessa, occasione si formò uu reparto del treno, adibit o <~l trfLino delle batterie che presero pa,rte nlla camp::tgna del 1815 -contro la Francia : dapprima fu di una comp,1gnia , poi di 6, q uiucli di 4, e infine si ridusse a 2. · Il comando del Coi-po fu assunto q.al colonnello Cappello, .(Ì/ cui abbiamo avuto ripetutamente occasioni di segnalare le el'oiche gesta. Gran :Nfastro, in sostituzione del Con te 'l'haon di Revel, fu nominato il Conte Filippo Vibò di Pr-ales. E subito il Corpo di Artiglieria., così rinnovato, fu messo .a.1 cimento. Napoleone, sbarcato in Fra,ncia il l" m~rzo 1815, era entmto il 7 a Grenoble, il 10 a Digione, il 20 u, Parigi) alle 'l'ui.le· t·ies. Ma subito, alla prima, notizia, deHo sbarco, l'Austria,, la Prussia,, l'Inghilterr.-1 e la Russia, che si stavano gingillando al {;ongresso di Vienna., si ernno impegnate ad ·attaccare la li'ran cia con 150.000 uomini ciascuna : fu questo formicla.bile esercito éoalfz,1,ato che, a vVnterloo, elJl>e ragione dell'ultimo tentativo ·del gTa.nde· Còrso. · · · · · · · · ·· Il Re di Sa1·clegna, - · che era, stai:o accolto da acclàmazioni ·d elir~uti al sno ritorno negli Stati aviti - solo fra, ·i Principi. it::i,l ia,ni. ebbe la felicc' intui.zione della tenibile minaccia conte· nuta i~ una possibile r estaurazion e defi11itiva. dell'lmpcra,tore, · ·e il'~) à,prile fir~nava un t rattato aderendo allf:L Lega, ed ohbligan- , dosi a, 1ùettere in a,r mi un contingente di J5.000 nomini., per appogghtre l'azione del Corpo a nstriato al coman51o cl0l mare·s ciallo Bubna. ' Da, principio tale esercH.o ven ne raduna.to sot.to Alessanclfrl, v~r .rarnrc l 'event1rn..l<~ minaccia cli Gioachino Mnrat il quale, -con nn nuovo voltafaccia,, .si era per la: seconda volta, schierato con Kapolcone €~. avanza,nclo nell'EmiTia, si proponeva cli im,iclfare il Phic' (rn tino . Ma, ì\for::il'. ha.tt uto nella hnttaglia, eletta, di Tol entino. C'Hpitol::J.Va, a Casillnnza, presso Capna, e partiva per
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F ig-. 36-2 - B11ndieru di r cg-J!i me rd.o 11<·1 CO l'(JO TI E>al 0 cl'..,\rtiglie ri11 pi e montese nol 1815.
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hi Francia, donde doveva poi ritornare in ottobre per la tragica impresa di Pizz.o. Contemporaneamente i.l pericolo si faceva ogni giorno maggiore, per il Piemonte, sulla frontiera francese, dove il 15 giugno 20.000 uomini, a,l comando del generale Suchet, prendevano l'offensiva, respingendo le scarse truppe del generale A11d1:·zeno . Allora l'esercito piemontese, al comando del generale La,tour (sottocapi i generali. Gifflenga,, Robil:rnt e San 1'\:Iichele) interveniva e, di conserva con le truppe austria,chc del Bubna, batteva l'esercito del ·S uchet ed occupava, Ohambéry, dopo di che si portava all'assedio di Grenoble, capita.le del Del:finato. A questa impresa (a cui presero pa,rte alcuni patrizi, il cui nome .doveva più ~ardi essere iscritto nel Libro d'Oro della Patria,, qua.li precursori deì martiri della grande epopea del Risorgimento : Sa,ntorre di Santarosa, Cesare Balbo, Giacinto Collegno, Moffa di Lisio) l'Artiglieria, a,l comando del Oapel, ebbe parte assai notevole. Gr enoble, cinta, di solide mura, era difesa da ben 70 cannoni di grosso calibro, mentre 1Ù1n,. forte batteria stabilita àl J>oligono., sulla riva destra del fiume Drac, poteva pren dere di fianco le colonne che avessero osa to a,vanza.re per la, Vizille. In compenso il genera.le La, Motte, comandante della città, _disponeva cli pochissimi cannonieri ed ingegneri,· cioè non aveva il personale f::Ufttciente e adatto per manovrare utilmente tante bocche da fuoco . Precisa.mente il fenomeno opposto si veri:6.cava nel camp9 piemontese, dove le artiglierie non erano molte ma, dirette servite in modo eccellente. Scrive il Saluzzo : « L'artiglieria , sebbene esposta al fuo co delle artiglierie della piazza che le avevano cagionato la perdita di un terzo dei suoi uomini, pure seppe con la precisione dei suoi tiri incutere nella cittù, spavento ..sì ..grande-che -le-autorità JocalL f urono _costrette a venire a. parlamentare e a trattare le condizioni della, resa, )). . Un'avanguardia, di 6 battaglioni, al com.ando del Gif'lìenga,1 si era avanzata per la via di Vizille con 3 cannoni e 3 obici.; le a]ti;e truppe, guidate dal Robila,nt, si erano invece piazza.te in faccia, al sobborgo detto cles trois oloi'tros e avevano collocato una batteria contro le trincee dei difensori. Deciso l'attacco da parte di due battaglioni comandati dal
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16!'.!8 _ .
1.
Fig. 363 · Il Luogotenente Generale · d'Artiglieria Ca.pel che, come conU1,n· dante l'Al'UgHeria piemontese, f<i distinse all\1ss<~ùio di G renolile nel 1815.
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1792 - 1813
tenente colonnello J3ussolino, questi furo110 fatti precedere daalcuni << bers~1iglieri )) e da, un reparto di. a.ttigl.ieri che batteva lr> mura, mentre Robibnt fnlminava con ìe artiglie1·le il trinceramento del borgo des f:rofa cloitn3s e gettava, granate nel ceu tro della città . Conquistate a.Jcun e easc, vi fu1·ono portati pa recchi pezzi al comando del capitano Operti e dei tenenti Collegno e Omodei., che, raddoppiando il :fnoco, jn quattro 01·e ridussi·J'.'o :1d un rn 11 cchio di Tovine tutti i sobùorgbi. ! l r···-·-· ·
I Ji'.ig. B64c - Vittoi·io Ema1111ele I.
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! Intanto i
pezzi del Corpo di Robilant, diretti dal luogote11crite Ii.Jnrie e scortati da un a compagnia della Guardia, si avan7,a,;a,110 ma,n mano e già alcuni tetti della città stessa, mandati in ·fia,mme dalle granate piemontesi, minacciavano di comunicare il fuoco all'intera città: Fu allora che il La Motte, ·vedendo impossibile ogni ulteriore resistenza:, chiedevn l 'a rrnistizio a cui, dopo tre giorni, succedette la resa. -
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L' AS::5ED10 lJI Gl{E~OBLE -
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ùltr·e .,d giu, cit"Lti. uffidaH, me1·itò p,.Ll'ticolare elogio in tale azione il 1.;orn~Lnchtnte de.l treuo cli arti.glieri:1 Villa, per PinLrepidezza dimostra.ta sotto· il fuoco micìdi.:Lle del carmone. Questa, spedizione di Greuoble <.lirnosLtò all'Europa che lo spirito miiitar<~ del Piemonte 11011 er-a a,:ffievolito e che la vecchia stfrpe guerriera era ::;empre prou t~L ù 1·iprendere. le armi per- la difestL del v1·opl'i.o l 1 aese. Il Congr-esso di Vienna, aveva san1,ionato le decisioni. prese (blle val'ie l'oteuze pel' il riassetto dell'Europa. : diciamo « de cisioui prese dalle vari.e l'otenze ·)) , perchè la nuova conformazione politica venne fissata in base~ agli interessi ed agli intrighi degli. Htati forti. all'infuori di qualsiasi prineipio ideale, quale avrebbe potuto e dovuto essere iJ rispetto delle nazionalità, la Yolon tà dei popoli, lo stesso criterio di legittimitù, dinastica. N'ella ripartizione dell'Ha.lia, l'Austria si foce la parte del leone., occu1:iando direttamente la, Lombardia, il Veneto, H Trent illo, Trieste, l'fatria e il Li torale Dalmata,; e indirettamente, per mezzo di Pl'incipi delhl famiglia Imperic:lle, il Ducato di Modena, il nnca,to di J?arma e J?i.acen1,a,, il Granducato di Toseana e jl Regno di Na,poli e della Sicrna. B tuttavia, nella, tristissima. F:;01·te della Penisoht - dove solamente ìl PiemolltC-l emergev;,L indj.pendi~nte, come un isolotto gr,initico - aleggi.1.v:.1, nu' iuunern:;a, fo1·z,t :spiPituale nuova, che preparava nuovi tempi : e questa. forza morale - amor di pa· ti-ia e pmssiouc ,li lihertù -- si c~ra, diciamo così, concretata e org-anfa7,a,ta attravenio alle grandi avventure militari dc~l periodo 1inpoleo1rico, che risnsr:itava.no tLHtiehe, gloriose tradizi.oni. ).rnpoleol!e non volle mai l'unità d'Ttalia,, che, politicn.mente ricostitnita, sarebbe jnevitabilmente diven uta, una, p(~ricoìosa 1:ivale clella Francia. l~ppnre chi abbia serenità, cli spfrito e vo gHa da,re equanime giud izio non può non riconoscere i benefici effetti. clP!l'nzionc~ n a poleonica. sopra,tutto in quanto restituì agli Ha l ia ni l'nso e la passione àelle n,rmi. Queste pa.role vanno intese nel loro giusto significato. Come abbiamo veduto nei due capitoli prececlenU , per tutto il secolo XVIII) nonostante le i nfelici condizioni. politiehe, sociali e<1 economiche in cui versava, il nostro Paese> l'arte e la scienza -
1701 -
1792 - 1815 milita1·e n on si ernn o w a i c<.:l is::;at e, <.:o:sì n el <.:a tup o dell'azione g uei-resca (ba sti r ico1·dui-e le <:ampagllc di Yittono Amedeo ll e di Ca r.lo J~m ..wuelè), <.:0111 e in quello d egli s Lud i: il l'apaciuo, il Lagl'1.wge, 11 1,ei- toli.L7 il Palmieri ..Lvcvano i:;opravall za to i lemJ..)i, l.lJlcia mlo i 11 J~uropu idee e i:;i::;temi nuod. ~\la 1 ep ol·a 11apoleu11i<.:a Cl'eò u11·acm o:sfc1·a particolarmente p1·opizia a llo ::;viluppo <lcJlo sp id ro mi1i tn re, e ~oprn t11 tto, for11 c11clo al.Le 11uo,·e generazioni l ;o<.:ca :--iun e tt1 d 111 c11tal':-;i coi p iù ,Lgguenit i c:sct<.:iti d' Europa., permise loro di attermat :si p iù largamen te nell' a zione rnilita.r e prati<.:a . Nel w:1ggio 1~04, a }JiltLno, rivol.gendo un ' a.llo<.:uzione al Corpo L egislativo tlel H t~g11 0 tl'ltalia, .N apolcoHe aveva pron u ncia to queste patoJe : « ::Spero che i miei popoli c1·1talia occuperanno i p osti che bo 101·0 assegna ti 11cl ruio pensiero , ma. n on li 1·,1,ggiungen111110 se .11011 s i persuadono c he la, fon-:a <lelle a,rmi è ~oprntu lto il fon tluwent a le :::;osl eguo degli ~ tati. I~ ormai tempo che la, g ioven t ù italimm, che vegeta nell'ozio delle grandi città, cessi cl i temere i <.l ii-.agi ed i l)eric:oli della guen:1 e si a ffo])i in vece sui campi di Marte >>. Il m iea colo e1·a avve11 11 to . Ri i11comi nciarn .a l1or a a canta re : <t Ona 11wdre, 1111 su olo st esso - d diè vit a <' ci so~tien e - è ll(~1nico al com u11 bene dli. <~ n e mico a,ll'nnit.à, )). Ma queste parole n o n 1·imnneva 11 0 la sterile espressione di una fan tasia incalizza uil(•. La, << c:ue..1, i n tc·nsin1 <lella guen ,1 )> dd periodo napoleon ico ,1reva <·onti·ibui lo n riclu.1·<~ n,g1i Ibili nni l'a111 or e dell e a1·mi, il S(\11s o d ella disciplina e U gusto d <'lLnr,"ent u n1. Li pr1·i7,ia e l'(:'n ergia n ee<•ssn rie per tradurre in lwlla l'ealtà i l sogno dell' u nità na zionale ehe, per molti secoli , si ern nrn n tcnnta eol ~olo Yin colo spi rit uale cl(•lla lingua , della l el'tp1·a.t ma. d ell ' arte e <·l1e ora, in co ril:in cia,n l ad afferma,ri,d. come di~egno politi co.
E n J 81o è con trfl sseg1rnto cla un avvenimento ch e ha parte importan t issima n ella, nostra Storia: la costit".117,ione òella, Ti e· p;ia A ceademia. MilHarr ebc. q11ara11 ta qnattro anni più tar d i, nel Jf:;i9. doveva d iveni re la Rrnola ~pecificn d ei g-iovn ni ai:-pira n t i a,11' A r ma; di Arti~lie1fa e Gen io .
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1702 -
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ll E G I E P J\ TE N T l · l'ORTAN f· I
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J-'f:fl GRM.(A D!/ .OJO .
Di SA.RDr:GNA ,, DÌ CIP.R~ ,
E DÌ G6RUSA_foEMrvlff,
Fig. 8fi5 · R egi e Patenti llel. 2 n oYembre 1.8.15, con cui V it\ol'iO Emanuele I Cl'eò la R. A.ccaclemia 1\rilitaro di To1·ino.
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1703 -
1,!)2 · 1815 Della ruuzione , delle be11ewe1·e11ze, della glod.1 dì quei-ta g1·ande fucina, che dal 1.t5l:-i i n an111ti ha dMo alla P atria tanti ,·.tlorosi uffi ciali, 11011 è i1 ca:;o di parla .r·e in questa 'l! J'irua, l'n rl·e dellèL nostra Opcea. Ma. era pur dovel'oso fa l'J1e cenno pe1:l'hè la sna erea½iouc ha qui un \'aìore sin1boli<-o: essa. offre una. restimonianz,1 tangibi le di questa riirnovala anima della ..\'a7.ioue che :-;i accinge nel a1fro11b11·e i più cluri cimenLi pc~1· Ji:-;c·aLin 1·si dal dominio str,rniero e clischi ndcnri le porte dell' avvenire. Del resto la formaidone de1l'Accatlemia è stretta mente congiunta, con l'impresa cli Grenoble, di GUi . i è parlato nelle p agine i111.medi.atame11te pl'er:edc11ti, i1up1·ef;a che co:stituisCl! quasi il prn · mettente d ebutto cle !FA1·tiglic1·ia p iemo11tese 1·is0Ytn a nu ova YitH.
Tnfatti il Congresso di Vi enna, appre½mndo giustamente l' nlto spfrH.o militare di. cui il Piemonte aveva clato pro,·a coH tale speclizioue, no11 solo decise ch e la S}Lvoia gli fosse restituita, ma assegnò allo Stato Sardo 3-5 mHioni dei 240 che la F1·ancia doveva sbor5::are agli A ILea ti come indeunit.1 di guel'l'a . .Appu11(.o servendosi. cli t nle contl'ilH·17,ione il free t:O· strufrc H fo1·tc cli J~xill<>s e, cou regia p,1tente 2 n ovembi-c t. 13 1 po:-;e le basi dell'Accademia. ì\l i lita r e, dci-;tinantio ,1 coman<larlll, i I mnggior g-e11erale Conte Giovnnni lfattista Nkoli~ di Robilnnt e tL clfrig-ere i corsi il cav . C<~sarc Sa,Luzzo di :Monesiglio. ])<'l primo f; Ì è giù, fotto cenno , indicando b1·ev<,111e11te l'azione effkacissiuw da l ui svolta aU-ns~prlio di Grfnoble: del 1·cst·o. il Ti obila11t aveva già, partecipato nlle campagne dn.l ]792 nl 1T9G, qnn.le ainhinte di campo e capo di Stato )lnggiore del Due-a del Monfer rato. acquista ndo fama di capi tano abil e e valol'o~o. Il l-<>c·ondo el':1, figlio cli qnel Giu:;;eppc Angelo Sa.hrnzo di }[onesiglio cli cui si è pal'la,to nel capHolo VII, ufficinl c cli. artig1ie1fa 1' i:;cienziato di valore, nntore cli nna ".1 1om rwia s11lla, 1wt11ro rlel fi.11ido elosfiro che .<;i ,'{vil11p1J(t ,/alla, polrc:rc da cn1111011c e fondatore, col L agrange e col Cign a, della privata soci<'fa che dovPva poi di venfrc l'Accadernin, delle ~cienze. Deg-no figlio cli ta,l padre, il Diretto1·e dei corsi dell'Accaclemia ì\lilitare si era dedi cato ngli studi fil osofici e scientifici scrjvendo varie opere apprezza.te, rnn f;Opratn t to si era f;pecializza,to quale 01·ganizza,to1·e delle p11bbliclH>, seuolc. Al Sa.lm?:o fn 1lnncp1e da,to l'i n carico di formn -
ne
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1704 -
« I/l'.r,\ L U
S:Ì:: DESTA ))
lal'e il Regolamento - La Heg-ol,t - pe1· .l'Acca<lemia, che egli sottopose poi all'approvazione di un Uun::;iglio apposito, composto del }turchese di Sa,n Ma,rzauo, Minist ro della G uerra, del Oonte Ba,lbo, clel Conte cli Roburent, del Conte Due, dell'Abate Siueo e del Generale di Robila.nt. E con questi nomi del Hobilant e del Saluzzo ci piace termiJHll'(~ b ];>l'ima r•a rte delfa no~trn, S toria perc:.hè, valoroso soldato l'uno, auster o studioso l'altr o, assumono nn carattere feli C(' meute ed eloquentement e r a ppresentativo, non solo del!' Artiglieria, che è un 'Arma ed è una Seienzn,, m,L a nche de.I.la nuova. Italia ehe, balzata, in piedi dopo min, notte secola1'e, in quell 'alba dell'Ottocento si accingeva rL radunate e fondere tutte le e1iergie - tisiche, morali ed intellettuali - c.d a valorizzare il patrim.onio culturale, H genio della stirpe e le ataviche virtù gueniere, per lancia.rlc n ell'infoea,to crogiuolo delle guerre del Risorgimento: da, quella, che vide l'eroico sac.rifi.cio dell'Italo Amleto a quella che, con la vittoria cli Vittorio Veneto, diede finalmente alla Patria nostra i giusti confini a,sseg nn tile di.Lll:t 11n t ma e da Dio. Sella gigantesc.lt epopea per · cni un'Italia i:.pezza.ta, i11 dieci staterelli, « calpesta e derisa)), 1-iusc;ì, con prodigioso sforzo di. popolo) a raccogliersi tutta, compatta e fr(~mente, sotto la, guida, sapiente della glorios-a Dina.stia e, vigilata, e sorretta, dai suoi l\fartiri. dai suoi Poeti e dai FillOi }~r oi, si tagliò fra le ostilità ~ le jnvidi<~ del mondo una vi.a 1nminosa Yerso il futm·o, 1'A1'illtl: di Artiglieria ha tenuta e tiene una sua pa.rte di alta importanrn, <Ccli poema degnissima e cli storia)).
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1705 -
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No tizia bibliografica l'liJR LA J:•RIMA l'Mt'l'J.I] : VOLUMI
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storia
cle/,le
anni da
f'noco
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NOTIZIA BIBLIOGRAFICA
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NOTIZIA l:HBLlOGRAl•'lC:\
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NOTIZI A BIBL!OGRAl~ICA
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XOT IZlA BJBLIOGRAFICA
D P-
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G. :
l(b [JIW1 '/'(b
ve·1· la,
SUO·
<Jrrm(le,zza, o clecndenza, di, Jtomci.
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Frcumn: Les 111e,,1;eiUes de la .soience · Arli71erie a,noienne et morle1·n.e.
1''1u.\mxuo : li genio bellicoso di -.Sapo7i. I•'JL,1.\"c;rnin 01 ( \ 1.\"ow.1: Le A. r ti.<JI i eri e cl i U<iste l Nuovo nei seoo l i X V I (' xr, [ (e"tr. daU'A.rch . .'lf'OI'. p<:r le ])l'OV. IW)JOl., LVIIlJ. FILll'Pt.:,,:r: [l Ua n lù1<ile Jt}fJiclio A l bon,o::. F 1m:r.\"1: Cntafoqo i1l11slrati-vo elci !lisoryimenlo. A. r olt (' o/og ia O ùulciic1i. C<'o),: 1·;11orio A.. ,nedeo f.
F L.\\'IO :
'
F oGLIANl : Avpimt,i di sl_orici IIL'ili t(ll'e. F ù.\"'r.11.\"1-:s: JJi8COnrs s11r la
fo11te
et ,;qnipnye rfo l' Artillerie .
.Fonc i,:r,LA: l sorizfoni delle chiese ed altri edifici di Roma, dal .sero7o Xl fi110 ai giorni nostri. F o11:1m.\"Tl.\"I : .lle111oria sul r e11<lico11to d el JJncato ili J[ilano 7Jer T'a.11 ·110
Liti~.
l<\rn.s-r: Jlorlena cento cu111i fa . -
171
·1 ,
NOTIZIA 8IBLIOG!IAFIC,\
F onx1 : Il J)iù grande artigliere <lei Ci11q1u:u:11to (i11 Hi ri.,ta <li A.rt-ig lierict e Geni o) . F o11s1 e c .\ .\IPORT: Mode nci (l, tre evoohe. F ot:'l'E : A.r chint ea haiis.
F ornu.N'ATI : A.uvc11 iment-i sot lo ·il
ljontifiwlo
d,•i, P'io V I
(la,ll'an·
110 1775 al 1800 ()fa. Yatic. Lat i n . u . 10730). lt1 01·ze (l,e) Annate (Pe1·jodico). Fosc.,mNI : R,ela.zioni al Sencito Veneziano_ dell' Am basciatci vresso la Uo rte di Torino. FoscA too: A lfonso T d'l!Ji;te, Princizie ecl art.igZiei·e.
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NOTIZIA Bil3LIOGR:11i'ICA
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restauri, a,7)/1eZUinent·1: e ornato· cli M o<lenci. Mem,or-ie .stoi·ich(:! 1nilita,,ri. edite clatl'Ufficio Sto·rioo del Stcito J.11 ff!J!Jior0. MENG.1r.s : Nélation d'l/, 8iège de 'l.'urfo en 1706. i\fosT,CA : La, Baita.glia cli Ji'cien.w. MmssEn1 e CALZI : Faenza nella storia e nell'cirte. j\J.E'l'ELLI: 'l.'o·rino as.<;ediata, e 8oocorsa nol 170G.
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1728
NOTIZIA BIBLIOG RAFICA
H ef a,tion1:J (lell' Entrcita del Diwli d,i Parma nello stato Ecolesicistioo .\fa. Ottob. L:1tin,
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D izioncirio geogra,fico, fis'ioo, sto,1·ico della Toscana. l~e'v1,1,e d' A rtUle1·ùJ (p~1-ioclico). R1c nr r1: ,Storia, dellci j\l 01w1·ch ia Piemontese . icl. : S tor ia clelle Oom,JJC1,f_f'11,ie d'i ve11,t1tra, in I t alia . icl. : Brnve stor'ia, d/ Euro7la. Hr;:-;.Hmo : Co111penclfo di Sto1·ia, Gen(}rale. id. : Ornnolog-ia della Storia, cl' Ital'ia . H1::rET1'1 :
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1729 -
NOTIZIA BIBLIOGRAFICA
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__. 1730 -
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NOTIZIA BIBLI0GRAF1CA
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N0'l'IZ1A BIBLlOGHAF'lCA
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1732 -
NOTIZIA BIIlLlOGIUFICA
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1733 -
.
I
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ARCHIVIO DI ~TA'l'O DI 'L'ORINO dEZW.N'E I - il/ al<,wi(} ill il'itari . Ol'llìni e Regolamenti : Mazzi 1, 2, 3, 4. lntendenz,1 Genen1,le d' Attigl ie1·ia. : Mazzo 1, e iVlazzo d' addizione 1. Ufficio Genen,,le del Soldo: Mazzo 1, 4, 5, 6, e Mazzo d'addizione 1. Intendenza, Ge11e1·,1le delle F,1bbriche e Foi-tifica,zioni : Mazzi 1, 2. Riforme : M.11zzo 1. Impieghi Niilita.ri: ì\fazzo 1 . lmprese Militari.
t,E½IONr HruN1'.1:rn (gìh l V : Guenn e Marina,). Patenti Ducali . Uffieio del Soldo (Ordini ùene1·a1i e Regolamento Milita.re).
Carte a,ntiche d' Artigliei-ia,. Azienda Generale d'Artiglieria, Fabbriche, Fortificazioni. Raccolte di R.. Patenti e Viglietti, Relaz1oni, Corrispondenza, Ruoli, Lib1·i Mastri ecc ..
AROiffV IO DI S'r.A'l'O DI GENOVA Castror-mn
Ja,nue ,lfnrvitiones et Jr111;e·ntcwia.
Registri a,nni : 1384 - 1388 - 1393 - 1394 - 1396 - 1307 - 1408 - 1420 , 1436. -
1735 -
~'ON'.Cl
Dii;ersorwn
Oonwnis Janu(j.
Rcg. anni : 1447 · 50. T>i vers. filze idem. Lllayi.<1tror wn .ll atio1;,a,Ziwn, 14.47 · 5{). JlilitMiuni :A.roitiin, R.ollo·1··n in ll.iGO-lG72. Idem anni: 1530 . 1547 - 1551. Pinnn.ze atti: lGH - 1501 - 155G - 15GO. Jl'i1w,11;:ze Att-i, ;.lh1,n,it·ion u.11i : 1610. )lanose,·. (Racco ita Mss. e Libri R.11·i - A1chhio di St.tto) N. 369 e Mss. N. 193 id. A1'ihta·ri1,i•m.. Bellwn awn lJncc &alw,1t1liae )· AJze ,mni; Hì25. 1672. Finan7.e ;Uti, anni: 1623 - 1G7:!.
AR01.IIV10 DI S'l'A'l'O DI .:VllLANO .S EZI0:\°1~
II - Atti di Stato
1) .A1·ehivio Visconteo: a,) Ca1·teggio iuterno (1423-1447): b) Decreti (1359 -1447). 2) A1·chivio Sforzesco :
Oa1-teggio Gener·ale (H39-JG~l5\ ; b) Registi·i duca.li (1359-1535) (i qtwli comp1·endono anche il periodo Visconteo) ; o) Registri Missi.ve (H50-13~lG) . 3) R.ttccolte speciali (sec. XV -XIX) : a) Autogta,fi (Sciem1hU, Lettei·:i ti, lngeg11eri, Architetti) ; b) Piazzeforti (in genere); a,)
o)
Piazzeforti (in ispecie) ;
d) Note di squadre e eondot·tiel'i, r.onclottc, muni.zioni, prov,
visioni, anna,menti.; e) Fabbriche d'a,nni e di annattn·e ; .f) Condottieri e c~pita.ni. illustrt;
'
!)) Arruolmnent i, alloggi, munizioni , disposizioni diverse; h) Gride.
4) Serie di Governo (parte antica) : Mil-it:are: Provvidenze gen e1·n.li (l555-l'ì98) -
1736 -
.
Cariche (sec. XV,
J:;'0:è\'J'l
J79S) - :\.l'lnel'ia Ka zioM le - _1,-1·tigli,~ria e Genio - Guene (Spagna) - l':iuz,zefo1·ti. 5) Se1·i c di Go\'e1·uo (pa1-te modenw ) : J/ ililare : P l'o,·,·icle11ze generali (1802-1 15) - Al'lui e bagagli .A i'llri - A pp:1lti - Artiglie1·.ia (.A.t·seuali, .l•'oncle1·ie, i\fonizioni) 0-ucna (ùalla ca 1·!. 702 alla <.'a r t . ,:!21 - Pinzzefol'ti (clalh.L cint. 789· a lla ca_d . :ri) - Heggimenti - ::5cuolc. )[inisLCl'O éklla G uet'l',t ùel 1° H,<!gno Ita.lico . Stor i<i : Dive1·i,;e . A. 7,, - F :it!i ci:arrne - Anna lc - Corpi Ita· liaui in Ucnn,lllia, Hnssia , <><-<: . - lfalia e J~ole Ionie - COJ·pi I fali n ni in h;pa gna (1 S07 -181 :1) . A.Jtiylieria : 1\la:,;si111c, Ist1·11zioni, Hcgolameut i - - Direzio11i di ~luutova e ùi 1:'.wh - F .: bbdche d' ,irmi - Fonde1·ie - F onderia <li Caiouvico - FcH'titicaziuui - 1-'oheriere. Fol'rn,12,ionc d ei Corpi: .\ia,:,;sirnc (ùu.ll'n. V al 181+) - R egolamenti ed lstn1zioui - Stati d'o1·ga11izzazio11c - 01·g11nizzazioue dei di,·ersi Coq>i dcll". \miata C isalpin:J - Legioni Cisalpine - Legioni Lomb,t l'dc, Ital iaJle .\ r· tigliel'in ltegginteulat fa .Artiglieria :1 pieùi - Al'tig liel'i:1 a carn llo - :r1·eno - Caunonicl'i gua r<ln-costeFo1·ti ficaz,ion i . .\ l:1tdcole degli U r'ficbli Ita liani (17Hli·l~li'>) .
AH CEIVJO DI STATO DI VENEZl.A Miscellanea, Busta B . Provveditori ecc. P1·opdo Im·eu L:uio · Hi70 . Sen ato, i\far . Reg . V. Lettere Capi X - 43 .
Consiglio X id .
))
i,l.
))
Cons. X
.
30
Comuni R
Secl'eli Se11ato, Terra
31 39
44 · 50
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•.)
123.
))
-
1737 -
FONTI
ARCIHVIO DI S'l'A'l'O DI )JOD E~A Ancmvw
:Nf I LITARE
1°) Libro Inventario de -rnonitione. 2°) Ornna<;a (111 u11o~crillo) di Fra I'a,olo da L egnago. 3°) Gom1nis8ariato rlelle 111 ili.zie : Buste 5, 6.
4°) 5°) 6°) 7°) 8°)
Com,ri1,isscvria,t;o delle B attagli(} : Bnste 1, 2, 3, 4, 44. A rmi e M wriizioni : B uste 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9. Seg,·eteria di Guerra, : Dusta 10. A ,r tiglier ia, e G-enfo: Buste 1, 2, 3, 4, 5, 8, 9. il.'l'Chi1JÌO
!l}'Ì/itcwe . AvvenrUce : Buste 1, 13, 26.
Ù At'\CELLEHTA D UCALm
i\lappe e disegni ecc. · Milita1·i · F igmiui · Cartelle 4.
ARCHIVIO COl\IUNALE Dl :'1100.K KA RovA'.l' TI : Cronaca.
AROHIYIO D I S'l'A'J'O Dl HOLOGNA A 1·ch'i'vio de l Oo11i·ttnc; : P n)H:igi oni . Serie piccola; Serie se-
eonda; P1·onigioni e Mnndati; Ufficio del Comune; Litterarum (dall'anno 1321 al 1467) . R ·l:jorm,a,gioni : V olumi : da l. 21° a.l 71''. 1lfa·ndatorwn : I ~eclici riform:1 tori dello S tato di Libertà (dall'r,uno H98 a ll'anno 1507 · Li l> . 2ZoJ. f m:enturì tlellc ma8.~erizie, anni o munizioni del Gonw,ne : Dal .!h urno 12D:~ n,l 1419 ; l\l uni½ioni J)er il ca,mp o, 1899; anno 1419. Jnvenl ar i.o cM .ll'll'11izione : dall'anno 1520 rdl'anno 1763. Re.r;gimento : an110 153, . lib. 39 (Instrumenti) . Libro clelle Spese: a u no 1385. L etter e cil Senato : lilu·o 4° . l 1ettere del Co,11wne : C. lih . 4°. .Assunti <lì .llu.nizio11e : )Jilfaia I mposta , Vol. X, lib. unico. Par titoru,111, : ùa ll '.111110 1509 a,ll'anno l ì 9H. 111-iliz·ia, Recapiti : 1,96-97. -1788 -
U'ON'.l'I
A.HCl:II\'IO DI S1'.).'1'0 lJI FlHB~ZE Hegistrn 1j, foglio Sù. Archivio tielle Rifo1·mazioni · Ulasr-e X, 11° 57. Relazione dell'eseguito clalJe armi toscane - Filza medicea 153. Ca,rte M:edkee 1817 . •\iiscella uea iLedicea .N° 154. Lettera di Paolo I<'1·anceschi al Segretano di Guena . Helatione cli. aleunc im·entioui d i macchine et instromenti mi· .littu·i. J'1·oposte c he 1·cugu11u <li FhLndra. Indice di 1111 ìibi-o i,;111 fa1·e la pol11e1·e d'Artiglieria . 'l'L·,ttta t o so1w,1 l'A1·tiglicria . .\'I uuizioni che der e hauer l 'Artiglieria . l'i-nposl·e fatte <la uu Ludovico 111,Lesu·o di legname. Letlera tle l coma1H1anle deJle li-uppe di (.;iterua 1643. L>esu·itio11e attinente a lla gucna . Carlc :\leùicee 1817 . ({ela tio11e <1 i csei-cili. l 11rnuta1·io delle arn1i e munizioni esisl'<:!11ti nelle fo1-tezze e nei p1·esidi (Ca 1· tc 1l edi<:ee 1817) . .\ota Ll ';\1·111 erie di tlive1°se l•'ortezze degli Stat i di S. A. R.
·(anno 1723). Ta bella dei dati del costo delle bocche d,L fuoco. ~utizie i1;Loi-iche Llel rnil itm·e del G1-.rn nuc .:to di 1'oscan a. Ba ppoi-to de l Uornsiglio <li Heggenz;1 del 20 geun:cLio 174.8 - Riform a ddl' A1·tiglie t·ia,. Raccolta di piante d elle principali città e fortes.tze (1749) . l{<'~genza Filz,l .L8:! · c-onispo11denza del Colonnello vVan·en. P 1·nt(J(· nllo 1·ig11ni-d;111 te la sopp1·es~ione e.le ! Cotpo de l Genio e la m1 orn istn1zio11<~ pe1· i l llip.ntimeuto clell'Ai·tiglieria. 'L':1hella d <.> lle anig-lie ,·ie <lclle piazze Ji Firen½e, Li,·01·110 e Por·tde 1Tnio . Hcgolinne 11 I o llel lfo,ttaglione 1lcll' A1·tigl iel'ia {177~) . Pi : 110 rniliuu-e a.pp,·ornln dal Gnmd11ca ne l 1789 .
.\la11osc1·irti ~ - 7D3 cc llre,-e tr·attato d'Artiglieria>> di anonimo. Lette1·a tl e l Generale de Ladll<: Lte , gove1·nutoi-e di Livorno, al ,f:pgr·etatio di ~tato (1801 ).
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1739 '-
FONTI
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AHC HIVI O DI S1'A1'0 DI SIENA Concisto1·0 ~. 1613 » )) 14:40-1517. Minute cli lettere scritte drtl Gove.r no della R<~puhblica di Siena nel 1406 a Paolo di Giciva,nni Landi. Lettera. dr-l JO nw ggio 1417 dal Governo a Xkcolò Te1·occi e a, Cl'istoforo ]) ' Amhea cornmissari. Libro delle t re balestre (m,1noscritto inedito). Lil.n·o deHe quattto bn,lestre (1453-U64J. Codice dei rasseri l)On ti e 1nura .
.-\11C11IVIO DI 8'l'ATO DI J..,'UCCA Officio so11ra le monizioui di cortile - Filze 9 - 19. Bilanci e inventa,ri. , Quacletno di regola e di istruzioni. per i Bomb:-uclieri. ' Notizie sul1'01101·;1 nd a. squa.clr::i, cli Sunta Ba,rha.ra. Decreti del Cou~.i.glio t elattiv.i. a l\1onizioni del Cortile. Offizio çlelle ìVfonizioni del Cortile - Deliben1zioni 1721-1796: Vol. 4. Deliberazioni della squa drn dei Bombardieri.
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.
F0NT1 .
ARCHIVIO DI STNL'O D I R OMA Mandat i Oainernli : Vo l1.uni 1430-1434:; 1431-1434 ; 1460-1::1:61; L W0-14U..l; 1.~1U2-J4(;:i; H-92-1500; 1501-150(;; 150(;- 1513; 1513-1523 ; 1527; 1530-1534 ; 1531-1534; 151r, ; 1533-1539; 1537-1541 ; 1539 ;1542; 1540-1541; ] 541-1543; 1542--155~ ; 15:1:3-1545 ; 1545-154(;; 1546; 15491555, 154G-15,L;,,; 1546-1551; J.552-155G; 1560-1562; 15Gl-15U2; l5G5·156G; 156G-l5U8; J5GS-li3"i2 ; lo!:>~~-15\.!9 _: ](;09 -1616; 1620-1.624- 16'.N1G29 ; 1 UH -lu.J.li ; 1621-1670. llwenta,ti delle 1'01-tezze e Gt1lere: Buste 1, 2, 3, 4. Solcbte8che e Galei'(~: Buste l, 2, 3, 4, lG, 20, 27, 28, 31, 32, 36, JJ, 51 , 5-!, GO, 64-, 66, Gì, 77, 80, 84, 90. B0hl:1tesc1Je - Conti strao1·dìna.l'i : Buste 7, 9, 10, 12, 13, 14, J.'.,, 17. So l<hitesclle · Oonti diversi: Busta 15. Cougregn½ione mi.lit.t t·e : Buste 125, J.26, 12·7 . .:11iniste1·0 delle Ar~ni: Bu sta 1283. Repubblica, Romana (1798-99), Volumi 14, 15, 16. Governo francese (1809-1814), Volume 48. Consu lta, st1·aordina.rh1 pe1· gli Sta.ti H,orn,;1,11ì (1809-10), Volumi n, 16, 18.
AlWHl VI SEGHE'fl VA'l'JOA.NI I ntroitus et e:xitus: Volumi 1'71, 250, 279, 285, 287, 289, 290, 334, 381, 386, 388, 449, 452, 453, 455, 4;5G, 4/31, 478, 490, 502, 506, 508, 509, -9r.:32, ,)o, i::.,3·· o -3.,'t:, 5"6 - 3-,, .)~ -·,,1.,;il' ;,:42 , t>' -46 i:-: ,, , , ,)J., r.:. 19, otl, r::-o i::r;:1 ,)-1.o, t>,), ù-2-, , ;:i. 0 , ,,)' . . , cl'<-8 ,),) , .553, 555, 556, 558, 560 . Collectol'iae : Vo'lun1i 386, 387, 463 . Dirnrsonrn1 Cnrnendiurn : Volumi 29, 33, 41, 53 . 57, 61, 63, 73, 92, 94, 99, no, 132. 14V, 152, 2m . Cornmissn ria t o delle Armi: Volumi. 1, 8, 25, ao . 32, 46, 290. So ldati: Volmni 5, 14. Jn:str. Mise. 6733. Archi\'io dei Bre,·i: Volumi 688, 803, llH'i. ,
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1741. -
FONTI
Al:011.IVIO Dl S'TATO DI Ni-}..POLI
Ai-chi.vio H.. Zecca. : Vol. 44. l{egistro Angioino : N° 377. Cedole della 1'esoreriil : Volumi 1, 2, 3, 4:, 5, 6, 8, 9, 10, 24, 29,. 3'), 36, 40, 41, 146, 147, 164, 168) 179, 182, 187, 189, 193, 221, 222, j 23:2, 274, 33:(, 338, 33H, 362, 365, 417. Dipendenze <lellit Somnuirin : Fasci 25, 26, 27, 29, 30, 32 ,64, 65,. · 66, 202 bi8. Consulta1•mn R Ca m.: Vol. 31, 37, 43, 45, 75. Oollnt. Negot. Cam.: Vol. 4. Castrorum: Vol. 1072. Cedole deHa C,tssn, )'filitare: Voi. 449. Cassa Militare: Vol. 1039. Cancelleria Vicere:tle: Artiglieria, Vol. 33. Casa Reale : Fase. 1277. Affari Esteri : fascio 4223. Scritture diverse raccolte dalle segreterie di G. Acton - Volume XLIII. StJ;Zl()'.'<[<) GUERRA
Scgretetia cli Gnen:1 - F':1sei : 286, 292, 297, 321, 620, 940, 946,. 1069, 1071, 1277, 1256, 1266, 1975, 2142, 2249. Rea li ordini - Volnmi: 3, 10, 19, 62, 69, 70, 74. Riviste a,ntiche - Fasci: 3, 16, 51, 274, 358. Riviste I ntendenza dell'Esercito - fa.sci 12781 1311. Segreteria. cli Guerra : Genenlli a,n.tichi, fascio 13.
-- 174-2 -
COMITATO
DI
REDAZIONE
.PEH. LA PARTE PRIMA. (VOLUMI I
E
II)
On. Prof. Ing. CARLO lVIONTù GENERALE DI BRIGATA DI AR'.l'IGLIERIA
Per la parte tecnica : <:xenerale CARLO lVIANG.ANONI
Per le ricerche regionalì : Per ]'ii enze » Bologna » Modena » Ferrara » Genova, » Venezia
Roma Napoli » Milano » >)
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Colonnello Colonnt>llo. T. Colonnello :i\ifogg O. te .March. Avv. 1VIarch. Avv.
. Ten. Ing. - 'l'en. Ing. . Ten . Dott.
GUALTIERO SA.RFATTI GIOV.ANNI RIGONI UMBER~l'O RICCI CESARE R UGIJEIU-L.ADERCID GIUSEPPE PESS.AGNO GIUSEPPE PESSAGNO EMILIO S'l'1'JP.ANELLI E .M ILIO STE:E'.t.\ NELLI FRANCESCO FOR'.J'E
Revisori: GenHale O.te~ CARLO GLORIA, Aiut. di Oa,mpo Gen. di S . M. il Re Generale CARLO MANGA.NONI Colonnello SI LVIO RUBEO Colonnello EMILIO BELLAVIT A '.l:. Colonnello ANGELO R AVENNI Mn,rchese .Avv. GIUSEPPE PESSAGNO
Segretario Generale di Redazione : RICCARDO ARTUFF o
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1743 -
Lllt' l!Jlenco, gicì imbbliccito
l!el 1 -voln·m e, 1le!!U st1t(l'iosi, uJ]icinl-i, a,mici
-e si111pat1zzant'i elle ci / tirono lar!lhi 1U cl'into e 11.1 consi[Jlio v<:r ic-,, comv il azi.o-
·1rn li i q·1ir3sta P ri ma, PMl e cieUct S'l'ORTA JJJ:Jl,l,' ,I Wl'JOLlERTil ITALTA.NA , VMwo 11.y11iml.'ti e se11n<m ti no1n·i : Ueucr<tle Emilio B ELL1·:nrn ; Golonne/.lo JJucu PETBA 01 CACCvRI; 'l'en, Col, FJrnesto ALllAl\'f:LLO; Dott . Jcitcr SP:rzu cH1::-10 e Murùi Pr.ATTi.;11 - Z ,W PALÀ, flel Re!JiO Archivio ili St<ito (li Romei; Dot/.. A/,frnclo Rrro;,1 n,1LF., del 1?.eyio 1lrchivio dI
Stato <ti Napol'i. A. t•u tti ·riwnovicimo l 'espr essione 1lena nost·ra
oratit'a<line,
Le illw1trnzioni ,,i. 6 (Ele1>ul'i nrieta1·ia), 106 (Oolub1'i.n a tedesca, covia,ta da,l D <i JUcirchi) e 107 (Disegno ctel, De M air chi ravvresentcinte L'e11vur11w,zione di ·tma. f or tezza,) , -1ni1>b Uoate nel vr-imo T1 ol1tnie, sono s'/.ate rUevci ·t e dal MusEo m:r. GEXJO : l<J uiti-me cT.-1w ,f1irono t rMI ~ cfa ori1Ji111al'i i-vi esistent-i . Ne r1,ng1·a,:~ia,1110 'l!i'vm1wnt.e il Genera,le Fhwi co CLAUSF.TTI, (/'iretton i c/.el M1iseo .
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-1744
Indice del secondo volume
Capitolo VI. 1700-1750 Por;. 1.
I due periodi JJOlitico-militari del Settecento . I grandi eò1111itti eut·OJJei determ inati dalla politica Ìlll]Jerialistic·,l <li Luigi XIV . Come e J.H:!J·chè rnJlk bat!:nglie l:,rn1pali l':1r t iglieria abbia spesso p ,nte secomtar ia - M:.i Eugenio d i SaYoin sa fanie. effi cace impiego - ::-otto il ,·igol'oso impul;.:o del I'l'iHCiJJe 1:;ugenio. le art ig lieri e im pe1:faJi prendono .il ·.soprnv ,·euto ,;,n f]tieÌ l(; frtrn<:e~i - L~· battag-lie d i Chi:iri e cl i Hochstiiclt - Vittorio .-\ mec'!eo si .;;ch ie1·n cou!To Francia e Sp,1g11a - L'a;;sedio di Verrn a ,., l,1 mng-nifica difesa dei Pieruontesi - La hilt.taglia cl'i Ofls:,:nuo
2. La grande p,utit,1 g iocnt,1 e penluta a 'l'oriuo da. Luigi x rv La storia e la leggencln - Le artiglierie itupiegate t'la assc~dia!'i ed :,ssediauti - La clc-cis,1 ,:;upe1·iorltà nell'nzi nne <1ell't1rtiglier ia piemoute:,;c die, ottimamente cornarul'1 ta tla Sol[tro della :'lfnr- / gheri t11. sep]Je 6n cla Mkirn applica re magis!rnlmente il pt·iucipio del co11<:entrn mento del fuoco - Largo concorso <fato a L servi:r,io d'artiglieria llnfle forze imperi:1li e ò a truripe pieiuontesi cl i altre Armi - .La str cttn coordina7,ioue tra le> ,1:r,inni dell<·J varie Armi - La bella cl ifesn esterna <lella piazzn <l,1 p:1rte del Duca Vittorio Amedeo - L'atto eroico de l can non ier e mina tore Pietro Miccn · J,a battagl.ìa éli Torino - Sue grnncli cons<~guenze politiche e milit::u:i - I trattati d i ri:1ce éli Utrecht e cli Ilachtaclt - Notevoli vantaggi conseguiti clal Duca <li Savnifl. L'mtiglieria nelle battnglie campalJ. condotte da l lVla rlbornng-h e dal P rincipe F.:ugc,nio - '.\f:~lpl::quct . Ca rl o XTT <li S'\'e:r,if.l e lo Czar Pi<'!tro - Le artigliEirie veneziane contro iJ Turco - EnA"enio cli Savoin nlla battaglia (li l3dgrndo . cc Prinr, Engeniu ~. cl<>r c:clln· Ritter >>
111
17.J.!j .._
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I INDlCB D8L s1,:cor-:oo VOLtDm
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Conc]i:doni dc.:11' Art·iglicria pieruoute~e th1 ranrc il ri rn:tu<!u le' p~·r·iodo del reguo lii Vittorio Amed eo 11 e l'in i;1,io fii c1ucllo d i C;1 rlo Emanuele III - La rinniom, degli ingegneri milit ini allo S tato , Maggiore d' Arti.glìeria . - r,a vigorosa n,1io11e dell'Esercito pieruoulese nelle g'lorio:;e bnttaglie cli P anu n e <li Ouast[l\l t, (1 7413) - L'inrnsione spaguuola nel Napo.ldano - I n uoYi ritocchi app01t a ti all'Artiglieri a sar da con R . V. lfi nprile 17HH - Nello ;<tesso anuo nl Cor110 è corn:essa la l):1nclier;i Come, spechllwente pel.' opera cli B e Car lo 1~lllanude Il r, l'ordinnmento dell'Esercito piemon tese fosse clivenn t·o per JJ1olti rispetti ruirnbile : esso pol:eYa esser e consiclerat o, :,otto il pn nro di vista org,mìco, tra i più r,r ogre(liti rle ll"<ipnrn
1012
·4. La guerra ver la succession e cl' Austria (1740-48) - Le art iglj<,rie nelle belle op~razioni di Re Cnrlo Ema n uele I.LI i.n Brnilia e in Savoia , durante la c;ampagna del J:742 - Il nnovo assedio e l'eroiea, vittotipsa difesa <li Cuneo « vo~sente e paziente>) L'ar tiglieri a napoletana alla battaglia cli Yeiletri - La battagli a di nostrn Signorn Doll'Olmo (1744) - La eomplessa schermaglia degli eser citi alleati pielllontesi e austriaco e f ranco-ispano dur ante la campagna del 17.45 e 46 - Le artiglieri e agli a!'<sedi cli Asti, Alessandria, Valenza - La cu.mvagna èlel Genovesato e gli scrEr.e1i coll'austriaco marchese Botta - Ln rivolta di Genova L 'assedio cli Savona - La b attaglia dell' Assietta - Il trattato cli Aqnisgruna estende e rassoda la potenzn cli Cris,1 S:woi.a
1.038
.5. La mirabile opera del Ministro Bogino e dell'ingegnere m ilitare Ignazio Bertola - La Scuola per gli ufficiali di a rtiglieria e pe1· gli ingegneri militari, istituita nel 1739 - Il suo primo direttore : l'ingegner e Bertola - Ottimi criteri cli insegnamento e cli organizzazione - L ' Arsenale ri costrui to bll disegni del capita no De Vincenti - La f onderia rli Vnldocco - Il quartier e. il 2., nrnggio 174S: costituzionE:> del Regpoligono, i mng-ar.7,i ni giment·o d'Artip:lier ia .
1065
.3,
' 6. L'Artiglieria genovese aclottn i s h,tellli Vallière e Grib<';1m·al Il mortaio che origini> la famosa ri\•olta di Balilln - L' Artiglieria, n elle sommoss<> popolari - La piì1 nota bocca d:1 fno<:o genovese - Esperienr.e e ricerche - L e bnt:t~rie da costn
1081
7. L 'Art iglieria nel Milanese, sotto ln clorni1La1.ione austriacn Fortificazioni - Inventn r i
1089
I
1746 I
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1NDIC8 DfJ;L :,;mcONDO YOLUMR
Pag .
·8. Imprese e invenzioni di Angelo E1110 , « l ' u ltimo gne1:1:iero cli S. :Vfarco l> - La sp1::òi7.ione contro il Dey cli 'l'unisi - Sigismondo Alberghetti, autore di e< Nova Artiglieria Veneta» - Le rifonnl~ tecniche da lui caldeggiate - Ra11icla cronistoria clel glorioso Arsenale cli Ve11ezia - Le ricerche clel Gasperoni e la sua pubblicazione, fondamentale per gli studi storici - Un inventario delle bocche da fuoco venete nel 1'733 .
1003
·9, L'Artiglieria estense - lJn interessante documento clel lWS Le eondizioni clell' Artigliel'ia in uua lcttc,ra al Duca E'rnncesco JTT - Inventari - Il riordinamento dopo l a pace <li Aquisgrana - L'Accademia lii arc:hitettm:a militare Il Reggimento cl' Artiglieria - L'Istruzione giornaliera ddla. compagnia - Ordinamento delle forze militari ostensi alla fine clel secolo XVIII - Il Corpo degli artiglieri .
1128
Bologna e il forte Ur!Jano - La « Scuola per bombardieri » L'mtiglierie Stefano Cavari, i suoi scritti e le :;ne esperienze Riorgani7.zazione del Corpo cl' Artiglieria bolognese nel 1742 :Manifestazioni paci.lìcbe
1147
Dotazioni, calibri e costo (l elle bocche da fuoco tostnne n el secolo XVIII - Organizzazione del personale - I l progetto d&l Colonello Warren -· Importanza attribuita all' àrtigUeria Le bocche cla fuoco dei ):foreni - La « Tabella dell'Artiglieria >) e il « Regolamento <kl Battaglione>) Le economie cli Pietro Leoriolclo - Uno sguardo a lle artiglierie lucchesi del Sett(~cento - Inventario
1155
Anche nelle bocche da fuoco pontifi<:ie f::i nota grnnrle vuri<'èit cli calibl'i - Le « Scuole di bolllbal'<lieri )) nelle forte7.½E' - T bombardieri di Castel S. Angelo - L:t cattin. prova delle trnppc, papali nel 1708 - Inventario dei pez7.i esistenti a Castel S. Angelo nel J.710 - u na nuova carica. : « i11g1·an.ltol'e di cnnnoni )) Restauri alla cappella <'li Sauta Barbara , I Gifmloni ecl altri fonditori - Unn <.lomlln(la (1.egli uflkiali bombarcliN·i cli Castel S. Augelo
J.170
10.
11.
-12.
·13.
11. \'icen!gno nustria co a N,1poli <lai 1707 al 1734 - TI m nga7.r.i no delle polveri a C:istel clell'Ovo - 11 Corpo d'Artiglieria nel J715 La mirabile organizzazione della foncleria cli Napoli · n nnoYo
17:17
l'.'< DlC I·: DBL sr,:cO~DO VO L UME
Pau,
ordinamento <lelle rn:tig lieri e, volu to da Carlo cli Borbone La fonderia cli Palermo - La costituzione~ '<:lei Corpo di Artigliei:ia - Nel 17/:17 si inizia il l avoro per la fondazione dell' Acca<lemla d'Art iglieria - Prellomina il ca nnone cl'a f'Jseclio, fabbricato n Napoli ed a Palermo - Gli stipendi degli uffi ciali nel 1753 - Studi ed ùs pel'imenti del Carnvelli, del Po7.7.0J~, ecc. · L'enu11H:ipa;1ione dalla Sp;1gm1 ti la riforma <lell'lJJsercito sotto ll generale Acton · L'Accademi a i\:Iililare della Nunziatella Il « Corpo Reale >)
14. Nella vrinm metà clel secolo XV 11I 11 materiale d'art iglieria rimane pr c~ssoc.hfi inunutato - Le catatteristiche del sistema Vallièn} - Affusti, ava ntren i ecc. · Artiglieria r eggi menta le Art iglieria da montagna. 1 cannoni <( à l:1 nou\'elle im·ention >) - Artiglier ie :i retrocari ca - Il cannone scomponibile d~~l Bertola - T,9 bomba obhrngil di Sigismondo AìbcirgllelLl. 1!lsame clella polvere . 'l'eor ie scien tifiche e balistica pratica - Tavole (li tiro di Sigismondo Alber ghet·ti, d el lléliclor e~ di Gaetano Marnagaglin
1182
~
I
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OapHo1o YII. 1760-:1792. 1. ]'ederico Il trasforma e r innon1 l'al' te militarç, - Dalle gllen e di posi;1ione alle guen e manovrate - T/a7.ionP dcli' Artiglietia in tnle rilrnovnmento - Non agisr.e ancora sist ematicmncnte « n massa il ma già vi accenna, qua nto il teneno lo conscntù Perfezi.om.11nenti tc<:nicl: i vantaggi clell' alleggel'imento dei pezzi · L'Ar tiglieria a cavaÌlo - Esempi rli c~fficace impiego clel1' Artigli()ri:i in varie battaglie - « Lt"i guerr:1 si fn <·ol f uoco ii · Prussomania. dilagante, s p(~<:in)mente in Francia. - Tm])ortanza d el sistema Gribeauval J1Jsso era però gii, stato in par te preceduto in Italia
' 2. Progressi scientifici. · fra il · 1710 e ll 1789 · Ne,vton , Bernonilli, Robim: ed Bulern porta no nn contril)uto risolu t ivo 9lJ a ra zional<~ esecuzione del ti r o - Tutte le nuove scoperte sono però subordinate a quelle di Tn r tnglia . GrtlilM ~' Torri celli · La meccanicn aualitica del Lagrnngc · T:e « miscellan ee t ori nesi. ii da cui si originarono gli a t ti d <~ll' Accnclemia clelle Scicn11e . Alessandro Papacino <l' àntoni e la sua <<Summa )> artiglier esca . T snoi corsi di mnterilnticn, di artigli r--ria e d i a r cllitettura militare sono tradotti, studiat i, copirit i Nl appliC'ati
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1748 -
1233
Pag .
in tutta Elll'O[la - )ioditicn7,ioni e verfoziona menti delle ::kuole cli Arriglieri:1 d i 'l'ol'i no - Altri insigni. ::;rutl iosi dcll·cvoc·,1 Universalità della sciellzn. in cui l'Halia <·outimrn a tener e un posto <li 11rim'orcline
)2'51
3. Successivi riorùin:nncmtl clell'At"l"iglieri a plerur ,ute,;l! a t tn:1ti ùa Carlo Emanuele 111 e da Vittorio Amelleo JIJ - La relri r,i one clella Commissione clopo un decennale lavom: documento irnpor hmtù clw rh·ela com<:? r An iglicr ia piemontes:.> dell'l'J >o<'a. per 11rogr essi Lecnie:i e Ol'gauizzazio1w. non fosse iufe r iorc :1 quelln clelle grautli .l:'otenze vicine, t;into pi ù torti e ricclie - Le ri forme elci 177:j e d el 1"783 : il Cor po Beale di Artiglier ia Le bandiere e le uniformi
)277
4. Ar t iglierie e fonditori d el secolo XVIII - Bocche da J'uoco conser va t e nel Museo di 'l'orino - Cannoni piomontesi cla muro e da c.t!ll])flgna dei fonditori Biall(:O e Cebrano - 11 materia le s peciale da montngna - T cannoni genovesi di. Giacomo e Ln igi Rocca - Art iglierie toscane, romnne e pai·m,wsi - D1°110 artip:liel"ie nnpoletane e sicilin n('
1294
C:m1ttt>r istirh e delle bocche lla f noco 11iernonlesi nel ~€·colo XVl Il - I !.'annoni da rnontngna - Proiettili - P()lveri e cari.che F :1hbr icmlio11e di ma ter iale - l\:la terial<' cli nnova invenzione - Il materi.ale a ·,ntiglieri,1 ~lei R egno cli N1111oli - Tl materinlù Grih<!:111vnl - F.spl!l'it>nze e riforme lii Pa1rncino d'Antoni
1306:
i'i.
C pitolo Vlll. 1792-lSlo 1.
Urn ncl i progressi dell' Al' te cl ella Gnena in geuer e e clell' Artiglic->ri.1 in ispecie - L'Artiglieri a strumento ed esempio di clisciplina uel\a marea rivolnzionnri n - Va hny - Ln campagna cl'Italin 1792 - Vittorio Amedeo III cerca invano di costituire un ljloeeo italiano - Tl I'iewont(~ solo contro g-li Esel'citi invasori fra nrcsi - Condizioni ddl'F.sercito piemontese all'inizio delle o;;tilitil - Form:.111,ione del Cor110 cl' Artip:lieri.a , al cni coman do ;ri !'<n;;segnono scienziati cli al to valore - L a l'iebole <lifesa della Sn\·o_ia e delln Contea di Nizza - Esager:rnioni cli storie.i francei::i - Prima a ppn rizion<i clel ttmenf·e Buonap:ute nella spedizione fnmc(i,::c rontro la ~anll~g nn.. f nlli tn anche per· l'effieaP.f\ intervento del le mtiglierie riiernonte;.,i
-
1749 -
1837
li\'OlCE DI•: L ::ì8C01\DO \'OLTJ)i E
Pau .
.2.
1, U;J - R ea,doue patriottica i n P iemonte - Vittorio Allledeo I.TT porta a 5000 uomini il Corr,o cl' Artiglieria - Le campane vengono fuse ver fa bbri care cannoni - I!o.1Iensiv1a P.iemontese, male diretta tlal genen 1le a ustriaco De Vins - Al'tiglieri piemontesi dw :si dist insel·o i n questa campagna - L'a rtig lieria ai colli cli R,,uss e d i Au thion - Le dne b:1ttagli t: di i\:Cillcfol'C:he : razionale impiego del fuoco d'artiglieria da parte delle tnrppc. sarde • Il capi tano Vaita, il !;etg<ontc Chiodo e il capora le C,,nel · Due rne<laglie <l'oro e molte medaglie al v:i lor e · L a fi er a · r isposta dell'ero.ico capitano Bussolino al generale frnncese Sr-1Tu t ier · Altre m irabili azion i <li artiglieri a - 11 c('ìr;.;o n11011,1varte, nll',1sse<1io di Tolone, dimostra per la lJr im:1 nilrn la propria genfalitù di a1.tip;liern e cli eonrnll(lante
1352
3. l'i!.H : Vittorio Amedeo rifiuta le uru ili,lllti proposw cli pace cli Ho-
bcspien e e riprende la guerr a - Rafforzamento del Corpo cli Artiglieria - L'invasione francese e il piano d'attacco cli B uorw par te - I Francesi invadono il tenitorio di Genova neutrale - La strenua <lifesa dell€· artiglierie p iemontesi s ulle · alture cli Driga, al ìlfonconis io e a d Exilles - L'eroismo di un ma nipolo di artig lieri al Monte Valesano. 17H:'i : L'offensiva austro-piemo11 tese La battaglia cli L oano 4. Cnmpagna d'Italia del 17!)6 : sorge l'astr o cli Napoleone · Le innovazioni rmlicali portate dal Còr so n ell 'impi.ego tl.ell' Artiglieria • L 'Al't iglieria non incomincia soltanto la battaglia, ma ln l'isolYe con la massima co11ce1,trazione di fuoco nel luogo e nel tern pn cleeh;ivi - Le artildierie ria1}oleonichc nelle difensive - Gli HYYersnri di Sapoleone vc,dono. ma non comprendono o non Yogliono accetl'arc le lezioni loro impartite dal C/\rso s ni canq1i di b11 ttagl h1: es;,;l rimangono .fe<leli all' antica t attica L e bo<·die da fuoco d~~i I'ranc<~si invasori e degli Ans tTo-Sa rcli - L e ,trt iglierie piemontes i :t Dego, a Millesimo ecl nlla. difesa <kl for1·c d i Cern - Lesegno, San Michele e Nfondovì - L'armi:::tizio cli Chern"eo e la pace lii r ,1rigi - Forti riduzioni nel- , l'E;.;l·J'dto piemontese - F inisce ìl primo at to <lel d ramma napolco ni<·o - Ancora. una vo lt.a è il genio <li u n lrnliano che por ta ,tlla Yitto i-i;t n n c:::er cito str:ini cro 0
•
5. P r o!>lrnto il Piemo11te. nessuno Stato ita1iano è in grado <li lottnre serimum1tc co111To la E'rnncia r cp ul)blicana - L ' Italia ricli· l'iem' campo di batt:iglia e preda di inYasori str,1nieri - Il N•mhaltimento cli Castiglione : primo esemtlio di un forte con-
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1750 -
1369
I::-IDICI~ Dl~T, SECO:'\DO VOLlJ:,\fE
, Pag.
cen tt~m1ento cH artiglieria, carntterist'i co cldln. battagiiu n, tpo leonica - Combattimento <li Hivoli : sapic,nte impiego delle tre Armi - Campofonuio - I F rnnc:esi JJrodama no la republ)lh.:a a Roma e ,t Napoli e islituiscono in Piemonte un go1·t·n10 provvisorio - Carlo Ema nuele IV s i rifugia in S ardeg11:1 - 11 Corpo cì',\1·tiglieria passa a l ,wrvi¼io ùl,lla Repu bblica - :l:!olti utlicia J• t r a i. migliori, preferiscono emigrar<~ offrenclo In lo ro sp,1tla :1 nussia ed Am;tria - Il copioso mnter iale 1,1r e~o dai 1'nrncr,:,i nell' An;ena le di 'l'orino. 1799 : La vittori osa oifousiva a us tr o-russa - (-t li ,1ssedi tli 'l'orino, Alessandria e Cuneo : artiglieri piemontesi militano nei clue eserc;iti a front(: - L'c,fiimera r estannt11iorni e la riorga nizzazione del Corpo d' Artigliel'iu piemonte,,:,) - La !'i.unione (]elì.nit iv:.i del Piemonte :11la l!'r:111<:ia - Le sc:nrse ftn·1ua zioni d'artigliel'ia l'imnste al servizio di Carlo Emanuele in Sardegna
· J.391
·6. D,1 ìlfal'eng-o a Wawrloo - Imvo1:ta11za 11ro.! rn!ssivameurn cr ese:ente ass unta rlall' A1·Jlla d'Art ig lieria nelle successive b,1ttnglie n apoleonie:hr - Marengo, Anstc,rlitz, Eyb1u, Fl'ietllnncl, \Vagt.un. Snwlcnsk, I3oroclino, LiH?:en, Grossbeereu, Lipsia, Hanau, Xend111111ps, :\foutel'e:1u , Crn onne, Ligny, ìVn terloo
1409
7.
f!orgauizznzimw dell'Artiglieria nella R epubblica ('Ì>';llpinn, poi Halimrn, e nel Hc,guo itnlico. J.,'Ar t ig liel'ia <le lh! logionl lombnrrl a e dsn lpiu:1 - Coslitu11iom• del Reggillleuto cl' Artiglieria nell'Esercit-c.1 ci!5::i.lpino - Tre clire:1.ioui: ,11·senale, foll(loria e fobb1·il':l cl'tnmi - Il Corpo cl'Attiglic,ria co,;titu ito dopo Campoformio - Una polemica fra il Grau Consiglio cldla Cisalpin,1 e il Comando clell'J;};:;c1·cito Fnrnce:::c) - Leg-gi e orclinnmenti, ~~ loro successiYc! t rn sforma11ioni - ;'lfateria le~ <l'artiglieria. La riorgauizzil:ilione clell'.E sHcito della Rcpuhbl ic,t italia11.1 Il pl'ogetto e l'opera clel general e Calori, Isp(ittor e dell'.,\ rl.ig-lieria - La Scuola cl' Artigliel'ia <' il laboratorio del mate riale - Nuovi contrasti fra il ìl:Iinist cro dell a g uNT,1 della Repubblica itnl iana e il ì\Unistero clnlla guerra frmH.:e:::e - Armawm1l°o clelle pia11zefor ti - Il gener a le Pino e l'assedio di. An(·<ma. 11 Regno italico - Sgu ardo all'organizznzi.one clell' Arnrn msgli Esercit i im perirtli - 11 generrt le Pino, ministro della g uerra, chia ma a Milano il pi1::-montc;::e generale Danna e g-li ;1fficln il comando dell' Ar tiglierin cisalpina ~~ la d ir,,zio ne cl elle fonderie cli cnn noni - Costruzi onl nell'arsena le cli Pavia - Gli ,stabilimenti cl'nrtiglieria cli Mantova - La mirabile opera <1ei ministri. D:rnna e Fontanelli - 1l ri.ordinamento del l8ll. J,a Scnola 71'lilitare cli Moden a - I suc:cessiYi ordina menti Una vis ita di Napoleone
-
1751 -
J.439
I
Pa!J .
.s.
·n.
Le artiglierk dul He:lllH:, d i 's,1 poli uel pe ri:J!lo uapuleo n ico Sgua rtlo n :ITo;;pcttiYo agìi a.uui elle 1,1rer.:cclono riuvasione frauce,:;c - f . ~ ,1pnl,~talli :1 ToJolH' - B il ;1nt io eu mJtl,·.;i<iYO tlell'opel'a del Porumere ul - La Ymrn « tlimostrazivne tl i f'Ol'¼,\ » del 17% - l:i:pisv(l i ddla d isgrn z i:1ra t::,m pa~u a ilel 1 7:!8 - Le h:>t:t:lw da fuoco di C n:-:tel ::;,m t'Blnw e l a Rep ubbìica l'ar leuope:1 - Ga brie le .Mau thonè t• Orom;o )fa s;;a · Ombr e del per iodo rivolur,ionario - La resla urazionc ho rbo uic-:1 - lJtlk ial i 1L1rtiglier in giu;; tiz inri , incan:er at.i, e:,:iliat i . I m·cnt ar i clel JSOO - La camp:1 gna del 180ù - Ar t iglierie 11,1poleoniC'lle n el corpo d i spectizione di ì\Iassena Il prim o a;;serlio d i Gaet a - I due 1·,1ni tentalivi di l!'N·clinarnlo per ricuper are il Hegno · Ar t iglierie it aliane nei chw cnmpi av vt·rSi - L·cm li n:1mento clell'Artigli(•r i:1 b0 rbou: (':1 in Sicilin e qnelln dc ll' Ar t iglic•r i:1 fl'anco-nn polct,ma - La compagni a cli .a1:tiglietlil a caYallo - La « Scuola di sparo >l - iHu r at in izia il s uo r egno c:011 la presn <li Capri - La Scuola polilecnicn - Sv.iluppi e 1ierfcziona men ti rncnici delle cost ruzioni · L'Artiglieri a Il secondo n;,;,::fi<lio di n apol eta na n ell a cn 1.uirngna del 181::i Cael a - Sguardo l'iassu ntivo
1498
Gli a ppr e:,la.111e11l·i c:ldl' Ar tiglieria vontifi<:ia rn ntro le minncd e fr anC'c·;,;i - TI Cor po cl' Ar tig lier ia cli linea - Co;;;t nrnioni d ifensive lu ngo il Litoralt• tin enico - Il colonnello l1'r 1111ccsco De Paola Colli, n uorn cr:111:mdante - La i:i'form,1 tl ei calibr i e l'aumento dc,lla f:lbln·ic:aziouc tki pezzi. dei pro h~tti e J elle uol veri - Oeg:rni co clel 1i D7 - L'Escr <:it o pontifi cio alle 1.1r ese cou gli iln-asori - L'A r tiglieri a della R epubblica r omnna e l'orgnnico del ><uo p rimo Hfigp:imen to - Fine delle a r t iglierie b:1ron:1li - Ri<'oi,:trn zio1w clelL ·\.rtiglierii1 pontificia sott •i l a 11ir07,ionc-' ,lel tenen te colon nello Angcl(J Colli - F onde1:i.e e fonditori - Fnsi{,ne con l 'Bsel·cito fra ncese - Artiglieri Ì'om:rni in R llssia
1566
:io. Le artigliel'ie nell(~ altre r egioni italiam· nel pel'io<lo
l7H2-1SF,.
L'is per,ionc clel gener a le Bonap:.tr l:(! nlle artiglifir ie liguri · L' r1tta cc·o dPi (k•noY<Ss i nl forte di Scrra,·a lle · lin i1wcut nr io del 1802 - L' lrn pero - I/ann essione fll Piemonte - Co ndns ion e. · , Qu: u1ro <lelle bocche {l a fuoéo Yenete ;1 11 ;1 cnclutn clell:1 R crmbblica - Co nclnsioni - L'i mporhmzn delle art iglieri €> venezia ne nt.tr:wei:so al secoii. El~! DCO di artiglier i clell'n ntico S ta to Es tense che milì tai:ono n ell' E>':fir cito napoleonico. Resa cli Forte Urban o - Sortù clei bo mbardieri bolognosi ·Contributo clell' Ar t igHeri o bolognese nelle gu erre n apoleoniche. · Jl « piano mililare 11 di F'erclinanclo ll f clì Toscn na - Asge-.clio cli P orto Fcrr:l io - 11 Regno cl' l·Jtruria · AnmnnE'nto llelle
-
1752 -
l.K'DH 'E DEL :--ECO.K'UO
vti r. uin: Pag.
piazze 11el 1801 • La reslauraziollt' tld (:rantlLlC:ato e la 1·iorgani1,z:1zione uell 'E,;ercito · La <.: Os ( il t1:do1w del R e:1 lc Cor 1,o d' Ar tiglieri:1 nel 181-1. Lt• hlJl·<.:l1e cl:l fnoc·o a Lucr,1 · La ><qti:i clr,1 de i bomlrnnlit•l'i
11.
12.
ltH;d1e,;i
15!)0
Gli art iglied it:1 liaui uellc gn en e 11<1[)1llco uic·lle li ll l • ,1 W n.zr:1m • lla llalli <:Ile m ìlil:a uo illtJtHHl rati ill rr:ggiuiell l i 1'1·mH·PHi. e Ttatiaui <.:he c·ost il uisCO(HI unità prnpr ie · I ,a bri.~al,1 piernonH•st· del nrnggiore Cappello e la ,sna <'l'oi<:a azione clt•I 17!Y.J • .\><."<(' lio d i Ancona · A rli i:rlier i iln lia n i in Ueu<J\':l l)lo('(:ala . La cli\'i,.; io 11e Leclli - Hepulazione tki c·am10ni(·1·i itnlia11i - Loro prod1,zze acl Austerlitz - Gli Italiani n Coll.Jt>rl? - Uli<.:inli dec-or:iti - La 1:alll1,,1gna clel 1SOH - Wagrmu · Rh·olt :1 JH~I 'l ' irolo .
1618
Uli a1tlglieri itnli:rni uulle <.:awpag-ne di Spa~n,1 - Sc:ar,;o imp iego dcll t' bo('e; l1e d:1 fuo(;o campnli - La rgo u;;o de ll <' nl'li Jdk·,·ie d ' a;;:,;eclio - L'it11·estimt·lll'o cli Gc•r oua Jl(•l 1808 · T/nrti~liel'in itali:rnn :tll'as,:cdlo del c:1::tello di Bosas - T,ai-:scilio di 0:-lerl icll - ' l'c rra~on:a, Sag u11 to . Y:1 !~11;,.n • .\l'li glif' r ic, ilali:1111• uel cnm1,o ,1v1·er:-:1rio - Billrn o - Tl ri 111 p[1t1·in clei;li :irt ig-lìel·i it :1l in11i nel 1811!
1648
13. Gli mt lglieri itttli:ini uelle cnlllp:\g;ne cli Hussi ;1 del 181~
1' (li Germania clel 1813 - TI contingente italiano di arlip:li('ria destinato in R u:lsit1 - T primi scontri - Smolensk - Kapole()ne distribu isce le insegue dell n Corona cli fen o ai v:1101·0,;i eombnttPnti il'a li nni - Alla :Uoscowa • Il colonnello :Hmo - :.\rnlo .Ta t osl;n·etz • Horod ino - Il passap:~io del Xicwen • fl di,;facimento <1ell"Aru1,1ta. Le ostili tà in Ger m:an in - L n l;,.en - K,>nìg-sw:n·t·ha e Bnntzen nelle rPlazioni clel urngi::iore cl'arlip:lierin .\rman<li • Rapporto del generale Bcrtrancl - Il c:npo;;qnacll'One :-/1•ri - TI bloc:c:o cli Danzica - Le ultim e !Jattap:lic
1662
14. Nessun 11rogresso nel cnlllpo bali,;tic:o - Im1>ortant1 perfc·zlounmenti ('Oncer nen ti l'impiego ta rti c·o (lt,ll'anna - Dtll' :,;oli cannoni da campngna: cln 12 e <l a 6 • I p1·!111i affu;;ti n ;.:c·o111p:1r;;:a · Una ìuYenzione inglese del s;ecolo X l'.\: .... cli cui parhwa Lronardo alln flue clel l"C!C:Olo XV . Le « bombe a pnllette ii drl colo un r,llo S hrapnel - T r az~i cowe m ezzo (li vro 1n1hio1w
1689
15. Le pnrolc pro.reti elle e fatidiche cli Napo leone : cr Forsr, non è lonta nn l'e poca in cui il nome d 'Ttnli:1 tor1w ri1 a brilla re in 1·ul'l o il suo splendore>> · La r cstaur:1zlo ne dPi Sa,·oh1 In Piemont·e -
-
1753 -
I NDIClil DffiL SECONDO VOLTJìlfE
L'artiglie1fa italiauu all'asse<{lìO cli Greuoble - I beuelici efi'etti dell'azione napoleo nica, in qua nto << riabitua gli Ha li ani alle anni 11 - La fondazione clell' Accademia di Torino - Alle soglie <li uua nuova el'u
Notizin bibliografica - Pr.ntc l'rima, Voi , I e
[l
1707
F'outi Comitato <li r edazione
:;_743:
-
1754 -
Indice delle illustrazioni
J!"lg. Hio. Ritrallo del Prirn:ive Jilugenio cli Savo ia « genio LULciare d'Italia» >> l(ì4. Luigi Xl V >> l(ii;. Vittorio An1cdeo 11 » 106. La fortezza di Vernra nel 1701 >> l(l'i. Dattnglia cli l) :IS!':0.110 » 168. l'roclt1m:1 lii mobili1a:donc della 1>0110!.izione torinese: 31 111 g'lìo 110;:; >> 169. Il Teiwnte (;cncralc Solaro della :uar~herit:1. rnmun<lanlc In cupo dell'.:\rtiglieria ùella pifl;,,za cli Torino, clurantc rasseclio del 1700 » 170. Distrilmzione ,lelle artiglierie J}(!l' 1~1 difesa clella città cli Torino nel primo 1wriodo dell'ni;seclio » 171. Distribuzione delle ,utigllet·ic francesi nel primo periodo dcll\1ss('(lio >> 172. Un.1 inter essante ri costru;,,ione del Colonne-Ho ;Vfagi1i, conserTata al Museo cl' Artiglieria cli 'l'orino . >> 173. Ricostrnzione del Colonnello Magni >> 171. Quadranti clell' A.rliglieria piemontese· del Sottecento » 175. Proiettili lanciati am·antc l'assedio cli Torino elci 1706 e ritrovati ùnrimte gli scavi compinti nel terreno su cui sorgeva ln Ciltndella » 176. Pietro Miccn. (Quaclro di A. Gastaldi al Museo Civico di Torino} » 177. Sciabola d'arliglierin piomontese, offerta dal Cor po d'Arti glieria all'ultimo d isccnclcnte <1cll'eroico minatore Pietro Micca ,, 178. La batta glia di Torino. (Quadro di Giovanni Hunehtonburg; Palazzo Reale di Torino)
1755
\
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.Fig . 1 iU. l'ro<:larua tld :W gi ugnv 1 i'li, per l a lesta d ell'8 sertt:lllbn·, iu r k ol'(lo de llà nttvr i.a » 1SO. Cannone austriaco, fn :,;o n el 1iH, con l'etl"igie d i E ugenio ~li sa,·oi,i. >> 181. Il Prindve E ugenio llì SaYoìa entrn iu Jk1grn(]o com1 ui;.;tata . >J 182. J!'route8pizio tlel Yolulllctto c::o ntenente il <r R egolaruentu del Oousigiio cfoll'Artiglieria >> , del 1711 » 183. Attigliel'ia t,ieruontese ckll:1 vrillia llletil. (]d 1:;ecolo XVIII : Adalua /.cto, qua r to cli c,mnune gettato nel J72.J >> J.84. lncoi:o nazioue di \'it rni-io Amedeo 11 a He cli ~it:ilia. (Bw;,;orilien i nel D uomo cli P alermo) » 1S::i. Colonnello Antonio <,)uaglia >> l.S(i. Il Cou lc Am;ilJale :,\foffei, {; rau :uasiro tlelL\r Liglleria S abau da nel 171:3 >> 187. Arti.gliel'e di Vittorio Amedeo TI, a l pr inc:i pio ckl .Set tecento. >> 18S. Art iglieria pierooute:;e della JJl'iUJ,I metà clel '700 : 0!)lfo.st r o,· cannone cli bronzo gett,1to nel 1726, a 'l'ol'iuo, <In G . 13. Cebrano » 189. "Cn ifunue di artiglier e JJiemontese n el 1733 >) 190. B atti1glia di Pal'ma » 191. La. b11 t.taglia <li Guastalla (clel Verdn s;::cn) » 192. Battaglia cli Gu as talla (sclli:e;:e;o) >) 193. Carlo Emanuele III >> 194. Artigli er ia piemontese. Cannon e da cnu1pagna di bro11zo >l 1.95. Bandiera di (<battaglione» per il Col'[)() Rr.a le cl ' Ar t iglieria
rnG. B,llld.iera
1004 J0 10 1ou:
lOH 1016 101!) 1019 1020
1022
1023 102::i 1026 1027 1028 102!l 103l':
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»
1002
« colon nella » per
r Artiglier ia,
concessa u el 173!1 da 1035
Cnrlo lDlllannele IU
» l!n . Vittorio Amedeo Seissel, Ma i:d1ese cli Ai x e Soromariva, Gran Mast ro dell'A r tiglieria piemontese dal 1737 a l 1749 . l> 198. Assedio delìn CittatlelÌa di Modena » 19fJ. Batta.g lia di Cam posant o. presso :\Ioclcna, vinta 1'8 f ebbr a io 1743 dagli Austro-Snrrli contro gli Spagnu oli l> 200. Tl Barone Leut rnn ·» 201. 11 ìlfal'c-h ese c1' 0 l'!uea · » 202. Gio. Battista Cachcrauo di Bricliera~do, vindtore della battaglia clcll' Assiett a, f)oi Gran yfastro ;.l' Ar tiglieria
'
203. G . R. Lorenzo Boginn » 204. Giu!'<q,pe Ignazio n ertola . poi Conte cli IDxilles, pr imo Diret-
>)
tore della Scuola cl' 11r tiglieri a >)
1l
1040 1.042 1045 1050 1055 1063 1066 106;)
205. L. T enente Gener ale De Vincen ti, co1,tru t t or e del l'Ar sen ale fli Torino, Conrnncbm te del Corpo d 'Artiglieri a n el 1774 . 206. Modello clell' Ar;:;<::n ale cli Tor ino. ideato nel 1.738 dal Cap\-
1074
tano di artiglieria De Vincenti (più tar rli, Gem~r ale e Cv· ma nda nte del Corpo) e costrnito sotto l a su a cltrèzioue .
1()76
-
1756 __:_
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1-1\Ulcr,; oi,;t,Lè: l•'lt-i UH8
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liig. 207. H m u rtai u cli Dal i.ll a s ul cano 1Tiou(:1le, J'i;!U. 3.i:s e.:rnu cousenatll ul Mm;eo del H.isoi'g imentt> (GlHlU \'a, 1 -..tln¼Ztl Bwn<·o). » 208. Il llH.,zzo <:;rnnone gcuore:;e i:,wntci Ucitm:inn » 209. Canuoue gtmuvese, getta to da Luigi Roo::c,1 nel l'i.J:, . ». :no. Spac:(' ato di mortaio, eia un dise.!?;uo tld Uo<l. 1{Ull 1kg!i Archivi cli SLato ùi Genorn >) 211. Dh,egni di mor tai del secolo XVITl, ri p1·otlotti dal Cod. ;;()!1 degli ',\1:c:h iYi cli Stato cli Genova >> 212. l,'orti no cli Vaclo. Disegno del secolo XVIII (dalla. Raccolta ' Pipi, Bm, ta Y, clcll' Arc:hivio cli !::ìt,tto cli U CJlO\' ;J) ,, 213. Dis€-gno di baLteria costh~ta genovese, st•concto il nuovo woclcllo arlottato sn l finire clel Settecento . i) 2H. T l'a bocco su piattal'onua ferrata , clcl secolo XVIII. (i\ioclello in bronzo) ii 215. Grappoli d'uva, cioè mi t l'aglie contenute in semplice r ete. (Sec. XVll l ) 1, 21G. Il B ersaglio cli S . Alvise )l 217. Int0rno dell'Arsenale di Venezia ) > 21S. n,-,1 Ga:,qJeroni : 1lrt·ìal-ieJ1"i e Ve·11 cte , '.l.'cw oh xrrr. Colubr ina cli bronzo fusa cla Nicolò cle Conti alla presernr,a di ]!)nri co 11 l <li F randa. Colubrina cl i bronzo, tedesca, prcsn dai 'l:urehi ai Tedeschi e clai Veneti a i 'l'urehi sotto Corfù ,i 2l!J. Dal Gasperoni: A:r ttgiìerùJ Venet ci. Colubr ine cli bronzo da 50, GO, 90, 100, fuse n el secolo XVI l) 220. Vign etta del volume ArNr1Uerie Vende di Domenico Gas1leron i » 221. Dall'A rt·igH<n·ìa V enet<L clel Gasp0i:oui. '1:aYola n )) 2.22, Tavola dell' Ar tigHer'ia Veneta tela i GaspN·oui) )) 223, Vig;nett.a clell' 1lrti.ylier'i<1, Veneto, dei GasJJ0.r<)ni )) 224. Ar(·iglieria estense modenese. (Manovra cli nn pezzo rnggimcut.ario da i:l) i) 225. MorLaio su affusto a q1rnt tro ruote, clel princiv io d el secolo XVlll )> 22G. Mol-taio su afi'usto f errato, senzn ru ote, del principi.o de s~icolo XVIII )i 227. Cnrro per munizioni clella fine del secolo XVTT o del principio del XVIII . )i 22S. Cannone bolognese del principio clel 1700 . >) 229. Un trabu cco, nel quale è s ta ta messa la bomba : clisei:rno ~ chiaroscu ro del principio à e1 secolo XVTTI ·» 230. 'I'r~bucco su piattaforma ferr~ t n >l 21U. Cannone del principio del 1700, con l'nrme cli Bologna e con il motto : Li/Jertns >l 232. Obice del princi11io clcl secolo XVTTT )) 233. FrilC'omi t oscano gettato clai Morern
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1757 ·-
1082 1084 10Sii
"10813 10S7 JOSS
10Sll 1090
1092 Hl~lG 1102
1103 1107
1112 1115 1120
)125 1131
J13i:l 1137
1141 1149 1150 llGl
1152 1154 1157
l;'\Ul C I~ IJEL LE J,'lGUHJ::
l'ay . lfig. 2:JJ. l'etrlerc tu>'tano, <:alibro 400, fu,;o nl!l li-IO da ànùn-.1 .i\loreu i » 133. Artig li eria lo:;(;UU:J.. (Jn :nto di ca1111one l'iJJfo rz:ito, geltatu a l'irc uze 11el li::l!J da An d rea i\loreui . )> :l30. .Artiglieria toscana . C unnouc cla <:nu1p;1g-!lll tlì mm. 79, gel.· tato u Fire nze n el li40 dai fig li di ,l.ntll'ca ::.Uo l'e ui . » 23i. .Artiglieria toscana . L'olJi c·e cli bro n;,;o Oc111is (calib1·u illm. 1::.0), gettato a l~irernr.e n el li4G ,l:ri tigli di Anclrca .i\Ior cni » 238. Obici! l'OlllllllO di [)ielr:t (XVIH s0c-0 lo), culibl'O lGS . » 23U. Artig lie ria napolc!aua: Lei Pantera, mezzo canuone d i 1Jro11:w, di mm . l Bi , gettato u c l 1715 da Gerolamo C:1:;trono\'\l . » 240. Artl;..:-lie ria ,;icill fl na. r.o Pama, mezzo t:muone tli calibro 134 . gett:1to a l'alc r ruo da Francesco ù astro n ovo » 241. Arti,1.tl ie rfo n'apoktana: Tt Fe.<pasi11110, cnnuon e cla m uro. t·a-
libro mm. 1::i~•.
» 24 2. L'Ac:t,tclernii1 Militarl' tli J\':111oli, oggi » 24:t ll buRto ciel General e Parl:;i ali' .\ ccad<'Ol ia della Xnrndatell:t >l 2-H. :\Corrnio rli bronzo gettalo a Napol i :1el 17-11 da G. Castrouo,·o ,, 24:;, .\!C'uni cn nnoni tl!'l sisl c ma Yalli ~·re . (D:t l Napoll'Oll 1• FaYé) >) 24/i. i\fort11io <·,111 c,1111(•1.·a a pera. del ,:i~teru:t Vall i{•1·e ( Dnl ~n-
poléon e Fan').
11(;0,
1164 1.166
11(\S 11SO. '1184
1193. 1199 l:l01 J203 120-;;. 1213 1~14
>l 2,1;. Affu ;; to dn C'osta tlel V:tub,tn. (Da l 8uril'ey tle ~t. Hr·mn ,, 2-18 .•\ !fusto ,111:t :::veclese. (Dal ~nrirey de SI·. Rém., ·) >) 24!1. Cmmo n e <ln 4 llhbre <e ù 11011\'el.lc invc•11f·iou >>. (rh1I ~1nh·c•.v àc St. H 0my) » 250. Tl can none a r et roearil'a icl<!ato da l Cnpilano pic•monft•s<! Gi,)nurni Chiappo rn?I 1,0:~ >) 251. Il ('a nnone del ller tola » 2:'ì:.:!. Le hocclw da fuoco flJJeei:ill ìcleate da ll'AllJe r~hetli 1) 253. Fronl<•spizio clell'Oper:i cli Rigi:,mondo .\lber~hetti: X 11or11 ..t1·tir1lier io (170S) ll 25-1. Li<'orno. (Dal l!'an>) i> 25:i. Provini cli 11olverc~ >l 25H. Un:1 pagiJ111 dellr t:wol<, cli t iro clcll'1\ lb<' rghclti i> 2-57. unn i,agin n cl c ll e ta rnlc di liro elci B éli clor ll 25S. Una pagiua d elle tavole del :\'fllrzngaglln )> 259. Federico TT di Prussia >) 2GO. Ba ttngli n di Lowo!':it?.. (Dal Derker) )> 261. Ra ttnglia d i L e ntben. (D al D ecker) l) 262. Bai ( aglin clì Knnt',l'S(lorf )) 2G3 . N ewton l) 264. L0on:1rclo N 11lero )) 2611. Lngrnngc >) 26(1. Alessn nclro VHtorio P nJ)acino cl' Antoni
-
1758 -
121:i J2JG 12JR
121!) 1220 1222 1223
122-l 1224 1227 1228 1230 1237 124() 1242 1244 ]2.54 12l'i5
12/\7 1260
I
L'\OICt,; UELI.E l•'lC Ul:I•:
l'au.
J.'ig-, 2U7. Mat:china vcr ruisurnre la teusiout: dei ga,; liL·lla poln!re, iùeuta <lal Generale l'avncino d'Antoni ue l 176:i » 2u::; . .lc<:emli esca, conserrnti al J.\ln:,eo Xar.lo11:1lp cl' AL'tiglim·ia cli 'l'orino » 2\;ll. Unifonue per il Heggimento d'Artiglieria nel 17.:; » :no. Colonudlo ù' Artiglieria Giusuppe Dulucq » 271. Un magniik-0 cannone piemontese: Sa[litta » 272. Vittorio Ame<k-;J III di S:woia » 273. Luogotenente U!'nerale .Bi1·ago <l i .1J61:p::1ro, Comnn<ln 111·c del Corpo cl' Ar tiglieria nel 17Sl i> 274. CoJlte Briga<lierc A ugel.o .Saln;,;zf/, Co m,m (lim l•• del Corpo d'Artiglieria nel U!)O » 27::i. « Oolom1ella » d e l Coq>o R ea le d'Artii.::lieria (l7i<i) 11 27(i. Bandiera « tl'onlinan:w » per il Cn rpo R eale 11'.-\rl iglieria (liiU) >> 2ii. (;niforme · lii Clli<:iale cl'.t\rtiglieria 11<~1 1.77.ì >J 278. 'Cuifonue del 1-;sc; >> 27!). ll Leuucro . Quarto c1i cannon e piemontese da 1.6, cl.a muro, cli bronzo, gettato da G. B. Ceurano 1,el 1737 >l 280. Cannone piemontese~ OMiUo, tuso 11cl l75!t » 281. Cannone piemontese ll S<m911i11ario, fui::o nl'I 1788 J> 282. 11 cannone Lei l'(llell c, incavnlcato sn affusto fl c:a\·alletto 1, 283. Affusto piemontese cln moutngua, tletto l< collo cl'oca ii ,> 284. Mitragliatrice plcmoutese n 30 caune, clcttn Or{larro >> 283. Mortaretto piemont.ei::e da segnali del secolo XVUI )> 28G. Due ruczzi <·nnnoui ienovesi, Cw,i èh1 i Dor!:1 >> 287. Il mezr.o c:i nuoue to;;cnnu A trom . )) 2SS. I clne mezr.i ca11noni 11i1poletani l:J7 fi:rr<'IIO e E7 'l'i1·a,1or » 2fl!l. Cmmone pctriere a brng a , da naYe » WO. Il c:rnnone siciliano 'l'Cril>fe » 2fll. Sagornn t1<'ll'aitiglieria 11 2!12. Tiwolri di tiro per ll cartoccio G mitrnglia 11 2!l:1. Artiglierie napoletane tlcl nuo,·o meto<lo. (Cannone ll:1 24 e <'nnnone cla 12 .libbre•. da l CnnwclHì
m
2!)4. (',1n11011i c1·11sscclio clc-1 sistema Grih<'a11,·:1l. (Dnl Xapoléon et l!':wé) 1, 2n;;. ,\ITusto per c::111no1w rla ca mpagna rln 12. llel :-;istema C:ribC'nm·:il 11 znr.. Affusto con !-Ott :iffuF<I o llu cosi 11. rl('l si:;terna Gr il>l·atwal. (Dal N>1poléon et Fn,·é) ll 2!17. ObiC<' d::1 li polllci. A lr.o <lc~l 8isteurn (h'ibenuvnl. (Dn l Nnpo1(,on et Fn ,·é) )) !!!18. TI canno1w .Jenner ')) 2!l!l. :\Iate l'iale !<lento <ln Gah:1l<.>0JH' cli J=:almour
1203 12U6 J2U9 J 27::i 1270 1282
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Por, . .lfig. JOO. Colo nnello Dc Du ll.eL, ideator e di u uoYu tuuLe ri a le d':1rtigliel'h1, poi COIU:lll()ò.lULC d el C Ol'J)O
» ;;OJ. 11 <:nnuonc-obi<:c Oe Bu trct » :ioz. i\litrngliatrice u orgauo a v iù cauu e lissflto i;u blo<.:c.:u rnta nt<'. - (Jum1u11c.:ino c o11 blocco rotante '(.]ella stess:1 ctioea. » 30:J. App:u·eechi o impi<>gato dal Pap a<:iuo cLl.ntonl per la ml,;ura della for za delle polver i » :JO-L App:m .!echlo im pìegato ,lnl C:trn\·e lli 1mr mi:rnrai:0 1:t fu ma clel h1 lJ<JI Yere » :;o;,. P cudolo ba li:,t ko. {D:11 l 'a1):1ciuo <Lu1toui: R.sc1ml· ,fc/l([. >>
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polrcrc) Appare cch io J\laltej p er l :1 u1isur:1 dd la \'f' lovl t:'t i11iz i:1lc clei pm ic11ili tla f11till'. ( Da l Papu cii10 cl ' Auto11i : l~.same 1/cllo JJOl rcrc) Sr inhok della Faultri:1 e· dell ' Art iglieria 11icmou tese 11 B<ll'ghe t.lo :'llor1:1io t li 12 pn llici, ,;20 rn 111. fu ,;o a L ione llel l i O-! Schilw.o d'insieme per le c·am pagne li!J2-03-H-1-!l~, Rnt!agll,1 cl':\11 ll1 ion i\Io1·t ;1 io pìc,rno11h,;se Carlo F.m:1111wle l V Schizzo della battaglia cli Castiglione B ou ap:nte :il po nte (['Arcole Rn111b:1nlarnento e inccuc'lio d e lla Cit't:t<lclla cl1 'l.'orino ne l IT!J~I Carll) Frru1eeseo Tlrnon d i Revcl cli S. A.ud1·f'n . Gran \ l:t><tro cL\r tiglierin n el 1S06 Battrtp;li:i <li ì\1:trengo
:11s . » ;;J!). Anstr•l'lit:r. ll ~20. Sch izzo dell:i battaglia d i Fl'iedlnnd » 321. S c hir.;r,o della battaglin rli Wagram 1>
:122. V iYn 1'.lmpcr:1lore ! >l :-:2::. Nil()Oh' omi L l;uiperatorc cl ei Franrc~ì e RP cl'Ttalia » :124. R :itt:11,tlia òi B or oclino >l s2:;. S c hi;r,zo cle lln hatt:iglia cll Llit?:e u >l P.2G. Rati :1glin di W,1.terloo l> 327. L':irtigl ieria a )) i<'Cli nella R epubbliC'a Cisalpin:1, poi Hall nna » :12R. '1'1:eno del!" :\rli~lieria >l ~zn. Cn n11 011i e ri de l ' rreno ,l'Artiglieria >) :i:·:o. Ar i ig li c r in 10.gge rn >l :-::n. Grantl t• n nifornw d r ll'Artigli t>ria rll line:1 11 ~~ • • \rliglic•ria clrlln Guardia RC'ale » :l?.?.. Il Gr,11 e rale Pi no il rl~4. :VIortnio fran cese, alla Gomcr, di bronzo, caHb1:o ?.20, i:t<'l'tnto n P:wia 1wl 1807 l> R?.:i. i\I:lrin:ii C'annoniNi >)
1760 -
1;;~u 1:327 J:J28 1:{~J
l33l .,.,., 1 ( )•">-
1:-::)3 1:1-11
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I:!fii 13!13 l3!H 1:J!l7 ·140:r
H 07 1~12 14·18
1420 1-12:l J ,12:; 14,!7'
14~0 H:J3 J •J37 14!'il
1,1;;:; 14:;7
14,m H!l:J 1 1!17 t-lTI
147'1 1477
1:-ID! CI~ UlsL L E FIG UH I·'.
Fii;. RSG. Cannonieri guardacoste i> 337. Gru1mo cl i uniforn1i. 1° Art lg li E'ria a cav:.1110 ùella Gtrnrdia R eale. 2° Cftidale dcil' ArtlgJier i a a cavallo della Guarclia Re;ile . :::0 Ufficiale cl' Artigliori:1 a piedi 1> 3:.:8. r;ne1111er, cannorn• francese da eamp:igna . di bronzo, mm. u;:,, gettnto a 'l'orino 1Jel 1809 » ll:Jfl. Il Generale AchiJlL· Fontaudll, :i\linii;tro della Guerrn (le i Regno cl'Italia » 3-IO. Colonnello Alltonlo Caccian i<.:o, l>ireltorc tiella Scuola ~rtigliet·ia e Genio di Moderni, dal 1801 » 341. Pietro Collettn » ::l42. A s~:i l to di Caslelnum·o e anu:11nentc della p lebe: 1::i ge nnaio 17!)!)
Pag. 1-H!l-
1-IS3
HS:; 1-ISO
l J!Ji li)07 1309
» 3-13. Comballimeuto del JJOpolo napoletano <:outro
FranC"esi, al
ponte clella Macl<lalc,na » 34:1-. Oro11:1.o Massa » C:4:\. GalJril'le M:111t11011é >l 3-lij. Artiglierie naJJoh•1 :rne. li Ji<'rli11torc, C'annone da muro. di bronir,o, gettato ., Napoli nel l,!l:; » 3-!7. Fr:111C'csco Piguatl•ll i di SLrongoli >> 3'18. Gioa c<: l1ino Mural. Hli <l i K'a puli >l 349. Don l•' abrizi'o Hutio, che iniziò nd 1702 la e;rcazionc d el Cor po d' .-\l'liglieria pontificia » ;-::;o. Jl forte cli SennY allc bnttnto dalle artigli('rie della H cpnbblic:a LiA'Ul'e Dewo<·r,i t ica ll ìl:il. Carln c·on triang-o lazioui. rl fon,ntesi all'azione dell'artiglieria cli .\fa;::sena. cl nraute il blocco di Ocno,a » 352. :i\Iassena >l 353. Il Generale T.,echi >l 354. Enge nl.o di Denn h,wn a is , V i('er è <l'Tt:11i:1 l> 355. Pietro 'l'eulié » :J.5G. Il GC'nernle Hll><<'ll . » sm. Tl Generale Filippo Se,·eroll ll 358. Caronnta ingles<' l> 35H. Cu 1monc l1e ll':1nno XT. l> 360. .\tl'us lo inglese :1 frc<'cia » 361. e.uro per munizione inglese » 362. Bamli<'ra di r eg-p; imenlo <11•1 Cor110 R e al e <1' .-\rtiglil'ria pie111onte~C'. 181:j . n ~:!\F:. Il J,uogoteurnte Generale cl' Artiglierin C.npr,l ch e, come com:11Hl:1ute l' Arlie:lieria Jli<'montese. si distin~c all 'n!<sc<lio <li (} l't·IIOble lll'I l~lii 11 8G4. Viti orio F,mnnuolo l l) :~G;:;. RrA'i<' Pntc-nti <11·•1 :! non•rnlwe 1815, cou c:ui Vittol'io J•]n1anuele r c reò la R. Accaclemia Militare cli '.rorino
-
J761 -
1:ill 1515 1:\17
J:;2;:, ]545 1ii5:,
1569 15H3
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Hi-U 1G-18 1059 lllflO J(i!ll
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