STORIA DELL'ARTIGLIERIA VOL 11

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Gen. CARLO l\iONTÙ ·

STORIA DELLA

ARTIGLIERIA ITA_LIANA

PAH/l'E IV (D.AL 1914 AL 1920)

VOLUl'VIE XI (DAL 1917 AL 1920) (LE OPERAZIONI DALL'INVERNO 1917 .A L 4· NOVEMBRE 191.8 - ARMAMEN'.rl, MAi'ERfAJ,J, lVIUl\JZlONI. CONS1DERAZIONI GENERALI E CONC.LUSTONI · EFPEMERIDE ART.JG-LIERESCA DELLA (;rl;I;B.IHtA ITALO-AUSTRIACA 1915-18)

EDITA A CUBA DELLA BIBLIO'l'EOA D'ARTIGLIERIA E GENIO ROMA 1948



· G e n.

C A RL O ' M O N T Ù (1869-1949)

L'Autore di quest' Opera ho chiuso il ciclo dello sua laboriosa esistenza,

Ouosi presago della suo line, nel luglio scorso, avevo consegnato in redazione i copioni degli ultimi volumi, ancoro da stampare, perchè ne fosse curata lo pubblicazione anche dopo lo suo scomparso, L' ultimo parte dello suo ventennale /otico non andrò perciò disperso ; il suo desiderio suono come un comandamento che è stato raccolto e sarò mantenuto ed assolto come un impegno di onore! Così sarò degnamente onorato lo memoria di questo insigne Artigliere, che, al tramonto di suo vita, ho saputo illustrare in uno Opero veramente monumentale i fasti e le glorie del/' Artiglieria Italiano, LA REDAZIONE Roma, 4 dicembre 1949


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PARTE QUARTA (DAL 1914 .AL 1920}

VOLUME Xl (DAL

1917

AL

1920)



Indice tematico · per il volume X[

·La situazi,one politico.militare diel 1917 - Intervento òeglì Stati Uniti I prepar ativi invernali ·in rapporto agli accordi interalleati - .I'.,a ritirata te<lesca sulla linea di Hinderuburg e l'offensiva f raucese Nivelle - La battaglia del n maggio.4 giugno 1917 (10"- battaglia dell'Isonzo) - La battaglia dell'Ortigara - Impieg9 deJle artiglierie nelle azioni del primo semestre del 1917 - La controbatteria - I collègamenti tra artiglieria e fanteria - La. situazione delle artiglierie i,taliane ed austriache nell'autunno 19li - I quadri e<l il loro aòdestramento. La situazione politico-Illilitare - La battaglia della Bainsizza - L'offensiva austro-tedesca - Lo sfondamento di Tollllino e la ritirata al P iave - La battaglia ò i ·.arresto sugli altipiani, sul Grappa e s ul Piave - La controffènsiva - La battaglia cli Monte. To!llba - La riconquista di Monte Valbella - Le a2ioni. in Val Camo1iica durante 'il 1!117 - Irn,egnamenti deriva nti dai nuovl metodi di attacc9 - Evoluzione dei criteri .. d'impiego e dei metodi e. proce<liroenti <li tiro - Esame del contributo degli , AHe~ti. - ·La situ.azioue degli: avversari - Dati relativi a ll'armamento ed al munìzionaipe11to dell'esercito italiano dopo H ripiegamento - Il programma di ricostruzione. La sit ùazione Polltico-milita re nei primi mesi 1kl 1918 - L 'istruzione degli ,_ufficiali - Perfezionament i introd.otti nel l'organizzazione, nell'impiego e nei ser. vizi relativi all'Arma ò 'artiglieria - Le operaziçmi prirn11ver ili - Lé operazioni del 1918 nella regione Tonale-Adamello - Le grandi offensive tede$Che in prim11vera - Risultati. delle offen1.>i_ve teòesche di primavera e insegnamenti nei r iguardi dell'impiego dell'artiglieria - Il Comando unico - I cannoni a lun. ghissima gittata - Il patto di Roma ed il Corpo czeco-slovacco d'Italia - Prodromi dell'offensiva austriaca sul Piave - Dati. relativi alle ricQstruzioni ed alla riorgauizzazione <lel 1918 - Situazione <lelle a rtiglierie- all a . vigilia dell'offensiva. La riorganizzazione - Tattica e tecnica del tiro - ;Regolamèntazione- austroungarica - Prodromi della battaglia del Piave - Schieramenti delle f9rze con. trapposte - La battaglia del Piave - Preparnzione e contropreparazione d'arti-

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INDICE TEMATICO PER IL VOLtJMEJ XI

glieria - Azioni c:omplewentari - La parte svolta dall'artiglier ia nella battaglia - Considerazioni .:..... Testimonianze di avver$ari - Considerazioni sulle forze contrapposte - Dati relativi ai materiali ed alle munizi.oni - Valor'e di artiglieri e di Unità d'artiglierio, - S tralcio dell'epist9lario del gen. Gherardo Pantano - La seconda battaglia della Mùua .(18 luglio-7 agosto 1918) . Gli avvenAmenti autunnalì sulla fronte Occidentale - Situazioni - Le truppe italiane ausiliarie in Francia - Le truppe Haliane comb~ttenti in Francia Valore di artiglieri e di Unità il'artiglieri.a italiane in Francia ·_ Le conseguenze della vittoria del Piave - L'opera di riordinarnent9 e di rior·ganizzazione - Predisposizioni per la battaglia - Prodromi della battaglia di Vitt!;irio Veneto Le forze contrapposte alla vigilia d·ella battaglia - Direttive per l'impiego del!' a rtiglieria - Le direttive del Comando Supremo per l'impiego delle grandi unità nell'attacco - La bat taglia - Considerazioni sulle f orze contrapposte La perizia ed il valore degli artiglieri nella batta.glia - Il contributo della R. Marina all'Esercit9 - Le operazioni sugli altri fronti - Xl XI Cor po d'Armata italiano in Francia da} 4 novembre all'Armistizio - Le operazioni alla fronte balcanica - La .s ituazione de.i ma teriali d'artiglieria all'atto dell'Armistizio Appendice : Bollettino {.11 guerra del Comando Supremo 4 novembre 1918 - Ordine del Giorno di. S.M. il Re all'Esercito ed ali' Armata 9 novembre 1918 Medaglia d'oro alla Bandiera .dell'Arma d'artiglieria 15 giugno 1920 - I Trattati di Pa·ce del 1019 e 192() - La produzione delle armi e delle munizioni I)rima e durante la guerra - 0()€ra dell'industria militare e dell'industri.a privata durante la ·guerra. Conclusioni : L'artiglieria italiana .nella guerra mondip.le - Sviluppo ~d evòJuzione dell'Arma attraverso il periodo bellico - La nuova regolamentazione sancita dal Comando Supremo durante la guerra - Perfezipnamenti. nel materiale d'artigli.eria, nell'organizzazione, nella tecnica e nell'impiego dell'Arma Il siervizio tecnico d'artiglieria - Sviluppo e funzJone della fortificazione durante la guerra. - Meccanizzazione e motorizzazione - Difesa costiera e difesa antiaerèa - Artiglieria e.d aviazione - La guerra aerochimica - Considerazioni. Effemeride artiglieresca della guerra Ital9-Austriaca 1915,18.

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COMITATO

DI

REDAZIONE

.PER IL

VOLUME Xì'DELLA PARTE QUARTA

Prof. Ing. CARLO MONTT; G~1NE:RALE DI DIV[S!ONITI

Collaboratori :

. BOLLATI Gen. di C. d' ~.\. AMBROGIO CARACCI OLO Gen. ITALO FERRA.RIO Dr. Ing. AR'l'EMIO FLORES Gen. ILDEBRANDO FOSCHINI Ainm. di Squadra A..NTONIO

t

MARIETTI Gen. di Div. GIOVANNI MATTEI Gen. di C. d' A. ALFONSO OLLE.ARO Gen. di Div. ALFONSO SECCO Colonn. GUSTAVO

Revisori:·

SECCO Colonn. GUS'l'AVO (predetto) STEFANELLI Magg·. Ing. E MILIO Segretari di Redazione:

FLORES Gen. ILDEBRANDO (predetto) STEFANELLI ~fa.g:g. Ing. EMILIO (predetto)


' <f.


OAPI'l'OLO QUARANTATREESIMO

LA SITUAZIONE POLITICO=MILITARE DEL ,1917 = INTER= VENTO DEGLI 'STATI UNITI = I PREPARATIVI INVERNALI IN RAPPORTO AGLI ACCORDI INTERALLEATI = LA RITIRATA TEDESCA SULLA LINEA DI HINOEMBURG E L'OFFENSIVA FRANCESE NIVELLE = LA BATTAGLIA DEL 12 MAGGI0=4 OIU= GNO 1917 (IO"' BATTAGLIA DEL.L'ISONZO) = LA BATTAuLIA OELL'-O RTIGARA = IMPIEGO DELLE ARTIGLIERIE NELLE AZIONI' DEL PRIMO SEMESTRE DEL 1917 = LA CONTR0BAT= TERI.A = I COLLEGAMENTI TRA ARTIGLIERIA E FANTERIA = LA SITUAZIONE DELLE ARTIGLIERIE ITALIANE ED AUSTRI= ACHE NELL'AUTUNNO 1917 = I QUADRI ED IL LORO ~ODE= STRA.MENTO.

§ I La situazione politico=militare del Stati Uniti.

1917

In~ervento degli

Gli avv,enimenti alle varie fron ti sono oramai m rela,zione cqsì stretta tra di loro e colla sitnazione politico -mili.tare che, prima di descriverli particolarmente, è opportuno dare una visione completa della situazione e degli avven~nienti che si sono sv-0lti nel 1917. Nel 1916 l'Intesa aveva, sfiorato la vittoria, ~ entre tale anno per gli Alleati era stato quello in cui era andato peggio. Era logico quindi che l'Intesa sper;asse di riuscire nel 1917 a chiude1.-e vittoriosamente la guerra. Nei giorni 15 e 16 novembre 1916, mentre gli esponenti politici dell'Intesa- si riuniscono a P arigi, gli esponenti militari si radùn a.no come a,l s-0lito a Ohantilly al Gran Quartier Generale -

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CONVEGNO DI CHAN'l'ILLY

<lel gon. Joffre, ed esaminata. la situazione militare generale si rileva, che essa si presenta buona: complessivamente si constata òi avere la dis.ponibilità, di 450 Divisioni contro 350 Divisioni nemiche e che quij1di l'Intesa possiede una notevole superiorità di forze. Si conchh1de che se queste fossero giudiziosamente impiegate, e oon coordinazione,. sarebbe possibile ottenere la vittoria, e che ·d 'altra parte ·bh,ogna fare tutti gli sforz.i per ottenerla perchè le popolazio01i sono stanche·. Si decide pertanto che per parte di tutti sieno sferrate su t utti i rispettivi fllonti azioni offensive, sicchè ne risulti un'offensiva genera.le per la quale le predette azi,oni singole -debbono scalarsi con differenza di tempo di non oltre tre settima,ne trai l'infaio delle varie azioni. E siccome nel 1916 gli Imperi centrali eraJ110 riusciti i:L prevenirci prendendo l'iniziat iva delle ,o perazioni, così si stabiliva che i va.r ii eserciti dell'Intesa. dqvessero essere pronti ad agire g-ià, :fin nel f.ebbraio 1917. Con ciò non si voleva 1pertant o çlire che in linea assoluta. fosse stabilito cli agire, ma bensì affermare che sé uno degli alleati ,d ell'Intesa, fosse stato attaccato, gli altri dovessero e potessero· subito jntervcnire in suo a.into. Lnfine nel predetto convegno di Chantilly, - e questo è di notevole importa.ima, - si. stabilirono in precedenza gli. accordi per un eventuale intervento -cl i ogni aUeato a favore del vici.no e cioè dai competenti uffici britannici, francesi ed italiani si stu: diarono le modalità d'jntervcnto d i Di.visioni franco-iJJ1glesi in Itali.a o di Unità italiane in Francia, a. seconda, dei casi. Poco dopo, il 12 dicembre l9Hi il gen. J .offre, in seguito a pr essioni parlamenta.r i e· per altre ragioni che non interessa. qni di rilevare, venne esonerato dal Comando e sostituito {lal gen . Nivelle. La Francia era impaziente e chiedeva che a capo del suo Esercito fosse 1prepost,o un generale giova.ne ed attivo cbe impPini.e~se nn più ene1·gico impuls,o alle operazioni. Il Nivelle uveva già dato buone pr,ov,e a Verdun, ma per l'lnsito difetto della :sua stei-;sa qualità di essere giovane, forse trop1po giovane (1) per un così alto Comando, sovra.tutto in confronto della (l) Rober t9 NiY.ellc era nato nel 1850 e aveva percorso Ja sua carriera in Artiglieria ~~ nello Stato Maggiore : colonnello nel :UJl.4 <:oman<lò il 5° Reggi. mento artiglieria, e quindi, dopo poco più cli due anni s:ùiva ul vertice della gerarch ia militare.

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SOSTITUZIONE DEL GENERALE JOFFRE, COL GEN l!lRALE ::silVl!;LLE \

troppo breve permao1enza da lui fatta. nei gradi intermedii: egli non a veva gr·ande ascendente sui dipendenti tanto che all'ntto pratico mancò la ,disciplina non solo delle intelligenze, ma alt1·esì quella, anche più importante ed indispensabile in guerra, degli animi e degli spiriti. D a parte tedesca, il nuovo Comwndo. Hindemburg··Lnden. clorff, tolta, di mezzo la Romania, dopo un attento esame della situazione, ·deve oonchiudere che essa è sempre difficile, giacchè se pure gli Imperi. centrali hanno resistito nel 1916, risulta che l'Intesa ha aumentato note·volmente i snoi mezzi, tanto che viene deciso di tenersi ovuinque nella difensiva. L'offensiva tedesca, alla fronte oriéinta,1.e ha ormai dafo tutto quello che potév·a, dare, e in · Germania è perfettamelilte noto come le condizioni genera.l i dei russi si fanno sempre più di:fil, dli sovra.tutto ,per il continuo e crescente aggravarsi della situazione interna: gli Imperi centrali stabiUscono pertanto di non intraprendere ·alc~una nuova. azione, fasciando che agiscano i fenomeni <li disgregazione che sono già, in atto da tempo e che col tempo non potranno che ' peggiorare. Alla fronte occidentale i tedeschi. hanno effettuato nel 19J6 <lclle azioni importanti, organizzate e sv·olte ,con quella metodicità e con quel valorB che sono l<lro titoli incontestabili ed ammir-evoH, ma, come è noto, senza ,e onseguire però pratici e dure· voli. rtsultati, è viceversa incontrando forti perdite. Si giusti:tìca quindi la, decisione del nnovo Comando teclesc,o per att,mersi ovnnqne sulla clHensiva e contemporaneamente adottare ener· gici provvedimenti legislativi per chiamare ulle armi tutte ]e forze disponibili, cosi come fu ,o rdinato colla, legge del « Servizio ausHia.rio rnrni:onale )) che imponeva l'arruolame:nto degli uomini dal 17° al 60° a,nno cli età. · Ma intanto da parte tedesca entra,va in azion~ un'altra offensiva hn:portante : quella dei sommergibili, per cui, poichè l'Ammiragliato tedesco assicurava che in sei mesi i sommergibili avrebber9 mes90 gli ingles1 in condizione di chi.edere la !])ace, diventava inutile esporsi ad avere ancora. altre perdite. In conclusione venne stabilito ehe gli Imperi centrali si attenessero alla, difensiva., ed intanto aspettassero che i sommergibili dessero i loro risultati. -15 -


OFF'ENSIVA FRANCO- ll'(GLESE E Dfli'ENSIVA 1'EORSCA .

E' però a. rilevare éhe i tedeschi attuarono la prestabilita difènsiva con una. concezione del tutto nuova, nel senso cioè che adottarono un dispositivo per cui gli alleati_dell'Intesa sulla fr,9nte franco-inglese furono sorpresi· da un movimento di ripiegamento strategico che i lor-o Comandi illon a.ve,;ano intuito; o quanto meno essi non avevano voluto credere alle informazioni che preannuncia.vano un tale arretramento. I tedeschi, con le più moderne concezioni della difesa avevan-0 costituito una nuova linea arretrata distruggendo e neutralizza1ndo sistematicamente tutte le risorse comprese nella fascia di terreno tra, la zona più avanzata e questa nuova linea distante da 15 a 40 Km. a seconda dell'andamento della fronte: con tale arretramento essi aveva-no indubbiamente guadagnato assai. Difatti i francesi itn <:onsegnenza -delle decisioni prese a. Ohantilly avevano intanto fatto grandi preparativi per la. loro ,offensiva: accumulando grandi quantità di munizioni, ma tutti questi preiparativi venivano fru strati ingenerando inevitabilmente un ritardo nell'offensiva francese, e poichè i. tedeschi cercava-no. sovratutto in riflesso .di ciò che stava avvenendo snl fronte r11sso, di l'itardare qnalsiasi a,zione guerreggiata, c-osì. la loro linea di condotta ed il loro arretramento erano perfettamente logid e giustificati. Si noti poi a1wora <:b.e il saliente cli . Noyon era 'loro ntile fi.nchè essi pensavano a sferrare un'offensiva. verso Parigi; passando alla difensiva, tale saliente non aveva, più aleuna ragione per essere tenuto, men tre poi questo ripiegamento consentiva loro di rispa.rniia-r e da G a 7 Divisioni il che, data la loro scarsità di forze, costitniva nn ÌlotevDlr vanJaggio. I fra nco-inglesi, ,nel momen t o in en i· sferrarono ]' offen siva. tl'ovarono il vnoto dinnarnd n loro . I conrnnieati del Comando francese parlarono di vittoria, ma il Comando stesso che sodclisfatto. e l'attacco di ' fine febbraio o fn tntt'altro. . .dei primi ·di marzo .dovette essere rimandato e non p otè poi aver lnogo che il 9 aprile da parte deg·li inglesi, ed il 14-16 da, parte dei franeesi. Di queste azioni si parle!'à in seguito do,:endo qui invece rfoorclare dne fatti politici -di notevole -ÌID.il)Ortanza e doè : - la dvoluzione rnssa che sfasciò l'Esercito e lo Stato moseovita mn non immediatamente però, tanto che la Germa nia fn co~hetta a mantenere ancora delle forze alla fronte orienta-le; -

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RIVOLUZIONE RUSSA E INTERVENTO DEGl,I STAT! UNIT(

- e l'entrata. in guerra degli Stati Uniti d'America e quindi l'intervento militar~ americano sulle fronti europee, decisione quest'ultima che fu deliberata e presa,_ forse più che altro proforma,, oome ritorsione a,l proposito dei tedeschi di fare guerra senza restrizi-0ni con i sottoma,r ini. Esaminando nel loro insieme i ,due predetti avvenimenti si deve rileva.re che l'Intesa ne ha, un grande danno perchè viene a mancarle di botto il conco1·so di un numeroso esercit,o mentre l'apparecchio militare americano è completamente da fa.re e le sue soldatesche non sono ancora pronte. Questa considerazione che ritrae le condizioni dell'Intesa in quel momento spiega e giustifica il carattere delle operazioni. militari svoltesi dal ma,g-gio 1917 alla metà del 1918. Era venuto meno un alleato potente e ne era subentrato un altro anche più forte e sovra.tutto non già logorato dalla guerra e dotato dti immense risorse, .ma poichè esso potrà interve~re soltanto più tardi e far sentire il suo 1peso sui caimpi di batta.glia solo molto più tardi, così conviene temporeggiare in attesa c};le questo nuovo possente alleato possa effettivamente intervenire ed influire con tutti i grandi mezzi di cui esso dispone. E.' così che, prima ancora che si sviluppi la progettata offensiva sulle fro:nte occidentale, già in alcune menti dirigenti si va pruòentementr formando il convincimento per cui è inutile affrontare l'alea,l di un'offensiva ed esporsi a 111uove perdite, e come sia meglio aspfttare l'aiut,o dell' America,. Quest'idea però non prevale : l'offensiva snlla fronte occidentale si fa e. si svolge nelle condizioni seguenti: - le forze contrapposte sono 154 Divisioni tedesche contro 190 Divisioni. franco-inglesi; .e cioè gli alleati hanno u111a notevole su1periorità di forze pur tenuto conto che le Unità germanichè son o molto più numerose di quelle alleate: secondo alcuni da.ti si tratta di oltre 4.000.000 di alleati contr:o 2.000.000 di tede· schi., ,e se pure questi dati possono 'non essere esa..ttì, danno però · un'idea di massima circa. i quaintitati"vi delle forze contrapposte. Questa offensiva che si -doveva sviluppare su a,mpia fronte si chiamò battaglia dell' Aisne, ed i risulta.ti furono su per giù quelli rdelle battaglie precedenti; anz.i questa, volta forse meno brillanti dei precedenti. I tede~chi sulle linee che i francesi -17 2


RISuLTATI DELLA BATTAGLIA DELL' A!SNE

·r

chiamavano di Hindemburg (mentre i ted~schi le chiamavano linea di Sigfrid-0) resistettero egregiamente infliggendo agli alleati notevoli perdite (non però moltissime come scrissero poi alcuni autori francesi) . Ad og,ni modo il risultato defìnitfro mancò completamente ed è a ritenere che il fallimento di questa offensiva, iniziata con grandi mezzi e còlla grande speranza. che essa fosse la battaglia decisiva, sia stato in grnn parte d·ovuto alla crisi latente in Francia nei primi mesi del 1!)17. Il 4-5 ma.ggio, in una conferenza tenuta a Parigi, i frHncesi decisero ,pert.anto di desistere dalle grandi offe-nsive e di. passare invece acl offensive su obbiettivi limitati, ma di fatto tali offensive limitate celavano il proposito di passare alfa difensiva, ed infatti nei mesi seguent.i., sempre in attesa dell'intervento americano: non si svolsero che dne piccole offensh-e. Ma quello che -fu peggio -consistette nel fatto che que~ta clccisio1ne fu dichiarata. in piena Camera dei Deputati e pubblicata sui giornali dando oosì alla Germania un'informazione preziosa, della quale essa non ta.rdò a Yalersi, ed anche a. no. tre spese. Gli inglesi non appena rile,arono lo sita t-0 d'animo cl.te alllda.va formandosi in Francia eser~itar-0110 sui suoi organi responsabili l e massime pi-essioni di in citamento e Lloyd · Ge.orge si re<;ò a Parigi a chiedere ed a fa1·si promettere che gli attacchi cla,· parte francese sarebbero ricominciati. )fa la promessa non fu mantenuta . Intanto nella popolazione f!·ancese incominciavano a manifestaJ·si sintomi preoccupanti.; a.vennero ~ci,operi, insubordinazioni e ammutinamenti fra operai e anche fra militari, trunto che il P oincaré nel noto suo libro di memorie <lichiara che per svolgere una controffensiva il Comando ,pote,a contare su una sola Divisione tra tutte quelle disponibi1i : anche se ciò è forse esagerato, ad ogmi modo è indice della situazione invero preocc11pa01te, ed appare quindi logi co e giustificato che la Francia cli fronte alla stanchezza. che si manifesta nella popolazione e nel) 'E sercito adotti u11a linea cli condotta di momentanea minol·e n ttività bellica. Infatti. durante l 'anno 1!)17 la Fr:rncia non svolse che due operazioni di mon grande importanza: una a, Verdun in agosto <~cl una, alla. Malma:iso,n in ottobre. Qnest' nltima specialmente - 18 -


. CARA-r:rERISTICA omLL'OPEJRAZIONE ALLA MAL.MAlSON

non fu che un'azi-one locale, gu una fronte di '7 Km ., ma ebbe . però una speciale caratteristica. consistente nella. ·sostituzione del 1proietto all' uomo, caratteristica, militarmente condannabile e però i1n' pa.rte giustificabile attese le condizioni de~ momento in Francia, per cui per non avere perdite di uomini si fece un consumo enorme di munizion_i. Quest'ultimo riliev-o ribadisce quanto fu da noi già, detto nel eorso di questa Storia per conchiudere che mezzi e uomini debbono integrarsi, ma non possono e non debbono ·sostituir.si fra, loro, .e difatti se invece di ui1'azione svolta su 7 Km. si fosse voluto con questi criteri fare un'offensiva, <lel genere su una più ampia fr.onte, per esempio di una setta,n~ tinai di Km. , si a,vrebbe avuto un tal consumo di munizioni. sicchè non soltanto non sarebbe stato facile il necessario rifornimento, ma, sarebbero pur anche mancate ben p1'€Sto le riserve di sostituzione e si sa-r .ebbero incontrate spese che nessùn Paese aveva la possibilità cli sostenere. Basta pensar~ ·che moltiplicando i 7 Km. per 10 si dovrebbero moltiplicare 1Per 10 anche i 600.000.000 di franchi spesi per quest'azfone, e cioè 600 milioni-oro per avanzare di 2 Km . e mezzo, senza. 0onseguire alcun risultato pratico sull'esito· della guerra. Sempre sulla fronte oecidentalc, siccome gli inglesi non si tro vavano nelle condizioni dei francesi, mentre questi ultimi si fermaron·o, essi continuarono da, soli la, formidabile a zion(~ iniziata tra il 7 e 1'8 giugmo nelle .Fiandre e che ~i. prolungò :fino all'S nov·embre chiamam}osi appunto battaglia, delle Fiandre e <liviòendosi nelle battaklie cli ìVlessines e di Ypres, nelle quali le perdite furono gravis.&ime tanto tra gli inglesi attaccanti, quanto fra le truppe tedesch~. Notevole, semprè ,claJ. ,punto òi vista dell'Arte militare, e senipre sulla ·bonte occidentale, fu la, battaglia svoltasi in no~ v€mbre nella zona. -di Oambrai perchè in essa al :fi.ne di realiz~ zare la sorpresa verme fatto un imponente impiego a, massa _d i carri armati. E:ff.ettua-ndo ora un gir,o d'-0rizzonte su tutte le fronti e a.piprofondendo lo sguardo al di là delle linee contrapposte devesi 1·ilevar-e che nel corso del 1917 in tutti i varii popoli in guerra eshiteva e andava più -0 meno le1I1tamente manifestandosi una, crisi di stanchezza, più ·O meno marca.ta, a, seconda che essi erano -19-


CONSrDE!UZIOKI SULLE OP E:RAZIONI DEL

1917

più o meno forti, piiì o meno edocati e preparati a così duro e · durevole cimento : in Russia la stanchezza. produsse la ·l'ivoluzione; in Francia, ed in Italia diede l~ogo a. crisi. militari; in Inghilterra non fu quusi sentita; in Germania ed in Austria provocò la, deci sione di mantenersi sulla difensiva. Fatte queste con&tatazioni non è privo di insegnamento il rilevare che in quell'ormai lontano 1917 intervenne e giuocò illl pieno quella inaffe1Tabile cieca ]'ortu na, che ha pm·e e purtroppo tanta parte ,nelle vicende umane : è fuor di dubbio che se i tedeschi nel 1917 avessero avuto preciso sentore delle condizioni dell'Esercito francc~e ed avessero attaccato in for7,e su quel fronte, l'attacco avrebbe dato i risultati che gli Imperi cerntrali non riuscirono più a conseguire nel 1918. La fortuna fu quindi, malgrado tutto, benigna 1per l'Intesa evitando una battaglia che con tu Ha probabilità sarebbe stata l'ultima e ci avrebbe fatto perdere la guerra. Alla fronte italiana l'anno 1917 si iniziò con nostre limitate azioni offensive in,ernali, ma. essenzialmente colla ricostituzio111e id.i Unità, mentre giungevano e saltuariamente prendevano consistenza voci di un nnorn attacco au:=:triac.o nel Trentino. Queste voci impressionarono il nostro Coma ndo Supremo. Data l'estensione e . ovratutto hl natura della noi:-tra fronte era più che giusti.fic:ato che il nostro Comando Rnpremo, i-e pnre non eccessivamente impl'essionato, fosse quanto meno ~olto vigile nel controllare tali voci, e si tenesse pronto ad ogni evenienza del genere, ma, ad ogni modo, fedele agli impegni assunti a Ohant.illy, e dando prova di. quel sangue freddo che fn trar le preclari virtù militari del gen. Cadorna. secondo gli accordi. presi, l'Italia nei primi mesi dell'anno si preparò all'offensiva, che però iniziò soltanto il 12 maggio, e cioè con 1111 non grande ritardo in confronto dell'offen~fra cominciata, in Frnncia.~ alla metà di aprile. Il 12 maggio venne con gra~1di mezzi e sovratutt o con po· tenti masse cli artiglieria sferrata l'offensiva italiana clel Voclice, e tale nostra azione doYeva svolgersi in due distinti rperiodi, e ci.oè: 1) Offensiva. tra: Tolmino e Gorizia ; 2) Bussegncnte offe:nsi va sul Carso. Date le · ar tiglierie di cui disponevamo, era prestabi'lito cli.e -

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L'OJ?FENSlVA DEL V0DICE

una parte delle bocche da fu·oco doveva celermente spostarsi da un punto all' altro della, fr·onte compiendo una specie cli manovra di mezzi per linee interne. Di fronte ai Pla.va., :Monte Cucco e V,odice l'offensiva, della p fase rimcì e portò alla conquista di Monte Santo, mentre sul Carso, nella 2,.. fase si ebher"o alcuni buoni successi, ma, la, contr,offensiva, nemica limitò i vantaggi conseguiti tanto che si riperdette qua.lche parte di quello che si era guadagnato: fu in questa 2"' fase della nostra offensiva che affiorarono i primi sintomi della crisi che per varie ca use s-i senti va in Paese, p<~r cui alla fronte qualche Unità non corrispose con quello f:>lU;ncio e com qne1la tenacia tante volte provnti in precedenti operazioni e che si attendevano quindi da, esse. In questa, 10" battaglia dell'Isonzo l'Italia perdette circa 100.000 uomini, e. cioè più di qna nte erano state le per~lite dei fra,ncesi sull' Aisne. Seguì poi nel giugno l'azione ,dell'Ortigara, che era stata:i accuratamente preparata e dotata. di adeguati mezzi: sovra.ttutto per l'indomito valore delle nostre truppe alpine l'offensiva fu c<>rooata da, successo, ma, purtr,oppo un violento contrattacco nemico riuscì a. riprendere le posizi<;mi da noi conquistate e pertanto l 'azione ~i conchhuse nel nulla. Segul poscia in agosto 1'11,. battaglia dell'Isonzo per la quale il Comando -Su1premo, perseguendo nel prestabilito suo piano, malgrado le molte perdite subìte, raccolse. tutte le forze disipon.ibili la.sciando il minimo indispensabile sulle altre fronti. . Il vero risultato tangibile conseguito con queste· ripetute ba.ttaglie, tenuto conto del carattere di (Juesta guerra mondiale, di lunga durata e nella quale i varii belligeranti potevano mutuamente aiutarsi ed integra,r si e in uomiJ11i e. in mezzi, fu quello di concorrere con continuità all'opera. di logoramento del nemico, stremando cioè l'Austria-Ungheria che contro di noi faceva il · massimo suo sforzo. L'insieme delle battaglie dell' I sonzo, dalla 1" all'll"', obbligarono gli austriaci a· portare sempre maggiori forze alla fronte italiana, tanto che l'Austria, ve;JJiva posta in condizioni sempre più difficili; << l'Ita.lia piglia alla gola l' A,ustria )) disse allora il L11dendorff, ecl in quef,;!ta affermazione tanto il Ludenclorff quanto

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GB:<Esr OELL ·oFFE:-1SffA .\USTRO-TEOESCA DELL'OTTOBRE

1917

l' H indemburg erano concol'di. L'Hfa1demburg scrisiSe: cc la nostra, alleata ha dichiarato che non avr,e bbe pi.ù J'esi~ti t.o ad un 12" attacco. Si tratta del rrollo »; e a sua rnlta il Luclendorff dichiara. : « al principio di settem.bre s i C:·ontinuò la lotta con u:n n uovo successo italiano. Le perdite sul Car~o emno tnnto gl'avi ed il morale an~tri.aco tanto bas. o eh.e nei circoli competenti si ritenne d1e gli austro-ungarici non avrebbero resistito». Ecco il vero risultato. Son è la conquista, di questo o di quel monte che contava h1 quel momento. ma bensì di ei:.sere rin~citi a mettere l ' .\ustria, in condizioni di doYer chieder aiuto al pot~te alleato germanico . Ed ecco anche la genesi deU:-0.ffensha austro-tedesca dell'ottob1;e di c ui si pa,rlerà in seguito: ma si tenga intanto presente che l' Austri11 è stretta all.l gola. e non potendo :tssolutamente pitì .1spettare. chiede l'aiuto ùei ted{'srhi.

§ li

I preparativi invernali in rapporto agli accordi internlleati.

Nell'inve11no 191{i-J 7 le intemperie furono cl1 eccezionale violenza : nella zona. montuosa caddero abl>ondantis~ime nevi raggiungendo in molti pnnti l'altezza di 4 m. : si ebbero frequenti. va:.la nghe ~ slitta menti con conseguente intei·ruzione ,n elle comunicazioni; e numerose furono le perdite iin uomini e in materiali per quanto l 'opera <li ~alvataggio, già preclispo::.ta ecl organi.z. zata sull'esper.ienza ,d ell'anno precedente, e dirètta. dalle 10ag·gi9ri autol'ità e svolta dai ,;·arii Comandi fosse Yigile. pronta ed accuratissima. Abbiamo già accennato alla riunione tenuta nel dicembre J916 a Ohantilly: a questa, nei primi. gionni di gennaio H>l7 faceva seguito a Roma la conferenza interalleata coll'intervento dei Primi Ministri e dei Capi cli S.M. dei Paesi alleati, ed in -

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I f>R,T;;PARATIVI NELL'INVERNO

1916-17

, tale confer,e nza le necessità e l'importanza della nostra fronte furono assai ben comprese dal Primo Ministro ,d 'Inghilterra, Sig. Lloy,d George. Dice il gen. Cad_o r1na, nella si.ia _Opera,« La guerrrL alla fronte. italiana )) ! . Le nostre operazioni vittoriosè del 1916, avevano rivelato ciò di cui il nostrç> Esercito era capace e cosa avrebbe potuto fare - muovendo da~ t erriforio nemico <:he già in parte occupava - se fosse stato deb_itamente raffor. · zato con truppe alleate e con artiglierie di. medio e grosso calibro. D'altronde, la vicinanza relativa di dne grandi obbiettivi strategici quali erano Trieste e Lubiana, permetteva di raggiungere risultati di molta impor-, tanza in caso d\ felice esit9 delle operazioni; mentre sulla fronte anglo-fl'a~ cese gli obbiettivi importanti erano lontani, ed op~razioni fortu nate avrebbero tutto al più consentito di riprendere una parte del territorfo francese perduto. F~nalmente bisognava incominciare coll'abbattere l'Austria, come il · più debole degli Imperi centrali, poichè, ragglunt9 tale risultato, l a Germania sarebbe rlmast,i. isolata e quind~ çostretta a cedere, come difatti avvenne alla fine del 1918. Tutto ciò aveva assai ben compreso il Sig Lloyd George, il quale avrebbe voluto inviarci da 300 a 400 1)ezzJ di medio e grosso calibro ed alcune Divisioni alleate, allo scopo di poter c9ndu.rre la guerra Slùla nostra fronte colla potenza di mezzi necessaria per raggiungere risultati cle~isivL.. · Per il momento non era stato prècisato nessun particolare concreto circa l'aiuto · diretto òa fornirsi a noi mediante l'invio di t ruppe e di artiglierie. Esistevano s9ltanto degli studi intesi. a predisporre gli elementi di base per concretare r apidamente, a m6ruento opportuno, i trasporti ferroviarii dalla fronte francese a quella italiana e vicever~a. Però, dall' insieme delle couver. sazioni, avevo tratto l'impressione che se un impegno d~ aiuto diretto fosse assunto, esso sarebbe circ~mdato da cautele tali da renderlo problematico. Infatti il concorso sarebbe stato escluoo qua11do supa fronte occidentale fossè in corso, o prevista, un'offonsiva alleata, o un attacco tedescp, e, come era facile comprendere, una tale limitazione era sufficiente ad imp9rre a noi l'obbl/go di non fare assegnamento sul concorso altrui. Era tnttora assai incerta l'even. tualità cbe l'Inghilterra consentisse a fornirci artiglierie potenti per una nost~a of.t;ensiva, com~ aveva lasciato sperare il S!g, Lloyd George; e la conclusione di tutto ciò era pertanto che n9i dovevamo fare assegnamento, per la guerra sulla nostra fronte, sulle sole nostre forze e mezzi. Questa constatazione, unita a1ia previsione della entità della minaccia nemica, accresceva il dovere di moltiplicare gli sforz~ per.cbè i mezzi non fossero impari ai compiti; confermava il bisogno di intensifi<:are la pr!.)duzione del materiale. da guerra ·e rendeva urgente la necessità dì predispon·e il maggior numero di complementi d~ soldati istruiti.

I nfatti il gen. Oadorna nella sua Nota -del 7 marzo comunicava che sarebbe stato pronto entro pochi giorni a sferrare -

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1 PREPARA'r1v1 .:-IELL.INVl':RNO

1916-J'ì

un 'offensiva sul Car~o, e clw dopo 20 giorni cir<:a ancbùe all(.:he 1potuto agire ofrensiYamente verso il JL Santo. Ma logicamente, pensava il nostro Comanclante in Capo che in quell'epoca e che per qualche tempo ancora gli avve1·sari, non essendo impegnati altrove in offensiva, avrebbero potuto concentrare molte forze sulla nostra fronte. Il gen . Cadoma con ginsto criterio pensaYa ancora all'e,entualità di un attacco 01 emko sul Trenti no. e poichè ciò lo avrebbe costretto a spostal'e il grosso delle forw verso la fronte Trldentina, riducendo al minimo qnelle della, fronte Giulia, giudicava non opportuno impegnarsi prima degli alleati. Meglio quindi dedicare il tempo disponi bile ed il periodo di relativa. tranquillità, dovuto alk intemperie sulla fro;nte montana, ·a ll'accurata. ,p reparazione dei mezzi per le pr,ossime offensive primaverili. Ed infatti come già abbiamo accennato in altra par te e come dice lo stesso gen. Cadorna nella, predetta sua importante Opera, il periodo invernale fu periodo <li feconda prepnrazione. Riportiamo perciò testualmente 1~ parole del generale Oadorna : ;u }ungo periodo di sosta nelle operazioni che, 1Jer l'inclemenza della stagione, si dovette protrarre a tutto aprìlè, fu per l'Esercito un periodo di fee9nda prepara:,;ione. Col fervido concorso di tutte le energie del Paese, le supreme autorità militari intesero attivamente a dare il massimo svolgimento all'organizzazione dell'Eser cito, ampliandone e rafforza ndone i quadri. I servizi logistici furono I)€rfezioni1ti 1 fu accresciuta Ja produzione di materi.ali bellici d'ogn~ sorta adattando ai nuovi ì:itr9vatl della scienza militare le forme di guerra. già in uso. Furono creati 151 nuovi battaglioni di tutte le specialità, dei quali 96 di fanteria di linea raggl'Uppati in 8 Di\·isloni organicamente complete d! servizi e mezzi ausiliarii. IJ n umero delle batterie da campagna fu accr esciuto di 52 ; di 44 quello delle batterie da molltagna e someggiate; d! 166 l!! batterie pe. santi campali. Le bocche da fuoco <H medio e grosso caJibr9, dal maggio 1916 al maggio 1917, passarono da 1180 a 2101. 1mmero delle mitragliatrici fu di molto accresciuto. In pari tempo, ~'intensificata produzione delle munizi.oni e degll esplosivi permise di aumentare le dotazioni presso le truppe e le riserve, non ancora però in misura tale da wter condurre a fondo qualsiasi poderosa azione offensiva. Incremento grande ebbero pure i ~rvizi de) genio e Ja produzione <1i mezzi tecnici, dei quali, come la gu.erra odierna ba mostrato, 1111 esercito non può mai ritenersi fornito a sufficienza. Forte impulso , enne dato all'aviazione per pottr djsporre di apparecchi

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LA RI'l'IRATA TEDESCA S ULLA LINEA SIEGFRIED

sempre p,iù numerosi e pote11ti, tali <la ~ffrire alla nuova Arma , così brillautemente affermatasi, ampia capa<:ità d i offesa e sempre maggiore facilità nell'ésplora?jone.

I provvedime,n ti presi el'ano <Juanto si potesse fa.re di più logico. Colle posizioni che erano ricoperte di neve in quantità ecceziona1e e iJ cu i ma.ntenimento già, costava immani sacrifici, colla minaccia di un' offensiva avversaria snl 'l'rentino, l'Italia nell'inverno 1916-17 filtro non ,poteva, fa re ehe prepararsi e attendere le offen sive degli alleati per poi agire a sua volta con le va.rie azioni offe~1sive che and1·e.mo ora esaminando. Non bisogna, pertal)to credere che durante lai··stagione invernale 1916-17 vi sia stata nei due campi un'ine·r zia completa, perchè compatibilmente con le avverse condizioni del clima tanto gli itaiiani come gli austriaci mantennero nelle loro truppe l'attiviUL bellica. consentita dalle contrastanti vicissitudini stagionali. In complesso però non si svolsero che 13zioni locali t endenti più che a1tro a rettifiche della fron te, tanto che la- loro narrazione esula. dal compito cli quest'opera.

§ Ili

La ritirata Tedesca_ sulla linea di Hindemburg e l'offensiva francese Nivelle.

I tedeschi ioiformati dei preparativi che si facevano in Francia, per la 1presta.b ilita offensiva,, non potendo con a.ltra adeguata azione da parte loro prevenirla, decisero, come g-ià abbiamo d~tto, di farla cadere nel vuoto, manovrando abilmente in riti- . rata, dopo aver sgombrato tutti i materiali e distrutto ogni cosa nella, zona, da ~ssi abbandonata, : così durantè l'inverno essi lavo- ·· ra..rono a organizzare una, potente sistemazione arretrata della « Linea di Siegfried >) o « Linea di Hindemburg )) che ~i esten·deva (fa Arras sino a. Soissons passando per S. Quentin. -25-


RIPIEGAMEN'rO DEI TEDESCHI NEL 1917

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•••. front~ hdcs~. òlprt'n~ip,o del ,nes<>d/m,;r~o ___ f,on~ tnl~.sed ~/Id f"Ae~~/ l'He.J~ . Fig. 1

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Ripiegarul'nto dei tedeschi nel 1017

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IL RIPIECAME.N'l 'O TEDE!';CO !\EL FEllBRAIO·!IIARZO

1911

Il 26 febbraio iniziarono in perfetta segretezza il ripiegamento davanti. alle linee jnglcsi ed il H mar7,0, e cioè precisamen te a.Ila vigilia. del giorno in cui le artiglierie ,degli alleati dovevano ililiziare la preparazione, eseguirono la stessa manovra su tutta la fronte da Arras fino a Vailly, davanti alle Armate britanniche e francesi. La zona sgombra.ta costituiva il saliente cli Koyon, ormai inu tile <lata la rinuncia da pai.'te loro ad attaccare in direzi-0ne di Parigi, e pertant-0 con tale ripiegamento st1·ategico i tedeschi, oltre a sottrai-re il 101·0 Esercito alla distruzione, realizzarono un aocorciamento della fronte di. circa 20 Km ., la, conseguente disponibilità di 1111a mezzn dozzina di Dfrisi,oni, nonchè un guadagno <li t.empo in vista àelre&ito della. guerra sottomarina senza restrizione- che la Germania ayeva intanto deciso di intra;prendere. Per gli Alleati invece questa mossa tedesca rappresentò : la ne<'essità di riprendere i preparativi pe1· là progettata offen- siva che. prevista per il febbraio. do,ette e~sere rimandata ad aprile; difficoltà gravi di Ya~'io ordine sopraggiunte a causa delle dishnzioni-,operate dal nemico nella zona di ripiegament-0, che èl'a profonda cla 14 a 4S Km. Qualcuno propo. e persin,o di rinuncfare n ll'offensirn pre,ista, ma, in un Consiglio di guerra. che ebbe lnogo H G a,prile n, Compiégnc con l'irntervento del P residente della Rc•pubblica, francese, il generaUssimo Nivelle e i qnattro Comandanti di Gruppo d'Armate alleate, e .. a venne confemia.ta r si svolse poi in quen·azione chiamata e ben nota, col nome cli Offensisa Nivelle.

~· ~- * Nella primavera del 1917 il cli.spositivo tedesco sulla fronte occidentale era diviso in tre grandi Settori occupati ciascuno da un Gruppo d' Annate: a uord quello del Kronprinz di Baviera; al centro quello clel Kr-0nprinz imperiale: a . ud quello del Duca del Wu1.'i:emberg. Il Piano d'azione fì.s~ato dal nuovo generalissimo francese N'ivellc doveva ~volgersi. per tempi. succes~ivi: · 1° tempo: attacco diversivo eseguito dalle Armate l3' e 3" inglesi, nella regione cli Arra.s, per fissare il nemico e r ichiamare ivi le sue riserve; · -

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TL PIANO D AZTOXE DEL '1E'.:'i!ERAL8 NIVELLE

Zo tempo: attacco princ~pale condotto dalle Armate 4"', 5\ 6a e JO" fran cesi in Champagne, da. Suippe fino al canale Ai sne-Oise, per operare la breccia, nello st·hieramento tedesco ; ~ tempo : attarco concomitante o dj collegamento fat to dalle Armate 3" fran cese e 4a inglese in direzione di S. Quentin. Una massa cli manovra (P Armata. francese) rima,neva. a disposizione del generalis imo per sboccare attraveri::o ]a. breccia effettuata n ella direzione -cli S. Quentin e cadere sulle comunicazioni tedesche nella regione di Gnise. Tale disposith;o d'attacco fu rapidamente completato sull' Aii:::ne i::piegando u11a parte dell'artiglieria pesante resasi disponibile sulla vecchia front~ RoyeLassigny-Bibécourt. Ri arrivò così ad avei-e su uo1a fronte di 40Km.: 2.000 pezzi da 7:5, 1.930 !Pezzi pesanti, 17 pezzi di grande potenza, 1.650 bombarde; e cioè: 1 pezzo da 75 ogni 20 m. di fronte, 1 pPzzo pesante ogni 21 m. di fronte, 1 bombarda ogni 25 m . cli fronte , il che, in altri termini, costituiYa una densi tà di artiglierie fino allora. mai i:·aggiunta. Per l'a.ttacco erano stati accumulati 24.000.000 di colpi . da, 75. e 9.000.000 ·d i colpi d'artiglieria pesante. E' ancora a 1r10tare che i pezzi moderni, scarsissimi nell'Esercito francese nel 1915, e scarsi anèora ·n el 1916. entravano invece questa. volta nelle seguenti proporzioni : 25 % dei cannoni pesanti; e 55 % degli obici e mortai pesanti. Il 9 aprile si infaiò il 1° tempo della maa10vra e l'attacco 8ferrato ,d alle dne Armate ingle$i dopo una violenta. preparazione d 'a.rtigliel'ia e di bombarde, e coll'a1ppoggio dei carri a1~mati, consenti loro fin dal [Primo giorno di riu~cire a- penetrare nelle linee tedesche, a, fare molti prigionieri e a catturare cannoni. Fra il 16 e il 25 aprile si inizi,ò poi l'attacco principale francese nel Settore centrale, che, dopo alcnni successi iniziali, venne nettamente arrestato dai ted eschi. Le perdite sofferte dagli a1-

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OISEGKO OELL' OFFl~IINSIVA ITALIANA NELLA Pltl M-AVERA

1917

leati furono gravi, e mcentre nei dieci giomi d'a.zione i francesi ebbero a lamentare 24.0)00 morti, 90.000 feriti, 20.000 dispersi e prig·ioinieri, anche gli i.niglesi subirono gravi perdite. Il maltempo aveva <ostacolato l'azione e impedito quasi totalmente l'inter,ento delll' a,viazione, mentre poi 111011 essendo da, parte francese stato mamtenuto il segreto sull'azione che si era stabilito di svolgere, t~anto che ne avevano parlato persino i giorna.li, la, sorwresa er:a del tutto mancata.. Come era, inevitabille la demoraHzzazione si diffuse allora, in Francia e nell'Esercito e lllel Paese. Il gen. Nivelle venne sostituito dal gen. Pétain, edra H .giugn-0 e l'ottobre J917 l'Esercito francese attraversò u11l-.l), crisi m'orale e disciplinare fortissi'ma. F ortunatamente l'Eserc ito inglese è immune da crisi e generosamente -continua a sfer·rare attacchi, anche per mascherare al nemico il momento di minor resistenza della compagine francese. Preoccupati dalla, iguerra sottomarina, e desiderosi di allontanare sempre più il ne:mico dalla ~fonica, gli inglesi continuano una tena.ce lotta nelle Fiandre, che con qualche intervallo durò fino alla fine di tnovem lbre. Intanto nella seconda. metà del 1917 giunsero in Francia, i primi contingenti ame1ricani, e la, loro prima Dhrisione a metà settembre entrò in line:a a fianco dei francesi presso Nancy.

§ IV

La battaglia del l'Isonzo).

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magg io,4 g iugno

1917

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battaglia del•

Malgrado le preoccupazioni di una. offensiva avversaria sul Trentino e pur mantenendosi in condizioni di fronteggiarla, fin dall'aprile 1917 il gen. Cadorna progettava un'offensiva per i.l 7 maggio col seguente disegno di operazione : -

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01SBGXO DELL'OFF~SIVA IT ALIAXA _-ELLA PRlJ\lAVERA

1917

- azione prindpale. della 3a Armata con obbiettiv·o la linea Trst eli,Herma<la ; - azione secondaria delle truippe della 2a AJ:mata, chiama,ta, allora Armata della 7-on a di Gol'izia 1 sul fronte Monte CuccoMonte Santo-1.fonte San Gabricle-::\Ionte San Marco (1) . Dice il gen. Ca<:lorna: L ' nttncco della 3a Arlriàtn <lOYc,·a inform:.trsi a questo concetto: operar e da nord Yerso sucl 11<'r far cncler e le dikse fronteggianti il VII Corpo <l'Ar mnta; pr ogred ire verso efll in clìrezione <li 'Irsteli.

Questo concetto fu poi modificato come si yedrà nella descrizione degli avvenimenti, inel senso di un attacco - dimo~trativo a sinistra e di un a ttacco a. fon do al centro e a destra che mirasse alla conqui.sta clell'H ermacla. L'azione dov-eYa paf.:sare per le seguent i fasi: 1°) azione <limoi<trnti,·a cli fuoco <l a parre delln r," Armatn, sem:n ;:rnio:u.1 di fanteria. collo sco110 di di:,0ricutare il n emico e tmpedirgli il libere giuoco delle 1·iserve fra i\ oottore Ca r si('o ed il settore Goriziano; 20) in coincicleuzn <:011'11lthno g iorno clella precedente f:ise d imos tr ativa, le truppe della Zona di Gorizi:t doYcnrno arme-care loro obbl(lttlvi; 3°) azione (l<!lla 3" Arm nta.

In con~cguenza 1 l'azione doYe,a essere pl'ece<luta da una larga preparazi011e di fuor,o sul fronte della 3· Armata, seguita da operazioni ,offensive (~conclnrie) sul fronte della zona, di Gorizia, e in fì.ne dn.Ua. ripresa- clel fuoco e dalle operazioni offensive (principali) snl fronte della 8~ Armatft . P er questa. nzione la 3.. Armata disponeva; di 16 Divisioni di fanteria e il Comando della Zona di Gorizia disponeva, di 12 Divisioni. Per l'attua7,ione dei concetti soYrnesposti il Comando Suprem-01 allo scopo di n nmc,ntare alternativamente la <lensità dello schieramento d'ai·tiglieria su] fron te dell'una, o ,d ell'altra Armata , durante il corso delle opcr a.7,i-0ni, decise la. costituzione di due nuclei mobili' di artiglierie pesant i e Q)esanti campali, uno nell a. 3n. Armnfa. ed uno nella 2• Armata cioè nella Zona. di Gorizia-. Il nucleo cl.ella 3" Armata, dopo aver partecip ato alla (1) Il Comando Zona di Gorizia, di r ecente costituito, av!:!va alle sue dipendenze l Corpi d'Armata: .V'J., X.~ IV, VIII !! II.

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Fig. 2 • Teatr9 della 1oa battaglia dell'Isonzo

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DISEGNO Dl~LL'O~'FF:NSlVA tTALitl.NA NELLA PRIMAVERA

1917

lunga preparazione di fu-0co snl fronte della propria A.rma.ta, doveva spostarsi celerernente :a,ul focmte della Zona di Gorizia, partecipandoYi alle azi-011i offensive; entrambi i nuclei dove~ vano poi passare alla fronte della 3· Armata per partecipare alle operazi-0ni princijpali. Il nucleo mobile costituito presso la. 2; Armata (Zona di Gorizia,) comprendeva 27 batterie pesanti campali e 26 batterie pesanti; quello oostituito presso la 3~ Arma.ta comprendeva 11 batterie pesanti campali e 7 batterie pesanti. P er facilitare l'orientamento di queste batterie sulle nuove posizioni fu disposto chf la 3"' Armata conservasse sulle posizioni un pezzo per ciascuna batteria del nucloo che ,doYeva spostarsi momen.taneamen te sul fronte della Zona di Gorizia, e che fun dal 24 aprile la 2• Armata mettesse a ·di.sip,osizione della 3· un pezzo per ciascuna, batteria del suo nucle-0 mobile che doveva sposta rsi su qnel fronte per lo sviluppo delle operazioni principali. Per l'operazione princi.pale la 3~ Armata veniva a disporre di : 47 pezzi di grosso calibro; 733 pezzi di medio calibro; 470 pezzi <li piccolo calibro e 584 bombarde. E per tale azione pl'incipale l 'impiego dell'artiglieria doveva. effettu..1.rsi nei seguenti periodi: 1°) nzione di logornmeuto lontano ; azione cli smonto cout1·0 le a1tìglierie esattamente ~ndividuate e più temibili; distruzione delle difese av.ersarie; 2'>) a zi9n~ di logoramento e di smonto ; sorveglinmm dei varclli e delle dis truzioni compiute nel 1° per iodo; So) azione di logoramento e di distruzione delle difese fino allo scatto delle fanterie; sbarrnmeuto delle successive linee r::tggiunte; azione di controbutterln di neutralizzazione.

Per ottenere un più stretto collegamen to colla fan teria. fu stabilito che ciascun Gruppo d'artiglieria <li distruzione o di accompaginameuto mandasse un proprio ufficiale presso l'Unità di fanteria che doveva compiere l'azione, e ciascun Comando di C01ì_Po d'Armata mandasse un ufficiale di fanteÌ·ia presso i domandi d'Artigli.eri.a di Corpo d'Armata. L' azione doveva aver inizio il 7 magg·io, ma le cattive condizi-0ni. meteorologiche costrinsero a rimand~lrla al giorno 12. In tale giorno incominciò il fnoco d' artiglieria che raggiunse la massima, iilltE>nsità e violen.1.n. nelln. m.lttirn1ta del 14. Snl mezzo-32-

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B.\TTAGLIA DELL JS0~W

giorno le nostre fanterie da Plava e da Gorizia, iniziarono la loro avanzata. La Brigata Udine conquistò ~ubi.to la quota 383 ad est di P lava mentre la Brigata Firenze, malgrado il violento fuoco di interdizione, riusciva a raggiungere lo sperone di . quota 535 di Monte Cucco. Nello stesso tempo la, Brigata Avellino, superato 0011 eroico slancio lo sbarramento ,d i Zagora, occupava, par zia.lmente i fortini di Zag-0mila; un Reggimento della Brigata Campobasso, risalendo le pendici di Monte Santo, penetrava la sera nel ·convento, mentre, a d oriente di Gori'zia, la Brigata Méssina conquistava la formidabile altura di quota. 174 a nord di. Tivoli. , All'alba del 15 l 'attacco delle alture veniva ripreso accanita.mente contro la vetta 611 del Monte Cucco e la quota 524 del Vodice, che Yenivano conquistate. I successivi giorni sino ,a;l 22, fu rono dedicati all'assestamento e completamento ·aelle conquiste iniziate il 14 ; ed il 15, e malgrado gli innumerevoli contrattacch( ·nemici, le posizi~ni raggiun te ...-ennero mantenute ed ampliate coll'occupazione delle alture cli quofa. 3G3 (est di Plava,), delle località di Globna, e Pallievo e col sicuro po~$esso dell' intefo dor o montuoso che culmina nel Monte Cucco. Intanto la, 3" Armata volgéva la, sua azione dimostrativa, medi.ante la, qtwle per parecchi giorni consecutivi U nemico veniva i llllpegnato, e le nosti·e truppe conseguivano qualche ·pro~ gr·esso temporaneo a nord-est del Dosso Faiti e sulla quota 126 a snd del Vippacco. Queste giornate e:i assicurnr,01no i.l pos. esso della maggior pn.rte del baluardo roccioso di Monte Cucco e Monte Santo oltre l 'I somm, e ci consentirono cli portare la nostra. linea dalla quot a 363, per il versante orientale di Monte Cucco 611, per le quote 592 e 652 del Vodice, alla ~ella cli quota 503 e di qui alle pendici ovest cli :\fonte Santo, fino all'a.ntica linea fron teggiamte sull'Isonzo lo s.perone di San Valentino. N ci giorni dal 19 al 22 maggio, il nemico con yiolentissimi concentramenti di fu,oco sulle nostre posizioni a cavallo della Val Sugruna e sull'alt ipiano di Asiago e con varii tentativi di ir.ruzione, compiu ti dalle sue fan terie ad ovest del Garda ecl in -

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BATTAGLIA DELL 11S0NZ0

Val d 'Adige, tentò un'azione diversiva, che però fu ovunquè rE>spinta,. Il 23 maggio ebbe iniziò iJ nostro a,ttacco sull'altipiano Carsico. Dalle 6 alle 16 tutte le artiglierie della, 3" Armata batterono violentemente le posizi,oni avversarie già sconvolte dai 1precedenti bo;mba,r òamenti e ·alle lG le nostre fan terie balzarono al-.. l 'attacco. All'ala sinistra, per quanto ia nostra azione dovesse essere solo dimostrativa, venne condotta, con molta risolutezza sullfi alture <li quota 378 e 363 ed intorno a Castagne,izza. I1 centro e la -dest:ra. sfonda.te le linee nemiche da. Castagnevizza al mare, dilagarono colla Brigata · Bologna nella zona a RlHl della strada t ra Castagnevizza e Hoscomalo ed aggirarono quest' ultima località da, sud-ovest; inoltre oltrepassarono Luca tic e si impadr,onirono di Iarniano, delle a1tul'e <li quotp. 77, qnot.a. 58, dei bngni ad oriente delle officine di Adi-ia e dell'altura di quota 21. .. Verso era il nemico spiegò una violenta reazione sferrando insistenti contrassalti accompagnati. da intemsi bombardamenti·, ma invano perchè. tutti i suoi tentativi ven:pei-o rintnzzati. All'alba, del giorno 24, la. nostra azione venne ripresa col ooncorso di due monitori che· battevano <la,l ma.re le posizioni litorame~ clell'avver,·ario mentre il centro del no!'-tro s<:hiera.. mento proseguì nell'operazione di isolamento e conq·uista del sa liente di Boscomalo, riuscendo a raggiun gere le pendici delle alture di quota 235 e 241 deJla regione ,di F·ornaza. e a.. spingersi verso la quota 219· a nord-est di Comorje. La dest ra pl'oscguendo l'attacco, brillantemente iniziato il gi01·no precedente, raggiung{'va la liinea avversaria di Flonclar. · Il 25 ma-ggio la nostra ala, sini.stra, i.n conformità. agli ordini nvuti , ,pur provocando clall'avversadÒ una viva reiuione di f noco d!i sbarramento, riusciva anche a fare progressi in cli\'ezi.oue di Castagnevizza. mentre intanto il centro completava la c011q11ista del saliente di Boscomalo e si spingeva. a snd di Cast.agmevizza , e la destra *(VJI Corpo d'Armata) sfondava, la linea nemica di Flondar a sud della strada Iami.ano-Brestovizza. raggiun gendo le alture Flondar-:\J!edeazza. e San Giovanni. Il gi-orno 2G, mentre l'ala. sinistra si manteneva per qualche -

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T,A

10°

BA'.l:TAOLJA DELL' JSONZO

.I temp,o al di là <lel paese di Castagnevizza, il centro completaya l'occupazio:ne dell'altura, di quota 241 e progrediva su quota 219, e la destra avanzava sulle colli:ne ad occidente di Mèdeazza, raggiungendo le foci del Timavo. Il giorno 27, mentre l 'ala sh'1istra, non rinscì a prosegu.ire, il centro potè invece ancor:i. avanza're, completando l'occupazione di quota. 219 di Formaza, e contempo1·aneamente la destra, occupava le trincee ad est di Comorje e l'abitato di San Giovanni, spingendo poi il giorno do:.l}O alcuni suoi reparti dell'estrema a.l a destra oltre il TimaYo fimo all'altun1 di q1iota 28, i quali però furono coi;;tretti a ripiegare. Nelle successive giomate sino al 31 maggio le nostre truppe sotto la. protezione del tir,o d'artiglieria procedettero all'ampliamento e retti1ka delle posizioni conquistate ed al lor·o rafforzamento. Intanto il nemico passava a. sc~pre più violen ti reazioni, ed a partire dall'l giugno, intensificando l'azione della, propria· artiglieria sferrò qualche sporadico attacco di fanteria, ma mentre le sue artiglierie veniva.no e:fficnccmentc controbattute dal nostro tiro, l'a,7 anzata delle ~ue fanterie venne nettamente contenuta, :finchè il 4 giugno l'a,·rnrsario sferrò una controffensiTa" ilì fo1•ze, -con la quale però non riuRc1 che a far ripiegare la 110··· stra estrema destra , mentre le altre posizioni c·onqni state rimasero in nostro possesso.

A dimostra1·e il Yalore della nostra Artiglieria iin questa battaglia ricordiamo alcuni eroici episodi che ebbero ·un alto riconosqimento colla concessione delJa }[edaglia d'Oro ai protagos nisti. All'inizio del combattimento il nemico reagi con violenta azione -di 0001trobatteria. Una delle nostre batterie meglio indhiclnate dall'avversal'Ìo e sottoposta, quindi ad un preciso tiro cli smonto, fu la -7" batteria <lel 14° a,rtiglieria cla campagna, appostata n~lla ..zona, di Cipryanisce. Comandava. la linea dei pezzi un giovanissimo tenen te d'artiglieria, Gaetano Carolei che diciannovenne e appena _u&cito allo scoppiare della guerra ,d all'Accademia, militare, già fin dalle prime operazioni aveva avuto modo di dimostrare le sue

-

35-


IL VALORE DELL 'ARTIGL IERIA NeLLA

10'

BATT AGLIA DE:LL'JS0NZO

non comuni qualità di coraggio e di fermezza, tanto che 1per la bella condotta, da l ni tenuta. al fuoco nell'aspra zona di Oslavia, durante l ' offensi m aut unnale del 1915, gli era stata concessa u,na medaglia ,d i bronzo a.i valor militare . . Il 12 maggio aUorchè i primi colpi nemici cominciano a cadere sulla, sua batteria, il tenente Carolei, con mirabile fermezza, si .dà a correre da un pezzo all'alt1·0 per rincuorare i serventi ed assicurare la continuità, del fuoco . Un proietto di medio calibro colpend-0 un a riservetta. di munizioni ne prod uce lo scop pio ; un cannone viene r ovesciato e sotterrato. Tra i densi nembi di fumo che avvolgonOI la posizione, il tenen te accorre a.i. pezzi superstiti cercando di infondere in tutti la sua sereniU1, ed il suo !;ìtesso sprezzo del peric-010, quand'ecco un'altra colpo investe in pieno una JPia zzuola, r,ovesciaudo un secondo pezzo fac endone saltare iu aria la. riservet ta; due serventi rimangono sepolti sotto le r-0.ine della piazzuola . In breve la batteria non ha più che un sol pezzo in efficienza; tntte le piazzuole sono sconv,o lte ed in fia mme, e l'artiglieria .avversaria seguita ad in fierire. l\Ia pure in quella drammatica situazìone la 7" batteria non tace; finchè ci sarà un cannone ed un a.r tigliere essa farà sentire la sua voce al nemico. Veroo l'imbrunire: infine. eesendo stata -ordinata una pausa di fu oco, H tenente Carolei, insieme con un altro uffida.le della batteria rivolse il pensiero ai suoi soldati che giace,ano morti sotto le macerie e con nobile slancio si mosse per ricuperarne i resti ; in quel mentre veniva invei;:tito da Uo $COppio di nna gra,nata che gli dilaniò orribilmente il viso. Trasportato in gravissime condizioni ad un ospedaletto, non aippena fu rinvenuto, il tenente Carolci. quasi dimentico della sua sciagura, chiedeva a furia di segni una lavagnetta al cappellano del reggimento che lo assisteva, ed a stento scrivendo su di essa, domandava per prima cosa notizia delle sor ti del combattiment-0 e della sua batteria . P rima il . no dovere cli . olda to, poi l 'a ffetto verso i i;:uoi soldati , quindi il peni;:iero della Pa tria e della Vittoria: ta.Ie la gamma dei sentimenti di que~to giovane ufficiale che in poche ,ore ave,a vissuta la vita di più eroi. Ed il suo eroi IDO' fn pienamente ricono~ciuto e premi,1to -36-


IL VALORI!l OE LL' AR'rrGLJERIA KIDLLA

1Q• IIAT'l'AGLIA

DIDLL'I S0N ZO

colla massi.ma ricompensa al ,alore, concessagli con la eg uente motivazione : 1'~tllgldo e COSl :1 11tc esempio <li va lor e. 11H?ll(1·e Ì;t ]l1'9J1l'i:1 batteria t!l'U ViO]entemen tè controb,ltr ut a òa medi i e gr os~i c;i libri, non cessò ù ì far fuoco, b'enchè una ri~,erverta colpit,1 . :;<·01 piaudo. 11,·e~~ tra,·olto e sotterr:lto un cannone e s uccessi'l"amentc u n ,1lt ro r,r òie1ro :wesse p ure CQIJ>ito in pieno una piazzuola cd ·mm ri Rervett.1, inccnclìnndola cd uccidendo due sen e1111 . Continu ò poi con erQico· esempio d i calm a e <li corai;:gio e di s prezzo d el péri colo, uu tiro' efflcaci8simo sulle linee nemi che. con 1'1111ic9 pt zzo ri ma ~togli. In una breve pìlu ~a d i ftioco, insieme còn un alt ro ufficiale d ella batteri a, con nobile sentimento di altru i:<mo ncc-or se per rkuper Are i r es.ri cl i due soldnti rimasri sotto In viaZ\!:UOlil scon volt'a, mn invèstito <lnllo scoppio di una granata ne- . mica , ue ebbe u n a pa rt e del ,·olto asP-Or t ato. cadenclo t ramorti to. RiaYutosl dopo p:1 recchi e ore. :li ca1m e1J:1no del R e1?1?imento che lo as&isteva. r ichiese a &>gni un a Jrn·agnettn e, ~c,·iYclldo ~·u di quc~t:i , per pr ima cosa domandò notizie d elle sorti d ella ba tteria e del comòn t l.i mento, (]A1Hlo in tali difficili mo- · menti nuova sublime prorn cli <i uell' altìl virtù milìtare, di quella s traofdin aria fermezza d ' a nimo e d i que l Yi\'O en tusiasmo ch e i:ero pre lo . a \' e,·ano guidato e<l a nimato in ogni su a azione.

Dobbi.amo ricordare an che l'epi&odio del capitan~ F ilippo Znccarello <la P a t ti (Me~!':ina) del 1<> Raggrupipamento bombarde. Egli si era già gu adagnata una medaglia d'ar gento in un' ardita azione durante la battaglia cli Gorizia ed un encomio solenne nell'offensiva d ell'autunno 1916 . Ma la giomata in cni lo Zucca1:eno, promosso da, P ·OCO capi~ tano. offrì la prova suprema del suo indomito valore, fu quella del 23 maggio J917. Dopo aver diretto energicamente il tiro delle sue bombarde aprendo l~rp;be breccie nei reticolati avversari <lavanti a quota. 247, egli clal propl'io 09servatorio seguiva coll'octhio le 011clat e cl'a. !-alto che. sotto il fnoe-0 di sbarramento delle artiglierie avversarie, procedevano a sbalzi vers-0 l'obbiettivo da raggiungere. Il generoso combattente mal si. ra&segnava, a considerare il suo compito come adempiuto : non p:li pareva di aver dato e fatto abbastanza. Spinto da un irresist ibile impulso egli ba1zav~ fuori cl all'·osser,iatorio e. rnp;giuinta cli corsa la iprima linéa cli combattimento , si accompagnava ai fanti ed avanzava <'On essi. Le perdite dei nostri erano già gravissime : la brigata Catanza,r o (gen. Thermes) a,1 eva perduto cinque dei suoi coman~ danti di battaglione. Senza esita re il capitano Zuccarello si poi . '

-37-

· ·lf


IL VALOREJ OELL 1 ARTrGLI ERlA NELLA

10"

BATTAGLIA OElLL'IS0NZO

neva. alla testa di uno dei battaglioni r.imasti senza. comamdànte, e con il suo trascinante entusiasmo lo conduceva,. ancora. ava nti. Ma una pallottola, colpendo in piena fronte il valoroso ufficiale, ne spezzava. la vita ed il sogno di gloria. Alla memòtia di lui fu conferita. la, meda.g lia d'oro al valor militai·e con la seguente moth'azione : · Valoroso nfficinle, giit distintos i in precedenti nzioni. d ura nte un combattimento, dopo a, er dir ~lto egregiamente ìl tiro delle sue bomba rde ottener:clone ottimi rìsttltn ti, spinto dii irresistibile ,·olontà <li ag ire e da poderoso sentimento di ca meratismo, S<'attò all'att:icco con le fanterie, ass unse Il comando d i un battaglione ché avev:i perduto il Cupo e lo guidò all'usaallo, finchè egli stesso c:idde u~ci~o colpito i11 fronte da un:i pallottola nemica .

Al tri fnlgidi esempi ci offrono le poc:he pagine di d h'lrio che ahbiamo pot uto rintracciare, purtroppo in misura molto limitata ~ solo ,per alcuni Reggimenti dell' Arm,L · Ne riportinmo qualcuna.. 6° REGGD!E~TO AR TIGLihlR TA D.\ C.Hf C'AG~ A. - :Kel triorno nnnivers:nio dell:1 nostra ent rata in guerra, le batterie del 6° tuonarono accompagnandos i ai t iri cli altre miglia ia di t:anuoni e di bombarde, ~ quando gli osservatç>ri in cnu ~a delln dens a nebbia sollevata dalla polvere e dal fumo della bllttaglia pi{t uon 1·iusci.ano ad os;:en·are Il r isul tato dei lo ro colpi, gli a rtiglieri si slimcia ror.o :ill'assnlto unendos i alle magni fiche P.riga te di fanteria. ru tali cit·costnnze il Reggimento offrl il sacrificio cli d ue ufficiali e di parecchi uomini di t rnppn, oloc:iusto eroico di quel giorno <li p:issionli e d i gloria; Il nemico dovette abbn11douare quello cbe era stnto il terribile isaliente di Udi-L-Og. Il 'Kad-Bregon e Lncatic, e quasi tutta la linea delle quote 24·7, 241, 2.38 e 23;:i. 23° REGG E\IENTO ART IGLIER I A D.l CA:\IPAG ~.\. - L'alb!l luminosa <Il vittoria, prcparnta con stud io assiduo tlei luoghi e con l'apprestamento f:::tpientc dei mezzi offens h·!, s puntò col 12 maggio. L"accresciuro nu mero delle artiglierie, la 11oten;,;inlità dc.i cnlibri impe, gnati, l'impiégo cli numerose bomba'r de (0° Raggruppnmento) e, s in per messo clirlo, In maggior esperienza cli guer ra :icqnii:tata a pre;,;7,0 cli tanto snngue ver. snto, diedero magnifici risultati. Dopo che le bomba rde e le artiilieri<' cH medio e grosso calibro ebbero i:,catenato un violento fu oco tambureggirrnte che sconvolse le po;,izloni nemi<:he, I<: tr~ B riga te cli fa nteria appoggiate c·ost a utemente dnl tiro nut rito e prcciS9 delle bat terie del 23°, conquistnrono brillantemente il for te baluarrlo nemico che e! s tava cli fronte: In Brigata Avellino (2:ll,O e 232'> fa nteria) puntand o

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LA GENIALE CIUllAZIONE DEI NUCLElI MOBILI

wl Vodice, la Brigata Firen7,e (127° e 128°) dando la scalata al 'Ku.k, e la Brigata Udine (05° e 00°)' agendo sulla selva di Palievo. L'S• batteria seguì nell'avanzata le fanterie piazzandosi in un primo temp0 a Zagora e distaccandg tosto una sua Sezio11e ·a quota S24 (Selletta destr a) per prote.ggere la 53a · Divisione che agiva sul Voclice. In un secondo tempo prese posizJone con tutti quattro i pezzi sulla dorsale Pa lievo-Kuk. La poderosa l.inen di im1>ervie alture che per tanti mesi avevamo fissato con misterioso rispetto, era definitivamente 119stra. Migliaia di prigionieri, armi e cannoni nemici erano io nostro · pos&eS'30, degno trofeo del valore e dello slancio delle magnifiche truppe della 2" Armata. Dalla cresta conquistata potevamo finalmente spingere orgogli9si lo sguardo verso l'altipiano della Bains!zza e verso la Selv.1 di Tnrnova, sU!la via di Lubiana. Sguardo di orgoglio e di promessa perchè si sentiva elle que$ti sa rebbero 1m1sto stati, nuovi obbiettivi alle nostre future, vittoriose avanzate.

* * * Fa.remo jn seguito le considerazioni ull'irupiego dell'artiglieria. :Mettiamo per ora in rilievo la geniale creazione dei ~uclei Mobili di artiglieria pet accrescere durante· la battaglia il volume di fuoco . ull' uno e sull'altro fronte. I movimenti avvennero règolarmente nè vi fu disorientamento da parte dei repal'ti. grazie all'accorgimento di lasciare. per ogni reparto, un pezzo sulle posizioni normali e farsi precedere da un pe,r,2io snlle nuove posizioni. Questo genia!~ impiego di artiglieria non ha avuto tutto il successo che meritava perchè vi era ancora. qualche defìcielllza nume·r ica nei qua.nt.i tativi delle muni,r,ioni, specialmente di medio e grosso calibr-0. Riportiamo da un interessant~ articolo del gen. Geloso, compa,rso sulla Rivista d'Art. e Gen., i seguenti dati sulla densità di schieramen to e sul consumo delle munir.ioni sul fronte di attacco della 3" Arm,1ta estendentesi ,per 20 Km. (10" Battaglia deJl'Ison,r,o ; 1:l-13 e 28-26 maggio 1917).


CONS UMO DELLE '.\lUNIZIONI S t; L FHONTE DELLA

Densità media di pozzi G>

<e

-zo

(l

lin. fronte)

AR'.\L\T.\

e o lp i s para,ti

art.i. . J bom- 1com 1. ghene barcle P 1 J)Cr ••• m.

8'

per m. per JinenJJezzo re di giornata fronte pe r

in totale

Il)

.Artig lierie di g_i·. cal.

47

425

-

>

med. ca!.

733

27

-

>

picc. cal.

-170

42

-

tot. ar tigl. B ombarde . di gr. cal. e

picc. ca!.

tot. bombarde. tot. generale

- 1250

-

- -

308

-

-

-

65

15.000

333

0,75

1.875

400.000 6:lO 1.005 ,00 2138

20. ò0 .000 50,25 rno.625

16 t.420.000 1033

71, 00 177.500

-

I

85.000

126

1,io

4.375

60 .000

217

3,00

7.500

-276 - 584 -- -

-

34 .

95 .000

172

4,75 11.875

-

-

10 l.515.000

825

75 ,75 189.375

1&H

72

1) Cioè vi er.t, nd o~empio, 1 p ezzo ù'artig liel'ia ogni 423 metri di fronte.

§ V

La battag lia dell'Ortigara.

Dopo l'off€'llsiva austriaca. nel Trentino del 1916, la linea. tE!nuta dagli austriaci sugli Altipiani da Valsugana passa.u do per il M. Oampigoletti, M. Chiesa., M. Forno, M. Zingarella, Monte Mosciag, lungo il ciglio ·sinistro di Val d' As&a si dirigeva verso sud-ove&t in direzione cli M. Oimon d' Arsiero. L'a1I1da.mento di ta1e linea era a noi sfavorevole, essendo ovvio che ~ avessimo pot uto correggerla conquistando il <:on-

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BATTAGLIA DELL'OR,TIGAR.A

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Fjg, 3 - Battaglia delì' Ort.igara

-

41-


LA PRElPARAZTON0 PEJR L'AZIONE S U LL'ORTIGARA

trafforte delle Bocchette di P-0rtule, la nostra, difesa avrebbe acqnistato maggiore profondità,, mentre il ,pos~~.sso di ta:le posizione, consen·tend-0ci di. diminuire le forze della difesa, ci avrebbe nello stesso tempo procurato maggiore tranq.uillità sulla sicurizza della, fronte Tridentin-;_ d urante le pr-0gettate -0ff~nsive da svolgersi sulla fronte Giulia: infilfle poi la predetta conquista ci avrebbe arrecato altri importantissimi risultati quali quelli di renderci ipadroni dell'intera Valsugana,, e cli poter facilmente catturare tutte le artiglierie del I II Corpo d'armata austriaco. Tale operazione doveva ei:;sere eseguita nel novembre 1916, ma le abbondanti neYicate cadute in quel tardo autunno a,vevano c-onsigliato a, rinvianne l'esecuzione alla primavera del 1.91.'i. Il nostro Comando Supremo aveva in conseguenza stabilito che essa avess~ lnogo nel mese di giugno dopo le opera.zioni sulla fronte Giulia, per poter fa r affluir-e sull'altipiano Trentino le truppe e le artiglierie necessarie, dop-o che avesser-o :finito di operare su questa fronte. Il Comando Supremo ordinò inoltre eh<~ fosse studiata nna nuova operazione sul Pasubio, avente sempre lo sco1po di allargare l'occupar.i:one in tale zona e riuscire possibilmente ad impadronirsi del Col Santo; operazione da effettuarsi dopo l'offensiva sull'altipiano Tridentino. In riguardo a ques.t'offensi.va sull' alt'ipia,no Tridentino cosi si esprime il gen. Caclorn.-1 : '.t 1,:.

...

Pel' ciuest'ultima vtier:rniout?, considerata la robusta ol'gauìzzazione nemica, furono raccolti mezzi molto ingenti, cioè 12 Divisipui e ci.r ea 1500 tra ur tiglieric di ogni calibro e bouibal'de ; e tenuto conto che la fronte complessl,a d'attacco a,e,·a un·eslensionc solt:rnto di 13-14 Km., ern questa la massima densità di fo1:ze e cli artiglierie fino a quel momento impiegata. La preparazione fu altresì molto accurata. Una parte delle forze fu traspol'tata al. l'ultimo momento, cercando di effettuare. per quanto ··possibile, la sorl}resa, e continuando così quel ~,istemrt di rapid_i' s postmnentl tm le due fronti, 'l'ridenti'na e Giulia, che era s;tato iniziat9 nella prima, era del 1916.

L'esecur.ione <lella battaglia· fn affida-t a, alla 6" Armata (gen. Mambretti). Riportiamo qui di seguito l'indicaziqne particolareggiata delle Unitl1 partecipanti ed il loro schieramento all'inizi-o della battaglia, nonchè i compiti. relativi. -

42-


LO SCHIERAME~TO ITALIANO

XX Corpo d'Armata. (gen. Montuori) 52a Divisione _(gen. Còmo Dagna) : Zona Cima, CaldieraM. Lozze-Cima Saette .. Schìeraniento: giorno 10 giugno 1917. Colonna di destra (Comandante gen. Di G~orgio .Antonino). Compito: attacco alle posizioni d i }I. Ortigat a dal passo del!' Aguella alla Vetta dell'Ortlga r a. · · TruPt>e : 8° Gr u ppo alpini (Col. Ragni Ottorino) : battaglioni V. E llero, V. Ar roscia, i\larcautour , Clapler; 3 cpmpaguie tnitràgl lut ric!, 9<> Gruppo alpini (Col. Stringa P irio): l>attaglioni Verona,· M . Baldo, Sette Comun i, Bassano, 3 compagnie mitragliatrici; XXII Grur>PO da montagna (3 batterle) ; 2 compagnie genio za ppatori.

Colonna di sinistra (Comandante Col. brigadiere Cornaro Iacopo). Compito: attacco alle posizioni di M. Campigoletti. Truppe : 2° Grnppo alpini (Col. Gnzugue Adol fo) : battaglioni_ Mondovì, ce,·a . Yestone, Bicocca, V. Tnna ro, V. Stur a; 4 com pagnie mitragllnlrici. XIII Gruppo someggia to (3 bolterie); 1 <'0111[Jagni:1 r.appator i.

Presidio linea, (Ten. col. Mautino Umberto). Truppe:

buttagli9ni alpini V:tltelliJ1a, Stelvio, 3 compagnie mitr agl!atrici; 1 compagn ia genio zn l)[)atori.

Riserva divisionale (Col. P or ta Achille) . T ruppe :

battaglioni alpini Tira uo, Spluga, 18 co mpagnie d i ma·l'cia, 3 compagnie mitragliatr ici. 1 compagnia genio zaPI>ator i.

29" Divisione (Generale Oa·'tiglia,): Zoina. pen dici eist M. F,orno-M. P alo-pendici est )!. Colombara. Schieramento: giorno 10 giugno 1917. Brigata Arno : XII Gruppo somegg., 2 plotoni genio 7.apontori (Comandante Gen. Rosso Renato): a Truppe : 213° fa nteri:1 (Ten. Col. Ilari Antonh10) : qtta cco a M:. Forno. 214° fanteria (Col. Ruotolo Ca r mine): occupazioue della ForzeL. letta Gal.mar:rna, Ta r e di Pozze, Granari di Pozze.

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43 -


LO SCllIERAMENTO JT/\LlA:-10

Brigata Grosseto : (Geu. Boyl di Putifigari Yittor io): Truppe : 237° fanteria (Tcu. Col. .Cagno Giuseppe) sulla linea di ,·1g1lanza tra i ruderi di quota 1207 e :llalga Fiar:i, pr onto a .seguii~ Il movilllento della Brigata ,_'\.rno. . Riserva divisionale : 238° fanteria ('l'en. Col. Contrada Fidia) tra Campofilone e Malga Pastori.

~~II Corpo d'Armata. (gen. Negri di Lamporo)

13a Divisione (gen. Bassino) zona ad est di ~I. Zebio. 8chiei·ament o alla data 10 giugrio 1917. Colonna, di destra : attacco alle posi~ioni di quota 1727, Casarà Zebio Pastorile (comandante Col. Dallanoce Alclo). T ruppe :

239'> fanteria (Brlgata Pesaro). 1 bntteriu montagna, 1 compagnia genio zappator.i.

Colonna centrale: attacco ull~ posizio111i di quota 1673 e quota 1706 (C-0mandante Col. Giri G. Battista). 'frnppe:

145° fanteri a (Col. Antplcli Arrigo). HG• fanteria (Col. Toti Federico) . 1 batteria da montagna,

1 compagnia genio zappatori.

Colonna di sinistra : ,occupazione del ciglio di V. Galmarara a sud di quota 1778 (Comandante Gol. F-0nte R,0berto). T rnppe:

255° fanteria (Brigata Veneto). 1 bntte·rja da montagna, 1 compagnia ge·nio zappatori.

Riserva divisionale : 2 battaglioni del 2400 fanteria, il 3° battaglione sulla linea di ·dgilanza. 25" Divisione (Gen. Del ~a(lldno) zona ad est di )1. :.\1Iosciagh.

Schieramento a:lla data 10 giugno 191'7. Ala de$tra : Brigata Sassari (Col. Brig. Tallarigo Armand.o); XXV Gruppo da montagna e XVII gruppo somegg. (5 batterie). Compito: pumnre con la destra 151° faute1·i:1 (Col. .Grazia no Paolo) al ciglio di V. Galmararu nelle adiacenze cli quota 1565, con la fi>'inistrn- 152° fanteria · (Col. Renzi Mnnfi:e<:lo) per quota 1510 e quota 1493 alla Yetta del ì\loscu1gb.

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LO scmERAMEN'IO r.rALIANO

Ala sinistra: 112° fanteria (Brigata P iacenza, Col. Avanzìni Romolo) 2 batterie da montagna. Compito: con due battaglioni 1 e III. sboccando da quota 1476, gira re la testata del rallonccllo di quota 1362 e tendere a :\I. DorbelleleM. ·Mosçiag h in collegalllento colla Brigata Sassnri; col. II battaglione puuw re dal Roccolo di '.\'.C. Catr. su M. Dorbelielc per impadronirsene di conser,a con gli altri due baltagl_ioni. Riserva div isionale: 111° f anteria in r.iserva dietro la Brigata Sassari.

57" Divisione. (Gen. Scotto Arcangelo) zona M. Catz-Camporovere. Schieramento alla data 10 giugno 1917. Brigata Porto Maurizio (G ein. Nigra Arturo). Truppe :

XX gruppo someggiato,

· 1 compagnia genio za1watori.

Compito: d imostrativo Ampegnativo. a destra : 253° fanteria (Col. Cecchl ~merigo) co! I battaglione in linea (da Roccolo a Bosco incluso); II e III battagli(Jl)c (in riser va d ivisionale) nella zona di M. Cat:,; pronti a rincalzare l'ala s inistra (lelia 2.5a Dh-isione nell'avanzata verso M. Dorbellele; a sinistra : 2.'l4° fnnteria (Col. Bech l Giulio) con 2 battnglioni in linea (da Bos<:o al c:imminmnento di C. Ve9Covi) ed uno immediatame nte a ucircl <l i CnU1porovere (I b:itti,glione <lei 254°, mngg. Vnltancoli) puntare sulle posizioni nemici.te di quota 1152 (sud di :.\f. Rastn ) in armonia t> collegamento coll'uln destr a della 30" (ll\·isione.

XXVI Corpo d'Armata (gen. Fabbri) 30a Divisione (gen. Allievi Cesare) zona Camporovere-Oan-0ve. Schieramento aJia data 10 giugno 1917. (Vedi Schizzo figura n. 4 - << Schieramento 6a Armata 10 giugno 1917 »). Ala destra : Brigata Cremona (C.ol. Beruto Giovanni) tra C. Vescovi e quota 1004. Compito: pu11tare decisamente per la t·i,·n sinistra V. d' Assn verso le pend ici occidentali cli :.\f. Rasta in armonia col bnttaglione cli sinistra della 57a Divisione. T ruppe : , 22° fanteria (Ten. Col. Foscblni Francesco) in l " linea : me1.w battaglìone del ITJ del 21° reggimento. 1 compagnia genio zappatori in rincalzo a Cnmporovere. 21° f:interin (Ten. Col. Foschini G. Battista) 2 battaglion! e mezzo in linea, XI Gruppo someggiato (1 batteria) .

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45 -

..


LO SCUlERAMENTO lTA.LIANO

Ala sinistra : Brigata « B 1004 e fosso Stella.

>>

(Col Levi Giulio) t ra quot a

Compito : azione dimostrativa. Truppe : I e U battaglioni del 2700 (Spalllcci Luigi) in 1a llnea, III bnttagllone del 2700 in 2• linea a Ho\la, · 1 battnglione del 260° lu 3"' )ine~ a 13oscheldax. Riserva divisionale: II e III battaglioni del 269<> (Col. Vivenza Carlo) in coda.

12" Divisione (gen .. ·:~fonesi Sigismondò), zona : SculazzooTreschè-Conca-Punta Corbin. Schieramen to alla data 10 giugno 1917 e alla data 18 giugno 1.917. A destra : 11° fanteria (Brig. Casale, Col. Boveri Yincenzo).

A sinish·a: Brignta Pavia (Col. Puglioli Vito).

27° fanteria (Col. Denti Umberto).

Compito: esclusivamente ,dimostrativo. Riserva di Cor po d'Armata : Brigata Casale (Col . Fedele Giustino) · 120 fnnteria (Col. Pasquale Niro)a) 28° f:luteria (Ten. Col. ristelll Ric:cnrdo).

** * Ripoi.·tiamo ,ora qui in seguito Je poche indicazioni che ci è stato possibile rimtraccial'e circa le artiglierie fa.::enti parte dei tre OorJPi d'Armata XX, À'XII e XXVL XX Corpo <l'Armata:

20~ Divisione :

Xll gru1mo someggiato {Com:m<lante Capit. P:isqua Michele) batterie 41" e 42". X.'UII gruppo montagna {Comandante Tcn. 091. Tiasi Antonio) batterie 49", 50• e 53•.

XXVI gruppo montagna {Comandante 'f en. Col. Giustiniani Onofrio) bnttcrin S5a e 86•. 52• Divisione : l0° Raggruppamento montagna (Ten. Col. Avogadro di CoJlobiano Fer clinando). XIII Gruppo someggiato {Comandante Magg. Fontana Giovanni) ba t!:el'ie 13"', 44° e 4Ci•. XXII Gru ppo montagna (Comandante ~agg. Signorelli Enrico) bat-

terie 46", 47" e 48• .

..:._ 46 -


LA BATTAGLIA DELL'ORTIGARA

X.XIV Gruppo montngna (Comandm::te llngg. batterle 56•, 6()a e 62'-.

Frond.oni Casimiro)

XXI.I Corpo d 'Armata : 18• Divisione : I Gruppo montagna (Couiandantè Magg. Sanlovito Ugo) bàW.•1·ie 3•, 34"' e 71a, IX Gruppo montagna (Comandante Magg. Berti) batterie 25", 26..

e 27•. 25• Divisione : n-v Gruppo mgntagn n (Comn n<lnnte Magg. Ducci Cam!llo) batterie 82", 83"', g4a e Si". XVII Gruppo someggiato (Comandante Ten. Col. Gavazzcni Angelo) batterie 23a, 24• e 58". 5i" Divisione : XX Gruppo someggiato (Comandante 1Iagg. Gennlll'elli Leonida) batter ie 39• e 40•. XXVI Corpo (l'cAnnata : 12" Di,isione : X.I Gruppo someggialo (Comandante hlngg. Pietrnnera Erminio) batterie 83• e iHa. Questa 34" bnllcl'ia era però alle d i11encl cnzi> j:lella 30• Divisione.

80• Divisione : (::-;,on risultanò <lati pnrticolaregglnti :::ulle a rtiglierie a sua ·(lispg!'izione. salro che per una batteria clelrXI Gruppo ~omeggiato) .

* * *. Alle ore 5,15 del 10 giugno la no~tra artiglieria aprì un vio·lento fuoco, segna.tarnente contro le retrovie r le sedi dei Coniandi nemici, irnche con proietti a liquido speciale, passando p,oi al tiro di spianamento contro le trincee e le difese nemiche: qnesti tiri ebbero ·però entramW ~carsi risultati, perchè verso le ore 8 levatasi la, nebbia, tutti i bersagli Yernnero completamente occultati alla nostra. Yista , tanto che alle ore 11 le nostre prime pattuglie inviate in ricognizione constatarono che le barriere dei reticolati erano pochissimo intaccnte. Il cannoneggiamento riprese quindi poc·o dopo e proseguì ·sino alle 15, ora, Ìln cui si sferrò l'attncco eseguito col seguente <lispo itivo : - a de~tr..t, la colonna comandata dal Gen. Antonino Di Giorgio, col 9° Gruippo (il battaglione Bassano seguito dal battaglione ~fonte Baldo) in prima- linea c.ontro il passo clell' Agnel-

47 -


r.A l'.ATTAGLlA DELL'ORTIGARA

la, da quota 2003 a quota 2101, e contro l'Ortigar.a il battaglione Sette Comuni spalleggiato dal battaglione Verona ; in riserva 1'8° Gruppo e le compagnie mitragliatrici ; - a sinistra l:1 colonna comandata dal Col. Iacopo Gornaro, tra M. Campigoletti e l'Ortigara, col compito di premere sovra.tutto in Valle Agnella e su Costa Ponari; in riserva. i battaglioni Val Tanaro e Val Stm'a. La resistenza degli avversari fu a<;canitis. ima, e poichè i loro apprestamenti difensivi, in causa sovra-t utto della nebbia erano rimasti pressochè i111ta.tti., la fanteria austriaca con violenta azione di fucileria inflis e gravissime perdite ai nostri alpini. Ciò nonostante, verso· sera i battaglioni alpini : Bassano, M. Baldo, Cla1pier e Ellero, ormai frammischiati, sfondarono lé linee nemiche e si affer'marcmo tra . quota, 2101 e Pasw del1'Agnella, mentre il Tirano e lo Spluga rincalzavano. Intanto il Gruppo coma,ndato dal Col. Pirio Stringa stava aggrappato sotto Cima Ortigara, e i battaglioni Vestone e Bicocca, superate due linee di reti.colati nemici, erano addossati alla terza linea sul Ponari, rincalzati dai battaglioni Val Ta11aro, Mondovì, Ceva, e Val Stura. L'indomani mattina 11 giugno il battaglione Sette Comuni tentò una fulminea sorp resa; alle ore 17 il Gruppo Stringa irruppe su Cima Ortigara catturando nemici, mentre la, colonna comandata dal Col. Achille Porta avanzò sim. quasi al Pasw di Val Caldi.era, conservando però qualche posizione sull' Ortigara. Nella notte sul 13 il nemico tentò di sorprendere le posizioni da noi recentemente occupate sul 1fonte Ortigara attaccand-0 con forze considerevoli e oon estrema violenza-, ma la salda resistenza de'i :nostri lo r~cacciò in disordine intliggend'ogli perdite ingenti. All'alba del 15 le nostre posizioni di quota 2101 sull'Orti~ gara vennero nuovamente attaccate dal nemico con estrema violenza., ma. i suoi sforzi si infransei:-0 contro Ja incrollabile resistenza dei nostri che inflissero all'avversario gravissime 1perdite e lo ributtarono completamente. Il giorno 19, dopo un nostro rinnovato tiro di preparazione, · venne da. noi ripre a l'azi,one offensiva su tutta la, fronte; ma i riaultatj furono scarsi meno che all'ala destra dove i valorosi - 48-


LA CONCLUS!ONE DELLA BATTAGLIA DELL'ORTIGAR A

alpini della 52" Divisione, vinta !'accanitissima resistenza del (llemioo e superate le enormi -difficoltà d~l terreno, conquistarono formidabili posizioni in regione -di · Monte Ortigara,, oompresa la vetta (quota 2105). Per-ci.nque giorni. le nostre truppe, benchè bersagliate dal fuoco nemico mantennero le posizioni conquistate respingendo con rinnovata tenacia centinaia di successivi attacchi ·avversari. Ma poichè gli austriaci sapevano che queste 1move posizioni da noi occupate sul Monte Ortigara, non erano ancora state rafforzate e che era indispensabile di r~prenderle al più presto prima che lo -diventassero, giacchè sarebbe1,o rimaste ,definitivamente in · . ., n-0stro possesso, alle ore 2 della notte sul 25 giugno, d,opo aver i:ntènsificato i tiri -delle loro artiglierie, mossero all'attacco con nuovi battaglioni d'assalto muniti di lanciafiamme, bombe e pistole . mitragliatrici, riuscendo ad: accerchiare i nostri battaglioni Verona., Arroscia e -Bicocca, ,ormai ridotti a circa 150 uomini ciascuno, che, con un battaglione di bersaglieri, vi erano a guardia, e per la grande sp1~oporzione -d el numero li -d istrus-se'ro quasi totalmente e poter-ono così riprendere la ta;nto c-0ntrastata cima dell'Ortigara. Si chiuse così trao·icamente questa leo·o·endaria battao·lia. ' ,:, · . . oc ,:, nella quale tutta-v ia rifulser-o in tutta la, loro grandezza, la tenacia ed il valore sovratutto -delle nostre truppe alpine. L'arti-. glieria si era prodigata in tutti i modi, ma le a.vverse còndizioni atmosferiche non le avevano consentito di ,ottenere i voluti risultati, e vani furono quindi i sa.cri:fici dell'artiglieria da mOllltagna spintasi eroicamente sulle posizioni più avanzate. Le batterie 47"' a quota 2101, la. 48"' a la Colletta, la 62a e la 44" a quota 2105 furono letteralmente distrutte: unicà superstite fu la 45" batteria in regione F-osse. Tutte queste batterie a:vevano accompagnat.o gli a~pini 'nell'assalto ed aveva,no lottato str.ennamente al loro :fianco durante i contrattacchi nemici.

4

4fl.:..


IMPIEGO DELLE ARTlGLJimrn

§ VI

Impiego delle a rti glierie del 1917.

nelle

a z ioni

del primo

semest re

Nelle precedenti narrazioni abbiamo estesamen te parlato dell'azione dell'artiglieria nelle varie battaglie, mettendone in rilievo le $pedali particolarità: è opp,ortuno quindi trarTe Ol'a le considerazioni in merito a11'4n.piego dell'Arma. La preparazione ·d 'a,rtiglieria nella battaglia, del 12 maggio4 giugno fu di durata eccessiva. E ssa venne imiziata. sul fronte di Gorizia .alle 4,30 del giorno 12 e durò fino alle 12 del giorno 14. Nella battaglia dell'Ortigara il sano concetto di c,oncentrare i tiri ,d'artiglieria e la sua azione ·n el tempo e n.ello spazio non potè dare i voluti risultati cansa, lr avverse <:ondizioni meteoroJoo-iche . . o . Nelle due predette azioni la manovra, di fuoco, accurata,. mente predisposta per 1',offei1siva, nel suo svolgimento si manifestò troppo rigida, anche 1Pe.r un eccessivo accentramento di comando direttiv,o, per cui venne a mancare quell'elasticità che sa.r ebbe stata necessaria per agire contro.le impreviste resistenze del nemic,o, e sovratutto quella tempestività di in tervento richiesta per opporsi e mandar~ a vuoto i contrattacchi nemici: in sostan za., la tendenza al metodismo che er a penetrata negli eipiriti produsse seri inconvenienti. Ciò era dovuto al fatto, ,d ice il Gen. MontefinaJe. che i Comandi di Divisione di fanteria. avevano tendenza ad a.vere alle loro dirette dipendenze i n nclei d'artiglieria destinati alla distruzione delle d:ifese 01emiche; t ale tendenza, molto dibattuta, non era approva,t a dal Co;mando Generale dell'Arma il quale era d'a.vviso che, salv,o casi speciali, le artiglierie per la distruzione dovessero essere alle dipendenze dei Coman di di Corpo d'Armata, e che i Comandi di Div,i sione ,dovessero disporre per tale compito soltanto <lelle bombarde, delle artiglierie leggere ed eventnalmente degli obi.ci pesanti campali da 149. Un siffatto sano criterio ,ol tre che da una, chiara visione dell'.impicgo delle varie specialità di artiglierie, trovava anche la sua ragion d'essere in -

!'iO -


NELLE AZIONI DEL PRIMO SE!vIESTRE DEL

1917

u01a considerazione di ordine economico dovuta al fatto che noi n<>n d,i sponevamo .df ingent i quantità {li artiglierie pesanti. •D el 1'€sto è noto che la, nostra disp,o nibilità di boe.che da, fuoco era insufficiente, e più ancora era insufficiente quella delle rriunizi<>ni, per qua,nt-0 dagli organi competenti fossero stati fatti sforzi veramente erculei, e s1 fosse raggiunta una produzione veramente cospicua, supera,ndo ogtni più rosea pr~visione in proposito : le munizioni fornite dal Ministero Armi e Munizioni erano molte in linea assoluta, ma p-0che in linea relativa e cioè in confronto del consumo che di esse si d-0veva fare. In questa condizio111e ,di cose l'insufficienza, delle munizioni rese in pa,rte sterile ia manovra strategica ,d elle artiglierie, ben concepita e ben p'redisposta nel sea1so che durante la battaglia, del 12 ma.ggio, nel corso dell'azione, l-0 spostamento di masse di bocche da fuoco avvenisse da un'Armata all'altra,. La controffensiva sferrata dagli austriaci sul Carso ai primi di giugno mise in luce la necessità e il vantaggio dello scagli-01Ìamento delle artiglierie in profondità; soltanto in tal m-0do le battèrie arretrate, rimaste intatte, possono dare appoggio efficace alle nostre immediate oontroffensive, dirette a, ricacciare il nemfoo colle nostre riserve di fanteria prima che esso abbia potuto organizza.r e il terreo:io e far avanzar~ le propr~e artiglierie. Fu riconosciuto inoltre che la. distruzione sistematica delle organizzazioni nemiche, la quale richi_edeva, mezzi e tempo preziosi, non riusc,iva ad infliggere al nemico perdite proporzionate e che pertanto gener_a lmente conveniva, limita,r e la, dist ruzione agli organi vitali della difesa, salvo per i reticolati, i quali dovevano essere rimossi completamemte, perchè l'apertura di varchi limitati, mentre non era.no sufficienti per l'avanzata delle fanterie attaccanti, servivano ad indicare al nemico le zone di irruzione; era poi ancora, stato dimostrato di ,d oversi tendere ad avere ampie fr,onti d'attacco e ad effettuare brevi preparazioni compatibilmente con i mezzi disponibili e colla necessità di rendere sicura l'avanzata delle fanterie. · Si era infine riconosciuto che le djfil.c-0ltà maggiori per l' artiglieria non stavano nella preparazione, bensì nell'accoill[)agna,mento delle fanterie durante la fa.se dell'attacco. La cooperaziollle dell'artiglieria. con la fanteria era fallita, specialmente per de:fi-

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51 -


LA CONTROBATTERIA

cienza dei oollegamenti tanto che si era constatata la necessità assoluta, di curare i collegamenti con ogni mezz.o e con ogni sforz.o e in modo con tinuo affinchè i111 ogni istante l' intesa, fra. le due Armi ~ia perfetta, affinchè tlrd ogni istante l'artiglieria senta ~d a sseoondi le necessità della, fanteria che combatte, e affinchè quest'ultima sappia in tempo utile approfittare dell'appoggi-o di fuoco che dall'artiglieria le proviene. In realtà, i mezzi di collegamento non avevano a quell'epoca ràggiunto t utti i perfezionamenti desiderabili, specialmente nelle comunicazioni senza fiJo e nel collegamento mediante aerei. Data la deficienza del munizionamento, il _Comando Supremo invit ò i Coma,ndi dÌfPendenti perchè nel oompilar~ i progetti d'impiego delle varie _bocche da fuoco volessero tener conto delle disponibilità realmente esistenti : all'aumento quantita. tivo delle bocche da fuoco non faceva riscontro un corrispondente aumento di munizioni, e pertanto la maggiore disponibilità di artiglierie poteva e dove,a essere sfruttata. convenientemente per ottenere, a parìtà globale cli con sumi, una maggiore celerità di azione, ooa manovra di fuoco più facile e più pr,o nta., ed un minor logorio delle bocche da fuo co stesse. Chiudiamo queste bre·d considerazioni accennando ancora ad un importante particolare riflettentesi sull'impiego dell'artiglieria, e che influisce in mod-0 decisivo sul rendimento del fuoco e sulla manovra del fuoco stesso, e cioè la designazione degli obiettivi. Nell~ battaglie che fin qui abbiamo considera.to questa desiginazione era ancora stata- talvolta poco pl'ecisa e tal'altra i ncerta,, i:nquantochè o si riferiva a quote e cioè a punti non ben determinati, oppure n tratti troppo ·r nsti in modo che non tutta la massa- del fuoco risnltaYa, efficace.

§ VII

La cont robatteria.

All'inizio del 1917 la controbatteria si poteva dire ormai. organizzata. Cl'iterio fondamentale era queHo di limitare la. distru-

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J, A CONTROBA°'fTERLA

'zione delle artiglierie nemiche· ai i·ari casi_ di precisa, individua· zione delle batterie avversarie : per tutti gli altri casi si tendeva alla tneutralizzazione. Questo criterio venne poi -del resto confermato dal Comando Supremo che emanò le seguenti direttive: La sterilità dei te ntativi di SlllOUto si~tematico delle batterie avver sarie rinunzi dunque deciimmente ai tiri dj slllonto. La funzione di controbatteria poi dovxà essere in 9gni caso limitata a brevissime e concentrat!ssime raffiche sulle batterie bene individu.a re e più moleste : raffiche di cui la ·fa nteria deve sapere fulmineamente profittare per affermarsi sulle linee ragg~un te o per scattar" innanzi in ·un rapidissimo sbalzo; per il che si richiede, come è detto più oltre, mi costante, intimo e perfetto collegamento. Il tiro di controbatterla protratto per ore ed 9re sulla base di una aprioristica ed inopportuna ripartizim1e di obbiettivi (cbe può non esser e affatto in relazione con le necessità contingenti del combattimento) è assolutamente <la e, itarsi. Il mezz-0 più efficace per neutralizzare le artiglìerie nemiche consiste nei proietti. a liquidi speciali. Gli osserva torii nemici (accer tati _od anche semplicelllence probabili) devono essere assiduamente ricercati, costantemente bnttuti •1urante tutta. l'azione ... è stata nuovamente messa in )uce in modo indiscutibile ... : ;j

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Questi giustissimi criteri non poterono però trovare applicazione c,ompleta. nè dare i voluti risultati perchè le artiglierie nemiche svelatesi nel corso delle precedenti battaglie furono molto più numerose di quelle previste, e quindi i nostri Nuclei pesanti 110111 furono in quantità sufficiente per controbatterle; durante l'azione si dovette quindi richiedere anche alle artiglierie leggere di intervenir-e di iniziativa nella controbatteria, allorchè esse stesse individuassero nu,ove e pericolose bat terie ·avversarie. La controbatteria veniva così conc~pha come una funzione non sistematica ma, saltuaria, da svolgersi in completa armonia c-0n i bisogni delle teuppe avanzanti. Si prescriveva perciò che la controbatteria fosse fin da priincipio decentrata almeno per Corpo d'Armata; il Oomacndo d'artiglieria d'Armata doveva, tutt:avif.L, r,i servarsi la possibilità di accentrarla, a.I momento del bisogno. Dopo di aver accennato alle direttive e;manate dal Comando Supremo _in riguardo della controba.ttei.·ia, è opportutn,o accennare anche alle direttive iwpa.rtite dalle sing9le Grandi Unità, che, animate da, un sano principi,o cli collaborazione, studiavano -

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LA CON'rROBATTIDRIA

a 101'0 volta lo stesso problema sulla. ba. e della esiperienr,a quotidiana. La 3., Armata , nella sua Cil'c-0lare N. 348 del 14 gennaio diceva, : Allo scopo <li rilevare lo schier:Hnento dciie batterie neruiclle e di deterUJinare per ciascuna la specie, il settore e<l i~ pr9babile compito carattedstico cc per metters\ in grado di poter dominare l'artiglieria nemka tosto che iniziasse la preparazione di un attacco», tutti i Comandanti in sott'ordine delle Unità soggette' al tiro nemico doYranno, per ognt tiro, trasmettere al Comaudo d'artiglieria d'Armata, al più prest9 e clìrettamente, i seguenti dati: ora precistt del tiro, numero dei colpi in at-rh·o, specie e calibro dei pro~ettL direzione i1v1,rossimativa di provenienza.

I n tale predetta Circolare, i ootte Osservatol'ii d'Armata erano chiamati Osservatorii.di controbatteria . . Il Comando d'a.rtiglieria della 2~ Armata, in un suo pro-mem-0ria, al Comando dell'Armata stessa, diceva: L'esperieuza l.Ht dimostrato Ja necessità di· disti-nguere i lir i di clistru~lone da gueUi contro obbiettivi speciali e cli controbatteria. Xelle prime opernzipui offenslve eseguite dopo la conquista d~ Gorizia, constatato che l'artiglieria av,ersnria rimnneva inattiva o quasi, sino a che non si manifesta,·a J.'in-uzione delle nost re fanterie, s~ potè '(are assegnamento per j tiri di controbatteria sulle batterie che avevano agito conl:t'o le difese nemiche. In seguito l'artiglieria aù,:otriaca. a\!mentnta sensibilmente, assunse un contegno più attivo nuche durante la fase di preparazione, t'lvplgendo il suo fuoco contro le trincee, i camminamenti e Je bombarde. Di fronte ad una nostra offensiva di grande stile - la cui preparazione non potrebbe sfuggire al servlz!o d'lnformazioni nemico ~ è d·n presumere çhe l'artiglieria · auslriaca terrà la eond.otta assunta nelle ulOme operazioni, e cioè cercherà di battere più specialmente le trincee, i camminamenti, i luoghi tli ammnssnmento delle nostre fanterie, gli Osservatorl.i, 1e i,edi di Comando, i .ponti, e d'impedire i nostri tiri di distruzione. DI qui la necessità di eseguire - od essere pronti ad eseguire - tiri di controbatteria anche nella fase della preparazione, facendo largo uso di proietti speciali. ..

Era, indiscutibile che in generale i tid c·ontro obbiettivi speciali e i tiri di controbatteria interessavano più Corpi d'armata; così ad esempio, mentre pee parte nostra, sebbene nell'offensiva prepa.:rata, per il dicembre 1916 il II Corpo d'Armata. non dovesse entrare m a.zio ne, era stato previsto che esso eseguisse un tiro di c-0ntrobatteria, per disturbare eventuali spostamenti di truppe nemiche dalla zona di T,olmino a quella di Gorizia; ,per parte -

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LA CONTROBATTERIA

a,ustriaca era stato frequentissimo il caso di batterie avversa,rie che, postate nella zona d'azione di una, Grande Unità, avevano a:nche battuto obbiettivi interessanti qualche altra Gra,nde Unità, e questo era avvenuto per le batterie postate a sud del Vippacco che avevano agito contro le nostre t ruppe della 2"' Armata, per le batterie di 'l'ernova che avevano battuti i ponti di S. And·r ea e . Savogna, f per le batt erie del Semmet· che avevano rivolto i loro tiri sia sulle nostre truppe del II Oorpo d'Armata, e sia su quelle del I V Corpo. Ne conseguiva la convenienza - se non addirittura la. necessi tà - che alla preparazione, all'organizzazione ed all'esecuzione dei tiri di controbatterla e contt·o obiettivi spec~ali presiedesse un unico ente, e cioè il Coma ndo d'artiglieria d'Armata interessato mediante uffici di controbatteriia, istituiti nelle zone in cui 1Poteva considerarsi ripartito il territorio più o men.o direttamente interessato allo svolgimento dell'azione: cosi per la 10a battaglia dell'I sonzo il Comando d 'n,rtiglieria della 30. Armata a.veva, istituito degli uffici di controbatteria nella zona di Gorizia e nelle zone del II e del IV Corpo d'Armata, corrisponden temente cioè a.Ue tre zone principali dalle quali avrebbero• potuto o aovuto effettuarsi tfri di controbatteria o contro obiettivi speciali. Parlando di assegna,t-e al Comando d'artiglieria d'Armata il compito di organizzare e far eseguire i tiri di controbatteria, evidentemente non si voleva intendere che con questo nuovo c-0nipito tale Comando d'artiglieria d'Armata impartisse diret ta.mente ordini alle singole batterie ct·e stinate a, svolgere azioni di controbatteria o contro obbiettivi speciali, e che esso tali azioni sorvegliasse: la grande ampiezza della fro nte lungo la quale si operava, il n ume1\o considerevole di batterie impegnate per i tiri di controbatteria, la 111ecessità d;i sorvegliare la preparazione e gli aggiustamenti dei tiri delle varie batterie parteci1Panti alla controbratteria o contro obbiettivi speciaH, 'll.onchè l 'indispensabilità di vigilare sul funzionamento degli osservatorii obbligavano ad organinare un tale sistema cosi che il Comando d'artiglieria d'Armata venisse efficacemente coadiuvato da altd organi allo scopo di rendere semplice, sicuro e rapido il funzionamento del sistema, stesso. -

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LA CO:,./TROBAT'.l'ERIA

A prima vista poteva sembrare coJweniente che il Comando d'artiglieria d'Armata si limitasse a cUvidere in g1·andi zone il terreno occupato dalle batterie. avyersal'ie, e ad assegnare ad ogni Comando d'artiglieria dei Corpi. cl' .Armata. predesigna ti l'incarico {li battere quelle batterie nemiche postate nella zona stabilita per ciascuno dei nostri Corpi cl' .Armata, ma in realtà una tale ripartizione di obbiettivi avrebbe equivalso a considerare alla stessa stregua. tutte indistintamente le batterie . avver, arie, mentre la. 101'0 importanza era in relazione a quella. che i:n un dato momento veniva ad assumere l'obbiettiYo battuto cl.al cannone nemico; e sovratutto era in rapporto alle ,icissitudini e alle -alter.native del combattimento. Certamente ,i erano batterie avversarie che - per la loro posizione, 1Per il loro limitato settore di tiro e per la non grande gittata - interessavano un s-010 nost1·0 Corpo d'Armata; e queste batterie nemiche era. f.orse convèniente <li assegnarle alle artiglierie di quel Corpo d'Armata, Dia dò non era che un lato della questione, e forse il meno importante: dovevasi invece teo1er presente la probabilità - nono- . stante si potesse supporre che il lavoro di prepa,razione del ti.ro fosse stato eseguito oon tutte le maggiori cure - che, durante Jà, prepara.zione dell'attacco e durante l'attacco stesso, si rivelassero nuove batterie nemiche tanto che ne conseguisse l'eventuale necessità di modificare gli ordini già dati. Poteva poi avvenire che il Comando d'Armata, a seconda dell'andamento delle operazioni, intendesse ad _og.ni costo di far riuscire l'attacco in un determinato settore, ivi s,overchiando le artiglierie avversarie; e che, per -Ottenere dò, si rendesse necessai·io di s:postar una parte delle batterie, sfruttando la mobilità delle artiglierie campali pesa,n ti. Infine poteva darsi che, mentre si era stabilito che lllll certo numero di nostre batterie destinate alla distruzione prendessero pa.rte ai tiri di controbatteria. durante la fase dell'attacco reg·olandone preventh-amente il loro impiego, potesse poi, durante lo svolgimento dell'attacco stesso, essere necessario di doverne impiegare nuovamente alcune contro le difese nemiche. D'altra parte il compito di neutralizzare il cannone 111emico doveva avere - specialmente :nella fase dell'attacoo- - importanza predomiJ'\ante, cosicche l'organo che presiedeva al comQ)ito stesso n-011 doveva assolutamente essere distratto da altre .-56-


LA CON'.tROBATTEltlA

cure. Era poi miche. necessario che quest'organo, avendo in precedenza e giorj10 pe1· gior1n,o seguito l'attività delle artiglierie av,·ersarie, conoscesse bene il terreno che esse occupavano e i:azione che potevano svolgere. Appariva così Ja conveniem;a, che il_Coi.r.anclo d'artigliel'ia d'Armata esercitasse la sua a:i;ione di comando sulle nostre batterie predesignate per la controbatteria mediante gli tessi uffici di contr obatteria. più s·opra accennati, ai quali - in previsione di :nostre ·o perazioni offensive - sarebbero sfa.ti assegnati alcuni ufficiali specificatamente incaricati di occuparsi della controbatteria; a, taH uffici avrebbero potuto, in ca o d'urgenza, ri'rnlgersi i Ooma~cli d'artiglieria, di Oo11po d'Armata, segnalando le batterie avyesarie che non fossero battute o 1110n fossero risultate o non risultassero sufficientemente battute. Pertanto, senza entrare in particolari che doYeva:no dipendere dal numero delle batterie effettframente assegnate alla controbatteria, e dai Comandi di Gruppo, di R aggruppamento e di Brigata d'assedio coi quali tnli batterie sarebbero state inquadrate, risulta,a che per le battaglie della primavera del 1917 l 'organizzazio:ne dei thi di controbatteria era stata dal Comando della 3a Armata stabilita snll~ basi ,seguenti: a) il Comando d'artiglierìa d'Armatn (Sezigne controbatteria) pro,·ve<le a tutto il hrvoro preparntorio mecliante gl,i uffici di controbatteria, istituiti presso: il Comançlo della 5a Brigata d'asse<llo (per la zona di Gorizia), il Co· mando artiglieria del II Corvo d'Annata (per la zona corrispondente all'altopiano della Baiusìzza), e<l il Comando della i ~ Brigata d'assedio (per la zona Tolmino-Plezzo); ò) 1J1 sorvegliiinzn sulle artiglierie è affickta. acl nrPositi osservatorii terrestri, alle Sezioni fonotelemetrlcl.le, :1<1 nlcune Sezioni nerostaticbe, nlle squndriglie del VI Gruppo aeroplani, tutte :wcnti per compito pri~ipale la scoperta e l'in<lidduazione delle nrtiglierie nemiche; O) il servizio di controbMterin dislJone <1i una rete telefonica e rncliogrn fìca, che collega i Comandi , gli orga11i di :;:coperta e le batterie; d) in preYlsione di operazioni, il Comnudo d'artiglieria d'Armata provvede ad assegnare a quegli u.llici di controbatteria, per i quall risultl necessnrio, un congruo numero di uffìein li, e fra questi ,m ufficiale genernle o superiore che, ln .base ngli or<li11i del Comnndo d'artiglieria d'Armata, provveda alla preparazione e successivnmcnte all'esecuzione dei tiri; e) le posta1..ioni delle artiglierie avversarie ,engo uo divise per Settore od in zone, ciascuna ni:isegnflta stabilmente ad un complesso di batterie (Gru ppo o R nggruppamento), che stabiliscono i )oro Osservatoril nei punti p!ù

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I COLLElGAMlill\'.l'r T RA ARTrGLIERIA El FA:'.(ITERrA

convenienti per sorvegliare il terreno assegnato ed' aggiusta no · regolarmente il tiro sulle singole postnzicini, iu modo cl.te ciascuna di queste wssa essere contemporaneamente battuta da più batterie: f) altre batterie o Gruppi d 'assedio o campali pesanti, in posizione, eseguiscono analogl.ti tiri di prepa_razione s ulle postazioni giù <'letermlnate in di,·ersl Settori, così da p9ter agire sia contro l'uno sia contro l' altro; u ) per alcuni Gruppi cli cannoni campali pesanti tutto sarà predisposto percl.tè possano spostarsi da una ad altra zona, avendo in ciascuna. preparato 1~ postazioni, gli osservatorli, il tiro.

Ed affinchè queste norme tr-ovassero piena applicazione venivano istituiti organi speciali. Dke infat ti il foglio N. 627 R. del Comando della 3.. Armata in data, 17 marzo: ... è is titUito (presso la Sezione) un uffido incaricatp esclusivamente del coordinamen to di tutte le osservazioni e le noti:>.ie raccolte dal servizio di controbatteria, dagli nvintol'i , dai pi11Ioni, dalle Sezioni fonotelemetrichc, ctall'in.terrogatoi:i9 dei pl'igionieri e disertori, e dalle altre fonti del Servizio lnforma-tlonl. Ogni dato eù ogni noti;r.ia, opportunamente vagliati e controllati dalla fotografia aerea. vengono riportati su apposite schede di batteria, conforme al modello allegato.

Molto vi sa1·ebbe da dire ancora su questo importante argoment,o ma l'indole stessa di quest'opera storica non consente di entrare qui nei minuti particolari: per chi volesse completare nei dettagli una tale tratta.zione si segnala un'importante monog-rafì.a -del Gen. Ettore Ascoli pubblicata dalla rivista d' Art. e Gen. del 1923-24.

§ Vlll

I Collegame nti t ra artiglieria e fanteria.

L'azione dell' artiglieria pnssa, come è noto, per le seguenti fasi: ~ individuazione dell'obbiettivo; - designazione dell'obbiettivo; - esecuzione del fuoco. L'individuazione e la designazione dell'obbiettivo, effettuate -

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I COLLEGAMENTI TltA ARTlGLlEitIA J1J f'At-TERIA

cura degli osservatori d'artiglieria, sono non solt.<tnt,o utili ma nooessarie, e però sono spesso insufficienti pcrchè taluni obbiettivi possono essere individuati solt.<tnto dalle fantel'ie occupanti posizioni avanzate. Di qui la necessità ,d i UlllO stretto oollega,mento tra fanteria ed: artiglieria, senza il quale la parola coope- · razione è vana ed irrealizzabile. Nell'epoca che consideriamo, dopo oltre due anni di guerra, questa :necessità era ·ormai riconosciuta da, tutti, ma la solu. zione del problema, era viceversa ancora ben lungi dall'essere perfetta. : diciamo senz'altro che anche nell'avvenire tale soluziolle non ~arà mai perfetta, ma tenderfì. sempre a. migliol'aJ.'e attraverso gli stndi organizzativi e attraverso l'evoluzione dei mezzi di collegamento. Verso la metà del 1917 questi mezzi erano: - il telefono, mer,zo comodo e rapido ma non sicuro perché iper quanto gli ste11di filo ed i guarclafill si prodigassero e si sacrificas ero ·<:OU ia:prezzo del pericolo nel loro silenzioso ma eroico lavor.o, ~pesso sotto il fuoco nemieo; per quainto si oominciasse a ricorrere ai circuiti in teraJ)lente metallici e ,a nche a doppie linee con diverso percorso, le interruzioni avvenivano frequenti specie là, dove la lotta era più intensa,; - l'eliogntfo e la bandiera a lampo di colore, mezzi che in certi casi sono di notevole rendimento, specialmente qua1I1do il per. onale è ben addestrato, ma che non sempre poteva.no fun.zionare o per la configurazione del teueno, ·O per la nebbia o per la· polvere; - la, cornetta a doppia tonalità, util~ anch'essa mn, di scar-sa portata ,e no,n 9empre utilizzabile nel frag·orc del campo di battaglia; - i razzi di vario colore, usat i secondo un Codice convenzionale avevano reso preziosi servizi. ma. non potevano servire ad una converr-ar.ione completa : tuttavia l'impiego di tali ra.zzi aveva spesso consentito il fulmineo interven to delle artiglierie in determinati punti e in speciali momenti, nonchè l'allungamento o l'accorciamento del tiro a s.econda delle necessità; - ultimo, ma. non meno importante, l'umile soldato portaordini, lento ma tenace, paziente e valoroso che spesso arrivava col pi·ezioso messaggio là dove tutti gli altri mezzi di collega~ mento non erano riusciti a pervenire. a,

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I COLLEGJ.ME:NTl TIL.\ ARTWLIERJ.\

1')

PANTERlA

Tutti questi mezzi si potevano integrare a vicenda e pe1-tamto fPOichè l'oculato loro impiego poteva dare ottimi risultati. si riconobbe la necessità. di organizzarli in modo da trarne il massimo rendimento,. giacchè era in questa organizzazione, più che. non nel' perfezionamento .dei mezzi stessi, che erano e dovevano rill'.ialllere a lungo quello che era,no, che si dove,a ricercare la, soluzione del problema. I n tale ricer ca di adeguati mezzi orgar nizzativi si notò una diversa evoluzione di proposte, di accorgimenti e di provvidenr.e nelle varie Armate perchè, nell'affannosa ricerca dei necessari perfezionamenti', i sistemi adottati ed applicati non furono sempre molto semplici e s·ovratutto differirono talvolta dall'una all'altra delle Grandi Unità. I risultati furono per conseguenza diversi e dimostrarono che il gi-ado di efficienza del sistema prescelto era, dovuto più al metodo adottato che non agli organi impiegati per attuarlo. Occorre ancora, considerare che ,o ltre all'impiego dei mezzi di collegamento IPI'Opriamente detti, per quanto rigua'rda i collegamenti tra fa,nteri.a, ed artiglieria, per l'impiego tattico delle artiglierie di .materiale accompagnamento delle fanterie e perciò assegm.ate d.i rettamente alle Unità di fanteria per far fronte alle impreviste necessità locali, ha pa,r ticola're importanza l'opportuno ordinamento delle dipendenze di tali Unità d'artiglieria. G'ià nella battaglia di Gorfaia il collegamento tra le due Armi era stato assicurato mediante i seguenti accorgimenti : - studio preventivo concorde delle difese nemiche eseguito da, ufficiali delle due Armi per determinare le distruzioni da eseguire; - invio di pattuglie di collegamento d'artiglieria presso le minori Unità di fanteria, e invio di ufficiali di fanteria agli osservatorii ·d 'artiglieria. Gli ottimi risultati conseguiti coll'impiego delle predette pattuglie d'artiglieria indussero i Comandi di Grandi Unità ad aipprofondire gli studi per impiegare tali pattnglie in modo più largo, in misura più estesa e sovratutto COJl un pr,ogramma orga· nico e sistematico. Un tentativo fatto in proposito che può essere citato ad esempio, e che probabilmente fu il primo ad .avere una veste quasi. ufficiale ed una organiz?.azionc pressochè completa fu -

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I COLLEGAl\IE:-·rr TRA .\RT JG L IF.RlA J;1 FAKTERIA

quello attuato presso la 3" Armata. In questa Grande Uniti:\, il · collegamento tra fante1•ia, ed :ntiglieria venne così organizzato: ad ogni Divisione di farnteria di prima. linea , a capo del servizio di collegamento venne preposto un capitano anziano o maggiore <l;'artiglieria, accurntamente scelto fra quelli che possedevano i requisiti e le qu alità specifiche ,per il miglior disimpegno di tale compit-0. A sua clisposi1,ione fu posto un conveniente numero di artiglieri tratti cl.aJle "Gnità da Calll/pagnà , pesanti campali e pesa.nti. Come ,d irettiva di massima questo personale doveva essere così scaglionato: - nelle trincee cli prima-linea. e press-0 i Oomancli di Reggimento di fanteria, artiglieri cl a campagna,; - presso i Comandi di Brigata di fan teria, artiglieri della specialità pesante campale; - presso i Comandi cli Divisione, artiglieri della: spedaUtà di artiglieria rpei::ante. Le pattuglie avevano i 101·0 (( Centri di raccolta notizie» presso i vari Comandi e spingevano le loro punte più avanzate fi no agli. elementi più aYanzati della propri a fan teria . L'organi.zzazi,one si serviva di una rete cli collegamenti. multipli, rete del tutto indipendente dalle altre reti di collegamento. A tale servizio di collegamenti era affidata la responsabilità de] prooto inter,•ento delle artiglierie. Il sistema·, impiantato nell'agosto 1917 e perfezionato con tutti gli acco_rgimenti che le necessità imponevano (e ci-0è dove possibile : cavi interrati, posti di lancio-razzi, t raguardi puntati a, detti IPOSti di lancio e costantemente sorvegliati da vedette) r ecò frutti veramente cospicui e fu elemento non indifferente di intima, fu sione fra fanti. ed artiglieri. Si aggiunga che le visite quotidiane effettuate fin o alle prime linee dagli u:fficfali preposti al servizi:o davano alla fanteria la sensazi-0ne di una c-0stante vigile cura per la, sua protezione e cementavano sempre più i vin coli che già il pericolo e la lotta avevano saldato. Il Comain dante della 3a. Armata, al quale va. attribuito il merito di questo primo felice tentativo, volle spesso controllare personalmcmte il fu nzionamento dell'-orga-n izzazione recandosi all' insaputa di tutti fin o alle prime linee e lanciando il razw - 61-


I COLLBJGAl\IElNTI TRA AilTIGLlER IA E FAN'.rERJA

di richiamo del fuoco di sbarramento delle artiglierie: in particolare egli praticò questo controllo nei Settori più pericolosi ed alla vigilia de1le operazioni da, 111oi progettate. Il collegamento raggiunse tale perfezione e tale prontezza di funzionamento per cui si riusci ad ,o ttenere {;he, dopo il latncio del razzo di allar;me, il fuo{;o delle batterie di sbarramento &i scatenasse in non più di uno o di due minuti. Tale sistema, non aveva. soltanto un carattere ·static,o, ma bensì anche quello di adattarsi alle nostre avanzate, mediante lin ee v,o lanti ed appa,rati telefonici ed altri mezzi di collegamento portati al seguito delle prime ondate di assa.Uo da valor osi pattugliatori d'artiglieria,: ciò avvenne e fu constatato nell'ambito del XXIII Oorpo d'Armata, c·omamdato dal gen. Armando Diaz nella 11• battaglia dell'b onzo (Bainsizza), nel Settore carsico e precisamente di fronte a Selo nei giorni 19 agosto e seguenti. A titolo <l 'onore delie pattuglie di {;OlJegament,o ,d 'artiglieria, e a comprova dell'alto spirito di abnegazione col quale essé disimpegmarono il loro delicat issimo compito va dtato il fatto che in talune zone avanzate e spedalmente in quella ricordata, gli unici mezzi che fu nzionarono costantemente 1Per tutta la dl,1rata del combattimento fur-On<> proprio quelli affidati ane loro cure ed al loro sacrifìd o. Oggi si può affermare che il metodo allora iniziato e successivameU1te perfezionato e modificato attraverso alcuni decenni è ancora in atto e trova la. sua. espressione nell'organizzazione delle nostre pattuglie ,d i ,osserva,1.ione e di collegamento . . Il collegamento . nell'epoca che consideriamo e cioè fin dall'E>state 1!)17 fu inoltre assicurato mediante un' opportuna organizzazione dei Oomandi, . ripartendo le arti glierie cli grosso e medio caUbro in Raggruppamenti e Sottoraggruppamenti, in m odo da ottenere un'articolazione elastka, della massa, tale che consentisse un razionale decentramento im base alle :necessità contingenti della, situazione. Analoghi accorgi.menti furono applicati nelle altre battaglie con risultati più o meno buoni a seconda dell'orga,nizzazione ed a sec0111da delle {;Ondizioni atmosferiche che in {;erti casi frustrar-ono le disposi_zioni ,p iù accura.te (battaglia dell'Ortig3'.ra). -

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LA SITUAZIONE DELI,l)J ARTJOLIElRIE rrALIANE NIJJLL' AU'.rUNNO

1917

Prima di chiudere queste considerazioni riteniamo opportuno accennare ancora acl una forma di collegamento che cominciò ad affermarsi nell'epoca che consideriamo, e cioè il collegamento intellettuale vale a dire la conoscenza sicura e e-On· tinua della situazi-0111e tattica reciproca, delle due Armi e delle loro possibilità, in riguardo <lei loro mezzi -0:ffensivi e. difensivi.

§ IX

La situazione delle artig lierie ita liane ed austriache n ell'au, tunno 1917 • I Quadri ed il loro addes tramento.

Dal giugno 191G a:ll'ottobre 1917 la nostra industria bellica era stata in continuo incremento ed aveva consentito di aumentare i:n larga misura, la nostra disponibilità di bocche da fuooo e di munizioni. Non solo, ma l'attrezzan:i.eillto e la, capacità. degli organi direttivi dfll'industria nazionale e delle loro maestranze erano giunti ad un grado tale da p<>ter rapidamente colmare i vuoti di qualsiasi perdita, come dimostrerann,o in ooguito gli 1 a,vvenimenti della :fine del mese. Nell'ottobre 1917 noi possedevamo: - 450 batterie di camm.oni da campagna; - 90 ba.tterie da montagna da 65; - 80 batterie someggiate da 70; - 200 batterie di cannoni da 105 e 102; - 200 batterie ,d i bombarde, più 200 Sezioni di bombarde da E\8 B su otto pezzi ciascuna. Le bocche da fuoco disponibili risultano dal S€guente spec·chio in cui esse sono ripartite IJ.)er Armata:

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LA SITU,\7.IOc'IE DELLE ARTIGLIERIE l'rALI.\NE imLL'AU T UNNO

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Piccoli calibri

!~74

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}fodi calibri .

492

1296

524

Gr ossi calibri

17

68

Totali

l483

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24.30

55

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1196

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1917

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7 4 -157 - --G - 004

304

511

6918

(1) Il III Co rpo d 'Armata è Indicato separatamente percllè er n dislocato all'estrema sinistra nella zona dcli' Adamello e non apparteneva ad alcuna Armata.

Anche la prodmr,ione delle munizioni aveva subito notevole incremento: nell'ottobre J917 l'industria nazionale produceva 85.000 colpi al giorno, cifra notev·ole ma, ancora in sufficiente al fabbisogno; a t-ale data la produzione di esplosivi era di 4050 tonnellate mensili, cifra. notevole ma non snfficiente, tanto che eravamo ancora tributari dall'estero. Ma il miglioramento era contfamo; la campagna dei sommergibili si poteva ormai di.re smontata, ed i rifornimenti da oltremare e specialmente dall'Amedea, che intanto era intervenuta al nostro :fianco, erano, si può dire, garantiti. Ben diversa era la situazione dell'Austria. La sua potentissima industria bellica noin aveva avuto bisogno di grande sfOI'7,0 per avere notevoli incrementi: essa era, già perfetta, si può dire, all'inizi.o della guerra. e poteva quindi mettersi ben presto in condizioni di far fronte egregiamente a qualsiasi esigenza. P ossiamo piu ttosto notare che nell'autunno 1917 ta:ntq l' Austria quainto in parte la Germania, cominciavano a. risentfre delle deficienze di alcune materie iprime, a causa del blocco degli alleati. M.a i tecnici austriaci genialmente sapevano S·o pperire a queste deficienze, specialmente in materia di esplosivi miscel ando i vecchi, creandone dei nuovi oppure dando maggi.ore sviluppo all 'impiego dei liquidi speciali. E ' difficile precisare i dati numerici relat i.vi. a.Ile artiglierie -

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LA SITUAZCONE DIDLLE ARTWLil<JRIE ITALIANE; NEJLL' AUTUNNO

1917

austriache nell'epoca che consideriamo, ma si possono però de. durre .approssimativamente a:a alcuni calooli. L' /4.ustria aveva una sessantina di. Divisioni, per ciascuna delle quali, in seguito a,l riordinamento del 1916, il numero dei pezzi a, deformazione era ~ta.to portato a, 64 (Eimannsberger, Technische Mitteilungen) : si può quindi ritenere che nel 1916 l'avversario avesse circa 3840 pezzi. E poichè all'inizio del 1918 l'Austria aveva inoltre le f;eguenti artiglierie: - 1 Reggimento pesante (:arnpale di 20 obici e 4 cannoni per ogni Divisione, cioè 1440 pezzi : - 4 Reggimenti pesanti ippotrainati, con obici ,d a 15 e cannoni da, 10 su 4 Gruppi di 4. bfttterie cioè 256 pezzi ; - 5 Regg·imenti pesa,nti a traino meccamico ·con mortai da 30 cm. e cannoni ed obici vari, su 4 Gruppi di batteria cioè 160 pezzi ; - 2 Reggimenti pesantissimi con cannoni da 24 èm. e obici da 38 cm., su 4 Gruppi di 4 b3:tterie cioè 64 pezzi; - 14 Reggimenti. artiglieria ·da, montagna cioè 896 ,pezzi; possiamo calcola.re su circa 6400 pezzi, senza contare la, difesa costiera . Tutto questo però in teoria perchè in realtà parecchie DLvisioni erano uncomplete (veggasi anche il capitolo 45° al para- . grafo « P.erfezionamento introdotto nell'orga.nfazazione, nell'impiego ·e nei 1nezzi relativi all'Arma d'artiglieria))). Un altro dato ci.· è fornito dallo stesso Eimannsberger che ·nel cita.to periodico scrive che l' Aush·ia,, enkata, in guerra con 571 batterie, nell'aprile del 1918 ne contava ben 1931, delle quali un certo numer,o erano formate su 2 pezzi. Questi dati concordano p.'altra. parte anche con quelli forniti dal gen. Mario Caraccfolo nella. sua, « Sintesi della guerra europea)), in quanto il Caracdolo ·aice che all' epoca ·della battaglia di Vittorio Veneto gli austriaci avevano 6030 pezzi e 1000 bombà,r de. ·Dei 6918 pezzi che noi 1possedevamo 111ell'ottobre 1917, ben 3136 andarono perduti poco dopo, ma la, nostra industria era già cosi potentemente attrezzata ta.nto che a Vittorio Veneto ci presentammo con ben 7700. Per quanto concerne le munizioni, in Austria la questione si è prospettata, al prfo1eipio della, guerra, più grave di quella -655


l MATERIALT l'rALTANI ED ,\USTRIACI NELL' AU 'l'UNKO

1917

dei materiali e la crisi durò :fino alla, prima.v era del 19ifi. P er potersi fare un'idea dello ~forzo compiuto dall'Austria in questo cani.po basta considerare che nell'll"' battaglia, ,d ell'Isonzo, clal 18 agosto al 6 settembre 1917, i suoi 1454 pezr,i che vi pa,rteciparono hanno consumato 1.600.000 co~pi (peso c-0mplessivo 33.320 tonnellate) ~ che dura,n te tutta la guerra, l'Austria produsse 83.000.000 di pr,o ietti d'artiglieria.

* * * Per quanto concerne i Materiali già ,abbiamo accennato ai. vari tipi di cui disponevanio alla fim.e del 1916 : durante il 1917 non vi furono particolari <leg.ni di n-0ta in merito all'a{lozione di nuove artiglierie. I tipi che avevamo all'i01izio del 1917 erano già ottimi per quell'epoca, e la nostra inclustr.ia,, più che a érea,r ne dei nuovi, mirava. a riprodu'r re in gran copia i tipi già esistenti e specialmente i medi ed i grossi calibri. Per quamto concerne l' Au. tria, ai materiali già citati parlando ·d ella situa,zio:ne ,delle artiglierie alla :fine del 1916, possiam-0 aggiungere che nel 1917 fu provveduto : . - all'asseg~nazionc, alla fanteria del cannone da 37 per battere mitragliatrici, infilar~ feri toie e 1Per forare scudi; - allo studjo del materiale <la, campagna da, 83,5; - alla modi:6.ca della piattaforma, clcll'obiee da 420 in modo da, alleggerirla per. poter trasportare con il mezzo cassone la relativa, mezza piatta.f.ol'ma; - all'acquisto -dall'estero ò1 vari tipi cli bombarde, e allo studfo di materiali cli questa specie, regolamentari, ·d i tipo leggero medio e pesa.nte.

* * * Per quanto ha t.rfltto ai quadri ed al loro addestrame1J1to, tn~ll'epoca. che consideriamo, in Italia, come del i-esto presso tutti i belligeranti, 1~. situazione in pr·oposi to era in crisi. Dice il gen. Mònte:finale nella sua opera « L'artiglieria durante e dopo la guerra. eui.·opea >> : All'entrata in guerra ! nostri quadri petmnnenti erano apvcna sufficienti per le Unità cli 40 Reggimenti leggeri, 2 Reggimenti pesanti c:impali e circa

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I QU.!DRI DEL1:' AR:l'IGLlERIA ITALIANA NELL'AUTUNNO. DEL

1917

60 batterie d'assedjo; nè grande assegnamento si PQteva fare sugli ufficiali in congedo (di complen'tento), per il loro incompleto addestramento, dovuto in gran parte :igli scarsi ricWami in servizio durante il tempo di pace : i corsi di istruzione per gli ufilciaii in congedo presso Je Scuole Centrali di tiro d,a campagna e da fortezza, erano di troppo recente istituzione (due anni prima della guerra) e per 1m numero troppo l\roitato cli ufficiali. . Mancava quindi ai mistri quadr~ )a necessar)a elasticità per uno sviluppo considerevole e imprevisto, particolarmente delle specialità meno considerate dell'Arma. Le prime operazioni di guerra avevano rivelato subito l'esistenza di nuovi fattori d! grandissima influenza nel campo tattico, tali da richiedere un profondo rivolgimento delle norme e dei principii della guerra man9vrata, mentre sorgevano nuovi problemi tattico.tecnici, non previsti o non apprezzati nel loro giusto valore; numerosi e svariati ostaco)i materia!), con at·te edificati 9 disposti sul' terreno sapientemente organizzato dal nemico, inceppavano la libertà d'azione su cui la guerra manovrata basavasi ed imponevano la creazione e l'impiego di nuov~ ed• acc9nci mezzi atti a S!)ianare la strada alla fanteria. Fu questo specialmente i! caso nostro, dato i! carattere <lecisamente offensivo che gli avvenimenti dei primi anni (li guèrra ci avevano ~onsentito, per cui as1:nirsero a grande jmportanza le artiglie.rie pesanti, atte a spianare gli ostacoli passivi eretti <lal difensore.

La situazione andò man mano aggravandosi perchè numerosi ufficiaJi venivano sottratti · dai Re1parti per costituir~ gli organi ,d i Comando indispensabili pèr le organizza:zioni di cui man mano ~i imponeva, la necessità, per costituire 1a spedalità boÌnba,rdieri, per l'aviazion,e, per gli Stati Maggiori dei vari Comandi, ecc. Ne derivò una l.'apida ascensione nei gradi, e pertanto mentre le batterie rimanevano .affidate a giovanissimi ufficiali, gli ufficiali superiori non avevano la necessaria pratica per il loro posto di Comando e tanto meno potevano supplire aile manchevolezze degli inferiori. · Queste manchevolezze venivano però in parte· neutralizza.te dall'elevatissimo SJPirito e dal valo1;e degli ufficiali ,d i ogni grado e di og,ni categoria, : giovanissimi ufficiali di complemento portavano bi:'illantemente l e loro batterie al fuoco affrontando sei'enaniente -ie· g·ravi responsabilità, che loro imponeva il comando di reparto, impratichendosi così ben presto ,del servizio a quella rude scuola che è la, guerra. col suo quotidiano ·svolgersi di azioni ,d i fuooo ; ufficiali superiori, spinti dal loro ardore giovanilè, si porfavano sulle posizioni più avanzate a prétndere oontatto coi comana·a nti di Battaglione e gli accordi p1.'esi diretta,.. -

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L' ADDESTRAi\U:NT O DEGLI Uf'FIClàLI

o' ARTIGLIERIA

mente con essi supplirono molte volte a certe lacune nei servizi di collegamento e diedero ottimi risultati. Giova .anche ricordare che i ;numerosi corsi svolti a cura delle Grandi Unità, le loro numerose pubblicazioni e le varie Circolari diramate contribuirono notevolmente a colmare i lamentati inconvenienti anche se in tutto questo lavorio ,n on vi era sempre una !Perfetta unità di indirizz.o. Questa inevi.ta.bile mancanza di unità di indirizzo portava naturalmente ad um certo disorientamento degli ufficiali quando passa,vano dall'una a.I. l'altra Grande Unita, ma, la t r.a diziona1e ~ pec.uliare ·facoltà di adattamento, tipica del nostro popolo e quindi insita tan to nel 111ostro ufficiale come nel nostr-0 solda,t.o , eliminava rapidamente a nche quest' ultimo 'inconveniente. A.naloglie condizion'i si Yerifi.carono del resto anche in Au · stria. Dice il citato Eimanns.berger che le grandi perdite di ufficiali [)()t'tarono a cariche più elevate quelli che sin dal tempg di pace erano stati addestrati al comando di Batte1·ia; per di µ~ù l'impiego dell'artiglie1·ia a grandi masse non consentì il controllo del tiro. Inoltre il tiro, in sè, divenne sempre più difficile per la va1·ietà de\ proietti, per la molteplìcità delle cariche e J>er l'usura del materiale. Ed infine vi furono circostanze umanamente comprensibili fra le quali quelle per cui l'ufficiale provato al fuoco di dieciue di battaglie di,,enne insotrerente della guida del ç-0mandante di Grupr>9. D'altra parte poi mentre gli esercizi di tiro del tempo di. pace tendono ad ottenere li nJossinlO effetto nel minimo tempo e col minimo consumo di munizioni , in tempo di guerra si chiede una cosa sola e cioè di ottenere l'effetto voluto, tanto che tutto il re!'lto è secondario e non si bu. tempo di badarvi: ecco perchè durante una Ju.nga guerra l'addestramento tecnico dei personali d'artiglieria non risponderebbe sempre lld un· rea!,: perfezionamento in confronto dei risultati da conseguire.

Da noi si cercò di agevolare la condotta del fuoc,o con Tavole di tiro grafiche, che dieder-0 ·ottimi 1-isultati; dall'autunno 1917 furono impiegate tabelle per I~ correz;ioni dei dati iniziali del til'o in funzione della temperatura e delle altre cause d i va.riazi-0n:i. , secondo· i dati di oss:el'vazioni forniti dal Servizio aerologi.co allora riorganizza.to ; ed infine furoino riprese le esercitazioni di tiri nelle retrovie. In principio del 191 a Spilimbergo al margfoe della, pianura dell'Italia settentrionale fn imipiantata una scuola cli t iro d 'artiglieria.

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NELL'AUTUNNO .DEL

1917

Un'influenza fa.v-orev-ole alla precisione -del tiro fu eserCii.ta,t a dall' artiglieria da fortezza. Questa specialità dell'Arma, esclusa pfr mancanza di mezzi di trasporto da tutte le esercita,. zioni tattiche del tempo di pace, portò in ca mpagna. le sue a,bli.tudini ed attitudini al tiro preciso, e compi opera e.fficacis~dma di esempio, specialmente dopo che i suoi ufficiali impararono a tener cont o del valore dell'elemento tempo. Si può pertanto affermare che anche da noi, nell'epoca che si considera,, lo studio dei iperfezionamenti da, applicarsi nell'impiego tecnico del tiro fu abbastanza cura ~o, e forse o.n misura anche maggiore di altrove venne perseguito ed intensificato; ed anzi tale studio, iniziato nell'aprile 1917 · presso la, 3" Armata, pur non essendo ancora, entrato nei criteri d'impiego, ·cominciò fin da allora a. d'a.re i pr imi frutti.

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CÀPITOLO QUARANTAQUATTRESil\10 LA SITUAZIONE POLJTICO, MILITARE = LA BATTAGLIA DELLA BAINSIZZA , L'OFFENSIVA AUSTR.O=TEDESCA , LO SFONDAMENTO DI TOLMINO E LA RITIRATA AL PIAVE , LA BATTAGLIA DI ARRESTO SUGLI ALTIPIANI, SUL GRAPPA E SUL PIAVE • LA CONTROFFENSIVA , LA BATTAGLIA DI MONTE TOMBA , LA RICONQUISTA DI MONTE VALBELLA = LE AZIONI IN VAL CAMONICA DURANTE IL 19 17 = INSEGNAMENTI DE, RIVANTI DAI NUOVI METODI 01 ATTACCO . EVOLUZIONE DEI CRITERI DI IMPIEGO E DEI METODI E PROCEDIMENTI DI TIRO = ESAME DEL CONTRIBUTO DEGLI ALLEA TI • LA SITUAZIONE DEGLI AVVERSARI • DATI RELATIVI ALL'AR= MAMENTO ED AL MUNIZIONAMENTO DELL'ESERCITO ITA= LIANO DOPO IL RIPIEGAMENTO = IL PROGRAMMA 01 RICO, STRUZIONE.

§ I La Situazione politico, militare.

Il senso di demoralizzazione diffusosi in Fran cia, nell'Esercito e nel P aese, dopo l'insuccesso e le gravi perdi te dell'offensiva Nivelle (aprile 1917) avev.a portato il Coniando francese a, rinuncia,re alle gra,n di ,offensive ed a, limitarsi, ta111to per non dire che si sarebbe attenuto strettamente a lla difensiva, ad azioni con obbiettivi limitati quali quella di Verdun nell'agosto, e quella. della Malmaison in ottobre : azioni nelle quali per limitare le perdite in uomini si ricorreva a d uno schieramento impon ente di artiglierie e ad un consumo immenso di munizioni, con risultati pressochè nulli. Ma la Francia, che aveva sopportato anni di guerra asprissima, non ,poteva in quell'epoca, - 71 -


LA SIT UAZIONE POLITI CO )JJLITAR E :NELL'ESTATE

1917

faro cli più: basta l'icordare che l ·ex Mi ni~h-o l!ainleYé scriE>se nel « Petit PÙisien )) del 21 gennaio 1922 : « vi fu un gior.no in cui tr a Soissons e P arigi vi èra,no solo due Divi~ionl delle quali potevamo essere completamente sicuri)). L'Esercito inglese, imrnun~ da cri.~i, continuava a sferi·are attacchi in Fiandra per compensare le deficienze d egli Alleati e per allontanare i tedeschi dalla :Manica . A metà settembre anivava1110 i primi cont ingenti ilmericani, a,p portatori di non lieYe benefico effetto morale, ma di scarso effetto mat eriale che cer t o non Yaleva a compensare 1a defezionè che intanto avveniva da parte della Russia. Infa tti l'E sercito russo, dopo la l'iv,oluzione clel marzo, man mano che l' E sercito passava daUo Zar ai Jiberali, da questi ai socialisti ed infin e ai bolscevichi perdette gradatame111te la sua effi cienza bellica, e di questo fatto approfitta,r ono subito i tedeschi 1Per :imfliggere alla Russia uina prima sconfitta sullo Stochod il 3 aprile, dopo la _q uale il Capo òel Governo socialista a:vv. Kerenskj, tentò di risollevare il morale delle truppe russe con un'offensiva concepita. dal gen. Brusiloff contro gli austriaca in Ga1izia,, tra, Tarnopol e Stanislau , acc·ompagnat a da un attacco concomitante a nord contro i tedeschi. L'azione, . i111iziata da-i russi il 1° luglio, mei primi dieci. gior ni fece loro conseguire lusinghieri successi colla cattura di 40.000 prigioniero. e d i circa 100 pezzi d'a rtigli.eria, ma i tedeschi, ricevute sei Divisioni dalla fronte oc.c iclentale, in quel momento quasi inattiva, passa1'0n-0 alla èontroffensiva e, in concorso con gli austriaci, batterono i russi a Stanislau, a Ta rnopol e a Czern-0wit1. ricuperando vei·so la fin e d'agosto la Gal izia, e la Bucovina. Successivamente i tedeschi, con la battaglia di Riga, svolta di sorp1'esa, - con vi-olenta ma brevissima, preipar a,zione di artiglieria, con largo uso di proietti a liquidi speciali e con nuovi procedimenti di attacco da :parte della fanteria, - misero lru Russia completamen te fuori causa facendole perdere la Finlandia e l'Ucraina , <:he diventarono quindi indipendenti, e prendendole poi la Curlancli a, la Lituania, la Pol-onia ed altri territori.

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LA SITUAZIONE ?0Ll'l'IC0 MILITARE NELI/ ESTATE

1917

L'Ita,l ia :fin· dall'epoca ,del1a, conferenza tenuta a. Roma ,d al 5 al 7 gennaio '1917, a,veva assunto ç.on gli Alleati speciali impegni in co11froa1to della, situazione milita,r e generale e di quella_ speciale creatasi nei Balcani per la, sconfitta- della Romania e . per l'atteggiamento del Governo greco, e tali impegni erano poi ancora. stati confermati in confere nl'le tenute ,a Parigi dal 25 al 27 luglio. Durante queste ultime gli Alleati (vedi Oaclorna « La guerra. alla fr.onte italiana >), caip·. IX) aveww·o chiesto a noi due grandi offensive, una nell'agosto e una, nell' ottobre. La nostra situazfone in fa.tto ,dò. munizioni non ci consentiva un tale duplice sforzo, perchè si riteneva indispensabile un periodo <li almeno 3 mesi per allestire i 2.000.000 cli colpi di medio· e grosso calibro che si prevedevano come fabbisogno di una sola. offensiva. Però delle due offensive riebieste dai nostri Alleati, almeno una bisognava effettuarla per alleggerire la fr.onte russo--rumena dalla pressione nemica. Questa- necessità,, unita, a, considerazioni ,d i indole morale (tenere elevato lo spirito combat tiv.o delle truppe in un momento in cui lo spirito del nostro Paese comi111.ciava ad essere depresso) ed a,l la sensazione delle cattive ·C·ondizioni foterne degli Imperi centrali, induceva, il nostro Ooma.ndo Supremo all'offensiva, della Bainsizza, ,d i cui parleremo in segnito. La sensa.zione d'elle cattive concHzioni iITTterne -degli Imperi centra.li non era erra.t.a. In Germimia,, dice il -~' osti nel $UO libro « La guerra a,ustriaca. 1915-18 )), l'orgogliosa, sicurezza ,del pairtito militare incominciava a ,perdere terreno ecl il desi-derio della pace si faceva sempre più vivo nel popolo e nei vari partitò. politici. I socialisti, con H, capo lo Scheidema-n n, cominciavano a dubitare che « la, guerra 1non si 'potesse ·decidere c011 la, guerra >) ; il .cattolico Erzberger, capo -della propaganda tedesca all'estero, si adoperava a sostenere l'idea di una pac-e che « se conclusa mentre la Germania, aveva, tanti e così vasti pegni territoriali, av~bbe potnto essere anoora conveniente)); il Reichstag stesso ,il 22 luglio votava un Ordine del giorno in cui si ·a ichiarava che la, Germania, avendo combattuto per la. pr.o pria -

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LA S IT (;AZlON0 POLI'l'ICO 1'!Jl.;11'ARE NO:LL' E S'l'AT EJ

1917

difesa, « asipira,v a alla pace e ad una. durevole 00111ciliazione fra i popoli ». Se in Germania, il desiderio della pace era sempre più intenso, in Austria se ne ~ntiva il bisogno assoluto; il disagio élelle popolazioni era ormai insostenibile; si prevedeva che le forze sarebbero venute a mancare per poter resistere oltre il p1'ossimo inver,no (rapporto del ministro Czernin all'Imperar tore in data 13 apl·ile); e la compagiine della monarchia minacciava di sgretolarsi. Si spiegano cosi gli intrighi ordinati dallo stesso Imperatore d'Austria, per mezzo di suo cognato Sisto di Borbone, al fine di indurre Francia, ed Inghilterra a staccarsi dall'Italia, facendo ,per una parte figura re come se l'Italia, e le sne iuire su. territori austriaci fossero l'unico ostacolo alla pace, e d'altro lato promettendo l'appoggio dell'Austria. alla. Francia nella questione dell' Alsaiia -Lorena. Ma l' intrigo, ordito addirittura con i111gennità , fallì mi seramente, mentre le condizioni inteme clell' Austria si facevano ,ogni. giorno peggiori, tanto che l'I mperatore dopo t re anni di chiusura del Reichstag si indusse a riaprirlo il 30 maggio, promulgando poi larghe amnistie politiche e facendo promesse di autonomia ai rappresentanti delle varie nazionalità, che incomincia.va'l10 ad agitarsi per ottenere la propria indipendenza clall' Austria.

§ Il

La battag lia della Bainsizza.

Abbiamo già. accennato che l'Italia nelle varie conferenze di Roma e di Parigi aveva. assunto impegni C·On gli Alleati iper svolgere azioni offensive alla. :nostra fronte, e che queste erano ritenute assolutamente necessarie per a.Ueggerire le altre fronti. A questa ragione, già sufficiente di per sè stessa per agire, occorre aggiungere che i risultati conseguiti colla nostra offensiva, ,d i primavera, pur essendo importanti erano però sta.ti_ in-74-


LO SCH10RAJ\1EN'l'O DELLA

2"'

AR)!ATA

completi. Il memico era rimas~o in possesso della resta, di ponte di Tolmino; le al ture del K uk e del Vodice, sulla sinistra, del. l'Isonzo t ra P lava e Gorizia eraino in nostro possesso, ma isolate, mentre poi le nostre linee del Carso erano dominate dal1' Hermada. Tale situazione si prestava molto bene ad 1.1 110 sforzo offensivo del nemico, favorito dagli ottimi collegamenti della testa di ponte di Tolmino con la Yalle della Sava e con le conche del Vippacc·o·, di Kuinburg e di Lubiana, e tutt'altro che improbabile 1Perchè lo sfacelo russo consentiva agli I mperi centra,ll di portare nuo,e forze alla no -tra fronte. Per crearci una solida linea, dif·ensiva e togliere all'avversal'Ìo il naturale riparo che gli rendeva facili le comunicazioni per il vallone di OhhLpovano, tra la conca d i Britof e la vallé dell'Idria, d·ovevamo impadronirci ·d ell'altopiano cli Bainsizza, della, linea Tr~telj-Hermada e della cortina formata dalle alture dell'anfiteatro goriziano. D'altra parte, una nostra offensiva era anche imposta dalla · duplice necessità: di non ·tenere ·inoperose le truppe fino alla primavera ,del 1918, -con c-0nsegu_en te ,depl'essione dello $pirito combattivo; e di alimenta,r e con qualche snccesso· la, resistenza morale del P aese. ·v azion~ che fn poi chiamata; 1'11" battaglia dell' Isonzo, venne affidata alle Armate 2a e 30., e si stabilì che essa dovesse i niziarsi nella seconda quindicina di agosto . La 2a Armata, alla vigilia dell'offensiva, era forte di sei Corpi d'Armata (con ventisei Divisioni e m~z7,o) cosi schierati: - IV Corpo d'Arma ta., ·d alla conca, di Plezzo alla testa di Tolmino; - X:\."VII Corpo d'Armata, dalla testa di T-0lmino a R001zina; - XXIV Corpo d'Armata., da Ronzina ad Anhovo ; - II Oo11po d 'Armata, da, Anhovo alla Sella di Dol ; - VI Corpo d'Armata , dalla Sella di Dol al Panowitz; - VIII C-Orpo d'Armata daJ Pa-nowitz al Vippacco. Di questi sei Corpi d'Armata, quattro (il IV, il II, il VI e l'VIII) quasi al completo eramo disloca.ti sulla sinistra. dell 'I sonzo, e dn~ (il XXVII ed il XXfV) s ulla destra, dalla testa -

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LO SCDIERA:MENTO DELLA

3"

ARMATA

di ponte di PlaYa al versante ovest <lel :Monte Sallto. L'VIII Oorpo ·C-Ostituiva, una, specie di grnppo autonomo che, schierato nella zona dell'anfiteatro godziano, era destinato a, collegare le ,opera7J oni della 2a Armata con quelle della, 3', e ad approfondire ed estendere la penetrazione nel territol'io nemico, ia1 ragione diretta dei vantaggi che si sarebbero -ottenuti verso gli aitipia.ni ,d i 'f ernova e di Comen; organicamentequindi esso era assegnato a.Ua 2a Armata, ma ne era pre·dsto il passaggio alla 3a durante lo svolgimento dell' o:ffensh-a, se ragioni di. opport unità tecnica, lo avessero consigliato. Oltre questi sei C01-,pi d' .Armata, la 2" Armata aveva m1a riser va, di oltre u1,1 centinaio di Battaglioni. La 3• Armata, che pure d-0veva avere parte importante nell'offensiva, era schierata su quattr-0 Corpi d' .Armata, e d oè procedendo da nor<:1 a, $Ud, l'XI, il 1."'VI, il XXIII ed· il XIII ; complessiva.mente diciott-0 Divisioni. Rimaneva;no a disposizione del Comando Supremo ~i Divisioni e mezzo. Nel compito di distruzione le artiglierie dovevano essere largani,e nte sussidiate da abbondanti dotazi001i <:li bombarde, in parte lunghe. Il disegno di manovra , frutto di profond-0 studio della situazione nostra ed avversaria. nouc,hè del terreno, era, accuratissimo nei phì minuti particolari, nei quali pertanto, ai :fini di quest'opera non ·occorre addentrarci, limitandoci a. dire che l'azione doveva e~sere ooncomita,nte tra le due Arma.te: la 2• Armata d·oveva tendere al possesso dell'Altipiano di Terno-rn e cli quello della Bainsizza; la 3• Armat a a quello dell'Altipiano di Comen, mentre poi azioni di collegamento doveva.no essere svolte nella regione intermedia della Conca Goriziana. I n !Particola.re la 2a Armata, cloveva attaccare col IV Corpo il Mrzli, col XXVII le alture di S. Lucia e l'Altipiano dei Lom, col 1-'XIV la · cresta F ratta-Semmer-Cucco-,J elenik : C·Ol II il sistema Kobilek-M. Santo-S. Gabriele. P er questa .azione sopra un fronte di circa 42 km. non te.nendo conto delle artiglierie divisionali erano schierate complessivamente 371 batterie di cannoni, obici e mortai, e 1.700 bombarde : si aveva quindi una densità di 35 bocche cla fuoco pesa,nti per km. ; densità rileva.nte, ma notevolmente inferiore -76 -


LE ARTIGLIERIE

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o' ARMA'!'A

E DI CORPO

o' ARl'l-fATA

a quella già raggiunta su altre fronti. L'elenco delle artiglieri~ comprendeva : - 12 batterie di cannoni da 10·2 50 batte'r ie di camroni da 105 23 batterie di cannoni da 120 F. · 6 batterie di cannoni da 145 F. 60 batterie di ca,n noni da 149 A. 45 batterie di cain noni da 149 G. 2 batterie di cannoni da 149 BRM. 3 batterie <li cannoni da 152 1 batteria di cam1oni da, 203 1 batteria di cannoni da. 254. - 66 batterie di obici -d a 149 9 batterie di -obici da 149 G. 15 batterie di obici da 210 20 batteri~ di -obici da, 280 9 batterie di obici da 305. 5 batteri.e di mortai da 149 38 batterie di mortai da 210 4 batterie di mortai da 260 2 batterie di mortai da 271 1F . ·ripartite in 15 Ragg~uppamenti e 79 Gruppi. Ogni Raggruppamento comprendeva dai 2 agli 8 Gruppi, i Gruppi comprendevano da 3 a 5 batterie. I Raggr1:1[Jpamenti era1no assegnati a-i Corpi d' Armata; però la 2a Armata si riservava l'azione diretta su 3 Raggruppamenti detti di manovr~, composti .cli batterie di cannoni -d i medio calibro, mo1•tai ed obici di grosso ca.libro, e ciascun Raggi·u1ppa.mento aveva. azi01ne sul fronte di due o tre Corpi d'Armata, di modo che per la manovra. di" una congrua massa di fuoco l'Armata poteva disporre cli un adeguato numero di .artiglierie, ment re poi le artiglierie di grandissima potenza e di lunga gittata., per il loro imr:ti,ego e perchè avevano azione su tutto il fronte dell'Armata, era.no anche alla, diretta. dipendenza, dell'Armata. · Passiamo ora a d esaminare lo schieramento delle artiglierie in relazione ai principali obbiettivi. · · Per l'atta-eco al Mrzli (IV Corpo} le artiglierie erano ad~ densa.te in duf masse ver~o le estremità del fronte di a ttacco, -

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LO SCJIIElitAMElNTO DELLE ARTJ OLIERIEl

in ·modo da agire cl'infilnta sui due tratti del saliente che ivi ,delineava, l' andamento delle lililee. Per l'attacco all'altipiano dei Lom e alle alture di S. Lucia e Beeenica, lQ schierame111to delle artiglierie a traiettoria curva ei.'a in grado di garant ire i coml])iti di distruzione. La massa dei cannoni tenuta a disposizione dell'Armata era schierata alquanto più a,d ovest e in modo da appoggiare con la manovra. del fuoco sia l 'azi-0ne del X:\.....VII Corpo che quella del XXIV. P er l'attacco a,l ln dorsale Fratta-Semmer-Oucco erano state costituite 2 masse di a,r tiglieria, co:n uno schieramento tale da poter agire ·con fuochi incrociati e cli i.nfilata sulle organizzazi oni antistanti del XXI V Corpo. P e'r l'attacco delle posizioni dal Kobilek allo J elenik e verso sud a,1 Monte Sa,n to· (XI Corpo); le artiglierie erano schiera te éon prenlenza, di cannoni Yerso le ali per favorire i tiri incrociati e di infilata , e di obici e mortai al centro. lll1fine, per l 'a~done dell' VIII Corpo contro le alture di S. i\farc-o, lo schieramento era, in parte nel territorio della 3a Armata, col compito di agire sul fian co sini stro dello schie1·amento avversario. (Ved i Sthizzo fig. 11. 5 - cc Situar,ione forze contra pposte JS-20 agosto 1917 ») . L'artiglieria appena, in posizione. doveva. inquadrare il tiro su punti l])ar ticolari del t erreno, e nel pomeriggio del 18 agosto doveva effettuare tiri di logoramento contro centri :vitali, osservatorii, e.cc., e tiri di distru:done sulle difese; nella notte sul 19 doveva eseguire tiri di controbatteria (a, gas) e tiri d'iinterdizione, della durata di circa 8 ore : e al mattino del 19 riprendere il t iro cli clii::truzione per l'apertura di varchi . nonchè tiri di nentra-lizr.azione degli element i nemici. Il tiro doveva pro!'leguire con ritmo rallentato nella notte successiva., per poi acquistare fa massi~a violenza al mat tino del 20. NelJa, :notte tra il 19 e il 20 agosto i pontieri del genio, benchè bersugliati dal fuoco nemico, lanciava.n o 14 ponti sull'Isonzo, e ,colonne di fanti, be1·saglieri, alpini e artiglieri da monta.gna attraversavano il :fiume, mentre la nostra cont robatteria agiva efficacemente sulle batterie nemiche che dalla riva sinistra cont rastavamo il passaggio. Al mattino del giorno 20 le -78-


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LA BATTAG LIA DELLA BAil'\SIZZA

nostre fanterie inizim.'ono l'attacco della dorsale montuosa , oltrepassando ovunque le linee avYersarie. Mentre al nord una puntata, dimostrativa nella zona del Monte Nero, al Mrzli e al Monte Rosso impediva, agli austria,ci di spostare forze , erso l'altipiano, e me11tre un'a lt ra azione impegnativa si svolgeva sulla fronte S. Lucia-S. Maria cli T olmino, l'operazione principale si svolgeva secondo il pi-ano prestabilito. L'ala sinistra (XXVII Corpo) e il centro (x"XIV) avanzarono: il XXVII Corpo scalò il costone tra Vogercek e l 'Auzza,; il XXIV Corpo puntò sulla linea fortificata Fratta-Scmmer colla 47a Divisione :fiancheggiata a nord da battaglioni. alpiilli seguenti il versante sinistro dell' A uzza, ed a sud da a.Itri elementi diretti contro il Jelenik. L'àla destra (II Corpo) a ssecondò il movjmento attaccando la fronte Rutarsce-Bavterca·. Il centro riusci ad avanzare bene in profondità ed in pochi giorni il XXIV Corpo occupò tutta. la, conca ,cli Vrh. Alle ali invece l'avanzata veniva rallentata dalla tenacissima i.·esistenza dell'avversario ed i baluardi del Lom di Tolmino e del S. Gabriele rimanevano in possesso del 111emico che intanto riceveva nuove truppe e rinforzi d'artiglieria.. Da Pla;va alla sella del Vodice nei mesi cli luglio e agosto era stata sistemata una buona strada rota bilè attra:versante le rovine di Zagora e di Zagomila, e lungh' essa numerose nosti.'e artiglierie -dei va,r i ca.li bri erano pervenute sul Vodice C·ompiendo celeremente movimenti e spostamenti invero 1110n semplici; ;ma questa sola strada. cli accesso non era sufficiente tanto (:he la mancanza di a-ltre strade r otabili che attraversando il fiume JPOrtà~sero all'altipiano della Bainsizza, a sua volta poverissimo di r~te stradale, rendeva molto difficile lo spostamEmto in avanti ,delle nostre ·artigli.erie, e per quanto venissero pronta.mente impiegate le batterie cla, 100 e da 149 catturate al nemioo, la nostra fanteria, ·non pote.a, a,ere il necessa.rio appoggio per avanzare, mentre d'altra parte il tiro nemìco di in·terdizione ostacolava ogni movimento specialmente sulle strade Vodice-Bate. (Vedi Schizzo :fig. n . 6 - << Schi eramento artiglierie battagJia Baio1siw,a ))). Il 31 agosto si doveva pertanto addivenire ad una, sosta. -

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LA AATTAGLIA omLLA BA[NS[ZZA

* * • Inta,nto le tn~ppe "a.islocate ad oriente di Gori.zi.a svolgevano una violenta azione di attaéchi locali, ma con pochi risultati ; e la 3" Arma ta attaccava sul Ca,rso. . La mattina del 19 ago to, le nostre truppe conquistavano: le alture di Cuore e Belpoggio ; H grande saliente che le trincee . austriache forma.vano dinnanzi a Raccogliano, alla, confluenza . del Vippacco colla Vertoibizza; le linee di quota 378 a sud-est del Dosso F a.iti; la cortina di trincee tra le quote 220, 244 e 251 a nord e a. nord-est di Korite. Il XXIII Corpo giungeva alle iprim~ ca-se di Selo, menti>e l'altura di quota 43 e il tunnel ferroviario di S. Giovanni di Duitno cadevano nelle nostre mani dopo ardua lotta. Il 20 ag-osto la. nostra, avanzata continuò malgrado che fosse resa subito più difficile e. contrast.ata dall'affluire di rinforzi austriaci e dallo sca tenarsi di fuochi di sbarra-mento di intensità senza pari; l'abitato di Korite venne oltrepassato, e l'altura di quota 130 di Flonda,r fu raggiunta da. nostri elementi avanzati. Il 21 ma lgrado i ripetuti furtosi C()lntrattacchi nemici, le nostre tr uppe raggiungevan o il ma rgine occidentale di Casta,.. ginevizza, progredhrano a d orienw di Korite ed· oltrepassavano tutto l'abitato di Selo, ma, nel frattempo -comincia,rono a pervenire notizie <lei preparativi di un'offensiva, nemica ed il nostro Comando Supremo emanò i,n oonseguenza opportuni ordirli per far assumere a.I nostro dispositiv,o un atteggiamento difensivo.

Duramte la battaglia, dell a, Bainsizza cadde erÒicamente il tenente d'artiglieria Giulio Blum da Vienna, del 32° Reggimento artjglieria da _campagna. Il suo reggimento operava nella zona del XIII Coi,po d'Armata sulle pendici settentl'i•onali dell'Hermada. 11 tenente Blum, 9pinto dal desiderio di vivere insieme coi fanti nell'a tmosfera più . ardente della lotta, chiese ed ott·enme, al principio della battaglia, di esser·e addetto a1 -

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L'EROISMO DI GIULIO BLUM

Comando della Brigata Salerno, ed al Comandante di essa, generale Zoppi, più d'una volta domandò di poter ailld'a re all'assalto insiem~ c:on uno dei battaglioni. La, sera .a,e1 22 agosto, avendo la Brigata avuto l'ordine ·di attacca.re .ancora una volta la qu,ota 145 sud, contro la quale erano stati già oompiuti ~angui:nosi sforzi, il tenente Blum tornò ad insistere per l)ttenere di accompagmare i soldati nell'.a,r dua impresa: « è forse questo l'ult.imo c'Ombattiment o · della Brigata Salerno in questo periodo. Non mi faccia per,d ere quest'ultima. ·Occasione che mi si presenta per andare alla baionetta con i suoi so1da,ti )). Ed avuto il sospirato permesso, partì fremente di entusiasmo. Dopo aver l.'ivolto nobilissime €d in:fia.mmanti iparolf al nucleo col quale d oveva attaccare, allorchè fu dat o il segnale dell'assalto si avviò in testa, a tutti, serrando in p;ugno uilla bandiera. Una delle prime ra.ffiche di mitragliatrici avversarie lo stese a.i suolo €sanime. Era na,t.o a, Vienna nel 1855 ,da, famiglia italiàna, a;eva prestato servizi-o di leva nel nostro Esercito congedandosi col grado di càporale d'.artigli-eria; i11€l 1915, a sessant'aami, era partito volonta,rio per la guerra e, ancora caporale, il 20 IQttobre 1915 a Monte Fortin aveva guadagnatq la medaglia d'argento al valor militare, colla seguente bellissima motiva.zi·one: Volontario di guerra in avanzata età, disimpegnando le attribuzi9ni del proprio grado con giovanile ardore dava esempio di bella fermezza sotto il fuoco aggiu~tato dell'artiglieria avversarla. l!"erito ad un braccio r}maneva al proprio post9, allontanandosene solo ad azione finita. Al posto di medicazione, soggett~ ancora al tiro nemico, conservava un'ammirevole calma sebbene la -casa che lo ricoverava fosse in P·arte abbattuta e v.i perdesse la vita l"utlìciale medico.

Successivamente era sta.to promosso sottotenente per merito ,di guerra. Il duca d' .Aiosta scrisse in rigua,r,do a questo valoroso arti.gliere quanto segue: Vi è qualche -cosa nnche più bello .del dovere eroicamente compiuto : ed è la generosa of(erta di sè stesso per ciò cbe è solo pericolo e sacrificio e dove nessuna voce chiama se non quella di una volontà che liberamente sceglie il suo posto e crea il proprio compito a sè stesso. La figura di Giulio Blum, che a 62 anni lasc~a volontariamente gli agi òomestici per le .dure vigilie della trincea, che mentre ferve )a mischia ab-

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L'EROISMO DF.L TENENTrn MONTI

· bandona l'osservato.rio d'artiglieria e cpn una bandiera in pugno, per la gioia magnanima d! sventolarla in faccia al nemico, sa cercare la morte in testa ai SllOi soldati avanzanti Ol cruento assalto, è veramente magnifica ! Essa sarà, io credo, oggetto di perpetua ammirazione come è ·ora nei cuori migliori og. getto di nobilissima invidia, non potendosi raffigurare morte più onorevole e . più bella. Sia questo di conforto all'addolor ata famiglia, alla quale invio il mio saluto (li Comandante e di Principe, fiero. ed orgoglioso dj, aver avuto nella mia Armata si nobile tempra di cittadino, dj soldato e di eroe.

Alla memoria <lel tenente Blum fu concessa la med aglia d'or·o a,l valor militare colla seguent~ motivazione: Soldato volontario di guerra a 62 anni, in breve raggiunse per la co, stante devozione al dovere, per l'inestinguibHe entusiasmo, per la prova di valore oJier ta e per it songuc due volte eroicamente versato, 1i gt·ndo di tenente. 1rremente per patriottismo, del più alto sp.i rito gue1·rier9, chiese P.d, ottenne di part~cipare nll'assalto con 1 fanti di una Brigata. Postosi · alla testa di un forte gruppo di valorosissimi da lui nob!lmente arringati e cbe lo avevano seg~lto con entusiasmo degno d~ guidarli alla contrastata vittpr~a. egli li precedette con la bandiera in pugno, incitatore magnifico ed eroico. Cadde colpito a morte ol grido di «Savoia».

Se l'artiglieria italiaina, dice l'opera « Le medaglie d'oro », ha inciso a lettere di br001zo nei suoi fasti gloriosi il nome del t~mente Giulio Blum che, vecchio sessantenne volle ei:.sere soldato e morire per la P atria, non meno degno di esser e eternat10 n r.lla memoria di tutti gli·artiglieri italiani è il tenente Guido Monti da Pordenone (Udine) del 5° R,egginiento ·a,r tiglieria, da fortezza che, giova01e di anni ma di salute malferma, e già riformato, chiese insistentemente di essere chiamato alle armi benchè l'impiego che aveva presso il Ministero della, R. Marina gli ,desse anche diritto all'esonero. Quando il suo desiderio di essere inviato alla fronte fu alfine esaudito, egli domandò di esser~ assegnato agli osservatorii di Armata ,d i prima, linea, a lle dipendenze del ,valoroso maggiore Carlo Ederle (medaglia d''Oro), il quale ebbe a scrivere · del suo subalterno c,on la più profonda ammirazio111e : bencbè f Pbbrlcitante, il tenente Monti non volle mai cedere i propri tnrn~ nelle 1oc11 lità più pericolose e disagiate, anzi supplicava i supei:iori per aver

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L'EROISMO DEL T ENENTE MONTI

l'onore dii prestare servizio in esse, ~ più volte, com'ebbero. a constatare i suoi stessi compagn~, per non dnunciare a tale onore, vi 'andò con Ja febbre che teneva nascosta al medico, vi si mantenne con ,febbri elevate, avendo a fianco il più puro entusiasmo, l;t brama di non allpntanarsi dal nemico, dalle emozioni, dal pericolo, da!Je insidie, dall'aspro disagio.

Pure, il diuturno sacrificio di tanti mesi non parve sufficiente al -desiderio, che nel giovane ufficia,l e ardeva come . una fiamma, di offrire semrr>re di più alla. Patria,, copie il v~cchio Blum, anche il tenente Monti coronò oon un gesto di sublime bellezza la sua vita eroica. Già nell'offensiva del ma,ggio 1917 egli sul DoSS:Q Faiti aveva adempiuto scrupolosamente a.I suo servizio di osservazione, rimanendo impavido a,l suo posto giorni e giorni sotto il furios,o bombardamento nemic-0 e sfidando ad ogni momento la morte per meglio scrutare il campo . avversario e mantenere il collega:menfo con i nostri Comandi. Durante l'offensiva, ,d i agosto, il suo osservatorio fu colpito fin dal primo gi.orno da-ll'a'rtiglieria nemica,; ma benchè ferito e contuso in piu parti ,d'el corpo e colto da febbre alta, il tenente Monti non volle anontanarsi dalla linea di battaglia. Il mattino del 21, avendo udito un capitano del 73° fanteria lamentare la perdita di tutti i suoi suba.lterni. proprio nell'imminenza dell'attacco alla quota 464 1oltre il Faiti, senza esitare il ~fonti si offriva. per prendere il comando di uno dei plotoni, ormai _che il ~uo osserva.torio era nell'impossibilità di fun~ zionare. Fu visto pei qualche temipo avanzare sicuro alla, testa, dei soldati; ferit10 ad un ginocchio fn visto rialza,r si e pro.s eguire :nell'a>v.anzata, ; dopo . . . . nel turbine ,d ella battaglia scompa,r vè e di lui più nulla si seppe. Accanto al nome del tenente Mo[lti fu scritta la triste parola « disperso )) ; ma la Patria riconoscente voll~ che il nome d:i lui fosse accompagnato da queste altre parole che sono simbolo di gloria, : medaglia d'oro. ' Rinunciando all'esonerazione ed alla riforma, assunse volontariamente servizio. Nominato ufficiale di artiglieria chiese ed ottenne di essere addetto agli osservatori.i di prima linea, ne~ quali, spesso ammalato, affrontò con entusiasmo di.sagi e pericoli. Più volte, sotto l"infuriare del bombardamento ne- . mico che intenompeva le comunicazioni, riusci col suo personale intervento

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L'EROISMO . DEI VARt REGGIMENTI D'ARTIGLIERIA.

a ristabil~rle ed a mantenerle in efficienza. Una volta, sebbene ferito e c-0ntuso in più parti dei c9rpo e con febbre alta, ricusò di ritirarsi, dall'azione, nella quale continuò ~r due giorni·. Il terzo giorno, visto un r eparto dì fanteria privo di ufficiali, ne assunse il comando e lo condusse all'assalto di una fortiss!.ma posizione persistendo nella lotta sebbene nuovamente ferito.

Abbiamo riportato testualmente le parole dell'opera dell'Ufficio ~torico del Comando del Corpo .d i Stato Maggiore perchè il lettore possa avere un resoconto completo delle gesta di questa eroica figura di artigliere.

* * * Infiniti altri sono gli esempi d:i eroismo della nostra artiglieria nella battaglia della Ba,insizza. I,mpossibile citarli tutti 1Perchè molti sono rimasti -omessi ~d igmorati, nè possiamo citarli tutti perchè bisognerebbè fa.re l'elencci di tutte le Unità dell'Armata che part~iparono alla ba.t taglia. Ci limitiamo a riportare qualche brano .d ei cenni storici rintracciati presso due Reggimenti. 6° REGGIMENTO AR'l'IGL_IERIA D;A CAi\:[PAGNA. - L'ag9sto affocava; la roccia carsica scottava; raria ra refa tta era a mala pena respirabile, quando i! nuovo attacco fu lanciato dalla Bainsizza al mare. Il meraviglioso scatto delle. fanterie, protetto nel pr~mo. tempo dal fuoco del cannoni fu abìlmente ed arditamente preceduto, accompagnato e segu!.to dall'avanzare delle batterie sulle strade e sul sentièri bersagliati e r9ttì dal1'.artlglieria nemica. Le batterie del 6°, comandato dal valoroso, Col. Bon,o, ruccèdendosi l'una all'altra· nel fuoco di accompagnamento e di sbarramento contro i furios~ attacchi e contrattacchi nemici., piazzarono i pezzi a Poa·-Nuknnsik (quota: 220) oltre il Nad-Bregom e sulla linea delle quote 247, 241, 288, 235, Stari-Lokwa, mentre a nord 1 soldati italiani sfondavano sulla Bainsi.zza e a sud salivano le pendici dell'Fiermada. Il sogno sembrava avver!lrsi, ma la fortuna volle essere spietatamente avversa. 23<> REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA. - Dopo un febbrile lavoro di preparazi9ne e di rifornimento, il 19 agosto ridivampa più terribi.le e promettente H . bombardamento delte posizioni nemiche. Dalle alte cime della Carnia a~ mare, migliaia di cannoni e di bon:Ìbarde, con inesauribile dotazione di proietti fulminano per più giorni le postazio·ni nemiche. Lè fanter;e, saggiata in più punti la resJstenza nemica, finalmente irrompono a nord di Plava e, passato temerariamente !"Isonzo, prima !ld Auzza e

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NELLA BA'l'TAGLIA DELLA BAINSlZZA JJOÌ a Canale, spezzano ia linea nemica, s1 rnerpicano faticosamente, corrono decise verso la vittoria. I bersaglieri !')Calano Cima Fratta e M. Semmer oltrèpassando Vhr e, r!,nforzati da altri Reggimenti, si impossessano dell'Oscedrick determinando, per aggiramento, ii crol19 di tutto l'altipiano della Bainsizza. Kuk 711, Monte Jelenich ed infine Monte Santo so110 in nostro saldo poSSèSSO ed il nemico è ricacciato con le baionette alle ren~ oltre alle creste che dominano Chiapovan9. Altre migliaia di prigionieri e grande quantità di cannoni, fucili e materia]~ d'ogni genere cadono nelle nostre mani. Subito dopo, . tra delirante entusiasmo, sono tolti <lalle piazzuole i pezzi che per tanti mesi avevano fulminato le posizioni nemiche e con faticgsissiml traini, H giorno 28 agosto vengono issati sull'altipiano. Il 29 tuonano dal bosco di Baske; H di seguente què1Ji del I Gruppo da quota 80-0 e da Nokobil, quelli del II Gruppo da Sveto, seminano la strage tra i nemic~ a Madoni, Osso di Morto, Sgorenic. Chi ha vissuto quei magnifid giorni di sano entusiasmo non potrà dimenticarli mai più. Alla fremente attesa di tanti lunghi mesi seguiva finalmente la vera, entusiasmante guerra di movimento. I nemici, fino allora superbamente sprez.z.auti, passavano prigionierL avviliti e vinti in mezzo a noi, chiede11do u.rnilmente un pezzo di pane e guardando, con il terrore che ancora dilatava la loro pupilla, quelle nostre ..batterie che tanta strage avevano seminato fra loro.

55<> REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA. Ìl 55° Reggi. mento Artiglieria da Campagna venne costituito nel giugno 1917 presso i Depositi del 10, 100, 12° e 33° Reggjrnento da Campagna. Nei primissimi giorni dell'agosto 1917 veniva avviato al fronte, ma non ebbe nei primi tempi la ventura cli .-conservare la propria u ni tà organica e tattica: il I Gruppo fu assegnato alla 45a D~visione (IV Corpo), €.d iJ II alla • 1.9• Divisione (XXVII Corpo); il Comando del Reggimento rimaneva cosi senza a1cu:no dei reparti dipendenti, ed al colonnello Cç,mandante, Raffaele P edicini, vennero affidate funzioni ispettive delle batterie di fondo volle dipendenti dal Comando Artiglieria del J.V Corpo. Il I Gruppo prendeva posizione nella zona del Monte Nero e più precisamente. : - l"' Batteria su~ secondo costç,ne di Krn; - 2" Batteria sul primo costone di Krn, - 3a Batteria sul terzo costone di Krn, -: 4"' Batteria sul quarto costone di Krn. Il Gruppo si segnalava subito meritandosi encomii, prima per il D'\Odo brillante col quale aveva. compiuto i lavori di apprestamento, superando con slancio animooo e con sicura fede tutte le difficoltà non poche nè lievi, e poi per !,l contegno durante le varie aziòni suc<'eùutesi su que} fronte, e partico: larmente in quella per fa conquista del Mrzll. Il Comandante della 46~ "Divi. sione segnalava che l'azione deÌl'artlglieria sul Mrzli era stata supériore ad ogni elogio, ed il gèn. Cavaciocchi incaricava il Comond,ante di d!re la sua soddisfazione ai bravi artiglieri. Il II Gnll)po, seguendo le vicende delle azioni 1ml fronte -del XXVI;r Corpo,

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DATI STNI'ISTICI SULLA BATTAGLIA DELLA BAINSIZZA

prendeva successivamente posizi.one a Sella del Korada, sullo Zibble Vrh, sullo Cicer Vrh, Sl4 Kuk, su.I K1·ad Vrh, distinguendosi nelJa presa di Log Dolenje e nell'azione della Bainsizza per la quale anzi due batterie, la 5" e la 63 , vènivano distaccate presso la 64"' Divisione colla quale passavan9 sulla sinistra dell'Isonzo. · Per il comportamento del II Gruppo, in occas~one dell'azione di Log Dolènje, e con partjcolare riguardo all'efficace concorso all'aziime delle fanterie, it Comandante del XXVII Co_rpo, gen. Badogl~o, friliutavl\ un encomio solenne al suo Comandante. ten. colon. E'errairoui. Pet· l'azione della Bainsi:>:za altro encgroio veniva tributato alle batterle del II Gruppo dal Comando della 64a. D!vision~.

Molto si è discusso ~u questa battaglia e sulle forze che vi parteciparono, e gli autori non sempre concordano perchè si riferisco110 a diverse fasi della battaglia (chi la corn~idera al principio, ehi verso la fine) ed a diverse estoosio([li di fronte (chi considera solo la Bainsizza, chi considera la .fronte dal Mrzli al Vippacco). (Vedi Schizzo fig. ,n . 7 - « Schieramento artiglierie austriache infaio 11"' battaglia. >>). I dati più attendibili sarebbero: T,otale sulla fronte : 887 battaglioni italiani contro un ([lUmero 'imprecisa.to di battaglioni austriaci; Fa,nteria a disposizion~ per la, battaglia: 600 battaglioni · • italiani con~ro 242 austriaci; F anteria i.m1Piegata nella battaglia, : 480 battaglioni italia.ni ·c,o ntro 320 austriaci. Se te.niamo conto della, diversa ç,ostituzione del battagliohe austriaco ris-petto a quello italiano, il che ci porta ad applicare alle nostre forze un coefficiente di adegua.zione 0;75 risulta che il rappo·r to · delle forze a, disposizione per la battaglia era di 1,8 ad 1, e quéllo delle forie impiegate effettivamente da 1,12

ad 1. Artigliérie italiane: pezzi pesanti 2.149; piccoli calibri 1.282; hombarde l. 752 ;

Artiglierie austriache complessivamente 1.454 pezzi (1). Per quanto riguard'a l'Austria è notevole la, differenza fra le forze messe a disposizione per la battaglia e quelle effettiva~ mente impiega.te, e tale differenza, d~pende dal fatto che nella battaglia., fra il 21 e il 22 agosto, intervennero le truppe del (1) Riv. d'Art. e Gen., Vol. II, 1922.

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CONSIDERAZIONI SULLA BATTAGLIA DELLA BAINSIZZA

XIV Corpo austro-ungarico. Consegue pertanto che il rapporto

fra le forze complessive ,delle due parti contrapposte ·111on era certo favorevole per una nostra offensiva, e ciò tanto più.perchè dev-esi a.ncora considerare come un mezzo attivo del nemico e quindi a suo favore, - per quanto non va-l utabile in unità di misura - la presenza di tre successive e formidabili linee di <lifesa ~volgentesi su di una ripida, fa.Ida montana di 500 metri e precedute -da un notevole ostaco1o quale è l'Isonzo. Un altro fatto da tenere pure in considerazione è quello per cui la nostra .artiglieria per quanto numerica.mente maggiore, era però inferiore come qualità e del resto anche come quantità, in- causa delle difficoltà di far passare carichi pesa.nti oltre l'Isonzo~ tant,o che quantitativamente e·s sa andò gradatamen~e diminuendo· man ma.no che le nostre fanterie avanza~ vano. Questo spiega come meintre :i! nostri pezzi spararono 1.203.000 colpi (vedi Geloso, ,opera citata Rivista, d'art. e Gen., marzo 1925, pag. 364) qu,e lli a,ustriaci poterono sparare 1.600.0'0Q c,olpi del peso complessivo di 33.320 tonnellate che richiesero per il trasporto 67 treni da 10 assi! · (Pugliese, Rivista d'art. e G-en., vol. II, 1922). · Ciò nonostante le nostre truppe riuscirono a continuare la loro travolgente avanzata :fino a l 25 agosto, per quanto seriamente logorate -e ~enza aver ricevuto rinforzo, e malgradq, la lontananza ormai considerevole di molte delle :nostte artiglierie pesanti che per necessità, di cose·avevano dovuto restare sulla riva destra dell'Isonzo. · E ' evidente che il r apporto tra le forze contrapposte, 1PUr essendo a nostro fav,ore, non era tale ,d a poter far sperare un successo considei•evole come quello ottenuto. A questo successo debbono aver coilltribuito i fattori imponderabili. Quaii? Non certo il fatt,ore « sorpresa tattica )) perchè il .n~mico presidiava con mitragliatrici il margine del fiume inguadabile. La nuinovra, soltanto poteva superare tanti ,ostacoli; e la , manovra fu quella che d:iede il success,o. Infatti l'atta~oo impe~ tuoso .~ vittorioso della .nostra estre;nia sinisti.·a. (XXVII Corpo) -0bbligava il nemico ~ spostare le sue riserve, raccolte nell'al~ tipia.n o del Lom, verso nord presso il Mrzli e r~ndeva cosi po~ -87-


CONSIOERAZCONI St;LLA BATTAGLIA DELLA BAIZ..SIZZA

sibile al XXIV Corpo di passare l'Isonzo e quio.ldi di sferrare il su o successivo attacco. Fra i fattori del successo è ancora ,doveroso ricordare che i nostri aeroplani, padroni del cielo, concorsero efficacemente a bombardare le batterie, i centri di raccolta e i nodi vitali delle comunicazioni nemiche, e che le nostre ai·tiglierie furono molto bene impiegate: durante la ba.tta.glia, 50 delle illostre batterie si spostar.ono dalla fronte della 30. Armata. a quella della 2". L'elasticità <li manovra e la potenza del fuoco esplicate dalla nostra artiglieria nella, battaglia, della Bai.nsizza non erano mai state raggiunte per lo innanzi; ma devesi però rilevare che se i numerosi aggiustamenti e inq uadramenti prevMtivi del tiro hanno c.ontribuito all'efficacia delle nostre azi0111i di fuoco, essi viceversa hanno prematuramente svelato le nostre postazioni e sono andati quindi a scapito della &Orpresa. Kotevole progresso nel campo tecnico applicato in questa battaglia fu quello di tener conto delle differenze di gittafa. tra i yg,r i pezzi per effetto del diverso grado di usura., e ricavare l'alzo della giornata mediante tiri su punti di l'iferiment,o·. La controba,tteria presso la 2"' Armata era stata organizzata per zone topograficamente cara.tteristiche, mentre nella, 3a Armata, era stata, organizzata per Armata e, soltanto qualche giorno prima dell'azione, l'organizzazione venne decentrata fra i Corpi d' Arma.ta suddividend-0 il terreno in r,0111e ,d i corrispondenza dei Corpi d'Armata stessi. La controbatteria fu quasi esclusiva,mente limitata a tiri di neutralizzazione, ma però presso la 3a Armata, si cominciava ad ammettere ,che la controbatteria non poteva mantenere sempre e sol ta.nto i ca.ratteri di bre,11.tà. e di violenza,, limita.te a determinati mo.menti d:ell'azione, ma che talora era opportun<> regola,r la oome u111 vero e prO(prio tiro di smonto. Si prevedeva inoltre l'opportunità ,di. rinunziare ai tiri su. zone t roppo vaste, e, anche per i tiri di neutralizzazione, òi ricercàre l'agginstamento su un obbiettivo ben individuato medi.ante l'osservazion e terrestre ed aerea. Eran o questi i primi sintomi dell'evoluzione che stava avvenendo nei nostri criteri di impieg,o e nei nostri procedimenti di tiro e di cui parleremo più diffusamente in seguito.

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LE CONDIZIONl DELL' AUSTRIA DOPO U NDICI OFFENSIVE ITALIANE

§ Iii L'offensiva Austro:Tedesca ritirata al Piave.

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Lo sfondamento di Tolmino e la

Le nostre undici vittoriose offensive avevano messo l' Austria in critiche condizioni. Dice Hind~mburg nel suo libro « Dalla mia vita»: Il nostro alleato austro-1mgariéo cj dichiarò che non avrebbe più avuto la forza di resistete a<l un <l!>dlcesimo attacco sulla froute dell'Isonzo. Tale di· chiarazione a,e,a per noi grandissima importanza militare e politica; non s! trattava soltanto <lell,L pei-ditn. della linea dell'Isouzo, ma ben anche del crollo di tutta )a 1•esistenza austro-ungarica. La M.onarcbia danubiana e~n molto più sensibile ad un'c,·entuaJc sconfitta sulla fronte italiana cbe nou ad una sul t~atro di gueni1 galiziano ... ... Nell'undicesima battaglia deJl'JS9n2o Cndorna ayeva gundagna to real. meute molto terreno. Tutte ~e perdite di terreno fino allora avvenute erano state tali da potervi!(~ rassegnare : esse ·erano, come la nostr a propria :1bb0ndante esperienza ci insegnaYa , una conseguenza naturale dell'eti;etto distruttore dei mezzi di attacco anche contro la rlifesa più so1ida. Ma or a le linee di rlifesa austr9.-ungarlche erano respinte all'orlo estremo : se gli italiani avessero guadagnato nuovo terteno dopo rilmovata preparnzione, la situazione dell'Austria nei riguardi di Trieste sarebbe stata seriamente minacciala ... Ma se quella città cade, guai! Come Sebastopoli nella guerra di Crimea, così Trléste per la .M onarchia dnnubiana, non ba soltanto un valore ideale, ma anche uno reale·: dal suo possesso dipende anche in avvenire una grande parte della libertà economica dello ·s tato. Epperò è neeessa'rio che sia salvata~ e visto che non si può salvarla altrimenti, occorrono aiuti germanici. ... Se ci riusciva <li dar sollievo a l nostro alleato mediante una comune vittoria avente grandi risultati sulla fronte sud-pccidentale, come era avvenuto poco prima sulla fl'onte orientale, l'Austria-Ungheria, per qua nto era umar.ameute possibile giudicarne, veniva posta in grado cli continuare la guerra al nostro fianco. Le gravi lotte sul fronte dell'Isonzo avevano finora consurn:1te molte forze austro.unga riche : la maggior par te delle migliori truppe austroungariche aveva fronteggiatQ Cadornn, ~ aveva sofferto grnvl perdite 1,1ul. l'Isonzo.

Quanto dice Hindemburg è anche oonferma.t.o da Lundendorff che cosi scriveva, : L'undicesima battaglia dell'Isonzo era stata ricca di successi per l'U:s.,r: '.'fi'''?'l

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I PIANI DIF'ENStvI

cito itallano. Le Armate imperiali avevuno bravamente resistito, ma le loro perdite sulle alture del Carso erano state cosi rilevanti ed il loro spirito c9sì scosso, cbe le autorità militt1ri e pol~liche clell' Austria-Ungheria erano convinte elle Je Armate dell'Imperatore non avrebbero potuto continuare la lotta e sostenere un dodjccsimo u.rto dell'Italia.

E lo stesso maresciallo Ludendorff, in una sua i:ntervista ad un giornale svedese, poco dopo la fine della guerra, così parlò: Una delle cause delle nostre sconfitte fu il mancato appoggio da parte dell'Austria, sempre più stretta alla gola dall'Italia : se l'Austria avesse potuto avere libera una parte delle sue Division~ e mandarle ).n Germania, la guerra sa'rebbe stata vinta dagli Imperi Centrali, che non avrebbero temuto i rinforzi americani.

Dice il T osti nella sua opera « La guerra italo-austriaca 1915-18 )) : L'Austria sempre più stretta alla gola ... In queste parole del Ludendort'f compendiatp tutto il valore dell'azione militare !tal~ana nei primi due anni di guerra, che valse a scuotere potentemente l'Esercito aust.ro-tmgarico e per poco non ne produsse il crollo finale. Per evitare appunto questo crollo, come afferma lo stesso Ludendorff, la Germania si risolse ad agire contro di noi. è

* * * Fin dai primi giorni di settembre il nostro Comando Supremo aveva, avuto vaghe notizie di un'offensiva nemica, notizie che ·veniva.no ,poi confermate nell'interrogatorio di prigfonie,r i ; e .im. conseguenza aveva emanato disposizioni di indole genera.l e per fr.onteggiarla, pur non rinunziando all~ progetta,t e a~:ioni offensive, antecedentemente stabilite. P ervenivano intanto più precis~ informazioni sui progetti òel nemico, e in una comferenza tenuta il 17 settembre allo Slopate, il gen. Capello, Coma.ndante della 2" Armata, diceva : Mentre noi prepariamo l'offensiva, 11 nemico prepara una controffènsiva,. Certamente egli cet·cherà di disorientarci, come faremmo noi, con una preparazione d'ar tiglieria. Occorre pertanto : - assicurare la protezione del)a fron te occupata; - opporre u:n poderoso sbarramento <'I! fuoco ovunque i~ nemico tenti d! 'tlttaccare; - predisporre l'azione di concorso tra i Corpi d'Armata later~ll; - iniziare un tiro sistematico di controbatteria;

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NELL 1IMM IJ:\EJNZA OELL'OFl?ENStVA NEMICA. DELL'OTTOBRE

1917

- uno çlci pron·edinienti di maggiore importanza è l'intervento automatico ddle artiglierie.

A seguito della predetta conferenza del 17 settembre, il Comando della. 2~ Armata emanò una Circolare da cui si rilevano le prime disposizioni di massima per un'azi,one d'artiglieria di contropreparazione COIIlsistente in tiri di reazio111e, diretti contro i centri di raccolta della fanteri a, nemica. Era precisato che il tiro ,d i controprepara,zione doveva essere limitato a pochi t iri (con i calibri più convenienti) ben diretti e ben ,osservati, ed a qualche concentra.mento di fuoco da ese~ guirsi di tanto :ia1 tanto, quando si abbia motivo di credere che il memico sta per far iniziare l'attacco dalle sue fanterie. Il 18 settembre il Comando Sujpremo ordinò di rinunziare alle operazioni offensive e cli predisporre lo sch\eramento delle à-rtiglierie per la, difesa, .a d oltranza,. · In altra, conferenza tenuta il 19 settembre il gen. Capello Comandante ,della 2"' Armata diceva: Sul fronte del J:I e del XXIV Coi·po d'Armata abbiamo uno schieramento d'artiglieria ardito, cioè l'artiglieria nl di fuori della llnen di rest~tenza ad oltranza ... : occorre esaminare se ~ia opportw10 lo schieramento che abbiamo assun.to od arretrare le arliglierie troppo avanzate ... Il concetto cbe deve guidare nello schieramento d'artiglieria è quello di lasciare avanti quello che è necessario per garnntirci le posizioni e poter passare alla controffensiva. Al minor numero di batterie ~i supplisca con ii maggior m1mero <li mu:nizionl e colla suddivisione delle batterle, oltre che cou una ìntelligente preparnzione per portare In avanti ra pidamente le batterie quando sarà necessario.

Il 9 ottobr~ lo stesso Coman<lainte della 2a Armata, premesso che le informazioni sulla controff.clilsiva nemica la, confermano come probabile nel settore di Tolmino, affermava,: Il nostro schleramellto di artiglieria è eccessivamente offensivo e occorre modificarlo in modo che risppnda ai seguenti concetti: avere carattere difensivo, ma permettere la manovra controffensiva in modo non solo d a arginare, ma da ributtare e guadagnare terreno; permettere Ja vall<l!ssima difesa e la fulminea conlro.fl;ensiva. Quindi: potenti bastioni di artjglierie e scagljonamento in profpn<litù; sostltufre alle artigl~erle di medio calibro le artiglierie lt-ggere nelle posizioni più avanzate.

Il 10 ottobre il Comand,o Supremo 1ordinò : Durante il tiro òi bOmbardamento del nemico, oltre ai tiri sulle località di affiuenza e raccolta delle truppe, eccetera, si svolga m1a violentissima con-

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LO SCBLERAMENTO DELLE OPPOSTE AR,'J;IGLIERIE

t-ropreparazione nostra. Si concentri 11 fuoco del gi·ossi e medi calibri sulle z.pne di Irruzione pt·obnbile delle fanterie ncmicbe, Je guali, essenùo esposte, Jn li nee improvvisate prive o quasi di ricoveri, ad uu tormento dei più micidiali, dovranno essere schiacciate su:Jle linee d~ partenza. Occorre, in una parola, disorganizzare e annientare l'attacco nemico primll che si sferri.

Il 18 ottobre, il Comandante della 2" Armata aggiungeYa le seguenti nuove direttive: La nostra linea di · condotta è Ja controffensiva dalla Compagnia un" Armata ; il nemi<:o attaccherà da Tolmino; hp già disposto per un rinforzo di buon nume1·0 di a1't!glierie al IV Corpo; il XXVII Corpo ha modificato il suo schieramento d'artiglieria che è p-0tentìssimo; lo schieramento d'artiglieria d'Armata, è costituito da due p-0derost baluardi nel terr itp rlo del XXVII Corpo e a cavallo dei territori dei Corpi d'Armata I.I e VI ; a ppoggiata da questi, dovrà sferrarsi la controffensiva; l 'VIII C-01·po ha uno schieramento piuttosto ardito al di là òell'Isonzp, si esnmini se non sia li caso di postare qualche batter~.a nella zona di l\I. Fortin per incrociare i fuochi con qu elle del Calvario e p9rtare sulla destra dell'Isonzo i mortai da 210; sia curata metic-0losamente l'esecuzione dei tiri di aggiustamen to nelle zone contr-00:enslve prescelte. ,

Per quanto riguarda l o schi.eramento delle nostre artiglierie il gen. Cadorma nella sua opera « La guerra al fronte i taliano » dice : Quantp ad, artiglierie, la 2" Armata possedeva ancora tutte quelle che le avevano servito pe1· l'offensiva della Bainsizza, ad eccezione di 87 batterie di vario <:alibro e di 16 batt erie di bombarde (compensute in piccola parte dall'Invio di 10 batt erie di medio calibro e cU 1 batteria cli grosso calibro) elle erano state in gran pal'te cedute alla 1a Armata per reintegrarvi l'armament-0 di sicurezza.

Difatti, per l'o:ffoosiva ,d ella, Bainsizza, non solo era sta-to tolto alla ia Armata il nucleo di ar tiglieria di r iserva, ma era stato diminuito lo stesso armamento di sicurezza; la qua.i cosa, se non creava soverchio pericolo quando sulla fronte Giulia premeva una oosì potente offensiva che avrebbe richiamato in tale zona notevoli forze nemiche, noo poteva continuare qua,ndo, cessata questa pr essione, il .nemico ridiventasse libero di in viare forze alla fronte tridentina. Rimaneva, dunque alla 2a Armata l'ingentissima quantità di circa, 2.430 pezzi di ogni calibro e di 1.134 bombarde colle quali si poteva battere potentemente ed in ogmi senso il terreno d'attacco e le retrovie nemiche . - 92 -


LO SCBIElRA~iE~TO DELLE OPPOSTE ARTIGLIERIE

Più particolarmente poi erano sta.ti oostruiti due balua.rdi con artiglierie di medio calibro ~ grosso calibro : uno nel territ-Orio del XXVII Co11po, e l'altr-0 .a ,ca.vallo dei territori dei Corpi d'Armata II e VI. All'estrema sinistra il I V Corpo d' Ar-niata disponeva di circa 450 bocche. da fuoco. Lo chieramento di queste artiglierie ~ra piuttosto addossato alla linea di resistenza perchè il concetto era di contra,pporre all'offensiya nemica una nostra controffensiva. I n un primo momento si prevedeva che l'attacco nemico potesse svolgersi in direzione M. Santo-Gorizia,. Su questo tratto di circa 17 km., da,l Sabotino al Vippacco, vi era.no 336 boe-che da fuoco di medio e grosso caHbro, cioè· teoricamente circa 20 pezzi per km., che però erano molto addensati al centro, ma meno alle ali, speciaJment~ a quella di destra. Ad appoggiare pertanto l'ala destra avrebbe potuto concorrere l'M;ione ,d ell'artiglieria della 3" Armata.; all'ala sinistra la, conformazione del terreno mal si !Prestava per addensarvi delle batterie pesanti, mentre al centro la, conformazione. del terreno e la viabilità conse11tivano, in caso di necessità,, di arretrare più facilmente le ba.tte.rie. La dislocazione dei calibri rispondeva in massi.ma alle esigenze: al ceintro le artiglierie più adatte per abbattere obbiettivi lontani (cannoni da 254; obici ,da 305 ; 1obici ,d a. 280) e per l 'interdizione (ca nnoni. da 149 G.; cannoni da 120 F.; cannoni da 105); a-Ile ali le artiglierie per J.a. controbatteria (cannot11i da 149 A.), e per agire sul terreno accidentatio (obici e mortai). Lo schieramento delle batterie del II Corpo d'Armata era. inizia.Imente troppo ardito, ma ~ubi prima dell'attac<:o un radicale mutamento che, iniziato la sera del 20 ottobre, al mattino del 21 era, già completato con 1·ete di osservatorii e di collegamenti in piena efficienza. · P er quant-o concerne l'a,r tiglieria avversa.ria, il gein. Car dorna nell'opera citata dice: Limitnndosi a considerare la fronte dal Rombon ai M. San Gabriele incluso, la Relazione della Commissione d'inchiesta per Caporetto, a pag. 200 del volume II, riferisce che « secondo i dati desunti dai documenti nemici, la H"' Armatn gèrmanlca e la 2" Armata austro-ungarica dell'Isonzo disponevano comples;,lvamente di 2.485 pe7.zi (1.910 campali, 502 cli grosso calibro e 73 dj grosaj.ssimo calibro) e di 536 bombarde. A gneste artiglierie ernno rontrapposte

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L'OFFENSIVA AUS'mO-'l'EDESCA DIDLL' O'l'TOBRE

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da parte italiana , sulla fronte dei Corpi d'Armnta IV, XXVII, XXIV, II e VI, complessl'vamente 2.199 pezzi (967 di piccolo calibro, 1.178 òi médto calibro, 54 di grosso calibro) e 783 bombarde. Vi sarebbe dunque stata una cpnsiderevole prevalenza da parte austrotedesca n ~lle artiglierie di piccolo calibro, ~ · una notevole prevalenza nostra nelle artiglierie pesantl, la quale ultima sp1·oporzione rendeva tanto più opportuno il tfro di 0ontropreparazione contro le posizi9nl nemiche, da me ordL. nato con la lèttera gl.ù riferita del 10 ottobre, diretta ai Comandi delle Armate 2" e 3" . delle 6.918 bocche da fuoco d~ cui l'esercito nostro era dotut9, 2.430 appartenevano alla 2" Armata (1.066 di picèolo calibro, 1 .364 dl medio e grosso calibro). Le altre erano cosi suddivise: 304 al III Corpo; 1.483 alla l" Armata ; 904 alla 4a ,Armata; 511 alla Zona Carnia; 1.196 alJa 3a Annata. La Commlssipne d! Inchiesta poi giustomcnte osserva a pag. 202 della sua Relazione: occorre Infine considerare che nelle a.zloni precedenti e1:ansi attuati rapidissimi trasporti di ingenti masse d'artiglieria da up fronte nd 11n altro, coslccb·è - ove gli avvenimenti non avessero precipitano cosi tulmineam~nte - non sembrava ecccss~vo confldm·e che sarebbe stato possibile far affluire in tempo sulla fronte attaccata le artiglierie disponibili nei Settori n<,n impegnati. U Comaudo Supremo nv<:>Va infatti già disposto che, nell'ipotesi d1 un attacco sulla !!Ohi fronte della 23 Ann:ita, la 3" Armata cedesse ulla 2"' Armata 29 batterie d! medk, calibro e 2 Reggimenti da campagna.

" Il 24 ottobre alle ore 2 ,cli n-otte. il nemico scaten ò un violento fuoco con pr oietti a liquidi speciali e con granate a, tempo ba ttendo specialmente i nostri posti di Comando, le nostre batterie, e gli osservato'rii ; e sovra tutto le grana.te a, tem1po pro<lnssero in breve gravissimi iJnterruzioni fai tutw le linee telefoniche. (Vedi Schizzo :fig. n. 8 - « Sfondamento di Tolmino ») . Alle ore 5,30, dopo una breve pausa ,dalle 4 alle 4,30, H fu oco r iprese violentissimo contro le nostre prime· linee. Verso le ore 8 la 14a Armata germanica, lanciò le sue fanterie all'attacco contro le posizioni del IV e del XXVII Corpo r.he, con molto impeto, a.vanzarono specialmente nella conca di Plezzo e :nel Settore della testa di ponte di Tolmim.o. Le modalità di avanzata·erano quelle già sperimentate nella recente offensiva, su Riga, ~ cioè, come dice il Tosti nella sua opera « La guerra ital-0-austriaca 1915-18 )) : ... fuoco tambureggiante òi poche ore con proiettlli tossici e fumogeni sulle linee avversarie ; qu~ndl impetuosa irruzione, nei tratti pr estabiliti, d! reparti

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L'OFFENSIVA AUS'l'RO-TEDESCA DELL'OTTOBRE

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d'assalto accompagnati da mitragliatrici, lanciabombe e lanciafiamme. Aperta la breccia nella fro-nte nemica, avanzata rap!da di truppe uccompagnate da nrtiglierie leggere o, come sulla nostra fronte, da motomi tragliatrici: avun, zata rapida e decjsa per valli, strade, fratture deJ terreno, senza sovercllie preoccupazioni délle alture, dei capisaldi, delle difese laterali. Solo scopo: r aggiungere presto ia meta e reci.dere J nervi cadendo sen2'altr9 sui punti più vitali delle retrovie. Grosse Unità, iutanto, procedevano per l'alto, cercando di far cadere j capisaldi.

Le nostre prime linee della conca di Plezzo,, nel tratto Sle-me-1\frzli e alla sinistra del XXVII Corpo cl' Armata, dopo breve ma, strenua lotta vennero travolte, mentre le nostre truppe del JV Corp·o che stavano ID.ella conca di Plezzo, sopraffatte dal Gruppo Krauss, si ritiraro([lo sulla stretta di Saga. Intanto la 12a Divisione germanica, sfondate le nostre difese nel tratto Gabrjie-Selisce, avanzava sulle due rive del fiume, e l' AJtpenkorps, occupava i d·ue speroni di c·osta Raunza e di costa Duole, con i quali la dorsale del Kolovrat si protende nella conca di 'Volzana: il Gruppo Scotti, impadronitosi del Krad Vhr e del costone <li Cemp001i, at tacca il Globocak, ma viceversa sull'altipiano della Ba-insizza tutti gli attacchi del nemico, benchè condotti con grande superiorità di forre, non riuscivano a vincere la solida resistenza delle nostre truppe del Il'VII e del XXIV Corpo d'Armata. Nel pomeriggio dello stesso 24 ottobre i tedeschi avanzando temerariamente verso nord-ovest per il fondo valle Isonzo, poco dopo mezzogiorno raggiungevamo Kamno, alle ore 14 arrivava,no ad Idersko ed alle 15 entravano, in Caporetto. I resti della nostra 50" Divisione, avuto notizia della caduta di Caporetto, abbandonarono la stretta di Saga ritirandosi sullo sbaITamento della valle Uccea. Sulla sinistra dell'Isonzo i resti deUa nostra 46" Divisione e la 4~ mantenner9 per tutta la giornata le posizioni sui Monte Nero, ed i superstiti della. 19" contesero strenuamente a.} nemico il massiccio del Monte·.J eza., mentre il nostro VII Corpo d'Armata, in riserva dietro il IV ed il XXVII si schierava. a difesa sul l\fatajur e sul Kolovrat_ Intanto il Comando Supremo dava or,d ine che nella notte successiva le truppe della Bainsizza fossero fatte ripiegare sulla linea M. Fratta-Ossoinca- Oscedrik-Na Kobil-M. Santo e -

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L'OFJfENS!VA A US'l'RO-TEDESCA DELil O'lTODitE

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che per qualsiasi evento fosse messa m ,efficienza la linea del Tagliamento, già predisposta per la, resistenza. Nella giornata del 25 la falla aperta nelle nostre linee diventava sempre più ampia ed irreparabile. Invano alcuni reparti si sacrificarono eroicamente perchè gli avversari premendo alle testate di tutte le valli, dilagavano per tutte le strade, mentre il Gruppo Krauss, avanzando da Saga, sfondava, lo sban·amento di Valle Uccea, e ~i a{Priva, l'accesso della valle Resia. Parte delle Ut11ità del .nostro IV Corpo, rimaste sulla sinistra, dell'faonw, venivano in gran parte fatte prigioniere. Le truppe del X:KVII Corpo e quelle d.el VII tentar0a10 di difendere le altm·e del Globocak e del Kolovrat, nia, prima di sera ~sse pure dovettero cedere; il Kolovrat ed il Globocak era,n o in mano del nemico che, sfilando per la riva destra del1'Ison1,o, sorprendeva in piena crisi ,d i ripiegamento le truppe del XXIV Corpo che, in seguito a ornovi ordini ricevuti, discendevano dall'alti'pian6 della Ba.insizza, ne accerchiava u:na pa.rte e metteva in scompiglio le altre, costringendole a ritirarsi :fino ,a i ponti ,d i Plava. Ma ogni speranza di risc·o ssa non era ancora fPerduta, tanto eh<' il Comando Supremo ordinò il ripiegamento della za Arm,tta sulla linea 1\'fonte Maggiore-Monte Purgessimo-Korada,Anhovo-Palievo-K uk-Vodice-Sella di Dol-Sa.Icano-Gorizia, linea, snlla quale si doveva resistere ad oltranza. Intanto la 3a Armata. e le truppe della Zona Oa,rnia ri-cevevano ordine ,d i adotta.r e tutte le pl'edisposizioni per potere, ov-e la situazione lo imponesse, effettuar~ la ritirata rispettivamente snl Tiagliamento e sulla l:iJllea delle Prealpi Oarnicl1e. Il giorno 26 gli avvenimenti si fecero .sempre più gravi perchè con la .caduta, del Monte Maggiore, anche l'ultima nostra linea di difesa era, superata, e il Comando Supremo fn quindi costretto a predisporre la ritirata al Tagliamento; mentre intanto la 3a Armata doveva, ripiegare sulla linea del VaUone ed affrettare lo sgombero delle sue artiglierie. · Nelle ore antimeridiane del giorno 27 la nostra difesa veniva soJI)raffatta e trav·o lta sul vast o tratto tra ìVlont~ Madl~ sena e Castel del Monte, e verso mezzogiorno Cividale era in mano al nemico. Lo stesso giorno nelle prime ore del mattino -

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il gen. Oadorna ordinò il ripiegamento della 3" Armata e di tutte le truppe della Zona Carnia. Nella giornata del 28, la 3a Armata, disimpegnatasi senz.a gravi difficoltà dal nemico, aveva. potuto tutta quanta passare sulla destra ,dell'Isonzo e con parte dei suoi elementi raggiUJ11geva il Torre, protetta nella ritirata dall' ala de.stra della, 2" Ar mata. schierata tra il Torre e l'I sonzo. Il némico nel fra.ttempo, nelle prime ore del pomeriggio dello stesso giorno 27 ottobre, occupò la città di Udine. Il 29 continuò la ritirata di tutte le truppe della 2" Armata, della 3" e della Zona Carnia., e siccome l'ala sinistra delle tl"uppe della Zona Carnia si ·era a.r restata, anche la 4" Armata sgombrò le alte vaUi Visdend~ e Sesis. Nella notte dal 28 sul 29 imcominciò il passaggio del Taglia.;mento che a causa della piena del fiume presentava niolte e gravi difficoltà, ma tpareccbie nostre truppe essendo tuttavia riuscit~ a passare sulla destra del fiume, poterono costituire una pdma difesa mentre in.tanto la nostra .cavalleria si sàcri:fica·va eroicamente cercando di trattenere le avanguardie . nemiche e di ritardare l 'avanzata del grosso (legli Eserciti avversari. Nella giornata ,del 30, mentre oontinnava. il passaggio del T}lgliamento, pattuglie nemiche penetravano in San Daniele ~ l Friuli e grossi nuclei, validamente trattenuti dalle nostre fanterie, tentavano di raggiungere il ponte di Pinzano, mentre la, nostra difesa vicina, dei ponti di Codroipo era fortemente attaccata, tanto che il nostro Comando ordinò il brillamento delle mine sotto i ponti stessi. Il 31 <Jttobre i Gruppi Krauss e Stein avanzarono in direzione del ponte di Pinzano che venne quindi da n·oi fatto saltare al mattino del 1° novembre mentre lo stesso giorno vennero interr.o tti anche i ponti di Latisana, ultimi passaggi che ancora ci restavano sul Tagliamento. ed intanto le nostre truppe $i andavano schierando e rafforzrundo sulle destra del fiume. Ma il Comando Supremo sapendo che il Ta,gliamento non si presta.va a valida difesa, ordinò che tutte le artiglierie della 2a e ,della 3a Arma.ta, non strettam~nte neeessarie alla difesa del 'l'agliamento, fossero fatte proseguire celeremente fin oltre il 7

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L'OI•'FENSIVA AUSTRO-TJ.:OESCA OELL 70TT08R0

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P iave e che la 4" Armata inizia~ lo sgombero delle sue artiglierie sul Cadore. I111fatti il nemico nella notte dal 2 al 3 novembre riuscì a. .passare il Tagliamento a, Comino ed a Valeriano, e nella gior·nata del 3 allargò la sua occupazione sulla destra del fiume. Per coordimu e la ritirata dalla 1,ona Carnia con quella. cldla. 2" Armata e per coprire i ponti di Coi-uino ,e di rinzano sul Tagliamento, il gen. Cadorna fin dal ·g iomo 26 aveva ordinatù· la costituzione cli un Col'po d'Armata speciale '(20)'1 e 33a Divisioni) affi.dand,one il comando al gen. rn Giorgio. Qnesto Corpo d'Arma ta, riusci a contenere ancora, per due giorni, il 3 ed il 4, novembre, le forze avve1·sarie, consentendo cos1 alla 3"' Armata di giungere alle rive del Piave pl'ima delle ava.nguardie nemiche. Nella notte dal 3 sul 4 anche la , .. Arroilta iniziò la sua ritirata., mentre un primo nucleo di truppe e di artigliel'ie ini·ziava lo schiel'amento sul Piav<' . Il 7 111ovembre i grossi ,della nostra. S"' Armata erano già,. sulla destra del P iave, mentre i nemici continua.vano la l oro a.vanza.ta. da est ad ovest nella pianura., ed anche le truppe del 'rirolo (Gru1p po Conrad) sc-endevano per la val Boite, la va] Oordevole e la, val Oismon. Intan to sul Monte Grappa ove le ti-uppe della 4" Armata,, che doveva sistemarsi. a cli.fesa per saldare la cerniera fra le truppe rimaste nel Trentino e qu elle che si ain davano schierando sul P iave,. procedevano alacremente i lavori di rafforzamento. Il giorno !) novembre vcr i:io mczzogio1"no, il passaggio del Piave per parte delle nostre truppe era ultimato,. e quindi nel pomeriggio tutti i ponti venivano distrutti, mentre le truppe si sistemavano a difesa snlla sponda, destl'a. de>l fi ume. Il sncrificio era compiuto, le nostre perdite era,n_o fodiscutibilmente molto nn:r:n<~rose, ma l'avversal'iO non aveva raggiu111to, il suo SCO!P O, che, come lo stesso Hindembnrg a fferma, era C]Uello di sfonda re la fronte italiana sull'ala settentrionale delle A.1·mate dell'I son~o, notorh1mente deboli, per dare un colpo decisivo contro 1'11]a mrl'i.clionale clell'Eserc:i.to iti1liano prima che la r itirata le consentif;se di giungc1·e dietro la limea protettricf> del Tagliamento. -

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L'OF' FENSIVA AUSTRO-TJ.)Ot-:.scA DEJLI}0'.11.'0BRB

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Di fronte aJl'attacco avversa.r io il nostro Comando Supre'mo a·veva due soluzioni : o fare, una massa J:>er la controffensiva, oppure ripiegare. La prima soluzione significava far combattere il meglio del nost ro Esercito con le spane al mare, e perciò in critiche condizioni, ed era quella che preconizzava. ed avrebbe voluto l'Hindemburg, ma il gem.. Oadorna, COill forza di .volontà non comune, seppe rinunciare ai vantaggi di due anni di guerra pur di salva-re il nostro Esercito. E questo Esercito, infiammato dal proclama del Re, che chiamava cittadini e combattenti ad essere un Esercito solo, sapeva con le sole sue forze trattenere il successivo attacco avversario sul Piave. E Hinderrtburg concludeva, : Per quanto io mi rallegrassi òe-1 r isultato ottenuto in Italia , non potei sottrarmi compl~tamente ad un sentimento cli mancata soddisfaz~one. La grande vitt9ria, in definitiva e_ra jnvero rimasta incompiuta. I nostri s_o.ldati r itornarono a buon d iritto orgogliosi anche da questa campagna; ma non sempre la gioi.a dei soldati è anche quèlla <ki Joro comandanti.

P·e r sfatare, se occorre, un'assurda leggenda e documentare il valore combattivo ddle nosti;e truppe, ba'sta citai·e i Comunicati: uffi.ciali ,degli aiversari.: Bolletti:no tedesco del 25 ottobre 1917 : Mr{Jgrado l'accanita difesa, le nostre truppe scalar9no gli scoscesi pend ii montani ed impetuosamente assalirono i pm1ti di ap,poggio avversar i coronanti !e alture. La tenace r esistenza degli italiani_. dovette essere in vario modo spezzata in . aspri cor po a corpo. Bollettino austriaco del 27 ottobre : Sull'altipiano della Ba\nsizza gli ltaliani hanno difeso U terreno pa)mo a palmo. Bollettino tedesco del 27 ottobre : ... le Divisioni germaniche e austro-ungariche hanno progredito, rompendo ' a più riprese la tenace r esistenza dell'avH'rsario. Bollettino austriaco del 29 ottobre : Gorizia fn redenta. dopp aspri combattimenti pér le vie; pili tardi nella sera fu r isalito iJ Poclgor a. Il settore di Oslavia, il Monte Sabotino, il Korada f1uono teatro di lotte accanite. Bollettino tedesc9 del 6 novembre : Verso il rorso del fiume Fella, ièri le Brigate italiane tenevano ancora · saldo. Bollettino austriaco dell'S novembre- : Le Armate alleate deJ Maresciallo cli campo arciduca Eug<mio, con inclefesso inseguimento banno puntato ieri sino al fiume Livenza. 11 n<>.mico oppose ovunque la più accanita resistenza a.I pass,nggìo del finme. Anche sui. monti gli ital;ani offrirono in numerosi punti Hccanita resistenza . A sud· di Tolmezzo, dietr.o la nostra fronte, con l'aprlOggio delle opere di San Simeone, un valorQoo Gr11ppo italiano, sotto gli ordini clel Comandante della 36" Divisione potè sostenersi, durante parecchi

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LA RESI STENZA DI . MONTE FESTA

giorni, contro gti nttacchi avvolgenti delle nostre truppe da montagna e dei cacciatori germanici. Solo ieri l'altro a sera, le artiglierie itnliane sospesero il loro fuoco; ieri il nemico, ·completamente tngliato fuor i, fece saltare le o~re di difesa e i suoi tentativi per apri rsi un varco fallirono. Dopo onorevole lotta, l'avversario, forte di alcune migliaia di uomlnl , depose le armi. Bollettino tedesco della stessa data 8 novembre : Le colonne d'assalto mediante manovra girante tagliarono la r~tlrata 111 nemic9 che ancora si difende con accanimento sul m.edio Tagliamento fra Tolmezzo e Gemona.

. Infatti durante le grigie giornate di questa battaglia molti fur.ono gli eipisodi di valore delle nostre truppe. Primeggia fra qu esti quello del forte -di ~fonte Festa. che faceva parte della piazzaforte di Osoppo e che in quei giorni, comandato brillant emente dal capitano di complemenfo cl'artigleria· ing. Riccardo N-oel Winderling, si comportò iin mo.do veramente eroico re11~ dendosi oosì degno <leHe antiche sue glorie. Dal 30 ottobre al 7 novembre 1917 il forte di Monte Festa, si battè oon onore e svolse un'azione efficace di interdizione e di sbarramento contro le truppe nemiche che sboccavano dalla vall~ del But e dalla valle del Fella per dirigersi verso la pianura, friulalila. Inoltre il Monte Festa, coll~ sue artiglierie protesse e vigilò il ripiega~ mento della 26'", delht 36" e della 63" Divisione che fu l'ultima a ritirarsi per la valle dell' Arzino. Riteniamo opportuno fare nna narra,zione particolareggiata e documentata cli questa resistenza per mettere in vera luce l'episodio glorioso che molti ignorano. I! 2G ottobre 1917, pet1 ordine del Comando d'artiglieria del XII Corpo d'Armata Il capitano ing. Windcrling assume, il comando del Monte Festa c9n l'incarico preciso d\ opporre al nemico ta resistenza del Forte durante il r ipiegamento det nostro Esercito. I giorni 26, 27, 28 e 29 11 Forte viene messo in condizioni di resi~,tcre malgrado che buf~r e di pioggia, vento e nev!schio ostacolino i lavori. Il cap. Winderling, ricevuti ordini dai superiori Comandi, così ris))9nde al gen. Snchero: rerfettumente -conscio dei miei doveri, assumo pienamente tutte le r esponsabllltà del caso. E cli tale so!enne sacro impegno assunto, li capitano dà notizia a tutti i suol dipendenti in un breve ma energico discorso dl, incitament9. Il giorno 80 ottobre alle ore 10,50, appena avuto comunicazione d all'osseryatorio di Forcella Amarlnna che i ponti di Stazione per la Carnia <l di Tolmezzo sono fatti sultare.<lalle nostre truppe in ritirata e che il nemico sta concentrands>sl a Stazione per la Carnia, il Forte apre il fuoco in base at dati teorici di tiro essendo tuttora impedito dalla nebbia il tiro diretto.

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LA RE SISTENZA DC MONTE F·E STA

Il Bl, migliorate le condizioni otmosfe1·iche, Jl Forte rettifica i suoi tiri, malgrado le diflìcollà di comunicazione coi Comandi superiori ; il 1° n9vembre continua i t il'l di inter~zione sui bersagli più impor tanti riuscendo a pren- . dere rl'infllata una colonna nemica di1·etta verso Tolmezzo cbe viene decimata e dispersa.

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Fig, O - Moat:c Festa dal La,:;o di Cavazzo

Il giorno 2 novembre l'artiglieria del Forti! impedisce agli invasori <1.i getr tar e un pQnte sul Tngliamento ap>altez:r.a di Amaro, e con puntamento indir etto converge i suoi tir~ sopra il F or t~ di Osoppo e il ponte di Braulis dove sono appostati i cannoni austriaci. Il 3 giungono sul Festa 2i3 soldati del 2800 fa nteria, ed il 4 il Forte viene bombardato incessantemente dall'artiglle1·ia nemica . La G3a D/vislone italiana ripiega per la Forcella Armentarla, mentre il F9rte la protegge con tiro cl i interdizione din nnnzi alla piana. di Alessio, ma poJchè anche la 36.. e la 26" Divisione hanno ripieg·a to, iJ For te rimane com-

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LA RESIS'!'ENZA DL MONTE I•'EST A

pletamente isolato, un.i.co avan1.-0 di armi italiane su tutta la linea del Tagliamento. Il 5 novembre gli avvenimenti incalzano; il Forte è completamente circonclalo e battuto an<:hc da lcrgo da artiglie·,ie nemiche appostate p1·esoo il lng9 cl i Oava1P.o, ma ciò walgrndo -clul'nute lfl notte un JJri mo utlacco avver, sario ,·iene prontaU1cnle respinto; ma le nosu·e munizioni. ,anno r:ipidamente diminuendo, i proietti &earseg!!inno e la cerchia nemica s i st ringe sempre più. Il g-iorno Ci ~ pocl.Ji soWatì, non occu.pati nl serv i_z;io dei IJC7.Zi , vellgono continuamente spostali nei nu·i punli dominanti donde servenclosi dei l9ro

l)'ig. 10 - Appostazione Battcda 149 G

fueili e facendo fu nv.ioua re la mitrngliatd ce ancora superstite, tentano coi loro tiri di impedire elle il nemico si accorga delle irrisorie risorse _difensive del Forte. Vc1·so le ore 9 uu sec-ondo attacco si pronuncia sul lato occidentale della posizione : ,:::li assalitori sal,:::ouo alla spiccioluta da diverse direzioni e .si radunano nelle immediate \'icinanie del. Forte, avanzando quindi in un angolo morto rlspettg al tiro delle artiglierie del Forte che Possono così continu:ire il loro f uoco soltanto sui bersogll di fondo valle, mentre sugli attaccanti .si concentrn il tiro dei fucili e della ro itragllatrice, da prima a raffiche per economia di munizioni, e poi senza interruzione finchè la mih·aglia-

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LA RESIS'fENZA Dl MONTE FESTA

t1:Jcc si inceppa clefinitivnrn<'nle ... Si ppne mnno allorn all'L1ltima rudime ntale 1.'isorsa : blocchi di roccia venµ-ono spinti sul ciglio della posii1ione e rotolati giù per jl pendio lungo il quale salgono gli assalitori. Il nucleo nemico che più si è a1wrossiruu10 fll Forte, rli fronte ;! questa suprema difesa si ludugin, 1wco dopo si anesta, ... quindi in11alz:i. bandiera bianca. Un nostro tenente con due ooldatl viene mnndato incontro al parl:i.mentari che, benùat)., sono introdoltì nel Forte nell'ufficio del Comandante. Sono tre : un ufficiale cll!lla St1.mntrnpp (trnppa cl'assallo) e due soldati nustr iaci, e l'ufficiale ·reca un foglio del Coma.:id9 della 10" àrmabl austriaca ·che dice laconicamente : fll lt. Presidio di )fonte Festa. Siete circondati da ,ogni parte cd invitnti ad nrrendervi. TI nosl:ro parlamentare è atteso cli ritorno alle ore ll. Nell'iJJtento di conviucerli che ìl lforte possiede larghe risorse di vivel'i ,iene data ai parlamentari austriaci un'abbondante colazigne, -e<l in tan to il cap. Wi nclerllug radnna tutti gli ufilcia ll ed esaminata J.a situazione propone cl i rispondere uegativ::imente aJJ'inglunzione. nemica, facerìdo loro rilevare la necessità di poter dispone cli qualche ora per consumare !e ul time munizioni, mettere 'fuori 11so }e armi cd inutllizz:li:e l'opera prima che ogni 09sa cada inevitabilmente in mano nemica. All'uopo ,iene unanimemente deciso cli consegnare la rlsI)-Osta in busta chiusa ct~retta al Comando da cui provenn e l'ir.timazione, per modo elle il parJnmentare sia obbligato ad hnpiegare un certo tempo nel rccol'la e_recapitarla in fondo valle. Il cap. Wiuclerling redige la 1·isposta nel seguenti termini altrettanto laconici: Al C9manclo dell'I.R. 10a Armata. In risposta al foglio dl codesto Comando chiedente In resa del Forte, inviatomi stairnrnc a me1.zo parlamentare, bo l'onore cli rispondere negath·amente. <l!l questa ris1JOsta vieue consegnata in busta chiusfl senza comunicarne il con tenuto ai parlamcntn ri austriaci I quoli vengono nuovamente bcndatj ed accompagnati fuori del Fort.e. Il cap. Winderllng r adunn allora tutt9 il presidio e così Parla : Il Forte lla compiuto ii p1:01i'rio dovere. Da oltre due giorni le truppe dePa 26", 363 e ~4"' Divisione si sono ritìrate protette dal nostro fuoco. Jl nemico ci ha circondati completamente. Ogg,I ho risposto negativamente, in nome di tutto il presicli.o, uil'in timn7,ione di resa fatta clal nemico. Le nostre artiglierie, esaurlte tutte le munizioni, all'imbrunire sa1:anno fatte saltare atlinchè non cacl:rno 1n stato di eDìcienza in mano all'invasore. Dopo di che sarà tentata la fuoruscita dal Forle nella speranza di poterci ricongiungere al n9stro Eser<:ito iu ri tirata. P referisco qnesto tentativo all'attesa passiva. sulle mucerie <lel nostro Forte inutilizzato. Se ognuno cli voi fosse armato direi a voi tutt\ seguitemi ! :.VIa poicbè quasi tutti siete inermi, vi dlco : chi si sente ancora nbbastHn?.11 valido per Hrri.schiare con me nuove fatiche, uuovi per)coli ; chi si sente di gettarsi a corJ)O morto contro la cerchia nemica, [)iuttosto di arrendersi su questa Yetta dalla quale in questi giorni spargemmo il terrore e la morte tra le trnppe dell'invasore, colui solo mi segna. Alle 18 lasceremo il Forte. Gli altri all'atto della nostr:i. fuoruscita saranno prosciolti. dall'obbligo dell'obbedienza e quindi considerati non più come facenti parte del

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L.A. RESISTENZA DI MONTE FESTA

Forte, ma come s~mplici in<lividui isolati . Faccio qu1ndi ad essi assoluto diviéto di innajzare sul Forte la bandier a bianca, glaccbè il presidio del Forte come ripeto, n9n si an:ende, ma tenta la f1.toruscita , e D n emico ponendo <lomaui il ptede su questa vetta non troverù che nrncerie e uomini inermi, ossia solamente gli avan1.1 di ciò che fu il Forte di _Monte Festa. Metà del presidlo, ossia d rca 100 uomini,. si dichiararono pronti a seguire iJ Comandante : gli altri, esausti dalle fatiche, ammalati o feriti, rimasero affidati al!e cure del tenente medico.

Fig. 11 - Arnnzi Batteria 149 A

Il tiro d'11rtiglieria, sospeso durante la permnnen~ dei parlamentari al Forte, viene ripreso e continuato i·abbiosaroente fin quando sono consumate lt\ ul time munizioni, e Poscia vengono distrutti i documentì e si inutili1.zano h) bocche da fuoco. Subito dOP9 si inizia l'esodo dal Forte. Si scende, un Po' seguendo a zig-zag la .strada, ed un po' tagil_ando per !a linea di massima pendenza. In u_n a sosta, a mezza costa, la colonna vede sfilare un plotone nemico che con mitragliatrici someggiate sale il pendio per app()starsl probabilmente sulle falde del San Simeone cbe domina ~l Fort~.

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L'EROICO COMPORTAMEN'l'O DEI DIFENSOJU DI MON'l'E F'ESTA

Il capitano intende condurre ·la colonna verso la parte paludosa e meno profonda del lago di Cavazzo, ma arrivati alle falde del F~sta, mentre egli sta orientandost s\ odono gri(la di cc chi va là>> seguite d·a fnoco di fucÌleria . Egli comprende di essersi inoltrato troppo verso ~l paese di Somplago, cen.::

Fig. 12 - Capit. Riccardo Winderling

tr9 delle truppe accerchianti e 1'ichiama quindi verso sud il grosso della colonna. Ma lo scompiglio è gilt avvenuto: i soldati nemici s1 sono confusi coi nostri: attraverso una breve sca·ramuceia sottanto il cap. Winderling con un tenente, un maresciallo, un sergente e tre soldati', riescono ad ol:trèpassare

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L'mnorco COMPOHTAMENTO OE[ DIFENSORI DI MONTE FES'.rA

la cerchia, guadare la )Jaludc e gettarsi all'ovr>osta caleoa di montagne. Il gr osso della colonun riruane prigioniero. ll piccolo grup po, condotto òul cap, Wlnderling, inJr,ia cosi u.o.a odissea ·avventurosa nel vano tentntivo di ruggi ung-('re hl nostra linea, ormaJ lontana, EUl Pilwe e sul G1·appa _ '.rruvcstitl a S. Frnnc<'~(:O cla coutndini 11roce<lo110 a tappe per 'l'rmnon!:i, Claul, Cim.o la is, Erto, Lo11gnroD(', Belluno, F eltre, Ar!'llé, dal Tagliamento al llrenta ! Ad Erto il maresciallo, il sergente e <lnc solda t i vengono fatti prig iouieri siechè continun110 aucorn )u rn:ircin soltnnto il cup. Winde r ling ed un soldato, che il t5 dicembre cadono pdgioniC'ri. Appena r iconosciuto come Cournndanlc del Forte di '.\fonte Festa, vengono hl (',1ll. Winderling tributati

T en. Icilio Fanel!l

·1·en. Alfredo Ferrar!

Maresciallo Giovan ni Segato

Fig. 13 - Difl'nsor i <li Monte E'esta

gli o nori militari, ma subito dopo, dato .Il sno nome, la sua conoscenza del tedesco, la 1:1ua luuga e tenace resistenza, \'iene sospettal9 d~ inedentismo, inviato al Castello del B uon Conslgilo a TrcuLo ,e qn.iv i processato ; indi inviato alla Fortezza d.i Fra nzenfeste, clontle. dopo un fallilo tenti1tivo cli fuga, viene trasferito n<'ll'alta Boerµia , prima a Reic:l1enberg. PO! a Jnugbunzia, da dove IJ9tè rimpatriare il 3 novembre 191.S. Il nemico rese a mpio omaggio ai vulorosi difensori nel già citato suo Bollettino di guerra clell'8 novembre 1917 scl'ivendo: A sud c1i '1.'0JD1czzo, dietro allo nostr11 fronte, un vnloroso gmppo <H italiani I)9tè ma ntenersi per d iversi g iorni d i seguito contro gli attacchi accer. chianti delle nostre t ruppe da montagna e cli cacciatori germanici.

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L'EROICO COMPORTAJ:\,rEJNTO D0I OJJ1'ENSORI DI MONTFJ FESTA

Il fu lgido episodio di Monte Festa veniva citatb in un com onicato del 9 noven~bre dal Comando Su1premo del nostro E se1:dto e glorificato anche alla Camera ,d ei Deputa,ti. Al cap. Winderling la Patria, assegnò la medaglia d'argento al valor militar·e con la seguente mot~vazione: Dtu ant e il i:ipiegamento al P.i ave, incaric:.ito d ella difesa d i un Forte già disarmato, in posizioue dove il nemico avanzava, spiegava la massima attività per metter l<i in eflìciernm in breve tempo, e contrastò l'avanzata dell"avversario con lutta la sua. energia ccl il vigore cl2lle sue forze, impiegando tutti i mezzi <li cui d ispoucva sino ad esaurirli. Avv91t.a l 'opera da ingenti forze nemiche, s i averse un varco coi r esti del presidio, ed affrontando con forte animo p er u n mese stenti e p<iTicoli, cercò ài .raggiungere _le nostre linee. Col cnpit. W inderli ng erano 11el For te cli Monte Festa i tenenti cli ar tiglieria: Amedeo Mingar<li, Umbè1to Tornei, Sergio Parndisi, Icilio Fanelli. Alfredo Fcrrari, Mario Cavalli n i, l 'aspi.ranle cli fanter ia Lltigi Snntinì. il ten . mcclico d r . Det Duta ecl i marescialli Giovanni Segato e I3ernardino F idenzoni . Fra .\ suddetti si rl istinsero particohtrmente i te n. Fan elli e Ferrari nonchè il. maresc:ia llo Segvto.

Ma. no.n soltanto a Monte Per~ta l'artiglieria si comportò eroicamenltc. .Essa ha. contribuito con tutti i suoi mezzi a, ral. lentare ovunque pos~ibile la t ravoJgeinte avanzata ,del nemico •e se molti pézzi anelarono perduti non fu ,c:ert-o colpa degli artiglieri. Le vicende del I.' Arma, in quelle tragiche giornate appaiono vive attra,vcrso )a, lettura, delle sintesi dei dial'ii dei Reggimenti. P urtroppo non è possibile rintra-cciare tutti questi diarii e d'altra. parte troppo luÌ1 go sarebbe il riportarlL Ne citiamo qualcvno per dare una visione della dolorosa e nello stesso tempo valorosa odissea.. 8° REGGIMENTO AR'l'IGLllDRTA DA CAMPAGNA. - Il l.l Grnvpo passa a disposizione. della 2"' Armata il 25 ottobre ; l ascia le posizioni del Carso e si trasferisce a Canari a pre!':!So Cividale. Il 26 ottobre k 4 batterie tr ainate d a autocarri ra·encl ono 11osizi.onc n Castel d el Monte alle dipendern7.e. della 3" Divisione del VII Corpo d ' Armata . Il gior no 27 apr ono violento f noco snl nemico irrompente e sono · contro battute riportando sE>..nsibiJ.i perdite. Nello stesso giorno ricevono ordine di ripiegare sul Torre e si schier ano quindi presso San · G9tta rcl o ad est di Udine.

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IL COMPOR'l'AMENTO DELL'ARTIGLIERIA

Il 2S ottobre alle ore 8 ricévono ordine di ripiegare. su · Udine, e alle 11,35 l'ordine di ri tirata. I niziato 11 movimento Je batterie prendono vie traverse e riescono a passare il Tngliaroento al Ponte di Latisana, eseguendo quindi ·tl.Ìl ordinato ripiegamento fino al Piave, ove passano a di$posizione della 4" Armata schierandosi in regione ;i\1onte Tomba, Monfenera (Grappa). Notisi. che 11ella ritirata. il II Gruppo pur dovendo superare enormi difficoltà non perde alcun pezzo e giunge iu completa efficienza sulla fronte del Grappa. Il X Gruppo il giorno 24 ottobre rjceve ordine di passare a disposizione del}a za Armata per p1:oteggere Ja ritirata. Le 4 batterie ia, za., 3"' 'e 4a H giorno 26 prendono . posizione presso Platischis; il 27 al Forte della Bernardia (nord-est di Tarcento); e nei giorn~ 28 e 29 si spostano in prossimità di S. Daniele òel Friu.l~ dove sparano fino all'ultimo colpo, Il 30 ottobre, gli artiglieri del I Gruppo, sop-raffatti dal nemico combattono con coraggiosa tenacia per difendere i loro cannoni ricorrendo ed impiegando i propri moschetti alle minime distanze, finchè soverchiati dal numero sono- costretti ad abbanòonare ~ pezzi. 23° REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMP,;.\GNA. - L'. improvvìsa rot. tLtra del nostro fronte nella zona cli Tolmino t ravolse nella ritirata ànche il 23° artiglie~·ia. Parte dei suoi cannoni, artefici delle brillanti vittorie italiane dc~!Ja primavera-estate 1917 dovette esse1·e abbandonata ed ~nutifrr.zata sullo .Telenick. Cinque. batterie, contrastando palmo a palm9 l'avanzata òel nemico, dopo aver resistito ad oltranza sull'altip·iano, erano 1·iuscite a raggiungere la linea Codroipo-Rivolto, ma quivi a causa della mancanza cli ponti, fatti saltare sul ·T11gliarnento, clovcttero abbandonare i pezzi aJ sacrificio, mentre per colmo òi iattura, in, Codroipo, venne fatto prigioniero il valoroso Comandante del Reggimento colonn. Alberto Pono c·h e alle predette vittorie aveva brìl, lantemente condotto il Reggimento. La 2" batteria cercando òi passare il 'l'agliamento più a monte, giunse a S. Da,njele del Friuli ove, assieme ad altre 2 batterie del 43° Reggimento, trovato interrotto il ppnte di Pinr.ano, si fermò alJa sponda sinistra coll'int'ento di oppone la maggiore difesa all'a vanzata nemica. Costituita Ù.na specie di testa cli ponte, fulminò per due giorni le trÙppe austriache cbe avanzavano a plòton\ affiancati, fino a che, esaurite le munizioni e subite gravi perdite di uomini, cavalli e materiale, fu costretta ad abbanòonare i suoi cannoni ò9po averli inutilizzati. Ufficiali e trupp-a superstiti ripresero soli la via dolorosa òd la ritirata raggi.ungendo poi i r esti del nostro Esercito. Serrando fra i denti in lJn amaro silenzio il grido di dolore cbe erompeva dape anime sanguinanti, .si peregrinò ai campi di riordinamento di Noventa Vicèntlna, òi Moglia di Gonzaga, e di S. Croce dei Carpi. Nel èuore però sfaviJJava sempre, gagliarda ed incrollabile, la fede nel dì della sicura riscossa. 300 REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA. - Durante le tri. sti giornate de~ ripiegamento da}l'Isonzo a} Tagliamento, ufficiali e soldati del 300 Reggiment9 furono mèravigliosi per perfetta òisciplina ed, elevato sentimento del dovere pur nell'angosciosa visione delle truppe che si ritiravan.o,

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DURANTE L'OFFENSIVA NEMICA DELL'OTTOBRE

1917

nello straziante spettacolo delk popol~zioni fuggiasche, composte in gran parte · di òonnè, vecchi e bambini, che con pianti e grida disperate aumentavano il panjco ed il r accapriccio. I pezzi del 300 possono vantarsi di aver fatto fuoco sul nemico in quel di Codroipo. Sulla sponda sinistra del Tagliamento colpito da mitragliatri.ce cadde da prode presso il ponte di Codroip9 i~ ten . .Arnaldo Furlotti che con un esiguo manipolo di fanti e òi artiglieri, tentava di opporsi all'avanzata dell~ pattuglie nemiche. Ma se tutti gli artigl)eri diedero prova di fede. di valore, di saldissima disciplina, riuscendo in mezzo ad immense difficoltà a compiere in ordine ed in piena efficienza tutto il ripiegamento, sovratutto. ammirev91i furono gli artiglieri friulani, numerosi nel ;Reggimento. Essi, attraversando in quei tristi giorn~ i loro paesi che stavano per cadere in mano al nemko, non cèd'e ttero alla tentazione cU rimanere per proteggere le loro donne, i figli ed i' loro vecchi; ma rispondendo al ioro pianto angoscioso con parole di fede si strin, sero più saldamente intorno ai propri cannoni, 11911 disperando nel destino. Al passaggio da Mortegliano, mentre la 4"' batteria sostava sulla piazza i.n attesa d<i ordini per appoggir1re l'azione del n;r nattaglìone de! 20 granatieri, che si era già disposto a difesa di quella località, il capo.pe.zzo del 4° vezzo, caporal maggiore Marsiglianp Gigante da Pozzuolo, vide la sorella e la ~adre che pian~endo ·gli correvano incontro invocando aiuto. Il bravo artigliere scese d;i. cavallo, corse ~ncoutro alla madre ed alla sorella, singhiozzando le baciò, e con l'anima in preda al più forte dei tumulti, dppo averle entrambe incoraggiate ed aver raccomandato alla sorella la vecchia madre, indicando il suo cannone così disse : « Lo so mamma che in questi momenti ti senti morire dal dolore, ma fatti coraggio! Vedi là quei cannone? Io c9n quello sparérò finchè il nemico calJìesterà queste nostre sacre terre; dammi la tua benedizione e che io possa ritornare trionfante e vittorioso a dirti: ecco mamma come i soldati d'Italia hanno saputo rìcacciare i1 barbaro nemico l>. 55<> REGGIMENTO ARTIGLIER.I A DA CAMPAGNA. -

A fine settembre

1017 _tutto il Reggiment9 veniva riuntto alle dipendenze della 19'' Divisione (XXVII Corpo). 11 Comandante del Reggimento assunse il comando dell'Arti-

glieria divisionale che comprendeva, oltre a~ 55° da campagna, un Gruppo del 56°, Gruppi da posizione someggiati, e b-0mbar~e. Il Reggimento aveva assunto il seguente schiernmento : - Comando tattico del Reggimento e osservatorio a Monte J eza; - Comando tatt ico I Gruppo a Sella Jeseniak; - Comando tattico Gruppo al Quadrivio Foni. Cosi dislocato il Reggimento visse 1a suprema giornata del 24 ottobre 1917. Sin dall'inizio dell'azione, l'aiutante maggiore ed i due subalterni àddeW furono colpiti dai gas, ed il Comandante rimase solo con un ciclista e: qualche porta-ordini ad estrinsecare il duplice comando del :Reggi.mento e dell'Artiglieria divisionale·. In previsione il Comandante del Reggimento ·aveva impartito tassative

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IL COM POR'rAMENTO DELL' AR'l'IGLIEIUA

istrur.loni tendenti a lasciai·e ai Comancluuti cli Gnll}J)() e cli batteria, una beniutcsa autonomia eò iniziativa per le ar.ioni di fuoco. Fu coi:il, cbe anchè quaudo ogni collegamento f u reso imposs ibile per ~n distruziollc delle l luce telefoniche (per il cui riatlamen to si shcriflcarono vm:trot>IX> inutilmente tutti i guardafili) e per l'assoluta hnp!)S.'Slbilità, a causn della nebbia fittissima, d i :l:i.u· fnuzionm·c i collcgamentl ottici. le battm-).e ri<llel'ono egualme oe svolg-ere un'efficace azione, agendo d'iniziath·a sulla scorta delle poche <' coufuse notizie che r accoglievnno da coloro che rìpi cgovano e sostavano nl pezzi, prest andosi a loro volta volontel'osamente per I! rifol'n imento del le munizioni. Una batteria someggiata in zona arnmmta s\ immolt eroicuwente e ben pgchi furono i supersUti che r iuscirono a ripiegare. Dei l4 pol'tu-orùinl inviati dal Comando di R eggimen to n que lli di Gr uppo e viceversa, soltanto 2 giunsero a destinazione, uno dei quali <'ra quello cbe portava nl I Gni1lP<> rorcline che le batter/e dovevano fnr fupco e resistere lino all' uJtimo. 'l 'alè ordi ne non arl'ivò al Comando del 11 Gruppo, ma le· batterle tutte quante cont inuarono il fuoco fino a che i per.zl non fm·ono tutti smontati od i.I nemico uon arrivò sulle ppsizioni, obbligando i su11exstiti a ri tirurs i dopo aver resi jnefticicnti i cannoni, ~ proteggendo la pro11rin ritirala a colpi élì moschetto e di bOmbc a mano. Ncssuu pezzo fu potu to salvare, ma nessuno cadde ne lle mnnl <lel nemico in stato dl efOcienzn. I colpi sparati furono oltre 20.000 e le perélite somma. rpno a 4 ufficiali morti, 15 feriti e 8 oispersi; nella truppa 49 morti, 70 fcrit~ e 115 dispersi. Nel t.ardo pomeriggio del 24 ottobre J superstiti ripiegarono S11 Cosizzu doni si trontvano i reparti cassoni e cavalli. Kella notte sul 25 si ini1-iò il ripiegamento a tt1:uverso le t np pc successive cli Firmano, Udine, Ponte di Bonzicco e vi:1 vin fino al cnmpo cli riorclinnmento di Novi cli Modena clove il Ucggimento a rrivò il 22 uovembre. D urante H ripiegamento che le batterie effettuur ono perf ettamr.n te in ordine e conscrvundo la loro unità organica e tattica, e$se cloYeltero forni re complementi alle batterie che resi!'Jt·evano s,ù 'l'aglinmcnto, e non vi fu che l'imbnrazzo cli scéltn fra Lu tti coloro che s i lJÙi!=<entnrono come voloutari, tanto elevato e non comuJJquc clepresso era rimasto lo spirito milllnre d el 55<>, che anel avano d~ riavere i cannoni [)er tornnre in posizione cli fronte nl ne, mico. Invece in data 17 dicembre 1017 arrivò l'ordine di scioglimento clel 55° R eggirncnto ed il Conrnndp r imase a d isposizione clel Comanclo S n111:erno cou !"incarico cli riol'dina rc il 500 R eggimento Artiglie ria du Canll)ugna; i C-0mancl! di Gruppo v('nnero sciolti e le singole bat.terie andarono II costituire nuove Unità dei R eggimenti 4°, 100, 12° e 18" dn ca mrm i::1111. In tali Reggimenti. queste batterie portarono la gloriosa trnclizione che avevano sapntp for gia rsi nella breve ma gloriosa vita del 55°, della quale fanno fede numer osi encomli sia sJngoU che col lettivi, i l numero clclle ucrdite nella giornata <lel 24 ottobre e le ricompense al valore conseguite : 6 medaglie cl'nrgento, 22 medaglie <H bronzo, 1 promo~iolle pe1· meri to di guena e

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DORAN'l'E L 10f1'Iì'ENS1VA NEMICA DELL'OTTOBRE

1917

uUJ11erose Crpci a~ valor militare. Nè si deve tacere, per la parte di merito che s~ ripercuote sul Reggimenlo d'Artiglieria divisionale, che la Commissione d'inchiesta ba lasciato scritto che: nell'esame delle operazioni enumerate viene posta in particolare luce l'M~ione della 19"- . Divisione det XXVI.I Corpo d' Arroalti, che ebbe contro di sè il 24 ottobre oltre 4 Divisioni nemiche. Ambitissimo l'elogio dei fanti coi qual.i. e per i quali il 55° combaUè .tino all'ultimo. Il capitano Giorgio Bini Cima degli alpini . nella sua opera « La mia guerra>> scrisse: òi fronte a noi la nostra batl:er~a fa miracoli. A s1Jlve di Se?:ione. spara cpntinuamente. Ma orn:ìai è ill(iivìduata. Quattro, ciI1que proiettili le sono sopra. '\iln cannone è saltato. Un altro, poco dopo si rovesda . Ma no11 cessa i~ fuoco di risposta . . Gli art~glieri continuano ancora e<1 il tlro è più rabbioso, disperato. Un duello fino alla fine, fino alla morte. Ar. tiglieri sconosciuti, a voi la lode con l'ammirazione nostra. Magnifici ! Un ·ultimo coipo. La batteria agoni?:za. E' la morte. • E dopo il 1·iconoscime11to del uostro Fante, quello del 11emico che nella rdazi9ne del LI Corpo d'Armata germanico ·giudicò 1a d ifesa suJ fronte della 1.9'' Divisione italiaua : straordiuariamente ostinata. Con questo viatìco il 55° Artiglieria da camr.1agna è entrato nella Storia dell' Artiglierla italiana. II GRUPPO C,\NNONI DA 105 DEL 2° R EGGIMENTO ARTIGLIERIA . l'ESANTE CAMP ALK - Tl Gru.ppo raggiun~e il fronte di guerra 11ella prima

metà di settembre del 1917 e viene ai,seguato al XXII C<Jr})o d'Armata (3a Armata). Si schiera sul Car:c:;o oltre Nova Vas,, pt:ima fra quota 208 sud e quota 238, e successiYamente alln metà fil ottobre su M. DebEili, ,prendendo viva. menfe parte al combattimenti di quel turno <li tempo. Ricevuto la. sera <lèl 27 ottobre l'ordine di ripiega re, nella notte lascia le posiv.ioni, i n pieno assetto di guerra, non avendo alle spalle che un sottile velo difensivo formato da un battaglione della Brigata Arezzo. Durante i tre giorni della marcia di ripi<~garoento è mitragliato e b9mbardato da bnssì~sima quota dagli aèrei nemici ; le perdite numerose di uomini, cavalli, carri e ca&,;;oni colpiti in pieno, non ne scuotono però la. dura e magnifica compagine. La sera del 30, con tutti i cannoni ed il carreggio ri.masto, il Gruppo, saldo e riuuito att1:aversa i l Tagliame11t9: il 31 ottobre prende po~)izione a Palazzetto San Michele, n 1° novembre a S. Giusto Portogruaro, il 2 a M<Jlino Nuovo del TagliamEinto, doride la 5a batteria batte col f uoco il ponte i;mlla Stella di Pal:izzolo che il nemico ba raggiunt9 e teuta <li r iattare. Ma :i vendo dovuto 11 bbnndonare anche q1wste pos~zioni, il Gmppo ripiega sul Piave ove giunge decimato cli uomini e di cavalli, e pur tutta'i1 ia i superstiti, compiendo un miracolo di energia, r,ortano le batterie in posi?:ione a Musik e Pr1Jlu11go d~ dove col fuoco òei loro canuoni riprendono a con1:i-astnre s<:nza tregua gli sforza deJ nemico che tenta il passaggio del Piave fra Capo ~iie e Zenso.n, mentre una Sezione della 5~ batteria, spostandosi quasi ogni giorno e moltiplicnnd<lsi lunp:o la nostra esile difensiva, batte col fuoco ogni punto allestito dal nemic9. i suoi osservator ii e i fortilizi da lui costruiti.

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IL COMPORTAMIDNTO DELL'ARTIGLIERIA

XI GRUPPO OBICI DA 149 DEL 12'> REGGI.MENTO ARTIGLIEJUA PESANTE C.Al\IP.ALE. - I! Grupl.)O formato dape batterie 15", 16" e 17" fu costituito dal 2° Reggimento artiglìerla pesante campale e partecipò alla battaglia di Oaporetto sui fronte del XXVII Cor_po <l'Armata riuscendo .a ritli:arsi con tutti i pezzi, pur subendo notevoli pcmlite in personale, quadruped! e ca·rri, ma contribuendo efficacemente a ri tardare l'avanzata del nemico stù 119stro territorio coi prendere successive posizioni a difesa d~ ponte di .Bonzicco. XIlI GR.U PPO CANNONI DA 105 DEL 1° RlilGGIMEN'l'O .AR'l'IGLIERI.A PESAl'l"TE CAMPALE. - All'inizio dell'offensiva n"emica dell;ottobre 19Ì7 il XIII Gruppo cannoni da 105 aveva uno schieramento difensivo e precisamente la 37"', la 39" e la 65• sulle pendici settentrionali di M. Hum; la 3Sa e la 54a in cresta a M. Napur. Da queste posizioni le cinque batterle opposero il primo contrasto all'avanzata nemica. Durante le g!,ornate del 24 e del 25 ottobre, nonostante venlssero fortemente controbattute con artiglierie di ogni ca~ibro, spararono lnintefrottamcnte su Tohnino, Za To~min e rovesci d~ M. Piatto. Il mattino <leJ. 24 una grauatit da 152 cplpl ln p_ieno lil sede del Comando di Gruppo . uccldew:lo 6 militari e ferendone gravemente altrj 7. Il mattino del 25, la 37•, la 39" e Ja 65& sono fatte . segno ad un particolare e centrato ti ro di s,monto: un cannoniere della 37" è ferito al braccio sinistro da pallottola di shrapnel ; un guardiafili della 38" è mortalmente ferito da unn scheggia di granota; la 39a ha due pezzi cplpiti, mn pur sotto 11 fuoco nemlco riesce a rimetterne in efficienza uno utilizzando le parti buone dell~altro. Le batterle continuano il fuoco ininterrotto sui rovesci di _M. Pjntto e verso le ore 16, dietro ordini del Comandante di Raggruppamento e anche di iniziativa dei Comandanti di batteria, lo prosegu9no su M. Ostr~k~as. Intanto la sera del 24 alle ore 22,80 giung\l l'ordine cli ripiegare su Cividale, e quindi i reparti cavalli di tutte le batterie, dislocali ai Molin! li CliItae, nella giornata del 25 ripiegano per la valle dell'.Tudrio, mentre le batterie, pur. essendo rimaste cosi senza cavalli e con pochissimi nomini, sotto un nutrito e centrato fuocp avversarlo riescono a portare ~ pezzi sulla 1:otabile dopo sei ore cli traino, reso diflicìliss_lmo dal terreno argilloso completamente inzuppato per Ja continua pioggia. La 54a batteria però, raggiunta e sopraliatta dal nemico sulla posizione occupata, a~ giungere sulla strada d'usci.ta deve abbandpnare tre pezzi, dopo aver però nsportato loro gli otturatori e fatto saltar e il depos_lto munizioni. Verso le ore 4 del mattino del 26, Je batterie del Gmppo iniziano Il ripiegamento a braccia : Ja. 3Sa e la 54a, col solo pezzo superstite per la vla di Clpdic; e le altre tre batterie per la rotabile Trlbili,S. Quirino (35 lnn. fino tt Cividale), non potendo pa·s sare pet' l'altra strada più breve, percbè Il bivio cli Lombay, n circa 200 mt. ad est delle p-0sizioni, era già io possesso del nemico. Il traino a braccia continua faticosamente per tutta la giornata glacchè ogaj vettura cannone pesa 28 quintali e in media richiedeva lo sforzo di almeno 14 uomini. P9co dopo il tramonto, appena oltrepassati gli abitati di S. Quirino, la colonna comp9sta dalle batterie 37", 30• e 65a viene tagliata

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DURÀNTE L'OFFENSIVA NEMICA DELL'OTTOBRE

1917

dal fuoco di una mitragliatrice nemica posta tra i cespugli poco a nord della strada, la 65a batteria arrestata ed accerch\ata perde tutti i suoi pezzi e parte· degli uoinìni. Due O tre ore dopo il tramonto tutte le tre batteÌ'ie del Gruppg :;i rieon.glungono alla 38a ed alla 54a cbe erano passate per la via di Clodic e dove la 38a era già in posizione da qualche ora, ma non 'poteva sparare _per mancanza di munizioni. ,'\.Jl'alba del 27 il Comando d'artiglieria cli Cividale ordina di portarsi a RizZ9lo; le batterie, estenuate per le 48 ore di azione coutinua dei giorni 24 e 25, e per le successi,•e 24 ore di traino a braccia ininterrotto, e sprovvi'>te cii qualsiasi mezzo, possono riprendere il rJpiegaménto soltanto verso le ore 8, cioè quando due di esse riescono ad avere alcuni autocarri ed una batteria può disporre di alcune pariglie. Nei pressi di Cividale, la colonna è fatta segno a vivace fuoco dei pezzi nemici da 152 ed una granata colpisce quasi in pieno la squadra di un pez.zo della 37a batteria uccidendo un sergente e ferendo 9 serventi . Ciascuna. delle du.e batterie 65" e 54a cedono allor a l'unico loro pezzo supers~ste alla 39", e quindi i loro uomini lasciano la colonna e proseguono verso Udine per raggiungere un centro di raccolta. Così D Gruppe rimane con tre delle sue batterie organiche e con tutti i loro 12 pezzi in efficienza. Appena giunti a Rizzolo, perviene l'ordi ne di proseguire per Tricesimo, dove le batterle arrivano al tramonto e prendono posizione 2 km. a sud.ovest èel paèse (Colgallo) . A mezzanotte si riceve l'ordine di ripiega.re oltre il Tagliamento per Maiano, S. Daniele e Pinzano; il Gruppo con 2 batterie trainate .con autocarri ed 1 con cavalJi, marcia ininterrottamente durante le g~orna te del 28 e del 29; malgr ado l'euorme ingombl'o stradale, dopo '. aver superato grandissime difficoltà, riesce a passare il ponte di Pinzano nel pomeriggio del 29; e la notte raggiunge le posizioni assegnategli. Da queste posizioni nelle quali le batterie vengono fortemente controbattute dal nèmico durante le giornate del 30 e 31 ottobre, 1° e 2 novembre concorrono efficacemente alla difesa della testa di · ponte di Ragogna. li giorno 3 il Gruppo è costretto a ripiegare; prende posizione a sud <H Colle Umberto partecipando ad un'azione locale di difef,1a ad oltranza; quindi ripkga ancora e a mezzogiorno del 4 novembre passa il Piave al ponte della Pritùa. I reparti cavalli, isolati fin dal 25 ottobre dalle batterie, np1egano per loro conto e trovano uu insuperabile ingombro str;idale nei pressi di Codroipo, ove ricevono ordini; per l'approssimarsi del nemico, cli lasciare le vetture (24 cassoni e l.6 carri bagaglio) e porre in salvo uomini e quadrupedi. Le batterie cosi ridotte a pochissimi uomini (la 37"' ne aveva 38 e le altré poco di più) partecipano alla prima · r esistenzn sul Piave rimanendo in pesi:c.ione per u.na settimana ad Arcade, e successivamente pèr uua settimana a · Volpago e per altri 7 giorni ancora a Fietta di Paderno del Grappa.

Infiniti altri episodi. si potr ebbero. ancora ·riportare. Ma dove rnag!!iormente rifulge il valore a.rUglieresco è nell'episo-1138


L'EROISMO DEL TENENTE DADlNT

diq del ten. Giangiacomo Baclb1i di Bcllasio e di Rovereto, da Adria (Rovigo) del 3° Reggimento artiglieria da fortezza. Riportiamo testualmente quanto riferisc~ al · riguardo l' Opera <le1l 'Uilicio f:itOrico del Comando <lel Corpo di S . M. : « Le medaglie d'oro »: Sulla via che adduceva ni ponti <li Cod1·oi110, nun·ciava In S€ra del 30 ottobre la 10• batter.la cannoni da 10,j discesa dall'ullophfno carsico. Sottocomandante <.ltlla batteria era D gio,·ane tenente Giangiacomo Badini, di nobile famiglìn veneta, bella e salda figura di u(liciale elle già a,·e"a dato prove non d ubbie del sno valore d urante la sua lungu permaucnza al fronte. Mentre il capitano comandante la compagnia si era s1)into aYanti v~roo Codroipo per prendere degli ordini, la batteria venne improvvisamente attaccata da un nucleo d~ truppe d'assalto genna niche. Con pronta e virile energia, il ten. Ba. dilli dispone i suoi uomini a difesa ed intanto clà ordini perchè i pezzi non essendo in grado di far fuoco, siano celeremente resi inutili. i.\Ia il nemico, forte della sua preponderanza numerica ec1 annnto ancbe di mltragliatrlcl leggere, incalza da ogni parte e minaccia <li agg!rnment9 l'ardiweutow manipolo di artiglieri. Senza esitare allora, il ten. Badini, impugnata la pistola, si getta audacemente da solo contro gli avversari che più gli. souo vicini e ne nbbatte taluni: la 1·cslste11za anche dl qualc!Je minuto potrà forse impedire al nemico <l'impadronirsi dei cannoni intatti! :Ma una rivoltella sola non può bastare ad Infrangere l'impeto nemico; il ten. Badin t \n breve è ferito, atterrn to, ci rconclato. Giìt a terra, un utllciale gli ingiunge di arrendersi ed è qui che la figul'a del giovane tenente :ll)pare· come trasumanata. Non la ,i~ione cli prossimi e,·enti meno infausti può sorridergli, non ]a speranzn che lJ suo gesto eroi<'O possa guaclagn:ngli una postuma glori11. Solo la coscienza di un fine gupcriore può averlo spintp a pro. ,·ocare alleramenle la morte. Il ten. Badini preferì essere 1111 martire della Patria, anzichè conoscere Jé vie fnngose della prigionia ; egli, nell'ora del discioglimento, volle gettare la sun vita coruc una sflcla su11rcma al nemico e come ultimo disperato appello agli italiani traviati e sgomenti. No, l'artigliei'ia italiana non sì nrrende ! Qnesta fn la s1rn fiera risposta all'lrn:1olente invito nemico, e richiamate con uno sforzo cl!~perato le sue ultime energie, tentò cli risollevarsi e di scagliarsi ancora contro gli ay,·C'ri-al'i; ma quelli gli furono prontamente spprn e lo finirono nll'arma bianca, nbban<fonnndolo 11oi, spoglia inanimata, sui cigli <lelln str!1<l11. Alla memoria del prode ufficiale, che con ln sua morte lasciò un retaggio prezioso di gloria all'Esercito ed all'Artiglierin italinna, e<l illuminò cli 11U raggio di infinita bellezza e 1,oesia ln foschia di un'ora di 8ventura, f1, <lccretnln la meclnglia <l'oro al valor militnre coi: In !'"eguente motiva?:ione: « Sottocomandante di unn batteria in marcia, attnccata <li sorpresa dal nemico durante il ripiegamento dail'Isonzo nl Pì:we. con strao.nlinat'ia audacia :->i gettava primo sugli nvversnri più vicini abbattendoli a colpi di pistola. Accerchiato, continuava con insuperabile energia a tener testa agli assalitori.

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LA SUPERI0RlT3.. DI ARMAME:NTO Dl:1L ,NE).{JCO

Colpito a morte ed atterrat9, all'intinrnzione di resa rispondeva: No, l'arti, glieria italiana non si arrende: ed }ncitando ancora i suoi artiglieri tentava con supremo sforzo di rìafaars~ per continuare· la lotta, ma trafitto a pugnalate, ricadeva al suolo esanime. Fulgido e gl9rioso esemp,io di alto sentimento dell'onor militare».

Abbiamo dato largo sviluppo alla pa.rte aneddotica perchè essa dimostra come e quanto il morale delle nostre truppe era- sald,o. Le ca,use ,d ella nostra. sconfitta non sono pertant{) da ricer'carsi nella deficienza dei 1nostri soldati, bensì nello sfor·tuna.to anda,m ento della fronte che mal si prestava alla. d.ifesa del nnov,o metodo di attaeco (di cui parleremo in seguito), · e nella superiorità ,d i forze ·e di mezr,i dell'attaccante. A que$tO proposito riportiamo quanto dice lo Stegemann (Geschickte des Krieges, vol. 4°, pagg. 439-443) : L'Armata di Capello teneva la parte più forte nella Bainsizza mentre la linea '.l'olmino-Flitsch-Caporetto era tenuta da sole sei Divisioni... I tedeschi stavaJJo al posto d'onore... conoscevano 9gui nemico, avevano combattuto avanti a Verdun, nei Carpazi, in Transilvania, e avevnno battuto serbi, russi, rumeni, ingles/ e francesi. .. erano foltemente munitt \H lanciamine e lanciafiamme .... Nella notte l'artiglieria. l'edcsca sparò a gas mentre cannoni a lunga gittata battevano le lo11tane batterie e i depositi italiani, e le bombarde spargevano i loro proietti velenosi &"lllle trincee avve~·sarie. Presso Flìtsch sparavano contempo.ranea rnente 800 colpi sulle r>o'sizioni di Can1ciocchi ed uccidevano tutto il ·battaglione che, a sud <li F litsch occupava la strada. Come sorse il giorno le vampe d'artiglieria brillavano dal Rombon all'Hermada; era un uragan9 cli fuoco.

Ohe in qursta, battaglia il materiale abbia avuto ,parte t utt'altro che secondaria risulta ancora, da quanto dice il ten. coL Eimanm,be.rg~r nella R.ivi~ta T€chnische l\Htteilungen : La 12"' battaglia dell'.Isonw servì a diruostrnré ancora una volta la superiorità di armamento e cli dotazione cli ogni specie, di cui le truppe tedesche erano provviste. 11 Comando della 14a .Armatà t'edesca. con ricognìzAoni a-eree da quota di circa 5.000 metri, con ::iéroplani dotati di apparecchi fotografici cli oltre 1 metro di clistauza focale ottenne in pochi giorni. il rilievo completo ed esatto della zona cli attacco, senza incontrare perd~te ed assai meglio che non avessero fatto in molti mesi gli austl·iaci, obbiigati dai loro apparecchi fotografici, meno perfezionati, a tenersi a quota intorno ai 2.500 metri. Di gas non era stato fatto da ambo le pluti (fino allora) un us-0 apprezzabile su questo fronte .. . Nell'autunno 1917 gli italiani avevano un'insufficiente tipo di maschera ell 1ma scarsa difesa collettiva c9ntro i gas.

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L 'AZIOKE DELLE ARTIG LIE.RIE 1T ALIANE

Il 24 ottobre, alle 2 del maLtino, per 1n1rte cli tutti i pezzi t edeschJ cominciò un ti ro di 4 ore di gas velenosi e lngrimogeul; auebe i pezzi austro.ungarici tiravano a gas.... Tutte le posizioni delle batterie, gli accam11nmenti e baraccamenti, l ricoveri ed i nodi stradal! furono abboud:rntemente battu ti con tiri a gns. Che l'effetto n9n sia stato puramente morale, fu accertato dopo lo sfondamento percbè furono rim·imuti nuwerosi morti per gas... La 12" battaglia dell'Isonr.o fu la oola gra nde opernzione di guerra nella quale un Esercito !mplcgaudo j gas con perfetta tecnica ebbe nd abbattersi su un altro che non di;,ponevn di adeguati mezzi d! protezione.

Nella battaglia non è mancata l 'azione della nostra artiglieria. Il Comandante d'artiglieria della 2" Armata in un suo rapporto delFepoca afferma che ·e ra a t utti illoto il concetto che, oltre il tiro di sbarramento, - da scattare automaticamente al primo sintomo di movimento delle fanterie nemiche. e quell-q di repressione, - da concentrare immediatamente con la maggiore massa possibile di artiglieria in quei _tratti di ·trincea eventualmente perduti, - si dovesse, durante il tiro di distruzione nemico, eseg·uire un tiro di con troprepara zione sulle posizioni di raccolta. Ma purtroppo il fuoco delle nostre artiglierie mancò di efficacia.- a causa dell1? in terruzioni delle comunicazioni telefoniche e ,della densa nebbia che, oltre ad ostacolare le comunicazioni ottiche, ' impedì agli osservatori di scorgere le, colonne nemiche che avanzavano. Prima di chiuclere questa par te riteniamo opportuno ancora ricordare che il Comando Supremo non si limitò soltanto a dare ordine di ri ti.rata al Piave, ma precisò :fin dal giorn o 30 ot tobre come do,eva essere ol'ganizzata la difesa. P er quanto concerne l'artiglieria, riportiamo dall'o;pera, « La g uerra a lla fr O'nte italiana)), le seguenti parole del gen. Oadoma : l criteri essenziali per_ lo schieramento erano : In difesa si doveva effett uare sulla sponda de~tr:1 del riave, con più lìnee susseguentesi in profondità, utilizzando le difese esistenl.i del campo triucerato di Treviso; ma queste non costituivano ente a sè che richiedesse _particolare armamento; - le ar tiglierie tutte dovevano essere schier·ate in profondità in rngione della gittata; ma non do,ernno mancare alcune batterie di lunga gittata pint-

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L' AZlONE DELLE ARTIGUERIE ITALIANE

tosto innauii per cglpire particolari obbiettivi lontani (centri vita!~ del nemico) e P!lllti di obbligato passaggio; - le a rtiglierie leggere dovevano poter infilare le anse <lèl fiume e poter interdire i punti vicini di obbligato passaggio (questo stll(lio 110n potern essere <:he sommario, lasciando i partìcolarl alle truppe incaricate della difesa); - le artiglierie di medi9 e grosso calibro dovevano e«sere schier ate a nuclei ben distdbuiti per faciHtnre la manovra· del fuoco. e permettere poderosi concentramenti di fuoco sulla riva sinistra <ìel fiume, sul fiume stesso ed eventualmente sulla ·riva destra conforme l'andnmento delle linee di difesa ; - la fìs.ionomia dello scbierari1ento delle artiglierie" <U illedio e grosso calibro doveva cgnsentire molta elasticità, siccbè - a seconda della quantità cli a rtiglierie che si avessero realmente disponibili - fosse possibi.Je accrescere o diminuire la consh,tenza dei singoli nuclei <li artigli<:?rie senza <lllnno dell'ossatura caratteristica aèllo i,cbiel'amento stesso; era perciè> opportuno classificare lii ·batterie in alcune categorie se~onòo )a' loro maggi9re o mi nore necessità. Concludevo dicendo che il progetto clOYeva essermi comunicato colla mas&ima. urgenza, ed appena da·me approvato si doveva pnssare. ai lavori. Intanto il Comando Generale d'artiglieria d9Yeva proce<lere alla raccolta delle batterie provenienH dalla frol).te Giulin, secondo j precedenti ordini, e tenermi continuamente informato di quanto si venivn raccogliendo, atlìncbè io potessi to~to proce<lere alla ripartizione dei mezzi, armonicamente colla ·situazione .

Direttive preziose, di cui vedremo snlta.ti.

in

seguito i benefici ri-

§ IV La. battag lia di arresto sugli al tipiani, sul Grappa e sul Piave.

Appena terminata la ritirata al P iave, S. M. il Re non a:veva invano lnnciato il vibrante proclama che invitava la Nazione alla calma e alla compattezza morale e che riaffermava · la sua. fede nella vittori"a . (Vedi Scbizzo :fig. n . 14 - « La. battaglia di arresto sngli altipiani, sul Grappa e sul Pia.ve))) . Nel nostro Esercito egli aveva fede incrollabile ; e 1'8 novemb·re, a, P eschiera, in un convegno con i rappresentanti deg1i Stati Maggiori alleati, affermava che il Piave e non una. linea più arretrata, era quella ~u cui sarebbe stato arrestato l'avver-

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LE OPPOSTE FORZEl NELLA BATTAGLIA DI ARRESTO

sa.rio che intant.o, imbaldanzi to dal successo ~ dalla ~ua s.uperiorità numerica, si preparava ad un nuovo attacco con una massa di circa un milione di uomini. Questa massa era composta : - clel Gruppo cli Armate clel Co1ll'ftd (10• e 11" .\rmnta cio{· 17 Divisio1,iJ ~cbierate tra lo Stelvio e la ml Sugana; - d ella 1'1-" ,Armata clel von ilelow (10 Divisioni) scblerate dalla v al Sugan n ai ponti della Priula ; - del Gruppo d'A1·mate del Boroe,·ic (1" e 2" Armata cioè 10 Didsioni) schierate tra i ponti ctella rriul n ecl il mare.

A questa formidabile massa noi ' contrapponevamo: - òallo Stelvio al Ga rd a il JII Co r po d'Armatn (2 Division.i); - da l Garcla a l Brenta la P Armnta (12 Di\'lsioniJ ; - clul Brentn a Nervesa la .J• Arwnln (i Divisloui); - da I\en·esa al uia1·c la 3• Armata (8 Dh·isioni); - in Riserva tra l'Astico ed il mM·e a ltre 4 Divisioul e l'in tero C'lq;n di cavalleria.

Il 10 no,embre, il nemico illuclend.osi di sicendei-e entro pochi giorni nel cuore della pianura veneta, su Vicenza e Ba~sano, e costringere le nostre tn11ppe, schiera-te sul Piave1 a ritirarsi sulla linea dell'Adige o su quella più arretrata del ) [incio-Po, attaccò là. nostra nuova linea. sull'altipiano di Asiago. I primi attacchi venHero sferrati contro le posizioni di Gallio e di Monte Ferragh; i nostri posti aYanzati, dopo forte resistenza, cedettero, ma un irupetuoso nostro contrattacc,o 'respinse completamente l'av,ersario che ritentq invano Fattacco nel pomeriggio del giorno 11 noYeml>re. Nella notte del 12 la lotta si riaccendeva con maggiol'e violenza. su tutta la li11ea Ga.llio-M. Longara:- )feletta di Gallio, e intanto nuclei nemici riuscivano a passare sulla destra del PiaYe nell'a1nsa cli Zenson ed a costruirvi rnna piccola testa., di ponte; ma. nostre truppe, prontamente accorse, impediro110 però al nemico di dilagare. Nel frattempo, sull'altipiano. le nostre trlllppe, dopo una giornata di strenui combattimenti , erano costrette a lasciare le alture di Gallio, ripiegando sulle posizioni di M. Si. em·ol-M. Zomo. Contro il Sisemol il nemico lanciò invano violenti attacchi ,nella . giornata del 13 novembre e nella 11otte del 14. n~ -118 -


SUGLI ALTIPIAN I BRIDN'.rA E PIAVE

ebbe miglior fortuna più a nord contro il tratto MeleLta davantiM. Fior-M. Castelgomberto in .tre giorni di aspra i.otta. Il giorno 15 la bat taglia si estese tra, Brenta. e Piave ed i nostri, dopo tenace resistenza, dov~ttero abbandonare M. Roncone e lVI. Tomatico, mentre successivamente il nemico, dopo aspra lotta, riuscì ad -occupare il J.Vr. Prassolana, il :VI. Cornelia e la Stretta di Quero, costringendoci a ripiegare sul M. Tomba e·sul Monfenera nella giornata del 17. Intanto sul P iave il nemico non potendo far progressi nell' ansa, di Zenson, tentò di passare il fiume in altri. pu nti, 11ei pressi ,d ella :ferrovia, Treviso-Oderzo, di Fagarè e di Folina, ma dopo alcuni effimeri successi, prernn t-o dalle nostre fanterie e ba ttuto inesorabilmente dalle nost1·e artiglierie, fu costretto a ritornare sulla .sinistnt del :6.nme. Il giorno 18 il nemko attaccava, nella zona tra Brenta e Piave, alternando i uoi assalti sull'altipiano di Asiago e ~ul . massiccio del GrapiPa per aprirsi tm varco verso la piamna. La nostr a reazione fu violen ta. ma 110111 potè opporsi alle soverchianti forze del nemico che il giomo 20 riu. cì ad occupare Monte P er tica. Kel pomeri.ggio del 22, anche sul Monte Tomba e sul Monf.enera le nostre truppe fu rono costrette a, :itil'ai'$i, ma, successh·amente però con quattro contr att:1echi con d-ot.ti con te,p:Me valore poterono in parte riconquistare le posizioni perdute. Nella stessa giornata del 22 novembre, il nemic:0, runta.ndo da nord sulla fronte :\fonte Tondarecar-Monte Ba<lPu<•eche, e da ;ovest sulla fronte Oastelgomberto -Meletta, davanti. tentò di avvolgere il ca,posaldo delle Melette, ma, ovunque venne sanguinosamente respiinto, co ì come fu respinto anche un ultimo attacco da esso sferrato a sera verso il Monte Zomo. Il giorno 25 il nemico , ricevuti rinforzi, rinnovò l'atta<:co alle nostre posizioni tra Brenta e Piave, ma mentre a, sinist.t·a. l'attacco fu subito nettamente respinto, al centro, con cinque successivi contrattacchi le nostre trup1pe ricacciaroo10 le colonne che puntavano con ostinatezza: sul Col dell'Orso. sullo Spi noncia e sul Solarolo, e all' ala, ,d estra infine vennero l'otti .gli attacchi avversari sulle pendici ,del Monte 1.\f onfenera . Il 26 il nemico attaccava ancora violentemente il Colle della Benef·tn, 1

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LA BATfAGLIA DI ARRESTO

ma amche qui "eniva respinto sanguinosamente. Seguì una sosta . Il nemico era. stato contenuto onrnque e ributtato <la sole truppe italiane, inferiori ,cli numer,o e di armamento, scosse dalle perdite e ancora oppresse <1alla. recente ritirata. La sosta, · fn però di breve· durata perchè n .nemico riattaccò il urn,tti.110 del 4 ,dicembre, dopo una ·d olenta e lunga a:;done d'artiglieria con grande numero di proietti a gas asfissiante, lacrimogeni ed "lmetici, c,ostringencloci acl a bbandonare tutto il gruppo delle Melette dopo una lotta aspra e furiosa. Questa perdita era· grave per noi ; ma ,però, durante circa · un mese <li resistenza su questa posizione avanzata, avevamo costruito una linea arretrata, atta, a sbarrare ancora, all'av- " versa.rio ·la Val Frenzela e ad impedire che lo schieramento 01emico sull'altipiano premesse sul fia nco occidentale del Grappa. IJ giorn o 5 dicembre fu perduto il Monte Zomo ecl il 6 anche . il Sisemol sicchè la nostra linea ripiegò su Cima Echar-:M. Valbella--Colle del R·osso-Zaibena-CigHone di destra di val Fre1Ìz-ela, ma intan to arrivavano due Divisioni francesi nella regione di Monfenera. e due Divisioni inglesi sul Montello, zone nelle q11ali il nemico non sferrò alcun attacco. Il mattino dell'll, dopo un violentissimo bombardamento nemico su Col Caprile e su Col della Berrettil, sullo Spinoncia. e sull' Asolone, grosse Unità austriache e tedesche si lanciarono all'attacco p1'€ndendoci pa\'te de) Col della Berretta e lo Spinoncia. Successivamente il 01emico attaccò la fronte Col dell'OrsoSo]arolo-Testata di Val Calcino-Porte di ·salton, ed i nostri resistettero lungamente con disperata tenacia all'impeto ,dell'av~ Yersario, ma, il giorno 14, sotto un nuovo furioso ·attaeco fu · perduto il Col Caprile, ed il 18 anche l'insanguinata vetta del1' Asolone cadde in mano all'avversario. Nuovi sanguinosi assalti sferra.ti dal nemico a sud del Solarolo, il 17 ed il 19 di· c<:>n:ibre, si infransero contro la tenace resistenìa delle nostre truppe. Il 19 atesso anzi, i nostri reparti passavano al contrat~ taeco nella r egione dell' A.solone, ricon(Juistavano in gran parte lP posizfoni perdute, giungen do :fin sotto la vetta del Monte. Il 23 <lic~mbre, tutta la n ostra linea, tra il Monte Valbella e la Val Frenzela, dopo u111 intenso bombardamento di artiglierie era. attaccata dal nemico con grande violen za, tanto che le no-120-


SUGLI AL'J'JP IANT BRENTA E PJAVE

s1re posizioni di prima linea, - il Valbella. Col del R osso. Col d'Echele, Monte Melago e Bnsa del Termine. -. furono per· dute. Ma ben presto lt? nostre trnppe seppero reagi.re ecl iniziando una serie -di conti-attacch i Yennero riconquistati Mçmte Melago e Busa del Termine. mentre il Col del Rosso fu rioccupato :fin qua si. alla vettn : con un brilla-nte nostro assa lto anche il ValbelJa veniva ripreso, ma il violento fuoco dell'ar tiglieria- avver~aria impediva di mantenerne il possesso. Alla meravigliosa fermezza del nostro Esercito in qnesta battaglia, 111011 potrebbe ei;sere re~o miglior omaggio cli riconoscimento che rioorclanclo quanto in merito scrisse Hinclemburg: Mi dc,,·etti conYlnccre elle le no,:tre trn11Pe uon b:i,:t:1'",1UO :ul hn11adronir,,1 del!e Atpi Yenezinne che clominnn1n9 per i;:run tratto le pianure italiane e far così crolln r e ! !I r esiste uza sul :Piave. Ln t1iù tenace volQnt:) dei no,;tri Comandi cbe ernuo sul posto clovette, di fronte a qn c>!:ila r ealt11, la sciar cadere le arm i.

In qnesta battaglia , come sempre. i nost ri artiglieri si coprir-ono di gloria. Sulle falde ·del Monte Tomba e del Monfenera la leggend a <1el Gra,ppa ebbe uno clei 1:moi primi capitoli di gloria , e ad esso è legato il nome del capit. Alfredo Di Cocco da P opoli (Aquila) del 3° Reggimento artiglieria da montagna . Per molti giorni dalle posizioni più avanzate egli te(llne testa colla sua batteria alfa furia del 'fuoco nemiro, sostenendo colla forza dell'animo e dell'ef':empio il morale dei suoi nomini. Qua ndo poi il giorno 18 n ovembre Yicle ridotti al silenzio t utti i suoi pezzi e feriti ed ucci si la maggior parte dei serventi, egli, raccolti i pochi superst iti , li esortò alla difesa estrema. Inna~tate le baionette. il valoro~o manipolo si lanciò yerso il n emico che oramai era giunto sui pezzi; sotto una delle prime raffiche di mitragliatrici il capit . Di Cocco cHdde fnlmi111ato 1 ma i suoi cannoni furono salvi. Alla memoria dell'eroico capitano fu conferita la medaglia d'oro al valore mi~itarc con n nn motivazione degna di essere trascritta. nell'albo d'onore dell'Art iglieria italiana : Comandante d i un Gruppo dn mont:ii:-nn, in posizione avanzatissima, con le sue batterie gi11 chu·a mcnte p1·0Ynte cln ir.tenso fu oco tn mburegi;:iante, seppe con rnrn e pr9nta l)erizia, con serrato fuoco efficnciss·imo, decimare e d isperòf"re <lE'nse masse (ll fant~ria lnnciate all'al'i,;alto. Vi o!E'nLementc con trobatt11 t11

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L'EROISMO DEL CAPITANO 01 COCCO E DE[, )!AGO lORE EOERI,E

dall'ar tiglieria av\"ersaria, fiero e tenace rispose col suo fuoco, lìnchè, 1~ròuti ad uno ad uno l utti i suoi pezzi distrut ti o seppelliti sotto le piazzuole franate, cad uti morti o fe riti quasi tutti ! suof ufficiali. iu piedi fra i w9i cannoni smontati, chiamati a raccolta i pochi artiglieri superstiti, faceva loro i unas ta r~ la baionetta ed alla loro te.sta si s lanciava contro le folte, incalzanti ondme nemiche cadendo fulminato da mitragliatl'ici. Fulgidamente ei·oico nel suo sublime sacr_ìlìcio.

Duran te q uesta battag'lia cadde pure -da prode il magg. Carlo Ederle da Verona, Capo degli osservatori della 3a Arma ta . Al s uo riguar do, l a gi à citata opera, << Le medaglie d' oro )> scr is!:le : P er mesi e mesi egli aveva s ud r1to tutte te insidie e t ntti i per icoli del Cano, coad iuto re intelligente ed instancabile nella prcpara;,:ione delle oJieush·e, elemento pt\ zioi;'O e rnulta nime nelle giol'Ua te cli battaglia, npprezz:llo cìui supel'IOri, aru mirato ed nclorato dai g regari. Dopo a,·et· seguito la 3a .\ rmata n~lla ritirata del I:'iaw, senza cou9sccre riposo uè tregu a, si dette all 'orgnn i;,:zazione della nuova re t~ <li o:sservator ii su lle nUO\'C licce, attnn-erso cliflicoltlt non mino1·i di quelle che egli, uella sua ormai lunga esperienza di g11erra, :ivev:.i conosciute e Yinte. Uso n 1·endcrsi i;;empre conto di tutto personalmente, si aggira va notte e giorno su per gli a rgini ccl i gr€-ti <lei P ia\·e. Durante unn di tali ricognizioni, nel giorno di S. Bar bara, rnC! ntre le t r uppe clell'Armatn svolgevano un' nzione per scaccinre il nemico rlall'a n~,a di ri va destra del fiume, la morte, tante ,·olte &serenamente sfidnta, lo cogliern qu:1si a tradimento : una p:illottola di f uc).le gli attrnvcrs:iva la goln, reci(lendo la sua lrnlda A'iQvinezza.

Il Comandante della. 3a Armata. ne diede il tristo annuncio al padre di lui e-on una lettera in cui si leggono, fra le altre, queste ·!Parole : Sempre pronto iu qualunque or a ccl in qualunque luogo dove fosse un rischio da correre, un'iu111res n a rcHtu da compiere, una cliOìcoltlt da risolvere. Il suo rnlore, più che per le ricompen;;e che aYen1 s:11>uto meritare, era noto per la :;iemplicitù e la costanr.n che 19 c:u:otterizznv:rn.o cd ero divenuto quasi leggendario tr a )e truppe dell'Armata . I s uperior i e i colleghi nell a suo azione cli coroanclo, i giovani u.nìciali nei suoi insegname nti , i soldati nel s uo esempio, tu tti vedeva no e t rovava no in lui il campione più schietto cli quelle ,·irtù militar i che formano l'orgogli9 del nostro F:sercito. Ella può essere fiero nel dolore {li questo suo figlio che tutto s~ s tesso ha dMo alln Patria e, nell'oni più g1·nve, a nche In vita. Sacrificio non sterile, chè Il su9 esempio è e sarà fonte delle migliori virtù in tutti coloro che lo ama rono. l' sono t utti quelli che lo conobbero di persona e cli fam a .

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L' A'.1:-TACCO NEMICO DAL SlSlllMOL ALLE 11ELE't'l'll)

S. M. il Re ,d i motu-proprio concesse all:1 memoria del valo ro$O artigliere la medaglia d' oro al valor militare, con la· seguente motivazione: Capo ·degli ossoervatori d'art1glle1;a <lc>ll:t 3" Armnl:t era solito superare ogni Jimite di sacrìficio e di al'diment!?, sin nen·assolvere i SllOi particolari compiti, _sia nel partecipare di propt·ia iniziativa alle azioni di fanter ia, fante tra i fanti, compagno incompnrnbile tra inferiori ed uguali, animatore di i;omlni e di mosse. 'Ire volte féri to, tre volte òecorato di mednglia d'nrgento 11! valor milltnre, encomiato solennemente una v9lta, per nitre ricompense proposto, per mel'ito di guerra assurto in giovanissi ma età al grado di maggiore, era vivacissimo, forte, generoso. La morte, sfidata e sprezzata in trenta mesi di fulgide prove, nel giorno di S. Barbara, durante un'a1'.ionc, ,spezzava la sua giovinezza, simbolo di leggendario eroismo. ·

Abbiamo già accennato al violento attacco sferrat-0 dal nemico il 4 ,d icembre dal Sisemol al nodo delle Melette : il mag-giore accanimento del nemico si pronunciò per una parte contro il Risemol e la- posi7,ione laterale di Stenfie. che costituivano c,ome uin bastione· sinistro del sistema delle Melette, e dall'altra 1;-0ntro le alture di )fonte Badenecchè e Monte Tonclarecar che lò protegge,ano cla destra. (Vedi Rchizm fig. n. 15 ·- « Cartina di. ~nsieme delle intere fronti))) . Sul 1\fontc Badenecche ,era schierata la. 44" batteria da, montagna, al comando del capit. Giuseppe Bertolotti da Brescia, del 2° Reggimento artiglieria <la montagna. La 44a batteria era stata a lni affidata dopo aver subito la. dura prova dell'Ortigara, ed egli. nel riordinarla e prepararla a nuovi cimenti, aveva saputo . dare ai suoi artiglieri tatto lo slancio e l'entusiasmo della sua 111obilissima anima .cli. combattente; ne diedero rria,gnifica prova nell'ultimo combattimento, in cui la, batteria si lasciò completamente distruggere e travolgere anzichè cedere al nemico, il quale, dopo aver sconvolto col fuo co le nostre posizioni, riuscì a sopraffare la difesa sulla Selletta. tra il Monte Tondarecat e il :\fonte Badenecche. cosicchè la vetta di quest'ultimo si trovò in breve circondata da ogni !Parte. Gli artiglieri della 4411. batteria, animati da1 loro capitano alla lotta suprema, continua~ rono a fa r fuoco con i pezzi fi no a. quando f u possibile; e quindi contro gli austriaci incalzanti si difesero dii;;peratamente coi fucili e colle bombe a mano. Nessuno scampò: i pochi risparmiati dalla morte caddero prigionieri.. Il capit. Bertolotti, come testi-

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lL COMPOR'r.nrE:STO DELL' ARTIGLlERlA

moniarono i suoi sold~ti superstiti, benchè férito più volte, seguitò ad incita.r e i suoi alla pugna : caduto infine privo di sensi fn trasportato in un ospedale nemico, ove pochi giorni dopo decedeva. Alla memoria del valorO!)O capitano fu c001cessa la- medaglia d'oro al valor militare, con la seguente motivazione: :Magnifica tem1)rn di soldato, sempl'c primo nelle plù rischiose Imprese, là dove ruuggiore era il pericolo, diede ovunque il più fulgido ésempi9 di valore, di patriottismo, di fede. Comandante 9i una batteria nelle più difficili condizioni, in terreno aspr9, scoperto, fortem ente battuto e sulla medesima linea delle fanteri e avanzate, cooperò ·alla difesa de}le posizioni fino all'estremo limite possibile. Cit'condato da ogni p;.irte, non si pel'dette d'animo ed Incitò i suoi u9minl alla resistenza. Ferito più volte mortalmente e già prigioniero, non desistette dall'!U· cuorare gli altri, fincbè, rima~to prlrn di sensi, venne tr asportato \n un o~pe<.lale nemico, o\1e decedette pochi giorni dopo lasciando scritti nei qunli si diceva lieto cli morire nella vl!'ione di un'Italia più grande, più nobile e più potente .

* * * Le Unità d'artiglieria partec~panti alle dure lotte dell'autunno 1917 si comportarono tutte eroicamente. P urtroppo non ci è stato dato di avere le Memorie Storiche di tutti i reparti e ci limitiamo pertant o a riportare qualcuna di quelle in nostro possesso per dare al lettore un'idea più viva. dell'azione svolta dai nostri a,rtiglieri e delle gloriose vicende che l 'accompagmarono. 1° REGGIMENTO A}.{'.l.'lGLIERIA DA CA:\.IPAGXA. - La violenta azione avversni)a non s~ fece attendere molto: il 18 no,,embre ebbero inizlo gli attacchi feroci e ostina ti contro il trattp più clclic:ato della nuova fronte assunta dal nostro Esercito, cioè tra ii Brenta e il Piave. Le giornate della fine di novembre e del principio cli .clicelllbre furono giornate veramente tragiche sla per la violenza degli attacchi del nemico, imbaldanzito dalla r apida avanzata e ngognantc la vittoria decisiva, sia per le diflìcoltà <11 ogni genere in cui ~i doYettero dibattere le nostre truppe per arginare la marca nemica. In quel giorni rifulsero, come sempre, il valore clei nostri soldati seguitì dall'ansia e clall'ammlrazione deli; Xazione, tutta protesa uel !;n1premo sforzo <li difen<le1·e il proprio onore. E gli a1'tiglieri del 1° si prodigarono Interamente giorno e notte, decimando col fuoco dei loro pezzi le m:1sse nemiche lanciate rabbiosamente contro le nostre esili Jinee, mei:colandosi coi fan11 quando non era possibile il tiro dei

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NELLA RATTAGLIA DI ARRESTO

cannoni, riconquistando alla baionetta qualcbe posizione tem1,or:111earuente perduta. Sembrava cbe tutto il Reggimento s i fosse raccolto in atto s upremo di sfida, pronto a qu iqunque sacrificio, deciso u non arretwre a nessun co&~o, fo<lele al motto della nostra Anna : « Sempre e Dovunque ». Ufficiali, sottufficiali e soldati gareggia rono in attività e , alore, sprezzanti del pe1·1colo e fusi dallo stesso sacro f uoco, scr i,endo 1,ngine glorio,:e che noi rieordlamo con orgoglio e che abbi::imo il dovere cli t ram:rntlnr.,. ni posteri verchè siano loro <li monito e d'incitn mento. Gli atti· eroici compiuti da{ nostri artiglieri non si conta no, ma a titolo <li · esem1>lo dtiamo: - la stt·enua lotta sostenuta dalle batterie del I Gruppo per Impedire il passaggio di tr up pe nemiche d n una sponda all'altra del Piave, all'altezza del ristretto ponte di l!'ener. Per t re notti consecutive il nemico gettò pusserelle sul fiume, ma le batterie del I Gruppo sirtematicamente le distms~ro, quantunque cont robattute violentemente. 'Gn pezzo della l " batteria i:I portò allo scoperto per meglio assolvere li s uo compito, riuscendo a distruggere il ponte di barche su cui giù fanteria e carreggi nemici avevnuo iniziato li r:.1s,:.r1gglo. Tale audacia costò la distru zione del pezzo e la morte di tutti i serventi; ma il nemico non passò. - il magnifico contegno tenuto nella giornata del 22 novembre clal!a 4r" battéria. Rimasta Isolata in seguito al ripiegamento delln n9strn fa nteria che era stata violentemente attaccata e r·espluta dal neruico, col fnoco proseguì impavida nella sua opera di dl~truzione, e, difendendo~i alle ali cou le mitragliatrici avute dalle trnppe r ipieganti, riu~ ì a conte nere rur to a,·versario, ad arginarlo e u r espingerlo: e ciò nonostante le raffiche delle nostre stesse artiglierie più arretrnte che erano state Chiamate a fnr fuoco cli neutralizza, zione suPe posizioni lasciate dalla no!"trn fanteria, e quindi anche sulfe postazioni della 4• batteria, ritenuta ormai in m::ino dell'a n-ersario. - le nzioni svolte dalle batterie del IJ Gruppo durante l'attacco sferrnto dal nemico contro Monte Tomba. La 5a balteria, sebbene controbattuta òa viglent·c r afilcbe delle artiglierie neroic:be che :wevnno fnU-o saltare il de posito munizioni, continuò iruperterrl ta il suo fuoco l!!icidinle sulle mn!:s,e nemiche arnnz nnti ; gli uomiui della Ga e della j'a do~·ettero Jottnre coi rno!'Cbetti e con le pistoie quando le f:luttnnzioni della nostra linea impedivano il tiro <lei pezzi. Ma in modo particolnrc si distinse [ler v::il9re ed abnegazione la 7" batteria du rante l'attacco sferrato il 22 novembre dai battaglioni Kniser .lager contro In quota massima del l\Ionte Tomba . . Cadutì tutti gli ufficiali, i pochi senenti superstiti continuarono il fuoco con shrapnel graduati n zero, fino a cbe Il nemico non piombò sui pezzi. Nei nostri successivi contrnttncchi vennero 1·!trovati i cannoni coi sen·enti ancora ad ess.i. aggrappa ti come in un ultimo Impeto di amore e di difesa . Epica fu infatti In lotta sostenuta nel Settore deJ M. Pallone-:\:! , Tomba-:u. l\lonfenera, difeso da due Reggimenti cli fanteria (91° e 92° Brigata Bns ilicnla) e da due J)llttnglioni alpini contro le migliori truppe austro-germaniche, quali : la Dcutsche Jiiger Divis ion, l' Alpeu.

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IL CO:\IPORTAME?-."TO DELL' ARTIGLl ERIA.

korps germanico (2-0 battaglioni complessirnmente), là 22'1 Scbutzen Division (scelta formazione nustriaca) 1·inforzatn dal battagJìone di montagna del Wur temberg (9 coropl;lgnie). Le batterie del 1° artiglieria cooperarono all'eroica difesa del suddetto Settore. con altre arUgliei'!e da mpntagnn, da campagna (, da Po~i~one e cioè la 5a postata a Punta Brenta!, la 6a postata a M. Pallone, e la 7a postata a M. Tomba, la qunle ultima avern il 1° e 2• pezzo n~ pressi di quotn 868, ed i.l 3° e 4° pez1,0 nei pressi òi quota 877. Sia gloria a questi nostri fratel}i che ben meritarono dalla Palria e che di nuova aureola ci1·condarono le tradizioni dell'Artiglieria . .A causa delle tenace resistenza delle nostre truppe gli atlaccbi nemici rallentarono Ja loro violenza sino a cessare; nessuna forza poteva fa r flettere la linea Pederobba,1\Ionfenera-Tomba gi:icchè le nostre tru1)pe erano fermamente decise a contrastare palmo a palmo il sacro suol9 della Patria e a contrattaccare con violenza per ricupert1re qualche posizione forzatamente perduta. Il bilancio di questi Junghi giorni di lotta si r jassume per il 1° Reggiwento nel)e seguent1 cifre : 21 cannoni dislrutti su 32; 15 ufficiali e 110 uomini posti fuori combattimento. · Bilancio glorioso che addita il 1° artiglieria all':immh'azioue del Paese e che deve inorgoglire l'ar:imo .cli ogni artigliere. Il 10 dicembre il Reggimento, così dnramente provalo, fu mandato a Onè di Fonte per riordinarsi dovo di essere stato sostituito dalle artiglierie della 37" Divisione francese che ent1·ò in linea 11€ 1 Settore lVIoufenera-Tomba al posto della nostra 17" Divisione. ì\Ia nessun r iposo ,·cune concesso ai nostr~ artiglieri giaccbè furono anch'essi impiegati colle altre truvpe alla sistemazione della linea di Mussolente ai piedi della zona del Gn1vpa. 6° REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CA.i.\l P AGNA. - Ferveva ~I febbrile I luvoro di rafforzam<!nto sulla rivo destra del riave qun ndo, i! 16 novembre, il nemico tentò lo sfondnmento della linea. Riuscì a passare il fiume a Fngarè e, sopraffatte le prime difese, <lil:igù piombando sulle batterie ; ma non un cannoniere tremò. Dopo aver bcrsaglinto i guadi e le imbarcazioni S! disposero i pezzi per la difesa estrema: f ra cannone e cannone si im11rovvisarono deboli rip:iri, e quJ, in una unica linea, cannonieri e fanti si disposero pronti a moru·e, decisi a· 119n lnsclar passare un nemico. Le batterie 2", 7• e 8a, circondale dn tutte le parti e bers:igliatc da una infinità dì mitrngliatrlci che crepitavano s).nistrc e spietate a pochi J):tssi, dap. prima tirarono a zero fino :1ll'ultimo colpo. e poscia con bombe a mano, moS<'hetti e pistole continuarono a combattere e a difendersi con insUJ)Crabile ardore, fi nclJè anclJe queste armi cliventate ).nsuJJ:lcienti , impugnarono gravine, piccozze e pugnali, e, sorretti dalla sacra memoria dei fratelli cadutl e sprona ti cln! ricordo clcl)a recente sciagura, resisl ettero fi no ul sop1·nggiungere <lei r inforzi che ric:ic:clarono al di Jà del fiume il nemico, sconfitto e deluso. Subito dopo le tre b;ittcrie predette colle a)tre del Reggimento ripreser9.

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NIDLLA BATTAGLIA DI ARRES'rO

H ft10co .coi loro cannoni· e il nemico più non tentò l'ardito passaggio : l'isolotto dP.i morti fn sempre per lui severo ammonimento. 140 REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA. Nei primi giorni di novembre il Reggimento rìceveva l'ordine di ritirare le batterie sul _Massiccio de_lle ;i\'Ielette (campo trincerato cli Vicenza). Le bHtterie sl schierarono su Monte Spìll, Monte Miela, Monte Fior, quota bersaglìeri, Monte Toi:1darecar, Mimte Badenecche, Croce S. F rancesco e Sasso Rosso, e su tali posi~ioni rimasero .fino al 4 dicembre 1917. Durante tale breve periodo il Reggimento ebhe. nltre gravi perdite di oltre una. qua rantina tra morti e feriti. .In quei giorni dj subli.me eroismo g1rn nto più er a tenace ln nostra resistenza sul Piave e tanto più potenti erano gli assalti sferratJ <Ù1l nemico, specie nei Settori montani che rappresentavano l'ultimo baJuarclQ all'ingordigia austriaca : tale f u il carattere dell'attacco in forza sferrato dal nemico la nrntt!na <lei 4 cUcemlire contro i! saliente delle Melette, che venne sfondato nei pressi del .M onte 'l'ondarecar. Alctme batterie, col Comando di Gruppo· e 1i Comando del Reggimento stessp rimasero accerchiate e fatte prigioniere. Alt.re batterie, òopo <li essersi difese strenuamente, riuscirono a salv:ue soltanto una parte del personale mentre 1 pezzi, dopo essere stati inutilizzati, cadev:mo nelle mani del nemico. La stessa sera del 4 i superstiti delle battf>rie perdute (89 uomini in t11 tto), clisannati si recarono su 11'.lonte Spill già. in gr an parte occupato dal nemico, per tentare la riconqtùsta de'i pezzi. · Dtll'anl:e la notte dal 4 al 5, q11esto manipolo <li valor-osi, avuti 20 fucili ed u.na cassetta di munizioni, dopo nver prfSO contatto col nemico, rimase da solo alla difesa cli Monte Spill. · All'alba giungevano in aiu.to alcuni repart~ di fa nteria, ma all~ 10 il nemico attaccava nuovamente in forza, ed i superstiti fanti ed artiglieri, dopo una strenua lptta corpo a corpo, erano costr<'tti a ri piegare. Nei giorni successivi i supèrstiti d:el R eggimento riceve,•anp . l'o;·clin e di scendere e raccogliersi nel ])iano. Nelle disgraziate, ma gloriose giornate del 4 e del 5 dicembre, il Reggimento perdette tra morti. feriti e prigionieri circa 200 uomini, tra cui 23 ufficiali . 20° REGGIMENTO AB!rIGLIERIA DA CA:;\'lPAGNA. - Il Reggimento aglì or<lini del colon. Laliccia, fu schierato dal Col Caprile a Monte Pertica, e pur essendosi mossp dalle sue- posizioni di Val Suga ~a soltanto il giorno 8 riuscì a sistemarsi su tale linea entro il 12 novembre, partecipando poi fi n dall'inizio acl un epico periodo, la cui storia, oggi ancora poco conosciuta, clirà come non sia arrisehinto l'aITermare che ìl salòarr,i della <lifesa d'Italia su quel sacro Monte è dovuto ai nostri solclati ecl in grandissima parte ai nostri cannoni. Ai nostri uomi ni s_ovr ntutto. che in quel tragico momento, preoccupati solamente dell'immenso pericolo in cui trovavasi la Patria, e della necessità dì moltiplicarsi per la i;ua difesa, v~ dedicarono silenziosamente tutte le lor9 energie, tutta Ja loro passione.

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IL COMPORTAMENTO DELL' ART!GLJERIA

Il I Gruppo è a Col Caprile e Col Berretta; il JI tra Faglleron e il B'enìlou ; le batterie 1a e 7a. s ul Pertica. d.ppena in posizione lutti i reparti sono impegnatj_ a fondo ed il nemico S<!nte gli effetti det ti ro preciso delle batterie, sia nel passaggio del Cismon che nell'attacco de~ Col dei P t·::ii. ì\Ia l'azione nemica , inlziata il glorn9 15 uovcmbre, si svlluppa violenta il 16 ed il li contro il Col Ilonato, cbe ~e nostre fanterie non r iescono a tenere, e poicbè la perdita della posizione può essere fa tale per la nos tra difesa , le batterie del Regg?wento, per quanto S9ttoposte all'azione concentrata di tu tta l'artiglieria nemica della zona, riescono con violentissimo fuoco, aggiustato sulle posizioni . da noi poco pr_ima a bbandonate, ad impedire che li nemico possa da ei::se sboccare, e insistendo colla masslma tenacia in ques to tiro dann9 tempo alla difesa non solo di riprendersi, ma d! organizzare e di !'!ferrare un contrattacco che riconduce le nostre fanterie a .r iguadagna re una parte delle poslzionl perd ute (1) . I nostri pezzi con azione ininterrotta e yiolènta sbarrano, interdicono e proteggono la dlfesa, ·ma il uemico non s,i arresta ed il giorno 20 1>nò cbiama rsi padrone del Col Bonato dopo a,·er però subito per il nostro (uoco, terribili r,erd ite. La 4a batteria fra le a!tre è battutissima: ha un pezzo fuori comùattimento, colpito in pieno ; perde il vroprio Comandante, muore da eroe uno dei suoi subalterni, e 28 sen·entl rono posti fuori combattimento. Il nemico !ncallr,a, e mentre clal Col Bona to punta sul Berretta, attacca il re.rticn . L'attacco sul Co! Be rretta è trnttenuto, ma il Pertica è perduto. l\Ia nelJa sventura gli artiglicl'i scrivono nuove pagine di eroismo. Le batterie l" e r" rimaste in posizione oltre la linea di ripiegamento delle nostre fan terie col solo presidio dei loro ~ rventì, sta nno per cadere in mano dei ne~ico : i pezzi della 1"' batteria deYOno essere momentaneamente abbandonnti. Cala 1(1 notte, e vezzo per pezzo la i'" batterltL può ri piegare s u Monte Cost9n. Gli a rtiglieri della 1a si riuniscono, cbiamano i colleghi della ? con energjca mossa escono dalle linee, disperdo no i primi posti nemici e rictLperano i pezzi della 1~ batteria che, trasportati a braccia su nuo,·e posizioni pure a Monte Coston, nello stesso giorno rimess~ nuova.mente in efficienza, possono ri prendere il fuoco e rientra re in azione, ri manendo poi in tali posizioni sino alla completa stnbilizzazione della linea ùcl Grappa. La conQuistn ciel 091 Bo.nolo e del Pertica e gH altri 1·:rntaggi conseguiti clal nemico rendono impossibile nl!e batterle del I Gruprio Il r:.-osteners i !':Ullf predette posizion i battutissime e mal presidia te, sottoposte a facili colpi di mano, contro i Quali gli artiglieri non hanno da oppone nitra difesa se u1n1 quella c9nsentitu dai loro soli mezzi, mentre ct·attra parte le artiglierJ;, <'lt:l Gruppo non possono svolgere un'azione pien:imente e!licace. Esse ripiega no (1) Il pericolo è ritarda to ma non eliminato pcrchè s i arresta, e la salve;:za della nostra Unea è di nuovo minaccinta <l:11 ri unonirsi dei colpi del nemiC<,_. forte cll ll)ezzi

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NELLA BATTAGLIA DI ,\RRESTO

quindi per batteria alla testata di Val dei Camini, Pra Gobbo e Col del Miglio. Intanto gl! attacchi nemici non sI arrestano, e dal 22 al 25 lµ lotta eontinua pel Berretta e pel Pertica, fiucbè il gior no dopo la quQta 14i6 del Berretta viene da essi r aggiunta, i,na poichè le nostre battel'ie prontamente la fulm ina no, gli attaccantJ vengono iuchiodati e pestati sul pos to mentre i l9ro rincalzi non possono avanzare per la violenza del nostro fuoco. NelJa s~ssa giornata del 26 i! nemAco è cosi completamente ricacciato, ma i::~ pure i suoi attacchi sost:.1no per qualcbe giorno, essi divampano poi anche più violenti nel dicembre cot potente conc9rso delle sue artiglierie postate r:elle nuove posizioni occupate sulla destra del Brenta. Cinque giorn~ di continuo bombardamento non fiaccano però gli ar tiglieri del 200, e l'attacco delle fanterie -nemiche, sfenato il giorno 11 dicembre, li t rova pronti e saldi alla difesa sulle loro poslzion~ fl agellate e sconvolte dai. tiri avversari. La battaglia è quanto mai violenta : le quote 1424, 1458 e 1476 sono raggiunte, ma non su1~rate dat nemico arrestato dal violentissimo nostro tiro, cbe, costituendo uua potente cortiua di fuoco, consente alla nostra difesa di riorganizzarsi in posAzion\ più ar retrate. Il 12 e il 13 cou alterna vicenda si $\ICCedono attacchi. e contrat tacchi sulle posizioni contrastatefi finchè il nemico attacca a fo.ndo e sbocca dalla t~atata di Val Fçmtana, m~ntre sulle nostre batterie, elle col loro fuoco costituiscono un così forte ostacolo al suo irrompere, ai ,abbatte una fitta grandine di col p! avversari. Jsolate dai Comandi superiori, le nostre bat terie continuano ininterrottamente la loro azione in mod9 autonomo, e seguendo a vjsta le vicende dell'attacco avYersario riescono a r allentarlo e anche ad arrestarlo, ma col cacl~r della notte mentre è reso più agevole all'attaccante l'infiltrarsi di arditi reparti. isolati, ci giungouo notizie i ncerte e contraddittorie, ngn potendosi averè informa1r.ioni dirette clalle nostre p11ttuglie di collegamento che furono distrutte, d isperse o c:attn.rate. ·n combattimento delle fa nterie cbe va man mano smorzandosi a ppare ormai i ndicare un ripieg::u11cnt9 delht nostra linea, e poicbè fiualmente dai vari informator i lanciati a riconoscere la situazione, si apprende çbe dopo dh,per ato combattimento la nostra difesa si è fis$ata tra Rocce Anzini.Ca de Anna-Osteria del Lepre-M. AsolÒne, risulta che tale nuova linea trovt1si a 1 km. drca più indietro delle po&.izioni tenute dalle batterie 2.11., 3"' e 4a _ Intanto il nemico, che. ha subito forti perdite ed ha veduto le nostre truppe r esi. stère e svincolarsi dall a stretta che esso riteneva decisiva, avanza ora cou grosse . pattuglie ; e già è sulla linea dei JJez1r.i, alla sede del Comando del Gruppo ... , ma il pericolo rinsnlda , se possibile, la fermezza cle\ Comandanti e degli uomi ni : le batterie .debb0n9 essere salve ad ogni costo e lo saranno! chè con miracoloso sfo1·zo vengono port ate in linea a San Giovanni e sul Fagheron, e sottratte così ad un nemico che già .se ne riteneva padri:me. Ripiegamento mirabile per ard.imento e per destrezza , in cui -mentre la neve attutiva ogni rumore, la comune concorde volontà di Cari e di gregari rese inutile il da re un ordine o pronunciare 1rn solo comando. E fu ambizione

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IL COM PORTAMENTO DlllLL' ARTIGLIERIA

in quel fraogeute di nulla trascu rare, nu lla lasciare al nemico: edJ invero poco o nulla fu perduto, neppure del materiale più minuto. Anche tutto il munizionamento fu ricuper ato <!alle coraggiose squadre che JJrovvedevnno al rif9rnimento mWlizion! ed alle quali non va tributata minor lode che alle s()uadre dei pezil. I conducenti del Reggimento coi lor o cavalli di servizio a soma, ed ! salmeristi straordinari, in )unghe colonne su strade quasi JmprntìcabiJ.1 e sotto fuochi tenibili, sfidando ogni intempel'la bauno mantenuto refficienza dei pezzi trasportando migliaia e migliaia di colpi; essi non c9nobbero riposo e non misurarono sacrificio, spinti dal sentimento che per la salute d'Italia occorreva che le batterie fa cessero fuoco e ·c:be i loro corom~litoni avrebber9 certo sbarrato la via al nemico purcbè avessero rounizion;. 11 la,oro compiuto da questi umi]i gregari fu prod igioso : e se ne bn la misura considerando che dal 14 novembre al 15 dicembre i! Reggimento r ovesciò sul nemico lilla media giornaliera di oltre 12.000 proietti che <lovev::mo essere tras portati da Romano ,Alto e da Pove. Il lG dicembre le batterie 2' e 4" erau9 di nuo,ro in efficienza : la aa, elle nella giornata del 14 1n-eva perduto due ufficiall ed aYe,·a arnto tre pe?.Zi colpiti, fu tolta da!Ja liuea ed inviata a ricostituirsi. · Il giorno 16 il nemico attaccò nuovamente e con grande impeto a Ca de Anna e Pra Gobbo, e poicbè la nostra linea non nveva potuto ancora essere completamente sistemata, cpsì non resistette all'w·to violento e cedette a Ca de .Anna. ;t\fa fu un attimo p~·rcbè mentre le biltterle sbarrano col loro fuoco impetuoso il passo al nemico, i difensori si riprendono e trovano accanto ad essi nelle tri,ncee il Comandante del n Gruppo cbe, imbrflcciato un m9scbeLto e riun.lti gli ufficiali e gli uomini disponibili, era accorso do,e il pericolo appariva maggiore. L'azione di fuoco delle btltterie fu c-o!'li Intensa, precisa e sicura, e lo sian. cio di tutti così volonteroso e forte per cui il nemico venne trattenuto e conSl·guentemente le nostre posizioni vennero a trovarsi in maggiore s~curezza. In questi critici istant} lu cui }~ batterie, estremn difesa 9el Grappa, erano in serio pericolo, il Comandante <lei Reggimento trovò 11ei suoi artiglieri In fede fondata per riferlre a èbi lo Interrogava che « non uno dei suol pezzi ùoveva ripiegare, ma tutti persistere in una inintc·r rottn implacabile azione per evitnre uno sfondamento imi Brentit e ln perdita del rrrnssiccio del Grnppa ». E l'azione continuò coll'ordine cli portnre ! pezzi al mas~imo rendimento e. se. del caso, morire su di essi. Cosl la difesa si poi è ricostih1ire e farsi sempre più aggressiva tanto che il nemic9, arrcstnto dal fuoco, dovette soffermarsi. Ln roionccia terribile era sventata; l'attacco nemico che si, ern jntnnto esteS-O oo tutto il fronte, veniva tratt,enuto; l'nvversnrio non segnò in quel giorno altro vantaggio all'infuori <lell'occupazione della quota di Monte Asolone che, ~onv9lta dal tiro dei grossi calibri, nvevn vi.sto, il proprio vresidlo distrutto. Ma questo fu l'ultimo vantaggio che il nemico consel!'ui nella zona, malgrnc1o ,che i suoi nttacchi sl rinnovassero nei glorni seguenti, impetuosi e prolungati, ma senza alcun risultato pratico. Fu così che la difesa potè sempre più 1·afforzar si e prenae1·c il sopravvento. tanto che Je batterie 2" e 4a che erano 1<tate le mnggiormente provate, pote-

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NELLA BATTAGLIA DI ARRESTO

rono regolarmente ripiegare sul Col Campeggio, r,er provvedere al ·1oro riordinamento. Il giorno 25 dicembre le b:ltterie occuparono nuove posizioni a Casera del Comune, dalle quali la loro ar,i;:me di fuoco poteva svolgersi. più efficacemente; e questo schieramento ven11e poi mantenuto fino a quando la Jinea (]i Co~ Moschin-Osteria del Levre-A~X>lone non fu superata dalle nostre truppe vittoriose. -X•

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Gli episodi rip,ortati dimostrano che in questa battaglia l 'Artiglieria italiana fu pari alle sue tradizioni : con genialità,, con ripieghi d'ogni sorta essa seppe rimediare alle perdite subite, con scarsi mezzi di traino e con organici ridotti riuscì ad eseguire spostamenti difficili e pericolosi e, ove necessario, riìJ.)iegamenti faticosi e critici, talvol ta soltanto a- forza di braccia, con :iJndomito valore e con fraterno spirito di colleganza d'Armi e di uomini, difese eroicamente i suoi pezzi ed in og;ni momento riuscì a, dare a-lla fanteria l'appoggio e la protezion e necessarie. I criteri ·d'impiego d 'artiglieria. furono quelli da noi già citati in precedente paragrafo di questo capitolo accennando alle direttive impartite dai Comandi superiori, prima, e dopo la battaglia ,d i T·olmino, tanto che nulla quim.di è da aggiungere a, questo· riguardo, anche poi perchè in qetermina.te imprevedibUi ed imprevedute circostanze della lotta, qualsiasi dottrina, cede for zatamente il passo allo sipir ito <li iniziativa, alla genialità dei Ca.pi in sottordine, ·a lle ferree imposizioni delle contingenze. Quello che invece è doveroso ricordare è che le posizfoni ài difesa nolll erano state sc,elte a caso, nè imposte dagli avveni~ menti o dal :nemico, ma. bensì frutto di un pa,r ticolareggiato ed accurato studio fatto dal Oomirndo Supremo, anche per qua.nto concerne l'artiglieria. Diee infatti il gen. Oàdorna nell'·o pera già tante v,olte, ricordata.: ...io pro·ponevo di 1J9rtare tutta 1a dit°€sa s ulla destra del P iave, salvo forse la testa di ponte della P.riula .. . l\fa, per confer ire alla 1mova linea non solo uua f unzione di <lÀfosa passiva, ma anche azione controffensiva, almeno locale, proponevo: 1) di tenere la <lèstra dello schieramentp tra 'J.:reviso e le lagune (f1;.1nte di soli 18 km.) luugo il Sile, che è poco l nrgo ma inguadabile, e con occupazione cli carattere prevalentemente difensivo ; 2) di collocare alcunè battei:ie intorno a Treviso; con azione verso la P iave e <lÀ fiancheggiamento (lel Sìlè; 3) di occupin·e saldamente jJ :Montello (che sai·ebbe diventato l'ap-

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LO STCOIO DEL COM.U.ì>O SUPREMO

poggio maggiore e ceucrale della linea difensh·a) con batterie di medio calibro da eollocarsl, sia sulla fronte settentrionale per battere la stretta ò~ Cornuda e la pianura tra Vidor e S0lig9, sia sulla fronte orientale e meddionaie per battere ,erso Conegliano e lungo le due rh·e della Pia,e verso Valle; .J) di collocare batterie di med ro calibro sulle alture di Cornuclu ; con uzionc sulla s_ìuistra della PiaYe e sullo sbocco di Pederobba; 5) cli occupare con truppe alpine le dirnmazionl est e nord-est di :\!onte Grappa ; 6) finalmente di collocare grosse risene tra Montebelluna e la ferrov ht Castelfranco-Treviso per poterle lanciare iu quell'alta pianura, meno rotta da fossi e da canali, che si troni a sud del Montello, contro il nemico che attaccasse Treviso e la linea del Sile lascio ndosi la Phl\'e alle spalle. ... Trascorsa la minaccia austriaca (]al Trentino, ripresi in esame tutto il prpblema clella difesa della Piave seconclo il concetto fondamentale formulato Del 1912. Lungo ìl Sile, u valle di Treviso, feci est!guire lo studio dei lriucernmenti da costruirsi al momento del bisogno, e si costrUirono effeltivamente gli appo. stalllenti per artiglierie di mecl!.o e gt'Osso calibro progettati clal Comandante g€'nerale d'arliglieria (gen. D'.A!essanclro). eguale studio fu esciruit9 sul :\Iontello. 11 :.\lontello può essere ra1>presentato come un piano inclinato e forteme ute ondulato, di natura carsica, il quale, dalla quota massima 369 declina a dolce pendio nrso oriente fino al margine da cu.\ cade con er le pendici sulla Pia,c. Questo fiume scorre tra la confluenza del torrente Soligo II Nervcsa, pr9fonclume11te incnssuto tra le pendici sutlclette del Montello e quelle del Colle· cli Guarda. L'estremità orientale del Montello può essere bnttntn ()al grllPPO. collinoso del Colle di Guarda con fuochi dominanti, ed anclle anolg<:'nti se lu linea cli ar tiglierin nemica si estenda sulla pianura d!. destra del Sollgo fi n \'erso :.\lpriago; quindi tale estremità è difficilmeute tenibile, come :,i vide du rante J'off:ensl va nustriaca clel giugno 1918, dura nte la quale il nemico non ebbe troppa <lifficollil ad impadronirsene. P er queste ragioni io oròinai: 1) che la difesa ad oltranza fosse predisposta con un gruppo cli. for tificazìoni lntpruo alla massima quota 309; 2) che il gruP!}() fortificato del Montello fosse congiunto col campo t rincerato di Treviso con una linea (]i trincee, ·a guisa di cortina tra i due bastionì; 3) cll.~ fosser9 disposti due votenti nuclei cli artiglìerie cli llledio calibro, uno a norclo,est òel Montello, l'altro n sud.est, più forte il primo del secondo, allo SJCO [JO di fornire fuochi potentis!limi e com·ergenti sull'estrelllità orientulc cl~i :.\:Iontello quando Il nemico se ne fosse illlpadrpnlto, ec1 anche sulla sommità 369 se il nemico fosse riuscito a mettervi piecle ; .J) che tra la linea del l\Iontello e la pianura cli i\Iontebell una fosse costruita 11na linea in contropenclenza oYe ripiegherebbe il difensore re respinto dalla $1Qlllmit11, e dalla quale prende. rebbe le mosse per r)conquistare la cima sott9 la protezione dei cllte nuclei di artiglierie già accenna ti. Nel mese cli ottobre 1917 i lavori sul Montello, allo1·a appenn 41 abbozzati, vennero spinti con 111 lllasslma alacrità. Con questi provvedimenti uvevo fiducia di poter far fronte anche :id un attaçco in grnnde stile che mi aspettavo, J?iucli. cando Il Mo11tel19 il punto più debole della linea cl ella Piave, 11er U suo acl.

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NELLA SCELTA DELLA POSIZIONE DI DIFESA

dentrars! a saliente nena linea nemica dalla quale era. dominato ed avviluppato. Tuttavia, nell'offensiv,a austro-tede1>ca del . novembre-dicembre 1917 l'attacco da) Montello non f u tentnto e .fu, a mio avviso, errore del nemi.co . ...Quando intravidi la possibilità di una ritirata sulla Piave, ordinai che la prima difesa fosse t9s'to organizzata lungo la riva destra del fiume, sia per contendere tenacemente al nemico il passaggio del fiume stesso, sia peì: guada" gnare il tempo necessario a compiere i lavori su)la linea difensiva retro-.<otante. così fu fatto, e quando il 10 -novembre ebbe inizio l'attacco, i laYori, benchè ancora poco solidi, ben cprrisposerb al loro scopo, tenuto conto dell'ost.acolo passivo del .fiume. che li copr)va . 1i tratto più difficile ad organizzare lungo la Piave era quello in· corrispondenza del Montello; ma Si ricorse specialmente a nidi di mitragliatr ici (Usposti nepe anfrattuosìtà del terreno, e ad ar(iglieria da campagna condotta molto innanzi nella pianura di Ciano a nord! del ;i\f on, tçllo, allo scopo di i nfilnre il largo greto <lel fiume ne} tratto che l;tmbe a nord il piede del Montello in direzion.- d! Falzè di Sotto: ... Capitale importanza per la difesa della Piave aveva il massiccio montuo~ del Mpnte Grap.[}a, come quello che ne costituisce il necessario appoggio nei monti e, nello stesso tempo, faceva sistema col.l 'altipiano dei Sette Comun~ per precludere al nemico l'importante arteria di Val Brenta. Per queste 1·~gìoni e per altra che ora dirQ, avevo pprtato la mia attenzione sul Monte Grappa fin dal tempo che seguì l'offensiva austriaca dal Trentino <lel 1916 ... pensa!. di usufruire <lei massiccio del Grappa e del gruppo collinoso dèl Col dèl Gallo, cbe sorge ad oltre 600 metri sul fondo delle valli laterali, tta il Brenta ed il Cismon presso la loro confluenza. Il gruppo <lel Cpl d,H Gallo fu tutto traforato di caverne per artiglierie e mitragliatrici che battèvano con mqlta efficacia i risvolti della rotabile che si sviluppa lungo la ripida scarpata roccìosa tra Enego e Primolano... Debbo ora accennare ai lavori ordinati <lal Comando Supremo sul massiccip del Grap.[}a fin dal novembre 1916, solo per misura di lontana preveggenza, perchè nessuno potf!va pensare in quel momento che un anno dopo avre_mmo dovuto difendere la linea della Piave: ...apppstamentì per 60 batterie (con strade di ,acces-so), necessarie per battere i! terreno in tutte le direzioni, ma specialmente verso l'altopiano di Asiago, quando fosse caduto in mano del nemico il terren<l- a nord <li vai Frenzela - (co~e :wvenne difatti nel novembre del l91i) - sbarramento, con reticolati e mitragliati·ici fi:rncheggianti i~ caverna, di tutti i caI)aloni che, attraverso la parete rocciosa di slui.stra del Brenta, tra Col d'i Prai e Col Mo,cbin , potevano dare accesso, sia pure con molta difficoltà, all'altopiano. · ... Si può immaginare ·che cosa sarebbe avvenuto, nelle condizioni in, cni s\ trovava l'Esercito il 10 novembre, se avesse dovuto riprendere la ritirata verso l'Adige, in accpr<lo colla ia Armata, la quale avrebbe dovuto abbandonare gli altipiani ; e tutto ciò mentre non :;:i aveva ancora avuto il tempo di sistemare a difesa la linea del Baccbiglione-Basso Brenta e quella <lell' Adige! Non _parrà pertanto esagerazione il dire che quei lavori hanno largamente contrib'u.ito a salvare le principali Provincie venete dall'invasione, e l'Italia, e forse con essa l'Jntesa, dall'estrema rovina.

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LA CONTR0l"FE:-1SIVA ITALIANA

§ V

La controffensiva • La battaglia di Monte Tomba quista di Monte Valbella.

La ricon,

Non er~ ancora trascorsa una settimana dagli attacchi del nemic-0, che i nostri soldati avevano respinto valorosamente precludendogli ogni possibilità di avanzata, che già tanto da parte nostra quanto da parte df'i nostri Alleati franco-inglesi. che fin dal 2 novembre n,vevano ma,ndat-0 loro truppe sulle nostra fronte, veniva ripresa l'iniziativa delle operazioni. Prima, fu la, v-olta. dei franc,esi colla, brilla,n te azione di Monte Tomba. L'av·· versario coi suoi acca1ùti attacchi del novembre tendenti invano allo sbocco in piano perché fermamente contenuti nella zona centrale del Gra,ppa, nella terza decade del mese ern riuscito, come si è detto. a porre piede.sui dorsale Monte Tomba-M:onfenera, e tale conquista. mentre gli aveva da.to buoni osl"iervatorii, costituiva una minùccia per i rovesci del Montello e del Grappv. L<> organizzazioni difensive, tanto nostre come austriache, avevano carattere improvvisato. (Vedi Schizzo fig. n. 16 . cc Teatro delle azioni autunno 1917 »). Tra il 4 ed il 6 dicembre la 47" Divisione francese dell' Armata del gen. Duchène a,veva sostit1lito la nostra 17"' del IX Corpo d'Armata, tra Oi:iteria di M:onfenera e S. Sebastiano, prendendo contatto a destra col XIV Corpo d'Armata inglese (Montello) e sulla sinistra col XVIII Corpo d'Armata italiano. Dopo aver provvedu to alla, sù:;temazione delle p,osizioni, il Comando della 10a Armata francese, d'accordo col nostro O-ornando S upremo·, progettò un'azione offensiva, collo scopo di scacciare il nemico dal Monte Tomba e dal l\fonfenera, e ne affidò il compito alla 47° Divisione dei cc chasseurs >>. L'operazione, oltre a t,ogliere al ,n emico alcuni vantaggi, tendeva a. mettere in atto contro di esso .quella, collaborazione di spiriti e di armi che già, all'inizio del novembre, come vedremo in seguito, aveva determinato la ven~ta delle trup:pe alleate franco-inglesi in Italia. -134-


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Flg. 17 • Battaglie di M. Tomba e ,M. Valbella

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LE ART'IGLIER.lE l'rALIANE

L'attaceo da svolgersi su un fr.onte di poco più di 2 km., preceduto ed accompagnato da imponente impiego a massa d'artiglieria, doveva. agire in due direzioni: da ovest ad est, e da sud a 111ord, per attaccare la quota 868 del Monte Tomba. dilagare sul suQ immediato rovescio e prendere quindi d'infilata. la, pa,r te ovest della posizione principale. L'artiglieria a disposizioille del Comandante d ell'artiglieria ' divisionale comprendeva batterie francèsi e, in minor numeto, cDme rinforzo, batterie italiane, come dal seguente elenco : - Piccoli calibri : pezzi 136 (S4 da campagna e 36 da montagna francesi; 16 da 75 <la campngna itaJìani); ~ Me<lli calibri : pezzi 68 ( 48 da 155 CS francesi; S da 149 A e 12 da 149 G l.talianl) ; - Artiglierie da trincea : 61 pezzi (24 Mmbarde da 58 fra ncesi; 19 mortai da 149, 12 bombarde da 58, 2 bombarde da 240 C e 4 bOmbarde da 240 L it111Jani).

Avrebbero poi anche potuto prendere parte aU'azioorn le seguenti arUglierie: - I'iccoli callbri italiani: pezzj 42 (12 da Ò5 mont.; 6 da 70 mont.; 20 da 75 campagna; :4 <lit 75 A); - Medìi calibr! france~ : pezzi 68 (12 da 105 L; S da 120 L; 48 da 155 L); - Me<lii calibri itnliau i : pezzi 21 (13 <111 140 A; 4 da 14fJ G; 4 da 149 pe. santi cnmpali); - Grossi calibri italiani : pezzi 2 (obici <hl 305/17); - più un uu mero imprecisato di batterie <li ,al'io calibr o del XIV Corpo d'Armata britannico; - era stato inoltre pre,isto l'impiego di 8 batterie di medio calibro ·aa parte del C9ma11<10 d ella 4~ Armtlta ital inna .

In complesso, senza tener conto dcBe a,r tiglierie britanniche, le artiglierie a disposizione per l 'azione erano : -

P ezzi di piccolo calibro 178 ; Pezzi cli med~o calibro 180; Pezzi d i grosso calibro 2; Artiglierie da trinceri 61.

in tot:1.le cioè pezzi 430 (di cui 180 italiani); tanto che si aveva la, densità, <li 1 pezzo ogni 5 metri circa. La preparazione preventiva d'artiglieria doveva essere inizfata. 111ei giorni precedenti l 'attacco, e completata. nel giorno dell'attacco stesso~ quattro -0re prima dello scatto; subito dopo -136 -


NELLA BAT'LI.GLIA DI ll!ONTE 't()MBA

doveY-a iniziarsi la preparazione immediata. durante 1a quale i compiti dell'artiglieria era no : - per l'artiglier ia pesante: di~t1:uggere le organizz:-izioni difensive nemiche di prima linea e concorrere a{l olcuni concentra medi; - per l'artiglieria da campagna e <la montagna ·: eseguire t ir i lenti, ma continui, sulle trincee, noncbè Ì'apidi e saltua rii concentramenti s-1ùle piste di r ifornime11to e· sulle presumjbili· ione <li alll.IDassamento delle r iserve nemicbe; - per l'artiglieria da trincea: concorrere allr1 distruzi.one delle tri11cee e d ei ricoveri e completare l'interdizione <lei valloncelli · snlenti dall'Ornic, nei punti che per l'a"rtigllerin pesante risultavano in angolo . mor to; - per l'artiglieria dei vari Cor pi <l'Armnta: la controbatteria e l'in ter .dizione lontan a .

L'accompagnamento, affidato a sette Gruppi, ad ognuno dei quali era. assegnata. una fronte cli 300 metri, doveva avvenire a sbalzi, mjsurati in modo da, raggiungere la cresta in 6 minuti e con nna celerità di tiro di 6 colpi per pezzo al minuto : dopo i predetti 6 minuti doveva essere tolto· l'accom1pagmamento della cresta e stabilito lo sbarramento finale. Tutte le artiglierje concorrenti all'azione, dovevano p·oi assicmare -l a protezione <lena fr.onte raggiunta, con tiri di sbarramento e <li interdizione. Il giorno 2G dicembre venne i:niziata. la. ipreparazione preventiva e (llella ma.tt.inata del 30 venivano eseguite rettifiche e controlli del tiro ecl unn ricognizione generale aerea con fo tografie; ·e subito dopo venivano emanati gli ·Ordini per porta,r e a termine e completare le distruzioni, e per impedire qualsiasi spostamento delle riserve nemiche segnalate in movimento nelle retrovie. All'incirca alle ore 11 ebbe primcipio la preparazione immed.iata da. pa,r te cli tntta l'a,r tiglieria; men tre le bombarde ed i mortai da 149 eseguivano tiri ,d i distrnzione sulla, prima linea, é sui suoi rovesci fino alle testate dei va.lloncelli che dalla valle Bkaclora, ~a1gono. a.d ovest del Tomba. su Senge e Pra di Spada, i ,picooli ca.libri ooncentravano il tiro sui capisaldi, sugli a,ppo stamenti per mitra-g liatrici, e sulle probabili z.one dei rincalzi. I ntanto il XIV Corpo d' A1·mata. inglese controbatteva batterie attive a Sopra.piana ed a OJord cli Vidor, (est di Pederobba) riducendole al silenzio, ed il XVIII ·Corpo d'Armata ita.lia1110 7:1entralizzava completamente con tiri a liquidi speciali le bat-

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LA BATTAGLIA DI MONTE TOMBA

terie nemiche di Monte l\fadal ,d ando altresì un potente rinforzo all'interdizione, con tiri d'infilata, sulle strade di Quer·o, (nord est di Alano), ed ai piedi di Monfenera. La rea-zi.one ,nemica ·e ra fiacca a causa dell'efficacia della controbatteria che era ·stata. iniziata, alle 12,H5. Dalle 14,30 alle 15.15 con6nu.ò lentamente il tiro dei piccoli calibri sulle prime linee, e quello d'interdizione dell'artiglieria pém,n.t~ divisionale contro la linea, cl cll'Omic, Baveri, F eser , sbocchi delle vallette cli riva destra dell'Orni.e, e testate di esse. Alle 15,15 veniva ripresa la cadenza accelerata.. e<.l alle 16,!5, dopo che alle 16 veniva iniziata la controbatteria p:enerale di neutralizzazi.one, precedute da un ac.compagnamento costituito da una cortina. mobile di fuoco, scattavano le fanterie in rade catene sùccessive da oYest verso est contro il Monte Tomba, da sud a nor.cl al centro ed al.l'ala destra, memti'e gli ~leroplani. che già. erano sulla prima. linea austriaca, vi si abbasi:.avano improvvisamente fino a 1poche decine di metri , bombardandola e mitra·· glianclola. Gli sbarramenti fissi battevano il T,omba. ed· il Monfenera, e fotanto i piccoli calibri effettuavano l'accompagnamento spazzando il terreno per fasce successive, s1 che in meno di mez,z'ora la nostra fanteria poteva raggiungere i suoi obbiettivi. I fanti avve'r sari rimasero quasi dappertutto nei ricoveri,· resi impotenti dalla vfolenza e dall intensità dei nostri tiri; solamente nella· zona di Case Na1·anzine pochi ufficiali e soldati tentarono resistere, ma il Comando dell'artiglieria division ale frruncese concentrò su di essi l.800 colpi in JO miITTnti e in breve li disperse. Di fronte all'a.Ya nzata delle fanterie la reazione dell'al'tiglieria avversaria fn t}lrdiva ed' inefficace. I n questa battag-lia furono presi al nemico : 4 raunoni da campagna: 2 cannoni leggeri da. trincea.: 2 cannoncini da 3'7; 6 lanciabombe;' più ·una ingente quantità di materiali vari. Durante e dopo l'azione. l'artiglieria austdaca fu nettamente dominata da quella alleatn. e, come si è ,d etto. non reagi che fiaccamente. Ciò dimostra quanta importanza ha, specialmente nei combattimenti !SU tratti limitati, la controbatteria, che opportunamente predi~osta deve tenere sotto il suo tirò tutta l'artiglieria nemica che può agire sul tratto attaccato ed - 138-


LA BATTAGLIA DI MONTE TOì\fBA

e;,itarne il concentramento dei fuochi. La massa, d'artiglieria impiegata in questa batta.glia. era, formidabile : per . essa già si disse che la densità di schieramento era di circa 1 pezzo per 5 metri di fr.onte, mentre alla BaÌ.lllsizza avevamo 1 pezzo ogni metri 7, 75, e sugli altipiani, nel 1918, 1 pezzo per ogni 5 a 6 metri; e sul fronte francese nell;;L battagli.a della Malma,i son la densità era di 1 pezzo ogni 5 metri· e sull' Aisne di 1 pezzo ogni 8 metri. La formidabile massa di artiglieria impiegata nella, battaglia di Monte Tomba fu molto ben oi·ganizzata e saggiamente diretta come dimostra il rapidissimo concentramooto di circa l.800 colpi su Case Naranzine. Concludendo, la minuziosa cura con cui fu preparata l'azione di fuoco , e la potenza di questa azione furono i due elementi cal))itali del successo e delle minime perdite .s ubìte dalla fanteria. Ma il consumo di munizi,oni fu immenso. Il sistema di accompagnamern.to a cortine dà buoni risultati, ma non è ancora qnello che occorre nella guerra, rnoderna.

Mentre le' truppe francesi compivano la brillante azione del Tomba, reparti della nostra, 3a Armata, dopo vari giorni di combattimento, obbligavano gli austriaci ad · abbandonare la testa di po.nte ed a ripassare il Piave. Il 14 gennaio le nostre truppe ·r iconquistavano l' Asolo:ne, ma dopo due giorni di lotta asprissima, dovevano abbandonare la vetta del monte; sugli a.ltipia-ni il 27 e 28 genna.io conquistavano Col del Rosso, Col d'Echele e · Monte V;ilbella. Sebbene l'avversario, ,dopo il .26 dk,embre non avesse rirnnovato i suoi sforzi per giungere alla pia,nura veneta., la nostra sistemazione sull'orlo meridionale clell' Altipiano .a.i Asiago era rimasta· tuttora perioolosa: un nuov,o sforzo del nemico avrebbe potuto sfondare la nostra ulti'ma linea di difesa in quel tratto, ed ottenere l'agognato sbocco nel piano. In 1part.icolare, fra l' A.stico e il Brenta le artiglierie nemiche dispon<~vano di ottime posizioni e di utilissimi osservatorii. Era perdò necessario riconquistare almeno l'ultima linea perduta,, e cioè la. linea. lVI. Valbell.a-Gol del Rosso-Col d'Echele, -

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Fig. 18 - Battaglia dei tre ~fontl

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BATTAGLIA .lJSE Tli'L MOH7I R.7 · 31 c. .. nno,o

19 18


LE OPP0 $'.rE FORZID NELLA BATTAGUA OEC TUE MON'J;I

cosl da. consentirci il po sesso integrale dell'-0rlo meridionale della conca -di Asiago, una certa po sibilità di manovra iin profondità, e il libero movimento delle riserve, nonchè nna. sicura postazione delle batterie in quella. zona- boscosa, al riparo del-l'-0.sservazione nemica. Era. inoltre assolutamente :necessario che l' operazione avesse esito vittorioso, per dar prova del nostro riconquistato spirit<;> offensivo d-0po le vicoode dell'ott-0bre-novembre 1917. L'operazione fu pertanto predisposta colla massima accuratezza.. appoggiandola con tutti i mezzi disponibili. La fronte d'azione era occupata dai XXII Corpo, colle Divisioni 57"' a sinistra fra S. Sisto e Costalunga, 33" a destra. fino al Col dei N-0sellari. Il XXII Corpo si collegava ad ovest col XXVI, dislocato di fronte ad Asiago fino alla Val d' Assa-, ad. est col XX che aveva la sua 52a. Divisione alpini fra Val Frenzela e il fondo di Val Brenta all'altezza di Valstagna . Il Gruppo austro-uir1garico Klet ter aveva la 6~ Divisione nella zona del Sisemol-Valbella da Zocchi a Ronco del Oarbon, la 106• Divisione landsturm nella z-0na di Melaghetto fra Ronco del Oarbon e Col del Rosoo, la 67a a cavallo della bassa Val Frenzela fino al Sasso Rosso. Era in corso la. sostituzion e della 6"' Divisione austro-ungarica colla 2P schutzen; inoltre era preventivato un rilJlforz.o colla 18" nella, zona della. 106a. Le direttive emana.te dal Comando Truppe dell'Altipiano entro il 5 genn aio per la progettata azione furono le seguenti: - Obbiettivo: la conquista della llnea M. Valbella,Col clc~ Rosso-Col d'Echele. - Concettg generale dell'azione : - attirare inlzialme.n te r attenzione <lei nemico su un altro tratto della fronte, mecliante una pseuclo-m:cpar:.i:>:ione d'artiglieria s ulla fronte Ave-Zocchi (Settore del nostro XXVI Corpo), ed insistere in tale pseudo-preparnr,ione, su uu tratto l)iil ristretto, fino all'apertura effettiva dei varcbi, mettendo anche in azione grosse pattuglie sulla fro nte Cnno,·e-SiS€m9I; - in precedenza dell' azione risolutiva effettuare una fas-c dimostrativa <l'attacco contro la fronte Sisemol-Ronco del Carbon; - azione principale risolutiva contro la linea M. Valbel!a-Col del RossoCol d'Echele : frattanto l'azione dimostrativa contro n Sisemol verrà continuata per minacciare d'aYVolgimento da tergo i difenoori del Vai bella_; - attacco concorrente sulla s.inistn1 cli Val Frenzela contro la Croce cli S. Francesco-Sasso Rosso ;

-

141-


LO SCHIERAMENTO ITALIANO

- nell'azione principale contro i t re capisa1dl--0bbiectiv9, forti e protetti da profondi r eticolati, evitare gli attacchi frontali lunghi e sanguinosi, e farli invece cadere per avvolgimento; - con(]Ujs'tata la linea.obbiettivo, l'azione verrit continuata per allargar e l'occupazione fino 3: Stenfle, e, per ln testata di VnlJe Fonda e Valle Scurn, fino a qupt.a 10S9 (orlo di Val Frenzela) . Le nuove linee verrnnno presidiate e rafforzate da truppe d /verse ò a quelle che banno effettua to l'attac~o.

La ripartizione delle f.orz.e fu stabilita come segue: -

Azione simulata sulla fronte Ave-Zocchi: reparti ùe!le Brlga te Pavia

e Regina (X,XVl Corpo);

-

attacco òimostrat!vo-sussiài::lrio contro il S isemol : 4n Brigata bers aglieri Divisione) ; - attacco princ~1rnlc: 33a Divisione, con t re masse ; - c9ntro il :V.fonte Valbella : 2° reparto <l'assalto, 5° Reggimento bersaglieri ; - contro il Col del Rosso : 2 compagnie del 1 ° r eparto d'assalto, 1;31° Reggimento fan teria della Brigata Sm,snri; - contro ii Col d'Echele: 2 bflttaglioni del 152° Reggimento fnoteria (Brigata Sassari), 2 compagnie del battaglione alpioj M. Baldo, 2 compagnie del battaglione Tirano; - attacco concorrente ad est di Vnl Frenzela : bnttaglioni alpini BHssano, Monte Berico, Sette Comuni. Vnl ò' Aclige e Stelvio (52'' Divisi,one); e per quan to riguarda 1~ riserve : - a disposizione del Comandante la Brigata Sassnri. dìrigente i d ue attacchi contro !1 Col àel Rosso e Col ò'Ecl.lele; l .buttaglione del 1520 Reggimento fanteria, li battaglione di ma rcia òeJ 45° _Reggimen to ; - n dlsposizionc del Comanà 1mte la 33a Divisione, ten. gen. Sauna, al qunlc ,a affidata la diNzione di t ultn l'nzione p~incipale : 1 battagJJone dè~ 1'.J.• Reggimento bersnglierl; 1 battaglione della Brigata Liguria ; 4° reparto <l'assalto; Gruppo mitragliatrici di,isionali (5 compagnie) ; - n disposl1,ione del Comandante il X..'ì:TI Corpo. ten. gen. Scotti, al quale è affidata la direzione cli tutta l'opernzione : il 14° Reggimento bersaglieri (meno 1 battaglipne); la Brigata Liguria (meno 1 battaglione) e la Brigata Bisagno : le àne Bl'igatc sono <lestinnte nl t'occupazione e s istemnzìone delle linee conq11istate. (57a

Nel complesso deJl'azion e all 'art iglieria incombeva una parte importantissima e cioè : n bombnrdame.nto -d imostrativo di pseu~ do~preparazione, spinto, come si è detto, fino all'aipertura effettiva dei varchi irn un tratto più ristretto; e l'azione a, fav,ore ,d elle fanterie nel loro attacco contro quelle posizioni podei.'Osamente organizzate f protette da u:n. denso schieramento di grossi e medi calibri media.nte : distruzione òelle difese, neutralizza-142-


NEJI,LA BATTAGLIA DEI TRE MONTI

zione delle batterie avversarie aventi azioni nel Settore d'attacco; interdizione dell'afflusso delle riserve; :fiancheggiamento e appoggio dell'attacco ; arresto dei contratta-echi avversari ; protezione delle posizioni c,onquistate. Per l'adempimento di tali compiti, l'impiego delle artiglie-. rie venne prestabilito nel modo seguente : - Alla vigìHa <lell'azioue, tiro òi (]istruzione fino all'apertura dei varchi, nel tratto Camporovere-Sisemol fino a Val Steiifle, seguito da tiri d'interdiz,ione per tutta la notte success,iva co-i l)iccoli calibri per impedire i riattamenti. Contemporaneamente azioui di pattuglie sul f ronte Canove-Siscmol. Tiri di controbatteria che, pur contribuendo a sfmuJare l'a?:ione su Asiago ·cgl neutralizzare le batterie ad ovest di Val d'Assa, avrebbero mirato alla distruzione di quelle accert;1te ad est della valle stessa. Tiri contempo, ranei d! logoramento lontano 1:,,ii baraccamenti e posti di Comando in Val d' Assa, noucbè nelle zone di Gallio e di Fozza. - Nel giorno dell'attacco: all'alba tiro a liquidi speciali su Val Freuzela, accompagnato da tiri (]'interdizione a pr9ietto ordinario nelle vallette laterali per imped\re alle truppe di sottrarsi an·a,,;ione clel gas spostandosi nelle vallette stesse. Contemporaneamente, inizio deJ tiri di logoramento lontnno sugli obbiettivi direttamente .interessanti la zona di nttncco, e della controbatteria contro le artiglierie nemiche cbe prevedibilmente avrebbero potuto entrare in azione contro le nostre fanterie. - Dopo un'ora, inizio del tiro di distruzione su.l le difese dei tre trntfi Zocchi-Sisemol, Sisemol-Bonco del Carbon, Ronco del Carbon-Pizzo Bazea , finncbeggiando in particolare verso ovest ]'attacco òimostrativo 11el trat to ZocchiSisemol. Inòi, mentre tutte le batterie disrionibili avrebbero concentr11t0 il tiro sui tre capisaldi-obbil:ittivo, rinforzand0 qnelJe che già lì battevano, le fanterie, protette da cortine di fuoco, sarebbero scattate di sorpresa .al1':'1ttacco r\solul:ivo fra. Ronco del Carbon e Pizzo Razea. - Il tiro di -distruzione doveva . continuare fino a 10 minuti prima <'he ,~ fanterie giunges&'€ro ai primi elementi delle diifese nemiche. Durante lo Rv11l gimento dell' attacco, e i n relazione alle sue vicende, si sarebbe effottuatl) iì tiro d'interdizione su tutta la profondità interessante l'nttacco stesso: i.nfirH'. dnvanti alla nuova fronte si sarebbe fissato il tiro di sbarramento, :fino a sisteml)zione difensiva iniziale. assicurata.

In condusione era. stato prestabilito un impiego d'artiglie~ ria rispondente al concetto che ispirava le .successive fasi dell'azione : dimostrazione nel Settore di Asi.a.g o; at~razione deJ.. l'attenzione avversaria verso il ti:·atto ad occident.e, nella zona del Sisemol; azione risolutiva ad est del Sisemol. La sorpresa che nell'Esercito tedesco, a Riga, si era ,o ttenuta. so1Pprimenclo gli aggiustamenti e ricorrendo a.i tiri.calcolati, si dovéva invece -

143 -


IL PIANO 0 111\iPIE.GO DELLA ARTI GLIERIA

ottenere qni con una giudiziosa ripartizione delle artiglierie, con un'abile manovra delle traiettorie sugli obbiettivi, e infine con una precisa. esecuzione dei tiri. All'azione dell'art.iglieria, da sv-0lgersi precipuamente dallè artiglierie del XXII Corpo, ma col concorso anche di quelle del ~~I e del XX a.venti effetti utili, erano destinate in tota,l e 4.,20 bocche da fuoco campali, 424 di medio calibro, 15 di grosso calibro, 12 batterie di bombarde : e cioè in t otale 900 bocche da fuo co per agire su una fronte d'attacco risolutiva, di circa 3 km. Alla pseudo-preparazione da effettuarsi dal XXVI Corp·o a e~t della, Val d' Assa, eran o assegnate 15 batterie di medio calibro per la distl'uzione, e altre 2 per la neutralizzazione. P er la preparazione e l-0 svolgimento dell'attacco, il Comando d'artiglieria delle truppe dell'altipiano aveva posto inoltre a disposizione del Comando del XXII Corwo 3 batteri<-! di grosso calibro e 55 batterie di medio calibro. Per la controbatteria, regolata dal predetto Comando d'artiglieria, questo aveva a. sua disposizione altre 3 batterie di grosso calibro e 43 batterie di medio ca.libro, mentre poi si riservava inoltre di valersi di un a parte di quelle, testè accennata, assegnat~ al Comando del XXII Corpo. Per appoggiare l'azione delle Colonne d 'attacco si erano c.ostituiti 3 Complessi d'artiglieria : -

1 Com11lesso occiclentale contro il Siscmol : 1 Complesso c-entrn le contro il Val bell:1 ; 1 Comvlesso orientale contro il tratto Col del Rosso-Col d'Echele.

Mentre ciascuno dei tre Complessi era posto al Comando del colonn ello più anzia1no fra i Comandanti di Reggimento o di Raggruppamen to delle batterie aventi azione sulle zone rispettive, questi tre ComandaJ1ti dei tre Complessi furono posti alla dipendenza immediata del Coman dante l'artiglieria del 1.'XII Corpo. Costituzione dei Complessi: -

Comp lesso occiden ta le : (13 batterie e 2 Sez ioni cli g ros~o calil)ro e np. dio calibr o; 24 batterie da cnmp3gna e moutngnn; 1 bntterin di bombarde) : - Artì~lier ie pesnnti: G batt1>rie OIJ!Ci 140 P.0 .

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NELLA BATTAGLIA DEI TRE MONTI

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2 batte.rie da 280 3 batterie çannoni da 149 A. 3 batterie obici di:, 152 Onglesi) 2 sezioni da 95 F. (francesi) 1 batteria bombarde d;i 240 A.L. Artiglierie leggere : 18 batterie da campagna 2 batt;}rie da montagna 4 batterie da 102.

-

Complesso centrale.: (17 batter ie d,i medio calibro; 24 batte1·ie da campagna e montagna) : - .Artiglierie pesanti : 6 batterie obici 149 .P .C. 2 batterie cannoni da 140 A. 3 batterie obki da 210 2 batterie cannoni da 9-;i A. (francesi) 3 batterie cannoni da 155 F . (francesi) 1 batteria mortai da 149 F . - Ar.tiglierie leggere: 5 batterie da campagna 2 batterie somèggiate 14 batterie da campagna (da posizioue) 8 batterie da montagna (da posizione).

-

Complesso or~entale: (14 batterie di medio C!llibro; 3 batterie di bombarde; 1 batteria lanciabombe; 26 batteri!? da camp;igna e montagna) : - ,Artiglierie pesanti: 5 batterie obici da 149 P.C. 5 batterie cannoni da 149 A. l ba tteria obici da 210 8 batterie cannoni da 105 1 batt eria bombarde da 240 C. 2 batterie bOmba,rde da 58 A. · 1 batteria di lanciabombe. - Artiglierie leggere: 10 batterie cannoni da campagna 7 batterie cannoni da montagna.

Al mattino del giorno G/1 (27 gennaio) le tru1Ppe della 57a Divisio:i:ie, ,destirn1te alla dimo_stra.zione ,offensiva contro il Si~ semol e quelle della. 33e. Divisione, destinate all'azione contro ìl M. Valbella -Ool del Rosso-Col ,d 'Echele, si a;nimassar-0no· nelle zone di partenza ~ cioè : a Costa.lunga per l'attacco contro il Valbe1la; a M. Mela.go per l'a.tfa.coo contro i due Colli del Rosso 10

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LA BA'.l'TAGLIA DEI TRIU MONTC

e d'Echele; la riserva <li visionale si concentrò a Buso del Termine. Alle -0re 12, giusta gli ordini prestabiliti, le artiglierie destinate a distogliere l'attenzione del nemico dallç:1, zona d'attacco principalè, i!lliziarono il t iro di distruzi,one sulle trincee di Zocchi-Steller e Bertigo, e il tiro di oontrobatteria sulle a.Ttiglierie individuate fra Val d' Assa e Val Campomulo, e pertanto nel pomeriggio di tale giornata, l'osscrvarione mentre non potè rend:ersii esatto conto degli effetti del tiro di controbatteria:,, pur_ pr,esumendosi che i risultati fossero abbastanza rilevanti, riusci invece a precisa.re, cont'rollare ed annunziare l'apertura dei varchi : ·d urante la notte, raffiche di nostri tiri d'interdizione impedirono al nemico di riatta,rli, ed alle 6,30 del giorno G/ 2 (28) vennero da noi ripresi i tiri di d istruzione e di controbatteria. Su Val Frenzela,, come da progràmma - a complemento dell'azione dimostrativa. -all'alba del 27 fu :imiziato il tiro a gas che venne. esteso p11re sulle conc-0rrenti vallette ,di Kamant e di Stenile, ma fo quest'ulUma essendo mutata fa, direzione del vento, le nubi dei gas risalivano la valle in dire?:ione di Ronco del Carbon : contemporaneamente si sferra.ro1110 i tiri cli ·Controbatteria sulle batterie nemiche aventi azione nella zona d'attacco. Alle 7,~0 del giorno 28 gennai.o, sulle difesa, cli tutta la zona d'attacco fu iniziato il tiro di distruzione che !Produsse sensibili perdite nelle linee avversarie, fortemente presidiate dal nemico; mentre vicerversa furono minori gli effetti sui capisaldi dotati di caverne e di ricoveri. Alle 8,45, la colonna, operante dimostrativamente contro il Sisemol (20° Reggi.mento bersaglieri ,d ella 57• Divisione) inizi.òl'avanzata·, e in meno di un'ora raggiunse e oltrepassò la linee nemiche ad est del Sh;emol nelle zone ·d i Ronco del Carbon, puntando verso Val di Stenfle. L'artiglieria avversaria reagi sensibilmente, ma. solo poche sue batteJ.'ie si rivelarono durante Pazi-One, il che parve confermare l'efficacia della nostra controbatteria. Il tiro nemico, da,p prima incerto e diretto su Costalunga e M. Mela go, divenne poi più preciso ,d avanti alle proprie linee, per la loro protezione diretta. Alle 8 si notò l'innalzarsi in volo di colombi viaggiatori ·d al -146-


LA BA'.l"I'AGL1A DEI 'l'R.E MON'l'I

ca-posaldo di V.albella, il che con tutta probabilità stava ad indicare che i c-01legamenti a filo erano stati interrotti. Alle ore 9,30, ·1a 33°' Divisione, su tre colonne, mosse all'ag~ giramento del Valbella (5° Reggimento bersaglieri), del Col 'del Rosso-Col Melaghetto (quasi tutta la Brigata Sassari), e del Col: <l:'Echele (aliquote della Sassari; battaglione alpini Bassano). In questo Illomento, mentre le artiglierie sosipesero il tiro sui varchi, c-0ncentrando il lòro tiro sui capisaldi e sulle trincee 1'€trostanti, le tre c-010.nne · avanzarono verso gli obbiettivi ~otto la, protezione di cortine .d i fuoco be.n regolate. La colonna di sinistra, travolse le prime due linee nemiche, si spinse verso il bosc.o di Stenfle, ma un lancio di razzi rossi austro-ungarici, che fu da:i nostri erroneamente scambiato per il convenuto seg·nale di dover sospendere il fuoc-0 contro iJ caposaldo del Va.lbella, fece ritenere dai nostri Comandi che le. nostre fMlterif;' avessero r l:lggi.unto tale caposaldo: ne derivò pertantò per parte nostra una sospensione di fuoco nel moment-0 culminante dell'azi-one, il che ebbe per risultato di consentire all'avversario di coiltrattaccare da Ronco del Carbon e dalle pendici nord..,occidentali ·del Va.lbella, per cui la. nostra coloo.na di sinistra, pattuta anche dal fuoco, dalle pendici del Sisemol, seriamente minacciata d'aggiramento, dovette arrestarsi. Frattanto la colonna, centra.le, attraverso i varchi aperti :;ulle pendici del Col del Rosso, si spingeva verso il 0-01 Melaghetto, mentre invece la colonna di destra veniva. ·a rrestata dal · fuoco di mitrag1iatrici a, C. Cotti, e il suo battaglione Bassano era arrestato a ·C. Raggi da emissioni di gas; e un contrattacco nemico nella zona di Ool del Rosso costringeva intanto il battaglio.n e di testa della col-0nna eentrale ad arrestarsj. In conseguenza di questi fatti a.ne ore 11 il Comando della 33" Divisione ehiedeva che venisse intensa.mente ripre~ il tiro di 1preparazione e continuato fino a.ne ore 14 su tutta la linea per poter rinnovare l'attacco a tale ,ora: e pertanto il Complesso d'art~glieria orientale intensificò il fuoco sul Col d'Echele, e il Complesso centrale lo riprese sul Valbella, Illentre le coloo.ne di sinistra, e di destra, ,o pera,n ti ,contro quei due caposaldi, venivano rinforzate ciascuna da. 1 battaglione ,d ellà riserva divisionale. -147-


LA BATTAGLIA DEI TRE MONTI

Alle 14, aJl unga-to di nuovo il tiro, la, Brigata, Sassari della colonna centrale si lanciava sul Col del Rosso raggiungendo in U111'ora circa gli obbiettivi; e a Col d'Echele le t rupp~ della Brigata Sassari si ~alda,v ano col battaglione alpino Bassano: si costituiva oosì da Col cl'Echele a.ne falde del M. Melaghetto, ' una linea continua ; e pÒichè oontJ.'O tale linea si sferrò un violentissimo tiro avversario, 1~ nostre artiglierie reagirono prontamente intensificando la, controbatteria, mentre, essendo state contenìpora,neamente segnalate masse nemiche a Zai~na e in Valle Scura esse venivano prel:ìe sotto il nostro fuoco. Alle 16,25 venne iniziato l'attacco contro il Valbella, ma le nostre colorune, dopo aver superato i varchi che erano stati aperti nelle linee nemiche, furono bat tute in :fianco da intenso tir-0 di mitragliatrici e da violento fuoco delle artiglierie avver-sarie, tanto che nonostante fosse arrivato in rinforzo un altro bnttaglione della riserva divisionale, alle ore 18,20 la situazione generale imdusse a sospendere l'attacco, per rinnovarlo il giorno successivo 29 gennaio. Il Comando della, 33" Divisione dispose quindi subito per far affluire nuovi rinforzi nel Settore, e oontempora.neamente, davanti alle posizioni r aggiunte, venne da.Ue nostre artiglierie concentrato il tiro di protezione di sbarramento sulla linea quota J160 di Val Melago-quota 1234-quota 1264 testata, di Valle Scurapendfo s~ttentrionale di Col d' Echele, e per tutta la notte, con ca.rattere di continuità ma con intensit...-ì varia, le artiglierie dei maggiori calibri contin uar ono il tii·0 d' interdfaione sulle zone di probabile conceaitramento avversario, mentre le nostre t ruppe, nella notte stessa, dal 28 sul 29 si · rafforzarono nelle posizioni ra ggiunte. Le perdite erano state gravi, ma si erano conquistati i due colli e catturati 2.000 prigionieri circa. All'alba del 29, nuclei avver sari avanzatisi verso il Col del Rosso furono respinti, ma riuscirono a mantenersi nella selletta di O. CaporaL Alle 7,30 le artiglierie del Complesso occideintale aprirono di nuovo il fuoco oontro il Sisemol, mantenendo così l'avversario in dubbio sulle nostre intenzioni in quel Settorè, mentre tutte le alt re artiglierie colla massima violenza concentrarono il loro tiro sul cap osaldo del Valbella. Da parte -148-


LA BA'I'l'AOLU Dgl 'l'RI!: MONTI

avversaria le artiglierie campali risposero oon tiri di sbarra mento e d':ù:nterdizione tendenti ad isolare il caposaldo. Alle 11,20, gli avanzi del 5° Reggimento bersaglieri, il XJV e il XX battaglione, preceduti da 2 battaglioni d' assalto e rincalzati da 2 battaglioni del 209° fant,ei'ia, messi a disposizione del Comando della Divisione, rinnovarono l'attacco. Nonostante la disperata resistemza del nemico, i suoi ripetuti contrattacchi e l'i111tenso fuoco delle artiglierie a,vversal'ir., alle 12,30 le nostre colonne d'attacco, grazie alla precisione del nostri tiri, che consentioo.no di mantenere il concentrami>nto di fuoco sul caposaldo fino agli ultimi sbalzi delle nostre fan terie, forzarono le ultime difese 1Prendendo contatto ad est colla Brigata Sassari, e successivi contrattacchi avversari sulla sinistra del nostro schieramento si infransero contro il vulore dPlle nostre truppe e furono varrii. Rilevata la linea raggiunta, dalle nostre artiglierie fu oi:·ganizzato il tiro di protezione che venne com.tinuato per tutta la notte sul 30 gennaio. Dura11te tale gior11ata erano stati da noi catturati altri 500 prigionieri. Nelle prime luci del 30 il nucleo nemico annidato a, C. Ca.pora.i fu anch'esso scacciato, e in tale giornata l'avversario 1110n effettuò alcuna reazione. Il giorno 31 le n-0stre t ruppe tentarono anoora di oonquistare quota 1215 del C. Mela.ghetto ma non vi riuscirono. Il nemico sferrò violenti contrattacchi, preceduti da intensissimo tiro di preparazione contro il caposaldo del Valbella; ma la resistenza della nostra .linea e 1~ gravi perdite da lui subite lo indussero a desistere ed a rassegnarsi alla werdita del Val bella e dei due Colli del Rosso e d'Echele. L'operaràone deJ Valbella, fu la primfl, oontroffensiva d'importanza, svolta dopo gli avvenimenti della fine dell'anno 1917. Il gen. Conrad scriveva. in quei giomi alla sua consorte : Per la seconda volta la nostra offeusiva è stata arrestata. La prima volta le mie truppe furono arrestate nel 1016 ai margini degli altipiani; la seconda . volta sono state arrestate nl Piave ed al Grappa, quando erano prossime a raccogliere i frutti della Yittoria. Per due volte abbiamo trpvato contro di no! degli uomini. di ferro., ed un Capo di ferro.. . Gli italiani si sono 1·iavut1 con :rapidità !nsospettata e combàttono con grande valore.

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14~ -


IL co::-.TRIBUTO OEl,L1ARTIGLIERIA

Il generale tooesco Krafl't von Dellmcnsingen, che sulla nostra fronte fu il primo Comandante dell' Alpenkorps bavarese, e poi Capo di S.M. della 14'" Armata austro-tedesca, n ell' opera « Der Durchbruch am I sonzo>), scrisse : Cosi si a rrestò, a poca. distanza dal sno obbiettivp, ·.l'offensiva tanto ricca di spe1·anze, C(] i~ Grappa diventò il « }Ioute Sacro >) degli _italiani. Di aYcrlo cons,ervato contro gli eroici sfor;1i delle miglior! truppe dell'Esercito austr,,ungarico e del loro camerati tedeschi, es~i, con ragione, ppsoono anda re superbi.

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Col. Venzl Emilio

Fig. 19 • co·oirn. Venl'ii

In quei3ta ripresa offensh,a il contributo dell'artiglieria. fu ver_amente grrunde, e nelle azioni svoltesi particolarmente si distinsero i ~olonnelli d'artiglieria Alessandro Del Pozzo e ·Emilio Venzi. Dopo vari mesi nei quali eravamo stati co~tretti alla difensiva, si riprendeva l 'iniziativa delle operazioni, e con essa. l'artiglieria ritornava alle tradizioni delle undici battaglie vit-150 -


NELLA BATTAGLlA DEI TRE MONTI

toriose e applicava quei criteri di impiego che, attraverso que-ste battaglie, er-0no andati man mano evolvendosi e di cui parler emo più diffusamente in seguito. Oi limitiamo 1Per ,o ra a dire che all'azioM slù Valbella, Col del Rosso e Col d'Echele· parteciparono, oltre a. 33 battaglioni di fanteria, 100 batterie di pi.e-

Fig. 20 - Coloun. Del Pozzo

colo calibro, 105 batterie di medio calibro, 7 batterie di grosso calibro e 12 batterie di bombarde. Il giornq prim a dell'att~cco (27) fu effettuata una :finta preparazione fra, il Sisemol e Campor,overe. Il giorno dell'attacco (28) alle 6,30 venne sferrata una breve ma violenta preparatào111e cosi distinta : - dalle 6,30 alle dl rinforzi da questa :...... dalle 7,30 alle - dalle 9 in poi,

7,20 tir} a gas io Val F1·enzela per impedire l'a.:,onero località; 9 tir! d i distruzione; tir! cli logoramento lontano ;

- 151 -


L'EPISODIO DI VALORE DEL SOTTOTENENTE UGO MARA

- per tutta Ja durata dell 'azione, intenso tiro d l contt·obatteria; - l'attacco della fanteria fu appoggiato con tiro di accompagna1uentv vicino med,i ante sbarramento mobile.

* * * Tra i tanti episodi di vaJ-0re che gli artiglieri scrililsero in questa, battaglia ricordiamo quello del sottotenente Ugo Mara del 30° Reggiment.o artiglieria da campagna : Il _Comando di ;Reggimento aveva mandato, quale ufficiale d~ collegamt>nto col III battaglione del 152° fanteria, il sottotenente Ugo Mara della 4a batteria ; quest;i trovavasl in posizione sul Col deJ Lampo e ,poteva svolgere un efficace Uro d'infilata nella selletta tra Col d'Echelc e Col del Rosso. Completavano la pattuglia di collegamento 4. artiglieri scelti fra i più arditi. lJa pattuglia a;ar t1gÌieria, _fin dal primo attacco, emulò il valore ed ardimento i fanti, e plù di ogni altro fu degno d~ grande lode il sottotenente Mara <:he, fa testa al battaglìone, incurante del pericolo, munito d~ una bandiera a lami)O di colore, ne segnalava l'avanzata. Mentre si svolgevano questi nostri i.ttnc. chi, 4 compagnie alpine (52°" Dlvisi!)ne) attaccavano !nfruttuosamente 1e pendici sud.est di Col d•'Echele, ma verso mez.z.ogiorno il nemicp sferrò violPuti contratt acchi e le nostre colonne dovettero ripiegare sulle posizioni di partenza. Le batter!e del 300 Reggimento fecero allora un nutrito fl.1oco di sbarramento da vanti a tall Poslzipni arr estando co!:'i i contrattacchi nemicl, ed Intanto venne deciso dai nostri Comandi che nel pomeriggio fossero rinnovati gli attacchi. Il Comandante della Brigata Sassari richiese perciò il fuo_co delle nostre batterie per distruggere mitragliatrlci avversarie postate sui tlanchi e sulle pendici della selletta di Oaaa Caporai. Il Comandante del $00 Reggimento artiglieria che si Provava ap•ossérvatorio avanzato della 7.. batteria, su quota 12-04, .prontamente fece esegu!re violenti concentramentl di fuoco dal Gruppp Cuzzo-Crea e dal Gruppo Giusfredi sUi nidi di mitragliatrici de}le zone indic;ite, ed impiegò più specialmente la 40. batteria per battere il fondo della selletta d! Col d'Echele, disponendo P-Ol anche che un pezzo della ga batteria battesse una mitragliatrice Individuata in modo preciso sulla sommità della selletta e segnalata dal Comandante della 2IL compagnia del 1520 fanter ia, per tramite dell'u~ciale di collegamento sottotenente Mara. Alle 14,15 la selletta venne nuovamente presa d'assalto dal I ;I battaglione, in testa dei quale marciava il sottotenente Mara ùn).tamente ai quattro artiglieri della sua pattuglia. Venne raggiunta Casa del Buso (più a sud di Casa Caporai), ed il Mara, · arrampicandosi sul ruderi di Casa Caporai, con la bandier a a lampo dl colore segnalò il punto d'arrivo deglA elementi più avanzati del battaglione. · Si slanciò nuovamente avanti colla pistola in pugno, ma investito da raffiche di mitragliatrici, rimaste ancora in efficienza sulle falde

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L'EPISODIO DI VALORE DEL SOTTOTENENTE UGO MAR.A

nord.est del Col del Rosso, venne colmto all'addome e cadde tramortito a terra, e .più non riuscendo a rialzarsi, ferito e dolorante continuò ad incitare i fant, che correvano verso la sommità (]ella selletta o verso i ruderi delle CUS<! d'EcheJe, fi.nchè tutti furono sfilati davanti a lui. Soltanto allora consentì di essere portato al vicino posto di medicazione dal quale fu poJ trasferito all'ospedaletto da campo di Conco, assistito dai suoi colleghi e dal suoi arttglleri coi quali egli s·~ntratteneva esaltando il valore dei fanti coi quali aveva marciato all'attacco, e ra·raimento dei suoi artiglieri, rievocand9 la famiglia lontana e inneggiando all:l nostra vittoria, ftnchè all'alba dei 31 gennaio, sereno e soddisfatto per il dovere compiuto, r endeva l'anima a Dio.

§

VI

Le azioni in val çamonica durante il 19 17.

Se in Val Camonica l'osservatorio del Passo del Monticello continuava a spiare le nostre mosse, sull'Adamello gli austriaci avevamo creata un'altra spia sul Corno di Cavento, dal quale si dominano 1~ Vedrette cli Moote Fumo e della Lobbia Alta. Il nuovo Comandante della. 5" Divisione, gen. Albricci, decise di liberare gli alpini dell'Adamello da quella nuova minaccia. L'offensiva per la conquista, del .Corno di Càvento ha parti~ eolare importanza per la quantità di truppe che vi partec~a~ rono e per l'organizzazioo.e dei mezzi occorrenti a far viyere, muovere e combattere diverse migliaia di uomini e di animali in una, regione che in altri tempi sarebbe parso pazzia destinare a z:ona d'operazione. Poichè U nemico disponeva di 17 bocche da fuoco sparse nella zona, e lè faceva sapiente1Dente cambiare continuamente di posto, lo schieramento del, l 'artiglieria italiana nel due Sottosettori' Ad·a mello-Passo di Campo, fu fatto ad arco di cercbio, avente .per centro l'obbiettivo principale : il Corno d! ca. vento. Comandava allora l'artiglieria Adamello-Passo di Campo il magg. Flores, lo stesso che aveva comandato l'artiglieria di accompagnamento degli alpini nella primavera del 1916. Dovencl9si fare assegnamento unkamente sulle bocche da fuoco del Set-

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LE AZIONI IN VAL CAMONICA

tore della 5"' Divisione, (ad eccezione di 1 batteria di mortai da 149 A. venuta nuova nella zona), si procedette ad un rimaneggiamento generale delle bocche da fuoco già esistenti nella regione dei gblacciai, facendovi afflu/.re quelle oltre che dovevano completare l;allquota destinata a pa1tecipare all'operazione. Cosicchè, a schie1·amento ultimato, s) ebbe la seguente dislocazione : 4 cannoni. da 75/906 a Cresta Croce (1Ja batteria) ; 2 cannoni da 75/!l06 al Crozzon di Fargorida (5" batteria); 1 cannone da 75/906 al Passo della Porta, alla testata èl Va! di Fumo (8" batteria); 4 cannoni da 70 mont. in due postazioni distinte, sul versante meridionale cli Cima I"'ares (3104 batterla); 3 cnnnoni da 76/17 di<.'l r9 U costone nord del Crozzon del Diavolo (327" batteria), !I quarto pezzo ri mase a Corno Bedole; 3 mortai da 149 G. (batteria 323") e 4 mol'tai <fa 149 A. (668" batteria), SCllgllonati lungo il costone a no1·d di Cima ·Lares; 1 cannone da 149 G. dal Venerocolo fu · trainato a Cresta Croce e postato poco sotto la Colletta omonima ; 2 cannoni da 75 A. (346" batter)a) al Pnsso della Valletta (Lobbia Bassa); 1 cannone da 42,. e 1 da 57 .wm. furono messi a diretta dipendenza delle truppe _alpine. ln caso di bisogno, ordini superiori avevano predisposto per il tempestlvo intervento dei 2 pezzi da 149 G. (324"' batteria) e del 2 cannon} da 75 A. (360"' batteria) ~u· Passo di Campo, nonchè delle artiglierie di medi9 calibro della zona Tonale (batterie Dosso delle Pertiche). Apposite slitte furono costruite .per il trasporto · del materiale e delle munizioni; per quest'ultimo servizio, nei gioraj precedenti all'azione, fui-ono impiegati dm-ante la notte c9lonne · d} asineµ!, squadre di cani, e numerose centurie di alpini : la notte sul 13 giugno, per completare !l trasporto di 10.000 colpi assegnati disponibili per l'oper azione, venne impiegato l'intero battaglione scb)ntori, su 2 comvagnie, da Passo Garibaldi al PasS<> Lobb~a Alta Il Comando lattico d'artiglieria venne fissat9 sulla Cima di Lobbia Alta, presso il Comando alpino di tutte le truppe operanti; oltre au•odservatorio proprio, Il Comando d'artJg}!eria disponeva 91 due osservatodi avanzati dislocati a Oima Lares ed al Crozzon del Diavolo. Le comunicazioni telefoniche avevano uno svllu,ppo di l.uO km. di linee, con due stazioni ottiche e una dotazione di razzi per segnalazion!. n fronte di attacco aveva uno sviluppo con andamento parallelo che comprendeva tutte le tredici ridottine che da Monte CQvel (quota 2800) ai distendevano fino alle pendici o.rientalJ del Corno di Cavento. Sul Corno di Cavento gli austriaci avevnno trasportato 2 obiC! da 75f13, col quali avevano fatto qualche colpo, del tutto innocuo, ' tacendo passare la traiettoria al disopra d\ Cresta Croce per battere la Vedretta della Lobbia e del Mandrone. Inoltre avevano aperta una gallerl!). di 45 metri attraverso il Corno di Cavento; galleria il cui d)aframma rivolto verso Je .poslzioni ita, liane fu fatto precipitare nel pomeriggio del 14 giugno, come ·v enne rilevato dall'osservatorio ~i Cr!lsta Croce delli,i 1"' batteria. La prepar azione delle postazioni di Cima Lares e deJ Crozzon 9i Fargorlda fu rono veri capolavori di acrobazie d)urne e notturne: sembrava che !J freddo,

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DURANTE IL

1917

le tormente di neve e la fatica fisica aumentassero le energie degli artiglie1·i,

e partico1armente dl que11.i deI1a 008" batteria, i quali, pr9venient1 da Messina ai primi di maggio di quelJ'anno, dimostrarono e fecero prova di una forza di resistenza ai disagi, e di un'attitudine ad ambientarsi alle nuove esigenze della guerra alpina, veramente ecc~z!onali. Coefficente primo per la r.iuscita, C-OIU~ per tutte le oper azioni in montagna, doveva essere la sorpresa; e questa vi fu. Un fonogramma datat9 da1le ore 12 del 14 giugno, diretto dall'alfiere Kohler, ufficiale austriaco osser vatore al Corno di Cavento, al Comnndo d'artiglieria m1striaco del Carè Alto, e rilevato' dul registl'O degli ordln! é comu1J.icazionl giornalieri, termluava colla seguente frase: « osservo che ìl nemico ha sempre pochissima gente snlle posiZioni ». Eravamo alla vigilia del nostro attacco e l'intenso movimento di uomini e materiali svoltosi p:uticolarmente sulla Vedretta della L9bbla era passato del tutto inosservato all'avversario. Del nemico, oltre ai fi tti. reticolati che precedernno la posizione del Corno di Cavento e la linea delle riùottlne allinente Sltl margine meridionale della Vedretta di Lares. si conoscevano d!verse postazioni della sua artiglieria. Dall'osservatorio italiano del Lares era stato scorto un obice da ·75f13 che gli austriaci avevano sistemato siu. uno zoccolo della parete norcl-o'l""est del Corno ·cu cavento ; dall.'osservatorlo di Lobbi a Alta et·a stata rilcYata la finestra apertasi nel pomeriggio de] 14 giugno, attraverso la quale sarebbe certamente entrata in azione qualcbe bocca da fuoco. ID ,perciò, nrll'assegnazlone degli obbiettivi alle singole postazioni, era stato precisato che all'indomani, appena iniziato il ti.ro cl-i preparazione, ln Sczipne da 70 mont. bassa del Lares mettesse subito fuori ca_usa l'obice austriaco distante soltanto poche centinaia cli metri; la 4"' batteria di Cresta C1·oce do,·e,a imboccare la cannoniera recentemente aper ta nella parete del Cavento per evitare qualsiasi sorpresa. Il mattino del 15 giugno alle 4,30, quando già le trup.pe alpine avevano raggiunte le posizioni di partenza, tutte le art}glierle aprirono contemporar,eamcnte il fuoco. Do1~0 qualche minuto H Comando d'artiglieria a Lobbia Alta veniva in~ormato che il noto obice austriaco era stato preso .in pieno nello s<:udo e che qualche uomp era stato visto a porsi in salvo; e quasi subito dopo, li Comandante della 4a batteria rìferi,a cl.le l'imbocco della galleria aperta sotto la parete del Caveuto era avvenuto. Quest'ultimo avvenimento era stato rilevato direttamente da Lobbia Alta. In breve il Corno di Cave-nto apparve avvolto in una densa nube di scoppi. Le numerose gr anate cariche di pertite, lane/ate dai m9rtai da 149 A. coprirono di uno strato giàllognolo la massa di neve che rivestiva n cocuzzolo di quell'altura; e successiyamènte la quantità di pertite fusa delle granate scoppiate, dilagò sul versante occidentale dell'altura dipingendo di un giallo paglierino quasi tutta la parete <le} monte. Lit eima òel. Cavento sembrava soffocare sotto un'affannosa traspirazione J>èr effetto del martellamento sempre crescente dei mortai; le artiglier)e del

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LE AZIONI 1N VAL CAMONICA

Crozzon di La1·es e. del Crozzon del Diavolo battevano senza posa le ridottine della Vedretta del Lares; il cannone di Passo della P ort11 batteva con tlri aggiustati il fianco sud del Corno di Cavento. L'artiglieria austriaca ris,])-Ose al fuoco italiano solta nto a lle 6; il suo tiro dimostrò il disorientamento di quei Comandi : qualche colpo nemico venne diretto contro la Lobbia ,Alta, ma tutta l'ira nemica si sfogò, senza però arrecare danni nè al materiale nè agli ar tjglleri, contro le ])-OStazion! del Crozzon d~l Diavolo. Durante la fase di preparazione fu1·ono effl!ttnate due sospensioni di fuoco dei medi1 calibri, con allungamento di , iro dei piccoli calibri, per dare al d jfensore la sensazione dell'imminente scatto delle fanterie, obbligandolo perciò ad occupare il ciglio delle rido ttlne ed avere possibilHà di colpirne 11 ,perso. nale con violente r aIBche a shapnel. Alle 9,30 cominciò la scalata dégli ·alpini ai Corno di Cavento e l'uscita degli sciotori sulla Vedretta ùel Lares. ,Alle ore 13 gli alpini toccavano la vetta del Corno dj Cavento facendo, i prìgioniero un alfiere di artiglieria con· otto serventi rifugiatisi nella galleria aperta il gigrno innanzi e nella quale era stato portato un obice da 75/13, che non ebbe lu ])-OSSibilità cli sparar~ neppure un col'p o dopo che !l tµo della 40. batteria l'aveva imboccata. Le ridottine, vaHdamente difese da mitragliatrici che mutavano continuamente posto, non furono raggiunte, ed alle 16 l'azione era terminata. La conquista d~l C'orno di Cavento si conchiucleva brillantemente per l"oper a spiegata dall'artiglieria. Molte fnrono le ricompense al valor militare concesse per l'occasione agli ufficiali e militari di truppa deJle batterie : li tenente Pozzi, osservatore al Lares, colpito l 'osserva torio, uscì allo scoperto e continuò lodevolmente Il compito assegnatogli: per la sua condotta duran~ tutta l'a7Jone venne decorato di medagli!\ d'argento a l valor militare. I tenenti Robb!ati e Callerio, ComandanLi delle 2 Sezioni da 70 mont. del Lares, in considerazione del. l'o.pera da essi prestata durante la preparazione e nel giorno dell'azione, furono decorati ai medaglia d'argento. Ebbero la medaglla di bronzo il tenente Soncini Comanclnnte dello 4"' batterla, il tenente ,valter ed altri ufficiali e militari di truppa. n magg. Flores, Comandante d'-ar tiglieria, fu decorato dl medaglia d'argento sul campo con la seguente motiv1rnione: « Con ferr ea volontà, con energia e valor e, recandosi pjù volte sulle prime linee, dlrìgeva i lavori per lo schieramento delle artiglierie di un Sottosettore, superat1do gravi difficoltà . Nel giorno dell'a1;ione, da un osservatorio esposto e battuto dal tiro avversario, dii;lgeva brillantemente il fu pco delle 9Ue battér le, contr).buendo efficacemente al successo <lelle fanterie)).

0 001 la conquista del Corno di Oavento si chiusero per l' alllno 1917 le operazioni di una certa impor tanza nel Settore Adamello, e pertanto il Passo del Monticelli rimaneva quindi sempre nelle mani degli aust riaci. ·-156

I


INSEGNAMENTI D1il1 NUOVI METODI DI ATTACCO

§

VH

Insegnamenti derivanti dai nuovi metodi di attacco.

Nella prima parte di questo capitolo, parlando della batta-, glia di Riga, abbiamo accennato a nuovi metodi di attacco, e siamo poi tornati sull'argomento parlando dell'inizio dell'offensiva nemica del 24 ottobre, citando quanto diée al riguardo il Tosti. E' op(Portuno soffermarci ,ora ad esaminare più accuratamente questi nuovi metodi, per trarn~ gli insegnamenti che ne derivarono . I nuovi metodi vennero applicati dagli avversari ta1I1to nel campo strategico come in quello tattico. Nel campo strategico, anzitutto, massima segretezza, per garantire la sorpresa, ed all'uopo: i movimetnti dovevano avvenire di notte, mentre durante il giomo le truppe sostava.no, accuratamente mascherate; i lavori preparatorii d:ovevano essere eseguiti dalle truppe già in posto e svolgersi nel più gran segreto ; le t ruppe dovevano occupare le basi di ipa-r tenza oolta.nto la notte prima dell'attacco; l'adone principale deve essere accompagnata ,da, altre secondarie in modo che il nemico non possa capire quale è il tratto prescelto lo sfondamento. Nel campo tattico, l' attacco non doveva più avvenire linearmente, cioè ad o.n date, ma essere alimentato in profondità da gruppi di fucilieri armati di mitragliatrici leggere, e la' loro avanzata doveva ess~re appoggiata e protetta da mitragliatrici e da lanciabombe. L'artiglieria doveva esser~ impiegata col criterio di aumentarne l'efficacia con perfezionamenti tecnici: non più tiri di aggiustamento che servono ad indica1·e ·all'avversario la zona di attacoo, ma bensì calcolo dei dati cli tiro sulla carta; non più lunghe preparazioni, ehe ,d~bbono invece essere brevissime, ma. P.lf.-è:..-. . t-:·- ._ . -~-- . I

per

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INSEGN.UIENTI DEI ~UOVI METODI DI ATTACCO

di una violenza estrema, col concetto di sostituire ovunque è possibile, la neutralizzazione alla distruzione; infine largo uso di proietti a liquidi speciali. Dopo qualche ora di preparazione, e mentre l'artiglieria avversar~a si trovava ancora sotto il fuoco della 111ostra controbatteria·, preceduto da proietti fumogeni doveva partire l'attacco di fanteria, che giungeva quindi _quasi .n on visto, certamente inaspettato. La fanteria doveva avanzare a. piccoli gruppi, aggirare gli ostacoli e precipitarsi nelle brecce aperte, lasciando ad altri reparti il compito di agire sui tronconi laterali. Tutto il complesso dei !Predetti nuovi .metodi. aituati dagli austro-ungaro--tedeschi lllella loro offensiva del 24 ottobre avevano costituito per noi una vera sorpresa, di cui non hanno tenuto cont-o i nostri Alleati, credendo che lo sfondamento <li Tolmino da parte degli avversari fosse dovuto a nostra debolezza e non a questa sorpresa. e ad altre cause .cli ben altra indole (1). Era facile trarre gli iflsegnamenti che derivavano -d ai .n uovi metodi -d i attacco, ma non ne era facile l'applicazione per>ehè essa imponeva di non attaccarsi più alle posizioni di prima, linea difendendole palmo a palmo. Bisognava, diminuire la densità delle truppe di prima lim.ea perchè esse sarebbero destinate al sicuro sacrificio .sen¼a aver reso quanto possono. La difesa acl olt ra.nza doveva esser fatta, I sulla linea retrostante, scelta con criteri tattici e topografici, e con artiglierie scaglionate in iprofondità. La prima linea ,ormai non deve avere altro compito C'he qnello di frazionare l'avamzata nemica e conten ere il prlmn sforzo avversario, in modo da dare tempo alla .nosti-a seconda linea di prepararsi a sostenere l'attacco, e al Comando tielle nostre truppe di far manovrare le sue riserve: e ci-oè la, difesa non si fa più d-ove vuole il nemico, ma bensì sulle posizioni più adatte da noi prescelte. A dare un'idea dell'efficacia- di questi insegnamenti non occorrono commenti e non si potrebbe concludere meglio che ripo1·. (1) A questo riguardo, il Painlevé scrisse : (< L'Esercito italiano aveva sperimentato per il primo l'effetto dei nuovi metodi offensivJ nemici, effetti che l'Esercito Inglese e poi quello fl·ancese dovevano c~moscere a loro volta)).

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INSEGNAMEN'.rJ DEI NUOVI ME'l'ODI DI A'!'TACCO

ta.ndo quanto dice Hindemburg nell'opera citata, a proposito della battàglia· di Reims _(15 luglio 1918) ove essi furono ap~ plicati: Do.po concentrato il fuoco (!elle nostre artiglierie pesanti sulla prima posizione nemica, quest;l. nube temporalesca compatta comincia, cçme nelle nostre yrécedenq battaglie offensiv!:), a spostarsi più a,vanti; l;,t n9str;i fanteria la 1,1,>gue. La primà posizione nemica viene presa d'assalto su tutta la linea, qua$i. senza resistenza, e intendiamo continuare l'attacco. lVla non appena il nostro fUoco d'accomp,agnamento abb;rndona gl\ ultimi obbiettivi d'assalto, per còusentire aJla fant~ria di avanzare, si incontra una resistenz-a avversaria vivaciss!,ma, inattesa. L'artiglieria nemica cominc-ìa ad aumentare fìn9 al massimo grado il suo fuoco; le nostr!:) truppe, ad .cmta di ciò, cerca,no d\ avanzare; ma inutilmente ! Si chiamano avanti le batter)e d'accompagnamento: esse giungono per p,e,.11zi isolati, ti:ainati da uomini, giacchè i cavalli, ~n massima, non riescono a superare il terreno pieno d} buche. I pezz:l, non ap,pena p9rtati in posizione, vengono smontat\ dal tJ.ro nemico. E' evidente che l'avversarlo ha predisposto la resistenza ;principale nelJa seconda posizione. Il nostro pgtente tiro di p.reparaz;ione non aveva servito in massima quasi a nulla ; è chiaro che, tenendo conto della potenza di d~struzione della nostra Wt.ione di artiglieria a massa, è stato adottato nn procedimento difensivo nuovo, preonlinato e organizzato.

§ VIII

, Evoluzione dei criteri di impiego e dei metodi e procedimenti di tiro.

L'esperienza della guerra., l'intervento nel combattimento di masse d'artig·lieria sempre maggiori, il largo uso della f.ort.i:fì.~ cazioll1e campale, hanno provocato nel 1917' una rapida e celere evoluzione dei criteri d'impiego e dei metodi e procedimenti di t iro. , Cominciamo dai criteri d'impiego. Notiamo anzitutto una tendenza a spingere, per l'·off.ensiva, lo schieramento sempre più avanti, per battere ,obbiettivi lontani e ritarda.re la crisi for-159-


EVOLUZIONE DEI CRITERI D' IMPIEGO

zatamente congenita con lo sp.ostament-0 delle batterie. Notiamo ancora la formazione di nuclei mobili di artiglieria o masse di manovra, per accrescere durante il c,ombattimento la densità, di schieramento nell'uno o nell'altro tratto del fronte di attacco. A proposito di densità, di ~chieramento notiamo ancora che, mentre in un primo tempo questa densità tende ad aumentare in quantità, successivamente al concetto di un forte addensamento di bocche da fuoco, si fa. sempre più ~trada il criterio di sostituire il concetto di un maggiore addensamento di fuoco sui. vari obbiettivi, tant-0 che non si avrà più u111a · diluizione uniforme di 1Proietti su tutto il fron te, ma concentramenti di tiri, ossia manovra di fuoco. N·otiamo ancora la tendenza alla ricerca del tiro di infilata sposta.ndo masse di artiglieria verso le ali del fronte di at tacco. E' ormai confermat-0 che l'artiglieria nell' offensiva deve preparare l'attacco (preparazione), accompagnare l'assalto (sba,r ramento, cortina mobile), consoli.dare il successo (interdizione), ed inolt re d~ve svolgere la controbatteria e l'interdizione lontana. La preparazione è ancora di tr-0ppo lunga durata, e pertanto la distruzione dei reticolati è affidata alle bombarde, col criterio di praticare varchi soltanto sufficienti al passaggi{) delle ondate di assai to .. . La distruzione dei reticolati si fa, di norma, durante ilf giorno, e nella n otte se iile impedisce la ricostruzione con tiri d'interdi~ione : questo met-Odo non consente di realizzare la sorpresa, neanche lllel canipo tattfoo, poichè il nemico viene a conoscere per tempo quali sara,n no le nostre z;one di irruzione, .ma ad ogni modo si ha una rudimentale e vantaggiosa differenziazione tra una pre,parazione preventiva di artiglieria, e perciò lunga, ed un a preparazione siffatta operata con bombarde e nel tempo più breve possibile, cosi come abbiamo visto nella battaglia di ]\fonte Tomba.. L'assalto delle fanterie è accompagnato da una cortina mobile di fuooo che precede le ondate di assalto, e pertanto siccome questa cortina deve essere spostata mediante allungamenti rigidi del tiro (orario, metri, ~c.) così in certi momenti l'azione della cortina di fuoco si percuote su wne talora vuote, m~ntre poi toglie ai Comandanti di batteria qualsiasi possibilità di agire -160 -


E DEI. METODI E PROCiilDlMENTI DI TIRO

di iniziativa su quelle mitragliatrici nemfohe che, appostate oltre 0 di fìà,nco, sparano indisturbate sulle nostre fanterie che àvanzano. Il consolidamento delle posizioni rag.giunte è protetto dall'artiglieria mediante tiro di contr-0batteria e con tfro di illlterdizione ,vicina. Si perfeziona seDl[)re più I'0sservazi001e del tiro con una vasta rete di collegamenti che consente di far servire gli osserva.torii anche per le Unità che non li hanno diretfam€nte orgaf!1izzati. All'osservazione cÒncorre ·efficaicemente anche l'aviazione. Il tiro con proietti a gas comincia. ad essere effettuato anche da noi, specie nella controbatteria. Come è stato ,detto, da parte nemica il maggiore impiego di tiro a gas è stato fatto nella preparazione di fuoco del 24 ,ottobre 1917. In ,difensiva, compito delle artiglierie è l'interdizione, specie dei piccoli calibri, intesa a sbarrare la via a.Ile 01I1date di assalto, battendole. fin dallo scatto. Il concetto del tiro di contr,o preparazione comincia ad essere accennato rico.noscendosen.e la, necessità, ma per il momento esso non è ancora considerato nella sua completezza ordimata e sistematica nel senso di costituire una vera e propria interdizione, organizza.ta in precedenza, nei più minuti pa-rticolari : {Per ordine superiore o di loro iniziativa, le artiglierie agiscono cioè soltanto con tiri di sbarramento e· COIIl tiri isolati sulle trincee di pairtenza, talvolta anche sulle posizioni di raccolta. Dopo lo sf-0n,cfaniento di Tolmino· la questione viene però presa in accurato esame. ' La controbatteria può dirsi organizzata per quant-0 lo consent,ono i me11.,zi di osservazione, e pur non essendo ancora accootrata, prevale però il concetto ,di affidarla all'Armata, per quamto riguarda l'oi·ganizzazione e l'esecuzione. Il terreno nemico viene suddiviso in zone corrispondenti ai sfa1goli Corpi d'Armata, e ln ogni zona, oltre alle batterie nemiche esattamente individuate, v~ngono indicate anche quelle determinate approssimativamente, allo soopo di sottoporle, d·' iniziativa, a violenti raffiche -di fuoco. Circa i procedimenti di tiro, 111ella ·primavera 1917 cominda presso la 3a Armata lo studi.o dei perfezionamenti da applicarsi -161ll


EVOLUZIONE DEI CRlTERI D'IMPIEGO

nell'impiego tecnico del ti'rb e si parla già delle correzioni da darsi per le variazioni della velocità iniziale e del vento. L'importanza, delle corre_zfohi preventive s'impone già melle riprese di tiro, specialmente fo ~riodo di nebbia o durante la notte, quando l'osservazione non è più possibile. Non si dà, invece ancora la voluta importanza ai trasporti cli tiro da un obbiettivo a-u siliario. Presso gli anstriaci il /J)'rogresso è ancora più lemto. Solamente dopo l 'autunno del 1917, scrive un ufficiale austriaco a1e1la « Technische Mitteilung » si incominciarono ad applicare le correzfoni per oonpensare l'influenza delle variazioni atmosferiche sul tiro, e cominciarono a fumzionare le Scuole d'artiglieria. · La. nostra. artiglieria pesante, che in tempo di pace non aveva mai potuto dedicarsi ad esercitazioni tattiche, o perchè era,. in installazione :6.i::.sa ·O perchè mamcava èli mezzi di tra~porto, trovandosi ora, a contatto con le altr.e $pccialità dell'Arma, esercitò una benefica, influemza, sulla tecnica del tir·O. Presso i tedeschi fovece i perfezionamenti tecnici del tiro<' he erano già stati applicati con successo a, Riga ed a Toltnino, permettorn:o già di ottenere grandi effetti sul bersaglio, anche senza, un aggiustamento p1~eventivo che metterebbe n nemico sull'avviso; 111ello stesso tempo l'aumento dd ipezzi a tiro rapido, anche di calibri notevolmente gran di, consente <li avere la stessa quantità, di fuoco in tempi assai minori; portati a notevole perfezione e .s fruttati _al massimo tutti i servizi accessori, organizzati i Coma:ndi e ripartite le masse di fuo00, in poche ore si può ottenere dall'artiglieria un effetto sensibilmente uguale a qnello c-he prima si conseguiva soltrunto fo molti giorni di tiro e con un molto maggior consumo di munizioni. Invece di ricercare la metodica distruzione ·d i tutti gli ·ostacoli della fronte attaccata, si ricerca un'azione brev~ ma vfo lElnta, i.neutralizzando le batterie e gli elementi attivi {lella, difesa,, accecando gli osservatorii, inrerdicendo i movimenti sulle retrovie, disorientando i Goroam.di, ecc. ecc. A questo copcetto ci eravamo avvicinati già noi nella nostr a offem:iva dell'ag-osto 1917 (Bainsizr.a) nella quale .si era già fatto· nn primo passo deciso verso maggiori progressi: Questa nostra <Yff'fnsivf-l: della, Bainsizza è l'icchissima -d i preziosi insegnamenti,, -162-


E DEJ ME'l'ODI E .PROCl<'I. DIMENTI DI '.CJRO

ed iniziò da parte alleata la serie di operazioni òi sfondamento, ottenuto con un più giusto impiego di una larga quantità di mezzi. . Ma nell'azione dflla Bainsizza si .e ra pertanto avuta a,ncora una prepa.razione _della durata di due giorni, e quindi trop!f)o lwnga. I concetti che avevap.o presieduto all'impiego dell'artiglieria e che erano ~tati magistralmente indicati in una conferenza tenuta a Oormons dal Goma,n dante della 2" Armata ai Comandanti d'ar tiglieria pochi ·giorni p_rima dell'inizio .della battaglia, erano i seguenti: agire per concentramooti; oostituir~ tre Nuclei di artiglieria in posizioni tali da poter esplicàre la più p'r onta ;manovra di fuoco ; adoperare largamente, ma giudiziosamoote, proietti a gas e fum9gen i ; preparare la manovra di mo~ vimento delle artiglierie, a1p,prestando· in ogni Corpo d'Armata una ventina di postazioni ed appostamenti per batterie·, pronti a riceverle, e ciò nell'eventua.lità ehe . si rendesse · necessario di rinforzare l'azLonè ,d ell'artiglieria in posto. E ciò det.to si può con ·r agione affermare che ,d a noi si era, già compiuto un notevolé passo nell'impiego delle artiglierie, ta,n to più quando lo .s i confronti coll'impiego dell'artiglieria francese fatto alla battaglia della, Malmaison. Ma per usufruire di tutti i vantaggi ,d ella sorpresa bisogna,v a ancora dimiJ.nuire la ,durata della prepa,r azfone e abolire l'aggiustamento preventivo, ricorrendo alla: !f)repara.zione scientifica del tirO', consistente essenzialmente delle tre seguenti prsepara.zi.oni parzia:li : - t opografica, per l a pill esatta, misura dei dati ,i niziali; , - balistica, per le cause di variazioni di v-elocità iniziale; - atmoRferi.ca, per le ,cause perturbatrici dipendenti dalle co111clizioni atmosferiche (temperatura, pressione, vento, ecc.) : con tali pro·vvidernr.e l'artiglieria. acqui~tava la ca,pacità di tirare in qua.lunque momento, di giorno e di notte, su qualunque-punto, visto o non visto, purchè ben indicato sulla ~arta topografir.oa.

-163-


ESAME DIJ:L CO:siTRIBU'rO DEGLI ALJ,EATl . .

·s IX Esame del contributo deg li alle ati.

Prima ·ancora che nelle tragiche giornate dell'ottobre il gen. Cadorna chiedesse il concorso degli Alleati, il Governo francese prendeva ponta,neamente la decision~ di inviare forze fo Italia. E tale decisione veniva messa in atto con prontezza veramente ammirevole, perchè già il 28 ottobre i primi treni di truppe francesi partivano alla volta dell'Italia e continuavano col ritmo di 42 treni al giorno fino .a trasporto ulti.1113:to. Anche il Governo di Londra, informato da quello francese, aderiva all'invio di forze inglesi e, malgrado l'opposizion~ di Lord ~obertson (Capo di S.M. dell'Esercito inglese) e del Maresciallo Haig, che erano c-ontrari a distogliere truppe -d alle Fiandre, partiya per l'Italia un co1I1tingente britannico. Intanto i~ gen. Foch, Capo di S.M. dell'E sercito francese, si recava a Treviso per conferire ool gen. Cadorna, il quale gli esponeva la situazione e i suoi progetti, e chie.deva che le trupipe franco-inglesi in arrivo si schierassero sul Montello. Ma il gen. Foch, ritenendo che tale impiego -delle su~ truppe non rispOOldesse alle immediate contingenze per parare ad una eventuale avanzata del nemico, espresse il parere che esse avreb · bero potuto essere più utilmente schiera.te così da, potersi im· piegare nel caso che la linea del Piave venisse rotta e si impo· 1_1esse quindi una :nuova ritirata- sulla linea, M;incio-P o ; fu quindi deciso eh~ le truppe alleate d·e stinate all'Ita.Jia si sarebbero con·centrate a1ella zona fra Brescia e Mantova. . Il contingente francese era costituito dalla 10a. Armata, . al Coniando del gen. Duchène, e comprendeva in origine 4 Divi.sioilli, 2 del XXXI Corpo d'Armata (64~ e 65",), ~ 2 di Cacciatori .<:Jelle Alpi (46.. e 47a); 3 delle Divisioni francesi furono trasfe. rite, tra il 12 ed il 17 novembre, nella zona a sud -dei monti Les· -

164-

\


lllSAME DEL CONTRIBUTO DEGLI ALLEATI

s1ru, tra Valdagno e Vicenza, qua.l e riserva di ma,novra, per il caso di sfondamento ·d ella fronte degli altipiani; la 4" Divisi-one francese rimase nelle Giudicarie. Il contingente inglese, costituito dal XIV Corpo d'Armata, agli -0rdini del gen. di Cavan (Divisioni 2-3" e 4l3) si dislocò nella regione di lVfa.ntova.

Fig. 21 - Convegno di Peschiera

Intao1to il 6 novembre erano convenuti a Rapallo il P residente clel Consigli-o {lei Ministri -on. Orlando, il Mimistro degli Esteri on. Sonnino, Lloyd George primo Ministro britaruùco, Painlevé Presidente del Cousigli-0 fra ncese, i generali Robertson, Poch e P,o rro. In questo convegno fu decisa. la costituzione di. un Consiglio Supremo di guerra, compo~to dei Capi ùei Governi -165-


ESAME DEL CONTRIBUTO Dl!JC:LI ALLEA'l'I

alleati, assistiti da un Comitato militare del qua.le facevano parte i generali : Foch per la Francia, Wilson per l'Inghilterra e Cadorna per l'Italia. Successivamoote 1'8 novembre, a P eschiera, i rappresentanti degli Stati Maggiori alléati s'incontra.rono con S. lVL il R e. Già si è accennato alla serenità, e chiarezza di vedute del nostro Sovrano. Aggi.ungiamo ora che egli fu ìl primo oratore di quel convegno e, con assoluta padronanza dell'a.rg-omento e ferma volontà -di resistenza, 1'iuscì ad ottenere l'aumento del contingente militare alleato. Infatti un altro Corpo d'Armata francese (su 2 Divisioni) giunse in Italia tra il 20 novembre e il 2 <licembre, e ad esso seguirono altre 3 Divisioni inglesi c·ostituenti l'XI Corpo d' Armd& · Nei primi ,d i dicembre le trup[)e alleate si schierarono alla nostra fronte. P iù precisamente, 2 Divisioni francesi si schieravano nella regione del Monfenera, e 2 Divisioni inglesi sul Montello. E' doveroso ricordare che questa entrata di truppe . alleate in linea a :fianco dei nostri soldati fu ,dovu ta. più di tutto al sentimento cavalleresco degli inglesi che si sentivaino a disagi.o per la 101,0 inoperosità, mentre le .nostre truppe senr,a riposo, senza rinforzi continuavano a far fronte eroicamente agli atta.echi furiosi che il ·nemico sferrava. di continuo. ~ Abbiamo già, descritto i furiosi attacchi avversa.ri che du. rarono :fi.tno al 25 dicembre 1917 : dobbiamo aggiungere che i Settori tenuti dai nostri alleati non furono attaccati, e quindi possiamo dire con orgoglio che la battaglia di arresto fu combattuta esclusivamente d alle' nostre truppe. Abbiamo già descritto la battaglia <li ~fonte T,o mba successivamente sostenuta e brilla;n temente vinta <la.Ue t r uppe francesi e, pur ricordando come !',o ttenuto successo sia l;ltato facili tato dalla larghezza dei mezzi e dagli scarsi apprest amenti <lifensivi dell'avversario, dobbiamo riconoscere che se non grande fu n vantaggio materiale conseguit o da: questa azione, viceversa molto grande fu la bene.fica influenza morale eserci~ata dal ì.·i~ sultato dell'azione stessa., e per la coesione -degli Alleati e 1PCr il tam.to desiderato ritorno all'offensiva..

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LA SITUAZIONE DEGLI AVVER SARI

§ X

La situazione degli avversari.

Lo sfondamento cli 'r olmino e la nost ra rit irata al Piave erano stati per gli Imperi Cen trali un non dubbio successo, ma, come già abbi amo -avuto campo di dimostrar e, non costituivano I)('rò u na vittoria completa; tuttavia anche dopo la batt aglia di arresto, mentre in Ger mania si parlava già come se l' Italia fosse or mai fini ta, e fuori combattimento, l'Austria 1110n ma.incava di tentare i solit i allettamenti alla pace sullil, base d ello sta.t u quo apte territoriale . Ma alla riaper tura del P arlamento ita.lia.no (13 cli:cembre), il Presidente del Consiglio -0n. Orlando afferma.va che, « prima -d i accettare un ta.I~ statu quo l' E sercito italiano avrebbe palmo a palmo combattut o rinculando fino alla Sicilia». Mentre pertrunto l'Italia, per quanto avesse subito un rove. sdò, _non poteva esser tratta in ingann-0 dalla, insidiosa proposta del nemico, viceversa la, R ussia,, abbn.ndonata ormai anche da gli Alleati al su o tragico destino, cedeva aJle lusin ghe di pace e mandava i Delep:ati del n nov-o Governo a sottoscrivere a Brest~ Lit owski tutt e · le condizioni che la Germania e l'Austria im~ ponevano . Gli I ItllPeri Centrali spe1·avano che le grandi risorse, che ritenevano ammassate nella Russia, meridionale, avrebbero alle~ viato la, carest ia che cominciava ad essere grave tanto in German ia quanto in Austria , e speravano poi anche che la firma del primo COllltratto di pace con una delle P otenze belligeranti. avrebbe indotto i popoli occi:dentali a volere anch'essi la fine della guerra, imponendosi ai rispet t ivi Governi per ottenere la pace. In r ealtà le risorse d ella Russi a, n on erano cosi ricche come si credeva, e il trattavo di Brest-Lit owski, invece di stim:olare - 167 -


LA SITUAZIONE DEGLI AVVERSARI

nei popqli il desiderio della pace, faceva vedere loro· quali conséguenze avesse portato alla, Russia il pacifismo inerme proclaìna.to dal bolscevismo e li persuadeva che, per 1110n subire eguale sorte, era necessario continuare a combattere. I Capi dell'Intesa, dal canto loro, riunitisi a Londra (14-16 marzo) protestavano contro gli attentati senza ![)recedenti, commessi sotto la denominazione di pace tedesca contro i popoli della Rùssia, e ,dichiaravano di non riconoscere l'indegno trattato. All'i111.izio, ,del 1918 mentre per gli Alleati la situazione non era certamente lieta, i tedeschi erano altrettanto preoccupati. Infatti è ben vero che dopo la pace di Brest-Litowski la Germania per la pi-ima, volta durante questa guerra avrebbe dovuto combattere su una fronte sola, avendo quindi il duplice vantaggio di una situazione milita:re buona ~ la possibilità cli r ealizzare una superiorità di forze sugli Alleati, ma nei complesso la sua situazione non era, così buona come potev{\: a prima vista apparire, e ciò essenzialmente per i seguenti motivi: [Prima di tutto essa non poteva riun~e subito sul]a frontiera occidentale tutti i suoi mezzi perchè quella ortentale non poteva essere sguernita, chè anzi assorbiva ancora forze con~i,d erevoli; d'altra. parte lo sfacelo dell'Impero russo aveva dato origine alla formazione di tanti piccoli Stati fa1dipendenti per \ sfruttare i quali la. Germania doveva essere sul posto con forze .sufficienti, tanto che nel mese di marzo mentre la Germania aveva ancora, 56 Divisioni alla fronte orientale, anche l'Austria doveva per pal'te sua mallltenere forze su questa fronte. In se·condo luogo, i tedeschi, pur avendo sempre ferma fede nella vittoria :finale del loro Esercito, non potevano nasc.o ndersi che si trattava di una vittoria a tempo obbligato, e cioè bisognava vincere ~ntro un certo limite di tempo, ossia prima, eh~ arrivassero le forze americane. I n conclusione questa situazione presentava per i tedeschi qualche analogia con quella del 1914: allora si trattava di vimcere i francesi prima che la Russia potesse far sentire il .$UO !I)eSO in modo efficace; ora sì trattava di neutralizzare in modo completo la fronte -orientale e quindi riversare sulla fronte oc~

168-


LA SITUAZIONE DEGLI AVVERSARI

cidenta.le tut te le forze e vincere gli Allea ti prima, che l' Aw.erica facesse sentire il proprio peso. Altro elemento preoccupant.e per i tecleschi era la stanchezza òèi loro alleati austl'O-ungarici, i quali ne davano seg-ini inequivocabili mentre l'Austria stava facendo passi, non ben eelati, per una pace separata. I n questa condizione di cose non si pi·esentava per i tedeschi che una sola via d'uscita consistente nel tentare un'offensiva con tutti i mezzi possibili} tale che potesse dare loro una vitforia entro i più ristret ti li,miti -cli tempo. I n questo proposito non t utti i tedeschi era.no d'accordo : in base all'esiperienza degli anni precedenti e sovratutto d,opo che &i er a visto come l'I ntesa, pur a,ttaccando con t11I1a superiorit~ di mezzi e di forze quali gl'Imperi Oentrali non avrebbero mai potuto avere, non era però riuscita a sfondare la fronte avversaria, molti ritenevano Ghe il Comando Supremo tedesco si illudesse stimando a.ncora, possibile la vittoria. In altri termini ciò che non aveva potuto fare l'Intesa, avrebbe dovuto farlo la, Germamia, ed il Comando Supremo era com1 into cli riuscirvi e p.erchè continuava ad avere grande :fiducia nella valentia dei Comandi e nel valore delle truppe dipendenti, e perchè d'altra parte la. sit uazione si poteva dire i;ienza, uscita, giacchè bisognava dare all'Intesa Fimpressione che gli Imperi Centrali conti1nua, ano a eostituire un ·blocco solo, difficile a sgretolarsi. E ' IPOi anche da tener presente che in linea generale un àtteggianiento difensiv-0 è utile solo quando si t ratta, di guadagnai·e tempo in attesa di qualche aiuto in forze; ma in qnestò caso invece il tempo nolil solta:nto non lavorava per la Germania, ma, era t utto a suo danno; d'alt ra parte tanto in Germania quanto in Austria-Ungheria la deficienza ,d i materie prime era già forte e sarebbe stata anche più forte in ùn prossimo fu t uro, mentre gli Alleati dell'Intesa sapevano imminente l'aiuto dell'America e in uomini e in materiali. Tutto ciò detto, si comprende perfettamente come e perchè durante l'inverno 1917-18 la Germanja andò accumulando tutte le forze e tutti i mezzi che poteva trarre daJ P aese e dalla fronte orientale, per compiere in primavera uno sforzo supremo.

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L'ARMAMENTO rrALIANO DOPO IL RIPIEGA)IE)ITO

§ XI

Dati relativi all'armamento ed al munizionamento dell'eser, cito italiano dopo il ripiegamento • Il programma di ricostruzfone.

All'inizio dell'offensiva nemica, del 24 ottobre avevamo le quantità di artiglierie che risultano dal seguente specchio, nel quale tali quantitativi SO(ll,O indicati e distinti per Armata: grossi calibri

U NITÀ

'

medi cali bri

piccoli calibri

Totale bocche fuoco 11er .Armata

6

116

272

394

1• .Armato.

17

492

974

1.488'

4• .Ar mata

7

273

624

904

Zona Carnia

4

232

275

511

68

1296

1066

2.430

55

584

617

1. 196

III Corpo (1)

2• .Armata (2)

(3)

3• .Armata (3J

Totale por calibri

157

294:3

3828

6.918

(1) il III Corw è indicato separatamente perchè dislocato all'estrema sinistra sulla zona ùell' Aclamello e non awnrteneva aò alcuna Arml\ta. (2) in spestamento dalla l"· alla 2~ Armata : 8 obici da 149 pesanti campali; 12 cannoaj òa 105; 20 cannoni òa 102. (3) più le seguenti ar tiglierie degli Alleati : 2a Arm ata, 41 obici di medio calibro ; a~ Armata, 21 obici d.i medio calibro.

In quel mese di ott obre l'industria nazionale aveva ràggiunto le notevoli produzioni giornaliere òi 85.000 colpi di ogni calibro e di oltre 4.050 tonnellate di esiplosivi. Durante il ripiegamento avevamo perduto uha ragguardevole quantità di artiglierie sovratutto per causa delle difficoltà, -170-


L' ARMAMEN'.1:0 'ITALIANO DOPO IL RIPIEGAMJ.1:NTO

di t1;aino e delle interruzioni dei ponti sul Tagliamento, malgrad-o che gli artigliel'i illl molti casi avessero, con sforzi sovrumani e oon ripieghi di ogni sorta, trainati i loro pezzi a braccia :fin s1ùla sponda, ~inistra, del fiume. Le artiglierie perdute furono : pezzi di g rosso calibro pezzi di medio calibro pez:111 di piccolp calibro bombarde

97 Ui77 1.462 1.73-3

e cioè in totale 3.136 pezzi d'artiglieria. Pertanto, a ripiegamento ultimato, rimanevamo ,con: pezzi di grosso ca! lbro pezzi di medio calibro 1iezzi di piccolo calibro

60 ,1.356 2.366

e cioè in totale 3.782 pezzi d' artiglieria. E ' qui pertanto tempo, momento e luogo cli rilevare e proelamare altamente che per virtù e sagacia dei p-0teri competenti, per laboriosità e unanime volo111tà, -cli tutto il popolo itaUano, doipo i ripiegamenti dell'autunno, il riordinamento dei materiali d'artiglieria, si sv01$e con: una alacrità meraviglioi?a oonseguendo risultati addirittura miracolosi.' Dice il gen. Montefìnale nella sua opera, « L'artiglieria italiana dura.nte e dopo la, guerra, europea)) : Il programma delle costruzioni per l'anno fin auziarlo 1917-18 compor tava 4.292 pezzi cosi sudclivisi : 168 grossi calibri, 2.204 medi calibri, 1.920 pi-ccpli <:3Ùbri, con una media n1ensile di circa 358 pe½zi. Questo programma cbe alla fine d! novembre 1917 aveva gi ù dato 1 .994 bocche da tuoco (66 grossi calibt·i, l .026 medi calibri, 902 piccoli calibri), dopo Il ripiegamento sul Piave ve·nne ,portato a 5.760 boccbe da fuoco da allestire tra il dlcembt·e 1917 e il 30 giugno 1918 (1.17 grossi calibri, 3.345 medi calibri. 2.298 piccoli calibri), vale a dire ad una media mensile quasi trlJ!Hcata (923 bocche da f uoco). TI massimo della produzione venne raggiunto nel mese di maggio 1918, lu cu.l si costruirono 20 batterie di grosso calìbro, 206 batterle d.1 medio calibro e 126 di p!ccolo cnlibr9; può dil'sl che a tnle evoca 1 vuoti causati dal ripiegamento sul Piave erano già stati colmati. Cosi ,pure erano state orma~ restituite alla Francia 60 batterie da 75 mod. 97, r icevute per far fron te in un primo momento alle perdite subite in artiglierie leggere durante il ripiegamento. A fine maggio, cioè alla vigilia

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L'ARMAMENTO ITALIANO DOPO IL RJPIEGAMEKTO

della battàglia del Pia, e, le nostre artiglierie, completamente riorganizzate, potevano 9ppon e al nemico : 3.540 pezzi di piccoJo calibro 983 pezzi pesanU campali 1.898 pezzi di. medio calibro 1.25 pezzi d~ grosso calibro 1.745 bombarde.· La pt'o<luzione delle mun.lzionl aveva intanto raggiunto la cifra di circa 90.000 colpi giornalieri.

Le

cifre suesposte d.amno un'idea dello sforzo compiuto dalla nostra. industria privata ~ dalle varie Case industriali italiane che, seguendo le ,diret.tive del Governo e del Comando Supremo e in particolare del Sottosegretariato per le Armi e Munizioni e del suo Capo gen. Alfredo Dallolio, sil resero con esisi beneme l'i te del Paese. E ad accrescere ancora, il valore di questo, sforzo concorse il fatto in~luttabile per cui erava mo poveri di combustibili e avevamo gravi difficoltà ad importarne, sia per la scarsità della , r ete ferroviaria e sia per il defìcient~ tonnellaggio del materiale r otabile. Eravamo poveri anche di energia elettrica, sia per la perdita degli impianti del Veneto che ci ,d avano ben 50.000 cavaUi circa di forza motrice, e sia per la stagione invernale che, col gelo, !Paralizzava., molti impianti nell'Italia ~ettentrionale. E ravamo poveri infine di Ina~rie prime e di mano d'opera. Ma l'industria privata ed i loro Capi, i te~nici e le loro mq,estrainze posti di fronte all'incombente minaccia di dover fronteggiare in primavera tutto l'EBercito austro-ungarico, forse rinforzato da, Unità tedesche, sepper-o fare il prodigio rispondendo anch 'essi tutti, cosi come già avevano risposto i soldati all'augusto appeHo del Sovrano : « cittadini e soldati, siate un Esercito solo )).

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CAPITOLO. QUARANTACINQUESI MO

LA SITUAZIONE POLITICO=MILIT ARE NEI PRIMI MESI DEL 1918 • L'ISTRUZIONE DEGLI UFFICIALI = PERFEZIONA• MENTI INTRODOTTI NELL'ORGANIZZAZIONE, NELL'IMPIEGO E NEI SERVIZI' RELATIVI ALL'ARMA D'ARTIGLI ERIA . LE OPERAZION I PRIMAVERILI • LE OPERAZIONI DEL 1918 NELLA REGION E TONALE,ADAMELLO • LE GRANDI OF FENSIVE TE· DESCHE IN PRIMAVERA • RISULTATI DELLE OFFENSIVE TEDESCHE D1 PRIMA VERA E INSEGNAMENTI NEI RIGUARDI DELL' IMPIEGO OELL' ARMA • IL COMANDO UNICO , I CAN NO, NI' A LUNGHISSIMA GITTATA = IL PATTO DI ROMA ED IL CORPO CZECO=SLOVACCO D'ITALIA • PRODROMI DELL'OF, FENS IVA AUSTRIACA SUL PIA VE • DATI RELATIVI ALLE RI'COSTRUZIONI ED ALLA RIORGANIZZAZIONE NEL 191 8 • SITUAZIONE DELLE ARTIGLIERIE · ALLA VIGILIA DELL'OF, FENS IVA.

§ I

La situazione poli tico,militare nei primi mesi del 19 18 .

' Alla :fine del capitolo precedente abbiamo già accennato a.Ila situazione degli I mperi centrali ed ai motivi che imponeva.no loro un supremo sforzo offensivo: vediamo ora la situazione nel campo degli Alleati e dell'Intesa. La Francia, superata la gTave crisi dell'estate 1917 e sostituito nel povembre il Ministero P ainlevé con quello presieduto dal Olemenceau, era più che mai decisa a compiere uno sforzo supremo pur di vincere la guerra; ed anche in Inghilte;ra, pur non mancando voci incitamti a c011cludere la pace al più ipresto, - 173 -


LA SITUAZIONE POUTICO-MILITARE

il Gabinetto Lloyd George era deciso a continuare e portare a termine la guerra. I n Itali a il nuovo governo presieduto .a·a Vittorio Emanuele Orlando, l'Esercito e il popolo erano concordi nell'intendimento di continuare la lotta fino a llo sfacelo dell'Impero danubiano. E nessuna delle tre Potenze aveva. rinunziato menomamente ai suoi scopi di guerra: - pe1· la Francia: l' Aloozia-Lorena e la creazione, nelle provincie renane, di una situazione attu a dure slcuI"ezza per l'avvenire; - per l'Inghilterra: l'nttenamento della potenza militare e<l ec9nomica dell'Impero tedesco e In rinunzia del medesimo alle sue colonie e alla sua potenza marittima ; - per l'Italia: l'ademplmento delle riromesse contenute ne) Patto di Londra.

Le proposte di pace fatte dalla Germania ai suoi avversari già a.vevano palesato un abisso insuperabile; quelle tese verso il Natale 1917 fra l'Inghilterra e l'Austria-Ungheria, quelle offerte nel febbraio 1918 da.ll' Austria-Ungheria a.Ila Francia, così come quelle intercorse fra l'Imperatore Carlo e il P resi~ dente ·wilson, non avevano da,to alcun risultato. Da parte francese e britannica vi era ancora l'intenzionè di mantenere in vita, .l'Impero degli Absburgo, ma soltanto a prezzo di una condizione inaccettabile e · cioè che, ·mediante pRce separata, l'Austria-Ungheria si staccasse dalla 0erma111ia,. P eralh'o, le divergenze di vedute tra la Germania e l'Austria Ungheria circa un'eventuale pace e circa gli scopi di guerra fecero sì che nel febbraio, dnrante le trattative iper la pace òe:finitiva con Ja Russia, il Ministro degli Esteri Ozernin chiedesse alla Germania qua.li fossero i suoi scopi di guerra, per (ledurne :fino a qual punto la Monarchia aanubiana avesse l'obbligo di tenersi a.. :fianco della sua alleata, : domanda che ri~ mnse senza chiara risposta,, ma la cui sostama d'allora in poi affiorò continuamente in tutte le decisioni fra le due Pote11ze jmperiali. In Russia il 10 febbraio Trotzki aveva, i nterrotto le trattative di pace a Brest--Litowsk e aveva smobilitato l'Esercito rnsso dichiarando che la Russia sovietica considerava, la guerra rome finita; ma, l'avanzata di truppe · tedesche l'aveva vice~

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. ·-~~'!'.


N0I P&n.H MESI' DEL

1918

versa costretto ad accettare la pace dettata dagli Imperi Centrali (3. marzo), abbandonando alle Potenze Imperia.li la Curlalll.dia, la Lituania e la Polonia russa, sgombrando -dai territori turchi occupati, e lasciando libere della loro sorte la Finlandia, l'Estonia, l'Ucraina e la Oaucasia.. La Finlandia dopo la pace stipu,lata il 5 marzo colla Ger·mania ed il 7 marzo colla, Russia, mediante una breve campagna, nell'aprile-maggio si era resa indipendente. All'armistizio concluso fra le Potenze centrali e l a Romania (5 marzo) erano seguite lunghe trattative per la conclusione di una pace definitiva. Il 7 maggio veniva :finalmente conclusa la [)ace di Bucarest, con cui la, Romania ,doveva, rinunziare alla Dobrugia e ad una striscia di frontiera verso l'Ungheria, contro promessa <li acquisto della Bessarabia -distaccatasi nel frattempo dalia Russia. Ma poichè alla Bulgaria venivru per il mo;me.nto aggiudicata soltanto la Dobrugia· meridionale, amzichè l'intera regione cui essa eSJPirava, la volontà bulgara di continuare la lotta .a :fianco dei ,propri Alleati veniva indebolita. Intanto il Consiglio Supremo di guerra Alleato, cui abbia.mo accennato nel capitolo 43° parlando del -contributo degli Alleati, proseguiva i suoi studi, e poich~ si avevano già sentori di offensive contro l a Framcia e contro l'Italia, veniva alla conclusione che per avere vera.mente la possibilità di opporvisi doveva disporre di mezzi e cioè ,d i riserve da, farsi intervenire dove la fronte _sarebbe stata 1più minacciata: t,aJ.e riserva doveva essere costituita co·n forze che ri.ma,nevano alla loro fronte ed' erano quindi semplicemente designa.te, ossia prenotate per tale destinazione. Di qui ~a richiesta degli Alle.a ti di ritira.re le loro truppe dalla fronte italiama sebbene ne avessimo ancora bisogno per poter portare · a compimento la, riorganizzazione del nostro Esercito. Di fro nte a.Ile pressioni francesi si adcl.iveniva ,pertanto ad un compromesso per cui sarebbero &ta.te ritira.te <1:alla fronte italiana, 2 Divisioni francesi e 2 Divisioni inglesi, mentre Je rimanenti 7 Divisiooi allea.te :veniva.no considerate come frazione della predetta costituenda ris.erva. Sulla fronte occidenta.le tale prestabilita riserva non ve-175 -


L'ISTRUZIONE DEGLI UFFICIALI

niva costituita perchè B'aig e Pétain si misero d'accordo per un aiuto reciproco a seconda delle event uali emergenze. Il Consiglio Supremo di guerra rimaneva cosi praticamente senza ..i mezzi per agire. Eravamo ben l()[ltani quindi da un coordinamento veramente efficace, e anche da quel Comando Unico del qua.le era riconosciuta la. nece$sità e di cui riparleremo in seguito. A questo punto, prima di accennare alle nostre operazioni inverurn.li ed a.Ile grandi offensive tedesche di primavera, è bene dare uno sguardo ai [)Crfezionamenti organici e tecnici introdotti nell'Arma d'artiglieria, e in particolare ai provvedimenti presi per miglio1·are la coltura degli ufficiali.

§ II

L'istruzione degli ufficiali.

Nel capitol o 42° abbiamo già parlato a lungo del complesso problema dei quadri ·d 'artiglieria nel nostro Esercito e anche nell'Esercito austro-ungaÌ·ico che, al pari di quanto avveniva negli Eserciti di tutti gli Stati belligerao.iti, risentiva le conseguenze delle gravissime perdite subite, de.l rapido aumentoh dei reparti, della necessità di sottrarre ufficiali dall'Arma per costituire organi di Comando, nuove Specialità d'artiglieria, nonchè per aumentare le forze. aeree : t utti questi fatti avevano provocato e provocavano una rapida ascensione di elementi, non perfettamenti idonei, nei vari gradi. Abbiamo anche accennato come questi. inconvenienti fossero in parte eliminati. dall'elevatissimo spirito dei quadri, dalla loro (Pratica acquisita rapidamente presso quella ru de scuola che è la guerra, :nonché dai numerosi Corsi istit uiti e svolti con continuità presso le gr a.ndi Unità. Aggi1101.giamo qui che alla crisi degli ufficiali inferiori suppli egregiamente un forte numero cli ufficiali di cavalleria che, -176-


AGLI l.\'fZ! DEL

1918

ovunque furono destin ati, portarono l 'ammirato entusiasmo e la passione eroica clelJa loro Arma di provenienza, fedeli al motto della Cava lleria sabau da : « à piecl et ù, cheval rn.on honnenr est saus égal »; mentre ,poi gli ufficiali di complemento d'artiglieria e di Milizia, territoriale, sovra.tutto se muniti di nna. laurea o di un diploma, di studi superiori, non tardarono a mettersi a posto e ben presto divennero coadiutori preziosi elci loro superiori e coJJ eghi dell'Esercito permanente, ga,reggiando con ei-isi per ardimento e per alto s•pirito militarè. Nei 'g ra,di superiori. l'eliminazione degli elementi ritenuti meno idonei, effettuata talvolta in misura eccessiva, aveva impoverito i quadri e turbata la serenità di quelli che rimanevano e che seintivi1110 la spada cli Damocle sul proprio capo : sta di fatto che nel 191 l'esperienza e le conseguenze di un tale provvedimento imposero un freno anche a questa elimina.zione . Bisogna riconoscere che il problPma non era, facile perchè Rnche gli ufficiali che i;;i ernno affacciati alla guerra con una coi:npleta coltnra professionale e con una piena preparazione :fisica dovenu,o adattarsi al radicale sconvolgimento dei principii di applicnzione delle n m·rne tattiche e tecniche clell'artigJieria. derh~ante dalJe forme nssunte dalla guerra. · La regolamentazione cli anteguerra e qu ella compil ata dopo i primi combattimenti. non erano più completamente applicabili. Il normale aclclestramento tattico impartito nell'an teguena ag-li nfficiali d'al'tip:lieria da cnmpap:na era divenuto, per cosi dire . ~nperfl.uo e in certo moòo sorpassato, mentre le loro cop:nir,iolli te<"niche erano 1·elativamente scarse in confronto ai nnovi compiti demandati alle loro hatterie. impiegate in una g:nerra di posizione. Dobbiamo ancorn ap:g'iungcre che le necessità e le ca.r atteristiche dei varii settori. del fronte aveva.no influito sull'adcleRtramento dev;li nffìciaJi in modo diverso ed in mis ura cli'f:Fer·ente; ufficiali anche di grado elevato, per essere rimasti lungo tempo nello stesso settore clel fron te , era.no ormai avvezzi a concepire l'impiego dell'a1·tiglier·ia sotto un ,punto cli vista partirofarmente univoc·o e pel'ciò ristretto; altri per non aver avuto occasione di dedicarsi allo stnclio. ed a1la solu7-io1Ile dei nuovi probl0mi, semb1•aynno difettare cli q11ella elasticità mentale che 12

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L'ISTRUZIONE DEGLI UFFICJALI

si richiede nell'apprezzare prontamente le mutevoli situazioni che improvvisamente si presentano nello svolgersi del combattimento. Qnesti problemi, a loro volta, si presentavano con tale molteplicità e sotto forme così varie per cui riusciva.no · completamente nuovi per coloro che nel lungo periodo di pace, per sistematica co11snetudine erano stati addestrati in procedimenti diversi. Come conseguenza di tutto qnesto era scaturita la formazione di altrettante dottrine di impiego diverse tra. loro ed aventi ca.ra.ttere speciale, vnlevole !"'lOltanto per una determi. nata Unità e talvolta, a11cl1e solamente per pecnliari caratteri· stiche di una <letermina.ta zona di terreno. Per la mancanza di nn'm1ica. dottrina in materia, le sin gole .Arma.te avevano ricorso a pubblicaziorn i che; sotto forma di Circolari e di Istruzioni ,tendevano appu nto alla n·e cessarht nnifì<-azione di criterii e di. indirizzo in argomento, ma gli ufficiali d' artiglieria quando cambia,vnno settorr dovevnno aggiungere alle normali occnpa,ziooi (studio e conoscenza della nuova zona, sistemazione delle batterie e dei gruppi, 01·gnniz7,azione dei tiri e dei servizi cli osservazione, ,collegamenti e t·ifornimenti), che erano loro compiti J)l'e<'ipui e indeclinabili, la preoccnpazione di ben interpretare tali nuovi criteri e siffatti particolari metodi di impjego, differenti cla quelli ad essi ben 010ti dell'anteguerra , ed anche diversi cl.a, quelli · mppre!"'li in altre Armate ed in altri settori, e òovevano costringere la mente e nuove d.efinizioni, a <liverse carte topogra.fiche e tfll· volta per.fino a speciali differenti tavole di tiro. E' facile 1pertanto immaginnre quale podero~a opera,, in fatto di istrnzione e cli addestrnmento <lei qnndri, abbiano compiuto in questo periodo e il Comando Supremo e le dipencl<:'nti Grandi Unità e gli specinli organi all'uopo i1:-tit11iti per co.nseguire quel miglioramento e completamento di cognizioni. tecniche e tat tiche degli . ufficiali dell'Arma, esercitandoli nel l' applicazione dei nuovi criteri <l'impiego unificati. Ai preesistenti corsi di addestramento presso le Armate furono sostituiti eorsi per ufficiali inferiori nell'interno del terri torio: furono altresì istituiti corsi per ufficiali superiori, e -178-


AGLI 1NIZI DEL

1918

per.fino un corso per ufficiali generi1,Ji e brigadieri d'artiglieria presso il Oonrnndo generale ·d 'artiglieria. A completare l'opera, ·c ontribuiva:no inoltre in larga misura le Circolari di cui :parleremo al paragrafo seguente, ·Circolari" che in forma. semplice ed accessibile a tutti, emanavano norme precise ed inequivocabili, e nello stesi:::o tempo davano alle varie specia.Jità una, organizza7,ione più adatta alle esigenze della guerra, facilitaoi<.1o' il c.:ompito <lei gregari.

§ III

Perfezionamenti introdotti nell'organizzazione, nell'impiego e nei servizi relativi all'Arma d'artiglieria.

l\f.entre procedeva intensa.mente l:J. produzione del materiale d'a,r tiglieria destinato fL reintegra~'e le perdite dell' aut unno 1917, il Comando Supremo, man mano che affluiva, il materiale, provvedeva, a t i organizzare le Unità ,d ell'Arma. Nel campo organico i provvedimenti :portavano alla ricostituzione di 22 r eggimenti d'artiglieria da, campa,gna, 50 batterie da moil1tagna, 80 batterie pesanti campa.li, 91 batterie d'assedio e 75 sezioni di bombarde. I bombardieri, che subito dopo il ripiegamento erano sta.ti impiega.ti come tanteria, rilmiti .in un'unicà. Divisione di G Reggimenti su 3 battaglioni ciascuno, ritorna.vano, con hL disponibilità di materiale, al loro normale im1pi.ego e ad ogni Divisione veniva, assegmata in modo permanente un a batteria di bombarde da 58 .A oppure da 58 B. I raggruppamenti da montagna, quelli pesa nti campali d'assedio, e quelli misti ass11mevan0 rispettivamente lo stesso carattere di stabilità dell' artiglieri.a da campagna. Infatti, . mentre :fin dal 30 novembre 1917, per l'a,r tiglieria da campa,gna era stato sancito il criterio dell'inscindibilità del reggimento -

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ORG.il:\IZZAZlO~E ED DCPIEGO

dalla 'p ropria Divisione cli fanteria, il 21 dicembre con Circolare 674'7 si davano disposizioni per u:n nuovo ordinamento delrartiglieria pesante campale per cui ai Comandi d'Armata ne veniva assegnata un'aliquota o!'ganica, mentre se ne costituiva in pari tempo una riserva, a disposizione del Oom8llldo SulPremo. Il 23 genn aio, per ovviai·e agli inconvenienti prodotti dall 'allora vigente ordinamento dei gruppi d' a1-tiglieria d'assPdio, (occasionalmente costituiti in modo vario a seconda delle esigenze. d' impiego), ed anche per rimedial'e alla differente abilità tecnica dei Ooma,ndanti di batteria, nonchè per accrescere l'affiatamento fra i Comandanti di gruppo e le batterie dipendenti , si stabiliva che da allora in poi i gruppi d'asRed io dovevano essere costituiti organicamente con un numero di battel'ie di tipo moderno della medesima specie e calibro (Oir-cola.re 144447). Il 26 gennaio con Circolare 144.S95 veniva abolita ogni differenza fra le batterie da montagna e le batterie someggiate da 65, giacchè la differenza. di organici fino allora esistente e stabilita nella presnnzi.one cli un dh-erso impiego delle due specialità, si era aJl'atto pratico dimostra,ta infondata e perciò su.per:f:l.ua nella guerra di posizione; si addiveniva pertanto ad un tipo unico, a « ba.tterie da monfagna », con orgalllico medio fra quello troppo ricco delle antiche batterie da montagna , e Q quello troppo povero delle batterie someggia.te. Il 23 aprile si stabilì la composizione organica dei raggruppamenti d'al'tigli.eri.a pesa.nte campale e la loro assegna zione organica ai Corpi cl' Armata : ogni raggruppamenl 1> doveva colllsta.re di 1 Co.mando, di 1 o 2 gruppi di obici. da 149 P.O. , 1 a 2 gruppi cli cannoni da 105; ogni grupvo, ùi l Comando di 2 batterie di obici o cli cannoni. Tanto il rnggruppamento quanto il gruppo dovevano essere mantern1ti iusdnclibili in qualsiasi forma di impiego. UguuJe inscindibilità veniva sancita ,per i gru1Ppi pesanti campali alla diretta dipendeinza dei Comandi cl' Armata. Per quanto con cerne l'impiego, il Comando Supremo, sulla base dell'esperienza dell' ottobre 1917. definì il tiro di contro-

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DELL'MC11A E DEI SERV IZt

preparazione e ne precisò gli scopi lI)rescrivendo tiri di logoramento di controbatteria-e di inter<lizione. Successivamente doveva sferrarsi lo sbarramento violento ed intensissimo, anche colle mitragliatrici; avendo per scopo di arrestare il nemico che, nonostante tntta la nostra contro· preparazione, pronunziasse l' attacco. Di qui la necessità, di un'accurata 'preparazione di tutti gli elementi destinati a. prendere parte all'azione a:ffinchè tem pestiva.mente essi sie1110 pronti ad intervenire. Ed a:ffinchè l'azione abbia carattere di sorpresa , gli aggiusta.menti dei _tiri <l'artiglieria debbono essere fatti senza ritmo e non sugli obbiettivi più importanti, ma .bensì sn pnnti caratteristici del terreno affinchè all'occorrenza sia possibile fare trasporti cli tiro su ta.li ,punti chiara.mente individuati e inequivocabilmente precisati. Pa.rtìco)are importanza a. q11esto scopo ha altresì l a preparazione del tiro sulla carta e la conoscenza del terreno e delle · possibilità eh<! esso offre all'a·v,~ersario. Occorre infine una. rete di collega.menti mnltipli, perfettamente efficiente. In data 29 marzo 1918 il Comando Supremo con .Circolare 11.150 e:òrnnò 1~ Norme per l'azione difensiva. In questa Circofa,r e era detto : · L'attacco nemico deve essere infranto col fuoco (cli controprep::irazione e cli sbarramento) e col movimento (contrattacco). Allorchè !'avversari.o inizia il tiro violento cli artiglier.i::t sulle nostre linee·, facendo ·prevedere un imminente· attucco, la nostra artiglieria deve aprir~ prontnmente il fuoco dj contropreparnzione, concentrando i suoi tiri sugli f-lementi' vitali nemici (trincee di prima linea, zone di radunata, camminamenti e 101·0 sbocchi, osservatorii, batterie più moleste e bene identificate, ecc.) ed aprendo ).l fuoco· simultaneament·~, con il maggior numero possibile çli batterie in modo da sorprendere il nemico e soffocarne r attacco prima che questo Si pronunzi. La zona neHn quale si preved,~ sb9ccherà l'attacco nemico deve così essere sistematicamente battutn con successivi · e potenO concentramenti di fuoco già preparati e controllati. E' mio intendimento che un'ora prima del momento sta!)ilito per l'attacco nemico - se, c9m'è possibilé, ne saremo in tempo informati , oppure non. appena si abbia la ~en~azione che è · ~ncoroinciata la prépara7,ione nemica - , si inizi da parte nostra una violenta contropreparazione di fùoco.

Con tnle Circolare 11.150 il Comando Supremo accennava. :non s9lo a,d uin ti.ro di controprepara.zione preventiva da. ini·-

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ORGANIZZAZIONE ED IMPIEGO

ziarsi allorchè l'aYYe1·sario cominciavn. il suo tiro di prepamzione, ma auche ad nn 110stro tiro di contropreparazione antidpata d a, in izia.rsi u11'ora prima, mentre poi il Sottocapo ùì Stato Maggiore in una conferenza.· -del l'7 aiprile 1918 aggiu11geva : .La controprevarazioue i; <:ompito essenziale <ielJ'ur tiglicl'ia cd è intendim~nt9 d! questo Comando <:be e~sa debbù essere iniziata un'ora pri ma delJ 'azione anersaria oppure [~i prirni sinto~i della stes;oa, a seconda che si abbiano o non · in p1·ecedenr.a informazioni s u di es-sa.

Il predetto Sottocapo di Stato Yfaggiore ribadiva <tuiudi in tale conferenza il concetto <li far r icorso ad un t iro di c:ontropreparazione preventiva e cioè trn.ttavasi quindi di uu vero e ·proprio tiro di contropreparazione anticipata, da eseguirsi in base ad informazioni ritenute molto ::tttendibili, e però la cont ropr eparazione ant icip::ita di cui q_ni è questione, nulla av<>va per tant o a che fare col tiro di controprepara,done pI'eventiva, da effettuarsi subi to dopo l'inizio del tiro di preparazione 1per parte del nemico. · In una conferenza tenuta dal Capo di Stato Maggiore ni Comanaanti di Armata il 1° giugno 191., così. egli si espresse : Noi possiamo e dobbiamo quindi 1>ren!nire il nemi<'O con fllQeo sistenn1tlco di nrtiglieria o con plcc9le nzio11i ben studiate e che siano con grande probabilità redditizie, sia nei giorni precedenti a quelli della sua azione, sia 11elle ultime ore che precederebbero lo SC(ltto delle f.autc rie. E Ci<) coi tir i di controprelmrazione già nitra volta esaminati, effettunncloli a gas sulle bntterie avversarle. E' pe1tant-0 evidente elle con tali sue prescrb:i.oui il Cnpo cli Sta(.) :\!aggi9re si riferiva ad un tiro di contropreparazione anticipata non più di un'ora soltanto. ma di alcune ore prect>clenti nllo scatto delle fanterie.

I nteressantii::sime sono a questo riguardo le considerazioni che fa il Maresciallo Giardino nella sun opera « Rievocazioni e r iflessioni di guerra» (Vol. II). Dop0 aver riportato la citata Circolare 11.150 egli dice : La definizione dei varii tiri ri porl:lta nella predetta Circolare distingue il ti ro di contropre parazioue clal tiro di sbarramento. Con ciò stabilisce, e vuol !;tabili.re con precisione, i limiti della controprepan11.ione ; lo sbarrnmento interviene quando le ondate nemiche ·partono all'assalto. e cioè quando il ' nemico, dal periooo cli !}reparazione passa all'esecuzione dell'attacco, e pereiò lo sbarramento non è più contr9preparazione, ma è già difesa. Ben s'lnten<le che anche gli altri tiri continueranno in quanto occorrano, ma tali tiri pur

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DJ!:LL' AR!'>'f A E OEC SERVIZI

essendo gli stess! e sugli stessi obbiettivi non saranno più tiri di contropreparazione, ma saranno giit tiri di battaglia. Altrettanto precisato _è il momento di .inizi9 del tiro di controprepru:azione. Dei 1•arii tiri c)1e, con var!i nomi ecl in circostanze varie più o meno prossime alla battaglia, si effettuavano, come si dirà, però sempre slli medesimi obbiettivi, la definizione non parlava affatto. Per tale definizione non vi è contropreparazione (quanto ai tiri d'artiglieria) finchè non vi è preparazjone del nemico (parimenti di tiri di artiglieria) alla quale contrapporla. El ne definisce ~sattamente il momento d'! iniziarla, e cioè prontamente allorchè il nemico inizia il tiro violento sulle nostl·e linee, facendo llr evedere un attacco imminente. La ragione è chiara. Contro trincee ·e reticolati, nessuna truppa del mondo può attaccare fìnchè l'artiglieria non le ha aperto il passo con il. tiro di distruzione di reticolati e di trincee. Tanto è vero che dei boschi non si parla neppure più di occupare il margine_, D)a di occupare una linea interna, con che si ri nuncfa cosi a quel -campo di tiro che serviva a ritardare l'avanzata . dell'attacco, ma la si ritarda 1*11 più col sottl·arre la linea trincerata alla vista ed al tiro esatto dell'artiglierià del nemico, il quale, finchè non vi abbia aperti i varchi, non poò attaccarla. E al S. :i\farcp di Gorizia la 48" Divisione dovette pelare il terreno con tiri, che chiamava di schiarimento, per scoprire la linea austriaca. Il tiro di distruzione violento sulle no.stie linee è dunque ìl primo e solo indizio concreto e sicuro di un attacco reale e serio. Ed è chiara anche la ragi9ne -cll queste prescrizioni. Sono indicati alla contropre-parazione moltepìici obbiettivi ; il fuoco deve essere fatto col maggior numero pos'SibHe di batterie; la sua intensità deve essere tale da soffocare l'attacco. Conseguenza, dispendio enorme di munizioui, senza contare : il che pu.ò avel'e r ipercussioni gravi sul munizionamento per la battagHa ; e perciò tale fuoco 11911 deve essère fatto che a colpo sicuro, in relazione agli ';;tti concreti dell'attacco. Quanto alla specie dei tiri, la definizione indica soltanto gli obbiettivi, anzi ne ~ndica alcuni soltanto, a titolo cli esempio, per la interpretazione della sua indicazione cc elementi vitali nemici >>. Ma non per questo la definizione è meno chiara e meno esatta. I tiri sulle trincee di prima linea, sui camminamenti e loro sbocchi, osservatorii, cec. avevano nome di _« interdizione vicina» e si eseguivano anche durante i lunghi periodi di relativa tranq~illiu\ e senza prèvisione di battaglia, per accecare osservatorii incomodi, disturbare Comandi, disturbare l'arrivo e la distribuzione del rane.io alle truppe nemiche in linea quando un disertorè o un prigioniero ne aveva ·rivelata l'ora consuetuòinaria, ecc. Nel tiro di co~1tropreparazione, complesso fuso e manovrato dei varii tiri, esso si fondeva , da u ltimo, col tiro di sbarramento ed anche col tiro di repres~ione se qualche reparto nemico ar rivava ad occupare alcuni tratti d! trinceé nostre. I_ tiri sulle varie zone di radunata e sulle comunicazioni individu.ate fra di esse, o fra esse e la linea .nemica, avevano nome di cc interdizione lontana >l, _ e si e~guivano anche e spesso in condizioni orcllnarie e senza previ.-

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ORGANIZZAZIONE ED IMPIEGO

sione di battaglia, qu:rndtl, ad esempio s i era informati de) cambio delle Unità in. linea e si aveva probabilità di recarvi serio disturbo. Nella <:ontropreparazione, l'interdizione lontana si fondeva con la ).nte rdizione vicina e con la con, trobatteria. I tiri sulle batterie più moleste e bene identificate (vicine o lòntane che fossero) ,1Vevano appu.nto u9uw .d~ «controbatteria», e si dividevano in tiri di d is trui ione e tiri di neutralizzazione, ave nti s·copi, effetti e modalità diverse. Jl tiro di. distruzione mirava, come lo dice il nome, ad annientare in modo definitivo le batterie nemiche, postazioni e pezzi; · impresa tanto ardua che si citava il ca.so di una nostra batteria da 280 çhe aveva ricevuto 197 colpi da 305, a tiro ben aggiustato, senza nulla perdere della sua efficienza ; imJ>resa, che ad ogni modo esige tiro aggiJ1sta tissimo, continuamente controllato quasi colpo per colpo da osserva tori a· tena ò da aeroplani, e che perciò è d i imp<;>ssibile impiego nella contrO}lreparazione, e deve quindi essere riservato ai periOdi non d i battaglia. Il tiro .di neutralizzazione, invece, mirava soltanto a far sosJ;)('ndere per 1111 dato t empo l'attivitfa della batteria nemica èoprendola di un <lilttvio concentrato di colpi o inondandola di gas con proietti -speciali; mezzo spedit).v9, grande consumo di munizioni ed effetto passeggero, e per~ ciò tiro non adeguato a circostanze ordinarie, e r iservate alla contropreparazione ed ali.a battaglìa, qµando e dove oc<:orr.esse. ()nesto esame a naljtico è stato qui necessario per un più necessario rilievo preliminare. In sostamm la definizione cHceva che tutti gli gbbiettivi cli ogni genere e specie, che esistev~1no tra la trincea nemica e l a dista·n za massima corriSI)ODdente alla portata efficace dei pezzi 'della difesa , formavano obbiettivi dè lla controprepa·razione. Di conseguenza, qualunque specie di tiro (eccettua to il ti.ro di controbatteria di distruzione) r ientrava nei tiri .,d i controm:eparazio1Je. .Ma era evi. dente che la definizione interpretata in buona fede, non permetteva di pensa re nè di affermare che non esi'stessa. controprep11razione, o che vi fosse c9ntroprepara2ione errata o dioobbedie1Jte, quando - per mancanza permane.nte o momentanea di qualche specie di obbiett.iv9, o per precedenza urgente da dare a qualche altro obbiettivo -, nel coucerto artiglieresco dei colpi ~parati qual, <'una delle varfe spec~e d i tiro venisse a mancare. E la <lefinizi.one permetteva ancor meno di pensare e di affermare che si facesse e ffettivamente la coutroprel?arazione voluta dalle norme in vigore, quando una, od a-oche più specie <li tiro si eseguisse all'infuori del momento precisato dalle norme stesse, fosse pure 11ella previsione ancora ipotetica d i una battaglìa; lo permetteva ancora meno, si può affermare, perchè Jn tal caso ìl dispendio delle muniziolli inter veniva a preci~are il nome e la specie di tiro. · Il dispe-ndio eccezionale senza Iimitazion~ era autorizzato esclusivamente 1,er il periodo ben precisato della contropreparazione; e con siffatto dispendio., in quel periodo ogni tll'o diventava tiro di contropreparazione . In. ogni altro caso, il dispendio dove.va essere normale, e, per logica militure e per obbedienza, ii tiro aveva il suo proprio nome; genericamente tali

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DELL' AH)'1A E DE J SERVI ZI

tiri ave\'nno il uomc ufficiale di « tiri di di~turbo ». ment re in gergo a r tiglierE'sco e non ulliciale, chiamnYan~i « pestme di artiglieria», <• tiri per ren<lere anrnra la vita al nemico », ecc. ecc. · . In conclusione. nncbe se e;;Sit non era st n(a preceduta da un esnme cosi analitico, la definizione condrn &n,•a con mirabile chiarezza e c9n precisione indi&Cutibile In Yolootà del Comandante, che n quelln analisi esattamente rispondeva: In tcnniuologia iweva pertanto tutta la precisione <' la limpi<le-.i;zn eh~ tutti e se01!)re le l.rnnno ricono~cluta necessnrin. Grnzic ad e,sa, ln i·ealtil t utti sapevano che cosa si voles9e dire quando si dice\'ft « contr opreparazi9ne »: J.Ja rola crislaHina per chi comnndava, per cbi eseguin1 ed nnclle per ln storia futura.

Abbia.mo riportato le pa1·ole del Maresdallo , Giardino perchè non potrebb(l esser,i migliore commento nlle prescrizioni del Comando Supremo. Il Maresciallo Giardino ritorna sulh-irgomento nella sna opera parlando della battaglia del Pia,e e dell a, metodica a zione delle nostre batterie prima di. essa e 11ell'immediarezza di es~a . mettendo in evidenza come t ale uzi011e metodicn, non essendo prevista . costituì per di più element o di sor,presa per il nemico e quindi cli successo p er le a.rmi nostre. La <'Osa nppal'irà nn<·h e più evidemte allorqrnrndo passeremo n descrfrere la battaglia.

* * * Il Comando Supr emo si preoc<.:upò inoltre degli schieramenti d' artiglieria. Infatti fi n da l 20 noYembre 1917 con Circo~ Jare 5.709 G.M. insistéva sulla necessità di un maggior schieramento in pl'Ofo:ndità. e il giorno 27 (Circolare 5.990 G.M.) l'Uevava la tendenza a t enere l' a r tiglieria da mont a gna addirittura sulJ e trin cee o immediat amente· dietro ad esse, (e su questo argomento r itornnva, con nn n. Circola.re 6.604 G. M. del 15 dicembre) : condannava la tendenza ad assumere schieramenti d'artiglieria t roppo addossati alle linee e l' eccessivo impiego d('i medii e grossi ca libri 1I1e1ln difensiva, gia cchè i piccoli ('alibri possono dare molto rendimento specie nen a situa.r.i,one del momento in cni il nemko non ha ancor a sa ldamente organir.zato le proprie linee. P er quanto concern e )'esecuzione dei tiri cli sbana mento, nel marzo la. citata Circolnr·e 11.J 50 i;ta.biliva : -

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ORGANIZZAZIONE ED nIPlEG O

sbai:rn re l'antnzilta llelle prime ondule, interd!re continuamente col fuoco l'nrnnzatn dei rincalzi; e cioè, aziorù di sbarramento e d'interdizione vicina, simultanee ma clistinte in pro(ontità: cl'onrle una smldivisione delle batterie di piccolo calibt·o in batterie di sbarramento e batterie di Interdizione Yiclna. Lo sbarramento de,e cl'l'ettuarsi quanto più JlOSSibile con tiro fiancheggiante, mentre qnello cli intenlizione dev'essere frontale. In caso d)rruzione nemica nelle linee, tiri di r epre~sione. Al!c batterie, o gruppi di sbarramento, si assegnano zone principali e zone eventuali; sulle pr!.me l'azione dFC potersi sfenare aÙtomnticamente. Il tiro di Shnl'.rt1menl.o incombe normtthncnte Ui piccoli Cl1 libt·i, ma può concorrere eccezl9nalmente rartlglieria pesante campale con tiri a shrapnel. Deni:oiti1 rli sbarrnmcnto: 1 pe,zzo ogni. 25 n 40 n)etri per tiri fron t:ili, ogui 50 a 100 fa etri per tir i d'infilata .

Notevole è pure l'evoluzione nel campo della, controbatte1fa. Nel mai·zo 1918 il Comando Gen erale d' artiglieria emanò ~orme per l'esecur.ione dei tiri di controbatteria . D a qu e. te . e <ln Istruzioni completive tanto del Comando Supremo quanto <lei Cournndi d' Armata, . i de nme che i rri-

teri erano: - ritorno in ono1·c del tiro di controbatteria di distruzione (non si accenna però più a tiri <li smonto) ponendolo al med4?simo piano di quello di neutralizzazione. il quale ultimo a\·endo maggiore importnnza nell'attncco, donà dfettuarsi mediante ,·iolenti e brevi concentramenti dopo che al sia comJ)1 uta la distruzione delle linee e del le difese pnssive, quon(lo la fnnteria sta per muovere nJrattncco, !> qunndo il nemico, pre,edendo l'attacco, sferra il suo fuoco sulle nostre fanterie; - in difensiva, in\'ece, ha urnggio're importanza il tiro cli distruzione, chi uttuarsl prevcnlirnmente e metodicamente con tiri di controbatteria; essj sarnnno però sostituiti ò:1 tiri <li controbatteria <li neutralizzazione, quando il nemico lnizJa la sua preparazione per l'attacco; - la controbatteria \'enint deccutrnta per Corpi cl' Armala: agli Uffici di controbattéria d'Arroatn iucombe il compito dl centro di raccolta dei dati sulla poslzio·nc e sull'nttivilà del le batterie nemiche, ta nto se accertate quanto nuche se semplicemente segnalate; pe1· la controbatteria il Comando d'Armata terrà a s na clìsposizionc taluni gruppi d'artiglieria che, pur continuando a rimaner~ alla clipendenzn dei Corpi d' Armata e a disimpegna re i loro compiti 11ormali ad essi assegunti da questi ulthm, do,evano tenersi in grado di concorrere all'azione s ulla fronte dei Corpi d'Armata laterali; e li Comando d'Armata si riscrv3vn di ordi nare, all'OC'coneuza. il pnssaggio <li dipendenza di tali gruppi da un Corpo d'Arma ta all'aln·o : - la neutralizzazione <loveva esse're preparata con aggiustamenti opportuni su pun ti ca ratt1>rlstici clcl terreno e non sulle batterle, e col concorso ~ventuale dei piccoli calibri. I tir i cl.i controbatteria di distruzione, - sempre osservati, specialmente dagli aerei - dovevano essere tiri di precisione.

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186 -


EVOLU ZIOKE DELL' ARTIGL IERTA AU STRO·UKGARICA

Anche nell'artiglieria aust ro -ungarica, vi era stata. una no~ tevole evo1uzione tanto nel campo organico come iin quello dell'impiego. L'esperienza aveva. innanzitutto dimostrato che la riparti zione dell'artiglieria da campagna in reggimenti di cannoni e in reggimenti di obici non rispondeva, a, suffidenza. alle esigenze delJ.'impiego, richiedenti la. pronta disponibilità di gruppi misti di cannoni e di ,obici. In conl"eguenza, al principio ,d el 1918 i predetti reggimenti venivano trasformati in 2 reggimenti d 'artiglier'ia campale mist i, di tipo nnico, formati tutti su 2 batterie di. cannoni e 3 batterie di obici; uno dei due reggimenti aveva) quale 6· batteria, 1 batteria di cannoni controaerei, mentre all'altro reggimento era data 1 batteria di bombarde. Nella primavera del 1918 i reggimenti campali pesanti venivano · aumenta.ti. da 42 a 66; ad ogmi reggimento veniva.no fa10ltre assegnate altre 2 batterie di obici da 15, e 1 batteria di cannoni da 10,4: siechè ciascun reggimento veniva a cons t-àre di 4 ba t.terie di obid. e di 2 batterie di cannoni. Ad og'.ni Di visione di fan teria veniva assegnato uno di ta.li reggimenti. Per ·poter fornire diretto appoggio alla. fa.nteria a.llorchè . essa penetr::n;a in profondità nella zon:1 -difensiva nemica., od in caso cli .penetrazione -dell' avversario nella zona, a,cl ogni DiYisione veniva assegnata quale artiglieria d'accompagnamento 1 grnp1p o d'artiglieria. da montagna forma.to -d a 2 battede di ca.nnoni e da. 1 bat teria di obici. çoncludenclo, ogni Divisione venne così a disporre di: - 2 Reggimenti d'art iglieria campale (24. cannoni, 36 obici e 4 cannoni antiaerei); - l Reggimento d'arti glieria pesante campale (20 obici e 4 cannonD; - l Gr upvo d'at'tiglieria da montagna (8 cannoni e 4 obici);. - in totale : 100 pezzi , ed inoltre 8 minenwer fer (4 leggeri e 4 pesanti).

Questa completa orga11i7,zazione potè pertanto essere raggiunta ~olta.nto verso fa fine della guerra e solamente da una porzione delle Divisioni. -187 -


EJVOL li Z[ONE DELL' ARTJ OL IER IA AUSTRO-UNGARICA

Dopo la suaccennata assegnazione di gruppi d'artiglieria, dn, montagna alle Divisioni di fanteria, rimasero ancora disponibili 14 1·eggimenti, e cioè <1uelli della, Bosnia ed Erzegovina, ciascuno su 9 batterie (6 di cannoni e 3 di obici) . Le Divisioni di cavalleria , essendo ormai state tutte appieda.te, ricevettero un aumento d'artiglieria corrispondente a])e loro nuove necessità, d'impiego; l'antica cosi detta « Uivhiione d'artiglieria)) (ossia gruppo) di 3 batterie (di cànnoni) a cavallo si trasformò in un r eggimento su 6 batterie (reggimenti K e cioè reggimenti d'artiglieria da cavalleria). Ad ogni Divisione -di cavalleria fu ir10lt1·e asségnato un piccolo << reggimento>> d'artiglieria pesante ('ampale su 3 batterie, che, col precedente reggimento K, costituì la brigata d'artiglieria K. Kell'autunno 1918, 9 delle 12 esisten ti Divisioni di cavalleria avevano avuto una siffatta dota zione d'artiglieria. L'artiglieria da fortezza, che già era stata note,olmente aumentata, alla fine del 1917, in correlazione colla sua nuova. essenza. di impiego as~unse la den ominazione di « artiglieria, pe- · sm1te >>. La sua, organizzazi one fu preventivata in 14 reggimenti, ciascnno di 4 battag1io:ni su 4 batter-i.e, ma diversamente <:ostituiti a seco nda del compito e delle condizioni geografiche; 7 cli essi erano considerati di « artiglieria d'attacco » e armati <·on artiglierie pesantissime 1 e completn;nente motorizzati; altri 4 (di cui 3 in Tirolo ed 1 in BoRnia -Erzegovina) erano rig1rnrdati come di « artiglieria <la difesa )), a traino animale. A <)nesti 11 regg'i:,p.enti di « artiglieria pesante ,mobile)), aventi nil'l totale <li 44 battaglioni e 176 batterie, se ne aggiungevano alti-i 3 che era·no essenzialmente « reggimenti da C'Osta >) e di cni 2 ernno a Pola, ed 1 a Oattaro. Face.ano inoltre par te della predetta artiglieria pesH nte 8 batterie di artiglierie controaeree, e 50 (invece deJle 16 del 1917) di minenwerfer . • Pe1 momento, rimanevano a~segna te All'artiglieria pesante anche le esistenti batterie da 42 e da 35 cm., le quali alla fine della, guerra. sa rebbel'O passate a far parte della difesa delle C'oste. nonchè anC'ora bRtterie Yarie da cm. 21. da cm . 12 e cla. po izione. In fatto di. disponibilità cli mate.l'iale era no poi da aggiungere ancora 11na riserYH di circn 2.500 bocche da fuoco di varia -188-


EVOLUZlONfil DELL'ARTIGLIERIA AUSTRO-UNGARICA

spede e un migliaio_ di artiglierie di preda bellica, più o meno impiegabili. I1 sopracletto ordin am.ento delle a.rtigliel"ie pesanti in reggimenti, giunse però soltanto in parte acl es. ere attua,to: nella primaYera del 1918 esistevano bens'ì già tutti gli 11 reggimenti di artiglieria pesante mobile, ma solamente nna metà circa delle loro ba,t terie aveva il materiale per esse preventiva.to, mentre la rimanente metù, delle batterie era armata con materiale antiquato, o da posizione o cli marina in postazione fissa.. L'attuazione clel sopraccennato programma ge:n erale per !-'artiglieria urtava peraltro in due gravi ostacoli, costituiti dalla srarsezza cli uo"mini e dalla deficienza di quadrupedi: la prim H, fu tale per cui, a cominciare dalla primavera del 1918 si incontravano già ,diflkoltù, nel tenere a numero iJ personale delle batterie campali •p er iJ ser,izio clei pezzi; per la seconda clovette e~sere cli molto ridotta la mobilità delle batterie a traino anima.le, e tale ridnzione andò ancora, aggra.vandosi per le condizioni d'esaurimento prodotte dalla, cleficienr.a, di foraggi e di biada, specie nelle zone e.li montagna. In Austria-Ungheria nel 1917 ~i erano fatti tutti i possibili sforzi per com·pensare, mediante costruzione ,cli lanciabombe di nnovo modello , fa superiorità delle bombarde italia.ne. A fin e d'anno n.e erano in costrnzione due nuovi tipi. cla 14 cm. e da 211 cm. con gitta ta massima, di circa 2.500 metri. I plotoni cli « specialisti d'artigli.eria, >> vennero a,nmentati cC)sì d::i poterne 11ssep;nare 1 compagnia ad ogni Brigata d'a.rti~ glieria d.a campagna. L'industria de1le nrnnir.ioni, che nell'autunno del 1916 aveva potuto 1•agginnge1·e un rendimento settimanale ,di 410.000 proietti d'artiglieria. 'J)er scnrsezzn di metalli e per deficienza di esplosivo aYeva dato in segni.to nn rendimento ~empre più decre~cente, tanto che nel 1!)] 8 la, 1prodozione settimanale non potè snpera1•e i 100.000. A L\nalo!:!'amente, fa, prodnzione di mtrnhdoni da fn<'ilcria e mitragliat1·ici. rhe ne] 1916 era giunta a 6 milioni giornalieri, nel 1918 discese 11 1 milione e mezzo. Ad onta di ciò, le munizioni non fecero mai difetto. come disponibilità, eomplessiva in confr011to alle ei::;igenze: se vi fu-189 -


EVOLU ZI OI\E DELL1 ARTIGLlÈRIA. At:STRO-UNGARICA

remo deficienze alla fronte, esse furono piuttosto dovute alJa sc:arsezza di mezzi di tr aspor to e ferroviari e a traino anima,le. Era però in sofferenza qunlitativa e quantitativa la produzione di proietti a gas ; le g nantità che potevano essere assegna.te alle Armate per l' offensiva del giugno 1918 furono notevolmente inferiori _alle richieste, e il rendimento dato dai proietti stessi in quella. battaglia fu così scar so da farlo con 8iderare come una delle cause del fallimento dell'offensiva. Circa le qu alità, intrinseche dell' artiglieria campale e degli artiglieri austro -111ngarici1 il colonn. Br11 chmuller espresse il seguente giudizio : · Artiglieria molto bene !Struita teoricamente, ed anche bene addestrata _praticamente, ma avente In par.te un mnterìale cli rendimento molto inferior e al tedesco; numerosi gli ufficiali di artiglieria ottimi e nudaci. All'art;i.glieria austro-ungarica si potevirno fare i seguenti rilievi : - negli schieramenti, eccessiva d_lstanza (]all'av,crsarlo; - tendenza a facile arretramento in caso di attacco nemico ; - uvnntr eni e mule cli t rnìno tenute troppo vicìnE.> alle posizioni delle batterie, per poter effctluarc nl più presto ewntunli s1lostnmenti, ~l cbe rispondeva nl criterio <li evitare la pos~ibilità cli perdere il ronteriale.

Comunque, ha scritto il Bruchmnller : t'

- l'artiglieria :rnstl·o-ungarlca , se era posta sotto una direzione energica riceveva ordini cl.iiar! ecl esaurienti, <lavn un ~ren<limento di piena soddi-

sfazione.

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In fatto di procedimento e di SYolgimento di lotta, le truppe anstro-nngal'iche sulla fronte italiana alla fine del 19~7 e prin·c.ipio ,del 191.8 fur ono a ddestra.te secondo i :nuovi criteri tedeschi. L' Istruzione pnbblicata nell'aprile 1918. in relazione Hll'e~erieuz::i dell'offen!i<iYa del 191'i, davn particola.re imporhrnza alJa batta glia offe'l'l siva proclncente la gùerra di movimento. I n correlazione roi criteri che prevalevano da, qualche mese snlla fronte occidentale tedesca si r accomandava la soppressione degli aggiustamenti prevemid, mediante il procedimento del « tiro calcolato )).

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LE OPERAZIONI PRIMAVERILI

§ IV

Le operazioni primaverili.

Nel capitolo 44° già si è accennato alle operazioni di M. Tomba, di M. Va.I Bella, Col del Rosso, Col d'Echele che segna,rono una nostra felice ripresa ·offensiva : a~biamo anche accénnato che la situa.zione consigliava agli Alleati ,dell'Intesa di attenersi in. linea di massima alla ,difensiva per guada,gna,r tempo :finchè non giungessero i contingemti inviati dagli america,ni. Ma il nostro Esercito non doveva e non voleva rimanere inoperoso per non perdere quello spirito offensivo che lo aveva· animato :per tutta ·1a durata, della guerra, e che, nelle giornate dell'ottobre-novembre 1917 aveva subito soltanto un tempo di arresto : per questa, importante ragione non appena sulla nostra fronte cessarono le ·condizioni assolutamente 1proibitive dell'invemo, fu ripresa l'iniziativa delle operazioni. Nell'aprile e nei primi g1orni di maggio, l'attività della lotta si riaccese nelle Giudicarie, a Rocchetta di Riva, negli sbarramenti di Va.I d' A,dige e sul fianco orientale della posizione del Pa,s ubio. In quest'ultima zona i.l possesso del M. Corno di Vallarsa costituiva per gli anstro-unga.rici un otti~o osserYatorio e un punto di molesto dominio sulle nostre linee ; essi -ri si erano solida,me,n te a.fforzati con un ridotto in rocèia, mU·· J1ifo di mitragliatrici e carrnoa1i di piccolo ca.libro, e sembrava inoltre che 'vi fossero in corso lavori - di contromina. Il Comando del nostro V Corpo d'Armata decise un'azione di sorpresa per riconquistarlo. L'operazione venne effettuata all'alba, del 10 maggio da una compagnia del III Repa.rto d'assalto e da 1 compagnia della Brigata Murge, che :nonostante l'asprissimo terreno riuscirono ad impa,dronirsi completamente della posizione avversaria: -

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LE AZIONI 01 ZUGNA TORTA E DlilL TONAL!ll

contrattucchi vivacissimi di kaiserjaeger e repar ti d'assalto austro-unga.rici, sostenuti da.I fuoco cli mitragliatrici e bom· bnrde a1)postate più in dietro, consP.ntirono il giorno dopo, lJ maggio, al nemico di annidal'si in caverne sulla quota più alta del monte e di lit, infliggere perdite continue ai ·nostri che occupavano le trincee ~ottostanti. Ma. nel pomeriggio del 13 un nucleo dei nostt"i arditi, al corna nd o del ten. Sabotini scalava nna parete cli roccia nncla ed asprissima e piombava di sorpresa sulle vedette austriache a ·sicurandoci così il definitivo possesso del monte, sacro alla memoria di Cesare Battisti. Il 21 maggio, reparti del nost.ro XXIX Corpo d'Armata ef-. fettuarono un attacco con tro le posizioni austriac he fra la Zugna Torta e l'Adige, e nel terzo t entativo riuscirono a penetrare nelle linee nemiche attraversando ben tre ordini di reti(·olati percorsi da corrente elettrica; ma premuti da un vigo1·oso ritorno offensivo dell'avversario ne furono poi ricacciati. Fra il 25 e il 28 maggio si svolse nella zona del Tonale un'importante ope1;azione avente per scopo d'impadronirci delle [JOsizioni nemiehe della testata di Val Presen a e Val di Ge n ova (conca di lVfandrone) per migliorare Ja n ostra situazione difensiva, sul Tonale, ed assicura.re il nostro sbocco in Val Vermiglio e Val di Genova per even tuali future operazioni offeni::ive. Il possesso avversario della cre,sta di Monticelli ci era sempre strLto molt o molesto, impedendoci di dare saldo a.p · poggio All'ala destra della nostra linea sul Tonale, e fornendo a l nemico un ottimo osservatorio ; vari tentativi fatti negli 11nni precedenti ·per impadronircene, erano fa.Ili.ti, e si era perc-iò dimostrata la necessità, d'impossessarci , in precedenza, delle posizioni meridionali della testa ta di Val P resena , e cioè : della Cresta Maroccaro, del Pasi:;o Maroccaro interposto fra le conche di Mancl1·one e di P ref,ena, cleJla cima Presena, (quota ~O(i9), della Cima Zigolon (qnota 304-0), delle l\farocche orienta li fron teggia11ti la nostra occupa.zion e di conca Manclrone, del Passo del Paradiso e della Cresta dei Monticelli (quote 2432 e 2343). L 'a lti.tudine della regione. il suo cnrattere impen1io e la fMte sistemazione difensiva delJ'a;vversfl.rio, in gran parte -in raverne , rendevano molto ardua l'impresa. che dovette per-

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Fig. 22 - L'operazione italiana nella zona del Tonale

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L' ,\,ZIONE DEL TONAI,E

ta.nto essere accuratamente ipreparn.ta dal doppio punto di ,;ista tecnico e morale, ricorrendo aJl'uopo ad! adatti materiali speciali, e . provvedendo a.l necessario allenamento fisico e spirituale dei personali. Iin particolare, fu allargato e migliorato un sentiero d'arroccamento sul rovescio della Cre$ta CastellaccioPisgana,, e, con una galleria, in roccia lunga 67 metri venne attraversata l a guglia rocciosa del Gendarme, che interrompeva quel difficilissimo sentiero. L'azione · ·e ra preventivata per il 15 maggio, ma, le condizioni meteorologiche e le molteplici difficoltà incontrate nei predetti preparativi la, fecero ria1viare al giorno 25 . .All'attacco principale furono destinati 5 battaglioni Alpjni ed 1 reparto d'assalto; un altro battaglione Alpini e reparti di arditi erano a disposizione del Comando della 5"' Divisione per azioni ,d imostrative. · Per iprepa,r are e sostenere l'attacco, furono destinate 9 boc·che da fuoco di grosso calibro, 117 di me,dio e 62 di piccolo calibro, e 12 bombarde da 240: le artiglierie di maggior gittata furono postate in Val Narcanello e sui costoni di Corno d'Aola e cl.elle Pertiche. Le posizioni avversarie erano presidiate da, : ù.n mezzo reggimento appiedato di kaiserschutzen tirolesi (montati), 2 battaglioni di landsturm, 4 compagnie jl'a-lta montagna, 3 compa.guie mitragliatrici autonome, 6_ batterie cli cannoni e 1 batteria di obici da mooitagna, 2·1rntterie di minenwerfer. Delle nostre artiglierie disponibili, una parte doveva effettua.re un'azione dimostrativa su tut to il fronte daJla Valtellina all'Adamello, mentre la parte più numerosa d.elle artig·lierie stesse a,veva il compito <li ·preparare ed ·a ppoggfare l 'a zione principale, secondo i seguenti crit eri : - Pe1·io<fo 'prelimi'Jiare : tiri <li distruzione sn, posti di Comando, depositi munizioni e{] accantonamenti; tiri di logoramento su centri_vÌtali.; neutralizzazione delle batterie più pericolose ; tiri dimostrativi in zone adiacenti. - Periodo f,uccessivo : - 1° tempo : controbatteria di neutralizzazione, a gas e a proietto ordi nario, eseguita con t re nuclei di artiglieria contro le artiglierie nemiche di Saccarana-Strino-Pozzi Alti e Pozzi Bassi; t iri :i_ gas fra lo sbocco di Va l Vermiglio e Ja,.. testata di conca Presena, per interdizione, logornmento e ueu.tra!ì?:zazione; tiri dimostrativi saltuari e violenti sugli obbiettivi della fase pre-

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L'AZIONE DEL TONALE

liminare; tiri di d istruzione sugli 9bbiettivi del 1° tempo (~farocc3 r o, Cima Presena, Cima Zigolon). - 2° temlX) : allo sferrarsi dell'attacco contro ta/i pred etti obbiettivi, spostamento <lei tiri di distruz).onc sugli obbiettivi di 2<> tempo (ridotte di Conca Presemi, Passo Paradioo, Monticelli). - 3° tempo : in questo 3° temp9 o 3<> periodo, tiri di sbarramento sulle posizioni (di 1° tempo) conquistate, col concorso dei piccoli calibri, e continua1>.i.onè dei tiri d i <li&truzione sugli obbiettivi de l 2° tempo_

Nella notte sul 25, nonostante l 'imperversare della tormenta, 2 ba,tta:glioni n.lpini raggiunsero le iposizioni di attesa a,d essi prestabilite nella conca, Mandrone, e gli altri 3 ba,ttaglioni, ad onta di una valanga. che tra.volse alcuni reparti, raggiunsero le posizioni di Cresta Castellaccio--Lagoscuro. Il tiro di prepara.zione d'artiglieria , ritardato dalla tormenta, fu iniziato alle 7,30 e costituì una. completa. sorpresa ·per il nemico : alle 11,30, le fanterie di conca Mandrone scattarono conquistando un'ora. dopo Cima. Zigolon. La lotta per la conquista, di Cima Presena dnrò l' intera. giomata e soltanto a.Ile 21 essa cadde in nostra, mano . ·Nella notte <lel 2~ maggio, 2 battaglio.n i Alpini , operando da. Cresta. Castellaccio-Lagoscuro per valle Presena,, cornquistarono il Pa.sso del Pa,ra.diso e focero cadere anche la Sgualdrina , ove H nemico ancora resisteva. Nella giorna.ta suceessiva coll'efficacissima. cooperazione dell'artiglieria, e sebbene il :nemico fosse stato rinforzato da al, cune compagnie da montagna e <li ja.eger, si riuscì a conquistare i ·Monticelli tenacemente difesi, ma non Ja quota 2432. Il giom o Z7, la tormenta non consentì di continuare l'operazione, che fn ripresa :nel pomeriggio del 28 rinnovando l'attacco contro quota. 2432, ma poichè nep,pure questa volta. vi si riuscì perchè non fn umanamente possibile superare la, forza delle sue difese, collegate mediante gallerie in rocc.ia coll'Alpe Pnjole, ~i dovette forzatamente rinuDziare a. persistere nell'at-· tacco. Sebbene l'operazione 11001 fosse completamente riuscita, avevamo però conquista.to un ricco bottino <li. 14 pezzi e 52 mitragliatrici, ecl in pi.ù avevamo acquistato campo di vista sulla Val Vermiglio, il che ostacolò gravemente i preparativi avversari per l'operazione « Lawine >>. -

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LO SFONDAMENTO DI BRF.:SSAN11'

In queste azioni la cooperazione della nostra artiglieria fu sempre validissima.. In particola.rf le batterie da montagna,

spintèsi in :posizioni avainzatissime, col consueto sprezzo del pericolo, fulminarono il :nemico con tiri precisissimi e violenti sfruttando tutta la, grande celerità cli tiro che consentiva il materia.le da 65 mont. Le bocche da fuoco roventi venivano raffreddate sovrapponendovi blocchi di neve e di ghiaccio!

Il 26 maggio, sul basso Piave nostri reparti del XXIII Corpo d'Armata sfondarono a Bressanin la linea di un reggimeinto della. l" Divisione di cavalleria honwed appiedata, penetrando per circa. 1 km. nelle posizioni nèmiche mentre truppe di riserva, accorse in dense masse al contrattacco, vennero falciate dal nostro fuoco. La Divisione avversaria aveva perduto 15 ufficiali e 16'71 uomini di truppa, di cui 7 ufficiali e 422 uomini caduti prigionieri; ma il 2, giugno, avendo i,n tanto il nemico ricevuto notevoli rinforzi, un nostro nuovo attacco in quella, zona fu respinto. · Per quanto si tra.tti di un'operazione a obbiettivo limitato e svolta su un fronte relativa.mente piccolo _(il fronte attaccato era ap[)ena di 750 metri e l'avanzata fu di 600 metri) è bene soffermarsi su di essa e specialmente sull'azione svolta ,d all'artiglieria,, it zione che per la sua brevità e violenza è un sicuro indizio delle nuove tendenze nell'impjego delF Arma. Scòpo dell'attacco era quello di completare verso nor,d l'allargamento della testa di ponte di capo Sile, già effettuato a sncl il f9 maggio con un riuscito éolpo di mano. Obbiettivo dell'azione era la. conquista delle posizioni nemiche che da nord di C. Cibin si. stendevano per C. Ferro e O. Pavan. 'rrattavasi di due forti linee di 'trincee, protette da più ordini cli reti.colati, e con interposto scacchiere di ridottini che rendevano ancora più difficile il terreno già poco praticabile per la fitta vegetazione. Ta.li trincee erano collegate all'estremo nord da, una s0lida trincea che seguiva l'andnmento clell'nrgine di riva sinistra del Pia.ve. -196 -


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L'AZIONE DELL'ARTIGLIERIA A BR~; SSAN IN

Con. questa azione il Comando del XXIII Corpo d' Arp:iafa si proponeva, di realizzare i seguenti vantaggi: - ampliare \a nostra occupazione, cl.i.minuendo al tempo stess9 lo i;,vi!uppo (!ella fronte e raggiungendo un,:t forte lineit appoggiantesi a nord a1 fiume ed ;;1 sucl nll'inuudazioue, cioè ad una zona che era allagata; - togliere al nemico l'unica via dj comunicazione dir€tta tra la sua occur,azione a nord del Canale del C9nsorzio e quella a sud, poichè la strada più lireve eçl in migliori condizioui passa va appunto per C. Ferl'o e C. Pavan ; - cac:.ciare il nemico olt1·e « Casa senza uome » i n modo da impedirgli cli Yedere e battet·e direttamente il tratto di fiume tra il gomito di C. Cibin e ii gomito della Castaldia, nel qual tratto ci era imped~to ogni passaggio.

All'azione furono destinate 2 COIDJpagnie del XXIII Corpo d'armat a e 1 batt aglione di Bersaglieri, appoggiati da artiglierie del Corpo d'Armata, da artiglierie divi$ionali e da, nu~ merose bombarde, lamcia bombe Stokess e lanciaspezzoni Bettica . Le compagnie destinate all'assalto erano largamente dota te di la.nciafiamme che si climostrai'ono efficacissimi. L'azione <lell'ai'tiglieria si svolse come segue : -

dal tram9nto del 26 maggio 1..1 llè- ore 21,30 azione dimostrativa sul tratto

<li fronte c11teroli;

·- ore Zl,G5 : vioienta azione d.i f uoco con tutti t mezzi s ulle prime triné€e, e t iri di !llterdizione di artiglieria sulle vie di accesso; · - ore 22: cessa il fuoco delle bOmbarde e l'artiglieria sposta il tiro sui ridottini inter posti tra le due linee di trincee, continuando l'azione di ~ntercìizii:me; - ore 22 e 3': l'artiglìeria s posta il tiro sulla seconda linea di t1·incee; - ore 22 e 12': l'art.iglieria sposta ff tiro 100 metri a nord <falla strada che da « Casa ,;ienz:1 nome » va a Casa Ferro costitu€ndo come una cortina di fuoco a protei,ione dt'lle truppe eh€ con una rapidità · merav.ig!ios.a hanno già raggiunto gli obbiettivi.

L'artiglieria. aveva cooperato efficacemente, ' tanto che il · diario storico del Comando del XXIII Corpo d'Armata di.ce : la preparazione dell'artiglieria fu cosi intensa e. cosi pr~cisa da ri.scuotere l'entu.siiasmo della fanteria . .. . contrattacchi nemici nella notte dal 2i al 28 furono nettamente stroncati dall'azione ·dell'artiglieria.

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LE Qpl<';RAZION[ NELLA REGTONE TONALE-ADAMELLO

§ V

Altre operazioni nella regione Tona le,Adam'ello.

Nel paragrafo precedente si è ricordata l'operazione diretta dal Comandanté della 5"' Divisione, gen. Luigi Piècio:ne, antico artigliere, opera~ione svoltasi nella regiollle Tonale-Adamello per la conquista di Presena, dei Monticelli e di Quota 2432, e si fece rilevare la cospicua forza rappresentata da quasi 200 bocche da fuoco. Il risultato definitivo di tale operazione si conchiuse il 28 maggio coll'occupazione di Presena, mentre il Costone dei Monticelli e Quota 2432 rimasero nelle mani del nemico, ma di là gli austl'iaci non avevamo più la possibilità, di spiare nelralta VnJ Camonica. · I1 va,l ore e l'abilità a.lpinistiea delle tru1ppe ed il loro slancio, l'accurata e metodica preparazione tattica e logistica, ma sovratutto il :potente schierame1~to delle nostre artiglierie, l'opportuna ripartizione degli obbiettivi, l'efficace azione. svolta nelle singole fasi del combattimento con appropriati tiri di distruzione, di controbatteria, di neutralizzazione, com.corsero .all'effettivo, se pure parziale successo conseguito. A completare le operazioni svoltesi in tale regione, è ne<:essario accennare ancora : - a quella svoltasi per riprendere l'offe:nsiva precedente; - a,ll' azione << Lawine >> effettuata dagli austriaci il 13 giugno.

* * * Per la preparaiione a lla ripresa dell'offensiva, tra· gli ultimi giomi di maggio ed i primi di giugno, mentre si [)rocedeva al riordinamento delle truppe precedentemente imipiegate per la conquista -del P asso dei Monticelli e della Conca di Presena, nonchè al riordinamento de{ servizi, bisognò procedere ad un -199 -


LID OPERAZIONI DEL GIUGNO

1918

sensibile ritocco dello schieramento delle artiglieri e, ritocco tbe, in montagna specialmente, riesce sempre faticoso even to, per un complesso di molte ed ovvie ragioni. Il nuovo schieramento comprese il 7° e 4° raggruppamento Alpini: il primo teneva il fronte dal Corno 'l're Signori a t utto il Set tore Tonale; il secondo pre~idiava, il Settore dai MontiCC!lli fino a M. Fumo. Lo schieramento d'ar·tiglieria era poderoso e così formato : ~

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4° Raggruppamento da montagna ri'nforzato da 12 mortai da 149 A, in

1,osizione sulla dorsale E rcavallo-Mont9zzo-Albiolo,Pa$'SO Contrabbandieri ; - su l Costone Tonale ;Italiano-Cima Cady.Qima Bleis Or·ientale era scb!erato il X.'\XI Gruppo da montagna e H II Gruppo del 27° a1'tiglieria da campagna ; - sugli speroni del Roccolo Bel!racc]Ji fino al Prepnzzone trovavnsi il I Gruppo del 27° artiglieria; - un Gruppo del 46° da campagna presidiaYa lo sbarramento di fondo valle nttorno a V!lla d',Allegno; - in c<>mpler;so le bocche da fuoco di piccolo calibro ammontavano a 00; - il 4G0 Raggru.ppamento d'assc.>Clio era composto di 6 Mtterìe (2 di me4¾0 calibro c 4 cli piceolo ca.libro) ; aveva 2 batterie da 105 sulla Cima Blcis Oeddentale, e le altre bocche da fuoco a cavallo della valle dell'Oglio Narcanello; - i Gruppi d'assedio CXX UI e CXIC (53° ;Raggruppamento) era no nella vnlle alta <1ell'Oglio Narcanello: 4 obici da 280 a Baita Forgnuoeolo, 16 mortai da 210, 8 obici pesanti campali da 149 a Case <11 Viso, e 8 m9rtai da 26-0 a sud cli dette Cnse; - i Gruppi d'assedio CVIIL e XXIII e L"l:IV di obici pesanti, campali costituivano UJla potente massa di fuoco a tiro curvo nel la bassa vnJJe deJl'Oglio Na rcanello: 6 mortai da 260 !)Ostati a s ud,est ciel Grande Albergo di ronte di Legno, 8 obici da 149 pesanti campali a Vescasa Alta, 1 batteria di o bici pensanti campali postata nella valletta del Ri9 Grifone; - il LIII Gruppo di cannoni <la 149 (16 pezzi) postato nella r egione di Sozzine (a nord-est di S07.7.ine, a Casa Fanstinclli, a Casa P1·etory), Era rinforzato da l CVlITC GnÌPI)O, formnto esso pure da 16 cannoni, ripartiti fra Dosso delle rertiche e Corno d'Aola. Tra Poin e Pontagna erano schierati 4 obic~ da 280; - alle bocche da fuoco d 'artiglieria si aggiungevano ,i Gruppi bombaroe ! TI e LII (58 armi) col nucleo maggiore nel Rio Vallassa;

lo schiera.mento di artigliel'h si completa,a poi colle artigliel'ic del Settore Adamello che comprendevano : ' - 10 bO<'Che cla fuoco tra cannoni <la 75 A e mor tai da 149 A tra il Castellaccio e P unta Lagoscuro;

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NELLA REGIONE TONAI.,E- ADA:\iELLO

- il VL Grup,p9 dn mout:1gna po~tato su\ roccjoni tra il Passo Lagoscuro, Cresta Maroccnro i! P.occb~tt;1 <iel Gendarme ; - Il IIIL Gruppo da. montagna (14 pezz:) <hl Corno Bettole, Crestf.1 Croct·, M. Ii'umo; - con bocche da fuoco aut).quate (e cioè 10 canuoni da , O mont., 2 cannoni da 75 A, 4 mo.r rai da 149 A, e 1 Cflnnone da 14H G) si era poi c9stituito il CVllC Gruppo d'ass€dio, sparso tra il Crozon d i Fnrgori<la, del Diavolo e Cresta Croce; - ed in fì11e eravi l' XJ Gru ppo da montagna pr.esso il Hlfugio· Garibal•!i.

L'azione italiana doveva essere sferrata il 16 giugno, e ,p ertanto si sapeva ·che il nemico fronteggiava il predetto nostro sehieramento con 115 bocche à.a fuoco d'artiglieria, ma, non ancora tutte schierate. L'Austria aveva, preparato all'uopo l'a_zione « Lawine )) colla qualè intendeva sfondare le nostre linee del Tonale, calare .a, Ponte a.i Legno, e poi, per il P asso del Gavift e del l\fortirolo scendere in Valtellina, oltrechè minacciare da Edolo la bassa Val Camonica. I1 mattino del ·12 giugno, alle 3,30 sotto l'imperversare di un tempo pessimo in tutto il settore, l'artiglieria austriaca · di Val Vermiglio sulle posizioni di Montor,r,o e di Ercavallo inizia 1111 tiro lento, mentre intensifica. rapidamente la, sua, azione snUa Sella clel To01ale, sull' Albiolo e su Cima Cady, e qualche colpo viene diretto su Ponte di Legno, sn Temù e su Cava.ione. L'artiglieria. italiana è all'erta. Alle 5 il tiro nemièo va diminuendo ·. a'intensità, cessa completamente alle 6 per ripren<lfl'e poi verso le 11,30 e disseminando i suoi colpi per tutto il Settore del Tonale. AHe ore 3,30 del 13 giugno nna poderosa massa d'artip;]ierin, nemica apre il fnoco clal Corho Tre Signori al Costone dei Mon ticelli batten<lr:> Per,zo. Ponte cli Legno, Temù e Ca·vaione. La nostra artiglieria reagisre snbito con un energico tiro .cJj cnntroprepara,zione, di interdizione e di controbatteria,. Verso le .4 1':ntiglieria austl'iaca, passa a tira.re anche r1 ella Conca di Preseo1:1 e a.l la testata, di Val Genova. Alle 5,30, permanen do densa la nebbia., il Comando deJ1a 5" Divisio11e ordina, fuoco di sba,r ramento, che dapprima. è normale e caden,mto, poi diventa rinforzato , ed in seguito. coll'intervento dei medi calibri, lo sbarramento stesso diventa massimo. Il nemico -

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L'IMPIEGO DELL' ARTIGLIERCA

alluinga il tiro e le sue fanterie avanzano; frattanto la nebbia· . va dissolvendosi e a,ppa.re il sereno. Ovunque il ~emico, tentando di scardina.re le nostre linee, fa precedere l'azione con poderosi concentramenti di fuoco, ma se in qualche tratto è favorito daHa nebbia, non appena questa si -d irada la ·nostr a artiglieria falcia letteralmente le formazioni austriac4e ovunque es~e puntano, cosicchè alle ore 19 l'offensiva nemica, non soltanto è contenuta, ma viene ricacciata dappertutto. A tarda sera qualche ritorno offensivo nemico si rinnovò sulla Sella del T onale, ma veI1Jne immediatamente stroncato e valse a far catturare diversi prigionieri i quali non lesinarono le Joro espressioni di meraviglia, per la nostra vigile e potente . difesa. Ooll'a.zione « Lawine » si chiuse il periodo attivamente intensivo della Va] Ca monica.

Esa.miuando, sia pure in sintesi assai stringata.,_ l' azione dell'artiglieria nel Settore Val Camonica, salta subito all'occhio quella graclualitù, di impiego che fu strettamente connessa al graduale abbandono di vecchi concetti_ che avevano fatto escludere l a regione dei ghia,c eiai da eventuali settori di operazioni militari. Dalle prime mosse ardite di pezzi isolati, trasporta ti dove sembrava che la vita :fisica dovesse essere impossibile p.e r ragioni· d'a.mbiente, nel 1916 si passò successivamente allo sfruttamento di possibilità sempre maggiori: dal pezzo isolato si passò all'artiglieria di a.ccompaguiaménto, e poscia ad un vel'o schieramento di .bocche da fuoco di calibri -diversi, scorazzando sulle Vedrette come non si sarebbe mai immaginato di poter fare; e nel 1918 si culminò con un impiego d'artiglieria di tutti i ca.libri, unico su tutti i fronti dì guerra di_ Europa e del mondo, da cui ancora oggi è possibile trarre ammaestramenti per una. guerra di alta montagna allorquando all'ardire misurato ec1 intelligente si sappia unire competenza; e fare astrazione da pregiudiziali ohe i fatti hanno sfatato. Riferendoci alle 01perazioni svoltesi nella primavera del -

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NELLE AZIONI DEL 'rùNALBl-ADAMELLO

1918 in Alta Val Camonica si ebbero due classici esempi q'im-

. piego d'artiglieria, in alta montagna: uno nell'offensiva ed un alt ro nella difensiva, entrambi ricchi di ammaestra.menti e di suggestivi studi per l'avvenire. Tale privilegio, ~trettameinte riservato al fronte italiano, toccò proprio alle truppe dell~ 5a Divisione, le più agguerrite e le più ginnasticate ad una guerra combattuta ad altitudini co. spicue, in condizioni meteorologiche le più variabili da momento a momento, creando t utto dal nulla ed organizzando quel complesso di mezzi e di servizi che costituirono elementi non trascurabili ,dei nostri successi; · Sul Tonale, come sui ghiacciai dell'Adamello, ta1n to nelle operazioni di dettaglio come iu quelle di valore strategico e tattico di notevole importanza, l'Artiglieria italiana · si impose sempre a.l nemico per la, sua· capacità professionale e tecnica, sovratutto col suo ardire materiato dalla conoscenza della pro~ 1p ria forza e del proprio valore. Nell'offensiva come :nella difensiva, la nostra Artiglieria dettò leggi e tracciò ,dottrine che anche oggi obbligano a meditare ·ed a studiare. Ed il nemico a sue· spese imparò a meglio apprez,,:arci dopo che, salita con ba]dao.1zosa: sicurezza di successo la Val Vermiglio, dovette ridiscenderla con sgomento, quasi. presentendo l'insuccesso dell'offensiva che dopo poehi giorni doveva sferrare da.11' Astico al Piave col concorso del suo forte alleato germa.nico, col quale avrebbe condiviso la disfatta..

§ VI

Le Grandi Offensive Tedesche in primavera.

Tutto l'inverno 1917-18 venne impieg~to dai tedeschi per l'addestramen to delle truppe alla guerra d'offesa,. Il Ludendo'rff nel suo volume « I miei ricordi di guerra >> ·racconta minutameinte i particolari di tu.le addestramento. -

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LE) GRANDI Ol<'F ENSIVE: TEDE SCl:IE

In costanza il Comando tedesco tendeva : 1° ad Inculcare negli uffici.ali e nella t ru ppn l'idea dell'allargamento a ventaglio oltre la zona di. n)(tura, non solo mate rialmente con le persone, ma an che col ti r o; 2<> a tenere lìnee dl C'Olllbattimento rade, oontinuamente al!mentate con uuove forze, abi tuando gli uomini a c-ombnttere a gruppi e J)Oll a masse; 3° a costilu.i re gruppi cli cacciator! di fanteria formn ti con mitragl!er~, armati con mitragliatrici leggere, e con fucilieri; 4° a far c9ni;idernre ed a far agire le mitragliatrici pesanti, i lanciamine legger i ed i cannoni <la fanteria esclusivamente come armi ausiliarie della fn nteria.

L'impiego a mHssa delle artiglierie fn accurata mente pre- · disposto apportandoYi tassativamente i dne seguenti concetti ai q1rn li già nbbiamo accennato e cioè : 1° abollz!one delle Jtmghis;:i.me ])repar azionl di fuoco e loro sostjtuz!oue con un tiro intenS-O di poche ore, con larga percentuale di proietti a gas, diretto ~J)ecialmente a neutr111izzare l'nzione delle batterie avYerMrie ; 2° aboll:1.ivne dei tiri di prorn, allo scopo <lJ. poter sfruttare nel miglior m(Jùo la. sorpresa, il cbo portava arl u no s tudio nccuratis'!l.trlo preven tivo dei bersagli da colpire, acl Ull:} scrupolosa preparazione dei clatl di tiro nc,nchè aHn precisazione della condotta del fuoco.

La densità · delle artigliel'ie venne stabilita in ragione di una media di 100 pezzi tPer km . esclnsi i landarnine : particolare attenzione fu portata nel predisporre il tiro di accompagnamento la cui progressione fu stabilita in ragione di 1 km. all' ora. • Circa il metodo dell' attacco il Comando tedesco, mediAnte i mezzi di offesa sirnccenna ti, si pl'opone,a. ia1 primo tempo di ottenere nl pi ù presto la rottura del fronte nemico nel tratto prestabilito, ed in secondo tempo l'a.Jla.rga.mento della breccia mediante l'Aggiramento delle bAsi ,del sa liente così prodottoR"i. Dul'ante tutto l'in,erno le trnppe furono esercitate seguendo ed applicando tali concetti. Il Lucl c,ndorff, stndiando le ya rie possibilità di attacco snl fronte occidenta le, portò la sna attenzione sui tre Settori di attacco, e cioè o quello delJe Fiandre, o quello di S. Quintino. o quello di Verdun : il 1primo avrebbe permesso cli raggiungere Calais o Bonlogne, ma non era. praticabile che dopo il mese di aprile; il terzo era fol'temente presidiato dfli francesi ed il ter-

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NELLA PR I M AVERA DEL

1918

. reno accidenta.to non avrebbe permesso una facile a.va:nza.ta: il secondo e cioè il Settore di S. Quintino, teatro de.Ila famo::;a ritirata strategica del 191'7, era accessibile da due pa,rti lun~o due vie e cioè quella della Somme ad ovest che conduce al mare, e quella dell'Oise a sud-ovest che conduce a Parigi. Ra.g ioni strategiche con~igliurono il Comando germanico a scegliere questo predetto secondo Settore che, pur presentando un terreno difficile e favorevole alla difesa., offriva però il duplice grande vantaggio di trovarsi vicino ad · Amiens, il più importante nodo di comunicaziollle fra gli Eserciti Alleati franco-inglesi, e sovratutto di poter svolgere .l'attacc-0 ·in un tratto del froilte di eccezionale importanza perchè punto di sutura degli Eserciti Alleati, a capo dei qnali non esisteva un Comando nnico. Calcolando su di un rapido successo iniziale, e al corrente delle relazioni fra i Comandi Alleati Ludendorff &perava che g1i. inglesi si sarebbero ritirati sulle loro basi di operazione verso ovest e che i franeesi avrebbero r~piega.to verso Parigi, producendo così automaticamente una fa.Ha nello schieramento. Ottenuto questo primo obbiettivo il Comando tedesco avrebbe potuto poi puntare verso la. ..Manica per la linea della Somme, o verso Parigi per Ja linea clell'Oise, oppure, manoYra.nclo per linee interne fra gli Rserciti Alleati, temtare di batterli separatamente. Grandi cure furono presr. dal Comando germanico per nascondere al nemico la. vera direttrice di attacco : finti a ttacchi e finti lavori offensivi furono eseguiti lungo tutto il fronte: i trasporti cli trnppe vennero compiuti con infinite precauzioni per sottrarli allo spionaggio : colla. massima, segretezza vennero compiuti i movimenti necessari 1per far raggiungere alle truppe la dislocazione voluta ,d al Comando Supremo per l'enorme massa cli nomini che si 1·encleva all' uopo necessaria. Le riserve, scaglionate in lontananza d-a-1 fronte, con marcie spesso forzate. fnrono condotte sul luogo dell'azione soltanto il mattino stesso in cui dovevano essere impiegate. Tutti i movimenti vennero fatti di notte e per quanto possibile per via orclinarin,; di gi0rno le truppe riposa,vano nei bosehi mentre aeroplani· germanici faeeva.no servi:do di polizia; gli uffi--

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LE OFFENSIVE TEOEJSCBE

ciali ed i graduati {lei reparti ignoravano completamente se, dove e quando sarebbero stati impiegati; il piazzamento delle artiglierie fn com1Piuto progressivamente in modo da evitare qualsiasi intensa eircolazione nelle retrovie. Il risultato <li tl1tte queste disposizioni minute e se,erissime fu che alla vigilia dell'azione gli Aìleati non erano riusciti a conoscere hl quale settore avrebbe a.vnto luogo l'attacco tedesco, che pertanto si sapeva imminente.

* * * Di fronte aUa preparazione tedesca e al clamoroso annuncio di nna formidabile offensiva preannuncif1ta e conclamata su tutti i toni dalla stampa nemica, gli Alleati non rimasero ine1-ti ma si prepararon o a resistere con tutte le forze. Per una parte la supel'iorità numerica degli avversari, e d'altro lato l'arrivo inces~ante di rinforzi dall'America imponevano agli Alleati di mantenersi nella più stretta. difensiva :fino a quando le truppe degli Sta.ti Uniti fossero state in gra.do d'intervenire nella lotta. Gli Alleati costituirono pertanto delle forti riserve dislocandole presso grandi centri di comunica:i:ione, e vennero accuratamente studiati progetti dettagliatissimi per il rapido tra.sporto ç1eJle riserve stesse nelle varie ipossibili clirezio1I1i. Abbiamo già detto che era stata riconosciuta e quindi ammessa, la necessità. della costituzione di una Riserva interallea ta, ma. che all'atto pratico non SC' ne fece nulla, ed i due Comandi Supremi francese ed i.nglesE> non trovarono mai il momento opportuno per costitnire la frazi one di detta Riserva clie ciascumo clei loro Esercit.i avrebbe dovuto all'uopo fornire, C'Micchè ciascuno provvide nl proprio fro nte: il Maresciallo Hnig preoccupato di mantenere le proprie comunicazioni in direzione di Calais; il gen. Pétain cli difeindere P arigi. Il risultato tang·ibile di questo disperdimento di forze si concretò nella consep:nenza per cui il primo urto venne sostemito dai. soli imglesi. ed i francei::i non poterono mettere subito a disposizione dei lot·o ::illenti che le riserve dell'ala sinistra. Alla. metà di marzo il fr011te allea.to sul qirnle doveva eser-

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NELLA PRIMAVERA DEL

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citars1 la pressione .n emica era 'tenuto dalla. 3" Armata inglese (gen. Byng) su 16 Divisioni delle quali 10 in prima linea, e dalla 5a Armata (gen. Gough) ipure su 16 Divisioni delle quali 11 in prima, linea : in totale 32 Divisioni aJlea.te che fronteg- · giavamo 67 Divisioni tedesche: la ::ìUperiorità numerica dell'a,ttaccante era ,più che doppia, ma soltanto su questo tra.tto del fronte perchè su tutto il resto, contro 186 Divisioni. tedesche, con organici ridotti, si trovavano 167 Divisioni alleate, con organici completi, esclusi gli a.meri.cani. L'inizio dell'operazione fu fissato ,d al Ludendorff per il 21 marzo · e venne preceduto da molteplici attacchi locali in Champagne, in Lorena e in Alsazia , effettuati d ai tedeschi per fuorviare l'attenzione dell'avversario. Verso la metà, di marzo vennero effettuate numerose incursioni aeree su P arigi, e più . tardi pezzi di artiglieria a, lunghissima portata. (le fa.mose Bert he in posizione presso Laon e La . Fére) bombardarono la Oapitafo .. Lo schieramento d'artiglieria per l 'o:ffensiv,a, aveva una. densità di 21 ba,tterie per chilometro (di cui 11 batterie di artiglieria 1pesante). {Vedi Schizzo fig. n. 24 - « Offensiva del 21 marzo 1918 ))) .

~~Ile 9,45 clel 21 marzo si iniziò la battaglia di Piccardia (detta amche za ba,t ta.p;lia, della Somme) e dopo 5 sole ore di un bombardamento intenso con proietti a gas, le Divisioni tedesche di prima linea marciarono a.Il'attacco. A nord Ja, 17" Armata. oc-· c.npò la, prima linea. ingles<~ ma non riuscì a progredire più oltre (1) : la, 2" Armafa invece peneteò fino · alla seconda linea inglese e fa. ributtò sul canale Grozat. Nelle prime ore del pomeriggio il Comando Supremo brita111nico intuendo. la gra.vità della. sitt1azione, chiese aiuto al gen. Pétain che, per sostenere la destra. inglese, mandò su bit o a. N oyon il Corpo d'Armata J>ellé della 3"' Armata francese (che colla 1.. Armata cos tH r: i n · (1) Seco11d9 il Bruchmuller ciò fu <lovuto alla ma ncata sorpresa , percbè l'm'tiglieria di questa Armata avevr1 effett\rnto qualche aggiustamenti) preventivo.

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LE OFFEJS"SIVE 'l'EOESCflE

il Gruppo di Armate di rise1·va) rinfol'zato da 3 Reggimenti_<li artiglieria pesante. Dal 22 nJ 24 l!Hll'ZO l 'avanzata tedesca contin uò lenta e sangninosa, di fron te alla 3" Armata inglese ; fu ra,pidissima i.im·ece cli fronte ai resti della 5" Armata inglese. L'intervento del Corpo cl' Arma ta P ellé, che, con le prime truppe 1precipi. tosnmente portat<~ sul posto su autocarri ma senza artiglieria, entrò in ar.ione il 22, si rivelò s ubito ins nffici.ente tanto che la stessa sera del 22 marzo nella regione di Noyon fu mnndato lo Stato :\1:aggiore della 3" Armata francese (gen. H umbert) pn· assumere la clirer,ione del1a battaglia, ed altre 2 Divisioni. Il 23 a sera, continuando F:wa!llzata tedesca, il gen. F ayolle con lo Stato Màgp:iore del « Grnpp o cl' Armate di riserva» (la e 3·) riceYeYa l'ordine di assicnrare a qualunque costo il collegamento ro11a 5a. Armata inglese e 1.'0ise : all' uopo egli aveva ni suoi ordini la 3• Armata in via di form azione, la 1a Armata (gen. Debeney) . il cui Stato l\faggio1·e era stato richiamato in tutta. fret ta dalla Lorena, donde 8 Divisioni che erano in viag· gio per ferrovia sa.rebbero state -destinitte a prolUJngare l a si. · nistra della 3a. Armata, mentre alla l" Armata era pure assegnato il XXXVI Corpo d'Armata -dislocato a. Dunkerque e che iJ 27 comin<'i ava a. sbarcare nd Amiens; in attesa dell'arrivo di taJi forze 3 Di.visioni di Nwalleria nppiedate doveva.no assicnrare il collegamento fra gli Alleati . La sern del 23 Xoyon, Xesle, Bnpaume sono in possesso dei t edeschi; la, sitnazione è g-ravissinuL; ciascuno dei Ooma,ndHnti in Capo pensa alla salvezza del prO[)rio Esercito. La di rettiva del g-en. P étain è in qu<>sto frangente che « in· na n zi tutto si mantengano intatti i reparti or gà nici del1e Armate; .. .in secondo luogo, se possibile, si conservi il collegamc11to con le forze b1·itanniche )l; cla1 canto suo il Mare ciallo R aig afferma che « la sepan,zione dei due Eserciti alleati non è più che q uestione cli ore e elle quindi egli si prep ara alla, ritirata coprellldo i porti del passo di On lais ; chiede inoltre 30 Divisioni francesi a cavallo della Somme per copri1·e Ami<>ns )). Così le Ar mate britanniche i ritireranno verso OYest in di rezione del mare; (Jrtt>lle fran C'ei;;i ver$O sud ; la separazioJJe sarà -

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NELLA PRIMAVERA DEL

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perciò ben pl'esto un fatto compiuto, e il di.sastro irmuinente è provocato dalla nui,n<:;an7,a di 11 11 Coma ndo unico. Il 26 si riunisce a Do.olle11!'- una eonferenza fra i Capi di Goverr1 o ed i On pi rniJi tari alleati, e ,poichè per J'energico iu. terveuto di Clemenceau le ultime esitazioni dell'Inghilterra sono vinte, il gen. Foe:h riceve incarieo di coordinarf~ l'azione _ degli Eserciti Alleati sul fi·onte di Francia. Non ~ ancora. il Comando unico~ ma d siamo vieini :. nin gran pusso è stato fatto . Il primo ordine cli Foch è cli una semplicità taeitia.na, : « far fronte, far fronte a qnàlmu1ue costo, ciascuno dove si trova)): Ma questo nuovo fronte clifemd.vo così risnJta.nte e appena i mbastito non offre :rnco1·a suffi.ciente solidità : il 27 seì-a }font, .élidier cade in mano dei tedeschi e fra la l° e la 3" Armata fra,uces<~. che si sta.uno rico,<;;ti tuenclo sullo stesso campo di ba,t taglia, si determina uno strappo. Il gen. Debeney (1"' Armata) comunica, al gen. Fayolle, Coma,ndante il Gruppo cli Arma.te, che fra le due predette Amrnte esiste una breccia cli 15 km. ,rella quale c' è nessur10, e gli ·d omanda di far porta.re delle truppe al nord di Ployron per impedire almeno il passa,ggio u,lla ca ,·alleria nemica attraverso la faUa . Per fortuna i tedeschi esausti 11011 si accorgono del n 10to e 1~011 hanno cavalleria, tanto ehe la. breccia Yiene quindi suce:essJvamente chiusa dalle Divisioni della ia Armata, giungenti incessantemente co:n treni ed autoearri. · Il 29 marzo segna. una, sosta : i tedeschi si riordina.no, si riposano e danno il cambio alle Divisioni più provate, m~ntre agli Alleati ginugono sempre nnoYe forze. Il 30 la battaglia. Bi · riaécende fra. la Somme e l'Oise con gra·nde · ,,iolenza., ma è questo l'estremo sforzo dei tedeschi percliè ormai è troppo tardi; es!';i sono stanchi e incontrano poi gravi difficoltà, per il rifornimento dei viYeri e delle mnni½ioni e per il trasporto delle artiglie1·1e, m.eutre ,:icèvHsa. gli Alleati aumentano continua.mente cli efficienza per Ì'arrivo di nuove forze e pei· l'ent1~a,t a i.Jn aziOJ1e delle loro artiglierie. . In conseguenza a poco a poco la situazione si capovolge; l~ battaglia si affievolisce :finchè dnl 4 aJ. 9 aprile si verifi'cano 14

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LE OFFENSIVE TEOESC!IE

gli ultiiui ritorni offensivi tedeschi fra Grivi snes e fa Somme e sul)' Ailette. In complesso l 'offen siva d i mal'zo segnò un notevole successo tattico per i tedeschi pe1·chè per la pl"ima volta essi riusdrono a rompere effettivamente tutta la sistemazione clifeinciva alleatA. e ad ottenere un 'a.Yanza ta cli circa 60 km. di profondità; ma però il loro s uccesso ta ttico fu sterile 1p erchè non po1-tò alcuna benefica <:onseguenza nel campo st rategico non avertelo essi potuto ottenere la, separa,zione dell'Esercito francese da qu ello iii1glesc. nè effettuare l'occupazione del vitale nodo di comunicazione di Amiens . :.)folto proba.bilmente nemmeno Ludendorff aveva. previsto la portatH che avrebbe potuto nvere una t ale azione, perchè se il 27 mai-zo attl'averso alla bl'eccia di 15 km . fra Mont didier e Moreuil ,dove non c'era a,Jcuna forza frR,ncese. un Corpo di Ca,allel'ia tedesca . sostenuta cla fanteri a s u autocarri e appoggiato da autom·t.iglierie, avesse fatto inuzione sulle retrovie angfo.. frwncesi, dove i ·rinforzi arrivavano in camion e le artiglierie ed i convogli giungeYa.n o senza s<:orte, le conseguenze pe1· gli Alleati sarebbero state incalcolabili. I nvece l 'offensiva tel1esca in ultima analisi portò benefiche con egnenze nel campo i1Jlea to per<:.hè segnò un gran passo verso·il « Comando unico)) : come abbia.mo detto fa confel'enza di Dou])ens cl.el 26 marzo aveva chiHmato Foch n coordinare le open1zioni fra gli Eserciti Allea_ti, ma pochi g-iorni doipo, n ~ aprile, fa conferenr,a di Rea uva.i&gli affidò la direzione strategica, delle operazioni, e al pl'imo nuovo attacco tedesco, lo ste so gen . Foch venne nnaluiente nominato << Comandante Supi-emo degli Eserciti Alleati )). · I ntanto i b<'neiì<:i .effetti cli una direzione unica nella con dotta. delle operazioni, :fin clai primi giorni in eui · essa :,i.ve-va cominciato ad esplicare fa sua azione non avevano tardato a farsi sentire : il 21 mai-zo cUett·o il fronte d'attacco 1non si trov:wa alcnna Unit:ì francese; il 31 ma,rzo e cioè dieci giorni dopo, l'avanzata tedesca era arrestata dal Gruppo di Armate cli riservai - J a e 3• Armn ta - che il 7 i1pr iJe ragginnse la forz.a effettiva cli 28 Divisioni. mentte nello stesso periodo cli tempo si co~tituirono 2 Armate ·c1e:=:tinate a formare una rise1Ta. -

210F


NELLA PRIMA VERA DEL . 1918

In totale dal 21 marzo àl T aprile erano state dai francesi riunite sul tratto minacciato 40 Divisioni di fanteria, con più <li 20 Reggimenti di artiglieria pesa,n te, oltre alle artiglierie dei reparti <lell' Arma organicamente appartenenti alle Divisioni stesse. Per ottenere· q_uesti risultati erari o stati tolti da altré parti ·del fro nte : il 25 % cl.elle Divisioni, 2 Stati Maggiori ·di Armata ed 11 Stati Maggior\ di Corpo d'Armata, mentre nna, gra ndissima. im1portanza avevano avuto i trasporti, tanto che l'intensità. del traffico 11el territori o del Gruppo di Armate di riserva raggiunse una, media di 1:50 treni e 2.000 autocarri al giorno. Ristabilita così hl, sit11azior1e e prima ancora. che il nu ovo fronte avesse trova to il suo equilibrio, il gen. Foch il 3 aprile preserisse al gen. Pétain di studiare un piano d'attacco, mirando con esso, così come sove1~te egli ripete, di (( strappare al nemico Finfaintiva delle operazioni>>; e<l il giorno 8 · aprile regolò con il Maresciallo Haig i dettagli dell'azione che avrebbe1.·o dovuto svolgere le truppe inglesi, ma il giorno seguente fn prevenuto nel suo proget to da nna nuOYa. offensiva tede!'::<·a nelle Fiandre. Dopo l'insuccesso strategico delll'offensiva, clJ marzo, il Com::rnclo Supremo tccl<:'sco si vedeva cost retto a persistere JJ el ]' offensiva. giocando le sue ultime carte, il tntto per il tutto : rimanere su Ha difensiva voleva significare per i tedeschi dare agio agli Es~rciti Allea.ti ,cli ricevere e di valersi dei l"info1·zi a.mericna1i che incessantemente giungevano in Francia, con una media, dall'aprile in ,p oi, cli 200.000 uomini al mese e che an·(ln:vano rapidamente adde~trandosi alla grn~na in gra ndi ca mpi d'istrnzi.one. Era pertanto indispensabile per gli Imperi Centr·ali cli cercar-e cl' nrgenza 11m1. sol11zione -defi nitiva.

* *

u.

Il 9 aprile, preced uta cla 5 ore cli preparazione d'artiglieria, si delineò nelle F'iainclre la, 2• offensiva tedesca. di primavrra , con obbiettivo Calais, ben nota, sotto il nome cli offensiva, tedesc::i -211 -


LE OFFENSIYE 'I:EDESCLIE

s11lla Ly:-.:," e fin dall'inizio il Comand o ' upremo inglese fn assilln to dalla pi-eoecupazione che l'attacco_ verso Ypt·es costi tuissr un a fint a . intesa a maschèl'are un attacco risolutivo nella regione di Anas. F och ha in risena 2 Armate francesi, e cioè fa J ff' A nnatn verso Hornl:ty e Jn, 5.. Armata intorno a .Bennvais. è poic:hè gli ingle i. sotto l'irmenza dell'attacco sft•rrat o clalln J " e G• Annata tedei::ç·a C'On 27 Divisioni, ceclcmo t erreno, e in cnn~icl e1·azione dell a r-;carsità delle loro l'isene giù. molto i ntaccate dalle• operazioni clel mnrzo, Foch (lc>cicle di in tervenire con fol'ze francesi. (Y ecli Schizzo fig-. n . 2!5 - « Offensi,·n snll.-1 L>"s ))) . In c·onseguPnza clei ~.noi <)]'(li1li : - il 2> Corpo di c~l\·alleria fn cente parte della 10• .\rmata si trasfer;sce a m,1rcie forzate <1:1 NeufC'h:iteau a M . Kemel perconenclo 180 km. in tre gi ol'ni;

- 2· Di\·i;iioni cli fanteria della 50. Armata france9e (28• e 133•) i,_: tre!:-i:eri~cono per fct'l'Ovìn \·erso In stes~n lrocalilà ; la ~:~." e l:'i4" Di vb,io11e di Cn nter i:1 dellt1 ma Anua t n frnncese Yi sono pure trnsport:ite in autocan9.

Tali predette fOl'ze cof;ltituirirnno il Distaccamento d' Ar. mah1 del 1101·d agli nÌ·cl ini del gen. )Iitry e alle dipendenze del gen. Plnmcr comnndante delJa 2,. Armata ingle:::e. La 10" Arm n ta frnnC'ese si trflsferisre 1per -via ordina l'ia a nord di .\ m_iens aJl·alrezza di D onlens pronta a dirigersi Yerso Amiens o verso .Arrn~ qunlora ra ttacro tecleseo -de) norcl fosse sol t nnto 1ma :finta. 0'nn Yi ern però stata sorpresn completa pe1·chè l'artiglieria teclescn a ,·e yn effettuato qualche tiro cli agg-instmnento. L 'offc>nsha teclesc·fl neJle Finndre termi nò ai primi di mag-gio infligg·e nd.o rilenrn ti pci-cHte ag'li A lleati e portò i tedeschi alfa conquista di )1onte K emel. importante osservatorio . Anche qui il snC'resso tnttiC'o non condu sse pe1-t::m to a ris nltati. r:itl'H tegici importanti e Lmlencl01·ff fu quimli ancora co tl'etto a <·<'1·r:ne flltroYe ln ·dttorin. D'altra. parte U g-en. Foch persistendo nel silo proposito di s trnpparc al nemiro l'iniiintha clclJe operniioni. invitaYn :fin clnl ~ maggio t ntti i C'npi militnl'i clell'Tntesn a riprend ere l'offen~i,a i;rn lle rii--pettive fronti , nel minOl' tempo po sibile.

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212 I


NELLA PRlM ..\VERA DEL

1918

* * * D::il canto sno Ludendorff, spinto dalla necéssità e-videntè di giungere ad una solnzione prima che l'Es_ercito americano entrasse in linea, stabilì .d'impegnarsi nuovamente a fondo. La clisloca;i;ione delle sue riserve nella regione Hirson-Méziéres, al rentro de] cerchio :Uemis-Montcliclier-Lille, gli permetteva di agire con la stessa rapidità, o nelle Fiandre, o in Artois, o anche in Champagne. La f-'.na scelta cad{le su qtiest'ultima regione e precisamente sull' Aisne dove, davanti alle sue 7" e 1• .Armata, la sorpresa era . pitì probabile per la natura · del terreno e per_la !$Carsità delle forr.e Alleate che guardavano il fronte e che sommavano solti-lnto acl 11 Divisioni !-;U 90 km. di fronte. Contro qnf'ste 11 Divi~ioni, )e cui condizioni erano ben note al Comando tedesco, Lnclendorff riunì una massa di 42 Divisioni appoggiata. chi eirca 4.000 pezzi d'artiglieria, e sferrò qt~incli quell'azione che :fn chiamata. . offensiva, tedesca ~nll' Aisne ed anche batt::1glia cli Soissons-Reims. Il Comando · tedesco stabilì che l'inizio delle operar.ioni avvenisse per il · 27 n1aggio; e il concentramento di tJn le massa . d'attacco venne fatto con il massimo segreto, ta;1to che la sorpresa riusci pienamente, nnche percbè la 1p repanrnione di artiglieria, con largo impiego di pr.oietti a liquidi speciali, durò appena 2 ore e 40 milrnti, ma fu così violenta da interrompere i collegamenti e ·c1a ottenere rilevanti effetti .d i neutralizr.azione. (Vedi Schizzo :fig. n. 26 - << Offensiva tedesca snll' Aisne ))). Sotto l'impeto deJl'assalt.o, la 6" Armata francese non potè regg-ei·e e i progressi dell'avanzata si 1·ivelaro·no snbito impr~s~ Rionanti : i tedeschi, il 31 maggio, rngginngeYano la Marna per nn tratto di 20 km. fra Clrntean·-Thierry e Dormans. In tale frangente il Comando Snpremo Alleato ricorse allo stes·so procedimento usato nel marzo precedente intercalando la 10"' Armata. francese fra In 3" e la, 6". e la 5• Armata francese-fra la 4a e la 6a, rinforzando cioè i {lue fati del saliente d'attacco- con due mas~e cli manovra destinate n contrattnecare sui :fianchi. L'S gingno, anestata l'avanzata. tedesca, la situazione si era di nnovo stabilizzatH·, _mi:i il colpo era però stato rude per - 213 -


RI$l/LTATI DEI,LE OFFENS IVE: TEDESCIITC

gli Alleati che avevano perduto 55.000 prigionieri, 630 cannoni, più di 2.000 mi tragliatrici, un considerevole materiale d'aviazione d'artigli.eria, de1positi di viveri e di muniiioni, mentre poi l'occupazione tedesca della linea Parigi -Calais minaccia rn di paralizzare il ginoco delle riserve francesi.

Con l'offensiva dell' Aisne e la formazione della sacca di ( 'hateau -Thierry si era pertanto rnriuto creando il salienle fran·cesc <.li' (.'ompiégne fra la sacca predect1;1, e quella di Montdidier. Un'altra offensiva tedesca su Co~iégne, detta anche battaglia del Matz, . renata il !) giugno cla nord con 18 Divisioni della 1sa A1·ma.ta fallisce : il pi-imo impeto deÌl'attaccò conduce la. linea tedesca fino a.11' Aronde, ma un poderoso attacco svolto da 5 J)iYisioni francesi concentrate presso S. Just en Chaussée (3 con lllarcie a piedi e 2 con autocani) , e coman<late dal gen. i\fangin arresta l'avanzata tedesca e costrin ge anche l'atlac.cnnte a ripiegare in alcuni tratti. . 'Gn altro tenfativo tede co a sud-est di Soissons è pi-onta. mente rintuzzato. e alla data del 13 giugno il fronte è di nuovo stabilizzato, e Compiégme che costituiva l'obbiettivo principale del Cumando tedesco non ha potuto essere raggiunto:

§ VH

Ris ultati delle offens ive Te desche di primave ra e inseg namenti nei riguardi dell'imp ieg o dell'A rma.

I~ indiscutibile che nelle ba ttàglie or a descri tte i tedeschi avevano riportato notevoli vittorie infliggendo agli inglesi la duplice perdita di 260.000 uomini e di un migliaio di bocche eia fuoco, e iilliponendo ai francesi di spostare metà del loro · E sercito verso il nord. -il4 -

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RISl.:LTATl DELLE OFFENSIVE TEDESCUE

Era la prima Yolta che si -assisteva acl un yero e p1·opl'ir sfondàmento alla fro11te occidentale ed i tedeschi potevano es- . se1·ne gin~tamcnte fieri, ma questa vittoria non aveva dato lo'ro i YOlnti risultati, perchè lo scopo essenziule di questa offensiva te<lesca era q nello cli demol'a.Jizza.re le popolazioni dell'I ntesa coll'impeto dell-'aYa nzata e di depriµ1el'e soYratutto lo spirito pubblico francese coi tiri del così detro cannonissimo sn Parigi, sicc:li è le popofaidoni stesse si imponessero ai loro Governi eostringendoli alla pace. Questo scopo •non era stato ra.g giuuto perchè l' Intesa non solo non ·a,·e,a cednto, ma, incol'agginta dall'arrivo degli amel'ic:rni ('}1e conti1111aYano a giungere i11 misnl'a con ritmo semp1·e cr escente, decide,a di proseguire la guerra, addiveniva a1 Comando unico ed anmentaYa la sua forza facendo affluire Je Divisioni da11'Inghilterra e facendo rienttnre tutte le Divisioni frnncesi dall 'ItHlia, meno due, e ottenendo in 1p iù 2 DiYÌ8ioni italiane. Inta nto i tedeschi con le loro operazioni a,evano creato nn notevole i::aliente nelle linee francesi e cioè avevano a,umentHto la loro fronte, ed e1·a o, vio che un tale saliente sarebbe stflto per essi vantaggioso se avesse costituito base di partenzn, per una. offensiva, ma viceversn se non pote-ra servire a tale s<·opo costituiva un wro e proprio SYantaggio. P er quan to concerne il metodo · di attacco seguito dai tedrschi già ne abbiamo parla to a l ungo : e del resto poichè ei·a quello adotta to il R.ign e contro di noi per operare lo sfoncl amento di Tolmiuo, avrebbe doynw esf-ere ben noto ai francoinglesi i q~rn1i continuaYano ad atti-ibuire invece il successo tedes<:o dell'ant111nno 1917 a scarsa 1·esistenza degli itH liani: 01·a essi stessi ne subh-ano le analoghe conseguenze, ma. con minori da,nni, perchè le Unità. fraùco-ingle!:li invece di 1were il mare alle spalle. come era stato il caso della nostra 3a Armata, wrevano a loro disposizione .molte vie cli ritirata, e perchè poi ùen 44 Divisioni francesi aveYa110 potuto ::icc:orrere -itn Piccar, dia, e in Fiandra . E ' il caso di doml'lndarsi: che cosa sarebbe an-euuto al nostro fronte se aYessimo avuto un sì grande numero <li truppe ... -

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1NS1~GNAi\1E.NTI DE LL'DIPIEGO D•ARTWLlER IA

. fresche? e che cosa snrebbe ay,·enuto in Francia se non l e .1veS·· sero avute? Bisogna ad ogni modo riconoscere ebe il Coma ndo Su1premo francese già aveva i ntuito le caratteristiche del nnoYo metodo di a.tt::i cco ed aYevn emnn ato direttive tendenti R fronteggia rlo, ma, c:ome spesso avviene ed è umano , le direttiYe non Yengono prontam en te assimilate nè applicate . Sta cli fat to che molte Yolte gli insegnarne.riti sono semplici , mn ln loro 8pplkazione l'ic.:biecle r inunde alle quali non tutti sa nno pronta mente adat · tarsi, anche se sono necessair ie. I 11 sostam:a nel en~o s_pec-ifico si tra ttavn cl i :· · - mant euere le 11ri me posizioni t an to a lu ngo così da infra nge re o ,umeno r a llenta re e dissoclnre il pr imo impeto aYvet s ario, ·aclibeU<lo perè> R ta:e rom· ]lito ì soli meni s trettamente necef:.Sari per melte1>.r: in va lore le prop r.i e s.is:e. rna:ifoni. 'd ifensive, e in ogni caso per i1ssicnr,1re ,:ii gro~si delle propr ie n·n111)e l a poss ibilità <li sistemarsi a difes3 nelle seco11d e posizio1Ji e su quelle df>stiuate a cir coscr iYere le iJ:'ruziout cornriiute dH I nemico nelle nos tre pr ime posizioni; - gr1rn11ti re l'integrità d elli: second e posizioni ; - n tler;;f de lle for7.e resid ue <ìispouibili non i,oJo per co1itrnltacchi loca!l , ma a nche per .cont r offensìve sui fianchi ckl nE-rnico irrompeute, 9 in Set.tori adiacen ti a l tratto d 'irruzione;. - r nssegnarsi a perdere ten eno nelle prime posiizioni, e scegliere ì a zona d i lotta decisiva p~ù ind ietr o, m ll tu tt'a l r, iù sulle seconde p-0sizioni, astenendosi dal rinforzare le' tr111ipe cli 1~rinrn lineit, ma ostacohrn<lo quanto è possibile, sulle prime. l'azione a v,·ersnria: iu u na par oln <( rnanoHa re >>; cgndurre la battaglia difensiva facendo la mas$ima economia d ì uomini.

P er quanto conceme Fartigli eria : - la · vratiea clegli. attacchi d el 1917, pre parati d a pa r te degli Alle~1ti , da lungn ma no e con ahbonchrnza di mezzi, Rve·v a avvezzato ì francesi a òoisità considerevoli d'a r tiglieria, tanto che alla 11.:Ialmaison essa aveva r.aggiunto il massimo cli 1 pezzo ogni metri 4,50: p~r contro, In pratica della bRttaglia cli· fe11siva aveva ing<': ner ato nei tedeschi il criter io che ijella difensiva fossero sufficien t i 12 batt erie . per ch ilometro nei pnnti. ove la lotta do,,e,•a esser!' più v iolen ta , e cioè che bastasse a ll'incirca 1 pe~Zfl ogni. 20 m>'t ri ; - s'imponeva d' altra 1n1 r t~ di scaglionai:~ le artiglierie in pr ofondit11. sia J)erchè l'att:icco ottiene in genere dei r isu ltati i niilali impor ta nti clw possono 1:iuscire a <lissociRre il sist ern n <l'artiglieri a <l<illR òifesa . sia perchè l'arresto <l€gli ulterior i progresii'i dell'attaccante può ottenersi anche con forze· r elativa· mente· scarse, ma te nute alla mano e aventi u n òisposìtil·o non noto nl nemico, e sia fofì ne perchè il r iforn imento òelle omni:iioni ad a r tiglier ie molto

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INSEGNAìl{ll:NT! DELL' IMPIEGO D' Al1TIGLIERIA

t1ddensate su una stessa linea di\·errebbe impossibi.Ie ad improvvisarsi attrà- . verso M un tet'l'eno battuto da fuocbì scl.J.iacci;tnli clelf'attaccantc e sopra. tutto dal suoi tiri u gas a massa; - ma l'espel'icnza n,·e,·a aucl.J.c insegnato che non bastin·a scagliou:J.re le artiglierie in profondità: bisogna,3 anche superare la tentazione di tenerle tutte schierate e cl!. sottO VQl'le a sforzi eccessivi per tentnre di renlir.r.n re quelle grandi de nsità altra Yol ta ntlottate: una parte d i m'tiglict·ie doveva pel'tanto essere tenuta In rip9so e<l In addei>tramento a te1·go, così da coslltnire una vera risen·a mobile, di cui si c10,·eYa pre,·e ntivare l'im11icgo nel c,1:so di rott ul'a òella fronte, per la d~fesa della seconda posizione .e i1er la vreparazione del -conl l'nttacco. Questa al'liglieria in riposo doYeva es'*re d isloc.:llla in UJ\l\ parte delle postazioni costrnlte per assicurare la difesa di posizioni non facenti parte della prima linea, e preparal'e !!u tali posiz~oui l'ol'ganiz¼il¼ionc del propri tiri ; - illfi ne iu c:i~o di allacco uewico s i l}re\"ede1·a la ne<:essità <li rog1·ere dalle Armate non attaccate tutta la loro risen·a cli' artiglierie pesanti, la1>-ciando alle "Al'urnte slcs~ le artiglierie orgnnicamentc assegnate alle t)ivision~ e,ù ni Coro! d'Armala dipendenti. nonchè te artiglierie da posizione. rn·. particolare, i Reggimenti da 7ii da campag-na di Corpo cl' Arma ta clovenrno clivcuil'e un'impo1·tnnte risen·a stl'al<>gica 1Dobi li!>Sima. tenendosi pronte a muo,·ere al più presto. Il Comando c10,·ern manovrarli i n modo analogo alle p_roprie Di. visioni d.i l'isen-a , predisponendo all'uo po i wovimenti fcrr!)vial'Ì· e a tn1zionc méccanica, gli itinerari, ecc. ecc.; - io confronto al passato entr:1xn poi in giuoc·o un nitro elem~nto 'luo,o, e cioè il criterio di colpire l"nyversario du1·<rnte il termine della sun preparazione, ruecliaute Jn contror,repal'mdone. Nel pedoclo cli .tc cll{lO del 1!>18, cli cui qu.i tn1Wamo, 110 ta le tiro 11011 lo si rlsc9utrn (la par te tedesca perrhè in tale lasso cli tempo essi ,,,·olsero esclu;:,in1wente azioni offensive : In contro preparn. zione si riscontrò Invece da parte f ra ncese, mri di cssn non vi era alcu.11 cenno nc!lle <lirctth·e del dice111bre-g-ennaio, ·nè risulta che essa sia s tata attuata nelle prime battaglie difiin;:i\·e i::voltesi in quel periodo (e ciò ,con tuttn ·r r9babilità percbè la sorpresa operata da parte tede,:cn, uon J"avev:1 cousent.i.to). Lu trovi:nno iJwece preordinn tÌl e. 11ttu ntu cla partr della 4" Armata francese ·nella battaglia difens iva del Mntz, ai nrimi d.i giugno. e In Lroverewo anche nella b!lttn~lln cli luglio allorchè i francesi n,evnuo elementi iuformatil·i esatti circa l'attacco a,versario, ed è aJlZi presumibile che, oltre all'esperienzn favorevole fattane doi francesi nella .battaglia del l\:Iatz. per attuare la controprer,nrnzione nella ba.tt:i~lia del luglio, abbiano iuflult9 sul francesi i risultati da noi ottenùU. nelln nostr a battaglia clifensh·a del giui?no.

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IL COMANDÒ UNICO

§ VIII

Il comando un ico.

Nei paragrafi precedenti abbiamo avuto piu volte otcasicme cli sfiora.re l'importante argomento del Comando unico. Parlando dello sfonda.mento di Tolmino abbiamo accennato al convegno .di Rapallo che aveva già rappresentato un primo passo verso l'attuazione di una unità _di Comando· e in questo stesso capitolo siamo toru&,ti sull'argo;mento parlando del problema, delle Riserve . da dover assegnare al Comando Unico a.:ffinch<~ esso '.potesse effettivamente espli<.:,are e far sentire la sua azione. Abbii:urio aitresì accennato alle difficoltà che si incontrarono pel' avere un coordina.mento veramente efficace. Sta -di. fatto che, a.ll'ini.7,io del 1918, i tentativi di Cleroenceau per la pratica soluzione del ,problema, non ebbero succ-e.sso, sovratutto per: la tenace opposizione inglese : gli inglesi vedevaino perfettamente l'utilità del Comando Unico, ma capivano viceversa che Comando Unico significa.va Comando francese. Era del resto logico che dovesse ·essere così perchè la, Fra,ncia aveva, il nemico in casa, e non vi è dubbio che se invece fosse stata l'Inghilterra, ad avere il nemico in casa il Oomanclo Unico avrebbe dovuto logicamente essere iliglese, ed in tal caso sarebbe stato Lloyd O,eorge a v.olerlo. Ad ogllli modo fino ad -0tto giorni prima del granclè attacco tedeseo in Piccardia, iniziato il 21 marzo 1918,. Lloyd George dieeva : << nessun inglei;;e deve , permettere che soldati inglesi dipendano da generali di altre Na,zioni >). Ma avvenuta il 21 marzo la grande offensiva tedesca, la situazione a.l fronte occidentale diventò gravissima, ed allora ciò _che 11011 si . voleva pochi giorni prima, fu Lnvece formalmente richiesto e lo stesso Haig sollecitò daUa Francia la, costituziòne del Comando Unico cQn Comandante francese, -

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I L COMANDO UNICO

Il 26 marzo al con,eguo di Doullens si fece il primo passo decish-o Yerso il Comando "Cnico, ed il gen. Foch, ·consigliere militare di Cleruelle:ea u, ebbe l'incarico di cool'dinare gli sforzi nlJa fronte occidenta le, il che, se pur non era ancora il vero e proprio Coman do Cnie:o. co.. tirnh-a però in nuce il riconoscimento del prin cipio. tanto che il gen. Foch, chiaramen te ,e(]endo e prevedendo la situazione, chiese che la posizio111e che eosì gli i:.i era c1·eHta fosse defluita con una forma pi ù precisa. I n un primo tempo gli fu allora affidata la direzione strategica delle ope1·n.zioni , mentre ai Capi dei due Esel'citi Alleati - francese ed inglese - fu la sciata e conservata la direzione tattica e la condotta delle proprie truppe, compiendo poi poco dopo e cioè il 1 aprile un passo anche più lungo: nel senso di deµpire mansioni e responsabilità del Comando Unico. ·AUorchè i tedeschi, dopo l'offensiva in Piccarclia, iuiziarono q nella nelle Fiandre. gli inglesi furono costretti a chiedere aiu to, e fu allora che il Foe:h Yenne fawestito del Comando e nominato Comandante delle forze interalleate alla fr onte oc<:iclentale e alla fronte balca nica, e conseguentemente lo stesso Pershing anelò a 1presenta-rsi a Foch per riceYerne le direttive. Sorse così in questo momento il Comando "GniC'o, limitatamente però alle fronti occidentale e bakanica , e fn solo un po' più tardi e cioè il 2 maggio che aJ1che. il Comando it~liano fu messo alle dipendenze del nrnresciallo Foch nel senso però sol-· t:rnto che al Focb era demandato il compito ed erano affi.date le fnnzioni di coordinatore dC'll 'impiego delle nostre forze alla fJ·oa1te italiana . Questa differenza che sembra sottile, è importantissima e ...-a ricordata. Il ('ornando Unico potè allor a i:.embrare nna pana cea, universa le. Ora è inclu bita to <:he in linea generale e teorica è nn lwne che ci sia un Comando unico di una sola person a su cli 1m nnko fronte, ma vien fatto di domandarsi : era egli umanamente possibile in pratica l'esercizio di un unico Comnndo sn un fronte che si estendeYa dal iVfare del Nord fino alla :M:e~opotamiH attrwverso elem('nti così di,ersi e per la natnra dei terreni, e per le ciuatteristi<"he clim atiche, e per le forze contrapposte, e per i Piani efaborati dRgli Stati Maggiori dei vari l<J~erciti confrontanti, e per i diversi bisogni cl e1le truppe ope-

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IL" COMANDO UNI.CO

ranti s ui vari fronti? .E d'a)tra parte ancora poteva il Coman.(la.nte messo ·a capo di questo Comando Unico spogliarsi deJla sua nazion111ità? Il Foc,h, all'alto giudizio del quale furon o sottoposti questi interrogativi, rispose ehe egli. avJ'ebbe imparzialmente provvcclnto a tutte le necessità conti:ngenti dell'uno e dell'altro Esercito, ma per qua·nto unà tale risposta pronunziata da un così grande generale fosse sodclisfacrnte e non potesse comunque lasdar poi;;to alfa più lontana, insinuazione cli restrizione mentale in chi la pronunda.ya come linea di principio, viceversa noill avrPhhf~ poi nella realtà pratica potuto avere la. sua a1pplicazione perehè le Riserve di cui il Foch disponeva, erano scarse,· e se - Cùme era prevedibile - egli avesse dovuto frazionarle tra i due Eserciti, francese ed inglese, l'aimo {•ffettivo di rinc11Izo sin-ebbe rinsc-ito minimo i:::eppure non nnllo . Ecco iJ punto interrogativo clrl Comando Unico: forse nel prosieguo cli questa narrazione si dovrà ritornare su qnesto argomernto; e allora si clçrvrà, ricordare rbe il Comando Unico, così come inteso e realizzflto, non era in qnel momento la pa·· 11f)cea universale. Quanto eletto sopra. non ha e non vuole avere alcun carattere di postuma e strrilc polemica perchè quest'opera è esclu;;ivamente storie;a. mn fn rilevato perr.hè era necessario da.re alcuni chiari.menti snll')mporta11te . argomento e snlle logiche ecl nrnnne diffiroltà che aHora si contrapponeva no e sempi·e si contrnpporranno alfa reali:aazione cE quella mà~sima, ba~ilare per cni 11110 solo deve essere in guerra iJ Comando coordinatore ,, cli impiego di tntte le singole Fone Armate dei vari Eserciti, Comando Unico dotato cli tutti quei. mezzi e cli tn-tti qnei potN'i r,eressa1:i ed incli s·pensn.bili per ronsegnire la vit toria di tntti e cli ognnno degli Stati belligrrnnti aJleriti.

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I CANNONI A LUNGHJSSDf'A GITTA'l'A

§ IX

cannon i a lunghiss ima g ittata.

Abbiam-0 già accennato C'he, durante l'offensiva tedesca di fine marzo 1918, Pin·igi fu bombarcla,tn da artiglierie a lunga gittatn : avvenimento impressionante che diede subito luogo alle più svariate congetture. E' opportuno soffermarci su questo avvenimento prettament~ artigli~resco nccenrnrndo ::illo svolgimento di questa azione ed .Hlle ci'lrattel'istiche del materiale. Alle 7,15 del 23 marzo 1918, la, popolazione di Parigi fu sorpreRa da una, violentissima cspJosio1ne in vicinnnza del Qnai della Senna. Cinquanta minuti do,po la prima. si udì u1na seconda esplosione della stessa intensità, più vicina al fium e, in- vin Carlo V; dopo alti-i 15 minuti una terza esplosione si. ve1'inC'ò nel Boulernrd di Stn1sbmgo, in vicinanza ,della sta· zione ferrMiaria deJl est. Le esplosioni continuarono per tutta la giornata ad intervalli di circa 1r. minuti ra,g giungèndo in totale il nm:nero di 21 : · dici otto proietti erano cacluti nel concc-nh:ko di Parigi e tre fuori le mnra , uccidendo 15 pers01ne e fere11done 36. Nei seguenti giorni 24 e 25 m::mw continuò il bombarda-men to : il 24, tredici proietti caddero entro le mura di Patigi e nove fuori, nccidendo 11 persone e feren done 34; il 25 quattro (Proietti caddero nella città e dne fuori , uccidendo 1 persona. Seguì poi una pausa cli 5 giorni: il 29 marzo fur0010 span,, fi soltanto quattro colpi, ma l'nnico proietto che in questo gim·no eaclcle entro le mura <lel1a città, colpì la chinve di volta, cli nno degli a rchi clelb-1 copertura della <'hiesa di S. Gervais, presso l' Hotel de , ille . Una grande parte <lella volta e della c,o pertma crollarono, e poi.chè Ja, chiesa era, in1 quel momento affollata pe1· le pred del venerdì santo, disgt'aziatamente si - 222-


I CANNONI A Ì,UNGHISS IMA Gl 'l'fA'l'A

ebbero a deplora,re 88 morti e 66 feriti: fu questa la giorni1ta nelJa quale Parigi ebbe a subire le maggiori perdite per effetto del cannone a. lunga gittata . . A parte le vittime e l'effetto morale, i darmi prodotti in questi giorni di bomba,rdamento erano stati relativamente pic<:oli. La buca scavata, dall'esplosione aveva raramente un diametro maggLore da metri 3,60 a metri 4,50 e la profondità. variava da metri 1,20 ad 1,80. La notizia di un cosi straordinario bombardamento suscitò ovunque gra.nd,e meraviglia, e ovunque si cercò una SJpiegàzione del fenomenù ricorrendo a varie ipotesi più o meno fondate. Così, poichè Parigi era già sta,ta bomba.rdat a cl.a aeroplani. e da dirigibiJi Zeppelin, la prima impressione fu che·il bombardamento avvenisse da parte -d i un nuovo aereo capace di raggiungere altissime quote. Si pensò poi che i proiett i che cadeva;no su P arigi fossero lanciati da uo.1 altro proietto di calibro assai maggiore, il quale ultimo nel corso della sua traiettoria funzionasse a sua volta da, crinnone di lancio d'e l secondo proiet to. Il primo proiett o a sua, volta sarebbe stato sparato da una bocca da fùoco situata nelle linee tedesche, e quan~lo aYesse raggiunto una determinata altezza, una caric a di polvere cont enuta i111 esso si sa,rebbe accesa aut omaticament e e tLvrebbe lanciato il proietto di calibro minore. Si pensò inoltre che i (proietti fossero spa'r ati da cannoni ir1stalla_ti in ,regioni p1:ofon(lnmente boschive ent1·0 le stesse Ji:nee francesi, e furono anche fat te diligenii ricerche nelle dette località pei:· stabilire se ciò potesse essere vero . . Gli artiglieri competenti intuirono però subito di che cosa 'si trattava, ed a ila fine del primo giorno di bombardamento, ufficiali francesi inglesi ed americani si convinsero che · ta.li proietti fossero sparati da un caarnone di lunghissima portata re eenternerite costruito e situato nelle linee tedesche, ad una. distanza all'incirca cli 11-0 km:,-e nel contempo questi esperti. tecnici . riuscirono a precisare che se il proietto veniva laneia,t o dalle linee tedesche, la sua probabile velocità iniziale non poteva t'ssere minore di 1.350 metri Hl minuto -secondo: all'::itto prHt ico 1111a tn]e velocità non era mai stata raggiunta, ma con un e;.mnon1e di sufficiente lunghezza e con una polvere a velocità -

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Fig. 28 -

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call11oni;,siruo tedesco

(La parte di tubo a!):~iunti,o ,·c uh-a tra~portata !'ep:1ratamente)

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I CAN:'\01'1 A L t:NG ll1 SS B1A G l'.I'T,\TA

di combustione sufficientemente lenta, la cosa era da ritenersi possibile. Dopo pochi giol'lli dacchè il bom.b ardament o era stato iniziato, esaminando attentamente il percorM segui lo dai proietti nel !Passaggio attraverso diversi edifici che . erano stati colpiti, fu pos~ibile determinare con sufficiente precisione la direzione della loro provenienza e la probabile posizione - situata nella fores ta ,çli S. Gobain, a sud-ovest di Laon - dalla quale i proietti stessi erano stati sparati. In questa foresta l'aviazione francese polè individuare 3 posizioni, da una delle quali o probabilmente da tutte e tre, era possibile che tali cannonissimi facessero fuoco, ma una soltanto di queste tre posizioni era sufficientemente prossima alle linee tedesche ed a quelle degli Alleati, sicchè questi ultimi avevano qualche probabilità di poterla colpire colle artigliel'ie pesanti francesi, allora in servizio. · Dopo l'armistizio si apprese che i tedeschi avevano complessivamente costruito 7 di tali bocche da fuoco, che daipprima · erano state fabbricate al calibro di 21 cm. e, dopo l'inevitabile loro erosione, l'itubate al calibro <l i 24 cm. Infatt i tutti i proietti lanciati nei due primi peri odi di tiro erano del calibro 21 cm., ma dm·ante gli ultimi giorni del terzo periodo, i proietti avevano il calibro cli 24 cm. Ciò stava. ad indicare che · tutti e· sette i cannoni costl'l1~ti si era,no successivament e erosi e che proba.bilmente il canno11 e che aveva cominciato a. sparare. il 23 marzo col c·1dibro 2J, era stato rit ubato e spara.va nuova·· mente a.vendo il calibro 24. · Dopo l' armistizio si apprese pure che i t edeschi avevano rituba to gli alt l'i sei cannoni e che ad Essen altri ve ne erano in costruzione.

I cannoni ii lunga gittata furono costruiti utilizzando cannoni erosi da 3 O mm. aYenti una lunghezza di 45 calibri, cioè òi ·17 metri. In essi veniva introdotto a forzame111to un lungo tnbo del diametro in terno di 210 mm., sporgente cli ben 13 met ri al di fuori del cannone Ol'igilrnl e, sicché la nnova bocca da 15

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l CAN1'0Nl A L U NGHISSIMA 01'1".l'ATA

fuoco risultante raggiungeva una h;mghezza, totale di . circa 30 metri. Su ta.le tubo · sporgente veniva i nvestito un mMlicotto, che si andava, ad unire fortemen te al cerchio a,nteriore del vecchio cannone da, 380, completando così la pùte principale della nuova, bocca da fuoco. Il tubo cU 210 mm ., aveva rigatura elicoida.Je con inclinazione di 4°, e le righe erano 64. Oltre alla predetta parte principale, il camnone era poi ancora prolungato in volata con un altro tubo a<l anima liscia lungo 6 metri, avente un .diametro interno pari a 210 mm. più il ,doppio della profondità di una riga.. Questo t ubo anteriore era congiunto a]la parte principale del cannone mediante un'a:vvita.tùra interrotta, ed il tutto veniva fissato con robuste chia.varde. La grossezza del t ubo rigato principale di 210 mm. di diametro era tale da consentire, come era. stato predisposto, di portarlo successivamente ai calibri di 240 mm. prima, e di 260 mm. poi allorchè l'erosione non concedeva più alla bocca da fnoco una sufficiente precisione di t iro; ed a questo proposito risulterebbe che per ciascuno dei tre 1predetti calibri ,cli 210, 240 e 260 mm. norn si potess<~ro sparare più di 50 colpi all'in c-irca. Siccome poi la hocca da fuoco per la, sua grande lunghezza, aurante lo sparo tendeva ad jnftettersi, ad evitare siffatto in. conveniente, essa era sorretta da 'robusti telai. Secondo il ten. col. 1\filler .dell'a,rtigHeria america,na, quesl·o ca.nn one a lunga gittata, sparava con a,ngolo di tiro di 55°. Come è noto, lìlel vnoto la, massima gittata si ottiene con 1111 angolo di tiro cli 45°, oltre il quale la gittata diminuisce, mentre poi è pure noto che in linea approssima.ti.va l'ordinata, massima della traiettoria è all'incirea 1/ 4 della gittata. Sembrerebbe a.dunque, che per ottenere gitt::tta, massima, come si voleva. con ·tale bocca da fuoco, non si sarebbe dovuto sorpassare tale inclinazione di 45°, ;ma bisogna però riflettere di.e in questo ca.so la, gramde gittata, si doveva ottenere facendo navigare il proietto negli alti strati dell'atmosfem, ove l'aria è estremamente rarefatta ed oppone quindi pochissima resiflten7,a al moto del proietto, mentre come è 1PUre noto, fa resistfmza dell'aria è gr andissima negli strati bassi dell'a.tmosfera.. Per questo motivo l'angolo di tiro da darsi al pezzo per -

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e


I CANKONI A LUNGIIISSJMA GlrrATA

raggiungere la massima gittata doveva evidentemente essere stato calcolato in base ai seguenti due fattori diversi, ma, concomitanti akl uino stesso risultato: - uno di essi con'isp()ndeva alla convenienza .che, all'inizio di quegli st:ratì d'aria in <:1ù, per gli effetti della resistenza al moto del proietto, la grande rarefazione poteva consJder11rs~ prossima al vuoto, la traiettoria avesse un'inclinazione prossi:ma ai 45° ; - l'altro fattore derivava dalla evidente utilità che hl traiettoria si s~'olgf'.SSe negli strati densi e quindi più resistenti dell'atmosfera per D minor percorso possibi le, il cl1e si otteneva c,q,l darle lill'origine trn'inclinazjorn~ più prossima alla verticalè.

Pare che la velocità. iniziale foss.e ,d i 1.500 a 1.600 metri, mentre la velocità di arrivo dei proietti sul suolo di Parigi venne calcolata in 700 mefri, e la, durata della traiettoria venne riconosciuta di circa 3 minuti primi. La culla consisteva in un cilindro cavo, dello spessore di 13 cm., con alcune scanala.ture · longitudinali inteme della profondità di citca 3 cm. nelle quali si impegnavano corrispondenti risalti del cannone che, nel rinculo e nel ritorno in batteria, scorreva entro la culla stessa, munita ,d i otecchioni del diametro di 46 cm. e sporgenti. 33 cm. Nella. parte s11periore, in corrispondenza agli. orecchioni, . erano impernia.ti due telal di ferro, che quando la bocca da fuoco non era in azione stavano adagiati lungo la, culla, e (J_ uando si doveva eseguire il tiro venivano drizzk1ti perpendico- · Jarmente ad essa e fissn,t i tra, loro, per sorreggere, come si è detto, la bocca cla fuoco e impedirle. di inflettersi. In basso dietro gli orecchioni la culla aveva un'appendice che ·sosteneva tre cilindri acl essa solidamente fissati; i due laterali costituivano il freno del rinculo, e quello centrale costituiva il ricuperatore 1p er il ritorno del cannone in batteria. I freni e1·ano idraulici ed il rieùperatore era p11eumatico con .rno11e. L'affusto era costituito ,da una grande cassa allungata, composta di due fiancate a. travata, metallica, -colJegate com pesan~i traverse di acdaio . Sulla faccia superiore delle :fiancate, in corrisponclenz~ cleJla sezione centrale clell'a,ffusto e accosto alfa sezione anteriore, erano collocate le orecchioniere costituite -

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1 CANN01'I A LUNGIIISSI!l'fA GITTA'l'A

da robusti castelli di acciaio fuso fissa.ti mediante grosse pia·~tre inchiavardate, probabilmente soltanto dalla partè della culatta . La sezione centrale dell'a,ffusto veniva unita alla. insta llazione per mezzo di chia.varde. Il trasporto dell' affusto colla bocca da fuoco per ferrovia veniva eseguito median~e qua.Uro carrellì disposti tra loro di punta., due antériormente e due posteriormente, sotto ai saettoni. I saettoni non appoggiavano direttamente sui carrelli, ma ciascuno d'essi era sostenuto da una cassa :metallica allunga.ta che posava per metà sn ·uri carrello e per metà sull'altro: i due ca rrelli anteriori erano a, 5 assi ed i due (lJOsteri,o ri a . 4 assi. Il diametro delle ruote dei carrelli era di 95 cm.; le rispetth,e boccole nveyano il diametro di 14 cm. L'i,n stallazione sul terreno era a piaÙaforma circolare, e si componeva cli una parte :fissa, esterna. sottostante che serviva di base ad una parte mobile interna e ruotante. La parte fissa aveva il dia.metro .cli circa m. 10,50 P. nel suo complesso un'a.1tezza di metri 1,80 e veniva incassata in apposita. fossa. circolare preparata. ))e] terreno. Sul suo bordo superiore e dalla parte interna era fissata con chiavarde una, dentiera circola.re che serviva di appoggio per il _movimento di rotazione della pa.rte mobile. La, parte mobile aveva il diametro di circa metri 8,50 e gi.ra va sulla 1pnrte :6.ssa in apposita gnida su 11~ sfere d'acciaio di 20 cm. di diametro . Il movimento di rotazione alla parte mobile era dato mediante nn argano verticale sistemato verso la periferia della piatta.forma : con esso si trasmetteva il mo vimento ad una. ruota de-nta ta circo] are che ingranava nella - suddetta dentiera; e l'argano era m0sso mediante una doppia manovella, a cui potevano a,g ire due uomini pér pa"rte. La parte fissa cl eH'instalJa.zione era munita, di rotaie in prosecuzione con un binario ferrovia.rio cli raccordo che dalla posizione conduceva a Ila li.nea ferroviaria viciniore, ed in corrispondenza anche la, piattaforma era munita ,di rotaie. Per mezzo dei carrelli ferroviari l' affU:sto era condotto sulle rotaie dell'installazione e quindi, media nte quattro robusti ma.ri inelli, veniva sollevato :fino a tanto che si potessero rimnovere i carrelli. : _i carrelli venivano quindi rimossi e l'affusto, a -

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I CANNON I A LUNGUISSnIA O l TT.;;tTA

mezz.o dei predetti martinelli, veniYa in ~eguito fatto ridiscendere e a,dagiato sulla parte mobile o pia.ttaforma rotante, alla quale veniva. poscia, dato un qua.rto di giro per poter finalmente fissare solidamente l'afl'usto alla pia,tta.forma. Il [Pl'Oietto spa.ra,to dal c°trnnoa1e a lunga gittata, col ca.libro di 210 mm. pesa,ra 120 kg. : la. pai'te ciliiildrica era. lilnga 4-90 mm. e costituiva, il corpo del proietto, formato di un sol pezzo con fondello, e nel quale erano contenuti le cariche interne e la spoletta. Alla parte cilindrica del proietto era fisi;;a ta. una. falsa ogiva, molto allungata, e cioè con un raggio di ogiva pari a. b.en 7 calibri, la quale aveva: per scopo -d i accrescere la gittata : complessivamente il proietto era lungo 1 metro o poco più. L'interno del corpo del proietto era diviso in due camere sépar-a.te da un diaframmn. nel quale erano praticati 6 fori di comunicazione tra le due cariche. La carica di esplosione, che sembra. consistesse in 10 a 12 kg. di t rotyl, occupava entrambe fo cariche. Due s1polette assicnrarnno l'esplosione del proietto: mm. era :fissata al diaframma e l'altra avvitata al fondello, e pQ.re che qnest'u ltinrn spoletta fosse protetta, cont ro la forte azione dei gas della carica cli la.ne.io, da u111 riparo secondo cui era sagomato il fondo del proietto. Il proietto era munito di due corone cli -rame : anteriormente ad ognuna di esse il corpo del proietto presentava due fascie di dia.metro leggermente ma,ggiore, però meno sporgenti del le corone, fa.scie che erano rigate con lo stesso numero di righe (64) e con la stessa inclinazione della riga.tura.· del can~ none (4°). Sembra potersi asserire che, avuto riguardo alla gra·nde velocità che il proietto doveva assumere nell'interno dell'anima., si sia ritenuto che le sole corone di rame non avrebbero assieurato la. r otazione del proi~tto, e che quindi a questo in tento si fosse invece reputato necessa,r io cli foggiare esterlllarnente il corpo stesso del proietto a righe, le quali si impegnas- · sero ne1la rigat ura dell'anima: le corone di rame a,vrebbero quindi probabilmente avuto sol ta.nto l'ufficio di assicurare il forzamento. La presenza delle due· fascie rigate .nel corpo del 1proietto doveva. pertanto rendere nece~sario di giusta.porre il proietto -

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I CAN:'<ONT A L UNGHISSIMA GITIATA

nell'anima ½i, modo che le righe della fascia anteriore ,d el proietto stesso risultassero fin dall'inizio dell'introduzione del proietto nell' anima, impegnate nelle scannellature del cannone. Devesi poi ritenere che nel progettare il proietto si sia tenu to anche presente l'opportunità di far sì che in ne~sun caso venisse a manca.re lo scoppio. Infatti t ut ti i 303 colpi che cad, clero dentro e fuori le mura di P arigi scoppiarono regolarmente. E ' possibile che le due camere, le due spolette, le comunicazioni fra una ci1mera e l' a,ltra a,t tra,verso i fo ri del diaframma, ed altri 1partkolari affini, fossero stati studiati e realizzati appunto affi.n·ehè il funzionamento anche di una sola spoletta assicurasse lo scoppio cli tutto il proietto. Il metallo costituente il corpo del proietto, eccetto q nello della falsa ogiva , era di acci;1i.o nichel-cromo. La camera a polvere era clella lunghezza di cirea 3 metri, rruindi il F:UO Yoltnue F:aJ'ebbe risultato non minore di ±21 decimetri cnbi. PresH. per densità della polvere quella media, delle ordinarie pol veri infumi ora in uso, e cioè circa 1,G, il peso di una carica, a densità, cli caricamento 0,57 sa rebbe 1·isul tato di 363 kg. Tale densi.tà di carieamento era a,ppnnto indicata nello studio di un progetto per nn ca,nnone a lunga gittatn. fra ncese del calibro <li 220 mm. , ma in quest'ultima, bocca da fuoco la cnmera a. polvere era progettata per un volume di 350 decimetri cubi, e tale richiamo fa rebbe ritenere alquanto forte il volume di 425 decimetri cubi sopra calcolato 1per il cannonissimo tedesco del 1918 : ad ogni modo sembra doversi ritenere che la quantità di polvere della. carica di lancio fosse per. il rannone tedesco all'incirca del peso di 300 kg. In Italia l a ditta Ansald o aYeva a qu~l tempo in studio aYarr1zato un pezzo <l 'a rtiglieria capace di una gittatll di 160 km. e ·pertanto un tale studio non ebbe pratica attu azione perchè 13 guerra ebbe termine prim a che si presentasse l'occasione di · impiegare nna siffatta bocca da fuoco.

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IL PAT'l'O DI ROMA

§ X

Il patto di Roma ed il corpo Czeco,Slovacco d 'Italia.

Ai primi di aprile 1918, e precisamente il giorno S, sotto gli auspici del Governo italiano e sotto la. presidenza del Senatore Francesco Ruffini, si riuniva in Roma una Oo111ferenza fr a Delegati delle Nazipni soggett~ all'Austria-Ungheria, e cioè (oltre rappresentanti delle nostre Provincie irredente) una rap1Presentanza jugoslava ed una czecoslovacca per i rispettivi popoli facenti parte dell' I mpero degli Absburgo, una ra,ppresenta,nza pola,c ca pei· l' aliquota soggetta a tale Impero, u!Ila romena per l'aliquota transilva.na, nonchè 'per l'intero popolo rumeno al quale dagli Imperi Centrali era sta,ta testè imposta una pace forzata. ~.<\lla. Conferenza 1partecipavano a.nche ra,ppresentanze francesi, inglesi e degli Stati Uniti 4' America. Le rilmioni ebbero inizio 1'8 a.prile in Campidoglio; il 10 vi in tervennero pers~nalità politiche e giornalistiche italiane e vo l ontari jugosla.vi, combR,ttenti sulla. fronte di Salonicco, e dopo che il ra.ppresenta,nte rumen o, in nome di .tutti i convenuti, CSJ)OSe le penose condizioni dei vari Paesi soggetti all'Austria, formulando la loro protesta e le loro aspirazioni di libertà e di · indipendenza., il vicepresidente on . Andrea. Torre lesse la proclanrnzione che il C011gresso faceva precedere agli. a.i·ticoli for··· manti la. base degli accordi fra gli intervenuti. Il testo delle risoluzioni votate all'unanimità era il seguente:

in

I rappresentanti delle naz~oualità soggette tutto o in parte al dominio dell'Austria-Ungheria (it aliani, polacchi, romeni, czechi, jugoslavi) sono convenuti nell'affermare i loro ptincipii per la loro azione comune, neJ mO<lo seguente : . 1° dascuno di que;,ti popoli proclama !I suo diritto a c9st.ituire la propria nazionalità ed unità statale, a coropletal'la ed a raggiu.ngere la piena indi[)endenza politica eçl economica ;

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IL PATTO DI ROMA

Zo ciascu.110 di queS'ti popoli ricono:::ce nella Monarchia austro-ungarica lo su·nrnento delltl <lominazipne germa11ica e l'ostacolo fo11clamentale :illa realizzazione delle sue aspirazioni e dei suoJ <liritli ; 3° l'assemblea riconosce pertanto la nc;cessità <lella lotta comune contro i comuni OJlpressori, percbè ciascun popolo <:0nsegua la totale liberazione e la complet{l uuità nazionale nell:1 libera unità stat:1le. I rappresentanti dei popoli italiano e :iugoslavo, in particolare, con.veniva no neJ i·iconoscere che l'illdipende11za della Nazione jugoslava era di inter esse vitale per l'Italia, coiue il completamento dell'tmità nazionale ltali!lna ('ra di interesse per la Jugosla, ia, e pertanto s'im pegnarnno a s,,olg-ere tt1 tta la loro opera affincbè, <lurante la guen·n e al momento della pace, queste finalità venissero inter amente raggiunte ; affermaYa no che la liberazione del Mare Adriatico e la sua dif esia contro ogni pre.sente ed eventuale nemico era un interesse vitale di entr ambi i popoli, e s'impegna,•ano a r ìoolvere nroicbevolmente le singole controversie territoriali : ìl tutto sulla base dei principii di nazionalità e del diritto di autodecisione clei popoli. Anche i polacclli e gli czeco-slornccbi e::;ponevano il loro rispettivo progfaromn .

L'll a.prile, il Presi.dente del èonsiglio italiano, Oll1. V. E. Orla ndo ricevette i predetti Delegati che gli consegnarono le conclusioni dei lavori della Conférenza., alle quali fu dato il nome di Patto di Roma,, e pronunciò un elevato discorso rias~ snmendo le aspirazioni delle na.ziona.Iità oppresse, ed eS(primendo le · simpatie, l'interessamento e l ' appoggio del Governo italiano per il compimento di tali aspirazioni. Il movimento dei popoli sogget ti all'Austria-Ungheria verso l a propria indipendenza, aveva già dat o luogo, negli Stati belligeranti dell' I ntesa, alla costit uzione ,di repar ti di volontari forma ti con prigionieri di guerra, dell'Esercito austro-ungarico, appartenenti alle nazi001alità oppresse catturati <la.gli Alleati nelle precedenti bat taglie, nonchè da ipatrioti che eran(I riusciti ad emigrare prima e durante la, guerra. Ai primi di aprile, in occasione della Conferenza di Roma si era istituita in Roma, quale organo del Consiglio Nazionale dei Paesi czeco-slovacchi, a-vente sede in Parigi, una rappresentanza del Consiglio stesso, avente a ca.po· il ten. colonn. czeco Stefanik. In relazione ai provvedimenti già in cor so - come si dirà più a.vanti - per l a formazione di Reparti di truppe czeco-slovacche, il 21 aprile, e cioè 10 giorni dopo l a conclusione del -

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ED IL CORPO C½ECO- SLOVACCO 1N ITALIA

Pa.tto di Roma, venne conclusa, fr a. i] Governo ita.liano e · lo Stefanik, quale rappresentante del Consiglio predetto, nna Coovenzione che tra l' altro conteneva norme circa : - l'impiego d i militari czeco-slovacclli in fu nzioni di colllmldo ; - la posiziolle dei militar i itali.ani addetti nl Cor po czeco-s!ovacco ; - la f acoltà a cittadiui c?.eco-slovacclli di raggiungere dall'Italia nìtri Cor pi czec9.$1Jovacchi in Francia; - la noID ina dì un rappa·csenta nt e i.taliar.o presso il Comanda nte in Cnpo <leli'Esercìto czeco-slovacco in Francia; - la compet enza <1elle spese· per J:'Esf•nito czeco-slovacco; - la concessione d ell a cittadinauza itnliana ai componenti il Corpo che aves&"er9 prestato servizio onorevolmente .in Ital ia durnnte la guerra; - privilegi di. s1ng1)li cittadiui czeco~slovaccbi in Italia, ecc. ecc. -

Circa la costit uzione effettiva dell'Esercito czeco-slovacco, è da ricorda.re che già esisteva.no in Italia. nuclei forma.ti da, prigionieri austro-ungarici di nazionalità czeca., i quali avevano da tempo espresso il desiderio di orga.nizza.rsi in Reiparti volontari per combattere a :fianco degli Allea.ti. Secondo i desideri del dr. I1enes, Segreta.rio generale del Consiglio Nazionale, il Corpo da, costituirsi in Italia avrebbe dovuto operare sulla fron te fraince,s e; ma il Governo italiano si era opposto, desiderirndo che esso combattesse invece in ItaJfa, alle dipendenze del nostro Comando Supremo. In pari tempo, coi prigionieri di guerra czeco-slovacchi si erano costituite compagnie di lavoratori, impiega,t e nelle retrovie delle Armate e ::illa dipendenza .diretta del Comando Supremo; nel febbraio 1918 esse erano state raggruppate in battaglioni che vennero dislocati nella zona. di Ma.ntova per lavori difensivi. Mentre era. in gesta,zione la, sopraccennata. Convenzione, il Ministero della guerra, 1'11 aprile, incaricò il ma.ggior ·geneJ·a.le italiano Andrea. Gra,ziaoli cli costituire il Conpo ~zeco-slovacco in Italia, del qua.le gli venn e affidato il comando. Egli, coa.diuYa,to claJ ten. colonn . Stcfanik, ini:dò subito gli arruola.menti stabilendo il Deposito del Corpo a Foligno) e il campo di concentramento degli a.rrnolati a Fonte d'Amore (Sulmona.). Il 5 maggio, il Corpo venl]1e a consta.re <li : - 1 Comando del Cor jJo czffo-sìovacco in Italia (<1enominato 6• DiYisioue czeco-slovacca) con Stato :\:Caggiore misto, itnli:rn o e czeco;

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PR0DR0l\H DELL'OFFE~SIVà. AUSTRIACA

- 2 Comandi cli Brigat:t (11" e 12a); - 4 Ileggimen ti (da} 31° al ~4.0 ) ciascuno di :1 battng lioUi i:u 3 comp[tguie fucilieri e l comp11gnia mitragliotrict Fint; - 2 battaglioni complementari; - 2 compagnie mitrngliatrici divisionali e 4 (li Briga t a; - 1 billteri a .itai ianu ;li boml)arde cl:t G8 ; - 2 compagnie genio (c:zeco-slovacchc) ; - 1 compagnia tel<!!!l'a fistl (mista) ; - Se',6ÌOl1(i sanHà e Sezione sussistenza; - Salmeria di\·isiona le. L'artiglieria (it aliun,t) sarebbe stata nssegoata a ,·olt:t a volta, a secondrt delle nec1.1ssllà.

Il 31 maggio, 1:1 6a Divisione czeco-slovacca fn trasferita da Folig-n o in zona cli g nerra , :presso il Ool'po cl' Armata d' assalto nelJa zona di Monti Berici, venendo a. far parte della Ri!=ìerva genel'nle a cl.isposizione del Comand o Supremo. Il 14 giugno fn passata in rivista da S.M. il Re a Orgiano, e il l J battaglione del i,,110. 33° Reggimento partecipò,· inquadrato neila 3" Armata, alla b::ittaglia del Piave. Altri elementi cr.eco,slovacchi, già rinnitisi in Reparti esploratori, vennero. orgu11i camcnte rnggruppati nel nuovo 39° Reggimento, s11ccessivamc11te costituilosi assieme al 38°. In segnito fa 6a Divisione czeco-slovaccn. si trasformò in . Corpo cl' Armata czeco-slovacco; composto di 2 Divisioni (6" e 7..) formate su 3 R ep:gimenti, e il comando di questo Corpo <l'Armata, venne da to al genern.le itn liano, antico artigliere, Luigi PiccionP..

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Prodrom i dell'offensiva austriaca sul Piave_

A rune gennaio, il feldmaresciallo Com·ad aveva trasmesso al Comando Supremo tedesco pro:poste per un attacco decisivo nel Settore fra Adige e P iave, .nel quale avrebbero dovuto affluire tutte le forze e i mezzi disponibili: con questo suo Piano -

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SUGLI ALTIPIANI ID SUL PIAV8

egli, minaccia.udo alle spalle le nostre truppe si proponeva .di _distogliere il nost ro Comando da una successiva offensiva austro-u·ngarica nel Veneto. Pochi giorni dopo il Conra.d precisò che l'attacco principale avrebbe dovuto e:ffettua.rsi fra l' Astico e il Pia.ve· coll'll" Armata, mediante sfondamento ad ovest del . Brenta e contemporanea conquista del massiccio del Grappa, per a.vanzare poi verso la pia.nura; e per t ale azione precisava anche che l a forza necessaria avrebbe -dovuto es~ere di ciI'ca 25 Divisioni di cui 18 in prima schiera. Le forze austro-unga,riche esuberanti avrebbero dovuto ayanzare da Oderzo su 'l'reviso facendo 1poi cadere da tergo, _con azione .verso ,n ord, la fronte italiana del Piave : e qualora il felmaresciallo . Boroevic avesse ritenuto che le 1n·oprie forze non foi,scro sufficienti per svolgere tale nlti.ma, azione,· egli avrebbe dovuto disporre che le sue Divisioni disponibili venissero impegnate a.ll'a.Ja. destra della 6" Armata austro-ungarica, a cavallo del P iave, per accompa. gnare l'attacco <lell'll" Armata. In val d'Adige, nelle Giudicarie e nella zona del Tonal e, il Ooil1rad prescriveva ché si dovessero lasciare forze sufficienti per impedire che le nostre truppe in qnei set tori compiessero 1prog-ressi per cui il Corna.ndo austro-ungarico fosse costretto a 's posta.re le sue · rise1·ve per portarle in que1le zone. Sempre a parere del Conrad non era il ca,s o di eseguire un attacco contro la fronte occidentale del Tirolo, ,perchè troppo eccentrica, salvo che si potesse <::.o ntare sul concorso di forze tedesche . Il 22 marzo, i<n conseguenza a progettate affluenze -d i truppe dall'est, .il Qonrad alla.rgò il sno progetto -d 'attacco, aggiung(•ndovi un attacco d'accompagnamento in Va.I d'Adige. Intanto l'S ma.rzo, il I Gruppo del Comando Supremo aù.· striaco (Italia) , che non aveva mai abbandonato il suo proposito e non aveva quindi mai trascura to il concetto di un'of · fensiva e;ointro di noi , aveva presentato u n promemoria nel quale si proponeva un attacco a tenaglia da nord coll'll" Arma.ta a cavallo del Brenta gravitando sulla riva orientale del medesimo, e -d a est un altro attacco attraverso l'isola di P apadopoli con l 'Armata dell'Isonzo, escludendo viceversa un attacco nel Settore della G" A1;mata., di fronte · al 'roinba e al -

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PR0DRO?vU DELL 'OFFENSIVA AuSTH!ACA

Montello, in causa de11e sfav oreyoli condizioni che si presentavao10 per il passaggio del P iave. Nella seconda metà di marzo, i successi tedeschi sulla fronte occidentale indussero il Comando Supremo degli Illlj})eri Centrali a far progr edire sollecitamente i preparativi per. un attacco contro l'Italia, e il giorno 23 si dichiarò favorevole alle proposte del Conrad, col concetto fondamentale di un poderoso attacco da1la zona Asiago-P iave, a. cavallo del Brenta, per. giungere al più presto al piede dei monti e indurre il nemico ad arretrarsi dal P ia ,·e, e con. obbiettiYo la linea del Bacchig1io11e (operazione Ra,detzky); ma preventivò anche un attacco dell a fronte occidentale del Tirolo, nella zona del Tonale, non · i:-olo per conquisfare t1'atti importanti ,d i territorio italiano. e mi111acciare così la Lombi:irdia e specialment-e Milano, ma altresì per. raccorciare da quella parte delfa fronte il proprio sc:hieramento. Questa 1progettata, operazione fu chiamata cc Lawine )) ossia valanga, e tale avrebbe voluto essere, nello ~perato suo risultato per t ravolgere e anni entare completamente l'Esercito italiano. Il 28 marzo, il Comando Sup1·emo avver tì il maresciallo Boroevic che il Corpo cl' Armata À'V costituente l 'Rla destra della 6" Armata austro-ungarica avrebbe doYuto unirsi ali'offensi,a dell'll.. Arma.ta, e che l'attacco prill1cipale fra Astico e Piave doveva essere accompagnato da :un'azione d'urto irn direzione cli Treviso, operazion e che venne chiamata e< Albrecht )). · I n sostanza, ,eni,ano appro,a ti i progetti Oonrad, colla variante però cli rinunzial'e ad un attacco d' accompagnamento in Val d'Adige da, lui proposta, mentre invece si stabiliva di effettuare urn attacco contro il 'fonale, che il Oonrad aveva giu cUcato troppo eccentrico. Entro 1'8 ed il 13 aprile dovevano effettuarsi le necessa,rie affluenze di forze in arri,·o da11'est e destinate ai du_e Gruppi dell'Esercito austro-ungarico schierati contro la fronte ita..liana; il Gru:ppo Oonrad avrebbe ricevuto 5 Divisioni di fanteria e 1 Divisione di cavalleria; il Gruppo Boroevic 5 Dhisioni di cavalleria e 1 Brigata di l anclsturm ; entrambi i ·Gruppi sarebbero stati rinforzati da alcune Brigate d'artiglieria. -

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SUGLI ALTIPIANI

@

SUL PfAVE

Fra.tta1nto, il 1° aprile, il Conra.d avevai trasmesso al Comando Supremo il proprio progetto d'operazione, con gr:ctvit::tzione ad ovest del Brenta e obbiettivo la linea M. Pasubio·Vicenza,-Oornuda, chiedendo che gli fossero assegnate 16 Divi_si~ni di fanteria e 2 di ca,valleria per completare il numero di Divisioni da lui ritenute necessarie : avuta comunicazione che le nuove Unità assegna_tegli erano in numero molto minore di. quello richiesto, riprese in esame il suo progetto, ma si rafforzò nel convincimento che per l'attacco ad ovest del Brenta erano nece:,sarfo 12 Divisioni di fanteria e 4 di cavalleria, mentre per l'a.ttacco ad est dello stesso :fiume Brenta riteneva. necessarie 8 Divisioni; a seguito di ta.le suo nuovo riesame il Conrad chiedev·a poi che gli fossero assegnate alcune Divisioni del Gruppo Boroevic, e ciò perchè, a, suo parere, l'attacco che doveva effettuare il Boroevic era di carattere secondario, e sarebbe stato irraziona.le l'im.ipiegare per esso numerose forze aUo scopo di ottenere il risultato di respingere frontalmente l'avversario. IJ Comando Supremo espresse invece l'opinione che le forze preventivate dal Conracl per l' attacco ad ovest del Broota, fossero eccessive, e troppo deboli invec;e quelle destinate ad agire sulla riva orientale; osservò inoltre che l'attace,o Boroevic non era affatto secondario, giacchè al Gruppo Boroevic incombeva il compito di valorizza.re operativamente e strategica.mente il successo tattico ·d el Gruppo Oonrad. ' Dopo una Conferenza tenuta a Baden 1'11 aprile, le richieste di Oomad per una maggiore assegmazione di forze fu rono in pa.rte soddisfatte, e il giorno 21 furono emanati i seguenti ordini : al Gruppo Conrad furono assegnate a.ltre 3 Divisioni di ca.valleria ; il XV Oor1po della 6" Armata, coµiprendente 5 Divisioni, fu posto alla dipendenza. tattica. dell'll" Armata. I due attacchi fnro!llo CÌei1niti entrambi principali, e da, effettuar.si contemporaneamente, mentre l'operazione sul To• nale doveva invece precedere ·d i due o tre giorni; a.l maresciallo Doroevic fu inoltre ordinato di mettere a disposizione del .Comando Supremo, qua.lA riserva, 4 Divisioni di fanteria, nella zona Beli nno-Vittorio. -

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PRODRO~l DELL.OFFENSJVA AUSTRIACA

A :fine aprile auche il B oroevi<.: concretò il suo diseg1110 d'operazione, pr ecisando che l'attacco principale dell'Armata dell"I sonzo, da effettuarsi da Oderzo su Tl'eviso, doveva essere accompagnato da un attacco delJa 6~ Armata lungo il piede meridionale del }lontello; che azioni sussidiarie dovevano svolgersi a S an Donà di Piave e a Cortellazzo . · Il XV Corpo, operante di conserva con 1'11" Armata, doveva impadronirsi del M. Spiinoncia e poscia del M. Pallone, 1Per far poi cadere, con azione alle spalle, la difesa del Tomba . Ma per effetto della suaccennata sottrazione di forze, al maresciallò Boroevic non . 1-imaneva aleuna riserva percbè le sue 19 Divisioni e .1/ 2 di fanteria e le sue 4 Divisioni cli caHlleria erano tutte predestinate per partecipare all'operazione e cioè : 3 Divisioni del XV Corpo, 3 Divisioni di fanteria e 2 Dh·isioni di cavalleria doveva~o prendere part e all'azione della 6" Armata; 9 Divisioni e 1/2 erano assegnate al cu neo d'attacco e come rincalzi all'Armata <lell'Isonzo per l' attacco in direzione di 'l'reviso, e refativa protezione dei franchi; 1 Divisione di fanterin era incaricata di proteggere la linea di contatto a nord fra l'Armata dell'Isonzo e la 6a Armata; alle rimanenti 3 Divisioni di fa01teria e 2 Divisioni di cava.lleria era affidata la protezione a sud fino al mare. Xl Boroevic dichiarava poi con insistenza profetica essere sua ferma convinzione che l' attacco decisivo avrebbe dovuto avvenire lungo la fronte del Piave; èd esprimeva consegueutemente le sue preocc111pazioni per 1H mancainza di adegua.te riserve alle sue .c.1ipenclenze ed a propria <liretta dis posizione. Conseguivt1 da tutto ciò che ent rambi i Comandanti dei nruppi dell'Esercito austro-nng:wico ritenevan o come principale l 'attacco a ciascun d'essi affid a to; ed entrambi, scrive la Relazione austro-ungarica, semb1·avano aver ragione : il Conrnd, perchè il suo attaceo sembrava più promettente, avendo fa po sibilità di premere il nemico verso il mare e tagliare le comunicazioni italiane a t ergo della fron te del Piave; il Boroevic, perchè anche una sua avanzata avrebb~ potuto giungere snlle comunica1,ioni a . tergo delle Armate italiane fra l' Astico e il Brenta. Il Comando Suprem o degli I mperi Centrali, cl.al ca nto suo, -

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SUGLI ALTIPLrnr 'E SUL PIAVE

aveva. in animo un attacco a tenaglia. formato ,da.l complesso delle due operazioni, 1preventivate di egual valore. Ma, osserva la Relazione austro-ungarica, un simile attacco a tenaglia presen.tava il pericolo che l'insuccesso di una delle due azioni avrebbe compromesso l'esito dell'altra, e sarebbe stato molto promettente quando entrambe le braccia. della tena.g lia avessero avuto forze così poderose sicchè ciascuna di esse avesse potuto, secondo ogni probabilità, riuscire. In questo caso invece nessuno dei due Gruppi, disponendo ciascun d'essi di circa 23 divisioni, possedeva ·una forza così preponderante sull'avversario che gli sta.va di fronte, per modo da ga,r a,ntire il successo. (Vedi Schizzo fi. gura n. 29 - «La. guerra, moudiale- Fronte italiano)))_ Il 9 maggio, il Boroevic, dichiarando di ,dovei: rinunciare alroperazione progettata a Cortellazzo, in comune con la flotta, · per a,prirsi la via, verso Venezia,, osservò che se non si hanno le forze, è nieglio rinunciare a.Jl'atta,cco, perchè nessuno può a,s surnersi la responsabilità di un insuccesso risultante da un attacco con forze insufficienti. Le forze del sud-ovest sono, nel complesso, sufficienti, ma, non sono coowenientemente raggru1ppate : il Doroevic ribadì quindi nuovamente la propria convinzione afferma:ndo che l'attacco del Piave, molto più facile, avrebbe ·ottenuto m~ggiori risultati. In conseguenza,, per questa sua radicata e non ingiustifi.cata, pr,,sunzione, al Boroevic furono ancora 'lrnsegnate la fanteria di 1 Divisione disimpegnata dall'interno del Paese, e un paio di Brigate d'artiglieria; eonterriporaneamente però anche al Oomad fu assegna.ta un'altra Divisione tratta dall'interno e altre 3 Brigate d'artiglieriH,, sicc-hè le forze dei due Gruppi continuavano ad equivalersi. Frattanto, _in segnito a proposta dell'Arciduca Giuseppe, Comandante della 6.. Armata fu ainche modificato il compito di tale 6" Armata e furo·no autori½zat.i i preparativi nel senso che la. 6"' Armata anzichè accompagnare l'attacco dell'n~~ Am1ata mediante a.v anzata. per Arca.de lungo il piede meridionale del l\.fonteJl o, avrebbe compiuto un'a,Yanza.ta a.ttraverso il piede norcl-oriental<~ del Montello in direzione ,cli Volpago. Per l'attna.zione cli questa s_u a proposta, arn.che l' A.reicluca Gi useppe chiese 2 Divisioni di rfoforzo, e seppure 11011 fu assolutamente possibile di assegnargliele, venne però mantenuta la de-

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PRODRO:\H DELL'OFFENSIVA AliSTRIACA

e1S1one di conq uistare il MontrlJo, operazione che il Comandante l' Al'mattt dell' Isonzo, colonn. gen. 1Vurm, riteneva indispensabile per la rinscita del proprio attacco . Le modalità del disegno d'ope1·azio1te del Oonracl , ed i s uoi obbiettivi erano: -

urcacco c9n tutti i 6 Co rpi cte11·1p eo n uu solo :al:1 1160, :1 Ha linea Asolo-Coruucl:1; - g-r:n-itazione "ull':1! Li p:ano dei Sette XTU e VI; - :icl e~I del llrent:1, uzioce frontale cln·e a li (XX VI Cp r po ct·Arru:1ta da o r est , · il Gra1ma, pe r farlo cadt!re. lt'ill!JO,

Arwut:1 per giungere iu un p1·imo 'l'hieué-13reg:1uze.1\fa 1:ostl c11-BassauoC•)muni coi 3 Co r pi a ·Armata

nr,

con 1 Cor vo d. àrmata (1) e sulle XV Corpo d ·Anu at 11 dn es t ) contro

Qn esti ultimi 3 Corpi cl' Armata (I. XXVI e XV) avrebbero poi proseguito "erso s ud ~1 1 di là della linea Bassano-Cornuda, in relazione al cont('gn o del nemico: dei 3 Co1;pi cl' Armata (HL XIII e V I ) del G rnppo Setre Comuni, quello orient ale (VI) ·a vrebbe provv~duto alla protezione verso est. il centrale (XIII) dopo giunto a.Ila linea Thiene~Breganze avrebbe prose· guito su Yicen7,a. l'occiden tale (III) avrebbe obliquato su Schio per l'lgevolare anche al Corpo d 'a.la sh1istra della 10'" Armata (XIV) un'avanzata fino all a linea M. Pasubio-~ecoaro. In riserva r ima.neva.no : 3 Di visioni a tergo dell'll" Armata, ad ovest del Brenta: 1 Divi:::ione a ;Fonzaso a disposiziooe del Conrad, destina,ta ad avanza,re in Val Bren ta. Sul Tonale, come si è detto , si sarebbe svolta un'azione diversiva. Le moda.lit:\ del cliseg-110 d'opt' razi.one del Boroevic e i suoi ohbiettivi erano : - avanzata com1mtt :i· clell'Arma ta d ell·rson7.o co n ::: Corpi d 'Ar mata (XVl, IV, VII) gr:witanclo rnlla Jinen Ockrzo-T reviso, per gim1gcr e iu uu primo tempo alla zona Postio wa- PTegauziol; . - sulla sinistra attacco !'ussidinrio di parte del XXXII I Cori:o :i S:rn D0 ui1 di Piave ; . - siulla clc;;-.tr n. attn cco del XX TV Cpr l)O wr,lO il l\Iontello; - :1l II Cor po della o~ Arwllta, or">eran le con l'l V Arm nta fr a il XXIV e 11 XV Corro 11011 e ra. af1hlnto olcuu co mpito d'attacco _

. Come r iset·ve, eia.senna d elle Armate dell' I sonzo e la 6" Armata avevano ·1 Divisione : nessuna riserrn era invece a clisposizio1J1e del Boroevic. -

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SUGLI ALTIPIANI E SUL PIAVIll

Le riserve a disposizione del Comando Supremo erano costituite di 4 Divisioni a Belluno-Vittorio-Sacile, e 1 Divisione di cava.lleria a Toblach. In conclusione, era progettato un attacco qua,si dapper· tutto, lungo la fr,oiite di 120 km. dall' Astico a S. Donà di Piave, da effettuarsi colle i;ieguenti forze: 20 Dhrisioni di fan· teria e 3 Divisioni di cavalleria, sulla fronte dell'll~ Armata (56 km.); e 15 Divisioni e 1/2 di fanteria e 4 Divisiollli di ·cavalleria sulla fronte del Piave (64 km.). In tutto questo Piano di operazioni non era indicato uno speciale punto di gravitazione, ma il fatto che le 4 Divisioni di riserva del Comando Supremo (astraendo dalla Divisione di cavalleria a Toblach) erano molto più vicine alla zona di lotta dell'Armata del1' Isonzo che lllOn alla zona dell'l1° Armata sembra indicare che il Comando Su1premo facesse maggiore assegna.mento sulla valorizzazione di un successo sulla fronte -d el Boroevic che non su quella del Conrad. Da alcune ·p ostille di annotazione apposte su un documento a.ustro-ungarico caduto in nostre mani, risulta che il predetto Comando Supremo, coll'avanzata dell'll-a Armata :fino a l Bacchiglione si riprometteva cioè da.I Oonrad un successo tattico, che il Boroevic av1~ebbe dovuto trasformare in un successo strategico_ media,nte l'avanzata della, sua Armata fino a.Il' Alto Adige. Per contro, il colonn. gen. Arz nel dopoguerra scrisse che, per effetto del Piano d'operazioni in que-si;.ione, il Boroevic riteneva ,d i doversi limitare a ba.ttere l'avvtrsario nella zo!lla Grappa:- Piave, e di impadronirsi della, regione :fino · al Brenta : l' Arz soggiunge che le forze disponibili non erano atte mi un'offensiva di maggior portata., e soltanto -se le condizioni del momento si fossero dimostra.te favorevoli a.cl una. continuazione· dell'offensiva, essa sarebbe stata cootinua.ta. senza ind ugio. La radunata delle truppe per l'.offe:nsiva, da eseguirsi per ferrovia, a causa della scarsezza di materia.le rotabile e di locomotive, venne diluita su uno spazio di circa 50 giorni dal 10 aprile a :fine maggio, con un movimento complessivo di 1.140 treni, di circa 100 a.ssi ciascuno, ed nlll tale ;movimento si ipotè ottenere soltanto : ritardando altri trasporti' di ·prima necessità per il Paese, quali quelli ·di derrate alimenta,r i e di ma-24116


PRODROMI DELL' OFFENSIVA AUSTRIACA

terie di consumo; limitando ma,ggiormente il servizio viaggia.tori già ridotto, e vietando l'a.ceettazione ed il trasporto di merci private. Con una media giornaliera di 12 treni verso il Trent ino e di 9 treni verso il Veneto, e di 2 treni sper.;iali per il trasporto ,di artiglierie di medio e grosso calibro ricuperate dalla fronte occident ale tedesca, si effettuarono 480 treo i dalla Bucovirna, 60 d alla Romania, 140 dai . Siebembùrgen, 380 dalla, Galizia V'olinia dall'interno, e 80 t reni dall'ovest. Nella zona di r adunata, in precedenza all'arrivo delle nuove t ruppe, si dovevano accumulare le necessarie dotazioni cli derrate •a limentari, e far arrivare altresì tutti gli altri materiali occorrenti agli uomini ed ai lavori preparatori, ma per t ali trasporti non si disponeva che ,di 7 t reni giornalieri, ment re d'altra parte in Paese non esistevano ,dotazioni adeguate alle quali poter attingere, sicchè gli invii erano subordinati aJle possibilità di raccolta e di produzione: [Per ogni uomo e ·p er ogni cavallo venne bensì dato ord.i111e di concentrare 14 razioni nella zona dell'll"" Armata, e 10 razioni a tergo del Gruppo Boroevic, ma in realtà, a mala pena si r iusci a, provvedere quanto necessario per fronteggiare le esigenze normali giornaliere, già per sè stesse notevoli, tanto che fiii dal 12 maggio, l'Arciduca Giuseppe chiedeva l 'offensiva al più presto per ITTon morire di fame; e a fine mese i1 Boroevic dichiarava, che nessuno può assumersi la: r esponsabilità di iniziare un'operaz:ione in queste condizioni, di ingolfarsi cioè in un'avventura la qtrnle può avere conseguenze incalcolabili per il morale delle kuppe ... ; l'oiperazione non ,deve iniziarsi filllchè non si sia avuto lo st rettissimo necessario e, in ogni modo, non prima del 25 gingno. D'altra parte le condizioni d elle truppe sull'Altopian o, in conseguenza della scarsezza di viveri erano ta li, che il Conrad insistette egli pure perchè l'attacco non venisse ritarilato, per cui il Comnndo Supremo ne preventivò l'inizio per il giorn o 11 g'iugno, stabilend olo poi defì nit ivamente per il giorno' lÈ'i. Negli ultimissimi giorni, la razione delle truppe venne alq uanto aumenta ta, ma t ardivamente iITT confronto ai loro bisop;ni ·fisici; i cav~lli, per effetto di cll:'nutrizione, erano in ·condizioni tali che intere Brigate d'artiglierfa recentemente arri·vate manc·avano di mobHità, · sicchè il 15 giugno una parte-

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SUGLI .ALTIPIANI E SUL PI.AVE

delle batterie dell'U" Armata, non erano amcora riuscite a pervenire nelle posizioni loro asseg'.nate, mentre invece sulla fronte del Piave, grazie a r~pieghi d'ogni genere, le nuove ba,tterie, ultimamente giunte, poterono in tempo utile occupare le prestabilite postazioni. Il Comando Supre:mo, ai primi di aprile, aveva concretato il fabbisogmo di munizioni in: 1.000 colpi per ogni cannone da campagna e ,d a montagna; 800. colpi per ogni obice campa.le e per ogni obice da 15 cm. mod. 99; 600 colpi per ogni obice , da 15 cm. mod. 14; 400 colpi per ogni cannoné da cm. 10,4; 200 colpi per gli autocannonr e autoobici da 15 cm. e mortai da 24- e da 30 cm.; 100 col1pi per i cann oni da 24 e obicj. da 30 e da 24 . c;m. ; 160 colpi per ogni minenwerfel': med~o; 60 colpi per ogni mi111enwerfer pesante; tutto questo munizionamento tradotto in peso voleva dire: 16.000 tonnellate richiedenti 55 treni da 60 assi pei, il Tirolo ; e 10.000 tonnellat~ richiedenti 54 treni da, 60 assi per la fronte del Piave, senza contare i t reni necessari per il trasporto delle munizioni occorrenti al fabbisogno norma.le per i giomalieri tiri di à.rtiglieria. Ed anzi poichè successivamente si er.ano a,ss,egna,t e nuove Brigate d'artiglieria tanto al Conrad quanto a.I Boroevic, così il prèventivato numero di treni doveva essere ·notevolmente aumentato, tanto che in de:finitiva, mentre per quanto riguarda la fro1I1te del ~iave, non è noto il nuniero totale di treni cui si dovette fai• ricorso per il tra.s porto delle mun.izioni, per la fronte del Tirolo s'inviarono ben 138i treni munizioni . da 60-70 assi, ma e:iò malgrado, l'll" Armata no!ll riuscì a ricevere tutte le munizioni preventivate : si provvide però mediante movimenti ò.'ordine interno da parte del Comando Conra,d. Il Coniando Suipremo disponeva poi ancora di una certa dotazione di munjzi.oni di riserva immagazzinate nell'i111terno della Monarchia; ma tale riser,va era molto s.carsa specie per gli obici da montagna ,- e i medii calibri. · · Da:i Comandi austro~ungaxici si faceva molto assègnaniento sui tiri d~ neutralizzazione a gas, eseguiti con proietti a croce ,,erde, che si producevano' anche in Austria, e con proietti a croce azzurra e a. croce gialla fabbricati quasi esclusivamente in G·ermania ; ma una pà.rte ·ai tali proietti, richiesti alla Ger-

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PRODR-OMI DELL'OFFENSIVA AUSTRIACA

mania, non giunsero in tempo per l'offensiva austriaca del giugno, mentre un'alt ra aliquota di proietti, a iprite, destinati specialmente contro le batterie del M. Suled, non venne dalla Germania invìata a causa delle esigenze dei tedeschi sulla loro fronte occidentale . Dal Gruppo di Esercito del Boroevic n fabbisogno dei proietti a gas era stato calcolato in : 415.000 proietti per i piccoli calibri e in 37.000 per gli obici da 15 cm. ; mentre poi erano ancora desiderati altri 15.000 proietti a croce gialla; ma in definitiva l a fronte del Piave non ricevette che: 151.000 !Proietti a gas per i cannoni da cm. 7,5 e da cm. 8; 88.300 per gli obicl da cm. 10; e 28.6150 :per gli obici da 15. Non è noto con esattezza quanti proietti a gas abbia ricevuto il Gruppo d'Esercito Conrad. Il munizionamento complessivo per la progettata azione offensiva veniva pertanto dalle competenti Autorità austro-ungariche riconosciuto insufficiente per una battaglia come questa che sarebbe stata essenzialmente una battaglia di materiali ; ma la speranza che lo sfondamento riuscisse nel primo impeto, l a :fiducia in un abile impiego delle proprie artiglierie, e sovra.tutto la sensazione che i nemici avevano della loro superiorità morale e ta ttica sugli italiani, inducevano a far presumere che ancbe con quest'insufficienza cli munizionamento essi sarebbero riusciti .ugua).wente nell'intento propostosi. Lo stesso errore IPSicologico si riscontrava anche nei riguardi delle dotazioni viveri per cui si sperava di poter vivere sulle risorse avversarie, come nell'autunno 1917 (Relazione austro-unga~aj.

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Il Comando Boroevic, per il passaggio contemporaneo del Piave e per i passaggi dei successivi corsi d'acqua minori fino all'Adige, coi suoi 5 Corpi d'Armata , aveva calcolato di aver bisogno di 72, compagnie zappatori, ma ne ricevette invece 76, nonchè altre 8 compagnie pompieri nel Veneto, e però gli uomini ,delle compagnie zappatori, non più abbastan7,a esercitati nel servizio acqueo, dovettel'o essere opportunamente istruiti ed a,ddestrati in proposito. In fatto di materiali, il Boroevic aveva calcolato essergli necessari 86 equipaggi da ponte militari, compresi 10 di riserv:t : al 15 giug,.no ne aveva 84, di cui 40 trainati da cavalli e

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SUGLI ALTIPIANI E SUL PlAVE

gli altri predisposti per il traino meccanico ma senza autocarri assegna.ti organicamente; mentre poi ,disponeva ancora di un migliaio fra canotti, zattere, imbarcazioni a ;motore ecc. ecc. Per l'ulteriore a.vanzata fino a.Il' Adige, erano stati preventivati 10.000 metri di materiale da· ponte pesante e 20 segmenti di ponte Herbeit. da 25· metri ciascuno. Ma dei 10.000 metri predetti soltanto una pa.rte potè affluire in tempo utile; e poichè di ma.teria.li Herbeit non. vi era. più alcuna diS(Ponibilità, vi si rimediò smontando quello già installato sulla fronte orienta.le e mandandolo alla fronte sud-ovest. Riassumendo, per il passaggio del Piave si aveva.no in .complesso i mezzi ritenut~ ·m.ecessa,r i; ma viceversa analoghi mezzi m.a.nca,v ano invece, in pa.rte, per l ' ulteriore avanzata.

* * * · I ntanto, da parte nostra, si:n dal febbraio, i nostri Uffici Informazioni cominciarono a segnalare l'a.f:fluenza nel Friuli, 11ella zona Feltre e i1n Val Sugana, in Va.l d'Adige, al Tonale e nelle Giudiearie di nuove Divisioni e di nuovi Reggimenti anstro-ungarici, provenienti da1fa, Russia e òalla Ro;mania. Si rivolse pertanto la più solerte attenzione per spiare tutti i mo- · vimenti, tutti i lavori e tutti i provvedimenti dell'a,vversario, intensificando sia l'osservazione diretta, specialmeinte aerea 2 sia il servizio d'informMdoni e quello ·d 'intercettazione; il personale del Reggimento esploratori (39ò), formato di prigionieri di guerra e di patrioti diserto!'i czeco-slova.cchi fu impiegato molto utilmente per raccogliere informazioni ed effettuare opera di propaganda dissolvente verso le trincee avversarie; e · dalla fine del n:iese di maggio, nostri aerei riuscirono ripetutamente ad atterrare nel tenitorio ita.lia,no invaso deponendovi e quindi l'iprendendo a bordo e riportando nelle nostre linee audaci informatori, originari di quelle regioni, e quindi qualificati' per fornire precise ed utili indicazioni ai nostri Comandi. A causa del fortunato attacco tedesco in P icardia,, 6 Divisioni alleate col Comando della 10"' Armata francese furono i·ichiamate nel marr,o da.Ila fronte italiana alla fronte francese, sicchè sul teatro di guerra. italiano rimasero solta,n to il XIV -

245 -


IL PIANO DIFEl\SlVO ITALLL'{O

Corpo d'Armata britannico e il XII Corpo d'Armata francese. I nta.nto la nostra 2"' Armata, ormai riorgalllizzata, a metà marzo cominciò ad entrare i:n linea, mentre in riserva general~ rimase la 511. Armata. Frattanto, la nostra 6" Armata aveva studiato un'offensiva sull'altipiano di Asiago colle seguent i finalità: acquistare il dominio sulla strada Trento-Feltre che il nemico poteva utilizzare quale arteria d'arroccamento; dare maggiore p rofondità alla npstra fronte montana; assicurarsi la. libertà di manovra per ulteriori azioni su Trento o attraverso il Pi~ve. A questa offensiva doveva precedere un'azione dal Grappa. Il 2 maggio il gen. Foch che come già si è detto, era staro investito di poteri di coordinazione delle azioni belliche, anche per la fronte ita.liana, iÌ giorno 7, sollecitò il ltlostro Oo;mando Supremo affinchè si effettuasse senza indugio l'offensiva suacce:rrnata. Il giorno 14 il nostro Comando, aderendo a.Ila richiesta, manifestò il d esiderio che tale n ostra offensiva coincidesse con quell~ che Foch intendeva a sua volta di sferrare sulla fro111te francese, ma che viceversa gli eventi sulla fronte occidentale (sfondamento allo Chemin des Dames) non consentirono. D'altra parte gli inclizi che appa,rivano e le notizie che giungevano ai nostri Comandi iper confermare una prossima offensiva austro-urngarica sulla nosti-a fronte andavano man mano aumentando : in particolare, mentre venivano annunziati preparativi di r accolta e costruzioni di mezzi di traghetto per un passa,ggio del Pia.ve a snd del Montello, meno palesi erano gli indizi d'attacco sul Grappa e nei Sette Comuni, mentre però la dislocazio1I1e de11e Unità ·a yversarie <li riserva s,embrava accennare ad intenzioni d'offensiva in direzioni pericolosissime per noi, nelle Giudicarie o in Val Lagarina, o dai Sette Comuni. In · conseguenza di tutto ciò, a fine maggio, il nost1·0 Coman do Supremo decideva di rinU111ziare all'offensiva sull'altipiano di Asiago e di .dislocare le proprie riserve in modo da poter parare all'urto avversario specialmente sul Piave : di quest'ultima decisione fu dato avviso al gen. Foch, che pur condividendo tale decisione raccomandò al nostro Comando di tener pronte le proiprie forz.e per• prendere eventual-

246 -


IL PIANO DIFENSIVO ITALIANO

mente la progettata offensiva sull' altipiano al momento opportuno. Il 1° giugno il Comando Supremo italiano : - decise <li far assu mere alla 5• Armata una nuova dislocazione, con 2 Corpi d'Armata dietro il P:iave, 2 nella cemie:rn trµ 'la fronte montana e il Piave, ed 1 allo sbocco d! Val d'Adige ; e ciò allo scopo di far massa ovunque si delincas~ la minaccia avversa ria; - dispose cl.te venisse costituito un Parco intangibile cli 1.800 autocarri, predisposto e tenuto gelosamente dal Comando stesso a prppria d isposizione, ~ destJnato a 1 trasp<>rto celere di un primo scaglione di truppe ;

'

- stabili che con materJali adatti si forma ssero sbarramenti e s~ pones.sero torpedini fluviali lungo il corso del Piave ; - ordinò l'arretr:nnento di una p·arte delle artiglierie per sottrarle alle fiuttuazfoni della lotta e ad eventuali prolw1gatj effetti dei tiri a gas; . - raccomandò la reazione - consentJla òai compartimenti stagni - contro inevitablli progressi nemici in qualclte punto, mfdiante nostl'i contrattacchi sui fianchi ; - raccomandò infine elle nei giorni precedenti l'attacco e nelle ultime ore prima <lell'assalto delle fanter_i_e, si fncesse rico1·so a tiri a gas contro l'flrtig!ieria nemica.

La 6" ·Armata ,doveva provvedere anche a parare un eventuale attacco avversario lungo il Brenta; alla fronte del Piave si assegnò un rinforzo di 100 batterie; per disorientare l'avversario la Arma,t a assunse il rlome di 8", la 511. (di riserva) que11o di 9"; alla sa Armata furono tol te 28 batterie pesanti, colle quali si costituì Ullla riserva. I reparti d'assalto di 9 Corpi d'Armata vennero concentrati con batterie da montagna a Mestrino, e costituirono 1 Divisione d' assalto. Coi volontari della legione czeco-slovacca7 proveniente · da Foligno, si costituì 1_ Divisione a Orgnano (11.500 nomini) senza artiglierie. Il nostro P iano di difesa contro la presunta offensiva austro-unga,rica si impostava sui seguenti concetti:

z..

- assicurare l'invlolabil_ità . della f1·ontc montana, pochissimo profonda e quindi debole; - realizzare uno schieramento elastico lungo il ;piave ; - t-enere alla mano una fortissima r).serva ; - alleggerire al massimo le prime lince schierand9 .i mezzi in profondi tà. ; - vincolare le disponibilità di gran parte delle riserve d'Armata, per te, nerle a dispoalzione dd Comando Supremo, !l quale veniva cosi a <lisp()rre d~rettamente :

-

247 -


LA SI'l'UAZlONE DELLE ARTI GLIERIE

- della 9" Armata (10 Divisioni); - di altre 8 Dlvisioni dislocate nelle rispettive zone nelle quali erano schierate le Armate, e cioè: 2 Divisioni della 7" Armata ; 1 Divisione della 1a Armata; 1 Divisione della 6" Armata ; 1 Divisione della 4a Armata; 2 Divlsioni dell' 8" Armata; 1 Divls!9ne della 3" Ar mata.

A partire da.I 1° giugno si ~ttese l'attacco di giorno i n giorno, tanto più che disertori recentemente arrivati dichiaravano che all'uopo era sta:ta fatta· alle truppe la distribuzione di viveri, di munizioni di .- riserva e .-di generi di conforto, e avYertendo infine che la ipreparazione di ai'tiglieria doveva itniziarsi :nella notte sul 15 : di fronte a queste notizie veniva peraltro rilevato dai nostri Comandi la ma,ncanza del solito indizio di maggiore attività dell'artiglieria nemica nell'esecuzione dei tiri d'aggiustamento. Intanto 1'11 giug,no venne decisa per il 18 un'operazione locale della sa Armata in Val Frenzela, con lo scopo di arrivare possibilmente al nido di batterie avversarie ·postate a Ga.llio, mentre la 4" Armata avrebbe dovuto effettuare azioni sussidiarie a Col del Miglio e contro il Valderoa. Il gen. Foch proprio in quel giorno 11 giugno esprimeva il suo convincimento nel senso di ritenere che il nemico non attaccasse sulla nostra fronte, e consegne:ntemente richiese al nostro Comando Supremo che si effettuasse senz'altr o l'attacco progettato e ,d a svolgersi sull'altipiano dei Sette Comuni: ma il nostro domando Supremo, fornendo le più fondate e giustificate sue ragioni, molt o opportunamente non aderì alla. richiesta del gen. Foch e non mutò la propria linea di condotta ... § XII

Dati relativi alle ricostruzioni ed alla riorganizzazione nel 1918 • Situazione delle artiglierie alla vigilia dell'offensiva.

Nel precedente capitolo abbiamo già accennato al programma di ricostruzione dei nostri materiali d'àrtiglieri.a ed -248-


ALLA VIGILIA DELL'OFFENSIV.i .iUSTRIACA

ai risultati veramente im1p0illenti che tornano incondizionatamente a tutto onore delle nòstre Autorità dirigenti e responsabili, militari e civili, dei nostri Sta.bilim~nti d'artiglieria, della nostr·a indùstria e dei suoi Capi. All'inizio dell'offensiva, nemica sul Piave, la, situazione delle artiglierie dei due Eserciti contrapposti, nel tra.tto dell'attacco P.rincipale austro-ungarico, risulta dallo specchio N. 1 e dallo schizzo allegato. Ta,l i dati sono ricavati da uno specchio compilato dal 111ostro Uffièio storico del Comando del Corpo di Stato Maggiore sulla base dei dati forniti direttamente dal Comando Supremo e daUe varie Armate italiane, e sulla base di dati forniti dall'Archivio ,d i guerra austro-unga.rico. Come risulta dal volume VII della Relazione ufficiale au. striaca (Allegato' N. 14), i -q uantitativi ,di° a-rtiglierie e di munizioni austriache per tutta la fronte sud-ovest, sarebbero quelli risultanti ,d allo Specchio N. 2; e così il qua,ntitativo di artiglierie schierate su tutta la nostra fronte alla sera -d el 14 giugno, secondo le diligenti consultazioni dei docume111ti relativi, effettuate dal nostro Ufficio storico, risulterebbe .dallo Specchio N. 3. Infine, la consistenza delle munizioni alla fronte italiana, al 15 giugno, secondo dati desunti d a, computi del riostro U:ffiéio storico risulterebbe dallo Specchio N. 4. E' ovvio che tali dati, pur essendo raccolti con scrupolosa cura, non v,ossono essere rigorosamente concordanti fra loro pe.rchè tra.tti -dalle fonti più svariate. Ne consegue qualche discre(Panza (come per esempio :nel numero di bocche da fuoco tr::t gli specchi N. 1 e N. 3). Tuttavia i dati <la noi riportati possono dare un'idea e dell'ordine di grandezza dello sforzo compiuto dalle due pa.rti e delle condizioni relative dei due Eserciti contrapposti nel momento in cui si iniziò la grande battaglia. (Vedi Schizzo :fig. n. 30 - << Artiglierie ita.lia,ne e austro-ungariche>)).

-

249-


.::St'~UU.l::l!U

.N. 1

SITUAZIONE DELLE ,ARTIGLIERIEl E DELLE BOMBARDEJ (MINENWERFE;R) DEI DUE ESERCITI CONTRAPPOSTI SULLA FRONTE IT ALO-AUSTRIACA AL MATTINO DEL 15 GllJGNO 1918. (Nel tratto dell'attacco pdnci pale austro-ungarico) :R T I G L I E H I E

A

o

B

B A R

)l

D E

Km. ,:li

ARM A.TE E grOkSi

CORPI D'AR MATA.

modii

I

calibri

c,11.ibri

piccoli cnlibri

I

I

Totall

I

P esan ti

L eg gere

I

Totale

FRO.NTE

ITAL IANI E A L LEA'l'l

~

6• A R M:AT.;\. XIV 0, d'A. l ng leRo X II C. d ' A. F ran cese X X O. d 'A . Jtal.iau o lUservn d'.A r matn X lii C. d'A . Ita linu o

25i 152 200 Si 64

14

-8 Tot,Lli

18 8

48

14.6 146

41' 2!J8 816 150 174,

108

48 10-2

75;1,

12 60

127

42

61.

93

28 U}52

550

00 42 151

00 5sl

4

6, 6

6i

S6 199

6, 4.

l(i9

ll58

-4,0 -

N>

C)I

o

8

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l> ~

o 2: · t:J

i:,

4• AIU1 A.'l'A.

I X O. d'.A. Italiano Vl C. ll' A. lt1illa11 0 XVIII C. d 'A . Itali,u10 J C. d' A . Itnllnno R iserva d' Arnrnta

Cl2

t:J

10 -

112

Totnli

104

108

108

08

92

162

24. 10

208 212 176 23! 88

96

6i

44.0

468

Toinll

2 2

-

128

220 2<l5

4

-

465

66 64

018

.

350 813

25.9

-48 -

64

7Z1

186 106 66 18

106 18 18

1'18

4 2

80

68

68

8• AR } (ATA. XXVII C. d' A . •Itallnno vnr c. cl 'A. I talian o Ri serva. cl'Arn11\l:t

6,l

82

264

s'

6, 2

6 ,6

412

--

Totali genorall

--

228

15

-

260 120 176

140 16.S 86 15

502

77

2 ,2'.ll

-

556

-

96

-48

M 12,2

50 112 66

-

16-2

1.882

4 .HlO

-

q,

51

--

19 7 2 21'

6ll

Il()

188

00

1.138

..i

~

ti]

18

82 64

16 32 •

488 260 S49 86

§ lrJ

8• ARMATA XI C. d 'A . Itnllnno XKVIJJ C. d' A It,,ll nno XXIII O. d'A. I talinno Rlservr. d 'Armnta Totali

~

218 72

72

128

291

4.19

ù71

71:lO

1.Sul

--

116, 2


AUSTRO-UNGARICI 11• ARMATA 70 82 86

4.

lii C. d'A. A-U xm c. d'A. A-U VI C. d'A. A-U X:XVI C. d' A. A-U I C. d'A. A- U XV C. d'A. A-U

5 11 19

4 4

Totali

.

70

l'l.'l

56

48'2

47

40'2 4.97 459

328 410 862 372 828

286

461 400

2086

-o 2

Totali

18

144

12-2

322 307

85

8

225

2.559

I

6a ARMATA Il C. d' A. A-U X:XIV C, d'A. A-U X:Vl C. d'A, A-U

34.0

----

-

-

---

9i

11 ,6 3,8 9, 4

56

72 120 180

-

-

'ì

!:S

s's

4.75

o:4

-

t>

~

t>

....<

-

162

--

, 450

• 394 778

1.006

-

--

e

--

15 4 11:4 10

48

4.8

-

C"'

r; tj

t-:1

t< t<

o~ ':;l ':;l

ARMATA ISONZO I).:) <:)'{

I-'

IV C. d'A. A-U

ij

VII C. d'A. A-U XXIII C. d'A. A-U

Totali

Totali generali

-

29'2

90 50 45

2

887 256 269

201 224

-

7

185

720

912

62

S12

S.579

4 .48'l

-

-

-

-1

-

46 90 44

68

s:6

211,il

180 700

-

120,7

t:;l

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w

~ .... >

Cl

>

NOTA - Questi dati sono riportati in questa sede per dare un'idea dell'imponente risultalo del programma di rlcostrnzione. I <li,t i stessi sono rtvetut~ nel Capitolo 46° nel paragrafo relativo agli schieramenti delle for1,e contrap,. poste P<'l' la battaglia del Piave, unitamente alle considernzioni del caso.

'


LA SITUAZ IONE DELLE .ARTIGLIERIE

SPECCHIO N. O TABELLA DELLE BOCCHE DA FUOCO AUSTRO-UNGARICHE ESISTENTI SULLA FRONTE SUD-OVEST AL 14.0.1918, 1D DELLE MUNIZIONI PREDISPOSTE PRESSO LE TRE ARMATE DI ATTACCO

SPECIE DI BOCCHE

I

(()a

Arm.

N•

DA FUOCO

di p ezzi

11• Arm. /compreso li XV Corpo)

N• di pezzi

6& Armata

N• medio di colpi per pezzo scop- 1 a gas pianti

Armata Isonzo

NO medio di colpi per p ezzo

N• di p ezzi

scop- 1 a .gas pianti

I N" medio di colpi per pe:.zo

NO

di pezzi

SCOP·i plant

I

a gas

ARTIGL. LEGGERE : cann. camp . da 8 cm. obic. camp. da 10 cm. cam1. mont. da 7,5 cm. oblc. mont. da 10 cm. p ezzi In postazìone fissa e di preda bellica Totale artigl. legg .

I

192

672

288 180 76

968

1074 824

638 047

160

GSS

285

26

?

1021

Totale art. medio cal.

81 10 111

I

140 40

-4

314

89

I

247

J!)-2

1110

830

190 ll4

1880 850

294

?

316 iJ6 12

666 l iitl

114

60

-

-

-

-

I 2'.!56 1 -I - I

ART. MEDIO CAL. : cann. da cm. 10,4 obic. da cm. 15 M 99 obic. da cm. 15 M ; 14 auto obié. da cm. 15 a uto caun. da cm. 15 pezzi In postazìone fìs· sa e di preda belJica

125

100 2 18

000 62.5 55-3 ? ?

20 12

5271 .

_I I

881 1

oOO

-

86 6 2

-1 · -

-

-I

1110 760

1«0 760

- ·

119 11S 296 11S

-

I - I -I I -I

30 8

?

420

132

lSW

370 1210 710 S'l'J

~1

-I

-

82

850

65

190

850 550 780 190

48

6S

--

2

u

-

<>36 1

-

120 120

-

-

-

230 100 100

--

ART. GROSSO CAL. :

I

cann. da cm. 24 mortaio da cm. 24 mortaio da cm. 30,5 cannone da cm. 35 I obice da cm. 38 I obice da crn. 42 pezzi in postazione fiS· sa e <li preda bellica Totale art. grosso cal Cannoni antiaerei da cm. 8 e· lmprovv~satl rotale gcner. dell e art.

-,l

1 6

?

lOJO 200

ss

-

-

-8

l

16

-

-

I

22

'16 1

-

1 l

00

8

70

106

1ll60

2985

10.5

---

-I

I - I -I

I

-

-

8

-2 -

-

10 1 70

76$

607

-

88

-

-

'

12 l 1

2

-

10(1

-

-I -I -I -I 1161 -I -I - I 161

-

1770

-

-

Il qunntitn ti vo totale delle nrtiglierìc sulla fl·onte sud-o\·est (non compresi i settori ~ stieri e il porto mili ta re di Pola ) era d i 6.833.

-

252-


ALLA VIGILIA DELL'OFFENSIVA AUSTRIACA

SPECCHI0 N. 3 QUANT I 'l'A'l'IVO DI ARTIGLI.ERIEJ DJ\JLI/ESEHCITO ITALTA~O AL 14 GIUGNO 1918 Artiglierie schierate su tutta la fronte Italiana dallo Stelvio al mare AR MAT E

Campali

d'Assedio

I

Bombarde

I

Contraeree

7•

858

òl6

<116

&S

l•

oos

797

480

139

fi>.

780

58.t

i3.l.S

6.t

4•

i)J2

400

-118

115

3•

606

629

42.J.

76

8•

429

297

192

4

8.S.5.'.I

8. 123

2.178

52-1

TOTALI

Non schierate perchè costituenti la Riserva generale Riserva generale TOTALI PER SPECIE

939

28

2-28

S.002

B.liil

2.400

7 .043

TOTALI GENERALI

2.4_()()

l I

52!

524

Avvt,;R1't:NZE . Secondo 1 dati contenut.\ nel pn.'<letto Specchio N. 3, qua ntitativi <11 artiglierie e di bombarde Italiane schierate sulla fTonte attaccata (Armate 6&, 4", 33 e Sa) risulterebbero, non comprese le arliglierie controaeree, dal seguente Specchio ~. 3 bis.

SP ECCHIO ;N. 3 bis Art. campali TOTALI PER SPECIE

I

Art. d'assedio

2.82,

TOTALI GENERALI

l .810 4.137

I I 1

Bombarde

1.08~ 1.35"2

Oon:frontando fra loro tut ti i predett.! quattr o Specchi, si l'ilcvano alcune difl;eren1,e nelle cifr!=) corrisP9ndenti, e cioè una certa discordanza fra le cif.re risultanti dat Diarli Storici delle .singole Unità e le cifre ricostru).te poi, a guerra finita, d!li rispettivi Uffici Storici trnendole dai mutamenti. e dalle va-

-

253 -


LA SITUAZIONE DELLE ARTIGLIERUD

riazioni avvenute all'ultima ora, prima dell'iuiiio dell'azione. Così nello Specchio N. 1 1i totale delle artiglierie italia:ne schierate sulla fronte attaccata risulta di 4.130, mentre dallo Specchio N. a bis tale numero r1sultérebbe di 4.137, ecl il num(:?rO delle bombarde l'ispettivamente 1.382 e Ulol. Anal9i;amente avviene per le b-Ocche da fuoco austro-ungariche. SPECCHIO N. 4 QUANTI1'ATIV): DELLlD MUNIZIONI D'ARTIGLIERI A a disposizione delle Unità Alleate sulla fronte italiana al 15 giugno del lf18. (Secondo dati desunti dai. documenti d'archiv;\o dell'Ufficio Storico) Destina2ione

Arm. ltal.

Grossi calibri

medi! calibri

plcco!l calibri

Granate !shrapnel Granate !Shrapnel

__ --I -

I

_.__,,. 100.412

Granate ' Shrapnel

60

8505728

·-

1142~20! 1 2,yW,14

63.'>5.59

Totali

I I ___.....,...__

G ranate Shrapnel

l565.'17i;S

32J5870

Tot. Arm. lt.

109472

4..14.1.28"2

18.948.718

18.890.6-28

' . In rifom

10.496

S41.7-t9

51i.7U

869.919

119.968

4.483.031

H.466.492

19.700.542

Totali

Calibri vari T OT ALI

I

Granate !shrapnel

Arm. Frane. Arm. Ing l. Totali

I -----4.63712

85737

5'9.149

10070-2

-

100702

85787

700151

614414

I

Nelle predette tabelle non sono compr esi i proietti a liquidi speciali. (2) I proietti per bombarde era no il1 nwnero di 1.937.819. (3) Complessivamente fl'a i proietti distribuiti alle Armate italiane, alle Armate AlJeate ed in movimento vers9 il f ronte, it quantitativo glob!lle com, plessivo era 19.769.542+700.151+ 1.937.819=22.407.512. (4) E' per altro da tener presente che i quantitativi di munizioni riflettentì la nostra 3a Armat a, e dei quali qui si tenue conto, sono espressi solamente in cifre approssimative, e pertanto le cifre sopr a addotte debbono ritenersi essenzialmente come sempllci ind}cazloni di ordini di grandezza . · (1)

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CAPl'rOLO QUARANTASEIESIMO

-LA RIORGANIZZAZIONE. TATTICA E TECNICA DEL TIRO · REOOLAMENTAZIO_NE AUSTRO,UNGARICA: PRODROMI DELLA BATTAGLIA DEL PIAVE · SCHIERA, MENTI DELLE FORZE CONTRAPPOSTE. LA BATTAGLIA DEL PIAVE = PREPARAZIONE E CONTl~O. PREPARAZIONE D'ARTIGLIERIA. AZIONI COMPLEMENTARI .- LA PARTE SVOLTA DALL' ARTIGLIERJA NELLA BATTAGLIA • CONSIDERAZIONI • TESTIMO= NIANZE DI AVVERSARI = CONSIDERAZIONI SULLE FORZE CONTRAPPOSTE . DATI RELATIVI AI MATERIA!-,! ED ALLE MUNIZIONI. _ VALORE DI ARTIGLIERI E DI UNITA' D'ARTIGLIERIA = -STRALCIO DELL'EPISTOLARIO DEL GEN. GHERARDO FAN= TANO. . LA SECONDA BATTAGLIA DELLA MARNA (18 LUGLIO= 7 A-00.S TO 1918). '

§ I

La dorgariizzazione = Tattica e tecnica del tiro •. Regoiamen• tazione Austro=Ungarica.

Tra il dicembre .1 917 e il marzo del 1918 il grande mira,colo può dirsi compiuto. Si tratta della più splendida, e certo più redditizia delle vittorie, ane.he se non è stata conquistata a colpi di cannone : la riorganizza.zi.one del nostro Esercito. E non soltanto <lell'Esereito come numero di Unità e come armamento, ma a.nche come dottrina. Di riorganizzazione morale non ve n'era stato bisogn o, perchè Iiessùna seria falla si era prodotta in questo campo, e gli avvenimenti dell'ottobre-novembre 1917, e là presenza del nemico sul suolo della P atria , avevano arnd a,vuto per effetto di scuotere nel -

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LA RIORGANIZZAZIONE

Paese i torpidi, di esaltare gli spiriti, di rinsaldare le volontà fino all'offerta di ogni possibile sacrificio, per contenere il nemico e per ricaccia.rlo. L 'Esercito, compatto, unito in una volontà sola, tacita e fer rea agli ordini del Re, era sorretto dall'assoluta, fiducia della Nazione. Nel capitolo precedente è stato già ef:ll)osto in modo dettagliato Fimme:nsa, g-raduale e t uttavia rapida riorganizzazione, nonchè quel complesso di azioni belliche, di maggiore o minore i mportan~ za., avvenute nel periodo che corre fra l a prima e la seconda batt ~ glia del Piave, ar.io:ni che devono riguardarsi essenzialmente come di assestamento e di prepa.razione in entrambi i campi, ad avvenimenti decisivi. E' stato anche fatto cenno all'immane lavoro compiuto i111 Paese, accrescendo e valorizzando al massimo la potenzialità indu stria.le, per colmare i vuoti prodotti nell'armamento e nel munizionamento dalJe sfortunate giornate dell'autunno precedente, e per a.pproll1tare al più presto i mezzi per la imrnanca,bUe riscossa. RiAssumiamo qui soltanto i dati che ,possono servire di premessa a bene intendere tale sforzo di prepara?iione per la battaglia pl'ossima . Ricordiamo infatti che nell'ottobre-novembre 1917, specialmente a causa della. saturazione e poi delle interruzioni dei ponti snD.e tre. linee successive di :fiumi : Isonzo, Tagliamento, Piave, e specie di quelli sul Tagliametnto, perdemmo ingenti quantita.tivi cli artiglieria, all'ip.circa come : 1460 pezzi di piccolo calibro, 1570 pezzi di medio calibro, 97 di grosso calibro, nonchè 1732 bombarde. · Questa perdita era per noi tanto più grave in quanto che rappresentava in gran parte il frutto di un lavoro intensissimo compiuto in Paese per correggere l'esigwtà del nostro armamento d'artiglieria e la iusu:ffi.ciente poten1,ialità. dei 111ost1•i Stabilimenti allorchè entrammo in guerr a. I nfatti da, un a Relazione dell'Isipettore G.enerale cl' Artiglierht del tempo, gen. Alfredo Dallolio (al quale tanta gratitudine deve il Paese), si rileva che, entrati in guerra con 2038 bocche da fuoco, e percentualmente : 1'11,9 cli medii calibri, 1'87 di piccoli calibri, 1'1,1 di grossi cA,l ibri, fin o all'ottobre del l.917 il quantitativo era stato triplicato. . - ,-T •

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LA RIORGANIZZAZIONE

Nell'ottobre-n~vembre 1917, ·d i questa ;massa impolllente il 47 % era m1data perduta. Fu allora oompilato subito un prog1•amma di nuove costru. zioni (Programma N. 7) che prevedeva per il periodo fra il 1° dicembre 1917 e il 30 giugno 1918 un complessivo di 5760 bocche da fuoco così distribuite: - 2298 pezzi <li piccolo cnlibro - 3345 pezzi <li me<lio calìbro 117 pezzi (li grosso calibro per un totale ~li 725 batterie complete, e '-- 2853 pèzzi di riserva, e con una med/a. mensile rli 104 batterie complete e 408 pezz! di riserva (1).

Ma con uno sforzo gigantesco, qua.le la gravità dell'ora esigeva, questo arduo.programma fu persino superato, cos.i e:chè a.lla :6,ne di maggio 1918. risultavano costruite ben 823 batter_ie (complete di carica.menti e ,parti di rica,mbio}, cioè 98 in più qi quelle previste. A da.re un esempio dello sforzo ind1istriale, basta ricordare çhe nel solo mese di maggio, cioè alla vigilia della batta.g lia d~l Piave, si costruirono be(U 1368 bocche da fuoco. Il problema delle ricostruzioni e ~egli aippro:ntamenti riguar~ dava, parallelamente, a,nche le munizioni; pro,blema che fu an·.ch' esso affrontato vigorosame.n te. L'approntamento delle mùnizioni che nell'ottobre 1917 era già salito a 85·000 colpi completi giornalieri (di fronte a 20.800 del 1915) raggiunse nel 1918 la media .d i 77.000 colpi giomalierf. Anzi nel. giugno si ottenne fino ad un massimo giornaliero di 88.000 colpi completi (2). Nelle munizio11i per le bombarde e lanciabombe si raggiunse una media mensile di 357.000 proietti. Aggiungiamo in fine che nel mese di giugno 1918, per il solo trasporto di proietti a.I la fronte (senza tener contò ·delle cariche di lancio) occorsero non meno di 150 treni di 40 vetture ciascuno. (1) I rifornimenti <lell'esercito mobilitato durante la guerra alla fronte italiana (1915-18) • Ministero guerra, Stato Maggiore 1924, pag. 67. (2) L'argomento: è diffusamente trattat9 dal colonn. Carlo Geloso in: Pro<luzione, rifornimento e consumo muniz!oni d'artiglier~a (Riv. <l'Art. e Gen., marzoa.prile 1928).

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TATTICA E TECNICA

* * ... Come si è già visto nel capitolo precedente, il periodo invernale e primaverile era stato assai fruttifero anche nel campo della dottrina a.rtiglieresca, la quale venne riveduta,, aggiornata e perfezior1ata. \ Non si !PUÒ tuttavia non citare l 'inconvenie111tc cli un'autonomia troppo accentuata, o quanto meno di una formale diversificar,ione di ,netodi fra le varie Arma,te, intesi essenzialmente al perfezionamento della preparazione balistic,a del tiro. Tali metodi, codificati presso ciascuna Armata a mezzo di I struzioni provvisorie, Fascicoli, ecc. avevf,lno per . scopo quello cli toner conto, quanto più fosse possibile, degli elementi variabili, ma determinabilL che influiscono sulla traiettoria, in modo da avvicin are fin dall'inizio il tiro all'obbiettivo con una approssimazione assai notevole. Questa ricerca era suggerita da varie considerazioni (se anche fosse bastata quella di principio, squisitamente artiglieresca, tbe nella prepa.raziooe del tiro si debba lasciare il meno possibile al caso). Infatti l'iniziare un tiro che fosse subito abbastanza e:fficnce era voluto dalla, tendenza aJ.la, sorpresa tattica (con l'evitare i famosi, lunghi tiri òi inquadramento e d:aggiustamento preventivo che svelavano la posizione òelle batterie, l'entità, degli schieramenti e le loro va.riazioni), ed alla sorpresa balistica (per <'Osì dire) tendente ad avere una massa di tiri qu::into più possibile centrati ed improvvisi prima che il nemico sfuggisse a,l l'effe tto cli essi ; inoltre era voluto dalla crescente difficoltà di poter eorreggere il tiro mediante l'osservazione, durante i formidabili roncentramenti che preludevano alle grandi offensive, o controohbi ettivi sempre meglio defilati e :nascosti; in :fine, dall'economia del muinfaionamento. t principii fondamenfali erano naturalmente gli stessi dedotti dalla balistica, interna ed esterna, ma cli:fferivano le m.odaHtà pratiche di applicn~>:ione. Presso la Ga Armaia, ad esempio, vennero adclil'ittura adottate delle speciali Tavole cli tiro cla mon1agna. rompletamente differenti da quelle regolamentari. Non si può tuttavia noin notare che mentre la divulgazione -

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DEL TIRO ·

dei rrnovi pi'Ocedimenti nella preparazione balistica del tiro era assolutamente preziosa, la diversità dei meto_d i di ap1Plicazione ·pratica da Armata ad Armata fosse un inconveniente che risentiva troppo di concetti ed abitudini sta~iche, in quanto che gli ufficiali, passando, isolati o coi loro reparti, da un'Armata all'a.1tra, trovavarnsi costretti ad un aggiornamento dei metòdi talvolta in contrasto coll'urgenza del momento. · Tre argomenti dell' impiego dell'Arma richiamavano la maggi.ore ._attenzione e la maggiore cura da parte del Comando Supremo e cioè: il tiro di controbatteria, il tiro di sbarramento ed ·n tiro di oontropreparazione in genere. Così· n·eI mese di marzo il _C omando Generale d'Artiglieria .d iramò le N·o rme per l'esecuzione dei tiri 'di controbatteria. Ci sib>mÒ già tratte111uti su questo argomento nel Capit olo preeedente : riepiloghia.mo qui la par1e più. importante: . Nelle predette Norme vengono anzitutto chiaramente determinati i concetti <li tiro di distruzi.one (ex tiro di smonto) e di tiro di neutralizzazione. Quest'ultimo, naturalmente, in fase di attacco as~m~ge ad importanza, maggiore del tiro di distruzione: esso deve essere effettuato con raffiche violente, hrevi, simulta.ne~, ·d a più batterie, e sferrato qua1I1do sta per iniziarsi l'attacco delle fanterie: ·Vale a dire : destinai·e 1a maggior parte delle bat terie alla distruzione delle trincee, all'apertura dei varchi :nei reticolati, ecc.; neutralizzare efficacemente le batterie nemiche specie nel momento in cui le fanterie atta.~ canti affrontano la crisLdello scatto e lo sbarramento del fuo·co avversario. La distruzione delle batterie avversarie è invece operazione metodica che abbisogna di procedimenti accuratissimi, dati di posizione certi, tempo ed abboridnnza di munizioni : essa è quindi propria della difensiva. La controbatteria viene -d efìnitivaniente ad entrare fra i compiti espliciti del Corpo d'Armata., mentre compito dell' Arma.ta è quello della racoolta, dei dat i per la individuazione· delle batterie nem.iche, e ,d el costante aggiornamento di essi. A tale scopo vengono costituiti ·p resso le Armate gli Uffici d\ controbatteria. Le posizioni -delle batterie nemiche, accért.ate e èonfermate ili tempo in tempo come attive, ve1I1gonò raggrupipate in zone di ~, ii ~ ·~- ,-,:·t:"~;;' - 259-


TATTICA E TECNICA

responsabilità, affidate alle Unità (in genere Gruppi) di contro· batteria, cui viene talvolta lasciata l'iniziativa dell'intervento immediato non a.ppena le batterie avversarie della corrispondente zon a entrano in azione : · ciò allo scopo di tenere costantemente il dominio ,d el fuoco. · La regione dello schieramento avversario viene suddivisa in zone di sorveglianza, assegnate a.i singoli osservatorii o gruppi di osservatorii. Tutta una rete cli osservatorii, dipendente \dall'Ufficio di controbatteria di Armata, è distesa sul fronte dell' Ar- · mata stessa, e le osservazioni voogono accurata.mente vaglia.te, in modo che la vita delle batterie avversarie è seguita ora per ora. Per ottenere poi Jadetermina,zfone qua.nto più possibile esatta, delle batterie avversarie, vcng-0no seguiti varii metodi, basati sull'osservazione multipla ; uno di essi, allo studio, consiste nel col-· legare elettricamente quattro osscrvatorii con una centr ale; l'osservatore scorgendo una vampa e determinandone la direzione, tocca un tasto cui corrisponde una lampadina elettrica alla centrale; la oonteD11poraneità, di accensione delle lampadine, dà l a quasi certezza che trattasi della stessa vampa, e consente l'individuazione delle batterie avversarie a mezzo di · intersezioo.i grafiche. Con tale organizzazione, l'artiglieria di controbatteria doveva esercitare, come difatti esercitò, una costante supremazia di fuoco che ebbe notevolissimi r iflessi a.nche sul moral~ e sullo spirito combattivo 'delle truppe. NeUo stesso mese di marzo il Coma,ndo Generale d' Artiglieria diramò le Not'me ped' esecuzio:ne dei tiri cli sbarramento, nelle quali venne distinto lo sbarramento vero e proprio, che viene effettuato a}l'illlizfo dello scatto delle 'fanterie avversarie, tra le nostre linee e quelle di partenza de1l'attaccante, e il tiro'-di interdfaione vicino che mira ad impedire l'a.:fflusso dalle linee retrostanti a quelle più avanzate dell'attacco. Come dosaniento d'artiglieria, viene accettato come base il criterio che ogni pezzo abbia effetti cli sbarramento su 25 -:- 40 me tri nel tiro centrale, e 50 ..;.100 metri nel tiro di imfila.ta. Sempre nel periodo marzo-aprile del 1918, il Comando Generale d'Artiglieria dirama Norme per l a contropreparazione d' artiglieria,; norme ta.nto più opportune in quanto che la mancata . -

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DEL TIRO

contropreparazione ,d ' artiglieria nel giorno del 24 ottobre del 1917 era stata gravemente criticata; ~ a i n rea.ltà le Nor~ e a llor a

(•sistenti erruno piuttosto monche ed incerte. I n queste Norm~ ed in successive confer enze vengono considerate e precisate le due forme di prepara,zione: preventiva ed immediata. Dicono tali Norme che : .. .allor chè l'avversario inizia il tiro violento d 'artiglieria sulle nostre linee, fac~do prevedere un imminente attacco, .. . l'artlgll~ria deve a.pr!re prontamente il f1toco di controprepar azione concentrando i suoi tiri sugli elementi vitali ne,micl (trincee di prima Hnca, zone di radunata, camminnmentl e loro sbocchi, osservator i!, batter le più moleste e bene identificate, ecc.) , ed aprçndo il fuoco simultaneamente e col m!lggior numero di batterle poSSib~li. in modo da sorprendere il nemko e soffocarne l'attacco 11rima che questo si pronunzi. La z-0na, dalla quale si prevede sboccherà l'attacco, deve essere cosi sistemat icamente battuta con 9Uccessivi e potenti concentramenti d~ fuoco già prepar ati e controllati. ....un'ora pr_ima del momento stabillto per l'attacco, se, come possibile, ne saremo in tempo informati, oppure non appena sl abbia la sensazione che è incominciata la preparuzlone nemica, Si lni~i da parte nostra una violenta contropreparazione di f11oco.

Verso la metà di aprile, in una conferenza tenuta dal Sottocapo di Stato Maggiore, viene ribadito che : ... .la contropreparazione è compito essenziale dell'artigUcrla, ed. è intendimento del Comando che essa debba essere iniziata un'ora prima dell'azione avversaria, oppul'c ai primi sentJ)rl della stessa, a seconda cbe si abbim10 o no in precedenza, info1·mazio111 su di essa.

Appare -du:n que evidente che fra le due contr opreparazi0tni, fa preven tiva e l a, immediata , ·venga a d inserirsi un a cont ropre-

parazione che può definirsi anticipata , e che a differenza di quella pl'eventiva, (la quale [)UÒ avere i nizio finanche intere giornate p1·ima del presunto attacco avversario), precede <li poco quella immedinta, che è invece istamtanea e ben preparata reazfone allo scatenarsi della preparar,ione di ar tiglieria avversaria. Naturalmente, come osserva il Ma.rescialJo Giardino, l a contropreparazione anticipata ra1p presenta un onere grave all'economia del muni?lionamento accumulato per la battaglia. Sf ricor n •rà quindi a d essa soltanto qua:n do si abbia non già la supposiziooe, ma la certer,za ·<:he l'avversario attaccherà subito oppure . snbito dopo. Tale criterio, come vedremo, fu seguito specialmente e total-

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CRITER.I o'rMl?IEGO

mente dalla 6· Armata, e gli effetti furono imponenti e decisivi nel bifancio della battaglia su quel fronté, e per l'iflesso anche sugli altri fronti della battagliaDue predisposizioni, di non poca importanza, ei·ano state prescritte dal Comando Supremo. La 1Prima riguardava il<< pezz;o in senizio » : era questo uno dei pezzi dellit batteria che veniva colloca,to in wna posizi,one diversa da quella _del reparto cui apparteneva, ma ben de.finita rispetto a questa. Questo p·ezzo aveva l 'onere di dover compiere tutti gli aggiusta.menti e i tiri di inquadrament o, i cui dati finali venivano poi riferiti alla posizione d ella batteria, che così non veniva svelata anticipatamente al nemico. L'altra predisposi zione, di grande importamza pratica e mol'ale, riguardava la difesa vicina delle batt erie. Ogni ba,tte1:i a, se raggiu nta ,dalla fanteria avversaria, doveva difendersi sul posto t rasformando la posizione in una specie di fortilizJo, con qualche trinceramento, reticola.to, mitragliatrici e dotazione di bombe a ma:no. Questa pr~clisposizion e mirava a prolungare la difesa delle ba.tterie e a rendere meno sterili gli atti di valore di cui gli artiglieri avevano sempre dato prova.

* * * P er dal'e uID'iclea sui criteri nem ici di impiego d'artiglieria ri portiamo le parti più interessanti della Circolare 72.196 del K.u.K . Armeeoberkommando: Tiro di d}struzione : esso ha lo scopo di contr0battere l'artiglieria nemica, i suoi osservato1·ii, d1s truggere lancia bombe e postuzioni per mitragliatrici. La condhdone principale per questo genere di tiro è l'esattezza delle corte sulle quali SQDO riportati i bersagli, l'osservazione Inappun tabile del lerreno, in condizioni favorevoli anche coi mezzi di misura dell'artiglieria; quando il numero degli aviatori lo permette, anche il massimo peso dato dall'ossc1-vazione nerea. Dato lo sviluppo delle fo,rmazioni. aeronautiche, dovrà essere presa in sempré maggiore considerazione l'osservazione aeronautica. Il tiro d_i distru?.lone, qualora si tengano presenti le no·rme precitate, è il genere cl! tiro 11 più 1·azfonale, permette il gius to sCruttamcnto delle mW1izloni sparate ed il risparmio del materiale perchè si può tenere una relativamente piccola celerità d_i tiro.

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DELL' ARTlGLIERIA .A USTRO-UNG.t.RLCA

Il combattiJuento dc!l'a r tigliel'ia s'L svilupl):,La mezzo di un tiro di distruzione diretto con molta cura fino a colpire i singoli bersagli per 'mezzo del tiro di distruzione collo scopo di annientare Il materiale e le munizioni, sia quelle nelle immediate vic.inanze delle posizioni, sia quelle nei magazz,i-ni, Anche il bombar, damento dcgl! osservaLorii è l'icco di successo, Un completo annientamento dell'intera artiglieria è molt9 clifiicTie: però per continue pe't'dite d\ attrezzi, munizioni e uomini può essere raggiunta una transitoria diminuzione d'l efficacia dell'artiglieria nemica, cosicchè il suo compito principale, e cioè la preparazione dcu·attacco della fanteria, non sia in grado di essere assolto. Allora le pr9prie installazioni difensive col relati,o personale surnnno bombrirdnt(• meno fortemente dal newlco, le perdite della fanter~a saran110 'minime e la !iua forz11 combattiva verrà sostenuta fino al principio del combattimento colla fanteria nemica, Il combattimento dell'artiglieria nemica è dUJJque un compito artiglieresc9 d! grandìss.i.ma importauz:l, Il cornbalthnen to dcll'artìglieria nemica è <lifilcile in rngione della quantità dei suoi bersagli e della sua mobìlità. Soltanto un piano completo e logico può cond ul'l'e alta meta. Combattendo ·contro trinceramenti nemic!, bisogna tener conto che, visto 11 grande numero dei bersagli, non è da aspettarsi una completa distruzione, Le posl;r,ioni nem.iche di ltmciamioc e cli mitragliatrici sono da colpire quando sQno rièonosciute come occupate, s11ccie se con questo vi è anche la possibilità di un effetto laterale contro le linee nemiche, Dunque in nessun, caso sparare contro trincee vuote. Come sr1ecie di cannoni clo impie~arsì yengono innnnzitutto considerati per primi gli obici da cm, 15, i mor tai da cm, 30,5, ed in, cnso speciale i più pesanti cannonj a t.i 1·0 celere. Per questi ultimi, durante la battaglia sono bersagli cli importanza i nidi cli osservazione, percbè con essi, come effetto secondario, vi è , anche la probabilità di distr uggere le condu tture telefoniche esterne e sotterr anee. Contro posizioni nemiche più dP.boli, sono da adoperarsi glì obici da. cm, 10 (obici da montagna) specialmente contro paraoetti alti e ricoveri, mentre contro bersagli mobili e per il fiancheggiamento sono da preferire i cannoni da campo (o da montagna), I magazzini d j muni.zionl nelle retrovie, come anche stazioni ferroviarie, cau~J}i di aviazione di una certa importanza, ecc, si devono battere per mezzo cli fuoco di distruzione eseguito con cannoni pesanti. Contro 1 singoli punti di sostègno specialmente importanti ed · occupati dall'avversario durante la· preparazione di una battaglia, ba un b.uon esito so\tanto il fuoco di pesanti e medio-pesanti lanciamine; contro tali bersagli, con artiglierie pesanti occorrono molto più proietti cbe con i lanciamine. Il fu.oco di distruzione con lanci'amine, pesanti e medi.i, deve essere Jmpiegato in sostituzione d! quello dell'artiglieria quando la distanza di tjro del bersaglio è trpppo breve. '.l'iro di annientamento: i~ fuoco cli (!Dn ir.ntameuto è i.I princi1}ale genere cli fuoco da farsi colle artiglierie per la difesa di un assalto, e deve entrare in azione quando la fanteria nemica è pronta per l'attacco, Esso deve infliggere nJ

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PRODROMI DELLA BATTAGLIA DEL PIAVE

nemico tali per(]ite cbe l'attacco non possa essere effettuato affatto o soltanto in modo imperfetto. Qneslo tiro col suo forte consumo di munlzioni diventa uno sprec-o di queste se le trincee nemiche non sono occupate, e perciò è comp~to prlncipale d.i ogni osserv~lone, spec!almente di quella aerea, di assicurarsi di. questa circostanza in modo indubbio. 1D' necessario anche dl osservare il fuoco di annientamento nei suo svolgimento, I l fuoco di annientamento per avere un effetto distruttivo deve essere cpn. centrato nello spazio e nel tempo e quindi condotto in brevi 1·iprese di fuoco, con, trariamente a quello ai distruzione. Durante i preparativi dell'attacco per parte dell'artiglieria, il fuoco di f\nnientamentp non deve essere messo jn opera che nei momenti culminanti, mentre, al solito, si deve rispondere al fuoco nemico per mezzo dei fuoco di distruzione e di disturbo, -specialmente per tenere Jmpegnata l'artiglieria avversaria. Gli _intervalli più convenienti per queste riprese devono essere studiati in anticipo con molta cura. D'altra parte è necessaria una grande elasticità del tuocp, cosicchè la direzione del tiro possa in fretta essere cambJata e concentrata secondo un piano stabilito contro bersagli pericolosi e redd~tizi (per esempio colonne nemiche nelle retrovie, cannoni 9i fanteria, carri armati), e per aiutare i reparti vicini, Qualora si precisi un assalto nemico, tutte le bocche da fuoco debbono fare fuoco di annientamento; gli altri compiti, anche di controbatter~a. devono per il momento Passare ln seconda linea. E' però da ev}tare una prematura interruzione del fuoco di controbatteria. I propri lanciamine completano l'ef'J;etto del fuoco di annientamento, sovrat11tto là dove le prime linee sono vicine l'una all'altra.

§ II

Prodromi della battaglia del Piave forze contrapposte.

Schieramenti delle

Abbiamo già trattato questo argomento nel precedente Capitolo. Passiamo -0ra a completarlo e riepilogarlo in modo da dare al lettore una visione ,dei precedenti e· delle situazioni all'inizio <lella battaglia. La primavera trovò entrambi gli avversari orientati verso l' offensiva. (Vedi Schizzo fig. n. 31 - <e Forze contra,pposte al 15.6.1.918).

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SCHlERAMENTl DELLE FORZE CONTRAPPOS'J.'E

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Dal!)arte italiana, come si è detto, il Comando aveva preso in esame l'oipportunità di operazioni concordate tra la 6· e la 4" Armata (frooite Astico-Piave), allo scopo di dare maggiore profondità alla nostra occupazione su quel fronte montano, operazioni che, come vedremo, non furono effettuate a causa dell'incalzare degli avvenimenti e delle notizie, sempre più attendibili, di una offensiva in grande stile che il nemicQ stava prepara.udo dalr Asti.co al ma.r e, o sec0111do altre voci, addirittura dal Tonale al mare. Infatti nella primavera di quest'anno, sotto la pressione della Germania, e più ancora della situazione polit ica generale ed interna,, lo Stato Ma.ggiore austro-ungarico era già deciso a tentare un suprepio sforzo per mettere l'Italia definitivamente fuori causa. La favorevole situazione militare, grazie a.I crollo dell' I mpero ru&So e alla pace di Brest-Litowski, incoraggiava i propositi offensivi dell'Alto Comando Austriacq. In vista di ciò, quest'ultimo, nell'inverno e nella primavera di quell'anno, aveva posto ogni cura nella riorganizzazione delr Esercito ed in un nuovo raggruppamento delle forze. Fra. l'altro, le Divisioni di fanteria furono rior dinate su 2 Brigate di 2 Reggimenti (6 battaglio~i ed 1 battaglione d'assalto di visionale; i qua,r ti plotoni ,delle compa.g nie trasformati iJn plotoni di mitragliatrici leggerè). L'artiglieria da campagna fu costituita in Brigate, organicamente assegnate alle Divisioni ,d i fanteria e composte ciascuna di 3 Reggimenti (2 cla campagna e 1 pesante campale : ogni Reggimento da campagna, su 6 batterie) . Alle Divisioni di fanteria; velDne inoltre organicamente assegnato un Gruppo di artiglieria cla montagna comprendeaite batterie di cannoni e di obici, qua.le Gruppo di accompagnamento della fanteria. La •Divisione disponeva in·genere di 108 pezzi. Nello studio della grande offensiva a carattere decisivo contro l 'Italia, gli Alti ComalDdi austro--ungarici si erano sbizzarriti, come si è detto nel Capitolo precedente,.in progetti contrastanti fra loro. La. divergenza era fondamenta.le fra il Conrad, Coman·d ante il grutppo delle Armate sul fronte montano, ed i_l Boroevic Co-

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PRODROMI· DEI,LA BATTAGLIA DBL PIAVE

mandante le Armate del Piave. çiascuno dei due aveva studiato e definitò come pi-i:11cipale e, a, proprio parere, risolutiva l'offensiva nel proprio settore: il Conrad sugli altipiani in modo da avvo_lgere, o minacciare di avvolgimento il nostro schieramento sul Piave; il Boroevic, dal Piave, in modo da provocare la caduta del Settore montano minacciato sulle retrovie. Dopo molte discussioni fra l'Imperatore? Von Arz, l'arciduca Giuseppe e i due mar.escialli fu approvato un progetto di offensiva che, cercando di accontentare un po' tutti, si discostava naturalmente da entrambi i progetti inizialme111te studiati. F u cioè deciso che l'offensiva comprenderebbe due azioni principali : l' una <lall' altoipi::tno dei Sette Comuni, l'alfra dal basso Piave in direzione di Treviso-M1~stre, coadiuva.te, la, prima da ·azioni nella r egione del G1·appa, e la ..ec001da da un'azione tendente al possesso del M,011 tello ed al collegamento, attra, erso il saliente, fra le due azioni principali. Tutte le riserve disponibili furono inizialmente suddivise fra i due Gruppi d'Armate a causa dell'assenza o della scarsità di bnone linee di a,rroccamento. Ciò costitut grave errore, duramente scontato nel corso della battaglia. Fu anche approvata un'azione offensiva cli carattel'e secon·aario e .dimostrativo nella, regione d.el Tooale, da effettuarsi in anticipo l'ispetto alle azioni principali. In -conseguenza del piano offensivo, lo schieramento delle Grandi Unità austro.ungariche su tutto il fronte, a.Ila sera del 14. giugno, era il seguente : (vedi Schizzo :fig. n. 32 - « Schieramento artiglierie cotntrapposte al 15.6.1918) : 1

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Gruppo del Maresc).allo Conrad: - d allo Ste1vio ali' A.stico: 100. Armata (gen. Krobatin) : 8 Divisioni in linea; 2 Divisioni in· riserva d·,Armata. - dall'Astico a F'ener: u• Armata (gen. Scheuscb ensluel) : 15 Divisioni iu 1',nea; 8 Divisioni ~Il riserva d'Armata. - riserva del Gruppo d'Armate: 4 Divis)oni. Gruppo d el ?.~al'escinllo Boroevlc : - da Fencr ai ponti della Priula : 6• Armata (arciduca Giuseppe) : 4 D1vis'1oni In linea; 2 Divisioni in 1~ser va d'Armata. · - d a) p0nt1 della Prlula a.l mare: 5" Armata (gen. Wurm) : il Divisioni in linea. - riserva ~el Gruppo d'Armate: 2 Divisioni.

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SCllIERAMEN'.rI DELLE FORZE CONTRAPPOSTE

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Cioè in totale, fra, l ' Astico e il ma.re : 50 Divisioni delle quali 27 sul fronte Dlontano e 23 sul P iave. Quanto alle .artiglierie non esiste alcuna Relazione ufficiale. ;r vari autori sono discordi al riguardo. I dati risultanti dallo spécchio riportato sullo schizzo dello schiera.mento delle artiglierie contrapposte (vedi schizzo N . 1 bi-s) sono quasi certamente inferioi-i alla realtà. Infatti seco·ndo taluni a,utori l 'Esercito austro-ungarico avrebbe avuto fra l' Astico ed il mare 5005 pezzi di [>iccolo calibro (e non 3579 come risnlta, dal suddetto schizzo) , dei quali 19QO n~l se ttore delJ' Altipiamo di Asiago, 950 nel settore del Grappa, 575 in quelli del ::M:onte1lo e ]580 sul Basso P iave, più artiglierie di medio e gr.osso calibl'o (fra, le quali cannoni di lunghissima portata e pezzi da 420) nonchè bombarde in misura tale da arrivare ad uno schieramento totale di 7500 pezzi. Secondo un articolo delPaJlora ten. col. d'artiglieria Cicito Frongia: comparso nella, Rivista di Artiglieria, e Genio del 1937 (Vol. I. pag. 567) risulterebbe invece. quanto segue : si può ritenere che 111el giugno 1918 gli austriaci di~ponessel'o alla fronte italiana cl.i circa 7000 bocche da fuoco : 6000 cnmpali e 1000 fra pesanti e da posizione. Sulla, fronte d'attacco, claH' Astico al mare, aveva.no co11 cent rato circa 5850 bocche da fuoco cleUe quali 5000 da campagna e pesanti campali e 850 circa fra pesa,n ti e da, posizione. Delle prime, 5000 circa era.no someggiate (75) ; 3500 cl.a cam,pagna (1500 cannoni da 77 e 2000 obici da 100); 600 obici campali da 149, e 400 c:rnnoo1i campali da 104. Delle artiglierie pesanti p.oc-0 più di nn centinaio erano di grosso calibro (per fa quasi totalità obici òa 305) ; un altro · centinaio di medio calibro a lunga gittata (per Ja -maggior parte cnnnoni sui J5 cm.); 350 circa fra obici da 149 e ca,nnoni da 104: fo rim::i.nenti, 300 circa, da posizione di calibro e tipo imprecisato. Esse risultano così l"ipartite: - nel settore montano 3150 pezzi (2700 ca,mpali ; 450 pesanti e da posizione); - neJ settore clel Piave 2700 pezzi (2300 campali; 400 pesanti e da posizione). De11sità di schieramento: -

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PRODRQMI DElLLA BATTAGLIA DEL PIAVE

- nel settore-montano circa 100 pezzi [)er chilometro di fronte attaecata; - ilel settore del Piave circa 60 pezzi. Però anche in quest'ultimo settore, in corriS{l)ondenza dei tratti òi irruzione, la densità di schieramento era presso a poco uguale a quella del settore montano (1) . E ' facile notare che le due maggiori masse d'artiglieria sono in corrispondenza dei due Settori ove dovranno syolgersi le azioni principali. L'a,zione dell'artiglieria nell'attacco risulta così preordinata: inizio della preparazione dell'artiglieria, ore 3; dalle 3 alle 4,10 controbatteria a gas e a proietti, distruzione dei capisaldi, interdizione lO!ntana; dalle 4,10 alle 5,1.0 controbatteria, distruzione delle prime lineè e interdizione; dalle 5,10 alle 6, contro batteria,, distruzione delle prime linee coll'intervento delle bombarde; ciane 6 alle 7,30 controbatteria e fuoco sulle prime linee. L' accompagnamento immediato dei gruppi d'urto, costituiti da, 2 a 4 bat taglioni, è dato da un gruppo da montagna. · Di mano in mamo che il iprogetto di offensiva contro l'Italia prendeva fo.rmi:t definitiva , l'addestramento tattico e tecnico si SYiluppava sempre più intensamente, e con esso la preparazione morale. Quest'ultima era agevolata dal ricordo del successo riportato nel precedente autunno, che po_co mancò, secondo la versione austro-ungarica, noo avesse portato all'eliminazione defìn.i tiva dell'Italia dalla lotta. Giammai come in quell'ora, attraverso quella fatale certezza della imminente vittoria., da patte del nostro avversario d'allora si dimostrò cosl chiaramente l'ig·noranza e l'incomprensione del1' animo del soldato e del popolo italiano, e delle superbe -ed immense energie in esso latenti. Questa certezza appariva ·perfino traeotanza 111ella stanipa,, nei discorsi, negli innumere'voli ordini nJle trup:pe, in ogni manifestazione del pensiero militare e politico. · In un proclama ema;nato qualche giol'ID~ prima della batta(1) Veggansi anche le considerazioni di cui a pag. 321.

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SCI-IIERAMENTI DBJLLE FORZID CONTRAPPOSTE

glia, il gen. Arz, capo di S. M.. dell'Esercito, così esprimeva tutto il suo ottimismo : Possediamo un n~ero di Divisioni molto superiore a quello che il nemico può opporci; le nostre artiglierie sono più poteuU delle sue. Attaccheremo contemporaneamente e concentricamente su d'.una fronte di grande sviluppo; e le scarse riserve di cul il nemico disppne non potranno certo bastare a tener testa aUa nostra p1·essione.

La nostra situazione militare è splendida, proclamava il Comando della 14a Divisione :

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...essa contribuirà efficacemente a mettere fine alla guerra, ...se penetreremo a fondo nel territorio nemico, ~ tedesch} seguiranno con interesse la nostra battaglia: si tratta di mostrare loro quanto possiamo, e quanta forza è In not

E il Coma.udo del 3° Reggimento fanteria alle sue truppe: ... Ogni u.omo sappia bene cbe l'attuale oO:ensiYa, in corso con quella del tedeschi, è il colpo più forte, forse dee!sivo e<l ultimo contro gli italiani.

Quanto all'artiglieria, la superiorità, numerica austro~ungarica era notevole, ma non schiaccia[lte, e ad essa faceva riscontro da parte nostr a una preparazione tecnica assai perfezionat a che consentì di mantenere, dur ante la battaglia e specie nella zona montana, il nostro costante predominio del fuoco. N001 aveva però torto il Ministro' -della difesa austriaca allor-chè, nella seduta segreta tenutasi al Parlamento il 24 luglio, affermò e dimostrò che ogni sforzo era stato fatto per rendere certa la vittoria. E gli disse : ... Se nella battaglia di 1.rolmi110 su un dato settoi:e vi rrano 100 pezzi, nella battaglia del Piave, su una stessa estensione d! terreno, ve ne crnno 165, e sugli altipiani fino a 250.

Questi numeri provano che l 'organizzazione dell'artiglieria non. mancava, e la stessa cosa dicasi per le relative munizioni. A metà giugno si t:royavano nel settore del gcn. Wurm pres!':apoco tanti proietti quanti nell'ottobre del ·1017 ve n'erano su tutto li fronte del su<l; sulla fronte veneta u1onlana vi era una proporzione doppia di quella che ,,1 era nell'ottobre dell'anno scorso dallo Stelvio al mare ... Nel complesso, come preparazione di mezzj tecnici per la guerra, l'ultima offensiva sorpassò d 'Intensità e <1i proporzione ogni altra fatta finora . ·

Per i dati sulla consistenza delle artiglierie veggansi gli Specchi del Capitolo precedente. -

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PRODROMT DELLA BATTAGLlA DEL PIAVE

* * * Per quanto riguarda lo schieramento 111el campo italiano, in sintesi trattavasi di'uno schieramento difensivo con largo scaglionamento in profondità, costituzione di riserve d'Armata e della riserva generà.le. Lo schieramento stesso veniva a. colilJPrendere sulla fronte Astièb-mare, gli 8/10 di tutta la nostra fanteria, di cui 5/10 in li111ea, e i 7/ 10 di tutta la nostra artiglieria, di cùi 6/10 in linea. Il munizionamento delle batterie venne portato a 10 giornate di fQoco per i piccoli calibri e ad 8 giornate di fuoco per i medii e grossi calibri; fu anche disposto che, dopo i due primi giorni di hattag:µa, affluisse giornalmente dalle retrovie u:n'altra giorn:-1ta di fuoco. Un parco di 1.800 automezzi fu costituito fra Padova e Viçenza, per agevolare eventuali sposta.menti delle Unità di riserva (' delle artiglierie, a seconda dell'andamento della batta.glia. Le Divisioni schierate sul fronte dall' Astico al mare erano così raggruppate (1) : - 6° Armata (gen. Montnori) fra Sculazzon e Brenta: 7 Divls. - 4" Armata (gen. Giardino) fra Brenl:a e Pederobba: 7 Divis, - 8" Armata (gen . Pennella) fra Pederobba e Palazon: 3 Divis. - 3° Armata (Duca d'Aosta) fra Palazon e !J mare : .6 Divis. - Riserva in prossimità zona operazioni: 20 D\vis. fanteria e 3 Dlvis. cavalleria.

Sempre snl fronte A&tico-mare, lo schieramento delle arti: glierie era il seguente (2) : - 6° Armata : b. da f. campuli 780; da assedi.o 590; antiaeree 64 ; Totale 14.:14 pezzi d'artiglieria e 348 bombarde. (1) Per il confronto col nostro schierament?, si abbia presente che la Divisione au,stro-ungarica era orgall)camente plii forte della nostra: i nfatti in essa ogni battaglione di fanteria era su 4 compagnie invece cbe su 3 (quanto le nostre), e cllsp9ncva cli 24 mitragliatrici, contro 8 xnitragliatrlci pesanti e 6 pistole mitragliatrici del nostro battaglione. Di truppe d'assalto, mentre noi ne avevamo un reparto per Corpo d Armata, l'Esercìto avversario ne aveva un Bnttaglione per ogni Divisione. (2) Le differenze, che è fa cile riscontrare nelle fonti di ricerca dei clati sullÒ schieramento delle artiglierie, sono essenzialmente dovute al modo d! conside0

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SCIJ!ERAMEN'.CJ DELLE FORZE CONTRAPPOSTE

- 4a Armata: b. da f. campali 512 ; da assedio 388; antiaeree 115; Totale 915 pezzi d'artiglieria e 41S bombarde. - 8"' Armata: b. da f . campali 429; da asse<l,o 297; antiaeree 42 ; Totale 768 pe1.zi d'artiglieria e 192 borubrmle. - sa. Armata: b. da f. campali 000; <la assedio 535; antiaeree 76; Totale 1217 pezzi d'arliglieria e 424 bombarde. - e cioè in totale sulla fronte attaccata: pezzi pesanti 1.810 ; campali 2.327 e cioè cpmples.sivamente 4.137 pezzi oltre i pezzi antiaerei e le bombarde.

Aggiungia.mo le bocche da fuoco schierate colle Armate 1• e 7a. non direttamente impegn ate nella battaglia, eh~ erano: - l" Armata: b. da f. campalI 6CiS ; da nssedio 797; con traerei 189; Totale 1604 pezzi d'artiglieria e 480 bomba rcle ; - 7" Armata : b. da f. campali 358 ; da a1:1sedio 510; contraerei 88; 'l'otale 962 pezzi d'arUglieria e 316 bombarde; - 110n sch ier nte o in riser va gcner.ale: b. da f. campai~ 539; d a assedio 28; Totale 507 pezzi d'artiglieria e 228 bombnrdc; - e cioè in totale : 7.043 pezzi oltre 524 cnnuoni an tiaerei e 2.406 bpmbarde.

Anche questi dati differiscono, sebbene in misura minore di quanto si sia riscontrato per le artiglierie austro-ungariche, da quelli dello Specchio riportato sullo schizzo allegato. Dal citato articolo del gen. F rongia risulterebbe che : sulla fronte attaccata.disponeva;mo di circa 4100 bocche da fuoco, delle quali 2900 da campagna e pesanti campali; 1200 (Pesanti. Delle prime: 500 circa erano someggiate (65-70); 1700 da campagna ('75); 400 obici campali (149); 300 cannoni campali (lW-102) .

Delle pesanti: 1100 di medio calibro ,delle qua.Ii 450 circa a lunga gitata (149-152-155 L. F.) ed un centinaio di grosso ca.libro. E sse risnltavano così ripartite: - nel settore montano 2250 pezzi (1650 campali e 600 pesrunti) ; - nel settore del Piave 1850 pezzi _(1250 campali e 600 pesanti) (1). Dalla preced ente elencazione appare subito che anche nel nostro schieramento la, ma,ggiore densità delle artiglierie è nelle rare le vatje categorie. Confrontare anche lo « R ivista d'Artiglieria e Genio», anno 1931, articoli del magg. E. Gian nini: « Densità e scb!eràmen to delle art.1glie1·ie , e consumo di munizioni nel la grancle guerra». (1) Véggansi ancbe le considera zioni òl cui a pag. 821.

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PRODROMI DELLA BATTAGLIA DEL PIAVE

zone . estreme, corrispondenti ai tratti più minacciati, cioè sugli altipiani e sul basso Pia.ve, e cioè in corris1pondenza delle due masse d'artiglieria più dense dello schieramento avversario, . Il confronto fra le densità complessive di schieramento dei duP campi avversari ci dà: - Schieramento sul fronte montano : - italiano: 1 pezzo ogni 15 metri lineari di fronte ; - austro-ungarico : 1 pezzo ogni 13 metri lineari di fronte. - Schieramento sul fronte del :Piave: - italiano: 1 pezzo ogni 20 inetì:i lineari; - austro-ungarico: 1 pezzo ogni 17 metri lineari.

Per le bo;mbarde si ha sul fronte italiano la densità di una bocca da fuoco ogni 52 metri lineari. Dai dati numerici riportati dianzi, appare che il numero di bocche da fuoco austro-ungaricb,e schierate sul fronte di battaglia supera da 1/5 ad 1/ 6 quello de11e a rtiglierie italiane. · Qua,nfo alle munizioni, alla vigilia della · battaglia ·n quall1titativo esistente presso le nostre Armate era di: -

piccoli ca~ibri .

n. 15.250.140

- medii calìbri . » 4.962.J.10 - grpssi calibri . >) 111.030 - e cioè !n totale colpf completi n. 20.323.280

Le ,differenze non sensibili rispetto ai dati prospettati al precedente capitolo derivano dal fatto che t dati relativi alla nostra 3a Arniata erano. approssimativi e che vi era una aliquota di munizioni in movimento verso la fronte,. E ' difficile dire qua.nte eralllo già affluite ·e qua.nte dovevano ancora affluire all'inizio della battaglia. · Le predisposizioni per l 'impiego delle artig'lierie nella battaglia, ormai imminente, sono ~quelle alle quali già si è accennato. I n linea genera.le, contropreiparazione anticipata e controprepa.raziol).e immediata segna.no da parte nostra l'inizio della battaglia difensiva. · lll1 pratica, mentre le artiglierie di tutte le Ar;mate sono pro11te a scattare colla. con.tropreparazione (collaudo della veridicità delle informazioni circa l'a.ttacco nemico in grande stile) -

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scmERAMEKTl DELLE FORZE C0NTRAPP0ST1ll

su alcuni vasti t ratti del fronte di battaglia si ha, come si è ·detto, la certezza ass?luta dell'attacco avversario, e si attua quella violenta contropreparazione anticipata che dà a noi fin dall'inizio la sensazione della potenza e della vittoria, e all'avversario quella della tra.g ica vain ità dello sforzo sanguinoso che stava. per in tra prendere.

§ lii

La battag lia de l Piav e - Pre parazione e contropreparazione d'artiglieria.

Nella prima giornata (15 giugno), sul fronte dell'altipiano dei Sette Oomn:ni, va.glia.te le informaiioni che da.vano per le or·e 3 l'inizio della preparazione di artiglieria avversaria con tiri a gas e a proi etto, il Comando della 6.. Armata autorizzò il Comandante dell'a rtiglieria ad effettuare la contropreiparazione an ticipata già accuratamente preordinata in ogni particolare. Com andava ]'artiglieria dell' Arma.ta il ~en- Roberto Segre, nrtigliere ,alentissimo. Questo generale, scrive il maresciallo Caviglia, (pag. 73 cli« Le tre battaglie del Piave))), era stJmato dagli artiglieri francesi e inglesi della 6.. Ar01ata : erano essi distinti u.flicialì d'artiglieria, conoci del loro valo.re e capaci di giudicare l'abilità, l'esperienza e la scienza del generale italiano, ed avevano fiducia i n lui. Adunque In massa delle nrtiglierle inglesi. francesi e Italiane era nelJa mano del genera.le Segre, e pronta ad anticipare la contropreparazione.

Gli ordi.ni esecutivi furono emanati la sera avanti: verso la ·mezzanotte fu inir.ia.to d.H parte nostra. il fuoco d'artiglieria e continuato a larghe riprese di violentissimi concentramenti da due nrnsse di artiglieria (J 6 calllnoni di lunga gittata e 16 obici di grosso calibro appartenenti al nostro 67° Raggruppamento). Tale massa imponente di fuoco era integrata da densi e pro18

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LA BATTAGLIA DEL PIAVE

lungati tiri di neutralizzazione a ga s da parte di altre artiglierie. · Alle ore 2,30 la contropreparazione era, generale. Gli austwnngarici furono colti di sorpresa, in ur:. momento as~ni critico,

Fig. 3H - Generale Roberto Segre

quale quello del eonceintramento e della preparazione dei mezzi nell'immediatezza dell'attacco. Il Comando d'artiglieria della (l'' A1·mata ave,;,3r ordinato che il tiro fosse particolarmente diretto sulJe località, note o -

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PREPABA½l01'1~ E CONTROPREPARAZlONE D' ART IGLIERIA

presunte, di raccolta dei rincalzi e delle riserve, sulle vie di accesso, sulle batterie. avversarie e sui Ooma,ndi dell' avversar°io. L'azione d'artiglieria,, tecnicamente [)erfetta., fu quanto di phì efficace fosse possibile sperare, e fa prova si ebbe a.llorchè alle ore 3 precise, confermandosi le-informazioni in possesso del1'Armn,ta,, l'avversario iniziò il s.uo tiro ùi preparazione, cui fece ris-co111tro il nostro ,iiolento tiro di controprepara,zione immediata. Il tiro avversario apparve infatti subito inc.erto e sba,nda,to, quasi a portare nelle nostre lince un sentore di guelfo che nella. fase precedente era, avvenuto nel campo avversario . Scrive il marescia.Jlo Caviglia: Le Divisioni austro-ungariche di seco11da linea ebbero l'impl'eS8ione che la 6"' Armata p.rep:Jrnsse un nt tacco jnvece ~be attenderlo.

A.llorchè verso le 7,30 le fanterie mossero alÌ'at ta,cco, il loro slancio apparve già scosso e indebolito. La batta.glia si frantumò presto in una serie di lotte locali, accanite :ma nolll p;iù connesse. Fallito il tl'avolgimento genera.le della, linea , grazie alla strenua difesa delle fanterie ed a1l'azionc anticipata e poi .perfettamente aderente dell'artiglieria, l'avversario registrò a ~no attivo soltanto a.lcu ni successt par,ziali , dei qua.li alcuni t ransitorii e pagati a, cai·issimo prezzo. Suffronte ,d el Corpo cl' Armata imglese, gli avversari riusci r(mo a, progredire alquanto sul Ghelpac, ma verso le ore 13 gli h1glesi, col concorso della destra del X Corpo d'Armata. (Cavi-· g-J1a) ristabilirono la, situazione iniziale, Il caposa.lclo P ennar fu perduto e 1;konquistato da.Ile fanterie francesi che 10· presidiaYano. Den.~ ondate. di a.ssalto riusrirono ad investire, ma non a CO(Ilquistare, le nostre posizioni di Husa del Termine e di Cima Eckar : Gol del Rosso, Col · d'E-chele, tratti di Oostalunga e al.tre poche località caddero in possesso del nemico. NeUa citata pubblicazione del Comando Supremo sulla battaglia, del Piave si legge : In complesso !n quei'lto Settore gli attacchi nemici si infrnnsero contro la uostra forza di resistenza, senza riuscire ad intaccare le organizznzioni vitali della difesa; onde al fin ire dell'aspra giornata di combattimento, le nost1·e truppe èbbero chiara la se.nsmzjol\e di aver arrestato il più possente sforzo dell' avversario.

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l•'ig . 34 - Le opernzioni sul front e montn no

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E LE AZIONI DEtLE AR'.l' fGLIRRlE

In quella giornata memorabile i nostri avversari perdettero fra. Astico e Brenta fra morti, feriti, prigionieri e dispersi ciraa , 60.000 uomini; noi perdemmo 6.000 U()mini. Sul fronte del Grappa, non si ebbe una vera e :Propria contropreparazione anticipata; ma . la, nostra contropreparazione d'artiglieria. fu immediat a perchè seguì immediatamente o qua.si lo sferrarsi della prepàra.zione avversaria, cioè verso le ore 3 del mattino. Anche qui, l'irruzione della, fanteria, urtatasi in una difesa o.ccanita, si frazionò in poderosi attacchi contro le nostre posizioil1i, e dopo il fallito travolgimento di fotta l'organizza,zione difonsiva,;· si concluse con alcuni successi .locali, tutta.via di importm1za non tra,gcurabile,· ma pagati a prezzo altissimo. _ L'infiltrazione· più pericolosa. avvenne sul fronte del nostro · · IX Corpo d'Armata, fra il margine occidentale del Brenta e la Valle di San Loremo. Le truppe d'attacco (54a. Brigata della 27" Divisi,one) .a. costo di grandissime 1pP.rclite riuscirom.o a mettere piede sul Col Moschin, Col Fenilon e Col Fagher9:n. Questa occupazione avrebbe potuto avere larghi e pericolosissimi svilup1Pi nei nostri riguardi per la Valle di San Lorenzo ; ma occorreva però che fosse sostenuta dalla 53a Brigata cli rinca1zo, e possibilmente dalla 4a Divisione (in riserva) che trova. vnsi a Col della Berretta.-Prassolan. Scrive il maresciallo Giarclino : La 53• Br!,gata non potè muoversi dalle linee di partènza, che aveva 9ccupat<> dopo l'irrui ione della 54à. a causa del nost1·0 fuoco aggiustuto cl.i. sbarramento. Ffo qui etliçacia perfetta ... dj un tiro organizzato a perfezione dalla difesa ... ... il rincalzo non potè avvenire neanche durai1te la notte, perchè il nostro fuoco aveva scompigliato talmente i due Reggimenti 25° e 34° (della 53a. Brigata), da compromettere subito, fin dallé prime ore, la situazione dei reparti già p'.Ò1:1'trati nelle nostre linee. La 53a Brigata era .st:ita riclotta a metà dei suoi effettivl

L'efficacissima. azione dell'artiglieria, qui è palese, norn soltanto ag1i effetti del combattime1Jto locale, ma :nel quadro generale della bat taglia. inteso a risolvere a nostro favore una sit uazione estremamente clèlicata. Erano rimasti in potere ,dell'n.vversario Col Moschin, Col Fenilo:n, Col Fagheron, gran parte dell' Asolone, il Pertica, alcune posizioni nel sistema del Grappa, il Sola.rolo. Ma vigorosi nostri -

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LA BA'CT'AGLIA DEL PIA VE

contra tta:cchi, efficacemente e fraternamente sostenuti nella, regione occidenta.le an che da. una ma'ssa di 20 batterie di medio calibro; aippai'tenenti alla destra della ea Armata, e, più pr ecisamente all'a,rtiglieria a;1 XX Corpo d: A1·mat a agli OI·dini del gen, Giacomo Di Marsciano, r istabilivan o in parte, prima di 1, sera, le posizioni perdute . . Nel paragrafo 5° daremo 1iotizie più part icolareggiate su questa artiglieria il cui intervento rar,ido e tempestivo scompaginò l'attacco · nemico. . A. proposi.to -delle aspre lotte dell' Asolo11e il maresein.llo Giardino seri ve : Gli artiglieri hanno fo1·t(' men,te combattuto fiug all'ultimo çoi fanti; la bal·teria d ~ can:ipagna (ciel 500 Reggimentò) deve abbandonare i pezzi as110rta uclo11,• . otturatori ecl alzi, la battena da montagna (61"-) non cessa ìl fuoco che a 1wc1ic:<> già irrom1)ente e riesce ancora a pottffre via t pezzi ; aprendosi il passo corp9 a corpo, a prendere nuova posizione stt! Cost\)Ue dl Ost.!,·ri:i. <lel_la Cibcra, ed a riapriJ:e i l f uoco. In Val San Lorenzo, i bombal•<lieri èoruhatto nò · da fanti colla v:'1lorosa Brigata Btn·i. ed arresta no ogni progresso avversa rio. La 92• batt.eria bombm·cle du 58 A guicl~tu dal suo valo roso· Co1~1a1Ùlàute, che assumeva anche il comando della fanteria rimasta sen1:a uiliciali. riusciva fJ fermfn·e il nemico. S ull'Asolone anc:oru, gli artiglieri si riunirono ai fanti per il contrattacco . e per la riconquista della quota. 1.503, e ricimquistano anche i loro pezzi momentanea mente abbandonati. ..

E il mares<:.ia.llo Caviglia cosi si esprime : Sul Grappa gli austro-ungheresi, dopo fl primo fortunato successo, furono arrestati dalla nostra artiglleria, cos_icchè po tenmio riprendere .completamente le nostre linee nel secondo giorno.

Nel giomo 15 e nella not t e tra il 15 ed il 16, sui' fronte mont ano così delicato, la tanto strombazzat a offensiva del maresciallo Oonrad, ehe a.vrebbe òovuto essere decisiva non meno di quella sul basso Piave, è virtualmente e~aurita,. La ,superba reazione dell' a.rtiglieria, che d?mina nettamente quella avversaria, e la violenza eolla quale i nostri magnifici batt aglioni, ove sono stati momentaneamente respinti, rimbal?:ano al contrattacco : è già la vittoria. · Nei giorni seguent i l 'iniziativa passerà completamente nelle nostre mn,.u i, inte,sa. a togliere al .nemico _quant'altro ancora gli resti dello scarso gunda,g no assai caramente ottenuto. -

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LA BAT'l.'AGLIA DEL PIAVE

Questo successo della massima importanza, forse decisivo nell'economia gener'ale della battaglia, permise al Comando Su[Jl;'emo italiano di disporre di tutte le riserve ed avviarle ver•so il fronte del Piave; per contro l'Alto Coma,ndo àustro--ungarico, - data la dislocazione iniziale, il suo pia.no offensivo così come era ideato, e l'andainento della, fronte - non poteva tempestivamente alimentare e sviluppare i successi -sul fronte del Piave r col farvi affluire le riserve, ormai inutili colà,, ma troppo loo1ta11e dal gruppo Conracl, nè poteva sottrarre al fronte montano Unità così dura.mente prova.te. · E' specialmente all'ef:fica~ia, della contropreparazione anticipata sul fronte montano, ove essa fu effettuata, che dev,~ intendersi quanto a proposito dell'impiego dell'artiglieria italia.na si legge nella pubblicazione (a,gosto UJ18) clell'I. R. Comando Supremo austro-ungarico: Es1perienze ricavate dalla battaglia del giugno· 1918 ·: ...L'interventò deJl'artiglieria itnliana era diretto principnlmente, nel tempo che precedette l'attacco, alle vie clÌ 'comunicazione, ai nodi stradali, alle biforca?:ioni. Questa attiYità con scop~ ben de.terminati e coscienti, '9stacolò in notevole misu ra i nostri preparativi. Nel corso dell'azione il f:.·uo fuoco f u poi inflessibile ...

...

Sul fronte del Montello il ne;mico, favorito da til'i fumogeni, dall'andamento del terreno d'attacco e da altre circostanze pro. pizie, riuscì nella giornata del Ì5 a, far passare sulla destra del Piave forti co11th1genti di truppa, e a progredii·e, :finchè i nostri contrattacchi e il fuoco della most ra artiglieria riuscirono a con- . tenerlo sn una linea che va da Casa Serena,, per Ba.v aria a Nervesa, all'incirea lungo la cosìdetta linea. dèlle corde .d el saliente. L'artiglieria dell'8" Armata , nonchè quella del Corpo d' Armata,· la.tera.le (XXIII , gen. Di 5}iorgio), mantengono sott,o il tiro implacabile Je fanterie avversarie, - i snoi p~mti e le sue passerelle. , · Scrive il maresciallo Caviglia : L 'artiglieria pesante dell'VIII Corpo d'Armnti:i, in batteria a sud cli Nervesa, 110n, lasciò le sue posizioni sebbene fosse minacciatn dall'immediata vicinanza del nemico. Alcune batt~rie P}"esso Arcade, a poche centinaia di metri dalla fante~·ia , austriaca, n0n riJ}iegarono... Esse battevano efficacemente J ponti nemici a :F1alzè...

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E U; AZIONI DELLE AR'.l:IGLlERl E

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LA BAT'l:AGLIA DEL PIAVE

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Efficacissimo risulta anèhe il fuoco delle bombarde fin dall'iinizio -d ella batta.glia.. In un diario della 13a Divisione Cacciatori che operava tra la foce del SoJigo e. iJ burrone Mercade.lla, si legge: Ore 3,55 ant.. .. L'azione delle bombarde nemiche persiste violenta e cresce di intensità e di molestia·. Ore 4,05 .... I l Ooµianclaute s i lagna dell'effetto opp'timente e micidiale deile bombarde avversarie... · Ore 4,25 .... è vivac~ l'n-1,ione delle bombal'de itt-t liane contro rivi e ~urronL ..

Questa caratteristica di· violenza e di efficacia del tiro delle bombarde, che pure ebbero a shbire in pieno il tormento della preparazione cli fuoco a,vversa.ria, . si manterrà per tutti i giorni della battagliaJ come già abbia.mo rilevato precedentemente cita nqo una pubblicazione ufficiale dell'Alto Comando austro-un gai;ico. A sera, no_n ostante la viva.. reazione delle nostre fanterie e del tiro· d'artiglieria, la pressione avversaria co1itinuava ·1potenti.ssima.· · Sul Basso Piave, cioè sul fronte della nostra 3" Armata., dopo lnnga preparazione d'artiglieria e abbondante impiego di p1·oietti fumoge.nt, che riuscir'ono a na,scondere in parte il tra-· ghetto e le prìme ondate d'a.ssalto, il némico attaccava vigorosamente e l'iusciva a :costituire due teste di porite, a· Fagarè in corrispondenza cl.elh~ strada per 1.'reviso,. e a 11:usile in corrispondenza, delta ferrovi:;i. San Dorn\.-~festr~. Altre colonne, che ruvevano passato quà e là, il fiume, furono annienta.te e cattura.te. · Naturnlmente il nemico si acca111i con ogni sforzo a. riunire le due teste di ponte fra. Zenson e Noventa del Piave; ma con. tra.ttaccato. e respinto dalle .nostre truppe,..e inchiodato dalle no-stre artiglierie, non riuscì nelFintentc,. ' · Appena delineato !'-attacco, furono ·fatti accorrerè 1n linea 2 Gruppi (uno da 102, l'ahro_da 149/ 12 1p.c.) che erano in rise,rvà d'Armata ed, as$egna.ti a.ll'XI Corpo d'Armata. In conclusione, alla fine della prima giornata di battaglia, alla.. fine cioè di quella. giorn_a ta che avrebbe dovuto vedere, secondo -ia certezza · austro-ungarica, le fanterie del gruppo Bo-282 -

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LA B.AT'.rAGLTA DEL PIAVE

rvevic dilagare oltre il Piave nella pianura veneta verso Treviso, e quelle del Coni·ad precipitare come valanghe dal ciglio meridionale degli Altipiani verso Vicenza . e Padova, la situazione era. invece la seguente, qnale la definisce sinteticamente il nostro Comando Supremo : Conservnt::i Quasi integr almente la f ronte i;;u!I ' Altipiano. di Asiago, arrestata l'avanzata dell'avversal'io nel Settore del Grappa, tenacem.,nte contrastate le pc;>tenti spinte nemiche nel Settore del· Montello, e sul Basso Piave a .Ponte di Piave e a :è\llusile.

Ed ora è interessante consultare i Bollettini di guerra emailrn.ti da, ciascuno dei <lue Comandi Supì'emi la. sera del 15 giugno. Vi si nota in entrambi un gr a,ndissimo riserbo, una severa parsimonia di notizie; ·contrastante colla, viole.nza degli avvenimenti (1) . Il ~ )llettino austro-ung,a.rico è assolutamente negativo. Da.l nostro, sobrio e severo, si leva t uttavia un altissimo squillo, come llln avvertimento a.Ua Nazione; alla Patria, minacciata: Dall'nlba di. stamane, il fuoco dell'irrtiglieria nemica, fortemente controbattuto da lla nosha, si è iJatensificato (lnlla Va-I Lagarina al mare. Sull'altipiano di Asiago, ad !)riente dc·} Brenta, e sul medio P iave, la lotta di .fu.oco ha nssu11to e mauti1:tne cari1ttere di estrema violenza . Nella zona del Tonale, le nostre vigili batterie tennero ieri sotto . il tiro le batte-rie avversarie, impedendo loro ogni tentativo di rinnovare l'attacco. Nella giornatn, ardite az~oni d.i nostre pattuglie port:nono il numero complessivo <li prigi~:mieri, lasciati nelle nostre mani dal nemico nella regione del 'l'oniile, a<l 11. ufficiali e 185 uomini dl truppa. A Cavazuccberina catturammo 16 prigionieri, materinli e armi,

E il Bollettino austro-ung~rico così diceva : Questa mattinn di bno:q·ora in diven,i Settori del fronte sucl-occidentale il fuoco d 'artiglie1·ia si è rianimato finò a<l nssmnere grande intensità. Sul fronte albanese nnod attacchi sferrati ieri. dai francesi coll'intervento . <li riserve 1,:0 110 falliti. ,

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Non è nosfro compito descl'ivere nelle sue fasi la gloriosa secondn battaglia del Piave, se non in quanto interessa in par(1) E ' tuttavi!I da tener presente, specie per i Bollettini successivi, che il . ritardo, pressochè sistematko nel i'endere cli rnbblica .ragione gli avvenimenti, 'è da sPieg:.irsi in par te colJa necessità <li accer tìlmenti, e <la ll'altrn con la rapi dità colla qua le gli avvenim<mti si s usseguirono.

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l!'l LE AZIONI DELLE ART[GLmRIE

t.icolare l'artiglieria, ehe della, vittoria fu fattore di enorme importanza. Dovremo quindi accennar-e alle sole fasi essenzial1 della bat. . . . taglia. Lo spirito estremamente vigoroso déìle truppe si era rivelato non soltanto nell'estrema resistenza, m,1 sovratutto nello slancio dei contrattacchi parziali, coi ·quali, attuata. la ,difesa elastica come era stata genialmeute concepita (e fu grave sonpresa . per l'attaccante), si rispondeva ~llà crescente pressione avversa.ria: A sera, il Comando Supremo poteva, a.equi.stare la certezza che il fronte di attacco non si estendeva ad occidente dell' Astico, e che più della metà dellè forze avversarie che avevano partecipn,t o all'attacco, aveva esaurito, almeno per il momentp, la propria. potenza offensiva. Tenuto conto, come si è detto, che la batta.g lia difens iva sul fronte montano poteva già, considerarsi virtnalme.nte vinta, il nostro Comando Supremo a,s segnava all'S.. e alla 3"' Armata, Grandi Unità della Riserva generale (e cioè la 50.. e la 13" Divisione all'S" Arma.ta,; la, 33" Divisione alla 3"' Armata); disponeva inoltre che le Divisioni di eavalleria 7", 2" e 4" fossero avvicinate a.I B8sso Piave, e ':'·hè le Di visioni 22" e 37"', dislocate nella re-giòne del Garcla,, fmisero avviate per ferrovia, fra Padova e Treviso.

* * * Nella giornata -del 16 giugno la saldezza ,d ella nostl'a. resi$tenza., ed il fallimento del piano offensfvo avvers.a rio. si andarono sempre più a.ffer-mando. Snll' Altipiano di Asiago . in seguito ai no$tri contra.ttacchi validamente appoggiati dall'artiglieria, fn ritolto al nemico quasi tutto quello ehe aveva potuto conqnist_are il giorno i.nnanzi. Nella z.0111a del Grappa il Col Moschin fu riconquistato dal IX reparto d'assalto che aveva in seconda linea 1 battaglione del 92° Fantei·ia. dopo che l' artiglieria del IX Corpo cl' Arma,t a (ala destra dell~. 6"' Armata) ,· aveva, potentemente prepa.rato l'attacco. -

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LA DATTAGLTA DEL P I AVE

Gra,n parte <lel terreno occupato dall'a:vversa.rio verso Cima Gra,ppa,, sul contrafforte ,di Case Tasson, e la quota 1470 verso l' A.solone, furono riconquistate. · Nessuna nostra, bocca da fuoco era. rimasta in mano al nemico, poichè le poche che furono dovutB inizialmente abbandonare,. e1'ano state riconquistate. Il fuoco ·dell'artiglieria nemica, in tutta la. battaglia, mette fuori servizio soltanto 7 bocche da fuoco nostre. Scrive il maresciallo Caviglia: Sul Grappa gli austro-ungheresi, dopo il p,r imo ·fortunato snccessio, f tuono arrestati dalla nostra artiglieri.a, c-osì che potemmo riprendere completamente le nostre linee nel secondo giorno.

Più seria era, inveee la situazio11e lungo il Piave·; sul Montello il nemico si sforzava, risolutamente di aD.arga.re la testa di ponte

riversandovi nuove truppe a costo. di grandissime perdite infertegli daJla, nostra artiglieria, che si prodigava senza tregua in tiri di sbarramento, ed in tiri di distruzione dei ponti, e in tiri di in terclizione. I 1Progressi avversari, nonostante tutto, furono molto liu1itait,i . .. Nel pomeriggio, la 13• e fa 50"' Divisione,. assegnate rispetti,;,amente a111 ,rn1 e al XXVII Corpo ,cl' Armata, iniziarono una serie cli èontrattacchj che, se no:n riusdrono in quella giornata a riC'n cciare il ,nemico, valsero però ad arrestarne i progressi ed a fo,sare la posizione. Invece cioè che dilagare nella, pianura. ,1eneta., l'avversario era già, vincolato dalla. necessità di difendersi, e per· di più di difendersi nella, precaria situa,zione cli a.verç un fiume alle spalle. Non meno strenua fu la lotta sul Basso Pia.ve, ove il nemico si sforzava di salda.re Je sue teste di po1I1te di Faga.rè e di Musile, senza, però riuscirvi grazie aJl' a.bile e tenace resistenza del XXVIII Corpo d'Armata. Alla sera <li questa seconda giornata di battaglia, il Comando Supremo assegnava alla 3"' Armata le Divisioni 7"', 11" e la, l°' d'assalto, e nuove artigli~rie all'8" A.r mata. 1 Bollettini di guerra non possono ormai tacere a.ncora la -

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E LE .AZlONl DELLE ARTIGLlER IE

grande ba.ttaglia che àvva.mpa. dall' A.stie.o al mare. Leggiamo nel. Bollettino del Comando Supremo italiano del 16 giugno: Una grande battaglia è in c9reo da ieri sulla nostra fronte. Il . nemico, dopò una pri:)r,arazione d i ar tiglieri a eccezionalmente intensà per vio,!enza di tiro l' r:ulllero .<ì i bocche da fuoco impiegate, hà iniziat-0 la sua attesa offensiva, lanciando . ingenti masse d i fa nteria all'attacco delle nostre posizioni del Settore orientale dell'alt ipiano di Asiago, d el fondo d i Val Brenta e del Mpnte Gra,p pa , tentando in J)j ù punt\ il passaggio a viva forza del P iave, ed eseguendo forti azioni locali a s copo dimostrativo sul rilllanente 9ella fronte. Le nositre fanterie e quelle d ei conti11genti alleati sopportarçmo impavide il tprmento del tiro cli distruzione, e<l appoggiatè d al fuoco cli sbarramento <lelle proprie artiglierie, che già avevano accor tamente pr evenuto la preparazione :ivverstnia con tempestivo e mici<liale fuoco di cirntropreparaiione, sostenner.o bravamente l'urto nelllico nella iona avimzata cii clifesà . Lungo i 150 Km. di fronte pi ù i ntensamente attaccatL le potenti coìonne di assalt o 11emiche, nello sbalzo inizia le occupar ono soltan to alcune posizipni di .11rima linea in regione di Monte Valbella, nella zona d ell' Asolone, ed all a testata <ìeJ saliente del Monte Solarolo. Alquante tr upp!;! 1·iuscirono a pas:sare !:!lllla destra del Piave nella zona di Ncrvesa e nella regi~me Fagarè-Musile. Nellà giornata s tessa i. nostri inii,iarono su. Lnlta la fronte energici .contrattacchi mediante i qua li riuscirono a contenere la vfolentissjma pressione avveri:;aria, ed a riconqu istare buona p.;irte del)e posizioni temporaneamente cedute; su qualcuna delle gnali, per a ltro, m1clel isolati, con fulgi,clo ,,alore avevano seguitato a man tenersi ad ogni costo. ! L a lotta, non dimin-qitrt {li vioienza nella notte, continua accanita, ma le nostre truppe tengono saldamente ln f ronte sull'alt ipiano di Asiago, han no ripccupato completamente· Ie pr imitive 17osizioni sull' Asolone e<l al s-alh!nte di Monte Solarolo, e serrano da presso le fnnterie nemiche passrtte su.l ìa destra cld Piave. 11 nmuero elci prigionieri :;:inora ~cce.rtati supera i 3.000,. fra i quali SH Ufficiali. Gli av iatori nos.tri e alleati concorrono potentemente alla batt:iglia, bombardando i 1111nti cli passafgi.o del Piave, e mitragliando le trnppe nemiche ammnssate : 31 vellvoli nemici sono stnti abbattuti.

F, cosi si espdmeva il

Bollettino austro-ungarico:

Ieri mattina al Piave ed al due.lati del Brenta, le nostre Armate, dopo parecchie ore <li f u.oco di massa delle :irtiglierie, sfor'rarono l'attacco contro gli italiani ed i loro alleati. Il gruppo d'esercito del FeldMaresciallo Boroevic forzò in nume1·osi punti il passaggio del Piave in pi<c'lla ; il Corpo <lel Colonn. Gen. Wurm; fiaccata l'aspra resis tenza presso San, Donà ed ai due· lati d el13 ferrov ia Oclerio-Treviso, conquistò su larga fronte le posizioni 11em)che; le., truppe del Colonn. Gen. arciduca Giuseppe :::i impadronirono dì sorpresa delle opere (li difesa. nemiche del Mont ello ed irruppero ìn que!la .regio11e.

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L.-\ BA:l'l'AGLIA DEi; PIAVB;

Il Gen. di C"urnlleria pritH.:ipe Schonnburgh fu ferito da una granata durante l'avanzata del su9 Corpo ... : .. Anche il primo assalto ai tlue lati del Brenta l:!bbe succes,so; rotta la resi. stenza nemicà e superate tutte le difficoltà della frastagliata e boscosa regione, lP. nostre truppe si spinsero :n molti luoghi sino alla terza linea nemica, dove caddero prigionieri in mano nostra italiani, franc~sj ed inglesi. I vantaggi co9ì 1·aggiuntì poterono essere scio in parte ma ntenuti; ad oriente del Brenta il M. Runiero dovette venir nuovamente abbandonato davanti ai contrattacchi sferrati con fotze superi.ori nemich0, sostenuti con fuoco di fianco delle artiglierie. l!"'rattanto gli · italiani lanciarono inutilmente all'attacco i loro battaglioni compatti contro la linea da noi conquistata sulle pendici settentriona'ii del Grappa, Nella regione boscosa dei Sette Comuni i nostri Reggimenti si urtargno in un gruppo d'attacco giil nei giorni passati preparato dagli italiàni, davanti all'assalto del quale a bbiamo dovu to sigombrare una pa·rte del terreno conquistato ...

* * * Nella giornata, del 17 la lotta, limitata ormai a combattimenti sporadici qua e là sulla fronte montana, con alcuni nostri successi locali, tra i quali la riconquista del Pizzo Razzea, scema alquanto d'intensità anche sul Montello, tranne alla destra ove la 48a Divisione· argina nuovi e potenti attacchi avversari. Sul froo te della 13" Divisione Oacciato1;i_austriaca, che aveva brillantemente contribuito al :primo sbalzo in avanti nella zonà del Montello, le cose neanche va,nnQ più tanto bene, e la nostra artiglieria imbriglia ogni nuovo attacco. Leggesi infatti nel citato Diario austriaco: Ore 16... Il nemico dopo le ore l4 intensificò il già violento fttoco delle proprie àrtiglièrie che divenne addirittura infernale .. . Il II Battaglione del 25° Cacciatori non I)Otè avaD?:are oltre la line.a delle alture, dato che non glielo permetteva il fuoco accelerato dell' avversarlo. A causa del potente t_iro nemico... verso l'ora del crepuscolo il I Battaglìone del 24° Cacciatori venne richiamato nella. vecchia posizione ....

Sul Basso Piave invece, l'avversario intensificando le sut1 già forlllidabili pressioni; riesce a congiungere le due teste di ponte di Fagarè e Musile. Sui ponti si intensifica l'azione delle nostre artiglierie, ed aJla distruzione non sempre può seguire da parte avversaria· il · riattamento. Le speranze ·dell'avyersario si dissolvono sempre - ·288 -


E LE AZIONI DELLE Ait'rlGLlERIE

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più alla luce della realtà, realtà, che tuttavia non si può ancora apertamente coa1fessare alle popola,zioni dell'Impero, sempre e troppo :fiduciose. E' ormai evidente che la battaglia sta per •p rendere ,n uova :fisionomia; le situazioni sta11no per c_aipovolgersi. Gli stessi Bollettiui di guerra delle due parti in lotta ne danno già la sensazione se si leggono e si interpretano riferen. doci alla ,presuntuosa, certezza dell'ancrsa,rio che, . alla vigilia di sfenare l'offensiva, riteneva sicura una vittoria travolgente, per la, quale erano stati appro:1-1tati mezzi in maggior copia che per ogni altra. precedente offensiva, ed era.mo stati. preparati gli animi all'immancabile successo. Gfà si eomincia da parte avversaria a, sopravalutare per il pubblico ogni minimo progresso a.Ho scopo di nascondere per qualche tempo ancora il colossale insuccesso. Sul Bollettino austriaco del g'iorno 17 si legge: ... Sulla fronte montana òel Veneto, raz!oné guerresca fu ieri molto iimitata <lai maltempo e di:tlla nebbia. Ad ovest del Brenta Jteggimenti delle Province alpinè, ad onta òi attaccll, violenti, mantennero le llO$izionj di mon tagna conquistate il giorno prima, Nella r egione C-Oll.inosa del Montello, le Divisioni del Feldmaresciallo Lodovico Goiginger avanzarono, combattendo, le loro linee verso occidente. Ai due lati deila ferrovia Oderzo-Treviso forti attacchi italiani fallil·ono. Le truppe del gen, cli fanteria Von Csicserics, avanzanti all'ala sinistra del gruppo d'esercito del maresciallo Von Borpev'.c, strapparono al nemico nuovo terreno eçl occupu1·ono Capo Sile.

Il giorno 18 fu an ch'esso eontrassegna.to da lotte episodiche dall' Astico a. Nervesn, e da accaniti eombattirnenti sul Basso Piave ove, a scarsi progressi nemici verso Saletto, fece riscontro una brillante azione del XXVIII Corpo d'Armata colla 1• Divi-· sione d'assalto ehe portò alla, riconquista della linea Fossalta0-a podargine. Nei giorni 17 e 18 l' azione dell' artigUeria contro le truppe avversarie, passate sulla destra del Piave, era ,d iretta a sbarrare ln i;itrnda, a,d ogni ulteriore avanzata, :vietare ogni rifornimento cli nomini e di mezzi ai repa.rt'i che presidiavano le teste di 19

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LA BA'l'TAGLI.A. DEL PIAVE

ponte, infliggere loro perdite e disagi t ali da rendere difficile la vita e il 1Permanere di qua del Piave. Il nostro Bollettino di guerra del 18 giugn o scosse profondamonte l'animo di tutti gli italiani per l 'esaltazione delle nostre magnifiche truppe nell'epica lot ta già ormai vittoriosa. Come nel Bollettino del 15 giugno suona già Fammonimento della suprema vigUia, così in questo vibr a l ' a,r,d ente a,ppello alla resistooza, poiehè Ja vi.ttoda sta per essere nostra , ma richiede ancora sacrifici e sangue. Lo riproducia.mo per intero : La violenza della IJuttaglia, atlenua ta alquanlo sulla fl'gnte montana, va crescendo sul Piave; nella giorna ta di ieri la 8• Al'wata ba sostenuto il 1>0<leroso sforzo nemico con l'usato ,·alore. Di fronte a 1ì:Casernda e Candelù rinnovati t..:nlativi di. stnbilire m1ovl sbocchi sulla destra del fiume sono stat~ snnguinosawcu1·e 1·espi11tl. · Da Fossalta e Cnposile, la lotta ha imperversato fier!s;iima e senza posa. Formidabili attacchi nemici si souo alternati con nostrj_ contrattacchi; inizi di vigorosa ava nza ta s9no stati frantumati dalla nostra resistenza ed arrestati da nostre· azioni coùtrom:msive. Lrt lotta ha sostalo soltanto a t arda nottè. Le valorose trup,pe dell' Arn1ala oono state s trenuamente provate, ma l'avversario non ba potuto aumentare la prpfonditlt <I ella fascia, entro la quale da 4 giorni 11 combattimento impen·cn:u; 1.550 pr:glonieri sono restati nelle nostre mani. Gli av)ntori hanno continuato a prodigarel instancnb!lmente intervenendo efficacem ente nella ba ttnglia sotto la pioggia tlirottn . Sul margine settentrionale del Montello riusaldammo la 11ostra occupazione Htl fiume fino a Casa Serena. :l\el Pomeriggio il nemico dal snllente nord-orientale <lel monte sterrò dne nttaccbi in ·<llrczione sud,cst e sud-ovest : il primo venne nettamente arrestato a(] or_iente della linea scgnnle 270 nortl-cst di Giiwcra; i.l ~-ecoudo fu contenuto immcdiataro('nlc a sud della ferroda S. Marco-S. Andrea. Nella regione del Grappa respingemmo parzinli attacchi nemic~ ecl eseguimmo riusciti colpi di mano; venne preso un centinaio cli prigionieri. In fondo Val P.renta e acl orie11te della Val Frcnzcla, pnntntc nemiche vennero prontamènte arrestate. Al margine orlentnle dell'altipia no di A,sìago, punte nostre strapparono ail'avversario il Pizzo R az1..ea e le alture a sud-est di Sasso, 1>rendeudo circa 800 prigionieri. Reparti nostri e del eonlingente fr ancese attaccarono fortemente, guadagnando terreno, 11 costone di Costalu.nga, e vi catturarono alquantl nemici ... Il contegno delle truppe nostre e alleate nella battaglia è ammireYole. Dal1o Stelvio al ma re, ognuno bn compreso che il nemico non deve assolutamente passare ; ciascuno dei nostri bravi, che difendono il Grappa, ha sentito che ogni palmo dello storico monte è sncro _alla Pntrla. Frn tutta l'artiglieria nostrn e alleata, cui spetta particolarmente Il vanto

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E LE AZIONI DELLE ARTIGLIERIE

di aver spe,:zata l,t prima foga dell'assalto nemico, specia)e onore va res9 alla 7a e 8"- batterie del nostro 56° Reggimento da campagna che, restate imperterrite sul Col )foschi.o circondato, si opposero al nemico sopra una unJca linea nella quale a lato dei cirnnonl, artiglieri e fanti gareggiarono i_n bravul"a.

A questa lirica . pagina clell'erois;mo italiano fa riscontro il modesto Bollettino a,ustro·-ungarico, che 1nella sua laconicità già nastonde la c.onfessione dello sfortunato valore e della sconfitta.: La batt.~glìa nel Venet9 proc!!de nel suo cono. L'Armata <lei Colonn. Gen. barone Von vVurm guadagnò terreno in numerosi punti; la sua ala n1eridio·n ale raggiunse in aspri c6mbattiroenti il canale della Fos:;etta. Il colonn. gen . .Arcidn.ca Giuseppe r afforzò ~ suoi successi sui' Montello guadagnando ·nuovo terreno. Contrattacchi italiani falliron o... Ai due lati del Brenta, !i nemico sl slanciò i1wano contro le nostre poSi,:ioni; anelfo a sud di .Asiago si ebbero, altrettanto vani, parecchi attacchi degli inglesi ...

Il giorno 18 la situazione per il Comando Supremo è chiara., perfettamente definita. Facilitato dalla vittoria iniziale sui fronte montano (nella quale tanta, pa,r te ·prepom:leraa1te ebbe l'a.rtiglieria) il gioco delle riserve e dei conseguenti contrattacchi.; reso effimero il successo iniziale avve.rsa,rio coll'attua,zione della difesa elastica che ne sconvolge completa.mente i piani; constatato infine l'altissimo s1Pirito combattivo -delle truppe, il Comando Supremo decide una controffensiva in gramcle stile nel Settore del Montello ·da effettuarsi il giorno 19. A tale scopo i1 Comando Supremo mette a disposfaionè delJ'S• Armata : -

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il XXX Co-rpo d'Armata (del qua)e avt,va già dato In 50• Divisione), il XXII Corpo.d'Armata,

nonchè tre Battaglioni d'assalto;

mentre alla 3a. Armata, a.ssegna : -

l a 22a Divisione.

Contemporanea,m ente il Comando Supremo si preoccupa di 1·ieostituire fa riserva genera.le (8 Div.isioni di fanteria e 2 Divi291-


LA BNl'TAGLIA OIDL PIAVE

sioni di cavalleria), e fa affluire all'S" Armata forti rinforzi di artiglieria. L'azione principale nell"azione controffensiva è affidata ai due Corpi d'Armata XXX e XXII oopracitati con direttrici ri. spettivamente Casa Serena-Falzè e Nervesa-Falzè, onde recidere alla base il saliente nemico. Alle ore 14 del giorno 19 la nostra artig·Heria sferra un violentissimo fuoco di preparazione, inteso a: battere e distruggere i ponti, ed· a demolire i due capisaldi di Casa Sereua e Nervesai e le altre sistemazioni difensive. Cooperano effic·acemen te le artiglierie delle Armate laterali 3a e 4". La preparazione del fuoco dura un'ora e mezza, e ricorda come violenza quelle delle grandi battaglie sul fronte dell'Is'onzo. Alle ore 15 e 30 le fanterie muo,ono all'attacco, strenuamente contenute da.I difensore. Per tutta la giornata, agli attacchi ed ai progressi rispondono contrattacchi risoluti coi quali l'avversario cerca di liberarsi deI1a crescente morsa mortale fra il cerchio di fuoco ed il fiume, ingrossato da illllprovvise piogge. Nel campo avversa.rio l'accanimento e la delusione hamno ormai già il loro effetto negativo. Da 1111 diario di una delle Divisioni austro-ungariche. a proposito di ordini ricevuti circa la sostituzione delle t rnppe in lin elì si legg·e : ... Quest'9rdine pervenne alle truppe appena nelle prime ore del mattino del 18. Fu impossibile eseguire di giorno quanto in esso comandato, e purtro1>po nean-

che dopo a causa dei coot.inul assalti nemici cl.le ormai avevano esaurita ogni energia.

Nervesa e la ferrovia di Nervesa sono raggfonte. Nella citata pubblicl'lzione (« La battaglirl del Pia,,e ». ,pag. :5:-i) del 'ornand o Supremo, si leg·ge : L'artiglieria. r>er quanto schierata in camll-0 uperto come io guen·a di movimento, ave,a assec9ndnto mir:ibllmente l'azione sin coi tiri di distruzione e d'annientamento precedenti all'attacco, sia dur:rnte l':1ttacco stesso con tiri di n.ccomc pagnomento e con quelli di sbarramento che, i1• pnrticolare, giovarono :i fermar€ U nemico eontrattaccante, allo !>bocco di Ner,esa.

I risultati ·delfa controffensiva non furono grandi quanto a riconquista tenitorin le. ma fissarono il nemico e segnarono net-

292 -


E LE AZIONI DELLE ARTIGLIERIE

tamente la .fine d'ogni sua iniziativa. su tutto il fronte, inizia.tiva che passava ormai definitiva.mente al nostro..Comando.E lllel Bollettino di guerra in data, 19 giugno del Comando Supremo italiano si legge : Le nostre artiglierie, con micidiali c9ncentramenti di fu oc·o, non hanno dato tregua alle eno·r mi masse. nemici.le ferm e lungo la linea <li battaglia e in moviment-0 nelle retrovie. Sul Piave h1 mattina di· ieri fu calma, ma nel pomeriggio la battaglia divampò ancora furiosa. I furhJsi t~ntativi nemici <li passare sulJa riva destra da Sant'Anclrea a Candelù furono tutti respi,nti. Sull'argine del · fiume fra Candeliì e Fossalta, la strenua cÙfesa <lei nostri mise a dura prova l'avversario, il clli impeto si infranse di fronte all'incrollabilè bravura delle n9stre fanteri e. Egualmente intensa, ma su fronte più vasto, la lotta imperversò nel Settore Fossalta-Sudest di Meolo, a nord di Caposile. L'avversario,' incalzato da noi, si difese disperatamente e ogni palmo <li terreno è stato teatro di epiche lotte, alle quali gli a~roplani nostri e alleatJ ha~no contribuit.9 <lai · cielo colpendo, con 15.000 chilogrammi òi pr oietti e diecine di migliaia <li colpi di mitragliatrici, i vulnerabili bers.1gli delle truppe nemiche, C'(}strette in spazio angusto sulla M stra òfl /5.ume. La 1a Divisione d'assalto e la 3l3 Divisione fanteria, le Brigate Volturno e O:rnerta hanno ben meritato l'onore di speciale citazione. La battaglia continua accanita, e _il nemico, pur di conservare qualcuno dei vantaggi iniziali conseguiti, non bada alle perdi.te ingentissime che <la 5 giorni la npstra fanteria, i nostri cannoni e i nostri aviatori incessantemente gli infliggono . ...All'elenco glorioso dei reparti citati ieri ad esponente del valore òi tutto l'Esercito meritano di essere .aggiunte tra le truppe della ferrea Armata del Grappa ... la 3• batteria. del 50° artiglieria da campagna, la 61a e la 152"' batteria da montagna: la quale ultima prese s-a l<lo posto nell'epica schiera che tenne il giorno 15 la difesa del Col MoscMn.

Il Bollettino di guerra a.ustriaco per il giorno 19 è ancora modesto e in tono minore. Del resto ormai la verità non può più essere nascosta. alle popolazioni de)]'Impero; occorre soltanto aò<loldrla, ed a questo provvede, come può, la. stampa politica. Così nello << Arbeiter Zeitnng )) del 19 giugno si leggono queste melanconiche parole : La situazione di chi si spinge oltre il fiume, r imane cr/tica durante questa operazione. Bisogna quin(li attendere prima di clar<:> un giudizio 1,mlla riuscit1i della manovra austriaca.

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L A IlA'l'TAGLI A DEL PIAVE

** * Nella giornata del 20 giugno continua la nostra. pressione controffensiva· sul Montello, ed i dispetati tentativi di riscossa dell' avversar io, ormai abbranca.to _a lla gola.. Sul Basso P iave invece, il nemico m.on desiste ancora da Yelleità offensive ma:ndanclo inutilmente al massacro le sue fanterie che combattono ormai senza sper anza. Nella stessa giornata del 20. il .Comando Supr~mo ordina il seg·uente rinforzo d'a).'tiglieria alle Armate 3a e 8" : -

La l• Armata darà ulr8• Armarn : :_ l Gruppo cannoni da H 9 .-\ - l Gruppo cnnnont da 105 - 1 Grnppo di obici da 140 r.c.

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La 4• Armata da rà all'S• Armata: - 1 Gruppo cannoni da 14!) .\ - 1 Gruppo obici dii H9 p.c. e alla sa Armata : - 1 Gruppo cnnuoni da lOJ e piazzerà inoltr~ nella zona d' AS9lo-Cnerano le 2 batterie da 30:; e .te 4 batterie da 280 già messe a disposizione del Comando Generale di Artigliel·ia per le lince arretrate;

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Il Comando Ge nerale cli Artiglieria clnri1 alla 3• Arm nl f1 : - 2 Gru ppi mortai da 210 - 1 batteria cannoni da 149 .i. spostati r ecentemente da Legnago a PRdova;

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Le bntterie _da 305, da 105 e cannoni _d a 149 A devono essere pasrote dietro la linea del Va lilo-Campo di '.rreviso-1\'lontebelluna.

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Il nostro Bollettino di guerra alla sera di questa cruenta giornata accenna alla violenza degli assalti nemki ed alla poderosa nostra reazione : Sul xlontello e l ungo Il Pia,e la battaglia continua aspra e senza tregua. ~ ella sel'ata di ieri nbbìamo rlcucciato il nemico a nord della ferrovia di Montebelluna, e fatta lndietreggial·e alqu.anto lit sua intero f ronte d'attacc9 verso il saliente nord-est del Montello, cattur:rnclo 1.226 prigionieri e numerose mi traglia tr ici. Lungo ìl Pia,·e la lotta, condotta dnl nemico con decisione e ardimento, e sostenu ta dai nostri con grande tenacia e grande bravura, fluttua acca. uita s ulle prime linee. L'avversa rlo nel pomeriggio cli ieri, lanciando :ill'attacco truppe fresche e

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E LE MUONI DELLE ARTIGLIERIE

numerose era riuscito in un primo tempo a guadaguare alquanto terreno <li fronte a Z<!nson; ma pt·ontarucnte contenuto, fu poscia costretto ad arretrare dai nostri riucalzL subito accorsi. Le nostre truppe con energici contrattacchi parz.iali riusci1·ono a riclune for tcmcute il Settore di lotta ad occidente di San Donà; 513 prigion~eri rimasero nelle uostrp mani.

Se da parte nostra è chiaro il ricoooscimento del valore ·dell'avversario, quest'ultimo non è meno esplicito nel suo Bollettino di guerra dello stesso giorno : ... La battaglia del Veneto continua. Il nemico cerca cli impedire la caduta di gran parte della fronte sul P iave

con v\olcnti contn1tt::icch_i comlotli con ae:c:anita tenacia e combatteuclo aspramente.... Nella regione del .M:o.utello la lotta. ragg)unse la violenza delle plù grandi .battaglie carsiche, in certi luoghi gli italiani spjnsero a.vanti fino a sei volte con. secutl\""e le loro colonue cli attacco.

Ci avy1.c1mamo alla conclusione della battaglia, violenta non meno che all'inizio. Gli austro-u:nga.rici combattono ormai colla :forza della disperazione, i nostri coll' entusiasmo dei viincitori ; qui la batta.glia non ha più storia che si presti al dettaglio. Nelle giorna te -d el 21 e del 22 l'artiglieria intensifica, il suo irpp) acabile martellamento sulle truppe al di qua del Piave e sui ponti, continuando sistematicamente l 'opera di distruzione col cnncorso anche dell'osservazione aerea. Rinforzi d' artiglieria sono sopraggiunti dalle A.rmate ~\. 6~ e 4a. alle 2 Arma.te 8" e 3a ancora impegnate nella battaglia. Gli ultimi Rttacchi austro-u ngarici non hanno in questa fase a)t1·0 scopo che qu ello di mascherare i preparativi di ripiegamento ormai deciso. _Assai eloq uente e nobilment~ sincero è ,perciò il Bollettino austro-ungarico del giorno 21. nel quale si legge : li nemico continuò anche ieri cou r innovata violenza I suoi sforzi per strappare l successi cla noi raggiunti ad occidente clel Piave. I suoi !':'acrifici furono vani. Tutti gli assalti fallirono contro l'incoerclhile resistenza delle nostre eroiche truppe. A speciale violenza. si inasprì la lotta sull'altipiano del Montello, dove nel trinceramenti, in tutta fretta scavati da!lc Div).sioni del Feldmare&eiallo Goi-

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LA BATTAGLll DEL PIAVE

ginger, si sfase;iarono le continue ondate d'assalto <lei nemico. Dappertutto In lotta si svolse in una lotta a corpo n COJ'J)O. Su ·dl una lungbezza òi 2 _Km: di ·fronte il nemico spinse neJl11 lotta le sue tru ppe <l'ass11Jto per 11n totale di 8 Reggimenti allo S<'Opo ò! far crollare Il vallo eretto dai nostri brnvi. Il valorpoo contegno <lelle nostre forze costrinse gli italiani a lanciare in b11ttaglia riserve su riserve ....

Nella regione montana lievi combattimenti delle artiglierie. Ormai il ripiegamento austro-ungarico è in pieno sviluppo. Nel nostro Bollettino del giorno 23, ché· riassume ·g li ultimi aneliti della battaglia durante la giornata precedente, si legge : .... Per il valoroso contegno tenuto nella battnglia, meritano l'onore di i:>nrticolare citazione ... il 41° e il 51° artiglieria da campagna, le batter ie da campagna 3& del 34° Reggimento, ua del 3, 0 , 14a di_obici pesnnti campali, e la 462a batteria d'assedio ...

Ed il Bollettino austro- ungarico dello stesso giorno prepa,ra finalmente la strada alla verità, che verrà lanciata al mondo il gior.no seguente, ove dice testualmente;

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Anche ieri i combattimenti al Piave furono òi vigore Hmitato. S0ltant9 al. l'ala meridionale della nostra fronte , il nemico riprese i suoi contrattacchi; del resto ovunque ,persiste la lotta delle ar tiglierie. Le piogg/e diluviali cbe duran te la settimana scorsa hanno impe~versato quasi quotidianomente sul Veneto, allagand9 vasti tratti di pianura, banno moltiplicato ane nostre truppe le fatiche e i !:>llcrifici della bnttaglia. Il Piave si è trasformato in un torrente impetuoso, i cui vo rti_ci <li acqua h anno r eplicntamente fatto interrompere per diverse ore le comunicazioni tra l~ d ue sponde opposte, si.ccbè soltanto superai:<19 le maggiori difficoltà è possibile rifornire i combattent! alla fronte del mi nimo indispensabile di viveri e <li munizioni. Tanto maggiore riconoscimento $i òPve quimU tribntnre alle truppe, la cui forza comhattivu rimase intatta anche in tnli crlticissime circostanze.

Sono innegabili. il disordine e 1e 1m1ggiori difficoltà creati dal maltempo e dalle piogge nena già precaria situazione dell'avversario, stretto tra, il finme e il cerchio veemente dei nostri contrat tacchi. Ma è altrettanto innegabile che il voler attribuire il r_ipiegamento all'ingrossamento del finme, non era un giustifieato pretesto per soddisfare le m~sse popo1a,ri delJ' Impero , poichè se il t ravolgimento de11e nostre truppe sul fronte mo111tano e sul Pia.ve fosse riuscito, e l'avanzata nemica avesse raggiunto almeno fa profondità. necessaria per sohrarre le siponde del Piave -

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E LE

AZJONI DEI,LE .AR'.l'JGLIERJE

e i pont.i al tiro distruttore delle nostre artiglierie, le piogge e ]'ingrossa.mento del fi ume non avrebberc, :pot-u to-mod-i:fica.re, come ora si pretendeva, l'esito della battaglia. . Scrive il maresciallo Caviglia (pag. 84 <lell'Opera citata) : Iloroèvic seppe il giorno 16 del rovescio sobìto da Conrad soll"altip:ano, e ùisse che doveva ritirare le sue truppe dietro a; Piave. Continuò invece l'attacco 1:'CT Jl giorno 19 chiese il ~·inforzo di i Divisioni (questo numero però non è sicuro). Po1chè era possibile inviargliene soltanto 3, dichinrò cbe non insisteva e <:he si snrebbe ritirato sulla sinistra del Piave Del resto il livello del fiume raggiunse !I ruassimo nelJa giornata stessa del 18: (10))0 le ore 20 del 18 giugno il livello cominciò a decrescere, e la sera del 19 era disceso all'altezza normale.

Nella notte da.I 22 al 23 il ripiegamento nemico fu iniziato i:n massa, dopo che fo1:ti a,liquote di materiali e di mezzi nonchè vari reparti erano stati posti in salvo alla spicciolata nelle due notti precedenti.. Implacabile il nostro fuoco d'artiglieria accompagnò quell'esodo affrettato e talvolta tumultuoso lungo i ponti e le passere1le ancora servibili, mentre le nostre fanterie avanzavaino su tutta la·linea e travolgevano gli elementi ritardata,r i, tendendo rapidamente a raggiungere la. ..sacra. sponda _del Piave. E' così che il nostro Bo)]ettino di guerra del 24 giugno grida a.Jl'ItaJia : ' La giornata di ieri ha coronato la nostra vittori.a , A9dossato al Piave in spazio sempre più ristrett.9 dalla ferrea pressione deJJe nostre truppe, fulminato senza tregua dalle artiglierie e dagli aeroplani, l'avversario, dopc, essersi <Usperatamente tenuto per otto giorni, a costo di inau<liU sacrIBci, $ulla ùestra del fiume, ba iniziato 1a notte <lel 23 il ripiegnme·nto sulla sinistra. Il passaggio, eseguito sotto jl nostro tiro micidiale, è continuato llella giornata di ieri protetto da un forte schieramento di artiglieria e da truppe di copertura che, dopo os-tinata resiste·nza, sono state successivamente travolte dalle nostre truppe incahrnuti. Il Montello e tutta la riva sinistra del Piave, tranne un brevisaìmo tratto a M:usile, dove la lotta cpntinua, sono tornati in nostro possesso, Sinora sono stati accertati oltre 4.0-0() prigionieri; un ingente bottino di armi e di materi.ali di ogni specie è caduto nel)e nostre mani. Uno straor<linario numero di ca<l11vcri nemici rieopre il terreno di lotta, a ~stimonianza dellò sforh!nat9 valore e <le)la grande sconfitta avversaria.

E il Bollettino del 25 così conclude l'epica, lotta : Nella giornata di ieri le valorose truppe d<:!lla 3"- Armata, vinte e obbligate

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T, A BAT'.l:AGLIA DEL PIAVE

all:,i resa le estreme retroguardie nemiche, hanno rioccupato çompletam!:)nte la riva destra del Piave (1).

Vittoria IiD1Jpida e tanto più splendente in. quanto segnala non soltanto per l 'Italia ,ma per tutti gli Alleati il colpo decisivo inferto alla çoa.lizione avversaria, e ·.l 'inizio del · suo ,disfacimento . Scrive il maresciallo Caviglia (pag. 89) : La vittoria italiana nella $)fConda battaglia del P iave segnò il cambiamento <.lecisivo della situa~ione i,oliti.co-mililt!re a vantoggio dell'Int~sa, mentre si completava in Francia -l'Esercito americano che portava ai nostri Alleati là &uperiorità delle forze belliche contro l'Esercito t!!desco.

L'a.rtiglieria vi i av·eya, ,avuto azione di carattere est1;emamente. importante. Se .immediata e risolutiva può dirsi la sua azione sul fronte degli Altipiani (15 giugno), non meno importante. fu il peso che' essa portò nello sviluppo della battaglia sugli altri fronti. Per quello che riguarda la 3a Armata valgano le considerazioni (estensibili anche alle a.ltre Armate) che si leggooio ;nella. Premessa, del nostro Stato Maggiore al 4° fascicolo della citata pubblicazione « La battaglia del Piave » : , Èvidentem1ente il Comando aus tl'iaco si teneva sicuro di conseguire, colla· r,ressìone violenta e decisa delle proprie masse c1·urto, uno sfondamento cosl vasto e prnfondo nelle nostr~ linee difensive da .\nntilizzare parte notevole del.le nostr~ a:rtiglierie e da costringere il Comando ltaliano a ritirare sollecitament<' quelle rimanenti iù 11osizioni ancora più arreh·ate e dalle quali non fosse piil l)Ossibile mantenere un efficace f uoco su:i ponti e sulle passel'.elle nel frattempo costruiti att:rav€rso il P iav.è. Le forze d'aviazione, impiegate a massa .in grpsse formozioni di battaglia, dovevano Jmpedire ai nostri aerei la sorveglianza sul fronte (lel Piave.' L'ottimistica previsione del Comando austriaco non si verificò, e le conseguenze di siffatto errore di valutazione 11911 tardarono _a farsi sèutire su tutto l'andamento delle operazioni. Le _a:rtlglierie italiane infatti non venuer-0 costrette al silellZio dal violento e impreciso tiro di controbatt€ria del nemico . •In uu r istretto Settore soltanto le fanterie austriache riusdrpno a raggiun-

(1) Scrive il mar. Cramon nella pubblicazione: « Quattro anni al G. Q. G. austro-ungarico)), pag. 252: Il 24 gingno,. anniversarìo della .battaglia di Custoza, il comm1i.cato del G. Q. G. anntmziava cbe l e truppe austro-ungad che avevano completamente eyac1rnta la riva est del Piave.

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E LE AZION[ DELLE ARTIGLIElllE

gere le linee delle artiglierie, ed anche in tale Settore _il c~ncorso delle Unità laterali mantenne quasi inalterata Ja massa del fuoco sulla linea del Pia,e. In nessun punto t1ella fronte dell'Armatit il Comando J:taliano. fll costretto ad or<Ìinure un ripiegamento delle proprie a1·t!glterie tale che obbligasse a cessare 9 dimiuuu·e notevolmente H tiro sui passaggi del fiume. Il Comando austriaco non a,·e,·a prevista questa e,·entualHà, come non aveya pre,·isto la possibilità di essere costretto a · cercare di ottenere, con unu contìntw ed energjcu pressione e con ttna lenta e Uletod lca avanzata, quel su ccesso Cile si r iprotUetteva di conscguJre col vrimo attacco delle pro[)l'ìe masse, j'urto. Fin dal priroogiornodell'inizio<JelJ'azione, la crisi, c:onseguenza di siffatta illl· previdenza, cominciò a manifestarsi.. Mentre il traghetto delle prime ondate di as. s1.ilto si svolse qunsl ovunque regolurmente, secondo le previsjo1Ji del CouuU1~lo uemic9, 11 passaggio con barche dei rincalzl cominciò a -subire notevoli rìtardi, il numero delle imbarcazioni efficienti a rid ursi alquanto; In costruzione dei ponti e delle passerel!e venne oi;,tucolata e ritardala dal nostro fuoco più dl quanto il uelllico avesse pr·evisto; il materiale predisposto per la costruzione dei passaggi stabili rlsultò in breve ora inadeguato alla bii;,ogna. Il nemico non aveva preYisto tutto ciò e non possedev::t riserve di materiali sufficienti.. . .... Lo. limitazione del numero dei ponti., delle passerelle e dei traghetti, cui fu costretto il nemico, accrebbe cli conseguen,:u l'efficacia del fuoco delle nostre artiglierie cbe potè cosi essere concentrato Slt pochi pu nti ben conosciuti e di continuo sor vegliati dai nostri ne re) e dai J}3Honi. Il nemico, ll'On es,:,endo riuscito ad obbligare le nostre artiglierie açl una notevole rltirnta, non ebbe modo di fr9nteggiarè tale critica ·s-ituazione .... .... La lotta tra le nostre artiglierie, che s.ì.stematicamente abbattevnoo j ponti e le passerelle gettati snl Piave, e le truppe tecniche austro.ungar iche che tentavano di rico&truirli, si prolungò, impa ri ormai, fino a qunoao fu qunsi ultimato il ripiegamento del nentico. ~ è! giorni 21, 22 e 23 giugno il numero dei ponti e delle passerelle efficienti andò man ma no scemando; gli ultimi reparti elle attrnvers:;ironp Il Piave nel giorno 23 dovettero cs~re traghettati con barche.

Di straordinaria efficacia fu poi in t utta la battaglia il tiro dei lanciabombe. Lo ammette esplicitamente il Comando Supremo austriaco ove, nella citata. pubblicazione: << Esperienze ricavate dalla battaglia del giugno 1918 », scrive queste parole: Gli Italiani !Janno una lllagnlfic:i. org:inì1.zazione d.i lauciabomJ>e ed ottime armi a questo scopo. Il mer ito J)rlncipa le della nostra ri tirata spetta nl lanciabombe.

E il nostro Bollettino di guerra deì 26 gi ugno ricorda che : Tutti i bombardieri combutt~rono con grande valore. Il 2<> Reggimento bomba1'<iierl e specie Il CV Gruppo meritano l'onore di speciale menzione.

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LA BATTAGLIA DEL PIAVE

Durante l'aspra lotta, e complessivamente dal 15 al 24 giu.gno, la nostra .artiglieria aveva sl])ara to 3.472.000 colpi, dei qua.li da.Iia sola 3a Armata 1.447.177 con una densità di 50 colpi per metro lineare di fronte attaccata. 11 maggior consumo di munizioni si ebbe nella giornata del 15 giugno è fu di 768.550 colpi.

* * * I Comandanti d'Artiglieria d'Armata i'iassunsero in Rela.~ zioni dettagliate a,i rispettivi Comandi delle proprie Armate l'opera svolta dalle loro artiglierie. Essi erano ben fieri dei loro magnifici artiglieri; ed- ecco come ciascuno di essi, a conclusione della propria Relazione, esprime tale sentimento di fierezza e di orgoglio. Il Comandante l'Artiglieria della 3a Armata dice: .... Superiore ad ogn! elogio ftt i! contegno delle batterie. Quelle attaccate si difesero eroicamente : erauo p~r la maggior parte mun'ite di reticolati, armate di moschetti o fucili, e di bombe a m;rno ....

Il Comandante l'Artiglieria della 4a Armata scrive : ....Tutto l'organismo delle artiglierie ha funzionato in ,P€rfetto accordo d 'in. tenti ed! animi, in una fusioue veramente fraterna colla fauteri a. Quando l'artiglieria non potè proteggerla col fuoco dei suoi pezzi, accesa da santo entusiasmo E- spinta dalla più ammirevole solidariètà. ed abnegazione, presi il fucile e le oombe a mano, si conf·use col fa nte nell'eroica folla elle lottando corpo a corpo mantenne la promessa fatta alla Patria di non lasciar passflre ll nerni.co dal Grappa.

Il .Qomanda.nte l'Artiglieria della 6· Armata così si esprime : .... D0p9 aver co:tist[ttato la superiorità dell'artiglieria dell'Armata su quelia nemica, sono orgoglioso·di rileva rlo e òi ricordare - con devota ·pietà - il largo tributo· di sangue <:he essa ha dato nei giorni !.niziali di questa più grande batta. glia dell'Italia nuova.... ' .... L'artiflieria della 6• Armr1ta è frattanto fiera clell'alto riconoscimento di es$Cre stata impareggiabile a Portare lo sterminio tra le fanterie . e le artigllerie nemiche.

Il Comandante l'Artiglieria dell'S• Armata afferma:

.... n contegno dei Reparti fu ottimo sotto ogni riguardo... L'artiglieria ba avuto, premio ambitissimo dell'opera sua, la soddisfazione e il p.Jauso dei fanti. ... -300-


E L'OPERA SVOLTA DALL' ART'lGL!ERIA

Ai valorosi artiglieri dell'S" Armata si rivolgeva il 30 giugno il nuovo Oomaindante dell'Armata., gen. _C aviglia, .dopo aver assunto l'alta carica, con un Ordine del giorno che conviene qui riportare nella sua. interezza: Nell'aspra lotta sostenuta dal 15 al 23 giugno sul Montello, dalle truppe del1'8" Armata per tr.a ttenere tl nemico che v! avevl:l fatto irruzione, costringendolo ppi in limiti sempre più angusti, ricacciandolo infine in disordine sulla riva sinistra del Piave, l'artiglieri.a ha confermato /lncora una volta le nobilissime tradizioni dell'Arma.. Mentre i.fanti sostenevano con eroica fermezza i successivi attacchi che il nemico rinnovava con 111!:>perata tenacia, mentre essi infat}cabilmeute contrat-· taccavano, l'opera degl! artiglieri, resa più ag~vole dalla costante osservazione degli aerostieri, è valsa a tagllare le c9municazioni del nemico ed infl.lggergli gravissime perdite, rendendogli impossibile di sostenersi su quella parte del Montello, da dove si proponeva d! dìlagare in pianura. Questi importantissimi decisivi risultati sono stati solo possibili mercè l'instancabile attività degli artiglieri che per otto giornate continue sono rimasti attprno ai loro pezzi facendo fuoco ininterrottamente, portando sempre il tiro con proptezza e perìzia sui pnntì dove la sua azione poteva essere più utile. Lo sforzo compiuto, le perdite sofferte dalle batterie, gU scopi conseguiti dimostrano che gli artiglieri hanno anche questa volta, come ovunque e sempre compiuto il !pro dovere. Nè posso non ricordare l'opera instancabile, animata da alto spirito di abnegazione svolta dagli aviatori dell' .Armata ! quali, audaci ed, aggressivi, han no efficacemente contl'ibuito nl buon esito della lotta intervenendovi ri_solutamente sia con la caccia, sia con la Osservazione e sia i.ufìne coll'impiego de!Je mitraglia. trici contro le truppe nemi_cbe.

§ IV

Azioni complementari = La parte svolta dall'artiglieria nella battaglia = Considerazioni , Testimonianze di avversari , Consi= derazioni sulle forze contrapposte , Dati relativi ai materiali ed alle munizioni.

Quale si .mantenesse lo spirito combattivo delle truppe dopo l'ardua e Bl'lnguinosa vittoria, lo dimostra il fatto che, a batta-

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LE ,~ZIONI COMPl,EMEN'l'ARI

glia compiuta il Comando Supremo poteva ordinare in due Settori azioni com;pleme.,ntari di :notevole importanza. Sul fronte montano si trattava cli ricacciare <le:finitìvamente il nemico da alcune posizioni alle quali era rimasto aggrappato dopo l'irruzione del giorno 15. Fra il giorno 29 e 30 giugno il XIII Corpo d'Armata attaccava. e !ioccnpava, Monte Valbella, .Col d'Echele e Col del Rosso sul fronte deU' Altipiano di Asia.go, catturando oltre 2.000 prigionieri e molte mitragliatrici, alcuni cannoni e 19 bombarde. · Sul fronte del Grappa,, dopo a.lternative di combattimenti, tra il 24 giugno e il 1° luglio, che permisero il ridurre gradualmente l'entità della già sca,rsa, conquista dell'avversario, il 3 luglio la Brigata Basilicata e repartj della Brigata Calabria riconquistarono Col del Miglio, e ,dopo a,lcuni giorni ristabiliva.no completamente la primitiva linea :fin6 alle Rocce Anzini. E' quindi rioccupato anche il Roccolo. Sul fronte montano dunque, quale frutto di tutta la poderosa e sanguinosissima offensiva sferrata. il 15 giugno, all'avversario non resta che, magro c-0nforto, il Solarolo. , Più importante fu l'azione offensiva, effettuata sul Basso Piave dalla 3" Armata,, à,nche perchè qui non si tra.ttava di ritogliere all'a,v versario qualche tra,tto di terreno da lui conquistato 11ell'offe11siva del giug1no, ma dL attaccarlo e di respingerlo dalle sue vecchie ,posizioni. L'a,zione·tendeva. alla conquista .d ella linea del Piave nuovo, · da Intest adura, ana foce. Essa, fu condotta da.I XXIII Corpo di Armata colle Divisioni 4" e 54... Alle artiglierie proprie cli queste grandi Unità,, furono aggiunti come rinforzo 1 Reggimento d'artiglieria da, campagna, 2 Gruppi di cannoni di piccolo calibro, l Gruppo da, montagJ1a e 2 batterie di bombarde. da, 240 L. . Il Corpo d'Armata. disponeva quindi complessiva.mente delle seguenti artiglierie (comprese alcune della. R. l\farina) : - 4 pezzi di grosso cali.b ro - 118 pezzi di medio calibro - 125 pezzi pesanti campali - 321 pezzi di piccolo calibro - 149 bombarde.

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LA PAR'.J:E SVOLTA DALL'ARTIGLIERIA NELLA BATTAGLIA

L'attacco ha inizio il 2 luglio: lo precede una formidabile preparazione di a.rtiglieria durata 2 ore (dalle 4 alle 6) sulle line~ e sulle batterie avversarie. Allo scatto e a.i successivi sbalzi della. fanteria attaccante, il tiro di -d istruzione si sposta sulle linee avversarie retrostanti, e quello di interdizione isola i difensori da.i le linee più a.rretrate . L'operazione si svolge con perfetto sincronismo fra il tiro dell'artiglieria, e l'attacco e la penetrazione della fanteria. Il tiro <li distruzione _è decentrato alle Divisioni; la controbatteria, che è aftldat.a al Corpo d'Armata, prosegue durante ]'attacco _delle fanterie. Specie le artiglierie avversarie 111ella zona cli San Donà, assai moleste, s~no :prese sot:to il fuoco di con_trobatteria e dominate. Dal gior{10 2 al 6 tutto il territorio, sino alla riva destra del Piave nuovo, è completamente spazzat6 dal nemico, e la nuova linea, viene subito consolidata sotto la protezione di una potente ' azione di fuoco della nostra artiglieria. In Appendice alla successiva. Rela.zione del Comando Supremo, « La battaglia dall' Astico al . ma.re >), 15 giugno-6 luglio, si legge: _lVIeritano Hncora speciale lode, nell'Hrtiglferia cla <:tuupagna ! Reggimcmti. 3°, 80, 41°, ·51° e 590, n I Gruppo del :J.7°, le- batterie 3• e 7• del 340, 5" del 3', 0 , 3• <lei 50°; nell'Hrtlglieria da montagnH i Gruppi IX, XII, XIII, XXXVII, XL, LV, e la 61" batteria; nell'artiglieria pesHnte cam~ale i Gruppi cli obici VI, XXH, XXXII e XLIX, le battede di obici 14·". 50"', l a 13"' batteria cannoni da 1.05; nell'al'tiglieria da. assedio il 2Zo Raggrnppam0nto, il CCXVII Gruppo,, e le batterie 101' e 462-• . ~ <!i bombardieri_, il 2° ,R eggimento bombHrdieri e wgnatamente il CV qruppo, ìl XXIV Gruppo, e. le batterie 50°, 117"', 107a, J74", 225", 236•, 307"', 358"' e 357".

La. brillante offensiva della 3" Armata fra il Piave vecchio il Pi.ave nuovo . corona, l'imponente vittoria, la vittoria del Solstizio, che la storia di questo glorioso tempo del nostro risorgimento ricor<lerà sotto il nome di SecoJ1da battaglia :del Piave. Ben a ragione la Patria ha consacrata all'Artiglieria questa data (J5 giugno), per la, rievocazione delle grandi tradizioltli e dei fasti dell'Arma. é

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CONSIDERAZIONI SULLA BATTAGLIA DEL PIAVE

* * * Poniamoci ora la domanda : subito dopo la battaglia del Piave potevamo noi italiani passare all'offensiva, come ha affermato una pubblicazio:ne austriaca? Certo la prima impressione fa dire ,d i sì, e fa ritenere tanto più possibile la cosa quanto più sono esa,g erati i resoconti delle conseguenze della battaglia • stessa. Si disse da taluni che il nemico aveva iperd1:1to da 200 a 250 mila uomi111i, e qualora si consideri che le forze iniziali nemiche alla battaglia erano di circa 750.000 uomini, ci. si potrebbe chiedere perchè non abbiamo sfruttato un tale successo .. Ma, in realtà, ·qu:a le era l a situazione alla :fine nella battaglia? Gli italiani avevano ancora 5 Divisioni intatte; gli austriaci, ripnssati al di là del Piave erano ritornati sulle loro solidissime· posizioni, costituite da ben tre fasce di sistemi difensivi, e ben appoggiate da.Ile proprie a.rtiglierie. Doveva in quel momento l'Esercito italiano passarè il Piave per attaccare? E lo poteva? La risposta è assolutamente negativa. Se si fosse trattato di inseguire un nemico stremato di forze, non solo si poteva ma si doveva attaccare perchè l'inseguimento d.à ·i massimi .frutti della vittoria ; ma nel caso specifico si può parlare di ins~guimento, trattandosi' di attaccare un nemico in posizioni organizzate? In tal caso attaccare posizioni solidamente organizzate a difesa significa dover fare tutti i preparativi l'ichiesti iper sferrare una offensiva.. Bisogna. quindi esa.minare fì:no a che punto il fatto delle perdite subite dal nemico poteva <'ontrobilanc.ia.re le .,complesse e numerose necéssità 'd i una tale preparazione. Per tutti gli attacchi di posizioni orgrunizza,t e si sono fa.tti · -preparativi di lunga mano e con grandi mezzi. Basta pensare eh.e per l'attacco della Malmaison occorsero circa 40 giorni di prepa.rativi, e che i tedeschi stessi tra un attacco e l'altro, sulla fronte occidentale e nella stessa epoca hanno dovuto far inter<:orrere un intervallo di un mese e mezzo. Per parte nost1:a era possibile avvicinare le batterie?, orgamizzare le posizioni?, impiantare i collegamenti?, insomma. compiere in un solo giorno tutte lé operazioni occorrenti per ipreparare un'offensiva? Oerto no. · -305 -


CONSIDERAZIONI SULLA BA.Tl'AGLIA DEL PIAVE

Ma questa non è che una sola considerazione perchè noi sappiamo quante munizioni occorrono per attaccare in terreno orgaaiizzato : ora, noi avevamo consumato nella battaglia del Piave una quantità di gi·an lunga superiore al previsto; in un sol giorno avevamo sparato una quantità di munfaioni che era stata ritenuta sufficiente per una settimana. Ma vi è ancora un'altra ragione molto importante: quella <'ioè delle forze umane. Noi avevamo perduto dai 90 ai 100 mila. • uomillli e non avevamo complementi per sostituirli. Unica classe disponibile era quella del '900 che il gen. Diaz conservava gelosamente per le operazioni del 1919 (fino a settembre del 1918 si ritenne che la guerra non sarebbe :finita che nel 1919). Anche la Francia seguiva lo stesso criterio con la differenza però che teneva in riserva una classe di un anno più vecchia: quella del 1899. Ricordiamo che andammo a Vittorio Veneto con 200.000 uomini di meno di quanti ne avevamo alla battaglia del Pia ve e ciò ap:punto perchè mancavano i complementi necessari n ripiana.re le perdite dovute a tale battaglia ed al logorio na1uralè delle forze .. Mentre la Francia dispoa1eva degli americani per reintegrare le sue forze, noi' avevamo .nulla. Poteva pertanto U nostro Comando Supremo lanciarsi in una nuova battaglia senza poterla adeguA.tamente preparare e quindi continuamente nlirrientare? · Non escludiamo che un colpo di fortuna poteva venire in nostro soec~rso, m.a un esa.me freddo e calcolato della situazione S(lonsigliava_ un'immediata ripresa offensiva. Non si intende <lire con questo che sia stato meglio fare l'offensiva, di Vittorio Yeneto in ottobre anzichè in settembre: vuolsi soltanto affermii1·e che non era it caso òi rispondere immediata.mente all'att.'flC'co 111emico del Piave. Anche da questo punto di vista, quàle erf'l l'elemento a nostro vantaggio? La situazion e nemica. Quale l"èlemPnto a nostro svantaggio? L'improvvisazione. Messi sulla hilrind.a i ,due elementi, n nostro Comando Supremo ha giustamPnte ritenuto che dovesse ·a vere assai. maggior peso lo svan-1:iggio. · ~e noi, <la'll'esayµe della fronte italia:na passiamo all'esame ..,;,ì esteso di tutto il complessivo· fronte dell'Intesa ci coovin: · ;,.,ml) rincora d.i più che non era il caso di una nostra offensiva -

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CONSIDERAZIONI SULLA BATTAGLIA DEL PIAVE

immediata. Se anche supponiamo che una tale nostra offensiva avesse dato grandi risultati, che cosa sarebbe avvenuto ·? Eravamo a fine giugno; la .b attaglia dello Chemin des Dames aveva già avuto luogo ; quella -d ella Marn a n001 ancora. Se noi conseguendo -un successo avessimo messo l'Austria in situazione preoccupante, i tedeschi a~rebbero subito inviato alla nostra fronte delle Divisioni (sappia.mo che ne avevano a disposizione) e allora il :nostro successo sarebbe stato limitato come tutti gli altri successi precedéntemente avuti. Sappiamo - e questo è molto importante - che nel 1918 le fronti avevamo cara.tteristica, analoga a quella dei vasi comunicanti : non a torto il gen. Diaz, come abbiamo visto, alle sollecitazioni di Foeh per una nostra, offensiva, rispondeva che avrebbe attaccato volentieri a condizione che facessero altrettanto gli Alleati, perchè altrimenti una vittoria locale avrebbe servito a niente. Il nostro Comando Supremo ha fatto booe a tener conto, calcolatamente o per intuito istintivo, di un grande fattore, e çioè che la battaglia del Piavé aveva avuto forte ripercussione in Austria; e che era stata come il germe di un fermento di disgreg·azione che andò man mano estendendo la sua azione. Attaccare immediatamente significava fermare il processo di questo fermooto, perchè se non si fosse avuta una vittoria schiacciante, un !J)iccolo nostro successo sarebbe riuscito ad amalgamare ancora le forze austriache, e il loro sgretolamento si sarebbe quindi arrestato. Ora,, se è vero che un Comando deve scegliere per l'azione oltrechè il punto sensibile anche il momento più opportuno, dobbiamo riconoscere che il nostro Comando Supremo giusta.mente ha giudicato che quello non era il momento opportuno. Qualcuno, specialmente qualche autore francese, parlando della battaglia del Piave ha detto che nella successiva batta.glia della Marna i fra:ncesi non hanno trovato per la loro controffensiva tutte quelle difficoltà che noi abbiamo esposte. Affermiamo subito che, sotto questo punto di vista, le due batta.glie non presentano alcun punto di similitudine, per le seguenti ragioni : -

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PROPOSTE DI ATTACCO A FONDO CONTRO L'AUSTRIA ·

1) -

Dove hanno fatt9 il contrattacco ·i francesi? Forse ,dalla fronte della

4a Armata? Poteva questa Armata apprestata difensivamente fare una controffensJva? No. La controffensiva francese è partita da altra f ronte già all'uopo ap-

prestata d,a lungo temp9, e negli ultimi giorni non si fece che completare tali preparativi. 2) - In Francia iii quell'epoca vi erano forze: ,Alleate in quantità se non doppia di quelle tedesche, almeno p-ari ad una volta e mezza di queste ultime. Avevamo :noi un simile sciuilibrio di forze? No, perchè no! -d'isponevamp di 0irca .55 Divisioni còntr<> una cinquautina di Divis).oni austriache. 3) - L'attacco delle Armate. francesi 10a e 6" cade sul fiancp della direzione dell'attacco p:rincipale, fattore questo di grande influenza . .Ciò da noi non era possibile; per metterci in tali con<lizioni avremmo dovuto attaccare dallo Stelvio, il che era impossibilé.

Q·u indi tra le due situazioni non è possibile fare alcun confronto.

* * * E veniamo ora a quello che si potrebbe dire la coda della battaglia del Piave. Lo stesso giomo 21 giugno (quando la battaglia non era am.cora finita, ma già ne appariva evidente la conclusione), il gen. Diaz scriveva al Comando Supremo interaJ.. leato (Foch) una lettera (inedita) tornando ad una vecchia tpropost.u già fatta anche dal gen. Cadorna : queila cioè di un attacco a fondo contro l'Austria. Aggiungeva il Diaz che per tale attacco l'Italia no111 aveva forze sufficienti, ma che coll'aiuto degli Alleati sa,rebbe stato possibile togliere di niezzo l'Austria : la Germania sarebbe così rimasta isolata e la soluzione conseguentemente affrettata. · Il 27 giugno (si ricordi che non era ancora a,v venuta la se-conda ba.ttaglia della Marna) Foch rispondeva ri.fiJ tando la proposta Diaz per i seguenti motivi : · a) per battere definitivamente l'Austria occorre arrivare fino a Vienna, ciQè avanzare di 500 Km. Per una t;:i.le avanzata non son9 sufficienti ,le forze ai tutti gli Alleati messè assieme ; b) ancbé se si compisse un'avanzata dt 500 Km. le forze Alleate avrebbero sul fianco una zona pericolosa.

Nello stesso tempo il Foch rispondeva poi anche negativamente ad Ùllla ·r ichiesta fatta dal Dia.z per ottenere la restituzione e quindi il ritorno in Italia di 50.000 lavoratori italiani -

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E RISPOSTA NEGATIVA DI FOCH

che allora erano in Francia, e concludeva esprimendo il · giudizio che ·gli italiani potessero attaccare con le sole loro forze sugli altipia,ni, per crearsi una favorevole base di partenza per le successive azioni del 1919. ~' evidente che il carattere info1:matore di tutta questa lettera del Foch è più politico che militare. _Che per abbattere l'Austria occorresse a,ndare runo a Vienna è assurdo: da un lato egli insiste per un nostro attacoo asserendo c-h e gli austriaci sono in sfacelo, -e dall'altro dice che 1per costringerli alla resa bisognava avanzare fino a Vienna. Ed .è pure illogico quanto egli dice circa la preoccupazio:ne di un attacco di fianco, pe.rchè lo stesso Foch nelle sue pre<;edenti lettere del maggio, diceva che gli au:striaci già. avevano perduta la capacità. offernsiva, sic-chè tanto più dovevano averla perduta dopo la pattaglia _d el Piave. E si potrebbe ancora continuare su rilievi contra<littorii di questo genere perchè nel · periodo tra la ba.ttaglia del Piave e queUa di Vittorio Veneto fu un continuo carteggio tra i due Comandi italiano e francese con continui dinieghi per darci ri111forzi e viceversa con ripetute insistenze da parte del Comando interallea.to per indurci a fare offensive sulla nostra fronte. Ricordiamo solo che la question'e dei 50.000 lavoratori era per noi tanto più importante i01 quanto non si trattava di uomini di classi in congedo od altrimenti di ina,bili alle fatiche di guerra., ma bensì per 1a massima parte di combattenti che l'Italia voleva impiegare conie tali.

* * * Da un fascicoletto intitolato « La Vittorià Italiana del Piave nelle memorie dell'Arciduca Giuseppe >>, riportiamo alctmi brani interessanti. L'Arciduca deplora di dover combattere contro l'ItaJia. Al riguardo il suo diario del 4: marzo porta le seguenti note : Vorrei leggere nell'anima degli itali.ani influenti per vedere quale sia esattamente V loro pens>iero; gli infiammati di~orsi di guerra n~n li <:onsidero che com~ degli stimolanti. Deploro che si Sia giuntì a questo punto pe.rchè ritengo che l'Italia sia un Paese in sv)luppo, ancora assa~ lontano dallo zeni~ della sua vita, che vorrei vedere nostro amico e non accanito avversario. I legami stori.c i cbe potrebbero essere rinnovati fra Itali;i e Ungheria sono tanti.

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LA VITTORIA ITALIANA DEL PIAVE

E sempre dal diario dell' Arci~uca Giuseppe: Il convegno di Bolzano - Nel mese di aprile Comad e Arz discuseero !n Bolzano, presente l'Jmperatore, J. particolari dell'offensiva. Nonostunte le energiche proteste di Arz, il Comud fece prevalere la propria idea colla va1·i:rnte cbè. l'attaccp principale non sl sarebbe più svolto lungo la valle del Brenta, ma più ad ovest sull'altipiano dei Sette Comuni, attraverso una profonda zona boschiva. Fu però confermato che l'ala slnlsti'a della massa attaccante avrebbe agìto ad est del Brenta, contro 11 Grappa. A consigl}are l'accennata variante concorse anche 11 fatto che sulle alte montagne sarebbi? stato quasi impoi:ISÌbile trovare lp spazio necessario per 10 &chieramento delle trnppe. In quest'ultimo piano, rimase del piano Boroevic l'idea di. attaccare, attraverso 1l Piave, a cavallo della ferrovia Oderzo-Treviso. Secondo Boroevjc il passaggio del fiume avrebbe dovuto essere facilitato.da azioni dimostrative sul Basso Piave nei pressi di San Donà. L'azione in dlrezione di Treviso e sul Grappa avrebbe dovuto invece essere facilitata facendo partecipare all'.oITensiva anche la 6" Armata. Il Comando Supremo austro-ungarico incluse nel grande piano definitivo risultante, e percìò « di compromesso >> anc:he una parte del piano di Krauss, ordluando cioè che ad occidente del Garda ·fosse intrapresa un'azione dimostrntlva e che la l" Divisione, posta aU'ala destra del gruppo del Tirolo, attaccasse, attraverS9 Il Passo del 'l'ounle, verso Edolo e lungo la valle dell'Ogllo. · Da·1 tre plani il Comando St1premo elaborò l'accennato compromesso. e così s-i decise di attaccare ovunque sopra un fronte 91 170 Km. I pre1}arativi dell'offensiva - Questi preparati.vi si svolsero, secondo l'Arciduca, tra grirndi difficoltà. Egli lamenta, in pa~'Licolare, la deficienza de.i vlvel'i, efi quadrupedi, di automezzi, di materiale da -ponte, di tragbettamcnt9 e d! munizioni a gas. Nei riguardi del vettovagliamento, viene l'llevato che, sfruttando fotte le risorse disponibili, fu a1mena 1iossibi1e portare, all'inizio de.Jl'offensiva, In razione del soldato a mezzo chilogrammo di pane e 120 gr ammi di carne, tant ochè alcuni comandanti proposero di rimandare l'offensiva sino a quando non fosse possibile avere a disposizione una maggiore scorta d\ viveri. I l Castello, dice l'Arciduca, tranne pochi oggetti, è stato completamente spogliato dai tedeschi. In tutta la regione questi hanno requisito fino all'ultima mucca e fino all'ultimo chicc9 dj grano, cosiccM ora ci tocca quasi mantenere !a popolazione civilè, mentre il nostro Pae8€ e le nostre tru ppe muoiono cli fame. Nei riguardi delle munizioni a gas, l'Arciduca fa presente che i proietti messi a disposizione dai tedeschi era·uo del tipo vecchio e che il i;ierolco avreb!J.e potuto facilmente difendersi contro la loro azione. Occorre chiedere ai tedeschi granaté u gas di nuovo tipo, e se Ciò non è possibile, diano all'Annata granate ordinarie. Basare l'offensiva sulla suppos·l?:ioue che ~l nemico non abbia ancora la nuova maschéra UP<> inglese è grave leggerezza. Il dubbio che le munizioni a gas fornite dai tedeschi non foS9Cro efficaci contro le nuove ·maschere usate dagli italiani, fu espresso a.nelle al Comando Supremo, ma questo ribattè brevemente che i proietti erano buon~ e che era superfluo discutere in ar gomento.

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NELLE MEMORIE' DELL' ARCìDtJCA GIUSEPPE

Per quanto concerne i traSporti, l' Arc~duca -mette in· rilievo' le difficoltà i-qcontrate·dal gruppo principale d'attacco (Con.r ad) che poteva ò~sporre della sola ferrovia della Valsugana.

Ad onta di tutto ciò, l' Arcidlica osserva che: Se 1'9ffensiva fosse stata ben preparata ed il piano relativo non fosse stato un assurdo strategico, il successo non sarebbe mancato, poichè, per quitnto concerne le forze, la Monarchia non si era mai trova ta i n tutta la durata della guerra in condizioni così favorevo}! come nel giugno 1,918.

questo appÌ;ezzamento è confortato da un giudizio del gen. Goiginger, Comandante del XXIV Corpo d'Armata, il quale alla vigilia deUa battaglia, ebbe a d~re all' Atciduca che nell'Esercito austro-ungarico non aveva mai visto prepariire un'offensiva cosl nccnratamente.

Dopo la prima giornata, esaminando .la situazione genera.le al termine di tale giorno, l'Arciduca così si esprime: · Durante il primo giorno di battaglia il Gen. Boroevic si tenne ad Oderzo. _Allorchè fu al corrente della situazione .<lelle sue Armate vide confermato il punto d~ vista che eg!i aveva precedentemente più volte esposto al Comando Supremo: che cioè l'attacco principale dovesse essere fatto non i n Trentino, ma sul Piavè. Allo scopo dì sfrutta re ~ risultati ottenuti dall'ala sinistra dell' Armat'.1 dell'Isonzo, presso San Donà a~ Piave, egli 'decise di gettare n~lla battaglia le riserve, impi,egandole suna· fronte del XXIJ.I Coi-oo d'Armata . .Ordinò quindi che l'Armata dell'Isonzo si mantenesse sulla sponda dèstra del Pia:ve in attesa dei rinforzi, ma senza esporre i suo~ Corpi d'Armata. ad attacelll infruttu9si.

Il gen. ·wa.Idstatten, Sottocapo di S. l\f. dell'Esercito, eh~ ~i trovava a Belluno, non condivideva pi.enamente le idee di Bo,roevic : egli cioè ammetteva bensì elle non era possibile ripeter<; !"attacco presso Asiago,. ma ìnsisleva: per attuare il pilino originale -del Comtllldo Supremo: sforzarsi cìoè di sboccare ìn pianura nella zona ad est del Ilrenta, operazione elle, secondp lui, poteva essete svolta do J)o quattro settimane di preparazione. Per il momento le fon;e disponibil~ in Trentino e le Tiserve del Comando S;upremo dovevano essere messe a disposizione di Boroevic per allal'ga·re ~ risultati ottenuti sui Montello e presso San Donà dl l'lave.

L'Impera,tore esaminò la , situazione in un colJoquio col Oonrad. Fu riconosciuto che non era.il caso di pensare di continuare l' offensiva sull'altipiano dei Sette Comuni; tuttavia neanche fra Brenta e Pia.ve la situazione era rosea, 1poichè qui, come -

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LA VITTORIA ITALIANA DEL PIAVE

nd Asiago, le truppe erano stanche e ·gravemente provate mo. ralmente, e le riserve in parte, già impiegate. Comunque si doveva pure far qualche cosa. Nessun dnbblo che l'offensiva in 'l't·entir'> dovesse essere interrotta. Ma non sj voleva far e altrettanto sul Piave, èove si era ottenut9 qualche suceesso, tenuto conto che un fallimento di tutta l'offensiva avrebbe potnto avere grav!. conseguenza politiche all'interno della Monarchia.

P erciò tutto quello che poteva essere raccolto sulle retrovie del fronte doveva essere messo a disposizione di Boroevic, perchè questi fosse in grado di sfruttare i successi ottenuti, o sul Montello o sul Basso Piave. Nella serata, avuta notizia che le t ruppe di Oonrad sono state respinte ovunque sulle posizioni di partenza e che il À'VI Corpo (ala <lestra dell'Armata dell'Isonzo) . ha dovuto a,nch'esso ripiegare, con gravi perdite, sulla sinistra del Piave, l'Arciduca annota: ...in una parola abbiamo subito una grave sconfitta.

Il 16 giugno, il diario dell'Arciduca porta le seguenti note : Conrad è stato sconfitto; ha dovuto ·ripiegare su tutte le posizioni di partenza e chissà con quali terribili perdite. Le mie truppe hanno conquistato quasi lutt<:> il Montello e, ciò nonostante, banno dovuto ntTestarsl perchè il m~o vicino di sinistra, Il XVI Corpo d'Armata, è stato rigettato al di quà clel Piave clal cluro avversario: lo non ho truppe sutliclent; per continuare l'oti;enslva e sfruttare il brillante successo. In seguito all'insuccesso d! detto Corpo, le mie truppe sono battute violentemente ool tergo anche dalla parte sud e i pont;, man mano ché vengono riattati, sono distrutti, coslcchè l'invio !l} di là del fiume di truppe, munizioni e viveri può avvenire soltanto poco per volta. Questa situazione è quanto mal fatale : do,·e mi troverei ora se avessi avuto dal Comandi> Supremo i mater iali da p<>nte e di traghettamento che avevo chiesto (e dei quali forse non mi fu concessa neanche la terza parte) e non mi avessero· po1·tnto via 9 Dlv).sionl di fanteri a? Con 12 Divisioni, sfru ttando la prima SQrpresa, a quest'ora lo sfondamento dei fronte nemico sarebbe già un fatto compiuto. Tutto ciò fu da me previsto, annotato nel mio dia rio e prospettato con rude franchezza al Com:rndo Supremo e al Boroevic. Un'impresa bUsata su un errato piano ope1·atlvo e iniziato prima che fosse completamente preparata, ha gli.t in sò ì germ~ clell"insucccsso. Ma le recriminazioni non giovano.... Orma.' non si tratta che di evitare una complèta catastrofe. La responsabilità dell'insuccesso è tutta del Comanclo Sui,remo. Si è voluto iniziare subito l'offensiva per motivi politici, ma oro come si accordano questi motivi coll'insuccesso dell'i•npresa ?

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NELLE MEMORIE DELL'ARCIDUCA GIUSEPPE

Le mie truppe, che hanno preso il :Montello, sono già impegnate in gravi combattimenti col nemico che cresce ognora di t>1ù, e si batte accanitamente. Se lt mie mgenti richieste non saranno aecolte, allora, per quant9 doloroso possa essere il ripiegamento dietro il Piave, sarò C<Jstretto ad effettuarlo. Altrimenti 11 Montello diventerebbe una seconda Doberdò, ln una situazione ancora p~ù grave, cli cui non sapre~ assumere la responsabilit à. E' ormai chiaro che le mie preoccupazioni erano giuste: abbiamo ricevuto dai tedeschi proietti a gas che ess!, non usavano più da tempo perchè non ad:=tt.tl. Queste munizioni hanno avuto effetto soltanto su coloro che non avevano li. maschera e per breviss)ma durata, in quanto i cplpiti si r iebbero ben presto. Quindi i mezzi messi a nostra disposizione sono stati non soltanto scarsi, ma .anche inefficaci.

Un cenno particolare ;merita quanto l 'Arciduca riferisce circa le cause di insuccesso della 11"' Armata : il 16 giugno il Comando di detta Armata inviò il ten. colonn . Kraus presso i Comandi dei Corpi d'Armata XIII e III iper compiere un'inchiesta sull'azione del giorno precedenfe. L'inchiesta diede i seguenti, risultati: - Fanteria: i Comandi dei due Corpi d'Armata dicono cli non avére tuW i dati sul)o svolgimento dell'azione per esprimere m1 giudizio esauriente: 'l'ntt,~ le Divisioni attaccaronp con grande slancio. L'occupazione della prima posizione fu abbastanza facile, poichè l'avversa rio l'a'lèva in gran parte sgombrata lasciando in es..<ia soltanto posti cli osservaz~one ' e qualche mitragliatrice. Soltan,o a nord-ovest del gruppo di case del Caberlaba l'ala sinistra della 51" Divj:aione e quella destra della. 38"' Divisione honved non erano riuscite a penetr are nella lJQ&izione nemica perchè i reticolati erano qncora i,ntatti e il nemico si era difeso accanitamente. Il Comandante del XIII Corpo nota però che la funtéria non dimostrò sufficiente teu~cia nel mantenimento delle posizioni raggi.unte, forse per le sue condizioni di debolezza fisica. L'att.acco contro la seconda i!)lea nemica non riusci perchè non fu possibile distruggere i lavorj di raff9rzamento e gli ostacoli ivi predisposti. J _ni<li di mitragliatrici, molto ben mascherati, potevano essere scoperti soltanto a breve d:Istanza, quando erano già entrati. in azione col loro fuoco . - Artiglieria: l'azione dèll'artiglieria sulla prima posizione nemica, ·fatta eccezio11e di qualche punto, fu molto efficace. L'azione a gas riusci a neutralizzare le batterie nemiche soltanto per breve durata. E' anche possib~le che l'artiglieria nemica non abbia avuto alcun danno per l'azione a gas e che abbia }nizialmente taciuto di proposito. Tra fanteria e artigli\fria mancò il necessario collegamento, (lata la presenza della nebb~a e per il fatto che le linee telefòuicbe furono <listrutte continuamente dall'art iglieria :nemica. Sia per tale ragiçme, sia per la presenza della nebbia, ·l 'artiglieria non ~otè neanche· proteggere }a fanter).a dai contrattacchi nemici.

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LA VITTORIA ITALIANA DEL ' PIAVE

- Funzionamento di Comandi: i Comand! dei Corpi · d'Annata III e XIII dichiararono che i Comandanti in ootloròine e Cap~ di S.-'M. hanno tenuto molto bene il·loro postp, sforzandosi di assolvère i_l 101·0 compito il meglio possibile. Il ·comandante del I).I Corpo nota però che ! Comandanti delle· Divis.ioni 0" e 521' erano troppo lontani dalla truppa, per cui non poterono dirigere ellìcacemen:te e tempestivamente l'azione, date pure le difficoltà della nebbia e le interruzioni .nei collegamenti telefonici, provocate dall'ar tiglieria nemica . Il Comandunte del XIII ·Corpo osserva per coutro che il Comandante della 421J. Div~sione honved aveva scelto il suo-posto di Cowando troppo avanti (sulla linea del Comandi di battaglione e di Reggimeuto) e che per tale r agione in tutta la gi9rnata del 15 non aveva potuto tenersi in collegamento co! Comando del Corpo d'Armata. Ragioni presso a poco analoghe vengono aòdotte per svìegare g li insuccessi degli altl.'i Cor pi ò'Arm nta dell'lP Annata . r.'.lnsuccesso del XV CorJ)o viene attdbuito in paréi-éòl a re alla mancata neutralizzazione delle arUglierie del Grappa <' del P allone, ed al fallimento dell'accompagnamento orario (il tiro dell'artiglieria fu allungato con 1·itmo più celere di quello tenuto dalla fanteria nella sua a vanzata). - l contrattacchi italiani: . 19 giugno - visto che il vettovagliamento delle truppe sul jontello è in crisi, l'Arciduca fa sospendere, fi no a nuovo oròine, il passaggio della fanteria e della cavalleria. A.vverle poi il Comandante del XXJV CorPo che, fino a quando le truppe non avranno a loro <lisp9sizionc almeno una giorna ta di fuoco non è pos,. sibile ampliare verso s ud l'occu pazione della testa di ponte. I contrattacchi italiani diventano i_ntanto sempre più violenti. Nella notte dal 18 al J9 Il nemico ha· attaccalo ìninterrottamente e con grande valore B1ll Montello e nella pianura u s url di esso. E' stato sempre respinto con gravi perdite. Alla rlchlesta cli rinf orzi fattn gl) dall'Arcièluca, Boroev).c ' rlsponde che farà di tutto perchè a disposizione della G• A1·ma-ta slnno poste le Divisioni che sono In riserva del Comando Supremo. L'Armata deve intanto provvedere a portare le artiglierie al d i là del fiume e a creare sicuri passaggi su quest'ultimo h1 modo da assicmHre il pos11esso sul ·llfontello. L'Arciduca ritiene però, che a stnbilire vassaggi sul fiume s ia cosa molto ar<lua poichè mancano i ·materinli dn ponte t' le trupPe tecniche, e l'ar tiglieria e l'aviazione nem~ca conlinu.a no nella loro opera d i distruzione. Intanto a nche l'Armata dell'Isonzo chiede rinforzi, ma B9roevic risponde che ciò non è possibJle, perchè le riserve debbono essere impiegate a vantaggi<> della 6a Armata. Nel pomeriggio del J!J, 1'8a Armata Jtaliana inizia la controffensiva generale contro il Montello ... Dobbiamo all'ammirevole valore delle upstre truppe se l'azione italiana prepa ra ta òa un violento fuoco di artiglieria è fallita ... Le truppe nemiche che hanno pnrtecipato all'azione hanno combattuto bene e. con accanimento.... - L'ordine di ripiegare : 20 giugno - v!sto che i progressi realizza ti dalla 6a Armata e dall'Armata dell'Isonzo sono mol to modesti, che l e t ruppe oono addoss ate nl Piave, cbe non si hanno riserve e cbe non è possibile 'fare assegnamento sul rapido afl'.lusso dei

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NELLE MEMORTE ' DELL'ARCIDUCA GIUSEPPE

matei·iali occorrenti, Boroevic propone al Comando Supremo jl ripiegamento <lietro il fiume. Poicllè a tale proposta il Comando Supremo no.n risponde, Bo, roevic insiste adducendo. che gli italiani prepa~·ano con forze fresche .u.uovi cont rattacchi contro il Monte1J9. · Il ·comando Sttpremo accoglie la proposta, e al}e ore 19 telegrafa ·a Boroev'ic ,di ordinare il r ipiegamJnto. Accenmrndo al comunicato Diaz annttncir.rnte che le magni.fiche truppe italiane ha nno res pinto ovimque i violenti attacchi austro-ungarici, l'Arciduca :annota 11€1 suo diario : Certo, l'Esercito italiano, combattendo valorosamente ed ostinatamente, ha vinto la battaglia, come io avevo previsto. 'l'engo però · ad affermare nel m9do 9iù preciso che noi avremmo potuto e dovuJo 'vincere. L'i.nsuccesso è dovuto per _1'80 % al comprol_llesso operativo del nostro piano. Più in là troviamo sul diario le seguenti altre note : Sul Montello e nella z~na più. a ~d la · battaglia infuria con in audi t_a violenza, coiiie non ho visto su nessun altro froute. Gli attacchi. nemici si succedon9 l'uno all'altro, ma so110 respinti in violenti corpo a corpo òalle mie valorose truppe che sono superiori ad ogni elogio. Anche gli italiani però sono :ammirevoli nel loro eroico accanimento. Il Montello è pieno et! morti... Il Comando Supremo mt informa che per il momento non può inviarmi mun izioni. .. Cosl non si può andare avanti; i miei migliori Reggiment! subiscono perdite sanguinose a causa della mancanza di muuizioni. .. o queste mi vengono . subito inv~ate, oppure è n€cess3rio sgombrare it Montello, ciò che equivale ·ad una catastrofe, almeno dal punto di vista mo rale. - I mezzi a disposizione : ...Per l'offensi-i'a avevamo a dispgslzione 7.000.000 circa di proietti che sono stati distribuiti su tutto n _fronte . Nonostante che in nessuna altra offensiva non avessimo mal avuto tante truppe, tanto matèriale ,e tante munizioni, ~ mezzi' disponibili . s-ono stati sparpagliati ovunque e sono risultati quindi insufficienti. Se il Comando Supremo, come era nella sua p-rìma intenzione, avesse concentrato tutto su un tratto da 20 a ·30 Km. pèr 1m attacco a tenaglia, anzichè dDutre le forze su di una fronte di 170 Km., si sarebbe ottenuto un grande successo e si sarebbero avute anche le munizioni per continuare 1ù operazioni di inse,c;uimeuto del uemico. Così. _come abbiamo fatto, invece.in cinque giomi abbiamo esaurito non soltanto ! 7.000.000 di- proietti predisposti per l'offensiva, ma ai1che le normali dotazioni in distribuzione alle batterie. Con una giudiziosa esecuzione dell'offelisiva avremmo potuto ottenere una -grande vitto!·ia poichè dura nte la guerra su altri_ fronti con mezzi e truppe meno nn.merosi di quelli ora impiegati, si sono ottenuti gra11dJ successi.

Nel corso della giornata l'Arciduca riçeve due visite: quella del gen. ·waldstatten '(Sottoca,po di S. M. dell'Esercito) e quella <lell'Impera.tore. · · Al primo l ' Arciclnca, fà aspre recriminazioni circa il modo <:ol quale era, stata preparata, l'offensiva e lo sparpagliamento delle forze. Wa.ldstMten si giustifica d icendo : non io .... e -

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LA VITTORIA rrALIANA DiilL PIAVE

neanche Arz .... ma Oonrad è riuscito a far accogliere dall'Imperatore la sua tesi. L'Arciduca pone poi a Wa.ldsta.tten l'alternativa di dargli subito i mezzi e le truppe che gli occorrono per continuare l'of~ fe nsiva sino al Brenta, oppure di ordinargli il ripiegamento dietro il Piave.

* ** Nel campo delle testimonianze dell'avversario è pure molto interessante quanto dice il colonnello del G~nio Dobriban Peter in ~n suo studio intitolato : « Il passaggio del Piave da parte del X,-XIV Oor,po d'Armata nella battaglia d el Montello». Lo studio è molto accurato e costituisce un importante documento specie per quanto concerne l'impiego deì Genio. Noi ci limitiamo qui a stra.lcia.re la parte concernente l'Artiglieria. Per la preparazione delrattacco il XXIV Corpo d'Armata austro-ungarico (]lsponevo. cli 117 batterle, ln totale 408 boccbe da f uoco, tra cui 8 mor tai ()u 305, 2 obici da 880, 9 batte1·ie bombarde e un abbondante numéro <1~ lanc~abombe. Per l'azione di fuoco immediata sulla riYa tenuta dal nemico, ogni DiYisione disponeva da 1 a 2 batterle da montagna e da 2 a 3 batterle campali. Questa artiglieria bastava per upppggiare l'azione del XXIV Corvo <l'Armata. Ben div~1'rsa era .la situi;izione del I.I Corpo cbe doveva Impegnare le artiglierie Italiane 11lazzate a Monte Sulder e che disponeva di appena 22 e 1/2 batterie di obici, oi-sia i11 totale 134 bocche. 'I'ale defic1enza sj fece sentire in pieno durante le operazioni di passaggio, poicbè l'artiglieria italiana, ben poco disturbata da quella del II Corpo, potè interve11lre energicamente contro le nos•trc t ruppe oper anti. Batterie antiaeree giunsero sul posto soltanto il 17 giugno e vennex·o postate nel Settore Susegana-San Salrntore, Monte Tombola-Falzè. La loro attività contr9 gli aerei nemici fu però assai limitata. Passaggio del. Piave - Per le operazioni di passaggio valsero i tem11l fissa ti ùal Comando dell'Armata Boroevic. In conseguenza il X.XIV Corpo d' Armata emanava le seguen ti disposizioni : · 1) - Per le ore 3 del 15 giugno: fuoco improvviso d'artiglieria c9ntro le batterie nemiche note; 2) - Continuazione del fuoco per la duratn di un'ora con proietti a gas; 3) - Fuoco di distru:iione ininterrotto della dura ta di tre ore e mezzo, dlr ett9 sulle posizioni e :;nlle batterie ne.miche; 4) - Fuoco di protezione che dalle 5,40 doveva appoggiare l'azione dei Reggimenti di punta incnrlC'ati di forzare il Piave ; . 5) - Per le ore 7,40 massimo attacco alle posizioni nemiche del Montello;

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ATTRAVERSO LE TESTIMONIANZE AVVERSARIE

6) - I tempi di forzamento potevano essere anti,cipati soltanto se il C9mandante del Corpo d'Armata io ritenevll, necessario per motivi d'indole operat;iva; . 7) - Non appena le posizioni nemiche erano conquistate si doveva iniziare il gittamento dei pont~ e successivamente il passaggio da parte delle Brigate di fanteria arretrate; le artiglierle si portavano a ridosso del Piave. Con tempora. neamente le artiglièrie avanzate inizieranno l'attacco alle S(,><:onde e terze posizioni del nemico ; 8) - Dl massima H passaggio doveva avvenire in modo che nel Settore di ogni Divistone, al comando di un Brigadiere dovessero passare il .fiume 2 Reggimenti con relative mitragliatrici leggere e pesanti, truppe d'assalto, 1 o 2 lancia.fiamme, 1 compagnia zappatori, Sezione lanciabombe, 4 bocche da fuoco d'a~glieriii per Reggimento, pattuglie telefonisti, proiettori, segnalatori, Ianciac9lombi; in totale 1.802 uomini per-· Reggimeìito. Il passaggio .doveva avvenire con 2 battagl~oni traghettati l'uno accanto 1;1.ll'altro. Le compag11ie formavano scaglioni di traghettamento. Per le ore 12 del 14 giugno i posti d'imbarco etano pront~. · All'imbrunire la · fanteria si scaglìonava lungo il fiume e nelle isole insieme al personale del Genio. Tali operazioni sj, svolgevano indisturbate senza che il nemico si accorgesse d.l nulla. Alle ore 3 d~l 15 giugno aveva inizio il fuoco improvviso d'artiglieria. Il tempo era umido cosi che le nubi dì gas coprivano con tale intensità la valle del Pi.ave che alle ore 12 si òistinguevano appena le pendici del Montello. Par· ticolare quèsto che facilitò roolt9 le operazioni d'imbar<:o, senza ostacolare per nulla l'attività della nostra artiglieria. A quanto pare il nemico fu sorprt>so dai · tiri a gas e rispose colle artiglierie sol.tanto verso le ore 5, con effetti che si fecero particolarmente sentire presso le 2 Divisioni d'ala. Passaggio del Piave da parte della 31& Divisione: - La Divisi9ne passò jl fiume i11 tre gruppi. ;n 44° Reggimento di fanteria ad ovest ed il 690 ad est di Falzè. 'l'ra i due Reggimenti si trovava il battaglione d'assalto della Divisione. Durante Io svolgimento delle opera,1ioni cli imbarco il fuoco dell'artiglieria nemica si fece violento specialmente attorno a Falzè e presso Villamatta, d9ve doveva traghettare il I Battaglione del 44° Fanteria ed- il battaglione d'assalto. ln questo Settore le operazioni di t-raghetto furono Jniziate alle 3,45 per guada. gmire il tempo richiesto dalle difficoltà causate dalla presenza di notevoli banchi di sabbia. I ppntoni furono portati per 300 metri a spalla prima di scendere nell'acqua, operazione che naturalmente richiese molto tempo. All'in~zio il passaggio ~ dimostrò relativamente facile perchè il terreno era ricoperto dalla. nebbia e (la dense nubi di fumo. Ma coll'avanzare del giorno la situazione si fece mano mano sempre più difficile. Soltanto un'aliquota del ;n B11ttaglione e, al centro, i reparti d'assalto del 32° Fanteria e del 3° Reggimento di bos)liact riuscirono a mettere piede sulla sPQnda oPPoSta a prezzo di. g.ravi sacrifici. Alle ore 6 la mag. gior parte dèi pontoni sui qualj si era' accanita l'artiglieria italiana, veniva tra. scinata dalla corrente verso la riva italiana. Notevoli erano· le p~rdite dei reparti di fanteria e dei pontieri. Le batterie italiane dislocate nella zona CornudaSuldar alle ore 6,40 arrestavano completamente ogn~ tentativo di ulteriore tra-

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LA Vl'lT ORJA ITALIANA DEr, PIAVE

ghettamento. In e<>nseguenza le t ruppe che non erano transitate venivano avviate alla testa di ponte acl est di Falzè. Il ,battaglìone di destra clel 600 Reggimento fanteria situato ad ovest dello schieramento fu costret to a tentare il passaggio a sud di Falzè; que1J9 di sinisti·a tentò il passaggio sul ramo più stretto che chiucleva a nord l'isola di Soligo. Nonostante le misure precauzionali prese dai Comandanti dei reparti, le operazioni di passaggio sì svolsero mo'.to lentam1::nte : una ·parte delle barche fu distrutta dall'artiglieria nemica, alcunj pontoni affonda ro110 per Il contegno disordinato della fa nteria. In tali cond izioni era quan to mal difficile agganciare i pontoni per il gittamento <'lei ponti. Tuttavia le operazioni cli imbarco pr9scguirono regolarmente sino alle ore 10, momento in cui una granata colpen<'lo in pieno IJ pontile impiantato dai nostri genieri, lo affondava .... ...Mentre procedevano le operazioni dj t raghetto ,,eniva fatto avanzare il materiale necessario per il gittamento clei ponti. Alle 8,15 l'ufficiale comanda-n te le operazioni di traghetto (un tenente colonnelln) riceveva dal Comando di Brigata l'ordine di iniziare il gittamento; si trovava però n ell'imp9ssib!Jità di eseguire l'ordine, nè aveva µiaggi,or fortuna per tutto jl resto della giornata poichè ogni suo tentativo veniva inesorabilmente frustrato clall'artiglierla uemlca. D'altra parte per il traghetto erano a disposizione soltanto 22 ppntoni, non certo sufil. cienti per superare i difficili ostacoli. Le comr,ngnie zappatori, già con effettivi ridotti, era-no r idotte alla metà. La mancanza di p9ntoni impedì fra l'altro alla s2a· Divisione cli far passare sulla riva sin~stra del fiume 1 prigionieri italiani (60 ufficiali e 1.054 uomini). Il 16 _giugno i genieri inlziarono il gittamtnto tl ·un ponte a sud cli Falzè ·, ma le operazioni erano rese quanto mai diflìcil~ SJ)ecie per l'attività degli aviatori ·nemici che scen<levano a bassissima quota e 1·lversavano sulle nostre truppe un violento fuoco di mitragliatrici e di bombe, producendo morti e causando gravi clnnni al materiale. Tra l'altro un pontone già pronto venne affon<lnto e costrinse gli zappatori, a difficili manovre per sgombrnre il materiale inutilizzato. La situazione dei pontoni e barche colpiti dall'ar tiglieria n emica era semp1·e più problematica. Ciononostante il ponte, che aveva 3 campate snUa riva nord , 9 campate al centro e 15 campate sUlla riva sud, veniva costruito per le ore 4 del giorno 17. Ma la sua. efflcncia fu di breve .durata: alle ore 21 un pontone trascinato dalla corrente investiva alcune campate danneggiandole seriamente; I lavori di riatta mento durarono intensi t utta la notte ... Passaggip del Piave da parte della 13"' Divisione Cacciatori - Le operazioni d'imbarco e la ricostruzione deJ ponte erano state, a cli're il vero, r elutlvnmente facili; difficile fu i nvece mantenere i collegamenti successivi fra le cluc sponde. Non solo l'a.rtiglierla nemica si accaniva con un fuoco d'inferno, ma ud essa si univa l'attività dell'aviazione cbe r endeva sempre più difilclll i passaggi. Alle ore 17 Poi la corrente si faceva impetuosa e danneggiava I cavalletti <lei ponte. ti per99nnle addetto alla sorveglianza del pontoni era sottoposto ad un duro lavoro fisico e morale. ~ lle ore 16.30 un colpo in pieno dell'artiglieria némica libf'rava una portiera a mon te della 813 Divisione; trais<:lnata dalla corren te tale oortlera metteva In serio pericolo la testata nord del ponte che serviva alla

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ATTRAVERSO LE TESTIMONIANZE · AVVERSARIE

31" Divisione. In mancanza di . materiale si dovette smontare la passarella esistente press9 la ·forr!l di Ronchi onde poter completare i lavo1·i d~ riattamento al ponte principale: oper,az~one difficile, compiuta nella notte dal 15 al 16. Alle 10 del giorno 16 una· bomba di , aeroplano colpiva il ponte dt\rante le operazioni di .passaggio della 11" Divisione cavalleria. Successivamente le batterie nemiche d1 Nervesa tenevano sotto intenso fuoc9 di sbarramento e di d~struzione il ponte e tutte le strade ad esso adducenti, •rendendo quanto mai difficili le operazioni di passaggio. Al mattino deJ 17 il ponte era inservibUe; occorreva costruirne uno volante di rlpiego, mà l'artiglieria·nemica ost'a colava talmente le 9perazioni . (che si svolgevano a 120 pasSi a valle) che solo il 18 l'ol)€ra era compiuta. Era poi la ;olta della corr~nte)mpetuosa ~be costringeva n rlpieg~mento di parte di questo pont~ vola·nte. Il 18 e il 19 il collegamento tra le due rive era · ppssibile soltanto èoi traghetto. A Villa Iacur 1a· velocità della corrente era d1, metri 4,20....

Il passaggio del Piave per parte della 17" Divisione - Per i:l passaggio di tale grande Unità vennero scelti Ca' MercadelH per il 390 fantèria, le forre di Mina è di Zocche per il 46Q fanteria. Era prevista un'azione dimostrativa di zappatori con 14 barconi presso Nervesa; ma talè ·azi9ne dovette essere sospesa per· }',efficace ·interve.nto dell'artiglieria nemica. Sin dall'inizio il passaggio venne djsturbato da violento fuoco di bombarde e <l! mitragliatrici per cui la nostra artiglièria dovette intervenire. Il traghetto presso Mercadellt r iusci- abbastanza fa~lle; presso Mina le perdite furono fortisslmé sia di uomini che di materiale. Alle 7,15 le nostre truppe s! attestavano sulla riva italiana eò attaccavano disperatamente giungendo verso le 8 all'abbazia di Nervesa. Alle 9,45 erano già passati 5 battaglioni, di cui 1 e 1/ 2 ed 1 compagnia mitraglieri presso Mina. In questo punto l'artiglieria nemica svolgeva mi fuoco talmente efficace che alle 11.30 pontoni e barche erano tutti fu9ri combattimento. Così il passaggio continuò soltanto presso Cà Mercadelli e venne ultimato in serata. Il ponte doveva essere gittato a sud di Mina. ,Alle 7.30, dopo il passaggio dei primi scaglioni, i pontieri entravano ~n azione, ma i loro sforzi erano frustrati dall'artiglieria italiana·. Si pensò così di .g~_ttare il ponte presso. Cà ;t\!ercadelli, ma anche qui invano, sovratutto per la deficiente prepara?.ione professi,onale dei reparti zappatori. ·sfruttati al massimo durante il traghetto, zappator~ e pontieri erano quasi impossibilitali a continuare la loro fatica. Nella notte dal 16 al 17 il ponte v2niva gittato, ma un pontone trasportato d&lla corrente ne rovinava alcune campate. Il passaggio continuava pertanto: con traghetto. Il giorno 17, con rinforzi ~nviati dal II Corpo d'Armata, nonostante i disturbi da parte dell'artiglieria nemica, il ponte veniva di nuovo completato. Ma anche qui nella 119tte)a corrente impetuosa faceva danni, cosicchè per tutta la giornata non fu possibile un vero trasporto di munizioni e di viveri. Nella . notte dal 19 al 20 i danni erano riparati, ma 11 20 mattino un pontone che scendeva a valle, colpito dall'artiglieria nemica, arrecava altri danni. Il gittament9 di ·un altro ponte previsto per il giorno 20 giugno non aveva più luogo per la scar9ità di materiale esistente. Ormai la Divisione era costretta a ricorre·r e m1icamente al traghetto. Progetto di allargamento dèlla testa <li ponte del Montello - Passaggio ,deHa 11" Divisione di cavalleria e 41"' Divisione Honved - Per sfruttare i sue-

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ESAME DELLE FORZE CONTRAPPOSTE

cessi raggiunti sul M:ontel19 e per appoggiare più efficacemente le azioni f uture dell'Armata dell'Isonzo, il Comando Supremo ritenne indispensabile allargare la· ti~sta di. ponte,. specialmente verso sud e sud-est. Onde garantirn un più efficace sfruttamento dei pontoni e dei ponti, si t'itenne necessario sp-0stare iu avanti le fanterie, in modo che le artiglierie nemiche non potessero efficacemente bombardare il Piave nella stretta compresa tra il t9rrente Solfgo e Nervesa. Il ripiegamento - In conseguenza della situazione generale, nonostante i notevoli successi raggiunti sul i\1Iontello, il Comando Supremo ordinava òi iniziare il 21 giugno il ripiegamento. La 31" D}visione ripi.egò in ordine nelle notti sul 21, 22 e 2.S giugno; ma al mattinç> del 23, da 1000 a Ì500 uomini, molti quadrupedi e ambulapze erano ancora sulla riva destra: il che causò disordine f ra le truppe, stroncato e superato con molta difficoltà. .Veroo meçtzogiorno le operazioni d'imb!l;I'.ço erano 'terminate. Al mattino del 24 le prime pattugli.e italiauè apparivano ·siil4a riva del Piave. Il nemico e'ra ·stato ·abilmente tratto in inga·nn9 sulle n~str~ Ìtitenzioni. · Su.I ponte della 13a Divisione Cacciatori passavano nell,it:49tte dal 20 al 21 i feriti e l'artiglieria del Corpo.d'Armata. L'artiglieria nemica che si accanì.va sui .Punti di passaggio esistenti, disturbò le operazioni. specialmente nelle- due .notti successive. Non solo le batterie di Nerve;;ia, ma anche le batterie pesanti agi.vano dal Montello f da Monte Snlder. Il ripiegameuto della 17a ,Di_tjsione incontrò mo]ta difficoltà· e potè avveuire soltanto per traghetto sino a quando (ore 8,15 del giorno 23) le mitragliatrici nemiche lo fecero cessare. Del pari cHtlicile fu il ripiègameu to della 41~ Divisione che già aveva incon. trato non poche difficoltà per i suoi rifornimenti, mentre si manteneva slllla tesca di ponte d·eI Montello. Il ripiegamento avvenne nelle notti sul 22 e sul 23 con. traghetto, qua~to mai !)€Doso per i genieri che dovevano fare continuamente uso delle maschere. I 3 Reggimenti della Dlviaj,one (120, 31° e 31° honved) riuscirono a ri passare intaltJ.

Nelle sue conclusioni il colonn. Dobriban, oltre a :precisare molti inconyenienti di carattere tecnico rig.uarçlanti l'Arma del genio, met te in rilievo la scarsa efficacia dell'artiglieria austroungarica e il contrasto di vedute t ra Artiglieria e Fanteria circa. le modalità ,di azion e dell'artiglieria stessa.

* * * Data l'importanza di questa battaglia è necessario soffermarsi un mome111to sull'esame delle forze e,ontrapposte. Esse risultano dai seguenti dati, già altra volta citati, ma che è bene riepi1ogare : Italiani : Dallo Stelvio al Garda Dal Garda a Sculazzon

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4 Divisioni 8 Divisioni


NIDLLA BA'l'J:AGLIA D!<;L PIAVE

~

Da .s culazzon al Brenta Dal Brenta a Pederobba Da Pederobba a Palazzon Da Palazzon al mare Divis ioni di .riserva cioè in totale

7 DiV!Si9ni

7 Divisioni 3 Divisioni 6 D~visioni - 20 Divis~ol1i. - 05 Divisioni

Austriaci: Dallo Stelvio all',A.stico Dall'Astico al Fener Dal Fener a Ponte Priola Dalla Priola al mare Divisioni di Riser v~ e cioè ~n totale

- 10 D iv~sioll! - 21 Divisioni 6 Divisioni - 15 Divisioni 6 Divisioni - Gl Divisioni

Per quanto c.oncerne le artiglierie ci basiamo sui seguenti clati : Italiani : Schierati: Pezzi leggeri: 6a. Annata 4"' Arma ta ga Armata 3" Arinata Totale Pezz.i pesanti : 6a Armata 4a Armata 3a e 8" Armata Totale

780 512 429 606 2.327

590

388 832 1.810

In riserva : P ezzi leggeri: Pezzi pe:ilanti :

539

28

Austriaci: rezzi leggeri : Armata Grup po Scotti 6" Armata Armata Isonzo Totale Pozzi pesanti: n• Armata 6" Armata Armata I sonzo Totale

na

2.300 550 650 1.500 5.000

500 150 350 1.000 (1)

(1) Veggansi anche i dnt:i di cui a pag. 267 e 268.

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ESAME DELLE FORZID CONTRAPPOSTE

Questi dati co11cordano all'incirca con quelli risultanti dalle lezioni di Storia del colonn. Fettarappai (Vol. 3°, pag. 2032), il quale dice che dall' Astico al mare, ai 2.850 ed ai 2.135 pezzi campali (esclusi dunq ne i medi calibri ed i grossi calibri) che il nemico aveva schierato rispettivamente nel Settore ;mOOltano ed in qnello del Piave, facevano fronte da, parte nostra 1.292 pezzi campali e 984 pezzi pesanti nel /Primo Settore, 1.035 pezzi campali e 826 pesanti nel Settore del Piave. I da ti concordano inoltre approssimativamente con quelli deJ i\fara.vig·na il quale, per qua.nt? concerne lo schieramento italiano dice : le nostre forze erano ~ppoggi ate da 7.043 pezzi-, di cui 567 appartenenti alla. riserva gen erale, 2.276 (984 di medio grosso calibro) sulla fronte delle Armat e 6" e 4a, e 1.861 (826 di medio e grosso calibro) sulla fronte delle Armate sa e 3". Circa lo sforzo compiuto d all'Austria per lo schieram ento delle artiglierie, dalle dichiarazi001i fatte al Parlament o nella sedutn segreta cfel luglio dal Ministro per la difesa, risulta che, c<1me si è già ,detto, se nella batta.glia di Oaporetto su un dato ~ettore vi era·n o 100 pezzi, 01ella battaglia del Piave su una stessa estensione di terreno ve ne erano 165 e sugli altipiani :fino a 250. Lft stessa cosa dicasi per le munizioni ,d 'artiglieria: a metà giugno si trovavano ali' Armata del Wurm quasi tanti proietti quanti nell'ottobre 1917 ve ne erano su tutta, la fronte del sud:; Hlla fronte veneziarna vi e1·a una iproporzione doppia di quelle esistenti nell'ottobre dell'anno precedente dallo Stelvio al mare. La percentuale di colpi, prestabilita per battere gli obbiettivi~ era tre volte maggiore di quella dell'autunno precedente. La somma totale delle munizioni preparate sulle linee -d i artiglieria. 8uperava i 6 milioni di colpi, oltre i depositi di seconda linea . Per qua nto concerne le bombarde, nel giugno 1918 da parte an striaca si trovava alla fronte italiana il 40 % in più cli piccoli calibri ed il 100· % in più di grossi calibri che non"nell'autunno . E d il predetto ministro chiu<leva le sue dichiarazioni dicendo· ebe la battaglia superò per intensità e prqporzio111i og~ni altra, fin ora fatta. Dall'esame e dal confront o ,dei. dati riportati risulta evir!ente il concetto del nostro Oomanclo Supremo di tenere forti ri-

,i

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NEBLA BATTAGLIA DEL PIAVE

serve alla mano per avere la possibilità di effettuare con esse una. ,manovra controffensiva. Assumono pertanto grande importanza in questa battaglia i mezzi di trasporto per il rapido spostamento di tali riserve. A questo scopo il _Oomam.do Supremo aveva, costituito un parco di 6.000 autocarri, di cui 1.800 destinati ad esclusivo trasporto ~i truppe e artiglierie leggere. Da parte austriaca assumono invece importanza, tra i materia.li, quelli destinati a facilitare il passaggio del Piave. Ricordiamo pertanto qui che ogni Divisione austriaca disponeva ·di 120 barconi capaci di 20 uomini ognuno, e che durante il passa.ggio, dense nubi · a,r tifìciali alte 20 metri accecavano i nostri avamposti. In con'clusione, gli austriaci disponevano di una_ notevole superiorità ,di forze, nè ma.ncavano loro i materiali pe1: attuare il loro piano. E' logico pertanto chiedersi le ragioni del loro insuccesso. Riteniamo .di poterle riepiloga,r e come segue :

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1° - Alla superiorità numerica di forze il nostro Comaudo Supremo contrappose un sapiente giuoco di riserve ; 2° - La superiorità d1 artiglierie fn frustrata dall'ottlmo impiego delle nostre e da una ben studiata organizzazione cli~ensiva. · I nfatti il col. austriaco IDimannsberger in un suo ;:irticolo riportato dalla Technische Mitteilungen dice : sembra che in m9lti Settor~ fossero erronee le cognizioni che gli austriaci avevan,) sulla sistemazione degli italiani, sopratutto sull'andamento delle posizioni difensive e sulle posizioni delle batterie. Infatti in uno dei principali punti in Clii le difese }taliane furono sfontlate, sull' Altipiano di Asiago, la fanteria, che aveva avanzato con perdite énormi, non tr9vò traccia d'el .t iro d'artiglieria sulle opere difensive. 3<> - Inoltre gli austriaci non riuscirono ad ottenere ~l successo per una errata concezione dèlla manovra poggiata su una . valutazione fallace delle nostre energie morali, e quindI della nostra capacità di resi.ste11za. Essi credevano di poter avanzare facilmente, ma invece dopo 9 giorni di lotta senza quartieré e tra le più aspre che la Storia ricordi, finiva la battaglia del Piave colla quale le Armi italiane, otto mesi do.po i dolorosi avvenimenti di Caporetto,, non solo gl9riosaménte riaffermavano le rinnovate energie guerriere di un_grande popolo, ma assestavano aJ blocco degli Imperi centrali un c9lpo tale da squassarne l'inter a compagine.

E qui emerge, come una delle più import8Jllti cause dell'insuccesso austriaco, il morale del nostro Esercito. Infatti, nè il 8apiente giuoco delle riserve, nè la, genialità della manovra sa323 -


CONSIDERAZIONI S U U.E CAUSE DELL'INSUCCESSO AUST&TACO

rebbero valse senza il valore, la tenacia e lo slruncio con cui l' Esercito italiano si rese degno della vittoria .

Dopo avet· parlato delle forze contrapposte, è opportuno fa re ancora qualche consider azione che ci porti a, concludere che, contrariamente a quanto è stato detto, l'insuccesso nemico non fu dovuto all'eccessiva estensione clell~ fronte. Quamdo si stabilisce di fare un attacco, come si fa il calcolo presuntivo delle Divisioni occorrenti.? In base a, che cos·a si ·de. cide? Si decide in base a casi analoghi, in base alla proporzione tra le forze contrapposte e in base all'estensione della fro nte. Se consideriamo il numero delle Divisioni austro-ungariche nella zona degli aWpiani .vediamo che l a densità è di circa 1 Divisione per chilometro. Nella zona del Piave tale densità è la stessa. In media, nella zona montana il Comando Supremo ausb'o-unga,rico ha 1 Divisione per ogni chilometro e mezzo. Nel complesso di tutta Jn fronte si ha una, ,d ensità media di 1 Divi·si.one ogni 1.700 metri. Tale densità è essa sufficiente? La constatazione si pnò fare 11ei seguenti due modi: 1° - Nel 1918 l a mnssima de1JSità è di clrc11 T Divisione vcr ogni 1.700 metri in Piccnrdia, per ogni 3 chilomcM allo Chcm_in des Damcs. Quindi tale densità sul fronte austro-ung:irico e ra ugu:ile ul m,1ssimo cli quella stùle altre fronti, e pertanto è da ritenersi sufficiente. Sì potrebbe obbietlare che . quella di Pie. eardia non era in zona montana. 2° - Nel 1916 la densità cle\lc forze aust riache era statn di I' Divls tçinc per ogni 2,9 chilometri di fronte. Nel l.018 il nostro Comall{lo Supremo a,·eva progettato <li altaccare gli austriaci con I Di,isionc ogni 3 chilometri di fronte. In ogni caso fa densità è sempre minore di quell a realizzata dagli austri:ici per la battaglia del Piave.

Si pllò dunque conchindere che l' insuccesso ~nstriaco non fu determinato d,tlla eccessiva estensione della fronte . A completal'e tale stlldio sarebbe opportuno considerare anche la densit~\ delle artig'li<•rie, ma su queste i dati 111 0n sono abbast:inza precisi perchè 1H nost ra Relazione ufficiale non ha Ja contl'oprova dC'1la Rehlzione ufficiale austriaca . La Rela zione nfficinle italiana si limita flJJe artip:lierie campali : notiamo però cl1e 1101 computo di f[lleSte flrtip;liel'ie, mentre per quanto ci ri. -

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ALLA BA'J:'l'AGLIA DEL PIAVE

gua.rda sono considerate le sole batterie leggere, 1Per quelle austriache s,ono consiilera.te anche quelle pesrunti campali. Oome dato approssimativo si può ritenere che in realtà le artiglierie pesanti e campali pesanti contrapposte erano all'incirca uguali, mentre qrn:lle leggere eran<J notevolmente prevalenti da. parte austriaca. Co~e densità, sta H fatto cbe le artiglierie anstriache era.no molto numerose e molto forti. Ricordiamo a.n<··o ra che da una Relazio1t1e presentata in seguito al P arlamento unstro -ungarico risulta che se a Tolmino nel 1917 in un dato Settore vi era.no 100 pezzi, nella, battagfo1 clel Piave in un Settore eorrispondente ve ne era no 175 in pianura e 250 nella zona montana. D11111que le ca use dell'insnccesso non vanno ricercate nell'elemento quantità, ma in a).tre ragioni. La nostra. conelusione, e cioè che l'estensione del fronte non fn la t.::ausa .a.ella sconfitta, può parere in coptracldizione con quanto abbiamo affermato in principio e che cioè gli austro-ungarici non poteva.no vince1'e 1per mancanza di forze . Ma una cosa è considerare il concP-tto generale, e una cosa. ben diversa è considerare invece la condotta delJa batta.glia. L'impossibilità d.i decidere la guerra non toglie che gli austriaci potessero avere aJme1110 il successo relativo nella battagli.a: e questo è mm1ca.to . Che questo successo potesse essere realizzato diventa evidente se si pensa a,11917. Si affronta così in pieno l'argomento. L'Au8tria, nella sua sfiduci a per l'avversa.rio, e dimenticando il potente aiuto avuto nel 1917 dalla Germania, credette di poter fare il bis di Oa.poretto: Non solo, ma l' Austria credette di poter fa.re anche ,d i più perchè, pensando che l'attacco di Oaporetto avrebbe dato ancora maggiori risultati se fosse stato accompà,gnato da un'azione sul Trentino, questa volta a,;eva a,ggiunto e compreso anche una tale azione. E' noto che in generale l'attacco per linee concentriche è difficile perchè è difficile realizzare la. contemporaneità: ed è (liffidle tenere ris<~rve, ma, però se riesce è molto fruttuoso. Ecco iperchè gli austriaci l'aveva.no scelto; perchè volevano che la vittoria fosse completa il più possibile. Da questo loro proposito derivò l'estension·e frontale data, alla, batta.glia. -

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VALORE DI ARTIGLIERI

E cco le cause ·principali dell'insuccesso: v1s10111e sbagliata della situazione e delle condizioni esistenti; en'oneo calcolo della combattività del nemico. A queste ca,use essenziali concorsero poi le molte altre manchevolezze già prese da noi in esame.

§ V

Valore di a rtiglieri e di unità d'artiglieria stolario del gen. Ghe ra rdo Pantano.

Stralcio dell'epi-

Quanto ab.biamo esposto dice già-di per sè in modo evidente il valore degli artiglieri e l' importantissima par te svolta dal1' Artiglieria nella battaglia. Tra gli infiniti atti di valore è perta(Ilto doveroso rieordare quelli che furono sanzionati colla concessione della Medaglia d'oro al valor militare. Dall'Opera dell'Ufficio storico dello S. M. si rilevano le seguenti descrizioni : ANTONIO NINO GORINI 1'enente di Complemento cla Vnrese (Como) del 22<> R aggruppamento Artiglieria pesante campale (Montello, 15 giugno). Nelle prime ore del mattino del 15 giu.gno si abbatteva sulle nostre linee da Cesuna al mare la furia dell'offensiva austriaca, e fin dal quel primo giorno, come sugli /4.ltipiani eosl sul Grappa e suJ Montello, fan ti ecl artiglieri affermarono la loro decisa volontà di non permettere che Il nemico contaminasse altro suolo della P atria. Raggi òi gloria illuminarono la foscbia di quella lotta ai>prisslma, e nuovi f ulgidi eroi balzano fuori dal r acconto degli avvenimenti cli quell'epica settimana, che segnò per l'Aur;tria la più dura ed irréparabil.e <:!elle sconfitte. Passato ·il fiume colla protezione di nebbie a1-tlflciali, le fanter~e nemiche giUJJsero ben presto suJle nostre artiglierie più ava nzate. Era tra queste la 33 batterla obici pesanti campali del XXXVI Gruppo; una delle Sez!oni dt essa era comandata d'a un giovane ufficiale cli Complemento: n tenente Antonio Gorini che all'~nizlo della guerra aveva disert:ito le aule della facoltà di mediclna dell'Ateneo pavese, per diventare artigliere. Ecl artigliere fu, pieno di ar• dire e di entusiasmo; all'artiglieria italiana demandò iin nuovo lauro di gloria con la sua fine eroica.

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E DI UNT'.l',\ D'ARTIGLIERIA

C-0lpiti in pieno i suoi due pezzi, r!.usciva a· rimetterne sollec.ìtamente uno in efficienza e con esso seg1Ùtava un fuoco vivissimo fino a quando la batterla non fu circpndata dal nemico. Allora il Gorini, armati ~ s11oi uomini di moscbetto e dando egli per primo ,l'esempio, si disponeva a disperata difesa. Ad un certo momento, vistò che il suo capitano, anch'eglì intento a trattenere il nemico col fu.cUe, stava per essere soverchiato, senza esit are si slanci<> per fargli scudo del proprio corpo. Ma il sug impeto generoso fu infranto da tre pallottole nemiche che, colpendolo alla fronte ecl ai petto, lo abbatterono al suo1o. Spirò t.ra le braccia d·e l suo capitano che nel suo rappo1-to ebbe a scrivere: Tutti della batteria sapevano che il nemico non l'avrebbe mai avuto vivo! Nessun elogio migliore poteva essere reso alla memoria del tenente Gorinì . . La motivazione colla quale alla memoria di lui fu concessa la Medaglia d'oro al va lor militare, così si esprime : · Comandante di Sezione, malgrado l'intenso fuoco nemico che colpiva fa pieno i due pe-.1zi, riusciva a rimetterne uno in èflìcienza . Attaccata la batteria alla baionetta da parte del nemico, la difese col moschetto é cadde ucc)so tra le braccia del 11roprio capitano, cui cercò 9ti fare scudo col proprio corpo (Boli. . Uff. disp. 9 del J925) .

Giu1io Marinetti, ten; col. da Verona, -del 34° Regg. art. da campagna. Ottorino 'rombolan-Fa:va, capitano, da, St rà (Venezia), del 34° Regg. art. da campagna. , All' inizio della battaglia del Piave.. iin base al noto concetto della « difesa, elastica)), il 34° Regg. art. da campagna era così schiera.to nella zona di Musile di Piave : - A1iquota a.rretrata (schierata sul Cauale della Fossetta) costituita -dal Coniando di reggimento con le batterie 1"' e za del I Gruppo e 5" e 6" del II Gruippo ; - Aliquota avanzata : reggimento tattico ,a,1 Conia,ndo del ten. col. Marinetti (comanda,nte titolare ·d el I Gruppo) così costituito e schierato : - Comando I Gruppo con le batterie 3" e 4a nella zona di C. Spera,n dio ; - Comando II Gruppo con le batterie 7" ed 8" nella zona di C. Fra.nceschini ; - Oss~rvatorii avanzati di Gruppo in trincea sul·Piave (di fronte a San Donà del Piave ed in corrispondenza della confluenza del Pi.ave Nuovo nel Piave Vecchio - Ponte del Taglio - ). All'aliquota avanzata l'ordine ,d i operazione affidava il com-

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VALORE DI ARTIGLIERI

pito della difesa a d oltranza (« morire sul posto)) erano le predse pa.role dell'ordio1e). A ta.le scopo ogni batteria e Comando ,d i Gruppo si era co·stituita a caposaldo con recinzione di reticolato e tratti di trincea con JPOstazioni di mitraglia,t rici (2 per batteria). Scatenatosi furioso il tiro di preparazione nemico, sono prese particolarmente di mira queste batterie <li prima linea ed investite da raffiche di proiettili a gas tossici e lacrimogeni. Nelle batterie difese da reticolati, largamente dotate di bombe a mano e di fucili, gli a1'tiglieri, ·a,pplicato il respiratore, si dispongono risolutamente a lottare :fino all'estremo. . Nonostante la. violenza del tiro nemico, per ben cinque ore i nostri artiglieri lo sostengono impavidamente e piai un istante rallenta il tiro delle ba.tterie. Ma vers0 le ore 8 la situazione si fa improvvisamente grave : nuclei ,cli a1'diti nemici, infiltratisi attraverso )e nostre prime linee, si dir\gOlllo verso la, zona delle batterie, muniti di lanciafiamme e cli bombe a ma.no, preceduti da un intenso tiro di granate fumogene. Il ten. col. Marinetti, intuita prontamente la gr avità della, situazione, dà subito gli ordini per la. difesa vicina : vengono chiusi i reticolati, .distribuite le bombe a mao10, imbracciati i fudli. La nostra fanteria intnnto ripiega e le batterie vengono a trovarsi isola.te : esse seguit:11110 tutta·d a a battere il nemico che ormai incalza da ogni pa1"1:e. Il Comando d'a rtiglieria divisionale ordina il tiro di repres~ione sulle nostre trincee e gli artiglieri del 34° lo effett ua.no, con la morte nel cuore ,e sicuri di portare i loro coltPi sui nostri fanti e sui nostri artiglieri a01cora sulJe prime linee. Il ten. col. Marinetti non esita, allorn a spostarsi col suo uf:fìcinle esploratore, t<>n. Gnido de Fonzo, e porhi artiglieri del Comando, a.I posto cli comando clel II Gruppo che, da informazfoni nel frattempo pervenute, sta per essere circondato dal nemico. I vi giunto dà subito gli ordini del caso ed avvistata una colonna ii1emiea che trnscina alcuni pezzi di artiglieria pesante campale, catturati coi s:ervenLi non esita a dirigere il fuoco su di essa disperdendola.. I pezzi infanto sparano « a zero» ed i serventi fucilieri e mitraglieri, dalle loro buche, rigettano e disperdono gruppi ne-328 -


E DI UNIT1 D' AR'r!OLIERIA

miei, sempre 1più numerosi, che tentano <li avvicina rsi ai pezzi. La situazione precipita sempre più perchè il nemico incalza ormai da tutti i lati. Ciò visto, ed imt uenclo quanto poi accadrà, il ten. col. Marinetti Ol'dina al ten. de Fom~o cli t rasmetter~ al Comando artiglieria divisionale il seguente fonogramma : « Il nemico sta per sopraffa,1·ci. Gli u,rtiglier'i tntti del 34° artigli erin, hanno fatto e

Fig, 39. · SoLtotcnrnte Gu iclo d<' Fnm,;u

fanno meravigliosamente il loro cloYere. Prego far eseguire subito tiro cU repressione suDa 7"' ed sa batteria. Interrompo collegamenti distruggendo centraHno e telefono. ·v iva l'Italia». Ciò fatto e distrut ti i collega menti il t en. col. J\farinetti; il ten. cle Fonzo ed i eap . rn.np;giori DPl Becco e Pozzo imh1·acciano il fucile e si porfano fra gli artigli eri fuciJieri. Drnmmatica è la sitnnzione che precipita oltre ogni dire. Il nemico, invano trattennto dalle rabbiose rnffiche « a 1.ero >> dei poehi•pezzi Hncorn, in a.zione e dalle 1·af:(;jche <li fncileria e mitragliatrici degli nrtiglieri ed ufficiali focUieri, irrompe balda111zoso sugli elementi. di t rincea e sui pezzi. Nella lotta furibondn che consegue brillano luci di eroismo e di sublime abnegazione. -

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VALORE: DI ARTIGLIERI

Magnifica è la, difesa della 7" batteria comandata dàl capitano Tombolan-Fava. Questo giovane e valoroso ufficiale, già dt>corato al valore sull'Isonzo, ap1Pare come trasfigurato nell'ardore della lotta; impavido egli corre da pezzo a pezzo, fa da punt atore e da tiratore, rincuora i pochi serventi ancora incolumi; alle ripetute intimaziooù. di resa del nemico risponde solo intensificando il tiro. Quando tutto appare perduto e già parte dei pezzi è in mano dell'avversario, egli, brandito un fucile, si difende ancora co:n esso, :finchè una bomba, a mano lanciata.gli da un ardito austriaco · lo n,bbatte esanime sull'ultimo pezzo, ancora. conteso al nemico. Pure, i superstiti artiglieri del 34° Reggimento 111.on si do.nno per vinti' e continuano ancora la lotta ineguale. Il ten. col. Mari11etti, it ten. de Fonzo ecl un esiguo gruppo · di artiglieri si asserragliano nella sede, già diroccatà, del Comnndo di Gruppo, e dalla porta e dalle :finestre tentano l'estrema difesa coi fucili e con le bombe a mano. N 0111 ipochi nemici cadono fulminati; la lotta è impari anche perchè il fuoco nemko riduce a pochi uomini i difensori. Una bomba, a mano colpisce il ten. col. ·Marinetti che si abbatte ferito tra le braccia del suo fedele ufficiale esploratore, ten. de Fonzo, che con unn. fucilata a bruciapelo ammazza un arclito nemico che si era scagliato sul ferito per finirlo. , Si chiude così una delle più fulgide pagine di eroismo del1' artiglieria italiana. Sul petto del ten. col. Marinetti oggi, accanto ad altre tre iicompeinsé al valore, splende l a Medaglia d'Oro al Valore Militare che viene concessa anche alla memoria ·d el capitano Ottorfa10 Tombolan-Fava . Al ten. d' artiglieria Guido de F,onzo viene concessa la Medaglia d'argento. Ecco le splendide motivazioni : - per !] ten. c9J. Giulio Marinetti: Comandante di un gruppo di batterie situate in una posizione avanzata, attese con stcul"O animo l'annunciato sferrarsi dell'attacco nemico. Rimaste isolate le batterie e avuto l'ordine dl resistere fino all'estremo, colla presenza e coll'esempio )ncoruggiò l'ultima difesa, perchè potessero essere tratte in salvo le batterie pesanti. Essendo stnte accerchiate alcune delle sué batt~rie, im:linò il fuoco di repressione sulle colonne avversarle che. ne trascinavano prigionieri i pochi serventi

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E DI UNI'1',Ì. D'ARTIGL IERIA

rimasti. Quindi, viste perdute le rimanenti batterie, raccolse i pochi superstiti n•lla casa det Comando di gn111rio e quivi si difese aècanitmnente col fucile e con bombe a ma no fìnchè, colpit<i al petto da una bomba lanciatagli da un avversario e grav<:,mente feritp, si rovesciava all'indietro col suo consueto sorriso sulle labbra, gridando Viva l'Italia t (Bollettino ufficiale dispensa 20a del 1919).

- Per il capitano Otto rino Tombolan-Fava : Comani;Iante di una delle batter ie da campagna più _es1X>ste del Sèttore, conscio dell'alto compi to d'onore asseguatogli, predisp9sta ogni cosa per la resisten:rn, attese sereno il momento dell'attacco. Nèll'is tante supremo, ricevuto l'ordine della difesa ad ogni costo e assalita la sua batteria da forze prepondera nti, fu lgi.clo esemJ}iQ -di cosciente sacrificio, primo· fra i primi corrench> <la pezzo a p~zzo per incitare i suoi soldati, prima sparando a zero e poi difendendosi con le bombe a mano é col fucile, assicurò col sacrificio della sna batteria il ri piegamento dei pezzi di medip calibro, impegnando col nemico violenta lotta corpo a cor110, finchè, coÌpito da una bomba a mano jn pieno petto, cadeva da eroe s ul pe2zo u ltimo rimastpgli, col fuci1e ancora spianato ve.rso il nemico e col nome d'Italia sulle labbra. (Bolleltino ufficiale, dispensa 19a de} 1919). - Per il ten . Guido àe Fonzo: Già cli stintosi per coraggio e sprezzo ·del pc:ric9lo nel procedere, sotto tiro nemico, al salvataggio d i un curiorale magglore rimasto sepolto dalle macerie di un ricovero colpito dall'ar tiglieria nemica; come esploratore cd osservatore di un gruppo d\ batterie cla campagnn, disimpegnò le stte funzipni in condizjon,i assai difficili dimostrando intelligenza e coraggio singolari. Circondato il posto dj Comnnclo da un forte nucleo di arditi nemici, incìtò i pochi suoi soldati alla r esistenza ad oltranza, e, da-udo egli stesso esempio di accanita rèsisten?:a, c9nti:attaccò gli avversari, giunti già a pochi passi, permettendo così alle batterie retro&-tanti di ripiegare ordinatamente. San Donà <li Piave 14-15 giugno 1918 R. D . 27 agosto 1923 Cilollettino ufficiale HJ28 d~spensa 51"). Edgardo Cortese Sottotenente da Napoli, del 33° Reggimento artiglieria d:1 , campagna (Monte Asolone, 15 giugno) . Tra i compiti più difficili ed irti di resppnsabilità che le esigenze della guerra moderna imposero agli ufficiali d'artiglieria vi fu quello d'i funzionare da o'rgauo di collegamento tra ie J}l').me linee cli fanteria t le retrostanti artiglierie. La necessità di tale intimo e costante collegamento apparve sempre più evidente col crescere cléll'esperienza di guerra, e si viòero t1ilol'a giovanj uttì.ciàU lasciare le loro batterie, scendere nelle trincee~ coi fanti, dìviderne con sp~rito di sacrificio la vita, e con diu turna e attenta osservaiione delle linee e <Pelle batterie nemiche, con vigile Gura dei collegamenti tra i vari Comand} ed energia di decisione, far sì che le nostre artiglierie fossero sempre pronte e sensibili ad, ogni vibrazione della linea dì combattimento. Non pochi furono g]i ufficiali d'artiglieria che in tali ardue mansioni fecero

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VALORE DI ARTIGLIERI

olocausto delln vita, e taluno cli essi an.che in modo cl'a meritare cl~ essere consacrato a glor ia imperHura, Il Sottotenente Edgardo Cortese, giovane poco più che ventenne, si era già segnalato per li suv urclimento, subito dopo Je giornate di Caporetto, per aver alzyontato sul Grappa, con pochi soldati d~ fant~ria, una grossa pattuglia nemica che mise in fuga a colpi di bomba a mano: gl~ era stato conferito per tale suo atto un encomio ·solenne. Destinato quindi quale ufficiale di collegamento nella zona di Asolone, l'alba del 15 giugno che segnò l'inizio d'ella grande battagl~a , lo trovò fra i fanti della Brigata Bari, fedele, pron to, coscienz).oso cooper atore della fante.ria nelle uspre lotte del cimento. Benchè ferito ad una mano, non desistett<i dal suo compito e personalmente volle unzi rec:nsi a prospettare la situazione all'osservatorio del Comando. Medicata alla meglio la sua ferita, volle poj $Ubito tornare là dove più accanita ardeva la lotta. Una Sezione rnitrnglia trici era rin:rnsta prlva di Comandante, i serventi er ano alquanto scossi dalla violenza <l'el fuoco nemico. 11 valoroso ufficiale non esitò un momento. Assunto jJ comando della Sezione, si pose egli s tesso a manovra·re un'a rma, e su questa, poco dopo, reclinò per sempre ~l capo, trapassato dal piombo nemico. Alla memoria del prode ufficiale fu conferita la medaglia d'oro al valor m~li tu re : « Auima indomita cli fit'l'O pntriotn, s olt('Citò spmp1·e il nosto pitì f)crico ·o,·o· e l'asoolvimento elci compiti di gucna più difHcili. Di pattuglia, quale utliciale es11loratore a·n rtiglierla, fu nelle prime linee prezioso ausilio <l'i atti v~tà e di esempio. E'<?rito, portò a compimento il suo mandato riferendo importan ti notizie, ed appena medicato volle tornare ove violenta era la lottn . Vlsta una Sezione roitraglìatrici priva <U u.fficiale, corse ad assumerne il comando, r imettendola tpsto in azione fra l'mnmirazione dei s,,,rventi c por tnndo eflìcace contributo di fuoco al combattimento, finchè, più volle colpito, lasciò la sua eroica esi, stenza. imll'arma, col nome d'Italia !':Ulle labbra l>. (.J1oll. un:. d.isp. 201 del l f/21) . Euuio Bucchi Sergente d'a Cascia (Perwda) del 1° Artiglieria da montagna (Carso, quota 208 sud, 17 settembre 1$116 ; zona cli Gorizia, novembre 1916; .l:'leve di iVlontl, Allerta, 28 ottobre 1!)17; Monte Grilppa, 1 lnglio 1918) . Il 1 luglio, quando nelle trincee e nelle batterie del Grappa e del Piave, al · fragore della battaglia er a subentrato H tripudio della vittoria, uu n grave sciagura funestava la 163" Batteria da montagna in posizione a Croce Del Lebbi (Grappa). Meutre il sergente Ennio Ducchi ed un soldato ernno intenti a lavor are in uua galleria ricovero, lo scoppio premalurg di una cartucci a <'li gelatina feriva entrambi gravemente; trasportato in nn ospedal e, Si cÒustatan\ che Il serg<'nte Bucchi era rimasLo cieco di entrambi. gli occhi. La l G.3• batteria per<leva cosi uno <lei più valoros.1 gregarl, che du rante tutta la guerr a avevu dato prove Indubbie di ardi mento e di abnegazione, combattendo in tutti i Settori più aspri del Lcatro a ·o])erazioni : dal Carso alla Vertoiba, da Santa Cateriua al San Gnbriek, da Pederobba sul l'!ave al Gn1v11fl. Nel settembre de! 191G, sulla quota 208 sud, mentr e. sotto intenso fuoco avversario, si spingeva fuori del riparo degli scudi per tenta re di scaricare uu

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E DI UNIT1 D' ARTlGLIERIA

pezzo nel quale era rimasto inceppati) il proiettile, et'a stato gravemente fèr ito da una pallottola in p~eno petto. Kon a ncora completamente guabto, era torna to alla fronte, prendendo par te alle due offensive del maggio e dell'agost.o 1917. Venuti pol i tristi gior ni de lla ritirata, il sergente Bucchi si prcxligò in tutti i n19cli, riuscen<lo con somma audacia a d1strugge re una colonna di muni:ilioni percbè non cadesse in mano all'avversario. Col sacrificio estremo del dono più prezioso - la vista -:- suggellava, pochi mesi dopo la sua 'l'.ita di soldato coraggioso e dev9to, che aveva volonturiamente iniziata lasciando, all'inizio della guerra, le Americhe, ove col lavoro erasi creata 11n'ag)uta posizione. - Pex ~ ripetuti a t ti d i valore da lui. compiuti furono concesse al Sergente Bucchi 2 medaglie d'a rgento, più tardi commutate in quella d"oro, colla seguente motiYazione : << Accorso clalla lontana Am<:rica ver ofl'rire la sua ardente giovinezza a ll.a Patria, prese par te alla guerra sempre in pr jma linea dando continue prove (li valore, d i d isciplina esemplare e d! altissimo spirito cli sacrificio. P untatore di un pezzo che, in circostanze particolar mente d iflìcil), sotto violeut9 til'o nemico, era riuscito a piazzarsi sulle linee delle fanterie, con mArabìle fermezza e valore 11011 ~·sitava per due v9lte, in cui granate\mai calibrate incet)l}arono la bocca da fuoco, ad uscire dal riparo degli scucl'i per infilare lo scovolo nella volata e tentare lo sgombero della culatta con ripetuti colpi s1ù proietto innescato. Nelresegtùre per l a seconda v91ta la eletta over azione, rimaneva f erito dà pallottola at petto. Non ancora perfettamente guarito rìntmciò alla licenza <li convalescenza per rientrare a!Ja sua bat teria, ove rinnovò, in ripetute azionj, atti cli valore e coraggio non comune. Durante la riti.r ata dall'Isonzo a l '1'agliament9 volontariamente si offerse per prendere collegamento colla colonna a utocarreggiata di munizioni rimasta i n territorio già occupato dal nemico, riuscendo con somma auclacia, coadiuvato da altro sottufficiale ad inc~nd iare gli au.t9carri. Più tardi 13vorando in una galleri a-ricoveri, causando lo scoppio accidentale di una mina, r ipor tava fC'rite mnltiple e la verdita della vista. Chioèleva così dolorosamente il ciclo dei suoi atti di valore e di devozione al dove re, che quasi come un rito otl'riva giornalmente a.ll'amata Patria l>. (R.D. 28 mu.1·7.0 192()). Umberto Fadini Maggior Genera le, da CrP-ma, Conrnnclanle l'artigl ieria del XXIII Corrio d' Armata (Il asso l:'iave 15 gi.ugno-7 luglio) . All' ala estrema della 3• ,Armata, ven,9 il mare, era schierato ii XXIII Corpo ò' Armata (Gen. Petitti di Roteto); Comandante l'ar tiglieria del Corpo cVAl'· mata dal 15 marzo 1918, era il magg. gen. Umber to l!"adini, espertissimo co110scitore dell'Arma ed utJ:icialè dei più colti ed apprezzati. In quel Settore parti.cola rrnente _dijllcile, dalle l~nee svolgentesi attraver!Jo bassure palucl9se e greti insidiosi, egli d iede subito egregie prove della sua abilità tecnica e della su a !nfalicabile attività, sia nello studiare un nu9vo schieramento delle artiglierie ed :i nquadrarne i ti ri sia 11el predisporre l'arretramento delle batterie più avanzate, nell'imminenza dell'offensiva 11emica.

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YALOR0 DI ARTIGLI ERI

Il congegno da lui mirabilmente preparato· risl)Ose poi brillilntemente duntnte il èo1·so del1a battaglia; le artiglierie del XXIII Oorpo cl' Armata, essendosi conosciuta L'ora precisa in cui si s~u·ebbe sferrata l'offensiva nemica, prima ancora che si i niziasse il bombardamento cla parte austriaca, p9tero.110 investire con un fuoco· nutritissimo le linee, ie retrovie, i centri di r accolta, le bàtterie avversarie, cogliendo tutto il meccanismo d'offesa in piena fase di preparazione · e gravemente danneggiandolo. Avvenuta poi l'irruzione austriaca sulln destra del Piave, nella zoo.a tra lVIuslle e Paludello, ruercè Ja pr9nta energia del generale FadiDl ed il sacrì.fic!o eroJco delle battet·ie del 84° Ileg~imento da campagna, fu possibile arretr are le artiglierie di medio calibro e allestir e rapidamenté le nuove postazioni, <1onde i nostri cannoni prt!sero, nel poruerigg)o stesso del 15, a tempestare senza Posa· il nemieo nelle brevi lingue di .tel'l'a da essp occupate, a dlstruggergli alle spalle i ponti g~ttati sui fium e, a coprire le nostre fanterie con tiri di sbarramento formidabili e tempe~ivi. Negli otto giorni che durò la lotta memorablle !J generale Fad1ni no n conobbe ri poso r~caudosi cli continuo nelle primlssime · unee per rendersi perso11::ilmente conto della situazione,. non lnscinn<lo mai i Comandi dJpendenti senza l'ausilio della s11a esperienza e del suo incitameuto alla lotta , non esitando n salire anche ).n pallone per meglio osservare i tiri più Importanti. Finalmente il nemico fu obbligato a ri pnssare il fiume, ma per il generale Fadini non era ancora venuta l'ora di riposare. Essendo stato clecioo. di sfrutture la vittoria attuando l'opera zione per la r konquista del tèr'reno tra !I Piave e il Slle, il Comando SuJ)remo provYide all'inYiO di nuovr ar tigli.-rie 11ella zona del Corpo cl' Armata, sicchè !l numero delle bOccbe da fuoco dipen<lenti dal generale Fadini sali a ben 900 ed egli, che pure un cosi gravoso sforzo fisico e morale aveva sostenuto nei giorni prececlenti, con rinnovato a'rclore si dedicò allo studio ed alla preparaziOI!e della nuova azione, cui cl9veva arridere un <.'Osi p1eno successo. Al valoroso gen. Faclìni rmrt:J.·oppo non fu chl to gioire a lungo cleila nuova vittoria, cui le sue artiglierie avevano tanto Poder9samenle contribuito. Il giorno 7 luglio, menti-e, come cli solito egli sJ spingeva In l'icognizione sulle estreme li. uee raggiunte dalle nostre truppe nella recenti;? avanzata, una granata nemica, colpenrlolo in pieno, faceva strazio del suo corpo. AJla memoria del generale v11lor9so ecl ardito, che non conobbe limi.ti al sacc-ificio d! se stesso per la Patria, fu concessn la meòaglia d'oro al valor militar e con lll seguente motivazione: « I!'}tdligente, ardito,· abilissimo çomnnclantc d'artiglier ia. di Corpo cl' Armata, per vent un giorni consecutivi cli bnttaglia f u l'anima della poderosa azione sviluppata dalle sue batterle. Al c9ngegno già abilmente prepar :1to· seppe dn re con oppottune, personaH direttive sul terreno - frutto cli assiduo studio ~ <11 geniale Intuizione - tutta la snellezzn e varietà di giuoco che gli eventi di una forh111osa e movimentata loltn imponevano, e al buon esito dell!\ quale validamente cooperò anche con f requen.t;! ricognizioni s u zone battute da Intenso fuoco avversario e con ascensioni in pallone per il controllo dei tiri più i mPortanti. l.juando già la vittoria aveva arriso al suo Corpo d'Armata, dopo due battaglie, in un'ardita escursione sulle posizioni dai nostri raggiunte, cadde cplpito

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E .D I UNIT.4. D'ARTIGLIERIA

in pieno da un proièttil!:! nemico, chiudendo con una morte gloriosa sul campo un'esistenza cost'l.ntemente· e risolutamente dedicata a1 dovere ed alla :Patria,,. (Boll. Uff. d1sp. 19a del 1919) . .

Sa.rebbe grave lacuna e ingiustizia l'omettere da.I glorioso elenco il nome di un valoroso ufficiale di cavalleria che, nella nuova Specialità dei bombardiel'i, seppe abbilllare le fulgide tradizioni della sua. Arma di provenienza a quelle non meno gloriose della nostra Artiglierja. Annibale Caretta Capitano, da Alessandria, de} Reggimento Cavalleggeri di Monferrato, Comand3nte i.l VII Gruppo bombard'e (Montello 15 giugno). Accanto agli artiglieri, degnl emul'i in valore e spirito di sacrificio si mo· strarono i bOmbaroiert i soldati della nuova Specialità, giovane e rude sorella dell'artiglieria, nata per le tragiche necessità della guerra dalla polvere ·e d,aI ·fango· della trincea, dall'irto e vicino bèrsuglio, dall'infrangibjle tenacia d<ei ·retìcolati, tanto leggeri . 11ella forma quanto sfuggenti alla presa delle vecchie armi e dei vecchi metodi di offesa. Il VII Gruppo di llombarde, comandato dal capit. di cavalleria Ann/balè Caretta, scrlsse col suo sengue nella giornata del lG giugno una delle più belle pagine nella storla dei bombardd.eri. Due capitani, J.7 ufficiali subalterni, 240 tW· mini di truppa : ecco le cifre del!'olocausto sublime. Fino all'ultimo, benchè aggi. rati, colpiti alle spalle, .semistorditi dai gas, i bombardieri del .VI.I Gruppo, pur conoscendo la vi.a della salve.,za, preferirono, sull'esempio del loro capitano, di far fronte alrirruzione nemica. F in quasi ai suoi ultimi momenti il capit. Care tta, valoroso veterano del Carso, fece pervenire al s uo Comando di Raggruppamentp dei biglietti, nei quali dava notizia sull'incedere del nemico ed affermava la precisa intenzione sua e delle sue batterie di ubbidfre ad ogni costo all'ordine che aveva emanato ~l gèn. Bt1zan, Comandante l'artiglleria dell'VJU Corpo d'Armata: gli artiglieri muoiono s ui pezzi anzichè abbandonarli al nemico! 1D quando gli austriaci irr upperp nella località ove il VII· Gruppo aveva la sua sede, trovarono ìl Comandante cli esso al suo posto, eretta la persona e la pistola spianata in un supremo gesto di difesa . Aveva fatto allontanare il proprio attendente, aveva mandato indietro un caporale addetto al Cpmanclo cli Gruppo; avrebbe potuto salvarsi anch'egli o almeno arrendersi priglon'icro. Non volle! Come ben disse il generale Sachero, Ispettore de~ bombardieri: la fine del capitano Caretta appare un atto der ivato dalla decisa volontà del caduto di non abbandonare il posto d'onore che gli era stato affidato. ID mai come in questa fine, la parolà sacrHìzio perdette ogni traccia di significato retorico per espri. mere soltanto un'alta forza morale, che neila sua sempll<;e bellezza trascènde e s ublima. Il capit. Caretta venne rìtrovato più tardi, quando il nemJ.co fu ricacciato oltre il Piave, con la gola s<1uarciata da un colpo di pugnale. Onore a questo antico cavaliere, Caviiliere veramente senza macchia e senza paura! Ecco la bella motivazione della Medaglia d'~ro concessa alla sua mempria:

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SPECIALE COM PITO ASSOLTO OAGU UF!fl.CIALI D' AR'XIGLIERlA

« Comandante di un Gruppo di bombarde, serbato e votato a. sicuro sacriOzio, sl!nteu(lo up pressarsi al s uo · posto di combattimento le prlme avvisaglie dell'in. vasione nemica, v9lle magnanimamente condividere la sorte già certa delle sue batterie. Consegnato alla sua ordinanza l'ultimo scritto della sua ferma mano perchè lo portasse a dcsti11aziolll', attese diritto, colla rlvolte!la ln pugno gli ai::salitori. Cadde colpito a morte dopo fulmi nea lotta, spvel·chiato dal numero, ma an•ndo ,into la ilwsorabilità d<'l fato c•on la IX'llrzza del suo sacrificio>>. (Boli. Uff. disp. 20~ clel 1922).

E a questo punto, p1·ima di passare a rievocare fatti di valore collettivo per JParte di inte1·i reparti d'Ar tiglieria, riteniamo a11col'H, necessario e dove1·oso accennfl,r~ ad uno speciale compito assolto nel 1918 òa iilcuni ufficiali d'artiglieria. Più volte nel corso di questa narrazione abbiamo accennato al fatto che il nostro Comando Supremo molto spesso possedevf1 11otizie sugli inteuùim.enti operativi del nemico. Infinite sono le fonti che, qu alora esista .u na buona organiz-· zazione capace di vaglial'le, metterle a confronto e collegarle, posson o portare a risultati sorprendenti. I nterrogatorii di prigionieri e di disertori, osservazione accurata terrestre ed ael'ea, intercettazioni , e infine, ma :non meno importante, l' opera oscura e silenziosa, degli informatori. Quest'opera rimane spesso avvolta nel segreto, e molti atti di eroismo e di audacia saranno ignorati per sempre. Molti sono gli nrtiglieri che si ~ono dedicati a, questo delicatissimo e assai rischioso compito. ron possiamo certo citarli tutti sia per ragio'n i di. rii::erva tezr.a e sia 1Perchè, come si è detto, molti casi rimarrn m1 0 pe1• sempre ignora,ti. Ci limHimno a citare il ten. <:l'artiglieria F . Oarturan di cui r iportiamo ln fotog-rnfia e l a motiva zione delfa Mednglia d' argento nl vn lor mili ta re concessagli sul campo dal Duca d' Aosta : « Volontariamente- xi trnsf~ri\·a n<'lla zona inYl1:<a e 11onost:1nh' 1':H tinl sorveglinnza nemicn, riusciva a pcuetrnre trnve~tito in un Cornanclo nus triaco, ne l'accoglieva pre,dosissimc notizie. e, sfuggenclo ad un tentnti\'o di cattura, raggiunf(c,·a le no.<;ITC' linee 1). (Fronte> Pinw 1918). ·Lu fotografia e la motiyazione non hanno bisoi:tno di commenti.

* * * Riteni amo doveroso citare, n, ')nesto riguardo, anche un civile che, senzn portare stP1lette nè le· mostrine clell' Arma, rese -

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I SERVIZI RE:SI DA NINO CR.IDTTI

ali' Arma stessa preziosi servizi. Si tratta del- :Signor Nino Cretti da Riva di Trento. · Egli risiedeva in Tiarno di Sopra (Val -di Ledro) ; appassionato cacciatore conosceva palmo a palmo tutto il t erreno, aveva avuto m0do di assistere ai preparativi difensivi ·austria~i e in particolare all'approntamento delle posiiio:ni di artiglieria, in l ocalità spesso defilate rispetto aJ versante italiano,· ed

Fig. 40 - Tèn. Cartur:m ·

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L'OPERA SVOLTA DALL'.AR'.rIGLlER!A NEr, LA BATTAG'LIA OEL PIAVE

era pra,t icissimo delle vie di acccss·o nei terreni anche più imipervii. Poco prima della guerra riu~ì a sfuggire alla polizia au·· l:liriaca che ben conosceva i suoi ~entimenti di italianità, e attra,verso i boschi ed i monti che tanto amava e che tante volte aveva percorso come cacciatore, sc001:6.riò e riparò in u:n primo· tempo a Bologna. Presentatosi al Comando. della l " Armata a Verona accettò di cooperare coll'Esercito italiano come informatore e guida nel settore Chiesa-Garda. Nell'ot tobre del 1915 fu assegnato alla 6a Divisione e guidò, l<• truppe italiane nell' occupazione di Val di Ledro, partecipando· a varie azioni. Da quel momento e per tutta la ,d urata della · guerr a rese servir.i preziosi: fornì alla nostra Artiglieria dati e :notizie su tntte le posizioni esistenti e possibili pe1• le b.atterie lllemiche, sng-p:ed ottime posizioni per le nostre e si prodigò in tutti i modi per l a causa comune. Data la sua jparticolarissima situazione non ebbe ricom-· pense speciali e pertanto la più alta ricompensa fu per lui consi~tente nella, coscienziosa soddisfazione di avere, attraverso virenc;e aventi talvolta del romanzesco, data la sua opera all'Italia .

** * NPlle pagine p1·ecedenti abbiamo avuto occasione di citare cnrn e là, gloriosi Reggimenti, Gruppi e Batterie, ma la raccolta n•,r1 è certo completa, nè potrà mai esserlo perchè vi furono t anti: csrnri sacrifici e atti di valore che, per mancanza, di documen1:lzione, non ananno altra. ricompensa che quella della cosr i0n1,n del òovere compiuto, e del fatta che la gloria di questa battarrlia va a tutta l 'artiglieria. A sropo di rendere un po' più completa l a documentaziooe, l'iportiamo qn anto è stato possibile rintracciare attraverso alenne Storie Reggimentali : 1° HEGGIMEN'i:'O ARTIGLIJ1JRIA DA CAMPAGNA -

Il 25 gennaio 191S.

11 Rel!itimento fu ch 'nmnto ln linea sulla fronte deJ Grappa (4a Annnta) e

sC'hierò, in un primo t~mw, le batterie nelJn zona Monte Oro, C-01 del Gallo~

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A'lv.r.RAVERSO ALCUNE STORIE REGGIMENTALI

F·agheron e Monte Meda, SUI ll'enilon e p~·esao l'osteria della Cibera, e partecipò dal fe.bbraio al giugno alle azioni dell'AsolomJ, d·i Col delle Berette e Col Caprìle. Su tali posizioni lo trovò l'offenslva austl'!!lca: del 15 giugllo, offcmsiva che rappresentò il massimo sforzp fatto da l.' Impero austro-ungarico contro il nostro Paese durante la guerra, e, da cui le Supreme Autor~tà militari nemiche si ripromettevano lo sfacelo militare dell'Italia. Il uostro Servizio Informazioni aveva fatto conoscere .in tempo al Comando Supremo l'ora d'inizio del fuocp dell'artiglieria avversar ia, l'ora d'inizio del1' attacco e ie relative roodal~tà. Fu qu;ndi possibile attuare quella pod•erosa azione di fuoco di contropreparazioue che e1·a stata studiata uei più minuti particolari e predisposta per disorientare e stroncare l'attacco nemico, prima ancora che esso si pronunciasse, battendo vio1entemente trincee, osservatori.i, centri di :raccolta, Comandi ecc. E infattì alle ore 3 del mattino del 15 giugno il fuoco della nostra artiglieria cominciò a rovesciarsi con violenza sul uemico sorprendenòolo i.n p}ena crisi ò1 manovra, e a tale fuoco di contropreparazione contribui efficacemente il 1° Reggimento. Ma l'attacco nemico Yenne ugualmente effettuato ed ebbe, quel s uccesso iniziale che non può mancare alle offensive preparatè. accuratamente in tempo, e con larghezza e potenza di mezzL Nella mattinata del 15, all'ala sinistra della 4a Armata, tenuta dal IX Corpo d'Armata di cui faceva parte il 1° Artiglieria , il nemico riusci a sfondare le nostre difese di Col d·e l Miglio, a es·p ugnare il Col Feuilon, a minacciare in fianco e di rovescio Monte Fagheron, ad, isolare priI;oa e ad occup,are in seguito ìl .Col Moschin, raggiungendo la cappelletta di San Giovanni e minacciando cosi il Col Raniero. I componenti le S pattuglie del 1°, dislocate negli osservat9rii, furono nella maggior parte uccisi, i rimanentt catturati. Le postazioni delle batterie furono . fatte segno allo spaventoso bombardamento delle artiglierie nemiche; le posizioni della Clbera furono battute anche <ial fuoco delle mitragliatrici avversarie, ma tutte le batter}e c9ntinuarono impavide la loro opera, decise a res.iste're sino all'ultimo colpo e sino al l'ultimo uomo sulle posizioni; e dopo aver sottoposto a un violento fuoco di repressione le posizioni perdu te, appogg~arono i contrattacchi sferrati durante la giornata dalla nostra valorosa fanteria. Per poter battere la chiesa di San Giovanni, caduta nelle mani del nemico, 1'8" batteria portò 2 pèzzi sul la sti-ada, allo scoperto, riuscendo cosi ad ostacolare ogni progresso nemico l.n q,1el tratto di fronte. Nèl pomerigglo il IX Reparto d'assalto rico!lquistava la zona Palazzo NegriFagheron, e verso sera rioccupava anche il Col Fenilon. Nelle giornate seguenti, numerosi nostri contrattacchi fu rono sferrati per rioccupare i capisaldi rimasti ancora al nemico: il mattino del 16 veniva ric9n.qulstato Col Moschin, e il 'giorno 17 anch.e il Col del Miglio tornav~ in nostra mano. A tali azioni concorsero efficacemente tutte le batterie del 1°. pronte sempre e instancabili nel prodigarsi a vantaggio della fanteria.

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L'OPERA SVOLTA DALL'ARTIGL!ERI A NELLA BATTAGLIA DEL PI AVE

Cosi al termine della seconda giornata della bnttaglla s ul Grappa ogni impulso offensivo era spento e poteva dirsi fallito l'ambizioso disegno nemico di dilagare nella pianura dl Vicenza. Lt: perdJte subite dal Règgimento ammontarono a 2 uffic!ali ~ 9 militari di truppa morti, circa ~O feriti e 22 prigionieri ; cifre queste cbe ottestano la par te importante avuta dal 1° Art!glierla nelle azioni svoltesi in quelle epiche gl,ornate, e jl valore dimos trato d•it tutti i suoi componenti. .SuJ Piave i successi iniziali det nemico furono più sensibili e la lotta fil IJiù accanita, ma la teuace r esistenza dei nostri e la violenza dei contrattacchi resero ben presto crjt!ca la situazione delle trnppe uvversarie passate sulla destra del fiume. Nel pomeriggio del 16 venne iniziata sul _i\fontello la nostra vigorosa controffensiva per ricacciare il nemico oltre i~ Pi.ave ; la lotta infuriò nel giorni seguenti dilagando verso !I Basso Piave, ma alla fine il valore e la tenacia delle nostre truppe ebbero il meritato premio. 2° REGGI1\1ENTO AR'.rIGLlERIA DA CAjx[P,A.GXA - Nel marzo 1918 il Reg. glmento, assegnato al XXII Corpo d'Armata. raggiunse MontebelJ.una, indi si scbler ò sut Montello. ):I Comando del ;Reggimento , enne assunt9 doal Colonn. P llIJlo Tortello. Dopo un periodo di Intensa prepar azione, il Reggj.mento s! trovò impegnato nella più dura battaglia combattuta in quel periodo per fronteggiarè e respingere l'offensiva austriaca. Il 15 giugn9 alle ore 3 tutte le batterie aprirono il fuoco di controprepara. z'lone cbe, come su tutto il fronte, sorprese e dlsorganlzzò fin dall'inizio U nemico stroncandone immediatam~nte Jo slancio. Tutte le batterle presero parte attivissima alla lotta battendo i passaggi del Piave e le batterie nemicbe avanzate, proteggendo le ;nostre truppe dagli assalti, apl)Oggiandole nei contr attacchi. Il violènto t!ro nemico di controbatteria, P.segulto anche a gas, non riusci a. rallentar e il fuoco delle nostre batterie che nel pomeriggio del 19 si SPostarono in avanti per meglio appoggiare le fanterie della 47a Divisione che, partite al contrattacco, 'ricacciarono ~t nemico al ~ i là del P iave. 30 REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA (V:edi pag. 303). 8° ;REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMP AGNA - Nei primi giorni di ff'bbralo il Reggimento, facente parte della 23a Divisione (X:KVIII Corp9 d' Armata, s~ .Armata) è schierato lungo il Piave, in prossimità del fiume nella Unea avan zata delle fanterie sulla fronte Campolongo-Ronche-Fossalta-Croce. Ai primi di giugno lo troviamo schierato driètro lo Sc9lo Palumbo da Casoni a Losson. Durante la battaglia memoranda (15-23 giugno) a causa del ripiegamento delle Divlsioi,.1 vicine (45a a nord· e GP !t sud) arretra ordina tamente il suo schier a. mento a<l ovest in prossimità del fiume Meolo, tra Castelletto e c asa Gasparinl (16 giugno). Da questa posizione, che più non abbandona, esplica una splendida azione di fuoco. In complesso l'oper a prestata durante la battaglia del P iave

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A.TT.IU.VERSO .ALCUNE STORIE REGGIMENTALI

valse al Reggimento l'encomio <l-el Comando del XXVIII Corpo d'Armata e la citazione sul Bollettino del Coman<lo Supremo del 23 giugno.· Il Reggimento prim.a e dopo la battaglja del Piave, nell'azione dlfensiva come nella controffensiva, assolve semp1·e onorevolmente il suo mandato, frequen- . temente controbattuto dal fuoco nemico di artiglieria, di mitragliatrici e di' fanteria. Degno di nota è il primo schieramento delle batterie a ,mmediat11 vicinanza dèl :fiume e quindi µi posizione estremamente avanzata. 14° REGGIMENTO ARTIGLIE,R.IA D,A C;AMP.AG:NA - A Nervesa, durante la battaglia del. Piave (giugno 1918) 1 pezzo del 14° Artiglieria dl:t campagna, postato nelle primissime linee dell1:t fanter~a, ~saurite le munizioni, venne strenuamente difeso · dal serventi con moschetti e pistole contro l'irrompente e soverchiante nemico. · Cadde l'u!Iiciale, uno dopo l'altro furono uccis! tutti gli a1-tlglier~; negli ultimi istanti 1i cal)pellano ferito, c9n ra:ro sangue freddo, fi..."Sà nella fotografia quella sublime scena di eroismo. Sul cadavere òel1'eroico !lS-Cerdote fu trovata la macchina fotografica nonchè la lastra, che sviluppata ed ingrandita è conser., vata tra ~ sacri cimelii del Municipio di Nervesa, e venne riportata dai giornali illustrati. II Reggimento era èomandato d il l colono. Cosimo Caruso, veterano delle aspre lotte africane, già fregiato di 2 ~fed:iglie d'argento al valore e d! 1 di bronzo. Il 14° Reggimento artigljeria a Gorizia, alla Vertolba, dal 'ragliamento al Piave, a Vittorio Venet9, me1·itò una Medaglia d'oro, parecchie Croci dell'Ordine Militare di Savoia, molte Medaglie al valore e Croci di guerra. Al colonn. Caruso venne confe1·ito l'Or<line Militare d~ Savoia con la seguente motivazione: « Comandante. diviSiÒnale d'artiglieria, mercè il suo costante esempio di perizia, di attività, di coraggi9, e la sua continua opera di tecnico e di soldato, rendeva it suo Reggimento un esempio perfètto, forte, ardito strumento d·l guerra, ':! dw·anle le azioni svolte innanzi a Gorizia, al Sober, sulla Vertoiba, lo .adoperava in modo da porgere sempre fraterno, intimo, valido apP9gg!o alla fanteria e dti essere fattore essenziale dei successi conseguiti». 17° REGGIMENTO A,RTIGLIERI,A DA CAMPAGNA (Vedi pag. 308). 2()o REGGIMENTO ARTIGLIE;I.U~ DA CAMPAGNA. - Alle ore 14 del 16 giugno il Reggimento entra in battaglia. Apparve subito l'emema difficoltà per lo svolgimento di un'azione dl accompagnamento nell'intricatissimo terreno del M9ntello. Impos.sibile il segUire le fanterie a vista per le anfrattuosità d<el suolo e la fitta vegetazione, accidentalità che tutte favorivano il nemico nelle lns~die e negli infiltramenti cli attacco. 'I'uttav!a il Reggimento ottenne <lo.ll'energia dei. suol uomini quanto poteva sembrare impossibile anche solo il ricbledere. Il II Gruppo già violentemente battuto nella presa d~ posizione, non ebbe

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L'OPERA SVOl,TA DALL'ARTIGLIERIA 'NELl,A BATTAGLIA DEL PIAVE

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AT'l'RAVER SO ALCUNID STORIF) REGGIMENTALI

un sol9 istante di jncerte21.a nella sua azione violenta svoltasi sotto un ininterrotto tiro di artiglieria. Incurante delle perdite, non ebbe altra preoccupazione all'infuori del suo ·dovere da compiere. Ed a sera, quanc1'o un contrat tacco nemico, avendo 1:agione -delle truppe che gli stavano davanti, minacciò uno sfondamento del frQnte, consigliando l'arretr amento sulla linea d! massima resistenza della 51& Divisione, su cui si appoggiava la sinistra della 50"', le 4 batterie, impegnatissime sin dal mattino su posizioni scoperte e battute, mantennero saldamente il loro schie·r amento ·ormai indifeso SUI fianco, pronte al maesimo sacrlficJ9 purcl!è ognl mossa si compiesse regolarmente, e la minacela potesse essere sventata. Con azione decisiva, ll Gruppo, per lo slancio d-el suo Comandante, coetltuiva prontamente coi reparU che polè adunnre una difesa vicina; apri un tir9 violento di sbarramento che, rotto l'Jmpeto avversario, permise d! rinfrancare le truppe e rlstabilìre la linea dando tem po allo schieramento di nuovi repa::tL Suc-cessivamente le batterie per sottrarsi a facili ·colpi di roano durante la notte, rii>iegarono su Caonada, mentrn, sospeso il ripiegamento, la 51" Divisione poteva -rioccupare la linea non plù minacciata, gra1.le all'arresto dell'attacco. La mattina seguente si risaliva di nuovo sul Montello e si occupavnno nuove posizioni a Fontana Fonclabls. La ballaglia riprendeva furiosa e proseguiva ininterrotta fino aJ giorno 23, il cu.i mattino ved·eva le ba tterie portarsi con repentino sbalzo in posiz.ione u Casa Carpenc<lo, d"onde fulminavano colle loro salve le ultime r esistell7..e nemiche sul Pia,,e. Nè H I Gruppo aveva nel frattempo da superare minori difficoltà. Sostenuto dn· Volpago il primo impeto delln Brigata AQ$ta, il giorno 17 )e batterie lascia'"ano quelle loro posizioni e salivano sul 7,\fontello a cavallo delle strade 9 e 10 per rendere l'azione loro più efficac~. Si era alla terza giornnta di combattìmento. Le batterie erano incol9nnate lungo la strada 10 allorchè. vennero sorprese da gruppi d! sbandati -cbe abbandonavano la fronte, affermando che sotto la pressione del nemico la nostra linea aveva. ceduto. La grave notizia fu immediatamente confermata da altre truppe ,cbe 9rdina tamente ripiegavano. Sotto la gravissima ipinaccia, mentre jl Comandante del· Gruppo con al-culli altri ufficiali arrestava le truppe che arretravano e le ri-conc1uceva In linea, le batterie, tratti i pe:>:zi dalla strada, prendevano posizione ed aprivano un viol ento fuoco di sbarramento cbe valse ad arrestare l'avanzata nemi:!a. La situa-zi9ne compromessa da un istanté di panico venne cosi prontamente r istabilita, e l'az.ipne nostra. tenace potè riprendere e culminare nella vittoria. Nelle giornate d~ Montello, mentre in due distinti episodi! l'energia del "Reggimento salvò una situazione gravemente compromessa, l'abilità del Coman-danti e delle truppe consenti cbe al, combattesse una battaglia mirabile J)er l'impiego d'artiglieria. Tra gU altri valorosi meritano di essere ricordati: il sottotenente Marcello Benucci elle, di collegamento c9lle fanterie, spintosi innanzi coi suo~ tre uomini dl pattuglia, veniva circondato dal nemico e si apriva il passo alla baionetta; il cap. magg_ Giovann! Romagnoli ed il soldato Angelo Mingardl che, ambedue t?rnvemente feriti, dovevano essere allontanati a forza mentre )ncitavano i com-

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L'OPERA SVOLTA DALL'ARTIGLIERIA NELLA BATTAGLIA DEL PIAVE

pagni alla resistenza ed alla vendetta; il caporale Luigi Padovan che é"9tto l'iinpèrversare del colpi, vedendo in serio pericolo jl proprio Comandante di batteria, tenente Demetrio Ferral'i, eroicamente gl! faceva scudo deJ proprio corpo; l'appuntato Luigi Mosca che, mirabile ~nducente nella presa di poslzi9ne, colpita in pieno da una granata nemica la propria mula e ferito gravemente il conducente di volata, t rascinava ugualmente avanti I.) proprj_o autotreno. 800 REGGI;MENTO Nl,TIGLIE,RIA D~ CAMP AGNA. - Il 30° .Artiglieria lasciava le posizioni di :Val Brenta e riunitosi alla 60a DivlsJone (Brigata Por. to Maurizio e Brigata Piemonte), si Portò nepa 7,0na. di Vicenza,, quind! ìn quellp. di Castelfranco e fece parte d~ XXIJ: Corpo d'Armata (gen. Vaccarn, assegnato alla 90. Ai'lllata di riserva (gen. Morrone). Nella notte del 15 giugno, quando alle ore 3 dall'Astico al mare s1 sferrò l'offensiva austriaca, il XXII Corpo d'µmata si trovava raccolto nella zona di Castelfrane9 Veneto. Nel pomeriggio del giorno 15 la Goa ,Divisione ricevette l'oi·dìne di schAera1·si sulla linea del Mussolente, alle spalle del Grappa, pronto a sbarrare 11 passo al nemico, qua,lora si fosse aperto unu breccia fra le eroiche faDterie della 4" Armata. Le batterie' del 80° si scbieral'ono prima dell'Jmbrunire sulle alture ad ovest dì Asolo, g~à ricon9sciute in precedenza, in attesa appunto dello sfenarsi dell'offensiva austriaca. Nella giornata del 17 giugno, ristabilitasi la situazione dell'Armata del Grappa, colla salda occupaz,one del .Col del .Miglio, il XXII Corpo d'Armata passò a disposizione dell'Sa Armata, per i contrattacchi dn efl;ettuarsi sul Montello; veniva sostitUito presso la 4a Armata dalla 521' Divis1one, su 3 gruppi alpini provenienti dalla riserva della Ga ,Armata. Alle ore 22 del 17 gi ugno pertanto le batterie del 800, inquadrate nella 604 Divisione, mentre infuriava la battaglia dagli Altipiani all'Adriatico, per ;.1t1. vole, Vedelago, Istrana, Paese, arrivarono la sera de} 18 nella zona hnmed~atamente a sud di Povegliano, ove sostarono di fronte al Montello. Nella giornata .iruccessiva si doveva svolgere Ja grande manovra di controffensiva, concepita dal Comando dell'Sa Armata (gen: Pennella) efiettuata da dué Potenti masse, e cioè dal XXX Corw d'Armata (47a e 5oa Div~ajone) e dal XXII Corpo d'Armata (57a e 6()a Divisione.). La mattina del 19 giugno, trascorsa abbastanza calma, le fanterie si schierarono e si attestarono sulle linee di partenza. Jl I Grupp0 (ten. col. Cuzzo.. Crea) alle ore 12 prese posizione nella zona a IÌord-€st dii Arcade, donde dpveva apPoggiare razione della Brigata Piemonte; il II Gruppo (capit. Boccbi) si schierò nella zona- a nord-ovest di Arcade col compij;o di appoggiare la Briguta Porto Maurizio. Il C9mandante de! ;R.eggimento, colono. Ginocchio, mise 11 comando tattico ln una casa a nord di Arcade, nelle viéinanze del Comando della 60> Divisione (ten. gen. Mazzoni). · Le batterie, schierate in campo aperto, come in guerra dii moviménto, avevano presa posizione al galoppo .senza subire alcuna perdita.

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ATTRAVERSO ALCUNE STORIE REGGIMENTALI

Il nemico occupava tutto il salien~e nord.est del Montello, da Cà Serena per Cà Marsellle, a Bavaria e Nervesa. Aveva }e sue pattugl!e p~ù avanzate sul.la ferr9v1a Ponte Priula-Montebelluna da S. ;Mauro fino a S. Andrea _(sud-ovest di Nervesa). Alle ore 14 le batterie iniziarono il fuoco di preparazione sui paesi di Ba. varia, Sovilla, Nervesa. Alle ore 15,30 la fanteria mo.sse all'attacco, l'azione progredi sempre al centro, cioè ~n direzJone di Cà dei Fa.veri e di Collesel della Madonna (57• Divisione); fu invece lenta e dHlicile alle a li é cioè in corrispondenza de! XX..'{ O.>rPo d'Armata, verso Cà Serena ed i Portoni, ed in corrispondenza della ooa. Divisione, verso Sovilla e Nervesa. Però 2 battaglioni della Bri.gata Portò Mam·izio, appoggiati dialle batterie del II Grnppo, riuscirono a penetr are nei primi abitati di Ne't'vesa e ad affermarvisi. Mentre ferveva la lotta, le batterie senza tregua assecondavano l'azione delle fanterie con tiri dti. distruzione, dJ appoggio o di sbarramento a aeCQnda della mutevole situazione della nostra fanteria. La lotta sul Montello, nella sera del 19 giugno, si spezzava in cento combattimenti, in cUi case, villaggi, strade al ·umite SUQ! del Montello, passarono dl.e-cine di volte in nostro possesso ed in quello del nemico. Alle ore 23,30 il Comando clell'S• Armata, dato il forte logorio delle truppe, emanava l'orcline di sospendere gli attacchi. Le nostre batterie provvidero pertanto a proteggere le fanter!e con tiri di sbarramento. Così si chiuse In prima giornata della controffensiva. Il Comandante del Reggimento, a fianco del Comnnclante la Divisione, diverse volte aveva J;>ercorsa la zona ove le fan terie erano schierate, port.nndosi nella zona delle batterie ed agli osservatorii di Gruppo, attrave1·so punti intensamente battuti. Il suo aiutante maggiore in l", ten. Adolfo R9ssi, mentre l'accompagnava al posto d~ comando, venne gravemente ferito da una pallottola dj shrapnel. I due Comandanti di Grupp0 er ano riusciti a schierare o~ensivamente le batterie, che in meno di ~ ore avevano percorso ben 10 Km. su vie battute e rov1.118te dal tiro nemico. La 1a Batteria comand ata dal ten. Eugenio R andi, mentre pr~ncleva posizione a s11d di Cà F1·eschi, a meno di 1 .500 metri dal nemico, fatta segno ad un violentissimo tiro nemico d! medio calibro, aveva compiuto con calma e con ordine n.1tte le sue operazioni. Incuranti di ogni pericolo, ufficiali ed artigllerj, dopo aver portato a braccia i pe-..izi sui posti assegnaH, avevano aperto il fuoco su Nervesa. Malgrado un can,none fosse stato colpito in pieno e diversi serventi rimasti feriti, la batterla « La Gloriosa » durante tutta la giornata, compi arditamente il suo dovere. La 2" batteria .« La Fedele », comandata dal capH. Rossi, dopo essere brillantemente entrata ln azione ed aver svolto diverse ore cli fuoco j.ntenso, spe. cialmente su ;Nervesa, mentre in un controssalto gli austriaci stavan9 avv1cinand.os1, pur continuando sempre a sparare, aveva predisposto che i serventi cli riserva, imbracdati t moschetti, si preparassero alla difesa vicina. La 3" batteria fu lungamente e violentemente controbattuta U che rese dif-

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L ' OPER A SVOL'rA DALL' AR'l'I GLlERlA NELLA BATT.\GLIA DEL PIAVE

flcile il rifornimento delle munizioni, cbe si svolse però regolarmente me1·cè Ja calmn del Comandante del i·eparto <:_assoni, serg<mte maggiore Natale Rossi, c·he fu decorato di medaglia d~ bronzo. La 4a batteria «Mara » comandata dal cap!t. Nagliatl, malgrado fosse diverse volte controbattuta, aveva sempre saputo efficacemente continuare la sua azione, agendo con prontezza e tempestività, sia nei tit"i di accompagna. mento che nei tiri. di ·sbarramento. Gli art iglieri, coll'est'mplo dei loro ufficiali furono mirabili per Yalo1'.e e per spirito di sacrificio. Il sergente maggiore Francesc'o Portale della 4• bo.tte:ria ripor tò gravi ferite. · La 5" batteria (( La Veloce )) comandata dal capitano Soderini, aveva preso posizione successivamente c9lle due Se,,1ion! nena zona dl Cà Corazzin, ed era s ubito stata fatta segno a tiro nemico. Gli artiglleri animati dalla presenza del loro capitano, che in quei momenti di maggior pericolo stette. eemp1·e sulla linea dei pezzi, eseguìvuno con calma e ee1·enìtà ~l loro fuoco di preparazione all'attacco. _Mentre la 5• batteria sparava dalla prima liuea poco a sud dell'arco ferroviario di Nervesa, al Cournndante del Il Gruppo perveniva da un ufficiale della Bl'ignta Porto Maul'izio il seguente fonogramma : i fanti della Brlgati.t, in ottesa di lnnchnsi Il !l'attacco, applaudono con entusiasmo i loro artiglieri che sparano meravigliosamente. La G"' batteria, comandata dal capit. l\Iartina, in posizione a Cà Triangolo, mentre fuJ m~nnva <:ol suo tiro le truppe nemlche, che, scendendo fra Collesel Castalviero e la panocchia d! Ncrvesa, si portavano sulla linea di combattimento, fu co11trobat tuta da una battel'ia dJ medio calibro. Due cannoni ed un cassone furono colpiti io, pieno. Rimasero uccisi il sergente capo-11ezzo Lujgi Belardi da Bertinoro, il capor al maggiore Garavaldi da Poviglio, ed 1 SQldati G. B. Tomllsi da Asiago, Angelo Caroti da Reggello, Marlnno Cigni tti da Subiaco mentre diversi serventi rimasero feriti. Passando !n quel momento per Cà. Triangolo il IH battaglione della Brigata P o·rto ~lnurlzio, che si portava al combattimento, il maggiore Comandante, alla vista del caduti, rivolgendosi ai fanti, gridò loro con voce rotta d'l commozione: guardate soldhti miei, con quale valore combattono i nostri artiglieri. Verso le ore 17,80 giunse sulla posizione i~ Comandante del Gruppo, cap'it. Bocchi, cbc r infrancati gli animi con elevate parole di nmor patrio, e rinnovando commosso agi! artiglieri le passate glorie della 6a batteria, fece spostare a braccia i due pezzi rimasti ancora eflìcle·nti, che continuarono senz'altro il fuoco contro gli obbiettivi assegnati. La 7a batterla « '.La Valo1·osa » comandanta dal capit. Eugenio Dellini, prese posizione al galoppo a Cà Z:.inntta (800 metd circa ad ovest di Arcade); appena entrata in azione contro la fanteria nemica, segnalata alla parrocchia di Nervesa, venne immedlntamente controbattuta. In un primo tempo fu colpita la casa ove trovavasl l'osservatorio, ma questa non venne abbandonata perchè permetteva una ottima osservazione che qualunque altro posto non avrebbe consentita. L'artiglieria nern)ca cont!DUò quindi il suo tiro, scmp1·e avvicinandolo alla linea dei pezzl in azione. Il caplt. Bellin i, intelllgentemente coadiuvato dal Sottocomandante sottoten. H aghion, fece allora spostare qualche pezzo

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ATTRAVERSO ALCUJSE STORIE REGGIMENTALI

a braccia e continuò senz'altro l'azione contro gli oolett~vi assegnati. Ma ben presto anche le nuove posizioni fw·ono individuate da) nemico : un pezzo fu colpito In pieno e rilnasero a terra morenti il capora l.e puntatore Gi u&eppe La 'l'orre, il capo-pezzo JDrnesto Casellato, nonchè alcuui serventJ . Gl.i artiglieri .dei pezzi in effidenza, meUJ01·i degli eroismi di quota 205 <lcl Podgor il e di Gorizi a, intrcp)drlinente continuarono la loro azione. Il capit. Bellini, vicino ai caduti pronunciò vive parole di confort9, e stava dicendo al sottoteo·. Agluol'i di far!~ trasportare dietro la ~asa v!cina a11orquando una rallica di granate scoppiò sulla linea dei peizi: il capit. Bellini, 11 sottoten. ,A.gluori, l'appuntato Marco Zanom caddero <:OltJiti a morte e rillJasero fet·iti nltl'i art;glieri, fra cuA il capo-pezzo capor al maggiore Primo Merlin ed i serventi Domenico Boccafurrl e Vittorio Bernatt!. Contemporaneamente furono colpiti diversi carnlli degli an,nlreni, ritnuati a n9te,·01e distanza dalla battci-ia e largamente intervallati, .Il Comandante del Gruppo, informato da uu porta-ordini d·elle dolorose perd).te della 7" batteria, accom1,aguato dal s uo ulllciale esplo'ratore, ten. Taeoli, si portò sulla posizione della , .. batteria, provvide a far sposta re a brnccia i due pezzi riro usti ancorn in etlicienza e con \'Ì... brantì parole rianimò gll artiglieri, e<l ul grido impetuoso e fremente di Viva l'Italia, erompente dal petto d i tutti gli artiglieri, fece rit)renclere il fuoco . Nella notte sul 20, i;>er l'entrata in azione di nuove truppe austriache, sul fronte (lene Brignte Porto Maurizio e rieroonte si svol~cro diversi contrattacchi uemici, e Kervesa cadde in mano al nemico. Le nostre batterie che nella notte si erano rifornite d1 abbonclnnti munizioni, ed avevano spostati tutti o parte dei pezzi, anche nella giornata del 20 seppero in ogui azione assecondare sempre ed appoggiare efficacemente l'azione della fanteria . Vennero spesso wntr obattu te, specialmente là 4• batterla che ebbe alcttni feriti e fra questi il soldato Martino Sangiorgio. Kella notte sul 21 ll nemico sul fronte della 60• Divisione sfenò alcuni attacchi che furono però facilm ente contenutl. Il tiro tem1>estivo delle batterle del 300 riuscì sempre ad inchiodare il 11emico sul terreno. La gi9rnata del 2t trascorse in una relativa calma. ·Ormai il nemico era esausto e sfiduciato . .Il Montello era virtualmente quasi riscattato. Fu pertanto deciso che l'azione continuasse solo con fuoco d'artiglieria, che battendo intensamente 1 ponti e le passerelle sul Piave, avrebbe. dovuto isolare le truppe nemiche. m così fu fatto. Nelle giornate del 21 e del 22 perciò, tutte le batterie del 300, unitamente ad altre artigllerie della 4a e della' 6" Armata, inviate in rinforzo e schierate nella zona di Arcade, Oussignano e Povegliano, svilupparono azioni d1 fuoco che raggiunsero una potenza formidabile spec!almente su ::-lervesa. Questo nostro poderoso sforzo fiaccò defini tivamente ogni forza d} resistenza del nemico che, nella notte dal 22 al 23, iniziò il ri piegamento tramutatosi ben presto in disordinata fngn -verso i pa~aggi <lei fiume. Anche dtUante le giornate <fol 2:I. e 22 giugno, le batterie del 300 brillarono per prontezza e valore. $i distinse sopratutt9 la 5" batteria che venne numerose volte controbattuta e-on violenti concentramenti di granate a tempo. Nel pomeriggio del 22 veniva gravernente ferit9 il Sottocomandante sottoten,.

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Umbe1;to Micheli-Zlgnini dl Aiello, e fortemente c9ntuso !I sottoten. Pi.ero Znncanaro da Saclle eh<;) in, conseguenza delle contus}oni ripor tate, moriva alcuni mesi doPo. Rimaneva pure ferito U soldato Alfredo Gigllol~ che restava fiero e &aldo al suo posto di C9mbattimenlo acca)lto al suo pezzo bersagliato continuamente _d al ti.ro nemico. E' degno ~i vivo encomio il soldato Francesco Facca della 4a batteria che rimase ~mperterrito ai suo posto di combatti.mento mentre la batteria era fortemente contr9battuta, fincliè restava gravemente ferito vicino al proprio pezzo. Nella mattinata del 23 alle ore 10,30 le nostre fanterie marciavano all 'inseguim~nto del nemico, appoggiate dal nostro tiro di accompagnamento. Alle ore 12,30,· pattuglie della 60~ Div/.slone entrarono in .Nervesa; alle 14 J n9stri fanti giungevano al saliente dl Cà dei FaverL La battaglia era vinta! Durante quelle memorabili giornate di lotta, in cui il 300 ha scritto pag/ne d'oro nella storia della nostra g1·ande guerra, tutti gl! artiglieri tennero alto il nome de} loro Reggimento e della nosti·a Arma. Gli episodi di sacrl.lìci9 e di eroismo dei nostri artiglieri furono numel'osissimL Mai, come in quei giorni, sui loro visi pallidi e solcati da tutti l tormen+-' si lesse più forte volontà di impedire, a qualunque costo, che il nemico_violasse ancora il suolo della Patria. Furono premiati con la medaglia d'argento il cnpit. Bellìnl, e il s9ttoten. Andrea Agluor! che a Povegliano nell'ospedaletto da campo n. 127 stù letto di morte, nella giornata del 20 menh·e sentiva la voce potente dei cannoni che tuonavano sotto il Montel!91 pensando agli al'tiglieri della valorosa 7a. batteria lasciati sul campo di battaglia, diceva al fido attendente che lo assisteva : ml dispiacerebbe di mori,re all'ospedale. Sono ancora tanto giovane e vorrei combattere ancora per fare il mio dovere e morire sul cainPO di battaglia insieme al miei prodi artiglieri. Ven11e premiato con medaglia d'argento il sottoten. I.Avio Rossi della l" batteria e capo de.Ila pattuglia di coÌlegamento del I Gruppo, ucciso mentre accompagnava all'assalo un battagl_ione della Brigata Piemonte. Venne conferita la medaglia di bronzo al sergente Bartolo Str ambini della 1a. battéria colptto a morte sul suo cannone, ed al soldato Facca della 4a. batteria. Uguale ricompensa ebbero i valorosi cadut! della 6a. batteria : caporale Garavaldi, soldati Ang<'lo Caroti, Mariano Cignitti e G. B. Tornasi. Venne decorato con medaglia. di bronzo il sergente Ernesto Casellato della 7a da Taglia di Po, bèlla figura di eroe già due volte ferito sul Podgora; ed il caporale Giuseppe Torre. Oltre ai suddetti venne concessa la medaglia <11 bronzo al ten. col. Cuzzo-Crea, per il modo tempestivo con cui faceva .entrare in aziQne il suo Gru ppo e pel. modo con cui ne dil·igeva l'azione. -Vennero decor ati <!On medaglia d'argento !I cnpi t. Ello Martina da Chiusaforte e con medaglia di bronzo il capit. Mario Soderin.i, il ten: Italo Rlio, il S(>rgente maggiore Natale Rossi, 11 sergente Romeo Crotti ed Il trombettiere Ernesto Pollini della 5a battPria. Il ten . Alfonso 'l'acoli da Modena, ufficiale esplorator e del II Gruppo, splendida figura d:i ufficiale ardlto ed intelllgente, che in quei cinque giorni di lotta

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ATTRAVERSO ALCUNE STORIE R EGGIMENTALI,

tremenda ·ebbe il cavallo ferito , ~ che dm·ante la giornata del 20 era stato vivamente compÌimentato dal gen. Vaceari, comandante dei XXII Corpo .d'Arm;ita, per l'abilità con cui aveva eseguito una ricognizione, fu decor.ato con medaglia ~'argento .al valor militare sul campo. Venne conferita la C1·oce di guerra al valore al capit. Sìlvio Rossi, al ten. Ca,rlo Mannozzi, al· sergente maggiore Germano Leone; al soldato Italo Sr1lerno vennè conferita la medaglia di bronzo. p sottoten. Giovanni T_ròmby venne promosso effettivo per merito di guerra, ed il sergente maggigre Francesco Portale fu promosso aiutante di battaglia. Ultimata la battaglia, il colonn. Ginocchio, cui fu conferita la Croce di guerra al valor militare, in un suo ordine del giorno, vibrante d! caldo amor di Patda, rivolgèva viv~ 19(11 a tutti i suoi artiglieri e rievocando i caduti cosi diceva: Ai valorosi che soccombette·ro, il nostro commoss() pensiero: sulle -loro tombe non lacrime, ma fieri propositi la Patria reclama nell'ora. che volge. 340 REGGJ:MENTO ,ARTIGLIERIA CAMPAGNA (Vedi pag. 296, 303, 327). 35• REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA - ;Il _Reggimento, se pUl'e decimato dalle cruenti lotte sostenute nel 1917, ·nou era per. altro· fiaccato, nè aveva chiuso il ciclo della sua missione di guerra. Lo attendeva un altro anno 'di eventi e dì nobili cimenti; e questa volta il destino gli aveva riservato quelle soddisfazioni e quegli allol'i cui esso aveva sempre agognato e che per il suo valore e per i suoi sacrifici, aveva buon diritto di conquistare. Ai pr1mi cli aprile 1918, completamente riorganizzato. come Reggimento da posizione comand,ato dal ten. col. Sassi part/va d.i nuovo per .il fronte. Destinato alla 3"' Armata_. prend·eva posizione fra: Fagarè · e Candelù nelll:Ì zQna del Piave, ove rimaneva ;fino all'armistizio. Quivi pr_ endeva parte ·alla battaglia del Piave dal 15 al 23 giugno 1918. Gli att! di abnegazione e di fulgido ero/smo compiuti dagli artiglieri .del 35<> nei nove giorni di lotta flll'ono innumerevoli e non è possibile descriverli

tutti. Divampò, colle fiamme dei cannoni, lo spirjto dei cannonieri in un'tmic; ardente volontà di vittoria o di morte. Si combattè corpo a corpo col nemico balzato fin sui cannoni; si contese d'isperatamente ad esso il passo co))a mitraglia, colle bpmbe, co! pugnali, coi denti e colle unghie divenu.ti artigli, e sui pezzi colò il sangue degli artiglieri e degli assalitori, avvinti nel!a lotta feroce · e nella morte. Dopo i primi giorni della. battaglia, in seguito ad occupazione ò_el nemko sulla riva destra de-1 Piave, le batterie più avanzate ricevevano l'ordine di ripie.gare in posizione p!ù arretrata. Ma il ripiegamento era solo momentàne{) perchè, il 22 giugno 1:icacciato l'invasore, le posizioni abbandonate venivano nuova~ mente occupate, ed il nemico, col fuoco de_i nostri pezzi, incalzato ed inseguitp nella rit:l,rata e nella sconfitta. Fra i morti, ·durante la battaglia, va ricordato il sottoten. Bolla della 3a. ,batteriii,. Si ·ebb!;lrO disp:ersi i sottoten. Alessandrélli e Feluca, e sul camp·o rice.vettero il segno tangibile del valore il ten. Nardln9cchi, il sottoten. Baccei, · Il

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L'OPERA SVOIJrA DALL'ARTlGLIERJA NELLA BAT'rAGLIA DEL PIAVE

St!rgente '.rorsetta, decorati con medaglia di bronzo, mentr e diversi Ul·t1,glieri ebbero la promozione per merito di guerra. 370 RlDGG_I..MEN'.rO A;RTIGLIERIA DA CAMPAGNA (Vedi pag. 296, 303). 40° RlilGGIME~'.rO ARTIGLIERIA DA CA."1PAGNA - ,Ai primi del giugno 1918, il 400 Artigliei:ia, ripresa là sua completo ellicienza, s~ reca a S. Maria dc:'lla Rovere, alle dipendenze della z3a Divisione, ed il 15 giugno è dietro la linea difenslrn ~:Ieolo.VaUi9, col Comando a S. Giacomo d1 MusestrelJe. P er il loro tempestivo ~ntervento, tutte le batterie poterono concorrere, con violenti tiri di sbarramento, a trattenere prima ~d a res1lingere poi al di là del Piave, Jl nemico ributtnndolo nelle sue linee. Nel breve periodo di 15 giorni, il Reggimento ebbe ad eseguire ben quattro succéssivi schieramenti, d9vuti a necessità tattiche del momento. Pino al ve. riodo dell'offensiva di ottobre, esso concorse, con fuoco di sbarramento, aUa protezione del fianco destro della testa di ponte fatta sulla Grn.ve <ii Papado. 1..oli dall'XI Corpo d'Armata. Successlvamente accompagnò le truppe della 23.. Divisione che, forzato q passaggio del rJnve tn corrispondenza d·ella Grave di Papadopoll, ayanzavano vei:so la Livenza ecl il Tngliumento. 41• REGGI.MENTO ARTIGLIERIA DA CAMP,A.GNA (Vedi pag. 296, 303). 42° REGGIMENTO .ARTIGLIE1UA D,A. CAi\1P.AGNA -

A metà giugno la

37a. Divisione si trasferisce nel pres-si di Treviso ed è assegnata al X,'{Vl Corpo cl' Armata; pochi giorm dopo è schierata s ulla destr a del riave occupnndo la fronte Pero-Isolelle. Il 42'> Artiglieria prende posiio;lone a cavallo della fenovia

tra Cartiera Reali e Lancenlgo, da dove appoggia l'azione delle f nnterie tendenti rloccupt1re la linea delle riserve del Settore V1llanova-C. Xinni. In seguito la 37a Divisione passa alle dipendenza dcll'XI Cor po d'Armata coll'ordine di r ioccupare la linea dei capisaldi argine di S. Mat·co.c. Martini. Casa del Ilosco (zona dl S. Biagio d i Collalta) eò Il 42° porta il suo val~d!ssimo contributo all'az.lone controffénsiva, accompagnando le colonne d'attacco al di là del Piave, fin.cbè il nemico non è ributtato.

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48° REGGIMENTO ARTIGLIERI,A. DA CAMPAGXA - Con assidua opera, cor fermo valore, con alacre attività, il 43<> Reggimento Artiglieria d11 Campagna si era costituito nuovamente, e nei primi del mese di aprile le batterie, riorganizzate con un organico da posizione e con materiale francese da 75/27, ripreu. devano il loro posto di combattiment9, Il I Grupp0 passava alle dipendenze della 48" Divisione schierandosi nei pressi di Nervesa, tra le strade za e 3a del Montello; il II Gruppo passava Invece alle dipendenze della 51" Divisloné, prendendo posizione nella piana che si estende tra il Montello e le colline asolane, nei pressi di Crocetta Trevigiana. Ad ambedue i Gruppi era stata assegnata la difesa dt due tratti in cui si riteneva quasi certamente òovesse irr9ropere l'offenRiva nemica. Febbrile fu la preparazione nell'attesa; all'alba del 15 giugno 1918 si scatenava la più potente del~e otrensive austriache contro l'Italia; però e!'Sa tr<>vava a baluardo delle terre nostre, i petti <iei solòati italiani e tra

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A'l'TRAYElRSO ALCUNE STORIE REGGIMENTALI

questi, n9n secondi, gli artiglieri del 43°. Gll austriaci attraversarono il Piave nei pressi di Falzè e d~ fronte a Nervesa piombarono inaspettatamente alle spalle della l", 2/), e 4" batteria del 43°. Nelle celate posizi9ni boscose del l\~ontello, gli artiglieri . impegnarono un vigoroso co1·po a _corJl<l colle prime patt uglie dei battaglioni d'assalto nemici, opponendo loro viva resistenza, finchè sopraffatq dal numero, accerchiati, falciati dalle mitraglial-rici leggere, furç,110 costretti a ripiegare verso le più vicine trincee, organizzando una momenta. nea difesa agli ordini deJ Comandante la 4" batteria, e condotta secondo gli ordini del Colonnello Comandante il 163° fanteria, rimasto anch'egli <'on pochi det suoi soldat} a tenere, la linea. Il combattimento si protrasse fino al pomeriggio allorchè, per ordine del Comando d'Artiglieria della 5P Divisione, gli artiglie1i venivano ritirati dalle trincee per la 'l:tcostituzione ·di nuove batterie. All'appello dei supers't iti man. carono 64 uomi.ni di truppa e 4 uffici'ali; ma le non lievi perdite, anziclfr essere di sc9nforto agli artiglier} del 43° furono loro di incitamento e, alJ'alba del 17, ,mitamente a9, elementi del 14° Regg 1mento· da campagna, si. ricostitu.irono 2 batterie del Reggimento, e cioè la 1a. e la 4". Esse preserp posizione nei pressi della strada 10 clel Montello, ment1·e la 3a. batte ria rima neva in posizione presso la Piavesella (Ponte de;Ja Priula). Nei giorn: seguentì, con ininterrotta azione di fuoco le tre batterie portavano il loro contributo alla sconfitta nemica ed alla vigorosa controffensiva italiana. Il gio1·no 2::, giugno gli artiglier~ del 43° seguivano le ;fante1ie delle Brigate vittoriose per riprendere i pez;i;i abbandonati !.L 15 e. per dare onorat~ sepoltura ai numerosi morti rimasti accanto ai pezzi. Durante lo stesso periodo il IJ: Gruppo, in posizione nei pressi di éroC'ettn · Trevigiana, contribuiva efficacemente col fuoco delle sue batteri.e alla difesa d<>lla Grave di Ciano, frustrando con micidiaJe th·9 di sbarramento ogni tenta. tivo di passaggip del Piave da parte del nemico in quel tratto. 0

44° REGGIMENTO ARTIGLIERIA. DA CAMPAGNA - Dal gennaio al giugno il Reggimento è sempre sulle stesse posizioni fra Salettuol e Lovadlnn. Nella battaglia del giugno colle truppe della 31" DivisiÒne, il 44° artigllerin. agéndo colla Brigata Veneto, ha il vanto di aver c•;mcorso a spezzare nettamentl· nella.giornata del 15 il furioso assalto del gruppo d'urto Lehar, nella 7.0na di Saléttu.ol, annientando il 106° fanteria austro-ungarico e determinando il fÙlUmento de} collegamento tra le masse ope_!:antì s,11 Montell9 e quelle operanti a Candelù. 45° REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA - Nel giugno 19l8 l'in. tero Reggimento si trasferisce in fondo a Val Brenta e schiera quindi le sue· batterie 'nei pressi di Valstagna (XX Corpo d'Armata) di dove coopera con In 2• I>iv~sione alltl difesa de-lla Val Brenta durante l'offens,iva austriaca àel giugno aj) alla immediata controffensiva italiana POi.

46° REGGIMENTO .ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA - Ai primi di mn!!, gio, la 22a. Divisione sostituita dalla 6"', passa . in riserva. Il 46ò Reggimento ,il

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L'OPERA SVOLTA DALL'ARTIGLIERIA NELLA BATTAGuU. DEL PIAVE

porta coi Grupp~ J:. e II tra Limone e Darfo, lasciando il III Groppo nella z-ona di Condtno alla dipendenza dell11 6a Dhrisione. . Iniziatosi la battaglia del Piave la 2"2" Divisione, della quale fa parte il 46° Reggimento, è chiamata a parteciparvi e si trasfer~sce nella zona della 34 Armata. Il 19 giugno viene assegnata al XXVIII C9rpo assumendo la fronte del Fosso P alnmbo, tra C. Florian e C. Gasparinetti. Le batterie del 46° Reggiménto prendono posizione nella zona di Fornaci (sud-est di ,Monastier di Trev~so) ·avendo per compito ptjncipale la protezione davanti alla linea del Fosso Palumbo, occupata dalla Divisione. Il 23, lp truppe della 22" Divisione iniziano l'inseguimento del nemico in ritirata e nella notte raggiungono il Piave in corr~spondenza déll'ansa di Ze~ son, da S. Andrea d! Barbarana a Campolongo. · Le artiglierie battono il nemico in ritirata e i ponti sul Piave. 48° REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA - Nell'azione del giugno il Reggimento è in posizione a Cornuda (Montello) cosiccbè durante la battaglia co11corre all'eroica resistenza c-ontro gli austriaci in quel delicato Settore; il 48° partecipa poi alla nostra controffensiva operando nella zona del Montello col XXII Corw cl' Armata (603 e 57a Divisione). 50° REGGIMIDNTO ARTIGLIERIA DA O.AMPAGNA (Vedi pag. 278, 303). 51° REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGN,a - Faga.rè intitola la prlma pag~na d'oro dell a storia del 51°. Zenson di Piave invece segna completa Ja glorificazione di tutti. i suoi réparti, di ogni suo gregario. E' qui che il Reggimento, spastatosl da Fagarè, attende la grande offensiva nemlcn d-el giugno 1918. Fin dalle prime ore infattj la za batteria è raggiunta da cupidi assalitori: i cannoni sparano a zero, ~ moschetti crepitano. E' la stessa batterla che a Fagarè imporparò i pezzi col sangue dei serventi e del Comandante; che Il strappi'> alle mani sacrileghe ·dei nemici, ed ora 119n vuol rendere jnutile il sacrificio di ier~. Nuovo sangue è ·generosamente versato, ma incalzati clal sopraggiungere di nuove pattuglie avversarie, ufficiali e serventi si staccano alfi.ne d·a1le piazzuole e si l'accolgono in un elemento di trjncea, ove si dife·ndono ed o.CCendono disperatamente. Sono coi fanti e oon essi restano in fraterna emulazione cl! ardire e di lavoro in tutti 1 giorni dell'azione, scattando primi ad ogni attacC<), fino a po1'tare p~ù volte una promesso. ai propri cannonl che il nemico non 1.19teva impunemente toccare. Ma la descrizione non è vosSibile per sette giornate cli questa lotta in cui le batterié d·el 51° restano impegnate singolàrmente. si pub solo accennare l'ora culminante per ciascuna di esse e rilevare così un raggio della luminosità di. tante gesta. Sono rJcordi che il tempo non cancellerà. • · E' la prima giornata di azione. L'8• batteria dinnanzi ana ·nuova linea d1 fanterl!l ha 1i nemico vic~no. Si è pronti alla difesa estrema, quando giunge ordine cli ritjra.rsi òietro le fanterie. Il 4° pezzo, tropJ)O distaccato, non può essere raggiunto dall'avantreno, ma 1 serventi non si rassegnano ad abbandonarlo e a, forza di prodigi lo strappano via.

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ATTRAVERSO ALCUNE STORIE REGGIMENTALI

Sopra la l" batteri.a volteggia un aviatore austriaco mitragliand9 le truripe: una 1_nitragliatrice, strappata al nemico a Fagarè, è subito messa in opera dagli artiglieri e f1;a le loro grida giubilanti l'aeroplano colpito, viene .a fraciissarsi al suolo. Nella terza gioruata la lotta ha ripreso pi4 aspra e minacci.osa. Le batterie vengono successivamente a contatto coll'avversario. Esse però hanno nel cuore fa parola del comandante Ja 3a Armata, trasmessa alla 25.. Divisione, cui ap11ar. tiene il Reggimento: Siete destinati a scrivere una delle pagine più gloriose della Storia d'Itali.a. Bisogna resistere. Le batterie 5" e 7", raccolte sopra una stessa posizione, sono dinnam,i ai fanti e cozzano corpo a corpo coi :nemici: Solo quando la maggioranza d1èi serventi ha da comprimere le proprie, ferite; quando i pochi illesi sono necessar! per salvare gli otturatori, solo allora si ritragg<mo dal cerchio cli fuoco nemic9 per sostare Il appresso e contendergli il possesso dei propri cannoni e dei propr! morti, Le batterie 3" e 40. ritirano i loro pezzi sotto gli sgu.ardi dell'avversario avventatosi suJ retfcolato stesso della posizione, Del pari 1'8"' e la 1• batteria riescono a ritrarre i loro cannoni, ma la l" batteria ha un avantreno colpito ed inutilizzato onde un pezzo deve restare in mano <lei nemicL Nessun artigliere può rassegnarsi acl una tale pèrdita e la notte successiva anche quel canngne v}ene strappato sugli avamposti nemici, e torna fra. ! compagni a compiere la sua vendetta, I Oomandi stessi sono raggiunti dai nemici; nondimeno, attivi e consape. voli, organizzano difese, dirigono movimenti, fanno animo a tutti. L'artigliere !n linea; il servente, il conducente, il telefonista, )o stendifilo, il ciclista, ognuno ha UD episodio jn QUel momento, e tutti insieme hanno finalmente la gioia del tr!onfo perchè il nel)llc9 è arrestato. Similmente nella giornata del 19, l'aDJJie·ntamento dell'-qltimo sforzo avver1,;ario ha tr9vato un valido appoggio negli artiglieri del 51°. i quali, non paghi che i cannoni arginassero l'lnvasioue, sl portano sulla tinea del fuoco e assu. mendo opportune iniziative in momenti .critlcL · concorrono efficacemente coi fanti ad arrestarè il nemico, Questi fatt~ costitui&e-0110 le linee maestre che inti-eccian9 la gloriosa storia di quelle che sono le epich4:'c gesta 'de! 51°, terminate coll'inseguimento dei nemici · e colla riconquista di ogni cannone, Tali fatti vengono posti in rilievo dal Bollettino del Comando Supremo in <lata 23 giugno in cui il Regglment9 ha per la seconda volta l'onore di speciale citazione, Il commento illustrativo di questo riconoscimento viene fornito · dagli encomii entm;,iasti, verbali e scritti del Comandante il XXVIII Corpo d'Armata, del Comandante l'Artiglieria dello stesso Corpo d'Armata, nonchè da qu.ell! riv9Iti dal Comandante della 3a Armata alla 25a Divimone, 52<> REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA - Nel giugno 1918, il 52<> Artiglieria è parte sul Piave e parte stù ~fontéÌJo. La sua azione, come quella di tutti gli altri reparti della zona, tende ad impedire che il nemico passi il fiume, Infatti quand 0 gli austriaci tentano <li attraversarlo dalla parte di 0

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L'OPERA SVOLTA DALL'ARTIGLIERIA NELLA BA'rTAOLIA DEL PIAVE

Nervesa, sono ributtati nelle loro trincee dalle batterle del II Gru1>po. 11 nemico contrattacca r abbiosamente ; un pez7,0 della s~ batterla, colr>lto in pieno, è messo fuori uso, mentre una Sezione della 6a batteria , iu posizione sul Montello, è catturata dagli austriaci. Il 16 g:ugno lu sede del Comando del II Groppo è colpita dnl tiro nemico. CJò non· ostante un'ora e mez.za dopo le batterie del r e I I Groppo eseguiscono un violento tJro dl sbanamento sul greto del fium e, cli f ronte a Palazon e su C. Vendr ame, dove si erano notati grossi nuclei di truppe nemiche e delle chiatte corazzate, armate cli mitragliatrici. L'aspra lotta continua nel giorni bUCcessivJ contro il nemico che, pronto per l'attacco, tenta sempre di attraversare il Piave. S~n•o epiche g:iorn11te di battaglia durante le quali rifulge in pieno l'eroismo di questo magnifico Reggimento. 57° REGGIMENTO ·A;IlTIGLmRJA DA C,AMPAGNA -

Questo Reggimento

era stato costJtuito nel novembre del 1917 col concorso: - <l.el Deposito del 15° Regg_ Arl. Camp. (Reggio Emilla) per quanto ri· gnarda la fimnazione del Comando d l Reggimento e del I Gruppo (Batterie 1a, 2", 3", 4..), - del Deposl.to del 21° Regg. Art. Camp. (Piacenza) per quanto riguarda la formazione del II Gruppo (Batterie 5", ua, 7", 8"). Pur essendo giovan isslmo il Reggimento non e.ra alle sue prime armi perchè già nel gennaio 1918 era stato schierato sul Grappa In sostituzione del 190 Regg. Art. Camp. meritandosi un encomio dal Cowa uùante I' A ·tlglierìa ùel VI uorwd' Armata. Dopo un breve periodo cli riposo era tornato in linea nel dllficile Settore che, addos_sati ai ve1-santl scenòentj q1rnsi a picco dnl 0rappa, I3pccaer, Meate fd Arches,m in Val di Lastege verso S. Liberale, formava sa liente nel territorio nemico, e anche questa volta il Reggimento era stato encomiato dal Comando di Divisione e dal Comando .l\ttlglierl.a del Corpo d'Armata e poi nuovamente dal Comando Arrlglieria del XXX Corp9 d'Armata per u u,'Mfone di nppoe:e:io alla 50"' Divisione che aveva attaccato quota 1803 dello S.pi11oncia con esito vittorioso. Il 31 maggio 1,1 XXX Corpo d' Armnta veniva ritirato dalle posizioni deT Grappa per un periodo di ripgso. senonchè maturnva in qu ri giorni l'offensiva aao:;triaca su.I Piave, ed il XXX Corpo divenne massa dj manovra da impiegarsi a seconda delle circostanze presumibiJmente sugli Asolani e Pillna cli Caerano, ovvero tra Montello e Compo trincerato di Treviso. Il 57°, che sempre fa ceva parte del XXX Corpo. ebbe pet'C' <'> ti\ il 4 ed il 15 giugno 1918 vita 11ssai movimentata per effetto: dello stato d'allarme che era stato ordinato, de! frequenti spostamenti, d elle rlcognlzioni alJe varie linee di difesa da occupare a seconda elci vari! schier11mente previsti, della costituzicne di speciali depositi rifornimento munizioni, della preparn:r.ione <'li r eti t+;li:,f<, niche, ecc. . 11 15 giugno il Reggimento assumeva un primo sC'hiernmento mett"n•lo IP. batterle in posizione dl!?tro la linea Veneg11ssù-La C:onten-Pf'st1oma-Onsaivt't'·

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A'ITRAYERSO .ALCUNEl STORIE REGGIMENTALI

chio, e tale schieraI11ento dietro la l!nea stessa conservava dal 16 al 18, d,UJ.·anro i quali giorni però ebbero luvgo frequenti scambi di IJ-OSizione in relazione :.,~li spostamenti delle F;mteri.e, ordinati di mano in mano che la situaz~one si pre' cisava. Il 19 mattina; in seguito ai progre.ssi· che gli austriaci, dopo· passato il Piave, stavano facendo sul Montello, anche la 47" Divisione veniv.a gettata su quelle alture a rincalzo delle truppe colà operanti, ed il 57° mjse i,n. P-Osizione le sue batte1'ie sul J1,,fo11tello verso le ore 15 del gigruo 19, schierandole tra le stra9e 11 e 13 ed aprendo immeduatamenj;e · il fuoco. · L'avanzata e lo schieramento del 57° su! Montello meritan9 speciale accenno percbè rappresentano una rapida brillànt~ssima entrata in azione sotto violento tiro nemico, ~n una zone perfettamente nuova, coperta ed intricata, per salite ripide e pesantissime: in quel giorno gli artiglieri -del 57°, Ufficiali e truppa, '"bbero occasione d! svèlare ancora una voltà, le loro bellissime qualità di perizia, slancto ed ardire. Guidate. d•ai .subalterni anziani, con casson,i in numero Tidotto per deficienza di cavalli, colle vetture liberate dagli affardellam~nti e da ogni altro peso, non strettamente necessario, le batterie 1.n tre colonne, per le strade 11, 12 e 13 affr<)]ltarono le faticose salite d'accesso alla sommità del Montello, richiedendo a serventi e<' a cavalli il massimo sforzo, ond~ vincere la resistenza che aJ traino offriva il fondo marno.so delle strade, reso profondamente melmoso e fortemente sdru.cciolev<>le dalle reèenti piogge e ancor più d~flìcile per le profonde ca·r l'eggia~ solcate dagli autocarri talora anche affo-ndati -e quind~ osta.colànti il transito. Intanto, Ufficiali superiori e Comandanti di batteria, coll'aiuto delle pochissime carte topograficM che si erano potute ottenere, sulla sommità. del Montello ricercav;mo in quella zona .di d~flicil" orientamento posizion~ adatte e vie d'accesso, cosicchè le batterie, appena affac~ ciatesi sull'alto, faticosamente raggiunto, dopo brevissima sosta, poterono essere gJ].idate, forzando ~ cavalli a celere andatura, alle posizioni prescelte, attra. verso la parte pianeggiante scoperta ed inten~amente. battuta da proietti d'ogni caUb,1·0, a.vanzarono fino a portata della fucileria e delle mitragliatrici au, striache. Intanto i Comandanti d·i batterj,a ~avevano pot,1to scoprire le postazioni del nemico, già avevano trovato parecchi osservat9,ri!, già avevano spinto avanti numerose pattuglie d~ Ufficiali e t ruppa, ed era in corso lo stendime'Il,to deUe numerose ed estese linee telefonfcbe occorrenti, cosicchè dopo pochi colpi d'inq\iadramento, le batterie ooppraggiunte poterono inizlare un nutrito tjro per concorrére à creare un.a densa cortina di fuoco in direzione delle strade 8, 9, 10 e 11 e davanti alla Brigata Lombardia, la cui avanzata incontrava grande difficoltà nei numerosi nidj di mitragliatrici ·austriache. Tale cortina di fuoco fu poi mantenuta nella giornata del 19 con intensità variabile a seconda dei momenti e delle richieste della fanteria, approfittando <U alcuni · periodi dt sosta per inquadrare ~ principali capisaldi d,al nemico a Casa Gerardi; Casa Serena, Casa Agostini, casa Facchini, casa Bolzanello, Casa Martini Bianco, SS. 'Angeli, e Casa Bandiera. E a sera, in seguito a richiesta della Brigata Lombardi.a, vennero eseguitj ·varii concentramenti di fuoco su Casa Serena, .Agostini e Facchini. Nella notte sul 20 le batterie del 57° si ripartirono il fronte sul davanti della linea raggiunta dalla Brigata stessa,

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per esegu.ire !ld intervalli t)ri dI sbarramento e di c.'<>ncentramento sui punti dai quali partivano le molestie; a~ mattino dalle 6,3/4 alle 8 tutte le batterle CQncentrarono 11 loro fuoco sul caPQsaldo di Casa Serena che la Brigata Lombardia doveva attaccare e nelle cui vicinanze alle ore 8,20 già segnalava, per errore d~ orientamento, d! essere pervenuta, mentre in realtà s~ t rovava ancora piuttosto distante. Durante la rimanente giornata del 20, le batterle de! 57° dovettero eseguire altri concentramenti di fuoco su nidi di mitragliatric) ~ su piccoll calibri molesti di rlva sinistra del Pii:tve, postati ln corri1:,,pondenza della strada 10; ed inoltr e col loro pronto intervento, alle 19,25 tefilcacemente concol'l'evano a ributtare un co.n trattacl'O nemi.® contro il III battaglione del 730 Fanteria. ~ella giornata del 20 come in quella del 19, le batterle del u7° furono attivissime, spostando continuamente il fuoco da uno ad altro obbiettivo, per dare alla Brigata Lombardia sbarramenti e concentramenti di fuoco, che venivano sempre esattamente eseguiti là dove erano richiesti, senza che però la Brigata raggiungesse nella giorna ta i suoi obbiettivi pet·chè, come fu poi assodato, spesso le indicazioui topografiche,· comunicate dalla Brigata stesso, non rnppresentavano in realtà 1 bersagl! che con esse si volevano des~gnflre. Concentramenti di fuoco furpno rich1estl anche alla sera su Casa F in-eri e Casa Serena,. e per la notte sul 21 le batterie si ripartivano le passerelle che il nemico gettava sul Piave. · Nelle giornate del 21 e 22 giugno l'azione delle batterie del 57° continuò a svolgersi sempre sul fronte della Brjgata Lombardia per eseguire tiri di rappresaglia sui punti dai quali partivano le molestie nemlcbe, pe.r proteggere la colonna d agll attacchi ausMnci e per sventare i tentativi nemici fatti In pHl punti per passare il fiume. Nella notte del 2'.:l, stanle i molti frnmrnischlamenti avvenuti nelle fanterié durante i combattimenti dei gi9rnl precedenti e le gr avissime perdite ~ntl.itte alla Brigata Lombardia dalle numerose m!tragliatrici nemiche sparse dovunque, le fanterie vennero riordinate con opportuni SPostamen~. assegnando alla 47a Divisione µ fronte fra le strade 8 e 4: la Brigata Bologna andò in prima Linea e la Brigata Lombardia restò dietro, in riserva verso Casa Agostiaj . .In relazione a questo nu.9vo schieramento, anche aj Gruppi del 57° vennero assegnati nuovi Settori di tiro: linee nemiche tra le strade 6 e 7 al II Gruppo, e tra le strade 7 ed 8 al I Gruppo. Ma i tir1 esegui~ dalle artiglierie nei giorni precedenti nve,•ano ormai arrecato enonnj perdite agli austriaci sulla destra del Piave, riducendoli inoltre nell'impossibilità di trarre sufficienti ·rifornimenti dalla sinistra del fiumé, snllà quale avendo pertanto il nemico iniziata la ritirata, fu dato ordine di avanzare alle nostre truppe, che il f>7° accompagnò nel suo tratto di fronte con una cor, tlna mobile di fuoco d,avanti alle linee della Brigata Bologna, cortina che alle ore 9 fu iniziata 200 metrl n Sud della linea di difesa detta della Corda, spostandola successivamente in avanti, fino a coprire alie 9,40 Il terreno a 200 metri NÒrd della. lim'!e stessa. Ma gl~ austriaci sulla destra del Piave non opvonevano orma~ p!ù che una resistenza debolissima; l'aviazione cgnfermava la ritirata avvenuta sulla sinistra del fiume, e I~ batterle del 57° collo sbarramento

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avanzante accompagnavano la marcia che alle ore 14,30 la Brigata Bologna iniziava ed agevolmente eseguiva per le strade 5, 6 e 7 verso il letto del Piave. Raggiunta tale situazione, e dovendo ormai Je batterie allungare i tiri sui ·. nod! stradali e capisaldi di r iva sin,istra del Piave (il cui passaggio pareva si · d9vesse effettuare), allargando inoltre il Srattore di tiro anche al tratto già assegnato al 200 ,Artiglieria, che veniva rìtirato per andare a raggiungere la sua 50" Divisione, già scesa in zona di riordinamento e di ri.P-OSO, il Comandante del Reggimento Colo.qn. /4,ntonio Cerntti disponeva per uno spostamento dei 57° onde metterlo in misura {li poter p~ù efficacemente as99lvere i suoi compiti, da posi.zioni più adatte. ;Alle prime ore del giorno 24 il I ed1 il II Grupl)-0 erano già ai

Fig. 42 . Co'onnello Antimio Cerutti

nuovi posti rispettivamente tra le strade 4 e 6 e tr a le strade ·6 ed 8, ed !n tali posizioni rimasero H 24, mentre P-Oi a~ mattino dei 2.5, dopo aver spa1·at9 alcuni colp-i d'inquadramento sui nuovi obbiettivi di. riva sinistra, il 57° venne ritirat-0 in zona di ri1J-Oso colla 47a Divisione. Le giornate del Montello furono dure per gli artlglieri dél .57° che giorno e notte ininterrottamente furono sempre impegnati o attorn9 ai pezzi, o ad alimentarne il fuoco con incessanti rifornimenti, trainando e someggiando lungo strade pesantissime le munizioni occorrenti a sopperire ai grandi consumi; il che richlese a uomini e cavalli il massimo sforzo. E tutto questo av.veniva attra.

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L'OPERA SVOLTA DALL'ARTIGLIERI A NIDLLA BATTAGLIA DEL PIAVE

verso una ,,,,0na ìntensament.~ battuta, dove altro numeroso personale ei·u impegnato a riattare le continue interruzioni prodotte dai tiro nemico sulla vasta rete telefonica. Fu specialmente nelle giornate del 19 e del 20 che le batterie. fu. 1·ono frequentemente e violentemente controbattute con proietti d~ ggn~ calibro lanciat! daglj. aust1iaci indispettiti per 11 nostro tiro inSlstente e micidiale. Ciò nonostante le perdite non furono molte, per la bontà delle nostr e posizjoni e perchè sul Montello l'ell:~tto dei col!)i a percussione (usati in gran maggi9ranza dugli austriaci) è sca1'SO giacchè, se non colpiscono in pieno, soffocane nel terreno molle sollev11ndo molta terra Ch!;? ricade innocua. Gli att! di valore fur9no numerosi e per essi fm·ono presentate numerose proposte, pe1· due delle quali iJ Comando di Corpo d' Arml\ta decise la consegna immediata sul campo. Dopo un periodo In zona di riposo, dedlcato al riordinamento e ad istruzioni varie, trascorSQ jn parte nella zona tra Paese e Treviso ed ln parte In quella tra Barcon e Fanzolo, il 57° 'ritornava In linea colla 47a Divisione a dare il cambio al 13° Artiglieria da Campagna che colla sua Divisione scendeva al pia.no. La 4a Batteria, precedendo le altre, salì sul Nocciolo del Grappa ~l 18 lu, glio, chiamatavi d'urgenza per l'azione in corso, mentre le rimanenti batterie col C9mando di Reggimento, si trasferirono il 15 luglio alle consuete sedi logistiche d,i Crespano (Comando di Reggimento e I Gruppo) e di San :\.fortino di Fonte (IJ Gruppo), facendo poi salire gradatamente in posizione pezzi, Ufficiai! e personale relativo nei.le notti del 18, 19-e 20 luglio. Di notevole, in questo ritorn9 al Grappa, fu i~ trasporto in posizione d~ 8 pezz! del ÌI Gruppo colla teleferica N. 44 (S. Liberale-Mente). Le rotture prodotte nelle funi delle teleferiche dal tiro nemico, e la necessità. d1 cederne l'uso a trasporti occon·enti per la fanteria, non consentirono che tutti i pezzi del II Gruppo salissero per telefer!.ca }n posizione, come aveva studiato e prowsto ~ Comando del Reggimento, per economia d1 tempo e risparmio di cavalli. .. Il ritorno del ;Reggimento alle sue vecchie posizioni avveniva µ1 condizioni tattiche partlcolarmènte critiche perchè nel frattempo èr;lDo stati presi dal nemico ll Valderoa e tutta la cresta dei Sòlaroli, cosicchè ormai le nostre linee erano !n gran parte e9mpletamente dominate alla vista ea, al tiro del nemico ch·e dalle posizioni raggiunte poteva battere, anche con fucllerljl e mitragliatrici, importanti tratti delle vie di rifornimento. . La 47a Divisione veniva perc!.ò a trovarsi in una dP.licatlssima situazione (addossata agli a picco che dal Boccaor, Meate ed Archesen scendono in Val S. Liberale, e colle lince di difesa della parte avanzata del saliente d'occupazione, sott9stantl a breve distanza all'occupazione austriaca della Cresta òei Solaroli e del Valderoa) per cui, durante il periodo di permanenza ,n linea, consegul uno stato di continua tensione e dl irrequietezza che richiesero da parte della artiglieria un'incessante vigllanza ed una costante attivltà, e cioè: contiDU! titi d'inquadramento, di aggiustamento e di controllo, per essere sempre pr9nti ad eseguire efficacemente il fuoco su qualunque punto del terreno; frequenti rappresaglie per obbUgare il nemico a desistere dalle giornaliere mo-

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ATTRAVERS.O ALCUNE STORlE REGGIMENTALI

l estie fatte con tiri d'ogni calibro sulle nostre prime linee e capisaldi di difesa (essenzialmente Col dell'Orso - Casonet - Croce del Lobi); frequenti concentramenti di fuocG su punti sensibili del nemico, in risposta a! suoi tirl sulle nostre vie dl conmnieazl9ne e riforni mento; esecuzione di tiri dl contropr'eparazione per sventare annunclat~ o sospettati attacchi; tiri di disturbo e vigilanza attivissima durante tutte le notti, per tenersi in grado di intervenire, al primo cenno, In soccorso della fanteria, nell'eventualità che i colpi di mano da noi tentati e le frequenti useite cli nostre pattuglie fuori delle nostre lince, assumendo contegno aggressivo, avesser9 provocato qualche azione di maggiore estensione. Riassumendo, questo critico periodo cli permanenza in linea ha 1'ichiesto incessanteménte da parte di tutt! gU ar tiglieri del 57° l'esplicazione di ogni 10~0 ~mergla, dovendosi, oltre alle esigenze del fuoco che doveva seguìrc Ì!mnediato ad ogni richiesta : - provvedere a faticosj lavor! per ricavare sugli speroni orientali ·del Grappa nuove postazioni sulle quali vennero P{)i fatte avanzare le batterie l" è · 2a che, pm· rimanendo sempre In vista, si trovarono meno esposte ai danni del tiro nemico, e!l In situazione più rispondente all'organizzozlone di tiro studiata al fine di eseguire tiri ficcanti sugli avvallamenti, cocuzzoli e loro rovesci, del moyjmentato terreno di Val dei Pez e Valle Stjzzon ; - impiegare largamente Ufficiali e t:ruppn in osservatoi:ii avanzati, in riC(?gnizioui e per ~ collegamenti colla fanteria; - costituire, senza dover fn r ricorso all'aiuto di ouslliari (d'altt-a !}ar te non disponibili) forti depositi di munizioni in vista dei nessun assegnamento che Si sarebbe potuto fare, in caso d'azione, su ultériori rifornimenti, nemmeno a · mezzo teleferica; e mantenere tali depositi completi ricolmando costantemente le d).minuzlonl prodotte dal larghi commmi effettuati. Quest-0 perioào dJ permanenza in linea fu insomrun un periodo d i attività eccezionale e senza sosta, spiegata in una 7,-0na continuamente battuta da tutte le parti, con una serenità d'animo e con un sentimento del proprio dovere, degni della maggiore ammirazione. Mercè tale attività, gli artiglieri del 570, strettamente unit~ ai fantl della 47"' Divisionè, poterono per ben 40 giorni incutere rispetto al nemico, distogliendolo dal cercare In quel punto pericolosissimo del fronte un successo che avrebbe avuto forti ripercu..<;sioni. Tale contegno ebbe il suo riconoscimento e la sua conferma nelle numergse lettere d'encomio rice. vute dai vari! Comnnd~. 590 REGGIMENTO A:RTIGLIERIA DA CAl\fPAGN;A (Vedi pag. 303).

** * Mentre dei Reggimenti d'artiglieria campale, particolarmente distintisi nella battaglia del giugno 1918, abbiamo potuto da.re un elenco abbastanza cospicuo, per quanto incompleto, non - 359-


L'OPERA DI ALCUNI REPA RTI DI BOhlMRDIERI

possiamo purtroppo avere dati sui reggimenti di altre Specialità. dell'Arma. Possiamo citare soltanto il 2° Reggimento bo;mbardieri (vedi pag. 299 e 303) e il 22° Raggruppamento d'Assedio (vedi pagina 303). Analogamente dobbiamo purtroppo dire per i Gruppi. Possiamo soltanto citare i Gruppi d'ar tiglieria da montagna I X - XII - XIII - XXXVII - XL - LV; i Gruppi d·'artiglieria pesanti campali VI - XXII - XXXII - IL ; il Gruppo d'assedio OC}{VII, e i Gruppi bombardieri CV e XXIV (vedi pag. 303). Così pure tra le innumerevoli batterie che si coprirono di gloria, ab"qiamo dati soltanto per le seguenti : :l4.. batteria obici pesanti ca;mpali (vedi pagg. 296 e 303); 13a batteria obici pesanti campali (vedi pag. 303) ; 56.. batteria obici .pesanti campali (vedi pa.g. 303); 462" batteria d'assedio .(vedi pa,gg. 296 e 303); 101"' batteria d'assedio (vedi pag. 303); 61a batteria da montagna (vedi pag. 278); 92a batteria bombarde (vedi pag. 278) ; e quindi le batterie· boro.barde 59"' - 117a - 167" - 174" - 225" • 236~ - 259a - 2664 307a - 357" (vedi pag. 303). Uno speciale cenno desideriamo di fare per la 358" batteria. bombarde da 240 L. comandata da.I capitano Canducci ed avente corri.e sottocomandante il ten. Galanzino. Questa batteria giunse nella zona del Montello il 12 ma.ggìo 1918 e prese posizione sulla strada N. 8 del Mo:òteHo nelle vic.inanz.e della Chiesa dei SS. Angeli. Durante l a battaglia del Piave, dopo aver battuto per tutta. la mattina, del 15 giugno i ponti gettati dal nemico sul P h'we. la. batteria, perfettamente individuata e centrata da intenso fuoco nemico, fu costretta a ritirarsi abbandonando i ipezzi pressochè inutilizzabili. I bombardieri della 358a batteria,, incitati dai l oro ufficia.Ii si fo quadraroo10 pertanto volontariamente e volenterosamente con le Unità, di fanteria e combatterono valorosamente come fanti in prima linea nei giorni 15 e 16 giugno fìnchè nena notte da.I 16 al 17 il personale dell'intera batteria ven111e inviato i:n protezione di batterie da campagna postate a Giavera. Al Comando ,d ei 101;0 ufficiali i bombardieri riuscirono ad arrestare un attacco nemico contro dette batterie, e nell'aspro combattimento subirono anche perdite fra i loro personali. -360-


NELLA BATTAGLIA DEL PIAVE

Per il suo contegno durante tale periodo, la 358" batteria bombarde ebbe l' onore ò.i essere citata tra i reparti che mag. giornieaite si distinsero, nella Relazione della battaglia compilata dal Comando Supremo.

* * * L' .ARTIGLIERIA DELLA 6" ARMATA., llJD IN PARTICOLAR)]) QUELLA DEL XX CORPO D'ARMATA NELLA BATI'AGLIA DEL PIAVIll (1). Nella descrizione dezli avvenimenti, abbia.mo accernnato più volte all'artiglieria della 6a Armata ed•in particòlare a quella del XX Corpo d'Armata che vi apparteneva.. Riteniamo oppor. tuno riportare alcuni maggiori JP.articofari storici su queste artiglierie che ebbero una, notevole 1nipo~tanza nell'azione. · Alleghiamo due schizzi dello schieramento completo (uno per le artiglierie pesanti e umo per queìle leggere) ivi comprese le batterie degli Alleali inglesi e fm,ncesi che condivisero con noi la gloria e died.ero valido contributo alla vit toria. (Vedi Schizzo fig. rt· 43 • « Schiera.mento artiglierie leggere 6" Arni.ata >) e Schizzo fig. n. 44 . « Schieramento artiglierie pesanti 6" Armata il ·15 giugno 1918 ))). Per qu;:i.nto concerne l'artiglieria italiana, la 6" Armata ·a veva le a,r tiglierie pesa,nti ripartite in. quattro complessi: - Il 1° complesso, agli ordini del colonn. Onnis Giacomo, raff.orzava .l'ç1,rtigli,e ria del C.d.A. inglese; . - Il 2° complesso, agli ordmi ,q.el colonn. Antonielli Anselmo rafforzava l'artiglieria del _ c ..a:.A. francese·; ~ Il 3° complesso, agli ordini del colonn. Alessandro Dal Pozzo, era schierato sull'Altipiano di Asiago (parte orientale); - Il 4° coD11plesso, agli ordini del colonn. Tricomi Fra:ncesco, era schierato sulle pendici occidentali del Grappa e in fondo Val Brenta. - Il 3° ed· il 4° complesso, predetti, erano agli ordini del · Coma.ndante l'Artiglieria del XX Corpo d'Armata gen. Giacomo Di Marsciano. (1) Avvertenza - Si avverte it lettore che per ragioni grafiche - contrariamente a qu~nto fu sempre da noi praticato secondo la convenzione fondamentale numerando i Gruppi cop, numeri romani - tanto nel testo _quanto negli schizzi qui allegati t Gruppi sono numer ati C<>ll cifre arµbe .

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L'ARTIGLIERIA DELLA

6"

ARMATA

Il 3° complesso (Dal Pozzo) era formato : -

dal 5° pesante campale (di C.d.A,) <!omposto da: 1 Gruppo di obici da 152 su S batterlf? a 4 pezzi - 1 Gruppo di obici da 149 su 3 batterie a 4 pezzi . . - da 2 batterie di cannoni di piccolo callbro su 6 pezzi . - dal 26° Raggruppamento d'assedio composto di: · - 3 Gruppi di cannoni da 155 L 9U 3 batterle di 4 pezzi - 3 Gruppi di cannoni da 149 A su 8 batterie di 4 pezzi - 2 Gruppi di mortai da 210 su 3 batterie di 2 pez¼l - l Gruppo (il 175°) su 5 batterie di 4 pezzi -

= PCZ¼Ì 12 = pézzi 12 pezzi 12

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= pezzi 12 = pezzi 36 = pezzi 12 = pezzi 20

Totale pezzi costituenti ~l 3° complesso. .

N. 140

Delle predette 140 artiglierie costituenti il So complesso: - Due Gruppi (!l 124° ed il 1420) erano in posizione a Campolongo; - Tre Gruppi (il 460, il 95° ed il 56°) erano ln posizione a Pa9S{) Stretto e Robbio; - Il 175° Gruppo era in posizione a Col d' Astiago.

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Il 4° complesso (Tricomi) era formato :

- dal 25° Raggru.pp. d 'assedio, agli ordini del colonn. Olivero Francesco, schierato fra Colli Alti e Col -0el Gallo (pend!Ci occjdentali del Qrappa) e c9mi;Josto da: - 1 Gru.pp0 d~ obici da 152 su 3 batterle di 4 pe'//4 (lo posiz. a Colli ,Alti) . . . . . . . . . = pezzi 12 - 1 Gruppo di cannoll! da 155 r., su. 4 batterie ~i 4 pezzi (In posiz. a Col Rainero) . . . . . . . = pezzi lB - 1 Gruppo (1'8°) di crmnont da 105 su 2 batterie a 4 pézzi (a Col Pagheron) . . . . . . . . . . . . . = pezzi 8 - dal 66° Raggrupp, d'assedio schierato in fondo Val Brenta e composto di: - 1 Gruppo di 3 batterle cannoni da 125 su 4 pezzi In = pezzi 12 posizione a Fabbt·i . . . . . . - l. Gruppo di 3 _batterie 111ortai da 200 su 2 pezzi in posizione a Ollero e Il Merlo . . = pezzi 6 ~ 1 Gruppo di 3 batterle obici da 149 pes. camp. su 4 pezzi (in poslz. a Bortoll) . . . . . . . . . . = pezzi 12 - 1 Gruppo di 2 batteri.e obici da 152 su 4 pezzi . . . pezzi S - l. batteria di obici (la 305 su 2 pezzi (ln posiz. a Pove) pezzi 2 Totale pezzi costitu<!nti i 4° complesso . . . . . . . . . . N. 76 Inoltre vi erano poi 2 reggimenti d,'artiglleria ·d a campagna, e precisamente: - il 56° reggimento (lOa Divisione - gen. Galliano) schierato sulla destta del Brenta;

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NELLA BA'ITAGLLl. DEL PIAVE - il 45° reggimènto (23 Dlvis).one - gen. Fllipponi) schierato sulla sinistra del Brenta. 2 batterie del 45° da .campagna erano in posizione a Prà dei Tai (spergne occidentale del Grappa) coll'unico possibile obbiettivo il Sa9So Rosso (pendici clell'Altlpiano d~ As~ago) e furono quelle che il 15 giugno diedero l'allarme, spara ndo a rovescio e provocando il concentra1rnmto <H fuo.co su Col Moschin.

Alle dirette dipendenze del Comando d'Artiglieria del XX Corpo d'Armata vi era1110 poi anche 2 Gruppi da montagna schierati lungo il fiume Brenta. Sugli Altipiani esisteva anche il 136° Gruppo appartenente alla 4• Armata, il quale qua,ndo non era impiegato da.I IX ·Corpo d'Armata, veniva usufruito dal XX Corpo, ma esso fu inviato soltanto dopo il 15 giugno 1918. Il predetto 136° Gruppo non :figura nello schizzo allegato, così come non vi :figurano quelle artiglierie che erano dislocate fnori del settore dell'Armata e che tuttavia concorsero all'azione dell'Armata stessa. L'A.R'l'IGLIIDRIA DELLA 3-3a .D IVISIONE NELLA BA'l'T_AGLIA DEL PIAVE. - Nella notte s ul 15 giugno 1918 le bat~erie clell'll~ Reggimento Artiglieria che si trovavano accantonate a Martellago, avevano eseguito un'esercitazione di marcia, Alle ore -14 dello stesso giorno 15 1l Reggimento d cevette l'ordine di partire per S. Michele di Quarto. Il movimento si inlziò alle ore 16. Giunte le batterie a S. :.vnchele di Quarto si attese l'imbrunire e alle ore 21,30 si prosegui per prendere posizione nella zona n cavallo dell.a ferrovia Mestre-S. Do:Òà d! Pjave davanti alla Unca del Canale della Fossetta che era <141 noi tenuta . Con marcia eseguita di notte in, perfetto ordine, e preceduta da drappelli di esplorazione del Comando di Reggimento, dei C9mandi dt Gruppo e di batterie, il Reggimento r aggiunse le posiz~on! ali~ 3,30 del mattino a,·enclo percorsi 04 chilometri nelle 24 vre. AHc ore lJ come era stato ordinat<. dal Commrdo -·a• A:rtlglieria del XXIII Corpp d Armata, le batterie iniziavano il fuoco sugli obbleltivi assegnati che erano; per il I Gruppo, rettangolo Casa Montagner - Casa Gradenlgo - Casa Meara - Casa S{5erand·io; e pel II Gruppo, rettangolo Casa SperandJo _ Casa Meara - Quota 2 - .Casa Grudenlgo, allo scopo di appoggiare col fuoco Il fianco destro della Brigata Sassari. Le posizioni. assunte dalle varie batterle e dai Comandi di Groppo di Reggimento risUltano dallo schizzo. FUrono immed~atamente distaccate pattuglie d~ collegamento colle fanterie, ed ~ Comandanti di Gruppo sl recarono alle prime linee situate a brevissima distanza. Poichè la Cascina Selvatico, sede scelta come posto di Comando, era etata 0

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L'ARTIGLIERIA DELLA

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NELLA I3ATTAGLIA DEL PIAVE

peI passato S!l(le del Comando del 3i 0 Reggimento artiglieria da campagna che ripiegando l'aveva abbandonata, il Comando dell'll0 Reggiment9 potè attaccar e alcuni apparati telefonici ed un cen.tralino alle molte linee che erano rimaste, e dovo molti tentiitivi riuscì a mettersi 111 comunicazione col Comando Artiglieria della 61a Divls~one ed ottenere cosi il collegamento e9n tutti i Comandi da cu! poteva ricevere ordini, compreso quello col Comando della Brigata Sas. sari colla quale ftWzionava, e che si era a sua volta collegato co~ Comando della 33a Divlsipne. Data la forte pressione che 1l nemico, in forze di grun lunga super:lor~, esercitava sul suo fronte e successivamente sul suo fia nco sinistro ed anche sul tergo, ed essendo venuta meno la resistenza <I-elle h·uppe della 25a Divisione destinate ~ presidio della sistemazione degli argini del Piave verso Gonfo e Fossalta, la Brigata Sassari non potè assolvere il :;,-uo compito, non solo, ma anche la linea della Fossetta tenuta <.la un battaglione bersaglieri, da un reparto d'assalto e da un battaglione de! 145° Reggimento ]fanteria, in forza molto ridotta, accennò a cedere, come cedette infatti più tardi in seguito alle moite perdite . subite dal reparto d'assalto e dal battaglione bersagli.eri. Il Comando del Reggimento si trovò a mal ,partito e vlde in gmve pericolo le proprie batterie che frattanto eseguivano sul fronte della linea Canale-Fossetta tiro di sbarramento per tenere lontano il neDJ,ico, mentre le nostre fanterie ripiegavano suJ pezzi. Alle ore 16 fu subito telefonato al Comandp della 33a Di,visione 'circa la pericolosa situazione in cui si trovavano le batterie e si ebbe l'ordine di ripiegamento oltre la line11 del J\!eolo. T ale ordine nello stesso istante veniva confermato senza che fosse stato a9 esso x·ichièsto, dal Comando Artiglieri.a del XXIII Corpo che era al. corrente della situazione. Ai Comandante di Gruppo e di batterle era stato indicato dal colonn. Della Seta, Comandante del Reggimento, qual! dovev:rno essere le nuove posizioni da prendere e sulle quali furono subito !nvlatl i drappelli di esplorazione. Fu tassativamente ordinato eh~ il ripiegamento fosse eseguito al passo per non ingener are nelle truppe il senso che il ripiegamento avvenisse sotto la pressione del nemico e ~ r non allarmare le fanterie alquanto scosse, in preda ad un netvoslsmo che sl rendeva palese e cbe era anche gjustlil.cato per il vi'vacissimo fuoco dell'artiglieria nemica, per lo scoppio del colpi in arrivo, pel crepitare della fuc!}eria e delle mitragliatrici e per i sibil~ di proiettili di pgnl genere che accompagnavano le batterle nel loro movimento. Il movimento fu eseguito in mOdo veramente esemplare. Un solo retrotreno di cassone, malamente impantanato, fu lasciato sulla posizione e riprCS9 due glox:ni dopo con gesto cli bell'urdimento dal eapit. Boosetti, Comunii·ante della 2a batteria, che si recò avanti nlle nostre lint:?e e d4,etro a lle nostre pattuglie a riprenderlo con un avantreno, riconducendolo a fianco òel suo cannone. Alle ore 19 dello stesso giorno 16 le batterie aprivano il fuoco oltre 11 Cunale Fossetta perchè non si avevano notizie ;:>recise circa il ripiegnmento delle nostre fanterie: dal fuoco !n.term!.ttente di fucileria e di mitragliatrici sem. brava cbe qualche reparto del nostri ste$se ancora fronteggiando }l nemico.

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L'ARTIGLIERIA DELLA

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33" DI VISIONE

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NELLA BATTAGLU DEL PIA.VE

Il Comando del Reggimento si stabilisce a cascina ;Robinato che sta per essere abbandonata dal Comando Artiglieria della 61"' Divisione. Anche qu.i le. <:omunicaz!Olti ¼lefoniche coi Comandi Superiori non vengono nemmeno per un ·istante a mancare essendovi già un ottimo impianto telefonico; le comunicazioni fra il Comando di R~·ggimento ed il Comando dei Gruppi sono in breve tempo distesi. Alle ore 21,30 vengono inv!ate pattuglie di collegamento colla fanteria. Verso la mezzanotte, per notizie avute da varie fonti, si può stabilire che tutte le nostre truppe si sono completamente ritirate dal Canale Fossetta, che la linea passa per lo scolo Palombo-Losson-strada da Losson per Casa Dreina e Meolo-Caposaldo di ,Meolo-Casa Malipiero-Casa Bellesine. Una nuova azione si sta organizzando per ributtare U nemico al di là del Piave. All'azione prende parte la Divisione d'assalto col compito di avanzare dallo Scolo Palumbo su Capo d'Argine.Osteria Fossàlta. Alle ore 17,30 le batterie del Reggimento e qu~lle del LV Grupp9 montagna aprono il fuoco eseguendo dapprima tiro di distruzione per mezz'ora, a cavallo <lello Scolo IJorrèg~o nel tratto 500 metri ad est dello Scolo Palumbo sino al canale della Fossetta. Alle 18 il tiro vien.e trasportato sulla strada che da Croce, con di.rezione sud-ovest, pel passaggio a livello scende a C. Gradenigo; e• vi è mantenuto fino alle ore 19. La Divisione d'assalto avanza b~ne e sta per raggiungere il primo obbiettivo: Fossalta,Capo d'Argine, ma un attacco in forze del nemico, esegu.ito certamente collo scopo di impedire lo svolgimento della nostra azione, obbliga la Divisione d'assalto a sospendere l'avanzata e volgersi a nord per affrontare e parare una mossa avversaria tendente a MonastJer di Treviso. Le nostre fan. tcrie ripiegano sulla linea dl partenza. Durante la notte il n.emico attacca in forza il Caposaldo ·di Losoon, ma ne è resplnt-0 con gravi. perdite che gl{ infligge il violento fuoco di sbarramento delle nostre batterie. Vengonp esegujti durante la notte anche· tiri di interdizione $1.l CaPo d ' Argine, sulla strada Capo d'Argine-L'Albera ed in altre loca)Hà ove erano segnalati concentramenti di truppe avversarie. Nella giornata del 18, previa preparazione fd accompagnamento d'artiglieria, la Divisione d"assalto ritenta l'azione; ma il nemico ha collocato ovunque mitragHatrici nelle case, sui tetti, sugli alberi; e resiste rabbiosamente. Reparti della Divisione d'assalto si impad,r9niscono di Fossalta e poi l'abbandonano; vengono fatte centinaia di prigionieri ; il 151° fanteria (brig. Sassa·ri) attacca !I Caposaldo di Capo d'Argine ma non può progredire, nonstante il potente aiuto dell'artiglieria p i tutti i calibri, per il tiro insidioso delle mitraglia. trici ; ~ stùla sera ripiega su.· Losson. Da qùesto momento la lotta s.i accentua ~ntorno a Losson, la cui enorme im!JOrtanza tattica è apprezzata in tutto il suo v;:tlore e dal nemico, che vuole assolutamente impadronirsene, e dal Comando della 33."' Divisione che vede come , esso non possa essere ceduto senza gravissimo pregiudizio della situazione del settore del XXIII e del XXVIIJ Corpo d'Armata. Se il nemico scrollasse la resistenza di quel nostro sal~ente, ~l .sistema difensivo del ME'!olo sarebbe subito rag-

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L'ARTIGLIERIA DELLA

33"

DIVIS IONE

giunto e forse, approfittando di una manovr a rapida, sorpassato; le difese di Fornaci e Meolo sarebbero -prese alle spalle e costrette alla resa. Il piano del nem\co apparisce trpppo chiaro al Comando della 33a Divisione. Per questo, Intorno al Caposalclo di Losson si costituisce <.'On le 11 :..att~rie, che questo Comando ha a d_isposl.zione, un tiro di sbarramento serrato (' complet9; si perfezionano i collegamenti con numerose pattuglie di ufficiali munite di r azzi di segnalazione, si distendono nuove linee telefonkhe a sussidio dl que!le es_istenti, slcchè ogni pulsazione delle fanterie che presidi.ano 1J ca'pos.a!do è pulsazione nostra ed il tiro òi sbarramen to, non appena richiesto, in,. terviene pronto, sol!ecito, eftìcac~SSimo, vera barriera di fuoco insuperabile, contro la quale sì infra11geranno tutti gli attacchi che il nemico ten-te1·à contro l'imP9rtantissima posizione. E così avviene effettivamente, tanto che le trup~ sono ormai sicure, ed al Comnndo .Artiglier).a divisionale giungono dal Comando della Brigata Sassari e dal Comando dei reparti di fanteria che presidiano il Caposal<lo, continui fonogrammi e!:'prlmenti la piena soddisfazjone delle fanterie per l'esattezza, per la precisione e per l'efficacia dei tir9 d'artiglieria. Così avviene che rattacco, Chi! il nemico sferra il giorno 19 c9n forze molto superlor~ a quelle del giorno precedente, è, dopo episodi eroici di ·mischia sanguinosa, nettamente respinto e il Cavosaldo di Losson rimane in nostro forte p9ssesso. Il nemico desiste per il momento da qualsiasi altro vano tentativo, ritirandosi in disordine e lasciando il terreno coperto d! morU e di feriti. Mentre il nemico attacca sul fronte della 33" Divisione, altro attacco si svolge sul fronte della 25a. .Divisione, riuscendo Il nemico a giunge.r e fino a Fornaci clS\ dove è ricacciato subito da un travolgente attacco dei nostrt Nella notte vengono continuati i tiri cl'interdiz'lone. Verso il mezzogiorno del 20 ii nemico effettua un- altro disperato attacco contro Losson,. respinto anche questo brillantemente. Durante il gl9rno vengono demolite ed incendlate dal tiro delle batterie da campagna dell'11° ,Reggimento 1€' Case Fantinello a sud di Losson, ove il nemico aveva appostato alcune mitragliatrici ~olle quali disturbava jl Cavosaldo. Le artlgllerle di medio calibro ciel C9rpo d'Armata concorrono, con violenti tiri d i òistruzione, sulla stazione di Fossalta e su altre localltà dove l1 nemico concentra le sue forztc>, al felice successo dell'azione che non può tardare. Nella notte su! 21 altro attucco su Losson violentissimo e violentissima: mente respinto. Durante la giornata 'del 2l e del 22 la nostra linea viene rettificata portandpla avanti sullo Scolo Perisslnn Ed allacciandola a norcl con Losson e a sud .con Casa Favotto (Canale della Fos:retta). Una Sez!one dèlla 1a. batteria ardi tamente si spinge avanti a 500 metr i dal nemico per battere mitragliatrici avversarle appostate sulla riva sinlstra dello Scolo Perlssina, ma si ritira, senza aYere aperto il fuoco, che 11 Comandante 11 battaglione bombardieri-fucilieri non ritiene I)el momento più necessario, nè crede opportuno far sgombrare per un momento la l~nea tenuta dai suoi uomini come sarebbe Indispensabile per eseguire il tiro. Pattuglie nemiche vengono fugate nella giornata e nella notte sul 23. Nella mattinata del 23 si hanno notlzie che il nemico sul fronte dell'XI Corpo d'Armata ha Iniziato ~l r ipiegamento eò è Incalzato dai nostri. Anche il XXIII

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NELLA BA'I'I'AGLIA DEL l?IAVE

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Fig. 47 • Schiernmento Art. 33a. Div . 24-6

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L'ARTIGLIERIA DELLA

33a

DIVISIONE

Corw d'Armata avanza nel pomeriggio del 23 incontrando però forti resistenU?. Le batterie del Reggimento occupano di nuovo le posizioni a Casa Selvatico lasciate il glorno 16, ~ jl LV Gr uppo montagna mette in batteria imme<lialamente a nord di Losson. Nella serata del 23 le nostre truppe raggiungouo Fossalta e Capo d ' a rgiue, e verso l'alba del 24 il nemico è r icacciatp oltre il Piave. Le batterie dell'11° Reggimento da campagna e quelle del LV Gruppo montagna alle prime ore del 24 avanzano per portarsi uei p1·essi di Capo d"Argine e preparano i t!,ri di sbar- , r amento sulla sinistra del Piave. L'11° ;Reggimento artiglieria df.l crunpagna ha avuto la ventura di combattere in questi otto giorni d! aspr a e vittoriosa lotta la vera guerra dJ movlmeutp, e di assolvere con perfetto rendimento i compiti che incombono in tale gu~rra alle batterie campali. Ne fanno fe<le le nessu.ne per<Hte prodotte alle fanterie nostre dal fuoco delle dipenden ti batterie, e la templ;jstiva entr ata in azione d el t!ro d1 sbarrii· mento pel quale tutti i Comandanti di fanteria, coi quali le batterie del ,Reggimento oper arono, espre~ro la loro piena soddisfazione. Ne fanno fe<le i risultati ottenuti, resi palesi dalla visita al campo di battaglia che sembra arato df.li nostri colpi laddove il concentramento di fuoco venne ricb'lesto; che non presenta, altro che raramente, tracce di colp~ isolati e dispersi, e che, al posto delle case segnalate come nid i di lnitragliatrici nemiche, bersaglio del nostro tiro, non presenta ormai più che de~ ruder i. Ne fanno fede in.fine gli innumerevoli cadaveri che le schegge della potentjssima granata da 75 ridns1:1ero miserabilmente in ùrani, e le teSltimonianze con<'<irdl dei prigionieri ten orizzati dal nostro tiro. Tale terrore non è nuovo nella guerra che da oltre tre anni s!. c,ombatte, ma per lo passato il tiro anche <'!elle butterie campali si" effettuò in genere da posizioni fisse, precedentemente studiate e prestabJlite dopo molti colpi di pr ova, e non, come adesso è avv~nnto, al chiarore incerto di un'alba dopo una fa ti.cosa marcia nolturna, con osservatorii di scarso dominio, con Intensa copertura di vegetazione ed in terreno del tutto nuovo a Capi e gregari. Ma tale soddisfa. ~nte riStùtato il Reggimento non avrebbe raggiunto se i cavalli non avessero corrisposto: essi Invece corrisposero perfetta mente n1:mostante shrno stati sottoposti a sforzi eccezionalt dovuti alle marce e al terreno dove le vet ture affondavano per la natura del terr®o stesso e per le continue recentissime piogge ; sforzi dovuti alla necessità di eseguire 11 rJfprnimento delle munizioni coi casooni che continuamente ne effettu.a veno !l trasporto dal Depo~to di Cà Tron alle batterle (Km. 6 più volte percorsi nelle 24 ore) ed alcune volte dal Deposito di S. ,Michele di Quarto (Km. 18). 'l'ale risultato il Reggimento non avrebbe ragg)unto se ess9 non avesse nelle sue gloriose tradizioni le aspre lotte del Podgora e del Sabotino, quelle Per 1n liberazione di Gor!zia, le cruenti azioni dell'Ortiga ra, dell'Altipiano, di Sasso Rosso e Col Mo&ehtn, il vigile sbarramento di Val Brenta e Val Frenzeln, 11 concorso alla conquista di Valbella e Col del Rosso, dove annodò l primì vincoli colle Brigate Sassari e Bisagilo al cui fianco ba adesso combattuto.

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NELLA BA'.e.rAG LIA DEL PIAVE

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Tale risultato H R eggllllento non a.rebbe ottenuto se esso non fosse ('()Stituito <la veccb l esperimentati uftìcialj òi carriera, da giovani ufficiali e giovani soldati ai quali i pocbi anni <l! età non impe<livano di essere <lei veterani della guerra che da S7 mesi combattevano con salda fede.

A testjmonia.nza del valore dei repar ti dell'11° Reggime:nto si riporta la seguente lettera del Comando della 33n Divisione : Otto giorni di lotta hnnn-0 <lato alla 33• DJvisione 1·ouore di riconquistare su buona fronte gli argini violati del l'1ave. Degno posto ebbe nella riconquista l'Ar tigl!èria clivlslonalc. Più aò<lietro però ne risale il m}o compiacimento : a quel periodo di intenso lavoro nel quale essa S! gettò al mio fianco per studiare e preparru·e in tutt'altro Settore Wl·azione complessa e notevole, cbe richie<leva - dalle seconde ljnee ver99 il Settore cl€signnto - un allenamento morale e fisico di uomini, un inquadramento intelligente di volontà e di risorse : di tutto ciò i ()Qmandanti e le truppe mi diedero una sicura visione che mi garantiva da parte loro iJ successo ove l'azione si fosse eseguita. M~ fu g~oia constatare che tale periodo di attività intensa non pesò affatto 1:,ull'improvviso mutamento di ·complto e di terreno imposto all'Artiglieria dlvi-· sionale dall'offensiva austriaca sul basso P iave. Ln guerra di mo"imento - dalla quale l'artiglieri;.t era ormai da tempo dissueta - fu qui nccettata e risolta nei suol fattori eminenti di prontezza e di elasticità in modo veramente prt!claro sjcchè l'inquadramento nell'az!one, · la presa di posizione, gli spostamenti improvvisi si ottennero senza esitanza e S€nza pA'rdite di materiale pur nella iniziale vJcinanza del nemico irrompente; ,~ ciò fu +avor1to da contl!me e ardile ricognizioni sulla linea del fuoco. Sopratutto si ottenne quell'ininterrotto preeiso collegamento con le fanterie che dà ad e~ la fiducia di eSSf're ovunque sostenute e protette, e dà ai Comandi superiori la certezza che sbarramt!nto, interdizione e distruzione si avranno nella misura e nel tempo matematicamente fissati. Il mio elogio va a tutti: alla perizia dei ()Qmandanti, alla alacrità coraggiosa dell'i! truppe. Al Comandante l'.Artiglleria dh·!s!onale cbc tutto questo ottenne prodignn. <losi senza misura, affinchè null a fosse lasciato a1 caso, e la fOrtuna trovnsse 1Jei suoi cannonieri gli uomini degni dj legarla a sè, l'espressione della mia ~oddisfnzione nell'averlo avuto collaboratore prezioso ln una vittoria indimenticabile. Prepariamoci in silen.zio e in fede; a tale vittoi-ln rinnove'remo insieme domani Jn corona d! alloro.

* * * A dare una visione viva e pa,lpitante delle memorabili giornate, riportiamo alcune lettere del valoroso gen. Gherardo P antano alla sua consorte, valorosa. ed infaticata Dama della Croce Rossa alla, fronte : · -

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LA BATTAGLIA DEL PIAVE

16 Giugno 1918 - Giornata di grosse emozioni : di fronte a forze molto prepon·dcranti, abbiamo ceduto un po· di terreno; ma contrastandolo, riprendendolo, rllascittudolo. La lotta è formidabile: le truppe ·fauno bene il loro dovere e fanno pagar cari .i progressi. Cim!J Eckar resiste sempre. Io non dormo da qu:1.r ant.'ott'ore e sono g!ù alla mezzanotte della mia terza notte insonne. Sono gio1·nate che im·ecchiano di anui. Non fa niente. Invecchi.amo per la giovane Italia! Io sono sempre al mio p-0sto e spero bene di rimanervi. 17 Giugno 1918 - ...siamo al tei:zo giomo: stanchi, ma _in gamba : speriamo ' vh·amente di c-0ntenere il nemico che ci lascia ora un P-O' di pausa ; ma rinnoverà certo glt attacchi. Sto bene. • 18 Giugno 1918 - .. .la lotta cpntinua formidabile ; ma lo spirito delle truppe si consolida sempre più ... Stasera, dopo una lotta di un giorno intero, le mie t ru ppe hanno ripreso una posizione importante ed hanno fatto 80 prigionieri, prendendo anche 8 mitragliatrici : fra i prigionieri l'aiutante maggiore di un battagli9ne che nel suo taccuino aveva lo specchio delle forze : ie sue compagnie erano ridotte a 30 uomini l'una: la P-OSizloue er~ piena di cadaveri. .. mi sento 90llevato : penso d 1e il nost.ro soldato, se si aòatta all'idea della resistenza l)er un oo!o gio1'llo, poi vi si abitua come a cosa naturale ; e poi - vedend9n~ gli eO:ett~ - vi sl affeziona. Speriamo ~-e mpre bene, anzi sempre meglio. P.S. - L'a7.lone è riuscita specialmente per l'ardire mngnifico di Berllncqua - . ll nostro amico di .Tetl'.ren - che rimase ferito ad un braccio. 18 Giugno 1918 - .. .la cosa è dura. ma non sprQporziona tu ai nostri dentj. Finora possiamo essere contenti. Sono giornate di grande trepidazione, ma, per un fenomeno ri.1olto curioso, la calma si_va facendo uell'animo cl~ tulti. Dico che è un fenomeno molto curioso perchè capLco la calma dei Com:indi che hanno cognizione del complessivo risultato; ma ln tru ppn deve soltanto odorare, iudovinare. E la ,itn ha ripreso, non d!co il r~tmo normale, ma la t,ranquillith, l'ordine morale. C!. si abitua a tutto. 'l'i vorrei racrontare mille cpse belle; ma uon ne ho tempo, La Lec-ee è st:1ta meravigliosa. Il mngg. De Fmncesco fu. fatto prigioniero; pol noi abbiamo preoo parecchi austriaci di quelli che l'a,evano cntturato. Lo c-onosccrnno già tutti per nome. Tutti gli ufficiali nemici hanno yoluto s triuge1·gll la mano per l'eroic:1 resislenza da lui falta coi suoi soldati che hanno sparat-0 fino :ill'ultiwa cartucci:J e sono caduti pl'iglonieri solo perchè aggirati da tutte le par ti. 19 Giugno 1918 - ...sì, il primo urto è càlroato: noi ne profittiamo per riprendere il poco perduto, per torment:ire, per esanimare il nemico. Anche stamane abbiamo preso prigion)er i: uno di essi a\·cva l'acclusa c:irtoliua. La faccia di pipa che vi è sopra è quella del Comandante della 30a Divisione, il mio avYersado d a ieri sera. (luello che lo precedern comanda,a una Divisione di H9n, ed, truppe scelte che abbiamo conciato In mnlo modo e c!.oè un battaglione ridotto a 15 uomini ed un a ltro a _30 uomini. Come ,·ect! l'avYers:ùio è brutto assai, mentre ip - a sentire te - sono bello; è mai pos;;,lbile che un bmtto . la vinca su un bel soldato? I soldati 1>resi prigionieri non mangiano da tre giorni

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A'ITRAVERSO LE LETTERE DEL GENERALE PANTANO

perchè la nostra artiglieria impedìsce i rifornimentj. Sperìamo dunque con tutta l'anill!a che le cose continuino bene per noi. Certo l'austriaco si preparerà a rl.provare e noi speriamo di r isuonarlo. 20 Giugno 1918 - ...facciamo progressi; abbiamo riguadagnato terreno; prendiamo prigionier.i ; non possiamo contare i cadaveri 11emici; attorno a Qima Eckar sono a migliaia . Speriamo sempre megli9 : non ci. bas~a. Ci attendiamo altri attacchi anche più furiòsi, ma non saranno molti. La P inerolo stremata, ba ceduto il posto alla Regina, beJlissima Brigata. Abbiamo da clepìorare pero dite molto dolorose. Il piccolo Dall'Ort!) si è contenuto molto bene. Scri.vilo tu alla fam iglia e a Ginetta che me ne chiede noti7.ie con una serenità stoica. Sono della brava gente! 21 Giugno 1918 - ... scusa la fretta: poch(\ righe. Anlliamo sempre bene. La Pinerolo fu sostituita <lana· Regìna. come t.i scrissi. La comanda Bi.ancard~ del mio corso, bellissimo soldato. Piove, fa freddo. Al Montello va molto meglio. Di qua non passano. 22 Giugno 1918 - ... le cose vanno s·empre bene. Ci rafforziamo iutanto in attesa di u11 nuovo attacco: la nostra artiglieria tormenta più che può il nemico · ~. se Dio vuole, ci prepariamo anche, non a rhn·endere il poco perduto, ma ad andare più in là. Ieri il Comandante di Corpo d'Armata france.se è venuto a portarmi la croce di guerra con palme e me l'lrn voluta piantare sul petto ; nQn bo avuto il coraggio dirgli che !;avevo già con stella, non e-on palme è vero, ma l'avevo. E son rimasto un po' male per questa decoraz.ione così poco meritata. Come sono ingenuo e stupido in certe circostanze! Brutto in<lizio <li vecchiaia tutte queste decgrazioni cbe piovono! Perchè ho avuto anche la nostra croce d) guerra ... non so più .dove metterle. E pensare che io non vorrei dar niente nessuno, se non ai solc1ati. Ieri sono andato a salutare J mitraglieri della compagnia 1751, i difensori di Cima Eckar f.'Cl ho detto loro press'a poco così: avete res9 al Paese un servizio tale che nulla può ricompensarvi : nè decorazioni, nè licenie, nè denaro: mùla può J}agare il bene che avete fatto. Vi. ringrazio, figlioli, e vi d-ico che solo il vole·rvi molto bene può degnamente ricompensarvi. Quando avrete bisogno di qualche cosa venite da me e ditemi : io sono 1l'n mitragliere <li Cima Eckar e questo sarà il miglior mocl9 di. raccomandarvi. Avete dato tale 1ina lezione aJ nemico che non so s'egli avrà voglia di ritentare ; ma se riten¼l'à ci t roverà pronti un'àltra volta. Intanto godete questo breve ripooo e scrivete a casa che il vostro generale è contento di voì: scrivete a casa che siete fieri. di essere i mitraglieri della 1751, e salutate le v9stre mamme, le vostre famiglie a nome mio che riograz.io anch'esse per avermi dato soldati così valorosi. . A dirti il vero, credo di aver detto meglio di cosi percbè Modigliani m~ ha fatto le congratulr.zioni e percbè i .soldat~ avevano i lucciconi e quando bQ finito hanno gridato Viva l'J:talia ! con un impeto cosi sincero che i lucciconi sono venuti a me. Ab! che belle cose. Come piangeresti di commozione anche tu 1 Bevilacqua ha dovuto subire l'amputazione del braccio: è sereno, magnifico.

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LA BATTAGLIA DEL PIAVE

Gli ho mandato Modigliani a Marostica : mi ha fat to dire che ~l mio interessamento e la mia lode lo compensano di tutto. )Ia si teme molto ; l'arteria può r iaprirsi e determinare la mor te.· Sper iaro<1. Qui si ha la sensazione che l'austriaC1> sia avvilito. '.tutti ti salutano e ricambiano at1guri: sono stati tutti bravi, molto bravi qu_l al Comando. Nnsi un vero tE.soro. Modigliani ruolc la meclaglla d·argento per a,·er sostenuto aspra lotta, preso fra fuoco di mitragliatrici - e sei tu - e tuoc9 d 'artiglieria - e sono io. ' Tutti rjdono molto della rassegnazione alle cimici a cui verresti volentieri. Se potrai venir su, come spero, ne avrai cla sostenere delle puozecchluture ! Modigliani insinuerà che tu hai voluto andartene e che hai fatto tutto per naSCQndcre la fifa. Insomma tutto un programma per fati.i arrabbiare. Ed lo mi diverto. 2'2 Giugno 1918 - .. . passo cli onore in onore. Ti mando l'ordine del giorno dell'Armata francese : sarò sulla via della celebrità! E' venuto a ti·ovarml V collega francese e wi ba detto dei bersaglieri ( il solito 30) cose da farmi rimanere a bOcca aperta. Immagina che è arrh•ato a dire - lui che è Chauvin all'ennesima p9tenza che J suoi ufficiali sarebbero orgogliosi di c-omandare truppe simili; elle nessun soldato nl mondo « marche tllt feu,, come il nostro l Che ooddiSfuzione sentirsi dir questo dopo Caporetto ! Ti mando copia di una lettera, l'ultima che un bersaglier e scrisse alla fami. ' glia. E' morto, povero figliuolo, come presentiva; ma vedi come è bella e viva la lotta fra il desiderio di vita e la certezza di una inorte di cui Intravede la bellezza e la necessità. E' dei paesi invasi: egli a,eva consegnato la lettera al compagni pregandoli di d,arla alla fam!glia quando fossimo passati di là della Piave: perchè egli aveva fede in cjò, povero figl io ! Bisognerà ricordarsene : io ti saprò dire di <love era. Quante belle cose. E c'è della gente nelle città che va al cinematografo! Percbè non organizzate una squad ra <11 fischlator l? Dai paesi invasi abbiamo notizia cli c·ontegno meravigljoso. G. di B. cui avevo scritto che. mi dispiaceva non saperlo alla fr-onte mi ha ri.swsto che ha mandato la mia lettera a suo padre -perchè si convinca che deve lasciarlo partire. Io gli ho scritto ché egli ha il dovere clj rlbellarsl a suo padre e che mandasse a quest'ultimo ~oche la seconda mia. lettera. 23 Giugno 1918 - ... non ti dò notizie : a quest'ora lo sai meglio di me : il nemico si ritira. Di fronte a 09! resiste ancora ; ma noi gli daremo presto una legna ta. Sul Montello furono rlprese tutte le nostre artiglierie e qualche cosa di _più. Viva l'Italia! T! Immagini il cuore degli abitanti di Oderzo? Il nemico deve essere avvilito: forse tenterà nncora un colpo da questa parte, ma ritroverà pane per l suoi sporchi <lenti. Dio, come sono sporchi e quanto pane gli daremo! Vorrei avere una D.h'1sione di ascari. 24 Giugno 1918 - ... anche oggi abbiamo preso un çentinai.o di prigionieri; ma questi sono piccoli scherzi con cui ci facciamo la mano: antipasti, spunti di motivo dèlla grande sinfonia. Hai sentlt9 quante belle cooe? Ti i.mmagini gli

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ATl'RAVERSO LE LETTERE DEL GENERALE PANTANO

abitanti di Oderzo che sentiranno già iu aria q nostro dtorno non lontano? Io non so più nemmeno scriverti tanto ho il cuore pieno e la mente tesa a ciò che sarà .... Hai visto che i nostri solda ti s i fanno onore anche Jn Francia? H ai pensato che per la terza volta l'Italia, la piccola e poco apprezzata Italia, da sola salva la quad rnplice intesa? Jn Fra ncia s u 400 chilometri di fronte tre Eserciti grossi ciascuno quanto 11 nostro e molto più provvisti di a rtiglieria : l'!oglese, il francese, l'americano, senza contare gli spiccioli: belga, port9ghese, coloniali, czecbi. Noi abbiamo 000 Km. di f ronte e siamo soli perhè non si possono contare lé cinque Divisioni tra iogleSi e francesi, pagate ad usura dalle due nostre Divisioni in F rancia ed oltre 100.000 la vorato'r i. I francesi qu.1 non s9no stat i quasi, attaccati e s i davano un po' raria di aver terrorizzato gli austriaci col nome ; ma hanno dovuto convenire elle l'osso duro lo avem mo noi e che fu rQSiCChiato bene, con dente solido. Se tu vedessI come salutano adesso i soldati francesi! Prima fi ngevano di non conosce,re i g radi. Tu u9n credere ai presentimenti circa la mia partenza di qui ; se par tirò sarà per andare avanti a nord. Dove vuoi che vada? 25 GJugno 1918 - .. .oggi bo preso un pessimo cappello con un ufficiale francese. Qlma Eckar è niente, 1'offens!va austr iaca è niente; a Valbella non c'è nessuno; i prigionieri che abbiamo fatto sono disertori. Gli ho piantato subito UD r eclamo In tutta regola, sbruffone, ~nlmale ! come va che In Francia i tedésch~ avanzano sempre elle vogliono? Perchè non va ad insegna re la guerra ai suoi? E non pen...<>a cbe l'Italia salva l'I ntesa per Ja terza volta? · Forse è questo che lo Indispettisce. 26 Giugno 1918 - .. . ti accludo una lettera di C. Povero P latone! E' morto guidando all'assalto i suoi soldati che aveva 1·iuniti intorno a 9è. Quanto ml duole ! Z7 Giugno 1918 - ... ade&-so abb.\amo relativa calma : anzi gl_l austriaci ci lasciano quieti : .siamo noi che inquietiamo Loro. E speriamo di inquietarli a ncora di più In avvenlre. Ah! se glJ americano venissero un po' anche da noi- Se ci dessero un po' di flato io modo da prepararci a òar sotto! Si comincia a dirlo, anche i f rancesi cominclapo a capire che dl qua potremmo dare una grossa legnata al nemico. ;t\ii pare evidente e mi pare che lo ~ doveva capire prima di Caporetto: ades.so poi la cosa è limpida. 29 Gi ug no 1918 - ...data legnata al nemico : ammaziati tedeschi come fos.. sero pidocchi : ripresa Valbella e presi 600 prigionieri con 18 ufficiali: ri prese bombarde che aveva mo perduto. Benissimo. Adesso t utto sta a r!manere; non è difficile che siamo costretti a ri perdere Valbella; è un post9 che si prende e sl perde facilmente; ma non perderemo gente. La Brigata Regina che aveva sostituito la Pinerolo compiè la brillante operazione insieme ad UD nucleo del 3° bersaglierL altro di czechl, e <111e della Lecce. L a 28a Divisione prese 100 prigionieri anch'essa; ma può darsi eh~ la cosa vada in Juogo. . .. .ricevo molte congratulazi9ni: ma voi non · vi congratulate con me perchè 90no i soldati e gli ufficiali <·he li comandano direttamente che banno il merito:

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LA BATTAGLIA DEL PIAVE

i generali se la cavano con raccomandazioni, ordini, ecc. Sono belle cose, ma 1.ulla vale quanto l'esecuzione quando si tr ntta dt eseguire sotto il fuoco oemìcr,.

2-0 Giugno 1918 - De Etat Major 24a frane. /1: Et.at Major 14" ltal.: .Au de<:iln de cette rude, mais glorieu..,<>e joUJ·nèe pour la 14a div. ital. général Odr y, en pren;rnt conna!ssance du compte rendu de 19 beures, est heurem.: òe renouveler au général Pàntuno les felicitatlons ·et l'expression de toute :'admir ation dc )a 24• Div. frane. Hai capito? siamo o non ·siamo? Ho risposto che i soldat) sovratutto mer!1nno l'ammirazione e che. r ingrazio in nome loro. .. .la Brigata .Regina fu superba. Non ti r acconto particolari J)Crchè non ho tempo; ma ve ne sono cli bellissimi. Gli czc<:hi sono stati meravigliosi : ~ i ~rsaglieri dove Ji metti? Insomma un complesso da meritare veramente l'amm!razione di tutti. Abbiamo distrutto due Reggimenti con sei compagniè. EJ nano ungheresi, i più .fierj soldati dell'Esercll9 austriaco. SO G!ugno 1918 - ... anch!: oggi circa 500 prigionier1; oltre 000 ne ba presi la Divisione vicina, la 28", 7 cannoncini e 42 mitraglìatrici in quattro gi('lrui. I prigionieri sono scoraggiati. L'a rtiglieria fa s tràgc; li ho visti oggi saltar per aria a drappelli interi! Non credo cbe un nemico simile ci riossa tr attenere se decideremo di andare avanti, cosa che si wtrà fare quando si avranno i mezzi ~n uomini e ma teriaIl. Tu vedessi l soldati! Che morale elevato! Sono magnifi<'i, ecco! I ,!

S Luglio 1918 - . ..il Corriere della Sera del 2 luglio mì dispensa dal racconta rti i fatti: le gesta della Regina e della Leece vi sono descritti senza esager azioni. La Lecce va ora a breve riposo e sarà sostituita dal simpatie-o S0 bersagHeri per qualche giorno. Intanto anche la R.eglna sarà sostituita e tornerà la Pinerolo che dal giorno 19 giugno fu ritirata per rjcostituir si. lfi duole molto <11 perdel'e la Regina cbe è sul tipo della Sassari, direi <1uasi miglior ato. Un brigncliere magn!fico, Blancardi, del mio Corso, la guida con s}cu.rezza rara e con intelligenza anche plù rara. L'ho proposto per la promozione per merito di guerra con una motivazione ed un ra ppor to da far venire la pelle d'oca! Anch'io sono minacciato da qualche ricompensa: ml por di entr are anch'io nel 1.!Dmero degli sbafatori che appena qualcuno si fa ammazzare per il P aese si fmrno promuovere per merito dl guerrn, essendo stati a 200 Km. da}la f ronte, chiusi in qualebe ufficio... .:.il cappello francese si risol~e i.n u llll grande soddisfazione : il Cnpo <li f:l. M. del Corpo d'Armata francese venne a farmi le più ampie scuse, le più gentili e lusinghje're ·p roteste. Se t u veclessl come ci trattano orn i francesi, come ci salutano ! Se tu sentissi tcosa di rou9 dei nostri solclnti, piangeresti di gioia e di commozione. 4 Luglio 1918 - .. .e questa è proprio vittoria cli popolo : i Cap~ banno migliorato sì, ma èhi è risorto, cbi si è ripreso, chi si è vendicato di Caporett9 ~ 11 soldato. Tutta virtù sua. E t,1 non . ne b ai mai dubitato,, anche quando la Più robusta fede vacillava.

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LE IDEE DELLA DIFES;\ ELASTICA

§ VI

La seconda battaglia della Marna (18 ·1uglio,7 agosto 1918).

In un precedente Capitolo abbiamo trattato delle grandi offemsive tedesche nella ;primavera del liHS, ma a differenza di molt i a,utori non a hbiamo compreso tra di esse la cosicletta seconda battaglia della Marna, come sarebbe forse stato logico se quest'opera si limitasse a segnalare p artit amente su ciascuno dei fronti gli avvenimenti secondo lo sviluppo cronologico : noi tendiamo invece sovratutto a ;mettere in evidenza i procedimenti di lotta e specialmente i procedimenti di impiego dell' artiglieria. (Vedi Schizzo fig. n. 48 - « Offe nsiva tedesca d el 15 luglio e cont roffensiva frnncese del 18 luglio. ··· Seconda bat taglia della Marna))). E ' pertainto cla porre in rilievo che t r a la seconda offensiva tedesca dal 27 marzo al 14 giugno e-quella, che viene definita come seconda, battaglia della Marna, si è r;;volta al fronte. italiano la battaglia del Pia.ve che raippresenta, da parte nostra,, un bellissimo esempio di applicazione di nuovi criterii difensivi, che certo debbono aver formato ogget to cli attento studio da pa,rte dei francesi per tra,rne le conseguenti eventuali applicazio111i. Non vogliamo dire con questo che i francesi non a,vessero già pensato prima al metodo della difesa elastica. E' opportuno rieorclare qui le difficoltà, incontrate dal Comando francese per convincere i Comandi dipendenti della u tilità di t ale metodo. E ' inesatto affermare che il metodo fosse del tutto nuovo : il nostro gen. Caviglia aveva già Merito qualche cosa d i simile alla fronte italiana , e già nel 1917 i tedeschi avevano avanti alle loro Jinee di resistenza, una zona cli soi'veglianza. Le idee sulla difesa elastica sono concretate d al gen. Pétain in una nota conosciuta come direttiva n . 4, del dicembre 1917, ebe ne fissa i capisaldi. Perchè P étain ha, aspettato fìno al 1917 a concreta-re una cosa così logica? Nel 1916 e nel 1917 tutte le menti era.no orientat e -

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LE IDEE DELLA Dlf<'ES A ELASTICA

alla offensiva; chi a ttacca sempre non concepisce l'idea di lascia re un terreno conquistato con t anta fatica. I tedeschi in vece, passanùo nel 1917 alla difensiva avevano avuto l'occasioue di essere i primi a<l a ttual'e un tale concetto di difesa elastica . Quand o P ét ain ema na la Kota, i Coma.udi non ha111no an- , ('ora trasformato la loro mentalità e sono ost ili ad accettare le n uove idee. E ' quello che avve1111e da noi all'epoca della battaglin di Cap orett o : dopo anni ed anni che si insisteva nell'offen siva . l'ambiente non era disposto ad assimila re le idee difensive. Vediamo brevemen te il contenuto della Nota di Péta in. In essa si parte da un da to di fatto : la pr ima linea veniva bOmbardatu con tutti ,i mézzi, s i riduceva a n,Iente : più gente vi si metteva, più gente era consacrata al sacr~ficlo : pe'rta nto er a meglio destinare alla difesa ad oltranza u na linea retrostante, sceltn con criteri tattici e topogra.fici. Pétain doPo aver esposto in complesso questo concetto, aggiunge: D'ora in Poi : 1° In battaglia d,lfensh·a deve essere condotta dai Comanòfd i At·mata o di Grupl)O di Armate : ad essi. e non ai Comand! inferiori spetta il manttncn~ l'int egrità della fronte ; ciascuno di essi avrà all'uopo u~ Grupl)O di Unità di r iserva; . 20 bisogna diminuire la densità delta l " linea a vantaggio della 2>- linl'a ; la prima linea no n ba altro scol)O che quello d! frazionare l'avanzata nemicn e contenere il pr imo sforzo avversario in modo da dare tempo alln second·a l!nea di prepararsi a sostenere l'attacco ; 3<> le Riserve generali, e-on il contrattacco, dovranno essere lmplegat.e a r istabilire la seconda linea eh~ eventu almente avesse ceduto.

Qnesto era il concetto del Comando francese; ma in basso, la mentnlità del comba tt ente pensava : perchè devo rinunciare a po. izioni importa nti conquistate con tan ti sforzi se domami dovrò poi riprenderle a chissà quale costo? E ' capitato s pe::,so nella scorsa guerra che l' artiglieria dovesse aggiustare i snoi t iri a così breve dist anza da lle prime linee amiche da avere ·probabilità di colpirle, e da consigliare pert a11 to lo sgombero pre,·entivo di esse. Ma a questo sgombero le· t ru ppe di prima linea fa cevan o delle difficoltà per timore di dover abbandonare Je posir.ioni occupate. Ebbene, quello che ca 1p it ava. in piccolo in qnesti casi, avveniva. in gra nde in confronto di una disposizione M l Comando: t a nto che al P étain le resistenze venivano a nehe da11 'alto, da parte cli uomi:ni polit ici e

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CONCRETA1;$ DAL GENERALE Pl!:TAIN

specialmente d a Clemenceau, il quale era fau tore della « défense sur place ». E ' inutile dìre d~lla lotta sostenuta dal P étain e delle difficoltà da, lui iucontrate. Per convincersene basta, leggere il libro del Laure . intitolato « A.u 3éme bureau du G.Q.G. », dove a un di.presso dopo alcuni cenni sulle direttive della Circolare n. 4, è detto : Pétain si mette in moto per farlo oppli.care, ma chi è mai dis[}Osto ad :,ti. bandona re quelle colline di Champagne che tanto saugue avevano costato?, <:hl v9leva abbandonare quelle ·posizioni di Verdun, glol'ia immortale, unico vantaggio positivo del 191"7? Questo _produce ucll'Eserclto una vera crisi. Il Comandante in capo vls!ra le Unità e spiega lo spirito della Circolare, dice che la manovra ri prende il sop1·avvento, dice che occorre applicare una tattica che infligga al nemico .gravi perdite, dice iu fine che bisogna non disputare a l nemico qualche Pollice di terreno, ma vincere. Fatto più grave, ~I Governo crede suo dovere intervenire lu questa questione e prendere il timone del Comando. _Ma Pétaiu è fermo cella sua idea e poco alla volta giunge a r ealizznre i suoi con,. cettl . Nella battaglia del marzo i criteri della difesa elastica non sono ancoor a applicati; es;;i lo snranuo soltanto un poco nella 3a fase della seconda offensiva davanti a Compiégne, e con buoni risultati. Fayolle, dOPo la buona riuscita, E:manò una Circolnre in cUi si parlava ap1)unto di vantaggi conseguiti app\i. cando il sistema della difesa elastica . Cosi jl Comando può portare un esempio e scuotere l'increrlulità . Ma ri mane anCQra la difficoltà. della interpretazione delle disposizioni. Dicono taluni: la difesa si deve fare sulla 2" linea ; ma quale è questa 2a l!nea?

Una Circolare di Pétain, in ,data. 24 gingno, definiva la 2a linea , o meglio l a lineit di resistenza, come una linea che deve essere scelta. dal Comanda.nte di Armata pe1· evitare la discootim~ità di fronte che deriverebbe quàlora ciascun Comandante di Divisione la.sreg1iesse per conto suo e con criteri.diversi. Essa può avere i seguentj requisiti : - non deve essere scelta a caso, ma deve essere quella che per ragioni topografiche e tattiche si presta meglio alla difesa; - deve essere lontana dalla prima linea almeno 2 Km. in modo da essere sottratta ·almeno al fuoco delle bombnrde nemiche; - deve essere nascosta alla vìsta: ciò è essenziale e necessario per evitare che il nemico la danneggi gravemente con il suo bOmbardamento; - deve ei;isere presid'1at.a dalla maggior parte delle forr,e destinate alla difesa.

In complesso una posizione difensiva deve essere costituita come segue : a)

prima di tutto una linea di avamposti, che fu chiamata poi ltnea di

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LE IDEE DELLA DIFES A ELASTICA

sorveglit1nza, <li proiezione e di os.;;er v:1zione; 11ù essa si de'"e destinare, a seconda del casi 1/4 o l t3 <lella forza; b) nd un paio dj _ c hi'ometri di <li~tanz:1 da detta linea, ulln linen di resistenza, ('()i requisiti s,uesp9Sti e presidiatn da). ?./4 o dai 2/ 3 della forza , a seconda che si è destinato illla lil1ea ))recedente 1/ 4 Oò 1/3 delln forza. Queste predette due linee devono esS€re tenute dalle Divisioni di prim n linea ; O) una !Oecondn posizione, dietro a que!Ja <lettn soprn, ad una cer ln d!s tanza dn esso e g11t1rnitn dalle Dlvisioni cht? i Grupv i di Armatn o le Armate banno in riscrn1; <l) una terza posi7.ionc nbit unl mentc non gunrnitn da truppe. sn lvo nlcuni elementi che devono C9"tituirne come i. capii:al<li e salYo alctmi elementi <li a rtiglieria.

Qnello c-he si è esposto è lo scbema completo : non è detto c:he dappertutto se ne sia. poi fatta una, completa sistemazion e applicn t iva : in qualche punto si fe<:e di più, in qu alche alfro si fere di meno . P er lo più si i' a.ggiunto nHa sistemazione suddetta una 1posizione intermedia per la difesa d.élle artiglierie. Quello che abbiamo esposto finora faceva oggetto della Nota de] 24 giugno; questi ordini non erano fnori luogo perchè ancora in t ale data i combattenti non ernno procliYi ad RCcettare il nnovo sistema. Il gen. Buat, uno dei più imelligenti ufficiali francesi, O:=i,p o di R. M. di Pétain, uomo di primissimo ordine, sottolinea in un sn o libro le difficoltà che i combattenti ham10 opposto primH di nc·cettare le ~ orme di cui si è p:nlato : egli di.ce : Non sto a dire le difficoltà cbe ci furono opposte.,. si noti che cos.ì dicendo il nuat precis11 e dimostr a cbe er n nnch'egli del pnrere di Pétnin; e questo è

da tener presente per metterlo poi a confronto ('()Il il stto atteggiamcnt9 _ Buat continua: non mi meraviglio di questo; è un elemento della nntura umana: rischiare la Yita è glil grave preoccupazione e si cnpisce che è difficile imporre nuche il modo col quale si deve rischiarla. Si tratta,·a di un nuovo pr oblemn; l'attuarlo r ichiedeva esercizi da svolgersi nei periodi <li. riposo, mentre chi crn a riposo, dovo essere 1>tato in linea, desiderava di essere lasciato tranquiJ1o.

E difatti questo avveniva. anche alla frontiera, italiana e noi 1foordiamo le ;protes~e fat.te <:ontro i Comandi che imponevano lavori e fatiche aJle trnppe che si trovavano a riposo. Oontinaa,ndo a scorrere le pagine <lel Buat si legge a,ncora : il principio non fu popolare e non fu accolto con piacere. Percbè abbandonar e

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CONCRmTATfil DAL GllJNfilRALE l?b:TAIN

benevolmente al nemico un teneno <:h~ ani,·a <:ostato tt1nte pen1: e tanto sangue'?

. D'altra parte l'icordiamo che gli stessi che erano contrari a questo principio, spesso assistendo ai nostri intensi bombardamenti sulle linea nemiche si diceYano : purchè il nemico, sotto questo bombardamento, non abbia abba:nclonato la ,prima linea! Peinsa,ndo così, inconsciamente essi trovavano la risposta alla domanda che si erano fatta prima; ma quando toccava a loro di abbandonare la prima linea, se ne pteoccupavano. Teniamo conto delle parole che abbiamo citato e proseguiamo nella n ostra esposizione. Che cos:era que.s to nuovo sistema? Era poi una novità? Quando nel marzo 1917 i tedeschi ripiegavano sulla linea di H iJI1dembnrg, il concetto originario non era forse _uguale? Le stesse parole del Buat: « purchè il nemico non abbia abbandona to le prime linee ! » dimostrano che l'idea non era nnova. Dopo la seconda battag-Iia ùella 1Iarna aYYiene la reazione: il nuovo sistema è ritenuto ottimo da tutti e sembra essere la panacea universale. Lo stesso maresciaUo Giardino fa notare che anche in Italia si è a vnta J" eco delle idee francesi. Ma se esistesse Yeramente u n sistema per cui la difesa dovesse sempre riuscire. l'offensiva non potrebbe più esistere e la guerra sarebbe impossibile per<'hè dh·enterebbe un assurdo. , Perchè la difesa elastica fu ta nto utile? Perché l'a1pplicazione di essa era nuova ed i l nemico 01011 la conosceva. Non è tanto la bontà .del metodo che ha dato t buoni risultati, quanto ht :noritù del metodo stesso. Questo è da tener presente afiìnchè leggendo certe pubblicazioni riguardanti metodi nuovi si eviti di essere trascina.ti dall'entusiasmo della novità e si possa credere che il segreto della n.tt oria stia tntto nel contenuto astratto délla novità stessa. Il metodo della, clifesa elastica è stato uno dei coefficienti del s ucc-esso. come ha an1to In sua iroportauza, a suo tempo, il can nonissimo che bombardarn Parigi: l'uno e l 'altro ebbero il loro successo perchè nel momento in cui fmono impiegati non erano noti al nemico. Il nnovo metodo era cap:'l~e di dare grandi risultati? ~el -

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LA SECONDA BATTAGLIA DELLA MARNA

rispondere a, questa domanda noi possiamo seguire la massa di quelli che dicono di sì. Il nuovo metodo portava, anche nel campo della, difesa, il concetto dell'economia delle forze e della manovra; non era più la brutale e massiccia, opposizione di forze all'attacco nemico, ;ma bensì l 'impiego intelligente de1le t ruppe: lii, difesa non si faceva più dove il nemico voleva imporla, ma viceversa sulle posizioni che il Coma.nùo della difesa considerava IJ)iù adR.tte.

* * * Passiamo ora a descrivere la seconda batta.glia della Marna. Come già a.bbiamo visto, con l 'offensiva òi Compiègne termina il periodo delle offensive tedesche di primaver a che, malgrado i vantaggi territoriali conseguiti e la rottura della fron te tre volte ,ottenuta , non hanno portato alcun risultato strategico. Dal 15 giugno al 15 luglio Ludendorff prepara una nuova offensiva nel Settore di Reims, da ovest verso Epernay e da nord in direzione di CbaJons, aggirando il saliente di Reims, con l'evidente scopo di rompere im ·d ue tronconi la linea avversaria. Da parte degli Alleati è facilmente prevedibile un nuovo sforzo tedesco, ed ogni cura è perciò messa nello studio delle disposizioni da prendersi per passa.re alla controffensiva. Il compito principale è affidato alla 10&e alla 6a Armata agli ordini ·del gen. Fayolle, Comandante del Gruppo d'Armate di riserva: Ia. 10• attaceherà fra l 'Aisne e l 'Ourcq con 18 Divisioni 1Più 2 Corpi di cavalleri a., a.ppog:giata da 470 batterie di vario ciùibro, da 375 carri d' assalto e da 40 squadriglie d'aviazione. Tn tta qnesta massa viene concentrata nella foresta di VilJeJ's-Ootterets in 3 notti. La 6" Armata attaccherà più a. sud fra l'Ourcq e la, Marna <·on 9 Divisioni appoggiAte da 230 batterie, 170 carri d'assalto e 28 squadriglie d'aviazione. · La. 9\ 5" e 4" Armata hanno un semplice compito difensivo. R' necessal'io aggiungere che il Comando Supremo alleato è tenuto perfettamente al corrente, dal suo Servizio di informazioni, delle interndoni e dei movimenti del nemico. Il 15 luglio all'alba i t edeschi sferrano l 'attacco : ad est di -382-

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LA SECONDA DA'l'TAGLTA DELLA MARNA

Reims l'avanzata è nettamente fermata sulla linea di resistenza della 4• Armata ; a,d ovest invece i tedeschi riescono ad ottenere qualche va,ntaggio, e nelle giornate del 16 e del 17 lug·lio 10 Divisioni J'iescono a passare la Marna.. Ciò nonosta,nte il Comando Supremo alleato 1110n modifica i suoi progetti e il giorno 17 emana gli m·dini per la controffensiva secondo le direttive prima dette. La controffensiva si sviluppa felicemen te : la. formidabile pressione del1a 10a e della 6a A1·mata sul fi anco ovest del saliente consiglia Ludendorff a far ripassare la :Marna :ille truppe che si trova no a sud ·del finme contro il quale erano rinserrate dalla 9a Armata : a poco a poco il movimento si estende, e il 4 agosto gli A1leati raggiungono Ja linea d ella Vesle eliminando la sacca di Chateau-Thierry e viucendo quella che fu chiamata la seconda ba ttap;Jin. della Marna. · 11 6 agosto il gen. Foch veniva nominato Marescia.llo di Francia. Siamo così arrivati all 'ultimo atto del dramma : l'offensiva g<mera,le degli Allea.ti fino all'armistizio. Doipo la seconda batta.glia della. Marna il marescia1lo Foch i nten de non l asciar tregua al nemico ma sfruttare senza indugio il rovesciamento ottenuto nella situa zione militare. Fin dal 24 lup;Jio, mentre già si d.<'linea la seconda vittoria della Marna,, il maresciallo F och fissa ::ii Ooma.ndanti degli eserciti Alleati tre operazioni da realizz::ire al più presto ,p ossibile: - Riduzione della sacca di Mo111tdidi er-Noyon per disimpegnare ]a, ferrovia Parigi-Amiens. - Riduzione della SMca di S. Mihiel per disimpegnare la ferrovia P ari~i-Avricourt . ....:_ Riduzione della sncca di Bailleul per òisimpegnare il bacin o minerm·i o di Bru:'l,y-Béthun. Dal canto sno Lndendorff commentando la seconda. battag-Jia de11a Marna, scrive : Lo slnncio dell'Eserdto non era stato sufficiente per battere il nemico nel modo decisivo prima che gli americani fos.<:ero in grado di giungere alla riscossa. Io -avevo nettamente la sensazione che la nostra situazione era diventata grnvissima.

Comincia cln questo momento il martellamento conti!lluo, -

383 .-


LE FORZE CONTRAPPOSTE

impla cabile della fronte tedesca con una serie di operazioni che se all'occhio del profano possono sembrare, nel loro insieme, una s-ola grande mischia confusa e disordinata, rivelano in vece, ad un esame accurato. un metodo nettamente ideato e vigorosamente at tuato.

* * * S11 questa battaglia i da ti relativi alle forme contrapposte sono molto scarsi. La Relazione francese (Les Armées F ran~ aises dans la grande guerre - )Iinistère de la guerre - Etat Mayor de l' Armée - Servi<:e historique) è ricca di documenti e di allegati, m.:-i non dà esplicitamente le cifre che a noi interesserebbero in fa tto delle artiglierie impegnate, colpi sparati ecc . . Nè possiamo basarci minimamente su tale 1pubblicazione perchè, seguendo il criterio gii'~ S('guito per le altre. battaglie, v,orremmo c-itare altresì dati di fonte tedesca. Q11esti J)er, il momento mane-ano e pertanto soltauto· quaudo ciò sarà possibile: potrA essere f;:it1o uno studio completo. P ~r il momento ci atteniamo ai seguenti.dati:

POSIZIONE

Tot11le sull a fron1 f'

ESERCITI

I Oivis. II UomN•ini I Fant. N•

I

Dlvis. Artigl. 1 Arligl, Di_vis. Cav. leggere pesanti r1s. N• N• N• N• 1

.A ll ea ti

:200

R.;;:29.2421 10

t1 .-18 1 8.3:23

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a. 21:3 . ooo)

1o. ooo 7. soo

A clispo.~izio11e per la bn 1tn1?li u

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Si vede subito che la superiorità numerica dei tedeschi esistette soltanto all'inizio dell a battaglia e possiamo anche aggiungere c-he essfl era deboli~si.ma. Coll'affluire delle riserve fran cesi il rapporto delle forze si capo...-olse a favore di questi ultimi. · I francesi dispongono di 11na forte riserva,, già. in gran parte vicina al tratto di fronte dove a-,;·,·errà l 'attacco (1perchè questo

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M,LA SECONDA UA'rTAGLIA 01!:LLA MARNA

è già a loro not9 nei più minuti particol&ri), e in ogni caso, ra.pi-dainente spostabile (1). :M:a,ncano pertanto i due fattori essenziali della, superiorità e della so11presa, intesa qnest1 ultima anche in senso tattico, perchè gli Alleat i, conoscendo ormai il metodo di attacco dei tedeschi, gli eontrappoingono quasi ovunqu~ il metodo della difesa, elastica. Si. può anzi dire che l'applichzione di questo metodo costituisce una sorpresa per i tedeschi. Tutto ciò prova come nelle operazioni di guerra bisogna continuamente rinnovare metodi e procedimenti, compresi quelli che sembrano più efficaci, adattandoli ,1lle circostanze.

(1) L'utilizzazione in tens iva dei mezzi di trasi10rto au tomobilistici, comprese le difficoltà d.i sfruttamento delle ferrovie. Oltre ai mezzi delle Armate (per ogni Armata esisteva un Raggnirmamento d ella capacità di tras~rto di 750 tonnellate 6.000 uomini) 'il Comando ùisponeva. di 20 Raggruppamenti. aventi una capacità tota le· di trasporto d). 12.000 tonnellnte e 100.000 uomi ni. (Les Armées Françnises dans la grande guerre , Tomo Vl.T, 1° Volume , p:,1g, 19).

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385 -


f'


1·.

.CAPI'l'OLO QUARANTASETTESIMO

GLI AVVENIMENTI AUTUNNALI SU~LA FRONTE OCCIDEN= TALE = VITTORIO VENETO = IL CONTRIBUTO DELLA R. MA= RINA = LE OPERAZIONI SUGLI ALTRI FRONTI = LA SITUA= ZIONE DEI MATERIALI D'ARTIGLIERIA " ALL'ATTO DELL'AR= MISTIZIO = APPENDICE.

§ I

Gli avvenimenti autunnali sulla fronte occidentale = Situazioni = Le truppe italiane ausiliarie in Francia = Le truppe italiane com= battenti in Francia = Valore di artiglieri e di unità d'artiglieria ita= liane in Francia. § I (A)'

Situazione

La battaglia iniziata il 15 giugno, -denominata seconda ba.ttaglia del Piaw~ o battaglia del Solstizio, suonò come squilla di vittoria non soltanto in Itnlia, ma nel campo dell'Intesa. Le sne conseguenze militnri e politiche doveva,no essere enormi, e si può anzi affermaire con certezza che da quel momento la sorte clegli Im1peri centrali ven ne segnata·,· e: segnata in antic,ipo sulle più rosee previsioni; e fu aperta la strada alla, vittoria degli Esel'citi dell;Intesa . Questa constatazione fu esplicitamente ammessa dai Capi che guidavano le sorti degli Imperi centrali, e che fino a quel momento, confortati dal valore delle loro truppe e {falle posizioni strategicamente favorevoli dei loro Eserciti, avevano ancora ,potuto accarezzare la speranza di giu111gere al successo, o qn!,lnto meno ad una soluzione di equilibrio.

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LA $l'J'UAZTONE AI,LA FRONTE OCCWEXTALE: NEL LliC: LI O

1918

Infatti, un nuovo irupor t.a11ti.ssimo fattore eutl'ava or mai nei calcoli delle due parti arTerse, rnle u dire, il continuo e crescente af11 usso in F rancia. delle ti- nppe e dei ruezzi america ni. fattore che logicamente consigliarn ai tedeschi di ricercare nel più breve tempo il successo concl usivo della. lunga e <lura. lotta , e agli Eserciti dell'I ntesa di procra stiiia re l ' urto decisivo fino a che fosse raggiunto l'equilibrio delle 1propl'ie forze con que11e del]' avfol'sario, e poi la nostra, snperioritù,. Dalla parte dell' Intesa, nella più rosea delle ipotesi, si contava infatti cli poter vincere la gner ra 11e1la prima.ver a del 1919 per esam imento dell 'avversario e per g1·aduale aumento delle proprie forze. Ecco quindi l'offensiva tedesca del marzo contro gli inglesi. in Piccarclia che tr:n-olse t·o111pletamente lu 5" Armata brita1nnica (Gough) : poi la nuo,·a . offensiva del maggio-giugno e H con seguen te sfoncla meuto delln fronte fr ancese a Ho Cheniin des Dames, grazie spedalmente :1 nn po<lero o schit•rameuto di ar tiglieria, (12 ipezzi per km. li11ea1·e), che avvicinò ancor più i tedeschi alla capitale fra nc<>se 01·m::ti cli.rettamente min acciata. La snccessiva nost ra Yittoria sul Pi ave, è segnita in lnglio chi n na nu ova offensi va tecleRca l'lie va sott o il nome di seconda baHag]ja della Marnn : l'ultimo sf<n·zo, ind11bbiamento eroico, ten tato dalla Germania . ira già s ulla fronte oi:ddc>11 tale la situazione numerica, in 11 omini e mezzi, è a f',wore dell'Intesa, mentre da parie tedes('a tutte le forze sono già, stnte g<>ttat e nell 'a.rdente forn ace. A metà, lnglio le opposte forze di artiglieria sulla, fron te occidentale erano : -

per l'I ntesa :

-

per

1

cauuoni d11 efunpagna cannoni pesanti

ll.4SJ S.323

tedeschi : cannoni cla can1.pag1naca1111oni pesanti

10.SOO

7.300

E tutt:1Yia il Yantaggio dell'onm1i crescente super ioritù, delle fo l·ze alleflte è giiì, in antieipo .sn perato {lagli effetti con-seguiti da lla nostra vittoria sul Piave, effetti di enorme po1·tata milit are, morale, ,politica, tanto che la nostra vittoria, non solta nt o è vitt oria italia11 a, rua tappa vitto riosa per tn tti gli Rserciti dell'Intesa.

- 3c -

,


LE TR'lÙ:•PE l'l'AL11\NE Al) SlLl ARU: IN FRA>1CIA

~ I (B)

Le truppe italiane ausiliarie in Francia (T.A.1. F.) .

J)qpo la ritirata di Caporetto 11oi avevamo sduho molti reparti cleH')~seJ'cito, e sul finire del 1917 non avevamo a11co1·:1 le armi - ca nnoni, mitragliatrici, fucili - per ipoter pl'ovveclere al loro armamento, sicchè avevamo degli nomiiBi non illlpiegati alla. fronte e perciò disponibili. Nel gennaio del 1!}18, il Ministero della Guerra ita liano che fin dall'estate clel 1917 a:veya rn.anda.to in Francia 4 compagnie del Genio co11rnnda.te dal colonn . MicheJ.ini, e drca l 0.000 soldati-lavo1·atori agli ordini. del colonn. :Mazza, nonehè 20 compagnie ausiliarie destina.te all'Esercito an1ericano, - accolse q nindi la richiesfa francese <li mettere a disposizione de·· gli Alleati G0 .000 soldati disarmati, da adibirsi a lavori inerenti ad organizzazioni difensive sulla fronte ocddentàle. Q.nesti uomini doveva.no essere per due terzi :non idonei alle fn tiehc cli guerra e per un terzo provvisoria.mente da scegliersi tra gli idonei, di speciali mestieri o attitudini la,v orative, ma da sostituirsi anch' essi gradatamente con non idonei. Il contingente -d oveva costituire : centurie, compagnie, nudei, l'nggrup-p amenti a.gli or-dini cli n:n Ispettore generale : queste Unità dipendevano tecnicamente dai Comandi francesi e di· sciplinarmente dai propri uffic.iali italiani : la Fnmda avrebbe dato a qnesti nostri soldati -lavoratori alloggio, indennità e tratta.mento ngnalc a quello dei soldati fra,ncesi. Il Ministero della Gnerra ifalia:no diramò subito ai Depositi reggintenta.Ji gli ordin i per la' raccolta e l' invio di questi uomini; ma i De1pdsiti, non ben penetl'ati <lella complessa missi one che tali nomini àvrebbe1.·o dovnto svolgere a]]'estero, anehe in linea rnppresentativa, e trattandosi _poi cli non idonei, procedettero nlla loro sceltn con critél'i 1nolto diseutibili searica:nclosi talvolta clei person ali meno aitanti od altrimeint,i meno desiderabili. Q.nesti uomini, nè sani nè ben prestanti, fecero perciò in Francia cattiva, impressione, ed anzi poichè il pubblico francese -

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LE TRuPPF,; ITALIANE AUSILIARm 11' l•'R.\l\CIA

dteneva trattan1i di clisel'tori, di sl>anda ti cli Caporetto, cosi le prime accoglie11ze fatte olh' Alpi ai nostri soldati-lavoratori furono talvolta poco simpatiche e persi110 suscettibi);i. di qualche violenta reazione. L'I spettore, gen. Giuseppe 'l'arditi, appenu gi1111to in Fran cia e constntato questo stato di C'ose, sn dettagliato rnipporto del

Fii: . .J9 . G1·11. Gius<'ppe 'J:11rditi

colonn. )[outù ~he lo aveva, preceduto eommHJHnù.o)l 1° raggrup pamento, decise di provvedervi, energicamente e i mmediatamente. procedendo ad una prima epurazione per cui furono rimandati in Ita lia 200 uffi.eiali e 5.000 uomini di truppa, in qualche modo deficienti per ragioni fisiche e morali. Pn disposto che nn pl'imo Courn,ndo di tappa, impiantato a Chambéry, e 1pitì tardi un se<·ondo a Torino facessero la prima selczione dei nnovi militari in ar1·ivo dai Depqsiti, mentre il -390 -


LE TRUPPE 1TALIAN~1 AUSILIARIE 1N FRANCCA

Ministe1·0 richiamava i Depositi stessi ad una più accurafa, ed OJpportuna scelta dei personali. Irita:nto sovratutto pel' parte degli ufficiali superiori delle 'r.A.I.F . .fu svoHa un'attivissima opera di educazione morale e di istrnzione mili.tare che migliorò l'apidamente i soldati rimasti in l i'rnncia. Ji,u cnrata l'uniforme, furono restituite ai soldati le mostrine clell' Ar1m1 di provenienza, e ciò bastò a riaccendere in essi il sentimento di emulazio11e e lo Spirito di Corpo: molti tra di essi erano artiglieri, e poichè parecchi ufficiali erano provenienti dall'Artiglieria , Fa:ffiatamento tra superiori e inferiori fo raggiunto ben pl'esto. e chi scrive pnò affermare che dopo nn paio <li mesi, queste nostre truppe erano trasformate : nella disciplin::1, nrl morale, nello stesso aspetto esterno es!';e erano degne del nome di soldati italiani, cli portarne la divisa, cli t8'.phnre rispetto, fidncia e stima. E l'hi scri'"e, e appartenne a questi reparti, vuole a questo pu1n to dornrosamente ricorclare come a conseguire i predetti risultati Ria stata ù.i prezioso aiuto indlatore l'opera palel'na e fraterna del gen. <ìouraucl. - amico sincero dell'Ita.lia, e degli italiani - Comandante la 4a Armata a Chàlons sur Marne, e 1'nssistenza premurosa e c01·cliale del c;apitano clcl Genio Billard, nfficiale di rnllegmnento col Comando italiano. I ntanto, definito il genel'e e le modalità, dei lavori, le a10sll't' truppe fnl'ono ~parse sulla fronte francese dovunque fossero 1iecessarie gra·ncli opere di indole principalmente militare. I la,vori compiuti in questo periodo furono i più va.rii: trinl.'ee per centimtia e <:entin aia di chilometri, ·e reticola.ti, e 01idi di mitragliattici, e appostamenti per artiglierie, strade nuove o riattate, ponti rifatti, ecc. Quando i rc,parti fran cesi ed i Comandanti AUeati videro a ll'opera le nostre ti-nppe e :µe constatarono l'enorme produzio[le di layo1·0, ne divennero subilo ammirritori sincel'i. I nostri uomini si afferma,r(mo Ju voratori instaneabili e capaci, tanto da reggere con vantaggio il confronto colle più addestrate. truppe spe~ dali francesi o inglt>sL <'he superavnno anzi nella resistenza al Juyo1,o e nel rendimento. Be11 presto i nostr·i repnrti fnrono desidera.tissimi e richief'!ti cla t utti i Comandi di G1•andi Unità. -

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LE TRUPP8 1.TALIANg AUSJLIARIF: I:'.'I FRANCIA

Quando, iJ1 ma1·zo-a.pri.le ]918, l'offensiva tedesca scardinò la fronte della :3" Armata iuglese che dovette ritirarsi. si trovaynno eone truppe britanniche alcnni l'epa.rti del nostro 4° Raggruppamento T.A.I.F.: disarmati e muniti sollnuto degli attrezzi d:a lavo1:o, senza. mezzi di trasporto, spesso se1rna. viveri e suvra t utto senza direttive, i nostri furono talvolta attaccati daj

Fìg. 50 -

a'en.

Goura 11d

tedeschi senza poter::ii difeml ('re. 1,:pp111·e, piu ttosto che arrendersi, essi si sobba,rcarono ~ll'le più gravi pl'ivazioni: laceri, digiuni, facevano a piedi fa stracla rinnendosi ai 1·eparti inglesi coi quaJi si incontra,va.110, e con <~ssi eomli:~.tterono anche; tanto che Yari ufficiali inglesi -fec1:ro i più. vivi elogi dei nost l'i uomini. P.iù birdi, in seguito nJle•offensive t~·d<•sche, fu deciso di impiegare le T.A.I.F. H massa dove i:;orgeva il bisogno invece che sparpagliate per tutta, la, Francia.. E aUora per opera dei nostri .:oldati sorsero come per jncno1to sisteurnzioni dif<>nsive e strade e r1ollegaJJ1enti, nelle direzioni più pericolose. Poiché questi soldati erano in tnl modo messi ne] bel mezzo della, lotta. e 1poichè avevario dato prova cli disciplina e di morale -

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• LE '.J.'R(lPPI:: ITALlANE .-\ U SlLT,\Rlm lN l,R;ANCIA

elevato, si peusò a.nche di armare ·le T.A.I.F. e farne dei com battenti: Il Comando francese· ne fece anzi ufficiale d chiesta, ma il Ministero. italiano fu nettamente cont rario, e non a t orto, non volendo che <li gente inàl:lile, e qninc1i non avente tutti i requisiti fisici necessari, si facessero dei sòidati che, combattendo in terra straniera, avrebbero per la loro minorazione potuto esporsi a critiche ed a giudizi poco lusinghieri. D'altra parte, come conrributo cli combattenti, noi avevamo già fai Franeia, in questo momento il nostro II Corpo d'Armat a . Pertanto le T.A .I..F. rion furono armate. Ciò non toglie che spesso, durante le offensive tedesche e i ripiegamenti Alleati, q ùesti nostri uomini, trovandosi a contat to colle truppe nemiche, racimolarono qua e là, anni abhanclonate e le impie,garono, difenclenclosi energicamente. Disgraziat amente durante la ritirata francese o inglese, nell'una o nell' altra offensiva., ùon si potè evitare che le nostre truppe ausiliarie, messe al lavoro in zone sempre più avanzate, dessero anche un tributo notevole di perdite - morti, feriti, prigionieri oltre quello ogni giorno più appre7,7,ato della eno1'me mole di lnvoro compiut o. Quest'n1tima fu vernmente tale ,e tanta., che il valoroso genel'flle Gouraud, -clic:hiarò che i lavori di difesa, esegniti. dai nostri « ... ont largement contribué au x su.ccès cle la bataÙ1e clu 15 j11il1et )) . Nel periodo della controffensiYa. ·d egli Alleati, l'opern delle T. A.I. F. fu d'importanza capitale. Lf) trnppe alleate, ahùà.ndo-mlta la zona delle ferrovie avan½avano attraverso le vaste reg;oni già occupate dai tedeschi, i quali avevano clistrntto strade, ponti e linef~ ferroviarie. Gli Alleati dovettéro ,perdò avvalersi in misura l arghissima dei trasporti a ntomobilistici e qùincli d elle Yie ordinarie. Là i nostri uomini ful'ono inarrivabili : come i combattenti avanzavano, così avmizavnno i reparti italiani di T.A.I.F. , concentrnt.i nelle zo11e più importanti per riattare strade o costrnirne di nnove,. rifare i ponti, rist.a.bilire comu:nica:d.oni telegrafiche : sempre pronti, se111Jpre geniali, sobrii, fedeli al dovere e sovratntto compresi dell'importanza della, l oro opera. La riconoscenza dei Comandi ed anche c1(~lle Antorità civili francesi fu generale e completa. -

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I n piedi da sinistra a cl.e stra: Cap. Boneill; Ten. Col. Marras; Magg. Plnclli; Magg, Patti ; Caplt. Barbero. Seduti da sinistra a destra : Magg. Bersano; Ten. Col. Garbarlno; Colonn. Montù: Magg. Serra del RR. CC.; Magg. Pericoli.

F i g. ;il - U tlic in li Supc1·i01:ì dt•I l" Hnggrnpp. T .A. l.F. (Ch:llons snr Mm· nt•, J9JS)


Ll"C •mUPPE lTt\LIANE AUS!Lrc\RIE 11' fo'RAISCIA

Dopo l'armistizio migliaia di prigionieri tornarono in Francia dalla Germania e allora si po_tè considerare cessata la r agio.n e per cui le T.A..I.F. furono manòate in Francia, : esse furono richiamate poco a]Ja volta in Italia, dove tornarono nel gennaio 1919. Non è nostro compito discutere qui se l'invio di questi lavoratori in Francia sia, stato o meno opportuno. Metteremo solo i:n ri1ievo che, 1?11perato il primo periodo di ordina.mento, questi reparti non solo diedero alla .. causa comnne un'opera preziosa ed

F ig. i:i2 • Gen. Vii.torio Pilo Boyl di Pntifigari

ap;prer,zata, ma fonirono per essere utili al buon nome d'Italia. Il Capo cle1l'Esercito francese così scrisse cli loro, salutandole alla pa,rternm ne.Jla persona · del generale Vittorio Boyl di Putifigari che aveva sostituito il gen. Ginseppe 'l'arditi: Mentre g li ultimi contingenti delle Truppe Ausiliarie Italiane lasciano la terra di Francia, sento di dover r ingraziare t utte '.le Unità poste ai vostri or<lini, per i servizi che esse hanno reso. Le 'l'ruppe Ausiliarie sono giunte in l!"rancia nei primi giorni dell'anno J.918 -che è s ta to l.'a1rno della v\ttoria defin itiva. Esse ha nno apppr tato al compimento di questa vittor ia un contributo dei ~i ù preziosi pel· i lavori d 'ogni genere che hanno eseguito. Auguro a tutti gli ufficiali e sold.ati delle Truppe Ausiliarie un fel\ce ritorno nèlla vostra bella Patria. - Pétain

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895 -


LE '!'RU PPE l'.l'ALIANE CflMBArr ENTI IN J('R,\NCIA

Riportiamo ancora. quanto scl'isse il Ma1·esciallò Foch con sua lettera n. 2692 del (i agosto J 918 : En cc qu.i concerne les travailleurs auxiliairci: italiens, sans reveni r sru· le principe déjà admis entrn le•:,; Président::; de nos deux Couseils dcs )\:[inistrcs, vous estlmcrez commc mol ::;a11s doute qu'il m·e::;t pout·· le moment, impossible de vous fixrr uucunc• date pour h• r eto ur. Le• ruouvement en av11nt de nos Armées nous met, cn effet, e11 poss,,ssion d'un tcrrain ùév:n,ré par J'cnnemi, dnns leqoel la ò estruclion des routes et antres mo.vcm; de comwunication rcnd indispensable un travnll de réfection immédiat. Cc travait urgent vicnt ~ncore s'ajOtlter il ceux que je voui: signalals d~ns ma dern.ière lettrc; YOS traYailleurs nou.9 y rendcnt les plus J)récieux services, et leur départ nous obligerait à les remplacer pan au tnnt de combuttant':l fran<;nis c1n i rnanqu(Taient à la bntaillc•. . J!'ocn.

§ I (C )

Le truppe italiane combattenti in Francia.

- - -- J

La decisione sull'invio di un Corpo d'Armata italiano (su 2 Divisioni) in F1lancia, fu presa dal Supl'emo Consiglio di guerra il 23 mH,rzo H)J 8, e confermata ilTl a priJe.

Fig. 53 - G<'n. Alber ico Albricci

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~!)6, -


L E TRUPPE 1'1,.'.LIAN!fl C0~1BAT'1'ENTI IN FRANCIA

Il nostro Comando Supremo designò a tale scopo il Ii Corpo d'Armata, che trova.vasi a, tale epoca nella r.ona del Garda, pronto acl e;ntrare in linea, nelle Giudicarie. Il 18 aprile , i .Primi contingenti iniziavàno la partenza per ]'rancia.. Giova. ricordare éhe il II Corpo ·d 'Armata, questa gloriosa grande Unità: ::il coma111do del gen. Alberico Albricd, coliljprendeva le due Divisioni 3a (gen . Pittalnga) e 8" (gen. Beruto), il 13° reparto

la

Fig. ;;4 - Gen. Giovarmi Bt•rnto

d'assalto, il II Gruppo cavalleggeri Lodi, i 2 Reggimenti d'artiglieria da ca,mpa,g na divisionali 4° e 10°, il 9° Reggimento artiglieria pesa:nte campale ed altl'i elementi di Corpo d'Armata e servizi. Dopo aver descritto il quadro gene.raie delle operazioni tratteremo in particolare di questi Reggimenti d'Artiglieria. Per ora ricordiamo soltanto che il 4° Reggimento artiglieria da campagna -

397 -


LI<~ TRUPPE l'.rALTANE COMOA'l'l'ÈNTI IN FRANCIA

aveva. partecipato. col IV Coi·po d'Armata nel 1915-16-17 alle operazioni nel Settoye Plezzo-Tolmino; inel gennaio 1918, ricostituito,. era passato a far pafte dell:i. 3a Divisione del II Corpo. Il 10° Artiglieria. da campagna, aveva pa.rtecipato nel 1915 alle operazioni sul Carso, poi in Carnia e nel 1917 alla. bàttaglia della. Bainsizza; quindi riel novern bre dello stesso anno aveva operato sul Tagliamento. Ricostituito 11el gennaio 1918, il Reggimento era assegnato all'S.. Divisione del II Corpo.

l!'.ig. 55 - Gen . Vitorio Emanuele Pittalugn

Il 9° Rcggimènto pesa:nte campa.le, costituito n'el 1916 e completato nel 1917, ebbe i suoi gruppi nella zona di Gorizia, nel Trentino, sul Vodice, snlla Bainsizza, sul Carso, e partecipò a11che alle azioni sul Monte Tomba e sul Monfenera,. Il II Corpo d'Armata giunse in Fratncia dopo il disastro subito dagli inglesi in Piccardia. (marzo 1918) e prima della: vittoriosa offensiva tecfosca ano Chern irn des Darnes (maggio-giugno). -

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Il,

n-0

CORPO

n' ARMATA

ALLA llA'l~rAGLIA OELL' AIW!tlt

Dopo un periodo di sosta al ca mpo di )Jailly, il Corpo d 'Al'-

mata fu portato in linea 1~ella 1·egione refa tivamente tranquiJla delle Argonne. Infine, in scgnito all e insisterne del gen. A.lbritei che aveva esplicitamente rlichiara to .-11 gen. Pétnin: cc noi sinmo venuti per combattere e non per vedere <'Ome comba ttono i frnn_cesi », verso la metà, di gingno fu c·hiarnnto in linea nella 1,01111 dell 'Ardre .

lfig. 50 • Ufficiali del TI Corpo d'Armata italiano in Fn111cin

I li li Corpo d'Armata a lla battaglia del!' Ardre. - , 'iamo nlln vigilia. <lella seconda bH.ttnglia della M a,rna. I tedeschi tentano il supren10 sfo1·1,o gettando nella, lolta il m assimo delle ]cfro forze. Loro intendimento è di sfond,ue le linee alleate tra Reim~ e faulgonne e tra la Pompelle e Massiges. A tale offensiva, se coronata da successo, dov1·ebbe segnil'e iJ colpo decisivo 11ell.f? FLrn -

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lL 11° CORPO D'AUMA'l'A .\f.LA 8ATIAC:LU. D0Lf/,mDrU::

dte c:ontro g-li inglesi. A sna yolta il gen. lt'och predispoinc 1111:1 du pliC'r· battaglia difensiva-controtrensin: cioè difensini, i11t1•:rn acl arrestal'e il nemko nella s 11;1 azio1ie di sfondamento; eontrof-frnsiva frH l'Aisne e 1n Mai·na., in dire:.doue esi: 1 per a~::t·e i;ul fia nco destI·o delFav,·ersario. ~ono cle. tinate alla battagliH <lifensi,-a le Armak 4" e 5a ; cli quest' ultima (gen. Berthelot) fa parte il II Uorpo cl 'Arma.ta i b 1liano . La nostra grande Unità, col posto cli Comando a :Nanteuil la Fosse, si schiera a cavallo dell' Anlre: fra Champlat e il Bosco cli Vrigny, appoggiando la destra (8a Divisione) alle propaggini sef.tentrionflli della montagna cli I·{.eims. In qnei giorni (12 g iugno) eacle in terra di Fl'ancia il primo ufficiale del Corpo d'Armata italiano, il sottotenente del 4• Artiglieria. da. CHmpagna, Bruno Bertncci, tlurante vani e cruenti tenta.ti vi avve1·snri per HVH11?:a.re verso la montagna di. Bligny. Ai primi di lngJio si :wevano giù noti:de abbastanza precise sulla ,prossima offen~iva tedesc·,1 a i dne lati di Reims , 111.otizie che vennei-o confermate il J3 lng-lio e che chl,H no l'attaccò per il 14 o per il J 5. Lo scltierameuio cle1 Corpo d'Armnta (il c ui Comando ebbe assegnata in riserva la 120• Di\"isione francese) venne inta11to perfezionato. L 'artiglieria, cni ~i eran~) aggiunte, scaglionate indietro, qu(~lle della 120a Divisio111 e francese e aknnc altre ba tterie francesi· già sul po. to o recentemente ~1ssegnate. contava circa J GO cannoni da campagna e 130 pesanti. Di contro al nostrn schieramento. nella prima giorna ta. cli battaglia . fnrono a<·coi::tate la 12a Divisione bav:-1rese. la 123" Di-· dsione sassone e fa (? prussiana e. i-n pnrte, la 103" iprusshma . Le ope1·azioni compiute chi) II CMpo d'Armata nel complesso delh1 seconda bat.fap:lia <lella M:111·11a, vmino sotto iJ nome di ba t h1glia dell' A1·clre.

La battaglia de ll 'Ardre. - Co.m e giù n rl p:inµ;no snl fronte ib1liano e spe<:ie sn quello dell'Armatn degli Altipiani. un violento fuoco cli contropreparar.ione prrC'edette di 2fi minuti il fuoco tedesco di prepnrazio11 e che ebb<> inir,io a.Jla mer,zanotte de l gior-

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IL 11° CORPO D'ARMATA ALLA HA'.l'l:AGLIA DELI} ARDRI',

no 15. Non risulta che il fuoco di contropreparazione, di troppo breve durata, abbia, avnto effetti veramente importanti. L'attacco, come è noto, ebbe un successo iniziale più o meno profondo, ma notevole ovunque. Particolarmente importante fu il. ,p assaggio del fiume in direzione di Dormans, nel tratto tennto dalla 6" Armata francese . Tuttavia non si potè parlare di sfondamen to vero e proprio. Sul fronte del II Corpo d'Armata, cioè a. cavallo dell' .A rdre, il fuoco tedesco di prepar-azione aveva sconvolto ìe posizioni, in graì1 parte çippena abbozzate, tenute da.lla nostra S" Divisione; assai gravi furono le ,perdite sofferte da questa Divisione e dai suoi reparti di artiglieria, anche per effetto cli prolungati tiri a gas. L'enorme sforzo offensivo che seguì si infranse in parte contro la nostra vigorosa azione difensiva: che ne affievolì l'impeto . Tuttavia a sera, il nemico era, riuscito a progredire sul fr,o nte dell'S" Divisione, e alla sinistra della 3". Le 1perdite deJia nostra artiglieria, erano state ingenti : nel 10° Reggimento nccisi quasi t utt i i cavalli; la l" ha,tteria ebbe tutti gli ufficiali e il 75 % dei soldati uccisi' o feriti ; i pochi cannoni rimasti effieienti nel Reggimento sommavano a 7. Gli episodi di va.lore e di fermezza dei nostri artiglieri sono innumerevoli e di questi parleremo in seguito; del resto, tutte le nostre truppe si battono spJendidamente. Scrive il goo. Von Schultz in « Deutsche Wehr >) (18 ma,rzo 1932) : Se qua lcuno volesse insimwre elle 1'8" Divisione . italinna dovette· essere sostituita giit dopo il primo giorno cli combattimento, 11 questi si può rispondere che la stessa cosa era per le Divisioni f rancesi 5a, 40", 51" e 125", senza èhe queste a,.vessero le tremende perdite che avevn subito l'S;,, Divisione italiana (6.7!12 uomini). La 8" Divisione italìana si battè meravigliosamente fino a che fu sostituita, meglio eh( la vic.:ina 120"' francese, quantunque questa avesse perso solta nto 1.42G nomini.

Il giorno seguente l'azione offensiva tedesea ha nuovi successi, ma sempre più scarsi e più duramente ottenut i. N~lla giornatt~ del 1:7 ogni ulteriore tentativo tedesco è arrestato su tutto il fronte. Il Oomnndo tedesco ha la sensazione che lo sfondamento in grande stile non è riuscito e dà quindi Ol'dine alle truppe, che 26

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1

IL 11° CO!WO ù'AHl\iATA AT,LA R~'l'TAGLL\ DELL ARDRE

avevano oltrepassata la Marna, di iniziare il ripiegamento. Da parte alleata la bà.ttaglia difensiva è finita e comincia la controffensiva. La mattina seguente (18) questa ha inizio fra Soissons e Chateau-'fhierry; e quindi sù tutto il fronte. (Vedi Schizzo fig. n. 57 - « Situazione-del II O<mpo èl' Armata italiano il 15 luglio))) . . Le analogie colla seconda battaglit:i, -del Piave sono evidenti. Per quanto .riguarda il II Corpo d'Armata ita.li.ano, esso, dopo circa un'ora e mezza di preparazione d'artiglieria, passò a sua volta all'attacco r iprendendo parte delle posizioni perclute nei giorni H5"e Hi. Fra il 17 ecl il 20 il Corpo d'Armata, durissimamente provato, fu scavalcato (1) dal XXII Corpo d'Armata inglese, ma un nostro gruppo di ma,novra (I/76", I/ 89°, II Reparto d'assalto e 4 compagnie mitragliatrici), il giorno 23 riuscì con brillantissima ,a,7,ione a travolgere la prima, e la, seconda linea cl.elle difese avversari.e, ndla regione cli Mery-Prernecy-Gueux, catturando prigionieri e cannoni. Tutte le nostre artiglierie rimasero sul posto appoggiando gli attacchi del Corpo d'Arma fa brita.nnico fra, il 20 e il 23, e. subendo, specie il 4° da campagna, gravi perdite fra, le quali quella del va.loroso ten. col. Pavesio, cli cui si dir,1 in seguito. In complesso, nella battaglia dell' Ardre, il II Corpo d' Armata italiano, forte di 24.000 uomini combattenti ne aveva perc.luti 9.334, clei quaJ.i ben 3.500 morti e 4.000 feriti. Poco importa se alcuni commentatori stranieri cercarono 1più tardi di diminuire l'importamm ,dell'azione svolta. da questa, nostra. magnifica grande Unità in terra di Francia : i nostri soldati combatterono colà col pensiero rivolto alla loro Patrh1 e non comunque per consegni.re la futura gratitudine stranfora. Parlano per i nostri soldati le sterminate distese di croci nei cimiteri cli Bligny e ,cli Vrigny, e non inva010 in una pubblicazione tedesca « Erinnung Blatter Deutscher Regimenter 178° Weltk:rieg )) (vedi col. Mario Caracciolo : « Le 'l'ruppe italiane in F1·ancia )), pag. 1.41..) si leggono queste signifì.c ative parole: La DJ,iisio-ne italiana che abbiamo di fronte è decimatn ... La nostra méta è ri.rn rcis, ma non possiamo raggiungerla ~ rchè urtiamo contro una potente (1) Lo scava lcamento è operazione tattica per eui u.n' Unità di secondo scaglione o cli seconda schiera oltrepassa un'Unità antistante che ba esaurito la sua capacità offensiva. ·

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lL II° C0t1PO D' AR~L\'J.'A NELLA CON'J'ROFFE:NSIYA ALLEA'.f:\

resistcnzu. Abbiamo chi fare con gli italiani, ui quali i fn111eesi hanno lasciato l'onore e la glori~ di avere le massjme perdite.. .

La controffensiva. - La fine de]ln ::-tecondu battngHa della Marna coincide roll'inizio della grande battaglia di ]'l:ancia, cioè della conti-offensiva clell'Iintesa la quale combatte ormai con assolut:1 e crescente superiorità. cli uomini e di mezzi. Fra il 3 e il 18 settembre il Maresciallo Foch diede le disposizioni per un'ofi'ensiva generale dal ma1·e alla hlosa; al centro fra Reims e Arras cioè nella zona che interessa il lI Corpo d' Armata italiano; la. con troffensiva tenderà allo sfonda.mento della. linea. Siegfried e della liaiea Hermanu-Hundi1Jg fra Valenciennes-Waissigny e Sissonne. Dal canto loro i tedeschi avevano già deciso la ritirata, strategica prima sulla linea di Siegfriecl, poi sulla li:nea H erma.n-Hunding. Mentre la controffensiva alleata si accendeva e si sviluppava con pl'ogressi sicuri, ma lenti e tenacemente contenuti dall'avversario, il II Corpo d'Armata italiano, passato in turno cli ri1poso, potè ricosti.tnirsi con elementi venuti dall'Italia e in pa.rte prelevnti fra le nostre truppe ausilfarie già, in Francia. A metà agosto passò i:n linea nelle. Argonne, zona relativamente .calma; successivamente, tra l'S e il 20 settemùre, fu nuovamente chiamato jn linea nella zon~ dell'Aisne, cln Presle e Boves a Villers en Prayeres, all't>strema sinistra della 5"' Armata con sede del Comando a Fère en Tarclenoii,;. Col II Corpo cl' Armata italialllo era la 62" Divisione francese. L'artiglieria del Cor po d' Armat;;1 nel fritttempo non aveva riposato : il 10° artiglieria da campagna e il XIV Gruppo da 105, richiesti' cl'inter,enlo a fayore del À'°VJ Corpo d'Armata francese per un'azione offensiva, con t.1•0 il Plateau de J'Arbre du Roma.in, raggiuns~ro a. ml'lrcie forza.te il campo di battaglia, e operarono 11elln battaglia stessa con bravura e nbilità,. I l gen . Deville, Comandante il XVI Corpo cl' Atmata, se 11c felicitò col gen. Albricci. Il Corpo d'Armata italiano nella .,;ontroffensiva. L ·offensiva sulla fronte Aisne-Ailette ebbe inizio il 27 settembre. I nizialmente il II Corpo d'Armata non ebbe azione che colla spa artiglieria a favore del III Corpo d' Arma.ta fran cese. Anzi

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lL II° COHPO D'ARMATA NEL!,.\ CONTROFFEJS"SIYA ALLEATA

4 Gruppi da 75 (2 1per cias<;urn Reggimento d'artiglieria divisionale) passarono nel territorio del III Corpo d' Armata a disposizione del medesimo. Di fronte al II Corpo d'Armata italiano erano la 227", la 26· e la 18" Divisione tedesche. Fra il 28 e il 29 settembre il nostro Corpo d'Armata, dietro richiesta dello stesso gen. Albricci, passava all'attacco c-0n obbiettivo la munitissima linea dello Ohemin cles Dames. Forzato l' Aisne, e il giorno 29 occupata Soupir, il Corpo d'Arma ta proseguì la sua avanzata vincendo la tenacissima difesa dell 'avversario, e 111ella, giornata del 3 ottobre raggiungeva il Canale Oise-Aisne. Nella notte dal 3 al 4 il :nostro Corpo d'Armata puntò decisamente alla conquista della dorsale dello Chemin des Dames. Da notare <;he i suoi 4 Gruppi (12 batterie) imprestati al III Corpo d' A1·mata francese, ancora non era.no stati restituiti, e la loro assenza non era certo compensata da 2 Gruppi francesi (2 batterie da 155 e 2 batterie da 120) rhe ci era1I10 in cambio stati assegnati. I (Primi attacchi contro la formidabile posizione non riuscirono e 0ostarono alle nostre truppe la perdita di 73 ufficiali e 2.094 uomini. L' operazione fu ripresa il 10 ottobre. All'ora 1 della notte tra il 10 e 1'11 ottobre, le nostre truppe erano all'at.. tacco, e incuranti che alla loro destra i reparti francesi fossero rimasti indietro, raggiunsero la dorsale dello Chemin des Dames. L'operazione magnificamente condotta meritò l' elogio del gen. Mangin, alla cni dipendenza (10· Armata), il nostro Corpo d'Armata era passato. Tra le attestazioni d'allora sfa un documento ufficiale di sicma importanza storica, e cioè il Bollettino di guerra tedesco, che dice : ... Le nostre eroiche truppe, nel c-Qrso di violenti combattimenti, I.Hmno dovuto abb,111<'1onarc lu cn 's ta ckllo Ohcmi n lk:; Uurue::;, dopo incessan ti a ><salti delle Divisioni itallane, condotti con supremo disprezzo della morte.

Il 12 mattina le truppe, benchè duramente provate, ripresero l'avan zata. Non è qui il caso cli seguire passo per passo, nella loro avanzata, queste ITlOstre magnifiche trup1Pe dall' Ailette alle paludi di Sissonne. Il 14 mattina .Sissonne è .liberata. Tutta la 10" Armata sosta in quelJ'int ricata e cl.i:fficile zona, di fronte alla linea Hnnding-

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IL H" CORPO D'ARMA'J.'A NELLA C0NTR0I?FENS1VA Altl,EATA

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F·ig. 58 . I l JI Corpo d'Armata italiano nella. controffensiv,~ s ulla fronte Aisnc-Ailette

Stellung, fino al 4 rlovembre. Sostano con questa Armata fra:n~ e:ese (che nel frattempo passa al Comu ndo del gen. Humbert, e prende 1n denominazione cli 3" Armata) i reparti òel II Corpo italiano, pronti al nuovo sbalzo. (Vedi S<:'hi?:zo fig. 11. 59 . « Le linee fortificate tedesche))). E in quelJ'attesa cominciano a. giungere ad essi le prime -

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VAI,ORE DI ARTIGLIERI

notizie dell'offensiva sferrata dal nostro Esercito sul Piave : Sernaglia, .Vittorio Veneto, Trento, 'rrieste ... la vittoria sfolgorante, la, resa dell'Austria! .....

Abbiamo accennato più volte alle gra.vì .perdite clel 111ostro Corpo cl' Armata in Francia. Queste sono giustifica.te non soltanto dalla violenza dc~lla battaglia e ·d al valoroso slancio dei nostri insupera.bili fanti, ma. anche dalla ,deficienza quantitativa di artiglier.ia che i pregi qualitativi del1e nostre Unità, e l'eroismo dei nostri a,rtiglieri non poterono compensare anehe se, come dimostreremo, furono spinti al massimo. La.· scarsezza · di artiglieria fu pagata, come sempre - e troppe volte in 1pace noi ce 11e dimentichiamo ! - con sangue dei fanti : il Corpo d'Armata lasciò in questo periodo 5.168 uomini, di. cui 211 ufficiali; di essi più di 2.000 furono vittime dei. gas tossici e moltissimi vennero colpiti dalle mitragliatrici che, non clistrutte n.ppunto per la. scarsezza di artiglieria., fàlciarono troppo spesso le ardite schiere dei nostri assali.tori. Per a.vere ui1'idea della scarsezza dei mezzi acl onta, della quale i nostri riuscirono ad av-a nzare, dirò che mentre in media i Corpi d'Armata francesi e inglesi avevano 224 cannoilli, il nostro ne a.veva 116; di questi, soltanto 24 erano pesanti campali mentre i 001:pi d'Armata degli Alleati ne avevano un centi11a.io, compresi anche calibri maggiori.

§ I (D)

Valore di artiglieri e di Unità d'artiglieria italiane in F rancia.

Per dare maggior sviluppo al contributo dato dall'artiglieria nella. battaglia di cui abbiamo parlato, riportiamo ora dalla raccolta, iPUrtroppo incompleta, cli storie reggimentali, le vi_: 406 -


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lT.\!,IAl\TE lN FRANCL!

ee11 cle delle nos1 re l'11ità <l<.'11' .\ rmn d1e combatkrono i n Frandn (1 ). 40 REGGIMENTO AilTIGLIERTA DA IJA:'\lPAGNA. - l i Reggimento !!Yeva già partecipato glorlosaru~utt! uel 1015 tille :11.ioni per I ·occupuzìone del Mrzli, Cima ' 'odil, S. Maria e S. Lucia di 'l'olmino. Nel 191G nveva partecipato con s uccesso a.Ila presa (kl Cukla. Durante' l'offensiva nemica dell'ottobre 1917

Fig. 60 . Colonn. r uolo I3errino il Reggimento, dO[lO terribile lotta corpo a cor po co~ nemico, aveva fatto saltal'e i pezzi e poi èra stato mandato in riordinament.9, operazione che era stata ultimatn nei primi mesi del 1918. Nel mese cli aprile, come si è detto, ragioni militari e politiche decisero (1) Allo scopo di facilitare fil lettore che voglia seguire la narrazione sulla eurta topagruficu ri portiamo una cartina che compren(le tutto il Settore ove si svolsero gli avvenimenti dl eui si t rat ti\. Il lettore troverù altresì utile cqt1rultazione negli schizzi precedenti. Non è stato però possib\le riportare lutti i nomi delle località percbè molti di essi figurano soltanto su carte a gr:ind~ scala che non possono essere qui l'iprodotte.

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YALO!tE DI ARTIGLIERI

il nostro Gove·rno, d'accordo col Comando Supremo, a trasferire il II Corpo d'Armata in ll.,rnncia, sul cu.i f ronte ~X?m br ava dovessero decidersi le sor ti dell'immane guerra mondiale, ecl il 17 aprile 1018 il gen. Albricci, comandante il Corpo d'Armata indirizza agli ufilclali, graduati e soldati il seguente Orcl'ine clel glorno : « E' giunto il momento solenne. Di nuovo siamo chiamati in Unea e questa volta è alla fronte francese che noi andiamo a combattc·r e a fianco dei nostri val9rosi Alleati, come essi qu i vennero a combattere con noi. Per la prima volta nella storia <lei mondo le truppe <lella nuova Italia passano le Alpi a band iere spiegate. Soldati di un grande e libero Paese, noi a ndiamo a combuttere non per gli altri, come J)er il vassalo, mu da pari a pari colle più potenti Nazioni, per la causa della Libertà. e del Diritto. Chi non sente la grandezza di questo momenti>? Chi non è fiero _pensando che un giorno dirà: io ero con txuelle truppe? Fatiche, disagi, pericoli ci uUenclono. Ma noi abbiamo superato ben altri disagi, noi sentiamo gli sguarcli di tutta Italia posati sulle bandiere tnnte volte vittoriose del II Corpo d·armata, noi sappiamo che la f elicità e l'onore del nostrò P aese e delle nostre famig lie "riposauo suJlu nostra condotta. Solclati ! Siete una trnppa superba ,per anima e per cor po. Avete generali valenti, ottimi e prodi ufficiali . Il vostro materiale e le vostre artiglier.ie sono perfezionate e potenti. Ufficiali e g rnduati ! Siate convinti che avete ai vostri ordini soldati coraggiosi, intelUgenti, forti e fedeli. Comandateli bene. Siate loro sempre di esempio. Siate sol.leciti del loro benessere. Tutti uniti diamo oper a fervorosa e fidente in un sol pensiero che ci avvinca e ci affratelli. Possano la Patria ed ii Re essere contenti di noi! Ohi non ricorda i giorni di viaggio nel lasciare l'Italia, la 1Jostra Patria che per bocca di quelle popolazioni accorrenti a lle s tazioni di passaggio sembrava dicesse: Va o solclato d'Italia! Va o valoroso artigliere! Comportati da eroe, difendi i diritti calpeRt11ti e dPrisi, e vinci . V.illci, che la vittoria. che t u 1·lporterai sul suolo di Francia sarh vittoria ita liabl=l, sarà vittoria di giustizia, sarà vittor ia di libertà». Voi bgn comprendeste questo mistico linguaggio che nei momenti di maggior nostalgia scendendo~·i al cuore vi faceva considcrrire questa I.talla e che nel momenti di maggior perigli9 vi rendeva tanti eroi. Voi comprend1?ste e vinceste.

Il giorno 2t i primi elementi <lei Reggimento giungono acì Arc\s sur Aube e per via ordinaria proseguono per Mailly le Camp ; prosegue il periOclo intenso dl preparazione e di istl'Uzione. E ' i l periodo in cui reparti e Cgmnndi cercano l'adattamento e l'affiatamento al sistema di guefra francese . Sul varii fronti la situazione è stmilonaria, ma si addensano per l'aria minaccie di imminenti azioni offensive. Fronte de ll 'Argonne (Ve1'dun) : Tl 10 maggio H Reggimento passando per .Sommesous si trasferisce per ferrovia ad Ante (Argonne) . Da Ante si pr9-

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E DI UNlT.t D'ARTIGLIERIA ITALIANE> IN FRANCIA

segue Pl'r via ordinaria verso la zona ili Verùun ed il giorno 13 maggio ltt 3"' Divisione entra in liuea, occupando il Settore V:wquois-Neuvilly. J,l nostro Reggimento sostituisce il 530 u.rtiglieria. <la campagna. francese . Qui rimane fino al giorno 30 maggio sostituito a sua volta dal 10° ;Reggimento da campagna (8"' Divlsione italhma.). · Durante que.sto periodo il Settore si ma ntit•ne sempre calmo. Vengono eseguiti vari.i concentramenti di fuoco di più batterie pel' add-estrarle alla manovra di f uoco, come pure vengono eseguiti varii e svari~ti esercizi di tiro col c9ncorso dell'osservazione aerea. Da Vauqu.ois il Reggimento si trnsferisce il g'iorno 31 nella zom1 di Beauzé sur Aire~ Azioni in Ohampqgne. - Nelle prime ore del mattino del giorno 2 il Reg. gimento r iceve l'ordine di marcia. Si sosta per poclte ore a Saint :11:Iard sur le l\font, ed il mattino del giorno 3 ghigno si raggiunge Camp òe la Carriere, facendo così 82 km. in 48 ore. L'azione tedesca è in pieno sviluppo,, occorre sostituire le Divisio~i francesi for temente provate in Ohampngne. · Il giorno H giugno il Reggimento si mette in marcia per il Sçttore di Reims si9stando .la notte sul 10 a Juvigny . La notte dal 10 all'll una Sezio.oe per batteria prentle p-Osizione nel Bois au Petit Champ, sostituendo al:treltHnte Sezioni del ;w ;Reggimento artiglieria da campagna francese. (Vedi ~chiz-zo fìg. 11. 6J - « I l settore cli Reiml'<l)). A. Ile O·re 8 del 12 giugno il Comando del Reggimento sostitu;isce quello del 540, e le altre Sezioni del 4° sostih1iscono le rimanenti del 54°. Contemporaneamente vengono ·sostituite le fanterie, i Comandi, le intere Unità. Così una delle parti più delicate del Settore francese viene assegnata per la difesa al valore delle trUP[J€ italiane. In quell'occasione il gen. Albric<:i manda alle nostre truppe il seguente Ordine del giortl<) i n data 10 giugno: Ufficiali e soldati del II Corpo <l'Armata! Un grande Capo francese, il gen. Pétain, nell' affidare a me ed' a voi un .importa nte tratto <lella fronte mi ba scritto queste parole : « Io so che posso contare Slllle vostre b('lle truppe, esse stanno per venire impiegate nelle condfaioni !}iù propr·ie a far valere le loro magnifiche qualità. Queste parole, o soldati, sono fondate sn quanto già si sapeva cli voi e su quanto i n questi vocbi giorni avete saputo mostrare. :Rs~ riempiono di 9rgoglio e di gioia l'animo nostro, ma ci mostrano maggiormente quale sia il nostro dovere. La Francia affida a l uostro, valore ed al nostro pnore la difesa delle porte sacre del suo territorio. Voi comprencler€te che su qu.e sta soglia noi combattiamo non solo, per lei, non solo per la causa comune, ma ~r la maggi9r grandezza e per l'onore dell'Italia. Sicur9 del vost·ro valore io a voi mi affido ciecamente. Io so che tutti voi nvète compreso la vostra grande missione, so che siete _.9€gni di battervi a fianco dei gloriosi AlleatJ. Ma se venisse l'istante nel quale il cuore di taluno (lovesse tremare, .p€nsi che tutta l'Italia ci guarda in questi solenni momenti, pensi che essa attende con ansia trepiclante la notizia che i ~1.0i figli sul suolo di Francia si sono mostrati veramel1te <legni di lei. Soldati, affrontate se-

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VALORE DI AR1'1GLIERI

r('! namente e con piena fìduci_n, come sempre avete fatt9 , le fatiche ed· i pericoli. DoPo questo periodo verrà il riposo meritato e glorioso, verrà la gioin sublime ~he nessuna gioia mai potrà eguagliate, quella di avere ben me1·itato della Patrii~ e del Re». Nella notte sul 12 le Sezioni del 4°, già in pos:1z19ne, eseguono tiri di inquadramento e cli molestia sui punti più importanti di occupazione del nemico, ai quali le artiglierie avversarie di ·uiedio e ptcco.lo calibro rispondono con J;J-Otenti concentr amenti e prolungati tiri di contr9batteria. Alla Qa. batteria si deve lamentare la prima perdita, quella del sottoten. llrulio BertLtcci colpito da scheggia di granuta mentre a l posto del dovere stava impartendo gli ordini ;per il fuoco della sua Sezione. In te, o giovine anima ilaliuna, salutammo la prima, vittima del dovere sul fronte di Francia. La giornata del 13 per quanto non .caratterizzata da alcuna azione di fnnteriu, è vivacis.,'ima. Le nostre batterie °rispondano con raffiche violente ai continui tfri delle artiglierie avversarie che sono controbattute 1u11gamenle. Alla 3a batteria si hanno Cltte S10lchtti f-ériti da scheggia di gl'flnata. Il 14 giugno l'artigliel'ia nemica si mostra particolarmente attiva con tiri di c9n. trobatter ia, esegu·i ti con meòii calibri sp,éclalmente sull'Sa. batteria. Si hanno a lamentare 3 soldati feriti con scheggia cli granata, al Comando di Heggiù1euto. Le nostre batteri1t costrette a prendere le posizioni abbando1iate dal ;Reg, gimento francese ·vengono quasi subito individuate. Si deve procedere perciò al la scelta di nuove postnzioni e intensificare i lavori dl difesa completamente in~sistenU. Vengono perciò ordinate continue ricognizioni di . ufficiali con l'incarico cli studiare le linee e le difese avversarie. Contemporaneamente sono impiantati osservatorii fissi di Gruppo-, e. mobili di batteria, ed istituiti sistemi varii. di coll-egamento. La giornata del lu è caratterizzata da una maggiore altività dell'artiglier ia nemica, ;,,pecialmente di medio calibro, che esegue un t i1:o sistematico e prohmgato sulle batterie 5a, 6"', 7" -e 9•, cou l'ausilio dell'osserv.azione aerea ; poscia un tiro viol(mto e conc·e11trat9 di più batterie sulla 9•, alla quale mette fuori uso tutti i 4 pezzi, uccide un serven te e ne, ferisce sei. Il nemico in questa giornata fil largo uso <.li proiettili a gas asfissiante, specie sulle batterie t1el II Gru1i110 ove :;.,ono feriti un ufficiale <l{;!Ua 7a batteria, ten. Marco Venerando, un soldato del Comando del II Gruppo e due della oa batteria. 'A detti tiri J.e n9stre batterie risponclono con forti concentramenti su punti vit:ilì del nemico, spara ndo comples~iv:irnente nella giornata 5.500 col.pi. Anche nella giornata <lel 1G le batterie ed i Comandi del 4° sono violentemente battuti da medii calibri nemici. Si banno a lamentare un ufficiale ferito del Comando. del III Gruppo ed un soldato ferito della ·,., batteria. Dal 1G al 20 giugno le nostre batterie si mostrano continuamente attive, specie durante la notte, con tiri d 'intercl'.izione sulle principali vie di e:omu11ieazione, e concent ramenti su probabili centri di raccolta di trup.])e. Uno di questi, eseguito il giorno 19 su Les Gros Termes, t)rovoca lo scoppio · di un

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E DI UN'l'l 'À

D' AR'l 'IGLIERLI.

l'T.:I.LBN'E lN FRANCIA

Deposito di lliuniz-ioui . Giornalmente Yengono sparati dalia l.Jalterie del Reggimento circa 4.0Ò~ colvi. L'artiglieria nemica non cessa di molestare continuamente le nostre baf. terie, tanto che la Ga. il. giorno 20 ba lUl pezzo messo fttori USO. Occorre perta nto ingannare H nemico sul.lo schierllmento delle nost re a rtiglierie e perciò gionialmeute si eseguono tiri con vezzi nomadi su punti nfmici più sensibili. Si procede pnre a meglio dislocare e piazzare le vari~ batterie segt1endo il criterio clello. scagl ionarncnto i n prpfoncutà. 11 21 si devono lamentare 2 morti e 2 fer.iti alla 2" batterl:i. in seguito nllo scoppio dì una bocca da fuoco, e nltri 4 feriti gravi causati L}lll'e da scoppi d i bocche ùa fuoco, 11 26 giugno alJa 10" batteria. In seguit9 al nuovo schieramento delle artiglierie, il mimico, disorientato, esegue til'Ì a zone jmpegnallllo più batterie conternporauea mentc e facendo la rg-0 uso di proietti li a gas tossici e lacrimogeni. Al pr.imi dd mese di luglio l! nttività nemica si affievo lisce alquanto, ma 'le batter ie del Regg imento conlin uano ·nei JorQ tiri cli disturbo, tanto più che i nostri osservatori seg11alitno continui movimenti e pers ino colonne dì autocarri che cli giorno l)ercorrouo le scrnde prossime· alla linea del fronte . Attiv.jsairna l'aviazione nemica, con evidente scopo di individuare le nost re batterie. Azione efficacissima svolgono .le mH ragliatrici di batteria che opportunarncnte postatt costringono gli apparecc-bi aYversar i a mantenersi a quote elevatissime. · Avendo pertanto i snper.iori Comandi segnrdata una probabile azione offensiva nerui<:a, è nnov:1meute preso in esn rne .lo schierament9 della ·nostra a rtiglieria. rnrecchìe batter.le sono .fatte spostare e tutte quante vengono stuccate in <ltte Sezioni., nl'o scovo di assicu rn re il contìm19 efficace appoggio delle artiglierie sotto qna l.s iasi t.lro del l'artiglieria avversaria. S'impone inoltre la nec<:>ssità cli am pliare i lav9ri esistenti di protezione, crearne dcii nuovi, e uella prima decade clel mese di luglio tutte le batterie del Reggimento, mercè ·l'interessamento cli t utti gli ufficiali e l'indefesso lavoro cli tutti gli attiglierì, sfruttando le r isorse locali, pos..~0110 clispon e di sicuri ricoveri· per gli uomini, forti r iservette .per munizioni; prof~mdi camminamenti tra pev.zi e pezzi, Sezione e Sezione. l~:1tte esegnìre . fotografie dai nostri ùeroplani, le no8trc posizioni non rìsultrrno indiYidunbili tan to è i;tato curato il mascheramento dei pezzi e delle varie opere di difesa. Speciale cura s:i ha per la protezione dei gas, sia con mezzi cli difesa i.ndlvMuale che collettiva. Sono intensificati gli aggiustamenti dèi tiri coll'osservazione aerea, dopo accur~t-0 studio delle fotogr afie, e le batterie vengono esercìtate a rapidi e tempestivi concentramenti di fuoco su.i diversi obbiettivi del Settore. SeralmenJe ogni. batter·i a eseguisce la verifica dello sbarra.mento normale, si moltiplicano i coliegamenti, prescrivendo giornaliere esercitazioni. Il giorno 3 luglio, in segui to a tiri di controba tteria eseguiti dal nemico, rimane ferito un soldato della 4a. bri tterìa . La notte sul 14, in attesi! dell'av.ione offensiva nemica, le nostre batterie, in seguito a s uperiori disposiz·ioni, eseguiscono un tiro j i. contropreparazione di 25 minuti primi, impiegando proiettili ordinari ecl a gas tossici e lflcrimogeni. 'flatta{J'.ia, rJ, e/1! A rcl,r e. Il mattino · del 15 atl'ora ·, O, l' azione offensiva

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VALORE DI ARTlGLlERI

nemica ha inizio con un violentissimo Uro di artiglie1·ia di ogui caUbro rivolto esseuzialroente suJle no:sti·C' batterie e po:;ti di Comnndo. (Vedi C'hizzo fig. n. 62 « Battaglia dell'f\rdrc. Schieramento attiglierie l!° Corpo ù' Armata i taliano>>). Tiro di prepar azione, eseguito ,principalmente con proieWli a gas di varié specie'. A detto tiro tutte Je batterie del Reggimento rispondono con un violentissimo fuoco di rontropreparazione sulla zona a ciascuna assegnata. Venute iromeiliatamcule a mancare le comunicazioni telC'fOnicùe, i collegamenti continuano a funzionare. Superiori ad ogni elogio sono Jc guide a c·nvallo che sotto i più te1Tibili bombardame11ti a:::solvono il compito acl esse assegnato. Alle ore 7 si dà ordine al I Grup1>0 del 4°, come era giù stato pl'e,·eduto, di S1>0stare 2 batterie in modo da battere il Boia des EcliS$4!S (Settore dell'8a Divisione) ove 11 nemico era riuscito a fare dei progressi ed a superare la sella. Le batterle l"· e 2", eseguendo 11. movimento sotto il più violento j;iro di artiglieria 11emiea, sono In grado al le ore 7,30 di battere oltre il Bois des Eclisses, anche la vallata deli' Ardre a nord del Moulin de Yipreaux, all'altezza di :\Iarfaux, o,...o il nemico era riuscito a penetrare. Alle ore 8,45, segnalate nu merose tank nella. vallata <lell'Ardre (strada Obamouzy), si dà ordine aq., alcuuc bntteri!:! del 4° <li concorrere al tiro di c9ncentramento di mezz'ora sulla località indicata. Detto tiro riesce efficacissimo. Pe1·tanto il nemico, padrone deliri vallata dell'.Ardn•, minacciando il fianco sinistro della nostra Divisione, costringe il 75° fanteria a r ipiegare sulle pos.izioni arretrate prest.:.ibi lite. Il I Grupµo seguendo allora il movimento della fantcl'ia e clietro ordine clel Comando di Reggimento, di C9lllUDe accordo col Comando clella Divisione, arretra appostandosi a sud di Courtagnon su posizioni già riconosciute e prestabilite, mentre gll altri 2 Gruppi, allargando i settori. di tiro acl essi assegnati, continuano il loro tiro su lle nuove posizi9ni raggiunte dal nemico. Questi, mentre riesce n guadagnare terreno nel Settore della Di,...lsione d: sinistra, è o,...uuquc contenuto nel Settore della 3a Divisione. Efficacissimi sono i tiri ininterrotti di sbarramento e di repressione eseguiti dalle batterie <lcl 4° fortemente cçmtrobattnte !? con gravi pcrcl ite sia cll personale che di materiale. La 2" batteria fortcwente proYala dal tiro avYersario, oltre ai vari serventi colpiti ed a 2 pezzi resi inservibili, deve subìre la dolorosa perdita cli un giovane e valoroso utliciale, il ten. Gianfl'anc:o., Lanfriruchi, colpito da scheggia di grnnata, mentre coadiuvava i serventi incitandoli alla resisténza. Verso le oro 16,15 il nemic9, superiore di numero, tcnttl di occupare la · nostra seconda linea ed essendo egli giunto néì pressi dì Oourmas, il Comando di Reggimento, craccorclo con quello della Divisione, fa arretra re gli altri 2 Gruppi del Reggimento su lle posizioni prestabi lite. Detti spostawcnti, f ffettuati. a scaglloni di batteria, banno termine alle ore 18,30, in cui tutte le batterie del Reggimento riprendono il loro tiro con concentramenti di tiri ,iolenti sulla zona minacciata. Durante questo primo giom o di battaglia, ufficiali e SOidati gareggiano in bravura ed· in valore.

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E DI UNI'l'À D' AR'l'IG LIERIA ITALIANE IN f'RANCI A

Mi è grato rieordare alcuni dei tanti epis-gdi di valore elle si svols<ro ln questa tremenda giornata di attività combattiva. Mentre iufuria 11 bombardamento nemico, il sergente Giacomo Zuccotti della l"' batu,i:i~t viene colpHo di una schegg.ia di granata ; è ferito alla testa e .n on vuole abbandonare il suo pezzo . Medicato alla meglio dai suoi compagni continua con più ardire a compiere la sua missione incoraggiando i serventi senza concedersi un minuto di riposo. Nelle prime ore del mattino un'altra granata scoppia (]appresso ; una scheggia gli frattura il braccio des tro e mentre lé forze gli vengono meno rifiuta ancora di essere allontanato dalla sua batteria, continuando ad incitare i suoi serventi. Soltanto quando- vede volgere in nostro f1:tvore le sorti dell'aspro combattimento cons-ente a lasciare la batteria. Il giovanissimo soldat9 Giovanni Bastianoni della l" batteria è ferito gravemente alla testa cla una sclleggia di granata ; sopportando stoicamente le &afferenze, mèntre continua incessante il bombardamento nemico, volto ai compagni grida: non _p reoccupatevi per la mia ferita, non lascerò il llli.o posto se non qunndo s,arò chiamato dai miei cari in ciel9. Il Bastianoni ìl mese innanzi aveva perduto contemporaneamente il. padre e la madre . Mentre la 2'L batteria, per portarsi su una m10va posizione arretrata, percorre una strada intensamente battuta dall'avversario, uno dei pezzi si capovolge nell'imbuto di una mina. I conducenti si adoperano n1pidamente con sforzo disperato per r.imettere il pezzo s ulla strada. Una granata scoppia sulla strada a brevissima distanza dai bravi soldati uccidendone uno e feTendone varil ·a ltri : anche i cavalli re&-tano cadaveri sul posto. p nemico incalza ed urge aprire il fuoco al più presto possibile dalla nuova posizibne. Soccorsi i feriti, comP9Sta la salma del sold'.ato Cigalini, 111 batterì11 riprende immediatamente posizione ed apre il fuoco,. Il giorno seg1tente il ten. Lembo, il serg. maggiore Bongiovanni ecl i caporali maggiori Boido e Mno, spontaneamente compivano quello che era ardente desiderio di tutti gli artiglieri della batteria, per ricuperare il . pezzo elle era rimasto in una zona neutra tra le llnee a-iversarie e Je nostre. Incuranti dei mille pericoli cui anelavano incontro, non ultimo quello di essere fatti rwigionieri, si r<>carono con urm ~m1ita sul luogo dove si t rovava il. pezzo. La fortima che .aiuta gli allclaci fu loro p'ropizia, ed i . va torosi, fra continue raffiche di. mitragliatrice e ipinterrotte scariche dl fuciler ia p-0rtano a termine l'impresa. Dopo breve tempo il terreno diviene teatro di aspra Jo-tta delle fanterie con l'alterna vicenda di sanguiu9si attacchi e contrattacchi. Durante l'intensissimo bombardamento nemico il porta-feriti Luigi Bico della 3a batteria mentre compie la sua missione, cade colpito a morte : alcuni . serventi lo sostituiscono alternando la loro oti-èra di artiglieri con (J.11.ella piet-0sa di soccorrere i compagni feriti. Fra questi maggionu-ènte si distingu.ono i soldati Giuseppe Brunv, Luigi Passi e Edoardo Baroni, i q11ali, fra una ripresa di fuoco e l'altra, semp·r e sotto H bomba1:damento nemico, incuranti della propr ia Sftlvezza. ma. preocçupati &-Olo di q1tella de:ì compagni, con una abnegazi9ne ed un amore ommirabile apprestano cure ai. numerosi feriti.

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VALùRE DI AR'l'IG L!EJH

Essi attraversando una· zona terrjbi lwente batluta, che separa la batt€ria <lal posto di medicazione di Grnppo, vi trasportnno il loro compagno e senza esitazione in modo da giungere ill. tempo per Mficlarlo alle cul'e del wedico: co,s i fu. salva la vita cl i un soldato caduto gravemente· ferito a ll'inguine. Alla 4• batteria è il cap. magg. Renzclti, Comanda nte degli avantreni, che ba il. cavallo uccioo sotl:o di sè e che rimane egli stesso ferito : non vncilla, non perde ln sua calma . ma continua :cv incoraggiare· i conduceÙti affinchè proseguano l:1 terribile· mm:ci(1 snlla stradn sri·azznta da.i proietti di ogni ca-

Fig. G3. Ar tiglierie perdute e riprese

libro che si abbattono fu.lruinei e senza ·t regua. 11 caporale Onorati, lacerato da una scheggia muore col suo cavallo ; il caporale Fortunato ha il cavallo( ucciso e prosegue a piedi; l'appuntato Carmina ti ferito e grondante sangue, rimane a cavallo e non si arresta s-e non qunnclo è giunto sulla posiziWle della batteria. E ancora il conclucente ìl:farzoccbj Cil de morto f.ra i cadave1·i dei suoi cavalli, e l'appuntato Dadone ha llCCisi entr ambi i cavalli della s ua parigl:ia.

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E DI UNIT:\ D',m·rrnLIERJA ITA[;Ul\E IN FRANCIA

:M:a nessun ostacolo, nessuna forza ha il potere di arrestare la marcia dè tl'eroìca co'onna, lo sanno i ca.riducenti; gli avantr-eni sono stati chiaruati (l'urgemm suHa posizione ed a qualunque costo vi gilmgeranuo. Imperversa la battaglia; l pezzi lanciano proietti colla più rapida cadenza; i cassoni sono continuamente in moto e riforniscono, le munizioni correndo per strade che Sf mb1·a follia il percorrere. In un momento in cui più :Lnfl1!'ia i l bombnrllamento; ad llll pezzo occorrono munizioni : senza esitazione acc9rre vol<Jntai·iamente col suo casscme l'appuntato Domenico Bianco della 0"' batteria. I cavai.I.i al galoppo tr ascinano un cassone fra un m·agauo di scoppi, fra bagHorl accecanti ; pare che i conducenti abb"iano trasfuso la lorp volontà nei {]ocili animali. Tn un attimo, quando la mèta sembra raggiuuta, una vampa sinistra avvolge di fuoco uomini, cavalli e cussoni, poi lo scroscio orribile c1ello scoppio ed! il convogli.9 è fermo. I cavalli delle pariglie di volata sono a terra squarciati ed il loro conducente giace immoto su di es~i. Gli altri due· caval.li sono feriti e frementi cercano di liberarsi dalle bardatul'e. Jl cond1!-cente Domenico Ilianco è illeso, nè .l a tragica visione affievolisce la sua saW•a volontà; :;;-i china pietoso sut c9mpagno morto, lo solleva e lo depone su 1,rn lato delia strada presso un cespuglio; rimette la sua pariglia in grado <li trainare il cassone. balza a cavallo e prosegue 1:;t strada, mentre tutt'intorno continuano a grandinare i colpi. Giunge presso il pezzo, indi ripercorre la strada della· morte. soffermandosi per raccogliere la salma del compagno che vuol trasportare in luogo più sicuro. J1J calmo, sereno si 11resenta nL suo ufficia !~ con una semplicità che strappa le lacrime. Durante ttn bombardamento il soldato Sandrone -<}ella 7a batte'.ria mitragl:l a gli aeroplani sorvolanti a bassissima quota, noncurante dei colpi che gli cadono dt, presso, e pone ogni cura p-er eseguire con precisione il tiro . 'Benchè rimasto avvolto nella densa ·nube d i fumo e di terra 11ro<lotta dallo scoppio di uua granata di grossg calibro, i suoi compagni non avve"rtono l'interruzione del crepitare della rnitragliatric~~ del Sand.rone, e propr.io- in quel momento un aeroplano nemico che si era abbassato più degli altri, osci.lla e va ad _abbattersi nelle Jinee _avversar:ie. l\Ienti'e i cassoni della batter.ia si avviano dal patco clei cavalli alla posizione per un rifornimento -di rnunizlQni, il. soldato- Pattitoni ha il cavallo ucciso da una granàta e .l'altro gravemente fèrito. T_ravolto nelJ.a caduta può subito rialzarsi perchè miracolosamente incolume, e danclo prova di una forza d'animo non cornure, vista a breve distanza trna tJariglia senza conducente, si appressa ai due cavalli Jmpeclend9 loro di fuggire, li sostituisce a i sttoi, e sotto il violento bormbardamento riprende la marcia e raggiungé ln colonna. Nella notte stessa il sergente Luigi Iantnffi, capopezzo, che non aveva • mai cessato di incoraggiare con nobili parole i suoi serventi e c9ll'esempio li incitava a non preoccuparsi della violenza del tiro a cui la battèria era sott-0posta, visto cadere ferito il soldato Palandri, amorosamente lo solleva e 19 trasporta al posto di medicazione attraversando uno spazio violente-.

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VALORE DI ARTIGLIERI

mente battuto; compiuto il generoso atto ritorna al suo vosto rier continuare la sua missione. Il 1° luglio la 10• batteria in posi?.ione nel Bois de la Fosse (Settore di Reims), è sottoposta ad un ti1·0 violento e preciso che dopo breve tempo ha gravemente danneggiato i pezzi rendendoli inservibili. fo_mmireyo:i sono tutti gli artiglieri i quali, tutti · fermi al loro posto, sprezzanti del pericolo, sono pronti a balzare ai _pez?.i per far fuoco. ' (· Una granata colpisce in pieno unµ riservetta uccidend9 un servente e ferendone 12 ; tutti gli altri si prodigano per soccorrere i feriti mentre il bombardamento nemico continua implacabile. Il sottoten. Macri si si.a ncia con pochi coraggiosi nella i:iservetta munizioni in preda al fuoco, per soff9. care . l' inceud-io, ed esponendo generosamente lµ sua vita, riesce acl evitare l'esplosione della riservetta cbe sarebbe &1:ata fatale per l'intera batteria. Il 1° luglio durante il bombardamento ùi prepa_razione per l'offesa nemica, rimane privo di serventi il 1° pezzo della 1()3 batteria. Tutti sgno feriti e gravemente colpiti dai gas; rimane soltanto e solo il caporale Onofrio Arcone con funzioni di capo.pezzo: bella figura di soldato, in quell'occasione , maggiormente fa rJfulgere le sue doti eccezionali ; mentre infuri.a il bombardnmento egli continua a sparare in:i nturottamente, preoccupandosi ·solo di avere molte munizioni, e, sparate quelle che ba presso il pe?.zo, grida ai compngni che gliene portino molte altre ancora. Fra tanti ' epiood'i di valore, in mezzo alie stupende figure di tanti ufficiali e s,9!<1ati <lei Reggimento, devesi qui ricordare quell.µ nobilisshùa del cappellano militare Don Raffaele De Giuli. Già durante la ritirata del 24 ottobre si era veduto rifulgere l'eroico contegno, l'alto spirito di sacrificio e di abnegazione dell'ottimo sacerdote. :.\fa l'opera svolt·a dal cappellnno durante la terribile giornata di luglio in Francia superò ogni altra. Lo vid,ei:o tutti gli artigli<'•ri clel Reggimento percorrere di corsa, esamito di forze. · zone intensamente battute <la.ll'nrtiglie1·ia avversaria 1,1er portnre soccorso ai feriti, ricomporre e benedire le salme dei morti, per lenire i dolori, 1wr dire p·arole di conforto ai più deboli e incoraggiare i J}iù timicli. 'l'ravolto dall'impeto della lotta, rimai1e alcune ore nelle linee nemiche per socconere un ferito che egli porta in salvo in, un ricovero già abbandonnto dai nostri. Modesto sino all'ecces.so egli seppe realmente cattivarsi la stima e la simpatia <li quanti lo conobbero; e gli artiglieri del 4° no11 potranno conservure per quest'anima realmente cristiana che ·Ottimo ricordo e sincera rico.noscernrn. Durante la notte del 16 il nemico limita il tiro d'artiglieria S1ùle nostre linee, posti di Comando, posizioni di batterie, vie cli comt1nicazio11e, e tenta un'azione offensiva sul Settore della Divisione di sinistra. Verso le ore 10,45 del giorno 16 le nostre batterie eseguono un forte concentramento di fuoco su Bois S. Euprhase e su Bois cle la Vallotte, ove erano stati segnalati forti movimenti nemici. Concentramenti successivi vengono poi eseguiti su Bois de Beneuil, Bois de la ,Vallotte, Bois -de dix Hommes, Bonilly. Verso le 17,30 si delinea una forte :1zi9ne offensiva preceduta dn un forte tiro cli artiglieria sul settore della Divisione di sinistra, tiro che va 11oi sttc-

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E DI UNI'l'À D'AR'.l:lGLmRIA l'fALIA.NE IN FRANCIA

ces,sivamente esteudendosi su tutto il Settor<? della. 30. Divisioue e su parte clella Divisione di clèstr,1 . Mentre in un primo lllOlllenlo i l I Grtwpo appoggia col suo fnoco ti tiro / dell'art,iglieria <lèlla 120"' Divisione ed il II e I.II GruÌJPO battono le posizioni nemiche antistirnti u quel e occupate dalle nostre· fanterie, i n un secondo· momen to · tutte le batterie del Reggimento aprono un fuoco di cont ropreparazione s ulla zona segnata dal p,uno di dif<:su della nostra posizione. Mentre il 1wmico è ovunque trn'ttenuto e battuto sul fronte della 3"' Divisione, rles,ce a far pr ogressi nel Settore della · Divisione cli sinistra, giungendo iìn9 a poche centinaia di meti'i dalla l!'erme de Courtagnon. Si ordina allora a.i Gruppi 11 e III di eseguire· i tiri di ras:.rellarnento st1 tutto il Settore acl essi assegnato, ecl al I Gruppo di ostacolare al nemico il passaggio oltre la Ferme Presle.· Le batterie del ,I Gruppo, dopo aver aperto il fuoco intensi&'\Simo su! nemico e dopo aver consumato tutte le mnnizioni, rlpiègano dai pressi di Courtagnon su le Caclran, fermandosi lungo la strada ove, incontrando i J)ropri cassoni che venivano a rifornirle, aprono il fuoco nuovamente sull'avver-. sarlo concentrando il l:iro o:tite Nar:,teuil. Consumate anclle queste lllnnizioni raggiungono le CadT:rn ove dcevono l'ordine di portarsi i n posizione nelle imJ.Uediate vicinanze di Montaneuf 11 2 km. dietro il TI Gruprio. Durante· tutta la notte le nostre a1·tig l.ierie, !r<>mpre controbattute da quelle · avv,ersa rie, .es<iguono tiri di iuterdizione su tlltle .le vie di accesso e principalmente s ul Ilois de Petit Chnmp, Bois del Rouvroy, Bois de dix Hommes e de 11\ Vallotte. Viene poi eseguito un fol'te conc<~ntrarnento d'artiglieria su Clarizel. onde· 11errneiterè al le nostre fanterJe cli occupare detta località; l'operazione mercè 19 stretto collegamento tra' lfi due Armi riesce felicemente. 11 rifornimento munizioni mercè lo spirito di sacrificio e sentimento <lel . . -dovere di tutti gli elementi delle batterie procede ini)1terrottamente gioJ.'no e notte sotto i più violenti tiri dell'artiglieria avversaria su st.ri1de ri:>se ,dif1ì<?Jli a pe1·conere. Nelia notte sul 1.7 la siluazione rimane invariata . L'artigl.ieria nemica batte continuamente le nostre linee auclie con proiettili a gas. Le batterie rls1iondono con ug uale intensità manteuendo sotto tiri d'interdizione le fan. terie avversarie ed .eseguendo concentnn1lenti violenti sulle zone di probabile raccolta di trnppe. In seguito all'ordine del Comando di Divis'ione, che le nostre fanterie si donissero tenere pronte per coadiuvare quelle della 120., nel contrattacco, s i cllt ordine ai 3 Gru ppi di svo'gere un'azione dimostrativa nei tratti a. cil'lscuno di essi assegnati. Nelle prime ore del pomeriggio tutte le batt€l'ie dèl Reggimento concorrono a respingere un. forte attacco nemico, nel Setto're clclla 128" Divisi011e, Mttendo tutta l::i vallata dell' Arclre. Giunta noti,,,,in, alle ore 16,30, che il nemiGO sotto l'azione dei nostri eontrattacchi ripiega, si ordina ai Gruppi cli battere le strade· Mnrfaux-Ch:~mouzy e pendici orientl'llì clel Ilois des Eclisses, ove le fanterie nemiche sono . im. pigliate nei reticolati e fortemente battute dai nostri tiri. Nel contempo il Comando cte!la 3• Divisione ordÌna alle proprir. truppe di muovere per occupare la linea di resistenza. Viéne allora ordinato alle

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VALORE DI .ARTIGL1EBI

batterie del ~0 di eseguire: iu w1 primo momento conCf!nlramento di fuoco sul Bois dc dix Homrues, Bou.illy, Bois de la Vallotte, s. Eupbrase ; nel secondo momento << barrage r 9ulant » sino 1:11Je ore 18,80. 'l'utte le nostre batterle durante questo perioùo sono for temente b.Attute con proiettili ;1 gas. Nella notle sUl 18 calma · r elativa; le nostre batte1·ie eseguono a raftiche inter vallate t,jri d'interdizione sul Bois de Houv1:oy, Bois de ~ix H9mmes e de la Vallotte. In seguito a supj?1·iori disposizioni di <.'Ontrattacc.are il nemico e di rioccupare. le vecchie posizioni, le batterie del 4° eseguono un tiro di prep;u-azione sul Bois de ;I:'elit Cbamp, Boìs de Cowmetreuil,. llois de Onrczy e Bois de la VaUoµe . ,Alle ore 18 parte del1e batterie del 4° eseguono « barrage roulant » con una velocità di 25 metri al minuto, sino al Carrefour de Diane, accompagnando le fanterie coloniali all'attacco <lel Bois du Petit de Commetreuil. Indi viene esegnito un tiro d'intcnllzione avanti la nuova posizione fino alle ore 21. Alle ore 19 le batterie del 4° che µno allora aveYano eseguito tiro di preparazione sul Bois de Onrezy e nel bosco immedi,itamente ad ovest def Boia df Grands Savarts, allungano successivamente il .tiro accompagnando all'attacco le truppe della 33 Divisi9ne che riescono ad occupare gli obbiettivi prefissi. P-uràn~ questa azione si devono lamentare perdite nei serventi e nei conducenti durante il rifornimento munizioni. Durante la n9tte sul 19, le batter:i e del .Reggimento proseguono i soliti tiri d'interdizione e di molestià provvedendo con mezzi proprìi ad! un largo rif9rnimento di munizioni. Dnranle il giorno, mediante l'osservazione te1·restre, eseguono v!li'ii t,iri dl disturbo sUi principali punti di occupazione del nemico, concentrando l loro til'i sul Bois de Rouvray, Boia de la Vallotte e sugli incroci di strade ove sono segnalati forti movimenti nemici. La notte sul 20 le batt~rie eseguono i soliti tiri di interdizione, e durante.,,. la giornata, in seguit9 ad accordi diretti con i Comandi inglesi di fanteria, concorrono alla loro azione battendo a r affiche violente il Bois de S. Eupbrase, Bois de dix Hommes per impedire l'affluire dei r incalzi . . In, scgttito a ~1p~riori disposizij)ni e vcr poter concorrere con tutto il Reggimento all'azioné oITensiva del giorno 28, si dà ordine al ,I Gruppo, di riconoscere ed occupare nuove posizioni a nord-o,·est de la Ferme d'Ecueil nel Bois de ;I?etit Ecueil. ,Alle ore 24 tutte le batterie son9 completamente piazzate sulle nuove posizioni du dove aprono il f uo<.:o ù•'interdizlone per l'inquadr(tmento del terrèno. Nella mattinata del 21 il I Gruppo partecipa ad una azione offensiva dellit 37a Brigata inglèse ·riscuotendo elogi dal Comandante della Brigata stessa. Nel w meriggio, in seguito ad accordi presi col Comando d' .Artiglieria della 2• Divisione coloniale francese, sl dà ordi11e ai Gruppt II e III di portarsi in l)Osizione nel Bois de J\:Iaitre J enn, onde poter èfilca cemente pa1·tecipare all'azione offensiva del giorno 21. Il mattino di detto giorno il 4° Artiglieria deve lamentare la dolorosissima perdita del ten. c9I: Raimondo Pav<!sio, Comandante tattico del ;Regghnento, colpito mortt1l.mente da pallottola dt mitr!!gliatrlce mentre eseguisce

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E DI U NlTr\ D'ARTIGLIERIA. ITALIANE IN . FRÀJ.~CI.:I.

un·ardlt-issima ricognizione I)er rendersi esatto conto dell'andamento delle nostr~ linee e di quelle avversarie. Esempio delle più elcv;~le qualità militari e morali, l;i. sua morte lascia nella famiglia del 4° un p;z,ofondo dolo1·e ed il più aromir,:1t9· rieordo delle sue più elette qualità : più avanti riparle1·emo di questa nçibiJ.e figura di ooldato e di artigliere. Durante la notte sul . 22 le b;:rtterie del 4° eseguono tiri d'interdizione e di molestia . .Alle ore 12 a richiesta dell'87a Brigata inglesie aprono il fuoco sulla linea Marfaux e Bois de Ronvray, indi par tecipano ad un 'azi9ne off<msiva di tale Bl'igata per l'occupazione del Bois du Petit Champ. Il giorno 23 tutto il Reggimento partecipa all'azione offensiva della 77a Divisione . francese. Obbiettivo: occupazione <leJ. Ilo-i s de dix Homnres, de Beneuil, Villèr Ferme. ;n tiro inizi.a tosi alle 9re 10 continua fino alle ore 19, coll;i. cadenza e modalità jìssate dal piano tl'operuzioue ; si riprende poscia alle ore 19,30 per completare l'az.ione · del mattino. Detto t.i:ro prosegue fino alle ore 21. Dm·ante. questa giornata le batterie del 4° sparano complessivamente circa 20.000 colpi. Vi9lentemente controbattute da -piccoli e medii calibri avver sari, hanno gravi perdite fra i serventi ed i conducenti. Nella giornata del 24 i Gruppi del Règgimento par tecipano alla nuova azione offensiva della 77a Divisione fr ancese per complétrire -l'occupazione ò·e l Bois de dix Hommes fortemente contrastata dall'avversario. Alle orf 24 ìl Reggimento lMcia il Settore e viene sostituito dal 233° lleggiment9 .artiglieria da campagn;a francese, portandosi ad A.tbis. NelJa notte sul 2-5 il ten. B_elolo, addetto al Comando cl.i Reggimento, lascia la vita sul campo dell'onore, dopo ayer e per tutto il periodo dell!l battaglia provveduto con inst;mcabile ,lttività al rifo rnimento munizioni; aveva r icevuto incarico dal proprio · colonnello di assicurarsi <lel. r egolare cambio dei singoli r ep11rti del Reggimento, e di riferire a movimento ultimato. Appunto nel raggiungere il Comando di Reggimento, mentre attr;i,vers!lva un, quad rivio for temente battutto dall'avversai-io, cadeva colpito in pieno da una bomba d'aeropl ano. Contempprnne:nuente rimnne gravemente ferito il soldato Facheris che accompagnava il valoxoso ufficiale. Durante questo periodo dj aziont dal 15 al 24 luglio il numero dei colpi sparati si (lggira sui 110.000 ; il rifOrnimento munizioni procetlette ininterr9ttamente anche sotto i più violenti tiri dell'artiglieria avversaria. Le pera dite subìt,e dnl Reggimento in qu.ei ti dieci giorni di viva battaglia r aggiungono le segue-nti cifre : - ufficiali: morti 3 ; feriti G; - t ruppa : morti 22; feriti 96; dispersi 3; _:_ quadrupedi: morti 92:; feriti 13.; dispersi 8 . . · Il nemico è anestato e fiaccato sotto la pressione continua dei nostri valorosi soldati, ovunque è battuto e decimato da.i tiri micidiali delle. artiglierie. ;n contegno delle truppe i ta.Ha11e ha destato l'ammirazione degli Alleati. _Ecco l'Ordine <lel giorno del 25 luglio 191.8 em(lnato dal colonn. Paolo Berrino, Comandante d~l Reggimento : « Uf fi_ria.li e artigl"ieri del 4° ! Da.I giorno 14 sino alla mez1..anotte del

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VALORE DI AR'.rIGLIEIH

24 avete combattuto la grande, cruenta, feroce battagl.ia. L'eroismo di vpi tutti, il valore vostro, la potenza dei \'Ostri cannoni e. la precisione, la tem. pesti viti¼, la prontii•zza dei vostri tiri hanno arrestato, inchiodato e ricacciato il tedesco. Io, v9stro colonnello, contento, felice,. \'i grido con tutta la forza dei miei polmoni, con tutta l'anima riconoscente : bravi miei ufficiali ; , bravi miei artiglier i l A Montichiarl, nel giorno di Pasqua, vi dissi: artiglieri guardiamo l'Italia nostra, il 11ostro Re soldato, e mostriamoci sempre ed ovunque degni della fiducia riposta in noi . .Io, vostro colonnello, so che avete pienamente tutti assoltp il gr~ve rcompito. Siate orgogliosi del vostro operato. · Vada il vostro pensiero ai fratelli caduti eroicamente s ul campo, giurando di vendicarli! • Uf.fic.iali, artiglieri del IV, siate fieri l L'Italia nostra lont;ma vi ba benedetti! Evviva la nos tra bella. e grande Italia J} . • F'ronte delle. ArgonJie (Blesme) : Da . Atbis il Reggimento si trasferisce nella z9na di Vanau les Dames per dare riposo alle truppe e riordinare i reparti tanto provati. Il 7 agosto il ;Reggimento si trasferisce per via ordinaria n~lle .Argonne, Settore Blesme per sostituire la 35.ma Divisione frane cese. In questo Settore ove si rimane sino all'll di settembre, non si hanno a segnalare azioni importanti. Un solo colpo dl mano eseguito dal nemico il 27 agosto riesce infruttuoso e procm·a perdite all'avversario. Fronte A·ìsne: Chemin des Dames . Ailettes : Ben presto Ja 3a. Divisione viene chiamata in un Settore pi.ù importante ed attivo. Il IV Reggi. mento nei giorn:i U e 12 è sostituito da l 53.mo Reggimento artiglieria da campagna francese. Il giol'llo 13 al1'imbrunire il Reggimento inizia la marcia per trasferirsi nella zona di ìVlontlevon; sos ta il giorno 14 a Curtissot, il,,. · 15 _nella zona di Athis, il ]6 nella zona di St. Murtin d'Ablois e giunge a destinazione nel mattino del 17. Le marcie, della lunghezza media di 25 km., vengono. fatte dura nte la notte e si svolgono in ordine perfetto e senza d·ar luogo ad Inconvenienti cli sorta. Nei ·giorni 17, 18 e 19 le batterie sostano negli accantonamenti nella zona suaccennata; all'imbrunire del giorno 19 il Reggimento inizia la marcia per trasferirsi nel Settore di St. Mara (Aisne), ove la 3"' Divisione deve sostituire in linea la 52a Divlsione francese . Il giorno 20 le batteri€ ·restano nella zona di Fère en 'l'ardenois, il g.ior:çio 21 nella zona di Jeauignis e nelle notti sul 21 e 22, per Sezioni, sostituiscono sulle posizioni le batterie del 217° Reggimento artiglieria da camI):lgna francese. Il I Gruppo è dislocato nel bosco di La-Ròchè, e il II nella pianura a nora delle Fèn ne de Menthussard. Le batterle di questo II Gruppo sono una a contatto dèll'altra, schierate su una fronte assai limitata e le posizioni non, offrono alcun r iparo; il UI Grup·po trovasi nel vallone di Vauberlin. Nella notte òal 23 al 24 le battèrie del II Gruppo, che durante il giorno erano state controbattute da medii calibri nemici, vanno a prendere posi-

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E DI UNITA D'ARTIGLIERIA ITAI,IANE IN FRANCIA

zione presso qnelic del · I Gruppo. T ut te le batt-érie, appena giunte in posizione, eseguiscono tiri di aggiustamento e lavori di i:afforzamento. Nelle notti dal 26 al Zi e dal 27. al 28 le batterie del I G1·Ùppo (a1• eccezione della -quart:i,) e del II Gruppo si trasferisc9no rispettivamente nei Settori della 62.ma e 52.ma Divisione francese per parteci pare all'azione offensiva svolta dalla y .Armata collo sco:po di raggiungere la rivà sinistra del.I' Aisne. Il I Grlll)PO prende posizione ad est di Lès Marrais Pl'~sso Per1es; il II Gruppo a nord di Vauxeres. Le marcie di trasferimento· vengono ~atte con grande _ rapidità e con · ordine perfett9 ; il 1·ifornimento munizioni viene celermente clisimpegnato in diffic.ili. condizioni. Dal giorno· 22 aJ 28 le batterie del 4° Reggimento esegui!:lcono tiri di rappresaglia e numerosi concentramenti, alcuni dei qm1 li nei Settori delle Divisioni laterali. Durante questo periO{lo l'artiglieria nemica sl dimostra notevolmente attiva -controbattendo le nostre batterie e battendo intensamente le lgcalità più . importanti del Settore. Notevole l'attività aerea: quasi tutte le notti 1rnmerosi aeroplani bombardano le nostre retrovie. Il gi:or·n o 23 sono uccisi e fer iti da bombe {l-a aeroplano alcuni quadrupedi del Reggimento. Il 24 uu soldato della 10" batteria è · ferito da scheggia di granata. Dmantc i tiri eseguiti (lnlla batteria in questo periodo scoppiano tre bocche da fuoco : un servente rimane ucciso e 3 feriti. · · Nella notte dal 27 al 2S si ha notizia che il nemico sta pei: iniziare un ripiegamento nel .Settore di Vailly (Divisione di sinistra): Numerosi indizi ·fanno ritenere che tale movime.nto si estenderà al Settore della 3" Divisione. Nella giornata del 28 la 2.-;a Divisione francese, in linea a sinistra della nostra 3a Divisione, seguendo il movimen to delle altre Divisioni della 10a Armata, vinta la t·eslstenza. delle r etroguardie nemiche fino s ulla riva destra ~'lell' Aisne, avanza sulle altu re a noi;d-est cli Vailly. Nel pomeriggio dello stesso giorno le 11ostrc fanterie inizianp il passaggio del canale. del. l' Aisne a Cys la Comunex e St. Mard·, appoggia te dai tiri. di sbarramento delle batteri-e del 4<>, le qual.i co11trobattono ancQe le artiglierie nvversarie che ostacolavano vivamente l'avanzata. Il giorno seguente le fanterie oltrepassa110 il fiume, conquistano il naese cli Chavonne e avanzano sulle alture a nord-est d el pa.est>. Le batterie del 4° eseguono tiri cl' il1 tèrdizione sulle s trade percorse dal nemico che Tip,iega, e battouo con concentramenti di fuoco i punti più importanti organizzati a difesa, dai quali le retroguardie nemi.cbe resistono. Nel pomeriggio 2 batterie si portano avanti e prendono posizione sull'orlo dell'altipiano che sovrasta la r.iva sinistra dell'Aisue riprende11do subito il fuoco. Nel.la notte le 3 batterie del I Gruppo · da.I Settore della 62", Divi·sione francese, giungono a coutcelles per riunirsi nuovamente a r Reggimento. Dopo brevii,sima sosta proseguono la marcia : 2 di esse prendono posiiiòne alla testata nord del vallone di Brenelle ed all'alba sono pronte ad apt·ire il fuoco: la. ia git111ge a Vailly nella. notte stessa dopo aver compiu-

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to 35 km. ; nel JlOmeriggio p1·eude posizione a nord-ovest di Cllavonne ed apre subito il fuoco per appoggiare l'azione della fan~ria. Durante i giorni 29 e 30 Je batterlç! eseguono tiri d'interdizione e concentramento; appoggiano con fuoco di sbarrurnento l'avanzala delle fanterie elle a sbalzi, vincendo la viva resistenza opposta dal nemico, r aggiungono Ja linea Croi.s:-S. TeteCour Souplr, e completano l'occupazione del pae~ di Soupir. _Nella _notte sul 30 le batterie del ;u Gruppo elle banno partecipato all'azione offensiva della u2.ma Divisione francese, concorrendo _!li tiri di preparazione e di sbarramento, ritornano nel Settore della 3a Divisione e prendono posizione a sud della Ferme l\:Iontagrn::. Kella notte stessa vengono eseguiti numerosi concentramenti e intensi tiri di interdizione durante i quali le fan lerie possono compier,e progressi. Durante la giornata del 1° ottobre la resistenza nemica si accentua; dalle poslz.ioni ·fortemente orgauizznte e ben mwiite a nord del Croi x S. Tete, ad est, di Cour Soupl.r e sulle alture a nord-est di Soupir il newico ostacola serinwente rnvanzata delle nostre fanterie a tal punto <la an'€starle. Si svelano numerosi nidi di mitragliatrici che vengono prontamente battuti dalle artiglierie. Vengono eseguiti. tiri d'interdizione e concent1·:11uenti con lo scopo cli disorganizzare le posizioni nemiche. Il 2 ottobre la situazione rimane pressocbè in,•ariata e le batterie eseguiscono tiri come nei giorni precedenll. Le batterie del I Gruppo sulla sinistra ~lei fiume vanno a p1·enclere posizione presso la l" tL nord.ovest cli Cllavonne ; le batterie elc i III Gruppo si riuniscono occupando le posizioni sul ciglio del pianoro nei pressi della Ferme Queue del L<!u. Durante le giornate precedenti, pezzi isolati delle batterie si sono po1tnti in avanti per appoggiare opcr:izioni di clett:1glio dj.. repa·ru di fanteria. IL gi9rno 3 tutte le batterie eseguono tiri di .Preparazione agli attacchi della fantci·ia che però non riesce a superare la forte resistenza del nemico, il quale dispone d i sicure caverne ed è protetto da 1·eticolati profoudi; vengono es<?guiti, come nei giorni [)recedenti, concentramenti di fuoco e tiri di i11terdizìo11e e dl distmbo . Nel poweriggio le biltteric del I! Gruppo in p9sizione presso La Ferme de la ll!ontagne sono intensamente controbattute ; un pezzo è colpito in pi.òno. Si deve lamentare la perdita di due soldati ed uno ferito. Xelle prime ore della notte Je batterie clel IIJ Gruppo. vanno a preudere posizione nelle immediate vicinanze del I Gruppo. La marcia si effettua con grande celerità come pure le oprrazioni per la presa di posizione. Malgrado gli ostac•oli presentati dall'oscurità e dal terreno, all'alba le biltterie sono pronte ad aprire il fuoco. Conte.mporn nen mentc le batterie del II Gruppo si ror~ a1:o ad occu.pare le p9sizioui lnsc.ì nte da quelle del III. 'I giomo 4, alle ore 21, le batterie della Divisione attaccano su tutta la fl\ ì te le posizioni nemiche da sud,ovest del canale dell'Aisne all'Oi;;e_ Le bat1 'rie del 4• conconono tutte ad un ti ro di preparazione battendo il Bois Qm.,'tier, il Bols de la Bevette, il Bols des Gol1ttcs d'Or, e le alture di Soupir. Fallito l'attacco per- Ja fortissima resistenza opposta <lnl nemico,

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eseguisc-0110 concentramenti pi f11oco sUi nidi di mij;r agliatr ici, contr obutto. no artigliebe avversarie e continuano anche per tutta la notte ,tiri d'inter<lizione e di disturbo. Durante la giornata si verifica lo scoppio di un pezzo che causa l!l mort~ di lUl seJ:vente. Il giorno _5, alle ore 13, deve essere ripetuta l'azione tentata nel giornv preC€dente; le batterie, fallito nuovamente l'attacco, contimtano sino a ll•t ore 17 i saltuari tiri d'interdizione e concentramenti di f-uoco. Alle ore 17 riprendono con particolare intensità il tiro di preparazione . . Le artiglieri~ avversarie che, ·come nei gio-rni precedenti, ('>rano state 1;nolto attive ed avevan9 sempre controbattuto le nostre batterié, durante questo ultimo tiro r ivolgono si.1 di. esse un violentissimo concentramento con meòii e piccoli calibri facendo largo impiego di proietti a gas. In breve tempo sono colpiti in. pieno e resi inservibili .5 pezzi del I e del III Gruppo, alcuni serventi rimangono uccisi e feriti. .Gli artiglieri tutti gareggianp in bravura e sotto i fuoco micidiale con sprezzo <l-el pericolo, benchè siano avvolti da un'atmosfera irrespirabile di gas tossici, continuano ad assolvere il loro compito con rapidità e precisione: Anco·r a una volta riesce impossibile alle fant~ie di avanzare; ·ugual sorte tocca alle Divisioni lateraH ; il nemico malgrado le forti perdite continua ad opporre disperata resistenza per impedire il passaggio del cimale. Le batterie per tù.tta lit notte es-eguiscono t iri d'interdizione e c.oncentra menti di fLloco; si ht1m10 <ìue scoppi di bocche da f uoco i quali causano perdite fra i serventi. Durante la giornata le perdite ammo-p.tano complessivamente a 7 morti, 15 feriti -èd alci.mi gasati. Dalle batte1·ie del Reggi.mento s9no sparati compless.ivament~~ circa 10.000 ' colpi. Il giorno seguente le batterie del ;r e III Gruppo si spostano verso ovest. Le giornate del 6, 7, 8 e () sono caratterizzate da una soi:'ta delle aziou-i di .fanteria; le batterle del· 4° eseguono saltuari tiri d'interdizione, di disturbo, di controbatteria e battono con concentra menti cli fµo co le posizioni nemi<'h~ più importanti. In ques ti giot·ni te. a1·tigl:ierie avversarie, sempre attivi.Ssime, fanno. la.rghissirno USO di proietti H gas tossici e lacrimogeni ; molti· proiettili sono causa di notevoli perdite f ra le nostre truppe. Nella notte dal 7 all'S .la 4a batteria è fatta segno a un prolungato tiro con proietti a gas iprite ; tutti gli ufficiali della batteria e 24 solçlati r imangono colpiti dai. gas e devono . essere allontanati dalla posizione; alcuni altri sono colpiti solo leggermente. Fu in questa occasione che il gen. Albricci, Comandante del II Corpp d'Armata comupicò la seguente lettera del gcn . Dì Robilant, rappresentante italiano al Consiglio Supremo di guerra a Parigi : « Ho seguito con grande cuore e c?n vivo sod·disfìtcimento la nuova pa. gina di valore che, an<.:he sui campi dell' Aisne, le valorose truppe del II Corpo <l'Armata, sotto l'abile guida di V. E. hanno saputo scrivere largamente meritando l'ammirazione e la riconoscenza della Patria che, i.n questa gara di valore ed olocausti, ha visto ancora una volta l propr i figli

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VALORE DI .ARTIGLIEnI

co1>i uobilmeute cmular13 gli er!)i del riscatto di questa gloriosa terra òi Fr ancia. Voglia l'E. V. gradire l a m ia particoare, cot·din li9Siimu cspressi,)ne <li .ca ldo corupin.cim~nto e di ferviclissilllo a ugurio; sentir\"i tut to l'orgoglio cleli' italia nostr:i, fera dei figli ~uoi, è il miglior premio rer le strenue prove durate >). IL giorno 10 il nemico, fiaccato dn lla continua pressione delle uostre t r uppe, inizia un ripiegrunento verso le posizioni dello Chemin dcs Dame& protccto clu. retroguardie e da 11ume rosc mitt·agliatr ici. Le bn.tterie del 4° eseguiscono tìri di accompagnamento e di neutritlizzazione sulle mitragLlatric-i e sulle retrogua rdie impiegando i;;peciahucnte prolet:i a gas. ]I neruico c9ntinua .il ripiegamento successirnmente sulla linea clcll'Ailelte, sulla Htlll: cli11gstellung, lli1ei'l già dtt tempo organizzata nelle pi1111nre acl est cli Laon, lungo la riva della Sauche. u batterie effettunno lo spostamento dalle loro :posizioni presso l' ,Aisn~ e la Sauche, compiendo iu cli fficili coucUzionl filtlcose marcie, prendendo posizioni intermedie dalle quali sQno sempre pronte a spezzare gualsiusi resistenza nemica colla loro azione di fuoco. P ertanto il. Comanda nte del Corpo (l'Arn'rnta indi rizzava alla 3° Divi!:lioue il seguente lelegmmm:1 : « Vivi clo~i a Vossignoria, al suo s. ì\I., ai Comandi I'.\ truppe valorose da parte mia sempre più .fiero cli comandarle ; grato in nome ùell 'Ttalia per il plauso <:be avcl·e saputo meritarvi clnl gene, r ale francese Comandante l'Arma la. Le nostre fatiche non sono finite. Risparmiate le forze d~l soldato nei i.imiti' del possibile ma col solo scopo cl.i avere sempre ene1·gie disponibili per nuovi s uccessì. Raccomando prendere tutte le previdenze possibili per il benessere del solda to il dei no9tri impn regglabili uffici ali,,. Nel pomeriggio dell'll il I Gruppo si rioda pre~so la Croix S. '~\,te, da cui nella notte dal 12 al 13, ciopo l1wghe marcie, re9!! diffic.ilii::shne d'alle ronclizioni delle strade fregu ent<:mente interrol.le, si porta .sul le nl! ure n uonl di Colligis. TI II Gruppo nella notte dal 10 a11·1t va a prendere poshd9ne preSS') la Ferme Folemprir e net pomeriggio del giorno 12, <lopo 1.mn marcia a ~;sai difficile, t1ren<le posizione ne·1 Boli:; clu l'nradis, presso lo Cheu1i n de::: Daows. Nello stesso pomeriggio il III Gruppo <'On analoga nrnrcia giunge in !'osil:i<ine $Ullo Cliemin lles Dames allo testntri del va llon~ cl.i Vaux Mer on:::i. Tn qurst'occasione i l ge11. Ma ngin, Comandante In X Armati J;r:ince»e, trasmette al nostro Comandante del Corpo ç.' Armata il seguente -tele!trnmm,,: « Felicitate in nome mio le vostre va lorpse trllJ)))C che sotto i l vostro rnergico comando bànno acquista to In posjzione dello Cl;lemin cles Dames !'<Il tutta la larghezza della fronte a loro :1Ssegnnta e cl'nn · solo slancio raggiungono ecl1 nncbe sorpasstwo l' Ailette l). IL ]2 ottobre il Reggimento perde un otumo valoroso uffictale, il trnente Antonio P eretti morto i~, seguito allo scoppio di una bomba a mio.no, mentre provvedeva a sgombr are un r icovero nbbanclonnto clal nemico. Sisscrnne • La Hunòingstellung : All'alba del 14 i tre Gruppi, lasciando le posizioni occupate, iniziano la marcia per portar si n su<l del quad rivio di

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E DI UNIT À n'AnTIGLIERIA ITALIANE. IN FRANCIA

.1a Pa.ìx (presso Coure:y !es -Eppes) pronti ad appoggiare l'azione dell'avan-

guardia della Divisione. Anche dur~inte gli aspri combattimenti del settem. b~e e<l ottobre, nell'avanzata daH'Alsne ·a Sissonne, non mancunp · atti d·i valore presso i singoli reparU del Reggimento. Ne accenneremo alcuni : La 1"· batteria è .in posi?:ione Stt <li un'altura tv nord-ovest di Clutvonne ed è violentemente controbattuta, poiel'li.i il nemico· tenta co!l ogni sfprio di irnpedke l'avanzata verso Jo Qh-:min òes Dames. Durante uno <lei violenti tiri di controbatteria il 2'> pez:r,o è colpito in, pieno; il capopez?:o e i .serventi l:iono travplti d~llo scoppio ~ r.operti di terra ; dopo poco riavutiSli e trovan<1<>S\ tutti mir acolosamente illesi, poichè il pe?:?:O era reso il,lservibile corrono a l pezzo vicino per aiutare i <:omvagni a proseguil'e il fuoco , Durante un',azione di fuoco di parecchie ore, un pezzo della 2a batteria è investito da una raffica di colpi nemici e<l ha i congegni di _punteria <lannfggiati da scheggie, mentre rimangono graven)ente feriti i serventi Beconcini e Fasan. Essi allontanandosi il!· seguito all'insistente premura degli ufficia li e dei compagni rivo_igono f rasi <l'ineoraggiamento agli a ltri sèrventi intenti a far fuoco. D9po p-0chi minuti un a ltro pe?:zo della batteria colpito in, pieno è reso, inservibile, ed1 il caporal maggiore Rovello bénchè fer.ito no n vuol stnccarsi dal cannone e solo s·i preoccupa di incuorare i compaguj e d'incitarli a resistere; adagiato su di una barella e trasportato al po.sto di medicazione, pallido per il sangue perduto e febbricitante, con voce ferma .continua a rivolgere ai commiliton·i nobil parole, piene di amor patrio ·e di fede nella vittoria . Mentre la 3"' batteria è in posizione sulle alture~ sovras tanti la riva sinistra dell.' Aisnc, li 26 settembre 1918 mi generoso atto costa la vità al soldato Francesco Pala, port:J f'eriti. Egli per aintàre i compagni nel 1·ucle lavoro cui _li costringeva un,'uzione di fuoco che durava intellsa da parecchie ore, volontariariamente sostituisce i,l tiratore del secondo pezzo quasi e:;,austo per la stanchezza. Conscio del suo. dovere, animato cla un entusiasmo senza par/ disimpegna il compito volontariamente assunto, in modo nmlllirevole, ma la sua generosità gli costa la vita percbè ad un tratto il riez~o scoppia ed una scheggia lo .colp-isce a morte. Sulla strada. dell'Aisne, da poco superata, d9po intere giornate di combattimento, s,oUo un t iro di ' controbatteria intenso ed, incessante, gli artiglieri clella 4a batteria sono s~mpre sal<li al loro posto. Nèlla notte clel 7 ottobre il tiro sulla batteria con proietti a gas assume proporzioni i mpressionanti. Nuvole cli gas velenosi si ·addensano sul terreno: la micidiale iprite insidiosa penetra ovunque e riemp.ie camminament i e ricoveri. TJfficjali e _servèntl, ammirevoli per la loro calma, conthiuano a compiere la loro missione scrupolosamente, e quando cessano il fuoco rimangono rigidi in attesa di riaIJrirJ9 ..., ;Ma più non valgono le mRschere di protezione, an?:.i queste vengono tolte quando i.l tiro sèmbra cessato, perchè nessuno può soppo1·ta re più a lungo .il senso d.i soffocazio'n. e, e cerca guind>i di r espirare più liberament e. Dopo brève teropp ·1 quattro ufficiali (eapit. Tosèlli, ten. Puccioni, sot0

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VALORE Dl ARTl(H,lERI

toten. FaSùli e Borel li), della batteritt e 2-1 serventi devono loro malgrado cssel.'e trasportati all'ospedale 11ercllè, vittime ciel loro doven•, :sono l'imasti offesi dal :t,erribile gas. Con un morale ele.atlssimo essi si avviano ad un luogo di cura desiderosi soltanto di guarire presto per riprendere i loro 1iost1, e cou esemÌ).l a1·e serenità e fermezza d'animo sopportano sofl'.erenze senza nome rimanendo ~r più gi9rni· privi della vista. Ancora nell'animo d i tutti i componenti 1'8" batteria r ivivono- i ricordi della g.iornata del 4 ottobre più d 'ogni altra cruenta e fu lgida òl gloria. Nella notte dell'S con le altre batterie del Gru1>po essa si porta su una posizione della r iva destra òell' Aisue press9 Chavonne e, superando gli ostacoli a9 ogni istante rinuovati dalla profonda oscur!tà della notte· e dal . tiro del nemico, all'alba è pronta ad aprire il fuoco. IL tiro nemico di controbat- • teria è intensissimo e preciso, mentre pure l!! ,·ie di accesso alla P9slzione sono spazzate da r aftìch~ violente. Dopo breve tempo 3 serventi sono gravemente ferlti ed il doloroso incidente non fa che infondere nuova lena in tulti gli artiglieri. Verso mezzo. gi9rno due cannoni sono ridotti ;il silenzio perchè gravemenle danneggiati e. t'5 uomini sono· colpiti a morte. Allrl sei'venti rimangono colpiti e subito sono sostituiti da volonterosi compagni. Il tiro nemico di.viene più intenso e micidiale; gran{lte di ogni calibro scoppiano intorno ai valorosi .a rtiglieri; insidiosi proietti avvelenano l'aria e costrin.gono ad usare la mascherr1 ché tro11ca il respiro Cd accresce la fatica. Il terzo J)e'lzo è danneggiato. Il pezzo superstite aumenta la cadenza clel Uro ; il serg. Giuooppe Sala, capo-pezzo, con I suoi nomini vogli9no <10 soli compiere la missione aftiduta all 'intera batleria. Fulminea si abbatte una grnnata Stt di es!:11 lacerando l'uria con urlo rabbioso ; il se.rg. Sala giace a terra~ stroncato della gamba e clél brac. cio destro, il suo misero ·corpo è strazialo da altre numerose :Ceri te, mn non e~cj:mo dalle labbra dell'eroe parole di rammarico o lamenti; egli, con una forza <l'animo elle non ha. l'eguale, dedica gli ultimi isUlnti della· sua vita a.i compogui, ai suoi l:lerYenti e li rincuora con nobili frasi vibranti di nmor pa tri9. Ecl ecco altri va lorosi. che corrono al pezzo e r·ia prorio il f uoco : sono f'SSi il maresc. Attilio Cellerino, Comandante degli avantren( ed il soldato Audren Torre, che pur sotto il tiro nemic9 Continuano iustnncabili n far funzion,1re il pezzo. Dono poco anche un aHro cannone, che gl.i oper ai avevu111.> r ipa.rato, fa sentire la sua voce e prima ' della :fine del combattimento anche gli nltri pezzi della batteria riaprono il fupco e gli artiglieri che ban1:0 oostituito i caduti gareggiano in bravura, incuranti dell11 fatica e dél pet lcolo. SP-Ont:.ineo e sincero fu sempre i1 came1·Atismo dei nor:.lr i soldati con quelli degli Eserciti Alleati. Ovunque i nostri artiglieri si ·trovnrono a cont att9 con truppe francesi e inglesi, tanto sul campo dl batti1gl.ia come nelle r etrovie, seppero sempre tener alto il. nome d'Ilalia e coi fa tti dimostrarono di quale virtù sia dotato il soldato italiano. In particolare i Comandanti di r eparti Alleati chè oneravano a fianco dei nostri €bbcro ad espri mere pur9le cli lode agll nrtiglirrì del 4°. Valgono a testimoniare qu nnto sopra i dtrc elogi che qui si r)portano:

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. E DI UNITÀ D' A&TIGLlERIA ITALIANBJ IN FRANCIA

AIÌ' ufficiale comandante il 1 Gruppo del 4° Reggimento artiglieriu. da campagna italiano cosi scrisse il · Oomandante David Sherlok della 52"' Divisione inglese: « Desidero · ringraziare lei,. i suoi ufficiali éd i. suoi uomini in nome del Comando .artiglieria della 52" Divisione inglese pe.r il va,H, dis,siino appoggio che cl hanno dato durante la p,r esente battagli!l, Il mio generale mi autorizzò di richiederè loro tale appoggio ogni qualvolta fosse :possibil~: non l'ho mai chiesto senza riceverlo. La prontezz,a e hl cortesia colla quale avete corrisposto a tutte le nostre ri<'hieste, per quanto fatte con poche cerimonie, è stata sempficement'e m~rav.igliosa. Il rifornimento del grande numei-o di munizion.i elle avete consumato ver appoggiarci deve avere grandemente ~tancati i vostri cavalli. Mi rincresce di non poter far espriJUtire i nostri ringraziamenti in un, lingu,aggio che essi possano cap:ire. Noi tutti speriamo che non sadt questa l'uJ tima ·volta che il vostro Gruppo coopererà coll'urtiglieri;:i.. della 52" Divisione>>. Il colonnello Roussel della 62.. Divisione così scrisse al Comando del 4° Artiglieria. i taliana: <e Ho l'onore ed il piacere di esprimervi tutta la soddisfaz.ione che mi hanno procurato i Gruppi del 4° Artiglieria italiano appoggiando dal 2S settembre l'artiglier}a francese dell;:t 623 Divisione. Il loro compito è stato assai duro, la loro missione delic:ita, e numerosi problemi d'artiglieria ~'<lno stati posti ai vostri Co1m111cli di ·Gruppo e di batt€ria, problemi che richied,evano una rapida soluzione. I vostri ufficiali e soldati si s<;>nÒ dati anima e corpo. Noncuranti del faticoso l;:i.voro, dimenticando il sonno hanno esattamente assolto la I.oro missione cl:l dist11rbo, di sbarramento, dl accom1.rngnHmento. Gli artiglieri italiani anche in questa circostanza hanno consx,rvato i vincoli dl cam~ratismo e cli stima eh~ ci uniscono ad essi». Il contegno delle truppe italiane in ltr;:i.ncia destava anche l'ammirazione ùello stesso nostro generale Diaz che ln d;:tta 16 ottobre indirizzava la seguente lettera: << Ho rilevato col più vivo compiacimento come nelle recenti operazioni di guerra dell'Armata Mangi·n il II Corpo d'Armata italiano abbia 11ncora una volta dato fulgide prove di slancio e di valore. Nel forzamento ·dell'Alsne stesso da Vail!y 'alle colline di Soupir, in ogni momento ed in ogni contingenza nei combattimenti cui prese. parte, le 1tostre truppe hanno sapnt9 mostrarsi pari al nome, alla fede, alla gloria d' Jtalia e la loro condotta !;i è imposta ·a.trammirnzione degli stessi nemici. Voglia pertanto Vossignoria portare a conoscenza del Comandante dél II Corpo cl' krmata l'ei:ipres,sione del mio slt.o apprezzamento per il modo degnii;isimo con cui i Capi ed i gregari asoolvono il propl'lo dovere, onorando anche sui campi di li'rancia l'Esr:rdto e la Patria comuilé>>. Fino al giorno 5 nQvembre non vi sono da segiialare azioni impQrtaut1 delle fanterie ma solaroent~ attività di pattuglie i n ricognizione. La uostra linea si è stabilita ad ovest della Souche (Cimale di AsS<ésce)lle.n t), nel tratto compreso fra Sisoii.ne, e Ferme d'Esperance. n nemico che occupa la Hundingstellung ha le sue posizioni a,vanzate

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VALORE DI ARTIGLIERI

lungo il canale ed alcunl piccoli posti i;·ull~ riva ovest, a breve distanza dai nostri. Le batterie, c,,cguiti sin dai primi giorni i ti ri di 11ggiusunnento e di inc;iuadramento, hanno prol'?ed uto all'organizzazione delle posizioni ese-

gl!enclo con rapidità importanti lavori di èifesa. Sono effettunti numerosi C(lncentramenti di fuoco su località frequentate dal nemico e su puntt ,;,ensib:ili della sua .linea, fncendo lmpieg9 di proietti a gas tossici e hi°crImogeni. Il giorno 26 ottobre giunge una strnbiliante notizia che riempie- il cuore <lì tutti gli italiani <li una immensa gioia e di unn grande speranza. Letru ppe del gen. Diaz, attaccando il 24 oltobre su tutto il fronte erano riuscite ad oltrepassnre il Piave, a mettere in fugn il nemico. Non è possibile poter qui descri vere lo stato d'animo di gucl momento, laèrlme cli conso1:lzione scendono dagli occhi di molti, mentre sul , ioo cli tulti si legge il ò&siderio cli trovarsi là su quelle terre un auuo addietro abbandonate con tanto dolore. La <:aduta delle citt/1 di Udiue. Tl'ento, Gorizia, Tolmino, Monfalcone; In cottura di migliaia e migliaia di progionieri, di innumerevoli l;>occhc (ÌU fuoco, di un incn lcolabile bottino erano l'indice della fine della monarchia d' Absburgo ecl il completo raggiungimento é!elle nostre sacre aspirazioni. Il 4 novembre l"Auslri:1 esausta e vi nta chiedeva l'a:·mlstizio. L'Italia, per merito clei s uoi figl i aveva terminnta e vinta la guerra. La vittoria italiann comprometteva seriamente la situazione della Germania che si ve:.leva min:1cciata nnche nei suo'l co11fini s ucl-orientali e nella notte dal 1J al 5 nove1Dbre iniziava la ritirata, inseguita dalle noslre Divis ioni. Ri.tirata, tedesca, ea inseguimento sino al co11fi11e belga : Durante la giornnta del 5 n ovembre il I Gn1pno, che è nll' nvanguni:dia, apre il f uoco su mitraglintrici nemiche che ostaeolan~ alla nos tra fanteria l'occupazione òel pnese (li Cbivre. f'\ ll"imbruniri> il G1·uppo, pnssando il Cannle cli Sisson giunge a S!. Pxeuvc. Nelle ·p1:ime ore del . i::iorno O ·il II e il III Gruppo lasciano le posizio11i e si t ra~fer iscono n St. Pre uve. L'inseguimento continua ininterrotto durante le giornate 6, 7, 8 e 9 ; si raggiunge successivnmente la linea clelln. S<'n:c, la li1wa nii ont St. .Tenn Bliwch<'fosiw, .ìl mni-gine Snd dd Bois Rnmigny e Ja riva ~iniEtra clell"Aube. Il Gruppo d'nvangua.rdia precede di una tappn gli allri due Gruppi, e tutti, su pe1·nucl9 con ammirevole spirito cl.i nlmcgazione le g-raudissirue difficolt/1 della stracla che in alcuni tratti è resa intrnnsitabil<' dalle interruzioni fatte dal nemico. seguono le fanterie sostnnclo f:!uccessivnmcnte nella zona di Laville aux Bois, . Harchoune, Brunclrnmael e 7,ona cl i BJaucbefosi;ic. I n qne:;,t.'ultima localifa ln seconda bntteria, che è in avangu:irdl11, il giorno 8 rinpre il fuoco contro mitragliatrici avversarie appostate nel Bois <'l e Rumigny e controbatte l'artiglieria avversarla nppostata sulla ·.r iva destra <lell'Aube. Il giorno 9 anche le altre batterie del Reggiment9 pre ndono posizione nei J)ressi di Blnncllefosse. All'imbrunire dello stesso giorno, raggiunta la ri.va dell' At1be, la 8° Divisione riceve orcl,i ne di sost11re ; il giorno seguente viene ordinato di pr0Se1?Ulre l'imieguimento e di com:eguenza i Gruppi, marciando coll'intera Divisi011e, si t rnsferiscono nella zo1rn di Mnubert Fontai ne. Alle

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E DI U.1\"I'l'.-\ D'ARTIGLIERIA. ITALIANE IN FRANCIA

ore 11 del giorno 1l viene ordinata la sospensione delle ostilità; il nemico accasciato e vinto firmava !'armistizi.o. La guerra era così completamente finita col trionfo del.le armi Alleate. 'l'utte le truppe in festa inneggiano alla piit grande Vittoria mentre le musiche supnano gli inni na11ionali e ·fuochi d'nrtiticio, vengo no lanciati per ogni dove pet festeggiare 'la pace. Tn1,Sf!frime,nto net Belgi-O: - Il giorno 18 il Reggimento si porta a Fumai sulla Mosa, ove sosta sino al 2G, giorno in cui si trasferiS<:e nel I3eigio. Il Comando di Reggimento prende sede a Beauraing: il I Gruppo a Ponclrone, i.l II Voileche, . il IIJ: a Beaunvil.le. Ovunque i reparti vengono accolti con festa dalla buona e generosa popolazione belga. Il giorno ;f dicembre, fesla cli s. Barbara, il. Comandante colonn. Berrino rivolge ai suoi soldati i l seguente Ordine del giorno: ;< Artiglieri del 4<> ! Oggi è Santa Barbara la protettrice dcll' Artiglieria. Oggi è · festa per noi, miei valorosi artiglieri! dpdici mesi oi: sono in Italia .in quel dì s. Possi<lonio, llltima tappa della nostra do'orosa ritirata, noi uniti invocavamo la Santa P!:!r la sua protezione; l'invocammo perchè fosse -data u noi t~tti u.n 'arma per acconere al Piavi.' dove già i n9stri fratelli dician, 11ovenn:i meravigliavano il mondo colla loro resisten~a. E l'arma ci fu data! Vennero ì cttnnoni, ci siamo riordinati, ci siamo prepar ati, siamo v,;1rtiti per la Francia . Fummo sul. fronte di ì'auquois, poi su quello dello Champagne, e vennero le giornate del 15 e del 25 luglio. Conoscevo i miei artiglleri, molte prove ave,1 0 gi.à avuto della vostra disciplina, <lella vostra resistenza, della vostra abnegazione, d~l vostro valore, ma in quei gioml memorabili della grande battaglia ho sentito una volta di più qualì inagnificl soldati avevo ai miei ordini. In quei giorni d1. lotta feroce. e :;auguinosa e accanita, l'Italia guardava tre[}idante, orgogliosa : erano i suoi fig li che combattevano e moriVl:),110 non sul sacro sùolo, ma · lontani sul suolo di Francia, per la <:ansa comune. JI mondo vi ha ammirati e la Francia. vi !)fa ringraziati per bocca del suo Presidente, e poi all' Aisue dopo una serie ininterrotta cli combattimenti avete nuovamente cacciato il . teòesco, ravéte obbligato ad abbandonare le posizioni di Craonne, di Soupir, ·di Croix S. 'l'ete e quelle formidabili dello Chemin des Dames e poi ancora Cucy, Marchais; Blanchefosse, sempre nvanti, sempre combatt-enclo ... :Non eravate più soldati, . ma eroi che Dio guardava per lo sterminio dei barbari; e cosi siamo giunti alla vittoria. L'8 novembre dall'Itali a nostra giun9e la cleli1:ante noti?:iil della grande vittoria d'Italia per virtù delle armi nostre : 'l'rento e Trieste italiane sono nostre ~ r chè il fante d'Italia vi ba pianttito il nostro bel tric·olo'r<>. L 'll novembre la firma dell'annistizio colla Germania, la fine vittoriosa della guerra. Miei artiglieri, esultate! Molti cli noi sono caduti ! eroi che vivono nei nostri cuori, eroi il cu.i nome è scritto sul• lihro d'oro del Reggimento. Esultate, voi tutti avete compiuto il vostro dovere iu nome d'Italia, in nome del nostro Re soldato, Viva l'Italia, evviva il Re .,..

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VALORE DI ARTIGLIERI

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100 REGGIMENTO ARTIGLIERJA DA CAMPAGNA: - Il Reggimento · si ·era già coperto di gloria nel 1915 alle azioni per la pre.s a di Castelnuovo, di Sdraussina e delle durissime trincee di S. Martìno e di S. ;i.\'Iiclrele. Suçcèssivamente nella famosa offensiva da Tolmino al mare il Reggimento aveva spianato ai fanti la via della vittor ia sulla Bainsizza. Durante l'offensiva ·nemica dell'ottobre 1917 i resti del Reggimento si ri< tiravan9 nella zona di Modena per riorgani?:zarsi.

E'ig. 64 - Colono. Gioacchino Schellino

Fioriva l'aprile, e con esso fioriva la sper anza dei cannonieri <li Caserta ché sentivano imper ioso il ·bisogno di vendicare Caporetto. Il desiderio !}rdente fu esaudito e il 1.0° assieme al 4° da èampagna ed al 9° ).'taggruppamento pesante cnmpale, ha. l'onore di essere•inviato col II Corpo d'Armata sul fr9nte francese i n soccorso delle Armate Alleate. U fato ,1 olle che 70 anni dopo la battaglia di Goito, il 100 rinnovasse le gesta .dell'Artiglieria Ha.liana e le r innovasse nella terra di Francia, santifìcu ta dai sangue- versato da Bruno e Costante Garibaldi.. . ed, li 30 maggio del

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. E DI UNIT,Ì. D'AitTTGLlERIA l'l'ALIANE I.K FRANCIA

1918, nelle ArgQnne benedette tuonarouo pe~· la prilr!a volta le batterie del 100: era la voce della Magna .Italia che, ammoniva il poeta fraucese dicendo : « che il popolo ds)i mgr ti era sorto

cantando per chiedere la guerra». RiJornava giugno ed il Reggimento si portava trµ Reims e la Marna in qu<,l tratto delicatissimo che protèggeva Epernay, la via di _Chalons ~ di Parigi, e rappresenta l'ultima àncora di salvezza di ;Reims martoriata, di Reims condannata alla morte ed al flagello ... E quasi che il 10° volesse puniTe l'ira tremenda dell'avveì:sarìo, dato il e.ambio agli artiglieri inglesi, cominciò la sua Nrsìstente, tenace opera \di offesa e di difesa . Caporetto !... ed il r icordo atroce che assillaya gli ar tiglieri, dava all'anima nuovo vigore, . al corpo nuove e11ergie.. . e tuonavano i cannoni della vendetta, tuonavanQ sulle colline ove er a annidato il nemico, sulle t rincee tedesche. Capor.(:)tto !.. . nel ricordo delle giornate che avevano oscurato la gloria di undici b_a ttaglie vinte, i cannonie'ri (li Caserta tro vavano nuove energie, nuove fonti inesauribili· di forza e di ardore, ed i cannoni della vittoria rom, bavano, u lulavano,. distruggevano, annientavano l ... E la montagna di Bligny vide infranti i violentissimi attacchi tedeschi, grazie al pronto, vigoroso e preciso fuoco di contropreparazione e sbarramento per parte degli artiglieri del 10°. Bligny e le località adiacenti sono ora coperte da mille sognati allori e conquiste, e dove il ruilite francese, passando, rende gli onori dovuti ai morti. .. ai morti che combatterono con la consapevolezza di fare il proprio dovere, verso la loro Patria l. .. Rompere la linea nemica; lancia·r e all'assalto· le più belle Divisioni, trnvolgere Re:irus ed Epernay, sfondare le ultime linee di r esistenza e mn rc.iare trionfanti su Parigi! .. . •rale era 'il piano che l'lmperatore GuglielmQ aveva sognato e si accingeva ad at tuare. I potenti mezzi tedescM si centuplicavano, si armonizzavano meravigliosamente e l'ofl'.ensiva sognata; ro~!clitata, studiata si annunziò violenta e temibile come la più formidabile cbe ricordi la stol'ia !... Il 10°, dopo le infinite fatiche e :l d.i sagi di. una v.ita vissuta tra agguati ecl insidie, senza un momento di pace e d.ì. rip9so, dopo notti passate fra il continuo rombo delle artiglierie, attende sereno il suo ·posto d'onore e di battuglia, lo scatenarsi della bufera ... Alle 0,10 d~l 15 luglio l'offensiva nemica si sferra fu.r .ibonda con simultaneo, violentissimo bombardamento. Le batterie del Reggimento rispondono con micidialissimo fuoco di contropreparazio~e é con tiro a gns; U nemico, ammassato dietro le sue prime linee e flagellato da unn grandine continua di proietti, nou osa nrnQversi tanto è il panico prodotto nelle sue file. Il Reggimento continua impl nca bile fino all'alba la sua violenta azione cli fuoco. · Avvolti in una nuvola di gas, decimati dal tiro di controbatteria, gli artiglieri del 10° combattono ?trenuamente. Onde Trigona - rnQrtalmeute ferito, ma non c~e, e quasi beato della gloriosa aure-0la chè circonda l'eroe caduto, con la voce sprona i pochi serventi rimasti meno colpiti dai gas, ed incita i cannonieri a compiere il loro dovere fino al.l'ultimo ... E caàe C.ivalhri con

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VALORE DI Alt'XIGLIEIU

u na gamba stroncata . <:he rifiu tu cli t"SScre traspor talo al poste, cli medicazione e rilllane là sul posto di gloria : <:ili lo ,·ide più tardi mor ire, lo ,ide ancora sorridere!... E Calzoni inc:uraute del sangue che versa la suu ferita, sorride: sostituisce per il traino del s uo pezzo 1 cavalli uccisi; viù- ta rdi cou un braccio stroncato da una secouda fe1·ita resta ancora al suo posto sprouando alla lotta ... F, cadono Mearo e Monaci, e cadono, accanto ai Jpro can- _ .uoui e sUi loro cannoni fedeli, moltisslmi a ltri ancora ... Sia gloria a ,·oi eroi purissimi che dormite sotto la terra fiorita di Espilly e di Bois de Coutron: Je· vostre croci seminate sul campo di li' rancl.a sono e saranno sempre avanti ai nostri occhi : voi siete e sarete nei nostri cuori e nei nostri animi Poicl.lè vi sono figure di e roi che quando si allontanano da noi pare che portino via qualche cosa dell p nosti-a essenza cl.le va con loro ... con lo ro verso l' pbllo... non si sa dove! E roi della più pura pr imaYera italica che dormite sotto la terra bruna che vi 1'ic9pre, sorridete! La cor1:1a dèl nemico verso la mètu agognata è fermata, trattenuta dal fuoco dei cannoni ; la gloriosa l" batteria, più avanzata di tutte, assalita da l nemico combatte str(•nuame11tc, ma poichè l'eroismo non sempre [) Uò co. gllere i fiori della gloria per avere il g iusto premio, è catturata memre le altre ripiegano lc'nturnente sulle posizioni a rretrate. La maggior parte <lei cannoni -deve essere abbanclonata perchè s montati clal tiro nemico e perchè circa 300 cavalli clel Reggiuv.. nto sono morti asfis. siall dai gas o colpiti da scheggie ; ma lt risu ltuto r aggiunto col valido ~oucorso del 100, che in pocile ore l.J.a sparalo 2G.OOO colpi è maguiflco : il newlco dot>O 4 ore di preparazione inferna le non avanza, e attaccando con 3 Divi. sioni d'assalto contro 1 Divisione it.tllana, cede di S km. e deve dare il cambio al.le tru ppe ; lu sua offens iva è lufrant:1 sul nnscere ! L·eroicu 5a batteria dopo a1·c1· sparato su tutti gli obbiettivi assegnali, riesce a portar via 3 dei suoi 4 cannoni sebbene il piombo tedesco abbja messo fu ori combattimento tu tti gli ufilciali e tre quarti dei soldati. Sono ben degni di essere citati in questo glorioso episodio della battaglia gli arriglieri De i\Iar tino e Feno che prima cli morll'C abbracciano i loro cannoni. :\[entrc coi pezzi sal,·ati for man9 un Gru ppo, un for te nucleo di ar t~ g lieri, privati dei loro cnnnonl rimangono per 48 ore a combattere coi r epal'ti di fanter ia ... E coi fanti, elle ne avev_a no ammirato l'a'rclire, e acca nto ai fnnti molti di essi caddero quasi volessero additare agli .altri qunnto dura fosse la via da seguire, ma jusiemc quanto gloriosa fosse l'am·eola che Irradia l'eroe caduto sul ca mpo! .. . Coi cannoni rimasti si forma un Gruppo, il quale r ientra immediatamente nella lotta che si accencle f uribonda dn lle due parti nel pomeriggio cle l 15 luglio, e combattendo senza tregua r imane in linea altri 6 giorni con Divisioni francesi e scozzesi, trattenendo il i1emlc9 dapprima, nppogginndo validamente dopo i contrattncch,i degli Allenti, l i fii cui esito Yittorio~o segna il primo crollo de lla potenza rullitare tedesca. Il 10• nella grande bnttaglin nvern dato il migliore suo sangue !... p_ost

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E

DI

UN l'.l.' J\ l) 'AH'l'llH, ll•:HtA

ITAl,IANE lN FRANCJA

fata resuruo! E ' il suo ruott9. ed ogni ,·oltu è risor to più bcao e pii1 fulgido di gloria ! Post fatq, resnruot ... gli t10mi11i temprati a l s acri ficio, [)tll'ificatl dal dolor e che risana e fortifica l'allima , si rnet to no all'opera ricostrut t ri ce; dopo 15 giorni 11 Reggimento è di bel nuorn al ~u9 posto di baltaglia n el Settore di Verduu che conobbe lacri me e pene dì Heims ; dovo qualche tempo con rapidissime marcie notturne e prccisarnente nei primi di setternbre le batterie si spostano ne lla zona u nord cli 0 111\teau Thieny ove so:;tlt uiscono l'artiglieria :-11ue1·icuua. In questo Settore si rnatura 1·Hento gr audioso: la conqtùsta dello Chemin des Dames !. .. e il colpo è prepar ato cd effettuato nei primi d i ottobre dopo unu tenace preparazione e vio lenti colpi di mogi io vibrati <lall' Arruatu Mangio d1 cui fa parte i.I nostro 100 artiglieria. I battaglioni di avanguarclia fot·zano l' Aisne; con essi arditamente marciano alcune batterie del 100; le rcsistell7,e nemiche sono t r a,olte e gli Alleati proseguono vìttoriosi: il 13 ottobr e tutti i cannoni del R eggimento oltrepassano lo Chemin des Dnmes e si portano di froute alle nuove posizioni teclesche, ove il nemico si è f9rtemente t rincerato e dove faril (li tutto per arrestare la nrnrcia vitto1'iosa degli Alleati. Nel Settor e di Sissonne i cannonieri del 100 fanno miracoli scompigliando il nemico, torrucntanclolo c-0n tinuamente ... I tcd ei:;<.:11i sfogano la loro rabbia controbattendo con t utti i calibri le nostre posi~doni, l:111ciando gas con conLinui tiri ad ip1·ite. .. Solo chi non avesse potuto più cl'una volta fissare lungamen te la figura scheletrica della Mor te poteva aver pa ura ... e perciò gli artiglier i rimasero là : ave\'ano le bocche tlei loro cannoni r ivolte verso il nernl co che ora come sempre, Sfida, vano !.. . .W il 5 novembre l'avanzala riprende : L'aquila la tina. apriva le sue ali potenti e spiccava il volo g lori oso ... E L111>1>io11, Dizy le Gros. Rozoy, R ocr oi \'ituper ate, angariate e calpestate r e nivnno liberate dalle trnJ)f)e italiane ed i cannoni del 100, l cannoni della v-ondettn venivano r.icoperti <lì. fiori: nella marcia gJ9r iosa erano madri e sr1ose. er a no pargol.etti umili e gentili che onoravano gli eroi! ... TI popolo dei morti ern r iso1·to ! ... Le batterie d'avnnguardin e.be avevano rHìut::tto il ri])Oso, incuranti di fatiche e 11ericoli v\nc9no le resiste n;r,e d el nemici rìrnn ~ti vortaudosi viciniss iwi al le mitrng liutrici, ecl nninza no .. . uvnrnrnno :'!()uza cbiecler c un sol minuto dl riposo: 11011 le anest:1110 le inlt!rru;r,ioni strndali, nè guadi e passaggi imp1·aticabili; hanno una p11 ro la d'ordine : ,endicarc ! E la ,·cndetto giusta ~ snntissima, ,In vendetta che chiedevano i mor ti del C:1.rS'O e di Reims, era coUIJ)iuta: 1'11 novembre a lle ore 11, ()uo ndo giuni?e I 'orn di sospendere le ost ilità, Je lrntterie del 10° a Rourg e Firlèle stanno sparando al di là .(l~lla Mosa ! .. . Ln ì\Ièta. agognata era r nggiun ta ed il callllone della Vendetta cessa il fuoco per uJtimo. Al l'ovAnzata · vitloriosa s uccede la pncificu occu pr)7.io ne delle terre ri-

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VALOltE or AR'rlGLIEIU

conquistate al nemico ; dalle Ardenne, a dicelllbre, il Reggimento si sposla nel Belgio; prima di Natale sfila dinnanzi al Re d'Italia, al Re del Belgio èd al gen. Pétain, indi rientra al suo Deposito.

*** 90 RAGGRCPPA~1ENTO AH'l'IGLJERJA PESA);'fE CAMPALE. - Il Raggruppamento, composto dal XVJJI GrupJJO obici cln 140 (33"' e 34a batteria) e del XIV Gruppo cnnnoni da 105 (25"', 41" e 42" batteria) si trovava nella zona di Padenghe-Moniga (lago di Garda) dal 1° aprile 1918, facendo parte organica del II Corpo cl"Armatn comandato dal gen. Alberico Albricci.

Fig. 65 - Colonn. Vittorio Sircana

Le sue belle batterie non eruuo nuove alln gu.ern1 : quelle di obici già nel 1917 avevano preoo rmrte a ttiva alle lotte ' sul Can:o (Nova Vas), e clu.rante i! ripiegamento dell'ottobre avevano combnttuto cla successive posizioni sul

Torre, sul Tagliamento, a Pin7.llno, e infine, al di qua del Piave, a Monte Tomba e Monfenern . Le blltterie cannoni avevano comba!tu1·0 : la 25• bntteria dal 1910 in poi

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E DI UN t'l',Ì. D'ARTlGLIERIA l 'l'AJ, IANE IN FRANCIA

!!ella zona di Gorizia e del Sabotino ; la 41a e la 42a batteria nel 1917 nel Trentino (a :\!onte Lougara, :"IIonle Zebio e ll:lonte Ortigara), su! Vodice, sul Na Kobil e nelln :zona di Tohnino. De~,tinato al lI Corpo d' Anuata ha l'onore di 1·a1)prcsentare l'Itnlia sul teatro di guerra fraucò-tenesco; il 9° Raggrnppameuto parti da Desenzano e Lonato nei gio1·ni 2'2 e 23 apri.le, seguendo per fenovia l'itinerario BresclaI'avia-G<'11ova-Nizza-Lioue-Gray-Arcis sm: Aubc (Champague). Il lungo viaggio si svolse trn la più schietta a llegria dei soldati e J.e più eutusiasticl.!e dimostrnzioni di simpatia della popolazione accorsa nelle stazioni di passaggio. Il Raggruppamento giunse e si accautouò a Pouun, presso Arcis nei giornl 26 e 2, a prii(;'. In questo paese restò ritmito una 11uiudicina di giorni <:he furono u tilmente Impiegati a r.iordinare i reparti, a svolge.r e qua tclle mnnovra cl' hisùeme colle Di visioni d.i fan ter ia s ul campo di :Vlailly, a eseguire esercizi cli tir o- al campo cli Grundes Cha1iel les in acc:ordp colle squad riglie di aviazione e i ballons francesi. I due Gruppi pnrtirono poi successivamente per il fronte delle Argonnc, il 10 maggio it XIV coJJa 3"' .Olvlsi<;me di fanteria e ll 2i'i maggio il XV1II con l'Sa Divisione. Le due Divisioni ,itallnnc si alterna ro no in liucn alle diP'i!ndenzc del XIII Corpo d'Arlllata francese gccupantlo il tratlo cli fronte · da. Vauquois ad .Au,·ocaurt. Le batterie presero posizione a nord-est di Clermont en ,Argonne, nelln zona Rertramé-COte de F teri mont. Il Settore era abbastanza tran(]ui llo ed Hssui pittoresco ; l'nttività gue rresca pocn, eccetto qUHlche giorno di irrequietezza delle artiglierie e di concentramenti nemici cJ;>n gr:11111te e proietti a gHs, subito coutrob:tttuti. Xl>ssun danno e nessuna perdita si ebbe a lamentare. Questo periodo servi pertanto di u tilissimo HlJeunmento pel' i Comandi e per i reparti, e tli affiatamento coi varii organi francesi. Cosi cl si preparava lle1· le più as pre prove di domani. Il O giugno si iniziò il t rasferimento delle batterie clel Raggmppamento tlalla zona delle Argonne a quella della Valle dell'Ardre (montagna di Reims). Il Corpo ò ' Armato Halinno pnssn to a fnr pnrte della 5 a Annata francese, venirn ~piegato con le due Divlzioni eutrambe in linea sul tratto CharnplatMontag na di Bligny-St. Eupllrase-Vrigny. Le batterie pesanti prendeYano posizione il 16 giugno : quelle dn 105 nella zona di P ourc~r e quelle <li obici neìla zonn di :"1Iarùmx (Bois d','\.ulnoy). Il Comall(lo del Raggrnppa mento funzioni> (lat 18 giugn9 a Homery. A.zio11 c. nena, v alle (lell ' .4,rcke. - L'offensiv a teaesca, <lél 15 Wglio. Il mese passato clalle bntterie sul fronte di Valle d'Ard re prima dell'offensiva tedesca, e cioè da metil giugno a metà luglio, fu caratterizzato da un cregcente iutensiJìcarsi <lelle nostre n:zioni di fuoco ò'artlglleria, rese necessarie dai frequenti colpi di mano tentati òai t<'cleschi, e dal loro, evidenti preparativi di offensiva. G,!à li 20 giugno i tedeschi a,ernno infruttuosamente attaccato con. grandi forze, va lutate a 8 Divisioni, il Cor po Coloniale francese schiernto sulla nos tra destra a nord e a nord-ove$t di Reims. Tn !,(?guito s i ncca·nirono contro le nostre posizioni clella Montagna <H ,-

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VALORE Dl .I.R'tlGL!ERI

Bligny, Va1J911e di Chmubrecy e Bois, des Eclipscs, difese s,trennamente thllla Brigata Alpi, Gli attaccbi nemici si svolsero più Yiolenti nei giorni 23, 24 e 20 giugno: 1.. b11tterie da · campagna del 1()-0 artiglieria, quelle del 9° Raggr uppamento e quelle pesanti francesi del Raggruppamento del Comandante Adam-Salomou con simultanei, intensi e precisi fuochi di sbar'ritmento e di contropre11ara- zione resero impossibile al nemico non 0019 l'effettuazione dei suoi disegni, ma anche il mantenimento di qualche leggero vantaggio conseguito a prezzo di gravi perdite. L'aviazione ed i ballous osservatori concorsero attivamente con mirabile affiatamento a scoprire i movimenti nemici e regolare i ti1·i d'artiglieria: la lotta aerea ebbe dei momenti di vivo interesse e si svolse talvolta innanzi agli occhi della truppa . Così il ballons N° 25, nostro osservatore, ftl incendiato da un aeroplano tèclesco per beu due ,,oJte, .il 30 giugno ecl il 1° lugl.lo. L'ufficiale osservatore potè sempre salvarsi col p_aracaclnte, quando già il IJallone era in fiamme. In questo p€rioclo, il Raggruppamento versò il primo sangue in terra francese e fu quPllo del scrg. lllagg. Alberto Piperno del la fW· batteriù, morto i n seguito ad investimento antowobilistico sulla . vi.a da Pourcy a ;Nauteull. I l nemico mentre cercava di distrarre la nostra attenzione -cpn salrunrie azio.ni cll · dettaglio, e ostentava un quasi assoluto silenzio della propria art,iglieria, andava accunmlanclo dietro le Jiuee moltissime batterie e quantità enormi di munizioni e mezzl di offesa; clò risultò in modo certo nel periollo dal 1° al 15 Jugli9. Il giorno 13 Ja gntn<'le minacciata offenslva parve imminente. Nel la notte dal 13 a l 14 l'artiglieria del Corpo cl(· Armata, rinforzata dal Raggruppamento Pesante fra ncese e da 10 batterie. francesi da ,ii, eseguL un violento tiro di contropreparazione. Numerosi scoppii, seguiti da incendi su tutto il fronte nemico, dimostrarono all'evidenza quanto materiale bellico fosse schierato di fro11te a noi in attesa cl,ell'impiego. Nella stessa notte del J3 luglio, le batterle 33a e 3•1 '· di 'obici e 41" di cannoni cambiavano di posizione arretrandosi alqunnto, poichè trovavansi spinte oltre la linea di resisteJJza principale prevista. Notte cli f E'bbrile lavot·o, tragicamc~nt:e poetica, tt·a il rombo crescente delle artiglierie e le luci bianche ,e variamente colorate dei razzi <~ dei segnali, ~ le sanguigne degli scoppi-i e dei lontani inceJJdi ... Era in tutti gli ::tnimi un sentimento di fiera attesa, l'animosa impa7:ienza di una grande vigilia : quella <lel giorno in cui si s,arnbbero alfi ne decisi i destini del Mondo. F, venne, desiderato ormai. il giorno de lla suprema l)rovn. Alla mezzanotte dal. 14 al 15, méntre le nostre adigl ierie avevano da p9co iniziato il t iro di controprepar11zione generale, le silenziose batterie tedescbe istantaneamente si rivelarono con un enorme, immenso rullio, continuato inteJJ. sissimo per ben 4 ore. Si pensi che al tempo stesso non soltanto suJ fronte clel no~tro Corpo d'Armata, ma su quello di ben 150 km .. da Soissons alle Argonne, si scatenava un idèntico uragano di fuoco! Tutte le nostre artiglierie sostennero la lotta risponclenclo va lidamente. Bombardamento unico nèlla storia della guerra!

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E DI UNI'l 'À D' .ARTIGLIERIA l '.rALIANE IN FRANCIA

La giornata <lel 15 luglio ·1918 sta scritta a caratteri d'oro nella Storia di Francia e in quella delPeroif,mo fraHco-italiano·. ])€scriverla non è pos-siùi!e in questo breve 1-iassunto, nemmeno per 1;:i varte che riguarda r ni:tigl.ier ia del II Corpo d'Arillilta o s9ltanto il Hostro Haggruppameuto Pe$1;1nle. Ogni batteria avr ebbe un volnme di memorie, di episodi <l a nanare e da consacrare... Ne accennerò soltanto aicuui fra °i più notevoli, ma prima però leviamo un inno di J'ede e dj annuirazione per quan to fece .in quel giorno la nosh·a magnifica fanteria della 3a e della 8" Divisio11c comandate rispettivamente dal gen. Edoard9 P.ittalugu e gen. Giovanni Beru to. Ferma per 4 01·e sotto l'iuferna.le bomburdamenlo, immobile, sublime tra le nu.bi dei gas tossici, tr:i spettacoli inenarrabili di morte: eroica voi, f ra l'irrompere travolgente dei carri d'assalto e dei .-battaglioni nemici frescll i d.i energie e(l. eccita ti t1alla promessa (li unn sicura vittoria! Tutto il fronte tenu to d-alle Br.igate Al pi e Brescia, da Chamvlat al paese di llligny fu f9rtémente attaccato con grantle snpertorit/1 · di forze: la linea dovette necessariamentE' fléttersi, ma le perdite subite dalla sa Divisione, parecchie migliaia tra morti, feriti e prigionieri, dimostrarono che Ja fanteria italimrn seppe sacrificarsi sul posto, pur senza riuscire a contenere l'enorme orda inompente _! Il XVJXI Gruppo obici, per la sua nuova dislocazione al Rois Courton presso le artiglierie leggere (livisionnli, Yenne a trovarsi .i n assai critiche couclizioni. Mentre le vicil{e batterie <lei 100 Reggimento da campagna 1'esisteva.i10 ad oltra.nza·, fino ad, avere l'irruzione. del nemico tr a i pezzi, le due t,atterie obici, bencllè sotto poste a violenti ti ri di granate ed a gas, contiuuarono il servizio del pezzo -con le maschere indos-sate e fino ad ultimare tutte le muuizioni ; solo dopo aver avuto l'ordine dal Comando cli artiglieria divisionale, alle 8 eirca iniziarono il l'.ipiegamento riuseenclo a sfuggire al.la <inttura da parte del nemico avanzante nel Bois de Courtou, e recnndos.i per Nanteuil a lle posizioui cli seconda linea al Bois de St. Quentin. fo queste ore, il. Gruppo obici paga,1a il suo tributo di sangue : durante la prima fase del. bombardame11to restarono· feriti due capi-pezzo della 34" batter ia : serg. Giovanni Cortecc.ioni e ,Augusto Beltrame, ed i soldati i.\faxio Airaghi, Luigi Caldera, Andrea Ottonello, Giuseppe Corrugat9, Giovanni BelIoni, Emilio MafCezzoni e l<"erdinando Uccelli. I l 3° pezzo cli qn:esta batteria r imasto col suo cario pezzo (cap. magg. Guido Frezzati) e un servente (soldato P ietro Pierobon) continuò tuttavia con energia. e calma ammirevoli a fu nzionnre fra gli sconpii delle granate Tiemiche e fino ad esaurimento delle mu nir-ioni. Duranté il ri piegamento dal Bois de C9urton al Rois de St. Queutin, · restò, ucciso. il c;aporate · Pietro Lanclini dcl.l.a 34a batteria e fu.rono mortalmente colpiti i soldati Andrea Vergani ed Emanuele Bulla del.la 83" batteria, morti poi in seguito alle ferite. F urono anche feri ti. nella 84" batteria il sottoten. Giuseppe Santhli e il soldato Gottardo DeJJa B9na; nella 83" batteria i! capor ale Alberto Masetti ed i soldati Attilio Bertola, Cesare Costantini, Ercole Cazzalini, Giorgio Leme e Civelli Luigi. 11 3° pezzo della /Ha batteria (capo-pezzo serg. Eugenio .Azzini) nel rip.iegare affondavn .in una buca pro<lottn da uno séoppio di proietto : ·i n tal.e arresto sotto il fuoco ebbe uccisi '

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VALOREJ DI ARTIGLllllRI

tre cavalli, ma ciò malgrado l'iuscì con ferwe1>:za e nitore a disimpegnui-si e a raggiungere la batteria. Di esempio ai compagni ed aIDmire,·oll per il bel contegao di fronte al pericolo f urono auche ll serg. magg. Adolfo Gandolfi ed il :;,-erg. UJ.Ubel'to Di _Nunzio della i.lì.la batteria ; 'L I serg. F!Xforico Vescovelli ùclla 34a batteria e il soldato Emanuele Cullè del Comando di Gruppo. All"osser,:uer io di Gruppo il capo·rale Vincenzo Cantatore della 33"- batteria, cadeva ucciso <.la una fucilata menti.·e <:creava di resi:;,tere alle pattuglie tedesche ; il caporale Giullo Ravizz:i dciJa 3~:a. batteria cadeva prigioniero. Alle ore 15 deHo .stesso giorno le batterie obici ernno in posi?:ione al Bois de St. Quentin, pronte a ripreuùere il combattimeuLo malgrado le forti ))H'dite cbc possono riassumerl!'i in 4 morti, li feriti, 21 cuvalli fuori combuttimento e 3 obici colpiti e f uori servizio. Il XIV Gruppo cannoni cla 10J colle sue batterie a cavallo cklln Valle òell' Ardri! f n1 Pourcy e Ferme de Pres le fu battuto ìntensamentc dalle batterie tedesche fin dull'inizio elci bombardamento. Maggiormente c9l1>ita, anche con tiri a gas, fu la 42• batterin in posizione nel paese di Pourcy. Essa ebbe magnifici ci;1isocli di valore; il sergente operaio Carlo Serra, gravemente ferito a ll'aclclome, volle dare ln consegna clel IDateriale al ca·poralc O[)eralo prima cli lasciare la bntteria: il concluccnle l!"'aust9 Ste(anini giiL feri to leggermente, restò a ca,allo .fino a cbe Poco dopo ~n nuovo scoppio lo uccise presso Ln battèria. I sergenti Agostino Succi e Giuseppe Prnnes, allo scoperto e 11el pnoto maggiormente baltuto, esppnevnno coraggiosnmentc la vi ta per c1isincaglit1l·e il pezzo a ttondato fino al moz:-10 in una bncu di proietto. Pure della 42• batte1·ia. r esta,ano fr1·iti nello st<.'SSO giorno: il caporale Ernesto Hattistini e i soldati Paolo Chinn19retto, Carlo Aroldl, Giuseppe 'l'cnchini, Pasquale Gavone e Angelo ;v1:nm1glia. Longo la stn:icln battutissima che adduceva n Pourcy, il caporale maggiore stcu(lifìlo Clemente Ferrarl del Comando d i Gruppo con due soldati del Genio, per almeno sette volle riuS<!ivano a riallacciare la linea telefonica spe:1.1.ata dal Uro. fìn9 a che questa fu sminuzzata dal bombardamento al punto <li non esf;cre più assolutarn,~nte rifittabile. La 12a batteria i:icevettc poi l'ordiuc di ri ti rn rsi essend o il. uemìco avanznlo a qualche centinaio <ll metl"i dai s uoi ciezzl: dovette lnsciare iu posizione nn pezzo colpito in pieno, attestato clella violenza colla quale fu cont robattuta e cbe q\ialche- giomo dopo fu però ricuperato quale glorioso trofeo. Tutto H XIV Gruppo arretrò poi le sue posizioni t)<'r cl.ispos i:-1ione superiore, e con ammirabile ordine, b,euchè sempre sotto il fuoco. si 11ortò nella zona della Ferme de Courtagnon. Quivi, rifomito di munizioni . r iprese la sua valorosa azione. All'psservatorio di Gru1mo li J)crsonalc restava irnpnvido a compiere H proprio dovere fino a che il nemico gli fu addosso: in parte cadde prigioniero. azione <le/la Vane deWA.ràre - La controffensiva tl.Heata,. - I l nemico, che alla nostra sinistra era riuscito il 15 e 16 a passare la Ma rna a Dormans, faceva degli sforzi disperati nei successivi giorni per allargare la !'l11a testa di ponte, sJ)erando rnggiungere Epernay alle spalle del Corpo d' Armnta i taliano. l\falgrado questa seria minaccia, la resisten?:a delle nostre tmppe sì

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El DI UNITÀ- D'AnTIGLJJ!; RlA lTALlANE· IN FRANCIA

anelò affermando sempre più solida nelle successive giornate d.a l 15 al 18 luglio, specie pe1: opera della Sup€rba 3"' Divisione (Brlgate di Fanteria Nuvoli e Salerno) . ,Ai ripetuU attacchi sferrati dal n~rnico nella Montagna cl.i Reims, essa aYeva leggermente ripiegato opponendo una resistenza accanWssima. PattugJionl tedeschi eran9 riusciti ad infiltrarsi, fin sulla. linea Nantettil la l.i'OfSe-Ferme cle Presle, determinando uu oròiuato arretramento dell'ala sinistra della 3• Divisione e con essa delle batterie da. camvagna e pesanti. Il XIV Gruppo <:annoni da 105 si portò quindi il 16 a sera a prendere p,osizione a Germa'ine, mentre un pe7.zo della 42" batteria restava avanti fino ad esaurimento del le rnnni7.ioni, fUlminando dappresso i pattugl ion,i nemici sotto l'energica direzione dello stes.90 caJJit. Matteo Capiero. I l Comando Supremo francest comrireso che sulla Marno, tra Dorrnans e Epernay, il. nemico tendeva ad esercitare il massimo sforzo, inviava in tutta fretta truppe di i:incalzo·: così nel nostr9 Settore giungevano un Corpo d',Armata .inglese e 2 Divisioni francesi. Per il magnifico stradone .da Epernay a Reims, preso d'infilata dal tiro nemico e reso in certi tratti lugubre per cactaver.ì di soldati e di cavalli caduti sui margini della strada, era un inompere <li truppe di diverse nazionalità e di ogni Arma cbe ava nzavano ordinatamente. Si aveva l'impressione che l'onda nemica fosse ormai contenuta e respinta, e che il trionfo fosse assicurato per gli Jlls.erciti Alleati combattenti in nome della civHtit e della giusti?:ia uroaua ! In questi giorni che precedettero la nostra controffensiva, le batterie continuarono a compiere miracoli di resistenza e di operosità. Tutto il personale edotto del grande momento, prodigò sè stesso fino al limite clell<i . vossi bili tà . ll Gruppo cnnnoni all'alba del giorno 18, e cioè non :ippena delii1eatosi i.! primo movimento c:ontroffensivo della fanteria della 3a D.ivisi9ne, ricev~tte l'ordine dal Comanda nte del Raggruppamento di avan7.are verso le sue prE·cedenti posizioni di Ferme Courtagnon, e si portò brillantemente a cavallo della strada Le Caclr1m-Courtagnon. Gli obici, avendo ricevuto l'ordine <l.i n°sistere ad o:tra nza s ulle loro posizioni, · restarono fermi Ml Bois cle St. Quentin a poca clist:rnza dal paese di Nan.teu.il, sgombrato dai nostri e percorso da pattuglie tedesche. Tutti ormai, fanti ed artiglieri, erano incrollabili al proprio posto, in attesa d,ella riscossa e continuando a pagare il. glorioso tributo cli sangue. Il XVIII Gruppo ebbe ferito il ten. aiutante maggiore Carlo Feri:nnti e il soldnto Rinaldo P.ender della 34" batterin. Il XIV Gruppo ebbe il ten. Antonio Buonomo, Sottocomandante della 42"' batter'ia che, colpito .a l braccio d estro, rifiutava dt,cisamente di entrare all'ospedale e restava febbricitante a compiere il s110 dovere tra i pezzi; il caporale Ettore Setti pur esso della 42" batteria che, gravemente ferito e mentre &1:ava per essere adagiato· sull'nmbulànzà, aveva la forza di dire al suo capitano: signor capitano, ·mi addolora di esse1'e stato ferito perchè debbo lasciare la mia bella b::ttt€ria, mi perdoni se qualche volta ho , mancllto !.. .

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VALORE Dl ART IGLlEH I

l i giorno 18 dcll11eavasi decisamente l'aziouc coulroffensivu: allv nostra sinistra il nemico, elle aveva passato la _ì\l arna a Dormnns, veniva fermato e costretto dalle truppe francesi a retrocedere sanguinosamente sul fiume, deponendo perciò ogui idea di ru:rnovi'a aggi rnute .. Ne. uostl'O i:,,ettorc la 3a Div.is ione, aggrnppalu 111 Bols tle ,Vrlguy e<l- al bosco di Counuas, aveva resistito a tutti i tlispcruti sforzi nemici dando tem110 al Corpo d'Armata inglese e alle Divi:sionl franr<'sl <li ispit•gar:si a rincalzo :sulla ,Valle <kll'Ar<lre l' sul Plalcau d'Ecueil. .Per iniziativa ciel Comando del Haggrummmento, il Gru1lPO r::inuoni, elle già il giorno 18 era nv:rnzat9 da Germaine a Le Cadrnn-Cou.nagnon, si portò il :.!O sul Plateau. <li Ferme <.J.'Ecueil. La 41• lJHttcria <.: unnoui condotta brillnnteruente dal capit. Nicol11 lf resia, 1a·csa sotto il tiro durante .l'ultimo lratto della via, la percorreva al galoppo tra le acc.:lama:tioui delle batterie <1u campagna francesi e <lei 4° Hcggimento italhwo; siorpassava i<• loro liuee e metteva in batte1·ia immedìa tam ente ad ovest della .l!'crme. Hcstavano feriti gn appunlati conducenti Giuseppe .Paciui c Daniele Na nni. :::ieguivauo nella s t<'ssa giornata le bat terie 2;i• e 42"' cannoni, la 33° e 34" di obici. Le tre ultillle sorpassavano la ]'enue di 1 km . portandosi in al"(lirneutose posizioni, dove f urono raggiunte solo 11 giorno succe~h·o <la alcune batler ie da campagna inglesi. Il Comando di Ilaggl"tlppamenlo si tl'asferiva a conta tto delle J;roprie batterie a Cllnmery, alle cli1Jendenze lattiche del I Corpo <.:o loninle franccsé. Le batterie pesnnti nelle nuove posizioni furono vioJentemente controbatt11te, ma in tutti gli ocelli brHlavano ormai la soddisfazioue del dovere compiuto e la speranza della vittoria divènntu certez:ro ... Nei giorni 20 e 21 ftu-ouo feriti: nella 42a batteria il serg. ·Enrico Macchi e i soldati Arturo Cnlta e Giuseppe Cordoni, nella 33"' batteria il soldato ]'r aucesco D'Altro, nella o4" i l caporale Aui;usto Girotti e i soldati Ifo rtu. na to Gori, Luigi Matrull9 e Giuseppe Barberls. Fra gli episodi cli rnlore e cli slancio va ricordalo quello del ooldato Pietro Origlia, ope1·aio. della 42"' batteria, che con grave rischio dell a vita s i adopentva a :ot)eguere un inct•nclio provocato da nn proietto nemico in una riservetta di :munizioni cercando di soffocare con la propria giubba le cnriche incendiarie. Gli ,·cni va assegnata la medaglia al va lore sul campo. I l ten. Mario Zei:ollo della 25• batteria si offri per eseguire tuia pericolosa ricognizione e ne ritornò con un piede fracassato da una scheggia . :n cappellano del Raggru ppamento don Secondo Galani, sempre "in linea con le batl erie più avanznlc, si recò sino :i POlll'CY a contatto delle pattuglie tedesche ln pio pellegrinnggio per icleuti.ficar alcuni caduti e attingere notizie. Il giorno 22 venne l'ordine per il cambi9 <lelle batterie e il loro ritiro da Ila linea; ma i Comandan ti di GrUJ)PO, capit. Ugo )Iarfuggi e Carlo Invrea, e con essi tutti i Comandanti delle bntterie ade.rirono con entusiasmo alla pr9p0sta del Comandante del Raggruppamen tò per chiedere di resture ancora qualche giorno pè~· concorrere all'azione che 11vrebbcro svolta il Corpo inglese ed il Cor po coloni!lle francese che sostituivano il ~1ostro .. Difutti le batterie die<'lero ancora per due giorni, il 23 e il 24 luglio, Il loro Potiénte

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E DI U NI'l'..\ D'A[t'.rlGLJEH!A l'.J.' ALIANE IN FJtANC IA

aiuto a ile t ruppe ,Allèate : al generale Comandante l'al'tiglieria francese che esprimeva elogi e chiedeva un elenco cli nomi per assi gnare delle ricompense, it · Comandante <lel nostro Raggruppamento rispondeva, ringra7.iaudo, che la più bella ricompensa per l mititari dipendenti era la coscienza cli aver _fatto tutti il proprio dovere e l'onore di es~ re stati ammirati ed ap·prezzati ùallè truppe Alleate. Il 24 luglio i l Raggruppamento lasciò la linea e si diresse per via ordinaria alla zona di Arcis sur Aube per· riordinarsi. L,f' bati.erie pesanti passavano la Marna proprio qua ndo, non molto lungi, le ultime truppe tedesche ln ripassavnno nell"altro senso, sconvolte e decimate <lal cannone!

Fig. 66 - Gen. Elodio Conso

Superbamente belll erano .i ca_nnonieri del Raggruppamento suJla via del l'Ìto1·no ai loro accantonamenti di riposo. Era il mattino della loro prima marcia; il loro viso sfatto dalla fatica, le uniformi lacere e inzaccber~te, m'l:lcchia te di sangue, i loro pezzi irr.iconoscibili per i segni deHa reeènte lotta destavano ammirazione. BrJllava la Joro pupilla dì un orgoglio e cli una soddisfazione f orse mai provati. ;r giovani artiglieri ancora una volta si er ano mostrati degni dei loro padri mor ti a Custoza, a San :i\iartino, ad Adua ...

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VALORE: DI ARTJGLIE:!tI

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E DI UNI'.1.'iÌ. D'AitTIGLlERIA ITALI AN I':

IN

FRANCIA

A Vouè il 31 Luglio fu detta una solenne i\fossa militar<:.' a suffr agio dei caduti del Raggruppame nto; pronunciò belle ed isptrate parole di -ringraziamento alla truppa il g-en. lDlodio Conso, Comandante l'artiglieria del Corpo d'Armata. Il gioruo 5 agosto in una magnifica ed impressionante cerimpnia presso Arcis, il gen.• Albricci ·distribtù le ricompense al valor mili, t11 re concesse sul campo. Il. giorno 8 agosto in u n'altra bella cerimonia, il gerr. Conso distribuì le Croci di guerra funcesi meritate per l'azione dei milltari di truppa del Raggruv.pamento. A.z_ion,e. dell'a-gosto-settem,b1·~ s11,lle A.rg<>ivn.e. Il riposo che attendeva il Raggrnppamento, come qu.ello di · tutto il Corpo d'Armata italia no, ·fu di breve durata : 15 giorni al massimo impiegàti per riordinarsi e colmare i vuoti. Premeva al Comandante del nostro Cor po d'Armata che il nostro soldato riavesse al ,più prfsto il suo posto d'onore sul fronte dove l'immane battagli)) divampa.v a vittorios~, e che i colori della nostra Patr.i a fossero portati ben avanti e ben alti "sul suolo di Francia. Il Raggruppamento fu destinato sul fronte delle Argonne. ;u 9 agost9 il Gruppo cannoni partì per via ordinaria : il Grupl)o obici lo seguì il giorno 18. Le · batterie si sch,ierarono : quelle cannoni nella zoua· pianeggiante tra Dertramé e Avocourt, quelle obici nella zona collinosa a nord di F lorent. Il Comando del _;Raggruppamento a Rarécourt, dove · !1Ssunse il Comando di tutta L'artiglieria pesante del Settore, che compréndeva anche 10 batterie dell'8° ~leggimento artiglieria a. piedi francese, e 2 batterie francesi di grosso calibro, L'attiviUt bellica dell'importante Settqre affidatoci fu in quel period9 scarsa e limitata a t iri di inquadramento e di disturbo : le batterie completarono quindi il loro riordinamento preparandosi a nuovi cimenti. Il 26 agosto, con solenne cerimonia, il Presidente della. Repubblica FranC(Jse, R. P9incaré, distribui s ul C/llllpo di· Futeau le decorazioni francesi ai Comandanti delle truppe per l'azione del luglio. L'azione sulla fronte della Vesle-A [s-ne. - Il 9 settembre il Gruppo cannoni, e il 12 il Gruppo obici vennero ritirati dalla linea delle Argonne e diretti vei:so la zona dell' Aisne. Il Corpo d 'Armata italiano passò nuovamente a far parte del.la 5., Armata. franc;ese. Il Grllppo ca.nnoni per ferrovia., t)er Cha.lons.C11àteau Thicrry, dopo una breve sosta a Vichcl Natcuil, proseguì per St. Gilles (presso Fisroes) <love prese posizione il 15. F-u soggetto a frequenti t iri a gas tossici, ma fortunataniente non ebbe a subìre perdite, Il 21 e 22 settembre si spostò ancora e per Fére en Tardenois, audò in posizione nel Settore cli Vauxtin-Vauberliu (Vesle) 1 d9ve fu r:.iggiunto il 22 stesso dal Gnippo obici che con dieci faticose tappe per · via ordirnl ria aveva seguito il movimento. Le batterie obici furono piazzate nei valloncelli d i Vaux,ere e Vaubèrlin . .Tl Coms ndo di Ra_ggruppa~ mento si stabilì presso .Touaignes; alle s ue dipendenz~i passarono anche 2 Gruppi cli artiglieria pesante francese : il V clell'SZo Reggimeuto ed il VI del.1'87° Reggimento. Il Corpo d'Armata italiano era schierato- sulla Ves!e colle 2 Divisioni in

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Fig. 08 _ Visita del Pr<'Sìdentc della Rcp11bbllca francese alle lrupJ)<' italian<'

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E DI UNl'l'À D'ARTIGLIERIA l'l.'AT,IAN@ IN FRANCIA

linea tra VilJers en Prayere e Pont Arcy. IL Settore, molto imt)Ortante, fronteggiava da sud le linee tedesche dell' Aisne ed il faw.oso baluardo dello Chemin des Darnes. Fin dai primi giorni l'attività bellica, specie dell'a rtiglieria, fu assai c-0nsid,erevole. Le tru1>re di fanteria subir9no molti tiri a gas · e a granate. Anche l'attività aerea fu molto grande : in complesso si sentiva dl essere al ,preludlo di grandi azioni. Mori in questi giorni pei: ma luftia contratta . in servizio, l'automobilista del Comancl-0, soldato Gius!;!ppe Marchese. Nell 'imminenza della· nostra offensiva, per essere in grado di meglio appoggiare l'avanzati:i delle fa nterie, le batterie si spos.tarono : la 33a obici a Dhuizel, la 34"' obici a St. Mardt, la 41~ e la 42"' cannoni pure a St. 1VIardt. Esse furo no soggette a f requenti tiri nemici, anche a gas.. Nei giorni .3 e ~ ottobre la 34a batteria slibi dolorose perdite : restò ucciso il soldatp Silviano ParJsella e furono feriti il serg. Guido Frezza.ti, il car>o.ale Umberto Tesi e il soldato Calisto Gattelli. Il serg. Fr ezzati, già distintosi neHe azioni di Valle d'~rdre, cadde durante il b<>mbardamento nemico presso il ten. Guido Picè inelli, suo Comandante di Sezione. Questi, uscendo dal ricovero · con generoso sl;:mcio se lo caricò sulle spalle mentre continuavano a scoppiare ì yroietti .nemici, e lo p-0rtò al sicuro. In quei giorni aveva inizio una risoluta azione off.ensiva per parte del III Corpo d,'Armata francese sulla nostra destrn. In breve anche il nostro Corpo atfaccò le linee tedesche ottenendo rapidi successi col passMgio del1' Aisne, e l'occupazione di Chavonne, Soupir e Oste!. La nostra fan teria nei giorni 3 e 4 ottobre ebbe dure · perdite speci(llmente per effetto dei gas t0S1Sicf, ma contiuuò valorosamente l'avanzata verso lo Cheruin des Dames. Le batterie seguirono il movimento : la 33"' obici si por tò il 5 ott-0bre a Chavonne e l'l.l a Ferme di Metz; la 34a obici il 10 ad ovest di ·.Oste!. J l Gru.ppo cannoni fra il 12 e il 18 ottobre si por tò col le 3 batterie a nord di Oste!. I 2 Gri1ppi pesanti francesi si portqrono pure a Ferme cli Metz e a Ostel. In questi giorni la 33"' batteri.i ebbe · i soldati Alfio Scuderi, Pasquale Clemente e Isaia Lollllrnrdo gravemente co'.piti dai gas tossici. Il . Comando del Raggruppamento seguì dappresso le batterie dipendenti portandosi a Braisne e a Chavonne. R ·i t·t ra ta, gene,,.ale ~edesca- - A.ve,11~:citc~ a,1/,eg.ta. o?t·1·e IO. OhMnin. a·es Da1ne.s

Nei giorni 11 e 12 o1tobre i tedeschi, premuti dalle valor9se fanterie Alleate e decimati dalle nostre ar tiglie.r ie, cominciarono il movimento cli ritir at a generale oltre lo Chemi.n des Dames. Mentre le fi:interie tutte slanciavano all'insegiùmento, le batterie pesanti iniziarono l'avanzata . attraverso una zona di ·assai clifikjJe viabilità perchè devastata, sconvolt:;i, seminata di mine e di enormi intennzioni stradali. Chi potrà mai dimenticare la straziante visione dei paesi desèrti, · rasi al suolo, ingombri di rottumi, di m(lsserizie sconvolte e bruciate, colla calda impronta della barbara e devastatrice opera del nemico? F u un vero miracolo di attività e di perizia l'avanzati:i delle batterie del. e l''A.i/.ette. -

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VALORI<; DI ARTIGLlEIH

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lìig, Ù!) • Vjsita. del Ge11. D i a,1, (4 srl tC'IJlbT'<')

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E DI UNI'.I.'.>\ D'ARTI GLIERIA ITALIANE IN FRANCIA

Raggruppamento e <l i que lle pes:rnti francesi da esso dipendenti . Essa fu compiuta .nei giorni 13, 14 e 15 ottobre pe1· nn tratto di circa 50 km. percorrendo strade sconvolte da enormi imbuti di mine fa t te scoppiare dai tede1.,chi. 11 ten. Domenico Corigl.iano, Comanda nte la 25" batteria cannoni, precedeva i'l Gruppo a capo di una ardita sezione di cannonieri a cavallo, riconoscend9 gli itinerari e inviando alle batterie prezio!!e informaz;ioni. ll 15 a sera tutti i Gruppi t>1·ano in posizione nella zona· di Montai 6'1.1 e pre<;isamentc: i cannoni tra ìl:fontaigu.Matchais, e gli obici nel · Dois de Paulailer ad ovest di Sissonne. Due soldati della 33.ma batteria obici, Cesare F uriani e Alfredo Ricci, restarono feriti in questi giorni per .lo, sc9ppio accidentale di una bomba a roano. Ll.:z'iOne s1a fron(e, Si.s-so1Mi<J'. Mcircha-is : Il perlodo còmpreso tra il 15 ottobre e H 4 novembre fu caratterizza to da intensi bombardamenti es eguiti dalla nostra artiglieria e -tidiretti a scuot~re i caposal.di della farn9sa · linea difensiva Hunding-Stell.ung dietro l:i <)uale il nemico ·sl era formato e rafforzato. .I tedeschi risposero ai nostri . i:fri con una crescente intensitlt d i fuoco, abbondanc10 specialmente nei tiri a gas . contro' i boS<:hi antistanti e l'abitato di Sissr.mne, :fino a renderli inabitabili. · L~ battel'ie ebbero delle dure giornate ; ma rotte però ai disagi della guerra e colla radiosa vis ione della vittoria soriportarono con alto spirito privazioni e pericoli, ,e seppero assai bene ~doperai.·e .: a loro difesa i mezzi di protezione contro le nubi asfissianti e lacrimogene. Più pl'ovate furono in questo periodo le batterie obici : il 19 ottobre il ten. Guido ToS-O della 33a. batteria, da pochi giorni giunto al Raggruppamento · cadeva valorosamente ucciso presoo l pezzi da uua scbèggla di granata; nello stesso giorno la 33" batteria aveva ferito il soldato Giovanni Tambur ino e la 84• i &'Olòati Mario Airaghi e .Marino 'frilllni. , Il 27 ottobre un'altra. grave sciagura colpiva. i l · glo1·ioso Gru (lflo obici : i due comandanti delle batterie cap. Enrico Martinengo e teu . Umberto Lucci Chiarissi venivnno colpiti da gas tossici infntre dall'osservatorio avanz;ato di Sissonne r egolttv~1.no i tlri cli precisione su 1I'erme le Chaffour, pnnto fortificato della linea t'!desca. Entrambi vollero restare alle loro batterie benehè sofferenti; rnit dopo a lcuni giorni fu. necessario inviarli all'ospe<ìale. Purtroppo il ten. Lucci ChiarlssJ, il brillante Comandante della 34" bat teria, giovane animoso <~ di alti entusiasmi, moriva poi cli bronco.polmo. nite all'ospedale di Lione. Pure colpitì da gas e quindi perduti dalle batterie fu'ronp : al la 33"' batteria l'asJ}irante Carlo ?:appia e i soldati Enr ico lntrozzi e Faustino Berui; alla 34" batteria il caporaie Illaro Rava e il soldato Francesco Sandi. Il 13 ottobre una Sezione della 41.rua batterla c<,maudata dal ten. Orlantlo Scarsi si portava in posJzione, assai avanzata e contMbattuta, a nordest <li Le Tbuillot: i l giomo dop~ l'altra Sezione segulva il movimento e Ja batteria. riunita eff<>ttuava con efficacissima azione, gli ordini del proprfo Comanda nte capit. .Ari;:tide Alati. · Il 1<> novembre tutto il Gruppo obici faceva un bello sbalzo avanti por-

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\'ALORE DI AR'l:!'GLlERl

tandosi presso le prime linee di fan te ria a Marchais; la 33~ batteria ebbe grav€mente feriti i soldati Giuseppe Rus~oni ed _Arturo Jntrozzi, il primo dei quali soccombette poi in seguito atte ferite. Questi movimenti delle batterie pr~Lttdevano l'ultlma gruve offensiva generiile che doveva s pingere il nemico al di là del confine. L'cwanzcita generale rerso ·il conftnr frrmco-belua - I!armistiZ·io.: tutta lu linea tedesca, dal ma re della Manica all'Alsazia, rnartellnta vigorosa-

l!'ig. 70 - Ten. Orlarnlo Scarsi

mente dagli Eserciti Alleati del generalissimo _i\.Iaresciallo ll'och, ondeggiava cedendo, come unn grande costruzione vicina a crollare. Le truppe fl'aucesi, inglesi, it:1Iia11e ed americane raccoglievano .i. loro sforzi per vibrare gli urtiml colpi : uei giorni 3 e 4 novembre enormi es plosioni ed incendi . ~u tutto il fronte dimostravano che il ne_rnico, ritirnhc:Iosi, scgnvolgeva i passaggi e bruciav~ i dep0siti che era obbligato ad abbandonare. Senza perdere H contatto col nemico, · le nostre bel le Brigate Rresci.a, Alpi, Napoli e Salérno, precedute dai brillant_i squadroni del Reggimento Cavalleggeri Rocli {15°) e dai vii.torosi battaglioni d'assalto, lo segttivauo <'!.appresso non concedench>gli tregua. l i Rnggruppamento, IJ€l' concorrere. più cla vicino alle azioni <Jella· rapida ava nzata, aveva formato una batte·· ri-a volante di cnunoni da 105 rinfor,1nta in mezzi di traino e in munizioni:

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E DI UNITÀ D' AW.l:(GLIETUA ITALI ANE IN FRANCIA

esi;a proced('tte in8ieme con Ja fanteria della 8• Div.isionc e coi Gruppi da c~impagna. Le t·imanenti batterie da 105 col Comandante d i Raggmppumeuto, partiron9 il 5 matti na: traversava no l3issonue dev11stata, r aseuta rono l!' enne Le Chaffour rasa a l suolo dalle batterie dei valorosi capit. Martinengo e ten. Lucci, allor a doloranti su lontani tetti di ospeùale. Lappion, D izy, Legorsse, Ooloru, Rozoy sur Serre, Aouste, Flaignessie, Eltalle seguaron9 le ta prie del la vittoria finale. P aesi imbandierati, popola, zioni acclamanti freneticamente per la gioia · dell'improvvisa liber azione. Oh ! i racconti uditi· da quelle povere labbra cli t ruci episodi e di sevizie patite iu quattro aunl di schiavitù!... IL nemico fuggiva innanzi a noi lasciando le traccie della sua impotenza a freuare l'avauzata v-cmclicntrice. E r·auo sui nostr i passi ei1oruù imbuti di mine esvlose, contenenti alcn,ni le ·r ovine {li intere case, forse cadaveri di abitant.l. .. , barricate sapient-emente disp9ste, ma ·indifese e abbandonate senza lotta ; abitazioni incn.'dlbilmente sconvol_te colle masserizie ammucchiate e mescolat!:! a stracci, lllObili fracassati, rottami, elmi, armi, casse di cartuccie e di mu11izioni.... Il Gruppo obici avanzò pur esso senza trovare altri ostacoli che quelli delle interruzioni stradal:i, per l'itinerario : St. Preuv~\ Ville aux Bois, Gra ndie ux, Aouste. Solo la cavµlleria , i battaglioni d'assalto e le truppe di prima linea ebbero i n (]uesto inseguimento di oltre 100 km . qualche scaramuccia colle r etroguardie tedeséhe : la 42• batteria cannoni da 105 ebbe l'onore di sparare gli ultimi colpi prima della cessazione delle ostilità, battendo da posizioni a nord di Etalle il n·emico in marcia sulle strade a nord di Rocroi. Il Comando del Raggrnp1rnmento lascfava, ultimo fiore sulla ter ra cli Francia, il cadavere cl!;!l capora le Ignazio De (}jorgi morto per malattia derivante da i;,tr,tpazzi. Il. mattino dell'll novembre veniva diramato l'orcline de!J'arrnistizi9 che "'bbe inizio dalle ore U . !ll(licibili dimostrazioni dl giubilo -<,d. inni di vittoria!. ..

Abbiamo cita.to i n pre.cedenza l'eroica fì.11e del ten. col. Raimondo P avesio del Comando tattico del 4° Reggimento artiglierin da campagna. E' opportuno tornare sull'ai·gomento per illustrare meritatamente la figura di questo splendido e valoroso i::olda,to. Egli non era a lle sue prime armi. Tre anni cli guerra lo videro sempre . al f ronte instancabilmente ; al gen. Conso, Comandante cl'artiglierin del II Corpo d'Arma ta che, desiderando averlo . vicino, gli offriva un posto _di

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IL VALORE DETJ 'l'EN. COL , PAVESJO

fiducia come ufficia le addetto al Comando, ris11ose : molto YolenUerl verrò con lei, m 11 a guerra fi nita; ora il mio posto è s,uI campi di batlaglill. Della guerra conobbe tutte le asprezze, le inenarrabili torture fisiche e morali, Ja fatica f9lle : conobbe i digiuni, la fame, il gelo, l'immobilità forzata e snervar.te, gli interminab.lli 9Crvizi sotto l'ancor più interminabile pioggia, la pioggia maligna che cade per ore e giorni e settimane senza

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Fig. 71 - Raimondo Pavesio Teu. Col. d'Ar tigli<'l'ia Battaglia dell' Arclrc - Settore dì Reims - 21 luglio 1918

tregua, immollando le vesti, le frt1 gili tende, le eopeì-te, i miséri giacigli, r iducendo tutto l'accampamento un'immane pozzanghera, ove gli uomini fa sciati nel gelido cilicio delle vesti gr9nt1auti, · guazzano nel fango senza scampo, nèll'inesorabile divieto d i una fiammnta confortatrice, nella bramosa vana attesa <li un benefico r aggio di sole !

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IL VALORE DEL TEN. COL. P..I.VESIO

La sua infaticabile attività fatta di slancio e di teuaeia, due ,, h·tù <:be non spesso si abb.inano nello stesso individuo, egli pi'odigò su t utti i Settori del fronte, sereno nell'accettazione d-èlle diu till'ne piccole e grandi .miserie della guerra, inflessibile, stoico nell'adempimento del dovere coinpiuto fino al sacrific.io supremo. Alt.ernava egli il comando quasi i ninterrotto dei tiri e l'estenuante lavoro di osservatorio al le più ardite ricognizi9ui, durante Je quali si spingeva magnifico di audacia, nei punti plù battuti del fronte e, a costo di sacrifici . indescrivibili, faccia a faccia con la morte - e la sua· fine gloriosa ma dolorosissima ne fa fede ! - voleva riconoscere e scrutare quella località pahn9 a palmo. Nel memorabile agosto del 1017 Raimondo Pavesio si era per molti giorni volontariamente -chiuso nell'osservatorio p ii1 avanzato del fronte della J3ainsizza, quell'osservatorio che fu detto « L'occhio intelligente del II Corpo d'Armata )), e che fu costantemente preso di mira dall'artigllèria nemica, per cui come ebbe a riferire il gen. Baistl'occbi, si ebbero a lumentare molte perdite nel personale ivi addetto. Furono giornate di fantasUca, da!!nata, esaspe'rata fatica, di prodigiosi, eroici sacrifici! Raimondo Pavesi9, inalterabile <li calma e di serenità, con stoicismo esemplare · affrontò privazioni e patimenti di ogni genere )j\lr di non abbandonare ·il posto. Giorno e notte, forzando la volontà fino all'invèro.simile ver non cedere alla stanchezza mentale e fisica accumulata in quelle lunghe settimane di lotta senza quartiere, nello- sforzo estenuante della faticosa r:icerca, di quel febbrile sc1"lltar-è, con l'anima negli occhi, tutta la perspna tesa come un arco, il suo· io, il suo essere annientati nell'unico, fèrvido, appassionato pensiero della Patria! Eppur fra tanto patire, dimenticando le sue sofferenze, sempre. d)gnitoso di fronte a cglleghi e i nferiori, sapeva incoraggiare .i suoi uomini e trasfondere in essi forza dì abnegazione e di energia combattiva. Ma tanto sublime sforzo fu coronato c~a ottimo successo; i brillantissimi risultati ott1;'nuti andarono al di là di ogni aspettativa e le. Relazioni uffi-ciali attestarono elle il ten. coi. Raimondo, Pavesio aveva reso alla patria ser vizi segnalatissimi, ciò C'he gli va lse più tarcli gloriose proposte ed una gloriosa medHglia al valore. Infine egli potè uscil'e da quel volontario e duro carcerè, ma per gli asprissimi pat imenti sofferti, per lp smisurato sforzo della volontà, per la prodigiosa tensione dello spi.rito egli era talmente mutato e irriconoscibile che i suoi superiori impressionati, così c-0me il geu. Chappuis, insistevano perchè si ·i;u·endesse un po' di riposo. Ma egli incurante di sè, 11ella pcrcnn<~ offerta di tutto sè stesso alla Patria, inebriato della pura gioia del su.o sacrificio, non volle allontanarsi ne.ppure un'ora dal campo della gloria. Pocbf settimane più tardi, in un giorno del settembre 1917, Monte Santo era più che rnni fatto segno all'accanito . bombardamento nemic9. Il ten. col. P avesio, :rnsioso di chiarire personiilmente al.e.une oscure mosse df'l nemico, volle avventurarsi .in una pericolosissima ricognizione. Il monte lèggenàario fiam meggiava : i presenti, ben va.lutanclp il pericolo estremo,

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IL VALORE DEL TEN, COL, P AVESTO

lo cousigliurono a desìstere da tale a rdi tissi ma impresn, ma R uilllonclo l'avesio uon era uomo da indietreggiare di fronte al pericolo, anzi! Ciò che può essere comune non può elle avere un Yalore molto scarso, SCl'iYeva egli; n9n intese quindi consigli : calmo, intlessiblle, audace fino al l;i temerarlctù, come cli lui ebbe a dlre un suo superiore, si avviò solo, senza scorte di uCli· clali e soldati, con passo slcu1·0 su per quel monte sconrnlto, clilnniato da lle· artiglierie nemiclle. La sua al ta fig ura scompi1rye in quel nembo infuocalo, fumos9 e stillante, nel f rastuono assordanlc di un uragnno di proietti. Quelli che lo videro a llontanarsi, con cuore a r tigliato dall'augo~cia si dis.sero : .favesio va a. morlr<c: ! nou tornerà più indietro! Ma dopo ore di a nsiosissima attesa l'eroico lenente colonnello tornò miracolosamente incolume recando ciuc!le preziose not.izie, per ottenere · le qu nI i aveva con mirabìle slanci9 e abnegazione affrontato cento volte la morte .. Iclclio volevn conservnre ancol'a a lcuu poco quella preziosa e;:iisten:.m ! li cow. pianto gen. Cascino, compres,o cli entusiasmo per si peculiare ardimento e sommo disprezzo de l pericol.o eube nel es primersi, pa'rlnndo del Pavesio con altri ultissimi ufficiali, coù parole di cosi entusiastica ammi razione· dn strappare lncrimc cli orgoglio n!lo stesso t en. col. Pa,·esiio, il quale appunto in CJtWI momento stani raggiuugenclo il C901ull(lo per fare In rela zione delln suu audacissima impresa . E rano appen:1 trascorsi pochi giorni da codC'Sta ricognizione, rìmasl:t J<"ggendar ia, quando Ilnimondo P aYcsìo. nl qua le i>emprr. ernno n'ffìclnti im•nrlchi aspri e pericolosi, fi tro,·aya chiuso in un aY:rnzatissimo ossen ato rio, intento all n consuetn nrclun lndagine. I ndh-icluato dal nemico, molte granate ernno fltate lìmcinte contro quclJ'oss ervatorlo con esito negativo, quando infine il 5 settembre tlll proidto cli grosso calibro lo colpì In pieno e lo distrnsse. Rai mondo P avcsio fu tr:1volto dalle macerie un itamente ad :i llt·i uffì.cin li e w ldati elle c90 lui staYano nell'o:,;ser v,1torio . .,In quei momenti <li massimo scompiA'llo, tra le grida ed ì Jumeuti clei se1)()lti vivi e dei feriti, egli man tenne il J)l ù ammira bile sangue freddo. Dimentico di sè <', S('hbene SC'ri nm<'nte cont u,:,o, mulconclo, ncceC'ato (lai de triti della fabbrica roYinat n, si prestò alacrement e a dare aiuto e c9nfor to ai compagni f eriti e nppellll potè ul"Cire da qnelln bolgia inferna le, preoccupato unicamente cl nll'andamento clell'azione, rifiutò cli pensare a nche pr r un solo istnnte a ;,è stes.'<o, <' riC'ccolo .lrumnn.tinentl• s ul la bn'('Cia a cllriger r impcr t11rbabile il ti ro delle 1<;Ue batti-rie. destando, con tale fermisslmo cd esemplare contegno, verace e deferente ammirazione tl'n i present i. superiori e colleA'hL :ì\Iu ohimè! Nobillssimi cupri, che vi misuravo te in tt1n ta gnra d i g0t1erosi ardime nti, quali giorni di tortura In liYida im·iòia, l'insania e la m:11vagità vi st3vt1no prcparnnclo s ubdolamente e vigliaccamente ne l l'ombra! Caporetto !. .. in quelle gjornate disastrose, in quei momenti cli supremo Rconforto il ten. col. Pavesio coll'animo s(mguium1te cli sdei:rno e di do lore, nel travolglmèn to d'ogni cosa, nel naufrngio dei plt1 sacrosnnti ideali, pa~oo ore e giorni di intraclucibile tormento, ma uon cedettero i suoi ner\'i d i acciaio, non piegò il suo animo fierissimo, non 9'infr:111se la sua fede su-

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IL VALORIJJ DEL TEN. COL. P AVESJO

1wr ba ! Impassibile nell'aspetto, dominando l'Interna tortura fu, come sem11r~. mi rabile nell'adempimento ciel do,erc cd ebbe un solo peusiero: mantener e i suoi uomini il J)ii1 possibilmente immu1Ji da l contug io della fo ll ia invadente e sa lvare le sue batterie! E , avuto l'ordine di rlpiegameut9, con cuore stra zia to, stra ppò i suoi obici mernvigliosi da quelle posi1.lonl ove con sforzi sovrumani ed a pre1.1.o di tanto sangue erano stati , ittorlosamente portati, e con essi, dnt9 ma non domato nè sfiduciato, intraprese In spinosa via del la ~pica ritiratn, 1iuovo ama rissimo <:nlva rio <lei tJr odi e della vasta f alange dei buoni. Di~iuno, a vendo in t re gior ui avuto per tutto nut rlmeulo un bicchiere cii spumaute, t ron1to chissà do,·e !, tutto n,endo perdu~o nel r ipiegamento fata le, 11ou rillltlllcndog li addos:so che i pochi panni loi:;ori che mala mente iv cop1·ivn110, giuuse :l Treviso s fin .ito, lacero, spettral<:; ma i suoi cannpni, ciep-0sito sncro, egli aveva tra tti tutti a sn lva mento a f orza di brn cc.ia, sì 1mò dire, dalla Balnsl1.za fluo /Il Tagliamento. &!guì il tetro im·e1·110 1918. Oh! giorni foschi trascorsi in .una forzata, sner van te pussivi t /1, giorni amari d i struggrnti sconfinali rimpianti, <li rabbiose intime ribellionl , di irre1'r<.!J'l nbile de~iclcrio <li r ivlucita !... Raiwo,1do P avesio f remeYn d'impazienza per ritom:H'e a combattere l' insisteutcmente sollecitant un posto d'a7.ionc•. Fu destinato al 4° Ar tiglier ia da carupagna che poco dopo prendeva In via di If r nncia : vln fatale dì gloria e d i mor te ! Dapprima egli cJ rnbattè nel Settore dì Verdun; tl'asferito poi 1101 Settor<' ùi Reims ebbe il (!Olllnnclo tattico clcl 4.0 R(•ggim<'nto a r tiglierin, e nel luglio prese parte alla memorabile azione svoltasi in Cltnmpagne, n1.ione che ùo,·c,a decidere <lefinitlrnmente delle sor ti dell'Esercito teclesco. Alle t ruppe italinnc del XI Corpo d'Arma.ta, a l conrnnclo (lel. g0n. Al!Jricci, fu ::tffldato l'arduo compito cl i sbarrare la Valle <lcll' àrt1re. T.a battaglin dell'.\rclre, 18-23 luglio, fu la più sangllinosa e terr ibile sostenuta dalle t ru1me italinnc In Francia : f urono gior nate infernali, la L-0tta fu ns prissimn, i mo r ti si accatastarono, un intero Reggimento c1·artig lier ia (11 10°) fu qua$l comple tamente <lìs Lr11cto, lilU, secondo l'or(line del Comandnute dèl II Cor po d'Ar mata, a nessun costo si doveva lasciar sfonda re la linea o morire, ma resistere fino all'ultimo uomo! Dopo t re giorni cl i lotta furi9sa la situ azione s i trovò in un J)tmto quanto mni cl'itico e minaccioso; te l.ìnce delle fan te rie erano scouvolte; rri Com::incli :;,i stavn in uuo s!::ito di incer te z1.a e cli ap;itn zione mor ta li. Il ten. col . P av<'sio, come Connrndante tattico del 4° Al'tigli<'rìa, senti t11tt a la grave r esponsabilità C'he gli incombern. Egli <>ra preoccn1111til'simo ; le notizie che avi<lame nte audnva raccop;licuclo dai s uoi ufficiali, mandati in ricognizione, non lo $Odcl·isJ'acevano perch~ JJJonche ecl, insufficienti. Alloro la sua nnima a ppassiona ta, tcmpr at:'t a più alti terreni sacrifici, avvnmpò della sacra fiamma onde ardono gli er oi ed i ma r ttr l, e come in un bngliore di mirnC'olo ebbe la visione del suo ca mmino. . ..La mia anim:1 ha nnn via Jominosa sep;natn ... lasciò egli ;;critto; e l':mima s ua nrdente, in uno ;;la ncio d' nrnorP, varcò orclitnmenh' i limiti <le i L'umanità . li'<'ce decli-

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lL VAI,Orrn DEI, TEX. COL. l:'o..Y.::SJO

zione co111plet:L òi tutto :sè stesso a l.la di.leLtR pntrilL e la sua t roica r i,;olu· zionc bal7.ò ilTu<•nte: andrebbe l11i u compiere uun ri<-ognizio11e ntdiris:::i u1:i; s.i s t>i11gerd.> be oltre le prime 1.inee, nei lt~ogh.i ])itt iuaccessibili nl i1w!<ploratl eò otlcncbbe quelle ane late n otizie imlisµc nsabiii pe'r trionfare altiuc <kl nemico tenibilt: nella epica lotta impegnata ! B meutre nell'aspetto ·apparh·a, al solito, ser eno e calmissimo, nella sua m e ute and11vn maturnudo l'a ucl:i cissirua i.n11wesa cl.le lo d0Yen1, ohimè! condurre a ruorirc ... Il giorno 20 ·1 uglio fece cbiaU:rnre il mngg. R lrago, n lu i cliede lungh e e ru.inuziose l&trnzioni YCrbnli e srr itte e glì cowunicò cbc l'indpmaui ,.,i sarebbe allontnnato per u nn rl cogn izi o ue su lle primissiUle l.incc aecompagmno da 1m solo tiflicial<·. ::;o~~iunsL' infine : cc se io J1on r.or11 assì la n ,spousabil.ith clel com:111do taltico inroIDhe a lei; si attenga dunque !:>Crnpplosamrnte alle .i s(r u:r. ion.i c·lw le ho !hlte >l. Soggiunse infine altre istruzioni e t u t to questo eA'li ,l is:,,e eo n uru mirevolc trnn (Ju ijlitlt, ma il magg. rnrago fu ,·iolenlemeutc colpito cl:1 t ali pnrole e sct·u.f'ò trngose'i:ito il m istero che s,i celan1 dielT9 quella l>cl!i~'l:>ima fronte pcnsoi>H ... Fn egli [)resago dPl tcrrih.ile fato ehe iucombcvn su l po,·cro l:'avesio? .Azz1n·clò qual che viva ce obbiezione, UJa però non oSò conlradclire .il suo superiore; ... ma l'gl.i disi<r a i,;è s tes,-o P più tardi lo rjpetè con altri llfficiali: il c9lounello Pa,esio mi ha lm;elaro il suo lestameuto : (Juet1·11omo ni incontro a lla morte. TI povero Prwesio sollecHò !)m·c in que llè or e su 11reme un c.'olloqu.io col Comando della Di\·.isio.ne, ma n on lo 11otè ottenere. La notte dal 20 al 21 luglio fn per lui mpllo lravaglia(:t : do1·ette lot· tare molte ore con i gas a 8fìsi,i:111ti m entre ordini e contrordini ,·ol:wano e s'incrociuvnno e per telefono e per i!<cr iHo, 11011 1w >·mctteut1ogli un·orn di r iposo. Il m at tin!'.) de l 21 lug lio, :i buon'ora , f ec~ chiamare il tcn. Cesa ri e con lui e ::on un sold:l t(l s ì aY vi ò Ycrso f'lUClle infernal i Jiri ee aYao:r. a le dalle qunli più non doYcYn .f are ritorno! Cosi que! l'uomo p<.>r .il quale la legge tlel doYere cm stata In legge supi·ema {lùlla vita, feclele fino a ll'e::,t remo a ll a snn .in fies!'ibile l.inea d.i condotta, p<>cnliare <•sempio cii totale oblio di Rè r di commovc•nte abnegazion e, preparò In suo pericoloi:issimn ricognizione. Non mandò nitri . nndò lu i, lui uffìcìnlc superiore nffr ontò il pericolo su premo, non coll'.impuli:;iyità Irrefrenabile dei v€nt'anni, nell' ebbre7.z:i delle esubern nt'i cnC'rgi e giovanili. mn l' aft'ronlò a mente fredda . nt>lla pien{';;,;zn. della coscienza , nell 'n us trrità del la prp:fond n e mntnrn rltlel'i::io ne. In un sovrnmano distacco dalle cose terrene, g uardò fier amente Jn f'accia nl peri<'olo, ne vn lutò nns.idla mortale, ma non tremò Il suo indomito cuo re e a ndò avnnti imJJav.ido. N11 Ila poli' a1-re!<lnr c quell'anima h·abocc;ant<' cli amore• cli patria, affina ta, sublimizzatn clnlla discip lina fenea de lla rinunc.ia, clullo sforzo co. strrnte , crso la perfezione, ne l compimento di qunnto egli r it eneva donrc

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L'WROLCA l• t .N i,; DE.L 'l EN . COL . l'AVES lO

inequi\·ocabile per ìl raggiuughuento degli obbiettivi p1·efuisi e del sogno sfuggente radioso della vittoritt ! I no llrn uclosi dunq ue in J)u nli ava uzatissjmi, fra quei nidi d i mi tragli atrici, su quelle linee scon\'Ulle da lla f uria della r affica, passò su terreni co. perti <li feriti, di agonizzauti, di cad:wcri; soccorse, passanù9, un ferito che imvlora,a un sorso d'ac:qun, e andò m·a nti cfficacementè im•estigando ogni punto. Acl u n tra.ti.o si trovò nJ lil,Llile cl i uu prato completamenlc scoperto ed esposlo nl midd ia le fuoco a vversario. P-er raggiungere la zona clJe maggiormente necessita va di conoscere bisogna1ra a tlravereare il prato. Il ten. Cesari lo s upplicò allora cli usa re prudcoza, di non procedere oltre ; ccl egli, conscio d1i l grnntle per icolo Clti era uo esposti, ordi nò a l Cesari ed a l soldato, elle gH e rano vicini, ·,u i rimanere ind ietro; e solo, stoico, iu un sovra no dìspr ez:w _del pericolo. anmzò su quel funesto tcn eno, ove un miracolo soltanto avrebbe potuto sah·arlo dalla morte... .I!: uwntre con cuore i11trepido compin i suoi preziosi e i mportantissimi riUevì, a ppche d iecinc d i metri da lle tr i11cec nemiche, fu colpito in pieno <la uoa raffica ·di mitragliatrice avversaria ' e cadde per ri al:ta rsì più! · E solo, abba ndonato su quell'orribile prato !'Coperto ed espor to alla fu ria nemica, d ilaniato da sofierenze arroci, attese la morte <la ,·aloroso come va:orosamcnlc l'a, e,a nJirontaLn. Fti ancora ribet uta mente ferito ; non 111:Jtè esser t soccorso; vani fnrono i tenta tivi di spingers i fì no a lui, poichè nessuno poteva giunge re vi vo ·in quella sciagurala zona ,ai morte ove l'infelic:e ed eroico ten. col. P avesio era caduto! Ave, o grande! Inchiniamoci, o italian i, C' Qossa npu esula re um i da i nostri cuorl il rico rd o d i chi, con totale s ub lim<' !;:lcrifìcio, ront ribuì fl du rci una Pat.rin. più grande, più f orte e più g-lorio~n !

nou

Abbiamo citn to più Yolte nelle pagine pre<:edenti il gen. Elo(ljo Conso. La sua opera nl fro nte frnncese fu vel'amen te pl'eziosa. Nizznrclo di origine e perciò conoscitore perfetto dell a, lingua , fu molto apprezzato negli ambien ti fra ncesi sicchè, oltre a disimpegnare le f unzioni inereinti alla sna caricn , egli esercitò opera pl'eziosa per il colJega~ucnto tra il Comando italian o . e q11,~1Ji fràneesi. Per guanto concerne i cenni biografic:i rela tivi a questa brillante figura ù i a rtigliere rima ndinmo il let to re al Voi. VIII . E però meri.t u di essere ricorènta In motivazione c9lla qua le il Couoo ottenne In Croce d i guerra frriocrse con pa lma per ht 2" bnttuglin. della M nrna, e lfL citazione a ll'ord ine de l

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lL VALORE DF.L GENERALE

co~so

giorno della 5a Armata franCES<\ : « Officicr générn l <l' Ar ti llerie très disting ué

a su organiser uvee une babilité et un tnct peu connus tout Je comp!CJ, service des a·ruucries françaises et italiennes a ffeetées au Corps d' Armée et l'a dirigé aurant le combat avec calme et 1irévoya11ce, mémc dnns Jl',; moments les plus difficiles >>.

§ II

LE CONSEGUENZE DELLA VITTORIA DEL PIA VE = L'OPERA 01 RIORDINAMENTO E DI RIORGANIZZAZIONE • PREOiSPO= SIZIONI PER LA BATTAGLIA = PRODROMI DELLA BATTAGLIA DI VITTORIO VENETO • LE FORZE CONTRAPPOSTE ALLA VI= GJLIA DELLA BATTAGLIA = DIRETTIVE P E R L'IMPIEGO DEL; L'ARTIGLIERIA = LE DIRETTIVE DEL COMANDO SUPREMO PER L'IMPIEGO DELLE GRANDI UN ITA' NELL'ATTACCO • LA BAT TAGLIA = CONSIDERAZIONI SULLE FORZE CONTRAPPO= STE • LA P E RIZIA EO IL VALORE DEGLI A RTIGLIERI N ELLA BATTAGLIA · IL CONTRIBUTO DELLA R. MARINA ALL'ESER= CITO.

§ II (A)

Le conseguen ze de lla vittoria del Piave.

La ,rittoria italiana nella seconda battaglia difensiva, del lliave ebbe enorme risonanza nel mondo, non soltanto per le riaffermate. virtù guerriere del lllOstro combattente, ma sovratntto per le sue conseguenze nel campo politico e in quello milit nre. In Germania l e notizie della sfolgorante vittoria italia:na risuonarono come i rin tocchi funebri sulle ultime speranze tenacemente serbate. Il Maresciallo Conra.d. era stato silurato, sia pure con molti onori. Il gen. von. Cramon neli:.i. sua opern : « Quattro anni al Gran Qunrtlere Genrrale uu&i:ro-tedesc9 », cosi scrisse : La battaglia del giugno 1918 ebbe conseguenze gravissime per la i.,itun?.ione interna del In Monarchia, come r,er la situazione militare in generale; e non soltanto per il fallimento <lclla offensiva Jn sè stessa, ma così pure per le perdite subite dall'Armata

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LJ<"; CONSEGUENZE DELLA BAT'J' AGl,JA DEL l'JAVID

austrhl<'ll; si conr:1110 ahm·no JJ0.000 fra lllorli, f1 riti e prigionieri... J I Gran Qu:irtier e Gencrn le t€de>1co dopo ques:o ten t,1tiv-0 sfortunat o, comprese chiaramente ch e orrnni potevn f::irc 31,;;eg nnmen to sol tanto su lle proprie forzE'.

Lo stesso )1a1·esciallo Hindemburg da,a la potenza offensiva deU'A nstl·ia com e decisamente piegata dalla sconfitta sul Piave, i:;criv<mclo : l'Austria ha <·essato di rn ppresentare un pericolo per ritalia. LA seconda battaglia clel Piave era costata all' An tria-Ungheria 250.000 nomini (e non 130.000 come asserisce il Cramon). Non bisogna tnttinria dimenticare il fatto che le nostr-e perdite non erano trascurabili, sommando n circa 90.000 uomi!Tli ; cosicchè anche da parte nosh-a orcorreva nn certo periodo cli racco-. glime11to e di ri01·clinamento per p1:epararsi ll, dare il colpo di gr azia . Nè bisogna òime:nticare che noi a,eYamo giù, in linea la classe 1899 r che la cla sse -del 1900 era in corso di istruzione, ma il Oo1.11a11clo Supremo aveva, deciso cli non impiegarla, :fono alla· prima,ver a clel 1919.

Rinunziando quindi, per qualche tempo, ad qperazioni in grn nde stile, fu ripreso il progetto an teriore alla seconda ba.t t agl in clel Pinve circa l'hffen~iva snJ Cronte montano, sugli altipia:n i e sulla regfone del Pnsnbio, pe1· acquist:ne profondità alla 11ostrn sistemazione difensirn, e intercettare le vie di comunicazione nvversarie coll'altipiano del Lnvarone e snl Brenta. Ma più 1:; l'<ìi il ,pensiero òel Com anelo Supremo si orientò decisamente, i;1 seguito a circostanze di varia natura, verso mi>°offensiva in g1·ande stile, a rarattere decisivo. Tnllavia t1·a fa ba t ta glia del solstizio e l ' autunno, furono effettuate alcnnc operazioni a carnttere· Joeale che avevano lo scopo di migli orare hl nostra situazione <lifensiva in alcuni tratti del fronte, operazioni c·he diedero modo di confermare l'alto spirito combattiyo delle truppe . . Tali operazioni fnrono: o) occupazion e <l i ì\I. St :iblcl e del Cornp di Ca, euto (J:'i luglio);

.i\I. l\Iantello e punta ~. :\fatteo (lll agosto) : occupazione dPlIO sb111-rnm!'nto di ( ;rottcllu in Val Br<'ntu (14 s et-

b) o('cu1Ja 1.ione di e)

tembre).

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L 'ol?ERJ. DI IHORDI1'.\:\IEN'l'O E DI IHOROANrnZAZIOK E

§ Il (B)

L'opera di riordi namento e di riorg-ani.zzazione.

Il riordinameuto delle Unità. più 1p rovate cominciò immediac tamente dopo l a battaglia ; anzi, per r ~nsa11guare alqnanto i reparti, si ricorse anche a<l una, severa selezione tra gli nomini impiegati in Paese in altl'i ser vizi. Risale a quest'epoca la costituzione della l .. Divisione d'assalto, cui fere seguito la costit uzione di altri 4 battaglio11i d'As~alto . Ma Jimitancl oci all' .Artiglieria, ricordereruo che alcuni R eggimenti da campagna .furono portati su 10 ba t.terie e gli effettivi di quadrupedi fmono ricostituiti. Le Unità, pilì duramente prova te nella battaglia del giugno, passarono all'Armata di riséva per essere riordinate . I mportante procedimento fu la ricostituzione della Riserva Generale dell'Artiglieria, formata da artiglierie mobili (105/ 2, . 149/ 12, 65/ 17 antocarreggiato, e 149/ 35 A .). In L<~gnago venne costituito 1m Deposito cl' Artiglierin per la reintegrazione di aJ·tiglie1·ie fuo ri uso. In particolare: - l:onw artlglier1a da rarupagna, nell' ollohr e lfllS avemmo in comples.;:o H<'ggimenti, di cui 5 su 10 bntterie (in 3 Gr uppi : 2 ài 3 batterie, e 1 di · 4 bntterie), 3 senza cavalli ; 48 ·R eggimenti erano indivi,;ionati, 9 . suppletivi; - c•rano clotrlte di sola. a r t ig lieria ùa montHgna 1a · 2"' Divi;.:ionc d'assalto, le 4 DiYi&ioni a lpine, la Divisione della Macedonia. Le 2 Divisioni in Albania avevano artiglerie di vai:io l.ipo; - l 'artiglieria pesante campale n ell'o ttob1·e 1018 contava circa 280 battE:rie; - scn rse innovazioni e lievi numi)nti vennero Portati n ell'artigliei:ia di nsse<lio; furono portati a G per batteria i pez7..i. dì alcuni materiali a lunga gittata; .:_ fu Infine costituito un Parco trattrici <l'Annata per rE>nùere più pronta ed agevole In rnnnovra dei ruczzi. .J<

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Circa l<' batterie da montagna e quelle someggiate, data l'i dentitù, del loro inipiego. al prin cipio dell'anno si era già, -

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DOPO ~A BA1'1' AGLTA Dl>L . PIAVE

creato un tiipo unico che non aveva più snbìto modificazioni; e non si addivenne poi ad alcun notevole aumento mimerico. Quanto al munizionamento per le Armate vennero fissati i seguenti quantitativi : - 4a, &, e 7a Armata : 9 g iornate d i fu oc:o per grossi e medi calibri; 10 per i p iccoli ca libri; - l", 3"' e 8" Annata : ris11ei-tivamcnte 7 giornate per gr oss i e med i calibri, e J.Ò giori:rn te per pie-coli calibri.

Sistemato il Ministe1·0 Al'I11i e Munizioni, fu portato a 15 gioI'lnate cli fuo<.:o il munizionamento totale per tutte le artiglierie, e successivament e per la fine di. 'ottobre a 20 giornate: ciò che importò rnn totale di 26 milioui cli colpi. · Q.uanto alla tecnica costruttiva, si affermò la tendernt,1;t agli aumenti di gittat a sia per peneti-are più a fondo con la traiettoria. nel dispositivo avversario, e sia, in difensiva, per a,iefo maggior ginoco nello scaglicmamento in profondità. Essenzialmente i criteti prevalenti furono : a) per quanto ha traho a lle art iglie rie pesanti, dare maggior svlluppo alta pr odur.ione di cannoni Chf non a quella di obici e di mort::ri; b) nnmeuto délla g ittatii m€diante la sopraogivatur a (cannone d a 381 fìno a 27.000 ·m etri; ca nnone da 152 fino a 24.000 metri) ; C) a llcst.imcnto di Ùxoiétti a gra11ùe ca pncith .di esplosiYo.

§ II (C)

Predisposizioni per la battaglia.

'Già, alcn,n e di qnesfe predisposizioni erano state annunziate dal Comando Supremo in una conferen za tenuta il 10 luglio dal Sottocapo di S.l\f. dell'Esercito ni Ooma;ndanti cl' Artiglieria. d' A.rmata. I n questa conferecn za ven ivano anche esposte le consiélera1,;ìon_i di carattere tattico ,per qua nto riguarda, l'Artiglieria, dedotte dalla battaglia del ghigno, nonchè le direttive per il fu turo. La confere nza stessa, fu raccolta e diramata il giorno seguente sotto forma cli Circolare. Si tratta cli un documento _di. tale importanza nel campo del riordinamento e della preparazione agli avvenimenti che

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DISPOSJZIONJ PER L' ARTIGLIEltlA

seguirono sicchè conviene riportarlo qui quasi per intero. Esso ha l a data dell'll luglio eù è firmato dal Sottocapo di Stato Maggiore dell' Esercito. Dopo ;parole di vivo elogio pe1· l'azione efficacissima s-rolta dall'Artiglieria tutta nella recente vittoriosa grande battaglia, la Circolare tratta varii urgomenli, come qui è riportato: 1) Quantita <li artiu: ierie e loro ripar/izio11 e : La disponibHità attuale uon Permette di amucnt:nc ultcrlon nentc li numero delle :u'liglierie assegnate ; tutt'al più sarà possibile trarre ancora qualche UJ(lteriale antiquato dal Paese per uumeutnre l i uumero delle bocclle da fuoco in a lcune batterie (e ciò con più completo sfruttamento del loro 1ier99nale), tenendo c-onlo delle esigenze delle v:u-le 1Jn rti <'!ella fronte. Le Armate devono dunque fare nssegnaruento solo sulla pro1)1"la attuale assegnazione di nrtigUerie. D'altrn parte il Comanclo deve pure ricostituirsi f:i Riserva d':u·tlglieria che esso intende <li nrnnteuei·e integra rier far fronte nlle esigenze impreviste. Non solo, mu come già si e fatto in occa~lone <lelle recenti battaglie Astico-Pi:ive, in un'eventua le azione offeu~iva nemica svolgentesi solo su uua ]}arte della fronte, oçcorrerà 1·i nf onrnre le Armate wiuacciate, cou arliglierie tolte dalle Armate 11011 imJliegate. Xe consegne quindi che gli schicram<>nti di artiglietia <lelle siugo'e Annate devono essere att1rntl In modo che essi wssauo, sen7.u scosse, tanto assorbire gli eventuali rinforzi di batterie (e quindi fln d'orn devono ei;,sere costruite Postazioni, depos.i ti di muni7.loui, collegamenti, osservatorii preparati, <locumcnti di tiro, ccc., ecc.), quanto subire sottrazioni di batterie cla im·iifre ad altre Armate. C9me di consuelo .le ar tiglierie che verrebbero ngginntc o tolte in simili circostt1117.e i:aranno preferibilmente artiglierie pesami campali o leggere, qualche GrnpJlo· di cannoni <la 149/85, nouchè ()unlclle Unità di bombarde.

2) .l{1t11ìzio11i e l)orche ,la fuoco: Nella recent~ battai:;lia si è an1ta una erlsi nel. servizio del. l'ifgrnimento munizioni, per deficienza di autocarri. Solo la fortunata circostruna che Armate 4a e Ga non cl·ano state più impiegate a fondo dopo il primo giorno, ba verm1'l'\SO di fn r fronte ni fol'ti consnmi delle Armate del Piave. OccotTl quindi provvedere per temp9 a queste deficien7.e. roichè per ora non è previsto un !lllmento d i autocarri si devono isC'uglionare opportunnmeuce i dt>posìtl munizioui, in guisa che possano serYire 1:<Jn !'>Olo per le ar tlgller.ie giil. · in pgsto, ma nnche pP.r quelle che potrebbero es..<>ére inviate in rinforzo; si clc,·ono clisciJllinare bene i consumi durante la battaglia, si devo110 applicare clilige:nteuu?Dle tutti quegli aliti nrovveèlimeuti prescritti da questo Comando per rendere flÌÙ f acili e !lpediti I rifornimenti. Nel periodo ill'tuatc di e:nlma si spari un 110' meno, e ciò tonto per c9m-

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D1SPOS1Z f0 .KI PER r.,' ARTIG LIERIA

pensare in parte i noteYol.i consumi della battagl.ia, quan to e specialmente per risparmiare le bocche da fuoco, delle quali non 11oche sono state messe f!iori servizio. E cli pari passo, nel medesimo inteutp, si eserelti molta sorveglian?:a sulJa buona conservazione del mater iale. Si 1·icordi che i rifornimenti cli materiale d'artiglieria non sono facili e <:he 11011 è assvlutameute possibile fare depositi di artiglierie di ricambio presso k s,ingole Armate, come sarebbe certamente desiderabile per la pronta sostituzione clelle bocche <la fuoco deteriora te. 30) Co11tirovreva;'ra(Zi0 11C : L'artiglieria ha nel suo c9mplesso corrisposto molto bene dura))te le battaglie : sia presso le Armate 4• e G• ·(ove l'attacco nemico è stato stroncnto in grnn parte sin dal s uo nascere e l'azione nemica ridotta ad una so:a giornata), sia s ul Mo ntello e sul P inve (ove le penetraziQni nemiche sono state subi to contenute, ed il tiro sui rionti è stato efficacissimo). Occorre però r tcono!:\cere che l:t dove il nemico ha potuto cacciarsi nelle nostre zone difensive, molto probabilmente Ja contropreparazione d'artiglieria è stata non bene interpreta ta, ed applicata imperfettamente. La contro· preparazione è un complesso 1H tiri, non a t i110 unico, schematico, costant-e, ma che deve invece essere vru-into n second a del terreno e dei sistemi dl attacco del nemico. llJssa comprende infatti i tiri cli interdizione vicina e di interdizione lontana e di controbatteri a, ai quali devonsi variamente associare i · tiri di sbarramento. La preparazione di tu tti questi tiri, il loro sviluppo nell'azione, l'importania relativa di ognuno d i essi, Yariano da terreno a terrèno, da situazione a situnionè . Ad esempio, presso Ja G• Armata le linee ben determinate e note di percorribilità e d'attacco ren<lono molto efficace l'a?:ione d'i uterclizione lontana, iniziata pr ima che il nemicÒ incominci la sua preparazione cli fuoco; J.a 4" Armata ha per parte sua tratti (Val Seren, Vnl CesHla) OYe conviene svolgere s ubito tnnto l' interc1izi.o~e vicina quanto la lontana, e tralti (come Col Moscllin) ove occorre "ini?:inre subito nncbe 19 sbarramento perchè vi è poca profondità, ed il nemico deve essere inchiodnto nell e sue trincee. Invece s ulln fl'oute del Piave il tcrreuo è facile e permette al nemico di procedere anche fuori delle strade, qui ndi l'interdizione lontana dà pochl risultati : conviene per contro molto l'inter,lizione vicina, sia su.ll'argine sinistro, il quale consentirebbe di raccog\iere ln riparo numerose truppe e mezzi cl.i trnghetto, sia sulle isole del fiume, ·r icche di vegetazione. (Il . tiro sull'argine richiede naturalmente prevalenza di medii e grossi calibri, data la natura <lel riparo). Invece è rh:mltato che le artiglierie del Piave, la · notte del 15 giugno hanno, su taluni tratti, dato eccesSivo sviluppo alla controbatteria, a detrimento dèll.a interdizione. In compleS\So si può dire che mezzo sicuro e redditizio, e che quindi non deVf! mancare mai, è l'interdizione vicina, estesa a .tutte le località d_i probabile radunata della fanteria nemica, non solo nella zona delle prime sue linee, e subito dietro ad esse. mn anche davanti a queste, nella zona tra Je

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4.61 -


DISPÒSIZI0N1 PER L'ARTIGLIERI A

lince nemiche e le nostre, dove le truppe d"assalto possono essersi addensate ancora priruu che abbia uvnto inizio H fuoco di preparazione, oppure durante resecuzione di questo. E ciò è particolarmente possibile lit <love le condizipni del terreno (copertura, angoli morti), e quelle climatologiche (uottc, nebbia) e quell~ create artificialmente (nebbia ar.tificiale) possano nascondere il ruovituenlo del le truppe nemiche clesllnatc al pl·imo ul"lo. In tali casi no n deves.i attendei:e che l'attacr.:o si pronu nci, per inizittre lo sbarramento; dc,·esi invece subito con esso rastrellare metodicamente, e a pei'lodi irregolari , tutta 1:1 zona tra le linee nemiche e le nostre, a complement9 <11· tutta In rimanente contro11reparazione. · Fi.ua lmente lo sbi11T:1r.ncnto violento, iJltensissimo, eseguito anche daUè mitragli:1trici e dagli altri mezzi cli Cuoco della fanteria, de ve colpire etl ancstarc le truppe uemic h(;l che siano ria ~cl te a pronunziare l'attacco malgrado tutta la coutropre11a razione. Come sl Yecle acluuque, la coutroprc1Jarazione, colle varie specie di tiri di cui si com[lonc, può e de ve adat·1arsl a :lti vaTie esigenze; se studiata bene, senza schemi, ma tenendo csclasirnmente conto degli clementi locali e clella situazione deve tln re buoni risultati. n principio fondnm{'ntnle Per l'artiglieria nella <lifensirn, è ln conclusioue di il.llr1ed irc alltt fanteria nemica di venire avanti. E' però probabile cbc, <1Venclo provata l'efilcacin elci. nos tro sistema cli violenta contropreparazioue, il nemico cerchi cli eluderla àdottand9 qualche nuo,·o slstem:1 d i attacco per sorprenderci: per esempio, con diversa durata e periodi della prepara1Jone !.te!:>Sa, per Portare p0i sotto le sue fanterie all'improvviso. Bisogna guii;tdi s tudiare e prepararsi bene n simili eventualità, e predisporre bi:me l'ossen-azioue (terrestre ed aer ea) ecl j collegamenti. 4°) Osseri;azione e co11eggm1e11t;: Per l'esecuzione dei propri compiti, l'artigl ieria non deve basarsi sulln osservazione di prima linea fatta <lalla sola fanteria, nè attendere da essn la r ichiesto clel fuoco di sbarramento. L'artiglieria olti-c ai palloni ed agli aeroplani (i quali di giorno sono ben in grado di ve<lere gli amma1>samcnti tlclle fanterie nemiche e richiedere in tempo un tiro di interdizione e lo sbarramento, nonostante il fumo e la polvere delle pr:ime lince), deve avere prorrH osservatorii sulle prime llnee o Yiciuo a<l esse, ben blindnti per r esi;;tere al tiro di distr·nione, collegati coi Comandi <'l'Artiglieria divlsio11\1le con varH mezzi, tra cui il cavo sottèrraneo ben interrato, ecc. I Comnndi cl' Ar tiglieri n d'Armata si assicurino persooalniente cli q\lesta completa organjzzazione dell"osserv:tzione e dei collegamenti ; prntich'lno e facciano praticare assiduo, minuto controllo. Poicbè poi occorre assicurare H fnnzionamento :mtowatico della controprcparazionc, anche se mancano i collegamenti, necessita che i tiri cbe la costit:uìscpno si3no concrctnti ecl organizzati colla mnssima cura, e resi noti - colla ripartizione completa dei compiti - ai Comandi minori fino alla ,batteria. Ognuno deve sa1;erc come comportarsi durnnte l'attacco nemico, anche senza ordini.

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DISPOSIZIONI PER J} A!iTlGLlERLI. 50) S<Jhie·ramc:nto :

a) nel.la passata battaglia le nost re !JutteÌ:ie hunno svolto larga azione di fupco. l'oichè il nemico dispone cli moiti osservatorii, terrestri ed aerei, Oeves,i ammettere che conosca ora tu.lto il uos tro schieramento. Hisogna togliergli questi ~antaggi e preparare per tutte le batt<? rie nuove postazioni, lasciando però Wl pezzo sul.le antiche posizioni per fare i tiri ordinarii giornaliel'i, per riservare la sor presa del nuovo schieramento al lllOlll_ento <lel col.llbattimento. Occorre ana logamente abbondm·e i1ei masch0ramenli. (da far~l f>rima cli iniziare i lavori) sia sui lavori stessi, sia sui materJali da costruzio ne. Si ricorda pm·e che è llecèssari_a la cura giornaliera dei mascheramenti, perchè non differiscano mai dal ten-eno circostante. b) si cmi molto lo scaglionamento in profondità delle artiglierie, unigo mezzo per avere la' possibilità della manov ra di f uoco, nonostante le inflessioni delle prjme linee.

6°) A.rtigi·i erie aeziei DiViS1io•1t.i i:iwia,t<! in ri'lllforzo. : L'Artiglieria da campagna costituisce un tutto organico colle a ltre truppe della Divisione. Quindi, quando una Divisione ne sostituisce un'altra, anche le artigl.ierie devono cambiarsi. Questa norma fondamentale deve essere seguita a uc:be quando ciò possa arrecare qualche difficoltà : il vantaggio dell'atlìatanHm.to tra fanteria ed a rtiglieria di una stessa Divjsione è tale che non si deve rinunciare ad esso a nessun costo. In · tale campo i Comandi cl' Artiglieria d'Armata esercitino opet·a cli convinzione e sliggeriscano i mezzi per rimuovere i mpmentanei inconvenienti. 7°) Proteitione v i<Nna. <foUe l!qtte•rie : Si sta provvedendo a foru ire, per la difesa vicina, qualche mit ragl'iatrice alle batterie, cominciando dalle più esposte. Le batterie devono cioè proteggersi, oltre che con reticolato basso non visibile, anche con qualche postazione _di mitragliatrice dissimulata.

Seguirono poi altre conferenze che servi':rono a ribadire e a chiarire i criteri ·d el Comando Snpremo in tema di impiego del1'artiglieria_ I n una seconda. confere1ìza fu trattata a, fondo la questione del fuoco di contropreparazione, e in un a terza quella dello schieramento delle artiglierie. Il Comando Supremo, insisteva inoltre partkolarmente sulla, pre:parazione tecnica degli ufficiali e sulla tecnica del tiro, r accornandnzio:ne suggerita. particolarmente dalla necessità della sorpresa tattica, che consigliava di evitare: lunghi agginstamenti e inquadramenti del terreno, rivelatori dello schieramento, dell'afflusso dei rinforzi di arti-glieria., e per conseguenza degli intendimenti tattici. Ordinava -

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DlSPOSTZ(ONI PElt L' ARTJ C: LIERIA

anche che giornalmente le bat1 el'i.e ::.i esercitassero nell' esecnzione di tiri, traendo perciò da essi il maggi or r endimento possibile per il logoramento dell'avversario, e con tutti gli. accorgimenti possibi1i pet' non svelare le posizioni. Infine, assai significat i,o, nella situazione milital'e generale, è il rito1·no ai criteri cli mobilità e cli rapidità, cli intervento ,per l'artiglieria da campa gna e da montagna: .. . E' urgenle nccessitit che le batterle da campag11n e da rnontngna siano richiamate alle loro caratteristiche di mobilità, .di . t·aplda presa di posizione ecl immediata apertura del fuoco, alle quali la lunga giacenza nel le medesime p9sizioni le ha di molto disabituate ; devono essere all' uopo compiute numerose esercita;,;ioni, nuche per le batterie che sono in posizione. Ciò semrn pregluclizio delln (]ifensivn, elle au1,i gli schieramenti sul fron ti delle Arnrn te ,·enauno completamente riesaminati per meglio metterli . i11 grado di parare aù una e,·entu :'lle nuova offeuslYa nemica ucl cnso che i tedeschi, st:1bil i1,zando a loro vol ta le operazioni ,ml ft·!)nte occiélentn le, ri uscissero, come nell'anno precedente, ad inviar~ loro t ruppe contro !',Italia. Devesi anche tener pre!"Cnte che in (JUesti ultimi tempi gli nustriaci hanno mi p;lioral·o il fu11z iouamento ckp; li orgaui di Comando e l'impiego tattico delle loro a rtiglierie, e che ancbe l'impiel?O tecnico ha a,uto presso di ci::sl in quc·sto anno un grande s viluppo ; il che facilit:1 dii 1inrte loro la ~·egretezz:t de i preparativi e la sorpresa dell'azione. xfa mentre _pressg di noi fel'\·e il ìavoro per apprestare difese seru1,1·e più forti e meglio orgirnizzate, non Ri trascuri cli considerare la possibilitil <li poter sfruttare un nuovo successo sul Piave. Ciò che non si è potnto fare do po la battaglia del Giugno per un complesso cli circostanze, sopralutt9 pet· m:mcanza di riserve intatte, ae,·i= essere non solo preveduto. ma prepnrato.

Nell'agosto dello stesso an110 il Coma.ndo Generale del1' Artiglieria pubblicò, in ec1izionP riservnta. un ma mml e: « Ri· col'd.i tattici e tecnici per l 'uffidn le cl' Artiglieria ». Esf';O conteneva nonne e clati, e va inteso : e:ome nn aggiornamento delle Jsl1·11zioni tattkhe p1·eesistenti : c:ome 1111 aggiornamento anche {ìell'I struzione sul tiro ; nonchè come un prezioso contributo nll'nnità cli dottrina nrtiglieresca fra. tutte le Armat e. ~tùla qu indi di fondnme ntalmente nuovo 'in esso, m:1 in1Jl a di t ralasciato. TD' da rilevai·e l'importnnzA. notevolissima che viene data alla con troba tteria (cli neutralizzazione e di distruzione) . Le enOt'rni perdite, che la. fante1·ia snbisce a causA del tiro clelJ'nrti glier ia, fnnuo eYidentemente toJ'lrnre in onore il princi9io c:hc -

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PRODROMI 'l)ELLA flA'fTAClLIA DI VJ.T'roroo VENETO

l'obbiettivo principale delFa.rtiglieria nell'attacco, è l'artiglieria della difesa. J./o·rganizzazione della controbatteria. dipende da uno speciale Ufficio di controbatteria di Armata; essa è molto accnra.ta.mente tra.ttata., e tale del resto ne era già Fattua,zione. P1·oduzione clelle artigl·ierie e clelle 1nivnizionri : I nnovi -a.llestiment.i in Paese veniva.no intanto condotti alacremente tanto che f1 firn~ luglio le ultime artiglierie frruncesi rimaste in Italia furono restituite . .Alfa, vigilia di Vittorio Veneto potevamo così disporre di drca 9.000 bocche da fuoco, delle quali circa. 1.000 costituivano ]a riserva, generale. In p1'evisi.one di intensi consumi fu a,nehe intensa la i)I'Ocluzione del muniziona.mento, tanto che, come si è già detto, il munizioname111to. per pezzo si potè stabilire in 15 e poi in 20 giornate di fuoco.

§ Il (0)

Prodromi della battaglia di Vittorio Veneto.

Come già, si è detto, nel luglio del 1918 il Comando Supremo aveva ripreso lo studio per l'attuazione della già progettata offensiva nella zona monta.na, per portare la nostra occu·pa.zione snl margine sud della Val Sugana, e verso il La.varone e Folgaria. Furono anzi svilu,ppat i i preparativi in ta.l senso, spede tn riguardo all' ammassament o ed allo schieramento delle artiglierie sull'altipiano di Asi.a,g-o; ma contemporaneamen~e a taJi stqdi. il Comando Sutwemo non trascnrava. di considerare l' e\rentualità, che la situazione politica militare consigliasse un'offensiva, a fondo secondo una direttrice vitftle per lo schieramento a.vveJ'sario. Infatti, verso fa, :fine di settembre il Comando Supremo abbandonava il progetto di operazioni limitate al fronte nord, e concretava le linee essenziali della grand'e bnt taglia decisiva . . Il concetto fondamentale di una. t ale offensiva era quello della sepa.razione delle due masse avversari.e del Trentino e del -

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,· u; rrORZE CON'.rRAl'L-'0Sl'E

P iave, mediante sfondamento in direzione di Vittorio Ve111eto, per provocare quindi, mediante avvolgimento, il cedimento dello schieramento avversario sul fronte montano, e quindi il crollo dell'intero fro])te. Penetrato nello schieramento avversario in direzione di Vittorio Veneto, il Comando Supremo prevedeva cioè di pr-0vocare .il crol1o dell'intero fronte trentino agendo su Feltre (tergo dello schieramento austriaco nella regione del Grappa); e per il Bellunese, Val Oismon, Val Sugana, il 01:tdore tendere alla vallata dell'Adige. A _partire dagli ultimi di ettembre i preparativi furono s;pinti a.lacremeinte. Il J4 ottobre furoa10 costituite 2 nuove Armate e cioè l a 12a fra la 4" e fa Sa., la 10" fra la 8" e la 34. Il movimento delle artiglierie fra le Armate fu intenso, mentre dalla, riserva generale 1.600 pezzi e 500 bomba,r de furono portati sul fronte di attacco. § JI (E)

Le forze contrapposte a lla vig ilia della bat tag lia.

Il nostro schieramento comprendeva 57 Divisioni e mezza (704 battaglioni), delle qua.li 51 italiane, 1 czeco-slovacca, 3 in~ gJesi, 2 francesi, più 1 Reggimento americano; 7.700 pezzi circa (compresi quelli della.

!).,

Armata e della riserva generale), e

J .700 bombHrde. Tenuto cornto che complessivamente vi erano

circa 450 pezzi fra .artiglierie inglesi e fran cesi appartenenti alle Divisioni di ta.li nazionaJità., le artiglierie italiane sommavano a circa 7.280 pezzi (oltre le bombarde) e ciò stava a dimostrare l'enorme sforzo che l 'industria costruttrice ifa liana aveva saputo compiere esattamente in un anno . I n particolare, dallo· Stelvio àl mare l'assegn::tzione delle 11ostre Divisioni tra le Armate era la seguente:

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7a. Annata Armata Armata Armata Armata

l" Ga 4a J2a

. . . . .

. . . . .

. . . . .

. . . . .

. . . . .

4 5 6 9 4

Divisioni Divisioni Divisioni (di cui 1 francese e 1 britannica) Divisi9ni Divisioni (di etti 1 fra ncese)

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LE Ji OltZE CONTRAPPOSTE

rnv.isioni (cli cui 2 DiYis.ioni (di cui 2 Divisioni Divisioni (di cui 1 ment() american9) Il Corpo di cav·aueria (4 Dh>irsioni) nella

- 8"' Arnrnta ·.. - 10a Armata .. 3"' Armata . - 9a :A,rma ta . . -

. 14 4 4 7

Divis. d'assa lto) britanniche) czeco-s!ovacca pìù il Reggiregione. di Padova.

Le forze austro~uriga.riche sul front.e italiano ammontavano a 56 Divisioni di fanteria e mezza; e 7 di cavalleria. : e cioè in totale 63 Divisioni e mezza, con un totale di 6.030 pe~zi circa, oltre un migliaio di bombarde e circa 2.500 lancia.bombe (1). L'assegnazione di artiglierie alle varie Grandi Unità era la seguente: -

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Gruppo <l'Armate del Trentino: - 10• Armata .. . . . J2 e mez:>;a Divisioni - 11" Ar'm ata . . . . . :13 Divisioni Gruppo d'Armate Boroevic : - Gruppo Belluno .. 10 Divisioni 6• Armata . . 12 Divisioni 5• Armata .· . . . . 1G Divisioni.

In ,p articolare sul front.e che interessa maggiormente la battaglia, la dislocazione deJle forze austro-.unga.riche era la se~ guente: -

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lP Armata (da ll'Astico al Cismon): 'i Divisioni in linea 5 Divisioni in ·rise.rva Gruppo Belluno (dal Cismon a. Pede'robba): 8 Divisioni ii:t Hnea 4 e mezzo Divisioni in r i&-erva .ea. Armai a (da Pederobba a l ' ponte della Priula) : - 6 Divisioni in linea 3 Divisioni in riserva (3• Armata (da l ponte della Priula al mare) : - 10 Divisioni in linea 5 Divisi,:rni in riserva.

(1) Ogni Div.isione a ustr o-ungarica aveva 1 Brigata di 2 R eggimenti di · artiglieria da campagna, più 1 Reggimento pesante campale e 1 Gruppo da montagna; in t otale 24 cannoni da campagna ed 8 da montagna, 36 obici dà campagna ed 8 da montagna (da 100/l'i), 24 pezzi pesa11U campali e 4 antiaerei. L'ar tiglieria austro-ungnrica ·Comprendeva inoltre 14 Reggimenti da montagna e 11 Reggimenti dn fortez?:a,.

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LF. FORZ0 COJSTHAPPOSTB

La sistemazione dif~nsiva avversaria era ormai imponente, ed aippoggiata a due linee fondamentali : -

la pr ima dett~1 Kaiser stellung (linea dell'Imper atore) profonda circa 2 km. a par tir e da .Ila sponda d el riave ;

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la s-econda K9Òigstellung (cioè linea del Re) situata a circo 3 km. più in dietr o.

Daremo ancora qualche ulteriore cenno sullo schieramento • delle artiglierie : e sull'impiego -

su l fr onte Brenta-Grave di Pa padopoli vi er a no 4.840 11czzi e cioè : - 112 dl gr osso calibro - 2.368 cli medio calibr o - 2.3()0 di piCC-Ol<> ca li br o con una densità media d i iS pezzi per chilometro lineare di front e.

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1ml. f r onte d ' a.tta cço vrin cit)fl l.e F alzè-Papadopoli Yi er ono 2.420 pezzi, e cioè: - 8S d ì grosso calib1·0 - 1.292 cli med io calibro - 1.040 di piccolo calibr o con u,na densità di 121 pezzi JX!r cb ilowetrn lineare, densità che sale a 131 pèzzi considerando nuche le bombarde.

Si amo pertant o ancora l ontani dai 148 1pezzi per km. linea re sul fronte interalleato 1'lell a battaglia di Champagne (26 settembre-12 ottobre). E' da notare che per effetto del segreto da noi abilmente ottenuto negl i spost a.me111ti delle artiglierie, era stato possibile s·g narnire sensibilmente e coraggiosamente gli altri tratti del fronte a beneficio del fron te principale cli at tacco, raggiungendo in quest'ult imo il netto predominio d'artiglieria sull' avversa rio. Difatti, òi co.ntro all'a.nzidet ta densità ·d 'art iglieria, da noi realizzat a <li 121 pezzi per k m . lineare, l' artiglieria austri aca, più addeo·,sata nella region e degli altipiani e di fronte alln, 3" Armat a, presentava invece nel tratto F aJzè-P apa dopoli soltanto nna densità di 40 pezzi per km. lin ea.re.

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DIRE'I:TJVE PER I/IMPIEGO DELL'AR'X-IQLIER,IA

~

Il (F)

Direttive per l'impiego dell'artiglieria.

Di massima.,. come fondamento d'impiego, vi era la ricerca della sorpresa. I n realtà l'enorme spostamento di artiglierie · ·di · rinforzo agli schieram·e nti dovette passa.re (s1Pecie di fronte all'8° Armata) inosservato aU'avversaric>, se questi ;non tentò di reagire e. di .interdime i movimenti : . q~esto ,;costituì indub-bianiente un ~rande merito peì· i nostri arttgli~ri. Meno completa fu l a sorpresa sul fronte della 4" Armata, òve l'avversario aveva potuto raccogliere notizie relative · ad un-: nostro attacco in .gpande stile che sa,rebbe stato sferrato ·da.1 22-· ottobre in poi, taà1to che egli riteneva, che ivi sarebbe quindi stato tentato uno sforzo çlecisivo. T ale cel'tezza ·del nemico era d'altronde avva. lorata dall'aumentata attività delle . nostre artiglierie in · quel Settor.e avendo il Cpmando di questa 4" Ai·mata ordirta.to che ... fino a nuovo ordine, uè di giprno · nè di notte non vJ deve essere trincea nemica che si senta al.. sicuro dalla (listruzione, nè vin di rlfoi"nime·nto che nou. sia. ap-érta all'interdizione, nè luogo <li riserva , ce11tro di vita o bat. terie nemiche, esenti da minaccJa di schiac_ciamento. Nòni molte munizioni: è la sultuarietà e la irregolarHà del tiro che conta; non oc'corre che ciascnno , riceva un colvo, ma occorre che tuttl siano e si sentano~sotto la minaccia · continua del colpÒ. li Comandante cbi~da agli artigUe"ri 'cli mettere in ciò!; tuttn Jn più stu<liosa cattiveria.

P er (Jnanto rigua.rda 1'8" Armata, che ha l'opore principale dell'azione di sfondamento, le sue artiglierie sono disposte in modo da neutralizzare _le ;numerose artiglierie ·avversarie postate nella regione di Vidor e di S. Salvatore e. nella pianura sulla sinistra del Piave . NumeÌ·ose artiglierie lunga. gittata sono piazzate sul salieinte orientale del Montello, col com,pito di battere giorno e notte le strade che da, Valmareno scendono alla pianura della Sernaglia. (Vedi Schizzo tìg. n . 72 .: (< Situa; zione delle forze contrapposte ana data del 24 ottobre 1918, e direttive cli attacco del l° e 2° tempo>). Del resto, come nel campo strategico aveva prevalso il cri-

a

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DfRET'l'lVE PBR 1/!MPIEGO DELI/AR'l'IG(,IER!A

terio della sorpre),;a, così anche nelrimpiego dell'a rtiglieria si era p1·evisto che il tr::ighettamento delle prime trupipe avvenisse senza fuoco :ai preparazione da parte <lell'artigliel'ia, e che questa, iniziasse la. s1ia azione soltan to dopo che Ja linea di osservazione a1emica,. di là clal fiu me, fosse tata trnYolta dai nostri elementi d'a.ttac<'o. Il ComandaHte dell'Armata, gen. Caviglia, fin dal 17 ottobre aveva emana,to <·.Ili.are direttive cirea l'impiego delle sue

Fig. 73 - GN1. Eurko caviglia

artiglierie. Le riproduciamo qui qnasi per esteso, costituendo esse un -docume.r1to cli grandissimo interesse, r icordando · in proposito che il Comandante dell' A Ptiglic1·ia di quell'Armata era uno dèi più vale.nt.i nost ri artiglieri. il gen . Giuliaino Ricci: -

l ìO -

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NELLA BA'l'TAGLIA DI VITTORIO VENE'.1:0

PreJ)a,ra~iOn~ inkrM1<li<tta: E'· necessario agire di sorpresa sfru.ttirndo i vanfaggi tino all'estremo limite. In conseguenza, la preparazione lmm€diata dovrà essere improvvisa e violentissima. Disposizioni particolareggiate per l'applicazione di questo concetto e per l'es€cuzione del tiro di neutralizzazione e di distruzione verranno date dal Comandante d'Artiglieria d'Annata .il quale curerà anche ehe sia predisposto col tii:9 l'accecamento dei riflettori nemici. L1.zi01t1i di. controba,tte-ria·: Lo schieramento delle artiglierie nemiche è caratterizzato da tre masse di batterie . (Valdobladene - S. Salvatore - Le Grave) collegate a tlue cortine relativ::imente leggere ad· andamento pressocllè lineare. Palle caratteristiche di questo schieramento deve. conseguire la designazione di Gruppi d'artiglierie destinati al.la controbatt-èria, e la determinazione dei varii tipi dl pr9lettl ordinari e speciali da · impiegare. Al XXVII Corpo d'Armata è affidata la neutralizzazione della massa di Valdobiadene ed a tale scopo disporrà oltrechè del 18° Raggruppamento, di 4 · Gruppi francesi e di 3 Gruppi del I Corpo d'àrmata. La ripartizione dei Settori per il tiro di controbatteria resta cosi fissato : - 10-" Al'mala : ad oriente. della linea Palazzon - c. La Sega . Cittadella~ - VIII Corpo d'Armata; fra la linea predetta e quella Castelviero . M. Cucco - S. 1\1. di Fel-etto; - XXII Corpo. d"Armata: . fra la linea di Castelviero - ..lii. Cucco - S. M . cli · Feletto e<l- il meridiano di Mosnigo; - XXVII Corpo d'Armata: ad ovest, qel rnerW.iano cli Mosnig9. La ripartizione dei Settori per il tiro di controbatte'ria è fatto in base agli accertamenti a tt1'tto il 15 corrente ; da allor:i il nemico può ttver modificato· lo schieramento della sua artiglieri a, e continuare a variarlo. E' perciò necessario che Je nrtigli.erie cli controbatteria siano anche preparate nd• allargare il loro Settore verso le zone vicine, dove si presume, cla indizi recenti o 11a nuove osse1Tazioni, che abbiano avuto 1uog9 gli ace-ènnati spostamenti. ' Si tenga presente elle il tiro di controbatteria assume nel caso nostro capitale importanza. Esso dovrà essere iniziato appena le batterie nemiche aprono il f.uoco, od assieme al tiro di distruzi<me, e continuato sino a elle si confonda col tiro di accompagnamento. Sulle batterie nemiche cbe, a malgrado dei tiri a gas, riuscissero parti!:91armente attive e pericolose, si dovranno eseguire potenti concentramenti a proietti ordinari.

Tirn <li <iccomvaonamento : Stabilito unicamente come orientament.o generico · m10 schema desunto dalle linee del terreno e cla una ipotetica celerità media di avanzata della fanteria, il tiro di accompagnamento deve adattarsi prlncipalroente alla effettiva avanzata delle fanterie, accompagnandola CQn soste e con sbalzi di varia ampiezza e freql!enza, a seconda delle vicende del combatti1mmto. La conformazione del terreno oltre Piave, salvo nel Settore della 10~ Armata, consente l'osservazione dei movimenti delle nostre

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DIRETTIVE l'ER, L'IMPIEGO DELL' AR'rIGLlERIA

truppe, e per ciò rende facile l'applicazione di questo concetto di elasticità del tiro di uccompaguameuto. Si com1)leti questo vantaggio org:{nizzando con cura meticolosa collegam<.'nti semplici, costanti direttamente fra le l)'nità attaccanti ed i gruppi cli accompagnamento, ed in tale studio si t,engano pl'e. senti gli aeroplani ed i palloni che Possono dare eflicacisslmo contributo. Questa concezione del tiro di accompagnamento è non solo la più logica e redditizia, ma anche quella che richiede la più costante attenzione degli osservatori e dei Comandi di Artiglieria; inoltre, iu alcuni Settori, come quello della 1()3 Armata, l'osse1·vazione è ostacolata dal terreno, senza considerare che ·Je condizioni utmosfcrìcbe possono anche impedirla. Com·crrà quindi, come sistema da applicarsi qualora riesca impossibile l'attuazione del concetto esposto, fondarsi principalmente sullo schema accennato sopra, desunto dalle linee del terreno e dalla celerità media di av::mzata <lella. fan tr•1·ia, e stabllire che l'artigl ieria ùi accompagnamento trasporti il tiro dall'una aU'altra delle linee di. attestamento indicate uello schema, in s@guito a richiesta della fanteria, fatla rue<liante segnali convénuti. Il passaggio non dovrà essere fatto di balzo ma con allungamenti successivi in modo da rastrella.re il teneno interposto. Avvertesi infine e.Ile l'accompugnnmento non donà essere solo frQn tale, ma deve fiancheggia re le truppe con cortine cU fuoco che insistono specialmente sugli elementi fiancheggianti nemici. Quelli fn1 questi che sfuggiranno al tlro di accompagnamento, verranno battuti dai pezzi delle batterie <li piccolo calibro in posizione appunto -per battere in caccia tali bersagli speciali, e poi le batterie di piccolo calibro .in accompagnamento materiale della fantc1·ia. J11tte-rd,iz ione 1ontanQ. : Sarà eseguita dalle artlglierie· di Corpo d' Armnta nei limiti del loro Settore e della gi ttato dei pezzi di cui dispongouo. Gli obbiettivi oltre tale gittata snra11110 battuti dalle batterie dipendenti direttamente dal Coman<lo cl' Artiglieria d'Armata. Tengasi pre9ente che i ·punti da battere sono essenzialmente : i ponti sul Monticano, lo sbocco delle rotabili sulla pianura di Sernaglia, i nodi stradali in Val Sol!go, gli abitati di Valdobiadene e S. Pietro di Barbozza . ,1.,va,1zatii d,eUe batterie: Pel' quanto lo schierament9 offensivo dell'al'liglierla permetta di accompagnare le fanterie col fuoco per unn notevole pl'ofonditlt, occorre prevedere e predisporre per un'aYanznta a scaglioni dei Gruppi lJiù mobili e più acldestl'ati . Sono specialmente .ìn<licate per tule compito le batterie destinate, nll'ini7.io, alla controbatterla che si renderanno libere dopo cbe saranno eliminate le batterie avversarie. Dì massima si tenga presente che cOllYeJ't'ù far passare le batterie da mon tagna con le fanterie, <1oJ.)9 di esse le batterie da cnm1H:igna, ed infine le pesanti campali e le autocampnli.

Ed ecco come lo stesso gen. Caviglia descii.ve le complesse ed fl bili operazioni che portarono allo schieramento delle sue artiglierie per la battaglia imminente: -

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.NBLLA BA'l"l'AGLIA DI· VITTORIO Vl~NE'TO

... Nella seconda metà di settembre J018 l'artiglieria dell'S• Armata contava ancora un numero limitato di batterie, scagliona te in Ì)Fofondltà. Era uno schieramimto di sicurezz:a corrispondente alle ei;igenze d.i .nna . .sistemazione difensiva, quale aveva sempre osservato quel!' ,frmata dopo la sua costituzione sul Piave, nel dicembre ·p recedente. Il 26 settembre ad, Abano il Comandante dell'8• Aruwta col suo Coinandante d 'artiglieria (gen. Giuliano Ricci), ebbe notizia. che numerose batterie sarebbero sfate assegnate all'Ar mata per metterla in grado di svolgei'e azione otl:ensiva. Le batterie di rinforzo dovevano essere ritirfate dalla fronte del la 6•. della. P e della ,., Armata, schierate sugli ,Altipiani e nelle Giudicarie, ed essere raccolte il 10 ottobre allo sbocco delle· valli in pianura, per essere portate sulla fronte del Piave fra il Montello e Maseraçln : dietro cioè della f ronte d'attacco pre~tubilita nel primo progetto di offensiva fra Falzè e Le Grave di Papaclopoli. Poi, dopo_ il 20 settembre, allargando la fronte d'attacco fino a Pederobba, a ltre batterie furono destinate all'Armata, specialmente da ·camp,agna e ·c1a montagna, provenienti anche dal.la 3° Armata . Furono 26 batterie da campagna, 80 batterif da 65j17 (da montagna), 10 batterie autocarreggiate, 12 batterie inglesi da 84 e 4 da 114. Le batterie da raropagna furono riJmrtite tra i quattro Corpi d'Armata d.i prima linea, cosicchè ognuno venisse ad avere dà 20 a 24 batterie. All'XI Corpo (Paolini) che si trovava i11 linea sulle Grave di Papadopoli, si assegnaron.o 35 ·batteri<\ delle quali 16 dovevano essere . a nord. presso la sua congiunzione coll'VIII Corpo (Gandolfo), cosi<'Cbè fossero pronte a passare sia per i ponti dell'XI, e sia per quelli dell'VIII Corpo. Ogni Corpo d'Armata doveva avere alctrne bntterie da montagna, JJroute a seguire le prime fanterie passate al di là dél. fimne. All'XI Corpo se ne assegnb numero maggiore che agli altri, come quello che pr'esumibilmente aveva maggiori probabilità. di gettare i p9nti, e per il coso che si prolungasse la 1·esistenza clel nemico sul Piave. Inoltre il Comando d'Armata t enne in riserva 5 batterie da montagna 11er· rinforzare il Corpo d'Armata che fosse riuscito a 1>as..'1l)re per il primo al di là dél P.iave. La. parte decisiva. del fuoco d':utiglieria era affidata a 224 batterie di medio calibro, sussidiate da 21 batterie di grosso cal.i.bro. I n totale I.o scbferamento dell'ai·tiglieria affidato all'S• Armata, sulla fronte Pederobba - Grave di Papadopoli, consisteva di 466 batterie, delle quali 21 cli grosso calibro, 224 di medio calibro e 178 di piccolo calibro, più 41 batterle di bombarde. Nello schieramento si diede importanza al tiro di controbatterla per sopraffare o neutralinare le battérie nemiche~. Ci<) era necessario per proteggere i ·ponti e per r endere possibile allt'. nostre truppe di sostenersi - non appena cessata la prima sorpresa - nella test.n di ponte da . formare in un , primo tempo sulla r~va sinistra. Nelle zone di contatto dei varii Corpi d'Armata, furono predisposte potenti masse d'artiglìerla, capaci di rapida manovra di ftioco su ampi set-

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LE DU: l::lyl'IVE l>EL COMA NDO lSO P RE MO

tori, ·per porta re · In lor o a zio ne collt ove le es ige nze del comba l timento lo avesser o r ichiesto. P er questo scbier amen to si s posta rono in avan ti tutte le bàtter ie p reesistenti nell ·Annata, conlsponde ntcmente alle neces1t>ità deli'olienslv:1 . Ta le schieramento era anche in grado di sodcll&fare a tutti i com[)i ti di distr u7.lone delle dif ese nemicl!e, cli preparazione au·attncco e di accompagnamento dèlle f an te1·1e. L'ar'rivo e l'avviamento a destinazione di u ua cosi ingente massa d 'art iglier ia si svolse senza nessun incidente. Il C9m ando Gener a le d' Ar tiglieri a pr edispose perfettamente movimenti di tutte quelle bntter ie, e ne scaglione) sagg inmenl e l'a rrivo llella 7.ona della 8"' Arma t a . I Comandi cl'àrtiglieria - dell'Armn t a i: dei Cor pi d' Armala - e tu tti g li ufficia li ed il persona le del le ba tter ie si sot toposc1·0 a du re fatiche e n lungbi disagi, di notfe sotto la pioggia battente, pur dì esser pro nti a i . propri pc;,,zi, con un forte muni?.ìonameut o, ne l r istr ett9 limite di t emvo fissa t o. Per recar e alle batter le le munì7.ioni occor renti si f ecero complessiva meu l.c l5.000 viaggi di a utocarro. Qualche difficoltà si dovette superare per le batterie dn ap postarsi sul Mont el.lo, n e·i br evi limi t i di t empo disponibile e per la n a tura di quel te't'r eno. Si_ può ritenere che questi preparativi siano sfuggiti agll osserv:itori ne~iei, perch è l'att lvità del le ar tig lier ie austro-unl('i1riche in que l periodo (li tempo non fu superiore alla normale. Fino agli ultimi giorni il nemico con- . servò olle sue batter ie il p.receclentc schiernro cnto nvanznto cd offc>ns ivo, come se non teme~e un nostro attacco. . :!\egli u lti mi giorni preceden ti l'az iirne, le .nostr e bntte1:le eseg-uir ono gli aggiustamenti indispensabili, con tutti gli accorgimenti occorrenti ad el uder e . In vigilanza nemica. L' nccurntezza della pr eparaz ione <lei tiro permise di compensare la i:carsità degli :iggiustnmenti senza elle l'efficacia. d el fu oco n e scapit nssè. Le cons tnt nzioni fatte dop9 la bat tnilia ~ml terreno conquist:ito lo pr ovar ono $Uflìcientemente.

§ Il \0 )

Le dire ttive del Comando S upremo per l 'impiego delle Gra nd i Un ità nell'attacco.

P r ima di accingerci ::i trattare della battaglia d i Vittorio Veneto è necessario soffermarci s nlle direttive che vennero emana te n el settembre 19J per l'impiego delle Grandi Uni.tà nel-· l'at ta cco. -474 -


Ph,R, L''rMPIEGO nr::r,r,~; GRANDI, 1.: NIT,Ì. NEl,L. ATTACCO

Premesso che i fattori del successo so110 l'ascendente mo1·ale, la s uperiorità dei mezzi e dei procedimenti di azione, e l a sonpresa, .il Comando Supremo passa a mettere in evidenza le moda'li!à per realizzare questi fattori. Passa poi a trattare della scelta e de.6.nizioue degli obbiettiv.i di uttacco, del compu.to e schieramento delle forze costituenti la massa offensiva, e s uccei::sivaineute del Com ando e delle varie Armi. Ci sotrermiamo su quest'nltimo argom<>nto riportando in tegralmente quanto concern~ l'artiglieria . Il rapporto quantitativo f ra <i. e Armi. è in parte pro biema Ol'ganko ed in J)Urte problema tattico. Il prob'.enrn organico esce <lal quadro traccìato a queste direttive: 11 problema tattico <Jeni essere risolto caso per casp, nella fase preparatoria, col cr ite1·io di aggiungere alle Armi cbe organicamente costìtuiscono la Divisione, e alle trup pe pure organicamente assegna te oi Corpi d'A rmata o ull e Ar mate, una mu S>!'<a d i bombnrde, di artigllerìa vesa1ll:e e. 'tnlvolta anche leggera (l) capace di sicura mente assolvere, in unione alle al'tiglierie divlsi9uaLi, i molteplici compiti che nella battaglia dì sfoodnmento sono as!'leguati alle ,·arie specie di artiglierie. La s11ecificnzione di tali compiti e il modo cli assolverli risult!lDO dalle Kormc di J.mpie,zo per l'artigllel'ia.

Qui, dopo aver ricc)l'(lato che essi sono di {listrnziooe, di neutralizzazione, di annientamento. cli interdizion e, di accompagna.mento e di s ba,rrn11tento (2), si s nggl'l°iscono alcune cle:n (1) Con la drnomiuaziooc cli artiglierie leggere si designano quelle idonee manovrare su qualsiasi terreno, ~ssia le a r tiglierie cli piccolo cali bro; con Ja rleoomiuazionc cli nrt.iglierle pesont i s i desig nano Quelle clola,te di 'minore manovra bilità, ossia le a r tiglierie pesanti campali e quelle di meùio e grosso calibro, impropriamente dette di as.<Sedio. (2) Per maggiore chiare1.z11 si dcfinisc·ono !;ubito qu~li compili che sono 11iil diffusamente trnttati oel testo delle d h:ettive, nrt. O, 10 e 11. La distruzioll<' e la 11cu tnllizzazionr possono essere rivoit·c sin. contro 1.-: artiglierie (azione di cQntrobatterla) !'!ia contro le difese nemiche. Coll11 distruzione si tende a togliere per sempre, on·ero solo per alcuni giorni, quals iasi efficienza all'obbiettivo (artiglierie o difese). Colla neutralizzazione si t(•Ilcle a paralizzare, I)er breve tempo, i l personale delle batterie o 11 presidio delle difése. L'annientamento ba lo scopo <li fiaccare la capacità offensiva e <;jifensiv:t delle fnnterie colpendole oYunqne si trO\'ino. Fl' azione nmne alla distruzione. nrn con obgiettivo le fanterie nemicbe. L'interdiz ione mira ad 1wpedire, · d ictrn la fronte nemica, · s ia il movimrnlo delle trnpp~. shl il funzionamento dei Comandi e dei servizi. Si <lia

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U:l OIRE'ITIVE DEL CO~IA1'00 SUPREMO

sità medie di schieramento ·di ai·tiglieria come guida largamente approssimativa per la compilazione dei progetti di attacco. Esse sono desunte dalhL esperienza e si riferiscono naturalmente ad un apparecchio offensivo allestito conti·o una fronte organizzata coi criterii vigenti ed in perfetta efficienza: I

- artiglierie pesanti, ·1m pezzo ogni 20 a 30 metri <li fro1~t<• di attacco - artiglièrie leggere, un pezzo ogni 20 a 25 metri; - artiglierie pesanti a lunga gittata, un pezzo ogni 150 a. 200 niclri; - bombartle, un pezzo ogni 25 a 80 metri.

(1);

Oltre i mezzi fin qui considerati, concorreranno alla costituzione della massa offensiva forze aeree, ed eventualmente, altri mezzi di attacco, adl esempio carri d 'assalto. Ma tale con.corso sar ù definito in specie e quantitìl volta per volta, sulla base delle disponibilità e con concr eto r ife'rimE'nto al problema dell'a ttacco. · La fanteria, protetta dal tiro di accompagnamento dell'artiglieria, avaJJza nel\a zona dove si è svolto il lavoro di distruzione e di neutralizzazione; supera, combattendo le successive resisten~ .del nemico che spazza dalle trincee, dai riCO\'eri, d alle ca~erne, e 1>rocede con impulso travolgente e senza arrestarsi tino all'obbiettivo assegnatole. Dop~ averlo espugna to, lo organizza. prontamente a difesa e lo conserva contro eventuali coutrattaccbi. 'l'utti questi compiti la fanteria assotvet·à mercè appropriata. utilizza. zjone elci mezzl snssldlar.i che organicomcutc le appartengono e di quc111 che in avvenire potranno esserle assegnati. Tali mezzi sussidiarii oltre a<l arrleehire la fanteria di potenza di fuoco, stingue iu intci:dizlone vicina e in int·erdizione lontana, secondo il raggio in cui si esplica. L'accompagnamento. hn lo scopo di facHitare e proteggere l'avanzata delle fi:mterie, precedeudole e fiancheggiandole con una cortina di fuoco che paralizzi i mezzi nemici d'osservazi9nc, di difesa e di contrattacco rimasti efficienti <lopo li tiro di preparazione. In relazione all'ampiezza e alla rego. Iarltà degli sbalzi impressi allo cortinn mobile, sl avrà un accompagnamento vicino che a,,volge la fanteria come in una guaìna e gradual mente s'l sposta con essa p lasmanùosi sullu sua manovra, ed un accompagnamento l9ntano caratterizzato da un'azione a maggior distanza dalla fanterla e da sbalzi assai più ampi e meno stretti, legati al ))rogresso dell'attacco. Lo sbarramento tende ad arrestare nella zona immediatamente antistante alle nostre difese passive l'avanzata clellc fanterie att11cc.a nti o conlrattaccanti. Gron ))ar te di ()nesti com11iti, come r isulta ònlla trattazione, l'artiglieria assolve in concorso con le mit:agllatrici e col mezzi' sussidiari. della fanteria. (1) Questi clati sono dlL 1·iferirsi all'estensione linem·e della f ron te contro ~a ()Uale si compie l'azione offensiva .

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PmR L'IMPIEGO DELLE: GRANDI l; NITi\ NELL'AT'rACC.'O

tenclono a integrare l'azione di accompagnamento clell'artigliei:ia, e a saldare sempre più e m~glio nel campo tattico l'attività delle due Armi. Le mitragliatrici (1) costituiscono ormai l'armament9 essenziale della fanteria. L'azione loro si esplica: · - sia nell'immediato accompagnarn•mto delle Unità di eui organicamente fanno parte; aceompagnamento che, in analogia con • quello svolto dall'a:r tiglieria, si espliça appoggia ndo col fuoco J';.i.vanzata, e eostituendo l'ossatura dell;:t resistenza suJ le posizioni raggiu nte; - sia operando a massa con t.iri d'interdizione e di logoramento rivolti contro obbiettivi lontani. L'artiglieria spiana la via all;1 fant€ria, distruggendo o neutralizzando tutto quello che si OlJlJ-One alla sua marcia, e ciotl difese, difensori, artiglierie. Protegge la fanteria sulle posi,1ioni. conquistate, sbarrandone gli accessi immediati e contràstanclo al nemico i contr.attacchi. Interdice l'affluirè di riserve e cli rifoi-nimenti alla bat,t aglia; parali,1za o quanto meno ritarda ed ostacola la varia attivìUt dell'organismo della d,ifesa . Si 1ione in condizione cli aswlvere i;>ienamente Lutti questi eompiti, non solo all'i.nizio dell'a'ttacco, ma anche sopratutto, durante e dopo il suo sviluppo, e qualunque sia i.I progresso che la fanteria vi' realizzi. Questa ingente somma di compiti esige, per l' artigl'ieria, una netta definizione delle sfere <li dipendenza che eviti azioni cli Cornandp da nnosamente sovrapponenUsi, o richieste cli intervento cont-èmporaneo e non seniPrf:' concordi. · Occorre c.ioè ·predisporre uno snodato cong_egn9 di dipendenze che pur t:oncedendo, come le imprevedihlll vicende della battaglia consigliano, un giusto decentramento di parte delle artiglierie alle Divisioni di attacco, affidi alle Unita maggiori il u1aneggio clelle masse di fuoco che·, 11i r la stessa ampiezza · dèlla fr9nte ove sono chiamate ad operare, per la stessa natura dei -l oro compiti, sono da impiegarsi a grande rendimento e quindi non sono fra zionabili. In qtMisfordine cli principli conviene in massima: - porre alla dipenclenzn delle Divisioni di 1)1:ima linea tutte le artiglie·rle destinate oli'interdizione vieina, all'accorupognamento e allo sbarramento, le bombarde e le artiglièrie destinate alla distruzi9ne e alla neutralizzazione delle (lifeee nemiche ed aventi settori di azionè. all'incirca pari alla fronte di a ttacco della Divisione; - affidare ai Corpi' d'Armata l'azione cli controbatteria nella zona per ciascuno stabilita dal Comando d 'Armata; - alle Armate l'interdizione lontana e l'azione <Ii annientamento; - alle Armate eù ai C9rp'i d'Armata la manovra di particolnri masse di fuoco - aveuti C()!Ùpiti varii dur:rnte l'attacco (distruzione, neutraliz(1) ln . questa locuzione generica ~i cornprend9no tutte le armi antomati. che; e cioè rrùtragliatrici leggere e pesanti, pistole mitragliatrici, rooscbetti mitrugliatori, ecc. ecc.

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u: ·DIRl~Tnn: DEL CO::'JAI\DO St:PRE)IO zazione, intcrùizione, anuicntatrn;nto) e possibilità di r:1pido jntervcnto su ampia fron te.

In sintesi si può dunque atl'ennarc : - cbc ogni Comando di grnnde 'Unità àevc nvere all!l diretta dipenùcoza tutte le artiglier ie che sono indispensabili alla Grande 'Cnità stcSsa .p er assolvere il compito assegnat9le in combattimento; - che Ògnl Comando cli Grarn'lé Unità superiore <leve poter disporre direttameut.,. 'delle artiglierie necessarie pet· coordinare l'azione delle Grandi Unità dipendenti, e rinvigorirla ove occorra. L'aerona·u tica combatte per Il dominio dell'aria, assicurandg il libero esercizio della nostra osservazione aet·c11, ecl ostncolando, in concorso colla difesa contraerea, l'osservazione nemica : 01lera come Arma di gffesa contro i bersagE terrestri. F:ssa: - attaccn gli :.ieroplan1, i dlrigibill, i ·pn lloni frènatl .e le basi avi:.itorie nemiche; compie ricogltizioni per informare i Conì:rndi sulle organizz::izioni e sul movimenti clel neiwìco; - mantiene il collegamento fra le trup11c ed i Comandi durante l'attaccg ; - reiola coll'osservazìone llerea il tiro deU'nrtiglieria ; - interviene nelln lotta terrestre con bombllrdamenti dei pw1ti seneibili nemici e coll'azione di ruitragliatri<:i e di bombe sulle truppe nvversar ie.

Il Capitolo II tl'attn delle predisposizioni per l' attacco. Il Capitolo JII fratta hn-ece )'Argomento dell'attacco vero <~ proprio. In esso è detto : L'inizio 1/.e/l'a,ttuc.co e le $1/C fasi : L'inìzio dell'attacco, convenzionalmente, ei far/I corrispondere all'inizio della preparnzione immediata, intendendo per 'J)reparazione immediata il compless(1 dei tiri di distruzione, . di neutralb1?.azlone, di nnnie11tamento e cli interdizione coi quali l'artiglieria, m collaborazione con altri meizi offensivi, con azione rapidissima e violentis1,1ima apre 111 via ,Lila irrnzionc delle fa.Qterie. Ma prima, e precisamente negli u ltimi giorni <lella fase preparatoria dell'offensiva, l'artiglieria ))Otrà avere giii compiuto (lUella parte del lavoro di dlstnJ?:lone e di jnter dizlone lon1·a11a <'he, sla per la natura tkgli ohbictlìl'i cui è r ivolta. - essenzialmente qatterie, organizzazioni nrretratP, centri di rifornillleilto, sedi di Comando sh1 per il modo con. cui sl deve espllcnre, non può ess<'t:e contenu to nel per ioòo, necessariamente breve, della preparazione i01medi11ta (l).

(1) In particolari condizioni di terreno, ad esempio nelle regioni mon t nne jn cui In vJta dell'organis mo difensivo è vincolala allo sfruttnmcnto delle comunicazioni, questi tiri preliminari potrnnn9 nssumere considerevole svi. luppo e rispondere a un p iì1 am11io ·progr amma rivolto ad isolare la difesa , e menomarne la capacità di res1&tenzu prima della battaglia. Si tratta insomma di un'azione di Iogornroenl·o che, <iuando sin condotta

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PBR L'U.IP.!EGO DELLE GRANDI UNJ'.t::l KELL' AÌ'fACCO

Non è però da eschtdersi ehe, attr.ibuendo la maggiore imp0rtanza al fattore sorpresa si rinunzi a questi tir.i da eseguirsi in precedeuza, e si concentri tutto il lavoro di distruzione e d'interdizione nella preparazione iU), mediata. L'ordine dell'inizi9 dell'attacco sarà èmanato dal Comando che ba la condotta. delle operazioni, rion · tralasciandosi nell ~L aframazione alcuna cautela cbe valga ad assicurare la segrclezza, e per riflesso la sorprèS!l. Pertanto minima . diffusio11e, e fatta al ·pi~1 tardi possibile, compatibilmente colla necessltà di attua re in tempo utile tutte le predisposizioni ~lel'ivanti dall'ordine stesso. _L'ordine di attacco, in massima si limiterà a fissare poche presc1·izioni d'indole esecutiva che integrino quanto già è stato stabi lito nel piano circa lo svolgimento dell'azione. L'ordine non dovrà contenere l'indicazione dell'ora dello scatto delle fanterie, cbe formerà oggetto di comunicazione a parte, non telefonica, circondata anch'essa del J)iù rigoroso riaèrbo. Nell'attacco sono da considerarsi come tipiCh<! le seguenti fasi : - preparazione immediata; - scatto ecl avanzata delle fanterie verso l'obbiettivo no rma le ; - evéntuale sosta prima dell'obbiettivo nQrmale; - conquista dell'obbiettivo normale e degli obbiettivi eventuali; - svilu•ppo del successo. Ciascuna di queste fasi, avendo c:natteristicbe proprie, merita separata trattazione. Ma ri manga bene stabilito cbe con questa successione, qui seguita solo per ragioni <li chiarezza, non si intende in alcun mQclo di attribuire all'attacco caratteri di gradualità e di lentezza che non ba che non deve avere. ;Iniziatasi la preparazione immediata, tutto sia r.ivolto ad imprimére all'azione una irresistibile :i rruenza; l'attacco si abb:itta violentemente sulle organizzazioni nemiche e Yi si addentri travolgendole almeno fino alla w na dèlle artiglierie della difesa, che è il minimo pegno di ogni offensiva condotta· con grandi mezzi.

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La, 1irep·a razi01I,(:; im1ne<l,ia.ta: La durata di quest'atto del combattimento, di cui gli scopi sono stati definiti /ìrececlentemente, dil)en~e essenzialmente da un duplice ordine cli fattori: - qua ntità e celerità di tiro delle artiglierie preposte al compito di distruzione e di neutralizzazione delle difese nemiche; _: efilcie1rna difensiva del nemico, quando si compendino in questo tèr~ mine il valore fortificatorio delle organizzazioni da espugnare e la capacità di resistenza. di chi le presidia. Sulla base cli questi elèmenti · si fisseranno i l'imiti di tempo della preparaz.ione :immediata, tenendo presente I)erò ehe i determinanti del successo, assai più che· nella -completezza clel lavoro di clistruzionè, stanno sia nella

iu modo da non pregiudicare la sorpresa, può facilitare la successiva azione ,U sfondamento.

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LE: DWETI'l'lVE OEL COMANDO SUPREMO

lntensità e nel la ettìcaciu. òell'a,done neutralizzaute du rante l'attacco, sia oovratutto nella sorpresa, che è cla ricercarsi in ogni campo e ad ogoi costo. E la brevi'! p.reparm1lone, che dellu sorpresa è attrlbutp indispensabile, troverà compenso nello s.iluppo e nella potenza dei tiri di neutralizzazione. Lu J)reparaziooe immecl iata potrà essere accompagnata, oppure no, da tiri cli pseudopreparazione i·ivolti su uno o più tratti dtlla fronti'! accortamente scelti per trarre iu inganno il nemico e distoglierlo dalrcfl:ettivo Settore di attacco. Tuie finta sprà più o meno colorita a seconda della disponibilità dei mezzi; ma se, per difetto di questi, non fosse possibile darle il necessario carattere cli verisimiglianza, si rinunzi senz'altr o alla pseudopreparazione, che si tradurrebbe solo in una sottrazione cli artiglierie alla massa offensiva e in UD9 sterile consumo di U1unizioni. La 1preparazione immediata comprende : - l'intensJticazione della lott:l conti·o le artìglierie a,·versarie; - l'azione contro le difese nemiche; - L'inte\'cli?,ione; - l'azione di annientamento. La maggior somma di questi compili spettano all'artiglieria ma Yi concorrono e, in misu ra considerevole, i mezzi aerei cd eventua lmente nitri mezzi di lotta <'he l'industria o i procedimenti di guerra possono suggerire come idonei allo scopo. Qui si 1rntte1:i'l. in particolare dell 'azione clell'at·tiglieria e dell'aeronautica; quanto ugli altri me-tzi sussidiarii al lavoro cli 11reparnzi.one, norme speciali da ins,erirsi nel piano offensivo ne disciplinernnno l'impiego coordinandolo coll'opera dell'artiglieria. Ln lotta contro l'artiglierln avversaria, già metodicamente condotta con tiri di distruzione 11ella ft1se cli sosta delle operazioni, e, purch(: lo si reputi opportuno, durnnte Il periodo in cui si stu prepal·nnclo l'azione offensivn, Yerrà proooguita o • ripresa con crescente intensità, ma con diverso caratt0re, dur11nte l:1 l}reparazione immedia tn. · In questa fnse la difficolt/1 di esegutre Uri di esattezza imporrà, in IN nere, di rinu11?:iare nlla distruzione per proporsi solo la neulrallzzazione delle batterie nemiche, e soprntutto di quelle di sbarramento e di interclizi.one vicina che sono Je ()ii1 dannose per le fanterie dell'attacco. T.l temere q11<-Stc batt{' rle sotto il. fuoco, iu modo dn para.lizzarle imnwdia. tnmente prima e cllU·ante l'avanzato della fanteria fino alla slabili?:zazione della nuova fronte, è elemento di successo cli capitale importanza. Solo se questo 'risultnto snrà mggiunto, si ·potrà dire che l'organismo della controbatteria avrà feli cemente assolto il suo compito. Nessun espediente dovrà pertanto esse1·e tralasciato per indurre le batterie di sbarramento e di interdizione a Sl'elarsi prematu.ramente. J/nzione contro le ·difese nemiche ln maEs:ima è r.iscrvata quasi totalmente al periodo della preparnzione immediat·a. I pochi tiri òì distruzione, che eventualmente occorrésse effctttH\re prin111 di tale perìpdo, devono confondersi con annloghi tiri, in turt'nltr:1 parte della fronte, ·per non r ivelare innanzi tempo nl nclllico il Settore di nttacco.

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PER L'IMPIEGO DElLLE GRANDI UNI'J:t\ NELL'ATTACCO

A questi tirl di distruzione potrà talvolta convenire di far seguire dei colpi di mano, oltre che per i vantaggi propri di queste piccole imprese, per i nfi;mdere nei combattenti fa rie.r suasione che una bu.o na preparazione consente semp-r e di penetrare profondamente nelle organizzazioni nemiche. Di norma l'azione contro le difese s,i esplicherà in parte mediante tiri dl distruzione, e in parte mediante tiri <li neutralizzazione. 11 rap11orto fra azione distruggente e azione neutralizzante sfugge ad ogni prescrizione tassativa ed è in stretta correlazione colla durata della preparazione e col dispositivo di attacco che le organizzazioni nemiche - CO!lSidet·ate sia intrinsecamente sia nelle loro reciproche influenze - avranno consigliato. In genere s- i distrugg€ranno o si neutralizzeranno tu tte le difese attive e passive esistentJ, ovvero aventi a?:ione sulle zone di irruzione, estese io profondità fino all'obbiettivo normale; si neutralizzeranno, fuori. delle Z-One stesse, tutte le altre difese attive, di qualunque specie (centri di resistenza, nidi di mitragliatrici, ecc.) .la cui espugnazione deve essere f rutto, più che di attacco diretto, del rapido progresso e dilagamento (]ella frruzione attr::iverso le difese distrutte. L'a?:l9ne neutralizzante, mercè l'efficace concorso dei mézzl sussidlarii della f.ante~·ia, raggiungerà la sua miissima intensità durante l'avanzata, coordinandosi debitamente con i tiri di accompagnamento; ma, per aderrm.iere con snccesso la sua funzione paralizzatrice, si ir;izierii. e si svolgerà anche du.rante la preparazione immedl11ta . In qu,esta fase dell'attacco è di capitale importanza la lotta contro gli ùrgani di. fiancheggiamento. Essi l'appresentano, come è noto, i cent1·i vitall della resistenza. e, solamente di~truggendoli o tenendoli in scacco, se la t!l::,i:rui.ioue non è po~'Sibile, si col1lirà a morte la difesa. Il. raggit1ngirnento di qu-esto scopo è intimamente legato, oltre che alla efficacia dei tiri, all'esatta individuazione degli pbbiettivi. 'rate individuazione, come si è detto, deve risultare dal lavoro degli Uffici informazioni di Armata: ma occorre cbe a questo difficile compito ciascun Comando, nel prnprio ambito e mediante precisi rilevamenti sul terreno, dia µssiduo tributo di scru.polosa collabotazione. La verifica, come la d irezione del lavoro di distruzione. o di neutralizz1tzione delle difese, compete ai Comandan1;.i di Divisione di prima linea al la etti clipendenz.a sono messe, ln genere, le. artiglierie preposte a questo particolare compito. Ai fini della verifica, il piano di nttacco potrit prevedere spste oc1' allu ngament.i di tiro durante la •preparazione ; -sulla base degli accertamenti com. piuti in questi intervalli, mercè le più favorevoli cond·izioni di o~ervazione e mercè rilievi aerei e rap°ide ricognizioni di pattuglie miste di artigli.eri e fflnti, i Comandanti di D.ivisione regoleranno l'ulteriore azione delle masse di fu9co di cui dispongono. Qualora queste si fossero ò:i mostrate instlfficienti, i Comandanti di Divisione solleciteranno dai Comnndanti di Corpo d'Armata il temporaneo intervento di altre batterie per portare a cornpinJento, · nel periodo stabilito, il. lavoro di distruzione. Soste nel tiro di a Uuugameuto del pnri che improvvise intens.ificazioni

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LE OfllETI'lVI;, DllJL CO:MANDO SUPHE MO (li fuoco, giovera11no inoltre a disorientnre il nemico e trarlo in inganno sulla imminenza dello scatto delle fanterie. L"interdizione tende a porr~ l'organismo difensivo in critiche condizioni cli funzionalità . Essa è of!idata iu genere alle ortiglierie di Cor po d'Armata e di Armata, e si esercita : - contro obbiettivi lontani, qu:.tli : sedi cli Comandi, nodi di comwiicazione, centri di rifornimento, ecc. ; - contro obbiettivi vicini disl9cati nelle immeòiate retrovie del Settore di attacco, quali : uccessi alle prime linee, sbocchi ed incroci· di camminamenti, ecc. In questo campo .i r isultati maggiori si otterranno durante la preparazione Immediata e il successivo periodo dello scatto delle fantèrie; ma lllcuni par ticolari obbiettivi - ad esempio sedi dl 1mp9r tanti Comandi potranno essere 'Presl sotto il fuoco in precedenza, uno o due giorni prima dell'attacco, a meno che non si giudichi preferi bile r inumdarvi a vantaggio della sorpresa. In ogni modo questi tiri, c9me quelli di distruzione, che ecce;,;ionahnentc si eseguiscouo prlma dell a prepai'azione immediata, dovranno essere mascherati da altri tiri di psendo-preparagione. Nella iutcrdi zione vicina, e CQSi ·pure nello sbarrnmento, efJlcace uusilio pnò essere datp all'artiglieria da lle mitragliatr ici impiegate sia a punta- • mento diretto, sia a puntamento indiretto e con grandi angoli dl elevnzione. Quest'ultimo procedimento esige però un'a:tione di fuoco assai intensa, quale 1mò es~.re svolta soltanto da compagnie mitragliatrici impiegate a mas.<,a. L'o:.1ione di ao nieotnmeoto completa le alo:e sln qui c9nside1·ate, e per certi riguar di, si sovrappone ad e«~<'. Mira. ad infliggere gravi perdite al difensore ovunque esso si trovi, a menomam e la capaciti! e l a volontà di resistenza, a fiacca rnf.! insomma le forze fisiche e morali. SJ tratta quindi di effetti terrificanti, da ricercarsi con ,concentramenti (1) di artiglierie pesantl ùi insolita iutensità e Yiolcn:ta, riYolti sia contro le !ruppe in linea, sia contro quelle ir, r iserva . Occorre r.erò evitare che il concentramento si traduca in una sterile manovra di fuoco e in una dannosa sottrazione di artiglier ie ai compitl fond amentali ai quali le artlglierle stesse sono preposte.

(1) Poicbè in <Jllestc Direttive è r ipetutamente adoperata Ja locuzione « concentramento>) e poicbè d'a ltra parte ad ess:1 soYente si ricorre nelle richieste di f uoco durante l'azione, è utile precisarne il significato. Concentramento equivale od intensificazione degli effetti riel til'O nel tempo e v.ello spazio. Condizione essenziale percllè tale intcusificazione si verifichi, è che il concentrament.o sia operato con artiglierie caratteristicamente idonee e preparate a battere efficacemente l'obbiettivo sul quale esso è rivolto. Se tale idoneità manca il concentrameuto si trnclu rrà in una sterile manona di f\1oco.

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LA BATTAGLIA DI Vl'r'l'ORIO VffiNl':'fO

§ Il ( H )

La battaglia.

La grande batt agJia offen iva cli Vittorio Veneto è il logico corollal'iO della seco11cla -rittoriosa battaglia del P iave . Essa presenta, rispetto alla battaglia. cli Fra111cia - nella quale furono elementi preponderanti il peso e l a massa imponente degli F,serciti Alleati in una pressione metodica ed uniforme contro un Esercito stremato, che si ritira combattendo valorosamente - l a, genialità della concezione, fonda.ta sulla manovra. Così ideata, essa fu superbamente combattuta da un Esercito che, durante anni di dmissime lotte, praticamente con le sole proprie forze aveva affi:nato al più alto grado la propria capacità guerriera ed elevato ormai l'ardimento fino al misticismo del sacl'ifìcio. Come nel giugno era corsa una parola d'ordine, divenuta ,subito sacra: « Il nemico non deve passare », oosì alla vigilia di questa battaglia , i repart i, nei quali era.nvi i soldnti diciantnovenni, si avviavano a.i loro posti di comba.ttimenl:o con l'ardente e ferma volontà di sca,c ciare il nemico dal suolo della patria, e di schiacciarlo. Chi ha, vissuto quelle giornate, sa quale profonda certezza cli vittoria infiammasse il cuore ·d i ,ogni soldato nell'imminenza aena lotta. L'offensiva può dfridersi in t re tempi.

* * * PRI1VI0 TEMPO : La battaglia sul fron te montano . Alle 5 del giorno 24 (anniversario della dodicesima ba.ttnglia dell'Isonzo) sul fron te m0;ntano, fra Brenta e Piave, la nost rn. artiglieria inizia il tiro di preparazione, preceduta a.lle 3,25 da un violento tiro di contropreparazione dell' a,vversario, che dimostra la sua certezza nell' imminenza dell'attacco: questa contropreparazione non ha effetti IIlotevoli, e non è neppur 'lontanamente da. confrontare col classico e decisivo tiro di contropreparazione effettuato ne]fa notte dal 14 al 15 giugno dalle

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L.\. B..I.Tl'AGLI A Ol Yl'CTOU!O VE~ETO

artiglierie della nostra 6.. Armata, tiro che decise della battaglia prima ancora che questa fosse iniziata. Tentativi dell' artiglieria nemica di neutralizzare le nostre ba.t terie vengono presto stroncate dal magistrale fuoco di con trobatteria delle nostre artiglierie. Tuttavia la nebbia, e poi la pioggia in seguito ostacoleranno :notevolmente l 'azione d'appoggio alle nostre fanterie. Alle 7,15 esse scattano all' attacco con grande vigore, ma vengono investite da un denso e ben aggiusta.to tiro avversario, e, dopo. aver raggiunto in parte i lor-o obbiettivi, non ipossono mantenerli tutti quanti, a causa della violenta reazione avversaria,. Il P ertica e la quota 14 4 del M. P rassolan vengono conqlùstati ma non possono essere tennti; la quota 1671 verso Solarolo è conquistata, e cosl il l\I. Yalderoa; il M. Spinoncia, è attaccato·invano. La sinistra della 12" Armata (I Corpo d'Arma.ta) colle due Divisio.ni 70"' e 24" scende dal M . Tomba e dal Monfenera e avanza fino alla destra dell'Ornic. Conclusione: battaglia futiosa, molto cruenta, risultati piuttosto sca.rsi. Il nemico si convince .sempre più che l'azione iniziata dalla 4• Armata. ha intendimen ti. vasti e forse decisivi. Presso la G"' Armata l'artiglieria, per il suo preponderante schieramento sulla destra, coopera validamente all'azione della 4" Armata. Sol fronte clella 10~ A1·mata. alcuni l'eparti traghettano il fiume e s'impadroniscono, nella regione delle Grave di P apadopoli, delle iRolette Cosenza, Lido, Grave e Caserta . Il fiume, gonfio e violento .p er la pioggia, non consente il gittamento di ponti, che viene perciò rimandato. Il giomo seguente 25 ottobre le condizioni del fiume rimangono ancora p1·oi.bitive per il gittamento dei ,ponti. Sul fronte monta.110 la hattflglia si riacce111de, furiosa ecl eroica da ambe le parti, portando da parte nostra alla conquista del Pertica e cli M:. Force1letta (operazioni durante le quali si distingue il LII Grnppo artiglieria da montagna) , ed obbli~ando il nemico acl. impeg11are nella difesa clel Grappa 3.lon solo Jr. riserve del Settore, ma a clover far affluire anche quelle che trovansi nella zo01a del F eltrino e del Bellunese. Anche per questo risultato ln, tenace a.1,ione della 4" Armata si afferma di -

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LA BA'.Lv.rAGLIA DI Vl'l'TORIO VENETO

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LA BA'l'.1:AGUA DI YI I'TORIO VE)IE'l'O

grande importanza ai fini generali della batt aglia su tutto il fronte. Infatti nella seguente giol'nata il nemico a 7 Divisioni italiane, che si prodigano in sanguinosi attacchi, opporrà ben 9 Divisioni. 11 B~llettino del nostro Comando Sup1·emo in data 26 ottob1·e riferentesi aUe operar.ioni svolte nella giornata precedente, dice fra fa1tro: Xella region<:: nord--0ccidentale d el mas.sicciò del _Grappa, i combattimenti, riprés i all'alba, sono conUouati nell'lntera gioi-nata di ie ri. Sul terreno da 11oi conquistnto il giorno 'Precedente, la lotta ha fluttuato accanita, ma alla fluci la. tenacia delle brave truppe de lla 4" Armata ba avuto ragione dei disper ati contrattacch i nemici, e il possesso delle contese posizionf! è stato mantenuto, e Jn plù tratti amp liato. Nette ullme 24 ore Yennero catturnti 47 ufficinli e 2.102 uomi ni di truppa ...

E quello austl'iaco così. parla: :.. L'altro ieri, un violento fuoco c1·artiglierin tr n In J?Ola clelt'Assa e to Adrin tico ha segnato l'inizio dell'attacco che scoJì piò ieri mnttinn sull!l ,fron te montnna veneta e n et tèrritorio a su(] del Montello. Le n ostre brave tru[)pe, col s9lito va lore. la sol.ita fedeltà, senoo del dovere e discip li na h!lnno respinto l'assalto...

Al mattino del giorno 26, dopo 20 minuti di 1p reparazione di fuoco, ]e trnppe della 4a Armata l'ipl'endoorn l'nttncco sn t utto il fronte de11' Armata. Giornata partico]arniente clnra , sanguinosn. Le fluttu::ir.ioni della lotta l'endono diffidJi raccompag-namento delle fanterie attaccanti (appoggio) col fnoc o, ed i1 collegamento tra fanteria ed artigJieria. Il Col del Cnc è c·onqnistato : ma fo1 comples o risult::tti ancora scarsi.

SECONDO TEMPO : Lo sfondamento. S ul fronte della, 12", 8'" e 10"' Armata, scemata alquanto la conente del :fiume, a sera si inizia il gittamento dei ponti, ma Ja violenr.a, della corrente e il tiro dis1-ruttore dell'al'tiglieria nemica , non consentono che il gittamento di 6 ponti: nno al -486 -


LA nATTAOLIA DI Vl'.t·1·0Rro VENE'ro

Molinetto, 2 tra Fontana del Buoro e Falzé, 3 alle Grave di Papaclopoli, e le nostre truppe possono così ini1,iare il passaggio del fiume violentemente ostacolato ,d al tiro avversario. Dm·ante la notte e fino all'alba seguente, sotto l'efficace protezione della nostra artiglieria, si riesce a costituire tre teste di ponte : - la prima i1resso Valdobladene (Ralluglioni alpini 2 compagnie mitragliatrici, 2 compagnie della Briga! a glioni del 107° francese) ; - ln. seconda in corr ispondenza della piana della cuneo, clementi d!:'!1 XXVII COL'PO d'Armah,, par te della 1.ma Divisione <l'nssalto e il 72.ooo reparto d'assalto con tagna); - ltt terza a,lle Grarn di Pnrinclopoli (t.rurpc della 10"'

Bnssaùo e Vèrona, :llessina, 3 BattaSetnnglia (Brigata (37.ma Divlsi9ue, la 3 batte rie da monArmata).

La lotta. per il consoliclamento ·cl.ella testa di 1ponte ed il graduale passaggio suJl'altra sponda con nuovi e vani tentativi di gittare altri pomti, prosegue nella giornata del 27, che sul Gra.ppa è dedicata ad atta.echi dimostrativi nonchè al rinsanguamento o a.l cambio dei reparti, e in azioni difensive . Tuttavia formidabili contrnttacchi nemici ci strappano di nuovo il Valderoa. L a nostra, artiglieria si prodiga nella. protezione delle truppe al di Jà, del P ia.ve, specie di quelJe :u·ditamente pervenute llelJ a piana di Sernaglia che sono isolate dal grosso dell'Armata perchè l' artiglieria, nemica. ha distrutto i ponti alle spalle cli esse. Queste t ruppe continua.no t uttavia a. ba.ttersi splendida.mente, progrediscono e r~sistono a furiosi contratfacchi, sostennte da efficaci, fraterne azioni dell'artiglieria del )fontello che strap-pano loro alte grida cli Viva l'Artiglieria; (vedi gen. Carlo Rocca, : Vittorio Veneto). Il Bollettino del 27 ottobre del 111ostro Comando Supremo dice: ... Sul monte Gra ppa, forti, ripetuti ed insistenti nttacchl sferr::iti dall'nvvel'~Orio, hanno l<!ri localiz,mto l'a1,lon~ nella 1,0na clell'As9loue, del Pertien e al saliente del Solarolo. Il nemico venne ributtato con gravi perdite, e 514 prigionieri restavano nelle nostre mani. Sul IDC!dio Pinve l'attività. combnttiv:i è grandemente aumentata: nella giornatn di ieri r e nne completn lo il 1wssesso delle Grave di Papndopoli ove

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LA BA'ITAGLL\' Dl VJTTORIO VENETO

furono catturati altr~ 351 prigionieri ; numerose forze nemiche lanciate al contrattacco, speclalme11te contro truppe britanniche, vennero annientate.

E quello del 28 ottobre, già preludio di vittoria, così si esprime: ... L'Esercito, col valido conco1·so dei contingenti Alleati, cbe cpu nobile dimostrazione <li solidarietà hanno voluto un posto d'onore sulla nuova fronte cli battaglia, ha varcato a viva fprza il Piave e rime&so il piede sul territorio invaso, impegnandovi in aspra battaglia l'avversario che tenta, con accanimento disperato, di mautene1·e il possessp. Fra le pendici òelle alture di Valdobiadeue e La foce del torrente Soligo, tru1me <li fanteria. e d'assalto della sa e lQ& Armata, passate ar<1itttmcnte 1:ell1L notte sotto 11 violento fuoco nemico, sulla sinistra elci fiume in piena, si slanciarono all'alba di ieri sulle prime lince uemiche e le conquistarono. Poscia, sostenute ammirevolmente dul J.,iro delle. artiglierie postate sulla riva cleslra, guadagnarono terreno respingendo i 'ritorni offensivi che preponderanti forze avversarie rinnovavano durante l'intera giornata. Più a Sud 13 X Armata, sfruttnnclo 'L vantaggi conseguiti òa truppe britanniche nei giorni precedenti alle Grave di Pnpadopoli, ha attaccato lo avversario obbligandolo a retrocedere, e r<'spingt'nòo decisamente, dopo vivace lotto, due contrattacchi sferrati nel pomeriggio <1n numerose forze In. direzione di Borgo Malanotte e di ;Roncadelle. I prigionie1·i delln giornnta, finora accertati, supernno i fl.000. Vennero catturati 51 cannoni ...

E il BoJlettiuo anstro-ungarico del 27 ottobre clice: ... Ad oriente del Brenta ~i s,·olse un'accanita loti.a continuata fino a notte ; i Settori dove la lotta infuriava muggionneute furono di nuovo quelli del M. Asolane e del M. Per tica, che ctlddt'ro più volte nelle munì <lei nemico per essere poi dli noi ri<:onqulstati mediante contrattacchi. Non fu che vero:o sera, ed a costo dei ·più gravi sacrifici, che gli italiani poterono nuovamente mettere piede sulle due vette ...

E il Bollettino ans1.ro-unga.rico del giorno 28 che si riferisce al giorno pl'ecedente, dporta : ... Durante la notte dli ambo i lati del Montello venne sferrnto un gr1mde . Attacco. Nei punti in cui il nemico riusci a raggiungere ln sponda sinistra del fiume, venne impegnata un'aspra lolta.

Nel tratto tra. Falzé e Nervesa, dove la. sponda destra clel fiume è completamente dominata da guelfa sinistra, l'VIII Corpo d'Armata non riesce a gettare i ponti nè nella. giornata

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LA IlATTA(;1.,1A DI VITTORIO V l•:NIJ:'J'O

òel 27 nè nella motte :-egne11te, onde il gen. Caviglia ordina che l'VIII Corpo òmante Ia notte passi il :fiume sui ponti gittati cl aJl n 10" Armnta, per attaccare il fia nco sinistro <lelle forze avversa rie che si oppongono al passaggio dell'VIII Corpo d' Ar-

F ig. 75 · Colonne arn;l.riache colpite

mata.. Tale evenLualitù, ern grn srata 1preYi!:lta. L'anlita ruano vrn si svolge qu<1si con solennità. I soldati delle Brigate Cuneo e Hisagno: seriYe il gen. Caviglia : Solto il fuoc9 nemico, bag11anino la mt1no nell'acqua del Piave, si segnuvnno ('Olla Croce come se si consacrassero all'Italia ecl alla Villoria. Ecco un segno della razza ; ne,suno aveva <le i to loro di f arlo.

Il giorno 2 • la battaglia infuria $11 t utto il fro nte tra l' A.stico e le Gl'aYe. Snl .l'1·oi0te montano il nemico sviluppa potenti azioni co11troffensiYe , c:onten u'ie clai fanti e <lal fuoco J,)reciso de1Je -

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r,A BATTAGLTA DI Vl'!'TORIO VENiè'IO

HOstre artiglierie. Da pai-te nostra il Comando deJla 4' Armata òà ordine affìnchè l 'indomani sia. ripreso l'a.ttacco per la conquista del sistema Col della Beretta-Col Caprile da parte del IX Corpo <l' At'nrnta (.previa mezz'o1'a di preparazione di fuoco <'l'a,,tiglieria. <:Ol concorso delle artig'liel"ie del VI Corpo d' Armata e della (;n Armata) , e successivamente del Prassolan da parte del VI Corpo cl' Armllta col concorso del XXX.

li'i~. 7G . Colonne austriache colpite clalle nostr e ::irtiglicrie

Ma 01·mai il ('oru:mdo anstro-nngarico ha la sensazion~ che l 'attacco principale itnliano è snl Piave, e non dal Grappa; ma. è troppo tal'di. Sul Pi:ive la manovra. voluta dal gen. Caviglia si svolge <·on crescente vigore, nonostante gravi difficoltà. Nella mattinata tutti i ponti cedono sotto il fuoco nemico o per effe tto della correHte del fiume, tranne (JU<-'l1i alle Gru.ve. Di là dal -

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LA BA'.lyl' AGLIA Dl YITTORfO VmN!è'rO

fiume le truppe, nuovamente isolate, si battono splendidamente, ma la loro si tuazio,ne è preoccupante. L'artiglieria. le appogg-ia, e le protegge seguendone le sorti colla sun azione aderente e intensissima. E' qnesto il momento culminan te della battaglia. Alle 14 il C<?mandante de11'8"' Armatn em a:na il segnente Ordine del giorno che rispecchia la gravità e l a solennità del momento: ... Ai Coma ndanti ùi Cor vo d".A.rmata, agli ufficiali, alle truppe tutle dell'Armata, seutQ il doYere di chiedere che mante ngano il lot"O aniwo alla altezza della situazione. Tutto il popolo i taliano guarda in questo momento a noi, cui sono affidate in quest·ora le sorti della Patria. La s tor ia dell'Italia futura. fOl'Se per un ~ecolo, d ipenderà dalla fermezza e dal fcnorc di cui saranno ca·paci, nelle prossime 24 ore, gli animi nostri. L'ora d~He supreme clecis,ioni si approssima. Se noi avremo saputo mantenerci parl alla nece91:;ità di quest'oro, la fortuna e la gloria d'Italia saranno asslcut·at~. JiJ' nec.:?ssarjo che stanotte tutt.j i ponti siano nuovamente gittali . .m• ne. ces!lal·io che il maggior numero passibile di t,nità passino sulla sponda sinistra del fiume. E ' necessario influe <:he le truppe cbe si trovino oltre Piave attacchino violentemente, tendendo con ogni arclo1·e al ragginnglmento degli vbbiettiYi prefissi. r.;· l'Ita lia che lo ordina. _No i dobbiam 9 obbedire ...

Reparti della 12a e -d ella " Armata halllnO iniziato fin dal mattino il passaggio <lel fiume fra Pederobba e Falzé. I repar ti del 1.'"VIII Corpo risalgono la riva sinistra del P iave tra.volgendo l'a,vversario che fron teggia l'VIII Corpo, e apl'endo a questo la via del passaggio del fiume. A sera essi h::mno r aggiunto la ferrovia, di Susega,na. Durante la notte tutti i ponti vengono nuovamente gittati, men tre le nostre artiglierie mantoogono le artiglierie avversarie sotto il lMo tiro di neutraliz:M1zi011e efficacissimo. Le trup1pe della 10"' Armat::i raggiungono il ì\!Ionticano. Valc1obiadene è occupata dai reparti della 10a Armata. Il nostro Bollettino in data 29 ottobre, riferentesi alle operazioni del 28, è già uno squill o di vittoria . Esso dice : ... La formiil aùile battaglia d a noi im pegnata su lPiave il giorno 27, con. tiona vittor josamentè. Dalle penditi delle alture cli Valdobiac!ene alla ferro,ia T reviso-Ode rm le trup1Je uostre ed Allente, in duQ. giorni cli g-loriosn lottn, si 1;9n(1 s:1lchuornte

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r,A BA'I'fAGLIA Dl \'IT'rORIO VI::NE'TO

imposxt>ssatci òe1la sinistra, d<'l fitllll<' : Truppe (]ella 12• A rm:lta hanno cspu. j!nato le alture di Valdobiaòe.'le Il 138° Rt'ggimento fanteria frnnce~ 11rese d"assalto il )I. Pianar. La piana di Sernaglia è in nostro possesso. Truppe della 8• Arma.ra, con(Jnista.tc le collin<• ùl C:olfo;;co sono C'ntrate in Susegana. La lQa Armata, proseguenclo nella sna :1vammta , ha spinto le sue av anguardie sulla sinistra d el Monticano. Ln valorosa Brigatn Como (2H0 e 24°) si è distinta :mcoru lUl:l volta per il m10 impareggiabile r:,limcio. ·---w ,-_

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Fig. 7T • Artiglieria nemica catturata al Piave

Numerosi cann!;mi sono stati catturntl. Dei prigionieri fàtti Ier i , solo 4.000 hanno potuto affluire alle località <li concentrnm cnto: molti altri ancora si trovano sulla sinistra elci Piavè. Dall'Aclriatico nl Brenta violente azi oni di artiglieria si alternarono con puntate di fanteria. Reparti npmici che tentavano di attaccare Col cl'Ecllele e Col del Rpsso venuero r espinti. Nella regione del Grappa uu fori.e attacco a lii. Pertica venne 11anguinosamente ributtato. Sulla sinistra tlcll'Ornic I<' nostre f:lnterie occuparono il passo <11 Ala no di Pia,·e, catturando parecclllc centinain di ·prigionieri.

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LA BATTAGLIA DL VITTORIO YE :-I ETO

E successivamente alle ore 20: ... Attaccato frontal lllente con gr ande energia dalle t ru ppe della 8• e della 12a Armata, minacciato sul finnco dalla decisa avanzata della 10•, l'avv~rsario è stato costretto ad abba udonare le s ue posizioni sulle aHure della r iva sinistra del Piave, e vigorosamente lnculzato dai nostri ripiega t entando successive difese, appoggiato ad interruzioni r;tradali. Valclobiadene, S. Pietro di Barbozza, Fnrrn cli Soligo, Collalto, Refrontolo, Mnrcno di Piave, Fontanelle sono stati libe rati.

l!'ig. 78 . Artiglieria 1wmica cntLnn,ta a l Piave

Nella mattinata i nos tri repa rti, in~eguendo l'avversario che Ila fatto l'altare H ponte sul Monllca no, oono entrali in Cone~liano. A nord, sulla destra del Piave, altre truppe, operando di c9nserva con quelle di riva sinislra, hnnno oltrfpassato, dopo vivace e brillante lotta, il torrente Calcino. Aspri combattimen ti son~ in corso nella regione del Grappa. E' annunciata la cattura di riltre roigli!lia di prigionieri. n nu mero dei cannoni accei:tatl supern ì 150, frn cui molti di medio e g rosso ·ca libro. n uona pnrlc di es,;;ii è già In aziont> cont ro l'avversar io.

493


LA BA'l"TAGLI.\ DI VIT'fORTO VEJSETO

Il giorno seguente 29 ottobre, la manovra è in pieno sviluppo, ment1·e sul frq111te montano l'avversario resiste con grande valol'e e a costo cli gravi sHcl'ifici, agli impetuosi assalti della 4" Armat a. Le t ruppe della 12~ ArmatH conq uistar ono il M. Cesen, Segusino, Quel'O. Reparti dell'VUI Corpo d'Armata occuparono Susegana. A sera Vittorio Veneto è libernto. Su tutto il fronte della battaglia, tranne che nella zona del Gra,p pa., tenacemente difesa, le nostre truppe avanzt1no travolgendo ormai la r(>sistenza dell' HYYersa rio. La 3" Armata ~ni½ia anch' essa il pus ·aggio ·d el fi ume. L'esultai1',za. del trionfo già risplende nei n ostri clue Bollettini del giorno 30 : ... La nostra off<!nsiva, preceduta da l.l'occupazione delle G1·ave di Papadopoli e da colpi di mano sull'altipiano di Asiago, lni1.iata nella n9tte sul 24 nella regione del G1·a-ppa ed estesa il giorno 2G al medio Piave, si è ieri ampliata verso sud•. J.ncbe Ja glorio~a sa ,\.l'lliatn. è entrata nella lotta. Dn l. Brenta al mare è un solo ampio fronte di battaglia, su cui combattono tenac<!roente tre quarti dell'Esercito itoliano nffra tellati col glol'io.so Xl V Corpo ò' Armata britannico, con uua gagliarda Divisione francese, e col giovane ed ardito 832° Reggimento cli fanteria americana. Tra Brenta e Piave le a:r,ioni d'artiglieri n di ecce:r,ionale intcnsitìt e clur :cita, l'impeto del nostri , l'accanimento òelln resistenza e dell'aggressività nemica alimentata da riserve fresche, danno da 6 giorni olla lotta carattere cli particolar e asJJrezza. \ Acl oriente del Piave i l nemico cede aJla formidabile pressione dei nostri, che a mano a manp travolgono le successlve linee nelle quali tenta fermarsi, coll'appoggio dell'artiglieria e di numerose mitragliatrici. Sul Grappn. i<•1·i le truppe della 4° Armata conseguirono ,antaggi nella regione del Pertica · e del Col del.l'Orso. La 12" Armatn, opern ndo a cavallo <lèl Piave, ha ):aggiunto il margine sud dell'abitnto d 1 Quero, ba strappnt9 al nemico Segusino ·ed ha conqui. ~tato il :\fonte Ccsen. Ln 8"' Armata hn occupatQ la stretta di Follina, ha r aggiunto :Vittorio e combatte a nord di Coiiegli::mo. • Ln l()a Armata, sta bilite solide teste di ponte sul Monticano, ha oltrepassato la 1·9tabile Conegliano-Oderzo. La ga Armata, neutralizzanto il vivissimo tiro delle artlglieric nemiche, ha passato il fiume a S. Don11 di Pinve e ad oriente <li Zenson. Velivoli nostri ed, Allenti, idrovolanti e dirigibili del R. Esercito e òella Marina, gorèggiirndo in valore ea in ouclacla, seminano il panico e la dlstru-.. zione fra le truppe e i carreggi nemici. Quattro velivoli avversari ed un pallone frenato vennero abbat'tuti.

194


LA BA'l".rAGLIA

or

VITTORIO YE~ETO

La 1a Divisione d'assalto e la Brigata Cuneo (7° e S0 ) , la Costantisshmi, per il valore e la fermezza dimostrati nei giorni 27 e 2S, mer itano s:riecialc menzione. Il numero dei priginie·ri catturati nella battaglia è in continuo aumento. Dal giorno 24 vennero annoverati 802 ufficlnli e 32.lOS u9wini di truppa. I cannoni presi assommano a più celltinain. E' impossibile ancora calcol.iu e lI numero delle mi traglia trici e le quantità dell'abbondantissimo materiale che cndc nelle nostre mani.

I

Flg. 79 -, Artlgticrla. nemica euttui:ata.

E il successivo Bollettino della stessa giornata. 30 ottobre c~osi dice: ... Ad oriente del Piave, le nostre Armate continuano ad avanzare risolute e rapide, trav9lgendo 1! nemico che teuta invauo di arginare la marcia. Le nostre teste di colonna lianno raggiunto Scrravalle, Orsago, Gaiarine, Oderzo. Le Divisioni di cavalleria rono state lanciate nella pianura ; ttlcuui squadroni sono entrati oggi in Sacile. La 3a Armata sta superando brilbmtemente forti resistenz~ incontrate fra il Piave e il Monticano. Lo sbocco di Ponte di Piave ;. stato conquistato in viv:i cissimc :.izionL

-

495 -


L;\ D.\ Tl'AC:LlA DI Vl'l"tOIUO YE!\E1.'0

Sul!' Altipiano d<'i Settt· Comuni, sotto la vrc ssione della (;a Arrnnti1, il nemico ha clonico sgonibrure Asiago <.:111' è stata prontamente· occupata dal r,ostri. Nella foga clell'an1nzuta non è possi~ile ro.ntarc le migliaia di prigionieri e i molti cannoni catturati. Insieme colle generose popolazioni delle <:ittà e dei paesi, , enocro liberati numerosi prigionier i nostr i, da tem))O adibiti tlnl nemìco a . fa ticosi lavori cli retrovie...

Il gio1·no 30 1H tl'avolgénte a vanzabt continua dalif> Prealpi Bellun esi al mare, mentr e l a lotta. langue sul fronte della 4" A.rmata dove le trup:pe, clm·amente provate, si preparano a muo-

.p:-

Fig. 80 - Artiglierie a11sn-ìnchC' catt11ratc

vere l 'indomani all'attacco dell'avversa.l'io che sta per cedere. F ra il 30 ed il 31 -le 4 Divisioni di cavalleria entrano i:n azione. La l" Divisione (che dipende clall'S" Armata), è lanciata sulle orme del nemico verso Conegliano-Polcenigo; la 2& Divisione il giorno 31 passa il Pia,e al pon.te di P alazzOJl, pun1ando ai ponti della Livenza: fa 4" punta al Tagliamento; la 3" Divisiouc sep:ue la dii-ettrke dellfl 1"', ragginngc Polcenigo, -

496 -


Flg. 81 - Ltt Madonnina dell'Olmo

·32

497 -


LA DATTAGI,lA DI VlTTORlO VENE'l'O

travolge, col brillante concorso del III Gruppo artiglieria a cavallo, ostinate difese {li retroguardia. La 3a e la. 10a Armata raggiungono la Livenza, 1'8° occupa la stretta ·di Fadalto e spinge truppe verso Ponte :nelle Alpi. Sul fr0111te del Grappa, che già l'avversario.sot to la minaccia di aggiramento si accinge a sgombra.re, la 4" Armata vincendo tenaci, ed è doveroso convenire, eroiche. resistenze di grosse retroguardie avversarie, occupa Col Ca1Prile, CoJ della Berretta, . Col del Gall-0, Col Ròncone, Arten, prosegue l a sua irruenta '. avanzata verso nord. I battaglioni alpini Exilles e Pieve di Ca- '. <.lore liberano Feltre. La vittoria assume proporzioni sempre più imponenti, e il 01ostro Bollettino in data 31, per gli avven.i menti del 30 lo conferma nei seguenti termini:

e

:.. 1'ruppe della 63 Armata .hanno eseguito colpi di mano a nord del M. Valbella e sono avanzate in , ~l Brenta catturando 2" batterie di mediò éaHbro che fino a stamane si sono accanite a U1•e sUlla città di Bassano. : · Sul Gra'P()a, sotto l'impeto delle trupJ)e. della 4• Arma ta, la fronte n emica è' crollata. Non è possibile valutar~ il numero del prigionieri che scendo119 a torme dalJa montagna. l!artigl.~eria . nemica è colù tuttn catturata. La 12" Armata, f9rza ta Jn stretta di Quero, e oltrepassata la dorsale lld oriente del M. Cesen, avanza in Val di Piave. ·colonne dell'&> Armata, supera ta for te resistenza di retroguardie nemiche al P asso di $. Boldo, scendono in Vnl di Piave puntando su Belluno. ;Reparti sono impegnati in combattimento nell a depressione di Fadalto, ancora occupata dal nemico. Cavalleria e ciclisti, seguendo la via pedempntana, si aprono combattendo, la strada su Avial}o. · La 3"' Armata si porta sulla liuen della 10a Arm\ta e sta per raggiungere la Livènza. Nostre trnJ)Pe so110 entrate ·in l.\fotta <li Liveuza e in Torre dl Mosto. Si annuncia dn ogni parte la cnttura d.i prigionieri,, cannoni e bOWno.

$E il Bollettino del 1° Novembre così suo11J:1, : .. . La battaglia continua e si estende. L'avversario mantiene intatta In resistenza dallo Stelvio all'Astico, n1cilla sull'Altipiano di Asiago, è i:1 r otta sul rima nente della fronte, protetto più dalle nu merose interruzioni stradali cbe dalle r etr9guardle irresistibilme·n te travolte anHe nositre truppe che si lanciano ·entusiaste .a l veloce inseguimento. Batterie nostre, partate rapidamente avanti; e artigllerie cntturate battono intensamente l'nvver'Ml'io· sf1:uttanclò .tutta la gittnta dei loro cannoni.

-

498 -


~A BATTAGLIA DI VI'l'TORIO VENETO

Le Divisio11i di cavalleria, a nnientate le resistenze nèmiche sulla Livenza e ristabiliti i passaggi, marcia no a l Tagliamento. La 63 .Armata entrata ieri in azione con la brillantissima, avanzata dèlla Brigata Ancona (69° e 700) in f-0nd9 Val Brenta, ha fortemente stamane attaccato l'avversario su t utta la front~. La 43 Ar mata è padrona òella d<~pressione òi F onzaso. La Brigata Bologna (39<> e 40°) alle 16,30 di ieri sera è entr ata in Feltre.

F jg. 82 - Artiglierie a ustriache catturate

La 12a Armata, sboccata dalla stTetta d i Quero: e dai monti, si collega sul Piave colla 4a; 1'8• Armatn, scesa nella Valle ·del Piave. a sud di Belluno, ha reparti impegnati nella depressione di Fadalto che le colonne leggere stanno brill.a ntemente aggirando per Farra d' Al·pago. All'ala destrn delltl fronte, la 3"' A1·mata, prolungata vèrso la c9sta òal R<'ggimcnto i\fa1:ina , ha occupato tutta l'intr.icata zona litoranea che il nemico ha in parte allagata, ingombrando il rimanente di retic-0lati e sbarr amenti. Una pattuglia di ma rinai ha raggiunto Caorle. Stormi di aeroplan.l precedono le truppe nell'ln:seguimento, bombardanòo <? mitragliando Je colonne J1emjche. Il numero dei priglonleri catturati cresce continuamente ; quello dei cannoni s upera i 700. Il bottino è immenso; il suo valore potrà essere valutnto in milinrdi.

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499 -


1,-.\ BATTA(;J,l A l)! Vl'l'TORIO VENETO

E successivamente nello stesso giorno cosi si esprime il nostro Bollettino : ... Sull' Altipia no di Asiago, la 0" Ar ma ta e le 2 Divisioni alleate che ne fan no parte hanno potuto oggi mostrare ancora unn '\"Olta il loro valore. Formidabili posizioni per ta nti mesi _contese sono state espugnate. Il Monte Mosciag, il Monte Lpngara, il Monte Baldo, le Melette dl Gallio, il S~sso Ro9So, Il _ì\fonte S~ltz, il :\fonte Lambara sono in nostro possesso.

Fig. 83 . La. prima. pattuglia a Sn11 i\:C:lrtiuo

Sull'Allipiauo di Asiago ,·caucro og~i catt1u-:1li oltre 3.000 11rigionieri e 232 c•n nnoni. La resistenza nemica nella streUa di li'adalto è stata vinta. Le nostre truppe sono entrate .in Belluno. L a 3a D ivisione d i C1tvallcl"ht IHJ raggiunto !Il piona ,1 notd di l'or<lPnone; lu 2" Divisione combatte r ctrogu,Lr clie ncml('.be sul ,Mecfuna. Fra Sncil.e <: San Stino le fan terie dello. 10• e dclln 3" armato. hanno passato la Livenza.

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500 -


· t,A BA1°TAGLIA DI · VIT'i'ORJO VENETO

*· * *

TERZO 'l;E}1PO : L'inseguimento. (Vedi Sd1i7,w :fig. n. 84 -

« La battaglia di Vittorio Veneto))). In questo momento la, battaglia culmina al suo epilogo, iniziando finseguimeÒJ.to delle grandi Unità nemfche che retrocedono in preda al disordine cercando invano una via, di scampo. Sull' Altipi::ino cli Asiago il 1° novembre l'agguerrita 6" Armata attacca <~d avanza travolgendo ogni residna, resi-

Fig.

85 - Materiale

da. 420 a.11striaco catturato

stem,a; fin dal giorno ava01ti !J.a sca.rdinato le posizioni dell'ala nemica, fra · Melaghetto e Canove, e riconquista, gran parte del1' Altipiano stesso catturando enorme bottino. Dallo S~elvio all' Astico, muovono la 7a Armata. con obbietiivo Mezzo Lombardo-Bolzano, e la ia· puntando su Trento, roYesciamlo ogni residua difesa. L'8" Armata risale verso Longarm1e e Pieve di Cadore, mentre la 10" e la 3" Armata puntano sul 'J'agliamento. 501


CONSIDF.lnAZlONI SULLE !<'O RZE CONTRAPPOS'.CE

'

E ' superfluo qui seguire le ultime fasi della gigantesca manovra che tende ormai all'attanagliamento delle disordina te masse nemiche tumult uosamente incanalatesi per le valli o verso i iponti del Ta,g liamento e dell'Isonzo. Il giorno 3 novembre 'l'rento e Tr:ieste sono liberate. La battaglia è chiusa, la vittoria è sfolgora,nte. Alle 15 del 4 novembl'e, termi111e :fissato per la cessazione delle operazioni, le nostre truppe hanno raggi unto Sluderno, il passo della Mendola, la stretta di Salorno, Cembra, Levico, Fiera di Primiero, Pontebba, Plezzo, T olmino, Gorizia, Aq uileia, Grado. L'Impero austro-ungarico più non esiste; l'Italia ha vinto la. sua guerra per sè e per gli Alleati. Scrive il gen. Caviglia:

... Vittorio Veneto mostrò elle sotto il punto di vista puramente militare, per raggiungere la vittoria sulla G(>rmani;t non era necessario l'inter vento dell'Esercito americano, nè l'attuazione completa .del piano del Maresciallo Foch. Ed una tale autorevole affermazione trova riscontro nelle parole del • gen. von Ar:r,: l'Italia può vantarsi di aver d istrutto 1' Austria, e di aver vinto In guerra europea.

§ Il (I )

Considerazioni s ulle forz.e contrappos te.

Anche per questa, · battaglia, è opportuno fa re alcµne considerazioni sulle forze contrapposte. In proposito ci atterremo ni dati prospettati dal gen. Oara cciolo nelle sue lezioni a1l'Istituto superiore di guerra. \ Agli effetti del presente studio quQsti dati si possono r aggru1ppare come segue :

I

TO TA LE SULLA FRON T E

Divls. fa~t.

j

B attaglioni

J

b. da f . / bomb. \ aer.

Italia

57 e 1/ 2 1704 (con 3 comp. con 18 mitr l

7700

1700

600

Austria

57 e 1/ 2 1 724 (su 4 comp. con 24 mltr.)

6030

1000

564

-

502 -

J

Div. cav.

I I· -

7


ALLA BATl'AGLlA DI VI'.l."l'OHIO VENETO

Italia Austria

I I Il

-=

A disposizione per la. battaglia Olvis. !ant.

b. da

r.

38

4150

30 e 1/ 2

2000

bomb. 600

I

I I

Div. cav. 4

Flg. 86 • Cannoni p<'mici prrc:ipitati nel Cor<lerole ;

E' però da notare <.:he delle nostre 38 Divisioni di fanteria; ehe dovevano in un primo tempo partecipare alla battaglia, 25 erano desti.nate a sfondare tra Fener e P onte di Piave (50 km.) ove gli austriaci non òisponevn1no che di 8 Divisioni ill prima li ne·a più 4 in seconda li nea, per c ui mentre il rapporto glo bale delle fone contrapposte era cli 13 a 12 e cioè all'i ncirca p:ni ad 50a -


CO N8JO RRAZ!UNT SlJLI, E FORZE C0:'l'fRAPP08TE

J .• nel punto dì applicazione dello sforzo decisivo tale rapporto era di 25 a 12 e cioè nll'incirca di 2 a 1. Per quanto con<.:eme le artiglierie e le bombarde, nel tratto dal Bren ta al Ponte cli Piave, i. .nostri pez:d schierati er~no 4.046, dei qnali 2.890 e 600 bombarde snlla fr onte delle Arma te 12\ • e 10a ed i rimanenti sul fronte delle altl·e Gi·a11di unità schiera,t e in detto tutto . In riserva generale avevamo 184 pezzi. TnJi dati dimostrano jn modo eYidente come il nostro Comando SUJpremo fosse riuscito nel ottenere la superiOJ'ità. nu·. mei'i ca nel punto tli applicm~ione dello sforzo decisivo, pnr non :n-endola sn tutta hl fron te. Altre coudizio1li di riuscita della manovra erano la sorpresa e la 1·apicli.tù cli azione; p<'t il raggiuugimento cli quest i ~copi furono prese tutte le misure possibili. I nffitti il Comando italiano, ammaesirnto dflll'esperimento austriaco del gingno, considerò anche l 'ipotesi sfortunata che la maa1ovra attraverso nn corso d'acqua a regime torrentizi.o non riuscisse o riuscisse in modo incompleto, e p1·edisposc q11i11di abbondanti mezzi cli passaggio e rifornimenti attra,erso il fiume nonchè numerosi schieramenti. preponde1·a11t·i pe1· nssi<'n rMsi in qualunque · momento il mantenimento della tesla di ponte (1). Per quanto conc-erne il fattoi-e sorpresa, la nostra ipreparazione sul riave era. sfuggita fin o all'ultimo all'attenzione del-. l'avversario ; notata invece la. prepara7,ione nel Settore del Grappa, .dove il IJ'lemico si attendeva il nostro attacco per il giorno 24, e però la r iteneva come fatt a a scòpo~ i propaganda e di reazione antisoci.aJist,1 in P aese. Chiudiamo questa. breve esposizione citando alcuni passi di un articolo di T. S1111ivan {1el 332° ReggiD\ento americano pubblirHto dHl Coast Artill<>ry J onrnal del 1° sctt<'mbre 1927: . ... que.sta fu la pdm;; gr:rnrle bnttagl.ìn di t utta Ja ~torin, verc!Jè vi s ì

(1) Si potevo <lisporre cli 20 equipaggi <1:1 JlQtJte regol::uncntnre e di 4.500 metr i di passere lle . Interessante r icordare a questo rroppsito Il giudizio del capi-. tano A. W. Lee deila 7• Divisione br it:innica il quale io un suo nrticolo sul e< .Tourna l of the Unitecl Scrvice Jnstitution of Inclln » (luglio 1027), dice che si deve ai nostri pontier i se ftr possl!Jile gettnre il JJODte di Sa lettuol; OP€ra .in cui j pontieri britannici non eranp riusciti.

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504 -

·,


ALLA BATTAG1,JA DI Vl'l'TORTO VENETO

impegnarono dirctla mente 2 milioni d i uomini, e f u l'unica vittoria decisiva di tutta la guerra ....

Se da una parte lo s pirito risoluto animava gli italiani, dall'altra l'E:,ercito a u;;triaco aveva. molte ottime .qualità... T utt9 era· già p1·onto I)€r il 16 ottobre, ma il ritardo fu assolutaruent~ necessario per le condizioni del Piave .in quei giorni. .. Una qualsiasi operazione miliare si deve giudicare dai suoi ris ulta ti , e se questi furono quelli cui il Comandante mirava col suo pia no ·di azione, è giusto ~h e egli ne abbia il merito. Ora i risultati della . ba ttaglia di Vittorio Vene Lo furono : l'Esercito nemico totalmente distrutto; disponibilità di tutte le riserve tetritoriali a us triache, di t utte le strnde, vie d'acqua e f errovie (compreso i l materiale rotabile) pe1· trasporto di trup11.e verso la Germania; vero aggiramento del fianco sinistro della Germania; - circa 50 Divisioni di tru·pp~ agguerrite disponibili per agire contro i tedeschi attraverso il :l'irolo e Salisburgo. P 1:escinclend<> d a .questa vittoria degli Alleati, la Germania avrebbe potuto fa re irna sosta .indefinita su l Reno; <1oJJo Vi ttorio Yenet9 eiò era impossibile.

. Non occorre fare nè .aggiungere commenti. V

. Tra,tta.ndo delle p~incipali battaglie cli questa guerra; ci siamo soffermati ad ~saniiinare le forze contrapposte: torna quindi. molto opportuno trarre qualche considerazione. . I da.ti riportati nelle varie tabe]]e allegate allo studio delle singole battaglie dimostrano come sia, erronea, l'affermazione fotta da taluni autori nell'asserii'e che nel ·191s l'offensiva ha potuto finalmente aver ragione sulla difensiva grazie all'accrescil:ita mole dei mezzi ma.terfali. " Infatti i da,t i 1presentati ;fornisc0010 gli elementi per dimostrare che i tedeschi nella primavera del 1918.hanrio sfondal o con mezzi i nferiori a quelli impiega,t i , quasi seri?>a risùltati, dai franco--in gJesi nel ]917. E però' pochi mesi dopo, con mezzi quasi uguali essi non riescono più a sfondare le. linee avversarie. A l oro volta gli austriaci nena offeinsi.va ·d el giugno 1918, pur C<m ,d ensità, di forze è di mezzi superiori r ispettivamente a, quelli dei tedeschi e a quelli dei francesi e a:nche a, quelli. degli italiani, non riescono ad aver ragione della, nost ra. difesa sul Piave. Queste constatazioni dimostrano : -

500 -


CONSJDl(.flA½!ONI GFJNIDRAL ! SULLE VARIE BAT'l'A GL n;

- l'importouza del metodo di attaccò idealo dai tedes<:hi alla fì.ne del 1917 ; - la necessità di r innon1re i procedimenti, compre!'i quelli che sembr ano i più efficaci ; - la bontà del sis tema dl difes a elastica adottato da\ francesi nella seconda metà clel 1918.

Altre considerazioni si possono ricavare, specialmente per quanto concerne l'a rtiglieria. I dati riportati dimostrano che quantita tivamente le artiglierie aumentano grado a grado ùa.l 1914 a.l 1917 per dimin uire un poco (come densità cli schieramento) nel 1918, pur rimanendo in quantità molto superiore a quella del 1914. Questo fatto dimof-t ra la ricerca affannosa. del mezzo per distruggere gli ostacoli creati dalla difensiva, e dimostr a. a1tresi (da.to che nel 1918 si rag-p;iunsero niaggi.ori ·risnlta.ti con mi1no1~i me7,zi) ·c he il segreto del successo non risiede esclusivamente nella qualità dei mez.zi. Dimostra inol tre che il reudimento deJJe munizioni a,nclò dimi.nuendo dal J914 in poi : e ciò è dovnto alla scarsità degli shrapnel, all' affrettata fa bbricazione, al diminnito ' valore dell'esplosivo . (causa la necessità di. l'icorrere ad es:plosivi surrogati) , al minore addestramento al tiro clegli ufficiali e della trnpp::i, alla r'adezzrt delle form::izioni di. fa nteria . Il Gaseo ui1n da un suo cakolo npprossimativo (l ecl uce infatti che JH>1 191 da par te fr ancese occorsero in media da 4 a 5 tonnelhl te <li munizioni pel' nccidere un tedesco, mentre nel 1914 bastò una tonnellata per ncciderne da 4 a 5. Ciò induce a concludere che pinttosto di porre ogni stnclio aò anmentare fa qwmtità cli mrniizi.oni, il che por . tavA, seco l'inconve:niefflc di ingom,, b1:are· le retrovie, sarebbe stato meglio cerca re di accrescere il lor-0 rendi.mento ::i l tiro. Se .poi da i predetti da ti ricaviamo il rapporto tra artigliel'ie pesanti e leggere, possiamo ded nrre ancora che una delle cause pi ù frequenti del debole rendimento dell' ar tiglieria fr ancese risiedette nella tendenza a dare eccessivo valore all'effetto morale (e quindi impiego di grossi calibri e di granate di molto r umore ma di scarsa efficacia), mentre la, tattica tedesca coordinava ed applicava volta .a vol ta un a data superiorità materiale o tecnica,

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RIG UARDANTI L'ARTfGLIERIA

come ad esem1p io la generalizzazione della fortificazioa1e campale all'in'izio della guerra, l'impiego dei gas nella Champagne, l'impiego di artiglieria. di grande potenza a Verdun , l'impiego di piccole armi da, trincea nel 1917; tanto che, confrontando le durate della preparazione d'artiglieria quali l'isnltano dalle tabelle illustrative delle varie battaglie, si può dire che in genere i tedeschi cercavano di conseguire lo sfruttamento della, superiorità ·dei loro materiali per concentrare nel tempo gli effetti della. .preparazione d'artiglieria,. Infine altre interessanti considerazioni si possono trai-re dal confronto delle cifre· indicanti la -densità di schier·a,mento delle artiglierie ed il pèso o nnmero dei colpi sparati per m(~tro lineare cli fro:nte. Si nota ad esempio che si ebbero ma,g giori ri· sultati nella battaglia di Gorizia con l ,pezzo ogni. 17 metri cli fronte, che non nelle battaglie della Bainsizza con l pezzo ogni 8 metri -,di·fronte. Ohe dire poi, se mettiamo in confronto queste cifre con quelle cli 1 pezzo ogni m~t1•i 4,50 quale risulta per la. battaglia. della Malm aisòn'! I dati esposti in questo studi.o, ·_n umerosi e tuttavia incompleti climostraino che l'ItaJia, relativa.niente alla sua povertà cli mezzi non è stata iùferiore nè a.i suoi Alleati nè ai suoi nemici, i qua.li, pnr disponendo cli maggiori ricchezze e di una organizzazione industriale superiore, e quindi di una q nantitiì, di materiali moltò superiore alla sua; non conseguirono il più delle Yolte snccessi maggiori. 'Ma. dimostrano am.che che la, sola superiorità morale non è sufficiente e che anzi la cieca fiducia in essa può condurre talvolta all'insuccesso. Si ,potrebbe essere indotti a trarre ·, a.ncora molte altre considerazioni, .)lla ricordiamo a bnon punto che non bisogna aspirare a gradi cli inclagfa1è e di ptecisione superiori a quelli consentiti dai dati rilevati. E ciò perchè la guerra è bensì la lotta di due forze op1poste Je quali scendono in. campo p~r distruggersi \a vicenda , ma l'azione cli queste due forze è in milJe rp.odi e da mH~e circostanze imponderabili siffattame11te modifìcata, sic<.'11è nei calcoli stabiJiti per le operazio,ni militari, i da.ti ipotetici hanno quasi un valore mnggiore ·a ei dati di fatto, ed è perf.J.ò che, ben a ragione, la guerra è definita un'arte, come quella in cui l'ispirazione ed il genio hanno una parte principalissima. -

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LA PERIZIA E IL VALORE DEGLI AR'.t!GLIEIH

§ II (L)

La pe riz ia ed il valore degli a rt ig lie ri n ella battaglia.

Anèhe in questa batta.glia hanno rifulso il va lore e la, perizia degli artiglieri. Trattandosi questa volta di una ba,ttaglia offensiva non è stato necessario, come in altre battaglie, di imm0larsi sni pezzi durante le fluttuazio~1i della linea, ma molti

Fig. 87 . Ten. Guido Guidi

artiglieri caddero sui pezzi per il fuoco nemico, ed altri. compirono fulgid i' atti <li valore. Tra questi è doveroso ricordare il Capitano Guido Guidi che aveva iniziato il suo servizio come oottoteuenlc <li complemento nel 70 Artiglieria da Campagna nel novembre 1!114 e giunto lu zona di guerra, fin dal maggio aveva partecipato a tutte le battaglie delrl~ouzo, conseguendo prima il trasferimento in servizio permanente elfettiv9, e poi la promozione a Capìtano per. merito cli guerra per il valoroso contegno come Comanclante di una Sezione

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NELLA EA1.YJ:AGL1A DI Vl'l"l'ORI0 VEJ\ETO

staccata sul Sabotino nel novembre 1915, e per k !llirabili doti di organizza.zione e di valore alla battuglia di Gor.i:d:i. Dopo il ripiegamento del 1917 era sta to sul ì\fontello e snl Grnppa, e infine siti Piave dove aveva partecipato coraggiosamente alla battaglia del Solstizio. Poco prima della battaglia di Vittorio Veileto portò i pezzi della sua batteria sopra una posizione avanzatissima, allo scoperto; e durante l'azione sv9lse tiri efficacissimi sriianando alla fanteria la strada della vittoria e mer.itandosi perciò una decorazione al valor militare. Incitatore dei suoi soldati, ni qua li ph\ che colla voce (}arlò coll'esempio costante e con affettuosa comprensione dei loro sentimenti e delle loro esigenze, il Capita no Guidi sebbene ferito in combattimento volle pennallere al sno posto di comando, e come tale appartiene a.l Ruolo d'Onore come invalido di guerra.

Analogamente a quanto abbiamo fatto per le !l.ltre .batta~ glie ricordiamo i cenni che risultano dalle Storie Reggimenta.li di alcune Unità di artiglieria, deplorando ancora una, volta che qùesta raccolta sia incompleta per 1necessità di cose, e ri~ m.a,nga quindi solo destinata a dare al lettore una visione an·c.o ra più vivà e ,pa1pitantè delle epiche giornate. io REGGI.ME,N'l'O ARTIGLIERIA D,A CAMPAGNA. - Iniziatasi all'alba del 24 ot tobre la nostra gr;rnòe offensiva sulla fronte del Grappa, offensiva destinata ad attirare su tale fronte molte delle forze avversai·ie del Piave, ed a agevolare la manovnt di sfondamento concepita dal Comando Supremo '!)er ia fronte del Piave, il Reggimento vi partec.ì (}ò attivamente ef(ettuaudo altres•ì tiri cli appoggio all'azione dell;1 nostra fanteria . Per rendere più efficace tale !l-PÌ}oggio alla Brigata Basilicata, la 5" batt~ria fll fatta avanzare finò alle prime linee di Col Moschin e ivi da posiz/one scoperta, malgrado le oll'esc del nemico, cooperò all'azione con vero spirito di sacrificio. · Per quattro giorni sì combattè acc·anitamente; gravi furono le pe.r dite da una parte e dall'altra, ma scarsi ì nostri progressi a causa della tenace resistenza del 11emico. Avvenuto però il 28 ottobre .lo sfondamento della fronte avversaria in direzione. di Vittorìo Veneto, le truppe del Grappa pote, no avanzare e insegnire il 11emico .lungo la Val Sugana e la Valle Cismon . . 2° REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CA'.\>IPAGNA. - I l 3 ott.pbre si schierò nella zona : .Z ampalon-Busco.-Palazzo, alle dipendenze della 66" Divisione; ~ tra il 26 e il 29 ottobre appoggiò il passaggio del Piavf compiuto dalle Bri. gate\ Cuneo e ;\fessìna, proteggendo co.n tiri {l'jngabbiamento la testa di ponte ~la esse formata. Il 30 ottob1:e, alle ore 2,30, i Gruppi, ri tornali all.a dipendenza della 51" Divisione, passano U. ponte cli Viclor, iniziando con le aU-re truppe l'inseguimento. Il 2 novembre, d'ordine della 51"' · Dìvisione, il Reggimento dovette portarsi a Me! per appoggif.tre la nostra fonteria cf~ . avanzala in Val Corde-

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LA PERIZIA E IL VALORE DEGLI ARTIGLIERI

vole, · trovnva resistenza a Mas. Le numerose interruzioni stradali rendevano .difficile e penosa la marcia che per l'urgenza di a nivare fu prosegnita iniuterrottameute per il notevole percorso di 105 km. 6° REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA. - E venne la .fine dèll'ottobre. Giorni di lptta feroce e di resistenza nemica disperata : per tutta la froi1te ardeva l'incendio della battaglia. Nella <~strema resistenza sulle prime linee i l lJemico giocava l'ultima ;,:11a, carta . E giocò male. Il 81 .o,ttobre 191g le batterle, seguendo lo sbalzo delle gloriose Brigate della 54" Div.isione passavnno il Piave a Musile e rim~ttevano in posizione i ·pezzi sulla Livenza.

Fig. 88 . L'Artiglieria a Col .Moscbin

Ma il pooerooo Esercito nemico era stato diviso irrimediabilmente, bat. tuto al nord; allora, fiacca tu la resistenza avversaria snl Liv.e nza, non fu più che una. corsa ve!oce. In ognuno era l'ebbrezza della vittoria. Troppo grande era la gioia del bacio dei frateUi liberati per l:1sciare la possibilità di ricordare in quei giorni scene di guerra: la visione fulgida della Patria elle si completava era nelle pupille di ogni comMttente. 8° RF1GGii\H;NTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGN,A. - Il 31 ottobre il Reggimento inizia il passaggio del Piave, partecipando c9sì alla grandiosa battaglia che prese i l nome cli Vittorio Veneto. Il Piave è passato al ponte militare di Romanziol.

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NELLA BAr.r·AGLIA DI vr1·1'0RIO VEr-ETO

Le batterie sono coslTette. da l f uoco nemico a prende·re posizione pr esso i'argine del Mpnticano a sud di l\:fotta di Livèriza, presso Casa Ancilotto e Case Canove. Rimangono t utto il 2 novembre in . tale posizione. L'avanzata è dpresa alle prime ore del 3 11ovembre, traversando la Livenza a l ponte di Motta, continuando poi per Annone, Pramaggior~, Cinto, Cordovato, Morzano al 'l'agliamento, dove arrivano. alle 23 del 3 novembre. Passano il Tagliamento a l ponte di iVfadrisio. Per tappe, sempre coli.a 25" Divisione, il Reggimento a~riva in 7.ona di armistizio ne.i pressi di Postumia (Adelsberg) Longatico (Loitsch) l'll novembre. 20,:, REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA. - Si prepara lo sferrarsi dell'offensiva che segnerà la nostra definitiva vittoria. Le batterie vi si prepa1·ano con ardore e gioia come ad una festa, sentono che sono gli u ltimi colpi cbe esse spareranno su.1.l.'odiato uemico. L'a zione si s'ferrR il 24 ottobre co11 l'attacco dei Solaroli, del VtLlderoa e dello Spinoncia. Il Reggimento agisce sul Valclèroa, sullo S1Jinoncia, su punta Zoe, accompagnando sul primo obbiettivo la Brigata Ao&1:a, sul secondo reparti dell' Aosta e dell'Udine, gul terzo il resto della Udine. Ufficiali e truppa si prodigano con entusiasmo e con amore e l'Aosta è portata di slancio sul Valderoa c9n perdite bassissime. Ma l'azione sui ·solaroli non riN,cc. Le batterie vi portano H loro concorso, gl.i attacchi si ripetono rinforzati con gli t\. lpini della 80 3 Divisione. Con Rlt<;rnR elastica mira.bile- azione, il. fn.oeo dei nos tri cannoni è sui Solaroli a preparare l'attacco, sul Valderou a proteggere ,J!} nostra occupazione, sul.lo Sp:i noncia a scardinare le insidiose difese, su punta Zoe ad a ccompagnare la tenace avanzata della U<line. Non un minuto di sosta nel combattimen to, non un istante di riP9so per gli artiglieri <:he irentono la ·necessità .di non misurare i loro sforzi, di dover molti. plicare le loro 'fo1·ze. E dagli .o sservatorii delle batterie, uffici.ali che non eonQscono il ripÒso da giorni, escono a percor rere le linee nuove raggiunte per conoscerle, e vincere il IJiù terrioile nemico : la nebbia. E l'azione è sempre sicura . La 7" bat teria è in po:::taz.ione s11lle trincee di fanteria; la 6• &fida il nemico d ~ ~i ~varn>:~ti _: le~eut.i della nostra ctifesa d i Malga Barbeghen1, lo coglie nei su91 r1coven pm s1cun. · Ma il. Vald~roa in nostra mano è troppo terribile minaccia. Contro di esso si nppuntano tu t ti gli sforzi del ·nemico che ha ricevuto poderosi rincalzi. Le forze di occ~ zione del Valderoa, sorprese r,ell'oscurità e nella n~bbia da una ma. novrà avvplgcnte, co'rrono serio 1,ericolo di essere catturate. Mancano notizie e le poche che si hanno sono cont racldittorie ed impress ionanti, {lnndo la situazione disperata. Nulla può essere r ilevato dagli osserva toril avvolti nella ncbbif.l. Prontamen te le ba lterie serrano i.l1 un cerclrio d i fuoco assaliti ecl assalitpri, impedendo che truppe fresche possano ginngere a ques ti ultimi. Ardite p~ttuglie con

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LA PERIZIA E IL VALORIB DEGLI ARTIGLIERl

ufficiali trntti da lle batterie e dai Comandi vengono ta ncin.te attraverso J,~ battutissima zona sino a lla co11trastnt::i quota per 1:icono&-ce1:e la situazione, .e tornano affaticate e lacere c9n informazioni pron te e sicure. La situazione è chiariti!; il fuoco è condotto con l'usata ·precisione sulle file nemiche che sostano, indietreggiano, permettono alle fanterie di riprendersi e di rafl'oriarsi. Ed il Vttlderoa è salvo, ed è conservata la via aperta che porterà al completo disfacimento delle linee del Grappa. N9n un momento cli sosta al nemico. Il Valcleroa è difeso da 1111 ce1·chio di fuoco, i Solaroli sono tempestati, lo Spinoncia e punta Zoe resi inabitabili a l nemico, che invano si itccanisce· con tiri di controbatteria: La battnglia .finalmente è vilita, ed il mattino del 31 ottobre le batterie spa, rano gli ultimi colpi sul nemico in fuga. E si abbandonan9 le posizioni che !\anno conosciuto la valorosa tenacia delle batterie, il fu lgido valore degli artiglieri. A Cima della Ma ndria il serg. Pasquale Caropagnaro sotto intenso fuoco nemico, fatti riti rare i serveuti, rimane solo al pezz-0. E quando questo .è colpito in pieno, egli cade gravissimamente ferito . Sul Valderoa 11 sott9ten. Frisoni, di .collegamento cori una pattuglia di 6 uomini si prodiga nella strenua difesa delta posizione coi fa nti çlell 'Aosta, Mi quali sa destare l'entusiastica ammirazione. · E su tutta la linea, ai pezzi, agli osservatorii, in trincea è un'onda sola di generosità che porta al compimento perfetto di ogni compito, <lai più imp9rtante al. più umi!~. A sera H Reggimento con marcia mirabile è i n Val Calcino, pronto a nuovi cimenti. Ma il nemico non è più avanti a lu.i : egli è ormai irrimediabilmente disfatto. 2-3° REGGHiIENTO AR'l'IGLIEHIA DA CAMPAGNA. - Il. 23°, al comando del col. ,1.lberto Rovere, Si dispose al finale cimento mettendo a p1·ofitto la perfetta conoscèriza del Settore cbe teneva dal marzo, tutta la perizia tecnica, l.'entuslasmo, l'abnegazione, l'atti.vìtà dei Comandi e degli artiglieri. Per megllo battere tali obbiettivi assegnati, il Reggimento nella notte del 21 si portò avanti schierandosi : - il J Gru ppo al comando <:l el magg. Iliscaccianti con le battèrie 1° (ten. Timo) sulle fa lde del Monfenera; 2,0 (ten . Santor9), 3" (capit. Melita)., 4" (ten. Castellani) sul le fal.cle del Monfenera; - i l II Gru1,po al C<>mando del magg. Tebaldo Mari tonica con le batterie: t,a (tèn . 'l'addei), O• (ten. Finato), 7" (capit. Fiannucci), 8"' (capit. Landi) atti.le falde del Monte Tomba. 11 fuoco, nutrito e prec\so dei pezz\ cla camptlgna, rafforzato da quem dei medi e grossi calibri e dalle bombarde, sc9nvolge e rompe t utte le difese e i profondi nastri di l'eticolato .che serpeggiano e si .inerpicano da Fener a D'avariAlano-Colmi.rano-Cmnpo-Qnero, rendendo pos..scibile sin da principio all.'ala sinistra della 12• Armata di scendere dal :Monte 'romba e dal Monfenera nelln conca di Alano e dì stabilirsi sulla sponda nprd del torrente Ornic. La mattina del 2S vengono eimugna ti Ala.no snlla de>1tra del .fium<~ e le a'h.ire

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NELLA BA1.''.NGLIA Ot VI'l'TO.RtO VE~Ell'O

di Vnldobiadene sul la s inis tra, f ac:cudo un buon numero di vriglonieri. All'a lba del 29 la 52" Divis1ione fanter ia conquista .Monte Cesen, occupa Segusino e raggiunge Quero, puutrrndo su Feltre e Belluno. La minaccia clella 12• Arurn ta su Feltre per lu conca di Quero prec.i1Jitava il crolJ9 di tutta la fronte del Gril}JPa. 11 snccesso delle nos t re anni si delineava grandioso. La disfatta nem"ica iniziaUsi col 28, c~ra decisa per il. 29 e preci pitava il 30. o Al.l'alba de l 30, passando s ugli imbuti scava ti dalle granate, raggiuu~·e Fcncr nell'intento d'.inca lzare· i f uggitivi mnrciando stt Fel t re. Ma le stra<le reoo irnpraticabill dal nemico, elle aveva fat to saltare i ponti e gli altri passaggi obbligati, lo costr:lnsero acl una forzata inazione. Uannlstizio ~çirprende il _Reggimento in Fenf r , che sorride ai Jiberu tori con le mille bocche ed t mi lle occhi aperti nei s;uoi edifici dalle granate italiane. CoS'ì .\ yalorosi cannonieri del 28° poterono dopo tanti mesi cli du re prove, fina lmente rivolgere a lle loro famig-lie :il pensiero libero da ogni ·p reoccupazione; videro, come .in {]oIce v.isione," .la lontana adorata c::isa loro, tanto sospirata e ché pres to I.i avrebbe~ nuovamente accolti, e tu tti ·inclistintamente sentirono cli poter Ml'.ermare, nel.lii .lorn schietta coscienza, di aver~ ben meritato la gioia del vittorioso rito·rno perchè tu tti avevano santamente compiuto, in ogni istante, il loro .intero ch>Yere. 30<> REGGii.V[]l}NTO Alfl'lGLlERTA DA CAMPAGNA. - Alle ore ?. del 25 ottobre sul Grappa, s ul Mout< Tomba, ><lll Monfenéra ed in conispondenza clell.e Grave di Papa dopo li, si scatenò il fuoco ai prep::irar,ione clell' artiglieria; alle ore 5,15 gli eroici fanti della 4", J2" e 10" Armata marciavano all'assalto. Le nostre baW!rie. c9me pure tutte quel.le de!l'Anpata del Montello (8") non entrarono in azione. Nella giornata clel 25 ottobre, mentre conti nuava l'azione sul Grappa, sul Monte Tomba, Moufenera e Grave d i Papaclopoli, le batterie del 80° non fecero alcuna partìcola re azione di fuoco. \-L Venne la notte su l 2<1: sul.l a fronte del Montello regnava una calrna assolu ta, res a ancora più sentita <lnl fuoco tambureggiante che svolgevano le Armate lnterali. T~1tti gli artigli-eri a t t,!ndevano trepidanti il momento di far senti re Ja voce dei loro cannoni. Alle 24 tntt.i i carn1oni del Reggimento aprirono simultaneamente il fupco di distruzione sulle difese nemiche della linea dei Mulini. .Il tiro venne -continuato durante tutto il giorno 26, in cui furono anche faW concent r amenti di Gruppo e di Regginwnto sul torrente Soligo, in corrispondenza dei tra tto Pf eve cli Soligo-Chiesuol a, sul fondo del quale sì eranp osservati movimenti cli truppe nemiche. Verso Je ore lG,30 del giorno 26, sui due ponti portati a compimento fra Fontana del B_J1.oro ec1 il saliente di Fal:i:è, passarono quasi tu tta la 57a Divisione e parte clel X~II Corp9 d' Armat:1, fra cui 3 batterie da montagna, accompagnati con mirabìle efficacia dal tiro delle nostre batterie fin'oltre la predetta linea dei Mulini, conquistata cli primo slancio. Durante la notte sul 27 i ponti colpiti dall'artiglieria venivano rotti e travolti dalla corrente ; le valorose truppe, passate oltre il Piave, continuamente controbattute, tr9v::irono un valido appoggio nelle nostre batterie, che sul chl vunti 0

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LA P.JJ:RJ ZI,\ E Jf_, VALORE DEGI, I ART WLIER I

della test;,1 di poute di Sernaglia mautennero u n continuo fu oc:o d i sbarnllll<mt<i. La gioniata del 27 e tu tta la maLtina del 2S passarono in una conLinua l<>tta a cor po a corpo tra le t ruppe passa te a lla ;;inistra del l:'iave, che volevano allargare la toril occupazione, e Je .fa nterie nemiche clie continuamen te contra ttaccava no. Le comu·nica?.ioni attnw erso il frurue, da Fonta na del Buoro a Ca dei Faveri, causa i l tiro dl gr ossi calibr i nemici e la ve locità de lla corrente, 11011 erano rista bili te. Le nostre battt rie, specialmente in qut>sto momento cu lmin ame del la battaglia, cou precisi e tempestivi tiri cli stiarr arueuto e di accolllpagÙamenrp, seppero assecondar e, in coi-rispondenza. di Sernaglia , le fante rie della 57" Divisione, che, senza ponti al le spa lle e con t.innalllente contra ttaccate, si tr0Yar~J110 in <lifficilissima situazione. Le nostr e posizioni vennero coi;trobattute cgn tiri a gas, mn il ·tiro nemico mancava di precisione per cbè 0s:s-endo le posi;,;ion i dii v<>co conquistate. uon erano a ncora sta tE! individ u ate con preclslone . N~!lle pr ime ore del 28 i ponlJ ln co\-risp9ndenza di lfontana (lel Bnoro er ano stati gittati e le no ..t re fanterie iniziarono senz'altr o il irnssaggio : le trum,e cb<i form ava no la testa d i po nte d i Sernaglia ricncciava uo lntauto sempre plù indietro i l nemico, mentre le batter i~ svolgevauo u n' imp la cab ile azione di fuo,:<, i:;ul nemico cll<! lentamente indietreggiava. Il Oolllanclo d '. Art iglieria del Cor po d'Armata ordinò che da lle 5 al le 5,1.5 tutte lf: artigl.ierie òel Mon tello, colla maggio r celer ità concest>a dalJe bocche d a f uoco e c:oll'eleva;,;ione massillla, SJJ:1l'a$&-ero nel I a d.irezio ne dei rispettivi ·obbiettivi. Al.le 5 pertanto, Je 10 batteri e del (:0° inizhu-0110 il t iro; tutto il Montello per 15 minu ti s ussu ltò iuc(issa ~temen te sott9 la violen;,;H d ei colpi in parten;,;a, le cu.i vamvate davano a quella colltna un aspetto i nfernale . Da ogni apposta- , mento si innalzavano grida ài giubilo e di vittorh.1; g li in trepidi ai:tiglieri cleJle nostre valor ose batterie spin-anrno gli u ltinri colpi sul. nemico in fuga! L'alba de lla rad Losa lllnttina del 2!J ottobn• trova.va i nostri ar tiglier.i :~ttorno ai !pro cannoni, nfl:accendati nei pre11arativi p<ir il passaggio del 1'ii1ve. Alle ore 22 de l giorno 2H le infaticribili batteì-ie del fl0° r,assrirono al completo ecl \n pienu cillcienzu il Piave, e per F ontigo, Vil lamatta, Fa!zè di P .i ave, Chiesuola si riu nivano al la 60"' Divisione a Pieve cli Sotigo. In questa parte del e::1mpo di battaglia il terreno sr.:onYolto, le difese nellliche distru tte, i nu mer osi CtHl uti indieaYano che la lo tt:1. era st~Ut tre meucla . Da ricve d i Soligo il Hcggi men to, sempr(! inquaclrato nelia 60" Divis ione, per R efrontolo, S. rletro cli Ii'elletto, Tar$0, &'<istò a S. Maria e(l a R evine Lago (alta vallf: del torrente Soligù), acco lta 0Yu11que cl nll a popolaziom~ l.iberata con indescrivibile gioin . ·. A Tarso le batterie r illlaser o due giorni tra l'intensa commo:r.iòne deg li a bitanti, che per ia f arn e e per le privazioni di op:ni sorta erano ridotti in co11<ll?.i9ni <Jl.tremo(lo pietose. Ecl anche qui i nostri m:tiglier i dimostrarono qunnta bontit r egnava ue i loro cuo1·i. Yolontarialllcnte, e,isi c-he da illesi erano spggetti a fa tiche e <lisagi,

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NELLA BAT'l'AGLU DI Vl'f'l'ORIO VENETO

cbe·per J.O giorni avevano combattuto sen:m un istante di tregua, lasciarono me tà della loro razione ~tlla popolazione moreutf di farne. Il giorno 2 n9vembre il R eggimento proseguì per Revine Lago, Sella di Faclalto, ;ponte nelle Alpi, ove giuuse alle ore 15,30 del giorno 4 no·vembre . . Quivi trovavas.i S . iVI. il Re. Le nostre 10 batterie sfila rono dinnanzi a lui nel massimo ordine; dagli abbronzati e fieri visi degli ar tiglieri traspari va la pura gioia. del dovere compiuto, e con g li Qcchi luci(li -di commozione fissarono nel volto il loro Re, simbolo vivente de l la Patria, che, nell'umile .d ivisa clel fante ita liano, avevano già yisto su tanti campi cli battaglia. Il Re coli sòniso pieno di bontà salutò ì valONSi figli del 30° che mai c9me in quel giorno sentirono -l'intima gioia di essere soldati ital.iani ! Dopo una breve sosta a Tricbes ed a l:'oleIJtes, t utto il Reggimen to per Belluno, Longar9ne, l'ieve di Cadore, Lozzo si portò al Pas;,'-0 delia M:auria e contin uò la smL marcia t rionfale per la valle (l<:'Jl'alto (J:agliamento, IJ<T quella del Fella è giunse a Tarvisio, occupando i sacri confini. · 35° REGGIME:N'TO AR'fIGLIERTA DA CAMPAGNA. - Nell'ottobre 1918 il Reggimento riceveva l'onore di partecipare alla ·grande offensiva della vittoria con la 10" Armata interalleata . . Le batterie· postate nella zolla tra Villanova e F·agarè, con vi9Jenti fuochi di sbarramento, continuati fino a l 30 ottobre, assolvettero efficacemente il loro compito, a malgrado dei bombardamenti e delle offese ns:micbe. Alle ore 11. del 30 ottobre, per essere il nemicçi iuseguito ormai da lle nostre t ruppe, C~s.9ava l'azione bellica del Reggimento. Da allora le batterie non potettero più accompagnare le fantl:!rie nel passaggio del Plrive e oltre, pe1· mancanza <li mèzzi cli trazione. :Vfancò q11indi al Reggimento J'n ltima s upt<'m,L gioia <li il1calz:ne, coi fanti . vittoriosi, oltre il sacro s uolo della Patria, il nemico fuggente e disfatto: quel nemico che aveva già visto tracotante e fl'roce avanzare ver;;o di e.;:so s11l Carso, a Castelgomberto, slllle ~:[elette, nella pianura <lei Piave. Il Reggimento veniva qui ndi riunito nei preb-Si cli Treviso ove lo si r iportava di nuov9 all'organico da campagna. Dopo qua lche mese esso abbandonava defini tivamente la zona cli guer.ra per rieutrare nella sua antica sede giungendovi il 4 febbraio J!J19. :J!) 0 REGGO:CENTO ART'TGLT.RRTA DA CAi\:IPAGNA. - Vennero le giorn ate infauste cli Caporetto, le gio):nate sanguinose del Grappa, venne infine anche il momento ch<.\ l'Altipian9 cli Asiago nuovnroente avvarupb. P er la seconda volt a i l 39° dovette sostenere l'urto clr)I nemico, che già dagli. stessi monti aveva re-· spinto; per la seconda Yoltà il sangu~ dei suoi soldati bagnò Monte Torle e Malga. F assa ; duello accanito a nche questo, cont ro un avversario più forte di numel·o, strapotente di adlglierie e orgoglioso di sè stesso, a cui i nostri a rtiglieri contrapposero l'acciaio pu.r issimo dei loro cannoni, il proprio petto e la fedè sieura . Ed nnche al.lora il successo arrise a l nostro Reggimento del quale int anto aveva preso i l Comando 'il colonn. Carlo Viola. Il nemico .fiaccat9 e vinto cessò (lall.'inutile 19t ta ; il piede austri aco non calcò mai i monti così nspramènte contesi.

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LA Pi': ltiZIA E IL VALOR E DEGL l ARl'IUT, lEl{[

Ma altre pro,·e attenùernuo il ,Reggimento ed a lcri perigl.i. R itirato alla Une di marzo 1018 <lall'Altipial).o di Asiago, rkustitulto e rinS'angua to fu asi;ogge ttato ad Ull periodo di allenaw euto intensivo in cui Lutte le memi, tu tte te energie erano volte ad ottenere di esoo un lllaguificu, uu ::1icut·o strurueuto d i offesa per la gran lotta finale. Invece era· presto ancora. l.l nemico per la terza volta battè tlisperatmneme alle porte d' lta lia t'<l il 39° artiglieria accorse; uou più sui monti orlllai sacl'l, ma nella pianura del Piave fra i curupi rigogliosi di gruuo. N uovamente gli artiglie'ri si difesero, decisi fino alla morte,. coi cannoni e coi mosche t ti, e le valorose pattuglie, spinte avanti oltre le prime linee, pagarono col sangue e col sacrificio de l_la vHa H sentimento ds:l prQpl'io dovere. · .Ma non bastò; altre truppe erano rimaste fiaccate e swuclle tlalla lo tta immane, éd il R eggimento, in breve riordinatosi, fu pronto ad aiutade. P er un Illese, dal 2.u luglio a l 30 agosto, salito il Grappa, cènne saldamente Ja liuea, sorvegliò ogni moss;i del nemico e col f uoco dei propri cannoni ne riutnzzò ogni attacco !llentre le tr uppe, da e::;so d isimpegnate, si preparnn1uu a lle uuove battaglie. <,Jneste lo t.t·oHLrOilo sehieraLo dal 20 scttemlJre su ì\fonte Vai e su :Monte Carone, lungo la Val cl\AIUpola e V.al d i Ledr9. Fino all ' alba de l g.ioruo 3 nove!llbr e i suoi cannoni tuonarono contro le linee neIDiche accompagnando le fanterie all'attacco decisivo. Fino all'ultimo lllOmento la voc~ del suoi cannoni r illlbpmbò di val!!:? in valle e all'alba del 5. novembre 1918 giunse a Riva del Garda. 40° REGGI).\iEN'l'O ARTIGLIERIA DA CAMPA(}NA. - Nel breve periodo di quindici giorni, il Reggimento ebbe ad eseguir{;' ben quattro s uccessivi scllie. 1·ame11ti, dovuti a nècess.ità tatticlle del momento. 1!'inò al periodo dell'offensiva di ottobre, esso coucorse, con f uoco cli sbarr::imento, alla prptezione del .fianco destro della testa di ponte fatta su lla Grave di Papadopoli dall'XI Corpo à'Ar!llata. Successivamente acco!llpagnò le t ruppe della 23" D ivisione elle, forzato il passaggio del Piave in eorrlspon!lernm della Grave ùi Pnpndopoli, a vanzavano verso la Livenz-a eél il Tagliamento. Così fece fino al 4 novembre, giorno in cui la 24" Divisione raggiunse la strada Castions-Mu.zzana, ove soste1Jne l'ultilllo ColllM ttilllento al llivlo di Pa1·adiso. Il Bollettino del Comand9 Supre!llo ds:l 2 novembre (ore 12) dice che : per .l'ardimento e I.o slancio dimost rato, l 'intera 23"' Divisione m erita l'onore della citazione. E tale onore la Divisione merita ancora nel BolleWno d el 6 novembre (ore 13). E ' indubbio che una parte dell'alto r iconoi;-cimento debba rifletter si a nclle sul 40° artiglie'ria che iu que lle tragiche mn el'oiche giornate d iYiSe disagi e vericoli coi fanti della Division~ stessa. 42° REGGIMIDNTO ARTIGLIERIA. DA CAMPAGNA. - Nel settembre HllS, dopo tre mesi di Yigile servizio in linea, i l 42.o artiglieria da campagua si trasfer isce nella zona di s. i\Ial'ia d el Rovere-S. Bona, presso Treviso.

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NP.U,A flA'ITAGUA or VlTTOH JO VENE'rO

JI J0 ottnb1·,· la Divi:;ium• cltt il cambio a ila. 31" :sclth•ran<losi 11olla zona LoYadina-Maserada ; il 42° da campagna prende p9sizione a sud-est di Lovadina con 1 Gruppo a C. P iazza e <:on un altro a o. Cappelluzzo. A ll'indomani i vezzi del I Gruppo iniziano concentramen ti di fuoco s u S. Donà; quell i del Il Gruppo su c. Oaputo. Il 22 ottobre, un nuovo or cline de.Ila 37" Divisio11e trasferisce il Reggimento nell.a zona di V:.irago ; il 25 ottobre i Gruppi i n iziano concentramenti sull'a rgine sinistro del :Piave per spianare H pass11ggio alle fantet·ie. · I l Uro contiuua ininterrotto :mch,: Ja notte. _A lle 5,30 del 26 ù tiro di disturbo è tram utato in sbana wento mobi le, in appoggio alle colonn'e cL1ttr1cco .cl<:,ll.a 3', a Divisione. Nella nottt> de l 27 tu tte le batterie passano .il ramo occidentale del P iavé prendendo posiziOnE: alle Grave di Papaùopoli dalle quali fanno precisi e brillanti t iri di sbarramento dinnanzi alle nostre linee. Nelle pr ime ore del 29 oltrepassano il l:'iaYc. Il 30 ottobr~ i l Reggimento è a C . P alude e nella nottf sul 31 passa l i ;i\fonticano . .Il 1° novembre appoggia le fanterie' nel pass11ggio ctella LiYenza . li giorno successh'o è oltre il i\1eduna, pro.seguendo cou la 10" D'ivisione che ba sosti, . tu.ito in linea la 87", il travolgente jnseguimento de l nemic_o in riti ra ta. L'armistiz io an esta il 42<> a rtiglieria nei pressi d i S. Vito. ' L'impeto tra.volgente di cu i ba d ato pr ova mirabile la 37« Divisione durante tutta la battaglia cli Vittorio Veneto, viene così segnalato all'Esercito ed al Paese nel Bollettino del Comando S up1·emo del 7 novembre J.918 : « Al g lorioso elenco d elle Unità che banno metit ato l'onore d ella citazione per il va lore e l'ardimento dimostrato nella bat tag lia da tutte le lorQ truppe e dai Coma ndi 1w1 v incere t('nac i. r1•sì:,;teuze 11t•111icbc, e gravi tliffieoltà del CC'rl'eno, d cYono ag. gi11nger,;i : . . . . , l'XT Corpo d 'Arrrmta ita.li.a110 colla, sua 37• Divisionf! ... ». Il. bel Reggimento, che già formi> coi fan ti <lella 37"' Divisione una barrièra infrangibile in Val Lagarina, e che partecipò con valore e~ successo a lle belle deci~'Ìve g.iornate del 191.8 sulle rive sacre del Piave, fu. sciplto alla fine del g iugno 1919.

43° l:UDGGii\lENTO ,.\ RTIGLIERIA DA CAMPAGNA. - Nèlla scc'Onda metà di ottobre, i d ue Gruppi passavano, iJ I alle dipendenze della 51" Divisione, ed Ìl U al le dipendenze de lla 66" Divisione, ment re ai 32 cannoni se ne aggiunge. vano altri 6 di due nuove batterie, la 9a e la 10\ form anti parte del I TJ GrupPo, a nch'esso alle dipendenze della 66" D ivisione. La notte su~27, l cannoni del 43° facevano fuoco coutro Je posizioni uemicbe della zona .attra\-erso la qua le passavano le B rigate dell'8" Armata : così ìl Reggim<!n to potè contribuire, per quanto · di sua spettanza, alla gra ucle vittoria riportata dall ' Italia su.l nemico secolare. ~

44° REGGIMENTO ARTIGLIERL\ D A CAMPAGNA. - D'urante l'avanz:ita dell'ottobre l!lJS, il Reggimen to è assegnato al XIV Corpo d ' Armata britannico e le batter ie del Reggjmento, da successive posizioni, partecipano alla vitto.r iosa offensiva italiana fino al passaggio <lei Tagli amen to.

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LA PERIZIA E IL VALOR8 D]!)GLI ,\RTIGL!ERI

45° REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA. - Dopp un, periodo di riposo, durante il qua.le il R<·ggimento provvede til proprio riordfr1am0nto, e dopo una serie di tra::;ferimenti, i1 20 ottobre 1918 il 43°, ebe fa parte sempre de.I.la 2" Divisione, si por ta. nel lu zona. di l!'anzolo (Piave). Il 29 ottobre, ricevuto J.'<irdine di passare il Piave, parte da F,mwlo alle 11,30, sosta brevemente a Crocetta Trevigiana e alle 21.,30 inizia il passaggio del fitlUle sul ponte di barche pre$SO Abbazia (Vidor), In attesa di prender'-' posizione per battere Combai e Campea il Reggimento si parca all'addiaccio nei 11ressi di Alpè cli Sotto (nord-est cli Viclor); nella notte, aérei nemici gettano bombe sulle batterie cimsando qnalche perdita nei quaclrnpecli. Nella mattinata del 30, incalznndo i l nemico che si r itira disordinatamente, il Reggimento per Col Berta ldo e S. Ma rtino si trasferisce n Font:ina e Guia, e i l J.o novembre raggiunge, per ]a stracla d i Combai, Miane ove tron1si il 4 uovembre all.orchè cessano le ostili tà. 46° llEGGIMftN'rO ARTIGLIERIA DA. CAMPAGNA. - Al primi cli ottobre, la 22" Divisione, passata alla dipendenza della 9" Arma ta, si trasferisce nel.la z-on n d i Citta bella e il 21 ottobre viene aS1Segnata a l VI Corpo (4" Armata) assumendo il giorno suc<.:essivo il Settore occidentale del Grappa . l i 46° R~iggimento prende postazione col I Gruppo a _ì.\'l. Meda: (tra. le Fossette e l'osservatorio met~prologico),· col I.I Gruppo su.Ile pendici no rd di M. Grappa (in prossimità della strada per il M. Pertica) e col III Gr uppo a l\f. Coston (pre1::Jso Croce del Termine). I l 24 ottol>re ha inizio la battaglia. cli Vittorio Veneto. Il 46° Reggimento, passato alla dipendenia tattica (!.ella @a Dlvisione, dalle ore 5 partecipa alla prepara?:ione c9ntro il Pertica, e nel pomeriggio, con pronte a zion_i cli protezione, concorre efficacemente a respingere i contratt!)cchi nemici. Il 23 le batterie del 46° concentra no il loro fuoco sul Per tica che le fanterie con violento e tr:1volgente attacco conquistano nile ore 9. La lot ta si protrae accanitissima fino al giorno 28 con alterna vicencla. GU ar tiglieri del 46° Reggimento moltiplicano i .I.oro sforzi e sono instancabili. DelinPatosi il crollo della. clifPsa. an·ersai:.i a,. Je fan ter ie incaJ7,ano il. nemico in ro tt~ . Il 46° segue il loro movimento e la sera del 2 novembre le rr1ggiunge nella depressione di Felt re ; il 3 è~ a Fonzaso. 48° REGGI MENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA. - Anche nella battaglia finale dell'ottobre-novémbre 1918 l i 48° è sui .Montello fOl XXII Corpo d'Armata (8" Armata). Superata la critica e minaccjosa azio-ne del XXII e XXVII C<irpo d'Arma ta con l'intervento del XVIII, il 29 ottobre .la no~tra avaniata sul fronte dell'Sa Armata diviene t ravolgente. Il 30 ot tobre il H0 Reggimento a rtiglieria da campagna (57• Divisione)' ed il 30° (60" Divisione) s ono già s1.ùla. s inistra del Piave a Pieve di Soligo; ti 31 1:rnche 11 48° segue il movimento portandosi a Pieve di Soligo. Il 2 nové mbre, per ordine del Comando d'Artiglieria della S• Armata, il 430

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NIDLLA BA'l'l'AGLIA DI VIT1'0RI0 VJ:,NETO

passa al.le dipenclente del XXVII Corpo cl'Atmata per concorrere a ll'az ione della 51~ Divisione. Il Reggimento proeede qnincli nel.la sml a ,·au z'l.tn. e, occupatii B<:11.uno, continua .La marcia su Longarone ~· Pie,·e d i ClH10rP. 510 REGGD1ENTO ARTIGLIF.RTA DA CAMJ:'AGNA. - Con il' fremito possibi le nel petto <li soidati che ~anno il nemico ormni condannato allo sfa. celo, gli artiglieri d el 51° attendono l'ora decisiYu per assestar e l'ultimo colpo e sal u ta re .L a vittorià .col t rionfo fina ie. Prima alle Grave <.l i 1:'apnd9poli, ove organizza, fra m ii.le d lfficoità, tuLti i prep::1rativi dell' imllline-nte oJ1ensivn di .ottobre; poi, a lla vig.i lia cli essa chiamato nuov:iruente presso Zenson, i l 51° aspetta l'ordine ambito di oJ'C r ir e l'ult:mo cont1:.ibuto allii grande c:wsa della Patria. E può ben dir e che questo è srnt9 Y:1liclo e gene1:oso come sempre, meritandosi l' onore di inseguire i nemici fuggiti in disordine e di giu ng<'re a portare ·i 1 suo sa luto nl Carso lon ta no, dove riposano le s poglie òi tanti suoi figli, composte come reliquie cli martiri sull' Alt:lre della Pii t ria. 52° REGGIMENTO ARTIGLrnRTA DA CAMPAGN A. --' Dal 2i Hl 2n ottobre, U 52° Artiglieria partecipa a lla b11ttag.Lia di Vittprio Veneto. Ed il 30 ottobre a sera, passato il Pia1·e, rag!);iunge a mar<-ia forzntn Vittorio Veneto. Il 1.0 no,·embre s para g li u ltimi col pi n Fnclalto. 5i~ REGGTME~TO ARTWLIERTA DA CAMPAGNA. - TI HeggiIUeuto, dopo nn .periocio di riposo di ci r ea un mese, Ja se ra del SO settcIUbre riceveva ordine di partfre 11er ri torna r e in li nea, e dopo una pri ma marcia d i trnsf-èri. lll<'nto da Fossalta di P.iornbino a Lorch, la sera del 1° ottobre, giusta le dJs110sizioni del Oom::inclo :ntig ,ier ia del XXX Cori}() ,'c1·Aruwta, partiva per S. ?!far.· tino di E'onte ,e Crespano ove le ba tte rie nrrirnvano poco dopo la mezzanotte del giorno 2, accampando in prnssimi tà del.le solite sedi l9gistkhe dei distflccamenti eavalli .\n p iauo, 11ell'attesa de llo sgombero clegli acca ntonamenti da parte del 25° artiglieria. I comnmlanti di batteria e il. personale degli os;;,ervato_rii e d.i collegamen to nel mattino d el 2 partivnno da Cl·espano per le posizioni, seguiti all0 !)re 18 dai pezzi delle prime Sezioni, porwti a tr:iino meecanico fino in 1,;.w ,simità delle posizioni. snlle qual i av:rnzarono 1:oi a bracci:i . l!:ra questa la terirn n ott~ <·onsec utiY_:i cli mflrcia; le due marcie prec<?•iE-nti <'rano s tate fatte ,otto fitta pioggia tJattentc e nella profonda osem:itit di notti 110n lunari, senza possibilità di riposo dopo l'anivo nei luoghi di sosta, 11< \r lu mancanza d i al!ogginmen ti e per le couclizioni clei campi resi acq11i1rinosi .Jai ma ltelllpo. I traini effettuati nella notte sul 3 senza l'niuto {li ausiliari, per spingere i pezzi a braccia fin sulle posizioni lu ngo sent ieri a fondo roccioso, stretti e fiancheggi::it.i da ~ r ecipizii, ecl ·1 hwori a lle postazioni pér r iadattar,~ al mnterhtl e 1911 le piazzuole che veuivano sgombrate da l materiale 1905 del 25° R egg., avevano richies10 un enornie sfor7.o, eosicchè il · Comando del Reggi.. mento proponen1 che La salita rlelle seconde .Sezioni, qualòra possibile, fos:-.e ritardnta, per non esaurire cpmp!c~1ment~~ In truppa e per d:n tempo alle prime Sezioni, già a po~to, cli eS€guire i neccs,rnrii tiri d''inquadrameuto che, !<tante la nebbia in cre,:,ta, nella giornntfl del 3 non era .stato possibi!e ài co rnph: tar e.

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LA J?EfU.ZlA E IL V_<\LORE DEGLI ARTIGLlERt

T::tle r itardo non essendo swio conCC$SO, fu rich i1;:sto un ultimo e magg.iore sforzo agli artiglieri del 57°, avvertendoli che nel lllattino del 4, al più prestc,, il Reggimento doveva essere pel'fettamentf, pro.uto a qu::dsiasi eventna.lità. A! desiclerio espre~o d al coJ.onn. Cerotti cou incitunli p~ro Jt,, essi corrisposero con metavlglioso slancio, slunclo nel quale si l'ivetavano in modo commovente le superbe qualità del soldato italiano, e ciò specialmente nel.le prime ore del giorno 4, al.lorchè, esStJndo ;;tata r ichialllata l':utenzioue· sulla possibilità dl una :imminente azione sul Pertica e s ulla necessità deJ.Ja più attenta vigi lanza e prontezza nel l'aprire i l fuoco, si videro quegli artiglieri, elle da quattro nptti 11011 dormivano e no11 avev:rno ancora avuto tempo e modo di ;1sciugare le ioro vesti inzuppate dalle insistenti pi0ggie, aJl'annarsi sempre allegri per affrettare lungo gli er ti e rocciosi sentieri ecl in mezzo ai nrecipizU, l'atrivo elci pezzi <lelle seconde Sezioni sul!~ posizioni che il 25°, pet ord ini tassativi, aveva g iit sgombrato e che a ltri loro compagn i di butteri.a stavano riadattando a l materiale rnn. Alle ore iJ,40 il lancio di razzi. d'allarme trovava .le baw:'rie de l Gi0 prontissime ad entrare automaticillllente in azione sui l9ro sbarrnmenti, coi d,Hi . ricavatì. nel precedente period o di pcrnwnenza in J.inea, o avnti cla l 2:1° e opportunamente corretti, nonchè •rettificati nppena Jo permisero le prime Juci <lel giorno. Q 1mk))0 pezzo non am:ora in po:sbdom·, cont in uò il :-11 0 trai no in pieim aziirne, af(rettandosi per arrivare presto, e I.a celetiti.l (li f uoco <lei pezzi in posizione colllpeusava intrmto l:1 mancanza del fuoeo dei pochi pezzi non aucora. giunti. Il fuoco durò intensissimo (turante tutta la prima giornata (l'entrata in linea, t'<l i Comandanti di Grnppo e cli Batteria, <:on non comtme p_e rizia, bencl!è appena entrati .in l'inei.J, seppero egregiamente esegnire i molti di fil ci l.'i. tir i. e · spostamenti d i ti r o r ichiesti, dando pr'ontnmeutc fuoco efficace dovunque occorreva. Semrn contare i colpi del le a lt re i1rtiglierie divisionali e cli medio ca.libro, furono spara ti ben 14.801 colpi ne.lla giotnata del 4 da lle otto bntterle del mo, che nell'azione ebbero parte priucipalissima. L'att:icco deg l.i austriaci, da tempo in attesa di unu nostra azione s ul lé linee dei Splaroli, e fatto probabi lmente approfittando dell'occasione de l cambi<> in corso dell.e truppe, era, stato cl(t essi iniziato con una :'ìOr presa d i ardit i che ratturarono l'intero pre::iiclio di fan ter ia di Malga Val. di Pez con r elat h·e armi da tr incea. L'attacco andò po.i estendendosi s~t t utta J.a fronte della 1" Divisione (le fanterie del.la P non erano s1.:1te ancora sostituite ila que lle d ella 47"), ma il p,r9nto intervento dell'artigl.icri n ed il suo fuoco iutensissimo cd efficace; al qun.le m·incipnlmente si dovettero le perdite nemiche della. giornata., valsero a tenere il n, mico in sogg(',:.ione, im1wclendogli altri successi in quel settore assai critico. ' Nel.le giornate dall'l al 4 ottobre, gli artiglieri del 57° aveva.no compiuto uno sforno magnifico dando prova di eccezionali qualità mJlitnri sia in fatto di resistenza alle fatiche affrontate e sostemlte con un contegno che rive li1va il loro affiatamento e l'elevatezza dei loro i:IE'n timenti, sia in fatto cli perfala nell'impiegò dei loro caunonl. Ebbero percHi dal. Coma ndo del XXX Corpo d' Ann:=tta • i l meritato encomio all'Ordine del giorno del 2 ottobre. Dopo la resistt~n?.a incontrata e le perdite subite, iJ nemico no n jnsistette

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NELLA HA'l ''l 'ACLU DI• Vl'l"l'ORJO VlUNWl'·O

nell'azione iniziata e svolt :1 d u l'ante In giorna ta del 4 oct9br€: , eguirono per ò alcuni giorni di maggior tensione f;:u le opposte linee, cluraute i quali le batterie del 57° ebbero largo impiego nctl'ese<;uzio ue di COJJti uni t iri di sbnrramento volu ti d ,llle fan te.rie, di ciri a sostegno de lle pattuglie tli fa nter ia spintè fuori de lle linee, <li ti ri <li rappresaglia e coucen tnnuenti d i fnocp su punti sensibili degli austriaci per tormenta r li in tutti i mod i e tener e contegno aggr essivo, necessario anc:he per il fatto dello scambio die andava effettuandosi tr/l le fan ter ie della l" e della 41" Di,•isione. Questi tiri con ti nuarono anch~ nei giorni d:.1 1 12 a J 2t: ottobr e, ma con rninpre i n te11sità, essendo su1.Je11trato un periodo di re lat iva calma <lei quale si tnisse prolitto per acc umu lare wnnizioni e tutto predispone ver raggiungere la maggior e eflici<:llza per la i,r ossirua nostra o1Iensi n J in vi:::ta, ·oJfousiva inizinta a lle ore 3 del g ior1 hJ 24. da l. XXX Corpo cl'Anna ta, cui spetl<> l'o nore di suona re la clian,1 de lla gr,rnde batt aglia cli vittoria . E nel.la twttaglia il 57° ebbe il compito di ;;p,;i:enere con Uri (l i accecamento, interdiz ione e accoU111..1gn,1HH,uto, la 11.r opr ia 47• Divi:;ione nei combatt imen ti s volti per ln man ovra {la i ).:leatl' al · Sol.co Pri01ola1.10-Ai·tt' J1-l-'1:•ltr<• . . PHl r,a r ticolar meute : - l'azione delle· b,1tteri e del I G i:utJllo dd R egginwuto, i 11 posiziooc su-i contrafforti orientnii d el Grap1Ja, ;,;i s,·olse a<l o,·est dell,J cresta Cr oce dei. L obi-Col dell'Orso-Sol:rr oli, e venm Valle Stizzon, in concorso colle d ue colonne della Brigata Uologn:·1 reuclenri come primo obbiettivo al Cuc e For celletta , e quind i, per fonclp Valle Stizzon, ,J Seren; - l'azione de l II Grnm10, in posizione dal Boccnor nll' Ar chcson, ;;i svol;;e verso J:.1 cresta anzidetta, da l Col de ll'Orso ai Solarol.i e V:ikleroa, ln co11cor so eo.l.le quattro col.onne della :Brigata Lomba r<l ia, tendenti al poss,'sso lli. tu.le cresta. comt· 11riU10 obbil't.t iYo, ,, qn i1.1d i al Solco pt>r i.l versante d i dcstr:1 di Vn ile Stizzon. Le batterie dei cluc Gruppi entrarono in azione aHe ore cinque de l 24 con violenti r(1filcbe su l Cuc-h~o rceltetta-Spi aroli-Valdero:1 e loro rovesci, e coll· acceca01ento deg li osserv atori i nemici ; tcd il fuoco proseguì giorno e notte quasi iniMerrotto ~ con .intensità. vari:1bile a second:i del le s ituazioni, fino al giorno ~S ottobre in cui J.a Bri gata B9logn:.1 s.a l<la men te si &tab.il iva su lla linea llfalgaVi1! di Pez-Cuc-E'orcelletta. E coq , uel quadro gene ral e (ì ell'im pl::ic,1bi le azione .l'art iglier ia SO!'te11ev:i la 4a Armata. impegnata :1 fondo per ,lttrarrc ecl elim in:w e le riserve m1stria. <·hE: del Bellunese, ed. all'u-0po: . - il I Grur1po del 57° Cllll grande abil.ità, r iscuotendo ripetuti ~·Dcomii dura nte e dopo l 'azione (lat Coman<l:111te la Br.ign ta Bol9gna , anelò continuamente acl a twndo i suoi (l i/lì ci li sbarraU1enti al sempJ·e !llntc~vo le fron te cli ta le B rigat::i, variam~·nle inJletteutesi a se.conda <:lei risul tati (]<'i cont inui tHtacchi e '-ontrattachi ckllC' oppos te' par ti ; il JI Grn ppo ferm i m:111tenendo g li sb,1rrnmenti su lla cresta dei Sola roli attanag liati da ll a B rigatn Lomb:!l'tlia cJ1e. malgr ::ido ripelu t i attacchi n on l'iusciva nd imposse&s:1r se11e, clie<le il suo ellìcaciss.imo concor,;o di fuoco per la· èonqu ist,1 dt'l Valderoa -,tgli llttacchi esegu iti. da l Gru ppo Tnttico

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LA PERIZIA E lL VALORE DEGLl AR'l 'IGLllsRI

appositamee te coi.;tltulto colle tnqlµ e della Brig ,1ta Aosla, i:-olle due e:olonne d i dest.ra della Drig.i ta Lomb::i r d ia e co.l Raggrn pfJfllll<.m to Alpini Gamb.i; - en trambi i Gruppi del 57° infJh,sero inolt1·e gravi perdite al nemico, colJJell<.loio nelle sue vie di rifornimento, uei ;;uoi centri d i raccolta · e vunti sensibili, nelle vie d'accc•i.;;;o alle prillle linee, nei vaJloncelli ove e~so pi:epar ava all'attacco le sue c:olonnc oU:ensive, e n elle Yle di ripkga. mento. Particolanuente critit:he Iuru110 le giornate dt l 27 e del 28 che ricllies·ero grande attiv.i th ed abilità dell'ar tig lieri a per frenare g li u ltimi col1}i del. nemico dirc•tti essen:i;ia lrnen1·e s ul Cnc, sulle no:str e lince cki :::;ola.roli, su quota lfiOl. e VaJderoa, dl dove la Brigata Aosta ri tirava alq uanto le sue truppe. Ma intanto s i. delineava la cli><fa trn degli ati'st-riaci 1wll 'ins ieme della battag lia su t utti i fronti., cpsiccbè aue;he su quello del.la 47" Divisione i l contegno del nemico, gi~L· logoro d ali::i Jo tt:·, e da l fuoco , accenna va al la ritirntu verso il Solco, e la su.i a ttività nelle g ior n11te del 29 e 30 si r idusse a tiri d i disLur bo, t,mto che ancllc (ln, parte delle batterie de l 57° l',17.i'One f11 mo!.to meno intem:a r id ueendoi.;i a tir i int1 rm itteutl di molestiR s 11lle pendici occidentali d el Cuc, verso lo St izzon, in Val le Fontirna e s nlla cr esta dei Solar oli, no11c!Jè ad a ltri. tiri otdinuti da.l Comando d i lJhislone in Valle Stizzou (c1uot a 972), su :\falga I3us:.L del.Le Ca lclier e e Malga Cam11ighetto e su Stalle F ontnnase<.:c;a, ;1 scopo di .sondaggio delle linee ne1lliche. .Alle ore 6,30 del 31 le ba lteri.e, in segu ito al la ncio del conve uuto r •.1zr.o n pioggia d 'argento, col quale la 57" Divisione snt!a sinisitra, comunicava .l a r iu.scita dell'accer chiamento del costoue di Col Tnsson, -era Va l Bocchette e Val del P ez, e ntrnvano immediatamen te tutte in azione contro il nemico in ritirata, a lJu ngamlo poi man mano il tiro sul la frm1te delle fanterie della 47" Divisione, per accom pagnar le nel movimento di avanzata t:he or amai poteva efl'ettuar ~,i ra11idamen te stante le ormai deboli r-esistem,e di qualche 'retroguardia. Alle S,25 sul fronte d ella Brigada Lombardia, ed alle or e 12 su que llo della Brigata P.oloj:!na, le bntterie del Il e de.I I Gruppo cessarono il lµro fuoco, tro vandosi le nostr·e truppe già a i limit i estremi della portata cli tiro de i uostrl cuuuoni. Constatata l'assoluta imposs•ibilità <li &C:ender e ton batterie da ca mpagna cJalle posizioni occupu te per seguir e Ja Divisione direttamente in Vnlle Stizzou, s tante l'assol utn mancanza (I.i vie possibili e Je interruzi oni O!Jfrate da l nemico, il 57° il giorno 10 no,·embr e rimaneva fermo nelle posizioni occupate, in sorveglianza per i l caso di r itorni otl'.ensivi, ed il 2 novembre scendeva a Cr espauo onde raggiungere J.e fa nt(' rie de lla 47" per le strade cl.i PossagrÌ'o e di F'e ltre. Seuoncbè per gli ingombri prodotti dall'iutens() · aH\uir e di trup pe e carriaggi nelle strade da percorrer e, il Comaudo di Corpo d' Armata fermava il Reggimento a Crespano ove venne per tanto a trova r si il giorno 3 aJ. lorclJè fu comunicata la :firma deJl'a1·u'iistizlo e fordine di sospens iPll<~ delle ostilità. L a conoscenza su l po~o de! rlillicile e per icoloso Settore assegnato alla 47• Divislonù, la critica s ituazione d ei g-iorni 27 e 28 in cui il nemico sferrava i suo.i u ltimi ·rabb iosi a t taeehi s otto la pressione dei quali f'rano incessanti le urgen ti

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NELLA BA'l'TAULIA DI Vl'l'TORIO VEl'\b'l'O

i·icb ieste di f uoco e di svo::otaruenti di tir o per fl,.trte dei funp , il con;;egu.ente preoccu pante assottigliarsi dei fort i depositi lii mun.iziou i per i larghi consumi giornalieri, mentr e l ' artiglieria non poteva più fa1.·e assegnamen to uè su l.le teleferiche nè s ulle salme'rie di\'isionnli, nè s ti mi!It:.1r i ausilia r i, s i dovetterµ ridurre al minimo i setTenti a i p ezzi 11e1· impiegare ftno a ll'ul timo uomini e cavnlli al tr asporto mu nizioni. Sono quest i gli elementi cbe devousl tener v re:sentl per rilevnre il compor tamen to instancabi le ed er o.ico per qu ei lo che gli artiglieri <lei 57° seppero fa r e ·nelle g ioruate dal. 24 al 31 otwbre 1.018. Compl.essivamente il. R eggimento el)be una vita cli 37G giorni tr ascorsi per g ra n parte .ì n linea : sul Grappa, al Montello, a l Meate, capisaldi de l fronte sui qtrnli f u sempr e parteci1}e a i maggiori c:ombattimenti che decisero le sortl d el.I.a guer r a d' Italia, alle quali le batterie c:on tt"ibuixono con e leYatezza d i sentimenti, con saldo spirito milita r e, con pei:izia e con noncura nza clel pericolo. Il R eggimento fece ·sempre parte de lla 47" Divis.ione (XXX Cor po d'Arma ta) seguendola undie nel le zoue di r iposo, i l che per l'a r t ig lie.ria importò periodi cl.i m aggior i fa ti.che (Lipenclenti dai <liflicili traini tl a eseguire. dai frequent i cambi d i alloggi amenti du rante i l r iposo stesso, e conseguenti lavori per sistemar e e riparare u9mini e cavalli ne lle sempre noove l.ocalitù, nonchè 1weparare e ncla ttare postazioni per i ritorni in l.inea, cont ribuendo <l'altra parte ad un sempre maggior e a ffiata mento coi fanti ai qua li gli artigl ier.i dovevano dare il valido appoggio di f twco dei lor o cannoni, e con tr ibui ancor a a svil up,tyare mirabilmen te I.e qua li tà uu111ovrier e necessarie 11d un reggirnen t9 assegnato ad u n Corpo d 'Arma ta che pei compiti affidatigli dovette- eseguir e molti spostamen ti, s,pesso ordinati e sempre sol.lecitati con c;ara aere d i ti rgenza . Mnlgrado le avirnzat issirne posiz ioni. <11ias i srnwr e occnprtte rlurante questa vi ta movimentata ed in tensa (li gneri:a, il R1;ggirnento no n ebbe forti perdit e, e ciò è dovuto a lln bontà delle posizi9n i pr c(S<:e:te e quindi saggiamente pr eparate ed org nn izz1.1te.

§ Il (M) Il contributo de lla R. Marina all'Eserci to.

Questa Storia fin da principi.o ha ripetntamente affermato di voler restringete il suo esame agli artiglieri ed alle a rtiglie-rie del R. E sercito , e pertanto così come spesso, per ovvie r agioni , si dovette forzatamente sconfinare per narrare lo svol gimento di intere ba.ttaglie e la parte ad esse presa da.Ile va,r ie Armi 1 così a. questo .punto sentiamo doveroso di aggiungere qualche notizia r iassuntiva ~ rea la parte svolta durante la guerra - /523 -


lL C()J\'l'RfBt:'fU DELLA H. j\lAHINA

d,1Jle Unità ù'artiglicria delJa R. i\ia1'ii1a inten·enendo clil-etbnnente nelle operazioni svolte dal R l~scrcito. Meritamente gli italiani t utti sentono per la nostra bella, e 1'otte Mari,na, da guerra uno speciale affetto, unH predilczioue vi·gogliosa di stima e di ammil'azione, e pertanto <li questa breve appa1·ente digressione i nostri lettoti non solo ci perdonerauno mn cc ne sai-anno grati. Delle molteiplici e vaste forme dell'attivitè?L delta R Mari11a a,·euti r<'hlzioui con le opei-azioni dell'Esercito, :-i tratta qui soltanto del diretto contributo in materiali ed uomi01i. )Ia non si pnò tacei-e che l'anda.mento delle operazioni tcnestri - sul n ostro fronte e s u qn elli alleati - fu grandemente influenzato, si pn ò anzi dire condizionato, dHl possesso del doruinio del lll,ue, cioè dalla diuturn a attività clelhl )farina <l a. Guen·a . Sfuw11ta fa possibilitù, della conquista clel dominio del mare mediante hl battaglia, ·11avale, tale domii1io dovette essere muntenuto lottando contro l'insidia sottomatiua e mantenendo in soggezione nei proprii Porti le Marine av,·ersa.rie. Perciò acquistarono urn ssi.ma importanza, i servizi di scorta dei convogli. marittim.i, st>a iza i cui r ifornimenti gli E e1'Citi sm·ebbero stati ·posti ben presto in co1idizioni di b;iferiorità.. La controproY!1 si è avuta quando, dichiarata, dalla Ge1,:nurnia Ja guerra solloma,rina ad ul t ranza, l'Intesa si trovò ad un pelo cli. perdere .la guerra. Dopo che nel 1913 era chiat..imente c1pparso che la Ma rina Austro-Ungarica 11011 solo non si prefiggeva di a tt:wcarci, nrn di ptoposito sfuggiva per non ac<'ettare ba ttaglia, la nostra )Ja. l'i na si co11sacrò aJJa soluzione lli t re 1progl'ammi cli versi : - l'a ppoggio dnl mare alle operazioni dell'Esercito; - l'intetvent o dil'etto in queste opePazioui specialmente aU'esLrema afa destra del fronte; - la protezion e del traffieo in t utte I.e acque del Mediterraneo. In esecur.ione d<'lle direttive prima, e poi dell'ordine di operi:i zione ,del 16 maggio 191!5 <lel Comando Supremo, in vista del primo sbalzo offernsivo . è necessario coprire l'ala destra de]]a 3a Arma ta cla possibili offese chl mare, agevolarne l'anm:r.ata col for11il'e mPzr.i cli facilitazioue ncll ::i zona lagunare, conconere con operazio1li attive. Dnrante il periodo della nentrn-

521 -


ALL ' F.81èRCITO

lità la R .. Mal'ina ha intensamente lavorato ad approfo11C1ire lo specchio d':;t{:qua, cli ì\{alamocco tra la cittù di Venezia ed il Lido in modo da. consentire, occorrendo, l'ancoraggio ·d ell'intera Flotta; ha approfondito il Pol'to di Lido; ha liberato dalle melme e dalla, vegetazione i veechi .et-m ali, abbandona.ti da anni, della Repubblica. Veneta. a Sud ed a Norcl della città, in modo da [)ennettere il passaggio di piccoli gaJJeggianti al riparo dalle insidie nemiche dal mare aperto . Altro compi.t.o d'importa1Jza militare ed insieme politica e sentimentale era la ,difesa cli Venezia, piazza forte marittima e terrestre, sede cli Arsenale marittimo e prezioso tesoro d'arte. A complemento delle l;iatterie costiere esi.stenti lungo il Lido sono state collocate a ridosso di esso le vecchie navi : Sardegna., Bnrnnnele Filiberto, Saint-Bon, Ca.do Alberto, e Marco Polo per concorrere eventualmente col tiro deJle loro grosse arti.gliel'ie. SulJa fronte di terra - campo trincerato di Mestre modernamente a,rmata, non si prevedono operazioni e già. si prendono preclisposiziocr1i per disarmare le opere ed impiega.re le bocche '.c1a. fuoco come artiglierie mobili sulla, fronte, in consiclerazione della con~:tatata scarsità di mezzi di fuoco poterd. Per la eoopernzione tra forze terrestri e rn1Va.l i durante la prim a fase de.Jl'avanzata erano state stabilite intese tra, i Comandi della 3" Armata e della Divisione navale Sardegna (navi dislocate a Venezin), le qunli c·os'ì tìssavn.no i compiti della Regia ]\farina : - cooir>erare aH'avanzata della 3a. A.ematn. lnngo il litorale; - agfre da mare contro truppe nemiche che volessero op-porsi alla nostra, avanzata; - eseguire scorrerie cont1'0 le coste nemiche; - concorrere alla difesa. di V(~nezia, evitando però di es1jorsi senza la certe,,za di prodnne maggiori danni di quelli ricevntì. A protezione dell'estrema desfra della, 3" Armata stavano fa P e la 2" D~visione di Oa,va.l leria, il Distaccamento di Sa/Il Giorgio di Nogaro comprendente hl. 3· Brigata ed un Gruppo di batterie a cavallo, due battt~rie di obici pesanti campa.li, due battel'ie someggiate, clne battaglioni het'saglieri ciclisti ed il 10° Regg. Fanteria.

'°'

,

- 525 ·-


IL CON"rRlBUTO DELLA R , ll lAltI NA

Lungo il litorale si tw,aYa uo elementi della difesa costiera ed in particolare l'Xl battaglione R. Gnardia di Finanza col Comaudo u Latisana ecl il XII col Comando H. San Donà, di Piave . La Ma l'ima stant appron ta ndo pe1·sonale e materiali per stabilire agli approdi del litorale conq uistato delle stazioni ~emafol'icbe e di vedetta, ed ostrnzioni ; ,n·eva in corso di la.voro l'armamento cli poJ1to11i con attiglierie cli medio ca libro.

ll contributo delle r,rtiglierie cl elle 110 vi. - Col primo sbalzo ofJ'ensiYo hl dest.1·a de1Ja 3• .Arninta (VII O. d' A.) ha, passato l' Isonzo e si è aggtaippato all'odo dell 'altipiano carsico appoggi andosi alle ::iltnre immedia tamente ad . Oriente di Monfalcone. I ncomincia la t1·agka lott::i . gnr,e specialmente pe1' la difficoltà, d'osservazione da pal'te dell'nrtiglieria e• per la se11 rsità di artiglierie idonee. Si Ì'i('Orcla eh<·, iH faUo di artiglierie pesanti, la 3" Armata dispone soltanto <li !) ba ttel'ie di obici pPsanti camva li <la H!->, cli 4 battcl'i.e cli c·,11111oni cfa 1-1-9 G., ] batteria di ean110Hi da. 1:52 R,. l\L sn pontoni. Nello iad'orzo p er s upen1re nun tnlc• siurnzione d'infei-iol'itù, si pensa che un'azione efficnce llella l'icel'(:a delle posizioni dell'm·tiglieria nemica e cli fuoco di controbatteria possa essere esercitata da parte cli nrtigliel'ie delle rn1vi o:ppottnnamente clislcl<'ate. Già, nell'Ol'dine d'opcrnr.ionc de l Conrn nùo della 3~ Armati! per iJ passaggio dell'Isonzo, era detto : il Comando della .\1·tiglieria cl 'Armatn proneclerù pure al <:onrorso <lell'artiglie .. J:i11 na tante• <1.11 li52, ehe f:ii troY<~n\ 1wll ' iso nznto ed in c·nnali Hcliac·c11ti. :.\fa !-i !rnlln cli al'liglierie ehe tuWal più po!-scrno esser e cleftinite anfibie e fare111'i p::ittc dPllo scarRo complesso delle artip;Jierie pesnn ti clell'A1·111ata. B<>n alt1·0 è nnspicato, e cioè il <.; 011C'Ol'S<> di fuoc·o da parte cli m1vi c·h<' si fos!.'-ern portnte nel golfo cli Panzano. ~ell'ol'Cline di 01)e1·n :done K,) /i clell'S p:in gno i'I Comando della W 1\Pnrnt n prescrive: il VII <'01·po .cl' A1·mata inc·ontrnnèlo te11ace resistenza smantcllerù con fuoco cl'artigliel'ia le tri11cee e le batt<>rie nemiche per poter proReguil'e energicameute il mntti110 successivo le operazioni c·ol <"Oncorso della R :.\farina, giiì, ddc sto da qnesto Co11rn nclo, e <li qnello 11<:>lla lrntteria nat:1111·e 1

1


:\U}ESEHCJTO

d a, 152, a cui darà diretti ,o rdini il Co1na nclo del VII Cor1po d' Ar-

mata. E nell'Ordine N° 8 del 12 giugno, constatata la. potente organizzazione difensiva dell'avversario e deciso cli procedere metodicamente contro di essa, ordina : il Comando del VII Corpo d'Armata richiederà direttamente al Coma:nclo della Divisione navale « Sardegna)) l'eventnale concorso che questa potesse dare dalla parte ,d el mare. , Questo problema, molto importante ed anche seducente per i ma1;inai, anelanti di facilitare il grave compito dei commilitoni di terra, è attentamente studiato ; ma l a risposta è negativa,. E lo è anche qu:mdo al Comando delle forze navali a 'Venezia è destinato un uomo, del cui coraggio e del cui- ardi-mento non è possibile dubitare, e che nello sforzo dj cooperazione tra Marina ed Esercito a,ndò forse oltre i confini della subordinazione e deJJ.a disciplina formale·: egli è Umberto Oagni. . Sem;a, entrare nello stud1o particolareggiato del problema, assai importante anche oggi per la configurar,done dei possibili fntnri tea.tri d'operazione, si accen na qui a.i suoi capisaldi. Le artiglierie navali hanno per ~OIDJPito essenziale quello di bM.tere altre navi e, per conseguenza, hanno caratteristiche che le rendono meno idonee a battere bersagli situati a terra, e cioè : forti velocità iniziali e quin di tra.iettorie molto tese anche a considerevoli dista.a1Ze, ciò che r<mcle difficile una buona osservazione a terra; proietti destinati a perforare coi'azze e quindi con ogiva molto robusta e limitata carica, interna ; sca,rsissima dotazione di proietti; limitato impiego di cariche ridotte in dipenélenz-a delle cara.tteristiehe degli affusti e delle insta1la1.ioni rispondenti alle ricordàte caratteristiche del tiro teso; costituzi0ne della mi.ve chi, battagli.a in macchine e quuntità, di persoa,ale sproporzionate alla quantità di :1rti.glierie ,di bordo da impiegarsi contt·o bersagli a tena; distanza da P ola (sede della flotta nemica) al golfo di Panznuo minore d Eil la distanza fra, q11esto stesso golfo e Venezia , per cui, anche a prescindere dalla velocità, la :flotta nemica è in misura di taglia.re la ritirata alle nostre navi e di sopraffarle con schiacciante superiorità. A parte tutto questo, è· da, rhiedersi in quale misura le batterie nemiche possono ,·e.nire individuate. Probabilmente lo pos-

527 ·-


.IL COì\''l'HI IJU'l'Cl DF:U,:\ R. M.\ltlNA

sono da mare quelle collocate nei p1·essi di Duino e San Giovanni ; molto meno 1p 1·obabile è lH individuazione di qlielle postate sull'altipiano carsi.c:o. che non si sono riyelflte neppu re agli ossel'v::ttori da pal1011 i fren::1ti. In cinahmqne caso. inoltre. tali batteri.e p0sso110 con tntta racilità, spostarsi in modo da cle:fìlarsi dal mare.

Fig. S!l . t"mberto Cugn i

Nelle cliseussioni ;1ne1mtc in proposito non sono mancate le pal'ole a mare, dettate però soltanto dall a constatazione degli jmmani sacrifki C' hic>sti alla Fanteria , in conseguenza dell'impotenza delle artiglierie. E' sfa,to detto: se le YOstre navi n on hanno vaJore sul mare, , date loro gloriosa fine nel golfo di P anzano. 1Ia, per le ragioni sovra dette, la fredda ragfo1w constatava che un tale sacrificio sarebbe sta to inutile. A ripw..-n si può fare un 'osservazione così come si possono citare due fati i. -

528 -


• AU}ESERC.L'J:O

.Perchè nessuna azione d'appoggio ,del genere è mai stata tentata dalla flotta austriaca, che, per ragioni di quota, .era in condizioni tanto migliori? Quando, giunta a Venezia la Divisione di quattro incrociatori corazzati, l'Ammiraglio Oagni che ne era il comandante volle uscire per naviga.re in mare .a perto, aippena uscito ,d a Venezia, il mattino del 6 luglio, l'incrociatore Amal:fi. venne .affon{lato da un sottomarino. Ed era una nave mo.d erna e veloce. Quando, molto più tardi, la destra della 3" Armata potè essere a.ppoggiata dal fuoco di artiglierie navali (monitori l!'a.à di Bruno e Cappellini ed u,n monitoi·e ingl~se) esse eramo installate su galleggianti appositamente costruiti; le truppe di terra erano avanzate in modo da consentir~ la costituzione di buoni osservatorii, e l'osservazione aerea era enormemente progredita,. Se dunque il concorso diretto di fuoco da mare non era possibile, ad altro bisognava pensare.

Il si.tura.mento dell'Amalfi, se significava la. perdita di una potente unità, era ·però costato poche vittime umane. Per il,liziativa dell'Ammiraglio Oa.g ni, col personale rimasto ,disponibile si costituì un GrU[>po ,di due batterie su 4 pézzi ciascuna, armata con materiale da 76 R. M. da sbarco. In ragione -delle condizioni, in cui tali batterie avrebbero dovuto. operare, occorsero provvedimenti di varia natura, dal vestiario in grigioverde (in sostituzione di quello in tela bianca,) alla dotazione di' carrette e quadrupedi per i prelevamenti all'indietro, nonchè alla costituzione di depositi muniziopi. Complessivamente il Gruppo venne costituito da, ·11 u:ffi.dttli (cli cui 1 dell'Esercito con ·mansio'lli di esplora.tore di Gruppo), 12 sottufficiali e 380 marinai; in più circa 20 soldati, esploratori e conducenti. Il 6 luglio· era avvenuto il silura.mento dell'Amalfi; il 21 dello stesse mese le « Batterie Amalfi >> · partivano . per il fronte della 3" Armata, dove facevano ottima prova con impiego a.nalogo a quello delle batterie someggiate dell'Esercito. 34

529-


11, COKTJ1Ll11JTO DEJ , r,,\ R . ?vJ'ARINA

]'ig. ()0 -

Po11lonc armato

cc

Fa~t di Bnino >>

,ll'ig. 91 - U1m BaL tCl'iU Ama lfi

·- 530 -


ALL'ES1mc1TO

Col rimanente personale superstite dell'Amalfi si eostitui- · r-ono due compagnie fucilieri, ,primo nucleo di quel Reggimento Marina, che doveva, poi coprirsi di gloria nella difesa del Basso Piave e 111ella battaglia difensiva òel giugno 1918, e <li cui rimane ancor oggi il ba,t taglione S. Marco. Nelle frequenti visite che l' Ammiraglio Cagni, .per ragioni di Comando eseguiva, alla foce dell'·Isonzo , e, per devota amicizia,, faceva al Comandante della 3" Armata, gli ex:a da.to di

Fig. 92 - Famigliarizzazione con gll strumEmti di t il'O terrestri

itclire il costante ritornello della scarsità,, in numero ed in calibro, delle artig]icrie. Il Comando Supremo dell'Esercito aveva raccolto e fa l:to àfflnire alla fronte Giulia, tutto ciò che aveva potuto trarre da altre fronti, cosicchè a.Ila seconda, battaglia dell'Isonzo si el'a potuto realizzare Ulll aumento del 290% rispetto al totale delle artiglierie pesanti schierate per la prima battaglia. · In consegnenza l'Ammiraglio si prodigò interamente, vincendo anche resistenze non lievi, all'impresa cli fornire all'Eser-eito il maggiore possibi.le contrib1,1to colla realizzazione ~el pia-

531 -


IL CO:NTRlBUTO DELLA U. llfARIKA

no seguente : fare il calcolo di qua'J\te e quali na·vi. 01ost re hanno valore bellico tale da potersi misurare colle navi avversarie. Disarmare tutte le altre e mandare a terra materiali e uomini. I ntanto, in base agli ordini del Ministero della Marina e sotto l'impulso del Cagni, si era venuta sistemando la difesa costiera da Veuezia a Monfalcone, efficace appoggio di sicurezza sul fianco destt·o delle retrovie della 3° Armata. Alla gata del 30 giugìil O 1915 gli elementi .deJla, difesa costiera erano i seguenti : . Porto Lignano

cannoni da 57 in progetto

_Grado

~

da 37

3 cannoni da 120 installati

sul pc,otonc «Robusto» Barbana

{

batteria da 140 batteria da 152

}

in progetto

S. Pietro d'Orio

batteria da 120

in

•Golametto

batteria da 120

in CO!'truzlone, ma i lavori sono so~pesl per installarvi invece i 152 e forse 1 254

Isola Moror;;iui

progetto

· 3 canr1o·ni da 152 in costruzione ; ma a Venezia non sono giunti che 2 cannoni ed un affusto ; il 3° cannone e gli al-

tri due affusti sono ancora alla Spezia

Alla data del 4 agosto la situazione è. invece, modificata come segue: Porto Buso

2 cannoni da 57 e 4 mi traglia t rlci

luslu l'ati

s. Pietro d'Orlo

4 cannoni da 120

installati

Grndo

3 cannoni da 120 t? 2 mitt:i~lintit·ìc:i

installati

Vajarina

2 cannoni dn 76

installati

Golamettp

4 cannoni da 12-0 2 cannoni da 254;

in costruzione in progetti,

-

532 -


ALL'ESERCITO

Ma queste artiglierie :possono avere impiego soltanto contro bersagli _sul mare. H anno o potranno invece avere un'azione di concorso all'esercito le seguenti : Punta Sdobba

Isola .Morosinl

4 cannoni cla 152

in progett!>

3 cannoni da 152

installati

G cannoni <la 149

installati

sn pontoni

2 cannoni da 152

installati

su pontoni

Sono infine in allestimento a Venezia altri 4 pontoni armati con un cannone da 152 ciascuno. Questa flottiglia cli pontoni da 152 è caratteristica. Dentro barconi cl.a carbone è stat<? sistemato un r,obu'sto basamento di travi di quercia, sn cui sono inchi avardate tali e quali le in stnllazioni di bordo. Ogni pontone porta anche 40 colpi (grnnate alto esplosivo e granate mina). Seguono una bettolina con 240 colpi ed un pontone o:ffici1J1a. LA, ma,rina. ha dunque dato per il concorso alla 3" Armata 13 cannoni da 152 e 6 da 149. E' assai poco in confronto delle possibilità. Tradotta in cifre la concezione suesposta dell'Ammfraglio Oagni, si hariino Je seguenti situazioni :

-

533 -

.


a) Nami italiane effiC'ienti (cornprese 4 Upi cli " Qu,een,, irtglesi). -

NA.VE

AR MA. ME NTO

-

Velocità Corana l- -

1

- --

~ -

- - --

-

-

-

-

- - --

-

8()o/151005/IDIU!/45l2i'A/401200/4.51t90'4.51152 /401129/501120;4.0I 76/ 4.0

1 miglia

tn / m

22 22 22

240 240

13

16

1R

16

240

13 13

18 18

20

13 12

18

20

20

16

r:oraJ.za,/ o

Doriu Duilio GIUiio OCS>.tr,i Leon. ùa Vinci Cavour

22

Dante Alighieri

22 23

Regina lDlenn

22

240 240 250

18 18 20

250

2

12

2-1

Vitt. Emanue le

250

2

12

R oma

250 2

12 12

24 24

4

12

20

4

12

20

48

48

22

250

R eg. Margber.

20

150

4

Benedetto D1·in

20

150

4

18

230

16 ·

18

250

4

4

8

8

o

18

2:50

4-

4

8

8

6

2H

200

4

8

16

24

200

4

8

~!O

23 19

200

4

8

18

150

19

150

t 1

Napoli

Em. Filiber to Saint Bpn

24

Inoroo/ator/

Pisa San Marco San Giorgio Ferruccio Va rese

2 2

10 10

14

14-

E8Plorato•·t

Nino Ilixio Mars ala Quarto

28 28 28

-

- 1-

-

.

-

6

6

6

6

6

6

Oaco;a;torpeàiniere : 4 P oerio (30 miglia) ; 4 Nullo (36) ; G Pi lo (2r.); 4 Animoso (36); G Impaviclç> (3G); 11 Grana t iere (29); 10 Nembr!l (30).

To1·ped'illi ere : 28 d 'alto mare e 45 costiere .'

Somm,croibili 20.

-

534 -


NAVI l'J:At;TANE DA RAOIARI•: ~; GIÀ . RAOIA'rE

e) Navi italiane che si potrebbero rcidicire. Nave

1894 1894 1895 1895 1897 1899 1901

Marc<t Polo Ligur ia E lba Sardegna Calabri::( Carlo Alber to Puglia

Cannon{ da

Corazza

Velocità

. Anno d 'entrata In servizio

152

m iglia

m /m

120

10 16

100

4

4

6

2

o

J.O

100

10

10 18 18

1G

8

o

4

6

12

150

O'

50

Totale

30

d) A1·tiylierie di navi già, radiate o non ·allestite. Cannoni da Nave

120.

Dandolo Sicilia Umber to Bas:Uicata e c .ampanin (non allesti te) Incr. nus. « Duchi 1> • (non armati) Riserve del.le navi

152

5

7

14

8 8

14

12

24 3.

4

Totale

01

38

Totale generale

111

68

Non .. Non sono state COIUJ.Jr ese le seguenti navi non efficienti, perchè inca'ricate ancor a di missioni special) :

Velocità.

Anno d 'entrata in·sei·vizio

Nave

1894 1892 1889 1898

Etrurla Lombardia Piemonte Vettç,r PJsani

Cannoni da

Corazza

m iglia

ID/fP

! 20

152

16

6 G

20

10

18

6

12

28

12

16

Totale

-

535 -


ARTIGUERIE SUPERFLUE ALLA DIFESA COSTIERA

Analoghi specchi per la Marina Austro-Ungarica dimostrerebbero all'evidenza l'enorme superiorità cli ,fuoco delle navi alleate sulle navi nemiche, e questo spiega la cura con cui l'avversario evi tò sempre lo scontro navale. · Ma nella ricerca di artiglierie superflue alla difesa costiera era a1Pparso pure che -dalla stessa fronte ma,rittimn, della Piazza di Venezia avrebbero ,potuto con pfona tranquillità essere tolt<' le segùenti bocche ·da, fuoco: 8 caainoni da, 120; - 12 cannoni da 149 G. ; 6 cannoni da, 152; - 12 cannoni da 240 G. corti; - e 6 cannoni <la 321 perchè battevano uno specchio d'acqua con fonda.l i inferiori a 5 metri , dove cioè 111essuna media Dp,Ve nemica. si sarebbe mai avventurata,. A rigor di termini si sar~bbero potuti togliere anche, gli obici da 280 lunghi dal momento che, paralleJamente al Lido, era.no venute ad allinearsi le navi capnci di una bordata cli 20 cannoni ,da. 254 e 16 can111oni da 190 in aggiunta ai 305 delle . batte1'ie a terra; ma non parve prudente proporlo, potendo le navi essere costrette ad allontanarsi. Cosi pure l'utilizzazione dei cannoni da 240 e di quelli òa 321 da costa avrebbe richiesto adeguato tempo per l a costruzione di affusti e per la sostituzione della p0lvere nera con polvere infume. Viceversa i crunn oni da 120 e quelli da 152 offrivano tutte le caratteristiche -di ottimo rendimento ecl erano pronta.mente disponibili. E' ben vero che la R Marina doveva, prov·vedere ad altre esigenze (difesa della costa adriatica, difesa contraerea), ma ~ a nche vero che il iproblema più urgente era allora quello ,d i consentire all'Esercito quei .primi risultati, che sarebbero stati preziosi per l'ulteriore corso delle operazioni, che non si ipotevano raggiungere u~icamente per scarsezza di a.r tiglierie potenti. Il Sottosegretariato per le armi e munizioni si occupava a.t t ivamente per intensificare la prodnzione di materiali, che però avrebbe richiesto t empo non breve. Le artiglierie navaH, invece, erano pront e ed il solo pl'ovvedimento important e che si impo-

536 -


AR'L'IGLIERIE CEDUTE DALLA ~ . MARINA

neva era quello di dotarle della quantità di munizioni rispondoote a,i bisogni della guerra, terrestre. Ma uha resistenza, cÒmprensibile del resto · d_a parte delle Autorità marittime, si esercitò sempre alla ,piena · attua,zione della concezione totalitaria dell'Ammiraglio Cagni. Senza entrare nei particolari di questi contrasti, ~ espon gono qui i risultati raggiunti.

~

Da una lettera in data. 13 agosto 1915 ·d el Capo di Stato Maggiore della Marina al. Comando Supremo dell'Esercito risulta che a tale data, sono stati ced uti :. - 8 cannoni da 76 e.on personale · (quelli delle batterie Amalfi) ; · - 6 cannoni da 152 su pontoni; - 3 cannoni da 152; - 4 cannoni da 254 ; - 39 cannoni da 149 B. (bronzo); - 20 crurinoni da 76 ; . - 50 cannoni dà 37; - parecchie tonnellate di b~listite. Si dichia.f a inoltre dfsposto a dare i 12 cann oni da 152 della Carlo Alberto e 7 cannoni da 149 -B . delle Piazze della ì\ifadda~ lena e di Gaeta. La concessione dei 12 cannoni da 152 della Carlo Alberto è la sola veramente importante, ed ii Comando Supremo ded de di costituirli in un Gruppo di 3 batterie su 4 pezzi. Il problema della loro installazione è brillantemente assolto dal Ca.pita.no ·cli Corvetta P onia e d.a.ll'Ing. Farina dell'Incrociatore :Pisa. Si pensò di costruire una piattaforma di struttura identica a quella della. coperta delle n.a vi e cli inchiavardarvi sopra g-li affusti a candeliere : qua.Iora, si trovasse modo di tener ferma la Jl)ia,tta.forma all'atto dello spa.ro nOill vi era ragione perchè il pezzo non si comportasse come sulla nave. Il mod'O fu quello di. prolungare. la pia.tta.forma con assi anteriori e laterali . sui - 537-


ARTIGLIEIUE. CEDU'l'E DALLA R- Miflli~

qual:t si sarebbero disposti in conveniente m.tmero dei sacchi- a terra, che avrebbero anche costituito riparo- per i serventi. I risultati delle esperienze di tiro eseguite al Cavallino di Venezia il 5 settembre J 915 diedero ottimi risulta ti e negli ul-

'>

Fig. 93 - Capitano òi Corv('tta Poma

t imi giorni di settembre le tre batterie partivano per il fronte della 3" Armata e prendevano posizione: due a Villesse contro l'argine dell'Isonzo, ed una a San Zenu t presso Begliano. Il personale comprendeva gli specialisti indispensabili della R. Marina, ed il resto era costituito da soldati di milizia ter r itoriale. Il comando del ruppo venne asswnto dal Tenente colonnello d'Artiglieria (del Corpo di Stato Maggiore) ,Giovanni Marietti che sin dal giugno era stato invfato dal Comando Supremo a Venezia come organo di collegamento colle Antorità navali. -

538~


PIATTAFORMA PER CANNONI DA

A

A A · Aste di carico ao~

152/40

A

A

terior• :llB · .Aat" di carico la, t.~ralì.

.cc . Battente di rondo in quercia

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p. Peroo cen tr'a. fe ·peso 1lell•

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pi .. ttaforma

kg . 4400.

Peso del

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c1U1noue ed af.

fusto kg 1:1.3011

P eroOe ... a coot.ro · i l battent,e al oion.1 en t,o dello sparo kg. t9.ooo

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e Fig. 94 - Piattaforma di circo3tanza per cannoni da 152j40

-

539-


RAG GRUPP,UIENTO ARTIGLIERH-: DEC BASSO l SONZO

Qneste batterie partecipa.rono efficacemente a.lle azionh cLall'ottobre al dicembre 1915 nino a che i pezzi si esaurirono completam,ente, ciò che avvenne assai rapidamente essendo già molto logori per avere in grande prevalenza impiegato le cariche massime: le tre batterie venne1·0 quindi sciolte. ·

Fig. 95 • Gio\'nnni òfari<'tti

* * * Nel settembre 1915, in eseguito nd accordi tr~. gli Stati Maggiori dell'Esercito e delF Armata, tu costit uito il Raggruppamento artiglierie del Basso Is<>nzo, che poi assunse la denominazione di 33° Raggruppamento d' assedio. Nello specchio che segue è in dicata la. composizfone organica cli tale Raggruppamento coma.ndato dal Capitano di F regata Antonio Foschini. A mezzodì del J8 ottobre 1915 il Raggruppamento ebl,)e il battesimo del fuoco n ell;offensiva. scatena tasi da Plezzo a.J mare -540-


BATTERIE DELLA lL llfATt!NA

Fig. 9G - P iattaforma di for tuna per can11onC' dn 152/,JO

Fig . 97 - Batteria galleggiante

· - 541 -


CO.lCPOSJZTONF. OlWA.'.\TC.\. DF.L H.\GGRU l'PAi\IF..'.\TO ARTIGLIERIA DEL RASSO ISONZO (poi 83° Raggruppamento d 'Assccli9) l:>:1

>0

Coma nel.in te: Capitano cli . Freg11ta .\ntonio Fos-chini Secle del Comando Lattico: Campanile di Isola :Worosini

0

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K. Batt.

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Comarnlnntc

Sistemazione

Armarnent:o

Dislocar.ione

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Capit. R.l.J. Ceccar iui

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Gfl [)lt.

3 11on ton i bi n::i ti

li Can non i dn 1J2/B2

97

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G pontoni singoli

; Cannoni da 152/40

I

J90nr.o

98

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T enestre

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1

Rivn destra Isonzo

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Terrestre

da 152/JO

4 Cannoni d a 152/ 40

o

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ALTRE ~R'l'IGLlER'IE CEDU'.r0 DALLA R. MARINA

(3~ battaglia dell'faonzo) , mentre due batterie da. sbarco di 4 pezzi da 76/17 ciascuna, provénìent i -da1Ja R. N. Amalfi, dopo il . suo affond;1mento, al comando del Capitano di Corvetta Sa·vmo, agir!,mo nel settore di Peteano, Lo sch izzo mosira lo Rchieramento delle batterie del ;Raggruppamento. (Vedi fig. TL 98 - « Schi.eramento al 18 ottobre 1915 >>). Ufficia.Je di collegamento fra il Raggruppament o ed il Comando della 3a Armata fu Gabriele d'Annunzio, il quale dall 'osservatorio di Isola Morosini, Janciò il saluto « ai marinai della grande nave da battaglia che si chi.ama Isola Morosini augura,ndosi che essi lo scelgano per recare sulle ali d'Italia il messaggio della vittoria ai fratelli che aspettano >). Lo stesso d'Annunzio descrive 1nelle pagine del suo « Notturno)) le vicende sanguinose delJa battaglia,. 1

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Nella primavera .del 1916 ad una pressante richiesta del Gen . Cadorna, il Ministero della M~rina rispondeva che : éonscio d<~ll'impoi'tanza del momento, metteva a disposizione quale . ultimo grave sacrificio, sopp1·imendo qun si le riserve delle navi : 8 caJJrnoni da 120/40; - 12 cannoni da 120 /50, 4 cannoni da ]90/45; 3 ca,nnoni da 203/ 45; 3 cannoni da . 254/ 45; 3 cannoni da 305/46. Era questo un magnifico contributo, ma anche più utili sa-· rebbero stati i medii calibri che ancora risultava,no disponibili sulle vecchie ·navi inoperose. Durante l 'anno 1916 il Raggruppamento costituito nel 1915, dO!PO aver partecipato alle successive offensive (4", 5" e 6" batta.glia dell'Isonzo 1915-16) si sviluppò coll'aggiunta, di a.ltre batterie dell'Esercito e della Marina in modo ,cl.a presentare durante l'offensiva a.utunnalç (7", s• e 9" ba,t taglia delJ'Isonzo del 1916) fa cornposir.ione organica indicata nello specchio seguente, il-

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Autografo di d'Annunzio consegnnto al Capitano di Vascello Foscbini - Comandante de! Raggruppllm('nto Artigliffic di Marinu il 18 ottobre 191G, a ll' inir.io dell'offensiva da 'l'olmino a l mare. Fig. 99 - Au togrnfo di D'Annunzio

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ARTIGLIERIE DELLA R. MARINA PASSATE ALL'ESERCITO

lustrato nello schizzo che riporta lo schieramento delle batterie della Marina alla fine del 1916. (Vedi fig. n. 100 - « Situazione dell'Artiglieria <leJla ]\farina alla :fine del 1916 ))). Ultimata l'offensiva, alla :fine del 191.6, le. artiglierie della Marina, non facenti parte della Difesa Marittima di Monfalcone, passarono coi loro materiali all'Esercito, il qua.le provvide anche a sostituire i marina.i con artiglieri. Il comandante Foschini la.sciò il comaITTdo del Raggruppamento per assumere

F ig. 101 - Antonio Foschini

quello di un incrociatore, salutato da, S. A.R. il Duca d'Aosta « con elevato spirito di cameratismo e con valore lega,to il nome della Marina alle imprese della 3a Armata )). Nel contempo il comandante l'artiglieria della 3" Arma,ta, Tenente Generale .P anizzardi, emanava il seguente Ordine del Giorno:

il quale scrisse che il comandante Fosc.bini aveva

·- 545 ---


.À.· I,I; S.ALU.TO : DELL'ARTJG Lil!:RIA ALl,A R. MAR.INA

. « Ai nostri bravi marinai, ai loro ottimi ufficiali che le neress~tà della gperra oggi allontanano da noi, il saluto fraterno dell'artiglieria della 3a Armata. Essi, _seguendo una bella vi~iqn~ di rivendicazione e di gloria, vollero a fianco nostro dividere con noi le aspre fatiche e lo fecero con quella bravura che resterà pegno di schietta ammirazione 111elle tradizioni delle artiglierie che oggi ci a:Jµd ano . . ; Ed ora cbe tornano al mare verso altre lotte e verso altri ardimenti, li accompagni questo fraterno augurio: che il loro slancio ed il loro valore trovino anche sul mare il più bel premio iper la gloria della nostra Marina e per la grandezza d'Italia)).

Sempre pressato dal bisogno di sempre più numerose artiglierie potenti, il Gen. Oadorna il 26 dicembre 1916 pensò di poter riuscire· ad ottenerle dalla ;a. Marina interessando personalmente il comandante dell'Armata navale, S. A. R. il Duca degli Abruzzi, fa.cendogli pervenire un memoriale nel quale, in apposito specchio, :figuravano le richieste concessioni c1a ott e.· nere dalla Marina.

-

546 -


COMPOSIZIONE ORGANICA DEL RAGGRUPPAM])}NTO NELL'AUTUNNO 1916

cF F regata

Comandante : Capit.

Antonio Foscllini.

B A '.I: T ID R I A

GRUPPI

Orossi ccil-iùri

Com.te Ten. Col. Lo Bianco

I Gru11po maloi'i calibri

Com.te Cap. di Corv. Anivabene

Armamento

Sistemazione

Comandante

I

' 'l'erl'estre R.lD. Tcnestre R.E. Terrestre R.E. 1 Pontone Binato 2 Pontoni singoli

j\fagg. MafJ'ei Ten. Calzolai Cap. Moi Ten. Vasc. Celozi 'ren. Vusc. Scopola Ten. Vasc. Baldovino Ten. Vasc. Zezi.

Terrestre Terrestre · '.fenestre

Disloca7,ione

(')

o

2 2 2 2 2

Obici da Obici da Obici da Cannoni Cannoni

305/17 280 280 da 203;,15 da 203/45

4 Cannoni da 152/40 . 4 Gannoiri da 152/40 4. Cannoni da 152/,JO

Isol.a Morosini

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sull'Isonzo sull'Isonzo

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Bestrigna Bestrigna Monfalcone

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~ l l Gr11,1~vo 1neclii'l oal-ibri

Com.te Magg. pi Stefano

Cap. Ten. '.l:cn. Cap. Ten.

Gazzola Vasc. Parona Jacoucci Zau.li BrtUlOl'i

-

Terrestre Terrestre Terrestre Terrestre su carri ferroviari

4 4 4 4 2

Cannoni Cannoni Cannoni Cannoni Cannonl

da 152/32 <la l:i2/40 da 152/40 152/45 da 152/40

d 11

San Canziano R<Jcca i.Vfoufa leone Rocca :i\fonfalcone Cave di Selz Ferrovia Trieste:\fonfalcone

i::,

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.....

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·: Ò

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l;n l;n

III Oru.vpo t1pe1cl;bi mlibri

Com.te Maggiore Papi

Cap. Rosso Cap. Cenciarini Cap. Boselli

su auto su auto su auto

4 cannon.i da 102 4 cannoni da, l.02 4 canncmi ùa 102

-

o ,...

-

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~ N

o IV . G-nvJ}])O • Dif<isa mat·ittiimcv ,cli Monta.leone

Com.te Cap. cli Corv. Granafei

Ten. Vasic. Floravanzo Ten. Vasc. Voli· Ten. Rosselli S. '.l:en. Vasc. Tnsom Ten. Viale Ten. Audiberti

Térrestre Terrest:r<~ Terrestre 2 Pontoni Terrestre Terrestre

4 4 3 2 l 1

Cannoni da 152/40 Cannoni dii 152/40 Cannoni da 152/40 Cannoni da ·120/50 C1rnnone da 152/50 Cannoné da 105

Sdobba Abcrone cavanna Foce Isonzo Pm1ta Sdobba Porto Rosega


COMPOSIZIONE ORGANICO OEJL RAGG. BASSO ISONZO

NAVI DA UTILIZZA.RE Arruam e u t·o

NAVE 2~4/45 1254/40 120!>/451152/40 1120/40 176/40 ll'errucci9 Var<!se Em. 'Filiberto Saint non Sardegna Vettor Pisani Marco Polo Liguria Elba Calabria Puglia Carlo Al berto Etruria · Lombardia Piemonte Totali:

1 1

2 2

10 10 ·

14 14

8 8

4 4

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8 16

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6 6

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certamente esistenti probabill

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~~ 6

Venezia (S. Erasmo e Manin)

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50

14

.- - - - - - -- - -- 2

Totali generali

8

4

70

108

32

Nello stesso giorno 26 dicembre giungeva l'atteso telegramma convenzionale : « Concessa licenza. richiesta decorrendo òal 28 - Comandante armata ». Comunicato al Generale Cadorna, questi · confermava : « Prego fare telegrafare nota persona che ringrazio, informandola che io sarò a Roma dalle dieci del trenta. corrente Cadorna ». Il colloquio tra i due Comandanti in capo ebbe l uogo nei primi giorni del 1917 e si c<Jncluse col loro pieno Mcordo sulla possibilità della concessione totale delle artiglierie richieste. Ma non fu viceversa completamente d'accordo il Ministero della Marina, il quale - come risulta da una lettera del Sotto-

548-


.. C0)'!P0SIZ10~'E ORGANICO DEI; RAGG , BASSO ISONZO

segretariato per le armi e munizioni in ,d ata 5 g·ennaio 1917, concedette soltanto ·: -

-

-

S ca1Jnoni da i 52/40 con affusti' a culla ed a canaeliere d a :i nstallarsi su paluoli di ancoraggio (indicando co:Ù tale denominazione le installazioni di circostanza, cnl &i è accennato più sopra). S cannoni da 149/27 t\.. dtL installilrc .s u a.ffosti analoghi :,L quelli impiegati per le stesse bocche d a fuoco al Basso Isonzo; 12 cannoni da 120/40 A. con relative culle, privi di affusto, da incavalcare s t1 affusti cl 'assedio. · Munizionamento per cannonì <la 149/ 27 : - 700 prime cariche di balistlte ; - 10~8 seconde ca1:ich~ di p9lvere nera; 700 granate alto csrl.osivo; 388 shrapnel; -155 granate miua; - . 215 grmrnt<:\ di ghisa in<lurita .

Anche questa volta tutte le resistenze non erano-state vinte. Ma, di fron te ad esse ed agli attriti, che si poss0010 mettere al ·passi.vo, qua1e imponente attivo ! · · . Svanità l a speram:a della battaglia in mare aper to, nella quale speran·z a, si de,re Tieon-0sce1·e ~i. trovasse l'origine prima

Fi~. 102 . PoJJ tonc « Carso i

-

549


CANNONf NAVALI SU I:S STAJ,LAZIO~l FERROYTARIE

delle resistenze, sembrò che punto d'onore della Marina djvenjsse precisamente quello di gareggiare di valore a fianco delle truppe di terra. Nè questo soltauto: è perciò giustbda ed è anche dovere di concludere questa esposizione con poche ma eloquenti cifre riassuntive cl.ella partecipazione della R Marina alle operazioni terrestri. Da pubblicazioni nffi.ciali risulta che sul Basso Isonzo finirono per schierarsi : -

18 gtossi ca libri ;

-

48 lJl<'clii. eali!Jri; 75 piccoli calibrl;

..

Fig. 10;.l - Cannoni nanLli 1<u in:sta llaz ione fHTOViaria

INg. 104 - Cannone s u installazione ferroviaria, pronto al fuoco

ai quali sono da aggiungersi i due pontoni OappeJJini e Faà di Bruno, armati ciascn,no con 2 cannoni da 381, che molto effica cemente agirono sui rovesci dell'Hermada nelle offensive del 1917 e nel1e o:perazioni in Albanifl, per l'occupazione di Fieri e di Berat. -

550 -

1


A[V.l'l GLIERIE CEOl1'l'E DALLA R. MARINA ALL'ESERCITO DURt\ N'l'l!l LA U t' fo:ldl.,\

Durante l' intera guerra all'Esercito vennero in totale cedote altre 453 bocche da fuoco, e precisa.mente: 25 grossi calibri; - 178 medii calibri; - 250 piccoli calibri. Consid el'au do au{·he i due cannoni da 305 ed i 41 picooli c,1Jibri impegnati per la difesa del Lago di Garda si giunge ad m1 totale cli 649 bocche da fuoco . Si poss0tno poi Hncora aggiungere, come concorso indiretto : i 10 'l 'reni armati lungo la costa Adriatica (1); ed i 702 cannoni disseminati lungo le coste a, protezi one degli sta bi]imenti e delle città, marin a.re. · (J) Senza eutrare ne i particol.Hi. della cosLiLuzione organ ica di tali '.1'1·etù arma ti r icordinmo qui le date ootto le qu11 li essl pal'tirono dalla Spezia al comando d el Ca1>it. di Fregata Silyio Salza:

il 1° Tre no anuaLo con cannoni da 120 va rl.ì il 12 settembre JOJ 5 ; )) )) 20 )) )) )) )) )) 120 )) Jl 19 l !ll5; )) )) 30 )) )) )) )) 1.;2 )) )) ~ gennaio l!llG ; )) 40 )) )) )) )) )) 132 )) >> 18 febbra io UJlG; ))

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(; marzo

l[) IG; l!J IG; l!JlG; 1!)16; 1!)1(;;

1!116.

Lu loro rflich,nza era bnsata non tanto sulla 1iotemm delle loro ar tiglierie qu:w to su.Ila loJ;O grarnlc mobil itìi.. Dislocati lungo ~u tLa la cosLa Aclriatic!l fra Cer viu e Brindisi, nei tr:1tti in cui la linea .Ct'rroviarlft non correva a trop po grande distanz:1 clnl ruan•, ,n·e,ano cluc Jocomoti,e una cli testa ed ,mn di codn. Cal'L'i e pezzi crll no mascher ati con apposite cploritnrc così come alcune opere fm·roviarie im portanti . Rssi spi<>g:1rono a phì ripre::.<' la loro :17.ione ostacolando q11clla degli :H'l'ci aITrrsar i c contro m1,·i 11emicl.Jr, St<nza contar e il br1wfico influsso mornlc eser citato sulle popolazioni del litorale dai 'l'rcni a r mati, ai qnuli c•sse h·lh11tfnono pubblicbe uttcstazioni <Ù grnt itudiuc facendo loro dono s olenne dt•lla bandiera di combattimèn to. Come acmpre il personale clei '.rreni armati pi·estò utile opera cli soccorso, provvedend9 pol anchc alla polhiia marittima ed al ricupero delle mine. Firmato l':nmlstlzio ecl cs::rnrito il loro compito di di fc~n, delle coste, i 'lrcni nrrnati furono prontamente !'.mobilitati, ed i loro annamenti f<>l'marono un battnp;lione che andò

-

551 -


'l'Rffi>II AR11ATI D~;f,[,A R. ) 1AltlNA

Fig. 10;; . 'ft·<•no 11r mato in pssctto di marcia

F ig. 106 - Treno a r mato che fà f uoco


FANTf-Oll,J A l)j M ARI NA

Fig. 107 - Sih·io Salza

* * * Dopo lo sfondamento d i Oa poretto, decisa l a resistenza ad oltl'anza sul Piave, r inacq ue ai margini della Lagun a Veneta, snl :fianco a -ma.re della 3" Armata, il Raggruppamento per l'estrema difesa di Venezia. In pochi gi or ni vennero organiz,rn te numerose compagnie da sbarco r icomparen do così l'antica e glol'iosa « Fa,nteria, Marina » che fi n dai primi di novem bre 1917 venne impiegata con stnpcncli dsulta,t i all'estrem a ala, destra cle1l.a 3a Armata. Fu t osì che il nemico venne tlefi nilivmnente fermato snlla linea del Vecchio Pi.we e del Canale Cavetta, e fu co. tretto ad abbandonare il caposaldo di Cortellazzo. I n ostri riuscirono per tal modo ad i n tegrnre U R eggimento Marina conccirrenClp con esso all"orcupazione della Vnnczia Giulia. Dei risulta ti ottenuti dai T ren i· nr mati per la lor o costituzione, pe1· l a loro organizza:r.ione e p1'r l'opera multiforme da cr-:si spiegata ra datn lode inconcHzionnta al Capit . di Fregatn Silvio Salza che clopo :wcrne con cç,m vetenza seguHa la f or mazione ed a'.'erne perfezionato l'ilrinarnento, ne Lenn~ a lungo 'il eomando tr:iflf'ondendo nel personale il suo entuRiasmo e la sua fede .

-

553-


,\R'J:IGUERIE DELLA R, MARINA S U L BASSO l'lAYE

a stabilire un'am1pia testa di ponte che servì a, far barriera alla e~iti'emità Sud-Ol'ientale del fronte e sovrotutto a strappare a più l'i prcse al1'ayyersorio qnnlche settore dell'ampia isola cou1presa tra Nuovo e Vecchio Pi ave. Concorsero a, formare la ma~sa deJle artiglierie armi navnli di. ogni calibrn e tipo. Ai cannoni trascinati faticosamente da Monfa Lcoue, da Grado, da Caorl<~ ne fnrono aggiunti altri traen·do dai' magazzini le ultime risen·e, ed a.Itri ancor-a clisa.rm::i.ndo

lt ig . 108 • lla ttcTia gaUegg:iante di piccolo c:ilibro

Jc navi. Pul'ono riordinat i ed npprontati lnvorando giorno e notte con inde'fessn a1acrità nell'Arsenale cli Venezia, mr ntre 200 n1:Jìeiali dell'Esercii o e della ìVIarbrn , e 3.000 marinai accorreYnno dH ogni dove e frettolosnmen1e si l'à·<·eoglievano pCt" arnrnrli. Mont:lti su galleggian ti d'og11i . pecie (pontoni, burchi, maone, zattere, ecc.) fn1·ono mes!'li nei meandri e fra le barene del la Lagm1a, ed anni.dati. fra, i cauneti e negli acquitrini del Phwe e del Sile; portat i in f uria snll.a, spiaggia di Oortell.azzo furono rapid,amen te postati fra le dune e sui motteroni. Il 15 novembre, meno cli due settimane dopo Oaporetto, l'invasore si affaccitwa sul P iave, ma già circa 100 cannoni, tutti in azione contro di esso, lo fermavano. -

554 -


Lo stretto e tral)quillo corso del Piave Vecchio, prolungato fin o al mal'e dall'angusto e placido Canale Gavetta costituit·ono unH linea di difesa abbozz<1 ta, senza reticolati, che il valore di poclli co11 forze centuplicate dalla disperazione, rese insormontnbi1e. Cni,o Sile, Cavn Zuccherina, Oortellazzo, sbocchi degli arcessi alle vie che conduco no a Venezia, teste cli ponte minu scole e non munite, clivem1ero baluardi incrollabili con eroici S:ì('l'ifici e con sanguinose lotte quotidiane.

Fig. 109 • P.nlleria gnlleggianll' di J>i<·c·olo calib ro

Varie nostre bnt.terie p('l· a,·e1·e 1111 tiro più efficace e preciso fm·ono por tate a st l'etto c:0111 tatto del nemico, e così rinsaldando la linea, i 11ostri cmrnonieri vissero quasi in trinc:<·a coi fn.nii. Il largo tributo di sang·uc, i gravi danni prodotti clal nemico *11 materiale, colpendo armi, installazioni, pont oni, clepositi ecc. attestano il gr ave pel'icolo cui volentieri si sottoposero i lllostri marinai, e la. loro brnvura. Ma i galleggianti affondati furono subito ricuperati, al più pT'esto furono ripatate le armi e le sistema.zioni dmmeggiate ed i ca nnoni furono riporta.ti in po~izione assieme agli altri nuovi -

555 -


LtNIDA Dl FENSIVA COSTiTUITA DAI MARINAI FRA ADIGE E PO

che man mano quasi quasi per inca111to affluivano dopo essere stati allestiti a Venezia. Nel conteIDQ)O altri mari nai alla dipendenza del Capit. di Fregata ,P oma provvedevano a, costit uire una lifl:ea difensiva di riserva fra Adige e Po ben munita e provvista di artiglierie di ogni ca.libro, come può rilevarsi dallo schizzo. (Vedi fig. n . J LO - « Sistemazione difensiva al dicembre 1!)17 ») . I varii combattimenti che in modo quasi continuo si seg nir9no dal novembre 1917 al giugno 1918 valsero a temprare i nostri per l a prova .decisiva delJa batta.glia del P iàve e fu rono esperimenti cbe servirono a perfezionare l'organismo clel Rag~ gruppamento, sia nel tiro che nei sei-vizi.

La grande offensiva austriaca del giugno 1918 trovò il Raggruppamento in piena efficienza, pronto ad ogni evento, ripartito i111 Gruppi a, seconda del calibro e ,d el tipo, dislocato nelle posizioni migliori per rendere il tiro più efficace.

-

556 -


COMPOSIZIONE ORGANICA DEL RAGGRUPPAMENTO H. MARINA (.IDstatc 19J8)

Comandante: Capit. <li Vasc. Antpnio Foschini (Sede clet Comando : Cavallino) COMANDANTJ: e

GRUPPI

a,,•um,o

A

Com.te Ten. V:lSC. Aldo Ascoli

8 ~

BATTERIE Sistemazionel 4 4 4 6 6

Zatterine ZnLterine Zatterine Zntterine Zntterine

Nome Raganeile Raganelle l-tagnnelle Raganelle Raganelle

I

Armamenlo

- - - - - - - -4 Ca nnoni 4 Onnnoni 4 Cnnnoni 6 Crtunoni G Onuooni

<ln tln <la cla da

76/40 76/40 76/40 76/3() 76/30

'1'

o

~-

l

I I

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Disloca?.lone Taglio T aglio Taglio vressopresso

del Sile del Sile del Sile Caposile Oopos.ile

.

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o :;i 0

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2!

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c.,,

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G'l'll])JJO B

Com. te 'l'en. Vnsc. Luigi Biancheri

4 2 2 1 1

Zutterine Znttere Zattere Pontone Pontone

Ranocchie R,rne Rane :\lartore De Rosa

·1 C:mnoni cla 76/40 -l C,innoni <ln 76/40

4 Cannoni da 76/40 2 Cirnuoni cla 76/40 4 c,,nnoni ·aa 76/30

- - ----

GruJJPO O

2 P ontoni j Zocèole 2 Pontoni · Topi 2 Pontoni Lnpi Cannoniera Fol~orc Cnnnouiera Snelta 4 Pontoni Foche l Pontone Biirn.chini 1 Pontone Sdobba Pasullio 1 Pontone

I

Com.te Ten. Vasc. Luigi Ferrando

I I

Grnpvo 11

Com.te Tcn. Vasc. GiIJO Paoletti

2 C,mnpni <ln 120/ 40 2 Crinnpni da 120/40 2 Cannoni <lu 120/50. 1. Cannone da 120/50 1 Cannone da 120/50 -I C,111noni <la 152/40 l Cannone da 190/41i 1 Caunouc da 190/ 45 1 Cannone cla 190/45

Topi Topi Orsi

4 Cnnnoni <la 120/ -10 J Cannoni da 120/40 5 Cannoni da 152/40

C' ';i:I

;;.. Q

Q

--

Piln·e vecchio .PiaYe vecchio li'osso fra Cava Zuccherina e Ponte cl<?l Cov:iUino idem idem idem idem idem idem idem idem idem

idem

· -- 4 Pontoni 4 Pontoni 5 rontoni

(:)

Piave Yecchio PL'0Sso Cava Zu.ccherina vrcsso Cova Zuccher ina presso Cava Zuccherin11 v1·esso Cava Zuc<:herinn

Taglio clel Sile mezzo taglio mezzo taglio

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TIA T TFlR I E

GRUPPI e COl\LrnDA~TI

Sistemnzion<>

I

1. Po ntone l Pontone 1 Pontone l Pontone 1. Pontone l Pontone 1 Po n1·on<c: I. P ontone

0 "1t7)110 E

Com .te Tcn. Vnsc. RotJ. Antonn 'l'rnve 1·si

Nome

I

Arm:imento

Dislocazione

2 Cannoni da H)0/ 4(i 2 Ca nnoni <ln 203N5 l Cannone da 203/·J5 1 Cannone da 203/ 45

Carso Uobusto Tigr e Forte Voclice Cucco :\fonfa Ieone Va len te

8

Cann le Silone

~ 'v

Cn n ale Ceresa C:mnle Ce1·esa Cu n (l lC Oer('Sa Can •.1 1<~ Sllorn.' c,male Silone Canale Fellct' Cnnale s. l~elice

1 CnllllO lle dri ;:Q.5 /40 l Cannone da 305/40 1 Cannone da 30:i/40 l Ca nnone (l:1 30:i/ -l(i

o

...

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N

ò

'Z t:l

s.

o:;::, (;)

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....zC")

~OTTORAGGR'(]PPAl\:IFlNTO: C'nurnnclanle : CapiL. di Co n·. Apguslo ì\IengoW

t,

<:.71 <:.71 ('..0

Gruvpo D

Com .te Ten. Vasc. Antonio Celo1.zl

Gruppo P

C:om.te T (' O. Vasc. Bruto Brh·onesi

lI

' rerres tre Terrestre 'lerres tre Terrestre 1. P ontone

Com.te 'l'en . Vase. Ve nanzio Ceccllerini

:.Ia~otto

r est re I Ter 'l'ernsl

I I

I

I Ternst1.·e

T et ns lrl!

T crnstre

Spi:.igJ!ia Cor tell azr.o Foce P i a,·~ ,·e<:<:h io

I

I

ìd ew ide tu i<lcm ide m

idew iclem

-le

idem idem

12 Cnnnoni du :i7/ 43 ;J Cannoni cla iG/ :!O 3 Caunoui ,la 76/:lO 4 Ilornbarde <la 240 -l 13omb1H"clt· d::i 240

4 Bomb:u·dc da 2-10

idem

i<lem idem idem ideru

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T t~r nstrc T en estre su auto

C,11111oni cl:1 li'i::i/ 42 Cnnnoue da l!lO/-Jri

)<l('m

T er nstre

I

~ ;:..

·1 S piagi;:ia Cortellazzo

i<lem lclen1 idem

4

T crnstrc

Spiaggia Cortellazzo StJiaj!gia Cor te 11azzo

Cann onì da 120/40 Cannoni cl:1 l :.!0/ 40 (,':rnuoui cla 15:!/40

-J C:innoni <l a sbnrco clu 7fV 17

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Yitruri ROl'C1 :~!on i

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i;piugg-ia <li Col'lcl lazzo idem iclem

idem idem Spiaggìa tl i Cava Zuccherina idem idem iùem idem

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C0ST"ITUZ10Nf ; DEL RA GGR UPl:'AMEN'l'O rt. M Ait 1:'!A

Nello s;pecchio che preeede è riportata la composizione organica delle artiglierie del Raggruppamento nelF esta te clel 1!)18:

Fig. 111 . Batteria fissa di· medio calibro

e la composizione stessa è illustrata nello Schizzo che riporta lo schieramento delle varie batterie. (Vedi fig . .n. 112 ... « Situa' zione al febbraio 1918 ))). . In totale il Raggruppamento era costitui.to da. 150 bocche da fuoco, di cui 14 ·cli grosso calibro, 40 cli medio calibro, 84 di piccolo calibro, oltre a 12 bombarde navali di grosso calibro. Nel corso {]ell'anno 1918, quando ·ve ne fu bisogno, furono aggregate al Raggruppamento le batterie della Piazza marittima di Venezia che avevano possibilità .d'azione sul fronte terrestre, e precisaniente : _ · - la batteria Amalfi con 2 cannoni da 381; - Ja batteria Radaelli con 2 cannoni da 305 ; - la batteria San Marco con 4 cannoni da 152/45; tutte armate con personale del R. Esercito. Inoltre furono anche temporaneamente aggregati al Raggruppamento, per particolari azioni, i due monitori inglesi: « Earl ,of Petersborough )) e << P erkton >> armati con 2 cannoni da 305 ciascuno. Il personale ·del Raggruppamento durante l'anno 1918 si mantellille in media numericamente sulle seguenti cifre: -

559 -


AZIONI SVOL'l'E DALLE BATl'ERlE

- Ufficiali del R . Esercito 180; :.._ Ufficiali della R. Marina 40 ; - Sott ufficiali, sottocapi e comuni 4.000, e quindi un tot ale di 4220 uomini. Dal luglio all'ottobre la collljposizione organica del Raggruppamento non subì notevoli mutamenti. Soltanto alcune batterie cambiarono posizione per fare assumere uno schieramento adat to al nuovo fronte .

D'ig. ll3 . ros Lazione di un c:1nnonc

S0vralL1tto nell'au t unno L91 ' le batterie · ierrestl'i e n avali della. Marina, schiera te sul Basso Piave e costituenti il Raggrnppn mento del Comandan te Antonio Foschini svolsero una intensa e continua attività pei- preparare l 'en trata in azione della 3" Armata. In tali a~lioni fn spec:ialmente provato dal f uoco delle artiglierie avversarie il Gruppo avanzato dei piccoli calibri (Raganelle) coma11dato dal 'l'en. cli Vascello Diego Pardo, fra Capo Sile e San Donà di Pia.ve, ed il 28 ottobre i nostri pontoni galleggianti furono part icola rment~ fatti segno a bombe gettate da aerei nemici. Il Raggruppamooto partecipò quindi in 1pieno alla battaglia di Vittorio Veneto. Al mattino del 30, avvenuto lo sfonda-

560 -


I

'

DIDLLA R. MARINA

mento, con fulminea azione svolta dal fuoco delle batterie di piccolo e medio ca.libro del Raggruppamento Marina, il Reggimento Marina costituente Festrema destra della 3• Arma,ta. passa il Piave alla foce colle truppe d.ella 54" Divisione, irrompe nell'ansa cli J:.evedoli e la occupa per una notevole profondità, mentre reparti di mal'i,1iai parteeipano attraverso al ponte gittato all'altezza di Grisolera., a.ll'aNanza,ta di · ba.ttaglioni del R. Esercito oltre il Basso Pim1e.

ll' ig. 114 - Batteria :(issa d.i medio <.:alibro

Nella mattinata del 31 ottobre t ra le foci del Piave e della Livenza il Reggiµi ento Marina prosegue la sua marcia d'inseguimento alle spa.lle del nemico in rotta, e alla sera ha già raggiunto le rive della Livel17:a, mentre le sue ava'nguardie ed il Grup1Po G. entrano :1 Caorle fra l'entusiasmo della, popolazione liberata. In questa azic}ne la .condotta, del Gruppo G comandato dal Tenente di VascelJo Ceccherini e costituito con cannoni. di piccolo calibro semoventi o rimorchiati, fu veramente _ammirev<?le riuscendo a, muoversi colle fanterie all'inseguimento del nemico lnngo i canali della Laguna. Nel contempo cogli arma.menti delle artiglierie di grosso e medio calibro, rimaste immobilizzate e quindi inattive, si costituì un Reggimento di. camnonier,_i ehe fu co;mandato dal Capit. di Corvetta Luigi A.iello. Esso prese imbarco sulle Unità della 86

561-


JL MON UMEN'l 'O NEL CH.1J'1'ERO DI C,\-CA'MBA

Dfrisione llfn-ale Cagni quando questa, all'alba del :5 novembre, mosse il.a Venezia, per procedere all'occupazione di Pola.. Il predetto Reggiment o shHrcato a Fasana nel pomeriggio dello stesso 5 novemb1·e. cli là. mar ciò tnpidamente su Pofa ed, aYemlo alla testa il Oap it . cli Vasrello Foschimi, ~i entrò lihera.ncl oln fra le delirHnti acdnma:1,iqr1i di q11eJla italifmjssima

ll'ig. 115 - Pontone s<'movente

popolazione, meritando cosi colfa occupnzione della pl'ima, Pi azzn foJ'te mal'ittima del nemico, il più ::imhito premio per la su a attivit~L sul fronte terrestre. T7n anno d~o 1n battaglia del Piave, il Raggruppam enlo inaugurò nel Cimiter o ·Ùi Cà-Gamba presso gli argini <lel Pin,vc~ un mon umento ai su oi Caduti e Ga brielc cl' Arnnnnzio volle det·· tarne l'epigrafe.

* * * A conclusione di CJ nanto nm·rnto, inchiniamoci reverenti ed nmmirati .clinnf111zi alle seguenti ultime cifre riferentesi ai soli Reparti 11m·inai della 3" Armata, e che sono indubbiamente le più fulgide e le pi ù eloqu~iti : - Ufficiali morti 32 -

562 -


f


IL

-

CORPO D' ARMATA ITAf,1A..'>0 I~ FRA!'\CIA

Marinai morti . 516 Feriti 1400 ::Medaglie d'oro al V. M . . Medaglie d'argento al V. M. Medaglie di bl'onzo al V. M.

2 102

237

§ Ili

LE OPERAZIONI SUGLI ALTRI FRONTI • IL li CORPO D'AR· MATA ITALIANO IN FRANCIA DAL 4 NOVEMBRE ALL'ARMI= STIZIO • LE OPERAZIONI ALLA FRONTE BALCANICA.

§ Ili (A)

Il II Corpo d'A1;mata Italiano in Francia dal 4 novembre all'ar• mistizio.

11 giorno 5 novembre 191 , le truppe d~l nostro II Corpo d'Armata, elettrizzate dalle notizie che pervengono dall'Italia, riprendono l 'avanzata, che continua nei giorni seguenti, superando varie e ten aci resistooze avversarie, grazie anche a violenti concentramenti di fuoco della nostra artigliel'ia, come il giorn o 6 sull'Hurtaut, il giorno 8 a Rouvroy e a P ar-fondeva!, il 9 a. nfarby, il 10 alla foresta di Potej, azioni t utte che si r isolvono favorevolmente per noi mercè il valido concorso dell'artiglieria. Nella notte tra il 10 e 1'11 novembre 1918 nostre pattuglie entrano per le prime in Rocroy, seguite da un nostro reparto cli cavalleria, che è poi sostituito ò.a elementi della 121"' Divisione fr ancese. Poco prima delle ore 11, termine :fissato per la cessf1zione delle ostilità., nostre truppe raggiungono ed oltr~assano la Mosa. In questa seconda fase cioè a1la data dell'll novembre 1918 le truppe del nostro valoroso II Corpo d'Armata hanno perduto altri 4.951 uomini di truppa e 211 ufficiali, dei quali -

564 -


DAL

4.

NOYE~IllRJi: ALL ' ARMIS'~IZIO

morti 444 soldati e 25 ufficiali, e feriti o gasati 4.321 soldati e 179 ufficiali. In totale il II ·corpo d'Armata ha perduto in terra di Fra.ncia 14.874 uomi111i. E' bene ricordarlo a noi e ricordarlo agli immemori per partito preso. Il 10 gennaio J919 il Maresciallo P éta.in d~rigeva. al gen. Albricci la seguente lettera: . .. 11l momènto iu cUi sta Le per rientrar~ in Italia, n on posso a meno di esp1·imen·\ la soddi&.Cuzioue che ho provato nell'avere ai miei ordini il II Corpo d'Armata italiano. Quaudo, nell'aprile 1918, il JI Corpo d'Ar mata giunse in Francia, la sua reputnzlone <li valore era giù consacrata da.i ·nom:i gloriosi di riava, ·Monte Cucco, Vodice, ~fonte Sant9, Baim,izza, iVContello. Sapevo che molto pote,·o domandare a simili trupJJC: infatti esse furono di quelle che contribuirono, il l5 luglio 1918, a respingere gli assalti fur iosi del nemico. Fm·ono chiamati. poi a r iprendere le e.r este famose del Chemrns des Dames, e insicUJe con le t l'uppe f rancesi parteciparono nrdcntemente all'inseguimento che cucciò il nemico fuori dalla Francia. In. nome dell'Esercito fr ancese io la ringrazio. Saluto le vostre gloriose Ilundicre. Saluto a11che l vostri eroi caduti sul campo dell'onore. La Francia onorerà con la medesima venerazione tutti coloro che caddero sul suo suolo per la più nobile delle cause. L'Italia può essere ficrn (iel gcn. Albricci ~ delle tru ppe che, al s uo comando, hanno combattuto vittoriosamente sul suolo cli Francia.

§ JJI, (B)

Le ope raz ioni alla Fronte Balcanica: in Alba nia e in Mace donia.

ALBANIA. - Nel 1918 l'occupazione italiana, in Alba.nia anclaYa dall' Adriatieo lungo il fi ume Vojussa fino a Liaskovic e all'altipinno di Rrsek, dove s~ collegava con 1~ truppe fran~ cesi <1ella 1V[acedonin. F ron teggiava gli italiatni il XI X Corpo d'Armata austriaco (1) . (1) Fino al luglio ern in Albania la sola 38• Divisione italiona; poi vi fu inviatn anche la 13a_ Le truppe italiane costitulron9 il XVI Corpo d' Armat.'l ugti ordini <lei geo. Giacinto F en ero, antico artigliere, ufficiale distintissimo e valoroso. Fu il geo. Ferrero che il Il giugno 1917 ad Argirocastro proclamò l'indipendenza albanese sotto ln protezione dell'Italia.

-

565 -


LE OpEftAZlONI ALLA FRONTE OALC.\ KIC.\

Nel maggio 1918 e nel luglio l'occupazi.one italiana, in seguito a, varie azioni, :nelle q1rnli si distinse particohlrmente il colonn. d'art . Alfredo De Rosa comandante fì.n dal febbrai.o 1.917 il JO Reggimento d' Artiglierià misto, fu 3 llargata verso nord coll'ava.nzata fra l 'altro. sul massiccio del Ma lacas tra. e nelln piana fino al fiume Remeni (Fieri. Berat) .

Fig. UT - Grn. Giacinto Fernrn

Fig. llS - O t•n . •\ lfr, tlu lk R o.-;a

L'Austria, di fronte alla minaccia, mandò 53 b,1 Uaglioni di rinforzo e mise il gen. Pflanzer-Baltin a.Ila testa delle trnppe cl' Albania . Nell' agosto gli austriaci passarollo ali:i <:ontl-of.fensi va annuJlando a lcuui dei vantaggi consegni.ti i1n luglio dagli Alleati nella bassa parte del Semen, cosi hl linea di con tatto dei due schieramenti avversari partendo da l lllal'(' a.ndò sulla :M:alac:a:,,t i-a <' <li Jù al 'l'o.111or. -

566 -


lN AT,OAN TA

In settembre, in collegamento con le operazioni dell'Esercito d' Orient e a1Dcl1e in Albania s i pronunziò un'energica aziOJ:!.e offensiva, itnliana ; il XVI Corpo d'Annata arrivò allo Rkumbi, e poi il 7 ottobre a Elbasan, 'l'irn.nn.. Durnzr.o. Il :n ottobre fu occupata Scntari. il :~ 11Mc mb1·l' Alltirnri. e il 4 l>m·a:r,r.o. (Schizzo. Ved.i :fìg. n . 11.9 . « I 1'ronte b11lga1·0 ») .

F ìg- . l'.!O . G<:11 . Ermsto :u omb dli

MAOEDOKL\. - Alla fine cli dieemhre 1917 il gen. Sarrail fn richia ma to e sostituito Hlla testa, d.ell'Eseedto d'occupazione dal gen. Gnilfamat, che in poco tempo ridiede attività. · a quelle tl'u ppe e le rese atte ad opera:r,ioni offensive, di cui lJUalcuua di limitato r aggio l'u eseguita in maggio (Skra di -

567 -


Ll<J OPER-AZIONI. ALLA FRONTE BALCANICA

Legen). I noltre progettò nn'offensiva, che i1 gen. F ranchet d'Esperey, sno surcesS-Ore, il 18 giugno 1918 potè mettere in atto. Nel settembre 1918 vi erano in Macedonia 2 Divisioni Alleate e cioè : - Arm ata Crancese : geo . Hemys · - 8 Divisioni e l Brigata di cavaller ia; - Armata lngle&e : gen. ìlfilne - 4 Dlv.i sionl; - Armata serb11 : principe Alessandr9 col voivoò.a Mitcbìc - O Divisioni; - ]'orze g1·eche : 9 Divi!!ioni ripartite fra le Armate francesi e inglesi; - Forze italiane : gen . Mombelli. - l Divisione.

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I

l!'ig. 12.1 - Le lrnp1,e italiane guadano il VoiUS!';a

Questa Divisione italiana aveva in settembre 44. 028 uomini; i serbi cOUl 6 Di visioni avevano in tutto 95.000 uomini ed altretta;nti ne avevano i greci nelle loro 9 Divisioni. I n totale si avevano citca 600.000 uo1I1ini con 1.600 cannoni · e 200 aeroplani. -

568-


IN MACEDONIA

Le truppe contraipposte era.no : -

l'J.l~· ,Armata teclesca, con effett ivi in gra n parte bu !gari; la 1a, za. e 4" Armat a bu lgarn con un lotale di 450.000 uorn in.i e 1.300 pe1.,zi. T·utte queste forze erano agi.i ordini del geu. teclesco Stcuben.

-

Il 15 settembre, dopo 24 o.re di tiro di preparazione, l'attacco è iniziato da 3 Divisioni (2 francesi e l serba), ITTella regione montuosa Dobropolje Vetrenik, con obbiettivo il medio

]'ig. 122 - Una confPrenza al Comando Italiano

Vardar, per separare le forze bulgare della, regione VardarStruma da quelle verso Monastir. Il nemko è sorpreso e cede. Nella breccia così operata gli A.lleati gettano altre forze; gli inglesi verso Doira,n a.ttacca,no anch' essi. (18-19 settembre) ma con scarsi risulta.ti, ment~·e che Divisioni francesi e la 35" Divisione italia111a (21 settembre) allargano verso ovest il .campo di azione. -

569 -


T,E Ot>ERAZlONT ,\Ll,A FRON'rE nALCAKICA

La resistenza bulgar·a fu piuttosto scarsa. Un a r esistenza tenace fu opposta soltanto dalle Unità bulgare inquadrate dai tedeschi :neJl'll" Armata. Mentre l 'n.van:mtn, frnnco-serba eontinuava .p er il rri.nssh-cio 11Hrntnoso f'rfl Yatdar e Cerna, in clirezi0tne d.i Gradsco, la 33~ Divisione italiaina occupava il massiccio del Kalabak e si apriva la via. cli. Pdlep, nì.a il Comfl11do nell'Esercito d'Oriente la lan-

Fig. 123 - L'Al·tigliHht da montagna a Sn.lonicco

ciò ancora pei monti, attravel'sO il massiccio del J3a ba s u Rop. E poichè i vi l'Ua Armata tedesca resisteva ancora tenacemente. le fnrono lancia.te co11tro 4 Divisioni, fra cui la 35• DinsionE> itaJiana . Doipo quattro giorni di lottn, il ~!) gli italiani oce11pa vano la vetta di Baba-Planina dove repatti bulgaro-tedeschi, tnon informati del conclnso a1·mistizio, continuarono a resistere fi.n chè furono obbligati a.cl ar1·endersi. Lo spirito offensh·o ùegli italiani in questa azione è messo in rilievo negli cc Al'Chi v<'s de lri Grande Guerre », Tomo X, pa.g. 819. In tan to il centro progrediva : occupato Gradsco, nodo importante cli comunicar.ioni, g]i A1leati avanzarono lungo il Vàr<lal' filno ad Usknb (2!l settembre) , mentre gli inglesi, superata . -

570 -


lN MACEDONIA

la resistenza frontale, arrivaYano alle cime dei monti Beled verso Strumiza. Nello stesso giorno 29 era concesso l'armistizio chiesto dalla Bulgaria; il •3 ottobre lo zar Ferdinando abdicava.. L.a Germania e l' Anstria inviarono allora verso Nis, per for··· ma.rvi una. n uova fronte difensiva, un complesso di S Divisioni (5 tedesche e 3 austriache) .

F ig . 124 • Il generale Hoq ucs Hl il g1•1w n 1le l:'et itl i di Roreto osscrvn110 i tir i di al'tigliena

Gli Alleati dell' Armée cl'Orient, appena riordin atisi dopo il rapido attacco, orgainizr,H,rono l'a.vaD?:ata: -

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da tma parte ve rso la veed1ia :,serbia, ecl :i ciò fur ono destinali serbi e francesi; t1a u n'altra [Jllr!'e in direzione della Vn lac·hia (Armata del Danubio) 3 Dlv isioni franco-ingl€si; da un' al tra riarte .i nfine v<irso C9stantinopo li: H Divisioni ingJesi, 1 Divisione~ francde, l Ilr.igata italiana e 3 D\visiolli gr ec:he.

Dopo brevi combattimenti a Nis (11-12 ottobre) e a, Paratscin (valle della Morava), gli a.ustriaci furono ricacciati sul Danubio. Il l° novembre i serbi rientrarono in Belgra,do, e il 3 -

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L'OPJ<;rtA E LA Jl'JNIJJ

or.e,

GEN . TEI,f,INt

novembre, dopo la vittol'ia italiana di Vittorio Veneto, anche in Serbia la campagna era finita.

* * *

..

A quest o punt o è meritevole di l'ievocaziooe la superba figura di soldato e di eroe del gen . .8nrico Telliui, antico e valoroso artigliere. Egli che in Albania già si e1·a meritata. la Cr~ce dell'Ordine militar e-di Savoia, in terra albanese, sul confine greco doveva cadere due anni dopo vittima del dovere, !Proditoriamente, brutalmente assalito ed ucciso men tl'e attendeva alla pacifica mansione affidata.gli. Il gen. Enrico Tellini era stato insignito della. Croce dell ' Ordine militare cli Savoia pe1·chè tr-a il giugno e l'agosto 1920: quale Comandante dJ. un Settore molto importante della difesa di Yalona, prodigava nell'assolvimento del compilo allltlatogli opera vastissima di intellig,~nza )jt•r abilit.à tattica e per nzionc elernu·ice <legli i;.piriti delle trnppe dipenden ti, ol'i:;anizzando D1'irnbiìmente l:1 clife:-a de l Settore e riuscenclo a respingere, con ~anguinose perdite per il n emico, i forti atl:1cclli de l 2:l luglio 1920 . .

'l're anni dopo, il 27 agosto Hl23, nei. pressi di tT:mi1ia, sul confine greco-albanese, il gen. Em·ico Tellini e tutti i membri della Delegazione italiana della Commissiooe interalleata (gen. Enrico Tellini, magg. medico Luigi Corti, ten. Mario Bonacdni, autista Remigio Farneti e interprete Craveri) che egli presiedeva, incaricata dellR, ·d elimitazione dei confini d'Albania, caclevRno vittime di una imboscata. Per così barbaro volgare delitto, l'Italia ottenne dal Govermo di Grecia le riparazioni che immediatamente richiese, ed alla memoria degli e1·oi caduti furono conferite le seguenti ricompense al valor militare: Al general e di Briga ta Tr,llini la connueu.-ln dell 'Ord ill<! miHtarc di Savoia: anima puris.-;ima di ilaliano (' di soldato. in og11i or'.Casion<' si aff.('1·mù 11fticiak s uperiore arl ogni elogio ncr coraggip personale, per 1,erizia tecnica, per capacità organizzatrice ed aniwatrice. Chiamato n presiedere la Commiooione internazionale per la delimita;,;lonc del confini albanr.si, asaol.vl;!va il d e!icato ed im1;o'rtnute incarico con sicuro senso di giu:stizia, applicata con luci<la 1:'Ù iJ11pa1·r.ial<• fermezzit. Nel compimento dell'arduo dovere, superando, con r ara perizia cll illumlnato giudi;r,lo, difficoltà

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L'Ol?RUA E LA l?iNI': UEL )!A(:t: . MED. Lurt;r COR'l' l

S<'mpre rinnovantesi, veniva proclitcrium<·nt·c· aggl'cdito in territorio greco durante una ricognizione e cadeva, insieme con gli altri membri della Delegazione italiana, vittima di ignobile attentatg viol11torc di ogni legge uman11 e del diritto delle genti, dedicnuclo così fin l'ultimo 11tto <lella sua vita al servizio della Patria e ad un't,ltissima ODl'ra d1 civi ltà.

F ig. 123 . Gen. Jilnrico Tellini

Al .maggio1·e medico Luigi Corti venne. concessa la Croce di ca,v a,l iere dell'Ordine militare cli Savoia con la seguente motivazione : UUiciale meclico di non comune ,·11lore. alla passione per la scienza seppe accoppiarne una più viva e profonda per la 1'~1tri:.1, elle servì sempre con abnega1.ione indefessa e con esem()i:lxe coragg.io. Membro della Delegazione itnliana nella Commissione lnternazionale per la delimitazione dei confini dell'Albania, prodigò Lutta la sua valicla ed intellige_nte opèra per il compimento dell'alto mandato affidato alla Commisslone. Vllmente aggredito in terri tori~ greco tluraute una ricognizione, cadeva, iu-

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!.'OPERA E L .-\ FINE DEI, )IA<W , )!ED. L I" !Ui ('ORT I

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L 'OPERA E LA FINE DF.L 'l'EK. MAR'IO UONACCINI

si emt' u l Presiden te e cogli n itri membri tk llu Del('gn ,done italian a v ittima di

un ignobile attentato violatore di ogni legge, uurnna e del dir itto delle genti..

Al tenente cl' artigli<•l'ia Mario Bonacc.:ini fu data la Croce di Cava lier e dell' Ordine militare di Savoia così motivata: E roico combattente della rcrl'a e deil'al·ia. a,·e,a J)1·odigat:1 al sen·izio della P atria l'impeto a rdente e In fede entu,;ia!':ta della sua gio,·:111e età. Agg iunto tecnico <iella Delegazione it:,lia ua uell n Commissio ne inter nazion ale 1>c1· l a delimi t azi one dei coufiui :i lln rncsi riuscì <li v n li(llssim o ninto per lo svo!gimen to d c ll' alt9 ma nd ato nllidato alla Colllll)issio1w. A nch'egli venue pr od itor iamente aggre<lito durante 1rn:1 r ico,!!nizione in terrlro1·io greco e cadeva, ins iem e u l Prei-<i <lPntt• l' con gli altri fil('lllbr i tll'lla D ('i<·gazione italiana, ,·ittillla di 11n ig uolJ ile attentn to violatore di ogni leg,gc civile e clel cu'ritto delle ge nti.

Alla memo1fa del soldato au tista Remigio Farneti da F rasca ti, fu assegnata fa medaglia d'al'gcnto al valor milit are con la seguente motivazione : Ro lù ato esem plare, uso n 111odeslam ent c c9mpier c tutLo il pr oprio d over e, con 9pir ilo di ser ena abnegazionc> e di cos<:iente i;acrificio, benchè non avesse ulteriori obblighi cli l'cn ·i;;io, .1t('ctl:1rn di JH'CSl:ll'e antor:1 la pr opri:1 Ol)era per la p:1 tr.in, l>eguendo in A lbania l a Delegazio ne italian a pt·csso la Colllmissioue intcr:o nz iona lc Jl<'l' la d e'. irnila?.i!)ll<: d e i couri 11i :i lùa n es i. l ' rnd it ori:uuc nLc aggredito

(]urnnte una ricog-n izione in ter ritorio g rcc·o, c·a<leva, iuRieme agli altri membri dt>lla Delegazione italiana, ,ittima di un ignobile atte nt:ito, ,·iolntore di ognl ieggc ch·iJe ed mnnna .

l!' ig . .1 27 - Gr n. l' k 11·0 Ga?.?.e r u

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LA SITUAZIONE DEr )iA'l'8RIALt o ' ARTI0L1ER1A

* * * 1'ra coloro che dedicarono. la loro appassionata opera alle terre albanesi è ancora doveroso ricordare il gen. Pietro Gazzera che nel J 923 fu Presidente delfa Commissione intermazionale per la, delimitazione dei confi.ni, scrivendo a q nesto 1·iguardo un interessantissimo studio sulla Rivista « Esercito e Nazione JJ del 1926.

§ IV

LA SITUAZIONE DEI .MATERIALI D'ARTIGLIERIA ALL'ATTO DELL'ARMISTIZIO.

Dalla, lunga e Yittoriosa guerra la nostra artiglieria usciva, padrona d i · una quantità ingente di bocche ·da, fuoco, dovuta sia all'incremento nelle costruzioni durante la, guerra, e sia all'enorme bottino cli guerra. In questa massa di a.rtiglierie, vi era una notevole quau-1.-tità cli calibri, nonehè. grande variet~ di tipi ed anche uua forte differenza cli età estendentesi dalle vecchie batterie da poshdone, italiane o austro-ungariche, alle 11 uovissime creazioni clell'indnstria bellica. · Fra le artiglierie di preda bellica entrate a far parte del nos1-ro mate1fal e, particolarmente .notevoli furono le seguenti: - obice da montagna da 75/13; - cannone d:1 cqmpagna da 77/28; - obice da campagna cla 100/ 17, in due tipi: - ippotrainato (mocl. 14) - canellnto (mod. 16); - obic~ da 149 Skoda ; - cannone ,da 152/87; - mortaio da 305/8 e mortaio da 305/10.

Si trattava {li bocche cla fuoco abbastanza• moderne, ottime per qualità balistiche e .meccaniche, dotate di a,bbondante mu-

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ALT}A'l'l'O DELL' ARJ\'U STIZlO

niziona.mento, che entrarono ben presto a far 1parte delle nostre Unità e continuano t uttora a costituirne parte dell'armRmento 1 o in ;patria o irn Colonfa. Alle predette artiglierie di preda, bellica devesi aggiungere un certo numero di obici inglesi da J52, rimasti in Italia dopo l' armistizio.

Fig. 128 - Artiglie1·la austriaca catturala p1·esso Fl'n!:'r

Ne derivò che 11ell'immediato d opo guen-a il nostro Stato Maggiore potè addivenire ad un riol'dinamento organico dell 'artiglieri a, sfruttando sia i nostri materiali (alcuni dei quali, come il mortaio da, 210 1pe~fezionato nell'installazione clal gen. De Stefano, aveva suhìto notevoli miglioramenti) , sia gli anzidetti rm1teriali. cli preda bellica.. Il l'iordinamento delle varie Specialità dell'Arma portò quindi, attraverso varie modificazioni, alla seguente attuazione per quanto riguarda i mat eriali più importanti. -

Art iglieria per Didsionf! di funtet·ia (o artiglieria clu campagna) armata con: - Gruppi someggiati òi obici da 75/ 13;

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LA S ITUAZ IONE DEI MATEHUI,l 0 1 AR'flGLil!JRU

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Gruppi ippotrainati di cannoni da 75/ 27 mod. 11 (Depor t) ; - Gruppi ippotrainati o cn rrellati di obici da 100/17. Come artiglierie leggere restavano d isponibili, oltre a qu elle pr edette assegnnt:c ai Reggimenti divisi9nali, le seguenti ar tig lierie piuttosto ,mtlQnatc o in esèmplarl poco numerosi: - cannoni da 75/006 (Krupp) ; - cannoni da 77/ 28 (preda bellica). I R eggimenti d'artiglieria divisionali furono orcliuati di nrnssiurn su 4 Gruppi: 2 di cannoni da 75, 1 dì obici da 100 e 1 someggiato di obici da 75/13. Il Gruppo da 75/ 13 era particohlrmentc indicato J)er l'accompagnamento vlcin9, o, come .fu concntemente detto, 'lnclicato per l'accompngnamento materiale della fantéria.

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lrig. 120 - Artiglieria austr iaca cmtur ata

In seguito, e attraverso varie esperienze pratiche, fu deciso di <lotare gli stessi R eggimenti di fanteria di un certo numero di cannoni da 61>/ 17, bocc,1 da fuoco non recen te, ma. tuttavia pregevole. - Artiglie1·ia òi 0011)0 cl' A1·mata (già artiglieria pesante c:1mpa1~,. Dopo l'armistizio, ad ogni Divisione d i fanteria fu ·assegn ato 1 Gl'uppo cli obici ]}esonti campali da 149 (Krupp). I R eggimenti pes anti camvali r estarono formati con ooli 2 G.r uppi di cnunoni da 105/27. Più tardi nei R eggimenti d'artiglieria divisionnli l'obice an 149 (Krupp)

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ALL ' N r.ro DELL' ARM1S'l' J ZIO

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fu ::;ostituito con' !'obice da 100/J7, e l'obice <la 140 (Krupp) entrò a far parte dei Reggimenti d'a rtiglieria pesanti campali, venendo poi sostituito dal!'obic,-e da J.49 Skoda ; tirnto che i Reggimentl d'Ar tiglieria di Corp9 d'Armata risulta rono dotati cli entrambe le bocche da fuoco, e cioè : - cannoni da l<rJ ; - obici da 149 Skoda. - Artiglieria somegg:i ata e da montagna. Ad ~ gni Corpo d,' Armata inizialmente fu assegnato l G1·uppo da 65/17 somèggiato, come avviament9 all'assegnazione di l Gru ppo di tale bocca da fuo.co ad ogni Divisione·. L'artiglierja da montagna così come i Grup·1,i someggiati vennero quindi armati con ·L'obice da 75/ 18.

J.!'ig,

iao _ Artiglier ia,

austro-ungarica abbandonata,

Il tentativo cli assegna re all'n rtiglieria {la montagna 1'9l)ice da 100/17 carrellato (mod, 16) non flt giudicato convenientt . - Artiglieria pesante. Dopo il 1917 fu sancito e attu ato il principio che i Gruppi di artiglieria d'asse<lio (poi pesante) f ossero monocalibri per' ovvie ragioni d'impiego, ri:C()rnimento munizioni, ecc. ecc. Le artiglierie d'assedio ebbero parte not:evolissima nell'impiego delle arti, glierie durante la gue'rra. La leggenda delltt loro pesantezza tattica venne 1frest<, sfatata da u.n impiego oltremoclo mobile e brillante; ed era infatti logico ché la guerra di posizione r ichiedesse forti -concentramenti ài masse di bpccbe da

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LA SITUAZIONE OEI MATERIALI

o' AWrIC LI ERTA

fuoco di medio calibro in va ri t ra tti del fronte; e per ottenere volta tl voi la tuie massa, occ'Orreva spostare, con rapiditit prima di allora impensata, queste artiglierie da una 1·egione all'altrn, prima o anche durante la battaglia. L'adozione di Raggruppamenti lrattrlci facilitò questi m9vimenti che di<.'dero all'artiglieria d'assedio una carntteristica di grande spigliatezza. Katnralmente le bocche da fuoco che più si prestavano a tale mobiliti1 d'impiego e'l'ano il nostro italianissimo e ottimo cannone da 149/85, e, in una cerla misura, il mortaio da 210 De Stefano. Dop9 l'armistizio le bocche da fuoco (l'assc..'<lio furono riunite in P:1rclli, poi jn Reggimenti nei quali figuravano calibri differenti e differentemente aggruppati. Si può considerare che, a l'iordinamento attua to, in un cer to periodo d i tempo che seguì la fine della guerra, le artiglierie che urmav:1110 i nostri Reggimenti d'assedio (già pesanti) erano: · - cannoni da 149/35; - cannoni àa 152/37 (preda bellica); - cannoni da 152/ 40 (preda bellica); - mortai da 210/8 De Stefano; . - obici da 152 inglesi; - mortai da 260; - obici da 805/17; - mortai da 305/8 e 305/10 (preda bellìcn); - cnnnone da 381 su treno arm:lto.

Nella precedente rlencazione, si è di proposito don1to prescindere da, artiglierie italia01e e di preda bellica, di tipo meno recente, che non entrar0010 a far pa rte dei Reggimenti, (·osì come si è omesso ogni successivo studio nei ma,teriali d'artiglieria, perchè ciò esula dalla presente trattazione storica che si arresta all'immediato dopoguel'ra. Quanto al munizionamento residno (tenendo presente che r1e1l'11ltima battaglia furon o sparati oltre 3 milioni di colpi), è a rilevare che, sta1ndo ai dati della pubbJicazio11e « I rifornimenti dell'Esercito mobilitato durante la guerra alfa. fronte Ha.Jia.na (1!)15-18) >> P-clita da llo Stato Maggiore Centrale. a llu nne della gnerra il munizionamento raggiungeva. Ja cifra certa mente cospicua di 21.177.94!'.l complessiva per i varii calibri, così suddivisa: -

e<>lpi à i piccolo calibro: ol t1·c 15 milioni; e<>lpi di medio calibro : oltre 5 milioni ; colpi di grosso calibro: oltre 800 mila.

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àLL'.\TTO DF.f,f,°J.R:\fISTJZIO

Fig. l3l - Caunoni d'a.s.s1•dio lllli'ilriaci

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CONSUMO DELLE MCNJZ lO~r

Diciamo per incidenza, che il consumo di mu111z1oni d'art i. glieria durante l'intera guerra era stato il seguente : - cglpl di piccolo calibro : o ltre 35 milioni; - colpi di medio calibro : oltt·e 1l milioni ; - colpi d i grosso calibro : oltre 300 mila;

cioè complessivamente oltre 47 milioni di colpi. Dalle Hfre esposte si può rilevare che durante l'intera guerra furono forniti alla fronte ben oltre 68 milioni di còlpi.

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I BOLLETTINI DELLA VlT'l'ORTA

§V

APPENDICE

BOLLETTINO DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO 4 NO, VEMBRE 1918 • ORDINE DEL GIORNO DI S. M. IL RE ALL'ESER, CITO ED ALL'ARMATA 9 NOVEMBRE 1918 -= MEDAGLIA rroRO ALLA BANDIERA DELL'ARMA D'ARTIGLIERIA 15 GIUGNO 1920 I TRATTATI DI PACE DEL 19 19 E 1920. 0

REGIO ESERCITO ITALIANO COMANDO SUPREMO BOLLETTINO DI GUERRA N. 1268 4 Novembre 1918, ore 12

..

La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida d.i S. M. il Re ~ DUCE SUPREMO - l'Esercito ita.liano inferiore per numero e per _m ezzi iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incroliabile e tenace valore condusse ininterrott~ ed asprissima per 4 1 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 ottobre ed alla qu·a le prendevano parte 51 divisioni italiane, 3 britanniche, 2 francesi, 1 czeco-slovacca ed 1 R eggimento americano contro 63 divisioni austro-ungariche, è fìnita. La fulminea arditissima avanzata su ·Trento del XXIX Corpo della 1" Armata sbarrando le vie della. ritirata alle Armate ne·- .miche del T.rentino, travolte ad occidente dalle truppe della 7 a Armata e ad oriente da quelle della 1"', 6" e 4a, ha determinato ieri lo sfacelo totale del fronte avversario. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della 128, della sa e della 1. O.. Armata e delle Divisioni di cavalleria ricaccia sempre pi ù indietro il nemico fuggente .

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I BOLLE'I'J'INI DELLA VJ'!TORIA

Nella. pianura. S.A.R. il Duca. d'Aosta. a.va.nza. rapida.mente a.lla. testa della sua. invitta. 3n Armata anela.nte di ritorna.re sulle posizioni da essa già gloriosa.mente conquistate, che ma.i aveva perdute. L'Esercito austro-ungarico è annientato: esso ha subìto perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni di lotta e nell'inseguimento; ha. perduto quantità ingentissime di materia.li d'ogni sorta e pressochè per intero i suoi magazzini e i depositi; ha la.sciato fl.nora nelle nostre mani circa. 300.000 prigionieri con interi Sta.ti Maggiori e non ,meno di 5.000 cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti Eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa. sicurezza. Generale DIAZ.

REGIO ESERCITO ITALIANO COMANDO SUPREMO ORDINE DEL GIORNO DI S.M. IL RE ALL'ESERCITO ED ALL'ARMATA

Soldati, Marinai ! Ment re gli estremi lembi della P atria invasa accoglievano, dopo un anno di strazio, i fratelli liberatori, su Trieste e su Trento era innalzato il tricolore d'Italia. Così in un medesimo giorno si compiva il sogno dei nostri padri, il voto dei nostri cuori. Il ciclo delle guerre, iniziato dal mio proavo, sempre contro lo stesso avversario, oggi si è chiuso; l'epopea svoltasi per tre quarti di secolo con memorabili eventi non poteva avere più fulgido coronamento di gloria. Sold.a.ti, Mèi.rin·a.i ! E' appena un anno che una immeritata avversità si abbatteva sulla Patria: oggi, a così breve distanza di tempo, tutte le città di una Patria più grande fremono nella esultanza del trionfo. Nei giorni che più parvero minacciosi, una sola fu la vostra decisione : resistere per la salvezza della Patria sino al sacrificio, sino alla morte ! E quando la resistenza fu rinsaldata, non vi infiammò che un volere solo: vincere per la grandezza d'Italia, per la libera-

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LA MO'.rlVAZI0Nfi: DrnLLA Mli;DAC LIA o'ono ALDA RANDlERA DELL'ARTIGLIERIA

zione di tutti i popoli oppressi, pel trionfo della giustizia su tutto il mondo. Voi raccogliete oggi il vostro premio. L e mille eroiche

prove da voi superate per terra , per mare e per cielo, la disciplina osservata sino alla devozione, il dovere compiuto sino al sacrificio: • tutte queste virtù di- soldati e di cittadini salvarono la P atria, e dopo averla salvata ora la glorificano col trionfo.

Soldati, Marinai ! L'Italia, ormai ricostituita nella sua infrangibile unità di Nazione, intende e vuole cooperare fervidamente per assicurare al mondo una P ace perenne, fondata sulla Giustizia. P erchè questa nobile aspirazione si compia, bisogna ancora che sia abbattuto quanto ancora esiste di prepotenza e di orgoglio, mentre la vittoria di tutti i popoli liber i si avanza irresistibile e il nemico comune non varrà a ritardarla. Ma intanto, o Soldati e Marinai, già vi b enedicono i martiri ant ichi e i commilitoni che caddero al vostro fianco, poichè per voi non fu sparso invano il loro sangue; e la Patria intera vi esalta perchè per voi fu raggiunta la sua méta ; e il vostro RE, con profonda emozione di affetto, vi esprime la parola di gratitudine che si eleva a voi dal cuore di tutto il popolo d'Italia. Dal Comando Supremo, 9 novembre 1918. VITTORIO EMANUELE

MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D'ORO CONCESSA DA S. M . IL ];lE ALLA BANDIERA DELL'ARTIGLIERIA IL 15 GIUGNO 1920

SEMPRE E DOVUNQUE CON ABNEGAZIONE PRODIGO' IL SUO VALORE, LA SUA PERIZIA, IL SUO SANGUE, AGEVOLANDO ALLA FANTERIA, IN MERAVIGLIOSA GARA DI EROISMO, IL TRAVAGLIATO CAMMINO DELLA VITTORIA PER LA GRANDEZZA DELLA PATRIA ( 1915-1918).

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I TltA'ITAT1

or

P ACE

I TRAT'l'ATI DI PACE DEL 1919 e 1920. - Così come nel volume X, prima di intraprendere 1a narrazione della Grande • Guerra si è ritenuto opportuno di riportare nella sua II)recisa dizione i varii articoli del cosidetto PATTO DI LONDRA, in questo volume, col quale si chiude e conchiude tutto quanto direttamente ha avuto tratto alla grande guerra, si ritiene necessario accennare sintetica,mente alle condizioni fatte alla nostra Italia nei Trattati di pace del 1919 e. del 1920. I Trattati che ci interessano sono: 1°) Il 'l'rattato di Versailles del 28 giugno 1919. E sso era stato preceduto dalla convenzione di ARMISTIZI O dell'll (110vembre 1918 e dalle tl'e convenzioni di 'rreviri del dicembre 1918, gennaio 1919 e febbraio 1919. In virtù di qnesto 'rrattato, la Germania cedeva: - alla Francia, l'Alsazia Lorena e, in via provvisorià, il territorio della Saar; - alla Polonia, la Posnania, il «Corridoio)) tra, Prussia Occid.e ntale e Prussia Orientale, ed una parte delPAlta Slesi a. · Inoltre Ja Germaa1ia doveva fa.re cessioni di minore importanza al Belgio ed alla Danimarca, e doveva inoltre subire alcune piccole modifiche al suo territorio (mocli:6.che che pertanto non interessano affatto l'Italia). · Per quanto concerne i possedimenti di oltre mare, la Germania doveva cedere : - Kiau-Ciau al Giappone; .,,_ I sole Caroline, Marianne e Mnrshall in marudato al Giappone; - Camernn e Togo in mandato parte alJa Francia e parte, alla Gran Bretagna; - AfriC'n Orientale e del Sud-,Ovest alla Gr~n Bretagna. Fra tutti i predetti tl'nsfo1·ime11t.i, cessioni e scorporazioni, all'!'rALIA. veniva dato .. . NULLA. Questo trattato di Versailles suscitava in Italia n® poca delusione ed i1 giornale «A.vanti! >> del 30 giugno 1919 non esitò a. definirlo come << una ,p ace, 1purtl'oppo, che avl'à come conse-

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I. TRA'ITATI DT l"ACID

guenze, alt1·e guerre»; mentre un giornale spagnuolo (« E l Sol ))) lo definì « un trattato d i guerra, fut ura)). Negli stessi paesi vincitori vi ful'ono aspre critiche, come quelle dell'e<·ouomista ingle e Keynes, quelle del Senato degli Stati Cniti che non volle ra tificarlo, e quelle dei socialisti 1'.rancesi c.:hc affermavano che il Trattato aveva tradito le aspira,zioni delle masse <'ùmba ttenti che si erano illuse di aver combattuto « l'ultima delle guel'l'e >). 2°) Il 'l'rattato ,di Si111 Gerrna1to del lO settembre ]!)19, per cui l'Aust ria , oltre alle cessioni a varii Stati vincitori, doveva cedere all'Italia n Trentino, l'Al t o Adige e Trieste. Sono 01ote le difficoltà, elle i nostri diploma,t ici dovettero s uperare per ottenere questa ~essione. Relativamente alla predetta cessione, nella Parte III (Chlusole politiche europee) - Sezione I . Italia,, Articolo 3G, è detto t<>stualmen te : « l 'Austria rinunzia , per qu anto la concerne, a favore dell'Italia, a ogni cli ritto e titolo sni territorii dell' Antica Monai·f'hia. austro-ungarica. sitna.ti a) di là cl.el:le proprie frontiere, <·ome sono determinate all'Articolo :n; 01 . 2. Parte II (frontiere dell'Austria) e compresi ·tra queste frontiere, l'antica fron tiera austr,o--ungarica con l'Italia., il Mare Adriatico e la frontiera Ol'lentale dell'Italia, come sa,rà. determinata in seguito >>· L'Articolo 27, n. 2, Parte II, precisa punto per punto i nupvi eonfini de1l ' Austria, con l'Italia., a partire dalla quota 2645 (Gruben J ) verso est fino a quota 1270 (Cabin Berg). Lo schizzo allegato riptoduce il nuovo <'O nfine in confron to all'antico. (Vedi Schizzo :fig. J1. 132 - « I miovi conflu i ol'ienta,li ») . . Rimaneva in sospeso la frontiern orientnle dell'Italia mentre Trleste, essendo già te1·ritorfo dell'Antica Monarchia austro-ungarica situato tra. le nuove frontiere e l'Adriatico, ed essendo stata occupata dal1e truppe italiane il 3 010vembre. c.:ioè p1·ima dell'armist izio, passava automaticamente all'Italia. Lo ~chiz:r,o allegato riporta p nre la frontiera. orientale dell'Italia. come fu poi determinata in seguito al Trattato di R.a-pallo (di <'11i si parla più avanti) ed agli ::i.vvenimenti provocati da D'Annunzio .. 3°) Conferenza interaJlea ta di. Spa (5 -lG lngHo 1920). Ci -

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I TRATTATI DI PACE

limit iamo a riportare la pa rte concernente le riparazioni, per cui quelle dovute dalla. Gerroa111ia venivano ripa1'tite in ragioille del 52 % alla Franci a, il 22 % aJl'Inghilterra, il 10 % all'Italia, l'S % al Belgio, ed il rimanente al Giappone, Portogallo, Romania ecc. Quelle dovute dall'Austria-Ungheria: una !Prima metà ri partita con le stesse percent uali cli qnelle tedesche; dell' a.l trn metà ~l 40 % era assegnat o all'It alia, ed il rim anente alla Grecia, R.omnnia, e J ugoslavia. 4°) Trattato di R apaJlo del 12 novembre 1920. In questo Trattflto l 'Italia, per ottenere che Ja, Jugoslavia 1·inunciasse a11e rivendicaziooi sul Goriziano e sull'Istria, doveva rinunciare, rispetto nl Patt o di Londra, a tutiH la. ])a.lmazia, Hd eccezione di Zara e delle Isole di Cherso, Lussin o, Lagosta e P elagosa, e accettare che Fiume fosse costituita in Stato Libero. E' nota la reazione di d' Annnnzio a questa rinun<:ia, e sono pure note le conseguenze. Non è in akun moclo necessario cli soffermarsi a co111siderare quant o ottenuto e non ottenut o dal nostro Paese corrisponòentemente a quant o era stato pattuito, convenuto e promesso. Purtroppo l'aver negato all'Italia quanto giustamente le spettava sovra.tutto in rico01oscimento dello sforzo da noi compiuto, del valore dimostrato e della vittoria da, noi conseguita, ha costitnito il germe di nnovi malintesi, cli attriti e di fnture guerre. Fatte pertanto queste amare eonsiclerazioni, noi possi.amo portAre alta la nostra fronte e add.itare agli immemori il rirordo dei nostl'i 500.000 morti. 1.500.000 feriti (1) e la mostra fulgida, vittoria di Vittorio Veneto che segnò la fine dell.' Au-· stria e fn inconte!'.tabilmente la prima vittoria che proprio sul nostro fronte segnò il ~ttorioso pr incipio deJla fiM della, guerra su tntti gli Hltri scacchieri.

(1) Da statistiche fatte nel 1924 rirnlterebbero cbe i morti erano saliti n quasi G00.000 per chè nei predetti 500.000 muncavano i dati di parecchi ospedali.

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CAPITOLO QUARANTOTTESIMO

LA PRODUZIONE DELLE ARMI E DELLE MUNIZIONI PRIMA E DURANTE LA GUERRA. Premessa • Periodo della neutralità = Periodo de]la guerra dopo la. guerra

=

Periodo

§ I

PREMESSA: PERIODO DELLA NEUT RAUTA'. PREMESSA: SITUAZIONE DELL'ARMAMENTO E DEL MUNl= ZIONAMENTO DELL'ESERCITO = SPESE PER L ' ESERCITO E PER L'ARTIGLIERIA: PRIMA E DURANTE IL PERIODO DI NEU= TRALJTA' = TRASFORMAZIO.NE DEL MATERIALE DELL'ARTI= GLIERIA CAMPALE = TRASFORMAZIONE DEL MATERIALE DELLE ALTRE SPECIALITA' D'ARTIGLIERIA = MUNIZIONA, MENTO DELL'ARTIGLIERIA E DELLE ARMI PORTATILI= AERO= NAUTICA = AUTOMOBILISMO = RICHIESTE D! RIFORNIMENTI FORMULATE DALLO STATO MAGGIORE DEL R. ESERCITO PER L'ENTRATA IN · CAMPAGNA , FORMAZIONE DELL' ESERCITO, DELL'ARTIGLIERIA, GENIO E SERVIZI = SITUAZIONE DELL' IN = DUSTRIA ITALIANA ALLO SCOPPIO DELLE OSTILITA' , L'INDUSTRIA PRIVATA IN .fTALIA = CONDIZIONI DELLE PRINCIPALI INDUSTRÌE = LE INDUSTRIE MECCANICHE = LE INDUSTRIE AUTOMOBILISTICA, AERONAUTI CA .E CHIMICA = LE INDU= STRIE DELLA GOMMA, DEI COMBUSTIBILI E TRASPORTI = LE rnDUSTRIE TESSILI, DEL CUOIO E CALZATURE.

La: Grande Guerra 1915-18 fn non solo splendido campo di es:perimento per le qua.lità gnerriere e tattiche dell'Arma d'artiglieria., ma fu anche un'a.rdua prova per le alte doti di intelligenza, di ingegnosità e di perseven1nza dei suoi tecnici, · per -

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L'OPERA PRESTATA DALJ}J NDUSTRIA

quainto ha tratto allH p1·eparwr,io11e dell'ingente matedale necessario per la, forma:don<~ q nasi a nuovo di una Artiglieria pesante, per i 1uolto accresciuti consumi cli munizioni e pel' la formazione cli nuove grandi Unità, che r Italia nelle situazioni. imperiose di guerra in cui venne a tr0Ya1·si, do,·ette co.-tituire . lllfatti auche e sovmtutto per l' Artigliel'ia, la sit uazione _di guerra si presentò :fim da p1'indpio assai differente deJla prevista, per·chè subito si manifestò necessario un mnggior numero di ha.tterie c:unpali, un più largo ~nunizionamen lo ed un maggior~ concorso di n.rtiglicl'ie cli medio e grnnde calihl'o. Quanto si è detto lasria agevolmente comp1·crnlere a quali urgenti ed accresciute necessità abbi.mo do,uto soweril'e le Autorità, dell'Arma e il Corpo degli ufficiali tecnici, preposti. allo studio e preparazione dei materi.ali d'a.r ti gliel'ia , im un l 'aese come l'Italia, alquan to defltieute: cli m.aterie prime, di una in clustri.a siderurgica potente ed interamente atl1•ezzata, <li Stabilimeni.i. militnl'i ntU a costruzioni numerose ecl importanti, e il.i industrie meccaniche atte alla p1·epnrazi-011e cli matedali d't1rtiglieria su vasta scala. Con sforzi in:rncliti sia cli intelligemm e sia di atthità, le Autorità, cd il Corpo tecnico d' artiglieria seppel'o proweclere tutte le mecessità indicate. Questa Storia sai·ebbe manchevole però ed ingiusta se tra-· scurasse di far menzione clell'opem svolta ,dn tutta l'industria privatn itn)iana a concorso e snssidio dell'opera essenzialmente direttiva ed organizzatrice dei tecnici milita1·i.; perehè soltanto per questo concorso fn 1possibile di rnggiungere i grandi risultati che appariranno dalla seguente esposizione. Epperò questo capitolo vuole registrare" la. multitorme opera prestata dall'industria pl'i'vata mazionale e richiamare l 'ammi1·a.r,ione dei let tori snDa sorprendente improvvisazione compiuta, a partil'e da COIJ.cl.izio.ni iniziali modeste e disMdinate, fino agli imponenti risultati ottenuti a Ha fine del conflitto. Non sarebbe flgevole estimare al suo giusto valore l'ingente lo,voro dei tecnici militari e civili per la fabbricazione e p1·ovvista dei materiali d'artigli.erta. e elci muo.iizionamenti, se prima non si esponessero esattamente le condizioni iniziali nelle quali tutti quei tecnici fm;ono chiamati nel operare, se non si esami-

a

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MILI'l'ARIP E PRIVATA DURANTE LA GUERRA

nassero partita.mente, nei vari ,periodi deUa lunga guerra gloriosamente vinta anche per merito loro; le molte difficoltà presentatesi successivamente col variare delle situazioni belliche .; se in:ti'n e non si presentasse allo sguardo del lettore tntta la imponenza dei risultati raggiunti. Per queste ragioni, il presente Capitolo verrà suddiviso in tre _grandi parti : -

anzitutto il periodo della neutralità, dal principio di agosto del 1914 fino al 24 maggio del 1915; - poi il periodo della guerra, a partire da quest'ultima data fino u.l nove.mbre 1918 ; - .infine un brevissimo periodo, s uccessivo all'armistizio del 4 novembre 19J8, nel quale è possibile cd u tile una ricapitolazione genrrale del molto vasto ed importante hworo compiuto. (1)

§ I (A)

Situazione dell'armamento e del munizionamento dell'Esercito . Spese per l'Esercito e per l'Artiglieria, prima e durante il periodo di neutralità.

Per prospettare le condizioni in cui l'Esercito e particolarmente l' .Artiglieria si trovavano all'inizio del conflitto, inon basterebbe uno Specchio indicante il numero delle grandi Unità comba.ttenti ed il loro arma.mento e munizionamento. Giova invece ~onsiderare, sia pur brevemente; le successive condizioni de1l'Esercito e ·clell' Artiglieria JJ.1el periodo che si inizia dalla i:stituzione del1 a, Oommissi.one ParJamentare di I nchiesta (1906) e che va fino al principio della guerra; ed a,nche il complesso deJJe spc~se e dei sacrifici sostenuti dal Pa,ese, che furono grandi, ma che, a causa della malsicura e tentennante politica militare del tempo, non riuscirono adeguati a conseguire quella (Prepar azione bellica che la situazione polit ica avrebbe voluto. Devesi ra,mme11tat·e che anteriormente al 190(-i e anche in seguito le condizioni dell'F)sercito sotto pare-echi punti di vista., non erano molto liete. Per limitarci al punto di vista, :fina,nziario (1) Si a.v verte che l rifer.imenti a precedenti volumi di q11esta Storia ~aranno per brevità nota.ti in parentesi: con un 1rnmero r omano rier il nnm<'l'O del volume, e con un numt>ro ara.bico per quello della pagina.

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591 - ·


SITUAZIONE DIJJLL' ARMAMENTO E

J)J,:f,

MUNrZIONAl\H~NTO llEl.,J/ESF-RCl'ro

diremo soltanto e sinteticamente, che fin dalla, fine del decorso secolo u 1110 sgn1,devole e pericoloso malinteso fra l'Autorità militare ed il P al'lamento rendeva penosa ed insufficiente la preparazione delle Forze Armate. Da un lato i Ministri presentavano alle Camere le l'iehiestc, più o meno ridotte, fatte dallo Btato Maggiore dell'Esercito; dall'altro lato, il Parlamento, non sempre i ngiustificatamente diffidente, faceva opposizione al1e spese proposte o le concedeva in · misura limitata. Per venite irn. chiat·o delle cose e dirimere questo malinteso, giustamente il Parlamento stesso nominò mia Commissione d'inchiesta incaricata di investigare e riferire sui reali bisogni dell'Esercito e di assicnrare il Parla mento stesso della necessità, delle spese riehieste. La Commissione compì un hworo molto cos<·ien;doso che termi nò nel luglio 1910; esaminò molto profondamente nna quautità. as~ai rnsla di problemi, anche di 01·dine tecnico; e, circa la: questione finanzi.aria, presentò le sue fondate concl11 ioni che, in gran parte collimarono colle richie te delle Au-todlà miJitnri. J>erò già, prima di queste conclusioni, il Parlamento si era deciso alla, conce~-sion<' di fondi in snccessive riprese; e dopo la Relazione final e del1a Commissione, altri fondi ful'ono accordati. Per la verità conviene ·soggiungere che l' AutoriGì, militare era diventata ritrosa e tituban_te nelle sue richieste. Non solo, ma, le probabilità di un çonflitto imminente non erano state intui te dal punto di vista politico e conseguentemente da qnello militare. Per restringere le nostre considerazioni soltanto al punto di vista mi.Jitare, conviene asserire che idee ristreUe e assni poco rispondenti alla realtà, sni bii::;ogni prevedibilmente 11ecessari, specialmernte dell'Artiglieria ed anche del Genio, e sovl'atutto del mnnizionamento, regnavano negli stessi nmbienti mili tari direttivi. 'l'utto ciò ebbe per conseguenza che l' ::tssegnazione dei fondi non fu fatta tempestivamente con quell a, pienezza e con qnella decisione che sarebbero state de.~idel'ahili. E quimdi, malgrado l 'opera meritoria della. Commissione d'inchiesta e degli ingenti aggravii fin a,nziarii imposti al Paese, l'Esercito, come sarà, meglio evidente per quanto verrà eletto tra breve, fn sorp1'eso dalla ~uerra in uno stato di insùfficicnte prei,pa razi one. Il periodo che si inizia all'in circa col secolo cor-

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'.CRASFORMAZ!ONE

m~r,

!\1ATERIALE DELL'ARTIGLIERIA CAMPALE

rente e va fino alla guerra, 1915-18, fra.scorse in condizioni sociali alquanto inquiete ed in .condizioni economiche perturba.te. Dura:nte questo periodo ben otto Ministri della guerra si succedettero; e si procedette con ripieghi continui, con le assegnazioni di fondi che risultaùo dalla prima parte dello Specchio a.nnesso A. Per la preparazione dell'Esercito e specialmente dell' Artiglieria, le assegnazioni di fondi salirono a eirca due miliardi e trecento milioni di Jire oro, diluite in circa otto anni fra il 1906 ed il 1914.

§ I (B)

Trasformazione del materiale dell'artiglieria campale.

In breve sunto la Commissione parlamenta.re d'inchiesta rela.tivamente a.11' A.rtiglieria ebbe a. rilevare: 1°) che l'ordinamento dell'epoca. (1906) non era soddisfacente nè per l'armamento, nè dal punto di vista economico-finanziario; ZO) che fin dal 1897 erasi riconosciuta la necessità di sostituire l'arma. mento dei. cannoni da 87 B . e da 75 B. (d.i bronzo); che molto s i era discuss~ in argomento e che si era decis!L infine l'adozione del cannone da 75 A. su affusto rigido, in sostituzione d.i quello .di pari calibro di bronzo; e che contemporaneamente si era ottenuto il perfezionamento del cannone da 87 B. (1898) mediante l'adozione del bossolo e dell'ancoraggio di coda per la ridu-. zipne del rinculo; 3°) cbe pii1 tardi li~ Legge del 5 maggio 1901 assegnava la somma. di 60 milioni per Ht sostituzione con materiale da 75 A. rigido, anche delle 207 batterie da 87 B ., modificate, esistenti ; 4°) che questa. s ostituzione, non per anco inizìatn. nel 1902, venne sospesa in _questo anno dall'adozione del materiale campale da. 75 a deformazione, modello 1897 francese; 5°) che studi vennero subito incominciati da noi, con incertezza di scopi e di risulta ti ; 6°) che finalmente venne decisa (al termine del 1903) Ja scelta del matet·iale campak Krupp da 75 su affusto a deformazione, coll'assegnazfone della fornitura di cir<>..a 1.000 pezzi aliti ditta. tedesca, e del munizionamento e carreggio all'industria privata italiana; 7°) che d,iscussioni, anche pubbliche e non sempre s erene, e le prove molto accurate del nuovo materhlle, ne protrassero l"adozione definitiva fino al 19-06 (28 aprìle} anno in cui doveva cominciare la sostituzione delle bat.

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TRASFORMAZIONE DF.L ;l!A'IEIUALE

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terie da 87 B. e di quelle da 75 A. delle batterie a cavallo (li mater iale da 75 B. era già stato sostituito tntto da quello rigido da 75 A.).

La Commissione d'inchiesta , fin da l settembre 1906 espresse favorevolmente il p arel'e che fosse necessaria la sostituzione col arnovo materiale Krupp mod. 1906, anche di quel lo da 73 .e\. rigido; e J! Autorità mili tare decise allora s ubito in tal senso, form ulando un programn3:a di graduale fabbricazione per il _1prnJe p.ella p rimavera del 19+1 dovevasi far luogo alla. sostituzione di tutte le batte1·ie da 87 B. e da 75 A. Senonchè nel 1909 risultò prevedibile che soltanto nelhi primaverfL del 1912, Ìa fabbricazioue del materiale mod. 190G sarebbe stata ultimata; ed allora a guadagno <li temipo, s i decise d'adozione del materiale cl.a 75 Déport (che ebbe la designazione di Mod. 1911) per 57 battel'ie armate co11 7:i A. rigid o ed ancora, per 37 batterie <la 87 B . : e se ne assegmò l a fabbricazion e ad u n Consorzio di 27 Ditte italiane presieduto dalla Ditta Viekers.. Temi e dalJa Sodetà Acciniel'ie di 'l"erni: Consorzio H quale promise, ma non seppe poi nrnntene1·e la prome~i::a, di dare tntto il ma te1·iaJe fn bbrfrnt o per la 'fine del 19m.

§ I (C)

Tras formaz ione del materiale delle altre Specialità d i Arti g lieria.

Per J'artiglieÌ·ia da montag-na che nel 190!) era armata con m_aferiale rigido da 70_A., i::t legge N . 473 del 15 lng'lio 1909 , provvedeva per un aumen to del ornmero ,d elle batterie da 31 a 40 · e per l'assegnar.ione del mn teriale a deformazione da G:'l A. di. ideazione e fabbricazione itnliaua. Per l'armnmento del]' Ar tiglieì·ia pesan te campale, n el 1.904 si erano compinte, mn senza risnlt::ito, esperienze con un obice da. 105 e con un altro da 120: poi nel J 906 si ern indet to un con corso trn. le Ditte Krnpp e ScJ111eider; e nel 1908 si erano ini~ ziate prove di un cannone di 120 di ideazione italiana . Deci sione definitivn al 1r1·incipio del 19Jl fn l'armamento r ol solo obice da 149 Krnpp delle bntterie ·d i 2 R eggimenti di nuova for. mar.ione previsti con Legge N. /515 del 17 lnglio 1908. -

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Dl,!:LLE ALTRE SPIJ:CIALlT,\ D' AR'rIGLlERJA

Il Parco d 1assedio era costituito nel 1909 nel modo seguente: -

6 Mttn·ie di cannoni da 1.40 A. ;

- 7 batterie di cannoni da 140 G.; - 10 batterie '<li eannoni da 120 A. ; - 16 batterie di cannopi da 120 n : ; - ll batterie· di obici da 210 G.; - 10 batterie di obici da 149 G.; 8 batterie di mortai da 210 A. ; - 10 batterie di mòrtai da 140; 7 batterie di mortai da 87 B. ;

- batterie tutte su 4 pezzi i quali, salvo quelli delle batterie di cannoni <i.a 149 A. e d i mortai dtL 210 A., erano di modello antiqliato e p<'rciò inadatto' a qualsiasi operazione d'assedio contro le fortezze di quell'epoca..

Di fronte ad una. simile situazjone dopo molti progett~ fu deciso di costituire elltro il 1913, un Parco d'assedio composto di: 1 a,va.mpa.rco di 40 ba.tterie formate con pezzi di modelli non molto moderni, ed l Pareo propriamente detto, costituito di 24 batterie armate di materiali migliori. Questo progetto venne migliorato sulla carta coll'a<lozione, non molto felice conie l'espedenza ~nostrò poi, del mortaio d,a 2GO di una Ditta francese, e con aumenti fino ad un totale di 92 batterie; però in effetto hen poco si fece, perchè nel maggio 1915 all'entrata in guerra erano dispònibili solo le bnttel'ie segnate ·nell'orizzonta.le inferiore i cui qua,ntita,t ivi sono da porre .i n coalfronto dei numeri di batterie progettate sulla cartH, e segnati nell' orizzontale superiore.

Num. totale bntt.erie

progettate 92

20

14

42

disponibili 46

12

12 (b)

-

16 7

(a) st,udiàto con uti;usto a ruote, ma mai costrui to (b) con affusto a piattaformit, ossia non a ruote (e) tratti dalle Piazzeforte costiere.

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2

6


'.J.'RASFORMAZIONE DEL MATERIALE

Con la scarsa artiglieria 1pesante campale esistente all'entrata in guerra, e con la mancanza totale di Artiglieria pesante (che pure esisteva da molti anni presso altri Eserciti) , questo nostro Parco d'assedio, inetto ad operazioni d'assedio che fortu111atamente non si presentavano, formò il primo .nucleo della Artiglieria pesante, che poi molto si accrebbe nel seguito della guerra: anzitutto col trarre artiglierie di medio e grande ca,l ibro dalle forte1:.ze sia, terrestl'i non minacciate, sia costiere; poi coll'utili?.zazione cli bocche da fuoco cedute dalla R. Marina, cd infine con nn ovc costruzioni.

Circa l' armamento delle fortezze giova rammentare c.he la çJommissione d'inchiesta., :fin clal mnggio 1908, aveva dichh.1,rata urgente la spesa di mo milioni; 140 milioni per le frontiere terrestri e 50 per quelle marittime, spesa necessaria per dare esecuzione entro il 1913 a,d un programma di armamenti. approvato dal Capo di Stato :.Iaggiore dell' Esercito, e che comprendeva. 680 bocche da fnoco, di cui : - 104 di grnnde calibro (cannoni dn 305, da 254 e da 152, e obìci cht 280) ; - 304 òi medio calibro (cannoni òtt 149 e clu. 120, e mortni d1t 140) ; ~ 272 di piccolo cnl1bro (cannoni da 87 B. e cln 75 A.).

E a, questo 1programma fu data tota.le esecuzione.

* * * Circa l'Artiglieri a contrae1·ea Sl rn1ziar·ono esperienze un dal 1912 con un cannone da 70 A., destina.to (poi ncxn assegnato) all'Artiglieria a cavallo. Esse furono continuate nel 1913 con un caarnone da 75 su autocarro, nel 1914 con un cannone da 75 su autocarr o sistema. Ehl'hardt, con un canuonè' da 37 Vickers e con mitragliatrici di vario tipo. Allo scoppio delle ostilità nel 1914 si 1pensò alla mobilitazione di 4 Sezioni di materiali vari come il predetto cannone da 75 sistema Ehrharclt, il cannone da 75 mod. 1911 sistemato con vari ripieghi, e mitragliatrici. Lo specclrio B., nella sua prima parte (superiore) indica sommariamente e comparativamente nei vari anni precedenti -

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DELLE ALTRE SPECIALIT.~ D'AR'.rIGI,!Elt!A

l'entrata iu guerra, la costituzione sommaria delle varie Spe~ eialità d'Artiglieria. ·

* * * Nulla. esisteva neppure sotto forma di studi, circa, le bombarde, arma. di offesa vicina che già nella gnerra russo-giapponese del 1904-5, era stata ripresa iù uso, e della qnale era prevedibile l'impiego 1più esteso, dato Jo sviluppo che aveva. preso la, fortificazione campale e l'ostaeolo costituito dai Teticolati cli :filo di ferro. Circa le armi portatili, che nell'agosto 1914 non ebrno a 111umero per tutti i reparti previsti clalJ a mobilitazione, si provvide con fa bbrica,zioni urgenti. AJla :fine del marzo 1915 si aveva. il necessario. Tipo armi Anni mod. 91

f al 31 marzo 1915 1 a1 24 maggio 1915

Specie armi

noo.ooo

fucili

mosche tti moschetti per trur,pe suppl.

05.000

060.000 170.000

so.ooo l.316.000

Armi mocl. 70/ 87

Dal gingno 1915 in poi, le nostre · Fabbriche d'armi militari avevano predisposto per una fabbricazione mensi.Je di: -

-

focili mod. 91, 18.000 moschetti mod. 91, a.ooo

L 'annesso grafico I mostra i prog1·essi di produzione delle nostre Fabbriche d'armi cli Terni e di Brescia . (Vedi grafico I, fig. n. 133). Di mitragliatrici, :fin dal 1908, si era data ordinazione alla Ditta Vickers di 220 armi Maxini; .p oi si stamzi~ la spesa di circa 1 milione di lire per provvedere le mitragliatrici a 39 Reggimenti di fanteria. Nel 1911 si studiò un progetto per 602 Sezioni, con distvibuzioue gradua.le in tre tempi ai Reggi.menti di fanteria e cavalleria; e nel 1912 si ordinò alla Ditta Vi.c kers la provvista di 920 armi :Mnxim, mentre in Italia si allestivano 80 -

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1l'(UNIZI0NA?.Ui:NT0 DELL' All'1'IGL11'1R IA

mila coJ1pi pei: :urna.. Nella. seconda. met-à del 1.914 soltanto 300 armi erano state consegnate, mentre appunto veniva deciso l'aument<? a 1 .332 armi per 616 Rezio11i. Le ronsegne della Ditta Vickers 1:ita.rda.nclo pertanto nnc-<fra , si' decise l'ado7,1one di 500 armi Fiat: che dovevano ve1iir conseg1rnte in blocchi di r;o armi al mese a partire dal nrnggio 1915, data in cui la Ditta Vickers sospese la fornitma. All'entra ta illl guerra erano distribuite soltanto 309 Ser.ioni delle 623 previste, e cioè meno delln metà.

§ I (0 )

Munizionamento dell'artiglieria e delle a rmi portatili. ·

Il mnni7.ionamento pronto per l 'ent rata in campngna, nel 1909-10 era di: - 1.200 colpi 1ier pezzo fll'r l'Arti~lieria cnmpalC' r<I a cn Ynllo; - l.500 colpi per )1('7.7.0 per l'Artigl ieria da montngnn; 800 colpi per pezzo pr(•visti t)er l' AL"tlgliC'ria pr;;nntE' C"ntupa l<·;

e per le bocche da fuoco del P arco d'nssedio: -

1.000 col t)i P<'r ogni Cfrn11om• <la 140 A., clfl 149 G., e da 120; 1.000 colpi per pezzo per ogni obice e mortaio <ln 210 <' da 14ft G., (' per mortnio <la 149; 400 co.pi per pC'zzo p(•r cia:;:c1111 mol·tni o da Si.

Successiv::nuente vennero pOl'tati alcuni non g-raindi aumenti, e così : -

nell'agosto l!lH il nrnnizionam(' n1o per i ennnoni carupali pns;:ò dn 1,200 1.400 colpi I)<'r pezzo; e nel marzo 1915 que!'i to mu11izionamC'11 to fu nmnPIÌtnlo n 1.500 colpi per P <'Z7.0.

1t

-

Non venne però fatto alClm aumento per il mnnh~ionamento dell'Artiglieria pesante campnle e per il Parco d'assedioJ . il quale ultimo ::iveva. la dotazione reg,o lamentare e la disponibilità, (al 24 mng-gfo ~915) in munizioni. che risulta, d allo specchio seguente:

:- 598 -


F. DELLE ARMI PORTATILI

DO'.rA½IONE pron ta il 24 maggio. 1915 giornate di fuoco

r egolamentar e (numero colpi per pezzo)

numero colpi per pezzo

Cannone da 140 A.

1.500

1.500

19

Cflnnom• dfl 149 G.

800

800

10

Obice dti 210 G.

700

000

9

Obice da 280

300

400

noca dfl fuoco

J40

Obice da 305

350

5

1.000 .(a)

1.000

20

700 (b)

000

12

400

Mortaio da 260 Mortaio da 210

(a) P('r 8 batterie (b) per 4 battetif'

Tntto ciò avveniva, mentre la sitnar,ione si faceva· sempre più minacciosa., qu rundo già le Istruzioni dell'Arma nostra valutavano .a 100 colpi per ·Pf~r,zo la -giornata di fuoco delle artiglierie dj medio_calibro, e qua ndo n ulla crasi fatto cli concreto presso rindustria privata per la, fabbriC'ar,ione corrente dei rifornimènti che avrebbero dovuto essere pronti entro limiti di · tempo molto ristret ti. A pa,rtire dal gingno 1915 era pre\;ista una, fabbricazione mensile di: -

200 colpi ver pezzo crunru1.le du 75, da 70 e da 6ii (un tf rzo di granate); 100 f'.olpl t)er ogni obk1~ 11esmi U• ca mpa.le ; . 3i'i0 colpi in tutto per i mot tai da 21.0.

Circa le munizioni per armi portatili, nell'agosto 1914 si aveva.no 700 colpi per ognuno dei 700.000 fn cili mod. 91, e HOO c.-olpi per ciascuno dei 90.000 moschetti allora disponibili; inol,. tre 124.000 colpi per ogni Sezione di mitragliatrici; 5.661.074 eartnece a polvere nera. e S0.388.Hi7 a ba.listite per armi 70./87. F acendo ricorso all'indnstria pl'ivata (Socìetà, Metallurgica Italiama di Bardalone, Pistoia) si attivò la proch11,ione fino al 1punto -

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'


MATFJRIAL l PER L'AERONAUTICA .

che, all'entrata in guena , erano pronti .900 colpi per fncile e 700 colpi per moschetto mod. 91, e inoltre si avevano 125.627.117 colpi _per le armi mod. 70/87. OgnunB, delle mi tr aglia,trici distribuite (618 armi) aveva la dotazione di 10.000 colpi per arma . A partire d.al giugno 1915 era prevista la fa bbl'icazione di 2.100.000 cartucce al giorno. Le granate a mano, entrate nell'armamento de])a fanteria, furooo inizialmente date agli zappatori del Genio in numero di 600 per compagnia , di nn modello lcnticola,re cli id.eB,zione ita~ liana . In più di queste: GOO granate erano assegnate ad ogni Parco <lel Genio cli Corpo d'Armata , e J .200 per ogni maga zzcuo avanzato del Genio ; in fine 18.000 granate comiplessivamente erano distribuite aJle for tezze. Lo specchio C. seg111a per ogni titolo, nella sna parte superiore, i <lati l'ela.tivi al periodo cl i neutralitù,, relativamente alle armi portatili e mitragliatrici. Lo specchio D. compen dia i principali dati circa il muni·zion amento esistente alla nostra entrata in guena per artiglie~ r ie ed armi portatili, per m it ra gliatrici e grana te a mano .

§ I (E)

Aeron autica

=

Au tomobilismo.

Per formarsi un' idea completa, dell'imponente l avoro compiuto daWAutorità militare . e dall'industria .p rivata, occorre fare un cenno sommario ad alcu111e categorie di altri materiali non direttamente relati.vi all'Artiglieria. 1°) AERO:KAU'l'ICA. - Per questa fia. dal 10 ottobre l!lJO, f u lstitt1lta pr e:sso il Battaglione specialisti del Genio, u nn Sl'zione di aviazione . Venne allora prevista una s1w;,a di 25 milioni che fu [lOi r idotta a 10 milioni; furono costituiti 2 S tub.llinwnti, 11110 per le eo;;truzioni aet onautiche e l'altro 1,cr le esperienze avintoric, ed 1 Scuola di n,iazione. Erasi previ:stn fin dal 1012 l'assegnazione di 3 squadr e d 'a viazione a l P ar co c1·asscd io, che però non vrn. nero mai costituite. Verso la metà del 1912 si [tvevano in Rl'l'Vizio 7 dirigibili, 5 squad r iglie di aviazione in Li bia e 40 apparecc:hi i11 Italia (20 sqund1· iglic e 20 per le 4 Scuole d 'aviazione g!à istituite), presso il Battaglione specialist.i del Genlò. Per Ja prima. metil d el 1918 si pr og<•ttò 111 costituzione di 12 sqt1ndr iglie

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600 -


MA'rEUT:\LI PE R L'AU'J'OMODILISMO

(ciascuua òi .7 apparecchi di modello estero) ricorrendo all'industria nazionale; poi di 26 squadriglie (10 di monoplani, 7 di biplani, e 1 per Parèo d'assedio) da riunirsi in 3 Gruppi e costituenti il Battaglione aviatori di r.:-cente form~zione. · Le squadriglie furono ben presto portate al numero di fil; seguì un progetto di costituzione del Corpo Aerona.utico autonomo di 4 Battaglioni (1 di dirigibilisti , 1 di aerostieri, 1 d,i squa<Mglie di aeroplani, 1 di scuole aviatori); ma la. proposta non ebbe subito attuazione, sicché nell'agosto 1914 l'Aeronautica si trovava se non in piena crisi, quanto meno in condizioni non rispondenti ·ad un'eventuale entrata in guena. 2<>) AUTOMOBILISMO. ~ La Commissione d'inchiesta fin dal 1907 aveva consigliato l'acquisto immediato di 500 autocarri per i.I tempo cli pace, eò ii progetto di costruzione <li 2.000 per il caso cli guerra, allo scopo di risparmiare 120.000 quadrupedi e 30.000 carri ordina1·i. Nel 1908 venneì-o assegnati autocarri alle Sezioni sussistenza, e nel 1909 la legge N. 404 del 30 giugno 1909 assegnava 9 milioni di lire per la provvista di 525 autocarri. Nel 1910 ebbe inizio un servizio automoblUstico vero e proprio con la costituzione di 1 Bat. taglione m1tomobilisti di 2 compagnie;, e venne anche elaborato il progetto d~l compiersi in quattro fasi per l'assegnazione di automezzi alle Armate. Nel lOll e 1912 il servizio automobilistico ebbe va.rii perfezionamenti. Nel 1913, riscontrata una deficienza notevole di quadr't1pedi di requisizione, si passò ad un ampliamen to dei mezzi automobilistici che si concretò in 336 autovetture, 230 tra autobt1s ed autoambulanze, 1.539 al1tocarri (1.0i9 medii e 460 leggeri) e 1 .478 motociclette, cifre da .raggiungere mediante la l'equisi. zione di automezzi privati, sotto· deduzione di 500 macchine circa di vario tipo già esistenti·, e per il servizio delle quali , erano disponibili 800 uomini. •rutto il predetto materiale dovevu. essere raggruppato, per la mobilitazione, in P archi: 4 di Armata ; 1 per il Corpo di cavalleria, e 1 per le truppe a disposizione del Comando Supremo. Il materiale stesso .v enne poi ancora aumentato di 30 autovettore e di 177 autocarri per il servizio <lPJle fortezze, tanto che complessivamente si ebbero: 366 autovetture e 1.716 autocarri, di fronte a 45 inHovetturc e 500 autocarri esistenti. 1,;· da notar e poi che, verso la fine del 1013, la benzina disponibile in Paese era di circa 6.000 tonnellate, appena sufiìcienti per tre mesi di eser, ~izio di guerra. Inoltre le varie parti di ricambio non esistevano, nè era agevole procurarsele specie per gli autocarri di requisizione, quasi tutti di svariata fabbricazi~ne estera. Il personale per l'istruzione era in parte assegnato a.l Reggimento ferrovieri del Genio ed in parte ad alcuni ;Reggimenti d'artiglieria da campagna in sostituzione delle compagnie treno, e pertanto fin da allora si ebbe l'idea di unificare il servizio del personale con 1a costituzione di 1 Reggimento formato di 2 Gruppi s u tre compagnie ciascuno. Nelle condizioni poco liete di organizzazione e di. dotazione di materiale, l'automobilismo militare venne sorpreso nell'agosto 1014 dallo scoppio d.ella guerra monòiale. 30) Per il J?AROO D'ASSEDIO gli studi fatti nel 1912 pi;evedevano l'asse. gnazione cli una. teleferica leggera. da montagna; la quale pérò non fu mai

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601-


RICJIIESTE DI RIFOR~IM!ò:NTl DJ MAT0RIALI

costruita. Così d ic.t:,:i <li G Parcl.li !fotoelet trici e <li 5 km. <li frrro,ia portulile L<'prau<l. 4°) Nulla erusi preveduto ci1:c:ù ln 11rovvistu, in gr ande', di cnrbu r unte v er l'Aeronautica e prr g li uutouwzzi. Nu llu nncora <'l"llSi vrcd isposto 1>er un complci:;so ing<'11te a cquisto di ma k rin li in gran par tP. <l i rn·c•ve<libilc impkgo, e che ci limitiamo a<1 enumerar e : - mezzi telegrafici e tcl<>fonicl; - fi lo d'i ferro spinato e sacelli da terra; - materiale radio-telegt·afic:o; - ltu1ciabom be ; - stn1meutl ottici e di pr ecisione; - piccole t' grnndi telef(•riche; - f cnovic por ta t ili ; - materiale sanitnrio; - mat erial e fc>rroviur io e• nautico.

5°) Jnfin<' oc·corrc• far cc·n no alla fabbricuzionc degli ESPLOSIVI: - pC'r quel li di lilncio l' indu::;1ria .ù i Stn.to (Polvc•rificio del Lir.i ) e l'Industria pri,ata nelle• condizion i del 19H, er ano sufficienti per i bisogni ristretti pr <'n>duti 1wlla J)r<'pnruzion e alla guerrn e ai quali giìt abbia mo acc,•nna to ; - pl'r gli <'><plosh·i di scoppio (' d a m ina I'industr it1 privl\tn er a in grndo di da r !.' un s uffici<·n t issilllo coutrihuto per fnbbisogn\ p<'r la prè~ parnz io11r belrir a .

§ I (P )

Ric hieste di rifornime nto formulate dallo Stato · Maggiore de l

R.. Esercito pe r l'e ntrata in campag na.

Avu ta In car:i ca di CHpo dello Stato Maggiore, po<:o prima dello sc o])lpio della gne1·ra, 11el l uglio J914, il gen. Cadorna si o(·cupò delhl riorganizzazione e rafforzamento dell' Esercito; e p1·esentò al Mini stero della guena 1111 a Memoria che esponeva le deficienze r i1:;c-ontrnte. l n particolare per qua nto interessa questo capitolo: -

drficientl' ìl mun iziona mento d elle arm i por tntill (\ delle urtigllN·i,~ cn mpali, nonch è il cnrr(:ggio; - deficienze quun titntive e qu1tlitative dcll"artiglier la (t<'Or icam(•nte assegnati ~fl 1wzzi cnmpn li pet· ogni nostro Corpo d"Armttt11, d i fronte a 144-160 peni in dota,1ione a ciascun Corpo d'Armata d<' l nemico); - P nrco d'assedio insuffici<'J1t<' per quantità e qualità del mnterhtle; ..:.... Sezioni mitrag liatrlcl scar!':(' ed incomplrtc; - organizzazione' difen!':iva insufficiente alla frontiera nor~1.ovcst (fra.n. ccse) e lungo le costP.

602 - -


'F'ORM U LA'.rE DALLO

.s ..M. Dl':L R. ESERCITO

In considerazione della situa,zione internazionale, dopo il · 2 agosto 1914, per De<:reto Reale si fece luogo all' assegna,zione dei fondi segnati nelfa II parte dello specchio A. notando che soltanto · clal novembre 1914 (R. D. 1255 del 15 noveml!te· 1914) si iniziò la vera preparazione alla. guerra.. Tali fondi furono destina.!i : a. completare le dotazioni e l'armamento; a formare i Reggimenti cl'a.rtiglieritt. cla. ca.mpa,g na non ancora. costituiti (legge del 1910); più 26 batterie (12 . someggiate cla 70 A. e 14 pesanti ·campali) oltre -alle ·14 di formazione prevista ; a trasformare da 6 a 4 pezzi _le batterie campali [Per portare a. 96 i pezzi campa.Ii di ogni Corpo d'Armata; e infine a provvedere al Parco d'assedio. · In totale dunque, le assegnazioni finanziarie .clal 21 agosto 1914 fino a tutto maggio 1915, salirono a lire 1.092.239.780, di cui 21.0.239.000 in aumento delle spese ordinarie previste nel Diseg.no di legge per le spese della. guerra per l'esercizio finanziario 191.4-lf>, e lire 882.000,780 in aumento alle spese straordk narie. Devesi notare che i 948 milioni . a.cc.orda.ti coi RR. . DD. 684 e 844 del 23 ma!tgio e 5 giugno 1915 vennero destinati all'u1t.imo completamento delle dotazioni, a:l primo impianto del servizio cli cassa ed- nl mantenimento delle truppe durante il primo mese cli mobilitazicme. In tota.le risultano, in cifra tonda, 2 miliardi ,d i lire da aggiungere a qnelli specifica.ti nella parte I dello specchio A.

* * * Relativa.mente all' .A.rtiglierin, campale, per l'agosto 1914, essendo in ritardo la definitiva progettata riorgani?:zazione già accennata, era prevista la. mobilitazione dei seguenti r eipa.rti : Reggi· menti

Categorie

N.

"

Batterie su. 6 pezii

da 87 BIda 75 A Ida 75/906

Totale

Es<'rcizio permanrnt(~

36

1

48

Hl

190.

Milizht mobile

13

36

8

8

52

49

37

56

149

242

'

Toh1.le.

.. I

- - 603 -


RICHIESTE DI RIFORNIMENTI DX 1-IA'.rf<;RTALI

Alla data predetta mancavano ancora. 5 Reggimenti elle avrebbero dovuto formarsi coi 13 Reggimenti di Milizia ;mobile. NeJl'ottobre 1914 si decise: di eliminare intanto il materiale da, 87 B. e da 75 A.; di portare in primo tempo le batterie a 4 pezzi, trasformazione già sanzionata nel 1909 (e cioè di mobilitare 968 pezzi invece cli 1.452); di ricostituire in secondo tempo, con la distribuzione del materiale da 75/ 911, le batterie a 6 pezzi; per poi im te1·zo tempo passare a batterie tutte su 4 pezzi; e così CO· stituire i 49 Reggimenti previsti, con 365 batte1·ie e 1.460 pezzi in totale (18 Reggimenti con 141 batterie con materiali da, 75/ 91.1 e il resto con materiale da 75/906). Lo sviluppo di questo programma, invero pericoloso se )a mobilitazione avesse dovuto intervenire improvvisamente, ebbe grad.nale esecuzione con alquante varianti che qui è inutile ra mmentare. Provvedimenti .di vti1fa orntura. furono !Presi per dare una efficienza maggiore all'Artiglieria da campagna. 'l'ra questi provvedimenti, accenniamo qui di seguito ai più importanti : 1°) aumento del munizionamento da 1.2000 à 1 .400 colpi pl?r przzo campale nell'agosto 1914, e poi a 1.500 colpi net marzo 1915 ; . 2<') costituzione di batterie di riservn (a fine maggio 1915: 80 battel'le); So) riduzione dl 1/6 della car ir..u. del cannoni da 75, allo scopo di aumentare la durnta delle bocche da fuoco (d11. 1.600 n 3.600 colpi);

4°) adozione di mezzi per il traino ed impiego delle urtigl.ìrrie cnmpall in montagua; 5°) abollzione dei Parcbl d'artiglieria di Corpo d' Annatu, e sostituzione con autocolonne (realizztlll'do economia di quadrupedi e di carreggio); 6•) costituzione di batterie somcgglutc col mutcriale ila 70 /1.. ritirato alle batterie da montagna (costituzione già preYista fiu dal 1913 ma non attuata); 7°) cof:tltnzloue delle previste batterie di obici da 149 pcsunti campali ; passando da 14 batterie esistenti a 28 batterie, e adozione di mezzi adatti per il traino ed impiego in motagna; 8°) rìnforzo delle poche Sezioni da 75 controaerel con materiali Ansaldo dLt 76/17 e 76/45;

9<>) rinforzo del Pnrco d'assedio. Fino all'agosto 1914 enu\O stutl comp_iuti molti progetti, studi rd esperienze con mnteriali ordinati a. Ditte estere, ma srnza arrivare a risultati conclusivi, Anche lit qnestione del traino meccanico prr rendere più mobili e meno

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604 ....:.


FORMULAT@ DALLO S.'l)'f. DEL R. ~1SEl:C1'1:0

ingombranti le batterie <l'assedio e per farle atte all'impiego in campagna al seguito delle grandi Unità, era stato oggetto di studi e di esperienze, ma nuUa era stato concretato nè comunque attuato ; era stata prevista, ma non fatta, rassegnazione di 96 automezzi pesanti e la mobilitazione d i 50 autocarri requi. siti. Venne decisa l 'assegnazione di obici da 805 (6 batterie su 2 pezzi) e di obici da 280 (7 batterie su 4 pezzi) tratti dalle opere costiere. Nel dicembre 1914 si fecero contratti con Ditte italiane per lf1 !orl}itura di trattrici e . di carri rimorchio, ed intanto, in attesa delle loro consegne, si erano assegnati al Parco d'11.sseòio (aprile 1915) : 258 autocarri d i cui 190 di r equisizione; 100) mag~iore sollecitudine nella costruzione delle mitragliatr ici Fiat, già ordinate. In via di ripiego, le Sezioni mitragliotric1 destinate alla cavalleria venivano assegnate alla fanteria, tilla quale venivano date anche le mitragliatrici Maxim, 'tenute in riserva. La distribuzione di Sezioni mitragliatrici, progetblta nel dicembre 1914, ebbe esecuzione completa soltanto net dicembre 1915;

11°) aumento di fabbricazione dì ttrmi portatili e rispettivo munizion~ mento. Nell'ottobre 1914 si formulò un programma: di completamento delle dcficienz~ esistenti; di formazione di una riserva di 300.000 armi; e di aumento della dota½ione d i munizionamento portandola a 2.000 cartuèce per ogni arma esistente. Superando tutte le difficoltà, la dotazione di ar mi raggiunse le ci:tre segnate nello specchio c.; mentre per il munizionamento, la. dotazione venne limitata a 900 colpi p<''l'. fucile mod. 91, cd a 700 colpi per moschetto; 12") aumento di mezzi ae.ronantici. Si è già notato che l' A.eronautica militare italii1na nell'agosto 1914 era in crisi. Solo 4 degli 8 dirigibili esistenti erano in condizioni di bnon servizio; solo 11 squadriglie di 1.teroplani erano pr onte, con monopla.ni biposti aventi l'a.utonomitL di ti:e ore di volo e Ut velocità da 90 a 100 km. all'ora ; altre 3 squadriglie eri:mo in .corso di preparazione. Nessun apparecchio era. in riserva.. Nell'agosto 1914 si aumentò il lavoro dei . nostTi canti<'ri per pro<'.edere al la costruzione di altri 2 dirigibili, e si riordinarono le 14 squadriglie esistenti (novembre-<licembre 1914) completandole in personale e · rnateriàle. Co1 R.D. 7 gennaio 1915 venne costituito il Corpo Aeronatuico milltare. .In base nJL'esperienza fatta cl.agli Eserciti già in guerra, fu deciso raumento del p~rsonale piloti e tecnico · nonché l'acquisto e costruzione di nuovi appa.reccbi. Il 24 maggio 1915 era.no in servizio : - S dirigibili per l'Esercito e 2 per liL Marina, - 18 squadriglie aeroplani con 58 apporecchl.

13°) aumento di mezzi automobilistici: già si è fatto cenno all'organizzazione e consistenza dell'automobilismo militare nell'ag<:>sto 1914. Dopo questa data si provvide all'acquisto di 284 autocarri di tipo medio, nonché di materiali vari di ricambio ed a.ccessori occorrenti per le rlpara.zioni, ed alla costi, tuzione di depositi di carburante. Si fecero poi ancora ulteriori acquisti di autocarri in vista della necessità di formare autocolonne di munizioni in sostituzione dei soppressi Parchi d'arti,g lieria di Corpo d' Armata, e si aumenta-

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-

605 -


JèOfll\fAZ IONE DELL'ESERCl'l'O l'l'ALIANO NE!, 'M AG GIO

-

l!)J 5

rono le ordinazioni tin o ud un totale di 2.409 autocarri allt' Ditte m1zionali Fiat, Spu, .I sottu Fraschil1i; I<· quali fec<'rO del loro meg lio e malgrado le serie difilcol.tù du. s uperare per ltl mancanza cli materie prime. Allll data. dell'entrata in Cllmpugnu si mobilitarono una quantità di d r ll(lpelli di autovetture - J)ér Comandi e s1•rvizi (sanità, sussistenza ed altri), per il servizio di mun izioui d'ar t iglieria e cli riser vtl - · ch e si raggruppal'OllO ln : - 5 Parei.li u utomobilistiei con l d eposito laboratorio ciascuno, - JS r eparti di .P arco a u tomobilistico con l ll Sezioni, l Parco a utomob ilistico cli riserva con dc'posito-laboratorio, - Sezioni per il Parco d'ass edio, per il :,wrvizl o delle forle7.zf', per li P arco del Geniò, per l'Aviazione. In totn le si ebbe : - come per sonale (ufficiali e milltn ri <li truppa.) N. 10.000, - come ma teriali: A

Autovetture e Autobus

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Motocicli

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F u costituita una riserva di <.:arburante di 18.400 tonnella te con 750 tonnellate di lubrificante (il cons umo medio giornaliero per tutto l'Esercito mobilitato era previsto in 150 tonnellate di benzina e 1fi tonneDate di lubrifican te), e distribui to in 5 Depositi centrali, destiliati al rifornimento dei 5 P archi sopra indica ti.

§ I (G)

Formazione dell'Esercito, dell'Art ig lieria, del Genio e dei Ser• vizi.

In complesso il R E sercito italiano, nel maggio 1915 entrò in gne1·ra eone seguenti gramdi Unità di mobilitazione prevedu te : -

-

1fi Cor pi d '~mata (12 perman<•nti e 3 di nuo,·a formazione) con 35 Divisioni di fan t<,r ia (25 permanenti e 10 di M ilizia Mobile) ; 1. Corpo <li cavalleria di 4 D 1visirmi;

1 Parco d ·assedio avente ltt costituzione già accennata;

-

606 -


L'ARMAMENTO PORTATILE E D'ART!GLlERIA NEL · MAGGIO

1915

- fortezze costicne e terrc•stri di 01obilita1doue tlrevista, coll'indicata assegnu.zione di bocche <1a f ùoco e cli 1Ut1nìzioni; - · 1 Corpo aeronautico costituito nel modo già detto ; 1 Corpo automobilistico c:oi mezzi inclkati al paragrafo precedente.

Complessivamente l'armamento disponibile era il seguente: -

~rmamento portatiie : - 760.000 fucili mO'd. 91 - °170.000 moschetti mod. 91 - 618 mitragliatrici.

-

armamento dell'Artiglieria : - a rtiglieria campale, 1.452 pezzi - artiglieria a cavallo, il2 pezzi - artiglieria da montagna, 200 pezzi - artiglieria someggiata, 108 pezzi - nrtigllerin contraerea, 5 pez;;;i

totale pezzi piccolo calibro 1.797. :_ artiglieria pesante campale, 192 pezzi - Parco d'assedio, 132 pezzi di medio calibro - urmamento del.le fortezze, 860 pezzi.

La proporzione di a.rtiglierie alla fanteria risulta.va pertanto (non tenendo conto delle bqccbe da fuoco assegna.te alle fortezze) : - pezzi di piccolo e medio calibro: 2,3 per 1.000 fucili; - pezzi di ,piccolo calibro: 1,9 per 1.000 fucili. Contando come bocche da fuoco di medio calibro quelle pesanti campali e del Parco d'assedio (tota.le 324), si aveva una assegmazione di 3,4 pezzi di medio calibro per ogni 10.000 fucili; mentre per le mitragliatrici l'assegnazione era di 6,6 armi per ogni 10.000 fucili. E ' a, riJevare che tale proporzione di mitragliatrici era davvero molto scarsa di front.e a quella molto più elevata dell'avversario. Circa il munizionamento si è detto partitamente nel par agrafo 1° (D) . Qui si può osservare clre, coi consumi di. munizioni ehe alcuni avevano preveduto molto eleva.ti in una guerra mo<lel'Da e che del resto si erano già, dimostrati tali nelle operazioni in Francia, dall' a.go$to 19J 4 fino alla, nostra entrata in campagna., l'Esercito nostro non sarebbe sta.to in grado di attaccare offensivamente l'avversario, come l;:i, situazione generale avrebbe -- 607 -


Sl'.l'UAZIONE DELL'INDUS'.rrtlA ITALIANA

permesso di fare, e ciò perchè, dopo i forti consumi dei pr1m1 combattimenti, per lo sfruttamento dei 1Primi successi sar~bbero rnaincate le munizioni. All'entrata in guerra le truppe del Genio erano costituite in totale da : - 14 battaglioni (114 compagnie con 95 P archi) . I pa1·ticolari delle Specialità si possono des umei-e dallo specchio E. anuesso. Dalla semplice enumerazione falta nello specchio stesso, risulta che ai repa1·ti del Genio era assegnata una grande quantità di svariatissimo materiale.

~

I (H )

S ituazione dell' industria italiana a llo scoppio delle ostilità.

L'industria militare di St ato era costituita dagli Sta.bi limenti di artiglieria (dei quali si ehhe a trattare a.mpi amente nel precedente volume VIII) e dalle Direzioni territ oriali d'artiglieria. Questi Stabilimen t i a. vero dire non hanno indol~ industriale essenzialmente perchè essi producono soltanto in modo limitato modelli di artiglierie e proietti in .studio, e sovra.tutto senza preoccU1parsi dei costi dei materiali a tal uopo prodotti. Però essi contribuirono in modo spiccato, relativamente alla loro ,potenzialità, alla prepa.1·a1.ione di armamenti, munizioni e carreggi. Gli Stabilimenti di al't.iglieria nel periodo di neu tralità erano e fnnzi.onarono attivamente durante tutta la guerra i seguenti: -

4 2 2 1 1 2 1

Officine di costruzioni d'nrtiglieria.; Arsenali di costruzioni ; Labor atori pirotecnici; Polverificio (de l Liri); Lnbora torio dl pr ecisione ; Fabbrich e d'arm i; Spolettificio.

Le Direzioni territoriali d'artiglieria, in 1n umero di. 14, eb608 -


.

ALLO SCOPPIO DELLE OS'l'ILITÀ

bero important1 compit i durante la. guerra. Esse sono segnate . nell'annesso specchio F. Le Direzioni di artiglieria, in tempo çli pace erano le cqnsegnatarie ed amministratrici di materiali d'armamento, di munizioni (dotazioni di cartucce, polveri e proietti di artiglieria,) e -d i carreggi; ed avevano delle Officine per riparazioni, le quali, per le Direzioni più. iuiporta,nti, era.no divenute dei veri .piccoli Stabilimenti. In linea amministrativa, ta.nto gli Stabilimenti quanto le Direzioni di artiglieria, dipendevano dal Ministero della guerra (Direzione generale di Artiglieria e Genio) ; in Jio1ea tecnica, gli Sta,hilimenti (e con essi la Direzione delle esperienze) facevano capo all'Ispettorato delle costruzioni di artiglieri~. -· çrn Sta,bilimenti, già dal tempo di pace, ricorreva.no all'industria privat a ed al commercio, ll)er l'allestimento dei Parchi di materiale o finito o da finirsi nelle Officine milita.ri, e per l'acquisto di materie. prime. Poco primà del periodo di neutra-· li.tà l'Esercito ebbe anche a rifornirsi di armi dall'indu'stria privata, ma, in proporzioni limit ate, e, come già accennato, si commise al gruppo Vickers-Tenni la fornitura ,d el materiale campale da '75 mod. 911, ed a.Ila. Ga.s a Armstrong di Pozzuoli, que1la di obici da, 305. Così. pme le Direzioni d'a.rtiglieria, per l 'acquisto di materie prime e di materiali di consumo, si rivolgevano al commercio privato, e pertanto questi Enti intensi:fieando ed estendendo alquanto le loro già ordiharie attribuzioni, si trovarono in condizioni cl.i prestare un servizio utilissimo per i rifornimenti. · Il citato specchio F. compendia brevemente la costituzione in personale militare, civile ed operai.o, deg·li Sta,bilimenti e delle Direzioni d'artiglieria nell'anteguerra (numeri non in parentesi) . Sebbene estranea a.11'.Arma. d'artiglieria. merita di venir compresa, nell'industria militare l 1 0:fficitI1a, del Genio di Pavia che in tempo di pace era cl<~st.ina.ta alla prepara.zione di artifìzi ed attrezzi per minatori (iniziatori, micce e simili), nonchè di equipaggi cla ponte e carreggi d.e l Geni.o . Questa importante Officina durante il periodo di neutralità intensificò al massimo -

609 -


L'INDUSTRIA PRIVATA IN l 'tALIA

ii suo lavoro per completare tµtte le ,dotazioni previste per la mobilitazioni dei reparti del genio militare. . .,\lna.logo cenno va fatto per le Officine del battaglione specialisti di Roma, d·e stinate alla fabbrica,zione di aerostati e poi, più tardi, di a1pparecchi per l'avia.z ione; ed un ceni10 ancora va fatto per la Farmacia Centrale Militare (benemerita per la fabbricazione del Chinino di Sta.to), che concorse non solo alla formazione delle ampie dotazioni sanitarie di mobi.:. litazione, ma anche alla fornitura assai accresciuta, di mezzi sanitari nel periodo di neutralità,, e quindi poi, col concorso efficace dell'industria na.ziona.le, nel periodo · di guerra.

sI

(I)

L'industria privata in Italia.

Le condizioni :finanziarie del Paese nel periodo di neutralità non erano liete, ed ebbero quitnai una, sensibile ripercussione sull'industria privata, nel senso cli aggra,1 arne gli sforzi necessari per corrispondere alle straordinarie esigenze imposte per preparare le nostre forze armate per la guerra. Nell' agostò 1914, allo scoppio della guerra. mondiale perduravano le conseguenze della crisi :finanziaria 1907-1911, che aveva gravemente colpito ovu,nque e particolarmente in Italia le ind.ustrie side-· rurgiche, miner'.a.rie, dei combustibili (carboni) e dei trasporti ma.rittimi. Inoltre 11el patrimonio globale di ricchezza nazionale era.no ancora risentite le conseguenze delle perdite causate dal terremoto ca.la.bro-siculo del 1908 (circa 4 miliardi in cifra tonda.) , e da.Ila guerra di Libia (che gravò sulla :finanza nazionale per circa 2 J.Uiliardi di lire): Eranvi poi ancor:_a preesistenti disavanzi rileva.nti di bilancio, e nell'agosto 1914, sensibili rialzi dei prezzi, e crisi negli Enti ba.ncari ed in talune industrie. Per tutti questi motivi fu indispensabile l'intervento dello Stato che si esplicò : -

con i provve<I:imenti a favore delle Banche, limit::llJdo i l ritiro affrettato per parte dei depositanti e impedendo l a tesaurizzazione di spezza.ti .d'argento;

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610 -


NEL PEillODO DI NEU'.l:RALI'f1 ED ALLO SCOPPIO DELLE OSTILITÀ

-

con l'emiss ione di biglietti di stato da. 10 e da 5 lire, di Buoni di c.!Sfffi. da 2 lire e da 1 lira, e di spezzati d'argento; - con l'aumento cli anticipazioni al Tesoro l)er parte degli .I stituti di emissione ; - con l'aumento della circolazione bancaria ; - e.olla concessione di talune moratorie.

Fortunatamente per merito degli energici provvedimenti governativi e per l'attività intelligente dei nostri industria.li, nello stesso periodo di neutralità si ebbe un aecenno di ripresa in ta.lu:ne industl'ie, e specialmente ~n quella tessile, chimica, metallurgica e meccanica; e, malgrado il rialzo dei prezzi, si manifestò un aumento della nostra esportazione, a ta.l punto che la bilancia commerciale, in for te disava,nzo verso l' estero nel 1912 e 1913, si ridusse di molto nel 1914-15. Però, ad ònta di questo accemio di migliora.mento, può dirsi che le !Ilostre si~ tuazioni :finanziaria ed industriale, nel periodo di neutralità ed all'atto della nostra entrata in guerra, non eraJUo floride; ed alla nost ra debolezza finanziaria, alla instabile circola,zione monetaria, al non lauto redqito privato, si . univano i fattori negativi di un'industria nazionale complessivame:nte scarsa, e di insufficienti mezzi di trasporto, sovratutto ma,rittimi: Orga.ni direttivi statali con la missione di avviare l'iudustria privata acl un lavoro coordinato, era,no stati formati: - uno la Commissio1H! Suprema. .Mista per la difesa deJJ.o Stato (istituita con legge N. iJ15 del. 17 luglio 1910, modificata dal R.D. N. 282 del 9 agosto 1914), che avevtL il compito <li pronur1ciarsi, in te.rnpo d,i pace, su tutte le questioni s alienti che rigua rdavano la difesa militare clel Paese, e costituita da ufficiali generali dell.'ESE!rCito e della ;t\'Iarina e presieduta dal Pl·esidcnte del Consiglio dei ministri ; - l'tLltro, incaricato (li disciplinare il servizio d<igli approvvigiona.menti d,i tntte le ,Amministrazioni dello Stato, e di fornire all'inclu<;tria. na2,ionale le ma.terie prime necessarie per un lltvoro regolare e continuo, ed u, prezzi convenienti, er.a. la Commissione Consultiva per gli approv, vigionamenti dello SULto (istituibt con .R .D. del 18 gennaio 1012) .

1Questa, seconda Commissione, · allo scoppio della guerra mondiale non aveva avuto il tempo di raccogliere tutti gli elementi cli base l])er il suo funzionamento; e tanto meno di esercitare sull'industria nazionale una qualsiasi influenza coordinatrice. Oosicchè il periodo di neutralità si infaiò, e trascorse -611 -


CONOIZI0Nl DELLT!, PRINCIPALI INDUSTRIE PRIVATE

tutto, senza, che l'azione di questa seconda Oommissione Consultiva si fosse in qualche modo fatta sentire, e per;ciò al Governo non rimase che agire direttame.nte per mezzo degli Organi ordinari dei Ministeri : spingendo gli Stabilimenti mnitari ad intensificare al ma,ssimo la produzione e ~d aumentare fino al possibile i mezzi di fabbricazione; ed assegnando a quelle industrie private, che già avevano cooperato con gli Stabilimenti militari, le pod1e ordi1n azioni che esse erano a.llora in grado di assumere.

§ I (L)

Condizioni delle principali industrie.

Ciò premesso conviene dare un rapido sguardo sulle condizioni delle industrie che hanno dato il maggior concorso alla fabbricazione dei rifornimenti di guerra. Eccezion fatta per l'industria tessile che nel periodo di cui trattiamo si trovava in crisi di sovra.produzione (più di 8 milioni di kg. di :filati, prodotti e conservati i1n magazzino, stati poi riassorbiti per i bisogni dell'Esercito), e per l'industria automobilistica, in tutto il resto l'industria privata era insufficiente ai bisogni, tanto che nel periodo cli neutralità essa non potè dare <:.he u:n limitato concorso ai rifornimenti richiesti. Infatti illel pel'iodo considerato non potè essere provveduto : alFequipaggiamento (vestia,rio, equipaggi-amento ecc., allora deficiente); all'allestimento cli ba.ttel'ie campali e di mitragliatrici; al completamento delle dotu,zioni cli munizioni ed alla costituzione di una piccola, riserva delle medesime; nè venne studiato un vasto e completo pt·ogramma da ,effettuare immediatamente allo scopo di sistemare e disciplinare l'industria priva,ta· pe1· prepara,r la a fabbri:care i numerosi ed abbollldanti materia,Ji bellici, specialmente munizioni ed armi, ma.teriaJi che 110n era,no allora per anco preveduti dalle varie nostre Antorità .(previsioni che del resto non era.no intraviste nep:pure nelle a.1tre }fazioni belligeranti, meglio provvedute dal punto· di vista industriale). -

612 -


DURANTE IL PERIODO DI NEUTRALITÀ

Relativamente alle industrie siderurgiche e metallurgiche conviene menzionare che l'estrazione annua del minerale di ferro (in prevalenza dall'isola d'Elba e alqua,nto meno dalla Sardegna), fu di ton nellate 330.000 circa. negli anni precedelllti il 1914, e di tonnella te 700.000 circa nel 1914; che la produzione iù questi stessi anni di tonnellate 400.000 d i ghisa e di poco meno ,d i 1 milione di tonnellate di acciaio (con l a importazione dall'este,'o di circa 200.000 tonnellate di ghisa, e 300.000 tonnellate di rottami) sopperiva soltanto al 70% circa delle necess.ità nazionali di quegli stessi a nni anteriori alla . guerra; che nel 1914 la, produzione nazionale complessiva di ghisa e acciaio salì a t onnellate 1.296.000 e con 482.000 tonnellate importate in più potè soddisfare alle esigenze del Paese per circa il 73%. Questo lavoro ve:nne compiuto da 7 altiforni a coke, 5 altiforni a legna, 1 a1toforno elettrico, e da 53 forni Martin-Siemens, da 2 convertit ori e da 7 forni elettrici. I n ItaJia la produzione di leghe ferro -metalliche e di acciai speciali era in tutto da 4 a, 5 tonnellate annue. Qua:nto ai minerali di altri metalli : 1.0 ) scarsi erano quelli dl rame. (per cui si richiedeva. un'importazione di rottami vcr eirca il 90 per eento del.la produzione pre-bellica) che salivano nel p~!riodo ante-bellico a circa 80.000 tounc~Jlate ed aumenta.va.no aà 87.000 toùnellate nel ]014, con la produzione comparativa d i rame e !'<Ue leghe, qua.le ris ul tH. dallo specchio seg\1ente :

l'rnduzione nllzionale Tonn.

D.i importazione 'l'onn.

anteg uernt

H.300

30.000

1914

3.300

2:JOOO

Ef)OC!Je

in fusioni o lavorazioni di tubi, fili o lamiere; . 2<>) abbondante era il minerale di zinco (158.000 tonnellate annue ante. gm•na e voco meno nel 1914) che veniva qunsi t utto esportato e trnsfor mato all'estero, CQP il conseguente svantaggio · di umt forte importazione <li metallo affinato o di materia.li lavorati, e della scarsità in Pae!le, dì Officine di tnisformazionc. In complesso si ebbe :

-

613-


CONOTZ IONI DELLE 11'DUS'L'HIE MECCANICHE

Minerali di :r.inco Epoche

prod,01,ionc nazionale tonn.

esportazione tonn.

antegucnu

lGS.000

145.000

1914

146.000

90.000

Zinco metallico produzio11e miziouale t onn.

-

importazione tonn.

18.000

HOOO

3°) più ricco eru il minerale tli piombo orgt·ntif.0ro (42.000 tonnl'llttte nnn11c unte-gul'JTl~ e 44.000 Ltmncl.l ute ne.I. l.9l.4; quns l tutta gn lt~mi a rgentifera) elle veniva luvontto in Pae,;e " con tmn produz\0J1c di cir ca il 70 % de l con~nmo per purte di un sufilcient<' n umero di Oflicinc d i trasformazione; 40) pure ricca ern l'esistenza di minenLli di alluminio; e abbastanza cousidcrcvo le era la produzione di 8.000 tonnellate annue in I?iws<.>;

50) ùiscreta e1·a la produzione ili m<.> r cnrio (circa 1.000 tonn<.>llnle annue 11nteguerrn e 1.100 to11nellatc nel 1914); destinata in gran parte all'<.>!':portazionc ; 60) ubbouùantc l'cstrazioue cli Pirite d1 f0no (nncht• cuprifern), pure .ln gran parte destinata all'esportazione. Grnn(ll progxessi t•1,ano stati raggiunti nell'1•sti·Hzione di qu esto minerale, raggiu.ng(•ndo u na pr oduzione ili 233.000 tonnellate annue n el p<'riodo pre-b<'llico, che div<'nnero 336.000 nel lOH; 7°) notevole la produzione ùi zolfo greggio, esriortato ìu quanlilà considerevole (procluzione di circa 400 tounellatc an1tuc fino al 1913 e poco meno nel 1014).

§ I (M )

Le industrie m eccaniche.

·Circa le industrie meccan iche si premette a. sèofl)O di chiarezza che esse comprendono genericamente le industrie che, mediante l 'impiego di macchine, trasformano ma terie pi-ime, come metalli, legnami ed altro materiale da costruzione, in og·getti finiti di uso corrente . Esse sommariamente sono rappresea1ta.te: -

dn Officin<' di <•o.<;truzioni in ferro, acciaio, ghisn. lt'gname (•d altro; da. Oflic ine cli cm:n.·uzioni e r i1)ara11io11i lii macchini', c-ome : èn l<laie, motori, n,,tomohili, biciclette, ncr.oplnni, dìrìglblli, locomotil·e, carri frrroviari e simili:

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614 -


NEL PERIODO DELLA NEU'.l:RALI'l'À

-

dit Officine 11er la costruzione di armi , come :fucili, pi::;tolc, !llitragliatrici, proietti e simi li.

Alle industrie meccaniche appartiene l'industria militare degli Stabilimenti militari di Stato, eccezion fatta di quelli destinati alla. preparazione .d i polveri ed esplosivi di guerra.

* * * Le nostre industrie meccaniche, malgrado i non trascurabili progressi fatti negli ultimi anni, all'epoca della neutralità ~i trovarono in condizioni non sufficienti· per la, pronta, preparazione di tutti i materiali occorrenti per la guerra. Anzitutto E>rano necessarie trasformazioni non indiffereinti delle Officine e del macchinario per la lavorazione dei vari materiali bellici ; nonchè mutamenti d'indirizzo, sia dei concetti per il !Personale dirigente, sia di organizzazione e di procedimenti di lavoro per le maestranze. Tutte ta.li trasformazioni e tutte 1e co:nseguenti innovaziòni, anche in altri Paesi già possedenti un'industria meccanica molto più solida e molto più estesa, richiesero parecchio tempo e diedero luogo a dannose incertezzè ed ·a ritardi nelle forniture. In secondo luogo le nostre industrie meccaniche, già non sufficienti per i normali bisogni nazionali, lo erano meno che meno per tutta la molto aumentata produzione di guerra.. Da ultimo la scarsità di ma,terie prime, per le quali qnelle industrie dipendevamo in molta parte dalla, importazione, rendeva molto modesto il suo rendimento complessivo. Per da.re un' idea esatta delle c011dizioni delle industrie meccaniche, sarebbe troppo lunga una citazione, sia pure sommaria,, dei capitali in esse investiti, della. loro potenza individua.le in maestranze, in nia,c chinario e in produzione. Per brevità converrà limita.rei ad un'esposizione più comprensiva,, fondata sui dati degli scambi internazionali, tanto più che alcunir dei dati particolareggiati, che sarebbero altrimenti da esporsi, sono incerti e difficilment e !)aragona.bili fra loro per ragioni di indole commerciale e monetaria. Così può dirsi, che nell'anno 1913 e nel 1914, per le industrie meccanìche si ebbero le seguenti importazioni ed esportazioni : ~

615 -


C01'' DlZI0NI DELLE DIVERSE INDUSTRIE MECCAN ICllE

I mpot ta zlone

Espo rtazione

% dell 'imporAnni

va lore .in lire

tazione totale

valore in lir e

ifaLiane

per le ind. meecaniche

italiaue

% dell'esport. totale per le incl. meccan.

.1913

364 miliardi

65 %

104 miliardi

72

%

1914

292 miliurdi

52 %

110 miliatdi

7f),5

%

Per tutti i rimanenti prodotti delle altre industrie si ebbe invece: Imp o rtaz i on e

italiane

1913 1914

I

I

Esporta zi one

% cli totale import. pe1· le valore in lir e in d. diverse ita.liime dalle lllCCCH JI.

valor e in lire

Anni

I

195 mi liardi

I

151 m iliardi

J

I

3-;) O,oL

I

34 %

I

% di totale esport. per le in d. diversP. dalle . meccan.

41 m ilinrcli

28 1,

27 miliardi

24,5 %

Per quanto concerne il periodo di neutralità, si può dire :fin d'ora, a conferma. di quanto precedentemente si è accennato, che le importazioni 1 in valore assoluto, haillno una netta superiorità sulle. eslPortazioni, specialmente per le industrie diverse dalle industrie meccaniche. Per le industrie· meccaniche la. disparità non è cosi alta, e ciò in conseguenza delle notevoli vendite all'estero di ;materiali automobilistici prodotti dalla nostra già fiorente industria auto;mobilistica, :fin da allora progredita · ed estesa. Per le stesse i111dustrie meccaniche poi, le cifre sia. di importazione che di esportazione sono alquanto pi ù elevate che non per le rimanenti industrie non meccaniche. Nel complesso, per· tutte le nost re industrie si deve riconoscere il nostro stato di dipendenza dall'estero. Il nostro interve111to i n gueÌ·ra, se pur non fecé variare di molto le esportazioni, ebbe però per risulta.to di perturbare il mercato aumentando sen-

616-


LE INDUSTRlE AUTOMOBILlS'rICilE ED Al<-:RONAU'rICHE

sibilmente le nostre importazioni e provocando conseguentemente nuove difficoltà che si aggiunsero a.Ile 1Preesiste111ti e che la nostra industria ebbe a superare.

§ I (N)

Le industrie Automobilistica, Aeronautica e Chimica.

Fra le industrie meccaniche, la più fì.ore:nte in Italia, nell'anteguerra era quella automobilistica che già si era brillantemente affermata in Italia e fùori, e che esportava in ampia misura. Nel periodo di neutralità,, oltre alle forniture all'Esercito le quali permisero di portare le dota,zioni iniziali di guerra ai quantitativi già precedootemente indicati, nei due anni precedenti la nostra entrata in guerra,, la produzione automobilistira in unità-veicolo era la seguente : A n

11

i

1 9l 4

1913

Veicoli

-importi1:.1ione

I

esportaziou~

I "importa½ionc

J

espo r tazlon(:

Autovetture compresi autOCUlTÌ

Motnr.ic li

1.360

1.208

4.04',

2.094

3.291

e doè l'esportazione era da due a tre volte maggiore dell'importazione. Inoltre l'industria automobilistica era già attrezzata per una produzione considerevole; tanto che, provveduta eonvenientemeinte di matel'ie prime, era la sola. industria in gra,do di sopperire ad ogni maggior· richiesta per la guerra. Ed infatti -d urante la, guerra, essa· se1Ppe sopperire in tutto agli aumentati e grandi ,,.bisogni dell'Eserc~ito, e riuscì a.nzi ad esportare anche autoveicoli per gli Alleati. L'industria aeronautica privata. era pressochè nulla o quanto meno agli inizi, ed in massima. era limitata a qualche -

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LE INDUSTRIE CHIMICHE

fabbricazione riproclucemlo tipi brevetta ti all'estero e fabbricati in Italia con mano d'opera straniera. Soltanto dopo cominciata, la guerra :nel 1914, fa, nostra inclustrfa ebbe forte impulso a fare da sè, dapprima per {ahbricare apparecchi di modello estero ma con maestranze nazionali, e in seguito per costruire apparecchi di ideazione prettamente italiana (Caproni).

Le industrie chimiche 111ell'anteguerra e nel periodo di cui trattiamo, av(~vano qualche consistenza soltanto per fa ,parte << inorganica >> per la fabbricazio ne specialmente dell'acido solforico e di altri. acidi, e degli esplosivi. Era inve<:,e quasi nulla per la parte~ « organica >> a causa della mancanza, di carbon fossile; con produzione minima dei derivati dalla, fabbri.cazioile del gas illuminante, destinati a1la, preparazione di esplosivi, cli prodotti farmaceutici e di materie coloranti. In tutto questo enmpo si em dipendenti dall'estero. Chiuso o pressochè chiuso il mercato tedesco nel pehodo di nentralit:ì,, la nostra industria c:hirnica si interessò specialmente alla fabbdca,zione di colori, di medicinali e materiali fotogra,fici, ma, in ,p iccole proporzioni e senza g1·ande snceesso, studiando e ricercando una migliore uti.lizzazio:ne clei prodotti d(~lla distillazione del carbone. Non fa, dn:nque meraviglia se clura.nte la guerra l'industria stessa J'i!';11lh'> iJ1s11ffì.eiente per l'fillestimento degli esplosivi. Gli esplosivi venivano preparati essenziaJmente nel P olverifìeio milihue del Liri e nello Stabilimento Nobel di Avi-· 12:linirn . Già, in tempo di pace erano sorte altre fahbriehe come , -

la S.T.P.R di Cengio, per Ja dinam ite ed altxi esplosivi' industriali e per la rm)parazione del tri to lo per la. R. Ma.r inu; - le Succursali de lla Ditta Nobel di Av igliana iniz-iate n el 1913 n. Carmignano (Firenze) <~d a Pallerone presso Anlla; - i dinamitifìci d i Antigori (Sardegna), B oceda. (Massa Carrara) e di St\gn.i · (Roma) .

Nel periodo di neutralità sorsero nuove fabbriche della Ditta S.I.P.E. e qna.lehe altrn. minore. Eccezion fatta .per l'a-

618 -


LE INDUSTRIE DffiLLA GO:M MA

ci.do solforico, del quale 1a produzione annua a:nteguerra, era. di circa, 4 milioni di quintali e di 14.000 quinta.Jr di oleum (con esportazione abbastanza rileva.nte); e per l'acido nitrico ottenuto dal nitrato sodico e non a.ncora, coi nuovi procedimenti ,d ell'aria atmosferica, l' industria degli esplosivi difettava, come tutte le altre, di materie prime qua.Ji : cotone, gli.ceri:na, idrocarburi, acetone, benzolo e toluolo. Circa la preparazione dei gas tossici da combattimento .e dei mezr,i antigas, nu1la esisteva, naturalmente, perchè l'impiego di <1uest.i non era affatto ,p revisto ed avvenne, come è noto, di sorpresa durante la guerra. I prodotti farmaceutici e sanitari. 1per l' Esercito erano forniti., in tempo di pace, in misura sufficiente dalla Farmacia centrale militare che aveva anche formato dotazioni di guerra abbastanza cospicue. Iin soccorso di questo Sta,bilimento, nel periodo ·d i neutralità, cooperarono altre fabbriche dell'industria privata g'ià esistenti in Paese.

§ I (0)

Le industrie della Gomma, dei Combustibili e dei Trasporti.

Le altre industrie da considerare in ordine cli importanza per la preparazione di materiale bellico, nel periodo di neutralità sono: 10) l'industria della gomma elastica per cof<truzioni automobilistiche ed al tro : industria abbastanza bene affermata in Ttft lia. seppure. dipc>ndentc totalmente dall'estero per le materie pr.ime, m1L espo1·tatrice· di manufatti varii specialmente automobilistici (e continuò ad esserlo anche durante la guerra). I dati qui appresso .d anno un'idea sintetica delle condizioni di <}UE)Stt L industria :

Importazione gomma elastica Anni

Pneuma'tici da auto importazione in quintali

in quint~lli

,,,.

esportazione in quintali

1913

28.500

15.200

27.400

1914

30.500

12.600

37.400

• -

619 ·-


LE INDUSTRIE DEI COMBUSTIBILI

Questa industria coll'accrescìuta im11ortazione di mat<'rie prime seppe far fronte a t utte le ingenti necessità del periodo di guerra; 2<>) l'industritl dei combustibili industdali, in particolare del carbon fossile - estratto in Italia soltan to per una minima e trascurabile parte de]. fab. blsogno nazionale - e impol'tato, nell'ankgnerra, in media per 10.500.000 tonnellate annue (90 % dall'Inghilterra e dal!' Am0ricn., 10 % dalla Germanìa e dall'Austria) per un consumo di circa 11 milioni di tonnelra te, poteva ritenersi così d.istribuito per le varie destinazioni di impiego:

Consumo annuo in . ton nella te

I

Impiego

% della totale quantità consumata nel.l'anno

Trasporti (fenovle, ecc.) .

3.600.000

32,7

Industrie metallurgiebe e meecaniehe

2.000.000

18,2.

Altre industrie

3.4(i0.000

3J ,3

Gns ed elettl"ieità .

1.800.000

lG,4

150.000

1,4

Riscaldamento, usi domestici Totali . .

11.000.000

100

Lo strettissimo fabbisogno era in media di 9.(l00.000 tonnellate annue, provenienti dai vu.ri Paesi dell'estero nelle misure sottosegnate: - Inghilterra tonnellate 8 .349.000 - Germania l) 837.000 - Austria )) 67.000 - Stati Uniti d',America )) 887.000 )) - Alt'Ti Paesi 11.000 Totale tonnellate

9.617.000

Scars,l era l'estrazione e scarso l'impiego clella lignite di cui l'Italia aveva giacimenti importanti. Nell'anteguerra l'estrazione a11nua ammontava. infatti a sole ()10.000 tonnellate circa : tale combustibile era destinato, ad usi s<'conclari, come ferrovie locali a. scartamento ridotto, tn1nvie e usi domestici; 3°) molto r idotta era l'estrazione cli olii minerali in Italift, in particolàre di petrol.io. La produzione di petrolio nell'Emilia. (Salsomaggiore e località rirossìme) era al massimo di circa 10.000 tonnellate annue, quantità invero trascurabile rispetto all'ordinario consumo. L'estrnzionc del petrolio, incrementata durante la. guerra, diede qualcosa di più e iwrt,rnto le accresciute necessità spinsero alla produzione di olii minerali dalla clistil lnzionc di roccie asfaltiche ·e di seisti bituminos.i.

• -

620 -


LE IND US'.l'RlE DEr '.l'RASPORTI

* * * L'industria dei trasporti comprende essenzialmente l'industria ferrovia.ria di Stato, quella della !llaviga,zione marittima e quella della navigazione interna. Relat~va.mente alle ferrovie devesi accennare che nel periodo della neutralità esse disponevano di materiale mobile nella misura seguente: - locomotive N. 5.322 ; - vettnte viaggiatori .N . 10.215; - carri merci N. 101.260.

ossia una dotazione da considerarsi buona e sufficiente per le necessità di trasporto per la mobilitazione e per i rifomimenti dell'Esercito. Tanto è vero che nel corso della guerra gli aumenti di materia.le mobile furono molto limitati e t utta la spesa e le difficoltà del servizio consistettero nella sostituzione e rill)arazione del materiale stesso assoggettato a maggiore logorio. Non così può dirsi degli impianti fissi e cioè della rete ferroviaria e delle sta7,ioni coi loro raddoppi e piani cli carico e scarico . Lo Stato Maggiore dell'Esercito da molti anni aveva ripetuta.mente fatte presenti le esigenze ferroviarie, cioè le necessi tà del ra,ddoppio di talune linee dei Veneto, della costruzione di certi. tronchi di linea, dell'ampliamento di binari e piani di carico e scarico. Ma, i va.ri Governi succedutisi in que·gli · anni, per ferree ragioni :finanziarie aYevano differito og111i pl'ovvedimento al riguardo. L'industria della navigazior1e marittima nell'anteguerr a non era ancora alPaltezza dei compiti ad essa demandati (di trasporta.re cioè circa i tre quarti di tutte le merci dirette all 'estero o importate dall'estero) , tanto che poco meno della metà di tali t rasporti era a.ffidato a naviglio estero. La navigazione interna aveva, mezzi molto limitati, specialmente per rispetto all 'estesa rete di fiumi e canali, rete che 1 seippure non ben predisposta . f! sistemata qua!llto ad impianti e condizioni di navigabilità, si estendeva. appunto nelle regioni lombarde e venete. Il battaglione Lagunari di sede in Venezia -

621 -


LE INDUSTrtm 'l'ESSlLI

possedeva pochi na.tanti; un certo numeri di natanti di proprietà privata percorreva alcuni tratti limitati de11a rete disponibile, per il trasporto ·di derra.te povere (lastre di granito, legna.mi dai laghi lombardi fino a Milano e Pavia., barba bietole, foraggi e paglia nel Polesine). Non era· costi.tuito alcun Ente nè pubblico nè privato per l'est=:rcizio corrente della rete cli navigazione interna: Il Magistrato delle a<:qne residente in Ve1nezia, sovraintendeva. alle <:ostruzioni di canali e di conche, ed alla sistemazione dei maggiori fiumi dell'Italia settentl'ionale. Pur con mezzi così. limita.ti, dagli studi di mobilitazione era previsto l'impiego di natanti per lo sgombro dei feriti (ambulanza fluviale della Croce Rossa), ma però in pratica, si preferì di (11011 ricorrere a questo mezzo sussidiario perchè troppo lento e rièp.iedente d'altra parte un personale molto numeroso. Si vedrà nel seguito come la guerra abbia stimolato la raccolta, di mezzi e la costituzione di un servizio di navigazione interna che riuscì a sca,rica.re abbastanza bene le ferrovie dal trasporto cli rifornimenti, per i quali la, lentezza del viaggio per . via d'acqua non rappresentava un inconveniente intollerabile.

§ I (P)

Le industrie Tessili, del Cuoio e delle Calzature.

Frà le industrie tessili, la così detta industria cotoniera el'a n<~ll'antegnerra. i11 floride condizioni così da poter esportare largamente. Come già si è accennato essa, nel p(~rioclo cli neuiTa,lità, aveva in magazzino pi ù di S milioni di chilogrammi di filati i1nvenduti, che i preparativi per la mobilit~zione, assorbir <mo abbastanza, presto. L'industria, laniera sebbene avesse compiuto rilevanti iprogressi tecnici cli fabbricazione e di im,pianti, e sebbene la sua pl'odmlione fosse salita a 250.000 quinta.li annui, nel periodo di nentralità non riuscì. a. sopperire al fabbisogno del consumo mu;ionale. Essa. rinscì pertanto a provvedere il nuovo panno grigio -verde in quantità sufficiente per ripianare le dotazioni di -

622 -


.LE INOUS'.CRIBJ DEL CUOlO E DELLE CALZA'l'U HW

tutti i depositi, con una produzione di circa 3.800.000 metri del panno stesso. Purtroppo le due predette industrie - l aniera e cotoniera - erano dipendenti dall 'estero per le materie prime (cotone e lana provenivano da Colonie inglesi); ma fi.ntantochè le materie !!)rime non fecero difetto, le fabbriche nazionali di filati di cotone e di panno riusdrouo a sopperire a tutti i bisogni di mobilitazione e di guerra, ed anche, in alcuni periodo più fa. vorevoli, ad esportare.

Nel periodo di neutralità, l 'industria del cuoio e delle calzature era salita a rilevante importail1za perchè in Paese trovavansi le materie prime di pelli e di materie c.oneianti. La produzione era esuberante al consumo interno e ·veniva in parte esportata: .P~!lll grc•ggie e

P d li conciate scnzn. pelo a I cromo Ycrniciate

salati~ Anni

Iroportaz. quint.

Esportaz. quint.

Importai,. quin t.

1913

216.000

252.000

20.500

1914

96.000

176.000

27.000

Esportaz. quint.

Si omette per brevità di accennare ad altre industrie mi·· nori (per materiali da costruzione, lat erizi, cementi, prodotti . alimentari, per la elaborazione dei grassi, per la carta ed altre), abbastanza fiorenti nell'anteguerra.

*

it

*

In 0onclusione l'industria italiana nel periodo di neutrali tà, e ·d i anteguera , si trovava in generale in condizioni poco floride 1Per compiere immediatamente il grande sforzo voluto <falla guerra. Quasi tutte le industrie italiane erano infatti purtroppo strettamente dipendenti dall'estero per le materie -

623 -


LE CONDIZIONI DELJ}INDUS'l'RIA l'l'ALlL\NA NrnL PERfODO DELLA NEU~ALI'l'À

prime. A questo grave ostacolo basilare si aggiungevano la situ azione finanziaria generale, incerta e malferma, ed il fatto che il G-0verno nulla aveva predisposto per una pronta trasformazione dell'indust ria per le necessità di guerra. Con grande energia, la nostra industria lottava bensì per UJna brillante risurrezione, ma procedeva lentamente sulla via ·d el progresso a causa dei molti ostacoli da noi precedentemente indicati e in conseguenza delle difficoltà residuate dalle condizioni del passa,to. Molto infatti la nostra industria a,veva già fatto: alcune~ di esse avevam.o raggiunto nno sviluppo abbastanza florido, e molto già si era ottenuto nel miglioramento tecnico-professionale -del personale direttivo, nell'affinamento e nella abilità, h1 vorativa delle maestranze. Valendosi della es:p erienza dei Paesi esteri ind1;1strialmente più progrediti, studiandone gli irnpi.anti e imp.r atiehendosi delle loro organizzaziOln i ,d i lav-0ro si ernno eonseguiti notevoli perfe?;ionamenti nel macchinario, celerità e miglioramen to nelJe produzioni, e, quello che più importa, pei· meri to sovrat.utto delle nostre Scuole cli ingegneria, i di. 1·igentì jndustriali avevano notevolmente e razionalmctlìte al· la.rgato le Joro conoscenze tecniche e tecnologiche, si ter. ,wnno in corrente degli studi e dei progressi conseguiti, e con coraggiose iniziative applicavano i metodi di organizzazione e di direzione propri.i della grande industria . In sostanza l'industrin italiana, se non nella estensione dei prodot ti, aveva in modo prodigioso progredito nello spiritò e m~i. metodi; si erauo così formate una eletta schiera di. dirigen ti e 1111a numerosa massa di macstra111ze abili e specializ:r,ate, ed <>.ra, sorta una. quantità. di impianti pe1'fezionati che, in altre più fa.vorcvoli condizioni ì1vrebhero condotto ad mia, grande floridezza di risultati.. Questo spiega come, ma.lgrado i fattori negativi. suincliea.ti, la nostra inclnstria ri.uscl, sotto una di'. rezione statale unitnr·ia, j,n telligente ed energica, a superare tntte le diffìcoJ.tà. che le si presentarono per soddisfa.re alle grandi esigenze che la gueera quasi improvvisamente le impose.

-

624 -


AUMEN'l'O OIDl,LE GRANDI U NITÀ DURANTE LA GUERR'A

§ Il

PERIODO DELLA GUERRA = AUMENTI SUCCESSIVI DELLE GRANDI UNITA' DAL ,19;5 AL 191 8 • PROGRESS I NEGLI ARMA= MENTI • AUMENTI GRADUALI DE LLE UNITA' O'ARTIGLIE= RIA = P ERDIT E DI MA TERIALI NEL RIPIEGAMENTO SU L PIA• VE = D ENSITA' DI SCHIERAMENTO OELL'ARTIOLIERIA . CON• SUMI' 01 MUNIZIONI • ARMI PORTATILI E MITRAGLIATRICI • MUNIZIONAMENTO, = FABBRICAZIONE E CONSUMO . ALTRE ARMI • AERON AUTICA = AUTOMOBILISMO . SERVIZI (ARTI• OLIERIA = GENIO · SANITARIO = COMMISSARIATO) • SERVIZI (AERONAUTICO • AUTOMOBILISTICO = IDRI CO = LEGNAMI • COSTR UZIONI • POSTA MILITARE , ROTTAMI ) = LA REGIA MARINA.

§ Il (A)

Aumenti successivi delle Grandi Unità dal 1915 al 191 8 , Pro= g ress i negli armamenti.

Infaiata la guerra, il Coma,nd o Supremo p1:opose a.I Governo il rafforzame:nto delle grande Unità esistenti, con una maggiore assegna7,ione di artiglieria pesante, e formulò un programma. di ~ngr·andi:mento dell'Esercito pe1: Ja ip rimavera del 1916 che, i n qualche. modo r idotto dal Ministero, condusse entro il 19l G alla formazione di nuovi 6 Corpi d'Armata con 13 Divisioni di fanteria, di cn i 8 d~ nuova formazione (la 38" e dalla 43" alla, 49"' compresa), e 5 risnltanti dalla, trasfol'm.azione ·di . altrettanti Comandi t attici pre-esistenti (3G", 37", 50\ 5P e 56") : cosicchè alla fine del 1916 l'Esercito comprendeva: i5 Armate con 20 Corpi d'Armata, costituiti da - 48 Divisioni di fanteria e 4 Divisioni di cavalleria. Sempre nel 1916 il Comando Supremo, in considerazione della guerra logorante :fi.; o allora combattuta e che si annuncia.va ineluttabilmente di lunga durata, propose la formazione di altre grandi Unità, non solo, ma, a compenso dei dimi1r1uiti effettivi delle Unità di fanteria, l'assegnazione in maggiore ·- H~5 ·-·

40


AUMENTO DELLE GRANDl U NIT..Ì. DURANTE LA GUERRA

misura di « ma,cchine da fuoco » ossia di mitragliatrici; mentre poi, per la speciale forma del.la guerra di trincea che imponeva fronti sta.bilizzate e rafforza,te, lo stesso Oom~ndo spingeva a rinforzare sempre più l'Artiglieria, segnatamente con bocche da fuoco di medio e grande calibro, e con bombarde. In conclusione: « sempre più fuoco, sem1Pre più macchine e sempre meno uomini >). Nel 1916 si provvidero le bombarde per la _lotta ravvici, nata, e nel.l'attacco, per la distruzione dei reticolati. Inoltre verso la, fine dello stesso anno venne iniziata ai reparti di fante-· ria la distribuzione delle granate a m::i,nò che inizialmente erano state assegna,te agli zapp'atori del Genio 'e alle fortezze.

In conseguenza dei provvedimenti presi ,dal Govemo, gli aumenti nel 191'7 furono di 5 Corpi d'Ar;mata con 17 Divisio:ni di fanteria (i B,eggimenti di fanteria salirono da 184 a 238). Ad ogni battaglione di fanteria venne assegnata 1 compagnia di mitragliatrici di 6 armi; acl ogni Brigata cli fant eria 2 di . tali compagnie; ad ogni Divisione di fanteria da, 2 a 4 compagnie. Il tnumero complessivo delle compagnie di mitraglia.trid, cbe alla fine del 1916 era già di 447 più 154 Sezioni, salì nel 1917 a 1.853 più 461 Sezioni di assegnazione varia. Inoltre ad ogni compagnia di fanteria fu destinata 1 Sezione di pistole mitraglia,t rici di 2 armi; e a,d ogni battaglione 1 Sezioa1e di lailciaspezzoni di 6 armi. T alchè, mentre all'iniiio della guerra ogni Reggimento di fanteria, aveva ,in tutto 6. mitragliatrici, nel 1917 esso possedeva: 18 mitra,g liatrki, 24 pistole mitragliatrici e 18 ' lancia-spezzoni. · Dopo la decima battaglia dell'Isonzo (14 luglio 1917) si procedette alla formazione di alt re 4 Division( di fan teria, e cosi entr'o il 1917 si giunse alla rilevante forza di ,69 Divisio:ni. Anche il numero di batterie ,cli bornba,rde venne -n el 1917 notevolmente accresciuto.

Per ciò che rfgua,r da il Genio, a · scopo di brevità si sono compendiati nello Specchio E. gli aumenti successivi portati ~

626 -


RIORDINAME.i.'>TO DELL'l'.,SERCl'l:0 DOPO IL RIPIEGAMl<JNTO S UL . PIAVE

a.i reparti di quest'Arma, nonchè H numer·O dei r epa,r ti delle nuove Specialità costituite durante la gnerra, e gli aumenti ricevuti. Per l a finalità, del presente capitolo è da :notarsi la mole dei materiali molto svariati :p er tutte le Specia.Iità, e quindi le ampie ·provviste che si dovettero fare per la costituzione di tutti i Parchi di com1Pagnia corrispondentemente a.l l'aumento considerevole del numero delle oornpa.gnie, e per la costit uzione dei nuovi Servizi. L'idea sintetica dell'ampiezza, di queste provviste sa,r à completà,ta in seguito da,Ua semplice enumera7,io1Ue ·dei Servizi, svarfa,ti e molteplici, disimpegnati dal Genio durante la guerra..

In conseguenza del rfpiegamellto sul Piave alla fine ·d 'ottobre 1917, si ebbero gravi perdite in materiali che in parte ven: nero subito sostituiti, ed in parte, con solerte opera delle Autorità e con patriottica s<)llecitudine ·d ella nostra industria, · furOll1o rifabbricati da capo. Il riordinamento dell'Esercito ebbe luogo r apidamente e sotto tre puntr di vista differenti, ma strettamente concomitanti : -

morale, con a.deg·ua.,t a p1·opaganda. atta a. rilevare gl.i animi; organico, con la r icostituzione clei reparti e dell'armamento e sovra.tutto coll'aumento dell'Arma aeréa.; tt•CJ1ico, con la cr eazione dei reparti d'assalto.

In totale vennero ricostituiti : -

-

50 812 910 22 50 80 75 91 570 23 72

Brigate di f.anter ia. (104 R<'ggimcnti com1)lessivamente); compagnie di mitragliatrici; S<'zioni di pistole mitragliatrici ; I R<'ggimenti di artig liPria cfa ca mpagna (188 bat t eri e in tutto) ; batterie da montagna ; batterie_pesanti campali ; battl'rie di bombar de; batterie d'assedio; Sezioni lancia-bombe; battaglioni zappatori del Genio (69 compagnie) ; tra. compagnie telegrafisti e Sezioni telefonisti;

-.:. 627 -


Jtl0RDINAM0JSTO DELL'ESERCITO DOPO IL RIPI0GAMEJ\TO SUL PIAVE

-

11 comriagnie pontier i; rnri rC'parti 1wr Servizi diversi.

Inoltre si sistemarono: -

25 1rno,·i c.cim[)i di aviaziònc in luogo dei 22 1wrduti ; la costituzione : in primo tempo, di fOO sqwt<.lriglk (1.600 app1m.'ccllì e 1.800 piloti) in secondo tempo, ruggi m\gerc grada tmnl?ntc alla fine <lel 191.ò, l't·ifettivo di: 45 sr,uadrlglle da c.:a ccia con 880 appareC'chi; - 109 squadriglie d a ricognizione con l.452 uppare<·('hi ; - ò5 squadriglie dl~ bombunlnme11to con :J40 appUl"l"CCl.ti; e cioè in totale J89 squadriglie con 1.672 upparcccl.ti .

-

Si dovette poi anche provvedere alla rapida reintegrazione dei mezzi autom obilistici che ri uscì coIDQ)leta nella primavera del 1918, essendosi costituita inoltre una buona riserva di a utomezzi ; si dovette pure procedel'c alla formazione e sistema~ zione delle linee ferroviarie del Veneto per sopperire alle esigenze richieste dal nostro nuovo schieramento sul P iave. E' poi da l'ammentare il concorso di grandi Unità alleate. Tra il 30 ot tobre e 1'8 dicembre 1917 giunsero in Italia, senza. però concorrere in alcun modo a]la nostra difesa del Piave nel momento più critico, 6 Divisioni francesi e 5 Divisiollli inglesi. Nel ma,rzo -aprHe 1918 fecero ritorno in Francia 4 Divisioni francesi e 2 Divisioni inglesi; e rimasero in Italia 2 Divisioni francesi e 3 inglesi : a queste ultime si aggiunsero poi : 1 Reggimento americano (gi ngno 1918), e l Divisione czeco-slovacca (giug,no 19J8) costitl1ita, da prigionieri di guerra di tale nazion alità. Per l a battaglia del P iave (15-23 giugno 1918) l'Esercito era costituito da fi6 Divisioni di fanteria. (50 italiane, 3 inglesi, 2 francesi, 1 czeco-slovacca e 1 Reggimento americano) , su 21 Corpi d'Armata, e da 4 Divisioni di cavalleria. L' a,r tiglieria aveva in tutto 7.043 bocche da fuoco, con 2.406 boÌnbarcl.e e in più 524 cannoni antiaerei. Si aveva.no inoltre 676 aeroplani. Per la, battaglia decisiva, di ViUorio Veneto (24 ottobre 1918) l' Esercito era costituito cl.a 21 Corpi -d.' Armata, più un Corpo d'Armata fran crse e 1 Corpo d'Armata inglese con 57 Divisioni cli fanteria (51 italiane, 3 inglesi, 2 francesi, 1 czecoslovnc:co cd 1 Reggimento americano); e da 4 Divisioni di caN)Q ,:_,.

-


PllOGRAlliMA PER LA COSTRUZIONE DI CARRl D'ASSALTO

vallel'ia : inoltre il :numero delle bocche da fuoco era. salito a circa 9.000 e quello degli aerei era <li 650 apparecchi.

** * Da ultimo devesi me11zionare quanto ·venne fatto relativamente ai Carri d'assalto im1piegati s1Ùla fronte francese fin dalla fi ne del 1916. Le nostre richieste, fatte agli Alleati per ottene:i;e la cessione di esemplari dei vari tipi, non furono soddisfatte; ed allora si iniziarono subito e si portarono a _ compimento studi in proposito presso il Comancl.o Supremo col concorso del Ministero per le a1·mi e munizioni, il quale ultimo formulò su· bi to un progr amma di <:ostruzione: di 1.400 ca,rri d'assalto su disegno Rénault (francese) perfezionato da.Ila Ditta Fiat di Torino; di un altr o tipo analogo ma più leggero (carro leggero); nonchè dell'armamento rela ti'ro da costituirsi con cannoni da 75 e da 3·7, e con circa 1.400 mitragliatrici di vario tipo. Alla -d ata de1l'a.rmistizio esistevano: 2 carri d'assa.lto tipo pesante Fiat (da 40 ton11 el1ate coo, un cannone da 75 e 7 mitragliatl'ici); 1 carro d'assalto tipo Schneider; 4 carri d'assalto tipo Réna ult, avuti dalla Fra ncia. Poichè però la nostra industria privata non 1POteva consegm1,re i preventivati 260 di ta.li carri che alla dnta del 1° maggio 19J9, così l'attuazione del presta hilito programma fn sospesa appena conrhiuso l'armistizio.

§ Il (B)

Aum enti g rad uali delle Un ità d'Artiglieria a tutto il 19 16.

Nel periodo di guerra si ebbero molti aumenti successivi di reparti d'nrtiglieria dipendentemente dagli aumenti delle gran- " cli Unità di guel'l'a e della sempre cr·escente importanr.a dell'artiglieria pesante. In principio la dotazione clell'Eserci.to in artiglirrin pesante era molto scari:;a tanto che alla poca artiglieria pesante campale si diede nn rinforzo di batterie del P nrro d'assedi o. Kon solo, ma data l a gnerra stabilizzata di trin cea, si fece ricorso ad artiglierie cli og·ni calibro esistenti ,neHe fortezze non mi!1 acciate e ad artiglierie dell'Esercito e -- 629 -


AUMEJN'l'[ DEf,LE UNl1'À D 1 AR'.rIGLIERI:.\

della 1fariw.1, precedentemente 1·adiate, ricorrendo poi u. ripie-

ghi di ogni genere relativamente agli affusti. P er la !Primavera del 1916 il Comando Supremo avéva formulato un :notevole programma cli aùmenti per l'al'tiglieria. Non è qui luogo di esporre le vicende subite da questo programma a. causa delle ri.cluzioui volute dal G.overno jperchè imposte dalie condizioni fin anziarie. Sta il fatto che per l a primavera d"l 1916 le ussegnaziomi furono le seguenti : a) p<•r 1"111·tiglieria da ealllp11gna JH'>'Slln unmC'nto cli Uuiti1, nè <l i ma-

tt'riale; ù) per l 'ar tiglier ht 1wsau t1' camval1•, an nwn to <li 2S IJat:tt>rie di ob.iei cla

o) <l) e) f)

149, 6 batterie dì cnnnon·I da JOJ, 16 balttrie cli cannoni tlt1 102 cl<'l lu Ditta Ansaido (questi 11ltiw i su affu;<tO a candl'li<'t·e, fi"-"O su autocarro) ; per l'artiglierit~ tln mont ag na , 12 batter ie tlit 65 A.; per l'urtigLieria som<'ggial!I, 12 balteri<' chi Ci:i A .; p<'r l'artiglieria da fortC'zzn, 60 compagnie : var ie colonne muniz ioni rwr fo11LPria, p('1· ar tig lìcri<' pl'snnli campali e per batterle :<omeggiate.

Per qua,nto riguarda le singole Specialità, <lell' A1·ma : 1°) i _R eggimenti d ' ar tigllcria campale uon a,<',ano tutti un ugm1l nu mer o di battcr\e ; alcnul t'l·ano for111ati su 3 OJ)J)lll'l' s u 6 a 11zichè i;;u 8 baHl•rìe . E' tl:,~ n otar e che 16 batterie er:1110 state destinate in Albanìn. X<'l marzo l!l16 il Comando Supremo ot_tenc,a la costituzione di alLTi 3 Reggim<'n ti cumpali (:iO<>, 51° e 52°) formati coi poch i materiali in riS<'rni e con 4 l)utt<'rif' d a 75 A. con affusto rigido (sostituito però <:on llllt1:eriale <la 75/ 911 nel l'agor;to 1~16); la costituzionf' di questi tr(' RPggilllrnti Yem1<' per ò cmnpiutn soltanto 11<'1 mfSt' di giugno Hl16. P e r 1< 1wrdi t<' dì mntcriu.lì <' di (]ttudrunccll av uti• nelle operazioni :<nl fron te ca rsico C'd in occu,:;ion e clell'offen:<ivn n<'m icn elci maggio-giugno lOlO in Trentino, il n111DPro del J){'ZZi diminuì alq_u anto e non \ "l'l1111' d1C' molto IC'ntamente ripianu.to. Dopo un anno di guern~ le condizioni del l'artig lieria da cmnpagna non erano a ffatto migliorate. Col') sottrazioni. di bntt<'rie alle gru mli Unità già esist<'nti, si potè assegn11r e 1111n scar sa dotnzione di batteri<> aI1e 7 Divisioni elle furono formnte tra il 10 mnrzo l'd il 1• giugno l!llG (6 Cor11) ù'L\rmata di nbova formazìon <' non c,blJero r eparti supplcttivi di urtigli<"x ia). A.Ila fine del 1916 si a,C'vnno in t utto : 371 battN·ic eù in più atn-e 19 di nuova formnzionc; ma p<'rò da qu<>StP er nno da detrarsi 8 hMt<'rie 1)('rd11te, O dislocate in Libia e 30 adibi te alla. d ifesa con trar ea, ta1~to che alle U nitil moblli tat<· rimanevan o complessivamente 84.0 batterie con 1.484 pezzi (in media 41 przzì per Divisione di fanter ia); 0


A 'l'UTTO IL

1916

2°) l'artiglieria da rnonta.gna alla fine ùel 1916 comprendeva S2 batterie, delle quali 25 nuove; e l ' artiglieria someggiata contava' 76 batterje, delle quali 66 ·su 6 pezzi, e 10 su 4 pezzi;

3°) l 'artiglieria pesante campale subì rilevanti perdite di materiale per scoppi di bocche da f uoco, e la sostituzione .d i queste nonchè le nuove costruzioni andavano a rilento per le difficoltà in dustriali che venne.ro superate soltanto alh~ metà del 19Hl, mentre insorsero pure difficoltà per il muruzionamento da l.05 e da 102. Per tutte queste ragioni furono n ecessari ripieghi vari per la assegnazione di questa Specialità d i artiglieria alle grandi Unità. Alla fine del 1916, tenuto conto delle nuç,ve costruzioni, questa Specialità comprendeva: 40 batterie di obici da 149 P.C. ; 42 batte1·ic da 105 e 16 batterie di cannoni da 102 ; 4°) l'arti.glieria da for tezza ebbe ttn no tevole aum(mto del suo personaie; alla fine del 1916 questa Specialità Cl'IL costituita da 526 compagnie, deUe quàli 249 erano di nuova formazione;

5°) le 46 bocche del Parco d ' assedio erano state soddivise tra le varie Armate. Gli scoppii ed i l forte logorio di bocche da fuoco obbligarono a sostituzioni affrettate col poco· materiale che era consentito di fabbricar e. Il numero dell<~ bocche da fuoco venne poi aumentato coi ripièghi già a<:Cf'JJ.natì e cioè: a) con a.r tiglierle tratte dalle fortezze; b) <'.on artiglie1·ie della Marina (cannoni da 254 e da 305, da 203, du 152 B., df1 149 A.B.C., da 120 A. e da 76); e) con artiglierie radiate dal Parco d'assedio (cannoni da. 120 G. e B., cannoni obici da 149 G.). Con tali. ripieghi a.Ila fine del 1916 si potè ottenere la costltozione di 333 batterie così s uddivise : I - 44 battct·ie di grahde calibro : 2 di cannoni da 254 B ., 1 di can. noni da 305, 27 di ob.ici dà 280 (dt 2 pezzi), 12 di obici da 305 (dl 2 pezzi), 2 di mortai da 260 · (di 2 pezz\); II , 199 batterie di medio calibro: 133 di cannonl da l.49 G., 18 ùi . cannoni da 120, 7 di cannoni da 152 B., 6 di obici da 149 G., 12 <li obici da 210 G., 1..l di mortai da 149, 12 di mortai da 210; III . 90 batterie di piccolo calibro : l batteda di cannoni per ciascuno dei calib1·i 42, 57 e 70 A., _e cioè 3 batterie; 43 di cannoni 9a 75 A., 5 di capnoni da 75 B., 2 di cannoni da 76, 34· èli cannoni da 87 B. , 3 di mitragliatrici antiquate. In queste condizioni dì cose l'Italia rivolse a.i suoi Alleati a.leone richieste · di materiali : fu così che la Francia n el giugno 1916 ci inviò 60 cannoni da J.20 e 80 cannoni da 95; cd allR stessa data si ebbero dall'In.ghilterra 8 batterie di obici da 127 con un ._totale di 92.000 colpi, obic~ che in seguito furono pass~ti alla Russia. Verso Ja metà del 1916 la nostra industria privata riusci a costruire materia.li da l.49 A., mortai da 210 e da. 260, e mentr e nel luglio 1916 cominciarono al affluire al fronte materiali cli nuova costruzione, ·in sostituzione di quelli antiquati, alla fine di tale anno !'.artiglieria d'assedio aveva in tutto 556

-

631 -


AUMENTI DEI REPARTI D'ARTIGLIERIA

batterie di cui : 50 di gr1u1de calibro, 4-03 di medio calibro e 94 di piccolo calibro; 6°) l'artiglieria cono·aerea, inlzialmeutc di 3 Sc1.ioni ed eutro il 1915 salita a 6 batterie, dovevu secondo le proposte del Comando. suur emo, aV<'re 34 batterle con 10 squadriglie da caccia e 34 auto-proiettori elettrici. Alla fine del 1916 questa Specialità non aveva raggiunto anco,rn l'organico previsto e constava In complesso cli: 22 batterie organiche da 75 (10 su autoc>arro e 12 da. posizione), 315 pezzi isolati, 202 mitragliatrici e 4 treni blindati, con 8 sqnndriglie di aerei, 2 Se1,ioni di aerei e 37 apparecchi Jsolati. In Paese si organi?.iorono installazioni di ripiego con cannoni da 75 A. e sy B., ed alla fronte con ·batterie campali da 75; 7°) le m1ove esigenze della. guerrtL, con stu.bllizza1.ione ùell<~ fronti e con ))iù o meno potenti rafforzamenti e zone di ostacolo, richiesero l'adozione delle bombarde. Nel luglio 1015 si f ecero i primi acquisti di modelli preparati da Ditte private ; al principio del 1916 si istituì 1a Scuola di tiro per bombardieri a Susegana per l'istruzione del personale e p<'r lo studio ùi nuovl e migliori materiali · per il lancio di bombe potenti a brevi <liStanze; nel luglio 1016 fu c9stituito 1l Corpo dei bombardicri con circa 000 ufficiali e 34.000 uomini di truppa. I n pari tempo si regolarizzò l'armamento con matériali da 50, da 58 e da 150, da 240 e 320; e Si provvide alla fabbricazione del materiale necessario per un organico cli 180 batterie con l .558 armi, più 450 armi circa di risena, orgftnico rklotto poi a 160 battede. A quei.tu Specialitit dell' ,Arma vcqnero ru;!-egnate le bombarde di nuova adozione. Alla fine dc>l 1016 si ebbcro in efficienza. 157 batterie di cui: 7 da 50 tipo Ansaldo, 80 batterie da 58 in parte del tipo A., e in parte del tipo B., nonchè 70 batterie da 240. · Nel 1917 queste batterie vennero accresciute di numero e così nel fcb: braio di detto anno eruno in servizio: 176 Sezioni autonome da 58 B. (su 3 r,ezzi) e complessivamente 160 batterie di calibro vario, su 8 pezzi, di cui 60 batterie da 58 A. su 12 pezzi. Con le bombarc1e fece Ja sua apptWizione nnche un lnnciabombc Stokes inglese come a rmamc,nto di trincea pet· la lotta ravvicinata. P er deficienza di personale, per logorio e distruzione di materiale, al principio del 1017 si conseguì l'organico seguente : 176 Sezioni a,utonome da 58 B. (su 8 pc>1.1.i ciascuna), 60 batterie da 58 A. (su 12 pcr,zi ciascuna); 50 bat. terie da 240 C. (s u 8 pezzi ciascnna), 50 battc1·le <la 240 L. (su 8 pezzi eia. scuria); e cioè con un compksso di 2.048 armi.

§ II (C)

Aumenti g raduali dei Reparti d'Artig lieria fino a ll'ottobre 1917.

Nel 1917, ad altro amplia.mento dell'Esercito corrispose uri altro aumento dell'artiglieria, : - 632 -


FINO ALL'OTI'OilRE· 1917

1°) per l'Artiglieria campule (compresa l' Artiglierla a cavallo) furono formate 32 batterie cosi da port:llre ad 8 batterie tutti i 53 Reggim enti esistenti. Nel maggio 1017 vennero poi formati tlefinitivu)llente 2 nuovi R egg/mcnti (53° e 54°) e decisa !a formazione di u n a ltro (55°) con materiale da 75/911 che ('ntrò In linea nel m<':,;c di agosto; mt•se in cui fu prevista la formazione del 50° R eggim en to che <'ntrò poi in s ervizio net novemb1·e. Con ,opportune variazioni organiche (quudrupecli e vetture) fu possibile Ja formazion e di altri ~ R eggimenti (57°, 58° e 500) raggiungendo verso la fu1e del 1917 e prima del ripiega men to s ul Piave, la seguente sltuuzi ooc : - 55 R eggimenti cn mpal ! s u 8 batterle 440 batterie l Gruppo d<'I 56° 4 batterie - 1 Reggim ento a cavallo . 8 batterie - Batter ie da posi:'lione da 75 /900 con traino meccanico 32 batterie e .cioè iJ1 totale 484 batterie coo 1.91G pezzi.

2°) per l'Artiglieria da montaguu gli aumen ti stabili ti condussero n el 1917 allu costituzion<' di 100 nuove bntteric e quindi complessivamente si ebb<'l'O 37!! pei,zi. L'Artiglieria soìUeggla.ta a,umeJ1tò il numero dei pezzi in ogni ba tteria da

4 a 6, e sali a 84 batt<'rìe (di cui 8 da 11osizione) sicchè in complesso la Speeia· lltà soweggia tn <'bbe 367 bocche da fuoco ;

3°) per l'Artiglieria pes;tnte campale si previdero notcvoll aumenti per li 1917. I nte1·ve1111<'r o pi>rù a lcune diflicoltà per la costruzione degli a.o;usti (un

certo 11tm1er o di obici venne provvisoriamente incava lcato su af'l:usto rigido da 120 di modello antiquato a ruote, che fu poi sostituito con nuovi affusti .Ansaldo) ; ed .inoltre intervenne qualche ,nriantc nt programma formu lato. Nell'ottobre 1017 ernno in servizio : - 121 batt<'r ie di obici da 149; - ~4 balt<'rle di cannoni d:i 105; - J6 ba ttC'rie cli cannoni da 102; c·on un totale dl 841 bocbe da f uoco; .J 0 l'Artig li i>ria d'n~S<'dio s ubi aumenti di 1)('rsonalc e cli 1I)akriale In corri:,;polldenza nllc r ichiesti' del Comando Supremo, il quale diede la prc·ccùenza al materiali da 210 (mortai) <' cln 305 (obici) e fece sosqenclcr c Ja costruzione, già in corso, d<'i morta i da 200. Nell'ottobre 1017 la ~lfoazione dell' Artiglieria d'assedio er a : <t) Boccllr cla fn oco di grande calibro : ~ cannoni da 305 R . Jlfarìnn . 2 - cannoni da 2-54 B . R. Marina . 4 - obici da R05 3S - obici da 2SO S2 - morta.i da 260 81 con. nn totale di 157 pezzi; b) Bocche da f nor:o di medio calibro: - cannoni dll 203/ 45 A . R . :'l·[ar inn

-

63..q -


AUMENTO DEI REPARTI 1:)' AI{'.l'lGLI E RTA . FINO ALL'OT'.COBHJil

- cannoni da 155 frauccsi - cannoni da 152 - cannoni da 149 A. - cannoni da 149 G. - cannoni da 149 R. ì\Iarina - cannoni da 120/ 50 - cannoni da 120 Yllrii R. :'1Iarina - cannoni da 120 A. - G. - B .. - cannoni da 120 frnncesi . - cannoni da 95 frnnccsi - obici da 210 G. - obici da 149 G. - mortal da 210 - mortai clit 149 con un totale dl 2.132 pezr.i ; e) Bocci!<' da fuoco di piccolo calibro: - cannoni da 87 B . e A. - cannoni cla 7G R. nlarina - ca1111oni da 7,i A. - cannoni òa 73 P. - cannoni da 57 - cannoni da ~2 - cannoni ,da :17 - mortai da 87 R. con un totn.le di l.l i:i9 pcr.zi. complessivnm<'11te l'Al·tigli<'rift d'assedio alla data. sopra bocche da fuoco, in parte però cli modello a ntiquato.

1917

15

GO 404 410 ]2

8 27 21G

82 72 200 · 101 295

224

510

47 348

indicata aveva 3.448

5° per l' .ArtiJJlier ia 11J1tiaer ca vennero stabiliti Aumenti di batterie, nonchè JJt costitu:done, con material e migliore, delle installazioni di ripiego costituite i11 Pa(.';;e ed in Yicinanza della. fronte. Nel maggio 1917, adotta ta l.'instnlla7,ion e

Mar cbìom1i pc>r cannoni cla 75 A., si ebbrro ln tutto: - 12 battrrle dn 75 C.K. su auto; - 26 btLtterie da posizione cla 75 C. ; - 10 ha.ttl•r le <' 10 Sezioni da posizione da 75 A. con Jnsta lliizionè i\'Iarchionni; - J.2 bntt·c1·ifi e• 1u Sezioni da posizione con materinle vnrio; con un comple~Ro cioè di 60 batterie e 25 Se7.ion1. 6° I l Comundo Supr<'mo ayc,·a anche richiesto degli aum<'nti e nel numero delle bombur<l<' e sovratutco nella potenza delle m'mi e nella più lunga gittata. Vennero quind l. solledtati gll stuùi per bombarde da 400, mentre si ottennero maggiori gittate all,mgando quelle da 240. In complesso alla fine dell'estate del 1917, si àvevano in linea : - 216 Sezioni da 58 B. (su 3 armi ciascuna), 60 batterie da 58 A. (su J 2 a rmi ciascuna), 50 batt<•rie da 240 L. (su 8 armi ciascuna),

-

634~


l?EROlTE DI MATERIALI NEIJ RIPIEGAMENTO AL PIAVE

16 balterir da 240 C. (s u S onni cinscmut), 29 batterle da 2'.10 A. (su 8 anni ciuscuna), 3 batterie da 400 (Su 2 ai-n1l ciascuna), l. b1L ttèria. van Deuren di Jancia -bom!Je da iO (su J2 armi), con un complesso cioè di 2.146 urmi. Anche le dotazioni di lanciabombe cla 76 Stokt·s furono a111nentatc, con fabbricazioni italiane, a 15 Sezioni. 0

§

II ( O )

P e rdite di materiali nel ripiegame nto al Piave • De ns ità di schie rame nto delle a rtiglierie • Consumo di muniz ioni. . .

In conseguenza, del ripiegamento sul Piave nell' ottobre-novembre 1917, le perdite di materiali d'artiglieria furono gravi mentre ingenti risulta,rono quelle ·d i vestiario ed equipaggiamento, di vetto,aglie jn magazzini, e di materiale sanitario. I quadrupedi perduti salirono a cil'ca 73.000; con 1 .600 autoca.rri e 840 ca rri ordinari, più 390 chilometri di ferrovia portatile com 32 l ocomotive e 370 vagonetti : il tutto per un valore stimato di circA 6 miliaidi di lire. Il materiale di quasi due terzi delle batterie restò in mano del nemico; inoltre rima,s ero in sue mani i ricchi magazzini di munizioni costituiti mercè i grandi prog1·essi <'ompiuti da lla n ostra industria 1privata negli an ni 1916 e 1917. Più jn particolare può dirsi che, entrati .in guerr a con il nnmero esiguo di bocche da fuooo indicato nel Paragrafo 1° (G), e cioè : di 1,1 % di gr andi cnlibri superiori al 210 ; cli ll,9% di medi calibri f_ra il 95 e i1 210 ; di 87% di piccoli calibri, nell 'ottobre 1917 si era riusciti con sfol'zi davvero ammirevoli a formare un complesso di bocche da fuoco di circa tre volte e mezzo snperiore a quello iniziale, e cioè : : (2,2%) - bocche da fuoco cli grande calibro : (47%) - bocche da fuoco di medJo calibro - bocehe da fuoco di piccolo cnlll>,,: . :>.868 : (50,8%), con lbi totnl<' dì bor('ilc òa fuoco nmm<Jntante a 7.l38. e con u11a perc<'ntunlc doppia cli grandi calibri e q11adr11pln cli medi Cii libri.

-

6~5 -


PRODUZIONE DI AllTIGLIERIE

Il ripiegamento sul P iave costò all'Esercito la perdita delle seguenti bocche da fuoco: -

97 di grande calibro su 15S esistrnti, 1.577 di medio cn.lil,ro su 3.111 esistenti , 1.478 di piccolo calibro su a.868 esistcuti,

talchè all'Esercito rimase la dotazione di : 62 bocche da fuoco di grax:de calibro, - 1.534 bocche da fuoco ol medio calibro, - ~.890 bocche da fuoco di piccolo calibro.

Per sostituire le ·p erdite e per r ealizzare il programma di costruzioni concordato t ra il Comando Supremo ed il Ministero della guerra per il periodo 1° luglio 1917-30 giugno 1918, l'industria privata, già attrazzata, per una gra,nde produzione, compì veramente dei miracoli. Basti .q ui accennare che oltre ai 600 cannoni da 105 - già prea>ara~1 di propria iniziativa dalla Ditta Ansaldo e senza alcuna garanzia di impegno per parte dello Stato, - subito fatti pervenire alla fr001te del Piave, al 30 novembre 1917 ossia òopo soli 5 mesi dall'inizio del programma summenzionato) l'industria italiana aveva già fabbricato: Batterie

C alib ro

cC1mplete

grosso ca lib1·0 piccolo ca libro. mrdìo calibro Total i

P ezzi di riserva

'l.'otal e ·

deì pezzi

16

23

66

160

308

1.026

88

mo

002

264

941

1.994

.

Formulatosi poi subito un a.ltro e più esteso~ programma fra le alte Autorità competèinti, ed. intensificata ancora maggiormente la produzione per parte della nostr a, industria, dopo altri 4 mesi, ossia al principio di aprile 1918, si ebbero disponibili: -

allre 471. batterie (e cioè in me.dìu 95 battt•ric a l mC'Se, 01<sia : 6 ili grande calibro, 58 cl\ medio e 36 di J)iccolo calibro),

-- 636 -


DAL LUGLIO

-

1917

AL GIUGNO

1918

nonchè 682 bocche da fuoco di riserve (ossia: 20 di grande ca.libro, 305 · di mcdìo_.g~7 dì piccolo calibro).

Il m~ mo della produzione si ebbe nell'aprile 1918 co:n a52 batterìe COJlllplete ; cosicchè, con le 471 precedenti, le batterie disponibili salirono a 823 (con un complesso da 3,200 a 3.300 bocche da fuoco, più una buona aliquota di riserva). A tutto aprile 1918, ossia dopo _6 mesi dalla data del nostro ripiegamento sul Piave, tutte le perdite in materiale d'artiglieria erMlo colmate. · DurantE. questo periodo di intenso lavoro per parte nostra, l'artiglieria ebbe dagli Alleati i seguenti contributi di materiali in aumento di quelli già esistenti sulla nostra fronte : · -

da.Ha ll'ra.ncia : - n el gennaio 1918: 60 batterie dR 75 mod. 1897, aumentate poi a. GG nel marzo; - nel marzo 1918: 7 batterie da 155 I.ungo e 7. bti tterie da 120 lungo; - nell'aprile : altre 11 batter.ie da. 155 e 17 batterie cla 120; - dall'Inghilterra.: - 80 batterie inglesi di obici c1a 203 e d11 152.

Pertanto alla fine di maggio 1918, alla fronte italiana eravi il seguente armamento di artiglierie alleate :

Naziona.lità e denominazione delle bocche da. fuoco

Numero delle bocche da fuoco a.l 31-5-1'.)18

Frnnces i: Cannoni da 155 l unghi

84

cannoni da J 20 lunghi

136

Cannoni da 95 lungh i

38

Cannoni da 75

236

Inglesi : Obici

da 203

Obici da 152

80 40


.

.

Dllli'\'$!'1'.\ · 0EL!,O SCJIIEIL.\MENTO

o' ARTIGLIERIA

Alfa, fine di lug.lio 1918 t utto il materiale da 75/1897 veniva testituito alla F rancia. ·~.... "" Nello Specchio B. di cui al P aragrafo 1' L;! l}Ue~· capitolo, e precisamernte 11ella parte che si riferisce al 191!\ è ~inteticamente r.i.pol'tata fa situazione quan titativa e qualitativa del materiale d' a1·tiglieria possednto successivamen te clal nostro Esel'Cito nell'a nno stesso, mese per mese, fin o alla data poco oltre l'armistizio. In questo modo abbiamo sommariamente esposto tutte le vicende numei·iche del materiale <l' artiglieria dal principio fino al termi ne de1la guerra 1915-18. Quanto fin qui estposto viene, per maggiore chiarezza e brevità, compendiato ,nel Grafi co II, il quale, dal 24 maggio 1915 a poco dopo l'armistizio, indica. le quan titù, dei va ri calibri di bocche da fuoco che, alle varie date, costituirono la dotazione di artiglierie del nostro E~erdto . (Vedi g1·afko ]I, fig. 11 .' 134) .

Non sarà senza interesse fa r rilevare subito la grande e crescente importa nza assunta in guerra da.11' Arma d'a.rtiglie1-ia, precisando, per le Yarie battaglie, la densità delJo schieramei11'o d ' ar tiglieria e cioè il nnmero di bocche da fuo co per chiJome1ro della f ronte. -

Nel J915, ndle prime offern,ive italia ne' su l Carso si a vC'\'U circa 1 pezzo per ogni 116 ro0h·i cli fronte, o><sia ci1·ca 8,fl pezzi 1wr chil ometro cte uu· fronte d i battaglia. Nella trrza e quarta battaglia dc ll'I "'on,.o (l!ll5) si era già saliti a 1 pe7.zo per ogni 65 metri tlrlla fronte, ci.oè a circrt l u,4 pezzi per Ch iJOtrH'll"O.

-

Nel 1910 s i ebbero le dt•nsità SPg UPnti: - nella battaglia di Gorizia (14-JS ugos to 1016): 08 ~ocche da f uoco (:wtiglieric e bombarde) per chilometro dPlla froute; - nPll:t settima bnttag lia cle!J'Tso1no (14-18 sett embr<') : 1Zi pezzi pe1· ch ilometro; - nell'ottava ba ttnglill del l'Isonzo (8-12 ottobr <'): D 4 przzi per chi• lometro; - nella nona battaglia d ell'Isonzo (21 ottobre-8 novembrr) : ll,0 pezz,i per chilometro. - Nel 1917 :

-

638-


NELLE DI\'ERSE BA'ITAGLrn

..

-

nella ùecima battag lia dell'I::;onzo :,i ebùc la. ù~·11s ità ùi a rtig lierie e bomlmr dt! di 1 pe?.zo per ogni JO mcn·i di fronte (92 pc•7.zi per chi· lomc tro); - •n ella m1decima battaglia deU'I son7.0 la dem,ilà fu d i 1 I)Czw p er 7,75 m etri cli fronte e cioè dì 129 pcz7.i per ch ilomcn·o; - Nel 1918 allft ba ttaglia del PifLve (fra 1L 15 e il 24 g iugno) furono in linea 9.450 bocche da f uoco tra ar tiglierie e bombarùe, oltn: ;;oo pPzzi antiaerei. e tutt~ quest e ar t iglier ie : - 796 vezzi formarono una. riserva gcnei·alc a dispo:,;lzlone ùcl Con:w.ndo Supremo; - sulla fronte attacca ta er an o iu azione 5.519 tr a m·tiglieri e e bom ba r de, nella proporziorte di 1 pezzo per ogni 13 mc~ri di fronte e c ioè 76 pezzi per chilometro. - l!'inalmen te alla battag lia di Vi ttorio Ven eto (fine ottobre.primi · novembre 1918) s i ebbero i n media, tra artiglieri e e bombarde, 92 pezz.l pC'r chilometro j mentre sulla fronte dell'attacco principale (di ci rca 20 chilometl'i) si raggiunse lu clensitù di 1 pezzo per og11 i 7 metri di fronte (131 ppzzi per Chilomet ro) .

Si può a1Ticora accennare che, men tre alJ 'inizio si avevano 2,3 pezzi per ogni 1.000 fucili, verso la fio e del l91'7, prima del ripiegamento sul Piave, la proporzione era sali ta a 10,4 pezzi per ogni 1. 000 fucili. Alla fine della guerra alla battaglia. di Vittorio Venet o, la stessa, proporzione saliva a circa 21,1 pezzi per ogni 1.000 fucili.

* *

w

Circa i consnmi di munizioni, in breve si 1possono citare J d ati seguen ti : -

11el lc battaglie ùel l OJ C> s i ebbi' il consumo complC's::;ivo dì circn. : - da 7.700 della prima battagUn dcll 'Tsonzo, - a Cil'Ca 21.000 colpi per g iornat a cli azion e nella terza e quar ta battaglia. (fra l' ot tobl'C e ìl clicembl'e) ; - nelle battaglie' del i916 il consum o totale roa:-siroo a ,·,·C'mie n ell'otluva. battaglia dell'T,;onzo r 'f.u dì circa S3.000 eolpl per giorna ta ; - n l'lle bnttaglìe d e1 H>l7 :,;i spararono in compll':;so : - 189.375 colpi per giornata nella decima battaglia (maggio 1917), - 168.988 cal11i per gio rnata n C'lla un rk c ima battag lia dei!' Isonzo (agosto 1917) ; - nelle' battagJie del 1918 il consmn o cli munizioni fu: - di 3:'i0.000 colpì al g iorno n ella ba ttaglia del ·Piave (gìuguo) ;

-

639 -


COKSUl\10 DI MUNIZIONI NIDI VAR! AN~I DI GUERRA

-

di :145.0-00 colpi giornalieri nella battaglia di Vittorio Vrneto (dur ai.a 9 giorni cli vera b:Lttaglia).

I consumi totali nei vari anni di guerra furono : - nel 1915, colpi 3.340.344 - n el rnrn. colvi 7.039.889 - nel 1917, colpi 16.434.!lG6 - nel 1918, colpi 14.009.2.'.l6 .

e cioè in totale 42.054.455 colpi. In ciascun anno di guerra, in confronto alle dispon ibilità, i consumi risultano dallo specchietto seg·uente. Anno

Numero col pi (migliaia) clis p~nibili

1

1915

I

°lo fra la cons umati colonna 3 e 2

5

4

3

;:;o %.

3.380

(i.640

Osservazioni

33' 2 0IO1

1916

22.170

7.362 lii)

1917

20.970

3-1.11.0

61,5%

1018

36.000

14.000

41,5%

.

(a)

COlll[Jr CSi I colpi per-

tluLi nel ripkgamenlo del 1916 nN 'l'r enti110 rwr t'offensi va u11strin.ca.

P er dare un'idea dell'imponenza del munizionamento e dei consumi, e dell'importan~a assunta -d all'Artiglieria pesante nel conflitto del 1915-18, si espongono ancora qui i dati seguenti: comn1111ato nella hattag lia di Vittorio Veneto, a.nebbe richiesto 150 treni cli 400 tonnellate ci11sc11no. Il valore ,,eiiale, corrL-,ponclt>ntc a.J cons11U10 totale ùl munizioni fatto in questil battagl.i,.L, sale allll cHra cli i30 JJ:1ilion'i di lire; b) nel lH.15 si conta va 1 bocca da fu oco pesante risp<'t to a 7 bocclw cla fuoco carupali ; nel 1018 tille proporzione salinl ad .t arti glieria p~·,mn te rispetto solta11to [)iù a 3 ùoccl.Jc• da fuoco campa li. ·

a) H trasporto ùel muniziormmcnto

§ Il ( E)

Armi portatil i e m itragliatrici.

I quantitativi di armi portatili e Je esigue riserve delle me· desimc esisten ti al momento della nostra entrata in guerra , fin -- '140 -


PRODUZIONE DI AHMT PORTATILI E Ml'l'RAGLIATRICI

daU'inizi.o deJle operazioni belli'.che non bastarotflo per l'armamento dei complementi, · tanto che al principio <li luglio 1915 mancavano a questo fine circa 42.000 fucili e 8.000 moschetti. E poichè l'industria na,zionale non era ancora, attrezzata a,deguadamente per provvedersi, e gli Alleati non era1110 in grado di sopperirvi, si dovette ricorrere a l'ipieghi ritirando il fucile mod. 91 e sostituendolo con quello mod. 70 /87, aJl'artiglieria da fortezza, agli automobilisti ed ai militari aventi cariche speciali nei reparti combattenti sul fronte italo-austriaco e in Libia,. Ne1lo stesso telllJPo si intensificò al massimo grado Ja produzione delle l'i'ahbriche d'armi statali di Terni e di Brescia; le quali complessivamente fin dall'inizio cl.ella guerra era110 in gra,do di foimire mensilmente 18.000 fucili e 3.000 moschetti. Nella seconda metà del 1915 fu cosi possibile di assegnare l'a,r mament o mod. 91 a circa 200.000 uomini di complemento,1 nia viceversa per Ja classe 1916, chiamata nel gennaio, si ebbe una deficienza ,d i circà 113.000 armi, sebbene 1a produzione della Fabbrica cl' armi di 'l'erni, per esempio, fosse già di 15.500 fucili al mese (con 4.500 ripartiti). I:noltre, in conseguenza della cessione di 400.000 fucili mod. 70 /87 fatta alla Russia, la riserva di queste armi discese a circa 916.00D unità,. Fur0\11 0 perciò neeessari altri ripieghi, com~ l a riduzione del calibro del fu~ile mocl. 70 /87 al calibro 6,5; ma ta,le trasformazione salì ad un gettito di q1w.Jche ri.lievo soltanto nel luglio 1916, quando, per l'armamento dei complementi chia,mati ai Depositi di mobiHtazione, esisteva ancora. una deficienza di circa 100.000 fucili. Mereè nna maggiore proc11rnione della. Fabbrica d'armi di Terni, la. situazioa1e, invero così. critica, cominciò a migliorare nel secondo s<~mestre del J 916 (nei mesi di agosto e settembre si giunse a·d allestire circa 281.000 armi) ; e potè essere snperata alla. fine del 1916 quando la fabbricazione di armi porta.tili 1·aggiunse un gettito sufficiente, . mentre corrispondentemente nei vari reparti si diminuì. lievemente il numero degli armati di fucile. Negli anni snccessivi al 1916, la ,p roduzione nazionale fH tale per cni inon si ebbe più alcuna. preoccupazione per la formazione quasi continua di nuovi reparti di fanteria e per il loro armamento. Basti dire che fa Fa.bbrica d'armi di Terni nel 1917 potè aJlestfre circa 70.000 an ni mod. 91 al mese , e da 41

641. -


PRODUZIONE DI ARllH POR'l'A'l'ILl E MI'l'RAGLIA'l'nIC I

f,0 a 72.000 nel 1918; che la Fabbrica d'armi di Brescia diede anch'essa un concorso rilevante lavorando attivamente per la produzione di pistole, di mitragliat rici, di armi bianche e per la ripara,zione di fucili e moschetti (ripa.rati circa 61.000 fucili e circa 4.600 mitragliatrici durante la guerra) .

.,. * * 'Nel paragrafo 1° (O) di questo capitolo si è già accenina.to che, di 623 Sezioni ,d i mit1;agliatrici occorrenti, all'inizio della guerra ne mancavano 314, e si affermò poi nel paragrafo 2° (A) che grandi au;menti <li tali armi ernno stati ,decisi al principio del 1917. All'inizio delle ostilità vennero fatti acquisti e fu in·· tensifica.ta la fabbricazione nazionale, mentre richieste di tali armi furono rivolte agli Alleati. Dalla Francia si ebbe bensl un certo numero di mitragliatrici mocl. 1907, ma ipoichè esso era insufficiente, si decise l'adozione della mitraglia.trice italiana proposta dalla Ditta, Fiat di Torino, detta di mod. 1916/ 1, e ne venne molto attivata Ja, fabbricazione, tanto presso Ja Ditta stessa quanto presso la Società Metallurgica BresciaITTa. :M:entre a.Ila, nne del 1915 il m1mero delJe mitragliatrici esistenti era ,d i 4.478, durante il 1916 e poscia per tutto il 1917 continuò attiva.mente la costruzione di queste armi, ta nto che verso la metà di febbraio di tale anno Hl17 la produzione nazionale di mitragliatrici, integrata dnl numero di armi di modeJJo francese cedute dalla, Prancia, permise l'e:ffettuaziollle del programma :fissato per il 1916, assegnando 20 mitragliatrici e 12 pistole--mitragJiatrici per ogni Reggimen to di fanteria (si noti che il nemico aveva 72 mitragliatrici per Reggimento). Però per il l 917 il predetto programma venne ampliato e la, produzione nazionale fu così. intensificata tanto che nel giugno t917 si poterono assegnfl.re 48 tra mitragliatrici e pistolemitragli.atrici per ogni Reggi.mento di fanteria,. In conclusione ~.l . numero di mitrf1g1iatrici relativo ad ogni 1.000 fucili, salì C'Ost da circa, 1 arma all'inizio della guerra,, a 19 armi verso la. fine cleJ 1917 ed infine a circa 20 armi alla fine della guerra. (81pecchio 0 .). Nell'agosto 1915, sempre per aumentare la, pote11za di fuoco ·- 642 -


MUNIZIONAMENTO PER ARMI PORTATILI

della fanteria, si .decideva l'adozione della pistola-mitragliatrice Revelli-Fiat, che veniva attivamente fabbricata. dalla Società Metallurgica. Bresc:iruna già menzionata. Nell'aprile la Ditta Ansaldo propose un tipo ,d i Auto-blindomitragliatrice armata di 3 mitragliatrici, che già aveva approntato, ed il Comando Supremo ne richiese 20 esemplari ; ma il Ministero della guerra non ritenne di acquistarne. Successivamente ne vennero adottati altri tipi, e cÒn essi si formarono alcune squadriglie.

§ Il (F)

Munizionamento • Fabbricazione · Consumo.

Si esporra.n1110 ora. somm:1riamente le vicende del mumz10namento nei successivi a nni di guerra, prima per rilevare l'accresciuta importanza del fuoco, specialinente d'artiglieria, poi per fornire al lettore un'idea sintetica dello sforzo gigantesco che il Paese nostro e la sua industria hanno saputo coID.[)iere per soddisfare alle esigenze molto: elevate della guerra. ·All'inizio della guerra i Laboratori pirotecnici di Bologna e di Capua e lo Stabilimento privato ·d i Ba.rda.lone. Pistoiese, era.no ii.n grando di fornire giornalmente tutti e tre assieme: - 1 co.lpo per ogni fucile e circa 100 colpi per ogni mitragliatrice esistenti; - ed inoltre prodncevano pm·c g lobalmente circa 28.000 colpi al giorno per armi mod. 70/87;

cioè in misura. scarsa. per costituire il voluto munizionamento <li a.Imeno 500 colpi per fucile per le numerose armi state abbastanza largamente distribuite. Nel luglio 1915 la produzione -d i cartucce mod. 91 veniva raddoppiata fino ad un totale mensile di 60 milio(l1i; e verso la fine dello stesso anno col più ampio conoorso dell'industria .p rivata, tale produzione me!}sile saliva a. 236 milioni. Così, malgrado le difficoltà per procurarsi le materie prime, -d al 1916 in poi la produzione -di cartucce risultò sufficiente tJ?er il rifornimento di t utti i fucili e di tutte le mitragliatrici in servizio, anche nel caso di qualsiasi eventuale più elevato consumo, e -

6-1:-l -


MUNIZIONAMENTO PrJR L'ARTIGLIERIA

ciò ta.nto più perchè il fuoco di fucileria erasi ridotto di molto ed il con.sumo di cartucce era. prevalentemente fatto dalla mitragliatrice.

Riferendoci a quanto indicato nello- Specchio D, è a rilevare che all'inizio della guerra il problema della tempestiva preparazione del munizionamento dell'artiglieria, si presentò molto più grave : per averne ragionata. dimostrazione basterà rilevare quamto segue : dai computi fatti ,dopo la grande guerra è risultato che la « giornat a di fuoco)) fu di 100 colpi per pezzo cli piccolo calibro, 75 colpi 1per pezzo di medio calibro e 50 colpi per pezzo ,d i grande calibro. Sebbene tali cifre possano considerarsi . alquanto modeste, specialmente per i piccoli e medii calibri, (giacchè una Istruzione ufficia.le, fin dal 1908 riteneva di 100 colpi per pezzo la giornata di fuoco per i medi calibri), riferendoci ad esse e prendendole per base, possiamo ritenere che durante una battaglia prolungatasi per una settima111a, come quelle combattute durante la guerra 1915~18, il consumo ,p er pezzo di piccolo calibro, sarebbe sa.lito di circf1 metà ,d ella dotazione che era disponibile all'inizio della guerra; il consumo per pezzo di medio calibro sarebbe riuscito poco minore della intera dotazione; e per OKlli pezzo di grande calibro la dotazione sarebbe stata addirittura deficiente fin dal primo scontro. Orbene per il munizionamento dei medJi e dei piccoli calibri la cosa non sa.rebbe stata di grnnde gravità, se in Paese, • non appena iniziatasi. la gue,rra, si fosse incomincia.ta u:na fab brica,z'ione cos'ì. intensa da appianare, durante una battaglia, tutti i consumi in essa e per essa avve111nti; ma purtroppo nulla era stato predisposto in questo senso, ed allor~, dato che la nost,ra industria privata, prima di produrre regolarmente in tale niisura, avrebbe richiesto almeno sei. mesi per la propria attrezzatura e ,per la. raccolta. ,delle materie prime, e tenuto anche conto che durante quest,o semestre di tempo, avrebbero potuto aver luogo forse anche dieci batta.gliè, è facile dedurre che il munizionament o iniziale, che sarebbe sta.to necessario per affrontare la guerra sernza preoccupazioni, avrebbe dovuto -

G4,1 -


MUNIZIONA}.<JENTO PER L' AUTTGLlERIA

essere decuplo di quello effottivamente disponibile al principio delle ostilità. Seppure ci si può ,o bbiettare che il predetto ragionamento è a posteriori poichè per principio noi abbiamo costantemente voluto evitare qualsiasi spunto di sterile critica, vogliamo dimostrare come esso poteva e doveva essere fatto a pr-iori. Infatti, mentre negli anni intercedenti tra la guerra russo-gia1pponese (1904-05) e la grande guerra del 1915-18, molte osserva. ziooi era.no state fatte da studiosi, sia sulla durata delle battaglie, sia sui consumi di munizioni, e sia sugli ostacoli (reticolati) che le condizioni cli lotta avevano imposto in quella guerra ed avrebbero sempre di più comportato in avvenire; d'altra parte non mancarono taluni studiosi a prevedere un più vasto impiego di artiglierie pesanti; l'adozione delle bombarde; molto maggiori consumi ,d i munizioni; e conseguentemente un cospicuo accrescimento quantitativo e qualitativo dei mez.zi di trasporto delle munizio·n i stesse alle truppe, senza dei quali le azioni si sarebbero. cristallizza.te in lotte di trincea e la guerra di movimento sarebbe divenuta un quid simile della, guerra di fortezza. E poichè, come si è già a~cennato, nel 1908 una nostra Istruzione ufficia.le prevedeva cli 100 colpi per pezzo la gior·nata, <li fuoco per i medii calibri, si imponeva il dilemma : o un abbondante munizionnmento giù, pronto e tempestiva.mente trasportabile alle batteri.e in ;izione, oppure la preventiva organizzazione a,ccurata, completa e sicura di una fabbricazione di munizioni che :fin dall'inizio ,d ella guerra ed anzi qualche tempo prima fosse in grado di corrispondere a,lle nccessiUt della guerra e perciò sufficiente ai maggiori eventuali consumi. Siccome nulla era, stato fatto nè in un senso nè nell'altro, così si spiega, come al principio della guerra le va,rie Autorità responsabili siano state costrette a<l improvvisazioni, che fortuna.tarne:nte, - per la nostra geniale adattabi.Iità e 1per la piena comprensione colla, quale l'intero popolo italia,no collaborò e concorse alla guerra ed alla vittoria, ed au1che poi perchè ad ·analoghe improvvisazioni dovettero pur ricorrere i nostri stessi avversari, - non ebbero per noi quelle gravi conseguenze che 3Nrebbero altrimenti potuto esserci fataJi.

-- 645 -


MUNIZIONAMENTO PER L' AR'l'IGLIERIA

* * * Dopo che il Governo ·ebbe i pieni poteri, ed il Sottosegretariato per le armi e munizioni ebbe assunto unitamente la. direzione dell'intera produzione nazionale, me1ntre in misura però molto limitata venne attivata la produzione degli Stabilimenti militari, fu essenzialmente organizzata e spinta ad una più intensa produzi,one tutta l'industria privata riconosciuta idonea. fo breve i !Pl'Ovvedimenti subito presi fecero sì che, immediatamente dopo l'inizio -delle ostilità, si raggiunse la produzione giornaliera di cfrca 10.400 colpi per artiglierie campali (7 colpi per ogni ca1mone campale esistente); tale gettito era certamente molto insufficiente a.i bisogni, ma era gi.à qualche cosa! Questa produzione venne pf~rtanto ben ·prc~sto raddoppiata, e per tutto il 1915, pur rima.nem.do insufficiente a.i bisogni, andò sempre aumentando gradatamente :finchè nel 1° trimestre del 1916 salì a circa 40.000 proi~tti al giorno; produzione però ancora insufficiente ma.lgrado le limitazio:n i nei consumi che i competenti Comandi a.l fronte avevano giustamente imposto. Nel maggio 1916 la ,produzione giorma.liera, a.scese a 50.000 ·colpi e la. situazione andò migliorando anche perchè la. produzione precedente ed i limitati consumi avevano permesso di accumula.re una riserva ·d i circa 7 milioni di colpi. Nell'ottobre 1916 l'industria italiana raggiunse i 70.000 colpi giornalieri, il che permise al Comando Supremo di formula.re il p1·oposito di. raccogliere ogni mese presso i Depositi centrali di Armata, un numero cli colpi complessivo pa,ri a circa 1 milione. Nel gennaio 1917, la nostra industria privata raggiunse la fabbricazione di circa 77.000 colpi di piccolo calibro al giorno. Fin da principio si era disposto anche fl)er la fabbricazione di colpi di medio e gra.nde calibro : inizialmente essa riuscì lenta e scarsa, ma in seguito si attivò notevolmente ta,n to che alla fine del 1916 si potè contare sulle seguenti dotazioni distribuite fra le Armate ed i Depositi centrali.

- f;.Jfl -


MUNIZIONAMENTO PER L'ARTIGLIERIA

e

Numero dei colpi distribuiti alle .A.rmnte centrali dal 24-5-1915 al 31-12-1916 calibro jdota.z. coropl. / consumati I avanzati I

ai Depositi

piccolo

2"2.39.l .i53

medio

s.sn.ssi

4.ti5.151

2.268.758

.. .

1,i;,J.950

l00.496

Totali

26.720.35-J

11.181.13-5

grande

Hl.579.8i2

J .906.393

Osservazioni

Da tali cifrt', pe1· la d ur ut:L dal 24-5·15 al 31-12-16

e c ioè per 587 giorni il con53.454 sumo medio giornaliero era stato di 19.0'18 colpi.

) 5.539.719

R iassumen do : dall'inizio delle ostilità, momento in cui erano in totaJe disponibili circa 3 milioni cli codpi, fino alla fine del 1916, l'industria ita.liana era stata in grado cli allestire all'incirca 23 milioni di colpi, t enuto conto dei predetti 3 milioni che co iituivano l'intero munizionamento al 24 maggio del 1915. L'industria privata incontrò speciali difficoltà nella preparazi one delJe bombe cl a bombarde; fabbricazione che era e8clusivamente stata affidata ad essa. Una prima ordinazione di 600.000 bombe, fatt a nell'aprile 1916, non ru soddisfatta che per la decima parte nel giugno dello stesso anno, ma in seguito l a produzione g'iorn aliel'a aumentò fin o a 2.300 bombe dei vari calibri, pur mantenendosi però insufficiente a •prepararne quel qnantitativo fissato .çh1l Comando Supremo il quale aveva stabilito come dotazione giorna.liera. ·permanente che la, dotazione stessa fosse di dieci giornat e di fuoco per ogni bombarda (60 bombe da 50; 30 bom bC' da 58 e 20 da 240 per giornata e per arma) : fu quindi necessario im.porre delle limit azioni nei consumi e diminuire Je dotar.ioni che furono ridot te a, tre giornate per le bombarde minori ed a cinque giornate 1per quelle da 240. Verso la. :fine del l!)J G la produzio.ne delle munizioni dei vari calibri venne meg)io ordinata, nel senso che, in èonseguenza dei pratici insegnamenti dedotti cla ol tre un anno di guerra, si pt'esrrisse una proporzione tra le munizioni di piccolo calibro e quelle cli medio e gran de calibro rispo:ndente ai consumi effettivamente avvenuti, ed essenzialmente, a questa data, si era -- 647 -


:.'lft:N IZI ONAl'IJENTO l''ER L 'ARTIGLIERIA

riusciti a quin tuplical'e la produzione iniziale. Nel 1917 crebbe la produzione per tutti i calibri, .sipecialmente per i medii e i grandi ; e , erso il mese cli maggio furono disponibili circa 20 milioni di colpi così ripartiti : -

17.350.000 di piccolo ('a.libro, 2.534:000 di medio calibro, 78.000 di grande calibr o,

colle seguenti dotazioni per ogmi bocca da fuoco, suddivise tra le Armate ed i Depositi centrali: Numero dei colpi disponibili per pezzo Cann'>ni calibro

grande

da 305 da 254

da 203 medio.

da 155L cla lfi2

da 140A du 140 (¾ da 120 L/ 40

da 120 frane. da 120 A, B , G da 105

da 102 da 95 f ranc.

plccolo

I

N. 80

042 58 000 502 1210 1008

Obici calibro

cln 305 da 280 da 210G

da 1490 dn H9l:'.C.

_,. ~-

I

l\fort,a ~ calibr o N. I

316 824

da 260

733

G89 1098 2668

cla Zl.O

594

2047

003 OG4

740 11181 1434

da 87 dll 76 da 75cnmp. dll 7GA da 75B mont.

1220

da da da da da

70 A

1881

65 mont. 57 42 37

2644

1212

0776

1G88 2288

965

1005

1693

A questo punto è in teressa11te richiamare l' attenzione snlla cifra di 6.776. figurante nel preceden te Specchio ed imdicante i colpi esistenti per ogni bocca da fuoco campale nel -

648 -


){UNIZIOKAJ\!ENTO PER L' ARTIGLlERIA

maggfo 1917. 'ralc cifra rappresenta il consumo di circa 68 giornate di fuoco ed è relativa ad nlll momento della guerra in cui l 'industria privata italiana era già ·in condizioni di ricostituire la « giornata di fuoco)) per tutte le artiglierie di piccolo calib1·0, in sole 6 giornate di lavorazione, sempre qua.udo le materie prime fossero sta te interamente e tempestivamente dis!Ponibili. Da quanto si è accennato, circa la tempestività nella preparazione delle mua1izioni di artiglieria , si vuol riconoscere che nel 1917 le p1;eoccupazioni circa il munizionamento erano inte1'a mente cessate, tanto che si era for tunatamente pas sati ad una situazione diametralmente contraria alle condizioni di a01teguerra. Nelle operazioni del maggio-giugno 1917 il consumo totale di colpi fu di 1.150.000, mentre lo si era preveduto soltanto di 900.000. Il Comando Supremo richiese allora di avere un a dotazione da 4 a 5 milioni di colpi fra medio e grande calibro, e che in generale la produzione fosse intensificata,. E poicllè le Autorità direttive dell'industria p rivata corrisposero prontamente a tali esigenze, nell'agosto 1917 si avevaillo 3.200.000 colpi tra medio e grande calibro, che salirono a 3.266.000 alla vigilia del ripiegamento a.l Piave. Soltanto il muni2,ionamento delle bombarde, per deficienza di materie prime, subì dei ritardi e non potè ·quindi per tale motivo essere. aumentato fino a.I le cifre stabilite dal Com.ando S11rJ)remo. Il nostro ripiegamento al Piave provocò, oltre che un co111sumo, anche perdite ingenti di abbondanti magazzini. di munizioni sistemati a tergo, e impiantati presso le truppe delle Armate. L'industria privata italiana così come provvide alla sostituzione delle armi perdute, sopperì al ripristino del munizionamen to dovuto abban donare, di quello intanto consumato nella prima battaglia sul Piave e cli quello anche più numeroso impiegato nella strenua resistcrnza opposta a.l nemico sul1' Altipiano di Asiago (ll novembre fino al 25 dicembre 1917). Nei due ultimi. mesi del J917 e nei primi quattro del 1918, non solo venn e rifatto tutto l'armamento ma,n cante, ma fu ricostituito l'intero ni.nnizionamento ne)]a, misura prima esistente. E' da notarsi i1nfine che nel 1918 1progredì alquanto l'alle-

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MATETUALl P ER J/ AEUO~AUTICA DURANTE LA GUlìJ.t8A

stimento delle bombe per bombai·de e fu incrementata la fabbrieazione delle granate a mano; a llestimento e fabbricazione completamente affid ati all'industria pl'ivata. Per le granate a mano, essa, durante t utta la guerra, provvide ad una fornitura, totale di 22.400.000 granate circa,, passando dalla produzione giornaliera di circa 5.000 gramate al principio del 1916, a quella di 45.000 granate nel 1918.

§ Il (0 )

Aeronautica

=

Automobilismo.

Per l' Aero.nautica, subito dopo la nostra entra.ta in guerra ven ne formulat o un programma per aumentare il numero degli aerei. e p(>r a-rere apparecchi pi ù veloci e di più omogenea delineazione. Tale progrumma ebbe attuazione gradua.le : nel maggio 1916 si ebbero 279 aeroplani i!Il più; alla fine del 1916 questi era no. saliti a 1.195 (si accrebbe il numero delle scuole per piloti e si istituirono officine di r~parazione). Nel marzo 1916 erano in se1·vizio: 7 sqna driglie da offesa Caproni ; 2 squadriglie da 1·icognizione e combat timento Voisin ; S squadriglie da ricognizione e r ombattimento Farman; 7 squadriglie d'artiglieria; 5 squndrigJie da caccia; e 1 squadl'iglia di idrovola.nti; con u111 totale cioè di 30 squadriglie raggr nppate in 5 Gruppi. Alla fine del 1016, le squadriglie erano in numero di 44, con un complesso di 370 apparecchi. Venne promossa anche la costruzione di dirigibili (3 esistenti all' inizio della guerra, di tipo antiquato); ed entro il 191.G. agli esistenti si aggiulilsero 10 altri apparecchi di miglior tipo. Si nttivò anche la, cost ruzione di aerostati (all'entrata in guerra vi erano 6 Sezioni aerostatiche da campagna, più 4 da fortezza , le quali però resero poco); in modo che alla, :fine del 191.6 con aerostati mi g·Jiori (dracken) e col traino automobilistico, si contarono in servizio : 7 Sezioni da campagna al fronte; 3 Sezio1ni da fortezza ; 1 Sezione specia.le ed 1 maga.zzino avanzato. In tale anno fu preveduto e formato un Reparto di artiglieria aerea con la missione di provvedere a t u tto . quanto ri-

650 -


MATERIALI PER, L' AE~ONA UTICA DURANTE LA GUERRA

guardava l' armamento di bordo, lo studio ed il riforuimento dei proietti di caduta. Nel 1918 era no in servizio : 7 dirigibili a disposizione . del Comando Supremo, più 37 aerostati .(dracken) a disposizione dei Coma,ndi di Armata. Nell'anno 1916 fu studiato un vasto programma di ampliamento dell' aeronautica per il 1917, ma esso ebbe però soltant o parziale esecuzione. Verso la fine del 1917 si ebbero in servizio : 73 squadriglie di aeroplani e 16 Sezioni (di cui 4 squadriglie e 14 Sezioni erano a protezione del territorio nazionale) ; i dirigibili esistenti nel 1916 furono sostituiti con aeronavi di rqaggiore efficienza bellica, ed aumentati di 4 nuove unità; il servizio aerostatico (soppresse le Seziooi di artiglieria) si estese a: 20 Sezioni a utocampali; 1 colonna autonoma gas con magazzino avanzato e 3 Sezioni staccate; 3 Sezioni aeroata ticlle da fortezza; 1 Sezione per la R. .Marina; 1 Gruppo di. 3 Sezioni aerostatiche per istruzioni aeree. Nel 1918 venne aumentato notevolmente il numero ,degli aeroplani cosicchè alla data ,d ell'armistizio (4 01ovembre 1918) erano in servizio : 2·78 apparecchi da caccia; 261 per ricoguizione e bombardamento (leggeri); 57 tipo Caproni per bombardamento (pesanti) : in tutto 596 apparecchi dei quali 526 completamente di ideazione e costruzione nazionale, e 70 di tipo francese. Rimase invece invariato il quantitativo di dirigibili e di aerostati.

* * * Il serv1z10 automobilistico, costituito come è stato precedentemente indicato, non si dimostrò sufficiente agli accresciuti bisogni ; e durante il 1915 e nel successivo 1916 dovette essere dotato cli mezzi maggiori. ~Ila. fine del 1916 si avevano in servi7.iO (con 1.100 ufficiali e 30.000 uomini di truppa) : - 61 autoreparti 7 autoparchi 5 Parchi nutotrnttricl 4 DC'positl centrali

-

651-


MATERI.AL! PER L'.!UT0hl013JLISMO Dl:RAN'rE LA GUERRA.

- 12 D t'postil la bol'a tori 1 Deposito motociclistico

formanti: - 283 autodrnpp<'lli auto,etture - 210 Sezioni ord inarie - 88 uutos<'zioni per munizioui - 113 u.utosezioni raddoppiate 50 Sezivni autotrattrici

con un complesso òi : 9ù0 autovetture - 10.800 autocarri 570 trattrici - 4.000 motocicli.

Nel 1917 furono fatti altri e notevoli aumenti e verso la :fine di quest'anno erano in servizio: 1.500 H.utovetture - 17.000 uutocarr i 1.000 trattrici - 5.528 motocicli

coo .un totale di 1.500 ufficiali e 70.000 uomini di truppa. Alla data dell'armistizio si avevano in servizio: -

-

2.510 autovettore 954 autoambulanze 2G.146 uutocarr i di cui : 6.754 pesnntl 9.217 medii - 10.175 Jegg<•ri 1.200 trattrici 6.000 motocicli.

Degna, di essere l'icordata è la formazione avvenuta fin dal 1916 di 1 autoparco di manovra a disposizi<;me del Comando Supremo, (in più clegli autoparchi di Armata), destinato a -r apidi t rasiporti stra.tegici di. truppe d.a un _p unto all'altro della fronte. Un'idea del lavoro fatto dal Servizio automobilistico per trasporti strategici si può avere dalle seguenti cifre :

- - R52 -


SERYIZI VARI

Numero di nomini trasportati dal)' autopar-1 dagli auto-1 co ùi ma.nop,i.rchi Totali vrn d'Armata

Data del fa-asporto

Offensiva a ustriuCtl in Tre!lt_ino (maggio. giugno 1916) .

99.000

Battugli,l del Piave (giugno 1918) .

II

88.000

Battaglia Vittorio Veneto (ottobrc-novembrc 1918) . . . . . .

J

184.000

I

80.000

129.000

20.000

108.000

55.000

239.000

Dagli enti direttivi dell'automobilismo vennero compiuti studi ed esperienze per il traino meccanico delle batterie campali e pesa.nti campali, dei forni Weiss, degli equipaggi da ponte, e di a.ltro materiale bellico. Bastano le cifre surriportate a dimostrare di quanta importanza sia stato ed a quale entità sia asceso il Servizio automobilistico durante la guerra.. Per lo svolgimento del Servizio di cui trattasi, dovettero sorgere nelle retrovie e anche non lungi dalla fronte: officine di riparazione, laboratori rnrii, vasti magazzini di carburante di lnbrifì.cante e di pezzi di ricambio: istituzioni tutte non solo necessarie, ma indispensabili, e che dimostrano quale sforzo la Nazione abbia compiuto anche in q uesto campo !Per il conseguimento della vittoria.

§ Il (H )

Serviz i vari • Artig lieria , Genio • Sanita rio , Commissariato.

Un rajpicl o accenno ai più importanti Servizi è qui -necessario per dare un esatto giudizio (! ella imponente mole di mater iali che la Nazione e la sna indn stria. militare e privata dovettero fornire all'Esercito. Trattasi principalmente dei Servizi: di A1·tiglieria, del Genio, di Sanità., di Commissariato, e dei Trasporti; oltre ad alcuni altri che per la prima volta dovett ero essere organizzati dnra:nte la grande guerra ed ai quali verrà pure accennato. -

653 -


SERVIZI VARI

In linea genet'ale si può affermare che all'inizio della guerra i yarii Servizi, saho quello dei trasporti (automol>ilismo), si

dimostrarono sufficienti in relazione al numero di grandi Unità costituite per l' entrata in campagna. Ben presto però i bisogni andarono imprevedutamente crescendo e si dovette provvedere ad amplial'e tutti i Servizi con nuovi organismi, con nuovi materiali e con rise1·ve atte a far fronte anche alle necessità che da quanto avvenuto pote11ano prevedersi sempre maggiormente crescenti anche [Per il continuo aumento delle Unità combattenti. Circa il Servizio dei trasporti, del quale già in parte si è parlato tratta11do del Servizio automobilistico, a causa specialmente, sia del gravoso trasporto in avanti delle munizioni di medio e grande calibro e delle ingenti quantità di altri materiali di impiego non prima preveduto, sia dei grandi sgombri di feriti e di materiali ve1·so le retrovie; e sia da ultimo dei rapidi spostamenti strategici di intere grandi Unità, devesi rilevare che il Servizio stesso assunse una tale vastità e diventò così complicato, talchè qualsiasi previsione in proposito fin dal tempo di pace non sarebbe stata possibile. L ·autocarro, impiega.to su vasla scala, servi ,o ttimamente a. risolvere i numerosi e difficili pL'Oblemi ai quali fu accennato, rese disponibile per i rciparti combattenti un gran numero di quadrupedi ed aumentò notevolmente iJ raggio d'azione degli Stabilimenti di rifornimento. Ciò detto si può osservare come, avendo conseguito da un .ben organiz,r,ato Servizio automobilistico cosi importanti risultati, siasi l'epntato conveniente cli addossare alle. linee combattenti, dei Depositi di materiali e di munizioni di mole spesse volte spropor,r,ionata ai bisogni, Depositi cbe .p er il ripiegamento al Piave non fu possibile sgombrare. Il Servizio cl' Artiglieria dovette provvedere aa1zitutto a.l ri romimento : -

di tutte le armi (portatili, bocche da fuoco, bombnrae, mitragliatrici, lanciabombe, lanciaspezzoni) e r el11t ive munizioni; - c1ei carreggi, sellt•rie, attrezzi du zappatore di fanteria (escluso il rifornimento ai reparti del G<'nio); - di quuclrupecli e dei materiali pel' la loro ferratura; - delle materie prime necessarie per la conservazione delle bocche da fuoco e del carreggio (grassi, lubrificanti, glicerina). -

(jf,lj -


SfilIWI ZIO D' AR.TlOLJER!A

P 11r le a rmi p o1·tatili, oHre al normal e rifornimento : ai centri di mobilitazione per le truppe di complemento, e ad alcuni Depositi di Armata per il più 1ptonto arrivo delle armi stesse ai reparti in linea, il Servizio d'Artiglieria provvedeva alle riparazioni di non grande entilà rivolgendosi alle ,officine dei magazzini aval)1zati d'Artiglieria di Armata, mentre per le riparazioni <li maggior rilievo inviava Je armi 11 IJe Dil'ezioni territol'iali di Artiglieria. Le mitragliatrici nuove, in due centri a,ppositamente costituiti a Tol'ino e a Brescia venivano raccolte in scorte di riserva, dspettivamente di 50 e 350 Sezioni, centri che dovevr~no cumulativamente fornire una riserva permanente da 10 a 50 Sezioni presso ciascun magazzino avanzato d' Arti glieri::i, di Armata. Le bocche òa fuoco di piccolo calibro e pesanti campali erano raccolte presso i Depositi dei Reggimenti : quelle di medio e grande calibro presso le Direzioni territoriali d'artiglieria. D a, t utti questi centri, tali artiglierie Yenivano passate ai reparti cli nuova formazione od ai magazzini avanzati 1pC'r il rifor1nimento ai reparti di. linea. Le bombarde nu ove erano rac-· <·olte e collaudate presso la cuola bombardieri: poi passate, su ricltiesta, a.i magazzini avanzati per la distribuzione . Il riforniment o di munizioni (cartucce per fucili e mitragHatl'ici, ·Colpi completi per a,r tiglierie, bombe da bombarde, gra11ale a mano) ai reparti opera11ti, all' inizio del1a guerra era pl'ovveduto dalle Colonne munizioni (1 pel' Divisione di fante1·il-1 o cavalleria: 1 per truppe suppletive di Corpo d'Armata; J per Gru1ppo fLlpino) costituite cl a 11na Sezione 1ier mu111izioni di fanteria e varie SeziO'l1i per a1·liglieria, t utte carreggiate, mer1tre invece erano someggiate que11e per Grnppi alpini. I Parchi d' artiglieria di Corpo cl' Armata, come si è già accen1rnto furono soppressi :fin dall'inizio delle ostilità e sostituiti cln antosezioni. Verso Ja :fine clel 191(l il carreggio delle colonne innnir.ioni voone sostituito con a utocarri (da, 8 e J2 per col onna m:dinnria, cla 10 a 1!5 se vi erano munizioni .Per artiglieria pef:l1 nte campale). In conseguenza de1l'A umentato numero cli grandi Unità e dei maggiori C'Onsumi di m nnir.io·n i fa tti dalle mitragli atrici -

655 -


SERVIZIO D'ARTIG LIERIA

e dalle artiglierie, il Ser-vizio di rifornimento riuscì sempre più complicato : per semplificarlo ed alleggerirlo, dato che la sta bilizzazi one delle fronti lo rendeva possibile, si formarono in zona di guerra 5 speciali Deposi.ti di munizioni, d~pcndcnti dalle Armate e dalla Iutendenza generale, Depositi muniti anche di laboratori per riparazioni del materia le d' artigli.e ria. Nel 1917 erano in servizio : -

58 colom1 u mtm i7.loni Pl'r Divisione ùl fHn tc·ria eo n 12.3 ::;ezioui per Brigata. di funtl:'ria;

-

4 ' colonne mun izioni ver Divisione ùi carnl leria; 8 colonn e nrnnizioni PN' il Gruppo II Ipino; · 21 aliquote di c:olonna munizioni pu le batt<'rie somPggintl'.

-

Il munizionamento per artiglierie di piccolo calibro e pesante ca mpale giu111geva a questi predetti Stabilimenti mobili di campagna dai magazzini avanzati d'Ar tiglieria; e a questi ultimi i colpi completi pervenivano dai Depositi centrali di ai'tig]iel'ia (Direzioni lerri1·oriali ,d'artiglieria nella sede dei predetti Depositi cen trali) ove venivano ca.r icati i proietti e com1Posti i colpi completi. Le altre munizioni afflui va1no dal Depositi centrali ai Depositi munizioni delle Armate o dell' I ntendenza generale, e da questi, per mezzo di autosczi~)ni, erano trasportate ai Depositi eventu ali di grandi Unità., oppure diretiam eute ai Depositi cli batteria . Durante Jo svolgimento di Hzioni aHa fronte, dai Depositi centr ali partivano incessantemente treni di mtmir,ioni verso le Armat e impegnate, e nffinchè ·Q·t11esti movimenti fos sero sicuramente possibili, pr esso tali Deposit i centrali eranvi sempre dei treni che, per materiale fef'l'oviario e ,p er personale di carico e di manovra, erano pro11 t i, in modo <la. partil'e sollecitumente e provvedere così. sen r,a ritardo al trasporto di mu nizioni verso l a fronte : fu così che, per esempio, per l' ultima offensiva sul Piave, da.] solo Deposi t o cent1·ale di Piacenza partii·ono gi.ornamerite 15 treni di munizioni. Il l'ifornimento delle bombe da, bombarde alle batterie era fa t to da uno specia1e Deposito (a disposizione <lèl Comando Sup1'emo e dipendente dalla Scuola dei bombardieri) direttamente per mcz,r,o di autoearri. A questo Deposito i colpi completi venivano mandati da 3 Stabiliment i di caricamento, ciascuno dei qunli pl'ovvccleva nl cal'icamento con uno dei tre esplosivi pre-- G56 -


SERVIZIO D'ARTIGLIERIA

stabiliti. Le granate a mano dopo di essere state caricate !l)resso appositi Stabilimooti affluivano al predetto Deposito speciale di bombe da bomba.ròe ed il loro rifornimento alle truppe venjva effettuato dai Magazzini avanzati d'artiglieria. _Nell'autunno del 1918, qua,11;do cioè la· fabbricazione delle armi e delle munizioni era già abbondante, i rifornimenti erano così scaglionati fra i vari Stabilimenti:

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Materiali

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Disponibilità in zona di guerra -presso :

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dà 20 a 100 armi

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800 armi

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5.000

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Bocche cla fuoco

5.000

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Bombar de

1.700

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numero vari.o

-

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-

1.000.000

Munizioni cì'artig1ieritt

-

-

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tutto il resto del• laproduz. nazionale

15 gio1·1l.l 30 giorn. numero v atio di fuoco di fuoco

N .,B . La giornata ùi f uoco 1)1:'r ogni vezzo t•rn. stiruutn · in colpi: 100 cli piccolo calibro 75 di m edio calibro 50 di gt·amle culibro.

* * * Il rifornimento del carreggi.o e delle bardat.u re ·a lle truppe era, fatto da,Ì. M:agazzimi avanzati d'artiglieria, · presso i quali i materiali venivano raccolti con spedizioni dall'internò del Paese (Depositi cent rali ed oi'gcine di fabbricazione). 42 .

657 -

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Mitragliatrici

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Cartucce per f ucili e m itragllatrki

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500.000

Fucili

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SElRVIZ IO D'ARTIGLIERIA

Il rifornimento dei quadrupedi, fatto a c ura del Servizio d'Artiglieria, merita un cenno particolare per le difficoltà, inco01tra,te, i ripieghi cui si è dovuta ricorrere e per gli ingenti carichi finanziari sopportati. All'inizio della guerra l'ordinaria requisizione dei quadrupedi aveva quasi fPOrtato a numero gli effettivi dei reparti e Servizi mobilita.ti. Per una parte le perdite subite, e d' alLro lato gli effettuati aumenti di grandi Unità fecero presto sentire la deficienza di quadrupedi ; cosicché, al principio del 1.916, il Comando Supremo propose per l 'Artiglieria la sostituzione graduale del traino meccanico a quello animale. Tale sostituzione venne però dal Ministero e:ffeltuata soltanto per l e artiglierie di medio e grande calibro, e per taluni Servizi, a misura, della disponibilità, in trattrici ed autocani. Per le Unità di nuova formazione si provvide a ridurre il numero dei quadrupedi nelle batterie e nei vari servizi ippotrainati, mentre poi si spinse 6:no all'estremo limite la requisizione in Paese anche iperchè parecchi mercati esteri erano chiusi, ecl il traf:fi.co marittimo incontrava già molte difficoltà, per eventuali trasporti di acquisti fatti all'estero. I servizi ippotrainati vennero così poco per volta, ridotti tutti a trai•no meccanico. Mnlgrado tutti questi pl'Ovvedimenti, la -deficienza di ·quadrupedi a,nda,va. sempre facendosi più sensibile per l ' aumento di grandi Unità e per l'impellente bisogno di ·salmerie, insostituibili in montagna, (le teleferiche attenuarono lù, dove fu possibile, l'inconveniente della scarsità dei mezzi per i traspo~·Ù i111 montagna) , e per la form azione resasi necessaria. nel 1917 ,d i speciali salmerie a disposizione dei Comandi di Armatn. Fu pertanto gio~ coforr.a <li ricon·ere ad acq uisti a1l'estero, nella Repubblica argentina,, negli Sta.ti Utniti, nel Br·asile e, per i muli, in Spagna ed in Cina. Un concetto ,dello sforzo compiuto si R,rri dalla sommaria esposizione delle seguenti cifre : 1°) in Paese l:.L s tatistica di pace ìn riguardo della r equisizione segna. · Java l'esistenza coroples·sivnmC'nte di 1 mlllone di cavalli e 11oco più di · 400.000 muli; · 2o) per la mobilitazione furono acquistati, preceltnti e r equisiti circa 320.000 quadrupedi, più di 10.000 di riserva; sncc<'ssivnmente se n<' trassero altl:i dal Paese per colmare le perdite e l)l'Ovvederc a nuove formazioni;

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658 -


SElWlZl O D' ARTIGLIERL~

3°) durante Ja, guerra f u rn:cessri.rio l'acq_uisto alJ' cs tcro di 145.000 q_ua, drnpedi con spes,t ingPnte, s ia per gli tiltl prezzi pagati · con uno s favorevole tasso di cambio, sia per le .gra vi perd ite uei trasporti per · mar e .

La provvista dei quadrupedi passò per gli stadi seguenti : ~

mm_o 1014 (periodo di n eutralità) acquisti in Paese e n egli Stati Uniti (per l' Artig!ieria); - ann o 1015 çmob ili tazione) ordinaria. r equisizione . e quindi poi per i rifornimenti u lteriori: r equis izione in Paese spin ta al massimo (con t oller anza nella q1.1 alità), ed a cquisti in .America cd in Spagna (muli); - durante la, g uerra : r idùzioni di cJ'l'ettivi dei Servizi e delle batterie ; sostituzione del traino meccanico in tut ti i Ser vizi; acquisti a.ll' est ero nei Paesi già inéliGtti. · •

I quadrupedi requisiti in Paese od arrivati nei porti di s1Jarco, venivano raccolti in Depositi centra.li di quadrupedi (per eccezione si formarono Depositi di Armata,), od anche presso Depositi di Reggimenti di Arma a cavano; Depositi i quali funzionavano come Depositi di quadrupedi di riserva. Da tali Depositi i quadrupedi passavano. ai Depositi diipendenti dalle Direzioni di Artiglieria delle Intendenze d'Armata,; i quali ultimi -c uravano_la. dist ribuzione ai reparti.

In zona · cl.i operazioni al Servizio cl' Artiglieria spettò pure il servizio delle riparazioni al ma teriale dell' A.rma. All'intento di evitare trasporti di materiale dalla fronte alle officine stabilite in Paese, quando le riparazioni fossero state di piccola importanza, fin dal tempo di pace era,. stato previsto l'impianto di piccoli labora,tori di riparazione da'. costituirsi presso i Magazzi,n i avanzati ,d 'Artiglieria alla dipendenza delle I ntendenze cli Armata. Ben ,presto, dopo l'inizio della guena, questi laboratori si dimostrarbn<) insufficienti, e le ripara.zioni vennero · perdò anche affidate a laboratori sussidiari, sorti in quelle località ove maggiormente erano accresciuti i bisogni, ni_entre ai la bora,t ori dei Ma.ga,zzini avanzati. f urono assegnate parti di ricambio ed altro materiale per aumentarne l'efficiemza e la rapidità di lavoro. Inoltre la Ditta Ansaldo, per le riparazioni del molto m~ -

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SERVIZLO D'ARTIGLIERIA

teriale d'Artiglieria da e&-sa fabbricato e già trovantesi alla fronte, per risparmio di tempo e per evitare sgombri labo1·iosi e trasporti dispendiosi, organizzò due officine con qperai proprii, funzionanti sotto la sorveglianza delle Direzioni d'Artigli.cri a. di Armata. Queste officine Ansaldo che in pri~o tempo eseguivano soltanto riparazioni non gravi, vennero poi ben presto ampliate e destina.te pure alla fabbl'icazione di parti di ricambio. Dopo il stinate ,pure alla fabbricazione d~ partì. di ricambio. Da quel nostro ripiegamento àl Pia,·e, per la riparazione del materiale Ansaldo venne impiantata in BolognH, un' Officina, Centra.le per le ripa.ra zioni di maggiore importanza (per le minori riparazioni provvedevano le altre due officine già i,n dicate or ora che vennero t rasformate in cinque labor·atori aYarrnati, dipendenti dall' Officina ·centrale) . L'Officina Centrale era attrezzata con 3:5 macchine operatrici, fucine, banchi di aggiustaggio e con un impia111to di saldatura autogena, e possedeva inoltre un'ampia scorta di parti di ricambio; scorta destinata a provvedere regolarmente le officine a;va,nzate. 'r anto l'Officina Cen trale quanto quelle avunzate el'fmo alla dipendenza dell'Intendenza generale: le officine avanzate erano poi autoi-izzate ad aderire alle richieste di riparazioni loro rivolte dai Co;mandi d' Artiglier ia d' Al'mata, e H.llo scopo di evita.re la.boriosi e lunghi movimenti (li materiali e 1per non privare troppo lungamente dei loro pezzi le batterie in linea , in varie occasioni mandarono loro operai coi necessari mezzi di lavoro tìn presso alle batterie in linea per eseguil'e sul ·posto alcune piccole l'ipa,razioni. Più tardi, sempre nel predetto intento 1 a tutte le batterie arm ate con materia li dei va rii generi e tipi <li fa bbric-azione (cioè non soltanto n quelle a1·ma,te con m~.teriale Ansalq.o) vennero assegnati operai e mez½i di lavoro in più cli quelli già esistenti, ed inoltre alle Armate (Direzione di Artiglieria delle I ntendenze) furono assegma te degli antocarri-officina con materiali, macchine e personale specializzato a lavori di riparazione; ed a]l7,i ad integra.re tale personale :l'ul'ono talvolta distaccati anche capioperai ed operai qualificati per determinate e più importanti riparazioni. Nello stesso tempo Yenivano istituiti in zona di guerra, speciali Corsi di istrnzione e scuole prntiche pcl' prepa rare dei milit ari alla funzion e di operai. -

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SERVIZIO l)E.L GENIO

** * Il S.e rvizio ·del Genio si occupò della provvista. e del rifornimento; -

dl attrezzi, ::;tT1mwnti e rnn tcr ial i JW.L' zu1i1.intor i, rn inatol'i, flOlllpieri e f errovieri ; - di esplosivi; - di strumen.ti pesunti da zariva ton, alltt fn n t<·ri u. e ca~·ullrr ia; - d i mater iale telegraflco e telefonico ; · - cli materiali pet rafl'oriamrnti; - di materiali idrici e pe1· Hlumirmzlone,; - · di attl·ezzi e mater iali di costruzi one per unn:nton', fnl.egnnme, ecc.; - della riparazione e sgom bl'O cli t utti i materiali elc i. G(~nio; - della raccolta in grande, cli materiali di circostanza da r eqoisirsl; - del rec lutamt-"n to ed arum iù istraziomi <li mano d'opera avv<'ntiziu ; - di lavori n ell.e retrov ie, s itt s trada li , sia pel' oprrc cli fortificazione, idraulich.e, elettr iche, ecc. ecc. ; - della provvista di ·1egna m l da costruzioue e da m:drr c'.

L'elenco dei titoli cl.i a,ttivifa del Servizio del Genio non sarebbe completo se non si accennasse ai seguenti altrì servizi straordinari compiuti in zona di guerra : a.) Servizi elettri ci - In zona di opcrazio~1 i e di gu ena :

- sistemazioni d i iinee rier Ulnrninazione .e risca.lclam0nto ; _: eJ.ettrificazione di r eticolati; - frazion<~ elet trica (fi lovie varie, come la : Tin1no-Borinio cli 40 Km.; la Primol.uno. Enego di J.3 Km.; l,l Briba no-Agorclo di 31 Km.; la F 0Hzaso. Fie1:a cli Primiero di 30 .Km. ed alti-e ancora) ; - :::istemHz.ione di linee di tn1spor to di cnPrgia (centrali , cabine, concl ntture) esistenti, e nuove cos truzioni occorrenti per q11csta sis temazione (impianto elcttr iCH a l P usubio <'cl a ltri) ; - m~i cam110 delle com un icazioni ·e collegam<'nti: - que llo dei messaggi per mezzo di Jl iccioni viaggiatori ; - qncllo di geotelPgrafia ' (ehe importava lo ,studio, l'acqu is to e la costr uzione di matfl'iali in tN·nmente nuovi); - li servizio per la cnptaziorw di messaggi tc.'lefonici e te legrafici del nemico. b) Impianti centrali di per forazione meceanicn . (i'\falga. Busi) ; e) Studio di mine fluviu.li gallcg-gianti, d i co1t im• fo mogenc (bombe a l fosfor o); <Z) Impian ti idrici sutl.a fronte d el Carso e dl'l P iave, s ull'altipiano dei Settecomuni, nella r egione Ga rcla-As tico, sul Monte Grappa ed . altri minm·i; e studi pPr la potabilizzaz ione chimica delle acque ; e) Servizio del m asch0ramf!nti oer celare H.lle r icogn'i7,ioni t0rrestri ed

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-


SERVIZIO DEL GENIO

aeree dai nem1ct : le opere forti!ìcatorie, gli appostumei:1ti di mitragliatrici, le batter.ie, gli importanti magazzini cli e:,;plosivi, ùi munizioni o di altri ma,teriali. Una Sezione-mascheramento per ogni Oomanc\o del Genio d'Armata eseguivll il ser vizio di r icognizione in posto, per ra.ccoglier e elementi s ulla fonnll dell'oggetto clll coprire, sul colore del terreno o colture circostanti per la più opportmm mimetizzazione. Un .laboratorio (in Carpi) preparava il ma tet·iale abilmente colorato, atto a l maschera mento; e ques to materiale veniva poi collocato· a posto sull'oggetto da coprire, a cura cli apposite S<~zioni7ma:,,cheramenti di Armata. Pr<•sso la 3" Annata venne poi istituito un laboratorio sussidiario. Alltl fine della guer ra il laboratorio di Carpi aveva prodotto 27.G90 reti varie per masch~·ran1cnto; .il laboratorio sussidiar io della 3-' Armatit ne aveYit prodotte 2.548.; f) Impianto di frigoriferi (Bologna e Spezia). e cli lavanderie meccaniche (Mestre) ; g) Studi per l'impianto cli telefc,i·ichc di circostu.uza ; li) S tudi compiuti col concorso d el Servizio telegrafico (di cui sarà detto fra breve), per il perfezionanlC'nto di apparecchi telegnttki Morse e Weatstone, trasformati' in apparecchi staÙlpa.nt.i; i) Istituzione di l compagnia « Guide fluv.ìa li » pt!r la navigazione interna; e cli l. compagi1ia (Ìi « Guardiani e manovratori idraulici» I)er gli impianti idrici ; j ) Impiego di reparti di minatori del genio per l'estrazione di Ìignite e di torba, e per la p1·od11zione (cuocitori) cli carbone d i legna ; le) Esercizio ferroviario cklle compagnie fennvi0ri del Genio sulle .linee in ter reno battuto dal cannone nemico; 7,) Per opera delle compagnie ferrovieri del Genio riparazioni : - delle lince f erroviade danneggiate dal t iro nemico nel maggio 1915 ; - più tardi lavori delle stesse compagnie per m:µvl.iazione di stazioni ; - per costn1ziòne cli mwvi tronchi di linee in zona battuta; ....:... ecl anche .in zona retrostante, ne.I.la quale però le compagnie stesse avevano il concorso di personale delle Ferrovie di Stato e di operai borghesi; - costruzione di binari per batterie di grande calibro disposte su affusti sistemati su cani fe.rrovlari ; · m) Costruzioni a nuovo in zone d i operazioni e di guerra, col concorso del Genio. Civile. S i giru1ge così in complesso alla costruzione di s trade dello sviluppo seguente : - strade per tnitocarl"l, c·i rctl 3.200 Km. ; - strade carrerecce circa 1.200 Km. ; - strade mulattiere circa 1..100 Km.

Alla :fine cl.ella guerra e poco dopo il Servizio -del Genio ,provvide a riattametnti importanti ed allo sfruttamento di risorse miner arie (combustibili), e cioè : -

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SERVI ZIO DEL GENIO

A) ripristino clell'argioatur a dei fiumi del Ve11eto, dal Piave al Taglia-

mento, stata disfatta cla .lavori cli trincea e dl appostamenti di mit ragliatr ici, o da colpi nemici; B ) ripl'istino delle comunica:i:loui f<'rro villric nelle terre liber ate e r edente, compiuto da compagnie f enovierl del Gl' nio col concorso di prigionieri di guena cd operai borghesi ; con r iattamento: prima dei ponti e galleri<', e poi del piano s tradale (riattamenti, sos tituzione di binari espor tati) e delle stazioni : il 19 novembre 1918 veniva riatta ta la linm VeromL'l'rento; il 1° gennaio 1919 era disposto un secondo binario sullR lin ea Sarlle-Casarsa. Il complesso lavorn del 1:iattanwnto di linee ferroviarie con riparazioni alle interr uzioni di ponti e gallerie ecl alle interr uzioni delle Unee, risulta dal prospetto seguente : Riattamenti di interruzioni di : Linee ferroviarie ponti e gal-1 sede stralerie metri

dale Km.

l

V.erom1,.flì·en to

64

Bassano-Trento

2.;o

Montebc I I unn-Cala lzo

640

13

'l'rcvis o-Udinc

670

23

Tre,iso.i.\Iotta di Li,C'nzasPor togr1111ro

620

14

casarsH-S. VI to-Portogruaro

40

4

Casnrsa-Gemona-Pinzuno

50

n

260

29

à!estre-Tr iPste . Palmanovii-S. Giorgio cli Nogaro

J2

22

10

O) occup117,ionc e riorùinanwn to, per· parte cli una compugnia ùi minatori

del Genio, della miniera ai lignite Car pano-Viues presi,:o Alboua (Istria) il 1° dicembre 1918, con s ncccssiva immediata estrazione di 180 tonnellnte giornalie're di lignit<', cbe divemicro 260 nel f<'bbraio 1919; D ) per la rinnscita delle terre liberate nel Veneto : ri pa ra zioni dei dannl e ricostituzione in pl'lstino delle demolizioni hl Sciate dtll nemico ; la vori compiuti sotto la direzione ùel Comando gener a le del Genio del Comando Supremo, col concorso cli varii Enti civili collabora nti in sottordine e coll'efllcace concorso dei Coman<li minori ùel Genio e dei vari r<•parti delle varie Speciaità del Genio, di f or ti gr uppi di pr igionieri e di op<•rai borghesi (in complesso fin o ad un mass imo d.i 200.000 unità), e con l'im-

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SER_VIZIO DEL GENIO

l'impiego di tutta la v itsta dotazione di mezzi e ò l matcriuli, de lla ouale l'Esercito disponeva in quel momento. Anzitutto, fino a quanùo non avvenne l'occupazione militare della linea di armistizio, per fa,·orire la ripresa dei traffici delle popolazioni negli scm.nbi e nei lavori agricoli, ed unche per le immdl!ate neC('SSità rnilltari di rifor nimenti ·e di sgombri, fu ristabilita la viabilità ordin aria, la~ciatu in deplor<>,ole stato dal nemico. Venn er o così riatta t i iJl totale Km. 9.200 dl strade ordinar.le, irnpiegaJJdo l6 m i Iioni cli metri cubi dl ghiilin. e pietrisco, r icavati ùa cave esistenti o sistema te a nuovo e adoperando mezzi di ti:asporto militari , civili di requisizione, tT('ni ferrovhtri, t r r nh1i di f t:rrovie Decu.uvilJc, e burchi sui canali 11u.vigabi.l.i. Tn complesso g li ingenti mezzi adope1·oti per tali trasporti furono i ::;rgtwnti: - treni dl trnttrici a tre rim or chi 60 1.020 - autocarri O.S2ii - cunette . l-J.400 - quadrupedi 'i] - teleferiche I ponti delle vie ordimu·ie, lusclntl In parte rotti etl in parte J11 cattivo stnto dal n emico, furono provvisoriam<>nte sostituiti o riparati <lnlle compngnie pontieri del Genio : - con i1onti tli equ ipaggio militare (pH1 di 40 ponti); - con ponti tll legno di circostanza <' con ponti gettati su bragozzi. In tempo assai breve t u tti quc>Sti la, ori vennero regolarmente condotti 11 compimento n perfetta r cgoln. <l'arte. Molti caseggiati, specialmente lldibitl a servizio pubbl.ico, come Palazzi comunnli, macC'lli. scuole ecc. venn ero riattati p1·ovvisoriamC'nte, mentre poi in secondo tempo ed a poco n. poco si diede mnno a lla ricost ruzione cli tutte le prE>dettc oper e con mezzi p4!rmanen ti e cioè con cc•mento m·mnto, con ar mnlure e arcn t<' metnll iche, con mura tura orclinuria, ecc. ecc.

* '* * Con la stabilizzazione delle fronti, tutti questi rifornim enti, lavol'i e provviste r isultarono molto notevoli. In principio della guerra i materia li vari che dal P arse o dalle requisizioni in luogo dovcva,no affluire ai Magazzini a,v anzati del Genio di Armata ed ai Depositi lavori del Genio cli Arinata, erano da questi Magazzini e da questi Depositi distribuiti ai Parchi del Genio di Corpo d'Armata, e quimcl.i ai reparti che dovevano ado~ perarli. Più tardi furono istituiti Depositi speciali di materiali del Genio (quattl·o verso la _fine della guerra.) alla dipendenza clell'Intendenza generale, e venner o soppressi i Parchi del Genio di Corpo d' Armata : tali Depositi speciali rif or-nivano i -

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SERVJZIO DEL GENIO

predetti. Ma.gazzini avanza.ti che a loro volta rifor nivano direttamente i reparti delle trUJPpe opera,n ti. Le officine cli riparazione di materiali del Genio, costituite una per ciascuna delle Armate ed nna per l'I ntendenza, generale, costruivano anche baracche, barche e materiale da ponte, carreggio vario ed anche altri materiali. L'Officina dei Genio di Pavia manteneva, poi in efficienza nei suoi magazzini circa il 30% di tutto il materiale del Genio che occorreva in zona di guerra. Nel corso della guerra, come già si è accenn ato, il Servizio di riforn imento risultò complica to dalla raccolta e distribuzione di a.Itri materiali occo1·renti per nuovi servizi e cioè materiali per servizi idrici, per teleferiche, per i gas tossici, per il legn ame ecc. ecc. Un'idea, dell'entità dei rifornimenti che vennero effettua.ti dnl Genio si ha dalla seguente tabella : - = = ~= = = = = =

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St11zioni fotoC'lettr ichc

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P er :malogia col Ser vi"zio del Genio accenniamo , emente al Servizio telegrafico generale (fuori della operazioni) ecl al Servizio del Genio Civile. Le rnti di Stato, telegrafica e telefonica, sia in guerra che in zona tenitoriale, doye,ano mantenersi -

665 -

qui brezona di zona di in l'ela -


SERVIZIO DEL GENW

zione, tanto colle reti permanenti. di Stato, quanto con quelle · mi.litari speditive impiantate neUa zona di operazioni dal Geuio militare e da esso esercite; ed a tale scopo presso il Co mando Supremo e ,presso le Intendenze eranvi dei Funzionari civili dipendenti ila.I M:i,nistero delle Poste e dei Telegrafi. Le reti permanenti in zona di guerra erano esercite da personale ci.vile ; ed in concorso col Servizio telegra,fico e telefonico snllé reti da campo, fu111zionavano il servizio analogo sulle reti per1nanen ti. I due sistemi di reti. vennero gradata.mente aume111tati ron nuovi traf;ti di linee e con apparecchi. Per dare un'idea deJle ampiezze assunte da questo Servizio esponiamo i seguenti dati : a) numero dei c<'ntt·alini telefonici esistenti in zona cli guerra, 3.000; li) personale adcletto al telefoni 15.(l-OO, cli cui 9.(l-00 ai centralini e 6.000

alle trasmissioni telefonich<~; e) in media per ogni anno di guerra si Eibbero : - sulla rete permanente: 2.000 Km. di nuova pa!Jficazione; - 13.000 Km. di linee U!legrafiche e telefoniche in esercizio; 350 circuiti telegrafici nuovi; 350 circuiti telefonici nuovi; - sul.la rete miÌitare: - 128.000 Km. cli linee da campo nuove con filo rivestito ; - 45.000 Km. cli linee con filo nudo. Il) una. compai,nhi di telegrafisti del Genio nel 1915 possedeva. 250 appa. tecchi telefonici, e alla fine della guerra ne aveva. 33.300 circa. P er ogni apparecchio esistente alla fronte si può contare in mecliii sn _200 Km. circa di filo telefonico corrispondentemente necessar io. Gli apparecchi telegrafici in complesso erano all·incirca in numero cli tre per ogni 100 apparecchi telefonici.

I1 serviz10 del Genio civile, - diretto ed esercitato da funzionari del Ministero dei Lavori Pubblici, addetti per 1a. durata della guerra alle Intendenze -cl' Armata ed alla Illltendenza generale, - doveva provvedere essenzialmente alla manutenzione stradale in zona di guerra (esclusa quella di operazioniL. a nuove costruzioni stradali e ad altri molti e sva,riati lavori ·e ria ttamenti; e ciò i n dne campi diversi: -- 666 -


SERVIZIÒ DEL. GENIO

-

nel r1tggio cl'hzio11c del lu Inten\kuze di Arm a rn ]ll'l' ogHi genure dl lavori, nel raggio di aziou e del Mngi:stra to d<>lle Acque I)l'r ta,·ori rigua r danti la uuvigazioue intcma e le 011ere portuali marittime.

La manutenzione stradale venine compiuta su ciica 10.000 chilometri di strade ordinarie; si effettuò la sistemazione ra-dicale di 2.200 km. cli strade che erano in mediocri condizioni di viabilità e si eseguì la cost ruzione a arnovo di 600 km. di strade come per esempio la. strada del Monte Grappa. Nella predetta opera cli sistemazione furono compresi lavori : di allarga.mento del piano sh·adale, di rettip.ca del percorso, di alll!Pliamento delle curve, di riattamento o costruzione a tnuovo cli opere d'arte e di ponti di riparazione o costruzione di acquedotti, fo~natnre, ecc. L'opera del Genio Civile si intensi:ficava poi nell'inverno per lo · sgombro delle nevi e per ristabilire la viabilità interrotta dalle valanghe. La mano d'opera all'uopo necessaria, quati tutta requisita. tra operai civili, fu in media di circa 40.000 nnità, al giorno, e san a 50.000 nel periodo invernale. Ingenti furono i quantitativi di attrezzi e arnesi di lavoro nonchè i mezzi per i trasporti per lo più requisiti sui luoghi. Si impiegarono perciò : 3.GOO can·i da tra:spor t o; 87 Kru. di binar.io Decauville con 728 carr!'lli; 92::l 'botti ver innaffiamento; 4 sfangu tr ici; - 616 spartlneYe ; - ]07 COU1Pl'<'SS0ri; 70 frantoi da gh ia i1t; 18 perforatrici; o escavntori; 3 locomotive stradali con rlmorcblo; - 150.000 tlttr('zzi vnri.

-

Qua.si tutto questo materia.le andò ,perduto in occasione del nostro ripiega.mento sul Piave. Degni di menzione sono tafoni lavori compiuti ,d al personale del Genio Civile presso il Mngistrato delle Acque, su richiesta òell'Autorità militare, come : --71·-allacclnmenti nnvigabilt t-ra le lagune (Grado, ccc.) ; - hl concn ed il cnnnle di Brondolo dal Po alht laguna. di Venezia; - In linea navigabile tra il P o di len1nte ed il Po grande.

-

667 -


SERVIZIO SANITARIO

* * * Il Servizio Sanitario era svolto : -

in prima linea :

-

dn. Sezioni dì Sanità; dtl ospedaletti e11rreggia ti e sonwggiati;

in seconda Un ea :

- dn. ospeda tè fissi va rii ; - ùn magazzini di matl·t·ia le sanitario per i rlforuim(•nli a ùe truppe ed agli Stabilimen t i di prima Ji1wa.

Gli Stabilimenti di prima linea con tutti i loro materiali furono aumentati corrispondentemente all'aumentato numero di grandi Unità, e migliorati per mezzi di trasporto e coll' aggiurnta di altri servizi moderni qu ali risultano dagli allegati specchi: N . Stabilimenti vari pe1· il Servizio Sanitario Sezioni di Snnìtà

Ambulanze ch i1·urg i,~b e . A11ton mbnlnnze radiologiclJ.e

93

Ospedale da 50 letti

223

9

Osp(•da li d i 100 letti

]74

17

Ospedali da 200 letti

40

Ospedn.li di tappa

'ì:7

Ospcdnli C.R .I.

39

a

GrUPt)i. cbirnrgìci . Amhn llmzc C.R.I. da rnontng.

10

Amb'lllan1.(' C.R. I. lngunnri

l

T r eni e po;;ti lotto p er lo sgom brn d ei feriti aUrezza ti

50

dC'lla C.R.I.

2-!

Iordine mili- 1 tare cli :MaHa

I

,1

I

Il Servizio era disimpegnato da : -

X. N.

954 200 N. 2.000 N. 200

autourubulnnze autocla vi :sterilizzatori. pompe di disinfrzìone lavnn<lc•r it' òa campo.

-

668-

totale treni

87

totale posti-lotto

I I

'

2!).040


StlJHVIZI0 SANl'l'ARIO

Posti - l e~t o cli guerra

Stabilim. di camp. 100.000

l

Stabilim. d'Arma ta o d i riserva

l

40.000 1

disponibili

in zo n a

tenitorialo : ospedali di r.iserva a di1,posi2ione

I· I

t deJla. ldelle truppel in Albania u~: ~ 01~:a alleate o ::Uacedonia

de lle Armate 4éL(J{){)

JS0.000

I

10.()()0

I

25.000

e furono distribuiti i seguenti materiali speciali : -

durante ltL grn•rni: - 7 milioni di mascher e nntigus, cli proùnzlonc 11nzionalP, - 2 milioni di r espiratori inglesi; - verso la fine della guerra : - Ju produzione nazionale giornalil'm era ùi :J0.000 ma.,;clwrc antigos.

Il nt1mero ,cli ospedali fissi di secon da linea ve!ine pure alquanto aumentalo non solo con il conseguen te acquisto di nuovo materiale lettereccio (letti e relative suppellettili di biancheria e coperte), ma anche colla costituzione e l'attrezzatura di ga-binetti sa111itari, operatorii e· per speciali esami (radiografia ecc.). Il Servizio poi venne molto migliorato nel call[)o igienico-profil attico (oftalmico, otorino-laringoiatrico, stomatologico, neurologico, neuropsichiatrico, dermoceltico, antigas, antiassiderante, a:ntitra,comatoso) ; con l 'istituzione di numerosi centri di studio e <li infermerie speciali e con la r accolta di molto prezioso materia le (apparecchi, strumenti, gabinetti sperimentali, ecc. ecc.). Un'idea dell a estensione e complessità, di questo Servizio Sanitario e della mole di mater iali di vario genere che si do vettero raccogliere e costruire si può avere dnlle cifre contenute negli (pecchi precedent i.

* * * P er a na.login verrà fatto un cenno sul Servizio Veterinario che aveva la cura dei quadrupedi. Con materiale farmaceutico e di altro genere fornito dal Servizio Sanitario vennero istituite numerose Infermerie cavalli previste fin dal tempo di pace, aumentate in seguito di m1mero e di mezzi (fino a 53 infermerie). -

669 -


I

S.ERVTZlO DI COMMISSARIATO

Nel corso della guena furono formati a nuovo e dotati dello <3peciale apposito materiale : ~

-

dei conva.lt'scenzinri (4 della. Croce uzzurrn e S militari); dei dcrmatosnri (cura della rogmt) per quadrupedi; dei gab.inetti battcriolog.ici (1 per ogni I n t endenza. di Armata); delle Sezioni di disinfezione veterinaria (per bardature, scuderie, ecc.); degli stabilimenti . digestori per 1a distruzione delle curogne (speciali caldaie e recipienti a vapore compre:,;so) con ·r icnpero di glicerina, gr11ssi ed uln·i sottoprodotti.

Dura,nte la guerra nelle- infermerie vennero curati efficacemente 260'.000 quadrupedi che i reparti 1110n potevano curare, e di .essi 224.000 vennero 1;est ituiti risanati.

Il Servizio di Commissariato [>reposto alla raccolta e distribuzione aJle truppe (uomini e cavalli) del vettovagliamento, ed aJ rifornimento del vestiario _ed equipaggiamento, operava in prima linea mediante Sezioni di sussistenza e speciali magazzini <li vettovaglie (montagna) di previsto impiego. Questi organi di servizio, resi più efficaci coll'assegna71iOtIJ.e di autocarri, furono accresciuti di numero a misu·ra dell'ampliamento dell' Esercit o con nuove grandi Unità. L'ingente massa di derrate necessarie a vettovagliare le t ruppe proveniva alle predette Sezioni di sussistenza d.a 1fagaz½ini avanzati, ed a, questi da Depositi centrali. Basta tener presente che il vettovagli.ameinJo doveva esser fatto per milioni e mili.oni di combattenti e per centinaia d.i mig li aia di quadrupedi, e scaglionato in profondità, doveva svolgersi trasportando qu:1ntità considerevoli di vèttova.glie presso ogni organo di servizio, per farsi un concetto della vastità di qnesti Servhi e dell'enorme aggravio :finanziario ,che per ciò ihe derivava. La conferma. di tale rilievo si ha -considerando le cifre segnen ti , i'elative a, tutta la durata della guerra: a) bovin.i macen.a ti : più di 2.750.000 capi ; b) derrate consumate dalla truppa e quadrupedi: - 1.800.000 da uomini; 300.000 da quadtupedL

-

670


SERVIZIO DI COlllMCSSARIAT O

Consumo derrate in qui ntali Generi

giornn.liorn

Far ina P ane oa1·nt! Bovini Pasta o r iso

9.720 12.000 5.'.100 2.500 2.iOO 1 .600 270

Legun1l Caffè tostato

Zucchero Vino ettolitri

t.o tale

12.150.000 15.750.000 0.750.000 1:.125.000 3.i 75.000 il.2;;0.000

540 12.000 12.000 17.000

300,000 300.000 500.000

l::..000.000 1;;.000.000 21.000.000

.

4.500 450 !)

..

I

291.600 378.000 .1 62.000 iG.000 81.000 G4.000 8.100 10.800 135.000 ]3.500 270 10.200

ll(iO

Sale P epe Condi mento

Avena Fieno Paglia

mens ile

I

N . carri da 12 tonn. per il trasporto

cons. totale

illl7.500

4,i0.000 ;j.(i25.000 ;j(i2.005 1J .250 675.000

101.250 131.250 56.250 390.025 28.125 18.750 2.813 3.750 46.S75

4.6SS 93 5.625 156.250 250.000 ll50.000

e) quantità di panno grigio-verde e tlanellu co11s11mate annualmente : - 1915 lllCh:i 22.908.238 - 1916 metri 24.155.428 mt!trl 27.293.982 - 1917 -1918 rnc~ri 28.149.763 - e cioè in totale mc•n·i 102.507.101 cli panno grip;io-verde - e metri 11.932.035 ùi flanella. à)

spese in totale,

in

llrr car ta :

- per sussistenza - per vrstinrio ed cquipagg. - per cni::ermaggio

L it. 11.153.623.000

Li t.. 6.618.390.000 Li t. 1.041.073.000

Il carattere sta tico della guerra di trincea consigliò poi l'acl:clcnsa.mento delle derrate e degli equipaggiamenti in sempre maggi,ore vicinanza, delle prime linee, e sorsero cosi degli importanti Magazzini di derrate a non gra01de distanza dalla, fronte, i quali, e specialmente quelli nelle zone montane, valsero ad abbreviare i percorsi e le durate dei numerosi e gravosi trasporti periodici di distribuzione. P oichè la fronte si estendeva per la maggior parte in montagna, e la nostra guerra prolungatasi per 42 mesi, at t raverso due intel'.i i1n verni molto rigidi, il Servjzio di Commissariato fu complicato dalla necessità di pro.curarsi, di radunare e di -

671


SERVIZIO DI COi\!i\!ISSARIATO

distribuire in grande quantità viveri a i conforto ed equipaggiumenti invernali, di prezzo relativamente elevato. . Il Servizio andò poi estendendosi sempre su p iù vasta scal a · per il 11.cupero e la riutilizzazione di materiali vari come pelli, grassi di macel1azio11 e, vestiario ed equipaggiamento fuori uso : p er t ale ricupero vennero istit uiti l~boratori e piccoli stabilimenti., attrezzati coa1 ma cchinari e materiali vari, ·e serviti d a squadre di operai. Per dare un'idea, di questi ricuperi, segniamo qui alcuni , dati : durante tutta la, guerra le p~lli bovin e ricupérate in : - z-0no. di gtwrra fllrouo num<'ro 815.21G, -

in ;p1.u:,se, u cura di Enti militari, JJmnero 020.946.

Oggetti di vistia rio riattati, durante tntta la gnerra, in 12 labo1·ator-i istituiti in r,ona di gnerl'a : - giubbe - pantaloni - m antelline

K 0 5-:IG.510 N° 354.280 N° 8Gl.57J NO 917]60 No 526.131. No 023.001 No 1.235.440

- cappotti - camicie -

mutande

- coperte da campo (pa ia) - scarpe

Ko

921.125

e cioè in totale oggetti di visti.ario N° :l.985.218. Il ma.teria] e per il Se1·vizio di Commissar into era molto ingente, e perchè, oltre a quello Hntomobilistico per i trasporti, devesi tener conto di quel10 clei fo rni (se.mpre aumenta.ti ,d i numet'O col crescere delle forz e com ba tten f i) , e poi ancora perchè a tutti i reparti opc1'anti ~-enneM date le casse di cottura per t.rn sporh1re anche ::i soma il ra·ncio cal do fino snllP prime linee di combattimento .

.

~

Il (I)

Altri serviz i: Aeronautico • Automobilis tico • Idrico , Legnami . Costruzioni , Posta militare , Rottami.

Gli aumenti man mano apportati clmaute la guerra all'Ae1·onanti.cn e alJ'Antomobilismo, ciieèlero lnogo alla costitnzione -

672 -


SERVIZIO PER L'AERONAUTICA

di Servizi sempre più ·complessi per il fun zionamento di guerra e tecnico di queste due grandi istituzioni belliche. Pei· l' Ae'ronautica. sorsero, con larghe dotazioni di :ù1.ateria.li, i .Servizi : dell' Artiglieri.a aerea (armi varie di bord,o), aerologko, fotografico, radiotelegrafico, dell' edilizia aeronautica (costruzione dì ricoveri per dirigibili ed aerei), ,d ell'automobilismo proprio di questa nuova Arma. combattente; le Scuo. le varie per la, formazione di piloti (formazione di LOOO pilnt i all'arnno). Vennero ampliate le esistenti officine militari per costruzione e ripal'azion e di aerostati e di dirigibili, ed altre vennero formate. In zona, di gùe.rra· o in vicinanza si formarono: 1 Magazzino avanzato per il materiale dei dirigibili ; 1 Deposito centrale di materia.le aerostatico; 1 colonna autonoma di rifornimento gas (a,utotrasportata); 1 Magazzino avanzato ed 1 Deposito centra.le di materiale di avi.azione, con 1 Sezione per artiglieria aerea dotata di materia,le fotografico e di materiale radiotelegrafico; 1 autoparco mobilitato speciale per l ' Aeronautica. Nell'interno del Paese nel 1918 si istituirono 20 Stabilimenti cli rifornimento, presso i quali affiuivano gli aerei colJa.ndati cla una speci ale Commissione. D::1. questi Stabiliménti gli aerei veÌlivano mandati ai Magazzini avanza.ti : -

a .R ubiern (Reggio Emilia) per gÙ apparecchi da ricognizione; a Poggio Renatico (Ff:rrara) per quelli da caccia; · a Taliedo (Milano) per quelli da bombardamento;

dà tali }fagazzini erano poi diretti alle squadriglie secondo i bisogni. Nel Deposito centrale <li P ersi.ceto (Bologna) erano concentrati i mot.od ed i pezzi di ricambio ed altro consimile materiale, e poi spediti ai Magazzini avanzati cl.i Lonato (Brescia) e Padova, ed infine da questi alle squadriglie. Più tardi per un più pronto rifor~ imento alle squadriglie, venne formato 1 Parco' mobile di aviazione delle Armate · (a San Pietrò in Gu, Padova). destinato a spostarsi se la sede . della squadriglia veniva spostata.. Quanto ai dirigibili si aveva in P aese 1 Ca·ntiere militare di montaggio (Oia.mpin-0) ed l Ma,gazzino di materiale presso' il Comando del battaglione dirigibilisti in Roma. Dal prinio le -

67:~ -


Sl!:RVIZIO PER 1/AU'l'OMOU!LJSMO

aeronavi m volo si recavano al Deposito centrale ,di Ferrar4,, e secondo i bisogni ai Cantieri mobilitati, di vaÌ'ia dislocazione, ove era -concentrata un'ampia r iserva di gas . . Gli aerostati ed il ma teriale aerostàtico, . dallo ·Sta.bili. mento di Ciampino (in Roma, presso il .detto Comaindo di battaglione dirigibilisti, si. aveva, fin dal tempo di pace, un vasto laboratorio aeros tatico, che in guerra si limitò a. riparazioni), passavano ad un Deposito centrale di materiale aerostatico; . di qui ad u111 Magazzino avanzato ove d'ordinario risiedeva la colonna autonoma ·a utotrasportata del gas; é dal Mn.gazzino ava.nza.to ora detto, tali materiali passa vano a 5 sta.zioni {li rifornimento di materiale aerostatico che rifornivano le Sezio.ni aeroslatiche mobilitate. :

* * * Per l'Automobilismo i rifol'lrimenti. princ::ipali riguarda~ . vano quelli : degli autovc~icoli nuovi, ,d ei pneumatici, de]]e parti di ricambio, del matedale di lavorazione per i varii laboratori della ZOJ}.a di · guena., della beinzina ·e dei lubrificanti. Gli autoveicoli nuovi, dalla prima' metà del 1!)16 in poi, vennero concentrati in un Parco . automobilistico 'di riserva di/p endente dall'lntendenr,a genera.le, Parco che essendo stati soppressi i Depositi centrali cli. Armata, formati al principio della guerra, funzionava da uinico Deposito centrale, e fun-. i ionò, ,poi effetthramente pe1· la prima volta. nell'offensiva austriaca del maggio 1916 nel 'l'rentino, come A.ut.oparc(} {li manovra a disposizione del Comando Supremo. Le trattrici per iJ trosporto di bocche da fnoco di grnnde calibro e materiali. reJa.t,ivi provenie,nti dalle officine cli çostrnzione deU'industria priv!l,ta, venivano raccolte presso speeinli Parchi a.nto-trattriei ,·tl presso ogmi Cornanclo cl'Artig'l.ieria. di Armata). · Il p1·edetto P arco automobilistico cli riserva concentr:tva. poi, anche tutti i .ser vizi di rifornimento delle gomme, <k1lP parti di ricambio, ,d el materiale di lavorazione, · deJla benzina le) dei lnbrific:rnt.i, nonchè il servizio delle riparazioni. Gli au-

674 -


SBRV.lZlO Pli;R L'AU'.1:0:YIOHJLISMO

t.oveicoli nuoyi e tntto il ·materiale cli rifornim ento, da questo unico Parco o Deiposito centrale, venivano distribuiti agli Autoparchi ,cl' Armata; e da questi, via via., a tutti gli altri dipendenti aggruppamen1:i di a,utomezzi. Per il servizio automobilistico furono istituiti molti laboratori cli riparazione e così : - officine ,mob'ili s u autocarri; presso gli Autoparchi per h! piccole riparazioni; -:-- officine fisse di maggiore potern~ialità, pure presso gli Autopa:rchi, pet riparazioni di maggiore importanza.; - laborator.i fissi (a Torino, Bologna, Pinc1•nza., Pudovn e 11110 speci:1,Je a Bologna per t t·attrici, ed un altro a Pontcvigodarz~·re p r.r le motocic1,,t te) specializzati per le diverse branchi! e tipi di macchiue costruite dalle varie case (F.ia t, Lancia, Is ot ta FTaschini, Alfa Romeo, Oflìaine l\freca. 1 n iche, ecc. ecc.), ver le ripa.razio;li di gr ancle jroportanzit e rkhicclenti lungo t empo per esser e diettuatr..

P.er le gomme e parti di ricambio eramvi 2 · gra.ndi Ma,gazzini (specialium.ti secondo la fabbricazione di origine degli 3.ll.toveicoli: Ditta Fiat, ecc. ecc.) in Torino e .Piacenza; 1 Magazzino ·di parti di ricambio per trattrici (prima a Padova poi a Bologna.) ; 1 altro Magazzino per parti ,d i ricambio di motociclette e biciclette i.n Padova; 1 Magazzino per materia,le vario. in Bologna., ed l Ma.ga.zzino per pneumatici pure in Bologna,. Per i matei·iali di consumo si avevano : - 4 Deposi t i mi litat"i. cli benzi na a Fion•nzuol,1 d'Arda, Castegg.io, Collecchio e Bologna, clipendelltì da l Depos ito. centrai<•; - 1 Deposito benzina a. Monsel ice (con 500 tonnclla tf. di carburante) dipendente clall'Jntend<·wm generale;

e tutti questi predetti. iVfagaz:,,,i,ni o Depositi mantenevano costantemente pr·esso gli A1.!toparthi il carburante iprevisto per 10 giornate di constimo. Vi erm,o poi an cora: -

3 D('iJoSit i cl i lubr.iJicant1·.

* * * Il Servizio Legnami (da ardere e da cost ruzione) istituito per la prima volta, diretto dal.l'Intendenza generale e svolto daile Intendenze di Armata., era inteso allo sfruttamento dei boschi situati in zona, cli guerra, per le occorreinze <lei vari servizi dell'Esercito. -

675 -


SERVIZIO LEGNAMI E SERVIZIO IDRICO

· All'uopo si costituirono reparti <li boscaiuoli (militari del mestiere) i quali vennero in adeguata p:1isura assegna,t i a Comitati del legname, creati per lo sfrutta.mento suindic,a to. In complesso ai predetti Comitati furono assegnati 33 ufficiali forestali, 210 agenti forestali per la parte direttiva e 55 compagnie boscaiuoli per i lavorì (in tutto 15.000 uopiini). Fu poi necessario impiantare delle teleferiche per il più celere concentramento delle piante abb::,t'ttute ed installare delle segherie militari di rinforzo a quelle civili esistenti per l a formazione dei !Pezzi nelle dimensioni volute, e utilizzare a.ltresì. colonne di carri e di autocarri per i trasporti. Il legname così confezionato : eniva trasportato ed accumulato : -

quello da costruzioni pr esso il Magazzino avanzato del Genio ; quello da ardere, presso i) Magazzino avanzato viveri ordinari (Servizio cli Commissariato) per i · bisogni 01·dinari ; - quello esuberante, prt:sso l'IntellClenza g<'n<•r:ile.

Si è già accennato al Servizio i<:lrico per provvedepe le truppe di àcqua potabile nelle zone prive di sorgenti oppure in quelle in cui sorgenti e pozzi eralllo stati inquinati. I Comandi ,d el Genio d'Armata ebbero la direzione .d i questo Servizio, che esercitarono pei.' mezio di: · -

laboratori cbimico-batterioligici per l'esame d elle acqi.1e e per il risanamento di queste ; .. . - plotoni (da 4 a 6 per Armata) del Servizio idrico per lo studio dei nuovi impianti, esecuzione d ei la vori e manutenzione; - pmgazzini cli ma teriali e di parti cli ricambio P•·r mot,>ri, per p(lJnpc e per tubature; - 1 laboratorio di ripa-rnzlo dei matt'riali idrici varii.

Dell' acqua fornita, il 60% circa, ·serviva pe1· i quadrupedi, ed il resto per gli uomini, pur lasciando ,d isponibili quantità notevoli per l'inna,:ffia,mento delle strade (autobotti· e carri'. botte), per i bagni della . trup:pa, ecc. ecc. ' Il Servizio delle Costruzioni in zona di guerra, svolto dai. reparti e servizi del Genio militare coll'efficace concorso del Genio civile, e diretto dai Comandi del Genio di Armatà, doveva provvedere alla costruzione di opere varie, come per esempi.o : ospedali? lazzaretti, panifici da campo in muratura, magazzi:ni vari anche per munizioni ed esplosivi (presso i Magazzini - 676 -


SERVIZIO POSTALE MILlTARE

avanzati d'Artiglieria), .depositi di qua,.drupedi, depositJ. di benzin a, ricoveri da dirigibili ed aerei, baraccamenti invernali, impianti idrici specia,l i, campi d i prigion.ieri, ecc. ecc. ; e sovratutto in montagna,, costruire baracche scomponibili. Al Servizio delle ·costruzioni com1petevano inoltre tutti i servizi speciali relativi . a:ll'illuminazione, al riscaldamento, ai lavatoi, alle cucine, ecc. ecc. · Questi lavori richiesero l'istituzione di nuovi uffici direttivi, di cantied, di laboratori, di magazzini di materia,li, di raccolta di mano d'opera borghese e deHa sua amministrazione. Per dare un'idea completa dell'azione logistica in guerra, dell'ingente la,voro fatto, della difficoltà dell'opera direttiva ed armoni.9,zatrice dell'Aut orità preposta a l funzionamento dei servizi, occorre far cenno al Servizio postale mUitare. Bastano all'uopo i seguenti numeri relativi a tutta la durata della guerra : con-isnondenze ord.i11nrie (lette1·e) dat Paese nl..là fronte . - corrispondenze ordinar.ie (lettere) dirette <lalla fronte a l ,Paese - corrispondenze ordina_rie (J.<~ttere) fnt Enti militari alla fronte ~

1.509.180.000 ·

2.137.023.000 263.550.000

e cioè in totale N . 3.909.753.000. -

lettf!rfi raecomandate dal Paese alla fronte lettere raccomandate daÌJa fron h~ al Paese

12.045.000

8.247.000

e cioè ~n tota.le N. 20.652.000. - lettere assicurate (totale . nei due sensi) - pacchi postali

816.000

9.088.500

e cioè in complesso corrispondenze N. 3.931.221.800. Per i servizi in dena.ro : ~

- vaglia emessi N° 5.543.074 per complessive Lire l.019.605.916; - vaglia pagati a l fronte N°_22.071.282 per L. 6Hl.791.404; - depositi a risparmio N° 37.175 per complessive L. 10.773.473; · - rlmbors'i · N° 15.348 per complessive L . 5.774.419;

e cioè in complesso vennero eseguite N. 27.667.279 opera.zioni per un ammontare totale di lire 1.655.945.212. -

677 -


LE C0NOIZI0N[ DlèLLA R, MARINA NEL

1914

l!e1· compl<~tal'e il quadro ùelle val'ie attività, svoltesi dutante la grande ·guerra deYesi l'icotùare che esisteva a111che un Servizio di r accolta di rottami met allici che a t tendeva alla loro raccolta_ ed alla loro spedizione a determinati centri in Paese cloYe vcuivano utilizzati per nuo\'e costn1zioni belliche. § Il (L )

La Regia Ma rina.

Nel 1914, come aneniva per l'Esercito, anche le concli:doni Llclla R. Marina non erano troppo liete. Le piazze marittime noo avevano bocche da fuoco <lelfa voluta effiea cia per fa difesa ordinaria, wancc:wa.no di una o~·ganizzat::ì difesa contraerea e éli artiglierie a,cl atte a. questo irn1piego. Durante il pe· riodo di ueutralità si 1rasferiro110 bocche du fuoco da Genova a Spe~da, a. 'l'aranto eél a B rindisi, si dispose che vecc-hie navi coi loro cannoni conconessero ana difesa delle piazze, e si compirono stllC:li sulla difesa antiaerea. :Kel materiale 01av11le m.ancHrnno ~e to1·peclini e mine mo<le1~ne, le naYi affonda mine, le difese subacquee (reti parasiluri, e<.:c.) e le navi clraga--m:ine ;· e mancavano poi. anche i mezzi cli esplorazione aerea e di bombardamento aereo . Nel period o di :neutralità, si l'lccelerò ·ia costrn'zione di esploratori, si costituì un gr uppo di i nc:.rodatol'i ausiliari per la scorin dei convogli, si ,o rganizzarono ìn Paese delle officine capaci di allestire clei siluri, si fOI"marono alc11ne squadriglie cli aerei (25 app:necrhi) e qualche stazione aerostatica, e ad esse si assegnò u:1111 nave appoggio. Il 1° agosto 1914 il naYigHo in c·ostl'nzione seconclo il programma form ulato :fin dal HH3, era sommariamente il seguente :

-

::1 .000 tonn<'ll,lt,'

4 navi da batlaA'lia tla 3 na,i da t.mttag-lia da 3 ·c:::ploratori da 3 esplor atori cla 8 cacciatorpcdinirrc tla l2 sommerg-ibili da 2 sommf'rgibili cln

:!!-J.000 tonnrllatc 1.::;00 tonnellate 1 .0::0 tom11•1late 11:i lOilll('l la tE' 7!J:1 tomll'lhHt'

:::n romwlia tC', -

67:-, -


SITUAZIONE. DEL NAVIGLIO ALL'INIZIO ED AI:.LA FINE DELLA GUERRA

più altre navi minori di· vario tipo. Durante il ipeliodo di neutraJità, al programma furono fatti alcuni · aumenti e furono da.te le necessarie co;mmesse. In. particolare furono impostati 52 motoscafi. a:µ.tisommergibili (M.A.S.), si attivò la costruzio:ne di naviglio leggero, e, ,date le difficoltà · per procurarsi le ma.~ terie prime, si rinunciò alla costruzione di tre delle quattro, navi da ba,ttaglia da 31.000 tonnellate sopra elenc~.te. In totale, dura.nte la guerra, vi furono s'Ugli scali di costruzione 631 navi -d ella stazza compl~ssiva di _182:683 ton:µ.el-. late, e 458 ,di tali navi, per una stazza di 102.505 t ~mellate entrarono in servizio prima dell' armistizio: Lo specchio seguente, tenuto conto delle costruzioni, degli acquisti e deUe perdite, mostra, la situazione del na,viglio al principio ed alla fìne della guerra : ~

a y

i

Navi da battagli,t Espora tori. · Oacciator peiliuiere . . l'orpcdinier e . Sommergibili Mon.itori, cannon i('l'C', pontoni semoventi. Vedette, dragan1 ine A.

S.

i

'tà I dislocazione 1

·tà I dislocazion e

22

18 13 44 99· 77

tnn ·

M.

esistenti

Navi

prima della guerra alla firma della pace

f.

,l5 70 21

Totali

uni ·· ·

293.73G 13.0,17 H.238 11.8;39 4.f)26

tonn.

246.037 26.153 24.!)86 16.04!) 22.852

3

700

14

5.27G

G

] .258

46.625

54 117

151.115 lG.82!)

186 282 69 250

f).427 166.104 30.067

333

· 510.70S

1052

590.57G

-

.

Navi sussidiarie Unità d i uso Iocale

toun.

-

P er la r iparazione e manutenzione del na.viglio italiano ed. alleato servirono : Regi Stabilimenti (Arsenali di T arnn to, Vc•nezia, Spezia e Napoli; i Cantieri di Castellammare di Stabia., di La ~l:tddalen n, lli !lfr,;st1m : !e Officine delle basi 11avali di Ilrinclis'i e Valona);

a) i

-

679 -


BOCCHE .DA' FUOCO DELLA R. MARINA

7>) i Cantieri privati nazionali (Odt>.ro, Ansaldo di Genont, Ol'lando di

Livorno, Pattison di Napoli, Cantie1:i Riuniti di Palermo).

Ln complesso, anno per anno, si ebbero lavori di r iparazione per il numer,o di Unità e 1per le durate in giorni, cosi come appare dal seguente specchio : Anni

Unità nazio nali in R. Arsénali o Cantieri di Sta to uniti\, I giorni

Il

an ità alleate in R. Arsenali e Cantie ri ili Stato

Unità n aziona li in Cantieri privati nazionali unità. I giorni

I

I

unità

giorni

1915

578

10.098

3

-

24

599

1916

1752

37.415

15

S49

237

4.844

1917

2337

51.927

44

2 11]

244

5.025

1918

1763

41.102

212

7.0f.3

203

5.465

totali

64,10

140.542

274

10.013

708

15.933

Per t utto questo lavol'O si dovetteto aumentare le maestranze degli Arsenali e dei Cantieri di Stato.

* * * All'inizio della guerra la R. )farina possedeva in tutto 3.036 bocche da fuoco; dura.nte la guerra il loro numero aumentò di 2.690 nuove artiglierie dei vari calibri, costruite nei quantitativi seguenti e dalle sottoi111dicate officine : Calibro

Stabilimento d i costruzione grande Arsenale di Spezia .Arsenale di Venezia Ditta ,Armstrong, Pozzuoli . Ditta Vickers, Terni . Dittn Ansaldo, Genova. Ditta Vickers Llmited, Londra . Ditta Schncider Ditta Whìtehead, Napoli .

I medio I p iccolo 1.357 211

9

37

384 51

JO

7

251 430 57 17 30 4

22

680 -

110 1.053

14

4

-

266

110

131

30

cedute dal Gov<'mo inglese . cedu te dal Governo americano

266 15 26

6

To tale

22


MUNIZIONAMENTO PER LA R. MARJN.A

L'indicato aumento di bocche da fuoco servì: per costituire batterie costiere, per l'armamento di 10 treni armati di protezione (Adriatico), e per le piazze cli Venezia e di Brindisi, per batterie antisommergibili, per batterie antiaeree, per Unità di nuova costruzione e per aumenti di arma.mento a.Ile Unità esistenti. Operazioni di ritubatura . di artiglierie logorate dal tiro furono compiute da: Cannoni di calibro

Stahilime n ti

grande

a. Arsmale

ùi Spezi.a. .

Ditta. Arms trong .

medio

12

3

1

171

piccolo

mentre il R. Arsenale di Napoli compì la ritubàtura ,d i cannoni da 76 del R. Esercito. Per la produzione del munizio;namento si incontrarono, analogamente a quanto riguardava, l'Esercito, varie difficoltà aggravate anche dal fatto che, in certa misura venne data la precedenza alla produzione per l' Esercito. Media.nte acquisti di polveri e di esplosivi fatti all'estero, a tutte le bocche da fuoco. in servizio si potè assicurare un munizionamento sufficiente ai bisogni, sebbene di un poco inferiore a quello pi-evisto :fin dal tempo di pace. Il seguente specchio· mostra l'aumento del muniziona.mento e.d il consumo durante tutta la guerra : . Bocche d~ Cuoco di calibro

tonnella.t.e di munizio rlament,o preesisteri ti

3Sl 5.900 1.,20 2.BOO 1.110 3 .850 3.324

305

254 203

190 152 120 102 76 ;37

t0tali

3.450 s.S70

H70

494

1.650 1.420 10.S50 8.640 7.600 lS.400 , 47 4.750

21.009

62.247

1 .680 625

minori

i ntrodotte

consumate 87 620 50 490 571 1.400 908

88 3.332 2G 575 8,273


LAVORI E$EGU1Tl DALLA R. MARINA

Le armi subticquee di val'io tipo furono notevolmente au1I1entate, come mostra il seguente prospetto: Armi

Preesistenti

torpedini

I

Introdotte

Rosid11e a ll'armistizio

H.on::;

. lil.OD4

2.89!)

7.798

0

G,4

1 .924

siluri

Consumate

,HS

2.150

Ftll'ono poi necessari graudi acquisti : <li materiale elettrico, di stazioni radiotelegrafiche, di materiali vari per basi pa ssegge1·e, di ichofoni (per la scop~rta dei sommergibili), di reti per la protezione dei siluri (in totale 9.370.061 metri qnadn1ti provveduti dal.l'industria 1privtLta), di materiale acce&sotio (anc:ol'e, caYi, boe) . I n pa1·t icolare è da rilevare il grande sviluppo ,d ato aHa costrnzioHe : cli torpedini (involucro ed esplosi.o), di matctiali accessori per gli sbarramenti compinti, di reti e cli boe pet· ostruzioni e sbarramenti (O.anale cli Otranto) . I> nnrnte la guei:1·11 Ja R. Mndn..t eseguì poi lavori cli pubbli ca 11tilità coml' : miglio1·amenti ai po1·ti nazionali ed alle linee di navig-azioue, nonché altri numerosi lavori, incontrando pertiò ingenti spese che si possono . ti~1ssumere come segue : L. 00.027.100 l> l S.ùOO.ooo

-

la,·or i porL11ali ca11 u li mt,·ig abil i ,·iabilità {feno,·iC', i::tra cle ordillari e, rcr.) l.iiwt• tel(•g- rafi<·t• C' telrfoni che ·

-

a 1:quedottl

»

-

b onifid}('

1)

C' c iot, in totali•

ll ll

JS.000.000 H.000 000 13.,1!1~.ooo 2.500.000

L. 15i.21!l.JOO

La H. )farina proYYide pure all'orga11izzflzi.one di 1rna propl'ifl avi11zi0Jte. ]'in clùl 1913 e$Sa aveva : -

-

~ stn:r. iou i di i1lro,·oluntl (2 a Vt·11ezia r 1 n. i'spC'zia); 2 dirigi hl l i ; 14 iclrornlanti, <li cui alcun i imbarcati sulle !111Yi ma~giori; 2 aetosco li (Ferrnr:t e J ci:: i).

-

682

~


.AVIAZIONE P8R LA R. MARINA

Nel 1914 gli idrovolanti aumentarono cli 10 Unità,, e allo scoppio della guerra. la R. Marina a.veva : , I

-

1 fiC'rosca.lo (F.crrara) con dirigibile, 1: aeroscalo a .Jesi, 1 aeroscalo (l Ponted~!ra (in costruzione), 1 . dirigi.b ile, 14 idrovolanti di vario tipo tstcro.

Do1po l'il).izio delle ostilitià, col concorso del R. Esercito, con nuovi acquisti. fatti all'estero (Stati UniU) · e con com'.messe iall'industria privat;'a,, l'aviazione marittJnia conseguì notevoli aumenti, destinando poi speciali navi in appoggio del1' aviazione. Successivamente si formularono programmi di maggiori aumenti da, ren.lizzarsi nello stesso anno 1915, è per gli anni succes$ivi. si sta,bilì di p1:oceclere all'acquisto cli aerei da bombardamento e delle relative bombe, alla costrur.ione di pa.lJo~1i . frenati e <li palloncini speciali per costituire .barriere di .ostrU?:i.one aerea. L'ammontare complessivo delle spese incontra.te per la R. Marina, nel periodo di neutralità e nel periodo di guerra, può fm.·11ire un'idea delJo sforr.o compiuto dal Paese per questa importante e gloriosa ,parte delle nostre forze arma.t e: - anni 1914-15 -

L. ))

699.9HJ.000 677.H)4.000 >) 804.Hll.OOO )) · 1.121.460.000

a .µno 1916

- anno rnn - l).nno 19] 8 e .doè in totale

L. 3.303JJ84.000

·c ifra però relativamente moclc~sta · se la si pone a confronto: col.la cifra r appresentante l a. SPC'Sa. SO$tenuta negli stessi anni ner il solo Servizio clelle Armi e Mnn izion-i clel R . Esercito, spesa che ammontò a lire ]5.437.000.000 sali te poi a lire 2H.OOO.OOO.OOO c.irca ver le i<ipe,:e sostenute nel dopo guerra ver il paga.mento dei debiti contratti; .- e .alt l'esì colla spesa cli circa 18.000.000.000 incontra ta 11cr Servlzl d i s ussistenza, yesti:ctri o ed equipn.ggiarnento dell'E><er cito. -

-

688 -


L'INDU S'J.'RIA hl!Ll'l'A.RE- E PRIVATA DURANTE LA GUERRA

§ )Il

OPERA DELL'INDUSTRIA MILITARE E DELL'INDUSTRIA PRIVATA DURANTE LA GUERRA = PREMESSA • ENTI DIRET• TIVI PREPOSTI ALL'INDUSTRIA PRIVATA = LA MOBILITA• . ZIONE INDUSTRIALE = L'INDUSTRIA MILITARE DI STATO • LA POLITICA DELLE MATERIE PRIME = LA GRAN DIOSA OPERA DELL'INDUSTRIA PRIVATA . L'OPERA DELLE INDUSTRIE cm. MICHE E DEGLI ESPLOSIVI, DELL'IN DUSTRIA DELLA GOMMA, DEI COMBUSTIBILI, ECC. ECC. § III (A)

I n tutto quanto precede questo capitolo si sono sommariamente esposte : le coudizioni in cui , per numero di repar ti e per materiale, si trovava la nostra Artigli<'ria. nel periodo di. neutr alità ed ul principio dell a nos tr a guerra 1015-18; b) gli nu menti gradua.li, sempre notevoli, C;he essa ottenne corrls pondent<'mente all'aumento delle grandi unità di guerra e sovrattutto per l'accresciuta imtior tanziL dell'Arnia; e) ·1e condizioni in cui, nrl periodo di neutralità, si n·ovn.va la nosu·a indus tria, sifL mrntare di St,Lto, e sia pi·ivtlta; d) la grande mole di materiali che fu necessario di clarc alle .altre Armi dell'Esercito, ai vari Servizi già esistenti e di nuova istituzione, ad esse relativi, noncbè alla R . .:.VIarinn, per consegoire, svi luppare e mantenere la lor o eflìcien?.a.

a)

In parallelo coll'esposizione fatta circa lo stato e le condizioni della nostra industria nel periodo della, neutra.1.ità, è doveroso mettere ora in luc.e la gran dio~a opera svolta daJl'industria stessa nel periodo di guerra.. A qu esto nostro compito servono di naturale premessa.t utte le cose dette fin qui in questo capitolo. § III (B)

Enti dire ttivi preposti a ll'indus tria privata. I

Nel 1° paragrafo di questo capitolo si è accennato alle due Commissioni (l ) esistenti prima ,delln. gnerra, le quali però non

(1) Oommissionc Suprema mista per ln difesa dello Stato; e commissione Consulthra per g}i approvvigionamenti.

·- 684 -


EN'l'I 0IRE'fTIVI PER L'INDUSTRIA PRIVATA

furono in grado di esercitare a.zione sensibile sulla prepara~ · zione dell'Esercito alla guerra, e pert anto a raggiungere questo sco,po doveva venire crea,ta una. nuova ·e completa, ,o rganizzazione. Dopo la legge n. 671 del 22 maggio 1915 concedeva i pieni poteri a.l Governo, con R. D. n. 1065 del 9 luglio 1915 vennero istituiti, · per la durat a della guerra : -

un Comitato Suprem9 per i riforn imenti delle anni <' munizioni ; un Sottosegretariato di Stato per l e armi e munizioni presso il Ministero del la guerra.

Il primo, presieduto da.l Presidente del Consiglio dei Mi~ · nistri, era composto ,d ai Ministri èlegli Affari Esteri, del 'l'esoro, della Guerra e della Marina (eà eventualmente da altri Ministri chiamati, volta per volta, per affari di loro speciale competenza). Il Sottosegreta,rio di Stato ne faceva parte con . voto consultivo. Il Comitato Supremo deliberava su tutto quanto · COlllcerneva. l'esecuzione del R.D. n. 993 del 26 giug'no 1915, che stabiliva provvedimenti per il rifornimento dei mat eriali necessa,ri. all'Esercito ed all'Armata. Il secondo, cioè il Sottosegretariato di Stato, come parte del Ministero della guerra, era incaricato dell'esecuzione delle disposizioni di tale Dicastero e del Comitato Supremo, ed aveva · alla sua. dip<~ndenza: la Direzione General~ di Artiglieria e .del Genio dello stesso Ministero, nonchè l'Ispettorato delle Costruzioni d'Artiglieria; il quale ultimo aveva funzioni coinsultive e di stud_io pet· le questioni tecniche d'Artiglieria [Più complesse, e per le esperienze relative. Il R. D. suindicato sopprimeva il Laboratorio chimico per · le sostanze esplosive, dipendente dal Ministero dell'interno. Con successivo D. L . n. 143'7.del 26 settembre 1915, venivano poste alle dipendenze del Sottosegretariato per le armi e mn: nizi0111i: 1°) lt1. Dir ezione Generale él'Aeronaut icft, istituita con D.L. n. 872 del 13 giugno 10]5; 2°) la Dire7,ione del Servizio aerònan tieo della. R. l\:farina, per quanto concùrneva le nuove pr ovviste dei rifornimenti per la guerra.

Con D. L. del 9 settembre 1915, veniva poi format a la Com685 -


ENTl DlRE'.I:TlVl PER L ' JNOUSTRTA PRIVATA

missione Superiore di collaudo degli esplosivi e delle munizioni, eomposta di 4 Sottoc.:ommissioni: · -

1 per gli esplosivi, 1 pet· le parti metalliche dei p1·oiettili,

- 1 per le spolette, - 1 per le cartucce di a r mi por tati li.

Principali funzioni del Sottosegretariato per l a a1·mi e munizioni furono di provvedere: - alla costruzione delle bocche da f uoco e delle a rm i portatili ; - ulla prcpnr azione dl'lle mun izioni e. dC>g li l'i:lplosiv i di lllncio e di sc0p. pio, degli ar tlflzi e d i tutti i mezzi a ttim' ntl al ma tl'riale chimico d1 guerra;

e consegue11temente: 1°) ùi ass ìcm·are 111 n1 ccolta delle mat-er i<' prim<' e la loro u;;segnazione,

l 'nssegnnzionc del m11ccbin11ri o e dPll"en er gin, motrice nll'industria; 2°) cll esPr citurc ra1ta di r ezione e In vigi l.inza snll a JJroduzi one q11nntitath·a e quumati va dei vuri St11bilimenti militari e pri vati; 3•) cli es<'rCitai:e un'azione òlsciplinm:c s nl persona le direltivo ed operaio dell'inclustri u privuta; 4°) di mantenere al nu mu:o Yoluto le macs1rHJ1Zl' e di curarne 11 rcndiln<·nto con oppm:tu11i pro \l v,idilUl'nti cli orcli11e eco11omico cd igienico-sanitario; 5°) infine li SottOS<'grctnriato, d'accordo col comando Suprt'mo e con r Cntendenz11 Gen<'1·alc. doYe\·a cura re Il rifornin1E"uto a lle t ruppe, cli t utti l n1ateriali <' munizioni occorrenti.

Il Sottosegretaì·iato per le armi e munizion i era costit uito cli : a)

b)

e) d)

e)

Ufficio del Sottooegretul'io (con S<'grcteria par ticolare) per le relazioni con a ltri Minist<'1:i ; P<' r gli n l'l'n r i generali con le DiUe industria li e cogli Stabilimen ti rnilitn r i; pN· le qm•stioni gen<'rali circa le spese e le comm<'sse di ma t<'t·iali; per Ju redmdone clei r egolamenti, ordini, ree.; Direzi one grner a lc d'Art iglieria costituita da una Divisione cl' Artiglieriìl e da una Di,isio11e amministrativa; D irezione gener a i<• del Genio con una Division e Genio ed nna Divisione d<'l Demanio militare; Uffic io del.le armi por tati li: - p<'r tutte le armi da fuoco e bianche; - prr la 11rod11zione delle Fabbriçhc d 'ar mi ; - prr le 1mmizioni del le armi por tati li ed esplosivi r elativi; - pn le bnfietter ir; Ufficio artig lieria d a cnmmignn:

-

686


ENTI DIRE'.I'l'IV! PER L'JNOUSTltIA PRIVATA

per le artiglierie campali leggere e vesunti, it cavallo e da montagna e tutto il ma.teriale inerente ; - per le munizioni di tutte le predccte SpeciallÌ:à; t) Ufficio artiglieria da fortezza: - per le artiglierlc di medio e grandi~ calibro; - per .i ma teriali t el<ifonici, acustici, ottici e strumen ti di punta. mento; - per le .munizioni delle predette artiglierie sia cli assedio e sia da for· tezza, e per le muuzioni anche dei ·piccoli calibri assegnati alle fortezze; - per le mitn1glh1trici delle for tez;,c ; - per gli artifizi e proietti illmnimmti; g) Ufficio tecnico : - per l'organizzazione delhi produz ione delle u'rtiglierie, de llt~ nrml portatili e di tutti gli ele~enti che ne compongono le munizioni; - pt•r le contrattazioni relative ali 'organizzazione predetta; - per le disposiz;ioni per il controllo della produzione e collaudo dei materiali f orni'ti dall' ii:idustria; - per le riparazioni dei materiali ; 71) Ufficio esonera1.ioni temporanee ed Ufficio statistica deg li approvvigionamenti: - per le norme e servizio delle csonerazioni; ·- per la eostituzìonc del.le Commii:;;.;ion i loca.li e prr In vigilanza sui lavori di quèste; - per i rapporti. col Ministero della lvfar ina e coi. Governi estet·i-; ~ per i rapporti tra indpstria li ecl Amministrazione militare circa 11 personale; ....:... per la raec:olta dei dati circa gli approvvJgionamenti. -

Il Sottosegretariato per le armi e muni7.ioni venne trasformato in Ministero delle Armi e Mnnizioni (Min. A. e M.) con Decreto del 16 giugno 1917; nel settembre 1918 divenne Commissariato Genera.le l];ler le Armi e M:unizioni ; ed :infine per H D. L. n . 1748 del 24 novembre 1918, passò alle dipende111ze del Ministero ,d ella guerra-. Il :M:in. A . e M. conservava, con lievi modificazioni la costitmdone clel Sottosegretariato omonimo:. e però al nuovo Min. A. e M. veniva unito il nuovo Commissariato Generale per l' Ae· ronantica creato co.n D. L. n . 1813 del 1° novembre 1917 che doveva provvedere allo studi.o, fabbricazione, acquisto, prova. e distribuzione del materiale aeronautico, sia pe1' l'Esercito che per la R. :ì\farina. L'annesso specchio G. indica la costi; tuzione schematica di tale Ministero .A_nni e Munizioni e cos'ì :rn che le ·sue principali mansioni. -

687 -


ENTI I)IRE'l'l'IVI PER r/rNOt:JSTRIA PRIVATA

Con D. L.· lfl. 1832 del 6 dicembre 19~8 fu soppresso il Commissaria.to Generale per le Armi e Munizioni, ed a.Ilora rientrarono alle dipendenze del Ministero della guerra : - l'I~pettorato per le. costruzioni d'artiglieria; - la Direzione generale di Artiglieria e del Genio; - l'Ufficio automobilistico;

mentre al Ministero del 'l'esor.o fu assegnato . i~ compito di curare la liquidazione dei contratti. Per tale bisogna il Ministero ,d el 'Tesoro si valse del Comitato Interministeriale istituito intanto all'uopo al pri.lllcipio di novembre del 1918, e dello speciale Sottosegretariato istituito ai primi di gennaio del 1919, avente la mansione di effettuare la liquidazione dei Servizi va.rii delle armi e munizioni. Oltre ai vari !Predetti nuovi Ministeri furono poi istituiti ancora. i seguenti altri Enti direttivi : a) Ministero per gli approvvigionamenti ti consumi alimentari (Min. uppr.

cons. aliDt.) col dipendente Commissa1'iato generale per i combustibili nazionali (Cornrn. gen. comb.) ; b) Ministero per i traspor ti marittimi e ferroviari (Mio. lrusp. mar. e ferr .); e) Ministero per !_'assis tenza militaxe e pensioni di guerra (Min. a. m. e pens.); <l) Giunta tecnica interministeriale, per t utti gli acquisti a ll'estero; ,.;Giunta pre:;;ieduta dal .M inistro del Tesoro.

* * * I vari Enti, tanto di vecchia quanto di nuova costituiiOIIl.e 1 avevano le seguenti competenze eirca i rifornimenti principali: <1,)

Ministero della guerra : - uomini (complementi) e quadrupedi; - viveri, avena e foraggi (d'accordo col Ministero del.l'Agricoltura e col Ministero per gli approvvigionamenti e cons~1mi alimentari; - vestiario ed equipaggi.am<:?nto; - materi.ate sanitario e di Commi:ssaria.to; - materiale del Genio (salvo quello telegrafico e telefonico); - materiali da costruzione (d'accordo col Ministero iwmi e munizioni); - carbone fossile (d'accordo col :Mini!:itcro armi e. munizioni, col Commissariato generale combustibili, col. Ministero trnspor ti marittimi e ferroviari , e colla Direzione generale delle Ferrovie di Stato);

-

688-


EN'J.' l

omm•1•rtvr PER L ' INDU STRIA ['RIVATA

- f ondi d i cassa. (ù'accordo col MiniStPr o ckl 'l'cso1·0J ; - derrate d i minor lrnportnnr.a (ll'a tcorùo coì Minister i eù E uti competenti) ; b) Ministero nrJJl i e m un izion i : - urmi portntil.i , m it rag liflt.r ici, bocche da fuoco, bou, ba rde e muni7.ionl per t u tte la ll armi ; - materiale automobilistico ; - materi n le telegrnfl co e te lefonico (d'a ccordo coll'_Tn tcndenr.a gene. raie e col Ministero d~lle 'Pos te e 'felrgrafi) ; - .Ccr rovie por tatili Decauville; - m:lter ia li dfl cos Lrrn1ioni (<l'accorcio col Ministero rlclla g1 wrra) ; - s.cr11t ta w t•nto dei boschi u ar.iona li (d'accortlo coll'ln ten denr.o. gene. nlle e col Commisl:lar iato generale corobustibiU) ; - disll'ibur.ione clcJ cnrbon fossi le (d'ntcordo col l\.[inistcro della g uerra e con g li E n ti pe1· g li ar,provvigio11awent.i e per i combustil)Jli) ; e) Commissnr into gciwrale per l'Aer ornmtica. : - dfor nimrnto drgll aer opl1111i, dirigibili ecl 11eroscat1 e matrrinli r e111.tiv.i ; ll) :Ministero t rasporti mari ttimi e ferroviar i; - dfornim<'nto dei mater hlll f(•1-r0Yi11ri; - liwori i nC'i:<'nti u II C' mine ; - servi?.io comb ustibili , spcclalmPn te del cnrbon f oss\le (d'accordo cogli F.uli comvetu1ti) ; e) Min ister o el ci I' Agriroltnra e )(inist<'ro approvvigionamenti e cons1Jml a.ll nwntari ; - raccolt11. cl!'lle ckrrntc nlimentar i.

Sen:;r,n bisogno di l unghe spiegazioni o comunque di entrare in pa rticolad , non si può fa r a meno di ricon oscere in t nl l.a quest a organiz:;r,azione, le evidenti inevitabili conseguenze dell'imprOYvisazione, che si manifestarono : -

-

nn r.ituuo colla. complicazione' degli cn·dinanwnti ; colla conger ie, a.11chc ta. lom 01 11tevole , di En t i m inisteriali e n on min ixtN·ia li. di dcnominM:ion i frrquenl<'mrn tc' ca mbiatr, cli comnetenzc instabili eù int r ecciantesi f rn lor o; 1:oll" inrv1t11 1..> ile r s 111..> eran:m d i per ~o,mlP r qu in di cli nn 1·a llentament o 1wl la voro.

Ad avvalorare qu esl:i conslat a?:ione si noti che per brevit à

si è tra lHsciato cli enumerare e ,di illnstra re le funzioni del1e molte Commission i formate per coa diuvare gli En ti direttivi centT'ali, e cioè : -

1 Comml~sionc prr appr ovvigio11nn.wnto e distr ibuzione di benzina;

689, 44


LA l\IOR!Ll'l'AZ!ONE IND US'.l:RIAL!::

-

l Commissione per H[)p rovvig lonn mento e di strlbuzlone dl olii lubrificanti, gras::;l ed affini; - 4 Commissioui pet· i probkmi ,·nrii riguardanti le mnestranze ; - 2 Com,uission:i f1t·r il sc•rv.izio òùi matt rìali chimici; · - 1 Commissiont con 3 Sottocommissioni a,<'nti incarichi di\·ersi vc r la son-eglianza delle lavorazioni ; - 3 Commissioni l)er qu es tioni di indole amministrativa.

§ lii (C)

La mobilitazione industriale.

Il già citato R. D. n. 993 del 26 giugno 1915 per la esecuzione della legge dei pieni poteri, n . 671, già citata, tracciava le principali norme per fa mobilitazione industria.le, e dava facoltà al Governo : a) di a ccer tare il grndo dl potenz ialità d egli Stabilimenti privatl I.a c ui prod uzione è necessaria a! rifornimc·uti di guerra. di qual::;iasi genere;

b)

e)

d)

e)

di Imporre e far rseguirc quellt> opere che ne a 11mentin o la potenzialità stessa; di ordin arl' a qm1lsiasi i::tnbilimc' nto di co.<;tru ire macchine <'d ogg<·tli su disegni di altra Ditta; di or clin are r equis izion i (snn ci Lt' giil. con R.D. legge n. 506 del 22 a prile 1915) ; d i espropriare Ditte industriali dc·i lorn rliritti di privativa (R.D. l<'ggt• n. 40 del 28 g,mmtio 1915); di stabilir e i prezzi (quando gli industriali a,·c1<,sc•r o pr<'tt'SC troppo e levate) per ciascuna fornitllra o t>r<',;tazione, salvo il ricorso al giudiizo ina pl)cllabiÌe di un Collcg.lo A1·bitralc composto di 3 m<'mbri; di dichiarare soggetto a giurisdizione militare, in tutto o in parte, il per sonale degli Stabilimenti producrnti mntcriali p er r Esrrcito o per l'Ar mata, ogni qualYO lta ciò occorresse per ass icura r e la continui tà e lo svill1ppo della produ1.lone nece....<:Saria per la guerra.

Un Regolamento per Ja mobilitazione industriale derivava dal R. D. n. 993 già citato, e veniva approvato dal D. L. n. 1277 del 22 agosto 191.5. I punti del Regolamento c~e qui interessano, sono: a) il Ministero delltt gucna (d'accordo con quelli della Mm:ina ~ del Te-

soro) può clichinn 1re coi, proprio Decreto «aus iliari» gli Sta bilimen t i o r eparti <li essi, Il cui prr!;onulc 11a&;a in tutto od in par te sotto la. gì11risclizione. milì trn:e; b) la d ichiarazione cli ausil hll'io non cambia in m1lla lo stato ammi nistrat ivo, tecnico e Ja,·ora tiYo, nè la rrtribuzìonc del personale dello Sta.-

-

690


LA l\IO!IILl'l'A ZIONE l:NOUSTRIAY.E

bilimcnto, ma lo Stablliml'nto stesso rimane verò soggetto a vigilanza militare. 1 contratti di la,oro tra Ditll' e ma estra nze si inttmdono prorogati fino a 3 wesi dopo Ja fine del ta guerra. Le Ditte dovranno assumere come opera i, e con le stesse n: Lt· ibuzionl tleg l.i ·a ltri a pari merit o, dei mili ta ri, eso)l(:rnti temvorau,:arncntc a,LL servizio effettivo. _Le dimissioni, licenziamenti e passaggi ùel pcr sonule clall"uno all'altro Stabilimen to non potra nno a,cr luogo senza l"uutor iz.zuzionc dell'Autorità militn1·c ; o) 1v azione governatiY,L :si e,s1•rcitfl s ug li Sta blli rn.cnti ,1u:slliari 11ei.· mezzo di: - 1 Comitato cenerai<• l>""r la mobilitazione industriale; - Comitati 1·egio1mli cli mobilitazione industriale. Il Comitato cen t:ra te, [)resieclnto dal Sottosegretar io (poi M inistl"O) per Je urrnl (' m unizioni, è r.ompo:sto cli O ruembt l : 1 gem~r a Je dell 'Esercito, 1 ammiruglio, J Con:::igliere di Sl:llto, l fu nzionar io del Mi n istero del 'l"esoro, e 4 per sonl! C':sn·anec ull"ammini,;trazion<' cl<'llo Stato e di purticol are eompetenzn. · A questo Comitato Ct•n tnlle, ùoi ) .Cinistciri cle llu gui•nn , della J\fllrilm e del 'l\'soro, YieJHJ defer ito: - lo studio <li tutte le questioni attt' a IDigllonu·r ed m1mentar e ltt produzione degli Stabili menti ausiliari; - lu d!'librrnzione in LtH.:rito ,alle eoJJtrovers ic fra indus t1·iali e mar:sl.ra11 7,1• e cin :a q11e lle f ra indl!~rrin li e 1\-lini:sl.l'ri; snlYo il r icor:so al rnrnzioualo CoJl<•gio Arbitra le. TI Comltnto cent rn lr viene poi ro11 <li11rnco da speciali Commissioni di particol:we colllpctl'nza in matrrll) : - r1i nppr o,·vJglonanwnLo ùi tu lmw materie prime ; - di 1m1eRtrnn:w (da l punto di vl~tn tecn ico, discip tinnre t•d ammi. ni!,tra ti\·o); - dl'I sen-i7,iO dei llllltr1·inli chimici cli guerra; - dl' lla sorveglianza Sllllc lnvorazinni; - clcll'amo1ini ,:h·azion e in gener e. I Comitati R egi onn ti (,-;ono nmuief':-,i Sottocomita ti o S<•zioni stuccate con i<kntiche mam;ioni, nssegrnlli a cll'tt'rminate Regioni come è indicato ncll"ann<'IJo ~ll<'Cch io H ., f'Ono presieduti da un ufficiale ge. nera le o s nppriorc (11'1l'F.sl'rcit.o o dc llu Marina , è constano: - (li 2 m cID ùri c ivili cli :-pecialr. coometenza; - <li 2 nwmbl"i scr.lti f1·11 gli indusMnli; - di 2 ml'mbri scelti frn gli opcr ni e n ominati da l Ministero della guerr a cl'a r.l'or<lo coi )Ci11 islrri dl'lla )!urina. e del T esoro. I 4 m0mb1· i scelti nc•lle cntego1·i1• lntlm,tt'ialr. l'<l operaia ltauno voto consultivo. I Comi tntl R egionn li bnnno missione : - cli informar!' clirettnmen te il M inistero armi e munizioni circa le concliz-ioni. disciplinar i e la procluzione degli Stabilimenti ausilinri della loro circoscrizione;

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691 -


LA MOll!Ll'l'AZIONE IND U!s'Jè!U.-1.U;

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di presentargl l t utte le propos te in trsc a rn ig liornrc: cd a umentare la produzione ; - di ordinare agli Stabilime11 tl tiu ri provn•tlìmcnti che ri spond ono a d 11wt mig liore e più a lta 1n·oduzlonc ; - di son•egliu rc l'auùumento clisciplin11re e tecnico degli !,;l('S..,:i Stabilimenti ; - di armo11izzttrc fra, <1ucsti <'Ù i sct·\·izi mi li ln ri pr1•e:;iste11tl fl i CoJ.Uitati (Direzioni d'Artiglierin e del Genio, del Commsr,mriato mllltar c ecc.) le relazi oni d i fornitura e lavori, in modq dn rendere sempre più feconda la produzione e ùn evicarc i1nitl li PSllbt•ntJJze cli prodotti; - ùi clii:iwer e, per qunnto i1os:sibi le, le cont.rovers it' discip lina ri ccl economiche Lrn indrn,h·iali e maes tranze. Come ausiliari furono in principio dichia r nti solta n to gli Stu.billmcntl vrincipuli; m a voi la. di ch iar a r. ione <li 11t1s iliarie1ìl venn e estesa anche aù M,icnùt· m edie e piccole, per u11a m ig liore at· monia di produzione ed una più r edditizia distribuzione della mano d'opera ..Tn princ ipio, ossia nel 1!l15, cssl foro11 0 12-5 (co.u lJ.5.000 opPrai) ed nu111en to.rn110 a !132 nel 10l6 (con R~l!l.955 opei·ai). Di quC'sti ultimi : - 91 com pivano lnvora1.io11i m ccca n ic bé per Ja costn11.ione cli bocche da fuoco, mnn izi..mi cl'ar t ig lit·ria, bombank e di t,ombc n mano; e per le costru:r.ioni aeronau tiche ed n utomobillstic!Je; - 352 al.t0mkn1110 al la rn·ppin·nzion e cli C'i'.i[J io,; iv.i , prodoUi cil imi ci, esu·azioni cli mi nerali ecc. e CC'. Succesf;i\·amentc ~i dichiararono awsiliar i lllolti a ll.ri Stabilinw11ti minori s pecialm en te pe.r lfl. fa bbrlcazio111~ cli 1woi0tti cli piccolo e llll' clio CH libl'O. Tanto che alla fine d<'l 1918 gli StHbi liu,entl ri usiliari er :111<1 in n11 mt•1·0 dl l.076 con 002.000 operai delle iwg1wn ti ca tegùr lc• (Spc·c·hio I): - operai borghesi (senza obblighi militari) 298.000 == 33 % - donne l!lS.000 = 22 % - operai militnd eson('1·11 ti 171. 000 = lO % - oper ai militari comnnd11li 151.000 = 17 % - ragazzi G0.000 = G,5% - mlouia li , prig ionieri, carcer nti 24.000 = 2.:io/o 'totale

902.000

** * Il complesso servizio dei Comitati Regionali nbbracciaYR 4 rami princi[>a li : 1°) SPrvizio C' lettrotC'cn ico; 2'>) serv izio accerta mm ti e distribu:r.ione di mater ie> primC';

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692-


LA MOB!LlTAZIONEl INDU S'J :fiBLm

3<>) :;en-jzio tru:;por ti ; 4°) ,;eni~io tll :;on·eglinnzu ,.klJe lu n>razioul e tll collauclo.

IL l" :;1•ryi;,,io (e l(•tl;rotecn ico) c ura n1: - hL Pqua disLribu:r.iom• ùl'll"l'll<'r gia cldt.rica c he, nella q rnlsl tota li tà, atu,·an, l"i11ù11scria cli gu<'1Ta. ,;orraL11tto nei 1,eriodi di mngra ilwer. 11all' ed in <Judli in c ni ln carcscia di ca rbone è'l"ll più ,;encitn; - ht disLribuz iuJ1 l' fki e urubu;: ti bili 1111,dunali all e C<'Htra li term iche cli t'lt·Ltric ità l'< l il con r.or,-o di q uvst(' centi:nli nlln fornit ura di ene rgia agli Slabll iwenti. E,s,;o <cOHCl?dcrn t utto l'niULO possibil<' all'umplitir meulo dt,gll impianci elt•Lu·iei e;;i,;tcnti ed alla costruzio1w di impianti l\UO\' Ì.

Il 2,, :-:1•r vi ziu (HCr"l'l' Lau1et1l i l~ ,1istri\Jt1r.i on1' · d l mah't' il' pr irne) con:~spondcv:L :-:tl'etlarnentc a Il' a nalogo :st·1·vizio <kl Cou11ta lo cenLraiC', e Lt•nù cva nd evitar e inron,·enl<'ni i m'II<' rcla zio11i t ra Stubiliuienti non ,·inc:olnli dit sl·r vitt. mi litnri e Slabilimt•n Li ausiliari, l' iwlla distribuzione delle muk.ric prime, eunmdo: - <:usw uti ,. d in•rLi rapporti c o l. Co rni ta lo centra i•· pe r manl.t•m•r e unifot·m ilà !'cl or _ga11icilh cli .t¼iorw a t. utt:n In prodmd <111c indus:tr iul e, ecl 1m i!ormità cli h11·oro; - iufurm:1:r.io11i sulle Psi_g1•nzc della Hl•giune, in modo dli n'~Ola re bene la ù i;;rr ib11zio11e perinei ira e le a;:S(•gnnzioui di materie prime•; - r-wgnalt17. Ì011 i cli Ill'Cl'NNi Là urgl'nL Ì, r irCtL gl i :lPLIL'OYVlg iorr11 mc•Mi; il defer imPnto al Comitato centrnl<' <kl l'esamr e r isol uz ione de lle vcr1.<'llZ<' fra Comitati H1'gionali cd indu;;triali, 0111m r e fra Comitato cenlrnl<' e Comitati Rl'gionali . "l'lllJ1r1' in matrri11 di appro,-vigionaillenli. Tn ù i[)e ttdPnza di q1ll'ste f11nr.io11i. 11ress/\ cia,;cuu Com itato R rg ionnlt>, dopo l'ist itu7.iom~ d<'l Commissnrin hi K1·11eral1' tld comhu><(ibi li , sorsC? rn , Ufficio Carbon i 11e1· i;L <lis(r ib11?.io1w di q1wsro <·01111J11s tibi l<•. TI prc:c1etlo 2° k<'rYizio (accer tamp11ti 1' distriunziom· di nmt<'rie Jll'illlt'), si oc:cupa Ya poi lllleor a : - della dist ribnzionc· <h·i combuscibili mrnionali; - del la t 1·asfon uazion<' cli irupinnU J)lT il con,;uuin cl i lig nite·, legn a o ro1ubnstib ili liqu idi <·ome p<>trolio N l o li i m i11<•r a li ; - llelltL ,·ig llunza sull'hupit•go d<'gll n utoooezzl, tlnta la lll'nnriit d i

b<'m:ina; ll<'ll'asse1,:n11zione d<!ll' ncido ;;olforlro, ntlinc:bi' non difet(11,;sr alle fnbbric·IH' di 1•:-:plosh·i, ,. dC'g li e;;plosivi da w i11a. alle cave <li ch lcar<', nmianto <'CC. ; - <lelJa asse~ 11:1zio1w <l<·I <'(.'m<'n to t' c·nlci idr:111lirhP : - cla,·a. il piH·r n:· al C'muitato e<'ntrnll' sulle domand<' pn•sc•n ta(<' dalle Di Lte J)<'l.' potC'r ps:portn r r a ll' <•StPr o i loro prndolti; pn re r<' in h•so ad CYitare i<' l' Ì)l<'l'CllSSion i Ch l' t ali 1•ispu1·tazioni ill'l'<'bbero J1 0tt11·o .lV<'l'e :-:11lla fabhr !cazion<' cklle mnnizion! a noi occorrr nti. !':ulla clii:;pon ibi lìt/1 tli macehinilrio nee<'S!'nrio in Pi'l<'St• l)f'I' i no;;tr i biGogni <•re. U110 s 1wciale Uffi<'io ro ttami e mrtalli cl<·l pr<'cll'tto 2<> ra m o di scn·izio: - 8i or.cupin·a cl('Jl\,q nn di sl rib11 zio11c tlei rottnmi mctn ll ie i (P<'l'V<'m1ti n t Comitnli dC'i ln og-h i 1li r:1c<:0 ltfl f; hibiliti in P fl l'Se C'<l in :;,;ona. cli. g u<'rra ) 11 llc' fond<'ri<', ree. -

-

G9~


LA ,MOfitLITAZtONE I KDl: S'.l: IU.\LE

Il 30 S<'n izlo (trasporti) acct'r t11 Ya ì bisog11i dC'l l'i 11dus ti-ia. e dul le Autor ità fenovintic o dall(' Commi,,;;;io11i mi lihu·i di lim•a lL proc11n\va i ('lll'l'i.rucrci nreessar i ai t r aspor ti d<"ll<.· forniture a llo Srato o cli lll<'t'Ci attinenti a lle forni ture stt'sse . l'cr ott!,!ll<'l'e piì1. cli$Ci.p linatc e 10uggiorruentc ucccl<"ratc le operazioni di carico e sr.arico dei carr i, tal11n<' impr ese di trasporti furono dichhtratc stabilimenti H u;;iliari. Il 40 ser vizio (sor V(•gl iarnm a llp' la rnrnzioui <' col luuclo ùd mnt<'rinli finiti specialm('nte cklle mnnizioui) fu s,·olto da specil11i Commissioni dl collaudo d' ArtigllC'ria, costih1i t<' da ufficiali del S<'rvizio tecnico d 'Artiglieri a , e nel. dette al Comilnti R egionali, ma tecnicaul<'nte clipend<'n li, prr i collaudi, da d eterminati S ta bilim<'nti m ìlita ri.

I Comitati Regionali oltre aDe predette loro mansioni principali svolgevano poi anche le seguenti azioni complementari, non meno importanti clelle altre, e cioè : - quella di indole morale e,;cr cita tu s11i d ir.ig1m ti cli i11d11stril' e ,:ugli opl'l'fli ; - qut'ila di propngancla ; quella di amichcYok· ri::-olu;,,ionl• dl ,·l'r tC'11ze (rn datori di l111·oro e mano d'opeta; - quella cli curare la vro,·yi,;;ta di Yin•ri ali(' maestranze; - quella infine d i benrlìcienza (rnccolte di clenaro n. favore <'IC'i profnilli delle provincie iuvas<').

L'opera complessiva dei Comitati R.egi01iali riuscì di altissima importanza e di preziosa utilità. Irniziatasi improvvisamente, senza alcuna precedente ·prova od avvi.amento nel tempo dj pace, trovò l'industria privata non soltanto in uno stato di eterogeneità, di costi tuzione e di produzione, e non uniformemente clistribnita nelle vari.e regioni del Paese, ma, altresì. · t ravngliata in molti casi daJJe t risti. condizioni fìnanziarie, e sovratutto dalle cocenti diseonlie tra i11ClusLriali e maestranze; fa t tori tutti evidentemente molto dannosi per le fondamenta tec1liche e :finarnziarie ,delle aziende. Per queste ragioni l'rw;io11e injziale dei Comitati Regionali, ebbene intelligente ed energica, fu limitata e non i11terameute efficace. l\fa questi nuovi Enti, cli 01-ganismo sn()llo e pronto, ipoco impacciati da cons11etuclini e carichi burocra tici, e d1rcLti da uomb1i <l 1 azioa1e e di bnon seuso, seppero ben presto togliere Yia di mezzo i difetti iniziali delJa istit nzio11e nnova, supenn'e le gravi ,difficoltà in<'Ontrate, ed ispirare intera fidn <;ia, sia nelle vnrie Autorità rnilitari e politiche, e sia, quel che più con ta, nel ceto industriale difficl ente e poco disc-.iplin ato. Essi in breve riuscirono -

694 -


LA MOBILlTAZ!ONF, INDU STRIALE

a coordinare le varie irndustrie, a sollecitarne al massimo l ' attività, produttiva, ad aumen tare fino ai li;miti del possibile il rendimento degli impianti esistenti, a preparare ed ottenere una sempre migliore formazione ecl una selezionata raccolta di personale tecnico competente e di maestranze operaie di provata abilità, e prediSlporre così tutti gli elementi costitutivi delle ;ndustrie a conseguire la più elevata e perfezionata somma di lavoro . * "*

*

Resta a dare U1I1 rapido cenno alla questione della mano d'opera. P er far sì che le maestranze non rimanessero troppo depauperate ,d ai richiami alle armi, venne disposta la esonerazione di militari già in servizio alla fronte e specializzati in determinati lavori d'offìcine, con la cautela di accertamenti intesi ad evita.re frodi od irregolarità, accertamenti svolti da una Commissione Regionale per gli esoneri, facente parte del Comitato Regionale territo1falrnente competente. Analogame~te fu disposto che militari atti a certi lav-0ri d'officina venissero precettati ed inviati agli Stabilimenti. Altri militari nlle armi potevano poi essere dispensa,ti dal servizio effettivo per menomate eondizioni fisiche; e altri, debitamente riconosciuti come operai qualificati, venivruno comandati a determi11ati Stabilimenti per speciali layori d'o:O:ìcina. Secondo gli obblighi militari le maestranze erano in linea generale così. suddivise :. i.\'Iaestrn1rne uelle oOJcìne cli J?Ué1Ta: - i:;euza ol>bligbi militm·.i: - borghesi - donne - prigionie1·i cli guerra (specializ?Altl) - cnrcerati r>N' r ea ti comunj - profughi ; - aventi obblighi milih\ri: - p1·ecettati - dispensa tJ ~ esonern.ti - comnndnti. Personale di manovalnnz'a. nelle officine di gU<'1-ra:

-

695 -


1./ CNDUSTRl ,\ MlLl'.l.'AHt,;

-

Sl'll¼tl

-

.olJb lig!Ji JUilìt:tl'i:

horglwxi

- li bi<'i; awnri ohhlighi milirari : - solda ti di }[. T. eomandali.

-

Circa il qnnntitativo numel'ico del comp·lcsso cli iuaestrnnze opcn1ie ncldctte a~li , tabilimenti nnsiliari (902.000 uni11t) si richiflmano le cifre esposte nelJo specchietto riportato poc'anzi in questo stes. o pnngrafo, e che denot_a~,o l'imponenza, cli risul~ fati rngginnti , ·an che in q11esto campo, <.lalla mobi1H11zi0'.J'le in<lnstl'iale Yerso la fine della guerra (àgosto 1918). Giovn infine far cenno alle Yari.e Scuole operaie, istituite fin dnl 191.5 pn la forwa7,to11i. di operai ()ualificati. Flll'ono cos1 forllJnte: -

Sctlolc pl'r toru ltol"i a Torin o. )filano, l\lntl<·rrn , C<'11m·a, Homn . X1111oli Pa l1'rm,); 1 Scnola JK·r fo11d ilori a (knont.

l'

-

Quesle Scuole nel 1916 avevano già, licenziato 5.180 operai.

~

llf (D)

L' industria militare cli. Stato • Offic ine di cos truz ione di Gem,va, Torino, Piacenza e Roma = Arsenali di costruz ione di Torino e Na, poli • Laboratori pirotecnici' di Bologna e Capua = P olve rifi c io de l Liri = Laboratorio di precisione di Roma = Fabbriche d'armi di Bre , scia e Terni = S pol ettificio di Torre An nunz iata = Direzioni territo• riali d'Artiglie ria di Torino, Alessamlria, P iacenza, Verona, Man• tova, Venezia, Genova, Bologna , Spezia, Roma, Napoli, Taranto, Messina, La Maddalena = I)irezione de lle Espe rie nze di Ciriè.

Lo Rpecchio F . segna comparativamente, per gli Stabilimen(i e le Direzioni él.' Artiglieria, il numero dei personali diI'ettivi e clelle maestr:rnze, non('hè l'estensione dell(~ aree occul[)ate all'inizio ed aJla fine dcUa gu<>1·1·a. Convien e fare 1111 rapido cenno nlJe pri.J1cipali favon1¼ioni eseguite, agli studi svolti, alJe C'ntit.ì dei contratti ayuti in amministn1zione, ecl agli ordini -

6!)6 -


OF'FlC lN E

))I

COSTR,UZ l ONI DI UEKOVA fil Dl 'l'ORIKO

di lavoro compiu.t i. E' da notarsi. che gli aument i clegli u:ffkinli furono fatti quasi tutti mediante 1·ichiama ti <lal congedo, coi quali Yenneto pure formate jn g1"a11 pal'te le Commi. sioni di colJaut1o dell_e ll?-::tli già. fu fatto cenno. O!licin.L di cos tn1zioui d i Ge11orn : - impinulo di ·1 forni p<·r la f:abbricazioue dt•ll':t(•c:iaio rnpiùo (che ,·1•nne a cosrare L it . l~ Hl kg. ); - im11it111 ti 1wr: In t rafilat ura lki l)nsso ll da shrnnn <'I (2 ..iOO !Jn,-;soli cll acciaio in 12 01'<') ; - aunwnto de l numero dl'II,• mac·c hin<' tl:t lf,O :t i:'>S; - auul('n to d el.la prnd uz io11t• inizi.i 1,, cli prOil'tti di piccolo calibro (dl\. 1.500 11 1 nwse. portnta !1 c irca 7.000J, e qo in ò i in 1·otnlt• a1Jestinw11to di 1 .o:i0.-¾89 proietti; - ammiuii:tTazionC' di contrntti p,•r In >-omm11 totnk• di Lil. 2.0l-U!95.537 pC'r fo rn iLrn·c (li :1rtip;li1·1· i1' <' di proi<·t.ti. Oflicirnt cl i coslru7.i on i cl i 'l'ori 110: - amplinuwnto cl<•l proprio SpolC'Ltifi<·io con In s,•gtll'nt,• procluziouc:

spolette

in i½ÌO

g· ll(' l'l'H

- - -- - - -- -- -- - -- n doppio C'fft>tto

2.000

u p1•r<;o;;simw

-1.:iOO

(n) nel J!ll 7 ;:i gitm,-:1· a

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fi l H ' __

~ ll('J:l'll -----

;.ooo è\4.00() (a )

;:;o.ooo ,-:poletfr a l giorno.

L' Oflicin:1 rll c o;;tn1zio11 i. d i '1'01·h10 compi po i : - lo stuello e 1',•;.;1•<·11ziu11<• fl<'lla tubawra dl:'i ca11noui da 14fl A . <' G .; - la ricostruziont• di qu<'Sli caunoui cla HO .e\. 1• G. con parti cli identici cnnno11 i scoppiati (pt' r meriro di'! co lonn. ing. Canonl!'a clell,1 nosti:a Ar i.i~l h•ria t,•e11ie:t). Officina ili ('ost,·11;,;ionC' di l' ia<'<'n7.n : istituì i laboratorii f:t'J::ll1·11ti : a) clella :-;ch1widt·rit<' rng~i1111g,•11tlo i! <·ar ic.rnwnto di 2::i.000 proic·tti da 75 ill 24 01.'C; ò) ùC'lla ùali;:titr p1' r In prr·pa ra:do111· (11•1lp c,11·iclw tli l:inrio (hn·on•~ zion<' di 12 tonn. ùi balistite Jl('l!e 2-1 Or <'); e) A. F.. di Piac<'nza, per la fn;:ionc di 80 tmm. cli acido picr ico in 10 ore di Jnvoro: A. ID. d i Po11 t<'n m e e Cnfitelve tro, per la fusione cl i 80 tonn. di ncido picrico nelle 24 ore ; effrttn:1nd o le f;C'gtwnti lavorazioni totnli : No 9.607.200 - caricam <'nto cli grnnate cli piccolo c a ltb ro ~o 6.12~:.ooo - a ll~ti mento d i cu t·ich e di ba listite ln placch e• - caricamento di spolette mod. 1910 N° 7.540.000

,n

697 -


OFFI CINA DT COSTRUZION r DI ROMA - ARS EN. DI COSTR . DI 'l'OHTNO Iil DI :-IAPOLI

-

caricumcnlo di r,r oirtti ro11 esplosiYi ~\IliT (' :.l.\ T N° 321.~00 allestiru<'nto di c»riclw di sc·oppio di grandt• ca\. X0 691.700 alle.slim<'nlo cariche di sco1>pio di 1.uedio cal. . X 0 5.413.400 all<'Stim<'n to cariche di scopp io di picc. cal. . N° 5.060.000 Con tratti i1n1ti i11 ammLni!-<trazin1H· pc·r la :;;ounnn totnl t! di Lit. l!l3.38G.891.

·-

Officimi di costrm,ion i di Rowa:

-

-

irumrntò ic• wncchi nc da 200 a l.GOO; COSCJ'Ui 2-14.977 fuci li; opC'l"ò la riduzione 11 1 ra libro cli U1111 . li,5 di i09.i68 fucili cli mod . iO 7; a llrstì li.112.000 spoletti'; ebbt• ili nmm i11istn1zio11<' contratti 11r r Lit. 58.19i.5cl2.

Al·senale di costru zioni cli 'l'orino: - durante la guL•1-ra 11um1mtò il suo macchinario cli 269 unità;

-

-

coSLTuì motti affm;ti; 4.2/iO r otuie u cingolo e 5G8 trattrici lJ'int; allestì !)5.000 bardature n baslo, 18.000 btlrda turc n sella, 12.000 selle e 2 milioni cli Reri e di bu ffetterie mod. 91; compì lu riparnzio1ic cli gran numero cli nfl'usti; svolse Nt ucli cd e:scguì 1•s1wriC'nze: !-<1111(' trattr ici per nrtiglit' rie ])<'· sunti; 1,11 carrelli dù trasporto in montagna cl<'l mor taio da . 210 e d e i cannoni dn 149 A. ed S .; E' su un' installazione cl<'I mortaio tfa 210 con settor e orizzontnte di 360<>.

Arsenale cli costr uzioni cll Nn)loli: - a11mentò note,·olme11 re il 1111m<·ro delle mncchin<'; - is t itui un impianto d i su ldatnrn autogena; - eseguì In ritubat1m1 cli bocche da fuoco; - costrui: - cannoni di piccolo cnlibr o - sbraprml cln 149 G. - grami te cla 149 n. -

-

gr:rnnte cli ghisa acciniosn

N° 5G} N° l!l.!l4G N° ,1.013 N° 24.210 N° 268.000 N° 25.200 N° 158.339

- shr n1mel cln 75 . - riroi(•tti dn 75 contra cr<'i . - proi('tti di medio calibro ebbe in amminlstTaz_ionc l .300 contratti per l'nmmontar<' complessivo cli Lit. 15!i.702.S00.

Luboratorio piro tecnico di J3olognn: - aumentò di 1.!308 macchine il macchinnrio pre-esistente ; - esegui le segu<'nti lavor:i7.ioni gion rnlier c: - allestimento completo cli rart11ccc 911!)5 N° 1.000.000 - allestimento con purti flYutr da incl. priY. N° 1.000.000

- l·ip:irazione di cartucce .

-

prepa1·a7,ione fulmina to di mercurio

-

pr1>pnrnzioue miscele fulmina nti

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698 -

300.000 ,j0.000 100.000


T.AilORA'l'Oltl PIIW'.rF.C1'1Cl Dl BOLOGK\ E D I CAPUA • POLVERIFICIO DEI, LmI

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-

svol;;l· stu<li: - ~ull c ca r tuccc a 1,allotto l11. eS[> Lo1knte e perforante· (ID.P.); - sullc cnrLu<·ce u pallottola. per direzione d<'l tiro (D.T.); - s11 ll1• 1·<1rlu<·<·1· n v:1 ll0Lto!n pe rfora nte ( P.): :;ullt' GJ.1rt11c;ce 11 pal lottult1 pl'r f01·11n1.e ccl in c(•n<.liari:1 (J.'.T.); - ,:ullP r;;1 rt11c·c" a 1111llotlu ln. iuc t·n<liarilt a s<:in l11mi11osn; <'!Jlw in nmminil;lra7.ione 1.:!:?3 contrutti.

Lnboru J·orio ph·ot1·cJ1 i<.:o di Capua : !llllll(' ll lU ù<·l le UlUCC!Jinc: ·- p1 r bo;;soli e• pallottole ùa 1:J5 a 383 - per irnu-sch i da 184 n 189 !)l'l' p ro ie tti da 32 t1 62 e ffdtum1do la Sl'/,(ll<·llte fnb!J1·icnr.ione g iornnliern di cartucce: : Clll'LU(·(·c !Il / !/;') N° 450.000 - r·arturee !lO/ !I!> p1·r pi;;tol,i X<> 30.000 - CHJ:t uccc 70/87 1' m itnt g lia tric i -:{o 70.000 - riparazione di cartncce mod. 91 X0 20.000 - venne eseguito l'impianto di una fabbrica dl carbonn to di stronzio ; - furono compiuti studi di uno s hr11vne l inccncliari.o comntt• reo e cli un proietto illu minante ùì piccolo en.ltbro; - ebbe in amminìstrnzionc 900 co11U·utti. Polverificio del Llrl: - oltre 11ll'esiste ntc n11parecch io 1icr la 'fnbbricnzione d ell'acido s olforico (per 8.000 kg. ul giorno) :;e ne pose .in opera un a ltro per JS.000 kg. al giorno); - si eseguì altresl. un impiu nto per ac ido nin·lco da 7.000 kg. al giorno; - s i 1.11.11ueJ1ta rm1u notcvn lllleute µ: li lmpianti ,·ar i. per lu uitrn7,ionc ed ult1'e operazioni per la 1:ubbricazlone d el ltt. balistite· e• del la ;;olC'nil'e; - la produzione di esploslvj dt lancio fu la seguente : - balistite, da 3,) a. 40 Louu. al uwse antl'gttetT a, f11 po1·tata dtH·ante In. g uerra nd un massimo <.I.i i!Oil tonn. al mc·sc ; e tn 11• ma;;simo raggiunse dopo lu gu1•rrn le :!50 ;;om1·. a l m ese; - sol<'ni te, rnggiunSI:' durante In J?llflT 8 la 11roduzionr mas:siru11 di 9:; tonnpllatc n I mese ; - vt'm1C'ro compiuti stncli: - pt·r cariclJe c1i solt'nlte JJCl' urllgllcria; - pc•r eellulo!:c n?getnli in sostituzione clc·I cotone, (l':t1<<"a m i di SPI.a nrtificialc. fibrn cli gelso, agave. ccc.); - pn· la ·1'abbr.ica?.:ionc dc ll'ftCldo i1itrico dalla c·alciociannmidc col procedimC'nto catalitlico Taliuni; - si C'bbero in :t1JJUJinistrn1.ione 2G2 <'Ontratti JlC'r la s omma lotalC' di Lire

30.952.4!)5. LaborMorio cli prel'isione di noma : - pro\'\' icl<' alln fabbric11zione di alzi

-

699 -

• :i

cannocch iale, <' di olt re 800 apr,11-


L,\BORA'.rOR lO DI PREC . DI ROMA· FAflllRICJJE: D'AR)lI DL BRESCIA E DI TERNI

-

ri·cclJi ,-:pc:ciuli per scomi1onc e comporn! proit'tti, ragg i11ugcJ1do la produzione totale di : - strumenti di puntnml'n to :Kv 40.000 - ::.1:rumenli ·o ttici vnrii ) ;0 30.000 f urono svolti studi su : - ivo:::co11i; veris<'opi; tc l,•m CLri; apparecebi fo110-tcle1Ùdrid. si ebbern in ;imruini.-strnzione in totnll' 718 COJJtra tti p1•r 11n ammontu.re di Lit. 9S.9!J9.873.

Fabbrica ù':t r lll i di Bn•scia : - uum1·nLò il ;:uo macclJinurio di .J60 unità; (•il dJbe i n total<• lu s rgut•ntc prod ur.ione: - parti sciolte cli armi moll. 91 - pi:<tolc> u ro taz io ne . -gr:innte da 1-:19 . - grann te dH 7fi - ><lmlpU<'l da 7;;

-

-

;i.131.000 534.000

~ o

X <> Xo

-llJO:<Chetl.i

l11.1:i8

No No

195.287

~o

311.8:iO

- arn1i bi:incltc - mitragliatrici Fint t'/;;<•g1wn<lo poi ancllc la r lpar aiione di:

No No

657.779

~

:S-o

61.098 4.619

fuci li m od. 01

- mitragliatrici e bùt• in amministr117,imw 1.344 con tr11tti P<' l' la Lit. 242.80:i.857.

500.aOO

2.J.S79

No /;;(l illll11l

complE>ssivn di

Fabbrica tl' Armi di Terni : -

-

ll ll lD1'1'tò J.e IJ)UCCh i1te cli 1\18 \l ll i.tà;

proYvic.le alla fabbrica7,ione di fucili mod. 91 la cui prodnzione media gior 111ili<'r:1. r!lgginnse le i::egn r nt i cifr•' :

-

nl l:1 finr tlrl 1914

-

a 1111 fine drl 1m fi a ll:\ IÌ!IP d<' I 1!}16

-

-

-

-

:,.;o

200 fiOO No 1.400 ~o 2.~00 No 2400 xo 2.000 No

- nd l':111110 1017 - :tJ pri n('i ]ìiO <kl 1!;)18 - alln fine della guerrn nttC"'(' andH' a lla fnbbriC:1 7.i om• d i : :,{o 1.fi00.000 - sei:\hole-bni,ml'ttr mod. 91 . <' fino II tnlto noH·mb r <? l!)l(j costr11i pure: No - g-ranntt' lot'prcli11i da 75/ !lOG fi00.000 rompi st11di : - pc•r ;;osti t n i r e l'ol:i9 ro n a cqua pr r · 1a lnbrifirn zimH' cli ingran nggi; - prr la SO.'{titu7,ione cli olio pE'l'antc all'olio cl'olh-a per In tempera. r hbr in nmm inisfTnzio1w contratti 1wr urn Ier i(' primr pl'r la SNl'lma tota lE> d i Lit. 87.000.000.

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700 -


S PÒLIDTT JflC IO Dl 'l'ORltE ANNG1'7. IAT.\ - OlRitZIO:Nl~ u'ARTIGLIEHIA Df TORINO

S pole tti fi cio d i T or rc• Annunziata : - eseguì le segurnti fabbr icnr.ioni: - S[)olct te a doppio rffetto J90R . N ° 916.020 - spolette :i doppio d'fetto 1900 $:en r.a congrgno cli pr r cuss ione N° 30.800 - spolettl· a doppio c.'ffetto HlOO N° 5.053.3:ìO - !'ipoletll' da 65 cln mon tagna . ~ o 1.276.815 - spolette a doppio d 'f'ctto cla 149 No 102.800 - spolette a pcl'cussionc 1910 [\O i).903.100 - s110 Le ile a percusslunr· l!Jl7 . No l.104.000 - facendo 1111chc le t'i!)lll'azioni di: - S[IOIC't tc 1900 N° il7.600 - fucili mocl. 91 No 47.262 - svol:,;(• poi i,tncll prr iso;;ti tn ire Jl d corpi d i spolC'tte lr par li cli piombo t' cli alluminio con ottone; - ebbe ln nmmin ii,; h·a1:i one 414 con h'ntti.

Le seg u(~n ti Direzioni Tel'l'itoria li d' Artigliel'i a compirono i varii la Yori sottonotati : Din•ziorn, Territor ia le d i 'l:orl no : - im pluuto di u n labo rator io di riparn:donc di lll'llli portatili (2;i0 armi al giorno), e cioè in tota le: - fucili mod. 91 . No 9~.000 - · scia!Jol1•-baio11ettc N° 84 .000 è\'> 42.(iOO - fucili 701'87 / 91 - fuci li 70/87 N° ,U.000 K•> .rn.600 - fncili Lrb<'I - pi!':tolc u. rnl nzioue N° !': .000 - ln nciahombc· Thé,·enot :\f<> 420 - ist ituz io1w tli u11 clepo~lto bombe :.t P out Sn int ~I nr tin; - cremr,ione <li 1111 ufficio-collaudo esplosivi a Borgofranco cl'In·ea; - costl ruzio1w cl i uu lfl bun1 tor io car jcamento p roic·tti a Su;:a ; - costltu~iom• di un altro laboralorio Jll'r c11ri<:an1<'11to bomb<' a norgo. franco (JWl':-So la Societit F ra nco-Ita liana ChC'clclite) c•he p;;egni Il caricnmmto di u;u.1;14 bombe del vari tipi; - C'l'l:ctt uò n ltr esì l sein1enti ht,·or i var i : - disarmo dèJ?li sbilrrnroc•nti, - c:ostr u1donc cli G drpos .i ti cli muni7. ioni, - r iccr imrnto di matcr ialc estero (circa 100 cnn ì fel'rovia ri a l g iorno), - d i~trib nr.ion c cli mctalll per ci rca 30 milioni di lir e clnr ante l!l gurrra;

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701-


ù1REZI0N1 D',\RTl (i l, lEfl B Dl AL ESS ANDHI.\ E UI PIACENZA

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tenne m a mm inis trnzione 34G cou!nlttl per provvl:;t,·, V<'lldita di 1·ottami, in tutto per Lit. 120.3GO.OOO.

l' (i

contn1tti per

D.irczioue Tt·n itol·iale ù i A.leis:snnclria: - ;mpianto cli la boratori vari: - dn .fnh:'gmtlllt·, da meccanico, per ri c:di bratura di bossoli cln 65 e cla 75 (cou 33 innccl1ine), per r iparu;,,ione ·di 11utovctture, per lattonier i, per sellai, Pt'r armaioli, ptr In saldatura uucogcuu; - esl?guì i seguenti lnYori: - fa bbricnzioue di casse clit iwballo pet· fudli e urnnizi oni ; - caricamt•uto di c:olpi <:OUl[lltti ùa (j;j t' ùa , ;; (2.458.8~0 colpi); - costruzioJJc di 130 mac<:llinc ::;tudiat<- 1lalla Di r eziom: st1:si;a fH'l' la composizione dei colpi (ca r tocci a llroiccto) da 65 e da 75, raggiungendo la pr oduzione di cil'cn 500 cartocci alrora; - studio e costruzione di una waccllin a iqraulita per ricalibrare bossoli ùl piccclo <:'tlibr o (9 bossoli cont,•mpon111ea meute) ; - 1·iparazio11e di anni port:Hili (in media JOO al giorno) ; - ebbe in nmmin i;;trazione l ùt co11trntti pe.r L it. 18.182.801:1 . Direzione 'l'en ;torialc di Piact'llZll : - l'ufllcio proietti ricevette e d ist-rib ui 28.G00.000 proietti, :spedendo con imballo 7 .700.000 !Jl"Oic>tti rnri; - impiumò laboratori : - per il caricamento d i proiè tti cli medi o e piccolo' ealilH·o ; - per ricalibratura cli bos.soli ·(da 27 a 28.000 al giorn o); - pl'r composizion<' di cartoc,-ci u proietto da 65 e da 75; .- p1•r applicazione ruecca11ica. de lle spolette (400 all' orn ) ; ·- impiantò pur e dei trasportator i cli pr oilc'tti raggiungendo il h·asporto ili l .500 proietti all"ora; - esegui poi lavor i a l Parco a·asscclio: - per la costituzio11e di 532 batteri<'; - per la spediziom' alla froute di 781 1wzzi i!:-olati; - per J'h<tltnzio1w c]i depositi tli ma r(riali fnln C('Si ('(1 iugli"si; - effettuò poi I<' seguenti ltnoraziou l : - car icamento proietti <' confc·zioname11to di cartocci-])l'Oietto (20.807.21)2 cli piccolo 1.:alibrn, 2.4?.9.301 di mellio cali bro, con un totnle di 23.247.31/l); - r icali bratura di J2.42J..Gr., bossoli; - riparò: 128.682 fuci li e moschetti, 7.019 sciabol(•. 241.325 ~crie di buff etterie ; - svolse studi su : - mncchinc, per il. cni:ica mcnto cli s hra1m('l a ·polvere nera; - mncch ine per l'un ione dcl bossolo al ))roìetto; - macchine per ra r icalibr11tura dei bosf<oli; - mncehine per l'nnionc d0lla spoletta al lo shrapnel; - macch ine trasportatrici;

•.

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702


D1R0Zl0:-11 D'.AR'L:l(;L IEHI ,\ Dl VERONA E D L ~ANTOVA

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- tn1sJ)ortn tOl'i I)er l'a:;scstame.nto <kl lc pallr'tt" nello s!Jrap11 el da 210; C'bbe la gestione' dei D<'positi Centrali cli Ct'<'Dlonn e di Crema; L<'nlle in ammi11istr !l7.ionc 084 contratti per la sommn. tomie di Lire 49,;333.070,

Dinzionc 'l'l't'l'itoriale di Verona: - impian tò : - laboratori per car icamento di proietti di piccolo calibro; - nuo,·o macchinario uci laboratori (2 maccl.Ji ne illtasatrici per cartoccio-proietto, 10 wacchine per ricalibrat un1. d i bossoli, 1 maccllina nspirantc ))er il ri cupero <lei liquidi Sl)èCiali dai 11r oietti ; - 28 macchine operatrici e 2 derosili di munizioni nella sc<lc cli Pisn ; - 1'sl'g11i le S<'gucuti lnvorazioni : - costnn;ionc di ,O puiuoli da 120 ,. dn 140; - ricalibrntum di 402.820 bossoli; - , seg uì I,• r.ipnruzioni di:. 3G.700 imb,lllaggi per m1lll lzioni, 116 boeche da fuoco, 232 affusti, 135.GOO fucili , 13,1.0;:;7 sciabole, 2.400 pistole, 800 autocarri ; - ebbe la, gestione : - del DE-posito di munizioni a dlspo>'iziom· d,,!l'Int,•ndcnza Gem•rnle; - cl<'i Magazzini avanzati cl' Artiglièl'ia <lei la J" e .Ja Armata; - ebb<' ili amilliui,,;trazi one 67 colll r:1 tti 11,•r l'im[lOl' tO to tnlc <li L ire 2!1J4.J .!J05, Dil·l·zio1w 'rl'nitoriu.le di ~luntovtL: - impiantò : - magazzini rottami a Cremona ed a Bozzolo, e costruì il r elativo s<'rvizio r ottami; - rettoie per proietti ; - ;3 nuove macchine utensili; - eseguì lavori: - per la sistcwazionc della difesa :lntiaercu di :\Janton1; - per l'organi1.zazion<~ della difes1L cle1 Garda-Mincio; - p<•r l'allestimento cli carri; - per il r ìcup<'ro di mlll1izioni dopo lo scoppio d el Forte di P ietole (ricupc·rati: 1G7.520 proic lti. carichi e 1.021.587 scar ichi; 25.331- l<g. di- ottone; 34.0.000 kg. cli rotlami di accifliO; 1.100.000 kg. cli rottami di ghisa); - <•segni ripara zioni al c,11-rE·g~io, alle nrrn i por tatili , alle casse cli imballo; - <'bbe ltì gestione : - del Deposito Crntn1le d'Artiglirria di Casale Monf errato; - di ~czioni staccati! in varie località della Lombardia ; - ebbe in ammini!,trazione 530 c:ontratti. Direiione Territorlnle di Venezia: - impiantò :

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703 -


Dlltlè½IO.NI 0°AltTIG UER IA DI VENEZIA € 0[ GENOVA

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a m10,·o 1 ottici nu meccanica, 1 s,·glwria l' 1 labonlloriu per c0:st.1·11zioni e l1•ttri ch c e t<' lefoniche; Yarii magazzini nelle Pro,-incie di R11ve1111a, li'ernwa e 1Iodeua lll'L' ur tmi z ìurr i e ru11 Lt'riali d'nr t ig li0ri11, d opo Il. ri piegnmen to a l

Plun~; - macch ine vm:k ; - 1 up11arl'!:chlo pl't: la pulitura <ki bossoli; - 1 Hf>patccd 1io pt'l' la ricalibnrturn dei bossoli sll's,:i; - l gr1bi11ctto di (Jh iw icu. ; - binati var i!; esegui, le :st'glll'Jlt.i luvo1·:17.ioni: - si~t<'nrnzio1w di battc1·i<' da co.-;ta e di batterie campali per la di.Cri-a mobile d i Vt•n <'7.ia e per l.:L dlfe stL flntitterett di questa Pinzza; - a ll1•,-1iu1<'ntu di 15 iuiliotri cli sacchetti per cariche di lancio;

nttlc':St' all11 CUH L"LIZÌ Olle : - ù i 200 carrdte. ùi :;20 ct·11lrali11i telefonici, di u11 gouiostatliometro p vr b:1 (1·1·rie da :.J81; - i1W1·r ramPJ1 t<1 cli t 11t1e k Jinee td egrn ti che e telefonicht·; -

-

cltettuò riparazion i: - <li fllc·\l i e mos c:.:hd ti nrotl. !ll e rnutJ. 70/ bi; - di witragli a t ricì; - di IJot·(·hc• da fu oco d1L ·120, da Si e dn. ,.:; .\ .. ,;ponòc•tlti;

dì affusti corri-

:studi ò : -

-

-

insh1ll11zìoni a11tì11t•n·c cc•n settore :1ziU1t1t.ale d i J(j()'> e Vt·rticale d ì 600; ·1 tPkmetTo autìal'rPO ruod. Ulaac; 1 dispo>< ith·o d ì t ra il ro i11 mo11tag11a pe r il ma teria le cmupa lc da

7,i / 01 I: -

1Jo111b,· e f 1·c•cc1.· i11cp11dia ri e; - 1woi<'tti fumogeni antiaerei; - anqi liarnC'n lu a !JOO del sNton' orizzon tale d l'l mo r ta io da 210; - 1 affusto a <·imdPl.ien• pe1· caunone cla W A . un t i t1Prco; -. 1111a morlifi c·aziunc' a lla m i trn g liatric<· Perino _mod. !)08; - e bbe in :1mmiJ1iSt-rnzio11<' 3~JG corr b·n tti pe r 1m tota !(• di Li t. (i.S12.85!l, e cioè : - p!'r materie ]trimc·, allJlllOntanti a. . T,it. G.021.lGG - P<'I' 110IPJ?gio cli natn11ti . J,it. 163.119 - ric111H•rm1 clo poi L i t . 28.:i74 Pt:r vrnditn cl i 1·c~ idui di la vorazione. Di reziorn• 'l\·rri LOrin I(• di Gc·non1 :

-

-

-

impiantò laboratori da :sellaio e cl a. nnofli.uolo ri11scc'J1do a r ipon1re 200 f ucil i al giorn o: eseguì Il' segrn·nti 1/1.vot·azioni : - P<'l' sl'llcr ia per un importo total<' di Lit. 300.000; - per la costituzione dcli(• harclntnrc• pc·t· 60 battr r ie complete ; effettuò i seg1wnti laYori :

-

704


DIREZION.m o' ;\R!fIGUERIA Dt BOLOGNA

-

--' disarmo delle Piazze <li Genova e Savona (radiate) ; - disurmo cli 5 sbarramenti; - costruzione d'ai:mam<•nto di batterie nei porti di rifugio·; ebbe la ges tione det t. 'u!Bcio sbarchi e rispedizioni, divenuto autonomo dopo il novembr e 1916 : - per conto dell'ufficio sbar chi pagò per contJ:atti Lit. 106 milioni (69 per provvist e di carbone e 37 p er spese varie), - ~ pagò Lit. 50 m ilioni p er conto della D.ìrezione.

Direzione T enitoriu.le di BologntL: - impiantò : - officine armaiuoli, fabbri c fa.lEignarn.i, sellai (per abbrunitura ed arrotatura delle armi portatili, per ricalibratura dei bossoli, per riparazioni alte anui portatili ed alle bocche da fuoco, per ripara.zione alle casse cli imballo, per cernita e riparazione cli cartucce ricupera.te a,lla fronte); - 1 lavanderia; - appar1:chi per la prodtnione cli liquidi speciali; - molti t! grandi depositi di illllili.zioni varie, italiane, frances i ed inglesi; - depositi di proietti a liquidi speciali ; - tabora.tor i di caricrnuento di shrapnel da, 149 e di granate dirom. pen ti tlE'r ti ro contntct·eo ; - la boratori di confezione di car iche,. di lancio con polver e alta nitToceltutosa pura ; - dc positi cli cart ucce, di esplosivi d i lancio (anche fmncesi ed in. glesl) e di esplosivi di scoppio; - - depositi di bo1.n be a mano e di artifizi vari; - depositi di materiale d'artiglieria, ; - aumen ttmclo il proJ)rio macch imìrio da 21 unità esis tenti irnteguerra, a 329 macchine funzionanti nel 1918 ; - eseguì ·i seguenti lavori: - costruzione di ba rda ture e carreggio; - distr ibuzione di 2.12.5 bocche da fuoco, d i 1.329 a.ff'usti, di 259 avann·eiri, 82 retrotreni, 1s,1 otturatori, J .429 bardature da sella da ufficiale e 1.013 da t ruppa, di 21:i(i7 bardature a basto, di 16,290 fi. niroenti ; - cli:;1T ibuzion c d i 320.7•13 fucili, G0.260 moschetti, 16.549 pistole, J .400.000.000 tli cart ucce, 21.111.000 r.o l..pi d i artigli <'rie varie, 3 roi, lioni ili bombe a muno, 2.950,000 artifizi (razzi ecc.); - eJiettuò Ja ripa.ra zione di 352.00Ò sciabole, 397.000 fucili, 30.000 mos clletti. 39.0-00 sc.iabolc-ba iònette, 8.000 fucili francesi, 1.738,0-00 bossc~li rica libra ti; - es~'guì l:L rica libra t nr:1 di 31)0.000 bossoli da 149; - effettuò anche la r iparazione di 300,000 c:asse d'imballo; - opc1:ò I.a cen1ita e r iparazione di cartucce nei quantitativi di 183 mi0

45

705-


lloni di mocl. 91 ; 7.000.000 òi mod. 70/ 87 e 35.000.000 di mod. Miinnlicller; - svolse studi e prove ili : - 1 pressa revolver per cnrtocci ;1 proietto da 75/ 900; - 1 pr essa per r a ddrizzare i bo:ssoli da 75/ 906; - 1 macchina per la lavatura dei bossoli ; - 1 essicatoio per bossoli; - 1 macchintL t raballatricl' per caricilJXl<•nto dl sbrnpnel (la 149; - 1 apparecchio semi-automat ico 1wr il. peso delle cat·iche di nitrocellulosa; - appar ecchi per la vernlciarnra dei proietti, e dei cartocci a proietto; - ebbe in amministra zione ?.5 coutra ttl per la somma totale d"l Lire 2.croo.000. Dh·ezionc 'l'errìtor!alc de La Spezia : - impiantò : - 42 torni, l. sega a nastro, 12 maccllinc da cucire ; - 4 presse per coron e cli fcmmme11to, macchine JH'l' la pulitura dei bossoli, wacclline per coufeziomtrc cnrtocci u vroietto; muccllinc truballatrici 1itr caricumento di shr apnel a poh·ere ncrn; 8 morse per il caricamento cli proietci di grande calibro, 8 morse per caricnm'cuto di medio cu libro, O morse per curi cum~,nto di 1:,•Tnnatctorpedini ; - eseguì i segu(•nti lavor i : . - produzione di 200.000 :,:tcclldti J>Cr cariche dl lancio ; 18.800 ca~se da imballo; 88.000 gabbie per proietti; - caricamcnlo cli 800.4(19 proiett i; confe7,ionaJ.UCJtlo di 30$.036 cariche dì lancio ; prc11arnzione di 1.203.824 colpi completi ù'artiglieria : - formazione di 41 batterie di var io calibro; - compi le seguenti riparar.ioni : - riparazione di 75.702 fucili , cli 6.600 sciabole-baionette, di 07.44G casse <l'imballo, cli 5.572 casse cl::1. polver e, di 52.748 gabbie-c ustodia òa proie lti, di J07.G72 r ettificbP nlle corone di granate lnglcs1; - trasformò granate di acciaio per obice da 210 in granate per mortaio dello ste...<sSo cnli!Jro; - curò il t·im<•scolamcnto di 780 tonne llate di c9rditc lpglesi'; - s volse stucll di modiJìcr1. u ella con'fczioue delle ct1 riche di lancio di.il cannone cla 152 inglese ; - ebbe in a mministrazione 202 contratti per la somma complessiva cU Lit. 41.441.477, di cui L it. 36.522.GOO per l'escrci.1.io cli miniere di mercurio (requisite), Li t. 174.313 per la cei:.sione del ferro di un giaclmento r equisito, e Lit. 06.064 p(•1· l'esercizio · di a ltra minl<'1·a .

.

Direzione 'ferritor inlc cli n oma : - impiantò i l scgtwnte maccllinario : - 40 macchine u.1 deposito-lnboratorio di N<!ttuno, - 18 macchine a lla ·sede ;

-

706


DIREZIONI D' .àRTIGLIERB DI NAPOLI E Dl T ARANTO

-

eseguì i seguenti lavol'i: 5 milioni di cariche d i lancio ch.t bombarde; - 41 sottostruttur e di insta.l la2ion i mobili da 305/17; - r icos n·nzionc di 174 installazioni da difesa; - ricostruzione di 63.535 casse d a imbaUo; - ricostruzione di 15 auto-cann on i con altrettanti auto-cassoni ; - provvide a.Ila riparazione di: - 103.500 facili, - di 26.100 f uci li n ustr iaci, - di 9.300 mosch etti, - di 18.000 casse da imba llo, - di carreggio vario; - svolse st udi <li carrozze ria 1wr g li an t0-carmoni ed anto-cassoni per il tiro cont rae..reo ; - ebbe i11 amministrazione 460 con t ratti I)er la sp~sa. complessiva di -

Lit. 639.132.782.

Direzione T err itot'iale d i Napoli: - impiantò: - l ufficio pE!r d istrib11zloné ùi carbone importa to (che nel marzo 1917 passò a ll' .AgcnzitL f er roviaria-mari ttima. per il Servizio armi e munizioni) ; - 1. 11mcio per il ferm o dei m ater ia li ~eta.lllei proveniPnti dall'estero e per la . distribuzione deg li accia i specia li ; - eseguì i seguenti lavori: - cos truzione di bardatur e d'artiglic•ria e cavallerfa; - confez.ionc di colpi antiaerei ; - cosh·uziOlle d 'imbaHaggì; - appres tamento di piroscafi noleggiati o r equisiti per il trasporto cl i tn1p11e ; - effett uò l'impianto d i : - 4 magazzini di e.sp los ivi (320 tonn ellate cli sabulite e 60 ., tonnellate d i Eeho) ; - compì poi la ripa r uzione : - di arm i portatili varie ; - d i crn:reggio e bardat ure, - cli buffet terie, - rli cass<~ da imballo, - di s ta lli a bordo di piroscafi. Dir ezione T (·rritor in le cli Taranto: - impiantò: - l ufficio del PHreo d'Artiglier ia cli Valona, 1 a ltro ufficio 1w r tra;::p ort i militari marittimi, - 8 hn tter.ie antitl eree, - 19 batterie nei por ti di rifugio, - J. nuovo H1bora torio con 10 macchine,

707


DIRWZIONf D' AR'l'I OLIERI.\ DL '.VIB SS1~ A rn nr f ,A MADOAf,lTINA

-

-

-

- UPIJlll'C'CClli 1wr ht snltlatura autogena, - 1 scalo di a laggio p er la ripantzion c dcJ 1w tiìnti, - 1 conceria; esegui l s<:'guenti lavor i : - arwam,·nto e t)oi disurmo di bnt~ric de lle Piazze ùi T:n:auto e Brindisi, - co.<,;trnzionc di 1 .300 caSSl! da imballo J}C'r 111·oil'tti e 300 per fu c ili ; effettuò la ripar azione di: - 28.000 fucili UlOtl. 70/ 87, - 1,J.000 f ucili motl. 91, - :16.000 sciabole'; svolse stncli per l'impianto di una co11ccriH l' J}er l'appliCltzion<• elci sistemi cli concin. in uso ; ebbe Jn nmminist razione 32 contratti.

Direzione Territoriale cli .Me:ssinu : - impiantò 3 macchin e operatrici; - esegul l seguenti lavori: - costrn1.ione di c.trreggio e cli bnrclature, - tra::;(ornmzionc: di 26 CllllllOUi da 120 G.ì\I., - tra::;formazionc di a uton•ttm·c in II utocani; - effettuò riparuzi on,•: - di (':lrreggi, - di 26.305 a1·wi mod. !Jl, - di 26.077 anui mocl. 70/Si; - svolse s tudi -: • - per la miglior co;,n·uzio11e di imballaggi 1wr gr an11Le da 280. - cli t111 processo cbiillico per avvini re il ta~lio ckllC' li m(! 11:.;11t1• ; - t:bbr In amminirsti:nzlonc SR contratti.. D irezione 'l'c·n it oria lè dc La :\1ilcldalemt : - impiantò : - 3 mnccbiue e 3 i!pparecchi eletti·og<'ni; - escgul i sE'gue.nti Javol'i: - cli:,;anno di 10 ba ttE'ril' cln 280, - arruawento di 4 di tali blllterle; - d i~armo d i 41 bocche dn fnoco di medio calibro ; - dism·mo cli 100 n.r tigli<•r it• di pkcolo calibro; - cn rieamento di 24.000 proietti cli medio calibr o; - caricamento di 4:'i.000 11roietti cli piccolo ci1libro; - clistTi buzion<' di i0.576 ~c·rie cl i armamento portatile ; - is tit uzion e d<' IIn <lif<!Sa cli 27 pol' tl di rifugio ; - effettuò riparnz ioni : d i c·aneggio. cli casse eia imballo, cli a r mi e buffett<'ric; - amminl~trò 27 contratti p<•r 11n i mporto totale cli Lit. 127.595. Direzione delle E:-<1wl'Jcrn>:e di Ch'iè : - impiantò:

708 -


LA l?OLl'.l'ICA DELLE MATERIE t>HHdlli

- 1 'taboratol'i.o mecca n ico, 1 Jabornlvrio pe r caricamento di proie lti; - esegui l'a rnpli aml'nlo . del laboratorio degli artilìcicri, - la. costr uzio11c di tettoie per il maL<•rial e, - la co;.;truzione cli una nnova bntt<'l·ia. pn lE, es11eri enze, - la co::.tr uzione cli. nuove, strndc ; - ebbe in amrn inii;tn1 zio11e 17 co11lT:1 tti pc•r l n ;,;orurna di L it. 3!(ì,00-0. -

§ III (E)

La politica delle materie. prime. La politica delle materie prime: per le industrie: M~ccaniche, Chimiche, Tessili , Conciarie, Cartarie, della Gomma e del Legno = Per i Combustibili, per i Carburanti, per l'Energia e lettrica = Per i prodotti a limentari e per i varii materiali tecnici = Suoi riflessi sulle industrie dei Trasporti ferroviari e marittimi, e delle Comu• ' nicazioni in genere.

A s0opo di brevità e di. chiarezzu. O{:COrre accennare alla questio11e delle mate1'ie prime specialmente dmante la guena, ossia nel periodo im cui., per i bisogni molto accresciuti e per la. ehiusura di akuni mercati esteri, la provvista di tHli materie prime fo particolarmente difficile, anche poi perchè gli Alleati diedero sempre meno di quanto avrebbero potuto . J~'n allora giocofotza di ricorrere sia a sfrntt:ne più intensamente le nostre esistenti sorgenti cli materie prime, sia, a r icercarne e sfruttarne sorgenti nuove, e sia sovratntto di disciplinare se·· veramente i consumi delle materie s tesse. Inizia ta la guerra. il GoveDno fn costretto a provvedere al ·fn.bbisogno fi nanziario con inasprime11to delle tasse, con 1pre- · sthi e altre nume1·ose disposizioni che sn.rebhe qui fuor di luogo enumerare. Per r iguardo agli scambi commerciali. ed al rnerca.to . delle valnte, vennero chinse · 1e. Borse e stabiliti i prezzi del C'ambio da speciali Commissioni presso le Camere ,cli Oommer-· eio, e Io Stato : -

fissò prezzi d' impc·rio 11clle c:on tn 1ttn7.ioni eomm(•rciali e priva1~e ; lim itò la libertà ckp;li sc:nw!Ji w 111i ona l i e sovrntn lto di qu el.l i internn7. ion a li;

-

impose diY i0ti di esportaz ione di ta lun i. prodoltl

-

7ÒH -

<'

materie ])rime


l,A POLITI C,\ DELLI~ MATERIE Pl\J MU:

(eccettuati : le automobili, gli a('roplani, le mncebiue, le gomme da auto <>Subcranti ai biso~ni; e nel l9JG escluS<' anche i tessuti, i feltri, ccc.) ; - s tabilì modifiche nei diritti cli D9~nna per le ·importazioni, abolendo, ne l 1915 e 191G, il dazio cli entrata sul frumento, e disponcnclo così che l'importazione e lo smercio cli questa derrata divenisse di fatto un monopolio di Stato; - abolì ancorft il dazio sul rPsiduJ. dl'lla d istilla:1.ìo11e ckgli olii minerali; - decise lu fn1ncbigia doganale 11e1· .li ferro, l 'acciaio ·cc1 i l materiale sanitatio.

I provvedimenti adottati in Paese circn le materi e prime furono: -

per i metaliì : - per il ferro : - intensificare lo sfruw_,mcnto dei giacimenti dell'Isola d' E lbn; - ·Sfrnttare le miniere tli Cogn <>, le sabbie ferrifere del Lazio, e i giacimenti della SardPgttu, ottcnPndo succcssiva!Llente le seguenti procl uzioni cli ferro :. Ann i

migliaia tonnellate 70G 680

1914 1915 1916 1917 1918 -

9-:12

999 694

la produzione dell'aeciaio e la necessnri::i. importazion<' ebbero l'andamento seguente:

.é.nni

[11'0\hl7.iUJIC (mi1=I. tonn.)

ll11 f)Orta7.Ì01H' (tni1?:I. ronn.)

totale COll!<lllllO

I

%

ùi produz.

l' ispctto COn!',

I

1914

] .2!1()

I

482

J .iiS

72,9

473

19Hi

].387

1.860

74.6

1916

1.i:1t1

683

2.-11!)

73,5

]!)17

1 .~03

J .112

2.m ~

Cll,S

1918

J .:l11G

j j(ì

2.0S2

62,8

con cvldr-nti a ccrescimt·uti clel l'im[)ortav.i on0, grt•i;$i siderurgici consc•guiti.

-

~10 -

malgrnclo

pro-


Pl, R LF. lN IHiSTRTE MECCANIC II W

-

la proclmdon<' ùeUa ghisa fu :

iroportnzloue (Uligliaia t011nellate)

Anni

produzione nazionale (wigliain tonnellate)

1014

232

1915

240

378

1916

i:!02

46i

191,

31G

471

1918

llJ

314

In produzione nazionnle clei pn·delti ullltl·riall fn, per la massima parte tratla clal min!'rale itnllnno e q11a;:i tutla destinata alla u.tlinazione; mmt1·e lu ghisa da fus io110 1'u importala dall'estero. Data la d èficil'uza. cli tonnellaggio e d i carbone, s i prefcrl giu~tamente cli impor tare acciaio scmi-laYorato o di prima lavorazione anzicllè produne acciaio dalla ghisa importata. Dal poco di leghe :f'l•r1·0-meta llicbe <'cl acciai spccinll di. a.n tcg ue:rru (4 a 6 tounel latC! u1mt1<') si passò n<'l 1917 a eir ea 86.000 tonnellate, di cui : tonn . 15.300 di ferro-silicio : 19.540 tonn. di fc>rro-rnangancse e 1.100 tonn. di ferro-silicio.manganese. - .l:'<•r i minerali. degli a ltri JD <•lalli (e fra. q t1 l'Sti Vt>nne impropr fa.mc>ut e consid<'rato lo zolfo) I '<'!<trazione da minit'r l! italiane ebbe in miglia in di tonnellate il seguen te risultato:

-

Anni

M

-

rame

I

I

p iom bo

.

:K E

'

R

zinco

I

A

L

I

D J

!pirite fet·l'O I rnerc:urio !zolfo gregg.

1911-13

&'1

-12

149

2.};J

0.986

397

1914

Si

44.

14G

33(;

1.0,:~

878

l0.l5

,4

42

81

360

O,!JS::i

358

1916

so

39

94

410

1,093

269

1917

87

39

79

uOl

O.OiJ.

212

1918

82

?,S

Gi

482

1,0:18

234

risult:1to elle dun1.ntc la g uen-u. permir;c esporta zioni di [)lombo, zinco, pirite, mercurio e zolfo. L'importazione di miner ali fu esi-

-

71J -


L.\ POLITICA DgJ.,LE '.\l.\TERII•'. PRl'.\lli:

·gun, data la J)n!fctem:a inj?t'llt<' di imporrnre nwtalli già pronti. l'er il ram e la g11errt1 ne .raddoppiò i cons111JJi , ta lcbè fu lJl'Cessarlo di 11 11wentm·e l'impar lazione di rau1<· gn•j?ç:io nella misura seguente : Ranw e su<' lcghl' A1111i

i"J11 I)Ol'l:t 1/. i 0 1l! • i11 mig-1. tonn .

prod11¼. nuzi on. i11 mi:.d. tonn.

:io.i

1()1:)

H,3

l!JJ.1

' I •)

') ·)

.•. ~,.,,

;il

19J6

1,8

58,7

1917

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85.0

191 8

1.:::

--,t-

r.,,)

1915

.o

l'l'l' COi.ul)leta rc- pl'l' Jo ZÌllCO dati gih l'>'JIOSti nt•I 1° l 'aragraJ.'o, si danno qui , di ,-,•guito gli analogbi dati r iguardanti tulli g li anni dI guerrn, clu.rantc i quali, per la. scatsitù cli ton nella ggio, l\·str azio11e a,•1 minera le audò di.Ullnucndo. I bi"ogui di guen a nou fu. rouo pl'rò granò! e pertanto la ptodu¼iOnl' cli ziJ.Jc:n m!'tl\llico (t•lrttroli.tico) free q 11;1.lchc 11rogn•::<so v<·1· ri;;pet to a1 1·anteg111•na:

----

:\·littPrali (li ÌJl

1/,Ì IIICC)

mig-liaia di quintali

Anui c·S Lrl1 I.ti Plll'St'

in

~

- - --

1•:.;portati

1/, ilt(;C) u1l'tal lico ill mi1?i inia cli quintali

)tt'Oll11zi011e na.7.i<)tial~

I

l:'1<porlazio11e

I

1S.2

- - -

I

1913

1:iS

1-1.i

191.J

J.IG

90

1!}1;j

'1

60

191G

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80

0,2fi

1917

7!1

50

0,31

18,4

1918

07

~8

1.2

10,2-

H,3 ];{,!)

'

17,7

l',•t· il nnue iJ. t' onsum o a11rnPntò :u::sai, m e ntre rJmuse qnas: inal-

terata la produzione m1zionah•. 8? riconw PlT<:iò al più att,•nto e rigoro:.;o ri c11JWl'o di roltnmi

712 -

i 101H:h è

ii

ll'imp11rtn;1, iom'; e :::on


PER LE INOU S'.rR.lE MECCANICHE

que:sti. mezzi si por tò ht prochizio11e compk::;:,:iv,1 : nd 1915 a tonnel late. 74.000, e nel. 10:JG ad S!J.000 tonu d l.t te. - Per i l piombo, la. proùuzioue no,;tr:l bu:; tù per i Z/ 3 ddl e nN:cssitil di guerra. - Pe1· l' allumin io si s vil uppò l,l pn•pant'l.ionc da ll,l bnuxit(•, mediante cnetgia. elcttticu; e da una produzione ùi S.000 quintali in ,J.ntegnerni, ~i . raggiunsero i 17.000 qu.i n lali nel JOJ7. il Ministero Armi e Mmiizioni divenne J' lllliCo ,.tc:quin•nte dl'i metall i in gc'1wre, l'Ente r accoglitore e clis tr.i butore ùi essi. Il Governo per assicura rs i e procurars i i c1ua n ti t ativi cl<'i nlrii metal li n ecessari st,,lbilì l'obbligo ai privati: - di denuncia. dei ma.teria li possl•dnti, di 'f<'rro, ghis:a, accia io, rame, bronzo, ottone , piombo ed a ll uminio; - del .cliv.ieto de l commercio privato cli ques ti m a teriali; - de lla Consegna ai Comitn t i Rt>gionali di mob ilita;r,ione inclus tr lalc, cl<'i metam dc•mmeiat i - cd infine ln r accolta d<'i rottam i in P aese t>d anc:lll' 11 Ila fronte .

Per le ragioni già dichiarate nel 1° Paragrafo, lo sviluppo dt~lle indnstrie meccrnniche, nuche negli a.nnj di guerra., deve es~ sere stimato dal confronto delle impol'tazioni con le esportazioni, rnedfante i dati del seguente specchio : lmpoJ:tazio)J i (li vrodot ti Anoi

ckl le .inclustriP 1lleccanich1'

I

ri maiwn ti

11--~isportazioni cli prodotti , cklle inclm;triP mPccan ich<'

I

rimtmPnti

mil ioni!% cli irnp. ,mili~ni\% d i imn lrn '. li~uil % cli <'SJt. ,mili~ni1% cli esp. d i lire tota le ll 1 lir e tota,Jp d1 lir e tota le di l1re tµtale

1()13

.!'164:

65

.t95

35

ma

29:2

GG

151

34

110

104

41

28

71, 5

27

:58

,58

2S,5 42

72

1915

20S

37

330

63

120

1016

:l:43

41

H9H

58,6

53,ii

52

1917

1.147

2.HIO

65,5

73,3

i55

46, 5 26 ,7

1918

1 . 1fi2

34 42

60 lòB

58

]23

68 ,5

i)f}

31,5

1.584

I

Come si vede, le esportazioni ·c lmante la guerra non variarono di molto in senso assoluto. Crebbero invece di molto le importazioni che riuscirono per-

713 -


LA POJ,,l'.rlCA DELL,E MATERlll) PRIME

turbate rispetto al loro andamento di a1nteguerra, inquantoehè furono richieste all'estero maggiori quantità di pro-dotti greggi e minori quantità di prodotti finiti ; e così molto più acciaio e n'Ìolta. più ghisa, ma minore quantità di macchine. La prova cli quanto ora si, afferma. risulta evidente {lal confronto delle importa.7,ioni ed esportazioni medie nel periodo J 909-1913 con queJle del periodo 1914-1918, riferite a, ciascun gruppo cli prodotti delle industrie mecca111icbe, segnati nel seguente specchio: Importazione cli

mH ionil % di \milioni\% di milioni!% di \m ilionil% lli cli lire import di Iire impor11t1i lire [E'S port , cli Jite esport

ghi:,;a, f t'LTO, acciaio

7t

rame

4,6

1,26 23,6

altri m etalli eomuni

3,4

0, 95

2

oggetti di meta llo com,

5,37

1,8

1,1

I'

E spottazione

media Hl09-13 I media 1914-18 media, 1909-13 / media 1914-13

Lavorazioni meccaniche

leghe

18 ,65 328;H 49,06

7,2 11,[>

2 ,7

3,5

1,05

0,6

0,54:

0,6

1,9

I 1,2H 0,]8 I

l,4

o,u

0,8t

2, 9

0,28

10,4

0 ,85

32,1

28,10

15u,8

42,14 17u

utensi l.i e strumenti

9

2,3.1 21

H,12

,:t r uruenti scientifici

(:i,4

17,31 43

6, 3

a1·m i e munizioni

macchine E'd apim·r ,

-

2fJ,l

27,8 32,Z> 0.6

0, 82

13,5 15,H

lJ:,15

3, 5

8,06

16,4

14,,3

3,,7

1,0

8, 3

1,15

0,8

0,03

O,J

0,0.1.

orologi

t::s,4

8,61

8

1,22

0,2

0, 2!5

o,""'J

0,18

veicoli ferrov iari e tramviari

l2

B,21 38,1

5,8

1

1,21

2,2

1,H:-

au tomobili e velocipedi

14,5

4

veicoli comuni b:,1 stlmenti

•,

17

2,fii'i

0,3

0,1

0/>

o,os

13,8

3,56

2,7

0,21

20,7 24,0 0,3 I 0,04 8,2 12,30

36,2

, )12

o<> ,-

0,3 7,2

I

7,72

* * * Per completare i dati di anteguerra relativi all'automobilismo, del quale già è stato accennato allo sviluppo preso nel Servizio ,del Regio Eserci to, basteranno le seguenti cifre : - ·714 -


PER LI•, lNOUS'IRlE MBCCANJCHE

'N llJ.l1l'l'O cli a 11toY(?iCOlt

Nrnrn ro motocicli

uutocarri

Anni. i111po r t:1ti

\_ r'.« pnnati · \ im1·or1·a ti

( sporta t i

importati\ esporta ti

1013

:I .3()0

H.2~5

-

(1)

,J.047

l!JH

J .208

3.2fJl

--

(1)

2..09.J.

Wl5

-IGS

2-185

--

(1)

'j"jJ

l!l16

BU

191'7

2;J(;

1918

'30

I

I

824

3.G~:H

2.()91

702

8.082

1.732

l .OTl

1 .8(i7

2.21 8

(1) sono compre.si n el numero delle a utoYCttnr c.

Negli amai di g ncrrn le iIUporwzion i cli au tomer,r,i si annu llarono quasi colllplctamcnk ; d im in11irono le ('Sportaz.ioni in qua ntoehù i';unu~ntata produzione naz.ional<~ er a assorbita dalle n ec<'ssità di guerra . Di front(' a tali 1w ces.sità l'industria. automobilistka, co111e p11r~ quella aer onantka, ebbero a superare cli/Jicoltit dovute alla scni·sc•zza di m,n<•r ic prime e cioè <li ruetrtlli e eh legname, nonchè a causa della. crisi d i tornwllaggio e élei trai--por t i .in gc1wre .

Le indust rie chimiche per la parte inorganica, (acido solforico e nitrico) , poichè. le materie prime (piriti, zolfo, impianti per la _produzione clell'acido nitrico clall' iuia) erano in Paese, poterono estendersi notevolmente. Per l'acido solforico si passò dai 400.000 quintali. annui di anteguerra, ai 600.000 quintali; - per l'oleum cl.a 15.000 qninta.Ji mensili a 70.000 quintali. I/industria degli esplosivi era qnasi interamente dipendente dall'estero per Ja, cellulosa (cotone), 1perc.hè era scarso in Paese l'approvvigionamento di cascami di cotone, e perchè non era. che alle prime prove la sostituzione del cotone oon :fibre vep:etali disponibili in Paese. L'importazione proveiniva cl.agli Stati. Uniti: ·cl' America, per circa 500.000 quintali a.ll'anno. La, fabbricazione per sintesi degli idrocarburi per esplosivi fu tentata., ma non riuscì. Dalle Officine ,d el gas si ottennero, come massimo, nel 1918 qnintali 26.450 a.JJ.'anno di benzolo e to-

715 -


LA POLJ'Ìl.CA DELT,E MA'l'E R.IE PRIME

)11010 : e tutto il l'ima1I1ente fabbisogno si dovette importare. La glicerina, di produzione nazionale non bastò essa pure, ed ocC'prse importa.re da, Paesi tropicali semi e grassi vegetali per poterla da essi ricavare. Con sforzo la. nost ra produzione iniziale di 1.000 tonnellate di glicerina all'anno, rassò a.JJe 2.300 tonnellate nel 1918; ma, in questo stesso armo la gliceria1a già pronta doveva venire importata per ben 6.500 tonnellate . L'acet<me importato anch'esso, sali da 270 tonnellate antegu.er-ra, a circa 400 tonnellate nc-J J.91S. Anche di esplosivi di lancio, già fabbricati, si dovette fare la.r ga impo1·tazione (polveri francesi, inglesi, americane ed altl·e di minor conto); poichè per escm-· pio nel 19J8 occorrendo 3.S50 tonnclhite cli polveri al mese, la, prodrn-;ione in Paese raggiungeva soltanto 3.600 tonnellate. Sovratntto i co11sumi di balistite offrirono particolari difficoltà di l'ifornimento pel'chè mentre la richiesta era di 2.850 tonnelJn te rnen~ili, la. disponibilità era soltanto di 1.750 tonnellate. Gli esplosivi -di seoppio e da mina, - poichè anteguerra eravamo per il fenolo e per il toluolo quasi interamente tributnd clelJa Germania e non f ummo sufficientemente riforniti dagli ..Alleati. (and1'essi iri stl·ettezze da questo punto di vista), dovettel'o Yenir preparati con altre materie prime esistenti i01 Italia, come i dora.ti e perclorati ed il nitrato di ammonio, materie eh(~ ci permisero ·una produzione nazionnle abbasta.n za, estcsn, ma però sempre manehevole, penhè nd 1918 mentre erano l"iehieste 5.600 to1111ellate al mc>l"C, mensilmente si allei:c,livano soltanto;

-

e CiOè

tonn . l.100 di sch ne.iderite e s abu lite, tonn. 600 di bin itrofenolo, tom1. 000 tl i tri tolo, to rm. llOO d i nciùo vi<'rico, in t ota fl: 101111 , 2.BO() al. 11.lt' SC.

· Oornsegucntcmente, pei· colmare la differenza, ' per gli esplos1v1 cli seoppio e cla mina fn necessaria un'importazione pro-

porzionalmente più elevata che 11011 per gJi esplosivi di lancio. I gas tossici, comp1nsi ne1Fim1Piego beJJico .clopo più di .un anno di guena, venivano oth•nnti con materie prime dell'estero che 11011 ci furono date. La proclnzione cli. gas tossici fu quindi in prindpio stentat::1, 1111che a causa del grflnde nnmero di tipi di -- 716 -


l'EII LE INDU STRI!~ Clll i\1lCUE

i,;

T>L<JLLA G0~1.MA

gas. Verso la fine della guerra, con mezzi nazionali si riuscì a11a fa bbl'ica.ziom' di cloro e fosgene per una piccola frazione delle richieste (lj:3 e 1/5 rispettiva.mente); si mancò invece del

tutto <li gas contenenti arsenico, bromo ed anili1n a. P er la difesa contro i gas tossic:i si provvide, ma con materie prime importate dall'estero (gomma elastica, tessut i di cotone e <.li altra :fibra.). I ma,teriali farmaceutici e medicinali furono fabbricati in Itali.a in quantità sufficienti, con materie prime, in parte nazionali ed in parte importate per altre indnstrie.

L'industria· per la lavorazione della gomma elastica fu semp1·e pari alle esigenze di guerra per 1potenzia.lità di impialllti e per proclur,i.one, ma viceversa interamente tributaria dell'este~ ro per la materia prima. 'l'enuto conto che vi furono esportazioni di oggetti allestiti in Italia,, fabbricati con matel'ie pl'ime impot tate, le importazioni di gomma elastica , e la importa,done c~cl esporta:done di pnenmatid risultano dal seguente specchio :

:\oul

lfJ18

Tmvurta:ii one d i gomum c lastic,L iu m ip;iiaia tli quin t a ! 1

28,4

l.

PNEUj)[ .A'l'lCI impor tit:iio1 ,. i n mig liaia <li q ui nta li

I

q11i11tttli

Ei.2

27,4

37,4

.,,,,

39,6

J!lli:i

30.5 -,, ( •

12,(i

UV i ~

J.!)J f)

5H.~

]0,2

1014

(',sporra:i ione i.n w ig liaia d i

!J

~

(sp,·cial i)

34.?.

JOJ7

()1,2

6 ,l

19,2

J !)1 s

7:'i,4

3,0

SÌ,3

In confronto delle cifre sopra riporta.te è i,nteressa,nte se-

gnare i consumi complessiyi di oggetti di gomma dal principio del l9J i'i fino al termine della guerra : -- 717 -


f,A POLITI.CA DWLLE MA'l' i•:R, IE PlUJ\IE

-. -

aneli-i pieni pe1· autocarri coperture per autoYetture cop('1·ture per motocicll . came>r e d'aria pc• r autovr élllre camere d'aria per motocicli pneumatici per biciclette anelli pieni per biciclette

x o 100.ar,o No 338.500

xo x,ù ~o

41.500 222.400 70.000

No 110.000 );o

400.000

* * * Circa i combustibili è a 1·ilevare che all'ini;1,io -d ella guerra c,essò l'iJlllPortazion e del ca1·bon fossile dalla Getmania e dal1' Anstria, e per mancanr,a di ton:nellaggio. diminuì quella dall' Inghilterra e dalla Francia; e ciò mentre io1 Paese il consumo aumentava. semp1·e più. P er rimeùiarvi si fece ricorso ugli Sta.ti U11iti d'Amedea incontrando però una maggiore spesa in confronto di un minor gettito di cai·bone (ao.1teguerra il prezzo el'n di Lit. 38 per tonnella ta reso a Genoya; nell'agosto 1914 era. salito a Lit. 105 per to1rnellata; nel maggio J 91G a Lit. 230· a cansa dei rialzi dei eambj , cl<>lle spese po1-tual'i e, dei noJi e delle assicurazioni) . P er ottenere pl'er,zi più equi e qnantità mHggiori di carbo11e, lo Stato in un primo tempo si fece es. o stesso unico e diretto acquirente, e poscia. nel dicembre 191G indirettamente attrave1•so il Commissariato generale per i combustibili mizionali che fu l' unico distributo1·e del c.nbone, ron or<line di precedenza : ai traspo1·ti, alle industrie metallurgiche e meccaniche,: alle altl'e industrie di guerra, ni gasometri ed iinpinnti elettrici, ai privat i 1Per gli usi domestici e per riscaldam ento. Per la gestione del cal'bon fossile, il ptedetto Commis~a riat-0 ge)Jerale combustibili era in tegrato dn, un Comitato centrale per le licenze all'importazione del car·bon fossi.le, creato con D. L. 9 novembre 1916 ed istituito presso ia Direzione generale clelle F errovie di Stato : tale Comitato centrale aYeva la missione d.i stabilire i prezzi massimi del carbone. Orga(lli esecutivi era.no: ' -

le Commissioni pm·tuali per regolare il corumE·r cio ,. la clis;tribmr.ionl' dèl cal·bone, aventi sede nei porti pri11cipali <101 R egno; le Commissioni provinciali pr1· il carbonr istituite tutte con D. L. del 21 dicembre 1916 e sedenti nei Capiìuogo di Provi11cìn.

-

718-


PI<:& LA GOtL\H ED I COMJHJ S'.rlBJI,1

Nel J.!)15 si ebbero tonnellate l.714.000 cla.gli Stati Uniti, e così a mala pena si raggiunse l'importazione di tonnellate \ &.242.000 per rispetto alle 9.600.000 tonnellate necessarie. La guerra sottomarina e la conseguente crescente <lefi.cienza di tonnellaggio produssero una forte crisi nell'jmportazione di. carbone che nel 1917 ·si ridusse a sole 5.038.000- tonnellate di provenie1rna : -

da.ll'Tnghilterra

-

dal.la Francia dagli Stati Uniti da al tri l:'aesi

-

tom1. 4,;',(i3.000 tonn. 20.000 tonn . .:15]. .000 tonn . 4.000

Per far fronte ai bisogni venne.l'o consuma.te le scorte esi:. stenti in Paese (delle Ferrovie cli. Stato) : scorte che da 1 milione di tonn<~llate, fra, il gennaio ed il settembre 1917 si ridussero a 2@.000 ton111ellate, soltanto, con la. conseguente riduzione del servizi.o ferroviario, con il ristretto razionamento all'industria 1wivata.1 e con ricorso nella maggiore misura possibile all'ener~ gia elettrica ed ai ~urrogati nazionali (lignite, torba) . Dnrante la. guerra le importazioni di ci:1rbone furono in milioni di tonnellate: Hliglia.ia

Anni

torm .

Uledia 1911-13

.J.0,5

1914

9,8

1015

8,4

1916

8,07

1917

5,08

1018

5,8

Nel 1916, per esempio, con prezzi oscilla!llti fra lire 190 e 230 per tonnellata, si importarono tonnellate 8.070.000 -<ii carbone che furono distribuite come segue : - ' 719 -


LA POLITICA DELLE M,H :EHTE PRJME

quantitativo tonn.

DestiD:t?.ione

% del to ta.le

. iUl28.000

48,G

Jnclus triù m et,.Jlurgiche e m<'C:canicbc

2.230.,000

27,6

!lltr e industrie di

J .OC.2.000

l:J,2

7,J4 000

9,3

10().000

1,3

a i ti:a sporti

g 1H'1Ta

usi donwstici, ecc.

il che ,per un prezzo medio di lire 210 pe1· tonnella.ta, comportò la spesa di jmportar,ione di lire 1.694.700.000. La çlistribuzione del carbone rispetto all' anteguerra fu: Di::<u:ibll7.ionc nwdia degli :umi dal 'l!lOfl al 1 !ll :i

De i; tlnH. ;1,lon ~

()/

1nigl iala

ron11 .

. totale

rn iglin.ia tonn .

/O

\

dal ]!H!'i al 1HJ8 tkl

del totale

%

l;l',J'<l)Ol'ti

3.600

~''> v - 1 ..,I

:J.700

48,7

ind11st1·.ie owtal I11rgiche e mecc:

2.000

18,2

2.100

27,6

a ltr,, i11d IIS(TÌ(• di

3 4::iO

:11,3

1..000

13,2

J .800

].(i,4

700

9,2

100

1 .4

mo

l,3

gll(èl'l'!I

gas, e lettrici tit l lf<i

clom,,;.:tiei

('

l' iscnlduwen t'o

Negli anni 1917-1918 a causa. dello scarso tonnellaggio e degli alti prezzi, l'importMdone dimiinuì producendo gravi dif:6.coltà per le industrie. Fu allora spinto lo sfruttamento delle miniere cli lignite e di torba : le 35 miniere di ligmite e le 25 torbiere di anteguerra furono circa raddoppiate nel 1916; ed alla fi.ne della guerra esse divennero : 223 di lignite e 149 cli torba con i seguenti aum·e nti in migliaia di tornn ..: -

720 -


,PER

I COMBUST!BlL~

CombnstibHi nnz. estratti

Anni

media 1000-1013

(iOS

1!)15

053

1916

U:06

lf.J17

J.722

lfll.8

2J,1

Le deficienze di combustibile furono in pinte compensate. <l a. un più esteso impiego di energia idroelettrica; ed in parte con J.egna (il cui consumo saB. a 15 milioni di tonnellate in t otale nel 1918), e co:n carbone di legn a il cui consumo nel 1918 fu di t onnellate. 1.500.000. La 1procluzione i1azionale cli petrolio (in Emilia,) fu cli 10.000 tonnellate nel 1911, contro un consumo anteguerra di circa 200.000 tonnellate alburno _; consumo che i1n guerra risultò più che raddoppiato. Si attivò allOl'a l 'estrazione cli questo olio minera1e dalle rocce asfaltiche e dagJi scisti bituminosi (Sicilia ed Abruzzi), e si ebbe un gettito <li ci.rea 1.000 tonnellate di benzina a.ll'anno in 1più delle 1.000 tonnellate circa, ricavate dal p.etrolio emiliano. Quindi la massima parte del petrolio dovette essere importata cla.ll'esterò assieme a benzina già pronta poichè il consumo di q nest'ultima. si era quintuplicato l'i$pett o all'anteguerra. Le import azioni furono : Denominazione degli o.lii minerali ('in mig l. di quint.) Aimi

oli i

m in.

pesan ti

ol i i w in. l<:>ggrr i

p<:>trolio

m111n.

r esidui distillazione

l9l4

non

•) -

_,

1.16G

413

361

1915

800

;~ù

l.114

5;{;3

5'79

191(1

677

;;4

!)77

l.()91

526

1M7

i ;'iS

(;,!

942

1.235

712

10:18

•s::.2

30

722

2.058

793

46

brnzina

721 -


LA l'OLl'l'lCA DELLE MATER,lE PIUME

, La graduale minore i111potta7;ione ed il minor consumo di petrolio furono dovuti al più esteso impiego di energia idro.o.lettrica. Il totale consumo di ·benzina durante la guerra (d~tl giugno 1915 al novembre 1918) fu : -

2.106.610 qu intali per l'Eserc.i lo, 40.000 quinta li per J 'Aviazione, 50.000 quintali [)er la M:arimi .

In tota.le il consumo dei hjbrificanti salì a 250.440 quintali. L'estendersi dell' Avir:tziOpc! accentnò il C0IISU1110 dell'olio di ricino, che passò da 200 quintali annui. ant~guerra a 22.000 quinta li nel 1918. I)el' questo prodotto venne spinta la produzione nazionale, e nel 1918 fmono messi a coltura del ricino ben 1.400 ettari ricavandone un gettito di 7.000 quintali. Dopo le necessarie ::issegnazioni cli benzina alle Forze Armate, il disponibile venne dnllo Stato èquamente distribuito fra i segnenti 1Dnti e per i sottoinclicati usi col segnnto ordine di 1precedenza : - ag li Stubil..imenti fabbrican t i mmuz1ou1, - a lle ,izit•nde di trasporti 1mubli<.: i, - all'agricolturo., . - a.ile indnstric noncbl' alle of'lìciHe ehe prod nci'vnuo matl'rillli per lo Stato.

Con D. L. del 5 ottobre 19Hi, ptesso il Ministero deJle armi e munizioni veniva, istituita una . Commissione permanente per l'assegnazione e ripartizione della benzina a t11tti gli Enti ·e per t utti gli usi civili, mentre per· le Forze Amiate provvedeva direttamente lo stesso prèdetto l\1i,11istero. · Fu discipli.na.to a.nchc il consumo dell 'encl'gia elettrica,, la · cui produzione fu aumentata fin dall' inizio della guerra, f!d a,umentò poi sempre più col -c rescere del re11di~ento degli impia nti idro-elettrici esistenti, con l'istituzione di impianti. nnoYi e col più intenso sfrnttameinto, nel tempo, cli tutti gli impianti Yeechi. e nuovi:

-

722 -


l~ll:R LA Bl~NZI>IA F. 1}EN~~RG IA- 8LE'I'T'R ICA

• fina?:.iar i Anni

l'roduz. ~nergia. idroclettrio,

dul ] '' lugllo rn:i:1 al 30 ginguo l!ll4

:.U300 milioni di KwJo~·a

dal 1° luglio 1914 al HO giugn o 19JG

2.000 mi lioui di Kw ;on1

I

dn l 1° luglio 1015 nl 30 gi ugno l\JlG

2.SOO milioni d i Kw J orn,

da l 1.0 lug lio 19h} a l 30 g iug no Hl17

3.HOO m i lioni di Kw/ o~·n,

dal 1° lnglio 1917 a i :io giugno 1918

:::.SOO mi lioni di Kw Jor u.

ùa l 10 l uglio lf)J8 u l 30 giugno 1919

4.10-0 milioni cli Kw / ora

I noltl'e, fin dal gennaio 1916, oppMtune disposizioni governative limitarono il consumo 1pnhblko e privato di energia elettrica mediante : -

riduzione del 50% a~,1 J' ill um inazione nl'i Comnni 01:c l 'energia era ot tenu to. con consumo di gas o di comb11stibi l'i liqnicl i ; faco ltà a lle Prefetture di rillurrn a. wet:'I il con,::;um o tli eDE·rgia iclroekttr ica [ler illu m irHt¼i.on<"' pubblica ; h;titnzione dc!J.' ont lrga ll, in primavt+:1 <'d in estn.te ; ma ggim:e limi tazio1w (lino a lla ruet11) de.l lr~ illmninazion e dPltricn in qw1.l~i:1::,.i cen tro a bitato (D. L. 19 ottobre 1016).

* * * Sono ovYi(~ le n1gioni per cu i la politica delle runterie prime Jùi, strette relazioni c:oll' industria dei trasporti e ciò specialrnente per ciò che rignarda il t ra sporto cl.e] cal'boneJ e del qua·le gi ,1 si è detto. Ma ,non bast a : si è pu re già fatto cenno nl fo1•te )ogol'io ·del materiale ferroviario rotabile dovuto' ad un impiego intensiYo, nonchè al deteriora.mento del materiale fisso in coni:,r g nenr.a. della diminuita. mano d'opera., d.eteriorauumto parti co)armente gl'nvc e senti.to per il crescent<i rovinio di c_o miumo delle rotaie e di tntto l'nrmnmento stradale, conseguente da ,d e:ficie:nte manutenzion e delle lin<~e. La. so~titu:done di . t11tti tali mnt<>riali. ferrov iari logori si rese. necrssaria in JJj omenti nei quali l'industria nazionale era occ11pn t.1 nlln nrgente ed in.. -

728 -


LA POI,l'l'TCA DEC,LE l\HTERIE PRIME

<lilazion,abile fabbricazione di munizioni e d.i armi, tanto che nel 1916 si ricorse all'importazione dall'estero acquistando 13.000 carri ferroviari dagli Stati Uniti. Negli am1i successivi l'industria italiana fabbricò e· sostitnt 13.500 carri, eseg11e11do nel contempo la riparazione del materiale riparabile, che nel periodo 1917-18 san al 18% del quantitativo totale in servizio, mentre nell'anteguerra l'aliquota cli ma,t eriale ripnrato era sol·· tanto del 15,5%. Le dotazioni di materiale mobile variarono di poco come qui è indicato : ))otn7.ione ddlc• F<'ITovle cli Sta to in Da

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La Navigazicwe Mm·ittìma, ·giù i11s111ficiente aw] kmpo éli 1pace, si trovò in condizioni a~1che più difficili. non, appena cominciata la. guerra; e ciò perch<\ blocca t o il passaggio attra verso lo Strett.o dei Dardanelli, vennero a mancare il grano 1·nsso e quello rumemo, e perchè poi nel 1916 venne chinso il nterca.to !;erm:;u1ico, ed una grande quantità, cli materie prime dovettero essere trasportate attraverso l'Atlantico, compiendo viaggi più lnnghi e p<~r éli più insidiati dalla guerra sottomnrina. Jl tonnelJaggio diven_ne oost semp1·e -più searso. 11 Ministero Trasporti rna.rittimi e f:enoviHri assunse ia direzione i ntegrale cfol traffico marittimo e ordinò la cos1-rnzione ed il noleggio di nnvi e più ta.rdi Ja loro requisizicÌn ~ che, .a.apprimH p,nziale nel lf.)lG-16, divenne in segnito totale, eceezion fati-a soltanto per le navi cli talnne grandi Ditte (come la Ilvn, l'Union cles gas, Ja Unione Carbon1fera, Ha.l iana), navi che non furono requisite perchè impegnate per il tras1po1·to cli rna.tel'ie prime oc-correnti a.Ile Ditte stesse. Il n oleggio di navi èstere non fruttò gran che, ra,ggiungendo in t otale solta,nto 250.000 tonnell::ite di st azza lorda e gravando -

724 -


E IL TRAJ?FlCO :MAR I'l 'l'l l\{0

con noli altissimi; non grande apporto fn pure dato dal sequestro di navi nemiche (31 navi eon stnzr,n lorda di tonnellate 168.184), rnentre poi l'acq1Iisto -cli navi all'estero fu scarso ed as~m i oneroso. Le VH,riazioni ,eli navigli.o dal 191G al 1918 ful'ono: Varinzioni ck l i·ornw l Iaggi o durante la go(•rra · acqujsti all'estero

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(l) ti .! a lTondati fra il Sl'ttc:m!Jre ccl i i gingno J.9J7. (::!) 44 a(Concla ti Cm il giugno 1917 ed i l d icembri' J.917. (3) iiG affondnti fl.'a il d ice.robrf! 1017 e.d il g-i11gno H)JS.

Le uuo,·c cost1·uzioni e gli ncquisti fatti 11011 compensarono k• perdite, talchè il naYiglio mercantile che poco prima della 725 -

'


I,A POLl'l'ICA DE I,LE MATERIE P ltr:--IE

guerra era costituito da complessive 1.550.000 tonnellate, ri. snltò alla :fi,ne di sole J .035.000 tonnellate : e pertanto .n egli anni di gnerra e speeiaJme-nte negli anni 1916 e 1917 i trasporti ma1·i.ttimi totali anaa.rono cliiniouendo così come appare dal se\ gliente specchio : Trafllco annuak ir1 m igliaia. di tonuellate .

Anni

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Il periodo vermrn•nte eri tieo per i tr,1s,porti marittimi si verifi.cò negli anni 1917-1!)18, dur:rnt(• i qnali fu ne<·essario l 'S:5% dell'intero ua.v iglio per i tl'nsriorti <1i : -

-

carbone, JWt cni s i l"ic hie;-ero H00.000 rorn1. d i >'tllz,m Jor<la, di grano e di ,·ivl'r i, c-he ri c ll it·s,-ro J.i0.000 tunn . d i RWZ½a lunb, d i ann i e m111tiziOJ1 i. eh,• ri ch icsero 2:\0.000 torm . di ,stflz½a lorda.

I1 traffi co marittimo fu poi ge:wemeute difficoltato 11èl suo svo]gin~ento dal limitat o numn·o dei po1'ti cli. scal'i.co, perchè, chiusi i porti adriatici, clovend~ i <:mfrhi giungere alle varie industrie aèl.de-nsate nell'Italia ,s etten ~l'io1tale, tntto lo searico (lovette venir affidnto a pochi. pl)rti (Ue:ri-.wa e Savona.) che ne rimasero perciò congestionati . Si élMette a)Jora costrittiva mente effettuare lo scarico in altri porti quali qne1li di Spezia , Livorno e Va.do nei q na.li fu in dispensa bUe eseguire tFurge.nza lnYol'i sp:'ciali. di adnttarn ento e attr('zzatnra, e cioè nuovi l?ontiH a Vado pe1' lo scarico del carbone e del petrolio, nuovi pontili a. Spezia per- gli esplosi.vi, pei- i f'ereali e per le carn1i eongelate. e m1ovi pontili nel porto <li L iYOrno per i C<'renli.

Le scorte accumulate daJle ind~-.st1'i.e tessili (cotoniere e lan ierò) bastarono per i. cln e primi nnni cli gnerra, ma 11el Hl17 -

726 -


E r/J.NDU.';1'RIA 'l'li'$S1U;

fo relative materie prime furono insufficienti, come scarsa fu

l 'energia motrice disponibile. Così. che nei due ultimi anni di guerra lo Stato dovette intervenire e, mediante aceordi. coll'estero e cessando completamente l'esportazion<~ per i consumi interni. la situazione delle industrie cotoniere fu ristabilita. mediante le· importazioni seguenti : importar.ioni ln migliaia di quintali ·

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L'impo1·tazione della lana f1i tripJicata rispetto all' antc~gnerra. Per il 1917 fn calcolato un preventivo di 1.300.000 quintali, di eni il GO% per i bisogni ·clellrEsei-cito. A. causa de) la de:fideolZH del t onnellaggi.o, a]]a fine della guerra l' im.po1·tazione fu ridotta ai _2/ 3 del necessa,rio. Per il primo invei-no di guerra 1915-Hì lo Stato fu costretto ad importare ùn numel'O eonsiderevole di ca1ppotti fabbricati negli Stati Uniti. Stante la de:6cienv.a, cli mat<";rie prime, nel secondo biennio della guerra, q neste industrie furono poco per volta disciplinate clnllo Stato. il quàle: -

in un primo periodo si J.imi tò a control lare J.a proùozionf! d l UJH1. paJ"te delle fabbriche; in llll secondo t empo i.mttopose t11tte le fabbriche a. control lo; ed iufìne, ol tr e al control lo, avoc& a s è \' si riservò anche la r ipart ir.ione d.istrJbutriee delle mater ie priUJe in corrclazioiw coi bis ogni e coJlE' urgenze di gneri:a.

L'industria. tessile pl'Ovvide tessuti di juta per la fabbricav.ione dei sacchi ,da tel'I'a divenuti cli impiego sempre più esteso, ed all' nopo 111ei primi tempi ie esistenti .scorte di jnta fnrono sufficienti, ma in prosieguo di. tempo lo Stato dovette -

\

727 -


LA POLITICA DE'LLE MA'H.:R!E PRIME

effettuare dil'ettamente da11'.Lndia l' importazione di siffatta materia prima.

* * * Le industrie conciarie e delle caJzature . al princ1p10 della guerra dovettero provvedere ad un molto maggiore consumo, mentre le materie prime cominciavano viceversa a scarseggiare. L'espo1·tazi0Ìle cessò ben ,presto e subentrò l' importazione su scala sempre più vasta. Sebbene l'indust ria avesse accresciuto alqna111to la propria potenzialità di lavoro, la produzione media mensile non giungeva che ad 810.000 paia -d i scarpe, mentre la riehiesta era ò.i l milione di paia, : fu perciò necessario di importare scarpe fatte e ciò avvenne ricorrendo prevalentemente :-igJi Stati Uniti d' A.mericn. Le importazioni furono le seguenti: lmportaz ione drt ll'0stero llnr:rn cc hl g uc•rrn in m.iglinin di quin:ali A1rn i.

p e lli concia.t,e se uza, sc:irpe g iit pronte p olo, al croJllo e (m igliaia v ernio.int(1 lii pala) imporh1ziorn· jc,sportaziom· importazi on e espor I. pelli gregg it' e sal a te.

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77

Già precedc.ntemente si è fatto rilevare )1 considerevole aumento di materiale telegra:fico e telefonico, avvenuto èlnrante In guerra in confronto alle dotazioni esistenti all'inizio della gnerra stessa. Lo Stato, data la. scarse7,7,a di produzione na7,ionale d.i t ali materiali, dovet te importa re dall'estero oltre il -

728 -


E T/JNDUl-i'l'RIA CO:siC IARIA, ELET'.l'R lCA E DE I LEGNAMI

70°,{, del materiale neccssnrio, in minima pnrrc come materie p rime, e vicevcrsH nella pitì grnn cle quamitù come materiaU lavor ali, e cioè a,pparec·cLi già cos1ruiti e filo clcttric:o già a llestito per l'impiego. Le fo1,niturc totali di tali materiali, avuti in grandissima patte dall'estero (Stati Uniti d'America) durailltc tntta _fa g uena, si possono desnme1·e dal seguente spec<'hio: Deno!llinaz. 1u:ttt r ia !i

appura ti

t .a\·i Lt'lcgrnfici _ __

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crntrnlini n più Li11ec :-;0

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* * * Lri rn<'coltn clel legnam e Ycnne e-ffc tluata i11izia)mP11te con lo sfruttamento dei l,oschi 11nzionali e m<~dianle requisizione 01·dinal'iH; ma a llm·c-hè la recp1hdr,ione ordinaria 11011 diede più un gettito sufficiente, il GMcrno impose l'i,ncetta obbligatoria . e pertìin to la raccolta del lcg-name pc•r coprire il fabbisognò complessivo passò pe1· tre pel'iocli snccessivi : -

l}!' l' ])rimo 1wrlo1l11. :il priu c ipio. r cqui;;i;done onliua r in in l'a P"!'; uri i<C'('onclo 111 rio<lo. 1• ,•ioi' in i<P~llito C' 1mralll'lall)t•ntc> airinC'Nla ohh!ig11toeia, iwpunazio1w di 1-10.00-0 mnri <·11b i di 1c,~rn1u10 cla <·o>'tn1:dnm'; n pJ LPrzo Jll'riodo, irnpor lnzlon<' dalln H\'izz, rn d11n1 11t1· la i:ri >'i 1kl lO.il n c ll;1g-g-io, cli :iOO.Of)O metri c-uùi.

I n l'acse coi mez7.i indicati si ri<·én-arono : -

2 m ilioni di trwtri r.n bi tli l1•i::11amr tla costrnz iOJH•; 10 milioni <li wrlri cub i tli lq::-na m t• 1111 nrcl1°r0; :W ruilioni cli p11letli cli l(•irno eia r rtiC'o la to.

Il consumo tota le dmnme tnttn la guerra fu di metri cubi 2.22i"i.GOO -d i lcg-.n ame cla <:o:-;trmr,ione, e cli 11 .000.000 cli metri c:nbi cl i lPgname da ardel'e. -

729


RIFORNl ~I E:'IIT I Df;;l i\fi11ZZI Tl,CNI C I

N e] corso della, guena le neccssitù cli provvista e cli rifornimento <lei cosidct ti mezz( tecnici: filo di fel'l'o spiuato. paletti dn relicola to di ferro e cli legno, lamiere vati<:', ecc. ecc., ma teriali tutti o<·<·m·1·enti nl (;enio mili t:u·e per il suo multiforme · servizio, a ndarono man mano aumentando e crescendo. Jl Ministe1·0 armi e munizioni provvide a lla raC"c·olta di que. ti materiali c.;he furono t r ovati t utti i11 P aese 1·icavamh>li éla mi1tel'ie prime esistc11ti od im;portate sotto altri titoli, ad eC;c-ezione del filo cli ferro s pilla t o per reticoJat.0 1 de) qua le circa iJ :iS% fn impot·t ato dagli Rtati U niti , già. a l1estito. I l prospetto sep:nenle dù un'i<lNt clelle graincli qn nnlit~i di mer.:d t<:'cni<-i l'a<·colti : qua11titnti 1·i

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,E' interess ante rilev,ne C'Ollle il peso complessivo dei materiali {li ferro e di ncciaio ,cli cui al precedent e specchio, e costituenti i varii mezzi t ecnici, ammonti, da, sè solo, a circa 1/ 9 di quella che fn l'intera produzione italiana di ferro e di acciaio durante t u tta la gnerl'a.

Aatehe per <prnnto riguarda. l'indnstria CHrtaria dovette intervenire l'nzione statale e fn così. che lo Stato) data fa scal'sità delle mnterie primt>, si assunse il compit o della. loro raccolta, limitò il cc){I1sumo della carta, prescrisse le norme per la l'iutilizzazioue pi.ù efficace cleJla carta cl.a macero (D . L . :30 p;i11 gno 19lG), e finalmente pronride ad acquistare e:trta aJl'estero.

Per sua pnrte i-1 :Ministero (fo)F AgTicolt ura indisse una vera e pN>pria mobilit»zione a g-raria 1per le rna te1·ie ptime ulimenta.ri cliseipJinan<lone la tat<·oltn pc~1· renderla il 1ne 110 onerosa possibile e gill'entire qui.ndi 1m qmrntitn.tivo totale di clerl'ate a.limental'i, fra quelle nazionali e qnelle importat e, snfficiente per il eonsumo interno. Presso U Ministero dc~lla gnena fn istitnitn (D. J,. d.ell' ~ gennaio 191G) una Commissione c<~ll-· tra le per gli approvvigionamenti e distribuzio11i di C'e.r enli. Ln. importazione <'lei cereali <livcnne nn monopolio di. Rtato, ed il Govel'no sta hilì i pr·ezz.i e eon chi11se aeco1·di con l'es tero per regolare la raccolta. delh~ materie principali dell.' alimentazione, sia per l ' Bsereito··che pel' la popolazio11e civile. Il' i\ifiuistero clell'Agrico"ltma ebbe facoltà cli <'s<>rc-itare una ampia. sorveg-Hanza snl lé colture ai S<'gnenti fini: -

-

-

di uumcntnre lo. produ;1,i oue ngriro!H; di. orga1ii;1,;1,arc il lavoro ag1·icol o; di 'd i stri b11il'C j lllE'~ zi di l)l'O<l\lZÌ flrl<' €' di l:t\'Ol'O; di prom11ovP.re la colti Ya¾ion<' de i tcrren i lascia t i incolti : di procura1.: ,, mano d' oprra ai Clllllt)i, d es tinnndoy i i prig ioni0ri nl •·«nn,·rali, e nccorclando lieE•1111c.· ap:ricn 'l·. <" ndott anclo aJi ehr- al t re• 111·0\'Y i,k•n;1,,,; di nttivare lit fnbbri cazio1w di f<'r l·i l i ;1,11.in ti, d i nnticrittognmi<'i ,, <li ma<·chine a.g'r ieole ;

-

721 -


-

di raccog liere e sdez.ionarc le semE<nti; di precettar e dirigenti agr icoli competenti per le gn1ndi Azienck agrarie; di clistribuir e ccl ass<'gnare nel modo più equo e con J.~ inaggiore tempe~tività f matf'riaJ i ncc;,s'im·i e ln. mano d "opera oecotrente a lln eoltin1zionc dei campi.

D'accordo col Ministero armi e munizioni il ll)redetto Ministero dell' Agricoltnra disciplinò la moto-aratura che in primo tempo fu affidata a reparti militari dipendenti da.I Comitat o centrale di mobilita zione iindustriale; e più . tardi passò alla dipendenza di un Comita to superiore per la sovraintendenza, sulla moto-aratura. di Stato, isti tuito presso il Ministero stesso, Comitato che all'uopo c;osti.tuì un deposito-scuola per moto-aratof'i. I Comitati regionali di mobilitazione industrjale ebbero a 101•0 volta il compi to di provvedere a qnm1to fosse loro richiesto neJl'interesse delltL moto-aratura di Stato. Il Comitato centrale di mobilitazione agraria, istituilo presso. il Ministero deJl' Agrkoltnra, era Ente competente per tutti i provvedimenti di carattere generale e straordinari attir1en ti alla mobilitazione agraria. :Enti esecutivi furono i Commissariati agricoli provincia~i incarica ti d<:ù censimento d"'lle colture, delfa miHlO d'oipera. e -dei mer,zi di Javoto; della sorvegli anza alle -c olture, nonchè dello stndio e delle proposte dei provvedimenti atti ad aumentare iJ rendimento delle terre ecc. Tali ultimi Commissariati prm-iudali agivano per mezzo dei Commissari agricoli comunali ed intercomunali con la collaborazione delle Cattedre ambulanti di Agricoltura governative, provinciali e consorziali, dei Comitati e dei Comi.7;i a grari e delle Associa~doni agr arie esistenti. Specinli pi-ovvedimenti vennero presi: -

per nssic~mu·e i laYoti di rnktituni e di t-r,•bbia tun t (D.L. n . u6l d<' I 12 maggio 1918); ' s u ita vrecettuzione d i persouale destinato in campi a ltrui; ver li dissodmncnto d ei terreni incolti ; vcr fman :tiare le imprese rurali mecl iu nte la ruobilitaz ione ckll(· forr.t• dl:l Cn' dito Agl·a r io nazionale.

:Nei tcn·eni bnttuti dal nemico, posti ad occidente del Piave, nell' intereSi-e delle popolazioni civili vennero costituiti apposi ti repal'ti di soldati della Milizia territoriale che, guida.ti da -

732 -


L 'OPER.\ OELL' INDUS1'RlA PRIV,\'.J.'A

11:fficiali esperti in ag1·onomi a, a tt esero alle semin e' ed alla su t:c.;cssiva mietitnra. Il Gover no infine impose alla popolazione civile delle re stl'izioni alimentari che andar ono gr adualmen te cr escendo cli 111u ,11e1·0 e cl i i ntensitù . per regoln re i consumi conispondente-ment c. alle disip onibilità, in P aese, e qu indi garentil'ne l'nlimrn-tazlone.

§ lii (F )

La g randiosa. ope ra de ll'indus tria priva ta nazionale = Industrie . Siderurg iche , Metallu rg iche e Mec caniche = Indus tria a utomobili , stica e di altri mezzi d i trasporto e d i comunicaz ione = Industrie degli Es plosiv i , di prodotti Ch imici, dei Combustibili , de i Carbu , r-anti, de i Lu brificanti e Elettrotecniche = Industrie Tess ili, Con , c ia rie , de lla Gomma, del Leg no, Ag rarie.

P recedentemente in q11e~to stes. o 3° P aragrafo. per dare al )etto1·e un'idea delle enor mi qmrn tità e va l'iel,ì, di material i fabbr icati d urante la gnen 11, è stata faLta una s ncc.inta relazione : a ) dci.:l i .1u1DeJ1ti di rrwtr,ria li r ich·ies ti 1wr l}L fo rm azione l1i u uo,·c> gr:u1L1i t;nitù e per la creazione di nnod servizi; 11) dl'llc p<'nlitc snbìte in conscgul:'nza degli ,n·n·Hilllrnti di gu<'rnt; o) d<·i cornrn mi d i 1Datl•r i1Lli c1i ogni genc•i:e, e s<·1:niatalll <'n tl' clei co11s11Jlli di munizioni rhe per ovvie ragioni costituirono il mat<'r ln.Jc pi ù lmpor tant<'; <l) cki ser-ri?:i logistici n >cchi <' nuo,·i, dei rifornimenti di loro spC'ttnnza <' <lei umterl n lì a questi occorrenti.

~l'ntto qn<'Slo risulta in modo C'Ompren. ivo evidente dal seguente brano cli. discorso che il genera le A lfre do Dallolio pronunciò il ~ nov<•mbre 1!116 in umi r innione cli )1inistri, di scorso che pone in meritata lnce le henemel'enze della nostJ'a inclustria n ar,iona.le : Il f1;utto del hworo di questo colo!:'sale Rsrrdto dì industriali ed OJìer ai, è co~Lit uito clalla produzione mensile cli centinaia di cannoni di piccolo, wr,dio e g,n mde ca.li bro ; d i centina ia. d ì bombanle d i ogni tip o ; d i milioni d i proietti di tutti i calibri ; di dicciu e di migliaia di f uci li; di molti mil ioni dJ cartucce ; di 'C<>ntinaia di miglia in di bombe da sparo e a mano; di parecchie centinaia òi

-

733 -


L'OPl~Jt.\ DELL 't.1\DUS'.PRTA J.' JUVA'l'A

i<;amion; di qual c:llt• wigl iaiò d i. tonnellate di e,-plos iY<J; (' di mil le e mil le a.li.T'. unliJ•1·iali d'Artigl icri,1 e (l('J Gl·nio cklla 11iù :,;y;wil'ta q11alirt1. R irn,m·llia tori, barclw da ponte,·, palett.i •da r<' t:icolati e corda spi1 wsa, .l am iet·e per bliudarnc:•J.J ti e COJl<'rtrn·c>, scncli porta ti li, elnwtti, carn·ggio d i ogni p;c•nere, !';trumE:'uti ùa la ,·oro, appan•cchi elE•ttr ici, te legrafi ci, tel('fonic:i, riroiettori, appar~c:c!Ji di ot tica. dC'l lii. più scrupolosn. ~·sattl·zza, finimenti e bardature speciali per Ù tras11orto e l'impiego lli ogni mater iale, aerostati, dirigibili, ac'ropluni con cntti gli a nne:,;si meccanismi per S('l'Vi%i a ccessori. natanti, motoscafi, >'Ottomarini, si.turi, tol'!wdini, ;;iluranti e n avigl io cli guerra; qm111to, insomma, òi pi ù potente <'. di più 1w rfr?:·ion;1to· 11ro{l11cono la nw<:rnnicn, h~ fisica e tutte le altre scienze applica te, clw po;;siamo affPrroarc t'sserc oggi completamente util.iz:mtc e mobi Jitn te p,· r In granùezza (lc,J l'!hSt'. è frutto d('IL' ing-(g-1rn ,, <kl laYOl'O itiiìiano, e taJ)llrP!'<en tn lo sforno di migliaia cli braecia h1Yo1.·atrie.i t' <li mip;liain. di m!'n ti organizzatriei industria 1i.

Ciò ])l'emesso, per <fol'<~ Hll 'i<lcn moHo s iHt<,tiea e c.omprensiva. cleP.,,o pera, e ·del <:Onseguente apporto dell'irnlustria nazfo. nale, husterebbe r ichinrnare l'attenzione d<~l lettme: su qn anto potè essere dato clafo-1 ristretu-1 i nd11stria militnre e RtnlaJe (poco in senso as!:-olnfo, mn vi.ceve1·sa moltissimo in senso relf-ttivo . ten ntu eonto d<~lJn snn potenzialit.'1 cli proclnzio,m'): ~nl po'<:o ma . terinJe giA. finito importato {1n11'estero, ci snl pot:o nrntel'iale a vnto dagli Alleati. Tutto il resto, ossia Ja pai-te <leJ tutto prevn lente dell'immensn qrnrn ti tù cli ma tetiale fn bb1·i<:ato, si ·deve ascriYe1·<~ :-1 ll'apporto clnto dall'industria privnt n it1iJh111a. In· fatti, - ::tcl ecce½ione delle armi 1portatili (fucili e moschetti), deJJe cariu<:ce ad · esse relati.ve e del. r:onsiderew>Jc 11m non basteYolc npporto del Polvel'ific·io 'di Stato per gli esplosivi , tntto il · 1·<?sto è stato p1·eparn to, fabbricato ed allestito dalla 110stl'a benemerita incl.us1riu pri.vatn : mi.trngli.ai"l·ki. ph;t0Jernitn1g]iatriei, pistole nntomatic-he, pistole a rot;1r,io11e, boe.che -dn fuoc-o e cRrreggi , homl.mrtJe e ùomhe a mallo, :wroplu11i, au · tome½zi, _grandi quantità, di esp.losivi cli h 1ncio e cli sMppio, immenso numero di pr·oietti d'artiglieria. Sebbene tutto qnuij1to p1·ima detto sia 'in larga massima. abbastanza noto, si impone dò malgrado nn'an:ilisi nn po' pa.rticolal'eggiata dell'opera svoltn dalla nostra i11élustl'ia, nffinchè 11011

solo si.a messa in giusta luce la somma complessiva cli la-

voro da essa eollettivurnente com:pinto, ma siano anche addita.te all'ammirnzioaie del leti:01·e q11elle industrie . e · qneJle a,r,ien de che più contribuirono nna prepa1·nzione cli quelle nnni e di quei

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734 -


LE IJ\DUS'l'IUE sm1,1n;norc11E E }.IETALT.,CRGICllE

mezzi coi qnali i nostri sol<Jnti ci dieacro la vittoria . Come g1a !'li è dettio più sowa , prima del 1914 nnlla era, sta.to pl'edisposto e quindi ta nto meno organi?:?:ato per trasfmmare l'industria. na.zionale al lavoto di guena . Questa trasforma?:ione cloYette ·qnincli a-vve,nire e svolgersi coi caratteri di una veriì irn.provvisazione, la qnale però, come altre improvvisazioni alle qnnli fnm.p10 costretti far ricorso, dopo un pl'imo periocl.o di incer tezZ('. cli crisi e di wnsie, fi.nì per a.vere esito felice. In principio le industrie siderurgiche e metallurgiche; sollecita te dal · Ministero al'mi e munizioni, aumentarono hL loro proéluziorw, sem~a peraltro gim1gen} a soddisfare tutti i fabbi-·· sogni rhe anclav1:H10 continnamente e :noterolrncntc acc·1·es(·pndo. I J?rog1·esi:.i fatti si rilevafllo dai dati seguenti : 1°) aceresc:mento d<·l munero ckgli altiforni :

Al t i fo rni

Epoche

)

a coke

a legnn

el ettr ici

Alli'inizio cìella guerra .

7

5

1

A ti.ne d<•l 1()17 . .

s

.

.

2-0) aum<'nto particolm:mentr nott-w,le del m.1mero di J:orn.i clct t.r'icl atti a l<1'r nttnrl' di prefer enza l'energia idro-<~lettrica 1;SjSt"'1.1 t('. in Pae:,e : - anno 1914 N. forni elettrici ' 7 - anno l01.5 N. forni <'i<'ttrici 7 - anno 19)6 N - forni dettrici 36 N . for n i cleta··i ci 46 - anno 1917 N . forni elettrici SO; - anno 1918

3") l'aumento nella produzione ckll'acciaio

'.f ll

il s,?guentc:

forni Mnrtin-Sierneni,

Evocbc

convertitori.

A ll'iuizio d<'IIH gnHra

ss

Nel 1017 (rm1:s;.;imo)

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735 -

8


LE DL'i'.tE SJDERuRGWlllt E MfilTALf.,URGICIIE

4°) rn1z.10, in l:'aesC', del.la produzione cll ncc:iai ,;pecia li, proclnzion<· che d >be 'il me1·ito d .i alleviare lU1 voco il for te carico dell'importaziom· (Società Elett ro-siderurgica d i Lodi-Milano).

* * * Le Ditte di maggior i.m,portanza per la. produzione siderur~ gica (ferro e aeciaio pi·evalenternente) furono nel perioclo di guerra (1): -

Alti forni della D itta ILVA a Bagnoli (Nupoli); con m1mcr c cli ferr6 a Va ldaspra (Massa. l\:Iarlt.tima), Je. quali, energicame11te at tivate, resero in minerali i l 50 % cli più che in tempo di pace, alìmentando così notevolmente gH Stabilimenti di fusione; - Soc.ietà Anon ima ALT): FORNI di Piombino, a Piombino (Livorno); - Società Anon ima ELBA •.~ Porlofernio (Isola d'Elba); - Soci<'tà AnoH ima GIOV. A.'KSALDO & c. a Corn igliano Ligure (Genova) end Aos ta; - Società ALTI FOR~I • .I!'ONDERIE E ACCIAIEHIE di Terni a Ternl; - Società Artiglietfa ed Armamenti VTCKF,RS-TEHNJ a Spezia: - Società Anonima ACCIATIDRT.l!J m FERRIERE LO.MBARDID it nougo (Oorno) e Sesto S. Giovann:\ (Mi.Inno); - Società Anonima l•'IAT (Industrie .i\Iet,·li lurgiehe) a Toriuo; - Società Anonimtt LA MAGONA D'ITALU. a Por tovecchio di Piombino; - Società Anonina l!'ERRIERFJ DI VOLTRI a Voltri (Gemva); - Società Anonima l\:Ietallurgica FRANCHI-GRIFFIN a Brescia; - Società Anonima METALLURGICA BRESCIANA già.Tempini. a Brescia ; - Società .AJti Forni, Fonderie, Acciaierie e Ferri<'r e FRANCHI-GREGORT.NI a Da lmine (BE•rgamo).

L<~ seguenti Ditte, si occuparono della p1·odnzione ,d i metalli cli ver-si dal ferro o sue leghe : -

Società Anonima l\1ID'l'ALL1JRG1C,A. IT'A LIANA a Barc1u lonr. e Limestm (Pistoia); - Societit Jtaliaml l!'ABBRICA7'IONE ALLCi\1INIO n, llu~si sul T irino (Pescara), con miniera di bauxite a Lecce dei Mm·si (Aquila); - Società Anonima dell'ALLt.M:TNIO ITALIANO a Villa•nova Ralten (Aosta); - Società Anonima MARENGO a S-piltl· t ta Marengo. (Alessandria) ; - Societ~t Anonima di MO'KTF.PONI (li'onderie di piombo a Igksia" - Sar<1egna)'; (1) Le Ditte f urono indicate con ht denominazione del tempo di guer.ra, 11fficialmente inscri tta. nell'Elenco degli Stabìllmenti dieh iarati a1,1sili,lt'i a tutto dicembre 1918, edi.to dal )\:[inistero del T esoro (S0ttosegr eta1·into per le armi e mun izioni) nel 1919.

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736 -


LE Dl'lyl'E SlDEHU RGICllE El METALLURGICHE

~

. -

Società Anonim,'l delle MINIERE D.I LANUSEI (Fo11lh r ie di piou1bo t: z inco a Iglesias - Sard<'gna); Stnbil imt>nto )linerario per la ·produzione del MERCURIO a Sora no (Grosseto); Soc.ietà Anon ima delle. Miniere cli mercurio del MONTE AMIA'l'A a Abbadia s. Salvatore (Siena) ; Società. Anonima MINIERE OIN,.\.BR!Fl!JRE a Castigt.ione d'Or cia (Siena); Soci.età Annnima :Miniere di .M ONTECATINI (pir ite), a Gavorrano, Montier i, e Massa Marittima (Gr osseto); Socit>tà Anonima SCLOPIS, & C. {I)irite) a Bres;;o, Vico, Lessolo e Bario (Ivref:l); Società Italh1J1a P]:WDO'l'T.I IDS1:'LODEN'l 'l (S.I .P .E .) (pirite) a Champ de P1:az (Aosta) ; CONSORZIO obbligator io SOLFIFERO S1CILIANO a Catanin (Magazzini ver to zolfo), oltre numerose m iniere in Sicilia.

Prevalenti come importamm tra tutte le industrie italiane furono le industl'ie 1.UeCl:a11id1e, perd1è principalmente dedicate a lla produzione delle mu11izio11li e delle bocche da fuoco, degli affusti, cl.egli aeroplani e degli m1tomezzi, ed infine degli svariati materiuli del Genio. Fin dal primo giorno di mobilit azione l a produzione delle munizioni fu ripartita dal Sottosegretariato per le armi e munizioni, fra. i ecntri di produzione seguenti : GRAKDI I NDUSTRIE PIB_:\'CON'l'ESI (Officina già P ni.telli Diu tto) ; SOCIETA' PHOIET'l'ILI; INDUSTRIE METALLvl:<(HCHE; Otlicioa .\II CHELE ANSALDO; OFFICINE DI NETRO ; Ditta. R APID; Società I'fALO-GTNEVRIKA ; Ditta FRATELLI BFJRTOLDO; · Ditta WESTl NGitOUSE di 'l'orino ; e da. Lu tte quest e indns trie si aveva. 11na. produzione giornaliera da 4.000 a 4.500 proiettili di piccolo ca libto, <' 11na produzione I)ur e giorn alier a da 600 a 700 proietti I i di medio calibro; 2o) - METALLURGICA BRESCIANA con produzione giornalic-ra di 2.000 tra gr ana.te/s hr avnel da 65 e 75; 30) ~ 01!'.U' ICINE DI TORINO, che vale.<1ùosi delle Ditte PROIET'rILl,

JY) -

-

-47

737 -


LE DITTÈ smmrnRGICJlE E METALLU RGICHE,

4°) -

5°) &>) -

70) -

8°) 9<>) -

RAPID, O~'FIOINE DI NET;RO, OFll' ICIN,A ì\HCT:TF,LE ANSALDO, Ditta BRED;A e :.'1:CETALLUR GICHE BRJDSCIANE, producevano. giornalmente 900 gnmate e 800 shrnpnel ; OFFCINE DJ GENOV,A cbc d<.1 sole producevano giornrllmentc 500· pi;oietti da. 65 e da 75; ruentTc poi col concorso delle Ditte: Società ALFA, Officine di CALOSO, TECNOMASIO di .Milano, Ditta THOM,SON-HOUSTON, STIGLJi;R, e LAKGJ!lN e ,vOLFF producevano. giornalnwnte J..500 proiettili; Società BREDA., cbe producern giornalmente 1.000 proiettili; Società FR~NCHI-GRIFFIN che pure produceYa 1.000 pro.iettili a l ~oo; ' ARSENALE D 'ARTIGLIER.IA di Napoli, elle col concor so dell'industria privata. alkstiva e carica.va 800 shrapnel al giorno; FABBRICA D'ARMI di Brescia, che valendosi delln. Società BREDA produceva 44-0 grnnate al giorno; FABBRICA D'ARMI di Terni, che val('ndosi della Societil BREDA e della Società CO-STRUZIONI E'ERROVIARTE E . lliECCANICHE di Arezzo produceva 300 grmiate al giorno.

I1J1 complesso da. tutti i. predetti. centri di fabbricazione si <>bbe una produziOJ1e giornalie1·a. media di circa 18.000 ptoietti, in gran iparte ,d i pi.ecolo calibr o. e per circa µ 7 ad S % di medio calibro . . Successiva mente tnle produzione andò man mano a mnen . taTtdo ,perchè presso Je suddette fabbrich~ fu intensifi<.;ato il lHvoro che conte111poraneamente venne esteso àcl altre. e pt>rchè poi sovra tutto fu istituita la mobilitazione industria 11! che uon ta,rdò a far sentire la ·sna. benefica influenza l'.~go]:nrìce di tntta la f abbricazione del m a,teriale bellico. Il quadro complessivo di questa fabbricazione, giù, preeedentemente esposto, basta per far comprendere <Juanto gnmde sia, stato lo sforzo fatto dal Paese e come esso siasi n1pi<lamente· ed efficacemente accresciuto in un modo che ha del meraviglioso. Senza, ripeterei, vogliamo pertanto qui regist1~:1re ::, rngil)ln cVonore e di doverosa riconosceuza nazionale, qneHe Azi,:ncJ,~ iudustria.li private· che in misura più cospicua hanno c:ontribuito alla preparazione dei mezzi che, affidati al valore (1elle nostre F ,o rze Armate, ci hanno portato alla vittoria.

738 -


LA SOCIE'l',Ì.. ANSALDO DI GI~NOV,\

Società. Anonima GIOY. ANSALDO & O. di Genova: le ol'igi1ni di questa potente Azienda l'isalgono al 1833, quando, da una Società Giovanni Ansaldo & O. - ,promossa da Oamillo Oavour per liberarci élalla soggezione industriale sttaniera e diretfa ,clall'ing. Giovanni Ans~Ùdo, - venne rilevata una preesistente officina cli ripa ra7,ione di locomotive e cli piroscafi.. L'Azienda si ampliò ben presto dedicandosi specialrne.nte - alle costruzioni me<:ca11iche; e dopo cinquant'anni cli -laboriosa <,sistenza , :iel 1903 si affermò conseguen<io ulteriori. progressi nell'industria nayale, meecani<:a e metallurgica, e a'ument.H,:ad.o di. nume,ro e di mole gli Stabilime-nti, segnatamente per le costruzione di motori navali n turbine. Neì 1907 si distaceò dalla Ditta inglese A..rn1~trong di Newcast)e, c11i erasi ne] 1904 associata, Jiberatidosi da tutto il enpita]e estero inve::;tlto, ed esten(1cnclo le proprie e.ostruzione : -

I

illle artigliPrie e navi cornzznte, e loro parti; - ai tTansatlantici; . - 11llc corazzat11re in nccinio dt'! Je nav i; - n macchine n:1rie uncl.l e elettriche, rli prodnzionc e di trasforma?:ioiie; - a l le locomotive elettriclle ca a vapore; - ai canl fet1·oviari e ponti in ferro; - ed in genere. a prodotti metallurgici cli ogni :;peci~·,

l"icorr<'ndo per Ja fornitura dei mai:el"i~1li ane Acciaierie e Fonderie che l' Ansa,ldo aveva, costituì.to a Cornigliano Ligure. La Rocietà era però tributaria, dell'estero per le rnaterje prime essenziali delle sue fabbricaziooi, e ciò specialmente per le • ghise più :fi.n<', ,per ]e Jeghe di acciai speciali, e per il combusiihil.e . .AJJo scoppio della guerra ]' Ansaldo sviluppò notevolmente i suoi impia,nti pe1~ aumentare le co:Shmdoni navali sia, per il trasporto delle materie prime e sia per pr-oVYedere alla sostitu zione de] naviglio perduto, e si assicurò la, disponibilità di buona pnrte dç.lle mà.tel'ie prime occorrenti ncqnista.ndo e sfruttando 1e ottime miniere {li ferro di Cogne (valle d'Aosta); e ,per liberarsi dalla -d ipendenza deJl'estero per il combustibile ricorrendo -

739 -


Cannone da 105

.; i

Cannone da 76/ 45 ant ica rro

F ig . 135 - Soc. An. Gio,·. A11:;;alclo &. C - Grnon1


Au tocan no n i eia m m. 102

Cannone d a 75 su autocarro ]èig. ] 3(3 -

~O(:. A ll.

t; iu,· . A mm l(io &

c. _ ( i(: ll OY!l


LA SOC !I~T,\ ANS .\LDO DI GR!'.\OVA ·

Obice campale da 149

Cannone da 152 s u affusto da tena.renna Fig. 137 - Soc. An . Gio,·. ,.\m:11lclo & C. - Genonl

-

742 -


T,A SOC l ET,\ ANSALDO DI GENOVA

Mortaio d a 260

Cannone da 381 su affusto ferrov iario I!'ig. 138 - Soc. An . Giov . Ansa ldo &

-

743

c . - Genova


i,,\

socrn,r.ì.

ANSALDO D I GENOVA

ad un largo impiego di macchinai'io elettrico e di forni elettrici, e impiantando all'uopo nuçrvi ccnt.1'.ali elettriche in auménto delle preesistenti. Alla Ditta Ansaldo vanno riconosciuti i segnenti titoli di merito e cioè : cli aver preveduto il grande aumento <li bocche da. f uoco che sl surebbe reso nect>..ssario, nonchè 11 granclissimo maggiore consumo di. munizioni ·che sarebbe stato fatto; · - e conseguentemente di a,0 er effettuato lo sviluppo e l ' ampliamento della proptitL Aziend{L tl·aliz-zando nei suoi imptanti il così detto sistc•ma. verticale oci a. catena, a ·ciclo comp.leto d'l.l IDi11ei·al.e al prodotto .finito.

-

Tra la fine -del 1914 e la primavera del 1915, essa, di pro1Jria iniziativa, decise : - la costruzione di un primo gruppo cli 2.000 cannoni da 105 ; l 'acquisto di torchi idJ:a.ulicl potenti; - . l'acqu i;,;to di macchine per Ja cos .ruzionc cli bocche da fuoco dei calibri mc>clio e gru ude; - la costituzione di un centro di studi e cli progettazione di artiglierie.

In occasione del ripiegamento de]l'Esercito al P iave, la disponibilitù. immediata fornita, dalla Ditta. AllsaJclo con un rile·vante quantitativo di cannoni e delle conispondenti munizionL fu indiscutibilmente provvidernr,iale per ripianare paedalmente l_e notevoli perdite pa.tite. Per non dilunga.r ei in altre notizie più dettagliate, ·ri teniamo che il semplice elenco delle lavorazioni compiute, basti a, stabilire le alte benemerenze tecniche e patriottiche di qliesta Ditta. Per l'Esercito furono alles.t iti : -

-

10.000 cannoni (in gràn parte di medio calibro e alcuni dl grunde culibro cioè da 38.l mm.); · 3.800 a eropJ.ani_; . J..547 motori a scoppio p<·r ac'ropluni ; 10 milioni cli proietti d' artiglieria ; 2.700.000 bossoli per colpi dl meilio calibro; 13 affusti ferroviar i p er cannoni da 3S1 mm. ; 550 bombarde e lancia bombe; 150 auto-mitr agliatrici blinda te ; 6.228 affusti per a r tiglierie ; 1.482 cassoni per m1mir,joni d.'ar tlglier ia ;

-

74.4


LA SOC I 1-:T \ .\K8.\LDO DI <;J·: :\OL\

Automobile blindata

Obice d a 105

Fig. 130. Soc. An . GiO\'. Anfialdo & C. - GcllO\',t

-

, ,J;'i -


LA SOCIE.'l:,ì. ,\NSALDO DI GENOVA

\

Can non iera con torre blnnta da. 381

40

Officin'1 medie a r tlgl!crie

Fìg. HO . Soc. An. Gio,·. Aus:llùo & C. _ Geno,·a

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746 -


L.-\ S0 Cl8'L\ ANS .\LDO Dl Gl~NOYA

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452 avantreni e retrotr eni per a,rtiglierle; 62.'\ sisternnv.ion i di cnnnon i cla ]02 mm . ;;u u.ntocarri; ll.40E: 1m itit di CmTPggio d'Httigli E'r hl.

Per l'Aerona.utica la costruzione degli aeroplani fu inizia:ta dalla Dit ta. Ansa.Ido a1el gennaio 1917; e nella. pdmavera. ·de] J 918 raggiungeva il gettito di poco meno di 500 apparecchi al mese . Stndi e fabùticazioni. partieola.rmente importanti e vantag~ giosi per 1a nostra Artiglieria i'n guerra, oltre al ca,nnone da 105 già indicato, furono : - s t udio cleJ prjroo afl:nsto. antiaereo; - costru:donc clet' primo lanciabombe (bombarda); - costru¼ionc dei can·noni da J02/35 s is temati. su autocarri ; .- costruv.ione dei cannoni da 75 antiaer ei disposti s u autocarro ; . - cos truzione d i un affus to per obice d,1 149 pesffnte campn.ìç•, con se tl'Ore azzimu ta le d i tiro di 360°; - costruzione di uu aJfn;;to clii tetrn ferma per il cfinnon c nav.ale da. 152/45 ; - costruzione de ll'affnsto da mortaio da 260; - costruzione d,•ll'aJ'Cns to f enoviario da. :JSl (JJ(· r il cannom· da 381/40 già a.ltt•sti to per le corazza.te ln eostruzione) ; - costruv.ionc cli lln'nuto.ruitraglia tr icr blinchJ.t:t; - ~tndio di un obice da 105 leggero e scomponih.i le ; - studio e costtuzione di aerop lani Jeggeri (in eingue Stubilimenti disloca.ti in punti cliYersi del Pat•se, coi qua li raggiunse nel 1918 la produzione giornaliera. di 12 apparecchi completi e pronti àl collaudo).

,. Allorquando fu decisa l'adozione di bombarde e di carri cFassa,lto, furono offeÌ·ti claJla Dìtta Ansaldo e :presi in consideraziÒt11e : un primo moc1ello di bombarda da, 50 già pronto, ed un primo tipo di nuto-mitragliatdce blindata.; in.oltre qua,ndo venne soJJecitata. la preparazione di obici da 149 pesante cam pali, essendosi incontra.te gra,v i difficoltà, e conseguenti ritardi neJJ.>allestimento dei relativi affusti., la Ditta Ansaldo rimediò a tali inconvenienti 1presentando e provvedendo un affus,to rispondente allo scopo. Non si cla1·ebbe un 'idea còmpleta dc~lle benemerenze di q~esta Ditta se si trascurasse un rapido cenno ai lavori compiuti per le Marine {la guerra e mercantile, lavori che soµircariamente furono i seguenti :

-

747 -


~ I

Olflci na aggiust aggio grandi arLiglierie

ll'ig . 141 • Soc. An. Giov. 'Ansaldo &

Officina grandi a r tiglierie

c. - Genorn.


Mandrina.tura cannone da 381 140

Lavora zione cannone da 331

1''ig . H ~. Soc. An. G ioL .:\u;;;nldo & C. - Gt•110\·a


LA SOCIPJJ.'.Ì. ANS.\ LDO DI GENOYA

per la Mari111a da guerr a : -

al!c,;timento delln conizzatu Duilio; nll(•:;ciuwJJto di 05 JJavi da guenn (3 esp1orntori; j c·ucci.a tm:l)l'ùinirn:; 42 somnwrgibili; O torpediniere costien· ; 1 nm·e appoggio d i 4.080 tonncll11te; 3S wotoscafì antisommergibi li e silunmti; 1 ton-e corazzata binata 1wr cam1011l da 3Sl coi relnti\·i c1m11oni s111lu cannouier:t Firn. di Bruno; totte le• macchine motri ci, nrmanwuti e mt•cci111i><mi di borrlo d<'l lc nnvi sopra indicate, cd inoltre 600 boe da ormeggio);

e per la Mal'ina merca n tile: -

-

costrnzione del trnnsatlnntico Duilio di 27.000 tonnellate; acquisto di 15Z.000 tOJmellnte e costrnzione di 40.000 tonn<'llate dl uavi <ln carico; 1·ipara:':ione di 20 piroscafi; costroziom• di 143 motori navali a combustione intc•rna P<'l' 140.460 cavnlli-YHPOl'C.

Alla <laia dell'a rmistizio erano in costn1zio11e altre 291 .000 tonnellate di. naviglio con tutte le macchine, accessol'i ecc. A t.ntto questo sono da aggi11ngc.>rsi 2.700 tonne)hitt; di t ubi di a_cciaio t l'afilato per l'Esercito, per la )fodna e per }' A\'ia zio·n c; ed ancùra molti altri mannfotti che sarebbe troppo lungo ml<.'he solo ooumerare. Alln. fine della, guerra la Società aveva, fatto sorgere 40 Stabilimenti enll'area di olfre 1 milioni di metl·i qnacll'ati di cui qua si 800.000 coperti, e per cui era impiegata mia maestranza <li !50.000 operai. Questi ultimi, vei momenti più snlieriti di lavol'o, aggiunti a quelli di Irnp1·ese colla te1·aJi, raggfonsero il numero di c irca 111.000 unità. Al te1:mine delJa guen:1 la Società Ansaldo ebbe c1·editi <la parte de]]o Rtato per la sornm.r1 complessiva. di. Lire 1.200.000.000. E' inte-r·rssa,nte fare un cenno agli impianti di Vnlle d'Aos ta . costi tnit i dn : -

-

S n!.tifornì elettrici cl1e J)Ot<'va.no anche funzlonnre col carbone dellu minkra di La Thnilc con pr(l(luzion(' giorn:Ìliera di oltrn 30 tonnelhìlC' di ghisa finissima ; una acciaieria t'lettr ica .in Aosta con 4 g1·11ndi for ni <'l r ttri ci da nccinio d:t 20 ton ncllntc cìuscnno, e con 1111 laminlltolo ])<'r lnmierc di ~1ltn r<' sisten7..a .

. Le illusttazio.-ni qui riprodotte mostra no l'imponenza degli impianti AnsaJdo per la costruzi one delle artiglierie dnrante la guerra. -

750 -


LA SOCIET:\ ERNESTO BREDA

'l'utte queste grandiose offi.~ine, munite delle macchine e <lei mezzi più moderni, furorio magistralmente dirette e servite da personale direttivo di prim'ordine e da maestranze di prova,ta abilità.. 'l'utta la grande istituzione Ansaldo, che già prima, del la guerra e quindi poi durante il periodo di neutralità era stata illlsidiata da,ll'alta :finanza estera, rimase interamente e patriottica.mente italiana. Bssa, alla fine della gnerra, compren · eleva quattro importanti Gruppi industriali : siderurgico, meceanico, marittimo e idro-elettrico, con 1procluzione integrale che pn,rtiva ,d al minerale greggio e giungeva al prodotto :finito .. se . condo nn ciclo rnzionale <li lavorazione che riusciva del minimo costo; ciclo che fu di grandissimo indispe111'sa bile aiuto per gli nl'Inam enti ed il muniziona,mento delle forze armate combattenti. Nessuna nostra. eonsidera.zione saprebbe meglio de:fi.nire la mo1teplice e meritoria attività delfa Ditta Ansaldo, che la chiusa di. una lettera scritta da.l gen. Alfredo Dallolio, Ministro pe1· Je armi e munizioni, ai Direttori della Ditta stessa Fratelli Pio e Mario P èrrone nel momento più grave della guerra 1915··18. La lettera che nel suo testo ·d ava un ampio ed ent,ìsiastico ricono-scimento all'operµ. illuminat;1. e .ten~lCe dei due grandi industriali ora nominati, chiudeva nei termini seguenti: Q11fu1do ;:uonò l'or a dql· l'C'Sistere - res ist<·1:e ad ogni costo - nel ogni ri·C'biestu. per nrl:iglier ie, i Fratelli P l·1-rom• rispo,:cro sempr e «pront i>); e furono i primissimi, senza confront i, tutti distanzian(!o ·e cli moltissimo gli a.Itri. Il Pnese non deve dimenticarlo.

' Società Italiana Ernesto BRBDA con Stabilimenti a Ln. Resto S. Gi.ovrunni e Niguarda présso M:ihno, negli unni p1·ececlenti ]a guerra aveva già esteso lii sua attività, alla costruzione di ma teriali per l'Artiglieria del Regio Rserdto. Ebbe comIUesse cli proietn. :fin dal 1887 <~ poi, di sna iniziativa nel 1891 e nel 1S97 presentò al Concorso indetto dnl inn1·stero della guerra completi sistemi di artiglierie campali, stu~ diati. dallo stesso ingegner Ernesto Breda e costruiti dalla· sua Società. -

751-


Lavorazione di obici eia 210 mm.

i--tepa.r to la ,o,·:\zione proietti

l:' ig . HH - Soc. Ita li ana F.<'1:ncsto Breclrt - 1Vllh1no


LA SOCIBTÀ ERNESTO URKOA

In precede11ti volumi. di questa Stoifa già si è fatto cerino tilla Soeiet~ì, Breda e si è pTesentato ai lettori la. maschia volitiva fìgUl'a, ed una, breve biografia del prei0dato ingegmer Ernesto Breda., illustre e strenuo fondatore della Società. Durante la. g~1erra questo vero cavaliere del la.voro e ani. moso ca,p itano d'Ù1dustrfa si prodigò , insieme con la Societù, da lui diretta, nel forni.re alle Forze Armate: _.: cen tinaia di bocche da f uoco; - milioni d.i proietti; - . aeroplani e motori in granclissimo numero.

Fondò a nuovo uria acciaieria 'potente e moderna con forni :M;artin, COill forni elettri~i e con la.minatoi, e con impianti idroelettrid in Va.lle del Lys per fornire energia alla acciaieria ed ~.ne officine meccaniche. Isti tuì poi in Milano un!officina per l'allestimentQ di. siluri per la, R. , ~farina, ed ancora. in Venezia nn cantiere per la costruzione ,d i navi atto a compensare le :numerose perdite provocate dalla gnerra sottomarina. In vista ,della grande estensione che anelava prendendo la guerra aerea, co&tituì poi a, Sesto S. Giovai1:pi un ca,mpo di aviazione (cli 1.500.000 metri auadrati di estensione) con ricoveri c~perti per a~rei, occ~p;nti ci1;ca .4Q.OOO metri ;p~adra,t i di su--'. perficie, .nonchè uno Stabilimento di costruzione capace di produrre annualmente un migliaio di grandi aeroplani. Da ultimo fondò un Istituto sci(~ntifico-tecnic:o. nel 191'7 per ~tndi ed es;pcrienze attin enti a ll'inclustria.. A proposito di questa magni.fica ed utile fondazione yogliamo citare le nobili espressioni con Je quali l'illustre' suo Direttore la inaugura.va., paro]e (',he non possono leggersi sem:a commozione e senza un vivo senso cli ammirazione per le alte {loti di carattere e di patriottismo di Colui che le dettava. : Vogliamo avere forgogl.io di contribuir e più che possiamo a r end e1:e lit Patria indipendente clei P,rodotti industriali di altre Nazioni. · Vogliamo che il nostr o Paese si mett:'!- in grado <li provvedere da solo· al suo fabbisognÒ con i mezzi che la, natura gli ha d[tto e utilizzando le migliori ri sorse del suo saper e e del suo ingegno. Vogliamo fondare sopra salde basi scientifiche una industria forte, che <lia ri.cchez1.a alla Nazione, sicchè i nobili figli d'Italia, quando tor neranno alle loto case, tr ovino da ·esplicare dentro i confini del.la Patria, tutte le sane e , sante virtì1 d i cui hnnno dato in guerra fulgidissimi esempi. 0

- - 753 -


Gruppo di corpi di bomba da aeroplano

Siluro t ipo A. 115

Fig. 144 - Soc. Ita liana Er1]('sto Breda - Milano

-

754 -


LA S0CJFJ.r1 FIAT

L'Industria automobilistica era, principalmente per merito della Ditta RIA'l' (Fabbrica Italiana Automobili 'Forino) universalmente conosciuta, l 'unica, in Italia, che fosse in condizioni di passare immedi atamente ad urna produ?lione eccezio·nalmente accresciuta come quella richiesta claUa guerra. La Società :B'iat aveva già, durante il periodo cli neutra-lità; provveduto il Regio Esercito cli tntti gli automezti coi quacli questo era, entrat o in guerra. Ben · presto si resero necessari all'Esercito notevoli aumenti alle dotazioni iniziali che andarono poi in segliito sempre maggiormente crescendo in quarntità. Questa Ditta seppe, per il 96 % delle · costruzioni resesi necessarie, soddisfare alle richieste del M:inistero armi e munizioni e fu pure in grado di allestire un .considerevole materiale per gli Allea ti : · Auto carr i co11segnati Anni

. al R. Esercito italiano

l

agli Eserciti frill lli(•:,C e inglc<;;e

1916

6.030

6.242

J91.7

7.631

S.o!W

191S

13.013

'rotali

26.704

~

2.3ù5 17.427 ,

.

Astrazion fatta ·dalla, costr uzione cli autovetture, la Ditta curò prevalentemente l'allestimento di autocarri di due tipi princip~li : ,_ - l'autocarro veloce Fiat 15 ter, già collaudato nella guerra libica 1911-13; - ed il cia-ro pesante Fiat 18 BL s tuèijato per le necessità cli guerra nel W15 e perfezionato negli anni snccessìvì in base ai l·isultati delle esperienze.

Questi due tipi di autocarro costituirono la parte pritncipale della. produzion e della Ditta :B'iat -dm·ante la guerra.. L' auto-

755 -


L.\ SOCIET..i FIAI]'

Au tocarro 15 ter

Autocarro per stazione fotoelettrica

F ig. 145 _ Fabbrica Hnli~na Automobili Torino _ F.I.A.'l'. - Torino

756


Trat t rice tipo 30

Autocarro su strada d ifficile l<'ig. l4lì . F:' bbrica Italiana A u tomobil i Tor.ino . F.T.A.":' . . Tor:110


LA SOC IE'.rK FIAT

carro 15-ter venne adottato a.nche per il .servizio di a.utoambuJanza. nonchè com.e carro radiologico, fotoel~ttri.co, carro-officina ecc. ecc. ; l'autocarro 18 BL òpport'unamente açlattato servi anche ~ome carro-cistèrn.a., come carro cla cannoni antiaerei, e sovra.tutto come trattore per- artiglierie pesanti, dal quale clel'i vò il modello 18 BLR. L à, trattrice tipo 30 a:vente uino sforzo massimo di trazione di 4.000 kg., così com~· altre trattrici di ideazione e fabbrica7.ÌOne italiane, fecero ottimo ·servizio sovratutto nel t raino di earichi molto pesanti, ed in occasioni nelle quali si richiedevano sforzi molto elevati, come per esempj,o per rimuovere ostacoli, atterrare alberi o muri pericolanti, ricuperare autocarri ribaltn.ti o precipitati lungo scarpate o lu11go balze montane. Il cont!'ibntQ della Società, Fiat fu altresì importante per la fornitura di mitragliatrici effettuata in momenti di particoJare impl'ovvisa, urgenza, allorchè alcune Ditte· estere mancar<mo quasi interamente agli obblighi di consegna, derivanti dalle fornit ur-e lol'o comm.e&'Se. Già nel 1910 era stata sperimentata una mitragliatrice Revelli-Fiat ·cli modello 1910 : da, ess::L derivò il modello 1914 che, adottato, serY1 largamente in guerra. La Ditta studiò poi u:n'altra · mitragliatrice clel tipo S.I.A. molto leggera per fanteria, ecl aviazione, provvedendo poi a111cora alla fabbricazione cli cannoncini antiaerei clel c~libro di mm. 25'. L'attività deJla Società Fià,t si estese inoltre alla costru zione cli aeroplani e cli motori d'aviazione di sua particolare ideazione e delinea1.ione. Complessivamente il contributo cli questa, potente Azie.nda, . · dm·ante ]a. gnerra 1915-18, fu il seguente: -

Yeicoll (uutocarri e Yettur e)

-

groppj fotoelettrici

cir r.a N. 53.000

- tr a,ttr ici per artig lierie - moto1,i d;aviazione -

aei:op!11ui mitTagliat ric i Fiat cannoni cla mm. 2;'j

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600

soo 14.000' l.500 20.000 200

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** *

Durante la guerra furon o in servizio presso il Regio Eser·· dto anche altre trattrici delle seguenti Ditte : -

758 -


t" ;...

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o

(')

0{ <J:>

Autovettura su strada difficile

Autocarro su strada di alta montagna

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;::-., o:;!·

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8

Parco autoc11rn l:'ig. 147 - Fabb~ica Ital iana Autornoùili Tor ino - F.I.A.T. - Torino

)


• LE SO CllD'rÀ SOLLER, l;'AVES l -'l:OLO'.!"fl E FRANC? 'J'OSI

a) la Sollet della Ditta SOLLER & MA:XGIAPA~ & C. , di tre ,tipi : -

a due assi per carico di 10 tonn<'llate;

- a tre assi P<'r 20 tonnellate; -

<'d il tipo da :JO tonnellate di cui 20 su l motor e e 10 snl r imorchio;

b) la t rattrice PavesVL'olotti cle1la Società, PAVESI-TO~

LOTTI: - tipo A. con cingoli, verric<'l lo e grue; - tipo B. e cioè il tipo prrcrdeu te p<'rfC'zionato con rimorchio a volta COl'l'Ctta..

Altre trattrici di tipo francese . nmeri<:ano ed ingle. e, sperimentHte da noi , vennero r-ubito scattate perchè nettamente su pen1te dalle costt nzioni itiùia:ne.

1)

*

:e:

La Rotietft, A nonima FRA);CO 'l'OS1 di Legnano, 01ota in tntto il mondo ,pei- la costl-uzione di macchine e Jocomoth·e, con la sua polente nt lrezzatm,1, CQu le frasformazioni ed nruplia zioni. opera.te pel' la guen11 , dfode un gra nde contrib11t9 alla, prepa1·azione dei mczii occouenti pe1• la lotta . La Dittn infatti duran te il periodo di neut1·alità nmpliò coni:;idere,olmente i propri i.mpianti e istenti, ne costr.n'ì dei nuovi ed acquistò lo · Rtabili mento vVolsH. per c1N1icar1o rsclusivamcnte a fabbricazioni cli guerra . anrnentn ndo le propl"ie rnaestnrn ze da 2.000 fino a 7.000 fra operai eù impiegnli . Dichiarati. ausiliari, g li Stnhilimc uti Frnnco Tqsi costrui1·ono: - granate di tutti i calibri; - bombe da bombarda di calibro medio e grande ; - cannoni da 149 A. ; - bombar de di vario tipo t r a le quali unn ideata dalla. Ditta..

I noltre fabbricò : -

torpedini da. blocco e qa gclto, spec)ali contro s ommC'rgibili; grnnntc-mina e bmnbe di vnrle grandezze p r r aerei ; nppn r ccchi per ta produzione dell'idrogeno per i dirigibili ;

-

760 -


Gruppo bombarde cla 58

Bomba rde da 24·0 costa.

Fig. 148 - Soc. An. Frnnco Tosi - Legnano


:, bombarde d" 240 Ju:;, h.:

Bombar<:.a e bombe d:1, 400

lJ' i~. 149 -· Sue. An. Frnnco· T osi • Legnano


Ri,Jar t()' filettatura gran ate

/

Riparto tornitura granate

F ig. 150 - Soc. An. Franco Tosi . Legnano


LA SOClE'T,\ FnAKCO TOSI

- tubi Jnncin-siluri; - motori d'aviazione; - apparati motori :,;ia a tl' rb:m, · e moh·;c1 a n1pon' eon rl'hltive caldaie, sia con motori Diesel, pl'J· somrnc rgibili, cnccia torpedinit' r e, rimor<:hia tori. dragamine e navi-cl~tcrnù.

E nei c-<1ntie1·i ili 1'a1·n nto, g-i.\ prima istituiti, allestì: -

!'Omm,·rgibi li e nnvi drn gnminl' compiere; nayi da carico di grande tonnellaggio;

Riparto t ornitura cannoni

Fig. 151 - Soc. An. L'ranco Tosi - Legnuuo

provvedend o anche alla riparazione cli navi delle Marine alleate. Nel periodo bellico ]a Societù F1:anco 'l'osi fornì all'Esercito segnenti materiali : -

cnnno11i ùa 149 A. bombarÙt' D1m1t z:I da ~-IO

1'. \)

- - 764

~

502 150


LA SOCJET,Ì. l"RANE'.O TOSI

Ripar to salclatura

Fig. 152

-

bombarde Dumezi I cla 50 A. e dn 58 bombarde da 240 c. bomburcle da .240 bombarde da 240 L

-=. bomburcle da -

Soc. An. Frnnco Tosi - Legnano

58

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ri.

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» » » »

granate da 149 gr ana.te da 65 - granate cla 75 - granate cl,i 260 ~<,.?,="";- ""t: ,· :(:, ... . ·~~ ~... -

l

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765 - -

400

401 195 21S 31 183.522 169.375 67.2SO uo.113 :~i ! - .... '!


Ll1 OPF!CiNE MECCANICi i!D l'IALTANE

--: •-

11.500 )) 165.182 » 60.857 » 8.5<17 »

granate da 254 bombe Batignolles da 240 c. ~ da 240 L. bombe Dnmezil da 58 · q. e cla 58 F . boro be cln. 400 bombe per aviazione cla 240/ G7

?.·

•X•

)) •

J.000

-t•

Lé OFFICINE MECCANICHE ITALIANE (già, REGGIANE) istituite in Reggio Emilia !l)er la fabbricaiione in grande di materiale mobile ferrovial'io e tranvhtrlo (locomotive e vei· · coli), -curar0tno, per .là gnern1, l'impianto di un proiettificio a Modena e di wn altro a Bologna (Cilsaralta); nonchè la trasform::izione e Fampliamento degli Stabili.mc!nti esistenti in Reggio Emilia. La So<:ietà, diede un rilevante c:ontributo alla faùbricazione di materinle bellic:o : il 1° s.e ttembre 1!)15 si (:ominciò la, trasformazione e l'ing1·andimento di offic:ine pel' l'allestimentq di proietti da 70 Il?,Ont. e da 75; fra il 1° ottobre 1915 ed il luglio 1916, furono fabbrieate oltre 900 mac.·chiue 0 ute:i lsili, ed altre 300 maechine vennero alkstite i11 colla born7,ione con altre Ditte. Furono perciò costruiti i necessari loc:ali fabbricazione _e le Offici11e stesse provvidero alla prepanizione cli par-ecchie centinaia di motori elettrici occorrenti ad azionare il nuovo macchinario utensile neC"essario per Ja loro corÌfe7.ione. Inoltre la Ditta attuò sulle varie maechine diversi ingegnosi dispositivi semi-· automatici, atti a re1nde1·e più rapida la. produzione. Già nel secondo semestre clel 1!)14 Ja Società, avevR avuto mi8sione cli fabbricnre (per consegne nel 1915) varie centinaia, di carrette da batta.gliòne, cli carri a quattro ruote e di circa 200 enrri-rimorchio a q1rn.ttro ruote per trasporto di munizioni cli granéle calibro, studiati cl'accorclo col Regio Ar~enale di Tori.no. Nello stesso tempo essa ebbe ancora a costrtÌire parti cli mitragliatrici e di affnsti di medio calibro insieme con molti accessori metallici di nrmamento. Nel primo trimestre clel 1915 assunse l'or dinazione (li proietti <la 75, fornitura. che ben presto venne notevolmente an mentafa cli quan tità ed estesa al calibro da 70 mont.

cli

"'- 766 -


Sala finitura e collaudo granate d a 149

Tettoia affusti campali -

ll'ig. 103 - Officine Meccaniche Italiane (già Ri•ggiane) - R ('ggio Emilia


Montaggio cassoni

Perso'nale della Direzione

Fig. 154 - Officine Meccanicl.Je I taliane (già R eggiane) _ R eggio Emilia


LE OFFICIXE MECCA"'ICLIE ITAl,I.\NE

Dopo la trns(ormazione delle officine. e <:ioè nel secondo semestre del 1910, Ja, Ditt.a e1·a in g1·ado di produrre giornalmente circa 2.500 proietti per ci.ascnno dei deW calibri. Verso il mese di marzo del 1.916. le Officine :Mec<·aniche Hafaine potevano fornire giornalmente efrca. 4.000 pl'oietti dn 75 e da 70: e nell'ottobre successiYO aC:crescevano ancora una tale loro produzione fino a. 10.000 pl'oietti al giorno, colla, possibilità, di superarla iu prosieguo di tempo. ::N°Pl1o ste so anno la Dilla iniziò Jn fnsimw di granate da J49 di g-hisa ncciaiosa, e poi <1i quelle dn 210 e da 280, e died e il massimo impulso alla preparazione cli proietti di piceolo calibro spingendo contempornneam enle quella di proietti di medio uiJibro. Nel 1917 nssuinse anche la fabbricazione di aeroplani Caproni e nello stesso tempo diminuì cli. gnnlche poco qnella dei pl'oietti di pkeolo ca libro aumentando pel'ò pe1· confro quella per calibro medio. Nel 1918 giunse a costruire quasi interamente 200 aeroplani, che pe1·ò non poterono essere utilizza.ti pet il sopravvenuto armistizio . ~el 19l4 il personale c·on le maestranze sommava H 1.20() unità : nel 19.LG saliva a 3 .000 :p er arrivnre al massimo di ().000 ne] setLembre clel 191G. Durante lo svolgimento e il compimei:ito dj tutte le pred<•tte complesse fa l>bricazioni che corrisposero perfe tt'nm ente allo seopo, ln direzione tecnica d elle Offi cine fu validamente tenuta clal ca,. Armando Rraccini. P arecchie ]P, difficoltà, incontrate furono snpera te, e così : -

-

-

una prima difficoltà deri,ante dalla scar;;ltà d<'i trasporti e dalla deficienzn. di m11.teria li da costruzione dei nuovi fabbrica ti fu vinta con l'aiuto d<>ll'autor ib\ militare e con ingegnosi ripieghi escogitati dalla Direzione delle Ollìcine; una seconda. difficoltà imputabile a lla qualità dell'acciaio in barre per proietti da 70 e da 75, qualità che, se fu soddis(acente finchè l'acciaio venne fornito dall'industria nazionale, fu invece scadente qunndo il metallo provenne dalla Francia P clall' America, e tale incouvcniente causò lentezza nella fabbricazione; una. terza difficoltà derivò da lla poca uniformità degli a cciai spccinli coi quali erano confezionati gli utensili.

49

769 -


'-P'"'"~----~11¼-te,-

Im parare dagli stranieri. Quello cla,~·~:o,....p,...__ _ c glorioso llcco-gin nnslo, g ià nrn tl ato con la scucia media unici\.~ · ' • che sI te nde ora n. ricor; tirnire, a p.ienament~ soddl.s fatto le dlfficill eslgenze.J1 1$ <!l'a t%:al paets· g_.e n.·eraz1cm'l<ct•ì . uomih.t" vernme ~ prepa rati. Ma l i ~ dQ1C$,Stato s· sono forse troppo volte alla scu : che diremo bo ese lji~te pa ra! nessun riferimento alla di calsse). Oggi · ;);~ Qiire qua i JTatuitamen~e uel centri l ' zione meclia, l ~ r@l'''aà''Q:iuella i eipentnre at;mllloni contai Mentre non pu~h~ e~i;e1odata I a J;olleci'tud1ne r iserbata ngll s secondari, balz.a ag!1rc,~i~ ssurd di una massa cui è negata. ar quella element~ . ~ ~ ':C · Si ode spe& ~ mettei g.1;ù portat~ d~ tutt~ !'istruzi mcdla<qulvale ~c~fi s~statl, I "9.ù.anto· ch:ij:ha conseg'\lito un plomal?.Secondar'l2.) n~ 1:1 ~ atLa p~· . ~ lavoraro nei campi e nelle o cordiamo peraltro che quando, clne. ~ si non Zftt·iÌi ~ ~!ore. rlvoluitone !ra~ s~ affei'l5ò in E u·opa 11 prìnçiplo dell_a ii;trn elemel . are, ch~tofev§ ,11nullarc ~t-~lù odlO.J P_..dei prlvitegi, q1 che rrSerbava ;;t:p§SJ1i~il~ encfici "d'ella scuoT:a j si predisse u1 ment ~ 'abban~ o ~ cj...c/l'!fipi e d 1 _lavoro mà_.n uale. Non· si può gare ~·e ne sl?jl<i:dwÌ,,ai degli: _.inconvenien ti, e che si sia l'altro;,.tccen\1-ta ~ l~e~e;itza a rut · 'ire dalla càmpagna verso la cl n_1a csitemJ,J.o r~e1'!-e1rìe Pl 1nte1,_~!l'f~a la ,; _s,[!eztone ii~tur'a le,'~ 1 quan~ la clttà~1·~u~~to non _i''',,.,.,,,, ,, · ,. · " · ' ·' camp!fsl prfre1~os:,13?-ç~ a quesyi• sere ~ ate nel ~ c2,.mpa~ cond1fion , . glorm~te li de~ e~ @ fruire nelll portati spirituali e ma.t1;,:lall dell clvilt~c vi esi~ t,ù,iaoc~la che sJ~ \vern~e~~~ pai;teclpe.,.dcllo asp} razion$ e delle lfllieisitt! $talle po •.òlazloni cariipag1rno1e. Riflettendo o! terijinl del ~ 11'.l@. i deve cim-Venire non essèrEJ oggi.giorno più possil>We orlen~re 'l.i:!!w one verso un p1·lvileglo per . una parte; della ~ pola7,io~ l,.C,!'l $ lfkuola S!f!(lndarla., rii,qanendo ~roblematica per 1·àl'tra par t~ .aii:ne: l~scuola eJç~cntar.e.i'-t'Questo è ·11, s1gn1t\.càtd_' del princi pio s~ citd '-1!,;4 cosLitwzibne. cbe fuisa l'lstru:iione obbU gatoria sino ~ n si gli.u;tifica davvero. dlii punto vist etico, che solo ~ Cdl;'\ giovani ._sia consentito li beneficio dell scuola oltre l' . . il'). tare~ uasl s i. ,iyolesse per gli olt;"t una. nuo, se rvitù cl ella gle.12J.l; q,_u!ta J2 iù ctiffy~w lst'l'uzto~p èrn già,;,1:fn trata nel legislazione di ~r.P ta::tl ~ bl to dopb kl guerr.e napoleonlcl1e. e l'o ~o~ stabilito In alt.rl paesi, come la Franci bllgo fino al 18 a~ Per cui Il limite ?J::e! ~-lfeve essere un passo verso quello dei mentre si no tano rt\i1c!'!!ni8-' a superare anche. questa età. Qua li sono gli ostacoli ad unfÌi "~tnizlone'.~'dlremo cò;sl.; plani

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l'occorrenlc per creare quelle mlgllorl avamo, Non sono in vece scoraggianti le r la riluttanza ~ glova n~ };l\iVOrare col ngamente sul ~'!\lll. T~ ~:aanno che anglosassoni so~ ·t itrov~ilt.1 ad esemda noi sl trovarfd :Qcora ~lah to per Il '.o ne; ~ - v1ene wiuio1ata Sa8·1cerca a i macchjile dome~ticll,e o Mt·luzlone di stria d11gll al~~rl gièf . nfezlonatl eccanlif2az!one <!l ·~ voro~ olo tende a dan ~,:_campag~, -aomu~ ~ vogliamo si gli iuconvcnientl,pjerlvltlltl:i:::,,,all"lstru• '.'Q s ..... ln attèi5.senza le coiiseg~ ~disastrose E ,~ ~ ~ .-! rt~ to~uesto: 'iìleafsporre..:lècondlzlortl 10 i d~ a tutt 1· · 1 ~ ova.n~ ~un primo 1 ·e. ~er ihmgere ·aitt8°'e:ftt~no ai 14 etj t o ìé basi _eh~ ~ 1~01irulre una iwn ii deve .il;ml!h~all:i ~ bbligo di i=za.;gellminan:'éi~redeye~ possb-.ile -~ ~ ,,....... i;... ..~ e ~ 'f"'

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zione di ben 13S.OOO metl'i quadrati di cni 74.000 coperti. In quest-0 anno cominciò la lavorazione completa delle mitragliatrici Fiat mod. Hl14 per fa nteria ed aviazione col gettito : di qualche centinaio d':u·mi nel pe'riodo 1914-15, di 15.000 armi complete nel 191.6-17, e di ~~.000 nel 191S-19. -

771


LA SOC!ETtÌ. l\m'rALLlJ RC:lCA P.IiESC IANA

Lavorazione bossoli da cannone Fig. li'i7 . Soc. l\frtnllurgica Bresciana (già 'frmpini) - Brc•scin

La Sol'ietà, forin1 inoltre i :-egnenti prot1otti : Per i vari calibri in tonn· Anni bossoli

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8.000

1016-17

5.300

22.000

1018-lfJ

5.000

10.000

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772 -


L.\ S0CJ1':TÀ AR~[ STRONG

Le maeMrm1ze C'he prim::i <lel 1910 sommavano a, 4-00 unità ed era.no 1.400 nel 191J , durant e la gnerra salirono notevolmente fin o a raggiungere Je cifre cli 1.500 nel 1913, 4.500 nel 19J6, 9.000 nel 1917, ed infine 11.000 nel 1918, comprese in que~L'nltimo ITTU·· mel'o nnche 2.600 do11ne.

Tornc rla proiettili

Fig. 158 . Soc. l\fotnllurgicu Ilr<'Sciana (già T empini) . Br('SCin

* * * La SOCilì)~PA' S'J',\BlLIMRNTI ARMSTRONG cli Pozzuoli iniziò il suo lavoro in questa località nel 1886 con una 111aestranza d'officina di 2:50 operai . La Armstr ong di P ozzuoli era una de-

773 -


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LA SOCIET,\ AR11fSTRONG

rivazione della. Ditta inglese dello stesso nome, ma però éo([l personale direttivo e maestranr.e esclusivamente ita.liane : per molti anni · Jì.e fu Direttore generale l'ing. Alessu11d.ro Peco1·i Giraldi, antico nfficiale del Genio militare e come . tale, primo Comandante della Sezione aerostatica militare costituita, i.n Roma nel 1884. · La Ditta amne:ntò rapidamente i propri impianti e accrebbe la sna prodlizione, limitata però soltanto alle artiglierie di Marina. Ne] 1919 gli Stabilimenti :si separa,rono dalla Casa madre e divennero Società . 1prettamente italiana. Inizialmente questa Ditta rimas~ tributaria di altre Ditte per Je materie p1·ime (acciai e metaJli.); ma p1·esto 11e provvide la preparazione in proprio con un impianto ,cli acciaieria e fonderia di ghisa e bronzo, con 5 fomi Martin-Sieme11s e eon potenti t orchi idraulici per la fucina,i;ione di ~locchi per cannoni di grande calibro. La Società ampliò poi molt o il riparto meccanico per la lavorazione di artiglierie di tutti i calibri, di affnsti, cli instana:1.ioni na,v ali in torri corazzate, di munizioni, di tnbi lan.c ia-siluri; creando poi unche un'offidna per la produzione di energia elettrica per azionare il sno macchinario. Prima della guerra la lavorazione venne limitatamente estesa alla, fabhricazio.)le di artiglierie per l'Esercito, costruendo installazioni sotto cupola, ecl in poz:1.0 per cam10ni da 149 per la, difesa delle frontiere, nonchè obici da 305, i relativi affusti ed i corrispondenti proietti. Durante la guerra cominciò la la.vorazione del cannone <la 381/ 40, effettuando per l'Esercito la costruzione : -

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parecchie diecine di obiei da 305 con affusti e mun izio11i; a lcune centinn.h1. rli cannoni da J49 A. ; parecchie centirn,ifl di complessi navali e anU:wrej da 76 un'ingente quantit11 di proietti di grande e medio .calibro; bombarde e di molto altro material e d'artlglif•rit1';

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tutto (]nesto, ben inteso, in più ,d ella produr.ioue per la R. Marina cui già si è tH·cenna,to. La massima proclrndone degli Stahilim<mti si verificò nel periodo 1917. iìl1 poi. . Interessa il rammentare che questi Stabilimenti cli Poz7,11,o]i hanno p;r-ovvednto all'armamento in artiglierie <:li tutte le /

.-- 776 -


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Pressa. da 400 ton nella te

Tempera dl anima per cannone clu m m . 305 Fi~. l(ll • S o<·. ~rabilim< Hli .\r rnsln ng - l'ozzi:nli

Cerc11lam ento di un cannone da m m. 305


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xiliì.. i• lH·nc· ron ),i de r nrc rhr lr <"la~~ i

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8) costruzione fognatum piazzale Mangilli in ForJi;

Pescheria dl Marotta

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Sala. colla-udo stru mcnLo aero-navigazione

l<'lg. JG3 - LlL Filotec-nica Ing. A. Sa lmoir agùi . Milano

::doni, tan to che i subi prodotti sono meritatamente Hpprezzati in Italia ed all'estero . Nel pe1fodo clclla guerra la Dit t a stessa a prì nn a succursale H R oma, chiusa poi nel 1920. Le maestr anze, da 300 nnità. nel 1!)14, sA]frono ad 800; l'area coperta da officine fu aumentata d i circa la metà della preesistente . Nel 1915 la Ditta cominciò la fabbricazione di binoccoli pl"ismatici (fino allora importati) e la con d11 ~e al punt o da supen,r~ la pro.cluzione s lranierH . Compi inolti-e gli sludi e h1 cosh-nzione dei seguenti nuovi apparecchi cli impiego belJico : -

un ca nuoccbia l<• di m ira ver fucl!e; uo proh•ttore <'l<•ttrico di grande Jnmino.<:llà con lumpada ad arco intens ivo;

-

780 -


LE OFFICINL.; D I NE'L'RO

- un cannocchiale per O!:'l<l•n·ntorio di artiglieria; - una stazione foto-el<'ttr:ca cnrreggiat11 da 75 cm.; - bussole di oricntanwnto ()l'r aerei.

T'I eomple ·so della p1·oduzione dl'lla Ditta negli anni di gucrrn 1·isultn clnl sc•gucnte speeehio :

Prodotti Llell a Ditta

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T elemetl'i Ga11 tier Appanltl cli telegrafì:L ottica:

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Binoccoli prismatic i

1:20

1. 0-'>0 t.1fl{) 800 500 2.700 l.1:550 400 80 880

Cannoclliali a prii;mi da SO mm ..

18(l

cannocclliali per marina

100

900

soo 1.200

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Rinoccol! galileiani

500

700

HBO

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500 700

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120

GO

25

2.000

Cannocclliali per fUcili Proiettori elett1·ici da cm. 60-75-90-150

40

50

Stazioni foto-elettriche di rnrio tipo (autoporla te, carreggiate da cm. 70 e 90)

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75

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1. 120

R egoli di COUYPrgC'nza i\faltci

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mod. Faini cla

mod. Ii'ilini tlu 100 mm.

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130

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1.200

Tutto ciò si riferisce unicamente alle fornitu re per il Regio Esercito perchè molto fu anche fabbricato per la Marina,, come: bussole con segnalazione a distanza , bussole normali. sestanti., stazzìogra.fi, oscillometri, indicatori della correzione ecc.

*** Le OFFICINE DI NETRO (Biella) (già G. B. R UBINO), come facenti parte del Consorzio di Ditte italiane costituitosi fin dal 1909 per la fabbricazione del materiale da 75 Deport si -781-


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SOC,(ETA", NAZI JCIX E DI SAV IGL~ glia~o e Tori:no; FA~l ùA I T ..AUANA DI AR i.\(C 'EET.CONI (F .J.D.A.".l\J MANIFA'l'TURA ITALIANA Df ARL\fl ()f:rr,:J.-:j a rescta; Ditta DE MARTINO (V. ed U.) & c. per fabbricazione di bombe a . Napoli; OFI"1:CINE :MECCANI CHE NAVALI rw1· fabbricazione di bombe a. Napoli; AER, fabbrica di aeroplani, :1 .SOCIETA' INDUSTRIALE P e ;\!ar ino ; S-Ocl<•tlt Anonima M1.\ CCHT N Varel!C ; Socic•tà SAVOI A rwr c~trnzion .SOCl.E'.CA' AXONU1A PF.R C romilio} a TOl"ino; SOCI.E'l' A' ANONIMA LAVOR (Mila.n o); SOCIETA' a l\flhmo;

Dltta T,ANCIA & C. - F:1bbricu SOCTETA' ANONIMA OP.n e VESTRJ) - F abbrica di autom OFFICI NA l\JARCOXI {mnt<>ri SOCTET A' ANONDlA 'TEDES Tori no;

1) DI ,,ueste Ditte non fn rioflflib ad R.

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LA SOC IETÀ DINAMITE l\'OBlèL

·gas : circa i m.e7,zi anti-gas sarà detto a proposito delle inch1strie defla gç,mma più avanti. I iiieclieinali, i prodotti farmaceutici ed il materiale sa,nita.rio furono senza difficoltà e per la maggior tartc forniti dall'industria, privata che concorse ad integrare la prodn:done (1ella Farmacia centra.le niHitare_

F ig. 104 - Soc. An. Dinamite Nobel - Avigliana

· Meritano particolari <'e:n:ni le seguenti Ditte che molto e bene contribuirono alla fabbricazione degli esp)osivi: La SOOIETA' ANONIMA DINAMITE NOBEL ben nota. a tutti gli artigli.eri. aveva durante la guerra sta.biliment i in Avigliana ('l'orino) Stabilimenti Valloja e Allemandi, ed in Oarmigna:n o (Firf·nze) . Coll' aiuto del Ministero armi e munizioni aumentò la potenzialità dei due Stabilimenti di Allemandi · e di Oarmignano e fece sorgere in A.,igliana· un impianto per la - 784-


LA

socrn:d.

BOMBRINI PARODI DELl''INO

:produzione dell'oleum, per la nitrazione e stabilizzazione del <:Otone, e per la laminazione delle polveri. ~' semp1'e dura1I1te la guer1·a, la Società condusse a termine gli studi per l a prepara,· zion c <lella polvere CG 13 (balistite attenuata, con basso tenore di nitroglicerina) e snlllppò la fa bbrica;,;ione della poh·ere C, (eordite) della quale fu la sola produttrice in Italia. La Società ste~sa fece poi fronte alle richieste delle Fotze A.rmate pt·ovvcdencl o in grnn pa,rte gli esplosivi di lancio al R. E se1·cito, noncl.tè tutta la poh'ere Ct owcessaria alla R. Marina. Precedentemente si è accennato alla pl'oduzione del P olverifk io s ul Liri , la quale l'iuscì decu pla di qnella del tempo di {Pace; e pertanto devesi 1·ilevare che la Società, Nobel s uperò di alqnanto l a ma ssima produzione ottenuta dal predetto Polverifìdo statale. Durante fa, guerra le maestranze della Nobel fur ono aumentate rnggiu ngenclo alcune migliaia di unità.

Ln 8ocictù. B 01\f.HIUNT P AROT>T DELFINO hiiziò il suo Jarnro nel 19 14 neJlo Stabilimento di Segni (Roma) per la fabbricnzione reg-ofare della h::ilistilc e della dinamite, av·endo nna potenzialità g-iornalieFa di proclm~ione cli 1 tonnellata t anto di bali stite qunnto cli di nmnite, ma colla po~sibilità di raddoppiai·e q1w]]a cli balistite col lavoro notturno. · Lo Rtal1ilimento ,enne ampliato duran te il periodo cli neu· trali1':ì e la pr otln zione R::tlì prog1·cssivamente AJle segnenti qmm· titù: --ì\fatcriali prodotti in to1111t•llnte al

A11ni

balistitt

di1w Jll i tt'

1915

2.000

1.000

1916

6.000

3.000

1917

10.000

4.000

1918

20.00-0

i1 000

50

I

~l(H"l10

785 -·


LA SOCIETi BOMfRINI P: ROD I OEU'l.1'0

'l'orre d i a : sorìoiJnento

Sala di polpaggio del n itro co tone

Fig. 1G5 - Soc. Bombrini Parodi Dc'lfino - Roma

-

786 -


r·-

!' f

!

IL_____ Par ticolare della sala macch ine

Sala tiri d i l avaggio

F ig. 166 - Soc. Bouibrini Par odi Del.6.no - Roma

-

787 -


LA

socrn:rÀ BOMlllUN( PARODI F.>ELFINO

Tagliatri ce esplosivi

Vecch ia fabbrica d i acido n it r ico

.l!~ig. 167 · - Soc. Bolllbrini .Parodi Delfino - ;Roma /

-788 -


LA SOClFf L~ l'.rA LI ANA PRODOTTI i<~SPLODENTI

Le maestranze salirono acl oltre 2.000 operai. Durante la guerra la, Società, provvide a costituire :

-

un impi~1nto per 1iroduzione d i o le um c:1 p ac,' di <lar-.· iO tonn. al giorno; ·.i mp.ianto per com1n·e:;sione <li ca r iclH• d i i,;coppio <li tr ito:o (che fu però pronto soltan to p oco pr.inrn. de lla fiu(' <kl ìa ,c;u< na); un .impianto i;E'!r caricam enti) di bombe <\ m :1uo dd t iro UPD (:sigla d e lla

-

un imvianto rwr caricnlll,nt o dl bomb:• <1 ·a,·ia z ìo1w d a 140, da 162 e

-

llll

Società); da 260; -

ed infin<~ un impianto per il ca r iC<lm: nto d i p :tllott:oi<• luminose per f ucili mod. 91.

Segnalando le benemerenze di questa Soci<~tà, è doveroso ricordat·e che durante la guerra essa fu diretta clall'ing. Leopoldo Parodi Delfino.

La SOOIE'.l'A' ITALIA.NA P RODO'l"l'l ESPLODENTI (S.I.P.E.) di Milano, derivò nel 1872 da una piccola azienda sor-gente in Milaa10 per la fabbricazi.o!IJe delle polveri piriche, ma soltanto nel 1891 assunse l 'attuale ragione sociale iniziando in . y una officina impiantata a Boceda (Massa Carrara) la fabbricazione della dinamite che fino aJlora era allestita dall a Nobel di. Aviglia na, e da una modesta ofticin a stabilita H, Cengio presso Savona. Successivamente la Società decise ed oiperò la trasformazione dei vari P olverifici che effettuavano la fabbricazione de11a polvere nera e, smesso il suddetto dinamiti:6.cio di Boceda,, acquistò nel 1903 il piccolo dinamitificio cli Ceugio che trasformò e<l ampliò per la ·fabbrkazione cl.elle polveri senza fumo e del tl'itolo. Nel 1909 Cengio cominciò a -fornire alla R. Marina e nel 1910 iniziò anche le forniture al R. Esèrcito. Lo Stabilimento -cli Coogio fu a,m pliato a,n cora perfezionando sempre più impianti e processi di lavorazione, tanto che la prodùzione cli questL esplosivi raggiunse nel° 1912 Je 2.600 tonnellate annue. La f!ocietà aveva contemporaneamente in esercizio i due polveri- ; 'tici per polvere nera, di Forte dei Marmi (Massa Carrara) e di Spilamberto (Modena). -

789' -


S tabilimento di Cengia

Ved\tta gener ale del Polveriffclo

P ig . 108 - Soc. Italiam~ Prodotti Esplodenti (S.l.P.r~.) - Milano


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Il Polverificio di Cenglo nel 1912

Fig. 160 - Soc. ;italiana P r odotti Esplodenti (S.J.P.E .) _ Milano


LA SOCIETÀ ESPLOSlVO CHEDDI'l'E

,Dura;nte la guerra lo Stabilimento cli Ce1J1gio fn ancofa no· t<'YO.lmente ampliato, tanto che si perfezionò ed aumentò corrispo:ndentemente in misura cospicua la. sua produzione, .e cosi : la pre1pa,razione dell'oleum, da poco più di 20 tonne11ate passò a 120 t onnellate al giorno; la produzione del tritolo -accrebbe notevolmente; uno speci ale opificio istituito· a, Ferra:nia (presso Cairo Montenotte in provincia di Savona) preparò una polvere senza, fumo a.I la sola nitrocellulosa, simile alla polvere B fran· cese, che fu largamente fornita all'Esercito per cariche di lancio di alcune bocche da fuoco di piccolo e _medio caJibro. La Ditta ideò, studiò ed- allestì poi in una specia.le officina a Fort e dei 1\farmi u:n nuovo esplosivo per cariche di sco1ppio per gramate, la Siperite (o esplosivo M.N .D.T., miscela, di nitrato di a.mmonio, dinitronafta.lina e tritolo) esplosivo che fu anche impiegato per caricare bombe a mano e per· fucileria. La Società, preparò pure -d ella Schneiderite, altro esplosivo di scoppio per granate (al nitrato di ammonio).

*** La, SOOIETA' FRANCO - ITALIANA ESPLOSIVO CHEDDITE (che ha ora la ragione sociale Società italiana esplosivo Cheddite), come emanazione -di una importa,n te azienda francese, iniziò la fabbricazi()(ll.e della Oheddite (esp!~ vo da mina al clorato di potassio) nel 1901 in ·un piccolo Stabilimento a Salvia.no (Livorno). · Nel 1916, d'accordo col Governo italiano, la Casa madre 'istituì un altro Stabilimento a Borg,o franco di Ivrea (Àosta.), allà cui fondazione attese l'ing. Mario Bello, e del quale assmise la direzione l'iing. Riccardo Pallavicini qhe co:ndusse a termine e ampliò notevolmente gli _iil)Jpianti, specialmente d.ei l'ep.a rti di raffinazione e -d i macinazione del clorato , di sodio, materia prima, impiegata per la fabbricazione dell'esplosivo in sostituzione del clorato di potassio di più difficile approvvigionamento e che ·:fino allora era stato fornito dalla Casa madre francese traendola dalla Savoi.a. Vari perfeziona.menti furono introdotti dall'ing. :I?allavi- · -

792 -


Vedu ta generale Stablllmen t l d i Borgofranco

Macinazione clorato di sodio

Fig. 170 - Soc. franco-italiana esplosivo Chrddite

-

7U::l -


Lavorazione della Clledctit e

Perforaz ione della Clleddite

Fig. 171 - Soc. franco-italiana esplosivo Chcddite


Immagazzinamento delle bombe

Deposito di bombe all'aperto

Fig. 172 - Soc. (rru1eo-italiaun esplosivo Obeddite


ALTRE FABBRICHE DI ESPLOSIVI

cini nello svolgimento delle operazioni che venivano effettuate in Borgofranoo di Ivrea per il caricamento delle ordhrn,r ìe l1ornbe ,d a bo}.nbarda, e di quelle impiegate nel tiro di caduta da.g li aerei; 'bombe il cui involucro metallico era fornito da altre Ditte. In consegueiy;a degli apport~ti ampliamenti e degli adottati perfezionamenti, la procl.uzione venne ben presto a su perare quella ,d ella Casa francese originaria. L::i, fabbrica.zione · della Cheddite [Jassava .p er le seguenti fasi principali : di r a,:ffinazione , essiccazione e macinazione del clorato di sodio e del perclorato di ammonio, impasto ,degli ingredienti di base coo olii minerali di produzione nazion a.le . La sua produzione ed il numero di bombe caricate· riuscirono pertanto molto elevati, ta:nto che si giunse a pi•odurre 35 e talora perfino 50 tonnellate di Oheddite al giorno, ed [lnzi, dopo il ripiegamento al Piave, tale produzione arrivò a,d 80 ·tonnellate giorn aliere. P er oltre il 90 % questa produzione serYì al caricamento di bombe, mentre il rima01ente fu destinato al Genio militare per essere impiegato negli usi da ;mina. Lo Stabilimento di . Borgofranco eseguì poi anche lo scari~ camento di bombe in numero di circa 50.000, rimandate dalla fronte perchè avariate, e ne :r icuperò l'involucro meta.llico. Le maestranze salirono a 3.000 unità nel periodo di massimo lavoro e furono in pa.rte costituite da do111ne.

* * * 'l".l:a le fabbriche d'i esplosivi e di (Prodotti chimici meritano cli essere r ammentate : -

-

SOCIETA" I'l'ALIA:NA BASCHIERI & P ELLAGRI , (fabbricaziolle cli fulmicotone) a _Ma r a.no di Castenaso (Bologna); Ditta BONELLf AL]'REDO (fabbricazione di acido p.icrico) a Cesano Maderno (Milano) ; Ditta PILONI BERNARDO (polvf'ri e fu lminato <li mercurio) a Lecco; Ditta SUTl'ER & 'l'HEVENO'.r fabbricazione di esplosivi) a Bollate (Milano); Oli'FICINE ELE'.I.''TROCHilVHCHE DR. R OSSI (fabbricazione di acido nitrico e nitrato cli potassio) a Lcgnuno (Mi1ano) e Homa;

-

796 -


FADBHICIIE DI PNEOMATlCl

-

SOCTFlTA' I'l'ALIANA. OSSIGENO F.D AT.'IRI (M.S· (pr oduzione di gus) a Ferran.1. e :.\Iilano e a Hagnoli (:"In poli); - SOCIE'l'A' EUjTTROCHTi\HCA DFìL TOCE (fnhbricnzione dl gas) a Villa d'Ossola (Novara).

*

+:,.

*

Precedentemente furono indicate alcune cifre relalive ai consnmi di gomma per i trasporti automobilistici milit:ni. Le principali azien de che seppero in proposito soddisfare le moJte e mo1to accresciute necessit:ì, dell'Esercito furono: SOCTBTA.' I TALIANA PIRF.LL1 & C., :Uilano; SOCIFlTA" PER LA F.\Rl3RICAUONJ'] DFìl l'll ODOTTI MTCHELIN n 'l'orino ; - SOClE'l'A' ANONIMA BF.UGOUGNA~ & TEDE:;;CHI a ToriJJo; - SOCill;TA' Ai\IIANTO F, GOl\Il\IA ELASTICA gi/1 IlENDER & :.\L\H'fTNY a );oh• Cunn YesP.

-

P e1· quanto concerne i va,ri materiali occo1-.renti per la protezirn1 c cont ro i gas tossici furono già esposti alcuni qati numerici frattando del Senizio sanitario. La fabbricazione di maschere antigas, affidata t utta, all'indnstria privata nar.ionale, giunse verso la, fine della gnerra fino a 30.000 maschere al giorno . Nel 1917 sorsero altre necessit:ì prot ettive contro il gas yprite; il Comando Sup1·d~o chiese 200.000 <·ombi1rnzioni e 300.000 paia cli guan t i di tess uto di gomma che furono commessi alhl nostra ind uslrin pl"ivntn. nttivando co;n(e1npoi-f-lnearnpnte le importazioni clnl l'estero. Rolleeirata <hll )finìst<'l'O arini e munizi oni. ln nosll'n i11dustria pe1Tenne a eonfeziona1·e rom1pkssive 700.000 combinazioni, insieme con grande num ero cli sacchi, copertoni e sopi-nscarpe imperme::i bili. I nostri ehimici stu èliaro:no e realizz~rono una Yernice per questi oggetti, più r<>sistente di nltra analoga vernice fabbricata nll 'estero. e tnle nost.l'o prodott o r iusci a conferire agli inclnmenF co~ì vern iciati una mHg-gio1·e cluratn, realizzando quindi una notevole economia. Alla preparazione di. tu1ti questi mezzi concorsero, oltre aJJe Ditte sopra nomina.te, a,n che le seguenti : -

797 -


LE: 1NDUST.HI8 LlGNl'l'II•'ERE

- Ditta MlmA & WJNTEJ{BOTT0:'11 (tc:ssuti impermeabili) a :?lfonza; - FABBRICA ITALIANA RIGENERA'fl ED AFFINI (tele impermeabili, tessuti <li gomma) {t .caselle Torinc·se; - SOCIETA' ITALIANA INDOSTHlA GO:\OfA H 'TJTCHIKSON (tessuti iruperm<·abili) a M i luno.

Per quanto riguarda i combustibili, non si può parlare di una vera e propria indust ria nello stretto senso deila paroJaJ perchè fortunatamente: durante la guerra fu il Mo~~opolio di Stato che previde e provvide a (llrnnto necessario, edllin pro1posito già furono h1 questo stesso Paragrafo esposti i dati rel ativi alle importazioni ed ai consumi relativi. Non resta che seg,n alare qui, fra le molte industrie lignitifere sorte sotto Jo stimolo del Ministero armi e _munizioni, quelle di maggiore attività ed importanza : ~

SOCIE'l'A' ALTI FORNI, IfOKDlDRrn E ACCIAIERIE DI TERNI a Spoleto; ' . SOCIET;A' IDROELTfi'l'RTC,'\. LIG'CRE a Castelnuovo di Magr a.; SOCIETA ANONIMA I I;VA a .Massa :'1:Carittillla; SOCIETA' ANONIMA i\10NTm:'ONJ u. Gonnesa (Sardegna); SOCIET,A.' VEN.ID'.tA DI COSTR UZIOKI ED ESERCIZIO DJ FRRROVHJ SECO_NDARIE a Sogliano al R ubicone.

Circa il petrolio e gli olii minerali, sotto la. dire7.ione cl.i Enti statali servirono come Enti cli ra ccolta e di distribuzione le seguenti Ditte : -

SOCIETA' ANONIMA PETROLI D'ITALIA a Floreniuo la d'Arda ed altre località cleJl' Appennino emi li ano; - - SOCIETA' I'l'ALIANA PETROLI E D AFFINI NAFTA (con Depositi di benzin:l) a Roma, PistoifL, Spezia ec1 Augusta (Sicilill2,

Per grassi, olii lubrificanti furono attive le :Òi.ttc : - SOCIETA' ANONI MA VACUUM O.IL COMP. a Vado Ligure (Savona); -: Ditta ll'OLTZER EMILIO a R ivarolo L igure.

Per ciò che ha tratto all'energia elettrica., pure precedentemente si segnalarOJ10 alcuni dati circa. il consumo, e pertanto è a ricordare ehe la dist ribuzione dell'energia elettrica, fu rego· - 798-


LE 1:-!Dt:STRIE ELE'I'rRlCIIE

lata dal Ministero armi e munizioni per mezzo dei Comitati Regionali di mobilitazione industriale. Gli Enti indushfali pl.'ivati produttori di tale energia, concoi-~ero tutti validamente ad ampliare i prop1·i impianti e quindi a conseguire aumenti notevoli, menfre per loro parte analogamente operarono le Aziende elettriche municipali delle grandi città, in testa delle quali ultime vanno ,particolarmente menzionate le Aziende delle città di Torino e di )Iilano, mentre tra le Soc:ietà private debbono. essere ricordate :

-

-

In SOCIE'l'A' ED ISO~ a )Iii ano; ltt SOCUJ'l'A' A);QNHfA rIEl\iOK'l'ESF. D1 ELETTRICITA' (S.l.P.) a Torino; la SOOJE'l'A FOR7,A IDRAULI CA DEL MONCENISIO a 'l'cr lno; In SOCIE1'A" FORZA IDRAULICA DELLA ì\1AIRA n Gcnorn.

In r ignar<lo aH'inclust1'ia dei trasporti, l'incl.ustl'ia nazionale nei limiti ~cl po.;sibile pronicle al rinnovamento e ripara zionc del ma terin le fcrroyim·io fisso delle r;eti statali, e cli quello delle ferrovie portatili (per queste ultime per circa 3.000 km. di binario), cedendo all'Autorità militare tutU i bina,t·i portatili posseduti e non strettamente indispensabili alle loro officine. Per gran parte invece, il ;materiale mobile delle F errovie di Rtato e Je locomotive per le ferrovie portatili pervennero dall'estero, ad eccezione di cil'ca, 1.000 veicoli. per queste ultime, che furono costruiti in Paese. L'indusL1'ia itali:ma, come le Ditte Ansaldo e Pa ttiso:n, curar0110 poi la costruzione di natanti per la navigazione interna, ed inoltre q uelhl di ,n avi 1Per trasporti marittimi. Per i tessu li provvi.cle completamente l'industria nazion:;1le, e fra le Ditte che maggiormente concorsero a soddisfare gli accrescinti bi sogni deJl'Esei'cito sono clu segnalarsi le seguenti: -

-

Ditte varie :t Biell:1; Ditta SELLA & c. a 0l"OCC .Mo><so (Biella); Ditta l\'IARZOTTO a. Valdagno (Vicenza) ; Ditta ROSS,I a Scblo;

-

799 -


LE AL'l'RF. 1NDUS'rltlE

-

Ditta _FOR'l'I (lanificio) a Prato); Lanificio Nazionale TARGETTI R D<.>sio e Verano al Lalllbr'b. \

Fra le industrie del cnoio e delle calzature, fra le molte che provvidero all'aumentato fabbjsogno per la guerra, .meritano c1i essere segnalate : -

Società Anonima GIOVA~_NI GTLARDTNI (conceria, calzoleria, sel lerie) a Torino); - Società Italiana 11er INDUS'l'RTF. · PIDLLAMI, CALZATURE ED AU'FINI (fabbrica di calzature)' a Varese; ·- Ditta FRATrnLLI P.ONAMICO SUCC. DI CfRLO a Bra. (Cune-o); - Sqcietà Anonima RETXA A. (conc('r\a e bflnlHtut'<') a Ga lliate e Milano. o

Per lH. fornitura clei legnami da cos trnzione concorsero \ efficacemente aJJa raccolta e alla lavorazione (segheria) le Ditte sottosegnate : -

D itta FRATELLI FELTHINELLI, segherie ,:L Vallombr osa, Camalùoli, P.Mcolungo e Piancastagnn io (Toscnna); SEGHERIE EJLETTIUCHrn ?lf!JJRIDTONALI a Valle di Pompei, Bagnoli, frpino, Laviano.

R.ela.tivamente alla motoaratura già ac-cennata a proposito della mobilitazione agraria~ giova citare : -

Societù Anonima Lg MOTOARATRICE a _M ila no; Sene.ila CONDUCENTI MOTOAHATH I CT a Cn>wona.

PERIODO DOPO LA GUERRA (1 9 18,19) · MATERIALI DA GUERRA RESIDUI = BOTTINO DI GUERRA · SMOBILITAZIONE INDUSTRIALE = ALIENAZIONE DEI MATERIALI RESIDUI . IL COSTO TOTALE DELLA GUERRA. § IV (A)

Materiali da guerra residui • Bottino di guerra.

Al termine dclJa guerra 1·inrnsero disponibili i seguenti materiali residui, oltre quelli cosl"ituenti il bottino di guerra, e precisamente : -

800 -


I MATER.CALI R_ESLOUI DOE"O LA GUitRRA

1°) Cartucce da fucile e du. mitragliatrice: - pr{'SSO le lTUppe N. 520.697.000 - ai Depositi centrali » 103.800.000 - in riserva in Paese >l 290.000.000 e cioè in totale N. 653.407..000, ciCra che è inter essante di porre a confronto con quella totale di 4.286.000.000 risu ltante dalla somma della quantità di

tali munizioni esistente all'illizlo della guerra e della quantità fabbricata du r a nte 111. guerra e ammontante a 3.(116.000.000; 2o) proietti d'artlglieria r <.'S idUi presso le truppe: ~ di piccolo calibro N. 15.804.000 - cli medio calìhro » 5.070.7rl0 - cli grande calibro » 303.210 » 3.389.000 - di bombarde - granate a mano >l 9.000.000 ed ìnoltre lflO circa di questi quan t itativi esistenti in riserva in Paese. E' utile paragonurc tali cifre alle seguenti:

I piccolo ca

Proi (' t t i

Esistenti ali 'inizio della guerra M:aJ1clati al fron te durante Ja guerra

I.

medio cal.

2.800.000

235.000

20.175

51.080.000

16.539.640

041.706

I

grande cal .

rammentando che l'impressionante cons umo di munizioni durante l'intera gnena fu di:. - 42.000.000 cli colpi di artiglieria; 1.000.000 di colpi di bombarda; - 22.000.000 di. bombe a mano; e che il costo clelle munizioni mandate alla fronte durante tutta la g ucrm, può ragguagliarsi a _circa 25 milia~di di lire. l}o)

Atmi 11ortatili e mitragliatrici. Oltre alle armi in d1stribuzionc a lle truppe e cioi! : - 1.000.000 di fucili ; 200.000 moschetti ; 5 .000 fucili automatici; 19.934 mitragliatrici; erano in riserva in P aese : N. 500.000 - fuc\li mod. 91 )) 706.181 - fucili mod. 70/87/91 - moschetti mod. 91 » 30.857 - moschetti mod. 70/87/91 » 3.587 - fucili mod. 70/87 » 610.81.9 - mitragliatrici » 5.]50

51

801 -


I MATERJALI RESIDUI DOPO LA GUERRA

4°) Bocche da, fuoco. Al 15 novembre 1918 erano rimaste disponibili le se-

guenti artiglierie (compreS'? le bocche da, fuoco controaerei e quelle dislocate in Albania e. in 1\!Iacedonia) presso le truppe e nelle fortezze: - di piccolo calibro N. 4.931 - di medio calibro » 4.075 - di grande calibr o >> 237 e cioè in totale 9 .243 ar tiglierie propriamente <lette, oltre a 4.864 bombarde, mentre in Paese, in riserva, vi erano : - J..000 bocche da fuoco dei vari calibri, - J..000 bocche da fuoco delle piazze matittime, del porti di rifugio, per la "òifes,1. antiaerea territoriale e per l'isti·uzione presso Depositi,. oltre a 1.'(00 bombarde.

* * * A questo ingente materia.le residuo deve essere aggiunto quello altrettanto abbondante ·per i Servizi del Genio, e quello di competenza di tutti gli altri. Servizi e che per la. loro varietà sarebbe troppo lungo di precisare ·111ei loro particolari; e sovra~ tutto deve poi essere computato il ricco bottino di guerra rimasto in mano nostra, dopo la vittoria di Vittorio Veneto. La consistenza di un tale bottino venne stabilita da un apposito Ufficio di ricupero, istituito <la.I Comando SUJl)remo, ed il suo a.mmontare venne stimato al valore di alcuni milià.r<li di lire. Fino all'aprile del 1919 continuando a far rastrellare tutto il terreno dove era.nsi svolte le operazioni, questo Ufficio fece raccogliere e scompartire tutto il materiale che era stato catturato e quindi abbandonato dal nemico; e quindi, provveduto subito a distriblÌire fra, Enti competenti i materiali immedia.tame~1te nti1izzabùi (metaUi alÌc fonderie·; a.ttrezzi e macchine agricole alle ,popola:doni; prodotti chimici illle fabbriche, ecc.), l'Ufficio fece raccogliere e ricoverare tutto il resto suddi.viden~ dolo in tre categorie : - armi e mnni?:ioni, - materiali del Genio, - materiali va rii.

Oltre a grandi quantità: -

di rna_teriale tele.grafico e telefon ico, locomobili, t elèferiche e lllllCCh i ne r elat ive (trn q11esti 7.705 apparati telefol)ici, 992 centralini e 9.602 km. di .filo).

802 -

\


LA SMOBILJTAZIONE INDUSTRIALE

-

di materi.ule da ponte (fra l'aJtro 15 ponti metallici completi di metri 25), di materiale rotabile (5.406 càrrl a due ruote e 12.886 car d a 4 ruote, slitte, ecc.), · _ di m;iteriale del Genio (100.189 badili e 102.457 gravine e molto altro ancora), di legnami (14.847 fosti da squadrare, 20.485 travi squadrat<!, 85:286 tavole, ecc. ccc.), · di materiale metallico (222.862 paletti d"i ferro, 166.926 elmetti, 18.179 scudi di acciaio, ecc.), di materiale chimico (182.634 muschcrc, ecc.).

Oltre a tutto qnesto ora. sommariamente indicato, si racco!. sero ,a ncora : -

-

-

-

-

27 aeroplani in perfetto ordine, più parecchi àltri deteriorati e motori di aviazione separati, 5.940. bocche dlL fuoco e l.876 bombarde, 574 artiglierie italiane e 481 bombarde da noi perdute nel corso della guerra, e tra le bocche da fuoco austriache erauvi: 4.109 cannoni Skoda da 75, 2 cannoni da 381, 3 cannoni da 305, 4 mortai da 420, 37 mortai da 305, 384 obici da 149 pesanti campali, l.340 obici da 100 campali, 812 bombarde da 240. 1.33r".833 fucili, 144.909 moschetti, 91.129 baionette, 17.778. pugnalì, 4.716 mitraglialTici, 8.107 mazze ferrate, 3.578 seiabolc, e 4.581..~60 bombe a mano. 164.606 proietti 'di grande calibro, 1 .175.672 <11 medio ca libro, 2.237.640 di piccolo calibro, 81.029 bOmbe di gra11de eaJibro, 188.069 bombe di medio caHbro, 354.890 bombe di piccolo calibro, nonchè proietti a liquidi spech1 1i : 12.563 di grande calibro, 161.639 cli medio calibro, 212.158 di plc. colo calibr o. cartucce: J.07.644.836 pPr fucilE·, e .J.0.545.230 per mitraglia b.'iC(!. 695 quintali di cuoio, 826.80tl ferr i da caval lo, et c. 'ecc. le bocchn da fuoco della. Piazzafor te cli Pola ; 622 caunoni, 56 obici e 51 mortai. armi por~atili ita liane r iconquistate: 25.7W fucili , 374 mitragliatrici, 1:453.497 cartucce.

§ IV (B)

Smobilitazione dell'industria privata riali residui.

Alienazione dei ·mate•

Dopo l'armistizio, che ha sorpreso l'industria nazionale in pieno ed intenso lavoro, il Governo provvide alla graduale smohilitazioiie, tanto dell'industria. stessa. quanto di tutta l'orga-803 -


1,A SMOBIL!'.J;:\ZIONF.l INOUSTH!AI, E

nizzazione milital'e per la quale e isteva una enorme c:ougerie <li svariati mate1·iali disserui11ati in zone estese e distanti tra

loro. Occone rammen tal'e èhe fin dal waggio 191tl, q uanùo la produzione di guerra, erasi 1·egolarizzHta e clh·enuta sufficiente a qualsinsi fabbisogno presente e fuLnro, il ~liuistero armi e munizioni ritornava, come S0ttosègreta1;iato, a far part.e del Mirnistero deDa guerra riruanendo tale fino al settembre dello stesso anno, trasforman{1osi poi da tale data e fino al termine della. guerra, in Commissariato generale per le armi e munizioni, facente parte del nuovo Ministe1·0 rper le armi e trasp'orti. Dopo l' armistizio, per la smobili tazione e liquidazione del materiale da guerra , fu istituito un Comitato interministeriale per la sistemazione delle industde di g ue1·1·11, il q unle ebbe a f unzionare fino al marzo 1920. Dopo qnestn, data esso venne sostituito da un Comitato liquidatore creato presso la Ragioneria di Stato. Il predetto Comitato interministeriale era presieduto dal Ministro del 'l'esoro e formu to dai Ministri della guel'l'a, dr.Ha marina, delle armi e trasporti, dei lavori pubblici e dell'indu -· stria.. E i?So delibera va : -

su r cscLssioni o modifica;;loui di contratti in cor;;o e:ou Ditte, ()Cr forniture cli guerra; - sulle assegnazioni di mutu·ic ()rime o :sl'mi-la\·orate l' ùi prodotti finiti, - derivati da forniture ùi gu<•rra, ad Amministrnzioui statuii, a Consorzi cd a priv[tti .

Il Comitato el'a integr.ato da un Collegio arbit rale per l a risoluzione di vertenze proyenienti da atti di liquidazione. Una giunta esecutiva, composta. di un P residente e cli 19 membri, e suddivisa, prima in due e ·poi in parecchie Sezioni, fu in generale iuca.l'icata della esecuzione delle cleliberazioui del Comitato : una Sezione della Giunta ebbe la dil'ezione dell a vendita. -dei roateriaJi residui, vendita che essa decentrò in gran parte a molti Enti militari provveduti di Consigli.o di Amministrazione, in sen o ai qua li veniva istitnita una Commissione tecnico-amministrativa per l'esecuzio1n e de11e vendite. P er invigilare suJropen1, di queste ultime Commissioni e _per stabilire bene quHli fossero i materiali da alienare, furono ;.; F' ~ ·Tr?/1 / I -804 -


LA Slli0BIL1TAZ10NE l NDUS'IRIALE

creàte 6 Commissioni suiperfori, ciascuna competente per ìa. ven· <lita, di determinate categorie di materiali, e cosi : -

u na per il mater iaJe automobilistico, · una per quello aè1 Geuio mjlùure, un a per gli irop hrnti :fissi, 1111a per il ma.teriale del çomUJissnriato militare~ (caserm aggio, vestiai·io, materiale sunittwio), - 1m,t 1wr i macchinari, - unn per il mater ia.le a er o11aut;c:o,

e più tardi ne · fu ist ituita una settima per analoghi compiti nelle Coloni e. 'l'utte queste Commissioni superiori ricevevano direttive da Uilla Commissione superiore centrale. La giunta esecutiva .stabilì i sistemi e la modalità delle ven<li te ed j relati vi pre7.zi. Poco più tardi, la istituzione snddescritta si dimostrò in-sufficiente e allora si decise di affidare l'Blienazfone del materiale a Consorzi speciali, in numero di 15, ciascuno compdente per una data. c:ategod a él i materiali, e cioè : 1° Consor7.io : accia.i sp1:chtli, 2<> Consor1,io: u t ilizimzione clei mater iali da gu<'lTH.

3° 40 5° 6" 7° S° 90 100

Consorzio : Consorzio : Consorzio: Consor:7.-io : Consorzio : Consorzio : Consorzio: Consorzio: 110 Consor zio : 12<> Consorzio : 130 Consorzio : 14° Consorzio: 15° Consorzio:

materia i<! telefonico, vendita dcll'aJ luminio, vendita del piombo, vendi tu dei prodotti ehimici <' delle mat<.'r ie coloranti1 ven<1ita della g lict:rina , V<'ndita ciel rame, 7.inco e lor o leghe, v<'ndita cli part,~ del le 4.000 tonnellate di qn<'brache, vendita· dell'anti monio, ven dita dei rottami metallici ra ccolti alla fronte, ut iliz:u1zionc degli Pi<plosivi, impresa magazzin i m ilitari, yendita mnteriÌ1li elettrici, tel<'gr afici e td<'fonici, vendita materia le sanitario.

Altri Istituti di indole amministrativa derivarono dalla, creazione dei Consorr,i ora detti, · e furono : -

un 'Cflìcio mater ie prime s iderurgic!Je. fucentc parte ckl Ministero dell'i ndustria, e ·consigliato dalla conv,,11iem:a di accentrare in questo Minister o la smobilitazione delle mntcrie prime siderur giche occorrenti a ll'indnstr it'l nazionale ;

-

805 -


l,A SMOH{Ll'l'AZIONE I NDUS'l'IUALE

-

Ufficio controllo dei Consorni, an r.h'c·sso preSf-0 fl M:lrl iStC'l'O dell' i11. dustriu.

11n

Nel corso del f 1JJn;i,ionamento di qnesti I stituti, -1.a prn tita consigliò parecchie modificazioni alle disposizioni e norme pl'ima date per Ja liquidazione èlei mate'riali: ed un 'alt.ra importa11tc> modificazione che cousistPtte nella soppressione della Giunta esecutiva e l a sua sostitnzioue con un Comitato liquidato1·e, p1·1!· siecluto dal Sottosegretario di Stato al Tesoro ed anpoggfa to n Ila R agioneria centrale dello Stato. Su questo ultimo ComitHto esercit ava un'azione di vigila nz,1 ,~ di controllo il 'omih1to i 11terministeriale . Verso il principio di novembre del 1920 si deci~e infine di affi.dare alla Direzione generale delle FrrroYie -d ello S tato l'ultel'iore a lien azione del matel'iale da guerra e 1a as egn azione dei rottami racl:nlti alla frout<>, con 111orme speciali ema nate dal Ministero della Guerra, per disC'iplirn1re le r elazioni tra la pr edetta. Di1·e;,,ione ge11erale delle F e['ro,ie ed i vn ri Enti mili tari, e 1e moda litù, ncconce per una pi IÌ prontn liquidazione. Dal sommario esposto de]J a fogislar,ione istituit a per l a smobilitazione i,ndustriale e per la liqnidazione ·del materiale da guerra, si rileva, c he non semp1·e furono g uida <1uel1u semplidtù, e quelln chiarezza di idee e di propositi c.he sarebbero state opportune· e uecessarie per ga rentirne la miglioee ol'gnnizzazion e ~pplicativa. Agli Enti direttivi ed e ecutivi prima creati se ne a ggiunsero e sovrapposero aHd 1più numerosi che la pratica dimostrò ao1cora insnfficienti: alle norme dettate in principio ve1111ero freqnentemente e c-ontinuam ente apportate del1 e moclifì cnzioni, t a nto che non è c1iffici1e immaginare ]a lrntezza e talvolta l a, c011fnsione coll,~ quali si svolset o le complesse opera- · zioni : e perciò·gli inevitabili contrasti tra i va1·i Ministeri e tra gli Enti militari e qu elli dvili eompetenti si l'isolvettero in un danno per Jo Stato. La legge ulla Contabilità generale dello S tHto, che aveva da lnnghi anni ing<>~erata mia poco agile consuetudine amministrativa nei ,·ari )Iinisteri, e che in nnlla era stata oppo1·tuuamente modificata pet· fa guerra. 1110n fu per facilitare nè rendere più 1p1·onte ·1e varie opC'razioni. Ad oini moòo la gestione per la liquidazione del matel'inle -

806 -


LA SM0BlLI~AZI0NE INDUSTRIALE

da. guerra, residuo potè ricuperare qualche miliardo ·d i lire, cui devesi aggiungere alcune centinaia, di milioni derivanti dal ricupero di somme abbastanza. considerevoli sul dovuto dallo Stato per forniture di guerra.

A proposito della smobilitazione industriale è da segmalare l'opera dei Comitati Regionali di mobilitazione industriale. Questi arnr,itutto si smoqilitarono congedando poco per vqlta il loro personale; e però prima si occuparono di smobilitare nel modo migliore le industrie di loro giurisdizione, tenendo · co:nto delle condizioni pa.rticofari di ciascuno, dei loro i,n tendimenti e delle loro effettive possibilità di continuazione nel dopo guerra, e cercando di evita.re qualsiasi da,n no alla mano d'opera da lie:enziare. Alcune i:ndustT'ie poterono senza difficolti\ passare al lavoro cli ,pace invocando ed ottenendo dallo Stato, attraverso gli stessi Gomitati Regionali, adeguati aiuti per avere le materie prime e per i traspor ti; mentre altre invece incontrarono serie clifficolt.à, per il licenziamento delle m.a estranze esuberanti. Queste nltime ricevettero però aiuto ed assistenza dallo Stato e da.i Comitati che prov-viclero al collocamento della mano ·d'oper a in altre aziende, ed assegnando sussidi per gli operai che non po-terono snbito trovare un'altra òccupazione. Infine a.ltre industrie, rappresentate da, grandi e potenti Ditte che più avevano prodotto ed in più svariati campi, dovettel'O superat·e seri osta. coli, sia per 1a: mano d'opera, sin per la mutazio:ne della produzione in quantità ed in qualità, e sia ancora per procurarsi eonseguenteJiie:nte le nuove ~naterie prime necessarie. Lo Stato, per mezzo dei Ooinitati Regionali, intervenne e fece il possibile non soltanto affinchè tali aziende riuscissero a, smobilitarsi al più presto ·e e,ol minimo danno, ma anche as:sistendole e consigliandole per realizzare le nuove prodnzionL Essendo evidentemente vantaggioso per l'era.rio evitare inùtili spese di main tenimento dei quadrupedi, la smobilitazione delle Armi a cavallo e. specialmente cl.ell' Artiglieria campale ed a cnvallo anenne urgentemente coll'alienazione dei quadrupedi ··- 807 -


IL COSTO DELLA GUERRA

esuberanti agli organici di pace. Ai centri. di mobilitazio11e di Artiglietia e Cavalleria spettò la vendita dei quadrupedi che dovette però effettuarsi in non favorevoli condizioni di mercato. P inita la guerra venne disp9sto IJ?er raccogliere sul terreno de lJe operazioni, i residui a bbandon~ti, · i rottami vai-ii ed i proietti inesplosi. 'l'a le raccoltn. fu affida ta ad Imprese private sotto la direzione e vigilanza cli speciali Commissioni composte in gran !Parte di ufficiali d'artiglieria essenziulme.1l ce preposti alln pericolosa mansione della raccolta e scaricamento dei nn mei-osissimi proiettj non scvppia.ti. L'esplosivo così ricavato ve nivtL poi destin ato acl essere trasformato e qtùncli utilizzato per preparare. fertilizzanti per usi ngricoli. · Dai brevi cenni qui fatti risulta chiaramente quanto sia F::tato laborioso il !Primo periodo del dopognerra. pe1· la E;m0hi.litazione delle Forze Al'mate e soprab1tto deJle industl'ie <li gurrra, che attraversarono una vera e diffic.:ile crisi. AnchP- questo quadro :finale doveva essere presentato al lettore, per segn are al uo giusto valore la gi-andiosità, dello Rforzo totale com piu1o dalJa Nazione italia na pei- snperare lutte le ardu e di:fficoltù delJn. sua guerra.

§ IV (C)

Il costo totale della guerra.

Anche il conto consnnt iYo della guerra, deve essere c.:onsicle1·ato per avere un'idea esatta del sac1·iflcio fatto clal Parse. DaJl'ottimo libro del colonn. di S.i\f. dr. F. Zuga.ro, stralciamo l'a llegato SpecC'hio molto significativo. Tutto considerato, e doè non soltanto l'Esercito ma altresi la R. Marina , il costo 'totnle delfa gt1erra sali acl oltre· lire carta !10.000.000.000, delle quali 60.000.000.000 riguardano le spese del Ministero della guerra e delle armi e munizioni. Dallo Specchio si rileva che la spesa <:omplessiva per fo armi e mnnizioni, più tutti gli apparecchi bellici varii, più la aeromau-

808 -


IL COSTO DELLA GUERRA

tica, e l'automobilismo e più il Gell1io militare (terreno, strade "' lavori · rela tivi) _porta, nd una spesa complessiva di òltre 20 miliarcli.

Titolo della spesa

·So.~ :::-- ... ::= =~ 03

i:Q

Spesa per 11 com battente (J.)

Spese_.di guC'ni-1. negl i anni (milioni di lire)

0$ J-.1)

-

351

J

1914-151t915-11-+91{!-1711917-1811918-191 1920 1 . ,( 6.188 8.{:110 8 .813 ·1.277 4 ..s-s

Spesa per le armi: l)C'X armi, m onizfoni ed a tlT<'7.7.i. bellici

I Tot..

4.534 34.300

I 1.086 0.360 5.594 3.337 2.5,ji 16.081

58

.LU

Aeron au tica

4

9

110

300 1. 0(1.J,

quadrupedi

~)

338

173

144

a utomc1.,:i

0,8

12

33

trasport i

0,2

20

94

33,1

42

2,0

12

32

176

94

761

730

1.085

0,4

10

i'i'O

85

86

128

113

472

35

BO

30

55

35

200

4-:1:1

14

1.988

85

66

24c

' 830

77

1B.'3

173

142

570

200

18t

273

2B3

1.001

058 1.386 1.739 1.817 1..371

7 .013

Spesa pe1: l 'a ru' bicnte (2) : Genio militnrc e civile S<niz.i ci,•ill <J uotil h·asport i

Libia

3H

· Totn le grncrn k' [ 498

P-

15

!

I

i

;

1_1.879 17.t49 11uin.) 111.010 115.684 19.747 164.110

(1) T utte le SpC'sc di vitto, Y<'Stiario, ecc., ver il ro:rnt t>n imento del s oldato dei quadrupedL (2) Sono le s11es e necesSilrie per i l. terreno lld l<' op<:rnzioni e delle r etrovie.

-- 809 ...


IL COSTO D8LLA G t;ERRA

In media ogni Corpo d'Armata ed ogni Divisione di fanteria nei varii anni della guerra richiesero, in miJioni di lire. le spe~e seguenti:

A n n i

\ -1--.· - --

Cor po d'Armata

Did><io11c fan t.

- - - - ' - - - -- - -

1915-16

-Hi

](lG

1916-17

598

217

1917-18

73,1

280

Còme è noto, di t ut te queste spese ebbe. acl occ11parsi una Commission e parlamen ta re d'inchiesta per im'estigare essenzialmente sulla regolarità dei c·onh·atti .d i fornitura, e trascurando di proposito l'esame del1a linea cli condott a tecnica dei varii Ministeri. Durante la XXVI legislatura (Sessione 1921-23) la Commissione stessa presentò le sne conclusioni in due ponderosi ed interessanti volumi. Ci restringiamo a rilevare da questi volumi la consolante notizia che, iu tutto il gigantesco maneggio di fondi dello Stato, occorsi in guerra, è stata confermata la probità sin dei Dirigenti delle Amministrazioni statali e sia degli industriali italiani, salyo alcun e piccole e sporadiche irregoJarità che francn mente non ledono que. ta conforta nte constatazione. · Ma il sacrificio :finanziario propriamcmte detto, non è tutto, ed è rmzi fo1·se il minoi·e. Bisogna mettere in conto anche il sacrificio ,d i persone dato dallfl 11ostra gente. La mobilitazione venne estesn. a bcu 26 classi di leva ossia ,ad un complesso di circn 6.400.0QO uomini dai 18 ai 44 anni, con U!ll b11 on rendimenlo cli 5.615.000 uomini reclutati, in totale, alla :fine del 191 (circa 1'87,6 % dei contingenti òi leva). Fra i combattenti, i quali. durnnte i vari anni cli guerra, fu rono Arma per Arma, nel n umero qui sotto segnato:

-

RlO -

'


IL COSTO DELLA GUERRA

Anni

i

fanteria

!

cava li.

l

nrtigl.

Gntio e aerona nticn

I

Speciu lità vtn·ie

I

'.Cotale

H2,'"i~OOO

45.000

180.000

140.000

210.000

1.500.000

1915-16

J .2~li.ÒOO

4ù.OOO

350.000

200 000

300.~

2.130.000

1916-17

1.808.000

42.000

(j[:0 000

2(i0.000

410.000

3.050.000

1917-.lS

1.710.000

40.000

520.000

2~0.000

500.000

:1.0:l0.000

1915

si ebbero 651.000 morti, 500.000 mutilati e invalidi, 947.000 feriti di cui 33,357 ufficiali. Risulta così la proporzione cli 1 morto per ogni 1,5 feriti, la qnal cosa stabilisce 1pe1· noi un sacrificio di vite umane s upe!'iore a quello degli altri Eserciti combattenti per i quali tale proporzione fu di 1 morto ogini 3 e più feriti. · ])i.fronte a questi dati l 'economista considera, in misura di moneta, altre perdite in più di quelle meglio appariscenti del denaro speso. Infatti : le ruorti in guerra, le morti per e11iderni e occasionate da lla guerra, le diminnite nascite, - i minori pron' nti agricoU (mancam:a di mano d'opera, consumo del patr imonio zootecnico, mancata. estlort azionc di ngrumi, frutta e fior i, ecc. ecc.), --: 111 d istr.uzione parziale ma e lentta del patrimonio forestale, - le navi perdute col loro carico, - il mi nor gettito ò e lle imposte, - l'irn1sprimento dei cambi Ed i.I rialzo cl<'i preni, hanno i.l lor o più gnlYe r.iflesso sul!~ finnnr.e cli un Paese . -

E ' a, notare in proposito che l' indice generale della vita, da circa J 26 nel 19lf'>., si elevò n 515 nel l!US, e che per rispetto a quem di anteguerra, i prezzi ciel 1.918-Hl salirono : - per il carbone a 10 volte cli più, - per l metalli a circa 8 vo lte cli p iù , - per il cotone a 7 yolte di pi ù, - per il petrolio a 2,5 volte cli l)iù,

sicchè tutto ciò, insieme eon altre perdite minori aumenta · con-

811 -


JL COST O DlsLJ,A GUERRA

siùerevolmente il c11rico fina n.1,im'io della Nn zione. -~ così approssimatinuuente, 11lla spesa in denaro debbono essere aggiunti aJtre 30.000.000.000 di lire. Concluden do, in cifra tonda, 120.000.000.000 di lire carta 1·a p1presen1:rno ]'a gg1·nvio totale che il P aese ha eroicamente sopportato per la p;uena, in più dei g1·avi dolori per congiunti perduti, delle ansie provate in talune gravi contingenz1,e d i guerra, nonchè de11e restrizioni alimentari e cli altro genere ptovvidamente imposte dal Governo. E malgrado tutto questo, ]a sparagnosa e frngalP nostra g<'nte hn saputo COi=;tituire <lei risparmi e c-ontribui re lai·garnente e sempre in crescente misura , non soltanto ni l'1'estiti di Stato (ai quali gli industriali sottoscrisse1·0 generosamente, impi-estao1do allo Stato gran parte dei profii:t i loro lasciati), ma nnche aumentar e gli investimenti in clustriaJi e di altro gcuere che, al netto dd clisim·estirnenti, seguirono l'audamcnto seguente : J913 1914 1015 lfll G

1017 1018

circa ml Li orli di lire clrca m'lli oni <li lire circa milioni di lire

132 127

79 milioni di lire 232 circa milioni di lire 1.332 cirè:l milion i di lire 3.035.

CÌl'CU

-812-

,


CAPI'l'OLO QUARANTANOVESIMO

CONCLUSIONI

§ I

L'ARTIGLIERIA ITALIANA NELLA GUERRA MONDIALE = L'ARTIGLIERIA CAMPALE = L'ARTIGLIERIA DA MONTAGNA = L'ARTIGLIERIA PESANTE CAMPALE = L'ARTIGLIERIA PE= SANTE= L'ARTIGLIERIA CONTROAEREA = LE BOMBARDE= LE ARTIGLIERIE PER LA DIFI;SA DELLE COSTE = IL MUNIZIONA= MENTO = I QUADRUPEDI = IL PERSONALE = L'ISTRUZIONE PROFESSIONALE .= LA M_A NOVRA DI FUOCO = I SERVIZI' TBC= NICI D'ARTIGLIERIA SUL CAMPO DI BATTAGLIA = I SERVIZI LOGISTICI D'ARTIGLIER.IA SUL CAMPO DI BATTAGLIA.

I volumi X e XI della Parte IV della Storia dell'Artiglieria,, riferentisi alla, guerra 1915-18, contengono tale complessità e varietà di materie, da, rìchiedere qui alcune conclusioni a guisa di sintesi delle cose dette, ed anche di utili considerazioni di ordine generale, specialmente circa le più salienti questioni di ordine tecnico e tattico che nacquero dalle esperienze della guerra, o che intravvedute prima e durante la guerra <~bbero conferma e sviluppo nel dopogu_erra. Giova avvertire che la trattazione delle varie questiorti sarà limitata ai risultati di vario ordine ottenuti durante la guerra e non concernerà pertanto lo sviluppo che le questioni stesse hanno potuto avere iin seguito. Conviene poi nota.re che è nostro scopo di presentare qui la dimostrazione del grande progresso compiuto dall'Arma in ogni caID1po : -813 -


1,'ART!GLIEUTA CAMPALE

-

nello spit·ito, 11ella pratici:t professionale e n ella inlziativu degli ufficiali dell'Anna, sia combattenti e sia tecnici; - nei proct•<limenti tuttici e parti.coh:n·me.n te nella tcènica del tiro; - nei servizi varii attinenti all'Anna; - nella tempestiva preparazione qmmtltativa e qualitutiva dei lll<'Zzi di lotta ; - nelle innovazioni e perf(•zioni1mcnti de l materlnle; - n<>ll'inimagim11·e tutti i provvedimenti e riJ)ieghl per il buon f unzionamento dell'Arma St('Ssa di fronte ni nuovi nwzzi di lotta apparsi di sorpresa durante la guerra (a,iazione, ga,; tossici, curr i u1·mati, nuove forme . dl•lla fortificnziq.n<' del campo di battaglio, <'CC. ecc.).

Infine ci piace di richiamare l 'attenzione òel lettore sopra un notevolissimo risultato di ordi~le intellettuale e morale prodotto dalla. guerra; inte{)ldiamo dire della Unità di spirito e di dottrina acquistata dagli ufficiali deJl ' Arma coll'abbandono delle a11guste idee delle varie Specialità alle quali appartenevano : idee talvolta un po' esclusiviste e talora leggermente nntagonistiche tra loro, pel' cui conseguiva l'istretter.za <li conretto e di giudizio, ed eventulamente manchevole armonia di reciproco con corso nella lotta. Dalla, grande guerra tutta, qnaA1ti:t l'Arma d'Artiglieria, riE:nltò un unico, potente e saldo stl'umen.to di guerra : le sue vnrie .Specialità non rispondono che a soli criteri organici e di ii::tru i.ione, diprndenti rssenr.ialmente dalla diversa potenza e rnobilitHJ del ma teriaJe: ma essemdalmente l'Arma pervenne n costituire u111 tntto nnico ed nrmonico, preparnto ad operare nrmoni<'11meilte pei- un o scopo comnne.

§ I (A)

L'Artiglie ria cam pale.

L' A1·tigli erin carnarnle. - la parte numericamente preponderante dell' Armn, destinata a combattere a più st retto cont::-itto coJl'Arma principale, la Fanteria, - entrò in guerra in eitato di crisi. P e1·fettamente pronta per disciplina esemplare r per quella istruzione professionale che era allora ritemuta la -

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l


L' ARTIGLIEJUA CA'.\ll'ALE

migliore, dovette attraversare uim crisi di numero e di materiale. Di fronte all' A1·tiglieria nemica che possedeva dotazione più alta di bocche da ·fuoco, la nostra trovavasi in condizioni cli inferiorità, .malgrado il valore e la perfetta istruzione professionale che, i n parte, riuscivano a compensarla. Le ragioni principali di tale strato di cose vennero ampiamente esplicate nei capitoli 'precedenti, e si 1possouo riassumere nella scarsezza dei fondi concessi anche dopo che una Commissione parlflmen~ are d' inchiesta aveva bene investigato sui bisogni indis}Jen - sabili dell'arma.mento . R.èlat ivamente al materiale veinnero già ampiamente d.e · scritte le vk<mde -d ell' armamento deW Artiglieria -campale prima della gue~·ra. I concetti tattici generali che si stabilirono nelle due ultime decadi dd secolo scorso, - dopo l'adozione della · polvere senza fum-0 e del fncile a tiro rapido e di caltbro ridotto (eon maggior numero di colpi assegnati al fante) - , conducevano tutti alla conseguenza unica ed imperiosa della celerità del fuoco dell'a,r tiglieria. E cosi come il generale Emilio Mattei fin -clal iSS9 ~1u alità di Deputato al Parlamento aveva. affei·rnato in u-na -discussione alla Camera sull'ordinamento dell'Esercito e .dell' Art iglieria, si imponeva un cannone da campagna di notevole rapidità, di tiro . Questo valente artigliere lasf·iò il servizio nel :predetto stesso anno e non ebbe modo, nella sua qualitù, di Ispettore ge:nerale dell'Arma, di pensare ~ studiare una soluzione nel senso sovra espresso. Tentntivi varii fatti da noi ed all'estero- ~Lvvicinarono gradatamente la, sohizione del difficile ,problema tee.n ico alla, per{ezione ru ppresenta.ta, dal ma teriale a deformazione, il quale, di ideazione germanica, divenne di attuazione francese nel 1902. Come fu eletto, in Italia nostri autorevoli scrittori. militari non si mostrarono favorevoli alla grande rapidità di tiro dell'artiglieria <'ampale e influirono così a far trascurare gli studi per una lrnona soluzione pratica che i nostri tecnici avrebbero potuto dnrci; e tutto questo avveniva ment re la scarsità numerica. drlle ij1ostre dotazioni di bocche da fuoco avrebbe dovuto con ~igliare in compenso, una elevata celerità di tiro. Comunque il nuovo materiale a deformazione si impose ; ma notevole fu -

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.


L' ARTIGLIJ;RJA CAMPALE

presso _d i noi il ritardo nel deciderne e poi effettuarne · la costruzione, sia per il tempo impiegato nelle diligenti esperienze di accettazione, e sia per la. .fabbricazione all'estero .presso la Ditta fornitrice che non ebbe alcuna sollecitudine a nostro riguardo, I nostri Stabilimenti militari, non appena nel 1902 fu di pubblica ragione che la. Francia aYeva adottato un materiale a deformazione, tentarono con buoni risultati a.lctme pratiche soluzioni del pl'obJema . Ohi scrive ebbe ·nel 1903 ad assistere a tiri di u1n materiale rapidamente e grossolanamente trasformato a deformazione dal ma.teriale rigido da 75 A. · Questo negli organi nuovi ed essenziali funzionava molto bene, ed avrebbe potuto servire di base ver studi ulteriori che, per mer ito dei nostri tecnici avrebbero certamente condotto ad una pron ta soluzione e quindi nel esperi(~nze ~olto più. sollecite ehe non quelle da espletarsi da una Casa estera fornitrice. Ma le Autorità competenti del tempo decisero di affidare la costruzione -del nuovo materiale ad una. Ditta estera, il che provocò molta perdita di tempo sia per avere il primo esemplare cli .prova e sia per le esperienze assai lunghe, durante Je quali i nostri tecnici ebbero a consigliare varii miglioramenti alle non poche imperfezioni. origna.li. L'Artiglieria campaie italiana, si presentò ana guerra con materia.le non omogeneo. Un certo numero di batterie era ancora armato col materiale da 75 A. rigido; altre, per il ritardò delle forniture del nuovo materiale Mod. 906, si ,dovettero ar, mare con materiale Mod. 1911 cli ideazione estera. Il vecchio materiale da 75 rigido fu 1p resto sostituito con nuove costruzioni ; ma. però durante tutto il primo anno di guerra si ebbe -crisi di materiale e in alcUJni Reggimenti, costituiti con scarso organico, mancarono molte batterie. Inoltre una grave lacuna nel nostro armamento eampule ,doveva venire sYelata dalla guerra, per la mancanza cli un obice campale della stessa mobilità del cannone da. 75. Era palese la necessità di una bocca da fuoco atta a compensare con m1 tiro curvo ed un proietto di maggior potenza, il tiro. teso e l a relativa.mente sca.rsa efficacia del cannone, specialmente in terreno montuoso. E tale necessità fu di fatto sentita primn. del]a ~

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L' ARTIGL!ERJA DA i'vIONTAGt\A

guerra (1906) ' quando fu posto in esperimento un obice da 105 anch'esso commesso ad una Ditta estera. L'esperimento fàt'to" cl.a noi giovò soltanto alla Ditta stessa, in qua,nto che dalle nostre prove risultò perfetto il materiale inizialmente pieno di imperfezioni e di difetti, e quando questo materiale, per merito dei. nostri tecnici, fu in tutto cor!etto e messo in condizioni di rendere ottimo servizio, l'Autorità decise di rinum:iare a questa parte molto importante del nostro armamento. Questa rinuncia obbligò, in · guerra, all'aclor,ione delJe cariche ridQtte del ca.n11one da calil/pagua, ed alla infelice applicazione al proietto di. una rosetta (di ideazione francese) intesa a provocare maggiori resistenze dell'_è:!!:ia. e quindi traiettorie più ~n:éve. L'Artiglieria campale fu portata agli scarsi organici pre-risti (anche per le Grandi Unità di nuova forma.zione) soltanto ,l opo il primo anno di guerra. In seguito, ossia dalla metà del 1flHì in poi, essa non subì aumenti sensibili, ma neppure delle (liminuzioni.

§ I (B)

L' Art.ig·Iieria da montagna.

L' f~.rtiglieria da montagma, :fin dal principio della guerra ebbe il sno materia.le di ideazione e costruzione ita1iana ; e poco

dopo e fino al 191.7 subi a umenti notevoli corrispondentemente al sentito bisogno {li questa artiglieria, non solo nell'ampia zolla montuosa alpii~a, ma anche in altre zone di terreno nelle quali erano necessari.e batterie di facile sposta.mento e · adat.tamento aJ terreno. In principio delJa guerra il numero cli batterie era scarso relativamente alla vasta zona al1pina da noi presidiata; e tale sc;a,r sità era stata soltanto compensata in qualche misura dalla istituzione di Batterie someggiate, armate col cannone da 70 A. sn affusto rigido (già ritirato da.lle batterie da montagna) e munite di salmerie .ridotte, atte al trasporto dei pezzi, e di solt anto un piccolo quantitativo delle munizioni. -

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L' ARTIGLlERIA l.'ES AN'fE CAi\ll:'AL'8

Malgrndo ci.ò, la deficienza, fu sentita fin <lall'inir,io della guerra, e tanto le batterie cl.a montagna quanto quelle someggiate e~bero aumenti molto considerevoli, che si possono desumere facilmente clHJlo Specchio B, del precedente Capitolo 4S 0

§ (l (C)

L'Artiglieria pesante campale.

Circa l'Artiglieria pesante campale fu pure ampiamente <letto nel Capitolo 48°, ·nel quale si è rilevata la scarsità iniziale del numero delle Unità e dell'armamento. Questa scarsità si ·fece prest o sentire in guerra. tanto che gli. aumenti delle batterie campali pesanti éli obici da 149 furono continui e notevoli :fino al 1.H17. Ma oltre alla scarsitù,-;~merica, fu pure bem presto isentito il difetto tecnico (anaJ.ogo a. quello già spiegato a pro-posito dell' arrnameuto cam,pale leggero) del tiro teso accoppiato a quello curvo dell'obice esistente, dato da un ca,nnone della stessa mobilità dell' obice da 149. Anche questa bocca da fuoco (obice da 149) era, stata chiesta ad una Ditta estera, e fu adottata dopo esperienze molto hmghe. necessade a correggere pa,recchi difetti nel modello pr·imitivo, e che fecero perdere molto tempo, mentre con tutta probabilitiì, uu.1 pl'ogetto italiano sarebbe stato in molto minor te~npo coronato da migliore risnltnto. •Inoltre, come si è notanto più sopra e come qualche studioso dell' epoca in cui venne acloi;tato l'obice da 14~ a.vefa già messo in. evidenza, anche i.I binomio « obice-cannone pesa,nte campale >> doveva, essere preso in considerazione - parall~lame11te al · binomio (< obice-ca~none campale leggero )). (~uest'ultimo binomio campale leggero. fn in consultamente spezznto con la rinunzia all'obice da 105 di {'11 i si è detto poc'anzi; il primo binomio pesante campale si tentò di formarlo prima delln, guerra con qualche studio e alcuni tentativi che però, non rnzionalmente · fondati, non portarono al1a desider::i t n sÒlu1.ione. Infatti si delineò e costl'nì nllora , insieme con altri sistemi , un c:annone da, 120 per l'ar- 818 -


L'ARTIGLIERIA P.l':$ANTE: CAMPALE

mnmento pesante campale, il qnalt~ risultò troppo pesa:p.te così c0me era facile prevedel'e (1) . S uccessivamente l'artiglieria pesante campale, completata col cannooe da 105 subì con tinui aumenti :fino alla fine del 1917, quali si possono desumere dallo Specchio B. del precedente Ciipitolo 48". L'ado,d.one ·d ell'obice ,da 105 avvenne pertanto e solo a guerra finita con materiale di preda bellica., mentre (]) Fin da quei tc·mÙi (:l.!)08) n ·a stata pro11ost:1 una soluzionP molto

:s('ill-

[;lice r icorrendo a d un p r incipio di :,;imi lit udine fami li rre a molti calcoli di ingC'guei:ia. Per un tale p1·inci.pio : i pe:;i d i. sistt"mi (boc,ca d a fuoco più a lf nsto)

t racciati in man ie ra ·cum;imi'e (tu tt i ' a ùPfornrnzione) e drlla stessa. ca t<?go ria obice con obice) si poi.sono ritc-

dt bocc.he da f uoco (cannom: con e:u1Horn! 1w re 11ruporziona[·i ui cubi d(>i calibx i.

Per co11st>guire la st~·ssa mobilità eol camionc• t• coJl"obice, basta por n· come base dei ca lcol i che i cllll' sisi;,·mi Rhbiano lo stesso peso. Ed alloru, in grnei:alf\ Pntrm'10 in g ioco gli C'lenl<'nli seg uf'nti :

~isr('rna for ma.to da b. n f . pi ù atiuS LO Cant Ltt'ri:,;tiche C,llllJ ,.

lt•ggero

CU11110l ll '

cam1i. vesante

obice

cannone

obice

pe:;o

p.

p.

l'.

P.

cal.ihro

c.

x.

X.

c.

Per i l pri ncipi.o cli sirn\litudiue, vn·stabiliti ,, qui nd i noti i 1msi 1>· e P. r ispettivamente per il ca nnone leggero cli calibr o c. e per \"ob ice pesau t(• di e;alibro c., si ha nno le relazioni p. = k. es; P . = K . 0 3 , cbllc quali ><i po,:;sono trarre i \'.t lnrl clei coetlicieuti. di sirnilitn<line k . e K .; (' "pn· lo stesso ]Jrinc:ipio si deve avere p . = K . x.; P . = k. X . da cni è facile ottener e i va lori d\-'i ca,libri x. e X. P er p . = kg. l .200 e P. = kg. 1.SOO, c. = 111111. '75, e C. = mm. 14~1, si r icavano qn as i esa ttnrnPn tc x.

= X.

= mm.

l.05

ossia la Ho l11zione elle si im1)ose pc•r la pratica cll'l la guerra, ma con ritardo e per altra viu p i4 lunga.

-

819 -


L' ARTIGLIRRTA P ESANT·E

il cannone da 105 fn c1ovnto dura nte la guerra. all' iniziativa della Oasà Ansaldo .

§ I (D)

L'Artiglieria pesante · L'Arti g lieria controaerea • Le bombarde.

L' Artigliel'ia che nel dopoguena venine denominata ipesante, al principio del conflitto era costituita dal Parco d' assedio di infelice memoria. Nel Capitolo 48° furono esposte tutte le solnzioni tentate inutilmente per dare organhzazio1;1e di Parco d' assedio ad un 'complesso di bocehe da fuoco antiquate, tutte I)('l'Ò inadatte per l' attacco di fortezze del tempo; e fu citata fa soluzione decisa all'atto cleJla nostra. entrata in guerra, solnzioinè non meglio delle altre corl'ispondente allo scopo, snlvo l' aggiunta, cli qualche esemplare di obici da 305 e di obici da ~80, tr::i.tti dalle batterie costiere di Piazze non minacciate. Fortunatamente . non si presentò la, necessità di veri assedi rli fortezze, e le bocche {la fuoco del P arco d'assedio pre·sero più opportun amente le funzioni di . ai'tiglieria 1pesa,n.te . A tnli bocche da, fu9co, esigue di numero, furono tosto aggiunte in via di ripiego : . - ar tiglier ie cli medio ca libro ckll'FJ,,;cr cito, giiL r ndiate rnn ancorn u ti li ; - àr t i_glier ie pure d l nÌ eclio ('(l ancht cli grancl<' cal ibro ·cl·dute dalla R. Marina ; - itlcune al t r e artigliE'r.ie u.Yu tc dagli Atl('nt.i.

In complesso al 1principio della guerra questi ripieghi assic·.ur·arono ·una modesta potenza cl.i Ar tiglieria di me,_dio calibro, e11 una modestissima di calibro gr'anèle; complesso che ad ogni modo avrebbe fornito un discreto contributo bellico se il munizionamento non fosse stato cosi sca1;so come effettivamente fu. Più tardi, quando l'industria privata :fin dai primi mesi del 1917 potè costruire in abbondanza munizioni e bocche da fuoco, FArtigliefia, .pesante divenne senza dubbio il nucleo più im portante e potente di t.11tta l'Artiglieria del nostro Esercito. -

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L' A.RTIGLlERf..\ CONTRAJmEA

Sebbene l'aviazione non fosse cosa, nuova e gi.à si avessero idee e concetti sulla necessità di -contrastare col tiro clell' artiglieria l ' azione degli aerei contro truppe, postazioni d'artigli eria, maga.zzini di munizioni, trinceramenti e centri abitati, ngli inizi della guerra, l'Artiglieria coutroaerea era pressochè inc•sistente, dato che nell'immediato anteguerra si era compìu to in proposito soltanto quakhe esperhnento saltuario e senza nna precisa visione degli scopi da raggiungere, su qualche esemplare di bocche {la, fuoco m1tiaeree, !Proposte dall'estero. Conseguentemente per ottenere l'indispensabile rea1.ione contro gli atei nemici, si dovette far l"icorso a vari.i ripieghi non molto €'fl:icaci, e si. dovettero sovratutto sottrarre bocche da fuoco dalle già spnrute dotazioni dell'Artiglieria campale. Più tardi coll'adozione di sistemi studiati di proposito per l'impiego particolare di battere gli aerei, come per esempio il sistema da, 75 antotraspor'lato della Ditta, Ansaldo, si ebbero notevoli migliorie, tanto che alla metà, del 1917 si potè avere una dotl1½ioinc~ di A1.'tiglieria, controaerea sufficiente in proporzione alle condizioni quantitative e qualitative dell'Aviazione nemica di allora.

* * * Gli studi sulla guerra russo -giapponese (1904-05) aveYano dimostrato la necessitlL di bocche da fuoco speciali che, indiip endentemente da.Ile artiglierie pesanti fossero atte ad a,gire più efficacemente che il ca,nnone campale contro gli ostacoli (reticolati) che la :fortificazione campale avrebbe impiegato i1n fo tm·o più esteirnmente che non nella guerra predetta . I giapponesi infatti erano fin da allora stati obbligati a riesumare l::i, horn ha rda degli antichi assedii, che essi aveva no fl?rmata per via cli ripiego con vecchie artiglierie disposte su affusti di fattura rustica e molto semplice. iVfa.Jgrado · tali insegnamenti, nell'a nteguerra nè da noi nè da altri tale questione venne comunque studiafa e tanto meno · -

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LE BOMHARDE

risolta, cosicchè nei primi. a,ttaechi alle pos1z10ni austriaeh e, si ebbe l'ingrata sorpresa per cui le nostre fa·n teri_e erano a1·restate da reticola.ti, hnvero non molto estesi nè molto robnsti, nta. che il nostro cannone non era stato in grado di demoli re 1ieppme in qua.lche j)lmto. Bd allora si fu costretti ad adottare in fretta dei modelli proposti da Di.tte italiane e da Case estere. E ' doveroso 1pertanto r ilevare che nel corso della guerra e a bhastam;a presto Je bombarde cr(ibbero di numero fin'o a 1·aggiu111gere quelle considerevoli dotazioni che risultano élnlJo ·. specchio B. del precedente èapitolo 48°.

Riassumendo qu anto fu esposto precedentemente drea 1a fonrn orgHnica ed il materiale della nostra Artiglieria , rwu si può fare a meno di rilevare <iome la preparazione sia stata man.. ehevole,· sia per de:ficiern/;e fin anziari.e e sia. ancora per deficienza (li 11111 pro1ìcuo studio cli qnanto emerso nella guerra r nssogiapponesc per- prevedere e qnindi provvedere alle nuove emergenze. Le alte Autorità élil'igenti ~ostre e straniere 11011 si ernno preoccupate della probabile nuova forma cli guerra che si sa 1·ebbe presentata, e 11011 avevano 1preso in esame le considerazioni e le proposte di studiosi che si el'ano dedicati a l a vol'i d' indagine suj più recenti fatti di gnerra e sui progressi già conseguiti negli armame_n ti. Continuarono così ad avere forzn qnegli schemi antiquati di guerra, ti:atti essenzialmente daJl a g:nerra del 1870-71, senza tener c011t.o che gli armamenti ed i m.c;1;zi di lotta era1w mutati, che alt r(~ guerre più recenti erano state combatt ute c011 nuovi mezzj e nuove forme, e che infine mrn evol uzione nella forma dellH, gne-::ra e1:a incominciat~ e si trovnvn in a lt ivo svolgimento . . Le deficienze dil-ettivc della preparazione,. che giù, ·in altri. punti dei Volumi X ed XI abbiamo lamezntate, ebbero altresì non hnon e ripercussioni sulla preparazione tattica. delle varie Armi, suUa. condotta di guerra delle Grandi Unità, e sulla. efficacia dei Rervi?:i in generale meschinamente predisposti. Vòlendo pertanto limitare per ora. queste considerazioni -- 822 -


r,r;; AR'I' IGL IERH•: PER f,A

DWESA DELLE COS'l'E

al numero delle batterie e sorra.tutto al materiale, vierie spOìil·· taneo il ri lieYo per cui è necessàl'io che ne)]o st~1dio della preparazione di nn a, guerra avvenire si ponga la massima diligenza scrutatrice, rhe si clehhaHo p1·enclere in considerazione le idee e le proposte di u:ffici Rli studi rn:;i e ]nngimi.t·anti) e che iinfì.ne s ia opportnno cli sperimen tare ace uratarnente sui possibili mezzi di° lotta fntmi. In fatto di .Artiglieria occorre poi che le supreme .Autorità ispieino la tecnica nazionale allo studio dei sistemi di · artigl ieria ehe per pote11r,n, per rnobi"lità,, per celerità di tiro e per altl'i r<~<p1is iti uncorn , . meglio r ispondon o a lle r:eeessil"ù, ,prevedibili clel l..i g-ueua avvenire, procurando <·osì che 111 011 abbi.a più n slic·eetlere C'he ar,iende ·private estc~re propo11gano sistemi cl~ Rrtigfo~rie che se a nche immaginati da egregi ing-egne1·i non rispondono però a JJe essenziali carattedstkhe miJitari. e In cni eost rn:r.ione ha sovratntto Jo scopo dell'alto g1w d,tg-1io ind ustriale per, l a Dittn coslrnttriee.

§ I (E)

Le artiglierie per la d ifern del le coste.

Nella guerra, 1915-18 l' A1·tiglierin da costn non ebbe ad opernre nel ca,mpo della propria Specialità,. Molto del suo person a le e del suo armamento, clHlle P iazr,e non roi na etiate ver1111e pOJ·tato ,dh1 froute te1.T estre per svolgere fnn:r.ioni -cl i nrtig·lieria pesante. Fin da I periodo deJl a nostra nentra]ità; clHJie Piazze tirreniche fornno tolti parecchi obiti. · tla 280, che abilmente cli.sposti ju regioni monta.ne sul confine treintino, su piaz,rn oJe ben ideRte, sevvirono ottinuuncm te dm·ante tnttn la. gnenn . A tali bocche <ln fuoco fin dal 1p.L'indpio d<>lla g-n err.a. forouo aggiun ti pochi obici da 80fi fabbricati dalla Cnsa A rm~trong cli Pozznoli, obici eh.e f.lerv irono come art.i.glieria pesante alla fronte, per la clemolizionè di qualrhe Forte nemi.eo e di. alcuni. pnnti rafforzati

particolare soliçlità.. A misura che l' in clnstria priYata est<~se le sne fabhi·i.ca.zio11i, altri esemplari dèll:ohice {la 805. cli buona potenza, m a 110n

CÒ'Jt

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823 -


IL ì1Il:l\I7.TO:s1..\)1ENTO

di grandissima gittata e un po' difettosi nei tiri di monta.gna a grandi dislivelJi tra batterie e bersaglio, furono mandati alla fronte a rinforzo dell'artiglieria pesa,nte che anela.va continuamoo.te· aumentando. Per quanto l'Artiglieria da costa, cm1siderata in linea genera.le, concorre neJla difesa, costiera, sarà detto brevemente a suo tempo nel Paragra,fo 7° di questo stesso Capitolo.

§ l (F)

Il muni·z ionamento.

Nel Capitolo 48° fu presa in esame l 'importante questione del munizionamento e fu rilevato che la sua preparazione non fu, per la ·guerra 1915-18, quella che avrebbe dovuto essere ~e un tempestivo esa,me delle condizio,n i dei nuovi armamenti fosse sta.1'o condotto colla· necessaria (liligenza investigativa e ricercatrice snlJe cause e sulle conseguenze cli tali armaJ,nenti. Circa il consumo di munizioni d'artiglieria ]e Autorità direttive, coer<~nti del resto aJlè idee antiquate su una rguerra futura, non si erano preoccupate del meschino munizioITTa.mento esistente; e neppure avevano preso in considerazione il cli.lemma : « o overe un lautissimo munizionamento che permettesse di attendere i p~·oclotti cl.i un'industria ancora da attrezzarsi e da or·· gr-mizzarsi, oppure un'industl'ia già prepa,r ata a produrre ampiamente iin modo sicnro non nppena. fosse prossimo l'inizio delle operazioni)). Fu fortuna per noi che lo stesso nostro avversario non fosse provveduto abbondantemente cli muinizio.ni, sicchè ci venne reso possibile di attendere, senza troppo danno, che '1'.a produzione in Paese si fosse intensificata al giusto 1punto. E fu an cora fortuna cli aver trovato un gra,nde Capo ed organi.zztLtore dell'industria quale fu Alfredo Da.lloHo, ed un'industria, privnta nazionale già ben predisposta nei suoi Capi e Dirigenti, così da ottenere in tempo relativamente breve ricche produzioni di proietti per le bocche da fuoco schierate alla fronte. -

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1 QUADRU PEDI

Già, nel 1916, dopo meno che un anno di guerra, il muniziona-mento affluiva alla linea del fuoco in quanti.tà sufficiente; e. poco .dopo, dal principio del 1917 in poi, non solo si faceva fronte se11za preoccupazioni ai forti consumi di munizioni, ma si era in grado di .costituire ricche riserve per fronteggiare con sicnrezza qualsiasi maggiore bisogno.

* * * Anche il munizion amento di fanteria era. sta.to preparato in misura. insu:fficie11te U)er la guerra, sebbene anche negli antiquati concetti sulle guerre future si r itenesse che il fuoco di fndleria, a.vrebbe dato luogo a grande consumo di munizioni, e pur prevedendo l'impiego di numerose mistragliatrici. Nei fatti, la guena stabilizzata, combattutasi nel 1915-18. diede lnogo a<l uno sviluppo piuttosto ridotto del tiro di fucileria, ma per contro acl. un largo impiego della mitragliatrice e ad un conseguente grande consumo di cartucce, In principio della guena, anche col numero ridotto di mitt·agliatrici in servizio, il consumo delle cartucce di fucile Mod. 91 fu così alto che le ~·corte prepal'ate appa,rvero insufficienti. E una crisi di {leficienza, che destò non poche ansie, fu snperata soltanto mercè hl stremrn opera dei nostri. Stabilimenti militari.

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§ I (0)

I quadrupedi.

I quadrupedi, come ,parte importante del materiale d'artiglieria, meri tano un cenno particola.re. Da.lfa ordinaria requisizione e ·aagli acquisti fatti· in Paese ed all'estero, si ebbero · in numero strettamente sufficiente i quadrupedi necessari : per la formazione delle ba.ttèrie campali, a cavallo, da montagna e someggiate, e pesanti campali; delle poche batterie mobili · d'assedio; e dei varii Servizi di artiglieria e di altro genere. -

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IL PERSONALm D' ARTIGLlEIHA

Dopo l'eliltrata in guerra, Je perdite, ma più di tutto, l'aumento ,degli organici der.ivante daJFaumentato numero delle Grandi Uni.tà di nuova forma,zione, fecero aspramente sentire la defici<~nza di questo prezioso materiale ; nè valsero gli. acquisti all 'estero ed i rist retti residui. forniti da.Ila, requisizione per assicurare i quadrupedi per tutte le formazioni. F nrono quindi subito necessa,r i dei ripieghi, e cioè : -

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in1111.Hzi rutto la r illu:don,:• degJ-i orgunic:i ùell(• ba tt er ie c;ampa li. co11 r;;enti ta del r f:'Sto da lla gnn-ru, stabi l izzata che si :::tan1 comba tt<>ndo; la soppre.«s.ionc' cl Pi rnrchi cl'.,\xtiglieria di Corpo d'Armata;

<'cl infi nl' e come migliore de!!L· soluzioni, l'ndor-ione del traino nwcc,mico pc' r 1P batteri<• mobili d'assc:> d io, p<'r le co.l.onnr.-munir-ioni, per 1'artigli<'ria. pr,rnnte, e f H:'l" tn tti i servizi genera li dcll 'Esc•rcito,

La, crisi di deficienza si ehbe sovratutto per l' artiglieria cla montagna e per quella. someggiata, per le quali il qnadrnpecle non è sostituihile nè riducibile d.i numero al <li sotto di . un limite ristretto. Così. dicasi 1per le salmerie ,d i fanteria,. A tale er·isi fu provvNluto con acquisti all'estero incontrando sacrifrzi finanziari 1Jon lievi, e con qualche rinuncia alla' qualità degli animali da soma. Anche per l'artiglieria campale si pensò per un momento di ricorrere al ·traino meccanico, ma il t raino ippico fu manlénnto, e fu b~ne ghicchè, come la guerra ·combattuta dimostrù e come .pa rtiMlari esperienz<~ confermarono, il traino meccanico per l'artiglieria da campagna, la rende troppo dipendente dal terreno e ne limita in qualche modo il movimento, a meno chf si disponga di trattori perfezionati che allora ancora. non e~i steva.no.

§ I (H )

Il personale

=

L'istruzi!)ne professionale.

I personali di ttitte le S:pecialità dell'Artiglieria e cioè ufficiali e .truppa, nella guerra mondiale diedero prova di ottime qualità morali e di perfeth1 prepa,razione professionale. Questo personale tradizionalmente noto per un sentimento di di~· ·-

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1


b'lST!tTJ ZIONE PltOF'l•:S.<aONALE DEL PEHSONALE

sciplina esemplare, per un' abnegazione ·a t utta prova, per tenace resistenza alle fatiche e ai disagi cli gneua:, era, tutto {ledito con passiooJe all'esplicazione clelJa propria. missione ed ispirava fin da] princiipio clelht campagna - cosi come poi la guerra <'onfo.l'ma ,,a - intPra fiducia. di un ecce)]ente eomportHmento tecnico -milJtare sulla lin<~a -di fuoco. Per 1111mero pertanto il Corpo degli ufficiali eomba,ttcnti non fu sn.ffkiente neppure per le scarse formazioni costituite all'ini-zio delLt p:1wr-r-a . Sovra tutto troppo l'istret.ta era Ju <:ateg-oria degli u:ffid.n]i. cli eomp"Jem.eo1to -che occorreva no n nmerosi per le più mocleste ma non meno importanti mnnsioni nelle batteri e. Tanto più la sci1rsit à, clegli ufficiali si fec~ sentire, qna11do gran cli anm.enti di reparti dell' A.rnw fnrono ri.<.:hiesti per J'arnpliarnento cleH'Bsercito. P.er il considerevole accrescimento del 1' Artiglieria pesante e cl.<~i servizi inerenti (osservazione, '(Tftki del tiro. collegamenti, ecc. ecc.). Le Autorità, è vero , provvidero subito all'istituzione di Corsi acceIPrati nelle 8cnç>le. ma 1pel'Ò Ja preparazione di ~ran numero di nfficiali -cli complemento fu alqnanto più fonta dell'aume11to del nnmero dei r epa rti, takhè ~li nfficiali combatt(~nti di carriera si cl.ovd.tero prodigare meri~oriarnente a colmare t utte le fac.une ,del servizio, disimpegnando oltre alle ma.nsioni proprie del loro grado anche quelle dei gradi inferiori. La, preparnr.ione professiot11ale era, da considera,rsi ottima alla s tregua dei vigenti concetti di guerra prima -dell'inizio <lelle operazioni e della relativa regolarntmtazione tattica, e nei Règgimenti dell'Arma er a stata curata per t r adizione, con . insistente diligenza. Le batterie erano tutte, senza, eccezione alcun a,, bene addestrate : queJle campali in con dizioni. cli spostarsi e ma.novrare eon rnpiditù, e perizia. in qualur1<fU(~ t erreno. L'acl- . destramento al t iro era a buon punto in tutte le Specialità per qnnn to riguai·da.va Ja batteria. isolata. Però, per difetto deUa regolamentazione tattica , le hatterie stesse non ,possedev::ino bel1<~ nè i principii, 111.è la pratica, nè la consuetudine di eser cizio di ciò che riteni'amo di dcnomiriare la tattica, del t iro, ossia, in alt re parole, di quella agile condotta del fuoco ehe va.le a ben distribuire il fuoeo stesso secondo il terreno, ma più di t ntt o seeond,o la disposizione tt1ttica. del bers~glio. -

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L'ISTRUZlONE Pll0FESSI 01'ALE DEL PERSONALE

Per chiarire il meglio p0$Sibile l'idea, r icorriamo a qualche est•mpio pri"Atico. Si tratti per mm batteria, ili ridurre al sllenzio ossia neu tralizzar<: una batteria avversuria : è evid<•nte che ìl tiro deve essere preciso allo scopo cli colpir e ìl · personale ed il materiale nemico che è immobile ed offre ber5aglio discontinuo e cli ridotte dimensioni. Si tratti inwce dì batter e una fa1~teria a.ttaccante a clL<;tanza r ela tivamente grande: devesi allora ri.flt'ttere che I.a. fuuter.la stc•ssa. sarit clisposta. ta tticaruente in parecchi scaglioni distm1zia t i tra I.oro in profo.ndità, e che lo scaglionamC'nto (distanza tra le schfrrc) è var iabil e dov<'ndo dij)e.nder e dal terreno e dalla clistarn-:a in tercorrente fr,L l'ord inanza iLttaccante e la. nostra fanter ia. Orn in tetreuo piiu10 e scoperto la profondità del.lo scagliom1me11to sarà piuttosto grande, mentn>, a parità dì d h:;tanzn, tale rwofoncl ità sarà minore 1tlìorchè lo scnglionamento avve11gt1 in t<·1-rcno più acc.iden tato o coperto dn vegetazione più o meno fitta. 'l'ale profondità poi, a par ità di ogni a.Jtra conclizlone, tende a diminuire col dim inuire della distm1zn dalla nostra fanteria, .fino ad annu llars i a distanza d'assnlto. Ora pcr battrre una, tale ordinanza di fant<>rht basta, ben poca azione cli fuoco per Co.I.p ire cd impedire l'avanzata delta esile linea dei t iratori di f uci leria; tatticamen te im porta iJl\·ece molto di più di colpire i r incalzi· e le a ltrc schiere r etros tanti pi ù addensate e più forti, I<' qua li sono esscnzialmcmte le più m inacciose in qmm to clw in c•,;s0. i<tn, t utto l'impulso potenziale che esse d11ranno a lle lim·c untistanti ver l'anrnzata <k Il' attacco. Ciò po;;to, dopo Ja opport unu ;,celta del proir·t to più nppror>ria to, il. fuoco d<' rn essere varia.mente distribuito in pr ofondità ,sc•conclo Ja vnrinb i.l.c profond ità clell.'ordinanza. attaccante. Il Comnndnnt(' di battcria, sul tratto tli fronte cllE· g li , vic'ne a,;s0gnalo, clc·ve, per così dire, indovinare Ja formazione tattica avversar.in e distTibnire il 'f:uoco dei suol pezzi in modo dR batter e a foudo tnt ta la, profonditit de.Ilo schiC'tiimento nemico. L 'az ione di f uoco d'attiglieria non deve css<·r e limitata su.l la linea dei tiratoti nemici col pr<·t<•s to che, f<:'rmata taJe linea l'orùinanza nemica non può llY:tJtz:u·e: una siffatta limitnzione costitu.irebbe pertanto u n proccdimeuto erroneo. Difatti. la l'inea de.i tiratori è esilc c qnincli da 1m tiro cl'nrtigfa·ri a anche· bcn rc•golnto ma l imitato con1To di ei:;:::a, sopporta. pochc 1wrd~te mentTe rimane poi iudenne tutto i.l resto della formaziom~ dì combattimento. Quando l'ordinanza 1wmica è soggetta al tiro di fuci ietiR, ancbe s<' fatto a grande d istanza, - poicl1è questo t iro r ieSC<' sc>mpre molto disp(·r:,;o in profondilh sul b1' rsaglio sparso, quale è rap1>rc•srn tato da tutt:t l'ordinanza for temente scaglìomtta in profoncl'i tà, - ìl tiro stesso produce P<··rditc, molto più elevntc che 11011. i l tiro esutto d ell'artiglieria :,mila sotti.le catr•na d i tiratori; e quando poi, a più breve distanza, .la catena si è molto adclcrn,ata coi r incalzi e. con le s0.!1icre r etrostanti, e · l'artiglieria potrebbe a.J.lora gi:avr.mcn w vulnernrla, le artiglierie debbon o di. soHto cessare il. tiro per non col.pite Ja, propria fllnterift; la ca.tena rinforzata dai rincalzi rC'sta, per ciò sottoposta solt:inro a l tiro di f ncilei:ia, cl.le praticamente risu lta 8cmp1:e alto, P mulgraclo la :::111L ceJ.eritit, di valore tattico quasi n ullo. 0

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L'ISTRUZIONE PR0FESSI0NAL1il DEL PERSONALE

Questo ragionauwnto :spkga i segu enti rilievj prati ci : - che col procedimen to d i f uoco .indicato, cioi) tli lm'azione d el cannone limitata sulla ca trna iw micrt, le perdite causa te dal tiro e:;:atto dell'artiglieria. con tro la cate11a salirnno a l 15% . mentre 1'85% era <lato dr! fucile benchè tu.le ti r o d i f uei Jer .ia r iuscisse nat uralmente tli!'<perso ; mrntr e v icE·versa., a. pl'ova d i q o:i nto affermato, <leY€Si r il(•n tr e che n ella gnel'ra 1!)15-lS, aJ.lorchè le fanterie furono disposte in tr incea ossia .in linea sottile, ed i l tiro d'artiglit ria non f u ad ( ssu limitato, J.a. pr opor.!:ionc delle I)E'rcl ite si eapo,·ol:se a fa n>rc d<'l tiro d' ar tiglier ia ; - che la li nea di fuoco attacca n te, - ad,l<>n:satiss;mu in po,,;i1>:ione di assalto o poco r,rima, e vu lncr a bilissima ad 1m ti1·0 nr cciso come que llo del cannone, - r<'sta quasi incol11nH· sotlo i I t ir o a n·etsari o cli fncilerhL: è clovc'rof:o. sggiungrrc elle forse oggidì In mitragliatrice cambierebbe un poco q 1.1C'St:1 condizione cli cose. Da qua n to pr<' Ct'rk risult:1 che Jl(~!la gu<'na. d i mo Yim~·nto ,;ni'lgent<'Si n0lla, forma, di qnella. prc'veduta. p1·imtL delli.L gl'a ncl e gueri:a, l'artiglieria ha ogni inteter('sse tL di:3:h· ibuire i l ;:;no t iro sn tutta la pr ofondità di un o sdileranw n to di fanteria predispos to per l'att;icco. 0

Altri numerosi esem.pi si potrebbero dare per dimostrare che -il fuo co cle1Partig1ieria cleYc, in ogni caso, essere adattato aJla situa.zione ta.tticit dell'obbiettivo, mediante una condotta del fuoco appropria.ta che permetta d~ raggiungere effetti massimi. Orbene in questo campo la preparazione del tiro ca,mpa.Je, per difetto della. regola.menta:r,ione ufficiale non · poteva. dirsi completa, sebbene il princ~pio or ora spiega.to fosse sentito e conosciuto da molti nffi.ciali, è da, essi cliscusso neJle Scuole di tiro e nelle esercitazioni tattiche. Però la. lacuna ora larnentat:1 non fu per nuocere molto nella g-uei-ra. 1Hl5-18 perchè il tiro dell'artiglieria dovemdo quasi sempre essere rivolto co11tro t rinceramenti, riuscì molto semplke ecl uniforme.

l\fa dove la. preparazione riuscì· in generale più difettosa, fn nell'esecuzione di tiri di Ra.gp;ruppamenti costituiti cl~ un

numero di ba:tterie più o meno grande. I concetti di una massa potente di artiglierie, - sia con azione eoncerntrata su punti ta.tticamente più importa.nti deJla -

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L'ISTRU¼IONU: l?ROi<'l.l:SSIONALE DE L Pl-:RSONALE

fronte nemirri, o sia c.:on nr,ione rar,ionalruente tlist1·ilrnita seeornb i propositi inttici d ei Capi, - non enrn o sfati intravve<luti. nè S\'ilnppati. nè affc1·mati nei R ep:olamenli tattici ge-ncn1 li. o d<> ff Arma. Del IJ)m·i non si ern provveduto alla p1·epn1azioo1e dei mezzi. 11(\ per l' organizzazione e )::i. pr<~p a1·a;,,i.onc del tiro. 11 è pel' i. collegamenti. nè per un'efficace e razionale esplo1·azione dei hel'sagli e per l'osservnzione clel Ur o. E prima della gnel'l'n neppure si riconosc·eya da t ntti. l'imp01·tan1,a dei Comrrndi cl'Artig'lieria delle (i1·ancli Unità,, t::-111to che non tutti ~Ji stessi ('omancli di Grande U nit,ì er ano consci clelJ 'importrinza tattica dei rli.peucl<'nti Conrnncli <l 'Artiglieria, e clel pot<>1ll0 mezzo <·he questi u.ltimi 1'app1·eseutavano per ben regolm.·e l'azion e tatlfra complessi.va <li tutta Farti~licrin clel1a Grnncle l"nibì, in m·monia ni progetti tattici stabiliti.. Quanto precedP l'ignal'da pi ù [)articolnt·mente l ' Artiglie1'in da unnpap;na cl<'lle DiYisioni cli fauteria e dei Corpi d'Armata e fo poc::t nrtigliel'ia pesa1Jfe campale cli.. pon ibile. Invece nell'Artiglieria <la fortezza e segJ1Htamen i·e nel Reg-· gjmento d'assedio, erano ::1 l>uou punto stncli ecl esercitazioni <li preparnzione de] tiro, ntilissimi per ottenere una p1·onta r<.•p;olazione tecni ca <l el tiro d elle batterie, ed inoltre um'av.io11e rool'clinata cl} fuoco cli g1·an n nmero cli batterie cli medio e pi<'c·oJo ealibro. G iit P~'l' i ti ri da for tc•iw;a ·, glì ' s 111ùi ' d e l Co loun. Jkl lini (JK!l:.1 ,. :,wc.:crssh·i) 1ll'I Cap it. Ho11agent(' (18!1G) dl'i ln 110:stnt Ar tiglieria :n'('Ya110 (•ond otto a :<tabi li re un IJuon compil·S><o ùi normi.' praticlle t• di stnmwnri pt•r la prepara1/.ione ckl tirn. Più ta r di (100 ) gli studi worico-vrntici ·d egli .\rtiglieri ,·apit. Cortl'><e e J·' a lcollc' ckl pred etto H,•ggim, 11 to c:m 1l rì ù11i 1·ouo a ù 11na l'tlkm·,• 1'><i.<'J1i;in11e lk l la 111·eparai:io11e del Uro da fort1•zza alla guerra c1·a,-:<edio, l' nt ls1·ro a p<1rre ](- fondmueota pt•r la pn•parazio1w <lf'J tlrn anche alln guerra campa](' ><tabill7.v.ata , quale fu quella combattuta 1wl l91;;.1s. A questo ampl iauH'n1o ,lri c.:011(·1•rti Qnt accc•1mati, dirdero ·un notPvolr. <!on tri ùu to anche g li studi d<'l capit. d' Ar tiglit•rla Ma tki so i Cowantli d ' Artigli,·1·ia ue lla guerra carupa le ,•d in quelltt ùa fortcz7,a, sullr com1micit1/.ioni 1wll'arLigliuia <' sul ti1·0 contro b<·1·sagli ro1wrci. -Cna srrie <li p~p<'rienz1' H que,;l'ultiILio Jll'OL)OSito furono pr.oYocnt,, e compinLe dal lo stesso cupit. Mattc• i al polip;ono cli Hrucciano, e· fornil·ono 1\tcuni cfati im-; r,01·tanti sulla 1.'Splorazion e degli obbi<·tliYi e sul tiro <>onh·o ber:sngl\ copPrti, da.ti c:lll' furono introdotti nella. Istruzione J)('r il tiro da fortt' zza. t·

N el 1908 u na Istruzione i:renernle sulla guerra cli fort ezza, accompagnat:1 da una dipendente Istruzione per l'Artiglieria -

R30 -


L'ISTftÙ ZlONE P LWFE$SI0NALE 01,:L PERSONALK

nella guerra ùi fort.ez.za, sancirono interan\Pnte le noùne. orgamfazative e funzionali dei Comandi d'Artiglieria di nn Corpo d'assedio o di una P iazza, e dei l'elativi Uffici -tiro, ossi.a degli Enti tecnici, ausiliari dei Coma,ndi stessi, per tutti i lavori particolari inerenti alla pre,parazione del tiro: lavori intesi cioè ad ottenere : -

u11a piil vrnnta r ego!a:.:ioue e ù l'flica c ia t1?cnic n d eJ · ti ro <ìeltc s ingole hal"tl ri e ;

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uua pi.ti ,.:ic u1·a. di:;lril.Jozionc degli obbi<'ttiv i fra. JI:' b~itterie :,; t(•:,;S<! ; Ja eo:stituz ioue imwediat a cli masse cl i batter ie, agenti in mnni<'ra con-

cowihlnte sugli obbiet tivi più imnm:tm:i ti, con fuoco eoncen trato e con t•R tr ema docilità n ella mano cl ei Com,lJ'.Jdi.

'J.'utto questo costituì la b.~se per l'estensione della, preparazione del tiro alla guerra campale, e così a t ut te le Specialità dell'Arma.

* * * Altra questione alla qua le era, stato posto mente per parte . di alcuni nostri ufficia.li di Artiglieria., è quella delle batterie siniulate, intese, concorrentemente colla migliore -copertura possibi.le delle vere ba.t~erie esisteinti, a trarre in 'inganno l'avversario ed a deviarne il tiro verso punti del terreno non occu-· pati. Speci4li petardi o castagnole, fatti scoppiare dalle batteri e simulate, dovevano simulare i colpi di batterie effettivamente esi!',tenti, colla eautela che i loro scoppii d:ovessero essere contemporanei con i co1JJi delle vere batterie effettive.

§ I (I)

La manovra di fuoco .

Con la preparazione professionale degli ufficiali ora spiegata. l'Arma, affron tò la guerra J 915-18 che :fin da ·principio assunse forme impreviste dalla Regolamentazione ufficiale al-


LA MAKOVRA DI F UOCO DELL'ARTIGLIERIA

J.ora_ vigente, ma, invece facilmente conciliabili colla spedale preparazione dell' ArtigJieria -d a fortezza e d'assedio. Su tuttf:b la nostra fronte, dallo Stelv{o al niare, le nostre forze urta.remo subito cont1·0 fortificazioni campali e contro sbarramenti di montagna cU non grap.de valore resistoo.te, ma ovunque se gli afforzamenti non avevano una, grande resistenza intrinseca, vicevel.'sa era vi l'ostacolo costituito da reti.colati di filo cli ferro che paraJh,zava lo slancio delle nostre fanterie, prive di. mezzi, sia cl.iretti (pinze, cesoie) e sia i111diretti (bombarde) per nentralizzarlo toglien<lolo di mezzo. Mancata fin dalJ 'inizio, per ragioni che non ci soffermiamo ncl esporn~, )iJ., · prontezza ad occupare fin del primo giorno cli guerra le linee fortificate e le .f.ortezze nemiche interamente sguernite o qunsi. Ja gnerra si trnsformò in una snerva!llte lotta cli trincee. nelJ::t, qnale le nostre forze attaccanti si. trovarono im1potenti., per mancnnza di. mezzi tecnici e per deficienza di a1·ti.g-lierie (cli bombar,de sperialmente), ad aver ragione di de·boli fortificazioni nemiche. Le necessità richiesero imperiosa,· mente la. concentra½ione dei mez:d 1 e cioè, imponendo l'impiego a,!]ln, 1\f.a~sa éli. fuoco d'artiglieria ben convergente sull'obbiet~ tivo, e obbligando d'alt ra parte le Specialità da campagna e àa. montngrn1 ad uniforma.rsi all'inquadramento, già consuetu <.Unal'io per )'.A.rtiglieria da fortezza,, la quale, per lo speciale car::ittere cl,.,Jla guerra era, divenuta Artiglieria, pesante nella battaglia campale. · Ecco in breve la genesi e l'attuazione del nuovo e basila.re principio di impiego dell'Artiglieria, principio nato da studi e meditazioni di m1teguerra nell' Art.i glieria cln fortezza, e in seguito sviluppntosi e divenuto generale in tutta l'Artiglieria, e gradatamente perfeziona.tosi. coU'esperienza di guerra. Un tflle im:piego, con un'espressione comprensiva , cl.ive~tata cor·rente in guerra, si appropria a svolgere la così detta l\:fa. novra, di fuoco, ossif-1. gli O[)portuni coincentramenti cli fuoco sui punti più importanti cl.e lla lotta, e la tempestiva convergente concentrazione sul punto decisivo, corrispondentemente a.Jle linee rl.el progetto tattico cli a.zione concepito dal Comando snperiore delJe truppe in battaglia.

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I SERVIZI 'fECNICl D~~LT/ARTJ.GLlERIA SUL CAMPO DI DATTAGLIA

§ I (L)

I Servizi tecnici d'Artiglieria sul campo di battaglia.

Il Servizio dei collegamenti dei va.rii Comandi tra loro, di questi coi loro osserva.torii e magazzini di mnnizioni, era, qnanto a mezzi, quasi inesistente al principio della guerra; e soltanto 1teJ.Ja Specialità da 'fortezzr1 si a,veva un'ip.eç1, abbasta,nza esatta ed una qualche pratica del servizio stesso. Le nuove esigenze d'impiego obbligarono anzitutto ad urgenti 1pressa,nti richieste cli materiali telefonici e di altro geo.1ere, raccolti non senza, di:f:licoltà e con inevitabile lentezza, e poscia a posare e stendere senza, un sistematico criterio tecnico delle l'eti estemporanee di comunicazione, che .risultarono complicate, non sempre sufficienti e che assorbirono ingenti quantità di materia.li difficili ad aversi dal Paese, reti che, .sparse per tutto il terreno a tergo della linea del fuoco, riuscirono fa. cilmente interrotte dài colpi nemici. Questi gravi difetti ini~ ziali si corressero a poco a, poco pa.rzialmente fornendo un'utile pratica di esperienza per tracciare buone norme per eventuali impia.nti successivi di comunica,zione.

* * * Il serv1z10 di osserva.zione del tiro, comprendente per a,n alogia quello della scoperta degli obbiettivi, era, all'infuori del1' Artiglieria da :fortezza, in condizioni rudimentali; in qnesta st~ssa Specialità era ancora suscettibile di progressi. Come è noto, il servizio cli osservazione deve 01perare in due modi di ordine. differente : -

l'una per l,L rego lazione tecni~a. del tiro sull'obbiett ivo, l'altI:a per il riliE•vo e la verifi ca tattica ùeg li effe tt i de l fuoco sull'obbiettivo stesso, prr la scoper ta dei nuovi obbiett ivi e [Wr il r ilievo cli variazioni negli obbiettivi gHt scoper ti .

Circa l'osservazion~ della prima maniera è evidente che se ogni batteria, indipendentemente ed individualmente dalle -833 5S


I SE IWlZI 'l'I<JCNICl DELL'ARTl (H,IERL\. SUL CAlVIPO DI BAT'l'AGLJA

altre, pone come meglio le riesce possibile i suoi due osservatorii, risulta. una sicnra COJ1fnsione nel servizio, con un forte dispendio di person a.le e di mezzi di collegamento, e con scarsa efficacia di esso per riguanlo a taluni obbiettiYi che, in linea straordinaria, pottebbet·o veni1·e assegna li alla stessa batle1'ia, e per l' osse1·vazione dei quali sin·ebbe1·0 indispensabili speci ali mezzi (a e1·ostati, ue1·ei) messi a disposizi.one soltanto del Comando superiore. T utto ciò val quanto dire che il set'vizio di osser,·azione deve essete più acc-entrato, e pertao1to di.sposto da nn Gomanclo d'Artig·lierfa supe1·iore (per es. di Divisione opp111·e di Cot'po d' Arrnnta) tenendo conto : ~

-

del c-0111.:ctto cli bH;:<' della 11111110,Ta ùi fuoro <' ch•II(• ;:11(' pr obnbill vi-· cenclr; ù!'l ln posizione ù1· II P battc•rie t· degl i obbirttivi da bn LI ere, non cl1è elci t(' lTl'll(I;

e tutto dò mira:nclo :illa massima economia di ,personale e cli . mez:d . OcC'orre ancorn che quei Comandi, che hanno a òispo-sizione mezzi ·speciaJi <li osservazione, come aerostati ed aerei, somministrino -conYeuiientemente i mez¼i stessi , i n generale ridotti di nnmero, impiegarn1oli nel modo di miglior rendimento e conceclencloli temporn neamente agli Enti tattici che ne hmrno necessità. Al principio della guerra nnlJn di tutto ciò era. i:itato pl'eveclnto dalla Regohlmentazio1J1e tecnica , nepp nre nelJ'A1·tiirlie1'ia da fortew;a, ed il deli.cato serYi¼io per hl rcgola¼inne del tiro funzionò in modo alqmrnto im·omposto ed ineflkace. l'vfontavn p n1·e il pe1·s<mal,e nl]e11n to aJl'osservazione dall'aereo o <lnl pallo(ne ed affi::i tn to col pi'lotn. Col procedNc della gnena il servizio ebbe a migliorare , e finì per assumete forma e fignra me~lio defi nite e molto meglio conispon <lenti ng-li scopi, <·on rn.:1ggiore <'C'O nomia tli personale e di. mezzi. 'l'ao1to più ,oet:ol'l'e che il servizio cli osservazione sia istituito ,dai ,p iù eleva ti Comandi d'Artiglieria, in quanto l'ossel'Va zionc tattica del tiro e la stpperta cl.egli obbiettivi possono, in parte più o meno cospicna. l'isnlta.re coinciclenH nell o sJwzio con fa osservazicxne intesa all a regqlazione t ecnic a del til"o. Ed allora ri uJta chiarnnwrite nnn grande econ omia di mer.zi e di pcrs.onale., e quasi sempre uorn mag-giore effici enz::i delJo stesso servizio . -8.~4 -


I Sll:RVIZI 1'FìCNICI DELL' JRTIGT.,J f;;'RJA SUL CAMPO Dl TlA'fTAGLlA

L'osservuzioue dell:i seconda maniera ha prevalente importanza tattica mentre per alcuni riguardi conserva la. prevalente sua. indoJe tecnica . Fissa è indispe.nsa bile per sorveglia.re gli effetti generali tattici del fuoco, e per correggere in tempo un non perfetto conceo1tramento di tiri prestabilito; in una parola per regofare nel miglior modo l'accennata manovra di fuoco. La hinzione <li questa seconda ma:niera di osserva.zio'ne è par-· ticoJarmente delicata e va aflìclata ad ufficiali esiperti, delega.ti dai Oomandi tutte Jc Yo]te che i Comandi stessi non stimino, come spesso è conveniemte, cli risiedere durante l'azione perma~ nentemente nel migliore degli osservatorii sta,biliti. Importante e difficile missione del servizio di osservazione è Jn, scoperta. clegli obbietthi. Questa può essere effettua ta me<liar1 te l'esplorazione terrestre compiuta : -

da. 11flìeiali in pnttng!h' . dagli ord in nri O><f<E'r nltOri i i:t>LTE'>'< Ll'i, oppurC' dn li '11.<>r Ol"la to o clall'nerr.o.

L'esplorazione terrestre che in alcuni. terreni (pe1: esempio di montagna) dà buoni r isultati, deve di. regola riferire i.I più esattamente possibile la, posizione dell'obbiettivo per rispetto :i Ha pcsir.io1 ne raggiunta dall'osservntore, posizion e qnest'ul~ t inrn che (l.e11e essere esattnmente stnbilita sulla ca.rta,; ecl inoltre rilevare qneHe forme ·del terreno attorno all'obbiettivo stesso r.J1e in teressano Ja regofa?:ione ed efficacia tecnica, del tiro (in clinnr.ione del terreno a.vanti e dietro all'obbiettivo, forme del tel·reno stesso ove l'obbiettivo è situato, copertura cli questo, sno mnscheramento eventnale, pnnti dai quali l'osserva:done t <~c: nict.L clel tiro è più fa<'iJe e eonveniente). L'esplorazi,one terJ'Pstre è.1pe1·ò di. solito poco impiegata perchè sovente di r iùscita ,llentoria , e. perchè più sovente anco1·a. vietata in modo asso~ lnto dalle posizioni del nemico. Ihwreo e l'aerostato so:110 mezzi molto efficaci cli scoperta, rn.a pe1·ò non J'i escono in g<~neraJe a forn ire utili clati sulle forme fl.el terreno nei dintorni dell'obbiettivo. P rima della, guerra era s tnta pl'eveùnta l'assegna?.ione di aerostati ed aerei al Parco ·cl.'asseclio, ma nuJJa venne fatto in realtà. Durante 1a. guerra t:1Je asseg1rnzione f:u fatta, e p1·esto si formarono buoni osser·


I SERVIZI 'l'ECNJ.CI DliJLJ/ ARTIGLJEJRIA SUL CAMPO DI BATTAGLIA

vatori aerei ben affiatati coi piloti, i quali contribuirono efficacemente alla scoperta degli obbiettivi coperti alla vista degli osservatorii terrestri. Nella seconda metà della, guerrn per opera di fisici e di scienziati addetti ai Comandi d'Artiglieria, si tentò e si ottenne la scoperta degli obbiettivi oolla fo:notelemetri·a , procedimento fondato sulla determina,zione della sorgente del suono degli spari di una ba,tteria nemica, per mez:~o di speciali np(P::irecchi. L'Ufficio del tiro è organo dipendente ed interamente aderente a.l Comando superiore d'Artiglieria _ed è incaricato dello studio cli tutte le ·disposizioni per l'impianto ed il successivo svolgimento delJa manovra di fuoco. Esso, interprete degli or<-lini ,del predetto Comando superiore, provvede a.Ilo studio dei dati e ,degli ordini da impartire ai Comandi sottopos ti, ed alla prepara.zione e distribuzione di tutti i mezzi (carte, schemi, strumenti, P-CC.) ehe valgono a rendere unitaria, facile, pronfa e docile ai. voleri superiori, la complessa azione di t ntta· lr:L dipendente a1·tiglie:ria.. Questo organo <li comando, concepito in tempo di pace e 1p erfezionato nelle ordinarie esercita,r,ioni dell' A.l'tiglieria, d'assedio, fu in grado cli funzi,o nare subito e bene durante la gnerra, traendo poi utili migliorie dall'esperienza.

* * * Altro impol'tante servizio inerente alla studiata: preparl:lzione del tiro è il servizio topografico facente parte integrante dell'Ufficio del tiro, e già sperimentato su modesta scala. fin dal tempo di pace. E ' noto che la preperazi.one d~l tiro si fonda su una carta topografìça (o quanto meno su schemi di carta topogmfica.) ,del teueno sul quale sono poste Ie'·nostre batterie e gli obbiettivi nemici. Sulla ca,rta sono segnati esattame1.11te in scala: -

.

gli appostamenti delle nostre batterie; que.lli de lle batterie e posizioni nem.i clle g iiì. ,;cop0rte : s ul la carta verranno pol segnati di mano in mano .i nuori obbiettivi s uccc>~sivnmente scoperti;

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836 -


1 SERVlZI '.l'l:;CNICI DELL' ARTIGLIER lA SUL CA:MI?O DI BAT'l'AGLIA -

-

le posizioni degli osserva tor.ii e di parti.coìari ca phml<li ; e s itl ht carta stcss:t viene poi a ncora lTUCcint:L u na q uadrettatura nuill•' r a ta, 1w 1· la. pit1 pronta. ed E·snttn dC'signa½i one elci , ur i punti del terre no.

La carta topografica così preparata viene distribuita a tutti l~ fino ai Comandi di batteria, che se ne servono per l a misura delle distanze e élei -dislivelli, per la. determinazione di punti del terreno per intersezione ecc., nonchè pet· arte1>. particola,ri operazioni di puntamento indiretto. In proposito è conveniente ra.mmentare che alcuni utili str umenti erano dati non solo a corredo del servizio topografico, ma a,nche dei Comandi varii, fi no a quelli cli ba.tteria. 'l'ra questi strumenti, oltre a righe gradnate e rapportatori grafici gradua ti a millesimi, ' ' eranvi : i Coma.udi

-

il gon iomet i:o modP!lo Cort,•se-1i'iUcone. (tluto 1111n• a l!,? battl'ri,•) l'd il CC'r c hio di puntauwnto irnmagirnHo da q uesti s t(';;si cl11<' artiglierì; iJ n•golo di eo11vet·ge11za (logaritmico) p< T il rapido e sicuro . ealcolo ckl la co1-r~·zione n Ila cl ir e;,;ione ,rnl L'obbi1:·t.tiWJ, forn i tn clall'o,servalurio, e 1weessaria J)L r ottener0 la c1 irP?.i011e p(•z7,o-has<> de lla ba ttc•tia s ull'ulJJ)i0 t tiYO stesso, nouc bè l e conC'r,ion i a i ppz.7,i di unn, ba tt er ia. riSJwtto a l J)t·z?.o-base, rwr la eo11eenrrazi on e dt'i t iri ><u un pun to prefissato d~·ll'obbi<'ttivo mt>d <'f<imo.

Le carte era.no preparate da, perso:naJe specialmente esperto del servizio di cui trattiamo. Gran cura era <ledica.ta. al t racciamento delle curve orizzontali di livello, perchè queste permettono la esatta determinazione cli posizioni di un obbiettivo per mezzo del così. detto pro:fiiatore, sulla base cli nnn misnr n azimutale rispetto a,d un caposaldo di ben nota posizione e dell' angol.o di sito dell' obbiettivo stesso, eseguite da un osservatorio <~sattamcnte noto di posizione e di quota. Il 1Profilatore, come il regolo, sono dovnti all'allora capit. d'Artiglieria, Alfonso Ma ttei. Le necessità. pratiche della esatta scoperta. e determinazione di posizione degli obbiettivi, nonchè della configurazione del terreno presso gli obbiettivi stessi ispirarono, fin dal tempo di guerra, l'idea della determi nazione fotogrammetrica . degli obbiettivi, di cui si dirà, più innanzi.

-

837 -


I Sl':RVIZI T0CNICI DELL' ARTIGLlERtA SUL CAMPO

I)[

BA'l'TAGLIA

§ I (M)

I Servizi logistici d'artiglie.-ia s ul campo di battaglia.

Per qua,nto rignal'da i -servizi logistici dell'Artiglieria, è a 1·ilevare che la nostra Arma entrò in guerra con servizi for mati con criteri an tiq na.ti per q nan.to concerne l'Artiglieria da campagna e da montagma., inconsistenti o quasi per le Specialitù. pesante campale e d'assedio. L'Artiglieria da t am pag11a. (così come la, fanteria delJe Di visioni) si l'iforniva di munizioni clàlle Colonne-munizioni, ippotrainate, trasportanti munizionamenti, in quantit;:'1, mon proporzionate ai consumi che doveva.no rrevedersi, con cani di antico modello, eccessivamente robusti e pesa.nti, esdusivamente vincolati a, percorrere strade buone e quindi non ada.tti a terreni comunque varii e accidentati. Le predette Colonne-numi-· :doni -ttaevano rifornimento dai Parchi cl' Artiglieria di Corpo d 'Arnrnta., pure costituiti, come ]e Colonne~m1mizioni, con materiali antiquati ed ippot1·ainati. Ambe-dne questi organi di rifomimento di mnnizioni assorbivano un gran mumero di quadrnpecli d.a. tiro ed. era fadle prevedere l a loro insufficienza in rapporto a.i prevedibili consumi. In una. guerra. di rnovimer,to caratterizzata dalle celeri avirn7.ate, questi scaglioni cli rifoi::. nimento avrebl,ero ben presto richiesto la. formazione cli ·magazzini stabili di munizioni a distanza relativamente breve dal tergo delfo truppe operanti, e Jo spostamento periodico cli tnli magazzini a scadenze pinttosto frequenti. In guerra. stabilizzata come la, nostra , le Colonne-munizioni furono sufficienti al loro servizio; i Pa rchi di Corpo d'Armata si mostrarono ~n:pel'flu1 e vennero aboliti; e nello stesso tempo le G?lonne-muni7.ioni. furono vantaggiosamente sostituite cla Se,doni di a.utocarri ehe permisero il collorarneuto di rnagaz7,ini stabili a. distain ze reJativamente grandi daJle truppe da rifornire. P er i grandiosi rifornimei1ti, resisi necessari per .i l grande consumo di munizioni specia.lmente dell' Al'tiglieria, pesante, si utiJi::,;zò al mas-simo la ferrovia fino a punti il più vicino possibile nllc truppe, e poi l'autocarro 6.no ai magazzini di baHeria oppure a quelli di -838 -


I SERVIZI TECNI.Cl OELL' ARTIGLIERIA SUL CAMPO DI BA'.J;TAGLIA

Gruppo. 1~ col prosegnire della. guerra si istituirono magazzini più grandi presso ]e teste di linee ferrovia.rie, cla,i q ua,li. attingel'e, mediante gli autocarri, rifornimenti più pronti [Per le batterie operanti. I)er l' i,.rtiglieria cla montagna, le salmerie delle Colonnemunizioni ecl i qnadrnpecli dei J?aJ'chi di batteria furono suffi cienti a.l traspo1:to cle1le munizio1n i dato il non grande raggio di a,zione delle operazioni alpine nella guerra mondiale. L'impianto cli teleferiche da montagna riuscì ad alleggerir.e il lavoro cli trasporto affidato aJJe salmerie : però nelle operazi-0ni cli rnontagun risultò comunque moho gl'ave il rifornimento di munizioni all' ArtigJieria pesante. Bast a riflettere che il trasporto cli un colpo da. 210 r ichiedeva un mn.Lo, e che colpi di calibro superiore non poteva no essere trasporta ti che a pochi colpi iper volta su autocarri speciali cli grande potenza ed a piccola, velocità, sempre quando eslstessc nnn .buona strada di montagna ad immediata prossimità delle batterie.

¼

* *

Nel Capitolo 48° si è ampiamente esposto tutto il complesso servizio d'Artiglieria accennando ai cliv<~rsi rifornimenti cni esso doveva. provvedere. Fra questi è degno ,<li nota il rifornimento di bocche da fuoco ]og;ornte dal tiro, rifornimento che rPse necessario costituire delle riserve stabilite in zona di operar,ione, e che fu aggravato alquanto a. cansa, dei n nmerosi scoppi. di bocche da fuoc,o avvenuti alla fronte. Inoltre per l'intf•nsità llel fuoco de11e batterie, d 1e dura.va. talvolta. per parecchie gio1:1rnte · di seguito, i guasti del materia]e .e le necessarie ri:para;1,ioni, - ad evitare Jnnghi trasporti :fin nell'interno del J->iH~se e lunghe asse11½e dei materiali ·d alla. fronte, - richiesero J,1 eostitnzio11e di oftkine ravvicinate alle postazioni e cli sc1uadre di operai specializzati, da mandarsi direttamente alle batterie per le ripa.razioni di mi11or momento; ed infìne anche l'impianto di irnto-officine attrezza.te con mezzi acconci, per riparazioni aJ1chc impo1·tanti, spint e fino ad immediata vicinanza de1le batterie stesse. -

8:39 -


.AMPLIAMENTO ORGANICO DltLL'AR'l'IG LTERJA

§ Il

SVILUPPO ED EVOLUZIONE DELL' ARMA ATTRAVERSO IL PERIODO BELLICO = SUNTO DEGLI AMPLIAMENTI OROANICf DELLE VARIE SPECIALITA' DELL'ARMA • ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA, DA MONTAGNA E SOMEGGIATA, PESANTE CA.1VÌ: PALE E CONTRAEREA: ARTIGLIERIA PESANTE ED ARTIGLIE= RIA DA FORTEZZA • EVOLUZIONE DELL'ARMA D'ARTIOLIE· RIA ATTRAVERSO IL PERIODO BELLICO • LA NUOVA REGO~ LAMENTAZIONE SANCITA DAL COMANDO SUPREMO.

§ Il (A)

Sunto degli ampliamenti organici delle varie specialità del= l'Arma : Artiglieria da campagna, da montagna e S'omeggiata, pe, sante e contraerea.

Per l'Artiglieria, da campagna, dopo vari tentennamenti nella scelta del materiale, per ogni Corpo d' Arma.ta mobili· tato per la gu~~rra venne deciso l'arma.mento di 96 ca,n noni di vario tipo, con affusto a. deformazione, senonchè queste Grandi Unità, entrarono effettivamente in campagna con un numero ridotto di bocche da fuoco, per le seguenti cause : -

ic;carsità di materi a i,~, destina zione di batte.r ie ad altri impiegh i (dif< sa coutraE'n 'lì), fonn a zio11<', fin dal principio delle operazioni, ili 11u0Yc Grandi Uni tà, a llP qual i l' aS!>Pgnuzi onc di artig lit•ria c• bl)e lnogo i,;otttaeudo1w pat te dal le Unità mobilitatP_.

Altre neeessith di guerra, (Libia, AJbania) contribuirono ancora, a diminuire l a dotazione çl.i artiglierie campa.li dei Corpi d'Armata,. Sicchè sirnteticamente si può dirf\ che ,per il primo anno di guerra, l'Artiglieria da campagna fu in crisi per <lefi·cienza numerica di bocche da fuoco, tanto che le Grandi Unità dell'Esercito ebbero alqua:nto meno di quella, non lauta asse~ gnazione di artiglierie campali che er:a stata :fi.ssata nell'a.nteguerra. All'atto dell'entra,ta. in campagna i Reggimenti era no in numero di 39, con 1.452 pe1,zi da 75 complessivamente, più 32 -

840 - ·


AMPLIAMENTO DELL 1.illTfGLIFRIA DA CAMPAGNA E DA MONTAGNA

pezz~ da 75 del R eggimento a cavallo. I Reggimenti furono pre· sto aumentati a 49, e nel marzo del 1916 vennero formati alt ri 3 Reggime11ti cosicchè alla fine di quell'an no si avevano 52 Reggiment i con 371 bat terie; qua111titat ivi · però soltanto nominali, perchè a causa di perdite e di altre ' dest inazioni , si aveva.no in linea a.Ila fronte austriaca solta1i.to 340 ba.tterie con 1.484 bocche <la fuoco, e cioè con una media assegnazione di 41 pezzi per .ciascuna Divisione di fanteria. Soltanto nella, prima met à del Hl17 i Reggimenti fur0010 cost ituiti t utti su 8 batterie. Nel maggio del 1917 venne decisa la formazion e di altri 3 Reggimenti, e poco più tardi di a.Itri 4, sicchè in totale i Reggimenti furono quindi 59, i quali, prima. del nostro r ipiegamento al Piave erano così riparti:t i: · -

55 Reggim en t i al !e Grand i Un ità 1 Gruppo dis taccat o de l G6° R <'gtimt•llto 1 Reggimento a cavuilo 4 Regglrn1mti con b:1 lt<'rie da po::;i,,iom · a trniH,o mcccnnico

batter ìe 440 )) ))

4 8

))

32

in tota le batt~-rie 494

Nel ri1piega mento al Piave si ebbe la. perdit a di circa 2/ 3 di mate'r iale e di numerosi .quadrupedi. La perdita in mat eriale mercè l'opera energica del Ministero delle armi e munizioni e di tntta. la. nostr a in dustria privata, fu pareggia ta, in pochi mesi. Ricostituita così l'Artiglieria. ca.mpale, questa l'ima.se senza variant i :fino alla fine della guerra. Lo Specchio B. a.n nesso a.I Capitolo 48° espone sin teticamente lo sviluppo avuto dall'Art iglieria ,d a ca.mpagna, e da tutte le altre Specialità, del1' Arma. Al principio d'e lla guerra, si aveva l'assegnazione generica di circa 1,9 pe:r,zo campale per ogni 1.000 fucili; alla :fine della gnerra essa, risultò di circa 2 pezzi per 1 .000 fucili., in consegu e.11za della diminuzione del numer o dei fucili nelle Grandi Unità dell' Esercito.

* * * L'Artiglieria da montagna entrò in guerra con 50 batterie (200 pezzi da 65 con materiale a deformazione di modello -

841-


AMPLIAMENTO DELL'ARTIGLlERTA PESANTE CA:\IP,\LE ill CONTROAEREA

prettamente italiano) ; l'Artiglieria someggiata con 108 pezzi da 70 A. a,d a.ffusto rigido 7 stato ritirato da poco alle batterie dà montagna propriamente det te. Durant e la guerra ambedue l\·! Specialità subirono aumenti rilevanti: e così l'Artiglieria da montagna alla noie del 1916 aveva 82 batterie, e quella someggiata. 7(i batterie, quasi tutte su 6 pezzi; nel 1917 e fino al termine della guerra le batterie da montagna salirono a 100 con 379 pezzi, e quelle someggiate rtd 84 batterie con 367 pezzi.

* * * L'Artiglieria pesa'.n te campale, dalle prime 14 batterie costituite nell'anteguerra con obici da 149, all'inizio delle operazioni passò a. 48 batterie format e con gli stessi obici con 192 pezzi in totale. Dopo rilevanti perdite per scopipii di obici, lentamente sostituiti con nnove costruzioni della nostra industria privata, la Specialitù, fu integrata coll'elemento can none, ed aJia, :fine del 1916 conta.va 40 batterie di obici da 149, 42 batterie cU cannoni da 105 e J 6 batterie di cannoifli da 1oi : tntti cmmoni fabbricati dalla Ditta Ansaldo. Nel 1917 e fino al ripiegamen to sul Piave gli aumenti furono considerevoli, tanto da arrivare ad un imponente complrsso di 841 bocche da fuoco suddivise fra : -

121 batt<•r le di obici dn 140, 54 batterie di cannoni da. 105. J6 bnttl ri.e <li can noni dn 102.

Le gravi perdite subite nel s urldetto ripi egnrnent o fnroa10 colmate abl;rnsta.nza presto, e l'organico ora indicat o fu, con lievi v~1rianti, conservato fino al termine della guerra.

I/ Artiglieria contraerea, come si è già, accennato più sopra, all'inizio delle operazioni era in fase <li studio spel'imentale e quindi praticamente manca,nte : a questa deficienza, si sopperì con ripieghi di ogni gene1:e, e cioè con bocche da fuoeo da. 75 -842 -


All!PLIAM~~NTO DELL'AR'.l'IGLIERIA PESANTE:

Mod. 906, con cannoni da 75 A. su affusto rigido, con antichi cannoni cam1pali di bronzo da 87 disposti fotti su installazioni di ripiego. In seguito si portarono in linea nuovi materiali come il cannone ·da 75 su affusto a candeliere ,d isposto su autocarro, e con tali materiali ancora nel 1915 vennero formate 6 batterie. AllH fine del 1.916 si avevano in. servizio 22 batterie da 75 di cui ·10 mobili su autocarro, e 12 da posizione; ed in più si avevano 315 p<>.zzi isolati, 292 mit ragliatrici, 4 treni blindati ed nltre battel'ie campali da 75 adibite allo speciale servizio i:mtiaereo , me1ntre in Paese, fuori della zona di operazioni, si avevn.no delle instalJazioni di ripiego armate con cann oni da, 75 A. e 87 B. per la, d_ifesa dei centri abitat i. Queste ultime installa-. zioni di ripiego, ·nel 1917, in occasione di altri aumenti fatti alla Specialità furono vantaggiosa.mente sostituite con nrnteriali migliori. Si qc1ottò così una speeiale installazione l\Iar-<.:hio1nni per cannon i da 75 A., e si raggiunse l'organico di 12 batterie da 75 CK. su auto, 26 batterie da posizione da 7i) C., :1.9 batterie più 10 Sezioni da posizione da 75 A. su installa:doni March'ionni, 12 batterie e 15 Sezioni da posizione con materiale vario: complessivamente si ebbero in organico 69 batterie e 25 Sezioni, e tale organico si mantenne pressochè inal- . terato .fino al termiine della guerra.

§ Il (B)

Artiglieria pesante e artig-lieria da fortezza.

T>nl Parco cl' Assedio, che ent1·ò in guerra con 46 batforie (]32 bocche da fuoco) , con l'aggiunta di artiglierie 1p receden. tement e radiate, di artiglierie tratte dalle Fortezze non minac<:iate, e di bocche da fuoco avute dalla R.. Marina si raggiunse una discreta, me sempre insufficiente dota,done, di artiglierie pesanti di medio· e di grande calibro. Alla, :fine del 1915 si poteroo10 costituire : -

843 -


. A:1-fPLIAMEN'.l'O DELL' AR'.rIGLIERJA PESANTE

-

331:: bat terie di <:ui 44 di grande calibro

-

1H9 di m edio calibro (700 p ezzi); · 90 batterie di Iliccolo calibro (344 pezzi); con un totule cioè di 1.225 ùoccbe da f uoco.

-

(&", P<' ZZi);

~~ misura che la nostra industria. privata·potè intensi:lìcare la costruzione di buone artiglierie, si fece luogo ad aumenti considerevoli di questa nuova Specialità, alla quale furono desti-· nate in grande numero altre compagnie di Artiglieria da fortezza per il serviz.io delle batterie. Alla. fine del 1917 erano in servizio: ~

-

157 bochl' da fnoeo di gran di:' cnlibro, 2.J.32 di. medio cu. libro, l..159 di. p iccolo calibro; co.n nn coruv tesso di 3.448 bocclw dn fi10ro.

In oècasione del ripiega,meITTto sul Piave anche l'Artiglieria pesante subì gravi perdite, le quali pe1·ò furono ripiana.te in pochi mesi grazie all'energia, ,d i l avoro della nostra indust ria p1·ivat a. La Specialità subì poi alti·i aumenti, cosicehè nel 1918 si ottenne un effettivo in linea di circa 4.000 bocche da fnoeo . L'assegm1zione generica di artiglieria. di piccolo e di medio ealibro, era all'inizio della guerra di 2-3 pezzi per ogmi -1.000 fucili : a.lla fine del conflitt o mondia.le, tra tùtte qnanfe le Spe~ cialttù. cl' Artigli.eri a, si raggiunse la. 1p roporzione di 10,4 e più pezzi per 1.000 fucili. Alla ba.ttaglia cli Vittorio Veneto la, speeiale concentrazione di bocche da fnoco portava, la proporzione stessa H 21 ,1 pezzi per 1.000 f ucili. All'ini,,;io della, guerra vi ernno complessivamente 860 bocche da fnoco di vnrio cali.bro nelle Fortezze costiere e terrestri. Già primti della, guerra, in posizione :fissa. di. m.onta,gna, si era disposto wn certo ·n umero di· obi.<:i cla 280 tratti dalle Pia7,ze marit tim.e non rnina{'ciatc. Per questi obici si fece uso di spe· dnli paiuoli st udiati. dall'allora colonn . 1VCaglietta del nostro (lpnio militare, paiuoli che diedero ottimo risultato. Dopo le prime ostilità, cla.lle varie Piazze minacciate si trassero parecchie bocche da fuoco di medio e piccolo ca.libro che passarono a. rinforzo clell' A1·tiglie1·ia pesante, ed inolt re quasi tutte l<:· a.rtiglierie degli sha1Tarnenti snlla fronte austriaca, presero parte, come artiglieria pesante, alle az.ioni delle truppe. E' da -84'!-


BOMBARDE

notarsi che in parecchi sbarramenti montani, le artiglierie disposte sotto cupola furono sistemate su instal1azioni Maglietta o consimili, in pòsizioni defilate, in vicinanza ma fuori delle opère permanenti, e ciò perchè tali nostre opere offrivano resistenza insufficiente all'azione del mortaio da 305 austriaco, come del resto l'esperienz~ di guerra sul F orte Verena (prospiciente ,all'altipiano di Lavarone) ebbe chiaramente a dimostrare.

* • * In riguardo all'Artiglieria da trincea devesi rilevare che soltant o nella seconda metà del 1915, assillati dalle ineluttabili emergenze della guerra si ricorse a Ditte private nostJ·e e al~ l'estero per procedere ai primi acquisti di speciali armi adutte che si chia,marono bombarde . A metà del 1916, istituito il Ooripo dei bombardieri, si adottarono bombarde da 50, da 58 e da mo, e s i diede commessa per il materiale di 169 batterie con circa J .400 armi attive e 450 di riserva. Alla fine del 1916 si ebbero in c-~fficienza 157 ba,tterie (7 da 50 ; 80 da 58· A. e B .: e '70 dn 240). Qu este batterie furono a.umentate ,d i numero nel 1917 fino a 176 Sezioni autonome e 160 batterie dei vnri calibri su 8 pe½zi ciascuna, di cui 60 batterie da 58 A . su 12 pezzi.

* * .. Al 15 novembre del 1918 presso le truppe e le fortezze rima sero le seguenti bocche da fuoco : -

bocche dn fuoco d i piccolo calibro bocche da fuoco di rn<'dio m li bro bocche dn fuoco di grande calibro bombarde

N. 4.931

» 4.075 )) 237 » 4.864

ed in più: -

bocche da fuoco varie 111 r ise:rnt bocche da fuoco nelle Piuzze marittime e nei P orti ù i rif ugio · bombarde di r iser va

-

845 -

circn. N . 1.000 »

)) 1.000 » 1.700.


MUNJZIONA:\'lEiSTO DELL 1AltTIGI,Il':'RTA

* * * Cil'ca, il Munizionamento dell'Artiglieria, è a, nota.1·e che insieme allo sviluppo dell'Arma devesi anche comprendere que1lo relativo al munizionamento, ossia dell'elemento indiF>pensabilc per dar vita. alle ba,tterie. Le fallaci idee che nell' anteguerra imperayano nelle Artiglierie dei vari Paesi circa il consumo di munzioni, hanno essenzialmente contribuito ad una loro insufficiente preparazione quantitatfra. Per mon ripeterci rima ndiamo il lettore al paragrafo 1° di questo Oa.p itolo ed ::iltres'ì. nl precedente Capitolo 48°. Dai dati di questo Capitolo si rileva che all'entrata in campagna, non senza sforzo, il munizionamc11to total e esistente era : -

()('l' il cannom• cnmpall· clu i:i a t iro molto rapido, di 1.500 colpi per

1wzzo; -

pc>r le bocc lH' dn tuoc •n ppsnn(l l':lmpu l i (obi<·<• da 1.49) (l i 800 rol p i 1wr :;iezzo; p<'r Il P ar co d'n!-!-Pcllo, sc-.co11<10 la SJWCi<' E'd 11 c>a libro cll'lle a r ti1?li<'r i0, s:i 111·cvano dis])o11il1ìll 1ht 600 11 l .fiOO ('olpi JJPr Jlt'?:ZO;

quantitath-i tutti ini=:nffi c:ienti per eseguire tiri rapidi in bat~ taglie che si prolnnga.vimo per •parecchie giornate . .Le necessità, della guerra i:::i imposero perta!Ilto ben presto pe1· ottenere dal Paese un adeguato incremento nell a fnbhri <'azione delle munizioni, la qnale, mereè l'assiduo lflvoro della nostra industria priva ta . in tempo relativamen te breve mggiunse un gettito imponente. Alla fine d.eUa guerra , snlla ba se dell'esperienza, l 'Amorjt,ì competente stimò che ·la qnam.tità di munizioni oeeorri>nte p::r una ~iornata di fuoco fosse di : -

-

100 colpi prr nrtig l i<ri<• di p ircolo calibro, 75 colpi p<T ortigli('r ie di m('<iio Cltlibro, 50 colpi p<>r nrtiglic>r iP d i grnncl<' calibro .

Pur riteneudo accc>ttn bHC' ]a cifra per il grande calibro, ~i:rn10 ..ael parere che di fatto, nella guerra 191i'>-J 8 i consumi Jer il medio e iper il piccolo cnli.bro f:liano stati alquanto supe~iori a quelli sopra segnati. Comunque le seguenti cifre mo-

846 ·-


l\H; NIZIONAMENTO DJ3LL' ARTIGLlERIA

strano la sorprenclenie qnantità, delle munizioni fabbricate e ili quelli consumate. Colll una produzione sem1we erescente, nel n:iHggio 1917 si giunse ai seguenti quantitativi disponibili : -

17.350.000 colpi di piccolo calibro, 2 .534.000 colpi di uwùio <.:!'I.libro,

, 8.000 colpi dì gninck ca libro, .

con dotazione per pezzo molto varie, ma sempre a1tissirne l'Ì· spetto a. quelle dell'inizio della guerra. Così a.Ila data suindicata si aveva.no: -

come cj!re p iù nlte : ----: 642 colpi per pezzo da 2.54, - 2 .047 colpi per il cannone da 120 L ./40, - 6 .776 colpi per il cnnnol'.le dn 75 cln. cnmpngnn;

-

come cifre minime : 58 colpi per pi:zzo per il cnnnoor da 203, - 592 colpì per il cannone da 152, - 965 colpi per il cannone da 57.

E' utile il raffronto di questi dati eon q nelli già, indicati per il muniziona.mento totale per pezzo al principio delle C!,ti!i tà, per rileva.re la notevole differenza. tra ciò che f u il rc>almente necessario e le previsioni cli anteguerra; e per ammira re quindi ancora il grande progresso compiuto -d alla nostra industria. Oosl ancora : l•) a ll'iI1izio della gu('rra t'l'H ll\J dispon ibili in to lll lC' 3 mi.lionl di colpi; 2<>) a lla f1ne del 1916 f:< i avC'va n o prr i var i ca libri a disposizionP i seguen ti

nu m<•ri di colpi : N. 13.5i0.8,2 - colpi di piccolo calibro - colpi cli medio cali bro l> J..906.303 )) 53.454 - colpi d i gr nnde calibr o P-cìoè in totale N. 15.539.719; men tr e. dal. princJpio clellfl g\Wrra fino fil termine dc•] 1916 i cowrnml furono i seg uenti : N. 7.811.881 - colpi d i piccolo calibr o )) 2.268.758 - colpì di med io Cl\li bro )) 100.400 - colpi ùl grunde calibro e cioè in tota le N. 11.1Sl.4!l6 eorriStlotHlenti ud u n consumo medio giornn.lirro di c\rcn N. 19.000 eolpì. I l totalr dei colp.i f11 bbrìc11ti fino a lla fine '<lel 1916 r is ul ta dunque di N. 26.121.215 colpi.

-

847 - -


MUN!ZIONAl\fEN'L'O D1i;LL'ARTIGLil1:R1A

Nel J!l17, urcrc:;cluta:,;i nncor11 la produzione si ebbero tlli,ptmiblli ttlÌ'i11cit·ca I seg11enti quantitativi di colpi : - colpi di piccolo cnlibro N . 17.(!50.000 - colpi di medio culibro ll 2.534.000 . )) - colpi cli grande <:alibro 78.000 • e cioè in colale N. 20.000.000 clrcu. So) Alla fine della guerra r,·siduurono le s eguenti quantità di munizioni: - colpi d i piccolo culibro residuati N. 15.804.000 - colpi di medio calibro residua.ti » 5.070.730 - colpi di grunde calibro r esic1uati » 803.219, e ancorn: - colpi di bombarda r esiduati N. 3.889.000 - granate a mano residunte » 9.000.000. 4<>) Un 11tih· confron to è oJfrrto tlnl dati seguenti:

Bpoch e - - - - - - - - - -- - - -

· l

N 1unEn·o ptoiotti

picco!~ ca!.

esiatont.i :ti!' inizio guorm

mandati alla fronte durante tutta la g norri\

I medio cal. r grnndo cal.

2 .800.000

235.000

ò1 .086.000

16 .539 .640

NorA: il costo di mtto gn,.,sto !Dllni:;\ionnmento può raggnagliursi

20 . 175 641.706 II

cir ('a 25

miliardi cli lir ,?. 5<>) Il consumo totn le di munizion i durnnte tutta la guerra fu: - 42 milioni di colpi d'Hrtiglkrio, 1 milione di colpi di bombarda, - 22 milioni di granate n muno.

Tutte queste ultime preceden ti cifre inducono a riconoscere che le preoccupazioni che prima della guerra tormenta.ano alcuni studiosi e previdenti ufficiali erano completamente giustificate.

* * * Circa H munizionamento di armi portatili, dai dati del Capitolo 48<> si deduce che anche per esso, il prestabilito confezionamento quantita.tivo fu insufficiente. Ad una produzione, sufficiente poco dopo l'entrata in campagna ed abbondante alla fin e delJa .guerra, bastò quasi da sola la. nost~a industria mili-848 -


1'.·I.UNIZIONAMEJ:'ITO .PER LE ARMI PORT,\T!Ll ED ESPLOSIVI '

tare. Ed è gloifa. i1ndisqussa pér i nostri Laboratori pirotecnici, di aver saputo SOJ)ped.re a tutte le urgenti_ necessit.'1 coi soli loro mezzi. Per avere un'idea delle produzioni ottenute bastino t da.ti seguenti : -

-

cartucce esistenti all'inizio della guerrtÌ, : . ·_ poco· meno di .1 miliardo dl cartucce m od. 9J.; - circa i26 mllion:i di cartJ1cce mod. 70/87; cartucce ff1bbrlcate durante Ja guer~n: Òttre 3 mil.iard( e mezzo.

·

-

Alla fin e della guerra si ebbero resid1iatj i seguenti· quan.titativi c1f cartucce d~ fuciie e da mitragliatrice mod. 91: -

presso le truppe ·

-

a i Depositi. centrali

-

N . 259.607,000 o 103.800.000 )) 2!)0.000.000

in r iser vi1. e cioè in totftle N. 053.497.000..

* * * Di grande importa111:a: fu la fabbricazione degli esplosivi, sia di lancio, sia di scoppio e sia d~ mina; esplosivi tutti che 2bbisogna.r ono. in quantità assai _notevoli. Il tnostro Polverificio del · Liri, · ma.lgra,do l 'au;nientato ·nu- · 1nero degli illlJpianti e le conseguenti intensificate nuove . lavo~ r azioni, soltanto alfa :fine della guerra :i;aggiunse le p:i;oduzioni mensili . di 450 tonnellate di balistite e d_i 95 tonnellate di' solenit e (anteguei·ra la produzione di balistite variava· dà 35 a, 40 ton111é1late mensili), proèluzioni insufficienti di fronte ai bisogni àesciuti .persino . di alc1me tonnellate· al giorno: il resto ·c1e1 ne.cessa.rio ,venne tutto , -fornito dall'indµstria privata ·(~er i_. 4/ 5 dai soli Stabilimenti Nobel di · A vigliana. e Bombrini . Parodi Delfino .di Segni presso Roma), e da importazioni dall'estero· ,d i polveri già à11estite. Per esempio nel 1918 il fabbisogno m,ensile di polveri di laJilcio era di·3.850 t onnellate al mese, . ·mentre la produzione· nazionale complessiva era di 3.600 tonnellate. Per la balistite · erano necessarie 2.850 tonnellate al': mese, mentre· la produzione nazionale era. di sole 1.750 ·ton- . nella.te. 54 ·

849.....:.


EVOLUZIONE DELL' :\Itl"IA Dl ARTIGLIERIA

Per gli esplosivi ,di s.coppìo ·e ·aa mina, la pl'oduzi.o~e nazionale di t ritolo, di acido picrièo e di gelatina esplosiva (pre. jpara.ti nei vari Stabilimenti nazionali, specialmente quelli Nobel e ~o~brini Parodi Delfino) vennero a, cessare durante la guerl'a per ma,i1.eanza di ·materie prime; ea. allora si cercò e si riuscì a preparare esplosivi con materie prime disponibili in Paese, · · e si: fece ri~orso al n~tl'a.to di a,mmoa1io, ai clorati ed a miscugli di questi. Nonostante l"abilità dei tecnici e la perfezimw dc~gli · impi.anti, · la produzione fu defici ente e così per esempio nei 1918 furono . necessarie 5.60d tonnelate di esplosivi da scoppio e da mina al mese, .me1Ùre la ,produzione n.a zionale giungeva a 2.900 · tonnellate se,la,mente. M'olto dovette quindi essere 'importato· già allestito dall'estero.

g Il (C) Evoluzione· dell'Arma d'Artiglieria àttraverso il periodo bellico.

Dopo quanto si è esposto liel Paràgrafo 1<> del presente Capitolo, non resta, più m·o1to da dire. circa l'evoluzione subita dall'Arma durante il peri.odo bellico. La nuova forma di guerra str-rbiliz~ata, presentita ,cla scrittori è da nostri studiosi · uffi.-" dali, non .era sta,ta preveduta neJle Norme g·enerali per la condotta delle Grandi Unità ·c1i ·gu~rra, che nella loro pa:rte. riferentesi nlJa. battaglia sup~sizioni preparate, parla.vano alquanti} vagament{.\· del cò~tegno ç,.he particolarmente conve1Jiya all' Ar· t1g:lieria. Tali predette Norme prevedevano la, così~detta hattagli a d'incontro in terreno .libero, e ·per questa erano estese e çoniplete, · sebbene non esa'u rieaiti, cir<;a l'impiego dell' Arti-· gJi.eria, munita dei nµovi armamenti; ma, per la battaglia, su posizioni preiparate , tanto per il loro attacco quanto per la loro· . (lifesa., trascurava.no di detta.re direttive genera.l i sulla dispoi::izionè tattica dei rafforzamenti è dei servizi e di ispirare Regolamenti d'Arma per tal gerier(:' di ·lotta. · In una, parola . le · -

850 -


A'l.'TRAVEUSO lL PERIODO BELLICO

stesse Norme non avevano iintra vveduta la forma di. questa. .sped .a le lotta , nè Ja condotta che nel suo sv,olgimento le va.rie At'.mi dovevano tenere, .condotta che risuitavà particolarmente complessa da] punto di vista tec.i1ico e che quindi oltte a Norme regolamenta.ri. richiedeva pa:r:ticolari esercitazioni applicative. Devesi in proposito riè<>i·clare che non erano mal!lc&ti a,v . Yenim.enti che avevano fornito clati per così dire sperimentalmente .r ivelatori, che av1·ebbero do,,uto essere considerati basilari. per lo studio acc~urato. · ed approfondito -d i questa .importante questione nella sue essenza, nei suoi riflessi e nelle s~e conseguenze. . :Fra· tali avvenimenti erano ,degni della massima attenzionr i seguenti: -

-

r

-

. -

la. guen :a russo-glap·ponese del 1904-05 .cou le var ie sue battaglie aveva most rato una forma di guèrra già scabili?.zata. o quasi : esse erano durate pareccbi g iorni di t empo e in esse, da parte del 'difensore, erasi ricorso all'impiego di ra.f forzamenti e pa.r ticolarmente di ostacoli (reticoltLti), mentre da parte dell'attaGcrmte ernnsi impiegate speciali boccbe dit fuoco (bo1J1barde) ricorrendo inolt re a ll'impiego di 11na poderosa. artiglier.ia che eouiprendcni g ià, sia pu1·e in modeste propo1'z-ion l, i 11,1eclii ca\Jbri, e, - .f.a tto spettucotoso per i tempi - il grnncle calibro (l'obiée da 280 di f abbric.az-ione itn liana). tut ti gli Esèrciti europei avevap o continuamente a ccresciuto ltL proporz-ione della loro .:;\ t·tiglicJ:in., intr oducendovi artiglierie d i rueclio cn.l.ibro come artiglìerhL pesan~e : nell"Es.e rcito ger manico per esempio, negli. orga.nici clel Corpo d'Annata eransi adottati il cannone da 149 e l'obice dello stesso cnljbro, no"r1ebè il mortaio da ' 210 ; f' clappettn tto erans1· introdotti nuovi sistemi; specialroC'nte per :1 mater.iati campali, s-i stcmi cbe qmsentivano u na rilevimte celeri tà di t ii:o. le case costruttrici ..fil mater iali d'artiglieria avevano. compi1.1to sludi t eènicì PC't" formare sistemi di obici e mortai di grande calib);" O incavalC,:Lti su · affusti a r 'oote '(i ciJ1goli ' cli ideaz-iOlH} Hal'i ana avevano molto contribuito ad un tale pr ogresso) atti perc iò a seguire le Grandi Unità in guerra, ed a conferire alle Unità stesse il potente r in'for z-o di artiglle1:ie ì donee alla dcmoli?.ione (Jei rafforz-amen ti più ·resisten ti. la pubblicàzfone nelle ;Rim te militari del. tempo dei dati di potenzo • del ·mortaj o da 305 della Casa Skoda. · la for tificazione ca.mpil.le· prog1,edita., uel senso che materiali di ÌllUSitata. t"<!Sistenza cominciavano ad en trare nella. costruzione cli. rafforzflmenti èampali, 1~entre poi gli ostacoÙ (r eticolati) vi erano previsti sempre più potenti. ,l'aumentata efiìcac.ia de.i mez,r,\ di trasporto ottem1ti coll'impiego df•g li autocarri.

851 -


IDVOLUZIONE DIDLL' AR iYl A DI ARTIGLIERIA

.:__ i r apidi progressi già compiuti da ll'aviazione -con t utta un't1.bbondunte

-

lett<~n 'ltura di s tudi, di pr omesse e ·d i previsioni che fin d ai primi te.mp.i facevano prevedere progr ess i anc!J.e p iù rapidi e Jargo i mpiego de ll'avlazione ip guerra (importanti. e p rofetici f ur ono ih nrgomento gli studi, le prevision i e le proposte dell'allò'rn. colonn. d'Art. Giulio Do11he.t) . 1ft mer avi gliosa conquista della radiotelegrafia ahe fin da prima ·della g uerra cos t ituiva mùnvidiata afferinazione italiana, utiliz7,abile 1LI massimo per le .necessità cli guerra.

Tutto. quanto ora si è . ricordato, e che . era di comune dominio '-di chiunque- vivesse nel ceto militare ·del telil{Pò, se riflettuto in confronto a quanto e:r a la pi·eparaziolie delle nostre forze terrestri allo scoppio della guerra mondia.le, fa riconoscere le grandi lacune esistenti · nella nostra ·pre'pa,razione, e re((}de facili e spontane'e alcune deduzioni che avrebbero dovuto consigli.are . i seguenti provvedimenti . adeguati e . t empestivi : et) nec,:ssi.tà di maggiori dotazioni di ai' tiglieria e . di maggiore potenza. di

b)

e)

d:)

e)

1ina pu.rte di questa, così dl'l oper ar e con vantaggio contro i r hf.forzaruenti nemici; n.ecessità d i più la uti rounizionameuti, corrisponden ti a lle aumentate ·cele1·ità di ti r o; necessità di mezzi più <'fii.caci, p er portata e per velocità, per il trnsi)orto è.i munizioni alle batterie ; ·· · · necessità di norme, eser citnziOJ'!i e· mezzi per lit costruzione di r ob usti r afforza menti campali; e necessità di costr u,ire in modo p iù s oli.do le forti.fica-zioni perman enti; necessità d i mezzi atti ad una pronta. dis l:l' uzione deg li ostacoli e dd i-nfforzament l campali avversari, e d i aqeguati mezzi p er l'attacco dcllP fortifìcazi.6n inemicbe.

La nostra deficiente preparazione fece si che le nostre Grandi Unità, dopo la prima ma,rcia offensiva contro .la linea nemica, si trovarono sorprese da una nuova foi·ma di guerr·a , alla quale non erano preparate nè nello spirito, nè nella consuetudine delle esercitazioni, nè sovratutto nei mezzi, · per affrontarla con deéisionc. T alchè specialmente la nos;tra fantèri a, dopo che nella condotta delle p"j.'im~ qperazio.ni non f.ur,ono sfruttate le fortunate occasiooi di conquistare facilmente posizioni avversarie d~bolmentè rafforzate e per di pii\ indifese o q~asi, f1.1 -destinata ad una guerra stabilizzata non molto dissimile dalla guerra d'assedio. Ma. se per le nostre fanterie e per i Comandi di Grandi

8!52 .

'


ATl'fMVERSO IL , PERIODO BELLICO

Unità si ebbe ·una sorpresa, - ,d alla.. ql].ale essi seplJ)ero riprendersi beù presto, - la, nuova for;ma di guerra non trovò comp,letamente impreparata l' Arti.g lieria e specialmente la sua Specialità da fortezza., perchè per quest'ultimai una precedente preparazione era stata COIDJI?iuta. Nella ,P remessa ai Volumi X ed ,XI, e in ·questo stesso Capitolo 49°, si è abbastam:a diffusamente spiegato in qual modo questa preparaz.ione aveva. avuto luogo. Per non ripeterci ·basterà dire qu~ ,che l'Artiglieria leggera (comprendente cioè l'Artiglieria da campa.gna., a cavallo, da montagna e someggiata) e la pesante campale, rapidamente seppero rientra.re 1Jel vasto quadro che l' ArtigJieria da for teiza e ·d'assedio aveva già predisposto e nel quale si era. familiariz.. , zara, e per tal mqdo i Ca.pi tattici vennero ad avere a .loro disposizione ·una massa d'artiglieria unif..ormcmente indiri2izata a conseguire una preparaz-ione c,el tiro che .ne rendeva l'azione agile e docile. a.gli ordini tattici su,periori, e nello stesso tempo il tiro stesso risultava preciso, concentrato e potente. Interpretando gli ordini' tattici dei Comandi' delle Gra,ncli Unità, i -Comandi <l'Artiglieria, dipendenti, per mezzo dei loro Uffici-tiro, di altri orga,ni dipendenti e di un ben disposto sistema di collegamenti :fino alle batterie ed agli osserva.torii, erano in c:ondizioni di poter ottenere con ordini brevi ed i n pochi minuti e la distruzione e la concentrazione di effetti, e cioè i risultati più idonei a raggiungere . gli scopi prefissi dai Comandi tattici. superiori. . Questa è in breve l'evoluzione notevole e rapidamente compiuta dalla nostra Artiglieria durante la guerra, 1915-18. Non è a dire che senz'altro ed immediatamente Jin da. principio, siasi ottenuta la perfezione. · Anche in questo si ebbero tentennamenti ed incertezze di un breve periodo d.i adattamento, che però fn prest_o su!l)erato perchè la compffgiaie intellettuale degli ufficiali {leU' Arma. era ·già, pronta e disposta, non solo a com,prendeee, ma anche .ad eseguire tutte le manstoni che la nu0.va istituzione comportava. E nel seguito della guerra questa ebbe a perfezionarsi in 'base a.i detta.mi, deJJa lunga esperienz~. Inoltr~ ànche durante la guerra. stabilizzata clÌe si combatteva si pensò di estendere i concetti dellµ. preparazione del tiro ad una event uale possibile guerra di movimento, nel senso che, in una bat-

853-


EVOLU ZIONE DELL'ARMA DI AR'.rIGLlEHfA

taglia d'incontro, non appena progettato lo schieramento del1' Artiglieria, gli appositi organi del Comando d'Artiglieria d~lla · Gl'ande Unità, impegna.ta ·doves~ero a,bboZ?:arè subito, in quanto pos~ibile, l'accennata. preparazione (e ·cioè: ,posti dei Comandi, posti ,cli osservazione, posti dei Gruppi e delle Batterie, reti di co.llega:rp.ent o, quindi poi posizione degli obbiettivi e dati · a,d essi rela.ti vi; nonchè· schizzi to.p ografici schematici della locali t,),, da perfezional'e nei dettagli così da risultare man ma:no migliorati fino a divenire vere carte di riferimento, ··coll'esattà posi7,ione di c,apisaldi e di a.ìt1ii punti importanti del terre1 10, ecc. eec.), salvò a completarlu g1'adatamente nel seg;nito della battaglia. E' chiaro ch_e anche una preparazione sommaria, quale può essere è.onse,guita dm:ante le prolungate azioni di avanguardia., rfosce sempre molto .:vantaggiosa ,per la più pronta regolazione tecnica del tiro, per la più · conveniente distdbùzi<:me del fuoco, e per il migliore c011centramento dei suoi effètt,.

e

J:'ara.Jlelamente all'evoluzi6ne principa:ie ora accennata, si sviluppò quella più circoseritta della tecnica del t iro. Veramente ·1.a g uerra mo11dia]e non offrì all'Artiglieria qneJla yarietà di obbiettivt che si saieebbero pl'esentatj in una guerra di movimento ed in terreni accidentati, perchè · per 1o 'più si ·dovettero ba,t tere trince1·amenti, ossèrvatorii7 batterie, ricoveri ed ost~coli : in complesso quiJ1di. semplici' obbiettivi 1issi richiedenti una condotta di fuoco facile ed uniforme, col tiro del proietto di più facile impiego e cioè la, grami:ta. ,.Più raramente .si preSt\ntò l'occasione di agire contro truppe attaccanti e quindi di far uso dello shrarp nel, co:nforment e a.I. seguente ·principio ·che la. speciale forma cli guerra. del 1915-18 ebbe a stabilire per l' Ar. tjglier-ia : << Bi attacca con la. grànata; ci si difende con lo-shrapnel )). Condudendo, Ii.ella. guerra. cli t ri01eea; a: differenza d.i ciò che sarebbe avvenuto · 1ieJJ.a guerra di movimento, non si ~bbe esteso campo ,di esercizio per ottenere un opportuno adatta.mento cl.el tiro a.Ha disposizione ta.ttica delle _truppe da .ba,t tere, presunta come tatticamente necessaria in confront,o dello stadio -

854-


ATTRAYIDRSO IL PERIODO BELLICO

dell'azione e in dipenden:r,a del terreno. Non ma,ncaro110 però occasioni di colpire ·truppe .acldensate e pronte, al cop~rto, ad irrompere contro le nostre linee (tiro di contropre1Parazione); conseguentemente a dover clistriÌ:rÙjre ra.zionalmente i colpi di molte batteri<:.• su aree di terreno cli 11ota, o presunta . occupazione per parte delle ti1ippe avversarie. Così pure in niolte eh-costanze .si dovet tero eseguire tiri contro faaiterje a,ttaccariti e cioè con~ro obbiettivi mobili ·in terreno variabile; però la il.isposizione di queste fanterie .e ra per ,-olito addensata e facilmente prevedibile, e cvnseguentemente la ·condotta del fnoeo non .doveva· riuscire così difficile e sovratuttò :varia,bile come nella _guerra di movimento. . Comunque il lungo esèrcizio della guerra,, pur senza ooa grande variabilità di · bersagli, diede modo . alla nostra .Artiglieria di compier~ u n'utile evo]U?:ione nella. condotta, del fuoco , nel senso di co1Dferire nna spicca.ta attitudine di saper adattarE: pl.'esto e bene alla, forma dei bersagli stessi e del terreno le sempJici ·11orme regola.i nenfarf snl,Ja conçl9tta del fuoco. Inoltre :i111. discutibili acquisti nella perizia. .1professiOT1ale· portati da.Ila di Raggrupp·a menti, ·d i .Gruppi e di :?at- . ' guerra ai Omùa.ndanti . terie furono : · · · · , .

'ie

t,

l") !'ab.ile coordinamento degli effetti delle ,:ar.i E! .. cnt i:::gorie di ·bocche da ·fuoco (per esemvio: t ir o cli obici o ll'.l~~rni H sussidio o ·ccm1t1letall'.len te elci tiro dei caniiotii ecc. ecc.)°; e In sc.c lta Ò la combitu1zion<' ddll' varfo-specie di proietti, più convenknt<' fwr voluti <'J:fi•tti s nJ.l'obbiettiYo; 2o) ln. pratJca contiriuu.tn, e contimrnmentc miglim:iLta di ,ma esatta e Pro1:1ta ,r egoltLz.ione del f1;1oco, tLtta a dare l ruassimi ·pffetti col ll'.linimo cons umo di munizioni.

Molto progresso fu cons~g1iito nel servizio d.i osservazione sovra.tutto in terreni (Carso) ove tà.le servizio era pa.rticolar1)1.e nte :.difficile, mentre per solito l,.azione dell'Artiglieria era più intensa. !lll montàgn.a segnat amente, dove il servizio stesso a tempo chiaro poteva, essere molto semplificato, . l'esperienza cònsigliò perfezionamenti che condussero, è -veyo, a complica·zioni., mà frtron9 necessari pèr rendere continuativo l'impor: tante ·servizio anche in quei casi, fr~qnenti in terreno· montà111?, di fitte nebbie improvvise. >

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EVOLUZIONE OELL'.!R ~!A DI . ARTIOLlERIA

* * * Una rapida evolnzion~ n~l matel'iale, nella, 't ecni ca e nell'impiego, percorse la nuova arma di trincea : .la bombarda . Già IJ?recedentemente fu notato il celere aumento di clotazioll1i di bombarde, l',accl'escimento .tlei calibl'i, e l'm.; mento cli effica- · eia delle munizioni. Come fu accennato n el -Capitolo 48°, l'aclo:done della bombarda, rivelò immediatamente la necessità della · istitu zione di quel Centro ,d i studi, di istruzi oni e di perfer.ìo11amento dell'impiego e della tecnica che fu la « Scuola Bombardieri )). / { Ln prin cipio Je poche bombarde di piccolo calibro fmono impie·g ate in modo un po' incerto ed incoerente, con modesti tis plfati , quasi esclusivamente per la distruzione dei reticolati. Ma. presto l'aumento del numero deJle armi, dei calibri e dell'effi;ada dei colpi , e gli studi pregevoli' compiuti nella Scoola anzidetta, condussero ad un impiego più esteso e meglib definHo . Il Comando Supremo, fin dalla, prima metà del 1916, . ema nava Norme complete di impiego e destin a.va le nuove armi, u on ~ol ò alla distrmio11e dei reticoJati, ma anche a provoca1·e effetti cli in dole tattica. come que11a di terrol'izzare l'avver sario nell'attacco, 01ppure a dare un potente rinfoizo dell'azione di fu oco r1ella difesa. Nell'attacco, oltre ai compiti ora detti. alla bombarda, furono assegnati queJ}i di ·· demolire osscrvatol'ii ed appostanie1iti di mitl'agliatrici :fiancheggianti le linee di trincee da attaccare, destinamdo le bombarde dei maggiori calibri -alla demolizione. degli elementi difensivi avve1;sari .d:i. maggior consistem;a'. L' azione delle bombarde venne poi bene coordinata, non solo per la conveniente scelta dei calibri per la necessaria , . potenr.a demolitrice, ma anche circa la m.odalità cl~l tiJ;o, esalt andone, specialmente nell'attacco, il fuoco aperto di sorpresa, dj breve durata ed a momento opportuno e à.elJa masi;iima vioJenza., nonchè la stessa azione a massa già applìcata chill' A1·ti~ glieri a propria men te detta. L' azione coordinata delle bombarde, dopo l'azione a massa iuir.iale, era a.n<;he pt·eveduta per l'ac~ compn.gnamento delJe fàntel'ie, col battere il terren o reti·ostante alla posi?.ione nemica e S'Pecialmente gli elementi fiancheggianti

aer

- s~n ·-


.A'l'TRAVERSO

If'. PERIODO: ~ELLlCO

arretrati, e ciò aliche a costo. di spostare in a van ti e sui fiarl(' hi qualche batteria cli bombarde legge1:e~ per oppoi-si a. ritorni offensivi dell'avversario e altresi 'per il manteniine11to delle posi, zioni conquistate. Anche per la preparazione del tiro, come elemento basilare deU'effica~ia complessiva su ·.punti importanti da. attaccare, fu.. rono date Norme opportune, tanto che per .esse l'impiego delle bonibarde rientrò interamente e solennemente · n'ell'impiego generale dell'Arma, della quale la, bombarda stessa divenne una, importante S!Peci.a.l itL . In armonia ai dettami d'iJ'.!1piego ,qui sommaria.mente riassunti, la tecnica del .tiro delle bombarde venne notevolmente perfezionata, segnatamente in conseguenza delle speciali carattRristiche ,delle armi in quanto che ·u tiro della bombarda è molto più sensibile, · che n001 quello ,delle comuni ·a rtiglierie, n llc c:r,n. dizioni atmosferiche e so.pratutto al vento (sia hi. direzione JateraJe e sia in direzione del t,iro) , molto sensibile alle varia.zioni di velocità· inizia.J.e (regolarità di peso e di funzionamento delle cariche di lancio) che non a,l le va,rja,z ioni od errori negli angoli cli ·elevazione. P,er il t iro furono poi date Norme e dati precisi suJl'efllcacia dei colpi dei vari calibri, in r(~lazione agli effetti di demolizio.ne da ottenere. Altre Norme si ebbero. per l'osser,·azione del tiro, per la scelta e costruzione delle posta.zioini, p_er il tiro al disopra, di truppe a.michè, per l'inizio di s9rpi·esa del fooco e sull'azione a massa7 ed infine sul rifornimento . delle munizioni. Anc~e la delicata question e della d~pendenza tattica· e tecnica. delle Unità di bombardè fu regolata, in quanto c.:he, istituito un Comando di R.aggr'uppameinto di };)ombarcle ipresso <1gni Conrn.ndo cli Corpo ,cl' Arll'.\afa> _:_ dipen~lente in li:nea tee;Jlica, dal Comando· d'Artiglieria di questa Grande Unità, - lo stesso Comando di Ra.ggruppa.ment o era il normale coor.d inatore dell'azione dei Gruppi. di batterie di bombarde nell'ambito del Corpo cl' Armata, ed in ogni caso il ·regolatore te~illico dell 'ar.ione, e ciò anche quando · per speciali necessitù, ta.tti~he, il Raggruppamento v,eniva sud~iviso tra le Divisioni ed anche t.r a le mi.nori Unità di fanteria, ai Comandi .delle quali spettava l.a clil:ezione tattica del tiro .

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EVOLUZIONE DELL'ARMA DC ARTIGLIERI A

* * * Sebbene materia estranea· ali' Artiglieria, stimiamo utile u(:renn:ne sommariamente, per Rnalogia., all'evoluzione segnita da1le · m.itr-agJfa trici nel loro impiego (redi Circolari del Comando Snpremo : 11.1000 ·c1el 26 giug·no 1916, e 19.330 d<'l 17 seftemb1·c 1916) . éome è noto qnestè ,armi sostiiniscono vantaggiosamente molti f uçili e perciQ molti tiratori, e forniscono un fascio denso, profondo e ristretto di colpi, poco atto qui~di a bnttere efficacemente linee sottili se il tiro ha direzione norma]<> n tali limee., mentre ·vicev.ersa esso. risnlta effi.cacissirno nel battere le limee stesse nell a direzione di loro sviluppo · (tiro cli infìfata). Richiamandosi aJle proprietà caratteristiche ·del tiro di qneste armi fnrono perta.nto ti·arciate Norme per. l'impiego delte armi stess.e prescrivendo : ·che il tiro contro la fronte di un obbiettirn este o, va ]imitato a colpire passaggi obbligati (ove 11' truppe nemiche <:lebbono sfì.fare in formazioni pr~fonde), oppnré dirette contro .ammassamenti di truppe ; ed il tii·o di infi.fata, che è il tiro principale delle mitragliatrici, deve essere il tiro a10rmalmente esegui to da ta li armi, (ricercando nell'attacco posizioni cli :fianco e vicine, per appoggiare l'a.vr,mz::1ta clei fanti e 1pc1· opporsi a ritorni controffensivi). ~folto accresciuto il numero di queste armi, pe1· le loro ca1·att.eristiche di tiro esse furono ,destin ate a formare l' ossatura. clel corubattime11to a fuoco r-avYicinato. libera11do così molti tiratori, meglio ntti aD'urto ed alla manovra . Anche per li! )J)itragliatrici (e eiò ò moJto notevole per le a.naJogie coJl' impiego dell'Artiglieria ) fu ì'accomanclato che oltre ad iniziare n fuoco di sorpresa, si effettuasse azioue ·a ma sa. I dettami del Comando Rnpremo proclamnrono infatti : :.... elle il num('1·0 dèlle mih·agliatriel non è mai ecces,-lvo; .. - eòe il loro fuoco cleYc c•ssere ben addensnto sui ·punti tattiCilmentc importantl', fi1cendo ìn modo che i fasci delle varie 11.rmi non si sovrappongano, roa. sieno invC'ce conv1'11il'ntcmeJJte distrJbuiti lungo lit fronte drt battere (('Satta assegn112ion(• dei pWJLi da buttl're ad ogni Unità di -

mH;,:agliatrici della massa); che pE'l'ò 1'11zioJ1e principale di questi r eparti rimane, sempre quella

· d"infilata, 11zionf che spù1ge ·j, tepàr ti St<'SSi, sempre alla r icercn di' posizioni cli fianc~.

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che

:s ill

possibile,


. A'l'TRAVEltSO IL PERIODÒ TJELLICO

Il lanci.o delle bombe a ma.no divenne a,l 'ma indispensabi:le dc~l faI1te (Circol are del Comando Supremo N. 26110 ,<lei' 28 no. vembr~ 1~16) .e pertanto richiese · un esercizio Ptol1m9;:1to ecl insistente. L'impiego delle bombe a ma.no fu consigliato per snidare il nemko dH nasconèlig)i per assalire mitrag}iatrici :fi.ancheggfa.nti. 'l'ale impjego fn normale ueU'assalto (per · parte .aella prima ondata di attacco) contro i pnnti cl.eJla, trincea nemica a.nèora -Occupati, e cont~·o i camminamenti ·ove ' l'avversario ::incorn resistesse o si ritlrasse'; ·e fu poi anche consigliato per ·difendersi da, sorprese tentate contro le guardie all<' trincee, .. no'n chè per le azioni cli sorpr°esa e per i ,colpi di mano contro le posizioni nemiche ..

e

Sostanzia1mente è a, rilevare che dura.nte la guerra il se.r-tizio dellè mi:mizioni dovette · compiere wna .vera e propria, evo; h1zi.011e. Nelle esercita,zioni di pacè i til'i. · p er economia di munizioni e per mino1: coilsumo delle· bocche da fuoco, erano limitati ad un piccolo numero · cli colpi; ciò ·vale quanto dire che m1 vero se1'vi,,;io delie munizioni, inteso come . quello · di guerra,. non pòteva venir sv~l.u ppato. Nella guerra 1915-18 le munizioni da spara.re daJle batterie furÒno molte e dovettero qnindi venire bene amministrate e somministra.te: sia: e ip rincipa.lmente per irverne tempestivamente nn numéro sufficiente ; sia per non, ec».e dere néi consumi; ·sia per otte.nc·im,~ p:.bbondanteroente in · previsione. ,cli nec~ssità anon11ali; e sia inffae per riparar]e debita.mente ci-al tiro !lemieo. Tutti i Comandi,' cla.] più alto fino al pi.ù basso e cioè a quello ,clella batteria, · dovettèro seriament<~ preoccuparsi del rifornimento delle. munizioni eome f.'attore essen½iale· per la vita,.'delle batterie. Anche qui l'esercir.io contia1uato portò evoluth;a,mente ad una gra,ncle perizia. ed ocnJa .. tezza, permettendo in 't ale servìzio· di t raccia.re _norme e consuetudini molto . utili per la preparazione dei reparti cl' Art iglieria· addetti al servizio stesso. ·· - 859-


LA N-COVA REGOLA'MEN'l'AZ101'E

§ Il (D)

La nuova regolamentazione sancita dal Comando Supremo du• rante la guerra.

Durante fa. guerra il Comando Supremo, ·a misura, del bisogno pronicle, ,per me7,zo cli Circolari e cli Istruzioni, a completare la regolamentazione tatti('n delle Grandi Uuiti'l1 e quella di esercizio delle varie A1·mi. · Allo scoppio della guerra · mondiale la regolamentazione tattica, che c1·a anteriore al 1914 che 111011 . er a, stata. modificatA., fu riassunta. nelle Nonne l'iassuntive per l'azione tattica, diramate colla Circolare n . 1414 del 14 agosto 1914, e tendenti a mettere in luce lo spirito dal quale la regoJa.m.cntazione <lhigente era anim~1ta. In una prima parte di tali Norme si rias- · ~umevano i_p1·incipii fondamentali del combattimento offensivo m.oderno, condotto sia ,d a gl'andi masse, e sia do. minori Unit:'.\,; e se -ne indicavano le due fasi : cli schieramento e di progressivo svolgimento de])'azione -0ffensiva (la, gm1le seconda. fase constava a stia, volta della marcia cli avviciname111.to e dell'atta(·co) . Saliente e nuova disposizione di queste Norme riassuntive, era quella relativa all'avanguardia; disposizione che risolveva in parte la. tormentata questione relativa alla condotta . cli que to importante organo tattico di nna colonna delle varie Armi operan1e offensivamente. Tnie {lisposi½iOl)le, assai logica e sémplice. stabiliva che lo_ stesso Comandante della· colonna marciasse insieme coll'àsangu-ardia per trovarsi in conclizi(Jne di date all'avanguardia stessa, quella -intonaiione de1l'azione lattica che fo~se in armonia con lo scopo dell'azione princ~pale clell'inte1:a colonna,, rolla. si.tuazione e colle . condizioni del terreno. Pe.r ben comprendere la questione ora accem1ata, è neces_saria nna breve digressione.

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A chi 1:àmml'. nta le lm1ghe (•cl lnconcludc•nti cliscnssioni che, cirrn l'impkgo dell'avanguardia, ri<'mpinrno lC' Riviste mllittWi tn1 ìl 1880 ,. la gul'rrn 1915-18, è' noto come ·r egnas,,e alqunnta inc<'r tezza sui criteri da seguire per stnbilir e In

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.. " DURANTE LA GUERRA

forza, i.a. compoSi7Jone e il contegno tattico dell'avanguardia di una G1:ande Unità incolonnata. s u una sola. o più strade,. e marciante con propositi offensivi. In breve : un'a,~a.nguardia ·cbc attaccasse con troppa audacia poteva trascinare la colonna ln azioni non volute dal Comando ·dellà colonna, inent-re, in altre circ0_stanz.e un'avanguardia. troppo passiYa potevu: anche comp'romettC'rc l'aiione vo'luta. .dallo stesso èomando della. colonna. Di qui 1a grave rei:iponsa.bilità per il Comandante dell'avanguardia (persona clivcri;a dal Comandante della èo.lonna) di scegliere con esatto criterio di opportunità il contegno della for:m ai suoi oruii1i in ~aniera concordante col pensiero del . snperior'e ComÙndante della colonna . .Ma la questione non era tutta qui : nel periodo indicato si discu!lsc ancora se l'avanguardia dovesse essere for te ò debole, nnmita . o non di w:tiglieria. Un'avanguardia forte, speci_a lmente se munita di molta artiglierJ.a, poteva induri·e il suo C~.po nella tentazione di attaccare decisamente, e l'attacco poteva · r iuscire in cortt1·as to colle idee· dei Comando del grosso. Da · tale dubbio ebbero origiùe i partigiani di · avanguardie deboli e, senza artiglieria, per evitare che esse potessero sferrare attacchi intempestivi, ed anzi taluno portava, per cosi ·dire, una tale conclusione. al Jimit2 consigliando avanguardie costttnite di sola · càvalleria e assolutamente ·senza artiglieria. · _Ne.Ha prati'ca. poichè le discussioni furono lungi. dal chiarire . la questione, si ebbero i partigiani-di ava nguardie forti, con àrtiglieria e con missioni aggT, SÒi~e in ogni caso; ed i partigiani _d i avanguardie deboli, senza· ar~iglicria cd a .ç;ontcgno passivo rn1re in qua.lsiasi caso. I partigiarii delle ~ne categorie avevano tutti un loro schema individuale di progetto applicativo, non sem11re però à~bastan7,a profondamente ragionato, ·e quindi, nella massima parte· dei casi,, falli1,ce ; schema che dava luogo nelle stesse II!anovrc di p11.ce !id infelici applicazioni pratiche che in guerra vera sa. rebbero addirittura.· riuscite dannose. Orbene l'accennata disvosizione cont(•nuta. nelle predette Noi·me riassuntive risolse sol.blnto la. prima parte della questione, ma trascurò cli considerare e r isolvere l'incertezza di criteri circa la forza e la composizione -del.le avanguin:clie . e cioè assegnazione o meno di artiglie1·ia, iJ1certcz11:a clie qualche studioso a.~èhc prima del !914 Ìlvevtl risolto per conto suo, senzp, fare 1·J.corso a pubb/icazioni cli Riviste, ma· soltanto dis:correndone 'a suo tempo in discussioni yerba.li fra compe.tenti. I r ag~onamenti addotti in queste dJ.scussioni sono. in breve ·;i. seguenti: a) l'ffvanguanHa l1a· scopo essenziale di proteggere lo schieramento. del grosso della· còlo~ma: ba quindi missione essenzialmente negativa, od in altri termini difensiva. ·se .l'avversario non attacca l'avanguardia e no:n disturba lo schieramento de.I grosso, questa non ha .alcuna ragione rier entrar e ·in · azione ne difensiva, nè tanto meno· offensiva. In ·ogni caso essa · ba intèresse, se possibile, di rientrare ordinatamente nel grosso gi~ interamente schierato, è comunque di impegnarsi e logor arsi il meno possibile nel. compiere la sua. missione protettiva. Dunque di massima: contegno difensivo ·col minimo impegno tattico possibile. La presunta durata dello sçhieramento e le condizioni di terrenp dànno norma per commis11rare la forza da assegnarsi all'avanguardia. Quanto

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LA NuOVA REGOL;~lllEN'l'MllONE

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ulla composizione, :se si riJktte· clw è vancaggio:so per l':trn:ngua.rdia di disirn_pegnar:;;.i: d'u ll'uzionc c di ri~nn:arc tLl gro:sso per l'attacco, :si d-ev.c· logicamente coilchudere cssl:'rè èouve11ie11te di . as::;egnare 11ormulme11te all'avanguard_ia: - una buona quantità çli m·tiglit•r.i a, o:ssh1 9ell"Armu che più ·fac.p mente. pu9· disimpegmu·si. dal colllbattiuwnto, e nello :;tesso tempo capace di eJìettmu·e un fuoco pot\'llte \':satto e lonta.uo, Arma. .,cioè dotata del fattore .neglltivo più appropriato per ht funzione norlllale clell'av:1nguardia; . - e fanteria (Arma di · grande · impegno tattico 110n nppn1a spiegata , i°ir combttttilnento, e cli di.filcile di:simpc•gno :specia linei1 tc.- 111 certi. terr e.~i) in. quantità ~Lppana :stlJlicicntc per .la . pura clifrnsi.va e . per . ìa sicurezza . dell'artiglieria, col!it ca 11teta d1 1,minte11cre i r ~parti di fanti ll più possibile alla m'ano, o;;sia ' impeguuti il meno possibile, per quanto ·J.o conscn1_:ç raiiçme · nC'mica. b) m11 una ci1:costanza. e::;senzia le . <;ondn ce i. con c;l us.i oni opposte. 1<:ssa .è segnata dallo scovo dcJl'azioue ([~I grosso (qtwllit c1i dc'ciso ed e1wrgico attacco) e dal terreno (tale da offrire, nelltt presumibi le zona di scontro · col nemico, delle·· bnone posìzioni pct la. no::; tr.a artiglieria). Tanto meglio se le condizioJ'\i di vìab.ilità consentono èolonne multiple e così,~eno Jungh~ e di più proulo schieram('nto, petcbè in questo .caso dt;cade la 'funzione protet!lva: cleWct\'a.nguaùUa. (m•ga.tiva - difensiva). _".E)·· meglio che l'avungnard.ì:,t protegg:1 il grosso in crisi . di sch ieramc1uo, attaccàndo, perchè per l.o scopo gcn<?tal€' dell'azione è di grande imconq\tista delle posizioni ,cl'nr:tJglieria (11011 soj~ r,er l'arti·)ortanza per •quell~l de l •g rossò) sempre· glier:ia deU' avànguardia, IJ ma' anche " • quando· il terrenci, (éd tn questo il terreno· è appunto dt terrninm;ite,. perchè pet ·esempio un .. tcfre:no piano, uniforme e sco1)erto offre poslsioni d'a,r·ti.gHeria particotarnie.nte fa vor<Noli. Qnrsto cÒnkgno ùell'avaiiguarcUa trova il suo co.rrìspettivo nella. guerra d'assedio, ù ella qualè rinvestimento di. una· Piazzaforte (In. cu i nzioue o.tl'rP u lqùn ntE. 111ialogic. con quella del.l'avangua1'cl' a) · è oiwraz.ioue otl'c>nsivn jnte$a allo schierumeuto del Corpo cl} a'Ssedio, mh pih di ogrii (t ltra cosa, a lla conqnisht .delle pÒsizioni d'ai.;tigliei-ia. . · l . • . .· . Altro caso iJ1 cui i l contegno. aggrcs:sivo _dt•!l'avang11arclia si impone, si prese1_1ni ne tl ?aziònc ofçcnsiva · rwi t<•rreni piani e ·c.onerti ,della vi.1.lle deJ. Po, pcrchè su tali terreni. unfL difensiva. 110n ben p.reparata, è per l.o pii1 destinata. a. ft1.lllre beu presto, e percrrè· invece un ''azione ·énergica . . , . . può cori probttbilità riuscire. Difatti 11ei terreni consià.eratJ eh<' sono di scarsa vi.sibilltà e diflict.le esploi:a.zione, il. nemico p11ò fHcilinente r itener e di trovarsi , di fronte all'atta cco principale, e d 'altra parte non può riceven~ per lo più ,il con·coi:so <li fùoco dei ti:atti contigui della sua f~-onte. Le norme dflte daJ Comando Supremo· imponevano giustamen te · all'avanguarcl i.a questo contegno aggrl"ssivo, e. però stabili- . vano tassativamente che alJ.'ava11guarc1ra 1vm dovesse es·s ere assegna ta : artiglieria . .A quest'ultimo r ig uardo giova notare che senz11 à1:tigl ieria

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DURANTE i), GlÙ•:RRA.

un contegno. aggressivo non è sempre. poss:ibiìe, e ~he' quindi° tale pr~scritta disposizione non avrebbe dovoto essere ta~sati.va.. Non solo ma dovrebbe essere c·onsi_gli,:Lta la. Snecial.ità dell'Arma di midiore assegnazione. che, per un pa.ra.closs9 . clella. mtnca., sarebbe I.' Artigliet·ia, cla montagna o -someggiata come qu~,Jla. che, dispostn. fin dal pi-incipio . in linea colla. fanteria, pnò seguirne senza: ti:opi:10 diflieol tà tutti gli sbalzi in a.vanti.

Chiusa. la digressione che del resto ha molta importarrna per l'impiego ·cieU'artiglieria sia in a,va.nguardi~. e sia, nel grosso nelJe · ùOncliziòni che .si prevedevan.b normaii· (e non lo . furono) ·nella. guerra ·1915-18, de,resi aggiungere ~he la prima parte delle Norme riassu,ntive si estendeva. alquanto sulla, coopera~ione dell'artiglieria colla fanteria e sn quella · deJle mitragliatrici colla.' fànteria stessa, e raccomancl.a va i;economia. delle forze. Una seconda parte poi. delie Norme stesse, detta:va ·No1.~me e f·OO)Sigli per l'applicazione al terreno dei principii genera.li:. e eonsicler~ va iJ ter.ren9 scoperto, il terreno coperto, · il terreno a zone. alte~·nativamente scolI)ertè e coperte sia in direzione. perpen'dicolarè e . sia in: direzione pa,r allela alla dire.ttrice di attacco . E' da :dlevare che le norme relatbre al terréno pi:Ù10 e coperto erano incomplete, mentre mancava.no quelle per il terreno montano. Per il terreno piano e coperto di tutta l a valle del Po, cl.ella, Venezia e del Friuli, che però non fu campo di lotta nel 1915-18 molte cose sono da dire. · Dutante l'offensiva austriaca del 1916 in Trentino, nel dttbbio cbèi la resistenza ~n montagna potesse continuare, er_a nelle vedute del nostro 0?· mando Supremo di dare ba,ttaglia, lllella pianura coperta tra Vicenza. e 1'reviso. E .per ta.le eventualità, 'lo stesso Comando ampliava le poche· norme dettate da.Ile predette· .Norme riassuntive con alt.re ·d al titol o Opera~ioni nei terreni ,piani e coper.ti. .Tale ·argomen to coinvolge importanti questioni tattiche ·rela.- · tive all'impiego dell' .Artiglieria colle altre Armi, 0d a.Ha tee~ idea propria dell'-Arm.a, tanto che una · digressione in argo. nieinto· è qui" opport:una, per meglio dilucid'a re tutte le questioni di impiego dcll' Artiglieria dibattute durante la guerra mo1idiale. 0

I terreni piani e cop~~r t i della pi.unurn Padami sono anzitutto earatteriz1\ati da una folta. copertin·a vegeta.le (salvo nell:inv.e:rno Jn cu i .J t> cose qoi da dirsi vanno alquanto modificate) cbe çlelirnita i campi di vista e di tiro in misur a molto variabile Lungo umt front<'. di combattimento anche non mol to <'Stes a ,

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LA Nt::OVA REGOLAMENTAZIONE

e quindi limita varinbilmeut,! lungo questa fronte lo s viluppo ùel ti ro di f uciteritL. Nello &tesso tempo, la variabi1e copertura dalla vis ta del nemico può facilitare :id alcu111 reparti un'a\·anzata inavvertita fino a. breve distanza, mentre reparti contigui debbono even t ualmente· superare tratti scopérti abbastanza ei.tesi, battuti dal fuoco ncruico. ;tnoltre sebb<'ne il terreno sia ovunque pluno, l'avanzata della. fanteria, sovratutto se ~n ordine di <)Ombattlment.o, è molto lenta a causa ili ostacoli \"Urli, come case, recinti di cascine <' glardini, siepi e sovente canali di irrigazione o di scolo (da un'esperienza. compiuta nel 1916 nella pianura Vicéntlml, un battaglione · ne!Ju formttzione orgt1nica ai guc•rr.a, completato da un forte d1·appcllo di zappatori e da una. salmeria portante leg. ger e pusse,relle già 1)rcdh;poste, jrupicgò 45' a trawrsarc 11n piccolo cann le di irrigazione largo metri· 2,50 e profondo circn metri 1,80 fiancheggiato da una fol ta siepe). · Principalmmte cla queste condizioni topografiche deriva per la fnnterin la necessità di disp~sizioni cli combattimento nlquanto varie, le quuli debbono essere ass unte per l'ìnizintiva locale d<'i, Cnpi in sottordine, nuche di grado meno ele,,a·to. · Per ben comprend('r e lo s pirltQ dl tale questione tattica·; conviene r iferirs i alle forme del combattimento classico in terreno pinno e scoperto, quali <'rano segna.te dal Rrgolam1'llto dl esercizi per Ja fantet:ia, e dalle Norme per il combattimento dd tempo, ed in r,ar tlcolar e: 10) allo scbi<>ramento su va.rie schiere di b.n ttaglloni (in generale tre scbiù·c) di cui la prima, l'avanscbiera, era incaricata cli condurre fin dal principio il combattimento a fuoco contro l'avversario. 20) Alla marcia. cli avvicinamento, lniziatn. alta 1IH1:;s ima distanza dc·1 ti ro utile cli fucileria, sotto la. protezione evidentemente del fuoco d'arti: glier.ia ; marcia che si protra.eviL a bat taglioni più o meno r accolti, ossia a lla. mano, flno al punto in cui l'avn.nscbiera. doveva nece.~sariamcnte inizia.re l'azione di fnoco, 1:;cl a qu~sto, fìne scaglionarsi 1n °più linee. Di quest!?, la prima. linea. o lincn di f uoco di focil<'1·i1L er a a,ttiva; le altre linee a.ve,ano funzioni di rinca.lzo ossia di r ifornire til'ntori alla prima linea, ma [)r<'valentcmentc di sosping<)re la prilmi lim'll stessa in avunti veri::o il nemico, S<'guita dai r incalzi sempr e più ad <'SSa ravvicinati a misura. che diminuiva. lti distanza da.l nemico:· Quçsto dovevi, avvenire secondo il principio tattico che -le schiere dietro la prima do,·ei::8cro sempre trovarsi più .vicine. alla prima che non la. stessa prima lhl<'a vicina al nemico; e così tino alla fusione della seconda schiera coll'avan- · schiera e poco dopo, alla fusione della terz1t schiera colle altre du<' ìn , 1.m'uni~ e dens a li~ea, nella pos izione di assalto, ·da.Ha quale, dopQ breve e violenta. prcpa·razione di fuoco, scattava l'assalto alla baione):ta. Da quanto si è affe.rmnto qui risulta che la dlsposlzione delle schiere nell'ordinanzit attaccante, è per cosl dire funzione della distanza. della linea di fuoco dal nemico, e più di tutto, !-unzione necessaria in quanto che ad una cleterm1J1ata distanza. dal nemico la formazione cli combat. t imento ~ proprio quella lnclispensabJle acciocchè l'ordinanza possa sviluppare ta sua azione dl attacco a ques_ta dis tanza in o.vanti. ID risulta 0

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DUIMNTE LA GUERRA

ancora elle l'artigliere elle ha missione di opporsi col fuoco all'avanzata d1 un'or d1111111za cosi spiegatit per l'attacco, può, dalla distanza fra le due fanterie - amica ed avversario. - indovinare in larga misura la disposizione delle vaxic linee attaccanti, ed averne norma 1iet distribulre i l proprio fuoco così dit colpirla t ncta, ossia in tutte le s ue schiere. E' poi molto importnncc il r ilernre in proposito elle la formazione dell'ordinanza di cui trattasi, riprod uce press'a poco le formazioni che ad una certa distanza. antichi Eserciti assumevano per lo schieramento quando la massima gittatn \.ltilc del' proprio fucile corrispondeva a tale distanza. l!J Ciò tino a distanza di nr;salto, per la quale tutte le schiere sono sempre compenetrntc fra loro, e per la quale la formazione è pt·e:;s'a poco quella della legione rOIUHrnl (campo di tiro nullo cd assenza dl fuoco) nrll11 quale 1 mtmipoli sieno tutti entrn ti in linra, compenetrati colltl prima delle l111rc. A prorn di quanto ora si è asserito, si nota che nei combattimenti in un bosco fitto oppure d1 notte. ossia quando l'azione di fuoco è necessariamente esclm.a., è proprio la formazione della legione romana o JJress'a poco che viene ass un ta pe1· esercitare l'azione di urto, la soln. coucessa dalle condizioni del terreno o di luce. Ciò premrsso, nei t<.'r reni piani e coperti le disposizioni iniziali di schieramento dei vari reparti lungo 1a fronte .d i combattimento debbouo essere, reparto pc1· rermrto, q·uE!lle che avrebbero assunto nel combattimento classico a quella stessa dJstunza, che è eguale al campo di vista e di tiro che il terreno St<.'sso concede al reparto. Così per esempio se ad un r eparto è concesso 1m campo di vista di 600 metri soltanto, la s ua formazio11e iniziale di lotta deve essere quella che nel combattimento classico viene a risultare l'or<llnanza attaccante a 600 metri qall.e prime linee nemiche. Se invece un reparto contiguo ha un campo di vista di soii 100 metri, tale reparto den i senz'altro assumere la formazione di assalto o quasi. Il combattimento su un tratto anche non molto •N,teso del lu. fronte deve pertanto assumere form e differenti, n. seconda dell'estensione variabile dei campo cli vista e cli t iro. Per la grande variabilità di tale estensione consegue che reparti contigui non molto importanti d<'bbono, p<'t· iniziativa dei loro Capi scegliere I<' forme più idonee per incominciar e razione, per poi gradatamente passare alle forme succcsi:iive a misura del prog1·ecllre della lotta. I r eparti che per la fitta copertura possono giungere tino a breve distanza dalla linea nC'mica. non debbono esitare ad avanzare e ad n><sumere quelle formazioni add.ens11te che occorrono JJ<'l' l'assalto con tutte le forze senza o con brevissima preparnzione di fuoco. Alla battaglia. di .M agenta (1~50) l'eccellente fanteria francese, esercitata. ai violenti attacchi alla baionetta che d1 regola avevano caratterizzati la precedente guerra di Algeria, ebbe ragione della passività austriaca che svolgeva un procedimento d1 a;-;Jone il meno approprìato al genere del terreno circostante. Nella difensiva è naturale la tendenza di dispone le linee di fanteria all'orlo dei maggiori caropl di vista e ili tiro concessi dalla coper-

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LA N LìOVA REGOLAl\1E1''1'AZlONE

tura de1 tt!rreno, o come quasi semvr~ s uccede, all'orlo delle · zone più coperte. Sovente si vengono così a formare dei salienti rivo iti al J1emico e piuttosto pronunciati che debbono quindi Vt'nir n1fforzati solidamente. Le seconde lin ee, sovralutto ove :i cumpi di i1ro soi:10 brevi, col 7'.tvore della fitta copertura . debbono essere molto ravvicinate alle I)rimc linee. La difesa poi :,;i avvantaggerà asstii se disponà di una foxte artiglieria che essendo ln posizione molto ar retrata e coperta effettui una bnomL preparazione di tlro .col controllo ùi osservatorii disposti lungo l'anzidetto or lo dei più vasti campi di tiro. Si avrà inol tre molto vantaggio nell'arrestare il nemico :in lon tananza da lla vertL posizione cli difPs11, occupando posizioni ·avanzate, situate in ponti avanzati di mnggior cope1·tura; con 11011 grande forza e con qualch~! bocca da. fuoco leggera a ti ro molto rapido, per s imulare con rapidi tiri cli pezzi isolati un più forte schieramento di btLtterie. Insomma per le ragio11i s uespresse o. proposito del contegno del l'tLvang11arclia in ques ti t~r:reni piani e ~opertt, di fronte acl un nv~·ersar io irr:uente, un a difensiva, che uon abbia modo e le manchi il t empo cli prepararsi b('ne, è dC'Rlirmta fL fallire . Molto sarebbe ancor.L da aggi1111gere a quanto pr.ima dC' tto, Sf>(~cialmen te per l 'esplorazione, .i. collegamenti tra le varie colonne, i :,;c•rvizi, E'CC. ecc. Le Nm:me pubblicate nel giugno 1916 dal Comando Supremo ed intitolate Op-i'razion.i nc•i terreni pia.ni. e cover t i si occupuno d i questi uJtirni argomenti nell'offensiva <' n elltL difensiva E' però, pnr accennando ad alcuni . Particolal'i intuitivi, dimenticano cli far cenno per esempio a criter.i generali come quelli dtt noi più 1;opra espressi, e di richiamare l'attenzione su q11alche avvertenza importante, come la· convenienza di numc•rose e brevi colonne, e ·sovràtntto cli assegmu-e a queste stesse colonne delle clìrf•zioni convergenti.

** * L'artiglieria nei terreni piani e coperti di cni qui trattllsi deve essere impiegata con criteri. alquanto diversi da qnelli per il combattimento classico già illustrato per quanto ha tratto aJl'impieg-0 principale dell'Arma. An zitutto nelle colonne di ma.rcia attaccanti essa va collocata molto indietro. Per l'a,zione essa sa.rebbe di poco ai'nto se fosse colloca.ta dietro e presso le fanterieJ specialmente per i ristretti carnipi ,d i tiru e per la ne.. cessità d.i far fuoco al cUsopi·a delle tr uppe amiche im conclbdoni' ·non sempre favorevoli, e <.l'altra parte portata . in Hinea colla fanteria 1ion potrebbe agevolmente seguirla nell'a.vanzata a meno di avere materiale apposito come quello da monta,gna. - 866 --


DUIUN'l' E L,\ GUERRA

Posta molto . indietro alle linee di fanteria l'artiglieria è in g1"ado di agire molto 'più a. ]ungo, a condizione di avere osservatorii' come aerostati (111011 sempre disponibili e d'altra parte facilmente colpibili), torri o campanili (pochissimo efficaei), oppnre ossei·vatorii costituiti da pa,ttngli.e di artiglieria destina.te a s1pi.ngersi fin sulle linee più avanzati~ della. fanteria e a seguirla nelia sua avanzata.. Sta il fatto che, non appena segnalato il nemico, si hn gl'a.ncle vanta.ggio di togliere al più presto l'artiglieria dalla. colonna, e ·di disporla senr,' altro in posir,ione sul terreno lflterale alla strada, su dne linee, e cioè l' artiglieria campale sulla linea. più ravvicina ta, al nemico: l'artiglieria pesante campale e pesante sulla più lontana. Così faeendo non si avrà ritardo a sistemare l'osservnzione nell'unico modo che promette cli es1::lCT'e efficace, · ossia mediante le pattuglie osservatrici. cl' nrti-· glieria or ora indicate. Nel gi,oguo 1916 fu s volta. un' esperiernm in terreno pia.110 e cop<'rto nelle Yicinanze di Cittadell.it. I)er tenture un crucace coucors o dl tutta l'a.rtiglìl'ria di una divisione nel combattimen to .in quest i terreni coperti. Se<:ondo u11 tema tattico tracciato apposftamente, umi. battrr.ia da ì5 (effettiva) che Jm,ieme con altre bat t er ie (supposte) faceva parte dell'artiglieria di una Div:isione ùi fan teria, v<'niva tolta. dalla stradù e disposta .i.n' batt<'r.ia. sul ten<'no latera tl·. Al più pr<':oto, C\OJJO ques ta tn<'ssa in batteria, 1111:t pa tt uglia di telefonist i, ossrrnttori, comandata cla un 1lllìcialè e mnnittl di abbondante matcr.iale te l<>fon.ico si collegava s ubito alla staùone di batteria ; poi di corsa. dis tendeva. 1111;1. linea imi terreno n atural e in direzionf! elci nemico e fin sulla. linea. dell'avanguardia precedente1m·nte indicaht con banclil'n•, aù un a conveniente distanza dc•t snpposto nem ico esso vure segnato con bandiere. L' ufficiale riferendosi alla carta nl 100.000 (cli ecliziol)e identica u quella del Cournm1antc di bath>r ia) g li duva r,er te lefono indicazioni s ulla posizione ùel ber:;n.glio. Il Coma.ndante di batteria, rileva,va da lla ca:rta: <list;1n:m e di.rezion<', e po!'Cia, come, d'accordo, faceva partir e du,.! colpi a tempo con scoppio sulla verticaJP. <l<·I IJrr,mgi'io presunto. Questa. coppia di colpi r isultò a distan,.a quasi g iusta,· ma spo:;tata n s inistra. di circa 100 mi llr:simi della di.stauz,t s trs!>,i.. In Mise a que><to risultato 1ft ba.tteria apporlò n l tirn le conezioni per unn. sa.Iva di batteria, che effettuattt a percu~sione, ri nsci esa:ttam<•nte sul bersaglio. Certnruente per tale esper i<~nza si · cnt ·co11s iderato· un caso S<'mplice, ed r,ppu nto perciò L'es perienza avrebbe dov uto vcnir e estesa a casi riiù comnlcssi e con maggior numero di batterie 1wr c,•rciwc di organizzar(\ la vnrte più complicata del s is tema elle è l'osservazione ; e ciò tanto più perchè in questi terreni, l'ossPrvatorc singolo spazia solitame11te la. propria vista su 1.in tratto pinttosto ristretto della fronte n emica ed occorre qoindi che presso il competente Co-

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LA NUOVA REGOLAMEN'l.'AZJONE

mando d'Artiglieria vengano coordinate le osservazioni parzia.Ji clei singoli osservatori, numerose e non sempre .perfette specialmente dal punto di vista tattico. Di tutto questo pertanto nulla si fece durante la guerrfl neppure nell'imminenza di una. possibile lotta su tali terreni .

* *· * Il 25 febbraio 1915 il Comando Supremo pubblicò 11111 fasci. colo intitola,t o : « Atta.eco :frontale ed· ammaestramento tattico )), al fine di completare ed in parte modifica.re le precedenti Norme riassuntive, in armonia coi risultati fino a.l lora osservati nella guerra, sulla fornte francese. Tale nuovo fascicolo aveva per intento princiipale quello di disciplina.re le menti degli ufficiali orietntandole verso i principii fondamentali che cara.t terizzava.no il moderno combattimento e ne rendevano con evidenza i tratti espressivi e saJienti. Esso tracci.a.va altresì le linee fondamentali ,d a seguire per l'ammaestramento tattico delle truppe. L'armonia e la fermc~,m della disciplina delle intelligenze · degli 11fficiali sono fattori utili di successo in quanto che 1110n solo rendono docile nelle mani dei Capi la massa operante, ma · fanno si ·Che i reparti, lontani dai Ca.pi più elevati, in circostanze straordinarie e ,difficili sanno determinarsi aà utili ini:r,iative con soluziOIIli identiche a quelle che sa,rebbero prese dai Capi lontani. Il fascicolò insiste sulla stretta cooperazione del1'Artiglieria. colla Fanteria, come pure insiste sugli altri punti della precedente Circola.re 1414 e particoJ.a.rmente sulle a1pplicazioni a.I terreno. l\fa le insistenze espresse nel suddetto fascicolo non furono giudicate sufficienti perchè il 25 a.prile 1915 una Circolare N. 380 · ribadì e proclamò che sul ,c oordinamento d'impiego della Fan teria ecl Artiglieria si imperniava tutto il rnecca,nismo .dell'attacco odierno. Ohe quindi .doveva.no venir svolte continue esercitazioni in modo atto a renclere consuetudinario tale coordi-· namento. Nel maggio del 1915 il Comand-0 Supremo nella Istruzione: « Procedimenti per l'attacco frontale nella guerrà di trincea in uso nell'Esercito francese>>, riunì alcune Norme consigliate -

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DUltANTE LA GUER&A

dall'esperienza e dettate nell'Esercito francese da quel Comnndo Supremo e da alcuni ·comandi di Armata Alleati. Alèune di ta li Norme erano identiche ad a.ltre già ema,n ate dal nostro Comando Supremo nella C< Istruzione sull'attacco fron tale)), cl.ella, <Jnale già è sta.to parlato. Nelle Norme francesi si . insiste sull'impiego d'artiglieria. e si dichiara necessaria un'organi,r,zaziÒine inizia.le molto completa, coll'adozione di . procedimenti e mc7,zi riferentisi alla guerra d'assedio (cart(~ per il tiro preparato, ccc. ecc.) e di molti collegamenti tra i Comandi e le batterie, con Ja costruzione di molti falsi apiposta.menti e di batterie simulate, vale a dire una orga11.izzazio111e già pensata. ed attua.ta tra noi da parecchi anni prima .a·elJa guerra e già, familiare nella nostra artiglieria da fortezza. Tntto quanto precede formava. la Regolamentazione tattica che accompagnava l'Esercito alla sua, entrata in guerra il 24 maggio del 1915.

Iniziata la guerra, f1irono dal Coma.ndo Supremo emana.te altre Norme ed in particolare eone Circolari: N. mo del 6 giugno 19]5 ; N . 496 del H> giugno J9J5, e N. 575 ,del 19 giugmo 1915. Oolla prima -d i queste Circolar~ furono sanciti alcuni pa.rticolari relativi ni rafforzamenti campali ecl alla distruzione d'ei retic.olati (pinze, tubi di gelatina. esplosiva, tiro d'artiglieria). Circa questa distruzione si ·dava.no, sebbene un po' in ritardo, norme per ottenerla anche con proietti campali. Colla seconda. Circolare si tracciavano norme per l'attacco di posizioni rafforza.te e segnatamente per la, distnrnione dei reticola.ti (divenuti sempre 1più fitti è più profondi), avviç;inandosi ad essi cautamente per via di approcci che ne permettes~ero la odistruzioùe a mano (pinze o cesoie) o per mezzo di esplosivi (tubi ripieni di gelatina esplosiva). Infine colla. terza Circola.r e si dav'ano precetti, tratti dall'esperienza della nostra guerra, per la migliore postazione delle artiglierie nelle sistemmdoni difensive e per il più efficace im~ ' piego delle artiglierie stesse. In pa.rticolare si davano istruzioni: -

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LA NUOVA REGOLAMENTAZfONE

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per Ja disposizione delle artiglierie., così da essere b~·n dC'fila.te aJla vista. ed a l la vampa, e atte al tiro indiretto; per l'uso .d i traverse tra. pezzo e pi>zzo e. di ripari per i serventi.

Si consigliav:mo poi : - ampi intervalli tra le bocche da fuoco della iia ttl:'ria; - il mascheramento della batteria (evitando cli smuovere t ena frt·sca nelle vicinanze); - ltt sorpJ:esa del. t iro fiancheggiun te, e 11et·ò che .le artig lierie di infilata non avessero a svelarsi che al momenèo dell'attacco nemico; - la c0s;truzione di appostamenti supplementari per nrt.iglier ie oYe trasferire le tocche da fuoco dn nppo:;tnmen ti ehe il nemico rie,ee a battere; - l'impiego cli !Jattc·ri<' simulati>; - il colloemnento deg li oss<•rvat:ori così dn. poter v<•ckr b<>m' e non ,•e11 ire fac ilmente scoperti.

Dopo la 1Prima battaglia del1'Isonzo (23 giugno-7 lugJio HU5) con Circolare N. 1506 del 13 .luglio 1915, per la distruzione dei reticolati il Coma nd o Supremo indicò speciali procediment i consigliati clall'esperienz.a fatta fino allora. Ooh altra Cfrcola.re ~- 1514 del 15 luglio 1915 lo stesso Comando Supremo con~ fermò alcuni criteri fonda.mentali relativi alFa,t tacco delh~ posizioni rafforzate e rigual'Clanti eventuali lavori sotterran<~i cH mina , intesi alla distruzione di punti forti del1e posizioni nemiche; con Circolare 1654 del 17 luglio 1915, sulla base delle dichiarazioni fatte da un disertore attestanti alcuni nostri difetti i1n riguardo del eoordinamento di impiego dellà. fanteria coJl'al'tiglieria, insistè ancora sn tah~ necessità; ed infine con Circolare N. 1967 del 27 lnglio 1915 ·diede Norme genenili per il mantenimento delle posi1,ioni cong11is+.nte. Tenuto conto òell'esperienze di g-uerra fino al settembre J 91f>, 'il Comando Ruprerno T'accolse in un quadro sintetico le varie Norme tattiche date fino allora accen nando' : -

al le caratteristics<' ckll<' posizioni liE'miche ed ill loro attncco; ltlla preparazione ed impkgo dl."ll'artigller iit ; all'az.iÒn.e del.la fanteria:; al mantenimento del le 11osi.zioni conqui,:tatEi.

Con circolare N. 3S98 del 31 ottobre .1915 cornpleta:v:a il testo della precedente, · spedalmente per l'artiglieria, per otte-·

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DÙRANTE L A GUF:RRA

nerne il massimo effetto e COllll})ensare COSÌ lo scarso numero di· bocche da fuoco e la scarsità cli munj1/,ioni; veniva cioò raccomandato: -

di e.seguire tii:o ngginstato, conCl'lllTUto e violen to, e guidato du. una buoml osservazione ; di non clh<seminure gli. effet ti; di sceg lieJ:e oppol'tnnalilentti le. batter ie dn impiegnrf'; di nentntl izzn r e l 'a r t iglieria n èmica con f uoco preponderante quando le. nostr e fanterie in iziln-ano l'attac_co.

Nel 19Hi f.nroùo dal Comando S upremo aggiornati a.Jle esperie1w:e belliche : - il R egolamento cli eser cizi per In fantl'ria ·(edizione 1914) ;. - l'Is truzione sulle arm i e sul tiro diilla fan teria (edizione 1909);

e poscia con ()ircolare N . 2552 del 10 n1 ar7.o 1916 si diedero Norme !l)er segnare il ·posto dei Comandi di fanterh1 nel combattirne11to in modo da, riuscire il men o possibile esposti al fuoco nemico. La Circolare N. 1693 del !5 marzo mm inte1:venne poi a, disci plinare il Servizio di ricognizion e e .di osservazione aerea nei Corpi d'Armata, per ottenere da1 servizio stesso il massimo rendimento e per regolare l'impiego degli aerei destina.ti per iJ servir,io cl'attiglieria: U 10 aprile H-11.6 la Circolare N . 478?> <:nia,nò !l'lorme e concetti per l'occnpazione e mantenimento delle posizioni avanzate; ed in fin<~ In Circolare N. 4861 ,del 15 aprile mm pubblicò dati · e notizie relativi alla battaglia cli Veròun combfi.,t tnt a in Francia.. I m,iportante sopra.tutto per l'Artiglieria fu ai primi giorni dell'aprile 1916 l 'Istl'ur,ione emanata dal Comando Supremo dal ti tolo Criteri di impiego ùell'nrtiglieria, la qua.le però non fu rrn'Istruzione completa, ma si limitò a.. raccogliere gli argomenti p iù importanti, de:rivalllti. dalle esperieme di guerra fatte fino nl marzo 191G, tratt ando così : -

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rki seguenti argomf'nti tattici : - compiti de lJ':.1rtigJ.ieria special m1~nte neir·a zione off f'nsiva; - concot·so clell'artiglierht ne l la preparazione· e svolgimento dell'at . tacco e nel mantcnirue11to delle pos.izioni conquistate; - princ'ipli essenziu.li dl'll'.imp.iego ckl I'artigl ic1:ia. nel\ 'nzione difensiva.; e dei seguenti argomen t i tecnici: - osservaz iomi d ~'l t iro (osserv:ttor.ii cl.i. bll.tter la e di gruppo; norme

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LA NUOVA REGOLAMEìS'l 'AZIONE

gen erali p er l'os;;ervazione (tecnica e tattìca). osservazione dei tiro contro gli aerei, e collegamenti; - esplorazione; r icerca delle batt<'rie avversar ie ; - tiri contro attlglieria ed appostamenti di mitrag liatr ici; tiri sulle r etrovie del nemico; tiri di notte ; ...:.._ proietti cla impiegar si; rifornimento delle munjzioni; - postazioni dell.e batterie ; ripari; - dipendenze tattiche per l'impiego delle Unità d 'artig.lieriu.

Nel maggio del 1916 il Coniando Supremo, dopo l'offensiva austriaca nel 1'rentino, in previsione che si dovesse dar battaglia nella pianura copei'ta della Venezia,, errianò :norme riferentesi all'azione offensiva per le operazioni nei terreni pia111i e coperti, circa J.e quali in questo stesso Oa,pitolo• già vennero esposte 1e genera,lità e J.e relative considerazioni. · Nel momento della controffensiva italia:na sulla fronte Tre111. tina, il Comando Supremo ematnò 1poi la, circolare 10005 del 10 giugno 1916 sulla Preparazione morale dei combattenti intesa a. rimuovere i dubbi che taluni procedimenti tattici., seguiti dal nemico, avessero potuto scuotere la fiducia dei nostri combattenti circa la, nostra superioritù,, ed a conferma.re J.a bontà dei uostri dettami ta,ttici se applicati con eriterio ed. abilità. In seguito coUa Circolare N. 11100 del 26 giugno 1916 lo stesso Comando stabilì principii d'impiego deUe mitragliatrici per migliora,r lo ,coà cggeindo qua.lche difetto fino allora rilevato.

* * * Nel giugno e luglio del 1916 furono poi a,ncora pubblicate dal Comando Supremo due importanti Istruzioni : -

la prima Circolar e dava norme generali per l 'impiego de lle bombar de coordinato con quello delle altre armi, e conteneva : - dati suJle bombarde, solle munizioni relative e s n lbt loro efficacia.; - nor me per i l concor s o di taH armi nell'azione ta ttica offensiva e difensiva , e n elle azioni di sorpresa ; - norme per la postazione delle bombarde e pex i l rifornimento delle munizioni; - ed infine r egole circa la dipendem:a delle Unità dì bombar.de nel combattimento offensivo e · difensivo. - la seconda Circolare sanciva i Criteri essenzi:lli di impiego della fanteria quali erano stati confermati dall'esperienza di guerra.

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DU RANTE LA GUl):RR,I.

Poi, per l'istruzione dei reparti nelle retrovie, il Comando Supremo con Circolare N. 12610 clel 18 lugUo 1916 sta,bilì norme per lo Addestramento dei reparti nell'attacco, · :nella guerra cli trincea . Poco dopo furono completa.te le norme per l'mpiego delle bombarde, no1;me date colla Circolare N. 131.15 d~l 25 luglio 1916, st abilendone l'impieg,o a massa; e coa1 Circolare N. 19330 del 1.7 settembre 1916 si emanarono norme per l 'hn· piego delle mitragliatrici. Il Comando Supremo pubblicò poi ancora: -

due Circolari N. ·; 50 del 20 Sdtembn: (' N. 750 bis del 17 ottobre H)Hl inter essanti alcuni Ammaestramenti cli esperienza ; Circolar e N . 261.10 dei 2S nov<'mbn' 1916 dett ando disposizioni r elatjve a.ll'impie.go delle bombe a mano ; e fina lmente Circohtre K. 20706 de l 4 cUcemb1·e 1916, emanò norme circa la qiiantità di tn1ppe da mnntenere. in t r incea.

Nell'Impiego · dell'artiglieria e neffimpiego della, fanteria risult arono rilevanti variazioni rispettivamente dai Criteri di impiego d'artiglieria e dai Criteri essenziali d'impiego della fanteria, già indicati; e così .: a) a.ttacehi su larga fronte per impedir e al n emico H concc11tnimento del suoi

me1.?:i di azione e .specia lmente del fuoco de lla son. artigl iei·h1 ; b) suguce hddensamento delle truppe e de i mezzi, in corrispondenza dei trat t i

destina.ti allo sfondam ento; o) elasticità nel congegno delle dipendenze t ecniche e

tntticbc deJl'arti. glieria; <l) impiego a massa delle bombarde per distruggere i rC'ticolati e per terrorizzare l d ifensori; e) prcvC'ntivo accertamen to d5•lln sufficiC'nza. dell.e brecce apente nei r eticolati, prima di lanciare la fanterhL all'attacco; /) sca glionamc'nto d<'lle frn1tci:h· in profoncl:i tà; u) audace impiego delle mitrnglin.t.r ic\, con tiri pref eribilmC'nte cl'iJ1fila ta. ; h) accompagnam<·nto della f anteria nel.l'attu.cco, accompagname.n to per opera dell'artiglieria e delle bombarde am iche mediante il tiro di neutralizzazione d elle artiglierie nemiche ; i) condotta da t enere dalla difesa coli.o scopo di arrecar e a ll'attaccante rwrdlte ingenti con r apidi concentracenti di fuoco e con ben organizzati contrattacch i ; /,) costante ed inti.ma cooperazione fr a Artlglie.rin r. Fanteria, e servirlo di osservazione preordinato e sàupoloso.

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LA NUO\'A REGOl.·AMENTAZIONE

* * * Negli anni 1917 e 1918 furono dal Comamdo Sup1·emo date àltre norme mediante Circolari ed Istruzioni rigua.rdai1ti : - l' impiego dell'artiglieria, - la sempre più intimu eoop<irazione dcll'Artigli0riu con lit Fanteria, - ·U funzionmnc·nto dei Comandi d' Attiglierin, - nonebè altre dinittive estranee itll',lrma cl' Artiglieria.

Mentre da un lato sarebbe troppo lungo entra.re in particolari, d'altra parte essi possono essere sottaciuti perchè l'.~s-

senza veramente sostanziale e iluova. della Regolainentazione tattica si limita all'a,n no 1916.

Da quanto si è somma.ria.mente. esposto risulta chiaro come dmante la guerra l'alto Comando dell'Esercito sia. stato cost1·et.t o ad emana.re, a. getto continuo, nor;me, precetti e disipo-si~ioni per disciplinare l'impiego delle truppe in modo che esso j·inseisse ,c orrispondente alle esigenze della guerra, e ciò fece completando e modificando dapprima le Istru½io~i regolamentari. anteriori al 1914, e più tardi completando e modificando le stesse norme stabilite -clura,nte la,' prima pa.r.te della guerra. Tutto ciò dimostra. chiaramente che a.nteguerra la preparnzione professionale delle varie Armi non era quella che la g-nerra 1H15-l8 ha poi richiesto. Solo l'Artiglieria d'assedio e da fortezza., in linea. tecniea si ern in qualche modo prepa.rata, 1per p1·oprio impnlsc, e senza ispirazione dall'alt.o, ad un genere di guerra che collimò quasi' esattamente con quello della guerra mo1ndia.le.

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PERFE Zl ON1\MEN'l'I NEL MATl.:RIALE D' ARTlGI,IERIA

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RIASSUNTO DEI PRINCIPALI PERFEZIONAMENTI INTRO• DOTTI NEL MATERIALE, NELL'OROANIZZAZIONE, NELLA TEC· NICA E NELL'IMPIEGO DELL;ARMA IN CONSEGUENZA DELLA OUERRA.

§ III (A)

Perfezionamenti nel materiale d'artiglieria.

I sistemi ,d'artiglieria campale adotta.ti prima della guerra corrisposero bene ai loro frpi e non subirono perciò alcun perfezionamento sòst:mziale, non potendosi ritenere tali a.lcune innovar.ioni di non grande momento, come le seguenti: -

hl riduz ione di 1/G della car ica di lancio de.I. C\tnnone clu 75 da cam-

pagna, con ri111mci1:t a par eccbie cliecine cli metr i di ve locità iniziale, allo l:<Còpo di diminuire il logor io ddle bocclle da fuoco e quindi di .aumentarn e la ·c1urata. cli SC'rvizio; · - l'aclozione d i um1 r'oset ta di ogiv,t pPr ott<>ner t> eoi cannoni camÙali tiri ' più curvi a umt:•ntnndo .con es;.iu la r<·sis tenza dPll'n ria.

Nell ' artiglieria pesante campale si ebbe l'ado1,ione molto opportuna del ca!lnone da. 105 forni to dalla Ditta Ansaldo, cannone che fnnzionò ,o ttimamente durante t utta la, guerra, con buona precisione di tiro è con discret~1. mobili tà, sebbene di noill accentuata potenza e di non notevole grande gittata. Così dieasi del cannone da 102 dellH, stessa Ditta, disposto su affusto a c:a ndeli.ere e installato su autocarro, canno11e di ,d iscreta potenza e cli buona precisione cl.i tiro, e rapidamente spostabile al seguit o delle trll!ppe. Qnesto sistema d'installaz.iorne aveva il grande vantaggio di una pro:nta messa. in ba tteria, in quanto ùhe, arrestato l'a,ntocarro, era facile il puntellarlo e si aveva quindi · il sistema pronto ad aprire il :fuoco. Per l'acla.ttame1ito di attip:Jierie campali a t iro contronereo, i ripieghi furono numerosi ecl ingegnosi e,d in -alcuni casi per-

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PERFEZlONA:MmNTI NltL MATER TALE o' ARTIGLlll:ltlA

misero un hnon senizio dura nte tutta la guerra . Essendo qui troppo lungo di enumerarli tutti ci limitiamo a ci tare coro.e ottima e prHtJca l 'install azione Marchionni, generale della nostra Artiglieria tecnica. Ad un ùnon sistema contro::iereo Ìa Ditta .Ansaldo provvide con un ca nnone da 75 su affusto a candeliere i01stallato su a11toca rr o, particolal'mente adatto a seguire le t ruppe e. ad aprire prontamente il fuoco a protezione di questé, così come si accennò precedentemente per il cannone da 102 <lella stessa Ditt a. ~eH'artiglieria pesa nte non vi furono 1perfezioname11ti importanti. In co:n cJnsione, a misura che artiglierie di vecchio modello si resero insel'Vihili e si ebbero materi.ali per sostituirle, subentra rono generalmente l 'ottimo ca nnone da 149/ 36 su af. fnsto rigid.o, ed il :o;ior taio da 210. A questi si a,ggiunse qua.1che esc~mpla te cli cannoni da 152 della R. Marina su special e affusto cla tenaferma, costruito dalla Dit ta Ansaldo, e qualche bocca tln fuoco estera forn itaci dagli Alleati. I n più entraron o in s.e rvizio, in discreto numero, g1i obici da, 305 del1a Ditta Armsh'ong su affusto di poca mobilità, bocca da :fuoco -di' buona pot enza mA di non eccessiva precisione di tiro in qualche caso (tiri di montagna a grande dislivello tra batteria e bersaglio). In questa, ca.t egol'iA. ,di bocche da fuoco si ebbero perfeztonamenti di qualche importanza per il mortaio da 210 che, lasciato il vecchio e pesantissimo affusto_ a piattaforma, fu iincavalcato s u affusti più rispondenti e cioè su affusti studiati dal gen. De Rtefa no e dal gen. Garrone, ambedue cl.ella nostra. Artjglieria tecnica. affusti più mobili e sovratutto aventi più estesi settori di tiro che non gli affusti a ruote che erasi in va no tentnto di ottenrre prima della guerra.

*· * *

P erfezionamento desiderato sovratutto dai ta ttici, ma 1um attuato, fu l'aume:nto delle gittate. ::Kella nost ra artiglieria . durante la guerra, non si procedette alla fabbricazione di bocche da fuoco di accresciuta gittata,; e fu bene perchè esse avrebbero richiesto velocità, inhiali alc1uanto 1più elevate e sarebbero quindi -

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PEltFEZIONAMENTI NEL MATERIALE D' ARTIGL!EJRIA

conseguentemente a,nda.te soggette ben presto ad erosioni gravi ed avrebbero dato luogo à sco1ppi in batteria, mentre la,, loro durata in servizio sarebbe perciò sta.ta, sensibilmente minore. Non cosi avvenne in artiglierie ,degli Alleati e degli avversari nelle quali si ·cercò di conseguire maggiori gittate aumentando considerevolmente i pesi del' proietto e della carica di lanci.o, nonchè il peso dei sistemi, diminuendo così la mobilità di questi ultimi. L':mmeiilto <li peso del proietto impose proietti più lunghi e meno stabili suHa traiettoda, e l'aumento delle gittate trasse seco il gra.ve inconveniente del sensibile aumento delle striscie del 50 % dei colpi o, in altre parole, ingenerò una mi·nore ·giuster,za di tiro che non veniva affatto compensata dal maggi.or raggio di azione cli scoppio -del proietto più pesaJ1te, e che quindi conduceva ad un· maggiore consumo di rflunizioni, con minori effetti. Questo desidera.to ebbe· una rea.lizza.zione nella costruzione del così detto cannonissimo, ,d'e l quale si è parla.to in altro Capitolo, e che, seippure interessante per ta:n ti riguardi cosh'uttivi, di funzioname11to e di impiego, viceversa all'atto prà.tféo si dimostrò quale facilmente poteva prevedersi e cioè non rispo1ndente ai :fini per cui era stato costruito. Nella guerra terrestre che si cornbattè nel 1915-18 non si risenti ma,i la, necessità di gìtta,te esagerate, mentre in og'.ni caso si apprezzò moltissimo la precisione di tiro n,lle distanze piccole e medie, anche e preferibilm.ente colle cariche ridotte .che hanno il vantaggio di aumentare considerevolmente la, durata in. servizi.o delle artiglierie. E durante la guerra stessa, molti ufficiali dell'Arma fidenti nei continui e rapidi progressi dell'a.vfazione, opinavano che l' A.1:ma aerea dovesse vantaggiosamente divenire la longa manus dell'Artiglieria, i1n quanto che l'aereo, anche a molte centinaia di chilometri di dista1rna., può lanciare i. suoi pr.oietti con una precisione che andrà sempre mig'liorando e che quindi non sarà inferiore a quella ottenuta alle dista.nze più brevi.

* * "' Dopo che in montagna vennero costrnite illllportanti linee difensive ed in esse si sistemarono in caverna., tanto mitraglia.-

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C'ERFEZ ION',\:MEN'l'l NEL M,\'fERÙ.u; D\1.RTIOT,lERlA

n1c1 quanto bocche da f noco> ù.nlln conve111.enzn di uvcre ne.Ile cave1·ne stesse e ve1·so il nemico delle cannouiere mo]to limitate di ampiezza, nacque l'idea cli afrnsti a c·,111 nonicra minima . Una primx applicnzione, ideato, i:n Vallars11, (Tre1ll.i no) mn l;l.On iLttuata per mancanza -di matel'inli e di tempo, consi teYa nel vincolare il sistema bocca da fuoco e <.:ulla dell'ordi nario can,· 01one campa le da. 7G, ad 1m piastrone metallico solidnmente fissato al di~otto e presso 1H cmrnoniera,in modo che la rotazione clel sistema pote~s(~ avvenire in og,ni senso quasi esattamente attorno ulJ a bocca del pezzo> disposto in batteri.a. Il sistema dovern essere sostenuto da una pecie di ('ast<•l lo, entl'o il qnale poteva assumere tu t ti. gli angoJi all'orh½onte comp1·esi in nn settor~ (vari a bile da cave1·ua a caverna) col'l'isponclcnte a tutti i tiri tattkamente voluti dallu posizione della ca ,·el'Jta e dalle forme clel t ( rreno circosb rnti :1Jla cam10nier!I. Il cHstello do~ ,·eva poi poter 1'01 are nel senso azimutale, su rotaie <'i rcohl ri , attorno alfa vertknJe pa~sante per il centro cli rotazione della, boccn da fuoco, e cosi passant<' all'indrca per H centro cleHa cannouiera. Dopo lu guerra il gen . Guicletti del nostro Genio rnilitnre pubblicò nella Riv. d'Art. e Genio, 1m i.uteressaJrle studio completo in argomento, foudato su per giù sn'gli stN;si criteri or ora accennati. 0

;, * * Notevoli perfezionamenti si manifestarono nella fabbl'ica½ione delle munfaioni. Per l"insdre ad allestire il grm1de llll · rnel'O di gp:wate necess:uie, si immagi.:nò quella mon oblocco di più pronta fabbl'icnzione . .An<:he per l 'esplosivo di ~coppio si conseguirorno gr:;mcli prog-ressi , coll'adozione cli esplosivi di p1·ochizione nazion ale senza rilevante rinuo1da agli effetti di scoppio del tritolo e dell'a cido ~)icrico, più potenti ma di impos sibile alle~timento in P aese, pe1· difetto di materie prime. Altri progressi furono fatti. ;n ella clelin<'azione delle spolette per confei·irc loro maggiore sicurezza e maggiore sensibilità, e doè l'attit udine a pronti fnnzionam enti H, sec001ch1 dei bersagli da colpire. -

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~ERFEZ!ONAMENTl lXJ<JL MATER IALE

o' AR'l' IGLIE IHA

Dni perfeziona.menti conseguiti durante fa guerra da.11' Artiglieria non ,devesi escludere la bombarda, ~1.rma interve11uta a completa.re la serie delle bocche da, fuoco necessarie per la guerra mondiale combattutasi nel 1915-JS. Per ima.logia devesi ramrneJ1tare l'appari:do1w di un nnovo mezzo di lotta e cioè il enrro armato, rriezzo c:he ha immediatamente presentato agli nfficiali della nostra Artiglieria, il problema per costruire una bocca, da fuoco n,ntagonistica della nuova forma di combattimento che <la èsso conseguiva. All'uopo in Germania venne costruito un fucile di gt·a,ncle calibro (mm. 13) che però risultò di. dubbia. efficada e ·provocante un riITT.culo inso1pportn bile, sicchè venne presto abbandonato per far posto ad un cannone di piccolo calibro a velocità inizia le elevatissima ed. a, proietto perforante, di molta mobilità, e di grande ra.piclità di tiro.

* * * Perfezionamenti si ebbero ancora nei traiui e nei t rasporti. Conferm.ata, la n1ecessità del traino a cavalli per l'artiglieria eampale leggera, il traino mecca nico fu con vantaggio adottato per l'artiglieria rimanente e per i suoi servizi. Inoltre molti stucli, seguiti da pregevoli rcalizzazi.oni, furono fotti per il trasporto di artigli.erie leggere e pesanti, e,,entualmente scomP"Ste, trasportando _cioè Ja, boc·ca da fuoco separata dall'affusto, e l'affusto isolato. Da.ll'iclea d.e l traino. meccanico si 1passò a quella dell'affusto semovente : in altri termini si vernne all' idea. di unire a,d un cano a motore con eing-oli la, bocca da fuoco col suo affusto e con parte delle rnunzioni, carro così fatto da permettere il movimento· in qualsiasi terreno anche molto accidentato. Tale idea fn cioè quella che dall'affusto semovente coùdusse poi i111 ultima, analisi al carro armato con artiglieria di ipiccolo ed arnche di medio calibro. -- 87!) - -


PE:RFEZIONAMEJNTI NELL 10RNANfZZAZCONE

§ Ili (8)

Perfeziona menti ne ll'org a nizzazione , nella te,c o ica e ne ll'impiego dell'arma.

L'ev~luzione dell' Arma , esposta precedentemente, ha avuto per conseguenza una organizzazione ,d ell' Ar;ma stessa che si anelò man mana migliorando dura:nte lo svolgersi della guerra. I n sostanza l'Artiglieria riuscì, in seguito alla guerra, un Corpo unico, destin a to ad un impiego unitario e costituito non già d i va1·ie Specialità ù' Arma ad azione circoscritta, e poco affiat ate tra loro, ma piuttosto di parti caratterizzate-soltanto da differenze di poten za. e di mobilità. L'Artiglieria diventò cioè un Corpo che mell'nzione, salvo eccezioni molto part_icolari. è soggetto ad un solo Comando tattico e tecnico, d'i.rettamente dipendente dal Comando Generale della Grande Unità. Questo Corpo comprende: artig lieria Jegisel'n. c,;;s la il complesso dt'll'At'tiglìcriii dn campagna, a ctwallo, cln montagna c someggiata; ò) artiglieria p<'Sante campale ; e) ar tig liPrja p<'Snnte · <l) artiglieria con Lroaerea, non da posiz ione mu. in accompngnamrnto delle truppe operanti. n)

Vera e pro1pria Specialità a sè stante, rimase l'Artigli<'ria da costa, la quale deve necessariamente rimanere alle dipendenze dei Comandi della R. Marina. I .p crfezfonameuti della tecnica risultano da quanto fu eletto precedentemente. L'esperienza e la necessità. di battere bersagli di varia natura, -condussero la nostra. Artiglieria a gl'an cle spigliatezza nello scegliere la condotta del fuoco più adatta alla situazione tattica, alle forme del terreno ed alla di sposizione delle t ruppe nemiche sul terreno. Da questi progressi, pel' conseguire maggiore pront ezza di intesa nacquero per i varii tiri le seguenti denominazioni : 1) tiro di accowpagnam<'nto inteso n. tog liere di mezzo ogni ostacolo tattico che si opponga. nll'avauzata della pr opria fanter ia:

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NELLA TECNICA E NELI/IM PIEGO

2) t iro d i neutr alizzazion<· d'ar tigJ.if>ria. e d i bombarde l)er impedir e at-

l'artiglier la n emica di offender e la nostra fanter ia quanùo questa muove all' assa l.to· de lla I)Os izione a.tta.ccat,:l; ed ancora, .i.n questa stessa cot1tiugenza, clw nucJ,?i n em ici in L-rii1cca. si sporgano dai patapetto per il lancio di bombe a mano, o che ro iL-ra.gli,ltrici fiancheggianti colpisc.=mo d 'infilata !"ordinanza d'assa lto; 3) tiro d'interdizione o di sburram~·nto, per vietare alle fanterie nemiche l'avvlc'inamen to a lle nos tr è linee; 4) tiro di [)r epai:azionè o di controba.ttc>1·ia da effettuar ~i dalle artiglierie più potenti alJ.'.intento di affievolir<' e gradua.lmente r.i dt.nTe al silenzio· il fuoco delle batterie avvenmrie; G) tiro di contr opreparazioue, per colpire prC'rnatoramentc la fanteria attaccante, . la qua.le, verso la fine d el tiro cli prepar az:'lne della propria artiglieria., si ,ldclensa agli sbocchi pPl' nwanzata. contro ~~ nostre linee.

In armonia ·coi detti perfezionamenti, durante la guerra se ne ebbero anche altri notevoli -circa l'esatta dipenden;,;a t.11,ttica ·delle Unità ·d 'Artiglieria dai Comandi di Grande U11ità od eccezionalmente cl.ai Comandi di fanteria oper:mti; dipe:n~ <lenza, che come il Comando Supremo ehbe a prevedere, dovevasi rivedere ogni volta che varia.va, l a situa;,;ione (vedi Criteri d'impiego cl' artiglieria, emanati ,dal Comando Supremo). Poichè i perfezionamenti introdotti nell'impiego rientra.no tutti in quell'importante progresso che l'Arma, ha conseguito nella sua. evolu;,;ione, di c ui già si è parlato, ci soffermeremo sol~ t a111 to sn alcuni pat·ticolari tecnicamente interessanti. Circa i collegamenti già si è accennato come· al principio deJla gue_rra, fa mancan;,;a di norme e di esperi,enza diedero luogo a. qualche confusione, a spreco di materiali telefonici e· ad. imperfetta suscettibilità de1Je impiantate comunicazioni per corrispondere e soddisfare a, tutte le varia.bili esigenze di guerra . . In prosieguo di tempo si ebbero però nel servizio dei collegamenti varie migliorie dqvute alla larga esperienza fatta; e particoh\1·m<~nte, maggiore at titudine cl.ella, complessa rete telefonica a sicmi collegamenti fra qua:lsiasi Ente con altro Ente inserito .s u di essa,, e e.on ciò, economia di materiali e d'i person:=ile specializzato . Per farsi un'idea .a.e lla complessità di tale servizio basta ri-cor'dare che i -coHegam<~nti in parola ,debbono permettere la. comunica zione clei Ooma,ncli delle batterie, Gruppi ·e Raggruppamenti, fra loro) coi loro osservatorii e coi maga,zzini di mnnzioni; i Comamdi stessi debbono poi comunicare col 56

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PERFEZIONAMENTI NElLL'OitNANIZZAZIONE ,

Oomanào d'Artiglieria, della 6-ra.nde Unità e col suo Ufficio· tiro; questo st~sso Comando d'Artiglieria, di Grande Unità ed il suo Ufficio tiro debbono essere in c,omunica,zione coi loro os~ervatorii speciali ,d i ordi:ne tecnico e tattico, e con gli uffi.ciali cl' .Artiglieria, osservatori cli trincea (incaricati di trasmettere ai ,,arii Comandi d'Artiglieria le urgenti richieste di appoggio del fuoco d'artiglieria, nonchè le richiest~ dei Comandi di Fanteifa della trincea) ; infine collegare il Ooma,ndo d' .Artiglieria di Gra111de Unità col proprio Comando <li Grande Unità,. Risulta eosì che, per esempio, per una Armata occorre una rete telefo nica dell' estensione di quella di una, piccola città, rete che deve sorgere in breve teìnpo e funzionare con piena efficacia. L'esperienza di guerra consigliò la disposizione cli linee multiple ad andamento diverso (minor pericolo ,d i interruzioni per effetto del tiro nemico) fra, i Comandi più elevat i; e l'uso di stazioni centrali (cent ralini) atte a smistare convenientemente le comirnica zioni tra i diversi punti della, rete (così, . per esempio, tra un Comando ,d i batteria di estrema ala destra ed un osservatorio di .estrema ala sinistra ; pe1.' la, speciale temporanea osservazione ,d i un tiro assegnato alla, batteria). 'L'esperienza ha poi ·suggerito tutte ·le norme più ace<mce per una regolare comunicazione telefonica tra tutti i punti clelia. rete, e le norme di urgenza e di precedenza nei collegamenti. E l'esperienza acq11istata in guerra fece sì che nel caso del nostro ri1Piegamento sul Piave, una nuova rete fu impiantata meglio e più ra,pidamente che non la rete precedente.

* * * 'rra i perfezionamenti nella tecnica del tiro d'artigHeriar deve~i comprendere anche quella relati va al tiro con gas tossici. E' noto che, date le difficoltà eclò i risultati · aleatori del lancio ,dei gas clalle trincee contro le trincee nemiche, venne, presto ·concepita ed at tuata l'idea di colpire il nemico coi gas stessi, anche in una eventuale guerra cli movimento per mezzo . <li proietti conte;ne:uti liquidi speciali, che, polverizzati da una piccola carica di scoppio, si trasforma.no in gas che avYolgono, -882 -


:'.'ff:LLA TlsCNTCA E NJCLJ/JMPIEGO

le posizi.oni nemiche, oppure (iprite) infestano il terreno sul quale stanno o debbono ttansitare tru1Ppe. P er l'artiglieria si presentò aUora subito l'importante questione. concernente la rHzionale distribuzione dei proietti sull'obbiettivo, in modo da ottenete la massima efficacia, e con egue11temente non solo scegliere opportum1me11te i p1·oietti da impiega.r e secondo le pi·oprietà dei gas da adoperare, ma, dato il loro diverso modo di agire, stabilire il numero di colpi e di quali calibri sufficienti per ottenere i Yoluti risultflti tattici. La, questione ora accennata coinvolgeva quella de]]'organizzazi.one del munizionamento, intesa non solo nlla razi011ale asseg1rnzione del conveniellte numero cli proietti aJle batterie di val'io calibro, ma altresì a J:,roporzionare opportunamen te i quantitativi di proietti caricati eon varii gas tossici. Tale questioo1e abboziata. e risolta alla meglio durante la guerra , fu poi stndiata n fondo e definita in !=:egnito.

* * * Altl'o perfezionamento di ordine seconcla1·io fu quello già accennato prececl.en teme111te in riguardo delle batterie simulate; perfezionamento già pensato nell'an teguerra, e che dUl'ante la gnerra ebbe qualche limita ta e .non sempre impeccabile applicazione. Per nnalogia si fa cenno ai mascheramenti delle postazioni di artiglieria, ai quali fo fatto largo ricorso duran te la guerra , dopo che venne istituito u~1 laboratorio speciale per lo stllclio, la costruzione ecl app]icn zione al terreno dei mascberanienti più efficaci e cioè atti a, sottrarre il più completamente possibile le nostre postar.ion i alla vista clell' avversario, sia da terra e sia dal ciclo. Un perfezionamento speciale dovuto all'esperie111za di guerra, fu H tfro di notte, soltnn to ecc<~ziona lmente (Praticato ne1le eserci tazioni di antcgnerrn, e per il qunle nella regolamentazione anteriore al 1914 esisteYnno poche norme tecniche e tattiche. Q11esta espel'ienza., olt1·e ad nbDitare il personale delle batterie a. introdurre 111el "tito notturno le opport une correzioni per -

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IL SERVIZIO TECNICO

prosegui.re con efficacia un tiro già regolato- di giorno, tenendò conto delle variate co01dizioni a.t mosferiche, spinse pure allo studio per la ricerca di nnÒvi obbiettivi peI' mezzo delle vampe degli spari cla, essi eseguiti, per l'esa.tta deteri;uinaz;ione delle po8izioni, ed -a,l t resì per la regolaz;ione del tiro fatta. durante la notte. In argomento d limitiamo ad accennare che la vampa di uno stesso pezzo di una batteria evversaria, che si sveli per la 1Prima volta di notte, può venire rilevata, per direzione dai goniometri ,d i dne staz;ioni di ben nota posizione, mentre dalle due direzioni si ottengono per intersez;ione sulla carta l'esatta posiz;ione dell'obbiettivo, e poi 1e clue linee di osservazione per la regolazione del tiro durante la stessa notte. Occorre però molta cautela per non cade!·e nell'inganno cli hatterie nemiche simulate : questo procedimento, che pùò dare buoni risultati con persona.le molto esercitato, non riuscì pertanto ad a.vere nna HOdclisfacente soluzione durante fa. guerra. In guerra poi, nel tiro di notte, le n1ostre batterie vennero coa,cliuva.te da, stazioni fotoelettriche, per opera ,delle quali :fu per tentativi, talora riusc.:iti. effettuata la regolazione notturna del tiro.

§ IV

IL SERVIZIO TECNICO

=

CENTRI DI STUDI E DI ESPERIENZE.

§ IV (A)

Il servizio tecnico d'artiglieria.

Oonie fu già ripetutamel}te eletto, una provvida legge approvata, ,d al Parlamento nell'anteguerra (1910) a.veva sancita la formazione di un Ruolo 1.' ecnico tra. gli ufficiali dell'Arma d'Artiglieria; Ruolo costituito con ufficiali combattenti a.venti speciali attitudini o clie avevano frequentato corsi di .s tudi tecnici. Gli ufficiali di questo R uolo erano destiJnati a.Ilo studio dei -

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CEN'l'lU or s·ruDI E DI ESPERIENZE

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·-~~~,

progetti dell'armamento, r-1lla direzione degli Stabilimenti del1' Arma, alla costruzione ed e!".perien:r;e di nuovi materiali <l'artiglieria. Il resto degli uJficiali d'artiglieria costituiva, il R uolo combattente. Ambedue i Ruoli -che presero pa.rte alla guer1~a erano qualitativamente eccellenti. Quantitativamente, come era scarso il Ruolo combattente, scarso era 1pure il Ruolo tecnico. Ciò malgrado, come gli nfficialj combattenti, così gli ufficiali tecnici si prodigarono a colm.a re tutte le molte e.a ampie lacune che, specinlmente al pri,ncipio della guerra, si presentarono nel loro speciale servizio, e mostrarono intelligenza, tenacia, e slancio nell'affrontare la situazione ini.:r;iale del campo tecnico cl'a.rtiglieria , sitnazione che con mezzi inadeguati imponeva vaste co struzioni di nuovi materiali e sovratntto <li mnnizioni. Per cor- · d spondere a così gravose esigeinze esistevano infatti purtroppo un'industria, militare statale ridottissima, ed un'industria pri.vnta, eterogenen, non coordinata nella produzione general<~ necessaria, ·non attrezzata per le costruzioni belliche molto differenti dalle ordinarie costruzioni di 1pace, no111 molto disciplinata, e s.oggetta. a gravi e mutevoli difficoltà di raccolta di materie prime in quantità ingenti come non mai. Il ristretto Ruolo tecnico venne validamente rinforzato da, bnoni e vecchi elementi richiamati dal congedo, parecehi clei quali r1on aveva.no mai appartenuto a Stabilimenti d'artiglieria,. R tutti" sotto ·1a guida illuminata di un illustre Capo - Alfredo Dallolio, che era un artigliere distintissimo, ma non spedfica ta.mente un tecnico - cooper·arono nel modo migliore, e dopo breve periodo di incertezza raggiunsero la difficilissima meta cli . una produzione di ~umi, di materiale e segnatamente di munizioni così imp01ne:nte, da. costituire per g·li ufficiali del Ruolo tecnico un titolo di benemerenza indiscutibile. Sotto ]a guida degli ufficiali tecnici infatti. la produ.zione degli Stabilimenti militnri fn spinta ad aJtezze insuperabili, mentre poi sotto la guida ,cli questi stessi uJficiali l'industria privata, poco per volta ma, pur sern1pre meravigliosamente presto, si attrezzò a nuovo per la costruzione in grande di nrnteriali bellici; e lavorando fu, modo concomitante a.cl un unico scopo seppe sopperire a tutte le enormi necessità imposLe dalla gnerra in fatto di armamenti. . . -- 885 -


J.L SERVIZIO •rECNICO

di muniztonamenti e di matet·iali varii. Gli stessi uffieia)i tec·nici provvidero poi con scrupolosa onestà ma seinza pedanterie burocratiche e colll lavoro intenso ed incessante, ai ·c ollaudi di una. ingente produzione continua di materia.li varii e di esplosivi, ed inoltre organizzarono e pfosiedettero delicate esperienze dj nuovi materiali e di nuovi ritrovati, urgentemente attesi dalle tn1ppe combattenti. Mentre alla fronte gli ufficiali combattenti fra l'una e -l'altra battaglia, avevano .p eriodi cli sosta torm~ntati però da, la vori di tra~orto di materiali o cli sistemazioni delle posizioni, in Paese gli ufficiali tecnici non ebbero mai ti-egua, che anzi, col progredire della guerra e delle co~truzioni di materiali: dovettero sopportare un lavor o sempre più grave; oneroso e dif. ficile. Tutto il Corpo degli u:ffida.li tecnici cli va.lido sussidio all'industria privata per la, sistemazione di. macchinario e di maestranze al nuovo lavoro bellico, per la migliore e più pronta costruzione del materiale e -d el muniziona.mento richiesto dai grandi consumi effettuati alla fronte. Unitamente agli nfficiaJi tecnici d'artiglieria, vanno debitamente ricordati. a.nche i tecnici valenti e le abili maestranze dei nostri Stabilimenti militari cl'artiglierfa : q nesti persona.l i, già per lunga, pratica esperti nella fabbricazione clel materiale d'artiglieria e delle munizioni, furono,. in varie circostanze, di indispensabile ail1to nelle fabbriche private per l'a,v viamento della produzione, specialmente per l'applicazione ,d i quegli accorgimenti pra.tici che non era,no conosciuti o non sufficientemente apprezza,ti dai te0nici. privati. . Nel Corpo tecnico cl' Artiglieria deve essere compresò per analogia -cli lavoto· e di intenti, tutto il personale non solo del Ministero Armi e Munizioni, ma a.nche e più specialmente dei Comitati Regionali di mobilitazione i,n dnstriale. Il precedente Capitolo ha tra.ttato ampiamente cli <1uesti Comitati facendo rilevare l'importanza de1l'orga(l1izzazione di questo campo di azione direttiva, nel quale ha operato con energia e sagacia il pèrsonale tecnico d'artiglieria,. Anche col va.lido e,d intelligente concorso di ufficiali d.i complemento dell'Arma, provenienti dal- · ri!lldustria naziona,Je, ma, sovratutto per l'opera. -direttiva su-

fu

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ClllNTRI DI STUDl E DI ESPERIENZE

ip eriore di vecchi artiglieri, per la, massima, parte non prove~ nie:nti dai tecnici dell'. Arma, i Comitati Regionali eserdtarono, con bella prova e magnifici. risultati, un'intelligente direttiva di indirizzo che seppe ben presto rendere armonica e concomitante la comune finalità della Vittoria,, un'industria nazionale, ('ertamente valente 111ei suoi Capi e nei suoi tecnici, ma d'altra parte eterogenea, individualista, non assuefatta a subire direttive per la sua produzione e non sempre esperta nelle lavorazj oni per la produzione bellica. L'ammirabile organizza,zi.one della, m.obilitazio:ne industriale, pensata., ispirata e magistralmente <liretta dal gen. Dallolio, ha . formato, coi suoi perfezionamenti successivi, un'istituzione di guerra parallela. alle Forze Armate della Nazione, che dieèi.e un vitale concorso alla Vittoria e stabilì un esempio ed un'esperienza di alto valore per l'avvenire. A collaborare col Corpo degli uffici.ali tecnici d'Artiglieria furono aggregati non solo ufficiali di complemento provenienti dr~ll'industria priva,t a., ma anche ufficiali di altre éategorie provenienti dalle cattedre delle nostre Univer·sità, e dei nostri Poli·. tecnici: i primi diedero il loro a.bile contributo nei nostri Sta,bilimenti. mi1ita,ri e nei varii Enti della mobilita,zione industdale; i secondi, a([lche se assegn ati à repftrti combattenti, most rarono le loro qualit:1 di uomini di studio e penetra,r ono profondamente in problemi dell'alta scienza artiglieresca,, con molto profitto per il progresso della scienza stessa. Così all'ing. prof. Burzio si ,dovette uno studio completo de! secondo problema di balistica esterna, ossia. del movimento giroscopico d.el proietto attorno al suo barice([ltro per effetto della rotazione attorno al sno asse, inferta, dalla riga.t ura dell'arma; dall'illustre e compiantò 1prof. Volterra furono svolti studi di balistica esterna per il tiro da.ll'aereo; dal prof. Picone si .ebbero preg·evoli studi teorici e pratici di balistica esterna; dal prof. Garbasso notevoli perfezionamenti n~l senizio fonotelemetrico; mentre a, studi di balistica interna concorsero con plau:;~o l'ing. Signorini e l'fa1g. Artemio Ferra.rio, proveniente quest'ultimo dall'industria bellica -d ell' Ao:l.saldo ed assai ad-d entro all'argomento tecnico riguardante la balistica interna e la costruzione -delle bocche da fuoco. Quasi tutti questi tecnici e scienziati militarizza.ti -887 -


IL .SRHVIZIO '1:ECNICO

unirono il merito scientifico artiglieresco a quello impeccabile di -combattenti.

§ IV (8)

Centri di studio e di esperienze.

il serv1z10 tecnico deH' Artiglieria comporta nat uralmente l'istituzione permane1nte di Centri di studio dei progetti di nuovi · materiali, i secondi per l 'esperimento di tali progetti e .p er i coJJandi di forniture di materiali e di esplosivi. Prima della guerra 1915-18 il Centro di studi era concent1·ato· :.nell'Ispettorato delle Costruzioni d.' Artiglieria, e però più come isipiratore <li proget tf ·che non come loro esecutore, perchè tale Ente decentra,va i va.r ii studi di progetto alle Direzioni degli Stabilimenti.. Ciò vale quanto clire che a11ora un vero e proprio Oentr,o di studio, cioè un'accolta cli st udiosi e cli progettisti non esisteva nello· stretto significato della paroJa. La. mancanza -di un vero Centro di st udio fu dannosa all'Esercito ed al P aese, perchè l'Amministrazione militare fu sovente costretta ad acqui stare all'estero i principali material i di nuovo mòdello, adottati poco iprim a d~lla guerra, che costaremò all'Erario somme ingenti che fiinirono per anelare a stra- . nieri. Probabilmente l'idea,zione di tali materiali sarebbe sta.ta ottimamente compiuta dai nostri tecnici meglio che all'estero; ed anzi compiuta nel miglior n;iodo se nn Cent ro di stu dio, composto delle solide competenze tecniche e scientifiche esistenti nella nostra a,r tiglieria,, fosse stato · ufficialmente costituito. La costruzione dei materiali sarebbe costata, meno, e il denaro speso sa.tebbe rimasto in Paese, non solo, ma l 'inclustria. privata nazi001alé, anteriormente a.lla guerra, a,vrebbe avuto occasione e stimolo di a.ttrezza.rsi1 almeno in pl)rte, per la costruzione di ma,t eriale bellico,· ed essere così ipronta aJla fabbricazione corre111te ed int~nsa. che la guerra impose inesorabilmente. -- 888 -


CENTIU DI STUD( E DI ESPERJENZE

Ora l'istituzione del Ruolo temico, del quale si è parlato, aveva. in sè elementi tali da poter formare molto bene un Oen · tro di studi che, desidera.to ardentemente da moJti competenti fin d'allora, avrebbe abilmente tradotto in progetti, costruito e sperimentato fino all a perfezione, quei sistemi cli artiglieria che le alte Autorità tattiche direttive avrebbero cl:ovuto ispi·rare per mezzo di programmi ben definiti e rispondelllti alle prevednte necessità di impiego tattico . Nulla. invece fn fatto e ciò cogli svantaggi di va.rio ordine già notati, e anche con ·disa.p_punto del mostro Corpo tecnico di Artiglieria che, dopo le prove date in guerra, possia,mo dire ora, a,,rehbe in parecchi casi fatto molto meglio che non i tecnici esteri. Chi scrive e che, a suo ·tempo 1per l::i sua missione pal'latnentare; ha dovuto ,oecuparsi a fondo ·della, questione qui trattata, rammenta. esattamente le discussioni udite allora, fr::i i t~cnici, e·a i lamenti che la loro a,bilità professionale non .fosse sfruttata conveniente-· mente e che la, lo.ro attività, foss~ invece dedicata· a correggere, nelle prove di aecettazione, poco per volta e con difficoltà,, gli errori, talora gravi, dei materiali esteri acquistati a caro prez7,o. Le discussioni or orn, indièate port::ivano sempre alle se guenti poche conclusi001i sommarie: -

che il materia le <l'artiglieria italiano, fa Lto per i nostri terreni ed i.l ,1ostro modo di cornbattere, dovesse esser e studiato interamente da un Centro di studi di progetto, Centro di stuti istitnito pnisso la più alta Autorità centrale trcn ic,1. di Ar tig l.ier ia; ...:. che ·Ja costruzione cki modelli dei materiali progettati dov<~f:ise essere corn1)iu tu escl.usivarnentc pr1,sso g li Stahil.imenti llli li tal'i, ido1wi per valon} di tecnici, per compct<'nza di rnaesh·ttnze ed anche per geloso r<;taggio di tradiiion i, ad 111ù1ccuratezz1t eù esattezza di lavoro, Qt1ali non si potevano pretenckr e ·da alcuna fabbrica 1)rivata; ~ che le prove dei modelli costrniti doHSSero venire colllpinte nei nos tri campi di esperienze, fino a r idnrre i modelli stessi alla richiesta perfezione; · - che la costruzione correute o in a ltre parole la sola cnra tc•cnologica cù costTuzione, da <~omf1iersi t)erentoriftmrnte s ui disegni del modello uscito dalle prove ufficiali, dovesse essere t utta affidata all'industria privata. Qneste industrie, lavorando . per l'allestimento cli numerosi esemplari, si sarebbero at trezzate adegua tamente e sarebbero s tate in g_rado di fornire il materiale a minor costo che non la r istretta industria militare r-ostituita, non già per ottenere profitti industri.ali, ma.· isl)lta.nto la ma,;1,,ima esattezza di lavoro ed il segreto della costni.

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IL SERVIZIO TECNICO

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zione iniziale dei modelli prototipi del materiale. Il voto espresso dai tecnici nell'anteguerra non erf:L altro che quello che il Ge11. Emilio Mattei fin dal 1889 aveva proclamato in Parlamento nell'intento di real'izzare un'economia, e conseguire una buona organizzazione nella complessa. preparazione del. materia.le d'artiglieria; che, per migllorare ltL dottrina e la pratica. ckgll ufficiali destinati al Centro di studi di progetto, fosse utile l'istituzione ili un Corso Supe. riore tecnico d' Art.lglieria nel quale venissero svolte a fondo le principa.li materie della Scienza artiglleresca.

L'esperienza fatta <.fai nostri tecnici durante la guerra, non fece -che confermare queste l oro vedute •di anteguerra; sovra-. tutto quando le lodevoli prove date dalla nostra industria privata mostrarono la raggiunta maturità e quindi la capacità per parte nostra a renderci indipendenti per le nostre lavorazioni; mentre poi la guerra ~ece rilevare che qualsi-asi materiale di ideazione italiana si ebbe a comportare altrettanto bene, e molte volte anche meglio, di ogni materiale estero.

* * * Prima della, guerra, 1915-18 e da moltissimi · anni, l'unico Centro di esperienze ,per l'Artiglieria era quello. istituito a · Ciriè, incaricato delle prove dei materiali e dei vari collaudi ordinati ,c.la,lle Autorità tecniche dell'Arma. e dal Ministero della guerra. Per um. periodo corso fra_il 1.895 ed il 191.1 il Centro suindicato fu posto alla' dir<~tta., dipendenza della Direzione Superiore delle esperienze residente in Todno, fa quale studiava i partic'ofari ,delle esperienze da affidare al Centro esecutivo di Ciriè e ne riassumeva poi i risultati. Questa Direzione Superiore-non era però un Centro di stndi propriamente detto, · ma. per merito di u:ffieia.Ii tecnici di .pro·vato valore che vi appartenevano, aveva assunto un po' il carattere di un Centro di studi, tanto che opvortunamente allljpliata e ordinata, . avrebbe potuto diventare un verò e proprio Centro di studi. M~ Ja Direzione Superiore stessa, dopo pochi anni, fu soppressa, e come unico Oe,ntro di esperienze rimase quello di Ciriè: Prima, e durante la. guerra il lavoro del Centro di esperienze di Ciriè fu degnò di ogni elogio. Un gran (llUmero di documenti -

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CI,N'l'Rl DI STUDI E DJ ESPERIENZE

da esso raccolti, relativi ai rilievi di molte ed interessanti esperienze, risuJtairio certamente preziosi anche oggidì ed utili per nuovi st11di, tanto tèorici quanto pratici, sulle nuove artiglierie e ·relativi materiali. Durante la guerra il persona.le del Centro si prodigò in una serie continua di prove e collaudi urgenti, e coni.piè studi speciali ai quali già abbiamo accennato .nel preced~nte Capitolo. Fin qui il Centro ~perimentale di Ciriè è sta.to da :noi considerato per guanto ha, fatto; e pertanto è ,o pportuno consideiarlo anche per quanto avrebbe dovuto ~ssere, sia in rela,zione aJlo sviluppo già preso (llell' anteguerra dalla Scienza d' Artiglieria; sia in confronto degli ottimi elementi del Ruolo tecnico atti a lavori sperimenta.li cli alto valore, e sia in rela.r,ione alla finezza delle prove -richh~ste dai nuovi materiali. Il Centro di Ciriè, per le principali rùa,nsioni affidategli, meritava più la denominazione di Campo di Collaudi che non di Centro sperimeinHtle, essendo esso incapace di qualsiasi esperienza raffinata: che dovesse essere effettuatn, (:on apparecchi diversi dagli unici due strnme.nti di misura che il Centro ·stesso possedeva, : il cronografo di Le Boulflngè, ed il misurat ore di !Pressioni massime nell'interno delle bocche .aa fuoco, a schiacciamento di un cilindretto di rame (crusher). In tali condizioni non potevano che ·eseguirsi. grossola111.e esperienze, e 110n quelle cJ1e, con strumenti più delicati e di maggior precisione di m1sura, s~.rebbero stati richiesti dalle nuove polveri ed esplosivi, e dai nuovi materiali, e che d'altra parte sarebbero stati possibili col sostegno sdentifì(~o delle due Balistiche, esterna ed interna, giunte già f-lllora ad un grado elevato cli progresso. Questo poco sodçlisfa<.;ente stat o ,di. cose era, durante la guerra, generalmente la.mentato .cl.a molti ufficiali tecnici, i quali avrebbero, desiderato che subito dopo la guerra fosse costituito un grande Centro sperimcmtale, diretto da un ufficiale tecnico competente, coa<liuvat o da, ufficia.li dottì e studiosi, e munito degli strumenti cli misura più moderni e perfezionati. Il Gabinetto scientific~o-teenico ehe Ernesto Breda istituiva, nel 1917 ossia dùranta. la, stessa guerra, e proprio nel ,p eriodo del più intenso lavoro indust~·ia.Je, era dai nostri ufficialì tecm.ici invi{1ia.to e segnato ad esempio cli quanto sarebbe stato desiderabile, -

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LA FORTIFICAZIONE

non solo 1per tntte le esperienze. e studi sperimentali relativi al)' Arma nostra, ma anche· come fonte di ammaesti'amento e come guida tecni_e a per tutte le ('Ostruzioni belliche dell' industria· privata . P erò iJ desiclerato Oentl'o di slncli e di esperienze avrebbe do,nto 1-iuscire ben altrimenti più va to e complesso che non il Gabinetto del B1·eda, · costitu ito sì con grande l arghezza di mezzi e eon sign ori'le eleganza, ma adeguato e sufficiente _solfant o ad un campo circosc1·itto dell'industria; e ciò sovratntto perchè le ricerche interessanti la Balistica. ester.na e più ancora la Balist ic·a inter;na sono cli tale val'iettL e di cosl delicata e dif~ :ficile esecuzione, da, ri<.:hietlere anzitntto non solo larghi mezzi, ma anC'ora e quasi sempre cli dover fa r ricorso ad altre espe1·ienze clcrivate e complemt>"n tal'i, intese a risoh'ere n uove questioni emergenti da lle stesse esperienze principali. Molti. dei ,desid erata clegJi 11.fficiali tecnici, per il va11taggio ed il lustro delle t radizioni sdentifi.clie clell' Arma, deriva rono <lai loro freqne;nti contatti ton q11ei professi.ooisti e scien ziA.ti tièhimrn1 t.i. dal congedo, i qnnli, -diven uti ammirf1tori sinceri dei nostri studi artigJicreschi, ebbero con entusiasmo a promettere il loro disinteressA to · conc·orso scientifìC'o alla invocata istitu~ zione. Questa istituzione poi era dagli stessi ufficiali teC'nici immRg.inata co:µtemporan<~a e collaboraA1te con il pure invocato Oeintro di studi a' Artiglierin : e tutto ciò 1p er ben ovvie ragioni. :.\fa quanto "il benemerito Ernesto Breda seppe compiere in (J nesto 01·dine cli idee durante la gnena, non fn fatto pre~so la. ~ostra Artig1ieria neppure dopo : e fu male.

§ V

SV ILUPPO E FUNZION E OELLA FORTIFICAZIONE DURANTE LA GUERRA. § V (A)

La fo rtificaz ione a ll'inizio della g uerra.

Debbonsi separàtamente considerare i due rami di ()nesta Scienza m.i litare: ]n fortifi cazione pc>1'manente, e la forfrf:ìca zione cnmpale. -- 892 --


ALL'INIZIO DELLA Gt:ERRA

Non più i;n armonia col ·concetto generale <li difesa. <lel territorio nazionale, di porta.re cioè le azioni iniziali di guerra sullo stesso confine ·della Patria, per eventnali offensive in territorio nemico o quanto meno per una graduale difesa 01ell'am.pia fascia montuosa delle Alpi, molti anni prima della guerra mondiale erano andate in disuso ed erano sta.te del tutto trascm~te le gra,n di Piazzeforti interne (Alessandria, Verona ed i.l Quadrilatero, Bologna ecc. ecc.), immaginate e eostituite · in passato per -d.a re ap1poggi alle mainovre .dell'Esercito nazionale nella vallata. drl Po. Tali Piazze non ebbero nat1Ìralmente alcuna funzione difensiva dm;ante la guerra 1915-18. Sulle altre fronti invece così comè avvenne per le Piazze-· forti di Verdun e di Pa,rigi, le antiche fortificazioni inteme ebbero qualche influenza sulle operazioni. La prima, compresa fin dal principio sulla fronte stabilizzata, non ebbe evide.ntemente funzioni strategiche, ma soltanto quelle di forte caposRldo della fronte difensiva francese; la Piazza di Parigi invece, i111 modo passeggero, ebbe funzione di appoggio della manovra del G-en-. Gallieni, che come è noto, arrestò alla 1\:far.na l'offensiva germanica. Secondo il concetto di dìfesa del territorio nazionale nel senso sopra espresso, fu giusta.mente svilnp1pato in Italia il sistema di sbarramenti di montagna che costò somme conside revoli a11'Erario, senza per altro dare piena garanzia. di una solida difesa delle nostre fron tiere, perchè non furono sempre completa.mente adegn,ati, e rispondenti ai fini da raggiungere, i · fondi stanziati 1per le fortificazioni di montagna, e sovra.tutto i concetti secondo i qua.l i esse vennero costituite. Lo sbarramento indica l'interruzione assoluta di una gra.nde ·vi a di accesso al territorio :nazionale, ed è in sostanza, istituzione tattiéa puramente. difensiva, da ottenersi in generale ·e quando è possibile, colla, massima utilizzazione del terrooo e coi minimi me7,zi di altro genere, e cioè : -

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con poter~ti interruzioni stradali da tenersi permanentemente sotto i l fuoco di nostre batterie 'inaccessibili ai tiri nemici; - con spiega.menti cli n.rtiglieria arretrati, in modo da. obblgnre l'attaccante e. portare le sue batterie per buon tratto attTaverso 11 confine, per vie e terreni e.ccurl.ltamente da noi battuti.

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• LA FOR'l'IFICAZIONR

Conviene poi che le nostre batterie della difesa sinno mobi1i e nascoste, e doè sia. fatta la preparnzione : · -

di posizioni acconcie; di strade di collegilmento fra le pr edc•tt,e posizioni; <li d epositi di munizioni lungo le strade; di preveduti spostamenti delle nostr e l;mtterie dalle posizioni alte vc1·so le basse, per cbè più facili e rapidi, allorcbè Je batterie ste$se vengono efficacemente battute dall'avversario n<'lle posizioni primitive. .

Si'noti inoltre che le batterie mobili ·degli sbarramenti- possono servire senz'altro in appoggio di eYentna1i nostre azioni offensive oltre ai co1J1fì.ni. Questa sarebbe la hreve teoria. èli costituzione di nno sbarr amento coi minimi mezzi ; teoria che poi nella pratica trova a1pplicazioni molto diverse tra loro dipendentemente sovratutto dal terreno, e anche da, altre circosta nze. P erò nelle applica-· zioni fattene nella nostra zona alpina, Ja teoria, stessa· fn luingi dall'essere applicata, anche nei casi in cui vantaggiosamente nnebbe potuto esserlo. Infatti è in pri.mo luogo <la considernre che le fortificazioni di sbarramento furono uniformemente disposte a breve distanza dal coofine, a:nche se le condizioni del terreno e l ' andamento della linea di frontiera avrebbero consigliato diversamente, tanto che le batterie nemiche dalle loro posizioni, ben prepara te, erano in grado <li iniziare il fu oco d'attacco sulle nostre fort.ifì.cnzioni permane,n ti che gli riuscivano bene .in vista, ben fisse, e quindi di posizione e distanza di tiro perfettamente conosciute. In secondo luogo la rohuste1.za delle fortificazioni non fu sufficiente di fronte ai nuovi mezzi di attacco. Erano di quel tempo alcune pubblicazioni che riferivano dati di effetti del mortaio òa 305 Skoda, e del mortaio od obice da 280 su affusto a ruote Krupp, di potenzn snl})eriore a. quella, del nostro obice di pari calibro da costa . La corazzatl!_ra delle cupole dei nostri F-0rti era solo in gr ado di resistere ai proietti del calllllone da 149 e del morta.io da 210, come l'esperienza, di guerra confermò (una. delle cupole del Fort.e Verena, prospiciente l'altipiano di Lavarone, fu a,t traversata da una granata da 305) ; cosicchè le bocche da fuoco dei Forti furon o t.ra,tte fuori, e per via di ripiego disposte su i11stallazioni Maglietta (clisti!lltissimo ufficiale del nostro Genio militare) in -

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,U,L'INIZIO DELLA GUl~RRA

posizioni defilate nelle quali quelle funzionarono benissimo fino a1 termine della guerra senza. mai subire danni dai colpi nemici. In terzo ed ultimo luogo era norma comune che per uno sbarramento e per la sua organizzazione, una volta che le ar- . tiglierie eramo stabilite nei Forti e sotto corazza, tutto il necessario fosse fatto. Infatti poco si pensava al 1presidio dei Forti costituito in generale da qualche debole reparto di Milizia territoriale; non si faceva luogo ad assegnazione di truppe del Genio e di gruppi di operai, nè di materiali di rafforzamento; searsa, era l'assegnazione di viveri; nulla era predisposto per il servizio delle comunicazioni e dell'acqua; il muniziona.mento, 1110(11 abbondante, era tutto scarico, salvo qualche colpo pronto per i casi di sorpresa; il Comando dei Forti era affidato ad ufficiali delle Direzioni territoriali d'Artiglieria o del Genio, distratti in tempi ordinari da gravi mansioni di altro genere, e poco al corrente della fortezr,a e del suo terreno ed anche del suo piano di difesa. Inoltre a questi Comandi non era comunicata alcuna istruzione per la. co01dotta, generale della difesa, nè circa la. dipendenza loro dal ipunto di vista tattico, dai Comandi di Grandi Unità che dovevano schierarsi nelle vicina"nze deJJo sbarramento_ La disposiiione generale difensiva, era· poi per lo più incompleta perchè, dietro allo sbarramE5nto la lilJJ.ea di. comunicazione d,a vietare al nemico, non era difesa. da alcun sbm.Tamento di seconda linea, sbarramenti che in terreno montnno possono sorgere in breve tempo con grande economia di mezzi e <li a.rtiglierie. Soltamto in alcune zone della frontiera austriaca si avevano linee arretrate di fortificazione, ma predispostù in maniera ancora. più somma.ria che non gli sbarra.• menti di prima linea. Lo stesso può dirsi delle opere fortificate situate sull',orlo dell'ain:fiteatro morenico di San Daniele del Friuli e l\llngo la lineà del Tagliamento, per l'arresto dell'Esercito invasore lungo tale linea, e pe1· la manovra sul fianco del nemico dal predetto anfiteatro. In complesso quindi si ebbero fortifi.cazioni costose, insuf'fi.cientemente resistenti ai mezzi di attacco del tempo, disiposte c,on deficiente conll1essione, e d'impiego difettosamente coordi,nato, e per le quali, quasi dovunque gli armamenti dovettero venir dispoE\ti fn ori delle opere. In occasione del nostro ripie-

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LA FORTI FICà.Z IONE

gamento sul Piave tntte le opere della linea del T agliamento e di San Daniele, 1·imastc inoccupate da truppe di rincalzo e ,, qnasi prive tutte dell' armamento, che era stato portato altrove, fnrono tutte sorpns at<~ dalle truppe in ritirata come se 1110 n fosse ro esistite, e rimasero tutte senza il minimo impieg·o. Cfrca le Piazzeforti costiere ed il loro armamento al prin cipio della guerra 1915-18, sarà dP-tto brevemente più avanti.

* * * Con non minore superficialità era stata considerata la fortifi.cazione ca1I11pale. Fin dal principio del presente secolo, più per spirito di imitazione che per vera convililzione, si erà presa in co11siderazio11 e ]a fortificazion e speditiva del campo di bnttaglia, intesa, più che altro, come costruzione estemporanea di legged e .rudimentali ripari del fante dal fuoco nemico, dn l'ante le sos"te dell'attacco, ripari che ottenuti mediante attrezzi leggeri e di piccolo rendiment9 portati dal fant e stesso, potevano immaginarsi costruibili soltan to in terreno di poC'a consistenza e molto diverso da quello snl quale con ogni probabilità la nostrn lotta avrebbe dovuto essere portata. tnoltre nulla di razionale. secondo i dettami più sani- della tattica, era stato preveduto circa la fortificazione del campo di bR,ttaglift: -

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con norme e precetti r<'golamentari sulln. disposizione genl'rale d<·i r utronrnmenti cnmpnli (fuochi, fiunch t'ggiauwnti, ostncoll Hl t YUrll pn rticoluri dri rnffornnmentl stessi come ti:nYcrse, ricoveri, ecc.); con <'npisnldi convenientC'mente orgnnlzzuti.

La lamen1·ata mancanza di norme direttive e anche di esercitazioni pratiche, consona del resto a.I concetto, ritenuto vali do, ,d i offensiva obbligatoria o qua si nella battaglia d'incontro, fece sì che le nostre iprime fortificazio:ni campa.li al principio della guerra risultarono costituite a tratti lunghi e rettiHnei senza capisaldi, senza fiancheggiamenti e p erciò difettose dal punto ·d i vista tattico e tecnico. Non solo, ma dopo il 01ostro echieraIIiento in r egioni montuose e sul Carso, lo strumento leggero da zappatore del fante riusci inutile e fu messo da parte.; -896 -


· ALL'INIZIO DELLA: GUERRA

e la costruzione dei tri:nceramenti -venne prevalentemente a:ffi.da ta al minatore ed allo zappatore del Genio, e solo sussidia- · ria.mente al fante mediante a.ttrezzi pesan t~ ·che venivàno forniti <l.ai Parchi del Genio. I n complesso dunque, tanto la for tificazione permanente quànto quella campale, non era;no, al principio; ,d ella guerra, al giusto punto, nè per la. guel'l'a 1915-18 così come fu combat-tuta, nè )Per qualsiasi altra forma di guerra.

§ V (B)

La funzione della fortificazione durante la guerra.

La funzione della fortificazione permalllente durante la guerra sulla fron te italo-austriaca, mancò intera.mente pèr forza di circostanze. Non vi furono assedii contro i· nostri sbarramenti, nè svolgemmo noi stessi degli assedii propriamente detti contro sbarramenti nemici. Non si ebbero che tiri di demolizione contro le opere di Malborghetto . e contro quelle dell'altipiano di Lava.rone, inutilmente eseguiti da noi con bocche da fuoco inadeguate; eccezion fatta. per i tiri contro il Forte di Busa di Verle (alti.piano di L avarone) con l'obice da 30;'>, ed una speciale azione coll'obice da 280 cont ro il Forte di Luserna sul predetto altipiano, a,zione immaginata con molto successo dal~ l' a11ora colonn. Oaorsi della :nostra Artiglieria. · Gli importanti risultati tecnici avuti in queste occa.sioni, non furono però tatticamente sfruttati._ Da parte italiana le fortificazioni permanenti di mointagna, come tali e nella particolare situazione di guerra com bat. tuta nel 1915-18, 1ion ebbero alcuna ft/.nzione. Durante la guerra fu invece molto più ampia e multiforme la, funzione deJla fortificazione campale. Le 111ostre fanterie, sorprese dal1a nuova, forma di guerra, si , adattarono subito alJa guerra sta,bilfazata di trincea, nella quale la ·fortificazione aveva essenzialmente le seguenti fu.nzioni : 57

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LA FUNZIONE DELLA FORTIFICAZIONE

- funzione ordinaria .ossia quella di protezione delle truppe dalle offese nemiche (bombardamenti, sorprese .o colpi di mano in uno o più. punti della Unea occupata) ; - funzione s traoi:dinaria ossia : - nell'attacco, quella di raccolta di troppe per l'irruzione sulle posizioni nemiche dopo la nostra preparazione d'artiglieria; - nella difesa, quella dello schieramento in linea e protezione .delle nostre fanter ie accorse a respingere l'irruzione delle fanterie nemiche col fuoco ed eventualmente col contrattacco.

Da, queste funzioni derivarono le · forme gradatamente sempre 1più complete e perfezionate della fortificaziooe campale 1 a misura del procedere delle operazioni di guerra.

* * * Ma duramte la guerra la fort ifica.zione campale ebbe un'altra particolare funzione nel preparare cioè linee arretrate aventi lo scopo di prestarsi a. reiterate resistem;e i;n caso di nostro ripiegamento. Due esempi principali' si !I)Ossono citare in proposito: il primo è quello delle successive linee cli rati;orzamenti campali, costruite tra ;rsonzo e Tagliamento, per resistenze successive nel casoche le nostre posizioni snl Carso venissc1·0 perdute ; - il secondo è qu(tl!o delle linee costruite sull'altipiano di As iago per il caso del ripiegamen to della. I Arma.ta clalle posizioni tenute sul confine verso l'altipiano di Lavnrone ed oltre il confine stesso, in pn.:visione di un'offensiva austriaca. nel Trentino (1916). - Nel primo esernp.io le molte lince èampali fra Isonzo e Tagliamento erano par allele, molto ravvicinate tra loro, con direzione generale da nord · a sud, disposte sul terreno pia110, uniforme e non molto cope.rto compreso tra i due fiumi suddetti. Il tracciato di tutte le linee era pressochè r ettilineo e solo qnalcbe debole caponiera. provV€deva a l fiancheggiamento. Le linee mancav1mo cli appoggi d'aht. .le masse coprenti .erano abbastanza robuste ecl il lo.ro ril.iE>vo er a l>E'n mascherato sul terreno. La distanza tra una linea e la successiva variava. da. 500a 1.000 ml:'tri, pcrcliè, in caso di attacco, l'ar tigli<'ria pesante nemica p~)teva batterle una cloro l'altra. senza cnmbiaré la propi·ia posizion<:. Queste linee non furopo mai occu1iate, sia pur e in qualche punto soltanto, da tr uppe di seconda linea come per esempio troppe _a ricaso dl ripiegamento dal Cars o, n<>ssuna forza vi erà pos o; e così, già predisposta per raccoglierv.i le ti:uppe ripiegantJ, come sm:ebbli staio indiC'u to dn un principio tnttico fondamentale della forU!:ìcti. zlone. Per tal modo le linee stesse er ano sconosciute ai Comandi ed -

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DURAN'l'E LA GUERRA

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alle truppe, e così nel ripiegamento sul Piave ,111 ancora validissima 3• Arwata non si soffermò in alcuna cli esse per esercitarvi una te- · nace difesa. Il secondo esempio si riferisce inveee ad una sola, linea, sull'altipiano di Asiago e lungo l'or.lo settentrionale seml-eir colare di tutta la zona fittamente boscosa che dal Monte Cengio pe.r Cesuna, per il Buso va :fino alle Melette ùi Gall1o, · line~ prospiciente tutto il se~icerchio di terreno pianeggio.nte e scoperto che ha per centro l'abitato di ,Asiago. Tale linet1 poi era arr<~h·ata rispetto alle posizioni tenute dalla 1.. Armata al confine austriaco, di circa una giornata di m~rcin. Essa era stata progettata interamente in tutta ia sua estensione, sia per la linea delle tanterie, sia per la posizione delle batterie (taluna era già a posto), e sin anche per la r ete delle comunicazioni principali. Inoltre una Brigata di fanteria di Milizia territoriale era stati1 disposta longo la linea s tessa per la. costruzione dei trinceramenti e per l'f?CCopazione provvisoria. La cost1:uzione della linea era già iniziata ma appena abbonata allorèhè nel maggio 1916 una parte del. V Corpo d'Armata ebbe ordine di ripiegare sulla. linea stessa. Le tr uppe ripieganti, che si ci-ano impos te al nemico con 1m1-t eroica clife.sa sul confine, s i schier arono naturalmente sulla linea indicata per quanto soltanto abbozzata, vi si r afforzarono e formarono nuclei di occupazione che furono poi ingr ossati e integrati da tutti i rinforzi ~tffluiti in seguito. La linea stessa ve.nne poi rafforzata sempre più dulie truppe di occupazione, ccl assunse nn'organizznzione d ifensiva completa che, senza varianti di tracciato1 r esistette fino a l termlne della guerra.

§ V (C)

Sviluppo della fortificazione durante la guerra.

Le funzioni affidate alla fortificazione campale ne guidaremo lo sviluppo durante la. guerra.· 1915-18 e le tolsero poco per volta Je manchevolezze e gli .e rrori iniziali. Il tracciato delle li111ee, in principio quasi sempre rettilineo, fu spezzato in modo da fo.r mare, per il loro auclamemto, dei fiancheggia.menti e dei fronti a tenaglia atti alla difensiva tenace. In convenienti posizioni. sorsero gJi· appostamenti di mitragliatrici sempre meglio dissimulati dalle forme del terreno, della vegetazione e più tarài da mascheram'enti artificiali. I ca1Pisaldi più robustamente rafforzati vennero · costruiti in punti tatticamente con-

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SVILUPPO DELI, A FORTIFICAZfONE

venienti per una più tenace resistenza e per mi'efficace azione sugli interva1li tra essi esistenti. Le linee furono costituite' da una t rincea profonda, ad altezza di fuoco per il fante in piedi, con massa coprente natur_almente rob,usta per il terreno roccioso nel quale la trincea stessa era stata scavata mediante _Ja mina. Avanti alla trincea, a .distanza sicuramente battibile da1la fucileria e df\.lle mitragliatrici, eravi dis_posto l'ostacolo costituito da una .fascia, di reticola.ti, con ,appositi varchi segreti per l'uscita delle pattuglie oltre i'ostacolo. Questa fascia, in principio piuttosto esile, venne col tempo a.pprofondita e 1più tardi duplicata ed a111che . ta.J.ora· tiiplicata; e disposta poi sempre in modo da essere ben tenuta sotto il tiro d'infilata delle mitragliatrici :fiancheggianti. Furono estesi e resi completi i collegamenti fra i Comandi di tratti della linea o di Settore, tra loro coi Comandi tattici ~uperiori, colle eventuali riserve -d i Settore e con i Depositi di munizioni. Si è già accennato più sopra a qua111.to fu ·disposto per gli appostamenti delle batteriè, per i ripari dei serventi, per le riservette e maga.zzini di munizioni; particolari ·tutti che rientrano. nella 1prepa.razioa1e fortificatoria delle linee. GJi elementi finora nota.ti provvedevano essenzialmente:

e

~

-

alla protezione delle truppe dai bombardamenti e dni colpi di muno; a.llr.t difesa ra,,vlcinata (dal fuoco dì f uciler ia e di mìtragllatrid) contro l'attacco nemico.

Però con perfezionamenti successivi la pr?tezione dai bombardamenti venne meglio ottenuta per .mezzo di ricoveri alla provai ricavati nella roccia e sboccanti direttamente nella trincea, oppure costruiti in luoghi acconci, prossi:mi alla trincea stessa. ed a. questa collegati · con camminamenti per il passaggio, al sicuro, dei tiratori alla lìnea di fuoco, non a.ppena cessato il bombardamento. La funzione di raccolta. di truppe per· un nostro attacco ha condotto alla costruzione di ampi luoghi di raccolta defilati od in caverna non lontani dalle linee, protetti alla vista ed al tiro nemico dal terreno, e uniti a.Iie trincee da camminame:µti. -

900 -


DURAN'l'E LA GUERRA

Negli affol'zamenti di montagna i ricoveri per la truppa erano .ricavati in caverna. Così IPUre in caverna venner.o sistemate ·a,r tiglierie e studiati (ma non attuati per difetto .di materfali e -di tempo) affusti a cannoniera mi1nima,; e furono collocate mitragliatrici, specialmente per fa, ,d ifesa di accessi angusti e difficili (canaloni), ottenendo così grande rispa.rmio di tira.turi.

* * * Col procedere della guerra 1'esperienza condusse ad altri sviluppi. Le linee ,d ette s·opi·a si manifestarono alqua,nto rigide nel senso che, demolite o sfondate dall'attacca.nte i111 uno o più.. pu nti., potevano da questo venir assalite cla tergo, e così senza risorse di difesa ulteriore. Di. qui la. delineazione del tracciato con seconde e terze linee non continue, i cui tratti venivano collegati alle linee a111tista.nti con tratti di trincea normali all'incirca, a.Ila, fronte generale, così da forma.i;e più o meno ampi i·ientranti delle li.nee anteriori, rientranti ·chiama.ti compartimtmti -stagni ove l'attaccante, sboccato a,tt1;averso . la linea antistante sfondata, si trovasse circo1J1.da,to da fuochi incrociati del, difensore e senza, me1,zi di procedere ad un attacco rinnovato. Per tal . modo la linea,, anzichè rompersi come una sbarra rigida, si ripiega.va senza rottura, come una sbarra elastica. Questa disposizione della fortificazione cmnpale di.ede modo di svolgere ll,'l, così detta difesa elastica. Essa com1portava · certamente molti lavori e molto materiale, ma, però obbligava l':ivversario ad una gigantesca preparazione d'artiglieria per la demolizio[le di tutte le li.nee, senza daigli la sicurezza di averle demolite tutte quante. Oòncluclendo può dirsi che dalle esperienze della guerra 1915-18 la fortificar,ione campale trasse occasione di. un progresso molto rilevante . * * * Per terminare l'argomento devesi far cenno all'attacco e difesa, coi gas tossici che im.plicarono disposizioni tutt'affatto particolari, fino allo.ra ma ncanti, in riflesso 'della, stessa for- 901 -


SVILUPPO DELLA FORTIFICAZIONE

t.iftcazione campale. DaJle trincee partirolllo inbdalmente gli attacchi coi gas contro le non lontane trincee avversarie. Nelle prime dovevano con metodo rigoroso essere disposti tutti gli apparecchi necessari per svolgere l'a.ttaccq, ed inoltre doveva.no esistere tutte le disposizioni indispensabili per sostenere . un attacco nemico dello stesso genere, fosse questo svolto •col lruncio di gas dalla òipposta, trincea, oppure operato col lancio di proietti a liquidi speciali. P er la difesa ,d ai gas avversari, oltre là masc,he.ra di impiego individuale, dovettero venir di-· sposti : servizi di vedetta, di allarme, di protezione dei ricoveri, di squadre per il risanamento del terreno dall'iprite, ecc. ecc. Tutti questi dispositivi complicarono non poco la già. complessa, · sistemazione di una linea fortificata quale risultava ve1:so la fine della guerra mondiaJe. A tutte ed a ciascuna .delle parti di una linea fortfficata avènte funzioni proprie (capisaldi, orgami :6.a11cheggianti, compartimenti stagni, ecc.) era necessa,rio assegnare in permanenza reparti o · gruppi ,d i personale atti ad esercitarle. L'insieme di queste funzioni doveva costitui'rè ed avere uno svolgimento armonico sotto la · {,lirezione genera.le dei Gomandi di Settore o di Grì1,n de Unità. Ma a, tutto questo che riguarclava il ca:nlJPo tattico si aggiùngeva la sistemazione logistica clella linea difensiva, ossia personali, materiali e lavori speciali. ~

* *

La regolamentazione ufficiale relativa alla fortificazione campa.le erfl., .prima, della .g uerra, rappresentata, dall'Istruzione sni lavori del campo di battaglia, ed.i ta nel 1!}13; Istruzione che sòvratutto per difetto di tempo, ma principa1mente di ripetute esercitazioni, non era entra.fa nelle consuetudini tattiche .della fanteria, tanto più che questn era ordinariamente esercitata a1l'azi.one offensiva della battaglia d'incontro. Sull'esperienza, fattasi sulla fronte francese, nel 1914 la predetta, Istruzione fu integrata daIJa. Circola.re del Comando Supremo N° 250 del 10 febbraio 1915 dal titolo: ce Norme com1)lementari all'Istruzione sui lavori dei campo di battaglia)), Istruzioni che conteneYao10 varie norme re1ative : -

902 -


DURANTE LA G UEURA

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ai trinceramenti impiegati dai belligeranti ne.i 11r imi mesi di guerra; i:: 111 campo di battaglia, con le norme e moda.lltà di esecnzione dei )a\·ori stessi ; ai lavori sa <'Seguire P<'r l'attacco di una pos izione fortlficata.

ai lavori da compiersi

In queste Norme complementari erano espressi i concetti secondo i quali, nella difensiva doveva: -

essere 01·dìuuta la 'fronte di combattimento per al;SJcurare una r esistenzit nd oltr anza ; essere condotto il co11tr attacco; essere n<>l modo più convC'nim te clispostt i collegamenti fm l varl ele.. menti dlfe,nsivi.

Le Norme stesse avvertivano poi che la linea di difesa· non doveva essere una lin ea continua. ma ,p iuttosto una serie di _g1·uppi forti:6.ca t i, intervallati così da permettere il passaggio di forze rileva111ti per un contrattacco· e collegati t1·a loro da cortime discontinue, ben fiancheggiate dai gruppi fortificati o vicendevolmente. Le Norme complementari davano inoltre modelli cli' trinC'ee rafforzate o non, con tutti i particolari inerenti come: -

ricovC'ri di nspetto o di riposo; buche cll ricovero pC'r i Comandi; forme appropriate di. trinceramen t i, di ripari, cli cammlnnm<·nti per I terreni di montagna e collinosi e PC'l' i t erreni rocciosi; norme per l'adattamento dei r afforzam<'nti nl tC'rr eno.

Queste Norme complementari si occupavano ancora delle moda lità migliori per {1isporre e svolgere : -

tHnto i hn·o1·i di ralior:r.amento quanto i lavori per l'nttncco di unn posizione rafforzata. !':t)<'<'ifir.ando p<-r un tal<' attacco : - i lavori di approccio g raduale P<'r le fantcri<'; - i lavol'i D<'r gli appo:,;tamenti dcll'artigl.ieriil; - nonchè tutta. la seri<' <' snccessio11e d<>i tiri d'artiglieria da coroplersl contro le par ti principali della posizione rnffor:i:ata. da uttnccare.

Nel 1915, _c on Circola.te 5852 del 15 1I1ovembre, per la « MigJi0re sistema;,;ione invernale delle posi7,ioni », il Com:-mdo Supremo pubblicò poi dati sulle sistemazioni difensive francesi ed inglesi; con Circolare 6944 del 5 dicembre emanò delle Norme sulla, difesa dei gas tossici, tratte da varie notizie estere, ·e tra le altre quelle per il dispel'dimento dei gas per mezzo del fuoco -

903· -


)'1ECCANIZZAZI0:NE

d' artiglieria, di fanteria e di bombe a mano, o ancora mediante rec~pienti di latta ripieni di polvere. Ai primi di aprile del 1916, in r elazione alle due ·ultime Circolari, il Coma111do Supremo emanò la Circolare 3377 dell'8 aprile per chiarii·e alcuni punti

.

~~~= -

ai ridotti di mm 1,osizione dif<'nsiva;

-

a i contrattacchi; al I.e r,osiz1oni cli contr opeudenzn;

-

a lle nuove battPrie che rnngono aggiunte ad alLT<' già in poi-lzione; infine alln. difeisa contro 1. gas.

Circa questa regolamentazione si può rilevare che essa dovette essere fatta sovratutto a seguito delle esperienze di guerra, . e conseguentemente in gran parte non avendo potuto essere preveduta, risenti gli inevitabi1i difetti · dell'improvvisazione e dovette essere poi man mamo corretta, completata e perfe-' zionata.

§

VI

MECCANIZZAZIONE E MOTORIZZAZIONE.

§ VI (A)

I tras porti strategici compiut i dagli autoparc hi dura nte la g ue rra • I carri d'a ssalto.

Nel Capitolo precedente fu accennato come

fin

da.l 191G si

si a. proceduto aJJ.a formazioné di un Autoparco cli manovra,. a

<lisposizione del Comando Supremo per rapidi spostamenti cli indole strategica, da un punto all'altro ,della vasta fronte occupata dall'Esercito italiano. In occasione dell'offensiva austriaca nel Trentino del maggio 1916, questo a.utoparco i nsieme con gli autop archi d'Armat a, provvide al rapido· trasporto di ingeinti rinforzi da1la fronte del Carso a quella del Tì·entino. -

904 --


E J\l0'l'0RIZZAZI0NEJ

.rn

altre occasioni si ebbero a.naloghi grandi trasporti che · possono venire compendiati nello specchio seguente : N° di uomini a utotrasportati A zi on i

dall'autoparco di manovra

'daglicl· Ar1 a utoparchi' rn1 tu.

totali

------,-- - - - - -

Offensiva anstrJaca in 'l'ren' tino (maggio-giugno 1916)

99.000

30.000

129.000

Battaglia del Piave (giugno 1918)

88.000

20.000

108.000

184.000

55.()()()

239.000

Battaglia (li Vi'ttor io Vl'neto (ottobr e-nov. 19JS)

Ta.Ji cifre mostrano come il Ooma.ndo Supremo a bbia saputo usufruire abilmente del nuovo e potente mezzo dell'autotrasporto per lo spostamento ra,pido -di truppe che, in poche ore, giungevano fresche e noo affaticate .a.a lunghe marce, da un punto dell' ampia fronte da, noi occupata acl altro punto ove er àno necessari urgenti rinforzi. Ohi scrive rammenta. con ammirazione il prim o, più or1g1nale e più urg~nte trasporto di for7,e equivalenti ad un'intera Armat~·, in rinforzo alla minacciata fronte trentiJrn nel maggio del 19i6. Nessun inconveniente, nè disguido, a1è infortunio ebbe ·allora a manifestarsi in tutto il compl<~sso trasporto che durò per più giorni incessantemente di giorno e di notte, che. ·operò scarichi sotto il fuoco n emico, e che fu compiuto da un ·personale che per tutta. la· dur::i,t a de.l tra sporto st<~sso non conobbe riposo di alcun genere. I n molti casi ebbero luogo considerevoli t rasporti {li numerose for7.e pel' scopi di traslocazione rapid a di tr uprje gHt af. .. faticate e ritira.te da.I fronte per ragioni di riposo. In ogni. caso gJi autoparchi, guidati con molta a,bilità dagli. ufficiali addettivi. compirono la loro missione in modo i neccepibile. Per merito di questi uffieia.li entrarono nell'uso a,l cune consuetudini - go~ -


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MECCANIZZAZIONE

pra.ti.che molto ut ili per l'ordine e l a rapidità. di simili trasporti, e così: -

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-

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un complesso di predisposizioni strud~li per evitare ostacoli cd ingorgbi nelle colonne od incroci con a ltr e col onn e; dJsposii;ione lungo la strada di depositi cli r ifornimento dì carbur ante e di grup11i di. opera.i con parti di ri cambio; l'acconcio coucentnuncnto dC'l r epart i da trnsportarc>, predisposti in località cd in gruppi atti ud un carico rapido ed ordinato 11 misura dell'arrivo clei veicoll; carlco fatto i11 !llodo cbe ufficillli e graduati dei repar t i riuscissero op. portunamente distribu iti lungo la. colonna, e non mancassero i materi11ll di urm nmento e logistici organ icnmen te assegnati ad· ogni trazione de?lln col 0 111111.; r e?golazione nccuruta de1 tr asporto lungo la strada., cosi da ·evitar e inceppamenti e diSguidi ; pn'disposizlone sul luogo di scarico, a nalogo. a. quella. indicata per il carico, per la prontn ricos tltuzlone dei repar ti ot·ganici con tutti l loro matcriuJJ; r apido E>d ord inato ~gombro d<'i vek'oll dal luogo d i scorico e verso la sede dell'autoparco. ·

'

Dai cenni fatti si rileYa che per il movimento di parecchie c(mtinaia. di autocarri incolonnati su un'unica st rfl<l.a ,o al massimo su due strade conrorrenti, occorre nella direzione di esso, molta sagaci a 01·ganizzativa, senso pra tico, energia e senso dj previsione.

* * * I cani d'assalto, entrati in azione qua si di sorpres}1 sulla fronte francese per opera dei nostri Alleati nella guerra 1915-18, non ebbero alcun impiego bellico sul fronte mostro in Italia. Alla fronte francese tali carri, in numero abbastanza 1·agguardevole furono lanciati all' attacco delle posizioni germaniche. Le p1·ime prove si fecero coll'nvimzata. di J~nee di carri ,corazzati per travolgere ogni ostacolo ma.te1fale, SUJp,erar e asperità ,del terreno e cli tri,n ceramenti. e per colpire le truppe attacca.te con tiri di mit.ragJia.trici portate a.ai carri. Tali prove produssero ,dapprima un vero pa ni<'o tra· le truppe attaccate, prive come es e era no cli ogni mezzo di reazione contro i nuovi strumenti -

906 -


g MOTORIZZAZIONE

di lotta i quali riportarono così successi brillanti, sebbene limitati. Mezzi di rea,zione furono però ben presto c~scogitati atteso che nè il fucile, nè la, mitragliatrice erano in grado di ledere la. co1·azza e gli organi iin terni più delicati · dei carri, nè l' artiglieria. era in condizioni di colpire con certezza simili obbi,c ttivi, che, ristretti e mobili, si' presenta,v a:po improvvisamente in zona. molto ravvicinata a:lla linea della fanteria attaccata, sicchè il tiro delle bocche da fuoco campali leggere contro i ca,rri armati era ,da sconsiglfare siccome !Pericoloso per la propria fan~ria_ In prfo1cipio . contr~ i carri si impiegò clai tedeschi un fucile da, 13 mm. di .calibro, disposto su cavalletto · che, tenuto alla spalla da un fante, veniva da ·questi sparato a breve dista nza. Però il rinculo dell'arma era così violento d.a riuscire insopportabile. dal soldato talchè, in non ·poche occa.-sioni, questi · abbandona.va l' arpia. Soltanto al termine della guerra si pensò ad wn cannone anticarro cli picco1o calibro e eon proietto perforante, di tiro molto l'apido, molto mobile e da smascherarsi aU'improvviso cli fronte ai carri, a breve cl.istanza. Cont ro i catri d'assalto venne a111che ,proposto l'impiego della granata a mano per danneggiare i cingoli, nonchè l'uso di mine terrestri da predisporsi sul terreno cli attacco. Ma la guerra terminò prima che si potesse fare u:JJ.' applicazione sistematica e ordinata cli questi riuovi or·éligni di gnerra. Comunque Jè prime idee clelle caratteristiche del ca.nnone anticarro nacquero, senza però avere .pl'atica applicazione, durante la_ guerra.

§ VI (B)

Sviluppo dei concett:i sorti. durante la guerra per l'impiego di autotrasporti e di carri d'assalto.

Le prove fatte già in guerra sugli autotrasporti, ispira.il concetto della formazione cli reparti organici di fanteria. ed artiglieria, da potersi. normalmente spostare con celerità -assegnando loro organicamente gli autocarri necessari. Le 1 ono

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907 -


SVILUPPO DEI CONCET'.rl

prove fatte ispirarono c.ioè, anche durante la guerra mo111dia.le, l'organizzazio_ne di ciò che; fin da allora, venne designato col solo vocabolo·, di Motorizzazione ; organizzaz1one che però non fu attuata <lurante la guerra stessa. 'M ediante la motorizzazione i reparti suindicati, senza necessità di org,a nizzare estemporarn~amente autotrasporti del ge.nere di quelli usati nella guerra 1915-l S, debbono essere già -pronti, con tutti i loro mezzi di a,rmamento e logistici, per essere spostati immediatamente · su punti lontani -di speciale importanza tattica, o anche strat egica, punti che l'ordinaria fanter ia non potrebbe raggiuinge:re -che, co11 grande ritardo, e ehe la cavnlleria non potrebbe p·resi.diare con la voluta solidità,. Tutta la pratica fatta dai .C omandanti cli · autoparco, alla ·quale abbiamo accennato, con la. motoriz.zazione passava implieitamente e direttamente ai Comandi -dei reparti, e venivano· quindi a formarsi Reggimenti,· Brigate ed anche DivisiQni motorizzate. 00111 tale -pratica doveva accoppiarsi quella di ordine tecnieò, per la condotta, manutenzione, ecc. ·del nuovo mezzo di traslJ)orto , ed accompagnarsi aJtresì la pratica dell'impiego tattico norma.le deJle Unità, nonchè gli accorgimenti e le cautele che naturalmente comportava 1'.ingente materiale automobilistico, laseia,t o H tergo .delle truppe duramte la loro azione di guerra guerreg~~

.

·Tutti questi concetti, se nac.:quero durante la guerra 1915-18, .non trovarono però piena applicazione in essa, ed entrarono definitivamente mella. pratica soltanto nel dopoguerra. ·

Il carro ,d ' assalto, nella guerra. 19J5-1S rHppresentò un dupJice ben 1~iuscito tentativo, e cioè di reazione alla deprimente e lunga gnerrn stabilizzata, e di trasfornrnzione de1la lunga stasi bellica durata fino allora, in guerra di movimento. · 1 Senonchè la gnerra, stessa non -d urò abbastanza perchè i concetti, formufati subito dopo le prime prove clei carri d'a&saJto, avessero un'estesa. ap1plicazione. Tali concetti rigua,rda :vano la costituzione di reparti organici costituiti interamente ed -

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PER L'IMPIEGO DEGLI AUTOTRASPOR'l'I E CARRI. D'ASSALTO

esdusivamente di carri d'assalto o, altrimenti detti, di carri armati, atti a travolgere qualsiasi resistenza passiva, a togliere di mezzo ogni forma stabilizzata di gtwrra, ed a riportare alla normalità la guerra, di movime:nto. Con i detti concetti sorse Fidea di ciò che, ancora con un'unica parola, fu chiamata Mecca:nizzazione. Gli ideatori del carro armato lo volevano rapido e potente; e lllella potenza, con varie g'radazioni così da ottenere una vasta gradazione di fuochi, e tra gli altri qiJ.ello capace di vincere il carro armato avversario. Di qui carri armati di diversa mole e - di vario armamento, che andava dalla mitragliatrice al cannone campale, al cannone pesante campale, al cannone antiaereo, e sovra.tutto al cannone anticarro. I e.arri armati ,dovevano poi avere la, protezio;ne di una corazza bastevole a salvaguardare Ie loro parti vitali -dal fuoco del cannone anticarro del nemico. Il già immaginario a.ffusto semovente, con artiglierie di medio calibro poste allo scoperto .sull'affusto, venne ravvolto da una solida corazzatura e divenne il carro armato pesante, munito di armamento principale di medio calibro oltre armi leggere come crinnoncirni e sovra.tutto mitragliatrici. Fin da quando sorse l'idea della costituzione di reparti meccanizzati (non attnata ,però nella gnerrn mondiale) erano per essi prevedute missioni esplorative a dista:nza, ma esseilzia.J.. mente l'attacco rapido dL linee fortifica.te, per fare strada in primo tempo, ad Unità motoriz7.ate e quindi poi a rnormali tTnità, di fanteria: e tutto ciò in analogia alla missione del cappuccio i:tppHcato ad · una granata perforante, cappuccio che aveva la missi.one di aprire la via al grosso e pesante corpo del proietto, allorquando la coran:a risultava più dura e più resistent e. Anche per le U:nifà meccanizzn.te, la guerra 1915-18 non con obbe che idee, discussioni e 1progetti. E solta,nto il dopoguerra, che sfugge alle nostre indagini,· diede pratico svil uppo alle idee prima concepite sl1lla meccanizzazione.

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DIFESA COSTlER.\ AL PUINC!PIO E D"CRAN'fE LA G llRRR& .

§ VII

DIFESA- COSTIERA E DIFESA ANTIAEREA.

§ VII (A)

La difesa costiera al principio e durante la guerra.

La, difesa costiera ha lo scopo cli proteggere <la, attacchi dal mare, i porti mi1itari ,ove si trovano Arsenali o in generale Basi navali} e quei punti delicati delJa costa cb.e vam10 vieta.ti a possibili sbarchi nemici. Quanto alle Basi navali, indispeinsabili alJa flotta, è ovvio che debba essere apprestata una potente difesa, verso mare col criterio che l'armamento delle opere costiere sia tale da tenere una, flotta. avversaria ad una tale distanza, dalla quale essa non riesca a battere la Base. Ora è ovvio che in batterie fisse a terra possa.no mettersi in opera arm~menti più pesanti e più potenti -d i quelli delle na,vi, ed iil1oltre in batterie fisse si possa fare la.rg,o uso di obici e di mortai, che costano meno ,dei cannoni e .che permettono tfri a grande curvat ur::i, di tra iettol'ia, di buona efficacia contro i ponti. delle navi ; tutte le predette bocche da fuoco aventi il suaccennato impiego sono di grande calibro. · Il restante a,r mamento di medio e di picc-010 calibro è destinato ad opporsi a sorprese di galleggianti leggeri ehe tentin o colpi di mano; tnli- boc~hé da fuoco -deobono evidentemente consentire una grande rapidità di tiro. Poichè per effettuare uno sbatco in forze, occo~re almeno un porto ben a.ttrezzato in banchime e macchine ,d a scarico, affinchè lo sbarco della grande qµant ità di matel'iali d' artiglieria , di munizioni e -di altro genere, necessari alle truppe sbarcate avvenga abbastanza rapidamente, consegue che, nei punti atti ad un eventuale sbarco del nemico, sono da difendersi. anzitutto i porti. -

91.0 -


DIFESA

cos·.rrERA

AL PlUNCIPIO E DuRANT·E LA GUERRA

Ùna flotta che intenda opera.re contro una grande Base navale òeve ridurre al silenzio le opere costiere per poi 1ProcedPrc al bombardamento della base; mentre volendo operare contro un punto di sbarco fortificato, deve invece cOIIlservare intatto il porto e soltanto rovinare e ridurre al silenzio le ·opere costiere che ne vietano l'ingresso; le opere o le batterie che difendono il punto favorevole per lo sbarco. Di questi criteri deve naturalmente tener conto la difesa per disporre nel modo più opportuno i propri mezzi. Siccome una flotta è essenzialmente destinata a svolgere importanti azioni, risolutive contro l'Armata nemica,, così difficilmente si dedicherà, acl effettuare delle opei·azioni costose e di dubbio risultato, qua1i' si richiedono contro basi o porti fortificati, e pertanto l'attaccante (Preferità impossessarsene mediante operazionj terrestri. Deriva da ciò che la difesa costiera deve venire integrata da11a difesa terrestre, cosi come si è praticato in tutte le Piazzaforti marittime. importanti. Anzi, poichè l'attacco ad Ulll porto militare solidamente armato ve1;so il mare, offre la pro·babilità, di buoni e più ra(Pidi risultati se operato da terra , cosi si può in ge:nerale ritenere che la difesa terrestre di una, piazza · marit tima ha un'importanza, reale maggiore che non la difesa a mare. Quest'ultima deve evidentemente esistere e anzi deve essere potente, ma. essenzialmente per rappresentare una. funzione difensiva potooziale e di assicurazione che, per parte dèl nemico non verranno teritate imprese dal mare .

. Relativamente agli sbarchi, poco prima della, guerra 1915-18, si [)ensa-va. che - -in considerazione delle immense quantità di materiali pesanti da trasportare e da sbarca.re, dei nuovi mezzi di esplorazione (aviazione) e.di comunicazione (telegrafia, senza fili, ecc.), e dei ornovi armamenti a tiro rapido, - un'operazione di sba,rco (pr~supposto sempr·e acquisito il dominio del mare per parte dell'attaccante) contro una Nazione avente a,n cora efficienti le proprie forze milifari terrestri, era, nel qu adro della guerra di allora, da considerarsi come un'azione molto onerosa, - 911-


• DIF'ESA CO.S'.rIERA AL PRINCIPIO 11: DlJ RAN'J'E LA GUERIU

difficile ed anche rischiosa. In argomento devei;i inoltre osservare che, anche cont ro una, Nazio01e avente un grande sviluppo di coste, a.ll'atto pratico, i pnn.ti sui quali Jo sbarco può riuscire conveniente si riducono a, pochi, perchè F attaccante , deve anzitutto sbarcare ·le sue forze su punti dai quali mirare ra!l)idamente ad obbiettivi importanti del difensore, poscia scegliere i punti stessi per rigua.rdo ai fondali ed alle forme di terreno tecnicamente favorevoli e situati non lungi da un porto importante, munito e ,d i estese banchine e di macchine da scarico. Qosicchè, fatta una giùsta discrimi:~:iazione <ielle coste del difensore, in conseguenza di ta.li punti di vista, si finisce per a.vere · un limitato numero di punti· CQstie1·i sui quali u1n attaccante potrebbe con speranza, di riuscita tentare uno sbarno; punti nei quali evidentémente il difensore dovrebbe concentrare le proprie difese. In conclusione, sebbene sia innegabile che wna flotta possa sor.prendere il difensore su qualsiasi punto delle coste da difendere, il.on è men vero che di tali punti possono all'attaccante convenire soltanto ben pochi, mootre su questi ipochi punti il <'lifensore può, con economia di mezzi, stroncare in germe il ten- . tn.to sbarco, facendo fallire l'operazion.e iniziale e più delicata di-esso che è là forma,zione della te~ta di sbarco. Nena nostra guerra 1915-18 non -si ebbero occasioni di operazioni di sbarco.

* * * Altri elementi della difesa costiera, oltre all'arma.mento di artiglieria, erano considerati : -

attivi: le torped ìniere, s omm('. rgibili per l'azione cont-ro le navi . nemiche ; gli idrovolan ti per la scoperta.. dell'Armata n emica; passivi : gli sbtu·rame;nti di mine subacquee.

Facevano parte della ,d ifesa, costiera le difese dei Porti di rifugio, ossia di quei piccoli porti, destinati a,d eventua,le rifugio di piccole navi da guerra e mercantili che avessero dà sottrarsi a minacce di 11.avi o sommergibili nemici. Questi porti erano armati' con ar:tiglierie date dall'Esercit-0, di piccolo ca· libro e abbastanza numerose. -

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... -


LA DIFESA CON1%\EREI

* * * Sommariamente sono questi i concetti ed i criteri generali che nella guerra mondiale erano di guida per la difesa costiera. La guerra stessa sorprese pertanto in piena, crisi questa sistemazione difensiva, -

sia p~rchè l'armamento delle piazze cQstiere principali era deficiente per potenza e per gittata delle bocche da f uoco; - sia pcrchè non eravi addetta ima speciale aviazione necessaria per la . esplorazione e per il bombardamento; - e sia per la mancanza. dei ma.tPtiali necessa1"l alla costruzione di sbarramenti passivi.

Alla mancanza di bocche da fuoco a,datte si ripiegò con quelle di vecchie navi a.ncorate in punti convenienti, e con a.rtiglierie di altre piazze costiere non minacciate. Per il rimaITTente fabbisogno si provvide poco per volta a misura che l'industria 1priva,ta potè fornire in quantità suffidente i materiali appositi. Per la difesa contro piccoli sbarchi o contro tentativi nemici di bombardam<~uto di città marittime, con cannoni da 152 furono creati dei 'rreni armati, rapidamente spostabili lungo la ferrovia adriatica, i quali, appena dopo l'a.rresto del treno in località e punti convenienti, potevano sollecitamente e con facilità inizia.re il fuoco. Per battere i sommergibiJi che tentassero azioni contro navi alla fona·a o contro i porti, si crearono ba.tterie antisommergibili. Per vietare all'avv·ersario det.e rmi,n ati tratti di mare, si costruirono ampie ostruzioni con linee multiple di sba.rramento, fatte con reti metalliche subacquee. Pertanto nella guerra 1915-1918 110n vennero compiuti fatti di guerra di particolare rilievo attorno aJJe piazze costiere, tanto ehe non è scaturito dalla guerra alcun elemento atto a modifi-_ care od estendere i criteri sovra. esposti.

§ Vll (B)

La difesa contraerei

Nel precedente Capitolo si è acceinnato alJo stato rudimen tale della nostra artiglieria contraerei al principio della guerra, 58


DURANTE LA GUERRA

1915-18, nonchè a.i notevoli aumenti conseguiti nel corso della guerra stessa; i quali nel maggio 1917 portarono l'organic,o della Specialità a ben 69 batterie ed a 25 Sezioni, in 1Pa,rte assegnate a:lle truppe combattenti, e in parte sistemate in postaziooi fisse. Con lievi aumenti successivamente ricevuti, l'artiglieria antiaerea rimase all'incirca di questa forza :fino al termine della guerra. Alle truppe erano assegnate le 12 batterie da 75 OK su · autocarro, mentre tutto il resto dell'armamento antiaereo era in postazione :fissa a protezione di aeroporti o di numerosi agglomerati <li truppe, o di importanti depositi cl.i materiali, oppure di grandi città. Così come venne fatto notare nel precedente Capitolo, prima dell'adozione del cannone da 75 OK su autocarro, di costru1,ione Ansaldo, la disposizione di bocche da flioco campali da 75 e di altri materiali cqme il 75 A., il 70 A. e 1'87 B. e cli altri ancora: fn ottenuta mediante r~pieghi, dei quali alcuni riusdrono di bnon rendimento per un tiro come quello antiaereo, a forti angoli di sito ed a settori orizzontali molti ampi o addirittura di 360°; e sotto qnesto punto di vista, il materhtle da 75 mod. 911 si dimostrò il migliore di tutti: siccome q1H'llo richiede.nte ripieghi di poeo conto. Per la ma,ncanza. di strumenti e di norme d'impiego riuscirono imperfetti i servizi di scoperta dei bersagli, nella misura delle ,d istanze, nonchè i metodi cli tiro, ed in principio mancarono a,nche i rifi(~ttori per la difesa ant iaerea notturna. Gli shrap:n~l campali da 75 e di altri calibri erano mediocremente appropriati al tiro controaereo, sovratutto per l'irregolare comporta,nento delle spolette; e d'altra parte coi sistemi a deformazione da 75, il lungo scorrimento dellH, bocca da fuoco sulJa, culla ed il ritorno in batteria, clnra vano complessivamente tro,ppo tempo, per concedere ai tiri quella grande rapidità, che è necessaria per battere Faereo nei pochi istnnti clisi)on ibili. La tensione delle traiettorie non era così grande come si sarebbe ·desidera.to, e le loro dura.te non erano f'lU.fficientemente brevi. Per tutte queste ragioni e per il fa,t to che le distanze, la direzione e Ja velocità dell'aereo, erano apprezzati a vista,, il tiro veniva limit:=ito al caso più facile dello sbarr'a ment o mediante una cortillla verticale di scoppi, e pertanto colle poche batterie disponibili, il tiro stesso non riusciva della voluta efficacia. A -

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LA PR0T1DZI0NE ANTIAEREA

raggiungere i YOluti effetti, le batterie avrebbero dovnto essere molte, e per di più dirette da, una staziorne centrale di tiro in mod.o U1litario. Ai predetti materiali di a.rtiglieria non completamente adeguati, fu associata la mitragliatrie~ d1e in princ.ipio, essendo quella in dotazione alla fanteria, era di calibro troppo esiguo per raggiungere grandi altitudini e per ledere efficacemente le ,parti vitali clelJ.'aereo. Più tardi si fece ricorso a qualche modello di mitragliatrice estera di ;maggior calibro, ma. senza ottenerne grandi risultati. Con questi mezzi ed in qneste coi1dizioni, la protezione contraerei fu insufficiente anche contro aerei relativamente lenti e innalzantisi a quote non grandi. Da principio tale prote~,;ione mancava, e alle truppe in trincea e sovra.tutto a, quelle event ua,1mente in movimento per azioni di guerra, e pei'ò fortunatamente, in quest'ultimo caso, gli aerei dell'epoca per numero e per anni non erano in grado di arrecare danni consi-derevoli. L'adozione del cannone da '75 OK su autocarro provvide abbastamm bene alla protezione ,delle truppe., e poich è tali bat terie . erano facilmente spostabili, potevano iin certo modo compensare la scar. sezza del loro numero, con ra.pidi sposta.menti. Ma 1grado i poclii progressi fatti dalla nuova Spedalità . dell'Arma durante la. guerra, parecchie forono le conquiste di ordi11e intellettuale e tecnico , derivate nn po' da ll'esperie:nza di guerra, e in gran parte dalle de:fi.cienze lamenta te. I n primo luogo sorsero le due categorie della. Specialità stessa : l'una per la protezi.om.e delle t ruppe in combattimento; e l'a.ltra per fa difesa di località come aeroporti, zone di radunata ·d i truppe, magazzini di munizioni , ecc., e poi di r,ittà più o meno estese. I n seconcl-0 luogo, quanto al materiale, fo riconosciuta necessaria l'adozion,~ cli bocchf~ da, fuoco speciali, a tiro molto teso (gra.nde velocità iniziale), a grande rapidità di tiro (rinculi brevi e pronti ritorni in batteria), con caricamento automatico almeno in parte, c~d. atte a. facili e rapidi sipostamenti ed a pronta messa in batteria . Pu pensato anche all'a:1:1mento del calibro (fino al medio calihro.{1i ·120 e 152 mm.) per ra.g giungere ;1ia~giori altitudini con m:aggiore efficacia, ed alla conveniente propor7,ione di questo ca libro col caHhro minore, e si pensò anche -

9°15 --


DU RANTE LA GUERRA

all'adozione cli mitrngliRtl'ici di maggior calibro e dotate di altissima rapidità ,di t iro (caricamento automatico, raHne multiple, ecc. ecc.) . In terzo luogo e circa, la scoperta ,dei bersagli : - Si immaginarono strumenti speciali ad ascoltazione stereofonica, costi tuiti da due puraooloidi alquanto dis~accati l'uno dall'altTo, - e comunicm1ti con ricevitori applicati alle orecchie dell'osservatore, strumenti ideati e consigliati da nostri scienziati; - si richiesero telewetri monos tatici del tipo già in ui:;o nel.l'Esercito e nella Regia ;l\iarina; - si vollero dei proiettori di particolare potenza per la scopertu. ed · anche per l'accecamento dell'aereo; - vr nne anche immagina ta e riconosciuta conveniente uufL trns mission(' elettrica di nwvimento dall'aerofono al proiettore mantenuto in vicilrnnza, in modo da ott<'nerc i l costan te para.llclismo degli assi dei due strumen ti, e da potPre cosi lanciar e brevi durcli luminosi a. colpo sicuro sull'aer eo da scoprin·.

In quarto luogo cirça ai metodi di tiro, per i vari casi di attacco per parte degli aer_ei, si fece ricorso ai conc,~tti fondamentali ,di studio pe1· stabilire metodi e conseguenti r,t1·um 'llti. capaci di conseguire un tiro controaereo razionalmente co11dotto. Così : t iri cli sbarramento media11,te una o più cortin;-1 cli scoppi, a seconda del numero di batterie ·.a.isponibili, e ,;alcolo del nume1·0 minimo cli batterie e del numero dei colpi iper ottenere uno sba,rrarnento efficace; tiri preparati, a similitudi.ne del tiro costiero, con rapida determinazione di distanze, di ·dii'ezione e di velocitl:t, di volo -dell'aereo, e con rapidi calcoli dei dati cli tiro così da far coincidere gli scoppi ·dei 1proiet t.i coll'aereo. stesso. . Somn:ia,riamente detto, tutto questo fu più che altro un programma di studi, di ricerche e di procedimenti, teITTdenti al progresso di esattezza e di efficacia del tiro -a ntiaereo. A questo programma. oceorre aggiungere quello degli s t ndi ,d i proietti meglio delineati per il tiro di cui qui si tratta. Circa Ja protezione antiaerea è p9i da rammentare la difes-a passiva, immaginata ed anche attuata durante la guerra, costituita da piccoli aerostati disposti a scacchiera in zo11e co1we-nienti attorno alle città -d a difendere, in maniera che per 1Ùezzo di molti fili d'acciaio tenuti verticalmente dai predetti aerostati, agli aerei venissero o,pposte d~Jle zone ostruite al volo. ' -· ''à:i"Rl

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AR'.rl GLlERIA F.O AVIAZIONE - LA FCYI"OGRAi,D! ETRIA

§ VII!

A RTIGLIERI A E D AV IAZIONE

=

LA GUERRA A EROCHIMI CA.

§ V III (A)

Artig lieria e d A v iaz ione= La fotog rammetria.

Il grande sviluppo ,d ell'Arma d' Arliglie1·in durante l a guerra 1915-18, ed il contemporaneo H<'Crescimento dell'aviazione militare, stabilirono tra queste d n<~ pm·l·i delle Forze Armate molteplici e strette refazioni elle pl'elm1evano t1cl una loro impor· tante cooperar.icme, cooperazione che si do,·e,·a svolgere prima colla scoperta dei bc1·sagli e ql1incli c·on hl regolazione tecnica del tiro. T ali operazioni fatte stancl o in aereo riuscivano più facili che non dall'ae1·ostat.o (che già, all"nopo impiegavasi anche prima della guerra), e queste due misi;;io11i affidate a1l' osservazione da1l'aereo, seppure ausilial'ie, erano · importantissime per l'Artiglieria. La regolazione del tiro dall'aereo fn in molti casi esegni ta in eoncorso con l'aerostnto, ed i risultati, dap(Principio modesti per ma11canza cli afilatumento tra, osservatore e pilotn e tra ba ltcria ed nereo, divennero ben presto soddisfacenti snpera111do sovratutto coll'esercizio pnrticolari difficoltà per la 1ton facile stima dall'a ereo, della giusta posizione degli scoppii a tNnpo, cioè ad una certa altezza da terra. La. scoperta dei bersagli fu anche pratica ta con buona riuscita, sia mediante il rilievo ad occhi clelhL posizione drll'obbiettivo 1·ispetto a pnnti d_el teneno di not a posir.ione, sia per mezzo del111 fotografia. la qu::ile ultima, con,enic•ntementc ingrandita, forni.Ya sovernte buone indicazioni sn particola ri dell'obbieftivo. e del t erreno circostante. Venne ancora consigliata , sepipnre non mai attua ta, lascoperta del bersaglio e la contrmpora nea, determinazione della sun posizione sulla ca rta del tiro prepara to. per mezzo di due Yoli i=:uccessivi delJ'aereo tra due diversi osservatorii e l 'obbiettivo. Gli osscPvatol'i, rilevatt' le rispettive direzioni di volo e segnn tele sul1 a. cartH, potcvnno per intersezione fissare la posizioM dell'obbiettivo sn1la carta stessa. -

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AR'l'IGLIERIA ED AVIAZI0i\"E - LA FOT0Gf{A1,U.rnTRIA

Alcu1n i scienziati competenti, in servizio ne]l.'Arma durante la guerra, consigliarono e terita,r ono la fot~gnimmetria . Gli studi ed. i tentativi 1woseguirono e, se non si ebbero risultati concreti in guerra., f urono :fissate le idee e i concetti fondamentali per ulteriori ricerche che ven11ero poi condotte a buon termine dall'ing. Santoni del nostro Istituto Geogra,fi.co Militare eon un apparecchio, il quale da due serie di fot ogra.fi.e stereoscopiche prese dall'aereo in un solo volo fra un osservatorio e l'obbiettivo o fra una batteria e l'obbiettivo stesso, trae in poco tempo Ja cnrta, toj?ogra:6.ca in scala e con curve orizzontali della. striscia, di terreno fotografata. La carta, così ottenuta può venire rapidamente riprodotta e manda.ta all'Ufficio del tiro inte-- \ ressato : essa è in grado di fornire la dista~,zn ed il dislivello t ra batterie e bersaglio e varii pa.l 'ticolari del terreno circostuntc al bersa.gHo stesso.

* *

-i<•

Altra importante r; lazione dell'Aviazione coli' Artigli.eri.a sta nel fatto che col J:mcio sempre più esatto di bombe su truppe o fortificazioni, tale lancio può sostituire in taluni casi il cannone, ed anche con molto vantaggio. Già si è fatto cenrno della opposizione che ra.ziona.lmente doveva farsi all'eccessi.vo aumento delle gittate del cannone, a umento che ·in pratica si risolve in una ,deficiente efficacia ed in un grande spreco cli munizioni. Ora l'aviazione, a .p arità di quota di lancio, colpisce con egnale precisione uri punto.vicino oppure lontanissimo dalle nostre linee; quindi 1p<~r obbiettivi lontani è sotto tutti gli aspetti più vantaggi.oso che per batterli sia préscelta l'aviazione, na~ · t uralmente in stretta cooperazione coU1 artiglieria e coi relati vi Comandi tattict e tecnici. 'l'u tto questo vale quanto rlire che, già durante la g uerra, si pensava giustamente che un'aviazio1ie progredita, d.ornssc di\·enire In longa ma.nns delFartiglieria., nnzichè ricorrere a nuo,e bocche da fu oco con gittate ì.'sagerate: e ci.ò tant~ più. pereht\ fi n dal tempo di gue1:ra si rifletteva che a.i proietti di cadnta, daJl'aereo si poteva conferire uma potenza di scoppio molto $u periore H quella {lei proietti d'artitigliel'ia. - 918 -


LA GUl!1RRA AEROCmMICA

§ VIII (B)

La guerra aerochimica.

Verso la. :Ane della, guerra 1915-18, dopo lo sviluppo giù, preso dall'aviazione e dopo che la lotta coi gas tossici si era a.fferrnata ed aveva. anzt accr<:'sciuti i suoi mezzi sia !l)er numero, sia per nuove specie di gas e sia per lancio di questi con le artiglierie, sorse l'idea ,di praticare dall'aereo l'attacco col gas per mezzo di bombe di caduta appropriate, con lo scopo di ottenere a qualsiasi grande distanza il duplice effetto conseguente dall'azione tossica e dall'azione esplosiva deila bomba ordinaria. Le bombe a gas, cla lanciarsi dall'aereo, erano state costituite, a somigliamza dei proietti a liquidi speciali dell'artigliel'ia, con liquidi che, libei·ati dall'involucro metallico della, bomba per mezzo di una piccola carica interna di scoppio, si polveriz.zavano e passa.va.no allo stato di gas. Anche per il tiro de.i. pI'ùietti a gas dall'aereo sorsero naturalmente le stesse questioni già accennate 1per l'artiglieria; osf:.in. il n umero di proietti cli dato ·calibro sufficienti à coprire effìcacemente coi gas una data area cl.i terreno, e la, combinazione dei va.rii calibri e dei vari gas più c01nveniente per ottenere l'effetto tattico Yoluto. Da tali questioni, proposte e dibattute tra competenti, non si ebbe tempo durante lo scorcio della gl~erra mondiale cli passare a realizzazioni sistematiche e perfettamente regola.te che furono invece. oggetto di lavori ecl esperienze del dopoguerra.

~

IX

CONSIDERAZIONI

Nello sYiluppo del presente Capitolo a,bbiamo avuto o<.:casione di esporre alcune considerazioni di tattica generale relative al periodo prebellico ed al periodo bellico, che possono a ----:- 919 -


CONSIDERAZIONI GENERM,I SlH,L' AllTTGLlERlA

prima vista parere fuori dell'argomento di questa Storia del1' Artiglieria, italiana. Così pure, a proposito delle val'ie questioni di tattica generale toccate, abbiamo espressi i giudizi chè potrebbero venir ritenuti come di critica, alle Autorità che prima della guerra mondiale presiedevano alla preparazione delle forz<~ militari terrestri. · Amitntto clobbiam,o dichiarare che fn lontnnissirna in noi qualunque intenzione di critica, inutile del resto ora.mai. Ci siamo tenuti ai fatti esaminandoli obbiettivamente e spassionatam ootc, limitandoci ad esprimere coi giudizi che molto tempo prima d~lla. guerra, mondiale erano stati espressi ,da nostri egregi colleghi coi quali abbiamo avuto frequenti ,occasioni di rapporti intellettuali e di profìcne ,cliscussioni'. In secondo luogo le questioni cli tattica generale da noi appena delineate e che in qualche punto abbiamo noi stessi chiamate digressioni', vennero abbordate iperchè stimate non soltanto necessarie per disporre nel giusto e più chiaro qnndro tutte le complesse qnestioni rela,tive a.Jl'impiego dell'artiglieria,, ma anehe per otten ere, per le questioni stesse, oltre alla chiarezza, una congrua brevità. ·>:·

+,

*

L' .Arti.gJieria italiana. entrò in guerra clefìciente di forza per rispetto alla Fanteria, e con materiale, bnono in massima specialnrnnte il campale, ma neppure a numero rispetto al già scarso organico previsto 1per la mobilitazione_ L'Arma nostra possedeva, però un Corpo di ufficiali assai buono che con la propria intelligenza, preparar.ione ed (~nergii~, tanto nel campo tattico, quanto nel campo tecnico .ael tiro noinchè in quello della costruzione del materiale, seppe colmare · tutte le varie lacune di una difettosa organi?:zaii.one. Il personale di truppa fu ottimo e si conservò tale per tutta la guerra dando continue prove di abnegazione e di esemplare cliscipli11a, tanto da meritarsi l'entusi astica ammirazione dei commilitoni delle varie Specialità di Fanteria. ip er il valore, la calma, e l'or~ ,dine dimostl'ati nei momeinti. più g1·avi e neJle circost.anr.e più critiche della lotta. -

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IN RELAZIONE ALLA GUERRA

Le nostre 2.038 bocche ,d a fuoco raggruppate in batterie mobilitate, e le 700 mitragliatrici colle quali siamo entrati iri guerra, divennero rispettivamente circa 9.000 bocche da fuoco alla da.ta ·aell'armistizio senza contare quelle di riserva, mentre le mitragliatrici aumentarono a, poco meno di 20.000. Il numero dei reparti d'artiglieria dei varii calibri venne più che quadruplicato; ed il ritmo di accrescimento quàntitativo di tali reparti fu assai più rapido che ~, on quello cli creazione di nuovi. ufficiali giovani celeremente formati nelle Scuole all'uopo istituite; uf.-. fidali maùcanti _in genere cli una solida base <li studio e di adeguata, perizia professionale ed atti perciò alle sole e~ più modeste mansioni di batteria, e ciò tanto più perchè col crescere del numero delle batteri e, si a<:crebbe anche notevolmente la varietà del materiale, e ,p er essa la, difficoltà, dell'impiego. Nelle singole batterie tutto il servizio di maggior responsabilità gravò così quasi esdusivamente sugli uffieiali di carriera,. anche se di g1·ado alqua:nto elevato. E' doveroso riconoscere che questi vecchi ufficiali seppero superare tutte le difficoltà e colina.re tutte le molte lacune. Si videro, specialmente in principio della guerra, ufficiali superiori a compi.ere nel t iro, oJtrechè le funzioni del loro gra,do, anche quelle di quasi t.uUi i )oro dipendenti. Se il genere cli guerra stfJ bilizzata permise in certo modo ehe questo potesse venir fatto, in guerra di movimento ciò sarebbe riuscito viC'eversa impossibile ed il fnnzionamento delle batterie siuebhe quiudi risnltato a]eaforio e menomato: sta nondimeno il fatto per cni tutti gli uffida]i di carriera, combattenti, si prodigarono in ogni moclo senza limitar.ione per iJ bene del servizio. E ta11to è giusto che sia segnalato poichè costituisce un merito insigne clella parte combattent e del Corpo di 11:ffi.cia1i deHa nostra Arma; merito che va loro attribuito, mentre parallelamente deve essere ~egnnlata la benemereij1za non meno gra nd e, e già da noi IP.Osta in evidenza-, acqui stata dagli nftkiali appartenenti. al Ruolo tecnico de]]o stesso Corpo di nfficiaJi. La stessa considera:done ecl a maggior ragione pnò venir fatta per l'Arma del Genio, i cui reparti furono durante 1a guerra più rhe decuplicati di nnrriero. -

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CONSIDl•:RAZtONI GENERJLI S ULL'AR'.l:I GUERIA

Circa l 'industria nazionale, dalle cose esposte fin qui si può prima di tutto rilevare come essa, durante la guerra, sia passata ed abbia superato tre successive crisi che si possoillo così riassumere : - la prima: una crisi di produzione specialmente di armi e dt munizioni, una scarsità di mano d'opera, ma con importazioni abbastanza 1·egolo.ri di ma terie prime e con sufficiente proch1zjone di viveri, vestiari ed equipaggiamenti; - la seconda : una crisi di mater ie prime conseguente dalle condizioni di dipenden:r.a dall'estt>1·0 per molte cli esse, e per cui tali condizioni vennero ad inasprirsi particolarmente per la chiusura d.i a lcmii mercuti esteri a i qua.li facevamo capo, nonchè 11er le di.6.cienze di tonnellaggio ; - la ten:a : una crisi a ncm·a di materie pr ime dovuta più che altro o.Ila loro rarcf az.ionc in causa elci consumi. fatti e delle sempre più n.nslose ricerche che cli esse v<mivano fatte da.i belligeranti, .A lleati e nemici; cris i questa che ebbe non poche nocive influenze sulla economia post, b~ lka. L'indn~t rin. nazionale seppe egr egiamente superarle tutte : - a.nzit utto mercè l'illulll'iuata ed efficace opera del Ministero per le An ni e Muni1,ioni e delle al tre Autol'ità ·governa tive ; - per merito del.la. cor aggiosa ed intelligente c1wrgia dei geD:ittli nostl'i capitani d'industria.; - per il valor e e la competenza del pers onale dirigente ; - per l'abilità professionale delle maes tranze ; - 1)er la relativa mitezza del costo della mano d'opera; - ed infìne per l<' virtù del nostro ceto operaio, frugale, disciplinato e laborioso.

Conviene qui r iprendere brevemente uno spunto già altrove accennato rilevando che tutti i risultati conseguiti, sia pure con cli:fficoltà, 11eJla ,prepa:r·azione dei mezzi di lotta, si poterono raggiungere perchè in uma guerra .stabUiz7,ata trasporti e rifornimenti sono facilitati, e perchè poi a nostro vantaggio noi abbi amo sfruttato· le condizioni di impreparazione in e.mi erano pure i nostri avversari. Per riguardo allo sforzo finanziario sopportato dal Paese, devesi ripetere che esso non era stato in alcun modo preveduto e quindi 1110n vi si era comunque provveduto; nia lo stesso era del resto avvenuto negli altri Paesi belligeranti, e però, sebbene -

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IN RELAZIONE ALLA GUERRA

superando immani ostacoli e vincendo difficoltà maggiori di _quelle che si presentarono negli altri Stati, l'Ita.l ia (quella che critici ipercritici· ad autocritici chiamavano l'Italietta) seppe vincere anche nel campo 'f inanziario; ed è per ogni italiano oggetto cli orgoglio anche questa vittoria, a1Ppunto in un campo nel quale eravamo indubbia.mente più deboli di ogni altro Alleato od avversario. L'eroica resistenza e la virtù di sopportazione della nostra gente e l'alta capacità tecnica dei nostri dirigenti finanziari seppero vincere l'ardua partita. Fu meraviglioso il risultato eome dice il Rota - che, con nno sbilancio commerciale di ben 27 miliardi, complessivo dal 1914 al 1918, si sia riuscito a contenere in soli 2H miliardi il nostro debito globale coll'estero. E' dove.roso pertanto rilevare che negli anni precedenti la guerra,, la nostta preparazione bellica presentò varie lacune sovratutto in qnai1to concerne : -

lo. forzft, l'armamento ed il moni.zionumrnto ckll' Artiglic•rla; ht molto più estestt funzione tecnica del!' Anna del GPnio; l'accr eseiuta impor tanza delle mitragllatrJci; la ragg uardevole f11nzionc riservata all'aviazione.

Chi scrive non è stato estraneo nè alla politica dell'Italia anteguerra, nè all'elemento militare di quell'epoca, e potè constatare che parecchi ufficiali che, <lallo studio erano_stati tratti a. meditare sull'essenza e snlJa .forma della guerra futura, avevano avvertito .fin dnl principio di quesfo secolo, tutta l'importanza òell' Artigliel"ia, del suo fuoco e della celerità di. quest'ultimo e eonsegnentemente : il pr eviù.i.bile forte C'onsumo di muuizioni; la pr obabile lunga. durata delle battaglie e delle guerre; ltt consistenza degli ostacoli l ungo la fronte costituiti ùa r eticolati e da difese passive; - la conseguente. n ecessità. di armi approriate alla loro demolizione; - 111 grande importanza della mitragliatrice; - l'nccresciuta importanza del mezzi _tecnici del G('nio. -

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Ma tutte queste 1previsioni che l'allora recente guerra russogiapponese aveva, ispirato, non vennero considerate e neppure sempre condivise dalle Autorità competenti e preposte alla pre-

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CONSIDERAZIONI GENERALI S ULL'ARTIGLIERIA

pa1;azione per una eV-entuale guerra r,hè tutto lasciava presentire dura, e vicina. Quanto ora abbiamo scritto, si noti bene, noo1 ha lo scopo di inutile recriminazione. Ma nel campo storico nel quale· ci tro viamo, ha l'intent o ,cli conferma.re alcuni Teoremi Storici già da . molto tempo stabiliti daJla Storia Militare, e cioè: -

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che per gar entire la puce occorre essere prepara.ti per Ja gue.rra; la migliore economia nella pr eparazione della guerra è quella di spendere senza r estr izioni, anzi largamente t utto quello elle è necessario per 1tvere forze roilitarl che assic urino la Vittoria; ed infine che in guerra, l vinti fanno sempre, anche finanziariamente, un cattivo affare.

L'industria militare di Stato, gra,zie all'opera illuminata degli ufficiali tecnici più volte da noi ricorda.ti, alla perizia, dei nostri capUecnici e all'abilità, delle maestranze, COlllseguì ri-" sultati che anche nelle migliori [)revisioni non si potevano I'itenere raggiungibili. L'industria. privata, per parte sua, riuscì a compiere qualche cosa che a prima vista ha del miracoloso. Dopo qualche tentennam,ent.o iniziale, essa si incamminò francamente su una via di. feconda e sempre più intensa produzione, e di una produzione che) in ogni caso, si dimostrò stmeriore a, qualsiasi similare produzione straniera, spècialmente per i materiali di Artiglieria, i quali, studiat i e costr11iti da noi risultarono, Selllza eccezione alcuna, migliori di quelli esteri. · l\{a a proposito deJl'industria privata ei piace cli riprende1~e qui un po' 1più ,diffusnmente lo spunto già precedentemente sfiorato. Dal 1919 in poi e cioè fin da quando ebbe termine la guerra, in tutti gli scritti si ripetè il luogo comune che dell'industria privata italiana nulla esistesse in pri111cipio della guerra., e che tutto sarebbe stato creato di sana pianta durante lo sv,olgersi delle ostilità. Ora tutto questo non è vero .che in parte. La vigoria, della nostra stirpe) stimolata e temprata dalle non poche

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IN RI,:LAZIONE ALLA G C ERRA

difficoltà che abbiamo a suo tempo accennato, aveva fa tto sorgere dalla. popolazione tecni ca del Paese uno stuolo di Capitani . e <li Direttori d'industria di alto valore, noinchè tecnici e maestranze di superiore a,bilità. Molti giovani ingegner i laureati nei nostri Politecniei avevano compiuto all'estero penosi· tirocinii nell'intento di riportare in Patria insegna.menti ed esperienze che iin Italia non si ;potevano ancora tr,ovare. E' noto che parecchi cli essi furono sollecitati à rinianere nelle Azien de stranfore, apprezzatissimi per le qualità dimostrate e per le prove fatte; molti di questi professionisti si erano formati a.ll"estero presso le Direzioni cli grandi industrie e tornati . in Italia avrebbero certamente raggunto risultati pit) brillanti se fossero state dif. ferenti le condizioni finanziarie, monetarie e ùi a.ltro genere che effettivamente inceppavano la marcia in avanti del nostro Paese nei campi della grande industria. In brevi parole l'Italia, industriale già aveva un buon numero di Capitani d'industria della forzll, e deUo stile di Giovanni Agnelli, di Ernesto Breda, di Vincenzo Lancia., di Giaci11to Motta, dei Fra.telli Mario e P io Perrone, cli Giovanni Pirelli, di Giangiacomo Ponti, di Angelo Salmoiraghi, ecc. ecc. ; essa cioè ghì, possedeva un abile Stato :àfaggiore iindnstriale e già nei suoi Capi ern formato lo spirito animatore del progresso. E ciò n01n era poco ! Quando le conclizio1ii di lavoro divennero guelfo di guerra, . e Jo Stato intervenne a, togliere di mezzo le gravi difficoltà che impastofavano l' industria. nazionufo, quando sovratutto il Governo ebbe fa felice idea di mettere n.Jla testa di t utta l'industria 1uizionale non 1101 burocra tico, ma un intelligente e grande f3oldafo, lo spil'ito animatore esistente ébbe camJpo di esplicarsi e condurre ai meravigliosi risultati che in succinto esa,me :finora fatto, ha mostrato e dimostrato . DeJl'ilJustre Genera.le Alfredo Dallolio questa Storia si è già, ripetutamente occupata per sta.bil5rne benemerenze vari.e e rnolte, anteriori alla guerra. 1915-18. P articolarmente il Volu·me VIII traccia ,del Generale Dallol!_o un a completa biografia. Ora di q nesto va lentissimo Artigliere conviene segnare la pl'incipale benemere117,a professionale e patriottica, acquistata, nelle gravose e difficili funzioni di Sottosegreta rio e poi Ministro per -

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CONSIDl<::RAZlONI GEN~:RALl

suu/ ARl'IGLJERTA

le Armi e :Munizioni. Come questo importante Dicaster,o, che è sorto ed ha lavorato per la guerra si i;ropersonifica nel 'Generale Dallolio così in lui si impersonifi.cano essenzialmente qi1elle con~ dbdoni che poc'anzi abbiamo notate e che permisero allo spirito animatore degli. industriali, che già esisteva pronto e latente, di esplicarsi, conseguendo !Pienamente i grandiosi risultati che abbiamo veduto. Con entusiasmo e con ammirazione questa Storia registra l' opera, di questo Artigliere dalla mente vasta e geniale, dalla sempre serena energia e dalla pertinacia puramente latina. Ohi scrive ricorda ,poi con ammirazion<~ i molti (Professionisti richiamati come ufficiali di complemento e di milizia territoriale ,cl' Artiglieria, nei reparti, nei Comnndi d'Artiglieria anche i più elevati, nei Comitati regionali di mobilitazione e nello stesso Ministero per le Armi e Munizioni. Questi ufficiali, venuti in gran parte dall'industria privata, seppero ben presto intonarsi al inuovo e complesso servizio, ed in esso portare quello spirito cli iniziativa, di genialità e di tenacia che, ap1punto nel precedente lavoro da essi esplicato nell'industria, avevano a~quistato ecl esercitato.

E per· terminare mi si consenta ancora una paro.l a sulla Mobilitazione industriale. Questa ingente orgamizzazione, dopo qualche incertezza iniziale, anch'essa si affermò e si compose in un Corpo direttivo ed amministrativo energico, intelligente e sovratutto snello, che ebbe meriti che non tutti seppero apprezzare al loro vero ed altissimo valore e che d'altro lato fn veduto con sorp1:esa a funzionare con una abilità e<l una agilità sconoseiute al gran Corpo burocratico da.l quale, a,ppa,rentemente almeno, esso era derivato . .Questo prezioso risultato è dovuto aJ fatto che- la direzione dei Comitati regionali di mobilitazione industriale fti affidata anzitutto a dei Soldati, Artiglieri tutti per giunta (poichè fra. questi com1Prendinmo Hnche i nostri valenti Oo11eghi del maré)', ossia a uomini pratici, S·b rigativi, e~emplari per alto senso di discipli[la e miranti, p.e r consuetudine -

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IN RELAZ IONE ALLA GUERRA

professionale, a raggiungere pienamente lo scopo per la. Yia migliore, più {lritta e più diretta. In definitiva si può con fondata. ragione affermare che tutto il quadro offerto dal nostro Paese durante la grande guerra. 1915-18, sia dal punto di vista militare che da quello industriale, per opera di tutti e di ciascuno, riesce alta.mente edificante per il sentimento patrio di tutti 1r1oi ! Con frase scultoria. Alfredo Dallolio disse: « Il Paese ha salvato il Paese)). E così fu infatti. La nobile dichiara,zione di prOfPosito che Ernesto Breda dettava per l'inaugurazione del Gahinett-0 tecnico-scientifico della sua fiorente Azi(mda, arieggia ad un Bollettino di Vittoria, alla più grande vittol'ia: la vittoria, su noi stessi!

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Effemeride artiglj er esca della G uerra Italo~Austriaca 24 maggio 191 5 - 4 novembre 19 18

~umerose sono le OpC'rr Slori<:he che riporlano la serie compl<'ta dei B ollettini quotidiani ciel Comando SuprC'mo, e non foss'al-

tro che per questa trns<:rizion(• le Opcl'e stC'SS<' sono in lerC'ssantissime e sovratutto preziose pC'rchè il contennlo cli tal i B ollelUoi , C'Hpresso in trrmini" oggrtiivi, imparziali r sccwt·i di qualsiasi rsagr.razionc, costitui sce una lrUc1·alurn e si presla ad una lettura chC' 1:iusci ranno sempre di ammirazione, di monito e <li esempio alle generazioni w ntnrc, allr quali i B ollettini i n parola r icorùeranno le virtù, i sac 1·ifici e gli eroismi dei padri loro p rr completare l'U nità clc·lla Pall'i u r pm· conseguire l 'agognata granclrzza d'I talia. Dato il raratlc1·e spiccatamente pal'ticolare cli questa· nostra Storia, n oi a f,hiarno vohito invece p1·esentare a i nostri lettori una ('fl'emericle della grande guerr a, trarodola dai Bollrttini stessi, e p erò 1:ip1•ocl ur.endo i:;olta nto g li avvf'n inwnli più impodau t j n quello 1"11e giorno per giorno hanno rnmpiuto le nostrr arliglirric.

19 l 5 2,tJ mnr;,qio -

L'Italia di<"hiar·a gueua all 'AusLi·ia-Ung·hcria.

/1!.1 nia,q,qio - S. M:. il Re inclfriz.za un « Proclama » all'Italia. Hanno inizi.o lr operar.ioni prelimin:ni cli gurrra sulla f1·ontc iLaliana. 2,5 ma,q.(Jio -

S.M. il Rr pa1·tr per la fronte di guerra.

f 6 rna_qqio - Le noshr artiglierie i:mll' .Altopiano cli Toner.za svolgon o un'azionr cli fuoco rontro le oprre austriarhe.

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EFFF.lVIERIDE ,\RTIGJ,IEHESCA

Continua la lotla di artiglieria fra le nostre fottifi ca,zioni e quelle nemiche nella regione Tonale e sull'Altopiano cli .Asia.go.

f:;"j rna,ggio -

~9 maggfo - E' èontinua.ta la lotta cl ell e artiglierie nostre delle opere del Ton-a.le e degli Altipiani di. Asiago e di Lavarone eon tro le opere nemiche che hanno risposto ancora vigorosamente. I forti austriaci cli Luserna, di Busa e di Spitz cli Verle risult an o gravemente danneggiati. Continua l'azione della noslra artiglieria cli ·medio calibro contro Monte Croce Carnico e Malborghetto.

30 maggio - sull'Altopiano di Asiago le nostre ar-tiglierie distrussero il forte corazzato cli Luserna che alzò bandiera bianca . An che un' opera sulla Cima Vézzena venne completamente demolita dalle nostre ar t iglier·ie.

3t maggio -

Sugli alt ipiani continua gagliarda l'a zione cli artiglieria. Il fuoco clel forte austriaco di Belveder-e va diminuendo cl 'intensità.

2' giitgno

- Il 31 magg·io dalla, testat a di Val Racco lana, con fuoco · c1i artiglieria a grand e~ distanza, gli italia.ni c'listurbarono efficaceihente un tentativo nemico di costruire un ponte su di un torrente montano, oltré frontiera, sul versante n ord ciel. P redil. . .

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giii,gno - La rrebbia ostacolò il tiro delle ar tiglierie sull'Altopiano di. Asia,go. ,Venne però constatato che oltre nll'avere r idotto al silenzio f forti. austriaci cli Luserna e ~lcllo Spitz di Verle, i .nostri cannoni hanno seriamente danneggiato i forti clel Belvedere e cli Busa Verle. Venne accertato, in oltre, che le no_stre baUerie r idussero. al sil enzio una batteria al passo cli Monte Croce Carnieo, smontando due pezzi e danneggianclonc alt ri due. Sugli altipiani cli Laval'onc e Folgai·ìa si fa ~ernpre più manifesta la superiorità. delle nostre a-rbgli<:'rie 11el battere i forti austriacL

5 g-iugno -

9 gi.1.igno - Nei giorni 7 ccl 8, il f uoco clPlle nostre batterie danneggiò visibilmentr. parecchie artigl ier ie avversarie.

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930 -


La nostra artiglie1·ia prosegue nella drmolizione delle op(•t·r forlifi cntr clrll'ayvr1·sario. Sul basso Tsonzo, nn a, nostra l1nltn·ia 1w~ante, ardil.1mc ntC' po1·Lata arnnli sin quasi sulla linrn delle fanterie . con hen aggiustati tiri cl isln1ggrnì presso SagTaclo la dign ,lll'incilr del c,1nnle cli Monfalcone prr mezzo drlla quale• i'I nemico aw'va oi.lrn ula l'inoncl nr,io,w cli 11na larga r,ona cli terrrno a l pircl e <lellc• nll nrr di Ronc·hi inreppunclo la nostl'n aYanzata.

J'R, git1g110 -

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18. g iugno - Continua su La.luni tratti clclla. frontiera il durllo delle artiglierie cli. medio cali 1)1:o; quc·lle itnliane hanno preso in più punti il sopravvrnto . distr uggendo trincrl'amenti, caserme ed osscrvatorii. Da ieri le nostre artiglir1·ie di grosso calibro hanno aperto il fuoco contro la fortezza cli Malborghetto, conseguendo, in breve, ris ultali assai notevoli; la parte alta del F ol'te è stata incendiata provocando lo scoppio cli depositi cli munizioni. La nostra artiglierin rampale, dopo ln rottura drlla diga all'incile del canale d\ Monf:;ikone, ha oltC'm1to il giorno 11 con i suoi · ti1·i anche l'in terruzione della fer1:ovia da Gorizia a. MÒnfalcone nei pressi della stazion<' fcrroviarin di Sagrado .

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Nell 'alta va]le del Conlevolc· ln nosll·a art igli <'ria procon i snoi tiri lo scoppio di <lrrositi cli munizioni verso Cot'le 8 danneggiò l'opr1·a nemica clri 'l':rr Sassi. In Carnia con. tinun il bombardamento cli ):falborghrlto . clo,·e wnnc provocata una ('spìosio~c nrlla p:ntr bassn clc'l forte Hrnsel. gitc.,qno \'O CÒ

15 . gi1tff'IIO - Azion i di art igli eria a clislanza nrlln. zona cli Monte Nero dn.1 fronte SlemP. :i\ frzli su Kozlisk, lungo l'Isonzo . .17 gi'l.iyn·o - Il duello <lrll r. opposte urtiglirri <' va intensiflcanclosi in Carn ia . Hisultano smontati alruni p ezzi nustriari, dispersi nuclri cl i Jayoratori intrn!i ad opc1·e cl i raffor:r.nmento. e colpite colo.nnr <.li uomini e di quaclrupccli. In mareia . .Azioni delln, nostra , :ni;igli.erin demolirono ·in parte l a stnzionc f<' 1.'l'Oviai:-ia. di Gorizin : fa luni ntgoni furono Yisti incendiarsi. 18 giU,g·no - In Cn.rnia è p1·osrg:uito rrgolarmrntr il t iro <li. demolizi one contro il for te <li Malhorg-hc:Llo. Nc·l pomerig·gio del 16 lulte lr sue ai:·tigli erie trntarono cli r isponclc•1·r ai nostri t iri, ma

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furono ridotte al silenzio. ' una batteria natantr della R. Marina ha efficacemente tirato sullr artigfo~rie nemiche a.ppostate presso D uino. Nella regione cli Plava le nostre truppe, appoggia,te dal fuoco delle batterie, rinscivano con ripetuti assalti all'arma bianca. ad affacciarsi verso sera al ciglio delle prime posizioni nemiche.

19 giugno -

~ gùigno -

Il duello tra le artiglierie, specialmente di medio e grosso' calibro, si è venuto i ntcnsificanclo lungo. tutta la fronte. Inizi o della prima battaglia dell'Isonzo.

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In Carnia è continuato intenso il tiro delle artiglierie, specialmente co1itro ~làlborghetl:o: una cupola del forte H ensel è ' stata oggi sfondata.

giugno -

28 ghigno - In Carnia l'artiglieria, da. montagna , faticosamente trasportata su cl i un'alta vetta. ha, battut o con efficacia un acc_ampamen~o nernieo sul rovescio del Pal Piccolo.

1 lii,qz.io - Nella zona clel Tonale le nostre artiglierie aprirono il . fuoco sulle posizioni cli Monticelli e di Saccarana. clisperdcnclovi nemi.ci intenti a lavori cli apprestamenti a difesa. f l·uglio - L'azion e clrll'artiglieria si va intensificando lungo tutta la frontiera e specialmente in Carnia donde fu aperto il fuoco contro . le opere del Preclil, consrguendo . .dopo poehi colpi, risultati C'llkaci. Sull'Isonzo la nostra artig:lirria incendiò coi suoi tiri il villaggio di Koritnica, ad est cli Plezzo, ove erano segna.la ti incendi a clrpositi cli materi::i li e vettovaglie, provoeandovi anchr lo scoppio cli un deposito <li munizioni.

L'azione delle artiglierie, prosegnita con intensi.tà con~ro le opere di l\falhorghrtto e clrl Preclil. ha prodotto su di esse danni visibilmente rilevanti t' provocato anche gr andi esplosioni.

3 luglio -

7 luglio - In Cadore le nostre artiglieri e pesanti aprirono il fuoco su ll'opera La Corte, nell'nlta valle del Oordevole. e. snlla Tagliata Tre SH·ssi, al passo cli. Val Paròla, clann eggiaml ole gravemente. -

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EI•'FEMlmIDE ARl'I GL IEHESCA

.9 luglio - ~ell'alta rnllr cli Ansièi le nostre artiglierie aprirono il fuoco contro il forte cli Platzwiese clannrggian<.lolo gi·ave1nrnte e provocandovi un incendio. E' conlinuato il tiro 1•mcacc contro le opel'e cli Malborghetto e Preclil. Le nostr e aL·liglie1·ie pesanti hanno aprrto il tnof·o contro .le ope1:c cli Larnl'ro e contro quelle avanzate di Scxlt•n .

11 luglio -

15 luglio - 'Xell'alto Cadore conLinua eou efficacia di risultati il tiro cl i drmolizione conLro le oprre nemichP di Platzw iese e di Landro. Ona J,atteria nc·mica sul Rautkofl a est di Ln nclro fu parzialmente smontala.

Nella giornata ciel 16 il tiro delle nostre artiglierie pesanti c·onb·o l'opera nemica <lrl passo cli Preclil vi provocò rsplosioni cd un incell(li O che durò lungamr ntc. Inizio della seconda battaglia dell'I sonzo.

18 luglio -

19 ltt,glio -

In Carnia venne iniziato e rapidamente aggiustato il tiro contro il forte H erman, a nord-est di Pkzzo, producendovi danni notevoli. Mentre in CaclOl'C conlinua· a svilupparsi enc1:gicamente l'offensiva inj7,iafa Jiclle alte valli di Corclcvole, Boit~ e Ansièi, e mentre in Carnia le nostre artiglierie cli medio e grosso ralibro insistono con efficaci risul tati nello scu oter e la consistenza delle oprre di forti fi cazioni nemiche, nella zona dell'Isonzo la lotta diviene sempre più inLensa .

21 luglio -

23 lu{Jlio - Sul Carso, mentre le artiglierie con tiri precisi r celeri faldavano colonne nrmirhe. attar,·anti, le nostre fantf't'ir le incalzavano dappresso e, con manovra avvolgc•nlr., si impadronivano cli 1.500 prigionieri, dei quali 76 ufficiali.

26 luglio - I eri, nel basso I sonzo, dopo la consuda ed rffl<·acissima preparazione fatta col fu oco di artiglieri n, le noslr(' fanterie avanzarono risol utam rnlc>, riuscendo a compiere sensibili e rapidi progressi. 27 luglio - Sul eaclerc drl giorno mcJ"cè una azione brillante per l'accordo perf'd,to tra l'avanzala drllr fanlerie cd il fuoco delle

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EF'l~EJ:l{ERIOE ARTIGLIEHESCA

arLiglicrir, f 11 po1·taLa a cornpimento la c:ouquista della posizi one di. Monte S ei Busi . f!.D l·uglio - In Carnia è continuata l'azione <·lellc nostre ~utiglictie contro le opere di sbarramcnLo nemiche. Un'altrr,t cupola del foete Hensel venne sfondata . 31 Z.uglio ~ Nella giornata clel 30 le uoshe fanterie, ·,1aliclamcnte

appoggiate clalle artiglierie, iniziarono nC'lla zona del Pal Piccolo uria ardita offensiva che portò al la. conquista cli una forle linea di trinece nemiche. 1 a[JOsto - Nella stessa giol'nab:1 del ;m in Carni.a le nost,:e f:.rnterie si impaclroni vano della Foreella Cianalot . .Al buon rsito dell'impresa conlriÙuì and1e l'a½ionc efficace e precisa delle nostr·c· artiglierie pesanti che sconvolsero dapprima le trincee nemif'hE', in di eon tiri a ll ungati interdissero l'a<:correre dei rinforzi.

B agosto - Nella giornata clel 1° agosto nostre artiglierie pesanti c·segnirono tiri effieaci conlro la stazione cl.i Royereto ove era stato segnalato l'arrivo di treni carichi cli tl'uppé. In Caniia, i uostri 'alpini,' appogg·iati eia tiri rfficac:i e precisi cli retrostanti. artiglierie, riuscirono, con grande valore ed arélimf'nto, a sloggiare il nemico da Monte Mecletta. 3 <igosto - N ost.re artiglirric richissero al silenzio al'tiglierie nem if'lir. ehe cla i pressi di Malhorghctl o tentaYano _battere la Forc·rlla Cianalot occupata <l ai nostri. ·

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Nostre• balt:(•rie pesanti eseguirono tiri mollo dfìe;aei contro la stazione frnoviari.a cli Bo1.·go VaH,ugana, ove si notava intenso moviment o cl i truppe e e~Hret.ti.

<igo8to -

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8 agosto ~ In valle di Sextrn (CaclOI'E\) all'efficace azione cli fuoco svolta, nei passati giorni clalle nostre artiglierie cli med io ealibro, è seguita l'avanzata tlcllc fanterie, che, gradatamente resp ingendo l'avversario, hanno raggiunto la fronte <la Monte N r,·o alle pendici mericlionali del Bnrgstall e vi si sono rafforzate. Nostre artiglierie bombarclarono unn colonna n erniea in

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EF.b'illMB)R'IDFl AR'l'IGLIRRIUSCA

ruarcia, da Devefaki verso la fronte e con aggiustati tiri provo~ carono esplosioni ed incendi nei pressi di Marcottini. 11 ago,sto - In Carnia sono segna.la.te intense · ~zior;i ctcila. nostra a,rtiglieria lungo la. fronte, e brevi avanzate della fanteria,.

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a.gosto - I n valle cli Sexten, perdurando i I tiro delle nostre artiglierie contro gli sbarramenti ncmiei, le nostre fanterie scalarono la vetta dell 'Obe.1:b.1<fa·r Kanzcl poco a sud-est clell'Oberbacher Spitz e vi si affOJ·zarono. Sull'Isonzo è stato iniziato clalle nostre artigli erie il t ito cli demolizione contro le opere a difesa della conca di Plezzo. Una batteria nemica postata ed abilmente dissimulata. in cavC'rna , sullo Svinjak, venne ieri colpita in pieno. Sul Carso le nostre artiglierie continuano la metodica distruzione dei trincera.menti nemici. Alcuni di questi, antistanti alla nostra oecupazione di Sei Busi, vennero sconvolti, i difensori messi in fuga, e colpit i poi in maggior parte da tiri a shrapnel o di fueileria .

1.5 agosto - Nostri grossi calibr i ùombarclano i forti austriaci in Vnl di Sole.

16 agosto -- Kella zona. del 'l'onale e nel settore di VaJ d'Assa (Sette Comuni) il duello delle artiglierie fu ieri assai intenso. La nostra artiglier-Ùt sconvolse i trinceramenti nemici del Seikof:el e cl ella, Crocla Rossa, ed obbligò al silenzio l 'a. vversa rio ehe tenta va, di controbatterla. 18 a,gosto - Lungo la frontierti Tirolo-Trentino il t i1•0 deHe artiglierie nostre continua intenso ed rfficaéissimo. 19 agosto - Nella zona- del Tonale le nostre artiglierie ùanneggiarono gfa.vemt•nte il forte denominato Pozzi Alti; i difensori furono costretti a sgombrare' l'opera, inseguiti dal nostro f_uoco. 21 agosto ~ Nrll'alto Cordevolc continuò ieri il clucllo ,cJclle artiglierie. La nostra dishussc cd incendiò una tag-liata che sbarra va la, strada. delle Dolomiti oltre A.rabba. f!ij

agosto - Nella. zona, del Tonale, dopo a(lrgnata pl'eparazione di fuoco con le artiglierie, le nostre truppr si impadronirono il giorno 21 della testata cli "Valle Strino. -

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EFFEME:RlOE AR!J'IGI,IERESCA

1!6 agosto - In Valle Seebach le nostre artiglierie aprirono il fuoco · su un accampamento nascosto in un vallone di riva sinistra del torrente : le fruppe nemiche rnrono poste in disordinata fuga ed inseguite poi con efficace tiro a shrapnel. tg7

agosto -- Nell'alto Corclevole il duello delle artiglierie si inaspr-isce. Quelht nemica si accanì ancora. contro l'ospedale civile di Pieve di Livinallongo producendovi nuove gravi rovine. Le nostre batterie l;omba'rdarono allora Arabba e Cher z ov'erano visibili intensi movirrienti di 'truppa e cli autocarri ed era anche segnalata la presenza ·di artiglieria: Arahbn, fn presto in preda alle fiamme.

928 agosto -

Nella zona cli Pkzzo la nostra a.rtiglieria eseguì tiri eflìcaci contro accampàmenti nemici in valle · Lepenje e contro colonne cli truppe e cli autocarri .in marcia lungo la rotabile del}'alto Isonzo, determinando l'arresto completo del transito. Sul Carso venner-o efficacemente bombardate h1 presa d'acqua del lago cli Doberclò e colonne di truppe in marcia fra Dobèrclò e Marcottini.

.t se'tternbre - Nell'alto Noce le nostre artiglierie aprirono il fuoco contro trinceramenti nemici costruiti di fronte alle posizioni da noi rècentemE'nte conquistate alla testata di Valle Strino.

i2 settenil>re - Il forte H erman, a settentrione di Plezzo, ebbe dai nostri tiri colpita una cupola .

4 set'ternbre -

Nella parte montana del teatro dèlle operazioni e specialmente nella Zona del •ronale, nell'alto Cordevole e in Valle Cengfa (Ansièi) , l'azione delle nosti·e truppe e il fuoco delle ar- · tiglicrie continuano regolarmente, nonostante precoci ed abbondanti nevicate. Sull'altopiano di Lavarone )a nosfra artiglieria ha disturbati, con fuoco intenso ed eflìcace, truppe nemiche intente a lavol'i di rafforzamento. Nell'alto Còrdevole il forte << La Corte n, ehe l'avversario era riuseito a riattare in parte, venne fa.tto bersaglio ai t iri di una nostra batteria, e nuovamente danneggiato.

,5 setternbre - Dnn nostra batteria riuscì con t iri aggiustati ,'.d incendiare~ le armature che il nemico stava erigendo per rip11-

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E1''FEMERlDE .-\R:rrGLIERF:SC.,\

rare le cupole dt?l forte Doss di Sommo sull'altopiano cli Folgaria. ·ì settembre Nell'al.ta Val Camonica la nostra. artiglieria aprì il fuoco contro baraccamenti ncmi.ci nella conca di Presèna . distruggendoli in parte, obbltgando alla f:uga le truppe che li occupavano ed inseguendo poi queste con tiri a shrapnel. 8 settembre - Dalle sue posi.zioni nell'alta Val Camonica la nostra artiglieria colpì ripetutamente il Rifugio Manclrone alla testata di Vall~ Genova, ~acciandone le truppe 11emiche che l'occupavano. Sull'altopiano a nord-ovest cli Arsiero, l'artiglieria avversaria si accanì invano eontro le nostre posizioni cli lVfonte Muronia. le quali restano sempre in nostro sicuro possesso. 9 settembre - Nella conca di Plezzo le nostre artiglierie obbligarono una colonna eh.e da Predi.I tendeva verso Plezzo, ad arrestarsi e retrocedere. Altra colonna che dalla. Kashutte a nordest di Predi! scendeva verso questa località, venne battuta. e dispersa. J'ì, settem.bre -

Nella regione del Tirolo-1'rentino ed in Carnia continua, l'azione delle opposte artiglierie ostacola.ta però da frequenti nebbie: quella. nemica insiste nel tirare sugli abitati retrostanti · alle nostre linee.

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settem/Jre ~ Sul Carso nella notte sul 12 il nr.mico avventò sulle nostre linee un grande numero di bombe ad alto esplosivo: il 1·apido intervento delle nostre artiglierie fece cr.ssare il lancio, che, non accompagnato cla .alcun tentativo cli attacco, risultò affatto inefficace.

17 setternbre - Nell'alto Cordevolc la. nosb·a artigliE~ria disperse coi suoi. tiri una colonna, in marcia da Varda verso Corvara. Anche sul Carso colonne nemichr. di truppe e carriag-gi furono efJkaccmente battuti dalla nostra artiglieria. <EO setternbre - Sul Carso il fuoco aggiustato clclle nostre artiglierie snidò truppe austriache dal bosco di l'lfonte Cosich che furono poi inseguite con efficaci tir i a shrapnel. Il bosco andò in preda a fiamme.

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EFF·l~MER]J)I, ùRTIGLn:RisSCA

21 setteinbre - In Càruia il nemico, spingendo avanti al coperto le proprie artiglierie, riuscì a la.ncia re alcuni proiettili incenc1iarii e gr anate asfissiant i snl villaggio di Paularo in valle del Ch ia.rsò . Ma le nosb:e batterie, dàlle fortissime posizione che sbarrano la tcslatn, della Valle di Panlar o, con pochi ed agginstati tiri, . rlcl nssrro prontnnwntc al silen ½iO le a-rtiglierie avversarie. 2?! settembre Nella corn.:a, d i P lezzo venne l'ipreso il t iro contro il forte He1.·man n, di cu i ormai non .resta in pied i che la, casa matta, da.lla quale pai:·te ancora,_qualehc colpo . Nella. zona cl i Gorizia. la, nostra adiglieria aprì u1•1 fuoco efTicace conh·o le stazioni di 'San P ictto e Borgo Carinzia- ove erano segnalati movimenti d i truppe. fG

settembr e - L:i nostni artiglieria c•seguì tiri aggiustati · snlla stazione ferroviaria cli Tarvis . Furono visti grandi incendi.

27 settembre -:- Nella conca cl i Plezzo la nostra ai:·tigl ieria disperse c;on tiri a?giustati una c·.olonna. nemica cliscenclente per la valle clella Koritnica e beesagliò sli'I Rombon n uc:lei cli lav0Tato1·i nemici, scompigl iandoli . 8()

settenibre - Nell'alto Cordèvolc si è da. q11a lche giorno ravvivaUt l'azione dC'lk opposte artiglierie : la nostr a bersagliò ieri pr esso Si cf una colonna nr1nica che si disperse ahbanclomuHl o snl posto gran pa.L'tr dei cn r ichi.

4 ottobre -

.Azion i di. ar tiglieria in 1frù punti lnngo il fronte : qurlla nemic:n lanciò numerose gTanat c contro la sb,l½i onc di Cormons sen½a arrc•cm·c· nrssun danno; la nostra bersagliò c·on buoni r isultati ossel'\'ntorii cl i baLtc•ric• nemiel1e e colonn e cli carriagg_i i n marcia .

8 ottobre - Nell'a lta, zona t.ra l'A.cligc e il Brenta ·continua, l' atti vità, delle nostre truppe appoggiate con i ntensa azionr clalle artiglierie.

10 ottobr e - Il nPmico va esplicando grande attività in h.1vor·i. di difesa e stradali, assa;i disturbati però da,l fuoco efficace delle nostre a.r tiglierie e da iucl ite i rruzioni ci i piccoli riparti.


EFFllJMERlDE AH:l:LGLIERF:SCA

15 ottobre -

Nuçlei nemiei rimasti annidati nella zona boschiva di Lodinut alla testata del torrente Chiarzò sono stati nellt~ giornata del 13 efTicacernente battuti dai t iri cli artigli eria e di fu cileri::i. e fatti segno ad attacchi cli nostri d.rappelli che har::110 preso anche akuni prigfo1iieri. ·

18 ottobre - Lu ngo la frontiera del 'l'irolo va c1·eseendo l'attività delle nostre truppe e di quelle nc'.miche, appoggiata dal fuoco srmpre più intenso delle rispettive ::1 rtiglierie. Inizio della .tcl'za battaglia. dell'Isonzo. 19 ottobre - Appoggfate dal fooeo Ìl\lenso ed eflicaee delle artiglierie, le nostre fanterie hanno ieri. iniziata l'azione offensiva in più punti lungo lf~ fro ntiera 'l'irolo-T.rentino conseguendovi sensibili successi. 20 ottobre - Nell'alto e medio Isonzo e sul Carso continuano i duelli tlelle artiglierie inframez.zati da piccole azioni cli fanteria. 21 ottobre· Sull'Isonzo e sul Carso continuano le azioni di artiglieria. 22 ottobre ~ Lungo tutta la fronte dell'Isonzo ua Caporetto al mare, dopo intensa, preparazi one cli fuoco cli artiglieria le nostrè L.ruppe, nel mattino del 21, inizhn·ono l 'attacco delle posizioni nemiche, coperte cla estesi reticolati, guarnite da più Jiner cli trincee e difese da numerose forzP ,

2,IIJ otto/Jre - Sul Carso i1 mattino del 22 le nostre teuppe ripresero con nuovo vigore l'attacco. · Nonostante la salda resistenza nemi ca, appoggiai.a da violento e concentrato fuoco di art1glicria, le nostre fanterie, dopo ale11ne vicende di lotta accanita e sa nguinosa, r iuscirono a progredire lungo quasi tutto il fron'LE·, specialmente vc'.rSo San Martino del Carso. 25 otto71re -

Sul Carso durante tutta la giornata intensa azione delle opposte ax-ti.glirrie. Le nostre battC'rie clel basso I sonzo provocarono un grave ineendio nei pressi cl i Duino.

26 ottolire -

Lungo la frontr dell'Isonzo c:ontinua intensa. l'azione

-

939 -


EFF.E·MERlDE ARTIGLTERESCA

delle artiglierie mentre le nostre fanterie si rafforzano sulle nuove posizioni raggiunte.

'21 ottobre -

Sul Carso l'intensa azione delle opposte artiglierie, continuata. in tutta la giornata, non scemò l'aggressività clclle nostre fanterie.

30 ottobre - Nella giornata del 28, sulla sommità del eostone cli Salessi, sconvolte dall'artiglieria le linee cli difesa nemict1, le nostre fanterie irruppct·o alla baionetta e le conquistarono. 31 ottebre - Lungo la froJ1te dell'Isonzo nella giornata cli ieri azione intensa di artiglieria e quàkhe attaeco da amho le parti. Sul Podgora il nemico, aggredito dal fuoco sterminatore delle nostre artiglie.rie e mitragliatrici, dovette :ripiegare lasciando il terreno dell'azione coperto cli cadaveri. 3 novernbre - Sul Carso le nostre fanterie, efficacemente sostenute dalle artigli.cric, riuscirono, dopo aspra lotta, a conquistare altre delle innumeri trincf'e che solcano in ogni senso l'aspro altipiano.

4

novembre - Nella parte montuosa del teatro di operazioni nebbie fitte e persistenti paralizznno l'azione delle artiglierie.

5 novembre - Nella giornata di ieri intensa, azione delle nostre artiglierie ed ·attività delle . fanterie esplicantesi nel rafforza.re le posir.ioni raggiunte. 6 no·veml>re - Lungo la fronte dell'Isonzo è continuato il duello delle artiglierie.

7 1wi;e11ibre - Mentre continua, in tnlto il teatro delle operazioni l'eflìcace azione delle nostre artiglierie, il contegno aggressivo delle nostre fanterie · ci ha procurato qualche nuovo successo in Val Fella, in Val Seebach e sul Carso. 8 novem,bre - Nel pomeriggio di ieri, clopo efficace preparazione delle artiglierie, le nostre fanterie con un ultimo furioso attacco espugnarono la posizione di Col cli Lana J?iantanclo ·1a nostra bandiera sull'aspra vetta che si eleva tra le nevi a 2464 metri. .Anche lungo la fronte dell'Isonzo è e:ontinuata l'attività -

940 -


EFF&MER.lDE ARTIGLlERE SCA

delle nosttc a:i.tiglieric r con l'appoggio di esse le fanterie hanno compiuto ardite irruzioni contro le difese nemiche.

9 novem.bre - Lungo la frontiera Tridentina attivih'ì, sempre p1u intensa delle artiglierie da entrambi le parti. Anch e i n Carnia intensa nzione. delle opposte artigliet·ic. La nostra disperse nuclei nemici in Val Koder (Gail) e sul rovescio del Monte Lodin, e bersagliò la stazione di Saifnitz alla testata del F elh1.. 10 1101:embre -

Inizio della quarta battaglia. dell'Isonzo.

16 no·vembr e - Sul Carso ieri intensa azionf! delle opposte artiglierie. Quella nemica bersagliò tutto il giorno le posizioni da noi recentemente occupàte senza. riuscire ad impedirne il rafforzamento p er parte delle nostre truppe.

18 novem,bre - Ieri per tutto il giorno intensa a7.ione delle opposte artiglierie. Quella nemica si mostrò particolarmente attiva nella zona di Gorizia.

19 novembre -

Lungo tutta la fronte continua il duello delle artiglierie: la nostra. disperse colonne nemiche in marcia nella zona clell'Astico e · nell'alto Cordevole : distrusse ricoveri al Mittagskofel (Gail) e bombardò le caserme di Gorizia.· Controbatté anche numerose artiglierie nemiche appostate sulle altnrc ad oriente clrlla città ecl a.ltre annidate negli orti e nei giardini adiaecnte a<l 0ssa . Infin~ bersagliò colonne rli truppe chE~ in gran frctfo ripieg-avano da Gorizia.

'20 no-i;enibre -

In Valle Corde-vole il giorno 18. dopo intensa. preparazione delle artiglierie, il nrmico lanciò · numerose forze all'attacco della vetta cli Col cli Lann . NrHa zona cli Gorizia continuò intenso il bombaecl:nnento cla parte delle nostre artiglierie e fu iniziato con successo l'attarco clrlle alturr a nord -est di Oslavia.

'21 1w·i;e1nbre . . :. . . .All'alba cli ieri lr nost.r·c fanterie, sreonclate con accol'ClO perfetto dalle artiglierie. attac:cat'ono il villaggio cli Os]avia e le alture a nord-est ed a sud-ovest clel paese a e:avalio della strada da S. Floriano a Gorizia.

'2'2 no·vem.bre -

.Attività clellc artiglif·l·ie in vari punti lungo la

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941 -


EFF I,~IEIHDE AR,TlGL!EHESCA

fronte del Tirolo-Trentino ccl in Carnia. Quella nrmica tentò la consueta azione distruggitrice .sulla bor·gata . di Dosoleclo in Valle Comclico. Prontamente conlrohattuta tacque.

<ì4

I eri le nostre fanterie attaccarono e eonquista l'ono gli estesi e profondi trincerarnrnti nemiei tra. la quarta. vetta ciel San Michele. r la chiesa di San Martino llel Carso. Tosto il nemico Lrmpcs~ò cli colpi di ogni calibro le perdute posizioni. Mentre le . nostre fa nterfr resistevano salda me1~te sulle posizioni raggiunte, da og1ii parte della fronte con rapi dità. e precisione la nostra artigl ieria concentrava tiri aggiustati e celeri sulle colonne nc•miche, clisprrdl?ndole.

noveniMe -

<ìì novernbr e - 1:\ ttività cli piccoli rc>parti e intensa .azi on e di artiglieria l ungo la front irra clcl T irolo-Trenli.no ecl in Carnia con qualche progtcsso specialmc,ntc nl?lla valle clel Ri0 Fclizon (Boite) . Lotta ir1cessante sltlk alture a nord-ovest di Gorizia. Coll'appoggio delle artiglierie le nosb'e truppe si aprirono varchi fra i profondi rrtkolati cki quali la zona è coperta. Sul .Carso {luello clrlle artiglirric·.

Lnngo la frontiera T irolo-Trentino si rbbe · ieri intensa azione ilrll e opposte artiglierie. La. nostra diresse i suoi tiri aggiustati sulla casc·rma ·e snlla sl:az.ione di Levico in va:1 Sugana . In Carnia fu dispersa con tiro cli artiglieria una colonna nemica che si <l itigrva nl passo cli Giramondo (alto Degàno) e furono messi in fuga, nuclei nemi c:i sul M. Lodin UUto Chiarzò).

80 no;;crnlwe -

t dicembre -

Nella giornata cli irÌ'i soBta. clcllc'. fanterie J)er il rafforza,mcnto delle posizioni ragg·iunte; intensa azione delle artig li.eri e~ cl i!'eUa a s~retola re le nuove linee cli r esistenza nemica. All'in f' uoL'i di a zi oni di ar-tiglieria e sconti-i di piceoli reparti non si ebbero lnngo tutta la fronte avvenimenti mrritevoli · di speciale r icorclo.

5 d·icen1Jire -

6 dicembre - Azioni cli arbgli rr ia lungo tutta la fronte nonostante le avvèrse condizioni ahnosferiehe. La nostra distrusse l'ic~overi nemici nella zona di Volaja (Carnia) e disperse nuclei -

!)42 -


Ell'FE MERIDE ,\R'l'.IGLIERESCA

cli truppe in Valle Seebach. Quella avversaria bombardò Paularo nell'alto Chiarzò e Monfalcone, proclueendo qualche danno. 8 cl.icembre - Lu ngo t utta là fronte è segnalata una maggiore attività delle artiglierie nemiche efficàcemcnte controbattute dalle nostre. L'avversario fa anche largo uso cli gas asfissianti e laer irnogeni. 9 d'ice11ibre - In vari punti lu ngo . la front e le artiglier_ie n emiche t entarono <H distri'rhare i nostri lavc; l'i ri i ·affor½ùmento. Tirf aggiustali delle nostre batterie valsero a neutta lit~zarne l'azione.

Continua l'attività delle opposte artJglierie: la nostra, cl ispe1·se nuclei cli lavoratori e colonne di salmerie in valle San Pellegr ino (A.visio).

10 dicembre

... l'attacco alla conca di Bezeeca, iniziato dal giorno 7 misurato e caJmo per la neeessità cli controbattere le potenti artiglierie clel gruppo di Larclaro; nella 'giorr1ata dell'll, dopo r.JTicacc azionr delle · arti.glie1•ie, le noslre fanterie rsi)ugnavano le forti posizioni nemiche àllo. baionetta.

Jf!, dicembre -

15 d·ioe1nbre - In Val Concèi le artiglierie del gruppo di Lardato bersagliarono le posizioni di Monte di Vies eia rio.i saldamente · tenuto. Nessun da im o. Perseguendo nell'inte nto cl i sistematica distruzione degli abitati, artiglierie nemiche nella g iornata di ieri si accanirono contro Loppio (Valle Rio Camcras) E: contro le borgate che recingono le pendici · ciel Carso goriziano da Gradisca a Monfalcone.

16 ct-ic embr e - Intensa a½ionc rl rlle al'tiglierie a vwJ:saeie diretta come di consueto a bombardare gl i abibti speeialmentr• con lJati:erie a. lunga porlatn. Le nostre a.r-tig]icrie eontrobatl:crè>.no ·quelle avversa.rie e hombanlarono Gotizia .

rt

Continua lungo t utta la fronte il clucllo delle artiglier·ie eon eosta11te tendenza da parle cli quella avver :saria a tirare sugli abitati. La nostra distrusse'. osscrYa.lorii nemiei, bersagliò colonne cli salmerie e disperse nuelci cli lavoratori.

rtfoemhr e -

2fe <ticen1br-e -

In Valle Giudi.C'arie ncll:1 g iotnn la clel 2.Q nostre


11:f'FEi\IER.TDE ART.lGLIERESCA

a,rtiglierie e velivoli con azione combinata bomba.rdarono effica cemente il forte Por del gruppo cli Lardaro. Il 21 il bombardamento fu rinnovato con successo. In val Sugana la nostra a,rtiglieeia tirò contro la, stazio ne cli La vico cl ove· erano segnala.ti movimenti di truppe. Lungo la fronte Tirolo-Trentino e della Carnia azioni intense cli artiglieria. Quella avversaria, riprc•se il tiro sugli abitati clauneggianclone qualcuno. La nostra artiglieria controbatté quella avversaria e disperse in parecchie località truppe e salmerie nemiche in marcia.

26 dfoen~bre -

137 (lioernbre - I n Valle Giudicaria nella giornata del 26 le nostre artiglie'i:ie aprirono il fuoco contro le posizioni nei pressi di Cologna, sul.le quali erano segnalate batterie nemiche provocando, con tiri bene aggiustati, grandi esplosioni e incendi .

i.29 d·ioembre - In Valle Giuclicaria, la nostra artiglieria continuò il bombardam ento del forte Por , e diresse il til:o anche eontro il villaggio omonimo, ove erano seg·nalati movimenti cli truppe e salmerie, disperdendoli. L'aziònf' ,sn tutto il fronte si è limitata a tiri di artiglieria diretti da ambo le parti a danneggiarf' gli opposti lavori di affor:r,amento. In qm1lchc tratto della Val Daone. il nemico ha. eseguito·, senza nosh·o danno, un intenso lancio di gi·annte asfìssfanti e lac1:imogene contro le posizioni cli t C'cente · conqllistate snlla , riva s inisfrà del Chiese.

31 d'icembre -

191 6

1 gennaio - Continuano viv!'lri su tutto il fronte le azioni delle opposte artiglierie'. In Valle Lagarina una nostra a.rdita ricogmz101w s11 Malga ZuTes, a norcl cli Dosso Casina. ei fruttò la eatt.ura fl i aku ni prigionieri. Nella zbna di .Montf' Cr·oce cli Comclic;o i t ir-i aggiustati de>llr nostre artiglierie eontro ui1 accampamento _in Val Fischlein obbligarono un grosso reparto nemico a fuggire verso lVIoos . .Anclw in varie località clelJa zona Carnica, il

5 genncào -

-

944 -


El•'FE)JER IDE .\RTlGLIEHESCA

fuoco cl('lle nostre balLctie sconrnl8e h inccramcnti fu gandone i cl i fensori.

6 gennafo -

In Va l F elln i nostri grossi cali bri distrussero i lavori che il nemi<·o esrguim presso .Malborgb etto P!!l' 1:·iattare trirH'eramrnti e sistemare l'arligli rl'ia. V iva lotta di artiglieria da Plava al marr.

8 gennafo -

Continua vivace l'azione tlrllc opposte artiglierie s u tutto i I fronte .

10 gennaio -

ConLinuano su tutto il fr onte le a zioni delle artiglierie. Il nemi co fece largo uso clei suoi grossi cali bri, spec ialm ente contro la Zugna T orta e il Monle Spil a s ud-est di R o,·neto, e contro Mo nfal cone, non riuscendo t u ttavia elle a produtre dann i insignificanti.

Kell'alto e medio Iso nzo batterie nemiche tentarono di bersagliare le nostre linee col concorso cli ae1·oplani. Furono rfflcacemente ribatli,te dalle nostre artiglierie di cui qnellc controaerco obbligarono i velivoli nemici. a tenersi a grandi aJLezze. Nella pianma del basso I sonzo l'artiglieria nemiea, c·on canno ni a lunga portab~, ri prese i eri il tiro conb·o g li ahi lati facendo qualche vittima nella, popolazione di R omans.

11 genna,io -

12 gem1lt'io -

Nell'a lLa Val Camonica il gio1•no 10 le nostre arUglierir clislrussero un L'icoY<'rO. e appostnn1Pnt.i nrm i<-i nrlla zo1rn tra la punta cli E ,·cavn ll o e il 'l'onale.

13 _qennaio -

Le nostre arliglierit• clishusse1·0 ricovni n<·m ici a(( est de l passo cli Oregon e (toncnte CordeYO le e V isclendc-Piavc) e hc•L·sagliarono colonne cli truppe e d i salmerie in marcia in vall e Kiider (Gail) e S echach (GailiLz) clispc•rdcnclolc. Sul ba sso I sonzo le a rtiglierie nemiche tirarono su Grad isca., Segrado e Mon Calco ne. Di rimando le nostre bomlmrdarono D evcta ki e Oppac·h iasl' lla.

14

Kell'alto Cordcvo.le, acccrtatr~ la presenza clell'avvei:::;ario in Zorz . la nostra artigl ieria hombarclò il ,,maggio incenclianclolo e ponendo in foga le truppe· che l 'occup:ìvan0.

gennaio -

60

945 -


EFFl':l\'1ERJDE AH'rIGLlERESCA

Con eguale buon risultalo furono battuti i fa bbricati militari al passo del P redii. .

15 genncl'io - L'a,ttività dell e attiglierie n ella giornata cl'ieri fu scarsa, lungo la frontiera del T rentin o ed in Carnia , assai viva sull'Isonzo, ed assunse carattere di parlic.:olare vi'o~enza suJl.e alture a, nord-ovest di Gori.iia . Ivi il fuoco delle batterie nemiche, r(lìcacemente controhai..tute dalle nostre, si prolungò fino a tarda sera, specialmente contro le posizioni cli Oslavia. Sul Carso le nostre artiglierie aggiustarono il tiro su trin·Ceramenti n emici nella zona clel Monte San Michele distruggendoli per un tratto (li circa 400 metri. . Lungo la frontiera azione meno intensa delle artiglierie. Nostri tiri aggiustati contro il forte Haibl (Valle S cebach) det erminarono ' la rovina cli parte del fronte di Gola e la. fuga cli drappelli nemici.

17 gennaio -

19 genncào -

1:n Vall e Chiese nc'l pomeriggio del 17 l'artiglierh1 nemica provocò un largo incendio che fu poi subito eircoscritto. P er rappresaglia una nostra batteria bombardò Strada, che r isultava oecupa ta dall'avversario. Aneh e in Val Sugana ai t iri nemici su Borgo rispond emmo bombardando la stazione di. Ca.lclona2zo ov'era segnalato movimento di treni.

22 genn(ÙO - Lungo tutto il fronte azione int(•n n ittente delle artiglierie. Quella nemiea provocò ·qualche danno agli abitati. specialmente in Valle. Sugana . La nostra diroccò · 1'a l.b<~rgo di Lavarone occupato clall'avvel·sa.rio e . dispetse riparti nemici in Valle San Pr!llrgrino (torrente .Avisio) e a1 Corvara (tor rente Gacl er).

24

In Valle Sextcn, il giotno 2:~, la nos~ra, artiglieria bombardò i foos scacciandone le truppe nrmi<.:he che lo or:eupavano. Nel pomeriggi.o cli irri Jr batterie nemiehe eia.ne fald e settenhionali del .Monte San Mic:lwle :tprirono improvv isamente il fuoco rontro le nosh-c:. posizioni di Monte Fortin a ,norcl-est cl i Gradisca. U n rapido cd intenso eonc:entrn m<'nto cli fhoco delle nostre artiglierie clai srttori cil'costan t i, in mc·no cli un (]Un.do d'ora, eostringeva le bath:r i.e nemiehr al ::;ilcnzi.o.

gennaio -

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946 -


Lungo tutto il fronte, attività, delle adiglierie sussidi ata dagli acrri. La nostra artiglieria distrusse appostamenti ed osservatorii di batterie in Valle Fanes (Boite), sulla Croda, Rossa (Alt o Sexten) e sul Maznik (Monte Nero).

Bì gennafo -

30 ,qen11afo - Lungo tutto il f:rontr attività delle al'tiglierie favorita dallo stai.o sE·r eno dell'atmosfera: Sul medio Isom,;o una nostra, bh,tt eria bombal'dò la stazion e di Santa Lucia JJel set tore cli Tolmino. 2 febbraio, - In Valle Laga,rhrn il mattino clel 31 gennaio il nemico rinnovò con l'aiuto delle artiglierie i vani ~tttacchi t:C'ntro le posizioni a. nord-est cli Mori tenute saldamente chtlle nostre truppe. Nella zona di Gorizia e sul Carso consueta attività delle artigli erie : la nostra colpì in pieno una colonna in marcia da Marcottini a, San .Martino.

Nel Trentino e in Carnia consueta azione di artiglieria e di nostri riparti espl orant i. Lungo t utto il fronte dell'Isonzo è segnala.ta una più intensa, azione cli artiglieria e di velivoli da parte dell'avversttrio. Le nostre artiglierie controbatterono con ellicacia ed obbligarono gli aeropla,ni. nemici. a tenersi a grandi · altezze.

7 febbraio -

9 febbraio ~ .Azione cli artiglieria lungo tutto ~l fronte; più intensa sull'Isonzo. La nostra ottenne buoni risultati con tiri cliretti sulle posjzioni e sulle retrovie del ne1nico contro eolonnr di truppe e carreggi in movimento. 12 /ebb?-aio La nostra artiglieria. disperse lavoratori nem1c1 nelle vieinanze cli Rovereto e n ella zona del Sommo Alto a sudest cl i Folgar ia : bersagliò colo:nne cli truppe e (Ii salme1:ie in marcia lungo le mulattiere cli Rio. di Volaja e del torrente Kronhof (Gail) .

15 febbraio ~ Nell'alto . Isonzo conlimtò ieri in tenso il duello delle a1:tiglierie. Nei settori del Mrzli e cl el Voclil (Monte Nero) fu rono demoliti trinceramenti e ri coveri nemici. Anehe sul Carso le nostr e artiglietie sconvolsero alcune trincee nemiche. 18 febbraio -

Azioni clclle artiglietie nemiche confro gli a,bitati.

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917-


EI<'F EMERIDE ARTTG LlEHESCA

Crosano in Valle Lagarina·, Roncegno e Borgo i.n Valle . Suga,na, ne ebbero qualche danno. Le nostre artiglierie cli.spersero reparti nemiei sulla strada cli Luserna e nuclei cli lavorat ori nella. .zona dell' .A.stico. 1d0 febbmfo - Consuete azioni delle artiglierie lungo il fronte. La nostra bombardò ''Uggowitz, in Valle ciel Fella, dove erano segnalati intensi movimenti cli truppe e carriaggi. 1d3 f ebbr~t'io - Sono segnalate efficaci a,zi oni delle nostre artiglierie nelle alte valli cli Corclevole, Boite e Visdente. Sul Carso consueta attività delle artiglierie. 1d"i febMaio - Efficaci azioni delle nostre artiglierie sulle rotabili dell'alta Ric·nz e del Scebach dove erano segnala.ti movimenti di truppe nemiche. Lungo il fronte dell'Isonzo quello delle artiglierie particolarmente intenso nella Conca, cli Plezzo. Sul Monte Kuk (zona cli Plava) una, nostra batteria sconvolse con tiri aggiustati i teinccranwnti nemici fugandone i difensori. 1d9 febbraio - In Valle del Fella una nostra ba,tteria eseguì tiri efficaci contro colonne in marcia da Uggowitz a Malborghetto . Sulle alture a nord-ovest di Gorizia la nostra artigli.eria nella notte del 28 bersagliò efficacemente riparti nemici che si scambiavano sulle prime linee. ~

m,an~o - Nostre artiglierie cli grosso calibro han no bomùanlato con successo Ja. stazione ferrov iaria di Tohlach. Nostre batterie hanno battuto importanti obiettivi, tra cui la stazione di Santa Lucia (Tolmino). Una nostra batte1'.ia portatasi al'ditamente in posizi.one opportuna, aprì cli , sorpresa il fuoco e battè efficacemente le baracc:he c•cl i ricoveri nemici sul rovescio del Poclgora.

8 11w,rzo -

Lungo il fronte dell'Isonzo è: continnata l'.lzione vivace dell'artiglieria spesso ostacolata, dalle nebbi E'. e dalle pioggie persistenti.

10 marzo - Le nostre ndiglierie demolirono ricoveri nemici' nell'alta valle dC'l Srisrra (Fella) e colpirono truppe in Valle Coritenza e sullo Slerne.

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948 -


EFFEl\1'10:RlDE ,IRT IGT,IERESCA

11 marzo -

Inizio della quinb lmilaglia dell'Isonzo .

12 11w1·zo -

Intensa ed rffirf.lce l'a½ion1! dell e nostre al'Liglierie lungo i.utto il fronte clal medio Isonzo al Mare : dannrggiati alcuni tratti delle linrr n<'michr. snidati e hai.lui.i i difrnsori e costrette al silr1izio in p i ì1 punti lr haUr,.ir avversa1·ie.

15 nuwzo - Nella zona alpina ciel T on:il e all'allo F ella l'attività delle nostre arliglicrie si estende <' si rani,·a coadiurala da atti aggressivi delle fanterie che proc1uano Htil i bersagli alle nostre Latter.ie. Lungo il fronte rlC'll'Isonzo nl'lla giornata di ieri vivo duello drlle a1·tiglirrie e .1111oyi atb<·l'hi di 1·iparti di fanteria . 11 marzo - Jn Valle del Fl'lla tiri ellìc-:H:i dc•JJe nostre :il'li.g-licrie obbli garono al silenzio pc•1.zi nemi<· i portati in pross imità. del forle Henzel.

20 niarzo - L ungo tutto il fronte <-rcscrriiy attività rl<• ll e artigliC':i·ir, particolarmente intensa in Valle SugnNt e sul medio Isonzo. In en trambe le zone è segnalato l'a1·r-irn al n<•mico di 1·ifoni in truppe e in arliglierie. 21 marzo, - D11Plli <li artiglieria particolarmente intensi ~i rbbero in Valle Sugana. nell'alto CorclrYo!r. lungo la front i<·1·a della, Carnia, n ell'alto Isonzo e sulle alture di Gorizia. L<' nostre ai:tiglierie 'cont.eobatterono con rnc·rgia quell e avversari<· e danneggiarono in piì:1 punti le linee Mroiehe.

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mcwzo - Colonne nemiche in morimento n ella zona dell'alto ~\sti co, alla testata cli Valle d'.A.ssa, e sui monti a ll 'est cli rnlle clcl Frrsina fu tono irri battut:e clnllc noslre a r-tiglie1·ir. Queste colpitono anche un trc110 carico di materiali nella slH?,ione di Caldonaw.w. La nostra artiglieria bombardò inoltrr l:t sta1.ionc di Sanfa Lucia, Tolmino e l'abitato <l i 1Io<lrrjn. dove rrano segnalati movimenLi cli truppa .

28 marzo - Xell'_allo But knto fuoco clc•lle artiglierie aHrrsarie con i ro le posizioni da noi conquistate. Tiri rffir.aci ckllr nostre artiglierie l'ibuttarono una colonna nemica che per Va ll e Valentina saliva vetso il Pal Piccolo.

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949-


30 marzo -

In Valle Fclla, nella zona clC'l ~fonle Nero e sul medio I ~onzo intensa azione delle attiglicl'ie. Le nostre cannoneggiarono una colonna in marcia sulla stràcla del Bogatin, danneggiarono le difE'sr nemi che sullo Sleme e dispersero truppe chr avanzavano eia Palubino . Sulle alture a no1:cl-ovest di Gor izi a il duello delk a:rtiglirrie durò in tenso tutto il giorno . Sul Carso azioni varie delle artiglieriEi.

31 ma,rzo -

Sono segnalate efficati azioni clella nostra artiglieria nell'alto Corclevole, contro baraceamcnt.i alla testata cli Rio Srlvaza.; nell'al to Boitc. eonh-o truppe nf'mirhe Mi prf'ssi cli Som-Pansrs, n nor<l- oyest <li Poclestagno.

1 aprile - Nostre hattci:-iC' bersagliarono colonne nf'mkhe nell'alto· Corclevole e clishussc•i:o afl'oi:·zarnenti nella zona delle T t>fanc:. Sull'Isonzo duelli delle artiglierie : ()Uellc nemich e til:arono con part icolare vfolE'nza sul roveseio delle nostre posizioni a nord-est cli Gorigia, e l e nostre artigli erie clispersc:ro colonne nemic\w s ull e bal½c ci el Vrsje (Monte Nrro) dannrggianclo un pontr sul to1-r( ntc,· Tominski (1.'olmino) e la stazione cli Santa Lucia, e bnsaglianclo le trincee ncmiehe di Monte Kuk. 0

3 aprile -

Lungo Lutto il front t• eia Valle Lagarina a Valle Sugana, nei giorni 1 e 2 . continuò con crc'scentc vigore il fuoco delle art iglierie nemiche c•nergicanwntc controhattute dalle 11osLl'r.

5 avrile -

Nella 1~egio1w clrl Trc~ntino-Alto Ad ige consneta attività clf'llC' artiglierif'. Nell'alto r nwclio Isonzo clucllo intenso clrlk arLigli<'rie.

'ì avrile - Lungo la :feonle eia Valile Lagarinà a Valle Sugana, duelli drlle artiglirrie. Krll'ulto Cordevole la nostra artiglieria provocò lo scoppio di un <leposil:o m unzioni sul Monte Clwn;. 9 av'l"ile ·_ Duelli cli artiglic•ria particolanncnte vivaci nc~lla zon4, dell'alto Astico nel tratto cli. fronte dall'alto But al D cg~rno e s nl.1.e alture a norcl-ovE'st cli Gotizia. Sul Carso le nosb·e nrti glieri c hersagl ial'ono . colonn e in marcia, lnngo la shacla TCostanic·vicn -Oppachiasrlla .

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950 -


EF'FKMEitlDE ARTlGLtEHESCA

11 apri.le - Nel tratto del fronte fra Valle Adige e Valle Suga11a il nemico ha aperto il fuoco con nuove batterie di grande potenza .efficacemente controbattute cl alle nostre. 1'iri aggiustati delle nostre artiglierie proclussero var\' ineencli nei pressi di. Calceranica (Lago .cli Ca.lclonazzo) e danneggiarono gravemente il forte cli Luserna ( alto Astieo ).

15 avrile - Continuano i duelli clrlle · artiglierie nel tratto di fronte tra Valle Gi udic:irr.i a <' Valle Sugaua. Snll'Isomo e sul Carso minore attività delle· a .r tiglierie. 16 aprile - In Carnia duelli clc•lk artiglietic lungo il tratto cli fron te dall'alto Degano all'alto But. 22 apri.l e - Azioni di artiglieria nE'lfa. zona ciel Tonale, in Valle cli Ledr·o e nel tratto di f.eonte cla Rovereto ali 'alto Colle di Calarnento (tonente Maso-Brenta). 25 aprile - .Azioni delle artiglierie particolarmente intense nell'altro Corclevole e n E·ll.:1 zona del Mont.r San Miehele (Carso). 27 ,~vrile - Lungo la, frontiet·à ciel 'l'rcnUno dal Ganla al Brenta attività delle artigli.eri.e e dei velivoli. Sull'alt.o Cord evole la nostra artiglic•ria bersagliò le difese nemiche cli Monte Sief. In Valle Drava. la stazio11é fcrrovia1?ia cli Innichen fu più volte colpi to cla tiri aggiustati dr.i nostri grossi. calibri. Consuete azioni di al'tiglirrin sull'Isonzo e sul Carso.

129 aprile -

Nostri grossi. c:alibri bersagliarono · le stazioni di Inniehen (Drava) e· di Saifnitz (alto Fella). Lungo la frontiera clel 'l'rentino e snl r,irnancnfr tratto cli fronte co:ò.suct:i cfoelli delle oppostr artiglict·ic.

1 maggio - L'artigli eria nemica. provocò coi. suoi Liri l'incendio <li Castione n sncl di Mori. Ln noslra di rimando distrusse l'abitato cli P annone r provocò lo sr;oppio cli. un deposito di munizion'i in Val Grrsta.

8 maggio - Dall'Adige~ al Brenta inienso cl nello clc~llc a,rtig)ierie. In Val Lagarina le nostre artiglici>ic clistul'bai>ono movimenti. cli h:(·Ui <~ cli c:àrrl'ggi dcll'a vversario.

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951-


EVFll:i\IERIDl~ ARTIG L IEHESCA

4

maggio -

6

11Ut_(J!JÌO -

Nostre batterie bombarclal'ono la stazione cli Calliano e il f'ortc dj Doss del Sommo, colpendo più volte i liersagli. Kc•l medio I sonzo le nostre artiglier ie bombardarono Tolmino.

In Carnia l'artiglieria nemica lanciò p1·oicttili cli medio calihro sull'abitato cli Paluzza, nell'alto But, producendo lieYi danni. Di rimando le nostre artiglirrie bornharcla· rono Mauthen nella valle del Gail.

8 nw.cm·io -

Nella zona dell'A<lamello nostre arliglieric, issate sin sulla vrti.a della Lobbia Alta (3196 metri) a})rirono il fuoco co ntro le diC<·se nemiche cli Passo Tòppcte. Nostri mecl i calibl'i tirarono in Condo Val Genova. (Sarca).

11 maggio - A1,ioni delle ar ligliel'ie più intense alla testata di Val cl'.A.ssa e nell'alto But, ove con tiri aggiu sLati sconvolgemmo le clifcs<' aVYe1·sa1·ic. Nella Conca di Plezzo, dopo efficace pr<•parazi onr delle artiglierie, i nostri alpini, con vigoroso att acco, e::;pug-narono una forte e 1nunita linea di trincel'ament i e cli ,·idottc sulla vetta del Mont e Guida e sulle pendici meridionali di Monte R ombon .

Az.ioni dell'artigli eria nemica, controbat-tute <falle nostre, pl'oclussero qualche danno agli abitali di P onte di Legno (Val Camonica) e di Snn Giovanni (Val di Ledro). Insisten ti tiri dcll'a,rtigli.eria nemica contro le nostre posizioni del JYlontr Cukla; la nostra artigli eria coÌ pì cli rimando le linee nrmic·hc sul Rombon incendiando alcuni baraccamenti.

18 ma,q,qio -

Lungo il fronte da Va)l e Lagarina alla testata di Vall e d' Assa l'artiglieria aYversatia eseguì ieri un ,1 iol ento bombardamento al quale risposero con efficacia le nostre batte1·je. Qualchr pro'ietto cli grosso calibro cadde su Asiago. Uguale intenso bornbarclamcnlo si ebbe lungo il fronte dell' I sonzo dal Monte ~rro al mare.

15 1na.<Jttio -

16 1na,qgfo -

S ulla frontiera c'l cl Trrntino, all'intenso bombardamento della gfor nata ciel 14 l'ancrsario Cece ieri seguire l'attacco con ingenti masse di fanteria contro il tratto del nostro fronte• tra Valle Aclige e .a lto Astico. Su tutto i I rimal1C'ntr fr ont.(' intenso fuoco di artiglirria eia parte del nemico .

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952 -

,


EFFE.MERlDE 1rnTIGLlERESCA

18 maggio -

In Valle Lagarina, ieri l'avversario rinnovò con numerose é potenti batterie :il bombardamento delle nostre posi zi oni sulla Zugna Torta . Nella zona tra Valle Terl'agnolo e alto A.stico continua ininterrotto il fuoco clt~lle al'tiglirrie nemiche contro le posizioni della nostra- linea principale di resistenza.

19 m.a ggfo - Nella, zona tr·a. Valle Trrragnolo e l 'alto A.stico l'avversario continuò con numerose batterie cli ogni calibro il violento bomba.ecl amento clella nostra linea cli rrsislenza da Monte Maggio a Soglio d'.Aspio. In Valle Sugana, dopo intenso fuoco cli :ntiglierb durato tutta la notte sul 18, all'alba il nemico attaccò le nostre posizioni. da· Valle Maggio a Monte Collo . Le nostre artiglierie bombardarono Innichcn e Sillian in Valle Drava. 2.t riuiggfo - In Valle Lagarina l'artiglieri a nemica bombardò tutto ieri le nostre posizioni cli Coni Zugna. Contro le nostre lince c1i1 Pasubio a V~Llle Terragnolo intensa azione delle artiglierie sul resto del fronte cla parte del nemico. Le nostre sconvolflcro le difese nemiehe dell'alto But e dispersero lavoratori sul Calvario' e sul rovescio del Poclgora.

In Carnia e sull'Isonzo attività delle artiglierie, più intensa. ncll'aUo But e nella zona cli Monfalcone.

22 rnciggin -

24

In Valle Lag·arina nel pomeriggio cli ieri intenso bombardamento contro tutto il nostro fronte sulle due rive c:cll' Adige. T.r-a. Valle '.reri:-agnolo ed Astico consueto bomba-rclamento . In Carnfrt violento clu ello delle artiglic,.ri.e nell'alto But.

magg'io -

27 nwggio - Sull'altopiano cli Asiago intensa azione del le artiglierie nemiche di l\1onle Verena. Azioni cli artiglieria nell'alto But e nel settore di Plava.

29 11wggio - Nel settore Pesina-A.stieo H duello clelle artiglierie clurò ieri intenso. Sull'altopi ano cli 1.:\ siago un brillante contrattacco delle va lorose fanterie del 141° reggimento liberò cltfc batterie rimaste cireonclate sul Monte Mosciag, portandone complelamente in salvo i pezzi.

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953 -


30 maggio -

In Vali(' L agq1·irut e nel scU.orr Pasuhio inlrnsc azioni d c>lle oppostr ai:Liglic>ric. Varliglic1·ia nrmiC'a inzia il bornl>arclamcn lo cli Osp e<l a l(•tto in Vn lk Sugana.

31 maggio -

:X(:'l s<'llùl'C del Pasnbio dnr llo delle :ntiglieri r . In Carnia r s ull'Isonzo attività inlerm ittentr clrl.lr nosb:e artiglirrir, più intrni,;:i ncll'a llo Bu't <· nc·l!a zo na <li San Mad ino.

1 giug110 -

Nel sr-llol'e del P asnbio in l c•nsa at.Urilà clellc artiglirrie, c-lH· eontinuù irri an('lw nella r.ona tra Pùsiua r l'alto .A.stico.

:è gùcgno -

In Va lle• Lag:ll'ina C'ontinu ò ic•ri intrnso il clurllo clC'lle artigl iC'rir. Artiglic·r ir n rmi<:hc di ogni calibro l>ombanlarono i nteosamrnlc> lr nosl rr Jinrr da l. Colk Xomo a R.oc·dwltc-.

3 gi1igno -

In \'alle· Laga r·i na duello d r llr arliglirric: qudle: an·crsa1·i(' brrsag-liarono le· posizioni da Coni Zugna nl Pai:;u bio; le 11osb-P lial((•rie rihnllcrono e· clisprrsrro fanlerir n cmic·lw snlla Zug-nn Toi·ta. L 11ngo le linrc cl r l tonentc• P oi:;ina , iolrnl i i>ombar clanwnti da <•nt1•arn1Jr le parti . Salluaria azione d i ari iglierie in Carnia e sulrl sonzo. :Xosln' hatterir <·o lpirono nuovi appo:,;tanwnti di :n-liglinil' 1w111irhc· s11 l Monlr KorclE·rhoc•Jt p (Vall<· K ,·o nhof-Ga i]) l' movimrnti cli i.r<· ni n e lla Rtnzione cli San Pii-Leo cl i Gol'ir.ia .

4

giugno - D a llo , lc>h·io al Garda att:acchi cli àrliglieriH. In 'i7nll P Lngari na lmll('r ir 11c·m ic·hc cl 'og-11 i calibro bombanl:nono lr 11 osl 1·e posizioni fino a l Pasuhio. Furono 1·ihaUu tc rffica<·emc·11lr dalle nost1·1· artigliC'1·i1· chr C'Olpirono an<-11r trnpp<' l'C! a ppost nnwnt i clc>ll'avvc•ri:;,n_io.

6 gi,i1g110 -

I e1·i dopo inb·n sa p1·rparazinrH· delle n 1·tiglil'riP. colonne n<•mfrhr aYanza1·ono alratta ('tO di Coni Zngna. Bl'rsagliatP clni nostr i li1•i calm i 1· precisi. 1·ipiegaro110 in disor dine. AnC'ltr g·li attac<'hi fil BrnzonH· ecl a Mo n te G i ove furono r cspinli dal rapido inL!·rv<'nlo d ell e 11 osb:c• al'liglic•rir. In Val le Pu sté r ia homh:ndnmmo <·oi groi:;si c·alibri lr stazioni frrroviaric· di '1'oblak r cl i InniC'lt<·11.

S giugno -

In Vali<-• cl' Acligr duelli <l i nrliglic,ria. Grossi C'ulibri -

95-! -


El!'FE.M:JòRL08 ,\RTI.Gl,IERESCA

nemici meras sari ac mente

uomuardarono iC>ri le nosti.·e linee a sud del R.io Cae sul ·Pasubio. Nost l'e batterie di_sperser·o nuclei avvtl'· nord cli Marco e in Ya1larsa ne bersaglia r ono effi cacele ari.iglieric del Po½½aechio.

11 giiigno - DaH'Aclige a l Brc:n(a le noslre fantt~l'ic, valiclamentc appoggiate (lallr artiglierie•, hanilo ripreso la loro azione offensiva. Sul fronte clcll'lsonzo continuano i <hlelli fra le opposte art igliel'ie. 13 giugno - In Val Lagm·ina, dopo preparazione él'attiglirria, le nostre fa nterie espugnarono la linea cli alture del Parmesan ad est cli Cima Mezzana . 15 giugno - Nel settore di .Monfalcon e, dopo breve ma intem;a peeparaz.ione cli artiglieria le truppe della brigata KapoJi espugnarono le lin ee nemiehe acl est di Monfalcone e a S ltd di Sa nt' Antonio.

21 gù,1.gno -- Fra. Ad ig·e ed .A.stico continua il duello cklle op poste artiglierie.

2?2 gùigno ·- Nostri geossi calibri bombardarono nnovamente la stazione di 'l'o blacco i n Valle Pusterìa. 23 giugno - In Carnia e sull'Iso1rno gl.'ancle attività, delle artiglie:L'i e, particolarmente in tensa n ell'alto But. Nostri t iri provocarono i.n più punti scoppi ccl incendi nrlle linee clell'avversario . T ra Acligc e Bren ta n ella giornata c'li ieti azione semp iù intensa dl.'llc artig-li cr.i e. Le no~b:e esrguirono efficaci t il'i <li clemolizione in Vallar·sa, in Val P osin a e• lungo tutto il fro nte sull'altopiano <li .A.siago, dalla Val Canaglht alla regione clell e Mandrielle a ovest cli Marcesina . Violenti duelli di ,n-tiglic•.r-ia ncUc a lle Valli del Cordevole e dei Boite. I1ù1iehen e Sillian nuovam ente colpite da nostri g.l'ossi calibri.

25 g'iugno [H'C

28 gùigno - Le nostre artiglier ie· bersagliarono posizioni nemiche di Monte 'rrapP.o1a, ~fonte• Testo e Col Santo. Sull'Ison½o e in Carnia intensa attività delle artiglierie contrapposte. -

955 -


30 giug110 - Le nostre arUgliel'i e battono con fu oco violento }fo1Jte Cimone; nell'nJto I•'rlla le nostre arUglierir hanno bombardata ]a stazione cli Tarvi s. 1 luglio - Nostl'i grossi calibl'i i-innonnono ieri il bombardamento di Toblacco, I11niehcn e S illi an in Val Pusterìa; nostre batterie bersagliarono difesr nemiche a ·Sella P rasnik e nei pressi di Raihl.

4

I eri, lra Adige e Brenta, si S\'Olse intrnso durllo fra le opposte artiglierie; nelle altr valli del Boilt' e ciel B11t è stata i'ntensa azione cli artigli erie.

l·u glio -

v,

7 luglio - Fra Adige e Astico e sull'altopiano cli Asiago continua il duello di artiglieria.

9 lnglio - Lungo il fr onte -isont ino sensibile attivilà drll 'artiglieria, particolarmrntr nei settori di Tolmino e di Pla-rn e sulle alture a nord-ovest di Gorizia. lff. lugli o - Sul bacino clell'Astico e sull 'Altopiano dei S rUe Comuni artiglieria e hom bard e bersagliarono ieri i nteramrnte le posizi one austriache <la Monte Interrot to a Mo:otc Zebio. Nume1·ose batterie nemi che cli ogni calibro risposCt'O con grande violenza. Nelle azioni cli artiglieria sul fronte isonlino la nostra artigli eria incendiò ba1·nccamenti, sulle pendici dello J avorcek, battè colonne in marcia in Valle Idri a e provocò esplosioni nei pressi della- chiesa. cli Santa :Maria cli Tolmino.

18 litglio - Duelli di ai:Liglieria nelle zon e dello Strlvio r tkl Tonale. Azion e cli artiglieria lungo tutto i l rimanente f1·onte, par t irolarmente ,iolenb in Cai·ni a r nell'allo F ella.

19 lugz.io - Dopo una preparazione di arli gli.er:ia,

I<· 11ostrr truppe attaccarono le posizi oni del Monte Cot'no e di Monte Coston; scambio di cannonate su tutto il fronte con particolare vivacità nell'alto Boite cd alla t estata cli Val Sciscra dove l'avversar.io svelò nuove batt e·ric cli grosso calibro.

20 luglio· -

In val Brenta una nostl'a baUrl'ia diresse il t iro sulla stazi one cli Marter, riuscendo a colpirn e in p ieno il fabbricato e un t r eno carico cli truppe. -

956 -


Al persistente bombardamento nemico su Ala, la no-. stra artiglieria ha risposto battendo Hiva, Arco e ' R,overeto, provo.candovi incendi. L 'artiglieria nemic-a ha tirato su Monfalcone; di rimando la nostra ha bombardato gli a,bitati cli Doberdò, Jamiano, Flondar e San Giovanni.

1?,J luglio -

Dallo Stelvio a Val Laga.eina vive azion i cli artiglieria; quella nem ica, tirò ancora su Ool'tina d'Ampezzo; la no- · stra bombardò località in Val di Drava .

1?,4 luglio -

Nella zona dello Strlvio ed in VaUarsa vivi duelli di artiglieria..

28 ltt[Jlio -

In Valle Adige continua l'attività delle artiglierie nemiche energica.mente controbattute dalle nostre.

1 agosto -

Nell'alto ·Dega no .l e artiglierie nemiche lanciarono grana.te incendiarie su Forni Avoltri. Prr ritorsione le nostre hatlerie distrussero coi loro t iri a,g giustati una parte dell'abitato di Mauthen in val Gail.

1?, agosto -

4.

L'al'tiglieria nemica si osLina a tirare contro nostre linee a sud di Rio Camer-as (Val cl' Adige). I eri nostre batterie hanno sostenuto un vivo duello con quelle nemiche nella regione di Monte Seluggio e Monte Cirnone, In Valle Drava i nostri gl'ossi calibri colpi tono nuov:unente la ~tazione di Toblacco.

agosto -

Nella regione di Falzarego til'i nemici effettuati con grossi calibri. I n valle Chiarzò e nell'alto Dogna tiri nemici contro nostri abitati. Di rimando nostr.e batterie bombardarono gli accantonamenti nemici nel villaggio cli Raibl in valle. Seebach. Sull'Isonzo nostre artiglierie, in duello con quelle nemiche, provocarono incendì nei magazzini cli Na,bresina e sul rovescio di Monte · Cosich. Inizio della sesta battaglia dell'Isonzo: conquisht clel Sabotino.

6 agosto -

7 agosto - Mentre è continuato iJ bombarclarnento nemico sugli abitati dell'alto Dogna e quello nostro sugli ed ifi ci militari cli Tarvis, Raibl e della, piazza cli 'l'olrnino, nel basso I sonzo le r1ostre fanterie, dopo preparazione cli artiglierie e di bom-

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S57 -


EFFEMERIDE _Ut'flC~LlEHESCA

bitl'de, miralJile per rapi di tà e precisione, arnn½avano con superbo impeto conquistando nu:i e e successiYr. linee di trinceramenti nrmici.

8 agosto - Il l\fonte SalJolino rd il Monte San Michel e sono stati • da noi complctan1r.nte eonquislnti. l nostl'i eannoni battono la- eiUà cli Gorizia per scncc iarnc :il nemico annidato fra le case. ~ Nella mattinata di ier.i , dopo :intenso concentramento cli fuoco delle artiglierie, le nostre fan t(•rie completavano la conquista cli Oslavia e ciel Poclgora.

9 <t(JOSto

10 a!J08to - Nel vano intento cli clistrarre la nostra attenzione o rallentare la attività sul basso Isonzo, il nemico eseguì ieri una serie cli bo.mbardamc·nti sul 'l'onalr., nrlle Giud icarie, in Valle Lagarina, sul Pasuhio, · sul. Cimonc', in Valle Travignolo, sul Mrzli con trntativi cli attaeehi. La vigilanzac ùellc nostre truppe <'cl il pront o intervento delle no!'itre artigli.erie fecero abortir,\ ogn i tentativo.

14

ar108to -- Nc,lJa zona cli Gorizia <lnrlli <li artiglkria. Quella ne-

mica lanciò alc:unr. granate nell('. città e sui ponti dell'Isonzo; nelle aite valli del Chiarzcì e -d el Corclcvole bombardò alcuni ahil:ati : ma fu fatta taccrr. dall ' intcrvr.nto energico ·cli nostre batterie.

16 cigo8to - Sul Carso e nella zona collinosa di· Gorizht violenta azione delle nostre a.1itiglierie. r. bomba1·rle i11 appoggio ad azioni (]ell e fanterie agcvolanclQ la_ conqu ista clcl Monte P ecinka . 18 ago8to l[)

Sull'alto r. mrdio Isonzo azioni cli artiglierie.

agosto - Nei duelli cli artiglktia in corso, nostre batterie danneggfarono la li nea, ferroviaria al lo sbocco della yaìl e S eebach'. L'artig·lic·ria ncmi<·a t irò su Gorizia r: i:;u alcuni ponti dell'Isonzo.

f2 agosto - Continuano . le azioni dcll<' opposte artiglierie dirette n, disturbar~: i htYoi:·i di. rnfforz,1mr.nto. Battrri e nemiche colpirono l'osp< clalc di. Gorizia, frrr·nclo alcuni mililari <li sanità,. 1

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%8 -


2.1 agosto - Nella zona ·c1cHe . Tofane, ieri, dopo breve rni,l <·fficacc preparazione di artiglieria,- i nostri nlpini conquistarono posi½ioni sulla Tofana. Terza. 2ì a.,qo·sto - .Ai violenti tiri di artigli eria eseguiti in più hatli del fronte, le nostre batterie ribatterono con efficacia e sconvolsero i lavori di approccio dell'avversario sulle pendici setfontrionali del Monie Cimone (Vall e .Astico). Maggiore attività dell'artiglieria avversaria nella zone di Gorizia e sul Carso, part icolarmente sui po11ti dell'Isonzo e contro ·1a nostra linra del Vallone. fd!)

(l,gosto - Sul Monte Cimone t ir i effi caei delle nostre bombarde costrinsrro il nemico a r iJ?iegare un tratto del prop:rio fronte a settentrione cl ella vetta. Le al.'tiglierie nemiche continuano a svolgere intense azioni sul fron te t rirlentino; ieri talr azione fu dirdta contro gli abitati di Valle .Asti co e contro le posizioni del Cauriol (Valle .Avisio). Nell'alto But la nostra artiglie11ia sconvolse le t rincee del nrrni<:o e ne incendiò i haraccamrn ti.

3 .settembre -

.q. .settenibre - Attività delle opposte artiglierie : quella- nemica fu particolarmente attiva nell'alto Bul e nella zona cli Phwa (medio Ison½o): la nost.rn esrguì tiri effìcnei con b-o obbiettivi di Vall e Drava. !S sette1n.br e - Nell e alte Valli drl But r del ,Chiarzò l'artigli eria, avvrrsaria b(\mbardò gli abitati .facendo qualche vittima . Di rimando la nostra bombardò gli accantonamrnt i militari. di Kotschak (Vall e del ç}ail) producendovi vasti in cencli.

D settenibre - Consuete azioni cli :utiglirria lungo ~ntto il fronte. La nostra bombardò la stazione di Santa Lnda cli Tolmino ov'cra i:;rgnalato in tenso movimen to cli treni. 1l settembre - Tra la rrgione (li Vall:usa e la teslnta cl el t orrente Po1,ina, dopo prrparazionr, cli artiglirt' ia, le no8Lre fanterie espugnarono trincreairn•nti in fonclo Vallr <li. Lrno, cornpletamlo la r:onquista cli altrr trinr;f•e tra Monte Spil e Monte Con'io . .A.zioni <li. bomhanl:rnwnto sxo l(e d,11l r oppoi:;te artiglir -

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fl59 -


EF'FEMERIDR ARTtGT,TERESCA

rie: quella nemica contro Cortina d'Ampezzo e Oaprile; la nostta distrusse magazzini militari cli Sant'IJario , a nord cli Rovereto. ,

14

settembre -

Inizio settima battagli.a dell'Isonzo.

Sulla fronte Giulia intense ed emcaci azioni delle nostre artiglierie e bombatde contro le linee nrmh:hr acl est cli Gorizia e sul Carso .

15 settembre -

Nelle vi.einanze drl Passo di Volaia (alto Dega,no) ieri l'artiglieria nemica lanciò oltre duemila colpi cli ogni calibro. Sul fronte Giulio il duello delle opposte ad.iglirrie si svolse piuttosto int<mso, particolnrmcnte nella Conca cli Plezzo.

17 sette11ibre -

18 settMnbre - Alla particolare attività dell'artiglieria nemica in Va.ne Posina, sul Monte Nrro, nelia Conca di Volzana e contro la città cli Gorizia, la nostra reagì ovunque con efficacia colpendo inoltre anche la stazione di Toblacco e la linea ferroviaria df'll'alto Fclla .

934

sette1nbre - Kella consneta lotta fra le opposte artiglierie, quella nemica effettuò tii-i su Cortina cl' Ampezzo e nei pressi cli ·Misurina ; la nostra di rimando llombardò la stazione cli Silliam e la, ferr·ovi a rli Valle Drava .

~.9 settenibre -

In Valle A.cl ige maggiore attività élell'artiglieria avversa.ria efficacemente controbattuta dalla nosha : azione in termittente sugli a\~ri tratti del f'.ronte e.a.usa il maltempo .

."JO settembre - Nostre ax-t.iglierìe continuarono t il'i rii interdi:donr sul Monte Cimonc e colpirono .colonne cli c:arrc·ggio 1mlla strada cli Al.ernagna. Quelle nen;iielie furono partico~arrnentc attive nella zona di Gorizia e sul Carso.

Sulla fronte Giulia nzioni sparse cli artiglieria; qudla neriiica bersag'liò gli a,bitati cli Mrtna e Vcrtoiba lan.cianclo anche alcuni colpi su Gorizin .

1 ott:obre -

Il nemico eontinua a tirare colle artigl ierie sugli abitati . In \7alle Ast.ico qunlehe danno alla cittadina cli .Arsiero.

3 ottobre -

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960 -


EP I<'E l\mRIDE ARTIGLIERESCA

5 ottobre - Ai sistematici tiri cli artiglieria nemica sugli abitati, le nostr e artiglirrie r ibatteron'o cffic,1cemeiite, disteuggcndo baraccamenti militari di Birnbaum (Valle del Gail) e scon- · volsero le li nee nemiche del Carso.

8 ottohre - Le artiglieJ'ie avversarie furono assai attive sul Colhricon, nella zona cli Col di Lana e su Punta Forarne. Le nostre controbatterono con pari energia. I n Val del Gail nostri grossi calibri dispersero una forte colonna, in marcia da Mauthcn a Ddlach.

9 ottobre -

I nizio della ottava battaglia dell'I sonzo.

10 ottobre - Nella regione del Pasubio, dopo conveniente preparazione delle artiglierie, . nostri I repart i assalirono e conquistarono _trinceramenti ,avversari nella oona di Costarnagnon e delle _S ette Croci. 11· ottobre - Sul Pasubio, l'azione dellé nostre artiglierie e bom. barde con~entì alle nostre fanterie di conseguire brillanti successi. Sul Carso, sconvolte le intricate di.fese nemiche dai tiri aggiustati e rapidi cli nostre artiglierie e bombarde, le nostre fan terie, dopo aspra lotta, poterono espugnare e superare i trinceramenti nemici davanti alla Hnea Vippacco-quota · 208. 12 ottobre - I ntense cd efficaci azioni delle nostre artiglierie su quasi tutti i settori del fronte. Sul Carso l'appoggio incondizionat o di nost re batterie cli piccolo e medio calibro permise alle infaticabili nostr e fanterie di ·allargare: e completal'e le conguist_e del giorno J O, pa,rticolarmente in eortisponcl enz,a di Sober (Gor·izia ), dell 'altura cli quota 343 e J44 e ad est del villaggio di Novavilla sul Carso.

14

ottobre - Nella regione del Pasubio vivaci duelli fra le opposte artiglierie. Nell'alto But il nemico svolse ieri intensa. attività, ma, fu ener gicamente controbattut o dalle nostre che in cendiarono baraccamenti nemici snl royescio del P al Piccolo .

19 ottobre - Nella regione del Pa subio intensi bombardamenti tra le opposte artiglirrie i.ntramezzati cla attacchi e contrattacchi clelle fanterie.

61

961 -


EJFJ!'E MF:RIDE AR'l:IGL!ERESCA

23 ottobre - Ieri il nemico fu assai attivo con le artiglierie cli fronte a Plava, ad est cli Gorizia e nel. settore di Doberdò . Fu dovunque controbattuto ener gicamente, e nostre batterie dispersero g1;uppi cli lavoratori e colonne di rifornimento in vari settore del fronte. fti

ottobre - In Valle Lagarina tiri aggiustati di una nostra batteria distrussero la sede cli un Comando nemico e magazzini milit ari in Isera, ad occidénte di Rovereto, provocando un incendio. L'artiglieria nemica f.u molto attiva contro le- no~tre linee dalla Vertoibizza al mare. Quella italiana ribatté efficacemente e provocò lo scoppio di due deposW cli munizioni nelle linee dell'avversario.

81 ottob:re - In Valle Sugana nostre batterie controbatterono energica.mente artiglierie nemiche. Anche sulla fronte Giulia la nostra artiglieria controbatté vivacemente quella nemica . . Inizio .della nona battaglia dell'Isonzo.

· 1 novenibré - La giornata di ieri fu caratterizzata da grande attività a.rtiglieresca, particolarmente nella, zona, ad oriente 'cli Gorizia e sul Carso . .2 novembre. - Nella maliinata, cli ieri artiglierie e bombarde, . con violenti tìr-i distruttori, aprrser·o larghi squarci nelle linee . nemiche ad orienté del Vallone preparando la via· alle va.lorose fanterie. Due batterie di cannoni da, 105 caddero nelle nostre mani oltre acl altri numeròsissimi materiali, fra cui molte mitragliatrici.

.4 no·vèrnb1·e - Sul fròntP gorizi ano

il nemico, e.on nuove artiglierie portate innanzi, tenne le nostre posizioni, recentemente oceupate, sotto intenso fuoco . Le nostre artiglierie risposero co.J grande energia ed efficacià. Dal Frigido al mare il nemico tenta invan_o contrattacchi preceduti cla: violenti bomba.rclarnei1ti. Le truppe attaccanti, fulminate dai nostri tiri concentrati e celei'i, furono dappertutto ricacciate e disperse.

6 no-ve·mbrc

~

Duelli di artiglieria quasi lungo tutto il fronte. Castagnevizza dal mare fu bombardata violentemente, producendo -

962 -


EFFE);fERIDE ARTlOLIEBESCA

gravi perdite al nemico che vi si era concentrato. Efficaci tiri vennero dalle nostre artiglierie diretti sulle retrovie dove colonn e nemiche in marcia furono disperse. 8 novembre -

Sul Carso le nostre lince nella regione ciel Faiti e di Boscomalo furono ieri ripetutamente battute dall'art iglieria ll(Jmica. La nostra intervenn e prontamenté controbattenclola energicamente.

JB novembre· - Nella regione cli Valle A.stico e sull'altopiano di .Asiago, duelli fra le opposte artiglierie. Sul fronte Giulio attività d 'artiglieria da ambe le parti.

14

no-ve1nbre - Sul fronte tridentino le nostre artiglierie furono molto attive contro colonne e car reggi in movimento nemici in Vallarsa, nelle zone cli Col Santo e di Folgarìa e sugli alt ipiani cli Tonezza e di Asiago.

16 novenibre - I eri, sulle alture di San Marco, acl oriente di Gorizia, protètte da nostro fuoco d'.inter:clizione, le nostre fanter ie , rioccuparono alcuni trinceramenti sgombrati il giorno 14. N ella regione . di Boscomalo nostr e batterie a ppogg·iaro.rio l'azione cli sistemazione compiuta dalle nostre truppe. f!O novembre - Nell}alto But le artiglierie nemiche bombardarono le nostre posizioni di Pa.l Piccolo e del F reiko[el; ma furono vfolentemente controbattute dalle nostre, che, in altri tratti del fronte, molest arono coi loro tiri l'andamento dei lavori nemici.

934

novembre - _Nelle regioni cli Flava, di Gorizia e .sul Carso forti duelli di artigli,eria. Sull'altopiano di .Asia.go le nostre artiglierie bersagliarono nuclei nemici intei1ti ai lavori , e movimenti cli truppe e carreggi in Valle cl'.Assa.

27 novemhre - In Carnia, nella giornata del 25, violenti bombardamenti nemici contro le nostre posizioni alle testate del pegano, But e Chiarzò . .Alcune grana.te cadd_ero sn Paluzza e Paularo, senza farvi danni. Di rimando le nostre artiglierie hombardaro119 acca.ntonamenti nemici e la stazione di :Mauthen (Valle del Ga.il). -

963 -


EFFEl:vIERIDE AR'l'IGLIEHESCà

Alle azioni cli artiglieria svolte clal nemico sull'altopiano cli .Asiago, ad oriente cli Gorizia, e sul Carso, le nostre artiglierie risposero bombardando le posizioni avversarie di Val cl' Adige e dcll' A.stico, e sull'altopiano di Asiago, provocando incendi negli accant onamenti nemici cli Canazei (alto A.visio) e di Britof (medio I sonzo), bersagliapdo poi le truppe che ne fuggivano.

30 no,z;enibre -

1 clicembre - E' eon:tinuata l'attivihì, delle opposte artiglierie, più intensa, in Val d'Adige, nella Val d'A.stico, nella regione a, oriente di Gorizia e sul Ca rso.

Duelli d'artiglieria in Val d' .Adige e Val cl' A.stico. Sul fronte dell'Isonzo l'artiglieria nemica spiegò particolare attività nella r egione di Plava e dalie alture ad est di Gorizia. La nostra ribattè con energia e dist urbò intensi movimenti nemici nelle ret rovie.

3 dfoembr e -

6 dioembre - Sul fronte Giulio artiglierie e bombarde svilupparono intensa attività, particolarmente lungo il tratto da Gorizi a al ma,re.

13 (licembre - Durante la consueta azione delle opposte artiglierie, la nostm disperse nuclei nemici sulle pendici cli Monte Seluggio e a nord cli Monte Cimone. 17 di.c embre - Nell'alto A.stico· e sull'altopiano di Asiago la nostra artiglieria disturbò movimenti di reparti nemici. Sulla fro nte Giulia attivitù cli artiglier ie intese acl appoggiare pi ccole azioni locali.

19 cl-icembre - Nel diuturno sviluppo di azioni cli artiglieria, nostre batterie bersagliarono appostamenti nemici sul ]\fonte Cucco (medio Isonzo), colpirono la stazione - di Vol ciaclraga (Ovcia Draga) a sud-est cli Gorizia, e (lispersero fruppe nemiche in marcia, sul Carso. 21 dicenibre - Sul fronlc Q_iulio artiglierie nemiche eseguirono t iri nella regione cli Plava, ad est della Vertoibizza e contro gli abitati cli Gorizia e cli Monfalcone. Nostre batterie ribatterono vigorosam ente, e colpirono più volte accantonamenti nemici in Comeno. -

964 -


EF'FEMERIDE .mTIGI,'IE HESCA

24

Dallo Stelvio al Garda duelli cli artiglieria, più vivaci nella zona Tonale e in Va,1 di Leclro. La nostr a artiglieria esegui tiri di disturbo contro le posizioni del Pasubio e nel baeino cJell'alto Astico.

dicembr e -

Nella r egione cli Valle cl ' Adige le nostre artiglierie t ennero sotto vivo fuoco le lince e le difese ·del nemi co, disturbandone gli attivi lavori di raffor zamrnto. ·

2ì cl'icem,br e -

29 clicembre - Sul fronte tridentino azi oni prevalentemente cli artigli ei·ie. Nella zona cli Gorizia l'a rtigli c•r ia n<·mica eseguì t iri sulla èittà e sui sobborghi srnza danni rilevanti. Nostr·p hatter ie sorpresero e colpit·ono colonne nemi.c:he in rnoYimcnto sulla strada Brestoviz-za-Selo. .'30 dicenibre - Anche nella giornata cli ieri l'artiglieria nemica èffettuò tiri su Gorizia e sobborghi senza dan ni rilèva.i1ti. 81 dicembre - L'attività delle arli.g]irrie, normale nella ¼OJla. montana, si mantenne ieri più viva nen a zona, ad oriente cli Gorizia e sul Carso dove i nostri t iri fecero esplqclere un deposito di munizioni dell'avversario.

l 9 l 7 In risposta ai tiri di molestia dell'artiglieria nemica .su t utt o il fronte, la nostra mantenne sotto nutriti concentranienti di fuoco le linee e le comunicazioni nemiche, facendo rsploder e nei pressi cli Castagnevizza, (altopiano Carsico) un deposito di mu.nizioni.

2 gennCL'io -

4

L'artiglieria nemica diresse alcuni colpi su Velo cl'.Astico e su Arsiero. Fu energicamente controbattuta -·<la.Ila. nostra e ridotta al silenzio .

gennaio -

10 genna·io ~ Intensa azione dell'artiglieria 11emica in Valle di Leclro contro le nostre posizioni a nord del Rio Ponalr, e contro le posizioni del Colbricon. 12 . genna'io - Nell'al to Corcl eYole l 'ar1;iglieria nemica colpi un nostro ospecl°ale in .Anclras. Sul fronte Giulio intenso duello delle -

965 -


EF'l•'EM8RIDE ARTIGLTEHF.SCA

opposte arti.gliel'ie. Le nostre provocarono un incendio sul rov~scio del Monte Faiti e rlispersero truppe in movimento lung·o le strade cli Ranziano, clella Valle del Frigido, e cl.i San Giov::inni di Duino.

19 gennaio - Limitata a:;;,ione cli artiglieria sul fronte trentino. Sul Carso le nostre linee nella regione fra il F .r-igiclo e la strada tht Oppachiasella a Castagneviz:;;,a hu:ono fatte segno }t intensi .e· prohrngati concentr amenti di fuoco . dall'artiglieria nemica. Questa venne vigorosameµt e controbattuta dalla nostra, che con efficaci tiri cl i sbarramento arrestò e disperse nuclei di attaccanti che tentavano di avanzare contro le nostre posizioni . 22 gennaio, - . Nostre batterie bombardarono baraccamenti nella zona del Lagazuoi (Rio Travenan:;;,es-Boite); eseguiti consueti tiri cli disturbo e cli intercli:;;,ione sulle retrovie dell'avversario.

24

gennaio - Lm{go la fronte Giulia azioni · cli a rtiglieria, che però furono più intense a oriente di Gorizia e tra ponente e il lago di Doberclò.

:11 gennaio --- Sul fronte t r identino e in Carnia azioni saltuarie delle artiglierie alla t estata di Val Camonica, nella zona, montuosa ad occidente drl Garda e s ull 'alto But. tra il Pal Piccolo ·e Monte Zellcnkofel. La nostra, sul fron tE· Giulio, rispose con <'nergfa ai tiri di disturbo dell'artiglieria nemica effettuati. snl Carso. 1 fehhraio - Nell'alt.o But battrrie nemiche• e bombarde licrsagliarono violentemente le nostre p~sizioni snl Pal Pi ccolo e sulla vetta Chapot. Anche sulla fronte Giulia l'artiglieria nemica si ma nfrnne assai attiva nella rrgione cli Gqri:;;,ia e sul Carso. La nostra effettuò i consncti tiri cl 'interdizione e disperse truppe nemiche ammassate nelle Yicinanze cl i Biglia. 3 febb1:aio _, Intensi eoncentramenti cli fuoco effettuati dalle artiglierie nemiche contro le nostre linee ad est cli Gorizia,, che

furono fatti cessare clal pronto ed energico intervento delle nostre. Nella giornata cli ieri t:!'i aggiustati di una nostra hattcria sulle pendici meridionali clell'Hermada vi procura.rp_no uno scoppio seguito cla incendio.

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966 -


\\ EFl•'E .MF.RIDE ARTIG1..lEÌ1Ei'lCA

5 febbmfo ~ I eri , sul Carso, cla quota 144 alla pianura del Lisert l'artiglieria nemica t enne sotto il suo fuoco le nostre linee.

L'intervento di nostre batterie, reagendo con . vigore, provocarono incendi a nord di Duino. Ieri, all'alba., dopo una intens;t pr.eparazione di artiglieria, il nemico tentò l'attacco di una, nostra pos~zione di riva destra del Brenta e delle nostre linee clcl Freikofel. L'intervento tempestivo del fuoco delle nostre batterie da campagna mandò falliti. i · tentativi.

8 febbr,tiio -

12 febbraio - .Nelle azioni di fuoco nell'alta valle del Fella nostre artiglierie colpirono la stazione di 1.'arvis. 13 febbraio - Nell'alto But, nella reazione delle nostre artiglierie contro i soliti tiri di disturbo di quelle nemiche, vennero incendiati baraccamenti sul rovescio del P al Piccolo.

Una batteria a nord cli Tonezza fu colpita in pieno dai tiri della nostra, artiglieria; ad est di Vertoiba nost re batterie colpirono e dispersero reparti di fanter ia nemica che anda,a va1io raccogliendosi su quelle altu1·e.

15 febbraio -

In Val Fella nostri tiri di artiglieria colpirono nuovam ente la stazione cli Tarvis. Nella regione di. Gorizia e sul . Carso l'azione delle art iglierie . si m::i,nt iene più ·intensa che altrove.

f2(1 febbrai.o -

24

In Valle cli Sextcn (Drava) duelli fra le opposte artiglierie; la, nostra disperse una colonna nemica che vi transitava.

f eb braio -

~7 / el>l!raio - Nella, regione ad est di Gorizia i tiri di artiglieria nostri e nemici furono più insistenti. Verso la confluenza della Vertoibizza. nel Frigido nuclei nèmici che t entavano attaccar e · le nostre posizioni furono intensamente ed efficacemente battu.t i e r espinti.

1 marzo - Lungo tutto il fronte si ebbe ieri grande attività delle artiglierie con az~oni più intense in Val di Ledro, in Val Laga.rina, nell'alto Avisio e lungo il fronte Giulio . Sul Monte Mosciag, dopo lunga preparazione èli fuoco, fanterie nemiche tentarono un attacco. Le nostre artiglierie con rapidi e . precisi concentra~ · 967 --


EFii'EMERlDE ARTIGL !Efl?,:,('A

menti di fuoco respinser o gli assalitori. infliggendo loro gravi perdite.

4

marzo - Nella regione della Marmolada nosfre batterie eseguirono tiri contro posizioni nemiche còn esito visibilmente efficace. Ad ·ori<mte di Vertoiba il nemico tentò ancora un attacco alle nostre linee. Il fuoco dei nostri cannoni r c•spinse l'alta.eco e disperse le truppe nemiche.

6 marzo - Nellà giornata di ieri un'azione eff:kace cJi ti~'o delle nostre n.rtiglierie venne continuata sul tratto di fronte cla Valle cli ;l'ravignolo all'alto · Cor clevole. 1'iri di interdizione furono eseguiti cla. nostre batterie contro fanteri e nemiche che t énta.ror10 attaccare le nostre posizioni alla testata cl i Val San P ellegrino.

10 11wrzo - Nella giomata clel 9 consuete azioni delle artiglierie. La ~ostrn eseguì effi caci concentramenti cli fuoco contro la stazi.one dì Santn Lucia di Tohnin o e nel settore cl\ Castagnevizza. In Val d'Adige ieri le artiglierie furono molto attive : la noslr-a tirò sulla stazione cli Calli.àno e su accantonamenti nemici ,1ttorno a Villa Lagarina. ,

17 marzo -

if!O· marzo - L'atti'Ì ità delle artiglierie va aumenta.nclo lungo tutto 1

il fronte. Azioni più intense si ebbero ieri nella zona cl el Tonale, in quella dei Pasubio, sull'altopi.a no di Asiago, nel settoù di Tolmino, ad est di Gorizia, e sul Carso.

25

I eri, sul Carso, dopo intensa preparazione di artiglieria, il nemico sferrò un attacco contro le nostre linee di Lueati. Il pronto· intervento delle nostre batterie respinse e disperse i nuclei nei11iei.

'111,(/.r'ZO -

29 11ui r zo - Sul Carso il nemico còntinuò ieri i suoi bombarda. menti contro le nostre linee di quota 144, sferrando attacchi in forze. Colpito in pieno dal tiro delle nostre artiglierie, venrie ricacciato sulle posizioni cli partenza da im'71cdiato contrattacco elci nostri valorosi fanti. .~l marzo -

Bombardament i nemici cli quota :144. e delle nosl:r e linee -

968 -


\

El~FE:MERIDE ..IRTJGLJER8,..;CA

tra il Faiti e Castagnevizza, a cui risposero energir·ame:11( e le nostre artiglierie.

4

aprilè - Sul fronte tridentino saltuarie azioni delle arliglierif\ più attive anche nella. giornata cli ieri. in Vtil d' .Acli~e dore, pc1· rappresaglia ad insistenti t _iri sn Al.a, rinnovammo il bombardamento delle opere militari di Riva, Arco e Royerdo .

6 aprile - In Valle Lagarina l'artiglieria nemica t·im~ovò i !slH,i tiri su Ala e su Pilcante, controhatluta dalle nostre batteri!, che con evidenti risultati colpirono p iù volte la. stazione f:er roviaria cli Calliano. Anche sul Carso la notte scorsa l'artrglie!·ia nemica, sviluppò un'in tensa azione di artiglie:i:ia e cli bombarde sull'altura cli quota 144; azione che Iu rcpressà dal pronte, r<ì energico intervento delle. nostre. 11 a1wile - Azioni di artiglieria, normali su tutto il fronte, permangono più vive acl ovest del. Garda cd in Val Lagarin·a. Jl nemico ha tirato insistentemente sugli abitati ~li Limone e il i ·Ala. Di riniando le nostre batterie hanno risposto con t iri di rappresaglia sulle linee nemiche_nei pressi cli Arco e cli Rovereto. 13 aprUe - Sul fronte tridentino, nella giorn11La del 12, attività delle artigli erie da Yal d'Adige a Valle San P ellegrino (.À.visio). I nostri p:iedii calibri esegu.irono efficaci ratnche cli fuoco contro la st;:tzione cli Calliano, ove si svolgeva.. un intenso movimento . rli trei1i. Sul f;rontc Giulio duelli di artiglieria nella zona cli Plava, ad òrien.t e del tonente Vertoibizza e nel settore settentrionale del Cai:·so. lì ajJdle - I n Valle Lagarina le nostre artiglierie rinnovaJ:ono ieri il bombardamento clel1a stazione di Calliano, producendo dann o a.gl i uffki, fugh e di treni e di autocani, sbnnclamenti cli truppt>. 18 aprile - 'ùa Adige e Brenta nella giornata ciel 17 l'azione delle artigli.cric fu più intensa . La nostra cli.strusse haraccamrnti nemi.ci sulle p endici di Zugna, hombaÙlò la st;1r.ionc di R.o,,rreto e disturbò i movimenti di truppe e di treni lungo. la rotabile e la ferrovia cli Val Sugana . Sul fronte Giulio l'artiglieJ.·ia avversaria si mantcime kr i partir:olarmen tr alti.va nrlla zona cli Go-

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969 -


Jèl•'FEMERlDE· ARTWLUmES1; l

r1zia . Fu energicamente èontrobattuta dal la nosh:n; qualcho granata cadde sulla, città. Lungo tutto il fronte azioni vivaci delle artiglierie : le nostre bersagliarono accantonamenti del nemico in Sacco (Va.1 Lagarina), cli.spersero nuclei di t ruppe sulle pendici settentrionali del Pasubio ed in taluni punti . del fronte carnico ribatterono i tiri delle artiglierie avversal'ie nella' zona e.li Gorizia e sul Carso.

21 (1rJ)rile -

f5 aprile - · Dal Sarca al Brenta le nostre artiglierie ribatterono con energia quelle nemiche e disturbarono i persistenti movimenti in Val Sugana . . Sul fronti'\ Giulio consneti duelli f:ra le opposte artigli_crie.

~9 aprile - Consuete azioni delle artiglierie, più intense sull'altopiano di. Asiago. Sul fronte Giulio l'artiglieria avversaria Cu alquanto attiva contro le nostre posizioni nella zona cli Gori zia e nel settore settentrionale del Carso. Le nostre bersagliarono alc:uni obbiettivi sulle prime linee e sulle retrovie.

4

Sul fronte fridentino l'attività delle artiglierie fu specialmente vivace sul Pasuhio, in Valle cl' Asti.co ed in Valle Travi.gnolo. Lungo il fronte Giulio tiri consueti.

maggi-o -

Nel bacino clell' Astico azioni vivaéi delle artiglierie: la nostra provocò una forte esplosione sulle pendici cli Monte Seluggio. Sul fronh' Carnico vivaci duelli di ar tigliei•ie e di bombarde dall'alto Degano aHa testata. <lei Chiarzò . Nella zona di Gorizia l'attività clcll'artigliE'ria ncmiea in questi giorni più intesa, ·ru ieri alqÙanto minore.

5 1naggio, -

In Valle Sugana la sera del 5 un intenso bombardamento nemico fu fatto crssar e dal pl'onto intervento delle not re artiglierie. Sul fronte' Giulio, invece, le artiglierie nemiche cli ogni calibro furono assai più ~ttive nel settore da. Flava al mare. Le nostre reagirono con vigore ed efficacia. ·

''/ ma,(l[ri.o -

.

'

10 maggio - Un alta.eco nemico a Cima d'Oro e a Dosso Casina, prepàrato da intenso f:noco cli ai·tiglieria, fu ributtato prima che le fan terie raggiungessero . le nostre linee. I eri a zioni di -

970-:-


B!l'!i'EMERIDE ARTIGLIERESCA

artiglierie e di bombarde lungo tutto il fron te, più ì•ivaci nel settore di Plava, nella zona cli Gorizia e sul Carso . 12 maggio -

Inizio della decima battaglia dell'Isonzo.

L'attività delle artiglierie mantenuhisi ieri normale nelle regioni tridentina e carnica, fu notevolmente più intensa lungo il fronte Giulio nel tratto da 'rolmino ai' mare. Nostri t iri aggiustati provocarono scoppi ed incendi nelle linee avversarie.

13 rnciggio -

14

mciggio ~ Sul fronte Giulio il bom bardamento assunse ieri mag-

giore intensità. Le nostre artigligrie mantennero sotto violenta azione di fuoco le batterie, le linee difensive ed i centri di vita del nemico . 1,5 nwggio - Sul fronte Giulio, da Tolmìno al mare, il fuoco di distruzione clelle nostte artiglierie e bombarde contro le poderose linee nemiche, raggiunse ne))a mattinat:;i.. di ieri una maggiore violenza, provocando vivissima reazione di numerose batterie avver~arie di ogni calibro. L'azione delle nostre fanterie continua serrata con l'efficace concorso di artiglierie e bombarde, che controbattono quelle attivissime del nemico.

Nella mattinata di ieri l'avversario reiterava sforzi con carattere di particola re violenza. nella zona. del V odice e a sud di Grazigna. Fulminato dai tiri precisi delle nostre artiglierie, le masse nemiche furono c011-trattaccate e disperse. Da Tolrnino al mare continua la lotta, di artiglieria.

18 mciggio -

20 maggio - Da Gorizia al mare perdu ra intenso il duello delle artiglierie; la nostra bersa·gliò movin'tenti cli truppe nemiche nella valle dell'Idria.

24

Ieri sul Carso; dopo dieci ore cli viol entissimo bombardamento, le valorose truppe della Hl Armata assaliro1}0 e sfondar ono le forti linee nemiche fla. Castagnevizza al mare.

maggfo -

25 manio - Sul fronte Giulio, da F lava al mare, la battaglia continua accanitissima. Nel tratto compreso fra il mare e la strada di Jamiano-Brestovizza le ardite brigate Toscana e .Arezzo e la seconda bersaglieri, sostenute da talune batterie da campagna,, che si spinsero intrepide fra le fanterie, ricacciarono il nemico

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971 -


El1'FEMERIDEl AHTrGLlERESCA

fin sulla linea foce Timavo-Flonclar-Quota 31 a, sud-est di J amiano.

26 1naggio - Ieri, dopo intensa preparazione delle artigliérie, proiungatasi ~no alle ore 16, le fanterie del VII Corpo cl' A.rmafa, si impadronirono cli Flonclar e Medeazza. -~

I eri, dall'alba a sera, continuò intenso il duello delle artiglierie su tutto il fronte di attacco .. A. nord cli Jamiano attacchi e contrat tacchi si succedettero con violenza, sostenuti dal fuoco delle artiglierie. A est ed a nord cli Gorizia intense azioni di artiglieria: la nostra, bombardò le conche di Gargàro e di Britof già centri cli rifornimento dell'avversario.

rna.ggio -

29 1naggio - Sul Carso grande attività cli artiglierie e di bombarde da. parte del neJ_Uico nella giornata · di ieri. Artiglierie d'ogni calibro concentrarono i loro tiri sull'altura di Quota 126 a sud di Grazigna. 1 gi1.1,gno - Notevole atuv.i tà delle a1•tiglicrie nel settore settentrionale del Carso e sul tratto cli fronte da Gorizia a Flava. 3 giugno - Il fuòco clf artigli eria, fu i.eri più vivac_e del consueto nella zona a nord e ad oriente di Gorizia e si mantenne insistente e, particolarmente violento nel settore settentrionaie <.lel Carso. A concentramenti di fuoco del nemico sulle nosb?e linee del-Dosso Faiti, seguiti da tentativi di pattugli e, risposero energicamente le nostre batterie.

5. giu9no - Sul Carso, dopo di aver portato alla massima inten~ sità il tiro della propria artiglieria col quale già da più giorni batteva violentemeute Je nost.re linee .avanzate, ieri il nemico lanciò le proprie truppe all'attacco dal Fai.ti al mare .

8 gfagno - Nella zona cli Tolmino la nostra artiglicrfa eseguì. concentramenti di fuochi sulla. stazione di Santa, Lucia, disperdendo convogli. nemici. 10 gù.igno -

Inizio della battaglia clell'Ortigara. .

.11 g'itigno - Sull'altopiano di .Asiago la .nostra · artiglieria bersagliò e sconvolse ieri in più punti le complesse opere di difesa del. l'avversario.

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972


.EWl~EMEIW)E ,\liTIGLlERESCA

14

gfogno -

rt

giiigno ~ Nella giornata. cli ieri il fuo co di a.rtiglieria f:u più vi-

Sul fronte Giulio, con l'appoggio delle sue artiglierie, il nemico ripetè ieri più volte · azioni di sorpresa a nord-est di Gorizia e sul Carso e a sud di Castagnevi2za. Le nosb;e artiglie1· ie rcptessero tali tentativi, eolpirono e dispersero con raffiche precise carreggi e truppe in marcia. nella ,·alle dei torrenti Idria e Baca, e provocarono lo scoppio di depositi cli munizioni nelle sue linee arretrate presso Selc. vace del consueto sul fronte carnico, dove le batterie nemiche cli medio calibro tirarono ripetutamente contro le nostre posizioni di Pal Piccolo e di P al Grande.

23 giiigno, - Sul fronte Giulio nostre batterie. colpirono più volte convogli ferroviari alJ.a stazione cli Santa Lucia cli Tolmi.no. Sul Carso le nostre vigili. batterie repressero ripetutamente segni cli attività, nd. campo avversario, consentendo proficue azioni alle nostre pattuglie. La lotta delle artiglierie fu ieri piuttosto vivace su tutto il f.ronte: a tiri avversari su A.la, rispondemmo colpendo ripetutamente la stazione cli Calliano.

f9 ghi,gno -

~

In parecchi punti del fronte la lotta cli artiglieria si mantenne ieri piuttosto vivace; alla test.ab del Seebach e nei pressi cli. Santa Lucia cli Tolmino nostri tiri colpirono con<.:entramenti cli truppe e movimenti cli nemici.

liiglio -

Durante la, giornata cli ieri le nostre artiglierie hatte1·ono con evidente efficacia movimenti di truppe e carreggi nemiei in Yal d'Adige, in Val Travenanzcs, alla t estata del Seebach, sulla strada cli Chiav:rno e presso A.isovizza, ad est di Gorizia.

6 foglio -

La nostra artiglieria disperse colonne nemiche in marda verso Monte Seluggio · e traini in Val Galmarara, colpi gruppi di lavoratori e di armati nelle alte vtilli clcl Fclla e <lel Seebach; fece cessare un violento concentramento cli fuoco nemico sulle posizioni del V odice e man tenne a varie riprese sotto i suoi efficaci tiri le lince nemiche ad oriente cl('] Faiti e ad ovest cli Sc•lo.

7 luglio -

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973 -


E~'FEi\1Ertrl)lD AR'l:I.GLrERESCA

10 . liiglio - Attacchi r1emici al Vodice, prececl:µti da violenti homba.rdamenti vennero frustì:ati dal pronto intervento delle nostre batterie c:he interdissero ogni avanzata ai reparti cli rinealzo. Le artiglierie spiegarono nella giornata. cli ieri considerevole attività. Le nostre di spersero colonne cli fantel'ia in marcia e carreggi in movimento.

1/IJ l1igUo -

La loti.a di artiglieria, mtmtenutasi generalmente moderata su tutto il fronte, si aecese a volte violenta fra il Dosso Faiti e Castagnevizza e intorno a Versic.

15 luglio -

16 luglio - Le nostre al'tiglirrie sui front.i tridentino e carnico colpirono in pieno baracca1nenti nemici al passo cli Monlicello ('l'onale}, provocandovi incendi, e dispersero lavoratori in regione cli Conca-Laghi sull'altopiano di Tonezza e sul Wischberg (Val Seisera). Sul. fronte Giulio eseguirono concentramenti di fÙoco su Biglia e Bodrez, batterono con raffiche bene aggiustate le trincee nemiche frn Canale e Morsko, sorpresero e dispersero auto-colonne e salmerie in movimrnto sulla stra.da Santa Lucia-Chiapovano e sull'altopiano della. Bainsizza. 18 luglio - In risposta a ti.ri di disturbo dell'artiglieria nemica, la no.stra eseguì pronta reazione, effettuando inoltre, un concentramento cli fuoco su Nabresina, provocandovi un incendio.

M li1,gZ.io - l-A' nostre artiglierie provocarono un incendio in una galleria, nemica sul Colbricon, danneggiarono a colpi cli bombarda le difese · cli un posto aYanzato avversario sul Monte Piano, dispersero· lavoratori intenti n riattare il ridottino distrutto ieri sul Potoce (Monte Nero), e colpirono intensi movimenti nri dintorni di Santa Lucia di Tolmino. Sul fronte Giulio scamhi cli raffiche cli artiglieria, più -frequenti e nutrite nella conca di Plezzo e sul Carso, ad oriente (li Jamiano; sull'altopiano cli ~ronezza nostre batterie colpirono in pieno In sede cli un Com'ando austriaco e provocarono l'incendio cli un deposito nemico di esplosi.vi sul Colbricon.

25 lur;lfo -

I combattimenti cli artiglieria furono ieri alquanto viva.ci tra la Zugna Torta. e la Vallarsa, nell'alta Val Dogna, sul Rombon e sul Dosso Paiti.

28 lnglio -

-

974 -


EFF,KMERlDID ARTIGLlERESCA

4 agosto -

Durante la giornata di ieri si sono rinnovate su tutto il fron te saltuarie azioni cli artiglieria.

~ Sul Carso nostri concentramenti di fuo co produssero danni e molestia all'avversario, che reagì con t iri di rappresaglia: rispondemmo con precise e pronte raffiche delle nostre batterie.

8 cigosto

if <tgosto -- Sparse azioni di artiglieria, più frequenti sul fronte Giulio. La stazione cli Santa Lucia di Tolmino e gli adiacenti impianti ferroviari, fatti bersaglio a nostro concentramento di fuoco, vennero seriamente danneggiati.

17 agosto -

Inizio dell'undicesima battaglia dell'Isonzo (battaglia della Bainsizza) .

19 agosto - Dall'alba di irri le nostre batterie battono con violenza le posizioni avversarie dal Monte Nero al mare. 22 agosto --< La battaglia continua'- aspra e senza posa. Lungo l'intera linea cli battaglia l'azione delle nostre a'l'tiglierie, intimamente collegate coi graduali progressi delle fanterie, procede energicamente ed efficacemente. ,

iè6 agosto - Nei combattimenti dal 19 al 23 si sono fra tutti distinti pe:r· valore ed ardire : ... , il 9° e il 13° Raggruppamento bombardieri. <27 agosto - Sull'altopiano della Bainsizza l'intensità della lotta è aumentata. Nostre batterie, spintesi arditamente. avanti, concorrono a travolgere le resistenze nemiche aprendo la, via alle · valorose fanterie. B 8ette11ibre - Su tutto, il fronte azioni prevalentemente cli artiglieria, più intense ad ovest cli Gorizia e sull'altopiano ca:rsico.

8 settenibre -

Sul Carso combattimenti cli artiglieria.

10 settembre - Nella regione meridionale dell'altopiano carsico l'::tttività delle artiglierie si.. mantenne ieri molto grande.

15 sette-n,ibre - Azioni di artiglieria cli notevole intensità su alcuni tratti elci fronti tri'clentino e Giulio. -

975 ,-


EFF'illMERIDE AR'l'IGLIER0SCA

82 settembre - Nella giornata di ieri, lungo tutto il fronte, vivaci duelli di artiglieria, più intensi nell'alto Cordevole, in regione Kd (altopiano della Bainsizza) e nel settore di Selo (Carso). 25 ottobr e - Dal giogo dello Stelvio al Monte Rombou moderata azione di artiglieria . Uri tentativo di attacco preparato dall'avversa.rio nella regione del Monte Nero mediante il bri.lla mento di una mina, fu annientato dai t iri di interdizione delle nostre batter ie.

28 ottobre -

Nella notte sul 27, in regione Tonale, ie al'tiglierie spiegarono azioni particolar mente intense. Alle preeise raffiche delle nostre batterie sulle sue posizioni, l'avversario rispose concentrando violen to tiro a granate incendiarie. sull'abitato di Ponte di L egno.

5 ottobre -

Frequenti e vivaci tiri delle opposte artigli erie ~mll'altopia-no di Asiago; anche nella region e ci el San Gabtiele le artiglierie si mostrarono molto a.ttive. Sul Carso tiri cli artiglieria nemica futo no frenati ·da.U'intervenfo pronto delle nostre batterie obbliga.udo quelle avversarie a tacere.

9 ottobre - La sera clel 7, dopo intenso bombardamento, il n emico attaecò le nostre posizioni sul massicci.o di Costa.bella : fu subito arr estato dal ptonto intervento delle nostl'e artiglierie e dovette r ipiegare lasciando sul terreno n umerosi morti.

10 ottobre -

Ffit. Adige e Brenta. e sull'altopiano dE:'lla Ba:insizza ieri si ebbero vivaci du elli di ar t igli eria. Sul Carso il n ern ieo rffc•ttuò diversi concentramenti cli fuoco nella zona di Cnstagnevizza fac:c ndoli seguire da tentativi di. attacco, che però furono t utti respinti dai. t iri precisi delle nostre battcrir,.

13 ottobre - Ieri sul fronte Giulio l'attivihì,. _delle ~rtigliel'ie fu v_iva dal Rombon nl rnnec. Sul Carso nostre batteriè disperser o truppe twversarie i n marcia. ad oriente di Castagnèvizza cd incendiarono un deposito cli munizioni nell a regione di San Giovanni. Dal Monte Nero al Tnare l'artiglieria. avve1·saria fu 17 ottobr e ieri molto attiva, ma v(;mne ovunque efTicacemente conh·obattiita dalle nostre batterie.

- 976-


EF'FEMERIDE ARTTOUERESCA

Sul fronte Giulio le artiglierie nem·iche mostrarono una ce1·ta: irrequietezza; le nostre le controbatterono con raffiche ben aggiustate cd eseguirono qualche concentrameuto di fuoco.

2{ ottobre -

22 ottobre - La lotta delle artiglierie, mantenutasi iel'i viva su t utto il front.e, fu particolarmente notevole nelle zone di Pll'ZZO e di Tolmino e a. sud del Vippacco.

24

ottob·re - Nella scorsa notte, l'intensific;azione di tiro su vari tratti del fronte Giulio e un violento bombardamento con la ego impi ego di proietti }1 gas speciali tra il Rombon e la regione a nord della Bainsizza, hanno segnato l'inizi.o dell'attacco austroteclesco; verso l'alba, causa il mal tempo, il fuoco nemico è s<.:cmato d'intensità. Con esso rallentarono le violente raffiche di risposta delle nostre batterie.

2 novembre -

4

Seambi tli colpi di a,rtig'lieria sul Ta.gliarncnto.

novembre - Lungo la linea del Tagliamento attività delle ar tiglierie dalle opposte r ive del fiume.

9 · novernbre -

Convegno di Peschiera colÌ'intervento di S ..i\L il Re.

12 noM11ibre - Sull'altopiano di Asiago il nemico ritentò ieri l'attacco delle nostre linee lungo il tratto Gallio, Monte 1:,onga,ra, Quota 1.674, Melctta cli Gallio. L'azione avversaria, ebbe un completo fallimento sotto il vi.olento ed efficace tit·o delle nQstré 'batterie. Nella pianura del Pia ve vivace attività delle artiglierie.

14

novembre - Lungo il Piave l'attività delle artiglierie è andata aumen(ando.

16 1101:embre _~ Dall'altopiano di Asiago al Piave il nemico ha. fatto reiterati tentativi· di attacchi facendoli. precedere da intense azioni cli artiglieria. Le nostre truppe, · sostenute dalle nostre batterie . hanno resistito ovunque con grande bravura. lì novembre - Continua la lotta. sull'altopiano cli Asiago . In piano ieri il nemico forzò il passaggio del Piave protetto da un violentissimo fuoco di artiglin·ia, riuscendo a. portare parte delle sue fanterie sulla destra, a Folina cd a Fagarè. L'intervento

62

977-


E!tJ,'E\fEIHDE ARTIGUEBESCA

energico delle nostre artiglierie annientò i reparti che· aveyano messo piede sulla sponda destra del Piave. Si distinsero in modo speciale le ba.Ucric 2•, 3"' e 4;a del 51° Reggimento cli artiglieria c]a campagna., e la 2" e 1'8" ciel f3° Reggimento cla campagna . 21 no·,;embre - Nella giornata cli ieri in!;ensa attività cli artiglieri.tt su tutt o il fronte. Nella zona litoranea, prestarono valiclo concorso i pezzi della R,. Marina cd ì monitori inglesi.

24. no1;e1nbre

- Dall'altopiano cli Asiago al Piave il nemico, senip:re appoggiato da intensi bombardamenti, ha continuato nene sue puntate, che sono state fermat e e travolte cl~,l tiro delle nostre batterie e dalla r eazione delle nostre valorose fanterie.

26 novembre .- I eri masse avversarie, sostenute <.la formidabile fuoco di art iglieria, ritentarono l'attacco delle nostre posizioni fra Brenta e Piave. Sul Pertica, a :Mo:o,te Casonct, a Col dell'Orso e sullo . Spinoncia, lé truppe attaccanti furono lettera!. mente falcia.t e dai n_o stri tiri d~ a_rtiglieria lasciando il -terreno coperto di cadaver i. 28 no·,;mi~bre - Sull'altopiano di Asiago, nella conca cli P rimolàno, a nor d cli Col della ·Be1:retta e ·s ul medio Piave, le nostre batterie,· coa,d iuvate da squadriglie aeree; hanno eseguito concentra. menti cli ·fuoco su amma,s samenti cl i tru ppc e niovimen ti n ern ici.

'.

30, novembre .- La lotta cli artiglieria, che si vi ene . intensificando su tutto il fronte, è stata spe_cialmente vivace in regione Melette

(Altopiano di Asiago) e nella pianura del Inedio e basso P iave.

t cUomnbre - Il fuo co cli artiglieria, è continuato con noteYolc intensità su tutto il fronte ; quello nemico fu specialmente violento dal Monle Sisemol al Monte Castclgom~erto . Sull'altopiano cli .Asiago le nostre batterie dispersero qua" e là, ammassamenti e colpirono efficacemente movimenti. nemici segnalati fra Piave e Piave Vecchio. 8 chcemlJre - Dall'altopiano_ di Asiago al basso Piave l'intensità · del fuoco cli artig-Jieria seguita a mantenersi elevata .

4

clioembre -

Durnnte la giornata cli ieri l 'nltivihì, di a1:liglie1'ia, -

978 -


GFF·rn~mlt.JDJ,; ARTIGL IE llESCA

continuò a mantenersi intensa sull'a.ltopiano cli Asiago; si mantenne invece moderata lungo il Piave e cla Vidor al mare. Sull'altopiano cli Asiago, il nemico, valendosi di un formidabile schieramento di artiglierie predisposto, ha iniziato l'attacco delle nostre posizioni. P rccccluto da tiro cli distruzione iniziato nella not½e e continualo violentissimo per parecchie ore, e accompagnato da pod erose raffiche cl'intel'dizione, le masse attaccaùti hanno attaccato le McJelte. Solo con intense cortine di sbarramento effettuate da nostre batterie, gli attaccanti sono stati fermati e decimati.

5 clicenibr e -

6 <lio<mibre -

Le nostre posizioni ·di Castelgomberto e della Meletta di Gallio fu r ono ieri teatro di lotte epiehe. Le nostre artigli erie di piccolo calibro furono meravigliose nei loro fuo. chi di sbarramento e di repressjone permettendo alle valorose nostre fanterie cli sostenere validamente la lotta impa~·i cedendo paimo a p_almo il terreno . soltanto quando, guernite dai nostri la retrostante linea di difesa, veniva dato l'ordine di ripiegamento .

8 clieem,bre - . Tra Asiago e la, testata cli Val Frenzèla ammassa~ nienti di truppe avversarie sono stati ieÌ:i battuti a lungo da concentramenti di fuoco delle nostre batterie cd hanno servito da obiettivo alle grandi azioni cli bombardamento compiute · dalla nostra avia2ione. Lungo tutto il fronte azioni di artiglieria, con intensi cluelli di fuoco tra Breutn,, e Piave, e noteYole attività delle battèrie avve.esarie controbattùtc dall e nostre.

11 dùfembre -

13 dicem.Dr e - All'alba cli ieri le artiglierie hanno 1·iacc:esa la lotta, .fra Brenta e Piave con grande , •ecmeu:,m. Sul Monte Tomba e lungo il P iaYe, a sucl dc>l Ponte della P1·inla, s i ebbe saltuariamente· intensa attività cli artiglietia.

16

Nella r egione tra Brenta e PiaYe le azioni cli artigli()ria hamio in massima conservato carattere di tiro di molestia. Le nostre batterie, a lungo ed a .parer.chic ri11rese, hanno temito sotto il fuoco di int'erclizione le posizioni sgombrate il giòrno precedente sul Col Ca.prile.

dioe1nbre -

-

979 -


El<l•'EMERTDE AR'.r1ca,1ERESCA

18 cl:ioembre ~ Nella gioi-nala cli ieri, settima della battaglia fra

Brenta e Piave, tutta l'attività nemica v~nne concentrata. nella regione <lei Solaroli. Dopo intensi ùombardamenti, le fanterie vennero lanciate all'at.tacco: le prime che avanza.vano dalle pendici sud-orientali del Monte Spinoneia, colpite in pieno dalle nostre artiglierie e ch1 efficacissimi concentramenti cli fuoco, dovettero sospendere la loro azione e rientrare nelle loro linee.

In Val Camonica, ad 01'iente dell'Astico e snl fronte Monte Tomba-Montello t.Lri di molestia, delle opposte artiglierie furono più vivaci e frequenti.

fl dicembre -

~ clioembre -

Sull'altopiano cli Asia,go ieri la battaglia è continuata accanita fiµo a sera; col cadere della notte è diminuita d'intensità. Le posir.ioni di Col clel Rosso e di Val Belia furono contese al nemico con grande eroismo. Duranle l'azione centinaia, di cannoni nostri hanno, senza posa, fulminato le truppe avversarie disperdendo gli a.mmassamenti al tergo della linea ed arrestando l'avanzata dei rincafai. Lungo ·tulto il fronte sole azioni cli artiglieria, più intense sull'altopiano <li Asiago, dove le nostre batterie hanno· eseguito efficaci concentramenti di fuoco e tenuto sotto interdizione· parecchi tra iii della linea nemica.

~ì dice1nbré -

f8 dicem.b re - Dal Bren ta al litorale si ebbero sole ar.ioni di artiglieria: nostri me~lii calibri co!pirono ·Un campo di aviazione nei pressi di Conegliano; un nutrito fuoco di bombarde distrusse quattro passerelle a Zenson.

19 1 8

1 gennaio- ·_ L'ansa di Zcnson, dopo quattro giorni di lotla, per effetto di azione di fuo co d i artiglieria e di manovra di reparti cli fanteria, cadde ieri in nostro pieno possesso. Lungo il r imanente fronte l'azione delle opposte artiglierie si mantenne in genere moderata. Le nostre spiegarono maggiore attività sull'altopiano di Asiago e quelle nemiche nel settore Monte TombaPiave. -

980 -


EFFI,MER ll)E' ,\lt'rIOLlEHESCA

4

Ic:d si · ebbero nostri concentramenti <li fuoco in Val Lagarina, sul Col drlla Berretta e in regione Cismon; e magg iore attivihì, delle. batterie nemiche conlro le nostre posiifoni dell'Altissimo (est del Garda) e sulle retrovie di Monte PalloneMonte Tomba.

gennaio -

Sull'altopiano cli Asiago efficaci tiri di nostre batte- . rie su caueggi e truppe avversarie in marcia nelle retrovie. In Val Frenzèla e in V'al Brenta nostri concenLramrnLi di artigliet'ia sulle posizioni avversarie. Battcriè inglesi e franct'si batterono ripetutamente le retrovie nemiche tra Viclor e H Ponte tleHa P riula .

"ì genncl'io -

11 gennaio - F uoco cli arti.glieria, a tratti più i1Ùf'nso, in Val Giudicarie, lungo il fronte drll \1 ltopiano tli .Asiago, E! nella i·cgi.one Col Càprile-Montc Pertica-Monte .Asolone..A.cl ovest cli Cavazuccherina un nostro efficace concentramr~nto cli fuoco di bombarde obbligò il nemico a sgombral'e alcuni clementi cli tl'incee. 13 gennafo - Ieri le nostre artiglierie hanno battu to reparti di skiatori e nuclei esploranti nemici ad oriente del Tonale e sul1'Adamello e truppe in marcia sull'altopiano di Asiago ed in Val Stfazone. Batterie britànniche hanno preso ripetutamente in pieno appostamrilti di artiglieria. nemici. sulla sinistra del Piave. L'artiglieria avversaria fu più insistente nella zona clel1' Asolone, sul saliente del Solarolo e sul Medio Pia ve. I eri le nostre artiglierie eseguirono concentramenti sui rovesci cli Col Caprile e cli Col cl ella Berretta : quelle nemiche, più vivaci contro le pendici sud-orientali del Montrllo, furono controbattute cla batterie inglesi.

18 genna.fo -

Brevi e intensi duelli <li artiglieria nella regione di Monte .Asolone. Tiri cli batteri e inglesi provocarono un grosso incendio entro le~ linee avvcrsal'ic a sud cli Sernaglia.· Lungo il Pia.ve la nostra artiglieria controbattè efflcacemente quella nemica e disperse carreggi e pattuglie a.vvei·sarie nei pressi e.li Stabiuzzo e Le Grave.

20 gennaio -

27 gennaio -

L'attività delle artiglieri<::, diffusa l ungo il fronte, fu -

981 _.:._


EFFJi;MERIDE AR!J:WLIF.RESCA

sc·nsibile in Val Lagarina, sull'altopiano cli Asiago e sul meclio Piave.

f89 r;e·nnaio - All'alba cli ieri le nostre fanterie, çol GOncorso cli art iglierie nostre ccl alleate che hanno battuto effi~aeemente il tel'rrno di attacco, hanno dato l'nssalto a. posizioni nernid1e a est di Asiago, conquistandole.

31 gennaio - Ieri le nostre• batterie tennero sotto il loro tiro le retrovie avversarie, colpendone incessanlemrnle i passaggi obbligati. Il nemico trntò ic·ri confrat.tacchi, ptepaeati dal fuoco di numerose artiglierie di tutti i calibri, alle posizioni di Col d'Echele, Col Del Ros.so e Valbclla recentemente eia noi conquistate. Prima che gli. attaccanti toccassero le nostre· linee caddero sotto un violento fuoco di sbarramento delle nostre batterie obbligandoli a, l'etroceclere.

1 febbraio -

6 f ebbraio - Nella zona del canale cli Brenta r lungo il Pi ave sensibile attività delle opposte artiglierie, la eui azione si mantc•nne normale sui tratti dc:l rimanente fronte. 9 feliliraio - Vivaci du elli. e forti concentramenti cli fuoco delle opposte a,rtiglierie nel fondo di Val Brenta e nell e zone cli Monte Mrlag·o e di Monte Asolone. Violentissimi eoneenhamenti di fuoco di ai:-tiglirr-ia r puhtate cli fanterir nemiche si ebbero iC'ri conb:o le nostre posizioni cli Monte Valliell:.1 e Col ciel Rosso . Il p1'onto jnLl'l''vc•nto clrlle _nostre· baltcrit• soffocò subito ogni velleità Mmica.

11 fe/Jbrcdo -

l'ì feb7Jraio - Vivaci azi oni cli artiglieria a oeeidentc· del Garda. Aci oriente del Brenta e sul mrclio Piave le nostrr balteriP eoncentrarono efficacemente il fuoco su truppe ne'm ic·J,e in movimento ad est clella Val Frenzèla E: sui rovesci cli Col dc•lla BrrrcLta. Artiglierie pesanli. lreitannirhc eseguirono coh eecellenlr r isultat o tiri cli ccmteohatteria cli fronte al Montello . 19 f ebtraio - Nella giornata cli ieri la lotta dell e artiglierie ~i mantenne sensibile verso il rnargine otientale drll'altopiano cli Asiago e ad intervalli .si sviluppò anelw in Valle Giudic:arie, -

982 -


EWF'illMERIDE AR'l:IGLlERESCA

nel settore del 'Posina-A.stico e a sud del ]?onte clell~ Priula. Nostre batterie aprirono cli sorpresa il fuo co su forti nuclei nemici in Val Galmarara e in Val di Seren obbligandoli a disperdersi. Batterie francesi opera,rono efficaci concentramenti sul propdo fronte . 22 febbraio - Lot ta di artigli eria poco· intensa dal.lo Stelvio alFAstico e più vivaec su qualche tratto dcl,- r i manentc fronte : no- · stre batterie eseguirono eonccntramenti cli fuoco su t ruppe avversarie nei pressi cli Foza e sulle pendici nord-occidentali del Monte Grappa, e eontrolx1tt.c•1·0,no energica mente aetiglierie nemiche nel settore Val Frenzèla-Val Brenta.

Nel settore P osina-Astico urt- insolito movimento in qualche .tratto. delle trincee avversarie, richiamò emcaci raffiche delle .nostre batterie. In Val cli. Scren una, colonna nemica · ìn marcia cadde di so1·presa, sotto: il fuoco delle nosttc ;irtiglierie e su?ì perdi.te visibili.

26 febbrafo -

4

mar.zo - Lungo il fronte modesta lotta cli artigli.cric, pw vivace clall' A.stico al Brenta, e dalle pendici orientali del Monte Grappa al Piave. Kostr-e hattede eseguirono tit'i ben riusciti su} set- · tore di Val F1•enzèla-Val Brenta e disperse1'0 lavoratori nemici a, nord clel lago di Leclro.

Malgrado il ma.Jtr.mfo, che ridusse sensibilmente . l'attivihì, cl elle artiglierie, tutta via, nostre ba.tte~·ie tirarono con qualche in sistenza su tnippe· nemiche avvistate in movimento in fondo V:tl Brenta e nella regione cii Col clelfa Berretta·. Raffi che di, artiglier,ia ve.nnero scambiate in Val Lagarina e nella pianura. a sud cli Ponte cli Piave.

ì' mCl'rzo -

11 1na1·zo - Dallo Stelvio al Garda saltuarie azioni cli artiglieria. Nostre bat-tet1e, valrnclosi ci ell.'efficace ossenazi.onc ciegli aeroplani. provocarono un ine;rndio in una batteria nemica, batterono lavoratori a cst di Salec:ol, dispersero ed affondarono galleg·gianti ccl imbatcazioni cli fronte t1 Fagarè. 0

15 marzo - Lung~ tntto il fronte attività eombattiva assai moderata . La lotta delle artiglierie f:n ad ·int4?rvalli più intE·usa in

-983 -


Val Camonica,. nella zona sud-or ientale del Montello ed a <:avallo del basso Piave. 19 · marzo - Azioni di artiglierie saltuarie e po,co intense lungo il front~ montano e più frequenti, nella pianura da Zenson al mare: vivaci duelli di fuoco nella regione Valdobbiader;e-·~fontello. ·25 ·marzo - Le opposte artiglierie si sono ieri contr~hattute vivacemente dal Garda al Brenta con azione moderata sul restò del fronte.

28 mcwzo - Nostre artiglierie hanno battuto içri truppe nemiche in movimento sulla rota,bile ad est cli Badenecche, e provocato lo scoppio di un deposito cli munizioni.· 30 marzo - Discreta attività deJle opposte a,rtiglierie in Val Camonica, a sud ciel Rio Ponale (ovest del Garda) ed a cavallo del1'Astico. Nostre batterie colpirono traini nemici in Val San Lorenzo, movimenti cli truppa a nor.cl di Cortellazzo e provocarono lo scoppio di un deposito di munizioni a nord di Salgareda. Insistenti tiri cli molestia sulle nostre posizioni dell'altopiano di Asiago da parte dell'avversario. Di rimando nostre batterie dispersero nuclei nemici sulle pendici oceidentali clell'Ortler, colpirono truppe in marcia nelle r etrovie e carreggi in movimento cla Susegana a Conegliano .

5 aprile -

.9 civrile .- Nella conca cli Asiago nostri tiri di controba.Lteria provocarono esplosioni ed incendi nelle linee nemiche.

10 aprile - Le opposte a,rtiglierie si controbatterono ieri più vivacemente fra Astieo e_Brenta, e nostre batterie eseguirono concentramenti cli f:uoco nelle Giudicarie e nella rcgi0ne nord-ovest del Monte Grappa. ti aprUe - Ellìcaci tiri della nosti•a artiglieria in Val Lagarina; colpimmo in pieno un treno , militar e alla stazione di Rovereto e incendiammo depositi a Mori.

~O a,prile - La nostra artiglieria. ha battut o con visibile efficacia le posizioni ane.esarie dell'altopiano di Asiago e tenuto a lungo

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984-


EFFEMERlDID AltTlGLlEHESCA

sotto il tiro numerosi nuclei nemici che per sottrarsi alla, piena del Piave, tentavano cli sgombrare le Grave cli Papadopoli. ;è(; aprile -'- Duelli di artiglieria ::1bbastanza intensi sull'altopiano

di Asiago e in Val Brenta : il nostro tiro provocò incendi ed esplosioni nelle postazioni delle batterie avversarie della conca di Asiago e del pianoro cli Fo.za . Azioni intenSl} dell'artiglieria avversaria nella zona clèl Tonal e, su qualche tbtto dell'altopiano cli Asi~go e lungo il basso Piave. Nostre· 'batterie dispersero trnppe sul Doss dei Morti (Giudicari e), ~:olpirono treni nelle stazioni cli Pl'imolano, di Susegana e di Conegliano.

. 2 1naggio -

Maggiore frequenza ccl intensità di tiri cli molestia nemici in Val Lagarina, in Val cl' Astico e nel settore cli Fossalta. La nostra artiglir1.'ia disperse nuclei cli portatori in regfone Stelvio; battè efficacemente la stazione di Rovereto ; colpì treni alla stazione cli Conegliano; provocò una violenta esplosione sulla sinistra del Piave di fronte a Nervesa.

5 nuiggio -

7 nwggfo - L'attività dell'artiglieria nemica, all'infuori di qunlche azione di molest ia suJle linee e caseggiati cli Val Brenta, si limitò a tiri sparsi e saltuari. '.Nostre ba.tterie esegu irono coneentramenti di fuoco su truppe in marcia a sud di Cismon. L'a,ttività delle opposte artiglierie si rianimò a tratti nella c~nca di Asiago, sulla sinistra clcl Brenta, intorno al 1fontcllo e nella. r egione Maserada.

9 magg-io -

14

nuiggi.o - · Vivaci azioni delle opposte artigliC'rie in regione To-

nale, in Val Lagarina, s·ull'Asolone e a norcl del :Montrllo. Nostre batterie dispersero ~d inseguirono col tiro nuclei armati in Val Genova, ricacciarono riparti che si avvici.navano a. Monte Como in Vallarsa. Fugarono lavorat,ori sul Pasubio, colpirono treni alla stazione di Primolano e movimenti sulla. strada cli Col Ca,prile e nella c011ca di Alano.

15 maggù> -

17 maggio - Nostri efficaci tiri di controbatteria e di molestia nei tratti cli frontr ove l'a.ttivilà avversarja fu più intensa : al To-

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985-


El~Ii'E:M l~RTDE ,\R'rIC:.LI.ERJ,SCA

nale, in Val Laga:r.ina, in Vallarsa, nella Conca di Asia go, a cavallo del' Brenta e lungo il Piave, fra Zenson e Oapo Sile. 1D maggio - Le opposte artiglierie si contr obatterono con maggiore vi'vacità, in Vallarsa e ·sull'altopiano cli Asiàgo; feù maggio -

Nostre batterie furono particolarmente attive in Val di Sole è nella r egione ad oriente ùel Lisser .

2:2 mciggi.o - La intensità cli azione delle artiglierie· si sviluppò ieri ovunque: acl oriente di Ponte di Piave e di Zcnson i nostri tiri, diretti contro batterie avversa.rie, furo no particolarmente efficaci. f:5 m.aggio - Le artiglierie iniziano il tiro prrliminarc e cli distrltzione sui dispositivi nemici nella zona del 'l'onale. L:-1 (lisorganizzazionc! clri Oornancl i e dei centri .vitali, la. neutralizzazione dell e . batteri.e, l 'intc•rclizione delle comunicazioni, ia distruzione delle difese e un vasto incendio provoC'ato negli abitati cli P izza no e· di S. Cal:erina pteparano lo sca.tto cl elle nostre fanterie- che avviene all e· ore 11,30 della giornata.

26 m,aggio -- Continua un intenso fuoco di distruzi one sul Passo Pantcl iso. e sulla c1:·esta del MonUcello (To:q.ale). L'azione delle artiglierir si manti enr normale su quasi tutto il- fronte. con una maggiore vivacih), sul bnsso Piave. La battagli~ flrl Tonale-Con<·a, Presèna. è terminata co11 p rrcl itc notevoli inflitté all'avv<>rsario. L'ammirevole cooperazione delle artiglierie. e lo s'lancio drll'altaeco hn nn0 r eso assai _li('vi le perdite da noi subite. .

f!"f nwgg'Ì<J -

30 magyio ~ Sal tuari eomlrnttimenti di al'tiglicria si c•bbl·ro ieri nc 1le Giudicarie in Val Lagarina, in Vallarsa e s1Ìll'altopiano cli A.si ago; oprrr. difensive · e movimenti 11rrnici vrnnrro eflì ea.C'emente hrt·saglia:ti tlalle noslre batte.r ie. 0

1 gi ugno - 'l'ra Gar·da, e Adige, sulJ'a..ltopiano di Asiago ed a ca va Ho del Brc•nta i cluc·lli cli artiglieria E'blwro fasi cli quakhe intensità : t iT'i (](':ne• a t tiglierie britanniche _provoearono incPn<l i nei depositi Mmic;i di Mezza Selva (Rotzo). -

fJ86 -


EFFEMERIDE •.\.R'fJGLIEHESCA

4

La nostra ai:-tiglieria, ha battuto ieri con efficacia con- . ccnlram.cnti di fuoco le prime linee, vie di comunicazioni e centri vitali nemici in Val Lagarina, sull'altopifl no cli .Asiago e in · vari tralii dalla rh a sinisi:ra del Piave. gù.1.gno -

1

9 giitgno - Lotta di a:rtigliei:-ia alquanto intensa clall' .Astico al Piave e moderata sul :r;imanente del fronte. L'azione « Lawine ,, nella z0na T onale è nettamente stroncata clal tempestivo e violenfo tiro delle nostre artiglierie. Micidiali concentramenti di fuoco delle nostre batterie cl i tutti i calibri arrcstai'~no ovu nque l'avanzata nrm ica dcacciando ovunque ogni tentativo d'invasione.

13 gi•n gno -

Dall'alba d i stamane il fuoco dell'artiglieria nemica, fortemente controbattuto dalla nostra, si è intensi fi rat~ clalla Val Lagari na al mare. Sull'altoph1 no di Asiago, ad oriente del Brenta e sul medio P iave la lolta di fuoco ha assunto e mantiene carattere di estrema violenza . Nella zona del Tonale le nostre vig_ili batterie tennero ieri sotto il tiro le fanter i~ avversarie, impedendo loro ogni tentativo cli rinnovare l'attaceo.

15 [Jfogno -

16 g11.1.g1w - Una. grande battaglia è cla ieri rn eorso sul nostro fronte. Le nostre artiglirrie, ch r. già a vevrìno aecortamcnte prevenuta. la preparazione avversaria con tempestivo e micidiale tiro cii' contropreparazione, proseguono co.n opportuni. tiri di sba:rramento a diminuire il to1:rnento sopportat o dalle 1wstre fantcl'ie per effetto dei bombardamenti nemici.·

19 ,r;ù1g110 - Le nostre artiglierie con micidiali ·concentramenti ili fuoco contim1ano a non clar trr·gua alle masse nemiche ferme lungo la linea di battaglia e in movimento sulle l'etrovie. Fra. futla l'artiglieria nostt·a cui. spetta il vanto cli avere spez~mto il primo impeto nemico, spceiale onore va reso alla, 7" ed all'8" ba.ttrri:L del 56° reggimrnto da campagna, che restate impertrrrite sul Col Moschin circondato, s i opposc·1.·o al nem ico sopra un'un ira linea nrlla qunle a fato dei cannoni, art:iglic•ri e fanti gm:· eggiatono in IJravurn . Alla stessa sorte si accomunarono la, 3" batteria clel 50° artiglieria da r-ampagna e la 61" e 152" bat,

-987 -


El<'l•'EMERlOID ARTIGLlERFlSCA

terie da montagna, la quale ullima prese saldo posto nell'eroi ca schiera che tenne ìl giorno 15 la difesa di Col Moschin. · Lungo il fronte cli battaglia, le nostre artiglierie continuano a battere intensamente l'avversario. Per il valoroso contegno tenuto nella baUagfot meritano l'onore di speciale citazione - oltre alle numerose brigate di fanti - 1'8°, il tH e il 45° reggimento artiglieria da campagna, 1è batterie cht campagna 3" del 34° reggimento, e 5a del 37°, la 14• batteria obici pesanti ca,mpali, la 462" batteria cli assedio.

23 giugno -

0

24

.Addossato al Piave, fulminato senza tregua dalle nostre artiglierie di ogni calibro, l'avversario, dopo essersi disperatamente mantenuto sulla destra del fium e, ha ini.zialo, la noltc sul· 23, il ripiegamento sulla sinistra.

gfo,gno -

t6 giugno - Tutti i bombarclie1:i combatterono con grande valore in tutta la battaglia'. Il 2° r eggimento bombardieri e specie il CV Gruppo meritano l'onore di speciale menzione.

Sull'altopiano di Asiago, dopo minuziosa ecl efficacissima preparazione di artiglierie, le nostre valorose fanterie hanno· riconquistat e le . posizioni di Col del Rosso, di Col d'Echelc e di Val Bella, dove le masse nemiche, Caleiatr dal tiro di artiglieria, furono obbligat e l); r etrocedere, Le nostre perdite, mercè la grande decisione nell'attacc9 e la cccell~nte coopera- . zione delle artiglierie, sono state assai lievi.

1 li~gZio -

Sparse azioni cli a!·liglicri.a, p iù intense e (requenti sull'altopiano di Asiago e nella regione occiclental~ del Grappa.

10 btiglio -

16 luglio - Nella regione clel . Gt'appa (Solarolo) nostri r eparti, appoggiat i clal fuoco delle nostre batterie, consrguirono qualche vantaggio, che venne però limitato dal pronto scatenarsi di un ver o uragano di fuoco di mcdii e grossi calibri sulla dorsalr Col dell'Orso-Solarolo. 'ìO luglio - Intense azioni esplicate a intervallo in Val Camonica, nella zona del Pasuhio, sull'altopiano di .Asiago e ad oriente del Montello.

2.:-,

luglfo -

Duelli cli artiglieria, più insistenti nella zona del To-

-

988-


El?FEMl~RID1'1 AR-'.rIGLIERESCA

na.le, in Vallarsa e sul margine orientale clell'allopiano di Asiago: nostre batterie provocarono incendi in Val di Genova, dispersero truppe e <:arreggi in movimento in Val 'l'rafoi (Stelvio), in regione di Val Brenta e sul pianoro cli Foza.

28 luglio· - EfTìcaci concentramenti <li fuoco clelk nostre batterie · in Val Lagarina:, in Vallarsa e in Val Brenta, f! ('Onsuetc azioni di molest ia delle opposte artiglierie sul rimanente fronte. 3 agosto -

Le artiglierie nostre e alleate eseguirono elfkaci raffiche di fuoco sulle rehovie avversarie dell'altopiano cli Asiago.

6 agosto - Nostre batterie contro ba Uerono prontamente ed efficacemente batterie nemiche; colpirono CEmb:i vitali clell'avvC'l'sario e fecero saltare. un deposito di munizioni sul basso Pia ve.

14

agosto - Nella reg'ione Tonale nostre batterie eseguirono concentramenti di fuoco su .truppe e carriaggi nemici causando loro sensibili perdite. Notevole attività delle opposte artigli.cric su quasi tutto il rimanente del fronte.

18 agosto -

Dallo Stelvio all' A.stico, nella, regione del Grappa e sul basso Piave, sp~rsc e poco intense azioni di artiglieria. Sull'altopiano di Asiago batterie nostre.e allea.te effettuarono pronta ed efficace azionr di fuoco controbattendo batterie nemiche att ive più del consueto. ·

fd8 agosto - In Val Lagarina, sull'altopiano di Asiago, nella 20na del Monte A.sol<rne, efficaci concentramenti di fuoco cli nostre batterie contro colonne in movim ento e centri cli. vita dell'avversa.rio. fd settern/)re - La nostra artiglieria eseguì ieri !'llìcaci concenframenti cli fuoco nella zona montana; su l Piave mandò alla deriva una barca carica di truppa nemica che tentava un colpo cl i mano nell'ansa. di Gonfo.

8 setternb1·e ~ Efficace attività clelle nost re artiglierie in Val Camonica e lungo il Piave e freqn!'nti duelli cli fuoco in Valhnsa e sull'altopfano di Asi.ago.

15 settembre -

I eri la nostra artiglieria clicttnò in Val Brc•uta efficadssirna preparazione cli fuoco agevolando l'attaccò portato -

989 -


E l•'FE~JJmJDE AR'r-IGLlEHE.SCA

dalle nostre fanterie allo sbarramento ncrn ico della Groctella, .. a sud di Corte.

930 settenibre - A coneentramenti di fuoco esplicati da li 'artiglieria nemica nella giomata cli ieri risposero vigorosamente le nostre batterie neutralizzando l'azione avversaria . 25 sett<:'1nbre - Noslrr IJattrrie eseguirono iel'i rfficac-i concentramenti cli fuoco su centri abitati ecl altri punti sensibili tli vita. nemici; battendo inol tre località· il Jago cli Garda e l' .Astico e qua e là lungo il ·Piave.

fra

8[i sette1nlJre - Nella giornata cli ieri la nost.ra adigl.ieria, controbattendo insistenti· azioni cli molestia dell'av,·crsario, eseguì violenti concentramenU. di fuoco sull'altopiano cli .Asiago e sul.la sin istra del Piavr, in r:01·1·.ispon<lenza dC'l Monlello cd al settore Musilc-Cortcllazzo.

4

ottobre :_ Continue saltuarie azioni vivaci cli artigli eria in Val d'.Astic:o, sull'altopiano cli .Asiago e lungo il Piave.

6 ottobre - Nostre batterie clispeì:sero ll'uppe e carreggi in rnovi1nento e provo.carono inc<·ncli e scoppii in postazioni avversari.e.

8 ottobre - 'l'iri di distruzione delle nostre artiglierie danneggiarono visibilmente si.sternazioni cl i f:cnsive nemiche nelle Oiucli·. carie, in Val L.:igarina e nella regione del Grappa e provocarono esplosioni nrl hosco cli. Gallio . 12 .ottobre - I combattimenti tra le opposte artiglierie si mantennero intensi per tutta h1 giornata (1 i. ieri sull'altopiano di Asi.ago. M 1Jttol're - Frequenti rallìchc• d_i fuoco delle nostre artiglier ie dallo Stelvio .al Monlello, e• Yirncc si:aml.iio cli cannonate lungo il Piave.

J.f. ottobre - In un ospedale da campo cli GL·cspano Vc1;icto muore S .A.R. il Prin cipe Dmbel'to SaYoi,i Aosta, conte di Salemi., tenrni.c comanclante la 145" batteria bombarde grn, del 9° R,agg1·uppanw11to lxm1badi.eri.

16 ottobre - Su tutto il fronte le nostre arliglieric, hrnchè osfa . colate dal maltcm1Jo, eseguirono in lensi concrnfrnmcnti cli fuoco

-

~90 -


f:JFFEMERlDE ,\RTI GLlEHESCà

e fr<~quenti tii·i di molestia sulle lince e sulJe retrovie avversarie, danneggiandone le difese e disturbando movimenti cli truppe e cl i carreggi, segnatamente lungo il Pia ve. <El ottobre - Sensibile lotta. di artiglierie sull'altopiano di .Asiago, neJla regione del Grappa e lungo il Piave.

24

Il fuoco delle nostre artiglierie, mantenutosi ieri sensibile su tutto il fronte, si è intensificalo all'alba di stamane nella regione cli Monte Grappa. Inizio dell'offensiva itali ana culminata. colla vittoria di Vittor io Veneto.

ottobre -

26 ottobre - Tutte le nostre artiglierie dall'altop iano al mare continuano la lolia contro l'intero · fronte nemico, in modo più intenso nella regione del Grappa, dove i eomba-ttimc•nti rlelle fanterie sono . duri e senza sosta. 28 ottobre -

La lotta che nei giorni scorsi erasi p.eot.ralLa accanita sui monti, si è accesa anebe lungo il Piave clovc le truppe cl ell'8" e della 12a. Armata, sostcnule ammircvolmentc dal tiro dcll!? artiglierie postate sulla sponda destra del fiume, guadagnarono terreno. !

Mentre le batterie della 6" Armata battono le truppe nemiche che sono in crisi sull'altopiano cli Asiago, e quelle della 1!" Armata concorrono all'inseguimento clel nemico che è sc:eso nella, conca bellunese, sul fronte clel Piave la quasi totalità delle batter ie leggere ha varcato il fiume e segue l'avanzata delle .valorose nostre fanterie. F'ra Brenta e Piave le azioni cli artiglieria, di eccezionale intensità e durata, dànno eia sei giorni alla lotta carattere cli particolare asprezza.

130 ottobre -

1 novembre - Batterie noshr portate :rapidamente avanti r arti.glier ie catturate ba.ttono intensamente l'avwrsario, sfruttando tui.La la gittata delle loro bocche eia fuoco .

3 ùovembre - A Villa Ginsti (Padova) i plc•n ipotc·nzinri au1-;hia :::i firmano l'armisti zio coH'Ilalia. 10 noi;cmlwe -

Il Re cl'Ifalia sbarca a 'l'J:ieste.

- 991. -



Indice dei N orni contenuti nel Volum e X I

ARz ( von) - col. gen. - 241, 266, 269, .310, 316. AscoLr Awo - ten. vasc. - 557. · .ABSBURGO CARLO - Imp. - 74, 174, Ascou ETT·ORE - gcn. - 58. 310, 316. AUDIBERTI tcn. - 546. Assnunc;o E ucw:N10 - arcicl . - 99., AvANZINI ROMOLO - col. - 45. .AHSBURGO Grns1~PPE - arcicl . 239, 242, 266, 287, 291 . 309 . AvoGAoRo cli CoLLOBIANo - tcn . col. -46. 310, :n1, 312, :~13, 314, ~115. Azzrnr EuGENro - serg. - 437 . .ADAM-SALOMON - n)agg. 436 . .AGLuORI - sott. - 347, 348. AGNELLI GrovANNI - i ng. - 925. B A I ELLO . LUIGI - capit.- corv. 561. BACCE[ - sott. - 339. AIRAGJ:II l\'J,rn10 ·- solcl. - 437, 447. B AOINI GIANGIACOMO - ten. - 114. ALA'l'I An1s·1:m1<: - capit. 447. BADOGLIO P1E'mo - gen. - , 86 A.LilRICCl ALBERICO - geh. 396, BArsTnoccm FEDEnrco - gen . 397, 399, 403, 404, 408, 409, 451. 423, 434. ,H3, 453, 565. B ALDOVINO - ten . vasc. - 546. A LESSANDJtELLI - sott. - ,349. BARBEms Grns0PPID - solcl . - 440. ALLmvr CP.SARE - gen. - 45; BARBERO - capit. 394. ANSALDO GrovANNI - ing. - 739. B ARONI E. - sold. - 413. A NTOLI)I ARRWO - col. - 44. BAssrno - gen. - 44. AwroNrn1,r.1 ANSELMO - col. - 361. ' BAS'1'JANONI GrovANNI - soltl. - 418. A HCONE O. - capor. - 41(). BN1".!'1 S'rr CESArt1~ - pa tri.ota - J 92 . .AnoLnI CARW - solcl . - 438. BATTISTINI ERNESTO - cap or. ARRIVABl, NE - cap i t . corv. - 546. 438.

A

-

993 -

63

'


I~DICE

DEI NOl\I I CONT·FlNT.è'l'J NIJ;f, YOLlJlll I•; X l

col - 45. serg. ~ 4-25. BmLArtDI Lurm - scrg. - 346. .RJ~LLJNI - col. - 830. BELLINI E urn,x io - capit. 346, 347, 348. B im,o MAnro - ing. - 792. BELLONI G1ovAN~1 - sold. 437. BELOLO - ten. - 419 . B I~LOW (von) - gcn. 118. B0urnA11m Auous1:o - sel'g . - 4:37. BmrnER RI NALDO - sold. ~ 43!>. fo:i,;Es - ministro - 233. BEcm

GI ULIO -

Br:coNCIN 1 -

BENLCCT M,rnc1,LL0 - sott. - ·

;14;3.

sole!. - 347. BF.RKJ FA1·sT1No - sold . - 447.

BERNA'l'TT VITTORIO -

BERRINO PAOLO -

col. -

407, 419,

4.29.

;l!)4.. BF..R'Cl!ELOT - ~cn . - 400. Br:wrI - mugg. 4,7. magg. -

D o:rvmr-: ico - sold . 317. Bocclll - ca pit. - 344. 346. Bomo - ca.por. Ill ag·g. - 4J3. Bovr, cl i PUTIFIG ARI - gen. 44,

395. 349. Bor.r.i11' r AMnnot;ro - gen. BOLLA -

G ,ovANNT

-

g;<'n. -

!5.

1

397. 437. solcl. - :n2. 373. B IANCARnI - gen. - :~73. 376. RBVII,ACQt; A -

B1ANCRERT

Ln1cn - Icn .

vasc. -

557. RH'.'lco D011rn;s1co - app .to -

415.

Rrco L. - poel}t-fcr . - 413. nu,T,AHO - r-npit. - 391.

n1:-1-Cnu Gionmo - c-apit. Hi'HAGO - m/\gg-. - 454. BrncACCI AN'rl -

Brna - grn. -

ma::i.-g-. 512. 207.

sott. -

BoNA<'C1Nr MARIO

ten. -

-

1J . 572,

575. BoN.\nENTP. - <::ìpit. Bo NF.LL I ALFR F-no

830.

- in d u str .

796. B o:-1Er,LI -

capit . -

BoNGTOVA~nn -

394.

scrg. magg. -

col. -

413.

84.

BORflONF: SIS'.ro -

solrl. - 437. Br:nTucc 1 B. - sott. - 400. 4l O. RrnTOLOTT1 G1rsF.PrF: - capit. 123.

1,

B OCCAr<'VRRI

:Roi'\swrrr - capit. -

BEHTOLA .th"r'! LIO -

O,

GIULro - (cn .

82, 83.

B ONO -

BERSANO -

DF:RUJ'O

BLU '.\I

365.

principe -

74.

Boin,1.1,I - sott. - L126. BnRomv1c - gen. ~ 118, 235. 2:~6, 237. 238, 23!), 240. 241. 242, 243, 244. 265. 266. 2,2, 287, 289, 297, 310. 311, :1J2, 314, 315. BosRLI,1 - c.apit. - 546. B ovERI Vr:'.'ICENZO - col. - 46. BnAccrn1 .A.RMAN DO - tecn. i nel ustr . - 769. BnEo.\ EI{'.'<ESTO - ing. - 751, 753. 9J . 892 . 925. 927. BnrvONE/'ì I B nu·ro - tcu·. vasc:. -

558. J11.

ro l. - J90. 207. solei. - 413. BnrNnR1 - fon. - 546. BR t;CII :llrLLF:R -

BRPNO Gn-sEPP E -

Bm; s1LOFF - gcn. -

72.


lNDlCE DEI NOMI CONTENVfT NEL V0[,01\IE XL •

BuAT - gen. -

380, :381.

tcn . - 35, 36.

' CAROLEL GAETANO -

Beccm ENKlO - serg. -

332, 333. B u LL.\ B.,IAN1.: u;1,i.,; - sol cl . - 137. Bnmo;,.m .A.K'.L'ONIO - ien . - 439. BLRAG U1 - tcn. Yasc. - 542. Bnizro - ing. - 887.

C,Hwn 348.

ANGELO

sol d. -

-

~i37. CA1ti:.; so Cos1Mo -

e

gen. - .452. serg. - 347,

348.

tcn. -

ÙM,TELLANI -

20, 23, 24, 29, 30, 42, 73, 89, 92, 98, 99, 116, 131, 164, 166, 308, 543,· 547, 548,. 602. CAGNI U""rn0R·ro · - amm. 527, 528, 529, 531, 532, 533, 537, 562. CAGNO Grus1<1PPID - tcn. col. 44. C ALDF.RA LUIGI - solcl. 437. ÙAD011NA L U IGI - gen. -

CA LLERJO Gi u SEPPE - ten. -

156.

C.w Acroccr.11

tcn . - 546. SOlcl. 432.

ALBB:R'I'O -

serg.

CAVAN

CAVIGLIA

165. ENnrco - gen . - 43, 273,

275, 278, 280, 286, 297, 298,

301, 377, 470, 472, 489, 490, 502. C.wou n

CAMILLO -

statista -

CAzzALINI EncOLE -

capil. -

V 1NCE:Szo -

739.

sold . .....:. 437.

ÙECCAR TNI -

capit. -

CrrccnERlNl

V8NANZIO -

542.

ten .

vasc.

558, 5~1.

CF:LLER TNO ·

C AN'.I:'.\TOR1,

107.

(lord) - gen. -

CECCUI rb1ERIG0 ~ col.

512. ÙA:-SDCCCL -

gen. - 85,

CA.vALT,INI MARIO - tcn. -

-

C ,uvrPAGNAno PASQUALE -

512.

115.

I

440.

C,u,TA ARTURO - sold. -

438. C.-1.misr - col.

841.

c ol. -

CA.SELLATO ERNESTO -

(; \LZOJ\J -

336,

ÙAR'JTRAN FRANCESCO - ten. -

ÙASCINO .8.N'l'ONlNO -

CALZOLAr -

346,

45. A. - maresciallo

,126.

360.

cnpor .

QJ~LOZZL .AN'l.'ONIO - tcn . vasc.

516, 558. -

897.

CAPJ:;LLO LUIGI - gen . -

Ù!iJNC TAR I NJ -

90, 91,

capit. -

546.

CEu1:'1"1' r ANTONIO - col.

115.

357,

520.

rapit. - -139. ing. - 618. CA1tAccror.o I TALO - gen. - 11. Ù ARACCI OLO MARIO - · gen. 65, 402, 502. CA1ù,wrA ;-\.1':--llnALliJ - cap iL 335. C.-mM IJ\ATI - app.to 414; CAPlE IW )L\TTEO -

CESARI - tcn . -

CAPRONI -

CHAPPUIS -

-

Co.rnv1N -

374.

Cm.n,TOnE'I"TO Cr<.JALr::-.1 -

CWNIT'l 'l

995 -

348.

454, 455. 451.

gen. -

solcl. 413. - s·old. -

PAOLO -

sold . -

MARIANO

438. 346,


• INIHCE DI!~I JS"O~II CON'rENUTI NEL VOLUME XI

sol cl . - 431. CzERNIN - ministro - 7 4, 174. LmG1 - solcl. - 437. Cr,EMENCEAl.: - ministro 173, · 209, 219, 220, 379. D Cr,EME!'\TE P ,\SQUALE - sol d . - 145. CoBGRGO FE1w1NAND0 - Zar - 571. DADONE " app.to - 414. Co~.w-DAGNA - gen. - 43. D'ALESSANDRO FELICE - gen. CoNRAD - col. -gen. - 98, 118, 149, 132. 234, 2~i5, 236, 237, 238, 239, D ALLANOCE ALDO - col. - 44. 240, 241, 242, 243, 244, 265, DALLOLI O ALt•'REDo - gen. - 172, 266, 278, 280, 284, 297, 310, 256, 733, 751, 824, 887, 925, 311, 312, 316, 456. 927. CoNSO ELOD'.0 - gen. - 441, 443, . DAT.,1}0n'1'0 - sold. - 373. D ' Avrno FRANCF.sco - sol d. - 440. 449, 455. CONTRADA FrnrA • ten. col. 44. D'ANNUNZIO GABRimLE - poeta Coi.looNI GrusEPPE . solcl. - 440. 543, 544, 562, 563, 588. Coa1nr,1ANO DoMENJCO · ten. ~ D0BENEY . - gen . - 208, 209. 447. Dm F oNzo Gurno - ten . - 328, 329, CoaNARO J ACOPO - col. brig. - 43, 330, 331. 48. Di!, FaANcmsco - magg. - 372. CoRRUGATO GrusF;PPE. sold. - 437. DE G10no1 IoNAzro - capor. - 449. Con1:Ecc10NI GIOVANNI . serg. DE Gruu don RAFFAEr,E - cappel437. lano ...... 416. CotnESE · capit. - 830. DEL Bmcco · cap . - 329. CORTESE EnoAnoo - sott. 331, DEL D n cA - ten . m edico - 107. 332. DEI,LA BONA GcrrTARDO - sold. CORTI L urnr - magg. med i co 437. 572, 573. Dm, M:Al'\CINO - gen. -.. 44. CosTANT1N1 CESAREJ - sold. - 437. D~, L Pozzo ALF:SSANDRO - col. CnAMON (von) - grn. ~ 298, 1!56. J 50, J 51, 361, 362. 457. DR MARTINO - sold . -- 432. DRN'.rr D11HnmTO · col. 46. CRAVERI - i nterprete - 572. DE HosA ALlrREoo - gen. - 566. CnE."Tl.'1 N rNo . civile ~ 337. DE STEFANO • .gen. - 577, 876. CnOTTI' ROMEO - se1;g. - 34B. D lWILLls - geri. - 403. CsrcsERrcs . gen. - 289 . D1Az .A.RMAMX) - gen. - 62, 306, . C 1.:1,Li;; EMANUELE - sold . - 438. 307. ~08, 315, 427, 428, 446, Cu zzo-GaEA - magg. - 152, 344. 584. 348. C1vALlN1 C1v1<,LLI

-

996 -


JNOICE DEI .NOMI CONTEN UTI NEL VOL'CME XI

Dc Cocco

.ÀLFR1mo -

capit . -

121.

Di G10naro ANTON I NO - gcn. - 43, 47, 98, 280. Dx MArtSCIANO GIACOMO - gcn. -

278, 361. serg. gcn. - 423. magg. - 546.

D1 N U NZIO Ul\rnE1tTO -

Dx Dx

ROBILANT STEFANO -

FERltAIRONl -

557~ CARLO - ten. - 439. FF,RRAitr A1,1mr,;oo - teri . - 106, FERRANn

438.

107. PE1tRARI

-

col. .:__ 316, 320. DouuET GrnLIO - col. - 852. Ducc1 CA'MJLLO - magg. - 47. DUCHÉNE ~ gen. -184, 16'1. DoHRIHAN PID1'ER -

ten . col. - 86. - t en. vasc.

FERRANDO LUIGI

·C1,rnMRNTru - ca.por. magg.

438.

PERR.mr DEMETRIO -

tcn. - 344.

FERRARTO .AitTEMIO

-

ing. -

11,

887. Frn1tE1to GIACINTO - gen. -

565,

566, F~1RRO - sold. -

E

FlANNt:CCI Em~RLE CARLO - magg. - · 82, 122. EIMANNSDERGER -

ten. col. -

68, 115, 323. EnznERG1m - deputato -

~'1UGUSTO - gen. -

autista -

572,

575. 537. 425. - sott. - 426. GnJ STINO - col. -

FARtNA -

FASOLI

FEiiEt,E

ing. serg. -

46. -

aapit. -

col. 512.

BERNARDINO

-

322.

maresc.

107.•

gcn. - 363. ten: - 512. FroRAVANzo - ten . vasc. - 546 . FLORES ILDEBRANDO - magg. 11, 153, 156. Focn - gen·. - 164, 165, 166, 209, . 210, 211, 212, 220, 221, 246, 248, ;:{07, 308, 809. 383, 396, 400, 403, 448, 502. Forn:zER EMILIO - industr. - 798. FoN'l'ANA GrovANNI - magg. 46. FoNm ROBERTO - col . - 44. FORTUNATO - capor. - 414. FoSCHINX .A.N~'ONIO - . amm. 11, 540, M4, 545, 546, 560, 562. FoscmN.1 FRANOJsco - ten. col. 45. FoscmNx G. B. - ten. col. - 45. FitA:'ICUET D' E SPEHEY - gen. - 568. FRESL\ NrcoLA - capit. ~ 440. FINAT O -

45. sold. - 348. FACHERIS - sold. - ,11.9. FAmN1 UMBEJRTO - gen. - 333, 334. FALCONE - capit. - &10. FAYOLLID - gen. 208, 209, 379, 382. FANltLf,l lclLIO - ten. - 106, 107.

FASAN -

-

FrLu?PONX -

73.

F .1CCA FRANCESC\) -

FARNE'l'l REMIGIO -

F'mENZONI

65,

f F ABBlU

4;32.

FNrTARAPPA-S.rnmir -

997 -


INDICE DEI NOM I COì'sTENVl'f NEI, VOL lf è',rr,: XT.

G1-;or:<mv1cn

FnEzzNr t Gumo - c:apor. magg. -

437, 445.

cipe 512.

F 1nf;ONr - solt. -

tf'n.

FumrnrA Cw1Tè> -

c:o l. -

267 1 47.

CA.sr;.rmo - magg. -

Fu ntANI CESARE - solei. -

447.

109.

FrHWT'.n - tc n. -

G clon

mil. -

SEcONl)O

-

cappc·ll.

440.

5138.

349. J 82, 185, 261, 270, 277, 278, 38'1. G rm.101.I ALFREDO - sold . - 348. Gru1m1N1 G 1ovANNI - imi. 800 . G1.>1occn10 - col. - 344. 3éW. Gun o ·. BATTIS'i'A - col. - 44. .AUGUSTO - eapor. -

G rus1,·HEDr - magg. -

,140.

152.

GrnsTINIAN1 ONOFRIO - ten . co.l.

tr.n . -

GALL JANO - gen. -

360. 362.

GALLillJNI - gen. -

893.

GALAN ZINO -

p1:in-

GBNN1N1 E. - magg. - 27] . G1 .rnv1No GAETANO - g·<·n . -

GmoT'.rt GAIANl

-

GmnrANo LEOKE - sc1:g. magg.

271. P 1WNDONr

.A1,1·:ssANDRO

-

46.

Go1No 1NGl"R LoDovrco - gen. - 28t\ 295, 311.

(hNDOLl~I ADOLFO - serg? magg. -

sokl. -

GORI F ORTU NATO -

4~!8.

440. 3261

GoRtNI .ANTONIO NINO - ten . -

GANDOLFO .A. -

gen. -

473.

GARAVALDI - capqr . magg·. -

327.

1

346 1

348. G,rnBAnrno - ten. col. -

394.

GArwAsso - prof. - 887. GARIHALDI BRUNO - ten. - 430 .

Cos'l'AN'.l'E - ten. - ,mo. GARHONE - gr.n. 876. GASCOU'.':lN '- puhblic. - 506. GAT'J:ELLT CAusTO - solcl. - 445. G ARIBALDI

207, 388. Gomuun - gen. - 391, 392. GHAN,\J1'1,:1 - <:api t . <:or-v. - 546. G 1tAZJ AN' 1 .ANDRlsA - gen. 233. GaAzrANo PAOLO - col. - 44. Gumwr'l'I ANGELO - gr.n. - 878. G r:mr Gumo - cap. _, 508, 509. GL·1 1,LAMNr - grn . ~ . 567. GocGH - gr.n. -

GAvAzz~;NI AN01::r.o - ten. col. 47.

H

PASQUALE - sold . GAZAGNE ADOLFO - col. 43. GAvONru

capit. -

Gewso CARLO -

575. 542. 546.

gen. -

346. 1641 176, 206. 208.

H .~GlilON' • :;ol:L. -

gen . -

GAZZERA PmTno GA:r,zoLA -

438. I-!Aw - gcn. 211, 219.

:19 1 87.

HENrn-s - gc•n. -

Hr-:Rmsn' -

257. 47.

GENNARIH,LI LE?NIDA - magg. -

-

568.

245.

H1Nl)EMnu rn - grn . -

998 -

9. 13, 15,


INDICE DEI NOMI ·CO.NTENU'.l'I NEL VOLUME XI

L

18, 22, 25, 89, 98, 99, 121', 159, . 381, 457. Bo11BN 7.0LL l'filN . G UGLIÈLMO

imp. -

I![

-

431.

priuc. erecl. ( kt·onprinz) - 27. Bm.rnERT - gen . 208, 405.

HormN½OLU ~RN G uGL JP.LMO -

I L. - serg. - 415. ten. col. - 43. l Nsmvi: - 1,ott. vasc. 546. · L'<TROZZI J'.._RTURO - sold. - 448. IN1'1wzz1 ENRICO - solcl. 447. INVR EA CAn Lo - eapit. 440.

lANTAFFI

!LARI .t\.WI;ONINO -

J ten. - 546. gru. - 14.

JACO UCCT. J OJ?FRID -

LALlCCIA -

col. -

LANDI -

M serg. - 440. MACRÌ - sott. - 416. M AFFEI - magg. 546. M AFFrnzzoNr EMILIO - sold . - 437. M AG LIETTA .A.Cf.ll.LLF1 - col. 844. l\1AMBRET1'r ETT01im - gen. 42. MANGIN - gc11. 214, 404, 424, 427, 433. . MANNOZZI ÙAIU,O - ten. - 349. l\LuiA Uc:o - sott. - 152. MACCHI ENRICO -

eeonom. - 587. ERENSK.T - commiss. - 72.

KEYNE S -

Kuv1~rER - gen. - 141. K o 1-11,ER - a lfi ere - 155. KRAl~FT VO TI DEL:tvfENSTNGElN - gen.

- 150. KRA uS - ten . col . KRA u ::;s - gen. KnOBATIN -

gen. -

925.

ca pi t. - 512. · ·,

LANnn,a Pmmo - ca.por. - 437. LANHANCEII G. - t en. 412. L A 'l'oRRE G1uSEPPE - ca.por. 347. LAUlt@ 379. 7 L EE .A. Vi • c:apit. - 504. LBIIAH - g e n. 351. L E MBO - t en. 413. Lml\rn GioRc:10 - solei. - 437. LEvr Gruuo - col. - 46. LLoYD G EORGE - ministro - 18, 23, 165, 174, 219. Lo BIANCO - t en. col. - 546. LO:MBA~nò Is·AIA - solél. - 445. Lucc1-Crn,rnrssr U MBER'l'O - ten . 447, 449 . LuDE NDORFl? - g en. 15, 21, 22, 90, 204. 205, 207, 210. 212, · 2·1a, 382, 383.

K K

127.

LANCIA VJNCENZÒ - ing. -

313. 95, 96, 97. 310.

266. -

999-


I:>IDtCE DEI NO~J I CONTENlJ'I·t NEL VOLU'.\JE XI

MA.navtc.:NA PtETRO - gen. - 322. MARCHESE G1us1WPE - autista

445.

MINGARDI ANGELO -

MITRY -

M ARC1JJONN1 FnANCrnsco -

col.

sold. -

M1Tcwc - voivoda -

gen. -

.M ODIGLIANI -

343.

568.

212. 373, 371.

843, 876. 0Go - cu.pit . - 440. MARI1Wr1 GIOVANNI - gen. - 11, 538, 540. M ,illJNETTr GrnLio - len. col. :~27, 328, 329, 330.

M0NGTARD1N1 -

MARITONJCA TEBA LDO - magg.

MoN'l'E'FINALm 'r rro - gen . -

MARFUG<H

512. MAnRAS E F 1Srn - tc n. MAns1c:LIANO

magg. -

GH;Al\'TE

-

394. capor.

109.

i1 ..\R'rt:-iA ELTo - c:1pit. MAm~1NENGO

col. -

BNR1 Co

-

346. :348. capit .

447, 449.

conduc. _:_ 414. capor. - 437. MATRULLO LurGI - solcl. 440. MATTEI ALFONSO - gen. - 11, 830, MARZOCCHI -

MAs~,T·rr

ALllF:R'l'O -

546.

Mo1 - capil. -

Mo1mm,u

ERNESTO -

568. solcl. -

MONACI -

MoNi::sr

815. socl. - 438. - ten. col. - 43.

gcn . -

432.

tcn. vasc. - 54-2.

66, 171. ten. - 82, 83. Mo:'j'f u' CARLO - gen . -1, 11, 390, 394. MoNTt:ORI L uc,1 - gen. - 43, 270. l\10RRONB - gr.n. - 344. MOSCA L UIGI - app. - 344. .MOTTA GTAc rNTO - industr. - !125. ;\'It;o - <"apor. magg. - 413.

N NAGLIATI -

capit. - 346.

NANNJ DANJELE - appunl. -

MAu'.l'tNO U)11w;1.no

NAROINOCCUJ - ten. -

col. -

389.

MAZZONI A1,ESSANDRO - gcn. -

sold . -

MEARO -

K\Sl -

344.

374.

-

44. gcn. - 45. gen. ....... 9, 13, 14, 25, 27,

MELlTA -

NIGRA AR'j'URO -

MERLIN

NrvEL1,p, -

29, 71.

347. M1cuEL1-ZwN1N1 U'.\IBERTo -

solt.

o

- 318. M1cuFJ,TN1 - col. M 1u,i;;n. -

M1L:>1E -

140.

349.

NEGRI nr LAMPORO :©rronm - gen .

432.

capit. - 512. P1t1Mo - rapor. magg.

50,

MONTI -

MAuRAGLJA ANGI<Jr.,o -

MAzzA -

46.

S1G1sM0NDO - gcn. -

837. MAT'l'E t EM1LIO -

567,

gcn. -

389. ten. col. - 226.

gen. -

568.

~[ ING,\UOI AMEDEO -

OnnY - gen. -

376.

ÙLl,EARO ALFONSO -

ten. - 107.

gen. -

11. 362.

Ù LIVE RO FHANCERCO - col. .,.-

1000 -


INDICE DEl NO:MI CONTENt;TT NEL VOLUME X I

col. - 361. capor. - 414. ÙRJGLJA Pierno - sold. 440. ORLANDO V. E. - ministro - 165, 167, 174, 232. 0TTONELLO .ANDREA - sold . ~ 437,. 0NNIS GIACOMO -

PEconr GrnALDÌ Au:sSANUHO - ing.

-

ONORATI -

776.

85. gen. :__ 207, 208.

P0u1C I N 1 - c ol. -

PE1,LÈ -

sott. -

FELUCA -

349.

GrusFJPPE - gen. -

PENNELLA

270,

344.

A.. - tcn. -

PERE'l"l' I

p

PERHONÈ

GrusEPPE - appunt. - .440. PADOVA.N Luw.r - ca.por. - 344. · P AINr,Evfo - ministro 72, 158, 165, 173. PAr,A FiiANCI~sco - sold . - 425. PALANDRI - sold . 415. PALLAVJCINI RICCARDO - ing. 792. PANJZZAROl - ten. gen . 545. PAK'I' ANO GnEnA1tDo - gen. 10, 326, 371, 376. PAoLE.':r'.l't Grno - ten. vasc. 557. PAOLINI Grusk:PPE - gen. - 473. PAPT - magg. - 546. PARADISI SERGIO - ten. -107. Pnrno DrEGO - ten . vasc. - 560. PA1W, ELJ,A SIT,VIANO - sold. 445. P ,rnODI DitLI•'INO LEOPOLDO - ing. 789. PARONA - t cn. va.se. 546. PASQUA MrcuELE - capit. ~ 46. P ,\SQUALE Nrcou - col. 46. PAss1 L. - solcl. 413. PAn1 - magg. 39·4. . PAnlTONI - solcl . - 415.

751,

P10 - inclustr. -

751,

925.

PACINI

PAvEsIO RAIMONDO - ten.

424. magg. - 391J . MARIO - inclustr. -

Pi.;nrcoLr -

col. -

402. ,418, 450, 451 , 452, 453, 454.

-

P1rnRON1<~

925.

gcn. - 220. 29, 176. 206, 207, 208, 211, 377, 378, 379, 380, 395, 399. 409, ,184, 565. Pw1,1T·r1 01 RonETO - gen. - 333, 571. PFLANZE1i -BALTIN - g(•n. - · 566. Prccrnm.,u Gumo ~ ten. - 445. P ICCIONE L UIGI - gen. - 199, 234. PIDRSH1NG -

PfoTAIN - gcn . -

PrcoNE - prof. PmROBON PIETRO -

887. sold. -

487.

Pù,'rnANDREA ERMINI O - magg. -

47.

P11,0N1 BEHNARDO - industr . - 796. magg. - 394. R. - scrg. ma.gg. - 436. GIOVANNI - industr. - 925.

PIN~~LLI PIPERNO PrngLLI

PIRTELLI

R1ccARDo - ten .

col. -

46. gen. - 397, 398, 437. PLTJ MER - gen. 212. P01Nc,1Rfo - Presid. -18, 44:3, 444. POLLINI ERNESTO - tromb. 348. PITTM,lìGA EDOARDO -

1001 -


INDlCE DEI ::-ILlllf l CON'l'lè:-<L'l ' l NEL VOLUME Xl

P ml.\ - capiL freg . -

5:~7 . 538,

R o~uGNOr., G1ovA)INI - rap . magg.

· 556.

-

Nrcor,A II - I mp<'1·. 72. RossF.LL1 - len. - 546. (Zar) -

925. P onno .ALBERTO - col. - l 08. Po1mo CAltLO - gC'n. - :t 65.

magg. -

P ORRO IGNAZIO -

343.

H <YMANlWV

PoMil,IO - ing . - 782. P ON't'r GrANC:1ACOMo - i nd ustr.

345. Ross e Su.no - capit . - 345, 34.9. Rossi L1v10 - sott. - :H8. Rossr KA'l'ALE - l;<'rg. magg. -

Rossi AooLFO - trn. -

778.

P ott'l'A ACHILLE - col. - 43. 48. P o1n.\LE l<"nANc~:sco - serg. magg.

- 346, 34!}.

346, 34 .

Rossr - (·him . -

7Hfì . Rosko - c:tpit. - 546. R osso R E~AT<> - gen . - 4B.

Pozzr CAnr,o - ten. - 156. Pozzo - capol'. magg. - 329. PrtANES GrusEPl:'E - serg·. - 438.

RoTA - i-;niLLore -

fl2:l

Pt:CCIONr -

tC'n . -

425.

Rousi;F:r, - col. - 427.

P i.;oLIESID -

col. -

87.

RovELLO - cap. magg. -

Rovrn~;

46.

Pt:(;LIOLl VITO - c-ol. -

425. 1,BERTO - col. - 512.

Rrnrno G. B . - ing. -

781.

RcF·1rmr FnAKcrnscd -

8Cna tore

2:n.

R

R n scmn A. - inclns.Lr. -

43. 783.

RuscoNI G,us.EJPPE - sold.

~

Hu)To1.o CAR)1J:>1E - rol. -

H.\01,:J'Z1n: - gC'n . RAONI

236. 13.

ÙT'l'OHINO - col. -

i.en. (·apor. -

447. R ,1vrnzA G1 ULIO - ca.por. - 4:18. RENZE'I'l'I A. - cap. magg. - 414. R.WA lLLARO -

R E1NA -

iocluslr. -

800.

HFJ:-.zr M A::.Fnl<:oO - col. - 44. Rno h'ALO - tC'n. - ::148. Rrcc1 AL1,·nEoo - solcl. - 4'17. R1cc1 G r cLIAKO - gen. - 470, 473. H onmATI P AOLO - ten . - 156.

RoBr.:wrsoN - gen. - 1.64. 165. ROQUES - gen. 571 . ,iasc. -

558.

s SABOTI:'" - len. - 192. SAcnEno GrACI)ITO - gen . - 100. SALA G IF/il•:PPE - f,C l'g . - 426 . . SALEn;,;o IT.\ LO - sol ei . - 349. S .\D10mM;111 A :rn1-:r.o - ing. - 77

925.

8 1r.v 10 - cnpil. freg . 551, 55:~. .'ANG1mw10 MAnnKo - solcl . - :-347. SANDI FnANCEsco - sole1. - 447. SAL7.:\

ROBERTO A)ITOKA TnAvE11s1 - trn. ROCCA CARLO - gen. -

448.

345.

H,A:,ior Ei;GENtO -

SANnnor,;m - sokl. -

487.

-

1002 -

415.


INDI CE: l)E[ NOMJ C0N'1'11JN V1:I NEL VOLU ME 'XI

SANN.A - g en. -

142.

Gru sEPPE - sott. -

SANTINI

L uwr - aspir. - 107.

S ,,N'l'ON J - i ng. -

Sm-TI

918.

SANTOUO - ten . -

512. magg. - 47. SARRAJL - g en. 567. SAss1 - t cn . col. - 349. S.AssoN1A-Co1rnrwo .Ar,BER'l'O - Re - 434. SAn No - capit. corv. - 543. SANTOVITO UGO -·

SAvorA-A.os'l'A EMANUELE - Fu.,rnErt-

·ro - duea 545, 581L

81, 270, 336,

SAvo1,1-AosTA U11rnE RTO - conte -

fHHl. S Avo 1A L crcn Aìlfl1nEo - duca --

547. SAVOIA V 1'I'l'ORJO

III 12~!, 166, 420, 429. 585, 929,

EMANUmLE

Re - 10, 99, 117, 234, 256, 408, 410, 43~L 515, 58~, 584, 991. Sc.m.SI OnLANno - ten. -

447. 448. ScnEm1<::M.1Nts - deputato - 73. S cl:IELLINO GroACCIIINO - col. - 430. SCI-IE USCHENSTUEL - gcn. 26{3. ScrrONNffURC: 11 - g ~n . 288. 401. i:en. vasc. - 546. Scor:n - gcn. - 95, 142. S CO'f'l'O 1\.RCANGELO - gcri. 45. S c rJm-::n1 .A.LFIO - sol cl. 445. SECCO GusTAvo - col. 11. SEGATO GIOVANN I - maresc. - 106, 107: SEGRE Rol3liJRTo - gen. - 27:3, 274. SERRA - magg. 394. S c un,Tz

CAR LO - scrg. - 4:38. ET·ron,~ - ca por. - 439. S111,RLOR D.-\Vmm - gen. - 427. S 1E0l<'RI ED - mi to 18, 25. SrnNORELu ENRICO - magg. 46. S mNORINT - ing. 887. SmCANA V 1TI'01uo - col. - 434. SonERINI MARIO - cap. - 346, 348. SONNINO SmNfilY - ministro - 165. SPALL1ccr L UIGI - col. - 46. STI<TI!'ANELLt EM1L10 - .magg. - 11. S'I'EI<'ANIK - ten. col. 232, 233. S TE:FANINI FAUSTO - conduc. - 438. ST1w 1•,MANN - scrittore - 115. S'rE TK - gen. 97. S'l:El.iBl':K - g<~n. 569. SrnAMRJNI B. - serg. - 348. STRING A Pmro - col. 43, 48. S u cc r Ar:os'l' t NO - serg. 438. S oLT,JVAN T. - amàicauo - c504.

S r,;mu

437.

SAN'l'1;-.;1

(von) - gen. -

ScoPOLA -

-

T ALFONSO - teu. - 347, 348. ten. - 512. 'l'ALLARWO A1t:YL\NDO - col. brig. 4'1. TA':IIBt!RJNO GrnvANNI - solei. - 447. TATmt'l'r GrcsEPl:'F, - gen. 390, TACOLI

TADllET -

395. 782. - gen. ---:- 572, 573. TENC lll NI Grnsi:;PPE - sold. - 438. 'fBs1 UMBERTO - capor. - 445. T111-:RM8S - gen. - 37. TDrn - t<•n. - 512. Trns1 A~TON 10 - ten. eol. - 46. TEo v. sc111

V. -

ing. -

T Er,r,IN1 ENH 1Co

1003 -


INDICE DEl NOMI CONTENDTI NEL VOLUME XI TOMASI

G . B. - solei . -

346, 348.

· Tol\rnOLAN-FAVA Or:rORINO - e:apit.

-- 327, 330, 331. TOMEr 'Qr-rnE1iTo -

546.

VIALE - tcn . -

515.

V10LA CARLO - col. -

CAiu,o - col. - 46. ' Vou - ten . vasc. - 546. V1vENZA

ien. - 107.

Tomm ANDREA - pubblicista -

231. 426. 'fORRE GrusEPPE - capor. - 348. T o 1tSE'l'TA - serg. - 350. T OSELLI - cap. - 425. TORTELLO Pr,rnro - col. - 340. TOSI F RANCO - ing. - 760. Toso Gurno - ten. _:_ 447. T osTr AMEDEO - scrittore - 73, 90, 94,, 157. To·1'1 FEmm,Ico - col. - 44.

VOLTERRA - prof.

- .887.

sold; -

'l'oRRE ANDREA -

3Gl,

T nrcoMr FRANCESCO - col. -

362.

w WALDASTXT.l'EN - ge n . -

311, 315,

316.

W ALTIDlt - ten. - 156. vYn,soN - gen. - 166. Wn,soN - presidente WrnnERLING - cap. 105, 106, ·107.

174. 100, 103,

RunERTO - princ. ered. di Bavi era - 27. WURM - col.-gen. __, 240, 266, 269, 287, 291, 322. W U RT·EMBERG Ar,DERTO - duca 27. W 1'1"1'ELSBACH

TRlC:ONA -

431.

sole] . - 447. sott. - 349. TnOTzrrr - ministro - 174. T mr, LlNI MARINO -

'fROMBY GIOVANNI -

u U cCELLI FERDINAN00. -

sokl. -

z

4:W.

sott. - 348. appilnt. - 347 .. ZAPPl A CARLO - aspir. - 447. ZANCANANO PIETRO -

V VACCAlU -

ZANONI MARCO -

gen. - 344, 349. magg. - 45.

VAr, TANCOLI -

M. - tcn . - 410. EMILIO - col. - 150.

ZA U LI -

capit. -

Zi::nou,o

MARIO -

546. ten. - 440.

VENERANDO

Z.1Dz1 - tcn . vasc. -

VENZI

ZOPPI -

VERGANI A NDREA -

V1%cov~:LLI 438.

solei . --:- 437.

FEDERICO -

scrg. -

542, 546.

gen. - 81.

ZuccARI~LLO FILlPPO -

ca.pit. -

Zucco-r:n G. - serg. -

413. 808.

Z U GAHO F U LVIO - col. -

-

1004 -

37.


Indice dell'undicesimo volume·

Po!f .

Decl ka

5

Indice tematko per i1 volume XI

~) /

Comitato di Redazione ·

11

XLIII: La sitn:-izione politico--milita,re del 191'7 I ntervento degli Rtati Uniti. - I pr<~parativi invernali in rapporto agli accordi interalleati - La ritirata tedesca sulla linea di . Rindemburg e l'offensiva, francese Ni-velle - La ba.ttag·Jia del 12 maggfo-4 giugno 1917 (toa battaglia de]l' Isonzo) - La battaglia clell' Orti.gara Impiego delle a,rtjglierie :nelle azioni del primo semestre del J 917 - La controbatte1·ia - I collegamenti tra Ar tiglieria e Fanteria. - La situazione delle arti.glierie ital iane <~cl austriache nell'antnnno H)17 . I Quadri ed il 101'0 addestramento.

CAPITOLO

§

§

I. La s it nazlone politico milit!1re Ml 1.917 . I 11t:cn·c·mo (k~li Stati Uniti . I.[ .

.,

·-·

T prepnratiYi iJ1n' rnali in rapporto ng!i ac:cor<li i ut<>ra l Leati

22

§

rrr.

§

TV. La battaglia d el 12 maggio-4 i:: ingno

LH. r i tirata TeùeE;ca ;;uLJa linPa di H indt•.m1J11ì·g fnrncese .Nivelle

l'Isonzo) . §

1

rnn

t•

l 'oth·n;;irn

(10• ba ttng.lia (k!

2!)

V. La bn ttngfia clell"Ortignra. . •

-

1005 -

40


INDICE DELI/UNDJ CF.SnIO VOL L:)lE

V I. lmpi ('go <kl k clr l 1!ll7

:1rtiglic·1· it' u el k• ,1:don i ck l primo st'llll'><tr<'

50

VTT. La c·o11 trnba t h1ria § Vlll. 1 Col it>ga u wn(i t.rn artigli< r i a e fo n ti ria §

TX. La ,-; i u1a:t.io11<• dc: I:<> at' t igli l'r·,l' i taliane 1!cl :tn,:;(.rluche m •ll',i11t1111nn l!JlT - r Quadri. cd il loro adc.k strn lll('n to .

r;;:

XLIV: La sit uazione poli ti.Co-milit are - La battaglia, della Bainsi:1.za - L ' offensiva austro--tedesca - Lo sfondamento di Tolrnino e )a ritirnta al Piave - La battaglfo di arresto sugli Altipiani, sol (happa e sul Pia.ve ·· La C'Outroffensiva - La batt•a g)fa cli Monte Tomba - La ri<:onq ujstn cl.i. ì\fontc V ;:ilhella - Le azioni in Val Camonica durante il Hl17 - Insegnamenti derivanti dai. unovi. metodi di attareo - Evoluzio11e dei criteri di impiego e ciei me1"ocli e proceLlime'nti di tii·o :bis·amc del con tributo degli. Alleati - Ln s i tuazione degli avve1°sari - Dati 1·elativi nJl' arnrnrnento ed al nnmi r,ionamento <lell ' Esc:!nito Ha forno dopo il ripieg-amento - Il progrmnm a di rif'ost ru7,im1e.

CAPITOLO

§

T. La :si t11azi om • pnl i t ico-m i l i tnre

§

.IT. L a ba1J agl.ia tk l l a D,.ti W\i7.za .

§

UT. L ' olll-11:sint A usn·io-T<•ll, :sca - Lo Sfolldam c n t ò di To lrniu o TV. La battngl i a tli arn•,-;rn sugli a l t i plan i, ;sul G rappa "' su l 117

Phl\'P

§

1+ 8!)

r la rltirntn al Piave

§

,1

V . La con t'rnl'f0n ,:.irn - La harl"agl ia <li i'\foute T omba - L a r i <'Oll()ll i,-; t a (li .\ioll l:<' V a !bel la .

ì"f. L P a,1io n i in Va l Camoni ca duninL<" il HJlT V H . 1 11.:e~'g llllllH:ll ti cl1•riYf111 ti dil i llllOY.i mt•tocl i d i attacco

13·1

1G3 1.:''i7

§ vrrr. E1·0Jt1,1io11c ck i crit:cr i d i iuipkgo e' dPi ruclod i e 1u ·oc,' <li-

m011 ti cl i t lru .

IX.

l:!=<HtuP

J.5()

cl<-'l coniTibnt o d eg l i aJ.k•ati

X . La s i t 11.1¼ione lleg li a YH"rsm· i

-

1006 -

l (i,


TNDICF. DELL' li NOICES TMO VOLC\J0 ~

Xl. Dati r1•lath ·i a tr armamento ,·cl :tl m uu iziomrnHmto de ll'Eserc ito ita liano dopo H ripiegnm<'n to - Il prog,:amma di r icosti:nzione .

170

XLV: La situazio11e politico-militare nei primi mesi µel 191S - L'istruzione degli ufficiali ·· P erfezio1rnme11ti i1nt rodotti nell'orga11iz7,azione, neU'impiego e e nei servizi relativi all'arma d'Artiglieria, - Le operazioni primavctili - Le operazioni del 191S nella regione Tonale-AclameJJo ·· Le grandi offensive 'l'e-desche in primavera - Risultati delle offe:nsive Tedesche di primavera e inseg·namenti nei riguardi ,clelFimpiego dell'Arma - I.I com.anelo unico - I cannoni a lunghissim a gittata - Il patto {li Roma ed il corpo OzecO··Slovacco d'Italia - Prodromi dell'offensiva Austria ca sul Piave - Dati relativi alle •ricostruzioni ed alla riorganizzazioue nel 1918 - Situar.io11e delle artiglierie alla vigilia cle]l' offensiYa .

GAFJ'l.'OLO

~

~ ~

~

i ~ ~

~ ~ ~

..

T. La ;;itunz ione pol.i tico-ru iliture 11ei !)rimi rn1'si elc i JJllS

, 1 "''

n. L'i;;truzion(' degli

17G

11llicia.li , .

Hl. l:'erfrzionamenti in trodotti ne.ll' or gnn iz7,azion<', n ell'imp i<'go l ' J1 ei iit'l'Yi?. i re'ntiv i all'Anna d'nr t ig lier iu Tv. J.1• O[ll"ntzioni prima.veri 1i V. Altn' nr><'rll7.ioui nel la n ' p:ionc• Ton ale-Adamel lo

Y r. L(' grandi oJf(;'usi n• t1'ck:sclle .in pri nun ' <:'ra . YJ r. H i,ni ltati ù.elle o ff.l"nSiYe Tcdcscllt· cli pr irn.:tn'ra ,, in;,:eg-naIlll'JJt:i u el rig1Jardi d e l.l'impiego de ll'Arma. \'TT I. ri comauclo nn ico .

TX.

r <·a11noni a

V. I l patto

J 91

l!l9

2011

214

21H

longbis,;imn g}tt11 t,t .

ùi Boma ed

179

il corvo Czcco-S!orncco d' It,1lh1 .

Xl. Proclromi ù e ll'off<,ns ha a ustriaca s ul Pia,,<' .

XII . Dat i n•J ativi a lle rico,;tn1z ioni, cù alla r,ior gan iz:wz.itnH· 1w.L lOJS • Sit11fl7,ione dl' ll1' artiglil'ric alln vif.fi l ia d ell'o/J.c·n;,ivu. .

-

1007 -

22:?.

2/!l

234

248


INDICE DELL'UNDICESIMO VO!,{'~f!.;

XL VI : La rio1;gani½zn~ion e ··· T attica e tecnic a del t iro · Regolamrntazione Austr o-TJngariea - l:'ro-· drom i della battaglia, del Piave - Sehie ramen ti delle forze eontrapposte - La battaglia. del Piave . Prepa- · razione e cont ropI'eparazione d'ar tiglieria - Azi oni complem entari - L a pal'te svolta dall'a rtiglieria nella, battaglia ·· Con siderazioni - 'rcstimonianze di avversari Considerazioni s ulle forze con t i:a pposte - Da ti relativi ai matel'ia,li ed alle munizioni . Valore <li ar tiglieri e di 1rnità cl 'artigli.eria - S tralcio deli'epistolnrio del gen. Ghera rdo P a ntano ·· La seconda bA,ttaglia della Marn a, (18 lug·lio-7 agosto 1918).

C APITOLO

§

'I . J_,a r in1·gnnizza ~io1w . '.[.i l i ica e l(·r nica d C'I tiro . Rl·g-0 11111)('11-

Lnziom• Au;;lro-Ungari ca §

11. Prodromi d<'lltt battaglia clel Piaveforze con trappo~t<'

Sch ier am(•nti delle·

204

§

TI I. La battaglia <11'1 P ian· - P n•pan1ziom• razi01w d'art i~lier ia

§

I V. Azio11ì rompl<c'nwntar i • L a pa r ti· s,·olla dall' ar tig l ìrri a nell,L ba ttuirlin . Consideruzio11 i . Tei,rlmonianzc- di a ,·versari ConsiùC'r ilzi.oni :su ll <' forz(• con1rn1,p0St<' . Dnt: i l'C' lat i v.i ai 11111terhll i ed a l le• muniz ioni .

301

Valore <li artiglit ri e cli unità a·ar tiglierin . 1'tt'alrio ddl'<"pistolnri o cl<•I g<·n. Gh<·r a.rclo r •nntan o .

H2H

YT. La ;;ec'Omla balt11glia cklla Marna (1.8 lugllo-7 n.go><to 1918) .

377

§

~

\'.

f•

con1rotlrepara-

( 'APITOLO XL VJI: rm :lVYenimenti a utun na li s ull a fronte ocd dentalc - Vittol'io Yenèto - Il contribut o della R . Mar ina - Lr opermdon i sugli altri front i · La situ azione cl'.ei m aterin li c1 ·arti;.diel'iH a ll 'nftci dell'armistizio Appendice. §

ancnimrnti autunnali snlla ( rontr occ:iclentalr - Si t uazion i - Lr truppr ita lianr a us iliarie in F rnnc· ia - L<' truppe• itali an<· combatt rnti 'in F rancia - \ 'a lol'e di :ui.igl ieri P cl i unil:\ d'artigl ieria i n

l. Gl i

F ranc·in .

-

1008 -


INDICE DELL 'UNDICITISIMO 'VOLU1'1'!E

§

l

T. (BJ L<> lruppe italiane ttu:;iliaric in F runci.a ('l'.A:!.F.)

38!)

Le truvve imlinne combittrenti in Franch~ .

396

I §.

387

(A) Situazione

<U)

l (D) Valore di m·tigliei'i e di ·Cnità d"Hrtigl.lH ia ittLliane in Fra ncia

Le eo11scguenzc della vittoria <lel Piave - L'opera di riordinamento e di riorganizzazione - Predisposizioni per la battaglia - Prodromi della battaglia di V,i.ttorio Veneto - Le forze contrapposte alla vi.gilia della battaglia - Direttive per l'impiego del-. l'artiglieria - Le direttive del ComandQ Supremo per l'impiego delle Grandi Uirità nell'attacco - La battaglia - Considerazioni sulle forze contrapposte - La perizia ed il valore, degli artiglieri nella battag·lia - Il contributo della R. Marina all'Esercito .

§

Il.

§

TI. (A) . LEi conseguenzt• del.La vittoria del Pirm::

(B) L"opera cli r iordinamento e di riorganizzazione .

456

§

H

§

II (C). PrE>disÌ)osizioni per la battaglia .

458 459

§

II · (D) . Prodromi della bat taglia di Vittoi:Io Veneto

465

§

II (ID). Le forze contrapvoste alla vigi lia della battaglia

4G6

§

II (F). Di r ettivi:'

§

II (O). Le direttive clel Comando Snpr<'mo ptr l'impi€·go delle Grandi Unità ne ll 'attacco

474

II (H). La battaglia .

483

I.I (I) . Gon,;iderazioni s ulle forze contrapposte

502

II (L). La perizitt ed U valore degli artiglkri n ella ba ttnglia

i'i08

II (M). I l contribu to de.lla R. Marina all'Esercito .

523 ·

§

rwr l'impiego dell'ar tiglieria · .

Le operazioni sugli al~ri fronti - Il II Corpo d'Armata Italiano in Francia dal 4 novembre all'armistizio - Le operazioni alla Fronte Balcanica.

§

III.

§

III (A). Il II Corpo d'Armata Italiano bre aJl.'armisti2io .

§

in

Francia clal 4 novem-

IIJ (B) . Le operazioni alla Fronte Balcanica : in Albania e in Macedonia

1009 64:

406

564


INDICE DJ<;LL'UNDICESIMO VOL UJ\'I E 0,

§

§

IV.

La situazione dei materiali d'artiglieria. all'atto dell'armistizio. .

576

v. Appendice - Bolletiino di guerra ciel Comando Su~ premo 4 novembre 1918 - Ordine del giorno di S . M. il Re all'Esercito ed all' Arma_ta 9 ;novembre 1918 Medaglia d'Oro alla Bandiera clell '.Arma cl' A.rti.glieria 15 giugno 1920 - I Trattati di pace del :1919 e 1920

583

CArrroLO XLVIII: La proclnzione delle armi e delle mu niziolli prima e ùura:nte la guerra . P remessa -~Periodo della neutralità . Periodo delJa guerra - Periodo dopo la guerra. §

§

I. Premessa : PeriocJ·o della neutralità.

Premessa: Situazione dell'armamento e ci el munizionamento dell'Esercito - Spese per !'.Esercito ~~ per l'Artiglieria: prima e <'lumnte il periodo di neutralità - Trasformazione del materiale dell'artiglic.e ia campale - Trasformazfone del materiale . ,lelle alti:-e Specialità di Artiglieria - Muniziona·mento cl ell'artiglieria e delle ann i .portatili. - Aeronautica - Automobilismo - Richieste di r ifornimenti formulate dallo Stato Maggiore del R . Esercito per l'enlrata in campagna - Formazione dcll'EsE:rcito, dell'Artiglieria, del Genio e dei Servizi Situazione clell'iucl ustria italiana, nl1o scoppio clrllc ostilità - L'industria priva.ta in Italia - Cond izioni . delle principali industrie· - Le indust rie meccaniche - Le inclustre A"ntomobilisticn, Aeronautica e Chi.miea - Le industrie della Gomma, dei Con1bustibili e flr.i Trasporti - Le · industrie Tessili, del Cuoio e delle Calzatur e ·

589

I (A) . Situazione dell'armamt?nto e del rnrmizionamento dell'Eser cito • Spese per l'Esercì to e per I' Artiglit>r1a, prima e dm·an tc il periodo cli neutralità . '

591

§

I (B). Trasformazione del materiale dell'artiglieria campale .

§

I (C). Trasformazione del mat<>riale de.Ile altre Specin lità cli Artiglieria

504

;r (D). Munizionamento rlell'artiglieria e delle anni 1iortntili .

508

I (];). Aeron:.rntiea . Automobilismo

600

§

- 1010 -


lNDI C U: lJELL' llNDlCESIMO VOLU M llJ

I <I<'). RicbiP:..: tc• <li riforu inwnto fonn nlnte d11llo Stato Maggion· clc 1 n.. Eser cito 1wr l'ent r: ntu in campngna . 0

§

I (G). Pormazionc

dC'll ' Eser cito, dcli' Artiglh'r ia,

clel

Genio

600

e dC'i Servizi .

§

602

r (U). Situazio1ll' dell'lnclnstrla itn linna a llo :scoppio delle O!<Ul ilit

608

.

I (T). L'indrn;triu privata in Ttaliu

GlO

I (T~). Co11dizlo11i ùelJe principHli inclustrie

012

§

I (l\I ). Le industri e meccaoicbe

614

§

I (N). Le indu!<t.rle Auton10billstica, Aeronautica e Cbiro ica

§

I (0). Le industrie della Goroma, dei Combustibili e dei Tra-

.

619

spor ti §

§

617

022

I (P). Le industrie Tess ili, del cuoio e delle• Oalzntnn' .

H. P eriodo della guerr a - Aumenti successivi delle

Grandi UnHtà, ·dal 1915 al 1918 - P r ogressi negli armamenti - Aumenti graduali delle Unità cl' Ar tiglieria - P erdite cli materiali nel r ipiegamento sul Piavr - DC'nsità d i schieramento dell'artiglieria Consumi di munizion'i - .Armj portati] i e mil:raglia.trici - Mu11izionamento - Fabbricazi one e consumo Altrr arm i - Aer onautica - Automobilismo - SerYi 1.i (A1•tiglieri.a - Genio - Sanitario - Commi ssari ato) - Srrvizi (Aer·onauti r,o - Automobilisti co J dr- ico - L rgnami - Costruzi oni - P osta militare Rottami ) - La Regia Marina. §

II (A). Aumenti successivi dC'lle Gn)ncli Unitù clnl 1915 n l l!llS rrogressi nC'glì armauwnti .

025

II CB) . .ium1>11ti grad1mli i I 1!)16

620

delle UnW1 cl'Arti!tli<'ria a

TT (Cl. A nnw nti gradm, li dei Hepm·ti

n

t n tto

cL\.L"Ligl ieri a. fluo nJ-

rottobrc 191i .

633

(D) . Per dite' d i materin,Ji nel r ifJ\c>gamen to nl P iave - Dens it ll cli schìernmento dell <' artigHerle - Consumo di mm1Jzioni .

635

§

II (E). Armi portatili e mitragliatrici .

640

§

II (F). :.\fnnizionmnento - IJ'abbrica;r,Jonc - c ons umo

648

§

I~ (G) . Aer onautica - Au tomobilisruo

650

-

1011 -


INDICE DELr/ UNlllCESIMO VOLUMm §

II (H). Servizi va r i - Ai:tiglieria _ Genio . Sanitar io - Cum-

653

missari,ato ,. · §

§

1I (I). Altri sHvjzi: Aeronautico - Au tomobiliistie:o Jdr ico Legnami - Costruzioni . Posta mllitme - _Ro ttami .

G72

II (L). La. Reg ia 1\iarimt .

(ìi8

§

In. Opera dell'industria ·militare e dell'industria pri vata durante la guerra - Premessa - Enti direttivi preposti all'industria privata - La, mobilitazione industriale - L'industria militar e. di Stato - La politica delle materie prime - La grandiosa. opera. del7 l'industria privata - L'opera. delle industrie .Chirnid1c e degli Esp_losivi, dell'industria della Gomma, dei. Combustibili, ecc. rcc. ·

§

III (A) .

684

Hl (B) . Euti ùiretliv.i !Jl'eposLi all' industriit Ilrivata

684

§

III (C). La mobilitazione ind ustriale

690

§

III (D) . I/industria militare cli Stato - Officine di costruzione di Genon1, Torino, P iacenza e Roma -· Arsenali di costru-

§

§

z ione di 'l'orino e Napoli . Labora tori 11irotecn ìci di Bologna e Capua - Polver ificio del Liri - La borat orio di pr<'cisione di Roma - Fabbri<:be d'armi di Br escia. e ·Tern i . Spolettifiicio di 'forre Annunziata. . Dir e1..ioni territoriali d' Artiglieri a di Torino, AL.e ssanclda, Piacenza., Ver ona, MantoYa, .Ven ezia, Genova, P.ologna, Spezia, R oma, Nap.oli Taranto, Messina, La Maddalena - Direzione de lle Esperi enze di Ciriè

606

I II (E) . Lt1 politica dell t· mater.ie prime : 1ier le incl11strie: Meccaniche, Chimìcb<·, T<'SsiH, Concinrie, Cartarie, della Gomma e de l LE•gno -. P (•r i Comb11stibill, per i Carburanti, per L'Energia e l<'ttriea - Per . i. fJrollot ti a.limentnri e po- i vari i materiali tecnici - Suoi riflessi snlle indusirit> dei Tn1sr1o rt i f erÌ·odari e urnrittiiui, e òel le Con11111icnz:oni ìu gl'm' r<• .

70f)

HJ. (F) . Lu grundiosn opera <lell' industria prirnta na zionale Industrie Sidfl'urgiclw, Metallnrgiche e Mrcca n icbe - Jm1ustrhl a utomobilistica e cH a ltri 111< zzi dì trasporto (.' <li comunicazione - l ndnf<trie degli FJsplosivi, di prodotti Clti mici, dei , Comb u~tibili, <lo?i Cnrbnr a n t_i, dei Lubr.ifici1111'i r• 0

Elettr otecnichP • fll(lustr.it· Tessili, Concia rie. dc·l!a Gomma, .del Legno, Agrnrir .

1012

733


INDICE DELL'UNDJ0ES1i\{O VOLUì\11<1

- §

IV.

Periodo dopo la guèn a (1918-19) - Matcl'iali da guerra. residui - Bottino cli guerra - Smobilitazione' industriale - .Alienazione dei matcda'li residui - Il costo totale della guerra .

IV (A). Mti trt.iali da gnerra rc•si.c111i

lfottlno di gurna "IV (B). SillÒbilìtaziqne dell'industria' p r ivata • Alhn:tzione diii matetlali residui . ·IV (C) . Il costo totale cM la g11ena . CAI'l'l'OLO §

j

/ 800

803 808

XLlX: Oonclusio11i.

r. L'Artiglieria Italiana. nella guerra rnoncl i<.lle - L' Artigli eria campale - L'.Artiglieria eia montagna L'Artiglieria pesante campale - L'Artiglieria, pesante - L'Artiglieria controaerea - Le bombarde Le .artiglierie per la difesa delle c:oste - Il munizionamento - I quadrupedi - Il per·sonale - L'istruzione professionale - La manovra di fuoco - I Servizi tecnici cl' Artigli eria, sul campo di battaglia . I Servizi logistici d'artiglieria sul campo di bat. taglia· · (A). Il ArtiglieriR campale

813

§

I

§

I (B). L 'Artiglieria· ch't montagna

817

I (C). L'Artigliet·ia pesante campale

818

§

I (D). L'Attigli<' i:ia

L0 bOmbarde .

l)esante . .,

S14

eontroarn•a -

L'Ai:tiglieria

820

T (E). Le ar tiglJerie pe,· la difesa delle coste

823

I (F). I l munizionamento

824

I

825

(G). T quadr upedi .

I (H). I l per,:;onalt! - L'istruzione profess_io11alc

82.fl

s

'

r (I) . La manovra _d i fuoco .

831

§

T . (L). 1 Serv.izi tecnici d'Artiglieria -sul campo di butlaglia

833

0

I (M). I Servizi logis tici d'Httiglierh1 sul cum110 di battaglia. . §

IL

Sviluppo C'cl evoluzione dell'Arma attraverso il _prrioclo bellico - Sunto deg-li ampliamenti organiei delle varie specialità clell' Arma - Artiglieria da campagna., da montagna. e someggiata, pesante cam-

1013 -

,. '


• JNDIC.'E DELL'UNDICESIMO VOLUME

_p ak <' co.11 tr-arrea - Adigl iC'ria pesante ed .A.i:tiglieria da forti,zza. - EYoluzionc dell'Arma, d'artiglieria attraverso· il periodo bellico - La nuova t'ego1:tnwntazionc saùeita clal Comando Supeemo§

§

TT (A) . S nnto clegli amplil1mrnti or gfmi ci clellf°' vari<' :Sllt'Cia. lità dPll' ,Arma. ArtigliC'1·ia .da ca mpa gna, da mon tagna e someggifll:a, pesantP e contnierea .

· IT (B). Artiglin·ia pesante e artiglieria rfa forte:;;im .

840 843

§

IT (C). E,·ol uz ione de!.l' Arma cl' Art ig lieria attranrso il. periodo bPl lico .

850

§

IT (D). Lu n uo1·a r< golnmentn?:ione :;mnç:ita dal ·còmando Supremo durante I.a g ui>rra .

860

0

Riassu nto dei pt inc ipali pcd'ezionarncnti intro<lotti nt'l materia]<>, nelJ'organizzazionr, n<?lla tC'cnica e nell'impiego dell'A.r111a in c0nseguenza della guerra.

§

HI.

§

III (A) . P<'1·fezionarn,,nti nel mnt<'ria.J.e <l'a r t ig lieria .

875

§

III (B) . Perfezionamenti ne!l'organizznzioiw, n C' lla trcnica e nelL'imr,kgo dell'Hi:m,a

880

§

T.V. Il servizio trcnieo - Centri cli studio r cli ·esperirnze.

§

IV (A). Il setvi:;;io tecnico rl!urtigiieria .

884

§

rv

888

§

V.

§

V (A). La fort ifi.cazione nl l' inizio della g 11<'1Ta

8!)2

§

V (B). La f unzi one de lla fort ificaz iotie ù11rantf> LR g unra .

897

(C). Svil upl)o tiella fortificaz.ione. durante la guerrn .

8!)9

(B). Cnitr i cll slwlio e dì esperiem>.c .

Sv iluppo r Ju n2fone della fortificaz ione dùrRnte la guC'rra .

Meccaniz7,azione C' motorizzazione.

§

VI.

§

VI <A). I t r asporti st.rat<'gici eompi nt i clHgli autopn r <:bl durante la gut'-rr a . I carri cl'af.:salto .

904

IV (B) . Svilu ppo dei concetti sorti duran te la gu,rra prr l'impiego di a ntoh·uf,:port i e d i carri <l"a~,;ni to .

9-07

1014


lNOrce DF.LL'UNDrCESIMO VOLU?.Hl

Difesa costiera e dlf èsa antiarrcn.

§

VI I.

§

VII (A). La difesa costi(•r1t al princil)ìO e• dunw tl: fa gti0rra .

910

§

vrr (B). La prott>ziou(• ant.iaerea

913

§ VIII. Artiglic1~ia § VIT[

ed Aviazione .- La gnerra ac·1·ochimi 0a.

(A). Artiglieria

ed

Avinzìone - Ln fotogramm t'Lri a .

91!!

§ VIII (B). La guerra aerochimica §

917

rx. Consicl crnzio nì .

9HI

Effemeride artiglieresca clelJa Guerra 24 maggio 1915-4 novembre 1918 Indice dei nomi s-ontenuti inel Volnnw XI

-

J015

Italo-Austriaca 929

993



Indice delle illustraziòni Pay.

l'ig. )) )) ))

)) ))

)) )) )) ))

)) ))

)) ))

l. Ripi(•garoento del t ede:schi nel 1917 .

2. T ea tro della 10" battaglia dell'Jsom:o 3: Battaglia dell'Ortigaru 4. Schie.1·umento 6& Armata 10 giugno 1917 (Schizzo) • 0 . Situazione delJe forze contrapposte (Schizzo) <L Schieramento artiglierie Bainsizza (Schizzo) 7. Schieramt'J1to artiglJeria ausn·.iaca <8chi zz·o ) . 8. Sfond1unento di 'l'olmino (Schizzo) 9. Monte Fe:;tu dal Lago di Cavazzo . 10. Appostazione Batteria 149 G 11. A vam:i Batteria 149 A 12. Cupit. RiccìU·do WinderlJng 13. Difer1sm:i di Monte ]'esta. . 14. La .ba_!;tagl.ia èli arres to s ogli altipiani; sul Grappa e sul Piave · (Scliizzo)

lii. C11rti11a di inSi(•me delle intere fronti (Flchizzo ) )) 16. 'l'en tro delle a zioni autunno 1917 (ScMzzo) l) 1'i. Battaglia. di M. Tomba e M. ValbeDa >) 18. Battaglia dei tre Mon t i )) J!). Col . Venzi Emilio )) 20. Col. Del Pozzo . )) 2J. Convegno d i P escllieru. )) 22. L 'operaziòn e 'italiana nella zona del Tonale . »· 23. Azione conquista da c. J•'erro a <J. Pavan )) 24. Offens iva 21 mar ir,o l!ll.8 (Scl11iz2·0) . )) 25. Offensiva sulla Lys (Sch izzo) .. )) 26. Off.t>ns iva t edesca s nl l'Alsne (Schizzo) )) 27. Offem;;iva Compiègne . )) 28. Il cannonissjmo tedesco . )) 29. ]fronte italiano (Sch,izzo) . )) 30. Artiglierie italiane e aust1·0-u11gariche (Scl!izzo) )) 31. Forze contrapposte 15.6.1918 <S.ch·i zzo) . )) 32. Scl1kramcnto artiglierie con t rapposte (Schizzo) ))

-

1017 -

26 • 31 41

45 78 79

86 94 101 102 104

lOti 100 117 123 134

135 140 li30

151 165 198 197

207 2)2 213

215 224 219 249

264 266


INDICE OEIA,8 1LLUS'.l:RAZI0NT

Fjg. 33. Gennalc Roberto Segre >> 34. Le op1:-razioni SOL 1'ront<" rùpntano » .· H5: &hieram1:nto artiglierie s ul Montello » 36. Zona a sud dé l ·Montello v » ·3i. OpPr::tzioni s ul Piave . ll 38. Azioni compleruentnri . >) . 39. SolLoteJ1N1te Gu ido cfo Fonzo )) 40. '1\•n . Car tunin )) 41. Difci;a cli \\li pezzo clel 14° H<··gg. Art .' . )) 42. Colonne}'!µ Anto:n io Cerllt_ti 43. Scbien1mfnto Artigliet.ie leggEre (;> Arm. (8ohiZZO) )) 44. Schierarrwnto Ar tiglierie 11esanti 6« Arm. (Schi:ZZO) )) 45. Schit•rarncnto Art. 33" Divisione )) 46. SchiP1·auwnto Art. 1::3" Div. (ore 21) )p 47. Schiera.mento Art. 33" Div. (24.6) )) 4S. Seeon<la battaglia della Marna (Schizzo) )) 49. Geri. Giusef)pe 'f11rcliti )) 50. GPn. Gouraud )) 51. Ufficiali Superiori de1 1~) Heggrnpp. T .A.I.Ii'. (ChEtlom; ~ l!l' Marne, 1918) )) 52. Gen. Vittorio ;Pilo noy l di Putifigari )) :33. (h'n. Albrrieo Albr:cci ,r 54. Gcn . G:ornm1i B, rnto . )) 55. G€'n . Vittorio. Emuuue!e Pittit lllgit )) 56. Ufficiali _ d el II Corvo d'Armata italiano in FrancirL )) m. Situazione del IJ Corpo d'Armata italiano il 15 i1.1glio (Schizzo) . )) 58. TL n Corpo d'Annata italiano n€'11a controfl;ensinl Slllla fronte Aisne-Ai lf'tte )) 59. L€' line€' f(' rt.ifi.PP. te tr de,che (Schizzo) )) 60. Colonn. Paolo :penino )) 61. Il ;:cttore <li R eims (SG}l,iZZO) . )) 62. Battaglia de ll'Al'(lrc. Schinarncnto urtigliET ic .lII Corpo d'Ar, mata itaùano ( Schizzo) . )) 63. Art igJip1,i<- perdute e! rip1·e,e )) 64. Colonn . moaecbìno· ScbPllìUl'i )) 65. Co!onn. Vittorio Sircirna . )) 06. Gen. Elodio Conso , )) 67. M:e;,sa in suffragio per i Caduti clPI 9" Huggrnppamento r,e~ante Nllnpalc )) 68. Visita del Pr€'siclerite della Hepu hblica ù ·anceRP ali<• tn1p1w italiane >> 69. Visita del Gen. Diaz (4 se.t1Pmbre) . » 70. Ten. Orlando Scarsi . >> 71. Ra.imon<lo Pav<>s ìo Ten. Col. <l'Artiglieria l> 72. Situazione ·cl<•lle for:w con tr Ìtppos te · al.la data clel 24 ottobre· 1918, e òirPttrici di 1Lttacco dei° l " e 2<> tempo (8chizzo) .

. - 1018 - ·

274 276 279 281.

2sa 304

329 342 llG1 B61 364

3GG

3G9

oHO 392 3!)4

395

E:~H, 3!Ji 398 r:flfl 402

40:\ 40Ti 407 40!\ 412 414 430

434 441

442

444 44(1

448 4ri0

41;9

.l


mDICE DELLE ILLUSTP.AZIONI

Fig. 73. Gen . Enrico Caviglia · ll 74. Monte. Solarolo e Monte Valderon )) 75. Colonne austriache colpite . )) 7G. Colonne avstriache colpite danè nostre artiglierif! l> 77. Artiglier ia IJemica cattura ta al Piave )) 78. Artiglieria 1wmica catt11ra ta a l Piave )) 79. Artiglieria nemica. cuttlirata >) 80. Artiglirric nemiche catturufo . )> 81. La Madonnina dell' Olmo . il 82. Artigli.eri(~ a ustri-ache cii tturate » 83. La prima pattuglia ;f".Jlan Marth10 » 84. La battaglia di Vittorio Veneto (3° telllfJO) (Schizzo) l) 85. Materiale cla 420 austriaco cattnt'nto . » 86. Cannoni nemici precipitati nel Corclevole )) 87. 'l'<:u. Guido Guidi >l 88. L ' At tiglier.in a Col Moschin . >) 80. Umberto Cagni . )) 90. Pontone armato << Faà cli Bruno>) >> 01. 'Una Batter ia Amalfi . >) 92: Famiglir-n.·iv.v.azione con gli strnrnenti cli tiro tenf;stri ' ll 93. Capitano" cli Corvetta Poma .• » 04. Piattaforma di eircostan,1a. per cannoni cla. 152/ 40. >> 95. Giovanni Marietti ,. il 9G. Pi~Lttaforma di fortuna. per cannone da 152/ 40 il 97. Batteria galleggiante . >l 98. Schieram~nto al 18 ottobre 1915 (Schizzo)» 99. Autografi;> cli D' Annun,1io .. l> 100. S.jtuazione dell'Artiglieria della 21:Iarìna a.Ua fine del l91G (Scll!izzo)

)> >) » )l )l >l

101. Antonio Foschini . 102. Pontone « Cnrso )) 103. Cannoni navali sn installazione feITov1aria 104. Cannone s11 installa:,;ione ferroriaria, pronto al fuoco 105. ~l'reno armato in assetto di marcia 106. Treno .,armato che fa fuoco . )> 107. Silvio Salv.a: )> 108: 'iiatterja gàlleggiante di piccolo calibro )) 109. Batteria galleggiante cli piécolo calibro » 110. Sistemazione difensfra. a.l dicembre 1917 (Schizzo) )> 111. Batteria fissa cli medio calibro . >l J.12. Situazione al fobbraio 1918 (.Sch,-izzo) » 113. Po~tazione 'di un cannone . »1(Ji4_Batteria fissa cli medio calibro . » 115. Pontone semovente )) 116. Il Raggrnppnmento Marina ai suoi Caduti. : Ca-Gamba 6 luglio 1919'

1019

470

485 480 MJO 402

493 495 49tl 497 409

500 501 ù01. 50H

538 539 · 540

541 541

543 544

545 54(> 549 550 u:'iO 552 552 553 554

555 55G 559 559 · 5(',0 561 562

563


INDlCE DEf,LE lLLllSTRAZIONI

Fig. ll7. Gen. Gi:1ciJ1to F errero » 1.18. Gén. Alfredo ])~ Rosa . » 119. l<' ronte bulgaro (Schizzo) >> 120. Gen. Ernesto Mombelli » 121. Le t r uppe itàliane guudu110 1L Voiussa >> 122. Una conferenza al Comanùo Italiano · » 123. L',A.r tiglieria da montagna a SalonicC:o >> 124. .Il generale .R.oques -e . iL genc>rale Petitti di Horeto osservano itiri di artiglieria . » 125. Gen. :rnnrico Tcllini . >) 126. I l dente~ di Venuslna· (monti Baba a Slld-ovçst di Monastir) >> 1.27. Gcn. Pietro Gav-1,era . · » 1.28. Artiglieria aust1·iaea. catturata prc>sso E'ener . » 129. Artiglit!ria austriaca catturata . - i> 130. ~rtiglieria i111stro-ungariéa. abbandonata . >> 181. Cannoni d'assedio austriaci » 1.32. I n ùov.i confini orientali <Sc711izzo) . >> 133 . .Produzione mensile di armi mod. 91. ((}r(l,jico) » 184. Quantit~ ,,ari calibri b.d.f. costitue11ti dotazione Artiglif-ria ((}rafìco)

» 135. Soc. An. Giov. Ansaldo & >> 136. ·Soc. An, Gio,,. ,<\.nsaldo &

. 5.66 566 567 567 568 569 570 071 573

5i4

57ij ;517

"'

578

rrnJ 581 0S37

597 (ìi:!8

c. " Genova . c .. Genova . .

» •137. Soc. An. Giov. Ansaldo & C. -. Genova » 138. Soc. ,<\.u. (Hov: .Ansa.Ido & C .• Genova . » J39. Soc. An. G.iov: .Ansaldo & C. - Genova . )) HO. Soc. An. Giov. Ansaldo & _ c .. Genova . » 141. Soc. An. Giov. Ansaldo & C. - Genova . >> 142. Soc. AJJ. Giov. Ansaldo & C. - Genova 11 143. Soc. Italiana Ernesto Breda • Milano 1> 144. Soc. Italiana Ernesto Brech1 - Milano » 145. Fabbrica Italiana .Automobili Torino - F.I.A.T. , '.rorluo » 146. FÌ1bbrica Italiam1. Automobili Torino - l!"' ..I.A.T. - Torino 1> 147. Fabbrica Italiana Automobili Torino • F .I.A.'l'. - Torino )) 148. Soc . .Au. ll'ranco Tosi - Legnm10 )) 149. Soc. ,'\11. Franco Tosi . Legnano )) 150. Soc. Au. Franco ·Tosi . ·Legnano )) 151. Soc. An. Fra11CO Tosi - Legnano )) 152. Soc. f\n. Franco Tosi - Legnano )) 153. Officine Meccaniche Italiane (già Heggilinr ) , Reggio Emilia · 1) 154. Officine Meccaniche Italiane (già Reggiane) - Reggio Emilia >> 1.55. Soc. Metallurgica Bresciana (già. Tempini) - Brescia >> 156. Soc. Metallurgica Bresciana (già. Tempini) - Brescia. . » 157. Soc. Metallurgica Bresciana (già. Tempini) - Brfscia >> 15S. Soc. Metallurgica Bresciana (già. _Tempi11i) _ Brescia >> 159. Soc. Stabilimenti Armstrong - Pozzuoli 1) 160. Soc. Stnbilimenti Ar mstrong - Pozzuoli

740 '741 742

743 7-15 746 748 749 752 754 756 757 75!1 761 762 763 764 765 767 76S 770

771 772

773 774 775

1020

J

1


INDICI!] DELLE ILLUS'l'RAZIONI

E'ig.161. Soc. Stabi lJment i Avmstroug - Por.~moli . ·» IG2. La Il'ilotecnica lng, A . Saimoin1ghi - Milano » 103. La l!"ilotecni9a Ing. ;,... SaJmoiraghi - Mìla no » 104. Soc. An . Dinamite Nobe l - -Avigliana >> 1(15. Soc. Bornbrini Parodi Delfino Horùa ll 166. Soc. Bombrini Pnrodi Delfino - _ RoUJa » 167. Soc. Bombdni Parodi Delfino - R oma » 168. Soc. Italiana Prodotti Esplodenti (S.I.P.E .) _ ìl'Iiiano » 169. Soc. Italiana Prodotti Esplodrnti <S.I.P.E.) - Milano) . >l J:70. Soc. Franco-Italiana Esplosivo Checldite ' )> l.71. Soc. Franco-Jtaliana Esplosivo Chcddite >> J.72. Soc. Franco-Italiana ll;splosivo Cheddite

-

1021 -

777 7W

780 784 786 787 7S8

·mo 791 793

794 i05


































































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